retail&food 04 2014

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TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

retail&food Anno 9 • Numero 4 • APRILE 2014 • € 5,00

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Aeroporti 2014

Sarà l’anno dei migliori 2013: calano i passeggeri per la seconda volta consecutiva. Quali prospettive per il travel retail?

Analisi Mercato

Resoconto fiere

Parola di...

Sportswear

EuroShop 2014

Essere Benessere



NEWS PRIMAE NOCTIS IN ITALIA SI VOLA MENO. E IL ‘SISTEMA’ AEROPORTUALE RESTA A TERRA

L’OPINIONE ETRC, TUTTO IL VALORE DEL TRAVEL RETAIL ETRC è l’associazione che rappresenta a livello europeo i più importanti operatori del Travel Retail: retailer, brand, aeroporti, compagnie aeree e di navigazione. Questo settore, in costante crescita negli ultimi 10 anni, ha chiuso il 2013 in Europa con un incremento dell’1,8%, nonostante il perdurare della crisi economica. Il Travel Retail, grazie al suo fatturato che ha superato i 10 miliardi di euro, contribuisce in maniera rilevante ai ricavi dei gestori aeroportuali (di cui il 47% in Europa ha dati di bilancio in perdita), delle linee di navigazione e delle compagnie aeree. Inoltre, promuove aziende grandi e piccole, brand, territori e prodotti di qualità. Numerose sono le tematiche che vengono affrontate da ETRC a livello europeo a tutela del Travel Retail: in primis i diritti dei passeggeri, con al centro la limitazione, imposta da molti vettori sul trasporto del bagaglio a mano, di usufruire pienamente della possibilità di fare shopping in aeroporto; i limiti imposti dalle norme di sicurezza, tra questi quelli sui liquidi, rispetto ai quali recentemente ETRC ha collaborato con le principali parti interessate sulle implementazioni della nuova tecnologia di screening negli aeroporti; e in generale tutte le norme e i vincoli che possono avere un impatto negativo sulle attività di vendita nel settore. Il trend del Travel Retail nei prossimi 15 anni, strettamente collegato allo sviluppo del traffico aereo e dei flussi turistici dei paesi emergenti, prevede una crescita costante, mediamente sopra il 3% annuo. Per cui, questo è un settore su cui puntare e investire. Al contrario, penalizzare il Travel Retail in generale, e negli aeroporti in particolare, significa bloccare un processo virtuoso, che non genera solo redditività ma che contribuisce a far provare ai viaggiatori prodotti di qualità, a radicare in loro bei ricordi del luogo visitato, trasferendo dunque emozioni positive.

Editoriale

Dopo i fasti del 2011, anno record per il numero di passeggeri degli aeroporti italiani (quasi 148 milioni), il report annuale 2013 di Enac racconta che in due anni si sono persi quasi 4,5 milioni di passeggeri, un calo sensibile, fino a scendere a 143,5 milioni lo scorso anno. Un dato che cozza rumorosamente con le previsioni straordinariamente ottimistiche (180,1 milioni nel 2015, 220 nel 2020 e via così fino ai quasi 300 milioni del 2030) elaborate nel Piano Nazionale degli Aeroporti realizzato tra il 2010 e il 2012, rimaneggiato nel 2013 dal ministro Passera e ri-presentato con altre significative modifiche dal ministro Lupi lo scorso gennaio. Il Piano – a occhio di cinico –, come tanti altri studi all’italiana, è nato vecchio e già pronto per essere sepolto vivo. Realizzato per selezionare gli aeroporti ‘principali’ meritevoli di investimenti pubblici, ha visto allargare il loro numero, di passaggio in passaggio, per evidenti ragioni politiche (cda, poltrone ecc.), fino ad annacquarne irrimediabilmente lo spirito iniziale. Nel frattempo i dati Enac per il 2013 certificano che gli unici scali che hanno accresciuto ininterrottamente il numero di passeggeri, nel quinquennio 2009-2013, sono quelli di Bergamo (4° assoluto nell’anno) e Bologna (7°). Mentre nell’ultimo anno, nella Top20 delle aerostazioni più frequentate fanno segnare il record assoluto di passeggeri solo gli aeroporti di Olbia (19°) e Firenze (20°). Troppe aerostazioni con un traffico in vertiginosa ascesa ci potevano anche stare. Ma se i passeggeri diminuiscono che ci stanno a fare tanti aeroporti?

Sarah Branquinho, presidente ETRC (European Travel Retail Confederation)

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Anno 9 numero 4 aprile 2014 Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Massimo Andreis - massimo.andreis@edifis.it Hanno collaborato Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Antonio Bisci, Giuseppe Bonomi, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Stefano Gardini, Paolo Prota Giurleo, David Jarach, Luigi Limonta, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Dante Marro, David Montorsi, Giorgio Moroni, Roberta Motta, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Enrico Pazzali, Alessio Quaranta, Mario Resca, Leopoldo Resta, Vito Riggio Pubblicità dircom@edifis.it Amministrazione Antonella Ferraraccio impaginazione Claudio Rossi Oldrati

INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&FOOD retail&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre r&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retallers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 7.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 118.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communites di riferimento.

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SOMMARIO

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30 NEWS PRIMAE NOCTIS In Italia si vola meno. E il ‘sistema’ aeroportuale resta a terra

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L’OPINIONE di Sarah Branquinho ETRC, tutto il valore del travel retail

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R&F NEWS R&F NEWS OPENING INDICE R&F I (nostri) titoli, in risalita

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OSSERVATORIO PREZZI 20 Duty free aeroportuale, i listini prendono il volo Anima dell’offerta commerciale non aviation, rigorosamente posizionato dopo i varchi di sicurezza, il duty free shop propone con packaging e formati accattivanti dai profumi ai cosmetici, passando per il food confezionato, sino ai cosiddetti spirits. Vi raccontiamo le differenze di listini riscontrate in questa tipologia di store a Linate/Malpensa, Fiumicino e Capodichino. STAR TREK RETAIL Destinazione Sirio

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TAGLIO NASTRO 26 Globo, il Parco prende forma In vent’anni di vita il complesso commerciale di Busnago e Cornate d’Adda (MB) ha visto numerosi ampliamenti, prima sulla galleria e poi con il parco. Step by step i negozi sono divenuti circa 180. L’ultima tranche consiste nella nuova “stecca” esterna, dotata di una decina tra medie e grandi superfici. LONG LIFE 30 Mongolfiera Lecce, 20 anni a ritmo di Pizzica Inaugurato nel 1994, il centro commerciale salentino ha festeggiato lo scorso 14 marzo il ventennale dallo storico taglio del nastro. Da allora molto è cambiato: nel 2002 l’avvio del multiplex (esterno); nel 2005 e 2006 i due ampliamenti, che hanno portato la galleria agli attuali 25.600 mq; dal 2008 la realizzazione del parco commerciale.

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DOSSIER AEROPORTI 34 Cagliari, quanto spazio (vuoto) per il retail Torniamo nel capoluogo sardo a distanza di quasi quattro anni dal nostro ultimo Dossier Aeroporti dedicato allo scalo isolano (vedi r&f lug/ago 2010). Nel frattempo tutto è cambiato, e non solo in Sardegna. TRAVEL RETAIL AD ALTA QUOTA Ecco come vendere on board

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17° SALONE INTER. DELL’ALIMENTAZIONE 40 Cibus 2014: duty free e food service, le nuove frontiere La superficie dei sei padiglioni di Fiere di Parma è già fully booked. Con questa premessa la kermesse emiliana mira ad aumentare gli espositori e a replicare le 60mila presenze del 2012. Nella quattro giorni (5-8 maggio) numerose saranno le opportunità di business, con un occhio di riguardo ai nuovi mercati internazionali e a Expo 2015. RISTORAZIONE AUTOSTRADALE 42 Il piede sul freno Mentre la crisi dei consumi e il calo dei viaggiatori comprimono le vendite, i numerosi rinnovi contrattuali previsti per il biennio 2014/2015 non tengono conto in pieno dell’atto di indirizzo elaborato dal Mise per andare incontro alle società di ristorazione. E salvare il mercato. RETAIL MANAGEMENT SPECIALIST Strategie anticrisi

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PAROLA DI… DANILO SALSI 46 Essere Benessere: «Prima la quotazione, poi avanti tutta con i city store» DIGITAL RETAIL 48 Sviluppo App, verso l’outsourcing Una ricerca condotta da FierceRetail e sponsorizzata da AT&T testimonia la crescente importanza delle applicazioni per tablet e smartphone, percepite come fondamentali per incrementare le vendite e

veicolare il brand. Ma l’attuazione rimane complessa e gli investimenti per implementarle sono talvolta indirizzati verso società terze. MISTERY ON BOARD Con Emirates tutto è possibile

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ANALISI DI MERCATO 52 Sportivi, con il piede in due scarpe In un settore che vede la preponderanza di retailer stranieri, come testimonia anche la nostra rilevazione su 22 tra CC e outlet, le aziende italiane di abbigliamento, articoli e attrezzature sportive stanno incontrando crescenti difficoltà sul fronte interno. Ma continua a crescere l’export. RESOCONTO FIERA 56 EuroShop 2014, l’edizione dei record La fiera di Düsseldorf ha ospitato un’edizione straordinaria della più importante fiera al mondo per l’arredo e la gestione di punti vendita retail. I produttori italiani, secondi solo ai padroni di casa tedeschi per numero di stand, ormai puntano tutto sull’estero, che per tanti ha superato il 50% del fatturato. NEWSTECH&ARREDO INTERNATIONAL VETRINA LA FOTO LA PULCE NELL’ORECCHIO Eurnekian, Firenze, Pisa, gli aeroporti e la politica

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RUBRICHE STOCK OPTION NEW MARKETS OUTLOOK OBIETTIVO PERSONALE COMUNICAZIONE DI SERVIZIO INVIATO SPECIALE COSA OCCORRE SAPERE PER...

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r&f News PITTAROSSO: REBRANDING, NUOVI FORMAT E 20 OPENING Non solo un cambio di nome, ma anche di format. Con forti investimenti di marketing a supporto. Questa è la premessa dell’operazione di sviluppo del nuovo brand PittaRosso, voluta dalla 21 Investimenti di Alessandro Benetton e portata avanti dal management guidato dall’amministratore delegato, Andrea Cipolloni. L’iniziativa, che nel nome e nell’immagine rappresenta la continuità con Pittarello Rosso, vedrà innanzitutto l’incremento delle spese di marketing, che passeranno dai 4,5 milioni del 2013 ai 7,5 di quest’anno, e l’adeguamento dei format degli store. La crescita del giro d’affari degli ultimi anni è stata possibile attraverso un incremento dei negozi, passati dai 53 del 2011, agli 80 del 2012, sino ai 100 del 2013. E l’espansione è destinata a continuare: sono previste altre 20 aperture per il 2014, oltre all’adeguamento di ben 14 store, che porterà a 20 il totale dei negozi trasformati con il nuovo formato negli ultimi due anni.

PROSSIMITÀ, TRAVEL RETAIL E HI-TECH: GLI ASSET DI CARREFOUR

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egozi di vicinato, digitalizzazione dei punti vendita e travel retail: questi i tre asset che compongono il piano di sviluppo 2014 di Carrefour in Italia. In particolare, il gigante francese della GDO intende aprire 30 punti vendita di piccole dimensioni nel nostro Paese e proseguire nel piano di espansione all’interno di aeroporti e stazioni ferroviarie, il tutto con un format rinnovato e all’avanguardia dal punto di vista tecnologico. «La tendenza è sviluppare negozi più piccoli, all’insegna della vicinanza e della velocità – dichiara Grégoire Kaufman, direttore marketing e commerciale di Carrefour in Italia –. Stiamo lanciando un format per situazioni dove c’è un forte flusso di consumatori, ovvero aeroporti, stazioni e autostrade, per ora con una ventina di negozi, caratterizzati da un assortimento adatto». Sul fronte dell’hi-tech, l’idea è quella di mettere i Qr code sui prodotti, che rimandano a video con il produttore che ne racconta la storia. Nel 2013 Carrefour ha totalizzato un giro d’affari di 5,3 miliardi euro, a fronte di una rete composta di 1.124 di negozi.

Stock option

RETAIL AEROPORTUALE, SU DEL 73% ENTRO IL 2019 Le vendite aeroportuali sfioreranno entro il 2019 il magic number di 60 miliardi di dollari, per la precisione 59,2, con una crescita del 73 per cento. A elaborare la previsione è la società londinese Verdict, che ha motivato queste performance adducendo l’aumento del flusso dei viaggiatori e la maggiore presenza nei mercati emergenti. Se negli ultimi cinque anni il numero dei traveller europei e nordamericani si è ridotto a causa della crisi economica, nel prossimo quinquennio è prevista una ripresa, spingendo verso l’alto il dato worldwide dei passeggeri del 37,8%, mentre la spesa pro capite passerà dai 7,78 agli 11,37 dollari. Tra i prodotti destinanti a registrare il miglioramento più significativo rientrano i cosmetici e gli alcolici, con un incremento del 109,9% delle vendite.

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Arese Shopping Center Il sito è on line e annuncia possibilità di assunzioni ma sancisce anche l’avvenuto avvio della commercializzazione degli spazi per attività r&f che, a quanto ci risulta, ha già impallinato i big. Come andrà lo si vedrà, ma le premesse sono buone.

Zalando L’e-tailer tedesco continua a mietere adepti tra gli italiani e i clienti nel 2013, terzo anno di attività nel nostro Paese, sono diventati oltre un milione. Ma più crescono i clienti e più devono aumentare i prodotti, per questo Zalando è a caccia di nuovi brand da inserire nel proprio store.

Aeroporto Falcone Borsellino La notizia non è inaspettata ma comunque è dura, perché sancisce la situazione difficile dello scalo siciliano. Autogrill ha annunciato il licenziamento dei suoi dipendenti presso tre locali dell’aeroporto palermitano perché tali attività non sono più redditizie.

Aeroporto Orio al Serio L’aerostazione bergamasca per prima offrirà nel nostro Paese connessione wi-fi gratuita a banda larga a chiunque si troverà nei propri spazi. Una novità assoluta che non potrà che far gongolare i passeggeri, ma che offrirà ai gestori la possibilità di studiare meglio le loro abitudini.

Euronovi Ci si prepara a grandi lavori, forse già dall’estate, tra i comuni di Serravalle Scrivia a Novi Ligure. La fase C del Retail Park a cavallo tra le due municipalità sembra finalmente destinata all’avvio. 14.000 mq di nuova superficie commerciale, oltre ad uffici, abitazioni e a giardini pubblici.

Taxi selvaggio a Fiumicino La “grande bruttezza”, quella che accoglie chi atterra a Roma e – soprattutto se straniero – intende avvalersi di un servizio taxi. Una giungla di maleducati e truffatori che continua ad avere libertà di offrire servizi abusivi negli spazi pubblici. Ma Comune e Prefettura ‘ndo stanno?

BasicNet Dopo un 2012 difficile, la società piemontese con in pancia i brand Robe di Kappa, Superga e Kway chiude il 2013 in utile e con una crescita dell’Ebitda pari al +87,5%. Nel frattempo molto si è lavorato per l’internazionalizzazione. Buon anno!

Russia-Ucraina La nuova dissennata querelle geo-politca relativa all’Ucraina sfiora la guerra e rischia di danneggiare notevolmente lo sviluppo democratico russo, ma anche gli affari dei tanti brand europei interessati a quel mercato. E dire che ce ne sarebbe per tutti…

OVS & COIN I conti non tornano proprio in casa Coin. Secondo MF, per fare cassa, si penserebbe ad uno spin-off di Oviesse e a una sua quotazione in Borsa. Il debito contratto per l’acquisizione della stessa OVS, avvenuta solo tre anni fa, è duro da digerire di questi tempi.


VAALIMAA LUXURY OUTLET, POSATA LA PRIMA PIETRA

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ono iniziati i lavori, alla frontiera tra Finlandia e Russia, per la realizzazione del progetto Vaalimaa Luxury Outlet. Ad annunciarlo è lo stesso promotore commerciale, l’italiana Arcoretail. L’iniziatica, a vocazione internazionale, prevede l’apertura di un factory outlet con oltre 65 punti vendita, un hotel da 150 camere, il primo casinò di confine, un centro benessere e uno spazio gourmet. «Al momento abbiamo avuto riscontri molto positivi da parte delle aziende incontrate in pochi mesi dal nostro leasing department, che ha ottenuto oltre il 40% delle adesioni – afferma Luca Bastagli Ferrari, amministratore delegato di Arcoretail (Gruppo Arcotecnica) –. Crediamo molto in Valimaa Luxury Outlet in quanto si tratta di un vero e proprio “destination Center”, ubicato in una posizione strategica a metà strada tra Helsinki e San Pietroburgo, che andrà a incontrare gli interessi degli oltre 3,5 milioni di viaggiatori che ogni anno varcano il confine russo/finlandese». L’apertura è prevista a metà del 2015.

NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING

www.strabranding.com

IL NUOVO AEROPORTO DI DOHA… È SULLA PISTA DI ATTERRAGGIO!

Hamad International Airport

Il nuovo mega aeroporto di Doha, gestito da Qatar Airways, sarà finalmente inaugurato quest’anno. Infatti, il numero uno della compagnia aerea qatarina, Akbar Al Baker, ha recentemente dichiarato sul The National, giornale governativo degli Emirati in lingua inglese, che il nuovo scalo sarà completamente operante a partire dal secondo trimestre del 2014. L’Hamad International Airport (ICAO) (Fig.1), in precedenza conosciuto come New Doha International Airport (NDIA), è in grado di accogliere 28 milioni di passeggeri l’anno (circa 30 volte l’attuale popolazione di Doha) che potranno

diventare 50 milioni quando l’aeroporto sarà pienamente operativo dopo il 2015 (2 milioni di tonnellate di carico e 320.000 voli all’anno). Al riguardo, nel 2013 l’attuale Doha International Airport ha fatto registrare un traffico di 21 milioni di passeggeri. Il nuovo aeroporto, costruito su una superficie di più di 22 chilometri quadrati (circa un quarto di tutta la superficie di Doha), vanta una pista di atterraggio di 4.850 metri, tra le più lunghe al mondo, capace di ospitare le prestazioni del Airbus A380, il più grande aereo passeggeri esistente (la Qatar Airways ne possiede ben 13 a fronte di un investimento di 50 miliardi di dollari). Il suo terminal principale occupa un’area di 350.000 mq, di cui circa 40.000 dedicati alla rinnovata area retail con più di 100 negozi e location F&B. Al suo interno la zona dedicata al Duty Free, che è gestita dall’operatore Qatar Duty Free, il secondo del Middle East, si svilupperà su un area 10 volte superiore rispetto a quella ad oggi presente nell’attuale aeroporto (25.000 mq). Tale offerta retail verrà rafforzata da un comprensorio di 100 ettari di fianco al polo aereoportuale che sarà esclusivamente dedicato ad attività di sviluppo commerciale (shopping malls, hotels e free trade zone). Separatamente al terminal principale è stato costruito l’Emiri Terminal che offre, su 12.000 mq, zone relax, suite private e un attrezzato business centre. Un elegante gate per la famiglia reale, per gli alti ufficiali di governo e per le attività legate al cerimoniale del ministero degli esteri. Luca Esposito

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News VENDITE AL DETTAGLIO: CALO RECORD NEL 2013 Secondo l’Istat l’anno appena concluso ha registrato il calo delle vendite al dettaglio più sensibile dall’inizio delle serie storiche comparabili, in sintesi da almeno il 1990. La flessione rispetto al 2012 è infatti quantificata nel 2,1%, con gli alimentari giù dell’1,1 per cento. Gli unici a crescere nell’ennesimo annus horribilis sono stati, ancora una volta, i discount alimentari, saliti dell’1,6% a valore, mentre la grande distribuzione perde nel suo complesso l’1% in virtù delle performance negative di ipermercati (-1,9%) e supermercati (-1,3%). Peggiore, addirittura, è la situazione per il comparto non food: i negozi di vicinato arretrano di quasi tre punti, per la precisione perdono il 2,9 per cento. E l’inizio del 2014 non sembra di buon auspicio: l’Istat ha certificato, infatti, che la fiducia dei consumatori a febbraio è tornata a diminuire, dopo il balzo positivo di gennaio.

NEINVER: CORRE IN EUROPA (E CAMMINA IN ITALIA)

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e in Europa corre, in Italia cammina. Ma il segno rimane sempre positivo. Questo il bilancio 2013 relativo ai flussi e alle vendite dei 15 Foc gestiti da Neinver in tutto il continente. In particolare, il dato mostra performance in crescita in termini sia di visitatori, a quota 39,5 milioni (+12% sul 2012), sia di volumi di vendita, pari a 863,5 milioni di euro (+11% sul 2012). Tuttavia l’andamento è molto diverso da paese a paese: a un anno dall’apertura, avvenuta nel 2012, Roppenheim The Style Outlets in Francia ha totalizzato oltre un milione di visite, con un incremento di presenze e di vendite rispettivamente del 14% e del 38%; in Germania, i flussi del Zweibrücken The Style Outlets sono aumentati del 3% (in totale 3,4 milioni) mentre le

Obiettivo Personale Store manager in ambito retail: una figura altamente ricercata Negli ultimi anni il retail è diventato una vera e propria area di business per le aziende, dalla quale dipendono in maniera consistente il fatturato complessivo, la valorizzazione del brand e lo sviluppo di nuovi mercati. Per questo motivo, gli Store Manager in ambito retail hanno assunto una progressiva specializzazione, ricoprendo un ruolo centrale nella rete distributiva delle aziende modernamente strutturate e diventando figure professionali molto ricercate. Lo Store Manager è, infatti, la figura chiave per il successo di un punto vendita: organizza il negozio, promuove le vendite, gestisce il personale, supervisiona le forniture e il magazzino, conosce e controlla i programmi di merchandising e ne cura l’implementazione, monitora il benessere del cliente e amministra eventuali reclami. L'aspirante Store Manager deve possedere spiccate doti di leadership, buona conoscenza delle dinamiche di marketing, eccellenti capacità di problem solving, buone doti comunicative, un aspetto curato, orientamento agli obiettivi e resistenza allo stress. Per rivestire questo ruolo non occorre seguire un percorso di studio predefinito, ma si può scegliere se: iniziare la carriera direttamente sul campo, partendo dall’incarico di commesso, oppure seguire corsi di formazione specifici. Nel primo caso, è l’azienda stessa che forma il proprio direttore, il quale comincerà la sua carriera dapprima con la mansione di addetto alle vendite, per passare successivamente a caporeparto, allievo capo negozio, capo negozio e allievo direttore.

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vendite del 6%; in Polonia, 11,8 milioni di persone (+8%) si sono recate agli outlet di Neinver, anche in virtù dell’apertura del secondo outlet a Varsavia, Factort Annopol, mentre il volume delle vendite ha registrando un +23 per cento. Notevole l’incremento anche in Portogallo, dove Vila Do Conde The Style Outlets ha messo a segno un +11%, a fronte di oltre 4 milioni di visitatori (+4%). In Spagna, i cinque centri gestiti da Neinver hanno visto crescere del 10% i visitatori, superando quota 12,7 milioni, e del 6% le vendite. Meno dinamico l’andamento in Italia, dove Vicolungo e Castel Guelfo The Style Outlets sono stati visitati da più di 6 milioni di persone (+1% rispetto al 2012). In crescita del 3%, invece, le vendite.

A cura di Gi Group

Il titolo di studio minimo richiesto è il diploma di maturità, anche se in alcune realtà è gradita una laurea in materie economiche e la conoscenza di una seconda lingua. Se, invece, si preferisce partire dalla teoria, frequentando corsi e master, è consigliabile rivolgersi a scuole ed enti di formazione qualificati, che generalmente definiscono un piano di studi che include: marketing e gestione, allestimento del negozio, comunicazione e vendita. Solitamente, oltre alla parte in aula è prevista anche la pratica in contesti aziendali. Gi Group ed Asset Management sono da tempo impegnate nella formazione e collocazione nel mondo del lavoro di allievi Store Manager, tramite un master specialistico dedicato a questa figura a cui seguono uno stage in azienda e l’inserimento della risorsa con contratto di apprendistato o altre formule contrattuali previste dalla legge.

Fulvio Tizzano Services Sales Director Italy, Gi Group



News CALLIGARIS, SUL MERCATO IL 40% DI L CAPITAL

STRADE DEL LUSSO, MILANO È OTTAVA

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opo sette anni di convivenza, le strade della famiglia Calligaris e di L Capital potrebbero presto separarsi. Secondo indiscrezioni, infatti, il veicolo d’investimento che fa capo al colosso del lusso francese Lvmh avrebbe chiamato in causa alcune operatori d’affari, tra cui Equita, Eidos partners, Unicredit e Ubs, per avviare la procedura di vendita della partecipazione, pari al 40%, rilevata nel 2007 per una cifra vicina ai 50 milioni. Al momento, il brand friulano vanta ricavi per circa 140 milioni di euro e un EBITDA superiore ai 20 milioni, mentre sul fronte della distribuzione annovera monomarca nelle principali città europee e nel resto del mondo: da Shanghai e Pechino a Toronto, da Kuala Lampur e Città del Messico, da Casablanca a Mosca, da New York e Washington a Istanbul e Tokyo.

ilano, con via Monte Napoleone, è ottava nel mondo. Roma, con Via Condotti, è undicesima. Queste le due principali città del Belpaese in termini di prestigio e, in soldoni, di canoni di locazione. A rivelarlo è l'analisi di mercato condotta dal Dipartimento Ricerche di World Capital Group, società specializzata nella consulenza immobiliare, focalizzata sul segmento High-Street Retail e relativa al secondo semestre del 2013. Nel particolare, la via meneghina dello shopping del lusso vede un rent annuo di 6.700 euro/mq, mentre la main street capitolina si “ferma” a 5.380 euro al metro quadrato. Stabili, rispetto al primo semestre del 2013, le posizioni di vertice: Causeway Bay a Hong Kong (22.320 euro /mq) e la Fifth Avenue a New York (22.050 euro /mq), seguite da Praga (20.100 euro /mq), Oxford Street - West a Londra (13.400 euro/mq) e l'Avenue des Champs -Elysees a Parigi (10.150 euro/mq).

