L'Industria della Gomma 10 2017

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PMI DEL BRESCIANO FARE SISTEMA 0.2 MESCOLE E STAMPAGGIO

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OTTOBRE 2017 - NUMERO 8

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SOMMARIO

Federazione Gomma Plastica

ASSOGOMMA

8 RASSEGNA DELLA STAMPA TECNICA ESTERA

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA ELASTICA

L’OPINIONE

www.industriagomma.it Direttore responsabile Andrea Aiello

14 BRESCIA: PICCOLE AZIENDE CRESCONO

Elisa Torchiani, amministratore delegato dell’azienda di famiglia che commercializza materie prime per i settori della plastica e della gomma, è stata da poco eletta presidente del Comitato Piccola Industria dell’Associazione Industriale Bresciana. Ci racconta le peculiarità del tessuto imprenditoriale del territorio, con un’attenzione particolare al settore della gomma

In redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it Collaborano alla rivista Giuseppe Cantalupo, Eugenio Faiella, Gianpaolo Brembati Progetto e Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it Traffico Pubblicitario Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it Stampa Centro Stampa Digitalprint S.r.l. Rimini (RN)

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16 FARE SISTEMA NEL SEGNO

Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Abbonamento Italia € 90, Europa € 130, Estero € 150 abbonamenti@edifis.it Arretrati € 15,00 Amministrazione amministrazione@edifis.it

Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Iscrizione Registro Operatori della Comunicazione n. 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editoregarantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati,mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. - Viale Coni Zugna 71 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima.

L’Industria della Gomma una rivista edita da: Edifis S.p.A. viale Coni Zugna 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

DELL’INDUSTRIA 4.0

Cooperare all’interno della stessa filiera è sempre più fondamentale per le aziende che vogliono restare competitive in un mercato sempre più globalizzato e sfidante. Assogomma ha avviato su questo tema un dibattito, con un evento nel 2016 che lo scorso giugno è stato replicato con successo. Argomento centrale l’Industry 4.0, il nuovo trend che rivoluziona il manifatturiero attraverso tecnologie abilitanti come il digitale, la data analysis, l’automazione e la robotica. Si può applicare anche al settore della gomma? Quanto è importante la trasformazione soprattutto per chi lavora con l’automotive, che già da tempo ha imboccato questa strada? Ecco che cosa è emerso dall’evento, Fare Sistema 0.2

FOCUS

23 STRUMENTI DA LABORATORIO

TECNOLOGIE PER PRODOTTI PERFETTI Le ultime novità in fatto di attrezzature per le verifiche e la caratterizzazione dei materiali • ALPHA TECHNOLOGIES • DGTS • EN.CO • FKV • FOR LAB ITALIA • GIBITRE INSTRUMENTS • URAI • ZUMBACH ELECTRONIC • ZWICK


ANNO 60 - OTTOBRE - N. 8

DALLE AZIENDE

34 TRENTACINQUE ANNI A PASSI DA GIGANTE Cinque anni dopo l’apertura della sua nuova sede a Gaggiano, vicino a Milano, Action Technology ha ormai portato a pieno regime la produzione, che copre la filiera dalla mescola al prodotto finito, con una dotazione di macchinari e una complessità di processi che poche altre aziende del settore possono vantare. Vediamo come la società del gruppo americano Tekni-Plex si è strutturata e organizzata

38 DALLA BAVIERA PENSANDO AL FUTURO

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Kraiburgo, il produttore di mescole nato in Baviera nell’ottobre del 1947, compie settant’anni. L’azienda ripercorre le sue vicende e rilancia per il futuro, proponendosi come fornitori in grado di offrire soluzioni all’avanguardia

NORMATIVE

41 DISPOSIZIONI EMAS: LO STATO DELL’ARTE La registrazione europea che attesta la sostenibilità delle imprese del manifatturiero, abitualmente aggiuntiva all’ISO 14001, ha subito alcune modifiche introdotte con un Regolamento dell’Unione Europea datato agosto 2017. Ecco che cosa è cambiato

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46 TACCUINO • La gomma naturale inserita nell’elenco delle materie prime strategiche • Mercato macchinari: i dati di Amaplast sono ottimi per il primo semestre 2017 • È Franco Annunziato di Bridgestone il nuovo presidente ETRMA • Ad Harvard nasce una nuova gomma capace di autoripararsi • UTH al Rubber Tech China con nuove soluzioni di filtratura • Come stampare lenti in silicone trasparente secondo Arburg • Successo ad Ancona per l’ultima edizione di Forum Meccatronica • L’industria della gomma per l’automotive: l’appuntamento è a Madrid il 29 novembre • Dow annuncia l’avvio di una serie di nuovi impianti

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55 CALENDARIO: FIERE DI TUTTO IL MONDO 56 GLI INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

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ELASTICA

Rassegna della stampa tecnica estera

PROVE E MISURAZIONI LE SFIDE DI TECNICHE DI INVECCHIAMENTO ACCELERATO PER PREVEDERE LA DURATA DI UN ELASTOMERO – PARTE 2

K.T. Gillen, R. Bernstein, M. Celina, Sandia National Laboratories, Albuquerque NM (USA) - email: dandkgillen@comcast.net, mccelin@sandia.gov - RFP n. 2/2017, Volume 12, pag. 98-106.

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uesta seconda parte dello studio (vedi “Parte 1” sul numero di giugno, da tenere sottomano per i numerosi riferimenti qui presenti) si focalizza sulle misurazioni del consumo di ossigeno, secondo il modello di ossidazione a diffusione limitata (DLO) e le estrapolazioni delle prove, e sulle previsioni di durata di elastomeri sensibili all’umidità. La sezione dedicata al consumo di ossigeno, molto lunga ed articolata, richiede al lettore familiarità col metodo di Arrhenius e relative equazioni e grafici. L’assunto di base è che le misurazioni della velocità di consumo di ossigeno (ɸ), a temperature nel regime di temperatura di estrapolazione, può offrire più sicure previsioni estrapolate dai dati di invecchiamento accelerato ad alta temperatura. Sono stati così sviluppati due diversi metodi per misurare la velocità di consumo di ossigeno, che avessero sensibilità sufficiente per esplorare condizioni di temperatura molto bassa. Il primo metodo consiste nell’invecchiare 8

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

il polimero in un contenitore, con una quantità di ossigeno nota, e nel determinare periodicamente la quantità di ossigeno consumata per mezzo di analisi gascromatografiche. Il secondo metodo è simile, dal punto di vista sperimentale, ma utilizza un rilevatore con cella a combustibile per quantificare la perdita di ossigeno. Se si conosce la tipica quantità di ossidazione, necessaria per degradare materiali polimerici in modo significativo, si può stabilire che la sensibilità, rilevata dalle tecniche di misurazione del consumo di ossigeno (1·10-13 mol/g/s), implica la capacità di misurare la velocità di consumo di ossigeno a temperature corrispondenti a durate molto lunghe del polimero. Gli esempi citati comprendono gomme NBR, CR, EPM, CSM (polietilene clorosolfonato) e XLPO (poliolefina reticolata). Una volta chiarita la validità del primo metodo per stimare quando gli effetti della DLO diventano importanti, lo studio passa a descrivere l’utilizzo del secondo metodo (consumo sensibile di ossigeno) come un mezzo per ottenere maggiore sicurezza nelle estrapolazioni dei risultati di invecchiamento accelerato ad alta temperatura. Una considerazione di rilievo è che, quando l’ossigeno è presente durante la degradazione della maggior parte dei materiali polimerici, normalmente i processi di ossidazione prevalgono

sulle reazioni chimiche: in tal modo si presume che le velocità di consumo di ossigeno (ɸ) siano correlate a una diminuzione delle proprietà meccaniche. Effettuando le misurazioni di ɸ a temperature più alte che si sovrappongono all’intervallo di temperatura, utilizzato per le tradizionali misurazioni delle proprietà meccaniche, è possibile verificare la correlazione fra il consumo di ossigeno e le misurazioni tradizionali. Nell’esempio sviluppato al riguardo si prende in esame la gomma nitrilica. Successivamente si parla di CSPE (= CSM), di EPDM (come gomma per guarnizioni di tenuta), di gomma poliuretanica, di gomma butilica (per tenute) e di XLPO. Nella sezione dedicata alla previsione di durata di elastomeri sensibili all’umidità, si parte dalla considerazione che le isoterme di assorbimento per un gas mostrano come la dipendenza della sensibilità del gas all’equilibrio nel materiale dipenda dalla pressione parziale del gas, che circonda il materiale stesso. Si prende in esame una gomma siliconica iniziale, a cui se ne aggiungono due altri tipi, e si cita una membrana in poliuretano, con riferimenti a recenti risultati su poliestere, cellulosa e nylon 6,6. In definitiva questo lavoro discute e propone possibili soluzioni per molti importanti ambiti e sfide riguardo a studi di invecchiamento accelerato,


Abbiamo letto per voi in ambienti con aria e umidità, che vengono analizzati ed estrapolati per previsioni di durata a temperature più basse o a temperatura ambiente. È importante notare come ogni cambiamento nella chimica di degradazione, che si verifica quando la temperatura di invecchiamento ed estrapolazione scende, avrà come conseguenza una curva più bassa dei modelli di Arrhenius applicati. L’attenzione, dedicata ai metodi di analisi di sovrapposizione tempo-temperatura e di DLO, mette in evidenza l’importanza delle misurazioni della velocità di consumo di ossigeno, purché vengano utilizzati correlazioni simili tra livelli di ossidazione e cambiamenti delle proprietà meccaniche.

ELASTOMERI E PLASTICHE CONFRONTO DI MISCELE TRA GOMME DEVULCANIZZATE (A BASE PNEUMATICO ED EPDM) E POLIPROPILENE (PP)

P. Mutyala, Department of Chemical Engineering, University of Waterloo, ON (Canada) – www.uwaterloo.ca/chemicalengineering - RFP n. 2/2017, Volume 12, pag. 107-113. Lo smaltimento e il riutilizzo sicuri dei pneumatici usati continua ad essere una sfida ambientale importante. Le statistiche mostrano che il numero di pneumatici usati sta aumentando a un ritmo molto elevato: nel 2013, ad esempio, solo negli Stati Uniti ce ne sono stati 250 milioni. È evidente il grosso problema ambientale che ne deriva, dal momento che i materiali gommosi non si decompongono facilmente, a causa della struttura reticolata e degli stabilizzanti contenuti. La seconda gomma di maggiore scarto è l’EPDM, derivata soprattutto dalla crescita dell’industria dell’auto. Grazie allo sviluppo di un nuovo metodo di recupero per estrusione (devulcanizzazione con anidride carbonica a temperatura e pressione superiori al punto critico), è stata ottenuta una

gomma riciclata di alta qualità, definita gomma devulcanizzata (DR = Devulcanized Rubber), con un vantaggio economico rispetto ad altri metodi e applicabilità a vari tipi di gomme. Per verificare le applicazioni commerciali di queste gomme devulcanizzate viene studiata la loro prestazione in miscele con polipropilene (PP). La gomma devulcanizzata da pneumatico consiste in gomme insature quali gomma naturale (NR), butadiene (BR) e stirene butadiene (SBR), che contengono molti atomi di idrogeno allilici facilmente estraibili e doppi legami che potrebbero potenzialmente servire come siti per l’addizione radicalica di dicumilperossido (DCP). La lunga introduzione dello studio, necessaria per la comprensione della parte sperimentale, evidenzia la difficoltà di ottenere una devulcanizzazione omogenea e illustra l’utilizzo e la prestazione di dicumilperossido nella gomma, con le sue due reazioni (estrazione di idrogeno e addizione di

Noi della Innovativ Gummi Tech vantiamo una lunga esperienza maturata nel settore della gomma. Ci occupiamo non solo di progettazione, produzione e vendita di mescole in gomma per i più svariati settori, ma anche consulenza sui processi industriali ad alto valore tecnologico. I moderni impianti di produzione, la competenza nel campo della tecnologia della gomma e la conoscenza della scienza e della chimica dei polimeri, ci permettono di essere sempre al passo coi tempi. I principali settori del mercato mondiale in cui operiamo sono: Automotive, Calzaturiero, Farmaceutico, Tubi Idraulici, Cinghie e Nastri Trasportatori, Guarnizioni e Giunti, Rivestimento Rulli, Energia e Petrolio, Edilizia e Costruzioni, Prodotti Speciali.

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ELASTICA radicali alcossilici) in polimero insaturo, e nel polipropilene, in cui causa scissione beta delle catene. Nelle miscele PP/EPDM si utilizza, insieme al perossido, anche lo zolfo, che forma legami fra le catene di gomma, reagisce con i radicali perossidici e può stabilizzare i radicali terziari sulle molecole di polipropilene, create dall’estrazione di idrogeno allilico da parte dei radicali perossidici. I lavori sintetizzati in questo studio cercano di fornire uno studio sistematico di un sistema di vulcanizzazione perossido/zolfo per miscele di gomme devulcanizzate da pneumatico (DRT = Devulcanized Tire Rubber) ed EPDM (DRE = Devulcanized Rubber EPDM), con l’utilizzo di prove statistiche e sperimentali, qui non incluse, condotte con microscopio elettronico a scansione (SEM) e analisi termica dinamico-meccanica (DMTA). Dopo la parte sperimentale, relativa a materiali, progettazione e caratterizzazione (proprietà meccaniche e morfologia), si passa alla parte di maggiore interesse di risultati e discussione, con uno schema iniziale di formulazioni che prevede concentrazione 0-2 per perossido e zolfo, 2060 % per polipropilene e 40-80 % per gomma devulcanizzata ottenuta da scarti di pneumatico autocarro (DRT) e di guarnizioni portiera automobile (DRE). Questi dati sono riportati in due tabelle in cui, evidenziate le miscele ad alto (da 80 a 76 %) e basso (40 %) contenuto di gomma, vengono riportati anche i valori di carico di rottura e allungamento a rottura per le varie miscele, con le relative variazioni dei quattro componenti, gomma DRT (o DRE), polipropilene, dicumilperossido e zolfo. La sezione morfologia è corredata da interessanti fotografie SEM, relative alle miscele DRT-PP e DRE-PP, che fanno capire visivamente come cambia la struttura della miscela da non vulcanizzata a vulcanizzata solo con zolfo, solo con dicumilperossido e con zolfo più dicumilperossido. Tutto viene spiegato accuratamente nel testo, per quanto riguarda le strutture fotografate e le prestazioni di carico di rottura e allungamento a rottura. 10

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

Sostanza della conclusione dello studio, che analizza in effetti la compatibilizzazione di DRT e DRE con polipropilene, è che DRT sembra essere la scelta migliore, rispetto a DRE, per una miscela con polipropilene, specialmente quando si usa il sistema di vulcanizzazione a base dicumilperossido, considerando che nelle miscele DRE-PP lo zolfo si comporta soprattutto come uno stabilizzzante.

ELASTOMERI E MATERIE PLASTICHE ELASTOMERI TERMOPLASTICI PER ALTE TEMPERATURE: UNA RECENSIONE DELLO STATO DELL’ARTE (PARTE 1)

S. S. Banerjee, Rubber Technology Centre, Indian Institute of Technology, Kharagpur (India) - email: anilkb@rtc.iitkgp.ernet.in TPE n. 2/2017, pag. 106-116.

M

olto interessante l’attualità dell’argomento, soprattutto per i produttori di articoli in gomma stampati ed estrusi: questo lavoro è infatti una rassegna dei diversi tipi di TPE e TPV resistenti ad alta temperatura, con una breve esposizione di preparazione, struttura e proprietà. Si espongono anche strategie per migliorare ulteriormente la prestazione ad alta temperatura di questi materiali e si riassumono le loro applicazioni nell’industria automobilistica, evidenziando i motivi che giustificano la potenziale ricerca in quest’ambito. • Nell’introduzione si colgono già alcune interessanti puntualizzazioni: • il 40 % di tutti i TPE consumati nel mondo viene utilizzato nel settore veicoli; • la temperatura massima di esercizio per il TPE EPDM/PP è 125°C; • l’industria automobilistica attuale ha cambiato drasticamente tecnologie produttive e richieste, focalizzandosi su materiali con migliorate proprietà ad alta temperatura, durevoli nel tempo con la massima efficienza (vedi, ad esempio, articoli sottocofano); • alcune potenziali miscele gomma/ plastica al momento non hanno mercato a causa di costo, concorrenza e strategia di mercato;

• questa rassegna non menziona dettagli delle misurazioni delle proprietà dei termoplastici citati, né della loro lavorazione e riciclo. Dopo due brevi paragrafi, dedicati alle definizioni di TPE, TPV (con classificazione in base alle prestazioni) e al metodo di produzione, che evidenzia le situazioni per cui i termoplastici ad alte prestazioni per temperatura e resistenza agli oli possono essere antieconomici, a meno che siano indirizzati a specifiche applicazioni), si passa alla sezione che descrive le varie miscele che, in questa prima parte della rassegna, comprende TPE basati su materie plastiche resistenti al calore (tra parentesi le proprietà tipiche della miscela, se accertate): • poliammide/NBR; recentemente la sua resistenza all’ossidazione è stata potenziata con l’introduzione di antiossidanti Irganox/Irgafos per la poliammide e Naugard 445 per la gomma (resistenza ad alte temperature ed olio); • poliammide/HNBR (resistenza ad alte temperature); • leghe termoplastiche ad alta prestazione, brevettate, TPE-4000 TPE-A, basate su gomma siliconica, poliacrilica (ACM) ed etilene-acrilica (AEM) (resistenza ad olio e altri fluidi a temperatura ambiente); • poliammide 6 (PA6)/gomma poliacrilica (ACM) - (temperatura di esercizio 150°C e resistenza ad olio; • poliammide/EPDM; il compatibilizzante migliore per questa miscela è gomma EPR con anidride maleica graffata e le prestazioni migliori si ottengono con zolfo come accelerante nella vulcanizzazione dinamica (eccellenti proprietà meccaniche e riprocessabilità); • poliammide/polietilene clorurato (CPE) - (buone proprietà meccaniche); • poliammide 12 (PA12)/gomma naturale tal quale (NR) ed epossidata (ENR); di interesse limitato ai paesi produttori di gomma naturale (buone proprietà meccaniche, termiche e di rilassamento degli sforzi); • poliammide 6 e 12 /(PA6 e PA12)/gomma siliconica (limitato utilizzo per applicazioni a bassa temperatura);


Abbiamo letto per voi • TPE a base polifenilenetere (PPE), con EVA, SEBS e polistirene (PS) - (miglioramento delle proprietà meccaniche nel riciclo e buone prestazioni ad invecchiamento termico con massima temperatura di esercizio a circa 150°C); • poliossimetilene (POM)/EPDM (resistenza all’urto e stabilità termica); • poliuretano termoplastico (TPU)/ gomma naturale tal quale (NR) ed epossidata (ENR), di interesse limitato ai paesi produttori di gomma naturale (miglior carico di rottura, stabilità termica e al rigonfiamento in olio rispetto ad altri TPV a parità di durezza); • poliammide 12 (PA12)/gomma butilica (IIR) anche nelle varianti bromo e cloro; • TPE a base policarbonato/ACM-NBRHNBR-CPE-EPDM (buone caratteristiche di isolamento elettrico e buona stabilità termica); • Poliammide 6 (PA6)/fluoroelastomero (FKM) - (alte caratteristiche meccaniche, eccellente riprocessabilità).

