l'Orafo Italiano 05-06-07 2020

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I N CA S O D I M ANC A TO RE C A PIT O INV IA RE AL C M P D I M IL A NO RO S E RI O P E R L A RE S T I T UZ IO NE AL MIT T E N T E PRE VI O PAGAMENTO RESI

FRANCESCA BI ANCHI DESI G N

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EDITORIALE

Non eravamo preparati alla pandemia - come avremmo potuto! Ora dobbiamo essere pronti ad affrontare la riapertura, che speriamo essere definitiva: cercando di superare una tragedia che ha stravolto le prospettive della nostra normalità di un tempo come individui e cercando di orientarci nel labirinto delle incognite economiche e sociali che si spalanca davanti all’universo del lusso. Dai webinar e dalle ricerche che da tempo stanno esplorando i possibili scenari postCovid-19 sono emerse una serie di parole chiave che secondo esperti e sociologi segneranno probabilmente il prossimo periodo, come cautela, consapevolezza, omnichannel, sostenibilità, artigianalità… Resi più consapevoli dalla quarantena sui reali valori e bisogni delle proprie vite, i consumatori si muoveranno in generale con maggiore cautela e consapevolezza nelle scelte di tutti i giorni e negli acquisti importanti, privilegiando quelle aziende che avranno percepito e percepiranno come realmente solidali e “vicine”, in un’interazione online e offline fatta di curiosità, empatia e rispetto. Si approfondiranno tendenze già in atto, come l’attenzione all’ambiente, ormai diventata prioritaria in larghe fasce della popolazione in tutto il mondo, e il desiderio di affidabilità, di cose ben fatte, ad alto tasso di artigianalità e cultura, destinate a durare nel tempo. Questi, lo sappiamo, sono i territori d’elezione delle aziende italiane, che vantano una reputazione, una tradizione e un know how incomparabili. Da qui - questo il nostro augurio e il nostro impegno - sarà possibile ripartire, con una buona dose di coraggio, flessibilità e tenacia.

We were not prepared for the pandemics - how could have we? Now we must be ready to face the reopening that we hope will be final: trying to overcome a tragedy that upset the perspectives of our past normality as individuals and trying to orient in the labyrinth of economic and social uncertainties gaping before the luxury universe. From webinars and the researches that have been long exploring the possible post Covid-19 scenarios, a number of key words have been evidenced that, according to experts and sociologists, will probably mark the following period like caution, awareness, omnichannel, sustainability, artisanship... Made more aware by the quarantine on the real values and needs of their lives, consumers will generally act more cautiously and with a greater consciousness in their daily choices and in important purchases, favouring those companies that they will have perceived and will perceive as truly solid and “close”, in an on line and off line interaction made of curiosity, empathy and respect. Already ongoing trends will be further developed like the attention paid to the environment, now become a priority in wide population groups throughout the world, and the desire for reliability, of well made items, characterised by a high level of artisanship and culture, meant to last over time. These, we know, are the domain of choice of Italian companies, boasting incomparable reputation, tradition and know how. From here - this is our hope and commitment - we will be able to restart with a good deal of courage, flexibility and audacity.


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sono marchi commerciali utilizzati su licenza concessa da De Beers Group.

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DI RE TTORE RE S P ON S A B I L E A N DR E A A IE L L O DI RE TTORE C RE A TI VO DO ME N IC O F E ST A d o m e n ic o .fe s t a @ e d ifis .it C OORDI N A M E N TO E DI TORI A L E A N T O N E L L A GA R E L L O a n t o n e lla .g a r e llo @ e d ifis .it I N RE DA Z I ON E SIMO N A IN F A N T O L IN O S E N I OR E DI TOR A T L A RG E IL A R IA DA N IE L I C OL L A B ORA TORI LE A A L L E N , L UIGI C O ST A N T IN I, GIA N P IE R O DI BA R I, LAUR A IN GH IR A MI, V IT T O R IO MO N T IE R I, SA MA N T HA P R IMA T I, L A UR A SA L A P ROG E TTO G RA F I C O F A BR IZIO MA J E R N A A RTW ORK C L O SE UP ST UDIO S TRA DUZ I ON I P R O MO -E ST P UB B L I C I TÀ d ir c o m @ e d ifis .it TRA F F I C O P UB B L I C I TA RI O F R A N C E SC A GE R BIN O fr a n c e s c a .g e r b in o @ e d ifis .it S TA M P A BO O ST S.P .A . C E N A T E SO T T O - BG EMAIL o r a fo @ e d ifis .it W E B S I TE w w w .o r a fo it a lia n o .it PRE Z Z O P E R C OP I A € 5,00 / A RRE TRA TI € 1 0,00 A BBONA MENTI abbonament i@ e d ifis .it

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Foto di Claudio Minenti

SOMMARIO

I NTE RV IEW

F R AN CE S CA B IAN C HI D ES I G N

04/06/20 13:38

In copertina, da sinistra: anello Tesserae, bracciale Event Horizon e bracciale Swathe in bronzo placcato oro 24 carati, verniciati per cataforesi in nanoceramica e dipinti a mano. Tutto di Francesca Bianchi Design.


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I TESORI DI

RE GIORGIO / di Ilaria Danieli

Armani lancia una collezione di Alta Gioielleria stilizzata e tutta giocata sui contrasti tra il bianco e il nero che sicuramente incontrerĂ i favori del pubblico orientale


L’ORAFO

ITALIANO

Nella pagina precedente: orecchino in oro bianco e diamanti a forma di doppia luna. In questa pagina, a sinistra, un ritratto di Giorgio Armani. Sotto, orecchini pendenti in oro bianco, diamanti, topazi, quarzi citrini e prasiolite.

O

gni Re ha la sua corona e il suo tesoro: ce l’ha la regina Elisabetta, ce l’aveva la regina d’Italia, e anche la principessa del Liechtenstein, nel suo piccolo, li ha ereditati da generazioni di antenate. Re Giorgio (Armani) non aveva né l’una né l’altro ma, se la corona simbolica l’ha conquistata sul campo della moda, il tesoro se l’è fatto su misura. Prima che il mondo intero si fermasse a causa della pandemia di Covid-19 il piccolo universo del lusso catalizzava l’attenzione della cronaca con l’annuncio delle recenti acquisizioni di grandi marchi di gioielleria come Tiffany & Co. da parte del gruppo francese LVMH (già al vertice di Bulgari) e di Buccellati da parte del gruppo svizzero Richemont. Ma c’erano anche altri fermenti nel settore del lusso ad accentrare

l’attenzione sulla gioielleria. Si diceva da tempo infatti che Giorgio Armani avrebbe lanciato presto la sua collezione di preziosi, di cui aveva anticipato qualche bagliore nel marzo dell’anno scorso in occasione dell’arrivo nei negozi di New York della collezione Armani Privé, e si poteva ipotizzare che Valentino l’avrebbe seguito a ruota, visto il ruolo assunto dai bijoux durante le ultime sfilate del marchio. A oggi, tuttavia, Armani resta l’ultimo grande nome della moda, dopo l’exploit a sorpresa di Gucci nel luglio scorso e gli ormai storicizzati Dior, Chanel e Louis Vuitton, ad aver fatto ingresso nel mondo dell’alta gioielleria dalla porta principale. L’obiettivo era di conquistare la platea dei big spender che si permettono capricci dai 100 mila euro in su, ovvero la fascia altissima

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del mercato. Secondo l’ultimo studio per la Fondazione Altagamma di Bain & Co, questa nicchia di consumatori muoveva fino alla fine del 2019 oltre 1200 miliardi di euro all’anno (totale mondo), con la pelletteria e i preziosi in testa tra i settori con ritmi di crescita più elevati (il 5% circa). In uno scenario così promettente, era giustificato riporre grandi aspettative sull’altissimo di gamma e non possiamo quindi non riconoscere il valore di un investimento nella creatività importante come quello avviato dalla maison Armani. Se ora tutto appare bloccato, soprattutto i prodotti di lusso, resta solo da sperare che la prevedibile ripresa dei mercati orientali (i primi, si crede, a poter uscire dal lockdown) possa almeno in parte tamponare le enormi perdite che il mondo della moda e degli accessori inevitabilmente registreranno. La collezione di Alta Gioielleria firmata Giorgio Armani, del resto, sembra fatta su misura del mercato orientale e soprattutto cinese. Se infatti da un lato la linea Borgonuovo, tutta


PEOPLE & BRANDS

In alto: collana in oro bianco, diamanti bianchi e neri con fiore in onice nera. Collezione Sì, ispirata all’iconica fragranza femminile del marchio.

sviluppata attorno al tema e alla forma del logo GA, ricorda i contorni dell’ideogramma cinese che augura buona sorte, dall’altro la serie Firmamento, attraverso i diffusi bagliori dei pavé e dei diamanti taglio brillante, rievoca un tema notturno molto caro alle leggende esotiche oltre che ricorrente nell’immaginario di Giorgio Armani. Stelle e falci di luna, un atout della gioielleria qui riletto con tratto stilizzato, diventano anelli, bracciali, orecchini e collane in oro bianco, arricchiti talvolta di inserti e frange. Infine nella linea Sì, dal nome della fragranza signature con packaging laccato in rossochina, il designer ha esplorato il tema floreale, forse per addolcire con le forme il contrasto cromatico tra il bianco dell’oro e il nero dei diamanti black e dell’onice, il giorno e la notte, che emerge come tema forte della collezione. Le linee astratte, con tocchi figurativi spogliati da sfumature romantiche, la contrapposizione tra luce e ombra, i riferimenti astrali e la geometrizzazione

dei contorni aggiungono pulizia a una collezione di debutto che è già un manifesto stilistico e risulta molto coerente con l’identità che il marchio ha costruito nel tempo. La donna androgina e sicura di sé che Armani ha sempre vestito non solo si riconosce perfettamente in questi gioielli che completano il look impreziosendolo con sobrietà, ma vi trova anche nuove motivazioni d’acquisto: per le clienti asiatiche che non amano i colori e l’esuberanza di certa gioielleria europea, per esempio, preferendo l’oro bianco e le dimensioni minimali, la gioielleria di Armani potrebbe essere un buon veicolo di feeling per avviare, con il tempo, una fidelizzazione anche sull’abbigliamento e su altri accessori. Resta da chiedersi come mai Re Giorgio non abbia fatto prima questo passo, aspettando la maturità avanzata per affrontare il mondo della ricchezza estrema. Ma che cos’è la ricchezza secondo Armani? «So che la risposta può sembrare ovvia, ma credo che la salute sia addirittura un

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prerequisito. Senza, ogni altra ricchezza perderebbe inevitabilmente di valore. E con la salute, la libertà: di espressione e di azione. Sapendo che non è mai conquistata per sempre». Questa la risposta data (un anno fa, in un contesto che oggi sembra lontano ere geologiche) da Giorgio Armani a Eva Desiderio per Forbes Italia. È possibile, quindi, che la sua etica della sobrietà sia stata un freno al grande passo verso la gioielleria, poi allentato a fronte di una opportunità economica potenzialmente vincente. Alla luce degli eventi in corso, così drammatici per la sanità pubblica e penalizzanti per le aziende, ogni investimento sul futuro è da accogliere con favore e incoraggiamento. Every king has his crown and his treasure: Queen Elizabeth has it, the Queen of Italy had it, and even the Princess of Liechtenstein, in her small way, has inherited them from previous generations of female sovereigns. King Giorgio (Armani) had neither of them,


L’ORAFO

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A sinistra: luccicanti orecchini chandelier in oro bianco e diamanti della collezione Firmamento, ispirata agli astri e alle stelle.

but he won his symbolic crown on fashion runways, while he tailored his own treasure. Before the whole world stopped for the Covid-19 pandemic, the small universe of luxury captured the media’s attention with the announcement of the recent acquisitions of major jewellery brands such as Tiffany & Co. by French group LVMH (which already controlled Bulgari) and Buccellati by Swiss group Richemont. But other changes in the luxury industry were also turning the spotlight on jewellery. It had been rumoured for some time that Giorgio Armani would soon launch his jewellery collection, of which he had dropped a few shiny hints in March last year, when the Armani Privé collection got to New York stores; it also seemed that

Valentino might move in the same direction, given the role of fashion jewellery in the brand’s latest fashion shows. After Gucci’s unexpected feat in July last year and the tried-and-trusted Dior, Chanel and Louis Vuitton, Armani remains the last big name in the fashion industry to have walked into the world of jewellery through the front door. The goal was to target big spenders who can afford whims of € 100,000 or more, that is the very high end of the market. According to the latest Bain & Co study for Fondazione Altagamma, this niche of consumers would spend over €1200 billion per year (total worldwide) until the end of 2019, with leather goods and jewellery being among the sectors with the highest growth rates

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(around 5%). In such a promising scenario, it was justified to place high expectations on the very top of the range and therefore we cannot fail to recognise the value of an investment in creativity as important as that of the Armani fashion house. While the industry now seems to be stalling, especially when it comes to luxury products, it can only be hoped that the recovery of Asian markets (most likely the first to be able to lift the lockdown) in the foreseeable future will at least partially make up for the significant loss that is set to rock the sector of fashion and accessories. After all, Giorgio Armani’s high jewellery collection seems to be tailor-made for the Eastern and especially the Chinese market. Designed around the theme and shape of the GA logo, the Borgonuovo range is reminiscent of the Chinese symbol for good luck, while the Firmamento range evokes the nocturnal atmosphere of exotic legends, very dear to Giorgio Armani, through the soft glow of pavé-set and brilliant-cut diamonds. A jewellery classic, stars and crescent moons are presented in a stylised take; they become white gold rings, bracelets, earrings and necklaces, sometimes embellished with details and fringes. Finally, with the Sì range - inspired by the brand’s signature fragrance with Chinese lacquer red packaging - the designer explored the floral theme, perhaps in an attempt to use shapes to soften the contrast of white gold and black diamonds and onyx, day and night, a strong theme throughout the collection. Abstract lines with figurative touches stripped of romantic overtones, a contrast of light and shadow, celestial references and geometric contours add a clean touch to a début collection that already has its own stylistic signature, which is very consistent with the identity that the brand has built over time. The androgynous, self-confident women that Armani has always dressed will not only identify with this jewellery, which completes their looks with understated elegance, but will also find new reasons to buy the brand’s creations. For Asian customers, who prefer white gold and petite sizes over the bright colours and


PEOPLE & BRANDS

exuberance of some European jewellery, for example, Armani’s collection could be a good vehicle to build an emotional bond with customers and loyalty to the brand’s clothing and other accessories over time. The question remains why King Giorgio did not take this step before and waited for his advanced years to target the truly wealthy. But what is wealth according to Armani? «I know it might seem obvious, but I believe health is a prerequisite. Without it, all other wealth would inevitably lose its value. And alongside health, freedom of expression and action, knowing that it is never conquered forever». This was Giorgio Armani’s answer to Eva Desiderio, who interviewed him for Forbes Italia (a year ago, in a context that

now seems to be some geological ages ago). His ethics of sobriety may have kept him from taking the plunge towards jewellery, but he finally decided to go for it later in the face of a potentially successful economic opportunity. In light of recent events, so dramatic for public health as well as for businesses, any investment on the future is to be welcomed and encouraged.

Sopra, orecchini lunghi con frange in oro rosé nella nuance Giorgio Armani, una lega brevettata in collaborazione con lo stilista.

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L’ORAFO

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COLOR

EMPATHY / di Lea Allen

L Dall’alto: campagna per la collezione Lucky Move Color di Messika; orecchini Aura Eos di Sicis in oro bianco con micromosaico, diamanti e rubelliti; bracciale di Serena Gobbi Milano in oro bianco con zaffiri colorati della collezione Rainbow.

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auren Hutton dichiarò che non esisteva nero nel suo guardaroba. Che presa di posizione radicale ma per nulla scontata! Una scelta forse dovuta al fatto che il nero, il più scuro dei colori, ha un contenuto emotivo molto complesso. Su un piano psicologico può rappresentare blocco, negazione, opposizione, protesta. A livello comunicativo mostra anche l’altro lato della sua medaglia. È in maniera scontata elegante. Classico, sofisticato, seducente, questo colore è associato allo stile. Facile, e a quanto pare a Lauren Hutton non piacciono le cose facili. I colori impattano a livello fisico e psicologico sulle persone. Sono comunicazione silenziosa ma dirompente. Empatia. Queen Elizabeth lo sa bene e declina il suo guardaroba su tutte le varianti dello spettro luminoso. La regina sa che ogni tonalità ha un significato intrinseco. E di solito non sbaglia un colpo. Anche quando si spinge su colori decisamente audaci come il verde Irlanda. Mentre la regnante


MODA

In questa pagina: campagna Rising in Hollywood di Salvatore Ferragamo con la modella Bonnie Chen; orecchini Candy della linea Bouton di Tamara Comolli in oro rosa con zaffiri blu, rosa e gialli, granato mandarino, peridoto, topazio svizzero e tormalina rosa.

è alquanto spregiudicata, nonostante l’anagrafe, molte first ladies si muovono su un territorio sicuro prediligendo l’azzurro perché evoca affidabilità, fiducia, apertura verso il prossimo e rassicurazione. Un viaggio fantastico nel mondo dei colori fisici rivela che il rosso è viscerale, attiva i sensi, stimola l’azione e rallegra. È dinamico e, se usato con garbo, emotivamente potente. Come ben sa la donna di Valentino, che del rosso ha fatto la sua bandiera. Il verde è concretezza, equilibrio, affidabilità e serenità, sicurezza. Mentre il blu è il colore reale per eccellenza, ma anche quello dell’energia e della vivacità quando vira verso l’elettrico. E se il rosa shocking è sensualità e leggerezza, il viola è drammaticità, opulenza e introspezione. Significati che assumono valenze nel gesto dell’indossarli, che diventa segno distintivo. Con una sincerità disarmante i colori sono portatori di informazioni qualitative diverse e nel loro microcosmo includono il loro contrario dando vita a una dialettica

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L’ORAFO

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che restituisce agli occhi un senso di completezza. Equilibrio. L’idea oggi è di mettere al bando le fantasie e le stampe. Usare i colori in modo radicale come faceva Lucio Fontana con le sue tele. Puri e saturi, abbinandoli al proprio gusto e indole, sfoggiando grandi macchie di tinte potenti che rappresentano il proprio modo di essere, con autenticità. Così l’alchimia si attiva e anche gli abbinamenti più azzardati trovano armonia e forza. Lauren Hutton claimed that there was no black in her wardrobe. A radical stand, but by no means obvious! Her choice was probably due to the fact that black, the darkest of colours, has a very complex emotional content. On a psychological level, it can represent an impasse, denial, opposition, protest. On a communicative level, it also shows the other side of the coin. Its elegance is to be taken for granted. Classic, sophisticated, seductive, this colour is associated with style. Easy, but apparently Lauren Hutton does not like easy things. Colours have a physical and psychological impact on people. They are a silent but powerful form of communication. Empathy. Queen Elizabeth is well aware of this, and expresses her wardrobe with every variation of the colour spectrum. The queen knows that every hue has an intrinsic meaning. And she usually never misses a beat. Even when she ventures into such bold colours as Irish green. While the queen is quite open-minded, despite her age, many first ladies tread on firm ground, preferring light blue because it inspires reliability, trust, understanding for others and reassurance. A wonderful trip through the world of physical colours reveals that red is visceral, awakens

In questa pagina: abito Dundas; anello

di Dior in oro giallo e rosa con opale nero, zaffiri rosa, viola, blu e gialli, perla coltivata, granato mandarino, tsavorite, peridoto, smeraldi e diamanti. Collezione Dior et Moi. Pagina a fianco: Capucci SS 2020; anello della collezione Africa

Gemstone di Marco Bicego in oro giallo inciso a mano con bulino e pietre multicolore dal taglio sfaccettato.

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MODA

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L’ORAFO

Dall’alto a sinistra, in senso orario: Lucio Fontana, Concetto spaziale, Attese; Federica Tosi SS 2020; borsa di Givenchy.

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the senses, stimulates action and cheers. It is dynamic and, if used tactfully, emotionally powerful. Valentino Women, who has made red its banner, is well aware of this. Green means concreteness, balance, reliability and calm, self-assuredness. While dark blue is the royal colour par excellence, but also the colour of energy and liveliness when it tends towards electric blue. And while shocking pink is sensuality and lightness, purple is drama, opulence and introspection. These meanings take on value with the gesture of wearing them, that becomes a distinctive sign. With a disarming honesty, colours carry

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different qualitative information, and in their microcosm they include their opposite, bringing to life a dialectic which returns a feeling of completeness to the eyes. Balance. Today, the idea is to ban patterns and prints. Using colours in a radical way, like Lucio Fontana used to do with his canvases. Pure and saturated colours, matching one’s own taste and character, flaunting big spots of powerful hues, that represent one’s way of being, with authenticity. This way, alchemy is activated and even the boldest combinations find harmony and power.




FEMININITY

CLOSE UP

PINK LADY

/ di Simona Infantolino


L’ORAFO

P

er alcuni è un colore strettamente legato al genere femminile. Per altri, invece, rappresenta un’affermazione della propria personalità e di uno stile ben definito, a prescindere che lo indossi un uomo o una donna. Basti pensare ai famosi capi rosa di Jay Gatsby descritti da Scott Fitzgerald nel suo romanzo, dai toni delicati ma non per questo femminili. È inevitabile, però, sostenere che il rosa abbia contraddistinto e accompagnato l’evoluzione della donna e della moda in questi decenni, grazie anche alle infinite sfumature che lo contraddistinguono. E anche sulle passerelle del 2020 il rosa si riconferma come colore trasversale e senza tempo, adatto a ogni stile e a ogni occasione. Delicatissimi gli abiti cipria che accompagnano fluttuando il movimento delle gambe. Più stravaganti le combinazioni con piume, balze e paillette, per non passare davvero inosservate! Non passa mai di moda l’abito in stile barbie, più casual per un gelato sulla spiaggia o in versione shocking per la sera. Giochi di sfumature anche nella gioielleria, che per le nuance più delicate si affida alla luminescenza della madreperla e ai riflessi delle tormaline. Diamanti rosa di tutte le tonalità emergono da importanti anelli circondati da diamanti bianchi che ne esaltano il colore, mentre zaffiri colorati e perle rosa sdrammatizzano gioielli preziosissimi con un tocco di colore.

