retail&food 03 2014

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TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

Anno 9 • Numero 3 • MARZO 2014 • € 5,00

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Grandi progetti internazionali

La Cina si avvicina Know how e brand italiani nei 35 destination center di Jihua Group e Arcoretail

Dossier aeroporti

Resoconto fiere

Prima pietra

Milano Linate

NRF 2014

Orio extension



NEWS PRIMAE NOCTIS CENTRI COMMERCIALI, QUEL CHE CONTA AVANZA

L’OPINIONE INVESTIMENTI: CRESCONO PER SUPERMERCATI E RETAIL PARK Il nostro indicatore di tendenza di lungo termine suggerisce che il mercato immobiliare europeo sia complessivamente vicino al “fair value”, e abbia di conseguenza il potenziale per fornire buoni rendimenti a medio termine, pur con differenze sostanziali a livello nazionale. Il mercato italiano, come per altri paesi dell'Europa meridionale, risulta sottovalutato, in seguito a un considerevole aumento dei rendimenti e diversi anni di declino dei valori. La percezione degli investitori ha continuato a migliorare in tutta Europa, e le transazioni sono in crescita. Nel complesso, i mercati del lavoro sono generalmente sottotono, in particolare per gli immobili secondari per i quali la domanda rimane debole. I settori commerciale e industriale sono sottovalutati e nei prossimi cinque anni dovrebbero dare risultati migliori del settore terziario, più volatile e lievemente sopravalutato. Siamo più cauti sugli uffici nelle città chiave come Londra, Parigi e Zurigo, che sono ora troppo cari per effetto della domanda di investimenti internazionali che ha spinto i rendimenti a livelli molto bassi. Fra le tipologie di immobili più interessanti vi sono parchi commerciali, supermercati e unità logistiche e, infine, proprietà industriali in locazione multipla in aree urbane dove l’offerta è limitata. Il settore commerciale sta assumendo una fisionomia sempre più polarizzata tra siti dominanti e negozi di vicinato come i supermercati e i parchi commerciali, che continuano a registrare buone prestazioni. La maggior parte della “terra di mezzo”, in particolare i negozi al dettaglio secondari e i centri commerciali, si trovano sempre più in difficoltà.

Editoriale

In questo numero di retail&food troverete tre storie importanti relative al mondo dei centri commerciali. Spazi enormi e magici, fino a pochi anni fa. Oggi strutture che – tolte alcune esperienze fortunate – soffrono più o meno la sindrome da vacancy. Ma torniamo a noi. Jihua Group e Arcoretail hanno cominciato a realizzare e commercializzare i primi cinque destination center in Cina. Un progetto ambizioso ma anche un’opportunità unica di approcciare un mercato gigante e complicatissimo come quello cinese. Uno dei celebri AAA italiani, Oriocenter, ha invece avviato un nuovo ampliamento che porterà ulteriori 30.000 metri quadri di GLA. Di questo ma anche di prezzi, logiche di commercializzazione e prospettive per Orio abbiamo scritto nel ‘Prima pietra’ di questo numero. E infine, last but not least, nel ‘Parola di’ è Victor Busser Casas di Arcus Real Estate, società legata al Gruppo Percassi, a svelare ai lettori di retail&food alcune importanti ed esclusive anticipazioni su Westfield Milan, uno di quei progetti che per dimensioni e offerta rappresenterà una pietra miliare del retail RE europeo. Da queste tre iniziative una certezza. Crisi economica, saturazione dell’offerta, evoluzione dei modelli distributivi hanno reso l’industria dei centri commerciali meno ampia e ricca. E difficilmente si potrà tornare ai fasti di un tempo. Ma il mondo va avanti e con esso i progetti, e i centri, migliori. Per cui la storia è ancora tutta da scrivere.

Vittorio Annoni, head of investment management Aberdeen Italy, ceo della branch italiana di AAM Deutschland AG

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Anno 9 numero 3 marzo 2014 Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Claudio Francesco Merlo - claudio.merlo@edifis.it Massimo Andreis - massimo.andreis@edifis.it Hanno collaborato Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Giuseppe Bonomi, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Stefano Gardini, Paolo Prota Giurleo, David Jarach, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Dante Marro, Giorgio Moroni, Roberta Motta, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Enrico Pazzali, Alessio Quaranta, Mario Resca, Leopoldo Resta, Vito Riggio Pubblicità dircom@edifis.it Amministrazione Antonella Ferraraccio impaginazione Claudio Rossi Oldrati

INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&FOOD retail&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre r&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retallers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 7.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 118.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communites di riferimento.

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SOMMARIO

n°3 marzo 2014 22

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34 NEWS PRIMAE NOCTIS Centri commerciali, quel che conta avanza

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L’OPINIONE di Vittorio Annoni Investimenti: crescono per supermercati e retail park

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R&F NEWS

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R&F NEWS OPENING

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INDICE R&F Bene la fine, male il principio

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OSSERVATORIO PREZZI 20 HI-TECH, tra sconti e offerte In un mercato che soffre gli effetti della crisi, le differenze di costo dei prodotti di elettronica di consumo sono riferibili principalmente alla presenza di numerose e reiterate promozioni. STAR TREK RETAIL Destinazione Salmoiraghi & Viganò

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PRIMA PIETRA 26 Oriocenter, al via la terza fase Entro la primavera andrà in cantiere il progetto di ampliamento del centro commerciale bergamasco, che prevede 30mila mq di nuova gla, per un totale di 105mila mq di superficie lorda affittabile. Circa 80 insegne faranno il loro ingresso in uno degli shopping center più performanti d’Italia. La commercializzazione è già avviata. LONG LIFE 30 Centro Commerciale Due Mari, terminal Sud del retail Avviato nel 2003 con una gla di 20mila mq, il mall di Maida (CZ) è ben presto divenuto un polo di riferimento per lo shopping locale. Nel 2008, con l’inaugurazione di ulteriori 15mila mq, il salto di qualità: più che raddoppiato il numero dei punti vendita, aperti multisala e nuovi servizi. Ad oggi non sono presenti unità sfitte.

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DOSSIER AEROPORTI 34 Linate rilancia (dwell time permettendo) Vocazione di scalo e vincoli infrastrutturali limitano la shopping experience nel city airport milanese. La scommessa è quella di puntare su formule premium con inserti di lusso per il travel retail e di esaltare formati e prodotti del territorio a tavola, con un occhio interessato ad EXPO 2015.

ANALISI MERCATO 54 Digital signage: adelante, con juicio Le tecnologie digitali e l’installazione di display “intelligenti” prendono piede anche negli store e tra i retailer italiani. Tra sostenitori entusiasti e criticità, soluzioni innovative e potenzialità inespresse, ritardi e approcci – per qualcuno un po’ – radicali, ecco una fotografia del settore.

RAPPORTO M&A DI KPMG Fusioni e acquisizioni: un vivace 2013

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LA KERMESSE DEI BILANCI Le fiere si riposizionano, verso il basso. Tiene la fascia top

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RESOCONTO FIERA 58 NRF 2014, questo sì che è un BIG SHOW! Abbiamo visitato l’appuntamento annuale della National Retail Federation (NRF), il cosiddetto BIG SHOW. La migliore vetrina al mondo per le tecnologie dedicate al retail ma anche per farsi qualche idea sulle prossime tendenze nei consumi.

GRANDI PROGETTI INTERNAZIONALI 40 Gruppo Jihua e Arcoretail: 35 destination center in Cina Li abbiamo incontrati al Mapic di Cannes: da una parte Liu Ming Zhong, membro del 18° Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese e presidente di XinXing Cathay International Group; dall’altra Luca Bastagli Ferrari, ceo di Arcoretail; “al centro” un maxi progetto turistico/immobiliare denominato Jihua Park, con sport indoor, intrattenimento e retail. Due i cantieri già avviati. PAROLA DI… VICTOR BUSSER CASAS Arcus Real Estate (Gruppo Percassi): «Westfield Milan trasformerà il mercato»

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INTERNATIONAL

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VETRINA

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LA FOTO

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LA PULCE NELL’ORECCHIO Orio Al Serio, la rivincita del low cost

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STATION TO STATION 48 S. Lucia, shopping in Laguna Trentadue miliardi di euro d’investimenti per novemila mq di GLA commerciale, 24 vetrine in attività e 15 in pipeline per un fatturato retail a regime da 40 milioni di euro: lo scalo ferroviario di Venezia scalda i motori con un mix merceologico a misura di turista. MISTERY IN MALL The Shops at Columbus Circle

NEWSTECH&ARREDO

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RUBRICHE STOCK OPTION OBIETTIVO PERSONALE COMUNICAZIONE DI SERVIZIO NEW MARKETS OUTLOOK INVIATO SPECIALE COSA OCCORRE SAPERE PER...

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r&f News GRANDI STAZIONI, TRA SPIN-OFF E VALORIZZAZIONE DEL RETAIL Tutte le opzioni sul futuro di Grandi Stazioni sono sul tavolo di Mauro Moretti, amministratore delegato di Gruppo Fs nonché presidente di Grandi Stazioni. Indiscrezioni delle scorse settimane parlano di una possibile vendita delle attività profittevoli, quindi i ne-

gozi, della società che gestisce i principali 14 scali in Italia. Precedentemente si è parlato di un possibile spin-off delle attività e degli immobili, con l’obiettivo di creare una newco nella quale conferire tutto il business retail da valorizzare. Proprio per questa ragione, Moretti, nell'arco di alcuni mesi avrebbe intenzione di avviare un beauty contest per selezionare un advisor finanziario che studi le varie opzioni dello scorporo industriale e della valorizzazione della divisione retail.

NUOVA GESTIONE SEA/APCOA DEI PARKING DI ORIO AL SERIO…

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’ATI composta da SEA e APCOA Parking Italia si è imposta nella gara lanciata da SACBO per l’affidamento della gestione dei parcheggi dell’aeroporto di Bergamo Orio al Serio: il contratto va a decorrere da febbraio 2014 sino a febbraio 2020. L’alleanza, che collabora da circa quindici anni nella gestione del parking del Terminal 1 di Malpensa, andrà a gestire uno spazio dedicato da 7mila veicoli. SEA, capofila dell’associazione temporanea, gestirà direttamente i rapporti con SACBO e sarà responsabile della parte economica e finanziaria, nonché di una serie di migliorie previste a contratto (l’attivazione del servizio Telepass per il pagamento della sosta e quello di ecommerce per l’acquisto di ticket per il parcheggio), mentre APCOA si occuperà della gestione operativa. SEA, che ha già 5mila posti auto a Milano Linate e oltre 10mila a Milano Malpensa, andrà in tal modo a gestire uno dei maggiori sistemi di parcheggi d’Italia.

Stock option

AGRIVILLAGE, PRESTO NEL COMUNE DI SANT’ORESTE (RM) Di fianco al Soratte Outlet, nel comune romano di Sant’Oreste, presto prenderà vita il format di Arcoretail denominato Agrivillage. Tale format è stato ritenuto il più idoneo da parte dell’ente locale per valorizzare le caratteristiche identitarie del territorio e le sue molteplici vocazioni espressione del genius loci, coniugando tradizione e innovazione. Oltre a creare un “mercato di prossimità” per i prodotti delle aree circostanti, Agrivillage sarà il fulcro di un processo di razionalizzazione dell’offerta che non si limita all’area metropolitana di Roma e alla regione tiberina nel suo complesso, ma si propone l’obiettivo di costituire un polo di portata regionale e interregionale. In termini socioeconomici, le ricadute sono notevoli: l’investimento privato inizialmente previsto è di circa 25 milioni di euro e il progetto garantirà a regime la creazione di oltre 500 nuovi posti di lavoro, al netto dell’indotto, per il quale si stimano altre 200 unità impiegate.

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Expo 2015 Non siamo mai stati teneri con il lancio dell’evento Milanese. Troppo trionfalismo puzza sempre di bruciato. Moratti, Prodi, Formigoni e tanti manager ne hanno scritte e dette di ogni colore in passato. Ma ora ci siamo quasi e bisogna dare il meglio per Milano e per l’Italia. Cibus La più importante fiera italiana per il food Made in Italy preannuncia un’edizione boom, con il sold out a mesi dal taglio del nastro. Tra le conferenze non solo ristorazione tradizionale e GDO retail ma anche tanto food service e duty free. Ci si vede a Parma! Business Media Il Sole 24 Ore ha venduto tutti i suoi periodici a un altro editore milanese. Tra questi MarkUp, GDO week, Bargiornale. Un passaggio di proprietà critico e un futuro difficile per queste storiche testate e per tanti colleghi. A loro un sincero in bocca al lupo.

H&M Il colosso svedese del fast fashion continua a mietere vendite, ricavi e utili. Ma la notizia è che il quarto trimestre 2013 ha dato risultati inferiori alle stime. Colpa del costo di materie prime e trasporto, pare. Anche i giganti inciampano.

Brebemi Il 25 aprile dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) terminare i lavori per la Brebemi, la nuova autostrada tra Brescia e Milano la cui apertura al traffico è fissata al 1° luglio. Nessuno vuole distribuire benzina (gare deserte) per il ristoro una sola offerta. Tempacci.

Grandi Stazioni Le gallerie commerciali sviluppate in alcune grandi stazioni italiane (Roma, Milano, Venezia…) sono considerate un asset prezioso dallo Stato, azionista di maggioranza di Grandi Stazioni. E quindi via di spin off e pronti al mercato per fare cassa. Auguri.

Centostazioni A differenza dei fratelli maggiori di Grandi Stazioni, in Centostazioni (60% FS, 40% Save) di grandi o brillanti progetti retail non se ne sono visti, Milano Garibaldi a parte. E intanto il socio privato sembra voler uscire. Ma chi potrebbe voler prendere il suo posto?

Oviesse Beraldo, patron di Coin, ha tentato un rilancio in grande per i department store Oviesse di proprietà dello stesso Gruppo. A distanza di pochi anni il risultato non entusiasma, troppo dura la concorrenza di svedesi e spagnoli. Chi l’avrebbe detto…

Autogrill burger Il lancio del nuovo panino con hamburger di Autogrill è uscito da bar e ristoranti e si è affacciato con banner e promozioni su siti consumer, fatto anomalo per la multinazionale milanese. Peccato che l’hamburger invetrinato tra un Camogli e una Rustichella non faccia proprio un grande effetto...


…. E SACBO ALLUNGA LE MANI SU MONTICHIARI

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rende quota l’offensiva di SACBO per gestire l’aeroporto di Montichiari. Il Tar di Brescia ha accolto, infatti, il ricorso presentato dalla società a cui fa capo l’aeroporto di Orio al Serio contro il decreto ministeriale che affidava la concessione per lo scalo bresciano alla Catullo di Verona. "Il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia, Sezione di Brescia – recitano le carte – accoglie il ricorso, e, per l'effetto, annulla l'atto concessorio; respinge la domanda di declaratoria di inefficacia della annessa convenzione di gestione. Ordina alle autorità pubbliche convenute di dar luogo - senza indugio - ad una gara pubblica secondo le regole comunitario-nazionali”. La sentenza è stata subito commentata da Sacbo con una nota, in cui “prende atto dell'esito, in linea con le proprie attese, ed esprime fiducia che il futuro dello scalo bresciano possa essere inquadrato in una logica di sviluppo del sistema aeroportuale della Lombardia e scaturire da un piano strategico basato in primis sulla sinergia con l'Aeroporto di Bergamo Orio al Serio”.

TESSILE: IN CALO NEL 2013, MA GALERIES LAFAYETTE IN RIPRESA NEL TERZO TRIMESTRE VERSO MILANO

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uardando il bicchiere mezzo pieno, dopo un filotto di sei trimestri negativi consecutivi il terzo trimestre del 2013 vede le vendite del settore abbigliamento balzare in avanti del 5 per cento. È un dato, comunicato in occasione della conferenza di apertura di Milano Unica, che tuttavia non cancella il segno meno davanti ai numeri dello scorso anno, che ha visto un decremento del fatturato del 2,4% (a quota 7,8 miliardi di euro) e delle esportazioni dell’1,4%, mentre le importazioni sono salite del 3,2 per cento. Tra le esportazioni, nei primi nove mesi del 2013 quelle in aree intra Ue sono scese del 2%, rispetto a quelle extra Ue che sono diminuite addirittura del 4,4 per cento. E anche l’occupazione del comparto continua a risentire della crisi: secondo un’indagine campionaria congiunturale del centro studi Smi, nei primi nove mesi del 2013 l’occupazione nel settore cotoniero è calata del 7% mentre in quella del segmento laniero è rimasta stabile.

I

l tempio dello shopping parigino, e non solo, sulla strada per Milano? Così recita il quotidiano Le Figaro, che ha ipotizzato entro il 2017 il grande opening. L’apertura di Galeries Lafayette nel capoluogo lombardo rientrerebbe nel progetto di internazionalizzazione del gruppo, che ha già pianificato cinque tagli nastro all’estero. Nella nostra Penisola, la scelta sarebbe ricaduta sulla città meneghina, dopo essersi orientata inizialmente su Venezia, per la sua rilevanza nel business della moda. Le Galeries stanno vivendo un periodo molto positivo, trainato dall’aumento dei consumi dei prodotti di moda e lusso, come dimostra il fatturato arrivato a 2,2 miliardi di euro nel 2013, che gli ha permesso di superare in classifica altri grandi magazzini internazionali come Harrod’s a Londra, Bloomingdale’s a New York e Isetan a Tokyo.

IL LUSSO, DESTINATO A CRESCERE

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dati sul mercato del lusso, presentati da Fondazione Altagamma, parlano chiaro: secondo la ricerca “True Luxury Global Consumer Insight”, i 380 milioni di consumatori del lusso che spendono oggi circa 730 miliardi di euro diventeranno 440 milioni nel 2020, per una spesa complessiva che raggiungerà quota 880 miliardi. Sul totale dei consumatori, circa 32 milioni sono definiti “core” (con una spesa media annua di circa 10mila euro) e rappresentano circa il 40% del mercato totale. I restanti sono classificati come aspirazionali, e si caratterizzano per una spesa fino ai 2mila euro all’anno. I paesi maggiormente coinvolti saranno gli Stati Uniti, seguiti da Cina (che vedrà 15 milioni di nuovi compratori), Europa e Middle East. Motore di questa crescita sarà ancora lo sviluppo del monomarca, ma con delle distinzioni. Nei paesi maturi sono più apprezzati i punti vendita specializzati in location esclusive, che offrono un’esperienza di acquisto intima, mentre nelle economie emergenti vengono prediletti i grandi flagship store, dove l’esperienza digitale rappresenta un valore aggiunto.

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r&f News ESSELUNGA A VERONA, 27,5 MILIONI PER IL TERZO SUPER Oltre 27 milioni di euro per un’area di 24.400 mq a Verona, di fronte alla Fiera. È la somma che sborserà Esselunga per costruire il terzo supermercato nell’area veronese. Con un costo medio per mq di circa 1.127 euro, il Gruppo (con un fatturato che ha sfiorato i 7 miliardi di euro nel 2013, una forza lavoro di 20.600 addetti e 145 store localizzati nel nord Italia) si è aggiudicato l’area di proprietà della società Polo Fieristico Veronese, partecipata all’85% dal Comune di Verona e al 15% dall’ente Fiera. Il bando per la vendita dell’area partiva da un prezzo base pari a 25 milioni. Su di essa verrà realizzata una grande struttura di vendita con una superficie massima di 8mila metri quadrati. L’acquirente si impegna altresì ad assumere almeno 120 dipendenti, con preferenza, a parità di requisiti, per lavoratori residenti in provincia di Verona.

AUTOGRILL: MENO ITALIA, PIÙ ESTERO

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’è sempre meno Italia nel portfolio aeroportuale (e non solo) di Autogrill. Nel 2013 ha chiuso a Catania i tre punti vendita in gestione a marchio Acafé, Ciao e Titoli e ha ridotto la sua presenza al T1 di Malpensa, con la rinuncia ai punti vendita Ciao, Spizzico e Sky Lounge al piano mezzanino delle partenze e all’Acafé dei check-in. L’ultimo passo indietro è delle scorse settimane, con l’annuncio dell’uscita dal contratto dei 5 punti di ristoro di Napoli Capodichino (Ciao, Obikà, Puro Gusto, Tentazioni e Acafé). A subentrare, in tre slot, sarà Sebeto con le formule Rossopomodoro, RossoCaffè e Ham. Di contro, la società di Milanofiori cresce all’estero. Sempre delle scorse settimane è il rinnovo della concessione nello scalo di Copenaghen, attraverso la divisione HMSHost International, che estende di ulteriori 5 anni la durata del contratto di gestione di parte delle attività food&beverage dell’aeroporto, con previsioni di ricavi

Obiettivo Personale

pari a 80 milioni di euro tra il 2014 e il 2020. Autogrill continuerà a proporvi BK, di cui verranno ampliati gli spazi nel Terminal 3, e Starbuck’s, con due punti vendita collocati rispettivamente nei Terminal 2 e 3. Il Gruppo gestisce inoltre nello scalo danese altri quattro locali: Starbuck’s e The Bar nel Terminal 3 e due convenience store Grab&Fly nel Terminal 2. L’operazione segna un consolidamento nel Nord Europa, dopo l’aggiudicazione, in autunno, delle nuove concessioni negli aeroporti di Düsseldorf in Germania, di Helsinki in Finlandia, nelle stazioni dell’Eurotunnel e nello scalo di East Midlands nel Regno Unito. A questi va aggiunto il recentissimo accordo con Rosneft: il colosso russo degli idrocarburi svilupperà in franchising il marchio Acafé all’interno di 7 stazioni di servizio che vedranno la luce lungo le principali arterie stradali che collegano l’area metropolitana di Sochi con il suo scalo aeroportuale.

A cura di OD&M (a Gi Group Company)

WOW service – sorprendere i clienti con servizi personalizzati “L'imprevisto, la sorpresa, lo stupore sono una parte essenziale e la caratteristica della bellezza”, così affermava Charles Baudelaire a metà dell’800. Oggi questa citazione è fatta propria in primis dagli esperti di marketing alberghiero ed è al centro delle strategie che ritrovano nella personalizzazione dell’offerta il loro punto focale. Prevedere, oggi, le richieste del cliente, sorprendendolo con servizi sempre più personalizzati, rappresenta un elemento di successo e il segreto per la fidelizzazione degli ospiti stessi. Più approfondita, infatti, è la conoscenza dei propri clienti, più facile sarà stupirli. Da qui nasce il cosiddetto “WOW service”, che prevede la costante ricerca di tutto ciò che consente di andare oltre la qualità media del servizio, distinguendo così i servizi “attesi” da quelli “personalizzati”. Più nello specifico, i servizi cosiddetti “attesi” sono quelli che il cliente si aspetta al momento dell’arrivo, sulla base delle informazioni che ha raccolto prima della prenotazione, che ha trovato sul sito della struttura o attraverso le recensioni. Sono rappresentati, inoltre, dalle aspettative che l’ospite ha maturato leggendo ulteriori dettagli sui servizi offerti. È bene che tali aspettative non vengano mai disattese, quanto piuttosto superate. Come fare quindi per sorprendere i clienti? Occorre agire in maniera creativa, offrendo loro soluzioni “personalizzate”, appunto, che li facciano sentire seguiti e ascoltati in tutte le loro richieste. Rispetto a tale ambito la divisione Horeca di Gi Group interviene nel

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supportare gli hotel nel Wow Service fornendo loro personale adeguato sulla base di specifiche esigenze, per citarne alcune: baby sitter qualificate per una serata speciale, maggiordomi pronti a soddisfare ogni genere di commissioni, personal shopper, autisti e concierge con approfondita conoscenza della città e degli eventi culturali presenti in quel momento.

Serena Pagani Division Manager Horeca, Gi Group



r&f News

WORLD CAPITAL, ACCORDO CON CARTE DI DEBITO, OBBLIGO CHINA COMM. RE ASSOCIATION ACCETTARLE SOPRA I 30 EURO

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emplificare e incentivare lo sviluppo dei brand italiani, e non solo, in Cina: questo l’obiettivo dell’accordo di collaborazione tra la società italiana World Capital e la China Commercial Real Estate Association. «La nostra presenza in Cina – afferma Meng Zhang, country manager China di World Capital – ci ha portati a entrare in contatto con molte realtà locali interessate a collaborare con operatori e investitori internazionali. La collaborazione con China Commercial Real Estate Association si inserisce in un più ampio progetto che prevede la fornitura di specifici servizi di assistenza per brand italiani e internazionali interessati ad entrare nel mercato cinese. Attualmente stiamo collaborando con diverse realtà – prosegue Meng Zhang – che ci hanno chiesto di assisterli nella ricerca di spazi commerciali di qualità per le loro attività».

ARCADIA GROUP AL 46,3% IN VISION: OBIETTIVO PIAZZA AFFARI

D

al primo gennaio 2014 è scattato l’obbligo per i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito, in base all’art. 15 comma 4 del D.L. 179/2012. Tale provvedimento, si legge tra le carte, si applica solo ai pagamenti di importi superiori a 30 euro e fino al 30 giugno 2014 si rivolge solo alle attività il cui fatturato dell’anno precedente è superiore a 200mila euro. Il Decreto, inoltre, definisce “carta di debito” quello strumento di pagamento che consente al titolare di effettuare transazioni presso un esercente abilitato all'accettazione della medesima carta, emessa da un istituto di credito, previo deposito di fondi in via anticipata da parte dell'utilizzatore, che non finanzia l'acquisto ma consente l'addebito in tempo reale. Occorre precisare che il provvedimento in oggetto entrerà in vigore il 28 marzo, dando così modo e tempo agli operatori interessati di dotarsi degli strumenti necessari.

C

ambia l’assetto azionario della catena di occhialeria Vision. In virtù di un aumento di capitale, Arcadia Small Cap, gestito da Arcadia Srl, entra con una partecipazione del 46,3 per cento. Questa operazione sarebbe il preludio di un ingresso in borsa nel giro di due o tre anni. Il manager Marco Procacciante continuerà a ricoprire la carica di amministratore delegato e a guidare il progetto di sviluppo della catena, con un investimento complessivo superiore ai 7 milioni di euro. Attualmente Vision Group opera tramite una rete di circa 1.500 punti vendita, di cui 210 a insegna VisionOttica.

CENTRI COMMERCIALI, FOOTFALL GIÙ A DICEMBRE Dicembre è, neanche a dirlo, il momento apicale per i consumi. Il mese su cui puntano tutti i retailer per fare cassa. Al contrario, un calo dei flussi nel periodo prenatalizio mette a rischio i bilanci di un intero anno. E così potrebbe davvero accadere, almeno guardando al numero dei visitatori registrati nei centri commerciale da Experian FootFall Italia. Il dato, infatti, ha evidenziato a dicembre 2013 un calo del 6,2% rispetto allo stesso mese del 2012, seguito poi dal classico crollo di gennaio con un -15 per cento. Questo nonostante i dati confortanti riguardanti l’autunno, quando novembre aveva segnalato una crescita del 13,6% su ottobre e lo stesso dicembre vedeva un aumento del 13,2% rispetto a novembre, evidentemente non sufficiente a equilibrare i dati rispetto al 2012.

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A cura di Acqua Group - www.acquagrouo.it Comunicazione di servizio Da comunicazione “NEL” a comunicazione “CON IL” retail

È

ormai riconosciuto che il retail si stia evolvendo dalla “shopping experience” verso la “social experience”: gli spazi commerciali diventano luoghi in cui si entra in contatto gli uni con gli altri, ci si rilassa, ci si diverte, si vivono esperienze. Luoghi sempre più simili a dei veri e propri centri di “intrattenimento”, con eventi, musica, sport, ecc. Insomma, delle vere e proprie “arene”, nel senso sportivo del termine. Vogliamo quindi estremizzare l’idea, cogliendo anche spunto da alcuni indizi che stiamo trovando nel mercato: come le arene sportive e i grandi spazi di intrattenimento vengono sponsorizzati e prendono il nome da brand di rinomata importanza (si pensi al Mediolanum Forum di Milano o alla Allianz Arena di Monaco) nasceranno anche dei centri commerciali sponsorizzati? Per il momento, l’idea può concretizzarti effettivamente in forme di co-marketing tra brand (di categorie o marche non conflittuali con i tenants) e centri commerciali: forme di “sostegno” reciproco. I marchi possono investire e sponsorizzare spazi o servizi

Da sinistra Davide Arduini e Andrea Cimenti

forniti dai mall, ottenendo in ritorno visibilità e brand image. Non più solo comunicare nel mall, ma comunicare con il mall, con obiettivi più simili a quelli delle attività tradizionali di comunicazione. Non solo sellout, quindi, ma anche notorietà e immagine di marca.

