PLAST: IL REPORTAGE ASSEMBLEE ASSOCIATIVE MOONEY: MRØ VISCOSITÀ
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI • luglio . agosto 2018 - numero 6
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SOMMARIO
MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
ANNO 61 LUGLIO · AGOSTO N. 6
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA www.industriagomma.it Direttore responsabile Andrea Aiello
ABBIAMO LETTO
10 RASSEGNA DELLA STAMPA TECNICA ESTERA
In redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it Collaborano alla rivista Giuseppe Cantalupo, Eugenio Faiella, Gianpaolo Brembati
MONDOGOMMA
Progetto e Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@edifis.it
16 GOMMA E MACCHINE: I DATI DI SETTORE
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A giugno si sono tenute le due assemblee nazionali della Federazione Italiana Gomma Plastica, a cui appartiene Assogomma, e di Amaplast. Ecco i dati salienti che emergono dai rapporti dei due settori, quello della trasformazione della gomma e quello delle macchine
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SECONDO LE ASSOCIAZIONI
22 LA VISCOSITÀ MOONEY VISTA DA VICINO Sono cinquant'anni ormai da quando è scomparso Melvin Mooney, una delle figure più importanti per il settore gomma, inventore non soltanto del metodo per misurare la viscosità dei polimeri, ma anche l'equazione che descrive la curva di sforzo. Due esperti ci introducono alle sue scoperte
Amministrazione amministrazione@edifis.it
54 CALANO I DIESEL,
Seguire l'andamento del mercato automotive è fondamentale per pianificare l'attività per molte imprese della gomma. Dopo mesi di crescita il 2018 non è iniziato sotto i migliori auspici, come attestano i dati delle immatricolazione, in calo sia su base semestrale che mensile. Tra le cause il calo deciso delle vendite di veicoli con motori diesel e l'ombra dei dazi internazionali. Veicoli commerciali e bus, invece, crescono
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L’Industria della Gomma una rivista edita da:
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ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE
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RALLENTA IL MERCATO DELL'AUTO
FOCUS
27 RUBBER 2018: NOVITÀ, TECNOLOGIE, PRODOTTI Il nostro reportage dalla fiera Plast, dove la sezione Rubber ha raccolto i principali protagonisti italiani del settore
28 LA CONFERMA DI UN SUCCESSO ALL'INSEGNA DELL'INDUSTRY 4.0
Dati e numeri di espositori, visitatori e area coperta
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SOMMARIO
ANNO 61 LUGLIO · AGOSTO N. 6
30 AUTOMAZIONE E RISPARMIO ENERGETICO:
AVANTI TUTTA
Le aziende tecnologiche del settore gomma hanno presentato molte novità e integrazioni tra le presse a iniezione di ultima generazione con soluzioni di automazione e robotiche. Ma non sono mancate le innovazioni anche in fatto di apparecchiature ausiliarie e macchinari di inizio e fine linea.
38 MATERIE PRIME E CHEMICALS.
UNA PARTECIPAZIONE QUALIFICATA
I pareri, per la maggior parte positivi, raccolti tra i produttori e distributori di specialità chimiche sull'andamento della fiera
22
DALLE AZIENDE
42 L'ESPERTO INFORMATICO AL SERVIZIO
DELL'INDUSTRIA DELLA GOMMA Alla scoperta di Polimeric, il software della In4Tek di Grumello del Monte, vicino a Bergamo, che svolge le funzioni di ERP, Enterprise Resource Planning. Un alleato per snellire i processi
NORMATIVE
27
48 VERSO UN'ECONOMIA CIRCOLARE DEI RIFIUTI Quattro normative dell'Unione Europea pubblicate a luglio ridisegnano la disciplina comunitaria della gestione dei rifiuti
56 TACCUINO
• Ecco i dati finali 2017: il mondo consuma sempre più gomma • Il nuovo presidente IISRP • Il Forum Meccatronica a Torino • Un master del Politecnico di Torino con Michelin • I produttori di pneumatici si impegnano per la sostenibilità • Michelin 100% riciclabile entro il 2048 • K2019 sold out con un anno di anticipo • Un esoscheletro per lavorare in fabbrica • Corso di reologia il 26 settembre
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63 CALENDARIO: FIERE DI TUTTO IL MONDO 64 GLI INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO
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Revolution or rush job? Important questions remain unanswered ahead of tire labeling’s introduction in European markets
ELASTOMERI E LAVORAZIONE MESCOLAZIONE DI GOMMA NATURALE GUAYULE EPOSSIDATA
Nicolas F. Sauty, Cooper Tire & Rubber, RUBBER & TIRE ottobre/novembre2017, pag. 23-26.
I
l guayule (Parthenium argentatum) è un arbusto del deserto, originario della zona compresa fra il nord del Messico e il sud-ovest degli Stati Uniti, ed è una delle circa 2.500 specie di piante che producono gomma naturale (cis-1,4 poliisoprene), ma una delle poche specie che la producono con peso molecolare sufficiente per l’utilizzo in applicazioni industriali partendo, tra l’altro, da un lattice ipoallergico. Attualmente la maggior parte della gomma naturale utilizzata globalmente è ricavata dalla pianta Hevea brasiliensis, il cui prodotto, tra le varie modifiche chimiche attuate nel tempo, diventa particolarmente interessante nel caso dell’epossidazione, che la rende idonea all’utilizzo nel settore dei pneumatici. Mentre la gomma naturale epossidata (ENR) è prodotta con epossidazione diretta del lattice, la produzione di Guayule epossidato (EGR) è più 10
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We explore the role of tire data in vehicle performance simulations. Will engineers ever know enough?
Isoprene from cellulose: how the paper industry could enter the tire supply chain
vantaggiosa col metodo a solvente sia dal punto di vista economico che della qualità del prodotto. Esiste parecchia letteratura sulla tecnologia di ENR e sue applicazioni, ma per il Guayule non esiste praticamente nulla. Ecco quindi che questo studio affronta l’argomento, fornendo dati sulla mescolazione di ENR, preparata sia in emulsione che in soluzione, con una comparazione dei dati ottenuti dalla caratterizzazione di mescole in ENR ed EGR. Le gomme esaminate sono ENR di Sanyo ed EGR di Yulex nella versione lattice e di PanAridus nella versione solida. La formulazione di ENR ed EGR è identica e comprende 65 phr di silice precipitata sia idrofila che idrofoba: nel caso di ENR l’effetto della idrofobizzazione è minimo, mentre in e-EGR ha effetti drastici soprattutto nelle proprietà dinamiche, tant’è vero che la tan δ a 0°C aumenta da 0,37 a 0,50 e l’effetto Payne diminuisce di circa il 70%. La comparazione diretta fra s-EGR ed eEGR mostra che la seconda ha migliori proprietà tensili, con tan δ a 70°C più bassa e migliore resistenza all’abrasione.
Vengono esaminati molti additivi, tra cui il catalizzatore A, non definito chimicamente, che in ENR ha scarso effetto sulle proprietà tensili ma ha un grande impatto sulle proprietà dinamiche e all’aumento della sua quantità di utilizzo corrisponde un’ampiezza maggiore delle curve di tan δ senza variazione delle temperature di transizione vetrosa e una graduale diminuzione dell’effetto Payne. Passando alla s-EGR e valutando l’utilizzo di silice amorfa e silanizzata, quella silanizzata riduce drasticamente le viscosità Money e, con l’utilizzo del catalizzatore A, non si hanno effetti sulle proprietà tensili, come già constatato nel caso di ENR, e solo uno scarso effetto sulla viscosità Mooney. Lo studio dimostra l’importanza della idrofobizzazione della silice, che ha poco effetto per ENR, mentre migliora sostanzialmente le proprietà dinamiche di EGR. Il catalizzatore di epossidazione selettiva utilizzato migliora entrambe le mescole di ENR ed EGR senza ricorrere all’idrofobizzazione della silice e questo costituisce un importante progresso nell’ambito della tecnologia di mescolazione dell’ENR.
ABBIAMO LETTO PER VOI
ELASTOMERI E LAVORAZIONE MESCOLE MADRI GOMMA NATURALE (NR)-SILICE: LA VIA DI FACILE LAVORAZIONE PER OTTENERE MESCOLE DI ALTA QUALITÀ.
J. Bertrand, J. Bauer, Behn Meyer Europe GmbH, Hamburg (Germany) - email: j.bertrand@behnmyer.de - KGK n. 1-2/2018, pag. 38-42.
L
a gomma naturale è il polimero di prima scelta quando si richiedono elevate caratteristiche di resistenza a lacerazione e di carico/adesione in stato di non completa vulcanizzazione, raggiunta grazie alle sue particolari lunghe catene polimeriche. Per migliorare la resistenza a lacerazione si può ricorrere alla silice che, fino a 20 phr, non richiede l’uso di compatibilizzanti e, con l’utilizzo di silani, offre un buon bilanciamento fra resistenza al rotolamento, tenuta sul bagnato ed usura nell’ambito dei pneumatici. Tuttavia la mescolazione di gomma naturale e silice è una grande sfida, a causa delle interazioni carica-carica che ne influenzano la dispersione nella gomma e inoltre, se la quantità di silice è elevata, diventa essenziale silanizzarla. Questa situazione determina le seguenti conseguenze: • il macchinario di mescolazione deve essere di alta qualità in tutte le sue parti, compreso il sistema di aspirazione per le sostanze volatili che si sviluppano durante il processo; • la completa silanizzazione della silice richiede molto tempo di miscelazione, che può causare degradazione delle catene polimeriche della gomma naturale e quindi deterioramento delle sue proprietà; • le impurezze della gomma naturale, fosfolipidi e proteine, influenzano negativamente la silanizzazione della superficie della silice; • nonostante l’accuratezza dei controlli di tutte le fasi di miscelazione, può variare la viscosità da lotto a lotto e possono cambiare le proprietà della mescola durante lo stoccaggio. Per evitare gli inconvenienti citati, la Behn Meyer offre una nuova materia prima, chiamata “Mescola madre NR-
silice”, utilizzabile sia in Banbury che su mescolatore aperto. Curioso il fatto che questa mescola madre fosse già stata studiata a fine anni ‘90/inizio 2000, con evidenza dei vantaggi relativi a lavorazione e prestazioni, ma il materiale non ebbe successo commerciale. Dopo sviluppi in merito, condotti da diverse aziende e istituti negli ultimi cinque anni, finalmente la Behn Meyer ha messo a punto un processo innovativo per silanizzare la silice e per utilizzarla successivamente nel lattice liquido di gomma naturale, che viene poi coagulato e compresso in balle. Sono quattro i gradi di mescola madre offerti al mercato, con 30/3, 40/4, 50/5 e 60/5 phr di silice/silano, con la disponibilità anche della sola silice silanizzata per gli utilizzatori che vogliono lavorarla in mescole madri o in altri polimeri. Lo studio mette in evidenza i vantaggi di utilizzo della mescola madre gomma naturale-silice rispetto al tradizionale processo della mescola a tre stadi (dispersione, silanizzazione e mescolazione), il che si realizza in una migliore dispersione della silice e in cicli di mescolazione più brevi (6 minuti invece di 14), senza rottura delle catene polimeriche della gomma naturale e praticamente senza sviluppo di composti organici volatili. L’esame delle proprietà relative a cicli di mescolazione, formulazione, risultati visivi della mescolazione, caratteristiche di vulcanizzazione, proprietà fisiche e analisi dinamica-meccanica è accompagnato da figure, tabelle e grafici esaurienti, che sono interessanti per i produttori, in particolare, di pneumatici autocarro/autobus, ma anche di nastri trasportatori e antivibranti.
ELASTOMERI E APPLICAZIONI MIGLIORAMENTO DELLE PROPRIETÀ MECCANICHE DI MESCOLE PER BATTISTRADA DI PNEUMATICO CON DIVERSI TIPI DI FIBRE DI CARBONIO.
T. Yetik, B. Bilge, P. Acar, A. Aytaç, Kocaeli University, Chemical Engineering Department, Izmit/Kocaeli (Turkey) - email: aaytac@kocaeli. edu.tr - KGK n. 1-2/2018, pag. 43-46.
I
l pneumatico è un articolo composito, fatto soprattutto di elastomeri sintetici e/o naturali, cariche, fili metallici e polimerici e additivi chimici. Il battistrada è forse la parte più importante del pneumatico, dal momento che è la parte esterna a contatto con la strada e protegge la parte interna dai rischi della strada, senza contare che le sue proprietà determinano le prestazioni del pneumatico. Le gomme utilizzate per il battistrada di pneumatico auto sono di solito l’SBR o la miscela SBR/BR. In passato sono state usate molte fibre per migliorare le proprietà meccaniche e dinamiche e per ottenere cariche di rinforzo a basso costo. Lo studio ne menziona diverse, per arrivare a definire il proprio scopo, consistente nell’esaminare l’effetto di fibre di carbonio rivestite sulle proprietà meccaniche e termiche delle mescole per battistrada, ma in modo differente dalla letteratura. Vengono preparate cinque mescole, tutte a base SBR/BR (70% di SBR 1500 e 30% di BR ad alto CIS), di cui una di riferimento senza fibre di carbonio e con 30 phr di nero di carbonio (N220), le altre quattro con 20 phr di nero di carbonio e con fibre di carbonio non dimensionate, fibre di carbonio dimensionate con poliuretano, con resina fenossidica e con resina epossidica. Lo studio esamina le caratteristiche di vulcanizzazione delle cinque mescole: si nota in particolare come la viscosità diminuisca per tutte quelle con presenza di fibre di carbonio, che a seconda del tipo danno diversi valori di densità di reticolazione. Per quanto riguarda le caratteristiche meccaniche è notevole, nelle mescole con fibre, la diminuzione del carico di rottura (circa il 40%), mentre allungamento a rottura e durezza aumentano. Nelle osservazioni sulle proprietà dinamiche, meccaniche e reologiche, è interessante la considerazione che la prestazione del pneumatico è relativa a tre proprietà principali: il consumo di carburante, legato alla resistenza al rotolamento, la tenuta sul bagnato, che determina l’efficienza sul controllo dell’auto e sulla frenata, e la resistenza all’usura. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
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Se si valuta, infine, la resistenza all’abrasione, tutte le mescole con fibre di carbonio danno risultati peggiori rispetto alla mescola di riferimento.
PROVE E MISURAZIONI STUDIO DELLE PROPRIETÀ REOLOGICHE, FISICOMECCANICHE E MORFOLOGICHE DI GOMMA NITRILE BUTADIENE (NBR) CARICATA CON BENTONITE ORGANICA.
D.S. Mahmoud, N.M. Ahmed, S. H. El-Sabbagh, Department of Polymers & Pigment, National Research Center, Dokki Cairo (Egypt) - email: salwa_elsabbagh@yahoo.com - KGK n. 1-2/2018, pag. 47-53.
È
risaputo che il nero di carbonio è la carica per la gomma che offre i più alti valori di rinforzo, ma la scarsa varietà di colori ottenibili e soprattutto il suo alto potenziale di inquinamento per l’ambiente spingono sempre più verso la ricerca di cariche bianche. Tra queste la bentonite, un minerale argilloso, il cui componente principale è la montmorillonite, che è idonea all’’utilizzo come carica rinforzante in gomma grazie alla sua bianchezza, alla struttura stratificata , alla fine granulometria e al basso calore. La bentonite è una carica di basso costo e può migliorare le proprietà di alcuni compositi, di solito dopo una modifica organica che le permette di aumentare la compatibilità fra polimero e argilla. Lo scopo dello studio consiste nell’esaminare gli effetti della presenza di bentonite e di organo-bentonite sulla vulcanizzazione e sulle proprietà fisico-meccaniche e morfologiche di compositi argilla/NBR. Vengono preparate ben 17 mescole a base NBR (contenuto di acrilonitrile 34 ± 1% e viscosità 65 ± 7 a 100°C) con sodiobentonite, tetrabutil-fosfoniobromuro (TBP) e sistema di vulcanizzazione a zolfo. Mescola di riferimento senza bentonite a parte, le 16 con bentonite sono suddivise in quattro serie con contenuto di bentonite tal quale, al 50, 100 e 200% di organo-bentonite, sempre nelle quantità 3, 6, 9 e 12 phr. Dopo la descrizione della preparazione delle organo-bentoniti e dei com-
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ABBIAMO LETTO PER VOI
positi di NBR, specificando i metodi di analisi con diffrazione di raggi X (XRD) e microscopio elettronico a scansione (SEM), lo studio affronta la caratterizzazione delle organo-bentoniti e del loro comportamento nelle varie mescole mediante osservazione e discussione dei risultati relativi a: • diffrazione di raggi X; • caratteristiche di vulcanizzazione; • caratteristiche meccaniche; • caratteristiche di rigonfiamento; • proprietà morfologiche. Come prevedibile, l’aggiunta di bentonite alla gomma NBR migliora le caratteristiche di vulcanizzazione e le caratteristiche meccaniche della mescola, anche per quanto riguarda l’invecchiamento in aria a 90°C per sette giorni, per cui si conclude che la bentonite risulta essere una carica rinforzante efficace in NBR.
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C. Barrera, K. Cornish, Ohio State University, RUBBER & TIRE ottobre/novembre 2017, pag. 29-34.
