L'Industria della Gomma 06 2019

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FOCUS SILICONE PMI DEL BRESCIANO PRODURRE “IN PICCOLO”

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI • giugno 2019 - numero 5

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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI

SOMMARIO

ANNO 62 GIUGNO N. 5

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA www.industriagomma.it Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it Collaborano alla rivista Giuseppe Cantalupo, Eugenio Faiella, Gianpaolo Brembati Progetto e Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it Traffico Pubblicitario Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it Stampa Centro Stampa Digitalprint S.r.l. Rimini (RN) Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Abbonamento Italia € 90, Europa € 130, Estero € 150 abbonamenti@edifis.it Arretrati € 15,00 Amministrazione amministrazione@edifis.it

Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Iscrizione Registro Operatori della Comunicazione n. 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi del Reg.EU 679/2016 l'Editore garantisce la massima riservatezza nell'utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi dell'art. 15 il ricevente ha facoltà di esercitare i suoi diritti fra cui la cancellazione mediante comunicazione scritta a EDIFIS Spa - Viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano (o ai riferimenti sotto trascritti), luogo della custodia della banca dati medesima.

L’Industria della Gomma una rivista edita da:

Edifis S.p.A. viale Coni Zugna 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it

ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

ABBIAMO LETTO

10 RASSEGNA DELLA STAMPA TECNICA ESTERA PROTAGONISTI

16 PICCOLE AZIENDE CRESCONO: LA REALTÀ DELLE PMI DEL BRESCIANO

Elisa Torchiani è presidente del Comitato Piccola Industria dell’Associazione Industriale Bresciana dal maggio 2017, oltre che amministratore delegato dell'azienda di famiglia. La sua impresa è storicamente attiva nel comparto chimico, come fornitore di materie prime, e dal 2010 è impegnata nel settore della gomma, dopo l’acquisizione di Baslini Trade. Con lei abbiamo parlato di come le aziende del Bresciano stanno affrontando la trasformazione tecnologica, l’approccio all’innovazione, l’accesso al credito, la formazione del personale. E degli strumenti dell’associazione per sostenerle.

FOCUS SILICONE

21 IL FUTURO SI CHIAMA SILICONE

La maggior parte dei trasformatori lo conferma, così come i produttori di macchine, di stampi e di materie prime. La trasformazione del silicone, liquido e solido, è un’attività che ha ormai affiancato lo stampaggio degli elastomeri “tradizionale” nella maggior parte delle nostre imprese. Ma che richiede comunque tecnologie e competenze ad hoc

Battaggion Colmec Comet Desma DGTS Elkem Silicones For Lab Italia Franciacorta Stampi Gamma Stampi

Gibitre Instruments Gummiwerk Kraiburg LWB Steinl Mesgo OR.P. Stampi Rivi Magnetics Rogitex Italia RPM Wacker Silicones

DALLE AZIENDE

42 UNA NUOVA TECNOLOGIA DI RETICOLAZIONE PER LA GOMMA SILICONICA

LTE, azienda di Cologne che produce di mescole in gomma siliconica, fluorosiliconica e fluorurata, annuncia una nuova tecnologia “fast-curing” per la gomma siliconica reticolabile a caldo. Tra i vantaggi i con cicli di stampaggio più brevi


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SOMMARIO

ANNO 62 GIUGNO N. 5

46 STAMPAGGIO DEI SILICONI: LE SOLUZIONI DI ENGEL

Il noto produttore austriaco di presse per lo stampaggio a iniezione ha sviluppato una serie di soluzioni innovative e affidabili per il silicone, liquido o in pasta, con lo scopo di produrre di più e meglio, riducendo i costi. Una gamma completa di macchine a iniezione idrauliche, elettriche o ibride da 28 tonnellate in su, integrabili con sistemi di automazione e periferiche.

52 DAGLI STAMPI PER LA GOMMA A QUELLI PER IL SILICONE LIQUIDO

OR.P. Stampi ha iniziato 10 anni fa un percorso che oggi ha portato l'azienda a produrre stampi per il silicone liquido ad alta tecnologia. Una storia di investimenti ma anche di attenta formazione del personale

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54 UNA RICONVERSIONE SENZA PRECEDENTI La decrescita nelle dimensioni di macchine e stampi

ha portato la Futura Gomm di Paratico, in provincia di Brescia, alla crescita in termini di qualità e di competitività e ha aperto nuove opportunità di business. Ecco come il passaggio a presse più piccole e a un minor numero di cavità si è tradotto sorprendentemente in una qualità superiore e in una decisiva riduzione dei costi

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NORMATIVE

58 ANCORA MODIFICHE AL REGOLAMENTO CLP

In vigore dal 17 aprile e applicati a partire dal 17 ottobre 2020, gli aggiornamenti alla classificazione etichettatura e imballaggio di sostanze e miscele usate nell’industria sono stati introdotti dalla CE per tenere il passo dello sviluppo tecnico in accordo con il Sistema mondiale armonizzato GHS delle Nazioni Unite.

69 IL TACCUINO

• L'assemblea annuale della Federazione Gomma Plastica • I dati Istat su economia e industria per il primo trimestre 2019 • Un bilancio lusinghiero per la nona edizione di SPS IPC Drives • Una supergomma di origine naturale • Un tablet che "ascolta" le macchine e capisce come stanno • Carbon black: il mercato è in crescita • Cabot ha completato il processo di certificazione per l'ambiente • 57 milioni risparmiati grazie ai pneumatici ricostruiti • Stabili i consumi di gomma in Europa

79 CALENDARIO DELLE FIERE DI TUTTO IL MONDO 80 GLI INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO 4

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

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Rassegna della stampa tecnica estera www.tiretechnologyinternational.com | APRIL 2012

INTERVIEWS

Jean-Pierre Jeusette general director, Luxembourg Innovation Center, Goodyear Dunlop Roger Sanders technical manager, Continental UK

EXPO REVIE

Letter of the law

Product W de from Tir buts Technologe Expo 2012y

Revolution or rush job? Important questions remain unanswered ahead of tire labeling’s introduction in European markets

ELASTOMERI E APPLICAZIONI GOMMA EPDM PLASTIFICATA CON OLIO DI SOIA (SBO) POLIMERICO DI DIVERSI PESI MOLECOLARI

Z.S. Petrović, M. Ionescu, J. Milić, Pittsburg State University, Kansas Polymer Research Center, Pittsburg, KS (Usa), J.R. Halladay, Lord Corporation, Erie, PA (USA) - email: zpetrovic@ pittstate.edu - RFP, Volume 14, n. 1/2019, pag 40-47.

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a gomma etilene propilene (EPM) è una gomma a struttura completamente satura, con eccellente resistenza a ossigeno, calore, ozono, agenti atmosferici e vapore, vulcanizzabile con perossido oppure, con aggiunta del monomero diene (EPDM), anche con sistema a zolfo. I plastificanti più usati per l’EPDM sono gli oli naftenici, ma sono raccomandati gli oli paraffinici per applicazioni ad alte temperature o in caso di reticolazione perossidica. La tendenza attuale, in funzione di ambiente e sostenibilità, è quella di utilizzare anche materiali rinnovabili, come oli vegetali, in qualità di aiuti di processo e plastificanti. Sono già stati fatti studi sull’utilizzo di olio di soia, puro e polimerizzato, come plastificante in gomma naturale ed SBR con eccellente compatibilità, il primo tipo con il più forte effetto di plastificazione, il secondo con più alta concentrazione di incorporazione, ma senza evidenza di copolimerizzazione di gomma e olio. Molti oli vegetali sono stati valutati per l’utilizzo in gomma naturale, SBR e BR;

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

per l’EPDM, in particolare, l’olio di palma in sostituzione dell’olio paraffinico da 5 a 40 phr con reticolazione perossidica ha mostrato effetti comparabili su lavorazione e proprietà. Questo studio prende in esame quattro SBO polimerizzati ad alta viscosità, riguardo a lavorazione e proprietà fisiche di gomma EPDM in una formulazione standard con vulcanizzazione a zolfo. Il motivo dell’utilizzo di olio ad alto peso molecolare si basa sul presupposto che, nonostante la compatibilità possa diminuire all’aumento del peso molecolare, la probabilità che l’olio sia legato chimicamente alla gomma aumenti col peso molecolare e l’essudazione sia meno probabile. Vengono preparate dieci mescole di EPDM, una di riferimento con 50 phr di olio paraffinico Sunpar 2280, una con 50 phr di SBO, una per ciascuna delle quattro con 50 phr di SBO polimerizzato ma con diverse viscosità (5,34-7,8410,45-18,50 Pa˙s). Posto che viene utilizzato un sistema di vulcanizzazione a zolfo, le rimanenti quattro mescole sono scelte, due per tipo, con SBO polimerizzati che mostrano le proprietà migliori (viscosità 5,34 e 10,45 Pa˙s), variando nel primo caso la quantità di zolfo e nel secondo caso in una la quantità di zolfo e nell’altra la quantità di accelerante TMTD. L’accuratezza delle prove condotte è confermata dall’utilizzo di DSC per la temperatura di transizione, TGA per la

stabilità termica, TMA per l’espansione termica, in tutti i casi in atmosfera di azoto. Si provvede anche ad effettuare misurazioni di rigonfiamento, reologiche, durezza, carico e allungamento a rottura, lacerazione, compression set, invecchiamento in stufa e proprietà dinamiche. La completezza dello studio risulta evidente sia nella interessante esposizione di risultati e discussione che nei lunghi paragrafi dedicati alle proprietà di lavorazione, fisiche e dinamiche e alle proprietà termiche delle gomme EPDM, che si estendono alle considerazioni sulla loro stabilità termica. Una tabella riassuntiva delle proprietà reologiche, fisiche e dinamiche di tutte le mescole esaminate fa da introduzione ai paragrafi citati, che sono corredati da numerosi grafici esplicativi del testo. Le conclusioni dello studio sono le seguenti: • l’SBO puro mostra il più forte effetto plastificante, manifestando però un’incompleta miscibilità con EPDM se usato a 50 phr mentre, nel contempo, diminuisce carico di rottura, durezza e modulo, aumentando invece allungamento a rottura e compression set; • gli SBO polimerizzati hanno buona compatibilità con la matrice di gomma EPDM, denotando una diminuzione di carico di rottura e modulo ma un amento di allungamento a rottura, resistenza a lacerazione e

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THE NEXT TOP MODEL

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Bridgestone’s latest take on colored sidewalls is lightweight, and simple enough to be applied by dealers

We explore the role of tire data in vehicle performance simulations. Will engineers ever know enough?

Isoprene from cellulose: how the paper industry could enter the tire supply chain


ABBIAMO LETTO PER VOI

compression set quando messi a confronto con olio estensore paraffinico; la presenza di doppi legami negli SBO polimerizzati può portare ad una covulcanizzazione dell’olio polimerizzato con la matrice gomma, ma abbassa la densità di reticolazione dell’EPDM più dell’olio paraffinico; per ottenere proprietà ottimali del manufatto si consiglia di modificare la formulazione della mescola con l’aggiunta di zolfo; è improbabile che la sostituzione dell’olio paraffinico con SBO polimerizzati abbia successo in applicazioni che richiedono un basso compression set; il peso molecolare degli SBO polimerizzati non ha un effetto chiaro sulle proprietà, probabilmente perché le differenze fra i pesi molecolari utilizzati non sono ampie a sufficienza.

PROVE E MISURAZIONI FALLIMENTO DI ADESIONE DI COMPOSITI GOMMA/METALLO CHE SUBISCONO CORROSIONE

I. Ismail, Rubber Research Institute of Malaysia, Malaysian Rubber Board, Kuala Lumpur (Malaysia), M. K. Hj Harun, Electrochemical and Corrosion Science Laboratory, Faculty of Applied Science, Universiti Teknologi MARA, Shah Alam Selangor (Malaysia) - email: ismaliza@lgm. gov.my - RFP, Volume 14, n. 1/2019, pag. 49-55.

L

a maggior parte dei compositi tecnici di gomma coinvolgono l’incorporazione di gomma e metallo, incollati insieme per dar luogo a componenti tecnici. Il sistema di incollaggio è composto da due parti, un adesivo e un rivestimento di fondo, la cui funzione primaria è quella di aumentare la resistenza alla corrosione del substrato metallico, mentre l’adesivo è usato per incollare la gomma al rivestimento di fondo. In alcuni casi l’utilizzo di questi compositi si attua

GASOLIO

con esposizione a condizioni ambientali aggressive, come quelle su strutture offshore o su veicoli in paesi a clima temperato: in ambiente umido e altamente salino il substrato metallico subisce corrosione e causa il malfunzionamento dei compositi. L’introduzione dello studio è insolitamente lunga, in quanto gli autori riportano prove e risultati di lavori condotti da altri studiosi su compositi realizzati con i prodotti Chemlok 205 e 220 della Lord Corporation. La considerazione finale in merito è che le conclusioni contrastanti dei lavori citati indicano che il meccanismo del fallimento del legame gomma metallo, dopo esposizione in ambiente di acqua salata, può non essere stato compreso del tutto, poiché quanto dedotto ed espresso sull’attività di distacco non è per nulla soddisfacente. Di conseguenza, questo studio si prefigge di valutare il meccanismo della mancanza di adesione nelle condizioni sopracitate (gomma legata

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ad acciaio dolce in ambiente marino), con l’utilizzo di un sistema commerciale di adesione a due rivestimenti, prendendo in considerazione ambiente alcalino, distacco catodico e indebolimento anodico. I materiali utilizzati nello studio sono i prodotti Chemlok 205 (primer) e Chemlok 220 (adesivo), la gomma naturale SMR CV60 formulata con sistema di vulcanizzazione a zolfo e acciaio dolce. La parte sperimentale dello studio descrive: • incollaggio della gomma sul metallo; • misurazione della forza del legame; • prova di sprayzzazione di sale; • prova di esposizione alcalina; • distacco catodico; • prova di indebolimento anodico; • analisi di spettroscopia EDS (Energy Dispersive x-ray Spectrometry). La parte dello studio dedicata a risultati e discussione, senza dubbio la più interessante e facile da leggere perché discorsiva e semplice nell’esposizione per tutti coloro che hanno nozioni di chimica di base, si apre con due fotografie che fanno capire visivamente come le forze di interfaccia fra adesivo e substrato metallico siano più forti e più stabili della gomma stessa in condizioni atmosferiche normali. Di seguito vengono analizzati i risultati delle prove citate nella parte sperimentale, con particolare attenzione al ruolo degli ioni idrossido e al meccanismo di fallimento dell’adesione. In definitiva, questo studio riesce a mettere in rilievo aspetti critici dei meccanismi di fallimento di adesione per gomma incollata su acciaio dolce con esposizione in ambiente di cloro. Il cloro, dissolto dalla soluzione salina, può attaccare lo strato protettivo di ossido della superficie di acciaio dolce esposta, la cui rottura attiva le zone primarie di corrosione sulla superficie. Tutto ciò che ne deriva porta alla conclusione che il distacco catodico viene identificato come il fattore dominante, che contribuisce alla perdita di adesione.

MATERIE PRIME E APPLICAZIONI PEROSSIDI ORGANICI LUPEROX AIR: NUOVI SISTEMI PEROSSIDICI PER LA RETICOLAZIONE DI EPDM IN ARIA CALDA 12

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

ABBIAMO LETTO PER VOI

L.H. Palys, W. Pavlek, A. Defrancisci, S. Sorbo, Arkema (USA/France) - RubberWorld marzo 2019, pag. 20-24 e 38.

I

perossidi organici creano forti legami di reticolazione carbonio-carbonio, identici agli analoghi legami della struttura dell’elastomero stesso e più forti dei legami carbonio-zolfo e zolfozolfo; di conseguenza costituiscono la migliore scelta di vulcanizzanti per utilizzare al meglio le potenzialità tecniche di un elastomero. Oltre al vantaggio dell’assenza di nitrosammine, i perossidi sarebbero ideali per la vulcanizzazione delle guarnizioni auto, se la loro estrusione e vulcanizzazione in continuo non avvenisse in forni a tunnel con microonde e aria calda. In presenza di aria calda, infatti, le superfici della gomma a reticolazione perossidica a diretto contatto con l’ossigeno atmosferico diventano seriamente sottovulcanizzate e molto appiccicose, a causa dell’inibizione della reazione dei radicali liberi di reticolazione da parte dell’ossigeno. La casistica sopracitata coinvolge anche la reticolazione in autoclave con vapore e riguarda tutti i processi produttivi di profili finestra dei settori auto e industria, tubi, guarnizioni di tenuta, cilindri, nastri trasportatori, guarnizioni e diaframmi. Arkema ha messo a punto una nuova famiglia di perossidi organici, denominata Luperox Air, che comprende i tipi XL, QC e HT, alternativi rispettivamente ai perossidi Vul-Cup, Di-Cup e Luperox 101, e XL, alternativo al Vul-Cup ma specifico per prestazioni di basso compression set ad alte temperature fino a 165 °C. Grazie alla nuova tecnologia, Arkema sostiene che il perossido Luperox Air XL sostituisce la vulcanizzazione a zolfo con successo, migliorando le proprietà fisiche, evitando la formazione di pericolose nitrosammine, nonché le variazioni di colore così da poter essere usato in mescole bianche e colorate, ed offrendo una durata della mescola di circa un anno contro i pochi giorni/una settimana di analoga mescola a zolfo. A sostegno della validità prestazionale del suo perossido Luperox Air XL, Arkema presenta questo lavoro, basato su parecchi studi condotti nei suoi due centri di ricerca e sviluppo in USA e in

Europa e su prove effettuate in stabilimenti produttivi indipendenti. Tutte le prove vengono effettuate con un masterbatch di EPDM (Vistalon 2504), mettendo a confronto le prestazioni di Luperox Air XL con quelle di VulCup 40 C e di un sistema a zolfo. Le prove dello studio sono le seguenti: • reticolazione della superficie con aria calda, valutata per mezzo di una velina di carta facciale: la completa mancanza di adesione della velina alla superficie della gomma a 205 °C indica la completa reticolazione; • densità di reticolazione su dati reometrici; • carico di rottura e allungamento a rottura; • compression set. • Per quanto riguarda gli altri tipi di Luperox Air citati all’inizio, anch’essi vengono sottoposti, insieme al grado XL e al sistema a zolfo, a prove effettuate sempre sul masterbatch di EPDM iniziale, che comprendono carico di rottura, allungamento a rottura e compression set a 125, 150 e 165 °C (a quest’ultima temperatura, l’EPDM vulcanizzata a zolfo non viene provata a causa del suo fallimento già a 150 °C). Nelle prove condotte in stabilimenti produttivi indipendenti (profili auto su impianto con microonde e tunnel ad aria calda, tubi radiatore in autoclave) sono stati trovati risultati simili a quelli di laboratorio, sia per la buona qualità della superficie, identica a quella di profili vulcanizzati a zolfo, che per le prove tensili. Alla luce di tutto il lavoro svolto, non si può che concordare sul fatto che, se davvero le prestazioni dei nuovi perossidi della famiglia Luperox Air sono quelle dei risultati ottenuti, si può finalmente disporre di perossidi da utilizzare in applicazioni finora precluse.

MATERIE PRIME E APPLICAZIONI NUOVI ADDITIVI COAGENTI POSS (POLYHEDRAL OLIGOMERIC SILSESQUIOXANES) PER GOMME HNBR

R. Ou, National Oilwell Varco (USA), J.D. Lichtenhan, Hybrid Plastics (USA) - RubberWorld marzo 2019, pag. 26-30.


ABBIAMO LETTO PER VOI

L’

HNBR può essere vulcanizzata a zolfo e a perossido se parzialmente idrogenata mentre, quando è completamente idrogenata, solo i perossidi la possono vulcanizzare: in questo secondo caso le sue proprietà tecnicofisiche sono limitate da numero e qualità dei legami, che si possono ottenere dalla produzione indotta di protoni lungo la catena dell’elastomero. I coagenti tradizionali, come triallilcianurato, zinco diacrilato etc., possono essere usati per migliorare quantità e tipo dei legami ma solo in piccola misura: questo studio presenta una nuova famiglia di coagenti olefinici, basati su silsesquiossani poliedrici oligomerici (POSS = Polyhedral Oligomeric Silsesquioxanes). Questi additivi chimici sono costituiti da un nucleo rigido di silicio-ossigeno (SiO 1.5) con gruppi organici esterni che impartiscono compatibilità e reattività, mentre il nucleo fornisce modulo, stabilità termica, volume e area superficiale al legame. In questo studio vengono presi in esame

tre POSS olefinici, vinile, allile e metacrile, tutti con struttura del nucleo a gabbia che, oltre ad essere interessante dal punto di vista economico, fornisce una favorevole diminuzione del punto di fusione, che permette ai POSS di esistere come solidi e liquidi bassofondenti. A causa della loro mancanza di cristallinità, le miscele di POSS a gabbia si dissolvono rapidamente e si disperdono facilmente in HNBR e resine collegate. Dal punto di vista dell’ingombro sterico si deduce che il POSS vinile dà luogo a una bassa densità di reticolazione a causa dell’ingombro sterico della gabbia, che il POSS allile è un reticolante moderato per l’aumentata distanza dell’olefina dal nucleo a gabbia e che il POSS metacrile dovrebbe raggiungere la più alta densità di reticolazione grazie all’attività dell’olefina e alla sua distanza dal nucleo a gabbia. Il basso grado di olefina insatura dell’HNBR completamente idrogenata minimizza l’effetto di autoreticolazione del-

KRAIBURG Pure Nuove serie di mescole per il settore dell‘ acqua potabile dopo il 2021

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la gomma e quindi evidenzia il ruolo della reticolazione ottenibile con gli additivi POSS. Mentre è riconosciuto che la struttura a gabbia dei POSS può anche autoreticolare, la loro aggiunta in bassa percentuale all’HNBR e il quantificato impatto sulle proprietà meccaniche chiarisce il ruolo dei POSS come coagenti per la reticolazione dell’HNBR. L’HNBR utilizzata è il Therban 3407, il perossido è il dicumilperossido e l’attivatore l’ossido di zinco. La mescola di riferimento non contiene alcun coagente, mentre le altre cinque mescole esaminate contengono metacrilpropil POSS, vinil POSS e allil POSS: tre di queste contengono una quantità equivalente molare di doppi legami C = C, il cui uso permette di confrontare l’efficienza di reticolazione dei tipi di POSS presi in esame, mentre le rimanenti due ne contengono circa il doppio. Una volta prodotte le mescole in laboratorio, vengono misurate le proprietà di vulcanizzazione dei campioni, il peso


RUBBER CLUB

specifico, le proprietà tensili, la densità di reticolazione e il grado di dispersione (con microscopio elettronico a scansione SEM e con spettroscopio a raggi x a dispersione di lunghezza d’onda WDS). I risultati ottenuti dalle prove sono i seguenti: • le proprietà tensili e il peso specifico mostrano valori di carico di rottura più alti e di allungamento a rottura più bassi per i campioni con POSS; • la densità di reticolazione, controllata con il metodo di equilibrio di rigonfiamento, conferma valori sensibilmente più alti dei campioni con POSS, soprattutto per i tipi vinile e allile; • la dispersione dei coagenti POSS presenta un’alta omogeneità. In conclusione, i coagenti olefinici POSS si dimostrano validi nella vulcanizzazione perossidica dell’HNBR, con quantità di incorporazione da 1,19 a 2,69 wt.%, offrendo significativi miglioramenti delle proprietà reologiche e tensili, con l’osservazione che il tipo metacrile risulta essere il peggiore dei tre, a causa presumibilmente della sua rapida reazione di autoreticolazione intramolecolare.