Fotografie di microscopio ad interazione atomica (AFM = Atomic Force Microscope) ed elettronico a trasmissione (TEM), tabelle e grafici illustrano le varie sezioni della rassegna.

ELASTOMERI E MATERIE PLASTICHE ELASTOMERI VULCANIZZATI TERMOPLASTICI (TPVS) AD ALTE PRESTAZIONI, RESISTENTI A CALORE ED OLIO, A BASE DI MISCELE DI GOMMA ACRILONITRILE IDROGENATA (HNBR) E POLIAMMIDE 12 (PA 12)

S. M. Reffai Syed Ismail, T. Chatterjee, K. Naskar, Rubber Technology Centre, Indian Institute of Technology, Kharagpur (India) email: knaskar@rtc.iitkgp.ernet.in - TPE n. 2/2017, pag. 100-105.

Q

uando si miscelano due o più polimeri o copolimeri di struttura diversa, il risultato consiste in un nuovo e migliorato materiale polimerico. Gli elastomeri termoplastici posseggono le eccellenti caratteristiche

di lavorazione dei materiali termoplastici a temperature più alte e la vasta gamma di proprietà fisiche degli elastomeri a temperatura di esercizio. Miscelare polimeri è un modo brillante ed economico per ottenere specifiche prestazioni di un manufatto, migliorando le proprietà tecniche dei polimeri utilizzati con messa a punto delle caratteristiche di lavorazione e con riduzione del costo. Un grosso limite di questa tecnologia è l’incompatibilità fra i due polimeri identificati per la miscela. I termoplastici possono anche essere classificati come materiali multifase, con una fase rigida termoplastica e una fase morbida elastomerica, che al di sopra della Tg (o temperatura di fusione Tm) della fase termoplastica, diventa lavorabile per fusione. Per ovviare alle caratteristiche di povero Compression set, più basso recupero elastico e comportamento allo scorrimento, è stata sviluppata una famiglia di termoplastici per mezzo di un processo di vulcanizzazione dinamica, che permette loro

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ELASTICA di avere migliori proprietà di rigidità più bassa e più elevata resistenza a fatica, calore ed olio, pur mantenendo la lavorazione per fusione dei termoplastici tradizionali. Per queste loro caratteristiche sono considerati attentamente dall’industria automobilistica, elettronica, delle costruzioni etc. Questo lavoro si focalizza sullo sviluppo di TPV (elastomeri termoplastici vulcanizzati) con elevata resistenza a calore ed olio: è già stato studiato un TPV polare su base elastomero etilacrilato (AEM) e poliammide 12 (PA12), ma l’inconveniente è risultato essere uno scarso comportamento fisico-meccanico. Si sono così individuate le gomme acrilonitrile idrogenate (HNBR) e carbossilate (XHNBR) come componenti elastomerici, considerando che la presenza di acido carbossilico migliora la compatibilità con PA12 con l’aspettativa che il comportamento fisico-meccanico di XHNBR sia migliore rispetto ad HNBR. Le fasi del lavoro sono la preparazione dei TPV, la rassegna delle proprietà meccaniche, l’analisi termogravimetrica, le proprietà di resistenza a calore ed olio, l’analisi dinamico-meccanica e della densità di reticolazione, il tutto illustrato in modo chiaro da tabelle e grafici di facile comprensione. L’esito delle prove condotte è positivo e si conclude che le miscele ottenute, nell’ambito dei TPV, offrono un miglioramento di proprietà fisico-meccaniche, comportamento dinamico-meccanico, stabilità termica e resistenza al calore. Di rilievo, in particolare, i risultati che ad alte temperature le miscele con il 50 % di elastomero offrono il miglior risultato di resistenza all’olio, con prevalenza di quella a base XHNBR grazie ai suoi gruppi carbossilici polari: il mercato potenziale ipotizzato per questi materiali è quello dell’automobile per applicazioni sottocofano.

ELASTOMERI E APPLICAZIONI EFFETTI DELL’ESTRAZIONE DI PLASTIFICANTE SU MESCOLA NITRILICA PER TUBI DA PARTE DI CARBURANTE D’AEREO (JET FUEL A BASE KEROSENE)

R.J. Pazur, Department of National Defence, Quality Engineering Testing Establishment (QETE), Polymer Materials & Advanced 12

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

Textiles, Ottawa, ON (Canada) - email: richard.pazur@forces.gc.ca - RFP n. 2/2017, Volume 12, pag. 114-123.

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a gomma nitrilica (NBR) è il tradizionale polimero per tubi carburante, grazie alla sua insita resistenza ai carburanti, fornita dal gruppo polare acrilonitrile, oltre ad un’opportuna scelta di elastomero, cariche, plastificanti e sistema di vulcanizzazione, e tenendo presente che rigonfiamento e velocità di permeazione del carburante aumentano con più alto contenuto aromatico nel carburante. Davvero interessante l’introduzione dello studio, che parla in generale delle caratteristiche, richieste a gomma e plastificante da questa applicazione, ed evidenzia che: • i plastificanti sono essenziali nella mescola a base NBR per conferire al tubo flessibilità alle basse temperature; • struttura chimica degli esteri plastificanti, ossia polarità, e peso molecolare sono due criteri molto importanti per una scelta ottimale del polimero in questione; • i plastificanti manifestano più alta volatilità dopo invecchiamento termico a 125°C per 720 ore. Obiettivo dello studio è valutare sette esteri plastificanti, diversi per struttura chimica e peso molecolare, in un tubo carburante in NBR con mescola di riferimento formulata sulla base di progettazione di esperimento (DOE = Design Of Experiment): la mescola ottimale deve offrire bilanciamento fra le prestazioni di resistenza a bassa temperatura ed estraibilità del plastificante. La parte sperimentale si occupa dei seguenti argomenti: • tipi di plastificante in esame (glutarato, poliestere adipato, tetraetilene glicolestere, TOTM e DOS), tutti dell’americana HALLSTAR, con grafico delle polarità; • progettazione di esperimento; • formulazione della mescola (NBR al 33 % di acrilonitrile con 24 phr di plastificante); • confezione della mescola; • prove di reologia, carico di rottura, resistenza al carburante, resistenza a bassa temperatura, gascromatografia e spettrometria di massa.

La parte di risultati e discussione è la più corposa dello studio, com’è logico aspettarsi vista la complessità dell’argomento trattato e la necessità di prendere in esame: • comportamento reologico; • durezza e proprietà meccaniche; rigonfiamento di volume e variazione della massa durante l’estrazione del carburante; durezza e proprietà meccaniche dopo estrazione del carburante; • risultati di gascromatografia e spettrometria di massa relativamente ai plastificanti DOS, TOTM e 804 S, gli unici quantificabili tra quelli in esame (tra questi il TOTM ha la migliore resistenza all’estrazione); • proprietà a bassa temperatura; relazione fra struttura del plastificante e proprietà. Tutte le sezioni di questa parte dello studio sono molto accurate nell’esposizione, supportata da opportuni grafici e tabelle, e di conseguenza lettura e comprensione risultano facili anche per chi non ha ancora affrontato questa casistica. La conclusione dello studio è che tutti i plastificanti in esame rispettano all’inizio i previsti effetti reologici (più bassa viscosità e massimo torque), fisici (più basso modulo e carico di rottura con più alto allungamento a rottura) e migliorano le proprietà a bassa temperatura della mescola. Le successive esposizioni al carburante rammolliscono la mescola, diminuiscono le proprietà fisiche e abbassano la temperatura di transizione vetrosa (Tg), mentre la componente aromatica del carburane viene assorbita dalla mescola più velocemente di quanto il plastificante venga estratto. La resistenza all’estrazione è migliorata dall’ottimizzazione della compatibilità polimero-plastificante e mediante l’utilizzo di plastificante ad alto peso molecolare. La presenza del plastificante ad alto peso molecolare A-8600 riduce la perdita degli altri plastificanti presenti, il che dimostra che esistono specifiche interazioni fra i plastificanti. Dei plastificanti monomerici e polimerici, TOTM e A-8600 mostrano la migliore combinazione di capacità di plastificazione e resistenza all’estrazione.



L’OPINIONE

Brescia: piccole aziende crescono

Elisa Torchiani è amministratore delegato dell’azienda di famiglia, la Torchiani srl, storica impresa bresciana del comparto chimico, fondata nel 1928 e attiva nel settore gomma dal 2010 con l’acquisizione di Baslini Trade. Ha iniziato a lavorare in azienda nel 1998. Sposata e madre di due bambini, è da maggio presidente della Piccola Industria Bresciana e vanta già due mandati nel consiglio dei Giovani dell’Associazione Industriale Bresciana e altri due mandati nel comitato della Piccola Industria.

di Gianpaolo Brembati

Qual è la situazione, in generale, della Piccola Industria Bresciana e, in particolare, quella relativa al settore della gomma? Si può affermare che l’industria bresciana sta dando segnali decisamente positivi, confermati dall’elaborazione dei dati Istat del secondo trimestre di quest’anno, che registrano un aumento delle vendite di prodotti sui mercati esteri pari all’8,5% e portano il valore assoluto, in termini monetari, al livello più alto dall’inizio della serie storica (1° trimestre 1991), sforando la soglia dei 4 miliardi di euro. Si vede ripresa in tutti i settori, dai prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti alle sostanze e prodotti chimici, dai metalli di base e prodotti in metallo agli articoli in gomma e materie plastiche, dagli apparecchi elettrici ai mezzi di trasporto. Questo significa che le aziende bresciane stanno recuperando in tecnologia e competitività, con la prospettiva positiva che il programma Industria 4.0 migliori ulteriormente la situazione. Per quanto riguarda la gomma, i dati sono davvero buoni: in Lombardia si concentra circa un terzo della produzione nazionale del settore, che già nel 2016 ha registrato un aumento del 3% rispetto all’anno precedente e i primi dati del 2017 confermano la crescita. Nel territorio bresciano, in particolare, sono più di 60 le imprese registrate, di cui poco più di 30 le società di capitale, con la produzione di guarnizioni 14

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

Eletta recentemente presidente del Comitato Piccola Industria dell’Associazione Industriale Bresciana per il quadriennio 2017-2021, Elisa Torchiani sta svolgendo un incarico molto impegnativo in una delle aree più industrializzate del mercato italiano. Le abbiamo chiesto di esporci il suo punto di vista sulla situazione della piccola industria nel territorio bresciano, con una particolare attenzione a quelle della gomma, e di illustrarci le linee a cui si atterrà per l’adempimento del suo mandato.


Elisa Torchiani e articoli tecnici, parlando di manufatti, soprattutto nell’ambito dell’automotive. Gli addetti sono più di 1.500 e le percentuali di imprese e addetti registrano un 4,6% nel primo caso e un 4,1% nel secondo rispetto al mercato industriale italiano in totale, ma questi valori salgono al 14 e 12% rispettivamente tenendo conto solo del territorio della Lombardia. Non per niente ancora oggi si parla di “rubber valley” quando si considera l’area bresciana e bergamasca situata nei dintorni del lago d’Iseo. E i risultati economici del primo semestre di quest’anno sono più che in linea con i dati della ripresa a livello nazionale: basti considerare che il valore delle esportazioni complessive supera i 100 milioni di euro, con un più 17,6% rispetto al 2016, e che le vendite nei paesi europei, dove si concentra oltre il 90% delle esportazioni, raggiunge più 18%. Ampliando l’intervallo temporale, il fatturato del settore gomma è aumentato del 7,6% dal 2011 al 2015. Un aspetto molto importante dell’attività industriale è quello dello sviluppo, che è legato a programmi di investimento e all’accesso al credito. Cosa ci può dire in merito? Dai numeri citati risulta evidente che lo sviluppo è in atto, ma è altrettanto vero che purtroppo dobbiamo spesso constatare che nella realtà un freno a tante iniziative è una burocrazia che, se non arriva a soffocarle, senz’altro ne rallenta l’attuazione. La nostra percezione è che questa situazione venga vissuta in modo più pressante dalle PMI, piccole e medie imprese, perché i costi indotti dalla gestione della burocrazia “pesano” di più. Per quanto riguarda l’accesso al credito bisogna dire che permangono delle difficoltà. Sono ancora in flessione i prestiti erogati rispetto al 2011: motivo per cui l’Associazione Industriale Bresciana sta continuando ad investire in formazione, proprio per aiutare le aziende a migliorare e concretizzare i rapporti con il mondo creditizio. Gli investimenti invece sono fatti in maniera consapevole e il programma Industria 4.0 è considerato senza dubbio utile, dal momento che è forte la percezione della necessità di maggiori investimenti anche se, nello specifico, c’è il timore che si tratti di una bolla di sapone, di un’illusione. È ovvio che gli incentivi sono utili, ma poi occorre continuare ad investire, è una questione di mentalità, perché cambiare spaventa ma tutta questa situazione è un’opportunità di crescita e di evoluzione. Anche la Piccola Industria deve prepararsi a questo grande, capillare ed ineludibile processo di cambiamento. E riguardo all’occupazione qual è la situazione nel territorio? C’è corrispondenza tra domanda e offerta? Se consideriamo la situazione occupazionale, i dati sono conformi a quelli nazionali e la disoccupazione continua ad essere un problema. Fortunatamente non ci sono tensioni per l’alta percentuale di immigrati, che di solito

lavorano come operai in produzione o in magazzino. C’è però una discrepanza fra gli imprenditori, che cercano personale tecnico giovane disposto ad entrare nel mondo del lavoro, e i giovani neodiplomati che spesso non sono preparati sufficientemente ad entrare nella realtà industriale. Si stanno portando avanti iniziative nella scuola e creando corsi post diploma specifici: un corso di meccatronica, ad esempio, grazie ad AIB è stato quest’anno organizzato presso l’Its di Lonato, mentre corsi sulla gomma sono già stati realizzati a Bergamo e Milano. Inoltre, l’Associazione Industriale Bresciana è da tempo impegnata in diverse iniziative formative per l’orientamento sia dei giovani che delle famiglie alla conoscenza delle prospettive del mondo del lavoro. È ormai indispensabile che si realizzi l’alternanza scuola-lavoro perché c’è un divario, occorre dirselo chiaramente, che può essere superato solo con l’obbligo da parte della scuola di fare programmazione col mondo imprenditoriale, che a sua volta deve essere disponibile ad attuarla. Occorre anche in questo caso un cambio di mentalità, un po’ come è successo con l’impatto di internet, perché l’iter è ormai in atto e prima ce ne rendiamo conto prima ne otteniamo vantaggio. Che cosa ritiene che debba cambiare nell’ambito della gestione aziendale, in funzione anche di competizione a livello internazionale, sostenuta eventualmente dalle organizzazioni come il Comitato della Piccola Industria? La risposta è insita nel programma RetImpresa o nella formula “fare sistema” da tempo discussa nel settore della gomma. Entrambi tendono a far colloquiare le aziende per instaurare una collaborazione con, a monte, investimenti e formazione che permettano di raggiungere risultati di crescita e di sviluppo anche in ambito internazionale, con maggiore competitività e potenzialità di successo. Anche le piccole industrie devono strutturarsi in modo diverso per cogliere questa opportunità, che offre un percorso realisticamente sfruttabile, in cui coalizzarsi significa ridurre anche i costi di omologazioni, spese di introduzione sui mercati esteri e di gestione della distribuzione dei prodotti. Parlando di gestione aziendale, è ormai evidente che deve cambiare la percezione del mondo del lavoro: è necessario che in azienda ci sia maggiore consapevolezza di ruolo da parte di tutto il personale, che le mansioni siano riviste nell’assegnazione, che gli imprenditori rinuncino alla storica regola di comando e controllo per motivare le persone a sviluppare al meglio le proprie potenzialità di lavoro. Quali sono e saranno le linee guida del suo operato? Al primo posto metto la cultura d’impresa, il che significa formazione e alternanza scuola-lavoro, poi il piano Industria 4.0 e l’osmosi col territorio, ovvero dialogo continuo con chiarezza negli obiettivi.  L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

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Fare sistema nel segno dell’Industria 4.0 F

are sistema 0.2: l’Industria 4.0 nel settore gomma. È questo il titolo del secondo evento sul tema “Fare Sistema” voluto da Assogomma, dopo il primo evento del 2016. L’incontro si è tenuto lo scorso 15 giugno all’hotel Klima di Milano, ed è stato moderato da Giuseppe De Filippi, vicedirettore del TG5. Sono stati affrontati vari temi, tutti all’insegna del trend imperante oggi nel manifatturiero, quello dell’Industria 4.0, la quarta rivoluzione industriale che, con l’apporto decisivo di digitalizzazione, informatica, automazione e analisi dei dati sta trasformando il modo stesso di concepire la produzione. In quale modo questo cambiamento coinvolge anche

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

Fare sistema non è soltanto un imperativo o una strategia che le aziende medio piccole di una filiera produttiva dovrebbero perseguire per essere competitive su un mercato globalizzato. È anche il titolo di una serie di eventi iniziati nel 2016 da Assogomma, con l’intento di invitare le aziende del settore gomme, in particolare quelle degli articoli tecnici per il settore automotive, a organizzarsi in progetti per rispondere alle esigenze sempre più articolate dei loro committenti. Lo scorso giugno il riuscito secondo evento sul tema, organizzato a Milano. Ecco di che cosa si è parlato


Iniziative Gli intervenuti a Fare Sistema 0.2, l’evento organizzato da Assogomma sull’Industry 4.0 nel settore gomma. Dall’alto: Vittorio D’Amato, presidente di Akron; Franco Zannella di SEW Eurodrive; Matteo Bernini di Comet; Paolo Chiappero di FCA; Michele Bertoncello di Mc Kinsey. Nella pagina a fianco Giuseppe De Filippi, vicedirettore del TG5 e moderatore dell’evento.

le industrie del settore gomme? Se ne è parlato con un occhio particolarmente attento agli articoli tecnici per il settore automotive, comparto che assorbe il 40% della produzione e che, sommato ai pneumatici, copre il 70% del totale dei manufatti in gomma prodotti in Italia.