S
ono più di 50.000 i prodotti fatti di gomma naturale e la maggior parte contiene cariche, a volte usate per diminuirne il costo, a scapito delle proprietà, oppure per migliorarne le proprietà come nel caso del nero di carbonio. L’attuale tendenza verso una bioeconomia riserva sempre più attenzione a cariche sostenibili, anche perché la produzione di nero di carbonio va incontro a limitazioni, imposte dall’americana EPA (Environmental Protection Agency = agenzia di protezione ambientale) nei mercati USA/ Messico nella misura dell’11% in meno rispetto alla capacità produttiva attuale, stimata in circa 2,1 milioni di tonnellate, entro il 2020, il che significa un deficit di 211.000 tonnellate, difficilmente compensato da importazioni. Dopo aver valutato ben 35 tipi di rifiuti, prodotti dall’industria alimentare in Ohio, gli autori dello studio hanno scelto tre materiali promettenti
per l’utilizzo come cariche (fuliggine - carbon fly ash CFA, gusci d’uovo eggshells ES, e bucce di pomodoro tomato peel TP), con l’obiettivo di ridurre il costo dei compositi di gomma naturale e il loro impatto ambientale, aumentandone quindi la sostenibilità, il tutto con un esame accurato delle caratteristiche perché si dimostrino idonee ad applicazioni molto esigenti. Ai tre materiali citati è stata aggiunta la bagassa di guayule (GB), ottenuta come coprodotto dell’estrazione del lattice dagli arbusti, e tutte le quattro cariche selezionate sono state essiccate a 55°C e macinate nelle tre dimensioni di macro (da 300 a 38 µm), micro (da 38 µm a 100 nm) e nano (<1 µm). Con il ricorso a dendogrammi e grafici radar sono state rispettivamente classificate in sei gruppi le 47 mescole di guayule/gomma natuale Hevea e le 49 di gomma naturale guayule, tutte con 35 phr di carica (nero di carbonio più carica specifica del rifiuto) nelle varie dimensioni di diametro, e rappresentate le loro proprietà meccaniche in ciascuno dei gruppi in cui sono state suddivise: la denominazione di ogni mescola (ad esempio 20 GB-micro) indica la quantità di carica da rifiuto nel campione, il tipo di carica e la dimensione delle particelle. Le proprietà rilevate sono il modulo 300%, il carico di rottura e l’allungamento a rottura. A seconda dei valori riscontrati (non vengono citati i numeri ma solo l’entità generica come alto, medio e basso) nelle tre proprietà citate, le mescole a base Hevea sono state classificate in cinque gruppi, quelle a base guayule in sei. Partendo dall’analisi dei valori di modulo 300%, carico di rottura e allungamento a rottura, viene spiegato quali mescole rientrano nei gruppi specifici e ne vengono messi in evidenza le composizioni delle cariche utilizzate. Ogni grafico radar è corredato dalla lista delle cariche da rifiuto della singola mescola, con citazione del tipo di carica, quantità e dimensione, il che rende immediata la visualizzazione della mescola che si vuole considerare in paragone alle altre
ABBIAMO LETTO PER VOI
del gruppo, e il suo livello di prestazioni per le tre proprietà meccaniche analizzate. L’introduzione in mescola dei sistemi a carica mista, ossia nero di carbonio con vari materiali da rifiuti a bassa quantità, ha migliorato le proprietà come risultato degli effetti sinergistici prodotti dall’interazione delle cariche con la gomma e dell’interazione fra particelle, che ha creato una rete di carica particolare. Questo effetto si è rivelato più pronunciato nel guayule che nella gomma naturale Hevea, poiché la struttura a catena più lineare del guayule, rispetto a quella macromolecolare ramificata dell’Hevea, le permette di scorrere più facilmente nella rete della carica. Naturalmente le proprietà riscontrate sono state influenzate dalle caratteristiche delle cariche, quali la struttura, la dimensione delle particelle, la densità apparente, l’alcalinità e, nel caso della bagassa di guayule, le resine terpeniche.
Lasciando scoprire al lettore il comportamento delle cariche esaminate, in rapporto alla loro prestazione in mescola, ci limitiamo a riportare la conclusione dello studio: le cariche da rifiuti non solo riducono i costi, ma permettono di soddisfare specifiche richieste di prestazioni per i manufatti elastomerici, oltre ad essere più sostenibili ed economiche e a rappresentare un rimedio per la crescente richiesta di cariche nell’industria della gomma, riducendo allo stesso tempo la dipendenza dai derivati del petrolio. Basti pensare che ogni anno le quantità di bucce di pomodoro e gusci d’uovo disponibili negli USA possono coprire il 48% dell’attuale domanda di nero di carbonio.
ELASTOMERI E APPLICAZIONI INDAGINI SULL’UTILIZZO DI GUAYULE IN FORMULAZIONI DI ARTICOLI DI GOMMA PER IL SETTORE AUTO.
J.L. Tardiff, M. Titova, M. Harper, Ford Motor,
M. Fiori, Kalamazoo College, RUBBER & TIRE ottobre/novembre 2017, pag. 36-42.
L
a Ford Motor Company è fortemente impegnata con la sostenibilità e l’utilizzo di materiali rinnovabili, quando la prestazione e il piano economico ne sostengono l’impiego. Si parla quindi di materie prime rinnovabili e componenti riciclati, il che richiede sviluppo dell’applicazione, sviluppo della parte e analisi dei costi. La classica gomma naturale Hevea, ottenuta soprattutto dalle piantagioni del Sud-Est asiatico, è un componente importante di molti manufatti nel settore dell’auto e del pneumatico ed è consumata per la maggior parte in Asia. Poiché la richiesta di gomma naturale in quella zona è in crescita, c’è la tendenza a sviluppare fonti alternative di gomma naturale, preferibilmente con coltivazioni domestiche . Il guayule è un arbusto originario delle zone desertiche degli USA e del Messico e la
RUBBER CLUB
ABBIAMO LETTO PER VOI
sua gomma, estratta dagli steli dell’arbusto, era già stata utilizzata negli anni ’40, quando era difficile reperire la gomma naturale Hevea, e ne era stato poi ristudiato l’utilizzo nel 1978 dal Native Latex Commercialization and Economic Development Act per dodici anni. Grazie agli attuali sviluppi in agricoltura, il raccolto di gomma naturale dagli arbusti guayule è stato migliorato sensibilmente e tuttavia, nonostante questa gomma abbia un grande potenziale, il suo successo commerciale per sostituire la gomma naturale Hevea, si è limitato finora a guanti medicali ipoallergenici e a mute speciali. La spinta ad ulteriori sviluppi del guayule come sostituto dell’Hevea è la fluttuazione dei prezzi della gomma naturale Hevea negli ultimi anni, considerando che ogni aumento di prezzo determina un aggravio dei costi finali di un veicolo. Sebbene la struttura chimica di base della gomma naturale guayule ed He-
Corso
vea sia la stessa (cis-1,4-poliisoprene), i diversi livelli di proteine, di specie a basso peso molecolare ed altre impurità fanno sì che le prestazioni delle rispettive mescole siano leggermente diverse, così come anche fonti diverse dell’una e dell’altra gomma influenzano le prestazioni della stessa mescola. Lo scopo di questo studio è stabilire una strategia per incorporare il guayule in formulazioni di gomma naturale da utilizzare per manufatti per l’auto. Si valutano così miscele di gomme Hevea e guayule (fornita da PanAridus) e l’utilizzo di cariche naturali come sostituti del nero di carbonio. Le comparazioni della prestazione vengono fatte in rapporto a una mescola di controllo a base gomma naturale guayule con esame dei risultati ottenuti con due mescole, una col 50% di ciascuna delle due gomme e una anche con 10 phr di gusci d’uovo, mentre tutti gli altri ingredienti della mescola (sistema di vulcanizzazione a zolfo, antiossidante,
di reologia
ii
Reologia delle mescole in gomma sia crude che vulcanizzate
26 settembre 2018 c/o MP Strumenti via A. Moro, 36 - Pioltello (MI) Il corso di Reologia II è dedicato alle mescole in gomma sia crude che vulcanizzate ed è specificamente progettato per fornire a tecnologi, formulatori, responsabili del controllo qualità e ai progettisti chimici ed ingegneri dei materiali, una comprensione dei fondamenti della reologia, dei principi di misura e delle applicazioni volte al problem solving. In una giornata approfondiremo le tematiche reologiche a 360° e le loro applicazioni per la risoluzione di problemi industriali. I partecipanti apprenderanno le tecniche di misura ottimali e l’uso delle misure reologiche attraverso case study con sessioni di lavoro dedicate. Programma
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
antiozonante) rimangono inalterati. In partenza viene presa in considerazione anche una mescola a base di solo guayule e successivamente vengono effettuate variazioni delle mescole basate sulla miscela delle due gomme. Lo studio è molto accurato, le tabelle e i grafici illustrano debitamente il suo svolgimento, chiarendo visivamente quanto esposto nel testo. La conclusione dello studio stabilisce che risulta possibile usare il guayule per sostituire la gomma naturale Hevea, considerando che fino al livello di sostituzione al 40% le proprietà fisiche della mescola rimangono praticamente le stesse, mentre il progressivo aumento di tale percentuale deve essere compensata con l’aumento della quantità di acceleranti utilizzata.
ELASTOMERI E APPLICAZIONI ASPETTI DELL’INVECCHIAMENTO DI MATERIALI TPE PER APPLICAZIONI ESTERNE E SOTTO COFANO.
S. Zepnik, Albis Plastic GmbH, Hamburg (Germany) - email: stefan.zepnik@albis.com - TPE n. 1/2018, pag. 24-29.
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li elastomeri termoplastici (TPE) stanno riscuotendo un crescente interesse nell’industria dell’auto e dei trasporti, soprattutto come sostituti economici dei materiali a base gomma. Queste applicazioni richiedono spesso una combinazione di prestazione meccanica e buona resistenza all’invecchiamento: per il sottocofano (UTH = under the hood), per esempio, si richiedono elevata resistenza al calore e buona resistenza a prodotti chimici e idrolisi. Per quanto riguarda applicazioni da esterno, le richieste sono buona resistenza a prodotti chimici e ottima resistenza ad agenti atmosferici (idrolisi, raggi UV, ozono). In questo articolo viene offerta una panoramica dei TPE di Albis Plastic per le applicazioni da esterno e sottocofano. I termoplastici considerati sono: • TVP (AlfaterXL) - elastomeri termoplastici vulcanizzati, generalmente con matrice termoplastica poliolefinica (PP, polipropilene) e fase elastomerica EPDM vulcanizzata dinamicamente; • TPS (Evoprene, Solplast) – elastomero
ABBIAMO LETTO PER VOI
termoplastico stirenico, con fase plastica poliolefinica e fase elastica SEBS; • TPU (Desmopan) - poliuretano termoplastico; • TPC (Sipolprene) - elastomero termoplastico poliestere-polietere. Di tutti vengono prese in esame le possibili applicazioni in base alle loro caratteristiche prestazionali nei due ambiti citati e risultano interessanti, in particolare per i lettori esperti della classica gomma vulcanizzata, le fotografie che illustrano i manufatti realizzati con queste gomme termoplastiche nel settore auto. È interessante anche la deduzione che si può trarre dalla lettura dell’articolo, ossia che è vero che i termoplastici sono pronti tal quali all’utilizzo per la produzione di manufatti senza ulteriori lavorazioni, ma è anche vero che la loro produzione per specifiche applicazioni richiede, da parte del produttore, la continua messa a punto di nuovi gradi e, da parte dell’utilizzatore, un’attenta selezione del grado idoneo all’applicazione prevista per il manufatto.
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J-Sebastian Weber, C. Mundt, Elastomer Division, Kuraray Europe GmbH, Hattersheim (Germany) - email: jan-sebastian. weberkuraray.com - TPE n. 1/2018, pag. 4042.
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n collaborazione con Amyris, Kuraray ha sviluppato uno speciale copolimero di facile processabilità con un monomero biologico come materia prima. Il copolimero a blocchi idrogenato stirene farnesene (HSFC), chiamato serie Septon Bio, è il risultato di questa collaborazione fra un produttore di specialità chimiche (Kuraray) e un’azienda di bioscienza (Amyris). I materiali Septon Bio possono essere usati in svariate applicazioni, hanno bisogno solo di piccole quantità di plastificante e sono particolarmente facili da processare grazie alle loro particolari proprietà. L’articolo presenta la serie Septon Bio
come un contributo al mantenimento delle riserve di olio minerale, materia prime per gli elastomeri termoplastici (TPE) in via di esaurimento, considerando che la crescente domanda di materiali biologici e rinnovabili fa nascere nuove opportunità per la sostenibilità. Grazie alla sua ottima prestazione di aderenza sul bagnato, molte applicazioni possono essere migliorate dall’aggiunta di Septon Bio ai materiali usati attualmente per la produzione di manici, suole, ruote e cilindri, guanti, tappetini doccia etc. In combinazione con TPU, la serie Septon Bio può essere usata per formulare materiali adesivi con ottima appiccicosità su superfici polari e applicazione con stampaggio a iniezione. Impressionante la sua forza di adesione rispetto alle tradizionali mescole in SEBS, che risulta essere circa 10 volte superiore su leghe di magnesio e circa 8 volte superiore su alluminio.
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MONDOGOMMA
Gomma e macchine: i dati di settore secondo le associazioni C
om’è tradizione il mese di giugno è dedicato agli impegni associativi e anche quest’anno il rito si è ripetuto. Sia Assogomma, a Milano, in occasione dell’assemblea di tutta la Federazione Italiana Gomma Plastica, sia Amaplast, questa volta eccezionalmente a Linz, in Austria, hanno celebrato i loro consessi facendo il punto della situazione dei rispettivi settori. Il 15 giugno è stato il giorno dell’Assemblea generale 2018 della Federazione Gomma Plastica, in occasione della quale Assogomma ha fornito i dati aggiornati a tutto il 2017 sull’andamento del settore e fatto il punto sulle molteplici attività associative. Molti i punti salienti della Relazione del Consiglio Generale di Assogomma, tra cui abbiamo estrapolato alcuni dati di congiuntura evidenziati anche da Giorgio Quagliuolo, presidente della Federazione Gomma Plastica, nel suo intervento alla parte pubblica dell’assemblea. Li potete leggere nei grafici che pubblichiamo a corredo dell’articolo.
Dati buoni per la gomma Quagliuolo si è soffermato sui dati positivi del comparto gomma (che evidenziamo più avanti) che però non bastano
Due momenti della sessione pubblica dell'Assemblea generale della Federazione Italiana Gomma Plastica. 16
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
A giugno si sono tenute le assemblee della Federazione Italiana Gomma Plastica, con quella di Assogomma, e di Amaplast, l’associazione dei produttori di macchine per la gomma e per la plastica. Ecco una sintesi di quanto emerso
Assemblee Associative
Produzione del settore gomma (tonnellate)
Articoli tecnici Pneumatici
Materiale per ricostruzione
materie prime, il 2017, e la prima parte del 2018, è stato un periodo “a due velocità”. Le gomme sintetiche hanno visto una forte accelerazione dei prezzi nel corso dell’anno, solo in parte rientrata, con un aumento medio nell’ordine del +30%; stesso dicasi per il nero di carbonio con un aumento medio del +20%. La gomma naturale invece ha segnato un calo dei prezzi generalizzato con una diminuzione media nell’ordine del 20-30%. Il 2018 è iniziato replicando gli stessi trend del 2017: ulteriore aggravio dei costi della gomma sintetica nell’ordine del 10-20% per gli elastomeri principali rispetto alle quotazioni di dicembre scorso, a fronte di ulteriori diminuzioni invece per la naturale, nell’ordine del 5-10% rispetto a dicembre 2017.
Verso un nuovo contratto Rilevazione Assogomma sulle aziende associate
a indicare pienamente soddisfacente il 2017 a causa «dell’aggravio dei costi delle materie prime quantificabile intorno al 10%. Una volatilità dei costi delle materie prime che ha inciso sulla redditività delle imprese». Per quanto riguarda la produzione del settore, il documento Assogomma segnala come il 2017 si sia chiuso con un leggero aumento, pari all’1% (produ-
zione totale: circa 550.000 tonnellate), composto da un +3% per gli pneumatici e da un –1% per gli articoli tecnici. Nei primi mesi del 2018 si è riscontrata una partenza più che positiva; il dato stimato della produzione dei primi cinque mesi dell’anno, vede un + 2% per gli pneumatici e un +5% degli articoli tecnici. Per quanto riguarda l’andamento delle
Produzione di pneumatici (tonnellate) Autovettura Trasporto leggero e pesante, agricoltura, altri
«L’industria italiana della gomma e della plastica si conferma una vera e propria eccellenza italiana, che è uscita definitivamente dalla crisi guardando sia all’innovazione che all’export, che costituisce una quota significativa della nostra produzione – ha commentato Giorgio Quagliuolo, Presidente della Federazione Gomma Plastica – Siamo anche all’avanguardia nella definizione di un nuovo modello di relazioni industriali, che speriamo possa essere di lungo periodo e meno conflittuale, che possa venire incontro alle esigenze di tutte le parti. Il nostro obiettivo è quello di chiudere la discussione sul nuovo modello entro il 30 settembre 2019, per poter aprire poi i lavori sul rinnovo del contratto nazionale di categoria».
Uno sguardo alla plastica
Rilevazione Assogomma sulle aziende associate
Buona parte della relazione di Quagliuolo è stata, ovviamente, dedicata al settore delle materie plastiche, in questo momento particolarmente sotto attacco dal punto di vista mediatico per l’impatto che i rifiuti plastici stanno producendo a livello ambientale, enfatizzato da un certo tipo di informazione. Il presidente federale ha evidenziato come «purtroppo la campagna informativa contro i polimeri, considerati nemici dell’ambiente, sta diventando sempre più incalzante, ignorando il fatto che il problema dell’inquinemento è soprattutto legato alla mala gestione L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
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MONDOGOMMA
Produzione di articoli tecnici (tonnellate)
Tubi Nastri trasportatori e cinghie di trasmissione Nastri autoadesivi Suole, tacchi e lastre Altri articoli tecnici Rilevazione Assogomma sulle aziende associate
Esportazioni (tonnellate)
Pneumatici Semilavorati
del ciclo dei rifiuti. Oggi si e fatto largo il mito della biodegradabilità, ma non necessariamente polimeri biodegradabili sono più ecologici di quelli “oil-based”. Anzi, le risorse rinnovabili e naturali, nella nostra visione, an18
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
Articoli tecnici Calzature
drebbero utilizzate sempre più intensamente per la produzione alimentare. La realtà, in un’ottica di economia circolare, è che nessuno spreco oggi è più accettabile, in qualunque ambito e per qualunque settore o prodotto, soprattutto in
Elaborazione Assogomma su dati Istat
un paese povero di materie prime come il nostro». In quest’ottica anche le materie plastiche cessano di essere un “mostro” da combattere e assumono, invece, tutta un’altra luce. «Dobbiamo finalmente ri-
Assemblee Associative
Esportazioni per aree di destinazione (% sul peso)
Unione Europea USA e Canada Asia
Altri Paesi europei Africa Altri Paesi
Importazioni (tonnellate)
Elaborazione Assogomma su dati Istat
che i polimeri di ultima generazione apportano. Purtroppo c’è tanta demagogia, che all’affermarsi di un sentimento antindustriale in Italia molto pericoloso, di cui il caso Ilva è forse il suo esempio più evidente». Concludendo il suo discorso Quagliuolo ha quindi messo in guardia dall’adottare quella che ha definito una “politica di sostituzione della plastica”. «Dobbiamo allontanare – ha detto – le illusorie ipotesi e visioni ancorate al chilometro zero, all’autosufficienza, all’autoproduzione, che non sono in realtà strategie perseguibili, per quanto suggestive».