ITALIANO

Alexander McQueen

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Oscar de la Renta

MSGM

In apertura: campagna 2020 di Balmain. Pagina a fianco, dall’alto: orecchini Era di Gismondi 1754 in oro rosa, diamanti bianchi e zaffiri rosa; anello di Chopard in oro bianco e rosa con diamanti bianchi e diamante fancy rosa di 2,4 carati. In questa pagina, dall’alto: collier Nuage de Fleurs di Boucheron in oro rosa con diamanti, madreperla e tormalina rosa di 42,96 carati; anello Dazzling Glow della linea Sunlight Escape di Piaget in oro bianco con zaffiro dello Sri Lanka di circa 5,03 carati, circondato da zaffiri rosa e diamanti bianchi.

Ralph & Russo

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L’ORAFO

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In questa pagina, dall’alto: collana di David Morris in oro bianco con perle Conch rosa, diamanti bianchi e rosa; anello della collezione Colored Diamonds di Messika in oro bianco e rosa con diamante rosa taglio a cuore; bracciale della collezione Tweed di Alta Gioielleria di Chanel in oro giallo e platino con spinelli, diamanti, zaffiri e perle.

Some consider it as a colour strictly connected to the female genre. For others, instead, it represents an assertion of their own personality and of a well defined style, regardless of the fact that it is worn by a man or a woman. Just think of the famous pink clothes worn by Jay Gatsby described by Scott Fitzgerald in his novel, characterised by delicate hues, but not for this reason feminine. Claiming that pink characterised and accompanied the evolution of women and fashion over these decades, also thank to its typical hues, is, though, inevitable. And also, on the 2020 runaways, pink confirms as a transversal and timeless colour, suitable for every style and occasion. Highly delicate powder pink dresses accompany the movement of legs with their floating. More extravagant combinations with feathers, frills, and sequins, to not go unnoticed! The Barbie style dress is never out of fashion, more casual for an ice cream on the beach

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or in an evening shocking version. Plays of shades also in jewellery that, for the most delicate hues, employs the luminescence of the mother-of-pearl and the reflexes of tourmalines. Pink diamonds of all nuances emerge from important rings surrounded by white diamonds exalting their colour, while colourful sapphires and pink pearls play down truly precious jewels with a touch of colour.

In alto: anello della collezione Hortus Deliciarium di Gucci in oro giallo con diamante e pietra naturale. A destra, dall’alto: anello in oro bianco e rosa con diamante fancy vivid rosa taglio a goccia di 12,02 carati; anello in oro bianco e rosa con diamante fancy intense rosa taglio smeraldo di 16,88 carati. Entrambi gli anelli sono della linea di Alta Gioielleria di Graff.

Marco De Vincenzo

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Philosophy di Lorenzo Serafini

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IL MADE IN ITALY?

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In equilibrio tra diverse culture e tradizioni artistiche, frutto di un approccio creativo inconfondibilmente italiano, i gioielli di Alessio Boschi si scompongono, si trasformano e rivelano piccole, preziosissime sorprese

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CRAFTSMANSHIP

/ di Antonella Garello


L’ORAFO

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Nella pagina precedente: collana The Doge’s Palace, in oro giallo e bianco con diamanti taglio brillante, taglio a goccia e marquise e diamanti gialli taglio brillante, smeraldi rotondi e taglio marquise, perle South Sea, smeraldi colombiani naturali vivid green taglio a goccia. I diversi elementi della collana si possono staccare e trasformare in una serie di pendenti e orecchini.

Qui accanto: Alessio Boschi premiato all’International Jewellery Design Excellence Award 2017, Hong Kong, categoria Aesthetic Award: il riconoscimento gli è stato conferito per la sua collana “Homage to the Renaissance”.

In basso: anello The Empire Coliseum, realizzzato in oro rosa e bianco, con diamanti bianchi taglio princess e baguette, diamanti neri taglio princess, importante zaffiro padparadscha. La parte centrale dell’anello può trasformarsi in un pendente.

I

mesi della pandemia e del confinamento Alessio Boschi li sta trascorrendo nella sua casa di Bagnoregio, un borgo incantevole in provincia di Viterbo, nel cuore dell’antica Etruria. Difficile immaginare un luogo più adatto a lui, che della storia e della cultura ha fatto le principali fonti di ispirazione per i suoi favolosi pezzi unici. Da questo periodo di isolamento, racconta, sono nate tante riflessioni: sul cuore stesso del suo lavoro, sulle chance del Made in Italy, sulle difficoltà e le opportunità di una ripartenza. «Premetto che so di essere un privilegiato, perché sono lontano dai luoghi dove la tragedia del nuovo Coronavirus si è consumata con più violenza

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e perché Bagnoregio è un luogo davvero unico: passeggiare per i suoi vicoli significa respirare storia, arte e cultura: frammenti fondamentali del nostro DNA». Per lui storia e passato non sono mai un problema, una pesantezza da gestire: «Al contrario! Per noi italiani il passato è una fonte continua di ispirazione, il punto di partenza per qualsiasi progetto futuro e l’essenza di un gusto che tutto il mondo comprende e apprezza: perché dall’Italia sono passati tutti, dai Fenici ai Greci, dagli Arabi ai Longobardi, dai Saraceni agli Spagnoli ai Francesi e agli Austriaci: e tutti ci hanno lasciato qualcosa, un segno della loro cultura che


PEOPLE & BRANDS

Qui sotto: l’anello Medusa si trasforma a piacere in una collana o una spilla, entrambe eseguite con raffinate tecniche orafe e di intaglio. È in oro bianco, con diamanti bianchi taglio brillante e baguette, smeraldi taglio baguette e a goccia, rubini, un diamante taglio esagonale flat “portrait”, legno pietrificato e dorato manualmente e perle keshi. Nascosta dietro una placca incisa a Roma e incassata con un serpente in diamanti si cela una riproduzione in miniatura di un mosaico del II secolo d.C. proveniente dalle terme romane di Diocleziano. Il micromosaico è opera di Roberto Grieco, per anni maestro di micromosaico del Vaticano, che utilizza l’antica tecnica romana delle ricche pavimentazioni con una particolare levigatura finale tipica dell’impero.

Qui sopra: orecchini Gondola in oro bianco e rosa, diamanti, smeraldi, perle baby Akoya Blu, tanzanite, legno fossile.

ormai fa parte di noi. Questa capacità di essere universali sarà la nostra forza anche nel prossimo periodo». Alessio Boschi si è costruito un’esistenza cosmopolita, ha alle spalle tante collaborazioni internazionali, a Bangkok ha trasferito da anni produzione e residenza: ma i suoi gioielli - preziosissimi, e famosi anche perché celano sempre al loro interno piccole sorprese o meccanismi ingegnosi che ne consentono lo smontaggio e la trasformazione con semplici movimenti - conservano un irresistibile stile tutto italiano. «Per me quello del “Made in Italy” è sostanzialmente un discorso culturale che si concretizza nell’artigianalità, nella ricerca del

dettaglio, nella tensione verso la perfezione, insomma in un particolare approccio creativo. L’italianità si riconosce nelle proporzioni, nell’audacia delle architetture, nell’armonia degli elementi. E nell’uso dei colori: perché in Italia i colori contrastanti sanno darsi forza e respiro l’un l’altro, senza mai stancare o cadere nel kitsch. Il Made in Italy è proprio l’applicazione di questi canones, queste regole che ci appartengono e di cui siamo maestri in tutti i campi del design. I miei gioielli non sono fatti in Italia, eppure sono riconosciuti come italiani: miei sono gli studi preparatori, mio è il disegno e mia la supervisione di ogni singolo dettaglio.

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Controllo personalmente il lavoro dei miei artigiani e vedo nascere il mio gioiello poco a poco. Come un direttore d’orchestra, scelgo i maestri orafi più adatti a eseguire le varie lavorazioni e alla fine il gioiello è una sorta di sinfonia che vive delle competenze di tutti. È nel processo creativo e di ricerca affrontato per la realizzazione di ogni creazione che troviamo l’Italianità, intrisa di secoli di storia e culture e che fa parte del nostro know how genetico». Nell’ultima creazione di Alessio, lo splendido anello Poema, hanno così lavorato fianco a fianco l’artigiano armeno che da anni collabora con Alessio e quello italiano che, solo, poteva garantire la perfetta


L’ORAFO

ITALIANO

riuscita del ramage, il minuscolo tassel in oro e rubini proviene da Jaipur, la turchese dalla Persia e la madreperla dall’Australia, mentre le incassature al microscopio e le finiture sono opera delle abili mani di orafi tailandesi. «Continuo a cercare in tutto il mondo quelli che chiamo “super artigiani” per mantenere sempre alto il livello dei miei gioielli e anche per misurarmi sempre con cose nuove, per mettermi sempre in discussione. Ripeto, la cultura, l’arte, sono universali così come è universale l’italianità, che è l’esatto contrario di ogni provincialismo e di ogni chiusura, fisica o mentale».. L’isolamento, racconta Alessio, è stato complicato proprio perché la creatività si nutre di curiosità e va di pari passo col confronto e con la comunicazione. Ma lo smarrimento iniziale ha presto ceduto il passo a tutta una serie di attività: «Ho finalizzato tante cose rimaste in sospeso; come tutti, ho avuto il tempo e la tranquillità per ripensare a una serie di progetti e seguire webinar interessantissimi, che mi hanno fatto nascere altre curiosità: anche da qui, sono certo, nascerà qualcosa di creativo. Ho disegnato una nuova linea completa per un cliente asiatico. Soprattutto, pensando al futuro e a come reagire a questo disastro, sto mettendo a punto insieme ad altri designer un utilizzo diverso dell’online, per affrontare il mercato in maniera più diretta e fluida. Un progetto impegnativo ma dalle potenzialità veramente grandi!». English translation: see page 104

In questa pagina: l’anello Poema bene esemplifica la complessità concettuale e artigianale del lavoro di Alessio Boschi. Miniato a mano e intarsiato da un artigiano italiano con la tecnica del ramage - qui particolarmente complessa anche per l’inserimento di madreperla - il gioiello custodisce sotto un unico blocco di turchese iraniano della migliore qualità un minuscolo libro in palladio che si estrae muovendo il segnalibro in seta turchese, con un prezioso tassel di rubini e perle naturali proveniente da Jaipur. La cornice è in legno fossile pietrificato ed è montata su una base che ha richiesto parecchie settimane di lavorazione con l’antica tecnica del mokumé gane. Su di essa spicca una colorata decorazione a smalto guilloché ripresa da un pannello in maiolica del Palazzo Golestan di Teheran. Questa cornice si stacca e si trasforma in una spilla o, appesa a una catenella lavorata a mano in filigrana d’oro e sfere di turchese, in un pendente. Il retro reca una riproduzione semplificata della reale corona Kiani di Persia, oggi parte del tesoro nazionale iraniano. Ruotando un elemento decorativo persiano, infine, la cornice si trasforma in un leggio: anche questo particolare ricorda un dettaglio del palazzo reale di Isfahan. Il micro libro è ispirato al poema della Sette Principesse del poeta persiano Nizimi Ganjavi. Ogni pagina è dedicata a una principessa, ciascuna associata a una delle provincie legate all’antica Persia, a un colore, a un giorno della settimana e a un diverso pianeta, secondo la cultura persiana e legata alla filosofia zoroastriana. Ogni particolare del libriccino è studiato, le pagine sono sfogliabili, incise con una nervatura di smalto turchese e completamente dipinte dall’artista Arash Groyan con l’antica tecnica della miniatura orientale, i nervi del dorso sono in diamanti bianchi e neri, la copertina reca i nomi dell’autore e di Alessio Boschi, simbolica unione di due culture e tradizioni come testimonia anche la quarta di copertina scritta in farsi.

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GRAND

TOUR / di Laura Inghirami

Viaggio a tappe nella gioielleria Made in Italy, alla scoperta di un’eccellenza artigianale unica al mondo

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ANNAMACCIERIROSSI / FRATELLIPICCINI

PEOPLE & BRANDS


ANNAMACCIERIROSSI Foto in alto: Anna Maccieri Rossi nel suo atelier con Laura Inghirami. Sotto, a sinistra: anello chevalier in oro, avventurina e zaffiri; a destra, un gioiello in movimento della linea Teatro.

È a Santarcangelo di Romagna, in questa cittadina di provincia tipicamente italiana dove ancora si respira l’atmosfera dei film di Fellini, che Anna Maccieri Rossi ha aperto il suo atelier: un trionfo di libri, ispirazione, colori a pochi passi dalla scuola elementare dove, tra una creazione e l’altra, va a prendere i bambini a scuola. «Il contatto con ciò che è vero e autentico mi trasmette una grande ispirazione - sorride - giro il mondo per lavoro ma è sempre qui che amo tornare». Dopo una lunga esperienza come senior watch manager e designer presso alcuni dei più prestigiosi marchi internazionali della haute horlogerie e del lusso - Cartier, Jaeger-Le Coultre, Bulgari, Tiffany & Co., Ferragamo Anna Maccieri Rossi ha lanciato un anno fa un proprio marchio di gioielleria di alta gamma, AMR. Il brand ha subito riscosso grande interesse presso un pubblico esperto e colto, in grado di apprezzare quelle creazioni straordinarie che, nelle parole di Anna Maccieri Rossi, «non sono propriamente orologi né gioielli… Mi piace pensare che siano amuleti, oggetti magici che ci parlano del tempo come a trasmetterci il messaggio di viverlo pienamente, di respirare a pieni polmoni la nostra vita». Il tempo è il fil rouge che attraversa tutte le sue collezioni presenti anche da Fratelli Piccini su Ponte Vecchio a Firenze. «Ho lavorato per le più belle e importanti Maison del mondo e ho avuto la possibilità di lanciare la mia prima linea di gioielli per Jeager-Le Coultre - spiega - È lì, nella Valléee de Joux, che ho iniziato a riflettere sul senso del tempo. E anche sul movimento: soprattutto, sul movimento di una donna, sulla sua grazia, la sua femminilità. Da questa

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ispirazione è nata Teatro, la mia prima linea di gioielli in movimento». Qui Anna Maccieri Rossi trasforma ogni gioiello in una sorta di palcoscenico, dove, come per magia, prende vita una storia che, proprio come una rappresentazione teatrale, ha un suo svolgimento nel tempo. Uno dei gioielli iconici della collezione ha come protagonista un lupo: il quadrante gira e cambia e col passare delle ore vira dal giorno alla notte, con l’animale che ulula alla luna, grazie a un meccanismo complesso e perfetto. Teatro è la linea della trasformazione, un omaggio al Carpe Diem ma soprattutto a una vita vissuta con consapevolezza: «Ciò che più amo nel meccanismo degli orologi è l’idea di poter controllare il tempo, di entrare a farne parte. I gioielli in movimento di Teatro sono un invito a vivere la propria vita pienamente, a non dare per scontato neppure un secondo. Il tempo scorre, il gioiello ruota e cambia. Ma questo è un tempo interiore, personale, tutto nostro, da vivere fino in fondo. Un tempo che non è scandito da lancette ma dalle immagini che ruotano e che sono dipinti della nostra vita». Teatro è infatti una linea personalizzabile: i gioielli sono tutti realizzati e dipinti a mano, in oro, zaffiri, smalti, pittura su madreperla. Il meccanismo interno funziona come quello degli orologi ed è creato in collaborazione con i maestri orologiai di Firenze e Ginevra. Sempre giocata sul tema del tempo e del cambiamento è anche la linea Night and Day, che può essere indossata in modo differente a seconda del momento della giornata, grazie alla versatilità dei colori e dei materiali. Nelle ultime collezioni Anna Maccieri Rossi ha introdotto l’avventurina, una pietra-vetro che viene utilizzata quasi esclusivamente nell’alta orologeria per realizzare quadranti. «L’avventurina racchiude in sé luce e intensità di colore, come un cielo blu stellato. Del resto le pietre mi hanno sempre incantato, fin da bambina, quando le ammiravo nella gioielleria di mia madre: e le ho sempre amate per le loro imperfezioni, che le rendono diverse le une dalle altre, uniche e bellissime». Come le madreperle: Anna le “nasconde” sotto il gioiello, sapendo che non si vedranno ma che contribuiranno a rendere l’oggetto perfetto, curato in ogni particolare. «Cerco sempre di creare un legame sincero e puro fra il mio sentire e ciò che realizzo. Le racconto una cosa che pochi sanno di me. Quando mi trovo in un posto che mi trasmette un pensiero positivo e felice, io vi nascondo una lettera. Mi piace pensare che un giorno qualcuno la troverà e potrà pensare che sia dedicata proprio a lui». English translation: see page 105 A sinistra, foto in basso: orecchini Half an Hour della collezione O R A in oro, avventurina e zaffiri.


FRATELLIPICCINI

PEOPLE & BRANDS

L’Atelier Fratelli Piccini si affaccia sul Ponte Vecchio di Firenze, uno degli angoli più belli del nostro Paese e simbolo dell’eccellenza orafa. Furono i Medici a destinare a orafi e gioiellieri le botteghe del Ponte, e furono alcuni orafi, secoli dopo, a impedirne la distruzione, sabotando le bombe piazzate dalle truppe naziste in fuga. Il monumento a Benvenuto Cellini è testimonianza di quell’immenso patrimonio di maestria, creatività e poesia che anima da secoli queste botteghe. Quella di Fratelli Piccini è stata aperta nel 1903 e da allora la famiglia onora e trasmette il savoirfaire di Pirro, fondatore della Maison, e di Armando, suo genio creativo, vincitore, a poco più di vent’anni, del primo premio alla Biennale di Venezia nel 1936 e del massimo riconoscimento all’International Diamond Award a New York nel 1958 e a Buenos Aires nel 1959. Oggi questa storia straordinaria continua a vivere attraverso le mani esperte degli orafi di Fratelli Piccini (“Gli ultimi gioiellieri del Ponte Vecchio” - come li ha definiti Guy Trebay, columnist del New York Times). La leadership è tutta al femminile, con Laura ed Elisa, terza e quarta generazione della famiglia, che, pur mantenendo un forte legame col prestigioso passato della Maison, guardano al presente e al futuro con sguardo creativamente visionario. Elisa Tozzi Piccini, attuale CEO della Maison, ricorda con affetto Armando, fratello del nonno ma che lei chiamava zio: «Armando creava gioielli dal cuore ed è quello che noi continuiamo a fare. Il nostro lavoro in qualche modo porta a dare vita a forme inanimate e scaturisce sempre in un’emozione. Creiamo un rapporto esclusivo con tutti i nostri clienti, che infatti sono spesso di terza generazione: quando vendiamo un gioiello speriamo che l’emozione che abbiamo provato nel

crearlo si trasmetta a chi lo indossa». La generosità di questo pensiero è la stessa che anima la visione della famiglia. «Mi piace restituire ciò che ricevo - continua Elisa - ed è per questo motivo che, in occasione dei 115 anni dalla fondazione dell’azienda, ho istituito il premio Armando Piccini, Heritage For The Future, rivolto ai giovani designer. La fiducia nelle nuove generazioni ci ha sempre accompagnato. Lo zio Armando insegnava ai ragazzi le tecniche orafe e io ho istituito questo premio per dare una continuità al nostro heritage e per avvicinare i giovani ad un mestiere che sa riempire di bellezza gli occhi e l’anima, quando ci si avvicina con passione». Il premio - che darà accesso a uno stage presso l’atelier - prevede la progettazione di un gioiello ispirato al cavalluccio marino, logo del brand, e sarà assegnato a due studenti del Master Internazionale in Design dell’Accessorio del Politecnico di Milano da una giuria di imprenditori, professori, creativi, giornalisti e buyer (Alba Cappellieri, Elisa Tozzi Piccini, Chiara Vanzetto, Livia Tenuta, Laura Inghirami, Andrea Cavicchi e Ivan Perini). Gli input creativi nascono da Laura ed Elisa: «Ma ognuno di noi contribuisce. Ogni gioiello nasce dalla nostra sensibilità individuale e dalla passione». Chika, al banco pietre, si occupa dei diamanti e delle pietre preziose; Carlotta, orafa professionista, è cresciuta all’interno dell’atelier dove ha imparato le tecniche orafe più raffinate direttamente da Armando. «Lavorare sul Ponte Vecchio, con i monumenti che si specchiano nell’Arno creando forme indefinite, è fonte di ispirazione ogni giorno». Elegante e carismatica, la signora Laura Piccini gode in tutto il mondo di stima incondizionata presso i più accreditati fornitori di pietre preziose.

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«La passione per questo mondo mi è stata trasmessa dal nonno e dallo zio Armando. Il nonno, cresciuto nell’atelier di Settepassi a Firenze, era l’ultimo di sette fratelli: fu lui a creare il diadema per la regina Elena e, ad appena 23 anni, si mise in proprio. Lo zio Armando era un grandissimo esperto di pietre preziose e mi portava sempre con sé quando le sceglieva. Non aveva figli e il nostro rapporto era davvero speciale: per il mio matrimonio mi ha regalato una splendida collana con uno smeraldo inciso a mano da lui, un vero capolavoro». Fratelli Piccini continua a tutelare tecniche orafe capaci di avvicinare l’alta gioielleria all’arte: qualcosa di profondo e autentico che ha attraversato le generazioni, nel segno della bellezza e della passione. English translation: see page 105

Dall’alto a sinistra, in senso orario: spilla Adularia in oro con aragonite e diamanti. La splendida vista sull’Arno che si gode dall’atelier. Anello Serpente in oro e diamanti con disegno preparatorio.


