STRUMENTI DA LABORATORIO REOLOGIA ELASTOMERI NUOVE PRESSE: I VANTAGGI
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI • novembre 2019 - numero 9
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Linea CBTV VACUUM RUBBER Presse verticali per stampaggio sottovuoto di articoli tecnici in gomma di alta qualitĂ con vacuum box integrale da 300 a 2000 tonnellate
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Linea CBV VACUUM RUBBER Presse verticali per stampaggio sottovuoto di articoli tecnici in gomma di alta qualitĂ con vacuum box integrale da 80 a 1000 tonnellate
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SOMMARIO
MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
ANNO 62 NOVEMBRE N. 9
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA www.industriagomma.it Direttore responsabile Andrea Aiello
ABBIAMO LETTO
10 RASSEGNA DELLA STAMPA TECNICA ESTERA
In redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it Collaborano alla rivista Giuseppe Cantalupo, Eugenio Faiella, Gianpaolo Brembati Progetto e Grafica Mariella Salvi - mariella.salvi@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it Traffico Pubblicitario Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it Stampa Centro Stampa Digitalprint S.r.l. Rimini (RN) Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Abbonamento Italia € 90, Europa € 130, Estero € 150 abbonamenti@edifis.it Arretrati € 15,00 Amministrazione amministrazione@edifis.it
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L’Industria della Gomma una rivista edita da:
Edifis S.p.A. viale Coni Zugna 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it
ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
PROTAGONISTI
14 RICERCA & SVILUPPO: COSÌ LE PMI POSSONO FINANZIARLA Dialogo con Stefano Robba e Luigi Passariello, due esperti
del Centro Ricerche e Studi dei Laghi che ci parlano di come molte attività condotte all'interno di imprese innovative possano essere considerate di ricerca e sviluppo e, come tali, essere finanziate attraverso progetti europei o nazionali oppure godere del credito d'imposta previsto dal Piano Nazionale Impresa 4.0. Con vantaggi economici non di poco conto e prospettive molto interessanti
FOCUS
19 STRUMENTI DA LABORATORIO Sono sempre più tecnologici, connessi e 4.0 e sempre
più indispensabili per garantire l'alta qualità richiesta dai committenti. Una panoramica delle ultime novità in fatto di apparecchiature per test e analisi proposte da alcuni tra i principali protagonisti del settore: Alpha Technologies DGTS - MonTech For Lab Italia Gibitre Instruments MasterLab MP Strumenti Thermo Fisher Scientific Urai ZwickRoell DALLE AZIENDE
30 TECNICHE DI CARATTERIZZAZIONE REOLOGICA PER DETERMINARE LE RAMIFICAZIONI LUNGHE NEGLI ELASTOMERI Uno studio in cui sono state impiegate 3 tecniche di caratterizzazione reologica per determinare la presenza di ramificazioni lunghe, che possono influire sulle proprietà viscoelastiche delle mescole, in polibutadiene e SBR
SOMMARIO
ANNO 62 NOVEMBRE N. 9
36 DALLA SVIZZERA CON GARANZIA DI QUALITÀ E RISPARMIO
Fondata nel 2009, Epichem è una società svizzera di trading e distribuzione di gomme sintetiche e chemicals ben nota e apprezzata a livello mondiale per l’ampia gamma di prodotti che è in grado di fornire, per la qualità e la puntualità delle forniture e per l’assistenza precisa e competente che assicura ai clienti
40 TUTTI I VANTAGGI DI UNA PRESSA A INIEZIONE NUOVA
In una affollata open house organizzata da State Technologies e Maplan sono state presentate alcune novità di prodotto del costruttore austriaco di presse a iniezione e illustrati interessanti studi sull'economia di gestione di una macchina nuova rispetto a una di vecchia generazione
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NORMATIVE
46 IL PUNTO SULLE SOSTANZE ESTREMAMENTE PREOCCUPANTI
Una panoramica delle disposizioni sulle sostanze estremamente preoccupanti previste dal Regolamento REACH, anche in considerazione dell’ultimo aggiornamento della lista delle sostanze candidate, emanato lo scorso luglio a livello comunitario
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50 IL TACCUINO
• K2019: quella appena conclusa può essere considerata l’edizione più ricca di sempre? • Marketing a prova di Gomma: un evento di formazione in Franciacorta • La situazione Istat dell’economia italiana aggiornata a ottobre • In calo la gomma in Europa nel primo trimestre secondo IRSG • Una guarnizione innovativa per gli ammortizzatori delle automobili • La cella robotizzata di Delia al K2019 • Parker Hannifin acquisisce il gruppo Lord e si potenzia sul fronte dei nuovi materiali • La nuova piattaforma Kraiburg per creare elastomeri termoplastici ibridi su misura • Solvay aumenterà la produzione italiana di FKM Tecnoflon® a partire dal 2021 • L’impegno di ETRMA per ridurre l’impatto del particolato da pneumatici e da usura della strada
64 GLI INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO
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IMG è una azienda leader nel settore stampaggio gomma e materie plastiche con uno staff dinamico e di grande esperienza. È costantemente alla ricerca di novità tecniche che possano migliorare il lavoro dei clienti e fornire una proposta completa nell’ambito dei macchinari ad iniezione. Le presse IMG sono caratterizzate da soluzioni speciali e sistemi innovativi per diverse tecnologie di stampaggio quali: • presse per lo stampaggio degli elastomeri con sistemi a vite punzonante o a vite+pistone • sistemi a multi-iniezione per termoplastici • sistemi di caricamento ed iniezione del BMC, del silicone liquido e/o in pasta I prodotti IMG sono sviluppati sulla base delle richieste dei clienti perchè ottengano massima soddisfazione e ottimi risultati. Grazie alla grande esperienza nel settore, IMG ha creato un nuovo standard di produzione: quello della personalizzazione totale, restando, però, nei budget della produzione di serie.
LANXESS S.r.l. Segreen Business Park - Palazzo Y Via San Bovio 1/3 20090 Segrate (MILANO) Tel: +39 02.3072.1 Fax:+39 02.3072.2017 www.lanxess.com Business Units: ADD (Rhein Chemie Additives), AII (Advanced Industrial Intermediates). Prodotti e Additivi Speciali per l’Industria della Gomma.
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Rassegna della stampa tecnica estera www.tiretechnologyinternational.com | APRIL 2012
INTERVIEWS
Jean-Pierre Jeusette general director, Luxembourg Innovation Center, Goodyear Dunlop Roger Sanders technical manager, Continental UK
EXPO REVIE
Letter of the law ELASTOMERI E MATERIE PLASTICHE NUOVI ASPETTI SUGLI ELASTOMERI TERMOPLASTICI
G. Scholz, Product Development Elastomers, BASF Polyurethanes, Lemförde (Germany) - email: guenter. scholz@basf.com - TPE n.2/2019, pag. 9698
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hi si occupa di gomma vulcanizzata tende spesso ad ignorare o, perlomeno, a trascurare il mondo degli elastomeri termoplastici (TPE). Una sua conoscenza può invece essere molto utile, innanzitutto per capire in che cosa consistano questi polimeri e poi per rendersi conto del loro comportamento elastomerico, per verificare la loro attuale nomenclatura ISO e infine per identificane il potenziale di ottimizzazione. Questo studio di BSF colma egregiamente la lacuna conoscitiva in merito a quanto appena detto offrendo, sia pure nella sua brevità e concisione, una panoramica soddisfacente della gamma dei TPE, che si articola in realtà in numerose famiglie, ossia: • TPO - mescola olefinica pura di polimeri rigido e flessibile (ad esempio PP-EPDM); • TPV - mescola pura di polimeri vulcanizzati rigido e flessibile (ad esempio PP-EPDM vulcanizzata); • TPS - copolimeri a base stirene con una fase morbida olefinica;
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Product W de from Tir buts Technologe Expo 2012y
Revolution or rush job? Important questions remain unanswered ahead of tire labeling’s introduction in European markets
• TPU - copolimero a base uretano; • TPC - copoliestere o copolimero estere-etere; • TPA - copolimero a base ammide; • TPZ (sigla in realtà non citata) - è una terminologia provvisoria per TPE non ancora classificati. Giusto per stimolare l’interesse di chi sta leggendo, ci limitiamo a sottolineare come oggigiorno la dimensione del mercato globale dei TPE è quasi il 20% di quello della gomma vulcanizzata (circa 6 contro 29 milioni di tonnellate/anno) e vede primeggiare le quote dei gradi TPS e TPO, rispettivamente con circa il 36 e il 26% del totale. Dopo avere indicato in un opportuno grafico proprio le quote di mercato delle varie famiglie di TPE, lo studio si articola nei seguenti paragrafi: • definizione del significato del termine “elastomerico”; • misurazione interrotta di sforzo/ deformazione; • analisi dinamo-meccanica (DMA). Alla luce delle considerazioni espresse, che si incentrano sul profilo di proprietà necessario per la specifica applicazione citata, occorre tenere presente che ogni famiglia di TPE offre una vasta gamma di prodotti, comprese miscele speciali progettate dai produttori di mescole. In ogni caso, prima dell’utilizzo di uno o più TPE, lo studio consiglia di contattare sempre il loro produttore.
PROVE E MISURAZIONI COMPARAZIONE E VALUTAZIONE DEI DIVERSI METODI ANALITICI PER PREVEDERE LA DISPERSIBILITÀ DI SILICE IN GOMMA
PICTURE-PERFECT
THE NEXT TOP MODEL
Bridgestone’s latest take on colored sidewalls is lightweight, and simple enough to be applied by dealers
We explore the role of tire data in vehicle performance simulations. Will engineers ever know enough?
UNIVERSITY FOCUS
F. Grunert, W.K. Dierkes, A. Blume, Enschede, University of Twente, Department of Elastomer Technology and Engineering (The Netherlands), A. Wehmeier, Wesseling (Germany) - email: f.grunert@utwente.nl a.blume@utwente.nl - KGK n. 5/2019, pag. 25-34.
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Isoprene from cellulose: how the paper industry could enter the tire supply chain
o scopo di questo lavoro sostanzioso (6 pagine ben corredate di tabelle e grafici) è quello di cercare una correlazione fra un singolo parametro analitico della silice precipitata e la sua dispersibilità in gomma. Vengono presi in esame ben 25 tipi diversi di silice con vari parametri analitici e le forme di dosaggio sono analizzate con metodi analitici standard (CTAB, BET, DOA, pH e contenuto di umidità) e con due nuovi metodi (sedimentazione e frammentazione dei raggruppamenti in-situ): le silici sono poi utilizzate in una tipica formulazione per pneumatici “green” in quantità 80 phr, valutando la qualità della macro-dispersione con Topografia e Dispertester. Mentre non si trova una significativa correlazione lineare fra il parametro analitico standard e la qualità della macro-dispersione, i metodi di sedimentazione e frammentazione forniscono approcci promettenti, anche se non è possibile
ABBIAMO LETTO PER VOI
prevedere direttamente la dispersibilità della silice per mezzo di un singolo parametro analitico con un coefficiente di correlazione molto alto. Vengono poi discussi diversi aspetti, che limitano l’approccio generale, e a questo punto risulta evidente che non si può trovare una correlazione lineare di un singolo parametro analitico con la qualità della dispersione. Vale allora la pena di affrontare questo studio? Pensiamo di sì, per chi è interessato a verificare i diversi metodi standard e i due nuovi metodi per prevedere la dispersibilità della silice in gomma e per chi, comunque, può trovare interessanti spunti di riflessione nei vari paragrafi, per esempio in quello relativo alla formulazione della mescola e al processo di mescolazione. Certo è che la dispersibilità della silice in gomma è influenzata da troppi fattori per potere essere prevista con precisione da un solo parametro analitico. Tuttavia i due nuovi metodi, di sedimentazione e di frammentazione, risultano dare indicazioni di buoni approcci, utili per caratterizzare la silice e sostenere lo sviluppo di nuovi prodotti.
PROVE E MISURAZIONI EFFETTI DELL’AIUTO DI DEVULCANIZZAZIONE SULLE PROPRIETÀ MECCANICHE E TERMICHE DI MISCELE GOMMA DEVULCANIZZATA/GOMMA NATURALE VERGINE
S. Saiwari, K. Waesateh, A. Worlee, N. Hayeem,asae, Department of Rubber Technology and Polymer Science, Faculty of Science and Technology prince of Songkla University, Pattani (Thailand) - email: s.saiwari@gmail.com - KGK n. 5/2019, pag. 35-41.
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a difficoltà di riciclare direttamente i pneumatici usati deriva dal reticolo di catene polimeriche tridimensionali create dalla vulcanizzazione. Uno dei processi di riciclo, studiati e sviluppati, è la devulcanizzazione termo-chimica, che consiste nella combinazione di un trattamento termico con l’utilizzo di piccole quantità di aiuti di devulcanizzazione. Come tali si utilizzano i disolfuri, agenti di stabilizzazione radicalica e, in particolare, i difenil-
disolfuri (DPDS), che si sostiene diano la più efficace devulcanizzazione per la gomma naturale. Nello studio vengono usate varie quantità di DPDS per devulcanizzare gomma naturale da pneumatici autocarro macinati (GTR = Ground Tire Rubber), analizzandone gli effetti sull’efficacia di devulcanizzazione, sia tramite la frazione solubile che la densità di reticolazione. Attraverso, infine, la verifica delle proprietà meccaniche e termiche delle miscele, si valuta il potenziale dei devulcanizzati miscelati con gomma naturale vergine. Definiti tutti i metodi impiegati, le modalità di preparazione delle miscele gomma devulcanizzata/gomma naturale vergine (20 e 80 phr rispettivamente), i metodi di prova e la caratterizzazione di frazione solubile e densità di reticolazione, lo studio affronta la casistica risultati e discussione: questa si apre con un’ampia digressione sull’efficacia di devulcanizzazione della DGTR, in rapporto alla quantità di difenildisolfuri utilizzata, al cui aumento corrisponde una diminuzione della densità di reticolazione e, di conseguenza, un aumento significativo della frazione solubile, il che previene nel contempo la ricombinazione delle catene polimeriche rotte. Sono poi esaminate, nell’ordine, le caratteristiche di vulcanizzazione e le proprietà meccaniche delle miscele D-GTR/gomma naturale, che vengono sottoposte all’analisi termogravimetrica per determinarne la stabilità termica e le proprietà di composizione. Conclusione dello studio è che i diversi caricamenti di difenildisolfuri influenzano esclusivamente le proprietà meccaniche delle miscele ma non quelle termiche, con una diminuzione dei moduli 100 e 300% e del valore finale del carico di rottura al loro aumento, che determina invece un innalzamento dei valori di allungamento a rottura. Il dato più interessante risulta essere che, nonostante i valori di carico di rottura e di stabilità termica diminuiscano all’aumento di quantità dei difenildisolfuri, essi rimangono ancora più alti di quelli della gomma naturale vergine. Di conseguenza si sottolinea che
una piccola quantità di difenildisolfuri (15-30 mmol) è ottimale per le miscele D-GTR/gomma naturale e si raccomanda l’utilizzo di queste miscele, alla luce delle più alte proprietà riscontrate e dei costi più bassi di produzione delle miscele stesse.
MATERIE PRIME E APPLICAZIONI RUOLO DELLE NANOPIASTRINE DI GRAFENE NEL MIGLIORARE LE PROPRIETÀ DI NANOCOMPOSITI A BASE GOMMA POLY(1,4-CISISOPRENE) CARICATA CON NANOTUBI DI CARBONIO E CARBON BLACK
V. Kumar,Yeungnam University, Gyeongsan (South Korea), R. Scotti, L. Castellani, T. Hanel, Milano, U. Giese. H.K. Chougule, Deutsches Institut für Kautschuk-technologie e.V., Hannover (Germany) - email: vineetfri@ gmail.com - ulrich.giese@dikautschuk.de – KGK n. 5/2019, pag. 42-47.
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o studio inizia con una dettagliata introduzione sulle nanocariche, per le quali si dispone ormai di studi approfonditi, che riportano miglioramenti delle proprietà dinamo-mecaniche e, in particolare nel caso del grafene, delle proprietà reologiche, meccaniche ed elettriche. Oggigiorno si è arrivati all’utilizzo di sistemi di carica ibridi, in cui cariche tradizionali sono miscelate con nanocariche, che mostrano proprietà migliorate grazie all’interazione interattiva delle nanoparticelle con se stesse o con altre cariche ibride o con catene polimeriche della matrice gomma caricata. In questo lavoro vengono preparati nanocompositi per mezzo di un metodo di miscelazione per fusione, basato su allotropi del carbonio e gomma poliisoprene. Le cariche utilizzate sono carbon black Printex xe2, nanopiastrine di grafene xg C750 e nanotubi di carbonio NC7000. • Illustrati i materiali impiegati, la preparazione dei masterbatch e dei nanocompositi e le misurazioni strutturali, dinamo-meccaniche e termiche (tutta questa parte vale la pena di essere letta con attenzione per rendersi conto della complessità dell’argomento trattato), si passa a descrivere: • la caratterizzazione strutturale e morfologica delle nanocariche; L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
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• la caratterizzazione dei nanocompositi di poliisoprene (reometria); • le proprietà reologiche per mezzo di studi RPA; • il carico di rottura; • la termoanalisi dinamo-meccanica (DMTA); • le proprietà dielettriche di conduttività AC (corrente alternata). Tutti i paragrafi dello studio, di lettura impegnativa ma chiari nell’esposizione precisa e dettagliata, risultano molto interessanti per i lettori che desiderano addentrarsi nella casistica dell’argomento trattato. Alla fine delle considerazioni, contenute nel paragrafo conclusivo, lo studio afferma che i valori di conduttività, determinati dall’utilizzo della carica xg C750 in un sistema ibrido, sono più che sufficienti per applicazioni nel settore auto come, per esempio, nella produzione di pneumatici.
PROVE E MISURAZIONI IL MODULO DI PROFILO FILIERA DELL’ESTRUSIONE VIRTUALE DI LABORATORIO FORNISCE UN’OTTIMIZZAZIONE DELL’ESTRUSIONE.