PROVE E MISURAZIONI CARATTERIZZAZIONE DELLA RESISTENZA DELLA GOMMA AL COMPORTAMENTO TRUCIOLO E TAGLIO

R. Stoček, PRL Polymer Research Laboratory and Tomas Bata, University (Czech Republic), W.V. Mars, C.G. Robertson, Endurica LLC (USA), R. Kipscholl, Coesfeld GmbH & Co. KG (Germany) - Rubber & Tire dicembre 2018/ gennaio 2019, pag 15-17.

T

aglio e truciolo (CC = Cutting and Chipping) di gomma battistrada sono una grossa preoccupazione per pneumatici, che vengono usati fuoristrada o in condizioni critiche, dove i pneumatici sono in contatto con ghiaia, pietre e superfici sconnesse. A causa della solita difficoltà di prevedere la resistenza di battistrada di pneumatici da prove di laboratorio delle mescole di gomma, spesso si rende necessario ricorrere a costosi programmi di sviluppo, che coinvolgono ripetitive prove di produzione e sul campo di nuove mescole battistrada. 14

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

ABBIAMO LETTO PER VOI

Il fenomeno CC è complesso, eppure i metodi di prova in laboratorio impiegano dispositivi privi di strumentazione, in cui la perdita di peso del campione è la sola misurazione. Questo studio descrive un nuovo strumento per caratterizzare il comportamento CC, che ha parecchie condizioni di prova, che possono essere controllate indipendentemente, e misura forza multipla e canali di spostamento dei dati durante la prova su campioni di gomma. Le gomme esaminate sono gomma naturale (SMR CV60) e BR alto cis (BUNA CB 24), con carbon black N339 come carica, fermi restando gli altri tradizionali ingredienti di una mescola battistrada standard. Le prove CC vengono eseguite su due mescole, con carbon black a 50 e 65 phr, con l’apparecchiatura ICCATM, prodotta dalla Coesfeld GmbH, di cui sono presentati una fotografia (con vista ingrandita del dispositivo di impatto) e uno schema dell’apparato di misurazione. Il suo principio di funzionamento attua una rotazione del campione circolare di gomma ad una selezionata velocità e con colpi sul campione con un dispositivo d’urto a una data frequenza. L’innovazione dell’apparecchiatura ICCATM è il valore P, definito come propensione a CC, determinato dall’integrazione delle fluttuazioni in forza di frizione, relativa alla rugosità della superficie danneggiata sulla base di un numero di cicli d’impatto. La descrizione del funzionamento e delle misurazioni dei vari parametri esaminati è breve e semplice e porta alla conclusione che l’analizzatore ICCA è un valido strumento per valutare la tendenza CC delle mescole in laboratorio per prevedere il comportamento CC dei battistrada in servizio, con l’ulteriore possibile utilizzo per misurare frizione e usura in modalità di completo contatto.

PROVE E MISURAZIONI REOLOGIA DI MESCOLE EPDM REALIZZATE CON POLIMERI DI UGUAL MOONEY ED UGUAL COMPOSIZIONE: DIFFERENZIAZIONE AL DI LÀ DEI TIPICI PARAMETRI DELL’EPDM

J. Tuberquia, C. Li Pi Shan, S. Wu, G. Li, L.

Nguyen, T. Kashyap, T. Huang, D. Gillespie, C. Thomas, K. Blackwell, Dow Chemical (USA) Rubber & Tire, dicembre 2018/gennaio 2019, pag 19-25.

C

on un’evoluzione, che dura ormai da più di cinquant’anni, la gomma EPDM è oggi disponibile in più di 200 tipi, con una vasta gamma di viscosità Mooney e di contenuto di etilene e diene. La lunga introduzione di questo studio affronta la casistica della scelta di un tipo di EPDM, partendo dalla questione fondamentale che si focalizza sul comprendere se polimeri comparabili per viscosità Mooney e composizione possono essere considerati intercambiabili per lavorazione e prestazione. Ci sono poi altre tre questioni da prendere in considerazione: • come è possibile classificare tutte le combinazioni di distribuzione di peso molecolare e di lunga ramificazione di catena? • come si relaziona tale classificazione alla processabilità e alle proprietà di prestazione? • oltre alle tradizionali possibili scelte disponibili, quali altre architetture di polimero sono oggi disponibili? Lo studio si focalizza sull’effetto della miscelazione di polimeri EPDM amorfi (A) e semicristallini (SC), con viscosità Mooney costante di 70 e contenuto di etilidene norbornene (ENB) del 5%. La sezione sperimentale illustra i metodi di caratterizzazione (reometro, viscosimetro, cromatografia a permeazione di gel GPC, calorimetria differenziale a scansione DSC) e le due famiglie di EPDM scelte per le prove (con livelli estremi di distribuzione di peso molecolare MWD, larga e stretta, e stessa casistica per l’elasticità, alta e bassa) con finestra C2 dal 46 al 54 % per i polimeri amorfi e dal 69 al 71 % per i semicristallini. Vengono così prodotte otto mescole, tutte formulate con la stessa carica (carbon black N660) e gli stessi ingredienti senza sistema accelerante ma solo zolfo, ossido di zinco etc. Nella sezione risultati e discussione si esamina attentamente il comportamento di miscelazione dei polimeri presi in esame: particolarmente interessan-


ABBIAMO LETTO PER VOI

ti sono i quattro grafici che illustrano l’evoluzione di energia elettrica, temperatura, posizione del pistone e consumo totale di energia elettrica nel tempo per i quattro campioni amorfi e gli altrettanti grafici riferiti ai quattro campioni semicristallini, in entrambi i casi nell’ambito del profilo di miscelazione. Mettendo a confronto le due famiglie di campioni, occorre tenere presente che, per comprendere l’effetto di architettura del polimero specifico nel profilo di miscelazione di polimeri semicristallini, è necessario considerare l’effetto della cristallinità al di sopra della temperatura ambiente (CATR) come un’ulteriore variabile rispetto ai polimeri amorfi. Interessante, infine, anche l’ultima tabella dello studio, che valuta le caratteristiche di miscelazione desiderate sulla base dell’architettura dei polimeri nel caso di quelli semicristallini (forte intensità del picco di incorporazione del carbon black, rampa di salita della temperatura all’inizio del ciclo etc.).

PROVE E MISURAZIONI MODELLO DI PROCESSO DISTRUTTIVO DI GOMMA BUTILE

S.G. Tikhomirov1, P.S. Polevoy2, M.E. Semenov3, A.V.Karmanov4 - 1Voronezh State University of Engineering Technology, Voronezh (Russian Federation), 2“INTECH” CJSC, Moscow (Russian Federation), 3Voronezh State University, Voronezh (Russian Federation), 4Voronezh State Technical University, Voronezh (Russian Federation) - Radiation Physics and Chemistry, Volume 158, maggio 2019, pag. 205-208.

Q

uesto lavoro si occupa dello studio del processo di distruzione di polimeri mediante radiazioni γ, con ricorso a metodi di modelli matematici, utilizzando gomme a base butile, con vulcanizzazione a resina e zolfo, irradiate alla fonte di 60Co con dosi di 20-100 kGy. Lasciando a chi sa di analisi matematica la lettura completa della parte, che presenta formule ed equazioni, ci limitiamo ad evidenziare che: • rispetto alla distruzione termica, la radiolisi non causa depolimerizzazione

• •

e non è un processo a catena, ma procede sempre a caso con reazioni che si verificano mediante un meccanismo radicalico; l’utilizzo di una lavorazione con radiazioni ionizzanti su gomme butile porta, mediante processi di distruzione, ad ottenere materiali con proprietà plasto-elastiche prestabilite; all’aumento della dose di radiazioni corrisponde un’intensa diminuzione della viscosità delle gomme; la variazione di viscosità delle gomme, durante l’irradiazione, è non-lineare; il modello matematico di distruzione si basa su una descrizione dei momenti iniziali della funzione di distribuzione; l’errore del modello matematico non supera il 2%, per cui è possibile utilizzare la descrizione matematica sviluppata per prevedere e controllare la lavorazione dei polimeri con radiazioni, al fine di produrre composizioni di polimeri con proprietà tecnologiche prestabilite.


L’OPINIONE

Piccole aziende crescono: la realtà delle pmi del Bresciano di Gianpaolo Brembati

D. Il distretto del Sebino, dedicato alla trasformazione della gomma, si è confermato nel 2018 come quello più performante d’Italia: ci può commentare la notizia e fornire qualche dato sulla crescita della zona? R. La spiegazione più semplice di questa situazione deriva essenzialmente dai numeri di imprese attive e addetti: a fronte di 1.351 imprese attive e quasi 39.000 addetti nel comparto nazionale della fabbricazione di articoli in gomma, la Lombardia rappresenta quasi un terzo del totale, con 442 imprese e poco più di 13.000 occupati. L’area del Sebino, la cosiddetta Rubber Valley, che comprende il territorio a ridosso del lago d’Iseo fra le province di Brescia e Bergamo, costituisce il secondo polo produttivo nazionale dopo Torino per numero di addetti. In particolare, nel 2018 le esportazioni complessive del comparto, con oltre 235 milioni di euro, sono aumentate del 7,7% rispetto al 2017, soprattutto per vendite verso i paesi UE, con un saldo commerciale superiore a quello dell’anno precedente di circa il 10%. D. Dal suo punto di osservazione di presidente del Comitato Piccola Industria dell’Associazione Industriale Bresciana, come giudica al momento lo stato di salute delle PMI del vostro territorio? Quali sono i punti di forza, quali le eventuali debolezze e come pensate di superarle? 16

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

Elisa Torchiani, presidente del Comitato Piccola Industria dell’Associazione Industriale Bresciana. È anche amministratore delegato dell’azienda di famiglia, la Torchiani, attiva nella commercializzazione di prodotti chimici specifici per svariati settori industriali, tra cui anche quello della trasformazione della gomma.

Amministratore delegato dell’azienda di famiglia, la Torchiani srl, Elisa Torchiani è anche presidente del Comitato Piccola Industria dell’Associazione Industriale Bresciana dal maggio 2017. La sua impresa è storicamente attiva nel comparto chimico, come fornitore di materie prime, e dal 2010 è proficuamente impegnata nel settore della gomma, dopo l’acquisizione di Baslini Trade. Con lei abbiamo parlato di come le aziende del Bresciano stanno affrontando la trasformazione tecnologica in atto, l’approccio all’innovazione, l’accesso al credito, la formazione di nuovo personale. E degli strumenti che l’associazione ha attivato per sostenerle.


Elisa Torchiani R. A livello nazionale la situazione delle PMI è stata caratterizzata da una sensibile crescita per quanto riguarda il 2018 e quella delle aziende bresciane, in particolare, si contraddistingue per essere estremamente proattiva in tutti i settori. Nel primo trimestre 2019 il mercato sta “tenendo”, ma la preoccupazione è palpabile. I punti di forza delle imprese bresciane sono la determinazione e la forza di volontà, che hanno permesso loro di reagire sempre all’attuale lungo periodo di incertezze senza arrendersi di fronte alle difficoltà, di qualunque tipo esse siano. D’altro canto, da presidente del Comitato Piccola Industria dell’Associazione La trasformazione Industriale Bresciana, tecnologica e digitale in vedo che si fa molta fatica atto rappresenta a scrollarsi di dosso una un cambiamento epocale persistente mentalità individualistica e questa è e un ottimo spunto senz’altro una debolezza di riflessione per le nostre degli imprenditori imprese per migliorare italiani in generale che contraddistingue anche i la propria organizzazione bresciani. e una grande opportunità Stiamo comunque di crescita. Richiede però lavorando per cercare di di affrontarla preparati superarla. Per portare un esempio pratico e che ci e nel nostro territorio riguarda direttamente, c’è chi lo è di più e chi lo la nostra famiglia ha è di meno. Soprattutto sempre avuto una chi ha un business più mentalità disposta alla collaborazione, in quanto adattabile farà meno crediamo che la logica di fatica un obiettivo di crescita dovrebbe risiedere, per tutte le aziende, nello sfruttare le molteplici possibilità a disposizione, di cui una è senz’altro la della cooperazione con altri imprenditori attraverso aggregazioni e partnership. Da quando sono arrivata a ricoprire l’attuale ruolo istituzionale nell’associazione, posso dire che come primo obiettivo ci siamo dati proprio quello di lavorare sul networking in senso lato e, nello specifico, abbiamo tenuto l’anno scorso una prima assemblea, in cui abbiamo affrontato un primo esperimento, un Business to Business con scambio di biglietti da visita, tanto per cominciare a facilitare inizialmente la conoscenza fra imprenditori. Quest’anno abbiamo organizzato, il 30 maggio, la nostra seconda assemblea, che ha rappresentato un passo ulteriore nella direzione della filiera basata sul concetto di “connettersi aggregandosi!”. Abbiamo affrontato tanti temi pratici, come le reti d’impresa, i pogetti europei e i Cluster, per esempio, e sono state proposte alcuniecase

history, anche bresciane, di cui hanno parlato i protagonisti stessi per fare capire ai partecipanti come siano riusciti a crescere nei loro ambiti specifici. Ci stiamo rendendo conto che abbiamo sempre di più la necessità di chiarire gli obiettivi della crescita, e questo è imprescindibile. Questa dinamica piace: in associazione, in tutte le iniziative del Comitato Piccola Industria, stiamo cercando di presentare casi aziendali concreti raccontati dagli imprenditori che li hanno vissuti, perché questo è un dialogo più comprensibile e fa in modo che relazione e correlazione fra imprenditori diventino più fluide. Così stiamo cercando di rovesciare l’approccio al paradigma, facendoci raccontare da alcuni imprenditori di successo come hanno fatto a crescere, e arriviamo a scoprire che la loro crescita è spesso legata alle iniziative col mondo dell’università, coi cluster, con le reti di impresa, con il mondo digital. In questo modo riusciamo anche a superare l’apparente difficoltà, che l’imprenditore incontra di fronte alle tematiche di innovazione e che lo costringe a fermarsi senza entrarci, senza approfondire e soprattutto senza mettersi in gioco. D. Che cosa serve, secondo lei, per supportare seriamente le aziende di dimensioni medio-piccole, senza sconfinare nell’assistenzialismo, che finisce per tenere in piedi artificiosamente le imprese meno capaci di competere, ma mettendole davvero nella condizione di operare al meglio e di esprimere le loro potenzialità? R. Mettendo da parte il tema politico, che in questa fase non è di primario interesse e non è nel dna dell’Associazione, direi che si percepisce uno scollamento fra quello che bisognerebbe realizzare e quello che si fa nella realtà. Le aziende vedono aliquote e tasse come una problematica da inquadrare nell’ottica del miglioramento, nel senso che è inutile un aumento dell’Iva senza una valutazione del conseguente potere d’acquisto da parte dei cittadini, che dovrebbero avere la possibilità di spendere di più e quindi di far girare l’economia e l’indotto in senso positivo: in fin dei conti, aumentare le tasse significa diminuire il potere d’acquisto, creare il reddito di cittadinanza significa disincentivare il lavoro. Anche nel nostro territorio parecchi imprenditori si lamentano perché faticano a trovare collaboratori e denunciano spesso la situazione per cui, durante un colloquio di assunzione, il candidato fa un confronto tra stipendio iniziale e reddito di cittadinanza di base, concludendo che non gli conviene accettare il lavoro offerto. Ci sono poi le situazioni di Industria 4.0, che negli anni recenti hanno favorito la crescita delle piccole imprese, per cui sarebbe opportuno che non si perdessero ma fossero riattivate, possibilmente con una migliore fluidità delle procedure che a volte, a causa di una burocrazia asfissiante, rendono impossibile ottenere esiti positivi. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

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L’INTERVISTA

Oggi la casistica dell’accesso al credito è meno problematica di qualche tempo fa e l’attuale situazione positiva dovrebbe durare per un paio d’anni ancora, con tassi di interesse bassi, ma chi non ha già accesso al credito non è facilitato nell’ottenerlo, a causa dell’atteggiamento delle banche, che non si assumono rischi. E anche gli imprenditori, dal canto loro, sono a volte incapaci di migliorare i rapporti con gli istituti bancari sulla base della propria situazione finanziaria. In quest’ambito l’associazione lavora molto bene, nel senso che abbiamo dato a tutti gli imprenditori uno strumento operativo utilissimo, chiamato Bancopass, condiviso con gli istituti di credito, che consente agli imprenditori di creare business plan, di fare bilanci, di attivare e verificare tutto l’iter di accesso al credito. D. Parliamo di trasformazione tecnologica e digitale, un cambiamento che interessa in modo trasversale le imprese, indipendentemente dal settore in cui operano. Dal suo punto di vista perché è importante o, come affermano molti, addirittura necessaria? In che modo “costringe” anche gli imprenditori a ripensare al business e all’organizzazione d’impresa? R. Questa è una tematica assolutamente attuale, perché la trasformazione tecnologica e digitale rappresenta un cambiamento epocale, come è stato a suo tempo internet. È inevitabile e può essere per le imprese un ottimo spunto di riflessione per capire come migliorare la propria organizzazione. Quando si cominciò a parlare di internet, furono espresse molte considerazioni negative sul suo futuro, ma oggettivamente occorre riconoscere che è cambiato tutto. Allo stesso modo l’attuale trasformazione tecnologica e digitale rappresenta un’opportunità incredibile per le aziende, anche se è necessario accostarsi ad essa preparati: c’è chi lo è di più e chi meno, chi ha già un business adattabile, chi farà più fatica, ma è un cambiamento imprescindibile e dobbiamo essere bravi noi imprenditori, con la nostra struttura organizzativa, a cavalcarne l’onda. D. Si parla di difficoltà a reperire figure professionali adeguate alle nuove esigenze dell’impresa digitalizzata. Questo fenomeno si riscontra anche nel Bresciano e anche nello specifico ambito di attività di Torchiani? Qual è la situazione di formazione e strategie nel territorio? R. Questo è un problema reale e percepito e si sta cercando ormai da anni di avvicinare i due binari, purtroppo ancora molto lontani, di mondo del lavoro e del mondo della scuola, perché da qui si parte per risolvere la criticità della situazione. Quello che possiamo fare, e che stiamo facendo, è sforzarci sempre più di colmare questo gap, sfruttando anche l’alternanza scuola lavoro, e di concretizzare questa opportunità incredibile che abbiamo a nostra disposizione. 18

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

Elisa Torchiani

Nello specifico, a Brescia sono partite diverse iniziative, proprio anche nell’ottica dell’impresa digitalizzata, che hanno dato vita, da parte degli istituti professionali del sistema ITS, a percorsi di formazione, purtroppo ancora poco conosciuti. Si tratta di un’alternativa ai corsi universitari triennali, estremamente operativa, che consiste in un corso post diploma di due anni, per metà svolto in aula e per metà in azienda. Ce ne sono ormai tanti in Italia, quattro a Brescia, tutti sviluppati con le stesse logiche, ma differenziando ovviamente i settori specifici: uno a Brescia è in particolare incentrato sulla tecnologia digitale, più focalizzato sulle nostre necessità, mentre quello di Bergamo, per esempio, è basato su chimica, gomma e plastica. In merito a questa situazione bisogna evidenziare una cosa molto importante: gli imprenditori devono smettere di pensare che si possano avere giovani che arrivino in azienda già completamente formati. Questo è impossibile e noi in primis dobbiamo metterci in gioco per aiutarli, perché la scuola non può arrivare ovunque e viviamo tutti situazioni aziendali di personale ancora in formazione a trenta e più anni. Partendo da questa constatazione, dobbiamo permettere e rendere fruibile e fluido il rapporto fra scuola e mondo del lavoro, così da creare vere sinergie da cui sia i giovani che i docenti e le imprese traggano benefici senza la pretesa che sola una delle parti faccia tutto. D. Un cenno sui 90 anni, da poco compiuti dalla vostra azienda, per capire in che modo, attraverso generazioni successive, è possibile mantenere competitiva un’impresa nel vostro settore. R. 90 anni sono tanti, ma ci sentiamo ancora molto giovani, grazie anche ad una realtà di organico comunque davvero giovane, con un’età media di 40 anni. Posso dire che da sempre, fortunatamente e per una questione di dna, siamo un’azienda con mentalità imprenditoriale, seriamente e assolutamente legata alla formazione dei nostri collaboratori ma soprattutto di noi stessi, perché siamo convinti che è necessario rendersi conto che lavorare significa vivere una formazione continua. Tutto questo ci ha aiutato nel superamento delle note situazioni di crisi degli ultimi anni, da cui siamo usciti con una precisa politica di apertura a collaborazioni, partnership e con l’acquisizione di aziende, il settore gomma ne è un esempio concreto, poiché quest’ultimo è un modo molto concreto per crescere. Abbiamo affrontato e sviluppato, e lo stiamo ancora facendo, nuovi settori merceologici, con un’attenta considerazione delle esigenze e delle opportunità del mercato, arricchendo così la nostra offerta di prodotti chimici nell’ambito di cosmetica, lubrificanti, food e feed, e investendo nelle strutture, con un nuovo magazzino di 5.000 metri quadrati per le materie prime che trattiamo. 


