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TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL
Anno 12 • Numero 3 • MARZO 2017 • e 5,00
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Cover story aeroporti ENAC: presentati gli investimenti per il prossimo quadriennio
Dossier aeroporti Fiumicino Avancorpo E
Parola di Erik Juul-Mortensen (Presidente TFWA) Brand Analysis La Piadineria
Dossier outlet Franciacorta
Resoconto
NRF Big Show 2017
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TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL
Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Stefano Masin - stefano.masin@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it
Anno 12 • Numero 3 • MARZO 2017 • e 5,00
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Cover story aeroporti ENAC: presentati gli investimenti per il prossimo quadriennio
Dossier aeroporti Fiumicino Avancorpo E
Parola di Erik Juul-Mortensen (Presidente TFWA) Brand Analysis
Dossier outlet
La Piadineria
Franciacorta
Resoconto
NRF Big Show 2017
Crediti: adr
Anno 12 · numero 3 · marzo 2017
Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Alessandro Barzaghi, Fabio Bernardini, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, David Montorsi, Roberta Motta, Marco Passoni, James Ross Impaginazione Mariella Salvi Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Pubblicità dircom@edifis.it Traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI)
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SOMMARIO
n° 3 · marzo 2017
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FOOD SERVICE AWARD italy 2017
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COVER STORY Aeroporti: parola d’ordine investire
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Competere per crescere
PAROLA DI... Erik Juul-Mortensen 26
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Nata nel 1927 come azienda produttrice di calze da uomo e da bambino di alta qualità, oggi a novant’anni di distanza Gallo è una realtà conosciuta e affermata non solo per la qualità dei prodotti - inclusa maglieria per uomo, donna e bambino - ma anche per il color mix che dalla fine degli anni ‘90 caratterizza le sue calze. Un accessorio che da commodity è diventato oggetto del desiderio, e per questo funziona molto bene nel travel retail, come ci ha raccontato il presidente Giuseppe Colombo
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Mangiare e bere tra le stelle L’osservatorio prezzi di questo mese è dedicato a un fenomeno in ascesa negli aeroporti: la collaborazione tra chef stellati e operatori. Dai wine bar ai ristoranti, un tocco capace di accrescere la passenger experience DOSSIER AEROPORTI
World Travel Retail
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STAR TREK houseware
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BRAND ANALYSIS
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Fiumicino caput mundi Quaranta negozi e dieci attività di ristorazione per il nuovo avancorpo E dedicato ai voli extra Schengen del principale scalo romano. Un’infrastruttura di design e con il meglio del made in Italy, ma non solo. Adesso, Fiumicino entra ufficialmente tra i “big”
Dossier Factory Outlet Village long life
New York Stories
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Dal Big Show a Eataly, il bello del retail
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La Piadineria: 35 aperture e ricavi a 60 milioni nel 2017
Gallo, l’impulso dettato dai colori
OSSERVATORIO PREZZI
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Aeroporto di Cagliari
Destinazione Bialetti
TFWA «L’Italia riveste un ruolo prioritario grazie a...» CASE HISTORY
Airport analysis
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Franciacorta Outlet Village: Multi avvia la Fase 3 Inaugurato nel 2003, il villaggio dello shopping che porta il nome della storica regione famosa per la viticoltura si appresta a crescere per la seconda volta in dimensioni e in quantità/ qualità delle insegne. Circa 5.000 mq di SLP, in cantiere, si aggiungeranno ai 32.000 esistenti, portando a 190 i negozi. Previsione di apertura: primavera 2018 SCIENZE & REATAIL 48 Differenze di genere e analisi visiva ANALISI DI MERCATO 51 Moda: retail ed e-commerce in ascesa I diversi canali incidono sulle performance, con le catene e soprattutto l’e-commerce che nel 2016 continuano a crescere. Nei centri commerciali le insegne aumentano le metrature dei propri punti di vendita, soprattutto per l’”uomo” che vede protagonista i marchi partenopei per numero di location
L’edizione 2017 della manifestazione USA più rilevante per le tecnologie del retail si è chiusa col segno più ma con le inevitabili incertezze legate alla nuova amministrazione americana e alle tante incognite macroeconomiche. Il settore continua a manifestare tanta vitalità, come testimoniano alcuni flagship visitati per voi Mystery in shop 59 LEGO San Babila: il mattoncino più grande
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Omnichannel retailing
Online e offline sempre più complementari L’87% degli italiani che navigano in Internet dichiara di fare acquisti online. Tuttavia il ruolo del negozio fisico rimane decisivo, come sottolinea la Global Survey di Nielsen Connected Commerce. Lato fornitori: abbiamo investigato con Aton quali sono le esigenze dei retailer in ambito software B2B e B2C INTERNATIONAL NewsTech VETRINA la foto la PULCE NELL’ORECCHIO
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RUBRICHE STOCK OPTION
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NEW MARKETS OUTLOOK
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LA RUBRICA LEGALE
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DUTY FREE WORLD
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retail&food - marzo 2017
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r&f News Warburg-HIH cede Nuovo Borgo per 51 milioni
TH Real Estate, per conto di WarburgHIH Invest Real Estate GmbH (società di gestione di investimenti real estate per clienti istituzionali che copre l’intera gamma degli investimenti immobiliari a livello nazionale e internazionale), ha venduto due immobili in Italia per un totale di circa 97,5 milioni di euro. Le due operazioni hanno interessato un edificio a uso uffici a Milano e un asset retail ad Asti, il centro commerciale Nuovo Borgo. Il primo è stato acquistato per circa 46 milioni di euro da Coima RES S.p.A SIIQ (“COIMA RES”), società immobiliare italiana quotata, specializzata in investimenti e gestione di immobili commerciali in Italia. Il Nuovo Borgo Centro Commerciale è stato acquistato da Barings Real Estate Advisers per circa 51,5 milioni. Quest’ultimo presenta un’offerta che include MediaWorld, Calzedonia, OVS e Pandora, per una superficie di 16.976 metri quadrati.
Monclick passa a Unieuro
È stato siglato l’accordo tra Project Shop Land S.p.A. e Unieuro per l’acquisizione del 100% di Monclick. Il closing della transazione, del valore di 10 milioni di euro, è subordinato all’approvazione delle autorità competenti e sarà perfezionato prevedibilmente entro il primo semestre del 2017. Monclick, attiva ormai da 11 anni nello scenario dell’ecommerce di prodotti high-tech, con il tempo è diventata uno dei principali protagonisti del settore senza mai abbandonare i propri tratti distintivi: una forte vocazione all’innovazione tecnologica, sviluppata sempre da team interni, eccellenza e capacità di individuare nel mercato percorsi di business alternativi che permettessero alla società di differenziarsi dai competitor. Questi sono stati i punti di forza che hanno portato Unieuro a procedere con questa importante scelta strategica.
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retail&food - marzo 2017
FBTB: il nuovo format di Cioccolatitaliani
N
ella storica sede di Cicciocolatitaliani in Via De Amicis a Milano, inaugura il primo From Bean To Bar live: FBTB, letteralmente “dalla fava di cacao (bean) alla tavoletta di cioccolato (bar)”, è un orientamento all’artigianalità che si esprime nella totale trasparenza e nel controllo della filiera e del processo di produzione. Nel nuovo concept, tutto il cioccolato utilizzato è prodotto quotidianamente “in loco”. «Ogni passo, ogni esperienza e ogni nuovo progetto che abbiamo realizzato nel mondo del cacao Gianni Ferrieri e il figlio Vincenzo ci ha portato fino a qui. Il nostro sogno era quello di creare un nuovo modo di vivere il cioccolato attraverso una speciale esperienza di consumo e un’attenta cultura di prodotto – dichiara Vincenzo Ferrieri, CEO di Cioccolatitaliani – Proprio da questo obiettivo, è nato il progetto FBTB, From Bean To Bar. Siamo partiti dall’origine, dalle delicate fave di cacao per trasformarle “davanti a tutti” nel prodotto più amato di sempre, il cioccolato. Ci siamo impegnati per mostrare ai nostri clienti qualcosa di unico, per fargli toccare con mano tutto quello che precede un’eccellenza, l’intero processo alla luce del sole. Oggi in Italia sono ancora pochi gli artigiani che seguono le loro produzioni dalla fava alla tavoletta, ma lo fanno all’interno dei propri laboratori, noi vogliamo svelare questa magia: vedere aromi unici sprigionarsi pian piano da un piccolissimo frutto, seguirlo mentre cambia forma e si trasforma in praline, tavolette, creme e cioccolatini».
Stock option
BUY
Zuiki
Otto new opening su tutto il territorio nazionale e ventuno re-opening sono i numeri del business plan realizzato nel 2016, con un fatturato di circa 130 milioni di euro (+20%). Vertice di questo piano di sviluppo è stata l’apertura a dicembre del primo flagship store a Roma in via del Corso. Eurocommercial
NEUTRAL
Atlantia
L’uscita di Andrea de Vido dalla finanziaria Finint riapre la partita sul controllo dello scalo veneziano, il terzo in Italia per numero di passeggeri. Nel frattempo i Benetton con Atlantia rimangono a guardare, ma con un piede dentro la stanza, che vale il 22,1% di Save, preso in un blitz a settembre scorso dal fondo Amber.
SELL
Trony
L’addio di Trony a Roma: chiusi tutti gli otto store. Restano senza stipendio 180 dipendenti per il fallimento in tribunale della Edom. Chiude anche il punto vendita di Ponte Milvio, aperto nel 2011 e famoso perché in occasione dell’inaugurazione il traffico nell’intero quadrante nord della Capitale rimase bloccato. Victoria’s Secret
I risultati semestrali al 31 dicembre 2016 mostrano incrementi sia nei ricavi da canoni sia nei valori immobiliari. Le acquisizioni real estate ammontano a 179 mln di euro in Francia e Svezia, mentre il risultato della gestione diretta è pari a 51,5 mln (+5,4%) e i ricavi netti ammontano a 78,8 mln (+ 6,7%).
McDonald’s
Firenze-McDonald’s, scontro da 18 milioni sull’hamburger in Centro. Dopo il diniego da parte dell’amministrazione locale all’apertura vicino al Duomo, la catena di fast food passa alle vie legali: il rifiuto di Palazzo Vecchio potrebbe costare caro proprio per i mancati introiti.
L Brands crolla in Borsa dopo il taglio della guidance sulle vendite di febbraio. La controllante di Victoria’s Secret e di Bath & Body Works ha infatti perso oltre 12 punti percentuali nell’afterhours trading a Wall Street dopo aver stimato vendite in calo ‘mid-to-high teens’, quindi tra il 15-20%.
Levi’s
Stefanel
Fossil
Levi Strauss & Co. ha chiuso il 2016 con ricavi netti a quota 4.553 milioni di dollari, in crescita dell’1% sui 4.495 del 2015. Ma i profitti netti sono arrivati a 291 milioni di euro, in aumento del 40% sui 209 milioni nel 2015, per un minor peso degli oneri di ristrutturazione.
Su richiesta della Consob, Stefanel ha precisato che l’operazione di rafforzamento patrimoniale e finanziario che coinvolge Oxy Capital Italia e Attestor Capital in qualità di potenziali investitori “è ancora in fase di negoziazione e che nessun accordo vincolante è stato a oggi sottoscritto”.
Il 2016 chiude con profitti in calo del 64% a 78,9 milioni di dollari, contro i 220,6 del 2015. Il fatturato, a causa del dollaro forte (come precisato dall’azienda), si attesta a quota 3,04 miliardi, -6% sui 3,22 miliardi dell’anno precedente. Le Americhe hanno registrato una flessione dell’8%, mentre l’Europa del 6%.
RETAIL IN ITALY: * LET’S DO BUSINESS.
★ Bronx agence (Paris) MAPIC is a registered trademark of Reed MIDEM- All rights reserved. *Retail in Italia: Nuove occasioni per fare business
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16-17 Maggio 2017 Superstudio Più Milano
L’appuntamento dei professionisti del Retail & Real Estate dedicato alle opportunità di business offerte dal mercato italiano. Novità 2017: Prima edizione del Food & Beverage Retail Summit. mapic-italy.it
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r&f News
Alberto Baldan nuovo AD Coin sulla rotta cinese di Grandi Stazioni Retail
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lberto Baldan è stato designato amministratore delegato di Grandi Stazioni Retail per guidare lo sviluppo strategico della società. Sarà effettivo nel suo incarico a partire dall’estate. Baldan vanta grande esperienza nel settore retail, dove ha ricoperto ruoli chiave all’interno di Gruppo Pam, Gruppo Auchan e Gruppo PPR. Dal 2007 a La Rinascente, ne è diventato amministratore delegato nel 2012. Maurizio Borletti, presidente di Grandi Stazioni Retail, ha commentato: «Insieme con i rappresentanti di Antin Infrastructure Partners e Icamap abbiamo condotto una vasta ricerca e considerato un numero di candidati altamente qualificati. Alberto si è distinto per la sua visione strategica, per i suoi grandi successi e le competenze nel retail e nello sviluppo immobiliare. Siamo certi che saprà guidare con successo la società nella trasformazione e nel riposizionamento delle nostre stazioni».
L
a proprietà del brand Coin potrebbe passare in mano cinese. A scriverlo CorriereEconomia, che parla di pretendenti internazionali pronti ad acquisire il marchio con i suoi circa 400 milioni di euro di ricavi e i 40 flagship store. La cessione chiuderebbe un percorso avviato da Stefano Beraldo, amministratore delegato di OVS, ormai da qualche anno: trasferire in altre mani la gestione del retail di fascia più alta per concentrarsi su OVS, quotata a Piazza Affari nel 2015 e di cui gruppo Coin resta principale azionista con il 42,11 per cento. Ad avvalorare l’ipotesi della vendita ci sarebbe anche la notizia che la società controllante avrebbe recentemente predisposto lo scorporo del ramo d’azienda composto da 40 store Coin, per facilitarne la vendita. Sempre secondo il periodico, l’attenzione di Beraldo sarebbe focalizzata anche sullo sviluppo internazionale di OVS, in particolare nell’area della Greater China, con la sigla di un accordo con il colosso locale del retail Li & Fung, per l’apertura in franchising di due negozi pilota a Shanghai, cui ne seguiranno altri 20 tutti con insegna “Ovs Kids”. Uscendo dal campo delle ipotesi (probabili), Beraldo ha anticipato a CorriereEconomia che nel 2017 il gruppo «investirà fino a 70 milioni di euro tra l’Italia e l’Europa».
NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING
WELCOME BACK CHINA Dopo i recenti segnali di ripresa che ben fanno sperare in un rilancio dei consumi e dell’economia russa descritti nel nostro ultimo numero, possiamo ora anche annunciare segnali positivi di risveglio dei consumi provenienti dalla Cina e, dopo un lungo periodo difficile, da Hong Kong. In base a un recente reportage di Exane Bnp Paribas, nella Cina Mainland, grazie alle politiche economiche e sociali di sostegno del governo locale, la fiducia dei consumatori è in crescita, raggiungendo i livelli massimi degli ultimi anni (fig.1), i prezzi delle unità immobiliari di nuova costituzione fanno registrare aumenti di circa il 5% rispetto all’anno precedente, così come gli affitti degli immobili commerciali nelle principali città, ed, infine, il mercato azionario si sta
www.strabranding.com
riprendendo dopo i minimi di gennaio 2016. Come dicevamo, anche Hong Kong sembra finalmente avviata verso una stabile ripresa, con indici sopra lo zero: l’andamento delle vendite Retail, che dallo scorso giugno è in progressivo miglioramento rispetto all’anno precedente, da settembre fa registrare crescite positive (fig.2). In termini di tendenze e gusti, le priorità stanno però evolvendo rapidamente: i consumatori cinesi sono giovani e desiderosi di novità, sono attuali e pronti a catturare i nuovi trend. Natural and “Back to Nature” sono concetti ricorrenti e alcuni marchi locali nel settore dell’abbigliamento e della cosmesi stanno ottenendo un forte successo cavalcando questi trend nella definizione degli elementi del loro brand DNA. Fig.1: Hong Kong Retail sales (% YoY). Fonte: HK Census and Statistic Department, Datastream. I servizi prevalgono sui prodotti e il Lifestyle, come espressione di vita, si sta imponendo tra i consumatori: food & beverage, health/natural, sport e sport related stores, palestre, fitness center, prodotti e servizi per la cura della persona e prodotti per bambini sono i settori dell’ultimo momento. Al riguardo, è interessante notare come Jones Lang La Salle Research, analizzando quanto è avvenuto a Shanghai nel periodo finale dello scorso anno, abbia classificato le nuove aperture di negozi in funzione dei settori di appartenenza dei diversi operatori, proponendo la seguente classificazione: 1) Strong expansion: F&B, Leisure & Entertaiment e Kids (prodotti, servizi, educazione e divertimenti per bambini); 2) Slow expansion: marchi appartenenti al cosiddetto Affordable Luxury, Premium brands, Fast fashion; 3) Minimal expansion: Luxury retailers, Department stores e Appliances.
Fig.1: Chinese consumers confidence index. Fonte: Datastream.
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retail&food - marzo 2017
Luca Esposito
r&f News Liguria: ok all’outlet in Valle Armea
La conferenza dei servizi interna ha dato parere positivo al cambiamento di destinazione d’uso della struttura da grande superficie di vendita a centro commerciale. Per The Mall, il progetto destinato a insediare a Sanremo un polo commerciale del lusso, si tratta di un sostanziale passo in avanti. Il via libera, infatti, consente la realizzazione di una struttura divisa in singoli negozi nel lotto principale in via di costruzione, da 5mila metri quadrati. Al punto che la società immobiliare Armea srl che si sta occupando del cantiere ha già avviato le procedure per gli appalti e intende riprendere l’attività di cantiere a breve, probabilmente entro la fine del mese di marzo (i lavori erano stati sospesi nell’agosto scorso in attesa delle autorizzazioni). Resta aperta invece l’altra “partita” quella della variante legata all’edificio commerciale da circa 1.500 metri quadrati per il quale sarebbe stata presentata un’ulteriore istanza mirata a un’omologazione con il centro commerciale (ma il problema sostanziale era legato a una variante urbanistica per il rischio esondazioni in Valle Armea).
Cibus Connect: nuovo format a vocazione internazionale
D
opo il padiglione a Expo2015 e un’edizione straordinaria nel 2016, Cibus diventa annuale: negli anni dispari si terrà Cibus Connect, un format di due giorni che coniuga il momento espositivo con quello business B2B e quello convegnistico finalizzato alla divulgazione dei temi di attualità in ambito food e retail internazionale. L’edizione 2017 (12-13 aprile), organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare, vedrà come espositori oltre 500 aziende alimentari italiane selezionate in due padiglioni che presenteranno nuovi prodotti, illustrati da molteplici show cooking. Saranno presenti anche 50 produttori selezionati da Slow Food che si propongono a nuovi mercati. Cibus Connect rappresenta anche un momento di incontro della community agroalimentare italiana e di programmazione della prossima edizione di Cibus 2018. «Far conoscere non solo la qualità dei nostri prodotti, ma il valore assoluto dell’industria alimentare italiana - ha dichiarato Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare - modello di riferimento apprezzato e sostenibile sullo scenario mondiale, ma anche leva di rilancio economica e occupazionale per il nostro Paese. Per farlo ci rivolgiamo a target diversi: buyer, giornalisti, investitori non solo per la promozione del business a breve ma per il consolidamento di una reputazione unica nel tempo. A questo serve Cibus Connect, uno strumento per dare continuità al messaggio anche negli anni dispari con strumenti efficaci e sperimentati quali incoming di operatori, visita dei territori e delle più qualificate realtà produttive».
I temporary shop sopra gli 80 mILIONI di fatturato nel 2016
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econdo i dati raccolti da Assotemporary, nel 2016 il fatturato generato dai negozi temporanei ha superato gli 80 milioni di euro. E Milano si conferma leader del comparto, con 115 location e il 75% degli spazi dedicati, anche se la crescita nei centri commerciali fa alzare la quota generata nelle location extraurbane. Nel dettaglio dei numeri, Assotemporary ha concluso la raccolta dei dati a consuntivo del 2016, in base ai quali il fatturato generato dagli store temporanei raggiunge gli 83,5 milioni di euro, in crescita del 7% rispetto al 2015, comprensiva del costo delle location e dei servizi accessori, tra i quali primeggia l’organizzazione di eventi in store. Cresce inoltre il segmento degli shopping mall, che arriva al 20% degli spazi destinati a temporary shop, e dove alcuni gruppi, come CBRE e Auchan, hanno avviato importanti progetti di sviluppo. Tra i settori merceologici è la moda a fare da traino con il 62% delle iniziative temporanee, ma anche il food, la gioielleria/bigiotteria e l’auto segnano significativi incrementi. Nell’ambito moda, Assotemporary sta organizzando per il 30 marzo un convegno dedicato al settore, mentre in quello del food sarà protagonista del Fuorisalone che, per la prima volta nel maggio di quest’anno, si affiancherà alla rassegna Tutto Food. Tra i dati raccolti dall’Associazione, anche il boom del moving store: la forma itinerante di temporary shop che vede in circolazione in Italia 23mila negozi a tre o quattro ruote, utilizzati da aziende del fashion e del food per operazioni di vendita e di marketing.
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A Fiumicino atterra un’altra stella Michelin
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utgrill porta a Fiumicino nel nuovo avancorpo E un altro nome illustre della ristorazione italiana. Si tratta di Cristina Bowerman, del ristorante Glass a Roma. La chef - una stella Michelin - è supervisore infatti del menu di Assaggio, un wine and fish bar con servizio al tavolo dove poter gustare l’offerta food che include anche tre ricette firmate dalla stessa Bowerman. Assaggio è un concept fresco, caratterizzato da un design minimalista e contemporaneo, inserito al piano inferiore dell’avancorpo, circondato da luxury brand. Tutto è curato nei minimi dettagli, dalla mise en place alle divise del personale: un servizio accurato ed efficiente che fa sì che il cliente venga guidato alla scoperta dei migliori abbinamenti food&wine - la carta dei vini è curata da ZONIN1821 - per un’esperienza di gusto unica. Assaggio si va ad aggiungere ad altri tre concept con cui Autogrill rafforza la propria presenza in aeroporto, sempre nella nuova area d’imbarco E: un secondo Bistrot, un secondo Rosso Intenso e il primo Kimbo Caffè Espresso da Napoli.
PIÙ GUSTO ALLA TUA SOSTA.
Da oggi MyChef entra a far parte di AREAS, il marchio mondiale leader della ristorazione in concessione.
r&f News Ai Millennials piace il travel retail
Secondo una ricerca di Nielsen, in collaborazione con la Sda Bocconi School of Management, la nuova tendenza degli italiani è fare shopping di lusso in aeroporto. Sempre secondo la ricerca, un viaggiatore su quattro spende mediamente 2.500 euro oltre il check-in in beni di alto livello, e se il 25% dei passeggeri con passaporto italiano fa acquisti di beni o servizi luxury, i più spendaccioni sono i giovani tra i 21 e i 35 anni, i cosiddetti Millennials. L’85% del campione analizzato nell’ultimo anno ha infatti effettuato almeno un acquisto negli store degli scali aeroportuali internazionali, in particolare in boutique di lusso. È un comparto che vale fino al 30% del fatturato complessivo di alcuni brand. Negli ultimi due anni è cresciuto del 7% portando a offrire prodotti sempre più innovativi e adatti a questa fascia d’età, con nuove forme di coinvolgimento e di servizi basati sul digitale e la robotica.
Meyer Bergman fa shopping in Buenos Aires
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eyer Bergman, il fondo con prime asset nel cuore di Oslo, proprietà a Dublino accanto al Trinity College, la storica Topas Arkade building a Berlino e il Tesco Superstore a Londra, zona Kensington, fa di nuovo shopping a Milano. Dopo essersi aggiudicata a gennaio 2016 il complesso delle Corti di Baires in corso Buenos Aires, infatti, resta in zona e compra l’Upim store all’indirizzo 3337 sempre della via dello shopping milanese. A vendere, la società Porta Rossa, ma non si conoscono termini e valore dell’accordo. La proprietà verrà inserita nel fondo Meyer Bergman European Retail Partners III. Si tratta del piano terra e del primo piano di tre edifici per un totale di 3.750 metri quadrati. I restanti piani degli edifici sono residenze private e non rientrano nell’accordo di vendita. Paulo Sarmento, principal a Meyer Bergman, ha commentato: «Corso Buenos Aires soffre di una mancanza di spazi abbastanza grandi per brand internazionali. L’investimento risponde alla nostra strategia per le città europee nel segmento prime High Street».
Imminente l’apertura del Torino Outlet Village
Carrefour: continua la cura dimagrante
Mentre proseguono le sforbiciate sui grandi formati, crescono le nuove aperture dei cosiddetti “Express”. Per Carrefour, in primo piano si annovera l’apertura della procedura di mobilità per 500 lavoratori di 57 ipermercati di tutta Italia, con il Piemonte che è destinato a pagare il prezzo più caro: due ipermercati chiusi, a Trofarello alle porte di Torino e a Borgomanero nel piccolo centro commerciale ubicato in provincia di Novara. Sono 160 solo gli esuberi diretti previsti, ha reso noto la Filcams Cgil di Torino, e interessano punti vendita situati anche in primari centri commerciali: 54 a Trofarello, 14 a Le Gru di Grugliasco, 10 a Collegno, 8 a Pinerolo, 57 a Borgomanero, 6 a Borgo Sesia e 11 a Novara. Di contro, risale ai giorni scorsi l’opening di due Carrefour Espress a Livorno: punti vendita di piccole dimensioni di proprietà della società Mgo.
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prirà il 23 marzo il Torino Outlet Village promosso da Arcus Real Estate (Gruppo Percassi) che vanta in portfolio anche il Sicilia Outlet Village. Il nuovo Fov, che darà lavoro a circa 600 persone, si trova a Settimo Torinese, a soli 10 minuti di auto dal centro della città e a 30 dalle principali città del Piemonte, mentre Milano dista poco meno di un’ora. L’outlet di Torino gode quindi di un bacino di utenza stimato in oltre 7 milioni di abitanti nei 90 minuti. A questi dati vanno sommati l’incoming turistico cresciuto a doppia cifra negli ultimi anni, i viaggiatori in transito per raggiungere la Valle D’Aosta e il potenziale rappresentato da coloro che risiedono subito dopo il confine francese. Guardando ai numeri dell’offerta commerciale e ai servizi, a regime si conteranno oltre 90 negozi con marchi italiani dai più prestigiosi ai trend e una gamma di negozi di altissimo livello che vendono capi e accessori off price offrendo servizi da flagship store. I visitatori potranno godere di numerose prestazioni personalizzate quali valet parking, personal shopper, hand free shopping, spedizione a domicilio, vat off e shopping su appuntamento, ristorazione e area bambini attrezzata. Per garantire il massimo relax e confort sono previste un’area dedicata al benessere e al beauty, e una business lounge.
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r&f News La Rubrica legale - breaking news
A cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano
Indennità per la perdita di avviamento per attività interne alle gallerie commerciali. Una sentenza che farà discutere. La Cassazione torna a occuparsi di Centri Commerciali, inquadrando tuttavia l’avviamento in modo sorprendente. Cassazione Civile, sentenza n. 18748 del 23 settembre 2016 Ad una lavanderia situata all’interno di un centro commerciale non è applicabile la disposizione dell’art. 35, L. 27 luglio 1978, n. 392, in ordine ai limiti alla corresponsione della indennità per la perdita dell’avviamento prevista dal precedente art. 34.
I fatti
Tra una lavanderia e la proprietà di un centro commerciale intercorre un contratto di locazione avente a oggetto locali posti nella galleria. Si tratta di caso non infrequente nella pratica, in quanto alcune attività della galleria occupano i locali a titolo di locazione anziché affitto di ramo di azienda, e ciò si deve principalmente al tipo di attività da questi esercitata (per lo più di servizi). A fine locazione la lavanderia reclama l’indennità per la perdita di avviamento prevista dalla legge sulle locazioni non abitative (pari a 18 mensilità dell’ultimo canone corrisposto, a cui se ne devono aggiungere altre 18 qualora l’attività che succeda entro un anno a quella uscente abbia la stessa natura).
Le norme
L’articolo 34 della legge 392 del 1978 (che ancora oggi regola le locazioni ad uso non abitativo) riconosce al conduttore il cui contratto non si sia interrotto per inadempimento, recesso o a seguito di assoggettamento a procedura concorsuale, la sopra citata indennità, condizionando addirittura l’esecuzione del provvedimento di rilascio dell’immobile al suo pagamento. La norma prevede dunque una robusta tutela per il conduttore, in quanto non permette nemmeno la prova contraria e cioè la dimostrazione che l’avviamento sia in concreto mancato. Tuttavia, il successivo articolo 35 specifica che tale indennità non è dovuta in alcuni casi, come specificato nella tabella che segue.