B. Chouchaoui, Windsor Industrial Development Laboratory, Windsor, Ontario (USA) - RubberWorld, maggio 2019, pag. 3237.
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opo migliaia di ore, impiegate in studi accademici e industriali negli ultimi 50 anni, finalmente oggi si è quasi compresa l’estrusione dei polimeri. La scienza dell’estrusione di polimeri è a disposizione, in particolare, di chi cerca di padroneggiare questo processo produttivo per mezzo del Virtual Extrusion Laboratory (VEL) di Compuplast International. Oltre ai calcoli tridimensionali di fluidodinamica computazionale (CFD), che permettono di mettere a punto, lavorare e rivedere i risultati in modo da regolare la filiera, il modulo di profilo della filiera (PDM = Profile Die Module) del VEL offre uno strumento di progettazione veloce e semplice, da usare per progettare, nello specifico, il profilo della filiera, grazie ai suoi moduli di simulazione dei flussi. Interessante il paragrafo delle pratiche attuali di progettazione dell’estrusio-
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
ne di polimeri (gomma, plastica, TPE, espansi e lattici), che non possono più fare a meno di una progettazione, basata su programmi di fluidodinamica computazionale (CFD) e di analisi ad elementi finiti (FEA). In breve viene spiegato che il VEL può essere usato per simulare in modo virtuale qualunque processo di estrusione, dal punto di vista di progettazioni di attrezzi migliorati, di ottimizzazione di processo o di istruzione e formazione a scuola o sul lavoro. Nella sezione “materiali per il VEL” vengono illustrate le metodologie di prova, che definiscono le caratteristiche dei materiali presi in esame, ossia reologia capillare, conduttività termica, calore specifico, densità del materiale fuso e densità del solido. La parte pratica di questo lavoro si riferisce alla progettazione della filiera per una guarnizione a bulbo, con l’utilizzo, come copolimero, di termoplastico vulcanizzato (TPV), per ottenere un manufatto tipico del settore auto (guarnizione di tenuta portiera, cofano etc.). Si sottolinea che la stessa procedura descritta si applica anche allo sviluppo di profili in termoplastico rigido e in gomma naturale o sintetica. Sulla scorta della simulazione effettuata, il lavoro si conclude con la conferma che il VEL si rivela uno strumento di progettazione veloce e facile da usare, che aiuta ad ottimizzare le aperture nelle filiere tramite il metodo di minimizzazione del flusso incrociato (CFMM = Cross Flow Minimization Method). Si specifica anche che il processo illustrato è stato sviluppato da professionisti dell’estrusione e che Compuplast International fornisce variazioni del VEL per analizzare il macchinario di estrusione e collabora con i suoi clienti per massimizzare redditività ed efficienza economica in merito.
PROVE E MISURAZIONI CAMBIAMENTO DIMENSIONALE RISULTANTE DA RIGONFIAMENTO E STIRAMENTO DEI POLIMERI ESTRUSI
J.F.Stevenson, Stevenspon PolyTech LLC, Morristown, New Jersey (USA) - RubberWorld, maggio 2019, pag 38-43.
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apire e prevedere come le dimensioni di un profilo cambino, nella linea di estrusione, contribuisce molto alla progettazione delle filiere di formatura e all’efficacia del controllo dimensionale. Appena usciti dalla filiera di estrusione, le dimensioni dei profili non simmetrici cambiano non uniformemente lungo la linea a causa di rigonfiamento e stiramento. Questo articolo si occupa delle variazioni di dimensione e forma per profili di gomma e plastica, che fluiscono attraverso filiere rettangolari. L’articolo riprende un precedente studio di Stevenson, che proponeva un’analisi delle variazioni di dimensione e forma, e lo sviluppa ulteriormente collegandolo con modelli di previsione in accordo coi dati. Vengono presi in esame due gruppi di dati relativi a: • una mescola di gomma, estrusa su estrusore Troester 90 mm; • una mescola di PVC rigido, estrusa su un estrusore 45 mm. La sezione di analisi, ricca di figure ed equazioni necessarie per comprendere i modelli utilizzati, è seguita da una parte applicativa, che presenta esempi, in cui la variazione dimensionale è causata da un errore nel rapporto di stiro oppure dalla diversità di rigonfiamento della mescola rispetto al rigonfiamento specificato, ossia quello per il quale la filiera è costruita. Vengono prese in considerazione sei diverse situazioni, con la considerazione, dopo la loro trattazione, che sono necessari ulteriori approfondimenti del lavoro fin qui svolto, poiché esistono molte altre cause delle variazioni in estrusione (ad esempio cambiamenti di batch, filiere asimmetriche, variazione di proprietà del materiale durante l’estrusione, mancanza di alimentazione etc.). Nella parte conclusiva dell’articolo, si ribadisce che le variazioni dimensionali sono state misurate e analizzate in termini di fattori di variazione di dimensione (simmetrici) e fattori di variazione di forma (asimmetrici). Questi ultimi si sono dimostrati dipendere dal rapporto di stiro e sono stati modellati da un modello di legge di po-
ABBIAMO LETTO PER VOI
tenza a due costanti e da un modello a tre costanti (KCm), che ha descritto accuratamente il comportamento limitante ad alti rapporti di stiro. Il modello KCm è stato usato per illustrare la relativa facilità di correzione per errori di utilizzo e la difficoltà di affrontare deviazioni dal rigonfiamento specificato. Questo modello fornisce anche criteri utili per identificare deviazioni del rapporto di stiro o del rigonfiamento da valori, specificati dall’analisi della deviazione dalla specifica di dimensioni del profilo rettangolare alla fine della linea (postazione fredda).
ELASTOMERI E APPLICAZIONI SVILUPPO PERSONALIZZATO DI GOMMA SILICONICA SOLIDA: RIFLESSIONE AL DI FUORI DELL’AMBITO DEL SILICONE
A.M. Steckler, J. M. Lambert, NuSil (USA) RubberWorld, maggio 2019, pag. 22-26.
L
e richieste da parte di tecnologie all’avanguardia, sempre in aumento e in evoluzione, determinano crescita e indirizzo del mercato del silicone. Le previsioni di crescita per i prossimi cinque anni si riferiscono alle applicazioni per apparecchiature medicali, protesi mediche, odontoiatria e per i settori aerospaziale e automotive, dal momento che questi ambiti sfidano continuamente i limiti di prestazione del materiale. La necessità di siliconi speciali è spesso messa in rilevo dagli utilizzatori, che non trovano sul mercato prodotti commerciali con i requisiti giusti per le prestazioni richieste come, ad esempio, altissima purezza, basso contenuto di sostanze volatili, conduttività elettrica o termica etc. Il silicone è ben conosciuto per essere la gomma migliore per ambienti con temperature estreme e, nel caso di basse temperature, il suo limite è fra - 40 e - 50°C, oltre il quale il polidimetilsilossano (PDMS) standard non può ar-
rivare: in questo articolo NuSil espone il caso di un grado di silicone ad alta consistenza (HCR), sviluppato per un cliente per un’applicazione a temperatura estremamente bassa. Illustrato il ruolo di NuSil come partner di utilizzatori con esigenze speciali, l’articolo presenta la situazione critica esposta dal cliente, che comprende non solo la resistenza a bassissima temperatura, ma anche parametri di processabilità, con un profilo di vulcanizzazione simile ad un prodotto già utilizzato in stampaggio, e conformità alla normativa specifica dell’applicazione Il lavoro svolto è ben spiegato in tre paragrafi, relativi alla messa a punto della mescola siliconica richiesta. Nella sezione finale si sottolinea come i fattori chiave dello sviluppo siano stati la comprensione e la quantificazione della fragilità del nuovo prodotto rispetto a quello standard e si ribadiscono le modalità con cui è stato ottenuto il risultato voluto.
PROTAGONISTI
Ricerca & Sviluppo: così le PMI possono finanziarla di Riccardo Oldani
I
dati Istat sulla ricerca e sviluppo in Italia indicano come, nel 2017, siano finiti a bilancio sotto questa voce nel nostro paese 23,8 miliardi di euro, in particolare per iniziativa del settore privato, cioè imprese e istituzioni no profit, che contribuiscono per il 55,2% alla spesa globale per l’innovazione. Uno sforzo che equivale a 13,1 miliardi di euro, trainato dalle aziende, che fanno registrare una crescente propensione a investire in R&S (+5,3% annuo). Sono ubicate in particolare nelle regioni del Centro-Nord, e soprattutto in Lombardia, Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, che da sole attivano quasi il 70% della spesa, in particolare rivolta alla ricerca applicata. Eppure, in moltissime imprese, soprattutto quelle di dimensioni medio-piccole, l’innovazione è un’attività che, seppur praticata quotidianamente, non viene quasi neanche riconosciuta come tale dagli imprenditori stessi, che non la mettono neppure a bilancio. Questo finisce per alterare la percezione riguardo al dinamismo delle aziende italiane, spesso percepite, soprattutto a livello internazionale, come impegnate in attività a scarso valore aggiunto. Le cose però non stanno affatto così, perché quando si chiede a questi stessi imprenditori se nella loro azienda si inventano nuove cose rispondono con sicurezza: «tutti i giorni, per 24 ore al giorno». Ora, il fatto di inserire o no a bilancio le attività di ricerca e sviluppo e di chiamare l’innovazione con il suo nome o in qualche altro modo potrebbe sembrare un esercizio retorico. Ma le cose non stanno così. Ne abbiamo parlato con due esponenti di un giovane ma dinamico centro di ricerche italiano, CRS Laghi (Centro Ricerche e Studi dei Laghi), particolarmente attivo nell’ambito della ricerca industriale e sperimentale finalizzata a efficientare la produzione, a sviluppare nuovi prodotti, a ottimizzare i processi, favorendo relazioni virtuose tra università, istituzioni, produttori e professionisti. In particolare abbiamo parlato con Stefano 14
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
Stefano Robba, responsabile relazioni esterne e istituzionali di CRS Laghi.
L’attività di ricerca e sviluppo spesso è considerata dalle PMI come qualcosa di complicato, che richiede l’impegno di grandi risorse e il coinvolgimento di altri attori. In realtà all’interno di un’azienda moltissime attività possono essere considerate di R&D e possono anche accedere a interessanti forme di finanziamento o di agevolazione, per esempio attraverso il credito d’imposta previsto dal Piano Impresa 4.0. Ne abbiamo parlato con due esperti di CRS Laghi, un dinamico centro ricerche che ha proprio lo scopo di aiutare le imprese a individuare le sue attività di innovazione e a ricondurle nell’ambito di quelle agevolabili. Con vantaggi spesso del tutto ignoti agli imprenditori ed estremamente interessanti
CRS LAGHI
CRS LAGHI: CHE COS’È E COME FUNZIONA
Luigi Passariello, coordinatore tecnico scientifico Grandi Progetti e direttore CRS Funding. Robba, responsabile Relazioni esterne e Istituzionali di CRS Laghi, e con Luigi Passariello, coordinatore tecnico scientifico Grandi Progetti e direttore CRS Funding. D. Perché è importante che le imprese “riconoscano” la propria attività in ricerca e sviluppo? R. Per un motivo molto concreto. Le imprese che conducono attività di ricerca possono accedere a numerosi canali di finanziamento, da quelli europei del programma Horizon 2020 a quelli nazionali, come il PON, Programma Operativo Nazionale Ricerca e Innovazione. Ma, soprattutto, possono godere del credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo previsto dal Piano nazionale Impresa 4.0. Uno strumento estremamente vantaggioso ma che poche imprese conoscono. D. In che cosa consiste questa agevolazione? R. È una riduzione delle imposte riconosciuta in automatico su tutte le spese per ricerca e sviluppo che eccedono gli investimenti fatti abitualmente dalle aziende per questo tipo di attività. Per definire il parametro di riferimento su cui calcolare le spese in eccedenza il legislatore ha deciso prendere a riferimento il triennio 2012 e 2014. La media delle spese in R&S sostenute dalle aziende in questi tre anni costituisce la base su cui poi si calcola il surplus di spesa interessato dall’agevolazione. Ma ci sono alcuni aspetti decisamente interessanti. D. Quali? R. Innanzi tutto il tipo di spesa e il livello dell’incentivo. Per esempio viene riconosciuto un credito d’imposta
Il Centro Ricerche e Studi dei Laghi, è uno spinoff accademico della Scuola Superiore Carolina Albasio di Castellanza, iscritto allo schedario Anagrafe Nazionale delle Ricerche del MIUR e certificato da Unioncamere come Centro di Trasferimento Tecnologico 4.0 (secondo il decreto direttoriale MISE del 22/12/17). Offre la sua assistenza per lo sviluppo di progetti di ricerca promossi da imprese pubbliche e private, istituzioni e professionisti del settore, volti a realizzare processi o prototipi innovativi nelle aree tematiche dei suoi 7 dipartimenti, i cui ambiti di attività riguardano: scienze e tecnologie informatiche; scienze fisiche, ingegneristiche, chimiche, biologiche e degli alimenti e bevande; scienze dell’ingegneria energetica e ambientale; scienze statistiche ed economiche; scienze giuridiche; scienze umane; scienze della mediazione linguistica e culturale. Ricercatori e consulenti di ricerca sono coordinati dai direttori di dipartimento e vengono guidati nelle metodologie innovative da una Commissione di Indirizzo Scientifico composta da professori e ricercatori universitari di importanti atenei.
pari al 50% di tutte le spese sostenute per il personale dipendente impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo, e pari al 25% delle spese per personale non subordinato, quindi anche consulenti e perfino l’amministratore delegato, perlomeno per la parte di suo lavoro che può essere considerata finalizzata all’attività di ricerca e innovazione. Poi è fissata un’aliquota del 25% su tutte le quote di ammortamento delle spese di acquisizione o di utilizzo di strumenti e di attrezzature da laboratorio e questo, si badi bene, in aggiunta ai benefici dell’iperammortamento o del superammortamento già previsti dal Piano Impresa 4.0. Si possono scaricare al 50% anche le spese relative a contratti di ricerca stipulati con università, centri di ricerca come il nostro o organismi equivalenti, e anche con start-up o PMI innovative impegnate nell’attività di ricerca e sviluppo. Uno sgravio del 25% è previsto anche per le competenze tecniche e privative industriali e per l’acquisto di materiali necessari alla ricerca. Quindi parliamo di agevolazioni davvero molto interessanti. D. Chi può trarne vantaggio allora? E fino a quando? R. La norma al momento è in vigore fino al 31 dicembre 2020, ma pare molto probabile un prolungamento del Piano Impresa 4.0 fino al 2023. Vedremo che cosa deciderà il governo in sede di legge di Bilancio. Il credito d’imposta è, inoltre, riconosciuto in automatico a tutte le aziende che, come abbiamo detto, documentano un surplus di spesa in ricerca e innovazione rispetto alla L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
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CRS LAGHI
L’INTERVISTA
media del triennio 2012/2014. Probabilmente, quando la norma verrà prorogata si individuerà un nuovo triennio di riferimento più recente, per esempio il periodo 2015/2017. D. Ma che cosa si intende, in effetti, con ricerca e sviluppo? R. Ecco, questo è un altro punto interessante, perché in questo ambito di attività non sono compresi soltanto, come si potrebbe credere, gli ambiti scientifico e tecnologico. L’innovazione può essere anche informatica, per esempio in seguito all’introduzione di un nuovo sistema di gestione aziendale che modifichi i processi decisionali o manageriali, o economica. L’importante è si tratti di attività volte ad acquisire nuove conoscenze, ad accrescere quelle esistenti o a impiegarle per nuove applicazioni. Non bisogna inoltre pensare che l’innovazione debba per forza tradursi in un processo rivoluzionario, un qualcosa che modifichi la conoscenza pregressa di un certo tipo di attività industriale. Innovazione può essere anche qualcosa che riguarda i processi e l’organizzazione interni di una singola azienda. Esiste un documento internazionale, il Manuale di Frascati, che definisce con estrema precisione le attività che possono essere considerate di ricerca e sviluppo. Noi di CRS Laghi siamo stati tra i pochi a tradurlo in italiano. Il capitolo 2, per esempio, propone “Concetti e definizioni per l’identificazione delle attività di Ricerca e Sviluppo” (a questo link la traduzione: www.crslaghi.net/pdf/
approfondimenti_giuridici/manuale_di_frascati_2015_ capitolo_2.pdf ). D. In tutto questo, qual è il ruolo del vostro centro di ricerca? R. Come dicevamo l’attività di ricerca e sviluppo per essere tale deve rispondere a determinate caratteristiche, indicate nel Manuale di Frascati. Noi siamo esperti in questo ambito e siamo in grado di prendere contatto con un’azienda, esaminare le sue attività, individuare tutte quelle che rientrano nella fattispecie della ricerca e sviluppo. Insomma, iniziamo un percorso con le imprese e le accompagniamo per aiutarle ad accedere alle agevolazioni che, come abbiamo detto, possono essere il credito d’imposta o anche i piani di ricerca nazionali o europei. Spesso perché ciò sia possibile è necessario strutturare un’attività nella forma tipica della ricerca, quindi secondo un preciso processo che preveda la presenza di accademici o di ricercatori, la pubblicazione di paper scientifici o anche la registrazione di brevetti. Noi possiamo mettere a disposizione tutto il nostro knowhow in questo campo. È un’attività che, come abbiamo visto, può godere anch’essa del credito d’imposta sul 50% delle spese sostenute. Addirittura si possono individuare progetti già realizzati, purché rientrino nel biennio 2017/2018, e farli ammettere alle agevolazioni. In questo caso però l’attività di consulenza del centro ricerche non può rientrare tra quelle agevolabili.