Il fattore umano Una prima esigenza imposta dall’Industria 4.0 è un corrispondente cambiamento del management. Ne è convinto Vittorio D’Amato, presidente di Akron e direttore Executive dell’MBA della Liuc, Università Carlo Cattaneo di Castellanza, in provincia di Varese. «Per che cosa è stato inventato il management? – si è chiesto D’Amato –. Per risolvere una serie di bisogni, in particolare per organizzar lo svolgimento di attività ripetitive in modo efficiente e la produzione su larga scala dei prodotti. La soluzione trovata per l’industria classica consisteva soprattutto in una definizione molto precisa di ruoli e responsabilità, con regole molto chiare e un controllo e verifica del lavoro effettuato, in una rigida gerarchia. Uno dei nostri problemi, però, è che manteniamo intatti processi e abitudini anche al di là del fatto che le cose nel mondo cambiano. Oggi si confonde tra modello di business e modello di management. Molti manager non lo distinguono. E quando pensano a un management del futuro pensano a qualcosa di completamente diverso o di esattamento identico a quello di oggi. Probabilmente, però, il management sarà qualcosa a metà strada tra questi due estremi». Il nuovo management, ha osservato D’Amato, presuppone per esempio il fatto che più il tempo passa, più le persone che portiamo in azienda saranno scolarizzate. Questo significa anche che non potranno essere gestite come è sempre stato fatto finora nelle aziende italiane. A questo corrisponde anche una per-

sonalizzazione sempre più elevata del prodotto, che si rinnova sempre più in fretta e per il quale occorre creare nuovi storytelling a supporto del marketing. Il problema è, quindi, che il lavoro aggiuntivo determinato dalla continua evoluzione del prodotto deve in qualche modo essere fatto pagare, in un periodo in cui però i costi scendono. Motivare un aumento di prezzo diventa quindi importante, tenuto anche conto del fatto che viviamo nell’era della trasparenza e della collaborazione con il cliente. «Non siamo più – dice D’Amato – nel periodo in cui la competizione era considerata “sana” non solo al di fuori, ma anche all’interno delle aziende. I ruoli interni oggi devono essere permeabili e flessibili, impostati sul concetto di squadra e di collaborazione. Più invece saranno rigidi in un ambiente Industry 4.0 più sarà complesso gestire le dinamiche aziendali». Il management, osserva l’esperto, quindi va reinventato. Partendo dall’inizio. «Non si potrà più pensare esclusivamente agli obiettivi, al rispetto dei budget o dei numeri, perché si finirà per dimenticare le persone. Oggi il management va visto come “fare di tutto per ottenere il massimo dalle persone”. Lo scopo del manager 4.0 è invece rendere ogni organizzazione così genuinamente umana quanto lo sono le persone che lavorano al suo interno». Cambia, insomma, la ricetta, occorre modulare diversamente gli ingredienti. Per esempio servirà ridurre un po’ il controllo per aumentare lo spirito di iniziativa. Cercare un po’ meno di operatività potrà indurre una crescita della passione, dell’innovazione. Un po’ meno regole, riservatezza, obbedienza, potere ed equilibrio potrà indurre, d’altro canto a una crescita di altri valori, come la creatività. «Il compito del manager 4.0 – spiega D’Amato – diventa quello di agevolare il contesto e l’ambiente, fornendo l’energia dall’esterno. Una ricerca condotta dall’Università Cattaneo su oltre 600 manager in tutta Europa rivela che il manager 4.0 deve dare significato, ascoltare bisogni e opinioni delle persone e, se è possibile, anche soddisfarle. Se invece non è possibile deve spiegare in maniera aperta il perché, dando un feedback al personale, cosa che nelle nostre aziende oggi non sempre avL’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

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viente. Il manager deve anche assicurarsi che esistano gli strumenti per realizzare il lavoro, deve mantenersi aggiornato, gestire le proprie emozioni e quelle altrui, fornire supporto quando necessario e deve essere capace anche di fare un passo indietro». Tutto ciò avviene in un contesto ben preciso, che va costruito, soprattutto dando l’esempio, creando un sistema di valori, accompagnandone l’apprendimento e l’esecuzione. «All’inizio del processo – conclude D’Amato – è importante definire obiettivi commisurati e limitati. Creare un clima di cooperazione introduce anche l’idea che i successi sono di tutta la squadra e non di un singolo. È importante, in definitiva, definire obiettivi, collettivi e personali, ed eliminare i monopoli interni, creando reti di interazione multipla. In uesto modo si crea un’atmosfera particolare in un’azienda, in cui si respira un’o-

dore diverso: in cui c’è elasticità, capacità di spingere al limite, di avere fiducia reciproca e in se stessi soprattutto e in cui si può contare sul supporto da parte dei colleghi e dei collaboratori. Ogni collaboratore vuole trovarsi davanti un manager umano e non un robot manager».

Verso un’economia digitale Franco Zannella, Customer Services Manager di SEW Eurodrive, importante azienda che sviluppa soluzioni di automazione per la logistica, il magazzino e la produzione, ha spiegato qual è lo scenario che viene preso in considerazione dal suo gruppo. «Oggi ormai tutto è proteso verso l’economia digitale – ha detto Zannella –, cioè l’introduzione di tecnologie digitali nello scenario economico: oggi tutti quanti ci aspettiamo che un nostro fornitore abbia un bel sito, magari un sistema di ecommerce, un’assi-

COME SARÀ L’AUTO DEL FUTURO Sarà elettrica, intelligente, connessa, pensata per essere condivisa tra le persone, di una stessa famiglia o anche estranei che la prendono in affitto. L’auto del futuro promette di essere molto diversa a quella attuale, almeno stando a quanto stanno proponendo i più importanti gruppi automobilistici mondiali. Una prima rivoluzione, che stiamo vivendo in pieno, è il downsizing dei motori, cioè la riduzione delle loro cilindrate, per raggiungere consumi limitati e in linea che le disposizioni anti-inquinamento. Questo rimpicciolimento comporta, per garantire l’adeguata potenza e la coppia necessaria a vetture che devono rispondere prontamente alle sollecitazioni del traffico moderno, a una nuova concezione dei componenti interni, compresi quelli in gomma, che devono essere in grado di sostenere condizioni operative sempre più sfidanti, contatto con gas ad alta temperatura e pressione o con liquidi potenzialmente usuranti. La ricerca del gruppo FCA, così come di altri competitor, consiste nel trovare nuove mescole in gomma o nuovi materiali, tra cui i TPE, polimeri termoplastici, in grado di rispondere alle esigenze operative. Le auto si fanno sempre più silenziose, e questo richiede anche la necessità di migliorare ulteriormente il loro comfort. Meno rumore nell’abitacolo rende infatti più avvertibili piccoli disturbi che prima venivano trascurati, come il fruscio dell’impianto di climatizzazione, il rumore del tergicristallo sul vetro o il molleggio dei sedili. Anche questi aspetti comportano un nuovo design e nuovo studio degli interni, la sperimentazione di nuovi materiali e di nuovi componenti, e finiranno anche con il condizionare il delicato lavoro di fornitura delle industrie manifatturiere degli articoli in gomma per l’automotive. L’aspetto è molto delicato e in continua evoluzione e dovrà essere monitorato con estrema attenzione dalle aziende del settore per capire in anticipo gli orientamenti futuri del mercato.

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stenza via chat e cose di questo genere». Pensando a questo scenario come siamo messi in Italia? Secondo dati del World Economic Forum, ha detto il manager di SEW, il nostro paese è al quarantacinquesimo posto in un’ipotetica graduatoria di 139 paesi dell’economia digitale. Siamo carenti, per esempio, sotto l’aspetto ambientale e a livello normativo. Abbiamo competenze e affidabilità delle infrastrutture, ma usiamo poco le tecnologie digitali nel business e nella gestione delle infrastrutture stesse. Nell’incontrare le esigenze dell’economia digitale SEW Eurodrive non soltanto fornisce strumenti per l’Industry 4.0, ma anche architetture e sistemi di controllo, fino ad arrivare alla realizzazione di “digital twin” delle linee di produzione, cioè gemelli digitali, sistemi di simulazione che consentono di verificare con la massima aderenza alla realtà l’efficacia


Iniziative di determinati sistemi di automazione, come per esempio l’impiego di veicoli autonomi in un magazzino. L’azienda ha anche realizzato un portale che fornisce servizi digitali sia per l’offerta che per l’ordine, fino al supporto post-vendita e la manutenzione».

Industry 4.0 nella gomma Ma sistemi di questo tipo possono trovare applicazione anche nel mondo delle imprese trasformatrici della gomma? Ha risposto affermativamente al quesito Matteo Bernini di Comet, azienda del Bresciano che produce circa 20.000 t di mescola l’anno e dà lavoro a un’ottantina di persone. «L’industry 4.0 – ha detto Bernini – in realtà è un sistema complesso che prevede anche un’attenzione all’ambiente e un coinvolgimento di fornitori e clienti. Cinque anni fa l’azienda aveva in programma

di realizzare un nuovo stabilimento, partendo da una realtà che si era trasformata più volte negli anni. L’idea era creare un sistema completamente nuovo, con un magazzino che gestisce materiali in ingresso e in uscita in modo completamente automatizzato senza l’ausilio di persone. Anche in laboratorio sono stati introdotti sistemi di automatizzazione per le procedure di analisi e controllo. Durante la realizzazione le esigenze sono cambiate in modo drastico. Progettare a tavolino richiede poi un confronto con la realtà che spesso richiede adattamenti e modifiche. Non è facile, tra l’altro, intendersi con i fornitori, che non necessariamente sono addentro le dinamiche e le necessità di un settore specializzato come quello della mescolazione». Tra le cose a cui si è puntato spicca la tutela dell’ambiente, ottenuta per esem-

pio attraverso modalità operative che consentono di utilizzare energia da fonti rinnoabili, come per esempio il geotermico che fornisce riscaldamento e climatizzazione al sito. «I benefici – ha aggiunto Bernini – sono tangibili anche per i dipendenti. Nel nostro caso l’automazione spinta ha portato a un aumento delle persone impiegate, perché l’azienda è divenuta più performante, più efficiente. Certo, le persone devono riconvertirsi, cambiare il modo di lavorare e questo è più facile con i più giovani, meno con i dipendenti più navigati. Ma la necessità di intraprendere questa strada dipende strettamente anche dal bisogno di rendere l’azienda più “appetibile” ai clienti attraverso le tecnologie». L’impresa diventa, in altre parole, un atelier, in cui le tecnologie utilizzate vengono mostrate al cliente e diventano il biglietto da visita più convincente sulla qualità raggiunta.

L’innovativo SUV Stelvio di Alfa Romao, gruppo FCA, racchiude al suo interno una nutrita serie di soluzioni high-tech, dal pianale impostato sulla trazione posteriore, con distribuzione del peso equilibrata tra i due assi, all’elettronica, al motore in alluminio, un sei cilindri a V, con disattivazione elettronica dei cilindri. La vettura è un esempio di come sta evolvendo il concetto stesso di automobile per costruttori di dimensioni mondiali come FCA.

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MONDOGOMMA

La console di comando della Jeep Renegade, sviluppata da Magneti Marelli, gruppo FCA. Sopra, un dispositivo per la condivisione di qualsiasi auto sviluppato dalla startup milanese Y.Share. Sono esempi di come l’auto stia cambiando verso una direzione sempre più elettronica che comporterà anche l’introduzione di nuovi componenti in gomma. «Quando si intraprendono processi di questo tipo – ha concluso Bernini – la mente poi si apre a ulteriori innovazioni, di cui capisce l’utilità, avviando un processo di crescita continua e che rivela a ogni passo prospettive nuove, prima nemmeno ipotizzabili. In questo contesto, però, l’automazione non è sempre la risposta, non serve automatizzare per automatizzare. Tutto va scelto e programmato in relazione agli obiettivi».

Uniformità di materiali e prodotti La parola è passate poi a Paolo Chiappero, del Centro Ricerce Fiat, gruppo FC, responsabile del laboratorio sui materiali elastomerici. Un tema emerso anche nella prima edizione di Fare Sistema è il problema che gruppi globali come FCA incontrano nel riuscire ad avere una qualità costante nelle forniture di componenti che, come avviene per i manufatti in gomma, provengono spesso da fornitori diversi. «Questo impone – ha detto Chiappero, che coordina un gruppo di 6 persone impegnate nella scelta dei materiali elastomerici – la definizione di relazioni con i fornitori, perfino con i produttori di polimeri. Il centro focale è la riduzione dei costi, pur mantenendo altissime le performance». Questo si verifica per esempio nel vano motore, con articoli che entrano a contatto con oli, sostanze e condizioni di esercizio altamente usuranti. Il rispetto dei limiti di emissioni e il downsizing sempre più spinto dei motori rende sempre più complesse le condi20

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zioni di esercizio. Anche l’introduzione di nuovi gas non inquinanti per gli impianti di climatizzazione richiede lo sviluppo di nuovi prodotti in gomma, così come la necessità di prolungare la durata sotto il sole di determinate mescole, senza degradazione del colore oltre che delle caratteristiche fisiche. «Altri problemi – ha aggiunto Chiappero – sono posti dal continuo cambiamento delle normative sui carburanti, come l’accresciuta percentuale di biodiesel, che impone test continui e l’introduzione di nuovi materiali. E pure l’ibrido apre nuovi scenari: la maggiore silenziosità del propulsore richiede che siano più silenziosi anche altri dispositivi, come il climatizzatore, o come le sospensioni o i cigolii, che richiedono guarnizioni e articoli sempre più performanti».

Un nuovo scenario per l’auto Oltre a tutti questi nuovi scenari, che devono essere noti al management delle aziende della gomma per programmare il loro futuro, si inserisce anche un ragionamento riguardo al futuro dell’auto in sé, cioè di quello che richiederà il mercato. È intervenuto su questo tema Michele Bertoncello, della società di analisi di mercato McKinsey, che ha realizzato un recente studio sui nuovi trend. «Una cosa che riscontriamo – dice Bertoncello – è l’espansione delle competenze che i produttori di auto si trovano a dover acquisire per far fronte alla competizione con i grandi gruppi dell’elettronica e del web, e anche di startup, che stanno sem-

pre di più entrando nel mercato dell’auto. Questo reticolo di imprese porta anche a nuove alleanze: produttori di auto collaborano con reti di car-sharing o con società di servizi come Uber. C’è quindi una corsa verso la Silicon Valley anche per i produttori di auto». L’auto sarà sempre più connessa in un mercato che, probabilmente non sarà caratterizzato da una crescita del parco circolante, destinato piuttosto a declinare in Europa. Cresceranno invece i servizi, come la mobilità condivisa ma anche il mercato dei dati legati all’utilizzo delle auto, che saranno sempre di più connesse e che nel 2021 potranno già essere decine di milioni nel mondo. Nello studio di queste dinamiche McKinsey ha condotto indagini e fatto interviste. E, spiega Bertoncello, sono emerse quattro sfide per costruttori e fornitori: «Generare valore dai dati, in particolare creare e comunicare la necessità di un’auto connessa; capire i modelli di business; assicurarsi che le tecnologie abilitanti siano introdotte nel sistema; assicurarsi che le nostre aziende possiedano le tecnologie e le competenze da introdurre nel sistema». Tutto questo pone anche problemi di rapporti con il pubblico: gli utenti dichiarano di essere spaventati dal problema della cybersecurity ma pochissimi conoscono i protocolli di sicurezza per proteggersi; nessuno vuole essere tracciato, ma tutti vogliono utilizzare Google Maps. In paesi come l’Italia si è contrari al fatto che le aziende monetizzino i nostri dati per fare utili.