Davide Arduini e Andrea Cimenti Presidente e amministratore delegato di Acqua Group




r&f News

AS ROMA, IPOTESI STADIO CON POLO DISNEY E NIKE

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on sarà solo uno stadio, ma un grande complesso di intrattenimento che includerà anche i marchi del retail mondiale. Questo il progetto della proprietà statunitense dell’AS Roma, che coinvolge l’area dell’Ippodromo di Tor di Valle nelle adiacenze dell’autostrada Roma-Fiumicino, rispetto al quale si sta trattando con il sindaco Marino e le autorità locali. Tra i brand citati, potenziali protagonisti di un polo da 200mila visitatori al mese, ci sono quelli di Nike, Disney e Apple. Ma a questi si aggiungerebbero altre firme, oltre ovviamente a ristoranti. I contatti sono già avviati.

Aree di servizio in gara

scadenza attuale affidamento

durata contrattuale

Aglio Est - A1 - Dir.Nord Campiolo Ovest - A23 - Dir. Sud Chianti Est/Ovest (Ponte) - A1 Metauro Ovest - A14 - Dir-Sud Roncobilaccio Ovest - A1 - Dir Sud S.Nicola Est - A1- Dir.Nord S.Nicola Ovest - A1- Dir.Sud Sillaro Est - A14 - Dir.Nord Valtrompia Sud - A4 - Dir Est Verbano Est - A8 - Dir-Nord Verbano Ovest - A8 - Dir-Sud

31/12/2014 31/12/2014 31/12/2014 31/12/2013 31/12/2014 31/12/2014 31/12/2013 31/12/2013 31/12/2014 31/12/2014 31/12/2014

31/12/2025 31/12/2025 31/12/2025 31/12/2033 31/12/2025 31/12/2025 31/12/2025 31/12/2033 31/12/2025 31/12/2025 31/12/2025

CARREFOUR, TOCCATA E FUGA AL CC I PAPIRI

AUTOSTRADE PER L’ITALIA, 11 LOTTI IN GARA

S

I

ubentrato da circa un anno all’interno del centro commerciale I Papiri di Siracusa, Carrefour starebbe per abbandonare la struttura a favore di Spaccio Alimentare, catena presente in Sicilia e in Calabria. Sulla vicenda, che confermerebbe la progressiva fuoriuscita del colosso francese dal sud Italia, la stampa locale riporta l’intervento del deputato regionale Vincenzo Vinciullo: «L’anno scorso Carrefour aveva garantito che, riaprendo l’ipermercato, avrebbe assicurato stabilità occupazionale a tutti i lavoratori assorbiti (97, già ex Aligrup). Oggi, a meno di 12 mesi da quell’accordo, apprendiamo che, a quanto pare, Carrefour avrebbe deciso di cedere ad altro soggetto la gestione dell’ipermercato del centro commerciale “I Papiri” di contrada Pantanelli».

nverno caldo per Autostrade per l’Italia, che, in una situazione di mercato sempre più complessa e asfittica, ha posto in gara nelle scorse settimane 11 lotti (vedi tabella), ognuno dei quali include il servizio di ristoro. Da segnalare che ben cinque casi interessano l’A1 e che sette prevedono obbligatoriamente il servizio bar, il servizio di somministrazione e di ristorazione complementari all’offerta del bar e il market. Al contrario per le aree di Roncobilaccio Ovest, di Valtrompia Sud e di Verbano sia Est che Ovest è indicata come facoltativa l’attività di somministrazione e di ristorazione complementari al Bar. La data ultima per partecipare alla gara è stata lo scorso 19 febbraio, mentre per chiedere chiarimenti c’è stato tempo sino al 31 gennaio.

NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING

MALL… D’AFRICA Proponiamo questo mese il seguente excursus sulle principali attrazioni retail del continente africano che, come in tutte le economie emergenti, si concentrano prevalentemente in mega centri commerciali, condizionati e sorvegliati 24/24, o in aree residenziali protette. In Marocco (popolazione 33 milioni), più precisamente nel suo cuore economico, la città di Casablanca (5 milioni di abitanti), sorge il Morocco Mall, il secondo mall d’Africa in termini di superficie. Questo shopping centre, che si articola su 200.000 mq, ospita un acquario cilindrico da un milione di litri d’acqua con più di 40 specie diverse di pesci, un’immensa pista da pattinaggio, un cinema imax da mille metri quadri e più di 350 negozi tra cui, oltre ai soliti players del fast fashion, Fendi, Gucci, Ermenegildo Zegna e Prada, che qui ha esordito nel continente africano aprendo due negozi, uomo e donna. Anche Galerie Lafayette ha aperto al Morocco Mall il suo primo store africano. In Egitto (popolazione 85 milioni), presso Il Cairo, sua capitale e città più popolosa (15 milioni di abitanti nell’area metropolitana), troviamo il mastodontico shopping centre Mall of Arabia (superficie di 150.000 mq) e, in down town, il Katameya Mall (44.000 mq), il più esclusivo della città, dove ai 140 negozi esistenti si sono recentemente aggiunti Salvatore Ferragamo, Burberry e Paul & Shark. Un’altra città emergente dello shopping è senza dubbio Lagos, capitale della Nigeria (popolazione 174 milioni), che con circa 21 milioni di abitanti è la città più grande del continente nero. I nigeriani sono big spender per gli acquisti di lusso nelle capitali europee e a Dubai, con scontrini superiori del 50% rispetto a quello medio (i nigeriani rappresentano il 4% delle vendite totali presso Harrods a Londra). Il mercato di riferimento, ad oggi prevalentemente d’interesse per i marchi di orologi e di moda maschile, è ancora ristretto ma con un enorme potenziale. Si prevede che l’economia nigeriana, che fa parte dei cosi detti paesi Next Eleven, raggiungerà le prime 20 posizioni mondiali entro il 2050 (attualmente è trentasettesima). Queste considerazioni

www.strabranding.com

hanno spinto Ermenegildo Zegna ad aprire l’anno scorso un flagship store a Victoria Island che propone in vendita la collezione Couture fatta a mano e l’esclusivo servizio Su Misura. Nel mirino dei marchi del fashion troviamo anche Luanda (5 milioni di abitanti), capitale dell’Angola (popolazione circa 20 milioni): Morocco Mall - Casablanca è la città con il più alto costo della vita al mondo (Mercer’s 2013 Cost of living rankings report), dato ovviamente condizionato da non residenti e turisti. A Kilamba Kiaxi, vicino a Luanda, sta sorgendo una nuova città, interamente finanziata da capitali provenienti dalla Cina. Proprio i cinesi rappresentano oggi la comunità straniera più numerosa del Paese (260.000 residenti) e, di conseguenza, si prevede un forte indotto per il mercato retail e della moda. Infine, Johannesburg (circa 7 milioni di abitanti nell’area metropolitana), la più grande città del Sudafrica (popolazione 50 milioni), che rappresenta una destinazione per i marchi stranieri già affermata ma con un potenziale ancora molto alto (il 60% dei miliardari africani vive in Sudafrica). Moltissimi marchi italiani sono presenti da molto tempo presso lo shopping centre Sandton City, che ha aperto nel 1973 ed ospita 300 negozi. Ma non possiamo dimenticare al riguardo, presso Durban (seconda città del Paese con 3,5 milioni di abitanti), il Gateway Theatre of Shopping: è il centro commerciale più grande del continente africano e di tutto l’emisfero meridionale. Questo mall, con una superficie di 220.000 mq, ospita decine di teatri e cinema, 90 ristoranti e più di 400 negozi. Luca Esposito

retail&food - marzo 2014

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r&f News BNP PARIBAS VENDE IL CC LE MURA A FERRARA PER 38 MILIONI… Dopo la cessione, lo scorso 20 dicembre, di 10 immobili per un controvalore complessivo di circa 160 milioni di euro, Bnp Paribas Reim Sgr, per conto del Fondo "Estense Grande Distribuzione", ha venduto a un investitore istituzionale italiano la galleria del centro commerciale "Le Mura" di Ferrara e la partecipazione nella società Prima S.r.l. Il corrispettivo complessivo ammonta a circa 38 milioni di euro. In virtù di questa operazione, formalizzata a febbraio, il portafoglio residuo del Fondo è rappresentato da sette asset, per un valore totale superiore a 120 milioni.

… E ACQUISTA IL MALL DEL CC FONTI DEL CORALLO DA IGD SIIQ

L’accordo preliminare di vendita è firmato (14 febbraio) per un controvalore di 47 milioni di euro, mentre l’atto definitivo dovrebbe essere siglato il 28 di febbraio. Parliamo della cessione, da parte di IGD SIIQ, della galleria del centro commerciale Fonti del Corallo a un fondo immobiliare riservato gestito da BNP Paribas REIM Sgr. L’immobile è di circa 7.300 mq, con all’interno 55 punti vendita tra cui due medie superfici. L’ancora alimentare collegata alla galleria è un Ipercoop di circa 8.500 mq, che rimane in proprietà. «La vendita della Galleria del Centro Commerciale Le Fonti del Corallo, a un primario investitore istituzionale alla ricerca di rendimenti costanti nel lungo periodo, rientra nel programma di cessioni previsto nel Piano Industriale 2014-2016, con l’obiettivo di ottimizzare la nostra struttura finanziaria – ha commentato Claudio Albertini, amministratore delegato di IGD SIIQ S.p.A. –. Il valore di cessione è in linea con il fair value stimato dal valutatore indipendente al 30 giugno 2013, a conferma del lavoro svolto in questi anni per mantenere un’elevata qualità degli immobili di proprietà».

12

retail&food - marzo 2014

Inviato speciale

novità

ONLINE VS OFFLINE Da oltre un decennio gli esperti hanno predetto la lenta ma inesorabile fine del dettaglio tradizionale a causa di Internet. Sebbene la Rete si sia sviluppata vertiginosamente, i negozi resistono, rifiutando di scomparire in funzione di una realtà ovvia.

F

are shopping non è solo una necessità, ma un comportamento umano complesso che coinvolge una grande varietà di sensi, non soddisfabili online, con il risultato che questi due mondi stanno diventando, in realtà, complementari. Cominciano così a mostrarsi nuove strategie di sviluppo commerciale. Nel 2009, Dixons – un dettagliante di elettronica – lanciò una campagna pubblicitaria incoraggiando le persone a visitare i negozi tradizionali dei suoi concorrenti per poter dimostrare la competitività del suo portale online, www.dixons.co.uk. Ma questa campagna

localizzati in aree meno prestigiose e costose. Sembra che questo approccio funzioni per i marchi piccoli e innovativi; e per i grandi negozi e marchi? I clienti possono godersi un’esperienza ‘diversa’ quando comprano vestiti, ma cambia qualcosa se compro il mio dentifricio online o offline? La risposta è ‘certamente no’, ma io comunque non credo che questo porterà alla fine degli acquisti nei negozi di ‘cemento e mattoni’. Le persone si gratificheranno sempre facendo shopping, e queste nuove aspettative ci portano ai concetti dei nuovi shopping center, sedi perfette

in realtà non proponeva un approccio di vendita ‘omnichannel’, e così, nel 2012, Dixons annunciò che non avrebbe più continuato a vendere utilizzando Internet. Diversa la fortuna di Ruth e Tom Chapman, che iniziando con un singolo punto vendita ‘Matches’ a Wimbledon nel 1990, oggi hanno 14 sofisticati punti vendita in alcune tra le più importanti location di Londra. Queste boutique splendidamente arredate non sono negozi, ma showroom per un mercato web che spedisce merci in 120 paesi; qui online e offline sono veramente integrati, con grandi schermi in collegamento con portali in Internet e assistenti di vendita equipaggiati con iPad, con un’offerta in Rete di più di 250 brands. Questo dimostra che i negozi dovranno evolversi anche nel layout, con minore area a disposizione della vendita e con magazzini separati per vendite online

per attività socializzanti, luoghi di intrattenimento, cultura e anche istruzione. L’architettura gioca un ruolo centrale in questo sviluppo, visto che un centro commerciale diventa punto di riferimento e di incontro come un museo; luoghi dove la gente va per divertirsi, per imparare, per incontrare altra gente o per rilassarsi, costantemente collegati alla Rete. Foodcourt, ristoranti, bar e locali notturni sono sempre più importanti nei mall. Ad esempio, Cleopatra Mall, in costruzione al Cairo con apertura nel 2016, dedicherà oltre il 30% del suo mix merceologico alla ristorazione e al divertimento. Davide Padoa, CEO di Design International www.designinternational.com



r&f News cosa occorre sapere per...

a cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano

Recuperare l’immobile!

U

no dei temi che stanno più a cuore alle proprietà immobiliari è il recupero del bene immobiliare a seguito della risoluzione, a qualsiasi causa essa sia dovuta, del contratto di godimento del medesimo. Nel caso di locazioni vi sono procedure speciali quali lo sfratto per morosità o per finita locazione, che tuttavia non sono disponibili se il contratto in questione è un affitto di ramo di azienda. Nei centri commerciali, outlet, aeroporti e stazioni, la certezza in merito alla restituzione di un punto vendita rappresenta una priorità assoluta per ovvi motivi: tra gli altri, immagine del complesso commerciale nel suo insieme, certezza del ritorno economico, controllo. I contratti pertanto disciplinano nel dettaglio quali siano i casi di risoluzione e in quali termini e con quali modalità debba essere effettuata la restituzione del ramo di azienda – punto vendita. La prassi contrattuale regola poi cosa accade in mancanza di restituzione spontanea dei locali, con soluzioni varie, dettate sostanzialmente dalla constatazione che la tutela ordinaria oggi non è adeguata a gestire la situazione sopra illustrata. La procedura più rapida offerta dal sistema giudiziario è la richiesta di un provvedimento d’urgenza volto alla restituzione dell’immobile, che permetta in un tempo compreso tra poche settimane e qualche mese di rientrare in possesso del bene. I tempi mutano a seconda di una serie di fattori, quali il Tribunale competente, il carico di lavoro dell’ufficio giudiziario, le difese del convenuto e la documentazione prodotta in giudizio. Perché un provvedimento d’urgenza possa essere concesso è necessario che sussistano il requisito del fumus boni iuris e del periculum in mora, cioè una prova seppur sommaria del buon diritto e del potenziale danno che deriverebbe dal ricorso a un procedimento ordinario. Molti contratti sanciscono espressamente il riconoscimento da parte del conduttore della sussistenza dei presupposti per la concessione di un provvedimento d’urgenza. Si deve però notare che la previsione di tale clausola mantiene valenza perlopiù interna e se così può dirsi psicologica, in quanto il giudice

non è ad essa vincolato e la concessione del provvedimento è rimessa esclusivamente al suo apprezzamento. Altri testi prevedono il diritto di accesso al punto vendita per la proprietà, solo per casi tassativamente elencati, come per l’appunto la risoluzione del contratto con addebito e la conseguente mancata restituzione del ramo di azienda. Questa clausola trova peraltro applicazione ridotta, in quanto si scontra con la delicata situazione di fatto legata al possesso, che in sé viene tutelato dall’ordinamento giuridico. Sia detto per inciso che il tema, di tutto interesse per le proprietà, può diventarlo anche per gli operatori, quando essi prendano in affitto (o in locazione per il caso di centri storici) un locale, concedendolo a loro volta in godimento tramite un affitto di ramo di azienda a proprio partner commerciale: in questo caso, l’interesse alla restituzione dell’immobile è in re ipsa. Si pensi per esempio al caso di un subaffitto all’interno di un centro commerciale, ove alla mancata restituzione da parte del subconcedente, causata a sua volta dal comportamento del subaffittuario, scattano penali a carico del primo. Una buona tecnica contrattuale, unita alla conoscenza degli strumenti giudiziali di tutela, permette di approntare una serie di rimedi per il caso di mancata restituzione colpevole del bene, pur in assenza di quelle risposte omogenee e certe che le proprietà e gli operatori desidererebbero.

CURA DIMAGRANTE PER GRUPPO BENETTON Continua il periodo di tagli per Gruppo Benetton, che dopo aver dismesso dei marchi minori nei mesi scorsi, per un totale di 26 negozi, ora si appresta a tagliare in Italia altri shop, ma dei brand principali. Parliamo di 16 store United Colors of Benetton e di 11 Sisley . Il tutto è previsto nel piano triennale di ristrutturazione. «Nel corso degli ultimi anni di persistente crisi – dichiara l’amministratore delegato di Benetton Group, Biagio Chiarolanza – sul territorio nazionale abbiamo rilevato un grande numero di negozi. Purtroppo la persistente riduzione delle vendite ha reso ora necessaria la chiusura di un numero limitato degli oltre 2mila shop che abbiamo nella Penisola (più di 6mila in totale in tutto il mondo), perché non riescono più a sostenersi nelle attuali condizioni di mercato».

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retail&food - marzo 2014

Avv. Alessandro Barzaghi Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@pec.cocuzzaeassociati.com saranno lieti di rispondervi.



r&f News opening CHICCHIRICCHI FA TRIS IN FRIULI La divisione out of home di Riso Gallo ha tenuto a battesimo il terzo ristorante a marchio Chicchiricchi, che ha trovato spazio nel novero dell’offerta food & beverage del centro commerciale Tiare di Villesse (Gorizia), prima realizzazione italiana di Inter IKEA. Lanciata nel 2011

Palmanova Outlet Prima volta in stazione Village cala il poker per Sapori&Dintorni

C

ontinua il rinnovamento del Palmanova Outlet Village, dove cinque nuovi marchi si apprestano a sbarcare, ampliando l’offerta dall’abbigliamento agli accessori passando per la cosmetica e il design. Hilfiger Denim, Desigual, L’Erbolario, Calligaris e Ki6? Who are you?: ecco il poker d’assi di marchi italiani e internazionali che renderanno la shopping experience dell’outlet friulano più ricca e varia nel corso dell’anno. Ad aprire le danze è stato lo store Hilfiger Denim, inaugurato nei primi giorni di febbraio. E le novità non si esauriscono qui: si prospettano nei prossimi mesi opere strutturali mediante le quali si punterà ad accrescere l’attrattività della struttura. Illuminanti le parole di Luigi Maurizio Villa, direttore del centro, che, a commento di tale ulteriore fase evolutiva, ha dichiarato che si tratta di interventi «frutto di investimenti continui e mirati, capaci di valorizzare le risorse del territorio e cogliere le opportunità legate alla nostra posizione strategica e al turismo dello shopping».

con l’apertura del primo flagship store nella galleria commerciale Auchan di Cesano Boscone, alle porte di Milano, e quindi replicata nel 2012 con un taglio nastro al Le Due Torri di Stezzano (Bergamo), la formula commerciale a tema riso ha trovato spazio nella foodcourt della struttura friulana, che beneficia di 600 sedute comuni.

S

apori&Dintorni fa il suo esordio nel circuito ferroviario di Grandi Stazioni, a seguito di un accordo quadro che lo porterà anche nelle strutture di Firenze S.M. Novella, Milano Centrale e Napoli Centrale. Il format di casa Conad ha tagliato il nastro a una GLA di 600 mq all’interno di Roma Termini, con un’offerta particolarmente sbilanciata sui prodotti enogastronomici nazionali e del territorio laziale (il 92% dei supplier è del Belpaese), a fronte di una gamma complessiva di 5mila referenze (un migliaio delle quali con etichetta Conad, Conad Percorso Qualità e Conad il biologico) e un assortimento di circa 300 etichette di vini. Aperto dalle 6 alle 24, lo store è ubicato al piano interrato e contempla al suo interno dei reparti a libero servizio dedicati all’ortofrutta, alla gastronomia, alla carne e ai surgelati.

ARRIVA UPIM A I PORTICI DI FORLÌ Una boccata d'ossigeno per il centro commerciale I Portici di Forlì. A febbraio ha aperto i battenti lo store Upim, che di fatto ha preso il posto della catena di abbigliamento Bernardi, acquisita nell’agosto del 2012 da Gruppo Coin. La nuova àncora si estende su più di mille metri quadrati, dove ospita oltre all’abbigliamento donna, uomo, bambino e intimo anche accessori, complementi per la casa e profumeria. «È un'immagine completamente diversa – dichiara Massimo Iacobelli, direttore generale di Upim – quella che i clienti troveranno nei nuovi negozi Upim. Un design dalle linee semplici e pulite, un'atmosfera calda e accogliente, prodotti che uniscono qualità e convenienza». L’opening rilancia, in parte, il brand mix del centro commerciale romagnolo, che a detta della stampa locale si presenta ricco di offerta sul fronte del supermercato a marchio Coop, mentre nell’ala opposta vede ancora un alto tasso di vacancy.

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retail&food - marzo 2014

Fratelli la Bufala sbarca in Medio Oriente

D

ubai e Il Cairo: Fratelli la Bufala punta ai nuovi mercati asiatici. La catena di ristorazione campana che esporta in tutto il mondo i prodotti e le tradizioni culinarie del “made in Italy” prosegue la sua politica di espansione internazionale. Il nuovo store del gruppo, situato strategicamente nel cuore finanziario e produttivo degli Emirati Arabi, presso il The Beach Mall Dubai, aprirà i battenti entro il primo trimestre del 2014: è un ristorante di 900 mq che ai circa 300 posti a sedere e alla qualità del servizio e dei prodotti offerti ai propri clienti unisce il valore aggiunto di una splendida vista sul mare. Nella capitale egiziana invece, Emmesei, proprietaria del marchio di pizzeria napoletana doc, si appresta a inaugurare una location all’interno del Cairo Festival City Centre. Il nuovo ristorante avrà una superficie di circa 450 mq e una capienza di 250 posti a sedere. Sale quindi a 12 il portfolio di locali aperti all’estero dalla società italiana, dopo l’approdo in alcune importanti città europee e d’Oltreoceano (basti citare Londra, Barcellona, Berlino, Istanbul e New York).



r&f Indice r&f

a cura di Edifis Intelligence

Bene la fine, male il principio Il 2013 si è chiuso, per quanto riguarda i titoli del nostro comparto, in maniera abbastanza positiva: chi avesse investito 1.000 euro al primo gennaio, si sarebbe trovato a fine anno a conteggiare un guadagno del 15,86 per cento. Le aziende top dell'anno sono state Stefanel, che ha messo a segno una progressione del 155%, Tiffany con il 56% e Nike con il 51 per cento. Viceversa il 2014 si apre con segnali nefasti: il lusso, accessibile o meno, dopo una cavalcata al rialzo che dura oramai da parecchi anni, comincia a dare segni di cedimento; anzi, se

ci fermassimo ad oggi potremmo parlare perfino di crollo, in quanto la perdita dal primo di gennaio è di ben 11 punti. E il cedimento interessa un po' tutte le aree mondiali e tutti i segmenti; solo 7 titoli si salvano restando in territorio positivo, mentre tutti gli altri calano vistosamente. Tuttavia, non è la prima volta che assistiamo a qualche battuta d'arresto: sul periodo medio/lungo il settore ha sempre reagito bene, dimostrandosi un solido rifugio contro la ciclica volatilità dei mercati. Speriamo che sia così anche questa volta...

Quotazioni al 31.12.2013

Al 10.02.2014

Borsa

Valuta

Xetra

67,33

92,64

Indice al 31.12.13 137,59 %

Milano

0,56

0,70

125,00 %

0,78

111,43 %

Vtx

CHF

71,5

88,60

123,92 %

87,90

99,21 %

Damiani

Milano

0,92

1,23

133,70 %

1,44

117,07 %

Dufry

Svizzera

CHF

119,60

156,60

130,94 %

142,00

90,68 %

Fossil

Nasdaq

USD

94,04

120,30

127,92 %

115,65

96,13 %

Geox

Milano

2,17

2,64

121,66 %

2,89

109,47 %

Hugo Boss

Xetra

81,36

103,50

127,21 %

93,74

90,57 %

Inditex

Mce

105,50

119,80

113,55 %

110,10

91,90 %

Kering PPR

Parigi

142,69

153,90

107,86 %

149,20

96,95 %

Luxottica

Milano

31,07

38,95

125,36 %

39,04

100,23 %

LVHM

Parigi

138,80

132,60

95,53 %

133,62

100,77 %

Nike

Nyse

USD

51,84

78,64

151,70 %

72,45

92,13 %

Polo Ralph Lauren

Nyse

USD

152,11

176,34

115,93 %

154,99

87,89 %

Puma

Xetra

224,85

235,15

104,58 %

210,45

89,50 %

Safilo Group

Milano

6,66

17,00

255,26 %

17,05

100,29 %

Stefanel

Milano

0,41

0,36

87,80 %

0,43

119,44 %

Vtx

CHF

461,20

477,90

103,62 %

473,45

99,07 %

Nyse

USD

58,93

92,09

156,27 %

86,97

94,44 %

Milano

96,1

121,40

126,33 %

97,08

79,97 %

100,00

115,86

115,86 %

89,77

89,77 %

16.893,40

18.967

112,27 %

19.682

103,77 %

DAX

7.778,78

9.552

122,80 %

9.297

97,33 %

NYSE

5.838,60

7.062,40

120,96 %

6.796,27

96,23 %

10.688,11

16.291,31

152,42 %

14.718,34

90,34 %

AZIONI Adidas Aeffe C.F.Richemont

Swatch Group Tiffany & Co Tod's

INDICE RETAIL&FOOD FTSEMIB

NIKKEI

02.01.2013 31.12 2013

L’indice Generale r&f è ponderato nella misura di 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.

18

retail&food - marzo 2014

Indice al 10.02.14 85,00 91,75 %

10.02.2014

© Edifis Intelligence



r&f Osservatorio prezzi

HI-TECH, tra sconti e offerte In un mercato che soffre gli effetti della crisi, le differenze di costo dei prodotti di elettronica di consumo sono riferibili principalmente alla presenza di numerose e reiterate promozioni

I

l settore TCE (Technical Consumer Equipment), che raggruppa l’intero mercato dell’elettronica (compresi informatica, telefonia e fotografia), nel 2012 ha registrato un calo a valore del 3,6% sull’anno precedente, per un giro d’affari di 12 miliardi di euro. Le cose sono andate un po’ meglio l’anno scorso, con una previsione tendenziale di contrazione del 3% per il comparto TCE nel suo insieme ma un calo dell’11% per l’elettronica di consumo. In sofferenza informatica e fotografia mentre cresce ancora la telefonia. Non è tutto: nel 2012 il fatturato complessivo nazionale dell’elettronica di consumo è stato di 3 miliardi di euro, un livello pari a quello del 2006, con una differenza non proprio trascurabile: il prezzo medio dei prodotti ascrivibili a questa categoria merceologica è passato da 180 a 140 euro. Nel frattempo, è cresciuto l’ecommerce per l’elettronica: rappresentava il 5% delle vendite online realizzate in Italia nel 2012, che nel complesso valevano 21 miliardi di euro. Dopo questa rapida fotografia del mercato, tuffiamoci nel raffronto di questo mese, che ha visto protagoniste tre delle più importanti marche del settore, ciascuna con nume-

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retail&food - marzo 2014

rosi punti vendita da nord a sud dello Stivale, tra cui molti collocati negli shopping center: in ordine rigorosamente alfabetico Euronics, Mediaworld e Saturn. Abbiamo visitato, tra gli ultimi giorni di gennaio e i primi di febbraio, tre store riferibili alle suddette insegne, rispettivamente collocati presso i centri commerciali “Vulcano” di Sesto San Giovanni (sito al termine dell’asse lungo il quale, sulle ceneri delle acciaierie Falk, sorgerà la “Città della Salute” progettata da Renzo Piano), “Piazza Lodi” (nella zona sud est della città di Meneghino) e “MilanoFiori” di Assago (dove è approdata di recente la metropolitana verde del capoluogo lombardo). Passiamo dunque all’analisi vera e propria, partendo dal televisore LED 42 pollici. Ebbene, per tutti e tre i negozi considerati, il prodotto più conveniente è esattamente lo stesso: si tratta dell’Lg 42LN5400. Se l’apparecchio è lo stesso, varia però il prezzo: dai 399 euro di Euronics e Mediaworld ai 429 del Saturn di Assago. Quest’ultimo punto vendita si “riscatta” quando si considera il notebook con schermo 15,6 pollici più conveniente: costa infatti 299 l’Asus offerto dallo store dell’azienda tedesca. Si sale invece a 349

euro per il Lenovo venduto presso il Mediaworld, per approdare a 359 con l’Acer dell’Euronics di Sesto San Giovanni. Sul fronte delle fotocamere digitali a 16 Mpx, la meno cara (Fuji 500) la si può trovare ancora una volta da Saturn a 59,90; rispettivamente con 64,90 e 64,99 euro si può portare a casa invece la Nikon Coolpix da Euronics e Mediaworld. Veniamo adesso a un articolo che pare uscito dalla preistoria del mercato del telefonini, ma che evidentemente ha ancora una sua ragion d’essere (…prodotto): il cellulare più economico costa 19,90 in tutti e tre i punti vendita considerati nell’analisi: è un Samsung da Euronics e Saturn, un modello (anche qui senza fotocamera) di Alcatel da Mediaworld. Quando si considerano invece gli smartphone, ci si imbatte in un paradosso che la dice lunga sulla vastità dell’offerta attuale di prototipi dai target e dalle capacità e specifiche più disparate: se infatti un Lg L5 Optimus si compra con 109 euro da Saturn, ce ne vogliono 129 al Mediaworld e ben 179 da Euronics, dove, tuttavia, l’evoluzione della stessa marca e serie, il modello L7, in promozione, costa meno del “predecessore”: 159 euro.

