1946 - 2016 settant’anni di gioielli italiani
Abbiamo fatto la storia del fashion bijou.... e non abbiamo ancora finito!
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Since 1946
2017
NUOVI PUNTI DI DISTRIBUZIONE - Dubai Gold Center - Vip Lounge degli aeroporti di Linate, Malpensa, Firenze, Bologna, Verona e Venezia - Hotel di Milano a 5 stelle - Clubhouse Brera - Hong Kong Jewellery & Gem Fair - JCK Las Vegas, JA New York - Baselworld - Selezionati buyer internazionali di gioielli - I migliori retailer italiani e internazionali - Edicole aeroportuali e ferroviarie WWW.ORAFOITALIANO.IT
A special issue
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l ruolo che la gioielleria italiana ha avuto in questi ultimi 70 anni è il filo conduttore che l’Orafo Italiano ha voluto dare a questo numero speciale per festeggiare il suo anniversario. Se nel 1946 veniva pubblicato il primo numero della rivista, infatti, è perché immediatamente dopo la II Guerra Mondiale, assieme all’industria della moda, nasceva anche un tessuto di piccole imprese artigiane dedicate all’oreficeria. Con l’intuito e la creatività che spesso si riconoscono agli italiani, alcuni “capitani coraggiosi” decisero di approfondire e sviluppare il know how già esistente sul territorio, ponendo le fondamenta di un settore prezioso che oggi è un fiore all’occhiello della produzione nazionale e dell’export internazionale. Il magazine è cresciuto in questi settant’anni insieme con il Made in Italy del gioiello, con tutte le aziende che lo rappresentano, dalle più note alle più piccole e poco conosciute ma che spesso conservano e progressivamente rinnovano un “saper fare” impareggiabile (in copertina, Orecchini Buccellati). The role played by the Italian jewellers craft in these last 70 years is the key to interpretation which L’Orafo Italiano wished to give to this special issue to celebrate its anniversary. If in fact the first issue of the magazine was published in 1946, it is because, together with the fashion industry, the Second World War post-war period also saw the beginnings of a small fabric of jewellery craftsman enterprises. With the acumen and creativity often recognized to the Italians, several “Captains Courageous” decided to investigate and develop the know-how already existing in the territory, laying the foundations of a precious sector today one of the prides of domestic production and international exportation. The magazine has grown in these seventy years, together with the Made in Italy jewellery, with all its representative enterprises from the best known down to the smallest ones, lesser known but often treasuring and progressively renewing an incomparable expertise (on the cover, earrings by Buccellati).
ORAFO ANNIVERSARY editorial director - Ilaria Danieli editor-in-chief - Andrea Aiello editor - Antonella Garello contributors - Rosa Chiesa, Simona Infantolino photos and artwork - Close up Studios, Marka translation - Promo-Est graphic project - Cristiano Guenzi printed by - CPZ S.p.A. - Costa di Mezzate BG e-mail - orafo@edifis.it web - www.orafoitaliano.it
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Supplemento al n.10/11 2016 de l’Orafo Italiano Iscrizione Tribunale di Milano n.1038 del 10 Gennaio 1949 Iscrizione ROC n.06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempiere ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli art. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna, 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. Orafo Anniversary una rivista edita da:
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partner di
L’antenato in stile Liberty
Un gentile lettore ci ha inviato le pagine di un Orafo Italiano del 1907: era una rivista d’arte fondata dal suo bisnonno Le donne indossavano ancora i corsetti e le gonne lunghe quando nasceva il probabile antenato dell’Orafo Italiano. Un gentile lettore ci ha infatti riferito che il suo bisnonno Ernesto Cifariello aveva fondato nella prima decade del ‘900 una rivista d’arte che portava il nome del magazine attuale. La copia inviataci, oggi di proprietà della Galleria Aurea di Napoli, risale al 1907 circa. Secondo il gusto dell’epoca la copertina è decorata in perfetto stile Liberty e riporta la notizia relativa alla medaglia d’oro conferita a Perugia in quegli anni. Questa storica testimonianza è probabilmente l’antenata di centinaia di altre notizie che negli anni hanno reso l’Orafo Italiano la rivista più radicata nel settore. Women were still wearing corsets and long skirts when L’Orafo Italiano’s probable ancestor was born. A kind reader in fact informed us that his great-grandfather, Ernesto Cifariello, founded an art magazine in the first decade of the 900’s bearing the same name as this one. The copy sent to us, now property of the Galleria Aurea in Naples, dates back to 1907 ca. The cover is decorated to the taste of the period in perfect Liberty style and it gives news about the gold medal won at Perugia in those years. This historic testimony is probably the ancestor of hundreds of other news items, over the years making L’Orafo Italiano the most well-established magazine in its sector.
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In alto un atelier di moda del 1905; in basso a sinistra pubblicità di modisteria femminile della prima decade del ‘900 (©Marka). Qui sotto alcune pagine dell’Orafo Italiano, rivista d’arte, del 1907. Above, a 1905 fashion atelier; below left, an advertising picture of a milliner from the first decade of the XX century (©Marka). Below, l’Orafo Italiano 1907 pages.
Sommario
70 anni preziosi 1950-1959
Pag 13
Elvis fa ballare l’America, l’Italia si innamora di Sophia Loren e le donne scoprono il filo di perle. Segnali di dinamismo nel settore orafo, riaprono aziende storiche e nascono nuove realtà
1960-1969
Pag 29
La Swinging London balla sulle note dei Beatles mentre l’uomo conquista la Luna. Nella gioielleria geometrie e nuovi materiali si alleano nella ricerca di forme inedite che guardano al Pop
1970-1979
Pag 46
Decorativismi ed eccessi da vivere al ritmo sfrenato della Night Fever adornandosi con metalli preziosi e non. La tradizione orafa sposa la vocazione internazionale come ricetta contro la crisi
1980-1989
Pag 66
Madonna, Michael Jackson e Grace Jones nuove icone di un decennio scintillante. La moderna estetica sceglie l’oro, rigorosamente giallo, da sfoggiare in ricche parure e anelli preziosi
1990-1999
Pag 78
Back to the nature nel make up e negli abiti, si preferisce l’understatement e il gusto minimal mixati con grunge, vintage e street style per una moda postmoderna
2000-2009
Pag 92
Fashion victim si misurano con i like, esibiscono bellezze di plastica e protagonismo sui social e nella vita. Strategie low cost ed esperienze immersive nel retail stregano il mercato
2010-2016
Pag 108
Sulle note dei Duran Duran e di Bob Dylan il mondo prosegue la sua corsa. È il trionfo del vintage e della retromania come ricetta contro l’insicurezza, torna l’artigianato in chiave 2.0
I Profili Antonini
Pag 120
Arturo Facchini
Pag 24
Artlinea
Pag 90
Better Silver
Pag 60
F.i.or.
Pag 104
Gimet
Pag 40
Graziella
Pag 124
Loto Preziosi
Pag 62
Neri Romualdo
Pag 26
O.r.f.
Pag 42
Ottaviani Sinico Zoppini
Pag 122 Pag 64 Pag 106 11
1950 1959 MARILYN MONROE
Elvis fa ballare l’America, l’Italia si innamora di Sophia Loren e le donne scoprono il filo di perle
SOPHIA LOREN
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L’Italia si risveglia creativa
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In un Paese occupato a scegliere tra repubblica e monarchia, emerge la voglia di ricominciare, allontanando il ricordo della guerra recente e investendo nei settori sopravvissuti alla devastazione bellica, per esempio il tessile. Strategica in questo momento storico si rivela la relazione con gli Stati Uniti d’America che, con il piano Marshall, diventano uno dei maggiori investitori della rinascita italiana. Finiti i tempi di restrizioni e rinunce, si guarda al futuro scoprendo le ultime estrosità della moda nella rivista Novità del 1950, mentre per trovare qualcosa di più lussuoso si sfogliano le pagine dell’Orafo Italiano che debutta nel 1946. Il grande successo del marchese Giovanni Battista Giorgini alla Sala Bianca di Firenze nel 1951 consacra il debutto dell’Alta Moda italiana sul palcoscenico internazionale, conquistando i buyer dei più importanti department store americani. Non diversamente si muove La Rinascente sul fronte design: dal 1954, grazie al premio Compasso d’Oro, inaugura una nuova stagione, aprendo al mercato internazionale non solo sul fronte commerciale ma anche culturale. Entrambi i settori, moda e design, in Italia mantengono una matrice artigianale di eccezionale livello legata al genius loci, caratteristica che darà l’abbrivio alla nascente piccola industria. 14
In a country occupied in choosing between republic and monarchy, emerges the will to start all over again, be rid of memories of the recent war and invest in sectors surviving the wartime devastation, for example the textile industry. At this historic time relations with the United States of America are of strategic importance and with the Marshall Plan USA become one of the major investors in Italian revival. Finished the times of restrictions, one looks to the future, discovering the latest fashion fads and fancies in the 1950 Novità magazine, whilst seeking something more luxurious one browses through the pages of l’Orafo Italiano magazine, making its debut in 1946. In 1951, the great success met by marquis Giovanni Battista Giorgini at the Sala Bianca in Florence consolidated the debut of Italian haute couture internationally, winning over buyers from top American department stores. La Rinascente moves in a similar way on the design front: in fact as from 1954, thanks to the Compasso d’Oro prize, it unveils a new season, opening up to the international market not only on the commercial but also on the cultural side. In Italy both fashion and design sectors retain an exceptional standard of craftsmanship linked with local genius, a feature destined to lend momentum to the
Segnali di dinamismo nel settore, riaprono aziende storiche e si formano nuove realtà
Pagina precedente: Marilyn Monroe (©Marka), Sophia Loren (©Marka) e gioielli Chantecler. In alto e nella pagina accanto, gioielli Damiani, dal 1920 al 1953. In basso, collier in conchiglia, corniola e smalti di De Simone Fratelli, XIX sec. Pagina accanto, in alto, anello con zaffiro, Mario Buccellati, 1936; Elvis Presley (©Marka). Previous page, Marilyn Monroe (©Marka), Sophia Loren (©Marka) and jewels by Chantecler. Above, jewels by Damiani, from 1920 to 1953. Below, a necklace in shell, cornelian and enamel by De Simone Fratelli, XIX century. Page alongside, above: Ring with sapphire by Mario Buccellati; Elvis Presley (©Marka).
ELVIS PRESLEY
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Segui quel sogno, dovunque il sogno ti possa condurre (E. Presley)
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In questa pagina, un’immagine tratta dalla celebre pellicola Vacanze romane, girata in Italia e interpretata da una giovane Audrey Hepburn e Gregory Peck, 1953 (©Marka). Sopra, collana con perle di Mario Buccellati, 1958. This page, a frame from the famous film Roman Holiday, shot in Italy, starring a young Audrey Hepburn and Gregory Peck, 1953 (©Marka). Above, a necklace with pearls by Mario Buccellati. 16
AUDREY HEPBURN
“
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La moda riflette i nostri tempi, il loro trend di stile, ma è anche lo specchio dei nostri sentimenti (A. Hepburn)
GREGORY PECK
Alla Triennale, mecca del design, nel 1951 accanto a case sperimentali, sedie e vetri che parlano di nuove espressività, viene inaugurata la prima esposizione di gioielli, oreficeria, argenteria e bijoux, confermando un tratto caratteristico della creatività del periodo: una unione ideale tra i mondi del progetto, dal gioiello alla moda e fino all’interior design, finalizzata alla costruzione del nuovo, nuovi stili di vita, nuovo benessere e nuovi consumi, of course. Un grande aiuto viene dai media, con il cinema che consolida il suo rapporto con la moda anche in Italia, grazie all’arrivo a Roma delle maggiori case cinematografiche internazionali che esigono costumi di altissimo livello, mentre la radio e la nascente televisione (1954) lanciano le nuove icone dell’epoca, dalla drammatica Anna Magnani alla mediterranea e imperitura Sophia Loren, ma anche bellezze come Gina Lollobrigida e Silvana Mangano, spesso scoperte dal Concorso Miss Italia. Le Sorelle Fontana, che nel 1946 raggiungono la dimensione di piccola impresa (20 lavoranti) e che già sono note nel mondo del cinema per l’amicizia con Ava Gardner, diventano celebrità quando nel 1950 confezionano l’abito nuziale per il matrimonio di Linda Christian con Tyrone Power, e si assicurano così le simpatie del jet set americano
dawning of the small industry. In 1951, at the Triennale exhibition, Mecca of design, aside from experimental houses, chairs and glass items conveying a new expressionism there was also the first exhibition of jewellery, goldware, silverware and costume jewellery, marking a typical trait in the creativity of the fifties: an ideal affinity between the worlds of the project, from jewel to fashion to interior design, aimed at building anew, at new methods, new lifestyles, new wellbeing and, of course, new ways to consume. The media are of great help, with the cinema that also consolidates its relationship with fashion in Italy, thanks to the arrival of leading international film producers in Rome demanding top quality costumes, whilst the radio and the newborn television (1954) launch new icons of the time, from dramatic Anna Magnani to Mediterranean and everlasting Sophia Loren, but also beauties such as Gina Lollobrigida and Silvana Mangano, often discovered in the Miss Italia beauty contests. Sorelle Fontana, reaching the dimension of a small enterprise (20 workers) in 1946 and already well known in the world of cinema through friendship with Ava Gardner, become celebrities when in 1950 they make the wedding dress for Linda Christian’s marriage to Tyrone Power, assuring their popularity
come, prima di loro a Firenze, aveva fatto Salvatore Ferragamo, il celebre “calzolaio delle dive”. L’America è indubitabilmente il modello di modernità a cui guardare; se ne nota l’influenza nello stile streamline che contagia le rotondità della Vespa di D’Ascanio e nel lusso aerodinamico del treno superveloce ante litteram Settebello, ETR 300, così come nella fascinazione per i supermercati e gli autogrill, simboli dei nuovi consumi e del nascente Made in Italy. Nella moda, che impazzisce per la gonna a corolla e il vitino di vespa del new look lanciato da Christian Dior nel 1947, il prodotto italiano si riconosce in termini di qualità e accessibilità nel prezzo, fattori che lo rendono certamente concorrenziale rispetto ai cugini d’Oltralpe: è una moda di buona fattura artigianale ma originale nello stile come dimostra il successo di Emilio Pucci, Gucci, Ferragamo e Roberta di Camerino. Gio Ponti nel design si fa portavoce della modernità in ogni ambito progettuale, dall’architettura al design, anche grazie alla diffusione della rivista Domus. Finita l’emergenza autarchica che aveva penalizzato anche l’oreficeria, il settore ora-
with the American jet set just as Salvatore Ferragamo, the famous “shoemaker of the stars”, had done before them. America is undoubtedly a model of modernity to follow; the effects of the streamline style in the curves of D’Ascanio’s Vespa and in the aerodynamic luxury of the high speed ETR300 Settebello train, ahead of its time, can be clearly seen, as well as the fascination for supermarkets and roadside cafes along the motorways, symbols of new consumption and the dawning of the Made in Italy. In the fashion world, mad about the New Look with its flared skirts and wasp waists launched by Christian Dior in 1947, the Italian product is recognized for its quality and reasonable prices, factors certainly making it competitive as compared to its cousins on the other side of the Alps: it is a beautifully crafted fashion, original in style as successfully demonstrated by Emilio Pucci, Gucci, Ferragamo and Roberta di Camerino. Whilst as design is concerned it is Gio Ponti to take up the banner of modernity in all kinds of projects, from architecture to design, also thanks to the Domus magazine. The
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Tiara in diamanti disegnata da Mario Buccellati nel 1929. In basso sfilata di Fiat 500 davanti al Lingotto di Torino, anni Cinquanta. A diamond tiara designed by Mario Buccellati in 1929. Below, a Fiat 500 parade in front of the Turin Lingotto, from the 50s.
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fo italiano, diviso tra i distretti di Arezzo e di Valenza, è tra quelli in espansione e invia segnali di dinamismo con la riapertura di aziende storiche ma anche con l’affermarsi di nuove realtà. A Valenza la sprovincializzazione post bellica va di pari passo con il controllo sul mercato italiano e con l’approdo sui mercati internazionali. Trainante per tutto il distretto si rivela Damiani che, attiva dal 1924, disegna e produce gioielli con diamanti tenendo viva l’artigianalità e l’eccellenza tipiche del territorio. Ma emergono anche realtà come Moraglione, nata nel 1922 e mantenuta attiva con alterne vicende durante il periodo a cavallo della guerra, che prosegue la sua storia dal 1943 grazie all’impegno dei fratelli Marco e Pierino nella creazione di gioielli esclusivi e attuali, e Vendorafa Lombardi che, anch’essa nata a Valenza nel 1951 come produttore di oreficeria e gioielleria, rappresenta un esempio perfetto della fusione tra tecnologia e manualità artigianale valenzana. Nell’area aretina si distingue Unoaerre, nata dall’eredità della precedente attività di Carlo Zucchi e Leopoldo Gori, che risorge nel 1945 dopo aver subito pesanti danni durante la guerra. Rinnovata negli impianti e nelle attrezzature meccaniche, nel 1948 l’azienda tornerà a pieno regime produttivo. Il gioiello, rivi-
autarchic emergency having terminated, also causing damage to the jeweller’s trade, the Italian jewellery sector, which is divided between the districts of Arezzo and Valenza, is amongst those in expansion, showing signs of dynamism with the re-opening of historic firms but also with the success of new ones. In Valenza, the post-war abandon of provincialism goes hand in hand with controlling the Italian market and launching into international markets. Damiani is revealed as the engine driving the entire district, in business since 1924 designing and producing diamond studded jewels and keeping alive the craftsmanship and excellence typical of the territory. But there are other enterprises coming to the fore such as Moraglione established in 1922 and run in the period between the two world wars, overcoming all the difficulties and taking up its story again in 1943 thanks to the commitment of brothers Marco and Pierino in creating exclusive, trendy jewellery, and Vendorafa Lombardi, likewise established in Valenza in 1951 as a goldware and jewellery manufacturer, a perfect example of fusion between technological skill and craftsmanship typical of Valenza. Unoaerre is a landmark in the Arezzo district, born from the heritage left by the previous business run by Carlo Zucchi and Leopol-
In alto a sinistra, la televisione diventa uno strumento di comunicazione di massa; a destra, poltrona Lady, un’icona dell’epoca disegnata da Marco Zanuso nel 1951 e prodotta da Arflex. In basso, anello in diamanti Mario Buccellati, 1932. Nella pagina a fianco la prima sfilata alla Sala
Bianca di Firenze nel 1951.
Above left, television becomes a communication mass medium; above right, Lady armchair, an icon of those years, designed by Marco Zanuso in 1951 and produced by Arflex. Below, a diamond ring by Mario Buccellati, 1932. Page alongside, the first fashion show at the Sala Bianca in Florence, 1951.
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SOPHIA LOREN
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sitato e reso più accessibile dalle innovazioni industriali, diventa un accessorio irrinunciabile del look per le donne alla moda che ornano i risvolti dei tailleur con figurativi mazzetti di fiori, foglie di felce, fiocchi e nodi o filamenti che sarebbero piaciuti a Pollock e agli spazialisti italiani. Anche Unoaerre, come altre nel periodo, viene fortemente influenzata dal cinema hollywoodiano e dal modello americano, tanto da denominare una celebre catena gourmette Atomica (come la diva di Gilda, Rita Hayworth) e ispirandosi ai gioielli indossati a Roma dalla diva americana Linda Christian: alti bracciali in maglia d’oro a tessuto prodotti in tante fogge, anche geometriche, e bracciali a “ghiandina”. Vince, come riflesso della crisi, l’oro giallo sul platino e si affermano le pietre semipreziose e colorate mentre nel gioiello industriale si diffondono le catene vuote, lo stampato in lamina leggera e l’uso di pietre sintetiche: bracciali e catene tank imitano cingolati e cinghie di carri armati mentre non tramontano le ispirazioni all’iconografia popolare nei gioielli scaramantici, dalle corna al quadrifoglio, e i bambini possono indossare i ciondoli a forma di eroi dei cartoon di Walt Disney, multinazionale che dal 1954 fino a fine anni Sessanta concede i diritti di riproduzione alla Gori&Zucchi. Intan-
do Gori, and rising anew in 1945 after suffering heavy damage during the war. With its production systems and mechanical equipment renewed, in 1948 the company resumes full production regime. A jewel, reinvented and rendered more accessible by industrial innovations, becomes an essential accessory for the look of women wanting to be fashionable, pinning figurative bunches of flowers, ferns’ leaves, bows and knots or filigree as an ornament to the lapels of their costumes, which Pollock and Italian spatialists would have very much liked. As with others, Unoaerre is influenced by Hollywood cinema and the American model of the times, to the point of calling a famed gourmette chain Atomica as the famous star of Gilda (Rita Hayworth) and takes inspiration from the jewels worn in Rome by the American star Linda Christian: wristbands in gold mesh, in many styles, also geometric, and the “acorn” bracelets. As a reaction to the crisis, yellow gold wins over platinum and semi-precious stones are the choice whilst hollow chains, stamped articles in thin plate are widely used in the industrial jewel, as well as synthetic stones: tank bracelets and chains imitate tracked vehicles and tank tracks, whilst inspirations taken from popular iconography in lucky charms, like four-leafed clovers, do not fade and
In alto, il Concorso Miss Italia viene inaugurato nel 1946 e da allora prosegue tuttora il suo corso. In basso, immagine pubblicitaria di Moraglione, anni ’50-’60. Nella pagina a fianco Sophia Loren (©Marka). Above, the Miss Italy contest was launched in 1946 and is still continuing nowadays. Below, adv page by Moraglione, published in the 50s-60s. Page alongside, Sophia Loren (©Marka).