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da laboratorio Alla ricerca della massima precisione Gli strumenti per le analisi sui materiali e le mescole sono sempre più tecnologici e connessi, in grado di produrre un numero sempre maggiore di dati e, in abbinata a software sempre più potenti, di analizzarli in tempo reale per fornire risposte immediate alle esigenze di produzione. Ecco una carrellata di novità da parte di alcuni tra i più importanti protagonisti del settore.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
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FOCUS
Alpha Technologies Le soluzioni high-tech del Premier RPA™ Plus
A
lpha Technologies ha recentemente introdotto sul mercato il modello di punta della propria serie Premier di DMRT (Dynamic Mechanical Rhe-
ological Tester), il Premier RPA™ Plus. Il nuovo strumento è dotato del sistema PDM™ (Precision Dynamic Module), che consente di modulare e controllare la pressione nella cavità del reometro. Rispetto ai modelli RPA precedenti, nei quali la chiusura della camera di misura viene realizzata sempre alla stessa pressione, il Premier RPA™ Plus offre la possibilità di impostare opportunamente questo parametro in relazione alle particolari condizioni applicative in cui il materiale viene messo in opera. Si tratta della nuova tecnologia proprietaria di Alpha Technologies in fase di brevettazione, che permette di misurare l’altezza del campione (distanza tra la parte superiore ed inferiore della camera di misura, “die gap”) durante la prova e quindi di calcolare il reale fattore di forma del provino. Questo aspetto è di primaria importanza poiché consente di ridurre il divario con i tradizionali reometri rotazionali, maggiormente impiegati per la caratterizzazione dei materiali polimerici, aumentando l’accuratezza delle misure reologiche. In aggiunta, il Premier RPA™ Plus risulta particolarmente adatto allo studio delle mescole vulcanizzate. Infatti il modulo PDM, monitorando in continuo sia nelle fasi di riscaldamento (vulcanizzazione) che in quella di raffreddamento la reale forma del campione, permette di valutare il ritiro (“shrinkage”) della mescola vulcanizzata nella cavità di stampaggio. Il risultato dell’innovazione tecnologica del Premier RPA™ Plus è di aver ulteriormente migliorato il livello della ripetibilità delle misure e di garantire la migliore riproducilità rispetto a qualsiasi altro strumento. In conclusione il modello Premier RPA Plus si presta alla caratterizzazione reologica sia dei materiali polimerici tali e quali sia delle loro mescole, crude o vulcanizzate, e può essere utilizzato sia in ottica controllo qualità, asservito alle esigenze della produzione, sia per fare studi avanzati per lo sviluppo di nuovi materiali o formulazioni.
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Dgts - Montech
Strumenti da laboratorio
Un nuovo strumento per misurare durezza e densità
L
o strumento MonTech H&D 3000 consente di eseguire prove di durezza e densità su provini in gomma vulcanizzata in modo semplice, veloce, affidabi-
le ed automatico. I provini da analizzare vengono posizionati su di una tavola rotante a 20 posizioni (opzionalmente sono disponibili tavole rotanti più capienti) dopodiché, in modo del tutto automatico così da eliminare qualsiasi influenza dell’operatore, vengono analizzati e quindi posti in un contenitore separato a bordo strumento per evitare che la tavola rotante venga contaminata dal liquido utilizzato per la misura della densità, garantendo così alta accuratezza e precisione sulle misure di durezza. La misura di durezza viene eseguita secondo la normativa internazionale abbinata al metodo scelto (Shore A, Shore D e IRHD sono le opzioni disponibili) e può essere ottenuta coma media di più misure (massimo 5) sullo stesso provino. Per la misura della densità viene utilizzata una bilancia analitica standard con calibrazione integrata: il provino viene prelevato dalla tavola rotante per la determinazione del suo peso in aria e quindi immerso in liquido, condizionato e pesato in liquido. La compensazione della temperatura ambiente è fatta mediante le letture della temperatura dell’ambiente e di quella del liquido tramite due termoresistenze. Lo strumento è in grado di eseguire misura di durezza (3punti -Shore A) e densità su di un provino in meno di 35 secondi. La programmazione delle prove e la raccolta dei risultati avviene mediante il software MonDevice, che archivia i risultati che gli vengono inviati in un database e li rappresenta a video in tempo reale sotto forma di un grafico SPC. La ditta tedesca MonTech è rappresentata in Italia da DGTS srl.
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FOCUS
For Lab Italia Le novità di prodotto di Bareiss
F
or Lab Italia, vanta una trentennale distribuzione di
dati RS 232. Certificato di calibrazione Official DakkS/DKD.
strumenti per laboratorio e controllo qualità riservato
BaRotation è invece un nuovo sistema per prove di durezza
alle aziende del settore gomma con rappresentanza
micro IRHD o micro Shore A, studiato per eliminare gli errori
esclusiva della società Bareiss, leader nel campo dei duro-
dell’operatore, ridurre i tempi di controllo e aumentarne la
metri per elastomeri.
numerosità.
La volontà di far ricerca e proporre nuove soluzioni è una ca-
Il posizionamento degli O-ring è rapido e molto semplice in
ratteristica di Bareiss che recentemente ha presentato alcune
quanto sarà poi il laser, di altissima precisione, a garantire il
novità di prodotto.
corretto punto di misura. L’unicità dello strumento consiste
HDA 150 è un dispositivo automatico per le misure di Shore
nel fatto che la lettura della durezza è precisa anche in pre-
e di densità. può contenere fino a 50 campioni di diametro
senza di bave. Il software è stato sviluppato per posizionare
36/42 e spessore 6 mm. Il sistema esegue un test iniziale di
il penetratore nel punto più alto senza considerare errori di
durezza su 3 punti con un durometro digitale Shore A e suc-
forma. La misura della durezza può essere eseguita su un solo
cessivamente il test di densità con una bilancia elettronica
punto o su due punti dello stesso O-ring. È possibile inoltre
con margine d’errore di 0,001 g.
misurare in automatico anche lo spessore. È disponibile un
A operazione conclusa, i campioni vengono disposti auto-
software che interfaccia e registra tutti questi dati.
maticamente in un contenitore.
Infine Bareiss propone standard di verifica per durometri se-
I vantaggi dell’HDA 150 sono la capienza del supporto (fino
condo le unità di misura IRHD Micro, Normal, Soft – SHORE
a 50 pezzi di diametro 36-42 mm espessore 6 mm, la rapidità
A, D, 0, 00, 000. Questi standard sono incollati su un suppor-
(circa 70 secondi) l’uso di due pinze per bagnatura ed asciu-
to metallico che ne garantisce la solidità, sono numerati e
gatura per prevenire la contaminazione sui campioni succes-
prodotti con gomme stabilizzate per garantire la durata nel
sivi e il monitoraggio del livello del liquido e della tempera-
tempo. Possono essere impiegati per verificare la precisone
tura della densità nel vetro.
del durometro quando necessario.
La macchina adotta un Controller Siemens SPS con display touch 9” e pesa 150 kg (dimensioni: LxWxH 900 x 700 x 1.000 mm). Necessita di alimentazione 100-240V; 50-60HZ; 4,5A e di aria compressa a 4-6 bar. Output
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
Gibitre Instruments
Strumenti da laboratorio
Reometro e viscosimetro Mooney della famiglia Drive
G
ibitre Instruments ha attivato nel 2019 la pro-
di regolazione e manutenzione. Le nuove camere di pro-
duzione e la commercializzazione del Reometro
va sono state equipaggiate con gruppi ceramici coibentati
a Camera Oscillante e del viscosimetro Mooney
per ottimizzare recupero e l’efficienza termica. La cabina
in versione Drive.
di prova è dotata di pannello di protezione trasparente
La famiglia di strumenti Drive è l’evoluzione della serie
interbloccato, dispositivo di chiusura camere con struttu-
Profile precedentemente in produzione e incorpora una
ra a 4 colonne e predisposizione per l’applicazione di un
serie di modifiche tecnologiche studiate per rendere più
sistema di aspirazione dei fumi.
agevole l’attività di controllo.
Il display touch-screen di controllo dello strumento, posi-
Il Reometro RheoCheck-MD-Drive è conforme alla norma
zionato nella parte frontale degli strumenti, fornisce infor-
ISO 6502-3 e può essere equipaggiato con un caricatore
mazioni relative allo stato di connessione al software, alla
automatico e 5 o 10 posizioni.
temperatura dei piani ed allo stato di funzionamento del
Il Viscosimetro MooneyCheck-Drive, dotato di espulsore
motore. I pulsanti permettono di iniziare o interrompere
pneumatico del rotore, permette di effettuare prove di Vi-
le prove e di accedere alla pagina di diagnostica.
scosità, Scottatura e Rilassamento in conformità alle nor-
Il reometro ed il viscosimetro vengono forniti con i nuovi
me ISO 289-1, ISO 289-2, ISO 289-4.
programmi in release 10 che si collegano al database SQL
La struttura meccanica di entrambi gli strumenti è stata
Gibitre e permettono di raccogliere tutti i risultati all’inter-
completamente rinnovata per semplificare le operazioni
no della programma di gestione dei dati Datagest. I programmi sono stati ottimizzati per l’identificazione rapida della prova da eseguire e per l’utilizzo eventuale di un lettore per codici a barre. Durante l’esecuzione delle prove, il software regola automaticamente lo strumento in base alle condizioni di prova previste per ogni provino in coda La progettazione, la produzione di tutti i componenti meccanici, l’assemblaggio e la taratura degli strumenti vengono interamente realizzati presso la sede di Bergamo di Gibitre Instruments.
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FOCUS
MasterLab Il miscelatore da laboratorio Haake PolyLab
M
asterLab commercializza in italia il nuovo miscelatore da laboratorio Haake PolyLab. Un tipico test di miscelazione viene eseguito ad
una velocità dei rotori stabilita (shear rate). Il risultato è me-
composizione • Controllo della viscosità all’aggiunta di nanoparticelle o altri additivi
morizzato e visualizzato su base tempo.
• Test sulla gelificazione e plastificazione del PVC
Visto che le proprietà del materiale sono molto sensibili al-
• Misura del comportamento del flusso e della reticola-
la temperatura, la camera di miscelazione è separata in tre sezioni con controllo individuale dda parte del sistema Haa-
zione in polimeri termoindurenti • Caratterizzazione dell’influenza di differenti additivi co-
ke PolyLab.
me il carbon black, cariche lubrificanti, acceleratori e zol-
Il grafico registrato “Rheogram” (la torque e la temperatura di
fo per mescole di elastomeri
fusione su base tempo e velocità) è caratteristico dei diversi tipi di materiali e miscele.
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• Test sul comportamento dei polimeri alla fusione e de-
• Test su miscele polimeriche ad alte prestazioni per prove di fattibilità
Il test di miscelazione è usato come un’impronta digitale per
• Misure di conducibilità elettrica su miscele di elastomeri
la verifica dei materiali in ingresso e uscita.
• Registrazione del processo di vulcanizzazione di elasto-
Campi di applicazione:
meri.
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Strumenti da laboratorio
MP Strumenti Analisi delle crepe con il crack growth test
L
a resistenza alla fatica, all’invecchiamento e la crescita delle crepe sono problemi importanti per le gomme. Dal 1999, la collaborazione con i leader del
settore degli pneumatici ha portato Metravib a proporre strumenti dedicati al crack growth test. Sulla base di questa vasta esperienza, Metravib ha potuto sviluppare un modulo per valutazione della crescita delle crepe sottoposte a fatica e proporre all’industria della gomma e la ricerca uno strumento quantitativo e predittivo in grado di condurre test avanzati. Il modulo di crack growth test è progettato per essere abbinato ad un analizzatore meccanico dinamico, della serie Metravib DMA+, distribuito da MP Strumenti. Il sistema include un microscopio motorizzato, dotato di videocamera CCD e dedicato modulo software Multitest crack growth test. Il modulo permette di estendere notevolmente la capacità di test combinando test DMA a test di fatica e di crack growth, il tutto in un unico strumento. Il test viene eseguito su un campione di taglio puro fino a 80 mm di larghezza, preferibilmente stampato e progettato con sferette, quindi bloccato negli afferraggi in acciaio inossidabile. Strisce di gomma possono essere testate anche con l’utilizzo di ganasce dedicate. La videocamera CCD è montata su un microscopio motorizzato per mettere a fuoco all’interno della fessura e misurare, con precisione, la posizione della punta della fessura.
guita in tempo reale calcolando ogni immagine. L’elabora-
La telecamera esegue la scansione dell’intera larghezza del
zione dell’immagine consiste nel determinare il contorno
campione e segue fino a 4 incrinature in un singolo espe-
della fessura e localizzarne la punta.
rimento.
Questo principio, combinato con la fotocamera ad alta ri-
L’immagine di ogni crack viene acquisita e memorizzata pe-
soluzione, il microscopio ed il supporto motorizzato ad al-
riodicamente alla frequenza programmata in base al nume-
te prestazioni, consente una risoluzione estesa superiore
ro di cicli di eccitazione.
ai 2 µm.
La cattura dell’immagine viene eseguita durante una bre-
Il sistema garantisce anche l’analisi e la gestione dei dati e
ve pausa di eccitazione applicata ad un determinato cam-
consente di realizzare il test in una camera termica, a tem-
pione di materiale.
perature controllate tra 0°C e 300°C e (con l’ausilio di un
La misura digitale della lunghezza della fessura viene ese-
cabinet opzionale) in ambiente gassoso.
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FOCUS
Thermo Fisher Scientific Lo spettrometro FTIR Nicolet Summit
L
o spettrometro Nicolet Summit FTIR di Thermo
feedback visivo immediato sullo stato dello strumento e sui
Scientific è dotato di software e hardware innova-
risultati “pass/fail” del campione. Lo strumento include anche
tivi in grado di migliorare le prestazioni, aumenta-
un computer di bordo completamente integrato per favorire
re la produttività e incrementare la connettività rispetto
un’analisi integrata dei dati.
al proprio predecessore, il Nicolet iS5 FTIR. Creato con la
Lo strumento è stato pensato per laboratori di controllo e
stessa tecnologia LightDrive Optical Engine presente in
garanzia della qualità e per laboratori didattici.
spettrometri Thermo Scientific più avanzati, lo spettro-
Tra gli altri vantaggi: la connettività ottimizzata con Wi-Fi e
metro Nicolet Summit è progettato per fornire dati accu-
Ethernet, incluso l’accesso a all’applicazione OMNIC Anywhe-
rati e riproducibili, garantendo al contempo estensioni di
re di Thermo Scientific per spettroscopia basata su cloud;
garanzia sui componenti ottici principali al fine di ridurre
il software OMNIC Paradigm integrato con applicazioni per
al minimo i costi di manutenzione.
consentire ai clienti di rispettare le linee guida relative all’in-
Dotato del software OMNIC Paradigm di Thermo Scientific,
tegrità dei dati 21 CFR Parte 11, utilizzando l’Audit Manager,
lo spettrometro Nicolet Summit offre notevoli vantaggi in
software di sicurezza dei dati e firme digitali; la compatibilità
termini di produttività ai laboratori che hanno bisogno di
con centinaia di accessori per la spettroscopia al fine di incre-
gestire utenti multipli e svariati tipi di campioni. La realiz-
mentare le capacità di analisi di laboratorio.
zazione di flussi di lavoro è semplificata grazie a un nuovo editor del flusso di lavoro basato su elementi visivi, in cui gli utenti possono trascinare, con un’interfaccia touchscreen, i riquadri del flusso di lavoro su una grande area di disegno. Lo spettrometro utilizza una barra con illuminazione a LED multicolore integrata in grado di fornire agli utenti un
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
Strumenti da laboratorio
Urai Il nuovo Weather Ometer® Ci 4400 di Atlas MTT
U
rai Spa è da oltre 70 anni partner di fiducia dei tecnologi e degli analisti da laboratorio del settore della gomma e dei materiali plastici, ai
quali offre la competenza del suo personale e la qualità dei prodotti che distribuisce ed assiste sul territorio italiano. Tra le società rappresentate dalla divisione apparecchiature da laboratorio figura, dal 1950, l’americana Atlas Material Testing Tecnologies, che da oltre 100 anni produce apparecchiature per prove di durabilità dei materiali. L’ultima novità in fatto di prove accelerate alla luce ed alle intemperie è il nuovo Weather Ometer® Ci4400. Tra le caratteristiche: • Innovativo sistema AIOS® - All In One Sensor - che consentela misura/controllo dell’irradianza, delle temperature del pannello nero e della camera e dell’umidità relativa sul piano del campione durante la rotazione. • Intervalli di taratura meno frequenti. • Camera interna arrotondata per una circolazione d’aria ancora più efficiente • Massima uniformità di irraggiamento, temperatura e umidità dell’intera area espositiva • Nuova interfaccia grafica, con avanzate funzionalità di controllo, visualizzazione e trasmissione dati (Industria 4.0) • Sistema di apertura porta ridisegnata e nuova giostra rotante per un più agevole accesso alla camera interna ed alla lampada • Possibilità di prove ad alta irradianza (2SUN) come indicato da più standard. Per i laboratori prove che non hanno esigenze così spinte o che non necessitino di camere di prova così capienti, Atlas MTT può proporre soluzioni più economiche, come per esempio lo Xenotest® 440, uno strumento di facile installazione con raffreddamento ad aria, sempre a giostra rotante, e alcune caratteristiche che lo rendono un investimento ideale per chi ha budget limitati e che desidera affidabilità, certezza di risultati e bassi costi d’esercizio.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
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FOCUS
ZwickRoell
Strumenti da laboratorio
LighXtens, l’estensimetro garanzia di qualità
U
na delle sfide principali nei test di trazione su
lightXtens ha una corsa di misura di 1.000 mm e una distanza
provini in gomma è senza dubbio la misurazio-
di misura iniziale regolabile da 10 a 900 mm, caratteristiche
ne corretta e affidabile dell’allungamento a rot-
cruciali per applicazioni che richiedono un ampio tratto uti-
tura: l’estensimetro automatico non a contatto lightXtens
le come test su fili, corde elastiche e tessuti; offre ampia af-
ZwickRoell è la soluzione ideale, ampiamente apprezzata
fidabilità anche in condizioni ambientali difficili, non risente
e utilizzata dai principali soggetti di riferimento nell’indu-
di influenze esterne quali cambi di luminosità, fonti di luce
stria della gomma.
esterne o correnti d’aria e può essere utilizzato anche in com-
L’estensimetro lightXtens risolve infatti le criticità legate ai
binazione con una camera climatica, in modo da rispondere
tipici campioni in gomma: il sistema senza contatto garanti-
a tutte le diverse esigenze di prova.
sce ottima efficienza anche su campioni con superficie lubri-
L’estensimetro lightXtens ZwickRoell è conforme alle più co-
ficata e può lavorare con campioni con alto ritorno elastico o
muni normative internazionali quali ISO 37, ASTM D412, ISO
con rotture particolari, che danneggerebbero estensimetri a
527-3, ASTM D882, ASTM D5323 e, non agendo a contatto
contatto col provino.
con il campione, non ha parti soggette a usura. L’utilizzo è semplice e immediato, il ciclo di prova è completamente automatico e gestito dal software di prova ZwickRoell testXpert III; il riconoscimento dei marker sul campione, la misura esatta del tratto utile al precarico, la misura e il ritorno alla posizione iniziale sono tutte operazioni che non richiedono alcun intervento da parte dell’operatore, per garantire sempre la massima ripetibilità del test. ZwickRoell offre inoltre una completa gamma di accessori per marcare il campione, come marcatrici automatiche e manuali, e diverse forme di marker per adattarsi alle diverse morfologie del provino.