Lo stato delle macchine
Pneumatici Semilavorati
Articoli tecnici Africa Elaborazione Assogomma su dati Istat
conoscere – ha continuato Quagliuolo – il contributo che tutti i polimeri hanno dato in termini di sicurezza, efficienza, risparmio energetico a settori come l’automotive e l’edilizia. Efficienza energetica significa anche riuscire a fare di
più con meno, adottando le tecnologie più avanzate oggi disponibili sul mercato. Chiunque oggi creda a una facile sostituzione dei polimeri nei loro settori applicativi dovrebbe prima fare il conto dei reali risparmi in termini di emissioni
Il Centro Studi di Amaplast (l’associazione nazionale di categoria, aderente a Confindustria, che raggruppa oltre 160 costruttori di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma) ha invece elaborato i dati di commercio estero – pubblicati da ISTAT – relativi al primo trimestre di quest’anno. Dati presentati a Linz il 14 giugno, quando si è tenuta l’assemblea dei soci dell’associazione confindustriale. Il confronto con lo stesso periodo del 2017 evidenzia un incremento del 26% all’import e una contrazione di circa un L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
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MONDOGOMMA
Importazioni per aree di provenienza (% sul peso)
Unione Europea USA e Canada Asia
Altri Paesi Europa Africa Altri paesi
Bilancia commerciale dell'industria della gomma
Elaborazione Assogomma su dati Istat
stimento è tornata a crescere e di ciò non possiamo che rallegrarci». Dall’altro lato il rallentamento dell’export, che non sorprende più di tanto e può ritenersi fisiologico. Dopo i primi due mesi dell’anno con segno ancora positivo, a marzo l’arretramento, in un certo senso atteso, anche alla luce della flessione degli ordini segnalata nelle ultime settimane dagli associati. È ovviamente prematuro parlare di una fase di declino, fermo restando il fatto, però, che il comparto sta vivendo una fase positiva da almeno 7-8 anni (con l’eccezione del rallentamento verificatosi nel 2013) ed è logico quindi prevedere una congiuntura negativa nel breve o almeno nel medio periodo, in un’ottica di ciclicità dell’economia.
Sentimento positivo Elaborazione Assogomma su dati Istat
punto delle esportazioni. Tale risultato sembra confermare due fattori importanti. Da un lato la costante e consistente crescita degli acquisti dall’estero, segnale verosimile della tenuta della ripresa del mercato interno, già 20
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
evidenziata dai risultati più che positivi registrati a consuntivo 2017. Come ha sottolineato il presidente Alessandro Grassi in occasione dell’assemblea «è un dato di fatto che la propensione dei trasformatori italiani all’inve-
L’indagine congiunturale svolta a metà giugno fra gli associati, relativamente al semestre in corso rispetto al precedente, rivela una previsione di stabilità del fatturato per il 51% del campione e di miglioramento per il 38%. Quanto al livello degli ordini, il 42% degli intervistati non si aspetta variazioni mentre il 41% ipotizza una crescita. Dopo un 2017 decisamente brillante
Assemblee Associative
dati Amaplast
Il settore delle macchine per la gomma plastica in Italia
Produzione Mercato interno
Export Saldo commerciale
Import
dati Amaplast
Export macchine gomma-plastica
Europa Centro/Sud America
Asia Oceania Africa
per il settore, con una crescita a due cifre per tutti gli indicatori, è comunque lecito attendersi che l’anno in corso si chiuda ancora con segno positivo sia alla produzione sia al commercio estero, anche se con tassi di crescita
America (NAFTA)
più contenuti rispetto agli ultimi anni. In occasione dell’assemblea sono anche stati rinnovati i membri elettivi del Consiglio Generale per il biennio 20182020. Sono stati eletti: Mauro Drappo (Amut), Maria Grazia Colombo (BFM),
Aree di destinazione dell'export di macchine per la gomma-plastica
Gianni Luoni (Elba), Alessandro Balzanelli (F.B. Balzanelli Avvolgitori), Anthony Caprioli (Macchi), Tiziano Caprara (Negri Bossi), Gianfranco Cattapan (Plastic Systems), Dario Previero (Previero N.), Barbara Ulcelli (IMG). L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
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MONDOGOMMA
La viscosità Mooney vista da vicino di Dario Nichetti* e Aurelio Giorgianni** (*) Rheonic srl, Via Quadelle 2C, 26012 Castelleone (CR) (**) Cooper Standard SpA ,Via Torino 140, Cirie (TO)
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l test di viscosità Mooney è una misura strumentale ben consolidata nell’industria della gomma le cui origini risalgono agli anni Trenta, quando Melvin Mooney, negli Stati Uniti, presso la Rubber Company, sviluppò per la prima volta questo metodo. Grazie alla sua semplicità intuitiva nonché l’immediatezza della risposta è una delle procedure più comuni eseguite nella gomma industria ancora oggi. È ampiamente utilizzato per misurare la “viscosità” dei polimeri così come per controllare i “crudi” dei lotti di mescola prodotti. Sullo stesso principio si basa anche la misura della scottatura (scorch time) comune metodo usato per identificare il tempo necessario per la formazione di incipiente reticolazione in una mescola. Il test Mooney è così ampiamente usato dalla maggior parte dei tecnologi della gomma che appunto si tende a pensare la viscosità in termini di unità Mooney, sia per giudicarne la qualità dei crudi che per valutarne la processabilità. È doveroso aprire una piccola parentesi a riguardo del termine tecnico “processabilità delle mescole in gomma”, il cui significato tende a racchiudere e nascondere quanto non si è in grado di specificare scientificamente, cioè le proprietà reologiche che sono chiaramente un elemento importante per valutare la processabilità. Quindi correlare le misure reologiche con i parametri di processo è un punto chiave per il tecnologo e, infatti, negli anni sono apparse moltissime pubblicazioni in tal senso ma, vista la complessità insita anche nelle misure, 22
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
Cinquant’anni fa scompariva Melvin Mooney, una delle figure più importanti dell’industria della gomma. Tra i suoi lasciti l’equazione che descrive la curva di sforzo e il metodo per misurare la viscosità dei polimeri. Con l’aiuto di due esperti ripercorriamo teoria e ricadute tecnologiche delle sue scoperte
l’approccio statistico è stato quello più generalmente utilizzato.
Il viscosimetro Mooney A questo punto è necessario ricordare cosa sia il viscosimetro Mooney e quanto questo strumento permetta realmente di determinare la viscosità di una mescola. Nella sua forma originale, esso consiste in una camera in cui gira un rotore a forma di disco, con una velocità di 2 giri completi al minuto (2rpm). Il rotore è incorporato nel campione mentre viene misurata la coppia
(momento torcente) necessaria a garantire la rotazione stessa. Il rotore e la camera, come mostrato in figura 1, presentano delle piccole scanalature, che in combinazione con la pressione interna, im Essenzialmente “il Mooney” è una versione pressurizzata di un reometro a flusso torsionale, in cui si esegue un esperimento di flusso di taglio in regime stazionario, dove lo slittamento sulla parete del rotore è impedito al fine di garantire la viscosità di taglio impostata. Per capire come e che cosa misuri questa tipologia di strumenti occorre
Teoria Figura 1 La camera di un viscosimetro Mooney e il relativo rotore (ML) secondo le specifiche ASTM D 1646.
Figura 2 Rappresentazione schematica della shear rate in funzione del profilo di velocità tra una parete mobile e una fissa dove la velocità è nulla.
riprendere innanzitutto la definizione di viscosità. La viscosità rappresenta la resistenza opposta dal fluido ad un moto di taglio, che possiamo per semplicità raffigurare come il movimento che fa un mazzo di carte quando è sottoposto ad una forza applicata in superficie. Gli elementi che caratterizzano la fluidodinamica in “shear” sono appunto F: la forza tangenziale applicata A: area su cui agisce la forza Shear rate : il gradiente di velocità a taglio che altro non è che la velocità superficiale U rapportata alla distanza dalla parete h. La figura 2 illustra graficamente questo concetto. Campi di moto dominati da flussi a taglio sono di importanza centrale nella reologia applicata: vediamone le ragioni. Primo: è il flusso che è più facile produrre e tenere sotto controllo in un laboratorio e i dati reologici sono generalmente basati su questo tipo di misure in “pure shear”. Secondo: molti processi industriali come l’estrusione e il profilo di velocità in un bocchettone o nella testa di estrusione sono principalmente “steady simple shear flow”. Terzo, ma non meno importante: il comportamento del “crudo” o di un melt polimerico per un moto laminare
di scorrimento stazionario è governato solo dalle proprietà viscose senza che vi siano effetti da parte della componente elastica. La relazione nota come legge di Newton della viscosità è la seguente:
vo più caratteristico in tutti i processi. Infatti il passaggio attraverso un bocchettone in estrusione mostra chiaramente che all’aumentare della portata la pressione misurata all’ingresso del bocchettone non cresce proporzional-
e se per un materiale la sua viscosità assume un valore costante qualsiasi sia lo shear rate del campo di moto, allora viene generalmente chiamato newtoniano. Le mescole in gomma hanno invece viscosità che fortemente dipendono dallo shear rate e mostrano pure alcune inusuali proprietà in flusso. Per questo vengono chiamati fluidi non-newtoniani e sono rappresentati dalla seguente equazione
mente, proprio perché, nel contempo, la viscosità assume valori inferiori in virtù dello shear rate aumentato. Pertanto, maggiore è lo shear rate più facile è il passaggio per un crudo attraverso una filiera. Per lo studio delle proprietà della misura Mooney è stata selezionata una mescola NBR a zolfo tradizionale a medio contenuto di nitrile, resa bianca con 5phr di biossido di titanio e con una viscosità misurata al capillare a T=100°C e pari a m=3x104 e n=0,3. la stessa ricetta è stata usata per produrre la mescola nera dove il biossido di titanio è stato sostituito dagli stessi phr di CB. Il valore di ML(1+4) è pari a 70 MU
dove infatti al crescere dello shear rate il valore di viscosità decresce esponenzialmente. Il comportamento pseudoplastico delle mescole crude connota fortemente il loro comportamento a scorrimento e ne è il tratto distinti-
Il moto della mescola La cavità può essere semplificata utilizzando profili di velocità unidimensionali sia nella sezione piccola apertura (flusso di torsione) o grande sezione L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
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MONDOGOMMA
Figura 3 Rappresentazione schematica della velocità periferica sul rotore e il relativo shear rate che la geometria non risulta essere costante.
Figura 4 Sequenza di immagini, della sezione diametrale delle mescole contenuta nella camera Mooney, che sono state soggette a vari tempi di rotazione. Per il tempo di rotazione pari a 8 minuti è anche riportato il risultato delle line di flusso calcolate attraverso la simulazione numerica. di spacco (flusso del lettino). In queste analisi il contributo del flusso dalla sezione d’angolo, situata tra le sezioni di flusso torsionale e Couette, non è considerato. Altri autori hanno tentato di quantificare gli effetti assumendo che il profilo di velocità nella sezione d’angolo è il risultato di flussi di trascinamento indotti dalle sezioni torsionale e Couette. In questo modello, le formulazioni del flusso di trascinamento unidimensionale e il loro relativo I contributi di coppia sono aggiunti linearmente. Il rotore non induce un campo di flusso omogeneo a causa di effetti di bordo significativi, dove lo stress da taglio è significativamente più alto del previsto. Il problema della quantificazione degli effetti del bordo nel reometro Mooney è stato affrontato da diversi ricercatori al fine di apporre una correzione al valore misurato ma senza grosso successo applicativo nella strumentazione commerciale. Lo shear rate non è costante pertanto lo strumento non misura uno sforzo di taglio semplice. La figura 3 mostra schematicamente che la velocità tangenziale e proporzionale alla distanza dal centro e pertanto lo shear rate cresce linearmente lungo il raggio del rotore fino a che gli effetti di bordo diventano predominanti.
Visualizzazione del campo di moto È possibile rendere visibile il campo di moto a cui è soggetta la mescola nel Mooney tracciandone le linee di flus24
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so. È stato preventivamente realizzato un sandwich di fogliette laminate di gomma cruda bianca e nera, ritagliate del diametro della camera e innestate sopra e sotto il rotore. Il tutto è stato inserito all’interno del viscosimetro per le prove al cui termine, a rotore fermo e senza aprire la camera, la temperatura veniva alzata a 180°C e mantenuta per 5 minuti al fine di vulcanizzare il provino. Il provino dopo essere stato estratto dal rotore veniva sezionato lungo il diametro e fotografato. Sono state eseguite una serie di prove di viscosità Mooney a differenti tempi di rotazione come riportato nel-
la figura 4, al fine di identificare il moto della mescola. Come si vede, una volta chiusa la camera e senza avviare la rotazione del rotore, il sandwich di mescola uno, una volta vulcanizzato, attentamente separato dal rotore e sezionato lungo un diametro, si presenta regolare e con gli strati di mescola nera ben distanziati e paralleli tra di loro. Visto il basso numero di giri del rotore al minuto (2 rpm) è ragionevole attendersi che siano necessarie almeno una decina di rivoluzioni affinché venga raggiunto un regime stazionario. Quello che si nota è che nella parte centrale del rotore il campo di moto a taglio viene
Teoria Figura 5 Mesh del campo di moto dell’albero rotore con schematizzazione del rotore.
Figura 6 Linee di flusso nel campo di moto completamente sviluppato e i relativi vettori velocità.
Figura 7 Mappa dello shear rate che si genera all’interno della mescola in una camera Mooney dove ruota un rotore large a 2rpm.
mantenuto per almeno 4 minuti: infatti la stratificazione rimane pressoché inalterata. Alle estremità del rotore si nota invece la formazione di marcati vortici che portano alla ri-mescolazione degli strati. Sono chiaramente visibili 2 vortici posizionati sopra gli spigoli e una zona caratterizzata da 2 flussi di ricircolazione centrati sul lato corto del rotore. La fotografia della sezione ottenuta dopo 8 minuti di rotazione mostra un completo mixing delle due mescole in tutta la porzione circostante il rotore, ad esclusione delle zone dove la velocità scende praticamente a zero che sono evidentemente le pareti della camera e le zone laterali distanti dal rotore.
La simulazione numerica Al fine di indagare in dettaglio quali propietà reologiche misura il Mooney è stata eseguita la simulazione numerica di una mescola fortemente non-newtoniana rappresentata dalla stessa equazione usate nelle prove sperimentali con una geometria identica a quella di camera e rotore Mooney large. Il campo di moto è stato discretizzato con una mesh ad elementi finiti come mostrato in figura 5 dove le pareti della camera hanno velocità nulla e il rotore ha una velocità angolare (Ω) paria 0.2093 rad/s (pari a 2 rpm) il che comporta che in
ogni punto sulla superficie del rotore la velocità sarà proporzionale alla distanza (r) dal centro e paria a V = Ω•r. La simulazione numerica permette di determinare il campo di moto ad ogni istante di tempo. Le linee di flusso, come mostrato in figura 6, rappresentano il campo delle velocità e evidenziano la presenza di vortici nella zona degli spigoli e una fronte di ricircolo nella zona di simmetria orizzontale della geometria. La comparazione tra quanto ottenuto grazie alla simulazione fluidodinamica e i risultati delle prove sperimentali è mostrato in figura 4. In primo luogo è evidente come la simulazione coglie chiaramente le zone dove la mescola non è soggetta ad alcun profilo di velocità e in particolare a ridosso delle pareti e nelle zone laterali distanti dal rotore. Sono inoltre ben visibile le aree vorticose in cui si ha rimescolazione del materiale. La figura 7 invece mostra i valori di shear rate che si ottengono nel Mooney. In primo luogo è evidente come non vi sia nessuna zona dove è costante ma bensì cresce linearmente per i 2/3 del rotore dove poi entrano in gioco gli effetti di disturbo degli spigoli. Il valore medio dello shear rate valutato nella sezione è di circa 1s-1 ma negli spigoli raggiunge valori anche di 8, senza incidere però sul valore di sforzo misurato. È importante sottolineare che la coppia misurata durante il test Mooney dal caratteristico andamento di startup flow e di successivo rilassamento si manifestano solamente in presenza di una componente elastica nell’equazione costitutiva del materiale. Pertanto alla fine del nostro viaggio resta da chiedersi: quale proprietà reologica si sta misurando con un test di viscosità Mooney? L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
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Teoria
MONDOGOMMA
Conclusioni Con la prova di viscosità Mooney si intende quella misura dove un rotore di sezione circolare viene avviato e mantenuto in rotazione in una cavità riempita di mescola ove le dimensioni sono tutte fissate per norma. Lo strumento misura quindi la coppia necessaria a mantenere il rotore in rotazione ad una velocità costante pari a 2 giri/minuto. A livello matematico, essendo la geometria e la velocità di rotazione costanti per la prova, è possibile definire, assumendo che il fluido sia newtoniano) la viscosità come:
dove R è il raggio del rotore, h il gap tra superficie del rotore e camera, T è
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10.53
la coppia necessaria a mantenere il rotore in rotazione costante a Ω giri al minuto. Il valore di ML, che ha le unità di misura tipiche di una viscosità , una volta che, lo spunto iniziale è stato dimenticato e si sono raggiunte delle condizioni pseudo-stazionare potrebbe essere una buona candidata a comparare in termini viscosi le mescole crude. In questo lavoro si è mostrato che all’interno della camera si instaura un complesso campo di moto, con uno shear rate medio attorno all’unità, e che il raggiungimento delle condizioni di pseudo-stazionarietà avviene oltre i 4 minuti di rotazione prescritti dalla norma. I particolarmente intensi effetti di bordo la formazione di vortici e ricircoli non permettono quindi di associare nessuna grandezza reologica semplice a tale misura. Inoltre non è possibile separare in modo netto la
componente elastica della mescola sul valore misurato di coppia dagli effetti viscosi. Pertanto la misura di ML rimane una misura tecnologica semplice e rapida ma che non può essere definita una prova reologica e pertanto non è possibile comparare mescole con formulazione differente, dove la curva reologica o le proprietà elastiche sono differenti. A conferma di quanto detto, non è infatti infrequente trovarsi di fronte a casi di mescole con ML(1+4) uguali ma comportamenti in trafila alquanto differenti, non solo perché il valore di shear rate è di 2 ordini di grandezza a quello che si può avere in un bocchettone durante l’estrusione ma anche perché il valore registrato al quarto minuto di rotazione non sempre è quello del regime pseudo-stazionario e diventa un altro elemento che sfalsa la possibilità di correlazione.