ITALIANO

ILARIA LANZONI

L’ORAFO

L’AMORE IN UNO SGUARDO / di Antonella Garello

Q In questa pagina, in alto: Ilaria Lanzoni al lavoro nel suo studio a New York. Qui sopra: orecchino a bottone in oro e diamante della collezione The Look of Love. Ogni pezzo della collezione è personalizzabile per quanto riguarda il colore dell’oro, la caratura e il numero delle gemme.

uello di Ilaria Lanzoni è uno dei nomi noti tra i designer dell’alta gioielleria: nata a San Daniele del Friuli, da anni trapiantata negli States, si è conquistata notorietà e stima a livello mondiale come responsabile design per brand di assoluto prestigio, sviluppando collezioni che sono diventate dei classici e pezzi unici premiati in rinomati concorsi internazionali di gioielleria. Una carriera ricca di soddisfazioni che, dopo gli studi d’arte e le prime esperienze professionali, l’ha vista Head of Design da Garrard a Londra (dove ha lavorato gomito a gomito con Stephen Webster, per diversi anni direttore creativo della maison), quindi Design Director per Hearts on Fire a Boston e poi a New York, dove tuttora risiede. «Quando si lavora per brand

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così importanti è impossibile non tenere conto del loro patrimonio di storia e cultura racconta Ilaria - Al tempo stesso non bisogna rimanerne schiacciati, rischiando di ripetere quanto è già stato fatto. In generale, una volta identificata l’essenza di un marchio, io isolo un frammento del suo DNA, una sua particolarità, e comincio a lavorare partendo da qui: così riesco a disegnare gioielli con una loro originalità ma al tempo stesso rispettosi dell’identità del brand». Da Hearts on Fire, per esempio, Ilaria Lanzoni ha al tempo stesso raffinato e rinnovato il prodotto: la prima collezione che ha disegnato per il brand, Illa (come era affettuosamente chiamata da bambina), era giocata sul tema della stella, diventato presto iconico per Hearts on Fire; e ha affiancato ai diamanti di taglio rotondo - i soli fino ad allora utilizzati in azienda - anche tagli diversi, che hanno permesso importanti innovazioni e un balzo in avanti in termini di personalità e riconoscibilità. «In ognuna delle collezioni che ho disegnato c’è una parte del mio percorso. Sono convinta che sia proprio questo il segreto del loro successo: per poter comunicare emozioni e diventare desiderabile, un gioiello deve avere una storia dietro di sé. È esperienza comune, ed è lo stesso per ognuno di noi: senza storia, si perde identità e, quel che è peggio, non c’è possibilità di evolvere». A proposito di evoluzione, conclusa la lunga esperienza da Hearts on Fire, Ilaria


PEOPLE & BRANDS

ha intrapreso l’anno scorso una nuova avventura. Ha lanciato il suo brand ILanzoni con una prima collezione, The Look of Love: anche questa, ça va sans dire, con una bella storia da raccontare: «La mia nipotina voleva a tutti i costi un gioiello disegnato da me, e ho cominciato a pensare a qualcosa che riuscisse a esprimere tutto il mio amore per lei. Mi è tornata in mente mia nonna: ogni volta che vedeva me e mia sorella le si illuminava lo sguardo e ci salutava con una parola in dialetto friulano, voglus, che vuol dire più o meno “luce dei miei occhi”: era il suo modo per dirci quanto ci volesse bene. Ho cominciato a riflettere in termini di sguardo e di luce: in effetti, quando vediamo una persona che ci è cara, ci si illumina lo sguardo, ci brillano gli occhi. Al tempo stesso, i nostri occhi raccontano tanto di noi e della nostra personalità. In tutte le culture l’occhio è un simbolo antichissimo di attenzione, affetto, protezione. The Look of Love è anche un modo per ricordarci che non siamo mai soli e che l’amore degli altri è sempre con noi. Ho lavorato come di consueto, partendo da un tratto comune, comprensibile a tutti - l’occhio

è un luminoso diamante taglio marquise - e poi l’ho arricchito con particolari come il sopracciglio che lo rendono originale: un classico con un tocco di stravaganza». Ci sono anche aspetti molto pratici in questo “Look of Love”, perché sono gioielli con un ottimo rapporto qualità-prezzo, personalizzabili - si può cambiare il colore dell’oro, la caratura e il numero delle gemme e così via - e adatti a qualsiasi donna di qualsiasi età, perfetti anche come auto-regalo o portafortuna. Quel gusto particolare, tipicamente italiano, per l’eleganza e lo stile Ilaria lo deve anche alla mamma, sarta di professione, che l’ha fatta crescere in mezzo alle stoffe, alle loro trame e ai loro colori, abituandola alla precisione e all’importanza dei dettagli. «The Look of Love è appena nata e sta assorbendo tutta la mia concentrazione. Ma, se dovessi pensare a nuovi traguardi, a nuove storie, devo dire che mi piacerebbe disegnare una collezione per uno stilista di moda. Sarebbe di certo uno stimolo e una sfida interessante!». English translation see page 106

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In questa pagina, a sinistra: nel 2015 questo splendido pezzo unico, la collana Serafina, disegnata da Ilaria Lanzoni per Hearts on Fire, vinse il primo premio al prestigioso Couture Design Awards di Las Vegas, categoria Best in Haute Couture. Rappresenta il fuoco, uno degli elementi della natura, ed è in oro rosa tempestato di diamanti. La pietra centrale è un importante diamante di 10,25 carati. A destra: Pinky Ring, in oro con diamante, della collezione The Look of Love.


L’ORAFO

ITALIANO

VISUAL

TROPIC / di Domenico Festa

Sullo sfondo di una giungla incontaminata, in mezzo al verde di una natura rigogliosa, l’oro e le gemme riflettono esotiche sfumature. La gioielleria si prepara alla lunga, assolata estate tropicale

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L’ORAFO

ITALIANO

In apertura: anello di Giordini in oro giallo elettroformato della collezione Classic. In questa pagina: orecchini Half An Hour della collezione O R A di Anna Maccieri Rossi in oro giallo con zaffiri rosa naturali e madreperla dipinta a mano e smaltata. Pagina a fianco: anelli della linea PavĂŠ de Paris di Isabelle Langlois in oro e malachite.

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L’ORAFO

ITALIANO

Anello di Antonini della collezione Anniversary100 in oro giallo.

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CONFINDUSTRIA

ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA PERIODICA SPECIALIZZATA



GRAZIE

D I CUOR E / l’Orafo Italiano

Ringraziamo tutte le aziende e i designer che hanno contribuito all’asta benefica Covid-19, organizzata dall’Orafo Italiano in collaborazione con Faraone Casa d’Aste. Il ricavato di questa iniziativa contribuisce a finanziare un progetto della Comunità di Sant’Egidio a favore degli anziani di una RSA milanese, uno degli epicentri di Covid-19 in città.

COVID-19

L’INIZIATIVA


L’ORAFO

ITALIANO

La Comunità di Sant’Egidio si occupa da oltre 50 anni di chi si trova in condizioni di bisogno e fragilità: anziani, senza dimora, migranti, disabili, detenuti, bambini di strada e delle periferie in Italia e nel mondo. I volontari sono laici e operano gratuitamente con la logica di restituire alla società “un po’ di quanto loro stessi hanno ricevuto”. Oltre al supporto per così dire ordinario di fronte ai bisogni materiali, la Comunità opera per costruire percorsi individuali che consentano a queste persone la costruzione di un futuro dignitoso. Negli anni sono stati avviati scuole di italiano per stranieri, corridoi umanitari e tantissime iniziative per contrastare l’abbandono scolastico e la povertà educativa e per recuperare le persone costrette a vivere in strada, che spesso rischiano di essere completamente abbandonate a sé stesse. Di fronte all’emergenza del nuovo Coronavirus, la Comunità di Sant’Egidio ha avviato tra l’altro un progetto a favore degli anziani di una RSA della periferia milanese, uno degli epicentri di Covid-19 in città, come spiega Ulderico Maggi, uno dei responsabili di Sant’Egidio nel capoluogo lombardo. «Abbiamo continuato a muoverci su tanti fronti, ma ci siamo resi subito conto che un vero e proprio dramma stava investendo gli anziani delle RSA lombarde. Del resto i dati ufficiali sui contagi e i decessi in queste strutture purtroppo ci hanno dato ragione.

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L’INIZIATIVA

Andrea del Borgo P R E C I O U S I N S P I R E D A N D H A N D M A D E I N I TA LY

CLAUDIO CANZIAN

futuroRemoto

FRANCESCA BI ANCHI DESI GN

gioielli

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L’INIZIATIVA

Gioielleria Italiana IL GIOIELLIERE SEI TU

pietre preziose

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L’INIZIATIVA

Abbiamo subito proposto e poi avviato un progetto all’interno di una RSA in cui siamo presenti da tempo con iniziative di supporto e di socialità e che si era già trasformata in un focolaio di Covid-19. Per prima cosa abbiamo cercato di contenere i contagi, fornendo mascherine, guanti e strumenti per la tutela di anziani e operatori. Il secondo passo lo abbiamo finanziato anche grazie all’asta organizzata dall’Orafo Italiano e da Faraone Casa d’Aste: abbiamo impegnato un medico specialista e tre Operatori Socio Sanitari in un servizio straordinario di 4 mesi per svolgere un lavoro capillare, persona per persona, sia di monitoraggio sanitario sia di recupero individuale. Bisogna pensare che in questo frangente gli anziani ospiti di queste strutture si sono trovati abbandonati, senza più punti di riferimento, in uno spaventoso caos organizzativo. In tanta desolazione, sono aumentate le demenze, i rifiuti del cibo, le difficoltà dei movimenti… Abbiamo assistito a un generale deperimento delle capacità cognitive e verbali. Questo progetto sta concretamente aiutando le persone a riemergere dalla prostrazione in cui erano sprofondate». Per informazioni sulle attività della Comunità e per donazioni, è consultabile il sito www.santegidio.org. Nel sito è anche possibile firmare l’appello internazionale “Senza anziani non c’è futuro” lanciato dalla Comunità per un nuovo approccio, sociale e sanitario, verso gli anziani e la loro presenza nella società.

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L’ORAFO

ITALIANO

IL GRANDE CUORE

D EL S ETTORE

/ di Simona Infantolino

Nel giro di pochi mesi, in cui l’emergenza sanitaria ha fermato l’intero Paese, il mondo del lusso e della gioielleria, costretti a fermare la propria attività, hanno investito conoscenze, energie e capitali per sostenere gli ospedali italiani, la Croce Rossa e tutte le organizzazioni in prima linea nella lotta al Covid-19. Alle raccolte fondi di volti noti dello spettacolo, case di moda e influencer si sono aggiunte tante iniziative della gioielleria di cui siamo venuti a conoscenza: Bulgari, che ha anche convertito il proprio reparto fragranze per la realizzazione di flaconi di gel disinfettante, ha scelto di sostenere l’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma nell’acquisto di un sistema per ottenere immagini microscopiche all’avanguardia in grado di aiutare la ricerca contro il virus. I brand del Gruppo Kering, invece, hanno destinato circa 2 milioni di euro totali a realtà sanitarie di Lombardia, Veneto, Toscana e Lazio, dove il Gruppo e i marchi sono maggiormente presenti. Le donazioni destinate alle strutture ospedaliere del Paese hanno coinvolto anche Dolce&Gabbana, Recarlo, Gerardo Sacco, Stroili e Marlù Gioielli che hanno dato il proprio aiuto supportando la terapia intensiva, l’acquisto di presidi di sicurezza e la ricerca scientifica. Sempre nell’ambito delle donazioni, moltissimi brand di bigiotteria hanno deciso di raccogliere fondi tramite il proprio e-commerce: 10 Buoni Propositi by Anna Billò e Kidult hanno rispettivamente aiutato gli ospedali Sacco e San Raffaele di Milano; la Regione Lombardia ha ricevuto il contributo di Francesca Bianchi Design; alla Protezione Civile e alle strutture sanitarie più sofferenti sul territorio italiano è stato destinato il ricavato delle vendite online di Breil. Alcuni brand, come Gioielleria

Italiana, Keep Out, Brosway e Bonbon Sucré Florence, hanno invece realizzato dei prodotti ad hoc in edizione limitata per le raccolte fondi destinate rispettivamente al progetto INTENSIVA 2.0 della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI) per il sostegno psicologico di medici e infermieri, all’Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato, alla Croce Rossa e alla Regione Lombardia. Il territorio bresciano, tra i più colpiti dal virus, ha ricevuto il supporto di World Diamond Group che, in collaborazione con la società di ristorazione Mibon, ha distribuito pasti gratuiti al Gruppo Volontari del Garda e ai cittadini di Brescia e provincia in gravi difficoltà economiche. Tre orafi e designer del gioiello – Valentina Barella, János Gábor Varga ed Elena Martinelli – hanno deciso di dare il proprio contributo organizzando un’asta di gioielli online su Facebook il cui ricavato è stato devoluto alla Croce Rossa Italiana e a sostegno di ospedali, associazioni e iniziative in tutta Italia. Sicuramente di rilevanza scottante, l’utilizzo e la difficile fruizione di mascherine e gel igienizzanti ha fatto discutere molto in questi mesi. In merito a questo problema, sono scesi in campo numerosissimi brand, tra cui My Family, famosa per gli accessori dedicati agli amici a quattro zampe, Boccadamo, la Gioielleria Colombo e Bc Boncar, specializzata in packaging per beni di lusso, che hanno modificato la propria produzione per la realizzazione di mascherine per gli ospedali e la Protezione Civile. Il brand di gioielli Amen ha, invece, avviato la produzione di gel igienizzanti destinati alla vendita online e ai negozianti per affrontare la riapertura delle proprie attività in sicurezza. Infine,

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di particolare importanza si è dimostrato l’aiuto offerto dalla famiglia Damiani. A partire dalle donazioni destinate a numerosi ospedali in tutto il Paese fino al sostegno alla ricerca scientifica dell’Humanitas University di Rozzano, la famiglia Damiani, che ha anche attivato un’assicurazione a tutela dei propri dipendenti contagiati da Covid-19, si è impegnata in prima linea durante l’emergenza: ha raccolto, tramite il proprio network internazionale, mascherine e altri dispositivi di protezione individuale per gli ospedali; ha coinvolto gli altri marchi del Gruppo Damiani in una raccolta fondi tramite i ricavati delle vendite online; ha messo a disposizione della Protezione Civile i 12mila metri quadrati del Palafiere di Valenza, recentemente acquistato come sede produttiva. L’emergenza ha avuto forti ripercussioni sul sistema sanitario ma anche sulla vita personale di ciascun individuo, costretto a una quarantena forzata dalle misure di autoisolamento. In questo periodo, purtroppo, gli episodi di violenza domestica sono aumentati rapidamente: secondo la ricerca dei centri antiviolenza D.i.Re, le violenze sulle donne tra il 2 marzo e il 5 aprile sono aumentate del 74,5% rispetto allo stesso periodo del 2019. Pomellato, da sempre schierata in difesa dei diritti delle donne, in questa particolare occasione ha lanciato una campagna di sensibilizzazione e una raccolta fondi a sostegno delle donne vittime di violenza domestica in collaborazione con Dodo, brand del Gruppo Pomellato, e con i suoi ambassador più famosi. Il progetto ha raccolto più di 100.000 € destinati a sostenere CADMI, la Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano e i centri antiviolenza D.i.RE.


SUPPORT ACTIONS

Within a few months, as the health emergency stopped the entire country, the luxury and jewellery industry has taken action by leveraging a variety of skills, energy and capital to support Italian hospitals, the Italian Red Cross and other organisations at the frontlines in the fight against Covid-19. With their donations, several jewellery companies have joined the fundraising campaigns launched by popular personalities, fashion houses and influencers; Bulgari, which has even converted its fragrance production to make hand sanitiser gel bottles, chose to help the Lazzaro Spallanzani Hospital in Rome buy a new latest-generation microscope that can help research against the virus. The Kering Group brands, on the other hand, donated approximately € 2 million to health organisations in Lombardy, Veneto, Tuscany and Lazio, namely the areas where the Group and its brands are most present. Dolce&Gabbana, Recarlo, Gerardo Sacco, Stroili and Marlù Gioielli also made their donations to Italian hospitals by funding intensive care units, the purchase of safety devices and scientific research. Again as regards donations, many costume jewellery brands decided to raise funds through their e-commerce sites: 10 Buoni Propositi by Anna Billò and Kidult helped the Sacco and San Raffaele hospitals in Milan respectively; the Lombardy Region has received donations by Francesca Bianchi Design; the proceeds of Breil’s online sales went to the Italian Civil Protection Department and to the most affected healthcare facilities in Italy. Some brands, including Gioielleria Italiana, Keep Out, Brosway and Bonbon Sucré Florence, created limited-edition collections and items as part of fundraising initiatives to support

the INTENSIVA 2.0 project by Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI) - the Italian Society of Anaesthesia, Pain and Intensive Care to provide psychological support to doctors and nurses, the Santo Spirito Hospital of Casale Monferrato, the Italian Red Cross and the Lombardy Region respectively. One of the hardest-hit by Covid-19, the Brescia area was supported by the World Diamond Group, which collaborated with the Mibon catering company to provide free meals to the Volunteer Group of Garda and to the citizens in serious financial difficulties in the province of Brescia. Three goldsmiths and jewelry designers - Valentina Barella, János Gábor Varga and Elena Martinelli - have decided to make their contribution by organizing an online jewelry auction on Facebook whose proceeds have been donated to the Italian Red Cross and to support hospitals, associations and initiatives throughout Italy. Another aspect of tremendous importance has been and still is that of face masks and hand sanitiser. Numerous brands have taken action to address the issue, including My Family, Boccadamo, Gioielleria Colombo and Bc Boncar, specialising in luxury packaging, which have changed their production to create face masks for hospitals and for the Italian Civil Protection Department. The Amen jewellery brand, on the other hand, has started the production of hand sanitiser for online sales and for shopkeepers to reopen their stores safely. Finally, the support provided by the Damiani family proved particularly important. After donating to numerous hospitals across the country and covering funding for scientific research by the Humanitas University in Rozzano, the

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Damiani family, who has also drawn up a Covid-19 insurance plan for their employees, has demonstrated a strong commitment during this emergency. The company has collected face masks and other PPE for hospitals through its international network; they involved other Damiani Group brands in a fundraising campaign using proceeds from online sales; finally they made their 12,000 square metre Palafiere in the Valenza area, recently purchased as their new production facility, available to the local Civil Protection department. The emergency had serious repercussions on the healthcare system, but also on the personal life of every individual, forced to self-quarantine due to self-isolation measures. In this period, unfortunately, domestic violence has increased rapidly: according to research by the D.i.Re anti-violence centres, violence against women increased by 74.5% between March 2 and April 5 compared to the same period in 2019. Always lined up to defend women’s rights, Pomellato launched an awareness and fundraising campaign to support women who experienced domestic violence in collaboration with Dodo, a Pomellato Group brand, and with its most famous ambassadors. The project raised more than € 100,000 to support CADMI, the Battered Women’s Shelter in Milan and D.i.RE. domestic violence centres. In questa pagina: il Palafiere di Valenza, recentemente acquistato da Damiani come sede produttiva: l’azienda lo ha messo a disposizione della Protezione Civile durante l’emergenza Covid-19. A destra, il bracciale Italy Stay Strong di Gioielleria Italiana, a sostegno del progetto Intensiva 2.0 di SIAARTI.


ITALIANO

MAN

L’ORAFO

/ di Gianpiero Di Bari

OTHERWISE FORMAL

S In questa pagina: campagna SS 2020 di Tombolini; anello di Brosway della collezione Celesta in acciaio con pvd gun satinato e pvd oro rosa.

e la giacca è il perno del guardaroba maschile, è anche vero che la sua evoluzione passa oggi attraverso la mescolanza dei codici della classicità sartoriale con gli input del casual e dello sportswear, in favore di un formale da indossare in maniera rilassata, ma altrettanto elegante. Questa nuova identità di genere 4.0 risponde a quei segni distintivi messi in luce dalle mutate esigenze dell’uomo, che cerca una formalità più a misura di tempo moderno. Ci sono, comunque, dei punti fermi anche in questo rinnovato sguardo al vestire maschile, come la qualità della manifattura, la purezza di linee, il comfort del capo e l’eccellenza dei

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materiali. Insomma, si cerca qualcosa in più - un significativo cambiamento estetico - e qualcosa in meno – un’eccessiva formalità dell’abito. Perciò, stavolta niente cera nelle orecchie come Ulisse, anzi, il canto di omerica memoria va ascoltato attentamente, perché parla di un abbigliamento non uniformato ai canoni a cui siamo stati abituati, piuttosto di buon gusto nel vestire. E, nonostante l’eleganza abbia più sfaccettature di un diamante, l’importante è liberarsi di barriere estetiche e d’azione e vestirsi con una mentalità global, sia per una conference call o un meeting aziendale, per uno smart working o un viaggio di lavoro. Essere sé


MODA

stessi è il paradigma fondante da cui si declina lo stile di vita odierno e l’abito deve sintonizzarsi con la nostra personalità. Oggi più di ieri. Ne sa qualcosa Tombolini che con TMB, brand ad alto tasso di connettività con i desideri maschili, per la P/E 2020 rinnova i capisaldi della tradizione, mixando eleganza, leggerezza e sartorialità. I tessuti sono morbidi, elastici e tecnologici, mentre le forme si fanno fluide e nuovi escamotage rendono il look più ricercato e contemporaneo. Anche per DOPPIAA i concetti di vivere e vestire mutano forme e funzioni, pur rimanendo ancorati ai fondamentali dell’abbigliamento. Così, il marchio gioca con accostamenti di

tessuto inediti e colori particolari. Invece, da Distretto12 si mette l’accento su stile e comfort, con una collezione improntata su tessuti a maglia, in jersey e abiti “svuotati” da abbinare a T-shirt e polo, mentre Brett Johnson opera una personale sintesi tra classico e moderno, cura sartoriale e sperimentazione casual, componendo una collezione dall’eleganza timeless, ma propulsiva. Disinvoltura, colore e convivenza di formale rivisitato e contemporaneità urbana sono gli atout di Manuel Ritz che, per la prossima stagione estiva, attraversa il Marocco con i suoi abiti easy to wear. Invece da Paoloni la giacca, capo iconico del brand, esprime un calibrato senso delle proporzioni, in un perfetto bilanciamento tra essenzialità e stile rilassato. Anche il progetto Ruffo abbraccia le esigenze di uno stile di vita in costante evoluzione, incidendo nei pellami pregiati sahariane e giacche guru dal piglio elegante e contemporaneo.