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RUBBER COMPOUND MIXING IS AN ART Dal 1967 Der-Gom Produce mescole di gomma con la stessa cura di sempre. La Der-Gom è partner sicuro in grado di creare la ricetta giusta per ogni cliente. G a rb a g n a te M o n a s te ro ( LC ) via dei Castagni, 3/5 - 23846
Tel. +39 031 853446 Fax +39 031 853515
info@dergom.com
DALLE AZIENDE
Tecniche di caratterizzazione reologica per determinare le ramificazioni lunghe negli elastomeri di Michele Scacchi Field Application Engineer, Alpha Technologies UK, Milano
È
noto che la presenza di ramificazioni lunghe, long chain branching (LCB), in un polimero ha un notevole impatto sulle sue proprietà viscoelastiche e può notevolemente influenzare la processabilità delle mescole (tempo di incorporamento della carica, rigonfiamento-die swell, comportamento in estrusione). Nonostante gli effetti dell’architettura molecolare dei polimeri sulle proprietà viscoelastiche siano solitamente studiati mediante la caratterizzazione della viscoelasticità lineare (LVE), questo approccio non permette di quantificare il contenuto di LCB, di svelare informazioni su tipologie di ramificazioni complesse e di comprendere la lavorabilità dei materiali elastomerici. In questo lavoro sono state impiegate tre differenti tecniche di caratterizzazione delle risposta non lineare dei materiali elastomerici per la determinazione delle ramificazioni lunghe in campioni di polibutadiene e SBR. Uno dei modi più largamente impiegati in un flusso di taglio per valutare il contenuto di LCB in un polimero è quello di determinare la funzione di damping. Sfruttando la separabilità del modulo di rilassamento non lineare, G(t,γ), la funzione di damping può essere ricavata direttamente da prove di deformazione di taglio a gradino (stress relaxation), a differenti deformazioni via via crescenti. Dal confronto della funzione di damping dei polibutadieni esaminati, con la funzione di damping descritta dal modello di Doi-Edwards, è possibile valuta30
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
La presenza in un polimero di ramificazioni lunghe, long chain branching (LCB), ha un notevole impatto sulle sue proprietà viscoelastiche e può notevolemente influenzare la processabilità delle mescole. In questo studio sono state utilizzate tre diverse tecniche di caratterizzazione reologica per determinare la presenza di ramificazioni lunghe in campioni di polibutadiene ed SBR, con risultati interessanti
re qualitativamente il contenuto di LCB in questi materiali. Uno dei metodi più sensibili per rilevare la presenza di ramificazioni lunghe è l’analisi con le trasformate di Fourier (FT-Rheology) realizzata nel range delle grandi deformazioni, mediante tecnica LAOS. Dal confronto delle figure di Lissajou e mediante opportuni indici di LCB, è possibile quantificare il livello di branching. Questa tecnica può essere inoltre impiegata in ottica controllo qualità nella produzione di elastomeri per la verifica della loro architettura molecolare. Una ulteriore
tecnica avanzata per la caratterizzazione di ramificazione complesse consiste nel realizzare prove di flusso transitorie (shear start-up flow) con viscosimetro Mooney a velocità variabile dotato di un rotore biconico largo. La risposta transitoria di differenti elastomeri SBR permette di distingure la loro differente macrostrutura (e-SBR, sSBR, NBR, PBR) e di evidenziare le differenti tipologie di ramificazione contenute. Questa tecnica può essere utilizzata come una sorta di impronta digitale dell’architettura molecolare del polimero.
Tecnologie Determinazione della funzione di damping Il metodo più diretto e semplice per ricavare la funzione di damping di materiali viscoelastici è quello di effettuare delle prove di deformazione di taglio a gradino, note anche come test di stress relaxation. In molti casi, il modulo di rilassamento non lineare risulta fattorizzabile in un termine dipendente dal tempo e in un termine dipendente dalla sola deformazione, secondo quanto espresso dalla seguente relazione:
Dove G(t) è il modulo di rilassamento lineare e h(γ) è la cosidetta funzione di damping. La funzione di damping nel diagramma bilogaritmico G(t,γ) vs. t si ricava per ciascun valore di deformazione applicato, determinando il coefficiente di traslazione verticale necessario per sovrapporre la curva del modulo di rilassamento non lineare corrispondente a quel valore di deformazione, sulla curva di rilassamento lineare. L’ipotesi di fattorizzabilità sopra menzionata è stata dimostrata valida per molti polimeri: per campioni di polietilene con ramificazioni lunghe (Wagner e Laun), per i polimetilsilossani (Papanastasiou), per i polistireni (Soskey e Winter) e per i campioni di polibuta-
diene “alto” cis (cis-1,4-polibutadiene Bacchelli). La funzione di damping ha un andamento monotono decrescente al variare della deformazione applicata, γ. Il fenomeno per cui lo scostamento del modulo di rilassamento G(t,γ) dalla curva G(t), diviene via via sempre maggiore al crescere delle deformazione, è noto come “strain softening”. La funzione di damping è spesso utilizzata nella teoria della viscoelasticità non lineare per il confronto di diverse teorie e modelli. In una prova di stress relaxation la teoria del “modello del tubo” di DoiEdwards permette di descrivere il comportamento di viscoelasticità non lineare di polimeri lineari monodispersi. La forma analitica della funzione di damping secondo il modello DoiEdwards fu proposta da Larson (1985) e può essere convenientemente descritta mediante la seguente relazione:
Per descrivere invece la funzione di damping di polimeri caratterizzati da una distribuzione dei pesi molecolari larga e catene ramificate lunghe, Soskey e Winter hanno proposto una generalizzazione del modello del tubo:
Parte sperimentale Differenti campioni di cis-1,4-polibutadiene, BR lineari e ramificati, sono stati sintetizzati in soluzione di normal esano. Pesi molecolari, polidispersità e presenza di branching sono stati determinati mediante analisi GPC. I risultati sono riportati nella tabella sottostante. Lo strumento impiegato in questo studio per determinare la funzione di damping è il Premier RPA, il reometro dinamico torsionale commercializzato da
BR lineare
Mw (g/mol) 350.000
D (/) 2.5
ML 1+4 (MU) 42
BR ramificato
370.000
2.6
45
Campioni BR
BR molto ramificato
non completamente non completamente solubile solubile
58
TABELLA 1 DATI DEI PESI MOLECOLARI DEI CAMPIONI BR ESAMINATI Figura 1. Esempio di prova di stress relaxation: fattorizzabilità del modulo di rilassamento non lineare.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
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DALLE AZIENDE
Figura 2. Funzioni di damping dei campioni di BR esaminati.
Alpha Technologies. Il Premier RPA è caratterizzato da una cavità di misura chiusa, avente una geometria biconica e opportunamente scanalata per minimizzare lo scorrimente del materiale nella camera di misura. Nonostante la pressurizzazione e il confinamento del contorno periferico della camera di misura, è stato dimostrato che questi effetti sono di modesta entità e che il campo di deformazione risulta sufficientemente uniforme nella cavità dell’RPA. Il Premier RPA è l’unico strumento in grado di superare i limiti sperimentali dei reometri rotazionali convenzionali, realizzando prove di stress relaxation a grande deformazione (γ > 300%) garantendo una elevata ripetibilità. Sono state effettuati degli esperimenti di stress relaxation alla temperatura di 90°C, partendo dal limite di viscoelasticità lineare e incrementando nei test successivi l’ampiezza di deformazione fino a raggiungere lo strain massimo di 1250 (%), per caratterizzare la regione di viscoelasticità lineare. Generalmente il valore di set point della deformazione imposta viene raggiunto dopo alcuni millisecondi dall’avvio del test, per via delle limitazioni dovute all’inerzia del trasduttore del torque. La durata della prova invece è vincolata dal limite di sensibilità inferiore del torque e dall’i32
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
steresi del trasduttore. Pertanto i dati di modulo di rilassamento disponibili per la determinazione della funzione di damping, sono stati considerati entro due decadi, 0,1<t<10s. Anche in questo caso è stata verificata la fattorizzabilità del modulo di rilassamento non lineare nell’intervallo di deformazione considerato (vedi figura 1, pagina precedente): le curve del modulo di rilassamento non lineare ottenute a varie deformazioni risultano sovrapponibili alla curva corrispondente al limite di viscoelasticità lineare. I risultati sperimentali ottenuti (vedi figura 2, qui sopra) hanno confermato quanto atteso dalla teoria: quanto maggiore è il contenuto LCB nei campioni BR, tanto maggiore è lo scostamento della funzione di damping dei materiali esaminati dalla funzione di damping di Doi-Edwards (curva di riferimento dei polimeri lineari monodispersi). Pertanto il campione di BR più ramificato ha mostrato una minore dipendenza dalla deformazione applicata rispetto a quello lineare. Lo scostamento significativo evidenziato dal campione lineare dal modello di Doi-Edwards, in particolare ad elevati valori di deformazione, è probabilmente dovuto alla presenza di frange con altissimi pesi molecolari, che hanno una notevole influenza sul comportamento viscoelastico di questo ma-
teriale rispetto a quello di un lineare monodisperso.
Analisi con le trasformate di Fourier (FT-Rheology) mediante tecnica LAOS L’applicazione delle trasformate di Fourier per le prove di deformazione oscillatoria sinusoidali in regime non lineare fu introdotta da Dealy e Giacomin (1992) per la caratterizzazione della risposta non lineare di fluidi complessi. Sulla base di questo modello il segnale dello sforzo di taglio (t) può essere convenientemente descritto come una serie di Fourier ovvero come la somma di tutte le componenti armoniche dispari di G” and G”:
Tecnologie Figura 3. Distorsione del segnale dello sforzo di taglio in regime non lineare.
La tecnica LAOS (Large Amplitude Oscillatory Shear) è probabilmente uno dei metodi più sensibili per la caratterizzazione della risposta non lineare dei materiali viscoelastici in un flusso di taglio. In regime non lineare il segnale dello sforzo di taglio (τ) non risulta più essere descritto da un’onda sinusoidale ideale ma risulta essere tanto più distorto quanto maggiore è l’ampiezza della deformazione applicata. L’impiego delle armoniche di grado superiore permette di tener conto della non proporzionalità tra sforzo e deformazione e di quantificare la distorsione del segnale. La particolare distorsione del segnale dello sforzo di taglio in funzione del tempo può essere associata alla particolare topologia del polimero (lineare vs. ramificato) o alla differente microstruttura (vedi figura 3, qui sopra). La risposta non lineare dei materiali polimerici ottenuta nelle prove LAOS può essere rappresentata mediante curve parametriche, note come figure di Lissajous-Bowditch, in termini di sforzo di taglio vs. deformazione, τ (t) vs. γ (t), o come sforzo di taglio vs. velocità di deformazione di taglio τ (t) vs. γ’ (t). È stato dimostrato che mediante la rappresentazione grafica delle curve di Lissajou, τ (t) vs. γ’ (t), è possibile distinguere i polimeri lineari da quelli ramificati.
Infatti solamente i polimeri con macrostruttura lineare esibiscono due loop secondari nell’ estremità superiore ed inferiore di queste figure. L’aumento del grado di ramificazione in questo grafico determina invece una separazione più marcata sull’asse delle ordinate (τ) della parte positiva da quella negativa dello sforzo di taglio, incrementando l’area sottesa alla curva di Lissajou e bilanciando la distorsione. Per quantificare il grado di ramificazioni nei polimeri sono stati definiti degli opportuni indici di branching. Uno degli indici di LCB più usati è dato dal rapporto tra la prima e la quinta componente armonica del modulo elastico. Tipicamente quanto maggiore è questo rapporto tanto più elevato è il contenuto di ramificazioni lunghe nel materiale polimerico. Il criterio adottato è del tutto empirico ma rispetto agli altri metodi reologici
Campioni di PBD A B C
presenta il grande vantaggio di risultare indipendente dalle altre variabili di macrostruttura, peso molecolare e distribuzione dei pesi molecolari.
Parte sperimentale In questa sperimentazione sono stati considerati tre campioni di polibutadiene aventi pesi molecolari e distribuzione dei pesi molecolari molto simili ma con un differente contenuto di branching. Questi materiali sono stati sintetizzati mediante polimerizzazione per via anionica al fine di ottenere polibutadieni con un contenuto intermedio di unità cis-1,4. Le principali caratteristiche di queste materiali in termini macromolecolari sono riportate nella tabella 2 sottostante. Lo strumento impiegato in questo studio per applicare la tecnica LAOS è il Premier RPA dotato di serie di un appropriato modulo software (LabView,
Contenuto dell’agente Mw di branching (g/mol) (m mol/mol iniziatore) 18 320000 20 340000 25 338000
D (/)
ML 1+4 (MU)
2.2 2.3 2.2
49.0 51.0 52.0
TABELLA 2 DATI DEI PESI MOLECOLARI DEI CAMPIONI PBD ESAMINATI L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
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DALLE AZIENDE
sviluppato dalla National Instrument) per acquisire le armoniche di grado superiore fino alla nona. Dal confronto delle curve di Lissajou dei campioni di PBD esaminati, è possibile osservare l’incremento del grado di ramificazione passando dal campione A al campione C: quanto maggiore è il livello di LCB tanto maggiore è lo scostamento sull’asse delle ordinate (τ) della parte positiva da quella negativa dello sforzo di taglio, con un incremento dell’area sottesa al loop di Lissajou (vedi figura 4, in basso) Utilizzando gli indici di branching sopra menzionati è stato possibile quantificare il differente grado di LCB nei materiali esaminati confermando l’elevata sensibilità di questa tecnica di caratterizzazione come evidenziato dalla tabella 3 sotto riportata:
Prove di flusso transitorie (shear start-up flow) Come recentemente riportato in letteratura (Coppola e Bacchelli 2014, 2008) lo studio dei flussi transitori in shear può essere impiegata non solo per la caratterizzazione della risposta non lineare dei materiali polimerici “soft” ma anche per quelli elastomerici con elevati pesi molecolari e altamente ramificati. Questa tecnica permette di evidenziare le differenti tipologie di ramificazione e di distingure la differente macrostruttura dei materiali elastomerici comunemente impiegati nell’industria della gomma (e-SBR, s-SBR, NBR). É stato dimostrato che elastomeri altamente ramificati esibiscono più massimi locali a valori di deformazione caratteristici per il polimero esaminato. I diversi picchi che si evidenziano nel grafico sfor-
zo di taglio transitorio vs. deformazione sono legati ai meccanismi di rilassamento quali, orientamento delle catene, stretch di catena e ripiegamento dei punti di branching.
Parte sperimentale In questo studio sono stati esaminati quattro campioni SBR (e-SBR e s-SBR) aventi differenti architetture molecolari al fine di valutare l’abilità predittiva del metodo di caratterizzazione impegata. I materiali considerati contengono olio aromatico e si differenziano nelle principali variabili di macrostruttura: peso molecolare medio, distribuzione dei pesi molecolari e soprattutto nella tipologia di ramificazione come indicato nella tabella 4 (pagina a fianco). Lo strumento impiegato in questo la-
PBD sample
(Gʹ)1
(Gʹ)3
(Gʹ)5
LCB index 1 (Gʹ)1/(Gʹ)5
E3
LCB index 2 G1ʹ/Gʹ5 -E3
campione A campione B campione C
2.18 2.70 3.15
-0.68 -0.76 -0.68
0.28 0.30 0.31
7.80 9.06 10.33
3.94 4.12 3.55
3.85 4.88 6.61
TABELLA 3 CONFRONTO DEGLI INDICI LCB PER I CAMPIONI DI PBD INVESTIGATI
Figura 4. Curve di Lissajou dei campioni di PBD investigati.
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Tecnologie RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI voro è il Premier Mooney (reometro Mooney a velocità variabile) dotato di un rotore biconico largo al fine di ottenere un campo di flusso uniforme nella cavità di misura. In ogni caso il principale vantaggio conseguibile da questa tecnica è che essa permette di realizzare prove transitorie raggiungendo valori di deformazioni molto elavati senza incorrere nei problemi di frattura al bordo o slittameto del provino, che invece si verificano nei tradizionali reometri rotazionali. Dall’analisi della risposta transitoria dei materiali SBR è stato possibile ricavare informazioni sulle diverse tipologie di ramificazioni, riuscendo a distinguere la macrostruttura lineare, stellare, random e quella altamente ramificata tipica dell’e-SBR. Poiché come dimostrato da Coppola, il valo-
SBR campioni lineare s-SBR couplato s-SBR ramificato s-SBR e-SBR
re di deformazione a cui vari picchi si presentano sono intrinsecamente legati all’archittetura molecolare, questa tecnica può essere utilizzata come impronta digitale della macrostruttura del materiale elastomerico (vedi figura 5, in basso).
RINGRAZIAMENTI
[1] Bacchelli F 2008 KGK 61, 188–191 [1] Giacomin A and Dealy J 1992 J. Rheol. 37, 811 [1] Roission N 2005 Master thesis. Université Catholique de Louvain (UCL), Faculty of Applied Sciences, Department of mathematical engineering (2004−2005) [1] Soskey P and Winter H 1984 J. Rheol. 28, 625
Ringrazio Alpha Technologies e Antonio Lombardi, responsabile commerciale EMEA, per l’autorizzazione e il sostegno nella pubblicazione di questo lavoro. Un ringraziamento molto sentito anche a Salvatore Coppola e Luigi Franchini del Centro Ricerche e Sviluppo della Versalis di Ravenna per i preziosi suggerimenti e la collaborazione fornita nella definizione delle prove con il rotore biconico.