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Di Unoaerre, bangle, bracciale Hollywoodiano e charms realizzati negli anni ’40 e ’50. A bangle, a bracelet in Hollywood style and charms realised by Unoaerre in the Forties and in the Fifties. 22
to non tramontano i successi di storiche aziende tipicamente italiane come Buccellati. Dopo l’apertura del 1919 a Milano, Mario Buccellati dimostra propensione imprenditoriale aprendo le boutique di Roma e Firenze e, all’inizio degli anni ’50, intuisce che il momento è propizio per l’internazionalizzazione rivolgendosi al mercato americano con un prodotto riconoscibile soprattutto grazie alla lavorazione a traforo che rende la lastra d’oro simile a un pizzo. Molto diffusi negli anni Cinquanta anche corallo, perle e cammei, grazie a storie di famiglia come quelle dell’azienda De Simone, che segue un’evoluzione opposta rispetto a Buccellati: l’internazionalizzazione di questa azienda di Torre del Greco avviene sin dal 1911, col trasferimento di parte della famiglia a New York, ma il rientro in patria è di pochi anni dopo. Incline all’apertura a mercati stranieri, come Londra, la De Simone riuscirà a sopravvivere con sacrifici e difficoltà al periodo bellico, riprendendo il normale ciclo di vendite dal 1946. Ondeggiante su tacchi a spillo, adorna di fili di perle e anelli cabochon “alla Cartier”, al tramonto dei Cinquanta la vita delle donne sembra essere più leggera, sia per la signora benestante sia per chi spera di diventarlo sognando la fortuna di Jacky Kennedy e Grace Kelly.
children can wear charms shaped like the cartoon heroes in the Walt Disney multinational, granting reproduction rights to Gori&Zucchi from 1954 up to the Sixties. In the meantime, successes of historic, typically Italian companies such as Buccellati do not wane. After the first opening in 1919 in Milan, Mario Buccellati demonstrates an exceptional enterprising spirit by opening two boutiques in Rome and Florence and in the early 50s he starts to internationalize the company, addressing the American market with a stylistically recognizable product particularly for the fretwork making a thin sheet of gold look like lace. Coral, pearls and cameos were also common in the Fifties thanks to companies like De Simone: based in Torre del Greco, it became internationalized in 1911, when part of the family moved to New York, returning home not very long afterwards. Paying attention to foreign markets, such as London, De Simone will survive the wartime with sacrifice and difficulty, resuming the normal cycle of sales as from 1946 on. Swaying about on spiky heels, adorned with strings of pearls and cabochon “Cartier” rings, as the Fifties come to an end life for women appears easier, both for the well off lady and for those hoping to become one dreaming about Jacky Kennedy and Grace Kelly’s luck.
G I O I E L L I & Co.
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L’astuccio diventa gioiello A Bologna cent’anni di esperienza e una creatività in continuo sviluppo
1908
L’antica insegna dell’azienda fa ancora bella mostra di sé all’ingresso della Arturo Facchini, dal 1908 sempre rimasta sotto il controllo della stessa famiglia. Se però all’inizio gli astucci erano solo in metallo o legno, oggi le produzioni impiegano dalle materie cartotecniche ai tessuti pregiati. The old company sign is still displayed at the entrance of Arturo Facchini that, since then, has always been run by the same family. However, if at the beginning the boxes were only made of metal, wood or velvet, today the manufacturing employs from paper materials to precious fabrics.
È
il 1908 quando, con coraggio e spirito di avventura, Arturo Facchini avvia assieme alla moglie Amalia il suo primo laboratorio di scrigni per gioielli a Bologna. Da allora quattro generazioni della famiglia, oggi di cognome Mandes, si sono succedute alla guida dell’azienda, conservando e tramandandosi i segreti artigianali del mestiere. Nuovi materiali, nuove estensioni di prodotto, nuove richieste del mercato hanno portato negli anni a una linea completa di arredamento per negozi che va oggi a completare l’offerta di astucci ormai molto vasta e su richiesta anche personalizzabile. Driven by his courage and his adventurous spirit, in 1908 Arturo Facchini starts, with his wife Amalia, his first workshop of caskets for jewels in Bologna. Since then four generations, today with the surname Mandes, came one after the other in running the company, maintaining and passing down the artisanal secrets of their craft. New materials, new product expansions, new demands from the market led the company to design a complete line of shop furniture complementing the now vast offer of boxes that can be also customised upon request.
anni
2000
Gli ultimi decenni vedono lo sviluppo delle shopping bag e degli “astuccioshopper”come Artù, un modello brevettato che svolge una duplice funzione. The last decades saw the development of shopping bags and of shopper-boxes as Artù, a patented model with a dual function.
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anni
80
Per seguire le nuove tendenze l’azienda intraprende lo stampaggio di astucci in materiale plastico semilavorato cui abbinare il sapiente confezionamento manuale degli interni. Following the new trends, the company engages in the printing of semi-finished plastic boxes combined with the skilful manual manufacturing of the inside.
90
Non c’è campione dei mondiali ’90, svolti in Italia, che non abbia tenuto in mano un astuccio della Arturo Facchini al momento della vittoria. La ditta bolognese infatti firmò gli scrigni ufficiali di tutte le medaglie. Every single champion taking part to the world championship in 1990, organised in Italy, held a box by Arturo Facchini in his hand to celebrate his or her victory. In fact, the company from Bologna produced all the official medal boxes.
anni
Tradizione
Valore che Conta
Astucci Shopper Display Rotoli Cassettiere
Arturo Facchini srl Via del Vetraio, 20 - 40138 BOLOGNA Tel. +39 051 6030811 - Fax +39 051 538374 www.arturofacchini.it
Una catena di valori dal 1950 Passione ed esperienza alla base di un’azienda di successo
C
on la sua Vespa 150 aveva già percorso l’Italia più volte in lungo e in largo quando Romualdo Neri, negli anni ’50, decise di stabilire la sua azienda nell’aretino. Intraprendente e ottimista, come molti uomini della sua generazione impegnati nella ricostruzione dell’Italia dopo la II Guerra, aveva maturato una notevole esperienza nel settore orafo e decise di focalizzarsi sulla produzione di catene e corde gioiello, in oro, lavorate a mano. Si impegnò personalmente nell’insegnare il mestiere a un gruppo di ragazzi e ragazze, che oggi sono imprenditori orafi a loro volta, ma anche ai suoi figli Danilo, Luana e Carlo, che subentrarono alla guida dell’azienda nel 1972 e sono tuttora, rispettivamente, amministratore delegato, responsabile dell’amministrazione e responsabile della produzione. Con immutato entusiasmo l’azienda ha negli anni ampliato la gamma dei prodotti e aggiornato le tecnologie, riuscendo ad affermarsi sia per la qualità delle collezioni sia per l’eccellente servizio. He had already travelled Italy far and wide with his Vespa 150 scooter when, in the 1950s, Romualdo Neri decided to establish his company in the area of Arezzo. Enterprising and optimistic, like many men of his generation who were involved in the reconstruction of Italy after the Second World War, he had already gained considerable experience in the jewellery industry and decided to focus on the production of handmade gold chains and ropes. He personally engaged in teaching the craft to a group of young men and women who are now jewellery entrepreneurs themselves, as well as to his children Danilo, Luana and Carlo, who took the helm in 1972 and still are the company’s managing director, head of administration and head of production respectively. With undiminished enthusiasm, the company continued to expand its product range and keep up with the latest technologies over the years, earning a reputation for unquestioned quality as well as excellent service. 26
1950
Il marchio di zecca registrato da Romualdo Neri nel 1950 è 26AR. I primi prodotti sono le catene a mano, la corda e la cosiddetta garibaldi (a destra e sotto). Nel laboratorio di Pieve a Maiano in provincia di Arezzo (qui sotto a sinistra), apprendono il mestiere ragazzi giovanissimi che oggi sono imprenditori affermati nel mondo dell’oreficeria. Fin da subito l’azienda si distingue per la qualità dei prodotti. 26AR is the mint mark registered by Romualdo Neri in 1950. The company’s first products included hand-made chains, rope and belcher chains (to the right and below). Located in the province of Arezzo (bottom left), the workshop in Pieve a Maiano (to the left) teemed with young apprentice goldsmiths who are now established entrepreneurs. The company immediately stood out for the quality of its products.
NERI ROMUALDO 1972
I figli Danilo, Luana e Carlo si affiancano a Romualdo (a sinistra) e l’azienda, oltre ad ampliarsi (nella pagina a sinistra in basso), prende il marchio 172AR. La produzione si allarga e si diversifica, l’argento accompagna l’oro. Gli anelli, le collane, le croci e i ciondoli snodati (pesciolino qui sotto) saranno apprezzati in moltissime gioiellerie italiane. Romualdo’s children Danilo, Luana and Carlo (to the left ) joined the business, which not only grew (at the bottom of the left page), but also obtained the 172AR hallmark. Production was expanded and diversified, with the addition of silver pieces alongside gold. Romualdo Neri rings, necklaces, crosses and articulated pendants (the fish below) were widely appreciated in many Italian jewellery shops.
1988
è di quest’anno lo spostamento dei laboratori nella sede attuale, sempre in provincia di Arezzo. L’azienda si specializza nella produzione di catena vuota (sopra) che diventa l’asse portante dell’impresa e che la renderà leader nel settore, consentendole di crescere nonostante le varie crisi e la trasformazione dei mercati. Si punta sull’innovazione, sul design e sulla qualità, oltre che sulla personalizzazione di linee esclusive per i clienti. La formula è vincente. This year, the workshops were moved to their current location, again in the province of Arezzo. The company specialised in hollow chains, (above) which became its flagship and made it an industry leader, allowing it to grow despite the crisis and the evolution of the market. The company’s focus was on innovation, design and quality, as well as the creation of exclusive customised lines. The result was a winning formula.
2016
Oggi la terza generazione è entrata in azienda con Serena e Anna (sopra a destra, Anna Neri) e molto è cambiato ma non il nome e i valori della famiglia Neri. Il lavoro manuale è stato il punto di partenza e continua a essere il punto di arrivo di ogni prodotto creato da mani esperte, altamente professionali. The family’s third generation, Serena and Anna, has now joined the company (Anna Neri, top right) and much has changed, except the name and the values of the Neri family. Craftsmanship was the starting point and continues to be the hallmark of each product created by skilled, experienced hands.
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1960
La Swinging London balla sulle note dei Beatles mentre l’uomo conquista la Luna
1969 AUDREY HEPBURN
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Geometrie e nuovi materiali si alleano nella ricerca di forme inedite che guardano al Pop
Flower power Style
D
Do Your Own Thing sembra essere il leitmotiv che anima i giovani dei Sixties che, insofferenti rispetto al bon ton e a tutti i dress code dell’epoca precedente, guardano al futuro sperimentando e facendo tutto da sé. E fanno tutto contro… ma con un fiore in mano, tra i capelli o ricamato su top e gonne di seta indiana. Contro le norme sociali e la formalità in tutte le sue espressioni, la generazione Flower Power, come l’avrebbe chiamata il poeta Allen Ginsberg nel 1965, oppone un nuovo credo, tutto focalizzato sulla liberazione della propria individualità, anche aiutandosi con l’uso di droghe da assumere ascoltando musiche psichedeliche come Light My Fire. Superare ogni limite precostituito, indagare oltre i confini per espandere la propria coscienza e aprire le porte all’immaginazione va di pari passo con l’affermazione di nuovi ideali basati
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Do Your Own Thing would seem to be the leitmotiv animating youth in the Sixties. Indifferent to the bon ton and to every dress code of the previous era, they look at the future, experimenting and doing everything on their own, and always being against... but with a flower in their hands, in their hair or embroidered onto Indian silk tops and skirts. Against social norms and formalities, the Flower Power generation – as poet Allen Ginsberg called it in 1965 – opposed a new belief system, based on liberation of one’s individual potential, also with help from drugs taken while listening to psychedelic music as Light My Fire. Going past every established limit, investigating beyond the frontier in order to expand their own consciousness and open the doors to imagination went step in step together with the affirmation of new ideals based on the idea of commu-
RAFFAELLA CARRA’
Pagina precedente: Audrey Hepburn (©Marka) e spilla Moraglione. Dall’alto, locandina del film Blow-Up di M. Antonioni, 1966; orecchini Optical, Damiani; Raffaella Carrà; bracciale Tappeto Persiano di Unoaerre, anni ’60. A fianco, medaglie Unoaerre e le Gemelle Kessler (©Marka). Previous page: Audrey Hepburn (©Marka) and Moraglione brooch. From top, movie poster for Blow-Up by M. Antonioni, 1966; optical earrings, Damiani; showgirl Raffaella Carrà; Tappeto Persiano bracelet by Unoaerre, in the 60s. Page alongside: medals by Unoaerre and the Kessler Twins.
GEMELLE KESSLER
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sull’idea di comunità, amore e spiritualità. Figure come Che Guevara e Martin Luter King incarnano l’espressione del nuovo mondo fondato su giustizia e rispetto, anche e soprattutto nei confronti delle minoranze come persone di colore, lavoratori in difficoltà o semplicemente gli studenti in rivolta. La generazione dei giovani, protagonista del decennio, è anche quella che anima eventi come il Maggio Francese, una rivolta indipendente contro la società tradizionale e il capitalismo che mina ogni assetto, sociale e politico. Nella moda il baricentro si sposta su Londra, dove le donne dimagriscono per diventare “grissini” come Twiggy e indossare gonne corte con stivali. La Swinging London balla sulle note dei Beatles, nuove icone della musica e della società che diffondono non solo nuove sonorità ma anche nuovi tagli di capelli e look stravaganti. Il negozio di Mary Quant in Carnaby Street, che si impone come tempio della nuova moda, tra caschetti firmati Vidal Sasson e minigonne, riscuote un enorme successo insieme alle creazioni di un’altra creativa londinese con un penchant per l’esotico, Biba: tra i flessuosi decori art nouveau della sua boutique si alimenta il gusto per le zeppe stravaganti tanto apprezzate dal mondo del cinema e dello spettacolo. In Francia intanto esplode il fenomeno Yves Saint Laurent grazie
O. COLLI G. GABER
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La libertà non è uno spazio libero. Libertà è partecipazione (G. Gaber)
nity, love and spirituality. Figures such as Che Guevara and Martin Luther King were the incarnation of the new world, based on ideals of justice and respect, toward such minorities as people of colour, struggling workers or simply revolting students. The generation of young people, who forged the decade, was also the soul of such events as the May 1968 events in France, an independent rebellion against traditional society, capitalism and imperialism which affected every aspect of life. In fashion, the centre of gravity moved to London, where women began to slim down to become like the model Twiggy, wearing short skirts and boots. Swinging London danced to the notes of the Beatles, new icons of music and society who spread new sounds, but also new and extravagant hairstyles and looks. Mary Quant’s shop in Carnaby Street, which took on the role of temple of the new fashion, with Vidal Sassoon’s bob cuts and miniskirts, enjoyed enormous success together with the creations of another inventive Londoner with a penchant for the exotic, Biba: among the art nouveau decorations of her boutique, customers developed a taste for extravagant block heels, appreciated in the world of cinema and show business. In the meantime, in France, there was the explosive phenomenon of Yves Saint Laurent: thanks to his talent, this precocious
al talento del precoce stilista che, a soli 21 anni, diventa chief designer della Maison Dior di cui conserva l’opulenza pur stilizzando le linee e aprendosi alle contaminazioni con il mondo dell’arte. Il sodalizio moda-cinema non accenna a tramontare, come dimostrano gli abiti di Catherine Deneuve creati da Yves Saint Laurent per il celebre film Belle de jour (1965) o le creazioni di Hubert de Givenchy per i film interpretati da Audrey Hepburn come Sabrina, Colazione da Tiffany’s e Sciarada. La sperimentazione diventa la chiave del successo a prescindere dallo stile: nuovi materiali, dalla carta alla plastica al metallo, diventano la materia prima per confezionare i modelli di abiti che spesso dimenticano le forme del corpo a favore della pura evocazione e della geometria. Dirompente nelle linee e nell’uso di materiali inusuali, lo stile Space Age guadagna terreno con Pierre Cardin, Paco Rabanne e André Courrèges, ispirandosi al recente sbarco del primo uomo sulla Luna nel 1969. Archiviati i tacchi a spillo, i vestiti scampanati e corti sopra il ginocchio si portano con scarpe dal tacco più basso e robusto, come le Pilgrim indossate da Jackie Kennedy nel 1966 e disegnate da Roger Vivier. Nuovi materiali, scoperti grazie all’evoluzione tecnologica che ebbe grande impulso
BUZZ ALDRIN
artist, at the age of barely 21, became chief designer for the Maison Dior by preserving the house’s opulence, while at the same time stylising its lines and opening up to contamination with the world of art. The partnership between cinema and fashion survived firmly, as can be seen by the Catherine Deneuve’s clothes created by Yves Saint Laurent for the famous film Belle de jour (1965) or Hubert de Givenchy’s creations for Audrey Hepburn films from Sabrina and Breakfast at Tiffany’s to Charade. Experimentation became the key to success, regardless of style: new materials, from paper to plastic to metal, became the raw materials for designing clothing models which often ignored the shape of the human body in favour of pure evocation and geometry. With explosive lines and the use of unusual materials, the Space Age style gained ground with Pierre Cardin, Paco Rabanne and André Courrèges, drawing inspiration from space exploration and the recent moon landing in 1969. High heeled shoes were put aside, and short bell dresses were worn above the knees, along with shoes with lower and heavier heels, like the Pilgrims worn by Jackie Kennedy in 1966 and designed by Roger Vivier. New materials, discovered thanks to the technological progress, became the raw material for
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In questa pagina, due anelli dalla vasta produzione di Sinico. Accanto, Sean Connery nei panni della spia inglese James Bond, agente segreto 007 (©Marka). Nella pagina a fianco, lo sbarco dell’uomo sulla Luna, 1969. Sotto, Giorgio Gaber e Ombretta Colli al Piper Club di Roma. This page, two rings from the wide production by Sinico. Aside, Sean Connery as English spy James Bond, 007 agent (©Marka). Page alongside, the first moon landing, 1969 and, below, Giorgio Gaber and Ombretta Colli at the Piper Club in Rome.
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Beh, è la più dura sostanza che si trovi in natura, ci si taglia il vetro, invita al matrimonio ed è il migliore amico della donna (J. Bond)
1960-69
SEAN CONNERY
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MARCELLO MASTROIANNI
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Mie care, la felicità consiste nel poter dire la verità senza far mai soffrire nessuno (dal film 8 1/2)
nel dopoguerra, diventano materia prima anche per il design che sceglie la strada di nuove gestualità e oggetti che non hanno alcun riferimento tipologico con la tradizione. La poltrona Sacco, in pvc e riempita di palline di polistirolo, leggera, anatomica e informe, così come la pneumatica e trasparente Blow, riflettono nuovi stili di vita come quelli delle comuni studentesche e rappresentano il rifiuto del gusto borghese, in linea con le utopie internazionali costruite attorno a uno dei più grandi eventi musicali del secolo, il festival di Woodstock. Con la Pop Art l’arte pone al centro la società delle merci e i suoi oggetti iconici, che attraverso il concetto della serialità, tipico del consumo di massa, vengono riproposti in serie, sfruttando tutte le forme popolari di comunicazione. Le composizioni diventano geometriche come gli sfondi e gli abiti di Verushka in Blow Up di Antonioni, e il mondo si popola di immagini che, ostentando apparente indifferenza per le caratteristiche estetiche del soggetto, assumono tratti fumettistici e si tingono di colori fluo. L’America con la sua cultura Pop detta legge anche in fatto di costume e il gioiello segue le tendenze: accantonando i diademi preziosi le nuove regine dello stile indossano abbondanti gioielli etnici, appariscenti e colorati, composti
designers too, who chose the path of new gestures and objects with no typological reference to tradition. The bag sofa, made of PVC and filled with little balls of polystyrene, light, anatomical and shapeless, like the pneumatic and transparent Blow, reflected new lifestyles like those of student communes, houses occupied by young people and represented a rejection of bourgeois taste, in line with the international utopias built around one of the greatest musical events of the century, the Woodstock festival. With Pop Art, the focus of the artistic quest became the commodity society and its iconic objects, which through the concept of seriality typical of industrial design and mass consumption were proposed serially, exploiting all the popular media of communication. Compositions became geometrical, like the background and clothing of Verushka in Blow Up by Antonioni, and the world was populated by images which, while exhibiting an apparent indifference to the aesthetic features of the subject, took on a cartoon-like character and fluorescent colours. United States pop culture set out the law in matters of lifestyle, and jewellery followed fashion trends: setting aside the precious diadems, the new queens of style wore abundant, showy and colourful ethnic jewellery made of beads
con perline e conchiglie, oro tessuto e dinamici ciondoli. Li propone con successo il nascente marchio Sharra Pagano che disegna bijoux dalle forme e dai colori inusuali, mixando resine con pietre dure, vetro e plexiglass. La tradizione orafa italiana però non abbandona la sua strada ed è ben rappresentata da marchi storici come Buccellati che, alla morte di Mario nel 1965, riesce a mantenere il suo stile originale grazie al talento del figlio Gianmaria, capace di tradurre in gioiello l’amore per l’arte e la passione per le tecniche artigianali. Se il solitario non vanta più lo stesso appeal, il classico cabochon anni ‘50 conserva il suo favore lasciandosi ingabbiare da una fitta rete di diamanti. A Capri intanto Chantecler, con la sua inimitabile capacità di reinventare sul filo dell’ironia il folklore italiano, diventa il marchio preferito dalle dive, dalle principesse e dalle protagoniste della Dolce Vita, mentre la valenzana Damiani, già pienamente affermata nel decennio Sessanta, avvia un processo di potenziamento industriale ed espansione commerciale all’insegna della ricerca nel design e dell’innovazione tecnica. Sempre a Valenza, anche Vendorafa Lombardi punta sull’innovazione inaugurando un laboratorio orafo concepito nella distribuzione spaziale in senso moderno dall’architetto Ignazio Gardella. Sono anni di vivacità e
and shells, woven gold and dynamic pendants. These were successfully proposed by the new brand of Sharra Pagano which designed bijoux with unusual shapes and colours, mixing resins with gemstones, glass and plexiglas. However, the Italian goldsmithing tradition did not abandon its path, and was well represented by such historic brands as Buccellati which, at the death of Mario in 1965, managed to preserve its original style thanks to the talent of his son Gianmaria. While the solitaire no longer enjoyed so powerful an appeal, the classic cabochon of the Fifties still enjoyed favour, allowing itself to be caged in a thick net of diamonds. In the meantime, in Capri Chantecler, with its inimitable capacity of ironically reinventing Italian folklore, became the favourite brand of stars, princesses and the leading personalities of the Dolce Vita, while Damiani from Valenza Po, already highly successful in the previous decade, launched a process of industrial reinforcement and commercial expansion focusing on design and technical innovation. Also based in Valenza, Vendorafa Lombardi betted on innovation, inaugurating the first example of a goldsmith’s workplace designed according to modern principles of spatial distribution by architect Ignazio Gardella. They were lively years and new companies appeared on the mar-
Manifesto Vespa e, in basso, pubblicità Vendorafa Lombardi, anni ‘60. Pagina a lato, Marcello Mastroianni e Sandra Milo in 8 1/2 di F. Fellini, 1963 (©Marka); in basso, bracciale Coppola e Toppo per Valentino, 1967 ca. Vespa billboard; below, adv pages by Vendorafa Lombardi from the 60s. Aside page, Marcello Mastroianni and Sandra Milo in 8 1/2 by F. Fellini, 1963 (©Marka); bracelet by Coppola e Toppo for Valentino, 1967 ca.