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Dall’alto: campagna SS 2020 di Brett Johnson; orologio Grunge Denim di D1 Milano in acciaio con cinturino in denim, quadrante da 40 mm con trama effetto lino e movimento al quarzo Citizen Miyota 1L22. Collezione Double Denim.


L’ORAFO

ITALIANO

If the jacket is the mainstay of men’s wardrobe, it is also true that, today, its evolution goes through the mixing of tailoring classicism with the inputs offered by casual and sportswear to the benefit of formal clothes to be worn in a relaxed as well as elegant way. This new 4.0 identity meets those distinctive traits highlighted by the changed needs of men who are looking for a formality that could be more adequate to our modern times. However, there are some fixed points in these renewed look on men’s clothing, like the quality of manufacturing, the

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purity of lines, the comfort of the article and the excellence of materials. In brief, we are looking for something more, a remarkable aesthetic change, and something less, an excessive formality of the piece of clothing. Therefore, this time, no wax in our ears like Ulysses, on the contrary, the Homeric song must be carefully listened to as it speaks about clothes that are not standardized to the rules we are accustomed to, but about good taste in clothes. And, despite the fact that elegance has more facets than a diamond, we must get rid of the aesthetic and


MODA

Pagina a fianco: campagna SS 2020 di Doppiaa; orologio Vigoureux di Cluse con quadrante blu petrolio sunray, bracciale e cassa in acciaio. In questa pagina, dall’alto in senso orario: campagna SS 2020 di Paoloni; campagna SS 2020 di Distretto12; bracciale di Concordia by All Gold in sagola nautica con montatura in oro bianco e zaffiri blu Ceylon; bracciale Classic di Daniel Wellington in acciaio. Pagina seguente, da sinistra: campagna SS 2020 di Manuel Ritz; campagna SS 2020 di Ruffo.

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L’ORAFO

ITALIANO

action barriers and dress with a global mind, for a conference call or a company meeting, a smart working session or a business trip. Being ourselves is the founding paradigm based on which today’s lifestyle is interpreted and the clothes must be in tune with our personality. Now more than in the past. Tombolini knows it well and, with TMB, a brand characterised by a high rate of connectivity with men’s desires, for spring/summer 2020 renews the strong points of tradition, mixing elegance, lightness and tailoring. Fabrics are soft, elastic and technological, while shapes become fluid and new solutions make the look more refined and contemporary. Also for DOPPIAA the concepts of living and dressing change both shapes and functions, though they remain rooted to clothing basics. Then, the brand plays with matchings of original fabrics and particular colours. Instead, Distretto 12 emphasises style and comfort with a collection based on knitted fabrics, jersey and “hollow” clothes to match with T-shirts and polo shirts, while Brett Johnson performs a personal synthesis between classic and modern, tailoring attention and casual experimentation, creating a collection characterised by a timeless though propulsive elegance. Confidence, colour and combination of reinterpreted formality and urban contemporaneity are the strong points of Manuel Ritz that, for next summer season, crosses Morocco with its easy to wear clothes. Instead, with Paoloni, the jacket, an iconic article of the brand, expresses a measured sense of proportions, in a perfect balance between essentiality and a relaxed style. Also the Ruffo project embraces the needs of a continuously evolving life style, carving in its precious leathers safari and guru jackets with an elegant and contemporary allure.

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L’ORAFO

ITALIANO

MAN

CASUAL

CHIC / di Lea Allen

F E N DI

S A I N T L A URE N T

La giacca perde il suo tono formale per completare look meno impegnativi ma sempre sofisticati

GIVENCHY

G I OVA N N I RA S P I N I

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MODA

HERMÈS

ERMENEGILDO ZEGNA

MARNI

L OUI S VUI TTO N

UNODE50

R AY -BA N

V A L ENTINO DI L EONA RDO

P R AD A

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LIA SE


Oggi piĂš che mai puoi leggerci dove, come e quando vuoi

edifis.it


Editor’s Letter

THINK POSITIVE

Come da DNA, la fashion jewelry si prepara anche a questa strana estate con l’entusiasmo e la spensieratezza che le sono propri, lasciandosi finalmente alle spalle i lunghi periodi di isolamento e di smart working. Pazienza se proprio non dovesse essere possibile raggiungere mete esotiche o dar vita ad avventure e viaggi spettacolari… Non mancheranno comunque le occasioni per sfoggiare accessori e bijoux di tendenza. E allora, per sollevare gli animi e dare una sferzata di energia alle giornate estive, ben vengano i colori vivaci da mixare con disinvoltura e i look più audaci e aggressivi, dichiaratamente ispirati al mondo maschile. Non mancheranno neppure le proposte per chi, al contrario, predilige rimandi più rassicuranti a uno stile classico e bon ton, come l’intramontabile bianco, l’oro o i pois: ma sempre con un tocco di originalità, perché sarà questa la parola d’ordine dell’estate 2020.

As from its DNA, fashion jewelry prepares also to this strange summer with its typical enthusiasm and light-heartedness, finally leaving behind the long periods of isolation and smart working. Never mind if reaching exotic destinations or living spectacular adventures and journeys will not be possible... Occasions to show off trendy accessories and custom jewels won’t be lacking. And then, in order to lift the spirits and give a burst of energy to summer days, bright colours to be confidently mixed along with the boldest and most aggressive looks are welcome, clearly inspired to the male world. Also proposals for those, that, on the contrary, prefer more reassuring references to a more classical and bon ton style will not be lacking, like the timeless white, gold or dots: though always with a touch of originality, as this will be the keyword for summer 2020.


VISION

AO N I E di Antonella Garello

Hanno scelto di chiamarsi Aonie, ovvero l’altro nome con cui nella mitologia greca sono chiamate le Muse, le divinità delle arti figlie di Zeus e della dea della memoria Mnemosine: le sorelle Paola e Consuelo Coti - che il logo classicheggiante del loro brand raffigura distinte dalle iniziali degli orecchini, ma indissolubilmente legate dalle crocchie dei capelli - coltivano infatti da sempre un rapporto privilegiato col passato, con la tradizione e l’arte, come racconta la stessa Paola. «Io e mia sorella Consuelo abbiamo dato vita ad Aonie nel 2008, dopo studi ed esperienze lavorative completamente diversi. Io mi sono laureata in economia per poi specializzarmi in luxury management. Consuelo è diventata architetto e jewelry designer a Parigi. Tuttavia entrambe siamo cresciute nella gioielleria di nostra madre e siamo state certamente influenzate dalla sua grande passione e dal suo amore per gli ornamenti preziosi. Abbiamo continuato per anni, in maniera saltuaria, a sviluppare insieme piccoli progetti per il negozio di famiglia, e visto che le nostre creazioni avevano un discreto successo, a un certo punto abbiamo deciso di fare il grande salto: io e mia sorella abbiamo abbandonato le rispettive carriere e abbiamo fondato Aonie, unendo e mettendo a frutto le nostre competenze». Una scelta impegnativa… «Era, come dicevo, il 2008: il mercato era pronto a uscire dagli ambiti della gioielleria più classica e, di pari passo, il bijou andava assumendo un’identità sempre più definita, affermandosi come mondo a sé. Io e Consuelo abbiamo studiato a lungo un prodotto in grado di distinguersi e quando ci siamo sentite pronte abbiamo presentato alla Glamroom di VicenzaOro la linea Alphabet, in oro e ceramica smaltata, che è piaciuta molto e che ancora oggi è uno dei nostri best seller». Quali sono i tratti distintivi dei vostri gioielli? «La nostra idea è quella di creare gioielli ricchi di rimandi al mondo classico, all’arte, alle tecniche della tradizione ma rivisitati con un pizzico di ironia e divertimento. Questa nota di leggerezza li rende attuali e al tempo stesso aggiunge valore alla ricerca e all’artigianalità che sono alla base di ogni nostra creazione. Le nostre linee in ceramica, per esempio: ogni pezzo è realizzato e smaltato a mano sulla base di un nostro disegno da un maestro artigiano portoghese; ogni frame in oro viene quindi realizzato su misura. Alphabet è frutto di un approfondimento su più piani: ogni ceramica reca smaltata da un lato una lettera art déco e dall’altro il simbolo, attentamente studiato, di un concetto che comincia con quella iniziale».

Sopra, Paola e Consuelo Coti e, sotto, gli orecchini Alveare, in argento con turchese o corallo, della linea Afrodite.

Come si è ampliata la produzione? «Negli anni sono nate nuove linee, sempre con il nostro tocco vintage rivisitato, e realizzate in argento, oro 9 carati, ceramiche,

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I N T E RV I EW

They decided to be called Aonie, that is the other name used in Greek mythology to identify the Muses, the art deities daughters of Zeus and of the goddess of memory Mnemosyne: sisters Paola and Consuelo Coti - portrayed in the classical logo of their brand divided by the initials of earrings, though inextricably bound by their hair chignons - have always been cultivating a privileged relationship with the past, tradition and art, as Paola tells us.

In questa pagina, dall’alto: orecchini della collezione Rock Garden in argento con gocce d’agata e granato. Anello Rana in oro 9 carati e tormaline. Orecchini della linea Alphabet in ceramica e oro 9 carati.

«In 2008 my sister Consuelo and I founded Aonie after acquiring completely different studying and working experiences. I graduated in economics and I then specialised in luxury management. Consuelo became an architect and jewelry designer in Paris. However, we both grew up in our mother’s jewelry store and we were certainly influenced by her great passion and love for precious ornaments. We continued for years, occasionally, to develop together some small items for our family store and, given that our creations had quite a success, we decided to take it to the next level: my sister and I abandoned our respective careers, joining together and capitalising our expertise». A demanding choice... «As I said, it was 2008: the market was ready to go beyond the limits of a more classical jewelry and, at the same time, custom jewels were acquiring an increasingly defined identity, imposing themselves as a world apart. Consuelo and I studied for long a product that could be able to stand out and when we felt ready we presented at the Glamroom of VicenzaOro the Alphabet line, in gold and enamelled ceramic that was highly appreciated and, still today, is one of our best sellers». Which are the distinctive traits of your jewels? «We aim at creating jewels rich in references to the classical world, to art, to the traditional techniques, though reinterpreted with a touch of irony and fun. This light note makes them contemporary and, at the same time, adds value to the research and the artisanship that are behind each of our creations. Our ceramic lines, for example: every item is hand made and enamelled based on our drawings by a Portuguese master artisan; every golden frame is then tailor made. Alphabet is the result of a study in depth on more levels, every enamelled ceramic item shows, on the one side, an art déco letter and, on the other, a carefully studied symbol of a concept starting with that initial».

pietre... Ci siamo ispirate ai mondi più diversi, dalle favole agli animali al mondo marino e a quello fashion. Per la prossima estate proponiamo Afrodite, una linea gipsy dai grandi volumi, dove l’argento si affianca a coralli, turchesi, perline e pietre dure». Come avete affrontato l’emergenza Covid-19 e in che termini pensate alla ripresa? «Data la chiusura generalizzata, in questi ultimi mesi abbiamo molto implementato l’uso dei social, mantenendo un dialogo costante coi nostri rivenditori, condividendo informazioni, immagini, emozioni che saranno sicuramente un aiuto nella ripartenza. I nostri gioielli vanno spiegati per essere apprezzati al meglio e in questo senso credo che il ruolo del gioielliere resterà comunque fondamentale, seppur affiancato dalle vendite online».

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How did the production widen? «Over the years new lines developed, always with our reinterpreted vintage touch and made in silver, 9 carat gold, ceramics, stones... We took inspiration from the most disparate domains, from fairy tales to animals, to the sea and fashion world. For next summer we propose Afrodite, a gipsy line characterised by big volumes where silver is matched to corals, turquoise, beads and semiprecious stones». How did you cope with the Covid-19 emergency and how are you dealing with the reopening? «Given the general closing, over the last few months we have implemented the use of social networks, maintaining a continuous connection with our dealers, sharing information, images, emotions that will certainly help to start again. Our jewels must be explained to be appreciated at best and in this sense I believe that the role of the jeweller will still remain critical, though complemented by on line sales».


New Colors for Bead 74

Jewelry design reimagined. Now available in a half and full-hole version in various colors of Cubic Zirconia, Nanogems and Synthetic Aventurine, our best-selling Bead 74 opens up a whole new world of fine jewelry design possibilities.


V I S UA L

T R G A N I M S RK O W a st Fe l a a o c S ni ra me au o L D k di or / tw r a


VISION

In apertura: bracciali di Les Georgettes by Altesse: bracciale Pure 40mm con finitura in oro rosa e banda in pelle reversibile motivo tillandsia/paillette argentate; bracciale Pure 14mm in oro rosa con banda in pelle reversibile motivo felci/verde acqua. In questa pagina: orologio Polycarbon Sapphire di D1 Milano con cassa e cinturino in policarbonato nero opaco e quadrante con motivo circolare. Pagina a fianco: bracciale San Benedetto di Amen in argento rodiato con pietre naturali.

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VISION

In questa pagina: orecchini Seurat di Gala Rotelli in bronzo placcato oro. Pagina a fianco: orecchini di GiòElle della collezione Paper Clip realizzati in oro etico e sostenibile con diamanti.


V I S UA L

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VISION

WHITE

DIOR

IVI

ELI SAB ETTA FR ANCHI

& GOLD

di Simona Infantolino

G R A ZI E L L A

GUCC I


TREND

Angeliche visioni calcano le passerelle estive con abiti leggeri e semi trasparenti. Perfetto per un look total white si riconferma l’oro giallo, che in questo abbinamento risplende più che mai

A LEXA NDER MCQUEEN

LUISA B ECCARI A

VALENTI NO

F R A NC ES CA BI ANC HI DESI GN

DO LCE& GAB BANA

BOTTEGA VENETA

DA NIEL WELLING TO N

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VISION

POLKA

DOTS

M IU M IU

CA RO L I NA HER R ER A

SA R A BATTAGLIA

PI CTO

M ANO LO BLA H NIK

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di Lea Allen


TREND

Quest’estate ritorna, più contemporaneo che mai, il pois. La sua versione evergreen, in bianco e nero, fa spazio anche a una più vivace interpretazione che mixa colori e tessuti per tutte le occasioni

ER M ANNO SCERVINO

A LTUZA R R A

GUCC I

A NTÚR A

CA F È NOI R

AO NI E

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VISION

TOM

BOY

F ILA

A LTUZAR R A

G I V ENC HY

FEST I NA

ART LI NEA

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di Lea Allen


TREND

Incurante delle convenzioni, con giacca oversize, mocassino, gilet e cravatta, la donna moderna non rinuncia a essere seducente anche quando prende in prestito i capi dal guardaroba maschile

LOUIS V UITTON

ER MA NNO SCERVINO

MAX MAR A

FOSSI L

GUCC I

HERM ÈS

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FOR HER

WISH di Simona Infantolino

LIST

Bracciale Gisel by Artecora in bronzo rodiato.

Sabot Baia di Jimmy Choo in suede con tacco alto decorato da cristalli.

I colori più vivaci dei frutti esotici riportano l’allegria negli armadi delle donne. Gli abiti si accorciano e i bijoux en pendant si fanno notare grazie a misure oversize, colori sgargianti e metalli luminescenti. Importante, però, non dimenticare gli occhiali da sole e le acque profumate per proteggersi nei giorni più caldi della stagione.

Orecchini Fortune Tellers di Meg Jewels in argento placcato oro con seta, viscosa, cristalli Swarovski, pietre semipreziose e alcantara.

Occhiali da sole Cienfuegos di Pugnale in acciaio con inserto lucido.

Brume rivitalizzante di l’Occitane alla verbena e agrumi per corpo e capelli.

Clutch BV Snap squadrata di Bottega Veneta in pelle intrecciata con chiusura a pressione in Tuja. Mini abito di Zimmermann in lino con cintura incorporata.

Anello Chicco di riso di Eclat in argento placcato oro con citrino naturale.

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Dona il 5x1000 ad Amani La tua firma è luce sul futuro C.F. 97179120155

l’Orafo Italiano con Amani Con il tuo 5xmille, i bambini che vivono in strada a Nairobi e Lusaka troveranno casa, protezione e scuola. Non costa nulla e per noi è un aiuto essenziale, oggi più che mai. Firma nell’apposito riquadro del 730, della Certificazione Unica (CU) o del Modello Unico e scrivi il codice fiscale di Amani 97179120155

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FOR HIM

WISH di Simona Infantolino

LIST

Bracciale Jumper di Breil in cordura con elemento decorativo in acciaio a forma di coda di balena.

Anello di 2Jewels in acciaio con occhio di tigre.

Panama giapponese in papier di Emporio Armani.

L’aperitivo ideale si consuma sulla spiaggia, con un paio di espadrillas, la camicia di lino e ancora il costume da bagno addosso. La brezza marina scompiglia i capelli ma non cancella la voglia di viaggiare verso mete esotiche con una valigia che porta le tue iniziali e i gioielli da lasciare sotto l’ombrellone tra un tuffo e un altro.

Calzoncini da mare Traveler di Polo Ralph Lauren foderati in rete.

Espadrillas Hamptons di Manebí in suede.

Smartwatch Fadelite di Diesel con tecnologia Wear OS by Google™. Borsone Forte Dei Marmi di My Style Bags in cotone con manici in pelle, personalizzabile con le iniziali.

Camicia regular fit di Lacoste in tela di lino.

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o r a f o i t a l i a n o. i t /v i s i o n




ITALIANO

SOSTENIBILITÀ

L’ORAFO

FRANCESCO BELLONI

GIOIELLI A PROVA DI ETICA / di Antonella Garello

L

In questa pagina, in alto: Francesco Belloni (a sinistra) con la sorella Luisa e il loro collaboratore Gianluca Marchesi. Qui sopra: solitario della linea Ethical Gold. Pagina a lato: minatore della Cooperativa Agromineira de Iquira, Colombia e, sotto, lingotto in oro Fairmined Etico: da circa un anno la Gioielleria Belloni ha avviato anche l’attività di banco metalli.

a scena non la vediamo, ma sentiamo voci concitate di medici che si affannano intorno a una persona infortunata. La situazione deve essere grave, perché uno dei soccorritori chiede sgomento: «Da dove viene tutto questo sangue?!». Gli risponde un’operatrice: «L’anello, dottore: guardi il diamante!». E una voce fuori campo chiarisce: «In certi diamanti c’è il sangue di interi popoli sfruttati». Per poi entrare nel vivo della questione: «È questo il diamante che vuoi?». A molti nel milanese non sarà sfuggito questo fortunato spot radiofonico attraverso il quale, con qualche variazione sul tema, la Gioielleria Belloni pubblicizza dal 2005 i propri diamanti etici, “estratti rispettando l’uomo e l’ambiente” (un altro spot, più recente, si focalizza invece sull’oro fairmined). Dei gioielli a prova di etica Francesco Belloni e la sorella Luisa, attuali proprietari della storica gioielleria aperta dal nonno negli anni Venti,

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dal 1955 operativa nella centralissima Via Lamarmora, sono stati in Italia veri e propri pionieri: «Pensi che è nato tutto da un rifiuto - ricorda Francesco Belloni - Ogni anno nel periodo di San Valentino eravamo soliti devolvere in beneficenza, ad associazioni sempre diverse, una percentuale delle vendite. Nel 2004 avevo scelto come destinatario Survival International e ci rimasi malissimo quando i responsabili dell’associazione, attiva nella protezione dei popoli indigeni e delle loro terre, mi spiegarono che non potevano accettare la mia donazione: all’epoca infatti Survival International era impegnata nel boicottaggio di De Beers per la questione del land grabbing a danno dei Boscimani in Botswana. Così ho cominciato a cercare una fonte equa, fuori dalle logiche delle grandi compagnie, e ho scoperto le due miniere canadesi presso le quali ho cominciato ad approvvigionarmi. Il primo diamante è arrivato in negozio il 15 Luglio 2005, ricordo perfettamente la data perché era il mio compleanno e mi è parso un segno del destino!».


PEOPLE & BRANDS

Quanto incide l’etica sul costo dei materiali? «Per quanto riguarda i diamanti, per le carature più piccole bisogna calcolare fino a un 20% in più, perché su cifre basse incide molto la certificazione, ma a partire dai 3040 punti il costo è sostanzialmente uguale a quello dei diamanti senza questo tipo di certificazioni. L’oro etico viene a costare all’incirca dagli 8 ai 10 euro in più al grammo. Le miniere etiche certificate stanno lentamente crescendo di numero, sono ancora poche ma a quelle già attive in Perù, Colombia e Mongolia dovrebbero aggiungersene presto altre che stanno facendo i passi necessari per la certificazione in Sud America e in Africa. Più si diffonde la cultura dell’etica, più conveniente l’etica diventerà per tutta la filiera».

certificazione dell’origine tramite l’incisione di un codice alfanumerico e della foglia d’acero, simbolo del Canada. Inoltre viene fornita la garanzia che tutta la filiera aderisce al Canadian Diamond Code of Conduct, la severissima legislazione canadese che regola l’estrazione e la vendita di pietre. In pratica le miniere canadesi assicurano la sicurezza e la corretta retribuzione dei lavoratori nonché il massimo rispetto delle comunità locali e dei loro territori».