Mw (g/mol) 500000 900000 900000 >500000
[1] Coppola S and Bacchelli F 2014 J. Rheol. 58, 1877
[1] Larson R J. Rheol. 29, 823 [1] Stadler F, Auhl D, Münstedt H 2008 Macromolecules 41, 3720 [1] Garrido V and Wagner M 2009 Rheol. Acta 48, 245 [1] Dealy J and Wissbrun K 1995 Melt rheology and its role in plastics processing, Chapman and Hall
Olio (%) 27 27 27 27
D (/) 1.5 1.6 2.5 >4
TABELLA 4 DATI DEI PESI MOLECOLARI DEI CAMPIONI SBR ESAMINATI
Confronto della risposta transitoria dei campioni SBR.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
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DALLE AZIENDE
Dalla Svizzera con garanzia di qualità e risparmio di Giuseppe Cantalupo
E
pichem viene costituita nel 2009 in Svizzera, a Balerna, Canton Ticino, per iniziativa del dottor Sergio Padova, titolare e CEO della società, che vanta nel suo curriculum professionale un’esperienza di oltre quarant’anni nel campo della gomma sintetica, come titolare prima della Francescato srl e poi della Politrade srl. In breve tempo Epichem incontra il favore dei mercati anche grazie all’alto livello qualitativo e di competitività dei suoi prodotti, e questo le consente di espandere la sua influenza commerciale sempre verso nuove aree, consolidando, in tal modo, il suo profilo di azienda specializzata nel trading e nella distribuzione delle gomme sintetiche a livello mondiale, soprattutto in America Centro-Meridionale e nel Nord Africa Nella gestione della società, Padova si avvale della collaborazione di otto dipendenti dalla provata esperienza, tra i quali Aviva Friss, responsabile della logistica, che l’amministratore delegato definisce “la memoria storica dell’azienda” per la sua pluriennale anzianità di servizio; Katia Pillepich, responsabile della gestione del
Il laboratorio Epichem. 36
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
Fondata nel 2009, Epichem è una società svizzera di trading e distribuzione di gomme sintetiche e chemicals ben nota e apprezzata a livello mondiale per l’ampia gamma di prodotti che è in grado di fornire, per la qualità e la puntualità delle forniture e per l’assistenza precisa e competente che assicura ai clienti
Materie prime personale e delle public relations e Ivano Liguori, general manager e responsabile commerciale.
La gamma elastomeri: ci sono praticamente tutti «La mia pluriennale attività nel mondo della gomma – ci dice il presidente – mi ha consentito di entrare in contatto con un gran numero di aziende produttrici di polimeri e di stabilire con titolari e manager del settore importanti rapporti di conoscenza e stima reciproca sia sul piano umano, fondamentale, che sul piano commerciale. Ne è derivata la capacità di poter soddisfare le richieste anche più esigenti della nostra clientela in termini sia di tipologia di polimeri che di caratteristiche chimico-fisiche cercate nei materiali». La gamma di questi prodotti, molto ampia, comprende numerosi materiali (vedi il box) Nella scelta dei suoi fornitori l’azienda privilegia, come ci ha spiegato il titolare, i maggiori produttori mondiali, a maggiore garanzia della sicura qualità dei materiali da fornire ai clienti. Per alcune gomme Epichem ha un rapporto di agente esclusivo con i relativi produttori. È il caso, per esem-
pio, della gomma nitrilica e dell’SBR altostirolica, per le quali la società è l’agente esclusivo del produttore brasiliano Nitriflex. «Devo aggiungere – precisa Padova – che oltre alle prime scelte, nel cui mercato la nostra azienda è riconosciuta come un operatore tra i più importanti, noi dedichiamo buona parte della nostra attività anche alle seconde scelte, che rappresentano, forse contrariamente a quanto molti si aspetterebbero, un mercato molto importante. E anche in questa fascia di mercato Epichem è considerata un fornitore di sicuro affidamento per la sua capacità di riuscire a garantire al cliente che il prodotto fornitogli è certamente quello adatto alla sua produzione e quindi può usarlo tranquillamente realizzando, al tempo stesso, anche un discreto vantaggio economico rispetto all’utilizzo del prodotto di prima scelta». Tutto questo scaturisce dal fatto che questi prodotti sono controllati in un apposito laboratorio ubicato all’interno del magazzino della società. «È importante, infatti – puntualizza a questo riguardo Padova – conoscere bene le caratteristiche di un prodotto di seconda scelta, al fine di indirizzarlo al cliente giusto, sulla base dell’impiego al quale è destinato». Di qui la considerazione di azienda seria e scrupolosa nella quale la socie-
GLI ELASTOMERI DISTRIBUITI DA EPICHEM
• E-SBR Dry e OE • S-SBR Dry e OE • BR alto e basso Cis • NBR • HNBR • EPM/EPDM • IR, poliisoprene • IIR e HIIR, gomma butilica e alobutilica (BIIR e CIIR, bromo e clorobutilica) • Silicone • CR, policloroprene • CSM, polietilene cloro solfonato • EVM, etilene-vinil acetato • SIS • SBS • SEBS tà svizzera è tenuta dai clienti, tanto più che in Epichem questi si ritrovano, nella persona di Ivano Liguori, un tecnologo dalla ultradecennale esperienza nel settore della compoundazione della gomma, capace di suggerire gli opportuni aggiustamenti alla formulazione della mescola che i difetti della seconda scelta pressoché inevitabilmente rendono necessari, e anche di fornire l’assistenza operativa, se richiesta.
Il magazzino.
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
37
DALLE AZIENDE
A sinistra, l’ufficio Epichem in Svizzera. Sotto, movimentazione di prodotti in magazzino.
«Anche questo – sottolinea il presidente – ha favorito la diffusione del nome e della fama dell’azienda, ed è anche così che, partiti nel 2009 con un fatturato di 8-10 milioni di franchi svizzeri, abbiamo oggi un giro d’affari che supera i 25 milioni» (pari a oltre 22,6 milioni di euro).
Non solo polimeri Oltre che delle gomme sintetiche, la società di Balerna è trader e distributore anche dei due principali materiali di rinforzo della gomma, la silice e il carbon black, per le cui forniture è in contatto con i maggiori produttori mondiali. Per il nerofumo, in particolare, Epichem è agente esclusivo della Himadri Specialty Chemical Ltd, il terzo tra i maggiori produttori di carbon black in India, che adotta un processo produttivo che parte dal gas come materia prima, arrivando a un prodotto finale dalla qualità decisamente superiore a quella del nerofumo ottenuto con i metodi tradizionali.
I partner, collaboratori sinergici Nell’attività di distributore è importante, come ci ha spiegato Padova, avere rapporti di collaborazione con aziende partner. Un più agevole accesso a mercati difficili o lontani e forniture più celeri e anche più economiche per il fatto che, in certi casi, si supera la necessità di sdoganamenti, sono due esempi di importanti vantaggi che il rapporto di partnership procura a entrambe le par38
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
ti. È, in altre parole, una sorta di effetto sinergico che permette al produttore e al distributore di raggiungere risultati che difficilmente riuscirebbero a conseguire agendo da soli. Epichem è impegnata da anni con numerosi produttori mondiali di gomme
sintetiche, di elastomeri termoplastici e di ausiliari di compoundazione in rapporti dai quali trae benefici. Per la distribuzione in Italia, è da tempo in partnership con Novalca, un’azienda che ha sede a Cassano d’Adda, Milano, e che fornisce ai clienti i prodotti con consegne “on time”: il tipo di consegne oggi indispensabile per fornire in maniera pienamente soddisfacente il servizio richiesto dalla clientela. Sorta nel 1976 come impresa a gestione familiare per la rivendita di materie plastiche, questa società è cresciuta negli anni fino ad occupare una posizione di rilievo tra i maggiori produtto-
Materie prime ri di compound termoplastici in Italia. Gestisce 3 siti produttivi con 15 linee di produzione complessive che totalizzano una capacità annua di 25.000 tonnellate di prodotti.
Distribuzione ad ampio raggio Il mercato principale del distributore svizzero è l’Italia, dove realizza il 50% del fatturato. Seguono poi, in Europa, la Spagna e la Germania, ma il secondo mercato dopo l’Italia è il Far East. Qui la distribuzione è affidata a un partner molto importante, la Heartychem di Seoul, Sud Corea, che occupa una posizione di rilievo tra le società di trading dell’area. Epichem è presente anche in India e nell’Africa Occidentale e segue direttamente i mercati del Maghreb e dell’Egitto. In Colombia, Bolivia e El Salvador e in tutto il comparto centro-sudamericano opera la Expoandina, agente efficiente e affidabile col quale Epichem collabora da anni.
L’importanza dei punti di forza Dall’Asia all’America Centro-Meridionale, quindi, passando per l’Europa e l’Africa Nord-Occidentale: Epichem è presente con i suoi prodotti in tutti i principali mercati del globo. «E questo vuol dire – commenta con comprensibile soddisfazione il CEO della società – che vendiamo in circa 30 paesi del mondo». Nonostante i notevoli traguardi raggiunti negli ultimi anni, Epichem non ha intenzione di fermarsi, ma anzi ha programmi ambiziosi di espansione, sia incrementando il numero dei paesi dove operare sia aumentando il numero e la tipologia di prodotti da offrire sul mercato. In particolar modo, nel mirino dell’azienda per i prossimi anni ci sono i paesi dell’Est europeo e quelli dell’Africa centrale. Per quanto riguarda i prodotti, l’intenzione è quella di sviluppare alcuni ingredienti tradizionali delle mescole di gomma come factice, ZnO e MgO.
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«È importante – tiene a sottolineare Padova – porre in evidenza tra i punti di forza della società il ruolo del general manager nonché responsabile commerciale, Ivano Liguori che, grazie alla sua ultradecennale esperienza acquisita nella compoundazione della gomma, è in grado di agire anche da “consulente” dei clienti. E questo è molto importante sul piano dell’immagine dell’azienda, perché fa sì che il cliente non si senta lasciato solo dopo l’avvenuta vendita, ma sappia che per qualsiasi problema Epichem può metterlo in grado di trovare la soluzione attraverso la sua assistenza tecnica». È tutto l’insieme di questi elementi che ha reso importante il nome della società e ne ha consolidato il successo sui mercati a livello globale. Un successo che, come ha detto con una punta di giustificato orgoglio Padova, «nel campo della distribuzione della gomma colloca Epichem tra le prime tre società in Italia, tra le prime otto in Europa e tra le più importanti nel mondo».
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DALLE AZIENDE
Tutti i vantaggi di una pressa a iniezione nuova di Riccardo Oldani
C
alvenzano, in provincia di Bergamo, è un paese piccolo, immerso nella campagna, ma caratterizzato da eccellenze molto particolari. Una è il melone di Calvenzano, dalla buccia retata, presidio Slow Food e coltivato da una cooperativa agricola, fondata nel 1887, che è anche la società più antica d’Italia. Un’altra, nota soprattutto a chi opera nel settore gomma, è la State Technologies, attiva nella fornitura, installazione, assistenza e formazione di macchine per lo stampaggio. Un’azienda in continua espansione e con un solido bagaglio di competenze. Lo scorso settembre State ha organizzato nella sua sede, in collaborazione con Maplan, produttore austriaco di presse a iniezione con cui collabora da tempo, una open house incentrata non soltanto sull’esposizione e presentazione delle macchine, ma anche sui vantaggi che oggi, per un trasformatore del settore gomma, comporta l’investimento in presse di nuova generazione. Durante i tre giorni dell’evento, che si è dipanato dal 12 al 14 settembre, hanno partecipato oltre 150 persone, tutte attive nel settore gomma, che hanno potuto incontrare non soltan-
Alcuni momenti della open house organizzata da State Technologies e Maplan lo scorso settembre. 40
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Nel corso di una frequentata open house State Technologies, l’azienda di Calvenzano che fornisce e installa macchine per lo stampaggio di gomma e plastica, ha presentato una serie di novità proposte da Maplan, il produttore austriaco con cui collabora da anni e che era presente con il suo management per incontrare i clienti del mercato italiano. In una serie di conferenze a margine della parte espositiva si è parlato anche dei vantaggi che, in termini di consumi e costi, possono provenire da una pressa a iniezione di ultima generazione
Macchinari to manager e tecnici di State Technologies e Maplan, ma anche esponenti di aziende partner, attive per esempio nella produzione di mescole e stampi e nello studio di soluzioni di automazione e robotizzate studiate ad hoc per le presse Maplan.
Conferenze istruttive Un interessante programma di conferenze ha inoltre toccato temi di sicuro interesse per gli imprenditori della trasformazione e stampaggio della gomma. Si è parlato, per esempio, di come il risparmio nei consumi di energia, una voce di spesa importante per le imprese del settore, passi anche da un rinnovamento del parco macchine. Sono stati gli esperti di Aere, una Esco (Energy Service Company) di Palazzolo sull’Oglio, a toccare il tema, facendo riferimento anche a un bando della Regione Lombardia sull’efficienza energetica delle aziende che contribuiva al 50% a fondo perduto sulle spese per attività di efficientamento, compreso l’acquisto di nuovi macchinari. L’uso del tempo imperfetto è d’obbligo, purtroppo, perché il bando regionale si è chiuso il 30 settembre scorso, tra l’altro senza erogare, a quanto pare, tutte le sue disponibilità, per una scarsa risposta delle imprese. Mauro Pagani,
Ceo di Aere, ha spiegato di che cosa si occupa la sua azienda. «Siamo una società di consulenza, una Esco certificata con uno staff di 15 ingegneri in grado di erogare servizi per il risparmio e l’efficienza energetica industriale. Nel settore gomma vantiamo numerosi clienti, come, per citarne alcuni, Oldrati, Parker, Ar-Tex, Italian Gasket, Salgomma, Duci Guarnizioni, Colombo, Nira, OringOne, Ten Fluid e altre».
Diagnosi energetica In particolare Aere effettua diagnosi energetiche, fotografando il modo in cui le aziende usano l’energia elettrica e termina, e individua poi, di concerto con i suoi clienti, le azioni di miglioramento da attuare, seguendo poi tutto il percorso che passa anche dalla loro implementazione. «Esistono più di 50 interventi di miglioramento praticabili in un’azienda della gomma», ha detto Pagani, «che portano vantaggi reali, misurabili in flussi di cassa. Confrontando i consumi precedenti e quelli successivi alle azioni attuate è quindi possibile determinare se i risultati previsti sono stati ottenuti». Aere ha effettuato questi conteggi esaminando alcuni casi di sostituzione di presse per lo stampaggio a iniezione della gomma e ha illustrato le
evidenze ricavate. È stato Alex Mazza, ingegnere dello staff dell’azienda bresciana, a illustrare i risultati, riferiti, ha spiegato, «al risparmio energetico misurato esclusivamente sul funzionamento della pressa, senza considerare una serie di altri costi, come i servizi generali d’impianto per aria compressa, acqua o refrigerazione, o quelli operativi, che comunque vanno anch’essi a ridursi con macchinari di nuova generazione». In particolare è emerso come una pressa nuova, al di là dell’incremento di produttività rispetto a una macchina di pari tonnellaggio vecchia di 1015 anni (quanto mediamente il parco macchine di molte aziende del settore), «porti benefici anche sulla manutenzione, sulla manodopera, sulle materie prime, sulla ricambistica e sui materiali di consumo. Tutte voci che possono essere analizzate e quantificate a livello energetico e poi economico. Un esempio è quello dell’aria compressa. Quanta ne consuma in meno una pressa nuova rispetto a una vecchia? Per saperlo è sufficiente installare dei misuratori di portata, in modo da determinare il differenziale di metri cubi di aria compressa e, quindi, la quantità di chilowattora necessari per produrla».
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DALLE AZIENDE
Consumi di presse a confronto Torniamo però alla misurazione dei soli consumi elettrici. «Per verficare i consumi si utilizza un dispositivo», ha detto Mazza, «l’analizzatore di rete, che misura le principali grandezze elettriche, come kWh consumati e potenza assorbita, che viene collegato all’interruttore generale della pressa. La misurazione è fondamentale, perché non ci si può basare solo sul “dato di targa”, cioè quello fornito dal produttore sull’assorbimento della macchina. Per esempio, in un caso che abbiamo esaminato la potenza complessiva di targa di una pressa era di 75 kW, ma il grafico relativo al reale funzionamento evidenzia una potenza media assorbita di 20 kW». Va inoltre considerato che, sempre secondo Mazza, «il costo di investimento per una pressa di nuova tecnologia rappresenta il 1020% del costo complessivo di vita della macchina. Il resto è costituito da altre voci, come la manutenzione e, naturalmente, l’energia, che in Italia ha un costo particolarmente alto in ambito europeo, il più elevato dopo Germania e Cipro». Aere ha presentato i confronti di alcune tipologie di macchine vecchie e nuove. Per esempio ha confrontato una pressa del 2014 da 200 t con una del 1997 da 190 t, rispettivamente con potenza elettrica “di targa” di 63 kW e i 53 kW, tempo ciclo di 25 secondo e di 28 secondi. Il confronto è stato fatto anche durante la lavorazione di prodotti simili, in NBR. «La pressa di nuova tecnologia», ha osservato Mazza, «ha mostrato dopo le nostre misurazioni un consumo medio di circa il 60% rispetto alla pressa vecchia, che si può tradurre, in termini economici, in un risparmio annuo di 4.121 euro» (vedi tabella 1).
TABELLA 1 – CONFRONTO TRA I CONSUMI DI DUE PRESSE DI PICCOLO TONNELLAGGIO PRESSA
ANNO
TONNELLAGGIO
POTENZA DI TARGA
CONSUMO ANNUO
COSTO ENERGIA ANNUO €
Pressa 1
2014
200 t
63 kW
55.690,07 kW/h
8.353,51 €
Pressa 2
1997
190 t
53 kW
83.165,28 kW/h
12.474,79 €
27.475,21 kW/h
4.121,28 €
Risparmio Pressa 1 vs Pressa 2
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Macchinari La nuova pressa orizzontale da 460 t realizzata da Maplan pensando anche alle esigenze delle aziende italiane. Nella pagina a fianco, in alto, Andrea Bugini di State parla con Wolfgang Meyer, ceo di Maplan; in basso ancora Bugini insieme con Rudolf Eisenhuber, direttore della divisione tecnica di Maplan.
tà, per velocizzare il più possibile l’assistenza ricambi. La tempistica di consegna è da 1 a 24 ore, mentre se il pezzo deve arrivare direttamente da Maplan Austria è di 24-48 ore. In totale sono 64 le presse gestite con manutenzione programmata, mentre il 90% dei clienti si affidano anche a noi anche per la manutenzione dopo la garanzia».