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ANITA EKBERG
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rinnovamento e sul mercato si affacciano nuove aziende come Pomellato, del 1967. Ad Arezzo anche Unoaerre avvia un miglioramento tecnologico che porterà a uno svecchiamento del campionario anni ’50, lanciando prodotti in placcato meccanico e canna ma anche gioielli in microfusione, arricchiti da smalti e pietre preziose. Oltre a bangle tempestati di pietre semipreziose vengono prodotte composizioni flessibili che uniscono maglie tessute in oro a diamanti, pietre e smalti e, nel 1961, viene lanciata la Medaglia dell’Amore, un gioiello iconico dell’azienda, amatissimo ancora oggi. Per Unoaerre sono gli anni delle collaborazioni con grandi artisti e medaglisti, da Paladino Orlandini a Emilio Greco e Carmelo Cappello. Sul finire del decennio, l’epoca utopistica e scanzonata mossa dalle leggerezze di impalpabili abiti indiani – in Italia trasformati in Haute Couture da Pucci – e colorata dalle decorazioni floreali tramonta con l’inizio della crisi energetica. Nemmeno l’entusiasmo dello sbarco sulla Luna riesce a distrarre dalla recessione che travolge i primi anni ’70.
ketplace, such as Pomellato, established in 1967. In Arezzo, Unoaerre began a process of technological improvement which led to the production renewal of the Fifties, launching hollow plated metal products, but also jewels made by investment casting, with enamels and precious stones. Besides bangles studded with semiprecious stones, flexible compositions were produced bringing together gold meshes and diamonds, stones and glazes, and in 1961, the Medal of Love was launched, an iconic jewel still in their catalogue. For Unoaerre, those were the years of cooperation with great artists and medal makers, from Paladino Orlandini to Emilio Greco and Carmelo Cappello. At the close of the decade, the easygoing epoch, with its weightless Indian clothing – transformed into Haute Couture in Italy by Pucci – and its floral decorations began to decline as the energy crisis started. Not even enthusiasm for the landing of the first man on the Moon managed to distract people from the recession which struck in the early Seventies.
1960-69
In alto, Unoaerre, bracciale in oro giallo e bianco,1969. Sotto, spille Vendorafa Lombardi. Nella pagina a fianco, Anita Ekberg nel film La dolce vita di Federico Fellini, 1960 (©Marka). Nella pagina successiva, Ingrid Bergman nella boutique Chantecler a Capri. Above, white and yellow gold bracelet by Unoaerre, 1969. Below, brooches by Vendorafa Lombardi. Page alongside, Anita Ekberg in the movie La dolce vita by Federico Fellini. Next page: Ingrid Bergman in the Chantecler boutique in Capri.
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INGRID BERGMAN
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2017
giugno 2017
Centriamo insieme
i mercati strategici!
GIMET
Tra catene e gioielli fantasia Un incontro di successo tra metalli preziosi, design e tecnologia d’avanguardia
G
imet, fondata ad Arezzo nel 1985 sulla base di una precedente realtà, è oggi leader nella creazione, produzione ed esportazione di catene e di gioielli fantasia in argento. Nel corso degli anni l’azienda ha coperto l’intera gamma produttiva dei metalli preziosi, oro, argento e successivamente ottone e acciaio. Tecnologie all’avanguardia e cura del design, sempre ricercato e in linea con le più attuali tendenze moda, hanno consacrato il successo dell’azienda e delle sue tre consociate. L’affidabilità riconosciuta, il know how, la velocità di consegna e il rispetto delle norme comunitarie e internazionali sono le caratteristiche distintive dell’azienda aretina. Gimet, set up in Arezzo in 1985 on the foundations of a previous company, is now leader in the creation, production and export of silver chains and fancy jewellery. The business expanded over the years and succeeded in co-
vering the entire production range in the precious metal sector, from gold to silver, later followed by brass and steel. The success of this company and its three associates was consolidated by employing state-of-the-art technologies and paying close attention to design, always elegant and in line with the latest fashion trends. A recognized reliability, together with know-how, a rapid turnaround and compliance with regulatory provisions are the distinguishing features of this business in the Arezzo district.
1985
2000 Gi 2, altra consociata di Gimet fondata nel 2000, si specializza nella produzione di gioielli in argento e bigiotteria in ottone, affermandosi come fornitore di numerosi noti brand dell’universo gioiello e fashion. Gi 2, another Gimet associate set up in 2000, specialized in producing silver jewellery and brass bijoux and established itself as a supplier to numerous famous brands in the world of jewels and fashion.
2003
Più recente è la fondazione della consociata Gimet Brass, specializzata in accessori moda. Forte dell’esperienza maturata nel settore, l’azienda si impone subito con i suoi prodotti innovativi. The company’s latest business is the associate Gimet Brass, specialized in fashion accessories. Thanks to its experience in the sector, the company immediately becomes a leading player with its innovative products.
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1966
Nel 1966 inizia la produzione aziendale di preziosi con la fondazione della prima azienda del gruppo, Gi.or. L’azienda, nata nel distretto di Arezzo, è specializzata nella produzione di gioielli in oro. In 1966 corporate production of jewellery begins with setting up Gi-or, the Group’s first company. This business, established in the Arezzo district, is specialized in producing gold jewellery.
Nel 1985, grazie all’impiego delle tecnologie più avanzate, Gi.or diventa Gimet, specializzata nella produzione di catene a macchina ma gradualmente affermatasi a livello internazionale anche nel settore bijoux. L’azienda, in linea con le tendenze moda, realizza collezioni a cadenza annuale. In 1985, thanks to the application of cutting edge technologies, Gi.or becomes Gimet, specialized in machine produced chains but also gradually making a name for itself in the costume jewellery sector on an international scale. This company, in line with the fashion trends, creates collections on a yearly basis.
O.R.F.
ANNI 20
Giuseppe Sbragi (nella foto mentre riceve un riconoscimento dai suoi Maestri Gori e Zucchi a cui è sempre rimasto affezionato e riconoscente) comincia giovanissimo, negli anni 20, un apprendistato orafo come ragazzo di bottega che negli anni ’50 lo porta a lavorare presso la Unoaerre, dove imparerà a padroneggiare le lavorazioni tipiche del distretto aretino. Giuseppe Sbragi (in the picture while receiving an award by his masters Gori and Zucchi to whom he always felt devoted and thankful) started his apprenticeship in the Twenties as a very young boy; in the 1950s, he worked for Unoaerre, where he learned how to master the traditional jewellery processes and techniques used in the area of Arezzo.
1962
O.R.F. coniuga i saperi della tradizione con la più moderna tecnologia
F
in dalla fondazione la O.R.F., che vanta il punzone 40AR, si distingue per la grande attenzione alla qualità - dall’esattezza del titolo alla cura di ogni dettaglio - per la varietà dell’offerta e l’accuratezza della lavorazione. Ancora oggi questa realtà aretina che conta una quarantina di dipendenti è specializzata nella realizzazione di gioielli in perfetto equilibrio tra tecnica e design, tra creatività e produzione industriale. La gamma dei prodotti comprende praticamente qualsiasi articolo possa essere pensato in oreficeria, realizzato in qualsiasi caratura possibile e utilizzando, internamente all’azienda, tutte le diverse tecniche oggi possibili. Gran parte della produzione viene assorbita dai mercati esteri, soprattutto Dubai, Medio Oriente e Paesi indocinesi. Certified with the 40AR hallmark, O.R.F. has always stood out for its focus on quality – from precise fineness standards to painstaking attention to details – for its varied range of products and accurate L’ingresso workmanship. With about forty employees, this in azienda Arezzo-based company still specialises in the di Marco creation of unique jewellery featuring a perfect Sbragi, figlio del fondatore, segna balance of technology and design, creativity il passaggio della O.R.F. da ditta and industrial production. The product ranindividuale all’attuale assetto ge comprises every possible goldware article, societario come s.r.l. Marco Sbragi, available in every possible caratage and using, son of the founder, joined the inside the factory, the most different technicompany and marked the transition of O.R.F. from a sole proprietorship ques. Much of their production is destined for to a limited liability company. foreign markets, especially Dubai, the Middle East and Indochinese countries.
Viene fondata adArezzo la ditta individuale O.R.F., che vanta il punzone 40AR: l’azienda si distingue fin dagli esordi per l’attenzione alla qualità della lavorazione e delle materie prime e per la vasta gamma degli articoli, proposti nelle diverse carature dell’oro. This was the year when the individual firm O.R.F., certified with the 40AR hallmark, was founded. The company immediately stood out for its high-quality workmanship and raw materials as well as for its wide range of products, available in a variety of caratages.
1982
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Tra design e produzione industriale
TWIGGY
1970 MINA
Decorativismi ed eccessi da vivere al ritmo sfrenato della Night Fever adornandosi con metalli preziosi e non
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JOHN TRAVOLTA
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Il mondo si scopre in crisi La tradizione orafa sposa la vocazione internazionale come ricetta contro le difficoltà
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Coscienza ambientale, nuovo umanesimo, yoga e cene vegetariane condite con sedute di autocoscienza guidate da santoni che insegnano a guardarsi dentro: sembra un paradosso ed è invece l’evoluzione narcisistica della fase contestataria e della dimensione collettiva ereditate dagli ideali sessantottini. È l’affermazione della “Me decade” come la definirà Tom Wolf nel 1976 sul New York Magazine. I Seventies sono anni di estremismi in cui l’inflazione raggiunge il picco più alto dal secondo dopoguerra, ma anche anni attraversati dal terrorismo, dalla diffusione massiccia delle droghe, dal disagio sociale, dall’avvento dell’information technology e dalle rivoluzioni femministe. Donne emancipate sfilano in massa per difendere il diritto all’aborto e l’uso della pillola contraccettiva, il divorzio diventa un diritto in quasi tutti i Paesi occidentali e nel 1970 anche in Italia. Nella moda si portano all’eccesso alcune tendenze degli anni ’60 come lo stile hippie, abbinando la spontaneità dei decori alla vivacità delle maxi stampe romanticamente country. La predilezione per le lavorazioni tricot e per le trame spesse come il tweed si accompagna all’affermarsi della maglieria nel mercato del
Environmental awareness, a new humanism, yoga and vegetarian dinners guided by gurus teaching how to look into ourselves: it seems a paradox, yet it was the narcissist evolution of protest and of the collective dimension inherited from the ideals of the Sixties. It was the affirmation of the “Me decade” as Tom Wolfe called it in 1976 in the New York Magazine. The Seventies were years of extremism, when inflation reached its highest peak since World War II, but they were also years of terrorism, of massive drug abuse, of social malaise, the advent of information technology and of the feminist revolution. Emancipated women marched en masse to defend the right to abortion and the use of the pill, divorce became a right in nearly every Western country and in 1970 in Italy too. In fashion, some of the trends of the Sixties were taken to an excess, like the hippie style, combining spontaneous colours with romantically country style maxi prints. The preference for tricot and heavy patterns like tweed came together with the affirmation of knitwear on the luxury prêt-à-porter market: innovative in techniques and colours, Missoni, together with newcomer
In apertura: Twiggy (©Marka) e gioiello di Gianmaria Buccellati, 1975. In questa pagina: collier L’Eclisse in oro, diamanti e onice, Unoaerre, 1979 e bracciale di Moraglione, anni ’70. In basso, giovani Hippie. Nella pagina a fianco, John Travolta in una scena del film La febbre del sabato sera, 1977 (©Marka). Opening page: Twiggy (©Marka) and a jewel by Gianmaria Buccellati, 1975. This page: L’Eclisse necklace in gold, diamonds and onyx by Unoaerre, 1979, and a bracelet by Moraglione from the 70s. Below, young Hippies. Page alongside: JohnTravolta in a scene from the movie Saturday Night Fever, 1977 (©Marka).
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Collezione Bloom, in pietre e diamanti, Damiani, anni ’70. Sotto, una scena del film Ultimo tango a Parigi, di Bernardo Bertolucci, con Maria Schneider e Marlon Brando,1972 (©Marka). Pagina a fianco, collier Bulgari appartenuto a Liz Taylor e, in basso, pubblicità di Vendorafa Lombardi. Bloom collection by Damiani with stones and diamonds, from the 70s. Below, a scene from the movie Last Tango in Paris, starring Maria Schneider and Marlon Brando, 1972 (©Marka). Aside page: necklace by Bulgari once belonged to Liz Taylor and, below, adv page by Vendorafa Lombardi.
prêt-à-porter di lusso: innovativi nelle tecniche e nei colori, i Missoni, insieme all’esordiente Krizia, aprono il mercato della moda alla maglieria, garantendo linee completamente realizzate a mano oltre a total look composti da vestiti e berretti aderenti e calati bassi sulla fronte. Superate le differenze tra abbigliamento da sera e da giorno, rimane solo il colore dell’ombretto (da naturale a tonalità artificiali arricchite da brillantini) a segnalare il diverso dress code, spesso arricchito da accessori e gioielli oversize magari non preziosi ma colorati. È un momento florido quindi per l’industria della bigiotteria, che salda i suoi rapporti con il mondo fashion, dando vita al fenomeno del licensing. In Italia emergono Armani e Versace, due nomi che spopoleranno nel decennio successivo, mentre in Inghilterra si scatenano fenomeni di “contromoda” come il genere punk, che nella musica assume le velocissime sonorità dei Clash e nello stile trova casa a King’s Road con Sex, il negozio della dissacrante Vivienne Westwood. La femminilità punta all’essenziale, evitando qualsiasi deriva decorativa per vestire modelli pratici come quelli di Ralph Lauren per Diane Keaton nella pellicola Io e Annie del 1977 o gli abiti a portafoglio,
Krizia, opened the fashion market to knitwear, guaranteeing entirely handmade models along with a total look consisting of tight fitting clothes and berets, low on the brow. With the end of the distinction between evening and day clothes, only the colour of eye shadow (from natural to artificial tones enhanced with glitter) remained to mark the different dress code, often enriched by accessories and oversize jewels, not necessarily precious but colourful. Therefore it was a flourishing time for costume jewellery, which reinforced its relations with the world of fashion, giving rise to the phenomenon of licensing. In Italy there emerged Armani and Versace, two names which would meet with great success in the following decades, while in the UK “counter-fashion” trends broke out, like the punk phenomenon, which in music took on the quick sounds of the Clash and in style found its home on King’s Road with Sex, the iconoclastic shop of Vivienne Westwood. Femininity aimed at the essential, avoiding any decorative trend in order to wear practical models like those of Ralph Lauren for Diane Keaton in the film Annie Hall (1977) or so-called wrap-dress, comfortable at the office but also for the evening, which became an
MARIA SCHNEIDER MARLON BRANDO
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icon of the times: shapes were modelled in a sensual but never constricting manner, while bodies were enveloped and the neckline open depending on the situation. In design as in music, all expressions reflected a multitude of hues, from pop to radical with symbolic items like the Pratone and the sofa Joe, interpreting all the nuances which divide glam rock sounds from punk. In the jewellery field, while Bulgari, national feather in the cap, met with success also thanks to Liz Taylor, many farsighted companies confirmed and consolidated their international vocation, while new brands reflecting the air du temps were being established. The Italian tradition maintained its identity thanks to jewels which referred to the decorative canons of art: for the first time Buccellati landed in Hong Kong in 1970, and then spread through the Orient with openings in Tokyo, Osaka and Nagoya in the following years. True consecration took place however with the opening of the first Italian boutique in the mythical Place Vendôme in 1979. Chantecler proved its fame on the small stage of Capri, also thanks to the loyalty of Jacqueline Kennedy Onassis (who in 1970 received a star of diamonds of inestimable worth from the
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i cosiddetti wrap-dress tanto comodi per l’ufficio ma anche per la sera, che diventano una icona dell’epoca: le forme sono modellate in modo sensuale ma non costrette, i corpi sono avvolti e i décolletés scoperti a seconda dell’occasione. Nel design come nella musica tutte le espressioni riflettono una moltitudine di sfumature, dal pop al radical con oggetti simbolo come il Pratone e la poltrona Joe, interpretando tutte le nuance che dividono le sonorità glam rock dal punk. Nel settore gioiello, mentre Bulgari, gloria nazionale, è giunta al successo anche grazie a clienti come Liz Taylor, molte aziende confermano e consolidano la vocazione internazionale, mentre nascono nuovi marchi che riflettono l’air du temps. La tradizione italiana mantiene una sua identità con gioielli che ripercorrono i canoni decorativi dell’arte italiana; per la prima volta Buccellati sbarca a Hong Kong nel 1970, per poi diffondersi in Oriente con aperture a Tokyo, Osaka e Nagoya negli anni successivi. La consacrazione però avviene con l’apertura della prima boutique italiana in Place Vendôme nel 1979. Chantecler attesta la sua fama sulla piazzetta di Capri anche grazie alla fidelizzazione di Ja51
cqueline Kennedy Onassis (che nel 1970 venne omaggiata dall’armatore greco con una stella di diamanti di valore inestimabile), mentre i gioielli Damiani acquistano sempre maggiore notorietà grazie anche all’idea vincente di garantire il prezzo ai clienti e di creare cataloghi che contengono tutte le collezioni. Unoaerre adatta la produzione alle nuove richieste di mercato in nome di una cifra astratta e di geometrismi ispirati alle Avanguardie storiche. Non manca, in perfetto spirito Seventies, il recupero di pietre dure, di effetti specchiati e cangianti per i metalli e l’uso del vetro muranese incastonato nell’argento. È all’inizio degli anni ’70 che Romualdo Neri, con l’esperienza acquisita fin dagli anni 50, trasferisce la produzione in provincia di Arezzo continuando a scommettere sul suo prodotto classico, la corda a mano, e decidendo di ampliare la produzione diversificandola (anche per far fronte alla crisi
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shipping magnate), while Damiani’s jewels became increasingly famous, also thanks to the winning idea of guaranteeing the price to customers and creating catalogues containing all the collections. Unoaerre adapted its production to the new market demands in the name of abstract figures and geometries inspired by historic avantgarde. Right in the spirit of the Seventies, there was also the return to semiprecious stones, with shimmering and mirror effects for metals, and the use of Murano glass mounted in silver. In the early Seventies, Romualdo Neri, whose experience dated back to the 50s, transferred his production to the province of Arezzo, continuing to bet on his classic product, the handcrafted cord, and decided to extend production by diversifying it (also in order to deal with the economic crisis of the time), and introducing silver to make pendants, rings, chains and crosses. New businesses such as Loto
Medaglie dell’Amore, Unoaerre, anni’70-’90. Copertine della rivista trimestrale Gioielli e Argenti, 1972 e 1974. Pagina a fianco, copertina L’orafo italiano, 1978; poltrona Proust di Alessandro Mendini, 1978. In basso, Re e Regina, Pomellato, 1972. Love medals by Unoaerre, from the 70s to the 90s. Front covers of the quarterly magazine Gioielli e Argenti, 1972 and 1974. Page alongside: front cover of L’Orafo Italiano, 1978; Proust armchair by Alessandro Mendini, 1978. Below: King and Queen pendants by Pomellato.