Iniziative «Se però si dà un beneficio al consumatore – osserva l’esperto di McKinsey –, l’opposizione all’impiego dei dati diventa meno categorica. È importante quindi che un’app sia veramente utile per indurre le persone a utilizzarle. Questo concetto vale anche nel momento in cui un’azienda chiede a clienti e fornitori di entrare in una rete per condividere dati e informazioni e semplificare il sistema degli ordini, delle fatturazioni, delle consegne: sono soltanto i vantaggi reali che inducono ad aderire». L’auto connessa, in particolare, aprirà occasioni di business in tre grandi scenari: tecnologie a bordo della vettura; tecnologie per le infrastrutture che entrano in contatto con le auto (strade, stazioni di servizio, pedaggi, ecc.); processi e soluzioni back-end, come raccolta e analisi di dati, pubblicità digitale, protezione dei dati, aggregatori e siti di vendita online, borse valori dei dati. Ecosistemi di gestione dei dati dalle auto potranno nascere soltanto grazie alla creazione di network e di collaborazioni tra protago-

Michele Bertoncello, McKinsey nisti. Tra l’altro in questo ambito Cina e India sono particolarmente attivi e attenti alle istanze dell’economia digitale e si stanno muovendo rapidamente in questa direzione per trarre un vantag-

gio strategico nei confronti dei loro competitor. «Sarà quindi importante e fondamentale – dice l’esperto – osservare con attenzione quanto verrà fatto in questa direzione». 

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FOCUS

FOCUS

Xxxx Strumenti

da laboratorio Tecnologie per prodotti perfetti Le analisi e i test su materie prime, mescole e prodotti sono sempre più importanti. La richiesta da parte dei committenti di una qualità sempre più elevata e costante impone a tutti i protagonisti della filiera della gomma di dotarsi delle attrezzature giuste per mantenersi concorrenziali.

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FOCUS

ALPHA TECHNOLOGIES

Reometro e viscosimetro

Due importanti novità tra i prodotti di Alpha Technology. La gamma dei reometri MDR (Moving Die Rheometer) è stata ampliata con l’MDR-C, uno strumento compatto e facile da usare caratterizzato da dimensioni ridotte, ma in grado di fornire prestazioni di avanzata tecnologia nel campo dei controlli e verifiche di laboratorio delle caratteristiche delle mescole di gomma. Le principali caratteristiche sono:

- lo schermo touch screen a cristalli liquidi, che ne rende facile l’utilizzo - è “rotorless”, ossia non è dotato di rotore, e ciò riduce il tempo di arrivo in temperatura e, quindi, la durata dei test - può essere dotato di un trasduttore di pressione (optional), grazie al quale l’apparecchio traccia, durante il test, la curva di vulcanizzazione e quella della variazione di pressione. Ciò consente all’utilizzatore di ricavare indicazioni utili ai fini di una ottimizzazione dei parametri che governano il processo della vulcanizzazione. Il nuovo reometro, inoltre, è conforme agli standard ISO e ASTM. Il nuovo viscosimetro mooney Premier MV permette invece di misurare la viscosità mooney, lo scorch e lo stress relaxation degli elastomeri sia tal quali che compoundati. È una novità assoluta che nasce dall’applicazione delle più recenti tecnologie utilizzate dagli ingegneri dell’azienda dell’Ohio per realizzarlo in tutte le sue parti, in particolare in quella strumentale e nel nuovo, avanzato interfaccia utente. Notevoli le principali caratteristiche del viscosimetro:

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- velocità del rotore variabile - controllo digitale della temperatura - motore digitale - calibrazione automatica con peso di riferimento - controllo del corretto posizionamento del rotore all’interno dell’albero in modo da prevenirne il danneggiamento - stress relaxation multiplo a diverse velocità di rotazione - riduzione fino al 45% del tempo di raffreddamento delle camere di prova a confronto con i modelli precedenti

- linea compatta con cassetto di attrezzi integrato.


Strumenti da laboratorio

DGTS

Stufe per invecchiamento Elastocon AB, rappresentata in Italia da DGTS srl (www.dgts.it), produce una gamma di stufe per l’invecchiamento (non sono normali stufe da laboratorio) per un accurato/preciso invecchiamento di gomme e plastiche in ambiente controllato. Le stufe sono conformi agli standard ISO 188, IEC 811 e ad atri equivalenti e sono progettate per avere ridotte variazioni di temperatura nello spazio e nel tempo, bassi o alti air speed e controllo sulla velocità dei ricambi d’aria. E’ stato dimostrato che un buon controllo di questi parametri è molto importante per ottenere buona ripetibilità e riproducibilità nei test di invecchiamento a caldo di materiali polimerici (prove di trazione e durezza sui provini invecchiati a caldo). Cell Ovens: Sono proposte nella versione 4 o 6 celle a temperatura unica o indipendenti e con intervalli di temperatura +40/+200°C o +40/+300°C. Soddisfano gli standard ISO 188 metodo A e IEC 60811-1-2 2 IEC 60811-4-3. Tra gli accessori per le Cell Ovens ricordiamo i morsetti per il Compression Set (ISO 815-1) ed il Tension Set (ISO 2285). Cabinet Ovens: Ideali per invecchiamento di prodotti finiti o provini di grosse dimensioni. Volumi 60 e 120 litri, intervalli di temperatura +40/+200°C o +40/+300°C. Tra queste si segnalano il modello EB26 con carosello interno (secondo ISO 188 metodo B) e EB27 con alto ricambio d’aria 3-200 rcambi/ora (secondo ISO 188 metodo A, ASTM e IEC) Test Tube Ovens: sono progettate per invecchiamenti in aria (ASTM D865) e in liquido (ASTM D471 e ISO 1817). Ne esiste un modello con 24

tubes ad unica temperatura ed un modello con 4x6 tubes a differenti temperature. Intervalli di temperatura +40/+200°C o +40/+300°C.

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FOCUS

EN.CO

Analisi del coating Oramai il coating e altri tipi di trattamenti delle superfici trovano sempre più ampie applicazioni in svariati settori, quali quello automobilistico, tessile, alimentare, ottico e cosmetico, dove vari componenti in gomma, silicone o materie plastiche vengono trattati al fine di variare le proprietà di superficie e renderli sempre più adatti al loro utilizzo. I diversi tipi di trattamento ne modificano le proprietà rendendo le superfici idrofobe o idrofiliche, oppure resistenti ai fenomeni di abrasione e corrosione, influendo così sulla prestazione del prodotto finito in base al tipo di trattamento effettuato. In fase di ricerca e sviluppo, e successivamente in produzione, l’analisi dell’efficacia del trattamento di

superficie e della sua stabilità diventa fondamentale per un prodotto di successo. Per l’analisi delle proprietà di superficie, EN.CO propone in esclusiva per l’Italia i tensiometri e i misuratori di angolo di contatto di Krüss, azienda leader e all’avanguardia a livello internazionale in questo settore. Tutti i dispositivi progettati e prodotti da Krüss si distinguono per la grandissima precisione, la robustezza, la velocità, la flessibilità e la facilità d’uso. In particolare, i misuratori di angolo di contatto Krüss sono sistemi modulari che consentono di misurare, anche in condizioni più complesse, l’angolo di contatto in condizioni statiche e dinamiche, e determinare:

- Energia libera superficiale e interfacciale di solidi e sistemi liquido/solido in condizioni statiche e dinamiche - Adesività - Bagnabilità e angolo di contatto di superfici solide, polveri e fibre La gamma Krüss completa comprende dispositivi di misura dell’angolo di contatto, tensiometri per la misura della tensione superficiale e interfacciale dei liquidi e analizzatori di schiuma per l’analisi delle proprietà tensiometriche delle schiume. Per maggiori informazioni www.encosrl. com, www.kruss.de.

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Strumenti da laboratorio

FKV

Studiare il flusso delle mescole Lo strumento RCR-II di Göttfert è un innovativo reometro capillare unico nel suo genere per determinare il comportamento di flusso delle mescole in condizioni fisiche di processo. Un piccolo campione di materiale viene posizionato manualmente (opzionalmente anche in maniera automatica per mezzo di un autoloader) nella camera di test e un pistone preme il materiale con forza o velocità costante attraverso un capillare verso l’esterno nel caso della configurazione di estrusione, o all’interno di uno stampo per la simulazione dei processi di injection moulding. La procedura è svolta a temperatura configurabile di pistone, camera ed eventuale stampo; per mezzo di una particolare separazione termica tra camera e stampo è possibile così mantenere costanti due temperature differenti per simulare la temperatura di estrusione e quella di vulcanizzazione. Nel caso ad esempio di mescole con cariche differenti o batch diversi dello stesso materiale il reometro capillare permette di discriminare con certezza la differenza, dove invece il classico reometro a camera oscillante fatica a mostrare tali differenze. Lo strumento dispone di un comodo display touchscreen per la gestione dello strumento e di un PC collegato tramite interfaccia ethernet per la configurazione dei test, l’archiviazione delle analisi effettuate in un database e la valutazione/ comparazione delle curve reologiche. Il design particolare di camera e

stampo permettono una pulizia rapida ed efficace permettendo prove ripetute e ripetibilità assoluta del dato. Lo strumento RCR-II è utilizzato nel campo della ricerca e sviluppo di nuove mescole così come per il controllo qualità e per l’accettazione del materiale in ingresso. Per maggior informazioni visitate il sito http://www.fkv.it.

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FOCUS

FOR LAB ITALIA

Nuovi strumenti per la durezza Da trent’anni la For Lab Italia di Bergamo distribuisce strumenti per laboratorio e controllo qualità alle aziende della gomma. Tra le più recenti novità di prodotto ecco due strumenti prodotti da Bareiss, da poco lanciati sul mercato, entrambi pensati per determinare la durezza di prodotti in elastomero: HDA 150 e BaRotation. HDA 150 è nato per determinare la durezza su gomma in conformità a DIN ISO 76191, DIN EN ISO 858, ASTM D 2240 e la densità in conformità a ISO 2781, DIN EN ISO 1183-1, ASTM D 1817. Il sistema automatico esegue inizialmente il test di durezza su 3 punti con un durometro digitale Shore A e in seguito ai test di durezza continua con il test di densità. I campioni sono disposti automaticamente in un contenitore. Numerosi i vantaggi: il supporto dei campioni può contenere fino a 50 pezzi di campioni di diametro 36-42/spessore 6 mm; il tempo dell’operazione è di circa 70 secondi; il bagna e asciuga è eeffettuato con due diverse pinze per prevenire la contaminazione sui campioni successivi; livello del liquido e temperatura nel vetro della densità sono monitorati e regolati istantaneamente. Alcuni dati tecnici: Controller Siemens SPS / display touch 9” Input: 100-240V; 50-60HZ; 4,5A | 4-6 bar air pressure Output dati RS 232 Dimensioni: LxWxH 900 x 700 x 1000 mm Peso: 150 kg

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Certificato di calibrazione Official DAkkS / DKD Il nuovo BaRotation è invece studiato per minimizzare gli errori dell’operatore nella misurazione della durezza di O-ring e guarnizioni di tenuta: una volta posizionati i campioni sul tavolo di rotazione, il sistema eseguirà il resto della procedura autonomamente finché i risultati verranno mostrati sul computer. Questi manufatti sono sempre più cruciali per assicurare l’affidabilità e la durata dei componenti sui quali vengono installati. Diventa quindi necessario effettuare test di qualità non più soltanto su pezzi casuali ma su ogni singolo pezzo. La funzione di posizionamento automatico dei


Strumenti da laboratorio campioni è garantita da una tecnologia laser programmata per il corretto punto di misurazione. La posizione di misurazione può essere posta sia nel punto più alto del campione che in quello centrale. Il tavolo rotante dei campioni è diviso in 4 diverse sezioni cosicché i campioni possano essere facilmente catalogati. Vantaggi del prodotto: i campioni in gomma possono essere di qualsiasi forma; scale di misura intercambiabili per IRHD-M e micro Shore A; scansione laser sul campione per identificare una precisa localizzazione di misura; la localizzazione di misura può essere selezionata sia sul punto più alto che a metà del campione; gli errori dell’operatore sono ridotti al minimo; effettua test contemporanei su campioni diversi; le operazioni sono semplificate e i dati sono trasferiti a pc.


FOCUS

GIBITRE INSTRUMENTS

Strumenti con l’iperammortamento Per la Quarta Rivoluzione Industriale gli strumenti Gibitre Instruments sono stati certificati 4.0 “compliant” da Confindustria. Tutti gli strumenti di nuova installazione sono forniti con programmi sviluppati su database di tipo SQL che permette ai clienti dell’azienda di Bergamo di ricevere la piattaforma di gestione dati più evoluta mai prodotta da Gibitre. Nel caso di fornitura di più strumenti, questi vengono automaticamente integrati nell’unico database garantendo al cliente un metodo di archiviazione solido e coerente dei risultati. Il database Gibitre può essere connesso al programma gestionale aziendale dei nostri clienti garantendo la conformità degli strumenti ai requisiti di Industria 4.0 per avere una fabbrica intelligente, interconnessa, ed ora più economica con l’iperammortamento 250%. Oltre a consegnare ai clienti la documentazione tecnica elaborata da Confindustria, Gibitre fornisce il servizio di supporto tecnico ed il software che permette di attivare la connessione al programma gestionale garantendo una fornitura chiavi in mano. Per i clienti è inoltre disponibile il servizio aggiornamento programmi che offre la possibilità di aggiornare la struttura di database in uso importando i dati archiviati all’interno della nuova struttura database SQL. Gibitre ha recentemente attivato una serie di attività per migliorare la qualità e la rapidità dei servizi di manutenzione e taratura. In questo senso ha raddoppiato il numero di tecnici per servizi onsite, ha sviluppato nuovi modelli di certificato di taratura conformi alle ultime release delle norme tecniche, ha dotato i tecnici di strumenti di riferi-

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mento di ultima generazione ed ha incorporato l’intera gestione dei certificati di taratura all’interno del portale internet aziendale.


Strumenti da laboratorio

URAI

La temperatura nei test di invecchiamento La temperatura del materiale sottoposto a prove di invecchiamento è una delle cause primarie della sua degradazione. La misura della temperatura dei singoli campioni durante i test d’invecchiamento accelerato fino ad oggi risultava difficoltosa e richiedeva l’interruzione della prova. Nella maggioranza dei casi addirittura questa determinazione non veniva neppure effettuata, riferendo la valutazione a quella di un pannello nero e/o bianco. Urai Spa sta promuovendo l’innovativa tecnologia S³T® (Specimen Specific Surface Temperature) per i Weather-Ometer® serie Ci della propria rappresentata Atlas MTS. I ricercatori che si dedicano alla comprensione dei fenomeni legati alla degradazione dei materiali, oggi hanno la possibilità di disporre di un nuovo strumento di valutazione ed analisi del comportamento dei campioni sottoposti all’azione degradante della luce e delle intemperie, in grado di aggiungere un nuovo parametro per la discriminazione di comportamenti di materiali con differenti colorazioni e/o texture. Il sistema utilizza un sensore a infrarossi per l’accurata rilevazione della temperatura superficiale dei singoli campioni posti nella fascia centrale della giostra rotante. Ad esso è abbinato un sistema automatico RFID per identificare e contrassegnare in maniera dinamica le rilevazioni effettuate. I valori di temperatura rilevati potranno essere poi resi disponibili sia sotto forma di tabella che visualizzati in forma grafica sullo schermo touch screen dello strumento o inviati in forma digitale a qualsiasi periferica remota. Tra le caratteristiche di questa innovazione citiamo: la possibilità di contrassegnare, con codici specifici, i vari campioni ai quali verranno accoppiate

le rilevazioni di temperatura; la visualizzazione in “real-time” delle temperature superficiali dei campioni durante la loro esposizione; l’esportabilità dei dati ai fogli di calcolo per successive analisi. Parte essenziale del sistema S³T® è il pirometro ottico che, fornito di certificato NIST, è ricalibrabile in-situ senza necessità di rimuovere alcun componente. Ulteriore punto di forza di questo sistema è l’estrema versatilità di impiego nelle più svariate condizioni di temperatura, umidità e d’irraggiamento

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FOCUS

ZUMBACH ELECTRONIC

Sistemi a scansione laser Nel 2017 Zumbach Electronic AG celebra 60 anni di attività. Tanto tempo è passato dal giorno in cui Bruno Zumbach, coadiuvato dai suoi primi collaboratori, ha fondato la società che oggi è nota a livello globale. Attualmente la tecnologia della scansione laser è la più apprezzata dagli uffici qualità per il rilevamento di quote esterne data la grande precisione e la quasi inesistente possibilità di influenzarla. Proprio per questo motivo alcune delle apparecchiature Zumbach, normalmente utilizzate per controlli in linea, vengono impiegate anche in laboratorio. Il sistema QC4, per esempio, permette di misurare prodotti cilindrici di diametro fino a 70mm consentendo la misura di un numero qualsiasi di diagonali e lo spessore della parete con conseguente diametro interno. Con un solo bottone è poi possibile mandare in stampa e archiviare i parametri di massimo, minimo e deviazione dal nominale dei parametri desiderati. Il sistema QC2 è invece dedicato alla misura di prodotti cilindrici rigidi o semirigidi. Permette un caricamento rapido del campione ed uno scaricamento automatico dello stesso molto utilizzato in processi dove si necessita un controllo qualità a campione di produzioni dai grossi volumi. Dice il management aziendale: «Siamo stati pionieri nell’adattare i nostri sistemi all’ Industria 4.0 consentendo di integrare le nostre misure all’interno della rete aziendale tramite “OPC ad architettura unificata”. Diversi OEM di banchi e sistemi di controllo qualità offline hanno integrato le nostre

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apparecchiature all’interno dei loro macchinari perché negli ultimi due anni abbiamo a disposizione praticamente qualsiasi output, trai quali segnaliamo i più utilizzati, come per esempio quello analogico, seriale, ethernet, profibus, profinet, ethernetIP». Nella sede italiana di Zumbach, a Gazzada Schianno, oltre al servizio vendite vi è un servizio di assistenza e riparazione interno che ci permette da più di 30 anni di offrire servizio tecnico e di consulenza agli OEM ed ai clienti finali.