Una gamma molto ricca
Una simile valutazione è stata fatta per una pressa da 300 t del 2019 e una da 270 t del 1995, la prima con una potenza da 114 kW e un tempo ciclo di 84 secondi, la seconda con potenza di 60 kW e tempo ciclo di 110 secondi. Anche in questo caso è stato calcolato un risparmio con la pressa nuova di 17.330 kW/h consumati in meno, pari a 2.600 € sull’arco di un anno. In entrambi i casi è anche calcolabile la riduzione delle emissioni climalteranti di anidride carbonica, pari a 10,8 t per le prime due presse esaminate e a 6,82 t per le seconde due.
Dal “fast curing” alle presse Maplan Un altro intervento interessante è stato quello di tenuto da LTE, produttore di mescole in gomma siliconica, fluorosiliconica e fluorurata, e riguardante una nuova tecnologia di “fast-curing”, di vulcanizzazione rapida, per la gomma siliconica reticolabile a caldo. Ne abbiamo parlato in un articolo uscito sul numero di giugno 2019 de L’Industria della Gomma (n 669, pag 42). LTE ha parlato in questa sede di questo lavoro di ricerca perché ha utilizzato una pressa Maplan da 300 t per
i test condotti sulle mescole studiate. Si è poi passati a una descrizione nel dettaglio delle presse a iniezione Maplan per la gomma. Wolfgang Meyer, amministratore delegato dell’azienda, ha fornito qualche dato. «Il nostro fatturato nel 2018 è stato di 50 milioni di euro e abbiamo 230 dipendenti nelle nostre varie sedi nel mondo, tra cui un impianto produttivo in Cina in grado di produrre fino a 100 macchine l’anno. La produzione del sito austriaco di Kottingbrunn, supportato da un altro di nuova apertura in Slovacchia per una serie di elementi accessori, raggiunge invece le 280 unità annue. Maplan ha 6.000 sue presse installate nel mondo, di cui 3.500 in Europa. Per il 64% sono presse verticali, le rimanenti sono orizzontali». Andrea Bugini, socio e amministratore di State Technologies, ha poi illustrato il tipo di servizio che la sua azienda svolge in Italia per le prese Maplan. «Delle 871 presse che abbiamo venduto in Italia, 197 sono Maplan, di cui 144 orizzontali e 53 verticali. Oggi abbiamo 4 persone interamente dedicate a Maplan, di cui 2 per il magazzino, con uno stock di oltre 200 codici solo di materiale Maplan, per un valore di 150.000 euro non in conto deposito, ma di nostra proprie-
Bugini ha poi passato in rassegna le principali proposte Maplan per il mercato italiano. In particolare le orizzontali, ha spiegato «si rifanno a una concezione tecnologica che Maplan stessa definisce come “Italian standard”. Si tratta di macchine concepite secondo un’idea di customizzazione sulla base delle richieste del cliente, che nasce anche da un continuo confronto con gli utlizzatori finali e da uno sviluppo costante. Un approccio di sucesso, che ha portato Maplan ad acquisire 20 nuovi clienti in Italia negli ultimi 4 anni». Tra i punti di forza di queste macchine la chiusura diretta a pistone, con un diametro di quest’ultimo che va a coprire fino al 32% dell’intera area di stampaggio. «Una soluzione», ha commentato Bugini, «che si rivela ideale per l’iniezione a stampo aperto e assicura una qualità dello stampaggio e della chiusura migliore». I modelli più diffusi sul mercato italiano sono la 200 t, la 300 t (la top seller in Italia) e la nuova 460 t, di cui si è visto un esemplare funzionante durante l’open house, «nata proprio per il mercato italiano», ha detto Bugini, «caratterizzata da una corsa di 1 m, assai ampia, pur mantenendo estremamente compatte le dimensioni della macchina in rapporto al tonnellaggio». Non ci addentriamo nell’indicazione dei nomi delle macchine perché al recente K2019 Maplan ha presentato un catalogo completamente rinnovato, in cui ha operato anche una ridenominazione L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
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Mauro Pagani di Aere. complessiva delle sue presse (ne parleremo nel prossimo numero nel nostro reportage sulla fiera di Düsseldorf ). Bugini ha poi illustrato alcune caratteristiche particolari dell’offerta Maplan, come i sistemi di controllo, i vari optional (dai tavolini di estrazione ai sistemi a due ingressi per lo stampaggio bimateriale) e, in particolare, le caratteristiche della tecnologia FIFO adottata per le sue presse dal costruttore austriaco, «caratterizzato da un ugello corto, plastificazione flesibile con vari tipi di valvole, alberini, puntali e profili di vite diversi a seconda del materiale utilizzato. Una peculiarità è il sistema di cambio della valvola FIFO particolarmente rapido, che consente un veloce passaggio da un materiale all’altro». Il nuovo catalogo comprende anche nuove macchine verticali da 400 t, 570 t e 720 t.
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NORMATIVE
Il punto sulle sostanze estremamente preoccupanti
di Beatrice Garlanda
UNA PANORAMICA DELLE DISPOSIZIONI SULLE SOSTANZE ESTREMAMENTE PREOCCUPANTI PREVISTE DAL REGOLAMENTO REACH, ANCHE IN CONSIDERAZIONE DELL’ULTIMO AGGIORNAMENTO DELLA LISTA DELLE SOSTANZE CANDIDATE, EMANATO LO SCORSO LUGLIO A LIVELLO COMUNITARIO
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uali sono le sostanze estremamente preoccupanti? Va preliminarmente specificato che non tutte le sostanze pericolose sono “estremamente preoccupanti” (Substances of Very High Concern, SVHC). Ai sensi dell’art. 57 del regolamento REACH, lo sono le sostanze che presentano le seguenti caratteristiche di pericolo: • • rispondono ai criteri di classificazione come sostanze cancerogene o mutagene sulle cellule germinali o tossiche per la riproduzione (sostanze CMR di categoria 1A o 1B, ai sensi del regolamento 1272/2008); • • secondo i criteri dell’allegato XII del REACH, sono persistenti, bioaccumulabili o tossiche (PBT) o molto persistenti e molto bioaccumulabili (vPvB); 46
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• • sostanze identificate singolarmente che non rispondono ai criteri di cui all’allegato XIII, ma per le quali esiste l’evidenza scientifica di probabili effetti gravi per la salute umana o l’ambiente che danno adito ad un livello di preoccupazione equivalente a quello delle sostanze CMR o PBT/vPvB. I rischi che presentano le sostanze estremamente preoccupanti devono essere adeguatamente controllati e, se possibile, queste sostanze devono essere sostituite da idonee sostanze o tecnologie alternative. Le sostanze estremamente preoccupanti sono sottoposte a procedura autorizzativa.
Sostanze Identificazione Per identificare le sostanze come estremamente preoccupanti e definire un elenco di sostanze candidate ad un’eventuale inclusione nell’allegato XIV (sostanze soggette a autorizzazione),si applica la procedura dell’articolo 59 del REACH. Va tenuto presente che l’intenzione di proporre una sostanza per l’identificazione come SVHC deve essere pubblicata nel registro delle intenzioni- ROI- prima della presentazione della proposta, in modo di informare le altre parti interessate. Il registro delle intenzioni è consultabile sul sito dell’ECHA (Agenzia europea per le sostanze chimiche). In particolare, L’ECHA indica nell’elenco di cui sopra le sostanze che figurano nel programma di lavoro pluriennale di cui all’articolo 83. La Commissione può chiedere all’Agenzia di predisporre un fascicolo, a norma dei pertinenti punti dell’allegato XV, per le sostanze che ritiene rispondano ai criteri dell’art.57. Esso può essere limitato, se del caso, ad un riferimento a una voce dell’allegato VI, parte 3, del Regolamento CLP (tabella delle classificazioni e etichettatura armonizzate). Analogamente il fascicolo può essere predisposto da uno Stato membro e trasmesso all’Agenzia. I fascicoli sono, quindi, messi a disposizione dall’Agenzia agli altri Stati membri. L’Agenzia pubblica sul suo sito web un avviso dell’avvenuta predisposizione di un fascicolo per una sostanza e invita le parti interessate a trasmetterle osservazioni. Entro sessanta giorni dalla messa a disposizione, gli altri Stati membri o l’Agenzia possono esprimersi sull’identificazione della sostanza come sostanza estremamente preoccupante.
Inserimento nella Candidate list Se non riceve o formula osservazioni, l’Agenzia può includere la sostanza nell’elenco delle sostanze candidate. Essa può includere la sostanza nelle raccomandazioni sulle sostanze prioritarie che formula , come vedremo in seguito, ai sensi dell’articolo 58, comma 3. Se invece vengono formulate o ricevute osservazioni, l’Agenzia rinvia il fascicolo al comitato degli Stati membri entro quindici giorni dallo scadere del periodo di sessanta giorni dalla messa a disposizione del fascicolo. Se, entro trenta giorni da tale rinvio, il comitato degli Stati membri si pronuncia in modo unanime sull’identificazione della sostanza, l’Agenzia include la sostanza nell’elenco delle sostanze candidate. Se il comitato degli Stati membri non riesce a giungere ad un accordo unanime, entro tre mesi dalla ricezione del parere del comitato stesso, la Commissione prepara un progetto di proposta relativa all’identificazione della sostanza in questione. Non appena è stata assunta una decisione sull’inclusione di una sostanza, l’Agenzia pubblica e aggiorna sul suo sito web l’elenco delle sostanze candidate.
La lista delle sostanze candidate viene aggiornata due volte l’anno.
I nclusione di sostanze nell’allegato XIV Prima di decidere l’inclusione di una sostanza nell’allegato XIV, L’Agenzia, tenuto conto del parere del comitato degli Stati membri, raccomanda quali sostanze della Candidate list abbiano la priorità per essere inserite nell’allegato stesso. I criteri per individuare le sostanze prioritarie sono stabiliti dall’art.58, comma 3. Di norma sono considerate prioritarie le sostanze: • che hanno proprietà PBT o vPB o • il cui uso è fortemente dispersivo o • che sono prodotte ad alti volumi. L’Agenzia prepara, quindi, una bozza di raccomandazione indicando le sostanze che hanno priorità e la pubblica sul suo sito web. Essa invita tutte le parti interessate a presentare, entro i tre mesi successivi alla data di pubblicazione della bozza di raccomandazione, osservazioni riguardanti in particolare gli usi che dovrebbero essere esentati dall’obbligo di autorizzazione. L’Agenzia aggiorna la sua raccomandazione tenendo conto delle osservazioni ricevute. L’iter si conclude con la valutazione del comitato degli Stati membri e la decisione finale della Commissione europea sull’inclusione nell’allegato XIV delle sostanze raccomandate. Le raccomandazioni in questione sono redatte almeno ogni due anni. Per ogni sostanza inclusa nell’allegato XIV sono precisati: • l’identità della sostanza; • la o le proprietà intrinseche della sostanza; • la data o le date a partire dalle quali l’immissione sul mercato o l’uso della sostanza sono vietati, salvo qualora sia rilasciata un’autorizzazione che dovrebbe prendere in considerazione, dove rilevante, il ciclo di produzione specificato per quell’uso (data di scadenza o sunset date); • una o più date precedenti di almeno diciotto mesi la o le date di scadenza, entro cui devono pervenire le domande se il richiedente vuole continuare a usare la sostanza, o immetterla sul mercato per determinati usi ,dopo la o le date di scadenza (application date); • se del caso, i periodi di revisione per taluni usi; • gli eventuali usi o categorie di usi esentati dall’obbligo d’ autorizzazione e le eventuali condizioni di tali esenzioni. Gli usi o categorie di usi possono non rientrare nell’obbligo di autorizzazione, purché il rischio sia adeguatamente controllato in base alla normativa comunitaria specifica che detta prescrizioni minime per l’uso della sostanza connesse alla protezione della salute umana e alla tutela dell’ambiente. Salvo eccezioni, una volta inclusa nell’allegato XIV, una sostanza non è assoggettata a nuove restrizioni secondo la procedura del titolo VIII del regolamento REACH in relazione ai rischi che l’uso della sostanza in quanto L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
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NORMATIVE
tale, come componente di una miscela o incorporata in un articolo, comporta per la salute umana o l’ambiente a causa delle proprietà intrinseche riportate nell’allegato in questione. Le sostanze per le quali sono stati vietati tutti gli usi ai sensi del titolo VIII o di altre normative comunitarie non sono incluse nell’allegato XIV e o da questo sono tolte. Sono tolte dall’allegato anche le sostanze che, in base a nuove informazioni, non risultano più rispondere ai criteri di cui all’articolo 57.
manda precedente, previa autorizzazione de richiedente precedente o del titolare dell’autorizzazione. Una volta concessa dalla Commissione, l’autorizzazione è soggetta alle condizioni specificate nella relazione sulla sicurezza chimica presentata nella domanda. Possono essere previste dalla Commissione condizioni ulteriori. Il titolare dell’autorizzazione dovrebbe comunque continuare ad attivarsi per trovare alternative più sicure.
Obblighi Domanda di autorizzazione La domanda di autorizzazione deve essere inoltrata all’Agenzia da fabbricanti, importatori e utilizzatori a valle che utilizzano una sostanza compresa nell’allegato XIV e intendano continuare l’utilizzo dopo la data di scadenza . Come s è visto sopra, è la Commissione competente a decidere su tali domande. Se quest’ultima non si è pronunciata sull’esito della domanda alla data di scadenza, i richiedenti che abbiano presentato domanda entro l’application date possono continuare a usare la sostanza in attesa che la Commissione si esprima. Coloro che abbiano presentato domanda dopo l’application date devono sospendere l’utilizzo fino alla decisione della Commissione. La domanda può essere inoltrata per una o più sostanze che rispondono alla definizione di gruppo di sostanze di cui all’allegato XI, ovvero sostanze le cui proprietà fisico-chimiche, tossicologiche e ecotossicologiche sono probabilmente simili o seguono uno schema regolare data la loro affinità strutturale. Può, inoltre, riguardare uno o più usi. Una domanda di autorizzazione contiene almeno: • l’identità della o delle sostanze; • il nome e i dati per un contatto della o delle persone che inoltrano la domanda; • una richiesta di autorizzazione, indicante l’uso o gli usi per i quali l’autorizzazione è richiesta, compresi l’uso della sostanza in miscele e/o, se pertinente, la sua incorporazione in articoli; • • salvo qualora sia già stata presentata nell’ambito della registrazione, una relazione sulla sicurezza chimica, elaborata a norma dell’Allegato I; • un’analisi delle alternative che prenda in considerazione i rischi che le sostanze comportano e la fattibilità tecnica e economica di una sostituzione, e che comprenda, se del caso, informazioni su eventuali attività inerenti di ricerca e sviluppo svolte dal richiedente; • •se dall’analisi di cui sopra emerge che esistono alternative idonee, un piano di sostituzione comprendente un calendario delle azioni proposte dal richiedente. La domanda può contenere altri elementi elencati dall’articolo 62 cui rimandiamo. Se è stata inoltrata una domanda o rilasciata un’autorizzazione per un uso di una sostanza, un richiedente successivo può fare riferimento alle parti pertinenti della do48
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Focalizzandoci sulle sostanze candidate, è necessario fare qualche precisazione. Innanzitutto si fa presente che l’inclusione di una sostanza nella lista delle sostanze candidate comporta degli obblighi immediati per chi opera nell’Unione Europa o nello Spazio economico europeo. In particolare i fornitori di articoli contenenti una sostanza identificata come estremamente preoccupante, in concentrazione superiore allo 0,1% in peso/peso, deve fornire al destinatario dell’articolo informazioni sufficienti a garantire la sicurezza d’uso dell’articolo stesso comprendenti, quanto meno, il nome della sostanza. Il fornitore, inoltre, deve rilasciare le stesse informazioni al consumatore, qualora quest’ultimo le chieda. Le informazioni di cui sopra sono date gratuitamente entro 45 giorni dal ricevimento della richiesta (art.33). I produttori o i fornitori, inoltre, devono notificare all’ECHA se i propri articoli contengono sostanze della Candidate list. L’obbligo scatta (art.7, comma 2) se sono congiuntamente soddisfatte le due seguenti condizioni: a) la sostanza è contenuta in tali articoli in quantitativi complessivamente superiori ad 1 tonnellata/anno per produttore o importatore; b) la sostanza è contenuta in tali articoli in concentrazione superiore allo 0,1% in peso/peso. Le notifiche devono essere presentate entro sei mesi dall’inclusione della sostanza nella Candidate list. Non occorre la notifica, se il produttore o l’importatore possono escludere l’esposizione di persone o ambiente, in condizioni normali o ragionevolmente prevedibili, anche in fase di smaltimento. In tali casi forniscono istruzioni adeguate al destinatario dell’articolo. Non è richiesta la notifica anche se la sostanza è già stata registrata per lo specifico uso. Inoltre, i fornitori di sostanze incluse nell’elenco delle sostanze candidate (da sole o in miscele) devono mettere a disposizione del cliente una scheda di dati di sicurezza. Si precisa, al riguardo, che la sezione 15 (informazioni sulla regolamentazione) delle SDS preesistenti deve essere aggiornata per comunicare che la sostanza è identificata SVHC (art.31, comma 9,lettera a). I fornitori di miscele non considerate pericolose ai sensi del regolamento CLP sono tenuti a fornire ai destinatari, su loro richiesta, una scheda di dati di sicurezza se: • la miscela contiene almeno una sostanza la cui concentrazione individuale nella miscela sia ≥ 0,1% in peso/ peso nel caso delle miscele non gassose; e
Sostanze • tale sostanza sia inclusa nell’elenco delle sostanze candidate ai sensi dell’articolo 57, lettera d) (persistente, bioaccumulabile e tossica), lettera e) (molto persistente e molto bioaccumulabile) o lettera f ) (sostanza che dà adito ad un livello di preoccupazione equivalente). Rimane salvo l’obbligo generale dei fornitori di miscele non classificate come pericolose, ai sensi del regolamento CLP , di fornire ai destinatari, su loro richiesta, una scheda di dati di sicurezza se la miscela contiene una sostanza con concentrazione individuale ≥1% in peso/peso per le miscele non gassose e ≥0,2% in volume per le miscele gassose qualora tale sostanza presenti rischi per la salute umana o l’ambiente. Nel caso di sostanze PBT o vPvB, al più tardi al momento del loro inserimento nella lista delle sostanze candidate, i produttori e gli importatori devono utilizzare le informazioni contenute nella relazione sulla sicurezza chimica, di cui all’articolo 14, quando attuano nei propri siti misure volte a ridurre i rischi per la salute e l’ambiente e quando suggeriscono tali misure agli utilizzatori a valle. A loro volta questi ultimi devono tenerne conto nell’adottare misure di controllo del rischio adeguate.