L’indennità per la perdita di avviamento non è dovuta per: • Attività che non prevedono contatti con il pubblico • Immobili destinati ad attività professionali • Locali destinati ad attività transitorie • Immobili “complementari o interni a: o stazioni ferroviarie o porti o aeroporti o aree di servizio stradali o autostradali o alberghi e villaggi turistici La ratio di questa deroga è molto chiara e mira a escludere il diritto a indennità di avviamento in tutti i casi in cui essa appaia non dovuta per motivi vari, tra i quali i casi in cui gli immobili locati godono dell’avviamento generato da infrastrutture che per loro natura generino un flusso di potenziali consumatori (la Corte Costituzionale ha parlato in questi casi di “avviamento parassitario”). È piuttosto chiaro infatti che il consumatore si reca nei luoghi di cui sopra non a causa dell’attrattiva delle attività commerciali ivi ubicate, ma principalmente per altre motivazioni (in aeroporto perché deve partire, in albergo per lavoro o per vacanza, ecc.).
Il problema e il precedente
Riveste centrale importanza interpretare la disposizione dell’art. 35 sopra citato per indagare se i casi da essa previsti siano tassativi oppure se la norma sia suscettibile di applicazione analogica. Sul tema esiste un precedente importante. La Cassazione, con sentenza numero 810 in data 27 gennaio 1997, ha preso in esame il caso della locazione di una piazzola in un parcheggio di un centro commerciale da parte di un camioncino adibito a vendita di panini e bevande. La Suprema Corte ha statuito in modo chiaro che l’art. 35 non ha natura eccezionale (non è cioè speciale rispetto a un principio generale) e pertanto è suscettibile di applicazione analogica. Riferendosi al concetto di avviamento parassitario, essa ha chiaramente statuito: “è irrazionale ritenere che detto avviamento parassitario sussista – per volontà di legge – unicamente ed esclusivamente in caso di immobili interni a stazioni ferroviarie, porti, aree di servizio stradali o autostradali, alberghi e villaggi turistici e non anche in altre ipotesi in cui l’immobile sia “interno” ad altra struttura simile”.
Il precedente della Cassazione (1997) così aveva sancito: “in tali ipotesi i conduttori non hanno una clientela propria, ma godono di un avviamento parassitario, essendo frequentati dalla clientela della struttura organizzativa nella quale sono ospitati o rispetto alla quale sono accessori” Da questa chiara statuizione deriva l’orientamento che alle locazioni di unità poste in centri commerciali non si applica l’indennità per la perdita di avviamento. Questo chiaro precedente giurisprudenziale, del resto piuttosto logico, ha sino a oggi regolato la materia garantendo una certa tranquillità per le proprietà.
La recente sentenza in commento
La sentenza in commento è destinata a minare questa tranquillità, pur con un procedimento logico non impeccabile. Vediamo perché. In primo luogo la decisione dichiara di non voler affrontare il tema della estensione analogica della deroga dell’art. 35. Il Collegio giudicante ritiene che la valutazione circa la spettanza o meno dell’indennità debba piuttosto muovere da un “accertamento che verifichi se il locale complementare o interno al Centro sia idoneo a produrre un avviamento “proprio”, quale effetto diretto dell’attività in essa svolta dal conduttore”. E prosegue in questi termini letterali: “i centri commerciali assumono una funzione attrattiva di clientela che costituisce - a ben vedere - il risultato del richiamo operato dalle singole attività che vi hanno sede, in una sorta di sinergia reciproca”. E “in una situazione siffatta, non è - di norma - possibile distinguere un avviamento “proprio” del centro che non sia anche “proprio” di ciascuna attività in esso svolta (sempre che - ovviamente - la stessa comporti contatti col pubblico degli utenti e dei consumatori e non abbia natura professionale o carattere transitorio), dal che consegue che anche in relazione ai contratti di locazione relativi ad immobili interni o complementari a centri commerciali deve essere riconosciuta l’indennità per la perdita dell’avviamento commerciale laddove ricorrano le condizioni di cui alla L. n. 392 del 1978, art. 34”.
La sentenza recente (2016) così si esprime: “i centri commerciali assumono una funzione attrattiva di clientela che costituisce - a ben vedere - il risultato del richiamo operato dalle singole attività che vi hanno sede” “non è - di norma - possibile distinguere un avviamento “proprio” del centro che non sia anche “proprio” di ciascuna attività in esso svolta”
Sono affermazioni che appaiono negare in modo reciso quanto è di fatto principio assodato in giurisprudenza, e cioè che i Centri Commerciali generano al contrario un avviamento proprio, da cui i singoli operatori traggono giovamento. La prima affermazione tradisce una visione dei centri commerciali limitata alla sola somma di capacità attrattiva delle singole attività. La seconda completa questa visione, arrivando a sancire l’impossibilità a sancire avviamento proprio del centro commerciale.
La conclusione è tranchant e ribalta il precedente: l’indennità per la perdita di avviamento può essere dovuta anche in ambito centri commerciali.
Conclusione
La sentenza tocca un argomento che pareva definitivamente - e pacificamente – risolto, ribaltandone la soluzione, e farà certamente discutere. Non è questa la sede per valutarne l’opportunità. Si possono però formulare alcuni commenti tecnici. Il primo: non sembra possibile accantonare il problema dell’applicazione analogica dell’art. 35, come fa il Collegio. E ciò in quanto delle due l’una: o l’art. 35 è suscettibile di applicazione analogica, e pertanto l’indennità non è dovuta in tutte le situazioni analoghe a quelle ivi descritte, oppure esso non lo è, e l’indennità di occupazione è dovuta senza possibilità per il giudice di apprezzare se vi sia stata prevalenza dell’avviamento individuale o dell’avviamento generato dal centro commerciale. Una soluzione che, per determinare l’applicazione analogica dell’art. 35, conduca una analisi comparativa dell’avviamento concreto generato dal singolo operatore e dell’avviamento del centro commerciale non convince e apre a imprevedibili applicazioni future. Come trattare per esempio il retail ospedaliero? Ha davvero senso indagare se una attività posta all’interno di un ospedale ha forza attrattiva autonoma? Non avrebbe più senso estendere semplicemente la portata dell’art. 35 riconoscendone l’applicazione in via analogica? Inoltre: considerando che nel caso di specie alla lavanderia è stata riconosciuta attrattiva autonoma perché “il cliente vi si rivolge appositamente, portando con sé gli indumenti o quant’altro intenda far lavare”, è lecito chiedersi quale sarebbe il trattamento di attività ben più rilevanti all’interno di una galleria commerciale, che vengono convenzionalmente considerate “ancore”. A ciò si aggiunga un’altra notazione puramente “storica”: quando fu scritta la norma (1978) i centri commerciali non esistevano. Sarebbe perciò stato impossibile per il legislatore farvi riferimento. Forse questo buon motivo basterebbe per valutare in termini meno restrittivi una applicazione estensiva della deroga dell’art. 35, come del resto fatto già dalla sentenza della Suprema Corte di vent’anni fa, sopra citata.
Alessandro Barzaghi
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r&f News
PittaRosso cresce per il quinto anno
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ittaRosso ha chiuso il 2016 con un fatturato di 345 milioni di euro, in crescita del 25% sull’esercizio precedente. Si tratta del quinto anno consecutivo di aumenti dei ricavi superiori al 20% annuo. «C’è grande entusiasmo per il quinto anno consecutivo di crescite straordinarie - ha dichiarato Andrea Cipolloni, AD di PittaRosso - Il 2016 ci ha visto protagonisti con un fatturato in crescita di circa il 5% a parità di punti vendita, e del 25% in totale. Siamo in linea con il piano presentato a gennaio 2015 quando il controllo della società è passato da 21 Investimenti di Alessandro Benetton a Lion Capital». Per l’anno in corso il budget aziendale è già stato fissato in 400 milioni di euro e la strategia è quella di espandersi ulteriormente, per superare gli 800 milioni di euro nei prossimi tre anni. Ad oggi Pittarosso conta su una rete di circa 200 punti vendita in Italia, Francia, Croazia e Slovenia e ha di recente raggiunto un’intesa biennale con il team di MotoGP Ducati Corse: il marchio PittaRosso sarà presente sulle tute e sulle moto dei due piloti del Ducati Team, Jorge Lorenzo e Andrea Dovizioso.
Coima fa shopping nelle high street
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oima Sgr, società indipendente attiva nella gestione patrimoniale di fondi di investimento immobiliare per conto di investitori istituzionali, ha rilevato dal Gruppo Feltrinelli per conto del Fondo Core I, un prime high-street retail portfolio composto da 5 unità immobiliari localizzate nelle principali location dello shopping delle città di Milano, Firenze, Roma, Pisa e Modena, per un valore complessivo di circa 50 milioni e una superficie di 6.000 metri quadri. Gli immobili sono locati alle Librerie Feltrinelli, con contratti di durata pluriennale. Il Fondo Core I - partecipato da investitori previdenziali italiani tra cui la Fondazione Enasarco e altri investitori istituzionali domestici - è un veicolo dedicato ad investimenti a reddito prime con un orizzonte di lungo periodo e un rendimento obiettivo superiore al 6 per cento. Il portafoglio del Fondo ha un valore complessivo a regime di oltre 300 milioni di euro e comprende trophy asset quali Palazzo Aporti a Milano (sede di State Street e Walt Disney) e Palazzo Siri in via del Corso a Roma. Questa operazione fa seguito all’accordo con il Gruppo Feltrinelli, che ha selezionato Coima Sgr quale partner immobiliare per la realizzazione e la gestione del nuovo insediamento immobiliare di viale Pasubio, dove trovano ospitalità la sede della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e gli uffici di Microsoft Italia, con la costituzione di un fondo immobiliare dedicato, Feltrinelli Porta Volta.
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Neinver: su le vendite e i visitatori negli outlet italiani
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umeri positivi per Neinver nei sei paesi europei in cui è presente. Nel 2016 il portafoglio di outlet, prevalentemente gestiti con le insegne The Style Outlets o Factory ha registrato un volume totale delle vendite di 1,183 miliardi di euro, con una crescita like-for-like di quasi il 10% rispetto allo stesso periodo del 2015; il flusso di visitatori è aumentato dell’8%, superando i 50,2 milioni, mentre il tasso di locazione globale ha raggiunto il 96% per cento. «I solidi risultati conseguiti in tutti i paesi attestano il successo del nostro modello di gestione, che si basa su competenze specializzate nella gestione degli asset, su strategie retail chiare e ben realizzate e su un’approfondita conoscenza del mercato. Neinver continuerà a perseguire l’obiettivo di una crescita costante insieme ai marchi che operano nei centri», ha dichiarato l’amministratore delegato, Carlos González. Rispetto al comparto italiano, dove la società è presente con Vicolungo e Castel Guelfo The Style Outlets, Neinver ha mantenuto la sua performance positiva, con un aumento delle vendite like for like del 2,5% e una crescita del flusso di visitatori pari al 2%, raggiungendo quota 6,5 milioni. È di metà febbraio, invece, la notizia che TH Real Estate, società attiva nella gestione di investimenti immobiliari, e Neinver hanno ottenuto un finanziamento di 344 milioni di euro per cinque outlet in Europa, tra cui The Style Outlets di Vicolungo in Italia. Il finanziamento di circa 126 milioni per Vicolungo è stato erogato da Credit Agricole Corporate & Investment Bank Milano.
Cigierre: un 2016 da 300 milioni
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ompagnia Generale Ristorazione SpA, la catena proprietaria dei marchi Old Wild West, Wiener Haus, Shi’s e l’ultimo arrivato in ordine di tempo, Pizzikotto, festeggia un 2016 da record. L’anno appena passato, infatti, si è chiuso con un fatturato di 300 milioni di euro e una crescita del 16% sul 2015. Nel corso del 2016, Cigierre ha rimarcato il proprio ruolo da protagonista sul territorio nazionale, aprendo 29 ristoranti e generando circa 720 nuovi posti di lavoro. Inoltre ha rafforzato il proprio programma di sviluppo all’estero, aprendo in Francia, Croazia e Georgia e raddoppiando la sua presenza in Svizzera. Una strategia di espansione che continuerà anche nel 2017 con più di 45 opening previste in Italia e all’estero. Oltre alla forte attenzione per le materie prime, le location e i programmi di fidelizzazione e promozioni, Cigierre apre alle nuove tecnologie, come Satispay che permette di pagare il conto direttamente dal proprio smartphone. «Il consumatore oggi presta molta attenzione al rapporto prezzo-qualità e il servizio così come l’originalità dell’offerta si confermano fattori differenzianti – afferma Marco Di Giusto, fondatore e amministratore delegato della società – Cigierre ama la sperimentazione e l’innovazione e ciò ci permette di cogliere con largo anticipo i trend e l’evoluzione dei gusti dei nostri clienti».
È dal 1956 che Ferrarini, con il suo Prosciutto Cotto senza polifosfati aggiunti, ha fatto del buon mangiare, sano ed equilibrato, la propria filosofia.
C’è più gusto a mangiare sano.
Sin dal 1956, quando è nato il nostro famoso Prosciutto Cotto senza polifosfati, abbiamo fatto del buon mangiare, sano ed equilibrato la nostra bandiera. Tutti i nostri salumi sono privi di glutine, privi di lattosio e delle proteine del latte. La filiera del nostro Parmigiano Reggiano è completamente interna e certificata. I nostri vini e il nostro Aceto Tradizionale di Reggio Emilia provengono Amore per ladalle propria selezione delle materie prime, controllo di ogni fase della lavorazione e rispetto esclusivamente uve deiterra, nostri vigneti. dei consumatori: è da laqui che nascono i prodotti marchio Ferrarini. Dai salumi privi di glutine e lattosio, Quotidianamente, mettiamo massima attenzione ed esperienzaanel controllare la qualità delle materie nelcon trovare i buoni al Parmigiano Reggiano NONprime, OGM latte di mucche alimentate con il foraggio delle Fattorie Ferrarini; dai ingredienti e nella lavorazione; così i frutti delladei tradizione vini e dall’aceto tradizionalesolo ottenuti da uve vignetisidi proprietà, ai Prosciutti di Parma stagionati nelle proprie possono trasformare in capolavori del gusto.
cantine. Solo così i frutti della tradizione si trasformano in capolavori del gusto. www.ferrarini.com
r&f News opening Fattorie Garofalo nel Mondadori Megastore
Il binomio food (di qualità) e libro diventa sempre più solido. A dimostrazione, il format “Mozzarella Bistrot” di Fattorie Garofalo ha aperto a Milano nel Mondadori Megastore di via Marghera. Del locale si apprezzano i colori moderni dell’acciaio del caseificio, quelli naturali del rovere, del foraggio e della terra e, infine, quello della mozzarella, il bianco. Il bistrot si sviluppa anche all’esterno dello store Mondadori con due ampi dehors, raccontando una storia aziendale all’insegna di tradizione e innovazione, propugnando i valori di freschezza, naturalità e artigianalità della mozzarella di bufala con il linguaggio essenziale di un design pulito firmato da Antonio Zagaria e Costa Group.
Burger King fa scacco a McDonald’s
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i è concluso il conto alla rovescia per un’opening che segna un passaggio storico nella guerra tra i fast food in Italia ma non solo. Ha inaugurato infatti martedì 24 gennaio il nuovo Burger King di piazza Medaglie d’Oro dove c’è l’ingresso della Stazione Centrale di Bologna. Ma la particolarità della notizia risiede nel fatto che BK ha dato scacco all’avversario di sempre McDonald’s, che ha presidiato i due piani della palazzina, di proprietà di Grandi Stazioni, per una decina d’anni. Non era mai accaduto in Europa che i due colossi del fast food si “soffiassero” le location, e invece... il 31 dicembre scorso è scaduto il contratto di fran-
chising che legava il clown Ronald a C.I.G.A.R. (società bolognese concessionaria degli spazi). Ma dopo un corteggiamento durato mesi, come ha raccontato Massimo Barbieri, responsabile degli investimenti nel franchising di BK, a McDonald’s non è stato rinnovato il contratto, in favore del diretto avversario. Il parziale ora, all’ombra delle Due Torri, è di dieci locali contro quattro a favore del re del Big Mac. Il ristorante alla stazione bolognese manterrà i 30 dipendenti esistenti i quali ve-
stiranno la nuova casacca dopo un corso di formazione. Nuovi i locali, invece, e le cucine, rifatte secondo i rigidi protocolli di Burger King. Nei prossimi mesi, stesso destino dovrebbe attendere i locali McDonald’s delle stazioni di Verona e Napoli Centrale. Nel frattempo BK, con l’apertura di Bologna, festeggia il 150esimo fast food in Italia.
Il GrandApulia fa il pieno con Gruppo Inditex e H&M
Arcaplanet a Auchan Modugno
L’insegna di pet care, Arcaplanet, ha scelto Auchan Modugno per aprire il suo primo store della Puglia e del sud Italia, arrivando così a coprire 15 regioni nel Paese. Su una superficie di 618 mq, con due casse per i clienti, il punto vendita presenta oltre 8mila referenze tra accessori e alimenti per animali, compresi prodotti veterinari e specializzati per l’alimentazione biologica, vegetariana o dietetica, con la possibilità di usufruire di servizi aggiuntivi come l’incisione personalizzata delle medagliette da guinzaglio. L’ingresso di Arcaplanet segna inoltre il rilancio del centro commerciale ubicato in provincia di Bari, caratterizzato da un nuovo mix merceologico.
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on Zara, Zara Home, Bershka, Pull&Bear e Stradivarius, quindi Gruppo Inditex in grande stile, e con H&M, il GrandApulia completa il proprio tenant mix. I nuovi opening, celebrati a febbraio, confermano il ruolo di “polo dello shopping” che il centro commerciale di proprietà di Finsud srl e gestito da Svicom per le
attività di property e leasing management si sta ritagliando non solo nella città e nella provincia di Foggia ma in generale in Puglia. La struttura del mall, sviluppata su 2 livelli con una GLA di 41.700 mq, un ipermercato a insegna Ipercoop e un cinema multisala (next opening), ospita oltre 100 punti vendita fra brand nazionali e internazionali, di cui alcuni all’esordio a livello regionale. In particolare GrandApulia annovera le prime esperienze pugliesi per Candida, Deichmann e Stradivarius Man oltre ai nuovi concept store Kasanova+, Bata, Calzedonia, Intimissimi, Tezenis e la Beauty Lounge firmata Limoni. Bialetti, Thun, Flying Tiger Copenaghen completano l’offerta di articoli per la casa; Cisalfa Sport, Aw Lab e Adidas dominano lo sportwear; McDonald’s, Old Wild West e Sarni Bistrot (il nuovo format della ristorazione Sarni) arricchiscono la food court; Douglas, Kiko Milano, Wycon Cosmetics e Bottega Verde dettano infine le tendenze per il make up e la cura della persona.
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A Udine arriva il toast firmato CIR food…
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i chiama Let’s Toast, il nuovo format del Gruppo di ristorazione CIR food inaugurato al centro commerciale Città Fiera di Udine dove, forte del successo di Expo2015, la Cooperativa Italiana di Ristorazione decreta la “rivincita del pane in cassetta” strizzando l’occhio sia ai nuovi consumatori, compresi in una fascia d’età tra i 15 e i 35 anni, i cosiddetti Millennials, sia alle famiglie che qui possono trovare una proposta gastronomica sfiziosa e genuina. In uno spazio di 40 mq, prendono forma gustosi toast con un assortimento di ingredienti Dop e Igp in combinazione a quattro tipi di pane: bianco, integrale, multicereali e vegano. Oltre 30 i possibili abbinamenti: dal Bismarck al Vegan fino alle farciture dolci con gelato e frutta fresca. Arricchiscono il menu anche insalate miste, macedonie e freschi smoothies. All’inaugurazione di Udine è seguita, nel mese di febbraio, l’apertura di un altro locale Let’s Toast a Forlì, a conferma della volontà di CIR food di far crescere questo format, come afferma Emilio Fiorani, direttore della divisione ristorazione commerciale del Gruppo: «Entro il 2020 apriremo 9 Let’s Toast in Italia, portando la nostra esperienza nella ristorazione moderna in contesti di consumo sempre più veloci, in cui il tratto distintivo è la qualità dei prodotti, del servizio e degli spazi».
… che a Scalo Milano apre con Aromatica
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i chiama Aromatica Restaurant Lounge Bar ed è il nuovo concept del gruppo CIR food per l’alta ristorazione sviluppato in collaborazione con CHIC - Charming Italian Chef - associazione che annovera tra i più quotati chef italiani. La location è situata nella piazza principale di Scalo Milano City Style, il nuovo quartiere metropolitano dello shopping che ospita 100 negozi. Aromatica propone una nuova visione di cucina gourmand attraverso menù in continua evoluzione sviluppati dai guest chef che, ogni mese, si alterneranno ai fornelli promuovendo il gusto e la cultura made in Italy. Il format prevede un’evoluzione dell’offerta nel corso della giornata. A dare il buongiorno, le colazioni nello spazio caffetteria; in pausa pranzo, invece, seduti ai tavoli che si affacciano sulla cucina a vista o nella sala principale del locale, è possibile accomodarsi per un light lunch o per un menu più ricco. Lo chef resident è il toscano Federico Pucci che propone piatti ispirati alla tradizione ma rivisitati con le tecniche moderne. La novità è che alle proposte gastronomiche curate da Pucci, si affiancano quelle dei guest chef di CHIC, che delizieranno gli ospiti con le loro ricette. L’esperienza continua la sera, quando si accendono le luci del lounge bar. Qui, accompagnati dai mix del Bartender Alessandro Cecchetti e da un’ampia selezione di vini e spirits, sarà possibile trascorrere momenti di relax sia prima sia dopo la cena che chiude il palinsesto enogastronomico quotidiano di Aromatica.
Cigierre Oltralpe Prosegue l’espansione oltre confine di Cigierre che raddoppia la sua presenza in Francia e avvia a Le Mans il secondo ristorante Old Wild West. In seguito al successo ottenuto a Tolone, dove la nota burger&steak house che ha aperto i battenti a luglio 2016 ha servito già oltre 78mila clienti, con una media giornaliera di oltre 430 coperti, l’azienda italiana punta nuovamente sul mercato francese, caratterizzato dalla continua crescita dei consumi di piatti a base di carne e specialmente di hamburger. Un territorio in cui, nonostante la presenza di steak house sia notevole, Old Wild West risulta vincente. Il format infatti si distingue nettamente dai competitor per l’originalità delle proprie ambientazioni da saloon e per l’offerta di pietanze preparate con materie prime di qualità, il tutto a un prezzo competitivo.
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Rovagnati fa il bis a Milano
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distanza di due mesi e mezzo dall’apertura del primo monomarca, a Milano in Piazza XXV Aprile, Rovagnati ha avviato lo scorso 9 febbraio il secondo “Bistrò Italiano” nella città meneghina, al civico 41 di Corso Garibaldi. Per l’occasione, la presidente del gruppo Rovagnati, Claudia Limonta, moglie del fondatore Paolo Rovagnati, insieme ai figli Ferruccio e Lorenzo, che ricoprono la carica di amministratore delegato, hanno inaugurato la serata. Il Bistrò in Corso Garibaldi è aperto da martedì a domenica, dalle 10:00 alle 22:00, e come quello in Piazza XXV Aprile (aperto dal lunedì al sabato dalle 8:30 alle 22:00) propone appetizer e light lunch, a base di salumi Rovagnati “ricettati”, protagonisti di abbinamenti gourmet. Si possono degustare i salumi in piatti originali e “taglieri da sogno”, con nuove ricette per promuoverne il consumo in modi sorprendenti. Il menù comprende preparazioni esclusive, come la Giardiniera di cetrioli con Mortadella Riserva Oro e salsa di uva fragola e un classico della cucina milanese, reinterpretato in maniera originale, la Cotoletta Gran Biscotto.
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LEGO a bordo di Nave de Vero
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a aperto in Italia il settimo LEGO Certified Store all’interno del centro commerciale Nave de Vero. Presso il mall di Marghera (VE), in portfolio alla francese Klepiérre, alle ore 14 del 22 febbraio bambini e adulti hanno assistito al taglio di un nastro tutto fatto di mattoncini LEGO. All’interno del punto vendita, grandi e piccini possono vivere un’esperienza ricca di novità e sorprese. Con “Pick a Brick”, per esempio, è possibile acquistare mattoncini sfusi tra una vasta scelta di pezzi disponibili. Un’altra novità è “Build a mini”: tutti possono costruire, personalizzare e acquistare la propria minifigure, scegliendo ogni più piccolo dettaglio del personaggio collezionabile LEGO, dal cappello al colore degli abiti. Oltre al completo assortimento LEGO, sono disponibili in anteprima prodotti della linea LEGO Creator Expert. E lo sviluppo in Italia del brand danese fondato nel 1932 continuerà nel corso dell’anno con nuovi punti vendita avviati sempre in collaborazione con Gruppo Percassi.
Casa Maioli all’Oriocenter
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ercassi Food&Beverage, la holding di Percassi attiva nel settore della ristorazione, ha siglato una partnership con i Fratelli Maioli per l’apertura di locali Casa Maioli in Italia e in prospettiva anche all’estero. Dopo l’ingresso nel mondo del food con i brand Da 30 Polenta e gli accordi stretti con Starbucks e Wagamama, prosegue l’avventura nel food, dove stavolta protagonista è la piadina romagnola. L’esperienza di Mirko e Alessandro Maioli in questo campo, una tradizione di famiglia iniziata nel 1952, si unisce a quella di Percassi nell’ambito dello sviluppo retail. L’apertura del primo locale Casa Maioli è stata il 5 febbraio all’Oriocenter di Bergamo, cui faranno seguito nell’arco di un mese un secondo opening in centro a Bergamo e l’apertura a maggio nel polo del lusso di Azzano (ampliamento dell’Oriocenter). I locali Casa Maioli si ispirano ai chioschi della riviera romagnola, ricreandone lo spirito allegro e fresco, con un’offerta gastronomica che comprende oltre ad altri prodotti tipici della Romagna proposte diverse per soddisfare le esigenze dei palati più esigenti, con una varietà di piatti caldi (come lasagne e zuppe), insalate e dolci.
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Competere per crescere La seconda edizione del FA Italy rinnova la propria intenzione di riunire in un confronto costruttivo i migliori format del foodservice che operano in Italia, quest’anno con una partnership d’eccezione: Mapic Italy
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el 2015 Retail&food e Ristorando hanno fatto una scommessa e l’hanno vinta. Insieme, hanno organizzato un evento che non c’era, un contest che ha saputo generare interesse da parte di molte insegne del foodservice grandi e meno grandi, che si sono messe nelle mani delle nostre giurie perché potessero misurare le proprie performance. È nato così un evento che ha raccolto la candidatura di oltre 100 brand, selezionato più di 50 finalisti e premiato, nel corso di una cena di gala con più
di 200 invitati, i primi classificati delle otto categorie in concorso. Due anni fa, tra le oltre 50 catene di ristorazione in gara, c’erano aziende del calibro di Autogrill, Chef Express, Cigierre, Ferrari F.lli Lunelli, Lagardére, MyChef Elior, Sebeto, Unilever, che hanno partecipato con alcuni dei loro brand più rappresentativi come Rossopomodoro, Old Wild West, Magnum Pleasure Store, Ferrari Spazio Bollicine, Juicebar, Briciole, Motta, Mokà, Bistrot Milano Centrale. Ma in corsa c’erano altri operatori indipendenti come America Graffiti, Caffè Vergnano, California Bakery, Lindt, Paolino l’arte dello spiedo, La Piadineria, Spontini, Vyta Santa Margherita e tanti altri ancora.
Premio speciale delle redazioni Ristorando e Retail&food: Bistrot Milano Centrale concept Autogrill 20
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La macchina organizzativa ha supportato l’evento con un sito internet (www.foodserviceaward.it) due newsletter mensili nel periodo di svolgimento dell’award e 24 giurati (3 per categoria) che hanno elaborato i questionari sottoposti ai candidati. Al nostro fianco abbiamo avuto anche una nutrita serie di sponsor e il supporto delle principali associazioni di categoria. Insomma un concorso coi fiocchi che, fra le altre cose, ha avviato un virtuoso meccanismo di networking fra investitori, sviluppatori e fornitori di servizi di foodservice.
Un’opportunità di sviluppo La nuova scommessa per l’edizione del 2017 del FA è quella di andare oltre il buon risultato di due anni fa e dare rinnovato impulso anche all’interesse di investitori e sviluppatori di respiro internazionale nei confronti delle catene di ristorazione in gara. L’offerta di foodservice in Italia è, infatti, nel mirino di molti global player di retail e real estate.
In questa sfida ci accompagna Mapic Italy, l’evento espositivo dedicato al mercato immobiliare commerciale italiano che si svolgerà il 16 e 17 maggio a Milano. Saranno due giorni di business e di networking durante i quali retailer nazionali e internazionali incontreranno gli operatori del mercato immobiliare commerciale per scoprire le migliori opportunità in Italia. In quest’occasione si svolgerà anche la cena di Gala in cui verranno annunciati e premiati i vincitori del FA 2017.