AL VIA LA SECONDA FASE DEL BARBERINO DESIGNER OUTLET

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lteriori 5mila mq di gla, pari circa a 30 negozi, saranno presto in dote al Barberino Designer Outlet. Questa, in numeri, la seconda fase di sviluppo del Foc toscano, portata avanti da Henderson Global Investors (proprietario attraverso il fondo Outlet Mall Fund) e McArthurGlen (gestore, nonché uno degli investitori del medesimo fondo). A fronte di tale sviluppo, la gla complessiva arriverà a 27.000 mq, mentre il portfolio negozi conterà 130 punti vendita. Nel 2013 il Barberino Designer Outlet ha accolto oltre tre milioni di visitatori, l’11% in più rispetto all’anno precedente, mentre il numero di turisti non europei ha registrato una vera e propria impennata, pari a oltre il 40 per cento.

A CBRE IL MANDATO PER IL CENTRO COMMERCIALE TIZIANO Consulenza commerciale e ri-commercializzazione del mall, quest’ultimo oggetto di un significativo intervento di restyling e ampliamento per 4mila mq di nuova gla. Parliamo del mandato che CBRE ha ricevuto da Iper Gara Srl relativamente al centro commerciale Tiziano di Olmi San Biagio di Callalta (TV). «La nostra grande esperienza nei rapporti con i marchi internazionali ci consentirà di supportare la proprietà e migliorare l’offerta del centro», dichiara Anna Paltrinieri, executive director leasing di CBRE Italia. Aperto nel marzo 1992, lo shopping center si compone di una galleria di 14.579 mq, distribuiti su due piani con 49 punti vendita, di un ipermercato E.Leclerc – Conad di 7.412 mq e di due medie superfici a insegna OVS e Bata. All’esterno, nell’area comune, è presente un importante parco commerciale con i marchi Decathlon, Media World, Leroy Merlin e Conbipel.

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Comunicazione di servizio IL PUNTO VENDITA 3.0

A cura di Acqua Group - www.acquagrouo.it

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l digital e i new media stanno rivoluzionando il mondo della comunicazione. E il punto vendita come sta reagendo a questa evoluzione? Da Intel ci arrivano segnali positivi, recentemente ha infatti presentato negli USA il prototipo del “negozio del futuro”. Nasce dall’evoluzione dei processori Intel Core i7: si tratta di grandi schermi ultrapiatti, touch screen, che renderebbero l’esperienza di acquisto ancora più efficace, divertente e interattiva. Gli schermi hanno la capacità di riconoscere la persona che hanno davanti: sesso, altezza, corporatura, capigliatura. In questo modo il cliente può interagire scegliendo i vestiti e provandoli prima virtualmente sullo schermo e in un secondo momento nel camerino. Il cliente può anche chattare on-line con amici per chiedere consigli e farsi vedere con il vestito indossato, può scattare una foto e condividerla su Facebook per vedere quanti like riceve. Non solo, se cerca un parere più qualificato può interagire con un personal shopper professionale. Ovviamente gli schermi sono Wi-Fi e possono collegarsi con gli smartphone dei clienti che hanno appena “conosciuto” per inviargli in tempo reale offerte ad hoc, buoni sconti e coupon, da sfruttare anche al mo-

Da sinistra Davide Arduini e Andrea Cimenti

mento. E quando il cliente ritorna in negozio lo schermo può anche riconoscerlo: “Hey ciao, come è andata con quel vestito? È piaciuto ai tuoi amici? Ho qualcosa che fa per te…”. Vi ricordate la famosa scena di Minority Report in cui le videocamere riconoscevano le persone per strada attraverso la scansione degli occhi? Quello era il passato, oggi il futuro è tutto un altro punto vendita.

Massimo Del Monaco Direttore Creativo Key Adv – Integrated Communication (Acqua Group)


FRODI SU CARTA DI CREDITO: + 14,8% NEL 2012

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rescono ormai costantemente i pagamenti on line e, all’interno dei negozi, si moltiplicano le soluzioni tecnologiche per smaterializzare il contante. Queste sono tra le principali ragioni che hanno portato nel 2012 all’aumento del 14,8% delle frodi fiscali su carta di credito all’interno dell’area Sepa (Single Euro Payments Area), raggiungendo la somma di 1,33 miliardi di euro. In pratica, ogni 2.635 euro di spesa effettuata con carta di pagamento, un euro è stato frodato. A denunciarlo è il terzo rapporto sullo specifico tema stilato dalla Banca Centrale Europea. Nel mirino della Bce ci sono soprattutto le modalità “card-not-present” (CNP), cioè quelle smaterializzate via telefono e internet che hanno visto l’impennata dei fenomeni fraudolenti tra il 2011 e il 2012 del 21%, mentre un quarto degli episodi si è verificato ai pos e un sesto agli sportelli automatici Atm. Francia, Gran Bretagna e Lussemburgo sono i paesi più colpiti. Allargando invece al 2008 l’arco temporale di analisi, in realtà si scopre che il valore delle frodi a tutto il 2012 è sceso del 9,3%, mentre il valore della transazioni è salito del 17 per cento.

TIMBERLAND: OBIETTIVO 160 NEGOZI IN ITALIA NEL 2014

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imberland alza l’asticella: l’obiettivo per il 2014 è di arrivare ad avere 160 negozi in Italia, tra diretti e in franchising, contro i 151 attuali. Complessivamente il piano di aperture nell’Europa occidentale prevede una cinquantina di nuovi shop, e altrettanti sono in pipeline tra Africa e Medio Oriente. È decisa, quindi, la virata sul canale monomarca, mentre sino ad ora il noto brand di calzature ha totalizzato la maggior parte dei propri ricavi nel canale wholesale. Novità per il nostro Paese arrivano anche sul fronte dell’on line: Timberland avvierà tra qualche mese il servizio di e-commerce, ad oggi presente in Europa soltanto in Inghilterra. La Penisola per il marchio americano rappresenta il primo mercato nel Vecchio Continente.

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News MIROGLIO: ALL IN ONE IN PIAZZA DELLA SCALA Laddove prima sorgevano gli spazi di Banca Intesa, in piazza della Scala a Milano, Gruppo Miroglio si appresta a inaugurare a inizio aprile tredici vetrine per 600 metri quadrati. Questi i numeri del nuovo concept store della società piemontese, in cui porterà il meglio dei propri marchi. «Un nuovo concept store – si apprende – per una nuova idea di moda. Un'idea dove lo stile si esprime al meglio attraverso la vestibilità». Dal design essenziale, la location è organizzata in modo da favorire una shopping experience unica, «tra moderne suggestioni visive e un ricercato assortimento di prodotti».

GRANDI STAZIONI: GAETANO CASERTANO IL NUOVO AD

In attesa che la sempre più probabile privatizzazione degli asset retail diventi realtà, Grandi Stazioni, a fari spenti, ha visto un importante cambio al vertice: dal sito della società, nella casella dell’amministratore delegato, è scomparso il nome di Fabio Battaggia, a vantaggio di quello di Gaetano Casertano, già membro nel consiglio d’amministrazione della società partecipata da FSI. Nato a Domodossola nel 1967, Casertano è laureato in Economia, è stato direttore generale Risanamento S.p.A., dal 2010 al 2008 amministratore delegato Italia Turismo S.p.A., dal 2008 al 2006 direttore centrale “Tourism” Pirelli RE S.p.A. e dal 2006-2002 chief financial officer di Grandi Stazioni S.p.A. Roma. Inoltre lavora come docente di Finanza immobiliare presso la Facoltà di Economia della Luiss di Roma dal 2005. Prima di lui, Battaggia è stato amministratore delegato di GS dal 2007.

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Inviato speciale

novità

NON BRANDED RETAIL Come sono lontani i tempi in cui si poteva camminare in un moderno shopping mall senza riconoscere un’insegna. Oggi le grandi aziende globali colonizzano ogni angolo di mondo con i loro brand, saturando il mercato al dettaglio con i loro prodotti e le loro insegne.

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llora, come può l’offerta di uno shopping mall cercare di reagire a questa monotonia? Gli sviluppatori dovrebbero trovare la soluzione studiando gli eterogenei mercati nelle strade. Risalendo ai tempi quando i centri commerciali non si trovavano ad ogni angolo di strada, fare shopping era un’attività molto più personale. Ognuno doveva raggiungere il proprio mercato/bazaar locale e forse fare una coda di lunghezza non accettabile per i moderni standard prima di interagire direttamente con il venditore, che aveva portato avanti il mestiere di famiglia per generazioni. In questi anni il negozio senza insegna aveva spirito ed anima. La scorsa settimana sono stato a Istanbul con la mia famiglia e sono rimasto molto colpito nel vedere la coda in via Tarihi Meshur di fronte a un negozio che vende 53 gusti diversi di cioccolato. Minimo in dimensione, ma massimo in funzionalità: il negozio non misura più di tre metri di lunghezza per uno di profondità, ma nonostante questo la coda per comprare dolci locali arriva in mezzo alla strada.

Altre fantastiche aree dove trovare negozi non-branded sono quelle di Covent Garden/Seven Dials e Borough Market a Londra. Prendendo esempio da Monmouth per l’intenso profumo di caffè tostato, Neal’s Yard Dairy per il formaggio artigianale o Oliver Sweeney e Jo Malone per le scarpe e i profumi. Le strade sono gli incubatori dei brand emergenti e lo sviluppo di questi è atteso con trepidazione dagli shopping center, che sempre più cercano diversificazione ed autenticità per il mix della propria offerta merceologica. A tutt’oggi sono però pochi i tentativi di successo nel riprodurre questo spirito ‘di strada’ nei centri. Molti ne imitano l’ambientazione, ma non riescono a portare l’autenticità nella rappresentazione. Per soddisfare completamente i desideri dei clienti, sviluppatori, agenti di leasing e architetti devono focalizzare l’attenzione sui bisogni dei piccoli negozianti. I centri commerciali dovrebbero realizzare un’area per sperimentare nuovi format interessanti per piccoli budget, con accordi di affitto più flessibili. Unibail Rodamco ha abbracciato questa opportunità attraverso i suoi Dining Experience, Digital Dream e UR Lab Campus: un notevole think tank e laboratorio in scala reale per sviluppare nuovi concept. Ma se l’essenza e l’anima delle strade e della comunità locale potesse facilmente essere imbottigliata e venduta, per ironia della sorte il suo immediato successo per i rivenditori porterebbe alla sua standardizzazione, alla ‘brandizzazione’ e alla distribuzione nel mondo in un battere di ciglia. Davide Padoa, CEO di Design International www.designinternational.com


CON PAPINO ELETTRODOMESTICI, ALTRI 30 PDV IN G.R.E.

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rosegue, inarrestabile, la polarizzazione dei brand nel mercato dell’elettronica di consumo. L’ultimo caso, in ordine di tempo, vede protagonista la Papino Elettrodomestici S.p.A., che è confluita con i suoi 30 punti vendita nella compagine di G.R.E. S.p.A., famosa per i marchi Trony e Sinergy. La storica azienda siciliana, fondata nel 1979 da Consolato Papino, vanta una forte presenza nell’Isola, con shop differenti per format e profilo: dal negozio di prossimità al megastore di oltre 6.000 metri quadrati. La sua proposta abbraccia i settori elettrodomestici, audio/video, informatica, telefonia, arredamento, casalinghi, brico e giocattoli. «È una vera e propria svolta per il nostro Gruppo – ha affermato Ina Papino, presidente di Papino Elettrodomestici S.p.A. –. Riscontriamo in G.R.E. grande solidità, coesione sociale e chiarezza di obiettivi: caratteristiche determinanti per operare da leader in questo settore. Siamo certi che il nostro ingresso garantirà nuova energia a tutto il Gruppo, che ringraziamo per la calorosa accoglienza». L’accordo tra G.R.E. S.p.A. e Papino Elettrodomestici S.p.A. ha effetti immediati.

ORIO AL SERIO, ARRIVA IL WI-FI CON FUTUR3

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i chiama FreeLuna Social WiFi il servizio, avviato dalla Futur3 presso l’aeroporto di Orio al Serio (BG), che permette l’accesso gratuito a Internet 24 ore su 24 e a banda larga in tutto lo scalo. La società trentina si è aggiudicata, infatti, il bando indetto da Sacbo per la realizzazione e la gestione della rete senza fili dell’aerodromo bergamasco sino al 2016. «Ciò consentirà ai viaggiatori di poter accedere alla rete in ogni momento e in ogni luogo dell’aeroporto – afferma Giovanni Biscontini, responsabile commerciale di Futur3 – e a noi di poter strutturare e offrire servizi ad alto valore aggiunto sia a beneficio degli utenti sia, soprattutto, degli sponsor, grazie alla creazione di contenuti interattivi e multimediali per comunicare in modo più efficace e mirato». Dopo Orio al Serio, Futur3 si prepara ad estendere il proprio servizio ad altri aeroporti nazionali.

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News cosa occorre sapere per...

a cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano

Profili giuslavoristici delle operazioni retail

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e forme contrattuali che possono assumere le operazioni retail sono di vario tipo: dalla semplice locazione all’acquisto e all’affitto di ramo di azienda. È inoltre molto frequente che alla locazione e all’affitto si associ un accordo fra l’imprenditore entrante e l’imprenditore uscente ai sensi del quale il primo si impegna a corrispondere al secondo una somma di danaro a fronte della anticipata risoluzione, da parte di quest’ultimo, del proprio contratto di locazione e/o affitto di ramo d’azienda e della stipula, da parte del soggetto entrante, di un nuovo contratto (cd. key money agreement). Tali forme contrattuali, eccezion fatta per la semplice locazione, configurano un “trasferimento” di attività e implicano, conseguentemente, profili di responsabilità (in solido) in capo ad entrambi i contraenti (l’imprenditore entrante e quello uscente) nei confronti dei dipendenti dell’imprenditore uscente assunti presso il ramo di azienda. Questi profili di responsabilità vanno attentamente valutati quando si redigono i contratti e sono tanto più importanti se si considera che nelle operazioni retail l’imprenditore entrante non è praticamente mai interessato ad assumere il personale dell’uscente. D’altro canto, il fatto che alla base delle operazioni retail non vi sia una vera e propria azienda – non comportando dette operazioni, nella stragrande maggioranza dei casi, alcun trasferimento di merci, attrezzature e personale, bensì la mera sostituzione dell’imprenditore entrante a quello uscente in una “posizione commerciale” – non impedisce che anche in tali ipotesi risulti applicabile l’articolo 2112 del Codice Civile. Tale codice garantisce, in caso di trasferimento di azienda, ai dipendenti in essa impiegati, di proseguire il proprio rapporto di lavoro con l’imprenditore entrante. L’ambito di applicazione dell’art. 2112 è stato negli anni ampliato ad opera della giurisprudenza, la quale vi ricomprende qualunque ipotesi di sostituzione nella titolarità dell’azienda indipendentemente dal nomen iuris del rapporto contrattuale intercorso fra le parti. A questo proposito la giurisprudenza è arrivata finanche ad affermare che l’applicabilità della disciplina sul trasferimento di azienda dell’art. 2112 Cod. Civ. prescinde dall’esistenza di un rapporto contrattuale tra imprenditore uscente e quello che subentra nella gestione dell’azienda, assumendo rilevo la circostanza che vi sia

continuità nell’esercizio dell’attività imprenditoriale. Occorre inoltre segnalare che il trasferimento di azienda non rappresenta di per sé motivo di licenziamento e pertanto le clausole che spesso si rinvengono nei contratti (in particolar modo in alcuni affitti di centri commerciali) secondo cui l’affittuario deve impegnarsi a licenziare i propri dipendenti in tempo utile, al termine del rapporto, concedendo ad essi il preavviso previsto per legge sono di fatto assolutamente inapplicabili. Occorre quindi chiedersi come sia possibile in concreto tutelarsi dai rischi giuslavoristici insiti in tali contratti. Le modalità corrette per gestire le problematiche relative ai dipendenti che NON vengono trasferiti sono evidentemente (i) la sottoscrizione con i dipendenti in questione di verbali di conciliazione innanzi agli organi sindacali rappresentativi ovvero, qualora l’imprenditore uscente abbia altri punti vendita, (ii) il trasferimento del dipendente ad altro punto vendita. Nella pratica, tuttavia, non è sempre agevole perseguire tali soluzioni, sia per ragioni di tempo (la velocità con la quale talvolta vengono negoziate ed eseguite le suddette operazioni non permette agli operatori di affrontare con la dovuta cautela queste problematiche), sia perché gli operatori non sono sempre disponibili ad offrire incentivi ai dipendenti per risolvere in maniera definitiva i reciproci rapporti, sia infine perché in certe ipotesi risulta in concreto molto difficile mettere in pratica tali soluzioni. Ciò non significa peraltro che non possano essere adottate cautele utili a gestire e contenere il rischio giuslavoristico. Le cautele devono anzi essere adottate attraverso la previsione di adeguate clausole contrattuali che mettano il più possibile al riparo l’operatore entrante.

SPONTINI IN DUOMO, PRONTO PER L’ESTERO Spontini all’ombra della Madonnina. Mai come stavolta l’espressione è adatta a descrivere un taglio nastro: quello dell’ultima replicazione del format “a tutta pizza” milanese famoso per il suo trancio, che ha aperto un locale take-away a pochi passi dal Duomo. Colori, aspetti grafici e materiali del nuovo Spontini richiamano lo stile delle botteghe degli anni ‘50, in perfetta sintonia con il contesto del centro storico ma senza rinunciare ad adattare l’estetica del format con le più moderne tendenze del design retail internazionale. La sesta – e pare ultima – location meneghina è di fatto il trampolino di lancio per una nuova scommessa: portare Spontini e la sua pizza nelle principali capitali estere, fedele alla propria tradizione e contestualmente vicino alle esigenze e ai gusti delle nuove generazioni.

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Avv. Giulia Comparini Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@pec.cocuzzaeassociati.com saranno lieti di rispondervi.


INDUSTRIES SPORTSWEAR COMPANY CARPISA, SFOGGIA IL NUOVO LOOK A GOGO IN RUSSIA (E DINTORNI)

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roprietaria dei marchi Henry Cotton’s, Marina Yachting, Coast+Weber+Ahaus e licenziataria di 18CRR81 Cerruti, Industries Sportswear Company ha annunciato una serie di aperture nella ex URSS con i brand Marina Yachting e 18CRR81Cerruti, che seguono due triplette recenti: quella di Marina Yachting a Tyumen (Galereya Voyage) e a Mosca in Vremena Goda e Crocus Mall e quella di 18CRR81Cerruti nel Crocus Mall, nella Galereya Voyage di Tyumen e nel Gulliver Center Tower di Kiev. Guardando al breve termine, per la primavera in corso è previsto l'avvio di quattro negozi 18CRR81Cerruti tra Russia e Azerbaigian. In autunno il brand sarà protagonista di una doppia inaugurazione a Kaliningrad e ad Almati mentre a Ekatering, all’interno del centro commerciale Europa, sarà aperto un punto vendita che ospiterà entrambe le etichette.

C

arpisa si rifà il look. Nelle scorse settimane, dalla location meneghina di corso Vittorio Emanuele, il marchio di borse da donna e accessori ha presentato il nuovo concept store. L’iniziativa ha visto la collaborazione di Fabio Novembre, che ha disegnato il layout Galleria Carpisa (brand che insieme a Yamamay e a Jaked fa parte di Pianoforte Holding). Il lancio è partito da Milano, ma il nuovo concept sarà esteso gradualmente agli altri punti vendita del marchio, che ad oggi può contare 580 monomarca, di cui 460 in Italia e 120 all’estero. Dalla nuova Galleria nasce inoltre il progetto Carpisa Go: negozi interamente dedicati al viaggio e al mondo maschile, nei quali sarà presente un’area interattiva per i giovani.

ACCORDO TRA CARTASÌ E QUI! GROUP

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Pos CartaSì accetteranno i buoni pasto elettronici di QUI! Group. È questo il risultato dell’accordo siglato dalle due società che consente agli esercenti di accettare i sostitutivi di mensa elettronici tramite “point of sale”. Così, sui 95mila Pos della rete CartaSi nel settore food verranno accettati i ticket elettronici emessi da Qui! Group (circuito Qui!Ticket), che ad oggi gestisce circa 15 milioni di buoni pasto annui e detiene una quota di mercato pari a circa il 50% di quelli elettronici. Tutto questo in un mercato che in Italia vale 3,42 miliardi di euro, coinvolge 135 mila esercenti e oltre 2,3 milioni di lavoratori, che, in un anno, utilizzano 500 milioni di buoni pasto, il 7% dei quali elettronici. Ed è solo il primo passo: CartaSi prevede infatti l’estensione del servizio ad altre società emittenti, che permetterà agli esercenti di accettare diverse tipologie di ticket elettronici con un solo Pos.

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r&f News opening TRIS DI APERTURE PER NAU! Da un centro commerciale all’altro, sino ad approdare in aeroporto. Il 2014 inizia con un tris di aperture per il marchio di occhiali Nau!, sempre più diffuso sull’intero territorio nazionale. In ordine cronologico gli opening sono stati a Busnago (MB), con 50 mq all’interno dello shopping center Globo, nello scalo di Bari Palese e, infine, nello storico mall di Parma, il Centro Torri, con una location di 100 metri quadrati. In particolare l’opening presso il “Karol Wojtyla” conferma la volontà della società guidata da Fabrizio Brogi di proseguire nello sviluppo del canale aeroportuale, già presidiato con i punti vendita di Torino-Caselle, Malpensa e Linate.

ARAV FASHION: 40 STORE IN TURCHIA Arav Fashion, conosciuta al grande pubblico con il brand Silvian Heach, ha puntellato la propria presenza in Turchia con altri due punti vendita. Ma soprattutto ha alzato l’asticella dello sviluppo nel Paese, dichiarando l’obiettivo di 40 negozi entro i prossimi tre anni, 25 dedicati al segmento kid e 15 al womenswear, con sei opening previsti già nella prossima stagione: quattro per la linea di childrenswear e due per la collezione femminile, nelle città di Istanbul, Izmir, Mersin, Bursa, Bodrum e Antalya. I monomarca avviati nelle scorse settimane sono a Gaziantep e ad Adana: il primo, a insegna Silvian Heach Kids, si articola su 120 mq all'interno del Primemall; il secondo, dedicato alla donna, si trova sull'arteria commerciale più fashion della città e occupa una superficie di 80 metri quadrati.

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Apre a Milano The Brian&Barry Building Sanbabila

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aglio del nastro per il nuovo magastore The Brian&Barry Building Sanbabila: distribuito su 12 piani, vanta 6.000 mq lordi complessivi di cui 1.500 di servizi. Una vetrina tutta made in Italy che va ad ampliare l’offerta del centro di Milano e, in linea con la sua vocazione, rappresenterà un punto d’attrazione per il turismo internazionale. In primo piano solo l’eccellenza della moda, del gusto, della cosmetica, del design, di gioielleria e orologeria, per una proposta aperta 7 giorni su 7. Varia e trasversale l’offerta, a partire da quella ristorativa: dall’alta cucina con Asola – cucina sartoriale (regno dello chef Matteo Torretta) al casual dining a base pizza con il 94° ristorante di Sebeto, qui in versione Eataly incontra Rossopomodoro (350 mq e 120 posti a sedere al quarto floor), passando per il piano dove trova posto l’Home&Food di Eataly, uno dei partner principali del progetto con La Piadina Romagnola dei Fratelli Maioli, L’Hamburgeria di Eataly, il ristorante Meataly della Granda e uno spazio dove acquistare i prodotti “buoni e puliti” del brand di Oscar Farinetti, con oltre 500 referenze. L’offerta prosegue con Ecliss Milano, il meglio in fatto di decorazione e outdoor; il piano Beauty, interpretato in esclusiva da Sephora con un concept store esclusivo; il piano Jewels&Watches, con le più note e prestigiose marche di gioielleria e orologeria; quattro piani per l’abbigliamento donna e uomo, dove è possibile trovare i marchi italiani e internazionali selezionati da Brian&Barry, e in cui è inserito anche il corner de L’Arte del Ricevere, dedicato agli appassionati di tè.

Prada sceglie Londra per il suo primo Caffè

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rada approda nel segmento food&beverage. Ma la prima tappa della diversificazione del business del colosso italiano del lusso tradisce Milano per Londra. La location prescelta per inaugurare il suo primo Pradasphere Cafè non è all’ombra della Madonnina ma nella capitale di Sua Maestà britannica, per la precisione all’interno di una vera e propria istituzione della metropoli sul Tamigi: i magazzini Harrod’s. Allo stato attuale non è dato sapere quali saranno le prossime mosse in Italia e all’estero della griffe italiana sul fronte food, dopo che l’estate scorsa era sfumato il tentativo di acquisire la storica pasticceria Cova, scippata dal concorrente Lvmh. Nel frattempo, il Gruppo, che la scorsa estate ha tagliato il nastro alla mega-boutique in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, stando a indiscrezioni stampa sta pigiando il piede sull’acceleratore per inaugurare il ristorante e il Museo della Fondazione ai piani superiori dello store in tempo per l’Expo del 2015.


Caffè Roma Capitale decolla a Fiumicino

Original Marines, doppio opening a Malta

Fresco di apertura presso l’aeroporto di Fiumicino, concepito in partnership tra MyChef e il Comune di Roma, Caffè Roma Capitale si identifica a livello visivo per lo stemma cittadino che campeggia nel concept bar: caratterizzato dall'insegna bianca su sfondo rosso, che richiama il brand commerciale del Comune, si ricollega non solo alla gastronomia romana ma anche al merchandising esposto con il marchio della città. L’ambiente è moderno e ricercato, mentre il layout, semplice e lineare, lascia ampio spazio al prodotto, derivato dalla migliore tradizione italiana. L’offerta gastronomica varia dalla classica caffetteria al pasto veloce (pizza, panini con molteplici farciture, snack) fino ad arrivare ai piatti tipici dalla cucina romana (gnocchi alla romana, porchetta). Completano l’offerta, dolci tipici e pasticceria fresca. Presso l’aeroporto gestito da Adr, di recente hanno fatto il loro ingresso anche Emporio Armani e Damiani, entrambi nell’area imbarchi G.

Continuano a ritmo serrato le aperture di Original Marines all’estero, dove ora conta 93 punti vendita. Gli ultimi due opening sono stati a Malta: il primo store, di 120 mq, si trova a Naxxar Road, una delle principali vie di Birkirkara; il secondo, poco più grande (130 mq), è situato nella città di St. Julian’s presso il Bay Street Shopping Complex. A stretto giro, già a fine marzo, dovrebbe essere la volta di un nuovo shop a Minsk, in Bielorussia, cui seguiranno complessivi quattro negozi in Montenegro, Bosnia, Albania e Serbia. Successivamente ne sono previsti tre in Svizzera, a Zurigo, Bellinzona e Lucerna, e uno a Donetsk, in Ucraina, dove Original Marines ne conta già due.