La Candidate list oggi L’ultimo aggiornamento della lista delle sostanze candidate è stata pubblicata sul sito dell’ECHA a luglio 2019, con l’inserimento delle quattro sostanze che figurano nella tabella. A proposito delle nuove quattro sostanze, va segnalato che solo il 4-terz-butilfenolo è stato aggiunto all’elenco perché identificato come SVHC dalla Commissione UE a causa delle sue proprietà di interferente endocrino [art.57, lettera f ) ambiente]. Tale identificazione è contenuta nella decisione di esecuzione (UE) 2019/1194 del 5 luglio 2019, pubblicata nella GU UE del 12 luglio 2019 L187. La seconda e la terza sostanza che figurano nella tabella sono state inserite con il coinvolgimento del comitato degli Stati membri. Infine, ricordiamo che la Candidate list comprende attualmente 201 sostanze.
Tabella
Sostanze aggiunte alla Candidate list nel luglio 2019 Denominazione della sostanza
Numero CE
Numero CAS
Motivo dell’iscrizione
Esempi di uso (i)
2-methoxyethyl acetate
203-772-9
110-49-6
Tossico per la riproduzione (art.57(c))
Non registrata ai sensi del REACH
-
Distruttore endocrino (ambiente)
Utilizzato principalmente come antiossidante per stabilizzare i polimeri
-
Livello di preoccupazione equivalente con seri effetti sulla salute umana e sull’ambiente
Additivo di processo nella produzione di polimeri fluorurati
Distruttore endocrino (ambiente)
Utilizzato in prodotti di rivestimento, polimeri, adesivi, sigillanti e per la sintesi di altre sostanze
Tris(4-nonylphenil, branched and linear) phosphite (TNPP) with≥0,1% w/w of 4-nonylphenol branched and linear (4 NP) 2,3,3,3-tetrafluoro-2-(heptafluoropropoxyl propionic acid, its salts and its acyl halides (covering any of thei individual isomers and combinations thereof)
4-tert-butyphenol
-
-
202-679-0
96-54-4
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NEWS K2019: quella appena conclusa può essere considerata l’edizione più ricca di sempre?
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uò una fiera “commerciale” diventare il punto di riferimento per ripensare e rilanciare un’intera industria? Ne sono fermamente convinti Werner Matthias Dornscheidt, presidente e Ceo di Messe Düsseldorf, e Ulrich Reifenhäuser, presidente dell’Advisory Board degli espositori per il K2019, che hanno commentato l’andamento di questa edizione della fiera nella conferenza stampa conclusiva. L’oggetto, naturalmente, è stata la fiera K2019, svoltasi a Düsseldorf dal 16 al 23 ottobre scorsi, con un afflusso stimato di 225.000 visitatori provenienti da 165 diversi paesi del mondo, «record assoluto per la nostra manifestazione», ha osservato Dornscheidt. «Il K», ha proseguito il presidente, «è divenuto il crocevia mondiale per l’industria della plastica, forse per la sua posizione geografica, forse l’impostazione molto concreta. Soprattutto in tempi difficili come quelli attuali una piattaforma come il K si rivela indispensabile. Fornisce indirizzi e prospettive, fissa obiettivi economici sostenibili, mostra trend che guardano al futuro e ad approcci concreti». Reifenhäuser, presidente dell’omonima societа produttrice di macchinari per il settore plastico, ha riportato le sue impressioni di espositore e di industriale preoccupato per la deriva negativa che il settore ha imboccato negli ultimi mesi, soprattutto, ha rilevato, «per una campagna di stampa a una sola direzione, che ha dimenticato tutti i pregi e gli apporti positivi della plastica al nostro mondo per concentrarsi unicamente sull’aspetto dell’impatto ambientale». Un tema, ha ricordato l’imprenditore tedesco, «che comunque le aziende del settore si sono attivate ad affrontare con grande impegno, perché è reale, soprattutto dal punto di vista della produzione del rifiuto plastico. Ma quello che ha sorpreso è stato vedere la forte reazione di tutto il comparto, che qui a Düs-
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seldorf ha portato soluzioni, nuove idee, alimentato discussioni e generato uno scambio di conoscenze che ci tornerà estremamente utile anche nei prossimi mesi per sviluppare nuove direzioni». Reifenhäuser si è dichiarato convinto che «l’industria della plastica ha imboccato una strada di completa trasformazione, indicando al mondo il modo per risolvere e affrontare il problema dei rifiuti plastici». Un cambiamento, è convinto, «che parte soprattutto dai produttori di macchine». Il K2019, a suo modo di vedere, è stata l’edizione finora più ricca e attiva di tutta la lunga storia di questa manifestazione e ha visto concludersi un grande volume di affari e l’avvio di moltissimi progetti, dimostrando la grandissima vitalità del comparto. Quanto all’Italia e al settore gomma sono stati entrambi protagonisti. Gli italiani, dopo i tedeschi, sono stati i visitatori piщ numerosi della fiera, mentre la gomma, ha detto Dornscheidt, «per quanto abbia un peso inferiore in questa fiera rispetto alla plastica, ha riscontrato un grande interesse. Siamo stati sorpresi dal numero di visitatori che hanno indicato gli elastomeri come il loro principale motivo di visita del K2019». Tra gli stand degli espositori, in particolare quelli italiani, si è effettivamente respirato un clima positivo e una notevole soddisfazione per la qualità dei contatti avuti durante la lunghissima manifestazione. Qualche operatore si attendeva un’edizione in tono minore, sulla scorta dei timori per l’andamento dell’economia globale, su cui incide la guerra dei dazi tra Usa e Cina. Ma, al contrario, l’indu-
La conferenza stampa di chiusura del K2019, con Ulrich Reifenhäuser (a sinistra) e Matthias Dornscheidt, Ceo di Messe Düsseldorf.
Taccuino
stria della plastica, e quella della gomma in particolare, sembrano rispondere con decisione ai venti di crisi, con il lancio di nuovi progetti, sia a livello internazionale che italiani, che presuppongono anche investimenti in tecnologie di processo, macchinari e sistemi di controllo per la qualità. Tra i trend emersi durante i 7 giorni della fiera di Düsseldorf spiccano quelli per rendere sempre più sostenibile l’industria della plastica e della gomma, attraverso concetti di economia circolare basati sul riciclo di polimeri ed elastomeri. Anche l’automazione sta
prendendo sempre più piede nel settore, sia per quanto riguarda la movimentazione dei pezzi e il “feeding” delle presse a iniezione, sia nelle fasi di controllo della qualità, dosaggio e confezionamento. Non soltanto automazione classica, ma anche ampio ricorso alla robotica, all’intelligenza artificiale e ai sistemi Industry 4.0 di gestione dello stabilimento e della produzione, compreso l’impiego di realtà virtuale e aumentata nella progettazione e manutenzione di linee o semplici macchinari. Sul prossimo numero della rivista pubblicheremo un ampio reportage sulla fiera.
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Marketing a prova di Gomma: un evento di formazione in Franciacorta
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verbooking evitato solo grazie all’accurata selezione effettuata a monte da parte degli organizzatori e livello di attenzione ed interazione dei partecipanti superiore a ogni più rosea attesa: queste le caratteristiche che segnano il successo della prima edizione del Franciacorta Industrial Marketing 2019, giornata di formazione rivolta alle aziende del settore gomma e plastica svoltasi lo scorso 19 settembre 2019 e ideata dagli esperti di Publidesign.it. Il seminario, supportato da partner altamente qualificati dello sviluppo d’impresa, era strutturato come esperienza immersiva nei nuovi strumenti messi a disposizione dell’industria contemporanea dal Marketing 4.0, pane quotidiano del team Publidesign. it capitanato dal CEO e Project Manager Giuseppe Maremonti. Proprio a lui era affidata l’apertura dei
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lavori, ospitati nella Casa Vetrina MORE di via Tito Speri a Corte Franca, nel Bresciano: «Con questo workshop abbiamo voluto azzardare una sfida – spiega – ovvero coinvolgere i rappresentanti di un settore produttivo storicamente radicato nel nostro territorio in un momento formativo su tecniche promozionali poco frequentate dal comparto e apparentemente distanti da esso. Abbiamo finito per scoprire che innovazione, crescita e pianificazione del futuro dell’impresa non possono prescindere da precise strategie che il marketing offre anche, forse soprattutto, alle piccole e medie imprese che intendano rendersi competitive, controllare il proprio segmento di mercato e il proprio posizionamento anche reputazionale nel contesto globale da protagoniste. Beh, sfida vinta». Per Gomma e Plastica, tra l’altro, il ragionamento vale più che per altri settori: «La diffusione di una pregiudizio culturale verso la materia trattata, percepita come pericolosa – spiega Maremonti – sta generando difficoltà per il
comparto. Spesso inconsapevolmente, tuttavia, l’azienda ha già in sé gli ‘anticorpi’ per contrastare questa tendenza e riconquistare porzioni di mercato tradizionale in arretramento, ma anche e soprattutto aprirsi a nuovi orizzonti di domanda grazie alle proprie attività di studio e ricerca o all’attenzione a nuovi materiali e alla sostenibilità dei cicli produttivi. Tutto questo fermento è una parte di lavoro che va veicolato nel modo corretto, ottimizzando i metodi di acquisizione della clientela appropriata per poi controllare i flussi attraverso proiezioni, statistiche e casi di studio di quanti hanno giù adottato con successo questo approccio. Sono queste le cose che abbiamo insegnato a chi ha avuto la curiosità e la spinta ad investire nell’esplorazione di nuovi orizzonti affacciati su un inedito ma possibile futuro per gomma, plastica ed elastomeri in genere. Un futuro tutto da riraccontare, riprogettare, ricostruire». Ed eccoli, dunque, gli argomenti passati in rassegna davanti alla platea di
decisori aziendali aperti e sensibili alla riformulazione concettuale dei loro prodotti di cui la sensibilità contemporanea necessita. Innanzitutto l’Inbound Marketing, vale a dire la capacità di attrazione di contatti non ‘a strascico’ ma in maniera mirata. Trasferire informazioni utili ai propri potenziali clienti con naturalezza e spontaneità è la base per iniziare a costruire quel processo di fidelizzazione in grado poi di generare mercato divenendone interlocutori autorevoli. Dibattito acceso, poi, sull’amletico dubbio: CRM sì o no? Beh: sì. Chi utilizza un sistema di Customer Relationship Management (CRM appunto) effettua un investimento, è vero, ma il ritorno in termini di soddisfazione della clientela, velocizzazione delle procedure e abbattimento dei margini di errore ed incertezza da cui deriva il fatturato aziendale (vendita, trattative, progetti in corso…) è talmente elevato da far pendere la bilancia costi/benefici decisamente a favore di questi ultimi, soprattutto laddove il CRM sia integrato
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NEWS
con software gestionali come il Polimeric software ERP, per rimanere nell’universo Gomma cui è specificamente dedicato. «Le aziende che utilizzano il Marketing CRM massimizzano gli esiti dell’attività legata ai flussi commerciali», attesta Maremonti. «Da ricerche condotte su un campione di aziende B2B – ricostruisce – emerge che paradossalmente solo il 35% del tempo lavorativo di un reparto commerciale è dedicato squisitamente alla vendita. Un paradosso, no? Abbiamo tentato di superarlo con la nostra riflessione collettiva sul Marketing le cui azioni e il cui impatto prestazionale sono misurabili e valutabili volta per volta, a patto che vengano gestite e impostate con lo stesso approccio ideale impiegato nei reparti produttivi». Ma siccome non di solo Marketing vive il processo d’impresa, il percorso formativo messo a punto da Publidesign.it col Franciacorta Industrial Marketing 2019 è presto sceso sul campo dell’operatività. E’ stato il fondatore di Puntoexe e ideatore del MetodoPraxi – imprenditore, speaker e podcaster – Francesco Smor-
goni a parlare proprio del metodo da lui messo a punto per le aziende che desiderino organizzare al meglio le proprie risorse sia umane che produttive. Come individuare e rimuovere i cosiddetti ‘colli di bottiglia’ organizzativi che talvolta ostacolano la crescita di un’azienda? In questa sessione di lavori è stata fornita la risposta. Dall’organizzazione al prodotto, sipario aperto sui controlli di qualità. Luca Savarino (Sales Application Engineer di GOM Italia Soluzioni Metrologiche di precisione industriale 3D per l’industria) ha illustrato i vantaggi della metrologia 3D in questo tipo di processi: la correzione mirata e accorta di uno stampo può essere percepita come inciampo, e invece può rappresentare il fortunato contributo per ridurre costi e tempi di produzione assicurando vantaggio al risultato finale. Tra i casi di scuola, ecco poi gli esempi del ‘come non si fa’ passati in rassegna da Guido Pontoglio, co-founder @Language Master Academy specializzato in formazione e comunicazione per l’estero. È stato lui a illustrare come NON vanno
gestite le trattative coi clienti stranieri, così che poi ciascuno possa sviluppare la propria via originale ma che sia quella giusta. La massima che fa da stella polare di ogni percorso arriva da Nelson Mandela: «Parla ad una persona in una lingua che capisce e ti ascolterà con la mente, parla ad una persona nella sua lingua e ti ascolterà con il cuore»..
La situazione dell’economia italiana aggiornata a ottobre secondo l’Istat
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l 5 novembre è uscita la nota mensile dell’Istat sull’andamento dell’economia italiana, che conferma un quadro congiunturale globale caratterizzato da incertezza, con rischi di estensione del rallentamento industriale anche al settore dei servizi. Nel terzo trimestre, il Pil italiano in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato ha registrato, in base alla stima preliminare, una variazione
Un trattamento così non si era mai visto prima! Polimerizzazione: Lipocer con HMDSO, Carbon Coating, Fluorurazione Trattamenti lubrificanti trasparenti e colorati con resine + PTFE Lavaggio ad alta pressione sotto flusso laminare (Cleanliness) Trattamenti al plasma: Micropulizia, Etching, Grafting
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congiunturale positiva (+0,1%), di intensità identica a quella registrata nei tre trimestri precedenti (vedi il grafico). La crescita acquisita per il 2019 si è attestata a 0,2%. La domanda nazionale (al lordo delle scorte) ha fornito un contributo positivo mentre quello della componente estera netta è stato negativo. L’aumento ha sintetizzato una diminuzione del valore ag- giunto dell’agricoltura e un contenuto incremento in quelli dell’industria e dei servizi. Ad agosto, l’indice destagionalizzato della produzione industriale ha segnato un aumento congiunturale (+0,3%), interrompendo la fase di flessione iniziata a giugno. Tuttavia, nella media del periodo giugno-agosto, la produzione ha mantenuto un’intonazione negativa (-0,3%). Nel trimestre, i beni strumentali hanno segnato la flessione maggiore (-0,9%) malgrado il leggero recupero di agosto (+0,4% m/m). La diminuzione della produzione di beni strumentali è stata ancora più forte nella media dei primi otto mesi dell’anno (-1,5% rispetto all’anno precedente), condizionata
dalla performance negativa dei mezzi di trasporto (-4,1%). Nello stesso periodo, anche i beni intermedi si sono contratti (-2,2%) mentre quelli di consumo hanno registrato una variazione positiva (+0,3%) sostenuti dalla componente dei beni durevoli (+1,0%).
Nonostante l’incremento congiunturale di agosto (+1,1%), gli ordinativi dell’industria tra giugno e agosto hanno segnato un calo (-1,6%) a sintesi del peggioramento della componente estera (-3,8%) e di un aumento contenuto di quella interna (+0,1%).
NEWS
Sul fronte degli scambi con l’estero, ad agosto il valore delle esportazioni è rimasto invariato rispetto al mese precedente. Tale risultato è stato determinato da una riduzione delle vendite dirette verso l’Ue (-0,4 %), in calo per il terzo mese consecutivo, mentre le esportazioni verso i mercati extra Ue hanno mostrato una maggiore tenuta (+0,6 %). Le importazioni di beni sono invece aumentate (+1,8%), sostenute prevalentemente dagli acquisti dai mercati intra-Ue. La fase di debolezza dei ritmi produttivi, si è riflessa anche sul mercato del lavoro (vedi il grafico qui sopra). A settembre, la stima degli occupati è risultata in leggero calo (-0,1%, pari a -32 mila unità) rispetto ad agosto mentre il tasso di occupazione si è mantenuto invariato (59,1%). Nel terzo trimestre, l’occupazione, sia complessiva che nel dettaglio per genere, è rimasta sostanzialmente stabile rispetto al trimestre precedente. Nello stesso periodo è ripreso il processo di ricomposizione dell’occupazione a favore dei dipendenti (+0,3%, +52 mila) rispetto agli indipendenti (-1,1%, -59 mila). Tra i dipendenti sono aumentati sia quelli permanenti (+0,2%, +27 mila) sia quelli a termine (+0,8%, +25 mila). Tra luglio e settembre le dinamiche del lavoro non sembrano essere state caratterizzate da differenze di genere mentre si sono registrati segnali positivi in tutte le classi di età, a eccezione dei 35- 49enni. A settembre, il tasso di disoccupazione, dopo il calo di agosto, è tornato a salire (+9,9%, +0,3 punti percentuali rispetto 56
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
al mese precedente). Tra luglio e settembre, la crescita tendenziale delle retribuzioni contrattuali orarie si è attestata allo 0,7%, un ritmo pari a quasi la metà rispetto ai tre mesi precedenti, come effetto della progressiva dissolvenza degli effetti dei rinnovi contrattuali nella Pubblica amministrazione dello scorso anno. Tuttavia, inT3 gli aumenti delle retribuzioni contrattuali del settore privato, seppure in decelerazione rispetto al periodo aprilegiugno (rispettivamente +0,7% e +0,8%) si mantengono, per la prima volta da T2 2018, superiori all’inflazione (+0,4% l’incremento annuo dei prezzi al consumo nel terzo trimestre). A ottobre, le indicazioni sulle attese di occupazione hanno evidenziato segnali di miglioramento sia nella manifattura sia nei servizi di mercato, rendendo plausibile il mantenimento degli attuali livelli di occupazione. Segnali contrastanti provengono dalle attese sulla disoccupazione delle famiglie che hanno registrato invece un marcato peggioramento..