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economica in atto), e introducendo l’argento per la produzione di ciondoli, anelli, catene e croci. Nuove realtà come Loto Preziosi, fondata nel 1972 ad Arezzo e cresciuta con ritmo sorprendente, si affermano con una vasta produzione di gioielli e orecchini con pietre semipreziose, all’insegna di una nuova concezione del gioiello, non solo oggetto esclusivo e di lusso, ma anche ornamento accessibile per un vasto pubblico. Sempre nel distretto aretino, Gimet, fondata nel 1966, originariamente specializzata nella produzione di catene a macchina, aumenta la produzione ampliando la gamma dai soli gioielli in oro a tutti i metalli, come argento, ottone e acciaio. A Valenza, Carlo Palmiero inizia l’attività come laboratorio artigianale, producendo manufatti di alta qualità, inconfondibili fin da subito per il design innovativo. Con il marchio Carlo Palmiero, l’azienda, fondata nel 1979, realizza gioielli lontani dai canoni tradizionali, più prossimi a oggetti scultorei nei quali tutto il gioiello diventa superficie preziosa, da valorizzare. Nel vicentino si afferma una nuova realtà, fondata dal giovanissimo imprenditore Walter Sinico, che grazie all’intuito e al saper fare
Preziosi, founded in 1972 in Arezzo and which was to grow at a surprising speed, made their way ahead with a vast production of jewels and earrings embellished with semiprecious stones, based on a new concept of jewels, not just exclusive luxury items, but also as an ornament available to a vast public. Also in the Arezzo district, Gimet, founded in 1966, originally specialised in the machine crafting of chains, increased its production expanding its range from gold articles only to every kind of metal, such as silver, brass and steel. In Valenza, Carlo Palmiero started its activity opening a small artisan laboratory and creating high quality articles, featuring from the start an unmistakably innovative design. Under the brand Carlo Palmiero this company, founded in 1979, began to produce jewels which were completely different from the traditional standards, more similar to small sculptures where the whole jewel transformed itself in a precios surface to be enhanced. In the Vicenza district a new company appeared on the market, founded by the very young entrepreneur Walter Sinico who, thanks to his insightfulness and ability, managed to give life to an entrepre53
Collana Cristallina, in oro giallo e diamanti, Unoaerre, 1978. In basso, Palmiero, anelli in oro e pavé di gemme della collezione Africa, 1979. Cristallina necklace by Unoaerre in yellow gold and diamonds, 1978. Below: gold rings with gems pavé from the Africa collection by Palmiero, 1979.
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Un bacio sulla mano può farti sentire meglio, ma una tiara di diamanti è per sempre (M. Monroe)
Pagina a fianco, Loto Preziosi, anello della collezione Harmony. Lavorazione di catena Gimet, 1969. On the page alongside, a ring from the Harmony collection by Loto Preziosi. A step in the making of Gimet chains, 1969. 54
riesce a dar vita a una realtà imprenditoriale che conoscerà una grande espansione negli anni Settanta. Sono anni di evoluzioni senza fine, in cui il gioiello cambia volto, un po’ come la moda, assumendo sempre più le caratteristiche del prêt-à-porter e dell’easy to wear: tra tutti primeggia Pomellato che, fondata da Pino Rabolini nel 1967, interpreta la non convenzionale bellezza italiana combinando pietre colorate con tagli speciali in composizioni di impeccabile maestria artigianale. La tecnologia continua a offrire un supporto fondamentale al settore e a favorire l’emergere di nuove aziende come Better Silver - oggi all’avanguardia e leader europeo nella produzione di catene e gioielli in argento – i cui esordi nel 1977 sono frutto della caparbietà di Romano Bettinardi che inizia la produzione di catene in argento nel proprio garage. Il preludio agli anni Ottanta, a questo punto, è tutto già scritto: l’ossessione per il corpo coltivata in questo decennio diventerà un tratto caratteristico del successivo e le identità messe in crisi dalle utopie collettive si tonificheranno allargando le spalle degli abiti; forme e colori cambieranno invece per adattarsi a un nuovo messaggio: edonismo.
neurial business which in the following years will be the protagonist of a great expansion. Those were years of endless evolution, when jewels changed their appearance, somewhat like fashion, increasingly taking on the features of prêt-à-porter and easy to wear: the outstanding business was Pomellato, founded in 1967 by Pino Rabolini, which interpreted unconventional Italian beauty combining coloured stones with special cuts in compositions of impeccable craftsmanship. Technology continued to provide fundamental support to the sector and favoured the emergence of new companies such as Better Silver – today at the cutting edge and European leader in the production of silver chains and jewels – which began in 1977, thanks to the determination of Romano Bettinardi who started out making silver chains in his garage. The prelude to the Eighties, at this point, was all in the books: the obsession for the body cultivated during the decade became a characteristic feature of the following one, and the identity crisis after collective utopias was soothed by enlarging the shoulders of dresses; shapes and colours, on the other hand, changed to adapt to a new message: hedonism.
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Better Silver, dettagli della lavorazione industriale di catene, iniziata nel 1977. Collezione di pendenti, Pesci, di Neri Romualdo, anni 70. Nella pagina a fianco, Jackie Kennedy Onassis era una assidua frequentatrice della boutique Chantecler di Capri. Better Silver, details from the making of industrial chains, an activity started in 1977. Fish shaped pendants collection by Neri Romualdo, from the 70s. Page alongside: Jackie Kennedy Onassis was a regular customer at Chantecler boutique in Capri.
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Lascia che gli altri ti vedano sempre misteriosa... irraggiungibile (J. Kennedy Onassis)
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Alla fine degli anni ‘90 Better Silver è protagonista di una forte crescita che permette l’espansione delle sedi produttive e importanti investimenti sui mercati esteri. Oggi l’azienda è il primo gruppo manifatturiero di catene e gioielli in argento in Europa, vantando collaborazioni con i principali players internazionali del settore. In the late 90s Better Silver underwent rapid growth, enabling the company to expand its production units and heavily invest in foreign markets. Today the company is the leading European manufacturing group of silver chains and jewelry, boasting collaborations with the most important international players in the sector.
Una realtà in continua evoluzione Da sempre Better Silver punta su qualità, ricerca, innovazione e tecnologia
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a storia di Better Silver e della sua produzione in argento inizia nel 1977 a Bressanvido, Vicenza, nel garage di Romano Bettinardi, un piccolo laboratorio oggi trasformato in un gruppo con 5 sedi produttive che produce annualmente 25 milioni di metri di catena e 30 milioni di pezzi e che vanta oltre 500 clienti. In queste quattro decadi l’evoluzione dell’azienda si è svolta all’insegna della qualità e dell’innovazione, coinvolgendo l’intera famiglia Bettinardi con l’ingresso nel consiglio di amministrazione dei figli Paolo e Andrea. La seconda generazione ha dedicato grande attenzione alle nuove tecnologie e alla ricerca di nuovi canali distributivi. Il 20% del valore aggiunto viene sempre reinvestito in progetti innovativi. Tra i fiori all’occhiello dell’azienda, il sito e-commerce, pionieristicamente lanciato nel 2007, e il marchio di gioielleria Roma 1947. The story of Better Silver and its silver production begins in 1977 at Bressanvido, in the province of Vicenza, in Romano Bettinardi’s garage, as a small workshop which today is transformed into a group with 5 production units producing 25 million metres of chains and 30 million pieces per year and boasting over 500 customers. In these four decades the company’s evolution has always been focused on quality and innovation, involving the entire Bettinardi family when sons Paolo and Andrea joined the company on the board of directors. The second generation set its sights on new technologies and on the search for always new distribution channels. 20% of the value added is regularly reinvested in innovative projects. Amongst others, the company takes great pride in its e-commerce website, which they launched as pioneers in 2007, and its Roma 1947 brand of jewellery.
BETTER SILVER 2007
Better Silver è tra le prime aziende orafe ad aprire un sito e-commerce, Silver Retail (www.silver-retail.it), dedicato interamente ai retailer e nato dall’esigenza degli stessi dettaglianti di approvvigionarsi direttamente dalla fabbrica. Dopo dieci anni di sviluppo e perfezionamento, oggi la piattaforma serve con successo oltre 1000 gioiellerie con una media di 600 visite al giorno. Better Silver is one of the first jewellery manufacturers to open an e-commerce website, Silver Retail (www.silver-retail.it), entirely addressed to retailers and born from the need of the latter to buy directly from the factory. After ten years of development and optimization, the platform now successfully serves 1000 jewellers and averages 600 visits per day.
2014
Roma 1947, il primo marchio di gioielli di proprietà Better Silver, deve il nome al ritrovamento di alcune vecchie foto di famiglia: tra queste, spicca un ritratto dei nonni di Paolo e Andrea vicino alla Fontana di Trevi, accompagnato dalla scritta Roma 1947. E sono proprio le atmosfere di quegli anni a rivivere in queste collezioni, in argento e bronzo placcato o rodiato, dalle forme barocche e dai colori che richiamano le suggestioni e le architetture della città eterna, con echi di quel periodo tanto ricco di aspettative e fermento. Roma 1947, the first jewellery brand belonging to Better Silver, owns its name to having found some old family photos, one of the most striking being a photo of Paolo and Andreas’s grandparents taken near Fontana di Trevi and bearing the words Roma 1947. And precisely the atmosphere of those years lives again in these collections, in plated or rhodium-plated silver and bronze, with their baroque shapes and colours reminiscent of the eternal city’s architecture and echoes of that period so full of expectations and ferment.
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LOTO PREZIOSI 1980
Nel 1980 Loto Preziosi è tra le prime aziende del settore orafo a credere nelle pietre semipreziose, proponendo orecchini e gioielli in oro dal costo più accessibile. A quell’epoca intendere il gioiello come qualcosa di raggiungibile rappresentava una vera novità. In 1980 Loto Preziosi is one of the first companies in the jewellers sector to believe in semiprecious stones, proposing earrings and jewels in gold at a more reasonable price. To think of a jewel as something within ones grasp was an absolute novelty at the time.
2000 Dal 2000 l’azienda, consolidata anche a livello internazionale, investe in pubblicità, proponendo campagne che supportano la commercializzazione del prodotto. Since 2000 the company, by now consolidated on both a domestic and international scale, invests in the publicity instrument with continual campaigns to publicize and sell its product.
2010
Il costante investimento in ricerca, dal 2010, approda a esiti estetici e tecnici sempre più particolari, come i gioielli creati mixando elettroformatura, elettrofusione, lastra e microfusione. Le campagne pubblicitarie si intensificano e riflettono con sempre maggior creatività ed eleganza la nuova identità aziendale. Since 2010, continual investment in research has led to increasingly outstanding aesthetic and technical results, such as jewels created by a mixture of electroforming, electro-fusion, electroplating and micro-fusion. Publicity campaigns are intensified and with increasing creativity and elegance they reflect the new corporate identity. 62
Una svolta: il gioiello accessibile Loto Preziosi tra investimento in ricerca e tecnologia per una formula di successo
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ondata nel 1972 ad Arezzo, Loto Preziosi è specializzata nella produzione di orecchini, collane girocollo, bracciali e spille, ciondoli, anelli, articoli superleggeri e parure, con e senza pietre, che senza mai perdere di vista il mercato si è fatta apprezzare in Italia e all’estero per la sua vasta e variegata produzione di oreficeria. All’inizio degli anni Ottanta l’azienda inaugura un nuovo corso proponendo la produzione di gioielli in oro e pietre semi-preziose che rendono più accessibile l’oggetto gioiello. Da allora Loto Preziosi ha ampliato le sue collezioni rinnovandole costantemente, grazie all’utilizzo di materiali differenti: dalle pietre alla madreperla, dallo smalto al caucciù a ogni genere di oro, giallo, rosso o bianco. Le campagne pubblicitarie avviate a partire dal 2000 supportano l’evoluzione di una realtà oggi leader nell’oreficeria, grazie anche agli investimenti in nuovi prodotti sempre all’avanguardia nel design e in linea con i trend più attuali. Loto Preziosi si rivolge ai mercati orientali, mediorientali, africani e nordafricani. Founded in Arezzo in 1972, Loto Preziosi is specialized in producing earrings, chokers, bracelets and brooches, pendants, rings, ultra-light articles and sets of jewellery, with or without stones, and without ever losing sight of the market, has made a name for itself in Italy and abroad for its hugely variegated jewellery production. In the early Eighties the company takes up a new course by proposing to produce jewels in gold and semi-precious stones, rendering a jewel in itself more accessible. Loto Preziosi has increased its collections since then, continually renewing them by using a variety of materials: from stones to mother-of-pearl, enamel to natural rubber and all types of gold: yellow, red and white. The advertising campaigns begun in 2000 support the evolution of a company that today is a leading jewellery manufacturer, thanks also to investments in new products, always state-of-the-art in design and in line with the latest trends. Loto Preziosi operates in the Far Eastern, Middle Eastern, African and North African markets.
Ph.riccardomendicino.com
www.lotopreziosi.it
SINICO
50 anni di arte italiana
L’azienda vicentina coniuga le moderne tecnologie con la tradizione artigianale
2001
1994
Entrano in azienda i figli del fondatore, Pamela e Samuele. Oggi Pamela è responsabile commerciale estero e responsabile design, immagine e comunicazione; Samuele è responsabile tecnico e dei sistemi di informatizzazione. Pamela and Samuele, the founder’s children, join the business. Today, Pamela is foreign sales director and design, image and communications director; Samuele is technical director and IT systems director.
L’azienda si trasferisce nella nuova sede, moderna, tecnologicamente all’avanguardia e contraddistinta da un layout architettonico contemporaneo ed elegante: un passaggio importante, che sottolinea la trasformazione di Sinico in importante realtà industriale del distretto vicentino. The business moves into its new, modern and technologically state of the art offices, characterised by a contemporary and elegant architectural layout: an important step forward, which underscores how Sinico has become an important industrial actor in the Vicenza district.
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ondata nel 1969 da un giovanissimo Walter Sinico, questa impresa di famiglia vicentina si è trasformata da piccola realtà artigianale in un’azienda che si avvale delle più moderne tecnologie, mantenendo tuttavia nel corso del tempo le caratteristiche del miglior made in Italy: la massima cura in ogni singolo passaggio produttivo, dal disegno al gioiello finito, un design sempre attuale, in armonioso equilibrio tra tradizione e spirito contemporaneo, la qualità delle materie prime e l’attenzione dedicata a ogni dettaglio. I gioielli Sinico sono realizzati in microfusione, in oro a 14 o 18 carati oppure in argento con lega al palladio, e caratterizzati dall’utilizzo di gemme naturali, accuratamente selezionate, o dei più accessibili cubic zirconia Swarovski. Tra i punti di forza dell’azienda, gli investimenti in ricerca e innovazione e un accurato servizio post vendita. Founded in 1969 by a then very young Walter Sinico, this family business based in Vicenza has grown from being a small craftsman’s workshop into a company which makes use of the most modern technologies, while preserving at the same time all the features of the best made in Italy workmanship: painstaking attention to each stage of production, from design to the finished jewel, a kind of design which is always up to date and ensures a balance between tradition and a contemporary spirit, the quality of raw materials, the attention paid to each detail. Sinico jewels are made using investment casting techniques, in 14 or 18 carat gold or in silver with palladium alloy, and are enhance with carefully selected natural gems or with the less expensive cubic zirconia Swarovski. Strong points of the company include investment in research and an accurate after sales service.
2014
Riscuote grande successo l’originale linea “Chicca make a wish”, coperta da brevetto: all’interno di un charm a forma di caramella, disponibile in diverse varianti, si può inserire un cuoricino d’oro, esprimendo un proprio desiderio. Il cuoricino, che rimarrà inseparabile dal ciondolo, viene venduto in un’ampolla di vetro di Murano. The original “Chicca make a wish” line, a registered trademark, meets with great success: while making a wish, one can fit a small gold heart into a candy shaped charm, which comes in various versions. The heart, which will then be inseparable from the pendant, is sold in a Murano glass vial.
MADONNA
1980 1989 Madonna, Michael Jackson e Grace Jones, nuove icone di un decennio scintillante
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Alcune persone pensano che il lusso sia l’opposto della povertà. Non lo è. È l’opposto della volgarità (C. Chanel)
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Edonismo lusso e piaceri
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La stessa Italia ridanciana del Drive In, che a Milano assapora i suoi sandwich sorseggiando milk shake al Burghy, una declinazione nazionale del McDonald’s, è ancora attraversata da scandali massonici e terrorismo di matrice politica, retaggi dei cosiddetti anni di piombo. L’eccesso è vissuto in ogni sua forma, dal piacere sfrenato per sesso e potere, celebrato dalle molte pellicole di successo dell’epoca, al consumismo e all’edonismo dei giovani yuppies che fanno tardi al lavoro, un salto in palestra (più per coltivare le relazioni che per fare sport) e poi si danno al divertimento scatenato, consumato 68
The same fecklessly laughing Italy that enjoyed Drive In, that in Milan used to eat sandwiches while lightheartedlysipping milkshake at Burghy – a national version of McDonald’s – was still going through Masonic scandals and political terrorism, a leftover of what the media called the “years of lead”. Excesses were around in every possible shape, from unbridled enjoyment of sex and power, celebrated in many successful films of the time, to consumerism and hedonism of yuppies who would stay late at work, drop over at the gym (to socialise rather than to practice sport) and then give
La nuova estetica sceglie l’oro rigorosamente giallo da sfoggiare in ricche parure e anelli preziosi
themselves over to uninhibited fun consumed along with alcohol and every kind of stimulants. Social phenomena like the famous Pac-Man, a video game which became an icon among youth, and the Rubik cube, a hard to solve brain teaser, showed an excessive taste for colour, perhaps a sign of the desire for evasion, as could also be seen from the massive use everywhere of Walkman, the first portable music on cassette. The same taste for colour pervaded every field of creativity, along a continuum from design to fashion and entertainment, for example on TV where colourful private channels proliferated. The Milan collective Memphis, founded in 1981 by Ettore Sottsass, brought together the best postmodern energies, Italian and foreign, and filled homes with objects and furniture with brilliant hues and powerfully geometrical shapes, almost kitsch. Low price accessories, like the famous Swatch watches, became a must not only for collectors, but also for young people seeking unique items to show off at the disco to the notes of the Duran Duran. The postmodern taste – borrowed from the architecture of the previous decade and based on quotations and
insieme ad alcool ed eccitanti. Fenomeni sociali come il famoso Pac Man, un video gioco diventato icona tra i giovani dell’epoca, e il cubo di Rubik, rompicapo di difficile soluzione, ostentano un gusto eccessivo per il colore, forse sintomo di una voglia di evadere testimoniata anche dalla massiccia diffusione del Walkman, la prima musica portatile in cassetta, onnipresente. Lo stesso gusto per il colore pervade tutti i campi della creatività, in un continuum che dal design incontra la moda e l’intrattenimento, come quello televisivo offerto dal proliferare dei variopinti canali privati. Il collettivo milanese Memphis, fondato da Ettore Sottsass nel 1981, raduna le maggiori energie postmodern, italiane e straniere, e riempie le case di oggetti e mobili dai cromatismi brillanti e dal forte geometrismo, al limite del kitsch. Gli accessori low price, come i famosi orologi Swatch, diventano un must non solo per i collezionisti ma anche per i giovani che ricercano pezzi unici da sfoggiare in discoteca, magari ballando sulle note dei Duran Duran. Dilaga il gusto postmodern, preso in prestito dall’architettura del decennio precedente e costruito su
1980-89
In apertura, Madonna (©Marka) e gioielli di Vendorafa Lombardi e di Fope. In questa pagina, dall’alto, la caduta del Muro di Berlino, 1989 (©Marka); pubblicità Armani e gioiello Pomellato, Boule, 1980. Pagina a fianco, in alto, movimenti giovanili a Bologna; Neri Romualdo, collezione Cestini, 1988. Opening page: Madonna (©Marka) and jewels by Vendorafa Lombardi and by Fope. This page, from top: the fall of the Berlin Wall, 1989 (©Marka); Armani adv page and a jewel by Pomellato, Boule, 1980. Page alongside, above, youth rebellion movements in Bologna; Cestini collection by Neri Romualdo, 1988. 69
GRACE JONES
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1980-89 Voglio una vita spericolata voglio una vita come quelle dei film (V. Rossi)
VASCO ROSSI
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citazionismi e ornamentazioni, dal design all’arte (la prima mostra della Transavanguardia è proprio del 1980), producendo l’abbondante sovrapposizione di segni e colori tipica di quest’epoca. L’idolatria dei personaggi come degli oggetti, del proprio corpo come dell’interior design, diventa un leitmotiv e non c’è salotto bene che a fine decennio non sfoggi uno spremiagrumi Juicy Salif di Philippe Starck sul tavolino tra i divani, o donna in carriera che manchi di indossare sfavillanti bracciali in oro giallo en pendant con vistosi orecchini a bottone. La gioielleria infatti vede il ritorno delle parure, dell’oro rigorosamente giallo (o suoi succedanei) e di tutto ciò che amplifica l’apparenza. Nella moda le tendenze significative degli anni ’80 traducono i nuovi diktat: bellezza, competizione, potere e soldi in indumenti e accessori. Sono le spalline imbottite stile Joan Collins e Linda Evans, i jeans firmati da stilisti e le giacche militari da portare con Ray-Ban Aviator, fiocchi e nastri su abiti e capelli ma anche l’immancabile fitness look, dalle tute alle felpe strappate, dagli aderenti body in Lycra color pastello ai leggings da indossare con gli scaldamuscoli per
Acconciature anni ’80; in basso il cantautore Vasco Rossi(@Marka). Nella pagina a lato, Grace Jones (@Marka). Hairstyles from the 80s; below, music star Vasco Rossi (©Marka). Page alongside, Grace Jones (©Marka).