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r&f Indice r&f

a cura di Edifis Intelligence

I (nostri) titoli, in risalita L'andamento negativo che si stava delineando per i titoli del nostro comparto all'inizio dell'anno sta cominciando a virare verso il bel tempo: nell'ultimo mese il nostro indice è passato da 89,7 a 97,5. Un bel progresso che peraltro sottolinea l'estrema volatilità dei titolo del lusso accessibile, quanto meno in questa fase del mercato. È un fenomeno al quale non eravamo abituati. Del resto anche gli indici mondiali presentano un andamento piuttosto contrastato: il solo che si muove in territorio positivo è proprio quello della Borsa Italiana, mentre gli altri oscillano sotto la parità senza che si possa ancora individuare una precisa tendenza. L'unica riflessione che possiamo fare è quindi di stare alla finestra con prudenza, senza naturalmente perdere la speranza che il barometro giri definitivamente e in maniera consistente verso il bello.

Quotazioni al AZIONI

Borsa

Valuta

Xetra

92,64

75,31

81,29 %

Milano

0,70

0,79

112,86 %

Vtx

CHF

88,60

81,70

92,21 %

Damiani

Milano

1,23

1,75

142,28 %

Dufry

Svizzera

CHF

156,60

145,10

92,66 %

Fossil

Nasdaq

USD

120,30

113,14

94,05 %

Geox

Milano

2,64

3,20

121,21 %

Hugo Boss

Xetra

103,50

89,74

86,71 %

Inditex

Mce

119,80

102,20

85,31 %

Kering PPR

Parigi

153,90

138,65

90,09 %

Luxottica

Milano

38,95

38,20

98,07 %

LVHM

Parigi

132,60

126,75

95,59 %

Nike

Nyse

USD

78,64

78,53

99,86 %

Polo Ralph Lauren

Nyse

USD

176,34

159,40

90,39 %

Puma

Xetra

235,15

195,40

83,10 %

Safilo Group

Milano

17,00

14,28

84,00 %

Stefanel

Milano

0,36

0,41

113,89 %

Vtx

CHF

477,90

547,00

114,46 %

Nyse

USD

92,09

92,94

100,92 %

Milano

121,40

97,08

79,97 %

Adidas Aeffe C.F.Richemont

Swatch Group Tiffany & Co Tod's

INDICE RETAIL&FOOD FTSEMIB

31.12.2013

14.03.2014

100,00

Indice

97,95 %

18.967

20.475

107,95 %

DAX

9.552

8.979

94,00 %

NYSE

10.400,00

10.297,00

99,01 %

NIKKEI

16.291,31

14.327,00

87,94 %

L’indice Generale r&f è ponderato nella misura di 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.

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© Edifis Intelligence



r&f Osservatorio prezzi

DUTY FREE

aeroportuale, i listini prendono il volo Anima dell’offerta commerciale non aviation, rigorosamente posizionato dopo i varchi di sicurezza, il duty free shop propone con packaging e formati accattivanti dai profumi ai cosmetici, passando per il food confezionato, sino ai cosiddetti spirits. Vi raccontiamo le differenze di listini riscontrate in questa tipologia di store a Linate/Malpensa, Fiumicino e Capodichino

U

na volta passati i varchi di sicurezza e giunti nella cosiddetta area air-side, quando lo stress dovuto ai controlli (incluso quello dei liquidi) è ormai un ricordo, l’occhio viene inevitabilmente catturato dagli scaffali illuminati dei grandi negozi duty free. In attesa di raggiun-

gere il gate per l’imbarco, fare due passi tra confezioni di profumi di ogni formato e colore, tra succulenti barrette di cioccolata, da quella extra-fondente a quella al latte, e ancora tra sontuose bottiglie di vini e liquori è sicuramente il modo più eccitante (e dispendioso) per ingannare il tempo.

A questa lista si aggiungono, tra i vari, i tabacchi e gli articoli espressione del territorio. I duty free shop rappresentano quindi, a partire dalle loro superfici imponenti, le principali àncore dello shopping aeroportuale. La gestione di questi store è spesso in mano a grandi società multina-

zionali, che sviluppano formati declinati in base alle metrature, all’ubicazione e ai flussi degli scali in cui vengono inseriti. Tra questi abbiamo voluto prendere in considerazione per l’articolo di “Osservatorio prezzi” tre top location italiane. Da nord a sud: gli aeroporti milanesi gestiti da Sea, in cui è presente Dufrital con il marchio Dufry; Roma Fiumicino, gestito da Adr, dove dall’ottobre del 2012 opera la francese Lagardère Services (fatturato di 2,5 miliardi di euro nel 2012) attraverso la divisione LS travel retail, che a sua volta ha in portfolio i duty free shop a insegna Aelia; Napoli Capodichino, gestito da Gesac, nel quale dal 2011 è attivo lo store AldeasaWDF su 700 metri quadrati. Altro colosso del settore duty free aeroportuale, che ci teniamo a citare, è Heinemann, che dopo la prima location a Bologna sta per aprire, proprio in queste settimane, all’interno del Fontanarossa di Catania.

Prezzi, la differenza c’è e si vede Partendo dal presupposto che la nostra analisi non ha valore statistico, ci siamo affidati alle società di gestione dei quattro aeroporti (Linate

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e Malpensa presentano lo stesso operatore di duty free, che opera con i medesimi listini su entrambi gli scali) per conoscere i prezzi applicati presso i rispettivi duty free shop. Il panel di prodotti preso in considerazione varia dal segmento profumi e cosmetici, su cui dedichiamo gran parte del nostro raffronto con oltre 10 articoli nel campione, a quello del food confezionato e degli spirits. Le referenze in oggetto sono tra le più diffuse e vendute all’interno di questo canale. Osservando quindi i prezzi relativi al segmento parfum & cosmetics, innanzitutto notiamo una forchetta abbastanza ampia tra i vari negozi, con oscillazioni anche sensibili nell’ordine del 30 per cento. Se infatti la differenza media tra i listini per lo stesso item è compresa tra il 10 e il 20%, ci sono casi come il formato da 100 ml dell’eau de parfum spray (EDPS) di Chanel Coco Mademoiselle che costa 86 euro a Capodichino, 95 a Malpensa/Linate e ben 105 a Fiumicino. Analoga considerazione vale per la bottiglia da 200 ml dell’eau de toilette spray (EDTS) di Hugo Boss, commercializzata a Milano a 60 euro, a Napoli a 87,40 e a Roma a 91 euro, e per l’EDPS da 75 ml di Dior J’Adore, in vendita nei due scali

meneghini a 76,50 euro, a 85 euro in quello capitolino e a 101,50 presso quello partenopeo. Più allineati, con

uno scarto inferiore ai 10 euro, sono i listini applicati dai tre duty free shop aeroportuali per l’EDTS da 100 ml di Chanel Bleu de Chanel, proposto a 66,50 euro negli scali gestiti da Sea, a 71,40 in quello gestito da Gesac e a 75 nell’hub di Adr; idem per l’EDPS da 50 ml di Chanel Coco Mademoiselle, imposto rispettivamente a 67,50, 71,80 e 76 euro. Per l’immancabile Chanel N.5, proposto nella formula EDPS da 100 ml, il prezzo praticato è di 98 euro negli aerodromi meneghini, di 100,90 presso quello partenopeo e di 111 in quello capitolino. Dal profumo al cioccolato, il passo è corto nei duty free shop. L’acquisto di impulso vede al centro della scena la confezione di Toblerone Tiny Bag Mixed da 300 grammi, proposta ancora una volta alla cifra più conveniente a Milano (8 euro), mentre a Roma costa 1,20 euro in più (9,20 euro). Lo store di Napoli Capodichino si allinea al listino meneghino, chiedendo solo 20 centesimi in più (8,20 euro). Il paniere si completa con gli spirits:

i super alcolici. Nonostante i prodotti non siano comparabili in toto a causa dei formati differenti, si denota tuttavia un posizionamento di prezzo più basso presso il punto vendita Dufry. Tuttavia, nel caso della confezione di Jack Daniel’s, la differenza con quanto richiesto da Aldeasa – WDF è davvero marginale.

Conclusioni Nonostante la molteplicità dei formati e delle referenze documentata nel nostro panel, quasi tutti i listini imposti presso lo shop Aelia Duty Free di Fiumicino si confermano i più cari rispetto a quelli applicati dai competitor negli scali milanesi di Malpensa e Linate, in assoluto i più economici, e in quello di Napoli. Quest’ultimo, con AldeasaWDF, tranne in un solo caso (il già citato EDPS da 100 ml di Chanel Coco Mademoiselle) su cui si dimostra a buon mercato e in tre casi su cui si evidenzia come il più expensive, complessivamente si colloca su una fascia di prezzo mediana rispetto a quelle di Dufry e Aelia. A.P.

Duty free aeroportuale Parfum and Cosmetics

Dufry (Milano LIN-MPX)

Aelia Duty Free (Roma)

Aldeasa - WDF (Napoli)

EDPS 100 CHANEL COCO MADEMOISELLE

95,00

105,00

86

EDTS 100 CHANEL BLEU DE CHANEL

66,50

75,00

71,40

EDPS 50 CHANEL COCO MADEMOISELLE

67,50

76,00

71,80

EDTS 150 CHANEL BLEU DE CHANEL

78,50

EDTS 200 BOSS BOTTLED

60,00

91,00

87,40

EDPS 100 CHANEL N.5

98,00

111,00

100,90

EDPS 75 DIOR J'ADORE

76,50

85,00

101,50

EDTS 50 CHANEL BLEU DE CHANEL

47,50

51,50

51,30

8,00

9,20

8,10

100 CHIVAS REGAL IC 40* 12

28,50

90,60 *

34,95

100 JACK DANIEL BLACK LAB.

25,30

Non venduto

26,60

Non venduto

83,30

Food and Confectionery TOBLERONE TINY BAG MIXED 300G

Spirits

* CHIVAS REGAL 12 YO 100CL 40° / Legenda: prezzo più alto in euro - prezzo più basso in euro

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r&f star trek retail

Destinazione

Sirio F

orse è arrivato veramente il momento di dire addio alle disperate ricerche dei distributori automatici di bibite negli ospedali, quando nell'afa estiva cerchiamo una bottiglietta d'acqua per rinfrescarci durante la visita a qualche conoscente ammalato, oppure a panini ben poco appetitosi, consumati in mense non accoglienti per rimettersi dopo un prelievo del sangue. È cambiata infatti la concezione degli ospedali: da luoghi dove nei secoli scorsi le persone andavano per lo più a morire, spesso alla periferia dei centri urbani, a luoghi di riabilitazione - anche con lungodegenza a causa dell'invecchiamento della popolazione - sempre più integrati nelle realtà cittadine e sempre più attenti ai servizi per i pazienti, grazie alla consistente autonomia gestionale di cui godono. Di conseguenza, diventa centrale non solo garantire l’assistenza medica all’ammalato, ma anche servizi di ristoro adeguati a lui e ai conoscenti in visita. Per questo all’interno di un numero crescente di strutture sanitarie si sviluppano vere proprie gallerie commerciali o shopping center che accolgono, oltre ai punti di ristoro, numerose altre insegne di attività tra le più svariate, dalle parafarmacie, agli ottici, fino alle banche o ai parrucchieri. In questa realtà in veloce trasformazione nasce e cresce Sirio, società romagnola che gestisce locali (prevalentemente di ristoro) nel mercato in concessione, in prevalenza in quello ospedaliero. Erano gli anni del boom economico quando Gino Sanguedolce prese in gestione il servizio di ristorazione dell’Ospedale S. Orsola di Bologna: tre locali interni con 40 dipendenti e una cucina che

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sfornava giornalmente pranzi per degenti e personale medico. Due decenni dopo, nel pieno dei ruggenti anni ’80, la società passa in mano al nipote, Luciano Lomonaco (ora socio di minoranza e responsabile commerciale), che, aggiudicandosi altre gerenze in diverse strutture ospedaliere, fondò

l’attuale Sirio. Nel 1997 fa il suo ingresso nella compagine sociale Stefania Atzori, l’attuale presidente e amministratore delegato, responsabile amministrativo e finanziario nonché socio di maggioranza dell’azienda con sede a Ravenna. Azienda che continua a crescere, diversificando il suo mercato anche nel settore delle aree di sosta autostradali e, da poco, in quello del

fast food, con la gestione in franchising del marchio Burger King. Dai tortellini serviti nella mensa dell’Ospedale S. Orsola, di piatti caldi e freddi ne sono passati e oggi la società ravennate opera sul mercato della ristorazione attraverso le sue due insegne: Sirio Bar e Sirio Grill. Con la prima la società di Atzori gestisce i locali all’interno di università, aziende, ma soprattutto in grandi strutture sanitarie. I punti di forza del marchio sono gli arredi curati e una formula di ristoro modulabile per un’offerta flessibile: caffetteria, snack bar con gastronomia fino a un servizio ristorante che copre il pasto completo. C’è poi il marchio Sirio Grill per le aree di sosta autostradali, con i suoi punti di ristoro e vendita dotati anche di metri lineari per la commercializzazione di prodotti tipici e spazi relax e svago. La novità è la partnership con il Gruppo Burger King, colosso stelle e strisce del fast food, iniziata due anni fa.

Dagli ospedali, alle autostrade, fino ai fast food Il Gruppo (380 addetti complessivamente) conta una cinquantina di insegne, di cui sei Sirio Grill, prevalentemente lungo l’Autostrada del Brennero, a parte una lungo l’A4 nel bresciano, e tutte in Alto Adige: la company romagnola gestisce i Sirio Grill a Trens Ovest e Est (qui del network fa parte anche il market ‘La baita’), a Isarco est, a Sciliar Ovest, oltre a quello di Calcinato (BS). Ci sono poi 41 Sirio Bar, quasi tutti in strutture sanitarie, a parte il punto di ristoro compreso nell’ex Enichem Ravenna e a quello presso l’università Politecnica delle Marche di Monte Dago (AN). All’interno delle realtà sanitarie il format più diffuso è ovviamente il bar, anche se a Lecco, presso l’ospedale A. Manzoni, Sirio gestisce un market di prodotti salutistici e, dentro quello di Città di Castello (PG), un’edicola. Il network è decisamente radicato nel Nord Est dello Stivale, con una

SIRIO in pillole Data di nascita Proprietà Sede Management Business Insegne Network

Anni '60 con la gestione della ristorazione dell'Ospedale S. Orsola Bologna. Stefania Atzori 53%, Luciano Lomonaco 33%, Damiano Rossini 14%. Ravenna. Stefania Atzori presidente ed amministratore delegato, Luciano Lomonaco responsabile commerciale. Gestione di punti ristoro e market all'interno di strutture sanitarie, nel settore autostradale e fast food. Sirio Grill per le aree di sosta autostradale, Sirio Bar per gli ospedali e franchising Burger King. Circa 50 punti ristoro, di cui 6 Sirio Grill e 3 Burger King. Gli altri sono tutti Sirio Bar. Fonte aziendale


presenza decisamente importante nelle strutture sanitarie del Veneto, dove conta ben 13 insegne, e in particolare a Verona, che, con quattro punti di ristoro, è la città più coperta dal brand della ristorazione ravennate. Seguono la Lombardia, con sei locali (di cui ben tre nel lecchese) e l’Emilia Romagna; quindi la Toscana con quattro bar, e quindi l’Umbria, l’Alto Adige, la Liguria, fino al Piemonte, con il presidio ospedaliero di Ivrea. Tutti i locali sono caratterizzati da una notevole cura negli arredi, nella scelta dei

prodotti (con il fresco acquistato in loco spesso a filiera corta) e in quella dei menu, fortemente caratterizzati dalla cucina tradizionale del territorio circostante (spesso con corner per l’acquisto di prodotti tipici), come tengono a puntualizzare dall’azienda, proprio per il contesto delicato in cui sono situati i punti di ristoro. Le novità in questo settore sono, tre le altre, il riaffidamento della conduzione dei bar negli ospedali di Grosseto e Cittadella (PD), oltre alle nuove gestioni dei bar dell’Ospedale San Filippo Neri di Roma,

Burger King di Palazzo Foscarini di Venezia, gestito da Sirio

Un hamburger sul Canal Grande Per finire, il business più recente, con l’apertura sotto le insegne di Burger King di tre locali del famoso fast food stelle e strisce (circa 11.200 punti vendita in tutto il mondo): Burger King Europe gmbh, società svizzera con sede a Zug, attuale franchisor del marchio commerciale e del sistema franchising del brand americano per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa, ha scelto Sirio come partner per lo sviluppo di quello che, negli uffici di Ravenna, definiscono “un ambizioso piano di ampliamento del sistema Burger King in Italia, principalmente nel Nord Est, soprattutto in Veneto, Emilia Romagna e Lombardia”. Il quadrilatero dove l’azienda è più radicata. Per ora i ristoranti inaugurati sono due nel veneziano e uno a Bolzano, ri-aperto (230 coperti e 15 tavoli esterni) nell’autunno dell’anno scorso con un cambio di gestione. Un ritorno del fast food nel capoluogo altoatesino dove, a metà degli anni ’80, aveva aperto il primo McDonald’s in Italia (poi chiuso nel 1999). Ma il fiore all’occhiello dell’azienda guidata dalla Atzori è il Burger King veneziano nello storico Palazzo Foscari Contarini, di fronte alla stazione ferroviaria in fondamenta San Simenon, inaugurato negli ultimi giorni di dicembre dello scorso anno, che segue quello aperto nel 2012 nel Lido di Jesolo. Il locale (150 coperti e una trentina di dipendenti) si sviluppa all’interno della costruzione che fu della famiglia di uno dei dogi più importanti della Serenissima, vissuto più di sei secoli fa. Il palazzo è stato ristrutturato, ci tengono a fare sapere i responsabili, seguendo scrupolosamente tutti i vincoli che le norme di tutela dei beni culturali impongono. Così ci si potrà mangiare hamburger e patatine in uno splendido salone illuminato da

due lampadari di Murano che hanno alcuni secoli, con una splendida vista su Canal Grande e ammirando la chiesa degli Scalzi o il ponte di Calatrava, grazie alle vetrate. Nord Est + ospedali, ecco il core business Se andiamo a fare i conti in tasca alla società guidata da Stefania Atzori, ci accorgiamo che la linea di business Burger King negli ultimi tre anni è passata dall’1% del fatturato nel 2012 al 3% l’anno scorso. Ma per il 2014 ci si aspetta di raggiungere l’11%, a riprova dell’importanza del nuovo canale. Negli anni, a fronte di una crescita costante dei ricavi, passati dai 7 milioni di euro nel 2005 ai quasi 33 nel 2013 scorso (l’obiettivo di quest’anno e toccare i 35), la quota dei Sirio Bar è cresciuta di 10 punti percentuale diventando quasi tre volte quella dei Sirio Grill. Le percentuali del giro d’affari per area rispecchiano abbastanza fedel-

SIRIO, I NUMERI DI BILANCIO

Fatturato Sirio Anno

Euro.000

2005

7.056

2006

9.655

2007

17.517

2008

21.806

2009

25.558

2010

32.066

2011

32.017

2012

31.828

2013

32.880

MOL Sirio Anno

Euro.000

2010

1.373

2011

1.571

2012

1.680

2013

2.164

retail&food - aprile 2014

Fonte aziendale 2013 previsionale

del Policlinico San Matteo di Pavia e del Polo chirurgico P. Confortini Borgo Trento di Verona. Poi, tramite la controllata al 100% Arturo Srl, la società emiliana gestisce il bar nella zona commerciale Bassette di Ravenna.

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star trek retail mente il network dell’azienda romagnola; con l’Alto Adige che, grazie alle sue aree di sosta, oltre ai presidi sanitari, garantisce il 38% del fatturato, seguito dal Veneto con il 25% (ma in previsione di crescita grazie al franchising BK) e dall’Emilia Romagna, con il 20 per cento. Arrivano poi la Toscana col 7%, la Lombardia ferma al 6% e, con percentuali minori, le altre. Chi va piano va sano e lontano Ad andare a vedere i bilanci si scopre che, dopo una crescita impetuosa (dai 7 milioni di euro nel 2005 ai 32 del 2010) gli ultimi anni hanno visto una sostanziale tenuta, con una lievissima contrazione (-0,6%) sui ricavi nel 2012, mentre si crescerà per un milione nell’anno appena chiuso. In aumento costante il MOL, che passa da 1,37 milioni nel 2010 a un previsionale di

2,16 per il 2013, mentre si punta a sfiorare i 3 milioni nel 2014. I risultati dell’azienda di Ravenna garantiscono sempre il segno positivo, a parte due

anni fa, con un passivo di 54mila euro, comunque decisamente contenuto. Nell’ultimo bilancio disponibile, il ROI si attestava quasi al 4%, mentre per quanto riguarda gli indici patrimoniali la liquidità primaria segnava un consolidamento al 47% (era al 39% nel 2011) e il tasso di copertura degli immobilizzi un lieve decremento, attestandosi all’86% (-3% sull’anno prima), rimanendo molto vicino alla soglia d’equilibrio. Crescono le passività correnti, a quota 9,9 milioni, salite di 1,9 milioni sui 12 mesi precedenti. Da segnalare poi l’aumento di capitale di un milione di euro, che di fatto raddoppia le riserve di Sirio Spa a metà del 2012, probabilmente in previsione dello start up dei progetti legati al franchising di Burger King: un atto coraggioso in un momento di credit crunch, che testimonia l’intenzione di investire con le risorse della pro-

prietà. (Fonte dati aziendali). Insomma, le aree autostradali garantiscono costantemente la benzina necessaria per il motore della società romagnola. Un motore che gira a regime con il business ospedaliero, come un furgone diesel, per poi accelerare da auto sportiva nel franchising di BK. Forse è proprio la flessibilità la chiave del buon andamento di Sirio: la capacità di alternare la gestione di un’area autostradale, un bar in un ospedale o un fast food, canali completamente diversi non solo come mercato, ma anche come target e modalità di mantenimento. È da vedere come si svilupperà il franchising BK, che, a quanto sembra, è solo all’inizio (e che inizio, considerata l’inaugurazione di Palazzo Foscarini!) ma con potenzialità enormi di sviluppo. David Montorsi

intervista

AUTOSTRADE, OSPEDALI E FAST FOOD: SIRIO CRESCE Intervista a Stefania Atzori, presidente e amministratore delegato di Sirio spa Come è andato il 2013 per Sirio? Il 2013 è stato un anno duro, molto duro, nel corso del quale portare risultati positivi per la nostra azienda è stato possibile solo grazie allo straordinario contributo delle donne e degli uomini che fanno della Sirio una società ancora capace di essere non solo un protagonista del mercato, ma anche uno straordinario laboratorio di idee e di innovazione al servizio della ristorazione. I numeri che caratterizzano l’anno appena chiuso possono essere sintetizzati in una crescita di 5 punti sul fatturato e di ben 18 sul margine operativo lordo. Sirio è operativo su canali molto diversi: il travel con Sirio Grill, la ristorazione ospedaliera con Sirio Bar e da poco anche nel fast food con Burger King. Come mai questa varietà? Sirio è specializzata in una sola cosa: offrire il miglior servizio di ristorazione ai nostri clienti. Alla consolidata esperienza nelle strutture ospedaliere, per le quali riteniamo di essere in Italia un punto di riferimento, si è in anni recenti aggiunta l’esperienza dei Sirio Grill, dai quali ci aspettiamo una crescita significativa quando il mercato, per anni oggetto di monopolio, sarà maggiormente accessibile anche a nuovi protagonisti. L’opportunità dei Burger King è il risultato della reputazione che il nostro brand ha conquistato in questi anni sul mercato. La partnership con un protagonista mondiale della ristorazione come BK, decisa a un radicale cambiamento nella sua politica di marketing, ci ha permesso di fare un salto significativo in un settore in grande espansione. L’apertura del nostro ristorante Burger King di Venezia, per la location prestigiosa e per la cura nei particolari che lo caratterizzano può essere considerato un nuovo standard per il nostro impegno.

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retail&food - aprile 2014

La vostra azienda ha il core business sulla ristorazione ospedaliera, un fatto non usuale. Come mai? La ristorazione ospedaliera è una quota rilevante del business di Sirio, ma è prima di tutto il cuore e l’anima di questa azienda, che è nata nel 1960 quando i nonni di Luciano Lomonaco hanno preso la gestione dei quattro bar all’interno dell’Ospedale S. Orsola di Bologna. Da quella esperienza è nata la Sirio di oggi. Quali progetti per il futuro? Avete interesse per altri canali come i centri commerciali o il travel legato a porti o aeroporti? Il nostro è un settore capital intensive, le risorse economiche e l’accesso a canali di finanziamento ragionevolmente economici, sono elementi decisivi del processo aziendale. L’apertura di ogni nuovo punto vendita comporta oneri rilevanti, un periodo medio-lungo nel corso del quale l’investimento cominci a essere redditizio e l’intervento di numerose e costose figure professionali. Questo mix di fattori ci ha suggerito, negli anni, un approccio estremamente prudente nella pianificazione delle nostre attività. Nei prossimi 12 mesi prevediamo di aprire cinque nuovi punti di ristoro all’interno di prestigiose strutture ospedaliere che vantano eccellenze in campo medico.



r&f

Taglio nastro

Globo, il Parco prende forma

In vent’anni di vita il complesso commerciale di Busnago e Cornate d’Adda (MB) ha visto numerosi ampliamenti, prima sulla galleria e poi con il parco. Step by step i negozi sono divenuti circa 180. L’ultima tranche consiste nella nuova “stecca” esterna, dotata di una decina tra medie e grandi superfici

V

a in scena l’ultimo capitolo della lunga saga con protagonista il complesso commerciale Globo di Busnago e Cornate d’Adda (MB). Dopo la visita di tre anni fa al Globo 4 (vedi Taglio nastro di settembre 2011 di r&f), siamo tornati nella provincia di Monza e Brianza per raccontare il nuovo retail park: una stecca a forma di “L” perpendicolare al lato est del mall, esattamente di fianco al Globo 2 e 3, per la quale sono stati investiti circa 35 milioni di euro (più Iva). Va ricordato, infatti, che il primo insediamento immobiliare assimilabile a un parco commerciale naturale in quella zona risale addirittura alla fine degli Anni ’70, ben prima, dunque, che vi fossero costruiti l’ipermercato e la prospiciente galleria chiusa di negozi, il cosiddetto Globo 1, inaugurati nel 1993. Il nucleo

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storico è ancora visibile e riconoscibile lungo la direttrice che corre parallelamente al lotto. Vero e proprio trait d’union tra passato e presente è la Mercurio SpA, proprietaria del retail park e della grande piazza del Globo 4, mentre la galleria di Globo 1-2-3 fa capo a Corio Italia, così come l’Iper fa storia a sé. La gestione, relativamente agli spazi co-

muni e al budget di marketing di tutto lo shopping center è affidata a Cogest Retail, che è anche consulente per la commercializzazione degli immobili di Mercurio, mentre Corio commercializza in house la propria porzione di centro. Lo sviluppo del Parco dovrebbe attrarre all’anno almeno 2 o 3 milioni di visitatori, intercettando anche diverse tipo-

logie di consumatori rispetto a quelle che abitualmente frequentano il mall del Globo, per cui il dato complessivo del footfall potrebbe arrivare, a beneficio di tutti i retailer, a quota 11 milioni. Dulcis in fundo: «Questo ulteriore step di aperture fa crescere il numero di negozi a circa 180, con nessuna unità commerciale sfitta», ha puntualizzato la direzione del centro.