In calo la gomma in Europa nel primo trimestre secondo i dati IRSG
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e statistiche relative al primo trimestre di quest’anno pubblicate dall’IRSG (International Rubber Study Group) mostrano un calo dei consumi della gomma in Europa, sia della natu-
rale che della sintetica, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: la naturale ha accusato una flessione del 2,2% (438 kt contro 448) e la sintetica è scesa del 3,2% (995 kt su 1028). Nelle altre aree, invece, il consumo di NR è aumentato dell’1,0% nell’Asia-Pacifico (2.503 kt/2.478 kt) e dello 0,9% nelle Americhe (455 kt/451 kt). A livello mondo è cresciuto dello 0,6%, con 3.396 kt a fronte di 3.377. Per quanto riguarda la produzione di gomma naturale, questa è aumentata del 6,1% in EMEA, con 208 kt contro 196, e dell’1,7% in Asia-Pacifico (2.936 kt su 2.888). È rimasta, invece, ferma a 87 kt nelle Americhe. A livello mondo si è registrato un incremento dell’1,9%, con 3.231 kt contro 3.171 del primo trimestre 2018. Sul fronte della gomma sintetica, la produzione è aumentata nella sola area dell’Asia-Pacifico, dove si è avuto un aumento del 3,4% (2.099 kt su 2.030). Spicca, tra le aree in calo, la flessione di ben l’8% nell’area EMEA, dove sono state prodotte 1.017 kt di SR a fronte delle 1.106 del gennaio-marzo 2018. Nelle Americhe il calo è stato dell’1,6% (735 kt/747 kt), e a livello globale la produzione è scesa dello 0,8% (3.851 kt contro 3.883). I consumi di gomma sintetica nel primo trimestre hanno mostrato una variazione positiva solo nelle Americhe: +5,2%, con 795 kt su 756, mentre sono diminuiti dello 0,8% in Asia-Pacifico (2.098 kt/2.115 kt) e, come anticipato all’inizio, del 3,2% in EMEA. Il consumo globale ha avuto una flessione dello 0,3% (3.888 kt/3.899 kt). Con i dati di produzione e consumo di gomma naturale e sintetica nel primo trimestre 2019 l’IRSG ha pubblicato anche le quotazioni del secondo trimestre. Eccole qui di seguito in $ USA/t a confronto con quelle degli stessi trimestri del 2018. Nella pagina a fianco la tabella riassuntiva della situazione. Nel 2019: gomma naturale (RSS3): 1.633 nel Q1; 1825 nel Q2 gomma sintetica (SBR USA): 2.397 nel Q1; 2.320 nel Q2. Nel 2018: gomma naturale (RSS3): 1.723 nel Q1; 1.638 nel Q2; gomma sintetica (SBR USA): 2.242 nel Q1; 2.588 nel Q2.
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Una guarnizione innovativa per gli ammortizzatori delle automobili
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funzione di mantenere in posizione la guarnizione vera e proprio, in gomma fluorurata. La nuova soluzione è invece una guarnizione con un profilo a cuneo che consente di semplifica-
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na nuova soluzione di Freudenberg Sealing Technologies studiata per gli ammortizzatori delle automobili semplifica, almeno secondo i tecnici della società controllata dal Gruppo Freudenberg, l’installazione della guarnizione in gomma posta tra l’alloggiamento e il pistone dell’ammortizzatore per renderlo più stabile, ridurre la frizione e anche l’usura di questo delicato componente. Freudenberg Sealing Technologies ne ha dato notizia oggi, con un comunicato in cui illustra i contenuti dell’innovazione, che riguarda un prodotto realizzato dall’azienda fin dagli anni Settanta e prodotto, finora, in 27 milioni di pezzi ogni anno. Fino ad oggi il sistema sigillante utilizzato all’interno degli ammortizzatori è consistito da un sistema a due parti, composto da un anello in gomma NBR che ha la
re la struttura del sistema, perché rende superflua la funzione dell’anello in gomma NBR. Il progetto semplifica anche l’installazione durante il processo di fabbricazione dell’ammortizzatore e ne rende più semplice anche la gestione logistica, perché richiede l’impiego di un minor numero di pezzi da stoccare e assemblare. I primi test con produttori di automobili indicano che il nuovo sistema risponde in modo immediato e preciso alle sollecitazioni prodotte dalla marcia, con risultati comparabili, e in alcuni casi anche migliori, rispetto alle guarnizioni tradizionali. Il materiale di base utilizzato da Freudenberg Sealing Technologies è sempre una gomma FKM. La sua particolare geometria garantisce anche una maggiore tenuta nella parte a contatto con il pistone dell’ammortizzatore, soggetta a un’elevata pressione idraulica per effetto dell’olio contenuto all’interno del pistone. Si tratta di una pressione che può variare da 30 bar a 150 bar, a seconda dello stress dinamico. Al suo crescere la guarnizione è studiata in modo da deformarsi in maniera da produrre un’elongazione della lingua interna, aumentando l’effetto sigillante. Per ottenere questo effetto la guarnizione è stata progettata con un design specifico, utilizzato con un innovativo sistema di virtualizzazione, che consente di simulare gli effetti di diverse geometrie e di diversi materiali, fino a ottenere la configurazione teorica ideale. Terminata la simulazione ven-
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gono prodotti dei pezzi di prova per verificare in condizioni reali il funzionamento della soluzione.
La cella robotizzata di Delia al K2019
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elia di Cesano Boscone, Milano, è un’azienda con una lunga esperienza nel settore dell’automazione dei processi di trasformazione della gomma. Lavora in collaborazione con costruttori e utilizzatori di macchine per la gomma e per i materiali plastici per integrarne e potenziarne le prestazioni con soluzioni ad hoc di propria progettazione e realizzazione: dai sistemi di presa speciali ai sistemi di manipolazione e trasporto dei pezzi, dai canali termoregolatori a iniettori, pompe, taglierine, macchine per la finitura. Insomma, tutto ciò che serve per migliorare e automatizzare il processo. Al K2019 (Düsseldorf, 16-23 ottobre) Delia ha partecipato con un suo stand nel quale è stato possibile scoprire nel dettaglio PaginaPubblicitaria Corretta MAGGIO 2016.pdf le ultime novità dell’azienda. Tra queste una speciale cella robotica (nell’immagi-
ne) studiata per migliorare la qualità degli articoli tecnici in gomma stampati a iniezione e per incrementare la produttività delle presse. La cella può essere attrezzata con robot antropomorfi o cartesiani e può svolgere 1 15:42 una27/05/16 serie di operazioni, come: • l’estrazione multipla e la sbavatura di ar-
ticoli in gomma stampati con inserti metallici o in plastica; • il carico automatico degli inserti metallici o plastici all’interno dello stampo; • il controllo di qualità; • l’orientamento e il posizionamento degli articoli in gomma in scatole appositamente progettate per la spedizione.
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Parker Hannifin acquisisce il gruppo Lord e si potenzia sul fronte dei nuovi materiali
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arker Hannifin Corporation, leader nelle tecnologie di motion & control, ha perfezionato l’operazione di acquisizione di Lord Corporation, produttore leader di adesivi e rivestimenti avanzati, nonché di tecnologie di controllo delle vibrazioni e dei movimenti, per un valore di circa 3,675 miliardi di dollari. L’operazione strategica permetterà di aggiungere all’organizzazione forti competenze nella scienza dei materiali e offerte di proTecno Compounds dotti altamente complementari nei settori dell’elettrificazione e aerospaziale. L’operazione genererà un valore significaTecno Compounds tivo per gli azionisti grazie a una maggiore gini e forte crescita, e amplierà in maniera Nella foto il quartier generale di Parker a suitable solution for every challenge Tecno Compounds crescita organica, a margini Ebitda superiori significativa le capacità di Parker nella scienHannifin. Con l’acquisizione di Lord il e a un flusso di cassa più solido, e aggiunza dei materiali con prodotti complementagruppo internazionale potenzia la propria gerà utili per Parker, escludendo i costi una ri, posizionando meglio Parker sul mercato presenza sul mercato di adesivi, rivestimenti tantum e gli ammortamenti relativi aglia acper servire i clienti nei settori in espansione a suitable solution for every challenge avanzati e sistemi antivibrazioni per i settori suitable solution for every challenge cordi. Lord rafforzerà il portafoglio di Parker e sfruttare al meglio le tendenze emergenautomotive, aeronautico e aerospace. con attività che garantiscono maggiori marti quali l’elettrificazione e il lightweighting.
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«Siamo entusiasti dell’opportunità di rafforzare il nostro portafoglio di tecnologie consolidando in modo significativo la Tecno Compounds nostra posizione nel settore dei materiali a suitable solution for every challenge ad alta ingegnerizzazione», ha dichiarato Tom Williams, Presidente e Amministraa suitable solution for every challenge tore delegato di Parker. «L’acquisizione di Lord permetterà di migliorare i margini operativi e il tasso di crescita organica contribuirà a migliorare la resilienza del portafoglio Parker, consolidando la nostra capacità di incrementare le prestazioni finanziarie nel Top Quartile». «L’acquisizione di Lord ci permetterà di offrire un valore aggiunto ai nostri clienti attuali e futuri», ha affermato Andy Weeks, Presidente di Engineered Materials Group di Parker. «Siamo lieti di dare il benvenuto al valido team di Lord che ha saputo costruire un business a prestazioni elevate con marchi prodotto forti, come Chemlok®. In futuro, lavoreremo in modo collaborativo per integrare le nostre attiviSales: Plant: tà facendo leva su migliori idee, capacità Sales: Plant: Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl e pratiche di entrambe le organizzazioni». Via Privata Archimede 1 Via Toscana, 6/8 Via Privata Archimede 1 Via Toscana, 6/8 È stato istituito un team di integrazione 20094 Corsico (MI) – Italy 27010 Siziano (PV) 20094 Corsico (MI) – Italy 27010 Siziano (PV) 45+39 19 0382 24 46 Tel +39 0382 67 82 266 Tel. +39 02 45 19 24 46 Tel. +39 02Tel 67 82 266 ed è in via di attuazione un dettagliato 36+39 26 0382 96 1967 82 222 Fax +39 0382 67 82 222 Fax +39 02 36 26 96 19 Fax +39 02Fax piano di integrazione, progettato per conwww.parker.com www.parker.com/tecnocompounds www.parker.com www.parker.com/tecnocompounds sentire una transizione lineare tra Parker e Lord e per creare sinergie tra le due orSales: Plant: aerospace electromechanical fluid & gas handling hydraulics pneumatics process control sealing & shielding Sales: climate control aerospace Plant:filtration climate control electromechanical filtration fluid & gas handling hydraulics pneumatics process control sealing & shielding Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy ganizzazioni. Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl Srl
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La nuova piattaforma Kraiburg per creare elastomeri termoplastici ibridi su misura
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a presentazione è avvenuta a Düsseldorf in occasione del K2019. Si tratta di una nuova piattaforma tecnologica per la realizzazione di elastomeri termoplastici ibridi (TEH, thermoplastic elastomer hybrids) in grado di colmare il gap di prestazioni con i compound elastomerici. È stato il gruppo Kraiburg ha presentare la soluzione, spiegando che «i TEH sono compound realizzati su misura per soddisfare le necessità specifiche di applicazioni richieste dal cliente e, combinati con elastomeri selezionati, arrivano ad avere le stesse caratteristiche degli elastomeri veri e propri, conservando però la facilità di lavorazione dei TPE. I produttori di TPE sono alla ricerca da tempo di strade in grado di conferire le prestazioni degli elastomeri classici ai loro prodotti. Ma anche se qualche risultato positivo è stato raggiungo con particolari fami-
glie, come i TPC , elastomeri termoplastici copoliestere, o i TPA, elastomeri termoplastici poliammide, non è ancora stato possibile formulare un “super TPE” che possa eguagliare le proprietà di elastomeri e gomme. Dirk Butschkau, direttore del Business
Development EMEA di Kraiburg TPE, spiega che «per colmare il divario di prestazioni tra TPE ed elastomeri, in particolare per quanto riguarda la resistenza al calore, stiamo seguendo un approccio che si focalizza rigorosamente sulle applicazioni e i clienti.
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Per esempio, selezioniamo le proporzioni di elastomeri e di termoplastici in ogni compound sulla base della loro specifica compatibilità e adattabilità alla temperatura di esercizio richiesta per l’applicazione, alla resistenza chimica e alle prestazioni meccaniche richieste». Il risultato sono TEH ingegnerizzati “su misura”, con un componente elatomerico completamente reticolato, che a differenza delle abituali miscele con elastomeri pu essere trasformato in presse a iniezione con processi identici ed altrettanto economici rispetto a quelli usati per gli elastomeri termoplastici. La finitura abitualmente necessaria per gli elastomeri non ènecessaria e anche applicazioni complesse a due componenti con PP, PBT o Pa possono essere realizzante senza fare ricorso a leganti. La nuova piattaforma tecnologica messa a punto da Kraiburg TPE può fornire TPE avanzati con un range di durezza compreso tra 55 e 80 Shore A e con prestazioni significativamente migliorate grazie a combinazioni differenti di elastomeri e di termoplastici. Questi materiali garantiscono anche temperature operative di 150 °C su lunghi periodi continuativi e una notevole
resistenza chimica a oli, grassi, lubrificanti e carburanti. Inoltre si mantengono totalmente riciclabili. La lavorabilità di questi materiali può ridurre i tempi ciclo fino all’80% rispetto agli elastomeri tradizionali. Questi nuovi materiali si prestano ad applicazioni sotto il cofano motore, sia a contatto con flu-
idi che con lo scopo di moderare e mitigare le vibrazioni, per esempio nella scatola del cambio e nelle pompe.
Solvay aumenterà la produzione italiana di FKM Tecnoflon® a partire dal 2021
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
olvay aumenterà di circa un terzo la capacità produttiva dei suoi fluoroelastomeri Tecnoflon® a reticolazione perossidica, presso il suo impianto di Spinetta Marengo (AL), nella foto in alto, per rispondere alla continua crescita della domanda di guarnizioni ad alte prestazioni nei settori automobilistico, petrolifero e dei semiconduttori. Questo aumento della capacità sarà disponibile da maggio 2021. Si aggiunge ad analoghi aumenti nello stesso stabilimento italiano e nel modernissimo sito di Solvay a Changshu, in Cina, sempre per la produzione di FKM Tecnoflon®. Solvay, con la sua gamma di polimeri speciali, produce fluoroelastomeri Tecnoflon® anche negli Stati Uniti. «Solvay, negli ultimi anni, ha consolidato la sua posizione di leadership internazionale nei fluoroelastomeri FKM Tecnoflon®, espandendo la sua base produttiva in Europa, negli Stati Uniti e in Cina. La nostra presenza globale e l’esperienza tecnologica ci permettono di servire in modo costante i nostri clienti e anticipare la loro domanda crescente di questi materiali avanzati. Questo recentissimo investimento consolida in modo specifico la nostra leadership negli FKM a reticolazione
Calendario
FIERE DI TUTTO IL MONDO - 2019/2020 1-4 novembre 5-8 novembre 27-29 novembre
Yangon, Myanmar Las Vegas, USA Hanoi, Vietnam
4-5 dicembre Chennai, India 12-14 dicembre Hainan, Cina 28-31 gennaio Mosca, Russia 2020 11-13 marzo Bangkok, 2020 Tailandia 21-24 aprile Shanghai, 2020 Cina perossidica. Questi prodotti sono alla base di applicazioni come i turbocompressori di concezione avanzata, che riducono il consumo di carburante e le emissioni di CO₂, e permettono di realizzare motori più piccoli e leggeri», ha dichiarato Augusto Di Donfrancesco, membro del Comitato Esecutivo di Solvay. L’ FKM Tecnoflon® è usato in motori a combustione interna a basse emissioni (ICE), in veicoli ibridi ed elettrici (HEV, EV), in applicazioni come: ricircolo di gas combusti, condotti per turbocompressori, tenute meccaniche e guarnizioni, dove è necessaria resistenza ad alte temperature e a fluidi chimici aggressivi. Il prodotto è anche usato nel settore dei semiconduttori e nei dispositivi elettronici indossabili, dove aiutano a mantenere condizioni di elevata purezza.
L’impegno di ETRMA per ridurre l’impatto del particolato da pneumatici e da usura della strada
N
el luglio 2018 ETRMA, l’associazione che riunisce i produttori europei di pneumatici e articoli in gomma, ha iniziato un approccio proattivo e lanciato una
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tavola rotonda multi-stakeholder sul tema delle TRWP (tire and road wear particles), cioè delle particelle prodotte dall’usura di pneumatici e della strada. È nata così la European TWRP Platform, che ha riunito rappresentanti delle principali organizzazioni legate al tema dei TWRP, istituti di ricerca ed esperti di normative europee. A conclusione del primo anno di collaborazione, la piattaforma ha pubblicato due rapporti che evidenziano le potenziali misure per mitigare l’impatto di questi ini-
quinanti e per ridurre la generazione e il trasporto delle TRWP. I documenti evidenziano inoltre i punti che ancora necessitano di approfondimento su questa tematica, invitando e stimolando la ricerca scientifica in questa direzione. Le particelle TRWP sono agglomerati di materiali provenienti da pneumatici e copertura stradale di cui è stato dimostrato l’effetto nocivo sulla salute. I testi integrali dei due studi pubblicati dalla piattaforma sono disponibili sul sito www.tyreandroadwear.com. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA novembre 2019
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gli inserzionisti
Gli inserzionisti di questo numero
STRUMENTI DA LABORATORIO REOLOGIA ELASTOMERI NUOVE PRESSE: I VANTAGGI
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI • novembre 2019 - numero 9
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