ornaments – was spreading from design to art (the first Transavangarde exhibition was held in 1980), producing an abundant overlap of signs and colours typical of the age. Idolatry of personalities as well as of objects, of one’s own body and of interior design, became a leitmotiv and by the end of the decade, every upper class living room had to show off a Juicy Salif juicer by Philippe Starck on a coffee table among the sofas, and every career lady had to wear shiny yellow gold bracelets en pendant with showy button shaped earrings. Jewellery saw a comeback of parures, of strictly yellow gold (or its surrogates) and of everything which could amplify a girl’s looks. In the world of fashion, the significant trends of the 1980s translated the new diktat - beauty, competition, power and money – into clothing and accessories. Under Joan Collins and Linda Evans style padded shoulders, designer jeans and aviator jackets to be worn with Ray-Ban Aviator glasses, bows and ribbons on clothes and hats but also the obligatory fitness look, from jumpsuits to torn sweatshirts, from tight fitting pastel colour Lycra bodysuits to leggings to 71
sentirsi come l’eroina di Flashdance. I cappotti si allungano e i maglioni vanno portati di una o due taglie superiori alla propria, preferibilmente di colori accesi e in total look con le scarpe, spesso ordinabili nei propri colori preferiti. I loghi, veri o falsi che siano, diventano il lasciapassare per ogni occasione e per tutti i portafogli, simboli di riuscita sociale tanto da creare eserciti di fashion victim che indossano le stesse uniformi per un facile riconoscimento pubblico. Paradossalmente nella musica, dove il riconoscimento pubblico delle icone pop è fondamentale, il successo gioca sul filo dell’equivoco nella distinzione di genere, dall’ambiguità di Michael Jackson allo stile sexy androgino di Grace Jones. Se Madonna miete successi più come cantante che sul grande schermo, i suoi look a base di leggings, minigonne strecht, guanti di pizzo tagliati, nastri ed enormi gioielli a croce passano alla storia almeno quanto l’irriverenza delle sfilate di Moschino. Nasce anche la break dance, voce dei ghetti neri, che diffonde lo stile street riconoscibile dalle tute oversize e dai berretti indossati al contrario, mentre impazza il color salmone per i pantaloni di velluto, il cocktail di gamberi
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be worn with legwarmers to feel like the star of Flashdance. Coats became longer and sweaters were worn one or two sizes larger than one’s own, preferably in bright colours and in total look with shoes, which could often be ordered in one’s favourite colours. Logos, true or counterfeit, became the guest pass to every event and for every wallet, symbols of social success which created armies of fashion victims wearing the same uniforms so as to be easily recognised in public. Paradoxically, in music where public recognition of pop icons was fundamental, success was achieved by playing on uncertainty in gender, from the ambiguity of Michael Jackson to the sexy androgynous style of Grace Jones. While Madonna was more successful as a singer than as an actress, her looks based on leggings, stretch miniskirts, cut lace gloves, ribbons and enormous cross shaped jewels entered history at least as much as Moschino’s irreverent runway shows. The same years saw the birth of break dance, the voice of the black ghettoes, which spread the street style, recognisable thanks to oversize clothes and caps worn backward, while salmon colour for
Collana Granulato in oro giallo, 1988, Unoaerre; in basso, l’ironia di una sfilata di Moschino del 1988. Nella pagina a fianco, Gianmaria Buccellati, parure, 1988; in basso sfilata al matrimonio di Carlo, principe del Galles, con Lady Diana Spencer 1981(©Marka). Granulato necklace in yellow gold by Unoaerre, 1988; below: irony in a runway show by Moschino, 1988. Page alongside, a set by Gianmaria Buccellati, 1988. Below, the wedding of Charles, Prince of Wales, and Lady Diana Spencer, 1981 (©Marka).
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Mi piace essere uno spirito libero, pazienza se a qualcuno questo non piace (Lady Diana)
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velvet trousers triumphed all around, just as shrimp cocktails and mousse to tame one’s hair forcing it into unnatural shapes, swollen from root to end by perming. Alongside the stars of the sound system, the true icons of the epoch were media icons, from Princess Diana with her fairytale dream to Jennifer Beals who ran and danced on the night roads (wearing miner’s shoes) toward the coronation of a dream, to Sarah Jessica Parker, uninhibited journalist in Sex and the City. The 1980s were a happy time for Italy: the crisis of the 1970s seemed to be forgotten, thanks to the good financial trend of the national economy, driven by the productivity of the fabric of small and medium enterprises. The jewellery business, like other industries, showed a certain dynamism, thanks to rising exports and new investments in technology. Crafted jewellery, based on manual excellence supported by technology, came back into fashion on the luxury market, too. Damiani precociously grasped the importance of advertising associated with show business endorsers, and in the early 1980s started important and lasting partnerships with celebrities like Milla
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Lo stile è avere il coraggio delle proprie scelte, e anche il coraggio di dire di no. È gusto e cultura (G. Armani)
In alto, collezione Valentino, 1983; in basso pubblicità Moraglione anni ’80. Nella pagina a fianco, bracciale Tribute di Damiani e parure Vendorafa Lombardi, anni ‘80. Nella pagina successiva, due copertine dell’Orafo Italiano nel Mondo, 1981 e 1989; in basso astucci e shopper di Arturo Facchini. Above, Valentino collection, 1983; below, Moraglione adv page from the 80s. Alongside, Tribute bracelet by Damiani and a set by Vendorafa Lombardi from the 80s. In the following page, two covers of L’Orafo Italiano nel Mondo, 1981 and 1989; below, items by Arturo Facchini. 74
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e la mousse per domare i capelli obbligandoli a pettinature innaturali, gonfiate dalle radici alle punte grazie alla permanente. Insieme alle star del sound system, le vere icone dell’epoca sono mediatiche, dalla principessa Diana con il suo sogno fiabesco a Jennifer Beals che corre e balla sulle strade notturne (in scarponcini da minatore) verso il coronamento di un sogno, fino a Sarah Jessica Parker, disinvolta giornalista in Sex and the City. Gli anni 80 segnano un momento felice per l’Italia; la crisi degli anni 70 sembra dimenticata grazie al buon andamento finanziario dell’economia nazionale trainata dalla produttività del tessuto capillare delle piccole medie imprese. Il settore del gioiello mostra, come altri comparti industriali, una certa dinamicità, grazie all’aumento delle esportazioni e ai nuovi investimenti in tecnologia. Il gioiello artigianale, che si fonda sull’eccellenza manuale, con il supporto della tecnologia ritorna infatti in auge anche sul mercato del lusso. Damiani intuisce precocemente l’importanza della comunicazione pubblicitaria legata a testimonial provenienti dal mondo dello spettacolo, e avvia così fin dall’inizio degli anni 80
Jovovich, Jennifer Aniston, Isabella Rossellini, Nastassja Kinski, Sophia Loren, Sharon Stone and many others. Unoaerre successfully launched “orottanta”, a low-carat alloy which made the purchase of designer items affordable to consumers despite the rise in the price of gold, and in 1982 established relations with the famous US designer Oscar de la Renta, while Fope consolidated its success also thanks to the Novecento mesh, launched in the previous decade, a three-dimensional gold structure, with a round or oval cross section and no welding which became a classic brand item. Many new businesses were born in the goldsmiths’ districts, like Artlinea in 1983 at Capolona, in Tuscany, which specialised in goldsmith and jewellery items (pendants, colliers, earrings, bracelets and rings) matching the most modern technology with the craftsmanship of the local goldsmithing tradition. Also thanks to the success of the Made in Italy, led by fashion as the driving field in Italian business, Moraglione continued to grow and in the 1980s began to shift its centre of gravity from Italy abroad. Appearance in the Eighties was something which should never be neglected, something the hi-
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importanti e durature collaborazioni con celebrities come Milla Jovovich, Jennifer Aniston, Isabella Rossellini, Nastassja Kinski, Sophia Loren, Sharon Stone e tanti altri. Unoaerre lancia con successo “orottanta”, una lega a bassa caratura che permetteva di non rinunciare all’acquisto di prodotti di design malgrado l’aumento del prezzo dell’oro, e nel 1982 salda rapporti con il famoso stilista americano Oscar de la Renta, mentre Fope consolida il suo successo anche grazie alla maglia Novecento, lanciata nel decennio precedente, una struttura tridimensionale in oro, a sezione tonda oppure ovale e senza saldature che diventerà un classico della marca. Nascono tante nuove realtà nei distretti orafi, come Artlinea nel 1983 a Capolona, in Toscana, che si specializza in prodotti di oreficeria e gioielleria (pendenti, collier, orecchini, bracciali e anelli) unendo le più moderne tecnologie alla maestria propria della tradizione orafa del territorio. Complice il successo del Made in Italy, veicolato dalla Moda come settore trainante del business italiano, Moraglione continua la sua crescita e, a partire dagli anni 80, sposta il suo baricentro dall’Italia all’estero. Ne75
gli anni Ottanta l’apparenza non va mai trascurata e lo sa bene l’azienda storica Arturo Facchini che, seppur nata all’inizio del secolo nello storico distretto bolognese dell’astuccio per gioielli, in questi anni si dedica alla progettazione e realizzazione di confezioni e accessori innovativi, in linea con le tendenze, per dare giusta cornice a gioielli, orologi e ogni genere di prezioso. Con il crollo di Wall Street, tuttavia, l’ottimismo degli anni Ottanta si vela di ombre già a fine decennio, aprendo le porte a un nuovo decennio di austerità, gli anni Novanta.
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storic firm Arturo Facchini was well aware of: even though it had been born at the beginning of the century in the historic Bologna district of jewellery case making, in the 1980s, they started designing and making innovative and trendy boxes and accessories to give the right frame to jewels, watches and every kind of precious item. However, already at the end of the decade, the collapse of Wall Street cast a shadow over the bold optimism of the Eighties, opening the gates to a new decade of austerity, the Nineties.
JENNIFER ANISTON
1990 Back to the nature nel make up e negli abiti, si preferisce l’understatement e il gusto minimal da condire con buoni sentimenti
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BOY GEORGE
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Lusso in chiave minimal
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Dopo gli stravizi e l’esibizionismo degli anni ’80 l’Italia torna in crisi. Quella economica, con un forte arresto dei consumi, e quella socio-politica che porta alla luce fenomeni virali come Tangentopoli e ribadisce il potere della mafia in Italia, con l’uccisione dei magistrati Falcone e Borsellino. La cosiddetta “seconda repubblica” nasce all’insegna della disaffezione per la classe politica e del tramonto definitivo di ogni credo ideologico. Ma gli assetti traballano non solo in Italia: in Europa si assiste alla crisi dei regimi comunisti che culmina nella caduta del Muro di Berlino e in una reces80
After the excesses and exhibitionism of the 1980s, Italy lapsed again into a crisis. An economic crisis, with a heavy cut in consumption, and a social and political one which brought to light the extent of corruption in the country and showed the power of the mafia in Italy, with the murder of the magistrates Falcone and Borsellino. The so-called “Second Republic” began in an atmosphere of disillusionment with the political class and the definite decline of every ideological belief system. However, things were not shaky in Italy alone: in Europe, there was the crisis of Communist regimes which led to the fall of the
Grunge, minimal vintage e street style si mixano nella moda postmodern
sione che investe tutti i paesi dell’occidente industrializzato. Sul fronte artistico le Boy band addolciscono il mondo dalle sonorità arrabbiate dell’underground e creano fenomeni di costume attorno ai loro protagonisti, dalle Spice Girls ai Backstreet Boys, ma è soprattutto l’epoca delle top model, che da semplici indossatrici diventano star: Cindy Crawford, Naomi Campbell, Linda Evangelista e Claudia Schiffer sono solo alcune tra le più famose e più pagate. Se il modello della donna in carriera perde appeal, l’unico modello vincente e l’unica nota ancora sgargiante, in quest’epoca in bianco e nero, sembra essere quello delle nuove regine delle passerelle, belle, ricche e famose. Ma il mood generale è cambiato; morto John Lennon e con lui gli ultimi residui di un’epoca spensierata, inizia una sorta di autoriflessione collettiva che, complice la crisi politico-economica, orienta la tendenza ad apprezzare il basso profilo più dell’ostentazione e i buoni sentimenti e la spiritualità più che la vita esagerata del decennio appena finito. C’è la paura che gioca un ruolo sicuramente non trascurabile nel ritorno a passate forme di puritanesimo: l’AIDS si è diffusa come malattia del
Berlin Wall and a recession which affected all the countries of the industrialised West. In the arts, Boy Bands gave a sweet twist to the angry sound of the underground and created a lifestyle around their stars, from the Spice Girls to the Backstreet Boys, but above all, it was the epoch of top models, who rose up from being mere wearers of clothes to becoming stars: Cindy Crawford, Naomi Campbell, Linda Evangelista and Claudia Schiffer were only some of the most famous and best paid. While the career girl model was losing its appeal, the only still colourful note, in this age of black and white, seems to have been that of the new queens of the catwalk, beautiful, rich and famous. But the general mood was changing: the last trace of a more carefree age died with John Lennon, and a kind of collective self-analysis began which, also inspired by the political-economic crisis, led to a trend of increasing appreciation for low profile over ostentation, and for good feelings and spirituality over the exaggerated lifestyle of the decade which had just come to an end. Fear certainly played a role in the return to new forms of puritanism: the spread of AIDS as an illness of the century, as unforgiving
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In apertura: Jennifer Aniston (©Marka), Boy George e gioielli di De Simone Fratelli (in alto) e Vendorafa Lombardi. In questa pagina: collana di Unoaerre, 1991-92. In basso, Gianfranco Ferré con top model, anni ’90. A lato, F. Gehry, Museo Guggenheim a Bilbao, 1997 (©Marka); in basso: spremiagrumi Juicy Salif, Philippe Starck per Alessi. Opening page: Jennifer Aniston (©Marka), Boy George and jewels by De Simone Fratelli (above) and Vendorafa Lombardi. This page, necklace by Unoaerre, 1991-92. Below: Gianfranco Ferrè with top models, from the 90s. Aside page, F. Gehry, Guggenheim Museum, Bilbao, 1997 (©Marka); Juicy Salif juicer by Philippe Starck for Alessi.
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secolo che sembra non lasciare scampo insieme al cancro, ma anche la crisi ambientale torna al centro dell’interesse. Il corpo, ora perforato dal piercing e tatuato, torna al centro come portatore di messaggi, ma è un corpo diverso, spesso emaciato e non più ginnico. Il cinema propone nuovi modelli, dalla inquietante e super sexy Sharon Stone di Basic Instinct alla viziosa Mia di Pulp Fiction di Quentin Tarantino, che riflettono un clima violento e torbido, mentre i grandi e piccoli sentimenti vengono celebrati da successi come L’attimo Fuggente. Analogamente, nella musica, i ritmi underground dipingono atmosfere livide adeguate alla disillusione generazionale, mentre trionfano i successi di Bruce Springsten – the Boss – e di band come gli U2; intanto i Pink Floyd producono un capolavoro musicale dal titolo emblematico The final cut, retaggio di un’epoca ormai esaurita. In architettura e nel design il riflesso del tempo è ben visibile negli 82
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Gli accostamenti più arditi riescono a far cantare i materiali e le forme (Krizia)
as cancer, but also the environmental crisis which was again becoming of crucial interest. The human body, now perforated by piercing and tattooed, was once again at the forefront as message bearer, but it was a different body, often emaciated and no longer athletic. The cinema proposed new models, from the disturbing and super sexy Sharon Stone of Basic Instinct to the perverse Mia in Quentin Tarantino’s Pulp Fiction, who reflect a violent and murky atmosphere, while great and small feelings were celebrated by successes like Dead Poets Society. In a similar fashion, in music, underground rhythms depict livid atmospheres well suited to the disenchantment of the generation, while Bruce Springsteen – the Boss – and bands like the U2 triumph; while the Pink Floyd produced a musical masterpiece with the emblematic title The final cut, a last flurry of an epoch which had exhausted its energy. In architecture and design, the times were clearly reflected in buildings which, destructured, took on an appearance which changed constantly, depending on the observer’s point of view, like the Guggenheim museum in Bilbao designed by Frank Gehry using a
Pomellato, collana Bisanzio,1993. Orgone Chair, disegnata da Marc Newson, 1993. Bisanzio necklace by Pomellato, 1993. Orgone chair, designed by Marc Newson, 1993.
edifici che, destrutturati, assumono aspetti sempre cangianti a seconda del punto di vista, come il museo Guggenhaim di Bilbao, progettato da Frank Gehry utilizzando pelle in titanio, ma anche nelle spinte ecologiche verso il riuso e il riciclo dei materiali che diventa un tema principe nel design. Negli anni Novanta la moda evita il lusso sfrenato a favore di nuovi trend come il Minimalismo, di cui gli stilisti americani si fanno baluardo. Donna Karan, Calvin Klein e Tommy Hilfiger realizzano linee portabili e sobrie che non si limitano all’abbigliamento ma diffondono un lifestyle “intimistico” in linea con i nuovi orientamenti sociali inclini a una maggiore sensibilità per l’ambiente e il proprio benessere psicofisico. È la fortuna di brand come Prada in Italia, ma anche dei già noti Helmut Lang e Jil Sander che interpretano le nuove istanze in chiave chic. Non a caso emergono fenomeni di moda come quello del creatore belga Martin Margiela che insieme agli esponenti della “scuola di Anversa” rinnova la moda avvicinandosi al mondo dell’arte e praticando forme estreme di sperimentalismo. Il nero diventa il lasciapassare per ogni occasione e insieme al dif-
titanium skin, but also in ecological trend towards reusing and recycling materials, which became a leading theme in design. During the Nineties, fashion avoided unbridled luxury, favouring new trends like Minimalism, promoted by US designers. Donna Karan, Calvin Klein and Tommy Hilfiger created portable and sober lines which did not stop with clothing, but spread an “intimist” lifestyle consistent with the new social trends toward greater environmental sensitivity and people’s own psychological and physical well being. This made the luck of such brands as Prada in Italy, but also of already known ones like Helmut Lang and Jil Sander which interpreted the new demand in a chic way. It was no coincidence that fashion phenomena arose then, like that of the Belgian creative Martin Margiela who, together with the “Antwerp school” renewed fashion, approaching the world of art and practising extreme forms of experimentalism. Black became the guest pass for every event and this, along with the spread of “natural” make up abolishing every shade of colour, reflected the dramatic tendency of the decade. Catwalks and streets were full of new models of fe-
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Anelli della collezione Griffe, Pomellato 1995; in basso, pubblicità Gianni Versace, anni ’90. Rings from the Griffe collection by Pomellato, 1995; below: Gianni Versace advertisement, from the 90s.
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fondersi di un trucco “naturale”, che abolisce ogni sfumatura di colore, riflette la tendenza al drammatico del decennio. Abbondano sulle passerelle e sulle strade nuovi modelli estetici femminili: donne emaciate, con fisici acerbi e occhi volutamente cerchiati di nero che rasentano il limite della buona salute. La frantumazione indotta dal postmodernismo porta, anche nella moda, al moltiplicarsi di trend diversi, tutti concessi, dal minimalismo al grunge e dal vintage allo street style. Nel settore del gioiello alcune aziende consolidano la loro presenza affidandosi alle giovani generazioni: è il caso di Damiani, che dopo la scomparsa del fondatore nel 1996 divide le responsabilità tra il settore comunicazione e acquisti affidato alla figlia Silvia Grassi Damiani, lo sviluppo di nuove collezioni e la selezione di pietre preziose sotto il controllo del fratello Giorgio, e la presidenza dell’azienda consegnata al fratello Guido. È sempre alla fine degli anni Novanta che l’azienda passerà da realtà familiare a realtà manageriale. Pomellato lancia nel 1995 la linea di gioielli giovani ed eco-responsabili Dodo (marchio 84
male beauty: emaciated women, with unripe physiques and eyes deliberately circled in black, at the far edge of good health. The breakdown induced by postmodernism in fashion too, led to the multiplication of different trends, all equally permitted, from minimalism to grunge and from vintage to street style. In the jewellery business, some companies consolidated their presence when the third generation took over. This was the case with Damiani which, after the founder’s death in 1996, split up responsibility between the communications and purchase sector – entrusted to the daughter, Silvia Grassi Damiani – development of new collections and selection of precious stones – under control of her brother Giorgio – and chairmanship of the board, assigned to their brother Guido. Always in the late 90s, this firm ceased to be a family business and became a true company. In 1995, Pomellato launched the youthful and eco-responsible line of jewels, Dodo (it became an independent brand in 2002), proposed as animal shaped pendants, while new actors came on stage: in 1998, the Mikimoto Milano project by Giovan-
In alto, Gianni Versace con celebri modelle, anni ’90 (@Marka). In basso e nella pagina a fianco, spilla e anelli di Vendorafa, anni ‘90. Nella pagina a fianco, sulla destra, anellli con diamanti, rubino e smeraldo di Falcinelli, primi anni ’90. Above: Gianni Versace with famous top models, from the 90s (©Marka). Below and alongside, on the left, brooch and rings by Vendorafa, from the 90s. Page alongside, on the right, diamond rings with ruby and emerald by Falcinelli, beginning of the 90s.
na Broggian appeared, a collection designed and produced in Italy which represents an exceptional match: Mikimoto, world leader in the business of top quality pearls and of jewels with pearls, and the Broggian company, guardian of Italian savoir faire. In the Arezzo area, in line with the evolution of new technologies, the mechanisation of Unoaerre became more sophisticated with the introduction of numerical control machinery managed by software like CAD and CAM, and with robotisation of whole phases of production. 1995 also marked the beginning of other important partnerships with artists like Giò Pomodoro, which would lead to the production of different precious items, including limited series and a new edition of forgotten jewellery from the past. Artlinea, born in 1983 immediately distinguished itself because of its cutting edge use of technology in the early 90s, and was also one of the first to apply electroforming to making jewels in gold, diamonds and coloured gemstones from an original drawing.