Plast
Rubber 2018 Novità, tecnologie, prodotti Un’edizione di successo quella del Plast/Rubber 2018, tenutasi a Fieramilano Rho a cavallo tra la fine di maggio e gli inizi di giugno. Abbiamo presidiato tutti i giorni della fiera, visitando gli stand e incontrando i protagonisti. Ecco il reportage che ne abbiamo ricavato
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FOCUS
La conferma di un successo all’insegna di Industria 4.0 di Giuseppe Cantalupo
L
a fiera Plast si è svolta dal 29 maggio al primo giugno scorsi, e il confronto con l’edizione di tre anni fa, quando la fiera è durata un giorno in più, dal 5 al 9 maggio, mostra un bilancio sostanzialmente positivo, almeno stando a quanto ci hanno
La fila ai tornelli in attesa dell'apertura, il primo giorno di fiera.
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L’edizione di quest’anno di Rubber, il salone tematico sull’industria della gomma inserito nella fiera Plast, ha confermato il successo che ha sempre accompagnato l’evento nella sua storica cadenza triennale. Oltre 100 gli espositori del settore
Plast confidato gli espositori. I padiglioni occupati sono stati sei, come nell’edizione precedente, e l’area espositiva è stata di 55.000 m2 netti (54.595 nel 2015), occupati per il 75% da macchine, il 20% da materiali e prodotti e il 5% dai servizi (editoria e consulenza finanziaria e commerciale). Gli espositori totali sono stati 1.510 (57% italiani e 43% stranieri provenienti da 55 paesi; 1.049 diretti e 461 attraverso rappresentanti). Nel 2015 gli espositori sono stati 1.584 (856 italiani e 622 stranieri in rappresentanza di 57 paesi; 1.107 diretti e 477 indiretti).I visitatori sono stati 63.000, di cui il 27,5% stranieri, provenienti da 117 paesi (nel 2015: 50.087, di cui 32.056 gli italiani e 18.031 gli stranieri da 115 paesi). I visitatori esteri sono provenuti per il 66,7% dall’Europa, il 21,4% dall’Asia, il 6,3% dall’America, il 5,0% dall’Africa, lo 0, 8% dall’Oceania. Interessante il fatto che la graduatoria dei paesi di provenienza dei visitatori stranieri mostra il notevole balzo in avanti della Spagna, che dal quarto
posto del 2015 (5,8%) è salita al primo nel 2018 (8,9%) e l’arretramento della Germania, che dal primo posto del 2015 (8,3%) è scesa al terzo (6,2%); la Francia è rimasta stabile al terzo posto: 7,5% quest’anno, 7,0% tre anni fa. La filiera gomma – materie prime, compound, presse, estrusori, calandre, strumentazioni e apparecchiature di controllo – era rappresentata da oltre 100 espositori ospitati nei padiglioni 9 e 11, con quest’ultimo dedicato in massima parte ai macchinari esposti su un’area di 3.500 m2 circa.
Un ospite invisibile ma presente quasi ovunque Tra i tanti espositori ce n’era uno speciale. Tanto speciale, che non lo si vedeva, ma se ne percepiva la presenza. Una presenza tecnologica che aleggiava nelle corsie dei padiglioni materializzandosi presso gli stand che esponevano macchine e attrezzature. Era l’Industria 4.0, presentatasi con macchine al seguito. E non solo con le macchine. Perché il contagio del
‘4.0’ sembra si stia trasmettendo dalle macchine ai prodotti; nel caso delle gomme, ai polimeri. Al Centro Congressi, infatti, il 30 maggio si è svolta una Giornata Tecnologica organizzata dall’Associazione Italiana di scienza e tecnologia delle Macromolecole (AIM) intitolata “Elastomeri 4.0”: un mondo, quello degli elastomeri, in grande fermento per i requisiti richiesti da Industria 4.0 e per le prospettive che ne derivano nei settori applicativi; una categoria di ‘individui’ chimici con la qualifica, anche loro, di 4.0 alla quale appartengono, oltre agli elastomeri, per i quali si intravedono nuove prospettive nel settore dei pneumatici, anche cariche speciali con la doppia funzione di agenti di rinforzo e ausiliari della vulcanizzazione. Superfluo dire che, in perfetta chiave Industria 4.0, i macchinari esposti hanno offerto il meglio di sé esibendosi in comportamenti ‘intelligenti’ - anzi, ‘smart’, perché oggi si dice così – attraverso automatismi semplicemente inimmaginabili solo pochi anni fa.
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FOCUS
Automazione e risparmio energetico: avanti tutta di Giuseppe Cantalupo e Riccardo Oldani
I
macchinari sono stati i temi principali proposti dagli espositori, a dimostrazione di una tecnologia in continua evoluzione, alla ricerca continua di soluzioni alle richieste direttamente collegate a questi temi in uno stretto rapporto di consequenzialità: riduzione degli scarti, recupero, integrazione di processo, processi più veloci e, soprattutto, più sicuri e controllati grazie a Industria 4.0 e al collegamento in rete, che consente alle apparecchiature di ‘parlarsi fra loro’, accelerando i processi e riducendo gli sprechi. Vediamo, allora, come hanno risposto gli operatori dell’industria della gomma alle esigenze dei mercati nella nuova realtà tecnologica in una rapida panoramica sugli stand.
Lo stampaggio In questa edizione del Plast/Rubber lo stampaggio della gomma siliconica sia liquida (LSR) che solida (HTV), tanto nel processo monocomponente che in quello bicomponente, ha ricevuto ampio spazio, soprattutto presso i maggiori costruttori di presse, per il sempre crescente favore che il silicone sta incontrando sui mercati in numerose nuove applicazioni per la sua eccezionale resistenza chimica e termica. E n g e l ( S c hwe r t b e rg, Au s t r i a ) , per esempio, con una vic tor y 200H/200L/160 combi da 1600 kN installata presso il suo stand co-stampava il silicone liquido col PBT, mentre con una flexseal 300 installata presso 30
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Dentro la parte più tecnologica di Plast, quella riguardante presse, stampi, macchinari e soluzioni accessorie. Molte le innovazioni, con una forte spinta all'automazione e all'integrazione robotica
Plast Lo stand di Arburg. Sotto, a sinistra, Philippe Soulier e Wolfgang Meyer di Maplan; a destra, lo stand IMG. Nella pagina a fianco lo stand Engel al Plast.
lo stand del partner Mesgo co-stampava, sempre col PBT, il silicone solido. Di quest’ultima applicazione abbiamo già fatto cenno nell’articolo “Un impegno crescente nel settore gomma”, a pagina 58 del numero di giugno della rivista. Qui è comunque opportuno ricordare che la dimostrazione allestita allo stand Mesgo aveva lo scopo di illustrare un’iniziativa, denominata Progetto 2K, avviata da Mesgo, Engel, ORP Stampi, Proplast e Giasini. L’idea si basa sull’impiego di una pressa orizzontale Engel flexseal 300, asservita da
un braccio robotico Stäubli che raccoglie i pezzi in tecnopolimero e li posiziona con la massima precisione in un alloggiamento all’interno dello stampo. Il robot è in grado di prendere i pezzi alla rinfusa dal contenitore e anche di accorgersi se sono posizionati nel modo giusto. Un cestello vibrante, se necessario, fa “saltare” i pezzi per girarli nel verso corretto per una presa ideale da parte del robot. Nella fase di stampaggio la mescola elastomerica, sviluppata da Mesgo, viene praticamente “calzata” intorno al disco in tecnopolimero secondo un processo che si basa sulla massima precisione della chiusura, garantita dalla tecnologia Engel, accompagnata da un’altrettanto elevata precisione dello stampo, a Canale Freddo Otturatore (CFO), messo a punto da ORP Stampi. Un’altra applicazione di stampaggio di
silicone è stata dimostrata nello stand del produttore austriaco Maplan, utilizzando uno stampo a quattro cavità di Franciacorta Stampi su una macchina MHK700D/300 con una forza di chiusura di 3.000 kM e un’unità a iniezione FIFO da 725 cm3. La stessa soluzione è tra quelle che Maplan ha deciso di portare in fiera anche a Norimberga in occasione di DKT. Anche in questo caso la macchinè asservita a un robot Stäubli a 6 assi che estrae le parti stampate ed è stato posizionato lateralmente alla pressa per ridurre l’ingombro di spazio. L’applicazione dello stampaggio monocomponente del silicone liquido l’abbiamo vista, invece, allo stand della Arburg (Lossburg, Germania) che, tra l’altro, in concomitanza col Plast/ Rubber ha festeggiato il venticinquesimo compleanno della sua filiale italiana. Una pressa speciale Allrounder 370 S idraulica appositamente equipaggiata, con forza di chiusura di 700 kN e unità di iniezione 170, stampava membrane per valvole in LSR da 4 grammi ciascuna (durezza 60 Shore A) con uno stampo a quattro impronte in un tempo di ciclo di 30 secondi. I pezzi stampati venivano prelevati da un sistema robot lineare Multilift Select e deposti su un nastro trasportatore. Distinta come sempre la partecipa-
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FOCUS
zione di IMG (Capriano del Colle, Brescia), che ha presentato una pressa della serie GUM con chiusura orizzontale Hydroblock e iniezione orizzontale a vite punzonante e una pressa della serie NEK a collo di cigno con chiusura verticale a due pistoni e iniezione verticale a vite punzonante. Presentato anche il concetto di una nuova “ginocchiera” completamente elettrica per la chiusura del piano pressa, governato con movimenti fini allo scopo di consentire l’evacuazione dei gas prodotti durante il processo di iniezione e vulcanizzazione nello stampo. Boy, nello stand di State Technologies, il suo rappresentante per l’Italia,, ha portato una pressa Boy 35E adibita al controllo della viscosità delle mescole, mentre Rep ha esposto tre presse esemplificative della sua Generazione 10. Tra i modelli, una pressa verticale V710L50 Extended da 500 t, una V41CY10 Core da 160 t e una TYC 14 da 200 t, quest’ultima costruita dalla consociata taiwanese di Rep, Tung Yu. Tre anche le presse portate in fiera da CDG, l’azienda del vicentino attiva dal 1971. Due i modelli a compressione, orizzontale e verticale, la Cometa IF/V e la Cometa C/V e una a iniezione verticale, la Cometa IV/V, per articoli tecnici in gomma e altri materiali. Nello stand di Saspol ampio spazio è stato dato alle verdi presse di Yizumi Rubber Machinery, l’azienda cinese rappresentata in Italia da quella di Vigevano: due le macchine esposte, a iniezione da 280 t e da 400 t di forza di chiusura. Nello stand Suprema è stata portata una pressa a iniezione CV 100, verticale con chiusura senza colonne e iniettore a vite/pistone, estremamente duttile grazie al tonnellaggio medio alto per una struttura a collo di cigno, che lascia totale libertà di automazione stampo, facilità ed ergonomia di utilizzo per l’operatore e facile implementabilità di automazioni robotiche. Sempre in tema di presse, la Ecotronic di RPM (Paderno Franciacorta, Brescia) rappresenta un importante punto di riferimento nel mondo dello stampaggio a iniezione della gomma. L’azienda bresciana ne ha presentato in anteprima due nuove versioni, elettriche tutte e due: la Ecotronic Short da 200 t supercompatta (è lunga appena 3 me32
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Lo stand di Comerio Ercole, sopra, e una delle presse della generazione G10 portate in esposizione da Rep. Nella pagina a fianco, in senso orario, gli stand Saspol, RPM e Comi.
tri) e la Ecotronic Smart Wire da 390 t che si gestisce con la stessa facilità di un software del computer: basta un clic. Sono entrambe ‘intelligenti’, in quanto il software che ne governa il funzionamento controlla in continuo il processo, segnala all’operatore eventuali anomalie e suggerisce le necessarie correzioni dei parametri impostati all’inizio, controlla in continuo lo stato di salute della macchina e avvisa sia sui tempi della manutenzione ordinaria programmata che della necessità di interventi fuori programma in caso di guasti. In definitiva, sono macchine che si programmano, si autocontrollano e si riparano da sole. Per qualche espositore il Plast/Rubber è stato l’occasione per riaffacciarsi al mondo delle presse per gomma da un importante palcoscenico internazionale dopo la comparsa come new entry nella fiera di tre anni fa. Comi (Ciserano, Bergamo) è uno di questi espositori. Fondata nel 1973, l’azienda è leader mondiale nella progettazione e produzione di macchine e impianti di termoformatura a compressione di diversi materiali per i più svariati settori applicativi – elettrodomestico, automotive, ferroviario, nautico, aerospaziale. Nel 2004 ha esteso la sua attività al settore delle presse per gomma e, in collaborazione
col produttore cinese Doush, costruisce, commercializza e installa con successo presse con forza di chiusura da 30 a 4.000 t e oltre, in funzione della richiesta della clientela, con l’esclusiva per l’Italia, la Francia e la Germania, e con potenzialità di vendite in tutta l’Europa. La società bergamasca si occupa anche dell’assistenza post-vendita e della manutenzione delle macchine, che viene effettuata da tecnici italiani specializzati, disponendo di un magazzino ricambi perfettamente attrezzato e rifornito per ogni mac-
Plast
china installata. A garanzia della loro qualità tecnologica, le presse montano componentistica europea prodotta da aziende di fama internazionale: la parte idraulica e il servomotore con inverter sono della Bosch-Rexroth, il PLC di sicurezza è un prodotto Pilz, barriere e fine corsa di sicurezza sono della Sick, il pannello operatore è della Keba. In fiera era esposta una pressa BE 275 con forza di chiusura di 2.750 kN, capacità di iniezione di 2.000 cm3, pressione di iniezione di 2.000 bar, piani di 600x650 mm, equipaggiata con traslazione del piano inferiore sul fronte e pompa del vuoto. Stampava reggispinta per l’industria delle moto. Anche la presenza di Rtech (Sumirago, Varese) è un ritorno. Sorta nel 2009 per assicurare l’assistenza tecnica agli utilizzatori delle macchine Rutil dopo l’uscita di questa società dal mercato, l’azienda ha incontrato ben pre-
sto il favore dei mercati anche come produttore di presse orizzontali (chiamate Hevea) e verticali (Vinca) per lo stampaggio a iniezione e a compressione (presse Caledonia) della gomma e della termoplastica, oltre che come revisore e ricondizionatore dell’usato. Interesanti, sul fronte del risparmio del materiale/riduzione degli scarti, alcune novità presentate dagli espositori. Ricordiamo la nuova tecnologia presentata da Desma ZeroWaste ITM – pot (Injection Transfer Molding), che azzera gli scarti della vulcanizzazione e consente di stampare articoli senza bava, e ricordiamo la minilinea per la calandratura Miniduplex presentata dalla Comerio Ercole (Busto Arsizio, Varese): sviluppata nel laboratorio di ricerca dell’azienda, la minilinea è basata su una nuova calandra a 4 cilindri per gomma, composta da diversi moduli brevettati, e si inserisce perfetta-
mente nel contesto smart factory secondo i canoni di Industria 4.0. Consente, tra gli altri numerosi vantaggi, di risparmiare sui costi di processo e di ridurre gli scarti di produzione. Importante novità tecnologica anche quella del forno rivoluzionario presentata dalla Colmec: un nuovo forno misto a sali fusi e aria calda ad alta velocità nel quale sono scomparsi i rulli o i nastri che tenevano immerso il profilo durante la vulcanizzazione. Nel nuovo sistema il profilo galleggia sui sali fusi, e l’eliminazione del contatto con i rulli o i nastri di trasporto permette di produrre profili a geometria complessa.
Accessori, stampi e strumenti di controllo Un settore, questo, nel quale la produzione italiana non ha mancato di attirare l’attenzione dei visitatori. Stile, design, qualità dei prodotti, perfezioL’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
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FOCUS
ne degli automatismi, inventiva, innovazione sono il marchio di fabbrica del made in Italy, la certificazione di un’eccellenza che anche in questa edizione del Plast/Rubber ha suscitato l’apprezzamento dei visitatori. Ricordiamo, nel settore degli stampi, Alfa Stampi (Adrara San Martino (Bergamo), con la sua ricerca continua di soluzioni per la realizzazione di stampi per particolari sempre più complessi di articoli in gomma e silicone in pasta; Franciacorta Stampi (Corte Franca, Brescia), con i suoi stampi flashless e l’ampia gamma di canali freddi Thermo System per la produzione di articoli tecnici in gomma, silicone LSR e termoplastica (ne erano installati, in fiera, su una pressa Maplan e su una Allrounder della Arburg); O.C.S. (Adrara San Martino, Bergamo), con la sua produzione di stampi per guarnizioni industriali nei vari tipi di elastomeri e siliconi sempre in crescita tecnologica, come dimostra la novità presentata in fiera che ha riscosso un notevole successo: il blocco termoregolato di nuova generazione C3 brevettato lo scorso mese di maggio, rivoluzionario nel suo genere, perché, per citare solo alcune delle motivazioni principali, pesa il 30% in meno rispetto a un CRB standard grazie al suo design a due piastre anziché tre, assicura una distribuzione più uniforme del calore e consente un tempo di cambio mescola di soli 20 minuti rispetto alle solite 3-4 ore di intervento e, quindi, un incremento significativo della produttività; OR.P. Stampi 34
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Nella pagina, in senso orario, gli stand di Colmec, Desma e Doss.
(Viadanica, Bergamo), con i suoi stampi prodotti da macchinari tutti connessi grazie al progetto 4.0 e aggiornati alla più moderna tecnologia che ne consolida la posizione di prestigio sui mercati nazionale e internazionali (ricordiamo, tra gli altri, il Canale Freddo Otturatore e il Canale Freddo Mobile montati anche su presse di diversi espositori).
