retail&food 07-08 2017

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retail&food

TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

Anno 12 • Numero 7/8 • luglio · agosto 2017 • € 5,00 In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

COVER STORY

Autostrade: entrano le nuove insegne Da Pavesi a... Chef Express, a Novara le icone del food on the go. Autogrill serve il bis a Cantagallo

Parola di

Heinz Beck

Centri commerciali ESP

Dossier aeroporti Napoli




retail&food

TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

Anno 12 · numero 7/8 luglio · agosto 2017 Direttore responsabile Andrea Aiello Coordinamento editoriale Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it

Anno 12 • Numero 7/8 • luglio · agosto 2017 • € 5,00 In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

COVER STORY

Autostrade: subentrano le nuove insegne Da Pavesi a... Chef Express, a Novara le icone del food on the go. Autogrill serve il bis a Cantagallo

In redazione Stefano Masin - stefano.masin@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it

Parola di

Centri commerciali

Heinz Beck

ESP

Dossier aeroporti Napoli

Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Alessandro Barzaghi, Fabio Bernardini, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, David Montorsi, Roberta Motta, Marco Passoni, James Ross Impaginazione Mariella Salvi Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Pubblicità dircom@edifis.it Traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI)

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n° 7/8 giugno · luglio 2017

SOMMARIO 22

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54 R&F NEWS R&F NEWS OPENING Parola di...

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Heinz Beck: «Attimi, concept slow con caratteristiche fast» COVER STORY

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Autostrade: subentrano le nuove insegne CASE HISTORY

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Chef Express: sette format sul ponte di Novara OSSERVATORIO PREZZI

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La concorrenza sotto pensilina Lungo le autostrade italiane, la vendita di prodotti alimentari e non nei punti posizionati di fianco alle pompe di carburante genera una concorrenza sempre più agguerrita con “i vicini” della ristorazione. A fare la differenza sul prezzo finale soprattutto le royalty, sia per il food sia per l’oil Mystery in highway

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Bistrot Cantagallo: Autogrill serve il bis STAR TREK GELATERIE

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Destinazione Crema & Cioccolato BRAND ANALYSIS

Save My Bag, il poly-fabric con Lycra alla moda

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Dossier AEROPORTI

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And the winner is... Capodichino

Speciale e-commerce

Il premio come miglior aeroporto europeo nella categoria 5 - 10 milioni all’ACI Europe Award la dice lunga sullo scalo partenopeo. Servizi, ristorazione, retail, ogni tassello è al posto giusto per offrire una passenger experience di livello, ma il team Gesac non si ferma e vuole ancora di più

piattaforma di vendita

AIRPORT ANALYSIS

Il servizio alimenta la customer journey

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eBay, dalle aste al retail piattaforme software

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Negozio online, il segreto del successo Piattaforma logistica

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Salerno: retail in catena di montaggio

Con le vendite online che crescono a doppia cifra, aggiungere valore nella filiera dell’eCommerce attraverso esperienza, affidabilità e capacità di anticipare i bisogni del mercato è necessario per far crescere le aziende. È questo l’obiettivo di DHL Express, società di servizi che si rivolge dalle grandi company alle singole Partita IVA

ANALISI DI MERCATO fast fashion 44

Case history high tech

Aeroporto di Luton World Travel Retail

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LE MAPPE DEL RETAIL

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La moda accessibile sempre più forte

Qualità che milgiora, ma soprattutto prezzi sempre più competitivi fanno del fast fashion un business in continua crescita. I colossi internazionali si spartiscono il mondo, ma lo stile italiano è sempre apprezzato Dossier shopping mall taglio nastro

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Esp Ravenna fa 100

Realizzato a fronte di un investimento di 52 milioni di euro, cui si sommano 3,5 milioni per il precedente restyling della galleria “storica”, l’ampliamento di Esp Ravenna porta in dote 19mila mq di Gla e 53 nuovi negozi. L’obiettivo di IGD è di superare i 6 milioni di visitatori l’anno e di raddoppiare il fatturato del centro SCIENZE & RETAIL 52

Guidare i comportamenti con esperienze piacevoli: shopping experience e neuromarketing

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Come ti assicuro il freddo

Electrolux Professional e Generali Italia offrono al mondo della ristorazione una nuova polizza per proteggere le derrate alimentari stoccate nei frigo e nei freezer prodotti della multinazionale svedese NEWS TECH & ARREDO INTERNATIONAL VETRINA la foto la PULCE NELL’ORECCHIO

RUBRICHE STOCK OPTION

NEW MARKETS OUTLOOK

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LA RUBRICA LEGALE

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DUTY FREE WORLD

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r&f News CNCC Retailer Day: focus sul design

Un momento di dibattito per avvicinare due comparti che storicamente non si sono quasi mai parlati, il retail e il design, ma che in futuro potrebbero convergere, facendo leva sull’attrattività del made in Italy. Questo l’obiettivo del CNCC Retailer Day 2017, intitolato “Design Retail Innovation”, che si è svolto lo scorso 22 giugno a Scalo Milano. Numerosi i relatori e le sessioni di approfondimento che si sono alternati dopo le introduzioni del “padrone di casa” Carlo Maffioli, presidente Promos Group Locate District, Emanuele Orsini, presidente FederlegnoArredo, e Massimo Moretti, presidente del CNCC e head of retail di Beni Stabili SIIQ. Di particolare interesse nel momento di intervista one to one, la testimonianza di Marco Boglione, founder and chairmen Basic Net Group (Kappa, Robe di Kappa, Jesus Jeans, Superga, K-Way e Sabelt), mentre, successivamente, durante le “conversazioni”, hanno parlato Roberto Cazzaniga, project manager flagship store Interni, Claudio Feltrin, presidente e Ad Arper nonché presidente di Assarredo, Stefano Giovannoni, architetto /Qeeboo, Giulio Iacchetti, designer InternoItaliano, Federico Luti, sales manager Kartell e infine Giulia Molteni, responsabile retail, marketing & communication Gruppo Molteni. A seguire, Raffaella Pinto, con il proprio speech intitolato “The Store e-volution” e alcune case history. Al termine della giornata, immancabile il tema del food, con la sessione “La food court cresce e si racconta…”, alimentato da Roberto Bramati, presidente della Commissione Food & Food Court del CNCC e dall’architetto Andrea Boschetti, che ha presentato Scalo Milano. Proprio la cornice del nuovo complesso commerciale di Locate Triulzi si caratterizza per ospitare tutti i temi sopra citati, tra cui, primo in Italia e in Europa, un design district che affianca l’offerta fashion e food. «È il primo distretto all’interno di uno spazio retail che propone un’offerta di altissimo livello nel settore dell’arredamento made in Italy con 22 monomarca tra i più noti brand del design, tra cui B&B, Cassina, Frau, Calligaris, Fendi Home, Vitra e Kartell, racchiusi in un vero e proprio hub», ha spiegato Filippo Maffioli, presidente della Commissione factory outlet del CNCC nonché ceo di Promos Group.

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Aeronautica Militare vola per il mondo

A

eronautica Militare, che fa capo all’azienda Cristiano di Thiene S.p.A., licenziataria unica del marchio, ha avviato nel 2017 un’intensa

attività di sviluppo retail all’estero, in particolare in Est Europa, Medio Oriente ed Estremo Oriente, aree verso le quali l’export ha segnato un +20% nell’ultimo esercizio. Lo scorso maggio il brand ha inaugurato un corner presso il centro commerciale Evropeisky di Mosca, mentre a luglio è prevista l’apertura di un negozio monomarca di circa 120 metri quadrati a Krasnoiarsk, sempre in Russia. Per quanto riguarda l’Estremo Oriente, Aeronautica Militare ha recentemente aperto un monomarca di 160 metri quadrati presso Takashimaya a Shanghai; è inoltre in programma per settembre l’inaugurazione di un corner a Seoul nel department store Lotte. Sempre a settembre è prevista l’apertura di un nuovo spazio presso il City Walk di Dubai; il marchio è inoltre in lista d’attesa per un opening nel celebre Mall of Dubai per la primavera/estate 2018. Sul fronte europeo, il brand ha in programma per il prossimo autunno/inverno l’inaugurazione di due nuovi spazi a Berlino e a Francoforte e rafforzerà la propria presenza in Spagna, portando a 10 entro il 2017 gli attuali 8 punti vendita presenti presso i centri El Corte Inglés. Importante anche la presenza in Sudafrica, dove Aeronautica Militare conta 8 store: 3 monobrand a Johannesburg, uno a Durban inaugurato a dicembre 2016, e 4 corner a Pretoria, Cape Town e Johannesburg.

Stock option

BUY

H&M

H&M sbaraglia anche gli analisti e archivia il primo semestre con 98,4 miliardi di corone svedesi di ricavi (circa 13,2 miliardi di euro), in aumento dell’8,6% rispetto all’anno precedente. L’utile operativo si è attestato a 108 miliardi (circa 1,5 miliardi di euro). I profitti del periodo hanno registrato un aumento del 5,7% (circa 1,1 miliardi di euro). Piquadro

Piquadro ha chiuso l’esercizio 2016/2017 registrando un fatturato consolidato di 75,91 milioni di euro, in crescita del 9,5% sull’anno precedente, mentre l‘utile netto, in calo del 12,2%, si è attestato a quota 3,4 milioni. A contribuire, il consolidamento di The Bridge acquisito lo scorso anno. Moda uomo

La moda uomo italiana chiude il primo trimestre del 2017 registrando una crescita tra il 4-5%, superiore alla media del settore, dopo un 2016 oltre i 9 miliardi di euro di fatturato (+1,2%). I dati, trasmessi dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, indicano un export superiore al 5 per cento.

NEUTRAL

Baldinini

Torna all’asta il 60% del capitale dell’azienda di calzature Baldinini di San Mauro Pascoli (Fo) che fa parte delle attività di Antichi Pellettieri, dal 2014 in liquidazione e concordato preventivo. La base per la vendita scende a 24,05 milioni di euro, dai precedenti 28,05 milioni. La prima asta nel giugno 2016 è andata deserta. Centergross

Il Centergross ha chiuso il 2016 a 5 miliardi di euro di fatturato aggregato, stabile sull’anno precedente. Il polo bolognese per il pronto moda ha inoltre incrementato gli spazi occupati e ha visto crescere le aziende che sono arrivate a 700, grazie a 33 nuovi ingressi nel 2016, a fronte di 15 uscite. Calzature

Nel primo trimestre, l’industria calzaturiera italiana mostra segnali di recupero, ma la ripresa non c’è ancora. Questo quanto è emerso ieri dall’assemblea annuale dei calzaturieri alla Liuc di Castellanza: nel periodo tra gennaio e marzo, l’export è cresciuto sia in valore (+5%) che in quantità (+2%), dopo un 2016 che si è però chiuso in un clima incerto.

SELL

Macy’s

Macy’s potrebbe chiudere l’anno con margini lordi più bassi di 60-80 punti base rispetto ai livelli di febbraio 2016. A dichiararlo è stato il chief financial officer del gruppo, Karen Hoguet, il cui warning ha portato le azioni del department store americano a perdere il 7,7% a Wall Street, contribuendo alla peggior performance di Borsa degli ultimi 5 anni. Michael Kors

Bilancio annuale in calo (-34%) per Michael Kors che ha annunciato un piano di chiusure (100-125 store su circa 830), e di innovazione del prodotto. Nei dodici mesi al primo aprile scorso, il gruppo americano ha registrato ricavi per 4,49 miliardi di euro in calo rispetto ai 4,71 dell’esercizio precedente, e utili in picchiata da 837,7 a 551,5 milioni di euro. Debenhams

La crisi dei retailer internazionali si acuisce anche nel Regno Unito. Debenhams, insegna inglese della grande distribuzione, ha infatti annunciato come i profitti pre-tasse nell’intero esercizio potrebbero attestarsi “verso la parte bassa” della forchetta prevista.


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r&f News

Lagardère inaugura a Palermo PUnta Raisi

È

stata inaugurata mercoledì 28 giugno la nuova area duty free (Aelia) e retail (Relay) del gruppo Lagardére all’aeroporto di Palermo Falcone Borsellino. La sala commerciale, a cui si accede una volta passati i controlli di sicurezza, misura 900 metri quadrati (600 in più rispetto al vecchio duty free) ed è stata realizzata in poco meno di tre mesi, da aprile a giugno. L’area sorge negli spazi prima riservati agli uffici direzionali della Gesap, adesso dedicati ai passeggeri. Come è stato per la nuova hall arrivi, anche per il nuovo duty free/Retail sono stati impiegati materiali e componenti tecnici innovativi. Il pavimento del camminamento, che si snoda lungo tutta la sala, è in grès porcellanato con inserti in pietra lavica dipinti a mano, mentre il pavimento dell’area vendita è un misto tra grès ceramico effetto legno, effetto marmo, tappeto decorativo. Per illuminare l’area sono stati necessari 206 proiettori a Led e 25 corpi illuminanti di forma circolare a Led. Nel duty free Aelia (723 metri quadrati) ci sono 100 metri lineari di Backwall e 90 espositori centrali, 40 metri di Backwall e nove espositori centrali nella zona Relay (190 metri quadrati). L’accesso all’area commerciale può avvenire da tre portali: subito dopo i controlli dai nuovi varchi di sicurezza e attraverso i due ingressi dall’area imbarchi. All’interno del duty free Aelia è stato dato ampio spazio ai prodotti siciliani: dal cioccolato di Modica alle creme e marmellate agli agrumi di Sicilia. E ancora, pistacchi di Bronte, pomodori secchi, pasta secca, conserve. Dolce e salato la fanno da padrona: dalle classiche paste di mandorle ai salami dei Nebrodi e formaggio ragusano. Tutti prodotti DOP. Per non parlare della vasta scelta di vini e oli siciliani. Nell’area retail Relay si trovano libri, giocattoli, cancelleria, bevande e snacks.

NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING

www.strabranding.com

IL TURISMO EXTRA UE A VENEZIA

L

a Venezia si conferma meta dei viaggi dei turisti internazionali. Negli ultimi 10 anni, il settore del Tax Free Shopping in Italia ha evidenziato una costante crescita e il capoluogo veneto, con i suoi 25 milioni di visitatori all’anno, ha giocato un ruolo primario in tale contesto (quarta città italiana dello shopping dopo Milano, Roma e Firenze). Questo è quanto emerso durante il convegno “Il turismo extra Ue a Venezia”, organizzato da Global Blue a maggio, che ha evidenziato un buon inizio d’anno per le vendite Tax Free in Italia, tornate ad avere il segno positivo. Nei primi quattro mesi del 2017, infatti, lo Shopping Tax Free nel

Fig.1: Flussi turistici a Venezia per paese di provenienza 2006-2016

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nostro Paese ha fatto registrare un +11% rispetto al medesimo periodo del 2016. In particolare, per Venezia, le analisi presentate da Global Blue hanno evidenziato i seguenti interessanti trend: a) Oltre il 50% è rappresentato da turisti extra Ue: la metà dei turisti che hanno visitato Venezia nel 2016 proveniva da paesi extra Ue. I flussi dei visitatori extra europei sono infatti cresciuti, negli ultimi dieci anni, mediamente il doppio di quelli italiani ed europei. Nel confronto tra il 2006 e il 2016 la quota degli italiani è diminuita (dal

16,2% al 14%) così come quella dei visitatori provenienti dall’Unione Europea (dal 38,1% al 35,1%) mentre è in rapido aumento la quota dei turisti di paesi che non fanno parte della Ue (dal 45,7% al 50,9%), Fig.1; b) Flussi extra Ue: si confermano gli USA, crescono i coreani e i russi. Nel 2016 sono arrivati dagli Usa il 13,7% dei turisti, al secondo posto la Cina (4,2%) e al terzo posto cresce la presenza della Corea del Sud (3,4%) che scalza il Giappone dal podio. Infine, la Russia che, in base ai dati degli ultimi mesi del 2016 e alle previsioni sul 2017, sembra invertire la rotta negativa degli ultimi anni su cui aveva pesato la componente politica ed economica; c) Capacità di spesa dei turisti extra Ue: nel 2016, circa 1,2 miliardi di euro è stata la spesa di questa categoria di viaggiatori, in aumento del 17,2% rispetto all’anno precedente. Però va detto che l’identikit del turista amante dello shopping è cambiato molto negli ultimi anni in termini di provenienza geografica: nel 2006 al primo posto nella classifica degli spendaccioni c’erano gli americani, seguiti dai giapponesi e dai russi. Ma dal 2012 al primo posto sono balzati i cinesi (rappresentano il 34% del settore Tax Free in Veneto), al secondo posto ci sono gli americani, ora incalzati dai taiwanesi e a seguire i russi. Proprio i taiwanesi rappresentano una grossa sorpresa grazie all’effetto dei matrimoni molto gettonati in una città come Venezia.

Luca Esposito



r&f News Chiara Ravara cresce in Ryanair

Ryanair ha annunciato la nomina come Senior Sales & Marketing Manager di Chiara Ravara, che in precedenza ricopriva il ruolo di Sales and Marketing Manager per i mercati di Grecia e Mediterraneo orientale. Chiara è entrata a far parte del team Ryanair nel 2014, dopo un’esperienza presso Aviareps in Italia e supervisionerà ora le attività di Sales & Marketing di Ryanair in 34 Paesi in Europa e Nord Africa. Matthias Wenk, Marketing Operations Director di Ryanair, ha dichiarato: «Siamo lieti di nominare Chiara Ravara come nostra nuova Senior Sales & Marketing Manager, che contribuirà a questo ruolo con la sua considerevole esperienza e conoscenza del settore. Chiara guiderà il team Sales & Marketing nel corso del quarto anno del nostro programma “Always Getting Better”, mentre continuiamo a incrementare traffico passeggeri, rotte e turismo in tutta Europa, con oltre 130 milioni di persone che quest’anno hanno scelto di volare con Ryanair».

Neox, l’e-bike vicentina

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a qualche anno Neox ha fatto irruzione nel mondo delle bici elettriche, proponendo un nuovo concept di e-bike. Quattro brevetti internazionali alle spalle e una tecnologia unica al mondo che hanno permesso di produrre un telaio nel quale non compaiono nè catena, nè pignoni del cambio. Una bici dal design pulitissimo, che un anno fa si è persino aggiudicata L’Eurobike Innovation Award, il premio più importante del settore. Oggi, dopo il negozio svizzero di Schafhausen - nei pressi di Zurigo – sulle Rheinfalls, apre il primo store diretto in Italia, a Vicenza, in Piazza delle Biade 7, nel pieno centro storico di fronte a Piazza dei Signori. Una boutique monomarca, che permette di conoscere e apprezzare i 7 modelli prodotti attualmente. Ce n’è per tutti i gusti, dalla bici da città a quella da turismo, da quella da corsa su strada all’e-bike per i fondi più impervi.

Ferrari Spazio bollicine premiato al FAB Pianoforte Holding nella ristorazione

La Pianoforte Holding propone a Milano il primo progetto di caffetteria e ristorazione a marchio Yamamay. L’annuncio, nero su bianco, viene pubblicato su l’Economia del Corriere nel quale il co-amministratore delegato di Inticom (Yamamay) e Kuvera (Carpisa), Gianluigi Cimmino afferma: «Stiamo lavorando al piano per aprire il primo YamaCaffè all’interno di un nuovo negozio Yamamay che inaugureremo in Cordusio. Nello stesso blocco di edifici che ospiterà anche Uniqlo, di fronte a Starbucks, apriremo mille metri quadri di negozio dove trovare oltre all’intimo classico di Yamamay anche il primo caffè del brand. E anche il primo ristorante». Il food non sarà l’unica novità nel nuovo negozio Yamamay all’interno del quale troverà spazio anche l’arredo per la casa, un settore verso cui l’azienda guarda con interesse. Nel frattempo, è in preparazione lo sbarco in Cina dell’e-commerce, canale che in Oriente può fare grandi numeri.