Il progetto in pillole - Centro commerciale Globo DATA DI APERTURA LOCALITÀ LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA PROMOTORE PROPRIETÀ COMMERCIALIZZAZIONE GESTIONE (DAL GEN. 1999) SLA (SUP. LORDA PAVIMENTATA) GLA COMPLESSIVA SUP. VENDITA AUTORIZZATA POSTI AUTO LIVELLI COMMERCIALI TOTALE UNITÀ MEDIE SUPERFICI TOTALI UNITÀ RISTORAZIONE TOTALI DATA E GLA AMPLIAMENTO 1 DATA E GLA AMPLIAMENTO 2 DATA E GLA AMPLIAMENTO 3 ANCORA ALIMENTARE MULTISALA

03/11/1993 BUSNAGO / CORNATE D’ADDA (MB) EXTRAURBANA CENTRO COMMERCIALE MERCURIO S.P.A. CORIO ITALIA SPA, MERCURIO SPA, IPER MONTEBELLO SPA COGEST RETAIL SRL, CORIO ITALIA S.P.A. COGEST RETAIL SRL 75.000 MQ 56.494 MQ 36.500 MQ 4.465 2 150 21 19 31/07/2001, 9.549 MQ 28/10/2004, 8.614 MQ 25/11/2010, 14.665 MQ IPER (GLA 13.400 MQ/SUP. VENDITA 9.760 MQ) MOVIE PLANET (6 SALE, 1.230 POSTI)

Il progetto in pillole - Parco Globo NUOVA STECCA PROMOTORE PROGETTAZIONE COMMERCIALIZZAZIONE GESTIONE TIPOLOGIA SLP (SUP. LORDA PAVIMENTATA) SUP. VENDITA AUTORIZZATA TOT. POSTI AUTO LIVELLI COMMERCIALI TOTALE NEGOZI

Lo sviluppo, dall’interno verso l’esterno È sicuramente uno tra i casi più interessanti d’Italia, quello del Globo, che vede un grande parco commer-

ciale posizionarsi attorno a un nucleo retail altamente performante. E questo fenomeno corre parallelo anche sul fronte dei Factory Outlet Center. Ormai il trend è consolidato e alcuni

INDICE DI INNOVAZIONE 6,37 Architetto, Alessandro Stroligo Associate Director di Chapman Taylor

5,5

Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38

7

Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca

6

Redazione r&f (Andrea Penazzi)

7

SETTEMBRE 2013 MERCURIO S.P.A. MERCURIO S.P.A. / ARC. WALTER MONZANI COGEST RETAIL SRL MERCURIO S.P.A. RETAIL PARK 16.500 MQ 11.930 MQ 1.500 1 11 (CIRCA 30 COMPRESI I NEGOZI STORICI)

marchi hanno deciso di cavalcarne l’onda sviluppando grandi formati, da 500 mq di gla in su, in cui esporre tutto il proprio campionario. Un esempio analogo per entrambi i canali, centri commerciali e outlet, lo abbiamo documentato rispettivamente con l’articolo di Taglio nastro del parco commerciale I Gigli di Campi Bisenzio (vedi r&f di ottobre 2012) e con quello di Prima pietra del parco di Castel Romano (vedi r&f di settembre 2011). E non è un caso che alcuni brand presenti in questi due complessi abbiamo avviato un punto vendita anche in quel di Busnago e Cornate d’Adda. Nel merito della nuova iniziativa retail real estate in forza a Mercurio, il Parco Globo presenta 11 tra medie e grandi superfici. I brand coinvolti sono, in ordine di posizione, Scavolini

(450 mq), Gabel (450 mq), Ragno/Lanificio di Tollegno (un unico negozio su 450 mq), Takko Fashion (550 mq), Prénatal (1.200 mq), Scarpe&Scarpe (1.600 mq), il bar Lumarò (110 mq), ZooMegastore (900 mq), Maisons du Monde (4.500 mq), CVG Moda (1.400) e Decathlon (quasi 5.000 mq). Per un totale di circa 16.400 metri quadrati di superficie lorda affittabile. Il calendario di aperture ha visto entrare per primo il brand di sport, nel 2011, a cui sono seguite in un’unica tornata le metrature “più piccole”, eccezion fatta per Gabel e per il family store di abbigliamento, avviati in occasione del Natale 2012. Tra aprile e maggio del 2013 è stata la volta dei restanti operatori, mentre, in ultimo, ha aperto a fine 2013 lo shop dedicato agli animali. «Da sottolineare l’operazione di Prénatal, che ha deciso di uscire dal mall del Globo, dove occupava una location di circa 340 mq, per aprire nel parco con il nuovo maxi formato già sperimentato a Lissone (MB) lungo viale Valassina – ci ha spiegato Enrico Palestini, leasing manager di Cogest Retail –, e il posizionamento, sempre nel retail park, dell’anchor store di calzature Scarpe&Scarpe, che è stato ritenuto compatibile con l’altra media superficie dedicata alla stessa categoria merceologica, Conté, ubicata all’interno del mall. Contestualmente all’apertura di Decathlon, ma sull’altro lato dell’intero complesso immobiliare (nel quadrante di sud-ovest, ndr), ha aperto i battenti Leroy Merlin: i due mega store, posizionati in location diametralmente opposte per rendere omogenei i flussi, rappresentano due veri category killer». Da un punto di vista sia strutturale, dalla stecca dei negozi ai parcheggi, sia infrastrutturale, la viabilità, la nuova ala commerciale ha comportato significative novità. In ordine, come ci ha spiegato l’architetto Carlo Walter Monzani, in forza a Mercurio, progettista e responsabile della direzione lavori, «la modularità dei negozi è simile: ogni punto vendita si articola su un solo livello; quasi tutti hanno sul retro l’accesso per l’arrivo dei materiali; i lotti sono separati tra loro da un muro a tenuta fuoco. I primi store (Scavolini, Gabel, Ragno/Lanificio di

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Taglio nastro Tollegno, ndr) sono alti 4,5 metri, 3 gli altri 6. La struttura è sostanzialmente prefabbricata, con una parte tradizionale, e in copertura ospita uno o due livelli di parcheggio». Gli accessi al piano dei negozi sono garantiti da una serie di comodi ascensori, mentre lungo le vetrine è stata realizzata una pensilina per riparare la passeggiata dalla pioggia. Il parco è collegato al centro commerciale tramite un passaggio scoperto incor-

COMMENTO

VALUTAZIONE

Struttura e design

Il Parco si presenta semplice nelle linee ma funzionale. Ottima la cubatura dei negozi. Bene la passeggiata coperta

´´´

Accesso e parcheggio

Quattro rotatorie a supporto, per una viabilità sicura e scorrevole. Ottimi e abbondanti i parcheggi su due livelli

´´´´´

Offerta commerciale

Undici mega store nella nuova stecca esterna, che bene si integrano con una galleria di 150 negozi!

´´´´

Spazi comuni e attrattive

Lo spazio per creare eventi, in sinergia con il centro commerciale, c'è. Avanti tutta quindi!

´´

indice valutazione a cura di r&f:

´= migliorabile ´´= sufficiente ´´´= apprezzabile ´´´´= molto buono ´´´´´= ottimo

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niciato da tre portali bianchi e ornato da una fontana. «Contestualmente al cantiere del parco, abbiamo realizzato la nuova viabilità sul fronte sud, che si compone di quattro strade che servono due rotatorie di ingresso – ha aggiunto Monzani –: una permette l’accesso in sicurezza sul lato ovest e l’altra su quello est. Dalla rotatoria posizionata dietro la nuova stecca dei negozi si può salire ai parcheggi in struttura o percorrere una direttrice che prosegue dietro a Decathlon, dalla quale si accede al parcheggio a raso centrale. Complessivamente sono quattro le rotatorie posizionate attorno al complesso del Globo, una su ogni angolo. Gli interventi sulla viabilità comprendono anche una sorta di circonvallazione attorno alla frazione di Colnago, che porta alla futura barriera di accesso della Pedemontana. In questo modo avremo a circa 2 km di distanza il casello dell’A4 e a meno di 1,5 km quello della costruenda arteria autostradale». A.P.



r&f Long life INAUGURATO NEL 1994, IL CENTRO COMMERCIALE SALENTINO HA FESTEGGIATO LO SCORSO 14 MARZO IL VENTENNALE DALLO STORICO TAGLIO DEL NASTRO. DA ALLORA MOLTO È CAMBIATO: NEL 2002 L’AVVIO DEL MULTIPLEX (ESTERNO); NEL 2005 E 2006 I DUE AMPLIAMENTI, CHE HANNO PORTATO LA GALLERIA AGLI ATTUALI 25.600 MQ; DAL 2008 LA REALIZZAZIONE DEL PARCO COMMERCIALE

U

n ventennio, dal 1994 al 2014, riassunto in una mostra fotografica allestita nel cuore barocco della città di Lecce, piazza Sant’Oronzo, con il patrocinio della Provincia e dei Comuni di Lecce e di Surbo. Ma non è un’iniziativa commerciale, loghi a parte, ci tengono a precisare dalla direzione dello shopping center Mongolfiera, bensì un’esposizione di immagini raffiguranti anno per anno gli eventi che hanno caratterizzato questo lungo periodo a livello internazionale, nazionale, locale e, dulcis in fundo, di struttura: «un punto di partenza, e non di arrivo, per stimolare una riflessione su ciò che ha contraddistinto questa fase storica su più ambiti territoriali». L’evento, apprezzabile online sulla pagina Facebook dello shopping center, rappresenta lo strumento scelto da Schroder Property Investment Management e da Coop Estense (proprietari rispettivamente della galleria e dell’àncora alimentare), insieme alla società di gestione del centro, Svicom, per festeggiare i 20 anni del mall e dell’ipermercato, con l’obiettivo di stringere ulteriormente il legame con la comunità. La mostra, nel giorno della ricorrenza, è stata trasferita all’interno dello shopping center. Partiamo quindi dalla cronaca delle scorse settimane, dalle venti candeline

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retail&food - aprile 2014

Mongolfiera Lecce,

20 anni a ritmo di Pizzica

appena spente, per raccontare uno dei complessi retail più performanti della Puglia: il Mongolfiera Lecce. A testimoniarne il valore commerciale, due numeri su tutti: il vacancy, ridotto a zero nell’ultimo quinquennio, e il flusso di visitatori, cresciuto del 5% lo scorso anno, sopra quota 5 milioni. Altri numeri: il fatturato 2013 del centro commerciale è stato di 70 milioni di euro, mentre lo scontrino medio si è posizionato sui 31 euro. Concludiamo la carrellata dei dati con quello, puramente indicativo, dei costi di gestione annui per metro quadrato, pari a 70 euro. Sul fronte della locazioni, invece, la gestione rende noto che i canoni si mantengono sulla

fascia più alta del mercato, in virtù delle alte performance del mall. C’era una volta… Articolato nel 1994 su una gla di 15.300 mq, ab origine il centro commerciale Mongolfiera Lecce vantava la presenza dell’Ipercoop di Coop Estense, proprietaria anche dei terreni adiacenti la struttura, e di una piccola galleria di negozi fronte cassa, che si prolungava su un lato abbozzando la forma di una “L”. Delle circa venti insegne iniziali sono ancora operativi, oltre ai 10mila mq di vendita (+2.900 mq di magazzino) dell’àncora alimentare e al Brico (di 2mila mq, traslocato nel retail park adiacente), la gioielleria

Lavinia, Il Bottegone (tessile), Kirman & Co (caso raro, per essere in un centro commerciale, di un rivenditore di tappeti di media/alta gamma), Calzedonia, Bata (un tempo con il brand di Scarpissima, che si è spostato dalla zona della barriera casse dell’ipermercato, vicino all’ingresso, alla nuova area aperta nel 2005) e un affiliato che nella stessa unità ha alternato i marchi Sasch, Esprit e ora Celio. La ristorazione vedeva invece la presenza di Autogrill con il marchio Spizzico. Complessivamente, comunica Svicom, all’inizio tutta l’offerta era concentrata sull’abbigliamento, Brico a parte, attraverso attività di vicinato, tra cui conduzioni familiari e insegne nazionali in


affiliazione. A chiosa vi erano i servizi. Il target era rivolto alla famiglia, con un prezzo medio tendente al basso. La svolta: l’ampliamento La maturità commerciale è arrivata nel 2005, con un primo blocco di ampliamento sul lato corto della galleria,

perpendicolare all’ipermercato, e nel 2006, con la seconda fila di shop parallela alla barriera casse. Gli interventi, sommati, hanno portato in dote oltre 10mila mq di nuova gla, spingendo la superficie lorda affittabile totale a 25.600 metri quadrati. In realtà un precedente tassello per lo sviluppo

Il progetto in pillole PRIMO GESTORE GESTORE ATTUALE PROPRIETÀ INIZIALE PROPRIETÀ ATTUALE

DATA DI APERTURA TIPOLOGIA LOCALIZZAZIONE GLA INIZIALE AMPLIAMENTO GLA ATTUALE INUMERO INIZIALE DI PUNTI VENDITA NUMERO ATTUALE DI PUNTI VENDITA ANCORA ALIMENTARE/GLA NUMERO DI UNITÀ DI RISTORAZIONE INTRATTENIMENTO NUMERO DI VISITATORI INIZIALE NUMERO DI VISITATORI ATTUALE FATTURATO DEL CENTRO COMMERCIALE ESCLUSA ANCORA ALIMENTARE POSTI AUTO

SVICOM SRL SVICOM SRL COOP ESTENSE S.C. SCHRODER PROPERTY INVESTMENT MANAGEMENT (ITALY) SRL (PROPRIETARIA DELLA GALLERIA) – COOP ESTENSE S.C. (PROPRIETARIA DELL’IPERMERCATO) 14 MARZO 1994 CENTRO COMMERCIALE PERIFERICA 15.300 MQ (IPERMERCATO INCLUSO) 29 LUGLIO 2006 25.600 MQ (IPERMERCATO INCLUSO) 21 (19 PICCOLE SUPERFICI, 1 MEDIA, 1 GRANDE) 46 (40 PICCOLE SUPERFICI, 5 MEDIE, 1 GRANDE) IPERCOOP/10.000 MQ AREA VENDITA (+2.900 MQ DI MAGAZZINO) 4 MULTISALA THE SPACE (NEL PARCO COMMERCIALE) N.D. 5.071.999 70 MILIONI DI EURO 2.030

del futuro complesso commerciale è stato posizionato nel 2002, con la realizzazione, nell’area adiacente al Mongolfiera, del multiplex a 9 sale ad insegna Medusa (oggi The Space Cinema). L’upgrade del mall ha permesso una prima tornata di aperture, completata con la nascita del parco commerciale vero e proprio nel 2008. Nel dettaglio, partendo dalla media superficie originariamente occupata da Brico, è entrato prima Happycasa Store (brand appartenente alla Happy Casa Store Srl, costituita nel 2008 a Villafranca), anch’esso riposizionato successivamente nel retail park con una soluzione free standing da 7.000 mq, e poi, nel 2013, H&M. Quest’ultimo, insieme a Media World, Piazza Italia e Bata, costituisce il novero attuale delle medie superfici. Gli altri ingressi nel 2005 sono stati di Carpisa, Douglas, Swarovski, Terranova, Goldenpoint, Foot Locker, Filanto, Sal-

retail&food - aprile 2014

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Long life APERTURA

PLAYER PER LE FASCE ISOCRONE DELLA LOCALIZZAZIONE (Accessibilità: 20 minuti, con autostrade, traffico medio) Fasce isocrone

Format

Insegna

Provincia

Comune

Indirizzo

MONGOLFIERA:

1994

Superficie Distanza Anno apertura (mq) (minuti)

00' - 05' Parco Commerciale

SURBO RETAIL PARK

LE

SURBO

Via Rosanna Benzi ang. Via Unita' d'Italia

9.500

0,3

2012

Centro Commerciale

CENTRUM

LE

LECCE

Viale dello Stadio 3

9.000

9,9

1994

Centro Commerciale

SAN CESARIO

LE

SAN CESARIO DI LECCE S.S. 476 km 2.500

11.500

10,7

Parco Commerciale

RETAIL PARK

LE

LECCE

Via Gino De Sanctis

9.000

13,5

2009

Centro Commerciale

LO SPAZIO

LE

LECCE

Via Vittorio Bachelet

5.500

14,2

2013

Centro Commerciale

CAVALLINO

LE

CAVALLINO

S.S. 16 Lecce-Maglie km 962.700

17.394

15,8

2001

Parco Commerciale

CAVALLINO RETAIL PARK

LE

CAVALLINO

S.S. 16 Lecce-Maglie km 962.600

25.400

16,4

2006

05' - 10'

10' - 15'

Materiale fornito da Sincron Inova, www.sincron-inova.it

15' - 20'

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retail&food - aprile 2014

moiraghi & Viganò e di due unità di ristorazione gestite da operatori locali, subentrati ad Autogrill. Nel 2006 è stata la volta di Cotton&Silk, Okaidi, Champion, Zeta, Max&co, Oltre, Motivi, Intimissimi e Geox. Con la nascita del parco commerciale sono arrivate progressivamente, oltre alle due insegne e il cinema già citati, il colosso dello sport Decathlon e quello del fast food McDonald’s (2013), provvisto di casetta con Mc Drive, più la concessionaria Autosat di Lecce, che propone i tre marchi Fiat. Entro il 2014 sorgerà, a completamento, il distributore di benzina a insegna Coop Estense. Alla luce dei nuovi ingressi, l’offerta ha assunto un mix trasversale nel genere e nel prezzo, accanto a una base rivolta all’apparel hanno acquisito rilievo i settori tecnologico e food. Soffermandoci su quest’ultimo, Svicom ha reso noto che nel triennio 20112013 la ristorazione ha inciso per il 4% sul fatturato della galleria, motivando l’ingresso nel mall di operatori locali al posto di Autogrill con l’evoluzione delle abitudini dei consumatori. «Da una partenza con solo Spizzico, ad oggi il centro commerciale conta quattro attività food – specifica la società di gestione –. Le stesse hanno indirizzato il proprio focus al territorio sia come riscoperta della tradizione culinaria, molto sentita, sia come diffusione ai turisti, dato che la struttura è localizzata in un’area a vocazione fortemente turistico / balneare». Allo stato dell’arte sono quindi presenti: un ristorante/self service, con cucina locale a base di piatti caldi e freddi, ma anche pizzeria; un bar di una torrefazione locale; una “pucceria” (tipico prodotto locale), unica nel suo genere


nel territorio; una gelateria artigianale; e, all’esterno del centro, il già menzionato McDonald’s. Completano l’offerta i servizi. Oltre ai soliti noti, come l’area relax, lo sviluppo delle foto e dei biglietti da visita, la macchina fotografica per fototessera, la bilancia pesa persona, la nursery, il bancomat, la parafarmacia, l’edicola, il tabacchi e l’area bimbi, segnaliamo la copertura wi-fi gratuita di tutta la galleria: è sufficiente fornire i propri dati di base per ricevere password e username. Nuove infra-strutture Dai dettagli architettonici, di carattere estetico o funzionale, al parcheggio, sino alla viabilità, gli anni Duemila hanno visto e vedranno numerose migliorie, che hanno già portato a incrementare l’accessibilità e la permanenza all’interno della struttura. Sul fronte dell’appeal, in occasione degli ampliamenti Coop Estense ha fatto sostituire i normali ingressi a scorrimento con due portali magniloquenti in pietra salentina. Il progetto, commissionato a un artista autoctono ma di rilevanza nazionale, ha avuto una forte valenza simbolica, finalizzata ad “ancorare” la struttura al territorio. All’interno della galleria, in corrispondenza delle nuove aree, sono state create della ampie campate di vetro che permettono un significativo afflusso di luce naturale e quindi limitano l’utilizzo di quella artificiale. Stessa funzionalità per i due lucernari ottagonali, anch’essi di dimensioni considerevoli, posti alle estremità della “L”. Uscendo dal centro commerciale, il parcheggio da oltre 2.000 posti auto è interessato da un progetto di coperture con pannelli fotovoltaici, da realizzarsi entro i prossimi

INQUADRAMENTO TERRITORIALE Comune SURBO

Provincia LECCE

Regione PUGLIA

Italia

Abitanti (n.)

14.849

802.018

4.052.566

59.433.744

Famiglie (n.)

5.478

315.548

1.532.853

24.617.976

Componenti medi della famiglia (n)

2,71

2,54

2,64

2,41

Femmine (%)

51,3

52,3

51,5

51,6

Maschi (%)

48,7

47,7

48,5

48,4

Stranieri (%)

1,2

1,8

2,0

6,8

Meno di 25 anni (%)

28,1

24,8

26,3

24,0

Più di 64 anni (%)

14,8

21,0

19,0

20,8

Età media (anni)

39,2

43,2

41,9

43,3

Forze lavoro (%)

41,6

36,0

34,8

41,6

Non forze lavoro (%)

58,4

64,0

65,2

58,4

Tasso disoccupazione

18,9

17,7

13,5

8,4

Auto per abitante (n.)

0,586

0,609

0,560

0,624

Auto > 2000cc per abitante (n.)

0,024

0,030

0,033

0,044

Numero Indice Reddito (NIR)

64

69

71

100

Numero Indice Consumo (NIC)

73

77

76

100

Variabili socio-demografiche

due anni. Ma è senza dubbio il recente completamento della tangenziale ad aver alzato l’asticella sul valore della location, distante solo 3,5 km dall’urbe. «Dal 2006 vi è una tangenziale che gira intorno a Lecce – ha spiegato Svicom –, che permette da qualsiasi punto cittadino di raggiungere il centro commerciale in pochi minuti. Prima di quest’opera i residenti dei paesi a sud e a ovest erano costretti ad attraversare la città per arrivare al Mongolfiera. Inoltre l’imbocco della tangenziale, per chi giunge dal nord della Puglia, coincide con la collocazione dello shopping center».

Bacino di utenza: prossimità al top Collocato nel cuore del Salento, ai piedi della tangenziale di Lecce (circa 90mila abitanti), il centro commerciale Mongolfiera vanta come bacino il comune della città barocca e la relativa provincia (oltre 800mila abitanti), rispetto a cui focalizziamo la nostra analisi. Come da prassi consideriamo l’isocrona dei 20 minuti di percorrenza automobilistica, con condizioni di traffico medie, e i dati della popolazione residente e dei competitor forniti da Sincron Inova. Dal punto di vista socio-demografico, rispetto alla media

nazionale spiccano il ridotto tasso di stranieri (1,8% contro 6,8%) e, in linea con il dato regionale, la scarsa percentuale di forze lavoro (36% contro 41,6%), a cui fa da contraltare l’alta disoccupazione (17,7% contro 8,4%). Di conseguenza il Numero Indice Reddito e il Numero Indice Consumo della provincia di Lecce si attestano rispettivamente a quota 69 e 77 (fatto 100 il dato nazionale), che tradotto con un esempio concreto motivano la bassa diffusione per abitante di automobili superiori ai 2.000 cc di cilindrata: 0,3 contro lo 0,44 italiano. Privo di una concorrenza paragonabile per dimensioni nel bacino primario, nell’isocrona dei 20 minuti il Mongolfiera (con annesso retail park) vede come unico competitor equipollente (ma ben più lontano rispetto al centro di Lecce) il complesso commerciale Cavallino, situato a oltre 15 minuti di distanza verso sud. La posizione più centrale ha permesso al Mongolfiera un alto tasso di fidelizzazione dei clienti, chiosa Svicom, a conferma della validità della regola universale che vige nel mondo retail: location, location, location. A. P.

retail&food - aprile 2014

33


r&f

Dossier aeroporti

Cagliari, quanto spazio (vuoto) per il retail

Torniamo nel capoluogo sardo a distanza di quasi quattro anni dal nostro ultimo Dossier Aeroporti dedicato allo scalo isolano (vedi r&f lug/ago 2010). Nel frattempo tutto è cambiato, e non solo in Sardegna

C

agliari – Lo scalo del capoluogo sardo rappresenta per certi versi un unicum, positivo, nel panorama delle aerostazioni italiane: una struttura molto recente, gradevole, ariosa, dotata di un parking multipiano, di un terminal rent-a-car, di un collegamento ferroviario diretto con la città (e con il resto dell’isola) e, dulcis in fundo, di una straordinaria disponibilità di aree commerciali. Una struttura ben attrezzata per accogliere il picco estivo dei vacanzieri, attratti della sabbia bianca delle coste sarde, e più che sufficiente per gestire un traffico invernale da capoluogo regionale. Se non fosse che la crisi economica degli ultimi anni ha ridotto sensibilmente il numero di passeggeri (nel 2012 -3,02%) che continuava a crescere, anche a due ci-

fre/anno, dal 2005. Il 2013 si è chiuso in sostanziale parità, con un +0,09% rispetto all’anno precedente (fig. 1). Ma il punto, rispetto allo scalo di Cagliari Elmas, è che per andare a regime, sfruttando a pieno l’infrastruttura e le sue potenzialità commerciali – uscendo da una logica di servizio, a cavallo tra utile e perdita, per divenire volano di uno sviluppo economico più ampio e significativo –, l’aeroporto dovrebbe veder transitare più passeggeri, diciamo almeno 5 milioni all’anno. Se la situazione non si smuove, o se non si produce un diverso tipo di afflusso all’aerostazione (direzionale, istruzione, turistico ecc.), a pagare un prezzo rilevante, in termini di qualità, sarà anche l’offerta della galleria commerciale, come vedremo in seguito.