Sempre nel campo degli stampi, considerati però da un’angolazione diversa, ricordiamo un’altra azienda, italiana questa volta, anche per la quale il Plast/Rubber 2018 ha avuto un significato particolare, perché ha coinciso col raggiungimento di una tappa importante dell’evoluzione storica della società. Parliamo della Rivi Magnetics (Sassuolo, Modena),
Plast Pressa a iniezione della serie Hevea nello stand di RTech. In basso, lo stand Gibitre Instruments.
leader internazionale nella tecnologia dell’ancoraggio magnetico degli stampi per ogni tipo di pressa – verticale e orizzontale - e ogni tecnologia di stampaggio – iniezione, compressione, inietto-compressione,
transfer - , che ha celebrato il cinquantesimo anniversario della sua fondazione: sono cinquant’anni che l’azienda modenese è ……ancorata agli stampi. Segno, anche questo, della ‘potenza’ della sua tecnologia, nella quale molto è stato fatto e moltissimo ci sarà ancora da fare, secondo le dichiarazioni del management. Sono, queste, tutte aziende rappresentative di una realtà produttiva che è il fiore all’occhiello dell’industria italiana degli accessori dello stampaggio della gomma. Una realtà nella quale gioca un ruolo importante Delia (Cesano Boscone, Milano), fornitore di particolari apparecchiature accessorie come manipolatori, robot, isole robotizzate, che, con il loro automatismo di carico di inserti metallici, per esempio, all’interno dello stampo e di scarico dei pezzi stampati, integrano le funzioni delle presse e degli impianti in genere per lo stampaggio della gomma, rendendo il processo più sicuro e aumentando la produttività. G3, azienda nota anche per la sua attività di ricondizionamento di macchine usate, ha portato al Rubber tre esempi del suo impegno nella produzione di sistemi ausiliari nuovi, come la taglierina automatica per balle di gomma, i gruppi tramoggia/pressatore a comando idraulico e un nuovo mescolatore da laboratorio. Un altro settore nel quale si sono di-
stinti gli espositori italiani è stato quello della strumentazione e delle apparecchiature da laboratorio per il controllo della produzione. Citiamo, in questo capitolo, Gibitre Instruments (Bergamo), specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione a livello globale di un'ampia gamma di strumenti per prove da laboratorio per gomma, che ha esposto diverse novità, tra le quali il Reometro a Camera Oscillante, frutto di due anni di ricerche e di messa a punto di miglioramenti tecnici che hanno interessato la struttura meccanica, il pannello di controllo (sostituito con un display touch-screen), il sistema di riscaldamento e raffreddamento dei piani (reso più rapido nel raggiungimento della temperatura impostata). Allo stand dell’azienda era esposto anche il dinamometro con camera climatica per l’esecuzione di prove tra -40°C e +250°C. Parlando della fiera, Mauro Belloni, di Gibitre, ha espresso giudizi positivi: «Un bell’evento, con nuovi espositori e con un’affluenza di visitatori più o meno simile a quella del 2015. L’aspetto positivo è che la gente arriva con progetti, intenzionata a continuare ad attuare il piano Impresa 4.0 con investimenti in apparecchiature di laboratorio, dopo quelli dedicati l’anno scorso a macchinari di produzione». Alpha Technologies ha invece dimostrato nel suo stand le funzionalità dei suoi due nuovi RPA (Rubber Process Analyzer), il Premier™ RPA e il Premier™ RPA+, utili per l’analisi di processo sia per polimeri che per elastomeri. Ricordiamo, infine, due aziende che primeggiano nel settore dell’ispezione ottica su scala mondiale. Una è Doss Visual Solution (Erbusco, Brescia), che ha presentato i modelli più rappresentativi e avanzati della sua produzione (la dSort 2 a doppia tavola, la dSort 2s a tavola singola, la dSort 3T con più alta risoluzione telecamera rispetto al modello precedente: 12 MPixel contro 5, la dLab 4) L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
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FOCUS
Plast UTP Vision ha presentato il nuovo software Mavix. In basso sistema di dosaggio Lawer.
destinati al controllo qualità di guarnizioni in gomma e silicone per i più svariati settori applicativi, dall’automotive al casalingo (elettrodomestici e impianti gas, acqua e domotica), dal farmaceutico alla moda. L’altra è UTPVision (Albano Sant’Alessandro, Bergamo), che progetta, costruisce e commercializza macchine per l’ispezione visiva automatica di articoli in gomma e in materiali anche diversi dalla gomma, quali materie plastiche e termoplastiche, metalli e materiali speciali. In fiera ha presentato la Loring X per il controllo dimensionale e superficiale di o-ring di dimensioni anche piccolissime (fino a 250 micron di diametro esterno) e la Profili X per il controllo superficiale di estrusi.
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Materie prime e chemicals. Una partecipazione qualificata di Gian Paolo Brembati
A
nche il comparto materie prime per l’industria della gomma, produttori e distributori, ha partecipato con una folta rappresentanza al Rubber, con giudizi generalmente positivi, forse perché la situazione attuale di mercato è più florida e lascia intravedere potenziali sviluppi positivi per il futuro immediato, nonostante da qualche mese si stia verificando carenza o addirittura mancanza di alcune materie prime, complice la definitiva entrata in vigore del REACH, il che preoccupa non poco gli operatori di settore. Soddisfazione in Eigenmann & Veronelli, che quest’anno ha realizzato uno stand a tema, la bassa temperatura, presentando in particolare plastificanti resistenti a questa condizione critica per manufatti in gomma. “Alla resistenza a bassa temperatura - osserva Cinzia Gottero - abbiamo dedicato studi specifici, che sono stati molto richiesti dai visitatori, che hanno avuto anche modo di apprezzare il nostro nuovo catalogo prodotti, che offre solo materiali registrati REACH, razionalizzando così la nostra offerta al mercato.” Più critiche le considerazioni espres-
Lo stand di Elastomers Union. 38
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Numerose al Rubber anche le aziende del comparto materiali per l’industria della gomma. Gli epositori del settore hanno espresso tutti soddisfazione per l'esito della fiera, pur se con diverse sfumature. Unico appunto la composizione poco internazionale del pubblico di visitatori
Plast
Gli stand di Eigenmann & Veronelli (a sinistra) e quello di For Lab (sotto).
se da Riccardo Musci di Zeon, il quale osserva che la fiera rappresenta un po’ la situazione di congiuntura del mercato, non solo in Italia ma in tutta Europa: “Siamo in una situazione piatta, oggi si lavora molto bene con le aziende italiane internazionalizzate, soprattutto con quelle che sono già presenti in Asia e in Nord America e supportano così il mercato globale. Dopo le edizioni del Plast nel 2009 e nel 2012, successive a due periodi di crisi, dal 2015 è iniziata una fase di calma che oggi, nel 2018, si concretizza in potenziali crescite per questa tipologia di aziende. Purtroppo un aspetto negativo della fiera è il netto calo di visitatori stranieri.” Contento anche Armando Pagani di Elastomers Union, il quale trova questa edizione migliore della precedente, anche se “la vicinanza con la fiera DKT di Norimberga fa sì che non ci siano praticamente visitatori tedeschi,
poiché in quell’occasione si ritroveranno un po’ tutti gli espositori del Plast. Per quanto ci riguarda, ci teniamo a presentare in fiera il network di Elastomers Union, che crea i propri polimeri e formula la mescola più idonea per lo specifico utilizzatore.” Dario Locatelli di For Lab Italia ribadisce l’utilità del Plast, che “soprattutto nei primi due giorni ha registrato una grossa affluenza di visitatori, per lo più italiani, pochi stranieri, turchi e indiani, anche se chiaramente disturba la quasi contemporaneità della DKT a Norimberga.” Alessandro Strappazzon di Elkem Silicons ha constatato un gran movimento di visitatori, italiani soprattutto e pochi stranieri, “situazione questa che, almeno per quanto riguarda i prodotti chimici, fa ormai ritenere il PLAST una fiera locale.” L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
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FOCUS
Pierluca Coffanetti di Caldic si aspettava più visitatori e lamenta la scarsità di clienti nuovi, fermo restando che “il Plast è comunque l’occasione migliore per farsi vedere ed incontrare i clienti, anche solo per accennare alla situazione REACH, con tutti i nostri prodotti debitamente registrati.” Nello stand di Eico Novachem Daniele Girelli, che si occupa sia di gomma che di plastica, esprime un giudizio positivo sul PLAST, che “sembra senz’altro più vivace ed affollato rispetto all’edizione del 2015, con visitatori anche dall’Europa dell’Est e dai paesi del Golfo, mentre molto pochi sono i cinesi. Passa anche molta gente dei settori più disparati, probabilmente dopo aver visitato la Ipack-Ima, alla luce delle richieste che riceviamo, non sempre inerenti alla gomma. Certo che gioca a discapito del Plast la vicinanza della DKT di Norimberga: molte aziende italiane ben conosciute della gomma la preferiscono, nonostante i costi più elevati, perché offre maggiore visibilità e dà l’opportunità ai visitatori di incontrare produttori di materie prime non presenti al PLAST, dove ci sono i soliti espositori e ci si conosce tutti.” Uno tra gli stand più riconoscibili della fiera, vista la sua notevole dimensione e il colore giallo sgargiante, è stato senz’altro quello di Mesgo. Giorgio Cabrini, pur riconoscendo la validità del raggruppamento delle aziende 40
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della gomma, ha constatato che “ci sono stati pochissimi visitatori stranieri, tranne quelli che abbiamo invitato, e questo fa riflettere sulla partecipazione alla prossima edizione. Quest’anno siamo presenti con uno stand importante, perché abbiamo molte cose da far vedere: il nostro nuovo logo, le aziende che abbiamo acquisito, la tipologia dei prodotti che offriamo, tra cui una vasta gamma di compound termoplastici.” Nicola Pizzoli di Eurorubber si dichiara abbastanza contento della fiera dal punto di vista qualitativo come contatti, anche nuovi, con visitatori sia italiani che stranieri, mentre dal punto di vista quantitativo - dice “ci aspettavamo di più, anche perché quest’anno, alla nostra terza partecipazione al Plast e con uno stand più importante, arricchito dallo stampaggio di manufatti, pensavamo di polarizzare l’attenzione dei visitatori, ma le aspettative non sono state pienamente soddisfatte. Parlando in generale, non del Plast nello specifico, sto da tempo maturando l’idea che per quanto riguarda la comunicazione tutto sta cambiando e in quest’ambito il rapporto costo/beneficio di una fiera sta venendo meno, anche se per la nostra
La presenza di Brenntag nei padigliondi di Fieramilano Rho in occasione del Plast. Sotto, prodotti VeMa visibili nello stand di UTP-Vision. azienda, che negli ultimi anni si è riposizionata sul mercato, è importante essere presenti al Plast, visto che siamo ancora “nuovi” nel settore e malgrado la fiera sia ormai tutta plastica. Per quanto riguarda invece Marangoni o altre aziende di compoundazione
consolidate nel business, tutto deve essere rivisto in rapporto alla rivoluzione portata dalle tecnologie digitali, che stanno cambiando la tipologia del mercato anche dal punto di vista organizzativo e del rapporto costi/investimenti: se si deve fare una scelta, allo-
Plast
Ancora in giro tra gli stand del Rubber. Sopra, quello di Tovo Gomma, a sinistra quello di Mesgo.
ra si fa un investimento più mirato. Se pensiamo poi alla fidelizzazione del cliente, e personalmente credo ancora nel valore del contatto e del rapporto personale, non è certo in fiera che si crea valore aggiunto. Detto questo, abbiamo comunque in prospettiva un bel po’ di lavoro da fare nei prossimi mesi, per curare i nuovi contatti che ci sono stati sia per il mercato domestico che estero.” Allo stand DGTS l’impressione è che il Plast sia stato senz’altro una manifestazione molto valida e migliore rispetto all’ultima edizione, soprattutto a livello di contatti, caratterizzati da molto interesse e da tante richieste. In Lehvoss Italia Maurizio Rosso parla di “un’edizione molto positiva per noi, che presentiamo novità importanti, soprattutto per quanto riguarda lo stampaggio 3D, dal momento che produciamo il compound e, in
collaborazione con alcuni produttori di macchine 3D e di filo, otteniamo successi notevoli, come la tavola da surf qui esposta e l’anno prossimo, nel 125° anniversario del gruppo, una barca a vela, per la cui realizzazione abbiamo messo a punto compound molto speciali, che parteciperà alla competizione Mini-Transat 2019. Qui in fiera ci sono state comunque molte altre opportunità, perché è aumentato l’interesse per contatti con il gruppo Lehvoss, che è cresciuto molto, con produzioni anche in Cina e Stati Uniti, e del quale ci sono qui colleghi di altre filiali, così che sono rappresentate tutte le divisioni del gruppo: Luvomaxx, Luvocom, Luvobatch e Luvocom 3D.” Daniele Lorenzi di Tovo Gomma conferma che il Plast si conferma manifestazione sempre interessante, importante per l’azienda al fine di rafforzare i rapporti con clienti già esistenti
e di crearne di nuovi, nell’edizione di quest’anno, soprattutto con aziende di paesi al di fuori dell’Europa, come Israele e India. “La fiera è andata molto bene - ci racconta Sara Ghione di Brenntag - sia per la parte gomma che plastica, nella quale presentiamo, come novità, la resina acetalica di Sabic. C’è stata parecchia affluenza di visitatori e del resto il PLAST è l’occasione giusta per incontrare diversi clienti e fornitori.” Eva Huber di Kraiburg esprime un’opinione positiva sul Plast di quest’anno, che ha trovato migliore delle due edizioni precedenti: “Abbiamo avuto tanti clienti e nuovi contatti internazionali. Ormai conosciamo bene il mercato italiano e devo dire che quasi tutte le aziende, che non hanno esposto, hanno comunque visitato la fiera.” Nello stand di VeMa, Carlo Coscia si dice molto soddisfatto dell’esito del Plast, sia per l’affluenza di visitatori che per nuovi contatti: “Siamo specializzati nei distaccanti e qui in fiera presentiamo il kit di pulizia (HI KIT), approvato da UTP Vision, per macchine di visione artificiale, di cui la novità è il film antiaderente, che permette un’alta produttività della macchina.” L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
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DALLE AZIENDE
L’esperto informatico al servizio dell’industria della gomma di Giuseppe Cantalupo
C’
era una volta, tanti decenni fa, la gestione manuale, quasi del tutto affidata a documentazione cartacea, delle funzioni aziendali preposte alla conduzione delle società. Potrebbe cominciare così il racconto di come si è evoluta nel tempo la tecnica della gestione aziendale che ha portato agli ERP: i moderni software che assicurano gestioni veloci ed efficienti, e molti altri vantaggi ancora, con alta produttività e costi ridotti. Di questo settore è da poco entrata a far parte In4Tek, una società informatica di Grumello del Monte, Bergamo. Un’azienda molto giovane. Appena nata, potremmo dire, essendo stata fondata nel 2015. Abbiamo parlato della società e della sua specializzazione nello sviluppo di software gestionali di ultima generazione con i suoi fondatori Fabio Zinesi, responsabile commerciale, e Marcello Bordiga, responsabile assistenza tecnica e sviluppo. Due giovani, ex compagni di scuola, che dopo aver intrapreso ciascuno la propria strada professionale al termine degli studi informatici, si sono incontrati per caso e hanno deciso di mettere a frutto l’esperienza che avevano maturato nel comune settore di interesse, dando vita, così, a In4Tek, un’impresa tutta loro. Le idee non mancano, e lo spirito di iniziativa dei protagonisti trova la spinta naturale in una decisa volontà innovativa, supportata da una buona 42
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Il software ERP – Enterprise Resource Planning – semplifica, snellisce e ottimizza i processi aziendali. I sistemi di questo tipo specifici per il settore gomma oggi sul mercato sono molto pochi e, per di più, basati su tecnologie non recentissime. In4Tek di Grumello del Monte, Bergamo, ha progettato e sviluppato Polimeric, un ERP di nuova generazione esclusivamente dedicato al mondo della gomma
Software
Gestione dei processi: un esempio di definizione della struttura di un processo aziendale che include un check di affidabilità del cliente e un'analisi della fattibilità di consegna.
dose di originalità. Lo dimostra la costruzione del nome che hanno dato all’azienda: “In4Tek”, che sta per “Innovazione per la Tecnologia” sfruttando l’assonanza tra la pronunzia inglese del numero 4 e quella della preposizione ‘for’.
Dal ‘tutto a mano’ al ‘tutto digitale’ «Solo alcuni anni fa – ci spiega Zinesi – l’organizzazione e l’attività delle varie aree operative di un’azienda - il magazzino, la produzione, la contabilità, l’amministrazione, per esempio – erano gestite manualmente, con l’aiuto irrinunciabile della sola calcolatrice. Un tipo di gestione certamente non poco complicato ma, soprattutto, laborioso da organizzare e da attuare nella pratica lavorativa quotidiana. Tra l’altro, bisognava fare anche molta attenzione ad evitare errori: un rischio, questo, sempre in agguato». Poi è arrivato il computer, che ha semplificato parecchio le cose: minore rischio di perdere documenti importanti, maggiore velocità (semplicemente inimmaginabile prima) di
svolgimento di pratiche interne all’azienda, di evasione degli ordini e di organizzazione generale del lavoro, tanto per fare qualche esempio. Il tutto col non trascurabile vantaggio della riduzione dei costi. Ma c’è dell’altro, però, che il computer a questo livello non è capace di prendere in considerazione. «L’aumento dei clienti e il progredire del business – continua infatti Zinesi – procurano a loro volta altri problemi: fanno scattare, per esempio, l’insidia della tardiva osservanza di vincoli e scadenze, con tutte le possibili conseguenze negative che ne possono derivare. Si impone così la necessità di una programmazione della produzione e degli approvvigionamenti in funzione degli ordini, di una più razionale organizzazione della gestione del magazzino, delle vendite, dell’assistenza, eccetera». Sorgono, così, e si diffondono agli inizi del nuovo millennio i software gestionali cosiddetti ‘dipartimentali’, che consentono di risolvere le problematiche delle varie funzioni attraverso le quali si sviluppa l’attività dell’azienda.
Arriva il software ERP L’arrivo dei software gestonali migliora notevolmente le cose, perché riduce i tempi di elaborazione dei dati relativi ai dipartimenti sui quali operano, elimina o perlomeno riduce di molto i margini d’errore e rende più veloci gli eventuali interventi correttivi di cui si avverte la necessità e le decisioni direttive in genere. Un notevole passo avanti, non c’è dubbio, su quella che sarà la strada dell’informatizzazione di un’azienda e relativi processi. Si tratta però di software che hanno dei limiti, e anche importanti, soprattutto con l’avvento di Industria 4.0 e dell’innovazione tecnologica alla quale questa ha spalancato le porte. «Con l’utilizzo dei software gestionali – chiarisce Bordiga – l’organizzazione aziendale si presenta ‘frammentata’ in tanti sistemi, ognuno dei quali agisce sulla sola area di sua pertinenza: la produzione, le vendite, la logistica. I sistemi, cioè, non si parlano tra loro, e questo va a discapito dell’efficienza dell’intera organizzazione». Tutto il contrario, in altre parole, della realtà instaurata dalla quarta rivoluzione L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
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DALLE AZIENDE
Tracciabilità dei documenti: l'utilizzo di un software ERP evoluto permette di gestire in modo integrato tutti i collegamenti fra i documenti e, di conseguenza, di poterli visualizzare ed analizzare in modo sintetico industriale e della prorompente innovazione tecnologica che ne è derivata con la realizzazione di macchine ‘smart’, intelligenti, collegate tra loro in una rete aziendale grazie alla quale ‘si parlano’. In questo contesto, che ha indotto altre e più articolate esigenze nella gestione aziendale, nasce e si diffonde un nuovo sistema informatico di gestione: l’ERP – Enterprise Resource Planning (Pianificazione delle Risorse d’Impresa). «L’ERP – spiega Zinesi – è un sistema che integra tutti i processi dell’azienda e li gestisce in modo sinergico con un programma comune che ne ottimizza il rendimento: la produzione, il magazzino, gli acquisti, le vendite, le spedizioni, l’assistenza tecnica e commerciale, l’amministrazione, la gestione finanziaria, sono collegate fra loro in una rete comune che consente ai gestori delle varie funzioni di ‘comunicare’ fra loro, di fare sempre, in ogni momento, il punto della situazione in ogni settore operativo dell’impresa attraverso un flusso continuo delle informazioni». «Il sistema – completa Bordiga – è anche capace di confrontare gli ordini dei clienti con la capacità produttiva e, in parallelo, con la disponibilità delle materie prime in modo da pianificarne di conseguenza l’eventuale 44
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approvvigionamento e organizzare la produzione». In un’epoca di imprese ‘smart’, quindi, i sistemi ERP consentono una gestione ‘smart’. Il che non solo facilita la vita agli operatori perché velocizza i flussi interni, ma certamente, proprio per questa ottimizzazione delle procedure interne, migliora anche le prestazioni di tutta la filiera: riduce errori e sprechi, abbassa i costi e consente un impiego delle risorse umane più razionale ed efficiente.