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i è conclusa a Toronto la sesta edizione del FAB, Airport Food and Beverage Conference & Awards organizzata da The Moodie Davitt Report e The Foodie Report. L’evento punta a premiare i migliori e più innovativi concept food & beverage inseriti nel travel retail. In questo contesto, tra le varie categorie in gara, il Ferrari Spazio Bollicine di Milano Malpensa è stato premiato come Airport Wine Bar of the Year. Un risultato che premia la partnership tra la famiglia Lunelli proprietaria dell’azienda vitivinicola Ferrari Spumanti e MyChef che ha creduto nel progetto quattro anni fa. Un concept di assoluto successo, replicato anche a Milano Linate, che propone spumanti abbinati a menu freddi curati dallo chef Alfio Ghezzi.



r&f News La Rubrica legale

A cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano

Intelligenza giuridica artificiale: fine dei legali? Ci spazzerà via tutti

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Legali insostituibili

i fa un gran parlare di questi tempi di intelligenza artificiale applicata al mondo dei servizi legali. Sono in fase di perfezionamento sistemi che saranno in grado di rispondere a una miriade di quesiti giuridici. Le aziende potranno perciò rivolgere ai computer i propri crucci e ottenere in pochi secondi una chiara risposta, con evidente risparmio di tempi e di costi (e forse persino, diciamolo sottovoce, di quell’odioso gergo legalese!). Inutile aggiungere che ciò varrà anche per i testi contrattuali: basterà inserire gli economics di un deal (si pensi a una semplice locazione) e si otterrà un contratto completo e pronto all’uso. Riesce difficile comprendere come non ci si sia arrivati già prima d’ora, del resto il fatto che ci siamo quasi è provato anche da applicazioni in altri campi. Si pensi alla medicina, dove è accertato che un computer potrà a brevissimo, attingendo a una casistica sterminata grazie alla facile accessibilità ai big data, fornire una diagnostica molto più accurata di quella che potrebbe approntare il miglior medico, e bell’e pronta per essere applicata al paziente. Sul mercato vengono lanciati tutti i mesi nuovi software, che per il momento vengono utilizzati perlopiù proprio dai legali, con applicazioni solo a lavori giuridici piuttosto ripetitivi, ma che presto saranno di uso comune e non necessiteranno della mediazione di chi abbia una laurea in giurisprudenza e l’abilitazione a una professione. E dunque i legali hanno i mesi se non i giorni contati, e faranno meglio a trovarsi qualcos’altro da fare, perché la strada è irreversibile. Il risparmio sarà tale che, pur concedendo che ciò che è partorito da un cervello elettronico (come si chiamava un tempo) possa essere perfettibile, costerà sempre meno “aggiustare” un contratto o un parere imperfetto che incaricare un legale, che quindi sarà “buono” solo per l’assistenza in tribunale (finchè non potremo rivolgerci a un giudice artificiale, a quel punto si vedrà!).

L’

intelligenza artificiale applicata ai servizi legali non è né più né meno di ciò che sono state le banche dati prima e i servizi telematici poi per il mondo dei legali. Alla fine degli anni ‘80 infatti alle raccolte dei casi cartacee (i libroni che fanno bella mostra di sé negli studi legali, colmi di saggezza giuridica, sotto forma di leggi, sentenze, commenti e catalogazioni ragionate) si sono aggiunte le raccolte su CD, prima e su DVD, poi. Nessuno allora ipotizzò che tali strumenti potessero sostituire il legale, ma era chiaro che essi avrebbero supportato il legale nella ricerca dei precedenti giurisprudenziali o dei testi di legge applicabili, non potendo far nulla autonomamente. È ben vero che adesso ciò che l’intelligenza artificiale si propone di raggiungere è ancora più ambizioso rispetto alla mera banca dati: oggi si ipotizza infatti di rivolgere una domanda al computer e di ottenere risposta a quesiti specifici. Ma è improbabile che le cose vadano proprio così. In primis è chiaro che questo tipo di tecnologie non travolgeranno questa professione, ma la supporteranno, proprio come fu per le raccolte di cui sopra. L’automazione troverà facile applicazione in certe aree del diritto e per certi impieghi all’interno di tali aree, e non in altre. Pertanto solo i lavori legali più ripetitivi (si pensi alle due diligence in certe acquisizioni, a contratti seriali ed anche a ricerche giurisprudenziali standardizzate) saranno, in linea con i tempi, lasciati a un computer, come è giusto che sia. Ma non si verificherà ciò che è tanto sbandierato oggi: la fine dei legali. Non sarà così per il legale d’impresa, funzione necessaria e cruciale all’interno dell’azienda, che spesso va ben al di là del mero consiglio giuridico perché conosce perfettamente tutte le altre funzioni, dialogando con esse meglio di qualunque altra, con una capacità di mediazione e di sintesi che nessuna macchina potrà sostituire. Non sarà così per i buoni avvocati, i quali, quando chiamati a svolgere le proprie funzioni correttamente, guardano sempre oltre il semplice dato giuridico, per giungere a tracciare assieme al cliente una strategia, fatta di tempistiche di azione, tecniche di negoziazione, ovvero strategia processuale, che nessuna macchina potrà mai replicare. Con buona pace degli allarmisti dell’intelligenza artificiale.

Avv. Alessandro Barzaghi

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www.quantumretail.it

che la ricetta vincente per costruire un’Impresa di successo sia la capacità di fondere grandi competenze organizzative e gestionali a partnership con Aziende estremamente affermate nell’ambito del Retail. Nel ruolo di Amministratore Delegato, Alessandro Cappelleri traccia il futuro di Quantum Retail, partendo dai risultati dei primi 10 anni che la vedono presente con i propri punti vendita su tutto il territorio italiano e focalizzata alla crescita costante nonché allo sviluppo di nuovi progetti e opportunità. Qual è la Vision di Quantum Retail? Il mondo del Retail è sempre più rivolto a Brand molto riconoscibili e con un elevato livello di specializzazione. Il consumatore è molto più esigente ed è alla continua ricerca di marchi che trasmettano fiducia. In questo contesto di necessaria e forte riqualificazione, siamo convinti che i Must di un mercato molto evoluto e altrettanto competitivo siano: valori del Brand chiaramente riconoscibili; forte

Lato Franchisor, quale valore aggiunto può offrire un’Azienda con il vostro expertise? Negli anni abbiamo creato una struttura di Sede che ha sviluppato importanti competenze in Amministrazione, Controllo di Gestione, Marketing Operativo, Selezione, Formazione e Gestione delle Risorse. Abbiamo cercato di introdurre procedure e strumenti che ci permettessero di migliorare le nostre performance e di replicare in maniera costante un modello di Business vincente. Ad oggi possiamo contare su 13 Collaboratori di sede, 1 Retail Manager e 4 Supervisori operativi sulla rete. Con la recente apertura ad Adigeo del 12° negozio Piquadro e parallelamente l’acquisizione del 27° punto vendita L’Erbolario avete raggiunto il traguardo dei 50 negozi. Quali sono i vostri obiettivi nel breve e nel medio termine? Riteniamo di poter cogliere ancora molte delle importanti Opportunità che il mercato offre, affiancando i nostri Partners nel continuo sviluppo della rete commerciale. L’obiettivo è raggiungere i 75 punti vendita entro il 2019… Ma non ci poniamo limiti! Oltre ad essere eclettici nel relazionarvi alle insegne, dovete anche rivolgervi a un consumatore di volta in volta differente. Quali sono i vostri valori nei confronti della clientela e come li declinate in virtù delle specifiche esigenze? Non pensiamo che il consumatore sia div erso di volta in volta; piuttosto sono i suoi bisogni a cambiare continuamente. Oggi la nostra sfida è quella di continuare a fare tutto ciò che abbiamo fatto sino ad ora, in un mercato più evoluto, veloce e mutevole rispetto al passato. L’obiettivo rimane sempre lo stesso: cercare di far vivere la miglior Esperienza di acquisto possibile

Nel vostro business quali sono gli elementi in comune e quali invece gli aspetti divergenti nel relazionarvi e sviluppare negozi con Brand del calibro di L’Erbolario, Piquadro, Nau! e Pandora? Pensiamo che molte cose ci accumunano ai Brand dei quali siamo Partners. Per quanto riguarda la Gestione dei punti vendita, infatti, i nostri obiettivi sono i medesimi per ogni Marchio: attraverso la continua ricerca dell’Eccellenza, il nostro impegno è far vivere a tutti i Clienti che ogni giorno ci scelgono “la Miglior esperienza di acquisto possibile”. I processi di selezione e di sviluppo delle Risorse e i principi che stanno alla base della loro formazione sono comuni a ognuna delle nostre Insegne. Rimane ovviamente una parte di Know-how che è specifica di ogni prodotto ed è in questa fase che diventa molto importante la sinergia con dei Partners forti che collaborino attivamente a questi aspetti della formazione.

Il Franchising è un settore che ha conosciuto una forte crescita, dimostrandosi resiliente alla lunga crisi economica, che tuttavia ha colpito anche il mondo del Retail. Quali strategie avete attuato per continuare a crescere? Proprio per quanto sino a qui detto, pensiamo che il nostro impegno debba essere orientato a un continuo progresso e alla ricerca del miglior risultato possibile: una struttura sempre adeguata alle esigenze della rete e al supporto dei punti vendita; strumenti all’avanguardia per un’efficienza sempre maggiore; investimenti continui nella formazione e nello sviluppo dei nostri Collaboratori. I nostri Partners, L’Erbolario, Piquadro, Nau! e Pandora, ci hanno dimostrato e ci dimostrano ogni giorno grande fiducia nell’affidarci quanto di più Importante per loro: il loro Brand! Quantum Retail è orgogliosa della stima accordata e dimostra la propria gratitudine impegnandosi al meglio, ogni giorno, nella gestione di ogni singolo punto vendita.

E QUANTUM RETAIL!

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uantum Retail nasce nel 2006 con la Mission di diventare Leader nella gestione e nello sviluppo di reti commerciali in Franchising per marchi di rilievo Nazionale e Internazionale, muovendo dalla convinzione

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r&f News Svicom avvia la commercializzazione di Vanchiglia

Sorgerà nel centro di Torino il futuro shopping centre Vanchiglia, rispetto al quale l’attività di commercializzazione è stata affidata a Svicom. Il mall sarà realizzato tra via Regaldi e Corso Novara, a pochi minuti dalle principali piazze della città, in un quartiere residenzialecommerciale attualmente oggetto di un importante progetto di riqualificazione, che prevede anche la nascita di una fermata della linea metropolitana M2, proprio a pochi passi dal centro commerciale. Il progetto, la cui apertura è prevista nel 2019, presenta una Gla di circa 25mila mq, si sviluppa su due livelli nei quali troveranno posto un ipermercato da 6mila mq, circa 60 negozi, tra shopping e servizi, medie superfici interne ed esterne, una palestra e un’offerta di ristorazione che includerà una food court e 11 ristoranti. La location di Vanchiglia vanta un bacino d’utenza molto ampio: oltre 314mila persone nei primi 10 minuti, che triplicano nei 20 minuti sino a superare il milione e 126mila unità nei 25 minuti. Complessivamente i posti auto saranno circa 1.150.

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Inaugurato l’ampliamento al Marco Polo

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l nuovo ampliamento del Terminal passeggeri dell’Aeroporto Marco Polo di Venezia è stato inaugurato nel corso di una cerimonia ufficiale, alla presenza del presidente di SAVE, Enrico Marchi, del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, dell’assessore alle infrastrutture e trasporti della Regione Veneto, Elisa De Berti e del presidente di ENAC, Vito Riggio. A poco più di sette mesi dall’inaugurazione della nuova darsena e del moving walkway avvenuta lo scorso 7 novembre, come annunciato in quell’occasione, SAVE ha presentato la nuova opera, primo importante ampliamento del terminal passeggeri del Marco Polo, che attraverso spazi ampi e confortevoli e soluzioni architettoniche eleganti e razionali va ad accrescere il livello dei servizi ai passeggeri. La nuova struttura si sviluppa sul lato landside dell’aerostazione, in aderenza con le aree arrivi (piano terra) e partenze (primo piano) preesistenti, per complessivi 11.500 mq aggiuntivi, che portano la superficie totale del terminal a 78.800 metri quadri. Il primo piano è caratterizzato da una grande galleria vetrata destinata ad accogliere i passeggeri con funzione di atrio commerciale e zona di orientamento prima dell’ingresso nell’area dei check-in. La galleria ha una lunghezza massima di 278 metri, una larghezza di 18 metri ed un’altezza di 18 m dal piano campagna. I due lati della galleria, simili a delle “ali” vetrate, ospitano sale d’attesa e zone per il ristoro, con maggiori spazi e servizi per i passeggeri. Il progetto dell’opera è di SAVE Engineering, controllata di SAVE, con la consulenza alla progettazione architettonica, strutturale e impiantistica di One Works, tra i principali Da sinistra: studi di architettura italiani con profilo internaElisa De Berti, Graziano Delrio, zionale e leader nel settore dell’architettura per Luigi Brugnaro, Enrico Marchi, le infrastrutture del trasporto. Il costo complesVito Riggio sivo dell’opera è stato di 68,6 milioni di euro.



r&f News Eduardo Ceballos nuovo country head Italia di NEINVER

Dopo un lungo percorso in azienda iniziato nel 1997 con l’incarico di Direttore Tecnico, Eduardo Ceballos è stato nominato Country Head Italia di NEINVER, azienda specializzata nel settore dello sviluppo, degli investimenti, delle gestioni immobiliari, di fondi e secondo operatore nel settore degli outlet centre in Europa. Laureato in ingegneria industriale e specializzato in general management alla IESE Business School, Ceballos ha occupato in NEINVER diversi ruoli, che lo hanno visto a capo di progetti di sviluppo in molteplici settori tra cui il commerciale e industriale. Viene nominato Country Head di NEINVER in Spagna nel gennaio 2009, ruolo che attualmente ricopre assieme a quello di Asset Management Director per il Sud Europa.

A Tikehau Capital la proprietà di Area12

Dopo l’acquisizione dello shopping centre I Petali, adiacente al Mapei Stadium di Reggio Emilia, gli investimenti italiani di Tikehau Capital continuano con il centro commerciale Area12 di Torino, architettonicamente integrato con lo Juventus Stadium, che presto prenderà il nome di Allianz Stadium. L’operazione da 65 milioni di euro riguarda la shopping gallery di proprietà della San Sisto S.r.L., che vede Nordiconad socio di maggioranza, e CMB e Unieco quali altri soci; mentre Nordiconad mantiene la proprietà dell’ipermercato e collaborerà con Tikehau Capital per il continuo sviluppo del mall. Tikehau Capital, il cui portafoglio immobiliare ha raggiunto 1,8 miliardi di euro sugli oltre 10 miliardi di euro complessivi, ha agito come Lead Investor, con il coinvolgimento di primari investitori istituzionali italiani e internazionali, ed è stata assistita da JLL. Guardando invece alle caratteristiche di Area 12, inaugurato nel 2011 e gestito da CBRE, si sviluppa su una superficie di oltre 30.000 mq dove sono dislocati una sessantina di negozi, tra cui primari brand nazionali e internazionali, oltre a un ipermercato Conad e a un’area ristorazione, con una media annuale di 4,5 milioni di visitatori.

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Accordo Esselunga - Satispay per il mobile payment

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tilizzare lo smartphone per pagare la spesa alimentare diventerà presto, anzi prestissimo, una prassi comune. In virtù dell’accordo stipulato tra Esselunga e la piattaforma di pagamento Satispay, lo smartphone di qualsiasi marca e sistema operativo sarà in grado di dialogare direttamente con la cassa e i terminali per il self-service. Il servizio è già attivo nel punto vendita di Segrate (MI) e di Milano in via Losanna, mentre entro la fine dell’estate sarà esteso a tutti i 154 superstore e supermarket dell’Insegna. Tecnicamente, Satispay ha integrato il proprio sistema direttamente nelle casse di Esselunga e ciò consente la gestione del pagamento con semplicità e precisione sia per gli operatori in cassa sia per i clienti. Quest’ultimi, infatti, potranno pagare alla cassa e/o alle postazioni di self-service attraverso l’app Satispay installata sul proprio device selezionando il punto vendita in cui si trovano, digitando l’importo del conto e, con un singolo tocco, inviando il pagamento che sarà automaticamente riconosciuto dalla cassa in cui si trova il cliente e accettato. «Questo è per noi un ulteriore importante passo nella concretizzazione di una strategia: creare la prima soluzione di pagamento elettronico adatta a tutte le tipologie di esercenti, dal piccolo caffè a conduzione familiare alla grande azienda leader, come Esselunga – ha commentato Alberto Dalmasso, co-founder e CEO di Satispay – Oggi sono oltre 270.000 i download dell’App, 135.000 gli utenti privati attivi e abbiamo oltre 16.000 esercenti aderenti al nostro circuito, in aumento di 70 nuovi al giorno».

CIR food a quota 560 milioni di ricavi nel 2016

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n utile netto di 15,7 milioni di euro, a fronte di ricavi per 560 milioni: questi i dati del bilancio 2016 di Gruppo CIR food, che ha visto un sostanziale consolidamento dei risultati rispetto al 2015, anno caratterizzato dal successo di Expo e dai 4 milioni di visitatori serviti in locali di nuova concezione, ideati appositamente per l’evento. «L’esperienza positiva di Milano ha contribuito a dare un nuovo slancio a CIR Food - ha dichiarato Chiara Nasi, riconfermata nel ruolo di presidente durante l’ultimo consiglio di amministrazione - che negli ultimi due anni ha incrementato gli investimenti nel segmento commerciale, dando vita ai nuovi format di ristorazione Chiccotosto, Let’s Toast, Aromatica, Viavai e l’ultimo nato Tracce (al debutto il 22 giugno nel centro commerciale La Rotonda di Modena, ndr). Nel corso del 2016 abbiamo aperto 10 locali nelle aree con importanti flussi, centri commerciali, stazioni e ospedali, continuando a presidiare la qualità dei servizi di ristorazione pubblica, che ci vede leader in Italia nel segmento scuole e socio-sanitario. Risultati importanti sostenuti anche da un piano di investimenti di 21 milioni di euro per una crescita che si prefigge l’obiettivo di raggiungere gli 800 milioni di euro di ricavi nel 2020». Per scuole, ospedali, aziende e più in generale per chi mangia fuori casa (39 milioni di italiani/anno 2016, fonte Fipe 2017) CIR food ha prodotto nel 2016 84 milioni di pasti (+2,4%). Dalla ristorazione collettiva proviene il 73,6% dei ricavi 2016, dalla commerciale il 12,4% e dal segmento buoni pasto il restante 14 per cento.


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r&f News Stefano Goglio nuovo DG per l’Italia di Nespresso

Dal primo di giugno, Stefano Goglio ha assunto il ruolo di Direttore Generale per l’Italia di Nespresso. Come ha annunciato la stessa società specializzata nel settore del caffè porzionato, Stefano Goglio succede a Fabio degli Esposti che andrà a ricoprire una posizione di prestigio a livello internazionale nel Gruppo Nestlè come Marketing Group Director Zona Emea presso Purina a Losanna, una divisione considerata strategica per il Gruppo. Nella sua nuova carica, Goglio è responsabile della direzione strategica del brand, guidandone lo sviluppo e la crescita in Italia, che continua a rappresentare uno dei più dinamici e interessanti mercati a livello internazionale. A riconferma, di pochi mesi fa le aperture di Nespresso nel centro commerciale Adigeo di Verona e nel mall di RomaEst.

I Gigli: per i 20 anni arrivano Primark e Mercato Centrale

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Gigli si appresta a rafforzare la propria offerta con nuovi opening di spicco. Il 2 giugno nello shopping centre di Campi Bisenzio (FI) ha aperto al pubblico il primo Primark nel Centro Italia, che su un unico livello occuperà una superficie di circa 5mila mq dove lavorano 400 persone; mentre a fine giugno è stata la volta del primo Mercato Centrale in un centro commerciale e il terzo in assoluto (dopo Firenze e Roma Termini), che si estende su una superficie di circa 2mila metri quadrati. La doppia operazione portata avanti dalla proprietà, Eurocommercial Properties, e dalla società di commercializzazione, Larry Smith, si inserisce in un più ampio progetto di rinnovo di I Gigli sia per quanto riguarda l’offerta commerciale sia la galleria. In particolare il ridimensionamento dell’ipermercato Pam Panorama e lo spostamento di alcune insegne, tra cui Piazza Italia e PittaRosso, hanno permesso l’ingresso di nuovi marchi e la realizzazione del nuovo Zara, anch’esso protagonista di un cambio di location nel mall.

ERRATA CORRIGE Nel servizio “Protagonisti del foodservice”, pubblicato sul numero di giugno di r&f, alla pagina 23 sono state invertite le didascalie tra il riquadro con la premiazione di Rosso Intenso e quello con i vincitori di ham holy burger. Ci scusiamo con i lettori.

