L'Industria della Gomma 06 2017

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GRANIGLIATRICI E SBAVATRICI FINITURA SUPERFICIALE ELASTOMERIC TOOLING

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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI

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FOCUS SILICONE

GIUGNO 2017 - NUMERO 5


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Mensile degli elastomeri e degli altri polimeri resilienti con il patrocinio di

SOMMARIO

ANNO 60 - GIUGNO - n. 5

Federazione Gomma Plastica

assogoMMa

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA www.industriagomma.it Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it

10 Rassegna della stampa tecnica estera mondogomma

14 il piano industria 4.o.

Collaborano alla rivista Giuseppe Cantalupo, Eugenio Faiella, Gianpaolo Brembati Progetto e Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it Traffico Pubblicitario Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it Stampa Centro Stampa Digitalprint S.r.l. Rimini (RN) Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Abbonamento Italia € 90, Europa € 130, Estero € 150 abbonamenti@edifis.it Arretrati € 15,00 Amministrazione amministrazione@edifis.it

Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Iscrizione Registro Operatori della Comunicazione n. 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editoregarantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati,mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. - Viale Coni Zugna 71 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima.

L’Industria della Gomma una rivista edita da: Edifis S.p.A. viale Coni Zugna 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

come approfittarne

Stefania Pigozzi di UCIMU Sistemi per Produrre ha spiegato a un incontro vicino a Torino le opportunità aperte dal Piano Nazionale Industria 4.0 attraverso i meccanismi del Super-Ammortamento e dell’Iper-Ammortamento. Ecco in sintesi di che cosa si tratta e che cosa bisogna fare per approfittarne se si desidera rinnovare il proprio parco macchine

FOCUS

17 TECNOLOGIE PER IL SILICONE

Una galleria e una carrellata di aziende che segnalano le loro novità in un settore in continua crescita • AW-Technik • Bluestar Silicones • Colmec • DESMA • DGTS • Engel • For Lab Italia • Franciacorta Stampi • Kraiburg • LTE • O.C.S. • OR.P. Stampi • Rubber Trade • Saspol • TSF • Wacker DALLE AZIENDE

36 La superiore qualità

della finitura superficiale Aw-Technik di Finnentrop, Germania, offre sui mercati granigliatrici, sbavatrici e impianti per lavaggio e asciugatura di elevata qualità per la finitura di articoli di qualsiasi forma e dimensione



SOMMARIO

ANNO ANNO 6060 - GIUGNO - GIUGNO - n. - n. 5 5

44 LA STALG TAGLIA IL NASTRO DEI 50 ANNI L’aziende con sede a Roma raggiunge 50 anni di esperienza accumulata nel tempo , che l’ha portata ad affermarsi come produttore affidabile di mescole e di articoli tecnici di qualità in gomma naturale e sintetica per applicazioni nei più importanti settori industriali

48 L’INVECCHIAMENTO DI ELASTOMERIC TOOLING IN SILICONE

36

Con elastomeric tooling si definiscono articoli in gomma come forme, stampi e inserti, usati nella fabbricazione di componenti in materiale composito, che hanno la funzione di ridistribuire o aumentare localmente la pressione durante un ciclo di formatura. L’articolo illustra una serie di test per valutarne l’invecchiamento in reali condizioni d’uso

NORMATIVE

58 GIOCARE SICURI Due direttive europee aggiornano la normativa sui giocattoli e sulla sicurezza. Un aspetto che può riguardare anche chi produce componenti in gomma utilizzate da produttori di giocattoli. Una panoramica generale della regolamentazione del settore

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64 taccuino • Enrico Lucchese di Versalis è il nuovo presidente IISRP • Continental espande l’impianto di Lousado in Portogallo • Engel riapre la filiale di Hannover, ampliata e rimodernata • General Motors vuole solo gomma green • CambioPulito per segnale le pratiche irregolari nella filiera dei pneumatici • Orion annuncia aumenti di prezzo per tutti i suoi gradi di carbon black nell’area EMEA • La produzione indiana di gomma cresce del 23% in aprile • L’americana Rubber Manufacturers Association cambia nome in USTMA

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72 GLI INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017


L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

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ELASTICA

TM

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srl

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017


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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

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ELASTICA

Rassegna della stampa tecnica estera

PROVE E MISURAZIONI LE SFIDE DI TECNICHE DI INVECCHIAMENTO ACCELERATO PER PREVEDERE LA DURATA DI UN ELASTOMERO – PARTE 1.

K.T. Gillen, R. Bernstein, M. Celina, Sandia National Laboratories, Albuquerque NM (USA) - email: dandkgillen@comcast.net , mccelin@ sandia.gov - RFP n. 1/2017, Volume 12, pag. 48-55.

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pesso ci si aspetta che gli elastomeri durino per decenni in ambienti diversi a contatto con aria, ma per confermare tempi di vita così estesi si deve ricorrere ad invecchiamenti accelerati. Il metodo più comune consiste nell’estrapolare i risultati di degradazione ottenuti con invecchiamento accelerato a temperature più alte delle condizioni ambientali; di solito si ricorre al metodo di Arrhenius per modellare le estrapolazioni, supponendo che esso rispecchi la dipendenza dei processi di degradazione dalla temperatura. Esistono tuttavia potenziali problemi, oggetto di questo studio, che ne diminuiscono l’efficacia. Un problema consiste nei cambiamenti che variazioni di temperatura provocano nella degradazione chimica: in questo caso la chimica estrapolata può non essere quella reale in condizioni di invecchiamento a temperatura ambiente più bassa; inoltre la correlazione fra livelli di degradazione (entità dell’ossidazione) e proprietà meccaniche può dipendere dalla temperatura. Un altro proble10

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

ma coinvolge effetti fisici (geometria e spessore del materiale) causati dalla potenziale presenza di ossidazione a diffusione limitata (DLO), che di solito domina i meccanismi di degradazione chimica e la cui presenza porterà a una diminuzione della velocità media di degradazione. Poiché gli effetti della DLO diventano più importanti all’aumentare della temperatura, essi possono avere un forte impatto sulle esposizioni accelerate ma nessun effetto in condizioni ambientali. Questo studio esamina alcuni approcci utilizzati per affrontare le sfide in questione, in modo che si possano mettere a punto previsioni di durata più sicure. Per provare che i cambiamenti della chimica di degradazione dipendono da variazioni della temperatura, vengono descritti l’uso della sovrapposizione tempo-temperatura (t-T) e dei metodi ultrasensibili di consumo di ossigeno, che sono in grado di effettuare misurazioni a temperature di invecchiamento molto basse, spesso a temperatura ambiente. Viene anche mostrato come effetti della DLO, dipendenti dalla temperatura, possano essere modellati e compresi tramite misurazioni, dipendenti dalla temperatura, di permeabilità all’ossigeno e di velocità di consumo di ossigeno, nonché come questi effetti possano essere sperimentalmente controllati mediante l’utilizzo di varie tecniche di analisi. Ultimo argomento affrontato è quello della fattibilità di pre-

visioni per materiali sensibili all’umidità. L’approccio di sovrapposizione tempotemperatura viene trattato diffusamente con esempi pratici, ben illustrati da grafici che rendono più comprensibile la difficile, anche se davvero molto interessante, trattazione dell’argomento. Vengono presi in esame: • O-ring in EPDM; • gomma nitrilica; • gomma EPR per isolamento cavi elettrici; • XLPO (Cross-Linkable PolyOlefyn = poliolefina reticolabile) per isolamento cavi elettrici. In tutti i casi citati si prende in considerazione la proprietà di allungamento in rapporto a temperatura e durata dell’invecchiamento; gli esempi in questione illustrano la capacità della sovrapposizione tempo-temperatura di stabilire se cambiamenti chimici si verificano in condizioni di invecchiamento termico accelerato. Forse ancora più interessante della sovrapposizione tempo-temperatura è l’ossidazione a diffusione limitata (DLO), perché di solito si tende a privilegiare la temperatura nei processi di invecchiamento. Si mette in evidenza come l’importanza degli effetti della DLO dipenda dal materiale (comportamento fisico e chimico), dalla sua geometria (spessore) e dal suo ambiente di invecchiamento. Vengono presi in considerazione vari elastomeri (gomma butile, nitrilica, policloroprenica. EPDM, fluoroelastomero,


Abbiamo letto per voi poliuretano), per porre l’accento sulla gomma nitrilica, di cui si analizzano il comportamento del modulo, all’invecchiamento a temperatura di 80 e 125°C in base alla percentuale di distanza di due opposte superfici esposte all’aria, e il carico a rottura. Un altro materiale esaminato è la gomma butile per applicazioni di tenuta, sulla quale gli effetti della DLO influiscono sul rilassamento dello sforzo di compressione.

MATERIE PRIME E APPLICAZIONI “LA GOMMA”, UN MATERIALE INDISPENSABILE PER APPLICAZIONI SPORTIVE AD ALTE PRESTAZIONI.

R. Stoček, P. Blažek, J. Veselý, Center of polymer systems, Zlín (Czech Republic), H. Michael, D. Schönfelder, Chemnitz (Germany) - email: stocek@cps.utb.cz - KGK n. 1-2/2017, pag. 20-26.

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uesto studio interesserà senz’altro gli sportivi, quelli almeno che si dedicano ad at-

tività estreme come il kiting (surf con aquilone), mountain boarding (tavola per discesa da pendio), mountain bike etc., che mettono a dura prova il corpo dell’atleta. Nelle attrezzature di questi sport c’è sempre un componente tecnico, che ha il massimo effetto di assorbimento delle vibrazioni, causate dall’impatto col terreno nel caso si utilizzi bicicletta o tavola. Si parla quindi di un sistema di sospensione interamente in gomma, che lo studio si propone di sviluppare, esaminando l’influenza sulle sensazioni dell’atleta e sulla cinematica del movimento. Di solito il sistema di sospensione utilizzato nel kiting e nel mountain boarding, attività su cui si focalizza lo studio, utilizza una combinazione di molle di acciaio e ammortizzatori di gomma, mentre il nuovo sistema si avvale solo di componenti in gomma. In particolare si sviluppa un elemento di gomma a forma di V, tenendo presente il comportamento della gomma a meccanismo non lineare e la non lineare relazione

tra le forze richieste per la deformazione del sistema di sospensione da parte dell’atleta. Inoltre lo studio si concentra nel descrivere la correlazione fra la cinetica degli sforzi e il comportamento meccanico richiesto dagli elementi a V, perfezionati per fornire un miglior assorbimento di vibrazioni e colpi. Viene presa in considerazione anche l’identificazione di parametri soggettivi delle sensazioni di utilizzo del sistema tradizionale in paragone al nuovo sistema, che deve essere usato negli sport estremi citati. I componenti a V sono realizzati in gomma naturale, caricata con diverse quantità di silice e vulcanizzata con sistema a zolfo: si ottengono così mescole di diverse durezze (da 40 a 60 Sh A) che vengono usate per produrre elementi a V di diverse geometrie. È molto interessante l’analisi condotta sul compression set degli elementi a V e sulla crescita di cricche da fatica, soprattutto per quanto riguarda le prove pratiche condotte sui due sistemi di sospensio-


ELASTICA ne da cinque istruttori professionisti. I risultati dello studio confermano la validità del nuovo sistema di sospensione, realizzato solo con elementi in gomma e qui sviluppato e valutato per la prima volta. La gomma conferma di possedere un grande potenziale per applicazioni ad alta prestazione in sport estremi.

MATERIE PRIME E APPLICAZIONI VULCANIZZAZIONE A ZOLFO E PEROSSIDO DI MESCOLE DI GOMMA A BASE NR E NBR. PARTE I: PROCESSO DI VULCANIZZAZIONE E PROPRIETÀ FISICO-MECCANICHE.

J. Kruželák, R. Sýkora, I. Hudec, Slovak University of Technology, Bratislava (Slovakia) - email: jan.kruzelak@stuba.sk - KGK n. 1-2/2017, pag. 27-33.

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inalmente uno studio che si occupa di un argomento molto discusso, cioè l’influenza di sistemi a zolfo o a perossidi o misti sul processo di vulcanizzazione, sulla densità di reticolazione e sulle proprietà fisico-meccaniche della mescola. Il sistema a zolfo è notoriamente quello più vecchio, composto da almeno tre ingredienti (zolfo, attivatori e acceleranti), e i vulcanizzati così ottenuti, caratterizzati da legami carbonio-zolfo, mono-di-polisulfidici, mostrano un buon comportamento elastico e dinamico e possiedono alti valori di carico a rottura e di resistenza a lacerazione. Tuttavia il sistema è molto complesso e il meccanismo di vulcanizzazione non è stato ancora compreso con chiarezza. D’altro canto la reticolazione a perossidi è relativamente semplice, dà luogo a legami carbonio-carbonio con più alta energia di dissociazione, con conseguente buona resistenza all’invecchiamento a temperatura, e conferisce ai vulcanizzati buone proprietà elettriche, basso compression set e caratteristica “non macchiante”. Per migliorare efficacia di reticolazione e proprietà finali, si utilizzano spesso coagenti multifunzionali (polibutadiene liquido, TMPTMA, EGDMA etc.). Due sono i polimeri scelti per la sperimentazione: gomma naturale, non polare e cristallizzante con ottime caratteristiche di elasticità e isteresi, e gomma nitrilica, polare e non cristal12

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

lizzante con buona resistenza a solventi non polari. Le mescole di prova sono cinque per tipo di polimero, tutte con ossido di zinco e stearina, di cui una solo con zolfo e una solo con perossido (dicumilperossido), entrambi 1,5 phr, e tre con diversi rapporti zolfo-perossido (0.5-1, 0.75-0.75 e 1-0.5 phr); CBS e coagente EGDMA sono presenti singolarmente con zolfo e perossido rispettivamente, mentre compaiono entrambi nelle tre mescole a sistema misto con diverso rapporto di quantità phr ma sempre con somma pari a 0.75 phr. Estesa ed accurata è la parte dedicata ai risultati ottenuti dalle prove in rapporto all’influenza del sistema di vulcanizzazione sul processo stesso di vulcanizzazione, sulla densità di reticolazione e sulle proprietà fisicomeccaniche dei vulcanizzati. Partendo dall’osservazione dei grafici, su cui sono riportate le isoterme di vulcanizzazione di tutte le mescole in esame, lo studio si svolge nell’analisi dei risultati relativi ai tre ambiti sopra citati, tutti riportati a loro volta su grafici semplici e di immediata comprensione, e nella valutazione degli effetti delle variazioni, fatte nelle formulazioni delle diverse mescole, con i componenti zolfo, perossido, accelerante e coagente. Di rilievo la spiegazione delle reazioni chimiche che avvengono durante il processo, coinvolgendo la formazione di radicali e legami che influenzano la densità di reticolazione e di conseguenza le proprietà fisicomeccaniche dei vulcanizzati. Lasciamo a chi è disposto a leggere l’intero studio rendersi conto delle conclusioni, a cui si giunge dopo le prove effettuate. Anticipiamo soltanto che nella gomma naturale a sistema di vulcanizzazione misto i legami carbonio-carbonio si rivelano più rigidi e meno mobili all’aumento della quantità di perossido e ne inibiscono la cristallizzazione. Inoltre, mentre carico e allungamento a rottura delle mescole di gomma naturale aumentano all’aumentare della quantità di zolfo nei sistemi misti, nel caso dei vulcanizzati di NBR i valori più alti di entrambe le caratteristiche sono raggiunti utilizzando zolfo e perossido in ugual rapporto.

MATERIE PRIME E APPLICAZIONI EFFETTO DI NANOPARTICELLE DI OSSIDO DI ZINCO SULLE PROPRIETÀ DI VULCANIZZATI DI GOMMA NATURALE PRODOTTI DA MESCOLE DI LATTICE.

K. Anand, S. Varghese, T. Kurian, Rubber Research Institute of India, Kerala (India) - email: siby@rubberboard.org.in - KGK n. 1-2/2017, pag. 34-39.

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i tratta di uno studio sui nanoadditivi, questa volta focalizzato su nanoparticelle di ossido di zinco in vulcanizzati di gomma naturale prodotti da lattice. La lavorazione del lattice prevede una formulazione a base zolfo, con l’aggiunta di attivatori, acceleranti, stabilizzanti, cariche etc., materiali che hanno tutti una funzione specifica per il processo di vulcanizzazione e per l’utilizzo finale dei manufatti. Tra gli additivi, gli ossidi metallici migliorano l’efficienza del sistema di vulcanizzazione a zolfo e lo ZnO è quello più utile per aumentare la quantità di zolfo legato, migliorare l’efficienza di vulcanizzazione e ridurre il tempo di vulcanizzazione, con effetti positivi anche sulle proprietà fisiche della gomma. L’industria della gomma consuma buona parte dell’intera produzione mondiale di ZnO ma le nuove normative, che lo classificano come prodotto pericoloso per l’ambiente, soprattutto per gli organismi acquatici, stanno cercando di ridurne l’utilizzo. Lo zinco viene rilasciato dalla gomma nell’ambiente durante la produzione, lo smaltimento e il riciclo dei manufatti, nonché durante le condizioni di esercizio, ad esempio con l’usura dei pneumatici. Al di là di tutti i tentativi di trovare alternative allo ZnO con scarso successo, si è fatto strada il concetto di nanoparticelle considerando che, per ridurre la quantità di utilizzo e migliorare l’efficacia dello ZnO in mescole lattice/gomma, occorre aumentarne l’efficienza. L’utilizzo di ZnO altamente attivo fa sì che l’area superficiale aumenti, così come la quantità di ioni Zn2+ sulla superficie dei cristalli, con il risultato di una più alta reattività, favorendo un miglior contatto fra agenti di reticolazione e catene elastomeriche e migliorando le proprietà finali dei vulcanizzati. Attualmente i ricercatori, nell’ambito


Abbiamo letto per voi di scienza e tecnologia della gomma, si stanno focalizzando sul nano-ZnO in sostituzione del micro-ZnO, sulla scorta delle indicazioni che la sostituzione equivalente migliora le proprietà della mescola, soprattutto la resistenza all’abrasione e alla lacerazione. In questo studio son state preparate mescole di lattice di gomma naturale con l’aggiunta di nanodispersioni di ZnO a diversi livelli, per valutarne successivamente i relativi vulcanizzati e l’efficienza del nano-ZnO verso l’attacco di funghi su film di lattice in paragone a film con ZnO convenzionale. Definite quattro formulazioni, una con micro-ZnO e tre con nano-ZnO, lo studio descrive la preparazione delle mescole e dei loro vulcanizzati, l’attività antimicrobica dei film e gli studi di rigonfiamento. Esaurienti grafici illustrano risultati e discussione dello studio con riferimento ad attività antimicrobica, proprietà meccaniche, comportamento al rigonfiamento, effetti dell’invec-

chiamento e della lisciviazione. L’esposizione chiara dell’argomento consente una lettura molto facile, che conduce alla prevedibile conclusione che il nano-ZnO migliora modulo e resistenza alla lacerazione, mantenendo una buona attività antimicrobica e conferendo una stabilità termica superiore. Questi risultati si raggiungono con il dosaggio ottimale di 0.3 phr, mentre un dosaggio superiore non solo diminuisce le proprietà tecnologiche, ma danneggia anche la stabilità del lattice.

PROVE E MISURAZIONI IL CONCETTO DI AMPLIFICAZIONE IDRODINAMICA IN ELASTOMERI CARICATI.

J. Domurath, M. Saphiannikova, G. Heinrich, Leibniz-Institut für Polymerforschung, Dresden (Germany) - email: domurath@ipfdd. de - KGK n. 1-2/2017, pag. 40-43. Le gomme sono di solito caricate con particelle rigide per migliorare le loro proprietà meccaniche, soprattutto

la durezza. L’aumento di durezza può essere descritto dai cosiddetti fattori di amplificazione idrodinamica. Per il regime non lineare di deformazione si usa spesso l’approccio all’amplificazione dello sforzo secondo la teoria di Mullins e Tobin. In questo studio si discute l’origine dei fattori di amplificazione idrodinamica e si solleva la questione della validità dell’equazione di Guth-Gold per gomme caricate, come del resto viene discussa in modo critico anche la teoria di Mullins e Tobin. Lo studio è molto tecnico e teorico, ricco di equazioni che esemplificano teorie di scienziati a partire da Einstein, per cui sembra riservato a specifici addetti ai lavori nell’ambito di ricerca, università etc. Comunque, a chi fosse interessato a conoscere a fondo l’argomento, consigliamo di leggere lo studio di Manfred Klüppel “Modelling of hydrodynamic strain amplification in filled elastomers”, disponibile gratuitamente su internet digitandone il titolo.