Dal particolare al… satellitare Nello scompartimento dei navigatori satellitari, troviamo prezzi diversi ma la stessa marca a primeggiare: si tratta di Garmin, della cui azienda tre diverse declinazioni della linea Nuvi sono vendute a 79, 99 e 119 euro rispettivamente presso Saturn, Mediaworld e Euronics. Due piazzamenti ex aequo per gli hard disk esterni da un tera di storage, che hanno un prezzo di 79,90 euro


sia da Euronics, a marchio Western digital, sia da Mediaworld, con un modello TrekStor; presso Saturn, invece, il prezzo di quest’ultimo identico prodotto sale a 89. Alla stessa insegna appartengono poi gli Ebook reader a costo più basso che si possono trovare sugli scaffali di Saturn e Mediaworld: 39,90 nel primo magazzino, 9 centesimi in più nel secondo, laddove il Kobo Glo viene 119 euro da Euronics. Il costo dell’iPad mini Retina è ugua-

le in tutti e tre gli store, 389 euro, mentre nel novero dei registratori vocali digitali si passa dai 19,90 euro per un dispositivo Sony da 2 Gb del Mediaworld ai 39,90 dell’Olympus Dp 211del Saturn che, per lo stesso apparecchio, diventano 44,90 da Euronics. Nella categoria tagliacapelli, il record del risparmio va a Saturn, dove l’apparecchio base richiede un esborso di 6,99 euro (marca OK), che lievitano a 19,90 sia per un Remington da Euronics sia per un Rowenta da Mediaworld. Considerando la categoria aspirabriciole è l’azienda Black&Decker a fare man bassa: il prodotto con potenza 2.4V dell’Euronics viene 17,90 euro, 29,90 quello con potenza 3.6V offerto da Mediaworld, 39,90 la versione 4.8V del Saturn. Nel settore grandi elettrodomestici, la lavatrice 1.000 giri meno dispendiosa è l’Haier Lvb che si può acquistare a 199 euro sia presso il negozio Saturn di Assago che nel Mediaword del “Piazza Lodi”. Costa 249 invece la Beko dell’Euronics al “Vulcano” dell’ex Stalingrado d’Italia. Terminiamo la nostra osservazione con forni a micronde e phone: limitate le variazioni nel primo comparto, con la palma del risparmio che arride ad Euronics, dove sono necessari 49,90 euro per un Dcg con 700 watt di potenza per 20 litri di capacità, mentre l’OK con le stesse caratteristiche tecniche venduto da Mediaword viene 54,90 euro e il medesimo pro-

Prodotto

EURONICS CC VULCANO SESTO S.G. (MI)

MEDIAWORLD CC PIAZZA LODI MILANO

SATURN CC MILANOFIORI ASSAGO (MI)

Tv LED 42’’

399,00

399,00

429,00

Notebook 15,6’’

359,00

349,00

299,00

Fotocamera compatta

64,90

64,99

59,90

Cellulare

19,90

19,90

19,90

Lg L5 smartphone

179

129

109

Navigatore Gps

119

99

79,00

Hard disk 1 tera

79,90

79,90

89,00

Ebook reader

119

39,99

39,90

16 MPX

Mini iPad Retina

389

389

389

Registratore digitale vocale

32

19,90

39,99

Tagliacapelli

19,90

19,90

6,99

Aspirabriciole

17,90

29,90

39,90

Forno microonde (700 watt)

49,90

54,90

59,90

Phone (2100 watt)

22,90 (1)

22,90

24,90

(1) potenza 1000 watt

dotto 59,90 da Saturn. Per gli asciugacapelli, invece, un Philips con potenza 2.100 watt costa 24,90 euro da Saturn, 22,90 un modello della stessa marca e della stessa potenza nel Mediaworld sito nello shopping center milanese. Ma è l’Imetec venduto all’Euronics a sbaragliare la concorrenza in quanto a costo: solo 22,90 ma per una potenza leggermente inferiore, pari a 2.000 watt. Al termine di questa disamina, volendo tirare le somme possiamo dire che, come rilevabile nell’esperienza concreta di qualsiasi cliente/acquiren-

te, nel raffrontare i prezzi di prodotti di elettronica di consumo venduti da grosse catene del settore, si riscontrano differenze di prezzo non particolarmente apprezzabili. Qualora si rilevino variazioni sensibili, ciò è spesso da imputare alla presenza di un’offerta che, in uno specifico momento, riguarda un prodotto in particolare. Allora il primo prezzo può calare anche significativamente, almeno fino a quando non si esaurisca (di solito assai rapidamente) la disponibilità di pezzi scontati e/o sottocosto. M.A.

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r&f star trek retail

Destinazione

Salmoiraghi & Viganò “N

e podi pù de vedegh nò, per mett sù i occiai del Viganò”, recitava lo storico slogan pubblicitario coniato da Giovanni Barella (1884-1967), l'ultim brumista, poeta e artista milanese epigono della scapigliatura, che tradotto per i non meneghini suona più o meno così: “non posso resistere più alla voglia di vedere male, per mettere su gli occhiali della ditta Viganò”. Insomma, per un milanese come me e in più quattrocchi fin dalla più tenera infanzia, Salmoiraghi & Viganò è un'istituzione al pari del Duomo o della basilica di Sant'Ambrogio. Le origini dell’azienda, infatti, risalgono al 1865, anno di fondazione a Milano della scuola-officina Filotecnica, specializzata nella costruzione di strumenti topografici. Fu Angelo Salmoiraghi, un ex-allievo, a trasformare la struttura in industria, che, dal 1906 fino alla Seconda Guerra Mondiale, allarga la sua gamma produttiva con strumenti per la matematica, il disegno, l’astronomia, la meteorologia, l’idrometria, l’ottica tradizionale, la navigazione marittima e la navigazione aerea anche per l'esportazione. Al termine delle ostilità, la Salmoiraghi, nonostante gli stabilimenti di via Raffaello Sanzio a Milano siano stati bombardati, riparte, modernizzandosi con una fitta rete di negozi a marchio. La seconda parte del nome del marchio fa capo ad Angelo Viganò che, dopo aver venduto occhiali con il carretto gi-

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retail&food - marzo 2014

rando per i mercati milanesi, a fine ottocento apre il suo primo negozio di ottica in Piazza Cordusio a Milano. Nel 1919, Gianni subentra al padre Angelo e, istituendo l’esame gratuito della vista, nel 1933 amplia il negozio fino a creare un “Centro” di tre piani interamente dedicato all’ottica. Sulla scia del successo milanese, altri Centri Ottici Viganò si sviluppano in altre città italiane, tra cui Genova, Roma e Bari. Nel 1974 Dollond & Aitchinson, il più grande gruppo di ottica in Europa, acquista il marchio Salmoiraghi e successivamente quello Viganò, unendo in un'unica società due realtà da sempre in concorrenza. Venticinque anni dopo, nel 2000, con un'operazione di management buy out l'azienda viene acquistata da alcuni manager italiani supportati dai fondi di investimento Arca Merchant e S&B Electra che imprimono alla rete di negozi una fase di rilevante espansione con il passaggio

da 50 a più di 200 punti vendita. Nel 2002 Salmoiraghi & Viganò viene acquistata dall'ingegnere Dino Tabacchi, imprenditore del settore, che focalizza l'attenzione sul mercato italiano e continua lo sviluppo della catena trasformandola da optical store a retail store. Dall'ottica sotto la Madunina a 350 insegne in tutt'Italia Oggi l'azienda meneghina è leader nel panorama distributivo dell'ottica italiana e, oltre a proporre le proprie linee a marchio S&V di occhiali da sole e da vista, distribuisce all'interno dei suoi negozi i brand più importanti e fashion del panorama internazionale. Sugli scaffali dei negozi S&V si trovano ovviamente occhiali da sole e da vista, ma il cliente può trovare anche le lenti a contatto e, in diversi punti vendita, anche strumentazione ottica, per rendere completa l'offerta, in nome della

tradizione del marchio. Un'offerta completa che rispecchia la ripartizione delle vendite tra i vari prodotti di S&V che ha visto nel 2012 gli occhiali da vista produrre poco meno della metà dei ricavi (49%), seguiti dalla contattologia/soluzione con il 22%, mentre gli occhiali da sole si attestano al 20% e gli accessori al 9 per cento. Il network della società milanese ad oggi conta circa 250 negozi diretti e un centinaio in franchising (contratto da un minimo di 3 anni a un massimo di 5), numero in leggera contrazione negli ultimi tempi a fronte di una crescita sostenuta nei primi undici anni del nuovo millennio (nel 2012 erano circa 300 pv diretti), anche a fronte della crisi globale che ha colpito in particolar modo il mercato italiano nel settore. Ci sono state delle riallocazioni, chiusure in alcune aree e aperture in altre nuove, considerate più interessanti, come il nuovo store in

SALMOIRAGHI & VIGANÒ in pillole Anno di nascita Fondatori Proprietà Struttura di gruppo Sede Management Business Retail

1865, fondazione della Filotecnica (poi Filotecnica Salmoiraghi). 1880 apertura in piazza Cordusio a Milano dell'Ottica Viganò. Angelo Salmoiraghi e Angelo Viganò. Le due aziende si sono fuse nel 1974. Fenix srl (ex S&V holding), finanziaria che fa capo alla famiglia dell'imprenditore Dino Tabacchi per il 74%, 36% Luxottica group. S&V spa controlla VistaSì. Milano. Dino Tabacchi, presidente; Giorgio Candido amministratore delegato; Edoardo Tabacchi, vicepresidente. Vendita retail di occhiali e prodotti ottici a marchio S&V e dei brand classici e fashion. 350 insegne S&V ( 250 dirette e 100 franchising) e 60 punti vendita VistaSì. Fonte aziendale


Spalle larghe anti crisi con Luxottica Nella stanza dei bottoni di questo impero, che oggi conta circa 1.500 addetti (un centinaio in meno rispetto al 2012), troviamo Dino Tabacchi, con la carica di presidente del Gruppo Salmoiraghi &Viganò (la cui famiglia è socia di maggioranza con la Fenix srl, ex S&V holding Dino Tabacchi con i figli Emanuele ed Edoardo

Centri commerciali per S&V e la low cost VistaSì E se per molto tempo la location preferita per i negozi del marchio è stata il centro cittadino (comuni con almeno 25mila abitanti), le insegne si stanno sviluppando molto sui centri commerciali ad alta frequentazione (più di 150 ad oggi, poco meno del 45% del totale, con un mix molto equilibrato), punti di riferimento per il futuro considerato il loro elevato flusso di clientela. In generale il processo di riorganizzazione della società non ha interessato solo la copertura del territorio con le insegne del marchio, ma anche il restyling dei suoi punti vendita

(il format base prevede una partenza di almeno 70/80 mq, mentre la superficie media è di 120 mq): da un layout molto tecnologico che riflettesse uno stile moderno, si è puntato a uno più soft per mettere maggiormente a proprio agio il cliente, anche con l'utilizzo di un format espositivo di mensole. In questo modo si è evitata la massificazione dell’occhiale valorizzandone la visualizzazione e dividendo le soluzioni moda (fashion) dai classici, con all'interno ulteriori categorizzazioni per marca e target. Orgoglioso della sua tradizione, il marchio meneghino caratterizza tutti i suoi punti vendita con l'elevata professionalità dei suoi addetti, anche per differenziarsi dalla concorrenza, puntando sulla qualità del servizio oltre che del prodotto. Non va poi dimenticata la catena di insegne VistaSì, rete low cost controllata direttamente da S&V, che presidia la fascia medio-bassa: più di 60 punti vendita su tutto il territorio nazionale nei centri abitati o nei centri commerciali e fornitore di servizi per 70 corner di ottica negli ipermercati Carrefour, Iper, Coop e Panorama e da dicembre 2013 anche di EssereBenessere, il marchio retail del farmaco e parafarmaco di ispirazione anglosassone.

SALMOIRAGHI & VIGANÒ, I NUMERI DI BILANCIO FATTURATO (EURO)

MARGINE DI C/E IN % DEL VALORE DI PRODUZIONE

Fonte dati Cerved Group

Corso Genova a Milano nel dicembre scorso. La rete commerciale del brand di Tabacchi copre capillarmente il territorio nazionale con le sue insegne, ma in cima al podio per la maggiore presenza delle insegne S&V troviamo ovviamente la Lombardia, con un centinaio di store, seguita a notevole distanza dal Lazio, con quasi 50 negozi, e poi da un folto gruppo di regioni (Puglia, Piemonte, Sicilia, Toscana, Veneto ed Emilia Romagna) che sono nella fascia tra i 30 e i 40 store. Sopra i dieci negozi Liguria (22), Campania (18), Sardegna (16), Friuli (15), Abruzzo (12) e Marche (11); sotto Calabria, Umbria e Trentino, mentre i fanalini di coda sono il Molise e la Basilicata, con un negozio. La Val d'Aosta rimane fuori dalla copertura del marchio.

srl), Giorgio Candido, amministratore delegato, e Edoardo Tabacchi, vicepresidente. Questo staff da un paio d'anni ha il suo bel daffare per affrontare una delle crisi più difficili vissute dalla società lombarda: la recessione ha ridotto i ricavi delle vendite e, nel pieno dello sforzo di espansione la società guidata da Tabacchi si è trovata nel 2012 in forte tensione finanziaria. Ed proprio alla fine dell'annus horribilis per S&V che è intervenuta Luxottica, il colosso delle lenti e degli occhiali, a sottoscrivere un aumento di capitale della società milanese che l'ha portata a detenere circa il 36% di S&V spa, la società proprietaria del marchio e dei negozi diretti con un'operazione (per un controvalore complessivo di 45 milioni di euro) finalizzata proprio a dotare la storica azienda lombarda di risorse per ristabilire l'equilibrio finanziario complessivo. Un'azione utile per il colosso delle lenti per sostenere un cliente in difficoltà e poco significativa

retail&food - marzo 2014

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star trek retail dal punto di vista finanziario, piuttosto che un cambio nella strategia in Europa, focalizzata sul wholesale: due piccioni con una fava, insomma, non solo per S&V che ritorna a respirare, ma anche per Luxottica, che ristabilisce l'equilibrio finanziario e supporta la crescita di uno dei sui maggiori clienti retail in Italia (quota mercato S&V intorno al 9%). 2012, il motore batte in testa: giù i ricavi in piena accelerazione Ad andare a vedere gli ultimi numeri di bilancio consolidato disponibili, S&V deve rialzarsi da un 2012 da colpo di ko: dopo anni di crescita del fatturato, arrivato a sfiorare il 200 milioni nel 2011, l'anno dopo è sceso a quasi 170, sui livelli di cinque anni prima. Male S&V spa che segna un -18% di fatturato sui 12 mesi prima con 143 milioni di ricavi, mentre fa poco meglio Vistasì, che segna un decremento dell'8% sul bilancio

:d'esercizio dell'anno precedente. Una riduzione causata prevalentemente dalla contrazione delle quantità vendute, ma anche del prezzo medio di vendita. Una bella botta accompagnata da un MOL fermo a 3,67 milioni (2,2% MOL/ricavi), che si riduce a poco più di un terzo sull'anno prima quando segnava 10,36 milioni, ma addirittura ridotto di più di sei volte su tre esercizi prima, quando era a 23,1 milioni (12,6% MOL/ricavi). Il tutto nonostante il costo del personale sia in contrazione sugli anni precedenti (gli addetti in 12 mesi si riducono di 100 unità). Se si va a vedere il risultato, l'ultimo bilancio segna un colpo da 34,46 milioni di perdita, quando S&V nel 2008 aveva fatto quasi 3 milioni di utile (continuando una tradizione positiva dal 2004) e nei due anni successivi aveva chiuso in modesto attivo, mentre il 2011 aveva visto un meno per 1,4 milioni, con il conseguente crollo della redditività

(ROI a -4,2% nel 2012 da 0,6% nel 2011 o 4,7% l'anno prima). Non bene l'indebitamento, salito di 17 punti in un anno, toccando il 97,8% l'ultimo bilancio disponibile, mentre peggiorano gli indici di liquidità con il rapporto corrente che scende di 31 punti in 12 mesi, fermandosi al 55% e l'acid test che segna il 25,6% con un secco – 10% dal 2011. Così nel 2012 Salmoiraghi & Viganò, a causa delle perdite sopra ricordate, influenzate anche da componenti di natura straordinaria e non ricorrente, è stata costretta a rinegoziare il debito con le banche e a ricercare un nuovo partner forte e solido che affiancasse Tabacchi. (Fonte dati Cerved Group) Parola d'ordine: lasciarsi alle spalle il terribile 2012 L'ingresso di Luxottica nel capitale sociale di S&V ha portato ossigeno, garanzie e benzina nel motore di una

macchina che si era inceppato proprio in fase di accelerazione con il rischio di grippaggio. Un anno maledetto può capitare, soprattutto se ci si rimboccano subito le maniche per uscirne, trovando una partnership importante come quella della multinazionale bellunese. Ma per un giudizio completo sull'andamento bisogna capire come S&V ha chiuso il 2013, considerate le azioni messe in campo per il risanamento. Se il segnale è la crescita degli investimenti in pubblicità nel 2012, nonostante la crisi, con 8,9 milioni di euro (6,6% del fatturato retail) a fronte dei 7,3 milioni dell'anno prima, si dimostra che non c'è nessuna intenzione di mollare. Poi, simbolico è il nuovo nome della finanziaria dei Tabacchi (ex S&V holding) che ha preso il nome della fenice, l'animale mitologico che rinasce dalle proprie ceneri. Lorenzo Chiodo Grandi

intervista

CONTRO LA CRISI: TRADIZIONE, PROFESSIONALITÀ E NUOVE COLLEZIONI Intervista a Cristian Zoncapè, marketing manager di Salmoiraghi & Viganò Come è andato il 2013 per Salmoiraghi & Viganò? I dati previsionali di bilancio ci indicano una leggera flessione dei ricavi che si attesteranno sui 155 milioni. Nell'ultimo anno, l'azienda, dopo una ridefinizione totale del posizionamento, ha intrapreso un percorso di riorganizzazione e revisione delle strategie di vendita. Intanto, nonostante la crisi che ha toccato in maniera importante anche il nostro settore, il numero complessivo dei nostri negozi negli ultimi anni è rimasto stabile, mantenendo un ottimo presidio del territorio e questo lo riteniamo un risultato molto soddisfacente. Quali sono le strategie anti crisi che la vostra società sta mettendo in campo? La revisione dell'assortimento, innanzitutto, con una copertura di tutte le fasce di prezzo, presenza di prodotti a marchio proprio, oltre a quelli in concessione e la ridefinizione di parti importanti dei format dei negozi. Ci siamo anche mossi per venire incontro ai clienti in un momento di difficoltà complessiva con operazioni di comarketing che garantissero a un prezzo molto vantaggioso occhiali firmati con lenti Salmoiraghi. Oltre a proporre le montature delle migliori marche, siamo infatti l'unica catena di ottica che produce lenti oftalmiche, a marchio Salmoiraghi & Viganò, con la garanzia della migliore qualità. Infine, stiamo sviluppando intense azioni di CRM per costruire e consolidare con i nostri clienti un legame sempre più duraturo. Il settore dell'ottica retail anche per il comparto sole sta vedendo una crescita delle insegne: come si caratterizza il vostro marchio rispetto alla concorrenza? Nei nostri negozi garantiamo sempre la presenza delle nuove collezioni, in molti casi

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in anticipo rispetto al resto del mercato, e il nostro assortimento è tra i più ampi. Come per le montature da vista, anche per gli occhiali da sole abbiamo completamente rivisto le logiche espositive e assortimentali. Valorizziamo con estrema attenzione i singoli brand anche con azioni di co-marketing con i rispettivi produttori. Inoltre il nostro miglior biglietto da visita è la professionalità, che rappresenta il punto di eccellenza di Salmoiraghi & Viganò, valore riconosciuto dai consumatori stessi nelle varie ricerche di mercato. Per continuare a mantenere alto lo standard, l’azienda investe costantemente nella formazione e nell’aggiornamento del proprio personale, coinvolgendo l’intera rete. La lunga tradizione ha quindi consolidato negli italiani la percezione di una società competente, professionale e affidabile, ma anche innovatrice nell’offerta dei prodotti, anticipatrice di tendenza e moda nell’occhialeria e all’avanguardia nella tecnologia dei prodotti tecnici grazie alle lenti di propria produzione: le “lenti Salmoiraghi”. Quale la tipologia di location preferita soprattutto negli ultimi due anni? Vi state espandendo più nei centri città o nei centri commerciali? La rete di vendita è molto equilibrata presidiando sia centri città, con location molto esclusive, sia centri commerciali ad alta frequentazione. Abbiamo in programma altre aperture, puntando in modo particolare ai centri commerciali, che garantiscono sempre un elevato flusso di clientela.



r&f

Prima pietra

Oriocenter: al via la terza fase

Entro la primavera andrà in cantiere il progetto di ampliamento del centro commerciale bergamasco, che prevede 30mila mq di nuova gla, per un totale di 105mila mq di superficie lorda affittabile. Circa 80 insegne faranno il loro ingresso in uno degli shopping center più performanti d’Italia. La commercializzazione è già avviata

V

ogliamo immaginarlo come la prova generale, su scala ridotta, del grande progetto che farà capolino a Milano entro pochi anni, il Westfield Milan. Ovviamente le operazioni sono molto diverse e indipendenti tra loro, ma la presenza in entrambi i casi di Gruppo Percassi, attraverso Arcus Real Estate, lascia intendere che la nuova ala di Oriocenter fungerà da trampolino di lancio per tutta una serie di marchi di posizionamento medio/alto che potrebbero entrare nel canale dei centri commerciali passando prima a Orio al Serio (BG), per poi arrivare nel comune di Segrate (MI). E i presupposti ci sono: entro un anno Oriocenter diventerà uno dei più grandi

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retail&food - marzo 2014

mall del Paese, con 280 negozi e 105mila mq di superficie lorda affittabile. L’aggiunta di 30mila mq di nuova gla dovrebbe implementare i flussi di 2,5 milioni di persone l’anno, su un totale che già oggi supera i 10 milioni, mentre il giro d’affari generato dai soli marchi non food della Fase 3 dovrebbe toccare quota 65/70 milioni di euro, partendo dai 500 milioni di fatturato aggregato prodotti attualmente da galleria, ipermercato e attività collaterali. Più difficile ipotizzare la resa dei 3.000 mq dedicati alla ristorazione, ai quali si sommano le 14 sale «della più grande insegna di multiplex presente nel nostro Paese non italiana», ha reso noto Arcus Real Estate. Inoltre la

Il progetto in pillole DATA DI APERTURA DATA DI INAUGURAZIONE DEL PRIMO AMPLIAMENTO DATA DI INAUGURAZIONE DEL SECONDO AMPLIAMENTO INIZIO DEI LAVORI INVESTIMENTO AMPLIAMENTO PROMOTORE COMMERCIALIZZAZIONE PROGETTAZIONE LOCALITÀ LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA GLA AMPLIAMENTO GLA COMPLESSIVA PARCHEGGI LIVELLI COMMERCIALI MEDIE SUPERFICI AMPLIAMENTO UNITÀ RISTORAZIONE AMPLIAMENTO TOTALE UNITÀ AMPLIAMENTO TOTALE UNITÀ ÀNCORA ALIMENTARE

1998 2004 NOVEMBRE 2015 PRIMAVERA 2014 N.D. FINSER SPA (GRUPPO STILO-GRUPPO PERCASSI) ARCUS REAL ESTATE - CBRE DE8 ARCHITETTI ORIO AL SERIO (BG) EXTRAURBANA CENTRO COMMERCIALE + MULTIPLEX 30.000 MQ 105.000 MQ ESTENSIONE 2.000 (TOTALI 8.000) 2 5 20 75/80 280 IPER


–. Il gruppo Inditex (Zara, Bershka, Oysho) ha aperto qui i suoi primi negozi nel Belpaese. Apple e Hollister lo hanno scelto per i loro primi store in un centro commerciale italiano. Disney vi ha realizzato il suo primo negozio italiano con format multimediale. Sull’onda del successo di questa strategia, continueremo a introdurvi marchi nuovi e di tendenza, trasformando Oriocenter non solo nel più grande centro commerciale d’Italia, e uno dei più grandi in Europa, con 275 negozi, bar, ristoranti e 8.000 posti auto, ma in un destination point innovativo e sorprendente, all’interno del quale poter trascorrere il pro-

prio tempo libero sperimentando diverse opportunità di svago e di intrattenimento. Oriocenter offre ai brand l’opportunità di aprire un punto vendita all’interno di un progetto già avviato e consolidato, noto a un ampio bacino d’utenza fortemente fidelizzato e desideroso di novità».

presenza di brand di fashion di posizionamento alto dovrebbe, nelle intenzioni del commercializzatore, allargare il target a un nuovo tipo di consumatore, alto spendente, in grado di far lievitare lo scontrino medio del centro. Questa, in cifre, la seconda operazione di ampliamento di Oriocenter, che vede impegnati Finser Spa (Gruppo StiloGruppo Percassi) nel ruolo di promotore e Arcus Real Estate e Cbre in quello di commercializzatori. Il primo intervento di upgrade risale al 2004, mentre, a ritroso, l’apertura del centro è datata 1998. «Tanti top brand internazionali sono presenti a Oriocenter e contribuiscono a qualificarne l’offerta – ha specificato con una nota Arcus Real Estate

Il progetto, la storia L’idea di ampliare ulteriormente Oriocenter è stata avviata nel 2009 e portata avanti con una serie di ipotesi e

INDICE DI INNOVAZIONE 7,37 Architetto, Alessandro Stroligo Associate Director di Chapman Taylor

8

Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38

7,5

Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca

6

Redazione r&f (Andrea Penazzi)

8

adeguamenti sino al 2012, quando è stato redatto il progetto attuale. Un rallentamento, dovuto alla proprietà che in quella fase non era pronta a partire, ne ha posticipato il via di circa un anno. «Il mercato è sempre stato particolarmente pressante su Oriocenter – ci ha spiegato Gianni Saccani, leasing manager shopping centre e factory outlet presso Arcus Real Estate –, in quanto è un centro commerciale molto performante, con una straordinaria location e in grado di mantenere

bene il valore nel tempo, anche in virtù di contratti di locazione e non di affitto di ramo d’azienda. La durata più lunga dei contratti di locazione (6 anni +6) offre maggiori tutele per gli affittuari e favorisce il valore immobiliare. Perciò, chi vuole entrare, solitamente lo fa con i conduttori presenti, per cui deve trattare delle buone uscite che si sommano ai canoni di affitto, di per sé su livelli di mercato medio/alti. Abbiamo quindi, da subito, registrato la necessità di dare spazio a tutti quei brand che volevano entrare ma che purtroppo non avevamo la possibilità di assecondare; e, in un secondo momento, abbiamo portato avanti uno sviluppo attraverso ricerche di mercato che ci indicassero di quanto si sarebbe ampliato il bacino di utenza, di quanto si sarebbe potuto incrementare il volume d’affari complessivo del centro e, di conseguenza, avere una stima sui nuovi visitatori e sulla sostenibilità dei canoni di affitto. Il risultato a cui siamo arrivati è che il valore dell’operazione era sostenibile, in quanto rappresenta il 10% circa del nuovo

L’IPER ARRETRA, E INDITEX FA IL PIENO L’Iper di Oriocenter (di Finiper-Carrefour), prima operativo su entrambi i livelli commerciali per complessivi 23/24mila mq, è proprietario della sua porzione immobiliare. Lo scorso anno ha ritenuto di essere sovradimensionato rispetto alle ultime tendenze di mercato, optando per una riduzione degli spazi. «Senza condividerlo con la proprietà e la gestione del centro commerciale – precisa Arcus Real Estate –, quindi in totale autonomia, l’ipermercato ha verificato se c’erano le condizioni per affittare quella superficie, trovando poi un accordo con il Gruppo Inditex, a cui è seguito l’avvio dell’iter per ottenere le autorizzazioni edilizie. Tale accordo – specifica l’azienda – prevede l’apertura di alcuni brand del Gruppo non presenti ad Oriocenter, quindi Pull & Bear e Stradivarius, e includerebbe lo spostamento di Bershka, Zara e Massimo Dutti. L’Iper ha già svuotato il piano superiore, davanti al quale ha comunicato i next opening dei vari brand, e concentrato la propria attività al livello inferiore. Questa operazione, che abbiamo appreso nel primo semestre del 2013, non mette in discussione il nostro ampliamento».