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r&f News opening illy in Monte Napoleone

Illy Caffè ha inaugurato ufficialmente il suo gourmet all-day-dining presentando la proposta food del nuovo flagship store milanese in via Monte Napoleone. Un locale aperto tutti i giorni con un’offerta gourmet studiata per accompagnare la clientela in ogni momento della giornata: dalle prime ore del mattino con la piccola pasticceria, fino a sera con una cucina elegante e sofisticata senza dimenticare il lunch time e aperitivo pomeridiano con piatti leggeri e gustosi. Il menù, studiato per soddisfare i palati più esigenti, si rivolge anche alla clientela vegana e prevede per alcuni piatti le versioni gluten free. «Ispirato all’heritage dell’autentico bar italiano, luogo sociale per eccellenza, le cui radici affondano nell’Illuminismo e nel caffè letterario - commenta Massimiliano Pogliani, AD di illycaffè - questo nuovo flagship milanese aspira a diventare un punto di riferimento per il ‘global nomad’ alla ricerca della vera esperienza del lifestyle italiano e dei suoi prodotti di altissima qualità».

Moccia riparte da Capodichino

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arte da Capodichino il nuovo corso di Moccia: lo storico brand partenopeo di pasticceria e rosticceria acquisito nell’agosto 2016 da A Cento Spa - holding campana che gestisce diversi marchi di ristorazione in franchising tra cui il più noto Fratelli La Bufala Pizzaioli Emigranti - apre all’Aeroporto Internazionale di Napoli (Area partenze, primo piano, land side). Uno store di 130 mq che nei colori e nei materiali (banconi di legno scuro e piano in marmo calacatta) ripropone lo stile Moccia di un tempo. Grande novità è il laboratorio a vista dove tutti i giorni sarà realizzata la celebre pizzetta, prodotto cult dell’insegna. Oltre alla pizzetta ci saranno i grandi classici di Moccia: arancini, crocchè, frittatine di pasta e poi la pasticceria. Protagoniste di questa rinascita di Moccia sono le maestranze che hanno fatto la storia del marchio nato nel 1936. Il progetto di A Cento Spa è dunque quello di rilancia-

re con nuovi capitali l’insegna storica, valorizzando il capitale umano e conservando i valori di tradizione e identità, con occhi puntati anche oltre il confine regionale e nazionale. Un obiettivo in linea con la mission di A Cento Spa che sin dalla sua fondazione nel 2003 punta a essere ambasciatrice della “napoletaneità” nel mondo.

A Elnòs il primo Disney Store Pop Up

Acne Studios atterra a Milano

Ha finalmente aperto i battenti il primo store in Italia di Acne Studios. Il brand svedese di abbigliamento e accessori ha scelto Milano, e precisamente il civico 6 di Piazza del Carmine a Brera, per il debutto nel nostro Paese. Gli spazi di 165 metri quadrati in cui il marchio ha preso casa sono quelli un tempo occupati da Marc by Marc Jacobs. Il negozio è caratterizzato da grandi vetrine ad arco che si susseguono sulla facciata e sui lati. Lo store milanese rientra in una politica di espansione internazionale per l’azienda da 160 milioni di euro di ricavi nel 2016. «Ci sono voluti cinque anni per trovare la location giusta per noi a Milano - ha spiegato Johnny Johansson, direttore creativo del brand - Sono felice di aver atteso perché Piazza del Carmine ha il perfetto senso di individualità e dimensione sociale».

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ià diffusa nei principali centri commerciali della Penisola, la magia Disney arriva anche a Elnòs Shopping, a Brescia. E nel mall firmato IKEA CENTRES, il nuovo punto vendita si caratterizza per essere il primo Pop Up store Disney in Italia. Il negozio, aperto lo scorso 9 giugno, occupa un’area di 183 metri quadri e mira ad ampliare l’accessibilità dei prodotti Disney Store offrendo un’esperienza di shopping in grado di coinvolgere il consumatore. In particolare propone un’ampia gamma di prodotti per bambini e bambine, giocat-

toli, abbigliamento e costumi legati ai personaggi del mondo Disney, Pixar, Marvel e Star Wars. «Siamo molto felici di questa nuova apertura, perché rientra nella nostra strategia di ampliamento della distribuzione per portare la magia Disney Store a un numero sempre maggiore di bambini e famiglie», ha dichiarato Daniel Frigo, presidente e amministratore delegato The Walt Disney Company Italia. Con l’opening di Brescia sono 18 i Disney Store in Italia e non se ne escludono di nuovi prossimamente.


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La prima di Dominos’ Pizza fuori da Milano

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opo otto aperture tutte a Milano, Dominos’ Pizza ha scelto Bergamo per aggiungere un tassello nel proprio sviluppo in Italia. La catena fondata in Michigan nel 1960, con all’attivo più di 14mila pizzerie dislocate in oltre 85 paesi, ha avviato il suo nono locale lunedì 12 giugno in via Broseta 65 nella città orobica. Aperto 7 giorni su 7, dal lunedì al giovedì dalle 12 alle 23 e dal venerdì alla domenica dalle 12 alle 24, oltre al servizio di consegna a domicilio, come da “specialità” della catena, il locale dispone di oltre 20 posti a sedere, connessione wi-fi gratuita e di un’ampia disponibilità di parcheggio esterno. «Partendo dalla prima apertura di Milano meno di due anni fa, oggi proseguiamo il nostro piano di sviluppo, con l’obiettivo di ampliare la rete di Domino’s Pizza prima in Lombardia e poi nel resto d’Italia – ha dichiarato Alessandro Lazzaroni, master franchisee di Domino’s Italia - Il Belpaese è per Domino’s Pizza uno dei mercati più importanti al mondo e puntiamo a espanderci facendo leva su tre elementi che ci contraddistinguono: prodotti innovativi cucinati in maniera tradizionale e con ingredienti di elevata qualità, l’eccellenza nel servizio, che garantisce velocità e puntualità nella consegna della pizza e la nostra tecnologia che permette di svolgere VLM vert. B 156x178 20-10-15.pdf tutte le operazioni dall’ordine al pagamento online, oltre Pagina che seguire in tempo reale lo+4stato dell’ordine».1 20/10/15 15:54

Cannella: traguardi e nuovi obiettivi

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on 10 nuovi punti vendita Cannella previsti entro il 2017, sette dei quali nel primo semestre, distribuiti tra Piemonte, Veneto, Lombardia, Lazio, Campania e Puglia, la Organizzazione Grimaldi S.p.A, proprietaria del brand, continua a rafforzare la sua presenza su tutto il territorio nazionale. Da Nord a Sud, il piano di espansione è continuo, prevedendo un totale di circa 50 nuove assunzioni, solo in fase di start up. Numeri importanti, che già nei primi mesi del 2017 hanno gettato le basi con i nuovi punti vendita di Pomigliano D’Arco (NA), VeC rona, Guidonia (RM) e di Bergamo, a cui M seguiranno le opening di Peschiera BorY romeo (MI), Bari e Torino. Ma l’azienda campana non si ferma ai confini italiani CM e punta sempre di più alla penetrazione MY dei mercati internazionali con la parteCY cipazione a fiere estere di settore e con la piattaforma di e-commerce. L’obietCMY tivo è quello di raggiungere una total K audience sempre più ampia e capillare che, a pieno regime nell’arco di tre anni, porterà a un incremento di fatturato del 5-10 per cento.

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Camst festeggia l’esordio di Trattoria da Gustavo

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a aperto a Ravenna “Trattoria da Gustavo”, il nuovo format di Camst ispirato alla tradizione della ristorazione italiana. Posizionata all’interno dell’altrettanto nuova food court del centro commerciale Esp alle porte della città, la trattoria si presenta con arredi dal gusto vintage ed è studiata per offrire ai clienti un’esperienza unica con servizio al tavolo, wi-fi gratuito e postazioni di ricarica cellulare. Camst ha previsto per la Trattoria da Gustavo un investimento complessivo di 450mila euro e l’assunzione di 10 nuovi dipendenti. La carta della Trattoria è firmata da Gaetano Ragunì: lo chef di origini siciliane, ma romagnolo di adozione, ha iniziato il suo percorso professionale nel 1981, collezionando esperienze in Italia e Europa, e da quest’anno è General manager della Nuova Nazionale Italiana Cuochi. «Nella Trattoria da Gustavo, aperta alla spontaneità di una cucina informale che sa cogliere le tipicità del territorio, ho trovato la freschezza di un’autentica passione per il gusto. E ho lasciato alcune mie ricette semplici e innovative. Le ho create in esclusiva, scegliendo gli ingredienti delle stagioni, per offrire l’esperienza di una tradizione intatta sposata a sapori inaspettati». Camst con Trattoria da Gustavo inaugura il progetto Camst per la Cultura: nei ristoranti verrà installata una scultura-narrazione che condensa i simboli specifici del territorio con i valori aziendali.

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Kiabi fa 30 all’ESP di Ravenna

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ll’interno del centro commerciale ESP di Ravenna, che ha recentemente effettuato un’espansione della propria area commerciale di 19mila mq, Kiabi ha aperto un nuovo store proponendo a tutti i visitatori l’esperienza di ultima generazione del suo nuovo e ultimo concept store KIABI Free: un’evoluzione del concetto di shopping experience dove il prodotto è valorizzato e le soluzioni espositive uniscono il volume all’attrattività. Tra le novità il rinnovo dei locali e della zona camerini, dove a predominare è il colore bianco, numerosi e importanti servizi rivolti al pubblico, personale totalmente a disposizione della clientela e molta tecnologia digitale. L’obiettivo principale è quello di creare una relazione tra store digitale e fisico confermando la strategia cross channel dell’azienda per riuscire a soddisfare le esigenze di tutti. Il cliente potrà quindi effettuare gli ordini da casa e ritirarli in negozio; qualora non trovasse nel punto vendita i capi desiderati potrà connettersi allo store virtuale (tramite gli schermi o il proprio device mobile) e verificare la disponibilità in altri punti vendita. Il nuovo store è caratterizzato da un’area di 1.500 mq e da una squadra composta da circa 20 collaboratori.


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r&f Parola di Heinz Beck Heinz Beck, Maestro di Cucina e amante dell’arte in ogni sua declinazione, dal 1994 è alla guida de “La Pergola” del Rome Cavalieri, ristorante che porterà dagli inizi alle 3 Stelle Michelin. Stellato e pluripremiato, dal 1998 ad oggi è vincitore del premio “Five Star Diamond Award” e dal 2013 ottiene anche il “Six Star Diamond Award”, sempre erogato dall’American Academy of Hospitality Sciences, primo in Italia a ricevere tale riconoscimento. Nel 2000 viene insignito della “Medaglia d’Oro del Foyer degli Artisti”, premio internazionale dell’Università La Sapienza di Roma consegnato per la prima e unica volta in 40 anni a uno Chef. Nel 2010 riceve il “Cavalierato dell’Ordine al Merito” della Repubblica Federale di Germania. Negli anni costruisce e affina il suo talento, divenendo uno dei maggiori testimoni della moderna gastronomia ed entrando a far parte dell’Ordine dei Cavalieri della Cucina. Nel 2016 il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali lo nomina “Ambasciatore del Gusto” per la valorizzazione all’Estero della Cucina Italiana di Alta Qualità e, sempre nello stesso anno, riceve il premio “Eccellenza Italiana”, simbolo della prima edizione 2016 del progetto nazionale e internazionale “Eccellenze Italiane”.

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Heinz Beck: «Attimi, concept slow con caratteristiche fast»

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iconosciuto come uno dei più noti esponenti della gastronomia mondiale, Heinz Beck si è imposto nella grande cucina internazionale, e italiana in particolare, con un percorso che lo ha portato alla creazione di un proprio stile. Quale consulente segue diverse aziende, tra cui De Cecco SpA per la linea sughi, mentre ad oggi i suoi ristoranti worldwide sono, oltre a “La Pergola”*** di Roma, “Café Les Paillotes”* di Pescara, “Heinz Beck Seasons at Ristorante Castello di Fighine”* in Toscana, “Gusto by Heinz Beck” nell’Algarve in Portogallo, “Social Heinz Beck” presso il Waldorf Astoria Dubai Palm Jumeirah, la doppia avventura di “Heinz Beck” e “SENSI by Heinz Beck” a Tokyo, “Taste of Italy by Heinz Beck” a Dubai e l’ultima apertura di “Attimi by Heinz Beck” nel nuovo Avancorpo E dell’Aeroporto Leonardo da Vinci di Roma-Fiumicino. Proprio l’opening nel novembre 2016 presso lo scalo capitolino, in partnership con Gruppo Cremonini, segna l’ingresso di Beck nel travel retail. Della singola operazione di Attimi, nonché di ristorazione aeroportuale in Italia e all’estero, abbiamo parlato con lo chef 3 Stelle Michelin, già intenzionato a esportarne il successo in altre location in giro per il mondo. Innanzitutto, la recente realizzazione del ristorante Attimi a Fiumicino: quando, come e con quali obiettivi nasce questo progetto nel principale aeroporto italiano? L’obiettivo è stato quello di dare al viaggiatore un servizio ulteriore, all’interno di un concetto di wellness. Il consumatore è sempre più attento a ciò che mangia perché è progressivamente più informato sulle virtù delle pietanze, quindi ho pensato a questo sviluppo in una location come l’aeroporto poiché i tempi di attesa prima dell’imbarco sono mediamente in aumento per vari motivi, tra cui quelli legati alle misure di sicurezza. Di conseguenza, è importante usare questo tempo in modo adeguato dando all’organismo ciò di cui ha bisogno: un cibo preparato al momento e che risponda a tutti i criteri di una vita moderna e salutare. Attimi è quindi un concept di slow food ma con delle caratteristiche fast. Quando ho cominciato a studiarlo ho preso in considerazione tutti i fabbisogni del viaggiatore, anche quello legato allo stress dell’orario di partenza del volo. In quest’ottica

abbiamo previsto delle offerte di menu a tempo, fattore che rispettiamo rigorosamente, da affiancare alle opzioni à la carte. Entrambe le tipologie, in ogni caso, sono pensate per essere consumate velocemente. In particolare, quali dettagli organizzativi, di scelta del menu e di metodo di preparazione ha dovuto introdurre per far fronte alle esigenze di un cliente “in viaggio” e allo stesso tempo a una location differente dal classico ristorante su strada per disposizione e organizzazione degli spazi? Le dinamiche di Attimi sono le stesse di un ristorante di livello, in quanto le materie prime sono acquistate fresche a Roma tutti i giorni. Questo progetto all’inizio rappresentava una sfida, perché portare all’interno di un aeroporto materie prime così di frequente e con tanti distributori diversi non era facile. Adesso però il sistema è collaudato e posso dire che funziona molto bene. E anche rispetto ai piatti, sono tutti preparati in loco, all’ultimo momento, express, come appunto in un ristorante di livello. La partnership con Chef Express, Gruppo Cremonini, è stata fondamentale per realizzare Attimi nel travel retail: quali valori e obiettivi hanno spinto lo chef 3 Stelle Michelin Heinz Beck ad allacciare rapporti con una delle più importanti aziende italiane attive nella ristorazione commerciale e non solo? In realtà le dinamiche che hanno portato a questa realizzazione sono un po’ diverse: Aeroporti di Roma ha messo a disposizione questo spazio a Chef Express, che a sua volta ha cercato un partner. Tale partnership consiste in un’associazione in partecipazione e ognuno dei due contraenti ha le proprie specifiche competenze: la nostra consiste nella gestione ordinaria del punto vendita e la loro in quella amministrativa. Avete in animo di realizzare ulteriori ristoranti nel canale aeroportuale in Italia e all’estero? Se sì, sono già state ipotizzate/ definite le location e le tempistiche? L’operazione di Attimi nasce proprio con questo obiettivo. Tuttavia non ci sono tempistiche definitive perché non abbiamo ancora trovato una location perfetta tra quelle visitate. Inoltre, sia la

Beck & Maltese Consulting, la società che gestisce tutti i ristoranti Heinz Beck, sia Gruppo Cremonini sviluppano attività su scala globale, per cui in un’ottica di realizzazioni future vediamo il mondo e l’estero non come un limite ma come un’opportunità. Ovviamente prima dobbiamo portare avanti bene il lavoro che abbiamo iniziato a Roma, poi si vedrà in che modo e dove si potrà replicare il concetto. Dal particolare al generale, come valuta lo stato dell’arte della ristorazione negli aeroporti italiani? Negli ultimi anni ci sono stati notevoli cambiamenti ed è cresciuta l’offerta, in linea con altri aeroporti europei e internazionali. Sempre più operatori cercano di entrare in questo mercato e ciò comporta un miglioramento e un’implementazione dei format. Data la sua esperienza di chef in giro per il mondo, può estendere la sua valutazione ai principali aeroporti internazionali che ha visitato? Premesso che non ho svolto un lavoro di scouting specifico, posso dire che ci sono svariati aeroporti in giro per il mondo che vantano un’offerta di concept food&beverage interessanti. Cito ad esempio il Dubai International Airport: sicuramente molto attivo e dotato di proposte retail articolate, favorite dal fatto che è un hub che intercetta tanti viaggiatori con voli in coincidenza e presenta destinazioni quasi tutte internazionali. In generale a fare la differenza sull’offerta commerciale negli aeroporti sono i flussi, sia in termini numerici sia di composizione: se sono prevalentemente nazionali il tempo medio della sosta è breve; se sono più internazionali anche la permanenza si allunga e i consumi ne traggono benefici. In questi casi, infatti, le compagnie aeree indicano ai propri clienti di recarsi nell’aerostazione dalle 2 alle 3 ore prima dell’imbarco. Su questo aspetto ha forti potenzialità anche l’aeroporto di Roma-Fiumicino, principale hub italiano e a servizio di una città con una forte vocazione turistica e culturale. E le stesse potenzialità le ha anche Milano Malpensa. In generale il business model in questi contesti si ripete: più passeggeri, più concept, più varietà e più l’asticella della qualità di alza. Andrea Penazzi

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Autostrade:

A4 Torino – Milano

Mentre Cremonini inaugura sul ponte di Novara, SATAP, in sordina, completa il cantiere “infinito”

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i questi tempi, arrivando in qualche area di servizio autostradale non è insolito scorgere, magari nascosta dietro a un pannello provvisorio, l’insegna del gestore precedente. Mentre in altre, quelle più prestigiose in primis, con il subentro del nuovo operatore è coinciso un significativo lavoro di ristrutturazione dei locali interni, cui è seguita una rinnovata proposta food & beverage e di market, e dell’involucro esterno, non solo in termini di design ma anche

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di efficientamento energetico. Dopo il valzer della maxi tornata di gare, indette al termine della querelle sulle nuove normative che ha tenuto banco per oltre un anno, questo periodo si contraddistingue per l’effettivo cambio dei gestori e il completamento di alcuni progetti di primario standing. Il prossimo 5 di luglio, come annunciato con largo anticipo, Chef Express inaugurerà il suo flagship nell’area a ponte presso Novara (vedi case history alle pagg. 26-27), dove ha portato sette format differenti tra

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ristorazione e market, introducendo novità significative anche rispetto ai due ponti romani di Frascati e Feronia rinnovati dallo stesso Gruppo Cremonini nei primi mesi del 2016. Quest’operazione ha un valore, oltre che economico, anche simbolico per il mercato della ristorazione in autostrada, perché l’area di servizio ex Autogrill fu addirittura la prima a essere costruita in Italia, allora con l’insegna Pavesi. Nei pressi di Bologna, sulla tratta appenninica dell’A1, la società guidata da Gianmario Tondato Da Ruos

ha replicato il suo format di punta: a Cantagallo ha inaugurato ad aprile il secondo Bistrot in questo canale (vedi mystery in highway a pag. 30), a circa un anno di distanza dal restyling dell’area a ponte di Fiorenzuola d’Arda, dove aveva portato il primo Bistrot in autostrada. Tale strategia dimostra quanto Autogrill stia investendo su questa formula, in un periodo dove si sta rifocalizzando sulle location più performanti, e il successo che Bistrot sta riscuotendo non solo in questo comparto ma anche in al-


Iosaghini Associati

subentrano le nuove insegne

Bistrot - Cantagallo (BO)

tri segmenti del travel, in Italia e all’estero. Tornando al 2016, è doveroso ricordare la partnership tra Autogrill e Eataly, con l’esordio di Oscar Farinetti nelle autostrade a Secchia Ovest: secondo alcune indiscrezioni, in un secondo momento rispetto al taglio del nastro, il concept di “Eataly x Autogrill” sarebbe stato ottimizzato con l’introduzione di alcuni elementi più assimilabili alla proposta della società di Milanofiori. E anche se non ci sono riscontri numerici specifici, i nuovi interventi, soprattutto per quanto concerne Cremonini, starebbero portando all’auspicato incremento dei consumi. Il tutto mentre al casello il flusso di viaggiatori sta evidenziando valori in segno positivo: ASPI, sul proprio sito internet, pubblica che “nel corso del 2016 sono stati percorsi 49.901.068.588 km lungo l’intera rete gestita da Autostrade per l’Italia e dalle sue Controllate, di cui 39.143.107.513 km percorsi da veicoli leggeri e 10.757.960.588 km da mezzi pesanti, con un incremento complessivo del 3,2% rispetto all’anno 2015”. Tuttavia né i valori di traffico né quelli di vendita food sarebbero tornati ai livelli pre crisi: dal 2011 a oggi si parla di un calo accumulato di transiti al casello pari a circa il 3%, mentre sul fronte della ristorazione il gap accumulato sarebbe addirittura superiore al 10 per cento. A motivare questa discrepanza di percentuali il diverso approccio al consumo dei viaggiatori, che se da una parte avrebbero ripreso a imboccare le principali arterie stradali del Paese, dall’altra sarebbero più restii a effettuare acquisti nelle aree di servizio. Lato gare, presenti e future, con il sostanziale rinvio del pacchetto di Ativa (Autostrada Torino Ivrea Valle d’Aosta), che vedeva le concessioni delle proprie aree in scadenza al 30 giugno, non si registrano particolari novità, se non alcune “code” per esempio dell’Autobrennero; mentre nel 2018 gli operatori torneranno a sfidarsi con nuove offerte per le aree di servizio in portfolio alla Milano Serravalle-Milano Tangenziali S.p.A., che rappresentano location di primario interesse soprattutto nei due rami di tangenziale (est e ovest) attorno al capoluogo lombardo. A.P.