I passeggeri di Cagliari Anno

Passeggeri

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

2.271.829 2.344.282 2.464.084 2.649.285 2.924.805 3.317.262 3.426.864 3.685.564 3.574.313 3.577.560

Fig. 1 Traffico commerciale – Fonte: Enac

34

retail&food - aprile 2014

Variazione su anno prec. (%) -1,28 3,19 5,11 7,52 10,40 13,42 3,30 7,55 -3,02 0,09


Vincenzo Mareddu

ph Elisabetta Messina

Pregi e difetti Abbiamo già accennato ad alcuni degli aspetti positivi di questo aeroporto. La struttura è complessivamente molto gradevole, caratterizzata da un largo utilizzo di vetro e metallo, presenta ambienti molto ampi, ariosi e – fatto non comune per le infrastrutture di viaggio – luminosi. Si nota qualche segno d’incuria qua e là, tende danneggiate, controsoffittature sconnesse, pareti segnate. Ma nulla di drammatico e – a occhio attento ma non tecnico – tutto facilmente risolvibile con qualche leggero aumento del budget dedicato alla manutenzione, accompagnato da una maggiore attenzione a questi dettagli. La segnaletica è chiara e le toilette pulite. Raggiungere o lasciare l’aeroporto è semplice per chi utilizza un’auto a noleggio, grazie al terminal rent-a-car dedicato e preceduto da una simpatica gelateria container. Davvero notevole il collegamento con l’adiacente linea ferroviaria, realizzato ad hoc tramite tappetti mobili, che in 6 minuti di treno consente di raggiungere il centro di Cagliari

con una spesa inferiore ai 2 euro. Più problematico l’utilizzo dell’auto nei mesi estivi, quando il parking multipiano non è sufficiente a coprire la necessità di sosta e parcheggio. Per questo una nuova struttura è in fase di progettazione e realizzazione. Notevole anche il Business Center, ubicato al primo piano, in un’area molto tranquilla che affaccia direttamente

sulle piste, e costituito da due belle sale, di differenti dimensioni. Uno spazio ideale per ospitare meeting e convegni d’affari ma che ad oggi risulta essere sfruttato poco per eventi esterni all’attività aeroportuale. Molto funzionale il terminal di aviazione generale (quello di Elmas è il quinto scalo nazionale per i voli privati), che ha strutturato tutti i servizi necessari per questa attività e che a breve vedrà aprire anche uno store di prodotti locali dedicato ai passeggeri v.i.p, come ci ha raccontato Audrey Gil, responsabile sviluppo network di Sogaer. Retail e food Colpisce la quantità e la qualità degli spazi dedicati al retail, evidentemente sovradimensionata in area landside, più ragionevole sul molo airside, dopo i controlli di sicurezza. Gli spazi adibiti ad attività commerciali sono numerosi: al piano Arrivi, dove cominciamo la nostra visita, opera un bar a insegna Mokà, gestito da Chef Express (Gruppo Cremonini), principale operatore f&b dello scalo cagliaritano.

Le altre attività presenti agli Arrivi, inerenti alla categoria dei ‘servizi’, banca e posta, sono state chiuse e al momento non pare ci siano altri operatori interessati a subentrare. Al piano Partenze invece, nella hall principale è presente il bar Vino&Cafè, condotto da un operatore locale, il fashion shop Best of… sempre a gestione locale lo store di abbigliamento sportivo Eyevolution. Anche nell’ampia hall partenze sono presenti spazi commerciali vuoti, a ricordare una vacancy notevole. Al piano superiore, con affaccio diretto sulla hall partenze, un altro locale Chef Express, ad insegna Gusto, che svolge la funzione di ristorante self-service. Prima dei controlli di sicurezza si dipana una piccola galleria commerciale con una libreria Mondadori (franchising), un negozio di souvenir, la farmacia e, in fondo, con vista sulle piste, un altro spazio a gestione Chef Express, con un barsnack affiancato dal format Mr. Panino. Superati i filtri di sicurezza si accede al molo dei gate che ospita,

retail&food - aprile 2014

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Dossier aeroporti cenzo Mareddu. Il manager, espressione della locale Camera di Commercio che detiene il 94,3% del pacchetto azionario, ha una tattica attendista: meglio lasciare gli spazi vuoti piuttosto che abbassare le attese di revenue, che vertono più sulla logica del minimo garantito che su quella delle royalties sul fatturato. E quindi meno che mai possono essere considerate formule come quelle temporary, ideali per scali a forte traffico stagionale. Dopo il pensionamento di Ennio Meloni, ex direttore commerciale e marketing Sogaer, non è più stato nominato un dirigente sul lato sinistro, una fila di attività commerciali: spiccano le prime, lo store di tipicità Bonu e l’enoteca con cucina Argiolas, i due esercizi commerciali più interessanti, seguiti da un altro negozio di souvenir, da uno di abbigliamento e dagli immancabili... spazi vuoti. A fine molo un altro bar Chef Express, che dispone anche di una piccola area market. In sintesi possiamo scrivere che l’offerta retail è caratterizzata da brand e prodotti locali: a parte Mondadori non sono presenti catene di livello nazionale o internazionale. Diverso il lato food, con la presenza dei brand di Cremonini. Spiccano l’assenza di uno shop duty free/paid così come gli spazi vuoti, anche in un’area teoricamente pregiata come quella airside. Su questo punto, nodale secondo le teorie più diffuse sul business aeroportuale che prevedono una focalizzazione sulle attività retail per massimizzare gli utili, non ci è parso molto preoccupato il presidente di Sogaer, la società che gestisce lo scalo, Vin-

2007 Ricavi totali ricavi aviation ricavi commerciali somma aviation + commerciali contributi altri ricavi incluse royalties incrementi immobilizzazioni per lavori interni Valore della Produzione Utile di esercizio

2008

2009

retail&food - aprile 2014

2011

2012

15.405 6.305 21.710 9.740 1.318

17.360 6.937 24.297 9.155 1.508

20.045 4.793 24.838 9.023 1.853

20.661 5.406 26.067 9.886 2.450

21.837 5.624 27.461 10.737 2.345

21.395 5.650 27.045 9.380 5.279

382

499

271

147

206

211

31.450 -1.916

33.453 -1.311

35.985 -1.332

38.550 1.200

40.749 338

41.915 4.908

Fig. 2 Eelaborazione su dati Sogaer. Dati in migliaia di euro.

2007 Ricavi delle prestazioni canoni subconcessione di cui da ristorazione di cui da autonoleggi canoni sub. Spazi pubblicitari proventi da parcheggio totale ricavi non aeronautici

1.921 n.d. n.d. 1.215 1.469 4.606

2008 2.053 n.d. n.d. 1.251 1.626 4.931

2009 2.600 1.130 670 1.070 1.600 5.270

2010 2.310 712 1.084 1.223 1.835 7.164

2011 2.427 770 1.301 1.172 1.992 7.662

2012 2.516 744 1.238 1.084 2.014 7.596

Fig. 3 Eelaborazione su dati Sogaer. Dati in migliaia di euro.

per questa funzione. Un fatto che plausibilmente non aiuta a ridurre

l’ampio tasso di vacancy. Non stupisce che Mareddu non conosca l’associazione italiana del travel retail (ATRI), l’unica italiana del settore: forse un dirigente dedicato a questa funzione l’avrebbe incrociata sulla sua rotta. Bilanci e conclusioni D’altra parte, parlando di bilanci in senso stretto, va riconosciuta alla gestione di Mareddu la capacità di tenere i conti in ordine. In base ai dati fornitici da Sogaer, tra i bilanci 2007-2012 (il 2013 non è ancora disponibile nel momento in cui questo numero va in stampa), l’ultimo a chiudere in perdita è il 2009 (vedi fig.2). In costante crescita i ricavi non aviation

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2010

tra il 2007 e il 2011, un leggero decremento nel 2012. Il che sta a testimoniare l’oculatezza di gestione del conto economico. In conclusione, quello di Cagliari è un bell’aeroporto, con ampi margini di crescita da tutti i punti di vista, e in particolar modo in termini di capacità di passeggeri/anno e, conseguentemente, di attività commerciali. Sicuramente una maggiore apertura a considerare le tendenze del travel retail e a condividere la propria esperienza con altre non guasterebbe. Perché l’offerta commerciale odierna si presenta davvero inadeguata per una struttura di questo livello. A. A.



r&f

Travel retail ad alta quota

Ecco come vendere on board

L‘

analisi delle varie componenti d’offerta che caratterizzano il travel retail e dei loro rispettivi revenue driver suggerisce oggi di indagare, con sempre maggiore attenzione strategica e commerciale, la cosiddetta downstream competition, vale a dire la formula di ricavo generata dalle vendite a bordo delle aerolinee. Nello specifico, alcuni aspetti stanno rendendo questo canale – in assoluto, s’intende, ancora minoritario rispetto a quello dei tradizionali luoghi di viaggio terrestri – con caratteristiche di crescente rilevanza strategica, competitiva ed operativa per fornitori e operatori della filiera. In questo senso, appare sempre più chiaro il passaggio da “vetrina del Paese a bordo del velivolo”, operante nel passato e a scarso ritorno corrente per l’aerolinea, a nuovo presidio di business ad alta redditività, ma con criteri di complessità da gestire. Dal punto di vista strategico, è ormai evidente come l’industria dei vettori

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retail&food - aprile 2014

aerei concepisca l’intero spettro dei ricavi da servizi ancillari come un’area di business con caratteristiche di maggiore redditività, tasso di sviluppo e minore competitività rispetto al core benefit del collegamento aereo tout court. In altri termini, viene valorizzato il concetto di captivity del cliente che, una volta attratto da prezzi civetta sulle tariffe base (e in qualche caso anche da quelle già pacchettizzate con le relative tasse e surcharge) e quindi catturato dal vettore, tende a permanere per un periodo prolungato a bordo dell’aeromobile, vivendo una condizione di assenza di alternative per un ventaglio di offerte: dall’In-Flight Entertainment alle soluzioni di comfort (cuscini, coperte, auricolari). Nel caso dell’airline travel retail, lo spettro di alternativa è quasi sempre presente dal punto di vista dell’offerta di prodotto – prima dell’imbarco, presso lo scalo di transito o al momento del viaggio di ritorno – ma possono entrare in gioco fattori ad alto tasso

di customer-response nella logica dell’erogazione e servizio dell’offerta: tra questi, la proposizione di prodotti o gadget airline exclusive frutto di partnership con selezionati attori di mercato, ma soprattutto la leva prezzo, tanto più rilevante nell’ambito della tipica fruizione d’impulso dell’offerta travel retail. Qui il vettore può scegliere, proprio in virtù di un ricavo ancillare ma a crescente penetrazione, di posizionare i prezzi su valori fortemente aggressivi.

Prezzi e logistica, leve primarie Ma c’è di più. Che dire, nello specifico, delle condotte di alcuni vettori LCC (Low Cost Carrier), che, noti per la corresponsione di forti incentivazioni commerciali da parte degli aeroporti che servono, pongono in essere la loro offerta di airline travel retail con prezzi in certi casi addirittura sotto costo? Si potrebbe dissertare a lungo su questo aspetto, ben noto agli addetti aeroportuali,


e che in passato veniva ulteriormente rafforzato dalla cosiddetta politica della “one bag only”. In altri termini, è curioso notare come, dal punto di vista competitivo, la forma di attacco più dirompente provenga da chi, in teoria, dovrebbe al contrario agire come partner di filiera e di canale, in prima istanza in ragione

in alcuni casi, contribuire alla distrazione dalla “paura del volo” nei soggetti maggiormente sensibili. In questi casi e su questi specifici target si giustifica certamente una reiterazione e l’accrescimento delle frequenze del messaggio commerciale durante il volo, come ben illustra la realtà di Ryanair.

legati ad aspetti fiscali/doganali per l’imbarco, la conservazione e lo sbarco dei prodotti. Oggi tutto questo sembra solo il passato. Per esempio, Emirates offre la possibilità di fare travel retail shopping a bordo dei suoi velivoli attraverso il suo sistema di InFlight Entertainment, con l’opportunità per il cliente di beneficiare di prezzi

delle forme di sussidio di cui sopra. Se l’apparente soluzione potrebbe essere quella di lobbyzzare, da parte delle gestioni aeroportuali, i fornitori del travel retail perché evitino di rifornire tali aerolinee, in ultima istanza ponendo in essere una regolamentazione commerciale “equa” del fenomeno di prezzo, è chiaro che nessun attore, oggi, può pensare di perdere un tale accesso distributivo per i propri prodotti. Peraltro, qualsiasi vettore aereo, nelle sue vendite a bordo, può sfruttare due ulteriori aspetti di vantaggio competitivo sui terminal aeroportuali: il calo dell’”ansia da prestazione” del passeggero, legata all’ormai avvenuto superamento del rischio di perdere il volo causa eccessivo dispendio temporale nei punti di vendita aeroportuali, nonché il tempo di permanenza a bordo del passeggero, che è quasi sempre superiore rispetto al dwell time aeroportuale: qui l’offerta di airline travel retail può diventare un riempitivo di viaggio e,

Vendere on board? Si comincia prima del decollo Infine, dal punto di vista operativo, nel recente passato risiedevano numerosi ostacoli tecnici, apparentemente irrisolvibili nel caso di modelli di business estremi dal lato dei costi operativi, per un significativo focus di crescita sulle vendite di travel retail a bordo del velivolo. In prima istanza, l’assenza di spazi residuali disponibili a bordo del velivolo per stoccare un vasto quantitativo e un’ampia gamma di prodotti, che comportava una proposizione di valore spesso inefficace al cliente. Ancora, le problematiche legate al ciclo di fatturazione dei prodotti di bordo, peraltro gestiti dagli assistenti di volo e non da figure specializzate, come a terra, con i conseguenti problemi anche in termini di incentivazione e motivazione dei “volatili”, abbinate in molti casi da una limitazione a valori contenuti della spesa autorizzata per singolo passeggero sia in modalità contanti, che con carta di credito. Infine, i temi

ultracompetitivi su un vastissimo catalogo; i prodotti acquistati saranno consegnati nel giro di qualche giorno al domicilio del cliente/passeggero. Southwest Airlines, invece, prevede la vendita dei prodotti di travel retail già al momento dell’e-ticketing. Qui il passeggero sceglierà la singola referenza gradita di prodotto (naturalmente a prezzi molto aggressivi) e lo stesso verrà individualmente conse-

gnato a bordo del velivolo da parte di un assistente di volo. In questo senso, in maniera ortodossa rispetto al modello LCC, l’aerolinea texana ha ridotto l’ingombro e il peso del suo velivolo, semplificato e ottimizzato il suo magazzino e la sua logistica, migliorato il customer profiling e la sua capacità di revenue forecasting e, buon ultimo, sviluppato una crescita media a doppia cifra dei suoi ricavi da airline travel retail. Nel caso di molte aerolinee di piccole dimensioni, in realtà, l’ascolto dei loro manager pone in evidenza le sole complessità operative/tecniche di cui sopra, a fronte di ricavi da travel retail marginali. Anche in questo caso, il tutto suona come l’ennesima riconferma che il settore delle aerolinee palesi, proprio in tutti i suoi ambiti, caratteristiche talmente intrinsecamente oligopolistiche da scoraggiare operazioni e condotte con scopo d’offerta marginale: in questo caso, allora, nessuna sorpresa se l’offerta di airline travel retail ne soffrirà, perché il passeggero potrà in questo caso, di fronte a un’offerta di gamma contenuta e a prezzi non aggressivi, prefigurare alternative nel suo processo d’acquisto altrove, a terra o presso un’altra aerolinea. Su questo punto è lecito interrogarsi se allora un airline travel retail di piccolo cabotaggio possa solo prefigurasi come una mancata chance di ricavo o tradire, nei fatti, l’inconsistenza del business model del vettore e la sua probabile uscita dal comparto nel breve-medio termine. Salute a tutti e, come sempre, sky is the limit! David Jarach

Il viaggio continua David Jarach è managing partner di diciottofebbraio, società di consulenza di direzione al servizio dei settori aviation, aeropspace e defense. Docente di marketing presso l’Università Bocconi, collabora con retail&food con approfondimenti sulle attività di travel retail. Nel 2014 è già stato pubblicato un suo contributo sul numero di gennaio/febbraio. Per informazioni info@diciottofebbraio.it

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r&f 17° Salone Internazionale dell’Alimentazione

CIBUS 2014: DUTY FREE

E FOOD SERVICE, LE NUOVE FRONTIERE

La superficie dei sei padiglioni di Fiere di Parma è già fully booked. Con questa premessa la kermesse emiliana mira ad aumentare gli espositori e a replicare le 60mila presenze del 2012. Nella quattro giorni (5-8 maggio) numerose saranno le opportunità di business, con un occhio di riguardo ai nuovi mercati internazionali e a Expo 2015

L‘

organizzazione di Cibus 2014 sta arrivando al rush finale. Nonostante al momento della stesura dell’articolo (inizio marzo) alcune caselle siano ancora da riempire (in particolare ci potrebbero essere novità interessanti in tema Expo), i presupposti per raccontare le dinamiche della prossima edizione della kermesse emiliana (5-8 maggio) sono ormai chiari. Un dato su tutti: Fiere di Parma ha reso noto che la superficie espositiva, distribuita su sei padiglioni, è già fully booked, per cui sono attesi più espositori rispetto al 2012, quando furono 2.300, mentre sul fronte dei visitatori professionali italiani ed esteri si punta a replicare le 60mila presenze di due anni fa. «Siamo riusciti a proporre a produttori e distributori un’edizione di Cibus rinnovata e sempre più confacente alle esigenze dei mercati – spiega Elda Ghiretti, Cibus Brand Manager – , ottenendo un’ottima risposta tanto che abbiamo già occupato tutti i 130mila mq lordi di superficie

disponibile e abbiamo numerosi espositori in lista d’attesa». Numeri a parte, Cibus 2014 avrà caratteristiche nuove, trasformando il tradizionale Salone Internazionale in una fiera multicanale, aperta a tutta la filiera alimentare, sia produttiva che distributiva. Parteciperanno quindi le grandi aziende alimentari a fianco di quelle piccole e medie, le catene distributive estere e italiane assieme al commercio al dettaglio e ai duty free, le grandi brand del made in Italy vicino alle eccellenze e alle nicchie come il biologico e il gluten free, la ristorazione tradizionale accanto alla ristorazione travel e organizzata. L’imperativo è duplice: aumentare ancora una volta l’export del food nostrano e cercare di rivitalizzare il mercato interno. D’altronde i dati statistici sull’andamento gennaio/novembre 2013, rilasciati a fine febbraio da Federalimentare (partner di Fiere di Parma per Cibus) sono eloquenti: la flessione delle vendite in Italia è del 2,1%, mentre

Convegno Food Service e Duty Free Relatori & aziende Per il canale Food Service: • Andrea Zironi, direttore acquisti Italia & Europa, Autogrill • Davide Aricò,direttore acquisti, MyChef – Gruppo Elior Per il canale Duty Free: • World Duty Free • Aelia (Lagardère Services – Gruppo Lagardère) • Riccardo Bandera, direttore commerciale Dufry Italia

l’export continua a crescere senza soluzione di continuità (+7,1%). In particolare è cresciuto sia nei paesi storici di sbocco, come Europa (+4,9%) e Stati Uniti (+5,4%), sia nei nuovi mercati come Russia (+21,3%), Cina (+9,7%), Hong Kong (+13,7%), India (+10,5%), Brasile (+7,2%) e Sud

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«Verso nuovi canali di vendita» Pierluigi Spagoni, direttore marketing di Fiere di Parma Quali proposte, in termini di convegni, porterete nell’edizione 2014? Daremo risalto a temi che vanno dal mondo del retail, con presentazione delle best practice a livello internazionale in termini di valorizzazione del prodotto italiano, a focus country su aree di estremo interesse per i nostri espositori e, ancora, in collaborazione con Gruppo Edifis, all’identificazione di nuovi canali di vendita che possono essere di interesse per le aziende di marca, come il travel retail e il duty free. Questi rappresentano un potenziale in qualità di ambascerie nei confronti di nuovi mercati e nei grandi snodi di flusso come aeroporti e stazioni, dove gravita traffico business. Come nasce questa iniziata dedicata al food service e al duty free? L’apertura a tutto il settore “out of home” è nata da una sorta di “Think Tank” che abbiamo lanciato a valle dell’edizione scorsa di Cibus, nel quale sono confluiti una serie di soggetti che abbiamo attivato del mondo del fuori casa e che ci hanno fornito spunti su cui lavorare per rispondere alle crescenti esigenze del mercato. Abbiamo quindi deciso di sviscerare il tema attraverso un convegno che offra suggerimenti e prospettive da cogliere. Per esempio, chiameremo la responsabile dell’aeroporto di Chicago (Rosemarie S. Andolino, ndr) per segnalare a espositori e operatori eventuali potenzialità legate a quel contesto: uno dei principali scali al mondo. Sul fronte Expo, quali sono i vostri progetti? Con Federalimentare, che è detentrice al 50% del marchio Cibus, stiamo guardando con interesse al tema Expo. Al momento, su questo fronte vi è un work in progress: un tavolo di lavoro attorno a cui siamo coinvolti in qualità di supporto tecnico a Federalimentare. Ora dobbiamo attendere gli avanzamenti di questo progetto, che potrebbero determinare spazi e una partecipazione fattiva a Expo.

Africa (+20,5%). Continua lo sviluppo a doppia cifra anche nei paesi arabi e verso l’Est europeo.

La ristorazione prende il volo Di particolare interesse, nonché novità assoluta nel panorama di Cibus, è il tema legato al food service e al duty free, che troverà ampio

spazio in uno specifico convegno (vedi tabella in pagina) fissato per il 7 di maggio alle ore 10,30, presso la Sala Pietro Barilla, e organizzato in collaborazione con Ristorando, rivista edita da Gruppo Edifis. Risultato di un team di lavoro, espressione di professionalità eterogenee e provenienti dalle diverse

anime del settore (ristorazione commerciale, collettiva, on board e distribuzione specializzata), la tavola rotonda presenterà le best practice della ristorazione di flusso nel mondo e la testimonianza dei vertici delle principali multinazionali attive nel duty free e dei responsabili acquisti di alcune tra le principali catene presenti in Italia nel food service. Proprio in ambito food service si parlerà di: “ristorazione organizzata: grandi volumi, grandi opportunità; logiche di selezione dei fornitori food a confronto, tra richieste local e standard global; il difficile equilibrio qualità-costi: una sfida costante per conquistare il mercato del food service”. Sul fronte del duty-free e del travel retail i focus verteranno su: “Italia chiama Europa: i big player dei duty-free atterrano negli aeroporti italiani; i dutyfree e la crescente domanda di food: dove il made in Italy non teme confronti; gestore globale, offerta locale: gli spazi travel, vetrine per le eccellenze del territorio”. A dimostrazione delle opportunità di business disponibili nel travel retail aeroportuale verrà presentata la case history internazionale “Chicago Airports: piattaforma Usa per far volare l’italian food”. A.P.