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Il piano Industria 4.0. Come approfittarne

C

on la legge di Bilancio 2017 il governo ha introdotto misure interessanti di incentivo per consentire alle nostre aziende del manifatturiero di rinnovare il loro antiquato parco macchine. Si tratta del Super-ammortamento, già previsto lo scorso anno, e dell’Iperammortamento al 250%. UCIMU Sistemi per produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot, automazione e dei loro prodotti ausiliari, ha seguito con grande attenzione l’evoluzione della normativa e i successivi chiarimenti, e ha anche istituito uno sportello per assistere le imprese che hanno bisogno di chiarimenti. Stefania Pigozzi, del Centro Studi e Cultura di Impresa di UCIMU, spiega le linee chiave del provvedimento. L’abbiamo incontrata a Rivoli, vicino a Torino, in occasione di un evento organizzato da KUKA, il produttore di robot industriali. Ecco che cosa ha detto. Che cosa intendiamo per Industria 4.0? Il termine “Industria 4.0” è divenuto di uso corrente, tuttavia non esiste una sua definizione univoca e condivisa e non è possibile ricondurlo a una specifica normativa. È necessario quindi dare una declinazione «italiana» a Industria 4.0, che tenga conto delle caratteristiche del nostro tessuto industriale e imprenditoriale e del nostro posizionamento nelle catene internazionali di produzione del valore. Il governo, con il suo Piano nazionale Industria 4.0, ha individuato alcuni punti 14

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

Il Piano Nazionale Industria 4.0 rende più convenienti gli investimenti per l’acquisto di nuovi macchinari introducendo il sistema dell’IperAmmortamento e confermando quello del Super-Ammortamento. Vediamo di che cosa si tratta con l’aiuto di Stefania Pigozzi, responsabile del Centro Studi e Cultura di Impresa di UCIMU - Sistemi per produrre

essenziali, che fanno la differenza, e uno di questi è l’interconnessione, intesa come la connessione del sistema produttivo a una rete che gli consenta l’accesso al personale dell’azienda, al management, ai fornitori, ai clienti e al cloud. Da questo deriva quindi una definizione di Industria 4.0 come processo produttivo in grado di far circolare e gestire le informazioni legate alla generazione di valore aggiunto tra i vari componenti del sistema produttivo tra loro interconnessi (macchine, esseri umani, prodotti e sistemi informatici). Quali sono i punti chiave del Piano nazionale? L’industria manifatturiera italiana è caratterizzata da una spiccata obsolescenza dei beni strumentali. La crisi scoppiata a fine 2008 ha infat-

ti portato al crollo prolungato degli investimenti in macchinari e attrezzature. Inoltre, dall’Analisi del parco macchine, realizzata da UCIMU nel 2015, emerge che l’età media delle macchine utensili installate in Italia è pari a circa 13 anni, la più elevata mai registrata. La situazione è probabilmente comune (forse in modo peggiorativo) con gli altri beni strumentali utilizzati dal manifatturiero italiano. Per ovviare a questa situazione all’interno della Legge di Bilancio 2017 sono stati inseriti due importanti provvedimenti di «modernizzazione»: la proroga del super-ammortamento e l’introduzione dell’iper-ammortamento. Di che cosa si tratta? Nel concetto del legislatore i due provvedimenti appaiono chiari e distinti. Al vertice c’è un elemento essenziale: la


Investimenti Super-ammortamento e iper-ammortamento legge premia le aziende virtuose, quelle che fanno utile. Da ciò discendono due opportunità. Il super-ammortamento (maggiorazione del 40% sull’ammortamento annuo) è indirizzato al rinnovo del parco macchine di aziende che, con l’introduzione di beni strumentali più moderni e con maggiore tecnologia, potranno divenire ancor più competitive. L’iper-ammortamento (maggiorazione del 150% sull’ammortamento annuo) è invece indirizzato alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello Industria 4.0. L’iper-ammortamento appare quindi particolarmente appetibile. Ma quali problemi pone alle imprese? La prima problematica riguarda i costruttori di beni strumentali ed è principalmente tecnologica: le macchine, i sistemi e/o gli impianti venduti debbono essere concepiti in modo tale che il cliente possa inserirli nell’azienda rispettando quanto indicato dalla normativa. In sostanza, quanto reso disponibile al cliente deve consentirgli di creare connessioni con il proprio sistema aziendale di gestione della produzione o con i fornitori. Visto dall’utilizzatore, l’iper-ammortamento non è una decisione senza impegni. Non può prescindere, infatti, da un’attività che potremmo definire di cultura aziendale e che obbliga a porsi un quesito: dove voglio collocare la mia azienda sulla scacchiera della concorrenza mondiale? Questa riflessione è fondamentale perché obbliga a confrontarsi con la propria realtà attuale, proiettandosi nel lungo termine, per comprendere come agire per non trovarsi in ritardo con le evoluzioni dei tempi e capire, inoltre, quali tecnologie sono essenziali per la propria azienda. Da ciò discende l’obbligo di utilizzare un vantaggio fiscale abbastanza consistente, per dare alla propria attività possibilità di risposta alle trasformazioni in atto e al loro impatto, potenzialmente elevato, sui processi di innovazione tecnologica. Quindi quando è meglio ricorrere all’iper-ammortamento? Se ci si pone nell’ottica, e si hanno le concrete disponibilità, di seguire le evoluzioni imposte dal modello indicato come Industria 4.0, allora sarà possibile e corretto ricorrere all’iper-ammortamento.

Viceversa, chi ritiene che il proprio interesse sia esclusivamente legato a un miglioramento e/o ammodernamento dei propri impianti o sistemi di produzione, è meglio utilizzi il super-ammortamento, magari collegandolo con la Nuova Sabatini, che, comunque, rappresenta un sostegno ed un elemento di pratica industriale che, nel breve, può portare notevole vantaggio alla competitività aziendale. Vale la pena ricordare che la fruizione del beneficio fiscale opera in via extracontabile per cui non incide sul bilancio civilistico. Può chiarire meno che cosa significa che un bene sia interconnesso? Affinché un bene, coerentemente con quanto stabilito dall’articolo 1 della Legge di Bilancio 2017, possa essere definito “interconnesso” ai fini dell'ottenimento del beneficio di iper-ammortamento al 250% è necessario e sufficiente che sussistano due condizioni La prima è che il bene scambi informazioni, in modo aperto e sicuro, con sistemi interni (es.: sistema gestionale, sistemi di controllo dell’automazione industriale, magazzino, altre macchine dello stabilimento, ecc.) ed esterni (es.: clienti, fornitori, altri siti di produzione, supply chain, ecc.), per mezzo di un collegamento basato su specifiche documentate, disponibili pubblicamente e internazionalmente riconosciute (esempi: TCP-IP, HTTP, MQTT, ecc.). La seconda condizione è che il bene sia identificato univocamente, al fine di riconoscere l’origine delle informazioni e garantire la sicurezza dei dati, mediante l’utilizzo di standard internazionalmente riconosciuti (indirizzo IP). Ci sono limiti all’accesso, pratiche da svolgere, documenti da produrre? Possono fruire dell’iper-ammortamento solo le imprese e tutti i soggetti titolari di reddito di impresa (non sono rilevanti, al riguardo, natura giuridica, dimensione, settore di attività). Per quanto riguarda la documentazione, fino a un valore del bene iper-ammortizzato di 500.000 euro occorre una dichiarazione del legale rappresentante (autocertificazione). Se invece il valore del bene supera i 500.000 euro occorre una perizia tecnica rilasciata da un inge-

La Legge di Bilancio 2017 definisce due forme di agevolazioni per le imprese che rinnovano il loro parco macchine. Vediamo bene in che cosa si distinguono. Super-ammortamento Incentivo fiscale automatico sotto forma di maggiorazione del 40% della quota di ammortamento (e dei canoni di leasing) del bene strumentale oggetto dell’azione. Aliquota totale: 140% Come nella norma introdotta nel 2016, l’agevolazione copre beni materiali strumentali nuovi, acquistati o presi in leasing. Devono essere beni di uso durevole, impiegati come strumenti di produzione all’interno del processo produttivo dell’impresa. Non devono mai essere stati utilizzati precedentemente, per la funzione per la quale il bene è stato prodotto. Sono esclusi dall’agevolazione fabbricati e costruzioni. A differenza dell’anno precedente, sono esclusi gli autoveicoli, salvo quelli utilizzati esclusivamente per l’attività d’impresa. Iper-ammortamento Incentivo fiscale automatico sotto forma di maggiorazione del 150% della quota di ammortamento del «bene strumentale 4.0» oggetto dell’azione Aliquota totale: 250% Il «bene strumentale 4.0» è definito mediante i criteri e le tipologie indicate dal MiSE congiuntamente ad esperti del settore. Criteri ed elenco sono riportati nell’ «Allegato A» della misura. Possibilità di iper-ammortizzare i software con maggiorazione del 40% (totale 140%) solo se collegati a un investimento in «beni strumentali 4.0» (i software generici non sono considerati). Elenco delle tipologie nell’ «Allegato B». Validità Entrambi gli incentivi riguardano beni che devono essere acquisiti (con le modalità descritte per il super-ammortamento) dal primo gennaio 2017 al 31 dicembre 2017. Il periodo può essere esteso fino al 30 giugno 2018 a condizione che, entro il 31 dicembre 2017, il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura pari ad almeno il 20% del costo di acquisizione.

gnere o da un perito industriale, iscritti “nei relativi albi professionali”, o da enti di certificazione accreditati (certificazione di conformità). La perizia deve attestare che il bene rispetti i requisiti tecnici descritti nell’Allegato A (per beni materiali) o nell’Allegato B (per software) e sia interconnesso al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. La dichiarazione rappresenta il meccaL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

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MONDOGOMMA Per saperne di più nismo che rende possibile inserire a bilancio l’iper-ammortamento del bene e può essere presentata anche successivamente alla scadenza della misura. È il documento più delicato e merita particolari attenzioni nella sua stesura. Quale tipo di attenzioni? Come richiesto dall’art.1 comma 11 della Legge 11 dicembre 2016, n. 232, la perizia tecnica o la dichiarazione in autocertificazione o la certificazione di conformità devono attestare «che il bene possiede caratteristiche tecniche tali da includerlo negli elenchi di cui all’allegato A o all’allegato B annessi alla presente legge ed è interconnesso al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura» . Una “attestazione di conformità” rilasciata da enti di certificazione accreditati è quindi equivalente alla perizia nella stesura definitiva della legge. L’utilizzo di una perizia giurata è inoltre ammesso in alternativa alla dichiarazione del legale rappresentante, anche per dgts_210x146-TR.ai 1 28/02/17 13.01 euro. i beni di valore inferiore ai 500.000

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Attenzione, perché l’autocertificazione o l’eventuale perizia/attestazione di conformità devono essere prodotte entro il periodo di imposta in cui il bene entra in funzione, oppure, se successivo, entro il periodo di imposta in cui il bene è interconnesso al sistema aziendale. In questo caso, l’agevolazione sarà fruita solo a decorrere dal periodo di imposta in cui si realizza il requisito dell’interconnessione. Pertanto, nel caso in cui il bene entri comunque in funzione, pur senza essere interconnesso, i relativi ammortamenti possono comunque godere della maggiorazione del super-ammortamento fino all’esercizio in cui si realizza l’interconnessione (esercizio a partire dal quale il costo residuo ammortizzabile sarà maggiorato del 150%). In sostanza che cosa posso acquistare avendo diritto all’iper-ammortamento? Sono 4 macrofamiglie di prodotti, su cui si regge tutto il concetto di Industria 4.0. E cioè, innanzitutto, i beni strumentali con funzionamento controllato da

Per consulenza su tecnicalità, funzionamento e dubbi interpretativi delle norme pilastro del Piano Nazionale Industria 4.0, UCIMU ha attivato lo Sportello Super & Iperammortamento. I quesiti possono essere inviati con una email diretta a economic.studies@ucimu.it, oppure compilando il form che si trova sulla pagina del sito UCIMU dello Sportello. Lo sportello U è abilitato per la consulenza orientativa di primo livello. sistemi computerizzati e/o gestito tramite opportuni sensori e azionamenti. Poi ci sono dispositivi, strumentazione e componentistica intelligente per l’integrazione, la sensorizzazione e/o l’interconnessione e il controllo automatico dei processi utilizzati anche nell’ammodernamento o nel revamping dei sistemi di produzione esistenti. Poi ancora i sistemi per l’assicurazione della qualità e della sostenibilità. Infine i dispositivi per l’interazione uomo-macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica 4.0. 


Focus

INCHIESTA Tecnologie

per il silicone

Nuovi prodotti, formulazioni, mescole, tecnologie per lo stampaggio, stampi e macchinari: ecco un condensato di novità che l’industria propone per la produzione di articoli in silicone. Un mercato che sta diventando sempre più ricco e interessante

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2016

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FOCUS

AW-Technik La finitura alla temperatura giusta

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a finitura di articoli stampati in silicone richiede livelli qualitativi sempre più alti: le applicazioni nelle quali questi articoli trovano impiego sono infatti altamente tecnologiche e i controlli finali molto severi. La precisione delle prestazioni delle macchine di AWTechnik risponde a questa esigenza sia per quanto riguarda l’eliminazione delle bave che il lavaggio. La sbavatura ottimale del silicone necessita di temperature molto basse: queste possono essere mantenute costantemente solo da macchine molto ben isolate e costruite in modo da evitare problemi di condensa e conseguenti fastidiosi (ed onerosi) fermi macchina. Le granigliatrici AWS soddisfano entrambe le esigenze grazie allo spessore di isolamento di ben 120 mm e al deumidificatore che consente di lavorare continuativa-

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2016

mente anche su tre turni. Un altro elemento importante, soprattutto per settori quali il medicale e l’automotive, è la possibilità di verificare e salvare i parametri di sbavatura di ogni singolo lotto: anche questo è possibile grazie al sistema di controllo all’avanguardia che viene installato su ogni macchina. Si può dire che il lavaggio sia altrettanto importante: al termine del processo di produzione il pezzo deve essere perfettamente pulito e pronto ad essere utilizzato dal cliente finale. Le lavatrici AWW hanno tutti i requisiti per lavare alla perfezione grazie alle pompe ad alta pressione, il basso consumo di acqua, la regolazione della temperatura da 20 a 60°C, la possibilità asciugare i pezzi, i tempi rapidi e, anche in questo caso, la possibilità di documentare le caratteristiche del processo per ogni lotto.


Materiali

Bluestar Silicones Mescole siliconiche ad alta produttività

B

luestar Silicones ha sviluppato una gamma di mescole siliconiche a base di platino che soddisfano gli standard altamente esigenti del mercato. Utilizzando queste mescole siliconiche la produttività può aumentare di 2 o 3 volte, grazie a un’eccellente cinetica di vulcanizzazione, che ne migliora le prestazioni in confronto alle omologhe mescole perossidiche. Inoltre, una delle caratteristiche apprezzate dagli utilizzatori è la mancanza di odore degli articoli stampati. Poiché ogni cliente è diverso, Bluestar offre i suoi materiali in 1, 2 o 4 componenti, a seconda delle attrezzature ed esigenze. Il primo componente è una formulazione personalizzata dal laboratorio Bluestar Silicones per rendere facile il processo di rimozione (ridotta adesione) che riduce i tassi di pezzi scartati. Con una buona resistenza alla lacerazione ed alle alte temperature e la polimerizzazione non influenzata dalla uniformità della temperatura di stampaggio, è possibile utilizzare stampi complessi, stampi multi-cavità o stampare

parti di alto spessore. Aumentando la produttività, si aiuta a ridurre i costi industriali e, inoltre, l’alta velocità di vulcanizzazione porta ad un risparmio energetico. Assicurare la tranquillità al cliente grazie al silicone appropriato per il suo processo è importante, ma anche il pezzo deve soddisfare i requisiti del cliente. Per questo l’azienda ha anche migliorato le prestazioni del suo materiale per raggiungere un eccellente compromesso tra allungamento a rottura, forza di strappo e compression set. Blustar Silicones mette a disposizione 2 serie di mescole: la FIM51xx per uso generale e la FIM53xx quando sono richieste prestazioni elevate. Inoltre la catalisi platinica assicura agli utilizzatori di non avere residui di perossido negli articoli stampati, esigenza che sta diventando sempre più richiesta dal mercato. Infatti passare dal perossido al platino è una delle tendenze che l’azienda rileva in alcuni mercati, quali healthcare, alimentare e farmaceutico.

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2016

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FOCUS

Colmec Preformatura e filtratura delle mescole in silicone

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olmec ha realizzato un nuovo macchinario costituito da un bivite conico e da una pompa ad ingranaggi per la preformatura e la filtratura delle mescole in silicone. Si tratta di un processo per la produzione di preformati sia per lo stampaggio a compressione, che per lo stampaggio ad iniezione. Durante questo processo il compound siliconico, di forma e dimensione irregolare, viene spinto - tramite le due viti coniche - verso la pompa ad ingranaggi che estrude, filtra e preforma il materiale da stampare. Il macchinario Colmec facilita il processo di stampaggio a compressione realizzando blocchi preformati con peso e dimensioni precise, che da una parte eliminano gli inutili e costosi sfridi e dall’altra evitano le mancanze di volume nello stampo.

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2016

Lo stesso macchinario Colmec può anche estrudere e confezionare in continuo una striscia perfettamente calibrata per l’alimentazione delle presse con stampaggio ad iniezione. In entrambi i casi è possibile filtrare il preformato e/o l’estruso, mantenendo bassa la sua temperatura, con reti di filtratura da 300 – 400 mesh a garanzia dell’elevata qualità del prodotto stampato. A completamento dell’impianto, Colmec fornisce le unità di trasporto, taglio e pesatura. Il sistema completo viene fornito per volumi di produzione da 10 a 1500 Kg/h. Nella foto il sistema di preformatura tipo CTE 65 + GP 45 L per una produzione oraria 80 Kg/h.


Materiali

Desma DesFeed per alimentare il silicone in pasta

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esma è leader mondiale nella produzione di macchine ad iniezione per la lavorazione degli elastomeri e dei siliconi. Nei cinque stabilimenti produttivi in Germania, USA, India, Cina e Slovacchia, vengono realizzati, oltre alle macchine, stampi e termoregolati. Il 70% circa degli stampi e dei termoregolati costruiti da Desma sono utilizzati per lo stampaggio di articoli in silicone. Il dispositivo DesFeed è un’unità mobile di alimentazione per il silicone in pasta. Esso è azionato elettricamente e viene connesso alla alla tramoggia di alimentazione della macchina ad iniezione, tramite una condotta ad alta pressione. Un albero di alimentazione a vite spinge il silicone, in continuo, attraverso la condotta, nell’unità di iniezione. L’alimentazione del serbatoio è posiziona-

to ad altezza comoda ed ergonomica per l’operatore. Il dispositivo DesFeed è installato su un carrello ed è comandato da una unità di controllo indipendente. Viene richiesto alla macchina solo il segnale “alimentazione avviata” e “alimentazione ferma”. Il dispositivo DesFeed è quindi facilmente compatibile con macchine di qualsiasi tipologia ed estremamente flessibile per l’utilizzo al bisogno su ogni macchina disponibile.

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2016

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FOCUS

DGTS Rilassamento di Carico con il nuovo equipaggiamento di prova ALE

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a prova di Stress Relaxation sta diventando sempre più popolare per la determinazione delle caratteristiche della gomma poiché il test è inserito nelle norme di prodotto (guarnizioni per tubi), ma anche l’automotive ha incominciato a richiederlo. Queste prove sono inoltre ideali per condurre stime del “lifetime” dei materiali utilizzando il grafico di Arrhenius (ISO 11346). La prova consiste nella misura in continuo del rilassamento della forza che il campione oppone ad una deformazione (compressione o trazione) imposta. Gli equipaggi per il rilassamento sono dotati di una cella di carico e sono usati in combinazione con speciali stufe a celle per prove sia in temperatura che a temperatura ambiente. Lo strumento soddisfa le normative: ISO 3384, ISO 6914 and ASTM D6147. Il nuovo speciale equipaggio di prova ALEtest (Aeration and Liquid Exchange) dà la possibilità di eseguire prove di invecchiamento molto più vicine alla realtà consentendo ricambio di aria e di liquido nel caso di prove

eseguite in carburanti e olii. O-ring in FKM e in HNBR (vulcanizzato con perossido) sono stati testati in olio motore sia nel modo tradizionale che con ALE e i risultati ottenuti hanno mostrato grosse differenze imputabili ai diversi metodi di invecchiamento della gomma. Lo strumento della ditta Elastocon SA è proposto in Italia da DGTS srl.

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2016

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Materiali

Engel Lo stampaggio del silicone in continuo

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NGEL flexseals 300 è una macchina a iniezione per elastomeri specificamente progettata per coprire le esigenze dei produttori di guarnizioni piane e oring. Potente e compatta sviluppa 300 tonnellate di forza di chiusura in poco più di quattro metri di lunghezza con un passaggio colonne da 650 x 650 mm e piani riscaldanti di generose dimensioni da 550x650 oppure 650 x 650. La lunghezza ridotta permette di risparmiare spazio e i relativi costi associati. La flexseals 300 può essere equipaggiata con 5 iniettori euromap dal 330 sino al 1050, tutti con pressioni specifiche d’iniezione superiori ai 2000 bar. Il gruppo d’iniezione con due cilindri di spinta paralleli garantisce una elevatissima precisione e ripetitività.

La macchina ENGEL flexseals 300 per HTV è equipaggiata con il sistema ENGEL rotofeeder, completamente elettrico ed automatico, che permette di alimentare in continuo il silicone HTV direttamente in panetti e che aumenta la produttività perché elimina totalmente i fermi macchina derivanti dalla necessità di aprire e caricare i tradizionali alimentatori a pistone. Il sistema rotofeeder, in aggiunta, contribuisce ad aumentare la qualità dei pezzi stampati perché elimina completamente il problema dell’intrappolamento di bolle d’aria all’interno della mescola HTV. Il rotofeeder è disponibile in 2 versioni da 50 e 100 litri di capacità, da scegliere in funzione del peso del pezzo e del ciclo di stampaggio. Come opzionale è disponibile a un nastro elevatore per caricare i panetti nella tramoggia in modo molto ergonomico. Tra le altre dotazioni della ENGEL flexseals 300 si segnalano anche il sistema servo idraulico ENGEL ecodrive che permette un considerevole risparmio di energia, l’interfaccia uomo macchina costituita dal nuovo controllo ENGEL CC 300, dotato di un grande schermo da 21 pollici a sfioramento ed equipaggiamenti opzionali come i dispositivi di spazzolatura completamente integrati, sistemi di gestione dei canali freddi a otturazione, sistemi di fissaggio rapido stampi e piani in esecuzione speciale.

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FOCUS

For Lab Italia Forni speciali per il post-curing dei siliconi

I

l trattamento di post-curing per prodotti in silicone in pasta o liquido richiede forni progettati con specifiche tecniche molto avanzate. Partendo dall’analisi dei data-sheet forniti dai produttori di siliconi internazionali e dallo scambio dati con i lori tecnici For Lab Italia ha potuto raccogliere informazioni basilari per una progettazione ottimale: per esempio, la quantità d’aria necessaria per ogni chilogrammo di materiale richiede filtri adeguati per trattenere polveri che, se non ben progettati, possono danneggiare irrimediabilmente il prodotto o produrre problemi di reversione della vulcanizzazione, fino a rischi di esplosione. L’azienda ha così progettato e realizzato un forno dedicato al settore dei siliconi, in cui è stata data molta attenzione alla ventilazione d’aria e alla precisione e all’uniformità della temperatura, che costituiscono la vera differenza tra un forno generico e un forno di post-curing per siliconi. La realizzazione di flap regolabili consente di controllare la stratificazione orizzontale d’aria per singolo ripiano, così da calibrare ogni singolo forno per ogni singola applicazione.