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Prima pietra volume d’affari generato dall’ampliamento. Inoltre la nuova ala avrà l’ulteriore beneficio di bilanciare i flussi, dopo che il primo ampliamento li aveva spostati sul fronte ovest. Ai massimi livelli del fashion Una premessa: spostamenti di brand

ottimizzazione della superficie di vendita». Ma arriviamo al cuore della commercializzazione per la nuova ala retail. «Per quanto riguarda il posizionamento delle insegne, al primo piano vogliamo dare la stessa collocazione, più o meno, che c’è anche nel centro esistente: abbigliamento di livello me-

tra la parte “vecchia” e quella nuova al momento non ne sono previsti; «è possibile però che ci siano società che chiedano di duplicare il punto vendita – ha proseguito Saccani –. Quindi non escludiamo che un paio di marchi possano trovare una ricollocazione anche nell’ampliamento, in un’ottica di

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Superficie (mq)

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00' - 05' Centro Commerciale

ORIOCENTER

BG

ORIO AL SERIO

Via Portico 71

75.090

0

Centro Commerciale

CLEMENTINA

BG

BERGAMO

Via Borgo Palazzo 149

18.000

10,5

Centro Commerciale

AUCHAN

BG

BERGAMO

Via Giosue' Carducci 55

22.200

11,2

Centro Commerciale

ALLE VALLI

BG

SERIATE

Via Brusaporto 41

29.658

12,0

Parco Commerciale

LE VELE

BG

CURNO

Via Enrico Fermi ang. Via Carlinga

20.000

13,4

Centro Commerciale

CURNO

BG

CURNO

Via Enrico Fermi 1

36.292

13,4

Centro Commerciale

ALBANO

BG

ALBANO SANT'ALESSANDRO

Via Tonale 101 ang. Via Sant'Alessandro

13.400

14,5

Centro Commerciale

LE DUE TORRI

BG

STEZZANO

Via Guzzanica

42.000

15,6

Centro Commerciale

IL CENTRO

BG

BERGAMO

Via Mafalda di Savoia 4 ang. Via Cristoforo Baioni

5.770

16,0

Centro Commerciale

GRAN MERCATO DEI COLLI

BG

MOZZO

Via dell'Industria 2

4.700

16,7

Parco Commerciale

RETAIL PARK

BG

STEZZANO

Via Boito 2

17.800

16,7

Centro Commerciale

BREMBATE

BG

BREMBATE

Via Vittorio Veneto 68

12.944

17,4

Centro Commerciale

L'ONDA

BG

CAPRIATE SAN GERVASIO

Via Papa Giovanni XXIII 4

8.600

17,7

Parco Commerciale

RETAIL PARK

BG

BREMBATE

Via Vittorio Veneto 41/47

6.350

17,9

Centro Commerciale

CONTINENTE MAPELLO

BG

MAPELLO

S.S. 342 ang. Via Strada Regia

29.000

19,2

05' - 10' 10' - 15'

Materiale fornito da Sincron Inova, www.sincron-inova.it

15' - 20'

28

retail&food - marzo 2014

dio-medio/basso, incentrato sulla parte streetwear, casual e young fashion; attività legate al mondo della casa, quindi tessile, oggettistica e casalingo, di cui abbiamo visto la necessità di un rafforzamento; e qualche soluzione legata al mondo dello sport». Ma sarà al secondo livello commerciale il valore aggiunto di questa operazione: «intendiamo realizzarvi un’area interamente dedicata ai brand più aspirazionali del segmento alto del fashion, non del lusso quindi, portando marchi che prima d’ora non sono mai entrati nei mall in Italia e che stanno guardando con attenzione allo sviluppo di Oriocenter come progetto pilota nel quale testare un centro che ha dimensioni, caratteristiche qualitative e location strategica e internazionale prime. Siamo in contatto con diverse di queste aziende e stiamo avendo dei riscontri positivi. Sottolineo che quello di Orio è l’unico shopping center con una location davvero internazionale, vuoi per la vicinanza all’A4 Torino – Venezia, vuoi per il collegamento con l’aeroporto Il Caravaggio (vedi La Pulce nell’Orecchio, pag 72)». Proprio rispetto al collegamento con lo scalo bergamasco sono previsti, contestualmente al nuovo sviluppo, una serie di migliorie. Entrando nel dettaglio del leasing, le metrature superiori ai 500 mq sono cinque, di cui una di circa 3.000 mq e un paio di circa 1.200. Il resto si attesta dai 130 ai 250 mq, con alcune eccezioni. In particolare la grande superficie sarà un magazzino di abbigliamento, department store, oppure di elettronica. «Sono in corso quattro trattative per queste merceologie – specifica Saccani –. È previsto nel progetto che la dimensione di tale unità possa variare, in aumento, a seconda dell’operatore prescelto». Stesso lavoro, sartoriale, è già stato pensato per altre location. «Abbiamo definito dettagli, tra cui il layout della galleria, che siano compatibili con le tipologie merceologiche che vogliamo implementare. Ciò è stato possibile avendo presente quali sono i brand prioritari che vogliamo portare». Altro esempio: «al secondo livello, la piazza dove sarà presente la scala mobile disporrà di un’altezza e di un afflusso di luce naturale maggiori. Quindi le vetrine saranno più alte rispetto allo standard. Interventi estetici e di interior design


saranno presenti anche nell’area di raccordo tra la parte preesistente e quella nuova, creando un percorso di avvicinamento: non ci sarà quindi un distacco netto». Il quadro si completa con i valori di affitto fissi e in percentuale, tarati per dimensione e tipologia merceologica del punto di vendita, quindi sulla marginalità delle referenze: «Indicativamente viaggiamo da punte di 750 euro per mq a minimi di 350-

400 euro per soglie dimensionali più importanti. La locazione variabile oscilla, invece, dall’8 al 6 per cento. Per quanto concerne i costi generali, si parte da circa 85 euro/mq e si arriva a circa 110 euro/mq a seconda delle dimensioni del punto vendita. La ripartizione è millesimale per scaglioni di superficie. Il food prende quota Se il brand mix di Oriocenter vedeva

a tutto il 2012 la presenza del fashion al 47%, dell’elettronica all’11%, di calzature al 10% e a cascata le altre categorie, con lo sport, il food e l’offerta per il tempo libero fermi al 6%, con la nuova fase di sviluppo queste proporzioni vedranno una forte sferzata. «La ristorazione occuperà circa 3.000 mq: il 10% dell’ampliamento – continua Saccani –. Questo perché Oriocenter oggi ha una proposta food molto datata come concept, con spazi molto piccoli, e sottodimensionata rispetto alle necessità. Nel tempo, infatti, è stato difficile avvicendare gli operatori, in virtù della già citata tipologia contrattuale». Un ulteriore traino alla ristorazione saranno il cinema (14 sale e 2.500 posti, per 9.000 mq su due livelli), che potrà “ingolosire” diversi operatori, e l’accesso dedicato alla foodcourt: «La prossimità dell’ingresso più importante dell’ampliamento, posizionato a ridosso del parcheggio, favorisce l’afflusso nella fascia della pausa pranzo, perché diventa più agevole per chi ha poco tempo

INQUADRAMENTO TERRITORIALE Comune ORIO AL SERIO

Provincia BERGAMO

Regione LOMBARDIA

Italia

1.733

1.086.277

9.704.151

59.433.744

Famiglie (n.)

728

443.915

4.168.542

24.617.976

Componenti medi della famiglia (n)

2,38

2,45

2,33

2,41

Femmine (%)

51,4

50,6

51,4

51,6

Maschi (%)

48,6

49,4

48,6

48,4

Stranieri (%)

11,8

10,3

9,8

6,8

Meno di 25 anni (%)

25,9

25,4

23,3

24,0

Più di 64 anni (%)

18,4

18,3

20,8

20,8

Età media (anni)

41,8

41,7

43,4

43,3

Forze lavoro (%)

47,6

45,0

46,3

41,6

Non forze lavoro (%)

52,4

55,0

53,7

58,4

Tasso disoccupazione

2,3

3,7

5,6

8,4

Auto per abitante (n.)

0,665

0,584

0,605

0,624

Auto > 2000cc per abitante (n.)

0,084

0,056

0,054

0,044

Numero Indice Reddito (NIR)

117

117

122

100

Numero Indice Consumo (NIC)

116

114

121

100

Variabili socio-demografiche

Materiale fornito da Sincron Inova, www.sincron-inova.it

Abitanti (n.)

fermarsi a mangiare. Inoltre tale accesso sarà l’unico visibile dall’esterno del centro commerciale, quindi avrà un portale particolarmente iconografico, mentre tutti gli altri sono posizionati sotto la struttura». Bacino ricco, aumenta la competizione Oriocenter è situato nella provincia di Bergamo, a 50 km da Milano, lungo l’asse autostradale A4 TorinoVenezia e di fronte all’aeroporto Caravaggio. Al centro di un bacino di oltre 700mila persone nell’isocrona dei 20 minuti, che salgono sino a 3,5 milioni nei 40 minuti di percorrenza in automobile (fonte Arcus Real Estate), il centro commerciale strizza l’occhio anche ai circa nove milioni di viaggiatori che gravitano ogni anno sullo scalo aeroportuale, il 30% dei quali sono italiani e il restante stranieri (di cui il 32% spagnoli, l’11% tedeschi e il 10% inglesi). Questi dati, uniti alla gla, ne fanno un centro commerciale di attrazione regionale e internazionale. Tuttavia la nostra analisi, come da prassi, si concentra sul bacino dei 20 minuti di percorrenza automobilistica, con condizioni di traffico medie, prendendo a riferimento i dati della popolazione residente e dei competitor forniti da Sincron Inova. Il focus gravita quindi sulla provincia di Bergamo, che conta complessivamente oltre un milione di persone. Dal punto di vista socio-demografico, rispetto alla media nazionale, spiccano l’alto tasso di stranieri (10,3% contro 6,8%) e tutti gli indicatori economici: le forze lavoro sono al 45% contro il 41,6 nazionale; il tasso di disoccupazione (media Istat del 2010) è al 3,7% contro l’8,4% del Belpaese; i numeri Indice Reddito e di Consumo toccano rispettivamente quota 117 e 114, fatto 100 il dato italiano. Altrettanto interessante è l’analisi dell’area competitiva, che vede presenti una quindicina di player. Tra questi nessuno vanta la stessa gla di Oriocenter, anche se centri commerciali come Curno e Le Due Torri di Stezzano, rispettivamente a 13,4 e 15,6 minuti di distanza, possono segnalarsi per gla ben superiori ai 30/40mila metri quadrati. A. P.

retail&food - marzo 2014

29


r&f Long life AVVIATO NEL 2003 CON UNA GLA DI 20MILA MQ, IL MALL DI MAIDA (CZ) È BEN PRESTO DIVENUTO UN POLO DI RIFERIMENTO PER LO SHOPPING LOCALE. NEL 2008, CON L’INAUGURAZIONE DI ULTERIORI 15MILA MQ, IL SALTO DI QUALITÀ: PIÙ CHE RADDOPPIATO IL NUMERO DEI PUNTI VENDITA, APERTI MULTISALA E NUOVI SERVIZI. AD OGGI NON SONO PRESENTI UNITÀ SFITTE

S

iamo abituati a raccontare best practice del virtuoso nord Italia – la comunicazione viaggia veloce infatti sull’asse Torino-Trieste – o comprese nel Grande Raccordo Anulare di Roma. Escludendo il casus belli della Sicilia, e in particolare di Catania, afflitta negli scorsi anni da convulse manie di gigantismo, il resto del meridione italiano giace avvolto in un laconico silenzio. Di qui lo sforzo costante, eroico, di fare emergere da parte di alcuni – pochi – operatori illuminati delle case history di eccellenza nel nostro Mezzogiorno. Ci ha provato l’allora Cogest Italia nel 2008, quando portò la stampa specializzata e un ampio parterre di operatori a parlare di dinamiche commerciali nazionali nell’inaugurando multiplex del centro commerciale Due Mari di Maida, a pochi chilometri da Lamezia Terme. Accendere i riflettori su un’importante operazione immobiliare, l’ampliamento di uno shopping center, trasformando la sala di un cinema in un salotto per palati fini di retail real estate fu sicuramente un servizio utile al territorio locale, oltre che un’efficace promozione B2B delle nuove opportunità commerciali. Non è un caso, quindi, che tornando – anche solo idealmente – nel cuore

30

retail&food - marzo 2014

Centro Commerciale

Due Mari, terminal Sud del retail della Calabria ritroviamo a Maida una struttura altamente performante, nonostante la crisi abbia spazzato via dal sud Italia ogni traccia di sviluppo da parte dei retailer. Cambiato quindi il nome del gestore, da Cogest Italia a Cogest Retail, non cambia la sostanza: presso il centro commerciale Due Mari ad oggi nessuna unità è sfitta, i flussi sono passati dalla prima inaugurazione nel 2003 a tutto il 2013 da 2,8 milioni a 5,5 milioni di persone, con un trend positivo del 4% nel confronto 2012-2013. Costante, nell’ultimo anno, il fatturato complessivo, a quota 100 milioni di euro (fonte Cogest Retail). Il sostanziale raddoppio

del footfall, un tempo calcolato in base a delle stime e oggi meticolosamente monitorato con l’ausilio di conta-persone, segue di pari passo il raddoppio della galleria avvenuto nel 2008: dai 20mila mq di gla della fase 1, con all’interno 45 negozi e un ipermercato Carrefour da 5mila mq, ai 35mila della fase 2, con 110 shop dichiarati, l’ipermercato, il multisala The Space Cinema (già Warner Village) con 5 sale per mille posti a sedere. Il tutto portando a tre i livelli della struttura: due a destinazione commerciale e uno, quello più in alto, con intrattenimento e servizi, tra cui un asilo nido da 600 mq dotato di baby parking.

Visto sotto il profilo architettonico e tecnologico, il centro si articola in due corpi che si fondono tramite collegamenti interni, i quali non lasciano intravedere discontinuità: i livelli sono 3, gli ingressi 10 su due piani, i parcheggi oltre 2.500 complessivi. È attivo un impianto di videosorveglianza Siemens, mentre per l’analisi dei flussi ci si avvale di soluzioni fornite da Microlog. Ma qual è il valore aggiunto del progetto che, a distanza di 11 anni dal primo taglio nastro e di 6 dal secondo, con in mezzo una crisi dei consumi senza precedenti, ne mantiene il fatturato su livelli stabili e ne spinge in alto i flussi? Lo abbiamo chiesto al gestore. «Diversi


Il progetto in pillole PRIMO GESTORE GESTORE ATTUALE PROPRIETÀ INIZIALE PROPRIETÀ ATTUALE DATA DI APERTURA INVESTIMENTO INIZIALE GLA INIZIALE INAUGURAZIONE AMPLIAMENTO GLA ATTUALE INUMERO INIZIALE DI PUNTI VENDITA NUMERO ATTUALE DI PUNTI VENDITA ANCORA ALIMENTARE/GLA NUMERO DI MEDIE SUPERFICI NUMERO DI UNITÀ DI RISTORAZIONE INTRATTENIMENTO / TEMPO LIBERO NUMERO DI VISITATORI INIZIALE NUMERO DI VISITATORI ATTUALE FATTURATO DEL CENTRO COMMERCIALE POSTI AUTO CLASSE ENERGETICA/CERTIFICAZIONE LEED

Terme (80.000 abitanti) e a 4 chilometri dall’omonimo aeroporto internazionale. Venticinque chilometri lo separano dalle città di Catanzaro e Vibo Valentia, mentre per chi proviene fattori concorrono al successo della struttura. Sicuramente la posizione geografica: il centro è raggiungibile da tutte le provincie e dalle due coste – non a caso si chiama Due Mari –. Altrettanto determinante è l’offerta, in termini di completezza del mix, che è senza pari in Calabria nella combinazione di shopping ed entertainment, e di attrattività delle insegne. Inoltre, in 10 anni il mall può contare su un bacino ampio e fidelizzato e su un rapporto di collaborazione con la comunità e il territorio di appartenenza». Lo shopping center Due Mari di Maida, sito in località Comuni Condomini, si trova a pochi chilometri dal centro di Lamezia

COGEST ITALIA COGEST RETAIL CENTRO COMMERCIALE DUE MARI SRL CENTRO COMMERCIALE DUE MARI SRL 11/06/2003 N.D. CIRCA 20.000 MQ 24 APRILE 2008 35.000 MQ 45 + IPERMERCATO 110 + IPERMERCATO CARREFOUR 5.000 MQ + SERVIZI (DEPOSITO, UFFICI) 6 12 THE SPACE CINEMA 2,8 MILIONI 5,5 MILIONI (+4% NEL 2013 SULL’ANNO PRECEDENTE 100 MILIONI DI EURO (TREND STABILE) OLTRE 2.500 N.D.

da Cosenza quelli da percorrere sono circa 70. Da sottolineare, quindi, l’apporto del turismo estivo, di cui tuttavia non esistono dati in termini di presenza, provenienza e scontrino medio, ma che a spanne annovera un’ampia rappresentanza di inglesi e tedeschi alloggiati nei numerosi villaggi della zona. Al momento non sono in essere accordi con tour operator locali che prevedano visite all’interno della struttura. Offerta commerciale: il salto nel 2008 Inaugurato nel 2003, Due Mari nasce come una classica struttura di centro commerciale composta da 45 negozi, un ipermercato Carrefour (presente con un operatore in franchising), un megastore di elettronica a insegna Euronics (1.900 mq di superficie lorda) e una piccola area di ristoro. Il complesso si afferma rapidamente

retail&food - marzo 2014

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Long life e proprio dall’analisi delle affluenze e dei consumi si evidenzia l’opportunità di ampliarne il raggio di azione, integrando l’offerta con soluzioni e servizi per il tempo libero. Nel 2008 lo shopping center passa da 45 a 110 negozi, ma soprattutto trasforma il proprio mix, potenziando i servizi, creando e sviluppando un’adeguata area ristorazione con tavolini in comune abbinata all’entertainment e a un mix di proposte ludico-ricreative. Il centro dello shopping si trasforma sostanzialmente in centro dello shopping & del divertimento, con una multisala, sala giochi, casinò, bowling, ecc. Ed è in fase di studio un secondo ampliamento, strategico nel consoli-

dare la presenza nel territorio. Restando nel recinto delle insegne si segnalano Sephora, Game Stop, Guess, Geox, Kiko, AW Lab e Tezenis, che si abbinano alle medie superfici di Benetton, Cisalfa, Piazza Italia (1.100 di superficie lorda), Alcott, Bata e ai già citati Carrefour ed Euronics. Solo nell’ultimo anno le aperture hanno visto protagonisti Camomilla Italia, Jack & Jones, Accessorize e Tezenis. Le ancore entrate contestualmente alla seconda fase di sviluppo sono Cisalfa (660 mq di superficie lorda), Alcott (455 mq), Bata (nel 2008 su una superficie lorda di 700 mq, diminuiti nel 2013 a quota 487 mq a van-

taggio di Tezenis), Benetton (375 mq) e Sephora (336 mq). Sul fronte della ristorazione, più che di evoluzione si può parlare di trasformazione. Da due piccole attività iniziali il centro oggi ospita varie tipologie di proposte e insegne: nella food court, al primo livello, sono presenti McDonald’s, Old Wild West, Fratelli La Bufala, ai quali si sommano locali tipici, rosticcerie, una gelateria, un grande self-service e una griglieria. Di conseguenza anche il peso della ristorazione sul fatturato complessivo è notevolmente cresciuto. Da segnalare: l’ingresso dedicato, che serve l’area dei ristoranti e il multisala (al secondo livello), permette orari più APERTURA DUE MARI: 2003

PLAYER PER LE FASCE ISOCRONE DELLA LOCALIZZAZIONE (Accessibilità: 20 minuti, con autostrade, traffico medio) Fasce isocrone

Superficie Distanza (mq) (minuti)

Anno apertura

Format

Insegna

Provincia

Comune

Indirizzo

Parco Commerciale

GREEN SHOPPING CENTER

CZ

FEROLETO ANTICO

Località Comuni Condomini - Loc. Garrube

13.400

2,5

n.d.

Centro Commerciale

CENTRO ACQUISTI AGORÀ

CZ

LAMEZIA TERME

Via B. Sposato ang. Via Cerasolo - Loc. Sambiase

3.500

15,6

n.d.

00’ - 05’ 05’ - 10’ 10’ - 15’ 15’ - 20’

Materiale fornito da Sincron Inova, www.sincron-inova.it

lunghi e indipendenti rispetto al resto della galleria. Tra i servizi spicca al secondo livello il già citato asilo nido, mentre restando tra i grandi classici si annoverano la lavanderia rapida, la sartoria, il centro estetico, il parrucchiere, il tabacchi, l’edicola, la ricevitoria e il punto scommesse. Un breve sguardo sui numeri degli affitti e dei costi di gestione: per le piccole superfici i canoni si attestano tra i 400 e i 600 euro/mq/anno, mentre per le medie e le grandi il valore è compreso tra 120 e 250 euro/mq/ anno. Mediamente i costi generali oscillano sui 90/100 euro/mq/annui. Promozione: una marea di concerti Le attività promozionali sono molteplici e si rivolgono principalmente alle famiglie e a un target giovane. In particolare i concerti rock dell’anniversario sono diventati un appuntamento di grande appeal, con flussi da tutta la regione. «Con il favore della stagione, la ricorrenza cade a

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retail&food - marzo 2014


Bacino di utenza: nessuno (o quasi) all’orizzonte Situato nel cuore della Calabria, a pochi chilometri da Lamezia Terme (80mila abitanti), il centro commerciale Due Mari vanta come bacino di riferimento la provincia di Catanzaro (quasi 350mila abitanti), rispetto a cui focalizziamo la nostra analisi. Come da prassi consideriamo l’isocrona dei 20 minuti di percorrenza automobilistica, con condizioni di traffico medie, e i dati della popolazione residente e dei com-

zionale), di poco superiori ai quelli espressi dalla Calabria tout court, ferma rispettivamente a 70 e 72. Privo di una concorrenza paragonabile per dimensioni nel bacino primario, Due Mari vede come unico competitor il Green Shopping Center (13.500 mq di gla), situato a un paio di minuti di distanza. Per trovare una struttura di grandezza considerevole è necessario percorrere circa 40 minuti di automobile e raggiungere Catanzaro Lido, dove si trova il parco commerciale Le Fontane. A. P.

INQUADRAMENTO TERRITORIALE Comune FEROLETO ANTICO

Provincia CATANZARO

Regione CALABRIA

Italia

Abitanti (n.)

2.087

359.841

1.959.050

59.433.744

Famiglie (n.)

821

142.810

771.613

24.617.976

Componenti medi della famiglia (n)

2,54

2,52

2,54

2,41

Femmine (%)

51,8

51,5

51,3

51,6

Maschi (%)

48,2

48,5

48,7

48,4

Stranieri (%)

1,8

3,2

3,4

6,8

Meno di 25 anni (%)

24,6

25,8

26,3

24,0

Piu' di 64 anni (%)

21,3

19,1

19,1

20,8

Eta' media (anni)

43,5

42,3

42,0

43,3

Forze lavoro (%)

37,7

35,1

32,6

41,6

Non forze lavoro (%)

62,3

64,9

67,4

58,4

Tasso disoccupazione

8,3

10,5

11,9

8,4

Auto per abitante (n.)

0,606

0,612

0,618

0,624

Auto > 2000cc per abitante (n.)