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r&f

Ristorazione autostradale

Il piede sul freno Mentre la crisi dei consumi e il calo dei viaggiatori comprimono le vendite, i numerosi rinnovi contrattuali previsti per il biennio 2014/2015 non tengono conto in pieno dell’atto di indirizzo elaborato dal Mise per andare incontro alle società di ristorazione. E salvare il mercato

O

ltre a ridurre i ricavi dei gestori delle autostrade, il drastico calo del traffico su gomma registrato in Italia tra il 2007 e il 2013, pari al 13,4%, ha impattato sugli affari delle società di ristorazione in misura più che doppia. I numeri parlano chiaro: fatto 100 il dato relativo alle vendite di prodotti e servizi f&b relativo al 2007, queste erano calate a 95,2 nel 2011, per poi crollare nel triennio successivo: prima sprofondando a 84,8 nel 2012 (7,5% sull’anno precedente) quindi arrivando a 79,7 nei primi mesi del 2013. Le cose in seguito non sono andate meglio (Tabella 1). Era inevitabile che l’onda lunga della

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“grande crisi” arrivasse nelle aree di sosta, un business ciclico: se i viaggiatori non usano le autostrade, gli introiti scendono. Comprimere i costi per compensare il calo dei flussi non basta: questa è una mossa che al di sotto di una certa soglia si rivela un boomerang. Il problema non è solo contingente, legato cioè all’emorragia di veicoli che utilizzano il sistema di lingue d’asfalto a pagamento (e non) lungo la Penisola: se diminuiscono i mezzi in transito e i viaggiatori, si inflaziona anche l’offerta, oil e non oil. Le aree di servizio in Italia, peculiarità tutta nostrana, sono troppe. Non lo dicono solo gli analisti, ma i gestori stessi,

concessionari sia delle pompe di benzina che della attività f&b. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando le aziende di ristorazione si contendevano le location autostradali a colpi di rialzi. Specie quando, dopo le grandi privatizzazioni degli anni ’90 che hanno interessato sia la gestione della rete che i servizi accessori su di essa, l’offerta food di numerosissime piazzole attrezzate è stata messa in gara: era il 2004 e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva emesso un aut aut: la famiglia Benetton, che già controllava Autogrill, il principale operatore della ristorazione sulla rete autostradale italiana con una quota

del 72%, poteva entrare in possesso della maggioranza del capitale azionario di Atlantia, holding di controllo di Autostrade per l’Italia, solo a patto che l’offerta f&b sulle sue 17 tratte gestite, per un totale di 2.854,6 km, fosse messa in gara tramite un advisor indipendente, individuato poi in Roland Berger. Lo stesso che ha recentemente riassegnato 46 aree di sosta, su un totale di 124 scadute alla fine del 2013: un giro d’affari complessivo di 275 milioni di euro, pari al 30% del mercato. Come noto, nella ristorazione autostradale del Belpaese per decenni a farla da padrone è stata Autogrill, o meglio, Motta, Pavesi e Alemagna: sono


1

Vendite f&b su Rete Aiscat *

* Associazione Italiana Società Concessionarie autostrade e trafori Fonte Aiscat informazioni. Al netto di tratte aperte nel periodo (es. Passante di Mestre) (a) Stima Confimprese

queste infatti le tre società dalla cui fusione delle attività food in autostrada, avvenuta nel 1977 (sotto il cappello di Sme, finanziaria del Gruppo Iri), nasceva il colosso del people on the move di Milanofiori, oggi leader mondiale nei servizi di ristorazione e vendite al dettaglio per viaggiatori. Era stato proprio Mario Pavesi a “inventare” nel 1947 il primo autogrill a ponte sulla nascente rete autostradale italiana (o meglio, rinascente dopo le distruzioni del conflitto bellico, in quanto il primo tratto era stato inaugurato nel 1924 tra Lainate e Varese, corrispondente all’attuale A8). Negli anni successivi, sull’onda del boom economico, la crescita del sistema viabilistico era stata accompagnata dalla inaugurazione di numerose aree di servizio, soprattutto nel nord d’Italia. Esattamente laddove oggi c’è un eccesso di offerta. (Un

2

Densità aree di sosta sulle reti

Paese

Area ogni 100 km

ITALIA

6,4

FRANCIA

4,4

REGNO UNITO

2,1

USA

1,9

po’ come per gli aeroporti: anomalia, ci si passi l’espressione, tutta italiota!). Basti un dato: lungo l’autostrada più trafficata d’Italia, la Milano-Venezia, c’è in media una stazione di servizio ogni 15 km quando in Europa se ne trova una ogni 50! Più in generale, sono 6,4 ogni 100 km nella Penisola, contro le 4,4 della Francia, le 2,1 degli Stati Uniti e le 1,9 del Regno Unito (Tabella 2). E questa è un’altra anomalia del nostro Paese, dove fin dagli anni della ricostruzione postbellica si era scelto di puntare sulla gomma invece che sul trasporto su rotaia. Tutto è andato bene per decenni (ingorghi, file interminabili, deturpazione del territorio e inquinamento a parte…): con un traffico sostenuto, malgrado inefficienze e eccessi d’offerta, c’era trippa per tutti. Già, con un traffico sostenuto. Ma ora? AAA soluzioni cercansi Si discute ormai da tempo delle possibili soluzioni. Una su tutte appare tanto lapalissiana quanto improbabile: alcune aree vanno semplicemente chiuse. E, contestualmente, vanno drasticamente ridotti, almeno in proporzione al calo del traffico, gli oneri posti a carico dei sub affidatari, oil e food. Infatti, per quanto riguarda ad esempio la ristorazione, gli oneri complessivi nella maggioranza dei

casi sono superiori al 30% (e considerando manutenzioni e investimenti gli oneri arrivano persino al 40%!) quando la media in europea è del 14 per cento. Difficile però, data l’attuale posizione dei concessionari (e stiamo parlando in special modo di Aspi), che questa ricetta venga adottata. Tanto è vero che le aziende di ristorazione, che oltre ad offrire un servizio ai viaggiatori danno lavoro a circa 10mila persone, lamentano proprio la totale indisponibilità di Aspi anche alla semplice discussione di queste ipotesi. Risultato: un numero crescente di gare sta andando deserta. L’ultima in ordine di tempo è quella relativa alla costruenda autostrada Brebemi: quando a luglio aprirà la nuova arteria di 62,1 km che collegherà direttamente Milano a Brescia (attraversando 5 province, 43 comuni, 5 parchi e 4 corsi d’acqua) chi vorrà percorrerla dovrà controllare, prima di immettercisi attraverso uno dei suoi 6 caselli, di avere abbastanza benzina! Infatti, anche la terza gara pubblica per l’assegnazione del servizio carburanti nelle due stazioni di servizio di Caravaggio (Adda Nord e Adda Sud) è andata deserta. E che

appetibilità delle società autostradali in questo frangente. E di riflesso del business oil e non oil su di esse. E non è tutto: la fase delle vacche magre arriva dopo che, tra il 2005 e il 2011, le aziende di ristorazione che operavano nel settore avevano investito 200 milioni di euro: conseguenza di precisi vincoli contrattuali, in virtù dei quali i concessionari autostradali richiedevano nei bandi per l’affidamento dei servizi f&b precisi impegni sul fronte della ricettività, come più parcheggi e maggiori superfici commerciali, e dell’offerta, in termini di diversificazione e di potenziamento degli organici. Già gli organici: accresciuti sulla base di previsioni che si sono rivelate fallaci, adesso rappresentano un problema nel problema. Blocchi delle assunzioni e del turnover, azzeramento o riduzione degli stagionali, rigorosa gestione/fruizione delle ferie maturate, controllo stretto delle ore “straordinarie” e ricorso a contratti a tempo parziale: le munizioni a disposizione delle aziende sono finite. Il pericolo è che si passi adesso ai semplici quanto drammatici tagli. Questo per quanto attiene alle risorse umane; sul fronte

dire della Milano-Serravalle? Nel dicembre scorso, per la terza volta nessun operatore ha presentato offerte in occasione dell’asta per la vendita della società di cui la Provincia di Milano detiene il 52,9% attraverso Asam. Chiaro segnale della scarsa

dell’offerta, invece, accanto ai prodotti premium, che consentono di mantenere il fatturato e sono comunque sempre richiesti, vengono inserite referenze e proposte a prezzo speciale. Ma è come cercare di svuotare un oceano con un secchiello…

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Ristorazione autostradale 3

SOCIETÀ

LOTTO

Autogrill

Lario Est (238), Arda ponte (1.055), Brianza Sud (370), Flaminia Ovest (245), La Macchia Est (424), Piani d’Invrea Nord (174), Po Est (433), Prenestina Est (282), Prenestina Ovest (308), Secchia Ovest (619), Serravalle ponte (474), Somaglia Est (308), Somaglia Ovest (445), Piceno Est (166), S. Pelagio Ovest (250), Santerno Est (234), Fine Est (210), Stura Est (401), Adige Est (124), Cantagallo ponte (1.282)

MyChef

Lambro Nord (51), S. Ilario Sud (147), Riviera Nord (93), S. Zenone Est (196), Salaria Est (112), Savalano Ovest (231), Turchino Ovest (91), Alento Ovest (158), Bormida Ovest (77)

ChefExpress

Montefeltro Est (213), Frascati ponte (437), Lucignano Ovest (191), Peretola Nord (113), Tuscolana Ovest (65), Tevere Est (297), Chienti Ovest (114), Feronia ponte (304)

Sarni

Murge Est (150), Sesia Est (56), S. Donato Est (50), Traforo Monte Bianco (escluso), Torre Cerrano Ovest (213), Tortoreto Est (183)

Sirio

Salaria Ovest (36)

Hermes+Punto grill (ATI)

Irpinia Nord (55)

(Tra parentesi la base d’asta € 000)

Tra passato e presente: i rinnovi di Aspi Stavolta era il turno di Autostrade per l’Italia: 46 concessioni autostradali riassegnate su un totale di 124 scadute nel 2013 su diverse tratte, pari a un giro d’affari complessivo di 275 milioni di euro, il 30% del mercato (Tabella 3). Sullo sfondo, un tourbillon di rinnovi ancor più cospicuo che riguarda diversi concessionari: ben 250 aree in scadenza nel biennio 2013/2015. Anche in questa occasione il contest è stato bandito attraverso i buoni uffici dell’advisor Roland Berger. Si trattava dei primi due blocchi su un totale di 57 aree nel carnet di Aspi: è la fetta più cospicua in un anno che sarà giocoforza di gare, con altre 23 aree in scadenza sull’Autostrada del Brennero (per le quali il bando si chiude il 30 aprile) e 19 delle Autovie Veneto (con scadenza 30 dicembre) mentre il 30 giugno 2013 sono spirati i termini per le 17 aree sull’Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova. Era dunque la tornata più importante per le aziende di ristorazione, che ha visto Autogrill aggiudicarsi 20 aree, MyChef 9, Chef Express 8, Sarni 5 e una a testa Sirio e l’Ati costituita da Hermes e Punto Grill. Ne mancherebbe una, quella del Traforo del Monte Bianco dove l’offerta di

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Sarni, unico partecipante, è stata esclusa. Che sia un provvedimento frutto di un errore o figlio di una precisa volontà, denota come siano state formalmente rispettate ma nei fatti in buona parte disattese le previsioni contenute nell’atto di indirizzo che il fu ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, emanava nel 2013, allo scopo di calibrare alla realtà di un mercato in sofferenza le previsioni dei bandi per l’assegnazione delle concessioni oil e non oil sulla rete autostradale italiana. Un passo indietro: nel marzo dell’anno scorso il Mise tentava di dare risposta alle istanze sollevate dalle società di ristorazione che ge-

stivano attività f&b nelle aree di sosta. Risultato: un testo con alcuni criteri guida che, almeno sulla carta, avevano raccolto il plauso delle aziende. Già, ma nei fatti? Vediamo più da vicino: al punto a) del documento si prevedeva che la componente tecnico-qualitativa, nell’ambito degli affidamenti concorsuali, dovesse avere maggior peso rispetto a quella economica prevedendo anche elementi relativi a “migliorie riconducibili ai servizi alla persona, ristrutturazioni dei piazzali e dei fabbricati e migliorie riconducibili alla produzione di energia da fonti rinnovabili”. Orbene, quella che nel passato era stata

una previsione finanziariamente assai impegnativa, e che ha portato alla ristrutturazione o alla riedificazione di intere aree di sosta lungo le autostrade del Belpaese, in questa occasione è stata notevolmente ridimensionata. Un punto per i ristoratori. Fondamentale era anche il punto b), in base al quale il canone di sub-concessione doveva essere costituito da una componente fissa ed una variabile: la prima “indicizzata al 100% della variazione dei volumi di traffico […] e al 30% dell’eventuale differenza tra la variazione percentuale registrata nell’anno per il fatturato dell’attività non oil sull’intera rete autostradale nazionale e la variazione dei volumi di traffico della medesima rete”; la seconda “individuata in percentuale decrescente rispetto al fatturato per i servizi non oil”. Un sistema misto insomma, estremamente complicato, che lascia troppi margini di discrezionalità ai gestori autostradali: niente di male se il momento di confronto avvenisse tra due parti in causa paritetiche, ma molto pericoloso se il rapporto contrattuale avviene in un contesto in cui una parte, il concessionario, detiene una posizione dominante di cui può anche abusare, a tutte spese del gestore. Il punto c), invece, prevedeva che per le aree di servizio che erogano volumi di carburante inferiori ai 3 milioni di litri annui si potesse dare l’affidamento in gestione integrata dei servizi oil e non oil, con possibilità di chiusura dei servizi di ristoro in fascia notturna (e simultanea attivazione del self service per l’erogazione/pagamento dei carburanti). Ottimo: peccato però che in pratica, su otto gare bandite per aree di questo tipo, ben cinque siano andate deserte, e altre due abbiano visto la presentazione di offerte al di sotto della base d’asta. Ciò è avvenuto essenzialmente perché, in assenza della capacità dei concessionari di rinunciare a pretese (basi d’asta) esose e irrealistiche, aree di questo tipo dovrebbero in realtà essere chiuse in quanto pleonastiche ed incapaci di reggere il peso dei costi di gestione. Luigi Limonta


r&f Retail management specialist

STRATEGIE ANTICRISI S

ono diverse le fonti, come gli enti che li pubblicano, ma tutte, inequivocabilmente, raccontano di un dato di tendenza indubitabile: il Prodotto Interno Lordo italiano è in contrazione, il tasso di disoccupazione è molto, troppo elevato, e questo si traduce in una diminuzione dei consumi. Gli italiani consumano meno, in molti casi anche meglio, ma senz’altro meno. Tale è lo scenario. E i retailer lo conoscono bene. Hanno preso atto di questo nuovo contesto: meno reddito, basso livello di fiducia delle famiglie, minori consumi, minori vendite. In economia tutto è sistemico, concatenato. Da qui, dunque, il basso livello di fiducia delle catene, che, rispetto al passato, fanno registrare minori investimenti in sviluppo della rete. Tutto nero? No. Come tutti gli organismi viventi, le aziende hanno una naturale tensione alla crescita e una pulsione a creare anticorpi. Adam Smith parlava di animal spirits. Questa spirale, nelle catene di successo, è interrotta. Ma è proprio nei momenti di discontinuità che si gettano le basi per il cambiamento. Siamo stati abituati a osservare aumenti di volumi grazie allo sviluppo della rete, all’aumento quantitativo della catena. Più store, più vendite. Oggi ciò è meno attuabile, per quanto si affermava prima, tanto inferiore è

la propensione a investimenti per nuovi negozi. Ed ecco che allora la crescita deve essere alimentata “a bassa intensità di investimento”. Questa è la vera sfida del retailer moderno, che poggia su almeno due driver principali. Ristrutturazione della rete, che implica la dismissione delle unità underperforming, delocalizzandole in nuove location che si stima possano far registrare migliori prestazioni. In questo modo, “a parità” di numero di negozi e di risorse impiegate (costi), si possono agganciare maggiori vendite (ricavi), ge-

novità

nerando un miglioramento del margine operativo (crescita a parità di risorse e a bassa intensità di investimento). Continuando a fare le stesse cose, nel medesimo modo non possiamo aspettarci risultati diversi. Con questa logica arriviamo alla seconda modalità di spinta alla crescita e di risposta alla crisi, spesso trascurata: è quella che vede un incremento generalizzato, che coinvolge tutti i punti vendita, delle performance commerciali e di margine. Per far questo si impongono strategie e practice nuove, in grado di alimentare la crescita “a parità” del numero degli store, senza chiusure o nuove aperture. In breve, gestire in “modo nuovo” la catena, così che possa dare risultati migliori. Si comprende facilmente perché questo è il driver meno semplice da attuare. Non semplice è il cambiamento, nella vita degli esseri umani e nelle organizzazioni. Ma allo stesso tempo questa è la modalità che produce risultati più profondi e duraturi. Perché per sua natura permea sino alle radici, coinvolge le risorse, incide sugli uomini e sulle procedure e permette spesso di vedere cose sino ad allora non osservate o non osservabili. Strategie e operatività nuove, di vitale rilevanza, in grado di spostare gli equilibri tra successo e insuccesso, in grado di rigenerare le aspettative di profitto. Stiamo parlando di pratiche professionali che spesso non vengono attuate e che rispondono a macrotemi come misurazione e studio dei fenomeni, innovazione, riorganizzazione, proceduralizzazione, tecnologia, efficientamento, coaching, formazione. Le catene non vivono di sola “creatività” e “cuore”: è necessaria una stagione di implementazione di maggiore “tecnica”. La mutata condizione di mercato richiede ai player di leggere il presente e il futuro non necessariamente con occhi nuovi, ma almeno con lenti adeguate. Antonio Bisci, direttore generale Opengames Retail bisciantonio@gmail.com

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r&f Parola di Danilo Salsi

Milanese, classe 1962, Danilo Salsi si laurea in Economia e Commercio all’Università Bocconi di Milano. Nel 1988, con l’amico e socio Fabio Pedretti, fonda FD Consultants. Dallo stesso sodalizio, nel 1998, nasce Essere Benessere SpA, di cui è presidente.

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ESSERE BENESSERE: «Prima la quotazione, poi avanti tutta con i city store»

F

orte di una rete di 134 punti vendita, di cui 55 farmacie, 7 parafarmacie, 26 corner negli ipermercati, 10 city store gestiti direttamente e 43 in franchising, Essere Benessere vedrà nel 2014 l’affiliazione di 60 nuove farmacie, l’apertura di ulteriori 14 corner nella GDO e di 10 city store nelle grandi città: Milano, Torino, Roma e Bologna. Ma sarà anche l’anno della quotazione all’AIM Italia - Mercato Alternativo del Capitale: entro marzo era previsto il collocamento sul mercato del 35% del capitale della NewCo, l’attuale Essere Benessere SpA, per 35 milioni di euro: 25 milioni andranno in aumento di capitale e 10 in vendita. Intervistato presso la sede di Segrate, alle porte di Milano, il presidente Danilo Salsi ci ha rivelato l’ambizioso piano di crescita di Essere Benessere, che prevede il potenziamento di tutte le attività e in particolare lo sviluppo della rete di franchising con il format del city store.

Quali sono le tappe che hanno portato l’idea iniziale a tradursi in una realtà con oltre 130 negozi all’attivo? Quando, nel 1998, con il mio socio e amico di sempre Fabio Pedretti abbiamo fondato Essere Benessere, la nostra società, FD Consultants, aveva alle spalle 10 anni di attività nel mercato farmaceutico grazie soprattutto a Comifin. Questo ci ha permesso di partire avendo una solida esperienza sul campo e una visione strategica del mercato e delle sue tendenze/opportunità. Nello stesso anno abbiamo aperto la prima parafarmacia all’interno di un centro commerciale in Italia, a Grugliasco (TO); nel 2001 è stata la volta della prima farmacia a insegna Essere Benessere; nel 2007 del primo corner all’interno di un ipermercato; nel 2009 del lancio del franchising di farmacia Essere Benessere; sino all’avvio, nel 2012, dei city store. I formati di Essere Benessere sono quattro: farmacie e parafarmacie, city store e corner nella GDO. Su quale state puntando maggiormente? Premetto che tutti i format rispondono, ciascuno con le proprie caratteristiche, ad alcune macro tendenze nel mercato della salute: attenzione sempre crescente al benessere e maggiore consapevolezza nella prevenzione; aumento dei consumi delle categorie legate allo stile di vita; invecchiamento della popolazione. Rispondendo a tali tendenze, Essere Benessere ha portato innovazione nell’offerta di prodotti e servizi, divenendo, come nel caso delle parafarmacie nei centri commerciali e dei city store, first mover in Italia. In particolare ci aspettiamo maggiori soddisfazioni proprio dai city store: si tratta di punti vendita di grande superficie, dai 250 ai 600 mq, ubicati in aree urbane di elevata

densità commerciale e abitativa e di forte visibilità sulla strada, in genere con facilità di parcheggio. La loro offerta include una selezione di prodotti alimentari di marca, di alimenti freschi (pane, latte, frutta), di pronti in tavola, con un risparmio medio rispetto ai competitor del 30%, e referenze in ambito salute e benessere, come farmaci senza obbligo di ricetta, prodotti erboristici e integratori, cosmetici, soluzioni per l’igiene e articoli sanitari. Nei city store è sempre presente un farmacista. Guardando al canale del travel retail, al momento presidiate l’aeroporto di Orio al Serio e le stazioni meneghine di Milano Centrale e Porta Garibaldi. Avete altri progetti? Sempre su Milano Centrale abbiamo un progetto, rallentato nel corso del 2013 ma di forte attualità subito dopo la quotazione, che insiste su una location 1.500 mq al piano binari, esattamente in una delle quattro ex sale di attesa. Di questa superficie, circa 300 mq avranno un layout da farmacia tradizionale, a insegna Essere Benessere, ma spinto su un’offerta commerciale; altri 300 mq saranno dedicati a servizi sanitari integrati con l’attività della farmacia; i restanti 6/700 mq costituiranno uno spazio polifunzionale, istituzionale, a disposizione delle aziende per presentazioni di novità. Il progetto è già esecutivo e stiamo riscontrando un’adesione importante da parte delle società farmaceutiche. L’apertura del punto vendita (che dovrebbe diventare l’unico su Milano Centrale, ndr) è prevista entro l’estate. In occasione del Forum Retail di Milano ha detto che l’offerta food serve per generare traffico, mentre il farmaco per fare margini. Ci può fornire numeri ed esempi? Il food rappresenta, in numero di pezzi, circa il 40% del volume totale di un city store e il 13% del fatturato. Nel caso di un punto vendita tipicamente metropolitano come Milano Papiniano, aperto 24 ore, il 48% del fatturato si fa la sera e la notte, dalle 20 alle 6, non con acquisti di birra o di farmaci ma con prodotti di spesa quotidiana.

L’acquisto del “pacchetto Blockbuster” vi ha permesso di fare massa critica in poco tempo. Ex post, quali sono i pro e i contro di questa operazione? Tale acquisizione ci ha permesso di aprire 83 punti vendita e di assumere quasi 500 persone in sei mesi, e quindi di porci come retailer di riferimento a livello Paese. Il fatto di avere location anche molto diverse tra loro ci ha consentito poi di differenziare l’offerta e di sperimentare progetti e soluzioni a seconda dell’area geografica, delle caratteristiche del negozio e del potenziale bacino d’utenza. Di contro, acquistando un pacchetto completo abbiamo inevitabilmente corso qualche rischio e, come era fisiologico, alcune posizioni si sono rivelate inadeguate: tra luglio e agosto dello scorso anno abbiamo chiuso 17 negozi e, al momento, stiamo valutando se spostarne due in posizioni vicine. Restando sulle location ex Blockbuster, quali sono quelle più performanti? Sono quelle nelle grandi città, a Milano, Torino, Roma e Bologna, che in tre casi (Milano Papiniano, Roma Trionfale e Torino Santa Rita) arrivano a essere operative h24 e 365 giorni l’anno. Ma anche la scelta della provincia si è rivelata, in diversi casi, vincente. Le dieci location più performanti sono gestite direttamente dalla quotanda Essere Benessere. Gli altri city store sono gestiti con un contratto di franchising che prevede l’obbligo di acquisto merci e il riconoscimento a Essere Benessere di una royalty sul fatturato. Arriviamo quindi alla cronaca di queste settimane: la quotazione all’AIM. Quali le premesse e quali gli obiettivi? In questi ultimi anni abbiamo vissuto una fase di forti investimenti e di crescita, soprattutto per il lancio del progetto “city store”, arrivando a un fatturato 2012 pari a circa 116 milioni di euro. A seguito del venire meno del sostegno finanziario necessario all’operazione da parte delle banche, che tra febbraio e giugno del 2013 ci hanno fatto sparire 40 milioni di liquidità, il Gruppo si è trovato in una fase di pesante tensione finanziaria che ha imposto l’adozione di un importante piano di interventi. L’operazione è stata finalizzata alla focalizzazione sulle attività maggiormente strategiche e al riequilibrio finanziario ed economico. Abbiamo quindi implementato un piano di riorganizzazione, che ha previsto la costituzione di una NewCo, funzionale a raggruppare i 10 asset più performanti ai fini della massimizzazione della raccolta in sede di quotazione. Nel momento in cui parliamo stiamo ultimando la fase propedeutica. Andrea Penazzi

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r&f Digital retail

SVILUPPO APP, VERSO L’OUTSOURCING Una ricerca condotta da FierceRetail e sponsorizzata da AT&T testimonia la crescente importanza delle applicazioni per tablet e smartphone, percepite come fondamentali per incrementare le vendite e veicolare il brand. Ma l’attuazione rimane complessa e gli investimenti per implementarle sono talvolta indirizzati verso società terze

A

nno Domini 2014. Chi, tra una popolazione giovane e adulta, non trascorre parte del proprio tempo libero, che sia a casa nel weekend o in una pausa veloce, magari in mobilità sulla metropolitana, a cercare online il negozio più vicino della marca preferita o per scovare modelli e sconti interessanti? I dati dell’e-commerce sono in continua ascesa, anche nel nostro Paese, e pesano sul totale delle vendite con percentuali a doppia cifra. Ecco, allora, che per i retailer è diventato un imperativo, nel giro di pochissimo tempo, non solo penetrare i grandi circuiti del commercio elettronico, dai siti più generalisti come Amazon e Yoox a quelli più specializzati come Amazon BuyVip e Vente-privee, ma anche aprire propri portali di vendita online e, infine, creare specifiche App per smartphone e tablet, compatibili

sui diversi sistemi operativi come IOS e Android. E il futuro prossimo, in parte già divenuto realtà, è quello di integrare on line e off line: il processo è ineluttabile, ma la realizzazione è tutt’altro che semplice, talvolta schizofrenica. A fare chiarezza sul complesso rapporto tra le società di retail e le App è l’indagine “How retailers can grow sales & customer relationship with mobile App?” condotta da FierceRetail e sponsorizzata dall’americana AT&T. In base a questa ricerca, ben il 33% delle aziende intervistate afferma di avvalersi di una combinazione di risorse in outsourcing e interne per la creazione delle App, mentre il 22% esternalizza in toto questa funzione perché “gli executive retailer e i manager riconoscono che lo sviluppo delle App non è una loro tipica area di expertise e quindi preferiscono utilizzare tempo e fondi per focalizzarsi sul core business”. Del resto il passo è segnato, alle vendite on line non c’è alternativa. Ed ecco, allora, che il 34% del campione vede l’implementazione e l’organizzazione interna di questi software mobile come la più grande sfida; che il 30% considera la creazione di contenuti per le App un obiettivo primario, contro un residuale 18% che giudica fastidioso l’investimento per queste soluzioni. Ma, guardando all’organizzazione aziendale, quali sono le criticità nello sviluppare competenze e applicazioni destinate al retail mobile? Lo scenario delineato da FierceRetail è piuttosto chiaro. Se il 43% degli intervistati indica come primo problema la mancanza di sufficienti risorse da allocarvi – a dispetto di quanto potrebbe sembrare in un primo momento, sviluppare e man-

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tenere aggiornate queste soluzioni costa parecchio a fronte di un risultato non immediato e soprattutto non certo –, il 21% rileva che le risorse delle loro organizzazioni sono indirizzate verso altre tecnologie e tool di vendita. Dulcis in fundo, ben il 40% ammette che uno dei principali ostacoli è costituito dal disaccordo tra i vari dipartimenti aziendali rispetto all’allocazione dei fondi. E così, mentre alla guida nello sviluppo di queste piattaforme si intrecciano gli uffici marketing, in testa a queste iniziative nel 46% dei casi, di IT (26%) e delle aree operation e finanza (14%), tra l’elevato numero di ore lavoro/uomo che il processo comporta e soprattutto il complesso coordinamento delle competenze interdipartimentali, a guadagnarci, per ora, sono gli specialisti esterni. A.P.



r&f Mystery on board

Con Emirates tutto è possibile I

ncominciamo questo viaggio con più entusiasmo del solito. Certamente perché la meta, New York City, è sempre elettrizzante, ma anche perché la compagnia aerea di cui ci serviamo è Emirates, che, per la prima volta nella nostra esperienza, non rivolgerà la prua dell’aereo verso sud-est, Dubai, ma bensì verso l’Oceano Atlantico e quindi l’America. Una possibilità offerta dalla cosiddetta ‘V Libertà’: il permesso concesso ad Emirates di fare tappa a Milano con alcuni dei suoi apparecchi in volo tra Dubai e New York. Premessa: il biglietto, acquistato con circa due mesi di anticipo sulla data di partenza, è costato 481 euro tutto incluso in classe economy, contro i 650 dell’unica possibile alEMIRATES ECONOMY CLASS: MILANO MXP - NEW YORK JFK

IMBARCO Chiarezza avvisi Speedy/priority boarding Gentilezza Velocità Code

ACCOGLIENZA A BORDO Saluto, benvenuto Sistemazione Velocità Spazio cappeliere Ordine/pulizia poltrona Magazine ecc.