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Il futuro si chiama silicone La maggior parte dei trasformatori lo conferma, così come i produttori di macchine, di stampi e di materie prime. La trasformazione del silicone, liquido e solido, è un’attività che ha ormai affiancato lo stampaggio degli elastomeri “tradizionali” nella maggior parte delle nostre imprese. Ma che richiede comunque tecnologie e competenze ad hoc

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FOCUS

Battaggion L’innovazione al servizio dell’utilizzatore

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attaggion S.p.A. è un produttore di miscelatori e mescolatori per vari settori industriali ed è uno dei brand più riconosciuti nel campo del silicone. Attraverso l’imminente unione delle tre divisioni produttive nella rinnovata sede di Bergamo, il gruppo si propone come il più completo nelle tecnologie di miscelazione. Il silicone è ormai da molti anni una delle applicazioni principe della produzione dell’azienda e richiede un continuo aggiornamento delle soluzioni tecnologiche adottate come conseguenza delle sempre più stringenti richieste di automazione e certificazione per il settore automotive e farmaceutico, ma anche per le altre applicazioni industriali. Il laboratorio di Battaggion risponde in modo continuo alle richieste che arrivano dal mondo del compound e collabora attivamente alla risoluzione delle richieste del cliente. In questo modo l’azienda riesce a garantire una soluzione completamente al servizio dell’utilizzatore finale. Mentre i produttori di mescole richiedono soluzioni sempre

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più flessibili e scelgono batch ridotti e continuamente variabili, Battaggion rafforza anche la sua presenza nelle più grandi società globali di produzione del silicone di base. L’impastatrice ribaltabile da 10.000 l (nella foto) ne è uno degli esempi: una sfida da un punto di vista ingegneristico che diventerà parte della principale linea di produzione di uno dei leader mondiali in uno stabilimento oltreoceano. Dalla Cina agli Stati Uniti, la presenza internazionale dell’azienda nel campo del silicone è confermata e rafforzata anche dalle continue richieste nell’ambito dei sigillanti e nelle applicazioni che richiedono la lavorazione del silicone attraverso miscelatori verticali, di varie configurazioni, o planetari.


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Colmec Un’applicazione speciale per l’automotive

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olmec Spa, nel corso degli anni, ha perfezionato e automatizzato la produzione dei tubi destinati al trasporto di fluidi nel settore automotive. Tra questi rientrano i tubi per sistemi frenanti, idroguida, aria condizionata, carburante, radiatori, TCI (TurboCharger Intercooler) e raffreddamento batterie, utilizzati nelle automobili e nei camion elettrici di ultima generazione. Le maggiori innovazioni tecnologiche introdotte da Colmec riguardano la produzione dei tubi bistrato, multistrato e coestrusi, con e senza inserto tessile che vengono sagomati mediante vulcanizzazione in autoclave. I materiali impiegati devono soddisfare le sempre più esigenti richieste dei moderni motori turbo diesel e benzina. Le elevate temperature di esercizio, l’aggressività degli oli e dei vapori di scarico rendono necessario l’utilizzo di nuove formulazioni quali le gomme siliconiche che sono più performanti degli elastomeri “classici”. Tali tubi sono ottenuti impiegando diversi tipi di mescole in funzione dello specifico utilizzo. È possibile, però, dividerli in due macrofamiglie in base al materiale con cui viene estruso il sottostrato a contatto con la miscela di gas ed oli: fluorosilicone (FVMQ) oppure gomma fluorurata (FKM).

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La moderna tecnologia targata Colmec permette di produrre tutte le tipologie di tubi appartenenti alle due macrofamiglie in un processo in continuo, automatizzato, costante. Colmec, inoltre, attraverso la sua divisione “Automation”, ha la possibilità di integrare nella sua rete PLC i più moderni sistemi di controllo dimensionale, come le teste laser a tre assi, o i sistemi in grado di leggere gli spessori dei diversi strati, sfruttando la tecnologia dei raggi X. Tutto ciò concorre alla riduzione dei costi fissi (grazie, per esempio, al minor spazio per lo stoccaggio dei WIP), e dei costi variabili, riducendo gli scarti ed aumentando la qualità del prodotto che può essere garantita dall’inizio alla fine, in un processo continuamente monitorato e validato in tempo reale. Un altro fattore, che decreta il successo delle linee di estrusione tubi multistrato marcate Colmec, è la realizzazione di tutte le unità che compongono la linea (traini, vasche, taglierine e software). Sviluppando ogni macchinario con la consapevolezza derivante dal suo quasi mezzo secolo di esperienza nel campo delle lavorazioni della gomma e del silicone. Realizzare tali tecnologie richeide investimenti sempre più importanti in ricerca e sviluppo. In quest’ottica Colmec ha aperto un nuovo Centro Tecnologico, gemello di quello Italiano, presso la sede americana (Colmec USA), per validare e testare le proprie linee di estrusione “production scale”.


silicone

Comet Un nuovo investimento per potenziare la produzione

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omet fa il suo ingresso nel mercato dei siliconi ereditando la competenza tecnica di Laborsil, azienda acquisita nel 2016. Già prima della fusione tra le due realtà l’impianto di Bergamo, noto per l’altissima qualità delle basi e la varietà dei componenti selezionati, operava all’interno di nicchie settoriali e negli anni era riuscito ad identificarsi e a distinguersi grazie alla peculiarità della gamma di mescole sviluppate in sinergia con il cliente. L’offerta dei compound soddisfa oggi le richieste più esigenti anche in termini di colore: siliconi compatti da 10 a 95 Shore A, espansi da 0,35 a 0,80 g/cm3 a catalisi perossidica o platinica, adatti a ogni sistema di trasformazio-

ne e impiegabili in molteplici settori applicativi (elettrico, medicale, alimentare, edile, automotive. ecc.); fluorosiliconi perossidici da 25 a 80 Shore A e, infine, PVMQ (fenilici) destinati principalmente al mondo militare e nucleare. L’innovazione che da sempre contraddistingue Comet è alla base del nuovo progetto di integrazione fra la storica realtà che produce mescole organiche e la più giovane (ma esperta) divisione siliconi con sede a Bergamo. L’obiettivo del nuovo investimento è compiere un balzo tecnologico mirato a esprimere il potenziale Laborsil ancora inespresso: incremento della costanza qualitativa, della produttività e, di conseguenza, affermazione del nuovo posizionamento tra i top player di un mercato sempre più competitivo.

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FOCUS

Desma Soluzioni high-tech per zero sprechi e automazione

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esma, il produttore tedesco di presse a iniezione con sede a Fridingen ha sviluppato soluzioni interessanti per gli elastomeri in generale e per il silicone in particolare. Sul fronte dell’eliminazione degli scarti, ha messo a punto il sistema ZeroWaste ITM con otto ugelli a temperatura controllata per l’iniezione diretta a canale libero. Il sensore della pressione interna allo stampo PressureSense consente di interrompere il processo di trasferimento della mescola mantenendo costante il volume necessario alla produzione dell’articolo. Un cilindro a vite rotante consente cambi veloci di mescola e dello stampo nell’ordine dei 10 minuti. Per il silicone in pasta, Desma ha messo a punto un dispositivo chiamato Cartridge Stuffer, in attesa di brevetto, che consente di cambiare la mescole nel giro di pochi minuti, utile per lotti di piccole dimensioni o per lavori che richiedono un limitato volume di mescola. In collaborazione con il partner FlexCell l’azienda offre anche una soluzione automatizzata con un robot collaborativo a 6 assi per realizzare un processo produttivo completamente automatico.

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L’operatore precarica gli inserti per diversi cicli di lavorazione durante la pre-vulcanizzazione. Il risultato è un risparmio di tempo sostanziale, con un ciclo costante e un’elevata qualità del prodotto. La cella robotica flessibile di FlexCell include anche componenti addizionali che possono essere stivati e utilizzati su più di una pressa a iniezione all’interno dell’impianto. Desma offre quindi la possibilità di operare diverse macchine con un solo addetto e di effettuare il distacco del pezzo dallo stampo e la sua successiva movimentazione in una stazione esterna, mentre una nuova serie viene vulcanizzata nell’unità di stampaggio.


silicone

DGTS Stufe per l’invecchiamento

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ul mercato si può trovare una grande varietà di stufe che vengono presentate in diversi modi: stufe per l’invecchiamento, stufe per il laboratorio, stufe per l’essiccazione, stufe per riscaldamento. Ciascun tipo di stufa ha i suoi vantaggi per il suo specifico utilizzo e non è adatta per farne un uso differente. Quando si fa riferimento a Stufe per l’Invecchiamento (ageing oven), ci si riferisce a stufe che rispondono a ben specifiche caratteristiche (vedasi la normativa ISO188 e sue equivalenti) al fine di garantirne l’utilizzo e quindi la riproducibilità e la ripetibilità dei risultati (prove di trazione e durezza sui provini invecchiati a caldo). Studi fatti confermano che polimeri invecchiati in stufe non adatte allo scopo forniscono risultati con bassa riproducibilità e quindi l’importanza del controllo di: • variazioni di temperatura nel tempo • variazioni di temperatura nello spazio (interno alla stufa) • velocità dell’aria nella stufa • locità dei ricambi d’aria e naturalmente la loro presenza Nella tabella, il confronto tra una stufa per invecchiamento ed una stufa da laboratorio (molte sono buoni prodotti, spesso non così costose e quindi la prima scelta, soprattutto per l’ufficio acquisti). Sicchè, avendo bisogno di una nuova stufa per il proprio laboratorio, la prima cosa da fare è chiarirsi l’utilizzo che se ne vuole fare e verificare se ci sono normative a riguardo e quindi cercare il corretto tipo di stufa per la proprie necessità.

DGTS propone le stufe per l’invecchiamento prodotte da Elastocon AB. Cell Ovens: 4 o 6 celle a temperatura unica o indipendenti Cabinet Ovens: ideali per invecchiamento di prodotti finiti o provini di grosse dimensioni (tra queste EB26 con carosello interno e EB27 con alto ricambio d’aria 3-200 ricambi/ora. Test Tube Ovens: 24 tubes ad unica temperatura e 4x6 tubes a differenti temperature.

Prestazione

Stufa invecchiamento Stufa ad alta laboratorio precisione

Accuratezza temperatura nel tempo

Sì, alta prestazione

Accuratezza temperatura nello spazio

No

Specifica velocità dell’aria

No

Specifica direzione dell’aria

No

Specifico ricambio d’aria

No

Specifica sensori aggiuntivi di temperatura

No

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FOCUS

Elkem Silicones La nuova serie HV di basi siliconiche per smorzare le vibrazioni

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on la crescita del trasporto di materiali e persone e la necessità di avere condizioni di viaggio silenziose e confortevoli, la gestione delle vibrazioni è fondamentale in auto, treni, aerei. A volte però non è solo una questione di comfort, ma di sicurezza, ad esempio quando l’elettronica, parte fondamentale dei moderni mezzi di trasporto, deve essere protetta dalle vibrazioni. Le vibrazioni possono essere generate da molte fonti, il movimento di per sé è una di queste, ma provenire anche da motori o altri movimenti meccanici dalla macchina. Per ridurle esistono molte soluzioni, basate su diversi design e diversi materiali, dai gel alle gomme. Il silicone può essere la giusta soluzione a questi problemi perché è un materiale versatile che può essere utilizzato in forma di gel o gomma per la gestione delle di vibrazione. Le prestazioni standard degli elastomeri siliconici HCR sono attribuite allo scheletro di polidimetilsilossano e specificamente al legame Si-O, che è altamente flessibile e resistente all’ossidazione rispetto al legame organico C-C. Di conseguenza, il vantaggio chiave di HCR è che mantiene le proprietà antivibranti in un ampio intervallo di temperature. Può infatti essere utilizzato ad alte temperature, che superano i 150°C in continuo ovvero a basse temperature fino a - 50 ° C. I principali inconvenienti delle gomme siliconiche sono la

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bassa resistenza alla trazione e alla lacerazione, sebbene le cariche possano migliorarne le proprietà. Di conseguenza in genere le gomme siliconiche non sono considerate un materiale da scegliere nella realizzazione di articoli che debbano lavorare in condizioni dinamiche e sotto carico. Per risolvere questo problema, Elkem ha sviluppato una serie di nuove basi siliconiche, la serie HV, che ha i seguenti vantaggi rispetto ai materiali standard: • buona resistenza allo strappo; • buona prestazione a fatica; • facile adesione ai materiali, testata con un ampio spettro di primer, anche all’acqua. Ecco perché la nuova serie Elkem HV è ideale per le applicazioni antivibranti come ganci per tubi di scarico, supporti motore e puleggia per ammortizzatori. Elkem Silicones è in grado di proporre soluzioni in gomma siliconica per applicazioni antivibranti attraverso la sua rete di centri di mescolazione Mix & Fix, che posso personalizzare i materiali per adattarli perfettamente alle esigenze dei clienti, ovunque si trovino nel mondo. Per informazioni https://silicones.elkem.com. L’azienda sarà anche presente al K2019 a Düsseldorf (padiglione 7, livello 1, stand B29).


silicone

For Lab Italia Il post-curing in forno delle mescole

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li articoli tecnici in silicone subiscono l’operazione di trattamento termico in forno al fine di migliorarne le caratteristiche meccaniche e le performance di resistenza chimica. Le modifiche che avvengono nella mescola vulcanizzata durante il postcuring sono misurabili mediante RPA (Alpha Technologies) del modulo elastico generalizzato (G’0). Con la distruzione dei legami termolabili, il modulo G’0 inizialmente diminuisce per poi raggiungere un plateau, indice di una stabilizzazione termica del materiale. Ad alte temperature sono inoltre favoriti i processi di diffusione delle componenti volatili, quali i silossani e i residui derivanti dalla decomposizione del perossido. In particolare è stato effettuato uno studio dell’emissioni di un forno durante una operazione di post-vulcanizzazione (a 230 °C per 3 ore) in cui sono stati determinati analiticamente i composti organici volatili (COV). Nella prima ora di postcuring vengono eliminati il dimetil fenil carbinolo e il metil cumil etere che sono i residui del dicumil perossido (DCP) e 4-acetilpiridina, utilizzato nel controllo della reazione di sintesi del silicone. A tempi più lunghi si completa l’eliminazione dei silossani ciclici in particolare dell’octametil-ciclotetrasilossano e del decametil-ciclopentasilossano per un COV totali pari a 1600 mg/Nm³ (come n-esano). Per questa ragione la For Lab Italia ha progettato e realizzato un forno dedicato ai prodotti in silicone, tenendo anche conto dei data sheet forniti dai produttori, dell’esperienza degli stampatori italiani e dei dati scientifici acquisiti per adempiere alle richieste sia di qualità che di sicurezza, ottimizzando sia il flusso d’aria per kg di materiale che i filtri per le polveri per ottenere la miglior “tempra” del silicone evitando il rischio di esplosione. È stata così definita la quantità di prodotto postcurabile in relazione al volume della camera e soprattutto alla quantità di aria ricambiata per kg di materiale introdotto nonché le migliori condizioni di tempo e temperatura del ciclo. La rampa di salita non può essere “libera” ma deve rispondere a una precisa curva di temperatura (in °C per minuto) al fine di permettere l’evacuazione dei gas emessi durante il processo di riscaldamento evitando il rischio latente di esplosione. Nei forni For Lab per silicone la ventilazione della camera è stata disegnata in modo da uniformare in modo preciso la temperatura nella camera e mantenere il corretto rapporto di ricambio d’aria (in m3 per ora). La realizzazione di flaps regolabili ci consente di “controllare” la stratificazione orizzontale d’aria, così da “calibrare” ogni singolo forno per ogni singola applicazione. La gamma dei nostri forni For Lab comprende: FG forni

statici da 400 a 5.000 litri con possibilità di inserire carrelli a ripiani e FGR innovativo forno rotante da 350 a 1.000 litri Entrambi possono essere equipaggiati a seconda nelle esigenze con: • filtri EHPA in grado di rimuovere qualsiasi particella di polvere nella aria di entrata; • software di gestione remota e tracciabilità dei dati storici; • chiusura porta con serratura elettrica, in grado di garantire la sicurezza verso gli operatori; • scambiatore di calore, che grazie a un recupero di calore dei fumi di scarico viene permette di ottenere fino al 25% di risparmio energetico e contemporaneamente realizzare di polveri e inquinanti volativi contenuti nei fumi emessi nel postcuring; O.R.S System, che in caso di un superamento della temperatura di sicurezza chiude le elettrovalvole per il passaggio d’aria riducono la presenza di ossigeno interno camera, impedendo ogni la possibilità di incendio. L’ufficio tecnico di For Lab è a disposizione per un consulto o per la progettazione di forni con dimensioni dedicate. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

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FOCUS

Franciacorta Stampi Pulsante in 2K (LSR)

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l particolare mostrato nell’immagine rappresenta un pulsante composto da due tipologie diverse di silicone liquido, quindi con due durezze e due colori differenti. L’articolo è un componente di una tastiera per il comando di PC industriali dedicati al controllo di magazzini automatizzati. I numeri di produzione annua di questo tipo di pezzo e la necessità di ottenere un processo di stampaggio particolarmente performante hanno determinato la progettazione e la costruzione di un’attrezzatura mirata ad allestire un ciclo produttivo totalmente automatico, in grado di eliminare le operazioni di post lavorazione. La pressa dedicata a questo progetto è una macchina orizzontale bi-iniezione di medio basso tonnellaggio. Precisione e tecnologia sono le prerogative per il raggiungimento di un buon risultato per questa tipologia di progetti. Franciacorta Stampi ha costruito lo stampo, il canale freddo e l’equipaggiamento utile alla pressa per favorire le operazioni di scarico, le quali vengono completate dall’ausilio

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di un robot antropomorfo che, al momento dell’apertura della pressa, entra nella macchina e mediante un sistema a ventose preleva i particolari e li deposita su un nastro trasportatore. A questo punto gli articoli vengono indirizzati direttamente ad appositi contenitori predisposti per effettuare un veloce controllo dimensionale e quindi al successivo confezionamento. Nello specifico, si tratta di uno stampo a 12 cavità lavorato su materiali speciali destinati a durare per diversi anni di progetto che, mediante l’ausilio del canale freddo dedicato Thermo System Double Valve Gate a 12+12 ugelli dotati di otturatore ad azionamento pneumatico, determina un prodotto flashless in LSR 2K, perfettamente finito senza alcuna bava. Questo progetto soddisfa la produzione di circa 6,5 milioni di pezzi anno e la materia prima che viene impiegata risulta essere quella strettamente necessaria alla realizzazione dei particolari durante la fase di stampaggio, quindi senza alcun scarto di materiale.


silicone

Gamma Stampi Una fustellatrice innovativa

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amma Stampi di Archetti & C. snc opera da più di 30 anni nel campo metalmeccanico e nell’attività di progettazione e costruzione di macchine speciali per l’assemblaggio di particolari per componenti automotive e altri settori. Nel corso degli anni si è specializzata nella sbavatura meccanica di elementi di tenuta, per i quali propone una vasta gamma di presse fustellatrici. Tra di esse spicca la Fustellatrice FDS 8T-i a stazioni indipendenti (nella foto) che, sfruttando un sistema di unità di potenza pneumoidrauliche con controllo a mezzo PLC e l’impiego di stampi appositi, effettua la finitura meccanica e di precisione di articoli in gomma NBR, HNBR, gomma-tela, silicone, fluorosilicone ed altri compound, e di svariate dimensioni, come per esempio collaretti con foro inferiore a 1 mm e diametro esterno di 4 mm, con applicazione in settori che spaziano dall’automotive, aerospaziale, medicale, alimentare ed altro. Questo sistema viene concepito e proposto per coloro che, dopo la fase di stampaggio, necessitano di precisi lavori di

sbavatura e finitura dei particolari che evitino dannosi shock termici ed effetti abrasivi sul prodotto. La FDS 8T-i rende il processo produttivo più fluido, raggiungendo livelli di qualità ed efficienza molto elevati, con una percentuale di scarto ridotta al 3% rispetto al 10-15% del sistema classico. L’azienda segue il cliente sin dalla progettazione dello stampo di stampaggio e offre la possibilità di costruire stampi prototipo per verificare la fattibilità e la qualità della sbavatura. Le fustellatrici sono disponibili nella versione FDS 8T-i e FDS 12T-i (potenza 8 e 12 Ton.), a cui a breve si aggiungerà il nuovo progetto FDS Ti-S, il quale apporterà un ulteriore incremento degli elementi di sicurezza in conformità agli ultimi aggiornamenti in materia di normativa CE, nonché un rinnovamento dell’aspetto esterno ed ergonomico della fustellatrice, per raggiungere un sempre più elevato standard di miglioramento.

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FOCUS

Gibitre Instruments Keyboard Tester per tastiere e per articoli tecnici

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li strumenti di misura prodotti da Gibitre trovano molteplici applicazioni nello sviluppo e nel controllo di mescole e di articoli tecnici in silicone. Tra questi, il Keyboard Tester è stato specificamente sviluppato per la misura di proprietà in compressione ed isteresi di articoli tecnici in silicone di piccole dimensioni con forze applicate fino a 50 N. Una delle applicazioni più interessanti dello strumento è la possibilità di testare lo schiacciamento dei tasti (duomi) di tastiere in silicone per verificarne la conformità rispetto alle specifiche a capitolato. Il tasto deve rispondere alla pressione lasciandosi deformare fino a fondo corsa per attivare il contatto. Al momento del rilascio deve tornare alla posizione iniziale fornendo la sensazione di aver svolto il compito. Questo tipo di prodotto richiede una competenza tecnica importante sia in fase di sviluppo che in fase di produzione e il supporto fornito dalla strumentazione di misura è fondamentale per garantire il risultato. Durate l’esecuzione della prova vengono rilevati alcuni punti critici della curva forza-spostamento che permet-

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tono di caratterizzare il comportamento del prodotto quando viene effettivamente utilizzato. Le misure più significative che vengono rilevate sono la forza di attivazione, la corsa totale, la forza di rilascio. Il ciclo di applicazione della forza può essere personalizzato in base alle necessità e viene eseguito in modo completamente automatico. La conformità dei risultati rispetto ai limiti di tolleranza a capitolato per il prodotto in prova viene effettuato automaticamente al termine del test. La curva forza-spostamento ed i calcoli relativi ad ogni prova vengono memorizzati nella piattaforma Datagest_10 per successive analisi e confronti. Oltre alla misura di tastiere in silicone, lo strumento viene utilizzato anche per la misura delle proprietà di resistenza alla compressione e di isteresi di articoli tecnici con la possibilità di preparare cicli di prova completamente personalizzabili, definendo le velocità e le corse di spostamento, il numero di cicli ed i calcoli da effettuare. Le forze totali da applicare durante il ciclo di carico sono normalmente di pochi Newton e le tolleranze ammesse sono nell’ordine di qualche grammo. Per questo motivo, la qualità costruttiva e l’esperienza acquisita in numerose applicazioni del settore automotive risultano caratteristiche chiave.


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Gummiwerk Kraiburg Mescole colorate, antistatiche e conduttive

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a Gummiwerk Kraiburg amplia il proprio ampio assortimento di prodotti con un’ulteriore specialità: le mescole di silicone colorate antistatiche e conduttive. L’impiego del nerofumo consente una maggior conduttività elettrica negli elastomeri. Al nerofumo, tuttavia, è inevitabilmente correlato il colore nero. In molte applicazioni sussiste invece la necessità di compound di silicone non neri, ma al contempo antistatici ed conduttivi. L’aggiunta di speciali nano-riempitivi consente ora di produrre mescole di silicone chiare e colorate. Tutte le altre proprietà del silicone (VMQ), come per esempio la buona resistenza all’ozono, agli agenti atmosferici e al calore, abbinate all’eccellente flessibilità al freddo, rimangono comunque preservate. La lavorazione di questi compound può avvenire con tutti i procedimenti consueti del settore.