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r&f Case history

Chef Express: sette format sul ponte di Novara D

opo i ponti di Feronia e Frascati, a nord e a sud di Roma, Chef Express sbarca con il top della propria offerta di riPrima ancora storazione e mardel potenziale ket in quello di economico, Novara sull’A4: l’area a ponte di la prima area di Novara ha una sosta autostraforte valenza dale realizzata in simbolica. Cosa Italia. Un risultato rappresenta per anche simbolico per Cristian Biasoni Gruppo Cremonini Gruppo Cremonie Chef Express ni, con cui conferma il prol’acquisizione della prima area prio impegno in questo canale, e di servizio autostradale realizzata soprattutto un progetto che benefiin Italia? cia di 45mila transiti al giorno lungo La storia di Chef Express in autostrada le due direzioni di marcia. A poche inizia a metà degli anni 2000 e da subito settimane dall’inaugurazione uffiha puntato molto su questo canale, nociale, il prossimo 5 luglio, Cristian nostante alla fine del 2007 le highway Biasoni ne ha raccontato a r&f tutitaliane abbiano scontato un grande te le innovazioni, che vertono su tre calo di traffico e una forte contraziodriver: il restyling dell’edificio in chiane dei consumi. Le ultime gare uscite ve di efficientamento energetico; l’ofnel 2016, caratterizzate dal calo delle ferta food ottimizzata sui desiderata royalty, hanno reso il mercato nuovadella clientela; e i servizi digitali, con mente attrattivo per gli investitori e il particolare accento sulla sicurezza. 26

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nostro Gruppo, ancora più convinto che le autostrade fossero un comparto espandibile, nel 2016 è stato il player che in percentuale sulle gare svolte ha ottenuto il maggior numero di vittorie. Esserci aggiudicati poi la prima area di servizio in Italia ha un significato non solo in termini di fatturato, ma rafforza tutta la strategia di sviluppo. Quello di Novara sarà quindi il vostro flagship store? In realtà noi non crediamo molto nei flagship, però a Novara porteremo l’ec-

cellenza della nostra ristorazione on the go per farla conoscere al pubblico. Al momento quali sono i vostri numeri nella ristorazione autostradale? Sviluppiamo circa il 40% del nostro volume d’affari nel mercato in concessione in Italia con le autostrade, stiamo parlando di oltre 140 milioni di euro. Gestiamo 51 aree e prima dell’ultima tornata di gare ne avevamo una quarantina, ma l’incremento del giro d’affari supera il 20 per cento: abbiamo ac-


Cover story

quisto infatti le location di taglia medio grande, per cui il fatturato medio per area di servizio è cresciuto di oltre il 35 per cento. Un ulteriore dato: con quelli di Feronia e Frascati vicino a Roma, sono 3 i ponti autostradali nel nostro portfolio. State partecipando a ulteriori gare in questo periodo? Al momento no. Sono in scadenza di concessione nel 2017 altre aree, per cui ci aspettiamo che usciranno dei bandi nei prossimi mesi. Quali sono i plus della vostra offerta sull’area di Novara che vi hanno permesso di superare la concorrenza? Ci sono tre livelli di eccellenza: il primo riguarda l’esterno; il secondo l’interno in termini di offerta di ristorazione; il terzo è dato dagli ulteriori servizi alla clientela. Per quanto riguarda l’esterno abbiamo sviluppato, con il supporto dello studio di Massimo Iosa Ghini, un edificio più ecosostenibile a partire dai materiali utilizzati che vedono un’ampia presenza di legno, con riflessi positivi sotto il profilo dei consumi. Questo perché i ponti autostradali, essendo stati costruiti negli anni ’50/60 quando i problemi energetici non c’erano, sono estremamente energivori. L’intervento quindi da un lato va a riqualificare l’edificio in chiave ecosostenibile e dall’altro è teso ad abbatterne i costi di gestione. Mi riferisco ad esempio all’irraggiamento solare, all’efficienza termica durante il periodo invernale e al sistema fotovoltaico.

offriamo prodotti enogastronomici tipici del territorio piemontese. Al piano ponte, la versione rivista del ristorante Gusto, che abbiamo in altre aree autostradali e che a Novara si chiama Oltre Gusto: in partnership con lo chef Roberto Valbuzzi, presente sin dall’inizio nel progetto, abbiamo sviluppato tutto

Si può stimare il risparmio in percentuale sui costi di gestione? Auspichiamo di abbattere i costi di gestione dal punto di vista energetico del 10-20 per cento. Però sono stime che andranno verificate. Arriviamo al secondo punto, al cuore della vostra proposta commerciale… Portiamo sette nuovi format di ristorazione in un’area di servizio, tra cui degli inediti. Sul piede nord, in direzione Milano - Torino, introduciamo per la prima volta il concept di healthy bar Juicebar e un nuovo concept di pizza al taglio, chiamato Pomodoro & Mozzarella, che abbiamo sviluppato internamente e che si fonda sull’eccellenza di tre prodotti: la mozzarella, il pomodoro e la farina, che approvvigioniamo attraverso fornitori certificati. Lato piede sud, direzione Torino - Milano, abbiamo un concet store di Lavazza che non era mai stato portato sul mercato, chiamato Lavazza Etigua Coffee Experience. Etigua è una miscela con delle tirature limite e questo punto vendita è finalizzato a far percepire una vera coffee experience anche a chi viaggia in autostrada. Il quarto format è quello di salsamenteria denominato Gourmé, dove

il locale e non solo l’offerta assortimentale. Poi portiamo per la prima volta l’esperienza di Roadhouse in autostrada, con un’offerta misurata sulle tempistiche del viaggiatore e impreziosita dal servizio al tavolo, attraverso un nuovo concept di hamburgeria gourmet che si chiama Burgery by Roadhouse. A cappello, su entrambi i piedi c’è il nostro format di market autostradale Chef Store che esclude il percorso obbligato e che lavora molto sul category e sul visual dei prodotti: questa formula è già presente nei punti di Feronia, Frascati e in altre aree di servizio, riscuotendo un forte successo. Chef Store è oggetto di una partnership importante con Coldiretti per portare i prodotti delle eccellenze del territorio. In particolare, nell’ideare Burgery quali soluzioni avete apportato per centrare l’obiettivo della velocità? Abbiamo innanzitutto selezionato prodotti che permettano tempi di cottura

compatibili con la sosta autostradale, quindi tagli di carne che garantiscano la cottura in 6-7 minuti massimo, e hamburger con tempi di cottura paragonabili. Abbiamo quindi eliminato l’ordinativo al tavolo, per cui il cliente indica le sue scelte alla cassa e viene poi dotato di un track che porta al tavolo. I due fattori insieme garantiscono la velocità del servizio. Quindi il terzo elemento: i servizi alla clientela… Il tema della digital experience a Novara è stato molto curato. Ci sono innanzitutto tre chioschi multimediali che descrivono il ponte e la sua esperienza e c’è dell’intrattenimento digitale su device al tavolo al ponte superiore e scaricabile sul proprio dispositivo. Ma la vera innovazione è la videosorveglianza dei parcheggi: uno dei problemi insiti nelle aree di servizio autostradali in Italia è quello della sicurezza rispetto ai furti in automobile. L’area di Novara sarà dotata di una mappatura dei parcheggi a settori e, scaricando una App di libero accesso, il cliente potrà monitorare dal suo dispositivo il quadrante dove ha parcheggiato. Lanceremo questo sistema come test a Novara e se funziona abbiamo in programma di estenderlo nelle altre aree di servizio perché tutto ciò che è connesso alla sicurezza e alla serenità del viaggiatore si trasforma poi in un’esperienza positiva, in tempi di sosta più lunghi e quindi anche in maggiori possibilità di consumo. A fronte di queste innovazioni, qual è stato l’investimento su quest’area di servizio? Piuttosto alto, superiore ai 5 milioni di euro. Per una durata della concessione di 9 anni. Lo conferma? Sì il dato è corretto. E quali sono gli obiettivi in termini di fatturato? Questa è un’area che ha nelle corde fatturati superiori ai 10 milioni di euro, in virtù anche di oltre 300 posti a sedere, e ci lavora un centinaio di persone. A.P.

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r&f Osservatorio prezzi

La concorrenza sotto pensilina Lungo le autostrade italiane, la vendita di prodotti alimentari e non nei punti posizionati di fianco alle pompe di carburante genera una concorrenza sempre più agguerrita con “i vicini” della ristorazione. A fare la differenza sul prezzo finale soprattutto le royalty, sia per il food sia per l’oil

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NON OIL

rificare direttamente sugli scaffali l’effetto della concorrenza tra gli operatori food e quelli che operano sotto pensilina, in termini sia di offerta di prodotto sia di prezzi, spingendoci sino a confrontare il costo del carburante (benzina verde e Diesel) tra le varie aree di servizio nelle modalità servito e self service. E le differenze sono evidenti. Innanzitutto, il tema della somministrazione food, tanto dibattuto in occasione del varo delle nuove normative che regolano l’offerta oil e

Caffè Cappuccino Caffè decaffeinato Brioches Panino base Panino top di gamma Trancio di pizza margherita Acqua (Pet 50 Cl) Coca-Cola (pet 50 cl) Vaschetta di prosciutto cotto (primo prezzo) Tramezzino confezionato Pringles Gelato cornetto Café Zero Stecca di cioccolata (100 gr) Chewing-gum (astuccio primo prezzo) Schiuma da barba

LA PIOPPA OVEST MYCHEF

GESTORE OIL

1 1,40 1,15 1,20

0,90*** 0,90*** 0,90*** 1****

n.d. n.d. n.d.

3,10*

5,90 3,90 1,20 2,70 4,20 3.50 3,30 2,30

1,10

2,50 n.d. 3,50 3 2 n.d. n.d. 2 4,30

2,90** 2,20 2,50 3,90 Q8

OIL

“T

alvolta l’assortimento si sovrappone a quello del market del mall adiacente, ma qui si possono trovare prezzi più bassi, anche grazie a oneri contrattuali differenti”. A confermarcelo, un addetto presso il punto vendita Ago! dell’area di servizio Secchia Ovest (A1), che ha specificato però come la gestione del locale sia da qualche anno in mano ad Autogrill. La stessa multinazionale di Milanofiori gestisce anche, infatti, la limitrofa location che dal 2016 ospita il format “Eataly x Autogrill”: il debutto di Oscar Farinetti lungo le highway italiane. In occasione della consueta ricognizione sui listini autostradali, svolta lo scorso 22 giugno, abbiamo voluto ve-

OFFERTA OIL e NON OIL in AUTOSTRADA

Servito

Self service

Diesel

1,778

1,430

Benzina Verde

1,914

1,568

* McDonald’s 1,20 euro a La Pioppa Ovest, 1,30 a LA Pioppa Est; ** Café Break; ***vending machine; ****confezionato; ***** 75 CL; ****** Burger King 1,50 euro.


Cover story

to, cappuccino e brioches, Mychef a La Pioppa Ovest si conferma il player più conveniente tra quelli food, mentre Sarni a Secchia Est (dove gestisce il ristorante self service e il market) è quello più oneroso per le tasche dei viaggiatori. Parallelamente, sotto pensilina ci si affida alle vending machine, che propongono le bevande calde a 80

LA PIOPPA EST CHEF EXPRESS 1,10 1,40 1,20 1,20 4,30* 7,10

SECCHIA OVEST

L'ANGOLO DEL BUONGUSTAIO 0,80*** 0,80*** 0,80***

n.d. 4,20**** n.d. n.d. 1,30

3,30

1,30 2,70 4,99 3,90 3,30 2,40

2,40

n.d. 3,80 n.d. 2,20

3,10 1,50 2,50 n.d.

2,80 n.d. 2,30 n.d.

EATALY PER AUTOGRILL 1,10 1,40 1,20 1,20 4 7,70 4,50 1,90***** n.d. 6,84 n.d. n.d. 2,50

AUTOGRILL

SARNI

0,90*** 0,90*** 0,90*** n.d. n.d. n.d. n.d. 1,30 2,50

1,10 1,50 1,20 1,20 4******

1,10 1,50 1,30 1,30 n.d. n.d. n.d. 1,90***** 2,70

2,99 2,29

2,50 3,20 n.d. 2,20

5,99

ENI

SECCHIA EST

AGO!

3,49

3,20 2,40 2,20

ti e sugli ulteriori prodotti del market inclusi nel paniere: trasversalmente a queste categorie Eataly si impone ancora una volta per i prezzi più alti, con il picco della pet di acqua a 1,90 euro, nel formato da 75 CL, pareggiato da Sarni. Sempre a Secchia Ovest si segnala che al posto della Coca Cola è commercializzata la Molecola a 2,60 euro nella pet da 50 CL. Sul fronte della convenienza, Sarni esibisce i listini più bassi per la vaschetta di prosciutto cotto, il tramezzino confezionato, la stecca di cioccolato da 100 gr e l’astuccio di chewing gum. Mentre per la ristorazione, oltre al fattore prezzo, vanno tenute in debita considerazione la qualità e la quantità dei prodotti, non vi è alcun dubbio sulla strategia di pricing applicata dagli operatori dell’Oil, con la Q8 che si dimostra estremamente onerosa a Secchia Est (e poco meno a La Pioppa Ovest), mentre Eni a La Pioppa Est chiede oltre 25 centesimi in meno al litro nella modalità “servito” e circa 50 centesimi in meno in quella self service. A.P.

5,99

5,10

n.d. 1,30 2,60 n.d. n.d. n.d. 2,50

2,99 1,49

2,99 2,50

3,20 n.d. 2,20 n.d.

2,95 1,20 1,99 3,99

ESSO

L'ANGOLO DEL BUONGUSTAIO 0,90*** 0,90*** 0,90*** 1****

3,80**** n.d. n.d. 1,20 2,60 n.d. 3,50 3,30 2,20 n.d. n.d. 2,20 3,50

Q8

Servito

Self service

Servito

Self service

Servito

Self service

1,505

1,377

1,614

1,382

1,779

1,439

1,658

1,531

1,703

1,512

1,923

1,574

Edifis Intelligence

non oil in autostrada, non ha trovato riscontri concreti nelle quattro aree di servizio prese a riferimento: mentre sotto pensilina la vendita di prodotti alimentari confezionati e di market in generale sembra ampliarsi, così come il visual appare talvolta migliorato (ma c’è ancora tanto da fare!), a La Pioppa Est e Ovest e a Secchia Est e Ovest la somministrazione di prodotti alimentare rimane appannaggio degli operatori di ristorazione. Partendo dalla proposta legata alla colazione, caffè normale e decaffeina-

o 90 centesimi. Da sottolineare che quest’ultimi operatori, tra cui annoveriamo Ago!, il format già citato di Autogrill, e ancora L’Angolo del Buongustaio, completano l’offerta legata al breakfast con i Mini Croissants della Bauli o con singole brioches confezionate. Fresco e confezionato viaggiano su corsie parallele anche per il segmento panini e pizza al trancio, che vede da una parte Eataly imporre i prezzi più alti (lo scontrino sale ulteriormente se si sceglie la piadina dei Fratelli Maioli che costa dai 7 agli 8,20 euro) e Mychef fissare l’entry level su valori più accessibili; mentre dall’altra L’Angolo del Buongustaio presenta una soluzione unica confezionata a 3,80 euro a Secchia Est (dove servono 4 euro presso il format bar di Autogrill o 1,50 euro da Burger King per un hamburger semplice) e a 4,20 euro a La Pioppa Est (dove ne occorrono almeno 4,30 da Chef Express). Le strade si incrociano invece su tramezzini confezionati, bevande, gela-

Tutti i prezzi sono espressi in Euro; in blu quelli più economici e in rosso quelli più cari del paniere

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r&f Mystery in highway

Cover story

Bistrot Cantagallo: Autogrill serve il bis A

Casalecchio di Reno (BO), sul tratto appenninico dell’A1, Autogrill ha inaugurato lo scorso 7 aprile il suo secondo Bistrot in autostrada, a circa un anno di distanza dal debutto del suo format di punta nel canale delle highway, a Fiorenzuola d’Arda (PC). E come per la prima operazione, a distanza di qualche mese abbiamo provato lo scorso 22 giugno la cosiddetta customer experience durante l’ora di pranzo. Primo punto di contatto, tra le location di Fiorenzuola e Casalecchio, è la struttura a ponte dell’area di servizio, che garantisce lungo la principale tratta autostradale italiana sia i flussi sia i fatturati necessari a giustificare gli investimenti. E a seguire, ma altrettanto importante, il tema della territorialità dell’offerta alimentare, certificata nella qualità dalla collaborazione con l’Univer-

BISTROT CANTAGALLO

SERVIZIO Velocità Cortesia

Professionalità

LAYOUT

Dotazione tecnologica Originalità design Omogeneità e armonia Qualità materiali e arredi Ordine e pulizia Comfort

  

     

VALUTAZIONI GENERALI Qualità/prezzo  Ambiente  Adeguatezza  Innovatività  Legenda: = migliorabile; = sufficiente; = apprezzabile; = molto buono; = ottimo

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sità degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. All’interno, il concept è ripreso fedelmente, sia in termini di layout sia di formati di ristorazione. Nella nostra narrazione non ci soffermeremo quindi a descrivere nuovamente il format Bistrot, ma proveremo a soffermarci sui dettagli intrinseci a Bistrot Cantagallo, convinti che in un’ottica di crescita siano proprio questi a fare la differenza. Varcata la soglia di ingresso del ponte sul piede ovest, abbiamo raggiunto la zona di bar caffetteria (gremita di viaggiatori, soprattutto per essere un giovedì). La comunicazione del ristorante al piano di sopra appare meno chiara che a Fiorenzuola, così come non vediamo il classico walk through del market. Verificata la pulizia delle toilette, che per l’orario e i forti flussi si conferma più che buona, ci siamo diretti sul ponte per assaggiare la cucina del territorio declinata secondo i canoni di Autogrill. Salite le scale, un cartello ci spiega “come funziona Bistrot Cantagallo”: utile; ma non ritroviamo i totem touch screen che a Fiorenzuola d’Arda permettono, provenendo da entrambe le carreggiate, di effettuare l’ordine e di completare la transazione. Verificata quindi l’offerta dei primi presso “Il Pastaio”, dei secondi dal bancone di “La Salsamenteria” e ancora della “Cucina di Strada”, abbiamo optato per un menu speciale (19,90 euro) con l’Hamburger Parmigiano-Bolognese. L’offerta combo prevedeva anche una bevanda a scelta e il dolce o la frutta, ma non il caffè. Ricevuto il foglio della comanda, ci siamo diretti nelle tre casse a disposizione per il pagamento e quindi siamo tornati a prendere il nostro piatto. In pochi minuti eravamo serviti. Soddisfatti per la rapidità con cui ci è stato offerto il vassoio, non senza problemi abbiamo trovato un tavolo che fosse libero e pulito. La disposizione fitta

delle sedute non favorisce un passaggio efficace, specialmente nelle ore di punta. Più che soddisfacente, a nostro avviso, l’esperienza di consumo del cibo, che si posiziona su un giusto equilibrio tra qualità delle materie prime e tempistiche di preparazione, a discapito forse del prezzo: se prendiamo a riferimento le hamburgerie gourmet che si trovano su strada, con circa 20 euro queste aggiungono il servizio al tavolo e la personalizzazione del prodotto, a partire per esempio dal grado di cottura della carne, dal tipo di pane e dal contorno (dettagli che farebbero lievitare i costi e i tempi di erogazione del servizio per Autogrill ma che sarebbero ben percepiti dal consumatore), mentre almeno il carrello porta vassoi per riporvi quelli sporchi sarebbe utile. A livello di servizio, il wi-fi gratuito e libero risulta perfettamente funzionante, mentre non comprendiamo la scelta di limitare l’utilizzo dei tablet presenti su uno specifico bancone alle sole funzioni di Google Maps e dell’applicazione di Autogrill: giacevano infatti inutilizzati, nonostante l’enorme potenziale di engagement. La nostra esperienza presso Bistrot Cantagallo si conclude con il percorso di uscita, che prevede il doppio piano di scale o l’ascensore per raggiungere il passaggio obbligato del market, a nostro avviso penalizzato dalla disposizione al livello inferiore rispetto al bar. A.P.