Ammetterà che c’è molta confusione - per non parlare di una comunicazione non sempre corretta - intorno a questo tema. Cosa intende per diamanti “etici”? «Molto semplicemente, realmente rispettosi dell’uomo e dell’ambiente. Ogni singolo Ethical Diamond è accompagnato, oltre che dalla garanzia che ne specifica le caratteristiche gemmologiche, dalla

Stesso discorso per l’oro fairmined? «Il nostro Oro Fairmined Etico proviene dalla Colombia: è estratto e commercializzato secondo i criteri del mercato equo e solidale e della certificazione Fairmined. Nelle miniere certificate Fairmined l’estrazione avviene nella sicurezza dei lavoratori e nel rispetto del territorio, insomma in maniera equa e sostenibile. Per esempio il mercurio non viene disperso nell’ambiente, le sabbie vengono decontaminate e recuperate, la falda acquifera non viene inquinata. E poi le miniere su piccola scala sono proprietà di cooperative di minatori e il ricavato va alle famiglie e alle comunità. Le cooperative fanno capo alla Alliance for Responsible Mining che verifica il pieno rispetto delle condizioni».

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Qual è il bilancio di questi 15 anni? «Per quello che riguarda la nostra gioielleria, considerando anche l’attenzione delle generazioni più giovani per le tematiche sociali e ambientali, le assicuro che l’aver focalizzato produzione e comunicazione su materie prime eticamente certificate è stata la salvezza. La stragrande maggioranza degli articoli che vendiamo appartengono alle nostre linee etiche. I clienti vengono apposta anche da lontano alla ricerca di gioielli equi e responsabili. Inoltre da circa un anno affianchiamo all’attività della gioielleria quella di banco metalli: possiamo vendere oro e argento certificati fairmined anche a operatori del settore, orafi e designer. Poi, senza retorica, c’è un discorso personale: quando ho visitato la miniera colombiana che mi fornisce l’oro, ho visto negli occhi dei minatori tutto il loro orgoglio per come, grazie al loro lavoro, contribuivano allo sviluppo della comunità. Mi sono sentito parte di tutto questo. Un’emozione indimenticabile». La clientela tipo della vostra gioielleria? «La nostra è una clientela curiosa e interessata all’attualità, abbastanza omogenea per livello culturale ed economico, che definirei medioalto, trasversale per età e provenienza. Stanno aumentando parecchio anche le coppie di sposi che comprano da noi le fedi etiche. Intorno al negozio, inteso come luogo fisico e virtuale, si è venuta a creare una sorta di comunità, sulla base di valori e di un modo di pensare condivisi: per questo anche nel momento terribile che stiamo attraversando mi permetto di guardare con fiducia al futuro». English translation: see page 107


ITALIANO

PACKAGING

L’ORAFO

THECA ASTUCCI SOLUZIONI TAILOR-MADE

R

/ di Antonella Garello

educe da un compleanno a cifra tonda - i trent’anni di attività sono stati festeggiati proprio l’anno scorso - Theca Astucci è ormai uno dei nomi di riferimento nel settore del packaging per la gioielleria. L’azienda è nata nel cuore del distretto orafo valenzano; ma è anche nata nel segno di una delle massime eccellenze italiane nel campo della moda: il suo fondatore, Vittorio Vaccarino, abbandonò infatti per questa nuova impresa la storica azienda di famiglia Borsalino. Dall’esperienza di Borsalino e dalla conoscenza del mondo della gioielleria derivano quei valori che sono da sempre il punto di forza di Theca Astucci: gli alti standard qualitativi, l’attenzione al design, l’innovazione tecnologica, la ricerca di

nuovi materiali, la cura dei dettagli e la personalizzazione del prodotto. La gestione interna e il controllo diretto dell’intero processo produttivo permettono grande velocità e flessibilità: i diversi articoli riescono così a soddisfare qualsiasi esigenza, e sono tutti largamente personalizzabili in termini di forme, materiali e colori. Nel corso degli anni l’azienda ha sempre investito in ricerca e innovazione e oggi dispone di macchinari all’avanguardia per stampa a caldo, taglio e incisione laser, stampa digitale, plotter, serigrafia. «Stabiliamo sempre con la nostra clientela un clima di collaborazione e di fiducia - conferma Antonio Campofreddo, storico collaboratore dell’azienda - I gioielli e gli orologi che i nostri clienti vendono hanno tutti, senza eccezione, caratteristiche particolari: i nostri astucci e il nostro packaging sono studiati appunto per esaltare

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e comunicare quelle caratteristiche e molto spesso sono l’esito di soluzioni ad hoc». Theca Astucci sta da tempo percorrendo anche le nuove vie di contatto digitale coi clienti, tramite un e-commerce, molto apprezzato e frequentato, e la presenza su Facebook, Instagram e YouTube: a breve giungerà a conclusione anche un importante restyling del sito. After a round-number anniversary (the company celebrated thirty years of business last year), Theca Astucci is now a wellestablished name in the jewellery packaging industry. The company was established in the heart of the jewellery district of Valenza, backed by the experience of a big name in the Italian fashion industry, as the founder Vittorio Vaccarino left Borsalino, his longestablished family business, to embark on


PEOPLE & BRANDS

this new venture. The experience at Borsalino and the knowledge of the jewellery industry shaped Theca Astucci’s core values and main strengths: high quality standards, attention to design, technological innovation, the search for new materials, attention to detail and customisation. The entire production process is kept in-house to allow for timely deliveries and flexibility; they offer a wide range of products to meet all needs, with custom shapes, materials and colours. The company has always invested extensively in research and innovation over the years, using modern machinery for hot printing, laser cutting and engraving, digital printing and screen printing, as well as plotters. «We work to build trust and a collaborative spirit with our customers says Antonio Campofreddo, who has worked for the company for many years - All of the jewellery and watches that our customers sell have some unique features; our boxes and packaging are designed to enhance and communicate those features and they are often the result of custom solutions». For some time now, Theca Astucci has also been exploring the new ways of communicating with customers through a successful e-commerce and their presence on Facebook, Instagram and YouTube; the company’s website will also be restyled soon.

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In queste pagine: la sede di Theca Astucci ad Alessandria e diversi esempi della vasta produzione aziendale. Gli articoli sono largamente personalizzabili in termini di forme, materiali e colori.


HOW RESPONSIBLE is your jeweller? The Responsible Jewellery Council (RJC) is the industry’s leading standards-setting and certification body, helping jewellery companies of all sizes meet the rising standards demanded by consumers.

Il Responsible Jewellery Council (RJC) è l’organismo di normazione e certificazione leader nel settore della gioielleria che aiuta le aziende di tutte le dimensioni a soddisfare gli standard sempre più elevati dei consumatori.

Jewellery marks some of life’s most significant moments. So next time you’re making a purchase, check for RJC Certification for complete peace of mind.

I gioielli segnano alcuni dei momenti più importanti della nostra vita. La prossima volta che effettuate un acquisto, accertatevi che vi sia la Certificazione RJC e andrete sul sicuro.

responsiblejewellery.com


INSIDE JEWELRY

INVESTIMENTI 2019

PANDO RA ASSO P I GLIATU TTO / di Vittorio Montieri

i si abbracciava affettuosamente, si lavorava fianco a fianco negli uffici e nelle fabbriche, si studiava fianco a fianco nelle scuole e nelle università; poi tutti insieme per un drink o una corsetta, o al cinema, a teatro, a un concerto, a ballare, vestiti di tutto punto dopo essere magari passati dal parrucchiere o dall’estetista. Quando nel dicembre 2019 si tiravano le somme dell’annata, nessuno avrebbe potuto immaginare i mesi di paura e pantofole, di Amuchina e mascherine, di streaming e lievito di birra che avremmo trascorso di lì a poco; nessuno aveva mai sentito pronunciare espressioni che sarebbero presto diventate familiari come “distanziamento sociale” o “lockdown”. Quando si facevano i conti degli investimenti pubblicitari del settore, che registriamo ormai da decadi su queste pagine, si riavvolgeva un anno come tanti, con i suoi alti e bassi e le sue crisi più o meno croniche, ma che sembra distante anni luce dalla quotidianità paralizzata che abbiamo vissuto negli ultimi tempi. Più avanti avremo modo di

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osservare le ricadute della pandemia sul comparto che ci interessa e sulla sua comunicazione, ed è facile presumere che saranno da brividi (e dire che fino a febbraio il mercato pubblicitario interno era in crescita rispetto ai valori dell’anno precedente, e che prima degli stabilimenti fermi e delle gioiellerie chiuse più di un inserzionista orafo ha fatto in tempo a farsi bello sui media per San Valentino). Intanto guardiamo come abbiamo sempre fatto a quello che era prima, prima della linea di confine che ha ammutolito i brand di categoria e che ci fa vedere quella normalità come straordinaria. Le cose non erano nemmeno andate male, anzi. Il 2019 si è chiuso con un +4,1% rispetto al 2018, pari a circa due milioni e mezzo di budget, meglio dunque dello stanziamento complessivo nazionale, sceso di un 5,1% che solo il computo della raccolta in annunci sponsorizzati e su motori di ricerca e social media riporta quasi in parità (-0,9%). Delle ventiquattro macrocategorie Nielsen, all’interno delle quali i monili rientrano sotto la voce “Oggetti Personali”, solo due, Informatica e Grande Distribuzione, hanno fatto meglio, quest’ultima di poco. Tutto ciò, peraltro, è stato possibile grazie ai picchi di maggio, che diventa il secondo mese a più alto


L’ORAFO

ITALIANO

FIG.1

STAGIONALITÀ DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICITARI (€.000) M O N T H LY A D S P E N D ( € . 0 0 0 )

20000 18000 16000 14000 12000 10000 8000 6000 4000 2000

2019

investimento, e settembre, con il più significativo incremento percentuale (Fig. 1); cioè proprio in corrispondenza di quelle ricorrenze - Festa della Mamma e periodo dei matrimoni – che quest’anno saranno verosimilmente più penalizzate (tra fine aprile e i primi di maggio la pressione pubblicitaria televisiva degli Oggetti Personali segnava -97%, penultima tra tutte le categorie) e che invece lo scorso anno hanno compensato la flessione natalizia e parzialmente destagionalizzato la curva della spesa, restituendogli un andamento più ondulato e meno concentrato sul tardo autunno. Naturalmente, nel ripartire il conquibus tra le varie mensilità, c’è chi è stato più o meno conforme con lo standard del mercato e chi si è creato una stagionalità tutta sua, con qualche burst controcorrente o accentuando di parecchio le tendenze della piazza. Se nella sua generalità la categoria non ha investito in nessun mese una quota superiore al 30% del totale annuo, più di un brand si è invece concesso questa

c

/De Dic

ov

v/N No

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t/O

t/S Se

Ot

ep

g Au

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Gi

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Ja

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0

2018

licenza (Fig. 2), a cominciare da Stroili, che ha scaricato sotto Natale quasi il 70% dell’intero importo, continuando con Breil e Miluna, che su maggio ne hanno riversato più della metà, per finire con le marche che hanno concentrato i propri sforzi in periodi non canonici: Van Cleef & Arpels a giugno, Salvini e Nomination nel plateau di settembre e ottobre. Talvolta, smarcarsi dal planning dei concorrenti consente di avere per qualche settimana una share of voice ai massimi livelli – come per Giovanni Raspini a marzo, Morellato ad aprile e Swarovski d’estate – o quanto meno di fare capolino al top per un momento fugace, pur non rientrando nel novero delle griffe più prodighe dell’annata – com’è successo a Cartier e Rebecca tra Capodanno e i giorni della merla (Fig.3). In termini di mezzi, buona parte dell’ottima tenuta del fatturato pubblicitario proveniente dalla categoria è dovuta alla televisione, con un aumento degli introiti di quattro milioni di euro che corrisponde, in controtendenza rispetto all’andamento del totale dei mercati,

92

a un abbondante 13% in più nei confronti dei dodici mesi anteriori (Fig. 4), e che porta quindi lo spot tradizionale a coprire quasi il 60% delle risorse erogate dalle aziende di preziosi e bijoux (Fig. 5). Viene ancora in mente quando su queste colonne lamentavamo quanto orafi e gioiellieri fossero refrattari al piccolo schermo… Di questa cospicua frazione, però, più di un terzo arriva dalle casse di un’unica azienda, Pandora, con il suo investimento monstre di oltre dodici milioni di euro, un record. Il secondo mezzo ad aver contribuito alla crescita in valori assoluti è la radio, in sorprendente progressione per il quinto anno consecutivo e alla quale è stato destinato mezzo milione di euro più che nel 2018, cioè ancora una volta un quarto del suo ammontare. Inesistente fino al 2015, con soli 223.000 euro bonificati dalle imprese orafe, la radio ha in quattro anni visto decuplicare le somme ad essa destinate e oggi detiene, grazie soprattutto alla pianificazione di Pandora e Brosway, una share pari all’Internet


INSIDE JEWELRY

FIG.2

INVESTIMENTI MENSILI SUPERIORI AL 30% DEL BUDGET ANNUALE M O N T H LY A D S P E N D I N G OV E R 3 0 % O F T H E Y E A R ’ S A D S P E N D I N G

70% STROILI; 69%

65% 60%

BREIL; 56%

55% MILUNA; 52%

AMEN; 51%

50% MILUNA; 46%

45%

KIDULT; 44%

MORELLATO; 41%

40% VAN CLEEF & ARPELS; 35%

35%

tabellare e prossima a quella dei quotidiani; entrambi questi canali, peraltro, con una crescita superiore al 10%, e anche nel caso dei quotidiani in controtendenza rispetto all’orientamento delle altre categorie merceologiche. Se sul Web è stata ancora Pandora a farla da padrone, al recupero dei giornali hanno concorso principalmente gli utenti tradizionalmente più affezionati al mezzo: l’immancabile Giorgio Visconti, che ha nuovamente riservato alla stampa quotidiana i tre quarti del proprio budget, e i pezzi esclusivi e realizzati a mano di Alexandra Albini, cui si aggiunge il pioniere della gioielleria di design Pianegonda. In difficoltà invece la stampa periodica, -10,9%, ma tra gli orafi in misura inferiore che nel mercato complessivo, dove segna un -13,9%. Tra gli utenti del settore spiccano ancora due specialisti come Giovanni Raspini e Boccadamo, con l’azienda aretina che scavalca per presenzialismo l’eccellenza ciociara. A Tonino Boccadamo non è tuttavia mancata in tempi più recenti la copertura

NOMINATION

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mediatica non a pagamento. Alle redazioni delle testate locali e non solo non è infatti sfuggita l’encomiabile iniziativa avviata nella primavera di quest’anno di riconvertire parte della produzione nella realizzazione di mascherine protettive. In seria difficoltà è soprattutto l’affissione, che, dopo il -37% del 2018, vede ulteriormente dimezzarsi l’investimento e la relativa quota nella torta pubblicitaria della classe di prodotto. Con un trend diametralmente opposto a quello della radio, in due anni ha visto ridursi a un terzo le entrate e il peso relativo, nonostante la fiducia di marche come Swarovski, Bulgari e Recarlo. Non illuda infine, in vetta alla classifica del differenziale sul 2018, l’esorbitante +54% del cinema. Si tratta di cifre modestissime, che si spostano da poco sopra i 100.000 euro a poco sopra i 150.000 euro e con tre soli utenti ufficialmente attivi: insomma quanto il modello più economico di Aston Martin in condivisione tra Sarni Oro, Kidult e Amen Gioielli. Per numero di inserzionisti attivi prevalgono ancora, e di

RECARLO; 32%

Ot

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SALVINI; 33%

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BROSWAY; 40%

KIDULT; 35%

FABIANI; 31%

30%

NOMINATION; 36%

FABIANI; 42%

gran lunga, i periodici, ma la cifra scende sotto i duecento, pur restando stabile l’investimento medio, intorno agli ottanta milioni (Fig. 6). Il calo è quindi dovuto alla defezione di un gioielliere su dieci e non a una contrazione del budget dei fedelissimi. Allo stesso fattore, ma in misura più ingente, si deve principalmente la crisi dell’affissione, che, oltre a una riduzione delle dotazioni superiore al 15%, ha visto dileguarsi più di un terzo della clientela. Al contrario, il progresso di quotidiani, radio e televisione è determinato non tanto dall’aumento del bacino d’inserzionisti, ma dal fatto di essere diventati nella media sensibilmente più onerosi. Nella classifica delle marche (Fig. 7), l’ascesa di Pandora sembra inarrestabile e il suo distacco dai competitor ha assunto proporzioni imbarazzanti: la seconda segue con un divario di oltre dieci milioni e un quarto dell’investimento. Ininterrottamente in testa al ranking nell’ultimo quinquennio, Pandora si prende la libertà di raddoppiare il proprio budget pubblicitario, equivalente a


L’ORAFO

ITALIANO

FIG.3

I T R E M AG G I O R I I N S E R Z I O N I S T I P E R M E S E ( € . 0 0 0 ) T O P T H R E E A DV E R T I S E R S BY M O N T H ( € . 0 0 0 )

Marca/Brand AMEN

Gen Jan

Feb Feb

Mar Mar

Apr Apr

Mag May

Giu Jun

Lug Jul

46

Ago Aug

Set Sep

Dic

815

1492

Nov

Dec

317 296

BROSWAY

61

BULGARI 67 90

CRIVELLI

942

298

KIDULT

867

MILUNA

769

650

MORELLATO 642

PANDORA

331 307

G. RASPINI

STROILI

Nov

150

BREIL

REBECCA

Oct

79

BOCCADAMO

CARTIER

Ott

278 2096

216

1676

193

382

2513

2257

441

74

363

261

2775

3490

255

42 86

SWAROVSKI VAN CLEEF & ARPELS

quello delle cinque firme che la seguono in classifica, e di duplicare di pari passo la propria share of spending, fino a rappresentare da sola un quarto dell’intero mercato, cosa mai vista a memoria di recensore. In vetta alle spese per otto mesi su dodici e su tre dei sette mezzi rilevati, è ormai quasi un discorso a parte nel panorama della comunicazione dei preziosi. Tra le altre posizioni in graduatoria gli spostamenti sono minimi, uno o due gradini in su o in giù rispetto al 2018, con la sola eccezione di Van Cleef & Arpels che perde tre posizioni. Ne guadagna due Morellato, piazzandosi alle spalle del gigante danese e scavalcando Brosway e Swarovski, che assieme a Stroili hanno operato un più consistente taglio del budget; poi Giovanni Raspini, che invece tra i presenti è quello con

179

il maggiore rialzo percentuale; infine Bulgari e Crivelli, che pure hanno ritoccato in positivo il loro finanziamento. Il balzo più in alto è però ovviamente quello delle new entry del 2019: Miluna, assente ormai da anni, che prende il posto di 2Jewels in una top ten per il resto occupata dagli stessi nomi dell’ultima rilevazione; Salvini, che mancava dal 2016; infine Nomination, altro nome da tempo scomparso dall’elenco. Tra gli uscenti, scivolati sotto la soglia dell’1%, oltre a 2Jewels ci sono presenze fino ad oggi fisse, come il valenzano Giorgio Visconti, e momentanee apparizioni come 10 Buoni Propositi e Marlù, o riapparizioni, come Comete. In loro compagnia, a ridosso del limite minimo, c’è una fila di nomi illustri e vecchie conoscenze: S’Agapõ, Cartier, UnoAErre, Rebecca, Pomellato, Davite&Delucchi, Tiffany & Co.,

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Sodini, Pasquale Bruni, Chopard… Chi di loro, e di tutti gli altri in lista, durante questo 2020 di tregenda avrà avuto l’ardire di ricordare alla nazione che esiste anche l’ornamento, che anzi per qualcuno è un bene di prima necessità? Lo scopriremo solo sopravvivendo. Intanto incrociamo le dita, inanellate. Fonte: Nielsen Media Research Nota: gli investimenti sono stimati in base alla valorizzazione secondo listino degli spazi censiti su una larghissima parte dei media nazionali e all’applicazione degli sconti medi praticati dalle concessionarie su ciascun mezzo. La variabilità nelle condizioni di vendita comporta che i singoli inserzionisti possano riscontrare discrepanze anche significative con il proprio reale budget; l’uniformità del metodo offre tuttavia l’unica possibilità oggettiva di operare un raffronto tra gli stanziamenti.