Vengono offerte le seguenti caratteristiche: • articoli antistatici colorati con resistività superficiale di < 108 Ohm • articoli conduttivi grigi con resistività superficiale da 103 a 106 Ohm • articoli conduttivi neri con resistività superficiale fino a 102 Ohm e durezza inferiore a 40 Shore A – il che finora non era possibile utilizzando esclusivamente nerofumi conduttori.

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FOCUS

LWB Steinl Più flessibilità nella trasformazione del silicone solido

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n aggiunta alle unità di alimentazione del silicone installate in modo permanente, LWB Steinl ha progettato un’unità mobile stand-alone che può essere impiegata in diversi tipi di macchine, specialmente sulle presse con un’unità di iniezione posizionata al di sopra del piano portastampi. Questo dispositivo compatto è dotato di un’unità di controllo idraulica che può essere spostata con facilità su macchine differenti usando un carrellino. I segnali di inizio e fine del processo sono possibili grazie a una semplice connessione al sistema di controllo della macchina. L’alimentatore di silicone è connesso all’estrusore mediante una tubo di risalita che può essere facilmente adattato a macchine di differenti dimensioni. È anche possibile equipaggiare il tubo, così come il cilindro di alimentazione, con una fascia riscaldante per migliorare il processo di trasformazione del silicone. Il cilindro è dotato di un indicatore di livello che fornisce in anticipo all’operatore le indicazioni per rifornire l’unità di materia prima. Un altro indicatore di livello, con l’indicazione “too low” (troppo basso) impedisce l’avvio di un nuovo ciclo se la quantità di silicone presente nell’alimentatore non è sufficiente per completarlo. Per rifornire l’unità con nuovo silicone, il pistone deve essere collocato nella posizione più bassa. Mediante una leva è possibile sbloccare l’alimentatore e spingere verso l’alto la camera in modo da consentire l’operazione in modo ergonomico. Una connessione a vuoto e una valvola eliminano la presenza di bolle d’aria dalla camera dell’alimentatore. Questi dispositi-

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vi si connettono alle pompe da vuoto standard che equipaggiano normalmente le presse a iniezione. Dopo che il nuovo materiale è stato inserito nella camera, il pistone di alimentazione, che è equipaggiato con una guarnizione in poliammide, si sposta nella posizione di vuoto. Per la pulizia, il pistone può essere rimosso. L’unità è disponibile in tre differenti volumi: 3.000, 3 6.000 e 14.000 cm .


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Mesgo Stabilità e controllo delle proprietà elettriche

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a gomma siliconica è generalmente un buon isolante elettrico. Se da un lato ciò è vantaggioso per applicazioni dove è richiesta un elevata resistenza elettrica, come cavi elettrici o isolatori per alta tensione, dall’altro significa anche che essa si carica facilmente e rimane carica fino a quando non viene messa a terra, con tutto quello che ne consegue. Infatti, la scarica elettrostatica incontrollata può causare malfunzionamenti o rotture di componenti elettronici, scosse elettrostatiche per operatori e utilizzatori, perfino innesco o esplosioni in atmosfere infiammabili. Analogamente, eccessivi gradienti di resistività all’interfaccia di due materiali possono causare malfunzionamenti negli accessori per cavi a media e alta tensione. Per questo motivo, molti articoli realizzati in gomma siliconica devono essere resi più o meno elettricamente conduttivi a seconda dell’applicazione e per questo sono richieste basi siliconiche miscelate con neri di carbonio o altre cariche conduttive. A tal proposito Mesgo Iride Colors, ha recentemente installato una nuova linea produttiva interamente dedicata alla mescolazione di siliconi in pasta neri. Questo nuovo impianto permette un controllo preciso, raffinato e soprattutto riproducibile della dispersione delle cariche conduttive. Il gruppo Mesgo mette a disposizione dei clienti diversi modelli di business: è possibile acquistare mescole siliconiche per stampaggio o estrusione pronte all’uso da Mesgo S.p.A. o acquistare le basi siliconiche conduttive direttamente da Mesgo Iride Colors. In entrambi i casi, i prodotti sono accompagnati dalla caratterizzazione elettrica approfondita che può includere, a seconda dei casi,

resistività di volume o superficiale, costante dielettrica e perdita, rigidità dielettrica. Questi materiali, trovano applicazione nell’elettronica flessibile, negli accessori per cavi, nelle guarnizioni per applicazioni automotive o militari, nelle telecomunicazioni, nella componentistica ATEX, solo per fare qualche esempio. Mesgo mette a disposizione di tutti i suoi clienti materiali siliconici conduttivi, antistatici, dissipativi, o a controllo di campo con proprietà elettriche precise e stabili nel tempo che consentono il corretto funzionamento di ognuna di queste applicazioni.

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OR.P. Stampi Un percorso tecnologico per padroneggiare l’LSR

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partire dal 2012 OR.P. Stampi, l’azienda di Viadanica (Bergamo) specializzata nella produzione di stampi per le presse a iniezione per la gomma, ha avviato un programma per monitorare e valutare lo sviluppo di stampi per il silicone, in particolare quello liquido, LSR. Dopo questa prima fasem nel 2014 l’azienda ha anche iniziato a realizzare i primi stampi nati esclusivamente per questo tipo di produzione. Oggi, a 2019 inoltrato, l’azienda può vantare diversi stampi prodotti e tuttora utilizzati per la produzione. Il risultato è il coronamento di un percorso che OR.P. Stampi non ha intrarpreso da sola, ma con il supporto di vari partner da cui ha ricavato consigli e suggerimenti e che hanno mostrato piena fiducia nell’azienda e nelle sue persone. Il segreto, dicono in azienda, «è stato adottare anche per gli stampi per silicone LSR l’approccio utilizzato per quelli destinati agli elastomeri tradizionali, che consiste nel fissare un traguardo e degli obiettivi ben precisi e applicare tutte le capacità per raggiungerli». OR.P. Stampi ha così avviato anche per il silicone liquido un programma di investimenti non solo per hardware e attrezzature, ma anche per la formazione ela gestione del personale. L’apporto di partner di fiducia è stato fondamentale per capire l’approccio da adottare e individuare alcune soluzioni tecnologiche fondamentali, tra cui, soprattutto, l’adozione

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di un sistema CAE, Computer Aided Engineering, che ha consentito di effettuare simulazioni del flusso della mescola nelle cavità e di analizzarne il comportamento in fase di stampaggio prima di realizzare lo stampo vero e proprio. Questo approccio ha semplificato la progettazione e ridotto l’insorgere di problemi tecnologici, dimostrando che anche in questo complicato settore industriale vale il detto che «prevenire è meglio che curare». La sinergia interna stabilita tra i vari dipartimenti di OR.P. Stampi ha permesso di sviluppare in modo lineare e rapido le competenze sul silicone, che richiedono precisioni elevatissime di lavorazione, l’adozione di acciai e di trattamenti speciali, soluzioni avanzati e strumentazione di alta qualità per i controlli. A tutto questo si aggiunge l’impiego, “in house”, di una pressa ad hoc per effettuare test equipaggiata con un sistema di dosaggio dedicato e specifico per il silicone. Tutto questo ha consentito all’azienda di affermarsi in brevissimo tempo come un competitor attrezzato e serio anche nel mondo LSR. «Non abbiamo la pretesa», dicono in azienda, «di diventare i più grandi o i più forti del settore, ma intendiamo realizzare quanto Charles Darwin, il grande naturalista autore de “L’Origine delle Specie”, aveva enunciato: non è la specie più forte che sopravvive e nemmeno la più intelligente, ma la più adattabile al cambiamento”».


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Rivi Magnetics Silicone e sistemi magnetici: l’ottimizzazione dei processi

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l sistema di Rivi Magnetics di ancoraggio magnetico per cambio rapido degli stampi, sia su presse orizzontali che verticali (sistema magnetico Gemini), è particolarmente indicato nelle applicazioni in camere bianche e laddove sia necessaria estrema pulizia e igiene. L’utilizzo di catalizzatori per l’uso del silicone negli ultimi anni si è spostato sui platinici, andando incontro alle esigenze del mercato alimentare e farmaceutico e in generale del food. Per evitare il più possibile la contaminazione, il piano magnetico Gemini, con la sua superficie completamente liscia, elimina la presenza di nicchie, fonte di accumulo di elementi inquinanti. L’eliminazione di elementi di fissaggio tradizionale (fissaggio solo su alcuni punti dello stampo), in virtù di un piano magnetico permanente che aggancia completamente tutta la superficie dello stampo, favorisce l’uniformità di temperatura e di pressatura, caratteristiche molto critiche in queste applicazioni, con vantaggi per il contenimento, oltre che dei tempi di produzione, anche degli scarti. Nello stampaggio del silicone la temperatura è un elemento importante, poiché deve risultare costante ed omogenea. I prodotti Rivi Magnetics, proposti sia nella versione magnetica riscaldante che solo riscaldante (serie Scorpio), sono in grado di ottenere un risultato fino ad un delta T di ± 2 °C .

Il sistema magnetico Gemini è garantito per un funzionamento fino a 240 °C in servizio continuo. È disponibile nella versione solamente magnetica da installare sul piano riscaldante esistente o magnetico, con riscaldamento integrato. Inoltre, i sistemi Rivi Magnetics possono essere dotati di optional Tele Service, che consente la connessione in remoto del sistema, con abbattimento dei tempi e dei costi di Service e manutenzione. Nella versione full optional possono essere integrati negli impianti Industria 4.0.

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Rogitex Italia La collaborazione con Hoshine Silicon, principale produttore cinese

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el 2018, Rogitex Italia, nella continua ricerca di ampliare nel proprio portfolio la gamma di polimeri, ha cominciato una collaborazione con la Hoshine Silicon Co Ltd; l’accordo prevede lo sviluppo dei prodotti dell’azienda cinese, in primis per la gomma siliconica, nel mercato italiano e quello dei paesi del Sud Europa. La Hoshine Silicon Co. Ltd. fa parte del distretto industriale di Ningbo. È attualmente il maggiore produttore mondiale di silicio ed è specializzata nella tecnologia di base del silicio. È anche l’unica azienda di settore in Cina completamente integrata: dal quarzo, al silicio, fino ai monomeri e ai suoi prodotti finali (gomme siliconiche). Hoshine Silicon ricava materia prima di alta qualità dalla sua base di produzione di silicio a Shihezi e Shanshan. Continuando a sviluppare le proprie industrie in upstream e downstream si sta sforzando di diventare un moderno gruppo aziendale capace di garantire competitività e un’attività sostenibile. Il gruppo vanta un forte orientamento all’innovazione, ed è industrialmente equipaggiato con strutture all’avanguardia e automatizzate, con personale tecnico di alto profilo e di lunga esperienza. È stato anche uno dei primi produttori cinesi di gomme siliconiche, ed è presente in questo business dal 1995.

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In questi 24 anni è diventato il principale produttore di gomma siliconica in Cina, con una capacità pari a 50,000 t l’anno. Capacità però destinata ad aumentare entro la fine del 2019 con l’avvio del nuovo impianto. Hoshine Silicon è in grado di produrre tutti i tipi di gomma siliconica per le più svariate applicazioni, e ha anche la possibilità e la capacità di concordare col cliente specifiche di prodotto customizzate. Nel catalogo è presente una vasta gamma di tipi per tutte le principali applicazioni, con gradi sia per estrusione che stampaggio, anche certificati FDA e BFR. Oltre alla gomma solida HTV, nel portfolio dei Siliconi Hoshine, sono presenti le LSR (siliconiche liquide) e RTV (Room Temperature). Ora il gruppo, attraverso la collaborazione con Rogitex Inc. e Rogitex Italia, è impegnato a far conoscere la qualità dei propri materiali e a consolidare la propria presenza nel nostro mercato, con l’obiettivo di divenirne un fornitore di riferimento. In tal senso, Rogitex e Hoshine hanno concordato di creare, per la fine di quest’anno, uno stock fisico di gomma in territorio europeo, operazione che permetterà di accorciare i tempi logistici, con enormi vantaggi per il cliente finale.


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RPM Stampaggio di silicone senza sfridi e autoverificato

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cotronic Short Smart Wire EPG 200 è una pressa orizzontale elettrica e supercompatta da 200 ton con un iniettore da 250 cm3. Con un ingombro al suolo di soli 3 metri, non è solamente grande la metà di una pressa standard, di cui possiede però le stesse caratteristiche tecniche, ma è anche una macchina intelligente con una versatilità e capacità produttiva senza confronti. Un’unica rete di informazioni, collega tutte le apparecchiature con un cavo Ethernet, senza cablaggi elettrici, che si apre al mondo esterno con collegamenti in remoto a PC, tablet e smartphone. Tutti i componenti della pressa e tutti i parametri di processo sono sotto controllo e, tramite software dedicati, è possibile effettuare diagnosi ed automatizzare, incrementare e migliorare il processo produttivo, legandolo alla pressa e non alla persona. EPG Short Smart Wire è predisposta all’autoapprendimento, in grado di autoimpostarsi, autocontrollarsi, autodiagnosticare eventuali scostamenti dei parametri iniziali di lavoro e riparasi da sola, limitando l’intervento dell’operatore alla funzione di supervisore. L’Ecotronic EPG 200 è equipaggiata di termoregolato da 16 ugelli ad otturatori flottanti, alimentatore automatico elettrico per silicone, doppie spazzole elettriche per scalzo auto-

matico dei pezzi stampati e pulizia stampo e di un innovativo sistema di visione, montato direttamente a bordo pressa. Durante la fase di iniezione, oltre che tenere sotto controllo l’intero ciclo, aggiornando in tempo reale i parametri per garantire la costanza della produttività settata, controlla e aggiorna autonomamente in tempo reale anche il flusso di ogni singolo ugello idraulico flottante, garantendo un’ omogenea distribuzione del compound in ogni singola cavità. Una volta ultimata la fase di iniezione e vulcanizzazione la pressa apre, e contemporaneamente vengono azionati elettricamente la piastra intermedia dello stampo, la discesa delle spazzole, il sistema di visione per il controllo fisico dei pezzi stampati. A questo punto, avuta conferma dal sistema di visione che è tutto ok, entrano in funzione i punzoni di estrazione, che mediante il richiamo della piastra intermedia scalzano i pezzi. Ecotronic Short Smart Wire EPG 200, oltre che rendere la produzione molto simile alla gestione di un software del computer, passando dall’ordine di stampaggio di un pezzo al prodotto finito con un “clic”, è anche una pressa versatile, che consente di usare stampi e sistemi di stampaggio come quello analizzato, stampi convenzionali senza nessuna modifica e di ridurre il ciclo del 30%, di aumentare la produttività del 20%, con un risparmio energetico del 70%.

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Wacker Silicones Un mondo di infinite possibilità

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on i marchi Elastosil®, Semicosil®, Cenusil®, Lumisil®, Powersil®, Silupran® e Wacker SilGel®, ormai consolidati a livello internazionale, e una gamma di ben 3.000 prodotti in silicone, il gruppo chimico Wacker è da annoverare tra i maggiori produttori di siliconi e silani al mondo. Le caratteristiche altamente diversificate dei siliconi consentono un potenziale di utilizzo quasi illimitato e rappresentano quindi la soluzione intelligente per problematiche specifiche in molti settori. Le gomme siliconiche sono costituite principalmente da polimeri siliconici ed additivi. Mediante la reticolazione con reagenti idonei, la mescola di gomma inizialmente fluida o plastica, viene trasformata in gomma elastica. In tal senso, si deve distinguere tra le cosiddette gomme siliconiche reticolanti ad alta temperatura (HTV) e quelle reticolanti a temperatura ambiente (RTV). Tra l’altro, il portafoglio prodotti delle gomme siliconiche comprende anche le gomme siliconiche liquide (LSR) per addizione,

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impiegate per la produzione altamente competitiva di componenti e parti sagomate mediante stampaggio a iniezione, nonché diversi tipi speciali come per esempio i gel di silicone, i compound sigillanti e i “gap filler” (riempitivi) per applicazioni nel campo dell’elettronica. Wacker offre il prodotto ad hoc per quasi tutte le applicazioni industriali e per qualsiasi processo di lavorazione, sia che si tratti di estrusione che di stampaggio a iniezione o di tecnologie di dispensazione. La gomma siliconica consente di realizzare elementi sagomati, profilati e tubi flessibili, di sigillare giunti, incollare componenti, rivestire superfici e modellare oggetti con grande precisione. A fronte del loro potenziale quasi illimitato, le gomme siliconiche Wacker sono idonee per l’impiego in tanti settori dell’industria, per esempio nella costruzione di veicoli e macchinari, nell’elettronica e nell’elettrotecnica, nel settore tessile, negli articoli per neonati e giocattoli, negli elettrodomestici e articoli sportivi nonché nell’industria edilizia.


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DALLE AZIENDE

Una nuova tecnologia di reticolazione per la gomma siliconica di Gianpaolo Brembati

È

con grande soddisfazione che Stefano Siviglia, amministratore delegato di LTE, ci parla dei risultati ottenuti recentemente dall’azienda nell’ambito della gomma siliconica. «I nostri tecnici sono riusciti a mettere a punto una famiglia di mescole siliconiche, che offrono agli utilizzatori una produttività molto alta. Grazie alla collaborazione con Maplan, che ci ha dato in conto deposito una pressa da stampaggio orizzontale da 300 tonnellate, abbiamo potuto condurre tutta una serie di prove, mettendo a confronto mescole standard, nostre e di mercato, con le nuove mescole. Abbiamo utilizzato le solite condizioni adottate dai nostri clienti, partendo da un ciclo di stampaggio di circa un minuto, e alla fine delle prove abbiamo constatato che le nuove mescole si stampano con un ciclo totale di circa venti secondi. La riduzione del ciclo ottimale delle mescole standard arriva così fino a un terzo del valore iniziale di un minuto».

I risultati in breve «Tutto il lavoro di ricerca – precisa Marcello Di Napoli, Technical Manager VMQ Compounds – nasce ed è sviluppato nel nostro laboratorio: dopo avere testato, nelle sue caratteristiche reologiche e fisico-meccaniche, una mescola standard già conosciuta, questa mescola

La sede dell’azienda, inaugurata 5 anni fa. 42

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LTE, azienda di Cologne, in provincia di Bergamo, che produce di mescole in gomma siliconica, fluorosiliconica e fluorurata, annuncia una nuova tecnologia “fast-curing” per la gomma siliconica reticolabile a caldo. Quali i vantaggi? Caratteristiche assolutamente identiche a quelle delle mescole tradizionali, ma con cicli di stampaggio decisamente più brevi


Ricerca e sviluppo A sinistra, il laboratorio di analisi dell’azienda di Cologne (Bergamo) dove sono stati verificati i risultati dell’applicazione della nuova tecnologia. Sotto, Preparazione di mescole in fogli per il confezionamento

viene trasformata nella nuova mescola speciale grazie alla tecnologia “fastcuring”, in accordo con i capitolati forniti dal cliente o conformemente ai controlli standard di laboratorio di durezza, proprietà tensili, compression set, e altri parametri. Una volta messa a punto in laboratorio, la mescola viene stampata sulla pressa Maplan. Finora ogni mescola, prodotta con la nuova tecnologia e caratterizzata in laboratorio, ha mostrato caratteristiche praticamente identiche a quelle della mescola standard di partenza, col vantaggio che in fase di stampaggio si hanno cicli che si riducono fino ad un terzo del tempo totale di riferimento». Tutta la parte relativa allo studio del processo di stampaggio è stata concretizzata da LTE con prove condotte presso qualche cliente e risultati molto positivi per la processabilità di tutte le mescole prodotte, per il distacco dei manufatti dallo stampo e per la caratterizzazione in base a prove sia interne che esterne. «In pratica – dice Di Napoli – ci siamo per ora focalizzati sugli oring, che sono l’articolo più semplice da produrre al nostro interno, ma abbiamo incominciato a realizzare prove su articoli tecnici, sia con semplici sottosquadra che con geometrie più complesse, e i risultati sono stati sempre positivi».

L’introduzione sul mercato Sulla scorta dei riscontri positivi ottenuti, LTE ha deciso di puntare molto su questa nuova tecnologia, che ha defini-

Tra i vari formati di confezionamento delle mescole è previsto anche quello in bobina. to “fast-curing”. «Siamo ottimisti – prosegue Di Napoli – sul fatto che incomincerà a essere adottata sul mercato già nei prossimi mesi e che otterrà un successo definitivo in autunno o comunque entro la fine dell’anno. Siamo certi che a breve si sentirà parlare diffusamente di questa tecnologia, che stiamo pensando di presentare in occasione della prossima fiera K di Düsseldorf, senz’altro con qualche articolo tecnico se non con prove pratiche di stampaggio in loco». Aggiunge Stefano Siviglia: «Non bisogna poi dimenticare che possiamo an-

che invitare i clienti presso la nostra sede per effettuare, eventualmentecon l’utilizzo di un loro stampo, prove di stampaggio che mostrino chiaramente la differenza fra la loro mescola standard e quella analoga confezionata con la tecnologia “fast-curing”. Questo è possibile anche perché Maplan, che ringraziamo, ci ha concesso il deposito gratuito della pressa, dotata di tecnologia FIFO rubber injection unit, testata ormai da molti anni e caratteristica di tutte le presse da 300 tonnellate in su prodotte dall’azienda austriaca». L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

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DALLE AZIENDE

A sinistra, la pressa da 300 tonnellate concessa da Maplan in comodato d’uso a LTE per sviluppare la sua tecnologia di “fast-curing” per le mescole siliconiche. Sotto, l’azienda produce mescole siliconiche, fluorosiliconiche e fluorurate. Qui la fase di estrusione in billette, riservata ad alcuni compound.

Segreto sulle materie prime Riguardo ai prodotti utilizzati, che cosa si può spere? «Per il momento – commenta Siviglia – non possiamo dire nulla al riguardo, se non che conferiscono alla mescola un’accelerazione spinta. Tradizionalmente la reticolazione di una

gomma siliconica avviene grazie a perossidi o additivi platinici: la tecnologia “fast-curing”, messa a confronto con i perossidi, mostra le differenze di ciclo di stampaggio totale già citate (fino a un terzo del tempo totale standard), mentre nel caso del platino i risultati sono

effettivamente simili, e solo in qualche caso particolare si dimostra più veloce. Occorre però considerare che una mescola platinica è più costosa e ha una shelf life molto breve, mentre la mescola “fast-curing” ha una shelf life standard di sei mesi a temperatura ambiente».