Le candidature sono aperte Dallo scorso mese di dicembre, tutte le insegne di foodservice con almeno 3 punti vendita attivi sul territorio nazionale posso iscriversi al nostro award. Il modulo per la candidatura e il regolamento del concorso sono disponibili sul sito www.foodserviceaward.it. Sullo stesso sito sono disponibili anche tutte le informazioni relative alle formule di sponsorship dell’evento. La redazione
Nel 2015 andò cosÏ
Primo classificato categoria format: Magnum Pleasure Store di Unilever Italia Mkt. Operations S.r.l.
Primo classificato categoria appeal internazionale: Vyta Santa Margherita di Retail Food S.r.l.
Primo classificato categoria food experience: Ferrari Spazio Bollicine di Ferrari F.lli Lunelli S.p.A.
Primo classificato categoria format urban: Viva di Vivafruit S.r.l.
Primo classificato categoria offerta bio-sostenibile: Universo Vegano di Qualitaste S.r.l.
Primo classificato categoria format centro commerciale: Rossopomodoro di Sebeto S.p.a.
Primo classificato categoria utilizzo della tecnologia: Ham Holy Burger di Sebeto S.p.a.
Primo classificato categoria format travel: Briciole di MyChef S.p.a
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Aeroporti: parola d’ordine investire VENEZIA MARCO POLO Il nuovo water terminal collegato allo scalo dal moving walkway
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L’
ENAC (Ente nazionale per l’aviazione civile) ha reso pubblico il quadro aggiornato dello stato della programmazione e realizzazione degli investimenti aeroportuali della rete nazionale, realizzati tramite lo strumento dei contratti di programma. Attraverso questi contratti viene assicurata a opera del gestore aeroportuale la realizzazione delle opere e degli interventi nonché il rispetto degli obiettivi di qualità e di tutela ambientale. Inoltre, si disciplinano gli impegni assunti dalle società titolari di concessione di gestione totale, in materia di realizzazione di opere infrastrutturali finalizzate all’adeguamento e allo sviluppo dell’aeroporto nel corso del periodo contrattuale. Come
stato recentemente inaugurato il nuovo avancorpo E: una struttura da 90mila mq in area extra Schengen con 40 negozi di brand premium e luxury e una food court con dieci locali tra cui due ristoranti i cui menu sono curati da chef stellati. Stesso discorso per Milano Malpensa (vedi Dossier aeroporti gennaio/febbraio a pag. 50), dove il completamento del cosiddetto ‘terzo terzo’ ha dato una nuova soluzione distributiva dei flussi migliorando il layout e ampliando ulteriormente l’offerta commerciale con un nuovo duty free da 2.200 mq e nuove aperture come Zara, con un negozio di 700 metri quadri. Anche Torino ha da poco ultimato i lavori per la riorganizzazione dei flussi e
getto di ampliamento del terminal che consisterà nella costruzione di due ‘ali’ ai lati della struttura già esistente. Un altro importante progetto in fase di realizzazione è quello del people mover al Guglielmo Marconi di Bologna. Un sistema di trasporto in connessione diretta tra l’aeroporto e la stazione. Un’infrastruttura costituita da una monorotaia metallica sopraelevata che percorrerà i 5 km che separano l’aeroporto dalla Centrale in circa 7 minuti. Andando a Sud, lo scalo di Brindisi ha un progetto di ampliamento delle superfici coperte di 1.500 mq che comprendono sale imbarco più spaziose, un maggior numero di gate e nuovi servizi, il tutto per far fronte all’aumen-
to di viaggiatori diretti in Salento. Anche Punta Raisi a Palermo è stato ampliato e rinnovato in toto, migliorando una situazione di incuria che non rendeva giustizia allo scalo palermitano. Un altro aeroporto che ha recentemente implementato i propri servizi è quello di Cagliari (vedi Dossier aeroporti ottobre 2016 a pag 34) dove è stata accresciuta l’offerta commerciale, e saranno effettuati nuovi lavori per ampliare ulteriormente l’area airside. Questi sono solo alcuni esempi di importanti opere che sono state realizzati. Nelle due tabelle sono indicati gli investimenti che coinvolgeranno gli scali nei prossimi 4/5 anni per portare il sistema aeroportuale nazionale a un livello superiore. L’Italia, come spiega
AEROPORTI CON CONTRATTO DI PROGRAMMA IN DEROGA
Roma Fiumicino
STATO DELL’ISTRUTTORIA
IMPORTO DEGLI INVESTIMENTI A CARICO DEL GESTORE (MILIONI €)
2017 - 2021
Contratto di programma in deroga - emesso parere positivo sul secondo sottoperiodo 2017-2021
€1.754,1
€1.754,1
€41,1
€41,1
€313,0
€313,0
€266,0
€266,0
€533,5
€533,5
Roma Ciampino Milano Linate
2016 - 2020
Contratto di programma in deroga - emesso parere positivo sul secondo sottoperiodo 2016-2020
Milano Malpensa Venezia
2017 - 2021
si evince dalle tabelle, in cui sono indicati i piani quadriennali degli interventi, sono previsti investimenti per tutti gli scali nazionali - escluso Cuneo che non ha presentato il contratto la maggior parte sono stati approvati da tutte le autorità competenti, mentre altri sono ancora sotto istruttoria totale o parziale (approvati ENAC). I progetti sono molti, alcuni in parte realizzati. Gli scali di Roma, Milano e Venezia, con contratto di programma in deroga della durata di dieci anni, tra il 2016 e il 2017 hanno terminato il primo quinquennio di lavori apportando importanti cambiamenti. A Fiumicino (vedi Dossier aeroporti a pag. 34) è
Contratto di programma in deroga - emesso parere positivo sul secondo sottoperiodo 2017-2021
IMPORTO DEGLI INVESTIMENTI CON FINAZIAMENTO PUBBLICO (MILIONI €)
IMPORTO TOTALE INVESTIMENTI (MILIONI €)
dati ENAC
AEROPORTO
PIANO QUINQUENNALE INVESTIMENTI DEL CdP
ampliato ulteriormente l’offerta commerciale con l’apertura di nuovi negozi. Per quanto riguarda Venezia, il Marco Polo si deve adeguare ai dettami della natura e della laguna. L’acqua comanda anche la mobilità, così è stato realizzato un nuovo water terminal con quattro pontili adibiti a trasporto collettivo, 18 pontili per taxi acqueo e 2 per utenti a mobilità ridotta. Ma l’altra grande novità è il moving walkway, un percorso pedonale sopraelevato assistito lungo quasi 400 metri di cui più di 300 serviti da cinque coppie di tappeti mobili che permettono di coprire la distanza tra il terminal e la darsena in circa dieci minuti. E queste opere rappresentano una fase del pro-
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23
r&f Cover story AEROPORTI CON CONTRATTO DI PROGRAMMA ORDINARIO AEROPORTO
PIANO QUADRIENNALE DEGLI INTERVENTI
Alghero Fertilia
2016 - 2019
Ancona Falconara
2015 - 2018
STATO APPROVAZIONE TECNICA ENAC DEL PIANO QUADRIENNALE APPROVATO prot. 2659 del 13/01/2016 APPROVATO prot. 109635 del 19/10/2015
IMPORTO DEGLI INVESTIMENTI A CARICO del GESTORE (MILIONI €)
IMPORTO DEGLI INVESTIMENTI CON FINAZIAMENTO PUBBLICO (MILIONI €)
IMPORTO TOTALE INVESTIMENTI (MILIONI €)
€ 0,70
€ 12,20
€ 13,00
€ 6,50
€ 5,60
€ 12,10
€ 19,80
€ 89,00
€ 108,80
€ 113,20
€ 0,00
€ 113,20
€ 112,40
€ 0,00
€ 112,40
€ 51,88
€ 0,00
€ 51,90
€ 28,40
€ 22,10
€ 50,50
€ 215,40 € 0,00
€ 0,00 € 0,00
€ 215,40 € 0,00
€ 33,10
€ 71,30
€ 104,40
€ 12,70
€ 0,00
€ 12,70
€31,5 32,47
€ 63,90
€ 44,30
€ 0,00
€ 44,30
€ 30,00
€ 65,50
€ 95,50
€ 61,20
€ 13,00
€ 74,20
€ 3,30 € 1,00
€ 0,00 € 0,00
€ 3,30 € 1,00
€ 11,20
€ 8,60
€ 19,70
€ 52,30
€ 10,00
€ 62,30
€ 25,30
€ 0,00
€ 25,30
€ 10,40
€ 10,10
€ 20,50
€ 11,70
€ 0,00
€ 11,70
€ 25,10
€ 13,80
€ 38,90
Bari Palese Brindisi Papola Casale Foggia
2016 - 2019
APPROVATO prot. 4893 del 19/01/2016
Bergamo Orio al Serio
2017 - 2020
Bologna Borgo Panigale
2016 - 2019
Brescia Montichiari
2017 - 2020
Cagliari Elmas
2016 - 2019
Catania Fontanarossa Cuneo
2016 - 2019 ---
Firenze Peretola
2015 - 2018
Genova Sestri
2016 - 2019
Lamezia Terme
2016 - 2019
Napoli Capodichino
2016 - 2019
Olbia Costa Smeralda
2015 - 2018
Palermo Punta Raisi
2016 - 2019
Parma Perugia
2016 - 2019 2016 - 2019
Pescara
2017 - 2020
Pisa S. Giusto
2015 - 2018
Torino Caselle
2016 - 2019
Trapani Birgi
2016 - 2019
Treviso
2016 - 2019
Trieste R. dei Legionari
2016 - 2019
APPROVATO prot. 123829 del 01/12/2016 APPROVATO prot. 47640 del 04/05/2015 IN ISTRUTTORIA APPROVATO prot. 131671 del 15/12/2015 Catania Fontanarossa Cuneo APPROVATO prot. 137111 del 30/12/2014 APPROVATO prot. 85185 del 06/08/2015 APPROVATO prot. 105676 del 08/10/2015 APPROVATO prot. 68331 del 24/06/2015 APPROVATO prot. 1986 del 09/01/2015 APPROVATO prot. 121712 del 18/11/2015 IN ISTRUTTORIA IN ISTRUTTORIA APPROVATO prot. 94312 del 15/09/2016 APPROVATO prot. 131578 del 12/12/2014 APPROVATO prot. 118442 del 11/11/2015 APPROVATO prot. 52411 del 19/05/2016 IN ISTRUTTORIA APPROVATO prot. 19331 del 24/02/2016
Contratti di programma sottoscritti da ENAC ai sensi del D.L. 133/2014 con istruttoria pendente presso il MIT e MEF anche Erik Juul-Mortensen, presidente del TFWA, è un Paese strategico che continua a crescere in termini di passeggeri (vedi Parola di pagina 26). Questo dato, dal punto di vista del travel retail, è molto importante, ma un’offerta commerciale di livello deve essere supportata da strutture
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retail&food - marzo 2017
adeguate. La passenger experience riguarda tutto ciò che accade in aeroporto. Chiaramente per i grandi scali è più dinamico il cambiamento e l’adeguamento alle nuove tendenze, alla luce della maggiore disponibilità economica rispetto agli aeroporti minori. Ma anche realtà più piccole
stanno facendo importanti cambiamenti. In fin dei conti dal punto di vista dell’offerta commerciale partiamo avvantaggiati grazie all’impronta che ogni regione è in grado di dare con i propri prodotti, il proprio cibo e moda, cavalli di battaglia da sempre. E proprio il food in aeroporto sta
trasformando il modo di vivere l’esperienza del viaggio con ristoranti sempre migliori, supportati dal know how di chef stellati (vedi Osservatorio prezzi a pag. 32), come negli scali romani, milanesi, a Napoli, e a Bergamo... per adesso. S.M.
dati ENAC
Taranto
r&f Parola di Erik Juul-Mortensen
Nato in Danimarca nel 1947, Erik Juul-Mortensen si è diplomato alla Copenhagen International Commerce School MBA. Ha iniziato la propria carriera come export assistant in Danisco A/S nel 1969 per diventarne vice presidente un decennio dopo. Ha proseguito, poi, ricoprendo diversi ruoli in Danish Distillers LTD, V&S International Brands. Nel 1985 è stato un membro fondatore del TFWA (Tax Free World Association), di cui è diventato - e lo è tutt’ora - presidente nel 1999. Nel 2009 è diventato anche membro dell’ETRC (European Travel Retail Confederation) del MEADFA (Middle East& Africa) e dell’APTRA (Asia Pacific Travel Retail Association). Nel 2014 è stato uno dei fondatori del DFWC (Duty Free World Council).
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retail&food - marzo 2017
Cover story
TFWA «L’Italia riveste un ruolo prioritario grazie a...»
D
al 1947 a oggi il settore duty free e travel retail ha avuto un’ascesa inarrestabile. Attualmente vale 62 miliardi di dollari e continua a essere fonte di grandi opportunità. Ne abbiamo parlato con Erik Juul-Mortensen, presidente del Tax Free World Association, TFWA.
È nel TFWA dalla sua fondazione nel 1984 e presidente dal 1999 (recentemente rieletto per il 2017): in questi trent’anni come si è evoluto il settore duty free e travel retail? Quest’anno ricorre il 70° anniversario dall’avvento del duty free market ed è interessante notare quanto il settore sia cresciuto, dagli umili inizi, all’apertura, nel 1947, del primo negozio duty free presso l’aeroporto di Shannon in Irlanda, per arrivare all’attuale valore globale del comparto pari a 62 miliardi di dollari. Nel 2014 abbiamo festeggiato il 30° anniversario del TFWA e tre decenni durante i quali gli utili complessivi del settore duty free e travel retail sono decuplicati. Quando nel 1999 sono state abolite le detrazioni legate al duty free intraeuropeo, il settore è stato costretto a ripensare il proprio modo di operare in Europa. I fornitori e i distributori hanno dovuto prendere in considerazione alternative ai prezzi bassi su alcolici e sigarette per mantenere l’afflusso nei negozi aeroportuali e a bordo dei traghetti nel traffico intra-UE. Il risultato è stato un modello di distribuzione che ha introdotto una gamma ben più ampia di merci di quante non fossero state offerte in precedenza. Questo sviluppo ha riscosso un tale successo nell’aumentare l’afflusso, che i punti vendita aeroportuali sono diventati dei veri mini centri commerciali e il concetto del travel retail come lo conosciamo oggi è stato adottato in tutto il mondo. Un’evoluzione davvero sensazionale. Quali criticità deve affrontare oggi il mondo del duty free & travel retail? Per la prima volta dal 2009, nel 2015 il settore ha registrato una crescita negativa delle vendite. Le cifre ottenute dall’ente di ricerca Generation Research hanno evidenziato come, nel 2015, le vendite totali per il comparto duty free e travel retail siano scese a 62 miliardi di dollari facendo registrare una diminuzione del 2,7% rispetto all’anno precedente. Ciò è dovuto a una serie di cause, compreso il protrarsi della difficile situazio-
ne sul fronte economico globale, la volatilità dei tassi di cambio valutari, l’attuale turbolenza politica in molte aree del mondo e l’ondata di attacchi terroristici apparentemente senza fine. Tutti questi fattori hanno influenzato l’atteggiamento delle persone (e in alcuni casi anche la capacità) rispetto al viaggio e al modo in cui spendono il proprio denaro quando sono lontani da casa. Ciò ha avuto un impatto significativo sul settore del duty free e travel retail. Inoltre, la nostra industria è stata oggetto di un flusso costante di sfide legislative che, in alcuni casi, minacciano lo sviluppo positivo del mercato e devono essere affrontate nella loro totalità. Secondo la ricerca di Generation Research, quindi nel 2015 è cresciuto il traffico aereo ma dopo sei anni di segno positivo, sono calate le vendite nel DF & TR, come si può intervenire secondo lei? Come indicato in una risposta precedente, le ragioni sono molteplici. Tuttavia, anche la penetrazione rimane un problema. Dobbiamo fornire ai nostri clienti un numero maggiore e migliore di motivi per varcare la soglia dei nostri punti vendita creando, quindi, un’esperienza che sia sufficientemente attraente da trasformare il curioso in acquirente. Questo scopo potrebbe essere raggiunto attraverso promozioni innovative, prodotti esclusivi travel retail o l’uso fantasioso di nuove tecnologie per comunicare e impegnarsi con i clienti nei modi più efficaci possibili. Quali sono secondo lei i Paesi su cui un operatore o un retailer dovrebbe puntare e investire oggi e perchè? Mentre la maggior parte delle regioni stanno attraversando periodi difficili, continuiamo a registrare una crescita in Asia. Grazie a un nu-
mero ancora più elevato di passeggeri asiatici che si imbarcano su navi e aerei, a cui fanno da complemento notevoli investimenti in tutta la regione in grado di garantire il protrarsi di questo sviluppo, l’Asia è un’area centrale chiave per la maggior parte degli attori più importanti del settore. Ritengo esista un numero elevato di motivi per il prolungarsi di un simile dominio. Anche il Medio Oriente continua a rivestire grande importanza nonostante il lieve calo nelle vendite registrato nel 2015. Nel settore aeroportuale si assiste sempre più all’avanzata del comparto del lusso, ma questo intercetta un piccolo cluster di top spender. Quali strategie si dovrebbero attuare per intercettare la restante parte di viaggiatori? Esiste ed esisterà sempre un ampio mercato per i prodotti di lusso nel comparto duty free e travel retail. Tuttavia, poiché un marchio di media gamma per un cliente rappresenta un acquisto di lusso per un altro, dobbiamo prendere in considerazione anche queste percezioni variabili. È sempre più importante fornire articoli a tutti i passeggeri per ogni budget ed esiste un ampio scopo legato al prodotto di qualità superiore orientato al medio mercato.
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r&f Parola di Erik Juul-Mortensen E le nuove generazioni come i Millenials e la generazione Z? Spesso i viaggiatori più giovani non sono alla ricerca degli stessi brand e prodotti di lusso che attirano i loro genitori. Desiderano un’esperienza tanto quanto una transazione commerciale e risulteranno maggiormente influenzati dalle opinioni dei loro amici e coetanei rispetto a quanto detto loro dai distributori. Ovviamente, i Millenial e la generazione Z sono estremamente tecnologici ed è più probabile, ad esempio, che esaminino le gamme e mettano a confronto i prezzi on line, oltre ad essere utenti abituali di app e social media. Se i distributori vogliono proporre in modo efficace i propri prodotti alla generazione di viaggiatori più giovani, devono disporre di una solida strategia digitale. Parlando di Europa, lei è membro anche dell’ETRC (European Travel Retail Confederation), come si comporta il settore nel Vecchio Mondo? E in Italia? Sì, TFWA è membro dell’ETRC e io faccio parte del comitato di gestione e supervisione. La dimensione del mercato del travel retail europeo, insieme al numero di produttori con sede in Europa che servono il mercato, indica come l’importanza del
travel retail europeo sia immensa. L’Italia riveste un ruolo prioritario grazie a un numero sempre crescente di passeggeri che arrivano e ripartono e per il suo essere la porta d’accesso verso altre destinazioni. Inoltre, l’aumento del mercato delle crociere in Italia risulta importante per il nostro settore sia nel presente sia in prospettiva futura. I costi al metro quadro e le royalty sempre più alte spesso mettono in difficoltà i brand che vogliono entrare o rimanere nel travel retail. Questo non potrebbe ritorcersi contro i gestori aeroportuali stessi? Si tratta di un rischio sempre possibile e ritengo sia corretto affermare che la pressione sui produttori di articoli per questo mercato è notevole. Tutte le parti coinvolte devono comprendere e accettare l’esistenza di una proposta commerciale redditizia per tutti i soggetti coinvolti nella “trinità del travel retail”, gli aeroporti, i distributori e i marchi. Se ciò non avverrà i marchi avranno sempre maggiore difficoltà nel continuare a investire nei prodotti per questo mercato, a sviluppare e finanziare le promozioni così necessarie in grado di attirare l’esperienza di shopping. Sono queste ultime che portano i viaggiatori nei punti vendita e trasformano i curiosi in acquirenti generando
gli utili commerciali fondamentali per l’esistenza e lo sviluppo dell’aeroporto. A livello geopolitico cosa ci dobbiamo aspettare in futuro? Spesso il cambiamento genera opportunità. Chi sa quali possibilità deriveranno dall’Europa che si adatta alla Brexit, dalla middle class globale in continua crescita, o dall’aumento del numero di viaggiatori internazionali da Cina, India e da altre regioni dove il viaggio fa ora parte della vita quotidiana del cittadino medio, invece di essere un’avventura rara. Come vede il futuro del settore duty free e travel retail? Nonostante la turbolenza politica ed economica che sta attraversando il settore in questo momento, rimango estremamente positivo riguardo al futuro del comparto duty free e travel retail. Il settore globale legato a duty free e travel retail è estremamente resiliente. La previsione per i viaggi internazionali, che rappresentano la base della nostra industria, si conferma decisamente positiva. Inoltre, abbiamo affrontato e vinto sfide difficili nel passato e, sicuramente, faremo lo stesso in futuro. S.M.
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r&f Case history Nata nel 1927 come azienda produttrice di calze da uomo e da bambino di alta qualità, oggi a novant’anni di distanza Gallo è una realtà conosciuta e affermata non solo per la qualità dei prodotti - inclusa maglieria per uomo, donna e bambino ma anche per il color mix che dalla fine degli anni ‘90 caratterizza le sue calze. Un accessorio che da commodity è diventato oggetto del desiderio, e per questo funziona molto bene nel travel retail, come ci ha raccontato il presidente Giuseppe Colombo.
Quando e come è avvenuto il cambio di passo da calze scure a calze colorate? Quando sono entrato in azienda nel ‘98 ho trovato asset importanti come macchinari moderni e risorse umane molto valide. Il core business però erano calze blu e grigie. Il mio desiderio era di trasformare il prodotto da un acquisto per bisogno a un acquisto per piacere. Mi sono chiesto come si potesse cambiare un prodotto la cui forma e il cui materiale non possono cambiare e la risposta fu abbastanza ovvia, il colore. Un po’ come un quadro, quello che attira sono il disegno e il colore. Quindi in azienda abbiamo lavorato affinché fosse possibile inserire in una calza più colori, fino a una decina. Il passo successivo fu quello di fare una calza con cromatismi contrastanti. Non le tonalità di un solo colore. 30
retail&food - marzo 2017
Gallo, l’impulso dettato dai colori
Milano, via Manzoni
Giuseppe Colombo Un modo per uscire dagli schemi. Sì, di fatto ho cercato di cambiare un prodotto che era ormai standardizzato. Quindi righe di colori in contrasto e di dimensioni diverse. Un’altra novità è stata fare un prodotto da uomo mono taglia. Questo per assecondare l’acquisto d’impulso. Il concetto è: vedo una calza colorata, mi piace e la compro senza dover chiedere il numero
alla commessa, senza dover attendere. È un acquisto molto veloce quello delle calze Gallo e in questo si adatta bene al travel retail. Quindi siamo comunque di fronte a dell’innovazione. L’innovazione è stata l’idea, quindi siamo intervenuti su disegni, colori e materiali. Questa innovazione tuttavia non fu capita subito dal merca-
Roma - Fiumicino
Cover story
Modello Twin Rib to, perciò decisi di aprire un negozio monomarca a Milano. Qui è iniziata un’ascesa inarrestabile di cui hanno lentamente beneficiato diverse categorie di persone, inclusi gli stranieri che frequentavano all’epoca Milano. Come si compone oggi il network di negozi? Ad oggi abbiamo 21 monomarca inseriti nei canali high street e travel retail. In particolare, siamo presenti nelle aree airside degli aeroporti di Milano Malpensa Terminal 1 e Terminal 2, Milano Linate, Marco Polo di Venezia e Roma Fiumicino. Le metrature vanno dai 15 ai 35 metri quadri. Un formato molto piccolo quindi. Sì, abbiamo sviluppato questo format di negozi da metrature ridotte e un’alta concentrazione di referenze, che ci permette di avere fatturati molto elevati. Abbiamo raggiunto, e superato in certi casi, i 30mila euro al metro quadro. Chiaramente questi numeri li raggiungiamo in virtù del fatto che i nostri negozi sono molto piccoli e quindi riusciamo a contenere i costi. Quali prodotti vendete? Oltre alle calze negli anni abbiamo iniziato a progettare maglieria, cravatte e piccola pelletteria, ma senza diventare total look. Le collezioni cambiano due volte l’anno: primavera/estate e autunno/inverno. Passando al travel retail, cosa l’ha spinta a esplorare questo canale? Inizialmente siamo stati contattati dall’aeroporto di Roma Fiumicino e abbiamo accettato molto volentieri il loro invito. Ci ha spinto l’idea di far incontrare il prodotto alle persone che all’estero non conoscono il brand Gallo. Il viaggiatore può fornire delle in-
formazioni molto interessanti che apprezziamo molto, ad esempio quanto viaggia, quali mete raggiunge e da quale Paese proviene. Inoltre la profilazione del cliente aeroportuale ci permette di capire quali sono i Paesi in cui è apprezzato il marchio e per quali categorie di prodotto. Questo soprattutto in una chiave di sviluppo su altri mercati. Quindi lavorano bene i negozi in aeroporto? Sì, è un’avventura che ha funzionato fin da subito andando a intercettare un ampio spettro di viaggiatori. Dal turista, che quindi vive l’attesa in aeroporto come un momento per rilassarsi e dedicarsi allo shopping, al businessman con ritmi più frenetici che al contrario difficilmente si dedica allo shopping, ma si lascia più facilmente coinvolgere da un acquisto d’impulso. E il nostro prodotto si sposa perfettamente con questo tipo di acquisto. Quali sono i prodotti maggiormente venduti in aeroporto? La maggior parte dei clienti è straniera e tende ad acquistare tutte le tipologie di prodotti, anche se i 2/3 del fatturato dei negozi negli aeroporti è generato dai prodotti ‘non calza’. Questo perché in Italia Gallo è un brand famoso per le calze, gli stranieri invece non ci associano a un prodotto specifico. Sulla scia dell’impulso, in aeroporto vendiamo bene anche i prodotti per bambino, questo perché a viaggiare
sono sì le famiglie, ma nella maggior parte dei casi sono adulti, spesso genitori, che spinti da meccanismi psicologici come il piacere di fare un regalo, acquistano per sé e per i propri figli. Ad esempio vendiamo molto i costumi in coppia per papà e bambino. Riuscite a fidelizzare il viaggiatore? Qualche anno fa abbiamo creato nell’ambito della sartorialità della calza - un modello da uomo che si
delle disposizioni aeroportuali, quindi anche nelle fasce orarie in cui c’è poco passaggio a causa della scarsità di voli. Per questo motivo in azienda serve una unit dedicata, con delle logiche completamente diverse rispetto al commercio in città. Quali sono le strategie di crescita nel canale aeroportuale? In questo momento in Italia siamo fermi. Siamo già presenti in alcuni dei principali scali nazionali. Per quanto
Milano - Malpensa chiama Twin Rib: un prodotto sofisticato realizzato con materiali particolarmente pregiati e con una lavorazione unica. Questa tipologia, che noi definiamo tailoring, è diventata nel tempo l’accessorio distintivo dei businessmen, un elemento tipico di Gallo, che tra l’altro è protetto anche da un design registrato. Con questa calze abbiamo fidelizzato i professionisti che viaggiano spesso per lavoro. In questo caso il viaggio diventa l’occasione per poter acquistare un prodotto che si conosce per il quale si va sul sicuro, senza perdere tempo. Quali sono le difficoltà che ha incontrato nel travel retail? La logistica e le procedure aeroportuali appesantiscono molto. In aeroporto dobbiamo chiaramente tenere aperto sempre, nel rispetto delle logiche e
riguarda l’estero, abbiamo ricevuto manifestazioni di interesse da aeroporti stranieri, ma sono cose molto recenti. Lo sviluppo fuori dall’Italia è comunque uno dei nostri obiettivi, dal momento che abbiamo individuato il format giusto, quindi siamo pronti a crescere. Perchè secondo lei il brand funziona così bene nel canale aeroportuale? Perché siamo verticali, perché copriamo uomo, donna e bambino, ma anche trasversali, perchè è un marchio che piace a tutte le età senza distinzioni. È un prodotto che riesce a fare breccia a livello emozionale. Perché Gallo è un mondo, uno stile di vita, che esposto nel suo insieme è un progetto che fa nascere l’impulso di acquisto. S.M.