VOLO Annunci Cordialità e professionalità Assortimento Menù Qualità prodotti Servizio Sistema intrattenimento

SBARCO Puntualità Annunci di sbarco

´´´´´ ´´´´´ ´´´´´ ´´´´ ´´´´´ ´´´´ ´´´ ´´´´ ´´´´ ´´´´ ´´´ ´´´´ ´´´´ ´´´´´ ´´´´ ´´´´ ´´´´´ ´´´ ´´´´

Legenda: ´= migliorabile; ´´= sufficiente; ´´´= apprezzabile; ´´´´= molto buono; ´´´´´= ottimo

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ternativa di volo diretto, offerta dal network Skyteam (Alitalia/Delta). La prenotazione e il pagamento si sono svolti on- line, il sito è facilmente accessibile e navigabile. Ci saremmo aspettati una maggiore presenza di soluzioni digital: niente app dedicata per smartphone né possibilità di gestire il biglietto con Passbook. Strano, considerando la potenza del vettore. Speriamo venga rilasciato presto qualcosa, i viaggiatori più ‘smart’ apprezzano questo genere di soluzioni per tenere traccia dei propri tragitti.

L’imbarco fila liscio Al momento stabilito comincia l’imbarco che viene suddiviso per fasce di posti, corrispondenti a lettere dell’alfabeto. Su grandi apparecchi wide-body una gestione di questo tipo semplifica e velocizza notevolmente la sistemazione a bordo dei passeggeri, oltre a rendere più breve e ordinata l’attesa in coda. Nulla da eccepire. Ci accomodiamo a bordo del Boeing 777-300ER: l’apparecchio si presenta perfettamente in ordine e pulito. Si tratta di un velivolo molto recente, a giudicare dall’assenza di segni d’usura, macchie o altri inevitabili lasciti del tempo.

La crociera vola via A gestire la cabina uno staff di assistenti di volo molto professionale, di aspetto e provenienza internazionale. Gli annunci vengono fatti in inglese, arabo e italiano. La poltrona è mediamente comoda e larga, con uno

spazio tra i sedili non angusto come abbiamo sperimentato di recente su alcune compagnie di bandiera per voli a lungo raggio. Il load factor è decisamente alto. Ciò che spicca durante le ore di crociera sono il catering e il sistema di intrattenimento. Il primo è di livello decisamente più alto di competitor che operano su rotte analoghe per la stessa classe, sia per la qualità dei prodotti offerti per il pasto principale che per il numero e la varietà di soluzioni proposte durante la parte restante del viaggio: carrelli di frutta fresca, fette di pizza calda, bevande calde e fredde. L’intrattenimento è personalizzato e gestito grazie all’ampio schermo touch screen posto sulla poltrona davanti. Film, anche appena usciti, videogiochi, serie tv, musica: è presente tutto quanto occorre per rendere rapido e ‘indolore’ un lungo volo diurno. E di fatto in cabina non vola una mosca, ma il tempo sì.

Conclusioni Atterrati puntuali a New York, lo sbarco avviene con rapidità e fluidità. L’esperienza è stata complessivamente piacevole, sicuramente non noiosa, né stancante. Calcolando il valore del nostro biglietto, il rapporto/qualità prezzo del volo risulta davvero molto positivo. E viene da chiedersi come sia possibile. Ben venga, quindi, la (quinta) libertà di volare con Emirates. A.A.



r&f Analisi di mercato

Sportivi, con il piede in due scarpe In un settore che vede la preponderanza di retailer stranieri, come testimonia anche la nostra rilevazione su 22 tra CC e outlet, le aziende italiane di abbigliamento, articoli e attrezzature sportive stanno incontrando crescenti difficoltà sul fronte interno. Ma continua a crescere l’export

Outlet

Centri Commerciali

MARCHI DI ABBIGLIAMENTO, ARTICOLI E ATTREZZATURE SPORTIVE CHE OPERANO IN ITALIA CC e Outlet Campania Euroma 2 Fiumara I Gigli Le Befane Le Gru Le Terrazze Oriocenter Romaest Porte di Roma Tiare Shopping Castel Romano Designer Outlet Città Sant'Angelo Village Fidenza Village Molfetta outlet Mondovicino Outlet Village Palmanova Outlet Village Serravalle Designer Outlet Sicilia Outlet Village Soratte Outlet Shopping Veneto Designer Outlet Vicolungo The Outlets

Adidas

Asics

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Athletes World / AW Lab Boxeur des Rues / Malloy

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Cisalfa

Decathlon

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Ferrari store

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Foot Locker

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9

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Kappa

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Diadora

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Champions

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Marchi con 1 store per struttura: Euroma2: Sport 85; Fiumara: Game7 Athletes, Osama Sportwear; Oriocenter: Atalanta Store; Romaest: As Roma store; Tiare Shopping: Axo, Den store, Genius, Overland, Tokunoshima; Città Sant’Angelo Village: Motoshop, Pianeta Neve; Palmanova Outlet Village: Airoh helmet, Astone helmet, Granger's, Barts, Loffler, Monster Energy Apparel; Serravalle Designer fonte: elaborazione retail&food

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l di là dei benefici che la pratica sportiva ha per chi la esercita, lo sport è un business. Con una sua dimensione economica tutt’altro che trascurabile. Tuttavia, sotto il peso della crisi, anche questo comparto negli ultimi anni ha subito una flessione: nel 2011 aveva un peso pari all’1,6% del Pil, mentre nel 2008 era quasi al doppio, a quota 2,8 per cento. Genera comunque un giro d’affari – relativo al consumo di articoli sportivi – di circa 25 miliardi di euro e, considerando l’indotto, si arriva al 3% della ricchezza nazionale prodotta in un anno. Inevitabilmente le difficoltà dell’economia si sono estese anche al mercato degli articoli per lo sport, nel quale le aziende aderenti ad Assosport nel 2011 realizzavano un fatturato aggregato di 4,2 miliardi, in media 34 milioni ciascuna; il 97,7% di esse sono società di capitali, il 94% è presente nel mercato da oltre 10 anni. Sono questi i dati dell’associazione di categoria che raggruppa le imprese del settore: la maggior parte hanno sede nel Nord Italia e una forza lavora tra i 10 e i 50 addetti, per un totale di 12.937 persone. I risultati del 2012 e del primo trimestre 2013 indicavano però un quadro in progressivo peggioramento, con

Motorstore

Murphy & Nye

Navigare

New Balance

Nike

Puma

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Quicksilver

il sell out in stallo a chiusura del 2012 (abbigliamento a -0,6%, calzatura + 0,3%), ulteriormente deterioratosi con l’inizio del 2013. Secondo le rilevazioni NPD (dati al consumo), infatti, l’anno terminante a marzo 2013 ha segnato una contrazione del 6% per l’abbigliamento e del 2% per la calzatura. Per fortuna cresce l’export: +3,5% quello delle aziende aderenti all’Associazione nazionale fra produttori

Reebook

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Slam

The North Face Universosport

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Outlet: Lotto, Marina yachting, Sport store; Sicilia Outlet Village: Us Polo Assn.; Soratte Outlet Shopping: Arena; Vicolungo The Outlets: Colmar, Dimensione danza, Le Coq Sportif, Salomon.

di articoli sportivi, anche grazie alle iniziate messe in campo in collaborazione con ICE-Agenzia per il Commercio Estero e con il Ministero dello Sviluppo Economico. Nel 2010 la quota delle esportazioni toccava il 41,5%, nel 2011 saliva al 45% per aumentare ancora nel 2012. È un trend inevitabile poiché, stante la stagnazione interna, le imprese giocoforza puntano sempre più sull’estero. Dal generale al particolare Questo per quanto attiene al quadro d’insieme. Ma per avere poi un’idea più precisa di quelli che sono i marchi che operano in Italia nel segmento e che hanno maggiore diffusione nel circuito del retail nazionale, abbiamo considerato la presenza di alcune insegne di abbigliamento, articoli e attrezzature per lo sport nei centri commerciali e negli outlet italiani. Per la precisione, abbiamo considerato 11 shopping center e altrettanti outlet da nord a sud dello Stivale, selezionati in base a diversi criteri: al di là delle dimensioni, che li vedono essere tutti di primo piano in termini di numero di negozi e di brand, varietà di posizionamento merceologico, flusso di visitatori e bacini di utenza, non abbiamo trascurato neppure l’equa distribuzione tra sviluppatori e una certa proporzione territoriale. Ne è nata una lista che riteniamo essere equilibrata e altamente rappresentativa del panorama com-

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Analisi di mercato merciale italiano. Ebbene, a fronte di 22 insegne prese in esame, il record delle presenze arride a Nike: troviamo uno store del colosso a stelle e strisce da 24,12 miliardi di dollari di fatturato (2012) nella metà delle location considerate. Più in dettaglio, è maggiore la concentrazione di negozi negli outlet, dove l’azienda di Beaverton, nell’Oregon, ha punti vendita in tutti quelli esaminati tranne che in due strutture, laddove nei centri commerciali ne ha “solo” in 4 su 11. Diametralmente opposta la distribu-

Athletes World, è attiva nel canale con una serie di negozi con insegna AW Lab. Per quest’ultima, nel 2014 è prevista l’apertura di 25/30 nuovi pdv, con una media di 4 addetti per ciascuno. A quota 7 negozi incontriamo Boxeur de Rue/A.J.Malloy, marchi distribuiti da Malloy Distribution: i brand sono presenti in oltre 500 punti vendita tra negozi monomarca, multimarca e corner in grandi magazzini (vedi Coin), diffusi in Italia, Francia, Svizzera, Spagna, Olanda, Germania e Cina (attraverso licenzia-

uomo, bambino e articoli da surf e da snow la concentrazione è maggiore nei CC: 3 contro 2. Con 4 punti vendita troviamo quindi ben 5 operatori, tra cui finalmente quattro italiani: Cisalfa, con store concentrati tutti in centri commerciali; Kappa, che al contrario ha i suoi solo tra gli outlet considerati; Murphy & Nye (gruppo Miss Sixty) e la genovese Slam, specializzata in capi d’abbigliamento per gli appassionati di vela che vede una presenza tra i mall e le altre tre in altrettanti outlet; infine, la multinazionale

zione del terzo operatore per numero di shop in questa mappatura, la newyorkese Foot Locker, i cui 10 negozi rilevati sono tutti e soltanto in mall: per fare l’en plain in questa categoria manca solo il Tiare Shopping di Villesse, Gorizia. Più equa la distribuzione degli store della tedesca Adidas, che ne ha 11 nei 22 centri esaminati: rispettivamente 5 e 6 in centri commerciali e outlet. Uno in meno per il marchio “a tutto sport” della svizzera Bata, che, attraverso

tario). La prima delle due insegne si ispira al “savate”, la particolare versione di boxe sviluppata dai marinai francesi mentre la seconda è principalmente focalizzata sul jeanswear stile anni ‘50. Con 5 store troviamo ancora due operatori stranieri, uno giapponese, Asics, e uno di nuovo made in Usa, Quicksilver. Nel primo caso la diffusione vede l’esclusiva presenza negli outlet, mentre per l’insegna specializzata in abbigliamento per

tedesca Puma ha negozi solo negli outlet. Hanno tre store le americane Champion (marchio di Hanesbrands Inc. con sede a Winston-Salem, North Carolina), New Balance (azienda di Boston famosa per le scarpe da running) e The North Face (sussidiaria di Vf Corporation, produce e vende articoli per amanti e atleti della montagna: alpinisti, arrampicatori, escursionisti e praticanti di snowboard), così come

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le italianissime Ferrari Store (dove il marchio riconosciuto nel 2013 e 2014 come il più influente al mondo dalla società di consulenza Brand Finance vende le collezioni di abbigliamento sportivo e di accessori uomo/ donna), Motorstore (la prima catena nel mondo outlet dedicata esclusivamente ad abbigliamento e accessori moto: nata nel 2006, oggi conta dieci punti in Italia e ha avviato l’espansione in Spagna), e Universosport (azienda di Scandicci, provincia di Firenze, dedita al commercio al dettaglio di biciclette, articoli sportivi e per il tempo libero). Chiudiamo la rassegna con i brand che hanno due punti vendita. In ordine rigorosamente alfabetico: Decathlon, Diadora, Navigare e Reebook. Partendo dal primo operatore, è inutile sottolineare che l’esiguità degli store riscontrati nella mappatura è da imputare al fatto che Decathlon, un vero colosso del settore sport per la varietà delle sue produzioni che spaziano in numerose discipline (dal tennis al fitness, dalle arti marziali al golf, dalla corsa all’alpinismo, dalla pesca al tiro con l’arco, da roller e skate al nuoto) nonché protagonista assoluto del mercato, ha più che altro delle sedi stand-alone: una novantina in Italia (in 17 regioni), quasi 700 in tutto il mondo (in 20 stati). L’Italia è anche uno dei paesi che produce per la multinazionale francese, in particolare calzature ed articoli di subacquea. Infine, la trevigiana Diadora e Navigare (azienda italiana specializzata in prodotti per gli amanti del mare) sono entrambe presenti in outlet, esattamente come la britannica Reebook. In definitiva, sebbene delle 22 società considerate quasi la metà - per l’esattezza 10 - siano italiane, a fronte di 6 statunitensi, 2 tedesche e una a testa con il proprio quartier generale in Francia, in Gran Bretagna e in Svizzera, non c’è dubbio che per numero di location le realtà straniere operanti in Italia siano preponderanti rispetto a quelle di casa nostra. Sia nella nostra analisi che in termini assoluti e di business. Un dato (e una realtà) che ciascuno può interpretare da sé. Massimo Andreis



r&f Resoconto fiera

EuroShop 2014, l’edizione dei record

La fiera di Düsseldorf ha ospitato un’edizione straordinaria della più importante kermesse al mondo per l’arredo e la gestione di punti vendita retail. I produttori italiani, secondi solo ai padroni di casa tedeschi per numero di stand, ormai puntano tutto sull’estero, che per tanti ha superato il 50% del fatturato

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üsseldorf – Anche l’edizione 2014 di EuroShop si chiude sull’onda dell’entusiasmo. Tutti pieni i 17 padiglioni del quartiere fieristico tedesco, come al solito, ben organizzato e gestito. EuroShop 2014 ha raccolto la presenza di 2.226 espositori provenienti da 57 paesi differenti. Le aziende espositrici hanno potuto contare su una massiccia presenza di pubblico qualificato: 109.000 visitatori provenienti da 110 nazioni, in buona parte europei ma anche tanti americani (Nord e Sud), russi e asiatici, guidati dalla presenza cinese. EuroShop è, e resta, la vetrina triennale dove presentare o esaminare le migliori soluzioni per progettare, allestire e gestire punti vendita di qualunque dimensione, per qualunque prodotto e in qualunque luogo: supermercati, negozi di lusso, fast-fashion store, food concept. Stiamo parlando di un comparto che – a detta di Michael Gerling, Ceo del tedesco EHI Retail Institut – nel 2013 ha valorizzato investimenti per 6,8 miliardi di euro tra estensioni, ristrutturazioni e nuove costruzioni, in ambito retail. Mentre lo shopfitting nello stesso anno è valso 1,75 miliardi di dollari, il 25% in più di quanto fu speso nel 2010. Italia tra i top player, ma si lavora per l’export Dopo la Germania con 850 espositori, è l’Italia il Paese più rappresentato con ben 203 aziende tra le 17 Hall di ‘Messe Düsseldorf’. Una presenza distribuita lungo i corridoi di tutte le aree espositive con leader indiscussi di mercato, in grado di occupare centinaia di metri quadri e di realizzare stand imponenti nel settore refrigerazione, ma anche con debuttanti assoluti, che da poco hanno approcciato con sistematicità il canale retail: un treno in corsa per chi ha fame di fatturato. Ma non è tutto oro quello che luccica. O meglio – e arriviamo alle dolenti


1) Giulia Zerbo - ER Spa 2) Christian Fedrigo - Sales Manager div. Retail Linea Light 3) Alberto Corradini - Sales Director Checkpoint Systems Italia 4) Effebi 5) Emiliana Martinelli - Presidente Martinelli Luce 6) Gianmario Bianchessi - Marketing Manager Retail Division Wincor Nixdorf 7) Jong Sang Lee - President Samsung Electro-Mechanics 8) Metalsistem Spa 9) Maria Batti - Resp. Marketing e Comunicazione iMoon 10) Mark Thomson - Director Retail & Hospitality Motorola Solutions UK 11) Giovanni Bussi - Resp. Sviluppo Costa Group 12) Luca Anastasia e Davide Cavalieri HCR High Conversion in Retail 13) Luca Spina - Marketing Manager CTS electronics

Fig. 1

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Le macro aree espositive di EuroShop 2014

Shopfitting, shop furnishings, architecture and store design Lighting Refrigeration cabinets, frozen food display cabinets, cooling logistics 5

Visual marketing, sales promotion, POS marketing Retail Technology Exhibition stand construction, design, events note – c’è sempre meno oro a luccicare lungo lo Stivale. Intervistando decine di espositori italiani, nei giorni di permanenza in fiera, risuona spesso una litania ricorrente: “andiamo bene perché ormai più della metà del nostro fatturato viene sviluppata all’estero”. E naturalmente se il Governo Renzi non sarà in grado di imprimere una netta svolta nell’andamento dell’economia nazionale, la maggior parte delle aziende da noi interpellate prevede che la quota di fatturato sviluppata all’interno dei nostri confini sia destinata a calare progressivamente. Ben venga l’export e l’internazionalizzazione quindi, anche se sui volti di molti nostri interlocutori è facile leggere una traccia di malinconia per le opportunità perse in patria.

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Resoconto fiera

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Non ci dilunghiamo in questa sede nell’elencare le decine di aziende e i manager incontrati in fiera – per questo (in parte) rimandiamo alle immagini che accompagnano questo servizio – né ci è possibile dare spazio a tutti i prodotti, le soluzioni e i servizi che sono stati presentati a Düsseldorf. Per saperne di più si può consultare e scaricare il database che realizzano gli organizzatori della fiera, a cui si può Fig. 2. Utilizza questo accedere direttamente tramite il QR code della figura QR code per visualizzare 2 (a questo proposito segnaliamo anche la favolosa tutte le categorie espo- App per iOS, tuttora consultabile, e utilissima per sitive di EuroShop” aggirarsi in fiera). Per concludere, invece, ci sentiamo di consigliare caldamente di mettere già ora in agenda le date del prossimo EuroShop, che si terrà come sempre a Düsseldorf tra il 7 e il 9 marzo del 2017. A. A.

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r&f Newstech&arredo MERCATONE UNO SI RINNOVA Primo di una lunga serie di restayling di punti vendita che avrà luogo nel 2014, Mercatone Uno ha inaugurato a marzo il suo rinnovato store di Pieve Fissiraga, in provincia di Lodi. In effetti, si tratta del primo tassello di un più ampio progetto di vere e proprie re-opening all’insegna di nuovi look, layout espositivo e concept di offerta. Riorganizzati gli spazi, si punta sulla marcata verticalizzazione nella presentazione dei prodotti, che rende il processo d’acquisto più gradevole e agevole. Con l’obiettivo di offrire “Tutto per la tua casa”, lo store presenta un percorso libero che porta i clienti a scoprire un assortimento più ricco: dai tradizionali grandi mobili ai complementi, dal fai-da-te ai casalinghi, dagli elettrodomestici all’illuminazione. Senza rinunciare alla convenienza: sulla scia della filosofia del “low cost style” lanciata da Mercatone Uno in occasione dell’ultimo catalogo autunno 2013, nel nuovo store sono tante le suggestioni e gli spunti per personalizzare la casa con un tocco di stile ma a costi contenuti. Mercatone Uno è uno dei maggiori gruppi italiani nella grande distribuzione di mobili, complementi d’arredo e prodotti per la casa. Fondato nel 1978 dall’iniziativa imprenditoriale di Romano Cenni, il Gruppo è presente in tutto il territorio nazionale con oltre 100 punti vendita delle diverse insegne: accanto a Mercatone Uno, Tre Stelle Arreda ed È Oro Gioielli.

NEW STORE EUROPE PROGETTA I CORNER DI SKY New Store Europe ha progettato, prodotto e installato gli arredi per 25 Sky corner in 25 store, più uno Sky Service a Roma (35mq). Il concept realizzato combina materiali semplici e soluzioni lineari: il colore bianco laccato degli arredi è in contrasto vivace con il pvc rovere scuro del podio

IL MUSE SCEGLIE PANASONIC

I mentre la trasparenza del totem in plexiglass è impreziosita dagli effetti dell’illuminazione a Led. L’atmosfera creata, risultato della combinazione di linee arrotondate e decise, vuole comunicare in maniera minimal l’importanza di una eleganza sobria. Ogni dettaglio è stato studiato per creare lo sfondo ideale per le immagini trasmesse dai monitor che mostrano il mondo multichannel di Sky.

dispositivi visual di Panasonic protagonisti della nuova sede del MUSE, il Museo delle Scienze di Trento progettato da Renzo Piano. Struttura all’avanguardia, non è solo deputata all’esposizione ma ricca di spazi vivaci, interattivi e fortemente comunicativi. Ecco perchè, come ha commentato Lavinia Del Longo, coordinatrice del progetto, «Abbiamo pensato a un allestimento di forte impatto, prevedendo l’inserimento delle nuove tecnologie». Detto, fatto: oltre a 4 monitor da 80’’, i più grandi tra quelli utilizzati nella progettazione dell’impianto, quasi tutti i videoproiettori scelti sono firmati Panasonic. Tra di essi, 10 videoproiettori Laser DLP, 3 videoproiettori DLP, 3 videoproiettori LCD PT-EZ570 e 8 videoproiettori LCD PT-VX500EJ. Inoltre, sono stati utilizzati 10 schermi olografici 16:9, 121 Player Video, 76 Pc, 8 processori e 60 diffusori acustici. Con i suoi 12.600 mq distribuiti su 7 piani, il nuovo Museo della Scienza dispone così di apparecchi di ultima generazione, progettati con un sistema di cablaggio non invasivo di oltre 40 km.

INGENICO E SAMSUNG: ACCORDO DI “mPAYMENT”

I

ngenico e Samsung hanno stretto un accordo per lo sviluppo di un’offerta comune per soluzioni integrate di pagamento elettronico. L’alleanza, che ha portata globale, permetterà ai piccoli commercianti e ai retailer di beneficiare di un sistema di mPayment immediatamente disponibile sui dispositivi mobili e tablet di Samsung, sviluppato sulla base della piattaforma “mobile” e dei lettori di carte portatili di Ingenico. Gli elementi dell’offerta saranno completamente integrati, garantendo la massima sicurezza, e saranno supportati da entrambe le aziende per offrire al settore dei professionisti e del piccolo commercio una soluzione di immediato utilizzo, capace di introdurli in modo semplice e con il minore impatto nel mondo dei pagamenti elettronici. Non è tutto: la combinazione dei canali commerciali di Ingenico e di Samsung (rispettivamente le istituzioni finanziarie e gli operatori delle telecomunicazioni), garantiranno una presenza capillare e un semplice accesso alla soluzione anche da parte dei piccoli operatori che intendono cogliere ogni opportunità di business e ottimizzare l’operatività nel proprio negozio.

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Newstech&arredo SONY E PHONES 4U: LA PARTERSHIP È STRATEGICA

FUJITSU VA IN MEDIORIENTE

Sony ha scelto ISE 2014 per presentare la partnership a lungo termine che vedrà la collaborazione tra Sony UK e Sony Mobile da un lato, e Phones 4u, rivenditore di telefoni leader del settore, dall'altro. L’installazione personalizzata, già presente in 289 punti vendita Phones 4u, tra cui il flagship store di Tottenham Court Road a Londra, risponde all’esigenza di Phones 4u di mettere i contenuti digitali al centro dell’esperienza nel punto vendita. Presso i rivenditori di telefonia verranno installati complessivamente oltre 300 display professionali FWD-46B2 prodotti da Sony, dall'eccezionale qualità dell'immagine Full HD e dal basso consumo energetico, nel rispetto dell'ambiente.

M

odern Bakery, società specializzata nella produzione di prodotti da forno (dolci e salati) con sede a Dubai, ha scelto Fujitsu per un progetto finalizzato ad aggiornare la propria infrastruttura IT. Attraverso la piattaforma Sap Hana implementata su Fujitsu Power Appliance, il progetto intende fornire visibilità in tempo reale sui dati finanziari e di business che possono rivelarsi critici in un comparto di attività come quello dei prodotti deperibili. Modern Bakery, società di medie dimensioni con linee di produzione automatiche e semiautomatiche da cui escono oltre 1.000 referenze destinate a migliaia di punti vendita in tutta la regione, è una delle prime realtà mediorientali a scegliere il software Sap Business Suite. Con l’aiuto della consulenza end-to-end Fujitsu e accedendo da remoto al Global Demo Center aziendale, Modern Bakery ha potuto ricavare una chiara visione delle modalità con cui la soluzione potrà accelerare i suoi processi di business e di reporting.

TECH DATA DISTRIBUISCE TP-LINK

Tp-Link Italia annuncia di aver siglato un accordo con Tech Data, operatore leader nella distribuzione di prodotti, soluzioni e servizi informatici. In base all’intesa, i dispositivi realizzati dall’azienda numero uno al mondo nel networking nonché detentrice di una significativa quota del mercato

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internazionale dei prodotti wireless, andranno ad ampliare la già ricca offerta distributiva di Tech Data. Si tratta di apparecchi pensati per un’utenza di tipo professionale e domestica, tra cui spiccano Wireless, Adsl e l’intera gamma networking: switch, adattatori powerline, range extender, etc.

COIN: VETRINE IN SINCRONO Uno smart service mobile garantito da Econocom permette di coordinare e sincronizzare le vetrine di tutti i punti vendita Coin. In questo modo, le 320 shop window di quasi 100 punti vendita del gruppo di fashion retail vengono allestite in sincrono grazie alla suite Everpad. Partner tecnologico del progetto è appunto Econocom, che ha studiato per Coin una soluzione di visual content management spinto, fruita via iPad attraverso una piattaforma evoluta di mobile device management, progettando un servizio capace di coniugare l'innovazione portatile più “cool” con il meglio della filosofia cloud. Un valido aiuto per organizzarne l’allestimento e gestire gli sconti e le promozioni in modo coordinato, con una perfetta calendarizzazione dei tempi e delle comunicazioni. A seguito di un’attenta analisi, Econocom ha identificato la soluzione ideale nella suite Enterprise Solution Everpad, piattaforma che garantisce una gestione centralizzata dell'installato mobile attraverso il modello del software as a service.