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2016

La gamma dei forni For Lab contempla gli FG, forni da 700 a 5.000 litri con possibilità di inserire carrelli a ripiani e cesti rotanti, e FGR, innovativo forno rotante da 350 a 1000 litri. Disponibili numerose opzioni come i filtri EHPA, in grado di trattenere le particelle di polvere nella aria di entrata, il software di gestione remota e tracciabilità dei dati storici, la chiusura della porta con serratura elettrica, che garantisce la sicurezza verso gli operatori, Uno scambiatore di calore viene installato sul tubo di scarico dei fumi del forno e permette di ottenere fino al 25% di risparmio energetico e un importante abbattimento di polveri e inquinanti volatili contenuti nei fumi emessi dal processo. Disponibile anche O.R.S System, composto da due elettrovalvole di sicurezza installate sul tubo di entrata aria e di uscita fumi: nell’eventualità di un superamento della temperatura di sicurezza chiudono il passaggio d’aria e riducono la presenza di ossigeno (e la possibilità di incendio) all’interno della camera.


Materiali

Franciacorta Stampi Stampo e canale freddo per un pezzo particolare

U

n piccolo soffietto in silicone liquido che trova la sua applicazione nell’ambito della robotica e dell’automazione industriale (nella foto): i numeri di produzione annua di questo articolo e i costi particolarmente elevati del materiale impiegato per realizzarlo hanno determinato la progettazione e la costruzione di un’attrezzatura ad hoc per puntare ad allestire un ciclo produttivo ottimale. La pressa dedicata a questo progetto è una macchina orizzontale a basso tonnellaggio che impiega un gruppo di iniezione dotato di una vite di piccolo diametro. Precisione e tecnologia sono le prerogative per il raggiungimento di un buon risultato per questa tipologia di lavori. Franciacorta Stampi ha costruito lo stampo, il canale freddo e l’equipaggiamento utile alla pressa per favorire le operazioni di scarico, seguendo le componenti tecniche necessarie per il raggiungimento di un processo totalmente automatico. Si tratta di un’attrezzatura a 16 cavità lavorata su materiali speciali che, mediante

l’ausilio del canale freddo dedicato a 16 ugelli dotati di otturatore ad azionamento pneumatico, determina un prodotto flashless in LSR, perfettamente finito senza alcuna bava. L’articolo stampato in questo modo non necessita di nessuna ulteriore post-lavorazione e dopo un controllo dimensionale risulta già pronto per la consegna e quindi per il suo impiego. Questo progetto soddisfa la produzione di 10 milioni di pezzi anno per la durata di 6 anni e impegna la macchina circa 250 giorni l’anno, lavorando su 3 turni.

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FOCUS

Kraiburg Tutti i vantaggi dello SPEEDYCON®

A

nche nel settore degli elastomeri al silicone la Kraiburg offre soluzioni collaudate e di grande valore. La ricca varietà di caratteristiche del silicone consente un’ampia gamma di utilizzi. Questo materiale è usato in particolare nei casi in cui sono richieste al contempo un’elevata resistenza al calore (fino a +230°C) e una flessibilità al freddo, un’alta resistenza all’ozono, agli agenti atmosferici e all’invecchiamento, buone proprietà elettriche e caratteristiche di sicurezza fisiologica. In particolare, Kraiburg ha sviluppato lo SPEEDYCON®, una soluzione al silicone che fornisce un prezioso contributo all’ottimizzazione dei tempi e dei costi, grazie alla velocità di reticolazione del silicone liquido e alle caratteristiche di vulcanizzazione dei siliconi HTV. Kraiburg sviluppa e produce compound sulla base di SPEEDYCON® customizzati secondo le direttive e le condizioni di lavorazione specifi-

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che dei clienti. I vantaggi specifici offerti dalla lavorazione dello SPEEDYCON® minimizzano le tempistiche di reticolazione e post-vulcanizzazione con una conseguente riduzione dei tempi di lavoro delle macchine. Inoltre, una mescola SPEEDYCON® è praticamente inodore durante il processo di reticolazione. La tossicità acuta dei residui di reticolazione è inferiore rispetto a quella dei prodotti di scissione perossidici, il che rende meno onerosa la depurazione dell’aria di scarico. Lo SPEEDYCON® unisce anche i vantaggi dei siliconi HTV con quelli dei siliconi fluidi. I primi garantiscono facile manipolazione, molteplicità di ricette, buona conservabilità, buoni valori meccanici, costruzione economica degli stampi; i secondi si distinguono per reticolazione rapida, superficie asciutta dei pezzi finiti, alta resistenza alla rottura a caldo, tempi brevi di post-vulcanizzazione, produzione praticamente inodore.


Materiali

LTE Mescola siliconica ad alta resistenza

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ra i materiali in uso per la produzione di articoli tecnici e guarnizioni, il silicone è di certo tra i più versatili. Grazie soprattutto alla sua natura dualistica, conferitagli da un backbone inorganico associato a pendagli organici, il composto gode di un’eccellente combinazione tra ottima resistenza termica ed elevata elasticità: questo elastomero difatti ha guadagnato negli ultimi anni sempre più fette di mercato. Utilizzato in svariati campi di applicazione come il food, l’automotive, il medicale, i cavi elettrici isolanti e tanti altri, il maggior numero degli articoli prodotti in gomma siliconica tuttavia prevede un utilizzo in condizioni di lavoro statiche, poiché, uno dei limiti meccanici di questo materiale rispetto alle più performanti gomme organiche è la scarsa resistenza a fatica. Sul mercato sono disponibili limitate alternative di scelta in termini di compound dedicati alla produzioni di articoli per lavoro dinamico e queste sono di solito mescole ad accelerazione Perossidica.

LTE ha concentrato i sui studi sullo sviluppo di un silicone ad accelerazione platinica (Platinum-Catalyzed) utilizzabile nello stampaggio a iniezione e con elevata resistenza allo sforzo (testato secondo ASTM D430 Met.B), lavorando sull’ottimizzazione del reticolo di vulcanizzazione, sui filler e sul pacchetto acceleranti. I risultati dello studio sono stati soddisfacenti, ottenendo una mescola in grado di resistere ad oltre un milione di cicli di stress meccanico, mantenendo invariati tutti i vantaggi che ne conseguono dalla scelta di questo tipo di accelerante, come l’alta produttività, il basso sporcamento stampo, ed un pezzo finito privo di odori tipici degli acceleranti perossidici. Le applicazioni potenziali sono le più disparate, da membrane a coperture per sistemi di sterzo, dai ganci per terminali di scarico alle guarnizioni per sistemi automatici di mungitura. Ovunque siano richieste elevate temperature e sforzi continui, il prodotto sviluppato rappresenta una potenziale opportunità per scegliere una gomma di qualità e di lunga durata.

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FOCUS

O.C.S. Lo stampo per un articolo “food”

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e parole “estetica” o “design” una volta lasciavano pensare solo a donne e motori; ora in ogni campo rivestono un’ importanza enorme, fino ad arrivare a noi, al settore meccanico, a cui il mercato chiede sempre più articoli di design, sempre in silicone; non possono quindi essere solo funzionali, bensì devono essere anche belli dal punto di vista estetico (privi di qualsiasi difetto, lisci e lucidi, senza giunture visibili ). O.C.S. si è spinta anche in questa direzione e collabora con clienti nazionali e internazionali per co-creare prodotti di design all’altezza della richiesta delle masse. L’azienda produce stampi per vari articoli in silicone in pasta e LRS, per svariati utilizzi e applicazioni. Uno degli ultimi riguarda un articolo per un utilizzo specifico, per il settore food, da applicare ai tipici mestoli e/o stoviglie da cucina, per evitare scivolamenti e scottature. I tecnici di O.C.S. hanno pensato a uno stampo a iniezione, a 16 cavità, con movimentazione piastre per estrazione automatica. Inoltre, per rendere il pezzo ancora più accattivante, lo stampo è stato anche lucidato e cromato

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2016

a specchio. Il risultato è stato particolarmente apprezzato. Il mondo del silicone trova risultati ottimali per svariati settori grazie alle sue specifiche ed alle ottime capacità di isolamento sia a basse sia ad alte temperature ( con un range che va da – 100 °C fino a + 300 °C ).


LoringX LoringX è una macchina semiautomatica per la misurazione del diametro, della corda e per il controllo dei difetti superficiale di O-Rings di grandi dimensioni. Per informazioni e prove contattare il servizio clienti.

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FOCUS

OR.P. Stampi Al passo con le esigenze dei clienti

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a anni OR.P. Stampi ha sviluppato tecniche e conoscenze nell’ambito del silicone sia in pasta che liquido. I due processi, per caratteristiche tecniche, già in fase progettuale prendono strade diverse, per far fronte a quelle che sono le possibili soluzioni e/o problematiche, per geometria del pezzo, per viscosità, e di stampaggio, comprendendo quindi automazione e flow control. I campi di utilizzo del silicone liquido come per il silicone in pasta sono molteplici, si parte dal medicale (per esempio le tettarelle, le sonde cardiache e i raccordi per tubi medicali); per passare allo sport (maschere e boccagli da sub, coperture per ecoscandagli), fino all’automotive, con guarnizioni di freni e cilindri, senza per ultimo dimenticare i soffioni per docce. Ogni articolo, secondo l’esperienza del reparto R&D di OR.P., che a breve amplierà peraltro i sui confini, necessita di approfondito studio e prototipazione. Anche nel caso in cui sia uguale ad un altro realizzato in precedenza, è simulato in digitale, per studiare le esigenze di stampaggio del cliente o l’adattamento alla pressa nell’azienda. In questi casi più che mai, il coordinamento tra mescola,

stampo, pressa e i dispositivi vari deve essere pressoché perfetto: ciò significa per OR.P. Stampi una grande conoscenza dei clienti e delle loro esigenze, in aggiunta alla costante voglia e determinazione con cui i tecnici e operatori portano a termine ogni progetto. Infinie non vanno dimenticati i trattamenti termici e superficiali degli stampi per silicone. È infatti sempre necessario individuare il trattamento adeguato, oltre che per facilitare lo stampaggio anche per conservare integrità dello stampo nel tempo. Il tutto nel rispetto delle esigenze e delle specifiche del campo di utilizzo degli articoli.


Materiali

RubberTrade Dal filtraggio al confezionamento, macchine ad hoc

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portafoglio prodotti di RubberTrade, costituito da macchinari per il raffreddamento ed il confezionamento di mescole di gomma, è particolarmente focalizzato su soluzioni dedicate al trattamento delle strisce in formato continuo e ha trovato applicazione anche in ambito di mescole in gomma siliconica. Per questa tipologia di materiale, che presenta caratteristiche meccaniche di assoluta particolarità, l’azienda ha realizzato un sistema di confezionamento della striscia continua di formato variabile (anche a sezione cilindrica) altamente affidabile e flessibile, in grado di rispondere alle esigenze di massima automazione e controllo del processo produttivo delle realtà più moderne ed avanzate. Il principio di funzionamento del sistema di raccolta è, dal punto di vista meccanico, molto semplice e rispecchia la filosofia aziendale di trattamento delle mescole,

che mira ad assecondare il comportamento della striscia proveniente da mescolatore o estrusore. A una meccanica di per sé semplice viene abbinata un’elettronica altamente sofisticata, caratterizzata da PLC e motori brushless, che permette il pieno controllo dei parametri di processo durante le diverse fasi del confezionamento. Questi sono raccolti in database, richiamabili direttamente dal sistema informatizzato che controlla il procedimento produttivo. Questa ed altre caratteristiche di elevata automazione fanno sì che il Festonatore FST1/1PM di RubberTrade soddisfi i requisiti Industry 4.0. Parallelamente l’azienda offre, attraverso il partner tedesco UTH GmbH, azienda leader nella produzione di macchinari per il filtraggio di cui è agente esclusivo per l’Italia, il mixer per silicone ROLL-EX® DSE, estrusore conico bi-vite con pompa ad ingranaggi.

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FOCUS

Saspol Le presse per gomma e silicone di Yizumi

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a Saspol Technology srl ha definito un accordo commerciale per la vendita in esclusiva per l’Italia con la ditta Yizumi (www.yizumi.com), importante azienda cinese produttrice di presse a iniezione, e la rappresenta solo ed esclusivamente per le macchine ad iniezione della gomma e silicone. Yizumi è una società quotata in Cina, con uno spazio operativo di oltre 300.000 mq e un totale di oltre 2.500 dipendenti. Dispone di una vasta gamma di macchine per iniezione di gomma e silicone da 80T a 1800T. Le serie YLAT e YL-AB sono le macchine di grandi dimensioni applicate principalmente all’industria energetica, per parti stampate tipiche come isolanti di silicone, boccole cave, scaricatori di sovratensioni, ritagli e accessori per cavi. Le macchine Yizumi della serie YL2-VL con dispositivo di alimentazione in silicone, sono consigliate per lo stampaggio ad iniezione di prodotti in silicone solido come la guarnizione della porta

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2016

della lavatrice, la guarnizione del fornello, le maniglie delle auto, gli utensili da cucina, i guanti isolanti elettrici, gli scarponi e le altre parti di silicone a media o piccola dimensione, eccetera. Per il mercato italiano si rivela particolarmente adatta la pressa Yizumi YL2-V200L, con piastra riscaldante da 550x550mm, forza di chiusura da 2.000kN, volume di iniezione di 2.000/3.000 cc, pressione di iniezione da 2.000/1.800 bar e dispositivo da 10L di alimentazione del silicone. Saspol Technology è un’azienda produttrice di presse per lo stampaggio della gomma, SMC, UHMWPE e fibra di carbonio, fondata da Quinto Pollastro nel 1961, che ha vissuto una costante crescita ed evoluzione tecnologica, affrontando negli anni la realizzazione di presse di dimensioni sempre maggiori, sino a divenire leader nel settore delle presse di grande dimensione sotto la direzione dell’attuale amministratore Davide Dondena, nipote del fondatore.


Materiali

TSF Compound a basso attrito e per il ferroviario

S

ono sempre più frequenti da parte del mercato le richieste inerenti mescole siliconiche che possano garantire un basso coefficiente di attrito sui manufatti finiti. Per anni la soluzione universalmente adottata nel mondo del silicone è stata l’introduzione in mescola di oli autoaffioranti (incompatibili con la matrice elastomerica), che permettevano di produrre articoli “ autolubrificati”. Le esigenze di montaggi in automatico e di migliorato scorrimento funzionale, non esaudibili con le mescole di ‘vecchia generazione’, ora possono essere soddisfatte dai prodotti della gamma “LCF” offerta da TSF. Oltre a garantire una diminuzione del coefficiente di frizione fino al 60% rispetto ai mescole siliconiche standard, sono molti i risvolti apprezzati dagli utilizzatori quali: • totale assenza di oli autoaffioranti • eccellenti parametri fisico meccanici; • elevata trasparenza e ampia gamma di colori disponibile; • ottima stampabilità;

• nessuna necessità di ulteriori processi di finitura sui manufatti; • idoneità in ambito alimentare (BFR e FDA)

Mescole siliconiche per applicazioni ferroviarie Nel novero delle mescole siliconiche speciali, TSF ha messo a punto ed omologato secondo la specifica CEN 45545 -2 2015 una nuova serie denominata “TSF LO”. I requisiti richiesti dalla specifica inerenti • Indice di ossigeno • Densità dei fumi • Tossicità dei fumi Sono stati ampiamente soddisfatti ed hanno consentito alla mescola l’inquadramento secondo i requirement più restrittivi. I compound sviluppati possono essere trasformati mediante processo di stampaggio o estrusione per l’ottenimento di svariati articoli.

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FOCUS

Wacker Silicone autoadesivo ad alto recupero elastico

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acker ha sviluppato una nuova gomma siliconica liquida che in brevissimo tempo indurisce formando un elastomero “oil bleeding” ad alto recupero elastico. Il nuovo prodotto si chiama ELASTOSIL® LR 3072/50 ed è particolarmente adatto come componente di tenuta negli stampati realizzati con due diversi materiali. Con ELASTOSIL® LR 3072/50, WACKER amplia pertanto questa linea di prodotti, introducendo un materiale ad alto recupero elastico e minima deformazione residua alla compressione. È soltanto del 10% la deformazione a lungo termine delle parti vulcanizzate dopo uno stoccaggio di 22 ore a 125 °C. La guarnizione stampata rimane pertanto efficiente e funzionante per lungo tempo anche ad alte temperature. Da tenere inoltre presente che i vulcanizzati in ELASTOSIL® LR 3072/50 rimangono flessibili ed elastici anche a temperature fino a –50 °C, rendendoli adatti per soluzioni di tenuta nel vano motore o nel settore autocarrozzeria. I vulcanizzati del nuovo silicone “oil bleeding” sono caratterizzati da un grado di durezza maggiore, pari a 50 Shore A, e si presentano pertanto leggermente più rigidi rispetto ai tipi già esistenti in questa linea di prodotti. ELASTOSIL® LR 3072/50 offre una tenuta affidabile per passacavi e scatole di connettori con guarnizioni radiali a struttura di tipo lamellare in cui –

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a fronte della loro costruzione – è presente un gioco tra le due metà dell’alloggiamento. In quanto a reticolazione rapida e fortemente assottigliante al taglio, questo nuovo silicone liquido è adatto per l’impiego in processi altamente automatizzati nello stampaggio a iniezione. ELASTOSIL® LR 3072/50 è appositamente formulato per essere autoadesivo e aderisce su moltissimi materiali termoplastici come ad esempio la poliammide (PA) o il PBT, sovente impiegati come componenti rigidi degli stampati bicomponenti. Il silicone offre un’ottima aderenza senza vernice di fondo anche su vari tipi di metalli. Questo significa che la gomma siliconica liquida può essere direttamente iniettata su tali substrati in una macchina per lo stampaggio a iniezione. Il presupposto è l’impiego di una idonea tecnologia dei macchinari e degli stampi. Ciò consente una produzione in serie, rapida ed economica, di parti composite di elastomeri termoplastici al silicone e di metallo/elastomeri al silicone. A completamento dell’indurimento e dell’aderenza, ELASTOSIL® LR 3072/50 forma una sottile pellicola di olio siliconico. L‘“oil bleeding“ conferisce ai vulcanizzati una superficie liscia e scorrevole. utile, per esempio, per infilare facilmente un cavo può essere attraverso una guarnizione singola stampata a iniezione.



Dalle Aziende

La superiore qualità della finitura superficiale di Giuseppe Cantalupo

È

il 2010, e due colleghi di lavoro, progettisti di impianti criogenici presso un’azienda storica tedesca, decidono di creare una propria società per la costruzione di macchine di elevato livello qualitativo per il trattamento superficiale di pezzi stampati. I protagonisti della vicenda sono Paul Arens e Siegfried Wirtz, e l’azienda alla quale hanno dato vita, spinti dalla comune passione per lo stesso lavoro, è la AW-Technik: una realtà produttiva industriale che si affermerà presto sui mercati internazionali per l’alta qualità dei suoi macchinari e l’alta tecnologia innovativa che ne è alla base, frutto dell’esperienza trentennale acquisita nel settore dai fondatori. È giovane, quindi, solo in base all’anno di nascita, ma in realtà AW-Technik è nata - si potrebbe dire - già grande. Già in possesso, cioè, di un bagaglio di competenze e di un patrimonio tecnico e tecnologico di tutto rispetto, consolidato, per di più, dalla sua collocazione all’interno di un gruppo di aziende specializzate in costruzioni meccaniche speciali, che fanno la storia di quasi 50 anni di attività nel settore.

Paul Arens e Siegfried Wirtz, i fondatori di AW-Technik. 36

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Aw-Technik di Finnentrop, Germania, nasce nel 2010, ma poggia sulla solida base dell’esperienza pluridecennale dei fondatori Paul Arens e Siegfried Wirtz nella progettazione e realizzazione di macchinari per la finitura meccanica superficiale di articoli in gomma e plastica. Offre sui mercati granigliatrici, sbavatrici e impianti per lavaggio e asciugatura di elevata qualità per la finitura di articoli di qualsiasi forma e dimensione


La gamma delle granigliatrici AWS.

La qualità, principio irrinunciabile Arens e Wirtz hanno il pallino della qualità. Una propensione naturale che è la molla che ha fatto scattare la loro decisione di avviare un’impresa che mettesse al centro di tutto la qualità delle macchine e realizzasse anche un modo nuovo, più concreto e produttivo di dialogare con i clienti, per conoscerne i bisogni, soddisfarne le esigenze, capirne i problemi e aiutarli a trovarne le soluzioni migliori. Il merito di questo nuovo approccio lo si deve anche al notevole contributo di Christian Klein, direttore operativo, che trascorre la quasi totalità del suo tempo sul mercato, visitando aziende in Europa e non solo! L’idea di fondo è che parlare con i clienti consente anche di intravedere, intuire possibili orientamenti dei mercati dai quali possono anche scaturire nuove idee che, trasferite in azienda, potranno, a loro volta, generare progetti di ricerca e quindi innovazioni. E innovare significa tracciare la strada verso il futuro, essere in grado di soddisfare le richieste anche più esigenti della clientela. Che spesso sono i segni premonitori di una evoluzione del mercato in arrivo.

Articoli tecnici

“Chiunque smetta di migliorare ha smesso di fare bene” è il motto di AWTechnik. E tutto il personale della società ne è pienamente convinto. Lo dimostra con la ricerca costante di innovazioni e con la piena disponibilità dell’azienda a costruire anche macchine su misura e personalizzate con le più recenti novità tecnologiche, nelle dimensioni e con i volumi e gli accessori di cui il cliente ha bisogno per soddisfare sue particolari esigenze produttive.