Sosta sicura in autostrada solo con Hikvision

Vedere bene = pieno controllo Dalla cassa all’area shopping, le soluzioni di videosorveglianza Hikvision garantiscono immagini nitide e ricche di dettagli in qualsiasi condizione di luce e ne assicurano la completa fruibilità in sede legale. La qualità Hikvision permette infatti di identificare volti e comportamenti criminosi anche in condizioni di luce critiche e consente di monitorare eventi fugaci e repentini, come le transazioni di denaro o i

tentativi di furto. Con Hikvision si possono riconoscere comportamenti e movimenti sospetti anche in controluce, di notte o con una visione panoramica a 360° che non lascia zone scoperte. Per garantire la fruizione di immagini ad alta definizione anche in presenza di sistemi di videosorveglianza preesistenti a scarsa qualità, Hikvision mette a disposizione degli strumenti per integrare le più moderne tecnologie mantenendo l’infrastruttura presente ed assicurando la reversibilità degli impianti, per garantire sempre il massimo ritorno degli investimenti. Per coniugare infine discrezione ed estetica, Hikvision offre una vasta gamma di telecamere compatte e dal design gradevole, adatte a qualunque contesto.

Registrare bene = pieno controllo Ma riprendere senza registrare avrebbe poco senso, e registrare senza proteggere le immagini acquisite ne avrebbe ancor meno. In contesti come quelli autostradali dove, soprattutto in orari serali, non è purtroppo infrequente che si possano verificare eventi criminosi anche a sfondo penale, occorre registrare le immagini su diversi supporti e posizionare i registratori in luoghi inaccessibili. Si tratta di una protezione fondamentale non solo in caso di furto del registratore, ma anche quando si renda necessario fornire il materiale registrato alle Forze dell’Ordine senza dover interrompere la videosorveglianza. I videoregistratori Hikvision permettono di memorizzare in diverse modalità (dischi interni, esterni, di rete) e in doppia scrittura, in

modo da consentire che le autorità possano sviluppare le indagini senza interrompere la registrazione. Gestire bene = pieno controllo L’intero sistema di sicurezza Hikvision è a portata di computer, smartphone e tablet, per avere sempre tutto sotto controllo, dovunque e in qualunque momento. Disporre di un’ampia visuale delle aree interne e delle vetrine rappresenta peraltro un supporto strategico per lo stesso Manager: funzioni come il conteggio delle persone o l’individuazione delle zone ad alta densità di potenziali acquirenti (dette heat map, “mappe di calore”) permettono infatti di ottimizzare l’organizzazione dei lavori e la turnazione del personale nel punto vendita, e naturalmente di intervenire in modo più rapido e con le idee più chiare in caso di necessità. Poter fruire di una visione complessiva delle immagini in tempo reale permette poi al Merchandiser di valutare l’ottimale disposizione delle merci esposte e di analizzare gli indici di gradimento per ciascun articolo. Il tutto anche da remoto, semplicemente collegandosi al sistema con un click. Scegliere bene = pieno controllo Hikvision ha studiato delle soluzioni per ogni tipologia di retailer: da quello di medie dimensioni a quello di superfici ridotte. Per quest’ultimo caso, Hikvision propone soluzioni semplici, affidabili, di facile integrazione con gli impianti antintrusione esistenti e a investimento ridotto.

Comunicazione pubblicitaria

G

li episodi di criminalità nelle aree di sosta autostradale si acutizzano di anno in anno, sia per frequenza, sia per recrudescenza delle modalità operative. E quindi anche in termini di conseguenze per i gestori delle aree: per i soli danneggiamenti delle strutture si può arrivare a perdere anche 50.000 euro, per non parlare del mancato guadagno per interruzione del servizio e tutti gli altri costi vivi da mantenere in assenza di fatturato. All’enorme potenziale di business legato ai flussi di viaggiatori corrisponde quindi un’alea di rischio, per gli esercenti commerciali e i gestori delle pompe di carburante, ben superiore a quella ordinaria. Il tutto in un contesto di operatività 365 giorni l’anno e con orari di apertura serali e spesso anche notturni. Ma la risposta viene dalla tecnologia: si chiama videosorveglianza ed è firmata da Hikvision, il produttore numero uno al mondo di soluzioni professionali di videocontrollo.


r&f

STAR TREK gelaterie

Destinazione

Crema & Cioccolato

32

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Aprire una gelateria costa poco: gli arredi e le macchine ce li mette BMV Una decina di anni dopo i due imprenditori del Nord Est iniziano a investire direttamente su ogni punto vendita in apertura facendosi carico degli arredamenti e dei macchinari per poi girarli in comodato d’uso gratuito agli affiliati che possono riscattarli con una cifra simbolica al termine dei 5 anni di contratto. La scelta abbatte il fee d’ingresso (attualmente meno di 5mila euro per aprire una gelateria e poco più per una gelateria/caffetteria, a fronte dei 100/120mila per iniziare un’attività da soli) e fa esplodere il numero delle insegne affiliate: da una trentina di insegne si superano i 400 in 4 anni. Crema & Cioccolato, infatti, agli affiliati durante i 5 anni di contratto, oltre agli arredamenti e alle attrezzature, garantisce i servizi di progettazione, formazione, assistenza burocratica e commerciale e il marketing. L’accordo non prevede royalty o percentuali sugli incassi: tutto quello che l’affiliato guadagna rimane suo. In cambio deve acquistare i pro-

dotti in esclusiva, tra cui il gelato già pronto, le coppette con il logo, il caffè, ma senza quantitativi minimi con la possibilità di integrare l’offerta con specialità dolciarie autoprodotte (no salato e alcool). Nel 2013 Alex Bertogna, figlio di Giancarlo, subentra al padre nella gestione aziendale affiancando Mazzilli e intanto il loro brand diventa il franchising di gelaterie più ampio in Italia e due anni dopo conta 450 insegne lungo tutto lo Stivale. Il 2015 è anche l’anno del rinnovo del

layout del marchio friulano con la modifica del logo, i colori dei punti vendita, l’inserimento dell’opzione caffetteria con l’ambizione di arrivare a oltre mille negozi entro il 2019. All’insegna Crema & Cioccolato BMV affianca due nuovi marchi: Square, il bar in franchising che oggi conta una ventina di locali, e Millo, la gelateria ‘green’ fai da te (a gestione diretta BMV) con materie prime a km zero e prodotte nel rispetto dell’ambiente che ha due punti vendita Trieste e Lignano.

Crema & Cioccolato (BMV) in pillole Data di nascita 2001, prima gelateria a Trieste e fondazione BMV spa Proprietà

Lorenzo Mazzilli e Alex Bertogna soci al 50%

Sede

Cervignano del Friuli (UD)

Management

Lorenzo Mazzilli e Alex Bertogna, Amministratori delegati

Business

Coordinamento del franchising e gestione in uso dei diritti del marchio con fornitura di arredi e attrezzature di gelaterie e bar/caffetterie

Marchi

Crema & Cioccolato, gelaterie e gelaterie/caffetterie; Millo, gelaterie 'green'; Square, bar

Retail

Crema & Cioccolato 711 negozi in franchising in Italia + 1 di prossima apertura a Madrid. Square 20 negozi in franchising, Millo (gestione diretta) 2 negozi.

Fonte aziendale

E

state e gelato: un binomio imprescindibile per il periodo più caldo dell’anno nel Belpaese. Meno ovvio per noi italiani l’accostamento tra gelaterie e franchising: la gestione diretta di piccole attività è ancora diffusa in un mercato molto parcellizzato come quello domestico. Però, e c’è sempre un però in ogni storia che si rispetti, questo segmento è stato coperto egregiamente dall’insegna Crema & Cioccolato, marchio di proprietà della friulana BMV, noto per avere la rete di gelaterie in franchising più estesa in Italia. Tutto inizia nel 2001 quando l’imprenditore friulano Lorenzo Mazzilli ha l’idea di creare un franchising puntando sull’alta marginalità del prodotto gelato (ricarichi del 390%) e, coinvolgendo Giancarlo Bertogna, esperto nella realizzazione di locali e pubblici esercizi, dà vita al progetto Crema & Cioccolato con 22 gelaterie da asporto a gestione diretta per poi fondare BMV spa, azienda proprietaria del marchio e coordinatrice del franchising. Alla base del successo delle gelaterie di Mazzilli & Bertogna c’è la massima attenzione agli aspetti commerciali e di immagine dei locali, partendo proprio dall’estetica della presentazione del prodotto ai clienti: il gelato infatti viene esposto alto, ricco di onde, guarnito con pezzi di frutta o tavolette di cioccolata. I negozi non hanno un laboratorio per la produzione in loco con notevole risparmio, ma il prodotto viene consegnato già pronto in vaschette dal franchisor. La formula, rivelatasi vincente, è rimasta una delle caratteristiche fondamentali dell’attuale format.


po ha creato oltre 1.500 posti lavoro negli ultimi 2 anni, se consideriamo che ogni negozio prevede l’impiego di 2/3 persone. Per noi questo significa molto. Oggi le aziende hanno una grande responsabilità e devono trovare il Paolo Gallicchio Marco Del Mas modo di fare business e innovare il mercato. Le opportunità di crescita ci sono e, nel nostro Meno di 5mila euro per una settore, la promozione di un sistema di collabogelateria chiavi in mano: un business alla portata di tutti razione reciproca tra franchisor e franchisee è Rispondono Paolo Gallicchio, un ottimo modo per crescere in maniera sostesviluppo franchising, e Marco Del Mas, nibile e duratura.

teria/caffetteria l’investimento medio sarebbe di circa 100.000/120.000 euro. Con noi è sufficiente un ridotto fee d’ingresso (solo 6.900 euro per la gelateria con caffetteria oppure 4.900 euro per la sola gelateria) e occuparsi degli eventuali piccoli adeguamenti del locale. Al resto ci pensiamo noi cedendo in comodato d’uso gratuito gli arredi e le attrezzature. Inoltre, non chiediamo percentuali sugli incassi, né royalty: tutto l’incasso rimane all’affiliato che al termine del contratto di 5 anni, diventa proprietario di tutti i beni forniti.

gestione e sviluppo del network

Quali sono i mercati esteri più interessanti per il vostro sviluppo? Il 2017 rappresenta per Crema & Cioccolato un anno di svolta anche per l’inizio della nostra proposta per l’estero. Attualmente abbiamo un negozio in prossima apertura a Madrid, ma auspichiamo di replicare il successo ottenuto in Italia anche oltre confine. I territori che appaiono più interessanti per il nostro business sono sicuramente la Spagna, la Germania, il Regno Unito, La Francia, la Slovenia e la Croazia, ma anche la Romania, gli Emirati Arabi e il Marocco. Abbiamo parecchie richieste anche per Malta.

Come valutate il 2016 per Crema & Cioccolato? E come va quest’anno? Il 2016 è stato senz’altro molto positivo, con 200 nuove affiliazioni, ma è il 2017 l’anno della svolta. In soli sei mesi abbiamo 300 nuovi clienti: tutti nuovi punti vendita che contiamo di inaugurare entro dicembre. La nostra politica aziendale guarda al vero tessuto economico, fatto di piccole imprese che meritano attenzione e sostegno. In questo modo vogliamo contribuire anche a sostenere l’occupazione. Il nostro piano di svilup-

Più di 700 insegne in tutta Italia: pronti per l’Europa Minimi investimenti iniziali e buon potenziale di crescita anche legato all’alta redditività del prodotto più un format ben rodato hanno portato il marchio friulano a più di 700 punti vendita (tra già aperti e in prossima apertura) a insegna Crema & Cioccolato nel Belpaese, con 200 inaugurazioni l’anno scorso e una sessantina nei primi cinque mesi di quest’anno. La location preferita è quella urbana, dai piccoli centri (soprattutto turistici), alle grandi città, mentre è meno coperto il canale dei centri commerciali dove il marchio ha una presenza marginale (una ventina di negozi). La rete di locali premia la ricca Lombardia con un centinaio di insegne, seguita dal Lazio con 88 negozi. In generale tutte le regioni dello Stivale sono presidiate, isole comprese (Sardegna 50 punti vendita e Sicilia 72, la terza per numero di negozi). Le regioni meridionali, sia per la diffusione della cultura del gelato sia probabilmente per la predisposizione alla

Qual è un punto di forza della vostra proposta franchising? Sicuramente il prezzo molto vantaggioso fornisce un notevole vantaggio competitivo, a noi e ai nostri clienti. Ma è importante anche un servizio a 360°, che accompagna l’affiliato lungo tutto l’iter di apertura dell’attività: dalla scelta della location migliore fino all’assistenza post apertura. Avviare un’attività con Crema & Cioccolato vuol dire affidarsi a una struttura in grado di fornire un supporto completo con un notevole risparmio. Per aprire senza il nostro supporto una gela-

micro impresa a carattere familiare, sono quelle dove il marchio friulano ha una maggiore diffusione: una sessantina di negozi in Campania, praticamente alla pari con la Puglia, subito dopo la già citata Sicilia, seguiti dalle 41 insegne della Calabria, mentre Emilia Romagna, Toscana e Friuli non raggiungono la trentina (sta meglio il Veneto con quasi 50 insegne o il Piemonte con 44). Poi c’è lo sguardo verso l’estero con, oltre alla nuova affiliazione di Madrid, l’interesse per la Germania, dove ben l’85% dei tedeschi frequenta una gelateria italiana, mentre il mercato del settore in Europa ha un valore stimato nel 2013 di circa 2,7 miliardi. Il programma di Crema & Cioccolato è quindi quello di sbarcare nel Continente con particolare attenzione, oltre alla Germania, alla Spagna, Francia, Svizzera, Romania, Slovenia e Croazia, solo per dirne alcune. Una bella scommessa per Lorenzo Mazzilli e Alex Bertogna, i due amministratori delegati di BMV spa nonché soci paritetici dell’azienda, affiancati nella camera dei bottoni da uno staff

giovane e in alcuni casi, come il Responsabile sviluppo franchising Paolo Gallicchio, proveniente dal campo.

Patrimonio e utili, per un bilancio che sorride A guardare i conti, l’azienda dichiara un giro d’affari incluso i punti vendita di 45 milioni di euro, e se si va a mettere il naso nel bilancio più recente pubblicato (2015) BMV spa sembra proprio una società in crescita: sale il fatturato con quasi 3,2 milioni nel 2015 e circa 250mila euro in più sull’anno precedente, con un utile di 231mila euro che è poco meno della metà di quello del 2014, ma comunque molto positivo. Inoltre, anche grazie al buon andamento recente, la società friulana sembra ben patrimonializzata con un patrimonio netto che, grazie a una riserva straordinaria in crescita, copre integralmente la posizione debitoria complessiva, al netto comunque dei crediti. Sul conto economico crescono ovviamente i costi (personale, servizi e prodotti)

legati alla variazione dimensionale della società per cui il 2015 è stato un anno di svolta sia per il rinnovo del brand sia quello del format. La crescita, infatti, sembra del tutto sostenibile e autofinanziata: un bel risultato per una azienda ‘leggera’ come BMV che ha di fatto funzioni di coordinamento e supporto dei franchisee. Bisognerà vedere come si struttura la creatura di Mazzilli e Bertogna per i loro prossimi ambiziosi progetti: l’esportazione del sistema Crema & Cioccolato all’estero, la creazione di un nuovo brand di gelaterie, questa volta artigianali, in Italia, oltre all’impostazione di una rete di vendita per la commercializzazione di un preparato UHT a ricetta e marchio BMV e l’ideazione e lo sviluppo di nuovi marchi, anche non food. Per ora, senza dubbio, la crescita del network di Crema & Cioccolato (30 punti vendita nel 2011 e più di 700 sei anni dopo) e il successo della formula ‘leggera’ autorizzano l’ottimismo del management friulano. David Montorsi

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r&f Brand analysis

Save My Bag, il poly-fabric con Lycra alla moda U

na borsa che nasce quasi per gioco e che si sta trasformando velocemente in un’icona, merito anche della scelta dei due soci fondatori di voler essere un made in Italy al 100 per cento. Oggi Save My Bag rappresenta al meglio l’innovazione, la creatività e la tecnologia applicate al mondo delle borse da donna e agli accessori. Un materiale, il poly-fabric con Lycra, che diventa leva per il successo. Abbiamo parlato di questa ascesa con Valentina Azzia, fondatrice di Save My Bag assieme al marito Stefano Agazzi. Come nasce Save My Bag? Nasce dall’idea di realizzare una borsa in un materiale molto leggero. Nel 2011 abbiamo partecipato a un evento legato al mondo dell’alta gioielleria, settore nel quale lavoriamo con un’altra nostra attività, e abbiamo pensato di fare un regalo alle nostre clienti. Volevamo un prodotto cari34

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no ma allo stesso tempo pratico, così abbiamo pensato a una borsa che le clienti potessero utilizzare per contenere tutti i gadget che spesso si ricevono agli eventi e, da lì, ci siamo messi alla ricerca di tessuti innovativi per realizzarla. Alla fine ne è nata una borsa che si ispira a modelli iconici di brand di lusso e il successo è stato immediato. Hanno iniziato a richiedercele come private label e per altri eventi e abbiamo seguito questa scia per un paio di anni. In questo arco di tempo abbiamo intravisto in questo prodotto un ottimo potenziale, che però rischiava di perdersi con questa tipologia di produzione. Alla fine del 2013 abbiamo quindi deciso di creare il nostro marchio certi che, veicolato sul mercato con alcune leve, sarebbe potuto diventare nel tempo un brand iconico. A cosa si deve il nome Save My Bag?

Abbiamo scelto questo nome perché il concetto iniziale era quello di creare una cover per la propria borsa. L’idea era infatti quella di permettere alle signore di inserire la propria borsa di alta moda all’interno della nostra per evitare di rovinarla appoggiandola a terra, in treno o nelle cappelliere dell’aereo quando viag-

giavano. Era ed è tuttora una protezione, anche se ormai viene utilizzata come una qualsiasi borsa perché trendy, comoda e leggera. Quali sono le caratteristiche tecniche del prodotto? Il materiale, il poly-fabric con Lycra, è di nostra ideazione. È simile al neoprene, ma ancora più leggero: l’ester-


I nostri monomarca in Italia sono tutti nei centri cittadini, ad eccezione di due che sono inseriti nel travel retail, più precisamente negli aeroporti di Bergamo Orio al Serio e Malpensa. Abbiamo poi dei temporary store

I nostri negozi hanno una metratura che va dai 50 ai 70 mq, sono tutti su un unico piano e con arredi semplici, di ci occupiamo direttamente. Molta illuminazione e un taglio Pop. Le vetrine di solito sono molto ampie perché le nostre borse sono caratterizzate dall’essere disponibili in numerosi colori. Per quanto riguarda il posizionamento, prediligiamo sempre le zone centrali in contesti con brand in linea con il nostro. Parlando di borse, quante referenze avete? Avete chiaramente un modello di punta, gli altri cambiano a seconda delle stagioni? Quante collezioni all’anno fate? Abbiamo una decina di modelli che tendiamo a mantenere in collezione per più anni, lavorando molto sui colori. Il modello di punta si chiama Miss, ma ogni anno lanciamo comunque un paio di prodotti nuovi e ogni sei mesi rinnoviamo la cartella colori.

nelle stazioni di Milano Centrale e Roma Termini. I negozi italiani e quello di Saint Tropez sono tutti in gestione diretta, tutti gli altri flagship store nel mondo sono invece gestiti con la formula del franchising. Quali sono le caratteristiche principali dei vostri format di punto vendita?