retail&food - marzo 2017
31
r&f Osservatorio prezzi
Mangiare e bere tra le stelle
L’osservatorio prezzi di questo mese è dedicato a un fenomeno in ascesa negli aeroporti: la collaborazione tra chef stellati e operatori. Dai wine bar ai ristoranti, un tocco capace di accrescere la passenger experience
Attimi by Heinz Beck, Fiumicino
M
angiare in aeroporto si è fatta cosa seria. Il food è sempre stato un’àncora importante, anche nel comparto travel retail, ma la trasformazione a cui abbiamo assistito negli ultimi anni indica un vero e proprio cambio di passo da parte dei gestori e degli operatori. Inizialmente è stata la volta dei wine bar, con un’offerta di piatti freddi di qualità accompagnati da vini al calice o bollicine. Ambienti molto curati nel design, spesso strutturati come isole indipendenti, ad esempio il Ferrari Spazio Bollicine a Malpensa e Rosso Intenso a Fiumicino. Ma lo step che sta letteralmente rivoluzionando la ristorazione
in aeroporto sono le collaborazioni tra gli chef stellati e gli operatori. Da Milano a Napoli, nei principali scali italiani stanno nascendo ristoranti i cui menu sono curati da nomi illustri del food, segnalati, o addirittura fregiati con una o più stelle Michelin. L’osservatorio prezzi di questo mese è dedicato proprio a questi format aeroportuali attraverso due tabelle. In entrambe (senza valore statistico ma semplicemente indicative del range entro cui si può accedere a tale tipologia di offerta) abbiamo riportato il primo prezzo e quello più elevato di una serie di piatti. Nella prima tabella abbiamo un confronto tra alcuni dei più noti wine bar presenti
Aeroporto
ROMA FIUMICINO
MILANO MALPENSA
Wine bar/cafè Assaggio Cristina Bowerman Rosso Intenso Ferrari Spazio Bollicine Davide Oldani Cafè
9,90 euro 12 euro 15 euro
NAPOLI CAPODICHINO
Dubl
9 euro
VENEZIA MARCO POLO
De Canto
19 euro
VERONA CATULLO
De Canto
17,50 euro
BARI PALESE
De Canto
11,50 euro
Aeroporti
Antipasto più economico
Antipasto più costoso
Attimi by Heinz Beck Heinz Beck
11 euro
17 euro
Michelangelo bistrot Roma Michelangelo Citino
10 euro
12 euro
Michelangelo restaurant Michelangelo Citino
14 euro
18 euro
Ristoranti Open Bistrò Antonello Colonna
ROMA FIUMICINO
MILANO LINATE
Vicook Enrico Cerea
Michelangelo, Linate
Insalata più economica
BERGAMO ORIO AL SERIO
Wine bar Franciacorta by Vittorio Fusari
NAPOLI CAPODICHINO
Feudi San Gregorio Paolo Barrale
Cover story tappa obbligatoria a Bergamo Orio al Serio, dove Chicco Cerea di Da Vittorio, a Brusaporto, ha portato l’esperienza delle sue tre stelle Michelin nei menu del Vicook, in area landside, considerato uno tra i migliori ristoranti aeroportuali al mondo. A Linate invece, Michelangelo Citino, segnalato sulla guida Michelin con piatto coltello e forchetta segue l’omonimo ristorante, replicato in formula bistrot a Fiumicino. Insomma, l’alta ristorazione si fa largo in aeroporto, per offrire a chi parte un ultimo assaggio della migliore cucina italiana e in alcuni casi anche a prezzi accessibili. S.M.
rare piatti come Il grande assaggio di polpo, salmone e trota affumicata con caviale crème fraîche e semi misti. E sempre nella nuova area extra Schengen dello scalo capitolino lo chef tristellato Heinz Beck del ristorante La Pergola a Roma ha curato il menu di Attimi, il ristorante che oltre a la carte permette di scegliere tra tre menu a tempo; suoi, ad esempio, il Filetto di spigola caponata di verdure e olio al basilico o la Guancia di vitello alla cacciatora. A Napoli al Feudi di San Gregorio (medesima proprietà del Dubl wine bar) in cucina c’è una brigata di Paolo Barrale, del Marennà di Avellino, una stella, mentre tornando a nord,
Insalata più costosa
Piatto freddo più ecnomico
Piatto freddo più costoso
Dolce più economico
Dolce più costoso
Calice di vino rosso più economico
Calice di vino rosso più costoso
Calice di vino bianco più economico
Calice di vino bianco più costoso
16 euro
19 euro
30 euro
5 euro
6 euro
6 euro
18 euro
6 euro
18 euro
16 euro
14 euro
28 euro
5 euro
6 euro
6 euro
18 euro
6 euro
10 euro
15 euro
16 euro
28 euro
8 euro
8 euro
6 euro
19 euro
6 euro
11 euro
6,50 euro
7 euro
10 euro
10 euro
8 euro
8 euro
13 euro
9 euro
13 euro
2 euro
6 euro
6 euro
8 euro
6 euro
6 euro
19 euro
19 euro
26,50 euro
5 euro
7,50 euro
5 euro
12 euro
5 euro
12 euro
17,50 euro
17,50 euro
25,50 euro
5 euro
7,50 euro
5 euro
12 euro
5 euro
9 euro
17,50 euro
17,50 euro
24 euro
5 euro
7,50 euro
4,50 euro
11 euro
4,50 euro
6,50 euro
Primo piatto più economico
Primo piatto più costoso
Secondo piatto più economico
Secondo piatto più costoso
Dolce più economico
Dolce più costoso
Menu degustazione più economico
Menu degustazione più costoso
Formule speciali All you can eat: 18 euro bevande escluse A tempo: 30 min/39 euro 45 min/49 euro 60 min/59 euro
11 euro
27 euro
17 euro
33 euro
9 euro
10 euro
9 euro
11 euro
19 euro
25 euro
7 euro
8 euro
14 euro
19 euro
16 euro
32 euro
8 euro
11 euro
13 euro
15 euro
14 euro
22 euro
8 euro
8 euro
Tutte le domeniche
8,50 euro
14 euro
9 euro
12 euro
13 euro
16 euro
15 euro
22 euro
5 euro
6 euro
Piatto unico secondo il menu del giorno: 18 euro
40 euro
60 euro
A tempo: 8 min/16 euro 12 min/20 euro 40 min/26 euro
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Edifis Intelligence
Dubl, Capodichino
nei principali scali italiani. Nella seconda, invece, il focus si sposta sulla ristorazione. In entrambi i casi, ci troviamo alla presenza di format la cui offerta è curata da nomi dell’alta ristorazione. Davide Oldani del DO’, una stella Michelin, ha firmato il Davide Oldani Cafè di Malpensa, mentre lo chef Alfio Ghezzi è la mente dei piatti del Ferrari Spazio Bollicine. Da poche settimane, invece, la chef Cristina Bowerman del ristorante Glass a Roma, anche lei una stella Michelin, ha curato e realizzato alcuni piatti esclusivi di Assaggio, un wine and fish bar nel nuovo avancorpo E dell’aeroporto di Fiumicino, dove è possibile assapo-
r&f Dossier aeroporti
Fiumicino caput mundi Quaranta negozi e dieci attività di ristorazione per il nuovo avancorpo E dedicato ai voli extra Schengen del principale scalo romano. Un’infrastruttura di design e con il meglio del made in Italy, ma non solo. Adesso, Fiumicino entra ufficialmente tra i “big”
S
ul numero doppio di gennaio/ febbraio di retail&food abbiamo pubblicato un servizio di due pagine sull’inaugurazione della nuova area E del terminal 3 dell’Aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino. Un vero e proprio evento, a cui hanno partecipato il premier Paolo Gentiloni, il ministro Graziano Delrio, oltre ai vertici della Regione Lazio e delle società Aeroporti di Roma e Atlantia. A distanza di un mese, siamo tornati a Fiumici34
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no, per una visita più approfondita dell’avancorpo E, e dedicargli il Dossier aeroporti.
Numeri Partiamo con alcuni numeri di questa nuova infrastruttura: 390 i milioni investiti per la realizzazione; 90mila i mq di nuove superfici; 40 i nuovi negozi con forte presenza di italian luxury; 10 le nuove attività di ristorazione; 7mila i mq dedicati allo shopping (di cui 1.800 i mq del duty free.), 3mila i mq della food court;
Mens sana in... pancia piena La prima cosa che si nota è la grande attenzione rivolta al food & beverage. Un cambio di marcia che si vede già nell’area domestico Schengen dove a novembre ha inaugurato Open Bistrò dello chef stellato Antonello Colonna, in collaborazione con Chef Express. Un’interessante offerta a buffet con formula all you can eat a 18 euro bevande escluse. Nella medesima area, è stato inserito Gusto food & wine, un self service con una proposta ampia
e di qualità. Anche in questo caso alcuni piatti sono curati da uno chef: Roberto Valbuzzi. Proseguendo verso il nuovo avancorpo sempre in area Schengen si apre una grande food court rinnovata firmata Autogrill con tre insegne che lavorano in parallelo senza sovrapporsi ma al contrario ampliando l’offerta: si parte con Rosso Intenso, il format wine bar con la classica struttura circolare a isola, con tavola fredda; lungo il perimetro invece, a destra c’è Burger Federation, un’hamburgeria con un’ampia selezione di birre artigianali alla spina e in bottiglia; accanto, Bistrot Fiumicino, un’offerta più semplice ma non per questo meno curata, grazie a una ricca selezione di prodotti del territorio e una produzione interna di pani e focacce.
Cover story Verso il paese dei balocchi Entriamo nel vivo della nuova area d’imbarco E, e dei suoi 90mila mq di superfici. In primo luogo, e non poteva essere altrimenti vista la portata dell’infrastruttura realizzata, i flussi dei passeggeri extra Schengen sono stati organizzati in modo da farli passare tutti attraverso l’avancorpo, anche quelli diretti al satellite oltre, chiaramente, a quelli che si imbarcano nel nuovo molo. Questo garantisce naturalmente un’importante visibilità per tutte le attività retail e food & beverage ma non solo. Dal punto di vista del passeggero, infatti, questo vuol dire avere accesso a tutti i servizi concentrati in un’area dedicata, senza preoccuparsi di dover effettuare lunghi tragitti per raggiun-
piano inferiore dove si sviluppano tre aree tematiche: una dedicata ai travel need, con le insegne Just design, Unieuro, Paper store, Piquadro e Sunglass hut. A seguire una piazza con prodotti premium, da Furla a Michael Kors, Hour Passion e Ferrari store, per passare a una terza area, dedicata ai luxury brand, con forte incidenza di marchi italiani. Tra le
tematiche molto colorate e originali. Si parte dai profumi, per passare al make up, spirits, una stanza a temperatura controllata per i sigari particolarmente pregiati, confectionery, fino ad arrivare alla Casa del Gusto, dove è possibile
Assaggio
gere il proprio gate di partenza. Terminata l’area commerciale del piano inferiore, infatti, da una piazza con al centro un info point, a destra si va verso il nuovo molo (in corso di completa attivazione) e a sinistra verso il transfer per il satellite. Nella parte iniziale dell’avancorpo, Aelia Duty Free (Lagardère) ha realizzato un duty free di 1.800 mq complessivi con la formula del walk through. Qui trovano spazio tutti i brand più importanti del settore, suddivisi per aree e organizzati anche in isole
acquistare eccellenze italiane del fine food. Diversi elementi visivi richiamano la Capitale, tra cui una riproduzione della Bocca della Verità. Molto originale l’area delle casse le quali, precedute da alcune gondole con prodotti last minute, si estendono lungo una parete a richiamare la sequenza dei banchi check in. Inoltre, il duty free strizza l’occhio al digital, infatti è da pochi giorni attivo il servizio di pre-ordering che consentirà ai passeggeri di poter selezionare da web o mobile i prodotti che desiderano acquistare fino a 24 ore prima
del volo, trovandoli già pronti e confezionati per il ritiro in negozio prima dell’imbarco. Il servizio sarà in futuro disponibile anche sulla nuova App in fase di sviluppo da parte di ADR che fungerà da personal shopper virtuale guidando il passeggero attraverso l’aeroporto e mostrando le offerte più vicine e interessanti.
Un inno al made in Italy Terminato il duty free inizia l’area retail; qui due totem con schermo digitale posti ai lati di una delle due scale mobili che conducono al piano superiore informano i viaggiatori in diverse lingue (tra cui russo e cinese) dell’ampia offerta food & beverage del piano superiore e che tutti i prodotti fashion della galleria commerciale sono al netto dell’IVA del 22%. Ma partiamo dal
25 griffe presenti infatti (come si può notare dalla tabella 1), ci sono Gucci, Dolce & Gabbana, Bottega Veneta, Valentino, Ermenegildo Zegna, Salvatore Ferragamo, Prada, Tod’s, Moncler, Bulgari, Fendi (per la prima volta in aeroporto) e altri ancora. Anche tra i brand internazionali, spiccano nomi importanti come Burberry ed Hermès. Fanno per la prima volta ingresso nello scalo oltre a Fendi, Max Mara, Omega, Versace, Rolex (in corso di apertura) accanto alla gioielleria Damiani, Diesel e, all’esordio in extra Schengen ma già presente in aeroporto, Mont Blanc. La parte finale della galleria commerciale, in prossimità dei due corridoi che conducono rispettivamente verso il molo d’imbarco e il satellite, ospita un’ultima piaz-
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r&f Dossier aeroporti langelo roman bistrot, versione capitolina in collaborazione con la Regione Lazio per la conoscenza delle eccellenze regionali, del format già presente a Linate, e Chef Market, una nuova versione della food court MyChef di Malpensa, con un’offerta di prodotti freschi di qualità e preparati tutti al momento. Sono di Autogrill, invece, un altro Bistrot Fiumicino, il nuovo Caffè Kimbo espresso da Napoli, e un altro wine bar Rosso Intenso. Anche Lagardère propone tre format interessanti, di cui due rappresentano una novità: Farinella, ristorante & pizza napoletana, e Ajisen ramen, un ristorante asiatico arredato in stile, molto caratteristico. Il terzo locale è Beer Code kitchen & bar, un format presente anche al Guglielmo Marconi di Bologna, con un’ampia Tabella 1
za con Emporio Armani, Yamamay, Swatch, Pinko, Pandora e un negozio Musei Vaticani; prossimamente anche Venchi. Nella parte centrale della galleria commerciale appena descritta, circondata dai più importanti brand del lusso, c’è l’unica attività food & beverage del piano (tutte le altre sono al piano superiore): si tratta di Assaggio, un wine & fish bar realizzato da Autogrill in collaborazione con la chef stellata Cristina Bowerman. Il locale, fatto a isola, è molto curato. Dai materiali al design fino alla mise en place. Inoltre la maggior parte dei tavoli per i clienti è nella parte posteriore rispetto al corridoio centrale, a vantaggio della quiete e della riservatezza e offre, il che non guasta, una bellissima visuale sul piazzale degli aeroplani.
Per tutti i gusti E con Assaggio apriamo il capitolo food & beverage; un capitolo che deve essere letto con attenzione perchè conferma e amplifica la tendenza degli aeroporti a curare nel minimo dettaglio la ristorazione, attraverso un’offerta ampia e variegata. Alcuni la definiscono “gourmettizzazione”, ma di 36
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fatto si tratta di un vero e proprio cambio di marcia, che a Fiumicino si nota dal panino al piatto stellato. Le attività di ristorazione nel nuovo avancorpo sono dieci di cui nove al piano superiore (il wine & fish bar è l’unico al piano dei negozi). L’accesso al secondo livello può essere fatto da due scale mobili poste alle estremità dell’avancorpo; la prima dopo il duty free e l’altra poco prima dell’info point al termine della galleria. Il piano superiore è una vera e propria food court di 3mila mq. Sono solamente tre qui le insegne slegate dalla ristorazione: un negozio United Colors of Benetton, una farmacia Health Care Francesca Angelini e Bongustare market, un negozio di prodotti gourmet gestito da un operatore locale con esperienza consolidata nel settore travel retail. Stringendo sulla ristorazione, l’offerta è ampia e segmentata in funzione delle variabili “tempo di consumo”, “prezzo”, “specificità territoriale”; la tipologia di abbinamenti enogastronomici spazia in vari generi. Gli operatori che contano ci sono tutti: MyChef, Autogrill, Lagardère e Chef Express. Sicuramente la novità più interessante è rappresen-
tata da Attimi by Heinz Beck (Chef Express), chef con tre stelle Michelin, che qui ha curato i menu personalizzando una formula molto interessante utilizzata anche dallo chef britannico Gordon Ramsey nell’aeroporto di Heathrow, ossia il menu a tempo. Di fatto i clienti possono scegliere se ordinare normalmente alla carta, oppure, se obbligati a controllare le lancette dell’orologio, possono decidere tra tre menu i cui tempi di preparazione e consumo sono stimati in 30, 45 o 60 minuti. Sono di MyChef poi il Miche-
selezione di birre, hamburger preparati al momento e caffetteria.
Conclusioni Il nuovo avancorpo E, con la sua facciata vetrata, i soffitti a volta trasparenti e la grande cupola, rappresenta una svolta importante per il Leonardo da Vinci di Fiumicino. Oltre ad aumentare la capienza dello scalo, infatti, esalta in maniera esponenziale la passenger experience. Tutto lo scalo è certamente curato, ma qui siamo a un livello decisamente superiore. L’ariosi-
Cover story E dopo lo shopping la ristorazione che rappresenta certamente la parte più innovativa. Con una food court dove lo stile italiano viene esaltato, ma che strizza l’occhio all’internazionalità, per coprire tutti i gusti dei passeggeri. Prima regola, entrando nell’avancorpo: dimenticarsi del classico panino veloce prima di imbarcarsi, non perché non si possa mangiare in poco tempo, ma perché anche in poco tempo, la qualità è ovunque elevata. Ma tutto questo, come ci ha spiegato Fulvio Fassone, direttore commerciale non aviation di ADR, non è il punto di arrivo, ma una tappa di un programma che da qui ai prossimi 10 anni porterà lo scalo a una capacità vicina ai 60 milioni di passeggeri, attraverso una serie di step che includono la riqualifica degli spazi, l’implementazione dei
Tabella 2
Attimi by Heinz Beck tà che trasmette grazie all’importante utilizzo di vetrate e le dimensioni amplificate da un grande cavedio centrale che permette l’ingresso della luce naturale attraverso la volta, danno la sensazione di essere in un lussuoso shopping mall. Anche le superfici dei negozi stessi sono aumentate in una misura che va dal 50 al 100 per cen-
to. Con una media di 110 - 120 mq a negozio, si arriva infatti a picchi come Gucci e Prada rispettivamente di 220 e 250 metri quadri. Il design di tutto l’avancorpo è curato in ogni dettaglio, anche nella scelta dei materiali. Così come sono curati tutti i negozi, in linea con lo stile dei brand ma nel rispetto delle linee guida fornite da
ADR per la realizzazione. Il passeggero è supportato in ogni sua necessità o desiderio. È libero di dedicarsi allo shopping e al food senza preoccuparsi di orari o distanze grazie al sistema del “call forward” implementato e regolato tra i 60 e i 90 minuti a seconda dell’ubicazione del gate. Per i più esigenti, c’è un servizio di personal shopper dedicato - volendo su prenotazione - e fornito anche in lingua cinese mandarino, oppure, per chi preferisce muoversi in autonomia, ADR ha realizzato la “Rome Luxury Guide”: una guida alle griffe e ai prodotti più interessanti della galleria.
gate, la razionalizzazione delle superfici fino all’estensione dell’area domestico Schengen del Terminal 1. Entro pochi anni, quindi, vedremo il Leonardo da Vinci completare il processo di trasformazione delle sue infrastrutture, aggiungendo oltre 10mila mq di nuovi spazi commerciali, con l’ambizioso ma realistico obiettivo di diventare il primo scalo in Europa per servizi ai passeggeri. Una conferma ai risultati dell’indagine ACI sulla qualità degli aeroporti europei nel 2016 che ha posto Fiumicino ai vertici, superando anche Londra Heathrow. Stefano Masin
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Migliaia
r&f Airport analysis
Aeroporto di Cagliari N
el 2015 l’Aeroporto di Cagliari-Elmas (codice IATA: CAG) ha assistito 3.712.558 passeggeri con un incremento sul 2014 del 2,3 per cento. Di questi, 2.975.189 (80%) sono viaggiatori con destinazione nazionale e 737.369 (20%) con destinazione internazionale. Il forecast per il 2017 è di oltre 4 milioni di passeggeri, grazie anche ai nuovi voli per Monaco, BerMonthly Traffic lino, Amburgo, Bologna, Verona, Napoli, Nizza, Genova, Torino e Milano. (x 1.000 pax)
600 500
467
284
300 190
173
Top 10 destinazioni per Paese per numero di passeggeri: 415
401
400
200
500
Il fenomeno delle compagnie low cost è relativamente recente per l’aeroporto: dal 2004 EasyJet copre la tratta Cagliari-Londra con un volo al giorno (verso Luton dal 2004 e Stansted dal 2010), mentre i collegamenti con la Germania sono assicurati da TUIFly (già HLX). Ryanair è l’ultima delle grandi low cost ad aver iniziato a operare nell’aeroporto di Cagliari ma, grazie alla risposta estremamente positiva dei passeggeri, dal 2009 la Compagnia ha trasformato l’aeroporto in uno dei suoi Hub europei più importanti sia per quanto riguarda rotte nazionali sia per quelle internazionali.
328
314 212
208
228
100 0
Gen
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O
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La stagionalità dell’aeroporto ha un andamento piuttosto spiccato, con il 48% del traffico concentrato in 4 mesi, da giugno a settembre:
Retail Environment
Le aree dello shopping sono suddivise tra landside (hall e galleria commerciale) e zona imbarchi. Il brand mix attuale è decisamente orientato verso prodotti locali:
Il 2009 è stato l’anno in cui l’aerostazione, progettata alla fine degli anni ‘90, ha registrato il maggiore aumento di traffico, con un incremento rispetto all’anno precedente del 13,77% (3,3 milioni di passeggeri). Il 2008 è invece l’anno di maggiore incremento delle tratte internazionali (+21% rispetto al 2007), andando a sottolineare il passaggio dello scalo da aeroporto di collegamento tra l’isola e il resto del Paese a importante aeroporto internazionale. Fabio Bernardini Fabio.bernardini@due-puntozero.com www.due-puntozero.com
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World Travel Retail Dufry sceglie Chengdou per Hudson CINA - Il Terminal 2 del Chengdou Shuangliu International Airport è stato scelto da Dufry Group per testare il nuovo Hudson global convenience concept in Asia, nato dalla collaborazione tra l’azienda svizzera e la catena cinese Bright Power Beijing. Il nome del nuovo concept è Hudson Travel Essential Convenience Bookstore.
Aeroporti come nuovi mall ASIA PACIFICO - Secondo il Fung Business Intelligence Centre il global travel retail market nel 2020 raggiungerà il valore di 85 miliardi di dollari e il 39% di quel valore sarà generato dalla regione Asia Pacifico. In quest’area del mondo gli aeroporti stanno letteralmente diventando i nuovi shopping mall e la regione ha deciso di aumentare e migliorare l’offerta per attrarre sempre più passeggeri.
Carnival Corporatin balla la salsa CUBA - Via libera alle crociere estive di Carnival Corporation dal porto di Tampa. Dodici nuovi itinerari di cinque giorni che includeranno anche una tappa che potrà essere Cozumel in Messico oppure Key West nelle Florida Keys. Naturalmente compresa nel viaggio c’è una notte all’Avana per visitare la città.
Dufry e DFASS a Bogotà
L’aeroporto di Auckland
cresce nel retail
Nuova Zelanda - Nonostante i lavori per l’ampliamento dello scalo, l’Auckland Airport sta registrando ottimi risultati nelle vendite retail. Si parla di una crescita del 6,4% alimentata in gran parte dai settori cosmesi, elettronica e food & beverage, che hanno portato le entrate a 58 milioni di dollari.
JR e Heinemann insieme al Ben Gurion ISRAELE - I travel retailer James Richardson e Gebr Heinemann si sono uniti in una proposta per operare insieme nei comparti L&T, P&C e confectionery al Ben Gurion Airport di Tel Aviv, l’aeroporto più trafficato del Paese con 18 milioni di passeggeri nel 2016. James Richardson è presente nei duty free in Israele dal 1988.
Un nuovo walkthrough
Sudney a +12
USA - Al John F. Kennedy International Airport Terminal 4 Paradies Lagardère ha aperto un negozio walkthrough di 371 mq con all’interno i marchi Pandora, Brooks Brothers e Corsa Collection. Lo shop si va ad aggiungere agli 11.334 mq di spazi dedicati a retail e food & beverage (49 negozi e 28 ristoranti).
AUSTRALIA - Grazie a una dimostrazione di forza di Heinemann Duty Free (qui con 28mila referenze e 800 brand) il Sidney Airport ha chiuso il 2016 con una crescita del 12,2% sul 2015 a 295,6 milioni di dollari. Molto interessanti le vendite ai viaggiatori cinesi, aumentate del 26% a dimostrazione del crescente interesse degli asiatici a visitare il Continente.
al JFK
Duello a 4 per il nuovo Terminal di New Orleans USA - Paradies Lagardère, Pacific Gateway Concessions LLC, Marshall Retail Group e Hudson Group di Dufry hanno manifestato interresse per la gestione degli spazi retail all’interno del nuovo Terminal Nord del Louis Armstrong International Airport di New Orleans. La richiesta prevede la gestione del duty free, duty paid, news, gifts e food & beverage. L’intenzione delle aziende è di lavorare con operatori locali per offrire una passenger experience il più possibile vicina la mood di New Orleans.
COLOMBIA - Il travel retailer svizzero e DFASS hanno vinto la gara per la gestione del duty free dell’Eldorado International Airport di Bogotà. La concessione decennale (fino al 2027) frutto del contratto con l’operatore Opain S.A. prevede 2.200 mq di spazi retail. Con questa operazione Dufry aggiunge un nuovo mercato al proprio portfolio, partendo da un aeroporto da 30 milioni di passeggeri l’anno.
Fraport tra i Global 100 GERMANIA - Secondo la canadese Corporate Knights, Fraport, proprietario e gestore del Frankfurt Airport è una delle 100 aziende più sostenibili al mondo. Il riconoscimento dell’inserimento nel Global 100 index è stato annunciato durante il meeting annuale del World Economic Forum di Davos in Svizzera. La selezione è avvenuta tra 4.973 aziende di tutto il mondo di cui sono state valutate le performance economiche, ambientali e sociali.
A Oakland arriva il futuro CALIFORNIA - HMSHost, il brand internazionale di Autogrill nella ristorazione, ha stretto una joint venture con SoftBank Robotics America per il lancio di un programma pilota con Pepper, un robot che svolgerà il suo primo impiego al Pyramid Ale Taproom nel Terminal 2 dell’Oakland International Airport. Il suo compito sarà quello di accogliere i clienti, suggerire i piatti del menu e fornire indicazioni utili.
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r&f
STAR TREK houseware
Destinazione
Bialetti “E
h sì, sì… sembra facile fare un buon caffè” recitava lo slogan del celeberrimo omino coi baffi Bialetti (oggi marchio del Gruppo omonimo) nel Carosello degli anni ’50, nato dalla matita di Paul Campani e ispirato al vulcanico Renato ‘Billy’ Bialetti (morto l’anno scorso a 93 anni), figlio del fondatore. Sono passati quasi 100 anni da quando Alfonso Bialetti apre nel 1919 la sua prima officina di semilavorati in alluminio a Omegna nel Verbano, sulle rive del lago d’Orta. È di qualche anno dopo, nel 1933, la creazione della Moka, la storica macchinetta per il caffè, inventata dallo stesso Alfonso ispirandosi al funzionamento di una delle antenate della lavatrice la lisciveuse. Di acqua sotto i ponti ne è passata e intanto la Moka è stata venduta in più di 500 milioni di esemplari, ne è stata riprodotta una gigantesca e tutta luminosa alla Fiera di Milano nel 1948 e addirittura esposta al MoMa di New York per il suo design inconfondibile Art Decò. Intanto, uno studio di qualche anno fa ha calcolato che il 90% delle famiglie italiane possiede una caffettiera Bialetti. Nel 1986 la famiglia fondatrice cede l’azienda (200 dipendenti e un fatturato di 20 miliardi di lire), in difficoltà per la concorrenza delle caffettiere economiche, alla Faema che inizia la diversificazione della attività produttive con piccoli elettrodomestici e macchine da caffè. Nel 1993 la società viene ceduta alla Rondine Italia, azienda di Coccaglio, nel bresciano, di proprietà della famiglia Ranzoni, produttrice di strumenti per la cottura, con la quale cinque anni dopo si fonde per dare vita al nuovo gruppo Bialetti Indu40
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strie (leader in Italia nel settore delle caffettiere e in quello degli strumenti di cottura con stabilimenti anche all’estero), di cui lo storico marchio delle caffettiere rimane quello più conosciuto insieme ai Rondine, Aeternum e CEM (Girmi è stato ceduto nel 2015 alla Trevidea di Giuliano Vaccari). Nel 2007 la società di Coccaglio fa il suo ingresso nella Borsa Italiana (il 65% circa è in mano alla Bialetti Holding della famiglia Ranzoni, il 7% circa alla finanziaria della famiglia Della Valle, mentre il restante al mercato). È dello stesso anno il lancio del progetto dei Bialetti store, una rete di negozi monomarca a gestione diretta: otto punti vendita in alcune delle principali città italiane come Brescia, Firenze, Milano, Parma, Perugia, Pescara e Torino. Oggi il network è di quasi 180 negozi distribuiti sulle principali strade dello shopping italiano e nei centri commerciali del Belpaese.