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Penso che sia responsabilità di uno stilista cercare di infrangere le regole e le barriere (G. Versace)
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autonomo dal 2002), proposti come ciondoli a forma di animali, mentre nuove realtà si impongono nel settore: nel 1998 vede la luce il progetto Mikimoto Milano by Giovanna Broggian, una collezione disegnata e prodotta in Italia che rappresenta un connubio di eccellenze: Mikimoto, leader mondiale nel settore delle perle coltivate di altissima qualità e dei gioielli con perle, e l’azienda Broggian, custode del “saper fare” italiano. Nell’aretino, in linea con l’evoluzione delle nuove tecnologie, la meccanizzazione di Unoaerre si fa più sofisticata con l’introduzione di macchine a controllo numerico gestite da software come CAD e CAM, e con la robotizzazione di intere fasi produttive. Il 1995 segna anche l’inizio di altre collaborazioni importanti con artisti come Giò Pomodoro che sbocceranno in diverse produzioni di preziosi tra cui una serie limitata e una riedizione di gioielli andati perduti. Nata nel 1983, anche Artlinea, da subito distintasi per il suo essere all’avanguardia
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nell’uso della tecnologia, dall’inizio degli anni ’90 è tra le prime a usare l’elettroformatura applicata alla creazione di gioielli in oro, diamanti e gemme colorate dal design originale. Sempre nel distretto c’è chi, come Falcinelli, ribadisce il primato della bellezza e del gusto italiano, interpretando nelle sue collezioni in oro e pietre naturali il portato storico nazionale, e unendo il gusto vintage alla contemporaneità. La tradizione italiana però è ben difesa anche da De Simone, azienda familiare con radici a fine Ottocento che con maestria produce preziosi in corallo e perle, tramandando le singolari lavorazioni artigianali del territorio napoletano e applicandole a gioielli dal gusto contemporaneo. Gli anni Novanta si chiudono con l’affermazione prepotente della tecnologia nel quotidiano: con la diffusione di telefoni cellulari, Internet e E-mail il mondo comincia ad abituarsi a una velocità incalzante nei rapporti sociali e alla loro natura virtuale, che prelude all’esasperazione tecnologica dei decenni successivi.
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In the same district, Falcinelli reaffirmed the primacy of beauty and Italian taste, interpreting, in their collections in gold with natural gems, the national historical heritage and blending vintage and contemporary approaches. The Italian tradition was also well defended by De Simone, a family firm with roots dating back to the late 19th century which made a masterly production of coral and pearl jewellery, handing down the special craftsmanship of the territory of Naples and applying it to jewellery with a contemporary taste. The 90s closed with the overwhelming affirmation of technology in everyday life: with the spread of mobile phones, Internet and E-mail, the world began to get used to increasingly quick and ever more virtual social relations, a prelude to the technological exasperation of the following decades.
In alto, pagine redazionali con bijoux Sharra Pagano, 1990 e 1992. In basso, Artlinea, bangle realizzato in elettroformatura, primi anni ’90. Pagina a lato: in alto Uma Thurman, Mia in Pulp Fiction di Quentin Tarantino, 1994 (©Marka); Sharon Stone in Basic Instinct, 1992 (©Marka). In basso, collana in memoria degli anni ‘50, disegnata da Giò Pomodoro per Unoaerre. Above: editorials pages dedicated to Sharra Pagano, 1990 and 1992. Below, electroformed bangle by Artlinea, beginning of the 90s. Page alongside, above: Uma Thurman as Mia in Pulp Fiction by Quentin Tarantino, 1994 (©Marka); Sharon Stone in Basic Istinct, 1992 (©Marka). Below, a necklace in memory of the 50s, designed by Giò Pomodoro for Unoaerre.
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Il bianco significa la forza della fragilità e la fragilità del passare del tempo (M. Margiela)
Mikimoto Milano by Giovanna Broggian: collana collezione Margarita, 1997, due anelli collezione Oceanine, 1998, e parure collezione Plocamos (1999). In alto, sfilata Martin Margiela, 1995. Nella pagina a fianco, copertine dell’Orafo Italiano e dell’Orafo Italiano Export, 1990, 1993 e 1999. Mikimoto Milano by Giovanna Broggian: a necklace from the Margarita collection, 1997, two rings from the Oceanine collection, 1998, and the Plocarnos set, 1999. Top page: runway show by Martin Margiela, 1995. Alongside page: covers of L’Orafo Italiano and l’Orafo Italiano Export, 1990,1993 and 1999. 88
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L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare (G. Armani)
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ARTLINEA
Tecnologia, servizio e qualità Con spirito sperimentale l’azienda aretina è riuscita a coniugare passato e presente
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Il primo successo della giovane azienda aretina è la cosiddetta cravatta, o collana saliscendi, che diventa un atout del periodo. L’inizio del decennio ’90 coincide invece con il lancio delle lavorazioni in elettroformatura, una soluzione che consente di alleggerire il peso dei gioielli senza penalizzarne i volumi (Foto a sinistra). The first achievement of the young company from Arezzo is the so-called tie or latch necklace (the English call it lariat) that becomes a winning card in the period. The beginning of the nineties coincides with the launch of electroform workings, a cutting edge solution allowing for a reduction in the weight of jewels without negatively impacting on volumes (picture on the left).
F
iglia di una solida esperienza nel settore, maturata dal fondatore Doriano Martinelli attraverso collaborazioni con le più affermate aziende aretine, Artlinea nasce nel 1983 con il preciso intento di diventare un punto di riferimento per l’oreficeria italiana. Fin da subito si distingue per la brillante creatività e per l’uso innovativo delle tecnologie, pur conservando la matrice artigianale italiana. Il design esplora forme più audaci Tra le prime a utilizzare l’elettroformatura, Artlinea è pioniera ed ecco la collezione Fireworks (in anche nelle modellazioni in 3D che le consentono di ottimizzare alto) che conquista i favori della al massimo l’impiego di materie prime pregiate e di contenere i clientela più fashion e viene indossata anche dalla modella prezzi. Il trasferimento nel 2003 nella nuova e più grande sede di Nina Moric. Leggeri e decorativi, prodotti nei tre colori dell’oro Capolona consente un’ulteriore crescita e un ampliamento delle con diverse finiture delle superfici, sono gli anelli i prodotti più collezioni, prodotte ultimamente anche in argento. Originating gettonati. The design explores bolder shapes leading to the from a strong experience in the sector acquired by its founder Fireworks collection (above) winning the appreciation of the Doriano Martinelli, Artlinea was created in 1983 with the specimost fashionable customers and being worn also by the model fic aim of becoming a reference point for Italian jewellery. Since Nina Moric. Rings are the best sellers, being light, decorative, the beginning, it stands out for the brilliant creativity and for the produced in the three colours of gold or with different surface finishings. innovative use of technologies, nevertheless respecting artisanal Italian tradition. Among the first to use the electroform to make volumes lighter, Artlinea is also a forerunner in 3D modelling allowing to maximise the use Grazie alle nuove tecnologie Artlinea of precious raw materials and to reduce the allarga la gamma ed elabora una serie prices. In 2003 the relocation in the new and di modelli classici (a sinistra), con bigger headquarters of Capolona allows for a diamanti e pietre preziose, che vengono molto apprezzati further growth and a widening of collections, per l’equilibrato rapporto qualità-prezzo. Viene inoltre now also made in silver. rilanciata la collezione in argento con la fantasiosa
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linea Farfalle (a destra). Thanks to the new technologies, Artlinea widens its ranges and develops a number of classic models (to the left) with diamonds and precious stones, highly appreciated for the balanced value for money. Moreover, a silver collection combined with the fancy Farfalle line (to the right) is launched.
MERYL STREEP
2000 Schiere di fashion victim si misurano con i like, esibiscono bellezze di plastica e protagonismo sui social e nella vita
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Ecology, lifestyle, wellbeing
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Il decennio 2000 si apre all’insegna del panico, di previsioni catastrofiche legate a fantomatiche inversioni dei poli magnetici terrestri e tempeste solari che avrebbero dovuto provocare l’estinzione sul pianeta. Apparentandosi al famoso “Mille e non più mille”, anche il 2000 era atteso con incertezza dai più spiritualisti e, dai più pratici, con timore per il previsto Millennium Bug, una sorta di reset che avrebbe fatto saltare tutta la rete di computer al mondo, cancellando intere banche dati. Malgrado le previsioni, abbiamo attraversato virtualmente indenni anche il 2000, ma il decennio non ha risparmiato 94
The 2000 decade opened in a state of panic, of catastrophic predictions associated with imaginary reversals of the Earth’s magnetic poles and solar tempests expected to provoke extinction on our planet. In a way reminiscent of expectations one thousand years before, the year 2000 too was awaited with uncertainty by the more spiritually inclined, while the more practically minded feared the Millennium Bug, a kind of reset expected to blow the worldwide computer network up, deleting whole data banks. Contrary to forecasts, we sailed virtually undamaged through the year 2000, though the decade did not save us
Strategie low cost ed esperienze immersive nel retail stregano il mercato
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in altri generi di catastrofi, naturali perlopiù, oltre alle umane e dolorosissime guerre. Come i flagelli biblici, si susseguono l’epidemia di “Mucca pazza” in Europa, la SARS, o polmonite atipica, che diffonde l’inquietante uso di mascherine chirurgiche anche nelle strade, e l’influenza aviaria. Il mondo animale, come quello naturale, sembra ribellarsi ad atteggiamenti di sfruttamento perpetrati per secoli da società prive di coscienza ambientale. Ma anche l’uomo ci mette del suo, con un funesto 11 settembre, data dell’attentato terroristico al simbolo della società capitalistica americana, le Twin Towers, evento che semina insicurezza e inquietudine, con conseguenze tragiche non
from other catastrophes, mostly natural, along with human painful and wars. Like Biblical plagues, the Mad Cow epidemic in Europe was followed by SARS or atypical pneumonia, which spread the unsettling use of surgical masks even in the streets, and avian flue. The animal world, like nature itself, seemed to be rebelling against those forms of exploitation perpetrated for centuries by private companies without any environmental conscience. But man too did his part, with a tragic September 11, date of the terror attack against the symbol of US capitalist society, the Twin Towers, an event which sowed insecurity and anxiety, with tragic consequences, not only in the USA but all around the world. Violence broke out in other episodes of Arab
In apertura, gioielli Mimì. In questa pagina: Silvio Orlando nel film Il Caimano di Nanni Moretti, 2006. Al centro, bracciale D. Side di Damiani, anni 2000; gioiello di Sharra Pagano, 2008. Pagina a fianco, Amy Winehouse (©Marka); Sharra Pagano, collier bijou, 2000; l’attacco alle Torri Gemelle, New York, 11 settembre 2001. Opening page: jewels by Mimì. This page: Silvio Orlando in the movie Il Caimano by Nanni Moretti, 2006. At the center: D.Side bracelet by Damiani, from the 2000s; a jewel by Sharra Pagano, 2008. Alongside, Amy Winehouse (©Marka); collier bijou by Sharra Pagano, 2000; attack on the Twin Towers, New York, 11 September 2001. 95
solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo. La violenza dilaga con altri episodi terroristici di matrice islamica, ma anche con tragici episodi nazionali da dimenticare, come gli scontri avvenuti in occasione del G8 tenutosi in Italia nel 2001, a Genova. L’incubo della sicurezza, a volte davvero messa sotto scacco ma in molti casi semplicemente strumentalizzata per diffondere panico e ottenere un maggiore controllo sociale, diventa il leitmotiv del decennio. Per tentare di sopravvivere a questi continui “attacchi”, reali o metaforici, l’Europa si dota di una moneta unica, l’Euro, a garanzia dei consumatori e per cercare di incentivare i commerci eliminando le divisioni tra i Paesi membri. Ma il riflesso della crisi non tarda a farsi sentire soprattutto nell’ambito dei beni voluttuari come la moda. Così anche il fashion system si at96
terrorism, but there were also tragic episodes in Italy which deserve to be forgotten, such as the clashes during the G8 summit in Genoa, Italy, in 2001. The nightmare of security, sometimes truly threatened but at other times simply manipulated in order to spread panic and obtain greater social control, became the theme of the decade. In order to survive such continuous attacks, real or metaphorical, Europe adopted a single currency, the Euro, to guarantee consumers and seek to provide an incentive to trade removing divisions among member countries. But the fallout of the crisis soon began to be felt especially in the context of luxury goods, such as fashion. Therefore the fashion system too got ready, launching instantly successful low cost strategies: and so this was the triumph of Spanish clothing giants like Zara, which ope-
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In alto: bracciale di Vendorafa Lombardi, 2000 e, in basso, bangle di Sharra Pagano, 2000. Pagina a lato, in alto: gioielli di Pomellato, collezione Victoria (2001) a sinistra e Sabbia (2003) a destra; in basso, bracciale in corallo rosa con smeraldi e diamanti, De Simone Fratelli, 2007. This page: above, a bracelet by Vendorafa Lombardi and, below, a bangle by Sharra Pagano. Page alongside, above: jewels by Pomellato, Sabbia collection (2003) on the left and Victoria (2001) on the right; below, pink coral bracelet by De Simone Fratelli, 2007.
ned in Italy in 2001 and of the Swedish company H&M, but also of chains like Muji (literally no logo, though art direction and design were managed by such talents as Kenia Hara and Naoto Fukasawa) which offered quality and design at reasonable prices with an eye on environment sustainability. The crisis in the retail sector entailed reliance on new synaesthetic strategies, which focused on an immersive experience of the consumer at the point of sale. Therefore the customer would be received not only by products, but also by a carefully designed environment, enjoyable to sight
and smell. This kind of interactivity, appealing to one’s deepest feelings, stimulated the buying experience but above all sold lifestyle, as could be seen from the famous Corso Como 10 in Milan and Colette in Paris, with its light but persistent fragrance. Branded restaurants and cafes opened, in Milan Gold of Dolce &Gabbana, the Just Cavalli Café and Armani store – some farsighted, like Trussardi had already had the idea – satisfied nearly every kind of everyday need, from food to flowers which, purchased at the store and packaged by delicate staff wearing monastic
trezza sfoderando strategie low cost di immediato successo: è il trionfo di colossi spagnoli di abbigliamento come Zara, che apre in Italia nel 2001, e dello svedese H&M, ma anche di catene come Muji (letteralmente no logo anche se l’art direction e il design sono curati da talenti come Kenia Hara e Naoto Fukasawa) che propongono qualità e design a prezzi contenuti con un occhio all’ecocompatibilità. La crisi nel settore retail si affida alle nuove strategie sinestetiche, che mettono al centro l’esperienza immersiva del consumatore nel punto vendita. Ad accoglierlo allora non sono più solo i prodotti, ma anche un ambiente curato e gradevole per l’occhio e per l’olfatto. Questa sorta di interattività, che si appella ai sensi più profondi, stimola l’esperienza di acquisto ma soprattutto vende il lifestyle come testimoniano i noti Corso Como 10 e Colette a Parigi con la sua leggera ma persistente fragranza. Aprono ristoranti e caffé griffati, a Milano il Gold di Dolce &Gabbana e il Just Cavalli Café - alcuni lungimiranti come Trussardi ci avevano già pensato - oltre all’Armani store, soddisfano quasi ogni esigenza quoti97
diana, dal food ai fiori che, acquistati nello spazio dedicato e confezionati da delicati inservienti in divisa monastica, profumano le case trendy di minimalismo chic. Se il fine diventa soddisfare più bisogni contemporaneamente (a tutto vantaggio dell’incremento dei consumi of course) non stupisce che i negozi si ibridino con le caffetterie e le librerie con le enoteche, dove in certi casi ci si dà appuntamento con le amiche per fare la maglia e l’uncinetto, sorseggiando il the. La moda torna ad attingere da repertori già visti e sicuri, e non registra grandi differenze rispetto al decennio precedente, ma fioriscono i neologismi per indicare le nuove contaminazioni: dall’urban-chic al neo-gotic. Se vengono sdoganati gli abiti low cost questo non vale per gli accessori che devono essere griffati, dalla baguette di Fendi alle shopping bag alle extension firmate Paris Hilton. Il vintage impazza, investendo anche gli interni che si tingono di nuance pallide e desaturate, mentre tornano in voga le ballerine che fanno la felicità delle donne stanche di saltellare su tacchi stilettos e animano il malumore di uomini che 98
uniforms, perfumed trendy houses with chic minimalism. If the purpose was to satisfy several needs at once (of course entirely to the advantage of an increase in consumption), it is no surprise that shops turned into hybrids with cafeterias, bookshops and wineshops, where in some cases, ladies would meet their friends to do knitting while comfortably sipping tea. Fashion went back to an already well tried repertoire, and registered no really great differences compared to the previous decade, though new terms were invented to name the new contaminations, from urban-chic to neo-gothic. While low cost clothing became acceptable, the same was not true for accessories, which had to be branded, from Fendi’s baguette to shopping bags to extensions by Paris Hilton. Vintage was all the rage, and affected interior decoration as well, with pale and desaturated nuances, while ballerina flats came back in fashion, to the joy of women tired of hopping on stiletto heels and to the displeasure of men who desired women
In alto, Bergisel Ski Jump, Zaha Hadid, 1999-2002; in basso, anello di Vendorafa Lombardi, 2000. Pagina a lato: anello e collana della collezione Incanto di Zoppini, 2016, e la storica campagna 20032004 firmata Helmut Newton. Above: Bergisel Ski Jump, Zaha Hadid, 1999-2002; below, ring by Vendorafa Lombardi, 2000. Alongside, ring and necklace from the Incanto collection by Zoppini, 2016, and the company’s historic 2003-2004 campaign, signed by Helmut Newton.
sostengono donne a tacco 12 per 24 ore al giorno. La società avanza nella direzione della globalizzazione e dell’interconnessione grazie ai social media e nel fashion è soprattutto l’uomo a risentirne. Il guardaroba maschile si aggiorna all’insegna di materiali ad alte prestazioni, sia funzionali sia estetiche che, complici le nanotecnologie, creano un esercito di techno addict. Techno anche il genere musicale emergente, non slegato dalla moda street che, non più confinata a tribù urbane, entra a pieno titolo nei ranghi dell’ufficialità del sistema come dimostrano le sneaker firmate Yamamoto in passerella. Se il benessere e la qualità della vita rappresentano il nuovo lusso, la visibilità mediatica, anche se casalinga, ottenuta collezionando like sui social, è la misura del successo nei 2000, mentre il sogno della giovinezza, ottenuta con la chirurgia
with six-inch heels 24 hours a day. Society moved ahead in the direction of globalisation and interconnection, thanks to social media, and in fashion the main impact was on men. Men’s wardrobes were updated with high performance material, both in functional and aesthetic terms, which – thanks to the complicity of nanotechnologies – created an army of techno-addicts. Techno was also the emerging musical genre, not without ties to street fashion which, no longer confined to urban tribes, became a fully official part of the system, as could be seen when Yamamoto sneakers appeared on the catwalk. While well being and the quality of life represented the new form of luxury, media visibility – even on a homemade scale – obtained by collecting likes on social media was the measure of success during the deca-
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plastica e con iniezioni più o meno sane di botox o filler è da raggiungere a tutti i costi. Gli anni Duemila sono quelli del debutto nell’orologeria di Gianmaria Buccellati, le cui originali creazioni, concepite e prototipizzate in Italia, vengono poi prodotte interamente in Svizzera. Entra nell’azienda anche il figlio Andrea, che, fedele alla riconoscibilità delle creazioni familiari, propone oggetti moderni e sensibili alle tendenze contemporanee. Intanto Damiani prosegue la sua ascesa nel settore con la creazione di Bliss (2000), un marchio rivolto ai giovani con monili in acciaio e gioielli fashion, l’acquisto dello storico marchio milanese Calderoni di alta gioielleria e l’acquisizione (2006) della prestigiosa catena di gioielleria e orologeria di alta gamma Rocca, leader in Italia. In questi anni, precisamente nel 2001, Pomellato lancia la collezione Nudo, destinata a diventare un’icona di stile per il suo anticonformismo, la sua semplicità e l’estrema eleganza, e, a seguire nel decennio, diverse collezioni di successo come Capri, del 2002, ispirata alle vivaci tonalità dell’isola mediterranea, e Tango del 2008, che rappre100
de, while the dream of youthfulness, obtained thanks to more or less healthy injections of botox or filler, was something to be achieved at all costs. Those years also saw the debut in watchmaking of Gianmaria Buccellati, whose original creations, designed and prototyped in Italy, were then entirely made in Switzerland. His son Andrea also entered the business, and – loyal to the recognisability of his family’s creations – proposed modern items, sensitive to contemporary trends. Damiani continued its ascent in the field, with the creation of Bliss (2000), a brand addressed to young people with steel and fashion jewels, the purchase of the historic brand Calderoni of high range jewellery, based in Milan, and the acquisition (2006) of control over the high range jewellery and watch chain Rocca, leader in Italy. In the same years, precisely in 2001, Pomellato launched the Nudo collection, which became a style icon because of its unconventionality, simplicity and extreme elegance, and later in the decade, several other collections such as the Capri collection (2002), inspired by the lively hues of the Mediterranean island, and the Tango
senta l’icona glamour per eccellenza, nella quale si coniugano armoniosamente la maestria artigianale e il design contemporaneo tipico dell’azienda. La creatività e il colore vengono interpretati abilmente anche dal nuovo marchio milanese Mimì, i cui preziosi gioielli, sofisticati e contemporanei, sono disegnati da Giovanna Broggian e realizzati da esperti maestri orafi in Italia. Negli anni 2000 anche l’expertise della valenzana Vendorafa Lombardi si amplia affiancando alle lavorazioni artigianali tecnologie all’avanguardia, dalla prototipazione rapida alla modellazione 3D, all’introduzione di sistemi informatici come CAD e CAM, come supporto per la produzione di un prodotto Made in Italy di qualità. Anche il brand fiorentino Zoppini, nato nel 1997, si distingue non solo per l’accostamento di materiali inediti e l’utilizzo di tecniche d’avanguardia, ma anche per l’originale comunicazione; nel 2003/4 Helmut Newton firma l’innovativa campagna Zoppini “Chi si ama osa”.
collection (2008), the glamour icon par excellence, which harmoniously blended craftsmanship and the contemporary design typical of the company. Creativity and colour were also skilfully interpreted by the new Milan brand Mimì, whose precious jewels, sophisticated and contemporary, were designed by Giovanna Broggian and handmade by expert master goldsmiths in Italy. During the same decade, the expert skills of Vendorafa Lombardi, based in Valenza, were expanded by rounding off craft work with state of the art technologies, from fast prototyping to 3D modelling, to the introduction of IT systems like CAD and CAM, as a support to the production of quality products Made in Italy. The Florentine brand Zoppini, born in 1997, also stood out, not only because of the way it matched hitherto unused materials and employed cutting edge technology, but also because of its original communication: in 2003/4 Helmut Newton signed Zoppini’s innovative campaign “Dare to love”.