Le macchine: una gamma di prim’ordine Pressoché tutti i manufatti prodotti mediante stampaggio vengono sottoposti al trattamento di finitura superficiale. Si tratta di articoli in gomma e anche altri materiali, come materie plastiche, plastica rinforzata con fibre di vetro, poliuretano, schiume, materiali compositi, materiali sinterizzati. E anche metalli come zinco, alluminio, magnesio, titanio. Quelli stampati in gomma rappresentano il 90-95% di questo universo. Un mercato enorme e anche esigente, nel quale la qualità e la solidità dei macchinari da utilizzare per il processo sono fattori di primaria importanza. Il trattamento di finitura superficiale di articoli stampati in gomma è essenziale per rimuovere matarozze e bave e ripulire la superficie dei pezzi da ogni residuo di particelle estranee che possa pregiudicare l’esito di trattamenti successivi o di controlli di qualità mediante ispezione ottica.

AW-Technik produce tutte le macchine necessarie per le varie fasi del ciclo, dalla sbavatura alla pulizia finale dei pezzi. E precisamente: le granigliatrici criogeniche, le sbavatrici criogeniche e le macchine per il lavaggio e l’asciugatura. Macchinari il cui funzionamento si basa su tecnologie avanzate e innovative che assicurano un processo veloce, risparmio energetico, risparmio nel consumo d’azoto, superiore qualità della sbavatura, manutenzione minima e dai costi contenuti. E senza trascurare il rispetto per l’ambiente. Tutto questo anche grazie alla fattiva collaborazione con l’Università di Siegen, la rinomata università del Bundesland Renania Settentrionale-Vestfalia che ospita oltre 19.000 studenti, di cui oltre duemila provenienti dall’estero. «Una collaborazione - ci dice Gabriella Minotti, rappresentante dell’azienda in Italia - che è la concreta dimostrazione della volontà e dell’impegno che il management aziendale pone nella ricerca continua di nuove soluzioni che meglio soddisfino le esigenze dei clienti e nello sviluppo di nuove tecnologie che aumentino l’efficienza dei processi. Ne sono anche scaturiti importanti risultati. Qualcuno anche brevettato».

Granigliatrici: un concentrato di innovazioni Le granigliatrici sono, per linee essenziali, le macchine nelle quali un materiale abradente sottoforma di particelle di dimensioni molto ridotte - la L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

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Dalle Aziende

La AWS 08: una piccola granigliatrice ottimizzata per una sbavatura criogenica efficiente per volumi di carico fino a 10 litri.

graniglia - viene proiettato ad alta velocità contro gli articoli stampati da sottoporre a sbavatura: nel caso delle macchine di AW-Technik, articoli in gomma e plastica. I pezzi da sbavare vengono caricati nel cestello della macchina e raffreddati con azoto liquido per infragilire le bave, che poi l’azione della graniglia, combinata col rotolamento del cestello, staccherà dai manufatti. Una turbina centrifuga scaglia a grande velocità la graniglia contro i pezzi da trattare e, al termine della finitura, una coppia di coclee, una orizzontale e l’altra verticale, provvede a recuperare la graniglia accumulatasi sul fondo della macchina e a trasferirla a un sistema di pulizia un vaglio che separa i granuli dalle bave residue - e quindi alla turbina, che la rimette in circolo. Il cestello può essere cilindrico o poligonale ed è forato per consentire la fuoriuscita dei residui di bava e della graniglia. L’azoto liquido, che ha un punto di ebollizione di -196 °C e una densità di 807 kg/m3, viene immesso all’interno della macchina attraverso degli ugelli, e l’opportuna regolazione di una valvola sulla mandata, in funzione delle rilevazioni di un sensore, 38

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

permette di fissare la temperatura voluta per il processo. Di norma è variabile da -20 °C a -150 °C, ma mediamente quella adottata è compresa tra -70 °C e -110 °C. La graniglia usata per la sbavatura può essere, in generale, di due tipi: metallica o sintetica. La prima è costituita da particelle d’acciaio di 0,3 - 0,4 mm di diametro. Il loro impiego, però, procura seri problemi di usura del cestello, della coclea, della turbina e di altre parti della macchina. Risolvibili, certamente, con l’utilizzo di materiali costruttivi speciali ad alta resistenza, ma che comportano, però, più alti costi dei macchinari e sono, comunque, inevitabilmente soggetti anch’essi ad usura. La graniglia sintetica come, per esempio, il policarbonato, intacca invece solo minimamente il metallo e, quindi, non procura rilevanti problemi di usura delle parti interne della macchina. Il policarbonato è la graniglia che viene usata nelle granigliatrici del costruttore di Finnentrop. Può avere varie forme - pentagonale, cilindrica, cubica - , con diametri di 0,3 - 0,5 - 0,75 - 1,0 1,5 mm: la scelta della forma e della dimensione dei granuli dipende, fondamentalmente, dal tipo di bava da eliminare. Le macchine di AW-Technik sono la massima espressione, da un lato, della capacità di innovazione tecnologica della casa tedesca nel campo della granigliatura criogenica di articoli in gomma; dall’altro, dell’alto livello qualitativo che un costruttore esperto co-

me l’azienda di Finnentrop è capace di raggiungere nella loro fabbricazione. Il brand AWS che le identifica è perciò di per se stesso un marchio di qualità. Una caratteristica, questa, anche attestata dalla certificazione ISO 9001:2015 conseguita dall’azienda e sottolineata dall’ampio raggio d’azione dell’export della società: il 50% della produzione del costruttore tedesco varca, infatti, i confini della Germania diretto negli altri paesi europei e in USA, Canada e nei paesi dell’est. Ma per produrre qualità, è necessario che sia di qualità anche la gestione della sicurezza per quanto riguarda la salute dei lavoratori e l’ambiente di lavoro. E AW-Technik ha pensato anche a questo. Lo dimostra la certificazione Tüg conseguita dall’azienda in merito alla conformità del suo sistema di controllo - adottato su base volontaria - alla norma OHSAS 18001:2007 sulla sicurezza e la salute dei lavoratori nell’ambiente di lavoro (Occupational Health and Safety Assessment Series).

Cura e precisione «Ogni dettaglio tecnico è realizzato con la massima cura e precisione - tiene a precisare Minotti - , ed è appunto per questa peculiarità di fabbricazione, non disgiunta dall’utilizzo di materiali moderni e di alta qualità e di guarnizioni di tenuta stagna dal design innovativo, che le nostre AWS sono in grado di garantire efficienza e lunga durata di funzionamento, ponendo anche attenzione al risparmio energetico. Na-


Articoli tecnici

La AWT 300: la sbavatrice disponibile anche con un volume di carico di 400 litri.

trasferibile per spostamenti all’interno dell’azienda. È un particolare che dà efficacemente idea dell’attitudine del costruttore a pensare anche a dettagli significativi sul piano della funzionalità e della praticità d’uso delle sue apparecchiature.

turalmente. E sono anche rispettose dell’ambiente di lavoro nel quale sono posizionate, perché sono silenziose e non producono vibrazioni. Il che è molto apprezzato dai nostri clienti». Sono, inoltre, facili da usare, e quindi non richiedono un particolare addestramento del personale, grazie all’interazione uomo-macchina facilitata da un comodo e moderno pannello di comando dotato di schermo tattile. Come tutte le macchine del programma di produzione di AW-Technik, sono anche compatibili con i criteri della fabbrica intelligente - la smart factory - che caratterizza l’industria 4.0, la moderna evoluzione tecnologica del sistema industriale. Quindi, si integrano perfettamente con la rete di interconnessione aziendale di computer e macchine che dialogano tra loro per la gestione ottimale della produzione. Le AWS sono anche facili da movimentare. La piattaforma sulla quale poggia la singola macchina, infatti, fa corpo unico con la granigliatrice e presenta, realizzate nella sua stessa struttura, le cavità di ingresso delle pale del muletto. Ciò fa sì che la macchina sia più agevolmente e rapidamente sollevabile e, all’occorrenza,

Temperatura nel cestello Nelle macchine criogeniche l’impostazione precisa e il mantenimento della temperatura nella cella frigorifera sono fattori di grande importanza. Nelle granigliatrici AWS la precisione è assicurata da due sensori e la stabilità termica da un notevole sistema di coibentazione della cella dello spessore di ben 120 mm. Il risultato di questo eccezionale isolamento termico è la perfetta uniformità della temperatura all’interno del cestello. Uniformità accertata e documentata da esami e rilevazioni termografiche effettuate da una équipe di tecnici specializzati dell’Università di Siegen. Attraverso l’esame termografico, che consente di rilevare differenze anche minime di temperatura tra zone diverse della superficie di un oggetto mediante termocamere capaci di rilevare le radiazioni infrarosse emesse dall’oggetto in esame, i tecnici hanno accertato e documentato con foto che la superficie interna del cestello non presenta zone a temperature diverse, bensì una uniformità termica in tutta la sua estensione. «Questo è un requisito tecnico e un punto di forza di enorme importanza - sottolinea Minotti - , che dichiara da

solo la superiorità tecnologica delle nostre macchine rispetto alle concorrenti, perché l’uniformità della temperatura all’interno del cestello evita la formazione di fastidiose condense prodotte dall’umidità generata dai pezzi in sbavatura. Umidità che, se non impedita, provoca la formazione di ghiaccio o anche di agglomerati di granuli di policarbonato all’interno del cestello che non permettono un pronto riavviamento della macchina al termine di un ciclo di sbavature».

Via la condensa Il policarbonato ha un bassissimo assorbimento di umidità. E questo è certamente un vantaggio, perché contribuisce a ridurre la formazione di condensa. Al fine, però, di eliminare definitivamente questo rischio, AW-Technik ha dotato le sue macchine di un deumidificatore, grazie al quale le macchine presentano, al termine dei cicli di lavoro, il cestello pulito, senza ghiaccio, e quindi sono pronte a ripartire in un nuovo ciclo di lavorazione. «Si tratta di una innovazione che rappresenta un altro indubbio punto di forza di AW-Technik - precisa Minotti - , perché consente alle macchine di lavorare a ciclo continuo, senza soste per la pulizia, anche su tre turni».

La regolazione brevettata Nelle granigliatrici attualmente esistenti sul mercato la turbina proietta la graniglia in una sola direzione. Non esistono altre possibilità. Con le macL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

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Dalle Aziende

La AWW 40: la lavatrice di dimensioni medie, di costruzione semplice e robusta, per il lavaggio e l’asciugatura dei pezzi.

chine AWS, invece, l’operatore può regolare, prima dell’inizio del ciclo, l’angolo di granigliatura, ossia la direzione del getto della graniglia in funzione del grado di riempimento del cestello. È un innovativo sistema, brevettato, frutto anch’esso della collaborazione con l’Università di Siegen. Se il volume occupato è inferiore alla metà della capacità totale, il getto verrà indirizzato verso il basso; se il cestello è pieno a metà, l’operatore regolerà l’orientamento della turbina in modo che la direzione del getto sia orizzontale; a cestello pieno per più della metà, lo sparo della graniglia verrà indirizzato verso l’alto. Evidente l’importanza dell’innovazione: l’ottimizzazione del raggio d’azione della granigliatura consente di aumentare l’efficacia del getto della graniglia e, quindi, di abbreviare sensibilmente la durata del processo. Oltre che dalla velocità, dalla direzione del gettito della graniglia e dall’urto di quest’ultima sui pezzi da trattare, la qualità della sbavatura dipende anche da numerosi altri parametri quali, per citare i principali, il diametro della graniglia, la durata del processo, la temperatura, il numero di giri del cestello, la durata del rotolamento. 40

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

La gamma La famiglia delle granigliatrici criogeniche di AW-Technik è composta da quattro macchine: AWS 08, AWS 20, AWS 40 e AWS 60, adatte alla sbavatura di manufatti stampati in gomma e plastica. Le loro caratteristiche portanti sono la solidità e la robustezza, oltre all’affidabilità universalmente riconosciuta. Usano tutte granuli di policarbonato a una temperatura regolabile fino a -150 °C, proiettati da turbine con numero di giri da 1.000 a 10.000 rpm. Ne riportiamo i dati tecnici principali. La AWS 08 presenta un volume di carico fino a 10 litri e quindi è indicata per la lavorazione di piccoli lotti. Può essere utilizzata in due modalità differenti: con cestello orizzontale (22 litri) e verticale (24 litri). Entrambe consentono di installare all’interno della cella frigorifera delle cornici per l’inserimento di articoli speciali. Il numero di giri del cestello varia da 8 a 50 rpm; la velocità del gettito dalla turbina arriva a 104 m/s. Interessanti peso e dimensioni. Il peso è di 1.000 kg circa e le dimensioni (in metri) sono 2,10 L x 1,10 P x 2,10 A. La AWS 20 è dotata di motori ad alta efficienza energetica ed è particolarmente semplice da utilizzare grazie al pannello a tasti e il lettore codici a barre. La capacità del cestello è di 67 litri e rende disponibile un volume di carico fino a 30 litri. Il numero di giri del cestello va da 5 a 30 rpm e la velocità del gettito dalla turbina raggiunge i 131 m/s. Il peso della macchina è di 1.500 kg circa e le misure (in metri)

sono 1,90 L x 1,80 P x 2,30 A. La AWS 40, dotata anch’essa di motori ad alta efficienza energetica, ha un cestello di 150 litri con un volume di carico fino a 60 litri. Il numero di giri del cestello varia da 5 a 40 rpm e la velocità del gettito dei granuli arriva a 157 m/s. Il carico del materiale in questa macchina può avvenire in maniera completamente automatica tramite un nastro trasportatore rotante e una porta automatica motorizzata. Pesa 4.320 kg circa e misura (in metri) 2,50 L x 3,00 P x 2,80 A. La AWS 60, per le caratteristiche strutturali e di funzionamento, è simile alla AWS 40. Differisce da questa per il volume del cestello (310 litri), il volume di carico (fino a 120 litri), il numero di giri del cestello (da 5 a 30 rpm), la velocità dei granuli (fino a 167 m/s), il peso (4.500 kg circa) e le misure (3,35 L x 4,20 P x 3,30 A). A questa macchina il costruttore tedesco ha affiancato di recente nella gamma una sorella maggiore: la AWS 60+, dotata di un cestello più capace - 352 litri - , che rende disponibile un volume di carico di 150 litri. Interessante, ma soprattutto utile per i clienti che hanno problemi di spazio in azienda, sapere che AW-Technik è in grado di realizzare questa macchina nelle misure idonee a rispondere alle loro esigenze. «È importante sottolineare - aggiunge Minotti - il peso notevole di queste granigliatrici - indice di robustezza molto apprezzato dalla clientela


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Formulazione e realizzazione di mescole FKM Ottimizzazione del processo di stampaggio Supporto post-vendita sul campo


Dalle Aziende

Una macchina in fase di preparazione ad opera di un robot Yaskawa. AW-Technik è un’azienda altamente automatizzata.

- , mentre l’ingombro è decisamente basso a confronto con le macchine simili della concorrenza. Una nota, questa, non di scarso rilievo, se si tiene conto del particolare settore industriale nel quale sono utilizzate, caratterizzato da macchinari di dimensioni solitamente notevoli».

Le altre macchine Le sbavatrici criogeniche ad azoto del costruttore tedesco servono per un primo ciclo di sbavatura di articoli stampati in gomma - essenzialmente 42

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

l’eliminazione della matarozza - o per la finitura di pezzi in elastomero poliuretanico mediante sferette metalliche. Ricordiamo la AWT 300, ideale per grandi volumi, con i seguenti dati tecnici principali: volume di carico fino a 300 litri, volume del cestello di 540 litri e numero di giri da 5 a 60 rpm. Il carico dei pezzi è automatico mediante nastro trasportatore rotante attraverso una porta di carico con apertura e chiusura automatiche, azionate da motore elettrico. La temperatura è regolabile fino a -150 °C. Pesa 3.500 kg circa e misura 2,90 metri in lunghezza, 6,30 metri in profondità e 3,30 metri in altezza. Anche questa macchina ha da poco una omologa superiore con “accresciute capacità”. È la sbavatrice AWT 300+, capace di offrire un volume di carico che arriva fino a 400 litri, gra-

zie a un cestello di ben 950 litri. E anch’essa viene costruita dalla casa di Finnentrop su misura per soddisfare particolari, specifiche richieste della clientela. Il lavaggio e l’asciugatura dei pezzi sbavati completano la catena del trattamento superficiale dei manufatti stampati in gomma e plastica. La gamma macchine della casa di Finnentrop per lavare e asciugare comprende la AWW 20, la AWW 40 e, novità recentemente richiesta dal mercato, la AWW 60. La AWW 20 ha un volume di carico fino a 20 litri e un cestello di 84 litri con numero di giri da 7 a 60 rpm. Il lavaggio è ad alta pressione mediante ugello fino a 200 bar. La temperatura dell’acqua è regolabile da 20 °C a 60 °C e l’asciugatura da 30 °C a 90 °C mediante ventilatore ad alta pressione e serpentina di riscaldamento. È dotata di due pompe di dosaggio liquidi con due contenitori di prodotti di consumo (detersivo, olio siliconico, antistatico). Pesa 600 kg circa e misura 1,50 m in lunghezza, 2,20 m in profondità e 2,10 m in altezza. La AWW 40 è in tutto simile alla AWW 20 per quanto riguarda le caratteristiche tecniche. Differisce per il volume del cestello, che è di 146 litri e consente un volume di carico fino a 40 litri, e per il peso e l’ingombro. Il peso è di 660 kg circa e le dimensioni sono: 1,50 m lunga, 2,30 m profonda e 2,20 m alta. La AWW 60 mantiene invariate le caratteristiche tecniche, ma consente di caricare fino a 100 litri grazie al volume del cestello di 244 litri. Il peso è di 1.500 kg e le dimensioni sono: 2,10 m la lunghezza, 1,80 m la profondità e 2,60 m l’altezza. Il produttore di articoli tecnici in gomma e plastica, quindi, trova in AWTechnik tutti i macchinari e le tecnologie di cui ha bisogno per la finitura superficiale dei suoi manufatti, dalla sbavatrice alla lavatrice e asciugatrice. Macchine di qualità, fabbricate con materiali di qualità da un costruttore che si colloca su tutt’altra orbita rispetto alla concorrenza per l’attenzione che pone nella cura dei dettagli tecnici e per l’alto livello tecnologico delle innovazioni di cui le sue macchine sono espressione. 



Dalle Aziende

La Stalg taglia il nastro dei cinquant’anni di Giuseppe Cantalupo

L

a Stalg nasce a Roma nel 1967 ad opera di Vincenzo Pallotta col convincente incoraggiamento di Lea Bianchi, la moglie del fondatore. Le origini sono quelle di una piccola azienda artigianale, quindi, ma la passione del fondatore per la lavorazione della gomma, la sua mescolazione con i vari ingredienti, lo stampaggio del compound che porta ad un oggetto che non ha più nulla a che vedere col materiale di partenza per forma, colore, caratteristiche fisico-meccaniche, fa sì che nel giro di pochi anni la società incontri il favore dei mercati e si affermi come realtà tecnologica affidabile e apprezzata nel settore industriale della lavorazione e produzione degli articoli tecnici: un programma d’azione dichiarato dal nome stesso della società, acronimo di Stampaggio e Lavorazione della Gomma.

L’affermazione sui mercati Con Vincenzo Pallotta sulla tolda di comando, la Stalg va avanti sicura. Il fondatore della società è validamente coadiuvato dal giovane figlio Roberto e dalla moglie di questi, Lina. Roberto per la parte tecnica, Lina per la parte amministrativa.

Il logo dei 50 anni della Stalg e lo stabilimento in via di Cervara a Roma. 44

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

La Stalg è arrivata all’oro nel suo rapporto con la gomma. Cinquant’anni di esperienza accumulata nel tempo e via via affinatasi nella lavorazione e nello stampaggio di ogni tipo di elastomero l’hanno portata alla piena affermazione a Roma e nel centrosud Italia come produttore affidabile di mescole e di articoli tecnici di qualità in gomma naturale e sintetica per applicazioni nei più importanti settori industriali


Macchinari Di fianco, Roberto Pallotta in ufficio con il figlio Alessandro.

“Concordia parvae res crescunt” (“Nella concordia anche le piccole cose diventano grandi”).

Mescole, articoli stampati e trafilati Pallotta padre trasmette al figlio la passione per la gomma, inserendolo gradualmente in quell’universo certamente complesso, ma anche affascinante, che è la tecnologia della lavorazione e dello stampaggio del materiale elastomerico. E i risultati non tardano ad arrivare. Il nome e la fama dell’azienda si diffondono, e sempre più clienti, anche importanti, instaurano con la ditta un rapporto tecnico-commerciale, ma soprattutto umano, stabile e duraturo. «Un rapporto - sottolinea Roberto Pallotta, attuale titolare e direttore generale della società - consolidato dalla qualità della nostra produzione, che è sempre stato per noi l’obiettivo primario della nostra attività. Ne sono prova la certificazione Det Norske Veritas Italia conseguita nel 1995 per lo stampaggio e la trafilatura di articoli tecnici». La produzione è da sempre sostenuta da una costante attività di ricerca dalla quale sono scaturite importanti innovazioni nella gamma prodotti. Ne sono anche derivati all’azienda romana riconoscimenti di rilievo come, per esempio, il “Premio per l’innovazione e la ricerca” rilasciato nel 1989 dalla C.C.I.A.A. di Roma, e il premio ricevuto da parte di Assogomma come azienda storica del settore della trasformazione della gomma il 22 novembre 2015 in occasione della celebrazione dei 70 anni dell’associazione.

Il cambio generazionale Nell’ottobre 2012 Roberto Pallotta subentra al padre Vincenzo, nella guida dell’azienda di famiglia.