INSIDE JEWELRY

FIG.4

I N V E S T I M E N T I PUB B L I CI TAR I PE R ME ZZO VARI AZ I O N E P E R CE NTUAL E SUL 2018 A DV E R T I S I N G E X P E N D I T U R E S BY M E D I U M - P E R C E N T C H A N G E OV E R 2 0 1 8

CINEMA

54,8

13,8

RADIO

24,5

1,7

-48,5

OUT OF HOME

-7,9

13,5 8,3

INTERNET QUOTIDIANI

-10

PERIODICI

-10,9 -13,9

TV

11,9

13,4

-5,3

-60

-40

-20

0

GIOIELLERIA JEWELLERY

We used to hug each other, work side by side in offices and factories, learn side by side in schools and universities; then we would go out for a drink or a jog, or to the cinema, the theatre, a concert, a club, dressed up to the nines after stopping at the hair salon or meeting the beautician. When we were taking stock of the year in December 2019, no one would imagine the months of fear and slippers, of Lysol and face masks, streaming and bread-making that we would have to endure shortly thereafter. No one had ever been so familiar with now-common expressions such as “social distancing” or “lockdown”. As we worked out the jewellery ad spend for the year - which we have been reporting in this magazine for decades now - we would retrace a year like many others, with its ups and downs and its more or less chronic crises, which now seems light years away from the paralysed routine that we have experienced in recent times. We will be able to see the effects of the pandemic on our industry and the relevant communication later on, although it’s easy to predict that

20

60

TUTTI I MERCATI ALL MARKETS

they will be catastrophic (and to think that until February the internal advertising market was growing compared to the previous year, and more than one jewellery advertiser had the time to show off in the media for Valentine’s Day before factories had to stop and jewellery stores had to close). In the meantime, as we always have, we’ll take a look at how things were before, before that border line that silenced jewellery brands and that makes us look at our previous normalcy as something extraordinary. Things weren’t bad, indeed. 2019 closed with a 4.1 increase over 2018, about a two and a half million Euro budget. It was better than the overall national outlay, which fell by a 5.1% that only the revenue from advertising on search engines and social media managed to (almost completely) offset (-0.9%). Out of Nielsen’s twenty-four product categories, including jewellery under “Personal Items”, only two - IT and Supermarket Chains - did better than the previous year, the latter only slightly. This result, however, was made possible by the peaks recorded in May, which

95

40

became the second month with the highest investment, and September, with the most significant percentage increase (Fig. 1), to coincide with a period of some special occasions - Mother’s Day and the wedding season – that will probably be adversely affected this year (TV ads for Personal Items declined to -97%, the second to last of all categories, between the end of April and the beginning of May). Last year, investments for the same period had even offset the Christmas downturn and they had partially seasonally adjusted the spending curve, making it appear more undulating, rather than peaking in late autumn. Of course, in breaking the wherewithal down by month, some brands have been more or less close to the market standard while some have created a seasonality of their own, with some bursts against the current or strongly emphasising the general trends. While, generally speaking, the category as a whole has not invested more than 30% of their annual total investment in any particular month, more than one brand has afforded


L’ORAFO

ITALIANO

FIG.5

I N V E S T I M E N T I P U B B L I C I TA R I P E R M E Z ZO ( € . 0 0 0 ) A DV E R T I S I N G E X P E N D I T U R E S BY M E D I U M ( € . 0 0 0 )

25%

57%

5%

6%

2% 5%

TV; 33803; 57% PERIODICI; 15124; 25% INTERNET; 2853; 5% QUOTIDIANI; 3476; 6% OUT OF HOME; 1195; 2% RADIO; 2772; 5% CINEMA; 161; 0%

this luxury (Fig. 2), starting with Stroili, which spent almost 70% of the entire amount around Christmas, followed by Breil and Miluna, which put more than half their investment in May, while a few other brands concentrated their efforts in unusual periods: Van Cleef & Arpels in June, Salvini and Nomination in the September and October plateau. Sometimes, breaking away from competitors’ plans allows brands to have a major share of voice for a few weeks – like Raspini in March, Morellato in April and Swarovski in summer – or at least to briefly appear at the top of the ranking for a fleeting moment, while not being some of the most successful brands of the year – as happened to Cartier and Rebecca between New Year and the end of January (Fig.3). As for the media, much of the stability of the advertising turnover from the jewellery sector can be chalked up to television, with a € 4 million increase in revenues - contrary to the general market trend - up by a staggering 13% over the previous twelve months (Fig. 4). Traditional TV commercials came to cover almost 60% of the total resources spent by jewellery and costume jewellery companies (Fig. 5). I can still vividly remember when, on this very magazine, we would complain about goldsmiths and jewellers disliking the small screen… More than one third of this remarkable fraction, however, comes from

the coffers of a single company, Pandora, with its record investment of over € 12 million. The second medium to have contributed to this growth in absolute values is the radio, surprisingly growing for the fifth consecutive year and receiving half a million Euro more than in 2018, once again a quarter of its total amount. Insubstantial until 2015 - with only 223,000 Euro from jewellery companies radio advertising investments increased tenfold in four years, reaching the same numbers as the Internet and close to those of newspapers, mainly thanks to Pandora’s and Brosway’s planning. Besides, investments in these other two channels have grown more than 10%, going against the trend reported by other product categories (even as regards newspapers). While Pandora continued to dominate the web, brands that have always been traditionally fond of print media helped newspapers catch up: the ever-present Giorgio Visconti, which spent three quarters of its budget on daily press again, and Alexandra Albini, with her unique handmade pieces, as well as the design-oriented jewellery pioneer Pianegonda. On the other hand, periodicals are struggling with jewellery advertising (-10.9%), but to a lesser extent than the market as a whole, which fell to -13.9. Two experts like Giovanni Raspini and Boccadamo stood out from other names in the industry, with the Arezzo-based company

96

outperforming the Roman excellence. However, Tonino Boccadamo did not miss the opportunity to get some unpaid media coverage in more recent times. The admirable initiative they launched in spring this year to convert part of their production to address the shortage of face masks didn’t escape the attention of local and international newspapers. Billboard marketing is in serious difficulty; after recording -37% in 2018, investments from the jewellery category and the relative slice of the advertising pie were halved again. With a trend diametrically opposed to that of the radio, its revenues and relative weight were reduced to a third in two years, despite the trust of brands like Swarovski, Bulgari and Recarlo. Finally, don’t be fooled by the whopping + 54% achieved by cinema, at the top of the 2018 differential ranking. It is actually a very modest figure, moving from just over € 100,000 to just over € 150,000 and with only three officially active advertisers; in short, it is as much as the cheapest Aston Martin shared by Sarni Oro, Kidult and Amen Gioielli. Magazines still prevail - and by far when it comes to active advertisers, but their number dropped below two hundred, while the average investment remained stable, around eighty million (Fig. 6). This means that the drop is because one jeweller out of ten deserted, while the most loyal did not reduce


INSIDE JEWELRY

FIG.6

NUMERO DEGLI INSERZIONISTI / BU D G E T M E D I O P E R M E Z ZO ( € . 0 0 0 ) N U M B E R O F A DV E R T I S E R S / AV E R AG E BU D G E T BY M E D I U M ( € . 0 0 0 ) 1000 900

TV

700

AVERAGE BUDGET BY MEDIUM

BUDGET MEDIO PER MEZZO

800

600 500 400 300 RADIO

200

PERIODICI

100

CINEMA

OUT OF HOME

INTERNET

0 0

20

40

60

80

100

QUOTIDIANI 120

140

160

180

200

NUMERO DEGLI INSERZIONISTI PER MEZZO NUMBER OF ADVERTISERS BY MEDIUM

their budgets. The same factor affected billboards, but to a greater extent; in addition to a decrease in investments by more than 15%, they lost more than one third of their customers. On the contrary, the advance of newspapers, radio and television is determined not so much by an increase in the number of advertisers, but by the fact that they have become significantly more expensive on average. In the brand ranking (Fig. 7), Pandora’s rise seems unstoppable and the gap between them and their competitors has reached embarrassing proportions; the second brand in the ranking follows with a difference of over ten million and one quarter of the investment. At the top

of the ranking for the last five years in a row, Pandora took the liberty of doubling its advertising budget, equivalent to that of the five brands that follow them in the ranking, and to duplicate its share of spending at once, so much that the company alone accounted for one quarter of the entire market, something we had never seen before. At the top of the ranking for eight months out of twelve and for three out of seven surveyed media categories, it can almost be considered a separate matter in the jewellery marketing scene. Other differences in the ranking are minimal, one or two steps up or down compared to 2018, with the sole exception of Van Cleef & Arpels,

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which lost three positions. Morellato gained two places, ending up behind the Danish giant and surpassing Brosway and Swarovski, whose budgets, along with Stroili’s, have been cut more substantially; then Raspini, one of those with the highest percentage increase among those present; finally, Bulgari and Crivelli, which have also rounded up their outlay. Still, the highest leaps up in the ranking were made by the new entries of 2019: absent for years, Miluna took the place of 2Jewels in a top ten otherwise occupied by the same names as the previous survey; Salvini, which had been missing since 2016; finally, Nomination, another name that had long disappeared from the list. Alongside


L’ORAFO

ITALIANO

FIG.7

I N V E S T I M E N T I P U B B L I C I TA R I G I O I E L L E R I A - A N N O 2 0 1 9 J E W E L L E RY A DV E R T I S I N G E X P E N D I T U R E S - Y E A R 2 0 1 9

2019

Marca/Brand

€. (.000)

%

2018

1

PANDORA

14.974

25%

1

2

MORELLATO

4.126

7%

4

3

BROSWAY

3.699

6%

2

4

SWAROVSKI

3.028

5%

3

5

KIDULT

2.711

5%

5

6

AMEN

1.768

3%

7

7

STROILI

1.740

3%

6

8

G. RASPINI

1.716

3%

10

9

MILUNA

1.660

3%

NC

10

BREIL

1.463

2%

9

11

BULGARI

1.043

2%

13

12

BOCCADAMO

896

2%

11

13

SALVINI

838

1%

NC

14

CRIVELLI

756

1%

16

15

NOMINATION

701

1%

NC

16

FABIANI

684

1%

17

17

RECARLO

668

1%

18

18

VAN CLEEF & ARPELS

666

1%

15

TOTALE OVER 1%

43.137

ALTRE MARCHE

16.277

TOTALE MERCATO

59.414

2Jewels, brands that dropped out of the ranking, falling below the 1% threshold, include names that used to be an established presence on the list, such as the Valenzabased Giorgio Visconti, and brands that appeared briefly (like 10 Buoni Propositi and Marlù) or reappeared, like Comete. In their company, close to the minimum limit, there is a row of prestigious names and old acquaintances: S’Agapò, Cartier, UnoAErre, Rebecca, Pomellato, Davite&Delucchi, Tiffany & Co., Sodini, Pasquale Bruni, Chopard… Who

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among them, and among all the others on the list, during this disastrous 2020, will have had the audacity to remind the nation that ornaments exist too, and they are indeed essential goods for some? Life will tell. In the meantime, let’s keep our multi-ringed fingers crossed. Source: Nielsen Media Research Note: investments are estimated according to the price lists for the ad spaces surveyed on a vast part of the national media and the average discounts applied by agencies for each medium. The variability

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in the conditions of sale implies that individual advertisers may encounter significant discrepancies with their actual budget; however, the uniformity of the method used provides the only objective possibility of comparing advertising outlays.



FLASH

LIBRI

GIOIEL L O E STIL E

CONOSCERE, SCEGLIERE E INDOSSARE I GIOIELLI di Cristina Del Mare

Edizioni ArteM – 128 pagine illustrate

COME SI VENDE di Clancy Martin Adelphi - 285 pagine

Non è una novità editoriale l’edizione italiana risale a dieci anni fa - ma in tempi tanto avari di certezze vale la pena leggere (o rileggere) questo romanzo scritto benissimo, un caso editoriale internazionale vincitore di diversi premi e tra i pochi ad essere interamente ambientati nel commercio di preziosi. L’autore, oggi docente di filosofia ed etica degli affari, ha lavorato a lungo nel negozio di gioielleria del fratello e traspone quell’esperienza nel suo romanzo: siamo alla fine degli anni Ottanta, quando sotto Natale “arrivavamo a incassare cinquecentomila dollari al giorno” e in negozio la fila di clienti è interminabile. In equilibrio tra romanzo di formazione, commedia nera e satira, Come si vende descrive attraverso gli occhi del giovanissimo protagonista un mondo esagerato, dove soldi facili, bugie quando non vere e proprie truffe, sesso e droghe sono di casa. In America ha fatto arrabbiare parecchi operatori del settore ma anche parecchi accademici: perché in ultima analisi pone interrogativi serissimi e attuali sulla verità e sull’illusorietà di ogni certezza. Come ha dichiarato l’autore in un’intervista: «Credo che tutti noi, quotidianamente, mettiamo in questione l’importanza della verità. Nel modo in cui agiamo, parliamo, ci comportiamo. Volevo dimostrare che tutti ci ritroviamo a mentire. In gioielleria come in filosofia è facilissimo confondere l’apparenza con la realtà».

GIANNI DE BENEDITTIS

Un vademecum originale, dalla lettura interessante e agile, che all’arricchimento storico e culturale unisce una finalità pratica, stimolando “a scoprire l’evoluzione stilistica della gioielleria per decidere con più competenza e cognizione il gioiello più appropriato a ognuna di noi e creare uno stile personale”. Il volume procede infatti cronologicamente all’interno delle varie tipologie di gioielli (collane, anelli, orecchini, bracciali e spille), ripercorrendo la loro evoluzione nel tempo e sottolineandone il legame indissolubile con le evoluzioni della società, della politica e del costume, della moda, delle tecniche di lavorazione e dei grandi eventi della storia. Ogni capitolo si conclude con suggerimenti pratici che possono aiutare nella scelta dei gioielli “perfetti” da indossare, tenendo conto delle loro valenze simboliche, dei volumi e del valore e al tempo stesso della propria personalità, del proprio fisico e abbigliamento: incoraggiando anche un piccolo viaggio alla scoperta di sé stesse.

FUTUROREMOTO GIOIELLI

a cura di Giovanna Ciracì iQdB edizioni di Stefano Donno - 114 pagine

Giovanna Ciracì ci presenta un bel ritratto di Gianni De Benedittis, titolare del brand futuroRemoto e artista (orgogliosamente) salentino riconosciuto a livello internazionale: dagli studi a Firenze, Manchester e Padova alle prime collezioni per arrivare alla grande svolta della sua carriera, quando nel 2007 vince il primo premio al concorso Who is on Next indetto da Vogue Italia e il suo diventa un nome noto nel campo della moda - dove inizia collaborazioni importanti come quella con la Gattinoni Couture - e del cinema, dove collabora con Ferzan Ozpetek. Oltre al suo impegno a favore dei giovani, i capitoli indagano con precisione i segni distintivi dei gioielli di Gianni De Benedittis: la dinamicità, il movimento, il senso del pericolo, la fascinazione per il mistero, la versatilità, la provocazione e la denuncia sociale, il legame col mare e con la terra d’origine. Lo sguardo di Gianni De Benedittis è sempre attento e curioso e i suoi gioielli invitano a una riflessione su tutto quanto ci circonda, dalle minacce ambientali al cattivo uso della tecnologia al rispetto per una natura troppo spesso maltrattata.

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TE

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1975

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ITALIANO

GEMMOLOGY

L’ORAFO

POST-COVID-19 LA GRANDE LEZIONE DELL’ACQUA

C

/ di Luigi Costantini Coordinatore Nazionale Settore Formazione Italia IGI International Gemological Institute Anversa Belgio

ari amici, arduo compito, stavolta, quello di stilare il contenuto della presente rubrica: non è, e non può essere, “business as usual”, date le circostanze. Sarebbe oltraggioso e irriguardoso. Ma un quesito, sì, ce lo dobbiamo porre: svanito che sarà (come ogni pandemia del passato, anche remoto) l’invisibile sterminatore, il cavalier servente della “Dama Nero-Vestita e Falce-Munita”, che ne sarà - dopo - delle attività nostre, dal momento che qui si respira già aria da “dopo-guerra” con bene in vista i morti e i feriti (purtroppo), ma con non altrettanto ben definibili, per ora, le (inevitabili) macerie (economiche)? Duole citare il refrain consolatorio di circostanza, ma anche questo va fatto: la vita deve continuare. E allora: dobbiamo cullarci nell’(illusorio) augurio (benché munito d’apotropaico arcobaleno) dell’“andrà tutto bene”, o del “tutto tornerà come prima”, oppure dobbiamo prestar orecchio alle Cassandre (?) o ai Palingenetici Profeti (?) del “mondo, noi, la società, non saranno mai più quelli di prima” e del “ci vorranno anni prima di tornare al punto di prima”? Quotidianamente grondano dallo schermo del computer reportage sul divenire di quest’universale crisi, sul futuro “post-Covid-19”, ed è proprio alla luce di questi argomenti che conviene già sin d’ora dare una risposta al quesito d’apertura “E ora, che fare?”. Andando sullo specifico: che deduzioni può uno trarre, riguardo al futuro della propria professione/attività, e suo proprio, nel settore gioiellier-orafo, da contrastanti enunciazioni quali : «Il futuro sta nel comprare diamanti e gioielleria online» (il Profeta del Libro Sacro dei Prezzi del Diamante) da una parte e, dall’altra (il direttore d’un importante mensile internazionale del settore), «…allorché questa crisi

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avrà fine… il punto vendita al dettaglio fatto di solidi mattoni e malta si troverà avvantaggiato (rispetto al dematerializzato negozio online)… poiché nulla supera il contatto vis à vis… in quanto l’essere umano è un essere socievole… noi umani vogliamo interagire coi nostri simili… e noi (gioiellieri) offriamo oggetti che sono la quintessenza della bellezza e dell’interazione… e la gente, dopo tanti mesi di bruttura e distanziamento sociale, avrà un gran bisogno di bellezza ed interazione… per cui v’è un gran potenziale, dietro l’angolo, per il gioielliere…?». Già, e qual è, alla fin fine, lo spartito filo conduttore di cotal cacofonia? Cari amici, lo spartito sta dentro ciascuno di noi. Nella nostra capacità di giudizio e di discernimento. Più che al bla bla bla e ai pareri di Tizio, Caio e Sempronio, guardiamo i numeri. Che ci dicono le cifre riguardanti le perdite di Pil, di produzione industriale, di calo dell’import-export e del fatturato nel settore del commercio, dei servizi, dell’artigianato? E quelle relative all’incremento della disoccupazione, della spesa e dell’indebitamento pubblici a sostegno dell’intero sistema economico sfiancato dalla crisi? Questi sono i fatti reali. Le opinioni son solo opinioni, opinabili fra l’altro. Chiediamoci ora quale potrà mai essere l’impatto di tutto ciò sul potere d’acquisto (in generale, ed in particolare nel nostro settore, considerato “del voluttuario”) di coloro che possono disporre d’un amministratore pei loro beni patrimoniali, di coloro che invece una volta era d’uso chiamare classe media, e di quelli che un tempo eran classe media ed ora non si sa più in che classe ficcare, visto che di proletariato e di contadini ed operai non si parla punto. Abbozzato un’idea? Bene, e allora quale potrebbe mai essere una possibile risposta al quesito “che fare”? L’acqua, amici, l’acqua, potrebbe essere la risposta. Farsi acqua e vendere acqua. Mentalmente, dobbiamo farci acqua. L’acqua è l’unica sostanza che può assumere la forma solida, liquida e gassosa, a seconda della temperatura, nella gamma compresa tra i 0 e i 100 °C, a pressione ambientale. E noi, a seconda delle condizioni e delle circostanze che si verranno a creare, a seconda dello stato nostro, in cui ci si verrà a trovare, e di quello della comunità che siamo usi servire


INSIDE JEWELRY

e che forma e formerà il nostro bacino d’utenza, ci solidificheremo (ovvero consolideremo la nostra preesistente posizione) o diverremo liquidi (assumendo la forma del recipiente di collocazione, ovvero adatteremo la nostra offerta al tipo di clientela con cui ci si troverà ad aver a che fare, infiltrandoci inoltre piano piano, come l’acqua, in cerca di nuove vie), oppure passeremo allo stato aeriforme (andremo sulla “nube”, l’elettronico “cloud”). In poche parole: celere adattamento alla nuova situazione, unita a flessibilità. E che significa vendere acqua? L’acqua è la sostanza più essenziale e preziosa su questo pianeta. E noi, dovremo ridurre il (nostro) prezioso all’essenziale. Se poi qualcuno vorrà l’acqua servita in un semplice calice di vetro, o in una coppa d’argento o d’oro (leggi tipo di montatura; leggi griffata, “brandizzata” o meno), con fronzoli o senza fronzoli (leggi etichettature di tracciabilità et similia), noi ci adatteremo. Ma si cercherà di ritornare all’essenziale. E l’essenziale è la vera eticità: l’acqua dev’essere acqua, e naturale, e non un surrogato o qualcosa di simile oppure non naturale (leggi corretta rappresentazione circa l’identità e l’origine, naturale o sintetica); se trattata, va dichiarato; dell’acqua vanno fornite le qualità organolettiche (leggi parametri qualitativi atti a ben definirne il valore); e il tutto garantito o certificato; il prezzo dell’acqua dovrà essere il giusto prezzo di mercato; il proprietario della fonte, chi l’acqua la raccoglie, la trasporta, la vende, va correttamente remunerato; chi l’acqua la compra va assolutamente tutelato. Anche se non vuole (o non può) acquistare anche i fronzoli o la coppa d’oro o d’argento. E noi gli daremo quello che gli algoritmi non gli possono dare: la garanzia del nostro sapere, della nostra conoscenza, della nostra esperienza; per consigliare, suggerire, aiutare, col contatto umano, guardandosi negli occhi. Chi ha orecchie, intenda, e a buon intenditor, poche parole. E allora vedrete che le gemme saranno ancora qui con noi, come lo son state nei 6.000 anni di storia documentata della nostra specie. English translation: see page 108

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L’ORAFO

ENGLISH

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PEOPLE & BRANDS

IL MADE IN ITALY?