Parlando di accessori, cosa producete? Sempre in materiali tech? Diversi accessori, come pochette da donna e da uomo, porta iPad o elementi di decorazione per la borsa. Tutti oggetti collaterali, ma realizzati rigorosamente nel materiale tecnico che ci contraddistingue. In poly-fa-

Valentina Azzia e Stefano Agazzi

no è in Lycra ed è accoppiato con una spugna a bassa densità, in questo modo la superficie risulta molto morbida, la borsa in sé è più leggera di una bottiglietta d’acqua, ma le prestazioni e la resistenza sono quelle dell’abbigliamento tecnico. Nati nel 2013, oggi avete oltre 20 flagship store nelle principali città del mondo, siete distribuiti in 1.500 boutique in 60 Paesi, come vi spiegate questo successo inarrestabile? È una borsa che non esisteva. Noi ancora oggi consideriamo il nostro prodotto come collaterale al guardaroba femminile, che non va in conflitto con il prodotto principale rappresentato dalla borsa, ma può invece andare a supporto, diventando il contenitore di tutti quegli oggetti che una donna spesso deve portare con sé. Ma il successo lo si deve non solo alla funzionalità e alle caratteristiche tecniche di cui parlavo prima, ma anche al fatto che il prodotto sia interamente made in Italy, dettaglio molto apprezzato soprattutto all’estero. Anche il prezzo ha giocato un ruolo importante: il prezzo medio è di 80 euro, ma con una collezione che va da 50 fino a 119 euro, rendendo la nostra borsa piuttosto democratica e accessibile. Parlando dei negozi monomarca, quali canali penetrate?

bric con Lycra abbiamo recentemente ideato anche una linea di prodotti di home decor che si presta molto bene all’arredamento dell’outdoor, ai locali all’aperto, alle barche, ecc. Quali sono le caratteristiche principali della vostra strategia di sviluppo? Lavoriamo in diversi canali di distribuzione: dal wholesale ai multimarca, oltre ai franchising. Stiamo inoltre crescendo molto bene con il canale digital, quindi e-commerce e social media. Ci teniamo aperte tutte le strade, oggi non ci si può più concentrare su un solo modello strategico. Quali sono state le ultime aperture fatte? E le prossime? Le ultime sono Milano in Via Manzoni, Tokyo, Palma di Maiorca, Singapore e Cancun in Messico. Come procedono le vendite? Quanto pesa il negozio online rispetto al negozio fisico? La distribuzione è abbastanza diffusa nel mondo e il fatturato è di circa dieci milioni di euro, con una crescita prevista intorno al 30% ma che va sicuramente rivista anche alla luce delle nuove aperture. L’e-commerce pesa circa il 10 per cento del fatturato generale, direi quindi che va molto bene, soprattutto perché il prodotto si presta perfettamente al canale. Quali progetti avete per il futuro? Non avete mai pensato a un’evoluzione nella moda o nelle calzature? A noi piacciono tutti quegli accessori versatili che si inseriscono bene nella vita quotidiana, non ci fissiamo necessariamente sulla moda. Cosa si può dedurre dal vostro successo? Che si può ancora realizzare un progetto in Italia che sia semplice, autentico e che venga apprezzato a livello internazionale. Il made in Italy non è esclusivamente lusso o il prodotto artigianale tramandato di generazione in generazione. È anche innovazione, creatività e tecnologia. S.M.

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r&f Dossier aeroporti

And the winner is... Capodichino

Il premio come miglior aeroporto europeo nella categoria 5 - 10 milioni all’ACI Europe Award la dice lunga sullo scalo partenopeo. Servizi, ristorazione, retail, ogni tassello è al posto giusto per offrire una passenger experience di livello, ma il team Gesac non si ferma e vuole ancora di più

O

ttavo aeroporto nazionale per numero di passeggeri che nel 2016 hanno toccato quasi i sette milioni. Una forte componente turistica derivata dall’archeologia, dalle isole, dalla costiera amalfitana, dalle eccellenze enogastronomiche ma non solo; industria tessile e dell’abbigliamento concentrate nel circuito di Nola. Napoli è una metropoli che con i suoi pregi e difetti attira ogni anno milioni di persone e l’Aeroporto Internazionale di Capodichino è la porta d’accesso non solo alla città e alla Campania, ma anche alle regioni confinanti, con una catchment area che arriva al Molise, all’Abruzzo, alla Basilicata e alla Calabria. Il nostro ultimo Dossier aeroporti sullo scalo partenopeo risale a 36

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giugno 2015, e già allora, nelle battute conclusive del servizio avevamo elogiato il lavoro di Gesac (Gestione servizi aeroporti campani) che terminati i lavori del vecchio master plan al 2014 si era immediatamente lanciata nel nuovo masterplan che si concluderà nel 2023 con importanti ope-

re finalizzate a sostenere l’aumento di passeggeri fino a dieci milioni.

Bene, bravi, bis Lo scalo, in portafoglio a 2i Aeroporti, società del gruppo F2i SGR, rappresenta per certi versi quello che potrebbe essere il futuro del settore (imi-

tato recentemente anche dai cugini sabaudi, vedi r&f aprile 2017) ossia fare in modo che parte dei passeggeri in arrivo transiti in uscita attraverso l’area sterile, in modo che possano avere contatto con l’offerta commerciale retail e food & beverage dello scalo. Ma questo è solo uno degli elementi che hanno ar-


E proprio da qui vogliamo partire con il nostro nuovo Dossier aeroporti su Capodichino, dal numero di passeggeri in crescita. Per dare ulteriore respiro allo scalo, infatti, nel 2018 inizieranno i lavori in area arrivi per riposizionare la pizzeria Fratelli La Bufala, ingrandire l’atrio e portare le agenzie di noleggio auto all’interno dello scalo per migliorare il servizio cresciuto del 30% nell’ultimo anno. Questo lavoro di ampliamento coinvolge anche il piano sovrastante dove MyChef (che presidia parte del food in aeroporto) ha aperto AIRSIDE un McDonald’s di 285 mq con 100 mq di sedute. Tornando al piano arrivi, accanto alla pizzeria ha aperto un supermercato Crai di circa 100 metri quadri. Un’attività, quella della Gdo in aeJaked roporto, che sta dando ottimi riBriciole BAR Yamamay De Nigris Carpisa scontri in tutti gli scali un cui è Fattorie Garofalo presente al netto di un’offerMuseum ta chiaramente declinata DUTY free a questo specifico canaToys le e che serve sia i viagTabacchi edicola Sunstore giatori sia la airport comWine Bar DUBLSunstore munity. Anche il piazzale Tabacchi edicola Sunstore Cocktail BAR antistante lo scalo è in faTradizione Italianastore se di trasformazione. Dove LANDSIDE un tempo c’era McDonald’s sempre MyChef aprirà il Gran Cafè Capodichino. A pochi passi Minimarket CRAI dall’ingresso, inoltre, è stato realizzato BenBo, un capsule hotel progetFratelli la Bufala Pizzeria tato da un’azienda campana, che ha riqualificato un ex stabilimento industriale. Sono 42 camere di circa 5 mq, dove al costo di 30 euro si può dormire tutta la notte, ma è anche possibile trascorrervi poche ore prima di Piano terra ricchito la passenger experience dell’aeroporto che, assieme alle oltre 40 attività e un’offerta di ristorazione molto curata, all’aumento delle destinazioni e a un servizio al passeggero sempre attento e tempestivo, hanno portato Capodichino a essere premiato a Parigi con l’ACI Europe Award come miglior aeroporto europeo nella categoria 5 - 10 milioni di passeggeri.

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r&f Dossier aeroporti partire. È un’attività che funziona molto bene, come ci ha raccontato Sergio Gallorini direttore commerciale consumer, soprattutto con chi tornando dalle isole di fronte a Napoli ha il volo al mattino presto che non coincide con gli orari dei traghetti. In questo caso, ritornando sulla terra ferma la sera prima, si può dormire a pochi metri dall’aeroporto a un prezzo decisamente competitivo.

Novità in casa landside Riprendendo la nostra visita all’interno dello scalo, dall’area arrivi in direzione dell’atrio centrale, sulla destra c’è un locale nato come cocktail bar: Tradizione Italiana. La particolarità di questa attività risiede nel fatto che si tratta di un consorzio di 12 aziende campane di prodotti tipici che vanno dalla pasta alla mozzarella e ai dolci fino al caffè. Un progetto, come ci ha spiegato Gesac, che dopo un periodo di rodaggio ha iniziato a dare buoni risultati valorizzando ogni mese una delle aziende consortili, trasformandosi in una sorta di incubatore di un modello da riproporre altrove. Dall’altro lato rispetto al salone centrale, un Sun Store è stato recentemente ampliato aumentando così il numero di referenze esposte. L’operazione è servita anche ad accrescere la visibilità in quanto prima soffriva la vicinanza alla scala mo-

bile che porta al piano superiore. E proprio al piano superiore area landside ci sono importanti novità. Prima su tutte Moccia, storico marchio campano di pasticceria e rosticceria, recentemente acquisito da A Cento Spa, holding campana che gestisce diversi marchi di ristorazione in franchising tra cui il più noto Fratelli La Bufala Pizzaioli Emigranti all’interno dell’aeroporto. Il locale è caratterizzato da un’ampia esposizione di prodotti e soprattutto da un laboratorio a vista dove i pasticceri preparano i dolci. Annesso alla pasticceria, a seguire il percorso verso l’area imbarchi c’è il bar Mo Comfort Cafè, con la medesima gestione. Guardando Moccia, alla sua sinistra, in un’area ancora chiusa, aprirà il ristorante McDonald’s di cui parlavamo

in precedenza. Ci troviamo, infatti, in corrispondenza della pizzeria Fratelli La Bufala. Proseguendo verso i controlli, seguono una serie di attività - quasi tutte sul lato sinistro - presenti da tempo: Sole & Vista, un negozio di occhiali che dopo il cambio di gestione ha ripreso a lavorare molto bene; In Scintille, una piccola gioielleria, e Camomilla Italia. Si apre poi un’ampia vetrina di Carthusia, storico brand napoletano di profumi ed essenze con al seguito, per le amanti della lingerie, Victoria’s Secret. Silvian Heach chiude questa stecca di retailer e di fronte, unica attività che affaccia sul salone centrale, ha appena inaugurato una libreria Feltrinelli, esattamente al di sopra di Sun Store.

AIRSIDE Monnalisa Coccinelle Gutteridge Carthusia Harmont & Pinko Boggi Milano Blaine junior Kimbo-Kway Tesorone DUTY FREE DUFRY Andreano Perle di sole Pastificio Di Martino Aeronautica Iamme Ristorante San Gregorio Venchi Bellavia Militare Condotti Roberta Biagi Camomilla Carthusia Fedon MO Comfort Inscintille Victoria Secrets Cafe’ Sole & Vista Napolimania Giappo Silvian Heach Moccia Feltrinelli MCDonald LANDSIDE

Piano primo 38

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Il duty free strizza l’occhio Napoli Dopo alcuni metri, si incontra un primo filtro per accedere ai controlli di sicurezza veri e propri, superati i quali, si viene immessi in un duty free walk through firmato Dufry. Si tratta di 800 mq con un buon assortimento di prodotti nazionali e internazionali, e molto curato anche nel layout. La particolarità di questo duty free risiede nella valorizzazione del territorio. Seguendo il percorso, infatti, si viene immessi in una sorta di spin off del duty free rappresentato da Thinking Napoli, dove tutto, dalla pavimentazione fatta con i sampietrini, alle decorazioni, alle piastrelle sulle colonne ma soprattutto, cosa più importante, i prodotti venduti sono un omaggio al capoluogo campano. Superata l’area di Dufry si entra nel vivo dell’area sterile e ad accogliere i viaggiatori c’è I’amme il format di Fattorie Garofalo entrato nel canale travel retail per la prima volta proprio qui, due anni fa. Gelati, yogurt, mozzarelle, una bakery e un menu curato dalla chef stellata Rosanna Marziale hanno fatto di questo locale un caposaldo dello scalo. Proseguendo nel percorso che conduce ai gate, si passa attraverso un corridoio dove le attività retail si susseguono una via l’altra. Sul lato sinistro ci sono in sequenza Aeronautica Mi-

litare, la pasticceria Vincenzo Bellavia, Venchi, Sartorie Condotti Napoli, Roberta Biagi (abbigliamento femminile) e Fedon. Sul lato opposto, invece, si comincia con Pinko che, come ci confermano da Gesac, sta facendo numeri importanti in tema di vendite e scontrini; a seguire ci sono Harmont & Blaine junior e Coccinelle che ha aperto a maggio. Lo spazio successivo, un tempo occupato dalla libreria Feltrinelli trasferita in landside, è ora oggetto di lavori poichè sarà suddiviso in tre parti: una sarà occupata da un altro negozio Carthusia, più piccolo ma funzionale a semplificare il le operazioni per il trasporto dei liquidi in volo essendo già in airside; un’altra parte diventerà un negozio Monnalisa, infine circa 20 mq saranno inglobati da Gutteridge, marchio napoletano di abbigliamento da uomo che si trova subito dopo. Accanto aprirà a breve il cugino milanese con Boggi Milano. Lo spazio che segue, due anni fa doveva essere una sorta di esperimento che alla fine è risultato essere vincente e ha mantenuto la propria connotazione: uno spazio multibrand con apertura su due lati, con insegne che cambiano periodicamente. Attualmente ci sono Kimbo caffè, le caramelle di Perle di Sole, K-Way e Andreano Napoli, noto produttore di guanti in pelle. Il vantaggio di questo spazio ri-

siede nel fatto che può fungere da test per alcuni marchi che in base ai risultati possono spostarsi in location più ampie. A Napoli non poteva inoltre mancare un produttore di pasta che in Pastificio Di Martino trova un ottimo esponente della filiera. Facendo un passo indietro, centralmente nel corridoio un’sola ospita Tesorone, un marchio di sandali da donna fatti a mano a Napoli e con negozi a Palm Beach e Porto Rotondo. Al termine del corridoio, dove si apre un grande salone con poltrone e divani e alcuni gate, ci sono due attività di ristorazione molto interessanti: Feudi di San Gregorio, un ristorante wine bar molto curato dove i menu sono studiati da Paolo Barrale, chef stellato del ristorante Marennà di Avellino, e di fronte Giappo, un sushi bar con il tapis roulant per chi mangia al bancone e menu alla carta per chi siede ai tavoli. Proseguendo verso il fondo del salone ci sono due vip lounge che dovrebbero essere oggetto di lavori per essere unificate e ulteriormente ampliate. Così come dovrebbero, sempre in quest’area, essere effettuati dei lavori per ricavare uno spazio non superiore ai 200 mq, da dedicare al food & beverage. Accanto a Feudi di San Gregorio una scala mobile conduce al piano inferiore. Un ampio corridoio molto lungo con sulla destra attività commerciali e a sinistra i gate. Qui Pianoforte Holding occupa uno spazio molto grande a insegna Italian Lifestile, con i tre marchi di punta dell’azienda: Yamamay, Carpisa e Jacked. È poi la volta di un grande Briciole Bar di MyChef che a ottobre dovrebbe essere oggetto di restyling e

rebranding diventando il nuovo format Briciole Green. Quelli che seguono sono piccoli negozi ma ben assortiti: Museum, una gioielleria dove è venduto anche corallo rosso; Mozzarelle di Bufala Garofalo; De Nigris, un produttore di aceto balsamico di Modena, un Express duty free; un negozio di giocattoli Toys Company; Carthusia che si trasferirà al piano superiore e sarà sostituito dal format di Unieuro dedicato al travel; un altro Sun Store e infine il wine bar Dubl, sempre di proprietà dell’azienda vitivinicola Feudi di San Gregorio.

Conclusioni Questo è il quadro generale dello scalo partenopeo. Uno dei più interessanti a nostro parere (e non solo visto il premio recentemente ricevuto da ACI) nel panorama europeo. Il team di Gesac lo ha reso un aeroporto molto piacevole da vivere, sia nella parte landside sia in quella airside. C’è molta attenzione al prodotto locale, sia esso retail sia food & beverage. Quest’ultimo comparto, in particolare, è molto curato nella varietà della proposta, e orchestrato in modo da non cannibalizzare i marchi esagerando con l’offerta. È opinione infatti di Sergio Gallorini che l’esperienza del viaggio passi attraverso la ristorazione. E come dargli torto. Oggi i ricavi maggiori nel travel retail arrivano proprio dal food & beverage che «deve essere - come conclude Gallorini - di qualità e a costi contenuti». Ora non resta che attendere i lavori del nuovo master plan per vedere quali novità ci riserverà Capodichino. Nel frattempo lo scalo si prepara a ospitare la conferenza ACI 2018. Stefano Masin

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r&f Airport analysis

Luton Airport

L’

aeroporto di Luton (Codice IATA: LTN), dopo Heathrow, Gatwick e Stansted, è il quarto che serve la città di Londra ed è situato a circa 50 km dal centro città. Le previsioni fornite dallo stesso scalo indicano un trend in crescita nei prossimi 8 anni:

Il motivo del viaggio varia in funzione del periodo dell’anno, come evidenziato dal grafico seguente che scatta una “fotografia” del passeggero in due periodi dell’anno su un arco temporale di 3 anni:

2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 MILIONI 11,700 12,100 12,600 12,900 13,400 14,300 14,800 15,400 L’andamento storico dei passeggeri è riportato nel grafico di seguito:

La connotazione dell’aeroporto è spiccatamente low cost, come mostra la tabella in basso, ma la componente business (27% in periodi non prettamente vacanzieri), indica una tipologia di viaggiatore low cost tipica del mondo business moderno, attento ai costi di trasferta. A conferma di questa considerazione, va notato come la principale compagnia (45% dei pax totali) sia easy Jet, che punta ad offrire un servizio di qualità a prezzi contenuti (l’età media si attesta a 42,6 anni). % of Passenger Mix

Per quanto riguarda il piano voli, Luton è oggetto di lavori di ampliamento che stanno portando nuove compagnie e nuove destinazioni.

Caratteristiche del traffico

Le fasce di età presenti nel terminal sono indicate nel grafico qui di seguito:

easy Jet

Wizz Air

Ryanair

Other Scheduled

Other Charter

45%

27%

14%

11%

4%

Offerta retail

Oggi l’offerta retail in area airside non è particolarmente ricca, tuttavia il tender in corso riguarda una nuova area che di fatto incrementa del 100% l’area dedicata al retail in zona airside.

Fabio Bernardini Fabio.bernardini@due-puntozero.com www.due-puntozero.com

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World Travel Retail Una bio serra al Changi SINGAPORE - Nel cuore dell’aeroporto di SingaporeChangi nascerà una maxi struttura chiamata “Jewel” che fungerà da hub, spazio pubblico, area commerciale e ospiterà una bioserra. Il nuovo complesso, che verrà ultimato entro il 2019, si chiamerà Jewel Changi Airport, una struttura polifunzionale con un giardino interno su cinque piani. Oltre a negozi, aeree di intrattenimento, uffici ristoranti, la maxi bio-serra sarà infatti il fiore all’occhiello del progetto: migliaia di fiori, alberi e piante, una cascata di 40 metri e una superficie verde di 14mila metri quadri.

Gara per il duty free

al Ben Gurion ISRAELE - La Israel Airport Authority ha confermato l’avvio della gara per la gestione del duty free del Tel Aviv Ben Gurion Internatioal Airport. La durata del contratto è di 7 anni e inizierà a decorrere dal primo gennaio 2018, il giorno dopo la fine del contratto con l’attuale concessionario James Richardson’s. La gara terminerà il 9 agosto.