Gli anni trascorsi alla scuola del genitore costituiscono un bagaglio di esperienze di impareggiabile valore che Roberto, a sua volta, trasmetterà, anzi, ha già incominciato anni addietro a trasmettere ai figli Alessandro e Fabrizio, che lo coadiuvano nella gestione della società: nella funzione di responsabile commerciale, Alessandro, che è entrato operativamente in ditta nel 1994; in quella di responsabile di produzione e qualità, Fabrizio, che ha incominciato nel 1997. Al suo 50° compleanno, la società, quindi, oltre a vivere una fase rigogliosa della sua attività, frutto dell’impegno, della dedizione e dell’accorta gestione con cui è stata condotta da Vincenzo Pallotta, il fondatore, e dal figlio Roberto, vede anche più che pronta la terza generazione della famiglia al passaggio della leva del comando nelle sue mani. «È un passaggio delle consegne - dichiara con una punta di comprensibile soddisfazione il titolare dell’azienda - che vede già profilarsi all’orizzonte la quarta generazione. Sono i miei nipoti Massimo e Luca, figli di Alessandro. Ma occorre aspettare ancora qualche annetto prima di vederli montare in sella, perché Massimo ha nove anni e Luca quattro» - conclude sornione con una battuta di spirito. Si tratta, comunque, di una prospettiva certamente ben presentata dal logo del cinquantesimo anniversario scelto dalla famiglia, che riassume anche efficacemente in poche, pregnanti parole l’evoluzione di questa azienda a gestione familiare e il clima nel quale i Pallotta l’hanno realizzata:

La società occupa un’area totale di 6.500 metri quadrati circa, di cui 1.500 coperti, e vi trovano impiego una decina di dipendenti. «Alcuni di questi - dichiara con una punta di compiacimento il titolare - sono veterani, entrati in azienda e rimasti sempre con noi, fedeli alla Stalg. Una cosa, questa, che mi procura una grande soddisfazione. E mi fa piacere sottolinearlo. Così come mi fa piacere rivolgere in particolare a questi nostri collaboratori “storici” e in generale a tutti i nostri collaboratori un sentito ringraziamento - mio e dell’intera famiglia Pallotta - per la loro dedizione alla Stalg. Il traguardo dei 50 anni che abbiamo raggiunto quest’anno è frutto, appunto, di questa dedizione e della professionalità che l’ha sempre accompagnata». Ampia e diversificata la gamma prodotti dell’azienda, che si dividono in tre grosse categorie - mescole, articoli stampati e trafilati - e trovano impiego in svariati settori applicativi, dall’auto all’edilizia, dall’elettrodomestico alle calzature, dallo sport al medicale e all’alimentare, dal meccanico ed elettromeccanico al navale e aerospaziale. Settori nei quali l’azienda romana è presente con una grande varietà di articoli come, per citarne solo alcuni della vasta gamma, guarnizioni, supporti antivibranti, ruote per carrelli, pezzi costampati gomma-metallo, articoli per la protezione individuale (civili e militari). Ampia, conseguentemente, è anche la varietà dei polimeri utilizzati: la gomma naturale (NR), gli elastomeri stirolo-butadiene (SBR), etilene-propilene copolimero (EPM) e terpolimero (EPDM), cloL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

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Dalle Aziende

roprene (CR), acrilonitrile-butadiene (NBR), la gomma butile (IIR), la fluorurata (FKM), la siliconica (MQ) e, ancora, polietilene clorosolfonato (CSM), polietilene clorurato (CM).

Le divisioni L’attività produttiva fa capo a due divisioni: la divisione mescole e la divisione stampaggio e trafilatura, dotate di un parco macchine e di apparecchiature di tutto rispetto sia come numero, adeguato all’ampiezza della gamma prodotti, che come tecnologia, aggiornata secondo le più recenti innovazioni per garantire la qualità della produzione e processi sicuri e a basso impatto ambientale. La divisione mescole è in grado di produrre, con i vari tipi di gomme, oltre 200 tipi diversi di compound con i quali fa fronte alle richieste della clientela e rifornisce anche il reparto stampaggio. Per la sua produzione la sala mescole utilizza un mescolatore chiuso e tre mescolatori aperti e si avvale dell’appoggio di un laboratorio di controllo dotato di apparecchiature e strumentazioni all’avanguardia per il collaudo chimico-fisico, la determinazione delle caratteristiche reologiche e la caratterizzazione fisico-meccanica di ogni tipo di mescola, in modo da garantire il rispetto delle specifiche e la qualità della produzione. L’altra divisione comprende due reparti: stampaggio e trafilatura. Il primo produce articoli di vari tipi e forme in tutti gli elastomeri di impiego comune esistenti sul mercato e dispone di un parco macchine di 19 presse, tutte verticali: 10 a compressione e 9 a iniezione (3 nella configurazione a collo di cigno) con volume di iniezione da 114 a 2.000 cm3. La forza di chiusura, complessivamente, varia da 30 a 500 t e i piani di riscaldo vanno da 300 x 300 mm a 1.000 x 1.200 mm. L’altro reparto è dedicato alla produzione di trafilati di qualsiasi tipologia di figura, anche realizzati a disegno, e di lastre e tappeti in gomma di vari tipi e dimensioni per utilizzi in ambienti sia industriali che civili. Anche in questo caso la gamma prodotti è molto ampia, essendo l’azienda romana in grado di soddisfare qualsiasi tipo di esigenza presentata dalla clientela a fronte di 46

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

tutta una serie di fattori esterni e individuali di cui tener conto. Per esempio: proprietà antiallergiche, la resistenza agli agenti atmosferici e a particolari agenti chimici, fisici e meccanici, proprietà antiscivolo e proprietà ignifughe, particolari caratteristiche rese necessarie dalle condizioni di pulizia e manutenzione dell’ambiente di utilizzo, e anche specifici requisiti richiesti da esigenze estetiche. In altre parole, qualunque siano le condizioni in cui il manufatto ordinato dal cliente dovrà essere utilizzato, la Stalg è in grado di valutare e scegliere l’elastomero capace di garantire le prestazioni migliori e anche più durature. Così come è sempre disponibile a collaborare col cliente nella ricerca di soluzioni di casi difficili.

Roberto Pallotta e il figlio Fabrizio ritirano il premio riconosciuto da Assogomma alle aziende storiche del settore della trasformazione della gomma.

E questa, unitamente al successo della ditta sui mercati, è la riprova più convincente delle capacità tecniche che la società romana ha acquisito mettendo a frutto - e man mano approfondendola in questi suoi primi cinquant’anni di vita - l’esperienza trasmessa da Vincenzo Pallotta al figlio Roberto e da questi, a sua volta, trasferita alla terza generazione rappresentata dai figli Alessandro e Fabrizio. 


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L’invecchiamento di elastomeric tooling in silicone di Antonio Paesano – The Boeing Company

I

l termine elastomeric tooling (ET) si riferisce ad articoli in gomma quali forme, stampi e inserti usati nell’industria aerospaziale per fabbricare componenti in materiale composito di varie dimensioni e forme e ridistribuire o aumentare localmente la pressione durante un ciclo di formatura, evitando l’insorgere di problemi quali lamina (ply) di preimpregnato (prepreg) non completamente conformata al profilo di una cavità (ply bridging), grinze nelle lamina all’interno di angoli, oppure lacerazione del sacco a vuoto (vacuum bag) all’esterno di zone con angolo molto acuto [Hoa Suong]. Poiché componenti fabbricati usando ET possono assumere dimensioni molto ampie e forme convolute, anche elementi di ET possono raggiungere una considerevole grandezza. ET può essere realizzato in gomma siliconica, gomma al fluoro, e gomma butilica ed è particolarmente utile in condizioni in cui è difficile conformare la lamina di prepreg nelle cavità piu strette di uno stampo o ad una geometria convoluta, come nel caso degli elementi perpendicolari (costole di irrigidimento) di un pannello. Le principali applicazioni di ET nella produzione di componenti aerei sono in strutture scatolari, come stabilizzatori, timoni, alettoni, ali scatolari, ecc. [Adams]. In generale, ET è penalizzato da durata inferiore a forme, stampi e inserti metallici, con significativa degradazione che si manifesta intorno a 30

48

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

Titolo originale: Valutazione sperimentale dell’invecchiamento

di Elastomeric Tooling in reali condizioni d’uso Con elastomeric tooling si definiscono articoli in gomma come forme, stampi e inserti, usati nella fabbricazione di componenti in materiale composito, che hanno la funzione di ridistribuire o aumentare localmente la pressione durante un ciclo di formatura. L’articolo illustra una serie di test per valutarne l’invecchiamento in reali condizioni d’uso Si ringraziano J. Delconte, V.G. Ricketts, P. Shelley e J.R. Trosino per il loro supporto negli esperimenti

cicli di polimerizzazione (cure cycles), e bassa conduttività termica, che rallenta il cure cycle [Hoa Suong]. Una versione molto semplice di ET è costituita da una lastra di gomma (anche nota come caul plate) posta tra il sacco a pressione e il componente da fabbricare. Caul plates migliorano l’aspetto superficiale del componente da fabbricare e controllano l’interfaccia dal lato del sacco, dove eventuali grinze impedirebbero il perfetto combaciamento

tra componenti da assemblare, e pertanto consentono tolleranze più strette nella geometria dei componenti da assemblare [Adams]. Vi sono due modalità per l’impiego di ET: a) l’elemento di ET è completamente contenuto in uno stampo indeformabile (per esempio metallico), e si espande durante il riscaldamento, esercitando pressione sul componente da fabbricare che si trova tra stampo ed ET; b) l’elemento di ET non è completamente racchiuso ma li-


Test sperimentali

Figura 1. esempio di elastomeric tooling (nero) posizionato all’interno di un profilato di irrigidimento (arancione). Cortesia Rubbercraft. bero di restituire l’eccessiva pressione contro il sacco a vuoto quando si impiega l’autoclave [Campbell Flake], oppure contro una piastra in pressione nel caso di formatura a pressione (pressure molding) [Adams]. Il presente articolo si sofferma su un tipo di ET, gli inserti (mandrels) pieni (Figura 1). In generale, essi hanno una geometria con sezioni trasversali più piccole degli inserti cavi, e possono essere fabbricati usando materiali e processi diversi. Tipicamente, elementi di ET a sezione trasversale costante e piena in materiale monolitico o cava, possono essere fabbricati usando estrusione in continuo. Invece, inserti con sezione trasversale variabile, piena o cava, sono realizzati in processo di compressione a stampo chiuso (closed mold compression) [Hiken]. Il presente studio è stato effettuato su una gomma siliconica commerciale di tipo RTV (room temperature vulcanization, ossia che vulcanizza a temperatura ambiente). Un tipo di gomma siliconica impiegata come ET è il fluorosilicone, caratterizzato dal

Figura 2. Pannello in materiale composito con costole di irrigidimento. Cortesia grabcad.com.

gruppo laterale CF3. Le principali proprietà meccaniche delle gomme siliconiche spaziano in un ampio intervallo, illustrato in tabella 1 [Sarkar], fornendo diverse opzioni al progettista e l’ingegnere. Diverse aziende in Europa, Asia e USA offrono gomme siliconiche di tipo RTV, come ad esempio Wacker, ShinEtsu, Bluestar Silicones, and Momentive, dimostrando come questo materiale sia attualmente largamente impiegato.

Esame della letteratura tecnica La letteratura tecnica è stata vagliata alla ricerca di dati sulle proprietà fisiche e meccaniche di gomme usate in elementi di ET, or ET details (ETD), sottoposti a cicli di riscaldamento e pressione, o almeno di riscaldamento, e sono stati esaminati articoli tecnici, libri, e schede dei prodotti disponibili presso fornitori e produttori. Tuttavia, sono stati individuati soltanto dati relativi a gomme esposte in continuo a temperature superiori e/o inferiori a quella ambiente, come nei dati raccolti dal Rapra nel suo

rapporto molto esauriente sull’invecchiamento di gomme [Brown]. Nessun dato è stato reperito relativo a gomme sottoposte a riscaldamento intermittente a pressione atmosferica o superiore. Fortunatamente, alcuni studi precedenti condotti da Boeing hanno fornito dati pertinenti al presente argomento e relativi a gomme commerciali il cui nome sarà omesso nel presente studio per proteggere informazioni riservate. In uno di questi studi una certa gomma prodotta dall’azienda Shin-Etsu (www. shinetsusilicones.com) fu sottoposta a 21 cicli a 177 °C (350 °F), e 827 kPa (120 psi) per 120 minuti per ciclo. Un unico provino fu usato, e i conseguenti cambiamenti nelle sue proprietà fisiche furono i seguenti: • Lunghezza e larghezza diminuite del 1,8%, e 1,9% rispettivamente • Durezza aumentata del 2,9% • Peso ridotto del 0,2%. In un altro studio, tre provini di una certa gomma Shin-Etsu per ET furono ripetutamente immersi per tre ore alla volta

Tabella 1. Principali proprietÀ meccaniche di gomme siliconiche commerciali Durezza (Shore A)

Resistenza a Trazione (MPa)

Allungamento Unitario (%)

Resistenza a Lacerazione (kN/m)

30-75

3,5-10

150-110

6-40

Tabella 2. Principali proprietÀ fisiche della gomma siliconica SR fornite dal produttore DensitÀ a 23 °C (g/cc)

Durezza (Shore A)

Resistenza a Trazione (MPa)

Allungamento Unitario (%)

Resistenza a Lacerazione (kN/m)

Contrazione dopo Formatura (%)

1,08

40

5,5

350

25

0,1

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

49


Dalle Aziende

e un aumento medio della durezza Shore A del 17%.

Esperimenti

Figura 3. Sequenza (lay-up) di strati per fabbricare componenti usata nel presente studio.

Nel presente studio è stato caratterizzato un comune tipo commerciale di gomma siliconica RTV, in seguito indicato come SR per proteggere informazioni riservate, e dotato delle proprietà fisiche dopo polimerizzazione elencate in tabella 1. Le condizioni sperimentali critiche sono state: a) esporre i campioni di SR alle stesse condizioni di impie-

placche, dischi, e striscie. La sequenza di strati e materiali nell’intero processo di deposizione (lay-up) del pregreg e dei materiali di consumo adottata per sottoporre gli ETD a ripetuti cure cycles (cicli termici) in autoclave è illustrata in figura 4 a sinistra, che è uno schema della sezione trasversale dello stesso layup in figura 3, e figura 4 a destra, che è uno schema della sezione trasversale del lay-up usato per fabbricare i reali componenti in materiale composito usando SR. Dal confronto tra la parte sinistra e destra di figura 4 è evidente che il presente studio ha duplicato la sequenza effettivamente usata in produzione.

Metodi e apparecchiature di prova

Figura 4. Schema di lay-up. in un agente polimerizzante a base di ammina, per riprodurre l’ammina contenuta in resine epossidiche presenti nei prepregs con fibra di carbonio usati per fabbricare parti in materiale composito. L’assorbimento di ammina causò nella gomma le seguenti modifiche: • Spessore e larghezze aumentati dello 0,9%, e 1,8% rispettivamente • Durezza ridotta del 5,8% • Peso aumentato del 5,4%. Dopo tre cicli di immersione, la gomma si degradò e si sbriciolò, indicando che esposizione ad ammina concentrata era una condizione troppo severa. Infine, in un altro studio, diverse gomme siliconiche RTV furono esposte al ciclo di polimerizzazione a 177 °C, 621 kPa per15 volte, dopo di che furono rilevati una contrazione media di 1,1%, 50

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

go realmente applicate a ETD in produzione, mediante l’impiego di un’autoclave funzionante alle stesse condizioni di vuoto, pressione, e temperatura applicate per fabbricare componenti in materiale composito; b) mettere i provini in contatto con prepreg non polimerizzato ad ogni ciclo di polimerizzazione. A causa dello spazio limitato all’interno dell’autoclave, il numero elevato di misurazioni, e la quantità limitata di provini, è stato necessario scegliere la geometria dei provini su misura sia per soddisfare principi fondamentali di caratterizzazione meccanica, sia per ottenere risultati rappresentativi e significativi. Nel caso di lunghezza, peso, e durezza sono state effettuate misurazioni su molteplici provini (tabella 3, colonna Provino), in cui il termine provino indica

La procedura di caratterizzazione è stata concettualmente semplice: • Esporre provini di SR nell’autoclave di laboratorio al cure cicle a 177 °C, 621 kPa, 760 Torr di vuoto per componenti in materiale composito, in presenza di prepreg non polimerizzato ad ogni cure cycle. • Misurare le proprietà ad intervalli di tre cicli. • Le seguenti proprietà, elencate in Tabella 3, sono state misurate: • Struttura chimica medante sprettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier (FTIR) • Dimensione (lunghezza) • Peso • Durezza (Shore A) • Risposta a indentazione con apparecchiatura per analisi termo-meccanica (TMA) • Risposta a compressione. Le proprietà suddette sono state scelte in quanto capaci di soddisfare due requisiti generali: a) essere misurate in laboratorio o reparti di produzione; b) mostrare variazioni di grandezza sufficienti ad essere misurate con confidenza statistica. Inoltre, alcune proprietà, come durezza e stabilità dimensionale in presenza di ripetute variazioni di pressione e temperature, sono necessarie per caratterizzare materiali per ET [Adams], mentre altre proprietà, come durezza, possono essere misurate nei reparti di produzione, in quanto richiedono tempo breve, tecnici non specializzati, e apparecchiature economiche. Infine, altre proprietà ancora, come


Test sperimentali Tabella 3. Condizioni di prova e provini usati Apparecchiatura Lunghezza Peso

Metodo di Prova

Provino

Metro a nastro metallico, con risoluzione di 1 mm

Misure manuali

3 striscie (119 cm, 79 cm, 76 cm), 1 placca (69 cm x 20 cm)

Bilancia digitale Mettler PJ12, con risoluzione di 0,01 g

Rimuovere (usando solvente e senza graffiare i campioni) la resina epossidica e pesare

3 striscie (119 cm, 79 cm, 76 cm), 1 placca (69 cm x 20 cm)

ASTM D2240, Shore A

2 placche (spessore 12,7 mm)

Durometro portatile Instron, mod. XACLMX, con peso morto Durezza per eliminare variazione da operatore a operatore (Figura 7a) Telaio Instron 5569A con cella Risposta a Compres- di carico da 1000 N, e giunto sione sferico ad uno dei piatti di appoggio Analizzatore termomeccanico Risposta a Indenta- (TMA) TA Instruments Q400 zione (Figura 7b) munito di puntale per penetrazione (Figura 7c) Spettrometro per FTIR Agilent Struttura Chimica Exoscan (Figura 7d)

TMA e risposta a compressione, sebbene misurabili soltanto con apparecchiature di laboratorio, possono aiutare a comprendere e chiarire il comportamento del materiale in uso. Il peso è stato scelto perché sarebbe facilmente misurato nel reparto di produzione, ammesso che: • sia disponibile una bilancia con adeguata risoluzione, possibilmente in grammi, che, comunque, è più infrequente in bilance costruite per un intervallo di decine di kilogrammi che in bilance costruite per pesi inferiori. • La pulitura degli elementi di ET tra cure cicles sia effettuata senza graffiare gli elementi e rimuovere gomma, rendendo inaccurata la misurazione del peso.

Velocita’ di prova 2,5 mm/min. Prova interrotta a 891 N. Spessore iniziale misurato alla forza di 0,9 N. Aumento della forza a 5,98 N/min fino a 0,98 N, e ritorno a 0 N. Ciclo ripetuto 3 volte in automatico Riflettanza speculare, 64 scansioni, 8 cm-1

Una descrizione di apparecchiature, metodi di prova, e provini usati per tutte le proprietà è riassunta in Tabella 3. Figura 5a rappresenta il durometro Instron per misurare durezza. La funzione del peso morto all’apice è quella di minimizzare la variazione nella rilevazione da un operatore all’altro, e da parte dello stesso operatore, e quindi massimizzare la precisione. Figura 5c mostra il sensore di indentazione localizzato dentro la camera di prova del TMA (thermo-mechanical analyzer) TA Instruments Q400, rappresentato in Figura 5b. Il test di indentazione su TMA è stato scelto perché questo tipo di strumento offre una risoluzione di forza e

Dischi: spessore 4,1 mm, diametro 15,2 mm Dischi: spessore 4,1 mm, diametro 10 mm Dischi: spessore 4,1 mm, diametro 15,2 mm

spostamento rispettivamente pari ia 0,001 N e 0,5 µm, e più idoneo a misurare un aumento di durezza superficiale nel provino rispetto alla prova di compressione, essendo questa eseguita usando celle di carico tipicamente con capacità non inferiori a 445 N, e quindi poco idonee a registrare variazioni marginali previste nelle forze di reazione esercitate da provini di gomma aventi diametro da 25 a 50 mm. Inoltre, FTIR è la tecnica più diffusa per l’identificazione di polimeri. Attraverso l’uso di banche dati di spettri infrarossi, e il riferimento alla descrizione di spettri di materiali noti, non soltanto un polimero sconosciuto può essere rapidamente identificato, ma possono an-

D

A

B

C

Figura 5. Apparecchiature usate nel presente studio: durometro portatile (a), TMA Q400 (b, TA Instruments), puntale per indentazione si TMA Q400 (c), spettrometro Exoscan (d). Cortesia Instron (a), TA Instruments (b, c), Agilent (d). L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

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Dalle Aziende

Tabella 4. Sommario dei risultati di prova Cicli Termici

Lunghezza

Durezza, Shore A

Peso

Compressione: massima tensione /Massimo accorciamento unitario

Indentazione con TMA: massima forza/ massima penetrazione/ spessore iniziale Media DS (*) Aritm.

Medi Aritm.

DS (*)

Media Aritm.

DS (*)

Media Aritm.

DS (*)

Media Aritm.