180 boutique della Moka Sui ripiani dei negozi è esposto ovviamente il top di gamma Bialetti e dei suoi marchi: accessori e utensili dedi-
cati al mondo della casa e l’esclusivo caffè Bialetti, preparato per ottenere un eccellente espresso italiano con le macchinette da caffè a cialde sempre a marchio “omino coi baffi”. È del 2006 l’ingresso nel mondo dell’espresso con la Mokona, la moderna macchina per espresso dal design retrò con funzionalità trivalente: capsule, cialde e caffè macinato, per arrivare quattro anni dopo alle capsule Caffè d’Italia, tutte prodotte nello stabilimento di Coccaglio. Una svolta per lo storico brand tricolore che punta a coprire l’intera filiera produttiva, dalla torrefazione alle linee per il caffè in capsule a tecnologia proprietaria, fino alla catena di negozi mo-
nomarca, spostando il Gruppo dal settore dei piccoli elettrodomestici (da qui il disimpegno sul marchio Girmi) a quello del lifestyle, puntando sempre di più al mondo del design e del made in Italy. In quest’ottica va visto il progetto dei negozi Bialetti, vere e proprie boutique dell’houseware, che punta a portare in Italia e nel mondo la cultura legata al caffè (l’iconica Moka è già distribuita wholesale in oltre
Bialetti in pillole Data di nascita
1919, prima officina fondata da Alfonso Bialetti. 1933 creazione della Moka
Proprietà
Quotata alla Borsa di Milano. Controllo della Bialetti Holding della famiglia Ranzoni
Sede
Coccaglio (BS)
Management
Francesco Ranzoni, presidente e AD; Egidio Cozzi, direttore generale
Business
Realizzazione e commercializzazione della Moka e degli strumenti da cucina (pentole e piccoli elettrodomestici). Da qualche anno produzione e commercializzazione di caffè in cialde.
Brand
Bialetti, Rondine, Aeternum e CEM
Distribuzione
180 negozi Bialetti (di cui una ventina all'estero, in Francia e Spagna)
Fonte aziendale
80 Paesi), al design e alla qualità degli strumenti da cucina italiani, come dimostra l’internazionalizzazione delle insegne iniziata un paio di anni fa, con l’esportazione dei negozi Bialetti Home Coffe a Nizza e Madrid. Ad oggi il network retail dell’azienda è di circa 160 insegne sparse lungo lo stivale, di cui una ventina circa di outlet e una presenza importante e maggioritaria nei centri commerciali (circa il 70% degli store). Le location delle vie principali dello shopping cittadino rimangono comunque un importante canale; nel centro di Milano ad esempio, ci sono diverse insegne del Gruppo, tra cui il negozio di piazza Duomo. Se poi andiamo a vedere la distribuzione geografica dei punti vendita, la copertura del territorio nazionale è capillare, con una netta preferenza per il Nord dove sono presenti più della metà delle vetrine (la Lombardia in testa con quasi un quarto dei negozi complessivi, esclusi gli outlet). Il Centro e il Sud coprono rispettivamente il 25% e il 16% della rete, tolti i Factory outlet, con concentrazioni importanti in Sicilia con la metà circa delle insegne del Sud e l’area della Capitale, dove si sviluppa circa la metà del network del Centro Italia. All’estero i mercati retail sono prevalentemente quello francese e quello spagnolo con una ventina di store complessivi (14 in Francia a fine settembre dell’anno scorso, i restanti in Spagna). Il ritmo di inaugurazioni è senza dubbio sostenuto (a primavera di due anni fa i negozi erano un centinaio); nel primo semestre del 2016 le opening sono state 21 (più della metà in centri commerciali), di cui 4 all’estero e l’apertura del 150° negozio a Cannes, proprio durante il Festival del Cinema; mentre a fine 2016 le inaugurazioni sono raddoppiate, raggiungendo la quota record di 51 nuovi negozi (43 nel 2015). Dietro questa espansione c’è un colosso del settore come la bresciana Bialetti Industrie spa, guidata dal patron Francesco Ranzoni, presidente e amministratore delegato, affiancato nella stanza dei bottoni da Egidio Cozzi come direttore generale. Oggi
(a metà del giro d’affari con il Caffè in netta crescita) per massimizzare l’efficienza operativa dei settori in cui opera il Gruppo. E si torna al discorso di poco fa: Bialetti si sposta sul lifestyle e valorizza l’italianità del marchio in termini di stile, sia nei prodotti sia nei curatissimi negozi, Bialetti Industrie: proprietà per piazzarsi nel segmento di lusso accessibile anche per l’hou-
il Gruppo significa 9 società controllate (tra cui Bialetti Store a cui fa capo il network retail e filiali produttive anche in Turchia e Romania) con circa 1.400 dipendenti tra operai nelle fabbriche e commessi negli store (più o meno la metà del complessivo).
Fonte aziendale
L’omino coi baffi sa fare il caffè, ma anche gli affari A metter il naso nei conti del colosso bresciano si nota che la cura intrapresa nel 2014 con l’aumento di capitale e il piano industriale triennale di ristrutturazione dell’importante debito verso le banche della società lombarda (di cui fa parte la cessione di Girmi) sta funzionando. Il rilancio dell’azienda sembra passare proprio da quello del marchio e l’investimento nel canale retail è centrale, insieme alla focalizzazione sui marchi strategici e una nuova struttura per business unit, Mondo Casa con il cookware e Mondo Caffè con Moka Espressi
sewear: il trend sembra dare ragione alla scelta del management con la prima metà dell’anno scorso che ha segnato un fatturato consolidato di 81,6 milioni di euro (fatto per il 75% circa in Italia, il resto prevalentemente in UE e +4% sullo stesso periodo del 2015), un Ebitda positivo per quasi 8 milioni (+19%), un utile ante imposte di 1,4 milioni e un risultato operativo gestionale da +23 per cento. Rimangono le dolenti note dell’indebitamento finanziario che a giugno 2016
segnava 91 milioni in leggera crescita sulla chiusura dell’anno precedente. In questo contesto è vincente la scelta del retail con i ricavi dei negozi DOS a un terzo dei ricavi del gruppo e in crescita del 24%, pur essendo un progetto recente: a giugno dell’anno scorso quasi 27 milioni di giro d’affari per i negozi, sui 21,6 del primo semestre del 2015, mentre l’Ebit torna positivo. Insomma, la valorizzazione di un marchio storico come Bialetti attraverso un network retail DOS nel segmento del lusso accessibile - puntando sul design e sul made in Italy - sembra una strategia profittevole per l’azienda bresciana, oltre all’idea di produrre e commercializzare un proprio caffè, almeno secondo i conti economici. Rimane il problema di un importante indebitamento finanziario del gruppo, ma a Coccaglio intanto hanno trasformato i meno in bilancio in più e di questi tempi non è cosa da poco. Giusto per dare due numeri: il fatturato del 2015 è più o meno quello del 2011, ma nel frattempo l’Ebitda è cresciuto del 60% e l’Ebit del 300 per cento, come dichiarato in un’intervista al Corsera dell’anno scorso dal management. Insomma, il rilancio passa dal ribilanciamento del mix produttivo per aumentare la redditività: meno pentole e più caffettiere con investimenti sull’innovazione e sul design in un segmento in cui il controllo della filiera dalla produzione al consumatore è l’elemento chiave a cui si aggiunge l’introduzione del caffè in capsule fatto in casa. Inoltre potenzialmente il marchio è spendibile all’estero dove i margini di crescita sono importanti: caffè e Moka sono due must dello stile tricolore e sarà questo uno dei banchi di prova più importanti per rilanciare su fondamenta solide lo storico omino coi baffi. David Montorsi
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r&f Brand analysis
La Piadineria: 35 aperture e ricavi a 60 milioni nel 2017
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Nel 2016 avete aperto 34 ristoranti, che hanno portato a 136 il numero totale. Quali sono state le performance economiche sia like for like sia includendo i nuovi locali? La nostra rete omogenea DOS (ristoranti con oltre 24 mesi di vita) ha registrato una crescita dei ricavi del 5,2% mentre complessivamente i ristoranti gestiti direttamente hanno visto un incremento del 62,6% rispetto al 2015.
Quali le aspettative per il 2017 sia come numero di punti vendita sia come giro d’affari? Nel corso del 2017 abbiamo una pipeline per l’apertura di 35 ristoranti che contribuirà al raggiungimento di circa 60 milioni di euro di ricavi consolidati. Su quale valore si posiziona il vostro scontrino medio? Il nostro scontrino medio si attesta sui 6,50 euro. Riteniamo però che questo sia un indicatore poco rilevante per misurare le performance
del nostro modello di business. Il nostro è infatti un format mono prodotto in cui tendenzialmente al consumo di una piadina corrisponde un cliente. I nostri punti di forza risiedono piuttosto nell’ampiezza del target, nell’elevata fidelizzazione e nell’attenzione a ogni tipologia di clientela. A questi elementi si aggiunge l’attrattività di un prodotto di qualità superiore, italiano al 100%, preparato al momento e offerto a un prezzo altrettanto appetibile che, pur rimanendo uguale a se stesso, potenzialmente ha mille varianti.
Il brand in pillole Anno di nascita del brand Proprietà Core business Headquarter Giro d’affari Paesi di sviluppo Numero di punti vendita complessivo Numero di punti vendita diretti e in affiliazione Numero di aperture nel 2016 Numero di aperture previsto per il 2017
1994 70% Idea Capital Sgr, 30% Management Fast Casual Food Montirone (BS) 40 mln di euro di ricavi consolidati - 55 mln di euro di sell-out Italia, Francia e Austria 136 (marzo 2017) 69 DOS e 67 FRS 34 35
Rielaborazione © Edifis Intelligence
G
ruppo La Piadineria - l’azienda che possiede e controlla il marchio La Piadineria - ha chiuso il 2016 con un incremento del volume di affari del 51,5% raggiungendo un fatturato consolidato di 40 milioni di euro e un Ebitda Margin del 31% rispetto al 28% del 2015. Mentre il sell-out si è attestato a 55 milioni. Con oltre 130 ristoranti, il Gruppo conta più di 500 dipendenti solo per la rete di negozi DOS (69 locali), numero che si può raddoppiare considerando anche la forza lavoro della rete in franchising (67 locali). I ristoranti La Piadineria sfornano 12,5 milioni di piadine all’anno, servendo oltre 35mila clienti ogni giorno. Non solo di numeri, ma soprattutto delle strategie di sviluppo con cui sarà affrontato il 2017, abbiamo parlato con l’amministratore delegato di Gruppo La Piadineria, Donato Romano.
Parliamo di canali di sviluppo, partendo dai centri commerciali… Il canale degli shopping center è sicuramente strategico per lo sviluppo della nostra rete; presidiamo tutti i più importanti centri commerciali del nord e del centro Italia e nel 2017 puntiamo a consolidare ulteriormente la nostra presenza. Nel 2016 abbiamo aperto a Porta di Roma, Nave de Vero, Lonato e Bicocca Village e siamo stati in prima linea ad Arese e a Elnòs Shopping, mentre quest’anno saremo ad Adigeo e debutteremo in Regioni non presidiate tra cui Campania, Puglia e Sardegna e Sicilia. … proseguendo nei factory outlet village.. Anche questo è un canale interessante soprattutto per la tipologia di clientela, tendenzialmente più alto spendente. Abbiamo già diversi ristoranti in questo segmento (Franciacorta Outlet Village, Valmontone Outlet e Valdichiana Outlet Vilage) e a breve entreremo nel circuito dei McArthurGlen. … quindi downtown, high street… Nell’ambito del progetto di brand restyling, nel 2016 abbiamo realizzato
una nuova linea di ristoranti caratterizzati da un design più urbano e contemporaneo: materiali naturali, linee pulite e atmosfera accogliente. E lo scorso autunno abbiamo inaugurato cinque locali con questa linea a Milano (in corso Garibaldi, in zona Tortona, in Piazza Cinque Giornate, in Piazza Velasca e all’Isola), raddoppiando la nostra presenza e creando un vero e proprio network nel centro della città. Sempre nel cuore di Milano, in primavera rinnoveremo anche i nostri punti vendita storici e apriremo in due location top. Con questo spirito e i medesimi obiettivi approcceremo presto anche Roma. …“high traffic road”… Nel 2016 abbiamo avviato un esperimento anche
in questo canale, con locali più ampi e parecchie sedute. Se nella linea downtown l’obiettivo è efficientare al massimo lo spazio e offrire qualità, velocità e confort nella pausa pranzo, qui cercheremo di diversifi-
care la clientela, puntando ad attrarre anche le famiglie e ad allargare le occasioni di consumo a tutti i momenti della giornata e nell’intero arco della settimana. A questo proposito non escludiamo di estendere l’offerta a dei prodotti complementari alla piadina, quali il caffè o il gelato. …e infine l’estero. Partirà a breve il nostro primo progetto di internazionalizzazione. Grazie a un’importante partnership siglata con il Gruppo Hammerson, in primavera apriremo tre ristoranti in Francia: nei centri commerciali Nicetoile a Nizza e Terrasses du Port a Marsiglia e nell’outlet di McArthurGlen Provence, di prossima inaugurazione. Quali sono quindi le caratteristiche più importanti del vostro format di locale, come cambia in base al canale e quali sono le ultime novità introdotte? I nostri locali hanno metrature e formati vari che sono il risultato della declinazione del format nei vari canali di sviluppo. Nel centro commerciale abbiamo due tipologie di ristorante: all’interno della food court, dove le sedute sono comuni, come fronte vetrina presenta il banco, il menu board e poco altro; nell’altro caso è più ampio e articolato e vanta delle sedute
interne o esterne caratterizzate dal nostro brand a disposizione della clientela. Quest’ultimo (50-70 mq) è la tipologia di locale che implementiamo anche nei factory outlet village e retail park e, con metrature più ampie (oltre i 100 mq), anche nel segmento high traffic road. Per le location urbane e metropolitane i locali sono piuttosto piccoli (50-60 mq), ma cerchiamo di avere più sedute possibili all’interno (almeno 2530) e di sfruttare anche gli spazi esterni con dei dehors. Per quanto riguarda nello specifico i centri commerciali, con le ultime realizzazioni tra cui Il Centro ed Elnòs Shopping in cui siete protagonisti le metrature e l’importanza dedicati al food stanno sensibilmente crescendo. Qual è la vostra opinione al riguardo e soprattutto quanto possono beneficiare di questo trend le insegne come la vostra? Come è noto il segmento dell’Away From Home è in crescita anche in Italia. Questo rappresenta per noi una grande opportunità ed è da sempre una delle chiavi del nostro successo, anche perché per primi, ormai 10 anni fa, abbiamo portato un prodotto di qualità in un mercato in cui la ristorazione era percepita come servizio o presidiata quasi esclusivamente dai grandi player del mercato internazionale. Il crescente successo della ristorazione nei centri commerciali e lo spazio e l’attenzione che le vengono ormai riservati nelle nuove grandi realizzazioni costituiscono anche una sfida, che ci costringe a prestare maggiore attenzione ai nuovi locali, soprattutto in termini di ambientazione e retail design. Per questo motivo prosegue anche per il 2017 l’assiduo impegno di restyling di tutta la rete, teso a rafforzare l’identità del brand e a migliorare la customer experience dei nostri clienti. A.P.
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r&f Dossier Factory Outlet Village long life
Franciacorta Outlet Village: Multi avvia la Fase 3 Inaugurato nel 2003, il villaggio dello shopping che porta il nome della storica regione famosa per la viticoltura si appresta a crescere per la seconda volta in dimensioni e in quantità/qualità delle insegne. Circa 5.000 mq di SLP, in cantiere, si aggiungeranno ai 32.000 esistenti, portando a 190 i negozi. Previsione di apertura: primavera 2018
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a Franciacorta è un’area collinare, compresa tra il Lago d’Iseo e quello di Garda ed estesa nella provincia di Brescia, documentata con questo toponimo sin dalla fine del 1200. E altrettanto radicata nei meandri della propria storia è la vitivinicoltura, che a partire dagli anni sessanta del ‘900 vede la nascita delle prime cantine “moderne”, le quali hanno contribuito e contribuiscono tuttora a creare un “brand” famoso a livello nazionale e con un forte poten44
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ziale di penetrazione all’estero. E dal 2003, a promuovere la Franciacorta a una clientela sia italiana sia straniera soprattutto mittel e nordeuropea, riprendendone in primis il nome, portandone i prodotti sulla tavola di bar e ristoranti e diventando un polo turistico, è l’omonimo factory outlet village che sorge nel comune di Rodengo Saiano. Tra i vari servizi erogati dal FOV presso l’infopoint, infatti, i “pacchetti” consultabili anche online - tra cui il Wine & Shopping Tour - che in-
dine cronologico quello di Palmanova. Ognuno si lega, valorizzandoli, agli elementi di eccellenza dei territori in cui si inserisce, promuovendo un turismo non solo finalizzato allo shopping di premium brand ma anche interessato a scoprire, nel caso di Franciacorta, la tradizione enogastronomica e culturale locale. In questo modo il bacino di utenza si allarga, coinvolgendo su Milano flussi di turisti provenienti anche dalla Russia e
cludono giri guidati con degustazioni nelle cantine della Franciacorta alla scoperta di dimore di grande pregio. Inaugurato con circa 80 negozi e una superficie lorda complessiva di oltre 21mila mq, il Franciacorta Outlet Village a fine settembre 2009 ha vis-
to la prima espansione di 11mila mq, che ha portato il numero dei punti vendita agli attuali 157. Con l’acquisizione nel 2013 per circa 126 milioni di euro da parte del fondo americano Blackstone e il conseguente mandato di gestione confe-
rito a M.O.M.I. (Multi Outlet Management Italy, filiale italiana del gruppo olandese Multi Mall Management), il FOV bresciano è entrato nel circuito Land of Fashion, che include i village di Valdichiana, Mantova, Molfetta e da ultimo in or-
Il progetto in pillole Gestore attuale
MOMI – Multi Outlet Management Italy s.r.l.
Proprietà iniziale
European Fashion Center I (Gruppo Percassi - Gruppo Primavera - Craig Realty Group)
Proprietà attuale
Blackstone
Data di apertura
23/07/2003
SLP iniziale/mq
21.681
Inaugurazione ampliamenti
Fase 2 30/09/2006 - Fase 3 marzo/aprile 2018
SLP attuale/mq
32.682 + 5.000 Fase 3
Numero iniziale di punti vendita
circa 80
Numero attuale di punti vendita
157
Numero di unità di ristorazione
12
Numero di visitatori iniziali di Franciacorta Outlet Village
meno di 2 milioni
Numero di visitatori attuale Franciacorta Outlet Village
quasi 5 milioni
Numero di visitatori attuale Land of Fashion
oltre 17 milioni nel 2016
Posti auto con Fase 3
più di 3.000
dai Paesi asiatici, oltre ai numerosi tedeschi che affollano le rive del Garda. Ma ad accendere ulteriormente i riflettori su questo villaggio dello shopping a prezzi scontati dal 30 al 70% è il nuovo progetto di sviluppo, già approdato in cantiere con l’obiettivo di incrementare la SLP di circa 5mila mq, per un totale di oltre 30 nuovi negozi. Al momento tra i marchi più prestigiosi del Franciacorta Outlet Village, che compongono un consolidato ventaglio di brand italiani di livello internazionale di posizionamento prevalentemente premium, si annoverano Boggi Milano, Brooks Brothers, Billionaire e Beretta per l’abbigliamento uomo, Pinko, Twin Set e L’Autre Chose per la
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r&f Dossier Factory Outlet Village long life
Fase 3
L’intervista Dario Pistone, amministratore delegato di M.O.M.I.
«In direzione dei premium brand» Come si presenta oggi l’outlet e come cambierà con la Fase 3? Franciacorta è un unicum rispetto a qualsiasi outlet. È composto da una struttura che di fatto è aperta, la stessa piazza è stata concepita aperta, senza alcuna restrizione, per essere vissuta anche dai cittadini di Rodengo come un luogo di incontro, al servizio della comunità locale. Con Fase 3 sono previsti 450 parcheggi in più che si vanno ad aggiungere ai già esistenti 2.500. L’ampliamento prevede l’aggiunta di 32 unità su circa 5mila mq di SLP e si svilupperà partendo dalla food court. Anche la nuova area avrà un ingresso dedicato. Il Village ha una superficie commerciale di 32.681 mq, con tre ingressi principali e altrettanti intermedi; si sviluppa all’aperto, con tutti i negozi a piano terra salvo nella piazza della ristorazione. Le caratteristiche architettoniche rimandano alla tradizione locale, con vie pubbliche su cui si affacciano i negozi, tra portici e tettoie. Come era composta l’offerta commerciale quando l’outlet è stato inaugurato? Come si è evoluta nel tempo e come si caratterizza ora? All’inizio l’offerta si incentrava molto su brand family oriented, con tanto sportswear e insegne dedicate alla casa. Oggi il posizionamento di Franciacorta Outlet Village si è decisamente evoluto: abbiamo inserito i primi brand premium e continuiamo a lavorare in questa direzione. Quali sono i principali marchi ora? Le cito Testoni, Billionaire, L’Autre Chose, Pinko, Twin-Set, The North Face, Braccialini e Borbonese. Mentre quali sono state le aperture nell’ultimo anno? Di recente abbiamo aperto gli store di Patrizia Pepe, Doriani Cashmere (noto brand milanese che dal Quadrilatero della moda ha scelto il Village bresciano per aprire il proprio canale outlet, ndr), Tru-Trussardi, Loriblu, Miss Grant e Save My Bag.
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Si parla sempre più di flussi di turisti internazionali, attratti dallo shopping e dalle eccellenze del territorio. Quali sono i brand di maggiore appeal per i consumatori stranieri? Franciacorta è un importante incubatore di utenza proveniente da vari mercati. La vicinanza al Lago di Garda favorisce la presenza anche di molti turisti del nord Europa che prediligono marche dello sportswear come Nike, CK, Adidas, Puma, Tommy Hilfiger, Baldinini, Pollini, Salomon, The North Face, Napapijri e Vans. Come si è evoluta nel tempo l’offerta di ristorazione e quanto è cresciuto, in percentuale, il suo peso sul fatturato dell’outlet? Oggi la ristorazione copre circa l’8 per cento. Ma a crescere non è semplicemente la quantità della somministrazione, bensì soprattutto la qualità, con l’inserimento di nuovi tenant peculiari quali Venchi, e di un concept store legato ai vini Franciacorta, che si affiancano a brand presenti storicamente come McDonald’s e Lindt, i quali contribuiscono a garantire i numeri indispensabili per soddisfare i flussi del FOV. Complessivamente il food continua a essere un elemento chiave di Land of Fashion, in particolare a Franciacorta è il territorio stesso che ci permette di puntare sulle proprie eccellenze. Con Fase 3 miriamo a elevare ulteriormente il livello qualitativo esperienziale, sempre in linea con il nostro cliente, esigente e diversificato. Infine, con il nuovo sviluppo sarà implementata anche la viabilità? Sono comprese, in Fase 3, modifiche finalizzate a garantire un facile accesso al nuovo ingresso e ad agevolare il flusso del traffico. Le mostreremo a lavori più avanzati.
Shopping più green e high tech
Fase 3
donna, Richard Ginori e Caleffi per la casa. Mentre le nuove unità, sulle quali si sta già lavorando anche in termini di commercializzazione, si svilupperanno attorno alla food court e alla cascina esistenti e si presenteranno con grandi vetrine, pensiline in vetro, decori e arredi caratterizzati da uno stile che si si ispira all’architettura
del territorio. Un elemento distintivo sarà la lussuosa galleria con copertura in metallo e vetro, che richiama le gallerie cittadine dell’800 collegando le varie aree commerciali. La rinnovata piazza presenterà un design innovativo, più ampia e con una nuova area per bambini. E anche la viabilità sia interna sia esterna sarà favorita gra-
zie alla ridistribuzione dei parcheggi esistenti e alla creazione di nuovi slot, che porteranno il totale dei posti auto a circa 3mila unità. «ll piano della terza fase dell’outlet come sottolineato dal direttore marketing di Multi Outlet Management, Luca Zaccomer - è finalizzato a realizzare 5mila mq di ampliamento per un totale di 190 boutique. Con questa operazione vogliamo che i nostri visitatori abbiano un’offerta più completa e caratterizzata da fashion brand di sempre maggiore prestigio. Inoltre, con la finalizzazione di questa terza fase saremo in grado di offrire un livello di ospitalità sempre più adeguato e all’altezza delle aspettative dei visitatori che speriamo possa contribuire a rendere ancora più attrattivo un territorio già fantastico come quello della Franciacorta». In termini di catchment area l’outlet attrae flussi da Bergamo, Brescia, Milano, Treviso, Verona, Mantova, Padova, Trento, Monza Brianza, Vincenza e Cremona, portando sia consumatori italiani sia stranieri, i quali presentano rispettivamente una spesa media di 173 euro (dati Village Card) e di 214 euro (dati One Day Card), con lo straniero che incide per circa il 20% sul fatturato totale del Village. Nel merito dell’intervento immobiliare per l’ampliamento del Franciacorta Outlet Village di Rodengo Saiano (BS), che dovrebbe essere completato tra marzo e aprile del 2018, BEAR Project Management ha ricevuto il mandato da Franciacorta Retail Srl con incarico di project management.
Per lo sviluppo della terza fase sono previste la realizzazione di un impianto fotovoltaico per la produzione dell’energia elettrica e la realizzazione di un impianto solare per la produzione di acqua calda sanitaria. Le potenze installate, seppur non consentendo la totale auto-produzione di energia, contribuiscono in modo significativo al contenimento dei consumi e alla conseguente riduzione delle emissioni inquinanti. Tali soluzioni si affiancano alle varie attività e agli accorgimenti intrapresi già da diversi anni volti alla tutela dell’ambiente, come la stipula di contratti di fornitura di energia elettrica solo da fonti rinnovabili e il servizio di trasporto da Milano Largo Cairoli con lo shuttle che porta direttamente al Village. Inoltre nei prossimi mesi si passerà a un’illuminazione totalmente a LED e all’installazione di colonnine per auto elettriche. Ulteriore tecnologia, a supporto del marketing, riguarda l’analisi dei flussi che viene gestita da un conta veicoli e visitatori, nonché da un rilevatore di footfall installato in tutti gli store. E si stanno apportando modifiche anche in tal senso, con l’obiettivo di introdurre tutte tecnologie certificate di ultima generazione: «Per l’analisi dei flussi ci sono car counter e foot counter sia nelle vie sia nei singoli negozi e abbiamo infine installato in tutti i nostri villaggi dei device che comunicano chiamati Ibeacons per adeguare la comunicazione on-site con la nostra clientela più giovane, i cosiddetti millennials, sempre collegati e connessi che proprio per le vie del Villaggio possono ricevere aggiornamenti e informazioni in base alle proprie passioni e ai propri profili - spiega Dario Pistone, amministratore delegato di MOMI (vedi box intervista) - Una vera digitalizzazione della comunicazione in-store per rendere più accattivante anche l’esperienza di acquisto». Andrea Penazzi
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r&f Scienze & retail
Differenze di genere e analisi visiva U
omini e donne guardano le stesse cose? L’organizzazione dello spazio o le caratteristiche dei prodotti in store attirano in maniera diversa lo sguardo o l’attenzione degli uomini e delle donne? Il tema delle differenze di genere è di grande interesse sia nel campo della comunicazione sia in quello del marketing.