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Ricerca e sviluppo LTE sta conducendo prove presso i suoi clienti, che paiono soddisfatti soprattutto per i cicli più corti, per l’ottima stampabilità, per la conformità alle specifiche tecniche richieste e soprattutto per la valutazione dei risparmi ottenibili nel caso di produzioni con grandi numeri per lunghi periodi, in particolare per quanto riguarda il consumo di energia e l’impiego di personale.

Vincere lo scetticismo Vale inoltre la pena di ricordare come questa attività di ricerca di LTE si traduca per i clienti in un miglioramento sensibile dei processi in termini, ad esempio, di prestazioni e di costi inferiori, e come tale possa considerarsi potenzialmente meritevole di essere incentivata dalle misure previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0, a partire dal credito di imposta R&S. «Direi pertanto – commenta Siviglia – che ci sono tutti i presupposti per una buona partenza della nostra nuova tecnologia “fast-curing”, anche se non nascondo che alcuni clienti sono scetti-

ci di fronte all’evidenza dei risultati migliori ottenuti, forse perché sono troppo legati ai sistemi tradizionali. Sono però convinto che basterà che cominci a diffondersi sul mercato perché le incertezze e i dubbi residui siano superati dalle considerazioni di competitività e di risparmio a tutti i livelli».

Un percorso di crescita LTE è giunta a questo risultato al culmine di un processo di crescita iniziato cinque anni fa, con l’inaugurazione della nuova sede di Cologne, in seguito alla quale ha consolidato la posizione di mercato, raddoppiando il fatturato grazie all’aumento di produzione e vendite, soprattutto per quanto riguarda il silicone, i cui volumi sono più che raddoppiati, e l’espansione sui mercati esteri, con una quota di esportazione delle mescole ormai superiore al 40 %. La gamma di mescole in silicone si è estesa ai settori dei cavi elettrici e dell’industria alimentare, nonché dei tubi industriali per acqua e liquidi e dei nastri trasportatori.

L’EVOLUZIONE DELLA BAREISS

Con una forza lavoro di 25 persone, l’azienda dispone di cinque linee di produzione, di laboratori, applicativo e di ricerca e sviluppo, attrezzati con moderne apparecchiature di misurazione e di controllo, di due magazzini di materie prime e mescole, il tutto certificato dal sistema di qualità ISO 9001. La sinergia con Evercompounds, attuata con un accordo di partecipazione societaria siglato nel 2014, ha consentito a LTE di disporre di una più efficace presenza sui mercati esteri e di un’ampliata visione globale, che ha portato l’azienda all’apertura di una sede, con due linee di produzione per il silicone, a Querétaro, importante zona industriale del Messico dove sono presenti anche altre aziende italiane e di diversi paesi europei. La partecipazione di LTE ad importanti fiere internazionali, recente quella alla “Tires & Rubber Expo” di Mosca e ormai imminente quella al K di Düsseldorf, rientra nella politica dell’azienda di un programma di sviluppo verso i paesi dell’Europa dell’Est, Turchia, Middle East e India. 

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DALLE AZIENDE

Stampaggio dei siliconi: le soluzioni di Engel

O

gni produttore ha i suoi best seller e i suoi cavalli di battaglia. Nel caso di Engel, il gruppo internazionale con sede a Schwertberg, in Austria, caratteristica per le sue macchine di un inconfondibile tono di verde, la pressa a iniezione più apprezzata dai clienti per lo stampaggio del silicone liquido LSR è la Engel victory lim senza colonne. Lim è una sigla che sta per “liquid injection molding”. Questo modello offre numerosi importanti vantaggi: si possono montare stampi grandi e ingombranti su una macchina relativamente più piccola e i tempi di cambio stampi sono più rapidi (tipicamente dimezzati). Inoltre, l’assenza delle colonne permette un facile accesso all’area stampo per le operazioni manuali e rende molto più semplice l’automazione, in particolare l’integrazione del robot e la sua facilità d’accesso allo stampo, tutto a vantaggio della diminuzione dei tempi morti. Le macchine Engel victory senza colonne offrono un perfetto parallelismo dei piani grazie all’impiego di guide e pattini a ricircolo di sfere che guidano il piano mobile durante la sua corsa. Inoltre il dispositivo brevettato Force Divider distribuisce la forza di chiusura in modo

Engel Italia a Vimercate conta oggi 36 persone di cui 25 nel service. 46

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Il noto produttore austriaco di presse per lo stampaggio a iniezione ha sviluppato una serie di soluzioni innovative e affidabili per il silicone, liquido o in pasta, con lo scopo di produrre di più e meglio, riducendo i costi. Una gamma completa di macchine a iniezione idrauliche, elettriche o ibride da 28 tonnellate in su, integrabili con sistemi di automazione e periferiche. E, grazie alla presenza stabile in Italia, attraverso la filiale diretta di Vimercate, servizi post vendita di alto livello


Presse a iniezione uniforme e costante sull’intera superficie dello stampo, rendendo possibile la produzione di parti in silicone liquido in maniera sicura, senza bave e senza necessità di operazioni di ripresa. La Engel victory è stata prodotta in oltre 65 mila esemplari in totale considerando sia i modelli per elastomeri che per plastica.

Costruzione modulare Non si tratta solo di una macchina a iniezione: è una piattaforma tecnologica su cui si possono montare diversi moduli funzionali e tecnologici per realizzare una soluzione adatta al cliente. Sono disponibili 20 gruppi chiusura e 15 gruppi iniezione per silicone combinabili tra loro. La costruzione modulare permette di abbinare a ogni gruppo di chiusura più gruppi di iniezione in modo da configurare la macchina in modo ottimale rispetto alle esigenze degli acquirenti. Per esempio, una delle versioni più diffuse per lo stampaggio del silicone liquido LSR è la Engel victory 120, su cui

si possono montare come standard 4 diversi iniettori per LSR (Euromap 200, 330, 500, 650), ognuno dei quali dotato di tre viti di diametro crescente. Anche il gruppo chiusura è modulare e si possono avere configurazioni diverse: piani standard o allargati, luce tra i piani maggiorata oppure ridotta, corsa del piano mobile maggiorata. La modularità non si ferma alla parte meccanica, ma si spinge oltre: ad esempio l’idraulica ha numerose varianti, con pompe a portata variabile a comando elettronico oppure con Engel ecodrive, il sistema idraulico con servopompa che si sta diffondendo sempre di più per i vantaggi che offre in termini di risparmio energetico, silenziosità, minima necessità di raffreddamento. Soprattutto in presenza di cicli lunghi il risparmio è notevole, perché durante la reticolazione il motore è fermo e quindi non assorbe energia.

La Engel e-victory ibrida Un altro vantaggio della costruzione modulare è la possibilità di realizzare

FLEXSEALS 300 Engel flexseals 300 è una pressa a iniezione perfetta per lo stampaggio del silicone solido e gomma. La macchina sviluppa 300 tonnellate di forza di chiusura ed è particolarmente corta (solo 4,25 m). Offre un passaggio colonne molto ampio di 650 x 650mm. L’iniezione è a vite punzonante. Sono disponibili 5 gruppi iniezione (dal 330 sino al 1.060). L’equipaggiamento standard comprende i piani riscaldanti ed il sistema Engel ecodrive per il risparmio energetico. In questa foto si nota il sistema rotofeeder per il caricamento del silicone in pasta HTV. Il rotofeeder può essere ruotato, senza smontarlo dalla macchina, per montare il dispositivo di alimentazione della bandella di gomma. La Engel flexseals 300 oltre ad avere costi di gestione bassi viene offerta a un prezzo d’acquisto particolarmente competitivo.

La membrana bi-materiale LRS+PBT realizzata con la pressa Engel victory 160 lim combi. Oltre che per adesione chimica tra PBT e LSR, le due parti, bianca e morbida in LSR e in PBT, sono unite anche da due ancoraggi meccanici.

Una Engel victory 160 lim combi senza colonne con robot integrato Engel viper 20. L’ampio spazio disponibile grazie all’assenza delle colonne permette di montare di 2 stampi: uno per LSR e uno per termoplastico per realizzare una membrana composita in LSR + PBT. Il secondo iniettore è laterale posizionato a lato opposto operatore. Tra le periferiche fornite da Engel anche il nastro trasportare e le protezioni.

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DALLE AZIENDE

facilmente una macchina ibrida affidabile e efficiente. Ad esempio la Engel e-victory ha il gruppo di chiusura servoidraulico senza colonne e l’iniezione elettrica. Unisce il meglio di due tecnologie: la versatilità del gruppo chiusura servoidraulico Engel senza colonne abbinata alla precisione dell’iniezione, completamente elettrica, “presa a prestito” dalla gamma elettrica di Engel. Un ulteriore vantaggio della Engel e-victory è di avere già incluso un im-

gel e-motion (disponibile con o senza colonne) e sulla Engel e-mac con colonne. Entrambi i modelli sono caratterizzati da alte prestazioni, tempi di ciclo a vuoto rapidi ed elevata efficienza energetica. Sono disponibili centraline servoidrauliche integrate per il comando di eventuali martinetti radiali o di otturatori idraulici nello stampo. La gamma di macchine elettriche Engel va da 30 a 650 tonnellate.

de o completamente elettriche. La costruzione modulare consente di offrire una vastissima gamma di modelli (circa 300 possibili combinazioni) da 60 tonnellate in su.

Il silicone in pasta HTV Per lo stampaggio del silicone in pasta Engel ha approntato un modulo tecnologico composto dal gruppo iniezione, e dall’alimentatore del silicone in pasta HTV. L’alimentatore può essere uno “stuffer” di tipo tradizionale a pistone idraulico con apertura automatica comandata dal livello di materiale nel contenitore. Oppure in alternativa è disponibile il nuovo alimentatore Engel rotofeeder che è un sistema di alimentazione rotante completamente elettrico in grado di alimentare in continuo la macchina senza fermi di produzione garantendo una pressione di alimentazione del HTV costante monitorata attraverso un sensore

la Engel flexseals 300 equipaggiata con robot antropomorfo Engel easix e sistema di visione per il prelievo (alla rinfusa) dei 4 inserti in PBT (in secondo piano di colore giallo) e per l’estrazione e il controllo qualità e la deposizione su nastro dei pezzi finiti in HTV+PBT. Engel e-victory 120 lim ibrida: chiusura idraulica senza colonne e iniezione elettrica. Equipaggiata con robot integrato Engel viper

pianto idraulico che può essere utilizzato per la movimentazione di eventuali estrattori laterali, di martinetti idraulici dello stampo o per il comando di ugelli idraulici a otturazione degli stampi. I consumi energetici sono ridotti e assimilabili a quelli delle macchine completamente elettriche. Sulla Engel e-victory ibrida non è necessario raffreddare l’olio idraulico, a conferma dell’elevata efficienza energetica della macchina. La gamma va da 28 a 500 tonnellate. Chi desidera avere una macchina completamente elettrica può orientare la propria scelta sulla gamma En48

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Stampaggio multicolore o multimateriale Engel ha iniziato circa 40 anni fa a produrre macchine della serie combimelt, che possono montare da due a sei iniettori. L’esperienza del gruppo consente ai clienti di fruire di un importante supporto tecnologico per l’analisi di fattibilità e la realizzazione di prodotti multimateriale o multicolore. Nel settore degli elastomeri Engel ha realizzato le classiche applicazioni per lo stampaggio di silicone LSR abbinato a termoplastici ed anche applicazioni di siliconi LSR di due durezze diverse abbinati tra loro. Nel caso della macchina bi-iniezione il secondo iniettore può essere montato in diverse posizioni: verticale, laterale oppure sovrapposto all’iniettore principale. Le macchine Engel combimelt possono essere idrauliche, ibri-


Presse a iniezione di pressione posto nel raccordo tra il rotofeeder e il gruppo iniezione della pressa. Altri vantaggi offerti dal rotofeeder sono l’eliminazione delle bolle d’aria la continuità della produzione senza fermate. Con il rotofeeder è possibile alimentare il silicone solido HTV “in panetti” da dieci chilogrammi, ottenendo anche una quotazione più favorevole sulla materia prima rispetto alla fornitura in bandella. Engel rotofeeder è disponibile con capacità del contenitore di 30, 50 e 100 litri. È applicabile sia su presse a iniezione che su linee di estrusione.

Silicone in pasta HTV e termoplastici Il sistema Engel rotofeeder per il caricamento automatico continuo del silicone HTV in panetti.

Le macchine senza colonne Engel victory sono la scelta preferita da alcune aziende di stampaggio del LSR, leader di settore. Qui una veduta di macchine senza colonne in un reparto stampaggio silicone liquido. Una particolarità di questo reparto è che i sistemi di alimentazione del LSR si trovano al piano inferiore.

La tecnologia Engel combimelt è disponibile anche per lo stampaggio del silicone in pasta HTV combinato ad altri materiali. Un esempio concreto è un’applicazione che prevede lo stampaggio di un composito silicone HTV più plastica realizzato in due fasi successive. Alle fiere Plast 2018, DKT 2018 e Plastpol 2019 è stato esposto un sistema di produzione integrato basato sulla pressa Engel flexseals 300, una nuova macchina potente e compatta, assai competitiva per lo stampaggio di elastomeri. In questo caso gli inserti in resina termoplastica PBT erano stati stampati in precedenza e venivano versati alla rinfusa in uno speciale vi-

bratore. Quattro inserti venivano prelevati da un robot integrato Engel easix dotato di sistema di visione e venivano inseriti nello stampo. Il silicone in pasta HTV veniva iniettato sopra l’inserto in PBT per formare una membrana bi-materiale senza bava e senza materozza. Il silicone HTV fornito da Mesgo entrava nelle quattro impronte dello stampo attraverso un canale freddo con quattro ugelli idraulici a otturazione comandati in sequenza liberamente programmabile. La macchina Engel flexseals 300 era equipaggiata con un robot antropomorfo Engel easix a sei assi che, oltre al carico inserti e al prelievo delle membrane finite, provvedeva ad effettuare il controllo qualità al 100% dei pezzi stampati attraverso un sistema di visione. L’alimentazione del silicone HTV avveniva attraverso il sistema Engel rotofeedeer. Sulla macchina era anche montato un sistema integrato di spazzolatura stampo fornito da Engel. In sintesi una dimostrazione di come la tecnologia Engel, combinata con l’esperienza di partner stampisti italiani quali ORP Stampi e Giasini, possa essere utile per realizzare sistemi complessi per produrre di più, meglio ed a costi inferiori. ORP Stampi ha di recente organizzato una open-house nella propria sede per illustrare soluzioni sviluppate in collaborazione con Engel (ne parliamo nell’articolo successivo).

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Presse a iniezione

DALLE AZIENDE

Modularità degli equipaggiamenti periferici Per lo stampaggio dei siliconi LSR e HTV le macchine Engel possono essere attrezzate con tutti i dispositivi speciali richiesti da questo tipo di tecnologia: estrattori laterali, piani riscaldanti, controllo degli ugelli dei canali freddi, sistemi di estrazione dedicati e robot integrati, siano essi ad assi lineari cartesiani Engel viper o robot antropomorfi Engel easix. Engel è anche in grado di fornire dispositivi di spazzolatura con una o due teste – fisse o basculanti – complete di una eventuale piastra di estrazione. Il cliente ha la massima libertà di scelta e può decidere di optare per una macchina Engel idraulica, elettrica o ibrida completa di accessori oppure di richiedere interfacce meccaniche, elettriche ed elettroniche per dispositivi realizzati da terzi. Il vantaggio della soluzione integrata è che la macchina con tutte le periferiche arriva dal cliente collaudata e con il certificato CE già dalla fabbrica.

Soluzioni Industria 4.0 Tutte le macchine Engel possono soddisfare i requisiti di connettività richiesti dagli incentivi del piano Im50

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presa 4.0, sia per quanto attiene alla macchina in sé sia per la connettività con sistemi MES ed ERP scelti dal cliente attraverso le interfacce E63 oppure E 77 (OPC-UA). Inoltre, attraverso la controllata TIG, i clienti Engel possono optare per il sistema MES authentig per mettere in rete le macchine a iniezione e anche altre apparecchiature e macchinari in fabbrica. Il sistema TIG è modulare e si può partire con una configurazione base espandendo poi il sistema man mano che aumenta la richiesta di nuove funzionalità.

Engel in Italia Engel è presente in Italia con una filiale diretta dal 1990, ora con sede a Vimercate (Monza e Brianza), che si occupa di seguire i clienti in tutte gli aspetti dello stampaggio a iniezione degli elastomeri e della plastica: dalla scelta della macchina più idonea alla gestione dell’ordine sino al servizio post vendita. Engel Italia conta oggi 36 persone di cui 25 nel service, che è ampiamente regionalizzato con tecnici vicini ai clienti residenti nelle più importanti zone d’Italia: Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia e CentroSud. La filiale italiana offre supporto telefonico durante l’orario d’ufficio

Engel e-victory 140 lim ibrida in camera bianca. La macchina ha chiusura idraulica senza colonne e iniezione elettrica. I moduli di estrazione dei pezzi sono integrati nello stampo e sono comandati dalla macchina a iniezione. L’assenza delle colonne permette di limitare in altezza lo spazio necessario per cambiare lo stampo in presenza di soffitti bassi.

con quattro tecnici esperti, interventi tempestivi, contratti di manutenzione programmata, ricambi e aggiornamenti, aggiunta di nuove funzionalità, corsi di formazione.

Smart service Il collegamento e-connect.24 permette di realizzare la teleassistenza, mentre il portale e-connect rende totalmente trasparente al cliente l’attività del service, consentendo l’accesso ai dati di Engel. Il collegamento e.connect.monitor consente invece di effettuare la manutenzione predittiva monitorando in continuo alcuni componenti vitali delle macchine a iniezione: stato di usura di vite, cilindro, pompe e viti a ricircolo di sfere sulle macchine elettriche o ibride. 



DALLE AZIENDE

Dagli stampi per la gomma a quelli per il silicone liquido di Riccardo Oldani

D

al 23 al 25 maggio scorsi OR.P. Stampi ha ospitato, nella sua sede e sito produttivo di Viadanica, in provincia di Bergamo, una open house dedicata allo stampaggio a iniezione del silicone liquido. L’evento è stato battezzato “Sta(m)ppiamo il futuro”, perché il pezzo dimostrativo, prodotto durante l’evento per illustrare ai visitatori le tecnologie applicate, era un’innovativa chiusura in silicone per le bottiglie di spumante. Una scelta non casuale, visto che l’iniziativa è stata organizzata proprio in corrispondenza con il trentanovesimo anniversario della fondazione di OR.P. Stampi, nata il 20 maggio 1980 per iniziativa di quattro soci, Francesco Dossi, Angelo Volpi, Franco Dossi e Aurelio Brevi, all’epoca poco più che ventenni.

Alleanza strategica L’open house è stata incentrata intorno alla pressa a iniezione Engel victory 120 LIM, utilizzata per stampare il tappo in silicone, e asservita da un robot collaborativo Universal Robots per la rimozione dei pezzi dallo stampo. Oltre al produttore austriaco di presse e a quello danese di robot, hanno partecipato all’evento anche Dopag, che ha fornito il sistema di dosaggio, Wacker, produttrice del silicone liquido impiegato, l’Elastosil LR 5040, e UTP Vision, sviluppatore di sistemi basati sulla visione artificiale per il controllo di qualitа dei manufatti. La macchina Engel victory 120 resterà alla OR.P. Stampi per testare gli stampi realizzati e verificarne “in house” la funzionalitа. Era visibile anche un’altra pressa Engel, una flexseal 300, particolarmente adatta per le esigenze delle imprese italiane di stampaggio della gomma. Questa seconda macchina a partire da metа giugno sarа nella show room di Engel Italia 52

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Nell’arco di dieci anni OR.P. Stampi ha sviluppato una profonda competenza nello sviluppo di stampi per il silicone liquido, partendo dalla lunga esperienza accumulata nella trasformazione della gomma. Un percorso che ha previsto importanti investimenti in tecnologie ma anche un puntiglioso lavoro di formazione e sviluppo delle professionalità interne a Vimercate a disposizione dei clienti per prove e dimostrazioni di stampaggio.

Progettazione complessa OR.P. Stampi ha iniziato a impegnarsi da qualche anno nella produzione di stampi per il silicone, sviluppando un knowhow specifico che è andato ad aggiungersi a quello, storico, sullo stampaggio della gomma. Lo stampo realizzato per questa dimostrazione, per esempio, è stato sviluppato facendo ampio ricorso a software di simulazione virtuale per studiare la disposizione delle cavità e, soprattutto, la conformazione del sistema Canale Freddo Otturatore impiegato per l’iniezione del silicone liquido senza sprechi di materiale. «L’idea di lavorare con gli stampi in silicone», spiega Aurelio Brevi, CEO di OR.P. Stampi, «è nata una decina d’anni fa, sulla spinta del mercato e assecondando le esigenze dei nostri clienti, alcuni dei quali stavano inserendo in azienda le loro prime presse per il silicone. Anche le fiere di settore mostravano sempre di più applicazioni in questo materiale e quindi ci siamo incuriositi e abbiamo cominciato a ragionare su questo tema. Abbiamo fatto una valutazione sulla nostra azienda per verificare se fosse pronta a sviluppare stampi per il silicone liquido secondo la nostra filosofia di azienda, che punta alla massima qualità».

Investimenti e strategia Secondo Brevi, infatti, è possibile anche realizzare stampi per LSR identici a quelli per la gomma, cioè dotati di canali, di tranciabava, che prevedono quindi anche scarti di materiale, “ma a noi le soluzioni semplificate non piacciono. Abbiamo invece voluto entrare dalla porta più difficile e più stretta che prevede la realizzazione del pezzo finito, l’impiego di automatismi, scarto zero e tolleranze severe. Per arrivare a un simile risultato dovevamo dotarci di uomini e macchine di alto e livello». In seguito a un’analisi del grado interno di preparazione e formazione, e considerato il livello tecnologico raggiunto una decina di anni fa dall’azienda, con stampi per elastomeri che avevano tolleranze tra i 20 e i 25 micron, il management di OR.P. Stampi optò per intraprendere un cammino complesso, «anche perché», osserva Brevi, «per gli stampi in silicone le tolleranze sono molto più strette, nell’ordine di 5 o 6 micron. Dovevamo quindi aumentare del 75% il grado di precisione dei nostri prodotti. Ne sono seguiti gli investimenti per l’officina climatizzata, nuove macchine, formazione. L’evoluzione che abbiamo presentato oggi è il punto di arrivo attuale di questo percorso».


Stampi Due momenti dell'open house organizzata da OR.P. Stampi nella sua sede di Viadanica lo scorso maggio e, nella pagina a fianco, il tappo in silicone realizzato per la dimostrazione allestita con i partner.