DS (*)

0

100,00

NA

100,00

NA

100,00

NA

100,00

NA

100,00

NA

3

99,60

0,18

99,97

0,08

101,27

0,29

101,19

NA

97,08

NA

6

99,55

0,21

99,92

0,03

102,47

1,62

101,90

NA

106,71

NA

9

99,37

0,32

99,98

0,04

103,53

0,49

103,22

NA

101,96

NA

Provini (**)

4

4

2

4

3

Misurazioni

4

4

20

4

9

(*) Deviazione standard

(**) Provini sono dischi, striscie, e placche a seconda della proprietà misurata

che essere individuate differenze nella sua struttura chimica. La presente investigazione si è basata su Exoscan, uno spettrometro FTIR portatile (Figura 5d) prodotto da Agilent, con una testa per riflettanza speculare, raccolta dati a 64 scansioni, e risoluzione di 8 cm-1. Exoscan combina la capacità di un FTIR da laboratorio con i vantaggi di uno strumento portatile che può impiegato per misure sul campo, fornendo risultati in tempo reale.

Risultati delle prove I risultati delle prove sono riportati come valori in tabella 4, e come grafici in figura 6. I valori in tabella 4 sono espressi in percentuali, con i valori delle proprietà misurati a 0 cicli termici uguali a 100. La deviazione standard è stata calcolata a partire da: • Un gruppo di valori individuali normalizzati nel caso di lunghezza e peso • Due valori normalizzati della media aritmetica di molteplici misure individuali nel caso di durezza. La deviazione standard non è stata calcolata per la risposta a compressione e indentazione perché un solo gruppo di misurazioni individuali è stato raccolto per queste proprietà, e, quindi, solo un valore medio normalizzato è stato determinato. In breve, durezza e risposta a compres52

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

sione sono aumentate linearmente; la lunghezza è diminuita con andamento quadratico, il peso non è cambiato; l’indentazione con TMA è oscillata sopra e sotto il valore iniziale, rendendo dubbi i risultati. In particolare, dopo nove cicli termici la massima variazione in tutte le proprietà misurate è stata 3,5% in durezza (figura 7), seguita da 3,2% nella risposta a compressione. La contrazione ha raggiunto un massimo di 0,6% (figura 6, a sinistra). Pertanto, le proprietà maggiormente influenzate dai cicli di temperatura e pressione sono risultate durezza e compressione. I presenti risultati di lunghezza, durezza, e compressione hanno confermato le previsioni dell’autore e quanto era stato riportato dai meccanici dei reparti di produzione Boeing che usano gli articoli di SR: in presenza di ripetuto uso, gli elementi di ET si erano contratti, induriti, e fessurati. I presenti risultati sono stati in accordo con riduzione di elasticità, fessuramento, e lacerazione riportati nella letteratura in [Campbell Flake] su ET in generale. Inoltre, nel presente studio, l’aumento di durezza si è accompagnato ad un aumento della pendenza della curva tensione-accorciamento unitario in compressione, fatto previsto in quanto polimeri più duri si deformano meno di polimeri più morbidi quando sottoposti allo stesso valore

di tensione. Come illustra la Tabella 4, la precisione globale di tutte le misure, espressa come deviazione standard percentuale tra tutti i provini, è stata piuttosto buona, essendo al massimo 1,6% nel caso della durezza a 6 cicli termici. Alcuni tipi di misurazioni sono stati eseguiti manualmente, quindi la loro accuratezza potrebbe essere migliorata qualora una tecnica più sofisticata fosse utilizzata, per esempio, nel caso della lunghezza, in cui le misure manuali basate su contatto possono essere sostituite con lettura ottica senza contatto. Nei successivi paragrafi ogni misura, eccetto peso, verrà discussa individualmente. Durezza La durezza di SR è aumentata del 3,5% corrispondente a circa 1 grado nella scala Shore A (figura 7), e la precisione dello strumento riportata dal produttore è ±2 gradi. Inoltre: a) ogni valore riportato è la media di 10 valori misurati su ciascuno dei due provini a forma di placca, per un totale di 20 misurazioni; b) la deviazione standard è stata 1,4-2,3 gradi per una placca, 0,3-1,3 per l’altra placca; c) il tasso di crescita è stato costante; d) impiegando il software statistico Minitab® 16, è stato eseguito il test di ipotesi Mann-Whitney per valori mediani, che ha indicato che le 4 popolazioni di dati (0, 3, 6, 9 cicli termici)


Test sperimentali

Figura 6. Grafico riassuntivo dei risultati di prova. In ascissa il numero dei cicli termici, in ordinata la variazione percentuale delle proprietà. Length = lunghezza, weight = peso, hardness = durezza.

Poiché, a differenza dei metalli, la curva tensione-deformazione degli elastomeri manca di una porzione lineare, il modulo di elasticità in compressione [Timoshenko, pagina 4] – corrispondente alla tangente alla suddetta curva - non è stato considerato, ma è stato calcolato il quoziente tensione-deformazione nelle seguenti regioni della curva di prova: • nelle condizioni di impiego, ossia nell’intervallo 0,35-0,70 MPa, come pendenza della corda tracciata tra i punti a 0,35 e 0,70 MPa (chord modulus). • Al di sopra delle condizioni di impiego, nell’intervallo 3,5-4,9 MPa, di nuovo come chord modulus. • Alla tensione massima di 4,9 MPa, dividendo questo valore per il corrispondente valore della deformazione. I valori del quoziente tensione-deformazione sono elencati come valori assoluti in Tabella 5, e, come valori normalizzati in Tabella 6. Soltanto i valori di grigio sono inclusi in Tabella 4, perché essi sono gli unici a mostrare una tendenza attraverso i cicli termici, mentre i valori negli altri insiemi di misure hanno oscillato in funzione dei cicli termici. La tendenza dei valori di grigio da 0 a 9 cure cycles comprende incrementi piccoli ma costanti, e piccoli coefficienti di variazione, che vanno da 0,7 a 4,5%. Usando Minitab® 16, è stato condotto il test di ipotesi ANOVA a senso unico, assumendo varianze diverse, per accertare se 9,62, 9,73, 9,80, e 9,93 fossero medie di popolazioni di valori statisticamente diversi, ma è stato impossibile concludere che quelle popolazioni erano reciprocamente diverse.

Correlazione compressionedurezza Figura 7. Grafico dei valori di durezza in funzione del numero di cicli termici erano statisticamente e reciprocamente diverse. L’aumento del 3,5% è stato simile all’aumento del 2,9% riportato per il campione di gomma Shin-Etsu sottoposta a 9 cicli termici a 177 oC, 827 kPa nello studio Boeing menzionato in precedenza.

Risposta a compressione Il test di compressione è stato condotto applicando il carico di prova a velocità di crescita costante (N/min), finchè esso ha raggiunto il massimo valore consentito dalla cella di cari-

co pari a 1000 N. Essendo gomme incompressibili, i provini non hanno mostrato fratture o rottura, e quindi non è stata registrata una formale resistenza a compressione intesa come massimo valore della tensione (uguale a forza per unità di superfice [Timoshenko, pagina 5]) precedente a frattura o rottura. Figura 8 illustra la curva tensione-accorciamento unitario (uguale ad accorciamento per unità di spessore [Timoshenko, pagina 5]) relativa a provino sottoposto a 0 cure cycles (vergine) .

La correlazione matematica tra compressione e durezza è apparsa lineare e molto marcata, poiché non solo i valori di entrambe proprietà sono aumentati, ma essi hanno anche mostrato un simile andamento, come è evidente in figura 9, in cui l’inclinazione della linea di interpolazione è circa 0,9, e il coefficiente di correlazione R2 è molto elevato e praticamente 1, corrispondente a perfetta correlazione. Questa correlazione può essere molto utile da un punto di vista pratico, poiché il durometro per la prova di durezza presenta i seguenti vantaggi rispetto alla prova di compressione e altre prove molto diffuse come trazione e flessione: a) il suo prezzo è molto infeL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

53


Dalle Aziende

Tabella 5. Quoziente tensione/accorciamento unitario in valore assoluto Cicli termici

Inclinazione tensione/ Inclinazione tensione/ accorciamento unitario accorciamento unitario al di sopra delle in condizioni d’uso condizioni d’uso (0,35-0,63 MPa) (3,5-6,3 MPa)

Massima tensione (6,3 MPa)/Massimo accorciamento unitario

Unità

MPa

MPa

Media aritmetica MPa

Deviaz. standard MPa

Coeff. di variaz. %

0

4.77

23.6

9.62

0.43

4.5

3

4.99

23.2

9.73

0.07

0.7

6

4.91

23.5

9.80

0.39

3.9

9

4.80

24.3

9.93

0.17

1.7

Tabella 6. Quoziente tensione/accorciamento unitario in valore percentuale Cicli termici

Inclinazione tensione/ Inclinazione tensione/ accorciamento unitario accorciamento unitario al di sopra delle in condizioni d’uso condizioni d’uso (0,35-0,63 MPa) (3,5-6,3 MPa)

Massima tensione (6,3 MPa)/Massimo accorciamento unitario

100.0

Deviaz. standard MPa

Coeff. di variaz. %

98.2

101.2

0.43

4.5

103.1

99.4

101.9

0.07

0.7

100.6

102.9

103.2

0.39

3.9

Unità

%

%

%

0

100.0

100.0

3

104.6

6 9

Figura 8. Grafico della tensione (stress) in funzione dell’accorciamento unitario (strain) in compressione: a sinistra un campione vergine (0 cicli termici); a destra un campione invecchiato (9 cicli termici). 54

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

riore, agirandosi intorno a €1000; b) è più agevole raccogliere, analizzare, ed interpretare dati; c) la durezza può essere misurata nei reparti di produzione, senza richiedere tecnici qualificati. Nel presente caso, è stato usato un durometro (Figura 5a) munito di un peso morto che sostituisce la pressione manuale, e aumenta la precisione, attraverso la minimizzazione dell’errore dovuto alla variazione del carico applicato manualmente dallo stesso operatore, o da diversi operatori. La prova di compressione ha i seguenti svantaggi: a) il costo dell’apparecchiatura parte da decine di migliaia di euro; b) la familiarizzazione con l’apparecchiatura richiede diverse ore; c) l’analisi ed interpretazione dei dati deve essere affidata a personale tecnico laureato. Tuttavia, il misuratore di durezza portatile non è esente da limitazioni: bassa risoluzione (0,5 gradi per strumenti analogici) e precisione pari a ±2 gradi, che,


Test sperimentali è vantaggioso nel caso di elementi di ET cui si richiede stabilità dimensionale, perché indica che essi possono essere pre-riscaldati prima di essere impiegati. In generale, nel caso di gomme, la loro durezza influenza la loro contrazione: più morbida è la gomma, maggiore è la sua contrazione dovuta a riscaldamento.

Struttura chimica

Figura 9. Grafico della variazione della risposta a compressione in funzione della durezza (hardness).

Figura 10. Grafico della contrazione (shrinkage) di SR nel presente studio in funzione del numero di cicli termici.

nel caso dei quasi 40 gradi Shore A rilevati per SR, corrisponde a circa 5%.

Contrazione Il grafico dei valori di contrazione è stato tracciato in figura 10 a sinistra, in cui ogni punto è la media aritmetica di una misurazione su quattro provini, provenienti da due lotti. La contrazione è diminuita con l’aumentare dei cicli termici. La tendenza a contrarsi ha confermato i seguenti gruppi di dati raccolti in precedenza da altri investigatori. I risultati dell’esperimento indipendente della Boeing eseguito su ETD di SR soggetti allo stesso ciclo termico 177 oC, 621 kPa ma senza la presenza di prepreg non polimerizzato ad ogni ciclosono

Combinando Exoscan con un metodo di analisi statistica chiamato analisi dei componenti principali, o principal component analysis (PCA), una differenza significativa è stata rilevata tra i provini vergini, indicati come 0TC, e i provini riscaldati nove volte, indicati come 9TC, in cui il numero n nell’ab-

Figura 11. Grafico della contrazione (shrinkage) di SR ETD in un precedente studio indipendente: in ascissa il numero dei cicli termici, in ordinata la lunghezza in valore percentuale.

riportati in figura a destra, dove ogni punto è la media aritmetica di due misurazioni effettuate nello stesso provino in diversi punti. In questo studio, tuttavia, la contrazione è stata 1,1%, circa tre volte il valore di 0,32% registrato nel presente studio. Si suppone che la presenza dell’ammina sviluppatasi dal prepreg non polimerizzato usato nel presente studio abbia causato la minore contrazione. Nello studio della Boeing su gomma siliconica RTV sottoposta a 15 cicli termici menzionato in precedenza, il valore della contrazione dopo 9 cicli termici è stato 0,4-0,8%, simile alla contrazione di 0,6% nel presente studio. Sapere che il tasso di contrazione diminuisce nel corso di ripetuti cicli termici

breviazione nTC rappresenta il numero n di cicli termici. L’analisi dei dati è stata mirata a stabilire se il numero dei cicli termici era quello più influente tra tutti i fattori (componenti principali) che avevano causato differenze nella reazione dei provini. Un componente principale è un fattore di varianza statistica nell’insieme di dati. Per esempio, negli spettri infrarossi di SR tracciati usando Exoscan vi sono piccole differenze relative al materiale in sé, il numero dei cicli termici, variazioni nel sampling, ecc. PCA è un metodo che inizialmente individua il massimo fattore di varianza, poi il secondo fattore più grande completamente indipendente dal primo, poi il terzo fattore più grande completamente indipendente L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

55


Dalle Aziende

Tabella 7. Riassunto dei risultati FTIR Provini

Valore previsto

MD

Cicli termici

EPV

(EPV)2

3 cures_0000.spc 3 cures_0001.spc 3 cures_0002.spc 3 cures_0003.spc 3 cures_0004.spc

7,2 5,8 6,5 6,6 6,2

13,4 14,3 13,8 13,5 13,6

3 3 3 3 3

4,2 2,8 3,5 3,6 3,2

17,47 7,88 12,32 12,94 10,37

Media aritmetica

6,5

13,7

Deviation standard

0,5

6 cures_0000.spc 6 cures_0001.spc 6 cures_0002.spc 6 cures_0003.spc 6 cures_0004.spc

9,7 9,8 10,0 9,5 7,7

13,1 12,9 13,4 12,3 15,4

Media aritmetica

9,4

13,4

Deviation standard

0,9

9 cures_0000.spc 9 cures_0001.spc 9 cures_0002.spc 9 cures_0003.spc 9 cures_0004.spc

9,2 9,4 8,9 8,6 8,1

11,2 11,5 10,8 11,5 12,7

Media aritmetica

8,8

11,5

Deviation standard

0,5 Risultati totali

3,46

6 6 6 6 6

3,7 3,8 4,0 3,5 1,7 3,35

9 9 9 9 9

2,2

12,20 3,49 14,00 14,74 15,63 12,30 2,98

Media aritmet. RMSEP

0,2 0,4 -0,1 -0,4 -0,9 -0,18

Bias

Media aritmet. RMSEP

11,93 3,45 0,03 0,12 0,01 0,13 0,88

Media aritmet. RMSEP Media arit. totale RMSEP totale

0,23 0,48 8,12 2,85

LEGENDA Cures: cicli termici - MD: distanza di Mahalanobis - EPV: Errore nella previsione del valore - RMSEP: radice quadrata della media aritmetica dei quadrati (root mean square) dell’errore nella previsione del valore

Figura 12. Spettri infrarossi rilevati durante l’analisi FTIR: in ascissa la lunghezza d’onda, in ordinate l’assorbanza. 56

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

dai primi due, e cosi’ via. Ogni componente principale rappresenta una differenza nei dati spettrali di Exoscan che può essere scoperta, ed estratta impiegando PCA. L’analisi dei risultati è stata effettuata usando il software per analisi grafica multivariata GRAMS IQ™ commercializzato da Thermo Scientific [thermoscientific] per l’analisi spettroscopica e di parametri chimici. GRAMS IQ™ ha impiegato un’analisi multivariata e la distanza di Mahalanobis per misurare la correlazione tra i risultati FTIR e il numero di cicli termici, e, quindi, l’accuratzza con cui le rilevazioni FTIR potevano predire variazioni nella gomma siliconica. La distanza di Mahalanobis è una misura basata sulla correlazione all’interno di insieme di dati, ed è usata per stabilire se un insieme di dati sperimentali sia simile ad un modello noto. I risultati FTIR sono riassunti nella tabella 7. L‘errore nella previsione del valore


Test sperimentali (EPV) della struttura chimica di SR sottoposta a 9 cicli termici (0,48) è soltanto il 14% dell’errore di previsione per i materiali sottoposti a 3 e 6 cicli termici (3,46 e 3,45 rispettivamente). Minore è la distanza di Mahalanobis e EPV, maggiormente accurato è il valore previsto. Sulla base delle misurazioni eseguite, si è concluso che si era verificato un cambiamento chimico significativo e misurabile in SR dopo 9 cicli termici, e non prima. L’analisi è iniziata con la calibrazione dei dati Exoscan usando le rilevazioni relative a tutti i cicli termici, ed ha generato un modello per la previsione dei dati, che ha previsto i risultati a 9 cicli piuttosto fedelmente, ma non quelli a 3 e 6 cicli. Exoscan è riuscito a rilevare soltanto un cambiamento molto piccolo con la progressione dei cicli termici, e il valore del cambiamento è stato massimo e il più significativo dopo 9 cicli. La Tabella 7 indica che l’errore di previsione, precisamente l’errore della radice quadrata media nella colonna (EPV)2, per il materiale a 9 cicli è stato significativamente inferiore (0,48) di quello a 3 e 6 cicli (3,49 e 3,45 rispettivamente). Gli spettri infrarossi mostrano un cambiamento piccolo ma molto ripetibile negli spettri di SR a 9 cicli rispetto a SR a 0 cicli. Le aree del massimo cambiamento (figura 12) corrispondono a numero di onda 1169 con variazione del 2,6% da stato non polimerizzato a stato polimerizzato, e numero d’onda 1278 con variazione del 2,8% da stato non polimerizzato a stato polimerizzato. Tipicamente, occorre solo una variazione dello 0,5% negli spettri infrarossi per ottenere un risultato quantitativo dagli stessi.

Risposta ad indentazione Si prevedeva che i risultati TMA confermassero le misure di durezza e in compressione, e che, in particolare, i valori del quoziente forza d’indentazione su profondità di penetrazione aumentassero al crescere del numero di cicli termici, ma ciò non si è verificato. Possibili ragioni di questa inconsistenza sono: a) il valore della forza è stato insufficiente a penetrare nella gomma ad adeguata profondità e rilevarne il cambiamento; b) la velocità di prova è stata eccessivamente alta, e ha mascherato le potenziali differenze nella

risposta del materiale; a differenza dei metalli, i polimeri sono viscolelastici, e perciò il valore delle loro proprietà meccaniche dipende dalla velocità di prova, o, più esattamente, dalla velocità di applicazione della forza (N/min) o della deformazione (mm/min), a seconda che forza o deformazione siano controllati durante la prova.

Conclusioni Allo scopo di quantificare la durabilità di un materiale commerciale per ET in presenza di effettive condizioni di servizio, e, infine, ridurre i difetti nei componenti in materiale composito dovuti a articoli per ET usati oltre le proprie condizioni di servizio ottimali, sono stati monitorati durezza, contrazione, peso, risposta a compressione e indentazione, e struttura chimica su una tipica gomma siliconica commerciale impiegata come ET e ripetutamente esposta al ciclo di polimerizzazione a 177 °C, 621 kPa, 1 atm di vuoto applicato per fabbricare parti in materiale composito. Le modifiche registrate nei provini, durante il loro passaggio da 0 a 9 cicli termici, sono state le seguenti: a) la contrazione ha raggiunto il 6%; b) la durezza e la pendenza della curva tensione-accorciamento unitario in compressione sono aumentate rispettivamente del 3,5%, and 3,2%; c) la struttura chimica è cambiata del 2,7%. Durezza e compressione sono cresciute con andamento lineare, lunghezza con andamento quadratico. La correlazione matematica tra variazione in durezza e variazione in compressione è stata stretta e di tipo lineare. La prova di durezza presenta vantaggi significativi rispetto alle altre prove effettuate nel presente studio: è economica da eseguire (apparecchiatura a prezzo contenuto), e facile (non richiede personale laureato) ed economica da analizzare (breve tempo di analisi), ed è stata sensibile ai cambiamenti verificatisi nel materiale in funzione dei cicli termici. Nel presente studio è stata sviluppata una procedura di prova ed analisi per compilare un archivio dati con le proprietà fisiche e meccaniche dei materiali che serva da riferimento a progettisti di ET e formulatori di gomme per ET aventi durabilità superiore. La geometria dei provini è stata

Bibliografia Adams R. C., Foston Marvin, “Elastomeric Tooling”. ASM Handbook, Vol. 21: Composites. Eds. D. B. Miracle, S. L. Donaldson. ASM International, 2001, p. 445. Brown Roger P., Butler T., Hawley S. W., Ageing of Rubber – Accelerated Ageing Test Results, UK: iSmithers Rapra, 2001. Campbell Flake C., Manufacturing Processes For Advanced Composites, Oxford, UK: Elsevier, 2004, p. 127 Coran A. Y, “Vulcanization”, Science and technology of rubber. Eds. James E. Mark, Burak Erman, London, UK: Academic Press, 1994, p. 376. Hiken Alan, “Elastomeric Tooling for Composites Manufacturing”. Composites Manufacturing Exhibits and Conference, Dayton OH, April 12-14, 2011, SME, Dearborn, MI 48128. Hoa Suong V., Principles of Manufacturing of Composites Materials. Lancaster, PA: DEStech Publications, Inc., 2009, p. 150. Sarkar Amalendu, “Silicone Rubber”. Rubber Technologist’s Handbook Vol. 2., Eds. J. White, S. K. Dee, K. Naskar, UK: iSmithers Rapra, 2009, p. 393. Timoshenko Stephan, Scienza delle Costruzioni, Viglongo, 1989

www.thermoscientific.com

definita su misura, allo scopo di soddisfare i seguenti requisiti: minimizzare la quantità richiesta di materiale, consentire la misurazione di diverse proprietà, e impiegare un numero di provini adeguato a trarre conclusioni statistiche. La durezza è emersa come la proprietà ottimale tra tutte quelle misurate, perché è stata sensibile alla trasformazione del materiale, economica da misurare, e rappresentativa della longevità del materiale. Sebbene questo studio abbia raggiunto il suo scopo, una sua continuazione, basata sui presenti risultati, è in programma, con l’obiettivo di valuatare ulteriori metodi di prova, e investigare l’invecchiamento di ET sottoposto a più di 10 cicli termici.  L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

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Normative NORMATIVE

Giocare sicuri di Beatrice Garlanda

Due direttive europee aggiornano la normativa sui giocattoli e sulla sicurezza. Un aspetto che può riguardare anche chi produce componenti in gomma utilizzate da produttori di giocattoli. Ecco allora una panoramica generale della regolamentazione del settore

L

a sicurezza dei giocattoli è disciplinata, in ambito UE, dalla direttiva 2009/48/CE, più volte modificata (vedi tabella 1) Vogliamo informare i nostri lettori che, di recente, sono state approvate due direttive che emendano ulteriormente il provvedimento base. Si tratta di: - direttiva (UE) 2017/738, del 27 marzo 2017, che modifica l’allegato II della direttiva 2009/48/CE, al fine di adeguarlo al progresso tecnico, per quanto riguarda il piombo (G:U. UE 27 aprile 2017) - direttiva (UE) 2017/774, del 3 maggio 2017, che modifica, allo scopo di adottare valori limite specifici per i prodotti chimici utilizzati nei giocattoli, l’allegato II, appendice C, della direttiva 2009/48/CE (G.U UE 4 maggio 2017) In quest’articolo cercheremo di offrire un quadro di sintesi della versione vigente del provvedimento del 2009, soffermandoci anche sui due testi sopra citati.