0,037

0,035

0,037

0,044

Numero Indice Reddito (NIR)

70

76

70

100

Numero Indice Consumo (NIC)

69

73

72

100

Variabili socio-demografiche

retail&food - marzo 2014

Materiale fornito da Sincron Inova, www.sincron-inova.it

giugno, nel grande spazio all’aperto viene allestito un palco su cui si esibiscono artisti di richiamo – specifica con una nota Cogest Retail –: l’anno scorso abbiamo avuto Alex Britti e Max Gazzè, prima ancora Noemi, Dolcenera e Francesco Renga». Sempre in estate Due Mari propone un fitto calendario di iniziative a tema “avventuristico”, con giochi e animazioni che dalla galleria si moltiplicano sui lidi più frequentati delle coste tirreniche e ioniche. Anche i concorsi a premi, studiati per incrementare le presenze, aumentare il tasso di fidelizzazione e premiare gli acquisti, ricoprono una funzione importante nel marketing mix del centro. L’ultimo concorso, realizzato in occasione del decennale, ha raccolto oltre 12.000 cartoline e distribuito più di 2.100 premi tra i quali il più ambito: un trilocale di nuova costruzione. A questo si somma una costante opera di volantinaggio, nonché la distribuzione di un free magazine, sulle spiagge più frequentate delle due coste.

petitor forniti da Sincron Inova. Dal punto di vista socio-demografico, rispetto alla media nazionale, spiccano il basso tasso di stranieri (3,2% contro 6,8%) e soprattutto il basso tasso di forze lavoro (35,1% contro 41,6%), a cui corrisponde un’alta percentuale di disoccupazione (10,5% contro 8,4%). Guardando il bicchiere mezzo pieno, tali dati evidenziano tuttavia una scenario “più ricco” rispetto alla media regionale. A ulteriore conferma, il Numero Indice Reddito e il Numero Indice Consumo della provincia di Catanzaro si attestano rispettivamente a quota 76 e 73 (fatto 100 il dato na-

33


r&f

Dossier aeroporti

Linate rilancia (dwell time permettendo) Vocazione di scalo e vincoli infrastrutturali limitano la shopping experience nel city airport milanese. La scommessa è quella di puntare su formule premium con inserti di lusso per il travel retail e di esaltare formati e prodotti del territorio a tavola, con un occhio interessato ad EXPO 2015

D

a qualsiasi parte la si voglia guardare, resta una lose-lose situation. L’Enrico Forlanini di Linate era e resta un naturale culde-sac da cui il sistema aeroportuale del nord Italia non sa o non vuole uscire: a microfoni spenti gli addetti ai lavori concordano perlopiù sul fatto che, finché lo scalo milanese non verrà depotenziato ai minimi termini (o meglio, destinato ad altri usi), non c’è prospettiva di dare a Malpensa dignità di hub intercontinentale. La cronistoria degli anni passati, dal de-hubbing di Alitalia all’esperienza mordi e fuggi di Lufthansa Italia, ben poco ha insegnato se dietro l’angolo fa ancora capolino la guerra fra-

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retail&food - marzo 2014

tricida fra scali SEA, accuratamente promossa dalla Etihad di turno (ma anche da Air France-KLM e Lufhansa), col far crescere Linate a colpi di voli point-to-point a discapito di Malpensa per traghettare importanti porzioni di traffico su altri snodi aeroportuali. Il tutto, va da sé, mentre l’indice di connettività dell’area metropolitana di Milano continua a scivolare. In questa empasse, Linate resta giocoforza una porta d’accesso preferenziale al territorio con poco meno di 9 milioni di passeggeri registrati nel 2013 (-2,1% sul 2012, a fronte di un -3,1% di Malpensa) e una vocazione business che tiene negli anni (53%), anche se perde quote di mercato in-


8 voli su 17 di media dal Forlanini) e ha a disposizione poco tempo per indulgere in acquisti.

terno sulle direttrici per Roma e Napoli a favore dell’offerta dell’alta velocità. Tra mix aviation, target del viaggiatore tipo e facilità d’accesso al sedime aeroportuale dall’area metropolitana, il dwell time di scalo non è disegnato a misura di shopping (il tempo di permanenza in scalo si aggira mediamente intorno a 80 minuti). A ciò si aggiungono tutti i vincoli strutturali del caso di un corpo aeroportuale che non ha conosciuto in tempi recenti implementazioni di sorta o ripensamenti dei flussi tali da assicurare, su tutto, una galleria commerciale dedicata. In definitiva, il cliente è tra i più difficili da accontentare: chiede novità e rotazione dell’offerta (effettua

Varietà e qualità a braccetto A fronte di un’offerta atomizzata, e con un sostanziale pareggio tra spazi food & beverage (3.155 mq) e travel retail (3.215), l’imperativo categorico nell’ultimo triennio è stato quello di ripensare formule, marchi e partner. Su 115 operazioni di asset management realizzate nel circuito SEA, ben 41 hanno interessato Linate: si tratta, di fatto, di quasi l’intero novero delle vetrine della struttura con 30 cantieri retail (22 nuove aperture, 6 riposizionamenti e 2 restyling), grazie a una durata delle subconcessioni nell’ordine dei 3 anni, e 11 di food & beverage. Diamo un occhio alle realizzazioni del solo anno solare 2013: calendario alla mano a gennaio Harmont&Blaine ha raddoppiato la sua presenza aggiungendo la formula junior nell’area imbarchi; a febbraio Moleskine e H3G sono diventate vicine di “casa” nell’area check in; ad aprile Chef Express ha inserito agli arrivi California Bakery in licenza, con offerta stagionale extra targata Algida; a maggio è stata la volta dello sportswear Napapijri alle partenze, nonché di Caffè Milano di MyChef e di Mandarina Duck ai gate; nel periodo estivo, tra giugno e luglio la gamma abbigliamento agli imbarchi si è arricchita delle proposte di Burberry e Wolford, mentre ad agosto è entrato Sunglasses nell’area check in. Chiudiamo la carrellata con gli opening invernali: a novembre è arrivato Carrefour Express agli arrivi e Nau! Ottica ai check in, mentre dicembre ha portato con sè Victoria’s Secret subito dopo i controlli e Toys con te al primo piano. «Il nostro è stato un lavoro mirato di

I passeggeri di Milano Linate Anno

Traffico commerciale

Var. % anno precedente

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

6.026.342 7.136.337 7.815.316 8.757.038 8.947.525 9.088.607 9.696.515 9.926.530 9.266.152 8.295.099 8.296.450 9.063.827 9.176.997 8.985.808

-9,1 +18,4 +9,5 +12,1 +2,2 +1,6 +6,7 +2,4 -6,7 -10,5 0 +9,3 +1,3 -2,1 Fonte: Assaeroporti

Ristorante Michelangelo

Ricavi attività commerciali di scalo 2013/2012 Aeroporto

2013*

2012*

Variazione

Linate

58,0

58,4

-0,7%

Malpensa

178,6

173,4

+3,0%

Totale

236,6

231,8

+2,1%

* in migliaia di euro

Fonte: Gruppo SEA

graduale recupero dell’immagine della struttura», spiega Luigi Battuello, direttore commerciale non aviation di SEA – Aeroporti di Milano. Ciò ha consentito, di fatto, di ottenere un sostanziale pareggio delle revenues 2013 su 2012 (58 milioni di euro contro 58,4), pur a fronte di un’erosione del traffico passeggeri, con il travel retail sopra la linea di galleggiamento (+0,3%) e la ristorazione ad accusare

retail&food - marzo 2014

35


Dossier aeroporti L’offerta commerciale di scalo - retail

Fonte: Edifis Intelligence

Travel retail

Ubicazione

Azienda

Tipologia

Carrefour Express

Arrivi

Sea Services

Market

Hudson News

Arrivi

Dufrital

Edicola

3 Store

Check-In

H3G

Telefonia

Calzedonia

Check-In

Calzedonia

Abbigliamento

Camicissima

Check-In

Fenicia

Abbigliamento

Carpisa

Check-In

Kuvera

Accessori

Curcio Rosella

Check-In

Ditta Ind. Curcio Rosella

Servizi

Hudson News

Check-In

Dufrital

Edicola

Intimissimi

Check-In

Calzedonia

Abbigliamento

Moleskine

Check-In

Moleskine

Cartoleria

Napapijiri

Check-In

M&C

Abbigliamento

Nau Ottica

Check-In

Nau

Ottica

Silvian Heach

Check-In

Arav Fashion

Abbigliamento

Sunglasses

Check-In

Dufrital

Ottica

Tim

Check-In

Telecom Italia Mobile

Telefonia

Toys Con Te

Check-In

Portobello Baby Promotion

Giocattoli

Yamamay

Check-In

Inticom

Abbigliamento

Dufry Store

Imbarchi

Dufrital

Duty free

Moreschi

Imbarchi

Moreschi

Abbigliamento

Bm 39

Imbarchi A1/A16+B25/B28

BBB

Abbigliamento

Boggi

Imbarchi A1/A16+B25/B28

BBB

Abbigliamento

Brooks Brothers

Imbarchi A1/A16+B25/B28

Retail Brand Alliance Europe

Abbigliamento

Burberry

Imbarchi A1/A16+B25/B28

Burberry Italy Retail

Abbigliamento

Dixons Travel

Imbarchi A1/A16+B25/B28

Dixons Travel

Elettronica

Gallo

Imbarchi A1/A16+B25/B28

Melampo

Abbigliamento

Harmont & Blaine

Imbarchi A1/A16+B25/B28

Harmont & Blaine

Abbigliamento

Hour Passion

Imbarchi A1/A16+B25/B28

Swatch Group - Tech Airport

Orologeria

Hudson News

Imbarchi A1/A16+B25/B28

Dufrital

Edicola

Kiko

Imbarchi A1/A16+B25/B28

Kiko

Cosmesi

L'Erbolario

Imbarchi A1/A16+B25/B28

L'Erbolario

Cosmesi

Parah

Imbarchi A1/A16+B25/B28

Parah

Abbigliamento

Piquadro

Imbarchi A1/A16+B25/B28

Piquadro

Accessori e valigeria

Swarovski

Imbarchi A1/A16+B25/B28

Swarovski Int.le d'Italia

Gioielleria

Swatch

Imbarchi A1/A16+B25/B28

Swatch Group Italia

Orologeria

Tosca Blu

Imbarchi A1/A16+B25/B28

Minoronzoni

Calzature e accessori

Wolford

Imbarchi A1/A16+B25/B28

Wolford Italia

Abbigliamento

3 Store

Imbarchi A17/A21

H3G

Telefonia

Harmont & Blaine Junior

Imbarchi A17/A21

AGB Company

Abbigliamento

Hudson News

Imbarchi A17/A21

Dufrital

Edicola

Ingram

Imbarchi A17/A21

Inghirami Produzione Distribuzione

Abbigliamento

Mandarina Duck

Imbarchi A17/A21

Mandarina Duck

Accessori e valigeria

36

retail&food - marzo 2014

un calo (-2,7%), anche per i cantieri che hanno interessato Michelangelo e Caffè Milano. «Sappiamo che il city airport ha una funzionalità fantastica a scapito della shopping experience; d’altronde, la spesa per passeggero è circa un terzo di quella che registriamo a Malpensa. Ciò ci ha spinto a ragionare sulla definizione di un’offerta premium con in-

serti di lusso per il travel retail e di una variegata gamma di formule food & beverage, perlopiù di rapida fruizione e con un certo tasso di milanesità». Si spiega in tal modo, ad esempio, la decisione di proporre anche Brooks Brothers oltre che Boggi, di coinvolgere nell’offerta fashion di Dufrital griffe del calibro di Zegna e Ferra-


L’offerta commerciale di scalo - food

Fonte: Edifis Intelligence

Food & beverage

Ubicazione

Società

Taxi Bar

Area esterna

MyChef

Puro Gusto

Arrivi

Autogrill

Spizzico

Arrivi

Autogrill

California Bakery

Arrivi

Chef Express

Briciole Bar

Arrivi

MyChef

Ciao Ristorante

Check-In

Autogrill

Tentazioni Cafe'

Check-In

Autogrill

Gran Cafe'

Check-In

MyChef

McDonald's

Check-In

MyChef

Michelangelo Ristorante Check-In

MyChef

Pizza Chef

Check-In

MyChef

Motta

Imbarchi

Autogrill

Espressamente Illy

Imbarchi A1/A16+B25/B28

MyChef

Espressino

Imbarchi A1/A16+B25/B28

Sea Services

Caffe' Milano

Imbarchi A17/A21

MyChef

Panino Giusto

Imbarchi A17/A21

MyChef

Wine&Food Restaurant

Imbarchi A17/A21

MyChef

Mokà

Imbarchi B

Chef Express

gamo, o delle scelte di Victoria’s Secret e di Hugo Boss, in arrivo a breve in area sterile. Per pranzo, unicum e formule street market La proposta food & beverage, qui più che altrove, ha mostrato un alto tasso di sperimentazione. Basti pen-

sare a Briciole che si è fatta le ossa agli arrivi, modulando in corsa un’offerta più bakery e meno viennoiserie; alla prima volta nel mondo delle concessioni per la formula yankee-meneghina California Bakery, o alle due più recenti creazioni targate MyChef, ovvero Caffè Milano e Ristorante Michelangelo.

Il primo, nato da un accordo a tre tra la controllata del gruppo Elior, SEA e il Comune di Milano (che ha concesso il co-branding), rappresenta il primo passo di una valorizzazione del territorio in chiave EXPO 2015, tanto che ragionevolmente verrà replicata anche nel prossimo venturo terzo terzo di Malpensa. Il secondo, come abbiamo già avuto modo di

scrivere, è il più ambizioso progetto di ristorazione gourmande nel network aeroportuale italiano. «L’operazione Michelangelo è estremamente ambiziosa: non abbiamo semplicemente calato uno chef stellato in aeroporto, replicando formule già testate. Piuttosto, abbiamo investito su un giovane chef di talento (Miche-

langelo Citino, scuola Davide Oldani) perché realizzasse un unicum di alta qualità, capace di attrarre commensali dalla città», sottolinea Battuello. Cosa manca ancora all’appello per l’esposizione universale? «Il restyling dell’offerta è quasi completo. Per quel che concerne l’offerta travel retail, immagino un maggiore accento sul fine food italiano tra le referenze del duty free. Per quel che concerne, invece, le formule ristorative credo ci sia ancora spazio per un wine bar d’alto profilo in area landside e per una formula di ristorazione veloce di qualità in area sterile, magari incentrata su prodotti freschi (dovrebbe prendere posto dell’attuale Wine&Food ai gate, ndr)» spiega il nostro interlocutore. Opening ben più ambiziose sono attese, invece, a Malpensa con la galleria commerciale dell’area sterile del T1 che dovrebbe vedere la luce a fine 2014. «Non è un caso che di 236 milioni complessivi di attività commerciali di scalo, SEA ne realizzi già oggi 150 nel solo Terminal 1 di Malpensa: stiamo lavorando alacremente per assicurare una delle shopping experience di scalo più importanti d’Europa, che garantisca una gamma vertiginosa di eccellenze del made in Italy e rappresenti un importante valore aggiunto per preferire lo scalo varesino. Di fatto, col suo lavoro a livello commerciale, SEA sta già contribuendo a spostare in maniera naturale crescenti porzioni di traffico straniero su Malpensa», ammette Battuello. Claudio Francesco Merlo

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r&f Rapporto M&A di KPMG

FUSIONI E ACQUISIZIONI: UN VIVACE 2013 I

l mercato italiano di M&A consolida i segnali di ripresa. «Il 2013 si è chiuso con l’aumento del controvalore, attestato a 28,7 miliardi di euro rispetto ai 25,7 miliardi del 2012 (+12%). Anche il numero delle operazioni perfezionate mostra una lieve crescita, passando da 340 a 352», ci dice Andrea Mezzanzanica, associate-corporate finance di KPMG, presentando il rapporto Mercato M&A in Italia. «In particolare, nel secondo semestre si è registrata una netta accelerazione, con 217 operazioni per un controvalore di 18,1 miliardi di euro (oltre i due terzi del totale). Gli investitori esteri giocano la parte del leone con più di 100 operazioni, che assommano 12,8 miliardi; inoltre i player stranieri hanno messo a segno 5 delle 10 maggiori transazioni concluse nell’anno. Il 2013 conferma le caratteristiche di-

mensionali del mercato: circa l’80% del controvalore totale è prodotto dalle prime 20 operazioni (6% del totale). Riguardo alle prospettive dell’anno in corso, Mezzanzanica valuta che «questo trend si potrebbe confermare, riportando il risultato del 2014 intorno ai 50 miliardi di euro: un livello analogo ai valori pre-crisi». I risultati del sottoinsieme Consumer Markets – estrapolati da KPMG per retail&food – ricalcano quelli nazionali. Numero e valore delle M&A 2013 sono cresciuti rispettivamente di un quarto e due terzi rispetto al 2012: 2,5 volte e 2 volte sull’orribile 2009 (vedi il grafico). Tali dati confermano che l’attività è ripresa e che la tendenza è solida. In concreto, al di là delle operazioni di grande fatturato legate ai margini di portata internazionale, quali Loro

Piana/LVMH (2 miliardi), Moncler/mercato (681 mila), Pomellato/Kering (350 mila), Salmoiraghi &Viganò/Luxottica (300.000), è interessante il numero crescente di accordi medi e piccoli, in quanto testimoniano che attraverso lo strumento M&A le imprese riescono a razionalizzare il proprio assetto organizzativo e a presidiare con più efficacia nuovi segmenti di mercato e bacini più ampi. Citiamo in proposito Unieuro/GD, Darty/Trony, Derta/Euronics nel retail dell’elettronica di consumo, Lombardini/Carrefour, Comprabene/Conad nell’alimentare, Cucinelli/Sichuan-Lessin e Falconeri/Calzedonia per moda/cashmere, Bistefani/Bauli nel dolciario. Il rapporto KPMG analizza con attenzione anche la direzione geografica. Dei cento casi censiti nel segmento

Consumer la maggioranza è costituita da 58 operazioni Italia su Italia, che assommano 1,7 miliardi di euro (40% del totale); gli acquisti estero su Italia sono 30, per un controvalore di 2,5 miliardi (59% del totale); le acquisizioni italiane fuori dei confini sono solo 12 e di taglia limitata. In sintesi si conferma la situazione emersa già lo scorso anno: le imprese italiane sono oggetto di forte attenzione da parte degli operatori (imprese e società finanziarie) stranieri, pronti a pagare anche con larghezza il loro valore materiale e immateriale; le imprese italiane, impegnate a espandersi, preferiscono acquisire sul mercato nazionale concorrenti diretti o affini, approfittando anche della prolungata stasi della domanda interna. P. L.

M&A 2013 - I casi più interessanti TARGET (impresa acquisita) Settore alimentare alimentare alimentare alimentare alimentare alimentare alimentare alimentare aliment/bevande aliment/bevande GD elettronica lusso moda ottica moda moda moda moda moda moda moda moda moda moda moda moda moda retail retail retail retail retail retail retail Totale

Brand Lombardini Lombardini LD Lombardini ipermercati Lombardini ipermercati Comprabene * Eataly net # Dico Coop Despar Tuo ## Sogefran Lavazza Pana-Rom Unieuro Dixons Pomellato ** Salmoiraghi&V. Valextra Illum, Solstra C P MCS Marlboro C Adler B. Cucinelli Loro Piana Mandarina Duck Marina Yachting Henry Cotton's Pinco Pallino Sixty Falconeri Bruno Magli Darty §§§ Unione Militare ^ Il Caffè di Roma Da Vinci Mcf C'Art Derta (elettronica consumo) La Gardenia Beauty

BIDDER (acquirente) Paese Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia UK Italia Italia Italia Danimarca Italia Germania Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia

Settore alimentare alimentare alimentare alimentare alimentare alimentare alimentare alimentare bevande bevande GD elettronica moda moda fondo invest. moda private equity fondo invest. moda lusso moda private equity private equity private equity fondo invest. moda fondo invest. retail retail retail fondo invest. editoria retail fondo invest.

Brand Carrefour MD Lillo Coop Conad Eataly e 360 Capital P. Tuo Coop Compania delTropico Compania delTropico Marcopolo Expert Kering (ex Ppr) Luxottica Neo Capital La Rinascente Emerisque Brands Equinox Sichuan Lessin Lvmh E-Land Emerisque Brands Emerisque Brands Yeehoo P P ltd Crescent Hyde Park Calzedonia ^^^ L.daVinci Invest Trony (Dps Group) H&M Compania delTropico GWM holding Gut edizioni Galimberti/Euronics Orlando Italy

Paese Francia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Spagna Spagna Italia Francia Italia UK Italia UK Italia Cina Francia Korea UK UK HK Italia Singapore Italia Svizzera Italia Svezia Spagna Lussemburgo Italia Italia Italia

Quota

Valore

% a b c d 100,0 90,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 82,0 36,3 60,0 100,0 100,0 58,7 1,5 80,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 11,2 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

.000 euro n.d. n.d. n.d. n.d. 50.000 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 300.000 45.000 n.d. n.d. n.d. n.d. 8.500 2.000.000 n.d. n.d. n.d. n.d. 560 n.d. n.d. 180.000 n.d. 130.000 110 n.d. 2.714.170

a) ceduti 4 cash&carry; b) ceduti 300 discount; c) ceduti 2 ipermercati; d) ceduto 1 ipermercato / * 31 punti vendita del marchio del gruppo Lombardini / §§ 5 punti vendita / §§§ / ** da perfezionare / ^ Benetton / '# alleanza: 60% Eataly, 30% 360 C.P., 10% managers / ## Tuo cede a Coop 54 supermarket con insegne Ingrande, Eurospar, Despar

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retail&food - marzo 2014


r&f La kermesse dei bilanci

LE FIERE SI RIPOSIZIONANO, VERSO IL BASSO. TIENE LA FASCIA TOP S

L’analisi Leanus dei bilanci 2010-2012 evidenzia le differenti performance e capacità di produrre risultati economici degli attuali operatori. Nel caso dei quartieri, il campione analizzato mostra tra l’altro un margine operativo che nel complesso non riesce a coprire gli elevati ammortamenti, la gestione finanziaria/straordinaria e le imposte. Gravano inoltre sulla gestione corrente i forti investimenti per la realizzazione

di padiglioni e strutture, che non generano ricchezza sufficiente per ripagare chi ha fornito le risorse, in prevalenza soggetti locali: istituzioni pubbliche e banche. Le prospettive per il 2014-2015 sono legate al verificarsi della ripresa della domanda interna. Oltre ovviamente a Fiera Milano spa, vari altri quartieri confidano nell’effetto positivo di Expo2015 e stanno lavorando a progetti

Principali quartieri fieristici per volume d’affari

per attirare nel proprio territorio flussi significativi di visitatori. Sono in cantiere anche nuove fiere, progettate per mostrare applicazioni hi-tech a un crescente numero di filiere industriali e del terziario. Novità di rilievo: molti di questi eventi saranno realizzati da operatori esteri, quartieri o organizzatori multinazionali. Paolo Lombardi

(2012 Quartieri fieristici - 32)

Il volume d’affari totale nel 2012 per i 32 quartieri fieristici in analisi è pari a 759,5 milioni di euro. Il grafico riporta la concentrazione dei maggiori 12 per ricavi:

Valore (€)

tagione di bilanci anche per il sistema delle fiere: quartieri, eventi, segreterie organizzative. Mentre le conferenze d’inizio anno annunciano i preconsuntivi del 2013 e i programmi 2014, Leanus – la piattaforma di servizi per i professionisti della finanza d’impresa – propone agli addetti di settore l’analisi triennale sia dei 32 maggiori quartieri sia dei 30 primari organizzatori di fiere. Nel 2013 i quartieri annunciano rispetto al 2012 numerosi cali di fatturato e di ebitda, accompagnati da frequenti risultati netti in rosso. È la conseguenza del perdurante calo della domanda interna e del debole ritorno degli investimenti per portare nei mercati extra Europa le nostre kermesse migliori. Al contrario, in Italia il gruppo delle fiere di settore leader mondiali conferma solidità e, in vari casi, segnali di sviluppo di espositori e visitatori, locali ed esteri. Il 2013 ha registrato anche il rallentamento strutturale, o la cessazione, dell’attività di quartieri e di organizzatori in difficoltà per la mancanza di prodotti innovativi, capaci di controbilanciare la caduta verticale dei ricavi degli eventi emarginati dalla trasformazione dei mercati. Conseguenza strutturale per numerosi quartieri privi di marchi forti, di valore internazionale e/o funzionali alla promozione dell’economia territoriale, è l’urgenza di trovare modi alternativi d’impiego non più fieristici di padiglioni e piazzali attrezzati, che garantiscano comunque redditi consistenti e non casuali. Di qui il rapido ingresso nel settore di nuovi organizzatori che propongono eventi b2c o mostre-mercato itineranti dedicate a merceologie con bacini d’utenza ristretti; si tratta per ora delle fiere di elettronica, collezionismi vari, enogastronomia, cerimonie nuziali, auto e moto d’epoca: un business poco redditizio ma che consente al locatore di comporre il calendario annuale in attesa di tempi migliori.

400.000.000

100%

300.000.000

80%

200.000.000

60%

100.000.000

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0

20%

2 2 2 2 2 2 2 012 12 12 012 012 201 201 201 201 201 2/2 /20 201 201 /20 / 2 / / / / / 1 2 / 2 2 2 2 2 2/2 2 2 . 1 2 1 1 12/ 1 1 1 1 1 1 1 G a a i a i a e a o l l a a n z e in m nz ov on an po en og nov ad Rom Rim Par Na Mil Ver Fire Pad Ge Vic Bol Riv

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r&f Grandi progetti internazionali

Gruppo Jihua e Arcoretail:

35 destination center in Cina

Li abbiamo incontrati al Mapic di Cannes: da una parte Liu Ming Zhong, membro del 18° Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese e presidente di XinXing Cathay International Group; dall’altra Luca Bastagli Ferrari, ceo di Arcoretail; “al centro” un maxi progetto turistico/immobiliare denominato Jihua Park, con sport indoor, intrattenimento e retail. Due i cantieri già avviati

L

a prima impressione, in occasione del Mapic di Cannes, è di imbatterci in un progetto di caratura superiore. In primis – dettaglio non trascurabile – per l’attenzione dimostrata dalle aziende protagoniste nell’allestire un’agenda di incontri altamente esclusivi: dalla presa dell’appuntamento, fissato con debito anticipo rispetto alla tre giorni francese; allo stand, riservato e accessibile solo previo accordo; sino alla location dell’intervista, la splendida terrazza del Lerins Hall, dove fotografi e responsabili della comunicazione hanno fatto da corollario alle delegazioni cinese e italiana impegnate nella presentazione dell’iniziativa. L’aspettativa è confermata dai numeri, impressionanti, che contraddistinguono il progetto denominato Jihua Park. E non potrebbe essere altrimenti visto che a promuoverlo sono in prima persona Liu Ming Zhong, membro del 18° Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese, nonché presidente di XinXing Cathay International Group (la società che controlla il colosso Jihua Group, realtà da oltre 30 miliardi di dollari di fatturato che recentemente ha aperto il suo primo store di abbigliamento JH1912 in Italia, a Milano. Vedi rubrica Mystery in Shop, r&f di gennaio/febbraio) e Li Xue Cheng, ceo di Gruppo Jihua. Seduti al tavolo e accreditati da Luca Bastagli Ferrari, ceo di Arcoretail, società italiana partner nello sviluppo e nella commercializzazione del progetto, riceviamo tutti i dettagli dell’iniziativa: nei prossimi 8/10 anni saranno realizzati in territorio cinese 35 destination center, ognuno dei quali con una gla commerciale compresa tra i 40mila e i 60mila mq e con un costruito totale di 140/150mila metri quadrati. In particolare, i primi cinque Jihua Park saranno cantierizzati quest’anno nelle località di Shijiazhuang, Chongqing, Changchun, Shenzhen e Guangzhou, e saranno attivi entro la fine del 2015. A riprova, come ci ha confermato Bastagli Ferrari in un un’intervista realizzata nelle

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Luca Bastagli Ferrari, ceo di Arcoretail Ultim’ora: «Già attiva la piattaforma per i retailer»

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scorse settimane (vedi intervista in pagina, ndr), due complessi sono già in cantiere, con una previsione di apertura stimata entro il prossimo capodanno cinese (febbraio 2015). La scelta delle location, lontane dalle metropoli di prima fascia, è avvenuta tenendo in considerazione le più recenti analisi e ricerche sui trend di crescita socio – economici delle aree geografiche del Paese. Ma in cosa consistono i destination center “Jihua Park”? Comprenderanno fashion village, con la presenza dei grandi brand della moda internazionale, aree dedicate al divertimento e allo sport, hotellerie con SPA e vaste zone dedicate al relax. La componente sportiva, rigorosamente indoor, ricoprirà un ruolo importante: vi saranno, tra gli altri, piste da sci, pareti da arrampicata e surfing facilities. Destinatari di queste strutture saranno soprattutto i turisti cinesi appartenenti al ceto medio, che oggi conta 250 milioni di persone e che entro il 2020 dovrebbe gradualmente crescere sino a quota 400 milioni. «L’obiettivo di questa iniziativa – ci ha raccontato a Cannes Li Xue Cheng –, è di creare un nuovo modello di servizio e di consumo». E quattro sono i pilastri su cui poggia: «raggiungere la classe media cinese; promuovere caratteristiche analoghe per offerta di divertimento, abbigliamento e ristorazione; la passione per i brand italiani, che sarà allargata a un target medio/alto; mettere a disposizione dei retailer una piattaforma di servizi che favorisca il loro ingresso e la successiva crescita in Cina». Il know how, alla base della commercializzazione e dello sviluppo degli Jihua Park, sarà quello di Arcoretail: «Questo è un format nativo cinese, non copiato dall’Occidente e portato in Cina», ha precisato Ferrari durante l’incontro a Mapic. Nessuno scatolone anonimo, quindi, con all’interno gallerie chiuse sature di

Sono trascorsi oltre due mesi da Mapic, quali sono le novità? Questo è un momento importante: due cantieri sono avviati. Inoltre abbiamo già incontrato circa 380 aziende, di cui 230/240 all’ultimo Pitti, proponendo loro di partecipare a un progetto che le veda protagoniste dirette dello sviluppo in Cina. Ad oggi, tranne i grandissimi gruppi, nessuno in questo mercato è presente direttamente: tutti lo sono attraverso partner locali. Quali sono i primi riscontri? I grandi gruppi del lusso italiano, francese e americano stanno guardando con favore a questa iniziativa, anche perché non si tratta di outlet. Al contrario consiste in destination center dove la convenienza nella vendita del prodotto è limitata allo sconto che il retailer stesso decide di applicare sul prezzo. Con un minimo imposto del 15% rispetto ai department store locali. Non promuoveremo mai questi luoghi in termini di outlet, soprattutto non li promuoveremo mai in termini di shopping. Al contrario li promuoveremo per l’offerta di intrattenimento, di divertimento, di sport e anche di shopping. Oltre che di lusso, al Mapic si è parlato soprattutto di brand dal posizionamento medio/alto… Ci auguriamo che i marchi del lusso presenti in Cina, come hanno già dichiarato, siano con noi in questo progetto. E riteniamo che sia virtuoso abbinargli prodotti fatti bene, di qualità artigiana, non solo italiani ma anche europei, realizzati da aziende di media dimensione che da sole non potrebbero affrontare questo mercato a causa di un investimento iniziale troppo alto. Inoltre vogliamo che almeno il 20% dell’offerta commerciale sia espressione locale. Concretamente, come intendete portare le aziende di media dimensione in Cina? Attraverso una piattaforma di servizio che Jihua realizza appoggiandosi a ICD (Italy-China Development). Questo strumento, già attivo e dal costo certo – in buona parte calcolato sulla percentuale delle vendite –, spazia dalla selezione del prodotto da presentare nel punto vendita, sino a quella del personale del negozio, passando per la tenuta contabile dello shop e la gestione del magazzino. Il target è composto da quelle aziende con un fatturato inferiore ai 30 milioni di euro, che per andare in Cina, altrimenti, avrebbero bisogno di un buyer che selezioni il prodotto, della licenza di importazione e vendita, della società in loco deputata all’assunzione del personale e alla gestione della contabilità e del magazzino, etc. Che peso avrà la ristorazione? In Cina la parte food incide il doppio o il triplo che da noi, quindi vi sarà dato grande spazio. Ci siamo impegnati nel creare un’offerta di ristorazione internazionale: sappiamo che non avremo problemi a portare i tex-mex e i formati basati sulla proposta di hot dog, che avremo poche difficoltà nell’individuare formule di cucina veloce francese. Al contrario so che avremo grande difficoltà a rappresentare l’Italia, in quanto l’offerta è ancora molto artigianale e ci sono poche catene. I cinesi amano la nostra cucina, ma non amano il nostro modo di porgerla: in Cina un buon pasto consiste nell’assaggiare 20/25 tipologie di pietanze diverse e non nel ricevere tre o quattro portate. Il primo operatore che lo capirà potrà lavorare benissimo. In conclusione, perché i Jihua Park avranno successo? Oggi in Cina si punta sul turismo interno. Un esempio recente è dato da Mercedes-Benz, che a Shanghai ha annunciato la nascita del marchio Mercedes-Benz Travel, in partnership con HH Travel. E noi stiamo chiudendo accordi con i grandi tour operator. Basti dire che in questi giorni (inizio febbraio, ndr) pare si stiano muovendo per il capodanno cinese circa 700 milioni di persone. Aspettiamo, a conferma, i dati ufficiali. La Cina di oggi ricorda molto la meravigliosa Italia degli anni 60, ma viaggia a numeri con qualche zero in più.