WINCOR NIXDORF ACQUISISCE GRUPPO MASSERDOTTI A TUTTO CAMPO DATEC RETAIL SYSTEMS

W

incor Nixdorf ha rilevato le attività e il personale di Datec Retail Systems a.s., azienda con sede a Zlín, nella Repubblica Ceca. L’operazione consente all’azienda tedesca, tra i primi operatori in Europa e nel mondo nel segmento dei sistemi Pos elettronici (ePos) nel settore retail e nel segmento degli Atm con 42 filiali consociate nazionali e 9.000 dipendenti a livello globale, di arricchire la gamma di software rivolta alle aziende del mondo retail. Datec è infatti specializzata proprio nel campo dell’integrazione di dati nell'ambito di processi gestionali multicanale e di merchandising, con un proprio software che rende disponibili funzionalità per la consulenza alla vendita, la gestione di pagamenti e il merchandising su dispositivi mobili come i tablet, strumenti sempre più diffusi nel commercio al dettaglio per la consulenza alla clientela e la gestione dei punti vendita. L’acquisizione si inquadra nella strategia di Wincor Nixdorf finalizzata all’ampliamento delle attività software.

Dalla collaborazione tra il Gruppo Masserdotti, pioniere nel mondo della visual communication, e Samsung Electronics Italia, operatore globale nel mercato delle tecnologie digitali è nato www.DominoDisplay.com, uno shop online italiano di soluzioni tecnologiche per la comunicazione visiva. Si tratta di un vero e proprio canale di vendita che permette di acquistare soluzioni Large Format Display (LFD) a marchio Samsung, sia in versione stand alone che integrate in strutture prodotte e realizzate ad hoc da DominoDisplay. Ogni soluzione, inoltre, può essere equipaggiata con Palinsesto, software proprietario per la gestione efficiente in remoto di reti Digital Signage. Basti pensare a quanto già realizzato in questo ambito dal Gruppo Masserdotti presso il centro commerciale Tiare di Inter Ikea a Villesse, con l’installazione di 9 totem multimediali bifacciali touchscreen da 40” con struttura appositamente studiata in alluminio e vetroresina. Localizzati nei corridoi dello shopping center, sono programmati per la trasmissione di spot pubblicitari e directory. Contestualmente, sono stati posizionati due banchi info desk agli ingressi della struttura. Per quanto riguarda l’interior decoration, oltre alla fornitura di elementi d’arredo per la zona food court (sedie, tavoli, poltroncine, ecc.), sono state installate insegne luminose in alluminio e fronti in plexiglass.

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r&f International UNIQLO FA TAPPA A SINGAPORE Uniqlo investe nel travel retail: il brand nipponico di casual wear ha recentemente tagliato il nastro ad un negozio di 362 mq ospitato nel lounge ovest delle partenze del T1 del Changi Airport, hub di Singapore. Lo store, che propone le collezioni uomo e donna, rappresenta la sedicesima replicazione nella metropoli cinese, nonché il terzo opening nel network aeroportuale, dopo le due vetrine domestiche e i terminal 1 e 2 dell’hub Narita di Tokyo. Lo scalo di Changi rappresenta il sesto aeroporto mondiale per traffico passeggeri e ospita complessivamente 350 vetrine commerciali e 120 punti di ristoro, che hanno assicurato nel 2013 vendite complessive per 1,58 miliardi di dollari statunitensi (+9%).

AEROPORTI DI ZURIGO: SU L’UTILE NEL 2013 Ristorazione e retail, ma non solo, spingono in alto i risultati economici dell’aeroporto internazionale di Zurigo. Come ha reso noto lo stesso scalo, nel 2013 si è registrato un utile netto di 137,1 milioni di franchi, in crescita del 44,7% rispetto all'anno precedente. Il giro d'affari è salito del 2,8%, raggiungendo i 975,1 milioni e il risultato operativo (EBIT) è balzato del 75,6%, a quota 302 milioni di franchi. Il numero di passeggeri è invece aumentato dello 0,3%, salendo così a 24,9 milioni. Fra questi, 16,6 milioni (+2,2%) sono viaggiatori locali.

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duty free world

by James Ross - London

Russian hopes could start to fade Le speranze russe potrebbero iniziare a sfumare In recent years emerging market travellers have been targeted by airports and their retail concessionaires because of their consistent highspending and increasing capacity to travel. Among the most promising of these travellers have been the Chinese and Russians – the latter particularly in the European sphere, where post-financial crisis spending from European Union nationals has been woeful. Russians, according to tax refund specialist, Global Blue, were the world's second biggest overall spenders after the Chinese in 2013, although their spend per head is much less (€815 vs €356). Russian tax-free spending grew by +13% last year. However, that growth rate is now in question given the geopolitical obstacles connected to the invasion of Ukraine. Consequences of this action could seriously damage Russian travel – and also their willingness to spend. The country's currency, the rouble took a tumble during the course of 2013 as the economy decelerated, and it dived by 11.3% against the euro. This year the fall has also been dramatic. In January, the rouble fell by -4.5% and – due to Russia’s occupation of Crimea in Ukraine, following the overthrow of the latter’s government by pro-EU cliques – the currency fell even further. So far, in the year to 7 March it was down by -10.6% against the euro. Give the political instability that the region has been thrown into, prospects for the Russian currency do not look good. The spectre that travel retailers face is that many Russians will cut out, or at least cut short, trips abroad... or spend much less than they intended if they are already booked to travel. Tourist destinations – and their gateway airports, that could be hardest hit include Turkish Mediterranean hotspots this summer, and locations further afield such as Thailand. Many European airport locations are heavily reliant on Russian spending to offset weak spending elsewhere… if the Russians also start to tighten their belts travel retailers might be caught with their pants down.

Negli ultimi anni i viaggiatori dei mercati emergenti sono stati presi di mira dagli aeroporti e dalle società concessionarie degli spazi retail a causa della loro alta capacità di spesa e della loro crescente disponibilità a viaggiare. Tra i traveller più promettenti ci sono stati cinesi e russi - quest'ultimi in particolare in ambito europeo, dove le ripercussioni della crisi finanziaria sono state particolarmente forti. I russi, secondo lo specialista Global Blue, nel 2013 sono stati i secondi al mondo per capacità di spesa dopo i cinesi, sebbene la loro spesa pro capite è molto inferiore (815 euro contro 356). Il volume delle vendite tax-free dei russi è cresciuto del 13% lo scorso anno. Tuttavia, tale tasso di crescita è ora in dubbio dati i problemi geopolitici connessi all’invasione dell'Ucraina. Le conseguenze di questa azione potrebbero ostacolare gravemente i viaggiatori russi – intaccando la loro disponibilità a spendere. La valuta del Paese, il rublo, ha perso l’11,3% del suo valore nel corso del 2013, così come ha rallentato l'economia. Anche quest'anno la caduta è stata drammatica. Nel mese di gennaio la moneta nazionale ha perso un ulteriore 4,5% e – a causa dell’invasione della Crimea da parte dell’esercito russo, avvenuta dopo che le fazioni filo europee hanno rovesciato il governo appoggiato da Mosca – il rublo è sceso ulteriormente. Finora, al 7 marzo, ha lasciato sul terreno il 10,6% nei confronti dell'euro . A causa della perdurante instabilità politica che caratterizza la Regione, le prospettive per la valuta russa non sono rosee. Il timore è che molti traveller di quel Paese possano o cancellare o ridurre i loro viaggi all’estero... o che spendano molto meno di quanto preventivato nel caso in cui mantengano le prenotazioni. Le destinazioni turistiche – e i rispettivi aeroporti – difficilmente quest’estate includeranno la Turchia mediterranea e mete ancora più lontane come la Tailandia. Ad oggi, molti aeroporti europei fanno affidamento sulla disponibilità di spesa dei turisti russi per compensare la minor propensione degli altri viaggiatori... ma se anche i traveller russi iniziano a stringere la cinghia, per i retailer si prospettano tempi cupi.


I MIGLIORI SCALI INTERNAZIONALI, by eDREAMS I dieci migliori scali per lo shopping 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Hong Kong International Airport (HKG) Dubai International Airport (DXB) Changi Airport (SIN) Fuhlsbüttel (HAM) Zürich International Airport (ZRH) Stockholm Arlanda Airport (ARN) Copenhagen Lufthavn - Kastrup (CPH) Londra Heathrow (LHR) Schiphol (AMS) Suvarnabhumi Airport (BKK)

Hong Kong Dubai Singapore Amburgo Zurigo Stoccolma Copenhagen Londra Amsterdam Bangkok

Cina Emirati Arabi Uniti Singapore Germania Svizzera Svezia Danimarca Regno Unito Paesi Bassi Thailandia

4.40 4.33 4.28 4.27 4.17 4.10 4.10 4.09 4.07 4.00

Per il quarto anno consecutivo, l'agenzia di viaggi online eDreams ha reso note le classifiche di gradimento in fatto di scali aeroportuali dei suoi clienti: inclusi nel novero, tutti gli hub con un traffico superiore ai 10 milioni di passeggeri. A fronte di un voto massimo pari a 5, la pole position per la migliore struttura tout court se l'è assicurato l'aeroporto internazionale Narita di Tokyo, che conquista il vertice dopo l'ottava posizione del 2011 e la quarta del 2012. Cinque scali su dieci sono europei, con Amburgo best perfomer continentale ed Helsinki new entry in top 10. Per quel che concerne, invece, il travel retail, lo scettro spetta ad Hong Kong che scalza Copenhagen (scivolato al settimo posto) in virtù delle sue 250 vetrine commerciali. L'hub cinese fa en plein facendo sua anche la prima piazza per i servizi di ristorazione.

BEAUGRENELLE, PROPERTY DA 700 MILIONI Nel mercato del retail real estate di Francia è stato recentemente perfezionato il passaggio di mani più oneroso a memoria d’uomo per quel che concerne una singola property commerciale. Oggetto della transazione, lo storico shopping center parigino Beaugrenelle, inaugurato nel 1970 e quindi ricostruito ex novo per tappe successive tra il 2007 e il 2013: oggi, su poco meno di 50mila mq di gla spalmati su sei piani, ospita 110 vetrine commerciali, un multiplex Pathé da 10 schermi e un department store Marks & Spencer. A cedere l’asset sono stati Gecina (controller al 75%, pronta ad investire il tesoretto nel mondo dell'office retail) e soci, per un importo prossimo a 700 milioni di euro; ad acquistare, invece, una cordata composta da Apsys, gestore della struttura (40%), da Groupe Madar (40%), dalla finanziaria Saint James (20%), holding company di Michaël Benabou, co-fondatore del portale di e-commerce Vente-privee.com.

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International MARKS & SPENCER: LO SHOP DEI RECORD

Oltre 7.000 mq di superficie: queste le dimensioni del più grande store all’estero a insegna Marks & Spencer, inaugurato in Kuwait lo scorso 6 marzo. Aperto in partnership con Al-Futtaim Group (gestisce 26 store M&S in otto mercati mediorientali), il punto vendita dell’insegna britannica presenta l’intera gamma di abbigliamento e accessori dedicata alla famiglia, oltre all’offerta food. All’interno del mega store è presente anche un M&S Café con 60 sedute. In occasione del taglio del nastro, John Cooper, managing director di Marks & Spencer, ha sottolineato la crescita repentina del mercato del Kuwait, motivando in questo modo la maxi operazione che non ha eguali al di fuori del Regno Unito.

ADIDAS, LO STORE DIVENTA UNO STADIO L’obiettivo dichiarato è, né più né meno, di incrementare le vendite nei mercati emergenti. Come? Trasformando il concept del negozio in una sorta di negozio-stadio. Il progetto, che prende il nome di Home Court, è già stato attuato a Beijing, presso il più grande flagship Adidas del mondo, e, prossimamente, coinvolgerà altre 24 location nel corso del 2014. Tra queste, Rio de Janeiro in Brasile e lo shopping center Bluewater in Inghilterra, che subiranno il cambio di concept già il prossimo aprile. L’espansione del progetto, però, riguarderà soprattutto mercati in via di sviluppo come Russia e Middle East. In concreto il nuovo look dei negozi sarà caratterizzato da un tunnel che fungerà da entrata, proprio come avviene nei campi da calcio, con una musica di sottofondo che riprenderà il tifo dei supporter, una fitting area denominata “team room” e uno spazio dotato di touchscreen per aiutare i clienti nella scelta del prodotto.

DETROIT AIRPORT, PREVISTE ALTRE 25 UNITÀ F&B L'Autorità aeroportuale Wayne County ha approvato otto nuove concessioni food & beverage che coprono 25 unità al Detroit Metropolitan Airport Terminal McNamara. La decisione rappresenta l’ultima tappa di un più vasto programma di ridefinizione delle concessioni. Tale progetto implementerà l’offerta di ristorazione nel terminal McNamara di 22mila mq, che, una volta a regime, porteranno le vendite a 63 milioni di dollari, pari al 47,5% in più rispetto alla situazione attuale. Le entrate per la Wayne County Airport Authority supereranno così i 10 milioni, per un incremento di oltre 3,7 milioni di dollari.

A EURAZEO IL 10% DI DESIGUAL: OBIETTIVO MILIARDO

LS TRAVEL RETAIL CHINA, 13 BOUTIQUE NEL NUOVO TERMINAL DEL SHENZHEN BAO'AN

Dopo solo dodici esercizi dalla sua nascita, il brand di abbigliamento Desigual punta a raggiungere quest’anno il miliardo di euro di ricavi. Ad annunciarlo è Manel Jadraque, appena nominato ceo, che prende il posto del super manager dei record Manel Adell, passato al timone del gruppo cosmetico spagnolo Puig. Dagli 8 milioni di ricavi nel 2002 agli 828 nel 2013, Desigual ha visto l’utile netto crescere anche lo scorso anno del 76%, a quota 129 milioni, pari al 16% delle vendite. Per finanziare l’ulteriore crescita, necessaria per arrivare alla soglia dei nove zeri, la società spagnola ha aperto il proprio capitale ad Eurazeo, fondo di investimento parigino, che ha sottoscritto un aumento pari al 10% del capitale, versando 285 milioni di euro e valutando quindi Desigual 2,85 miliardi. Eurazeo ha dichiarato che questa operazione aiuterà il brand a espandersi a livello internazionale, incentivando l’apertura di nuovi negozi in Europa, Stati Uniti, America Latina e Giappone.

Colpo grosso di LS travel retail China nel nuovo terminal del Shenzhen Bao'an, hub internazionale della Cina meridionale. La divisione locale di Gruppo Lagardère Services vi ha aperto infatti 13 boutique di moda di lusso, con unità dai 60 a 150 mq per complessivi 1.700 mq, con i marchi Bally, Hugo Boss, Cerruti 1881, Coach, Dunhill, Emporio Armani, Ermenegildo Zegna, Furla, Montblanc, Salvatore Ferragamo, Shanghai Tang, Tommy Hilfiger e Versace. L’operazione desta maggiore interesse in quanto insiste, appunto, nel terminal di recentissima inaugurazione, grande ben tre volte i terminal A e B combinati e in grado di gestire sino a 45 milioni di passeggeri l’anno. Qui vi troveranno spazio 238 unità commerciali tra f&b e non food.

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r&f Vetrina Rovagnati sempre più… Snello

SenzaOlio Polli: leggerezza in tavola

Quattro nuove specialità per la linea Snello Gusto e Benessere di Rovagnati: il pollo cotto al vapore, il roast beef di tacchino, il salame e il trancio di petto di tacchino cotto in forno a vapore. Pensata per chi ama un’alimentazione sana ed equilibrata, senza rinunciare al piacere della tavola, la gamma Snello si amplia quindi con quattro stuzzicanti prodotti, ideali per pause quotidiane all’insegna del gusto e della leggerezza, per impreziosire antipasti, primi piatti o da consumare come veloce secondo.

Peperoni Grigliati, Carciofi Pugliesi, Cipolle Borettane e Funghetti alla Brace: sono queste le varianti dei SenzaOlio Polli. Un viaggio tra i sapori della gastronomia italiana attraverso una linea di prodotti dove la freschezza e l’alta qualità sono in perfetto equilibrio con la naturalità. Perfetti per pasti leggeri e facili da preparare, i SenzaOlio Polli sono a base di verdure di primissima qualità, preparate e conservate al naturale, capaci di abbracciare le esigenze di tutti coloro che prediligono cibi sani e leggeri per una dieta equilibrata.

Le Risette, tra pane e riso Riso Scotti cambia la “forma” del riso con prodotti che rispondono al claim “tanto buoni, così leggeri”. È il caso delle Risette, certificate biologiche, declinate nella versioni 100% riso, integrali, Riso e Mais, Riso e Soia. Indicate per chi cerca la leggerezza senza rinunciare al gusto, con un contenuto di grassi solo dell’1,3%, a bassissimo contenuto di sale, senza glutine, sono un sostitutivo del pane ideale da consumare da solo o da accompagnare nei pasti; perfetto anche per la prima colazione, come alternativa ai fiocchi di cereali e alle fette biscottate per spalmare miele, marmellata e creme.

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Patatine Pai: buone dal 1959 PAI torna sotto i riflettori: al rilancio della linea Qualità oro (che non solo si presenta con una nuova veste grafica ma con due nuovi formati da 140 e 240 grammi) si somma il lancio di due nuovi sapori: Pollo ed erbe aromatiche e Pomodoro e olive. Due novità con un gusto inedito, che ci riportano alla tradizione italiana e nello stesso tempo dimostrano la volontà dell’azienda di stare al passo con i tempi e con un mercato sempre più dinamico.

Pelle sempre giovane con StriVectin di Sephora

Il frollino double-chocolate di Farmo è gluten free

Sephora celebra la femminilità dedicando alla donna 3 prodotti per sublimare e dare un tocco di vivacità allo sguardo e per combattere l’invecchiamento, preservando l’elasticità e la tonicità della pelle. Accanto alla matita contorno occhi 12H Waterproof Sephora e all’ombretto colorful Sephora, per un look meraviglioso, incantevole e raggiante, ecco quindi StriVectin-TL tightening body cream, per aiutare a fortificare la pelle in modo che sia soda, tonica e sempre giovane.

I Frollini al Cioccolato Dark di Farmo a forma di cuore sono fragranti biscotti al cacao con gocce di cioccolato, ottenuti con ingredienti di alta qualità. Disponibili in comode confezioni da 200 g sono un prodotto buono e nutriente pensato per i celiaci. Ideali per la colazione, sono perfetti anche per la merenda e per ogni altro piacevole spuntino fuori pasto.


Sojasun Bifidus “Eletto Prodotto dell’Anno 2014” Sojasun Bifidus, la linea di dessert funzionali alla soia a marchio Sojasun, è stata insignita del premio “Eletto Prodotto dell’Anno 2014” nella categoria Soia. Il prestigioso riconoscimento internazionale è il risultato della più importante ricerca di mercato del settore in Italia che ha coinvolto oltre 12.000 consumatori. La linea comprende 5 cremosi dessert ai gusti bianco naturale, cereali e frutta, mirtillo, prugna e limone. Tutti 100% vegetali e naturalmente privi di colesterolo e lattosio, sono arricchiti di calcio e del prezioso Bifidus: una valida e golosa alternativa allo yogurt tradizionale.

Zippo: una nicchia di comodità Pensato per gli ambienti ufficio e contract, caratterizzato da linee pulite ed essenziali: sono queste le caratteristiche di Zippo, divanetto imbottito a due posti. Una nicchia di privacy per isolarsi dall’ambiente circostante, un luogo perfetto per tenere una riunione, lavorare al pc o parlare al telefono. L’altezza e conformazione dei fianchi e dello schienale garantiscono un’ottima capacità fonoassorbente, l’anima della seduta in poliuretano ignifugo a densità variabile e l’inclinazione dello schienale offrono un comfort assoluto.

Foscarini a tutto “Led” La collezione Foscarini si arricchisce di una gamma completa di lampade Led. Sviluppata interamente dall'ufficio tecnico dell'azienda, completa e diversificata, la collezione offre tutti i vantaggi in termini di riduzione di consumo energetico, ciclo di vita più lungo ed assenza di manutenzione, pur mantenendo immutata la luminosità di sempre. Accanto alle quattro icone Caboche, Twiggy, Big Bang e Tress, completamente riprogettate nella funzione illuminotecnica, una gamma che si adatta agli ambienti più vari: Anisha, Chouchin mini, Aplomb, Flip, Magneto, Maki, Tress stilo e Plass.

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[La foto[

EATALY SMERALDO MILANO Il 25째 store del food Made in Italy, con oltre 5.000 mq su tre livelli, firmato Oscar Farinetti.

ph. Alberto Anderloni

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r&f La pulce nell’orecchio

di Simone Filippetti

Eurnekian, Firenze, Pisa, gli aeroporti e la politica

A

volte ritornano. Stavolta dell’Argentina. Con il suo controverso curriculum, riappare sulla scena il finanziere latino-americano di origine armena, Eduardo Eurnekian. L’uomo d’affari si prepara a fare l’asso pigliatutto degli aeroporti della Toscana: Firenze e Pisa. Con una doppia mossa: un’Opa su Adf, la società che gestisce il terminal fiorentino; e un’altra, concomitante, su Sat, che amministra quello pisano. C’è molto senso industriale. Perché i due aerodromi sono vicini (anche troppo forse), con Firenze aeroporto “premium” e Pisa a fare da hub per le low cost. Ma leggere la mossa di Eurnekian solo con la lente finanziaria-imprenditoriale, che pure percorre 10 anni di industria aerea in Italia, sarebbe in ogni caso solo un pezzo del puzzle: dietro la mossa su Adf-Sat si intravede anche la politica. Perché l’Aeroporto di Firenze porta dritto al neo-premier Matteo Renzi, il più giovane primo ministro e homo novus dell’Italia post-berlusconiana. Ai più attenti non sfuggirà infatti che sulla poltrona di presidente di Adf siede Marco Carrai (considerato uno dei fedelissimi di Renzi). L'ultima volta in cui si avevano avute notizie di Eurnekian in Italia risale a nove anni fa: sulla sua strada c’era la Sea, allora aspirante matricola di Borsa. Il

suo nome compariva tra i candidati per rilevare un pacchetto della società che gestisce gli aeroporti di Milano. Alla fine Eurnekian non riuscì nel suo disegno, che venne invece realizzato alcuni anni dopo dal fondo F2i, e il suo nome tornò nel dimenticatoio. Fino a oggi, quando ha ricomprato proprio da Gamberale il pacchetto di Adf: un corposo 34% su cui è arrivata anche la benedizione di Dario Nardella, vicesindaco di Firenze, nonché storico braccio destro del premier. Corporacion America, dell’ottantenne Eurnekian, ha sborsato 40 milioni a Gamberale e ora si prepara alla scalata definitiva con un’Opa in Borsa: investimento totale di 120 milioni, soldi che andranno agli attuali azionisti, pubblici e privati. Per Gamberale, impegnato da anni nella costruzione di un polo aeroportuale, sembra quasi un disimpegno. Nel frattempo l’uomo d’affari argentino ha rilevato anche un pacchetto di Sat, su cui ha lanciato una seconda Opa. Eurnekian pare goda di sponsorizzazioni di altissimo livello: si fa addirittura il nome di Vito Riggio, il potente numero uno di Enac, che già anni fa si era speso a suo favore, celebrandolo come un investitore competente nel settore aeroportuale. Ma il passato incombe ancora sull’imprenditore latino:

MERCATI IN FIERA NOME

Eduardo Eurnekian in questi mesi a processo a Vicenza, con altri dieci imputati tra cui il suo supposto plenipotenziario in Italia, Roberto Naldi, ingegnere e anch’esso, coincidenza, fiorentino, per la bancarotta della compagnia aerea Volare, di cui era azionista. Acclamato come il classico “cavaliere bianco”, Eurnekian era entrato nella compagnia fondata dall’orafo Gino Zoccai e dall’ex comandante Vincenzo Soddu, nella primavera del 2004, versando circa 80 milioni. Pochi mesi dopo, però, in autunno, Volare lascia gli aerei a terra e l’imprenditore si trova invischiato nel dissesto della compagnia che era nata col sogno di diventare l'Alitalia del Nord, ma che causa invece un buco da 500 milioni di euro. Lui si è sempre dichiarato parte lesa, ma i pm sostengono che, dopo il fallimento, il commissario straordinario di Volare

(poi scomparso), Eurnekian e lo stesso Naldi avrebbero dato vita a un accordo corruttivo finalizzato a favorire Alitalia nell’acquisto rispetto ad altre pretendenti. Curiosità: a difenderlo, in quell'occasione, era l'avvocato Giuseppe Bonomi, ex presidente della Sea, in cui l’imprenditore sudamericano cercò poi di entrare. Il primo contatto tra l’argentino e la società milanese risale addirittura al 1998 quando il governo presieduto da Carlos Menem privatizzò gli aeroporti argentini e il finanziere mise in piedi un consorzio, AA 2000, con cui ne rilevò il controllo. All'operazione partecipò anche la Sea con una quota del 10 per cento. Fallito l’affondo su Malpensa, Eurnekian ha puntato poi su altri scali minori italiani e pure su Barcellona, ma ha sempre ricevuto un Niet. Ora potrebbe riuscirgli il colpo su Pisa e Firenze. Naturale esito sarebbe la fusione dei due scali, ma c’è un ultimo ostacolo. Pisa è la città di Enrico Letta, l’ex premier scalzato dalla poltrona proprio dal fuoco amico di Renzi, i cui proconsoli a Firenze sembrano favorevoli a Eurnekian. Ed ecco che ritorna in gioco la politica e il potere. Insomma il Risiko aeroportuale, di cui tante volte abbiamo scritto sulle pagine di questo giornale, sta vivendo un’altra fase calda e complessa. In attesa di nuovi equilibri.

CALENDARIO APRILE 2014 - GIUGNO 2014 COSA

DOVE

RETAIL FOOD SERVICE

Food service

Milano

QUANDO 3 aprile

WEB www.popai.it

VINITALY

Vini & distillati

Verona

WORLD TRAVEL CATERING & ONBOARD SERVICES EXPO

Travel catering

Amburgo

CIBUS

Food

Parma

VENDITALIA

Vending

Milano

TEMPORARY RETAIL 2014

Retail

Milano

28 maggio

www.retailfood.it

RETAIL BUSINESS FORUM

Retail

Gubbio

22-23 maggio

www.richmonditalia.it

EIRE

Real estate

Milano

24-26 giugno

www.italiarealestate.it

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retail&food - aprile 2014

6-9 aprile

www.vinitaly.com

8-10 aprile

www.worldtravelcateringexpo.com

5-8 maggio

www.cibus.it

7-10 maggio

www.venditalia.com




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