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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

Ambito di applicazione La direttiva 2009/48/CE si applica ai prodotti progettati o destinati, in modo esclusivo o meno, a essere utilizzati per fini di gioco da bambini di età inferiore ai 14 anni (“giocattoli”). L’allegato I contiene un elenco indicativo dei prodotti che non possono essere considerati giocattoli. Esaustivo è, invece, il paragrafo 2 dell’art.2 che prevede i casi di esclusione dal campo d’applicazione del provvedimento.

 Obblighi degli operatori economici

Obblighi dei fabbricanti Premettiamo che “fabbricante”, ai sensi della direttiva in esame, è la persona fisica o giuridica che fabbrica un giocattolo, oppure lo fa progettare o fabbricare, e lo commercializza apponendovi il proprio nome o marchio. All’atto dell’immissione dei loro giocattoli sul mercato, i fabbricanti devono garantire che siano stati progettati e fabbri-


Sostanze cati conformemente a requisiti essenziali di sicurezza (art.10 e allegato II). Inoltre preparano la documentazione tecnica relativa al giocattolo (art.21) ed eseguono o fanno eseguire la procedura di conformità (art.19). Se la conformità di un giocattolo alle prescrizioni applicabili è stata dimostrata dalla procedura di cui sopra, i fabbricanti redigono una dichiarazione CE di conformità e appongono la marcatura CE. Conservano la documentazione tecnica e la dichiarazione CE di conformità per un periodo di dieci anni dopo che il giocattolo è stato immesso sul mercato e garantiscono che siano predisposte le misure necessaria affinché la produzione in serie continui ad essere conforme. Se ritenuto necessario, eseguono, per proteggere la salute e la sicurezza dei consumatori, prove a campione dei giocattoli commercializzati, svolgono indagini e, se del caso, tengono un registro dei reclami. Garantiscono che sui loro giocattoli sia apposto un numero di tipo, lotto, serie, modello che consenta la loro identificazione (art.4, par.5). Inoltre i fabbricanti indicano il loro nome, la loro denominazione commerciale registrata e il loro marchio registrato e l’indirizzo al quale possono essere contattati (art.4, par.6) Se le dimensioni o la natura del giocattolo non lo consentono, le informazioni prescritte compaiono sull’imballaggio o in un documento di accompagnamento. Sia i fabbricanti che gli importatori garantiscono che il giocattolo sia accompagnato da istruzioni e informazioni sulla sicurezza fornite in una lingua o in lingue che possono facilmente essere comprese dai consumatori. Rappresentanti autorizzati Il fabbricante può nominare, mediante mandato scritto, un rappresentante autorizzato. La conformità ai requisiti essenziali di sicurezza del giocattolo e la stesura della documentazione tecnica non possono rientrare però, nel mandato Obblighi degli importatori Gli importatori immettono sul mercato UE solo giocattoli conformi. Prima di immettere un giocattolo sul mercato si accertano che i fabbricanti abbiano eseguito la procedura di valutazione della conformità. Essi assicurano che il fabbricante abbia preparato la documentazione tecnica, che la marcatura di conformità prescritta sia apposta sul giocattolo, che questo sia accompagnato dai documenti prescritti e che il fabbricante abbia adempiuto a quanto prescritto dall’art.4, par. 5 e 6. Gli importatori indicano sul giocattolo il loro nome, la loro denominazione commerciale registrata e il loro marchio registrato e l’indirizzo a cui possono essere contattati (art.6, par.3). Infine, gli importatori e i distributori garantiscono che mentre un giocattolo è sotto la loro responsabilità, le condizioni di immagazzinamento o di trasporto non mettano a rischio i requisiti essenziali di sicurezza Obblighi dei distributori Prima di mettere un giocattolo a disposizione sul mercato, i distributori devono verificare che il giocattolo rechi la marcatura prescritta, sia accompagnato dai documenti prescritti

e da istruzioni e informazioni sulla sicurezza in una lingua o in lingue che possono essere facilmente comprese dai consumatori dello Stato in cui il giocattolo deve essere messo a disposizione sul mercato e che il fabbricante e l’importatore abbiano adempiuto alle prescrizioni di cui all’art.4, par.5 e 6 e all’art.6, par.3 sopra citati. Casi in cui gli obblighi dei fabbricanti sono applicati agli importatori e distributori Un importatore o distributore è ritenuto un fabbricante ai fini della direttiva 2009/48/CE, ed è soggetto agli obblighi del fabbricante di cui all’art.4, quando immette sul mercato un giocattolo con il proprio nome o marchio commerciale o modifica un giocattolo già immesso sul mercato in modo tale che la conformità con le prescrizioni applicabili possa esserne condizionata.

 Conformità dei giocattoli

Requisiti essenziali di sicurezza I giocattoli immessi sul mercato devono essere conformi ai requisiti essenziali di sicurezza prescritti dall’articolo 10, per quanto riguarda i requisiti generali, e dall’allegato II per quanto riguarda i requisiti specifici. Ai sensi dell’art.10, i giocattoli, comprese le sostanze chimiche che contengono, non devono compromettere la salute e la sicurezza dell’utilizzatore o dei terzi,, se usati conformemente alla loro destinazione o quando vi è un uso prevedibile dato il comportamento abituale dei bambini. Oltre che dell’abilità dell’utilizzatore si deve tenere conto di chi effettua la sorveglianza, in particolare per quanto riguarda i giocattoli destinati ai più piccoli. Inoltre, le etichette apposte e le istruzioni per l’uso devono richiamare l’attenzione del bambino o di chi effettua la sorveglianza sui pertinenti pericoli e sui rischi di danno correlati all’uso del giocattolo e sul modo di evitarli. I giocattoli devono essere conformi ai requisiti essenziali di sicurezza per tutta la durata di impiego prevedibile e normale dei giocattoli stessi. Va evidenziato che quelli che sono conformi alle norme armonizzate o a parti di esse, i cui riferimenti sono stati pubblicati nella G.U. della UE, sono considerati conformi all’art.10 e all’allegato II. Avvertenze Se del caso, le avvertenze sopra descritte indicano le opportune restrizioni. Tali restrizioni devono comprendere per lo meno l’età minima e massima dell’utilizzatore e,se del caso, l’abilità dell’utilizzatore, il peso massimo o minimo dell’utilizzatore e la necessità che il gioco avvenga con la sorveglianza di un adulto (allegato V, parte A) L’allegato V, parte B, stabilisce le avvertenze specifiche e le precauzioni da seguire nell’uso di alcune categorie di giocattoli. Il fabbricante appone le avvertenze in modo chiaramente visibile e facilmente leggibile, facilmente comprensibile ed accurato sul giocattolo, su un’etichetta o sull’imballaggio, nonché, se del caso, sulle istruzioni per l’uso Obiezione ad una norma armonizzata Se uno Stato membro o la Commissione ritengono che una L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

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Normative

norma armonizzata non soddisfi le prescrizioni dell’articolo 10 e dell’allegato II, possono sottoporre la questione al comitato istituito con direttiva 98/34/CE. Tale comitato esprime il suo parere. Alla luce del parere di cui sopra, la Commissione decide di pubblicare, non pubblicare o pubblicare con limitazioni, di mantenere, di mantenere con limitazioni o di ritirare il riferimento alla norma armonizzata in questione nella o dalla G.U della UE. La Commissione informa l’organismo europeo di normalizzazione interessato e, se del caso, richiede la revisione della norma armonizzata. Dichiarazione CE di conformità La dichiarazione CE di conformità attesta che è stata dimostrata la conformità ai requisiti di cui all’art.10 e all’allegato II Tale dichiarazione contiene almeno gli elementi specificati nell’allegato III della direttiva e dei pertinenti moduli della decisione 768/2008/CE (rimandiamo sul punto alla lettura dei testi originali) Con la dichiarazione CE di conformità il fabbricante si assume la responsabilità della conformità del giocattolo. Principi generali della marcatura CE I giocattoli resi disponibili sul mercato recano la marcatura CE. Gli Stati membri presumono la conformità del giocattolo recante la marcatura CE alla direttiva 2009/48/CE. Regole e condizioni per l’apposizione della marcatura CE La marcatura CE è apposta in modo visibile, leggibile e indelebile sul giocattolo o su un’etichetta affissa o sull’imballaggio. Nel caso di giocattoli di piccole dimensioni o costituiti da piccole parti può essere apposta su un ‘etichetta o su un foglio informativo. La marcatura è apposta sul giocattolo prima dell’immissione in commercio. Può essere seguita da un pittogramma o da qualsiasi altro marchio che indichi un rischio o un impiego particolare.

 Valutazione di conformità

Valutazione della sicurezza Prima di immettere un giocattolo sul mercato i fabbricanti devono effettuare un’analisi dei pericoli chimici, fisico-meccanici ed elettrici , di infiammabilità, di igiene e di radioattività che il giocattolo può presentare, e effettuano una valutazione della potenziale esposizione a tali pericoli. Procedure di valutazione della conformità applicabili I fabbricanti applicano le procedure di valutazione di conformità di cui all’art.19. Se il fabbricante ha applicato le norme armonizzate, egli segue la procedura di controllo di cui al modulo A de all’allegato II della decisione 768/2008/CE. Il giocattolo è, invece, sottoposto all’esame CE del tipo (art.20), congiuntamente alla procedura di conformità al tipo prevista dal modulo C dell’allegato II della decisione 768/2008/CE se: - non esistono norme armonizzate, i cui riferimenti sono stati pubblicati nella G.U UE, riguardanti tutti i requisiti di sicurezza dei giocattoli - se esistono le norme armonizzate, ma il fabbricante non le 60

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

ha applicate o le ha applicate solo in parte - se una o più norme armonizzate sono state applicate con una limitazione - se il fabbricante ritiene che la natura, la progettazione, la costruzione o la destinazione del giocattolo richiedano il ricorso alla verifica da parte di terzi. L’esame CE del tipo è effettuato seguendo la procedura di cui al modulo B dell’allegato II della decisione 768/2008/CE. Documentazione del prodotto La documentazione tecnica che deve essere preparata dal fabbricante contiene tutti i dati necessari o i dettagli relativi agli strumenti utilizzati per garantire la conformità del giocattolo ai requisiti essenziali di sicurezza. Essa contiene in particolare i documenti elencati nell’allegato IV ed è redatta in una delle lingue ufficiali della Comunità. L’autorità di vigilanza del mercato può richiedere che il fabbricante inadempiente faccia effettuare una prova, entro un termine determinato, da parte di un organismo notificato per verificare la conformità alle norme armonizzate e ai requisiti essenziali di sicurezza.

Altre disposizioni Le altre disposizioni della direttiva riguardano: - la notifica degli organismi di valutazione della conformità - gli obblighi e le competenze degli Stati membri - le procedure di comitato - le disposizioni transitorie e finali Per questi aspetti si rimanda alla lettura del testo originale.

 Requisiti di sicurezza

Proprietà fisico-meccaniche (allegato II, parte I) Tali proprietà sono elencate alla parte 1 dell’allegato II. Ci limitiamo a ricordarne alcune I giocattoli e lo loro parti devono avere la resistenza meccanica e la stabilità necessarie a sopportare le sollecitazioni cui vengono sottoposti durante l’uso. Bordi, sporgenze, corde, cavi devono essere progettati e costruiti in modo da ridurre per quanto possibile i rischi per incolumità fisica dovuti al contatto con questi. Non deve esserci un rischio di strangolamento o di asfissia. I giocattoli destinati a bambini al di sotto dei 36 mesi, i loro componenti e le eventuali parti staccabili devono avere dimensioni tali da prevenirne l’ingestione o l’inalazione. L’imballaggio in cui i giocattoli sono contenuti per la vendita al dettaglio non deve comportare un rischio di strangolamento o di asfissia. Se contenuti in alimenti o incorporati ad essi devono avere un loro imballaggio che deve essere di dimensioni tali da impedirne l’ingestione o l’inalazione. I giocattoli nautici devono essere progettati e costruiti in modo tale da ridurre per quanto possibile il rischio che vengano meno la galleggiabilità del giocattolo stesso e il sostegno dato al bambino. I giocattoli, inoltre, devono essere costruiti in modo tale da garantire che: - la temperatura minima e massima di ogni superficie accessibile non provochi lesione in caso di contatto


Sostanze - i liquidi e i gas contenuti nel giocattolo non raggiungano temperature e pressioni tali che la loro fuoriuscita dal giocattolo- salvo che ciò sia indispensabile per il funzionamento-possa provocare ustioni, scottature e altre lesioni. I giocattoli destinati a produrre un suono devono essere progettati e costruiti considerando i valori massimi del rumore, sia impulsivo che prolungato, in modo tale che non possa essere danneggiato l’udito del bambino. Infiammabilità (allegato II, parte II) I giocattoli devono essere conformi ad una o più delle seguenti condizioni: a) non bruciano se direttamente esposti ad una fiamma, a una scintilla o a qualsiasi altra potenziale fonte di incendio b) non sono facilmente infiammabili c) qualora prendano fuoco, bruciano lentamente, con una bassa velocità di propagazione della fiamma d) indipendentemente dalla composizione chimica del giocattolo, sono progettati in modo da ritardare meccanicamente il processo di combustione. i giocattoli che, per ragioni indispensabili al loro funzionamento, contengono sostanze o miscele rispondenti ai criteri di classificazione di cui alla sezione I dell’appendice B non debbono contenere, in quanto tali, sostanze o miscele che possono divenire infiammabili a seguito della perdita di componenti volatili non infiammabili. I giocattoli non devono contenere sostanze o miscele che: - in caso di miscelazione tra loro possano esplodere per reazione chimica o riscaldamento possano esplodere se miscelate con sostanze ossidanti oppure - contengano componenti volatili infiammabili a contatto con l’aria e tali da formare miscele di aria/vapore infiammabili o esplosive. Proprietà chimiche (allegato II, parte III) I giocattoli devono essere progettati e costruiti in modo tale che non vi siano rischi di effetti nocivi sulla salute dovuti all’esposizione alle sostanze o alle miscele di cui i giocattoli sono costituiti o che sono in esso contenuti, ove siano utilizzati conformemente a quanto previsto dall’art.10. Devono essere conformi alla pertinente legislazione comunitaria concernente determinate categorie di prodotti o attenersi alle restrizioni applicabili ad alcune sostanze o miscele. I giocattoli che siano essi stessi sostanze o miscele devono essere conformi al regolamento (CE) 1272/2008. È vietato l’impiego nei giocattoli, in loro componenti o in parti degli stessi distinte a livello microstrutturale, delle sostanze CMR delle categorie 1A, 1B o 2 di cui al regolamento sopra citato Sono previste deroghe. Si segnala che l’appendice C dell’allegato II, parte III, detta i valori limite specifici per i prodotti chimici utilizzati nei giocattoli destinati ai bambini di età inferiore ai 36 mesi o in altri giocattoli destinati ad essere messi in bocca (vedi tabella 2) L’allegato II contiene un elenco delle fragranze allergizzanti che non possono essere presenti nei giocattoli ed un elenco di quelle le cui denominazioni devono comparire sull’etichetta, sull’imballaggio e nelle istruzioni allegate al giocattolo stesso . Fatto salvo quanto sopra detto, non devono essere superati i .limiti di migrazione dai giocattoli o dai loro componenti de-

gli elementi che riportiamo nella tabella 3. Sul punto si noti che la direttiva distingue tra: - materiale per giocattoli secco, fragile, in polvere o flessibile: si tratta di materiale solido per giocattoli dai quali, durante il gioco, possono staccarsi materiali in polvere che possono essere ingeriti. La contaminazione delle mani con la polvere incrementa l’esposizione orale. - materiale per giocattoli liquido o colloso: si tratta di materiale per giocattoli fluidi o viscosi che possono essere ingeriti e/o che possono causare un’esposizione cutanea durante il gioco - materiale rimovibile dal giocattolo mediante raschiatura: si tratta di materiale solido per giocattoli, con o senza rivestimento, che possono essere ingeriti dopo essere stati morsicati, grattati con i denti, succhiati o leccati. I valori limite sopra richiamati non si applicano ai giocattoli e ai loro componenti per i quali è escluso qualsiasi pericolo dovuto alle azioni di succhiare, leccare, ingerire o al contatto prolungato con la cute ove l’uso avvenga conformemente all’articolo 10 Altre disposizioni dell’allegato II L’allegato II detta disposizioni relative alle proprietà elettriche, all’igiene e alla radioattività. Per questi aspetti rimandiamo alla lettura della direttiva.

 Piombo nei giocattoli La direttiva 2009/48/UE stabiliva, inter alia, i valori limite di migrazione del piombo. Tali valori limite facevano riferimento a raccomandazioni contenute in una relazione del 2008 dell’Istituto nazionale dei Paesi Bassi per la salute pubblica e l’ambiente (RIVM), intitolata “Chemicals in toys. A general methodology for assessment of chemical safety of toys with a focus on elements”. Il RIVM sosteneva che l’esposizione dei bambini ad elementi quali il piombo non dovesse superare una dose giornaliera tollerabile. Poiché i bambini sono esposti al piombo anche da fonti diverse dai giocattoli, a questi ultimi andrebbe attribuita solo una percentuale del valore tossicologico di riferimento. In proposito il Comitato scientifico della tossicità, ecotossicità e ambiente (CSTEE) ha raccomandato che non provenga dai giocattoli oltre il 10% della dose massima tollerabile di piombo. Questa posizione è stata condivisa dal comitato scientifico per i rischi sanitari e ambientali (CSRSA). Inoltre, essendo il piombo considerato particolarmente tossico, nella direttiva del 2009 i suoi valori limite di migrazione sono stati fissati ad un livello pari alla metà del livello considerato sicuro secondo i criteri del CSRSA, ovvero al 5% della dose giornaliera tollerabile. Per l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) per il piombo non esiste, in quanto metallo tossico, una soglia al di sotto della quale l’esposizione non abbia effetti gravi sulla salute. Anche una bassa esposizione al piombo può causare neurotossicità, cioè danni al sistema nervoso e al cervello. In particolare può verificarsi un deficit di apprendimento. Pertanto, secondo i dati pubblicati dall’EFSA, la dose giornaliera tollerabile non deve essere più usata come valore tossicoloL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017

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Normative

gico di riferimento. Secondo l’Autorità il nuovo valore tossicologico di riferimento da utilizzare per stabilire valori limite per il piombo è il BMDL01 (limite della dose di riferimento o benchmark dose limit). Poiché attualmente i livelli medi di piombo nel sangue dei bambini europei sono fino a quattro volte superiori a tale limite e poiché è impossibile stabilire una soglia sullo sviluppo neurologico, qualsiasi esposizione supplementare deve essere evitata per quanto possibile. Applicando gli ultimi sviluppi scientifici alla metodologia della relazione RIVM per calcolare i limiti di sicurezza e applicando l’impostazione della direttiva 2009/48/CE alla gestione dei rischi posti da elementi particolarmente tossici come il piombo, i valori limite per il piombo nei giocattoli devono essere riesaminati e fissati al 5% del BMDL01. A tale scopo la direttiva 2009/48/CE è stata modificata con la direttiva (UE)2017/738 che inserisce i nuovi limiti di migrazione per il piombo nell’allegato II, parte III della direttiva base (nella tabella sono riportati i limiti di migrazione vigenti) La direttiva è entrata in vigore il 17 maggio 2017 e la sua applicazione è prevista a decorrere dal 28 ottobre 2018.