Precisione e cura artigianale Un altro obiettivo dell’azienda di Viadanica è realizzare un prodotto con prezzi competitivi sul mercato e soluzioni adatte e adeguate ai numeri e al tipo di produzione richiesti dal cliente. «Tutto questo ha richiesto un enorme lavoro», spiega Brevi, «anche perché le esigenze tecnologiche connesse allo stampaggio del silicone liquido sono totalmente diverse rispetto a quelle della gomma, e richiedono l’adozione di parametri specifici, dalla piastra rettificata agli acciai di un certo tipo, alla cura del particolare, come la chiusura. Su certi stampi per il silicone liquido è necessario 1un lavoro particolardgts_210x146_2018_TR.ai 20/03/18 10.53 mente attento e manuale dell’attrezzista,

smontandolo e rimontandolo sulla pressa. Quindi avere la disponibilità di una macchina ci consente di essere più rapidi con i nostri clienti vicini ma anche di lavorare per clienti esteri, non del territorio». con il “blu”, per verificare la precisione di chiusura di ogni singola cavità e realizzare aggiustaggio e messa a punto. Le macchine arrivano al 99,9 % di precisione ma in alcuni casi è ancora necessario l’intervento diretto e qualificato dell’operatore specializzato». Insomma, un lavoro che è al tempo stesso altamente tecnologico ma ancora artigianale al tempo stesso. «Sì», conferma Brevi, «e questa è la componente che, secondo noi, fa ancora oggi la differenza nella capacità di personalizzare lo stampo. Oggi abbiamo anche in casa una pressa che ci consente di fare i test. Un aspetto importantissimo, perché ogni stampo per il silicone richiede almeno due o tre messe a punto,

Impegni e progetti futuri Un forte impegno, dunque, che si aggiunge ad altri sforzi compiuti dall’azienda di Viadanica. Come la recente apertura della seconda sede produttiva a Clusane, vicino a Iseo (BS), e a partecipazione, spiega Aurelio Brevi, «al progetto Mould Tex, finanziato dalla Commissione Europea, che vede anche la presenza di altri nove enti di ricerca e aziende europee, e ha come obiettivo la messa a punto di una nuova tecnologia basata sulla microincisione laser, per la realizzazione di stampi destinati alla produzione di guarnizioni in elastomero specifiche per il settore dell’auto elettrica». 

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DALLE AZIENDE

Una riconversione produttiva senza precedenti L

a storia dei fratelli Zoppi parte dal cuore del lago d’Iseo, da Tavernola Bergamasca, un po’ di anni fa. Dopo la formazione in importanti aziende locali, nel 1989 Ivan, coadiuvato dai fratelli Enzo e Dario, compie il passo decisivo e fonda la Futura Gomm. Fin da subito l’azienda si specializza nello sviluppo di progetti con materiali difficili e pregiati, geometrie complesse e, in generale, per tutti quei prodotti che molte aziende mettono nelle loro vetrine. Partiti come tanti con l’utilizzo di macchine tradizionali, sia orizzontali che verticali, i fratelli Zoppi nel 2013 decidono la svolta. Cominciano con una piccola Boy per fare un test e poi, nell’arco di 4 anni, decidono di sviluppare tutti loro prodotti chiave sulle presse del produttore tedesco, arrivando a schierare un vero e proprio “arsenale”: le Boy aumentano di numero di anno in anno.

Il passaggio al “piccolo” Si tratta di presse con un footprint molto ridotto, e grazie a questa conversione al “piccolo”, è sempre possibile trovare lo spazio per inserire una nuova pressa, e poi un’altra ancora. Un vantaggio decisivo, perché la versatilità di queste presse, all’occorren-

La sede di Futura Gomm a Paratico, in alto, e uno scorcio del Lago d'Iseo. 54

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

La decrescita in dimensioni di macchine e stampi ha portato alla crescita in termini di qualità e di competitività e ha aperto nuove opportunità di business. Mentre la maggior parte delle aziende punta a dimensioni più grandi per le presse e a un maggior numero di cavità, la Futura Gomm di Paratico (Brescia) ha deciso di prendere la direzione opposta, ottenendo risultati sorprendenti in termini di qualità e di riduzione dei costi


Articoli tecnici

Sopra, il reparto produttivo dell’azienda con le presse Boy. A destra, anche per l’area produttiva, oltre che per gli uffici, i titolari i fratelli Zoppi hanno scelto pavimenti in parquet, piante e decorazioni che richiamano la natura, per rendere più piacevole l’ambiente di lavoro.

za, consente di destinarle alternativamente allo stampaggio di gomma, silicone liquido o silicone in pasta, con tempi di conversione da un materiale all’altro estremamente contenuti. Ricorda Ivan: «Il passaggio non è stato indolore: all’inizio ero molto scettico. Il fatto di essere cresciuto con presse da 200 e 300 tonnellate e di avere una visione orientata soprattutto ai quantitativi prodotti, mi rendevano difficile giustificare l’impiego di una pressa di piccole dimensioni. Successivamente, quando grazie a queste macchine ho iniziato a risolvere problemi difettosità, riducendo drasticamente gli scarti, mi sono reso conto che diminuendo il numero di cavità il processo diventava più stabile».

Alcuni esempi di articoli realizzati da Futura Gomm. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

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DALLE AZIENDE

Problemi più gestibili Continua Zoppi: «A quel punto ho avuto un’intuizione e mi sono convinto a crederci e, con un po’ di coraggio, a puntare sempre di più su questa tecnologia. C’è voluto tanto impegno, la voglia di rimettersi in gioco e una buona dose di creatività per riuscire a convertire produzioni tradizionali, concepite per presse medio-grandi, alla produzione in stampi piccoli, ma comunque redditizi. D’altronde il mio obiettivo era chiaro, puntare tutto sulla qualità: controllo puntiglioso sulle finiture degli stampi, ottimizzazione dei canali di alimentazione, riduzione delle bave, sono solo alcuni degli aspetti decisivi per arrivare ad offrire un prodotto qualitativamente elevate e a costi estremamente competitivi». Quali i vantaggi di questo cambio di strategia? Dice ancora Ivan Zoppi: «Abbiamo messo insieme tutto il nostro bagaglio di esperienze, errori, successi e abbiamo cercato di sintetizzarlo al massimo. Il piccolo non vuol dire eliminare i problemi, ma riportarli a una dimensione più gestibile, più a misura d’uomo. Noi stessi, convinti di conoscere in maniera profonda tutti i segreti dello stampaggio, abbiamo dovuto più volte ricrederci, affidandoci talvolta all’intuito. Altre volte invece è stato necessario ripar-

tire da capo. Quella che per fortuna non è mai mancata, e per questo devo ringraziare i miei fratelli che hanno sempre saputo motivarmi, è la voglia, la tenacia nel portare avanti un progetto dall’inizio e non arrendersi alle prime difficoltà».

Ivan Zoppi, titolare dell’azienda, a destra, stringe la mano a Francesco Valsecchi di State Technologies, l’azienda che distribuisce le presse Dr. Boy in Italia.

Il reparto controllo qualità è equipaggiato con macchine UTP Vision.

Controllo qualità L’azienda, segue in maniera diretta le fasi di stampaggio e cernita, sia manuale che automatica. E anche da questo punto di vista Futura Gomm non ha sconfessato la propria identità: sempre avanti, alla ricerca del miglior risultato possibile. Il reparto oggi utilizza 6 macchine UTP per la cernita automatica, su cui i fratelli Zoppi hanno sviluppato diversi accorgimenti speciali, per andare a trovare il difetto dove molti non saprebbero dove cercare, e consegnare pezzi stampati con la massima precisione, nel rispetto totale dei requisiti di tolleranza, anche i più estremi. 56

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019


Articoli tecnici Cernita automatica di o-ring di piccole dimensioni.

«Se ci guardiamo indietro, se ripensiamo alla nostra azienda quando abbiamo cominciato, sembra passato un secolo, eppure sono solo pochi anni», dicono in coro i 3 fratelli. «Adesso che stiamo attraversando un momento di mercato non particolarmente dinami-

co, possiamo dedicarci al lavoro che preferiamo: portare a un livello ancora più alto i nostri standard, e possibilmente farci conoscere non soltanto come quelli che hanno comprato le presse piccole, ma anche come quelli che hanno avuto il coraggio di credere in qualcosa di innovativo e di portare avanti le proprie idee». Non solo sulla tecnologia di stampaggio però. I titolari di Futura Gomm sono amanti del lago e del verde e hanno voluto ricreare anche all’interno del loro ufficio e del reparto produttivo un ambiente gradevole, corredato da finiture di pregio, piante, parquet e pareti con gigantografie di paesaggi, come solo raramente si possono trovare in un’azienda manifatturiera che, per di più, lavora con un materiale non certo dei più puliti.

Programmi futuri Dove vuole arrivare quindi l’azienda di Paratico? “Le nostre sfide sono attualmente due», conclude Zoppi, «portare sul piccolo anche alcune produzioni con materiali cosiddetti poveri, ma su cui le geometrie e le caratteristiche dell’elastomero generano molti problemi di qualità e di consistenza dimensionale ai nostri clienti finali, e irrobustire la nostra presenza sul mercato, sia sviluppando i rapporti con i nostri attuali clienti sia con l’acquisizione di qualche lavoro un po’ fuori dall’ordinario o, comunque, per il quale la tecnologia che abbiamo adottato possa veramente fare la differenza». Dopo la recente acquisizione dello stabilimento vicino, che ha portato al raddoppio della superficie coperta dell’azienda, non sono previsti ulteriori investimenti sulla parte immobiliare. Ma è sicuro che, quando torneremo a trovarli, Ivan, Enzo e Dario Zoppi avranno sicuramente molte novità da mostrarci. 

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NORMATIVE

Ancora modifiche al regolamento CLP

di Beatrice Garlanda

IN VIGORE DAL 17 APRILE E APPLICATI A PARTIRE DAL 17 OTTOBRE 2020, GLI AGGIORNAMENTI ALLA CLASSIFICAZIONE ETICHETTATURA E IMBALLAGGIO DI SOSTANZE E MISCELE USATE NELL’INDUSTRIA SONO STATI INTRODOTTI DALLA COMMISSIONE EUROPEA PER TENERE IL PASSO DELLO SVILUPPO TECNICO E SCIENTIFICO E TENENDO CONTO DEL SISTEMA MONDIALE ARMONIZZATO GHS DELLE NAZIONI UNITE

L

on il regolamento (UE) 2019/521 (G.U. UE 28 marzo 2019 L86) la Commissione Europea ha apportato modifiche al regolamento (CE) 1272/2008 relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele (c.d. Regolamento CLP) per adeguarlo al progresso tecnico e scientifico. In particolare si è tenuto conto del Sistema mondiale armonizzato di classificazione e etichettatura delle sostanze chimiche (Globally Harmonised System of Classification and Labelling of Chemicals - GHS) delle Nazioni Unite. Il regolamento è entrato in vigore il 17 aprile 2019 e sarà applicato dal 17 ottobre 2020. Le sostanze e le miscele possono, su base volontaria, essere classificate, etichettate e imballate anche prima della data di applicazione. Come tutti i

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

regolamenti, è direttamente applicabile negli stati membri. Il provvedimento modifica gli allegati dal I a VI del regolamento CLP per tenere conto della sesta e della settima edizione riveduta del GHS.

 Sostanze e miscele pericolose Le modifiche apportate dal regolamento (UE) 2019/521 all’Allegato I - Parte I (Principi generali per la classificazione e l’etichettatura delle sostanze e delle miscele pericolose) riguardano i valori soglia e gli aerosol. Si ricorda che il valore soglia è la soglia di ogni impurezza,


Sostanze additivo o singolo costituente classificato presente in una sostanza o in una miscela al di sopra della quale la loro presenza è presa in considerazione per determinare se la sostanza o la miscela debba essere classificata. Per le sostanze per le quali non è stato altrimenti disposto, si applicano i valori soglia generici che sono ora modificati dal regolamento in oggetto (vedi tabella 1) Per quanto riguarda gli aerosolo, ai sensi del nuovo regolamento, nel caso della classificazione delle miscele di cui alle sezioni relative a: • tossicità acuta • corrosione/irritazione della pelle • gravi lesioni oculari/irritazione oculare • sensibilizzazione delle vie respiratorie e della pelle • tossicità specifica per organi bersaglio (esposizione singola e esposizione ripetuta) una miscela sotto forma di aerosol è classificata nella stessa categoria di pericolo della miscela sottoposta a prova in altra forma, purché il propellente aggiunto non modifichi le proprietà di pericolo della miscela al momento della vaporizzazione . Inoltre è modificato il punto 1.3.2.1. La nuova versione dispone che se il propano, il butano e il GPL o una miscela contenente tali sostanze, classificati in base ai criteri dell’allegato in oggetto, sono immessi sul mercato in bombole chiuse ricaricabili o in cartucce non ricaricabili in conformità alla norma EN 417 come gas combustibili, che sono liberati solamente in vista della loro combustione, queste bombole o cartucce devono essere etichettate solamente con il pittogramma appropriato, le indicazioni di pericolo e i consigli di prudenza riguardanti l’infiammabilità. Si segnala che la norma EN417 è intitolata: “Cartucce metalliche a gas di petrolio liquefatti non ricaricabili, con o senza valvola, per l’alimentazione di apparecchi utilizzatori portatili- Costruzione, controlli, prove e marcatura”.

 Pericoli fisici: gli esplosivi L’Allegato I - Parte 2, definisce i pericoli fisici generati da determinate sostanze come esplosivi, gas, liquidi o solidi infiammabili, e altri. Per quanto riguarda gli esplosivi ricordiamo che il regolamento CLP assegna sostanze, miscele articoli esplosivi stabili sono ad una di queste sei divisioni: • -divisione 1.1: sostanze, miscele e articoli che presentano un pericolo di esplosione di massa- -divisione 1.2: sostanze, miscele e articoli che presentano un pericolo di proiezione, senza esplosione di massa • -divisione 1.3: sostanze, miscele e articoli che presentano un pericolo di incendio con leggero pericolo di spostamento d’aria o di proiezione o di entrambi, ma senza pericolo di esplosione di massa • - divisione 1.4: sostanze, miscele o articoli che presentano solo un pericolo minore in caso di accensione o innesco • -divisone 1.5: sostanze o miscele che presentano un pericolo di esplosione di massa,ma che sono così poco sensibili che la probabilità di innesco o di passaggio dalla combustione alla detonazione è molto ridotta in condizioni normali

• -divisione 1.6, modificata dal regolamento (UE)2019/521: articoli estremamente poco sensibili che non presentano un pericolo di esplosione di massa. Si tratta di articoli contenenti in prevalenza sostanze o miscele estremamente poco sensibili e per i quali la probabilità di innesco o di propagazione accidentale è trascurabile. Il nuovo regolamento dispone che alcune sostanze o miscele esplosive sono umidificate con acqua o alcoli, diluite con altre sostanze oppure disciolte o sospese in acqua o altre sostanze liquide per ridurne o neutralizzare la proprietà esplosive. In questi casi sono classificabili come esplosivi desensibilizzati Si fa presente che è sostituita la figura 2.1.3 (cfr. testo originale) relativa allo schema generale della procedura di assegnazione ad una divisione nella classe degli esplosivi (classe 1 per il trasporto). La procedura di accettazione per la classe di pericolo “esplosivi” non deve essere applicata: a) se la molecola non contiene alcun gruppo chimico associato a proprietà esplosive b) se la sostanza contiene gruppi chimici associati a proprietà esplosive e comprendenti ossigeno alle condizioni indicate dall’allegato c) se per la sostanza organica o la miscela omogenea di sostanze organiche contenenti uno o più gruppi chimici associati a proprietà esplosive: l’energia di decomposizione esotermica è inferiore a 500 J/g, oppure la temperatura iniziale di decomposizione esotermica è pari o superiore a 500°C come indicato nella tabella aggiunta dal regolamento (UE) 2019/521 (cfr. tabella 2).

 Gas infiammabili Cambiano le definizioni dei gas infiammabili. Per “gas infiammabile” s’intende un gas o una miscela di gas con un campo di infiammabilità con l’aria a 20°C e a una pressione standard di 101,3 kPa. Per “gas piroforico” s’intende un gas infiammabile che può accendersi spontaneamente in presenza d’aria a una temperatura pari o inferiore a 54°C. Per “gas chimicamente instabile” s’intende un gas infiammabile in grado di reagire in modo esplosivo anche in assenza di aria o di ossigeno. Un gas infiammabile è classificato nella categoria 1A, 1B o 2 in base alla nuova tabella 2.2.1 dell’allegato (cfr. nostra tabella 3). I gas infiammabili che sono piroforici e/o chimicamente instabili sono sempre classificati nella categoria 1A. La nuova versione dell’allegato I sostituisce anche la tabella relativa agli elementi dell’etichetta dei gas infiammabili (cfr. tabella 4). Va, inoltre, segnalato che se un gas o una miscela di gas infiammabile è classificato come piroforico e/o chimicamente instabile, tutte le pertinenti classificazioni vanno riportati nella scheda dei dati di sicurezza di cui all’allegato II del regolamento (CE) n.1907/2006 e i pertinenti elementi di comunicazione del pericolo figurano sull’etichetta. Si fa presente che nella nuova versione dell’allegato è sostituita la figura relativa allo schema della procedura di classificazione dei gas infiammabili (figura 2.2.1 delle a sezione 2.2.3). Altre considerazioni sull’infiammabilità sono riportate L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

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NORMATIVE

nell’attuale paragrafo 2.2.4.1 dell’allegato I. In particolare si dispone che l’infiammabilità deve essere determinata attraverso prove o, nel caso di miscele per le quali siano disponibili dati sufficienti, attraverso calcoli effettuati secondo metodi approvati dall’ISO (norme ISO 10156 e ISO 817 modificate). Al posto dell’apparato di prova indicato nella norma ISO 10156, è possibile utilizzare l’apparato di cui alla norma EN 1839 modificata. Inoltre sono aggiunti due nuovi paragrafi in base ai quali la piroforicità è determinata alla temperatura di 54°C in conformità alla norma IEC 60079-20-1 ed. 1.0 82010-01) o DIN 51794 Avvisiamo che la sigla IEC è l’acronimo di ”International Electrotechnical Commission” e la sigla DIN è l’acronimo di “Deutches Institute für Normung”. Non è necessario applicare la procedura di classificazione per i gas piroforici quando l’esperienza acquisita nella fabbricazione o nella manipolazione dimostra che la sostanza non si accende spontaneamente a contatto con l’aria a una temperatura pari o inferiore a 54°C. Le miscele di gas infiammabili che non sono state sottoposte a prove di piroforicità e che contengono più dell’1% di componenti piroforici sono classificate come gas piroforico .Per valutare la necessità di classificare le miscele di gas infiammabili il cui contenuto di componenti piroforici è pari o inferiore all’1% si ricorre al giudizio di esperti sulle proprietà e sui pericoli fisici dei gas piroforici e delle loro miscele. In tal caso si considera di sottoporle a prova solo se gli esperti ritengono necessario avere dati supplementari a sostegno della processo di classificazione.

 Liquidi infiammabili

Il nuovo regolamento stabilisce che, nel caso delle miscele contenenti liquidi infiammabili noti in concentrazioni definite anche se possono contenere componenti non volatili come polimeri e additivi, non è necessario determinare il punto di infiammabilità per via sperimentale se il punto di infiammabilità della miscela calcolato secondo il metodo descritto nell’allegato I (punto 2.6.4.3) è superiore di almeno 5°C al pertinente criterio di classificazione alle condizioni indicate al punto 2.6.4.2 dell’allegato stesso.

 Solidi infiammabili e altro Di nuova formulazione è la disposizione in base alla quale le polveri di metalli o di leghe metalliche sono classificate come solidi infiammabili quando si ha un’accensione e se la reazione si propaga su tutta la lunghezza del campione (100 mm) in dieci minuti o un tempo inferiore. Per quanto riguarda le sostanze e miscele che, a contatto con l’acqua, sviluppano gas infiammabili, è modificata la tabella sui criteri di classificazione (vedi nostra tabella 5). Mentre per gli esplosivi desensibilizzati, all’allegato I è stata aggiunta la sezione 2.17 ad essi relativa. Parliamo, come già 60

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

detto, di sostanze o miscele solide o liquide che sono flemmatizzate per neutralizzare le proprietà esplosive in modo che non esplodano in massa e non brucino troppo rapidamente e pertanto possano essere escluse dalla classe di pericolo “esplosivo”. Un esplosivo allo stato desensibilizzato è considerato appartenere a questa classe salvo se, in tale stato: a) è inteso a produrre un effetto pratico esplosivo o pirotecnico b) presenta un pericolo di esplosione di massa in base alle prove indicate dall’allegato c) I’energia di decomposizione esotermica è inferiore a 300 J/g Gli esplosivi desensibilizzati sono classificati e imballati per la fornitura e l’uso in una delle quattro categorie di questa classe in funzione della velocità corretta di combustione (cfr. tabella 6) Gli elementi dell’etichetta delle sostanze o delle miscele liquide o solide degli esplosivi desensibilizzati sono riportati nella tabella 7.

 Pericoli per la salute La versione attuale dell’Allegato I -Parte 3 presenta, inter alia, nuove definizioni dei pericoli per la salute. Le riportiamo qui di seguito. Per quanto riguarda la tossicità acuta l’allegato, come modificato, dispone che con questa definizione si deve intendere la proprietà di una sostanza o miscela di produrre effetti nocivi gravi (ossia mortalità) che si manifestano in seguito ad un’unica o breve esposizione per via orale, cutanea o inalatoria. Le sostanze possono essere classificate in una delle categorie di pericolo basate sulla tossicità acuta per via orale, cutanea o inalatoria in base ai criteri soglia indicati nella tabella 8. I valori di tossicità acuta sono espressi in valori (approssimati) di DL50 (orale, cutanea) o CL50 (inalazione) o in stime della tossicità acuta (STA). È innovata la definizione di corrosione della pelle. Con tale termine s’intende la produzione di lesioni irreversibili della pelle, ossia una necrosi visibile dell’epidermide e del derma che si manifesta dopo l’esposizione ad una sostanza o miscela. Ai sensi del nuovo provvedimento, per gravi lesioni oculari s’intendono le lesioni dei tessuti oculari o un grave deterioramento della vista, non totalmente reversibili, che si manifestano dopo l’esposizione dell’occhio a una sostanza o miscela. Per sensibilizzazione delle vie respiratorie, il testo attuale intende un’ipersensibilità delle vie respiratorie che si manifesta dopo l’inalazione di una sostanza o miscela. Per sensibilizzazione della pelle s’intende, invece, una reazione allergica che si manifesta dopo il contatto della pelle con una sostanza o miscela. Per mutagenicità sulle cellule germinali si devono intendere le mutazioni genetiche ereditarie, tra cui le aberrazioni cromosomiche ereditarie strutturali e numeriche nelle cel-


Sostanze lule germinali che si manifestano dopo l’esposizione a una sostanza o miscela. Per “mutazione” s’intende una variazione permanente della quantità o della struttura del materiale genetico di una cellula. Con tale termine s’ intendono sia i mutamenti genetici ereditari che possono manifestarsi a livello fenotipico, sia le modificazioni sottostanti del DNA, se note. Il termine “mutageno” designa, invece, gli agenti che aumentano la frequenza delle mutazioni in popolazioni di cellule e/o di organismi. I termini più generali “genotossico” e “genotossicità” designano gli agenti o i processi che modificano la struttura, il contenuto di informazioni o la segregazione del DNA, compresi quelli che danneggiano il DNA interferendo con i normali processi di replicazione o che alterano la replicazione del DNA in maniera non fisiologica (temporanea). I risultati delle prove di genotossicità servono in generale come indicatori degli effetti mutageni.