1950-59 2000-2009
Gioiello scacciamalocchio in rame dorato e corniola, Unoerre, 2012. Matrimonio reale a Westminster, William e Kate, 2011(©Marka). Nella pagina a fianco, in alto in senso orario, collezioni Pomellato: Capri (2002), Victoria (2001), Nudo (2001) e Tango (2008). In basso sfilate Alexander McQueen, 2009 e 2006. A jewel against evil eye by Unoaerre in goldplated copper and carnelian, 2012, Royal wedding at Westminster, William and Kate, 2011(©Marka). Page alongside, above counterclockwise, collections by Pomellato: Capri (2002), Victoria (2001), Nudo (2001) and Tango (2008). Below: Runway shows by Alexander McQueen, 2009 and 2006. 101
Anello di Gucci. A destra, anello Mikimoto Milano by Giovanna Broggian, collezione Delfina, 2004, e, sotto, collana della collezione Desmos, 2005. A lato: Tre copertine dell’Orafo italiano, 2006, 2007 e 2008. A ring by Gucci. Right, a ring by Mikimoto Milano by Giovanna Broggian, Delfina collection, 2004, and below a necklace from the Desmos collection, 2005. Aside: covers of L’Orafo Italiano, 2006, 2007, 2008.
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Le cose più rare al mondo, dopo il buon senso, sono i diamanti e le perle (J. de la Bruyère)
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La moda dovrebbe essere una forma di evasione, non una forma di prigionia (A. Mc Queen)
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F.I.OR. 1974
Dall’idea e dallo spiccato spirito imprenditoriale del suo fondatore nasce nel 1974 nel distretto aretino l’azienda F.I.OR., originariamente specializzata nella produzione di catene e di anelli a molla. From an idea and the outstanding enterprising spirit of its founder, in 1974 in the Arezzo district F.I.O.R. becomes a reality, originally specialized in producing chains and spring rings.
Innovazione tecnologia e know how Passione e tenacia, unite all’ intuito imprenditoriale, sono alla base del successo di F.I.OR.
È 1979 Nel 1979 viene brevettata la prima macchina per montaggio automatico degli anelli a molla e l’azienda raggiunge il successo sui mercati internazionali. In 1979 F.I.OR takes out a patent for the first machine to automatically mount spring rings and the company achieves its success on international markets.
2001 La decisione di introdurre la produzione di palline, attualmente disponibili in tutti i metalli preziosi e non, in numerose misure forme e finiture, risulta vincente. The decision to introduce the production of spring rings, now available in different precious and non precious metals and in different dimensions, turns out to be a winner.
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dall’esperienza nel settore meccanico, legata alla produzione di catene, e dalla tenacia del fondatore che nel 1974, ad Arezzo, nasce l’azienda F.I.OR., specializzata nei semilavorati come chiusure e anelli a molla, prodotti altamente richiesti e necessari a tutti i produttori del settore orafo. La continua innovazione tecnologica, supportata dal know how, conduce alla realizzazione interna di macchinari brevettati, come la macchina automatica, del 1979, per il montaggio degli anelli a molla. La forte competizione che caratterizza il distretto aretino induce il fondatore ad abbandonare, all’inizio degli anni Ottanta, la produzione di catene, privilegiando invece il miglioramento tecnologico dei macchinari per gli anelli a molla, che diventano più leggeri e di qualità più elevata. A oltre 40 anni dalla sua fondazione F.I.OR. conta oggi su circa cinquanta dipendenti e può vantare un 82% del fatturato dall’estero. Dunque si tratta di una realtà fortemente internazionalizzata e conosciuta nel mondo che, nel corso degli anni, si è contraddistinta per la propria capacità di rinnovarsi attraverso l’ideazione e la realizzazione di nuove chiusure e semilavorati per gioielli. From the experience gained in the mechanical sector, linked with chain production, and from perseverance of the founder, F.I.OR. saw the light in Arezzo in 1974. The company specialized in producing semi-fi- nished items such as clasps for necklces and spring rings, products on high demand and required by all the jewellery manufacturers. Continual technological innovation, aided by the know-how, lead to producing in-house patented machinery, such as the automatic machine of 1979 to mount spring rings. In the early eighties, heavy competition typical of the Arezzo district forces the founder to abandon the production of chains and concentrate on the technological improvement of machinery used to produce spring rings which become far lighter with greater quality. After more than 40 years, now F.I.OR. employs about fifty workers and can boast a 82% of its turnover from abroad, so it is a worldwide well known company. Over the years, in fact, F.I.OR. stood out for its ability to renew itself through the design of new closures and semi-finished products for jewelery.
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ZOPPINI 1997
Nasce il marchio Zoppini, che riscuote grande successo con la collezione Feeling (significativamente acronimo di Freedom, Energy, Emotion, Love, Imagination, New Goals). La collezione rimarrà a lungo un best-seller e il suo motivo figurativo diventa un elemento del logo aziendale. Birth of the Zoppini brand, which met with great success thanks to a collection called Feeling (significantly the acronym of Freedom, Energy, Emotion, Love, Imagination, New Goals). The collection became a long lasting bestseller and its figurative motif became an element of the company logo.
Regalare emozioni senza tempo Zoppini ha creato collezioni all’avanguardia, con stili e materiali innovativi
È
il 1997 quando Mauro Zoppini, rappresentante della terza generazione di questa famiglia fiorentina di creativi e imprenditori, fonda il marchio Zoppini, che si impone subito con la collezione Feeling (acronimo di Freedom, Energy, Emotion, Love, Imagination, New Goals), in particolare con l’iconico bracciale componibile. Il brand, oggi prodotto e distribuito da MPF Group, che rappresenta anche i marchi Manuel Zed e Ikonika, ha conquistato un ruolo di primo piano in tutto il mondo nella gioielleria moda, studiata dall’Ufficio Research & Design e realizzata in materiali alternativi, con tecniche di produzione tecnologicamente all’avanguardia e un design di studiata attualità. L’azienda ha sempre considerato centrale la comunicazione, realizzando campagne storiche, come quella firmata da Helmut Newton, e oggi dedicando grande attenzione alle nuove forme di comunicazione legate al web e ai canali social. Zoppini vanta la prestigiosa certificazione Italcheck, a garanzia di un prodotto interamente realizzato in Italia. In 1997 Mauro Zoppini - third generation of a creative family of Florentine entrepreneurs - established the Zoppini brand, quickly meeting with success thanks to a collection called Feeling (acronym of Freedom, Energy, Emotion, Love, Imagination, New Goals), especially with its iconic composable bracelet. The brand, produced and distributed today by MPF Group, which also represents Manuel Zed and Ikonika, has conquered a leading role in fashion jewellery, studied by the Research & Design Office and made using alternative materials, with technologically state of the art production techniques and a contemporary design. The company has always paid great attention to communication, realising historic campaigns such as the one signed by Helmut Newton, and paying attention today to new forms of communication associated with the web and social media. Zoppini boasts the prestigious Italcheck certification which guarantees that a product has been made entirely in Italy. 106
2003
È Helmut Newton a firmare la storica campagna di comunicazione Zoppini 2003/4: decisamente audace per il settore, coerentemente con i materiali alternativi e lo stile innovativo dei gioielli Zoppini, è destinata a rimanere nella memoria dei consumatori anche grazie al claim “chi si ama osa”. Helmut Newton signed Zoppini’s 2003/4 historic communication campaign: definitely bold for this sector, in consistence with the alternative materials and the innovative style of Zoppini’s jewellery, it will remain in the memory of consumers also thanks to the claim, “dare to love”.
2016
Ultima nata in casa Zoppini è la collezione Incanto: i gioielli sono in bronzo elettroformato Soft Touch, morbidi al tatto e disponibili in tonalità grigio perla, champagne, con Swarovski Golden Shadow, e acquamarina, con Swarovski Metallic Blu. Newborn is the Incanto collection: the Soft Touch jewels are made of electroformed bronze, and come in pearl grey, champagne, with Swarovski Golden Shadow, and aquamarine, with Swarovski Metallic Blu.
P E P I TA
collection
Made in Italy - zoppini.it
SIMON BAKER
2010 2016 Sulle note dei Duran Duran e di Bob Dylan, il mondo prosegue la sua corsa. È il trionfo del vintage
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Ed ora, io sto solo provando a cambiare il mondo, un lustrino alla volta (Lady Gaga)
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Revival, blog e stile lo-fi
I
Il clima di insicurezza ereditato dal decennio precedente sembra farsi più acuto, sia per il susseguirsi di attentati terroristici di matrice islamica concentrati perlopiù in area europea, sia per le catastrofi naturali che paiono non voler allentare la presa. Vulcani eruttano polveri nere e terremoti devastano aree intere con una forza e una frequenza mai vista prima. E intanto la Cina, ormai diventata la seconda potenza economica mondiale, viene guardata con grande interesse dagli imprenditori del lusso, mentre in Giappone il disastro nucleare di Fukushima getta ombre inquietanti su un futuro da The day after. L’America viene travolta da una potente crisi economica, iniziata con i misteriosi mutui subprime e poi dipanatasi a livello mondiale, e l’istituzione Europa viene indebolita dalla decisione dei sudditi inglesi favorevole all’uscita del Regno Unito dall’unione europea, la cosiddetta Brexit. L’abbandono del popolo britannico non è 110
The climate of insecurity inherited from the previous decade seems to worsen due to both a succession of Isis-inspired terrorist attacks, mostly in European countries, and never-ending natural disasters. Volcanoes erupt black powders and earthquakes devastate entire regions with unprecedented force and frequency. Meanwhile, the luxury business shows an increasing interest in China, today’s second-largest economy, while Japan’s Fukushima nuclear disaster is casting eerie shadows on a “The Day After” kind of future. America is overwhelmed by a powerful financial crisis, which began with mysterious subprime mortgages and then unraveled worldwide, while European institutions are weakened by the UK’s decision to leave the European Union – the so-called Brexit. However, the Brexit is not the only abandonment worth mentioning in this strange de-
Retromania come ricetta contro l’insicurezza, torna l’artigianato in chiave 2.0
In apertura: Simon Baker (©Marka); bracciali di Andrea Buccellati, 2014; anello di Andrea e Lucrezia Buccellati, 2014. In questa pagina, in alto, bracciali in oro, argento e acciaio di Zancan, 2016; in basso anelli della collezione DiAmourFolies, Chantecler, 2016. Opening page: Simon Baker (©Marka); bracelets by Andrea Buccellati, 2014; ring by Andrea and Lucrezia Buccellati, 2014. This page, above, gold, silver and steel bracelets by Zancan, 2016; below, rings from the DiAmourFolies, collection by Chantecler, 2016.
Il vero lusso? L’intelligenza (Karl Lagerfeld)
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2010-2016
l’unico però che attraversa lo strano decennio in corso; anche un Papa, il tedesco Benedetto XVI, abbandona la carica di pontefice, e al suo posto viene eletto l’argentino Bergoglio, papa Francesco. I commenti si susseguono e le notizie (spesso scandalose) oltrepassano i muri del Vaticano, così come quelli di ogni ufficio politico di rispetto, in Italia e altrove. È il momento delle WikiLeaks, le fughe di informazioni confidenziali e le violazioni della privacy; se questo avviene in politica, la vita quotidiana non viene risparmiata da scandali di entità più o meno significativa, amplificati dai social, ormai veicolo principe di emozioni, pensieri reconditi e scrigno, facilmente apribile, di qualunque trasgressione. In questo panorama non stupisce che la moda, così come la musica e il design, si rifugino in una sorta di retromania, una tendenza che riabilita il revival,
cade: even a pope, the German Benedict XVI, decided to resign and was replaced by Argentina’s Bergoglio, elected as Pope Francis I. A large number of rumours and often-outrageous news circulated beyond the Vatican walls, as well as beyond the walls of political offices in Italy and elsewhere. It is the time of WikiLeaks, that is leaks of confidential information and privacy violations; when this happens in politics, everyday life is not spared from more or less significant scandals, amplified by social media, now the main vehicle of emotions, hidden thoughts and an easy-to-open treasure chest of transgressions. It is no surprise that, in this scenario, fashion, as well as music and design, tend to escape into some sort of retromania, a reassuringly familiar revival of the past. The new forms of expression feature a re-
In alto, Mikimoto Milano by Giovanna Broggian, collezione Dorothea, 2012; in basso, gioielli della collezione Giardini Segreti di Pasquale Bruni, 2016. Above, Dorothea collection by Mikimoto Milano by Giovanna Broggian, 2012; below, jewels from the Giardini Segreti collection by Pasquale Bruni, 2016. 111
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Queste pietre non perdono mai la loro forma, i diamanti sono i migliiori amici di una ragazza (M. Monroe)
In questa pagina: Morellato, gioielli della collezione Pura in argento 925 e zirconi, 2016. Pagina fianco: in alto Lady Gaga (©Marka); sotto, anelli della collezione Boutique di Mimì Broggian Milano, 2014. This page: jewels from the Pura collection by Morellato in sterling silver and zircons, 2016. Alongside: top, Lady Gaga (©Marka) and, below, Mimì Broggian Milano rings from the Boutique collection, 2014.
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in qualche misura rassicurante. I nuovi linguaggi espressivi sono improntati al ritorno del gusto “analogico”, alle asimmetrie, al non-finito e alle sfumature pallide e incerte del lo-fi, sapore derivato dagli scatti rubati con piccole macchine fotografiche in plastica, le lomografiche. Trionfa l’industria della nostalgia che nella comunicazione pubblicitaria assume i tratti di luoghi iconici e prodotti ridisegnati ma appartenenti al l ’i m mag inario collettivo, così come nella moda vince il gusto vintage, vero o falso che sia, ma pur sempre rasserenante. Il modello hipster incarna appieno il nuovo trend: ci si muove rigorosamente in bicicletta, ma questa deve essere firmata e possibilmente assemblata da un artigiano amico, si indossano bretelle
turn to all things “analogic”, asymmetries, the unfinished, and the pale, uncertain shades of lo-fi, impromptu snapshots taken with small plastic cameras, or lomography. Enters the industry of nostalgia: in marketing, this is expressed through iconic places and products that are redesigned but belong to the collective imagination, while fashion revives interest in vintage pieces (whether authentic or just inspired, they are always reassuring). The new trend is fully embodied by the hipster style: people get around town by bike, provided that it has been designed and possibly assembled by a craftsman friend; they wear jeans with suspenders and bowler hats, men shows off a full, intellectual-looking beard, and everyone is equipped with all sorts of high-tech devices to communicate at all times and in
2010-2016
LADY GAGA
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Quando non c’è energia non c’è colore, non c’è forma, non c’è vita (Caravaggio)
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In alto a sinistra, collana in oro della collezione Phylo e, a destra, bracciali in oro bianco, rosa e giallo con diamanti della collezione Solo, tutto di Fope, 2015. In basso, bracciale e orecchini in oro e diamanti della collezione Siracusa di Antonini, 2016. Above left, gold necklace from the Phylo collection and, right, bracelets in white, rose and yellow gold from the Solo collection, all by Fope, 2015. Below, bracelet and earrings in gold and diamonds from the Siracusa collection by Antonini, 2016.