Fenolo nei giocattoli Per quanto riguarda il fenolo (CAS 108-95-2) si evidenzia che viene utilizzato come monomero per le resine fenoliche impiegate nella fabbricazione di legno compensato per giocattoli. La degradazione degli antiossidanti fenolici nei polimeri può essere un’altra fonte di fenolo nei giocattoli. Il fenolo

è stato individuato nelle emissioni delle console di gioco, in una tenda o tunnel da gioco e nella pellicola per imballaggio; è stato ricercato nei giocattoli da bagno e in altri giocattoli gonfiabili e la sua presenza è stata osservata nel PVC. Esso potrebbe anche essere utilizzato come conservante nei giocattoli liquidi a base acquosa come i prodotti per le bolle di sapone o gli inchiostri liquidi a base acquosa. Il fenolo è classificato nel regolamento (CE) 1272/2008 come mutageno di categoria 2. In base all’allegato II, parte III, della direttiva 2009/48/CE le sostanze mutagene possono essere presenti nei giocattoli in una concentrazione pari o inferiore alla pertinente concentrazione stabilita per la classificazione delle miscele contenenti tali sostanze, cioè all’1% pari a 10.000 mg/kg. La direttiva non prevedeva, fino ad ora, disposizioni specifiche per il fenolo Il gruppo di esperti sulla sicurezza dei giocattoli istituito dalla Commissione ed in particolare il sottogruppo sulle “sostanze chimiche” ha raccomandato di limitare il fenolo nei giocattoli a 5 mg/l (limite di migrazione) ,se analizzato nei materiali polimerici, e a una concentrazione massima di 10 mg/kg (tenore limite)se analizzato come conservante e ha previsto che le analisi siano effettuate in conformità alle norme EN 71-10:2005 e 71-11:2005. La direttiva (UE) 2017/774 ha fatto seguito alla raccomandazione di cui sopra e ha incluso il fenolo nell’allegato II, appendice C, della direttiva base (vedi tabella 2). Essa è entrata in vigore il 23 maggio 2017 e dovrà essere applicata a decorrere dal 4 novembre 2018

TABELLA 1 Intervalli di concentrazioni applicabili a componenti pericolosi di grande rilevanza per la risposta di emergenza sanitaria (sostanze o MIM) Provvedimento

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Data

Data G.U.U.E.

Direttiva 2012/7/UE

Che modifica l'allegato II, parte III, della direttiva 2009/48/CE, al fine di adeguarlo al progresso tecnico

Titolo

2/3/2012

3/3/2012 L 64

Regolamento (UE) 681/2013

Che modifica l'allegato II, parte III, della direttiva 2009/48/CE

17/7/2013

18/7/2013 L 195

Direttiva 2014/79/UE

che modifica l'allegato II, appendice C della direttiva 2009/48/CE per quanto riguarda le sostanze TCEP, TCPP e TDCP

20/6/2014

21/6/2014 L 182

Direttiva 2014/81/UE

che modifica l'allegato II, appendice C, della direttiva 2009/48/CE per quanto riguarda il bisfenolo A

23/6/2014

24/6/2014 L 183

Direttiva 2014/84/UE

che modifica l'allegato II, appendice A, della direttiva 2009/48/CE per quanto riguarda il nickel

30/6/2014

1/7/2014 L 192

Direttiva (UE)2015/2115

che modifica, allo scopo di adottare valori limite specifici per i prodotti chimici utilizzati nei giocattoli, l'allegato II, appendice C, della direttiva 2009/48/CE per quanto riguarda la formammide

23/11/2015

24/11/2015 L 306

Direttiva (UE) 2015/2116

che modifica, allo scopo di adottare valori limite specifici per i prodotti chimici utilizzati nei giocattoli, l'allegato II, appendice C, della direttiva 2009/48/CE per quanto riguarda il benzisotiazolinone

23/11/2015

24/11/2015 L 306

Direttiva (UE) 2015/2117

che modifica, allo scopo di adottare valori limite specifici per i prodotti chimici utilizzati nei giocattoli, l'allegato II, appendice C, della direttiva 2009/48/CE per quanto riguarda il clorometilsotiazolinone e il metilsotaziolinone, singolarmente o in una miscela con rapporto 3:1

23/11/2015

24/11/2015 L 306

Direttiva (UE)2017/774

che modifica, allo scopo di adottare valori limite specifici per i prodotti chimici utilizzati nei giocattoli, l'allegato II, appendice C, della direttiva 2009/48/CE per quanto riguarda il fenolo

3/5/2017

4/5/2017 L 115

Direttiva (UE) 2017/738

Che modifica l'allegato II della direttiva 2009/48/CE al fine di adeguarlo al progresso tecnico, per quanto riguarda il piombo

27/3/2017

27/4/2017 L 110

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017


Sostanze TABELLA 2 Allegato II, appendice C, della direttiva 2009/48/CE Valori limite specifici per i prodotti chimici destinati ai bambini di età inferiore ai 36 mesi o in altri giocattoli destinarti ad essere messi in bocca Numero CAS 115-96-8 5 mg/kg (tenore limite) 13674-84-5 5 mg/kg (tenore limite) 13674-87-8 5 mg/kg (tenore limite)

Sostanza TCEP TCPP TDCP

Valori limite

Bisfenolo A

80-05-7

0,04 mg/l (limite di migrazione) in conformità alle norme EN 71-10:2005 e EN 71-11:2005.

Formammide

75-12-7

20 μg/m3 (limite di emissione) dopo un massimo di 28 giorni dall'inizio della prova di emissione dei materiali per giocattoli in schiuma contenenti oltre 200 mg/kg (soglia limite per quanto concerne il contenuto) 5 mg/kg (tenore limite) in materiale a base acquosa per giocattoli, conformemente ai metodi di cui alle norme EN 71-10:2005 e EN71-11:2005

1,2-benzosotiazol-3(2H)-one

2634-33-5

Massa di reazione di: 5-cloro-2-metil-4-isotiazolin-3-one (n.CE247-500-7) e 2-metil-2H-isotiazol-3-one (n.CE 220-239-6) (3:1)

55965-84-9 1 mg/kg (tenore limite) nei materiali a base acquosa nei giocattoli

5-cloro-2-metil-isotiazolin-3(2H)-one

26172-55-4

0,75 mg/kg (tenore limite) nei materiali a base acquosa nei giocattoli

2-metilsotiazolin-3(2H)-one

2682-20-4

0,25 mg/kg (tenore limite) nei materiali a base acquosa nei giocattoli

Fenolo

108-95-2

5 mg/l (limite di migrazione) per materiali polimerici conformemente ai metodi indicati nelle norme EN 71-10:2005 e EN 71-11:2005

TABELLA 3 Allegato II, parte III, della direttiva 2009/48/CE Limiti di migrazione degli elementi sotto indicati dai giocattoli o dai loro componenti Elemento

Mg/kg di materiale per giocattoli, fragile, in polvere o flessibile

Mg/kg di materiale per giocattoli liquidi o collosi

Mg/kg di materiale rimovibile dal giocattolo mediante raschiatura

alluminio

5625

1406

70000

antimonio

45

11,3

560

arsenico

3,8

0,9

47

bario

1500

375

18750 15000

boro

1200

300

cadmio

1,3

0,3

17

cromo (III)

37,5

9,4

460

cromo (VI)

0,02

0,05

0,2

cobalto

10,5

2,6

130 7700

rame

622,5

156

piombo

2,0

0,5

23

manganese

1200

300

15000

mercurio

7,5

1,9

94

nickel

75

18,8

930

selenio

37,5

9,4

460

stronzio

4500

1125

56000

stagno

15000

3750

180000

Stagno organico

0,9

0,2

12

zinco

3750

938

46000

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA giugno 2017


News News Enrico Lucchese di Versalis è il nuovo presidente di IISRP

I

n occasione dell’ultimo meeting annuale, tenutosi a Taipei a fine aprile, l’IISRP (istituto internazionale dei produttori di gomma sintetica) ha eletto il nuovo presidente incaricato per il biennio 20172018. Si tratta di Enrico Lucchese, marketing manager di Versalis per il settore Tyre, Styrenics Modification and Latex all’interno della business unit per gli elastomeri. Lucchese prenderà il posto di Hendrick Lam, che passerà al ruolo di Past-President International all’interno dell’istituto (nella foto il momento del virtuale passaggio di consegne durante la cena conclusiva del meeting). Lucchese ha un background completo nel settore degli elastomeri, in quanto ha ricoperto ruoli tecnici, commerciali e di management. Ha svolto un ruolo importante nel processo di internazionalizzazione di Versalis, sia nell’ambito della brevettazione di di tecnologie proprietarie sia nella creazione di nuove joint-venture o collaborazioni commerciali. Lucchese, inoltre, ricopre anche il ruolo di vicepresidente del board IISRP per l’area EMEA e del Comitato statistico EMEA.

OGNI GIORNO NEWS E AGGIORNAMENTI

NOTIZIE SU: AZIENDE, MATERIALI, PRODOTTI, TECNOLOGIE E MERCATI

Enrico Lucchese, a destra, riceve l’investitura a presidente IISRP da Hendrick Lam. Sempre in occasione dell’evento di Taipei, IISRP ha eletto altri membri del board per il biennio 2017-2018: Larisa Bondar, di Sibur, vicepresidente Emea, Takayuki Nomoto, di Asahi Kasei Chemicals, presidente per l’Asia-Pacific, Hirano Hayato di JSR,

vicepresidente Asia-Pacific, Bart Bowser di Dow Chemical, presidente della sezione americana e Brian Chapman di Kuraray America, vicepresidente. Infine Ralf Irmert di Trinseo, membro del comitato Finance Pension & Audit.

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Taccuino

Continental espande impianto di Lousado in Portogallo

C

ontinental ha annunciato l’espansione del suo sito di Lousado in Portogallo. A fine lavori, prevista entro il 2018, l’investimento totale della casa tedesca risulterà di 150 milioni di euro. Il piano prevede l’ampliamento della capacità produttiva dell’impianto di produzione pneumatici vettura oltre gli attuali 18 milioni di unità e la realizzazione di un impianto per la produzione di pneumatici per macchine agricole. Nel settore dei pneumatici vettura, la produzione dello stabilimento di Lousado ha sempre riguardato principalmente pneumatici standard per auto, van e veicoli commerciali leggeri. Con l’aumento della capacità programmato, Continental intende ora aumentare la produzione nel segmento high-performance per ampliare la gamma di pneumatici estivi e invernali dai 17 pollici in su. Per quanto riguarda l’impianto pneuma-

S

U

P

U N I Q U E

L’impianto portoghese di Continental a Lousado. tici agricoltura, per il quale l’investimento previsto è di 50 milioni di euro, i lavori sono in corso. La cerimonia della posa della prima pietra si è svolta, infatti, nel giugno 2016, e il costruttore tedesco prevede di allargare il portafoglio prodotti nei prossimi tre anni a 100 tipi di pneumatici diversi. Quando i nuovi impianti saranno operativi, i numero dei dipendenti del sito di Lousado salirà complessivamente a 2.000 unità. L’azienda di Hannover sottolinea che

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queste realizzazioni rientrano nella sua strategia di crescita Vision 2025 e che finora il gruppo ha investito, dal 2011, 3 miliardi di euro. Tra i progetti tecnologici in programma Continental ricorda l’High Performance Technology Center di Korbach e l’impianto ContiLifeCycle di Hannover Stoecken, dove si effettuano il riciclo pneumatici e la ricostruzione in un processo unico e integrato, e gli investimenti nei centri prova al Contidrom, vicino Hannover, e ad Uvalde in Texas.

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News

Engel riapre la filiale di Hannover ampliata e rimodernata

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on una cerimonia svoltasi il 9 e 10 maggio in presenza di oltre 200 invitati, Engel ha riaperto la filiale di Hannover dopo un anno di lavori di ampliamento e ammodernamento costati cinque milioni di euro. La struttura, completamente rinnovata, si estende su una superficie di 2.400 metri quadrati - praticamente raddoppiata - e ospita su due piani l’ala uffici, il centro di formazione e il centro tecnologico, nel settore dello stampaggio a iniezione. tro interattivo per lo scambio di recipronei quali trovano impiego, complessivaIn quest’otticaTecno si inquadra la collocazione che esperienze con i clienti, specie nell’apmente, 80 dipendenti. La più ampia diCompounds nel nuovo centro tecnologico, consentita plicazione di innovazioni tecnologiche. mensione dei locali consente al costrutdai più ampi spazi ora disponibili, di robot Due sono le forze trainanti della crescitore austriaco di rispondere alle esigenze e macchine anche di grande tonnellaggio ta tecnologica in Germania alle quali il dei clienti attuali e futuri in maniera più Tecno con forza Compounds di chiusura fino a 7.000 kN, che centrochallenge riserva particolare attenzione: i adeguata ed efficiente, in linea con la sua a suitable solution for every Tecno Compounds la casa austriaca mette a disposizione dei compositi per la realizzazione di compoforte presenza in tutti i settori industriaclienti per l’effettuazione di prove e test. nenti leggeri per il settore automotive e li sia in Germania che a livello mondiale. Il nuovo centro tecnologico, come infatti l’industria 4.0, che in Engel prende il noPerché Engel è non solo fornitore di mactiene a sottolineare il management azienme di inject 4.0 e nel cui ambito la casa chinari e tecnologie all’avanguadia,ama a suitable solution for every challenge suitable solution for every challenge dale, non intende essere un puro e semdi Schwertberg offre ai clienti software e anche partner nello sviluppo di progetplice salone d’esposizione, bensì un censervizi per la digitalizzazione dei procesti e nell’ottimizzazione di nuovi processi si di stampaggio e l’integrazione delle macchine nella rete informatica interna Tecno Compounds aziendale. Engel Hannover - la più settentrionale Tecno Compounds delle quattro filiali Engel in Germania - è a suitable solution for every challenge la più grande filiale a livello mondo del gruppo austriaco, e i piani della società ne a suitable solution for every challenge prevedono un aumento del personale per essere in grado di soddisfare le richieste di un mercato che gli attuali trend di sviluppo dello stampaggio a iniezione vedono ancora in aumento.

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General Motors vuole solo gomma green

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eneral Motors ha annunciato che sta per mettere in pratica una policy sull’acquisto di gomma per i veicoli di propria produzione che imporrà stringenti requisiti di sostenibilità ambientale ai propri produttori. L’idea è fare in modo, con la propria posizione, di indirizzare il Sales: Plant: mercato la filiera verso un approccio più Sales: Plant: Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl sostenibile, soprattutto per quanto riguarVia Privata Archimede 1 Via Toscana, 6/8 Via Privata Archimede 1 Via Toscana, 6/8 da la gomma naturale, che deve provenire 20094 Corsico (MI) – Italy 27010 Siziano (PV) 20094 Corsico (MI) – Italy 27010 Siziano (PV) 45+39 19 0382 24 46 Tel +39 0382 67 82 266 Tel. +39 02 45 19 24 46 Tel. +39 02Tel 67 82 266 da un approccio a zero deforestazione e 36+39 26 0382 96 1967 82 222 Fax +39 0382 67 82 222 Fax +39 02 36 26 96 19 Fax +39 02Fax in cui i diritti umani e dei lavoratori siano www.parker.com www.parker.com/tecnocompounds www.parker.com www.parker.com/tecnocompounds pienamente rispettati. A sottolineare questa svolta è stato Steve Sales: Plant: aerospace electromechanical fluid & gas handling hydraulics pneumatics process control sealing & shielding Sales: climate control aerospace Plant:filtration climate control electromechanical filtration fluid & gas handling hydraulics pneumatics process control sealing & shielding Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Kiefer, vicepresidente senior della divisioParker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl Srl

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News

rale prodotta nel mondo, e indica che sia le aziende produttrici che quelle dell’automotive giocano un ruolo molto importante. Per questo motivo l’associazione ha salutato con favore l’impegno di GM nella direzione di una maggiore sostenibilità. GM ha già tirato a bordo della sua iniziativa i suoi quattro maggiori fornitori di pneumatici, Bridgestone, Continental, Goodyear e Michelin. Il prossimo 14 giugno GM organizzerà un workshop nell’ambito della conferenza Movin’On di Michelin, in programma a Montreal, in Canada, per avviare una serie di dialoghi tra i player del settore e discutere il come e il che cosa di questo impegno. L’idea è mettere a punto una roadmap per l’industria entro la fine del 2017.

ne Global Purchasing and Supply Chain di GM. «I veicoli prodotti da GM utilizzano ogni anno più di 49 milioni di pneumatici – ha sottolineato Kiefer – e per quanto non siamo i maggiori utilizzatori mondia-

li, il volume che movimentiamo può avere un impatto importante nell’orientare il nostro settore industriale». Secondo il WWF la produzione di pneumatici assorbe il 75% della gomma natu-

CambioPulito, per segnalare le pratiche irregolari nella filiera dei pneumatici

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stata lanciata a Roma il 12 maggio scorso, “CambioPulito” (www.cambiopulito.it), la piattaforma per la segnalazione online di pratiche irregolari e illegali legate alla filiera dei pneumatici e dei Pneumatici Fuori Uso. L’iniziativa rappresenta la prima piattaforma di whistleblowing in Italia per la segnalazione riservata e anonima di situazioni di irregolarità e illegalità – dalla vendita “in nero” all’evasione del contributo ambientale per il riciclo degli Pneumatici Fuori Uso – lungo un’intera filiera, che raccoglie su tutto il territorio nazionale oltre 50.000 aziende. Si tratta di uno strumento innovativo – per la segnalazione di situazioni illecite di cui si viene a conoscenza in base al proprio rapporto di lavoro – raccomandato a livello nazionale e internazionale e dalla stessa ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, sviluppato in linea con la vigente normativa in materia, a tutela di quella economia sana e onesta rappresentata dalla maggioranza delle aziende del settore. Alla piattaforma, gestita da Legambiente, hanno accesso le aziende che effettuano i servizi per conto dei consorzi Ecopneus, EcoTyre e Greentire, i soci Airp e Federpneus e gli operatori del mercato del ricambio aderenti a Confartigianato e CNA. Attraverso password di accesso dedicate alle diverse categorie, ciascun operatore ha la possibilità, in forma anonima


Taccuino

e sicura, di effettuare una segnalazione di situazioni di irregolarità e illegalità di cui è stato testimone. Inoltre, il sistema consente di seguire l’iter di ciascuna segnalazione, presa in carico da Legambiente, che come unico gestore le filtra, le classifica e ne valuta l’attendibilità, con possibilità di richiedere ulteriori informazioni e chiarimenti ed eventualmente arrivare alla segnalazione alle Forze dell’Ordine in casi di particolare evidenza e gravità. Ogni anno in Italia vengono venduti nel mercato del ricambio circa 32 milioni di pneumatici. Un flusso cui si lega la generazione di pneumatici usati o ricostruibili, che proseguono la propria vita grazie ad aziende specializzate, ma anche circa 350mila tonnellate di Pneumatici Fuori Uso, di cui i tre consorzi aderenti al progetto gestiscono circa l’85% nell’ambito di un sistema senza fine di lucro operante su tutto il territorio nazionale, finanziato attraverso un contributo ambientale versato dagli acquirenti di pneumatici. Dal 2011 questo sistema nazionale garantisce rintracciamento, raccolta e reBLUESTAR A5.pdf 1 03/02/15 16:29 cupero di una quantità di PFU corrispon-

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dente agli pneumatici regolarmente immessi nel mercato nazionale del ricambio; esistono però pratiche scorrette, come la vendita “in nero” di pneumatici, l’evasione del contributo ambientale o altre irregolarità nella gestione dei PFU, che ne mettono a rischio il corretto funzionamento, con il ripresentarsi del rischio di abbandoni, accumuli ingestibili di PFU presso gli operatori (autofficine, stazioni di servizio, gommisti) e la mancata copertura economica del sistema nazionale, non essendo possibile distinguere in fase di prelievo presso gli operatori i PFU regolari da quelli derivanti da pratiche illegali.

venduti nella regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa). A causa dell’aumento delle spese operative e dei costi richiesti per far fronte agli standard e livelli di qualità sempre più stringenti richiesti dalla clientela, l’azienda ha annunciato aumenti a fattura per i carbon black in un ordine compreso tra 60 e 90 euro a tonnellata, nel rispetto, naturalmente, degli accordi commerciali esistenti. L’aumento, ricorda ancora la società, è necessario per assicurare che «Orion possa continuare a fornire ai suoi clienti una fornitura costatne di prodotti carbon black di qualità in un ambiente in cui la competitività cresce di giorno in giorno».

Orion annuncia aumenti di prezzo per tutti i suoi gradi di carbon black nell’area EMEA

La produzione indiana di gomma cresce del 23% in aprile

a Orion Engineering Carbons Gmbh ha annunciato che, con effetto dalle consegne a partire dal primo luglio 2017, aumenterà i prezzi per tutti i gradi di carbon black per l’industria della gomma

orse una buona notizia per chi si attende un calmieramento dei costi della gomma naturale. Il “Business-Standard” riferisce che il Board indiano per il settore gomma prevede un continuo aumen-

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to della produzione. In aprile questo aumento si è concretizzato in un +23,1% in confronto allo stesso periodo del 2016. Nell’aprile 2017 la produzione di gomma ha toccato 48.000 tonnellate, contro le 39.000 di un anno prima. «Se questo trend continuerà – hanno detto rappresentanti del Board – la produzione di gomma naturale raggiungerà il livello previsto per l’anno finanziario in corso». Lo sforzo è di rendere remunerativa la produzione attraversi una crescita della produttività e delle rese a fronte di una riduzione dei costi colturali. Tra le altre iniziative, per esempio, la fornitura di materiali per la protezione dalla pioggia e dalle infestazioni attraverso società controllate e a costi limitati, e la costituzione di un modello, definito SHG, gruppo di auto-aiuto, per portare rapidamente a produzione terreni ancora improduttivi, attraverso l’aggiunta di 10.000 nuovi ettari destinati alla produzione della gomma ogni anno.

L’americana Rubber Manufacturers Association cambia nome in USTMA

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a Rubber Manufacturers Association, l’associazione nazionale degli USA che riunisce i produttori di pneumatici, ha annunciato un rilancio della propria attività che passa innanzi tutto attraverso un nuovo nome: US Tire Manufacturers Association (USTMA). Al rebranding corrisponde anche la nascita di un nuovo sito internet, www.USTires.org e la segnalazione dei risultati di uno studio che indicano l’impatto positivo nella creazione di posti di lavoro e nel sostegno all’economia americana garantiti dal settore. L’impegno è proseguire su questa strada prestando sempre maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale e alla sicurezza. Anne Forristall Luke, presidente e Ceo della USTMA, ha sottolineato che «la nostra società in continuo movimento ha bisogno di pneumatici, sia per la salute delle nostre famiglie che per il rilancio dell’economia. Le aziende nostre associate sono costantemente impegnate nel perseguire questi obiettivi». L’industria americana dei pneumatici vale 148,4 miliardi di dollari e garantisce oltre 737.000 posti di lavoro, di cui circa 284.000 direttamente impegnati nella produzione e altri 450.000 in attività di servizio e collaterali.


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