A Copenhagen

cresce il food DANIMARCA - Il Copenhagen Airport amplia la propria offerta food inserendo cinque nuovi ristoranti nell’area landside. Si inizia con i tramezzini di Pret A Manger, poi il gastropub Bar Jacobsens, il ristorante vegetariano

42Raw, la cucina thai di Wok, infine la caffetteria Riccos.

Dufry inaugura ad Atene GRECIA - Dufry ha aperto il nuovo Hellenic Duty Free Shops all’Athens International Airport Eleftherios Venizelos. Lo spazio, concepito con la formula del walkthrough offre un’ampia gamma di nuovi brand internazionali e locali, oltre a un’area dedicata al food con un focus sui produttori ellenici.

L’Incheon punta in alto COREA DEL SUD - L’Incheon International Airport conta, per il 2017, di raggiungere nuovamente due miliardi di dollari di vendite duty free in seguito al restyling di 2.753 mq di aree retail dedicate al lusso nell’area centrale del Terminal 1. Nel frattempo lo scalo aspetta di inaugurare entro l’anno i nuovi negozi del Terminal 2.

Dufry sempre più carioca BRASILE - Dufry ha prolungato di altri dieci anni il proprio contratto al Juscelino Kubitschek International Airport di Brasilia e al Sao Goncalo do Amarante International Airport di Natal, in aggiunta ai contratti già esistenti in scadenza nel 2033. I nuovi contratti porteranno quasi a raddoppiare le aree duty free e duty paid.

DFASS al terminal di Progreso MESSICO - L’operatore DFASS ha vinto la gara per la gestione di 280 mq di duty free al terminal crociere di Progreso in Messico, nello stato dello Yucatàn. Il negozio servirà i passeggeri delle compagnie Carnival e Royal Carribean. Il contratto avrà una durata di dieci anni e DFASS prevede di servire circa un milione di turisti all’anno.

Vegas McCarran International Airport. Il contratto della durata di sette anni comprende 5.500 mq inclusi 1.800 di una combinazione duty free - duty paid outlet all’interno del terminal 1 D.

Heinemann in paradiso MAURITIUS - Heinemann si è aggiudicata un contratto di tre anni per l’approvvigionamento del duty free del Mauritius Duty Free Paradise al Sir Seewoosagur Ramgoolam Airport, il principale scalo dell’isola che si trova nell’oceano indiano. Stessa

tipologia di supporto sarà offerta al Sir Gaetan Duval Airport nella più piccola Rodrigues Island, a circa 500 chilometri da Mauritius.

Flemingo a Mumbai INDIA - Flemingo International si è aggiudicato un contratto di otto anni per la gestione di 13 negozi di abbigliamento al Chatrapati Shivaji International Airport di Mumbai. I locali, che si trovano all’interno di un’area di quasi 40mila mq dedicati al retail, saranno suddivisi in sette sezioni e offriranno un panorama di prodotti locali e internazionali.

Lotte a Da Nang VIETNAM - Il travel retailer sudcoreano Lotte Duty Free ha inaugurato al Da Nang International Airport il Phu Khanh Duty Free. L’apertura è ancora parziale, ma entro agosto sarà completata raggiungendo i mille metri quadri. Il progetto di Lotte è di aprire degli store anche a Ho Chi Minh City, Hanoi e in altre città.

Dufry fa più 7 a Las Vegas USA - Hudson Group di Dufry ha vinto la gara per la gestione degli spazi duty free e duty paid al Las

MAURITIUS

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r&f Le mappe del retail

Salerno: retail in catena di montaggio

Il competitor più rilevante per la città e provincia di Salerno è il Maxi Mall di Pontecagnano Faiano, che vanta 38.000 mq di Gla con 88 negozi, generando un traffico stimato in circa 6 milioni di visite all’anno prima dell’apertura di Le Cotoniere. Nel bacino si segnalano anche il centro Siniscalchi, 13.000 mq di Gla per 1,8 milioni di visite annue, e nel limitrofo comune di Eboli il centro commerciale Le Bolle, con 16.000 mq di Gla e 2 milioni di visitatori all’anno. Da non trascurare l’offerta del centro storico di Salerno, con particolare riferimento al cluster urbano che si sviluppa lungo Corso Vittorio Emanuele, capace di una media di 15.000 passaggi al giorno. UrbiStat valuta che nel nuovo scenario competitivo il Maxi Mall e il centro Siniscalchi subiranno entrambi un calo del 15%, seguiti da Le Bolle con un -7 per cento. Le stime sono elaborate dalla piattaforma di geomarketing uGeo by UrbiStat e sono valide a un anno dall’apertura di Le Cotoniere. Il Maxi Mall continuerà a essere un player importante per la provincia di Salerno, considerando la facilità d’accesso dal capoluogo, il tenant mix con insegne rilevanti quali Zara e H&M e l’offerta integrata con attività leisure assenti negli altri centri competitor, Bacino 00' Comune di Provincia di Regione Variabili ITALIA tra cui spicca il multisala da 6 schermi e 1.300 posti. - 30' Salerno Salerno Campania 721.764 135.261 1.106.506 5.850.850 60.665.551 Abitanti (n) Da annotare un prossimo cambio d’insegna dell’àn267.317 55.031 426.710 2.160.400 25.853.547 Famiglie (n) cora alimentare, con l’uscita di Carrefour e il possi2,70 2,46 2,59 2,71 2,35 Componenti medi della famiglia (n) bile subentro di Conad. 51,3 53,4 51,2 51,3 51,4 Femmine (%) Il centro Siniscalchi potrà difendersi anche senza l’of48,7 46,6 48,8 48,7 48,6 Maschi (%) 4,2 4,0 4,6 4,0 8 Stranieri (%) ferta alimentare grazie al suo format quasi da retail 41,9 45,6 42,7 41,2 44,2 Età media (Anni) park, con poche ma ben bilanciate insegne nazionali 37,0 40,3 36,5 33,6 42,0 Forze lavoro (%) tra cui MediaWorld e Bata. Le Bolle dovrebbe invece 63,0 59,7 63,5 66,4 58 Non forze lavoro (%) mantenere un posizionamento convenience e di vi16,9 16,5 16,6 19,8 12 Tasso disoccupazione 12.897 16.826 12.479 12.118 17.527 Reddito disponibile pro-capite (€) cinato, concentrandosi sul proprio bacino primario. 12.134 14.658 11.878 11.546 16.657 Consumo pro-capite (€) Un nuovo importante mutamento dello scenario si verificherà a breve, CENTRI COMMERCIALI (>= 10.000 mq GLA) E PROGETTI FUTURI PRESENTI NEL BACINO DI UTENZA DEL CENTRO LE COTONIERE con l’apertura nel caMappa Insegna PR Comune GLA (mq) PdV (n) Visitatori annui Anno apertura Distanza (minuti) poluogo prevista il 28 1 SINISCALCHI SA Salerno 13.000 5 1.800.000 1980 16 settembre di La Fab2 LA FABBRICA SA Salerno 18.630 70 2017 16 brica: innovativo pro3 MAXIMALL SA Pontecagnano Faiano 38.000 88 6.000.000 2006 18 getto di riconversione 4 LE BOLLE SA Eboli 16.399 60 2.000.000 2011 22 industriale, con i suoi 5 BATTIPAGLIA SA Battipaglia 18.000 60 n.d. 23 oltre 18.000 mq di Gla, le 60 attività e un’impronta green e lifestyle, si collol centro commerciale Le Cotoniere ha aperto al cui H&M, OVS e Maisons du Monde, la location facilcherà prepotentemente sia per dimensioni sia per pubblico lo scorso dicembre nel comune di Samente raggiungibile in macchina o in treno e il tevocazione tra i due attuali attori principali, Le Cotolerno in località Fratte, a circa 15 minuti di guida nant mix complementare all’offerta esistente rendoniere e Maxi Mall. dal centro storico del capoluogo. Il nuovo shopping no Le Cotoniere un player centrale per tutta la prodestination si sviluppa su tre piani per una Gla totavincia. UrbiStat stima infatti che a regime il nuovo le di circa 28.000 mq e oltre 90 negozi. centro commerciale potrà generare circa 5 milioni di Lucio Orsini La dimensione equilibrata alla domanda, la presenvisite all’anno, considerando solo l’offerta presente Data Bank Senior Analyst presso Urbistat lucio.orsini@urbistat.com za di importanti brand nazionali e internazionali tra al momento dell’apertura e non le pipeline.

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C’è più gusto a mangiare sano


r&f Analisi di mercato - fast fashion

La moda accessibile sempre più forte Qualità che milgiora, ma soprattutto prezzi sempre più competitivi fanno del fast fashion un business in continua crescita. I colossi internazionali si spartiscono il mondo, ma lo stile italiano è sempre apprezzato

S

econdo il bilancio settoriale elaborato da Sistema Moda Italia, l’industria italiana del tessile-moda ha archiviato il 2016 con un fatturato moderatamente in crescita (+0,9%) rispetto al dato contabilizzato nel 2015. Il turnover settoriale, pertanto, si porta a 52,8 miliardi di euro, guadagnando poco più di 450 milioni rispetto al 2015. Questo andamento a singhiozzo che caratterizza ormai da lungo tempo il settore, ha portato notevoli cambiamenti nel mercato 44

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dell’abbigliamento negli ultimi 15 anni. L’arrivo dei colossi del fast fashion prima e il calo del potere di acquisto poi hanno modificato l’approccio degli italiani, ma non solo, al mercato della moda. I brand casual premium oggi faticano in un certo senso a raggiungere i numeri di un tempo, mentre i marchi dell’abbigliamento accessibile continuano a crescere e in questo contesto trovano spazio molte aziende italiane che hanno saputo inserirsi prontamente in questo spazio che si è venuto a

creare. Gli addetti ai lavori sono stati bravi nel portare la customer experience ad alti livelli, accrescendo la qualità dei prodotti emantenendo sempre prezzi accessibili.

La grande sfida Oggi la sfida a livello globale è sempre lo scontro a due tra H&M e gruppo Inditex. Il colosso svedese sta per lanciare sul mercato Arket, griffe che va ad aggiungersi alla già corposa proposta con H&M; Cos, & Other Sto-

ries, Weekday, Cheap Monday e Monki. Il primo negozio Arket aprirà a Londra alla fine dell’estate e sarà online in 18 Paesi seguito da boutique in Bruxelles, Monaco e Copenaghen. Inditex mantiene comunque il primato con i marchi Zara, Pull&Bear, Massimo Dutti, Bershka, Stradivarius, Oysho, Zara Home e Uterqüe. A ogni brand corrisponde un prodotto pensato per un target specifico, dallo sportswear al minimal passando per collezioni underwear, kidswear e sportwear nate per saturare le richieste di un mercato anagrafico ed economico sempre più frammentato. Per confrontarsi con i due player europei, si sta attrezzando anche il leader asiatico Fast Retailing. All’interno del gruppo ci sono già diversi brand, su posizionamenti diversi e anche di fascia medio alta. Ma l’ariete è il marchio Uniqlo, con il quale i nipponici hanno più volte sfidato apertamente i competitor, proponendosi di diventare i numeri uno del low cost globale. In Italia il mercato del fast fashion è presidiato ovviamente da questi grandi gruppi con centinaia di negozi distribuiti in tutti i canali, dal travel retail agli shopping mall, retail park e ovviamente centri cittadini, ma anche le aziende nostrane si difendono bene. Sicuramente il circuito più florido per il settore è quello di Nola (Napoli), da cui provengono molti dei marchi di fast fashion presenti nella Penisola, con buoni risultati spesso anche all’estero. Certamente il gruppo che la fa da padrone in Italia è Ovs, il cui utile netto alla chiusura del bilancio d’esercizio al 21 gennaio 2017 è stato di 76,5 milioni di euro. Ma sono molti i brand con clientela consolidata che si comportano bene. Cotton & Silk, Piazza Italia, Flo’reiza, I am, Sonny Bono, Terranova, Silvian Heach per citarne alcuni. Certamente i fatturati sono differenti rispetto ai colossi internazionali. Dopo aver battuto Bill Gates con le sue ricchezze, il patron di Zara, Amancio Ortega, ha battuto anche le attese degli analisti con gli utili e i ricavi del gruppo. Il colosso spagnolo del fast fashion ha, infatti, archiviato i primi sei mesi del


Jean-Luc Battaglia amministratore delegato C&A Italia e Svizzera

«Siamo un brand per tutta la famiglia»

Fondata nel 1761, C&A conta oggi 1.500 negozi in 18 paesi europei e oltre 400 punti vendita tra Brasile, Messico e Cina: quanti sono in Italia e quali canali penetrate? In Italia sono 14 tra centri commerciali e retail park più tre in apertura di cui due a settembre e uno a inizio del prossimo anno. La distribuzione va da Roma al Veneto fino al Piemonte. Quali sono le caratteristiche dei vostri negozi? Le caratteristiche base sono negozi dai 1.200 ai 1.700 mq; per quanto riguarda il layout è molto semplice. Si cerca sempre di avere 20 metri di fronte vetrina e un locale perfettamente quadrato. Poi naturalmente ci si adatta anche alle location. Ad esempio i retail park sono molto standard come forme e dimensioni, mentre i centri commerciali richiedono un po’ più di elasticità a fronte dei tagli che danno gli architetti per ottimizzare gli spazi. Abbiamo un negozio su due piani a Peschie-

ra Borromeo dentro alla Galleria Borromea, ma è stato più che altro un esperimento. I negozi sono suddivisi nei reparti uomo donna e bambino con uno split del 45/50% dedicato alla donna. Quante collezioni avete? Abbiamo 4 collezioni principali, ma essendo parte del settore fast fashion ragioniamo poi all’interno delle collezioni con prodotti che hanno un ciclo di vita che può andare da 3 a 24 settimane. Un prodotto che va sul tavolo, che è il nostro punto focale della vendita, va dalle due alle quattro settimane, terminate le vendite viene sostituito. Poi ci sono ovviamente i prodotti never out of stock come la biancheria intima che vengono approvvigionati costantemente. Quanto c’è di fashion nelle vostre linee? Più che fashion noi siamo un brand per la famiglia. Vestiamo dal neonato alla persona anziana. Le nostre collezioni quindi coprono un’ampia fascia di età e chiaramente la linea per le ragazze di vent’anni ha un contenuto più fashion rispetto a quella per una signora più matura che cerca un prodotto comodo, meno fit e meno vistoso. Il nostro focus è la donna 35/45 anni che si occupa della famiglia ma naturalmente come dicevo, copriamo tutte le fasce.

Come vi siete adattati al cambiamento delle mode? Noi siamo stati per certi versi precursori del fast fashion, nel senso che nei primi anni settanta eravamo presenti nelle principali high street in Europa con un modello di business focalizzato sulla moda accessibile. Ci siamo adattati all’evoluzione delle mode e del gusto dei clienti che abbiamo fidelizzato proprio con un prodotto di qualità a un giusto prezzo. Fatturati? In Italia abbiamo avuto negli ultimi anni una crescita like for like sempre positiva, a parte il 2016 dove il secondo semestre ci ha visti un po’ in sofferenza, ma in linea con il mercato. Nel 2017 il trend è ripartito in positivo. Quanto pesa l’online? Ancora poco se confrontiamo le altre aziende. Meno del dieci per cento. È nato circa otto anni fa ma l’implementazione per portarlo a essere un canale solido è avvenuta circa tre anni fa con crescite oggi che sono esponenziali. Inoltre in Italia prossimamente, come accade già in altri Paesi, punteremo sulla cross-canalità.

Elnòs a Brescia e Adigeo a Verona) e Firenze ai Gigli. I francesi di Kiabi, invece, hanno raggiunto una trentina di negozi con la recente apertura all’ESP di Ravenna.

Centri commerciali: tutti dentro

2016 con un utile a 1,26 miliardi di euro, in crescita dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2015, e i ricavi che sono saliti dell’11% a 10,47 miliardi. E il ritmo di apertura di nuovi negozi non è stato da meno, visto che da gennaio a settembre ne sono stati inaugurati 38, per un totale di 7.096 store. E, dopo l’ingresso di Inditex quest’anno in Vietnam, Aruba, Nicaragua e Paraguay, il gruppo è ora presente in 92 mercati. La multinazionale svedese Hennes & Mauritz non se la passa peggio. Ha archiviato il 2016 con un fatturato a +6,3% a quota 20,3 miliardi di euro circa, e profitti netti in

flessione del 10,8% a 1,9 miliardi di euro circa a causa del dollaro che ha fatto aumentare il costo degli approvvigionamenti delle materie prime. Il dato non preoccupa evidentemente l’azienda che con 4.350 negozi in 64 mercati punta ad aprirne altri 430. È d’obbligo segnalare l’ingresso in Italia di Primark nel 2016 e l’operazione di Kiabi, con il nuovo format Kiabi Free ha ulteriormente ampliato l’offerta con un abbigliamento ultra accessibile. Gli irlandesi attualmente presidiano il nord Italia in tre dei principali centri commerciali (Il Centro di Arese,

Ma vediamo più nel dettaglio la situazione nei centri commerciali con il supporto di Stefano Greco, executive sales manager di Wr Consulting e di Link-er. «Nell’elaborare l’ormai abituale ranking delle insegne maggiormente presenti nei primi 100 centri commerciali italiani, abbiamo considerato tutti i brand che possono rientrare a pieno titolo nella categoria fast fashion in quanto in grado di rifornire i propri negozi con continui inserimenti di prodotto avendo esasperato il concetto della filiera corta». Quello che emerge da un primo colpo d’occhio della classifica è l’ormai conclamata omologazione dell’offerta presente nei centri commerciali nostrani.

In un range tra circa 20 e 50 punti vendita sono presenti tutti i player che connotano con la loro offerta la stragrande maggioranza dei mall italiani, con l’incessante missione di ricercare mercati in cui produrre a basso costo, in un contesto di consumi che premia chi riesce a far ruotare vorticosamente la merce in negozio a prezzi sempre più accessibili e in cui posizionarsi sopra i 50 euro di prezzo medio sembra essere impossibile. «L’avvento di Primark, con i suoi primi mega-store italiani, ha ridefinito il campo di azione, e tra i prezzi ultra accessibili del brand irlandese e il riposizionamento dei format Zara, si sviluppa praticamente tutta l’offerta moda all’interno dei nostri centri commerciali o comunque quella che conta in termini di volumi. Nella nuova arena competitiva contano massa critica, la macchina organizzativa e quello che noi tutti possiamo osservare: una continua e inesorabile crescita dei formati, dove è imperativo stare al di sopra dei 250 metri quadri.

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r&f Analisi di mercato - fast fashion Khardiata Ndoye direttore marketing KIABI

«Abbiamo 6 collezioni durante l’anno» Coprite i tre segmenti uomo - donna - bambino, quale di questi registra le vendite maggiori? Copriamo anche il segmento bebè che è anche molto forte. Il passaparola tra le nostre mamme, sinonimo di qualità, funzionalità e attrattività dei nostri prodotti, è la nostra migliore pubblicità. Oggi il segmento composto da bambino più bebè è quello che rappresenta il peso maggiore nelle nostre vendite. Notiamo però che grazie al nuovo concetto Free, le quote di mercato del segmento donna stanno crescendo. In effetti, le nostre proposte moda sono presentate in un “contenitore” ancora più seducente ed invogliante per le nostre clienti. Ogni quanto cambiano le linee? Abbiamo 6 collezioni durante l’anno per stare sempre al passo con le tendenze del momento e i bisogni dei nostri clienti. A questo c’è anche da aggiungere la nostre capsule collection donna chiamata “I want it” che è in vendita in negozio e online ogni primo mercoledì del mese. “I want it” si compone ogni mese di 3 total look fashion a meno di 50 euro.

Quali sono le caratteristiche principali del vostro format? Siamo il negozio di destinazione della famiglia. In tutti i nostri store presentiamo ampie gamme di prodotti ed esperienze di acquisto, con un merchandising specifico per ogni mondo. Ad esempio: chiaro e divertente per il bambino, sorprendente ed emozionale per la donna. Offriamo risposte per tutte le esigenze: dal neonato alla donna fashion e/o curvy, per i teenager così come per l’uomo classico o casual. Nei nostri punti vendita è inoltre facile avere a disposizione personale, simpatico e ben formato, che risponde a tutte le esigenze dei nostri clienti: personal shopper, sartoria, e-prenotazione di taglie o capi esauriti o articoli presenti sul catalogo online, così come il ritiro o la sostituzione di capi ordinati online. L’attrattiva delle medie superfici nei centri commerciali sta cambiando? Direi che in generale le medie superfici si stanno sempre più configurando come il principale elemento di attrattività dei centri commerciali, i visitatori sono costantemente alla ricerca di novità nell’offerta, e proprio una di queste novità vogliamo rappresentare nel panorama, un po’ monotono, degli shopping center italiani.