Il sistema ERP di ultima generazione Il sistema ERP, dunque, importante strumento di comunicazione tra le funzioni di un’azienda. «Agisce, però – precisa Zinesi - solo all’interno dell’azienda. Oggi, invece, il mercato globale e le esigenze che esso comporta hanno sempre più messo le imprese nella condizione di dover dialogare in tempo reale per via informatica col mondo esterno. Di avere la possibilità, cioè, di relazionarsi con i clienti, i fornitori, i partner, i distributori, le banche, per esempio». In altre parole, si va sempre più verso imprese che si trasformano, sul piano informatico, in sistemi aperti: sistemi che in una realtà industriale come quella attuale, caratterizzata da macchine e tecnologie smart,
che snelliscono procedure e processi, sono sempre più integrati con la realtà esterna all’azienda. Il sistema ERP di nuova generazione consente all’impresa di soddisfare questa sua esigenza. È importante però che, per essere pienamente efficiente, tale sistema sia specificamente elaborato e progettato per rispondere alle precise esigenze dell’azienda. Deve funzionare, cioè, come un abito su misura, capace di racchiudere e collegare tra loro tutte le funzioni aziendali coinvolte nel business e i rapporti col mondo esterno. Sarebbe necessario per questo, ai fini di una corretta implementazione dell’adatto ERP, l’intervento di specialisti delle varie aree coinvolte, data la molteplicità degli aspetti funzionali da prendere in considerazione. Ma In4Tek facilita la soluzione di questo problema, perché la strategia alla quale ispira, sin dalla nascita, la sua attività è quella di dedicarsi a un solo settore nel quale diventare esperta e capace di affrontare e risolvere le problematiche connesse con le diverse variabili applicative. Entrando nello specifico, l’azienda di Grumello ha scelto di dedicarsi esclusivamente all’industria della gomma. In particolare, al settore dello stampaggio dei compound. E in questo ambito raggruppa in sé le esperienze degli
Software specialisti delle singole aree: produzione, logistica, vendite, magazzino, eccetera. «Abbiamo scelto di dedicarci solo alla gomma – tiene a sottolineare Zinesi – perché questo è il settore dal quale proveniamo e nel quale abbiamo maturato la nostra esperienza e per l’alto contenuto tecnologico che lo caratterizza e lo rende interessante. In particolare, focalizziamo la nostra attenzione su tutta la filiera dello stampaggio: dal laboratorio di ricerca allo stampatore e all’utilizzatore dell’articolo stampato, per citare le tappe principali del percorso, perché queste attività necessariamente si incrociano con altre che concorrono a delineare la filiera: i fornitori del cliente, per esempio, ma anche quelli dei manutentori e dello stampatore; fornitori che a loro volta sono clienti anch’essi. Tutti interessati e coinvolti, quindi, in un flusso informatico che va dalla richiesta di un articolo stampato alla consegna del prodotto». Un flusso
informatico gestito e regolato da Polimeric, il software di ultima generazione dell’azienda di Grumello, molto apprezzato dagli utilizzatori, perché è il più completo che esista sul mercato per il mondo della gomma.
Polimeric, il software ERP pensato per la gomma «Un buon software per la gomma – dichiara Bordiga - deve essere tecnologicamente avanzato ed essere prodotto da chi lavora esclusivamente per la gomma. Entrambe queste caratteristiche non si riscontrano attualmente in uno stesso prodotto tra quelli esistenti sul mercato. Perché questi software o sono dedicati al mondo della gomma, ma sono datati, oppure sono tecnologicamente avanzati, ma non hanno nulla a che vedere con la gomma. Noi, invece, lavoriamo solo per l’industria della gomma, facciamo software solo per la gomma. Per lo stampaggio in particolare. E Polimeric è il nostro sof-
tware destinato a questo settore. Un software di ultima generazione studiato per lo stampatore». È questione di specializzazione, evidentemente, e questa capacità i fondatori di In4Tek l’hanno raggiunta e la coltivano con un contatto continuo con gli operatori del settore della gomma, perché solo così si riescono a cogliere particolari del lavoro dell’utente importanti ai fini dello sviluppo del software capace di soddisfare al meglio le sue esigenze. È appunto questa l’ottica nella quale Zinesi e Bordiga hanno progettato e sviluppato Polimeric. Il loro scopo è quello di elaborare e fornire gli strumenti per digitalizzare l’intero processo dello stampaggio a partire dall’analisi dei fabbisogni produttivi in funzione dei fabbisogni del cliente e delle disponibilità esistenti presso i fornitori. Ecco, allora, che vari sistemi informatici si integrano per ottimizzare e semplificare il lavoro produttivo. «Si pensi all’importan-
Noi della Innovativ Gummi Tech vantiamo una lunga esperienza maturata nel settore della gomma. Ci occupiamo non solo di progettazione, produzione e vendita di mescole in gomma per i più svariati settori, ma anche consulenza sui processi industriali ad alto valore tecnologico. I moderni impianti di produzione, la competenza nel campo della tecnologia della gomma e la conoscenza della scienza e della chimica dei polimeri, ci permettono di essere sempre al passo coi tempi. I principali settori del mercato mondiale in cui operiamo sono: Automotive, Calzaturiero, Farmaceutico, Tubi Idraulici, Cinghie e Nastri Trasportatori, Guarnizioni e Giunti, Rivestimento Rulli, Energia e Petrolio, Edilizia e Costruzioni, Prodotti Speciali.
Innovativ Gummi Tech srl Via dell’Industria, 40 63076 Monteprandone (AP) tel. 0735.704890 www.innovativgummitech.com
Software
DALLE AZIENDE
za che ha per lo stampatore, ai fini della consegna dell’articolo stampato nei tempi stabiliti, la conoscenza della disponibilità del materiale presso un suo fornitore e della tempistica di consegna di questo fornitore in funzione di una richiesta pervenutagli da un cliente», sottolinea infatti Zinesi. Conoscere questi elementi in tempo reale è di fondamentale importanza, perché significa per il produttore dell’articolo valutare la fattibilità della produzione per soddisfare la richiesta del cliente.
In alcuni settori è già questa la realtà operativa oggi. E i due manager bergamaschi vogliono introdurre questo sistema anche nel mondo della gomma. Per questo hanno sviluppato Polimeric, un EPR moderno, basato su piattaforme di recente sviluppo e su sistemi di database anch’essi recenti, implemen46
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tato appositamente per l’industria della gomma. Le principali caratteristiche del sistema (in una descrizione necessariamente riassuntiva): ▪ facilita i compiti del responsabile della pianificazione della produzione mediante funzioni e grafici che gli presentano la disponibilità delle scorte a magazzino al progredire della produzione e lo mettono in grado di fornire alle vendite date certe per la consegna al cliente alla data stabilita ▪ consente al responsabile di produzione, mediante processi di Intelligenza Artificiale, di ottimizzare la produzione attraverso simulazioni o anche di elaborare un piano diverso di lavoro nel caso che un guasto macchina prospetti un mancato rispetto dei tempi di consegna ▪ gestisce i dati degli stampi (manutenzione, ubicazione a magazzino, peso, condizioni in cui si trovano, eccetera) in relazione alle macchine sulle quali possono essere montati e alle produzioni nelle quali devono essere utilizzati ▪ gestisce i calendari della manutenzione sia programmata che occasionale di macchinari e attrezzature per il mantenimento delle macchine in uno stato di efficienza, in grado di assicurare gli standard qualitativi della produzione ▪ controlla e registra la movimentazione di materie prime e prodotti finiti a magazzino e gestisce gli approvvigio-
Gestione della produzione: ottimizzare la produzione e le relative risorse attraverso un software visuale permette di gestire in modo più efficiente il processo.
namenti sia dai fornitori che ai reparti di produzione ▪ gestisce l’uso delle attrezzature di cui la produzione ha bisogno e ne programma anche la manutenzione in funzione del loro utilizzo ▪ gestisce la qualità della produzione attraverso strumenti automatici di controllo oppure mediante la presentazione a video dei dati da controllare o rilevare durante il processo ▪ assicura la gestione informatizzata delle procedure aziendali sia semplici che complesse (per esempio, la compilazione di un anagrafico, nel primo caso, e l’interazione tra forze vendite e ufficio tecnico, nel secondo). Avrebbe potuto dedicarsi, dalla sua fondazione, a più settori tecnologici, ma, convinta che se un’operazione deve essere fatta, va fatta bene, In4Tek ha scelto, invece, di rivolgere la sua attenzione solo al mondo della gomma. E questa decisione dice tutto sulla determinazione e la chiarezza di idee e di propositi con la quale i fondatori della società di Grumello dirigono la loro azienda verso il futuro. Visto il lusinghiero successo che Polimeric sta incontrando sul mercato, c’è da pensare che hanno fatto la scelta giusta.
foto Giuseppe Peletti VERSIONE COLORE SU FONDO BIANCO BANDIERA
Teatro alla Scala Prova Aperta Straordinaria
Sabato 22 settembre 2018 ore 20 con il patrocino di
John Axelrod The Swingles Luciano Berio
Ritirata notturna di Madrid Sinfonia
a favore di
direttore gruppo vocale Leonard Bernstein
Divertimento per orchestra West Side Story, danze sinfoniche
PREVENDITA: Aragorn tel. 02 465 467 467 (da lunedĂŹ a venerdĂŹ, ore 10 - 13 e 14 - 17) Altre prevendite: www.geticket.it - www.vivaticket.it Biglietti da 5 a 50 euro (esclusa prevendita)
coordinamento generale
NORMATIVE
Verso un’economia circolare dei rifiuti di Beatrice Garlanda
PUBBLICATE SULLA GAZZETTA UFFICIALE EUROPEA DEL 30 MAGGIO E IN VIGORE DAL 4 LUGLIO, 4 DIRETTIVE IN MATERIA DI RIFIUTI DOVRANNO ESSERE RECEPITE DAGLI STATI MEMBRI DELL’UNIONE ENTRO IL 5 LUGLIO 2020. RIDISEGNANO LA NORMATIVA DELLO SMALTIMENTO IN TEMA DI VEICOLI FUORI USO, PILE, ACCUMULATORI, RIFIUTI ELETTRONICI, DISCARICHE, IMBALLAGGI E RELATIVI RIFIUTI, INTRODUCENDO I PRINCIPI DELL’ECONOMIA CIRCOLARE, SECONDO LA QUALE TUTTO DEVE RIENTRARE NEL PROCESSO PRODUTTIVO PER RIDURRE AL MINIMO LA PRODUZIONE DI SCARTI NON RICICLABILI
L
a Gazzetta Ufficiale UE del 14 giugno pubblica quattro direttive che modificano sei precedenti direttive in materia di rifiuti. Si tratta delle direttive sull’economia circolare del 30 maggio 2018, entrate in vigore il 4 luglio, e che dovranno essere recepite entro il 5 luglio 2020. I quattro provvedimenti sono: ▪ direttiva (CE) 2018/849 concernente veicoli fuori uso, pile, accumulatori e rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, e che modifica le direttive 200/53/CE sui veicoli fuori uso, 2006/66/CE relativa a pile e accumulatori e rifiuti di pile e accumulatori e 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Per i veicoli si segnala che gli Stati membri devono adottare misure necessarie per il riconoscimento reciproco dei certificati di rottamazione emessi in altri Stati membri. Per quanto riguarda pile e accumulatori, al fine di conseguire gli obiettivi stabiliti nella direttiva, gli Stati membri possono prevedere strumenti economici e altre misure per incentivare l’applicazione della gerarchia dei rifiuti come quelli di cui all’allegato IV bis della direttiva 2008/98/CE o altri strumenti appropriati 48
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▪ direttiva(UE) 2018/850 che modifica la direttiva 1999/31/CE sulle discariche di rifiuti. L’obiettivo è quello di disincentivare l’uso della discarica. La progressiva riduzione del collocamento in discarica serve, da un lato, ad evitare impatti negativi sulla salute umana e l’ambiente e, dall’altro, ad assicurare il recupero dei materiali di rifiuto con valore economico -direttiva (UE) 2018/851 che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti e che esamineremo nel dettaglio ▪ direttiva (UE) 2018/852 che modifica la direttiva 94/62/ CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio Entro il 31 dicembre 2025, almeno il 65% in peso dei rifiuti di imballaggio dovrà essere riciclato. In particolare, entro la stessa data, dovranno essere raggiunti i seguenti obiettivi minimi di riciclaggio in peso: 50% per la plastica, 25% per il legno, 70% per i metalli ferrosi, 50% per l’alluminio, 70% per il vetro e 75% per la carta e il cartone. Entro il 31 dicembre 2030, dovrà essere riciclato almeno il 70% dei rifiuti di imballaggio.
Smaltimento La direttiva (UE) 2018/851 Il provvedimento modifica la direttiva madre sui rifiuti (direttiva 2008/98/CE pubblicata nella Gazzetta UE del 22 novembre 2008) e prevede misure per implementare l’economia circolare con lo scopo di trarre il massimo valore ed il massimo uso da prodotto e da rifiuti. La direttiva mira a proteggere l’ambiente e la salute umana evitando o riducendo la produzione di rifiuti, gli effetti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti, riducendo gli effetti generali dell’uso delle risorse e migliorando l’efficienza delle stesse.
Cause di esclusione Non ci sono modifiche di rilievo per quanto riguarda le cause di esclusione dall’ambito di applicazione del provvedimento. Non cambia la definizione di “rifiuto”, inteso come qualsiasi sostanza o oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’obbligo di disfarsi. Tra le definizioni che sono, invece, modificate o di nuova introduzione ricordiamo quelle di “rifiuto non pericoloso”, “rifiuti urbani”, “rifiuti da costruzione e demolizione”, “recupero di materiale,” riempimento” e “regime di responsabilità estesa del produttore” Si tratta di:
▪ “rifiuti non pericolosi”:rifiuti non contemplati dall’allegato III della direttiva ▪ “rifiuti urbani”: rifiuti domestici indifferenziati e da raccolta differenziata ▪ “rifiuti da costruzione e demolizione”: rifiuti prodotti da attività di costruzione e demolizione ▪ “recupero di materia”: qualsiasi operazione di recupero diversa dal recupero di energia e dal ritrattamento per ottenere materiali da utilizzare come combustibili o altri mezzi per produrre energia. Esso comprende, tra l’altro, la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio e il riempimento ▪ “riempimento”: qualsiasi operazione di recupero in cui rifiuti idonei non pericolosi sono utilizzati ai fini di ripristino in aree escavate o per scopi ingegneristici nei modellamenti morfologici. I rifiuti usati per il riempimento devono sostituire i materiali che non sono rifiuti, essere idonei ai fini summenzionati ed essere limitati alla quantità strettamente necessaria e perseguire tali fini ▪ “regime di responsabilità estesa del produttore”: una serie di misure adottate dagli Stati membri volte ad assicurare che ai produttori di prodotti spetti la responsabilità finanziaria o la responsabilità finanziaria e organizzativa della gestione della fase del ciclo di vita in cui il prodotto diventa un rifiuto.
NORMATIVE
Gerarchia dei rifiuti Per conseguire gli obiettivi stabiliti dalla direttiva 2008/98/CE e ora confermati, il nuovo provvedimento stabilisce che gli Stati membri adoperino gli strumenti economici e altri strumenti mirati all’applicazione della gerarchia dei rifiuti, come quelli indicati all’allegato IV bis . In materia di prevenzione e gestione dei rifiuti si deve applicare la seguente gerarchia: ▪ “prevenzione”, intesa come misure prese prima che una sostanza, un materiale o un prodotto sia diventato un rifiuto che riducono la quantità di rifiuti, il loro impatto negativo sull’ambiente o sulla salute, il contenuto di sostanze pericolose in materiali e prodotti ▪ “preparazione per il riutilizzo”. Il riutilizzo è inteso come qualsiasi operazione attraverso la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti sono reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti ▪ “riciclaggio”, ovvero qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i materiali di recupero sono ritrattati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini ▪ “recupero di altro tipo”, per esempio, recupero di energia ▪ “smaltimento”, cioè qualsiasi operazione diversa dal recupero anche quando l’operazione ha come conseguenza secondaria il recupero di sostanze o di energia Si segnala che l’allegato IV-bis stabilisce, tra l’altro, tasse sul collocamento in discarica e incenerimento, regimi di tariffe puntuali che gravano sui produttori di rifiuti sulla base della quantità effettiva di rifiuti prodotti, ricorso a misure fiscali o altri mezzi per promuovere la diffusione di prodotti e materiali che sono preparati per il riutilizzo o riciclati, incentivi per le autorità locali.
Sottoprodotti Lo strumento principale per prevenire la formazione di rifiuti è il sottoprodotto. Non sono mutati i presupposti per la qualifica di sottoprodotto. Gli Stati membri devono adottare misure appropriate per garantire che una sostanza o un oggetto derivante da un processo di produzione il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza o oggetto non deve essere considerato rifiuto, ma sottoprodotto se soddisfa le seguenti condizioni: ▪ è certo che la sostanza o l’oggetto sarà ulteriormente utilizzata/ o ▪ la sostanza o l’oggetto può essere utilizzata/o direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale ▪ la sostanza o l’oggetto è prodotta/o come parte integrante di un processo di produzione e ▪ l’ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l’oggetto soddisfa, per l’utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell’ambiente e non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o la salute umana 50
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
La precisazione di ciò che è sottoprodotto è declinata caso per caso.