UOMO
Il mondo della comunicazione da sempre ha cercato di mettere in risalto il modo diverso con cui vengono rappresentati i due generi. Numerose ricerche hanno dimostrato come la stessa comunicazione pubblicitaria sia viziata da una rappresentazione stereotipica dei generei sessuali. Anche le neuroscienze hanno dedicato la loro attenzione a indentificare eventuali diffe-
DONNA
Fig. 1 - Pattern di visione di uomini e donne alla vista di un’etichetta
Fig. 2 - Pattern visivo di uomini sul Giudizio Universale di Michelangelo (in rosso dove si concentra di più la visione oculare)
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renze. Grazie a una più approfondita conoscenza del funzionamento cerebrale, oggi abbiamo maggiori informazioni anche riguardo alla diversità cerebrale tra uomini e donne. Una sorta di predisposizione biologica che può essere o rinforzata dalla cultura di appartenenza o dalle esperienze personali di apprendimento o del tutto modificate dalle stesse. Uomini e donne si differenziano per molti aspetti: preferenze, comportamenti, modalità di relazione con il prossimo, emotività, predisposizioni. L’origine di tali differenze può essere fatta risalire a due diversi orGli uomini dini di fattori: la cultura e la genetica. non prendono L’educazione, la cultura di appartenenin considerazione tutte le za e la società nella quale la persona si trova a crescere e a vivere hanno sicuinformazioni disponibili, ramente un’importanza fondamentama ne selezionano le nel sollecitare e nel cristallizzare ciò che può essere considerato “maschile” solo alcune e “femminile”. Nondimeno, la ricerca scientifica ha stabilito con certezza l’esistenza di differenze comportamentali, strutturali e funzionali tra i due sessi, differenze dovute a piccole ma decisive difformità nello sviluppo cerebrale. Grazie alle neuroscienze oggi sappiamo che più del 99% del codice genetico di uomini e donne è il medesimo. Tra i 30.000 geni del genoma umano, una variazione di meno dell’1% tra i due sessi appare minima. Questa differenza di percentuale, tuttavia, influisce su qualsiasi cellula del nostro corpo, dai nervi che registrano piacere e sofferenza ai neuroni che trasmettono sensazioni, pensieri, sentimenti ed emozioni (Brizendine, 2007). Uomini e donne hanno cervelli diversamente connessi e straordinariamente complementari: quello dell’uomo ottimizzato per un’efficace comunicazione all’interno di ciascun emisfero, quello della donna sembrerebbe più forte nell’interazione tra un emisfero e l’altro. Le connessioni neurali possono essere immaginate come una rete intricata di strade lungo le quali si snoda il traffico d’informazioni del cervello. Secondo i dati analizzati dai ricercatori statunitensi, nel cervello maschile le connessioni corrono dalla fronte alla nuca lungo lo stesso emisfero laddove, invece, nel cervello femminile tali connessioni sono trasversali all’emisfero destro e sinistro (il
Fig. 3 - Pattern di visione delle donne sul Giudizio Universale di Michelangelo (in rosso dove si concentra di più la visione oculare) primo deputato maggiormente al pensiero intuitivo, il secondo alle elaborazioni logiche). Questa differenza potrebbe rappresentare il substrato biologico di differenze comportamentali già in passato evidenziate, come la migliore capacità femminile in compiti che necessitino il multitasking, l’intuizione e l’empatia e la migliore capacità maschile in attività motorie e nell’orientamento spaziale. Nelle nostre
indagini di neuromarketing svolte sia in store che in luoghi esperienziali come i musei, abbiamo rilevato con l’eye tracking che gli uomini dimostrano un comportamento visivo caratterizzato da un’esplorazione specifica e molto dettagliata di poche aree. Non prendono cioè in considerazione tutte le informazioni disponibili selezionandone solo alcune (Meyers-Levy and Sternthalt, 1991).
Per questo motivo possono esser definiti “selective processors”. Al contrario le donne, definite “comprehensive processors”, sono più sensibili ai molteplici dettagli che compongono una scena visiva. In questo modo sono caratterizzate da un’elaborazione cognitiva più completa. Ciò lo si vede sia nel caso in cui si osserva una semplice etichetta (fig. 1) sia nel caso della visione di uno stimolo complesso come può essere il Giudizio Universale di Michelangelo presente nella Cappella Sistina (fig.2 e 3). Le donne descrivono l’intero affresco facendo maggior riferimento a emozioni (come ad esempio “paura” o “sofferenza”) e colori (“colori tenui”, “verde”). Gli uomini fanno invece ampio ricorso a riferimenti spaziali (come ad esempio “destra” o “sinistra”, “in alto”, “al centro”), coerentemente con una strategia di esplorazione basata sulle coordinate spaziali, a differenza delle donne che utilizzano riferimenti più concreti (Lovden et al., 2007) e si concentrano sugli aspetti emozionali e sui volti. La progettazione degli spazi e della comunicazione non può non considerare queste differenze di analisi del campo visivo. Vincenzo Russo
professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing presso l’Università IULM di Milano vincenzo.russo@iulm.it
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r&f Analisi di mercato
Moda: retail ed e-commerce in ascesa
I diversi canali incidono sulle performance, con le catene e soprattutto l’e-commerce che nel 2016 continuano a crescere. Nei centri commerciali le insegne aumentano le metrature dei propri punti di vendita, soprattutto per l’”uomo” che vede protagonista i marchi partenopei per numero di location
N
onostante i dati 2016 non siano ancora definitivi, il volume d’affari della moda italiana dovrebbe registrare sia per il segmento femminile sia per quello ma-
schile risultati positivi. Ma la crescita non è stata omogenea su tutti i canali, rispetto ai quali si riscontrano variazioni significative. In base alle rilevazioni effettuate da Sistema Moda
Italia, il bilancio preconsuntivo del 2016 dimostra che per il terzo anno consecutivo l’industria nazionale della moda femminile (vestiario esterno, maglieria, camiceria e abbigliamen-
to in pelle) cresce, in primis grazie alle performance ottenute oltreconfine. Il giro d’affari settoriale dovrebbe raggiungere un incremento del 2,3%, superando la soglia dei 13 miliardi di
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(‐8%). (‐6,1%) e le cravatte (‐8%).
r&f Analisi di mercato
schile: consumi e distribuzione sul mercato italiano (*) Figura 2 – Moda Maschile: consumi e distribuzione sul mercato italiano (*) Quali canali distributivi Gianni Adua, utunno/Inverno 2015‐2016) (Stagione Autunno/Inverno 2015‐2016)
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tare la curiosità dei consumatori. Infine, dal vostro punto presidiate e con quali amministratore delegato di Nuvolari di vista il segmento riscontri? «Il centro commerciale: formula della moda maschile nei Seguiamo la tendenza di mercato, vincente» L’andamento del sell‐out: Fig. 2.2 – La struttura del sell‐out: Fig. 2.1 – L’andamento del sell‐out: Fig. 2.2 – La struttura del sell‐out: centri commerciali sta prediligendo i centri commercia analisi per prodotto analisi per prodotto analisi per prodotto analisi per prodotto esprimendo il massimo li che danno ottimi risultati e le vie Innanzitutto quali sono i numeri di (Var. % tend. dei consumi in valore in (% sui consumi complessivi in valore) del proprio potenziale dello shopping più importanti della Nuvolari in termini di rete di vendita e d. dei consumi in valore in (% sui consumi complessivi in valore) oppure potrebbe essere Capitale. giro d’affari? ciascun canale) ciascun canale) ulteriormente valorizzato Qual è il vostro scontrino medio La nostra rete vendita comprende 32 store e 3 outlet, 1,4% 1,6% 1,4% 1,6% attraverso un differente brand e come cambia in base ai canali? mentre il fatturato, con riferimento al 2016, ammon15,4% mix delle gallerie, nuovi servizi al Lo scontrino medio certamente cambia in base al15,4% cata a 36 milioni Totale di euro. consumatore finale e ai brand e una nale: negli outlet è di 59 euro, nei negozi su strada è Guardando alle recenti e alle prossime clientela più trasversale? di 98 euro mentre nei centri commerciali si posizioaperture, quanti sono stati i nuovi Confezioni in pelle Il segmento della moda maschile può ancora migliona sui 90 euro. negozi lo scorso anno e quali sono gli rare, l’importante è variare sempre il brand mix per Guardando proprio ai centri obiettivi di opening per il 2017? non correre il rischio dell’omogeneità. Noi, come Nucommerciali, come valutate questa Nel 2016 i punti vendita aperti sono stati 6: 5 NuvolaCravatte volari, siamo sempre alla ricerca di marchi nuovi e nuova fase di sviluppo caratterizzata ri e un Project. Per il 2017 abbiamo in previsione altri innovativi da proporre alla nostra clientela. da una parte da grandi progetti, che vi cinque nuovi opening su Roma e al Nord. 55,2% Inoltre 55,2% l’apertura di nuove insegne, di fascia alta, aumentevedono protagonisti, e dall’altra Come si Camiceria struttura il vostro format di rebbe la clientela sia in termini di affluenza sia d’inteda numerosi restyling e ampliamenti? punto vendita? 26,5% 26,5% resse, sdoganando definitivamente l’idea che i centri Siamo favorevoli ai grandi progetti, come è stato quelI nostri negozi sono open space caratterizzati da un Maglieria esterna commerciali sono rivolti a un pubblico con una capalo di Il Centro ad Arese (MI) dove siamo presenti, in arredo artigianale d’ispirazione vintage-industriale, cità di spesa intermedia, quando in realtà la formula quanto il brand mix è più elevato e più interessante con una metratura che va dai 150 ai 200 metri quaè talmente vincente che anche i grandi gruppi come per il consumatore. Lo stesso vale per gli ampliamenti drati. Siamo specializzati in abbigliamento maschile Vestiario esterno Vestiario esterno Maglieria esterna Apple hanno scelto di aprirviCamiceria i propri store. che danno modo di adeguarsi ai nuovi standard dei multibrand con un assortimento compreso tra i 3miVestiario esterno Maglieria esterna Camiceria centri commerciali, sempre con l’obiettivo di aumenla e i 5mila capi. Cravatte Confezioni in pelle
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Confezioni in pelle
Moda Maschile: consumi e distribuzione sul mercato italiano (*)
euro. Il mercato estero si è rivelato fa-
Fig. 2.3 – L’andamento del sell‐out: Fig. 2.4 – La struttura distributiva: vorevole durante tutto il periodo: le L’andamento del sell‐out: Fig. 2.4 – La struttura distributiva: (Stagione Autunno/Inverno 2015-2016) vendite internazionali si portano così analisi per canale distributivo analisi per canale analisi per canale distributivo analisi per canale al 61,3% del turnover. Guardando ai L’andamento del sell-out: analisi per canale distributivo La struttura distributiva: analisi per canale (Var. % tend. dei consumi in valore in (% sui consumi complessivi in valore) (Var. % Tend. dei consumi in valore in ciascun canale) (% sui consumi complessivi in valore) d. dei consumi in valore in (% sui consumi complessivi in valore) consumi e alla distribuzione sul mer ciascun canale) cato italiano, sul fronte retail si trova ciascun canale) 4,4% 2,3% conferma dei trend dicotomici che ca-
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Altri canali Altri canali
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Outlet/Negozio S tokkista Outlet/Negozio Stokkista
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Outlet/Negozio Stokkista Outlet/Neg ozio Stokkista Altri canali Altri cana li
GDO Catene/Franchising Catene/Franchising Outlet/Neg ozio Stokkista Ambulante Ambulante Altri cana li Sito Internet/On-line Shop Sito Internet/On‐line Shop
ratterizzano i singoli format distributivi, in primis catene ed e-commerce 29,6% da un lato e indipendente dall’altro, riflesso dell’evoluzione degli stili di consumo delle consumatrici italiane. Nel periodo in esame (stagione Autunno/Inverno 2015-2016) le catene, primo canale a quota 45,7% del mercato a valore, presentano un incremento del 4,3 per cento. Le vendite on-line archiviano, invece, una variazione pari al +19,2% 34,4% e raggiungono il 5,1% del mercato (media stagioCatene/Franchising nale del Tessile-Moda pari al 4,4%). In Ambulante territorio positivo riscontriamo anche Sito Internet/On‐line Shop gli ambulanti, cresciuti del 2,7%, e la composita categoria “altri canali”, che ottiene un +65,4 per cento. Tutti gli altri canali risultano, invece, interessati da un trend negativo: il dettaglio
Fonte: SMI su dati Sita Ricerca Fonte: SMI su dati Sita Ricerca (*) I dati si riferiscono ai soli acquisti delle famiglie italiane, scorte e consumi extra-familiari esclusi (*) A differenza della Tabella 1, qui i dati si riferiscono ai soli acquisti delle famiglie italiane, scorte e consumi extra‐familiari esclusi dati Sita Ricerca
della Tabella 1, qui i dati si riferiscono ai soli acquisti delle famiglie italiane, scorte e consumi extra‐familiari esclusi 52 retail&food - marzo 2017
Figura 2 – Moda Femminile: consumi e distribuzione sul mercato italiano Figura (Stagione 2 – ModaAutunno/Inverno Femminile: consumi e distribuzione sul mercato italiano 2015-2016) stagione) e gli outfit pensati le per le Mario Pierro, (Stagione Autunno/Inverno 2015-2016) varie occasioni d’uso. Cosi come il amministratore delegato prodotto, non possono mancare le di Camomilla Italia
merce che registra ottimi tassi di crescita: +60% nel 2016. Qual è il vostro scontrino Fig. 2.1 – L’andamento del sell-out: Fig. 2.2 – La struttura del sell-out: medio e come cambia in immagini di campagna, esposte sia «eCommerce e omnicanalità Fig. 2.1 – L’andamento del sell-out: Fig. 2.2analisi – La struttura del sell-out: analisi per prodotto peraiprodotto base canali? all’interno sia all’esterno dello store cambiano lo shopping» Nel 2016 lo scontrino “prima linea” attraverso back-light display e moanalisi per prodotto analisi per prodotto (Var. % tend. dei consumi in valore in (% sui consumi complessivi inmedio valore) è stato di 66 euro mentre quello del canale nitor. Ormai elementi fondamentali Innanzitutto quali sono i numeri (Var. % ciascun tend. deiprodotto) consumi in valore in (% sui consumi complessivi in valore) outlet di 34 euro. Chiaro che all’interno del cain ottica comunicazione e multicanalità. di Camomilla Italia in termini di rete nale linea” questo particolare KPI (Key PerQuanto pesa per voi il franchising di vendita e giro d’affari? ciascun prodotto) 5%“prima3% 3%assume diversi valori in base alla formance5% Indicator) sul fatturato e sul numero dei negozi, Camomilla Italia conta una rete di 210 punti vendita, Totale tipologia di location. sia oggi sia in prospettiva? per un giro d’affari che nel 2016 si è attestato su circa Infine, dal vostro punto di vista il Il 50% della rete vendita Camomilla Italia è in franchising Totaleannuo è stato del 6% e 75 milioni di euro. L’incremento segmento della moda femminile nei e rappresenta circa il 45% del fatturato generale 2016. Il del 3% a parità di negozi. centri commerciali sta esprimendo canale dell’affiliazione sta assumendo negli anni semGuardando alle recenti e alle prossime Confezioni in pelle il massimo del proprio potenziale pre più rilevanza, sia in termini numerici sia economiaperture, quanti sono stati i nuovi Confezioni in pelle oppure potrebbe essere ulteriormente ci, e lo sarà sempre più in futuro. A tal scopo l’Azienda negozi nel 2016 e quali sono gli obiettivi 35% valorizzato attraverso un differente ha programmato per il 2017 un’importante campagna di opening per il 2017? Camiceria brand mix, nuovi servizi al consumatore di comunicazione corporate a livello nazionale, che35% dà Le nuove aperture nel 2016 sono state 20, con una pro57% Camiceria finale e ai brand e una clientela più 57% seguito a quella del 2016 con il lancio del nuovo claim iezione per il 2017 di 30 opening tra negozi diretti e in trasversale? “Women never stop”, unita alle storiche attività di fidefranchising. Senza ombra di dubbio i margini di crescita per il seglizzazione degli attuali franchisee, i quali rappresentaCome siMaglieria struttura il vostro format? esterna Maglieria esterna Italia ha una superficie mento moda femminile nei centri commerciali sono anno in termini strategici il vero valore aggiunto di CamoIl tipico punto vendita Camomilla cora notevoli. L’obiettivo nel medio termine è certamente milla Italia. di 120-150 mq (area vendita + camerini + deposito), è quello di migliorare l’esperienza d’acquisto della clienQuali canali presidiate e con quali ampiamento illuminato e spazioso. L’obiettivo è rendere Vestiario esterno Vestiario est erno Maglieria esterna te e andare in contro alle nuove necessità della consuriscontri? la location confortevole e allo stesso tempo funzionale Vestiario esterno Vestiario est erno Maglieria esterna matrice; questo tenendo conto di dueinfattori La rete vendita è distribuita su tutto il territorio nazionaall’esposizione della collezione che conta più di mille riCamiceria Confezioni pelle che stanCamiceria Confezioni inconcepire pelle no inevitabilmente cambiando il modo di lo le in maniera trasversale con tutte le tipologie di canali: ferimenti a stagione. Nel dettaglio, il negozio è dotato di -5 0 5 10 15 20 5 i 10centri commerciali 15 20 (30% della rete vendita), outlet (8%), shopping: l’e-commerce e l’omnicanalità. stand, gondole e appenderie che-5possano0valorizzare strada (53%), travel (9%). Senza dimenticare l’e-comcapi (in particolar modo i capospalla vero must di ogni
Fig. 2.3 – L’andamento del sell-out: Fig. 2.4 – La struttura distributiva: Fig. 2.3 – L’andamento del sell-out: Fig. 2.4 – La struttura distributiva: analisi per canale distributivo analisi per canale analisi per canale distributivo analisi per canale Moda Femminile: consumi e distribuzione sul mercato italiano (Stagione Autunno/Inverno (Var. % tend. dei consumi in valore in (% sui consumi complessivi in2015-2016) valore) (Var. % tend. dei consumi incanale valore in (% sui consumi complessivi in valore) La struttura distributiva: analisi per canale L’andamento del sell-out: analisi per distributivo ciascun canale) (% sui consumi complessivi in valore) (Var. % Tend. dei consumicanale) in valore in ciascun canale) ciascun Totale Totale Totale
3% 5%
Altri canali Altricanali canali Altri
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Outlet/Negozio Stokkista Outlet/Negozio Outlet/NegozioStokkista Stokkista Ambulante Ambulante Ambulante GDO GDO GDO
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Catene/Franchising Catene/Franchising Catene/Franchising Totale Dettaglio Totale Dettaglio GDO GDOGDO
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Outlet/Negozio Stokkista Outlet/Neg ozio ozio Stokkist a a Outlet/Neg Stokkist Altri canali Alt riAlt canali ri canali
Catene/Franchising Catene/Franchising Catene/Franchising Ambulante Ambulante Ambulante
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Fonte: SMI su dati Sita Ricerca - (*) I dati si riferiscono ai soli acquisti delle famiglie italiane, scorte e consumi extra-familiari esclusi
Fonte: SMI SMI su dati Sita Sita Ricerca Fonte: su dati Ricerca
(*) A (*) differenza delladella Tabella 1, qui1,i qui datii dati si riferiscono ai soli acquisti delledelle famiglie italiane, scorte e consumi extra-familiari esclusi A differenza Tabella si riferiscono ai soli acquisti famiglie italiane, scorte e consumi extra-familiari esclusi 53 retail&food - marzo 2017
r&f Analisi di mercato UOMO (brand presenti nei principali CC) CLAYTON 23 COTTON & SILK 21 SONNY BONO 18 CELIO 16 SORBINO 15 TOKUNO SHIMA 14 MCS 13 GUTTERIDGE 12 ANTONY MORATO 11 DOPPELGANGER 11 Fonte: WR Consulting
indipendente, sceso a quota 24,3% (in calo di quasi due punti percentuali rispetto alla precedente stagione A/I), accusa ancora perdite accentuate nella misura dell’8,7%; la GDO cede il 6,5% mentre il sell-out intermediato dall’outlet arretra di oltre il 30 per cento. Nonostante il contesto politicoeconomico resti condizionato da molteplici incertezze, per la moda femminile SMI confida “in un mantenimento dell’evoluzione complessivamente favorevole, pur su ritmi moderati, anche nel 2017”. Per quanto concerne l’uomo (vestiario e maglieria esterna, camiceria, cravatte e abbigliamento in pelle), secondo le stime elaborate sempre da SMI sulla base delle indicazioni provenienti dalle indagini campionarie nonché sulla base dell’andamento congiunturale del quadro macroeconomico di riferimento, il 2016 dovrebbe essere archiviato in moderata crescita. Il fatturato, infatti, si attesterebbe sul +0,9%, sfiorando i 9 miliardi di euro. Sul risultato incide il rallentamento che ha interessato le vendite oltreconfine, mentre la decelerazione del ritmo di caduta della domanda interna sembra aver favorito in 54
retail&food - marzo 2017
prima istanza operatori non strettamente industriali. Relativamente alla distribuzione in Italia, non mancano indicazioni significative e ulteriori conferme circa l’evoluzione dello stile di consumo. Nell’A/I 2015-16 vengono registrate dinamiche di crescita con riferimento a quattro format distributivi, pur molto differenti tra loro per offerta e posizionamento di mercato. Le catene/franchising, che nella precedente stagione A/I erano risultate in aumento del 6,4%, restano interessate da un trend positivo, ma non vanno oltre a un +0,7%: la loro quota risulta comunque pari al 34,4% del mercato. L’on-line, che ha raggiun-
to una quota pari al 5%, presenta un incremento del sell-out intermediato pari al +10,8%, dopo il +27,5% messo a segno nella precedente stagione invernale. Non di meno, sono risultati in crescita sia gli ambulanti (+14,8%) sia la categoria “altri canali” (+80,1%). Di contro, il dettaglio tradizionale, sceso al di sotto del 30%, accusa ancora una flessione del 6,6% e la GDO (21% del mercato e terzo intermediario del menswear in Italia) chiude la stagione a -0,2%: tale dato, tuttavia, fa sintesi di un calo del 2,5% evidenziato dalle grandi superfici, di un -0,9% sperimentato dai grandi magazzini e, viceversa, di un +12,1% messo a segno dal canale food. Secondo SMI, “le non poche incognite, specie di natura politica, che contraddistingueranno il 2017 rendono molto incerte le ipotesi
DONNA (brand presenti nei principali CC) FIORELLA RUBINO 45 MOTIVI 35 PIMKIE 24 TALLY WEIJL 23 OLTRE 22 ZUIKI 20 VIA CONDOTTI 16 MIXERI' 14 CAMAIEU 14 CAMOMILLA ITALIA 13 RINASCIMENTO 12 LIU JO 12 ARTIGLI 11 PROMOD 10 Fonte: WR Consulting
di scenario, peraltro condizionate da un possibile ritorno di politiche protezionistiche, come da più parti paventato”. Sulla base delle rilevazioni campionarie condotte da SMI, per la moda uomo il 2017 sembra aprirsi in
salita: se si considerano gli ordini per la prossima P/E 2017, pur parziali al momento della raccolta dati ultimata lo scorso novembre, si riscontra una flessione non solo in ambito nazionale (-4,3%), ma anche da parte della clientela estera (-3,4%). Restando sul segmento maschile, la scorsa edizione di Pitti Immagine Uomo (10-13 gennaio 2017) ha visto la presenza di 24.300 compratori, provenienti da più di 100 paesi esteri, e un totale di visitatori che ha raggiunto circa 36mila presenze. Germania, Giappone, UK, Francia, Spagna, Olanda, Cina e Stati Uniti si piazzano ancora una volta ai primi posti della classifica delle presenze; e il recupero della Russia (+14%) e dell’Ucraina fa da contraltare a un robusto calo degli arrivi dalla Turchia (-31%).
Centri commerciali: negozi sempre più grandi Il focus elaborato da WR Consulting riguarda le insegne della moda specializzate, rispettivamente nei settori “uomo” e “donna” che, al febbraio 2017, sono maggiormente presenti nei primi 50 shopping center italiani per dimensione di GLA e flussi annui (vedi tabelle in pagina). Lo scopo di tale indagine è evidenziare le eccellenze del retail nei comparti considerati, tenendo presente che essere attivi in tale contesto vuol dire intercettare un potenziale complessivo di circa 400 milioni di flussi che, calcolando la frequentazione media di un centro commerciale, corrispondono a circa 5 milioni di consumatori. «Tracciando alcune considerazioni sui format medi per ciascun settore - spiega Stefano Greco, executive sales manager di Wr Consulting e di Link-er - continua negli ultimi anni la tendenza ad aumentare la superficie media dei punti vendita presenti nei centri commerciali nel settore “uomo”. Sul campione analizzato di 150 punti vendita delle principali insegne uomo nei centri considerati, la superficie media è passata da 160 mq nel 2016 a 180 nel 2017 (area netta vendita), mentre si registra solo un leggero incremento nel segmento “donna”. Dal punto di vista della leadership di ciascun comparto - prosegue Greco - nell’uomo va evidenziata la sostanziale predominanza delle aziende partenopee: 7 delle 10 insegne presenti nel ranking sono campane e, in particolare, Clayton, Cotton & Silk e Sonny Bono sono ai vertici della classifica con una presenza molto radicata e performante nei principali centri italiani. Nel settore “donna” si conferma il primato del Gruppo Miroglio al vertice della classifica con i brand Fiorella Rubino, Motivi e Oltre. Da segnalare le novità rappresentate dal marchio Rinascimento del Gruppo Teddy e dall’insegna Liu Jo, che salgono velocemente nella classifica contraddistinti dalla qualità delle location e dei rispettivi concept». A.P.
r&f New York Stories
Dal Big Show a Eataly, il bello del retail L’edizione 2017 della manifestazione USA più rilevante per le tecnologie del retail si è chiusa col segno più ma con le inevitabili incertezze legate alla nuova amministrazione americana e alle tante incognite macroeconomiche. Il settore continua a manifestare tanta vitalità, come testimoniano alcuni flagship visitati per voi
N
EW YORK – I visitatori del Big Show della NRF (National Retail Federation) quest’anno sono stati circa 35.000; e se è vero che i numeri danno il risultato, quelli dell’evento newyorkese sono sicuramente positivi, in crescita rispetto ai 33.000 dell’edizione precedente. Anche con un giorno in meno di fiera, rispetto alle edizioni precedenti. Il che dimostra che eventi più snelli oggi hanno uguale o maggiore successo di un tempo. L’evento annuale, sempre posizionato a metà gennaio presso lo Javits Center di Manhattan, New York, è sicuramente il più importante al mondo per tutti quei retailer interessati a migliorare le performance delle proprie companies e in particolare dei punti vendita, grazie a un utilizzo più consapevole, avanzato ed efficiente della tecnologia. Il Big Show non è Euroshop (Düsseldorf, 5-9 marzo) e quindi qui non si trovano banchi frigo per la GDO, studi di progettazione, carrelli e mani56
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questo naturalmente, a dare sapore all’iniziativa un fitto calendario di conferenze e incontri, perché oggi più che mai una buona manifestazione fieristica deve fornire a espositori e visitatori l’occasione per apprendere, confrontarsi e incontrare. Anche fuori da corridoi
chini. Ma se vi occorrono sistemi ‘intelligenti’ di gestione del personale, di controllo dello scaffale, di pagamento o di gestione dei flussi all’interno del punto vendita, ecco allora che un salto al Big Show dovreste proprio farlo. Oltre a
e stand. Dove peraltro, solo per dare qualche nome, espongono colossi come Google, IBM, Fujitsu, Microsoft, Toshiba, Paypal…
Prodotti, esempi, tendenze Nel nostro girovagare tra gli stand abbiamo colto alcune nuove tendenze e storiche conferme. Sicuramente
il tema del pagamento si conferma centrale, su più aspetti. L’intermediazione tra cliente e banca/istituto di credito può generare margini significativi e non sono pochi gli attori che operano su questa fase del processo dell’incasso. Ma anche nel mondo hardware lo stimolo all’innovazione è costante come ci ha raccontato, ad esempio, Rowen Cape, vice president, retail software solutions di Fujitsu. E allora ecco che il dialogo tra soluzioni, tecnologie, parametri di comunicazione si fa stringente e quindi vediamo debuttare il sistema RFID
da un utilizzo inizialmente confinato all’inventario o all’antitaccheggio, alla cassa dove un lettore RFID è in grado di “leggere” un intero cestino della spesa in 1 secondo, emettendo lo scontrino in un batter d’occhio. E sempre a proposito di protocolli e sistemi di scambio dati, interessanti i nuovi prodotti di Zebra – illustratici da Mark Thompson, director of retail & hospitality EMEA, e da Daniele Schinelli,
country manager Italia – che grazie a sistemi basati su diversi parametri di scambio dati tra cui il wi-fi, posizionati in box da montarsi, ad esempio sui soffitti del punto vendita (o dei centri commerciali), sono in grado di
mappare con precisione quasi millimetrica la presenza dei clienti negli spazi monitorati, arrivando a un livello di precisione molto più elevato che in passato. Molto ampi, ça va sans dire, i servizi offerti da Microsoft, oggi vero e proprio integratore di soluzioni proprie e altrui, grazie alla super versatile piattaforma Office 365. Per quanto riguarda lo sviluppo “interno”, molto interessante la soluzione StuffHub illustrataci da Pietro Panepinto, senior account executive, mercato retail, Microsoft Italia, che ottimizza l’organizzazione dello staff con incredibile semplicità. Ma l’incontro con Microsoft ci ha consentito anche di rivedere un pezzo di Italia, infatti al Big Show è stato rappresentato anche il Supermercato del futuro, realizzato a Milano per Coop. Notevoli infine anche le soluzioni dedicate al tema dell’omnichannel, come quelle che consentono di visualizzarsi, anche da casa, con indosso capi di abbigliamento in vendita on-line, tramite il ‘banale’ utilizzo della webcam del proprio pc. Per chi desiderasse approfondire, consigliamo una gita sul sito dell’evento nrfbigshow.nrf.com
New York Story 1, Westfield Passare per New York in occasione del Big Show di NRF, significa automaticamente per tutti gli Italians prolungare il soggiorno di un paio di giorni per andare a visitare nuove location retail. Noi siamo partiti dal nuovo centro commerciale realizzato da Westfield, il World Trade Center che sorge dove un tempo svettavano le Twin Towers. La location è straordinariamente evocativa, e la sensazione di partenza non è certo allegra. Il memorial che sorge a livello strada è davvero impressionante, struggente. E diciamo che per chi ci capita da turista, l’istinto non porta in direzione shopping. Ma il centro commerciale sorge qui perché comunque questa è una
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r&f New York Stories piazza straordinariamente affollata di grattacieli - tra cui il nuovissimo One World Trade Center, il più alto degli USA - e quindi di abitazioni ma soprattutto di uffici, impiegati, manager. Siamo nel cuore finanziario di New York. E non solo, sottoterra, oltre al centro commerciale (che non ha vetrine sulla piazza) è stato ricostruito un importante snodo di trasporto con il passaggio della Path (metro extraurbana) e di ben 11 linee metropolitane. Occorre fare una premessa, ad oggi non è stata definitivamente completata né l’area esterna né quella interna. Attorno al memorial sono in corso lavori così come l’hub sotterraneo di trasporto è ancora incompleto. Detto questo il centro Westfield risulta poco frequentato, diverse unità non sono ancora aperte. Gli spazi sono imponenti e la mano dell’architetto Calatrava straordinariamente visibile, a partire dal famoso Oculus costato la bellezza di 4 miliardi di dollari, il doppio di quanto previsto. Tutto è bianco, l’ossatura della struttura rende l’ambiente della hall centrale, l’Ocolus, simile a quello di una cattedrale, e vista la posizione la memoria corre inevitabilmente a quel che qui è avvenuto, e alle strutture di ferro che spuntavano dalle macerie delle torri. Il centro dispone di poco più di 100 shop, con un posizionamento di brand medio alto e una struttura di non semplicissima comprensione. Il retail mix è interessante, decisamente internazionale, anche se a differenza dei Westfield londinesi gli spazi non consentono una vera “zonizzazione”. Forse la parte retail più emozionante (e affollata) è quella del secondo Eataly della città, ricavato nella Tower 4, un edificio “laterale” con spazi che aprono sull’esterno, e un’ampiezza di assortimento davvero notevole. Sicuramente sarà interessante vedere cosa succederà quando tutta l’area esterna sarà completata, i vari building affollati durante le ore diurne e quindi l’afflusso raggiunge58
retail&food - marzo 2017
Più “scontata” la proposta di The North Face, che punta sulla realizzazione di un piccolo atelier di preparazioni/riparazioni in vetrina. E sull’allestimento di corner dedicati all’outdoor estremo, l’alpinismo himalayano, al piano superiore. Qui l’esperienza non viene concepita come
rà i picchi previsti, anche grazie alla piena entrata in funzione dell’hub di trasporto.