È UNA SINFONIA

In equilibrio tra diverse culture e tradizioni artistiche, frutto di un approccio creativo inconfondibilmente italiano, i gioielli di Alessio Boschi si scompongono, si trasformano e rivelano piccole, preziosissime sorprese

L A B G R O W N D IA M O N D S - I TA L IA N D E S I G N

CRAFTSMANSHIP

/ di Antonella Garello

www.xdiamond.com

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ALESSIO BOSCHI Made in Italy? It is a symphony See page 31 Alessio Boschi is spending the months of the pandemics and confinement in his home in Bagnoregio, an enchanting hamlet in the province of Viterbo, in the very heart of ancient Etruria. It would be hard to imagine a place more suitable to a person that turned history and culture into the main sources of inspiration for his outstanding unique pieces. He tells us that, from this period of isolation, many reflections developed: on the very heart of his work, on the chances of Made in Italy, on the difficulties and opportunities of a restart. «I must say beforehand that I know I am a privileged person as I am far from the places where the tragedy of the new Coronavirus hit harder and as Bagnoregio is a truly unique location: walking around its alleys means breathing history, art and culture: fundamental fragments of our DNA». To him history and the past are never a problem, a burden to handle: «Just the opposite! To us Italians the past is a continuous source of inspiration, the starting point for any future project and the essence of a taste that the whole world understands and appreciates: this because Italy was the destination of every population: Phoenicians and Greeks, Arabs and Longobards, Saracens and then Spanish, French and Austrians; and all of them left us something, a sign of their culture that is now part of us. This capacity of being universal will be our strength also in the next period». Alessio Boschi has built for himself a cosmopolitan life, he has collaborated with international partners, he moved both production and residence to Bangkok years ago: however, his jewels, both highly precious and famous also because they always hide some small surprises and ingenious mechanisms that allow them to be disassembled and transformed with simple movements, maintain an irresistible all-Italian style. «To me “Made

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in Italy” is basically connected to a cultural idea put into practice in artisanship, in the research for details, in the tension towards perfection, in brief, in a peculiar creative approach: the italianness is evident in proportions, in the audacity of architectures, in the harmony of elements. And in the use of colours; as in Italy contrasting colours can give strength and breath to each other without being boring or kitsch. “Made in Italy” is the application of these canones, of these rules that belong to us and of which we are masters in all fields. My jewels are not made in Italy, though they are recognised as Italian and this could not be otherwise: I perform my preparatory studies, my drawing and my supervision of every single detail. I personally check the work of my artisans and I see my jewel being created little by little. Like an orchestra director, I choose the goldsmith masters most suitable to perform the various workings and, at the end, the jewel is a sort of symphony that lives thanks to the expertise of everyone involved». Therefore, in the last creation by Alessio, the wonderful Poema ring, the Armenian artisan who has been collaborating with him for years worked side by side with the Italian one that was the only artist to be able to ensure the perfect realisation of the ramage; the minute tassel made of gold and rubies comes from Jaipur, the turquoise from Persia and the mother-of-pearl from Australia, while the settings made with the microscope and the finishing were accomplished by the skilful hands of Thai goldsmiths. «I keep on looking, all over the world, for those that I call “super artisans” to maintain the level of my jewels continuously high and also to face always new things, to challenge myself. I repeat, culture and art are as universal as Italianness is, which is the right opposite of any provincialism and physical or mental closing». Isolation, Alessio tells us, turned out to be complicated just as creativity feeds on curiosity and goes hand in hand with confrontation and communication. However the initial dismay left space to a whole new series of activities: «I managed to complete so many things left undone: as everyone I had the time and the tranquillity to rethink to a number of projects and follow truly interesting webinars that arose some curiosities: I am sure that something creative will derive also from here. I designed a new complete line for an Asian client. Above all, thinking about the future and how to react to this disaster, I am implementing, together with other designers, a different use of on line opportunities to face the market in a more direct and smooth way. A demanding project with truly high potentials, though!». Medusa ring: The Medusa ring turns into a ring or a brooch, at your will, both made with refined goldsmithing and carving techniques. It is in white gold with brilliant and baguette cut white diamonds, baguette and drop cut emeralds, rubies, a flat hexagonal diamond called “portrait”, petrified wood gilded by hand and keshi pearls. Hidden behind a plaque, engraved in Rome and set with a diamond snake, there is a miniature reproduction of a mosaic of the II century a.D. in the Roman Diocletian Thermal Baths. The micromosaic was made by Roberto Grieco, for years the micromosaic master of the Vatican, who employs the ancient Roman technique of rich paving, with a particular final polishing typical of the Empire.


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THE GRAND TOUR Made in Italy excellence See page 35 Anna Maccieri Rossi Santarcangelo di Romagna is a typically Italian provincial town where one can still breathe the atmosphere of Fellini’s films. Here, Anna Maccieri Rossi has opened her atelier: a triumph of books, inspiration, colours, a short walk from the elementary school where, between one creation and the next, she goes to pick up her children. «Contact with everything true and authentic gives me great inspiration», she says smiling. «I travel around the world for work, but it is always here that I love coming back to». After a long experience as senior watch manager and designer with some of the most prestigious international brands of haute horlogerie and luxury - Cartier, Jaeger-Le Coultre, Bulgari, Tiffany & Co., Ferragamo Anna Maccieri Rossi a year ago launched AMR, her own high-range jewellery brand. The brand immediately met with great interest from an expert and refined public, able to appreciate those extraordinary creations that, as Anna Maccieri Rossi says, «are not properly either watches or jewels... I like to think of them as amulets, magic objects that talk to us about time, as if they were reminding us to live it fully, to breathe our life all in». Time is the fil rouge that runs through all her collections, which one can also find at Fratelli Piccini on the Ponte Vecchio in Florence. «I have worked for the loveliest and most important Maisons in the world, and I have had the opportunity to launch my first jewellery collection for Jeager-Le Coultre», she explains. «It was there, in the Vallée de Joux, that I started reflecting on the meaning of time. I also thought about movement: especially, the movement of a woman, her grace, her femininity. This inspired Teatro, my first line of jewellery in movement». Here Anna Maccieri Rossi transforms each jewel into a sort of theatre setting where, as if by magic, a story comes to life and, just like a theatre piece, takes place through time. One of the iconic jewels of the collection has as its protagonist a wolf: the dial turns

PEOPLE & BRANDS

GRAND

TOUR / di Laura Inghirami

Viaggio a tappe nella gioielleria Made in Italy, alla scoperta di un’eccellenza artigianale unica al mondo

ANNAMACCIERIROSSI / FRATELLIPICCINI

The Poema ring well exemplifies the concept and artisanal complexity of the work by Alessio Boschi. Hand miniated and inlayed by an Italian artisan using the ramage technique - here particularly complex also because of the insertion of mother-of-pearl - the jewel guards, under a single block of Iranian turquoise of the best quality, a tiny book made in palladium that is extracted by moving the bookmark in turquoise silk with a precious tassel with rubies and natural pearls coming from Jaipur. The frame in fossil petrified wood is set on a base that took many weeks of work to complete with the ancient technique of the mokumé gane. It is embellished by a coloured guilloché decoration reproducing a majolica panel of the Golestan Palace in Teheran. The frame can be disassembled and turned into a brooch or, hanged to a chain in hand made gold filigree and turquoise beads, in a pendant. The back shows a simplified version of the real Kiani crown of Persia, now part of the Iranian national treasure. Finally, rotating a golden Persian decorative detail, the frame is turned into a bookstand: also this element reminds a detail of the royal palace in Isfahan. The micro book is inspired by the Poem of the Seven Princesses by the Persian poet Nizimi Ganjavi. Every page is dedicated to a princess, each associated to a province of ancient Persia, to a colour, a day of the week and a different planet, according to the Persian culture and the Zoroastrian philosophy. Every detail of this small book is carefully designed, the pages can be turned, the writing is framed by a line of turquoise fire enamel and fully hand painted by artist Arash Groyan with the ancient technique of oriental miniature, the nerves of the spine are made of white and black diamonds, the cover shows the names of the author and of Alessio Boschi in a symbolic union of two cultures and traditions just as the back cover, written in Farsi.

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and changes, and as the hours go by, turns from day to night, while the animal howls at the moon, thanks to a complex and perfect mechanism. Teatro is the line of transformation, a homage to Carpe Diem, but especially to a life lived with awareness. «What I love the most about the mechanism of watches is the idea of being able to control time, to become part of it. The moving jewels of Teatro are an invitation to live one’s life fully, to not take anything for granted, even for a second. Time goes by, the jewel turns and changes. But this is an inner time, personal, just ours, to be lived to the fullest. A time that is not marked by handles, but by images that rotate and are paintings of our life». Teatro is in fact a customisable line: the jewels are all hand made and painted, in gold, sapphire, glazes, paint on mother of pearl. The internal mechanism works like that of a watch, and has been created in collaboration with master watchmakers of Florence and Geneva. The Night and Day line also plays on the theme of time and change, and it can be worn differently depending on the time of day, thanks to the versatility of colours and materials. In her most recent collections, Anna Maccieri Rossi has introduced aventurine, a glassy stone that is used almost exclusively in haute horlogerie to make dials. «Aventurine holds light and intensity of colour in itself, like a starry blue sky. Gems have always enchanted me, since I was a child, when I used to admire them in my mother’s jewellery shop: and I have always loved them for their imperfections, which make each different from the other, unique and beautiful». Like mother-of-pearls: Anna “hides” them under the jewel, knowing they will not be seen, but they will contribute to making the item perfect in every detail. «I always try to create an honest and pure relationship between what I feel and what I make. I will tell you something that few people know about me. When I am in a place that gives me a positive and happy feeling, I hide a letter there. I like to think that one day someone will find it and may think it is dedicated to him». Fratelli Piccini Atelier Fratelli Piccini looks over the Ponte Vecchio of Florence, one of the most beautiful corners of our country, and a symbol of excellence in goldsmithing. It was the Medicis who assigned goldsmiths and jewellers the workshops on the bridge. And centuries later, some goldsmiths prevented its destruction, by sabotaging the bombs placed by the retreating Nazi troops. The monument to Benvenuto Cellini is witness to the immense heritage of craftsmanship, creativeness and poetry which for centuries has been animating these workshops. Fratelli Piccini opened in 1903, and since then the family has been honouring and handing down the savoir-faire of Pirro, founder of the Maison, and of Armando, the

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creative genius, who when he was barely twenty, won the first prize at the Venice Biennale in 1936, and the top prize at the International Diamonds Award in New York in 1958, and in Buenos Aires in 1959. Today, this extraordinary story lives on thanks to the expert hands of the goldsmiths of Fratelli Piccini (“The last jewellers of Ponte Vecchio”, as New York Times columnist Guy Trebay called them). The firm is all led by women, with Laura and Elisa, the third and fourth generation of the family, who while preserving a strong tie to the prestigious past of the Maison, are looking to the future with a creative vision. Elisa Tozzi Piccini, current CEO of the Maison, affectionately remembers Armando, her grandfather’s brother whom she called ‘uncle’: «Armando created jewels from his heart, and this is what we continue doing. In a way, our work gives life to inanimate forms and always bursts out in an emotion. We create an exclusive relationship with all our customers, who in fact often belong to the third generation; when we sell a jewel, we hope the emotion we felt creating it will be transmitted to the person wearing it». The generosity of this thought is also what animates the family vision. «I like to give back what I receive», continues Elisa. «This is why on the 115th anniversary of the foundation of our company, I set up the Armando Piccini, Heritage for the Future award, addressed to young designers. Trust in the new generations is something we have always felt. Uncle Armando used to teach young people jewellery making techniques, and I set up this award to give continuity to our heritage and to bring young people close a craft able to fill eyes and soul with beauty, when one approaches it with passion». The award - which gives admittance to a workshop at the atelier - calls for designing a jewel inspired by the seahorse, logo of the brand, and will be assigned to two students of the International Master’s Degree in Accessory Design of the Milan Politecnico by a jury of businessmen, professors, creatives, journalists and buyers (Alba Cappellieri, Elisa Tozzi Piccini, Chiara Vanzetto, Livia Tenuta, Laura Inghirami, Andrea Cavicchi and Ivan Perini). The creative inputs come from Laura and Elisa: «But each of us contributes. Each jewel comes from our individual sensitivity and passion». Chika, at the gems desk, handles diamonds and precious stones; Carlotta, professional goldsmith, grew up in the atelier where she learned the most refined gold working techniques directly from Armando. «Working on Ponte Vecchio, with the monuments reflected in the Arno that create indefinite shapes, is a source of inspiration every day». Elegant and charismatic, Laura Piccini is unconditionally acclaimed around the world by the most respected suppliers of precious stones. «My passion for this world was given to me by my grandfather and by Uncle Armando. My grandfather, who grew up in the atelier of Settepassi in Florence, was the seventh of seven brothers: he was the one who created the tiara for Queen Elena and, when he was just 23 years old, went into business on his own. Uncle Armando was a great expert on precious stones, and always took me with him when he chose them. He had no children, and our relationship was very special: for my wedding, he gave me a beautiful necklace with an emerald cut by hand by himself, a true masterpiece». Fratelli Piccini continues to preserve goldsmithing techniques able to bring top range jewellery and art together: something profound and authentic which has gone through generations, with beauty and passion.

ILARIA LANZONI The Look of Love in a jewel See page 38 Ilaria Lanzoni is a well-known name among high jewellery designers: born in San Daniele del Friuli and living in the US for several years now,

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L’ORAFO

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ILARIA LANZONI

L’ORAFO

L’AMORE IN UNO SGUARDO / di Antonella Garello

Q In questa pagina, in alto: Ilaria Lanzoni al lavoro nel suo studio a New York. Qui sopra: orecchino a bottone in oro e diamante della collezione The Look of Love. Ogni pezzo della collezione

è personalizzabile per quanto riguarda il colore dell’oro, la caratura e il numero delle gemme.

uello di Ilaria Lanzoni è uno dei nomi noti tra i designer dell’alta gioielleria: nata a San Daniele del Friuli, da anni trapiantata negli States, si è conquistata notorietà e stima a livello mondiale come responsabile design per brand di assoluto prestigio, sviluppando collezioni che sono diventate dei classici e pezzi unici premiati in rinomati concorsi internazionali di gioielleria. Una carriera ricca di soddisfazioni che, dopo gli studi d’arte e le prime esperienze professionali, l’ha vista Head of Design da Garrard a Londra (dove ha lavorato gomito a gomito con Stephen Webster, per diversi anni direttore creativo della maison), quindi Design Director per Hearts on Fire a Boston e poi a New York, dove tuttora risiede. «Quando si lavora per brand

così importanti è impossibile non tenere conto del loro patrimonio di storia e cultura racconta Ilaria - Al tempo stesso non bisogna rimanerne schiacciati, rischiando di ripetere quanto è già stato fatto. In generale, una volta identificata l’essenza di un marchio, io isolo un frammento del suo DNA, una sua particolarità, e comincio a lavorare partendo da qui: così riesco a disegnare gioielli con una loro originalità ma al tempo stesso rispettosi dell’identità del brand». Da Hearts on Fire, per esempio, Ilaria Lanzoni ha al tempo stesso raffinato e rinnovato il prodotto: la prima collezione che ha disegnato per il brand, Illa (come era affettuosamente chiamata da bambina), era giocata sul tema della stella, diventato presto iconico per Hearts on Fire; e ha affiancato ai diamanti di taglio rotondo - i soli fino ad allora utilizzati in azienda - anche tagli diversi, che hanno permesso importanti innovazioni e un balzo in avanti in termini di personalità e riconoscibilità. «In ognuna delle collezioni che ho disegnato c’è una parte del mio percorso. Sono convinta che sia proprio questo il segreto del loro successo: per poter comunicare emozioni e diventare desiderabile, un gioiello deve avere una storia dietro di sé. È esperienza comune, ed è lo stesso per ognuno di noi: senza storia, si perde identità e, quel che è peggio, non c’è possibilità di evolvere». A proposito di evoluzione, conclusa la lunga esperienza da Hearts on Fire, Ilaria

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she has gained worldwide fame and success as a Design Manager for prestigious brands, creating classic collections as well as unique pieces that won renowned international jewellery competitions. After her art studies and her first professional experiences, she embarked on a rewarding career, including her position as Head of Design at Garrard in London (where she worked closely with Stephen Webster, who was the brand’s creative director for several years), then as Design Director at Hearts on Fire in Boston and then in New York, where she still resides. «When working for major brands like these, it is impossible not to take into account their heritage of history and culture - says Ilaria - At the same time, you must make sure you are not overwhelmed by it and repeat what has already been done. In general, once I have identified the brand essence, I isolate a fragment of its DNA, a distinctive feature, and I start working from there; so I can design pieces that are unique, but at the same time respectful of the brand’s identity». At Hearts on Fire, for example, Ilaria Lanzoni refined and renewed the product at the same time: Illa, the first collection that she designed for the brand, was all about stars, a theme that soon became iconic for Hearts on Fire. Alongside round-cut diamonds - the only ones used by the company until then - she also picked different cuts, which led to important innovations and a step forward in terms of personality and recognisability. «Each of the collections I designed embrace a part of my journey. I am convinced that this is very secret to their success: a piece of jewellery needs to have a story to tell in order to communicate feelings and become desirable. It is a common experience, and it is the same for each of us: without a story, we lose our identity and, what is worse, there is no way to evolve». Speaking of evolution, after her long experience at Hearts on Fire, Ilaria embarked on a new adventure last year. She launched her own brand ILanzoni with a first collection, The Look of Love. It goes without saying that even this one has a good story to tell: «My niece wanted to have a piece of jewellery designed by me at all costs, so I started thinking about something that could express all my love for her. It made me think of my grandmother: every time she saw my sister and me, her eyes would light up and she would greet us with a word in Friulan dialect - “voglus” - which roughly translates as “apple of my eye”. It was her way of telling us how much she loved us. I started thinking about the concept of eyes and light; if you think about it, when you see someone you love, your eyes light up and shine. At the same time, our eyes tell a lot about ourselves and our personality. The eye is an ancient symbol of attention, affection and protection in all cultures. The Look of Love is also a way to remind us that we are never


ENGLISH TEXT

alone and that the love of our dear ones is always with us. As usual, I started from a common trait, that anyone would understand - the eye is a bright marquise-cut diamond - and then I embellished it with details like the eyebrow to make it unique: a classic with a fancy twist». But there are also some very practical aspects to this “Look of Love” collection, as the pieces offer great value for money, they are customisable - in the colour of gold, carats, the number of gems and so on - and work for all woman of any age. They are also perfect as a gift for oneself or as a lucky charm. Ilaria also owes her uniquely Italian taste for elegance and style to her mother, a professional seamstress. Surrounded by fabrics, with their textures and colours, she got young Ilaria used to precision and to the importance of details. «The Look of Love has just been launched and is taking up all my attention. But if I had to think about new goals and new stories, I must say that I would like to design a collection for a fashion designer. It would definitely be an interesting challenge!».

FRANCESCO BELLONI

GIOIELLI A PROVA DI ETICA / di Antonella Garello

L

In questa pagina, in alto: Francesco Belloni (a sinistra) con la sorella Luisa e il loro collaboratore Gianluca Marchesi. Qui sopra: solitario della linea Ethical Gold.

Pagina a lato: minatore della Cooperativa Agromineira de Iquira, Colombia e, sotto, lingotto in oro Fairmined Etico: da circa un anno la Gioielleria Belloni ha avviato anche l’attività di banco metalli.

GIOIELLERIA BELLONI: Ethical diamonds, Fairmined gold See page 86 We cannot see the scene, but we can hear the nervous voices of hasted doctors scrambling around an injured person. The situation must be serious, because one of the rescuers asks in dismay: «Where does all this blood come from?!». A healthcare worker replies: «The ring, doctor: look at the diamond!». An off-screen voice explains: «Some diamonds shed the blood of entire exploited communities». Then they get to the heart of the matter: «Is this the diamond you want?». Many in the Milan area must have heard this very effective radio ad, used by Gioielleria Belloni since 2005, with some variations on the theme, to advertise its ethical diamonds, “extracted with respect for human beings and the environment” (another more recent spot focuses on fairmined gold). The current owners of the historic jewellery shop opened by their grandfather in the 1920s, on downtown Via Lamarmora since 1955, Francesco Belloni and his sister Luisa were real ethical jewellery pioneers in Italy: «Just think that it all started with a rejection said Francesco Belloni - Every year, after Valentine’s Day, we used to donate a percentage of our sales to charities. We would give it to a different association every year. In 2004 I had picked Survival International as the recipient and I was very disappointed when the leaders of the association, which works to protect indigenous peoples and their lands, explained to me that they could not accept my donation; at the time, Survival International had launched a boycott call against De Beers over their operations on the land of Bushmen in Botswana. So, I started looking for a fair source, outside the system of big corporations, and I discovered the two Canadian mines that I chose as suppliers. The first diamond arrived in the shop on 15 July 2005. I remember that date perfectly because it was my birthday and it was a sign!». You must admit that there is a lot of confusion about this issue, not to mention some lack of communication. What do you mean by “ethical” diamonds? «Quite simply, it means they are truly respectful of people and the environment. Each Ethical Diamond comes with a warranty that specifies its gemmological properties and with a certification of origin, with an engraved alphanumeric code and a maple leaf, the symbol of Canada. We also provide a guarantee that the whole chain complies with the Canadian Diamond Code of Conduct, the strict Canadian law that regulates gemstone mining and sales. Canadian mines ensure safe working conditions and fair wages, as well as great respect for local communities and their land».

ITALIANO

SOSTENIBILITÀ

L’ORAFO

a scena non la vediamo, ma sentiamo voci concitate di medici che si affannano intorno a una persona infortunata. La situazione deve essere grave, perché uno dei soccorritori chiede sgomento: «Da dove viene tutto questo sangue?!». Gli risponde un’operatrice: «L’anello, dottore: guardi il diamante!». E una voce fuori campo chiarisce: «In certi diamanti c’è il sangue di interi popoli sfruttati». Per poi entrare nel vivo della questione: «È questo il diamante che vuoi?». A molti nel milanese non sarà sfuggito questo fortunato spot radiofonico attraverso il quale, con qualche variazione sul tema, la Gioielleria Belloni pubblicizza dal 2005 i propri diamanti etici, “estratti rispettando l’uomo e l’ambiente” (un altro spot, più recente, si focalizza invece sull’oro fairmined). Dei gioielli a prova di etica Francesco Belloni e la sorella Luisa, attuali proprietari della storica gioielleria aperta dal nonno negli anni Venti,

dal 1955 operativa nella centralissima Via Lamarmora, sono stati in Italia veri e propri pionieri: «Pensi che è nato tutto da un rifiuto - ricorda Francesco Belloni - Ogni anno nel periodo di San Valentino eravamo soliti devolvere in beneficenza, ad associazioni sempre diverse, una percentuale delle vendite. Nel 2004 avevo scelto come destinatario Survival International e ci rimasi malissimo quando i responsabili dell’associazione, attiva nella protezione dei popoli indigeni e delle loro terre, mi spiegarono che non potevano accettare la mia donazione: all’epoca infatti Survival International era impegnata nel boicottaggio di De Beers per la questione del land grabbing a danno dei Boscimani in Botswana. Così ho cominciato a cercare una fonte equa, fuori dalle logiche delle grandi compagnie, e ho scoperto le due miniere canadesi presso le quali ho cominciato ad approvvigionarmi. Il primo diamante è arrivato in negozio il 15 Luglio 2005, ricordo perfettamente la data perché era il mio compleanno e mi è parso un segno del destino!».