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sui jeans e bombetta in testa, si sfoggia (per gli uomini) una barba folta e intellettuale e ci si attrezza con ogni sorta di display tecnologico per comunicare in ogni momento e in ogni luogo. Si rincorrono tendenze lisergiche e vaporosità anni ottanta condite con colori pastello e pellicce sintetiche, fiabe bon ton condividono le ruches con i look etnici di Marras mentre il passaggio di mano da Frida Giannini ad Alessandro Michele segna un’epoca, con il tramonto della sensualità Gucci che fa spazio a un bambolesco romanticismo. In fondo vale tutto, l’importante è distinguersi come ben sanno le tribù urbane che dal Giappone all’Inghilterra cercano la loro identità in make up esagerati e abiti al limite del travestitismo. Per fortuna questi divertenti fenomeni si accompagnano a un sostanziale avanzare del fronte per il riconoscimento dei diritti civili alle coppie gay, alla lotta all’omofobia e al dibattito sul no-gender, tema di cui la moda, da buona trendsetter, si appropria per rifletterne i bagliori in outfit innova-
all places. People run after lysergic trends and 80s-inspired haziness embellished with pastel colours and faux fur, preppy fairy tales combine ruffles with Marras-style ethnic looks, while the transition from Frida Giannini to Alessandro Michele marks an era, with Gucci’s signature sensuality making room for doll-like romanticism. After all, anything goes; the important thing is to stand out. And so do all urban tribes from Japan to the UK, looking for their identity through overdone make-up and extravagant outfits coming close to cross-dress i n g . Thankfully, this extra dose of eccentricity is accompanied by a significant leap forward in the recognition of civil rights to gay couples, the fight against homophobia and the gender neutral debate, a theme which is borrowed and reflected by the fashion world through innovative and trend-setting looks. The decade was also marked by some major losses in the world of music and entertainment: the eclectic David Bowie,
tivi. Nel mondo della musica e dello spettacolo alcuni lutti importanti segnano il decennio: l’eclettico David Bowie, il raffinato Prince e l’iconico Michael Jackson, mentre l’avanzare delle cantilene rap, seguitissime dai più giovani, si ibridano con la musica pop ed elettronica, stimolando il business di un abbigliamento finto casual – in realtà curatissimo – confortevole e maxi taglia. Sono anni di protagonismo, in qualunque sua forma, dal blog al talent show: c’è voglia di misurarsi con il gradimento del pubblico, forse c’è voglia di piacere ma soprattutto di lavorare divertendosi. Le blogger sono le nuove socialite, incoronate dal sistema moda in quanto rappresentanti del modello aspirazionale di ogni ragazzina che sogna di indossare abiti firmati in compagnia, perché no, di un giovane rapper. Nel decennio ancora in corso i social network confermano un ruolo di primo piano, ribadendo tra le righe il paradosso di un
the refined Prince and the iconic Michael Jackson, while rap chants, much loved by young audiences, hybridise pop and electronic music, fuelling the business of oversize, comfortable clothing with fake casual looks – which in fact are artfully styled. In these years, ordinary people take centre stage in any possible way, from blogs to talent shows: there is a widespread desire to achieve public acceptance; perhaps a desire to be liked, and above all to work while having fun. Bloggers are the new socialites, and are highly regarded by the fashion industry for inspiring every young woman who dreams of wearing designer clothes, perhaps while walking hand in hand with a young rapper. In this decade, social networks confirm t h e i r key role, sneakily emphasising the paradox of a world that desperately needs
CHIARA FERRAGNI
mondo che esprime un estremo bisogno di comunicare, ma lo fa preferibilmente via chat, senza esporsi di persona. Il settore oreficeria in Italia mantiene alto il suo prestigio con aziende dal fascino intramontabile come Buccellati, che dal 2013 è guidata da Andrea, nipote del fondatore e attuale presidente del Gruppo. Chantecler, foriera di successi sin dai tempi della Dolce Vita, punta sull’amore con la collezione DiAmour&Folies, con orecchini, ciondoli e anelli che incastonano diamanti in trame di oro bianco o rosa, creando preziosi ricami e mescolando pietre colorate con l’oro rosa. Nel distretto aretino, Unoaerre, che negli anni ha saputo conservare il patrimonio artigianale del distretto, nell’ultimo decennio ha apportato diverse migliorie nell’organizzazione dell’azienda, potenziando l’area di ricerca e sviluppo finalizzata all’automazione dei processi, alla ricerca su nuovi materiali e finiture e all’innovazione tecnologica. Nel luglio del 2013 il brand Pomellato,
to communicate, but prefers to do it from behind a screen, behind a shield of anonymity. The Italian jewellery industry maintains its prestige with timeless companies, such as Buccellati, which has been led by Andrea, the founder’s grandson and current president of the Group, since 2013. A harbinger of success since the days of the Dolce Vita, Chantecler celebrates love with its DiAmour&Folies collection, featuring earrings, pendants and rings that embed diamonds into white or pink gold textures, creating finely embroidered works and combining coloured gemstones and pink gold. In the Arezzo district, Unoaerre, which has preserved the district’s traditional craftsmanship over the years, has introduced several improvements to the company’s organisation in the last decade, strengthening its Research and Development division with a focus on process automation, new materials and finishes, and technology innovation. Known for its
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Ho costruito la mia carriera grazie a Internet e ai social media... (C. Ferragni)
In questa pagina, dall’alto in senso orario: orecchini in corallo rosso del Mediterraneo e diamanti di De Simone Fratelli, 2012; anello in corallo e diamanti della collezione Links di Rovian, 2015. gioiello fantasia della linea bijoux di Ottaviani; This page, from top clockwise: earrings in Mediterranean red coral and diamonds by De Simone fratelli, 2012; ring with coral and diamonds from the Links collection by Rovian; fashion jewel from the bijoux collection by Ottaviani. 115
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da sempre contraddistinto dalla capacità anticipatrice sia nei prodotti sia nella comunicazione, entra a far parte del gruppo Kering insieme ad altri noti marchi del settore lusso, mentre la milanese Antonini, specializzata in gioielli con diamanti e pietre preziose, fondata nel 1919 e dagli anni Novanta guidata dalla terza generazione, consolida negli anni il proprio successo attestandosi come marchio storico di alta gioielleria e ampliando la rete distributiva nazionale ed estera. Mantiene la conduzione familiare anche l’azienda Pasquale Bruni, affidando il settore creativo alla figlia del fondatore Eugenia e realizzando collezioni romantiche e preziose come la recente Giardini Segreti. Tra le tante imprese di successo, Graziella, fondata nel 1958 come piccolo laboratorio orafo ad Arezzo, è oggi una realtà internazionale conosciuta per le creazioni di gioielleria in oro e argento, a cui si sono affiancate in anni recenti anche fortunate linee di orologi e di pelletteria. Nome noto nel mercato dei diamanti tagliati e della gioielleria con diamanti, Amin Luxury nel 2015 brevetta il Leonardo da Vinci Cut, un particolare taglio della pietra basato sulla Divina Proporzione usata da Leonardo. 116
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La moda è l’autoritratto di una società e l’oroscopo che essa stessa fa del suo destino (E. Flaiano)
visionary spirit in both products and communication, the Pomellato brand joined the Kering group in July 2013 alongside other renowned luxury brands. Founded in 1919 and in its third generation since the 1990s, Milan-based Antonini specialises in diamond and gemstone jewellery; the company has built its success over the years until it became a time-honoured high jewellery brand and expanded its domestic and foreign distribution network. Pasquale Bruni is still a family-run business, with the creative department being headed by the founder’s daughter Eugenia, and with romantic, precious collections such as its recent “Giardini Segreti”. One of many successful Italian companies, Graziella was founded in 1958 as a small jewellery workshop in Arezzo and is now an internationally recognised business known for its gold and silver jewellery lines, recently expanded with successful collections of watches and leather goods. A name known in the market of cut diamonds and diamond jewellery, Amin Luxury patented its Leonardo da Vinci Cut in 2015, a special cut based on Leonardo’s Divine Propor-
In alto a sinistra, bracciali tennis in oro bianco, giallo e brunito con diamanti, zaffiri e rubini di Amin Luxury. A destra, una parure di Graziella. In basso, bracciale in oro giallo e bianco di O.R.F. Pagina a fianco, in alto collana di Sharra Pagano e, in basso, sfilata Gucci SS 2016. Above left, tennis bracelets in white, yellow and burnished gold with diamonds, sapphires and rubies by Amin Luxury. Right, a set by Graziella. Below, a bracelet in white and yellow gold by O.R.F. Alongside: at the center a necklace by Sharra Pagano and, below, SS 2016 Gucci catwalk show.
Ottaviani invece, che affonda le sue radici nella lavorazione dell’argento, ha saputo cogliere l’occasione della crisi dell’ultimo decennio per rinnovarsi. È in questi anni infatti che l’azienda presenta sul mercato la linea Ottaviani Bijoux, la linea di orologi, una nuova linea di gioielli in argento e una rinnovata collezione home dal design contemporaneo, mentre Zoppini, che negli anni ha ampliato la sua gamma con gioielli più eleganti e originali, lancia Coffee, un intramontabile successo del brand. In armonia con le tendenze di mercato e le evoluzioni del sociale, Zancan, nata nel 1990, lancia dal 2001 un innovativo progetto dedicato alla gioielleria maschile e al gioiello unisex, coniugando gioielli in oro con diamanti e pietre preziose, creazioni in argento, acciaio, titanio e alternandoli con inediti materiali come silicone, kevlar e ceramica. Morellato, che fin dagli anni ’90 aveva introdotto una visione disinvolta
tion. Ottaviani, which has its roots in silversmithing, took the crisis of the last decade as an opportunity to renew itself. In these years, the company decided to launch its Ottaviani Bijoux line, a line of watches, a new line of silver jewellery and a renewed, contemporary home collection, while Zoppini, which has expanded its product range with elegant, unique jewellery over the years, launched Coffee, a timeless success of the brand. In line with market trends and social evolutions, Zancan, founded in 1990, launched an innovative line of men’s and unisex jewellery in 2001, combining gold jewellery with diamonds and gemstones, silver, steel and titanium, alternated with original materials such as silicone, kevlar and ceramic. Morellato, known for its relaxed take on jewellery since the 1990s, now stands as a leader in the field of
1950-59 2010-2016
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fashionable steel and silver jewellery; F.i.or., created in the district of Arezzo in 1974, renewed its semi-finished products with a unique design and truly cutting-edge technology; in the market since 1972, the avant-garde Loto Preziosi is also a leading company that, in the last decade, has combined electroforming, electrofusion, sheet forming and investment casting techniques to create contemporary jewellery. In the area of Naples, Cameo Italiano, which was established in the postwar period, upholds the all-Italian tradition of cameo carving to create charming jewellery with a vintage flair, while another local busin. Finally O.R.F, which since its founding is renowned for its attention to quality and for the varied range of products, creates objects using any technique and sells most of its production abroad.
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Adoro indossare le gemme, ma non perché sono mie. Non si può possedere lo splendore, si può solo ammirarlo (E. Taylor)
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dell’oggetto prezioso, si attesta come uno dei leader nel settore dei gioielli fashion in acciaio e argento e F.i.or., nata nel distretto aretino nel 1974, rinnova i suoi semilavorati grazie alla originale ideazione e al supporto della tecnologia; all’avanguardia anche Loto Preziosi, presente sul mercato dal 1972, che nell’ultimo decennio ibrida l’utilizzo di elettroformatura, elettrofusione, lastra e microfusione per la creazione di gioielli contemporanei. In area napoletana Cameo Italiano, che affonda le proprie radici nel dopoguerra, preserva la tradizione tutta italiana della lavorazione del cammeo creando gioielli dal fascino rétro. Infine O.R.F., che dalla sua fondazione si distingue per l’attenzione alla qualità e per la variegata gamma di prodotti, realizza oggetti con qualsiasi tecnica, destinando la maggior parte della produzione all’estero.
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Non datemi fiori né cioccolatini, non accetto nulla di deperibile (P. Goddard)
Pagina a fianco, anello in oro bianco e rosa con giada lavanda, zaffiri e diamanti bianchi e neri di Alessio Boschi; in basso, due copertine dell’Orafo Italiano, aprile 2016 e 2015. In questa pagina, tre copertine dell’Orafo Italiano, dall’alto, in senso orario, settembre 2015, dicembre 2015 e settembre 2016. Aside page: white and rose gold ring with lavender jade, sapphires, white and black diamonds by Alessio Boschi; below, two covers of l’Orafo Italiano, april 2016 and 2015. This page, three covers of l’Orafo Italiano, from top, clockwise, September 2015, December 2015 and September 2016. 119
Quando il design è d’eccezione Storico know how nella scelta delle pietre preziose e talento creativo: un mix di successo
50
È il nonno di Sergio, Nullo Antonini, a disegnare le spille e i diademi (in alto) che negli anni ’50 vanno a impreziosire gli abiti e le acconciature delle signore milanesi. Il suo savoir faire si esprime soprattutto nell’uso accorto di diamanti e pietre preziose di colore, sulle quali l’azienda ha maturato una riconosciuta tradizione. Sergio’s grandfather, Nullo Antonini, is the one who designed brooches and diadems (above) that in the ‘50s embellished the dresses and hairstyles of the ladies from Milan, affectionate customers of the maison. His expertise is mainly expressed in the wise use of diamonds and colourful precious stones, on which the company acquired an acknowledged tradition.
anni
D
al commercio di diamanti e pietre preziose, avviato nel 1919, è nata un’attività che già negli anni ’50 ideava e produceva gioielli per l’aristocrazia e l’alta borghesia milanese, ma solo alla fine degli anni ’80 spiccava il volo imponendo il nome Antonini nel panorama italiano. Nel 1989 infatti la terza generazione della famiglia assume la direzione dell’azienda e Sergio Antonini diventa l’anima creativa della maison. Grazie alla sua visione il marchio firma gioielli di fascia alta, con un originale contenuto design che nel 1996 viene premiato dal Diamond International Award. Ma se oggi il brand è tra i beniamini di star come Jennifer Lopez e Gigi Hadid si deve anche al lancio della linea Extraordinaire, da un’idea di Sergio Antonini. Si tratta di pezzi unici Haute Couture destinati alla clientela più esclusiva. From the trade of precious stones, started in 1919, a company emerged that, as far as the ‘50s, designed and produced jewels for the aristocracy and upper class of Milan. However, only at the end of the ‘80s, it took off establishing the name Antonini as one of the most successful brands in the Italian panorama. In fact, in 1989 the third generation of the family takes over the running of the company and Sergio Antonini becomes the creative soul of the maison. Thanks to his vision, the brand creates top range jewels with an original design content that, in 1996, wins the first prize at the Diamond International Award. However, the fact that today the brand is among the favourite of such celebrities as Jennifer Lopez and Gigi Hadid is also due to the launch of the Extraordinaire line, from an idea of Sergio Antonini. It consists of Haute Couture unique items addressed to the most sophisticated customers. 120
1989
La terza generazione Antonini assume la direzione dell’attività e Sergio (sopra) s’impone come art director di spicco nel panorama italiano, forte di un diploma al Politecnico di Milano e al Gemological Institute of America. Sua l’idea di lanciare una collezione di fascia alta, dal design contemporaneo e innovativo (in alto a sinistra la parure Venezia e qui a fianco gli anelli Olympia). The third generation of the Antonini family takes over the business and Sergio (above) establishes himself as a leading art director in the Italian panorama also thanks to a degree at the Politecnico di Milano and at the Gemological Institute of America. He had the idea of launching a top range collection, characterised by a contemporary and innovative design (above at the left, the Venezia parure and aside the Olympia rings).
ANTONINI
2009
Pur conservando la leadership creativa di Sergio Antonini, il marchio viene rilevato da Milano 1919. Il prestigio delle collezioni si arricchisce ulteriormente con i pezzi unici della collezione Extraordinaire (il bracciale sopra e gli anelli sotto) che utilizza unicamente pietre preziose ed è offerta solo alla clientela più esclusiva. Though maintaining the creative leadership of Sergio Antonini, the brand is taken over by Milano 1919. The prestige of the collections is further enriched and the daywear lines are complemented by unique items of the Extraordinaire line (bracelet above and rings below) that feature the most precious gems and are offered only to the most selected clients.
2015
Già presente con una qualificata distribuzione in Italia e uno showroom a Milano, la maison apre una boutique anche all’Isola Bella (a destra) ed espande i suoi confini arrivando negli Stati Uniti (Bergdorf Goodman NYC), a Mosca con una boutique dal 2009, in Canada, Giappone, Repubbliche ex-sovietiche, oltre che sui red carpet più fotografati. Already present with a qualified distribution in Italy and a showroom in Milan, the maison opens a store also on the Isola Bella (photo at right), widening its borders to the United States (Begdorf Goodman’s NYC), in Moscow with a boutique since 2009, Canada, Japan and the former Soviet Republics, besides the most photographed red-carpets.
121
OTTAVIANI
2010
Da un’idea di Laura Ottaviani, architetto, oggi amministratore delegato e responsabile creativa dell’intera produzione, nasce la linea Bijoux, che riscuote grande successo. Innovativa non solo per l’utilizzo dei metalli e dei materiali, ma anche per la distribuzione nelle gioiellerie - fino a quel momento un canale mai utilizzato dalla gioielleria fashion - oggi questa linea rappresenta la metà del fatturato aziendale. An idea of Laura Ottaviani, architect and currently managing director and creative director for the whole production line, gave birth to the Bijoux line, which met with great success. Innovative not only in the way metals and materials were used, but also thanks to distribution in jewellery shops – until then a channel which fashion jewellery had never used - today this line represents half the turnover of the company.
una storia di passione e creatività Ottaviani ha sempre saputo rinnovarsi ed evolvere, senza mai tradire le proprie radici
L
2004
Con l’ingresso in azienda di Laura Ottaviani (in alto) e dei suoi fratelli Marco e Paola, entra in gioco la terza generazione della famiglia Ottaviani, che introdurrà importanti innovazioni produttive e gestionali. When Laura Ottaviani (above) and her brothers Marco and Paola joined the firm, the third generation of the Ottaviani family entered the field, introducing important innovations in production and management.
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a storia dell’azienda Ottaviani è fatta da oltre settant’anni di attività, tutti animati dalla passione e dalla creatività di una famiglia che ha contribuito in maniera fondamentale alla nascita del distretto argentiero marchigiano. Nel corso del tempo l’attività dell’azienda si è diversificata e ampliata e oggi all’oggettistica per la casa, preziosa e dal design contemporaneo, si affiancano le linee Ottaviani Bijoux, Ottaviani Watch e la linea dei gioielli in argento per la donna, l’uomo e i bambini. La produzione, caratterizzata dalla cura della lavorazione e dalla qualità delle materie prime, è sostenuta da importanti iniziative di marketing: la partecipazione a eventi sportivi e culturali - come la prestigiosa fornitura delle medaglie per le Olimpiadi e Paralimpiadi di Torino 2006 - una massiccia ed efficace campagna di comunicazione, l’impegno in attività charity. Ottaviani has a history of over seventy years in business, always driven by the passion and creativity of a family which gave a fundamental drive to the birth of the silversmithing district in the Marche region. Through the years, the company has diversified its business, extenApre a Recanati ding it so that today the home items with their per opera precious and contemporary design come along di Romolo with the Ottaviani Bijoux and Ottaviani Watch Ottaviani - cui succederà il figlio lines and a line of silver jewellery for women, men Alberto - il piccolo laboratorio orafo and children. Production, which features careful argentiero destinato a trasformarsi workmanship and quality of raw materials, is in una vera eccellenza del territorio. supported by important marketing initiatives: Romolo Ottaviani - followed by his son attending important sports and cultural events Alberto - opened in Recanati a small – like the prestigious supply of medals for the Tugoldware and silversmith workshop rin Olympics and Paralympics in 2006 - a massiwhich turned into one of the most excellent businesses in the territory. ve and effective communication campaign and commitment to charity.
1945
GRAZIELLA 1958
Graziella Buoncompagni a soli 19 anni apre ad Arezzo un piccolo laboratorio orafo che si distingue per originalità, freschezza e carica innovativa dei gioielli. Negli anni la piccola impresa sarà protagonista di una continua espansione in Italia e all’estero. When only 19, Graziella Buoncompagni opens a small goldware workshop in Arezzo, which stands out thanks to the originality, freshness and innovation of her jewellery. In the following years, this small business will go through constant expansion both in Italy and abroad.
Uno stile oltre le frontiere
ANNI 90
La seconda generazione - Gianni, Maria Rosa e Angelo Gori - inizia un deciso processo di internazionalizzazione e branding. Viene inaugurata la nuova sede che accorpa le diverse unità centralizzando amministrazione e uffici commerciali. The second generation of the family - Gianni, Mariarosa and Angelo Gori - begins an intense process of internationalisation and branding. The new offices are inaugurated, bringing the various units together and centralising the administration and commercial offices.
Le creazioni Graziella sono ricercate in tutto il mondo per il loro gusto cosmopolita
N
el corso dei suoi quasi sessant’anni di storia, Graziella ha conquistato una posizione predominante nei principali mercati dell’oro internazionali, espandendosi in Medio Oriente, Nord e Centro Africa e repubbliche ex-sovietiche. Recentemente sono stati aperti store a Istanbul, Alicante, Il Cairo, Algeri, Dakar e Dubai. L’offerta viene puntualmente rinnovata nel corso dell’anno, con il lancio di nuove collezioni affiancata alla proposta di nuovi prodotti, colori, finiture, pellami o smalti per le esistenti. I prodotti a marchio Graziella sono curati in ogni particolare come delle piccole opere d’arte e riescono a coniugare lo stile italiano con un gusto cosmopolita ed internazionale in un equilibrio di cromie e volumi inconfondibile. During its almost sixty years of history, Graziella has gained a leading position on the main international gold markets, expanding its activity in the Middle East, North and Central Africa and former Soviet Union republics. In recent years, stores have been opened in Istanbul, Alicante, Cairo, Algiers, Dakar and Dubai. Production is constantly renewed during the year by launching Con la terza generazione, Graziella new collections and, as regards intensifica l’espansione verso i the existing ones, proposing mercati esteri, rafforza il brand, new products, colors, finishing, rinnova l’offerta dei prodotti tradizionali e avvia leather or enamels. Graziella's un’importante operazione di brand extension con il articles feature carefully handlancio della pelletteria e dell’orologeria. With the third led details, like small works of generation of the family, Graziella intensifies its expansion towards international markets, strengthens the brand, art, and they manage to blend renovates the offer of traditional products and starts an the Italian style with a cosmoimportant operation of brand extension launching leather politan and international tagoods and watches. ste, in an unmistakable balance of colours and volumes.
2010
124
LE A I C E SP ENDE AZI
ANCHE QUEST'ANNO NON CI FERMA NESSUNO.
Natale 2016 Per superare qualunque ostacolo questo Natale abbiamo bisogno dell’aiuto della tua azienda. Sostieni la salute materno infantile in Sud Sudan. Per i tuoi regali aziendali scrivici o chiamaci: Tel. 06 08806465/437 mail: aziende@msf.it www.msf.it/nataleaziende
Nomi Citati
Inserzionisti
AMIN LUXURY 116 ANTONINI 114, 120, 121 ARTLINEA 87, 90 ARTURO FACCHINI 24, 76 BETTER SILVER 56, 60, 61 BULGARI 51 BUCCELLATI 15-17, 19, 47, 73, 109 CHANTECLER 13, 38, 57, 110 COPPOLA E TOPPO 34 DAMIANI 14, 15, 30, 50, 75, 95 DE SIMONE F.lli 14, 79, 96, 115 FALCINELLI ITALY 85 F.I.OR. 104 FOPE 67, 114 GIMET 40, 55 GRAZIELLA 116, 124 GUCCI 102 LOTO PREZIOSI 55, 62 MIKIMOTO MILANO 88, 102, 111 MIMì BROGGIAN MILANO 93, 113 MORAGLIONE 21, 29, 49, 74 MORELLATO 112 NERI ROMUALDO 26, 27, 56, 68 O.R.F. 42, 116 OTTAVIANI 115, 122 PALMIERO 54 PASQUALE BRUNI 111 POMELLATO 53, 69, 82, 83, 96, 100 ROVIAN 115 SINICO 33, 64 SHARRA PAGANO 95, 97, 117 UNOAERRE 22, 30, 31, 37, 49, 52, 54, 72, 81, 86, 101
AEROPORTO DI BOLOGNA
VENDORAFA LOMBARDI 35, 37, 51, 67, 75, 79, 84, 85, 97
VOGA GIOIELLI
ZANCAN ZOPPINI
110 99, 106
126
AMIN LUXURY
7
ANTONINI
120, 121
ARTLINEA
90, 91
ARTURO FACCHINI
24, 25
BETTER SILVER
59-61
CAMEO ITALIANO
10, 11
CHIMET
44, 45
F.I.OR.
104, 105
GIMET
40, 41
GIOVANNI RASPINI
2, 3
GRAZIELLA
battente, 124
LOTO PREZIOSI
62, 63
MASSIMO RAITERI
12
NERI ROMUALDO
26, 27
O.R.F.
42, 43
OTTAVIANI
122, 123
PRESTIGE
28
SEA 58 SHARRA PAGANO SINICO UNOAERRE
ZANCAN ZOPPINI
II copertina, 1 64, 65 IV copertina 23 III copertina 106, 107 127
jamcommunication.it
insieme
per sempre