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Grandi progetti internazionali

La piattaforma dei servizi Proviamo a spiegarvi, per sommi capi, i vantaggi economici imputabili alla piattaforma di servizio messa a disposizione da Jihua, per come ce li ha spiegati Luca Bastagli Ferrari. Prendendo a riferimento un listino wholesale da 100 euro applicato da un’azienda di abbigliamento italiana sul mercato domestico, quello destinato all’estero sale a 130, in quanto si devono ammortizzare una serie di costi legati all’agente di commercio, alla partecipazione presso fiere in loco, ecc. Quindi se il prezzo finale applicato da un multimarca in Italia arriva a 250/300 euro, fuori dai nostri confini varia dai 300 ai 350 euro. Ma per andare in Cina si devono sostenere ulteriori costi di importazione, che incidono per circa 50 euro, portando il listino a 180. Se a tale importo si applica poi un possibile 20% chiesto da un partner locale, il prezzo finale arriva a cifre troppe alte, fuori mercato. La piattaforma di Jihua, operativa in Italia con sede a Milano, permette di mantenere il listino a quota 100, in quanto elimina i costi dovuti ad agenti di commercio e a fiere all’estero, ma soprattutto smarca il reteiler dalla dipendenza del partner locale. L’ottimizzazione degli spazi presso gli Jihua Park, che possono essere disegnati in base ai desiderata delle insegne, la selezione del personale del negozio in capo a Jihua, il tutto a costi prestabiliti, oltre alla possibilità di entrare su più complessi per ottimizzare gli affitti, rende questa operazione accessibile alle aziende di piccola e media grandezza.

negozi: gli Jihua Park avranno un concept a village che richiamerà elementi dell’architettura tradizionale cinese, saranno personalizzati in funzione dell’area in cui sorgeranno e ogni aspetto verrà curato nei minimi dettagli per creare un’atmosfera di relax, adatta al divertimento di tutta la famiglia, con spazi emozionanti e coinvolgenti in equilibrio tra passato e modernità. Inoltre ogni location sarà in gran parte autonoma dal punto di vista energetico, grazie alla dotazione di sistemi di generazione e utilizzo di energie rinnovabili. Il concept a village non deve tuttavia trarre in inganno sulla natura dell’operazione retail: ci saranno dai brand del lusso a quelli di posizionamento medio/alto, sia italiani che internazionali con una quota destinata a marchi cinesi di qualità, ma non saranno outlet. La percezione di convenienza sarà data da una scontistica minima imposta del 15%, prendendo a riferimento i listini applicati nei department store cinesi. Altrettanta attenzione sarà data all’offerta food, che contemplerà le più svariate tradizioni culinarie internazionali: dai format americani di hamburger restaurant ai tex-mex, sino ovviamente alla cucina italiana. L’attività di scouting da parte di Arcoretail è già avviata. Andrea Penazzi

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r&f Parola di Victor Busser Casas

Victor Busser Casas nel marzo 2012 ha assunto il ruolo di general manager di Arcus Real Estate con l’incarico di gestire il portfolio immobiliare del Gruppo Percassi. Il portafoglio consiste di oltre 200.000 mq di gla ripartiti tra shopping center e outlet village, a cui si aggiungono altri 230.000 mq di gla di nuovi sviluppi. Prima di entrare in Arcus Real Estate ha ricoperto il ruolo di leasing & new development director in McArthurGlen e di country manager per l’Italia di Neinver. La sua carriera professionale ha avuto inizio in Cushman & Wakefield.

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ARCUS REAL ESTATE (Gruppo Percassi): «Westfield Milan trasformerà il mercato»

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resciuto professionalmente in Neinver e approdato successivamente alla corte di McArthurGlen, da circa due anni Victor Busser Casas gravita nell’orbita di Gruppo Percassi, con la qualifica di general manager presso Arcus Real Estate. Tra un appuntamento e l’altro con i big dell’alta moda – proprio in queste settimane lavora per portare gli operatori del lusso nel futuro Westfield Milan – lo abbiamo incontrato presso la sede milanese di corso Matteotti per farci raccontare, oltre al suo percorso professionale, lo stato dell’arte di due sviluppi prime a livello europeo: quello di Segrate, destinato a diventare il più grande centro commerciale del Vecchio continente, e l’imminente fase 3 di Oriocenter (vedi rubrica Prima Pietra, a pag. 26), tra i centri top performer in Italia.

Nel 2012 il passaggio ad Arcus Real Estate, con la qualifica di general manager. Quale motivazione l’ha convinta ad accettare questo incarico? Con quale obiettivo? Antonio Percassi è stato tra i primi imprenditori a intravedere potenzialità nel costruire centri commerciali in Italia, e mi è piaciuta molto la direzione che ha impresso a tale sviluppo. In Europa sono due i grandi operatori di outlet di lusso, McArthurGlen e Value Retail, per cui Arcus Real Estate si è proposta come alternativa affidabile realizzando il Sicilia Outlet Village, dove per la prima volta nel Belpaese marchi come Gucci e Tod’s hanno aperto punti vendita a prezzo scontato, mentre per Abercrombie & Fitch si è trattato del primo outlet in Europa continentale. A questi si affiancano brand come Loro Piana, Armani, Dolce & Gabbana, Trussardi, Versace, Brooks Brothers, Zegna, ecc. A me è stata data fiducia per portare avanti questa strategia: stiamo partendo con progetti che se manterranno questo livello saranno un successo. Delle esperienze precedenti, qual è il risultato che rivendica con maggiore orgoglio? Con Neinver avevamo iniziato una strategia che prevedeva di uscire dalla Spagna per sviluppare outlet all’estero, per cui siamo andati in Portogallo e in Italia, dove abbiamo realizzato progetti molto belli e di successo. Arrivare in Italia dalla Spagna, da giovane, e portare avanti questo incarico per me è stato un motivo di forte orgoglio. Sono andati così bene quei cinque anni con Neinver che sono stato chiamato da McArthurGlen per coprire un ruolo di Gruppo, in tutta Europa, dove con altrettanto orgoglio posso dire che abbiamo aperto bellissimi outlet a Napoli, Venezia, Berlino, Salisburgo, ecc. Mi appassiona il fatto di essere introdotto nel mondo del lusso e del real estate in Italia: negli anni ho creato rapporti di fiducia con manager

che adesso posso definire amici. E questo ci favorisce nello sviluppare la nostra strategia. Arriviamo all’attualità. L’aspettativa degli operatori sul progetto di Westfield Milan è forte. Qual è lo stato dell’arte? Gruppo Percassi nasce come sviluppatore di full price. L’esempio più calzante è Oriocenter, che con i suoi 75mila mq di gla è uno dei centri commerciali più performanti d’Italia, su cui stiamo per realizzare la terza fase. Questa porterà in dote ulteriori 30mila mq in cui entreranno marchi che per la prima volta si affacciano in uno shopping center del Belpaese. Forti di questa operazione, oltre che dell’esperienza di Percassi, abbiamo realizzato una joint venture al 50% con Westfield, che non ha certamente bisogno di presentazioni. Sul progetto di Milano siamo quindi attivi con l’assegnazione delle quattro àncore: abbiamo già definito quella alimentare, il department store e il cinema, mentre stiamo completando l’area deputata ai marchi del lusso. Appena l’avremo completata avvieremo le opere. La previsione di apertura è per la fine del 2017. Quali sono le vostre aspettative su questo progetto? Milano ha bisogno di un kickstart, come direbbero in America, ha bisogno di svilupparsi, mentre negli ultimi anni è rimasto un po’ low key rispetto a metropoli come Parigi e Londra, senza parlare di quelle asiatiche. Noi stiamo investendo su Milano, che è la quarta città più ricca d’Europa ma è l’unica tra queste che non ha un centro commerciale con più di 60mila mq di gla. Tutti i progetti esistenti sono basati su un supermercato con un piccolo mall attorno. Con Westfield Milan non solo arriva il centro commerciale più grande d’Europa, ma anche quello con qualità di finiture, di gestione, di design e di marchi mai viste prima. Per fare un esempio, a livello architettonico daremo 18 metri di altezza ai brand del lusso per realizzare la facciata. L’unico shopping center paragonabile è quello di Londra (Westfield London, ndr), dove ci sono Prada, Gucci, Vuitton, Dior, ecc. Solo la prima

fase di Westfield Milan ospiterà 380 negozi, non solo di lusso ovviamente, e sarà tutta full price. Due anni fa avete aperto il Sicilia Outlet Village e vi apprestate ad avviare i cantieri per i Foc di Torino e San Pellegrino. Quali sono i margini di sviluppo per il settore outlet nel nostro Paese? Dal mio punto di vista, prendendo a riferimento lo sviluppo che c’è stato negli Stati Uniti, in Italia e anche in Europa rimarranno solo i progetti di un certo livello. Quelli su cui l’investitore capirà che la gestione attiva di ogni asset è fondamentale per l’incremento del valore, continuando a investire sul marketing, sul retail, sul leasing e soprattutto sul lusso. Con queste condizioni si vedrà che c’è ancora spazio per lo sviluppo di 3 o 4 progetti di medio/alto livello nel Belpaese, ma nel frattempo altri chiuderanno. C’è inoltre la possibilità di acquistare qualche asset già aperto per incrementarne il valore. Noi abbiamo scelto di investire in Sicilia perché non c’erano concorrenti, era un mercato captive, a Torino perché è l’unica grande città italiana senza un outlet vicino, e a San Pellegrino per creare un foc del lusso in Lombardia. Accennava ad acquisizioni. Avete progetti concreti o sono solo ipotesi? Arcus Real Estate nasce come sviluppatore di real estate e come asset manager, quindi stiamo valutando la creazione di un veicolo di investimento attraverso cui acquistare asset che pensiamo abbiano opportunità di incremento di valore, in quanto inseriti nella giusta location. Sempre, però, che l’investitore capisca la necessità di investire in una gestione attiva. Spostando l’attenzione, infine, sulle dinamiche del mercato italiano dei centri commerciali. Lei come vede i prossimi anni? Lo sviluppo immobiliare commerciale in Italia è avvenuto in maniera diversa che nel resto del mondo. Storicamente, all’estero il commercio al dettaglio veniva fatto su strada, poi sono arrivati i centri commerciali con all’interno tutta l’offerta disponibile sul mercato, e, infine, sono stati realizzati gli outlet, dove si vendono i capi invenduti nelle high street e negli shopping center. In Italia sia è passati dal commercio su strada al foc, perché il centro commerciale è nato come àncora alimentare a cui è stata affiancata una mall con un’offerta limitata. Con la realizzazione della terza fase di Oriocenter si sta innalzando il livello del full price nel centro commerciale, e l’arrivo di Westfield Milan ribalterà tutto. Per il futuro vedo quindi shopping center di livello e di massa critica, di portata regionale, e meno sviluppo di strutture di vicinato. Andrea Penazzi

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Official Partner



r&f Station to station

S. LUCIA, SHOPPING IN LAGUNA Trentadue miliardi di euro d’investimenti per novemila mq di GLA commerciale, 24 vetrine in attività e 15 in pipeline per un fatturato retail a regime da 40 milioni di euro: lo scalo ferroviario di Venezia scalda i motori con un mix merceologico a misura di turista

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antieri ultimati in laguna: dopo un iter particolarmente delicato, visto il pregio e l’ubicazione della stazione, e quasi quattro anni d’interventi strutturali senza mai chiudere battenti, Venezia S. Lucia si concede allo sguardo nella nuova veste targata Grandi Stazioni. L’intera superficie della struttura, quasi 15mila metri quadri, è stata ripensata negli spazi e nei flussi per garantire un’esplosione di volumetria commerciale, che passa dai primigeni 2.500 ai 9mila mq prossimi venturi, grazie all’integrazione del corpo originale con l’ex Palazzo Compartimentale delle Ferrovie dello Stato, che ospitava uffici e magazzini. «L’opera di ripensamento dell’offerta è partita proprio dalla struttura adiacente, sul flusso naturale che va da Piazzale Roma al ponte di Calatrava, sino ai binari. Il piano terra del Palazzo Compartimentale è diventato porta d’accesso principale al sito ferroviario e galleria commerciale del complesso, mentre ai piani alti si è insediata la Regione Veneto», spiega Stefano Mereu, responsabile vendite e media di Grandi Stazioni. Il passo successivo è stato quello di mettere mano alla stazione stessa di S. Lucia, quindi di fare sintesi tra i due cantieri con un continuum

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Stazione Venezia S. Lucia

commerciale: a dire della controllata di FS, il successo dell’operazione è testimoniato dall’impiego sempre meno frequente dell’affaccio canonico sul Canal Grande. Nel mentre veniva definito il mix merceologico più idoneo, attraverso inchieste di mercato: non sorprende che l’accento sia stato ulteriormente posto su brand nazionali, piuttosto che formule locali, a misura e immagine di un importante apporto turistico (basti pensare che sulla tratta Roma-Venezia, che beneficia di un importante loading factor, il 50% dei

passeggeri ha passaporto straniero). Al dunque si è optato quindi per una ripartizione tradizionale degli spazi, col 35% destinato al food&beverage, il 50% al retail e il restante ai servizi per il passeggero (tra sale vip e biglietterie). «Abbiamo orientato le nostre selezioni competitive verso un posizionamento medio-alto, con ottimi riscontri da parte dei principali attori di mercato: ad oggi sono già all’attivo 24 vetrine su 39 complessive, con la prospettiva nel giro di pochi mesi di esaurire gli 8mila mq commerciali previsti. Ci siamo quindi riservati la possibilità di completare il novero dell’offerta con due moduli stand alone nella piazzetta interna che si è generata in virtù dei nuovi flussi: 600 mq saranno destinati ad un’ancora fashion e 400 ad un’offerta ristorativa». Nel mentre, all’appello hanno già risposto diversi partner consolidati del network di Grandi Stazioni, da Nike a Sephora, passando per Desigual, Mango, Kiko, Boggi, Zeta, Moleskine e Calzedonia, con newsstand Hudson News e bookshop Giunti al Punto. Sul fronte delle new entry, si segnalano due esordi nel mondo del travel retail: il retailer

nipponico Muji, specializzato in arredamento e abbigliamento, che apre sul canale nella versione to go, e Grom che si propone quale gelateria di stazione in attesa di replicare anche a Roma Tiburtina. Veniamo quindi all’offerta foodservice che ha in seno due proposte locali: dalla galleria ai binari, incontriamo Tentazioni/Spizzico, formule di casa Autogrill che si accinge in itinere a prendere possesso di un’altra vetrina (un hamburger restaurant in licenza?); il lounge-bar F30, formula dell’imprenditore alberghiero veneziano Elio Dazzo, che concilia prodotto e intrattenimento serale, perlopiù concerti. VyTa, boulangerie del portfolio di Retail Group (presente in loco con altre due vetrine), che torna in laguna dopo aver gestito il bar del museo di Punta della Dogana, e Maccario, storico bar-buffet di stazione, ubicato a destra del varco originario, con un’offerta integrata di caffetteria classica, quick service e self service, che indossa il vestito buono della festa. Se son rose, fioriranno: in casa Grandi Stazioni si aspettano un volume d’affari a regime da 40 milioni di euro. C.F.M.





r&f Mystery in mall

The Shops at Columbus Circle N

ew York - viviamo in un’epoca meticcia, solo sfumature di grigio, tutto è veloce e in continuo cambiamento. Non ci siamo bevuti il cervello ma vogliamo introdurre un mystery tour all’interno di un interessante spazio retail che abbiamo visitato a New York e che dagli sviluppatori viene appunto definito come ‘mixed-use destination’. The Shops at Columbus Circle è infatti l’area shopping che sorge all’interno del Time Warner Center, la struttura inaugurata nel 2004 e costituita da tue torri gemelle di 80 piani, ubicate all’angolo sud-ovest di Central Park, affacciate sul celeberrimo Columbus Circle, uno dei luoghi cardini della Grande Mela. Ma torniamo al concetto di mixeduse, vale a dire una struttura al cui interno trovano posto residenze, hotel, uffici, spazi commerciali, luoghi d’intrattenimento. Insomma quanto di più moderno si sta realizzando nelle metropoli di mezzo mondo. Nulla di nuovo per New York e per altre città USA, che nei propri grattacieli vedono spesso THE SHOPS AT COLUMBUS CIRCLE

LAYOUT Aspetto esterno Originalità design Omogeneità e armonia Qualità materiali e arredi Ordine e pulizia Comfort

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RETAIL MIX Assortimento Esposizione Originalità

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VALUTAZIONI GENERALI Qualità/prezzo Ambiente Adeguatezza alla location Innovazione

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Legenda: ´= migliorabile; ´´= sufficiente; ´´´= apprezzabile; ´´´´= molto buono; ´´´´´= ottimo

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la presenza di attività così diverse. Ma non certo a questo livello, né per estensione né per qualità degli arredi. Gli sviluppatori, nonché proprietari, si chiamano Related Group: lo stesso di cui abbiamo scritto sul numero di dicembre di r&f a proposito di The Galleria, il primo luxury mall di Abu Dhabi.

Retail mix e dintorni E in effetti, come ci raccontarono allora i vertici di Related, i due mall si assomigliano molto. Ma con un posizionamento diverso. Quello newyorkese, infatti, non punta al lusso ma a un’offerta ricercata senza essere esclusiva. Tra i marchi italiani, per esempio, oltre a un Armani Exchange troviamo Moleskine e Cruciani. Una scelta che molto spiega di The Shops at Columbus Circle. Altro aspetto caratterizzante sono i due livelli underground: il primo ospita i 5.600 mq del Whole Food Markets, un for-

mato di market alimentare moderno e sofisticato, mentre al secondo si trovano i quasi 4.000 mq dell’Equinox fitness club. Stringendo il campo sull’offerta retail, sono circa 40 i punti vendita che vanno da un’ancora pop ma sicura come H&M a brand come Hugo Boss, Stuart Weitzman, piuttosto che Microsoft (in formula simil temporary), Bose o Godiva. Insomma, un retail mix non abituale per le strutture italiane ma a New York ci sta tutto. Gli ambienti sono caratterizzati da materiali pregiati, illuminati su tutti i livelli da una portentosa vetrata che affaccia direttamente su Columbus Circle e sull’angolo più bello di Central Park.

Conclusioni La formula sembra aver trovato un suo spazio e una discreta notorietà tanto tra gli abitanti della “città che non dorme mai”, quanto tra i turisti, a tal punto che nella classifica di Tripadvisor, categoria shopping, si posiziona al 51° posto. Di ambienti retail con queste caratteristiche ne troveremo sempre più, vista la fuga ormai globale da alcune scatole extraurbane ormai datate. Il primo è più brillante esempio italiano è quello di Milano, ai piedi della torre Unicredit nell’area Porta Nuova. Ma non sarà certo l’ultimo. A.A.



r&f Analisi mercato

Digital signage: adelante, con juicio Le tecnologie digitali e l’installazione di display “intelligenti” prendono piede anche negli store e tra i retailer italiani. Tra sostenitori entusiasti e criticità, soluzioni innovative e potenzialità inespresse, ritardi e approcci - per qualcuno un po’ - radicali, ecco una fotografia del settore

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l digital signage, al pari di tutte le tecnologie digitali di ultima generazione applicate al retail, rientra nell’ampia gamma di strumenti di cui oggi dispongono l’in-store marketing e il visual merchandising per far crescere il coinvolgimento del consumatore e per rendere il suo tempo di permanenza all’interno del punto vendita più piacevole per lui, più profittevole per il commerciante. La tendenza che si consolida è quindi quella di far diventare il cliente sempre più protagonista degli spazi e delle attività che si svolgono all’interno dei negozi, e l’interattività, che è propria di tali soluzioni, assume un ruolo centrale, in grado di attivare un coin-

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volgimento che rende unica la shopping experience. «Non è lo strumento in sé a fare miracoli» ci spiega Antonio Provenzano, direttore generale di Pasolini Luigi spa, fornitore globale per il display e la visual communication nell’ambito della grande distribuzione. «Anche lo spettacolo più emozionante o l’esperienza più memorabile, sia essa un maxi schermo da 15 metri (come quelli allestiti nel flagship store più grande del mondo firmato da Roberto Cavalli a Milano e inaugurato pochi giorni fa in via Montenapoleone: 5 piani con uno schermo Dg su ciascuno), o il camerino interattivo (che consente di visualizzare capi di abbi-

gliamento in infinite varianti e di condividerne le immagini in tempo reale sui social network), piuttosto che l’espositore “intelligente” (che dialoga con il consumatore riconoscendone età, sesso, etnia e facendo passare messaggi promozionali adatti al suo specifico target), da soli non producono risultati concreti». Di qui l’importanza di inserire il ritrovato tecnologico all’interno di una strategia coerente che deve essere messa a punto conoscendo le regole del visual merchandising. Riprende Provenzano: «Ogni elemento che contribuisce a costruire il display o il layout del punto vendita deve essere posizionato e utilizzato non solo te-


«MOBILE CUSTOMER ENGAGEMENT: LAVORIAMO PENSANDO AL FUTURO» LEONARDO COMELLI, direttore commerciale M-Cube Quali prodotti/soluzioni di digital signage realizzate e quali sono le loro peculiarità? Realizziamo sistemi di comunicazione digitale multicanale sul punto vendita. Tramite la nostra piattaforma di digital content management gestiamo tutti i media digitali di comunicazione in-store e di mobile customer engagement. Diventa quindi possibile comunicare con i propri clienti in tempo reale dal momento di passaggio davanti alla vetrina, tramite i monitor Ds, e seguire il cliente all’interno del negozio anche con sistemi di proximity marketing in grado di interagire con smartphone e tablet che forniscono messaggi mirati e personalizzati. Come si evolve il mercato del digital signage? Quali gli sviluppi futuri? La sfida che stiamo affrontando con alcuni nostri clienti è quella di trasformare il Ds in un concreto veicolo di vendita. Passare quindi da un utilizzo legato alla semplice comunicazione a un vero strumento di supporto al business. Ad esempio, tramite

«OCCORRE CATTURARE L’ATTENZIONE DEL CLIENTE» ANTONIO ZULIANELLO, general manager Italy & southeast Mediterranean NEC Display Solutions Italia

nendo conto della funzionalità, ma anche del criterio comunicativo che l’elemento stesso possiede nei confronti dell’ambiente circostante». Non c’è dubbio che il Ds si stia diffondendo in numerosi ambiti commerciali: non solo nel campo del retail ma nella ristorazione, nei musei come in aeroporti, stazioni e altri contesti pubblici. Basti citare il recente accordo sottoscritto da Grandi Stazioni con BroadSign International per la realizzazione di un progetto senza precedenti di sviluppo del digital signage cloudbased sul territorio italiano. In quanto proprietaria della rete di Ds Grandi Stazioni Media, la società partecipata al 59,99% da Ferrovie dello Stato che gestisce dal 1998 i 14 scali più importanti del Paese, con questo accordo mira ad estendere il suo attuale portafoglio, passando da 1.100 schermi da 55”, 80 totem interattivi

Quali prodotti/soluzioni di digital signage realizzate e quali sono le loro peculiarità? Con l’aumento di domande di soluzioni DS, aumenta anche l’esigenza del cliente. Oggi non è più sufficiente posizionare un display che trasmette informazioni o video, ma è necessario aumentarne l’interattività, introdurre meccanismi in grado di catturare l’attenzione dell’utente. Le riposte che noi offriamo sono diverse, dai più comuni display multi-touch (dimensioni da 23” a 65”) agli innovativi display intelligenti della serie P (da 40” a 80”) che, grazie al sensore di presenza umana, permettono di cambiare sorgente video, aumentare o diminuire il volume audio o accendersi e spegnersi automaticamente in base alla presenza o meno di fronte allo schermo. La nostra proposta comprende anche soluzioni software in grado di riconoscere il target di persone di fronte allo schermo, pilotando un contenuto diverso in base alla loro età o sesso. Quali sono gli utilizzi principali nel retail di tale tecnologia? Lo scopo principale è quello di attrarre l’utente. Grazie a una vasta gamma di soluzioni hardware e software, siamo in grado

e 10 cartelloni pubblicitari a Led / Lcd a 1.300 schermi da 55” e 70”, 250 totem e 30 cartelloni entro la

l’utilizzo di un tablet o un monitor touch screen è possibile, mediante la nostra soluzione, acquistare dei prodotti non presenti in negozio in quel momento. L’articolo viene ordinato dal magazzino e spedito a domicilio o può essere ritirato sul punto vendita il giorno seguente. Questo permette non solo di assicurare la vendita per il retailer ma anche di ottimizzare le risorse di magazzino e i canali di distribuzione. Qual è il grado di soddisfazione dei vostri clienti per le soluzioni che proponete? Citerò le parole di Rocco Carena, AW LAB marketing manager a riguardo: “Il digital signage ha permesso di potenziare il marketing mix integrando il materiale di comunicazione instore con contenuti multimediali molto attraenti ed impattanti agli occhi dei nostri clienti, diventando un elemento che ci distingue. La radio in-store rende il marketing di prossimità ancora più coinvolgente fornendo un’identità sonora omogenea al nostro network e ci consente di avere un palinsesto dedicato, composto da musica e comunicazione commerciale”.

di accompagnare il cliente nella scelta più idonea: penso all’analisi di un’infrastruttura generale adeguata all’utilizzo (che permetta un monitoraggio costante del funzionamento), alla scelta di display adeguati a seconda delle ore di lavoro giornaliere (per limitare guasti nel tempo) o che consentano la scalabilità o l’aggiornamento nel tempo (grazie agli slot-in offerti è possibile aggiornare il display anche dopo anni di utilizzo) per finire con la pulizia dell’installazione (l’integrazione di player o Pc all’interno del display evita cavi che corrono attorno allo stesso). In che modo questa forma di comunicazione aiuta il retailer nella sua attività e ad aumentare le vendite? Citerò Difficile dare una risposta, poiché le variabili in gioco sono veramente tante. Nondimeno, grazie a un software di misurazione del gradimento offerto da NEC, l’utente ha la possibilità di profilare, misurare e creare una lista di informazioni utili per capire se il prodotto venduto, la campagna prezzi offerta o semplicemente il lay-out alternativo di un’area del punto vendita, sono più attraenti rispetto a prodotti o prezzi precedenti. Questa soluzione è un potente strumento di marketing, che può essere abbinato ad applicazioni Ds, ma anche utilizzato singolarmente.

fine del 2015. Tutti i display sono strategicamente posizionati nei pressi di aree di ristoro e di attesa, gallerie

di negozi, piattaforme ferroviarie, ingressi della metropolitana e spazi esterni.