Strumenti da laboratorio

ZWICK

Camere climatiche per testare i polimeri Le prove materiali spesso richiedono l’uso di camere climatiche proprio perché le caratteristiche dei materiali stessi sono influenzate dalle variazioni delle temperature. Le temperature di prova sono regolate dall’eventuale area di utilizzo o da specifiche proprietà del materiale. Le nuove camere climatiche made by Zwick si differenziano per l’abbinamento ottimale di tutti i componenti del sistema, assicurando risultati affidabili in combinazione con l’elevata facilità e rapidità di utilizzo. L’integrazione ottimale della camera di temperatura con l’estensimetro Zwick Roell garantisce risultati affidabili indipendentemente dall’utilizzo della misurazione ottica o di tipo a contatto. Tutte le influenze come le vibrazioni e le striature dovute alla convezione sono minimizzate, mentre il modulo di illuminazione a led opzionale consente anche la misurazione ottica dei cambiamenti di larghezza. I requisiti degli standard quali ISO 527-1, ASTM D638 e ISO 37 sono ampiamente soddisfatti. Per evitare di influenzare i risultati dei test per campioni sensibili come film/fogli, la velocità della ventola può essere regolata comodamente tramite il software testXpert III durante la sequenza di prova. Tutte le funzioni del sistema operano in modo comodo e intuitivo tramite il software di prova testXpert III; il layout di controllo si adatta in modo interattivo alla sequenza di prova e fornisce un feedback diretto. Tutti i dati possono essere documentati in modo riconducibile alla serie di test, inoltre la camera climatica si adatta alle specifiche applicazioni; per esempio, nel passaggio da una prova di trazione a una prova di flessione i parametri di controllo appropriati per il dispositivo di prova possono essere facilmente richiamati. Viene così

garantito il rapido raggiungimento dell’esatta temperatura del test, anche con applicazioni di test molto differenti. Le nuove funzionalità consentono di avere brevi cicli temporali combinati con costi operativi bassi, in più possono essere ammodernate secondo le esigenze specifiche. Esse includono ad esempio campioni pre-riscaldati nel caricatore o cambiamenti rapidi dei campioni senza significativa riduzione della temperatura realizzati attraverso una piccola porta di accesso, mentre i campioni possono essere allineati con precisione e inseriti rapidamente utilizzando speciali pinze.

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DALLE AZIENDE

Trentacinque anni a passi da gigante di Giuseppe Cantalupo

A

vevamo apprezzato, in occasione della visita fatta appena dopo l’inaugurazione dell’edificio, la luminosità e l’ampiezza degli spazi, sia esterni che, soprattutto, interni della nuova sede di Gaggiano di Action Technology Italia. E non abbiamo cambiato idea adesso. Anzi. Ora che in quegli spazi hanno trovato agevole e funzionale sistemazione gli uffici, i laboratori con la loro strumentazione e, nei capannoni, i macchinari e le attrezzature per la produzione, quella luminosità valorizza ancora di più la struttura edilizia nel suo insieme e gli ambienti di lavoro, disegnando una realtà che è tutta un’altra cosa rispetto a quella che abbiamo visto alla fine del 2012: completa e attiva in ogni settore, con gli impianti in marcia e a pieno regime. E vi abbiamo trovato anche altre novità rispetto a quelle che erano programmate allora.

Le novità La prima, decisamente importante, riguarda il management aziendale. In particolare, Johan Laureys. Quando l’abbiamo incontrato nel 2012 era “semplicemente” amministratore delegato di Action Technology Italia. Adesso, oltre a questa funzione, Laureys ne svolge anche altre, perché a

Il dosatore automatico degli ingredienti mescola destinati alle linee di mescolazione. 34

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Action Technology Italia, società della divisione Dispensing del gruppo statunitense Tekni-Plex, celebra quest’anno i 35 anni anniversari della sua fondazione. Eravamo stati nella nuova sede della società di Gaggiano, alle porte di Milano, nel novembre 2012, quando i locali, ampi e moderni, erano ancora in gran parte vuoti, e ci siamo ritornati adesso, quasi cinque anni dopo. Vi abbiamo trovato una realtà completamente diversa: locali attrezzati di tutto punto, macchinari in funzione, attività produttiva in svolgimento e a pieno ritmo


Articoli tecnici La calandratura di tappeti in gomma.

Leader globale

gennaio di quest’anno è stato nominato vice-presidente del business globale dispensing del gruppo Tekni-Plex di Action Technology e amministratore delegato di Tekni-Plex Europe NV (Erembodegem, Belgio). Il giorno della nostra visita abbiamo incontrato il suo “secondo di bordo” Paolo Cassi, responsabile della ricerca e sviluppo, nominato a gennaio direttore operativo della società conseguentemente ai nuovi incarichi conferiti a Laureys, e Giuseppe Bigatti, responsabile amministrativo. Le altre novità riguardano la parte tec-

nica, dove i progetti e i relativi investimenti di cui ci aveva parlato l’amministratore delegato nella scorsa visita sono stati tutti realizzati: una seconda linea di mescolazione per compound chiari e colorati; una nuova linea di calandratura; la camera bianca; la macchina per il dosaggio automatico degli ingredienti mescola; le apparecchiature di prim’ordine nei laboratori di controllo e di ricerca e sviluppo. Ma altri investimenti ancora sono previsti per la realizzazione di progetti che il management aziendale ha pronti nel cassetto.

«Action Technology Italia - ci spiega Cassi - è leader globale nella produzione di una vasta gamma di articoli per il packaging farmaceutico, cosmetico e alimentare, per citare i principali settori applicativi. Si tratta, per fare qualche esempio, di guarnizioni interne ed esterne per valvole aerosol, guarnizioni e tubi pescanti per valvole e dispenser, componenti in gomma e anche in plastica tranciati o fustellati. «Una produzione cospicua - prosegue l’operations manager della società per un mercato mondiale in continua crescita, specie quello delle guarnizioni per aerosol, del quale deteniamo ben il 90%, con una importante percentuale di export anche verso la Cina. Quello cinese è un mercato molto sofisticato ed esigente che richiede prodotti di elevato livello qualitativo. E noi siamo in grado di soddisfarlo. Senza nessun problema». La qualità della produzione, strettamente collegata alla rigorosa precisione dei pezzi prodotti, è garantita dalla qualità dei materiali di partenza, sia per quanto riguarda le materie prime che per quanto riguarda la strumentazione e i macchinari, e dai controlli altamente scrupolosi effettuati nei laboratori dell’azienda. «È da aggiungere - precisa Cassi - un altro elemento importante ai fini della qualità della nostra produzione: tutti i nostri prodotti sono realizzati completamente al nostro interno, ed è fuori di ogni dubbio che ciò contribuisce in maniera rilevante alla costanza qualitativa delle mescole stesse e degli articoli finali. Non è certamente un caso che i maggiori players internazionali dei settori farmaceutico e cosmetico acquistino da noi e, in generale, utilizzino i prodotti delle società del Gruppo Tekni-Plex». È una sorta di cer-

Il trattamento farmaceutico delle guarnizioni in gomma. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

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DALLE AZIENDE

ra anche la plastica. In particolare, il polietilene (PE) e il polipropilene (PP), utilizzati per la produzione mediante estrusione di tubicini pescanti per valvole e pompe per bombolette spray e dispenser di liquidi.

Mescole chiare e dosaggio automatico

Una fase della preparazione di una mescola nera.

tificazione di qualità - potremmo dire - rilasciata direttamente dal mercato, conquistata sul campo, che non fa altro che confermare la normativa UNI EN ISO 9001:2008 rilasciata all“azienda dall’ente nazionale italiano di unificazione. E la conferma è sottolineata anche dall’export della società: un export dal raggio d’azione globale. Oltre che in Cina, l’azienda di Gaggiano esporta, infatti, in USA, Sud America, India e, naturalmente, in Europa.

Gomma e anche plastica L’azienda utilizza un’ampia varietà di gomme sintetiche: la nitrilica (NBR) e la nitrilica idrogenata (HNBR); la cloroprenica (CR); la butilica (IIR) e la butilica alogenata (CIIR, clorobutilica, e BIIR, bromobutilica); la etilene-propilenemonomero dienico (EPDM); la fluorurata (FPM); la stirolo-butadiene (SBR); la siliconica e anche la naturale (NR) per alcune applicazioni particolari. Ma oltre alla gomma, la società lavo36

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

La nuova sede della società si estende su un’area totale di 27.000 metri quadrati, di cui 13.500 coperti. La superficie coperta ospita gli uffici, quattro laboratori di ricerca e controllo materie prime e produzione, i magazzini materie prime, mescole e prodotti finiti, un’officina attrezzata per la manutenzione degli stampi, e tre ampi capannoni dedicati all’attività produttiva. In un giro guidato da Paolo Cassi abbiamo visitato l’intero complesso, nel quale abbiamo visto installate e in azione le previste apparecchiature di cui ci aveva parlato Laureys nel 2012, e altro ancora. In un capannone troviamo le linee di mescolazione, che rappresentano il punto di partenza del ciclo produttivo della società. Sono due. Una è dedicata alla preparazione delle mescole nere tradizionali destinate alla produzione delle guarnizioni per aerosol, il core business dell’azienda. Pre-esisteva già nella vecchia sede, dalla quale, quindi, è stata trasferita nella nuova. L’altra è una linea di mescolazione per mescole chiare per il settore farmaceutico. È una delle novità che erano programmate. È stata, quindi, progettata e la troviamo realizzata. «I due impianti - spiega Cassi - sono perfettamente identici e sono fisicamente separati l’uno dall’altro per eliminare ogni possibile rischio di inquinamento della “linea chiara’ col nero dell’altra linea». Questa seconda linea ha un’importanza strategica nei piani di sviluppo dell’azienda. Come ci ha spiegato il direttore operativo, l’aumento della capacità totale degli impianti di compoundazione che ne consegue prospetta ad Action Technology la possibilità di offrire ai mercati compound speciali per settori particolari. E in effetti, questo è un preciso progetto che rientra nei piani societari. Altra novità nello stesso capannone: un dosatore automatico degli ingre-

dienti mescola archivia definitivamente la pratica ormai superata del dosaggio manuale. La qualità costante e di alto livello della produzione della società milanese deriva anche da questo. Acceleranti, plastificanti, vulcanizzanti, antiossidanti, cariche e quanto altro occorre per la preparazione di una mescola sono dosati e pesati automaticamente da una moderna macchina dosatrice, che provvede anche a introdurli singolarmente in altrettanti sacchetti contrassegnati da codici a barre che li identificano univocamente e ne indicano senza possibilità di errori la destinazione di utilizzo. Oltre ad eliminare l’insidia dell’errore umano connesso con l’operazione condotta manualmente, l’automatismo della macchina riduce praticamente a zero l’inquinamento ambientale, apporta quindi notevoli benefici sul piano della salute escludendo la manipolazione diretta dei chemicals da parte degli operatori, e concorre a un significativo incremento della produttività.

La camera bianca È un’altra novità e ha trovato collocazione in un altro capannone per la produzione di guarnizioni per il settore farmaceutico: un settore particolare, nel quale l’ambiente sterile e l’assenza di microparticelle di polvere nell’aria sono condizioni di lavoro essenziali. Ma oltre alla camera bianca, c’è anche un’altra novità nel capannone. A una prima linea già esistente, che realizza in un’unica fase lavaggio, sterilizzazione, siliconatura e asciugatura delle guarnizioni tranciate e stampate, la società n e ha aggiunta una seconda nel nuovo sito, per far fronte alle richieste sempre crescenti del mercato.

Lo stampaggio Chiudiamo il giro dei settori dedicati alla produzione con la visita al reparto stampaggio gomma. È un ampio capannone nel quale sono installate ben 24 presse con forza di chiusura fino a 4.000 kN, quasi tutte a inietto-compressione: la tecnologia di stampaggio capace di garantire profili estremamente precisi e ad alta stabilità dimensionale. Tutte le apparecchiature dei vari capannoni sono assistite dai moderni sistemi elettronici di controllo che mo-


Articoli tecnici al responsabile e 5 addetti alla ricerca. Durante la visita all’intero complesso, tre cose soprattutto ci hanno impressionato: la pressoché totale assenza dei tipici odori che la gomma rilascia nell’ambiente durante la lavorazione, grazie all’efficienza dei sistemi di aspirazione e ricambio d’aria installati; la pulizia ben curata dei locali; l’ordine nel quale sono tenuti i materiali e le attrezzature prima, durante e dopo le lavorazioni, e prima, durante e dopo i controlli delle materie prime, della produzione e dei prodotti finiti. Il visitatore attento che apprezza questi aspetti li nota. Tutti particolari che sono indici di precisione e accortezza nelle lavorazioni e che, per ciò stesso, sono parte integrante dell’operatività produttiva: sono le premesse e la base dell’efficienza delle lavorazioni.

Festeggia anche la casa madre

Tipologie di prodotti di Action Technology.

nitorano in tempo reale le varie fasi dei processi e segnalano eventuali anomalie consentendo all’operatore di intervenire in caso di irregolarità.

I laboratori «In Action Technology Italia abbiamo quattro laboratori - ci dice Cassi - dotati delle più moderne e innovative apparecchiature, tutte collegate ad una unità centrale che registra i dati prodotti dalle misure effettuate dagli strumenti, segnala anomalie ed elabora statistiche e trend di fenomeni sulla base dei dati storici archiviati». Tutte le fasi attraverso le quali si svolge l’intero processo produttivo dell’azienda sono tenute sotto controllo, dall’ingresso delle materie prime fino all’uscita del prodotto finito con destinazione cliente. Vengono effettuati, così, il controllo delle mescole, quello dimensionale dei pezzi oltre al controllo di qualità del prodotto vulcanizzato finale.

L’intera struttura dedicata al controllo della produzione testimonia l’attenzione - notevole - che la società milanese riserva alla qualità. Un’attenzione dimostrata anche dall’adeguamento numerico e specialistico del personale che l’azienda ha voluto per una gestione competente di queste apparecchiature e per la conduzione di un’attività di ricerca mirata principalmente allo studio di nuove formulazioni mescola e al miglioramento di quelle esistenti per soddisfare specifiche richieste della clientela. L’azienda conta oggi 135 dipendenti (erano 129 a novembre del 2012). Di questi, 20 complessivamente - circa il 15% del totale - operano nei laboratori di controllo e in quelli di ricerca e sviluppo: 14 addetti ai controlli oltre

Anno importante, dunque, il 2017 per la società di Gaggiano. Ma non è l’unica a festeggiare una ricorrenza importante, perché quest’anno ricorre anche il 50° anniversario di Tekni-Plex, la capogruppo americana leader mondiale nello sviluppo e nella produzione di articoli per svariati settori applicativi che spaziano dal packaging alimentare e farmaceutico al medicale, dal cosmetico alla cura della persona, alla casa, all’industria e a numerosi altri ancora. Fondata nel 1967, Tekni-Plex ha sede a Wayne, Pennsylvania, conta 2.500 dipendenti e realizza un fatturato di 700 milioni di dollari USA. Gestisce 30 siti produttivi, distribuiti in otto paesi Belgio, Cina, Costa Rica, Germania, India, Italia, Nord Irlanda e USA - e organizzati in sei divisioni: Industries & Products, Medical, Pharma, Personal Care, Household & Industrial (è la divisione che si occupa dei prodotti per la casa e l’industria nella quale opera Action Technology Italia) e Food & Beverage. Nozze d’oro, quindi, quelle che il gruppo americano celebra con questi settori, per i quali è attiva una produzione orientata a un gran numero di mercati con una grande diversità di pezzi anche molto particolari, utilizzati in un numero enorme di articoli per una estesa pluralità di applicazioni speciali.  L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

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DALLE AZIENDE

Dalla Baviera pensando al futuro

A

Sono 70 anni che Kraiburg, azienda nata in Baviera il 22 ottobre del 1947, offre al mercato europeo un’ampia gamma di mescole, utilizzate nell’industria automobilistica, nella costruzione di macchinari, nella produzione di alimenti, olio, gas, cilindri e numerose altre applicazioni. L’azienda bavarese attualmente impiega più di 600 persone in quattro stabilimenti. Il 10% degli addetti lavora nella ricerca, sviluppo e controllo qualità; un dato che indica l’intenzione di rimanere società leader di mercato e di continuare ad espandere la sua attività. In occasione di questa ricorrenza non da poco abbiamo contattato l’azienda per farci raccontare qualcosa su programmi, intenzioni, idee di sviluppo.