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Same goes for fairmined gold? «Our ethical Fairmined Gold comes from Colombia; it is mined and sold according to fair market criteria and the Fairmined certification. In Fairmined certified mines, gold is extracted while ensuring workers’ safety and respecting the land. In short, in a fair and sustainable way. For example, mercury is not released into the environment, sands are decontaminated and reused, the aquifer is not polluted. Also, small-scale mines are owned by cooperatives of miners and the proceeds go to families and communities. These cooperatives are part of the Alliance for Responsible Mining, which verifies full compliance with these conditions». How much does ethics affect the cost of materials? «As far as diamonds are concerned, for smaller caratages it can be up to 20% more, because the certification has a big impact on small numbers; diamonds weighing 30-40 points and above have basically the same price tag as diamonds that don’t come with this type of certification. Ethical gold costs around 8 to 10 Euro more per gram. Certified ethical mines are slowly growing in number. There are still few of them, but alongside those already active in Peru, Colombia and Mongolia, others are now taking the necessary steps for certification in South America and Africa and should join them soon. The more widespread the culture of ethics becomes, the more cost-effective it will be for the entire supply chain». How did your business perform in these 15 years? «As for our jewellery shop, also considering the greater attention of younger generations to social and environmental issues, I can assure you that having focused our production and communication on ethically certified raw materials has been a winning choice for us. The vast majority of the items we sell are from our ethical collections. Customers come to us on purpose, even from afar, looking for fair and responsible jewellery. Alongside jewellery, we have also had a gold buying business for about a year now; we can sell fairmined certified gold and silver to industry operators, goldsmiths and designers. Then, without being pretentious, it is also a personal matter. When I visited the Colombian mine that supplies our gold, I could see in the miners’ eyes how proud they were to contribute to the growth of their community thanks to their work. I felt part of all this. It was an unforgettable experience». Who are your target jewellery customers? «Our customers are curious and interested in current affairs, fairly similar in cultural level and income, which I would define as mediumto-high, of various ages and origins. The number of couples who buy ethical wedding rings from us is also increasing considerably. A sort of community with shared values and mindsets has grown around the store, intended as a physical and virtual place. For this reason, even in the terrible moment we are going through, I allow myself to look to the future with confidence».

107


L’ORAFO

ITALIANO

ITALIANO

GEMMOLOGY

L’ORAFO

POST COVID-19 The great lesson of water See page 102 Dear friends, this time it is a hard task to draw up the contents of this feature: it is not, and cannot be, “business as usual”, given the circumstances. It would be outrageous and disrespectful. But, yes, we do have to ask ourselves one question; once the invisible exterminator, the chevalier servant of the “Sickle-Wielding BlackDressed Lady”, has disappeared (just like every pandemic in the past, even remote), what will become - later - of our activity, given that here we can already breathe a “post-war” atmosphere, with the dead and wounded well in sight (alas!), but the (inevitable) ruins (of the economy) are not yet as clearly definable. It is painful to pronounce the consolatory cliché refrain, but this too must be done: life must go on. So: should we cradle ourselves in the (misleading) wish (even though fitted out with an apotropaic rainbow) that “all will be well”, or “everything will be the way it was again”? Or should we lend an ear to the Cassandras (?) or the Palingenetic Prophets (?) of “the world, we, society, will never be as before” and “it will take years to return to where we left off”? Daily, reports pour out of the computer screen on the progress of this universal crisis, on the “post-Covid-19” future, and it is exactly in view of these arguments that we should, already now, give an answer to the opening question, “Now what should we do?” More specifically: what conclusions can one draw about the future of one’s profession/business, and of oneself, in the jewellery/ goldsmithing sector, from such contradictory pronouncements as: «The future lies in buying diamonds and jewellery online» (says the Prophet of the Holy Book of the Prices of Diamonds) on one side, and on the other side (says the editor of an important international monthly of the sector) « ... when this crisis will end... the retail point of sale made of solid bricks and mortar will have an edge (over the dematerialised online store)... since nothing compares to vis-à-vis contact ... as human beings are social beings... we humans want to interact with our fellows... and we (jewellers) offer objects that are the quintessence of beauty and interaction... and people, after so many months of ugliness and social distancing, will have a great need for beauty and interaction... So there is great potential, around the corner, for the jeweller…?». Right, and what is - in the end - the leitmotiv of the score of such a cacophony? Dear friends, the score is within each one of us. In our ability to judge and discern. Rather than the blah-blahblahs and opinions of any what’s-their-name, let us look at numbers. What do the figures about loss of GDP, of industrial production, of decline of import-export and of turnover in trade, service and crafts? And what about those concerning the increase in unemployment, public expenditure and debt to support the whole economic system, exhausted by the crisis? These are the real facts. Opinions are not only opinions, which are also always debatable. Let us now ask ourselves, what could possibly be the impact of all this on the purchasing power (in general, and in particulare, in our sector, considered to be of “luxury goods”) of those who can afford an administrator for their assets, of those who were once called middle class, and of those who were middle class and whom we now no longer know where to place, since no mention is made of the proletariat and of farmers and labourers. Got an idea? Good, so what could possibly be an answer to the question, “what should we do”? Water, friends, water, could be

108

POST-COVID-19 LA GRANDE LEZIONE DELL’ACQUA

C

/ di Luigi Costantini Coordinatore Nazionale Settore Formazione Italia IGI International Gemological Institute Anversa Belgio

ari amici, arduo compito, stavolta, quello di stilare il contenuto della presente rubrica: non è, e non può essere, “business as usual”, date le circostanze. Sarebbe oltraggioso e irriguardoso. Ma un quesito, sì, ce lo dobbiamo porre: svanito che sarà (come ogni pandemia del passato, anche remoto) l’invisibile sterminatore, il cavalier servente della “Dama Nero-Vestita e Falce-Munita”, che ne sarà - dopo - delle attività nostre, dal momento che qui si respira già aria da “dopo-guerra” con bene in vista i morti e i feriti (purtroppo), ma con non altrettanto ben definibili, per ora, le (inevitabili) macerie (economiche)? Duole citare il refrain consolatorio di circostanza, ma anche questo va fatto: la vita deve continuare. E allora: dobbiamo cullarci nell’(illusorio) augurio (benché munito d’apotropaico arcobaleno) dell’“andrà tutto bene”, o del “tutto tornerà come prima”, oppure dobbiamo prestar orecchio alle Cassandre (?) o ai Palingenetici Profeti (?) del “mondo, noi, la società, non saranno mai più quelli di prima” e del “ci vorranno anni prima di tornare al punto di prima”? Quotidianamente grondano dallo schermo del computer reportage sul divenire di quest’universale crisi, sul futuro “post-Covid-19”, ed è proprio alla luce di questi argomenti che conviene già sin d’ora dare una risposta al quesito d’apertura “E ora, che fare?”. Andando sullo specifico: che deduzioni può uno trarre, riguardo al futuro della propria professione/attività, e suo proprio, nel settore gioiellier-orafo, da contrastanti enunciazioni quali : «Il futuro sta nel comprare diamanti e gioielleria online» (il Profeta del Libro Sacro dei Prezzi del Diamante) da una parte e, dall’altra (il direttore d’un importante mensile internazionale del settore), «…allorché questa crisi

avrà fine… il punto vendita al dettaglio fatto di solidi mattoni e malta si troverà avvantaggiato (rispetto al dematerializzato negozio online)… poiché nulla supera il contatto vis à vis… in quanto l’essere umano è un essere socievole… noi umani vogliamo interagire coi nostri simili… e noi (gioiellieri) offriamo oggetti che sono la quintessenza della bellezza e dell’interazione… e la gente, dopo tanti mesi di bruttura e distanziamento sociale, avrà un gran bisogno di bellezza ed interazione… per cui v’è un gran potenziale, dietro l’angolo, per il gioielliere…?». Già, e qual è, alla fin fine, lo spartito filo conduttore di cotal cacofonia? Cari amici, lo spartito sta dentro ciascuno di noi. Nella nostra capacità di giudizio e di discernimento. Più che al bla bla bla e ai pareri di Tizio, Caio e Sempronio, guardiamo i numeri. Che ci dicono le cifre riguardanti le perdite di Pil, di produzione industriale, di calo dell’import-export e del fatturato nel settore del commercio, dei servizi, dell’artigianato? E quelle relative all’incremento della disoccupazione, della spesa e dell’indebitamento pubblici a sostegno dell’intero sistema economico sfiancato dalla crisi? Questi sono i fatti reali. Le opinioni son solo opinioni, opinabili fra l’altro. Chiediamoci ora quale potrà mai essere l’impatto di tutto ciò sul potere d’acquisto (in generale, ed in particolare nel nostro settore, considerato “del voluttuario”) di coloro che possono disporre d’un amministratore pei loro beni patrimoniali, di coloro che invece una volta era d’uso chiamare classe media, e di quelli che un tempo eran classe media ed ora non si sa più in che classe ficcare, visto che di proletariato e di contadini ed operai non si parla punto. Abbozzato un’idea? Bene, e allora quale potrebbe mai essere una possibile risposta al quesito “che fare”? L’acqua, amici, l’acqua, potrebbe essere la risposta. Farsi acqua e vendere acqua. Mentalmente, dobbiamo farci acqua. L’acqua è l’unica sostanza che può assumere la forma solida, liquida e gassosa, a seconda della temperatura, nella gamma compresa tra i 0 e i 100 °C, a pressione ambientale. E noi, a seconda delle condizioni e delle circostanze che si verranno a creare, a seconda dello stato nostro, in cui ci si verrà a trovare, e di quello della comunità che siamo usi servire

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the answer. Become water and sell water. Mentally, we must become water. Water is the only substance that can take solid, liquid and gaseous shape, depending on temperature, in the range between 0 and 100 °C, at ambient pressure. And we, depending on the conditions and circumstances that will come to be, depending on the state we will find ourselves in and that of the community that we are used to serve and that forms and will form our customer base, will solidify ourselves (this means we will consolidate our pre-existing position), or we will become liquid (taking on the shape of the container we are in, this means we will adapt our offer to the type of customers we will have to do with, infiltrating ourselves slowly, like water, looking for new ways), or we will pass to the aeriform state (we will rise up into the electronic “cloud”). Briefly: quick adaptation to the new situation, together with flexibility. And what does it mean, to sell water? Water is the most essential and precious substance on this planet. And we must reduce (our) precious to the essential. Then if somebody wants water served in a simple glass, or in a silver or golden goblet (meaning type of setting; meaning with a logo, “branded” or not), with or without frills (meaning traceability labelling and the like), we will adapt. But we will try to go back to the essential. And the essential is truly ethical: water must be water, natural and not a surrogate or something similar or not natural (meaning, correctly representing identity and origin, natural or synthetic); if treated, it must be declared; the organoleptic qualities of the water must be provided (meaning quality parameters that correctly define its value); and everything must be guaranteed or certified; the price of the water must be the fair market price; the owner of the source, who collects the water, transports it, sells it, must be properly paid; who buys the water must be absolutely safeguarded. Even if he does not want to (or cannot) also buy the frills or the silver or golden goblet. And we will give him what the algorithms cannot give him: the guarantee of our knowledge, our skill, our experience; to advise, suggest, help, with human contact, looking each other in the eyes. Good ears can listen well, and a word to the wise is sufficient. So, you will see that gems will still be here with us, as they have been in the 6,000 years of documented history of our species.


CORSI I.G.I. CALENDARIO 2020 1 ‐ Corso Analisi Qualitativa e Valutazione del Diamante ‐ Corso Base 5gg € 775,00** 13/17 Gen. 17/21 Feb. 2/6 Mar. 14/18 Sett. 5/9 Ott. Roma Cavalese (Tn) Ascoli Piceno Cavalese (Tn) Ascoli Piceno 29 Gen./2 Feb. 3/7 Feb. 11/15 Mag. 2/6 Ott. 19/23 Ott. Trecastagni (CT) Marcianise (Ce) Cavalese (Tn) Trecastagni (Ct) Marcianise (Ce) 2 ‐ Corso Analisi Qualitativa e Valutazione del Diamante ‐ Corso Specializzazione 5gg € 775,00** 17/21 Feb. 16/20 Mar. 8/12 Giu. 12/16 Ott. 2/6 Nov. Marcianise (Ce) Ascoli Piceno Roma Ascoli Piceno Marcianise (Ce) 21/25 Feb. 18/22 Mag. 21/25 Sett. 16/20 Ott. Trecastagni (Ct) Cavalese (Tn) Cavalese (Tn) Trecastagni (Ct) 3 ‐ Corso Classificazione e Valutazione del Diamante Grezzo ‐ 7gg € 1.330,00** 10/16 Feb. 2/10 Mar. 19/25 Apr. 2/8 Mag. 28 Sett./4 Ott. Ascoli Piceno Marcianise (Ce) Cavalese (Tn) Trecastagni (Ct) Roma

18/24 Ott. Cavalese (Tn)

4 ‐ Corso Identificazione delle Gemme di Colore ‐ 5gg € 775,00** 10/14 Feb. 9/13 Mar. 16/20 Mar. 12/16 Ott. Roma Ascoli Piceno Marcianise (Ce) Cavalese (Tn) 24/28 Feb. 13/17 Mar. 8/12 Giu. 6/10 Nov. Cavalese (Tn) Trecastagni (Ct) Cavalese (Tn) Trecastagni (Ct) 5 ‐ Corso Riconoscimento del Sintetico, delle Imitazioni e dei Trattamenti ‐ 5gg € 775,00** 17/21 Apr. 11/15 Mag. 29 Giu./3 Lug. 20/24 Nov. Trecastagni (Ct) Ascoli Piceno Cavalese (Tn) Trecastagni (Ct) 20/24 Apr. 18/22 Mag. 9/13 Nov. Marcianise (Ce) Roma Cavalese (Tn) 6 ‐ Corso Analisi Qualitativa e Valutazione delle Gemme di Colore ‐ 3gg € 465,00** 15/17 Feb. 16/18 Mag. 6/8 Lug. Roma Trecastagni (Ct) Cavalese (Tn) 30 Mar./1 Apr. 3/5 Giu. 16/18 Nov. Marcianise (Ce) Ascoli Piceno Cavalese (Tn) 7 ‐ Corso Analisi Qualitativa e Valutazione delle Perle ‐ 5gg € 775,00** 16/20 Mar. 25/29 Mag. 21/27. Sett. Cavalese (Tn) Ascoli Piceno Marcianise (Ce) 6/10 Apr. 5/9 Giu. 4/8 Dic. Roma Trecastagni (Ct) Trecastagni (Ct) 8 ‐ Corso Approfondimento Pratico del Diamante ‐ 5gg € 775,00** 26/30 Giu. Trecastagni (Ct) 9 ‐ Corso Approfondimento Pratico Gemme di Colore ‐ Sintetico ‐ 5gg € 775,00** 17/21 Lug. Trecastagni (Ct) 10 ‐ Corso Approfondimento Pratico Perle ‐ 1g € 160,00** Esame Scritto 10 Giu. Trecastagni (CT) 11 ‐ Esame Scritto e Pratico Diamante ‐ 1g € 160,00** 1 Lug. Trecastagni (CT) 12 ‐ Esame Scritto e Pratico Gemme di Colore e Sintetico ‐ 1g € 160,00** 22 Lug. Trecastagni (CT) 13 ‐ Approfondimento Materiali Organici ‐ 2gg € 310,00** 27/31 Gen. Marcianise (Ce) 18/22 Sett. Trecastagni (Ct)

2/6 Nov. Roma

14 ‐ Corso Taglio e Sfaccettatura delle Pietre di Colore ‐ Corso Base 5gg € 600,00 +IVA 20/24 Lug. Cavalese (TN) 23/27 Nov. Cavalese (TN) 15 ‐ Corso Taglio e Sfaccettatura delle Pietre di Colore ‐ Corso di Specializzazione 5gg € 600,00 +IVA 27/31 Lug. Cavalese (TN) 30 Nov./4 Dic. Cavalese (TN)


L’ORAFO

NOMI

ITALIANO

CITATI BONBON SUCRÉ FLORENCE BOTTEGA VENETA

52 75, 80

BOUCHERON

27

BREIL

52, 82, 91-98

BRETT JOHNSON BROSWAY BUCCELLATI

49

ELENA MARTINELLI

52

ELISABETTA FRANCHI

74

EMPORIO ARMANI

82

55

ERMANNO SCERVINO

77, 79

52, 54, 91-98

ERMENEGILDO ZEGNA

61

49

BULGARI

EGEA JEWELS

52, 91-98

ETHICAL JEWELS BY GIOIELLERIA BELLONI

49

CAFÈNOIR

77

EVANUEVA

CAPUCCI

21

FABIANI

91-98

76

FARAONE CASA D’ASTE

47-51

CAROLINA HERRERA CARTIER

91-98

FEDERICA TOSI

49

22

CESARI & RINALDI GEMMAI

49

FENDI

CHANEL

28

FESTINA

49

FILA

78

FOSSIL

79

CHIARA PASSONI CHOPARD 10 BUONI PROPOSITI BY ANNA BILLÒ

52

CLAUDIO CANZIAN

2JEWELS

82

- DUECI BIJOUX

ADELPHI

100

ALESSANDRO DARI

49

26, 91-98

FRANCESCA BIANCHI DESIGN

60 49, 78

49, 52, 75

49

FRATELLI PICCINI

37, 49

CLIZIA ORNATO

49

FUTUROREMOTO

49, 100

CLUSE

56

GALA ROTELLI

49, 72

ALESSIO BOSCHI

31-34

COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO

47-51

GAUDINO MARCO

50

ALEXANDER MCQUEEN

26, 75

CONCORDIA BY ALL GOLD

49, 57

GERARDO SACCO

52

77, 78

CRIERI

ALTUZARRA AMEN

49, 52, 71, 91-98

ANAPSARA

49

D1 MILANO

ANDREA DEL BORGO

49

DAMIANI

ANNA MACCIERI ROSSI ANTONINI ANTÙRA AONIE ARTECORA ARTLINEA

36, 42, 49 44, 49 77 49, 66, 67, 77 49 49, 78

AUCELLA

49

BALMAIN

25, 29

GIÓELLE

50, 73

91-98

GIOIELLERIA BELLONI

86, 87

55, 70

GIOIELLERIA COLOMBO

49

CRIVELLI

49, 52, 53

DANIEL WELLINGTON DAVID MORRIS

57, 75 28

DAVITE&DELUCCHI

91-98

DIESEL

82

DIOR

20, 74

DISTRETTO12 DODO DOLCE&GABBANA

GIOIELLERIA ITALIANA GIORDINI GIORGIO ARMANI GIOVANNI RASPINI GISEL BY ARTECORA GISMONDI 1754

57

GIVENCHY

52

GRAFF

52, 75

GRAZIELLA

BARBARA BIFFOLI

49

DOPPIAA

56

GRUPPO KERING

BC BONCAR

52

DUNDAS

20

GUCCI

29

ECLAT

BLUMARINE BOCCADAMO

52, 91-98

49, 80

EDIZIONI ARTEM

100

HERMÈS ILARIA LANZONI

52 50, 52, 53 41, 50 13-17 50, 60, 91-98 80 26 22, 60, 78 29 50, 74 52 29, 74, 77, 79 61, 79 38, 39

110 MagGiuLug_2020.indd 110

11/06/20 15:37


NOMI CITATI

IQDB EDIZIONI DI STEFANO DONNO ISABELLE LANGLOIS

100

ORO TREND

27

43

OSCAR DE LA RENTA

IVI

74

PANDORA

JÁNOS GÁBOR VARGA

52

PAOLONI

JIMMY CHOO

80

PASQUALE BRUNI

50

K DI KUORE

50

PHILO MILANO

29

52

PHILOSOPHY DI LORENZO SERAFINI

27

PIAGET

76

KEEP OUT KIDULT

52, 91-98

57 91-98

L’OCCITANE

80

PICTO

LA DROGHERIA

50

POLO RALPH LAUREN

– ARTIGIANI DEL GIOIELLO

91-98

82

POMELLATO

52, 91-98 61

LACOSTE

82

PRADA

80

LAURA FALCINELLI JEWELS

50

PUGNALE

50

LAURA VOLPI

50

RAJOLA

27

LE SIBILLE

50

RALPH & RUSSO

LEBEBÉ

50

RAY-BAN

91-98

LES GEORGETTES BY ALTESSE

50, 69

REBECCA

52, 91-98

LIASE

50, 63

RECARLO

50

LOUIS VUITTON

61, 79

61

RUE DES MILLE

58

LUCEDEIMIEIOCCHI

50

RUFFO

LUCIO FONTANA

22

S’AGAPÕ

50

LUISA BECCARIA

75

SABRINA FACCHETTI

60

LUISA PALLAVIDINI

50

SAINT LAURENT

MANEBÍ

82

SALVATORE FERRAGAMO

MANOLO BLAHNIK

76

SALVINI

MANUEL RITZ

58

SARA BATTAGLIA

MARCO BICEGO

21

91-98

19 91-98 76 18, 50

SERENA GOBBI MILANO

50

MARCO DE VINCENZO

29

SHARKISS

MARIA E LUISA JEWELS

50

SICIS

MARLÙ GIOIELLI

52

SODINI

52, 91-98

MARNI

61

STROILI

91-98

MAX MARA

79

SWAROVSKI

80

MEG JEWELS

18 91-98

19

TAMARA COMOLLI

88, 89

MESSIKA

18, 28

THECA ASTUCCI

91-98

MILUNA

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TIFFANY & CO.

MIU MIU

76

TOMBOLINI

91-98

MORELLATO

54 50, 91-98

UNOAERRE

61

27

UNODE50

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MY FAMILY

52

VALENTINA BARELLA

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MY STYLE BAGS

82

VALENTINO

61

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Foto di Claudio Minenti

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