Cessazione della qualifica di rifiuto Gli Stati membri devono adottare misure appropriate per garantire che i rifiuti sottoposti ad un’operazione di riciclaggio o di recupero di altro tipo cessino di essere considerati tali se sono soddisfatte le seguenti condizioni (par.1 art.6): ▪ la sostanza o l’oggetto è destinata/o ad essere utilizzata//o per scopi specifici ▪ esiste un mercato o una domanda per tale sostanza o oggetto ▪ la sostanza o l’oggetto soddisfano i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispettano la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti, e l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà ad impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana. Nel testo previgente si sottolineava che la sostanza dovesse essere comunemente utilizzata per scopi specifici; nel testo attuale la sostanza “end of waste”è destinata ad essere utilizzata per scopi specifici. Questo passaggio sembra voler significare uno spostamento da un piano più astratto ad un piano più concreto. In assenza di criteri “end of waste” comunitari, gli Stati possono stabilirne di propri e li notificano alla Commissione ai sensi della direttiva (UE) 2015/1535, ove quest’ultima lo imponga. Se non sono stabiliti criteri né a livello UE né a livello nazionale, gli Stati membri possono decidere caso per caso. Le decisioni prese caso per caso non vanno notificate alla Commissione.
Responsabilità estesa del produttore La responsabilità del produttore diviene “estesa”. In particolare per rafforzare il riutilizzo, la prevenzione, il riciclaggio e l’altro recupero dei rifiuti gli Stati membri possono adottare misure legislative o non legislative per assicurare che qualsiasi persona fisica o giuridica che professionalmente sviluppi, fabbrichi, trasformi, tratti, venda o importi prodotti sia soggetto ad una responsabilità estesa del produttore. La definizione di “responsabilità estesa del produttore” ,che abbiamo riportato sopra, è declinata nell’art.8 bis, di nuova istituzione Esso dispone che, qualora i regimi di responsabilità estesa dei produttore siano istituiti, gli Stati membri: a) definiscano in modo chiaro i ruoli e le responsabilità di tutti gli attori coinvolti, compresi i produttori che immettono i prodotti sul mercato dello Stato membro, le organizzazioni che attuano, per conto del produttore del prodotto, gli obblighi derivanti dalla responsabilità estesa di questi ultimi, i gestori pubblici o privati dei rifiuti, le autorità locali e, se applicabile, gli operatori per
Smaltimento il riutilizzo e la preparazione per il riutilizzo e le imprese dell’economia sociale b) definiscano, in linea con la gerarchia dei rifiuti, obiettivi di gestione dei rifiuti c) garantiscano la presenza di un sistema di comunicazione delle informazioni per raccogliere i dati sui prodotti immessi sul mercato dello Stato membro dai produttori di prodotti assoggettati al sistema di responsabilità estesa dei produttori e i dati sulla raccolta e il trattamento dei rifiuti risultanti da tali prodotti d) assicurino un trattamento equo dei produttori di prodotti, indipendentemente dalla loro origine o dimensioni Va inoltre detto che, al momento della progettazione del prodotto i produttori dovrebbero essere incentivati a tenere in particolare considerazione la la riciclabilità, riutilizzabilità, la riparabilità e l’eventuale presenza di sostanze pericolose.
Prevenzione Gli Stati membri devono adottare misure volte ad evitare la produzione di rifiuti. Tali misure, tra l’altro, incoraggiano la progettazione, la fabbricazione e l’uso di prodotti efficienti sotto il profilo delle risorse, durevoli, riparabili, riutilizzabili. Inoltre riducono:
▪ la presenza di sostanze pericolose nei materiali e nei prodotti, ▪ la produzione di rifiuti, in particolare quelli che non sono adatti al riutilizzo e riciclaggio ▪ la produzione di rifiuti nei processi inerenti la produzione industriale Infine gli Stati sviluppano e supportano campagne di informazione e iniziative di formazione per sensibilizzare su temi riguardanti la produzione dei rifiuti e la dispersione degli stessi.
Recupero Gli Stati membri devono adottare le misure intese a garantire che i rifiuti siano oggetto di una preparazione peri il riutilizzo, il riciclaggio o altre operazioni di recupero. Ove occorre , per facilitare il recupero, sono adottate le misure necessarie per eliminare le sostanze pericolose, le miscele e i componenti dai rifiuti pericolosi in vista del loro trattamento conforme agli artt. 4 e 13.
Preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio Ai sensi dell’art.11 del nuovo provvedimento, gli Stati membri adottano misure volte a promuovere la prepa-
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Xxxxxxx
NORMATIVE
razione per il riutilizzo, in particolare incoraggiando la creazione e il sostegno di reti per la preparazione per il riutilizzo e per la riparazione, facilitando il loro accesso ai rifiuti presso sistemi o infrastrutture di raccolta che possono essere preparati per il riutilizzo, ma non sono destinati alla preparazione per il riutilizzo da parte degli stessi sistemi o infrastrutture, e promuovendo l’uso di strumenti economici, criteri in materia di appalti, di obiettivi quantitativi o di altre misure.
Computo dei rifiuti Il nuovo testo stabilisce che i materiali che cessano di essere rifiuti in virtù di un’operazione di recupero o riciclaggio vengono conteggiati ai fini del raggiungimento degli obiettivi di recupero e riciclaggio di cui alle direttive 94/62/CEE, 2000753/CE, 2006/66/CE, 2008/98/CE e 2012/19/UE.
Smaltimento Quando non viene effettuato il recupero, i rifiuti sono sottoposti ad un’operazione di smaltimento sicura in conformità alle disposizioni dell’art.13 della direttiva 2008/98/CE.
Entro il 31 dicembre 2024, la Commissione effettua una valutazione delle operazioni di smaltimento di cui all’allegato I e trasmette al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione, se del caso, corredata di una proposta legislativa per disciplinare le operazioni di smaltimento, con l’obiettivo di ridurre lo smaltimento stesso
Istituzione del registro dei rifiuti pericolosi Segnaliamo che l’art.35 della direttiva 2008(98/CE, come modificato dalla direttiva (UE) 2018/851, dispone (par. 4 e 5) che gli Stati membri istituiscano un registro elettronico o registri coordinati su cui riportare i dati riguardanti i rifiuti pericolosi per l’intero territorio geografico dello Stato membro interessato. Essi possono istituire tali registri per altri flussi di rifiuti, in particolare quelli per cui sono stati fissati obiettivi negli atti legislativi dell’Unione. Gli Stati membri utilizzano i dati sui rifiuti comunicati dai gestori industriali in linea con il registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti delle sostanze inquinanti istituito a norma del regolamento (CE) n.166/2006. La Commissione può adottare atti di esecuzione per stabilire le condizioni minime di funzionamento di tali registri. Si tratta ora di capire se queste disposizioni possono e in quale modo incidere sul processo di revisione del SISTRI.
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Evento
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18 ottobre – Università di Brescia · via Branze 38, Brescia CONVEGNO
Difettosità e product recall Tecnologie e strumenti gestionali per tutelare le aziende del settore gomma
L’
Industria della Gomma, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale (DIMI) dell’Università di Brescia organizza un convegno, a partecipazione gratuita dietro iscrizione, su un tema di particolare attualità, quello dei richiami di prodotto e sulle eventuali conseguenze per le aziende manifatturiere della gomma. Il fenomeno del cosiddetto “recall”, richiamo di pezzi difettosi, riguarda in modo particolare settori come l’automotive o il “bianco” e sta aumentando continuamente in Europa, esponendo le aziende fornitrici a elevati rischi, sia in termini economici che di sospensione dell’attività. L’apertura a un mer-
cato sempre più globale impone poi alle aziende, anche di piccole dimensioni, a confrontarsi con un’orizzonte normativo assai variegato. Abbiamo quindi immaginato una giornata in due sessioni: una tecnologica su ricerca, sistemi, macchine e processi per ridurre la difettosità; l’altra più ancorata ai temi delle normative e assicurativi, affrontati da esperti e professionisti del settore.
9,00 Registrazione dei presenti
14,00 – 14,20
9,30 – 9,40 Saluti iniziali
Product recall: un problema, tanti approcci normativi. Che cosa accade a un’azienda italiana quando è chiamata a rispondere per un richiamo di prodotto in Europa, negli USA, in altri mercati (avvocato Claudio Perrella - Studio legale AS&T, esperto specializzato in questa tematica)
9,40 – 10,10 Università di Brescia – descrizione di una o più attività di ricerca connesse alla difettosità in ambito gomma e descrizione delle attività di collaborazione e scambio tecnologico tra università e imprese 10,15 – 10,35 Qualità delle mescole – procedure, organizzazione e strumenti di un’azienda del settore (Elastomers Union) 10,40 – 11,00 Strumenti di laboratorio per l’analisi, dalla mescola al prodotto finito (Gibitre Instruments) 11,00 – 11,20 coffee break 11,20 – 11,40 L’Industry 4.0 come strategia per migliorare la qualità e ridurre le difettosità: indicazioni da un produttore di macchine per lo stampaggio della gomma (IMG) 11,45 – 12,05 Visione artificiale: uno strumento sempre più utilizzato per individuare le difettosità in linea (UTP Vision) 12,10 – 12,30 Incidenza e impatto del problema dei richiami di prodotto sulle aziende del territorio - Francesca Magno, Università di Bergamo 12,35 – 12,55 La gestione del risk management da parte di un utilizzatore finale di primo piano e la definizione degli standard a cui devono attenersi i fornitori di vario livello (azienda da definire)
Qui di seguito il programma della giornata, ancora suscettibile di qualche cambiamento.
14,25 – 14,35 Descrizione di un caso concreto di product recall che ha riguardato un’azienda italiana. Problemi, rischi, soluzioni (Studio peritale Alfa Cincotti – specializzato in questo tipo di attività) 14,40 – 15,00 Il ruolo del broker assicurativo nell’assistere le imprese di settore (Biesse Broker, esperti specializzati in questo tipo di mercato e orientati espressamente al mercato della gomma) 15,05– 15,25 Definire un prodotto assicurativo specifico per il product recall in base alle esigenze delle aziende della gomma (HDI Assicurazioni – sta lavorando alla definizione di un testo di convenzione tra fornitori del settore gomma e il gruppo Volkswagen). 15,30 – 15,45 Spazio aperto alle domande del pubblico 15,45 Saluti finali e conclusione dei lavori
Per informazioni sulle modalità di iscrizione consultate il sito www.industriagomma.it
13,00 Lunch L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
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MONDOGOMMA
Calano i diesel, rallenta il mercato auto di Giuseppe Cantalupo
I
dati relativi alle immatricolazioni del primo semestre pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e elaborati dall’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) mostrano il mercato nazionale dell’auto in calo: -7,3% a giugno, con 174.702 immatricolazioni (nello stesso mese del 2017 erano state 188.363 le vetture nuove vendute), e -1,5% nel primo semestre, nel quale le vendite sono state 1.120.829 contro 1.137.299 dello stesso periodo dell’anno scorso (-1,5%). Secondo Gianmarco Giorda, direttore dell’associazione, la flessione sarebbe dovuta, in larga parte, al pesante calo delle auto diesel nel mese di giugno: -17% rispetto allo stesso mese del 2017, mentre nel semestre la flessione è stata del 6%. Escludendo dai calcoli questo tipo di vetture, il mercato mostrerebbe una crescita del 6% nel mese e del 5% nel semestre.
Politiche commerciali Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor (CSP), oltre al calo delle vendite delle auto diesel, avrebbero influito negativamente sulla domanda di vetture nuove la politica commerciale adottata da FCA (Fiat Chrysler Automobiles), che avrebbe deciso di privilegiare le vendite ai privati rispetto a quelle, meno remunerative, di altri canali di diffusione, e le incertezze della situazione politica che hanno contrassegnato la prima parte dell’anno. Le pro54
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
Dopo diversi mesi di crescita le immatricolazioni in Italia tornano a calare: -9% nel primo semestre 2018 e addirittura -19% a giugno. Una diminuzione che pare legata alla riduzione delle vendite di auto con motori diesel, ma anche alle politiche commerciali del gruppo FCA. Bene invece veicoli commerciali e bus
Automotive spettive per il secondo semestre, tuttavia, sembrano improntate a un moderato ottimismo, stando ai dati Istat di giugno. L’indice del clima di fiducia dei consumatori (base 2010 = 100) è aumentato da 113,9 a 116,2 e quello del clima di fiducia delle imprese (Iesi, Istat economic sentiment indicator) pure è aumentato, passando da 104,6 a 105,4. In chiave con questi miglioramenti, è aumentata anche la propensione all’acquisto dei beni durevoli, tra cui l’automobile, con l’indice in crescita da -50 a -43,4.
Meno auto vendute Ritornando alle immatricolazioni, i dati riguardanti le marche nazionali riportati dall’Anfia indicano, nel complesso, una flessione sia nel mese che nel semestre. A giugno le vendite sono diminuite del 19,0% (43.795 su 54.057, con la quota di mercato scesa dal 28,0% al 25,1%). Notevole il calo dei marchi FCA - Fiat, Alfa Romeo, Lancia/Chrisler, Jeep - , che hanno chiuso il mese con 43.343 immatricolazioni a fronte delle 53.712 del giugno 2017 (-19,3% e quota calata dal 28,5% al 24,8%). In questo gruppo il solo marchio Jeep ha venduto di più (7.713 immatricolazioni a fronte di 4.023; +91,7%), più che raddoppiando anche la quota (dal 2,1% al 4,4%). Nell’ambito delle altre marche nazionali, Ferrari ha incrementato le vendite del 50% (57 immatricolazioni su 38), Maserati del 2,1% (242 su 237) e Lamborghini del 40% (28 su 20). Andamento in fotocopia nel semestre. Nel periodo gennaio-giugno le marche nazionali hanno venduto 305.278 unità (-9,0% su 335.274 del primo semestre di un anno fa), con una quota di mercato del 27,2% contro il 29,5% dello stesso periodo 2017. Il Gruppo FCA ha totalizzato 302.847 vendite, che hanno significato una flessione del 9,1% rispetto all’anno scorso, quando in gennaio-giugno erano state immatricolate 333.065 vetture nuove, e un calo della quota di mercato dal 29,3% al 27,0%. Anche adesso il brand Jeep si è distinto per il suo andamento positivo: +100,8%, con 48.044 immatricolazioni contro 23.926 e la quota di mercato più che raddoppiata (dal 2,1% al 4,3%). Anche Alfa Romeo (Gruppo FCA), Ferrari e Lamborghini hanno chiuso il semestre col segno più: +8,1%, +12,0% e +13,2% rispettivamente.
Rappresentanti Autoveicoli Esteri) - si riferiscono a maggio 2018. Secondo Unrae, questa tipologia di veicoli ha chiuso il mese con una flessione del 2,7% rispetto a maggio 2017 (16.494 immatricolazioni a fronte di 16.954) e il periodo gennaio-maggio con un incremento dell’1% (74.170 vendite di veicoli nuovi contro le 73.439 dello stesso periodo dell’anno prima). Anche nel caso dei veicoli industriali e degli autobus i dati disponibili – elaborati dall’Anfia - arrivano a maggio. Secondo l’associazione, in questo mese il mercato degli autocarri con ptt superiore a 3,5 t e quello dei rimorchi e semirimorchi della stessa categoria hanno avuto andamento opposto: le immatricolazioni degli autocarri nuovi sono aumentate del 15,0% rispetto a maggio 2017 con 2.226 libretti di circolazione rilasciati contro 1.936, mentre quelle dei rimorchi e semirimorchi sono diminuite del 7,1%, essendo scese da 1.362 a 1.265. Il cumulato dei primi cinque mesi dell’anno presenta, invece, un aumento dei libretti di circolazione rilasciati a entrambe le categorie di veicoli: +15,0% nel caso degli autocarri (11.757 contro 10.225) e +7,4% nel caso dei rimorchi e semirimorchi (8.265 a fronte di 7.692). Positivi anche i dati relativi agli autobus. Questo mercato ha realizzato, complessivamente, un incremento sia nel mese che nei cinque mesi: a maggio è aumentato del 29,2% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso con 443 immatricolazioni contro 343, e nel periodo gennaio-maggio è cresciuto del 16,0% (1.839 nuove registrazioni su 1.586). Interessante l’osservazione, nell’ambito di questa categoria di veicoli, dell’opposto andamento degli autobus turistici e degli scuolabus. I primi sono diminuiti sia nel mese (102 su 114, -10,5%) che nei cinque mesi (482 su 504, -4,4%); i secondi, invece, hanno messo a segno un aumento in entrambi i periodi: +78,9% a maggio, con 34 immatricolazioni su 19, e +28,8% a gennaio-maggio, con 197 nuove registrazioni contro 153.