New York Story 2, Grand Central Di tutt’altro tenore la visita alla più bella, storica e famosa stazione ferroviaria di Manhattan, la Grand Central Station. Ripresa in decine di film, al pari di quella di Chicago, mantiene immutato il fascino di inizio ‘900. Quella di New York è la più grande stazione del mondo con le sue 44 banchine per un totale di 67 binari (fonte Wikipedia). Ma per noi questo ha poca importanza, i binari non li abbiamo visti. Quello che abbiamo visitato sono invece corridoi, hall, passaggi, ex biglietterie, che oggi sono stati sostanzialmente invasi da una miriade di format dedicati al food. Un’area, il Grand Central Market, ospita un vero e proprio mercato e ricorda i moderni format delle grandi capitali europee, con specialità e ricercatezze alimentari vendute a caro prezzo. Negli altri spazi della stazione si susseguono aree strutturate con format leggeri, dallo scarsissimo impatto architettonico, molto vivaci, spesso monoprodotto impostati sulla formula del take away con sedute comuni. Senza però escludere ristoranti con servizio al tavolo dalle ambientazioni suggestive. Per un totale di 35 diverse formule di ristorazione. Letteralmente prese d’assalto, soprattutto nella fascia centrale della giornata, la Grand Central sorge infatti in un’area di Manhattan densamente ‘abitata’ da una popolazione di impiegati che affollano i grattacieli del quartiere. Non manca un caratteristico store di souvenir a tema stazione/treni e altre particolarità. Ci ha molto colpito come l’uso di un’ambientazione storica, sicuramente tutelata, sia stato estremamente rispettoso, anche se votato allo sviluppo di attività retail. E la domanda sorge spontanea: gli architetti di Grandi Stazioni hanno
visitato la Grand Central? Ah saperlo…
New York Story 3, i flagship Prima di imbarcarci sul volo di ritorno per l’Italia, abbiamo avuto occasione di visitare i nuovi flagship di Samsung, Adidas e The North Face. Altissime le aspettative. In buona parte deluse. Da Samsung grandissima cerimoniosità all’ingresso, spazi suggestivi, quartiere perfetto (Meatpacking District) ma, duole dirlo, scarsa empatia con lo staff, pochissimi prodotti presenti e la sensazione che “tra pochi mesi tutto questo sarà, vecchio, da cambiare”. Se si punta troppo sulle emozioni, si corre il rischio di giocare con l’effimero. Anche se, naturalmente, speriamo di essere smentiti. Da Adidas invece di prodotto se ne vede di più ma la scelta del layout e dei materiali del punto vendita non ci è piaciuta. Si gioca molto, anche per trasmettere l’experience, per creare l’engagement e chi più ne ha più ne metta. Ma anche qui sorge spontanea la domanda… Quanto potrà durare?
un qualcosa che il cliente può (immaginare di) fare ma come un racconto del brand, che passa dall’artigianalità, al prodotto basic (più fashion), fino a quello super tecnologico e costoso, destinato a esperienze estreme, su cui la ricerca è altissima. Ci è piaciuto. Anche se non ci ha sconvolto.
Conclusioni Andare a visitare il Big Show di NRF è un’esperienza da fare, magari non tutti gli anni ma ogni due o tre: il retail è sempre più tecnologico e scoprire in anteprima quali sono le nuove tecnologie per il retail dà un vantaggio notevole. Importante anche passare qualche giorno a osservare le “retail destination” della vera capitale USA. Tanto di quello che vedremo anche in Italia nei prossimi anni comincia qui, oggi. A.A.
r&f Mystery in shop
LEGO San Babila: il mattoncino più grande A
giudicare se non altro dal ritmo delle aperture, la partnership tra la storica azienda danese Lego e il colosso del retail real estate Percassi sembra andare a gonfie vele. E mentre tra le “news opening” di r&f di marzo ci accingiamo a scrivere quella presso il centro commerciale Nave de Vero (VE), in virtù della quale i
LEGO Certified Store - San Babila
SERVIZIO
Velocità Cortesia Professionalità
LAYOUT
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PRODOTTO
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Qualità/prezzo Ambiente Adeguatezza alla location Innovatività
Legenda: = migliorabile; = sufficiente; = apprezzabile; = molto buono; = ottimo
LEGO Certified Store in Italia sono diventati sette, siamo andati a visitare il punto vendita più grande nel Belpaese della società dei mattoncini colorati: quello di Milano in Corso Monforte 2, angolo San Babila, aperto lo scorso 11 novembre. Ricordiamo che il primo negozio è stato quello ad Arese (MI) all’interno di Il Centro, aperto contestualmente al taglio nastro del mega mall nell’aprile del 2016. Ma torniamo nel cuore di Milano, nella centralissima location a due passi dal Duomo, dal quale si ammira l’insegna Lego già a svariati metri di distanza, sino ad arrivare alle numerose vetrine che efficacemente proiettano l’osservatore nel mondo dei mattoncini colorati. Innanzitutto possiamo dire, passateci la riflessione, che varcare l’ingresso e ammirare tutti quei modellini Lego sapientemente montati e ben posizionati è stato come tuffarsi nella propria infanzia. E se l’effetto “wow” non risparmia gli adulti, figurarsi i più piccoli che, come abbiamo potuto constatare, proprio non vogliono saperne di smettere di giocare con i mattoncini a libero servizio, o allo stesso modo i più grandicelli che si divertono con le numerose tecnologie installate: selfie con gli
eroi del cinema a mattoncini, vedi LEGO Batman in proiezione sul grande schermo proprio a febbraio, o ancora le confezioni che prendono vita con la Digibox. Tutto molto immediato e divertente. Altrettanto di impatto, per spingere (ulteriormente) l’acquisto di impulso, il Pick a Brick (anch’esso il più grande d’Italia) dal quale si possono acquistare mattoncini sfusi pagando la grandezza del contenitore scelto. Al di là dell’aspetto emozionale - ma essendo un negozio per bambini e anche per ex bambini stimolare la fantasia è la mission principale di ogni progettista - dal punto di vista tecnico e del servizio al LEGO Certified Store di San Babila non manca proprio nulla: innanzitutto l’accoglienza del punto vendita è garantita a rotazione da personale qualificato che con un bel sorriso, davanti all’ingresso, propone al cliente il catalogo e si mette a disposizione per rispondere a eventuali curiosità. Noi ne abbiamo approfittato un po’ chiedendo informazioni su come lavora il negozio, e ci è stato risposto che era appena terminato con successo l’evento per bambini che si tiene l’ultimo giovedì di ogni mese. Osservata la fedele riproduzione del Duomo esposta in vetrina, scultura in mattoncini Lego realizzata appositamente per lo store dall’artista Riccardo Zangelmi, e girato a 360° attorno al dispenser Pick a Brick (posto sul lato destro, alto da pavimento a soffitto) ci siamo addentrati sui due livelli dello shop (270 mq), dove innovazione e tradizione si strizzano l’occhio. La scale su un lato e l’ascensore sull’altro collegano le due aree, mentre tavolini colorati e postazioni per giocare un po’ ovunque trasformano lo spazio in una stanza da gioco. Ovviamente si torna alla realtà quando si completa l’acquisto in cassa, dominata da un grande videowall che propone in loop immagini evocative del marchio.
Conclusioni Il format (che tradotto significa la composizione delle vetrine, l’organizzazione degli spazi, l’arredo, i numerosi modellini in bella vista, le tecnologie e ancora l’illuminazione, ecc) raggiunge pienamente l’obiettivo di coinvolgere tutta la famiglia e non solo i bambini nel mondo Lego. La forte componente emozionale, la customer experience, favorisce l’acquisto di impulso mentre l’ampio assortimento su varie fasce di prezzo permette di battere scontrini alla portata di tutti i portafogli. Da ultimo, non sono pochi i clienti che scattano fotografie all’interno del locale, a testimonianza di come il LEGO Certified Store di Milano San Babila sia diventato una vera e propria shopping destination. A.P.
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e ito io o tu g sit ra ag ul g m i s to o at iet e str gl ic 00 gi bi od 54 Re un il c i o 36 ev d ric zan 12 iliz 64 ut
May 4-11 Maggio 2017
r&f Omnichannel retailing
Online e offline sempre più complementari L’87% degli italiani che navigano in Internet dichiara di fare acquisti online. Tuttavia il ruolo del negozio fisico rimane decisivo, come sottolinea la Global Survey di Nielsen Connected Commerce. Lato fornitori: abbiamo investigato con Aton quali sono le esigenze dei retailer in ambito software B2B e B2C
L’
ascesa dell’e-commerce e delle tecnologie web e mobile ha determinato una stretta complementarietà tra il canale di acquisto fisico e quello virtuale, declinata su percentuali differenti (in continua evoluzione) per le varie merceologie. A certificare questo trend, la Global Survey di Nielsen Connected Commerce effettuata su un campione di 30mila persone in 63 Paesi (Asia-Pacifico, Europa, America Latina, Medio Oriente-Africa e Nord America) tra cui l’Italia, che testimonia innanzitutto come l’87% dei connazionali che navigano in Internet dichiari di fare acquisti online e come, allo stesso tempo, il ruolo del negozio fisico rimanga decisivo. La ricerca, condotta tra il 31 ottobre e il 18 novembre 2016, prende in considerazione i prodotti maggiormente acquistati sull’etere tra cui spiccano le categorie dei beni durevoli o di svago: i viaggi (acquistati via web dal 47% degli italiani), insieme a libri e supporti musicali (47%); seguono gli articoli di moda/abbigliamento/accessori (40%), biglietti per eventi come concerti/sport/ mostre (35%), elettronica di consumo (34%) e informatica (28%). Per quanto riguarda la tipologia dei prodotti di consumo, è da rilevare il trend positivo delle soluzioni di bellezza e di cura della persona, acquistate in rete
Connected Commerce Connected Commerce
Il comportamento di acquisto dei consumatori italiani IlBase:comportamento di acquisto dei consumatori italiani chi ha acquistato la categoria online almeno una volta Base: chi ha acquistato la categoria online almeno una volta Acquisto più spesso online Acquisto online e in negozio con la stessa frequenza Acquisto più spesso online Acquisto online e in negozio
con la stessa frequenza Viaggi (hotel, voli, crociera, pacchetto di viaggio) Viaggi
Acquisto più spesso in negozio
(concerti, eventi sportivi, teatro, cinema, mostre) Libri/Musica Libri/Musica Informatica e dispositivi mobili (cellulare, computer) Informatica e dispositivi mobili
(TV, fotocamera) Servizio di consegna pasti a domicilio Servizio di consegna pasti a domicilio Moda/abbigliamento/accessori Moda/abbigliamento/accessori Prodotti di bellezza e per la cura della persona Prodotti di bellezza e per la cura della persona Mobili/arredamento/strumenti Mobili/arredamento/strumenti Vino e bevande alcoliche Vino e bevande alcoliche Alimenti freschi (frutta, Alimentiverdura, freschi carne, latticini)
(frutta, verdura, carne, latticini) Prodotti per la pulizia della casa Prodotti per la pulizia della casa Alimenti confezionati (cibo in scatola, bevande, snack confezionati) Alimenti confezionati (cibo in scatola, bevande, snack confezionati)
24 24 23 23 21 21 21 21 18 18 14 14 13 13
dati percentuali
Acquisto più spesso in negozio
(hotel, Bigliettivoli, percrociera, eventi pacchetto di viaggio) (concerti, eventi sportivi, teatro, cinema, mostre) Biglietti per eventi
(cellulare, Elettronicacomputer) di consumo (TV, fotocamera) Elettronica di consumo
dati percentuali
37 37 37 37
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28 28 36 36 30 30
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I touchpoints online e offline Iche touchpoints online e offline influenzano le nostre decisioni di acquisto che influenzano le nostre decisioni di acquisto Base: totale fruitori web
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9 9 10 10 16 16 20 20 22 22 35 35 41 41 38 38 41 41 45 45 54 54 51 51 57 57
Fonte: Nielsen Global Survey Connected Commerce, gennaio 2017
Base: totale fruitori web Touchpoint online
Touchpoint offline
dati2017 percentuali 61 retail&food - marzo dati percentuali
Alimenti freschi (frutta, verdura, carne, latticini)
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36 14 r&f Omnichannel retailing 30 13 Prodotti per la pulizia della casa
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Alimenti confezionati (cibo in scatola, bevande, snack confezionati)
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I touchpoints online e offline che influenzano le nostre decisioni di acquisto Base: totale fruitori web Touchpoint online
dati percentuali Touchpoint offline
PRODOTTI DI LARGO CONSUMO
Alimenti freschi (frutta, verdura, carne, latticini)
Prodotti di bellezza e per la cura della persona
Negozio fisico
38
31
E-mail commerciali
8
14
Volantini
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17
Social media
8
13
Passaparola di un conoscente
18
19
Sito Web del negozio
7
17
Siti Web contenenti buoni o sconti
11
17
Sito Web della marca
6
17
Consigli forniti dal personale del negozio
11
20
Recensioni di utenti online (scritte)
6
16
Riviste o giornali
9
15
Blog o siti Web di interesse speciali
6
12
TV o radio
9
16
Recensioni di utenti online (video)
5
12
Fonte: Nielsen Global Survey Connected Commerce, gennaio 2017
PRODOTTI dal 28%DUREVOLI degli intervistati, in linea con
quanto registrato in Spagna e Francia (27%), anche se al di sotto della media UE (33%). Rimane ancora inferiore la quota di coloro si avvicinano onliSito Webche del negozio ne agli alimentari freschi (frutta, verdura, carne), acquistati sul web solo dal 6% della popolazione. Negozio fisico Vino e bevande alcoliche fanno invece registrare dati superiori anche se di poco (11%) anaSito Web della marca logamente ai prodotti alimentari confezionati (12%). Anche per quanto riRecensioni di utenti guarda il settore della ristorazione (paonline (scritte) sti a domicilio), emerge che gli italiani sono ancora cauti nell’utilizzo del canale virtualeVolantini (7% vs media UE pari al 19%). Ma la digitalizzazione del retail non vuol direPassaparola solo e-commerce: paralleun conoscente lamente,divengono richieste anche “esperienze 2.0”: in particolare, dallo Siti Web contenenti studio emerge che il 24% degli italiabuoni o sconti ni utilizza casse self service all’interno
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Elettronica di consumo
Moda, abbigliamento,
(TV, fotocamera) gione delaccessori 60% per i biglietti di eventi e dei supermercati, il 13% scanner per nella misura del 48% per libri/musica; evitare le code, l’11% ordina i prodotmentre per le categorie della moda ti online con consegna a domicilio, il e dell’arredo/mobili il 41% di consu10% ricorre a buoni sconto/coupon Consigli forniti matori dichiara di volere tornare neldigitali. E la tecnologia utilizzata dal dal personale del negozio lo store fisico. distributore può costituire uno struNon meno importante, Nielsen ha mento di avvicinamento dei consumatori al mondo virtuale: il 69% di Riviste o giornali analizzato quali sono le fonti di informazione più efficaci nell’influenzare questi dichiara che utilizzerebbe il QR la decisione di acquisto: i touchpoint code dal cellulare qualora E-mail si rendesse tradizionali e in particolare le visite ai disponibile tale modalitàcommerciali di accesso negozi fisici risultano fondamentali alle informazioni sui prodotti, il 68% Blogper o siti Web per tutte le categorie merceologiche, utilizzerebbe scaffali virtuali ordidi interesse speciali ma sono l’influencer principale quannare i prodotti tramite smartphone, il do si tratta di acquistare beni di largo 66% scaricherebbe l’app dello store Recensioni di utenti consumo. Gli alimenti freschi e i proper ricevere offerte all’interno del neonline (video) dotti di bellezza e personal care fangozio. La Survey di Nielsen non manno registrare rispettivamente il 38% e ca poi di verificare se dopo un acquiTV o radio 31% degli shopper online che dichiasto online i clienti rimangono soddirano di recarsi anche nello store fisico sfatti e tornerebbero a comprare via per acquisire informazioni aggiuntive. web. Ciò si verifica nel 71% dei casi Social media Lo stesso dato viene rilevato per il setper gli acquisti di viaggi in rete, in ra-
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Fonte: Nielsen Global Survey Connected Commerce, gennaio 2017
tore moda e per l’elettronica di consumo. Ulteriori touchpoint utilizzati per confortare l’acquisto virtuale sono per gli alimentari freschi i volantini delle associazioni (21%) e il passaparola di conoscenti (18%), mentre per i prodotti di bellezza e personal care i suggerimenti del personale di vendita (20%) e il passaparola (19%). I siti web del negozio vengono consultati dal 28% degli shopper di prodotti di moda, che prendono come punto di paragone anche i portali dei brand (23%). Il 34% dei consumatori, si legge ancora nella Survey, visita il sito web del negozio se è interessato all’elettronica di consumo, il 31% il sito web della marca. Parallelamente, nell’acquisto di questa tipologia di beni vengono utilizzate in ragione del 28% le recensioni trovate online, del 25% i volantini e il passaparola, del 18% i social media. Quest’ultimo valore risulta doppio rispetto allo stesso registrato in Francia e Gran Bretagna, entrambe al 9 per cento.
L’approfondimento Debora Costi, consumer analytic solutions consultant di Nielsen «Viaggi, libri/musica e moda i più acquistati» Rispetto ai principali mercati europei e alla media dei 60 paesi analizzati nella ricerca, come si discosta in generale il comportamento di acquisto del consumatore italiano? Tra i 30mila individui fruitori di Internet a livello globale intervistati in oltre 60 Paesi nel mondo, il 93% dichiara di fare acquisti online. Non lontani dalla media globale i principali mercati europei tra cui la Francia (85%), l’Italia (87%), la Spagna (88%), il Regno Unito (92%) e la Germania (94%). Numeri destinati a crescere data la penetrazione del Web in continuo aumento.
Alimenti di freschi un conoscente (frutta, verdura, carne, latticini)
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Siti Web contenenti Prodotti per la pulizia della casa buoni o sconti Alimenti confezionati (cibo in scatola, bevande, snack confezionati) Consigli forniti dal personale del negozio
28 36 marca Sito Web della 30
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20 11 I touchpoints online e offline Blog o siti Web Riviste o giornali 15 9 di interesse speciali che influenzano le nostre decisioni di acquisto Recensioni di utenti Base: totale fruitori web TV o radio 16 9 online (video) Touchpoint online
Recensioni di utenti online (scritte)
Touchpoint offline
PRODOTTI PRODOTTI DUREVOLI DI LARGO CONSUMO
Elettronica di consumo Alimenti freschi (TV, fotocamera) (frutta, verdura, carne, latticini)
7
1754
6
1751 57
16
6 6
12
5
dati percentuali
12
Moda, abbigliamento, Prodotti di bellezza accessori e per la cura della persona
Negozio fisico Sito Web del negozio
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28 31
E-mail forniti Consigli commerciali dal personale del negozio
22 8
14
Volantini Negozio fisico
31 21
31 17
Social media Riviste o giornali
20 8
18 13
Passaparola Sito Web della marca di un conoscente
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23 19
E-mail Sito Web del negozio commerciali
20 7
13 17
Recensioni di utenti Siti Web contenenti online buoni(scritte) o sconti
28 11
13 17
Blog o siti Web Sito Web della marca di interesse speciali
20 6
10 17
Consigli forniti Volantini dal personale del negozio
25 11
10 20
Recensioni Recensioni di di utenti utenti online online (video) (scritte)
20 6
6 16
Passaparola o giornali diRiviste un conoscente
25 9
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Blogo radio o siti Web TV di interesse speciali
18 6
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Siti Web contenenti TV ooradio buoni sconti
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Recensioni Social mediadi utenti online (video)
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Fonte: Nielsen Global Survey Connected Commerce, gennaio 2017
PRODOTTI ComeDUREVOLI cambia tale
Fonte: Nielsen Global Survey Connected Commerce, gennaio 2017
comportamento nel merito delle singole merceologie? I beni durevoli e quelli a contenuto di servizioSito dominano la classifica delWeb del negozio le categorie più acquistate online e la loro popolarità continua a crescere: lo studio rileva Negozio fisicoche una volta che il consumatore ha acquistato online un prodotto appartenente a queste Sito Web della marca categorie, il canale online rimane il preferito. Questo dato accomuna tututenti ti i Paesi Recensioni indagati:dipiù della metà dei online (scritte) rispondenti globali dichiara di acquistare articoli di moda online (58%) o Volantini viaggi (55%) e la metà sostiene di aver acquistato libri/musica online almeno una volta (50%). E la maggioranza Passaparola un conoscente di questi didice che continuerà a utilizzare il canale online per il loro shopSiti Web contenenti ping. L’acquisto online di moda e abbuoni o sconti bigliamento è al primo posto anche in
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Elettronica di consumo
Moda, abbigliamento,
fotocamera) Bretagnaaccessori acquista online sia prodotEuropa con (TV, il 52%, dato trainato dalla ti alimentari freschi che confezionaGermania (68%) mentre in Italia si ferti contro il 10% della media europea. ma al 40 per cento. Altra categoria in È interessante anche notare come gli cui la Germania mostra una maggiore Consigli forniti italiani siano più restii a fare acquisti propensione è quella dell’arredamendal personale del negozio online legati al mondo della ristorato (46%), superando di gran lunga la zione (es. servizio di consegna pasti a media europea (27%) e quella italiana (14%). I beni di consumo sono al conRiviste o giornali domicilio): solo il 7% contro il 19% in Europa e il 27% a livello globale. trario categorie che hanno fatto molta più fatica a guadagnare popolarità tra E-mail commerciali Infine, è possibile realizzare gli acquirenti online a livello globale, comparazioni con le ma con delle eccezioni: ad esempio i o sitidelWeb rilevazioni stilate nelle prodotti di bellezza e per Blog la cura di interesse speciali precedenti edizioni della la persona sono acquistati via Interricerca? Se sì, quali net dal 38% della popolazione globaRecensioni di utenti le maggiori evidenze? le, dal 33% dei paesi europei e dal 28% online (video) È possibile comparare i risultati con degli italiani. Quando si tratta di acquelli della precedente edizione di quistare cibi e bevande, il canale onliTV o radio questa analisi (2015) relativamente ne è poco praticato sia nella Penisola alla penetrazione delle categorie acsia in generale nel Vecchio Continenquistate online dagli italiani fruitori te, con l’eccezione del popolo ingleSocial media del web, ovvero la quota di individui se: il 25% dei fruitori del web in Gran
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Fonte: Nielsen Global Survey Connected Commerce, gennaio 2017
che dichiara di acquistare online quella specifica categoria. Il ranking nazionale rimane pressoché invariato nei due anni, con i beni durevoli in cima alla lista anche nella scorsa edizione. Invariato anche il podio con viaggi, libri/musica e moda. Osservando invece il segmento del largo consumo, si evidenzia un trend positivo sia per i prodotti beauty e di personal care sia per i cibi freschi come frutta/carne/ verdura. Entrambe le categorie registrano un incremento nella quota di acquirenti online nel corso dell’ultimo anno: +3% di acquirenti online per i prodotti beauty/personal care (28% 2016 vs 25% 2015) e +4% per i prodotti alimentari freschi (6% 2016 vs 2% 2015). Per quanto riguarda i touchpoint, quali sono i trend confrontando il mercato italiano con la media europea? Dallo studio emerge che i touchpoint tradizionali e in particolare le visite ai negozi fisici sono tutt’oggi fondamentali quando si tratta di acquistare beni di largo consumo. Questo è un dato confermato a livello globale da 4 intervistati su 10. Si evince però che, a seconda della categoria e del Paese, il mix di punti di contatto tradizionali e digitali usati per influenzare l’acquisto dei consumatori deve essere considerato con attenzione. Ad esempio quando si parla di alimenti freschi, i volantini sono determinanti nel prendere una decisione di acquisto per il 21% degli italiani, contro una media del 17% in Europa abbassata da alcune economie guida come Francia (9%) e Gran Bretagna (8%). Quando si parla di moda e abbigliamento, il sito web dei negozi è utilizzato dal 42% degli europei, mentre in Italia raggiunge solo il 28% dei consumatori. In generale il settore dell’elettronica si conferma come quello più digitale in tutto il mondo. Pensando al Belpaese, recensioni online (28%), blog (20%) e social media (18%) sono importanti influencer nella scelta dei prodotti da acquistare.