Produzione “su misura” L’obiettivo dichiarato di Kraiburg è quello di realizzare l’interazione ottimale di formulazioni, materie prime ed esigenze dei clienti, perché, come afferma l’azienda, «le richieste fatte riguardo al manufatto finale rispetto alla conformità a normative chimiche o fisiche sono importanti quanto il metodo di lavorazione: che si tratti di stampaggio a iniezione o compressione o di estrusione, la mescola viene ottimizzata in modo specifico riguardo a tutti i fattori di rilievo». La produzione delle mescole si basa su elastomeri standard, come NR, EPDM, NBR o CM, e su elastomeri speciali come fluoroelastomeri e gomme 38

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

È dal 1947 che Kraiburg sviluppa, produce e commercializza mescole di qualità, proponendosi come fornitore, focalizzato sul mercato europeo, in grado di offrire soluzioni all’avanguardia. A settant’anni dalla nascita oggi l’azienda conta oltre 600 dipendenti, di cui il 10% è impegnato nella ricerca, sviluppo e controllo della qualità. Siamo andati a vedere quali sono i programmi del gruppo, che ormai produce in 4 stabilimenti, e riserva una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale

siliconiche, queste ultime prodotte ormai da 35 anni. L’offerta consiste in mescole nere e colorate, con durezza fino a 90 Shore A e, su richiesta, inferiore a 40 Shore A. Attenta a seguire l’attuale generale tendenza, costantemente in aumento, verso l’utilizzo di mescole siliconiche in numerose applicazioni, Kraiburg fornisce al mercato mescole resistenti ad alte temperature e a condizioni di utilizzo particolari, come spesso viene richiesto dall’industria automobilistica ed alimentare, sfruttando la sua esperienza nel collaborare con i clienti per mettere a punto prodotti ottimali per le situazioni specifiche.

li elastomerici ad alta tecnologia. Alcune sue mescole, per esempio, sono un’eccellente matrice per i polimeri fibrorinforzati (FRP), grazie alla loro capacità di ovviare agli svantaggi di questi materiali. In quest’ambito il prodotto KRAIBON® viene integrato direttamente negli strati di FRP e permette di creare una struttura alternata di materiale duro e morbido, che combina le buone proprietà meccaniche dell’FRP con le bune proprietà elastiche dell’elastomero. Le principali aree interessate sono, in questo caso, le applicazioni intese a migliorare l’acustica, l’impatto e la protezione alla frammentazione.

Prodotti innovativi

Rendere costante la qualità

Oltre alla produzione delle mescole citate, Kraiburg è sempre impegnata a sviluppare nuove aree di attività e ad espandere l’utilizzo di materia-

Kraiburg è cosciente che i criteri di scelta decisivi del mercato sono la consistenza di un’elevata qualità del-


COMPOUNDING

TUTTO NACQUE IN BAVIERA

Friedrich Schmidt, fondatore della Kraiburg e, sopra, il primo stabilimento di Kraiburg-Hart, in Baviera. Sotto, l’attuale sede centrale del gruppo

le mescole e del servizio alla clientela, per cui considera un’assoluta priorità offrire una vasta e specializzata esperienza e competenza. Questo risultato è ottenuto con la garanzia di un costante monitoraggio della qualità delle lavorazioni e dei prodotti, per fare in modo che i clienti possano fare affidamento sulla sicurezza certificata di tutte le mescole a disposizione. Il sistema impostato è assicurato da audit interni ed esterni e da diverse certificazioni, anche se la qualità delle mescole di Kraiburg è costituita da numerosi fattori che comprendono

sì la qualità delle materie prime e la tecnologia di lavorazione, ma soprattutto il processo produttivo che viene controllato sia dal personale addetto che da opportuni macchinari.

Ottimizzare le confezioni Non ultima caratteristica della produzione di Kraiburg è l’attenzione dedicata alla corretta confezione di fornitura, ritenuta dall’azienda decisiva perché l’intero processo produttivo risulti economico e di successo. Partendo dalla convinzione che, in combinazione con un’accurata realizzazione della mescola ed ottime proprietà di lavorazione, la confezione di fornitura sia un fattore chiave per una produzione veloce, affidabile ed efficiente dei manufatti finali, Kraiburg offre ai suoi clienti

Kraiburg venne fondzata il 22 ottobre 1947, quando Friedrich Schmidt incominciò a produrre mescole di gomma a Kraiburg-Hart in Baviera, sfruttando le limitate risorse del momento e lavorando in condizioni molto difficili. In quel periodo storico, infatti, i mezzi a disposizione di chi voleva avviare un’attività in Europa erano molto scarsi, ma il modesto inizio dell’attività della fabbrica di mescole costituì la base per il positivo sviluppo del successivo gruppo Kraiburg. Grazie al lavoro instancabile e all’impegno dei figli del fondatore, Peter e Fritz, nel corso degli anni la produzione e le vendite continuarono ad aumentare e la positiva tendenza alla crescita, insieme alla dedizione delle famiglie Schmidt e Westhoff, permise al gruppo Kraiburg di fondare altre società. Nel contempo, l’ormai consolidata esperienza nel mercato della gomma e la specializzazione nella tecnologia di produzione consentirono a Kraiburg, azienda familiare di lunga tradizione, di diventare un partner affidabile per l’industria della gomma. «Una cooperazione aperta e disponibile - sostiene il management di Kraiburg - è la chiave del successo: personale qualificato e motivato, investimenti in un parco macchine moderno ed elevata qualità si combinano per formare un tutt’uno dinamico ed efficace».

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DALLE AZIENDE

gia fornisce un contributo importante per proteggere l’ambiente, Kraiburg ha fatto della protezione ambientale il fondamento della sua politica aziendale. L’impegno si concretizza da un lato con la riduzione di scarti ed emissioni e l’utilizzo di risorse produttive, dall’altro con l’evitare materie prime tossiche o dannose per l’ambiente già nello sviluppo delle mescole.

Futuro sostenibile

La lavorazione di una mescola colorata. L’azienda bavarese è particolarmente impegnata nello sviluppo di prodotti di nuova concezione.

condizioni di fornitura che si adattano specialmente a questo materiale, come fogli arrotolati, preformati rotondi, blocchi, strisce e fogli per alimentazione continua.

Attenzione all’ambiente un’ampia scelta. Si va infatti dai fogli wig-wag a striscia continua ai fogli calandrati ed estrusi con formatura a cilindri, dai formati tagliati a misura a forme fisiche speciali come i granuli. Su richiesta possono essere forniti prodotti filtrati e mescole preparate per l’applicazione di specifici agenti distaccanti; in particolare, le mescole siliconiche sono soggette a

Un impegno particolare di Kraiburg è la sua responsabilità ambientale, che presenta molte sfaccettature. Nel 2014 l’azienda è stata certificata in conformità al sistema di gestione energetica ISO 50001 e questo le ha permesso di sviluppare potenziali di efficienza energetica, non utilizzati in precedenza, e di ridurre i costi energetici nonché i gas serra come le emissioni di anidride carbonica. Poiché la gestione dell’ener-

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«Per quanto riguarda la sostenibilità – puntualizza il management di Kraiburg – ci impegniamo ad utilizzare, per i processi produttivi, risorse naturali, ricorrendo a prodotti e servizi in modo responsabile e con un impatto ambientale minimo. La sostenibilità è fermamente instaurata nei processi lavorativi di Kraiburg e il nostro obiettivo è di ridurre continuamente il consumo di materie prime attraverso l’ottimizzazione delle nostre attività». Questo avviene applicando il principio anche nella progettazione e modernizzazione degli edifici e del parco macchinari, nella produzione dei materiali e nella loro lavorazione da parte dei clienti. «Kraiburg è consapevole – concludono i responsabili dell’azienda – della sua responsabilità imprenditoriale e sociale nei confronti di impiegati, clienti e partner commerciali in ogni occasione e anche verso l’ambiente sociale, perché l’attuare azioni sostenibili è l’unico modo di salvaguardare il futuro». 


NORMATIVE

Disposizioni EMAS: lo stato dell’arte di Beatrice Garlanda

EMAS È IL SISTEMA VOLONTARIO CHE DEFINISCE I PERCORSI DI MIGLIORAMENTO DELLE PRESTAZIONI AMBIENTALI DELLE AZIENDE E SI TRADUCE IN UN MARCHIO CHE INDICA AL PUBBLICO O AD ALTRI SOGGETTI INTERESSATI, COME I COMMITTENTI, IL PERCORSO INTRAPRESO NELLA DIREZIONE DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE. LA REGISTRAZIONE EMAS È DI SOLITO AGGIUNTIVA ALLA CERTIFICAZIONE ISO 14001. ORA IL REGOLAMENTO PER OTTENERLA È STATO MODIFICATO IN TRE ALLEGATI CON UN NUOVO PROVVEDIMENTO

L

a normativa EMAS nasce nel 1993 con il regolamento n.1836, sostituito poi dal regolamento 761 del 2001. Quest’ultimo è stato, a sua volta, sostituito dal regolamento (CE) 1221/2009 i cui allegati I,II e III sono stati modificati con il regolamento (UE) 2017/1505 del 28 agosto 2017 (G.U. UE 29 agosto 2017). Le recenti modifiche si sono rese necessarie dopo la pubblicazione nel 2015 della revisione dello standard internazionale UNI EN ISO 14001, poiché I requisiti dei sistemi di gestione ambientale definiti dal nuovo standard non erano più in linea con quanto riportato nell’allegato I del regolamento EMAS.

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Che cos’è EMAS? Il sistema comunitario di ecogestione e audit EMAS (Eco-Management and Audit Scheme) è un sistema al quale possono aderire volontariamente le organizzazioni, pubbliche o private, con sede nella UE o al di fuori di essa, con lo scopo di impegnarsi al miglioramento continuo delle loro prestazioni ambientali. Si precisa che per organizzazione s’intende un gruppo, una società, un’azienda, un’impresa, un’autorità o istituzione che abbia una propria struttura funzionale e amministrativa. Il miglioramento delle prestazioni ambientali si ottiene attraverso l’istituzione e l’applicazione di sistemi di gestione ambientale, la valutazione delle prestazioni di tali sistemi,


NORMATIVE

l’offerta di informazioni sulle prestazioni ambientali, un dialogo con il pubblico e le parti interessate e un coinvolgimento attivo e un’adeguata formazione del personale. Vediamo ora gli aspetti salienti del regolamento EMAS, come modificato.

 Registrazione Le organizzazioni (aziende) di uno Stato membro presentano la domanda di registrazione all’organismo competente dello Stato stesso (in Italia il comitato Ecolabel-Ecoaudit). Se un’organizzazione ha siti in uno o più Stati membri o paesi terzi può presentare un’unica domanda di registrazione cumulativa per tutti i siti o parti di essi. Essa deve essere presentata all’organismo competente dello Stato membro in cui l’organizzazione ha la sede principale o in cui si trova il centro direttivo dell’organizzazione. Gli Stati membri possono prevedere che gli organismi competenti registrino le organizzazioni che hanno sede al di fuori della UE. Le organizzazioni che intendono registrarsi per la prima volta devono: • svolgere un’analisi ambientale iniziale, ovvero esaminare tutti gli impatti ambientali delle attività svolte dall’organizzazione e verificarne la conformità ai requisiti di cui all’allegato I e al punto A.6.1 dell’allegato II (pianificazione-misure relative ai rischi e alle opportunità) • in base ai risultati dell’analisi ambientale, sviluppare e applicare un sistema di gestione ambientale (SGA) concernente tutti i requisiti dell’allegato II, tenendo conto, se disponibile, della miglior pratica di gestione ambientale per il settore interessato • effettuare un audit interno in conformità ai requisiti di cui al punto A.9.2 dell’allegato II e all’allegato III • predisporre una dichiarazione ambientale in conformità all’allegato IV. In essa sono riassunti la politica e il programma ambientale, le metodologie e le procedure seguite per controllare gli impatti ambientali, i risultati conseguiti. Le organizzazioni che applicano un sistema di gestione ambientale certificato, in conformità all’articolo 45 del regolamento EMAS, non sono tenute attuare quelle parti che risultano equivalenti al regolamento L’analisi ambientale iniziale, il sistema di gestione ambientale, la procedura di audit e la sua attuazione sono controllati da un verificatore ambientale accreditato o abilitato e la dichiarazione ambientale è convalidata dallo stesso verificatore Le organizzazioni che soddisfano i requisiti sopra elencati presentano domanda di registrazione. Essa contiene i seguenti elementi: • dichiarazione ambientale convalidata • dichiarazione rilasciata dal verificatore ambientale nella quale egli dichiara che la verifica e la - - - convalida si sono svolte conformemente al regolamento • un modulo compilato contenente almeno le informazioni minime indicate nell’allegato VI • la prova del pagamento dei diritti applicabili, se del caso • La domanda è redatta nella lingua o nelle lingue ufficiali dello Stato membro in cui l’organizzazione presenta la domanda 42

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

 Obblighi delle organizzazioni registrate Almeno ogni tre anni un’organizzazione registrata deve fare verificare l’intero sistema di gestione ambientale ed il programma di audit, nonché la sua attuazione. Deve,inoltre, predisporre una dichiarazione ambientale conforme ali requisiti di cui all’allegato IV del regolamento 1221/2009 e farla convalidare da un verificatore ambientale, nonché trasmettere all’organismo competente la dichiarazione convalidata e un modulo compilato contenente almeno le informazioni minime dell’allegato VI. Infine deve versare i diritti per il rinnovo della registrazione. Fatto salvo quanto sopra, negli anni successivi un’organizzazione registrata: • conformemente al programma di audit, svolge un audit interno che verte sulle sue prestazioni ambientali e sul rispetto degli obblighi normativi applicabili in conformità all’allegato III. • predispone una dichiarazione ambientale aggiornata, la fa convalidare da un verificatore ambientale e la trasmette convalidata all’organismo competente • trasmette all’organismo competente un modulo compilato contenente e informazioni minime di cui all’allegato VI • versa i diritti per la conservazione della registrazione all’organismo competente Le organizzazioni registrate mettono a disposizione del pubblico la dichiarazione ambientale e la dichiarazione ambientale aggiornata entro un mese dalla registrazione ed entro un mese dall’avvenuto rinnovo della registrazione. Sono previste deroghe per le organizzazioni di piccole dimensioni Se un’organizzazione registrata prevede di attuare modifiche sostanziali, deve effettuare un’analisi ambientale di tali modifiche e dei relativi impatti ambientali. In seguito all’analisi ambientale delle modifiche, l’organizzazione aggiorna l’analisi ambientale iniziale, modifica la politica e il programma ambientale e il sistema di gestione ambientale e rivede di conseguenza l’intera dichiarazione ambientale. Le organizzazioni registrate definiscono un programma di audit finalizzato ad assicurare che, nell’arco di tre o , nel caso di organizzazioni di piccole dimensioni, quattro anni tutte le attività dell’organizzazione interessata siano soggette ad audit ambientale interno in conformità all’allegato III. Va segnalato, infine, che il logo EMAS che figura nell’allegato V del regolamento del 2009 può essere utilizzato, salvo deroga, solo dalle organizzazioni registrate e solo fino a quando esse sono in possesso di una registrazione valida. Il logo, che contiene sempre il numero di registrazione, è utilizzato solo nel rispetto delle specifiche tecniche dell’allegato V. Il logo non è usato sui prodotti o i loro imballaggi o in abbinamento con dichiarazioni comparative riguardanti altre attività o altri servizi o in modo da poter essere confuso con i marchi di qualità ecologica Qualsiasi informazione ambientale pubblicata da un’organiz-


Ambiente zazione registrata può recare il logo EMAS, purché faccia riferimento all’ultima dichiarazione ambientale o a una dichiarazione aggiornata dell’organizzazione e che un verificatore ambientale l’abbia convalidata

 Norme applicabili agli organismi competenti Gli Stati membri designano gli organismi competenti incaricati della registrazione delle organizzazioni e possono prevedere che tali organismi siano responsabili delle organizzazioni che hanno sede al di fuori della Comunità. Gli organismi competenti stabiliscono procedure per la registrazione delle organizzazioni e fissano regole per: • tener conto delle osservazioni formulate dalle parti interessate • rifiutare, sospendere o cancellare la registrazione delle organizzazioni • gestire i ricorsi o i reclami presentati contro le loro decisioni • Gli organismi competenti istituiscono e conservano un registro delle organizzazioni registrate nei rispettivi Stati membri, comprendente informazioni sulle modalità per ottenere la dichiarazione ambientale o la dichiarazione ambientale aggiornata e, in caso di modifica, aggiornano tale registro con frequenza mensile Quando un’organizzazione presenta una domanda di registrazione, l’organismo competente interessato la registra e le attribuisce un numero di registrazione se sono soddisfatte tutte le condizioni di cui all’art.13 del regolamento cui si rimanda. Se un organismo competente giunge alla conclusione che l’organizzazione che presenta la domanda non rispetti le condizioni prescritte, la respinge e trasmette una giustificazione motivata all’organizzazione. Esso è preposto anche al rinnovo della registrazione di un’organizzazione che viene concesso se sono soddisfatte le condizioni di cui all’art.14. Se un organismo competente ritiene che un’organizzazione registrata non ottemperi al regolamento di cui si tratta, chiede chiarimenti all’organizzazione in questione. Se questi ultimi non sono soddisfacenti, la registrazione è cancellata o sospesa. La registrazione è sospesa anche quando le attività del verificatore ambientale non si sono svolte in modo sufficientemente adeguato da garantire il rispetto del regolamento da parte dell’organizzazione Un’organizzazione registrata è sospesa o cancellata dal registro se, entro due mesi dalla richiesta, non presenta all’organismo competente: a) la dichiarazione ambientale convalidata, una dichiarazione ambientale aggiornata o la dichiarazione firmata dal verificatore ambientale ai sensi dell’art.25 b) un modulo contenete almeno le informazioni minime dell’allegato VI. Gli organismi di cui si tratta si riuniscono, almeno annualmente, in un Forum. Quest’ultimo prepara documenti di orientamento per garantire l’uniformità

delle procedure di registrazione, inclusi il rinnovo, la sospensione o la cancellazione della registrazione stessa. Infine il Forum degli organismi competenti organizza, almeno ogni quattro anni, una valutazione inter pares per valutare la conformità del sistema di registrazione di ciascuno di tali organismi al regolamento per definire un approccio armonizzato ai fini dell’applicazione delle regole in materia di registrazione. Il Forum presenta una relazione periodica sulla valutazione inter pares alla Commissione e al comitato istituito ai sensi dell’art.49. Tale relazione è resa pubblica previa approvazione da parte del Forum e del comitato sopra citato.