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Bene veicoli commerciali e bus Per quanto riguarda le immatricolazioni dei veicoli commerciali leggeri (VCL, con peso totale a terra fino a 3,5 t), i dati attualmente disponibili - elaborati dal Centro Studi e Statistiche di Unrae (Unione Nazionale
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NEWS NEWS Ecco i dati finali 2017: il mondo consuma sempre più gomma
P
ubblicati dall’IRSG (International Rubber Study Group) i dati di produzione e consumo di gomma naturale e sintetica nel mondo nel quarto trimestre 2017. Anche in questi tre mesi l’area EMEA ha fatto registrare un incremento eccezionale della produzione di gomma naturale - ben +34,18% - rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Solo nel Q1 questa produzione è rimasta stabile rispetto al primo trimestre 2016, poi ha scandito un crescendo continuo: +10,52% nel Q2, +32,82% nel Q3, fino a superare il 34% nel Q4, chiudendo l’anno con un +20,25% (867 kt su 721). Stesso andamento nelle altre aree, che pure hanno realizzato un aumento continuo nei trimestri. In particolare, nel Q4 l’Asia-Pacifico è aumentata del 3,24% (3.380 kt su 3.274), totalizzando nell’anno 12.325 kt contro 11.563 del 2016 (+6,59), e le Americhe del 6,67%, mettendo a segno nell’anno un incremento dell’8,75% (348 kt su 320). A livello mondo, la produzione è aumentata del 5,02% nel trimestre (3.723 kt su 3.545) e del 7,43% nell’anno (13.540 kt a fronte di 12.604). Segno più anche per i consumi di NR in tutte le aree, sia nel trimestre che nell’anno. L’incremento maggiore si è avuto, anche qui, nell’area EMEA: +9,18% in ottobre-dicembre (428 kt su 392) e +5,05% nell’anno (1.727 kt su 1.644). Nell’Asia-Pacifico, invece, l’incremento è stato del 5,99% nel Q4 (2.478 kt contro 2.338) e del 4,61% in gennaio-dicembre (9.763 kt/9.333 kt); nelle Americhe è stato del 2,39% nel quarto trimestre, con 428 kt a fronte di 418, e del 2,54% nei dodici mesi, con 1.736 kt contro 1.693. Ne è conseguito, a livello globale, un consumo di gomma naturale di 3.334 kt nel Q4 (+5,91% rispetto allo stesso trimestre dell’anno prima, quando il consumo era stato di 3.148 kt) e di 13.226 kt nell’anno contro 12.670 kt dell’anno precedente (+4,39%). Per quanto riguarda la gomma sintetica, situazione stabile sul 56
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA luglio · agosto 2018
fronte della produzione nel trimestre per EMEA (1.004 kt/1002 kt) e per le Americhe (782 kt/784 kt); incremento, invece, per Asia-Pacifico (+4,20%, 2.059 kt/1.976 kt). A livello mondo, si è avuto un incremento del 2,21% (3.845 kt/3.762 kt). Nei dodici mesi, EMEA e Americhe hanno tracciato, invece, il segno meno: -2,18% la prima area, con 4.047 kt a fronte di 4.137, e -1,05% la seconda, con 3.004 kt su 3.036. L’effetto risultante è stato un aumento modesto della produzione a livello globale dell’1,39% (15.052 kt su 14.846). I consumi hanno mostrato una flessione sia nel trimestre che nei dodici mesi solo nelle Americhe: -3,20% nel trimestre (757 kt/782 kt) e -0,59% nell’anno (3.018 kt/3.036 kt). Nel Q4 sono cresciuti del 5,69% in Asia-Pacifico (2.154 kt su 2.038) e del 3,69% in EMEA (928 kt su 895). Nell’intero anno, sono aumentati, nelle due aree, rispettivamente del 3,27% (8.370 kt contro 8.105) e del 2,95% (3.802 kt a fronte di 3.693). A livello mondo, i consumi di SR hanno raggiunto quota 3.839 kt nel quarto trimestre (+3,34%) e 15.190 kt nell’anno (+2,40%). L’IRSG ha pubblicato anche le quotazioni praticate nel primo trimestre 2018. Le riportiamo qui di seguito in $ USA/t con quelle del 2017 e con la media anno dell’anno scorso. Nel 2018: gomma naturale (RSS3) 1.723 nel Q1 gomma sintetica (SBR USA) 2.242 nel Q1. Nel 2017: gomma naturale (RSS3) 2.543 nel Q1; 2.062 nel Q2; 1.805 nel Q3; 1.589 nel Q4. 2.000 nell’anno gomma sintetica (SBR USA) 2.223 nel Q1; 2.765 nel Q2; 2.352 nel Q3; 2.321 nel Q4. 2.415 nell’anno.
Taccuino
RIEPILOGO
STATISTICO
2015 Anno
DELLA
GOMMA
2016 Q1
Q2
Q3
NEL
MONDO
Δ% (Q4/Q4)
2017 Q4 Anno Q1
(kt)
Q2
Q3
Q4
Anno
Δ% (y/y)
(‘17/’16) (‘17/’16)
PRODUZIONE NR Asia-Pacifico
11340
2581
2536
3172
3274 11563 2908
2678
3359
3380
12325
3,24
6,59
EMEA
597
178
152
195
196
721
177
168
259
263
867
34,18
20,25
Americhe
334
85
94
66
75
320
95
102
71
80
348
6,67
8,75
12271
2844
2782
3433
2948
3689
3723
13540
5,02
7,43
Mondo
3545 12604 3180 CONSUMO NR
Asia-Pacifico
8835
2182
2434
2379
2338
9333
2290
2460
2535
2478
9763
5,99
4,61
EMEA
1597
415
428
409
392
1644
424
437
438
428
1727
9,18
5,05
Americhe
1709
407
458
410
418
1693
424
459
425
428
1736
2,39
2,54
Mondo
12141
3004
3320
3198
3148 12670 3138
3356
3398
3334
13226
5,91
4,39
PRODUZIONE SR Asia-Pacifico
7508
1896
1888
1913
1976
7673
1965
1911
2066
2059
8001
4,20
4,27
EMEA
3914
1045
1088
1002
1002
4137
1096
1002
945
1004
4047
0,20
-2,18
Americhe
3085
753
757
742
784
3036
795
691
736
782
3004
-0,26
-1,05
Mondo
14507
3694
3733
3657
3762 14846 3856
3604
3747
3845
15052
2,21
1,39
CONSUMO SR Asia-Pacifico
7939
1968
2076
2023
2038
8105
2046
2057
2113
2154
8370
5,69
3,27
EMEA
3633
925
958
915
895
3693
998
965
911
928
3802
3,69
2,95
Americhe
3077
767
742
745
782
3036
765
726
770
757
3018
-3,20
-0,59
Mondo
14649
3660
3776
3683
3715 14834 3809
3748
3794
3839
15190
3,34
2,40
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NEWS
Il nuovo presidente IISRP
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l suo 59° Annual General Meeting, tenutosi a Madrid dal 7 al 10 maggio scorsi, l’Istituto Internazionale dei Produttori di Gomma Sintetica (IISRP) ha eletto President International per il biennio 2018-2019 Brian Chapman, General Manager della Elastomers Business Unit di Kuraray America Inc. (nella foto), che succede a Enrico Lucchese, Marketing Manager Tyre, Styrenics modification and Latex di Versalis, il quale, a sua volta, diventa Past-President International dell’Istituto. Brian Chapman IISRP industriagommaEntrato in Kuraray nel 2003 come responsabile dell’assistenza tecnica e dello sviluppo del business elastomeri di Kuraray America, Chapman ha ricoperto negli anni diversi ruoli in varie aree della società, maturando una vasta esperienza in diversi settori, da quello tecnico al marketing e alle vendite, nei quali ha occupato importanti funzioni manageriali fino a quella attuale di General Manager. Si è laureato in Ingegneria Chimica alla Purdue University di West Lafayette (Indiana) e ha conseguito un master e un dottorato in Ingegneria Chimica presso l’Università Notre Dame di South Bend (Indiana). Oltre al ruolo di President International, Chapman coprirà anche la funzione di presidente della sezione Americas dell’Istituto.
Il forum Meccatronica a Torino
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a quinta edizione del Forum Meccatronica, dal titolo “L’esperienza manifatturiera italiana nel passaggio al 4.0: tecnologie e competenze”, si svolgerà il 26 settembre 2018 presso il CNH Industrial Village di Torino. Importanti fornitori di soluzioni meccatroniche che operano sul mercato italiano presenteranno, anche attraverso casi applicativi, una serie di approfondimenti su differenti aspetti tecnologici quali motion control, robotica, software industriale, impiantistica, con una particolare attenzione alla progettazione meccatronica e a tutte quelle tecnologie e competenze che il passaggio al 4.0 richiede. 58
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Forum Meccatronica è un’occasione per aggiornarsi professionalmente su temi che rappresentano dei fattori competitivi per gli OEM, System Integrator e End-User, sia di piccole che di grandi dimensioni. Le sessioni convegnistiche vedranno l’alternarsi di interventi dei fornitori di tecnologie sotto la moderazione di OEM ed End User, che con le testimonianze dirette della loro esperienza verso le tematiche affrontate aiuteranno a sviluppare il dibattito con il pubblico. Nell’area espositiva sarà possibile approfondire in modo dedicato con i professionisti del settore gli aspetti tecnologici trattati nelle conferenze.
Un master del Politecnico di Torino con Michelin
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ono aperte le iscrizioni al nuovo Master “Smart – state of the art manufacturing” del Politecnico di Torino in partnership con Michelin Italiana. Il percorso formativo nasce per formare “Operations manager”, professionisti che potranno essere inseriti in tutta la catena di valore aziendale – Ambiente e Prevenzione, Information Technology, Manufacturing, Manutenzione, Organizzazione industriale, Qualità, Supply Chain – che include processi
innovativi, tecniche avanzate di progettazione assistita e sistemi di controllo, pilotaggio ed analisi di veicoli da lavoro modulari, con particolare riferimento al risparmio energetico. In partenza il prossimo ottobre, il percorso prevede 24 mesi di formazione che si divideranno tra l’Ateneo e l’azienda; si tratta di un Master in Alto Apprendistato, che prevede quindi l’assunzione dei 13 partecipanti, che non abbiano ancora compiuto 30 anni, da parte di Michelin Italiana prima dell’inizio del Master. Il percorso formativo del Master in Alto Apprendistato è stato ideato e sviluppato in stretta collaborazione con Michelin al fine di formare una nuova generazione di specialisti che possano essere parte attiva nell’evoluzione continua verso l’Industria 4.0. L’alternanza tra aula e azienda permetterà ai partecipanti di poter approfondire in modo consapevole le tematiche che dovranno affrontare nello sviluppo del project work individuale», commenta il professor Maurizio Schenone, coordinatore del Master “Smart – state of the art manufacturing”. La qualità del nostro personale, riconosciuta a livello internazionale, è elemento imprescindibile per alimentare l’innovazione e l’eccellenza operativa che ci contraddistinguono – dichiara Simone Miatton, presidente Michelin Italiana – Per questo mo-
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tivo abbiamo accolto con entusiasmo la possibilità di collaborare con il Politecnico di Torino per creare un programma di alta formazione in aula e in azienda che, grazie alla varietà dei temi affrontati, permetterà ai giovani talenti di essere protagonisti da subito nell’implementazione delle nuove tecnologie che caratterizzano l’importante programma di investimenti che stiamo realizzando nell’ottica della Industria 4.0».
invece un incontro tra le associazioni mondiali dei produttori di pneumatici che ha mostrato uno spirito decisamente più ecumenico. Dal 5 al 6 giugno la capitale degli Usa è infatti stata la sede della convention cui hanno partecipato Etrma, l’associazione europea dei produttori di pneumatici e ar-
ticoli tecnici, con i suoi omologhi canadese (Trac), giapponese (Jatma), coreana (Kotma) e, naturalmente, statunitense (Ustma). Sul tavolo argomenti di fondamentale importanza per l’industria e gli altri protagonisti del settore, a partire dall’impegno sulla sostenibilità e l’ambiente per arrivare alla discussione sul panorama regolatori globale e la definizione di una piattaforma per accrescere il dialogo. In un comunicato congiunto (in questo caso sottoscritto da tutti) si legge che «le nostre associazioni comprendono le principali aziende produttrici di pneumatici del mondo e la maggioranza della capacità produttiva globale. Impegnarsi in un dialogo sui problemi esistenti ed emergenti e sviluppare una visione condivisa per la
I produttori di pneumatici si impegnano per la sostenibilità
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ochi giorni prima che in Canada i potenti del mondo dessero pessima prova di sé nell’infruttuoso incontro del G7, contrassegnato dal clamoroso rifiuto del presidente Usa Donald Trump di sottoscrivere il documento finale congiunto, Washington ospitava
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crescita e la sostenibilità è importante per accrescere il nostro impegno reciproco nell’assicurare un positivo impatto sociale all’industria dei pneumatici. Il meeting ha reso più facile una discussione pertinente, reso più forti le nostre associazioni industriali e ha presentato un prospettiva macro su questioni che hanno un impatto globale sul nostro ambiente operativo”. Per Etrma ha partecipato la segretaria generale dell’associazione, Fazilet Cinaralp.
Michelin 100% riciclabile entro il 2048
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ichelin ha annunciato un ambizioso piano in base al quale, entro Tecno Compounds il 2048, tutti i suoi pneumatici saranno Tecno Compounds a suitable solution for every challenge prodotti all’80% con materiali sostenibili e al 100% riciclabili. Attualmente la quota di materiali riciclabili nelle cosolution for every challenge perture del marchio francese è adel 28%a suitable suitable solution for every challenge e si deve essenzialmente all’impiego di
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materie prime biologiche come la gomma naturale, l’olio di girasole, il limonene. Mentre ammonta appena al 2% la percentuale di materiali riciclabili coTecno Compounds me acciaio o polverino recuperato da a suitable solution for every challenge pneumatici usati. Per raggiungere questi risultati, Michea suitable solution for every challenge lin conta di proseguire programmi per lo sviluppo di materiali, come quello denominato Biobutterfly e già partito nel 2012, che mira a creare elastomeri sintetici da biomasse come legno, fieno o rape. Il perseguimento di strategie innovative per integrare sempre più materiali riciclati e rinnovabili nella produzione è testimoniato anche dalla recente acquisizione di Lehigh, un’azienda che produce specialità chimiche incorporata nella business unit High Technology Materials. Lehigh è leader nella produzione di MRP, polveri di gomma micronizzate, una materia prima sostenibile che riduce i costi di approvvigionamento fino al 50% e Sales: Plant: Sales: Plant: che sostituisce prodotti a base di olio Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl e gomma utilizzati in un ampia gamma Via Privata Archimede 1 Via Toscana, 6/8 Via Privata Archimede 1 Via Toscana, 6/8 – Italy 27010 Siziano (PV) di applicazioni industriali e consumer, 20094 Corsico (MI) – Italy20094 Corsico 27010(MI) Siziano (PV) 45+39 19 0382 24 46 Tel +39 0382 67 82 266 Tel. +39 02 45 19 24 46 Tel. +39 02Tel 67 82 266 inclusi pneumatici ad alte prestazioni, 36+39 26 0382 96 1967 82 222 Fax +39 0382 67 82 222 Fax +39 02 36 26 96 19 Fax +39 02Fax plastiche, sigillanti, rivestimenti, matewww.parker.com www.parker.com/tecnocompounds www.parker.com www.parker.com/tecnocompounds riali da costruzione e asfalto. Sales: climate control electromechanical filtration Plant: Tra i prototipi messi a punto da Micheaerospace fluid & gas handling hydraulics pneumatics process control sealing & shielding Sales: Plant: aerospace climate control electromechanical filtration fluid & gas handling hydraulics pneumatics process control sealing & shielding Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl Srl lin per anticipare la realizzazione di un
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pneumatico al 100% riciclabile figura anche la copertura “airless”, cioè non gonfiata, di recente presentata su molti organi d’informazione e illustrata nella foto.
K2019 sold out con un anno di anticipo
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e la buona riuscita di una fiera si evince dal numero degli espositori, allora il K2019, la fiera della plastica e della gomma che si terrà a Düsseldorf dal 16 al 23 ottobre 2019, sarà senza dubbio un grande successo. L’organizzazione dell’evento comunica, infatti, che tutti gli spazi espositivi sono stati venduti con oltre un anno di anticipo e che saranno quindi quasi 3.000 le aziende che avranno un proprio stand nel quartiere fieristico della città renana. I settori rappresentati saranno, in particolare, quelli delle materie prime e ausiliarie, dei semilavorati, parti tecniche e prodotti in plastica rinforzata, e delle macchine e impianti per l’industria della plastica e della gomma. Gli eventi collaterali e culturali di contorno
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L’esoscheletro MATE, presentato alla fiera Automatica di Monaco di Baviera da Comau.
all’esposizione, come conferenze, workshop e convegni, sono ancora in fase di preparazione, ma si sa già che riguarderanno in particolare i temi della formazione e professionalizzazione nei settori della plastica e della gomma e la manifattura additiva. Nell’area denominata Science Campus sarà anche possibile prendere contatto con le attività e i risultati delle università e degli istituti di ricerca per creare un’occasione di scambio di conoscenze e di trasferimento tecnologico con l’industria. Anche in questo caso il comitato scientifico dell’iniziativa sta definendo le tematiche, tra cui sicuramente spiccheranno i materiali e i processi innovativi, anche in un ottica di sostenibilità ambientale. Secondo Werner Dornscheidt, presidente e ceo di Messe Düsseldorf, «Già oggi appare evidente che la K fornirà ancora una volta un quadro completo del mercato mondiale. Grazie al suo straordinario livello di internazionalità, sia sul lato espositori che visitatori, e alla vastità unica dell’offerta, la fiera occupa una posizione privilegiata nel mondo e ogni tre anni ospita presentazioni pionieristiche». 62
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Un esoscheletro per lavorare in fabbrica
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li esoscheletri sono una categoria di robot indossabili che finora hanno popolato soprattutto i laboratori di ricerca o i centri terapeutici dove vengono utilizzati per la riabilitazione di pazienti con problemi nell’uso di gambe o braccia. Ora Comau, con il suo nuovo MATE, da poco presentato in anteprima a Monaco di Baviera in occasione della fiera Automatica, apre alla loro applicazione su larga scala nell’industria. MATE è un oggetto leggero (appena 3 kg), che si indossa come un gilet e si fissa alle braccia poco al di sotto delle spalle, per sostenerle quando bisogna effettuare operazioni all’altezza o al di sopra della testa. “È pensato per chi lavora in fabbrica, ma anche in altri ambiti professionali dove sia necessario tenere le braccia sollevate a lungo. Lo scopo è ridurre la fatica e migliorare la qualità del lavoro”, dice Maurizio Cremonini, vicepresidente Marketing e Business Development di Comau. Potrebbero pertanto trarne vantaggio, riducendo l’incidenza di dolori e problemi posturali, anche categorie come dentisti, elettricisti, imbianchini. Anche perché il prezzo, assicurano in Comau, sarà accessibile. Si conoscerà con il lan-
cio commerciale, entro la fine 2018. MATE è un esoscheletro totalmente meccanico, senza elettronica, dotato di una fascia elastica invita lavabile, e personale, perché va tarato sulla persona che lo indossa. “Nasce – dice Cremonini – da una collaborazione con IUVO, spinoff dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa con cui, tra l’altro, stiamo lavorando su altri progetti wearable, ora in fase di ingegnerizzazione”.
Corso di reologia il 26 settembre
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i tiene a Pioltello (Milano) nella sede di MP Strumenti (via Aldo Moro 36) il corso di Reologia II dedicato alle mescole in gomma sia crude che vulcanizzate, specificamente progettato per fornire ai tecnologi, formulatori e altri tecnici delle aziende della gomma una comprensione dei fondamenti della reologia, dei principi di misura e delle applicazioni volte al problem solving. Il corso è a pagamento, con una quota ridotta per chi fa pervenire la propria adesione agli organizzatori entro il 3 settembre. Per richiedere il modulo di iscrizione, avere dettagli su programma e docenti e chiedere i costi, scrivere a soluzioni@mpstrumenti.eu.
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