 Cancerogenicità e tossicità Con il termine “cancerogenicità” s’intende l’induzione del cancro o l’aumento dell’incidenza del cancro dopo l’esposizione a una sostanza o miscela. Le sostanze e le miscele che hanno provocato tumori benigni o maligni nel corso di studi sperimentali su animali sono considerate cancerogene presunte o sospette anche per l’uomo, a meno che non sia chiaramente dimostrato che il meccanismo della formazione del tumore non è rilevante per l’uomo. Il termine “tossicità per la riproduzione” designa gli effetti nocivi sulla funzione sessuale e sulla fertilità degli uomini e delle donne adulti, nonché sullo sviluppo dei figli, che si manifestano dopo l’esposizione a una sostanza o miscela. In merito va osservato che l’allegato riprende, con adattamenti, il documento IPCS/EHC n.255 (Principi per la valutazione dei rischi sanitari per la riproduzione associati all’esposizione a sostanze chimiche) . Si segnala che IPCS è acronimo di “International Programme Chemical Safety” e EHC di “Environmental Health Criteria”. Ai fini della classificazione gli effetti genetici ereditari osservati nei figli sono trattati nella sezione sulla mutagenicità sulle cellule germinali, considerata la più appropriata. Va osservato che esistono vari metodi di prova accettati internazionalmente. Essi comprendono metodi di prova della tossicità per lo sviluppo (ad es linea guida OCSE 414) e metodi di prova della tossicità per una o due generazioni (ad es. linee guida OCSE 415, 416, 443). In merito alla tossicità “specifica per organi bersaglio, con esposizione singola” è stato modificato il paragrafo relativo alla classificazione delle miscele. In particolare l’allegato modificato dispone che, se non esistono dati o risultati sperimentali attendibili relativi alla miscela e non è possibile ricorrere ai fini della classificazione ai principi ponte (vedi testo originale), la classificazione della miscela si basa su quella delle sostanze che la compongono. In tal caso la miscela è classificata come tossica per uno specifico organo bersaglio a seguito di un’esposizione singola, se almeno uno dei suoi componenti è classificato come tossico per un

organo bersaglio (esposizione singola) di categoria 1 o 2 ed è presente in concentrazione pari o superiore al limite di concentrazione generico appropriato indicato nella tabella 3.8.3 dell’allegato per le categorie 1 e 2 (per il significato delle categorie vedi tabella 9). È poi stato aggiunto il punto 3.8.3.4.6. Esso prevede che, nei casi in cui per i componenti di categoria 3 si utilizza la regola dell’additività, per “componenti rilevanti” di una miscela s’intendono quelli che sono presenti in concentrazioni ≥ 1% (in p/p per solidi, liquidi, polveri, nebbie e vapori e in v/v per i gas), a meno che si possa supporre che un componente presente in concentrazioni <1% sia rilevante per classificare la miscela come irritante delle vie respiratorie o avente effetti narcotici.

 Esposizione ripetuta Per tossicità specifica per organi bersaglio (con esposizione ripetuta) s’intende la proprietà di una sostanza o miscela di produrre effetti tossici specifici su organi bersaglio dopo un’esposizione ripetuta. Sono compresi tutti gli effetti significativi per la salute che possono alterare la funzione, reversibili o irreversibili, immediati e/o ritardati. Sono tuttavia esclusi altri effetti specifici tossici di cui alle sezioni da 3.1 a 3.8 e nella sezione 3.10 dell’allegato I. Per quanto riguarda la classificazione della miscela tossica per uno specifico organo bersaglio (esposizione ripetuta) le disposizioni sono analoghe a quelle sopra riportate per le miscele tossiche per uno specifico organo bersaglio (esposizione singola). Il limite di concentrazione cui riferirsi è indicato nella tabella 3.9.4 dell’allegato I per le categorie 1 e 2.

 Pericolo in caso d’aspirazione Ai sensi della versione attuale dell’allegato I, per pericolo in caso d’aspirazione s’intendono gli effetti acuti gravi, quali polmonite chimica, lesioni polmonari o il decesso che si manifestano dopo l’aspirazione di una sostanza o miscela. Per quanto riguarda la classificazione delle miscele pericolose in caso di aspirazione, è aggiunta la disposizione secondo la quale per “componenti rilevanti” di una miscela s’intendono quelli che sono presenti in concentrazioni ≥ 1%. Una miscela è classificata nella categoria 1 (vi sono cioè dati attendibili e di qualità basati su sperimentazioni eseguite sull’uomo) se la somma delle concentrazioni dei componenti di categoria 1 è ≥ 10% e la miscela ha una viscosità cinematica≤ 20,5 mm2 /s, misurata a 40°C. Se una miscela si separa in due o più strati distinti l’intera miscela è classificata nella categoria 1 se in uno degli strati la somma delle concentrazioni dei componenti di categoria 1 è≥ 10% e ha una viscosità cinematica ≤ 20,5 mm2 /s, misurata a 40°C.

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NORMATIVE

Pericoli per l’ambiente È stata apportata una modifica nell’Allegato 1- Parte 4 alla disposizione sulla classificazione“Acuto 1”delle miscele. Si prevede che siano considerati in primo luogo tutti i componenti classificati nella categoria Acuto 1. Se la somma delle concentrazioni (in %) di tali componenti moltiplicata per i loro fattori M corrispondenti è ≥25% l’intera miscela è classificata nella categoria Acuto 1.



sui pericoli ed elementi supplementari dell’etichetta. Nella parte I (indicazioni di pericolo) alla tabella 1.1 sulle indicazioni di pericolo relative ai pericoli fisici sono aggiunte la voci che riportiamo nella tabella 10. Sono inoltre modificate le voci relative ai gas infiammabili, per le quali rimandiamo alla lettura del testo originale (codici H220, H221, H230 e H231) Nella parte 2 (informazioni supplementari sui pericoli) la voce relativa al codice EUH 001 (esplosivo allo stato secco) è soppressa.



Disposizioni particolari Nell’Allegato II, parte 1 (disposizioni particolari sull’etichettatura), è soppressa la voce“EUH001 - Esplosivo allo stato secco”ed è modificata la numerazione di alcuni paragrafi. Nella parte 2 (indicazioni di pericolo supplementari che devono figurare sull’etichetta di alcune miscele) è innovato il testo previgente, stabilendo che l’etichetta per le miscele non destinate alla vendita al pubblico deve recare la dicitura “EUH210- Scheda dati di sicurezza disponibile su richiesta”, oltre che negli altri casi previsti, quando la miscela non è considerata pericolosa ma contiene ≥ un decimo del limite di concentrazione specifico per una sostanza classificata come sensibilizzante della pelle o delle vie respiratorie con limite di concentrazione specifico.

 Indicazioni di pericolo e altro Modifiche anche per quanto riguarda l’Allegato III, che contiene l’elenco delle indicazioni di pericolo, informazioni supplementari

Consigli di prudenza e pittogrammi L’allegato IV in oggetto, come modificato, contiene uno schema nel quale sono enumerati, raggruppati per tipo, i consigli di prudenza raccomandati per ogni classe e categoria di pericolo. I consigli di prudenza modificati o inseriti ex novo dal regolamento (UE)2019/521 sono elencati nella tabella 11 Nell’Allegato V, che riguarda i pittogrammi da usare per indicare visivamente i vari gradi di pericolo, sono state introdotte lievi modifiche relative alla classe e categorie di pericolo per le quali si utilizza il pittogramma della fiamma. Infine, nell’Allegato VI, sulla Classificazione e etichettatura armonizzate di talune sostanze pericolose, cambiamenti riguardano la tabella 1.1, relativa ai codici di classe e categoria di pericolo, a cui sono apportate modifiche relative ai gas infiammabili ed è stata aggiunta la voce relativa agli esplosivi desensibilizzati (vedi tabella 12).

Tabella 1 - Valori soglia generici Classe di pericolo

- categoria 1-3 - categoria 4 Corrosione/irritazione della pelle Gravi lesioni oculari/irritazione oculare Tossicità specifica per organi bersaglio, esposizione singola, categoria 3 Tossicità in caso di aspirazione - categoria Acuto 1 - categoria Cronico 1 - categoria Cronico 2-4

Valori soglia generici da prendere in considerazione Tossicità acuta 0,1% 1% 1% (1) 1% (2) 1% (3) 1%

Pericoloso per l’ambiente acquatico

0,1% (4) 0,1% (4) 1%

(1) O<1%, se pertinente - (2) O<1%, se pertinente - (3) O<1%, se pertinente - (4) O<0,1%, se pertinente

Tabella 2 - Procedura di accettazione per gli esplosivi

Quando occorre applicare la procedura di accettazione per la classe di pericolo “esplosivi” per una sostanza organica o una miscela omogenea di sostanze organiche.

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Energia di decomposizione (J/g)

Temperatura iniziale di decomposizione (°C)

<500

<500

No

<500

≥500

No

≥500

<500

≥500

≥500

No

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

Procedura di accettazione (Sì/No)


Sostanze Tabella 3 - Criteri di categorizzazione dei gas infiammabili Categoria

1A

1B

2

Criteri Gas che, a una temperatura di 20° C e alla pressione standard di 101,3kPa: a) sono infiammabili quando sono in miscela pari o inferiore al 13% (volume) in aria; oppure Gas infiammabile b) hanno un campo di infiammabilità con l’aria di almeno 12 punti percentuali, qualunque sia il limite inferiore di infiammabilità a meno che dai dati risultino rispondere alla categoria 1B Gas infiammabili che si accendono spontaneamente in presenza d’aria a una Gas piroforico temperatura pari o inferiore a 54°C Gas infiammabili che sono chimicamente instabili a 20°C e a una pressione standard Gas chimicamente instabile di 101,3 kPa Gas infiammabili che sono chimicamente instabili a una temperatura superiore a Gas chimicamente instabile 20°C e/o a una pressione superiore a 101,3kPa Gas che rispondono ai criteri di infiammabilità della categoria 1A ma non sono piroforici, né chimicamente instabili e hanno almeno: Gas infiammabile a) un limite inferiore di infiammabilità superiore a 6% (volume) nell’aria;oppure b) una velocità di propagazione della fiamma inferiore a 10 cm/s Gas diversi da quelli di categoria 1A o 1B che, a una temperatura di 20°C e a una Gas infiammabile pressione standard di 101,3kPa, hanno un campo di infiammabilità se miscelati in aria

Nota 1 Gli aerosol non sono classificai come gas infiammabili Nota 2 In assenza di dati che consentano la classificazione nella categoria 1B, un gas infiammabile che risponde ai criteri della categoria 1A è classificato automaticamente in quest’ultima Nota 3 L’accensione spontanea dei gas piroforico non è sempre immediata ed è possibile che sia ritardata Nota 4 Una miscela di gas infiammabile di cui non si dispongono di dati sulla piroforicità è classificata come gas piroforico se contiene più dell’1% (volume) di componenti piroforici


NORMATIVE

Tabella 4 - Gas infiammabili- Elementi dell’etichetta Categoria 1A

Gas di categoria 1A rispondenti ai criteri del gas piroforico o del gas instabile A/B Gas chimicamente instabile Gas piroforico Categoria A Categoria B

Categoria 1B

Nessun pittogramma

Pittogramma GHS Avvertenza

Indicazione di pericolo

Consiglio di prudenzaprevenzione Consiglio di prudenzaReazione Consiglio di prudenzaConservazione

Categoria 2

Pericolo

Pericolo

Pericolo

Pericolo H220: Gas altamente H220: infiammabile Gas altamente H231: infiammabile Può esplodere H230: anche in può esplodere assenza di aria anche in assenza a pressione e/o di aria temperatura elevata

Pericolo

Attenzione

H220: Gas altamente infiammabile

H220: Gas altamente infiammabile H232: spontaneamente infiammabile all’aria

P210

P210 P222 P280

P202 P210

P202 P210

P210

P210

P377 P381

P377 P381

P377 P381

P377 P381

P377 P381

P377 P381

P403

P403

P403

P403

P403

P403

H221: Gas infiammabile

H221: Gas infiammabile

Consiglio di prudenzaSmaltimento

Tabella 5 - Miscele infiammabili a contatto con acqua

Criteri di classificazione delle sostanze e miscele che, a contatto con l’acqua, sviluppano gas infiammabili. Categoria 1

2 3

Criteri Sostanza o miscela che reagisce energicamente con l’acqua a temperatura ambiente sviluppando un gas che in generale tende ad accendersi spontaneamente, o che reagisce facilmente con l’acqua a temperatura ambiente in modo che la quantità di gas infiammabile sviluppata in un minuto è pari o superiore a 10 litri per chilogrammo di sostanza Sostanza o miscela che reagisce facilmente con l’acqua a temperatura ambiente in modo che la quantità di gas infiammabile sviluppata in un’ora è pari o superiore a 20 litri per chilogrammo di sostanza, e che non risponde ai criteri per la categoria 1 Sostanza o miscela che reagisce lentamente con l’acqua a temperatura ambiente in modo che la quantità massima di gas infiammabile sviluppata in un’ora è superiore a 1 litro all’ora per chilogrammo di sostanza, e che non risponde ai criteri per le categorie 1 e 2

Tabella 6 - Criteri di classificazione degli esplosivi desensibilizzati Categoria 1 2 3 4

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Criteri Esplosivi desensibilizzati con una velocità corretta di combustione(AC) pari o superiore a 300 kg/min ma non superiore a 1200 kg/min Esplosivi desensibilizzati con una velocità corretta di combustione(AC) pari o superiore a 140 kg/min ma inferiore a 300 kg/min Esplosivi desensibilizzati con una velocità corretta di combustione(AC) pari o superiore a 60 kg/min ma inferiore a 140 kg/min Esplosivi desensibilizzati con una velocità corretta di combustione(AC ) inferiore a 60 kg/min

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019


Sostanze Tabella 7 - Esplosivi desensibilizzati - Elementi dell’etichetta Categoria 1

Categoria 2

Categoria 3

Categoria 4

Pericolo H206: Pericolo d’incendio, di spostamento d’aria o di proiezione; maggior rischio di esplosione se l’agente desensibilizzante è ridotto P210 P212 P230 P233 P280 P370+ P380+ P375

Pericolo

Attenzione

Attenzione

H207: Pericolo d’incendio o proiezione; maggior rischio di esplosione se l’agente desensibilizzante è ridotto

H207: Pericolo d’incendio o proiezione; maggior rischio di esplosione se l’agente desensibilizzante è ridotto

H208: Pericolo d’incendio; maggior rischio di esplosione se l’agente desensibilizzante è ridotto

P210 P212 P230 P233 P280 P370+ P380+ P375

P210 P212 P230 P233 P280 P370+ P380+ P375

P210 P212 P230 P233 P280 P371+ P380+ P375

P401

P401

P401

P401

P501

P501

P501

P501

Pittogramma GHS Avvertenza

Indicazione di pericolo

Consiglio di prudenza- prevenzione Consiglio di prudenza- Reazione Consiglio di prudenza- Conservazione Consiglio di prudenza- Smaltimento


NORMATIVE

Tabella 8 - Tossicità acuta

Categorie di pericolo di tossicità acuta e stime di tossicità acuta (STA) che definiscono le rispettive categorie. Via di esposizione Orale (mg/kg di peso corporeo) Cutanea (mg/kg di peso corporeo) Gas [ppmV(1)] Vapori (mg/l) Polveri e nebbie (mg/l)

Categoria 1

Categoria 2

Categoria 3

Categoria 4

STA≤ 5

5 <STA≤ 50

50 <STA≤ 300

300 <STA≤ 2000

STA≤ 50

50 <STA≤ 200

200 <STA≤ 1000

1000 <STA≤ 2000

STA≤ 100 STA≤ 0,5 STA≤ 0,05

100 <STA≤ 500 0,5<STA≤ 2 0,05< STA≤ 0,5

500 <STA≤ 2500 2<STA≤ 10 0,5< STA≤ 1

2500 <STA≤ 20000 10<STA≤ 20 1< STA≤ 5

Le concentrazioni di gas sono espresse in parti per milione per volume (ppmV). Si avvisa che la tabella originale è corredata da note

Tabella 9 - Tossicità per organi bersaglio

Categorie di pericolo per la tossicità specifica per organi bersaglio (esposizione singola). Categorie 1 2 3

Criteri Sostanze che hanno prodotto efeftti tossici significativi nell’uomo o che si può presumere, in base a dati ottenuti con sperimentazioni su animali, possano produrre effetti tossici significativi nell’uomo in seguito ad una singola esposizione Sostanze che si possono presumere, in base a dati sperimentali relativi ad animali, nocive per la salute umana in seguito ad una singola esposizione Effetti transitori su organi bersaglio.

Tabella 10 - Aggiunte alla tabella 1.1 dell’Allegato III H206

H207 H208 H232

2.17 – Esplosivi desensibilizzati, categoria di pericolo 1 Pericolo d’incendio, di spostamento d’aria o di proiezione, maggior rischio di esplosione se l’agente desensibilizzante è ridotto 2.17 – Esplosivi desensibilizzati, categorie di pericolo 2,3 Pericolo d’incendio o di proiezione, maggior rischio di esplosione se l’agente desensibilizzante è ridotto 2.17 – Esplosivi desensibilizzati, categoria di pericolo 4 Pericolo d’incendio, maggior rischio di esplosione se l’agente desensibilizzante è ridotto 2.2 – Gas infiammabili, categoria di pericolo 1A, gas piroforico Spontaneamente infiammabile all’aria

Tabella 12 - Modifiche alla tabella 1.1. dell’allegato VI, parte 1 Classe di pericolo

Gas infiammabili

Esposivi desensibilizzati

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

Codice della classe e categoria di pericolo Flam. Gas 1A Flam. Gas 1B Flam. Gas 2 Pyr Gas Chem Unst. Gas A Chem Unst. Gas B Desen. Expl.1 Desen. Expl.2 Desen. Expl.3 Desen. Expl.4


Sostanze Tabella 11 - Consigli di prudenza (Voci aggiunte o modificate dalla versione attuale dell’Allegato IV). Codice P103 P201 P202 P210 P212 P222 P230 P233 P280 P301 P302 P332 P370 P371 P375 P377 P380 P381 P301+P312 P370+P380+P375 P371+P380+P375 P401 P403 P501 P503

Consiglio di prudenza Leggere attentamente e seguire tutte le istruzioni Procurarsi le istruzioni prima dell’uso Non manipolare prima di avere letto e compreso tutte le avvertenze Tenere lontano da fonti di calore, superfici riscaldate, scintille, fiamme e altre fonti di innesco. Vietato fumare Evitare di riscaldare sotto confinamento o di ridurre l’agente desensibilizzante Evitare il contatto con l’aria Mantenere umido con Tenere il recipiente ben chiuso Indossare guanti/indumenti protettivi/proteggere gli occhi/proteggere il viso/ proteggere l’udito/.. IN CASO DI INGESTIONE IN CASO DI CONTATTO CON LA PELLE In caso di irritazione della pelle In caso di incendio In caso di incendio grave e di grandi quantità Rischio di esplosione. Utilizzare i mezzi estinguenti a grande distanza In caso di incendio per perdita di gas, non estinguere se non si può bloccare la perdita senza pericolo Evacuare la zona In caso di perdita, eliminare ogni fonte di accensione IN CASO DI INGESTIONE: in presenza di malessere contrattare un CENTRO ANTIVELENI/un medico In caso d’incendio evacuare la zona. Rischio di esplosione. Utilizzare i mezzi estinguenti a grande distanza Con incendio grave e di grandi quantità, evacuare la zona. Rischio esplosione. Usare estinguenti a distanza Conservare secondo Conservare in luogo ben ventilato Smaltire il contenuto/recipiente in.. Chiedere informazioni al fabbricante/fornitore.. su smaltimento/recupero/riciclaggio

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Taccuino

L’assemblea annuale della Federazione Gomma-Plastica: mentalità da innovatori

S

Si è tenuta oggi a Milano, nella sede di Palazzo Giureconsulti, l’assemblea annuale della Federazione Gomma Plastica. Nella sessione “aperta” dell’incontro sono intervenuti il presidente federale, Giorgio Quagliuolo, Filippo Bettini, Head of Sustainability & Risk Governance per il gruppo Pirelli, Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, e Massimo Temporelli, divulgatore scientifico e fondatore di FabLab Milano. Quagliuolo nel suo intervento ha fatto riferimento alla difficile situazione in cui i settori della gomma e della plastica si trovano dal punto di vista della percezione da parte dell’opinione pubblica a causa di una campagna informativa fortemente condizionata da una profonda avversione per i prodotti di questo settore industriale e per il loro supposto negativo impatto ambientale. «Questo perché», ha detto Quagliuolo, «viviamo in una società che per mille ragioni non è disponibile all’approfondimento, a un’analisi logica, al pensiero integrale». Tutto, ha detto il presidente, si basa oggi sull’innovazione eppure, in Italia, “si fa fatica a innovare nella scuola, dove non decollano la riforma degli istituti tecnici secondari ITS o i corsi di laurea brevi, spesso visti come un ripiego. Né si innova nella politica, intesa come tecnica di governo. Le leggi possono avere un forte potere di innesco dell’economia, ma in Italia spesso vengono approvate dopo l’emergere di un problema, in seguito a un’onda emotiva e con la pretesa di produrre effetti miracolosi. Ma non saranno mai le leggi a promuovere lo sviluppo economico, bensì le attività economiche e industriali che possono essere attivate dalla loro entrata in vigore» Che cosa devono fare allora le nostre imprese di fronte a questa situazione? Cambiare mentalità, come ha indicato anche il titolo dell’evento, “Innovation Mindset”. Per Quagliuolo devono «abbandonare la mentalità del terzista e del subfornitore, smettere di vivere in un mondo su cui si pensa di non avere influenza o capacità di azione. Dobbiamo invece confrontarci con il mercato, adottare comportamenti responsabili, fondamentali per la nostra reputazione sociale, considerare l’importanza dei cicli di recupero e di riciclaggio e le osservazioni che provengono dai consumatori». La risposta alle spinte negative di questi tempi, secondo il presidente della Federazione Gomma-Plastica «è puntare sulla formazione delle persone all’interno delle nostre aziende, all’innovazione tecnologica mirata non soltanto ai processi ma anche allo sviluppo di nuovi prodotti».