 Verificatori ambientali I verificatori ambientali devono valutare se l’analisi ambientale, la politica ambientale, il sistema di gestione e le procedure di audit dell’organizzazione e la loro attuazione sono conformi a quanto previsto dal regolamento. In particolare devono verificare: • che l’organizzazione abbia rispettato tutti i requisiti del regolamento relativi ad analisi ambientale iniziale, sistema di gestione ambientale, audi ambientale, dichiarazione ambientale o dichiarazione ambientale aggiornata • che l’organizzazione abbia rispettato gli obblighi normativi comunitari, nazionali, regionali e locali applicabili in materia di ambiente • il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali dell’organizzazione • l’attendibilità, la credibilità e l’esattezza dei dati contenuti nella dichiarazione ambientale o nella dichiarazione ambientale aggiornata o eventuali informazioni ambientali da convalidare I verificatori ambientali stabiliscono se l’analisi ambientale iniziale, l’audit e le altre procedure attuate dall’organizzazione sono adeguate. I verificatori possono essere sia organizzazioni che singoli professionisti. Gli articoli 19 e seguenti del regolamento del 2009 dettano disposizioni sulla frequenza della verifica, sui requisiti per i verificatori e sulla sorveglianza della loro attività.

 Organismi di accreditamento e di abilitazione Gli Stati membri hanno l’onere di designare gli organismi di accreditamento/abilitazione dei verificatori ambientali. Gli organismi di accreditamento e di abilitazione valutano la competenza del verificatore ambientale alla luce degli articoli 20,21 e 22 dl regolamento. Gli organismi di cui sopra istituiscono procedure adeguate per l’accreditamento e l’abilitazione, il rifiuto, la sospensione o la revoca dell’accreditamento o dell’abilitazione dei verificatori ambientali e per la sorveglianza di questi ultimi.

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NORMATIVE

Norme applicabili agli Stati membri Gli Stati membri devono garantire che le organizzazioni abbiano accesso alle informazioni e alle possibilità di assistenza in relazione agli obblighi normativi in materia di ambiente vigenti nello Stato di cui si tratta. L’assistenza comprende informazioni sugli obblighi normativi applicabili in materia di ambiente e l’individuazione delle competenti autorità responsabili dell’applicazione degli obblighi normativi specifici in materia di ambiente che sono stati dichiarati applicabili. Gli Stati membri possono assegnare i compiti di cui sopra agli organismi competenti o a qualsiasi altro organismo che disponga delle competenze necessarie e delle risorse adeguate. Gli Stati membri, in collaborazione con gli organismi competenti, le autorità responsabili dell’applicazione della legge e tute le altre parti interessate, promuovono il sistema EMAS. Essi adottano misure appropriate per informare il pubblico sugli obiettivi e gli elementi principali di EMAS e per informare le organizzazioni riguardo al contenuto del regolamento. Svolgono attività di promozione a favore di EMAS e adottano misure adeguare a incoraggiare la partecipazione delle organizzazioni di piccole dimensioni. Adottano misure giuridiche o amministrative in caso di inosservanza del regolamento e disposizioni per evitare che il logo EMAS sia utilizzato in violazione del regolamento. Gli Stati membri devono comunicare alla Commissione la struttura e le procedure che regolano il funzionamento degli organismi competenti e degli organismi di accreditamento e abilitazione e aggiornano, se del caso, tali informazioni.

 Norme applicabili alla Commissione La Commissione informa il pubblico sugli obiettivi e gli elementi principali di EMAS e le organizzazioni sul contenuto del regolamento. La Commissione conserva e rende disponibile al pubblico: • un registro dei verificatori ambientali e delle organizzazioni registrate • una banca dati delle dichiarazioni ambientali in formato elettronico • una banca dati delle migliori pratiche relative ad EMAS • un elenco delle risorse comunitarie per il finanziamento dell’attuazione di EMAS Gli Stati membri possono presentare alla Commissione una richiesta di riconoscimento di sistemi di gestione ambientale esistenti, o di una parte di essi, che hanno ottenuto la certificazione come conformi ai requisiti del regolamento. Nella richiesta gli Stati membri devono precisare la pertinenti parti dei sistemi di gestione ambientale e i corrispondenti requisiti del regolamento La Commissione, dopo aver preso in esame la richiesta di cui sopra, riconosce, se del caso, le parti pertinenti dei sistemi di gestione ambientale e i requisiti di accreditamento i di abilitazione per gli organismi di certificazione. La Commissione pubblica sulla G.U. UE i riferimenti dei sistemi di gestione ambientale riconosciuti e i requisiti per l’accreditamento o l’abilitazione riconosciuti. 44

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

Essa può modificare, ove necessario o opportuno gli allegati, tenuto conto dell’esperienza acquisita con l’applicazione di EMAS. Tali modifiche mirano a soddisfare esigenze emerse in materia di orientamenti sui requisiti di EMAS, considerando eventuali modifiche di norme internazionali o di nuove norme rilevati in materia. Tali modifiche sono adottate secondo la procedura di regolamentazione di cui all’articolo 49.

 Il Regolamento (UE) 2017/1505 Il regolamento in questione sostituisce, come abbiamo detto, glia allegati I, II e III del Regolamento 1221/2009. Lascia, invece, invariata la struttura degli articoli. Gli allegati modificati sono prescrittivi e definiscono i requisiti che devono essere rispettati dalle organizzazioni che intendono ottenere o implementare la registrazione EMAS. A tal fine le organizzazioni devono tener conto delle norme internazionali UNI EN ISO 14001: 2015 e degli elementi necessari aggiuntivi per aderire ad EMAS, come previsto dal regolamento Il rispetto delle disposizioni del regolamento del 2009, come modificato, è accertato in occasione della verifica dell’organizzazione (art.18). Nel caso di un rinnovo della registrazione EMAS, se la verifica successiva deve essere effettuata prima del 14 marzo 2018, la data di quest’ultima può essere prorogata di sei mesi, se c’è un accordo tra il verificatore ambientale e gli organismi competenti. Prima del 14 settembre 2018 la verifica può, con l’accordo del verificatore ambientale, essere effettuata in conformità al Regolamento (CE) 1221/2009. In tal caso la validità dell’attestazione del verificatore ambientale e il certificato di registrazione saranno validi solo fino al 14 settembre 2018.

 Allegato I Detta prescrizioni in materia di analisi ambientale, allineandole allo standard ISO, edizione 2015. Le aree trattate sono: • individuazione del contesto organizzativo • individuazione delle pari interessate e definizione elle loro esigenze o aspettative • individuazione degli obblighi giuridici applicabili in materia di ambiente • individuazione degli aspetti ambientali diretti e indiretti e scelta di quelli più significativi. Si segnala che gli aspetti ambientali diretti sono quelli associati alle attività, ai prodotti e ai sevizi dell’organizzazione sui quali quest’ultima ha un controllo di gestione diretto; gli aspetti indiretti sono, invece, quelli che possono derivare dall’interazione tra l’organizzazione e soggetti terzi • valutazione della significatività degli aspetti ambientali • valutazione dei dati risultanti dalle indagini su incidenti precedenti • individuazione e documentazione dei rischi e delle opportunità • esame dei processi, delle pratiche e delle procedure esistenti.


Ambiente 

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Allegato II

Allegato III

L’allegato detta prescrizioni del sistema di gestione ambientale e ulteriori elementi di cui le organizzazioni che applicano il sistema EMAS devono tener conto. Le prescrizioni di cui sopra sono definite nelle sezioni da 4 a 10 della norma EN ISO 14001:2015 e sono riportate nella parte A dell’allegato. Si è voluto, così, sanare il disallineamento che si era venuto a creare tra il sistema di gestione ISO e quello EMAS. Le prescrizioni della parte A riguardano: • contenuto dell’organizzazione • leadership • pianificazione • sostegno in termini di risorse, competenze, sensibilizzazione, comunicazione ecc • operazioni (pianificazione e controlli operativi, preparazione e reazione alle emergenze) • valutazione delle prestazioni (monitoraggio, misurazione, analisi e valutazione; audit interno; esame della direzione) • miglioramento (aspetti generali, casi di mancata conformità e azioni correttive, miglioramento costante) La parte B dell’allegato riporta le prescrizioni aggiuntive per le organizzazioni che attuano EMAS. Si tratta, ad esempio, di disposizioni sul costante miglioramento delle prestazioni ambientali, sui rappresentanti della direzioni, sull’analisi ambientale.

L’allegato riguarda l’audit ambientale interno. In particolare sono dettate regole su. • programma e frequenza degli audit • attività di audit • comunicazione dei risultati e delle conclusioni dell’audit. L’allegato non ha subito molte variazioni rispetto al testo del 2009, ma è comunque stato allineato allo standard ISO 2015.

 Gli altri allegati Gli allegati da IV a VIII del regolamento EMAS non hanno subito modifiche. Per completezza ricordiamo che essi riguardano: • comunicazione ambientale (allegato IV) • logo (allegato V). Il logo è riportato in figura • informazioni richieste per la registrazione (allegato VI) • dichiarazione del verificatore ambientale sulle attività di verifica e convalida (allegato VII) • tavola di concordanza tra il Regolamento (CE) n.761/2001 e il Regolamento (CE) n.1221/2009 (allegato VIII)


NEWS NEWS La gomma naturale inserita nell’elenco delle materie prime strategiche

E

TRMA, l’associazione europea dei produttori di pneumatici e articoli in gomma, segnala che, grazie al suo impegno di informazione e lobbying, la gomma naturale è stata inserita dall’Unione Europea nell’elenco delle materie prime considerate di importanza critica per l’industria continentale. La revisione di questo elenco, denominato Critical Raw Material List, è appena stata pubblicata (la trovate qui) ed è frutto di una valutazione, a cui ha collaborato anche ETRMA, che ha preso in considerazione 61 candidati, tra cui 58 individuali e 3 gruppi, per un totale di 78 diverse sostanze. La gomma naturale è stata l’unico materiale di origine biologica a essere inclusa nei 27 che hanno superato la valutazione e sono stati inseriti nell’elenco finale. «Si tratta – ha detto Fazilet Cinaralp, segretario generale di ETRMA – di un passo importante per il nostro settore. Ora la

gomma naturale avrà la giusta attenzione da parte della politica e un adeguato supporto nel momento in cui ci sarà da dibattere riguardo a problemi di approvvigionamento o di mercato internazionale». La nuova lista delle materie prime di importanza critica è stata adottata a partire dal 13 settembre e comunicata il 18 settembre come un elemento essenziale per «assicurare rifornimenti certi, sostenibili e convenienti all’industria manifatturiera europea». «Speriamo – ha detto Cinaralp – che l’inclusione della gomma naturale nella lista possa rafforzare la competività dell’industria della gomma, stimolare la produzione della gomma naturale anche al di fuori delle nazioni produttrici tradizionali, accrescere la consapevolezza dei potenziali rischi nell’approvvigionamento delle materie prime e sostenere gli sforzi della Commissione Europea nella negozia-

zione degli accordi commerciali, al fine di prevenire potenziali misure distorsive del mercato». Nel frattempo l’ANPRC, l’associazione dei paesi produttori di gomma naturale, ha fornito i dati della produzione dei primo otto mesi del 2017, che ammonta a 8.038 milioni di tonnellate contro un consumo di 8.544 milioni di tonnellate. Questo è uno dei motivi che hanno portato, nel mese di agosto, una crescita dei prezzi, pur in uno scenario di continua volatilità, contrassegnato anche da fattori esterni, come l’andamento del mercato del petrolio o tensioni geopolitiche. I prezzi della gomma naturale, osserva ANPRC, si sono ripresi dopo un calo improvviso nel luglio 2017 e hanno dimostrato una tendenza alla crescita. L’associazione è particolarmente preoccupata della situazione instabile e ha dedicato al problema la sua conferenza annuale, che si celebra il 23

Andamento settimanale dei prezzi della gomma naturale (in dollari al quintale) Settimana

46

Malesia Latex 60%

Bangkok RSS3

Kottayam RSS4

Bangkok STR20

Kuala Lumpur SMR20

WE 7 July 2017

128,96

170,76

196,73

150,48

149,13

WE 14 July 2017

118,15

169,76

201,74

151,20

147,24

WE 21 July 2017

121,16

179,58

216,61

158,37

154,41

WE 28 July 2017

122,79

181,73

213,21

160,64

152,26

WE 4 Aug 2017

118,74

176,51

204,20

156,35

147,22

WE 11 Aug 2017

127,63

182,96

206,36

159,94

152,32

WE 18 Aug 2017

132,35

186,25

201,48

162,57

153,91

WE 25 Aug 2017

134,21

186,61

203,49

161,76

154,51

WE Sept 1 2017

131,22

187,37

204,64

162,61

155,35

WE Sept 8 2017

139,25

194,98

208,81

168,52

168,50

WE 15 Sept 2017

141,27

192,12

211,74

167,90

167,39

WE 22 Sept 2017

129,23

180,00

208,20

159,24

153,41

WE 29 Sept 2017

124,12

175,85

205,98

156,53

149,30

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017


Taccuino ottobre con il titolo “Reengineering value chain for revitalizing production sector” (Reingegnerizzare la catena del valore per rivitalizzare il settore produttivo). Sede dell’incontro Ho Chi Minh City, in Vietnam. L’evento prevede la partecipazione di 300 delegati e rappresentanti provenienti da 15 paesi diversi, che convengono in Vietnam per ragionare su future politiche a sostegno della produzione.

Mercato macchinari: i dati Amaplast sono ottimi per il primo semestre 2017

S

egno positivo, +9,1% per l’import e +14,6% per l’export. È questo il consuntivo del primo semestre 2017, rispetto allo stesso periodo del 2016, in base alle elaborazioni del Centro Studi di Amaplast sui dati di commercio estero pubblicati da ISTAT. Tenuto conto dell’andamento dei due flussi, migliora ulteriormente il saldo attivo (per oltre 1,1 miliardi di euro) della bilancia commerciale di settore, con un incremento di diciassette punti rispetto al gennaio-giugno 2016. Se per le importazioni si registra un lieve rallentamento rispetto alla chiusura del 2016 e alle rilevazioni dei primi mesi dell’anno in corso, le vendite all’estero confermano la robusta crescita a due cifre che ha caratterizzato tutta la prima metà del 2017. Per quanto riguarda le esportazioni – destinazione preponderante della produzione nazionale di settore - i costruttori italiani possono ritenersi soddisfatti sia dal punto di vista merceologico sia per quanto concerne la geografia delle vendite. Infatti, con l’eccezione negativa di impianti per mono/multifilamenti, macchine per soffiaggio e per materiali espansi, tutte le altre tipologie di macchinari hanno registrato un deciso miglioramento della domanda dall’estero, che risulta particolarmente significativo per le linee di estrusione (+17% rispetto a un anno fa), le stampatrici flessografiche (+23%), le termoformatrici (+37%) e gli stampi (+18%), solo per citare alcune tra le principali voci doganali. Quanto alle destinazioni, a livello di quadranti si rileva come l’Europa rimanga lo sbocco preponderante; in tale ambito, le vendite nell’Unione sono aumentate di oltre venti punti rispetto ai primi sei mesi del 2016, incremento analogo a quello registrato dal resto del continente. Vale la pena sottolineare la buona performance della Russia, dove le vendite sono passate da circa 21 a quasi 50 milioni. La macro-area americana ha assorbito un quinto dell’export italiano di settore, con una progressione nell’ordine dei dieci punti, imputabile soprattutto alla crescita del mercati latini, con il Brasile in primo piano (+73%). Al contrario, l’aggregazione NAFTA ha registrato un aumento più modesto, in funzione del rallentamento delle vendite verso il Messico, che in misura maggiore aveva contribuito nei mesi scorsi a sostenere il flusso di forniture nella zona. Piuttosto stagnanti le cessioni verso l’Asia, condizionate dalla flessione di quelle al Medio Oriente, per un rallentamento delle forniture ai trasformatori sauditi e iraniani. Non particolarmente brillanti neppure le vendite verso il Far East, trascinate verso il basso dal -12% della Cina, certamente non controbilanciate dal +1% dell’India (solo per nominare i due principali mercati di destinazione dell’area). Passando a valori aggregati più contenuti, si rileva il trend po-

sitivo dell’Africa: sia per i Paesi affacciati sul Mediterraneo sia per quelli della fascia sub-sahariana l’incremento è stato nel complesso vicino ai venti punti. «Tra l’altro – sottolinea con soddisfazione il presidente Amaplast Alessandro Grassi - la ripresa delle forniture a importanti mercati storici quali la Russia e il Brasile - che tanto hanno stentato nel recente passato per le rispettive ben note problematiche economiche e politiche – costituisce un significativo elemento di fiducia per le aziende del nostro settore.” «Le rilevazioni statistiche di fine giugno, che hanno evidenziato la continua crescita delle esportazioni di settore – prosegue Grassi – sono un segnale importante per i costruttori italiani di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gom-

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

47


NEWS

vamente al semestre in corso rispetto al precedente, ha evidenziato una tendenza positiva sia per l’andamento del fatturato – in crescita per il 45% degli intervistati e stabile per il 51% - sia relativamente al trend della raccolta ordini corrente – in miglioramento per il 51% del campione e stabile per il 35%.