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Analisi mercato «PREZZI VANTAGGIOSI E FLESSIBILITÀ DI INSTALLAZIONE» DANIELA KARAKACI, junior product manager Italy Panasonic PSCEU Visual System Solution Products Quali prodotti/soluzioni di digital signage realizzate e quali sono le loro peculiarità? Realizziamo un’ampia serie di display utilizzabile in qualsiasi scenario, dagli aeroporti ai centri commerciali, in ambienti outdoor, semi-outdoor e indoor. In particolare,

C’era una volta la fantascienza Un passo indietro: nel campo del DS la tecnologia ha fatto parecchia strada. Se sino a pochi anni fa le sue funzionalità potevano apparire come soluzioni da film di fantascienza, oggi sono realtà: basti pensare ai programmi di riconoscimento attraverso sensori biometrici posizionati sugli schermi “intelligenti” in grado di percepire automaticamente, nel rispetto dell’anonimato e della privacy, il profilo (per sesso, età, area geografica, livello di gradimento) di chi li sta guardando. Un sistema avveniristico, che permette di selezionare i messaggi da veicolare e da proiettare in base all’interlocutore. È ciò che fa per esempio la catanese Edisonweb che opera nello sviluppo di applicazioni per il marketing digitale di prossimità. Il suo prodotto di punta si chiama Web Signage ed è una piattaforma di Ds che utilizza il cloud e rende possibile l’analisi real-time del comportamento di acquisto nel punto vendita. Validi strumenti per rispondere alle domande totem per il marketing di ogni retailer: “Chi sono i miei acquirenti?”, “Quale comunicazione instore è più efficace “Quante persone, con quale profilo demografico e per quanto tempo sono state di fronte al mio espositore?”, “Quale è il tasso di conversione in vendita?”. Statistiche alla mano, i settori che stanno maggiormente investendo in queste soluzioni sono i mercati verticali del retail, in particolare fashion, luxury e grande distribuzione. Più nel dettaglio, customer experience, comunicazione integrata e servizio al cliente sono i campi di applicazione principali del digital signage nel retail. «I media digitali instore permettono di consolidare il link

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per quanto riguarda gli ambienti indoor e semi outdoor la gamma si compone della serie LF disponibile in 42”, 47”, 55”, 70” e 80”, con luminosità da 450 cd/m2 e 700 cd/m2. La linea è dotata di digital link, che permette la trasmissione di immagini, suoni e segnali di controllo direttamente dal display fino a 100 metri di distanza attraverso un singolo cavo Lan. Per quanto riguarda la categoria outdoor, disponiamo di due modelli da 47”, Lcd Full HD ad alta luminosità (1.000 cd/m2 e 2.000 cd/m2). Durante l’ISE 2014 abbiamo presentato il modello TH47LFX60 con 2.000 cd/m2 di luminosità, dotato di certificazione IP55, struttura in alluminio anti-corrosione e schermo in vetro temperato.

tra la comunicazione on e off line, tra negozio virtuale e reale. Si parla quindi a buon diritto di omnichannel retailing. Il cliente è seguito in tutte le fasi dell’acquisto e del post vendita attraverso un servizio a valore aggiunto con un impatto diretto sulle vendite», spiega Leonardo Comelli, direttore commerciale di M-Cube. Che prosegue: «L’omnichannel retailing permette altresì di fidelizzare il cliente, integrando le iniziative online, i programmi fedeltà e le azioni di marketing sul punto vendita, offrendo una comunicazione mirata. Sì perché il sito web può fornire indicazioni sui prodotti e servizi dell’azienda ma il contatto con il brand e ciò che realizza e vende avviene nello store. L’acquirente, grazie ai media digitali, da un lato può dunque ottenere informazioni sui prodotti, dall’altro può anche comparare le caratteristiche di due o più articoli in modo interattivo sui display Ds». In questo modo il personale può servire chi compra con informazioni mirate in base alle preferenze di acquisto, accedendo dal tablet al Crm aziendale. Inoltre, i display digital signage in loco forniscono informazioni sui prodotti in offerta e molto altro. Parola d’ordine: piedi per terra Ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi delle prime timide istallazioni di singoli display. Nondimeno, «spesso l’utilizzo di queste soluzioni in ambito retail è ancora concepito come completamento del punto vendita, un mero miglioramento sul piano dell’estetica», puntualizza Antonio Zulianello, general manager Italy & Southeast Mediterranean di NEC Display Solutions Italia.

Altre gamme? Esiste inoltre la serie bassa di gamma Lfe, solo indoor, dal design minimal ideale per spazi pubblici. La serie è composta da 3 modelli da 42”, 50” e dal nuovo modello da 65” TH-65LFE7 da 350 cd/m2. A differenza dei precedenti, questo display ha una cornice sottilissima, è possibile installarlo sia in modalità portrait che landscape e ha un’entrata Usb. Su quali prodotti punterete nel prossimo futuro? Nel 2013 disponevamo di 12 modelli di display Lcd: questa linea adesso è più che raddoppiata arrivando a comprenderne 26 che alla qualità coniugano un prezzo vantaggioso e grande flessibilità di installazione.

«UNA GAMMA DI SOLUZIONI SOFTWARE E HARDWARE UNICA» THOMAS ISSA, product manager – B2B displays and home projectors Sony Europe Come si evolve il mercato del digital signage? Quali gli sviluppi futuri? Questa tecnologia si è ormai affermata come un mezzo di comunicazione efficace in una varietà di ambienti business, retail, eventi, trasporti, ristorazione e ricettività, aziende e associazioni. In questo ambito siamo all’avanguardia e oggi offriamo una gamma di soluzioni software e hardware unica, calibrata su molteplici esigenze. Nel retail, ad esempio, un sistema di Ds che presenti contenuti accattivanti, interessanti e puntuali rappresenta un ottimo metodo per catturare l'attenzione e creare istantaneamente un contatto. Quali prodotti/soluzioni di digital signage realizzate e quali sono le loro peculiarità? Di recente abbiamo introdotto sul mercato una nuova line-up con schermi Bravia HD e 4K per i settori business, retail, ricettività e altro ancora. Abbiamo inoltre incorporato un browser Htlm5 nei display professionali Bravia, un’innovazione che consente di riprodurre contenuti multimediali di vario genere, come filmati, programmi televisivi in diretta o perfino feed di Twitter, permettendo agli esercenti di sfruttare al meglio il sistema di Ds del locale. Quali sono gli utilizzi principali nel retail di tale tecnologia? Le soluzioni di digital signage risultano particolarmente efficaci nell’ambito di negozi e supermercati, settori nei quali offriamo soluzioni ad alta efficienza energetica che consentono di comunicare con maggiore efficacia in qualsiasi spazio condiviso dove sia necessario trasmettere informazioni o aggiornamenti, creando con facilità contenuti multimediali tempestivi e di forte impatto e gestendo gli schermi centralmente da qualsiasi Pc. Ci racconta una case history di successo? Penso alla recente partnership siglata tra Sony Uk e Sony Mobile da un lato con Phones 4u dall’altro, rivenditore di telefoni leader del settore. L’accordo prevede che presso 289 rivenditori di telefonia vengano installati oltre 300 display professionali FWD-46B2 Sony, con qualità dell'immagine Full HD e basso consumo energetico. Tutte le unità offrono la tecnologia Nfc con il duplice scopo di consentire a Phones 4u di monitorare l'interazione degli utenti e di analizzare il comportamento degli acquirenti attraverso l’analisi di dati esclusivi.


Inoltre, «con il passare del tempo, ad aumentare sono le richieste per applicazioni verticali, come le digital menù board per il mercato Qsr (Quick service restaurants) o i servizi di way finding o elimina coda. Il mercato italiano, invece, è ancora distante dall’utilizzare il digital dignage in maniera massiccia per veicolare la pubblicità: attorno a questa applicazione ci sono diverse richieste, ma si tratta per lo più di circuiti molto limitati e poco attraenti per le media agency» conclude critico Zulianello. Non vi è dubbio, peraltro, che anche grazie alla disponibilità di display di grande formato a costi accessibili e di facile installazione sia di fatto cresciuta la diffusione di dispositivi per la video informazione: «Le aziende hanno capito la potenzialità di questo mezzo di comunicazione e hanno spostato i loro budget dalla tv al digital signage, in modo da poter trasmettere il proprio messaggio nel luogo giusto e al target giusto», ci dice Daniela Karakaci, junior product manager Italy di Panasonic PSCEU Visual System Solution Products. Secondo la manager, per il DS il trend è di forte crescita. A decretarne il successo concorrono diversi fattori, tra cui costi sempre più accessibili anche alle piccole aziende, la possibilità di condividere lo spazio pubblicitario tra più imprese, le tecnologie che facilitano l’installazione. Interviene su questo punto Thomas Issa, product manager – B2B displays and home projectors di Sony Europe, che, dall’alto di un osservatorio che fotografa le dinamiche di tutto il Vecchio continente, ha una visione più ampia e un ottimismo più marcato: «Grazie alla combinazione di immagini statiche, audio e video, questa tecnologia permette di informare, intrattenere e influenzare il pubblico con un'immediatezza e un dinamismo che vanno oltre i mezzi di comunicazioni tradizionali. Il Ds offre alcuni vantaggi specifici rispetto ad altre forme di promozione. Innanzitutto consente di operare direttamente sul posto, ad esempio, nel retail, sul punto vendita, fornendo una piattaforma molto più coinvolgente. Inoltre, i contenuti possono essere aggiornati in modo veloce ed economico e questo consente agli operatori del settore di

«UN SETTORE IN FORTE CRESCITA, MA NON ESPONENZIALE» EMANUELE POLLASTRI, fondatore e ceo Voome Networks Srl Quali prodotti/soluzioni di digital signage realizzate e quali sono le loro peculiarità? Abbiamo sviluppato un software gestionale per il Ds specificatamente rivolto alle organizzazioni aziendali. Si tratta di una soluzione basata sulle tecnologie web che non richiede di installare alcun applicativo ad amministratori ed editori del sistema. Il sistema gestionale invia i contenuti e le informazioni da visualizzare via rete ad apparati che vengono posti nelle vicinanze degli schermi; la nostra soluzione si basa su apparti robusti e flessibili prodotti dall'azienda svizzera SpinetiX. Esistono due versioni del sistema chiamate Voome 4 Retail e Voome 4 Corporate: la prima è dedicata al mondo del retail, la seconda ad applicazioni di video informazione all’interno di edifici. Quali settori commerciali sono più interessati alla sua implementazione? Ci sono settori come il luxury fashion che sono in questo momento più attenti alla tematica o semplicemente hanno maggiori disponibilità finanziarie da investire, ma l'interesse è comunque generale. Si va dalla grande distribuzione alle catene di negozi (in particolare nei settori dell’abbigliamento, prodotti tecnologici e food) che hanno l’esigenza di condividere le informazioni aziendali in tempo reale, fino al singolo punto vendita. In che modo questa forma di comunicazione aiuta il retailer nella sua attività e ad incrementare le vendite?

veicolare messaggi pensati su misura per il proprio target. La giusta combinazione di tecnologia e advertising nel posto e nel momento giusto, in modo semplice ed efficace». Questo ottimismo trova riscontro anche nelle parole di Emanuele Pollastri, fondatore e ceo di Voome Networks: «Dopo anni di tentativi a metà tra il fantasioso e l’artigianale, notiamo finalmente che l'uso di schermi digitali nel retail si avvia verso una progressiva razionalizzazione. Possiamo dividere le applicazioni in tre grandi filoni di utilizzo: l’uso ar-

Un punto vendita più bello, dinamico e che fornisce maggiori informazioni o stimoli ai clienti finali sta diventando sempre più fondamentale per ottenere buoni risultati nelle vendite. Uno schermo all’interno di uno store è una sorta di vetrina in movimento, che alle volte può sostituire quella tradizionale. Luce, immagini e colori che si alternano continuamente catturano con facilità l’attenzione di chi transita nei pressi di un negozio. Il Ds serve proprio a questo. Esistono molte prove a vantaggio dell'uso degli schermi nel retail e, in alcuni segmenti, ad esempio nel fashion, non se ne può fare a meno, considerato che tutti i competitor adottano ormai strategie di comunicazione che coinvolgono anche il digital signage. Come si evolve il mercato del digital signage? Quali gli sviluppi futuri? È un settore in crescita, seppur non esponenziale come ci si attendeva fino a pochi anni fa. Finalmente c’è una maggiore consapevolezza del ruolo della comunicazione digitale nel punto vendita e questo è vero sia per i grandi brand che per i piccoli negozi: anche il singolo esercente cerca il modo di introdurre almeno uno schermo nel suo store. Per il futuro ci aspettiamo che il livello qualitativo delle installazioni singole aumenti. Parlando invece di progetti di più ampio respiro prevediamo che il digital signage entri a tutti gli effetti nel media mix della comunicazione multicanale di ogni azienda.

chitettonico del mezzo, finalizzato per lo più all’abbellimento del punto vendita e alla creazione di spazi innovativi; la comunicazione legata all’azienda e ai suoi prodotti, e quindi l’inserimento di avvisi promozionali o comunque di una comunicazione orientata a far conoscere i prodotti e/o il brand; la creazione di servizi utili per i clienti finali, come ad esempio sistemi di numerazione code o schermi multitocco per la navigazione del catalogo prodotti». Un totem interattivo, uno scaffale “intelligente”, un’assistente virtuale,

piuttosto che un circuito di schermi posizionati nel punto vendita, devono concorrere a raccontare una storia che segue un copione preciso finalizzato a coinvolgere ed emozionare. «Creare l’aspettativa, spettacolarizzare la cerimonia di vendita, coinvolgendo i sensi dello shopper, e dare vita a un’esperienza di cui il consumatore avrà un ricordo positivo: queste sono le vere priorità», riprende la parola Provenzano di Pasolini. «I retailer italiani stanno imparando ad approcciare la tecnologia; tuttavia, come succede con ogni nuovo trend, spesso si tende a perdere la concezione di quello che è il proprio target di acquirente. La virata verso le nuove soluzioni tecnologiche è sotto gli occhi di tutti, ma bisogna tener ben presente che il cliente alle volte non è alla ricerca di cambiamenti, non di rado preferisce la tradizione». Insomma: hi-tech sì, ma con i piedi per terra. Massimo Andreis

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r&f Resoconto fiera

NRF 2014, questo sì che è un BIG SHOW! Abbiamo visitato l’appuntamento annuale della National Retail Federation (NRF), il cosiddetto BIG SHOW. La migliore vetrina al mondo per le tecnologie dedicate al retail ma anche per farsi qualche idea sulle prossime tendenze nei consumi

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ew York - A volte succede di equivocare un invito, immaginandosi di partecipare a un evento per pochi, magari una cena intima, e ritrovandosi invece attorniati da decine di persone in un clima tutt’altro che intimo, un party affollato e carico di energia. Fatte le dovute proporzioni, la nostra (prima) partecipazione all’annuale BIG SHOW della National Retail Federation (NRF) statunitense, svoltosi a metà gennaio presso lo Javits Center di New York, ha ricalcato questo copione. Nonostante voci e resoconti raccolti negli anni, non ci saremmo mai immaginati un evento di tale ampiezza e portata. Soprattutto per quanto riguarda la parte espositiva, ma certamente anche per il pro-

Fujitsu presenta l’evoluzione U-Scan Genesis II Fujitsu, il terzo operatore mondiale nelle soluzioni per il retail, vanta oggi un portafoglio clienti costituito da 500 retailer, distribuiti in 52 paesi per un totale di 82.000 punti vendita che utilizzano soluzioni della multinazionale giapponese. Fujitsu ha scelto il palcoscenico newyorchese dell’NRF 2014 per presentare la seconda generazione di un prodotto di grande successo, lo U-Scan Genesis (vedi foto). Una soluzione di selfcheckout che rispetto alla versione precedente presenta alcune interessanti novità: una migliore gestione degli incassi cash, l’ergonomia più funzionale, la possibilità di scegliere il sistema di scanning dei codice a barre e una tecnologia per la sicurezza modulare in base alle esigenze. Queste novità, insieme ad alcuni dati macro sul posizionamento dell’azienda, sono state illustrate alla stampa durante una con-

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gramma di conferenze svolte durante le giornate di convention. La location, facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, è collegata ai principali hotel dell’area (Midtown west) tramite un servizio gratuito di navette. Moderna, funzionale, dotata di ogni tipo di servizi – impressionante la superficie

ferenza mattutina ospitata in una bella sala d’hotel, a poca distanza dallo Javits Center, durante la quale si sono avvicendati gli interventi di manager Fujistsu come David Concordel, senior vice president nonché head of retail business group, mentre a rappresentare anche l’Italia era presente Maurizio Tomasso, head of retail CEMEA&I. Da segnalare, inoltre, la ricerca realizzata da Forrester e presentata in questa sede che ha comunicato l’inserimento di Fujistsu nella categoria “Leaders” all’interno dello studio “The Forrester Wave”. Il report di Forrester indica che i vendor operanti nel settore POS sono riusciti a migliorare notevolmente le proprie capacità di gestione dell'assortimento del punto vendita; tra questi, Fujitsu è stata quella che si è distinta maggiormente.


IBM, la sala incantata dalla survey (e dalla speaker) Ogni tanto, ogni troppo, la differenza la fa chi parla. In politica, negli eventi culturali ma anche nel business. È il caso di Jill Puleri, VP IBM, Global Industry Leader - Retail, Global Business Services, una grande manager ma anche una di quelle persone che fanno la differenza. La sua presentazione della 5° survey IBM sulle abitudini di consumo è stata a dir poco entusiasmante, la sala ha riso, si è stupita e ha viaggiato sulle dita della Puleri senza perdere un colpo. Ma la sostanza, ovviamente, è venuta dai dati. La ricerca si basa su interviste raccolte in 16 paesi worldwide per un totale superiore alle 30.000. Le novità più interessanti emerse nel 2013 riguardano il fatto che nonostante la crescita di ogni forma di vendita on line, il negozio fisico mantiene la centralità delle vendite. Ma occorre sicuramente molta più integrazione tra i canali. I clienti si sono ben abituati all’on line e pretendono di viverlo accanto o in mezzo al negozio. Ma il dato più eclatante è forse quello che riguarda la disponibilità dei consumatori a condividere informazioni che li riguardano, anche ben oltre la linea della privacy. Fatto testimoniato dall’utilizzo di social network e geolocalizzazioni (SoLoMo: Social Localization Mobile) e dalla disponibilità a concedere informazioni personali in cambio di benefici concreti.

NRF 2014 in pillole WHO’S WHO • 30.000 visitatori registrati • 86 paesi rappresentati • 1.652 visitatori dal Brasile, il Paese straniero più rappresentato. • 278 speakers alle conferenze • 1 former U.S. President (George W. Bush) PADIGLIONI ESPOSITIVI • 555 aziende espositrici • 19.000 mq di superficie espositiva già venduta per l’edizione 2015 • 1 sola azienda italiana espositrice: la CTS di Ivrea (TO) MORE KNOWLEDGE MORE POWER • 8.600 downloads dell’app mobile • 113 sessioni educational • 100 ore di contenuti CALORIE CONSUMATE • 9.600 Krispy Kreme donuts serviti • 14.768 tazze di caffè servite • 75.000 e più bottiglie di acqua LOST AND (SOMETIMES) FOUND • 5 carte di credito • 4 telefoni cellulari • 4 patenti di guida • 2 zaini • 1 fede nuziale

dedicata alla ristorazione, paragonabile alla food court di un grande centro commerciale – e perfettamente in grado di accogliere 30.000 visitatori e 555 aziende espositrici. Tra queste, a quel che ci risulta, una sola italiana, la CTS Elctronics, azienda di Ivrea (TO) specializzata nelle soluzioni di cash management, che abbiamo avuto modo di incontrare nella persona di Luca Spina, marketing manager. Spina, oltre ad averci confermato il valore dell’NRF, ci ha svelato un mondo, quello della gestione dei contanti nei punti vendita, in cui CTS opera in posizione di leadership, grazie all’esperienza maturata nel settore bancario. Ma torniamo allo sguardo d’insieme sulla manifestazione. Durante le due giornate centrali, lunedì e martedì (che belle le fiere concentrate in pochi giorni!), viene aperta l’area espositiva, costituita da uno spazio equivalente a circa tre grandi padiglioni, densi di espositori attivi in tutti i settori tecnologici utili per il retail. Sia hardware, quindi pos, casse, scanner, tablet e chi più ne ha più ne metta, che software, con

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VeriFone, il mobile commerce è una sfida o un’opportunità? Anche VeriFone ha approfittato della platea dell’NRF per presentare una ricerca. I cui tratti salienti abbiamo potuto cogliere visitando lo stand VeriFone in compagnia di Erik Vlugt, VP Product Marketing. Punto di partenza lo showrooming, come momento clou del processo decisionale pre-acquisto on line. Entro il 2015 il 79% dei retailers statunitensi ha in animo di dotare gli addetti alle vendite di mPOS per creare una maggiore relazione in store con i clienti e offrire loro un’esperienza di acquisto personalizzata. Inoltre, la disponibilità di miniterminali mPos può consentire azioni di Upsell and cross-sell con un rapido accesso allo storico degli acquisti del clienti, valorizzando anche gli aspetti loyalty. Importantissima la funzione checkout mobile che può ottimizzare anche la produttività. La propensione all’acquisto potrà essere catturata in ogni angolo del punto vendita, ottimizzando i tempi e la qualità delle risposte da parte dei commessi. Ecco perché gli apparecchi mobili collegati al sistema di cassa e magazzino sono stati tra i più raccontati e mostrati durante l’edizione 2014 del NRF.

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tutti i tipi possibili e immaginabili di applicazioni utili a gestire il punto vendita, il magazzino, le vendite on line, l’analisi BIG DATA ecc. Ecco qualche nome per dare un’idea del calibro e del livello dei big exhibitors: Cisco, Dell, eBay, Fujitsu, HP, IBM, Ingenico, Intel, Microsoft, Motorola, Oracle, Panasonic, Sap, Toshiba, VeriFone. Inutile dilungarci su particolari frivoli, diamo quindi spazio ai prodotti e alle aziende che più ci hanno colpito tra i tanti. A tutti i retailer che ancora non hanno visitato la convention di NRF l’invito a non mancare la prossima edizione, quella di gennaio 2015. A. A.

Motorola, il digital entra nei dressing room Notevole dispiegamento di mezzi e soluzioni anche nel maxi stand Motorola, dove la nostra attenzione è stata catturata da un’innovativa serie di scanner, in cui grande cura è stata posta sul design dell’oggetto ma anche sulla possibilità di personalizzarne tinte e texture, pensando evidentemente a retailer di fascia lusso. Veramente incredibile la possibilità di valorizzare i nuovi device (iPad e simili) muniti di sistemi di pagamento, lettori codici Rfid, scanner, connessione web, che se posizionati all’interno dei dressing room consente di individuare gli abiti scelti per la prova (grazie al codice Rfid) proporre eventuali abbinamenti, taglie diverse presenti in negozio, accedere alla propria wishlist e, dulcis in fundo, pagare senza uscire dal camerino. Mica male, no?




r&f Newstech&arredo A ROMA IL NUOVO FLAGSHIP RUCO LINE Sinergia rafforzata tra Ruco Line, azienda italiana che esporta nel mondo la propria linea di sneaker, e l’archistar internazionale Jean Nouvel, progettista tra le altre della Torre Agbar di Barcellona e della facciata dell’Istituto del Mondo Arabo a Parigi. Dopo aver firmato la collezione Pure del marchio di calzature perugino, l’architetto francese sta infatti realizzando il progetto per il nuovo flagship store romano del brand, nella centralissima via del Babuino, cuore dello shopping di lusso della Città eterna. Linearità ed essenzialità sono i capisaldi della filosofia creativa di Nouvel, riflesse anche nel concept a base del nuovo locale. L’idea di fondo è quella di svelare le peculiarità della struttura che accoglie lo store con interventi volti a caratterizzare il luogo rispettandone al contempo l’integrità. In questo sforzo, domina l’alternanza acciaio-gesso, che rafforza e amplia le volumetrie degli spazi per creare uno scenario espositivo ideale per le calzature. Collocate in preziose cornici, sono proprio le sneaker le vere protagoniste dello spazio, grazie a fasci luminosi che valorizzano i colori, i materiali e le forme di ciascun modello, come si trattasse di una galleria di quadri.

DUE NOVITÀ IN CASA INGENICO Con l’anno nuovo, ecco due importanti novità per Ingenico, gruppo di primaria importanza nel segmento dei pagamenti digitali. Da gennaio Luciano Cavazzana, presidente e Ad di Ingenico Italia, ha acquisito la responsabilità anche dell’intera area EE (Eastern Europe), che comprende 24 paesi in forte crescita (tra cui Croazia, Bulgaria, Romania, Ucraina), ed è stato contestualmente nominato Italy & Eastern Europe managing director. Il profilo completo del manager è disponibile nel nuovo sito dell’azienda (ecco la seconda novità), approdato online pochi giorni fa: digitando l’indirizzo www.ingenico.it, si accede a un contenitore html dove, oltre a un layout più ergonomico e una nuova grafica, l’internauta potrà trovare contenuti innovativi e molte funzionalità. Tra essi, una migliore descrizione dell’offerta aziendale, un profilo più completo della società e del management, un’area stampa più ricca (con gli eventi distinti tra italiani e internazionali) e una galleria di documenti completa con immagini dei prodotto, scaricabili sia a bassa che ad alta risoluzione.

CON EPSON VIA LIBERA ALLO SCONTRINO DIGITALE

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e stampanti fiscali Epson FP-81II e FP-90III hanno ottenuto l’autorizzazione per l'invio telematico degli scontrini fiscali ai fini della conservazione digitale. È quanto ha recentemente annunciato Epson Italia. In sintesi, ora è possibile emettere lo scontrino fiscale sia in formato cartaceo che digitale: quest'ultimo, in particolare, viene poi inviato, tramite un indirizzo di posta elettronica programmabile, a un server autorizzato della società che offre l'attività di archiviazione e conservazione. Il principale ostacolo che impediva la diffusione di tale procedura, legato alla protezione dei dati più sensibili, è stato superato: come ha infatti riconosciuto il Garante per la protezione dei dati personali, viene fornita “adeguata protezione delle informazioni, anche nella fase della loro trasmissione a partire dall'esercente che rilascia lo scontrino sino al server che offre il servizio di conservazione”.