Due grafici pubblicati nella relazione annuale di Assogomma. Il primo, a torta, indica le tipologie di articoli tecnici prodotti. Il secondo mostra, in tonnellate, la produzione negli anni 2017 e 2018. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

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NEWS

Tra gli esempi citati promossi dall’associazione confindustriale anche la sperimentazione e lo sviluppo di pavimentazioni in elastomeri riciclati per attività sportive e per l’equitazione con prestazioni e il progetto Tyreplast, «che ci ha consentito di creare un nuovo materiale, in grado di unire proprietà di gomma e plastica per dar vita a un prodotto con elevate caratteristiche di insonorizzazione, oltre ad altri progetti sviluppati con i nostri partner, come Corepla ed Ecopneus».

I dati Istat su economia e industria per il primo trimestre 2019

A

maggio, segnala l’Istat in una sua nota congiunturale, si è protratta la situazione di incertezza sul futuro delle relazioni commerciali internazionali. I negoziati tra USA e Cina sembrano essere ancora lontani da una risoluzione e quelli relativi ai trattati bilaterali con Giappone e l’Ue restano in una fase preliminare. Nel primo trimestre del 2019, il prodotto interno lordo (Pil), in valori concatenati

con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, ha segnato un lieve miglioramento congiunturale (+0,1%). L’aumento è stato alimentato dal contributo della domanda estera netta fortemente positivo (+0,5 punti percentuali, Figura 3), a sintesi di un moderato incremento delle esportazio-

Il grafico qui sopra mostra come il Pil italiano sia largamente dipendente dalla domanda estera. Nella pagina a fianco si nota come, a fronte di una buona tenuta dell’industria, i servizi siano in netto calo nel nostro paese.


Taccuino

ni di beni e servizi e un netto calo delle importazioni (-1,5% t/t). Anche l’apporto della domanda interna è stato positivo (+0,2 punti percentuali), sostenuto in egual misura da consumi e investimenti. Le scorte hanno, invece, fornito un contributo decisamente negativo (-0,6 punti percentuali). Dal lato dell’offerta di beni

e servizi, è mancata la spinta alla crescita del settore dei servizi, che ha registrato una flessione congiunturale, seppure lieve. Nel primo trimestre, i consumi finali nazionali hanno segnato una lieve accelerazione congiunturale (+0,2% da +0,1% in T4), a sintesi di una decelerazione della

spesa delle famiglie residenti (+0,1% da +0,2% in T4) e una ripresa di quella delle amministrazioni pubbliche (+0,2% da -0,2% in T4). Il rallentamento dei consumi delle fa- miglie ha riguardato prevalentemente il calo degli acquisti in beni durevoli (-0,7%) associato al perdurare di ridu- zioni di spesa per i beni non durevoli (-0,5%). Gli acquisti di beni semidurevoli (+1,0%) e servizi (+0,4%) hanno invece mostrato un miglioramento. Gli investimenti hanno confermato l’aumento congiunturale del trimestre precedente (+0,6%) sostenuti dal setto- re delle costruzioni (+2,5% e +2,8% rispettivamente per gli investimenti in abitazioni e in fabbricati non residen- ziali e altre opere). Gli investimenti in impianti, macchinari e armamenti hanno registrato invece una decisa fles- sione (-2,2%). Nel primo trimestre, il valore aggiunto dell’industria ha segnato un robusto aumento congiunturale (+0,9%) mentre i servizi hanno mostrato una moderata flessione (-0,2%). Il differente andamento del valore aggiunto dell’industria in senso stretto e dei servizi è stato confermato


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dall’indice di diffusione delle espansioni. L’indicatore, che misura la percentuale di settori in crescita rispetto al totale dei settori, è tornato a un livello del 50% per la manifattura dopo tre trimestri di cali mentre per i servizi è diminuito dopo tre trimestri di stabilità. Tra gennaio e marzo del 2019 si è registrata una modesta crescita congiunturale delle esportazioni di beni (+0,5%), ancora frenate da fattori esogeni internazionali, e una forte flessione delle importazioni (-3,4%) attribui- bile alla contrazione di alcune componenti della domanda interna. La crescita osservata per le esportazioni, nel complesso, è stata più modesta rispetto a quella di Francia e Germania, ma superiore a quella della Spagna. L’aumento degli scambi in valore dell’Italia è stato prevalentemente determinato sia per le esportazioni sia per le importazioni dall’andamento dei valori medi unitari a cui si è associata una riduzione dei volumi più marcata nel caso degli acquisti dall’estero (Figura 5). Ad aprile, i dati relativi al commercio con l’extra Ue hanno mostrato un lieve aumento dei flussi

rispetto al trimestre precedente (+0,5 e +0,9% per esportazioni e importazioni). Al netto dell’energia le importazioni sono diminuite dello 0,8%. Infine, commenta l’Istituto Nazionale di Statistica, a maggio l’indice del clima di fiducia dei consumatori è tornato ad aumentare trainato dalla componente economica e da quella corrente. L’indicatore anticipatore ha segnato un’ulteriore diminuzione seppure di minore entità rispetto al mese precedente, suggerendo la persistenza di uno scenario di moderazione dei livelli di attività economica.

Un bilancio lusinghiero per la nona edizione di SPS IPC Drives Italia

M

esse Frankfurt Italia ha comunicato, dopo la chiusura della nona edizione di SPS IPC Drives Italia, svoltasi dal 28 al 30 maggio a Fiere di Parma, i dati definitivi della partecipazione di pubblico. Numeri lusinghieri, perché i tre giorni della manifestazione hanno fatto registrare 41.528 visitatori, con una crescita del 18%, che

si aggiunge a quella del 6% già totalizzata per gli espositori, che sono stati 854. Automazione, tecnologie digitali, robotica, meccatronica e formazione sono stati i temi centrali che hanno contraddistinto i sei padiglioni. District 4.0, in particolare, l’area allestita tra i padiglioni 4, 4.1 e 7, ha raccontato con demo funzionanti il tema dell’integrazione e cooperazione tra tecnologie e competenze. I visitatori hanno potuto osservare robot collaborativi e cooperativi in azione, macchine connesse e le potenzialità delle tecnologie digitali per il miglioramento delle prestazioni


Taccuino

e dell’efficienza. Un percorso fortemente apprezzato per la capacità di raccontare temi difficili in un modo semplice ma non banale, con le voci dei più importanti fornitori ed esperti di tecnologie, ma anche attraverso un dibattito sulle competenze e sul loro ruolo nella fabbrica di domani, supportato dalle principali academy e istituti di formazione. «Anche questa edizione di SPS Italia si è chiusa con una crescita importante di visitatori», ha dichiarato Fabrizio Scovenna, presidente di ANIE Automazione, che ha sottolineato come «veniamo da anni di sviluppo positivo dei nostri mercati e viaggiamo sull’onda della “digital transformation”. Quindi gli investimenti e l’innovazione sono il volano principale del successo di SPS Italia a cui vanno aggiunte la professionalità degli organizzatori e la capacità di tutti coloro che contribuiscono, espositori, associazioni, università, di generare contenuti di grande interesse. Come ANIE Automazione siamo molto soddisfatti di questa edizione a cui daremo naturale continuità nei prossimi Forum: Sistemi di visione, Telecontrollo,

Meccatronica e Software Industriale». Donald Wich, amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia afferma: «Siamo entusiasti degli eccellenti risultati ottenuti grazie ai visitatori che hanno affollato gli stand già dal primo giorno di fiera in un contesto rivolto al futuro e all’innovazione. Un’affluenza che premia i nostri espositori che con anteprime mondiali, nuove soluzioni e demo interattive hanno contribuito a una nona edizione coinvolgente e in crescendo».

Una supergomma di origine naturale

L’

Oak Ridge National Laboratory, uno tra i più prestigiosi istituti di ricerca degli Stati Uniti, ha annunciato agli inizi di maggio di aver sviluppato una supergomma, un nuovo elastomero con capacità adesive superiori a quelle che consentono alle cozze di restare aggrappate

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agli scogli e alle chiglie delle navi e con una capacità di elongazione superiore al 2000%. Il materiale, inoltre, avrebbe anche la capacità di autoripararsi. Il nuovo elastomero è un composto di resina epossidica e di una specifica forma di lignina ottenuta dalla produzione di biocarburanti. «Abbiamo individuato», ha detto Amit Naskar, uno dei ricercatori dell’ORNL responsabili del progetto, «un componente della lignina particolarmente ricco di gruppi idrossilici, la cui struttura molecolare contribuisce a creare un materiale superadesivo e in grado di autoripararsi, nei punti in cui la struttura si rompe, attraverso legami a idrogeno». Questa particolare varietà di lignina dimostra caratteristiche promettenti per rimpiazzare la dopamina in una serie di applicazioni industriali, tra cui coating, colle e idrogel. Il risultato della ricerca è stato pubblicato sulla rivista scientifica ACS Macro Letters e illustra un’interessante opportunità per recuperare una frazione, piccola ma ad alto valore aggiunto, della lignina che viene scartata dopo i processi di bioraffinazione e di lavorazione della polpa nell’industria della carta.

Un tablet che “ascolta” le macchine e capisce come stanno

L

o abbiamo visto alla fiera SPS IPC Drives Italia a Parma. Si tratta di IProd, nome che identifica un’azienda italiana ma anche il suo prodotto principale, un tablet che si fissa a bordo macchina e viene interconnesso al CNC o al PLC per ricevere, in tempo reale, i dati di funzionamento del sistema produttivo e per inviare istruzioni e comandi all’operatore. Perché ciò sia possibile si avvale della tecnologia preinstallata Industry 4.0 plug&play “connected by Alleantia” (azienda partner di IProd) e del suo database di oltre 5.000 driver di dispositivi industriali pronti all’uso. In pratica IProd consente di dare un’interfaccia intelligente a qualsiasi macchina industriale, che sia un centro di lavoro o una pressa, con costi ridotti e in modo intuitivo. È infatti configurabile attraverso una app estremamente user-friendly con pochi tap. IProd è da pochissimo sul mercato, perché è stato presentato all’ultima edizione della fiera Mecspe, ma in occa-

sione di SPS IPC Drives Italia si è presentato con un’applicazione nuovissima che sfrutta l’intelligenza artificiale per verificare l’efficienza della macchina in un modo assolutamente innovativo. L’applicazione si chiama AiProd ed è il risultato della collaborazione di IProd e di Alleantia con IBM e, in particolare, con la funzione Acoustic Insights di Watson, il sistema di intelligenza artificiale di Big Blue. Questa consente l’addestramento, l’affinamento e il riconoscimento del pattern acustico in grado di comparare i file audio di riferimento, cioè quelli noti del funzionamento ottimale delle macchine, con nuovi file audio acquisiti in tempo reale, attribuendo ad essi uno scoring di equivalenza fra 0 e 100%. Il punteggio 0% equivale a un suono completamente nuovo e 100% ad un suono identico già conosciuto dal sistema. In questo modo l’applicazione è in grado di capire, attraverso il rumore prodotto dalla macchina, se questa stia funzionando in maniera corretta o se presenti dei problemi, che possono riguardare la manutenzione dello strumento ma anche

Un trattamento così non si era mai visto prima! Polimerizzazione: Lipocer con HMDSO, Carbon Coating, Fluorurazione Trattamenti lubrificanti trasparenti e colorati con resine + PTFE Lavaggio ad alta pressione sotto flusso laminare (Cleanliness) Trattamenti al plasma: Micropulizia, Etching, Grafting

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Taccuino

la qualità del prodotto in fase di realizzazione. La scelta di analizzare il rumore produce un duplice vantaggio: facilita il campionamento e riduce la necessità di sensoriz-

zare la macchina, semplificandone l’ingegnerizzazione e la gestione e riducendone i costi. È anche un modo, spiega Stefano Linari, CEO di IProd e di Alleantia, «per aprire le porte dell’intelligenza artificiale

alle piccole e medie imprese, siano produttori di macchine siano utenti finali». I rumori non conformi generati delle macchine possono essere associati al funzionamento anomalo di alcuni singoli accessori ed ausiliari di impianto, le cui avarie generano costose situazioni di fermo macchina. Un unico sistema, quale AiProd, dotato di più microfoni collegati ai singoli componenti delle macchine ed integrato con le informazioni di contesto delle lavorazioni, rappresenta una soluzione anche diagnostica di indubbia capacità predittiva dei guasti. «La possibilità – spiega Francesco Michea, Direttore Vendite IProd – di controllare lo stato di ausiliari e accessori delle macchine il cui basso valore, spesso, non giustifica costi addizionali per equipaggiamenti come sensori di pressione, temperatura negli avvolgimenti, temperatura nel fluido ed altri ancora, fornisce un reale caso di sostenibilità per la nostra applicazione di Acoustic Insights. Grazie all’acquisto di uno o più microfoni, che possono essere facilmente interconnessi plug&play al nostro tablet è possibile predisporre una


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predizione ed anche una diagnostica di componenti ausiliari ed accessori di basso valore. Per i produttori di tali componenti significa accedere, tramite AiProd, ad un bacino di clienti e di potenziali servizi da erogare ad oggi ancora inaccessibili».

Carbon black: il mercato è in crescita. Nel 2012 varrà 13,8 miliardi di dollari

duzione di articoli tecnici in gomma e di Cabot ha completato econdo le stime della società di anaprodotti in materiali plastici. A facilitare lisi di mercato MarketsAndMarkets il la crescita, oltre alle buone performance il processo di mercato globale del carbon black è destidelle industrie citate, anche la facile dicertificazione nato a crescere ulteriormente nel prossponibilità di materie prime come petroper l’ambiente Tecno simo biennio, mantenendo un tasso di lio, carbone, torba, oli Compounds minerali e vegetali, dei suoi impianti di crescita annuo del 4,6% e seguendo un acetilene e gas naturale, tutti impiegaproduzione in Cina trend iniziato a partire dal 2016. Nel 2021 ti nella fabbricazione del carbon black. a certificazione RC14001 combina le il valore globale del prodotto venduto Il rapporto analizza anche le performanTecno Compounds richieste della Responsible Care Iniraggiungerа i 13,79 miliardi di dollari. ce delle principali industrie del settore, Tecno Compounds a suitable solution for every challenge tiative statunitense con lo standard ISO A trainare il mercato, secondo il rapportra cui Cabot, Thai Carbon Black Public 14001 sulla sostenibilità ambientale. Ora, to, intitolato “Carbon Black Market”, è Company, Orion Engineered Carbons, Cabot Corporation, uno dei principali soprattutto l’area Asia Pacifico, seguita Jiangxi, China Synthetic Rubber Corporaproduttori mondiali di carbon black, ha dall’Europa. È l’impiego nell’industriaadei tion, Phillips Carbon Black Limited, Tokaichallenge a suitable solution for every suitable solution for every challenge annunciato di averne completato il propneumatici il principale destinatario del Carbon, Sid Richardson, Omsk, OCI Comcesso di implementazione in tutti i suoi prodotto, seguito da quello per la propany e Mitsubishi Chemical Corporation. impianti cinesi, che sono quattro, primo gruppo internazionale a raggiungere Tecno Compounds questo risultato nel paese. La RC 14001 è stata introdotta dall’ACC, Tecno Compounds American Chemistry Council, nel 2002 a suitable solution for every challenge e promuove l’adozione di trasparenza e performance superiori per quanto ria suitable solution for every challenge guarda la sicurezza, la salute, la sostenibilità ambientale e i sistemi di management necessari per garantirli mediante la certificazione di terze parti. Il gruppo Cabot ha comunicato ora di avere completato il processo di audit relativo a tutti e quattro i suoi impianti cinesi operativi, e farà altrettanto per gli ulteriori due, a Wuhai e Xuzhou, quando entreranno in funzione. L’adozione della certificazione RC, Responsible Care Initiative, equiparabile come abbiamo detto a ISO nel caso della RC 14001, è volontaria e prevede un processo di registrazione e comunicazione continua verso gli stakeholder, oltre che l’adozione delle best practices in manuSales: Plant: facturing (BPM) per quanto riguarda proSales: Plant: Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl cessi e prodotti. Secondo Martin O’Neill, Via Privata Archimede 1 Via Toscana, 6/8 Via Privata Archimede 1 Via Toscana, 6/8 20094 Corsico (MI) – Italy 27010 Siziano (PV) vicepresidente senior per sicurezza, sa20094 Corsico (MI) – Italy 27010 Siziano (PV) 45+39 19 0382 24 46 Tel +39 0382 67 82 266 Tel. +39 02 45 19 24 46 Tel. +39 02Tel 67 82 266 lute e ambiente di Cabot, «il risultato ot36+39 26 0382 96 1967 82 222 Fax +39 0382 67 82 222 Fax +39 02 36 26 96 19 Fax +39 02Fax tenuto indica l’impegno del gruppo verwww.parker.com www.parker.com/tecnocompounds www.parker.com www.parker.com/tecnocompounds so la sostenibilità ed è una tappa fondaSales: climate control electromechanical filtration Plant: mentale per quanto riguarda le nostre aerospace fluid & gas handling hydraulics pneumatics process control sealing & shielding Sales: Plant: control electromechanical filtration fluid & gas handling hydraulics pneumatics process control sealing & shielding aerospace climate Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy attività in Cina». Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl Srl

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57 milioni di euro risparmiati grazie ai pneumatici ricostruiti

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el 2018 nel nostro Paese l’impiego di pneumatici ricostruiti ha consentito un risparmio di 57,1 milioni di euro. Si tratta di un risparmio di grande entità andato a beneficio degli utilizzatori finali, che sono in gran parte operatori italiani di autotrasporto di merci e persone, in quanto i pneumatici ricostruiti sono utilizzati oggi soprattutto su flotte di camion e autobus sia private che pubbliche. Sempre grazie all’uso di pneumatici ricostruiti, poi, è stato possibile ridurre i consumi energetici di ben 24,2 milioni di litri di petrolio, risparmiare materie prime per 17.845 tonnellate, evitare di immettere nell’ambiente 21.414 tonnellate di pneumatici usati e 9.458 tonnellate di anidride carbonica. Questi dati di grande interesse per l’economia italiana e per l’ambiente emergono dal bilancio ecologico ed economico della ricostruzione di pneumatici in Italia nel 2018 redatto da Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici). Lo studio di Airp ha determinato i risparmi economici ottenuti nel 2018 grazie all’impiego di pneumatici ricostruiti sulla base della differenza di prezzo tra l’acquisto di un pneumatico nuovo rispetto ad uno ricostruito. Il pneumatico ricostruito costa infatti meno di un pneumatico nuovo, dal momento che il processo di ricostruzione prevede il riutilizzo delle strutture portanti del pneumatico ancora integre alla fine del ciclo di vita. I risparmi ottenuti dal punto di vista ambientale sono invece stati calcolati considerando che nella produzione di un pneumatico ricostruito si genera un risparmio notevole in termini di energia consumata, di materie prime impiegate e di emissioni di anidride carbonica rispetto alla produzione di un pneumatico nuovo. Le cifre che emergono dal bilancio redatto da Airp dimostrano dunque come l’attività di ricostruzione di pneumatici si inserisca a pieno titolo tra quelle che abbinano un’importante valenza ambientale alla possibilità di ottenere consistenti risparmi. Ma soprattutto, rappresenta a tutti gli effetti un perfetto esempio di un nuovo tipo di approccio alla gestione delle risorse, quello dell’economia circolare, approccio in cui durabilità, rinnovabilità, riutilizzo e sviluppo sostenibile costituiscono i principi chiave.

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NEWS

Stabili i consumi di gomma in Europa

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ostanzialmente stabile il consumo di gomma sintetica in Europa nel terzo trimestre 2018 rispetto allo stesso trimestre dell’anno prima, mentre la produzione ha conosciuto un discreto aumento. È quanto si evince dai dati di produzione e consumo di gomma naturale e sintetica nel mondo relativi al periodo luglio-settembre 2018 pubblicati dall’IRSG (International Rubber Study Group). Il consumo di SR in EMEA, infatti, è stato di 928 kt a fronte di 921 del luglio-settembre 2017 (+0,8%) e la produzione è aumenta-

ta del 3,6% (988 kt su 954): è l’unico dato positivo registrato per la produzione nel trimestre, in quanto l’Asia-Pacifico è dimi-

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA giugno 2019

nuita dell’1,6% (2.033 kt a fronte di 2.066) e le Americhe sono diminuite dell’1,7%, con 708 kt a confronto con 720). A livello mondo, il dato positivo dell’area EMEA ha attenuato la diminuzione globale della produzione, fermandola a -0,3 % (3.729 kt/3.740 kt). Per quanto riguarda i consumi di SR nelle altre aree, anche in questo trimestre, come nel secondo, le Americhe sono la sola area che ha accusato una flessione: -3,3%, con 729 kt a fronte di 754. Oltre al segno più nell’EMEA, l’elaborazione dei dati IRSG mostra, infatti, un incremento anche nell’Asia/Pacifico: 2.155 kt su 2.110 (+2,1%). A livello mondo, il consumo di gomma sintetica è cresciuto dello 0,7%, con 3.812 kt contro 3.785 del terzo trimestre 2017. Passando alla gomma naturale, in questo caso spicca l’aumento della produzione nelle Americhe, che hanno messo a segno un incremento del 5,9%, con 72 kt a fronte di 68 dello stesso trimestre del 2017. L’Asia-Pacifico ha registrato un aumento dell’1,0% (3.402 kt/3.369 kt), mentre l’EMEA è stata l’unica area a presentare una flessione: -1,5% (255 kt a fronte di 259). La produzione globale di NR è cresciuta dello 0,9% (3.729 kt contro 3.696 dello stesso periodo del 2017). Sul fronte dei consumi di NR, l’area AsiaPacifico è stata la sola area che ha fatto registrare un aumento, con 2.588 kt su 2.535 (+2,1%). I consumi di EMEA e delle Americhe, invece, sono diminuiti: del 2,1% in EMEA (429 kt/438 kt) e dell’1,9% nelle Americhe (411 kt su 419). Su scala globale il consumo di gomma naturale è cresciuto dell’1,1% (3.428 kt contro 3.392 nel terzo trimestre 2017). Per quanto riguarda le quotazioni (in $ USA/t) di NR e SR del 2018 a confronto con quelle del 2017, facciamo presente che la quotazione della gomma sintetica nel Q4 2018 non è stata pubblicata dall’IRSG.


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Londra, Regno Unito

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9-10 ottobre

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gli inserzionisti

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