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r&f Omnichannel retailing Case History – IT company Giovanni Bonamigo, marketing&innovation director di Aton «Per l’omnicanalità, un’infrastruttura software snella e flessibile» Innanzitutto, quali sono i numeri di Aton e quali tipologie di soluzioni offre ai retailer? Aton è una Società per Azioni con un fatturato di oltre 14 milioni di euro e un trend di crescita continua del 5 per cento. Operiamo nel mondo Retail affianco ad aziende Food, CPG, GDO e Fashion offrendo soluzioni e servizi quali: applicazioni su dispositivi mobili (smartphone, tablet, ma anche dispositivi rugged ad uso professionale) a supporto delle vendite, fuori o dentro un negozio, dalla showroom al supermercato, in mano a un venditore, merchandiser o a un commesso; e-commerce B2B che consente ai clienti (es. retailer, operatori Ho.re.ca) dei nostri clienti (es. Granarolo, Gottardo-Tigotà, gruppo Dac, Pregis) di consultare l’offerta a loro riservata e gestire un riordino rapido alle condizioni predefinite, utilizzando un browser, uno smartphone o un tablet in qualsiasi momento, senza la presenza fisica dell’agente; applicazioni di IOT, come l’impiego della tecnologia RFID per la tracciabilità dei prodotti lungo la supply chain, l’ottimizzazione delle operazioni di negozio (es. inventario, ricezione merce), il controllo del mercato grigio (presenza di un prodotto autentico in un canale di vendita non autorizzato); servizi di supporto multilingua ai sistemi IT a migliaia di negozi in Europa e nel mondo. Parlando di omnicanalità e di software dedicati, in generale quali sono le esigenze dei retailer in ambito B2B e B2C? La tendenza ad adottare una strategia di vendita omnichannel porta sempre più le aziende a integrare tra loro i di64
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versi canali di vendita: venditori, merchandiser, punti vendita, web, e-commerce, fino alle applicazioni in mano al cliente-consumatore all’interno ed esterno del negozio. Questo comporta competenza sui processi specifici di ciascun canale/tipologia di utente e sulle tecnologie informatiche richieste e significa inoltre saper governare una massa critica di dati: da qui l’esigenza di creare un’infrastruttura software snella e flessibile che veicoli dalla periferia alla sede e viceversa un flusso di dati omogeneo. Come Aton lavorate con player della GDO, del foodservice e del fashion retail. Nello specifico di queste merceologie come cambiano le esigenze degli operatori sempre in termini di software B2B e B2C? Dotare gli operatori di negozio di dispositivi hardware (es. tablet, smartphone, digital signage) più veloci e performanti e di un software di ultima generazione per il retail management significa, per i player della GDO con i quali collaboriamo, ridurre il tempo necessario per gestire, ad esempio, le operazioni di movimentazione merci, il riordino di alcuni prodotti, l’inventario e ottimizzare lo stock a magazzino. Nell’ambito del foodservice, l’attenzione è posta sulla rapidità di gestione del dato e delle transazioni commerciali: il ciclo di vendita infatti è rapidissimo e ciò che il cliente (albergo, ristorante, bar, ecc) percepisce è la velocità di risposta, tanto che in alcune situazioni non è sufficiente garantire la consegna di prodotti alimentari freschi/beverage per il giorno dopo, ma si deve promettere la consegna nello stesso giorno dell’ordine. Nel mondo fashion è importante far vivere al consumatore un’esperienza di shopping personalizzata: in alcuni casi, il cliente si trasforma in un invitato esclusivo che viene seguito passo passo da uno shopping assistant dedicato, che comunica direttamente con il magazzino del negozio
e può dare in tempo reale informazioni relative alla disponibilità di capi, modelli, colori e taglie; in altri l’utilizzo di tecnologie IOT (es. RFID) guida il consumatore all’interno del negozio, fornisce informazioni, promozioni e sconti sui prodotti. Ciò che accomuna GDO e fashion è l’esigenza di conoscere di più i propri consumatori, non solo le abitudini di acquisto, ma anche i gusti, gli hobby, le preferenze: ed ecco che a contapersone, riconoscimento visuale, carte fedeltà si affiancano anche reti wi-fi free, applicazioni di mobile-commerce e di proximity marketing.
stimento sia in termini di precisione delle rilevazioni (+50%) sia di riduzione dei tempi di esecuzione (-30%). … e B2C? Ciò che OVS ha fatto nel flagship store in via Dante a Milano è un chiaro esempio di quella che viene chiamata digital shopping experience. Oltre ai camerini virtuali, agli assistenti alla vendita muniti di iPad, ai totem multimediali, OVS ha deciso di offrire una miglior shopping experience ai propri clienti anche grazie a un servizio di wi-fi gratuito che prevede un accesso a Internet coadiu-
OVS di via Dante, Milano Infine, può raccontarci una case history particolarmente rappresentativa in ambito B2B… Partiamo dal B2B con il Gruppo Unicomm (insegne: Emisfero, A&O, Famila, Cash&Carry, Hurrà, Mega, Central Cash). L’esigenza era quella di rinnovare i dispositivi hardware di riordino e, conseguentemente, di riorganizzare una serie di operazioni fondamentali nella gestione del punto vendita. Per rispondere a queste richieste abbiamo sviluppato una soluzione completa che consente all’utente di gestire, direttamente da device mobile di nuova generazione touch Android, diverse operazioni davanti allo scaffale quali ad esempio il riordino dei prodotti, la movimentazione di merce, l’inventario e la rilevazione dei prezzi della concorrenza. Già nei primi mesi di adozione Gruppo Unicomm ha dichiarato di avere un ritorno dell’inve-
vato da un insieme di informazioni personalizzate in base al profilo del cliente che può conoscere promozioni a lui dedicate, informazioni su nuovi prodotti, ecc. Il retailer può così raccogliere informazioni preziose per incrementare le vendite (presenza e posizione dentro e fuori lo store e misura dell’affluenza). Questi dati possono essere macroscopici (indicare un trend) o microscopici (indicare i comportamenti del singolo profilo di acquisto in cui un determinato utente viene classificato una volta che si è registrato al servizio). Tutto questo è reso possibile da un sistema software in cloud in grado di registrare l’accesso all’area wifi free in prossimità del punto vendita e della piattaforma Aton che trasforma i dati raccolti in informazioni utili e li indirizza agli utenti interessati, in base al contenuto e al grado di priorità. A.P.
r&f International Alibaba punta al brick-and-mortar Mentre in Occidente i retailer cercando di spingere sull’online per bilanciare il rallentamento dell’offline, il gigante asiatico Alibaba fa il contrario. Il colosso cinese ha stretto una partnership strategica con la conglomerata del retail Bailian Group, con l’obiettivo di esplorare le nuove opportunità del segmento brick-andmortar in Cina. In base all’accordo, le società svilupperanno nuove tecnologie, compresa l’intelligenza artificiale, la geolocalizzazione e i software di riconoscimento facciale, e usufruiranno dei rispettivi dati degli utenti con l’intento di integrare i negozi offline, la logistica, i pagamenti e aumentare l’efficienza. Il gruppo Bailian conta 4.700 punti vendita in tutta la Cina. Il deal rappresenta in un nuovo step nella strategia retail di Alibaba che recentemente ha lanciato un’offerta da 2,6 miliardi di dollari per rilevare Intime, gruppo cinese della gdo da oltre 35 tra mega store e centri commerciali.
Vodafone entra nei bagagli Samsonite Il sistema Track & Go del gruppo di valigeria Samsonite, che sarà disponibile a partire dal secondo semestre di quest’anno, grazie a un accordo con Vodafone beneficerà di una nuova tecnologia basata su batterie a lunga durata, sviluppata proprio insieme al colosso della telefonia. Questa opzione (Narrowband-IoT) permette di realizzare una nuova generazione di dispositivi telemetrici, meno invasivi e più efficienti, e si aggiungerà alla soluzione di base Track & Go, un dispositivo da inserire in valigia per tenerla monitorata. Due i principi cardine: alert di prossimità e geolocalizzazione. Il primo permette di ricevere immediatamente una notifica sullo smartphone non appena la valigia cambia posizione, mentre il secondo consente di identificare sempre la posizione dell’oggetto, anche in punti molto lontani.
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duty free world
by Kevin Rozario - London
Dubai Duty Free takes stock amid currency turmoil
Il Dubai Duty Free tra le turbolenze finanziarie The mid-December anno Currency fluctuations on a global scale have dogged the duty free and travel retail market for at least the past two years. From the collapse of the Argentine peso, Brazilian real and Russian rouble – all in early to mid-2014; to the 2016 sharp rise (then fall) of the Japanese yen, and the slide of the UK pound since last June’s Brexit referendum, currencies have been a headache for international travel retailers. The continuing fluctuations are also hampering singlemarket travel retailers such as Dubai Duty Free (DDF). It operates the main shopping offers at Dubai International (DXB) the world’s busiest international airport, and also at Al Maktoum International (DWC). Last year, the retailer posted sales of US$1.85 billion for 2016, down from $1.89bn in 2015 despite transactions rising and despite traffic at DXB going from 78m in 2015 to 83.6m in 2016, a solid rise of +7.2%. Dubai Airports which runs DXB, expects 89m passengers this year. For DDF, another fall in sales in 2017 is unthinkable after years of solid growth – and given the rising passenger numbers, usually an easy path to stronger sales. DDF’s major problem is that by mainly transacting in US dollars, which is reflected in its pricing, the buying power of Europeans who make up 24% of sales has been curtailed. Major European currencies, particularly the euro and pound sterling have weakened significantly against the dollar since mid-2014 “and that has affected our business” admitted DDF Executive Vice Chairman and CEO, Colm McLoughlin, to Bloomberg recently. DDF is therefore scrutinising its cost side and negotiating with its suppliers to improve pricing to passengers. It is also targeting a growing number of Chinese passengers to DXB who account for 3% of traffic, but 11% of departures spending (based on November 2016 data) to alleviate declines elsewhere. DDF’s predicament is one that is affecting many travel retailers. So suppliers and brand partners must prepare for much tougher negotiations with them as global economic and political instability continues to leave currencies – and travelling consumers – exposed.
Le oscillazioni monetarie su scala globale hanno perseguitato il mercato del duty free e travel retail per almeno gli ultimi due anni. Dal crollo del peso argentino, il real brasiliano e il rublo russo - tutti nella prima metà del 2014 - al forte aumento nel 2016 (poi crollato) dello yen giapponese, fino alla scivolata della sterlina inglese dopo il referendum per la Brexit dello scorso giugno, le valute sono state un bel grattacapo per i travel retailer internazionali. Le fluttuazioni continue ostacolano anche i retailer di singoli mercati come Dubai Duty Free (DDF). Essa gestisce le principali offerte commerciali al Dubai International (DXB) uno dei più trafficati aeroporti internazionali del mondo, e anche a Al Maktoum International (DWC). DDF ha registrato un fatturato di 1,85 miliardi di dollari nel 2016, in calo rispetto agli 1,89 miliardi del 2015, nonostante l’aumento delle transazioni e del traffico passato da 78 milioni nel 2015 a 83,6 milioni nel 2016, un solido aumento del + 7,2%. Lo scalo di Dubai prevede quest’anno di chiudere a 89 milioni di passeggeri. Per DDF è impensabile un altro calo delle vendite nel 2017 dopo anni di crescita solida - e dato il numero di passeggeri in aumento, dovrebbe essere facile ottenere maggiori vendite. Il problema principale di DDF è che le transazioni che avvengono principalmente in dollari, si riflettono sul prezzo, limitando il potere d’acquisto degli europei che costituisce il 24% del fatturato. Le principali valute europee, in particolare l’euro e la sterlina si sono indebolite in modo significativo rispetto al dollaro da metà 2014 “colpendo il nostro business”, ha ammesso recentemente a Bloomberg l’executive vice president e amministratore delegato di DDF, Colm McLoughlin. DDF sta quindi rivedendo i costi e rinegoziando con i propri fornitori per migliorare i prezzi ai passeggeri. Ma per contrastare il calo delle vendite sta anche puntando sul crescente flusso di passeggeri cinesi verso DXB che rappresentano il 3% del traffico, ma l’11% dello scontrino medio in uscita (sulla base di dati di novembre 2016). Ciò che sta accadendo a DDF sta interessando molti travel retailer. Quindi, fornitori e partner dei brand dovranno prepararsi a trattative serrate a fronte dell’instabilità economica e globale che continua a lasciare le valute e i consumatori esposti.
Kotka Designer Outlet SSP vola da Gatwick Village, work in progress a Dusseldorf
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dieci mesi dalla presentazione del Kotka Old Port Designer Outlet Village, con una serata organizzata presso l’Ambasciata di Finlandia a Roma, Janne Taalas, ambasciatore di Finlandia in Italia, Henry Lindelöf, sindaco di Kotka, Luca de Ambrosis Ortigara, socio fondatore di DEA Real Estate Advisor e Cameron Sawyer, promotore commerciale, hanno illustrato i dati relativi alla prima fase del progetto. Dalla riqualificazione di un’area portuale dismessa di Kotka, la cittadina del sud della Finlandia da sempre apprezzata come meta turistica, è nato il primo Designer Outlet Village del paese che, grazie al supporto di DEA Real Estate Advisor, punta a diventare meta dello shopping e dell’entertainment. Genny, Loriblu, Basile, Marville, John Ashfield, Caleffi e Sicilia’s Italian Restaurant sono i brand che vanno ad aggiungersi a Baldinini, Missoni e Luxury Zone che già hanno aderito al progetto, individuando nel Kotka Old Port Designer Outlet Village l’opportunità di approdare a nuovi mercati, fra cui quello russo e quello cinese. L’outlet, infatti, dista poco più di un’ora dall’aeroporto di Helsinki ed è raggiungibile da San Pietroburgo, percorrendo 60 chilometri a bordo dei traghetti di linea.
Zara abbassa una saracinesca in Cina
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ara chiude il suo più grande negozio in Cina, situato presso il Lesen Shopping Center di Chengdu. Lo store, aperto a fine 2011, riporta ora un cartello sulla porta principale in cui si invitano i clienti a visitare gli store Zara di Yokado e Sino-Ocean Taikoo Li, sempre nella città di Chengdu, dove la catena conta attualmente otto negozi. Lo store occupava una superficie di circa 3mila metri quadri ed era distribuito su tre piani. La chiusura del super store, notano gli analisti, è da mettere in relazione con lo sviluppo della presenza online di Zara in Cina. Ed è rappresentativa della fase di riposizionamento (e della chiusura di negozi fisici) che coinvolge l’intero spettro della moda, dal lusso accessibile alle griffe. Il marchio del gruppo Inditex, già nel 2014, aveva accelerato la seconda tappa della conquista del mercato asiatico con lo sbarco sull’etailer Tmall. «Zara ha costruito una solida presenza e-commerce in Cina – ha dichiarato alla stampa internazionale Pascal Martin, partner di OC&C Strategy Consultants a Hong Kong – e questo permette al gruppo di essere meno dipendente dagli store fisici di quanto non accada a competitor come H&M e Uniqlo». Secondo l’analista, inoltre, la crescente brand awareness di Zara nel Paese renderebbe gli stessi punti vendita fisici più slegati dalle grandi metrature e dal concetto di ‘megastore’, così da poterli trasferire in location a maggior potenziale.
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l gruppo britannico specializzato nella ristorazione del travel ha recentemente inaugurato al Gate A dell’aeroporto di Dusseldorf un ristorante Hausmann’s, creato da Patrick Ruther e lo chef Tim Malzer. Il concept offre una cucina tipica tedesca ma rivisitata in chiave più contemporanea. SSP ha siglato un accordo con lo scalo di sette anni che prevede l’apertura di altri sei locali food & beverage nel 2017 e uno nel 2019. La compagnia si aspetta da questa operazione ricavi per 112 milioni di euro. In patria, invece, il gruppo ha inaugurato al terminal sud dell’aeroporto di Gatwick uno Starbucks dove oltre ai famosi caffè e cappuccini nel bicchiere di carta, è possibile ordinare cibo da asporto o da consumare nel locale, dal nuovo menu studiato per andare incontro alle esigenze dei clienti viaggiatori. Nel rispetto della tradizione Starbucks, non mancano aree per la ricarica dei device (ora anche wireless) e il free Wi-Fi.
L’e-commerce rosicchia lo store a stelle e striscie
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a crescita del canale digitale mette a rischio il 10% degli spazi retail negli Stati Uniti. A renderlo noto è l’annual report di Pricewaterhouse Coopers (PwC), che precisa come i 92,9 milioni di metri quadri in gioco potrebbero essere dismessi o rinegoziati a prezzi inferiori. La tendenza alla cessazione di attività dei negozi fisici americani, in corso da almeno un decennio, ha registrato nel 2016 e nei primi mesi del 2017 ulteriori segnali d’allarme, dai casi di bancarotta di colossi come Aéropostale, Pacific Sunwear of California, Sports Authority, Vestis Retail Group eAmerican Apparel, oltre all’avvio di significativi processi di ristrutturazione per Macy’s e Sears. Le mutate abitudini d’acquisto a favore del canale digitale riguardano il 90% degli oltre mille consumatori interpellati da PwC, che tra i portali di e-commerce prediligono Amazon. Il 50% del campione, inoltre, avrebbe dichiarato di effettuare i propri ordini online (con un +46% di ordini via smartphone tra il 2015 e il 2016) per poi ritirarli in boutique. Tra i driver d’acquisto sul web spicca, infine, il prezzo più basso della merce.
retail&food - marzo 2017
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r&f NewsTech
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Il nuovo showroom firmato LG
G Electronics ha inaugurato il nuovo showroom dedicato a tutta l’offerta della divisione information display. Lo showroom si trova al quinto piano della sede di LG a Milano ed è stato allestito per mostrare a clienti e partner una panoramica a 360 gradi dell’offerta digital signage e commercial TV di LG basati su tecnologia LED e OLED. «L’obiettivo primario è mostrare in un unico contesto le eccellenze tecnologiche ed esclusive di LG, collocate nelle varie ambientazioni di riferimento, quali hotel, aeroporti, mondo retail e altri - commenta Sergio Ceresa, direttore della divisione Information Display B2B di LG Electronics Il nostro nuovo showroom permette di dare un’idea dell’ampio portfolio di prodotti e soluzioni, mettendo in luce l’elevato livello tecnologico e la versatilità. Questo spazio innovativo nasce con lo scopo di essere l’area di riferimento digital signage dei nostri partner commerciali, quindi a loro completa disposizione per demo, training e meeting commerciali». Lo showroom è organizzato per aree tematiche a seconda dei settori verticali di applicazione: QSR (Quick Service Restaurant), Transportation, Hospitality, Retail ed Education, mentre è riservata un’area ad hoc per i commercial display OLED.
Nasce Microsoft House: il digitale trova casa
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no spazio aperto alla collaborazione tra le persone, un luogo di confronto per aziende e cittadini sulle opportunità offerte dal digitale, un punto di riferimento per i giovani che vogliono sviluppare l’innovazione in Italia, un laboratorio per tutti dove sperimentare il futuro per la crescita economica e sociale del nostro Paese. E, come ha confermato Carlo Purassanta, amministratore delegato di Microsoft Italia, durante la conferenza di presentazione, sono attesi 200.000 visitatori, 10.000 professionisti, 4.000 studenti e 1.000 dirigenti scolastici in un anno, con l’obiettivo di mettere a loro disposizione tecnologie, competenze, momenti di formazione e occasioni di confronto sulle opportunità del digitale: questi i numeri di Microsoft House, la nuova sede di Microsoft Italia, inaugurata lo scorso 15 febbraio a Milano. Microsoft House occupa il primo edificio italiano progettato da Herzog & De Meuron, affiancandosi a quello della Fondazione Feltrinelli. Un elemento che caratterizza la nuova sede è l’inusuale proporzione tra i piani e gli spazi per i dipendenti e quelli aperti al pubblico, equamente distribuiti. Studiata nell’ottica dell’apertura, dell’inclusione e della totale integrazione con l’ambiente esterno, risulta unica nel suo genere e riflette immediatamente la rilevanza che il valore dell’open innovation ha per l’azienda.
Hikvision: telecamere a prova di esplosione Accordo tra il Consorzio SUN e Novamont
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ikvision ha rilasciato una nuova linea di telecamere IP, comprensive di modelli bullet e dome PTZ, certificate ATEX & IECEx per la resistenza in ambienti ad alto rischio. Le ultime telecamere explosion-proof di Hikvision utilizzano custodie in acciaio inox 304 e 316L che garantiscono la massima resistenza verso i rischi di corrosione ed esplosione, e sono certificate IP68 contro la possibile penetrazione di agenti dannosi quali acqua e polvere. Sono dunque ideali per applicazioni di sorveglianza in ambienti ad alto rischio, ove si impongono le massime performance video anche in presenza di materiali combustibili, come in impianti di estrazione di gas e petroli, nell’industria chimica e mineraria, in ambienti marini o altamente salini. Inoltre la nuova linea di telecamere explosion-proof incorpora la nota tecnologia DarkFighter di Hikvision, che garantisce la ripresa di immagini estremamente chiare e nitide anche in caso di luce decisamente fioca (fino a 0.005Lux in modalità colore e a 0.0005Lux in modalità bianco e nero). Ad ulteriore sostegno e garanzia di qualità video, questa gamma di telecamere supporta peraltro scan 2MP e sensori CMOS 4MP, risoluzione video full HD 1080p fino a 60 fps, triplo video stream, 3D Digital Noise Reduction e Wide Dynamic Range a 120dB.
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onsumatori sempre più attenti alla virtuosità ambientale della propria shopping experience perché sempre più sensibili sui temi dell’ecosostenibilità, contro lo spreco e la dissipazione delle risorse naturali. È maturato in questo contesto culturale e sociale l’accordo stipulato tra il consorzio SUN – Supermercati Uniti Nazionali e Novamont. In base ai termini dell’accordo tutte le aziende che fanno parte del consorzio SUN, ovvero il Gruppo Gabrielli di Ascoli, Alfi di Alessandria, Gros (Gruppo Romano Supermercati di Roma), Italmark di Brescia e Cadoro di Venezia, doteranno i propri punti vendita di buste per asporto merci realizzate in MATER-BI, la bioplastica di Novamont ottenuta grazie a tecnologie proprietarie nel campo degli amidi, delle cellulose, degli oli vegetali e delle loro combinazioni. Con caratteristiche e proprietà d’uso del tutto simili alle plastiche tradizionali, la bioplastica MATER-BI è biodegradabile e compostabile in conformità alla norma europea UNI EN 13432, il più importante riferimento tecnico per i produttori di materiali, autorità pubbliche, compostatori, certificatori e consumatori.
r&f Vetrina La spillatura è perfetta con Blade, by Heineken Heineken presenta Blade, il nuovo impianto da banco per fornire al consumatore la migliore esperienza di birra alla spina. Blade arriva dopo anni di studi tecnici e di ricerche di mercato, per rispondere alle esigenze dei punti di consumo, principalmente diurni, che per motivi di spazio non dispongono di impianti alla spina, continuando a garantire ai consumatori gli elevati standard di qualità di Heineken e una spillatura perfetta.
Coca-Cola, la scelta si arricchisce di tante novità Per gli amanti della Coca-Cola, alla bottiglietta in vetro dal gusto classico si aggiungono Coca-Cola Life con il 50% di calorie in meno; Coca-Cola Zero, dal nuovo gusto migliorato con zero zuccheri e zero calorie, e Coca-Cola Gusto Limone con zero zuccheri e zero calorie.
Ferrero porta nel banco frigo Kinder Pinguì Caramel Nel mondo delle merende fresche Kinder è arrivata una squisita novità: Kinder Pinguì Caramel, con una croccante copertura di cioccolato fondente, morbido pan di spagna lievitato naturalmente e una deliziosa farcitura al latte e crema al caramello. Kinder Pinguì Caramel si distingue per un gusto fresco e inimitabile che si scioglie in bocca, inoltre il suo pack è facilmente riconoscibile perché si tinge degli irresistibili colori del caramello.
I nuovi Brodi Granulari Knorr Senza Glutine La proposta Senza Glutine di Unilever Food Solutions si arricchisce di due prodotti: i Brodi Granulari Knorr Senza Glutine nelle varianti Manzo e Verdure. Senza glutine, senza glutammato e senza olio di palma, i Brodi Granulari Knorr Senza Glutine contribuiscono alla preparazione di ricette gustose e di qualità, andando incontro nello stesso tempo all’esigenza di un numero sempre crescente di clienti di seguire una dieta senza glutine.
Wild & Free: la nuova linea fingerfood firmata Goldplast Goldplast, azienda italiana specializzata nell’ideazione, produzione e commercializzazione di articoli per la tavola di alta qualità, inizia il 2017 lanciando sul mercato la nuova linea di prodotti per finger food Wild & Free, con un nuovo e accattivante design ispirato alle forme della natura. I prodotti sono realizzati in polistirolo (PS), tutti BPA free e riciclabili al 100%, e il materiale di qualità superiore offre la massima praticità.
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[La foto[
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Il restyling delle aiuole nel salotto buono della cittĂ targato Starbucks
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r&f La pulce nell’orecchio
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ltro che autostrada vuota, insufficienti segnali stradali, nessuna stazione di servizio. Altro che “Paga Pantalone”, ossia ancora una volta il tartassato contribuente italico. Sulla BreBeMi, la nuova autostrada Milano-Brescia che corre parallela alla A4, è stato scritto, detto di tutto e polemizzato di tutto. Tranne l’unica vera notizia: la BreBeMi non è pronta. Non è ancora finita, a quasi tre anni dall’inaugurazione. È stata aperta al pubblico un’autostrada lasciata a metà. Semplicemente, la BreBeMi non esiste. A fine luglio del 2014, un Matteo Renzi all’apice della popolarità e del potere, tagliava il nastro della A35. Grandi Fanfare: la prima opera pubblica d’Italia a costo zero per i cittadini. Nessun euro pubblico era stato speso per costruire un’indispensabile autostrada che avrebbe fatto diventare la Lombardia, ad ascoltare i molteplici laudatores, ancora più ricca e prospera; ma perché solo la Lombardia, tutto il Nord e l’Italia sarebbero risorti. Pagavano tutto i privati: la parola magica era Project Finance. Semplificando all’osso: un imprenditore privato costruisce a sue spese l’opera pubblica e lo Stato, come ricompensa, gli dà in esclusiva il diritto di proprietà per un numero imprecisato di anni. Nel caso della A35, i privati avrebbero riscosso e intascato i pedaggi: con quei soldi si sarebbero ripagati i costi e avrebbero guadagnato. Primo problema: l’autostrada è praticamente vuota. Il traffico è bassissimo (20mila veicoli al giorno contro i 60mi72
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di Simone Filippetti
BreBeMi incompiuta e ancora vuota la attesi) e già dopo pochi mesi dall’apertura, tutti i calcoli erano da rifare. Era parso subito evidente che con quei pochi pedaggi, i costruttori avrebbero perso tutti i loro soldi. Si diedero le motivazioni più disparate, peraltro vere: segnali stradali insufficienti; boicottaggio da parte dell’autostrada A4, concorrente; assenza di stazioni di servizio (quindi la gente ha paura di rimanere a secco senza poter fare rifornimento, ma l’assenza è dovuta al poco traffico, il classico gatto che si morde la coda). Ma se per caso qualcuno ha avuto la ventura di imboccarla, avrà notato che il problema vero è un altro: la strada non c’è. A Brescia, venendo da Verona lungo la A4, si trovano finalmente i cartelli che indicano lo svincolo (fino a poco tempo fa non c’erano) e s’imbocca l’agognata autostrada. Per qualche chilometro si percorre la tangenziale di Brescia, poi, all’improvviso, la strada a 4 corsie finisce e diventa una provinciale a 2 corsie, una per ogni senso di marcia, con limiti a 70 o 90 km/h. Tutto un cantiere. Si percorre una strada di campagna per 10 chilometri fino ad arrivare a una rotonda. Dove, in mezzo ai campi, inizia la BreBeMi vera e propria: autostrada a 6 corsie. Dei 60 chilometri di autostrada, quasi il 20% non è ancora finito. Manca un pezzo, anzi ne manca un bel pezzo. Prima ancora di criticare un’autostrada
inutile, nata già vecchia, bisognerebbe chiedersi come mai sia stata aperta anche se non era finita. Esponendosi così al rischio, poi diventato una certezza, di critiche inevitabili e scontate. Ma si avvicinava l’Expo e l’Italia di Renzi voleva mostrare al mondo che l’Italia era il Paese del Fare, anche se non era vero. E dunque si inaugurano opere non finite. Poi, bisognerebbe anche dire che la BreBeMi è andata purtroppo ad allungare la lista, sempre lunghissima, delle grandi opere che non servono al Paese. Quando fu pensata, più di 20 anni fa (il primo progetto risale al 1996), la Milano-Brescia era un tormento, una delle tratte più ingolfate d’Italia. Migliaia di tir intasavano la A4. L’idea di costruire un’autostrada parallela aveva senso. Peccato che l’opera sia stata terminata (ma solo a metà) due decenni più tardi. Nel frattempo la A4 è stata raddoppiata e nel frattempo l’Italia è finita in una crisi che sembra infinita e che ha fatto crollare il traffico. La BreBeMi oggi non serve: serviva 15 anni fa, o prima, quando l’Italia perdeva punti di Pil per colpa dei Tir incolonnati e per la lentezza delle strade. Aggiungerci, inoltre, lo spreco, anche questo tutto italiano, di costi che lievitano. La BreBeMi sarebbe dovuta costare 1,4 miliardi. Il conto finale è stato di 2,5 miliardi: il doppio. Come mai?
Basta prenderla una volta per capirlo. C’è uno svincolo ogni 5 km. Curioso, per una autostrada che dovrebbe solo servire a decongestionare e a collegare velocemente Milano e Brescia. Ma ogni più piccolo comune ha voluto e preteso un’uscita. Così si trovano caselli per posti improbabili come Calcio, che non è né lo Sport, né la sostanza chimica, ma la cui uscita è segnalata così tante volte manco fosse Londra o New York. Ma siccome a pagare la A35 erano i privati, le inefficienze e gli sprechi, per un volta, sarebbero stati un problema solo degli investitori e non di tutti i cittadini. Ma ecco che di fronte al flop della BreBeMi, lo Stato arriva in soccorso. Alla prima opera interamente privata d’Italia è stato concesso un sostanzioso contributo pubblico (360 milioni di euro). Addio Project Finance e addio autostrada che non costa niente ai cittadini. E dire che negli uffici della A35 si sforzano in ogni modo per attrarre traffico a qualsiasi costo. Annunciano più sconti dell’Esselunga: per esempio a Capodanno hanno promesso un risparmio di 3 euro ad auto e 7 euro a camion. Sempre a inizio anno è stato annunciato che il traffico è salito del 20% (che è niente rispetto al traguardo necessario di 60mila veicoli). La BreBeMi continua a essere ancora vuota.
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