NEC AMPLIA LA GAMMA DISPLAY

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igliorata retroilluminazione a Led, maggiore sostenibilità e costi di operatività ridotti: ecco gli atout dei nuovi display multi-touch Serie TM con cui NEC Display Solutions ha aggiornato la sua gamma. Caratteristiche ideali per l’utilizzo nei settori Corporate, Education, Retail, Leisure time e Musei dove, oltre alle ottime performance offerte, gli apparecchi garantiscono fino a 5 punti di touch simultanei, incluso il controllo per Windows 7 e 8. Inoltre, la funzionalità del display consente un trascinamento rapido e preciso per zoomare, ruotare e flickare le immagini. In particolare, l’installazione Plug & Play, che non necessita di calibrazione e driver, rende molto semplice l’integrazione dei monitor in aule scolastiche, sale riunioni o locali pubblici. Ad esempio, i modelli MultiSync® V423-TM e V463-TM misurano rispettivamente 42 e 46 pollici, dimensioni ideali per l’utilizzo in ambito retail. L’elemento multi-touch aggiunge coinvolgimento e pervasività all’esperienza visiva e facilita numerose applicazioni all’interno di un negozio o in qualsiasi luogo o locale pubblico: adatto insomma per il digital signage interattivo in un punto vendita.

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Newstech&arredo SCONTI URBI ET ORBI CON LYONESS Un nuovo pacchetto servizi completo da Lyoness. Destinato a più di 32mila partner SME in tutto il mondo, accanto al materiale Pos, la suite comprende strumenti ideati per incrementare la fidelizzazione dei vecchi clienti e per acquisirne nuovi. L’elemento chiave è un tablet dotato di un’App appositamente sviluppata, utilizzabile sia su base mobile sia nel punto di vendita. Il dispositivo ha differenti funzioni che vanno dalla registrazione dei volumi di acquisto e dei Vantaggi Lyoness (leggi sconti) alla registrazione di nuovi Membri Lyoness. Una volta registrato, il cliente ottiene uno sconto ad ogni acquisto e, grazie all'applicazione, i rivenditori che attuano programmi fedeltà possono facilmente trasformare in regolare un acquirente occasionale. La carta funziona esattamente come la normale “Carta Sconto Lyoness” e si può usare in tutte le rivendite che applicano il suo programma fedeltà in qualsiasi parte del mondo.

MAJRANI GROUP E LIC PACKAGING: JOINT VENTURE A 360°

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ajrani Group, operatore svizzero attivo in Shopper Marketing & POP Innovation e LIC Packaging, azienda italiana specializzata nelle soluzioni di imballaggio in cartone, hanno dato vita a una joint venture. L’operazione vede l’ingresso della società bresciana nel capitale di Majrani Group e prevede la creazione di un nuovo soggetto industriale capace di coniugare innovazione e tradizione. Le due aziende, che vantano anni di esperienza sul mercato, hanno un intento comune: investire in ricerca e sviluppo, puntando su tecnologia e nuovi prodotti per rispondere alle esigenze del mercato e dei propri clienti. I quali, grazie alle sinergie liberate dall’unione dei due partner, potranno trovare risposta ai bisogni del punto vendita dalla consulenza in shopper marketing al design e alla creatività, dalla produzione su larga scala di packaging alle soluzioni espositive sia durevoli che temporanee fino a quelle innovative integrate con digital signage. A ciò si unisce il merchandising in loco per l’allestimento delle campagne e il monitoraggio dei risultati. Un servizio chiavi in mano dunque, completo a 360°. Il nuovo gruppo vanta oggi un fatturato consolidato di circa 65 milioni di euro in crescita e impiega circa 250 addetti, di cui il 10% dedicati ai progetti di Ricerca & Sviluppo tra Ginevra, Milano e Verolanuova (BS).

A ROMA IL CONCEPT STORE URBAN OUTFITTERS LA GARDENIA CRESCE CON TXT Circa 250 metri quadri dedicati alla bellezza e gestiti da un team qualificato di esperti: profumerie La Gardenia, azienda di primo piano in Italia nel settore della distribuzione di prodotti cosmetici, ha inaugurato l’atelier di bellezza di Roma, in Via Appia Nuova. In uno store ampio ed elegante, ha trovato spazio un concept innovativo,

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con cui il brand prosegue il proprio processo di sviluppo e nella strategia di riposizionamento della sua immagine. Il progetto architettonico e di arredo prevede la razionalizzazione degli spazi per valorizzare i marchi e tutti i prodotti venduti in esclusiva, così da guidare i clienti in un percorso di scelta ottimale. Inaugurato all’inizio di febbraio, il punto vendita ha riservato ai clienti una make up session gratuita con make up artist Dolce & Gabbana. L’atelier ospita anche un Nail Bar e propone l’innovativa private label Maison Bio, una gamma di prodotti bionaturali specifici per il viso e per il corpo che possiede in esclusiva le migliori linee beauty.

Il retailer Urban Outfitters ha scelto la soluzione di Integrated Retail Planning di TXT per supportare la pianificazione retail in modo end-to-end. Il sistema opzionato permetterà infatti di gestire l’intero spettro dei processi di pianificazione del retail: Strategic Planning, Merchandise Planning, Store Grading, Open-To-Buy e Assortment Planning, sia pre–season che inseason. In particolare, i team preposti all’operazione di implementazione si occuperanno dei processi di pianificazione e open-to-buy di tutti i marchi e i canali dell’azienda americana di abbigliamento Uomo e Donna, in base alle esigenze di ciascun brand. Queste informazioni verranno quindi usate come input per la formulazione dei piani di assortimento per i buyers, che potranno definire il miglior mix di prodotto per massimizzare le vendite e la soddisfazione dei clienti.


IL VISUAL DI PANASONIC IN FIERA

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anasonic presenta le sue soluzioni visual per il futuro. Nel corso del recente salone “ISE” di Amsterdam, l’azienda ha mostrato ai visitatori del suo stand di 400 metri quadri molteplici soluzioni visual end-to-end completamente integrate, lanciando al contempo le tecnologie che segneranno il futuro dei display professionali. Fiore all’occhiello la nuova generazione di proiettori con illuminazione Led laser e la nuova gamma di display e proiettori professionali con risoluzione 4K. Spiccavano i nuovi modelli Led da 98 e 84 pollici, i più recenti nella linea di display di grandi dimensioni, e il proiettore 4K per grandi location, dotato di una nuova tecnologia di quadruplicazione dei pixel – la prima nel settore – in grado di proiettare dettagli piccoli e realistici con eccellente nitidezza. Non è finita: un’altra innovazione che andrà ad arricchire la famiglia dei prodotti 4K è la Varicam 4K, che sarà disponibile dalla fine del 2014, a riprova del passaggio al broadcasting di ultima generazione, senza dimenticare il primo proiettore laser DLP a 1 chip con luminosità a 6.000 lumen, ultimo nato della linea di proiettori Solid Shine™, che garantisce una durata di 20mila ore di lavoro senza necessità di sostituire la lampada.

DEDAGROUP: PRESENZA RAFFORZATA Dedagroup, capofila di Dedagroup ICT Network, fra i maggiori gruppi italiani nel mercato Ict, ha acquisito l’80% delle quote di Beltos, società toscana attiva nel campo del know-how consulenziale e applicativo sui temi della social business collaboration e della business intelligence. Con all’attivo vari progetti di Enterprise Software Integration e servizi It per aziende di medie e grandi dimensioni, Beltos ha un giro di affari previsto per il 2014 di circa 2 milioni di euro e una squadra di 22 professionisti, con la quale sostiene ed affianca le imprese italiane ed internazionali nell’analisi e nella gestione del proprio business. Qualificata e a 360° l’offerta, trasversale ai mercati principali in cui opera: fashion, automotive, logistica, pharma. Inoltre, l’operatore ha competenze nello sviluppo di App mobile, nella realizzazione di progetti di outsourcing e gestione a tutto tondo dell'Information technology oltre a esperienze nell’implementazione, customizzazione e assistenza applicativa Sap. L’acquisizione dell’azienda toscana segna un’ulteriore tappa nel percorso di crescita di Dedagroup che, con questa operazione, va a rafforzare la propria presenza territoriale nel centro Italia e ad arricchire il patrimonio di competenze di consultancy per le imprese nell’ambito della social business collaboration.

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r&f International LAGARDÈRE COMPRA L’ACCESSO A SCHIPHOL

duty free world

by James Ross - London

Light at the end of the legislation tunnel Luce alla fine del tunnel della legislazione

LS Travel Retail, divisione di Lagardère Services, entra a Schiphol tramite acquisizione: il gigante d’Oltralpe s’insinua nell’offerta commerciale dell’hub olandese rilevando il 100% del capitale societario di Charles F. Gerzon Holding, oggetto di una vera e propria asta al rialzo tra i big del travel retail. Si tratta di un’azienda familiare che dal 1971 gestisce uno spazio retail di 2.400 mq con 12 mono e multibrand store che, negli anni, sono stati capaci di attrarre brand del lusso del calibro di Boss, Longchamp, Burberry, Hermes, Ralph Lauren ed Ermenegildo Zegna, nonché formule ready to wear quali Victoria’s Secret. Nel 2012 ha realizzato un giro d’affari da 54 milioni di euro.

MATRIMONIO MANCATO TRA DEPARTMENT STORES Fumata nera: dopo mesi di trattativa serrata con Galeries Lafayette, interessata ad acquisire l’intera rete commerciale della catena britannica di department store, House of Fraser medita di cercare fortune in borsa, quotandosi nuovamente sulla piazza di Londra. Il matrimonio dell’anno avrebbe portato in dote all’azienda francese, che opera con 65 store e vendite complessive per 2,3 miliardi di euro, un’istituzione del Regno Unito, sul mercato da 160 anni, forte di 61 grandi magazzini in Gran Bretagna e Irlanda e di vendite per oltre 2 miliardi di euro. A far propendere la proprietà per l’interruzione degli abboccamenti coi francesi, c’è la convinzione di poter ottenere una migliore quotazione direttamente dalla City.

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At the end of January and in early February the duty free and travel retail industry had two pieces of good news. First came the relaxation of rules for air passengers carrying liquids, aerosols and gels (LAGs) through the European Union, but also through the US, Canada and Australia. The change, on 31 January, means that passenger transferring at EU airports (and these other countries) will not be at risk of having their duty free purchases confiscated, so long as they are correctly packaged and sealed. The move takes the aviation industry a step nearer to lifting the ban on cabin LAGs altogether – a ban first introduced in 2006 after a failed terrorist incident. According to airport group ACI Europe, airports on the continent have spent more than €150 m on new scanning technology to accommodate the change. The second, and possibly more important, event was the European Parliament’s decision to send a strong message to airlines on passenger rights. For the duty free business, the key element was the vote in favour of protecting the absolute right of passengers to carry their travel retail purchases onto aircraft (in addition to any existing airline hand baggage allowance). The support of the parliament on this so-called onebad rule is crucial. It means that when the final legislation is drawn up between the Council of Transport Ministers and the European Parliament, there is every chance that passengers will no longer have to worry that their duty free goods will be subject to inconsistent airline rules on hand luggage and accompanying charges. According to the European Travel Retail Confederation, in recent years, thousands of passengers have been forced to discard their airport shopping, or been charged exorbitant ‘fines’ by certain airlines in order to bring their purchases onboard. Giving passengers legal certainty regarding the goods they buy at the airport should mean that they can shop with confidence knowing they can carry their products on board – without extra charges or hassles.

Tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio il comparto duty free e travel retail ha ricevuto due buone notizie. La prima giunge dal rilassamento delle regole per i passeggeri che trasportano liquidi, aerosol e gel (GAL), attraverso non solo l'Unione Europea ma anche gli Stati Uniti, il Canada e l’Australia. Il cambiamento, datato 31 gennaio, comporta che il trasferimento dei passeggeri negli aeroporti dell’Unione Europea (e di questi altri paesi) non metterà a rischio di confisca i loro acquisti duty-free, purché siano correttamente imballati e sigillati. Il passaggio rende il settore del trasporto aereo un passo più vicino alla revoca totale del divieto dei GAL in cabina, introdotto nel 2006 dopo un incidente terroristico fallito. Secondo l’associazione ACI Europe, gli aeroporti del continente hanno speso più di 150 milioni di euro su nuove tecnologie di scansione per recepire il cambiamento. Il secondo evento, forse più importante, è stata la decisione del Parlamento europeo d’inviare un forte messaggio alle compagnie aeree sui diritti dei passeggeri. Per il business duty free, l'elemento chiave è stato il voto a favore della tutela del diritto assoluto dei passeggeri di portare i loro acquisti di travel retail sugli aerei (in aggiunta a qualsiasi indennità per bagaglio a mano esistente per la compagnia aerea). Il sostegno del Parlamento su questo passaggio è fondamentale. Ciò significa che quando la legge definitiva verrà redatta tra il Consiglio dei ministri dei Trasporti e il Parlamento stesso, ci saranno buone probabilità che i passeggeri non dovranno più preoccuparsi che le loro merci duty-free siano soggette a regole incoerenti o a oneri di accompagnamento delle compagnie aeree sui bagagli a mano. Secondo la European Travel Retail Confederation, negli ultimi anni migliaia di passeggeri sono stati costretti a scartare il loro acquisto in aeroporto, o sono state comminate loro ammende esorbitanti da parte di alcune compagnie aeree per poter portare i loro acquisti a bordo. Dare certezza giuridica ai passeggeri per quanto riguarda le merci che acquistano in aeroporto dovrebbe significare che è possibile fare shopping in tranquillità sapendo di poter portare i prodotti a bordo, senza spese o fastidi aggiuntivi.


NUANCE TRA NUOVO MONDO E FAR EAST

SAMSUNG, 60 STORE IN TRE MESI Scontro corpo a corpo con Apple: la coreana Samsung si appresta a tagliare il nastro a 60 Samsung Store nel mercato europeo nell’arco del prossimo trimestre. Dopo il test pilota invernale, che ha interessato 3 punti vendita in Spagna, il tour de force che interesserà in primis il mercato britannico, dove sono attese 10-15 vetrine, quindi Irlanda, Portogallo, Germania, Svezia, Olanda e ancora Spagna. Tale rapidità di dispiegamento si giustifica con l’accordo quadro siglato con Carphone Warehouse, catena britannica di telefonia da 2mila punti vendita, che cederà 60 vetrine a marchio Carphone e PhoneHouse. La formula retail avrà una gamma prodotti ben mirata: niente televisioni, solo tablet, smartphone e laptop e relativi accessori.

La joint-venture tra specialisti del travel retail composta da Nuance e The DFASS Group si è assicurata una sub-concessione della durata di 7 anni dal gestore di scalo del Fort LauderdaleHollywood International Airport per la gestione di un’ulteriore offerta duty free che, nelle previsioni dei partner, dovrebbe generare un volume complessivo di 80 milioni di dollari. L’offerta sarà incentrata sulle core categories, con una particolare attenzione alla declinazione del lusso visto il target internazionale della clientela. Ad oggi Nuance opera in otto aeroporti del Nord America con 35 store in gestione. A Macao, invece, gli svizzeri hanno fatto coppia con il beauty retailer Watson nel rinnovare l’Atrium Department Store, dopo l’estensione della concessione sino al 2017. Si tratta di una luxury boutique di 2.067 mq ospitata all’interno del The Grand Canal Shoppes, galleria commerciale del Venetian Macao Resort, gigantesco conglomerato di hotellerie e intrattenimento dell’ex colonia portoghese.

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International PER CORIO LA DIMENSIONE CONTA Corio fa cassa cedendo 11 gallerie commerciali per 213 milioni di euro. Il passaggio s’inserisce in un più ampio programma continentale di dismissione di proprietà medio-piccole al di fuori delle aree urbane: ad oggi ne sono state cedute complessivamente 26 per un totale di 545 milioni di euro, pari al 27% degli assett in portfolio registrati a giugno 2013. Il passaggio di mani più recente ha interessato 10 gallerie ubicate in Olanda (circa 95mila mq di GLA complessiva, con fiore all’occhiello il Corio Center di Heerlen da 18mila metri quadrati), rilevate dalla joint-venture Mount Kellett Capital Management/Sectie5 Investments, nonché lo shopping center Le Portes de Chevreuse di Coigniéres (Francia) da 25mila metri quadrati. Tre le linee di guida del modus operandi di Corio: aumentare le metrature medie degli spazi commerciali in portfolio, limitare il vacancy rate e ridurre l’esposizione finanziaria.

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UN SOLIDO 2013 DI SSP SSP ha reso pubblici gli economics per il 2013: nell’ultimo esercizio fiscale, le vendite dello specialista britannico in formule food & beverage per il mondo travel sono cresciute del 5% (da 1,74 a 1,83 miliardi di sterline), con una progressione like-for-like del 4,3%, grazie in particolare alle performance in Asia Pacifico, Europa dell’est, Medio Oriente e Scandinavia. Un’annata di grazia, certificata da un’impennata del 10% del MOL: da 139,1 a 152,5 milioni di sterline. A fronte di nuovi contratti di peso siglati per lo scalo di Doha e per le stazioni di Oslo e Bordeaux, SSP ha registrato complessivamente 90 tagli nastro: 43 in Europa (negli scali di Zurigo, Copenhagen, Malaga e Manchester e alla Gare de Lyon), 37 in Nord America (negli aeroporti di New York JFK, Phoenix, San Diego e Toronto) e 10 in Asia Pacifico (con vetrine negli hub di Hong Kong, Bangkok e Hangzhou).

MCDONALD’S, L’HOME DELIVERY CHE NON TI ASPETTI Il primo passo è stato quello del test a campione nel solo tredicesimo distretto di Vienna (il quartiere di Hietzing), quindi l’esperimento è stato applicato a quattro aree sia interne che esterne alla capitale. Numeri alla mano, che mostravano una crescita media del 3,4% delle vendite nelle location interessate dal servizio, McDonald’s Austria ha quindi deciso col 2014 di lanciare su piattaforma nazionale il servizio di consegna a domicilio, forte di 184 vetrine all’attivo. Il cliente austriaco potrà quindi fare la sua ordinazione su internet e veder recapitato, dalle 11 del mattino alle 11 di sera, panini e patatine per un importo minimo di 10 euro, cui si aggiungerà una spesa di 3 euro per il delivery. Si tratta della prima volta in cui, in Europa, il re dell’hamburger opta per l’home delivery su scala nazionale: presentato a più riprese in selezionati mercati asiatici e in Brasile, ad oggi il servizio di consegna nel Vecchio continente era fornito a macchia di leopardo da alcuni licenziatari in Germania e sulla piazza di Istanbul.


r&f Vetrina La Mini Baguette senza glutine di Schär

Buffering addio con Archer D7 di TP-Link Da TP-Link il nuovo Archer D7, un modem router wireless dual band Gigabit ADSL2+ ultraveloce: 1.750 Mbps! Presentato sul mercato italiano come un prodotto top di gamma, ha specifiche tecniche avanzatissime, come lo standard Wi-Fi 802.11ac (tre volte più veloce del Wireless N) e una velocità massima di 450Mbps sulla frequenza 2,4GHz che diventano 1.300 su 5GHz. Perfetto dunque per visualizzare video HD in streaming, divertirsi con il gaming online e navigare in Internet senza interruzioni (il buffering sarà solo un ricordo!).

È l’ultima novità appena sfornata per il canale Foodservice da Dr. Schär: la Mini Baguette senza glutine. Priva anche di lattosio e uova, a basso contenuto di grassi e zuccheri ma ricca di fibra (grazie all’amido di riso, di mais e alla fibra di mele), è una soluzione ideale per la gastronomia professionale, anche grazie all’innovativo imballo infornabile, che consente una cottura sicura al 100%, senza rischi di contaminazione da altri prodotti con glutine. La crosta croccante e la morbida mollica della baguette permettono di conservarne la fragranza fino a 10 ore.

Fiocco azzurro per San Carlo Novità in casa San Carlo: dopo aver lanciato con successo la linea Più Gusto, adesso è la volta di una nuova ricetta, Fior di Senape. Si tratta di una proposta che unisce ad un gusto unico, sorprendente e intenso, una inedita nota di arancia. L’azienda milanese produttrice di chips&snacks arricchisce così la gamma dei suoi prodotti con una formula innovativa, completando al contempo il suo restyling con il nuovo pack della Più Gusto Vivace - L’originale.

I nuovi Gran Minestrone 6 minuti di Findus Grazie alla selezione dei migliori ingredienti e all’esperienza degli chef che preparano ricette gustose e dal sapore unico, Findus lancia Gran Minestrone 6 minuti, una linea disponibile in tre varianti (in confezioni da 750 grammi): 18 verdure il Ricco, con legumi il Contadino e leggero il Primavera. Tutte le verdure Findus vengono coltivate in terreni scelti in base alle caratteristiche climatiche e usando le migliori sementi così da produrre verdure che poi vengono surgelate entro poche ore dalla raccolta.

Haier punta sugli smartphone

Il Pos HP pensato per il retail Passare dal Pos mobile a al checkout fisso con una singola soluzione integrata: è ciò che permette di fare HP MX10 Retail Solution. Progettato per i settori retail e hospitality, il dispositivo unisce HP ElitePad Mobile POS Solution (MPOS) e HP Retail Expansion Dock in un’unica soluzione integrata: ciò consente agli utilizzatori di sfruttare tutti i vantaggi della mobilità, così da offrire ai clienti il servizio migliore in qualunque area si trovino.

Display da 5” ultra luminoso e doppia fotocamera per foto e video, processore Dual Core 1.3 Ghz e memoria da 512 Mb (più 4 Gb): sono queste le specifiche del W757, uno dei 4 modelli di telefonino (“L’ultra luminoso”) con cui Haier, primo produttore mondiale di grandi elettrodomestici con una quota del 9,7%, punta ad entrare nel mercato italiano degli smartphone. “L’ufficio a portata di mano” (con il modello W867), “Il colore lo scegli tu” (W716) e “Piccolo e versatile” (W701) completano la gamma del lancio.

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[La foto[

SOCHI INTERNATIONAL AIRPORT previsti 390mila spettatori e pi첫 di 6mila atleti durante i Giochi Olimpici invernali 2014

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r&f La pulce nell’orecchio

di Simone Filippetti

Orio Al Serio, la rivincita del low cost

I

l vero aeroporto di Milano? Non cercatelo a Linate o a Malpensa. È a Bergamo, a 50 chilometri di distanza. E in un’altra provincia. Se a Malpensa regna la desolazione, a Bergamo sembra di essere in hub internazionale: gente che affolla le sale, un continuo atterrare e decollare di aerei. Qualcuno ha scomodato la parola “miracolo”. E non a torto: quello che è successo in dieci anni a Orio al Serio ha in effetti dell’incredibile. Nato come scalo secondario, oggi rischia il paradosso di superare quella Milano rispetto a cui soffriva la sindrome di Pollicino. Troppo vicino a Milano-Linate (di cui faceva da “rimpiazzo” quando a Linate c’era nebbia fitta), oggi l’aerodromo di Bergamo conta quasi 9 milioni di passeggeri. Erano poche migliaia a inizio Duemila. Sono un’enormità. Quasi quanto Linate. Solo che quasi tutti (il 90%) quei passeggeri sono “viaggiatori al risparmio”. È l’Italia low cost della crisi, che però cerca di vivere lo stesso “alla grande”. Spendendo poco. Saranno pure tempi bui di recessione, ma la gente si ostina a non fare rinunce. Trasformato, anche fisicamente (dopo un impegnativo restyling), da Cenerentola in scalo dall’ambizione internazionale (con

scale mobili, duty free, negozi e bar), con un nome serio (Caravaggio, in onore al noto pittore, come gli aeroporti importanti, abolito l’anonimo Orio), oggi sulla pista (peraltro malconcia e bisognosa di un rifacimento promesso per la primavera) di Bergamo atterrano e decollano 14 compagnie. Tutte, rigorosamente, “low cost”: dalla regina del sottocosto Ryanair a Pegasus (la compagnia economica di Turkish) fino alle semi-sconosciute Air Arabia Maroc e Blue Air. Con i suoi 8,31 milioni di passeggeri (dato di fine novembre 2013), Bergamo ormai tallona Linate (che ha solo 50mila passeggeri in più). Il sorpasso è nell’aria. Quando succederà, nei primi mesi di quest’anno, Orio sarà il terzo scalo italiano (Roma e Malpensa sono ancora irraggiungibili a 16 e 33 milioni di passeggeri rispettivamente). Con l’enorme jolly che quello di Orio è oggi l’unico aeroporto che aumenta i passeggeri (+0,8%). O che perlomeno non li perde. Tutti gli altri sono in calo. È la rivincita della Serie B. Cosa ha decretato questo clamoroso exploit? Il bacino della classe media lombarda senz’altro. Tanta quantità dunque, ma c’è anche la qualità? In effetti, la classe media è quella più colpita dalla crisi. Con

un basso potere di acquisto. E un’altrettanto ridotta propensione alla spesa. Infatti non vola più con le costose (ma mica poi più tanto) compagnie di bandiera che fanno base a Linate. Ma si è dirottata sulla “classe super-economica”. Il numero dei passeggeri sarà pure lo stesso, o superiore, di Milano, ma il peso specifico è molto diverso. Per darsi un’aria da aeroporto internazionale, il Caravaggio hanno anche costruito dei fingers (i ponti mobili che collegano direttamente l’aereo al gate): peccato che 9 volte su 10 rimangano inutilizzati. Perché le compagnie low cost ai fingers non si attaccano mica: costano! Così i bei tunnel volanti sono fermi, e la gente continua ad accalcarsi sui bus e fare la fila sulle scalette, pioggia o sole che sia. E l’immagine è la miglior sintesi della contraddi-

MERCATI IN FIERA NOME

zione del Caravaggio, che un tempo era solo Orio, tra sogni di grandeur e un ruolo che però è di secondo rango. Se non di terzo. Va bene il low cost, ma un sistema aeroportuale che voglia avere un ruolo di primo piano non può reggersi solo sui vacanzieri del weekend. Per quanto affollato, Bergamo non ha peso strategico né geopolitico nell’Europa che vola. Nessuna grande compagnia, di quelle che muovono il mercato e le rotte, ci atterra. Con Ryanair & c. si porteranno tante persone in vacanza (e magari anche a fare affari), si faranno pure dei bei utili a fine anno, ma il sistema paese ne ha un beneficio marginale. L’Italia rimane ai bordi della mappa del trasporto aereo. I grandi hub sono altrove: Amsterdam, Londra, Francoforte, Parigi.

CALENDARIO MARZO 2014 - MAGGIO 2014 COSA

DOVE

QUANDO

WEB

FRANCHISE EXPO PARIS

Franchising

Parigi

23-26 marzo

www.franchiseparis.com

INTERNATIONAL PRIVATE LABEL SHOW

Private label

Mosca

26-27 marzo

www.ipls-russia.ru

PROMOTION EXPO

Comuncazione/marketing

Milano

26-28 marzo

www.promotionexpo.it

BUSINESS RETAIL IN TURCHIA

Retail

Milano

28 marzo

www.confimprese.it

VINITALY

Vini & distillati

Verona

WORLD TRAVEL CATERING & ONBOARD SERVICES EXPO

Travel catering

Amburgo

CIBUS

Food

Parma

VENDITALIA

Vending

Milano

7-10 maggio

www.venditalia.com

RETAIL BUSINESS FORUM

Retail

Gubbio

22-23 maggio

www.richmonditalia.it

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6-9 aprile

www.vinitaly.com

8-10 aprile

www.worldtravelcateringexpo.com

5-8 maggio

www.cibus.it




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