È Franco Annunziato di Bridgestone il nuovo presidente di ETRMA

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

1967 -2

ma, che possono così percepire in misura più tangibile la ripresa del comparto e attendersi a consuntivo dell’anno in corso un nuovo livello record di produzione ed esportazioni. Le aziende rilevano altresì una parallela ripresa del mercato interno, sostenuta tra l’altro dalle misure di stimolo messe in campo dal Governo per supportare gli investimenti delle aziende del manifatturiero in un’ottica Industria 4.0. In tale percorso, i costruttori italiani di macchinari per plastica e gomma sono pronti a fornire impianti all’avanguardia e competitivi». A conferma delle citate statistiche di commercio estero, l’indagine congiunturale svolta a fine luglio fra i soci Amaplast, relati-

017

ranco Annunziato (nella foto sotto), vicepresidente e senior advisor di Bridgestone Emea, è stato eletto presidente di Etrma, l’Associazione europea dei produttori di pneumatici e articoli in gomma. Lo ha reso noto, con un comunicato, l’associazione, sottolineando che il mandato di tre anni avrà avvio dal primo gennaio 2018. Vicepresidente è stato confermato Thierry du Granrut del Syndicat National du Caoutchouc e des Polymères, associazione francese di categoria. Dando il benvenuto al nuovo presidente, Fazilet Cinaralp, segretario generale di Etrma, ha sottolineato che «il cambio a vertici dell’associazione giunge in un momento interessante per l’industria, con una nuova serie di iniziative regolatorie che impegneranno le aziende e le istituzioni europee nel prossimo futuro». Cinaralp ha anche ringraziato il presidente uscente, Christian Kötz di Continental, «che ha dimostrato di essere un presidente impegnato e coinvolto e che ha guidato Etrma a importanti suc-


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NEWS

cessi, in particolare per quanto riguarda il tema della sorveglianza sul mercato». Annunziato nel discorso di ringraziamento per l’elezione ha detto che «puntiamo a continuare il grande lavoro fatto dall’associazione fino ad ora nell’affrontare le sfide che si profilano e nel cogliere al massimo le opportunità. Come ha rilevato Christian Kötz (nel suo discorso di saluto, ndr) il cammino per il nostro settore è chiaro: dobbiamo continuare a innovare per prenderci cura dei nostri dipendenti, dell’ambiente e dei consumatori; per assicurare la sostenibilità dell’industria e dell’ambiente in cui è attiva continuerò a guidare l’associazione in questa direzione».

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Tecno Compounds Nell’illustrazione la struttura della gomma grado di autoripararsi. La ricerca è pubblicata sulla rivista scienauto-riparante, con i legami covalenti tifica Advanced Materials. Materiali in grapermanenti, in rosso, e quelli reversibili a Ad Harvard nasce do di autoripararsi non sono una novità, idrogeno in verde - Immagine Peter e Ryan Tecno Compounds una nuova gomma a assai suitable solution for every challenge ma finora sono più diffusi nell’ambiAllen/Harvard SEAS. Tecno Compounds capace di autoripararsi to dei cosiddetti idrogeno e non molto inicercatori della Scuola di ingegneria vece in materiali asciutti, come la gomma, e scienze applicate John Paulson di che sono assai più sfidanti. Questo perché te forti, questi legami non si riattivano doa solution for every suitable solution for every challenge Harvard (SEAS) hanno annunciato loasviglisuitable elastomeri sono fatti di polimeri spes-challenge po essere stati spezzati. luppo di un nuovo elastomero resistenso connessi tra loro da legami covalenti, Per creare una gomma capace di autorite come la gomma naturale ma anche in permanenti. Per quanto sia estremamenpararsi, quindi, il team del SEAS ha dovuto rendere reversibili questi legami. «RiTecno Compounds cerche precedenti – osserva Li-Heng Car, ricercatore postdoc e tra gli autori dello studio – hanno utilizzato legami reversiTecno Compounds bili a idrogeno per unire tra loro i polimea suitable solution for every challenge ri che formano una gomma, ma si tratta di una soluzione intrinsecamente più dea suitable solution for every challenge bole rispetto ai legami covalenti». Il team di ricerca ha quindi pensato a una soluzione che utilizzasse sia legami reversibili che covalenti, che però hanno il problema di non poter coesistere. Per forzarli a una “convivenza” i ricercatori si sono quindi inventati una “fune” a cui entrambi i tipi di legami si attaccano: si tratta di polimeri ramificati in modo randomizzato, che consente a legami reversibili e covalenti di essere mischiati in modo omogeneo su una scala molecolare. Ne è nata una gomma trasparente, robusta e capace di autoripararsi. Lo studio spiega nel dettaglio le complesse caratteristiche che gli elastomeri all’avvicinarsi del punto di rottura e che sono Sales: Plant: Sales: Plant: state sfruttate per rendere possibile la creParker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl Via Privata Archimede 1 Via Toscana, 6/8 azione di questo materiale innovativo. Il Via Privata Archimede 1 Via Toscana, 6/8 – Italy 27010 Siziano (PV) 20094 Corsico (MI) – Italy20094 Corsico 27010(MI) Siziano (PV) lavoro per avere prodotti commerciali è 45+39 19 0382 24 46 Tel +39 0382 67 82 266 Tel. +39 02 45 19 24 46 Tel. +39 02Tel 67 82 266 ancora lungo, secondo i ricercatori di Har36+39 26 0382 96 1967 82 222 Fax +39 0382 67 82 222 Fax +39 02 36 26 96 19 Fax +39 02Fax www.parker.com www.parker.com/tecnocompounds www.parker.com www.parker.com/tecnocompounds vard. Ma a loro giudizio è stata anche abbattuta quella barriera di conoscenze che Sales: climate control electromechanical filtration Plant: & gas handling hydraulics pneumatics process control sealing & shielding aerospace ora renderà possibile pensare a gomme Sales: Plant: controlfluid aerospace climate electromechanical filtration fluid & gas handling hydraulics pneumatics process control sealing & shielding Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl Srl autoriparanti commerciali. ViaPrivata Privata Archimede 1 Via Toscana, Via Archimede 1 Via 6/8 Toscana, 6/8

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Taccuino

UTH al Rubber Tech China con nuove soluzioni di filtratura

A

l RubberTech China 2017, che si è svolto a Shanghai dal 20 al 22 settembre, la UTH di Fulda, Germania, ha presentato le sue nuove soluzioni realizzate per la lavorazione dei compound a base gomma con processi ad alta produttività e alta convenienza economica. Si tratta dell’ampia gamma dei prodotti roll-ex, dai sistemi di filtratura dei compound a maglie sottili alle pompe a ingranaggi. È sempre crescente, ogni giorno di più, la richiesta da parte dei trasformatori della gomma - in particolare dei produttori di pneumatici e di articoli in gomma e silicone - di prodotti di alta qualità e, allo stesso tempo, a costi vantaggiosi. Tutto dipende dalla qualità delle mescole, e poiché, come afferma Peter J. Uth (managing director di UTH GmbH), questa è strettamente dipendente dall’efficienza della filtratura (tanto più alta quanto più fine è la maglia del filtro), la UTH ha re-

Estrusore roll-ex 1000 TRF di UTH con produttività di 10.000 kg/h.


NEWS

alizzato una tecnologia di filtratura che elimina ogni problema. È la tecnologia innovativa dei sistemi roll-ex, degli estrusori, cioè, accoppiati a pompe a ingranaggi con filtri anche ad alto numero di mesh, in grado di lavorare a pressioni fino a 800 bar con una produttività di 10.000 kg/h. Questi sistemi - dichiara il costruttore tedesco - rappresentano il benchmark mondiale per la filtratura di compound di gomma con maglie molto sottili e sono particolarmente indicati per linee di mescolazione di grandi dimensioni. Gli alimentatori dei sistemi roll-ex sono di due tipi - a due cilindri (TRF: Two-Roll Feeder) e bivite conici (DSE: DoppelSchneckenExtruder) - , sono modulari e entrambi possono essere integrati senza alcun problema in ogni linea di estrusione già esistente e operativa. UTH ha presentato i suoi prodotti nella fiera cinese focalizzando l’attenzione dei visitatori sull’importanza della filtratura a maglie sottili e dei vantaggi derivanti dalle possibili applicazioni della tecnoologia roll-ex..

La Allrounder Alldrive di Arburg per lo stampaggio della gomma siliconica liquida LSR.

52

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

Come stampare lenti in silicone trasparente secondo Arburg

A

lla Fiera Internazionale dell’Ingegneria MSV 2017, che si tiene a Brno, Slovacchia, dal 9 al 13 ottobre, la Arburg dà prova dell’alta specializzazione raggiunta dalla sua tecnologia nello stampaggio a iniezione della gomma siliconica liquida (LSR) e nello stampaggio di articoli in pla-

stica col Freeformer, la macchina innovativa progettata e realizzata per stampare con la tecnica della manifattura additiva. Il Freeformer viene presentato nella produzione di morsetti di bloccaggio con impugnatura a stella, con dado e vite inseriti in supporti di ABS realizzati con la tecnica

Lenti di ingrandimento flessibili e trasparenti stampate in LSR.


Taccuino

dell’iniezione goccia a goccia del materiale termoplastico fuso. Nel settore della trasformazione della gomma, invece, i visitatori possono vedere all’opera una pressa elettrica Allrounder 470 con forza di chiusura di 1.000 kN, adatta anche all’utilizzo in camera bianca, che stamperà lenti di ingrandimento flessibili e trasparenti in LSR con uno stampo a quattro cavità a canali freddi Rico. La gomma in questione è il Lumisil LR 7600 della Wacker, un prodotto ad alta trasparenza con durezza di 60 Shore A, e sarà alimentata con un sistema di dosaggio fully electric della 2KM. Il tempo di ciclo è di 40 secondi e il peso del pezzo stampato è di 5,5 grammi. A differenza dei polimeri termoplastici ad alta trasparenza, quali il policarbonato o il polimetilmetacrilato, la gomma siliconica liquida è un materiale che non scolorisce e rimane perfettamente incolore anche se esposto al calore e alla luce solare. Rdc PaginaPubblicitaria Corretta MAGGIO 2016.pdf

Un momento del Forum Meccatronica ad Ancona.

Successo ad Ancona per l’ultima edizione del Forum Meccatronica

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orum Meccatronica, l’evento itinerante organizzato dal gruppo Meccatronica di ANIE Automazione e Messe Frankfurt Italia, ha fatto tappa quest’anno ad Ancona. La risposta del territorio è stata estremamente positiva: 624 i visitatori della giornata che alla Mole Vanvi-

1

27/05/16

telliana hanno assistito agli interventi dei responsabili di automazione nelle tre sessioni parallele Progettazione, Produzione e Prestazioni. «Siamo molto soddisfatti – ha detto Marco Vecchio, Segretario ANIE Automazione e ANIE Energia – del risultato ottenuto ad Ancona in termini di numero e qualità dei visitatori, il territorio ha risposto molto bene dimostrando di essere consapevole della necessità di intraprendere un

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percorso evolutivo verso un industria più moderna e digitalizzata e con sempre maggiore propensione alla progettazione meccatronica». «La decisione di investire sulle Marche si è rivelata vincente – è stato invece il commento di Francesca Selva, Vice President Marketing & Events Messe Frankfurt Italia –. Abbiamo incontrato un tessuto industriale preparato e ricettivo. Siamo molto soddisfatti di come si sta sviluppando questo appuntamento annuale e di come si stanno sviluppando tutti i nostri interventi sul territorio per la diffusione di una cultura 4.0. Il Forum Meccatronica tornerà nel 2018 a Torino». Hanno aperto la giornata gli enti territoriali Regione Marche, Marchet Azienda speciale della Camera di Commercio di Ancona e Confindustria Marche, che hanno sottolineato l’importanza dei bandi attivati dalla Regione come supporto all’innovazione tecnologica e digitale, alla valorizzazione delle risorse umane e alla salvaguardia dell’occupazione. Sempre nella sessione plenaria il professor Giambattista Gruosso del Politecnico di Milano ha presentato un’anteprima dei risultati dell’Osservatorio “Mappatura delle Competenze Meccatroniche in Italia”. Giunto alla terza edizione, dopo aver toccato le province lombardo-venete ed emiliane, l’Osservatorio si focalizza quest’anno proprio sul tessuto imprenditoriale marchigiano e verrà esposto integralmente a Milano, il 14 dicembre, in occasione della conferenza stampa di SPS IPC Drives Italia.

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

L’industria della gomma per l’automotive: l’appuntamento è a Madrid il 29 novembre

È

in programma il prossimo 29 novembre a Madrid la Conferenza Europea dei fornitori di articoli in gomma per l’Automotive, giunta alla terza edizione e frutto di uno sforzo organizzativo che vede coinvolte diverse associazioni imprenditoriali europee. In particolare, l’evento nella capitale spagnola, che si terrà all’auditorium del Banco Sabadell, in Calle Serrano 71, è organizzata dal Consorcio Nacional de Industriales del Caucho, l’associazione della gomma di Spagna. Assogomma non solo è presente nella tavola rotonda di apertura, con un intervento sul settore della gomma in Italia, ma segnala anche che la partecipazione all’evento è gratuita e aperta alle aziende associate. Qui trovate il programma provvisorio dell’evento e i contatti per segnalare l’adesione. Ai partecipanti italiani Assogomma chiede di indicare la propria presenza anche all’indirizzo email assogomma@federazionegommaplastica.it. La conferenza si svilupperà nella mattinata del 29 novembre, tra le 10 e le 13,45 e al momento prevede 8 interventi, oltre a quelli iniziali di saluti e a una breve introduzione dei rappresentanti delle quattro principali associazioni della gomma europee: tedesca, italiana, francese e spagnola. Tra gli argomenti trattati, il futuro del mercato automotive e dei fornitori a livello globale (Price Waterhouse Coopers); le azioni per rafforzare la competitività dei fornitori nel settore automotive (SumiRiko AVS Spagna); i trend strategici del settore con orizzonte 2020 (Sernauto); le previsioni per il mercato spagnolo (Anfac); il punto di vista di un produttore importante come Seat-Volkswagen. Si parlerà anche di materie prime, in una mini-sessione cui parteciperanno Versalis International e Feique.

Dow annuncia l’avvio di una serie di nuovi impianti, anche per EPDM e per elastomeri poliolefinici

D

owDuPont Materials Science, la divisione business di DowDuPont, ha annunciato l’avvio di due nuovi impianti integtrati e di scala mondiale, per la produzione di etilene e del suo nuovo polietilene migliorato ELITE™. Entrambe le strutture si trovano a Freeport in Texas e contano di avvalersi dell’appor-


Calendario

FIERE DI TUTTO IL MONDO - 2017 2-6 ottobre

Barcellona, Spagna

11-13 ottobre

Kielce, Polona

17-21 ottobre

Friedrichshafen, Germania

15 - 18 novembre

Jakarta, Indonesia

28 novembre primo dicembre

Dongguan, Cina

15 - 17 dicembre

Gandhingar, India

to di materie prime provenienti dai giacimenti di shale gas statunitensi per fornire soluzioni downstream diversificate. Le unità hanno avviato la fase di ramp-up nel terzo trimestre 2017 e lo proseguiranno anche nel quarto. Andrew Liveris, presidente di Dow, ha affermato che «Questo è un momento di grandissima importanza per il nostro gruppo sulla strada di una strategia globale di crescita. La due strutture sono parte integrante dei nostri investimenti sul Golfo del Messico». Infatti, in aggiunta a questo enorme investimento, si profila nel 2018 l’apertura di numerosi altri impianti per Dow, grazie anche al fatto che il nuovo sito produttivo di etilene, appena entrato in funzione, eliminerà una serie di colli di bottiglia legati a problemi di approvvigionamento. Con particolare riferimento al settore gomma, Dow progetta di avviare all’inizio del 2018 un impianto per la produzione di NORDEL™, un EPDM con catalizzatore metallocenico per soluzioni in applicazioni ad elevato margine, per infrastrutture e beni durevoli per i consumatori finali. La capacità prevista è di 200.000 tonnellate l’anno. Un altro sito produttivo da 320.000 tonnellate l’anno entrerà in funzione a fine 2018 per produrre elastomeri poliolefinici

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convenzionali e speciali, per soluzioni di packaging flessibili ad alte prestazioni. Si aggiungono anche impianti per polietilene a bassa densità (350.000 tonnellate l’anno) e per polietilene con tecnologia proprietaria Dow, da ben 600.000 tonnellate l’anno, che non sarà però operativo prima del 2022. Uno sforzo enorme, quindi, che ha comportato anche investimenti di conside-

revole entità per la realizzazione delle strutture produttive (nella immagine sotto una fase della costruzione del nuovo impianto di etilene a Freeport). L’impegno è anche quello di potenziare e rilanciare la produzione sul suolo statunitense, in ossequio a una politica, sostenuta con vigore dal presidente Donald Trump, per ridurre la dipendenza dall’estero di beni primari.

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA | ELASTICA ottobre 2017

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gli inserzionisti

Gli inserzionisti di questo numero

PMI DEL BRESCIANO FARE SISTEMA 0.2 MESCOLE E STAMPAGGIO

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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI

OTTOBRE 2017 - NUMERO 8

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