Non pensate ad altri canali come i parchi commerciali o il travel retail? Valutiamo con attenzione i parchi commerciali ma solo quelli con caratteristiche importanti in termini di dimensioni e numero di visitatori, e sì, stiamo considerando anche possibili aperture nelle grandi stazioni e nei centri città. Quali sono i punti cardine della vostra strategia di sviluppo? La strategia prevede l’apertura di uno store, uno solo si badi bene perché non vogliamo banalizzare la nostra offerta, di superficie di vendita non inferiore ai 1.500 mq, in tutti gli shopping center principali di ogni capoluogo di provincia, con la sola eccezione delle grandi città dove già abbiamo più punti vendita (7 nell’area milanese, 5 a Torino, 3 a Roma) e altri ne stiamo prevedendo. Per accelerare su questo fronte stiamo avviando una importante attività di selezione di partner che condividano il nostro progetto e con i quali sottoscriveremo accordi di affiliazione, presumibilmente a cominciare dalle isole maggiori ma senza nessun vincolo di carattere geografico. Stiamo inoltre considerando, come detto precedentemente, anche la possibile apertura di flagship in alcuni centri cittadini e in alcune stazioni.

La dinamica del fatturato settoriale (Var.% tendenziali) 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0

Tessile

Fonte Stime SMI-LIUC

Abb.to-Moda

30 giugno 2017

È sempre più importante massimizzare le performance nei momenti di forte flusso nelle gallerie, a volte troppo concentrati nel fine settimana e, per farlo, i retailer devono poter disporre di spazi sempre più ampi e recettivi» 46

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Totale TM

31 dicembre 2017

specifica Greco. Va poi considerato un elemento importante: i player che si concentrano in centri commerciali primari o nelle poche realtà metropolitane che il nostro Paese offre non sono in grado di

esprimersi adeguatamente nelle realtà più piccole, siano centri commerciali al di sotto dei 4 milioni di visitatori annui siano le città al di sotto dei 100mila abitanti.

Opportunità per il franchising È un mercato complessivamente rilevante ed è uno degli elementi strategici su cui si sta sviluppando il franchising italiano. «Nel nostro lavoro di scouting

franchisee, con il progetto Linker, stiamo ottenendo risposte molto interessanti in queste realtà; sono mercati dove negli ultimi anni sono cresciuti imprenditori cha hanno fatto del franchising il loro business primario, con una capacità di curare aspetti quali la selezione e la gestione del personale nonché il controllo dei costi locativi. Il fast fashion per questi operatori rappresenta una grande opportunità dove i grandi gruppi stentano ad entrare in quanto il loro modello di business non fun-


Michele Varisco retail manager I am

«Essere sempre in linea e aggiornati sulle tendenze»

fonte WR Consulting

Un anno fa eravate a nove negozi. In questi dodici mesi ne avete inaugurati altri? Dove? Eh sì, esattamente un anno fa eravamo a nove stores, oggi invece siamo a dodici negozi. Abbiamo colonizzato due regioni nuove: l’Emilia Romagna e il Veneto, più precisamente Piacenza, nel centro storico in via XX Settembre, Modena, nel centro commerciale Grandemilia, e Verona nel nuovissimo centro commerciale Adigeo. Ed entro fine anno apriremo altri quattro store. Come procedono i fatturati dell’azienda? I fatturati procedono bene, come da pianificazione, considerando che la percentuale di incremento con gli stessi punti vendita al 31 maggio era del +13%, con i tre negozi in più siamo arrivati al +70 per cento. Un risultato ambizioso, e anche inaspettato. Secondo voi il fast fashion come ha cambiato il concetto di moda? Il fast fashion ha reso accessibile un prodotto più di tendenza, portando il consumatore a indossare degli abiti apparentemente molto costosi, ma effettivamente alla portata di tutti, risultando così molto più alla moda e glamour. Sicuramente questo cambiamento è dovuto anche all’avvento dei grandi gruppi stranieri che hanno portato a una nuova percezione della moda. Con I am siete presenti dentro e fuori dai centri storici, e nei centri commerciali: RANKING FAST FASHION UOMO - DONNA H&M 57 OVS 56 COTTON & SILK 53 CONBIPEL 48 PIAZZA ITALIA 48 TALLY WEIJL 45 BERSHKA 44 ZARA 43 ZUIKI 42 STRADIVARIUS 40 PIMKIE 39 PULL&BEAR 38 ALCOTT 37 SONNY BONO 37 CLAYTON 36 IMPERIAL 36 BENETTON 33 CELIO 32 CAMAIEU 23 TERRANOVA 23 RINASCIMENTO 21 TOKUNOSHIMA 21 PROMOD 18 ARTIGLI 17 JACK & JONES 14 TALCO 11 SOTTOTONO 11 CALLIOPE 11 JENNYFER 10 CANDIDA 10

quale di questi canali è più redditizio? Sicuramente i negozi nei centri storici risultano essere più prestigiosi, e questo nel retail è qualcosa di ovvio, anche per i costi della location stessa e per la clientela che li frequenta, ma i centri commerciali risultano essere ad oggi quelli più redditizi. Il concept del centro commerciale nasce proprio come luogo di ritrovo, in cui passare anche un’intera giornata, a partire dalla colazione, passando per lo shopping d’abbigliamento all’arredo della casa, incontrandosi per un pranzo di lavoro in uno dei migliori ristoranti e perché no, passare anche un pomeriggio al cinema, per finire con un aperitivo. Le logiche del fast fashion di solito vogliono negozi di medio grandi dimensioni (dai 400 mq in su), voi invece avete store che vanno dai 120 ai 140 mq: questo aspetto non vi penalizza? A cosa si deve la scelta di metrature più da negozio “classico”? Il nostro progetto imminente è di aumentare un po’ con le nuove aperture la metratura già esistente. Abbiamo fatto una scelta ben precisa che è quella di avere un contatto diretto con il cliente e metrature molto ampie lasciano poco spazio a questo modus operandi. Eravamo abituati, quando il retail ha preso forma in Italia e fino all’avvento dei grossi gruppi stranieri, ad avere un customer service dentro il punto vendita, dopodiché negli ultimi dieci anni siamo passati a un totale self service. La verità sta nel mezzo: coccolare un po’ il cliente, come facciamo

zionerebbe. Dove il franchisor offre un controllo diretto della proposta commerciale e un’organizzazione efficiente, questi operatori hanno la possibilità di concentrarsi su ciò che meglio sanno fare: gestire il servizio al cliente e controllare da vicino i loro punti vendita. Aspetti rispetto ai quali le grandi organizzazioni centralizzate fanno tuttora fatica a trovare soluzioni efficaci» conclude Greco. Conclusioni La moda, di fatto, rimane sempre uno dei settori trainanti in Italia, e nonostante le difficoltà sembra stia uscendo seppur lentamente da questa situazione di empasse. Se si guarda infatti al primo semestre del 2017, le simulazioni econo-

noi, e servendolo come un ospite; credo sia la carta vincente in questo momento storico. Ogni quanto cambiate collezione? Quante referenze avete nelle vostre linee? Le nostre collezioni sono due all’anno: Spring/Summer e Fall/Winter. Ogni collezione prevede almeno quattro/cinque mood, quelli più di tendenza, senza tralasciare quello che è il nostro core business, il basic evoluto. Ogni due settimane nei punti vendita e online si può trovare l’inserimento di nuovi prodotti che formulano all’interno del display un pacchetto con look completi. Per ogni collezione abbiamo circa trecento articoli che possono diventare anche cinquecento referenze (variante colore). Avete anche un negozio online, che numeri fa rispetto al negozio fisico? Come appena accennato, abbiamo uno shop online www.iamstores.com da più di un anno che è in forte crescita, mese per mese. I dati di questa collezione Spring/ Summer rispetto a quella dello scorso anno, nello shop online sono del + 60 per cento. I numeri del negozio sono comunque diversi, credo che il tempo potrà portare l’e-commerce ad essere molto competitivo. Il travel retail è ancora un’idea lontana o ci state pensando? Il travel retail è un’idea che stiamo seriamente prendendo in considerazione, per noi è un canale nuovo, che sicuramente porterebbe a un incremento anche del brand awarenesse, specialmente nelle città come Milano e Roma.

metriche SMI-LIUC prospettano un fatturato in accelerazione che potrebbe arrivare al +2,3% (media di una variazione pari al +2,5% per il tessile e al +2,1% per l’abbigliamento-moda). Le previsioni relative ai primi sei mesi dell’anno sono influenzate sia da un trend positivo più robusto in Italia sia dal confronto con un primo semestre 2016 particolarmente critico. Con riferimento al commercio con l’estero, l’export è stimato crescere dell’1,6%, mentre l’import dell’1 per cento. Più nello specifico, il modello previsionale SMI-LIUC indica per il fatturato totale una crescita pari all’1,8% rispetto al 2016, che si qualifica comunque come un raddoppio rispetto al ritmo messo a se-

gno proprio lo scorso anno. Il turnover settoriale dovrebbe così superare i 53,8 miliardi di euro. Certamente parte del merito di questi risultati, seppur previsionali, lo si deve a un settore in evoluzione in grado di coinvolgere un ampio spettro di clienti con prodotti di qualità, alla moda, e soprattutto a prezzi accessibili: il fast fashion. S.M.

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r&f Dossier shopping mall taglio nastro

Esp Ravenna fa 100 Realizzato a fronte di un investimento di 52 milioni di euro, cui si sommano 3,5 milioni per il precedente restyling della galleria “storica”, l’ampliamento di Esp Ravenna porta in dote 19mila mq di Gla e 53 nuovi negozi. L’obiettivo di IGD è di superare i 6 milioni di visitatori l’anno e di raddoppiare il fatturato del centro

A

Esp Ravenna, centro commerciale in portfolio a IGD SIIQ, avevamo dedicato un “Dossier shopping mall - Prima pietra” nel novembre del 2014. Rispetto a quella pubblicazione focalizzata sul progetto di ampliamento, con il taglio del nastro dello scorso 1 giugno sia i numeri sia le tempistiche indicate allora trovano conferma, ma soprattutto appaiono raggiunti gli obiettivi sul fronte della commercializzazione. Inaugurato nel 1998 con un’impostazione ipercentrica, figlia di un’ormai superata generazione di shopping centre, la proprietà della galleria di Esp Ravenna è passata da Coop Adriatica a IGD SIIQ nel 2006, e nello stesso anno 48

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Il progetto in pillole Data di apertura

1998

Restyling

2012

Ampliamento

giugno 2017

Investimento ampliamento

52 milioni di euro

Promotore/commercializzazione

IGD SIIQ

Progettazione

Inres

Località

Ravenna

Localizzazione

Estraurbana

Tipologia

Centro + Parco commerciale

Gla

47mila mq (di cui 19mila dell’ampliamento)

Livelli commerciali

1

Medie superfici

16

Unità di ristorazione

12 (di cui 1 in commercializzazione)

Totale unità

Circa 100

Àncora alimentare

Ipercoop (Gla 16.500 mq)

Parcheggi

3.300 (di cui 960 con l’ampliamento)


quest’ultima ha avviato l’iter per la “fase 2”. Mentre i terreni per l’ampliamento erano già stati acquisiti nel 2003. Per mantenere il ruolo di punto di riferimento dello shopping nel proprio bacino - non sono presenti altri complessi commerciali paragonabili per dimensioni nell’isocrona dei 20 minuti - tra il 2012 e il 2013 è stato completato un restyling propedeutico al nuovo intervento di cui, appena ottemperati gli obblighi burocratici, sono partiti i lavori che hanno portato la Gla da circa 28mila mq agli attuali 47mila, di

sui 52 milioni di euro - 3,5 milioni erano stati versati per il restyling - di cui 5,7 assorbiti dalle opere infrastrutturali finalizzate a incrementare di 960 unità i posti auto, che raggiungono quota 3.300, e a realizzare circa 4 km di strade più una rotonda nel centro urbano come opera compensativa; inoltre sono stati portati a termine un parco verde attrezzato con giochi per bambini e percorso vita e un tratto della pista ciclabile che collega il centro città, gira attorno al mall e prosegue verso altre zone più periferiche. Compresi nei 52

cui 31mila di vendita. Nei desiderata di IGD, la soluzione migliore sarebbe stata quella di realizzare i due progetti in un unico step, ma il lungo processo autorizzativo per la fase 2 ha portato ad anticipare il restyling, con la complessità di doverlo pianificare in prospettiva affinché il risultato finale fosse il più omogeneo e coerente possibile. Arrivando ai numeri dell’ampliamento, il dato sull’investimento si attesta

milioni di euro anche gli oneri di urbanizzazione versati al Comune. In particolare il potenziamento della viabilità e dell’accessibilità dalla Strada Statale Adriatica, con cui il centro commerciale è collegato tramite rampe di accelerazione/decelerazione e rotatoie che distribuiscono i flussi nelle varie direzioni, nelle intenzioni di IGD dovrebbe estendere la catchment area, arrivando più a nord e più a sud

lungo la costa sino ai lidi di Cervia, Cesenatico e Milano Marittima ma anche avanzando nell’entroterra. Rispetto al perimetro di Ravenna e al bacino allargato sino ai 30 minuti, dove la società con sede a Bologna indica che ci vivono oltre 310mila residenti, l’obiettivo è quello di ridurre la percentuale di shopping in uscita. A fronte di queste dinamiche, IGD ha alzato l’asticella del footfall dai circa 4 milioni pre ampliamento ai 6 milioni, che definisce una “stima prudenziale”. Grande attenzione è stata riservata anche alla sostenibilità ambientale: è stata garantita l’illuminazione con tecnologia a Led, realizzato un sistema per il riuso delle acque meteoriche per usi non potabili; inseriti dei pannelli

fotovoltaici sulla copertura del nuovo edificio, creando così un impianto in grado di produrre energia pulita utile a soddisfare parte del fabbisogno della nuova galleria, e creata una seconda fermata dell’autobus nei pressi del nuovo ingresso; sono state anche installate 4 colonnine per la ricarica delle auto elettriche, con 8 stalli dedicati, ed è stato realizzato un nuovo percorso di accesso dedicato ai non vedenti. Sotto il profilo del design, il nuovo mall si presenta leggermente più alto e arioso del preesistente, con uno stacco più evidente nella food court dove si apprezza anche un maggior irraggiamento di luce naturale, ma è evidente lo sforzo di creare continuità sia nelle forme sia nei colori, soprattutto attraverso la pavimentazione che non presenta stacchi visivi. Anzi, il fil rouge con cui IGD vuole caratterizzare i propri centri contribuisce a uniformare l’intera galleria.

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r&f Dossier shopping mall taglio nastro Infine, sul fronte dell’innovazione, già prima dell’inaugurazione è stato attivato nella parte storica il servizio “Prenota e ritira” che consente di prenotare sul sito internet di ESP e di perfezionare l’acquisto nei punti vendita del mall; tale servizio, che verrà via via implementato coinvolgendo i nuovi brand, permette ai clienti di accedere a promozioni e a condizioni riservate all’online. Il restyling prima e l’ampliamento poi non hanno interessato direttamente l’àncora alimentare, un Ipercoop da 16.500 mq di Gla e 9.500 di vendita con alte performance di fatturato, che prossimamente dovrebbe vedere rinnovato il proprio format e in particola-

re l’offerta non food, con l’inserimento di categorie merceologiche sino a ora sguarnite come la gioielleria, l’ottica e il verde. Ma soprattutto sarà introdotta la ristorazione. L’investimento di Coop dovrebbe oscillare tra gli 8 e i 10 milioni di euro.

Retail a trazione ibrida “Ci saranno, in esterno, strutture specializzate che trovano la loro collocazione ideale in una logica di sostenibilità dei costi e di offerta; mentre all’interno IGD lavora per inserire un’ampia area legata al fashion e alla ristorazio50

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ne”. Riprendendo uno dei principali passaggi relativi alla commercializzazione datati 2014, si intuisce come la strategia imbastita abbia trovato concreta attuazione. Anche se, rispetto alle previsioni di allora, il numero totale dei punti vendita è cresciuto da oltre 80 a circa 100. A delinearci i tratti del nuovo ESP, e soprattutto le evoluzioni nella strategia di commercializzazione, Roberto Zoia e Daniele Cabuli, rispettivamente direttore sviluppo e gestione patrimonio e direttore generale alla gestione di IGD SIIQ, che hanno sot-

tolineato in primis come l’obiettivo sia stato quello di innovare, integrare e completare l’offerta preesistente. «Innovare perché Esp nasce nel 1998 con un’impostazione ipercentrica e quindi la necessità era di far evolvere questa situazione inserendo un’offerta commerciale incentrata anche sull’attrattività di marchi prestigiosi e grandi superfici non alimentari. Il tutto tenendo conto dell’evoluzione che si è verificata negli ultimi anni e di quella che potrà esserci in futuro: ad esempio la food court è molto legata a questo tema. La ristorazione non è un elemento sostituibile con l’e-commerce e quindi le abbiamo dato parecchia enfasi e metri quadrati nonostante non sia in presenza di un intrattenimento puro, come il cinema, che le possa consentire di vivere di vita propria. Però crediamo che rielaborare il mix con un’offerta di shopping e servizi possa consen-

tire un equilibro per competere con un commercio che si sta evolvendo verso il virtuale». Ripartendo ancora dai numeri, in virtù dell’ampliamento ESP Ravenna conta oggi un centinaio di negozi, di cui 45 sono quelli appartenenti alla fase 2 a cui si sommano 8 ristorazioni posizionate in una food court di nuova realizzazione e dotata di un accesso diretto (ora gli ingressi complessivi sono 3) e 1 esterna in commercializzazione. All’interno della nuova galleria è presente un’ampia offerta dedicata allo shopping per tutta la famiglia, con marchi di primario standing tra cui Jack&Jones, Timberland, Zuiki, Apple Premium reseller, Tally Wejil, Adidas, Rinascimento, O bag, Tezenis, Prénatal, Swarovski, Bijou Brigitte e sul fronte del food il primo esempio di Trattoria da Gustavo, su cui Camst ha investito 450mila euro, Mozzarella e Basilico, Alice Pizza, Let’s Toast (il terzo punto vendita del marchio di CIR Food), Pianeta Piada e altri ancora, mentre le medie superfici ospitano marchi di forte appeal come H&M, il più grande punto vendita di Esp Ravenna in virtù dei suoi 3mi-


tipica romagnola, Trattoria da Gustavo - proseguono i manager - Pianeta Piada che è una famosa piadineria presente a Milano Marittima, la gastronomia romagnola Pollo&Friends, ma anche Mozzarella e Basilico che è una pizzeria gourmet, Alice Pizza, Let’s Toast, Pani Cunzato e Sushi One». Complessivamente la proposta di ristorazione si articola su 2.200 mq, cui vanno aggiunti i 200 mq della nuova food court, mentre in termini di Gla pesa per l’8% (compresa la piazza) e per l’11% sul totale dei punti di vendita; e ancora, le sedute della food court sono 200, alle quali vanno sommate le 24 nei 6 gazebo esterni e quelle pertinenziali dei singoli operatori. Ulteriori posti a sedere sono quelli di McDonald’s (che, forte di accesso diretto

la mq, Bershka, Pull&Bear, OVS, KIABI, Piazza Italia, Scarpe& Scarpe, Maisons du Monde, Casa Store e Amici di Casa Coop (Pet Store). A completare gli anchor store, Unieuro (che al momento del taglio nastro il 1 giugno era impegnato nel rinnovo del format), Deichmann e Game 7 Athletics presenti nel mall storico. Il tasso di occupazione dell’ampliamento è pari al 97%, manca infatti da finalizzare la locazione di un’unità di ristorazione ubicata all’esterno, mentre è pari al 100% nella parte già esistente. Come sottolineato dai due manager, la commercializzazione ha insistito soprattutto nel portare a Esp marchi internazionali, dopo che la prima fase era stata caratterizzata da un forte accento sugli operatori locali e nazionali. E parallelamente, i servizi sono stati concentrati nella galleria preesistente, mentre il fashion e il food in quella nuova. Tra le dinamiche con protagoniste le medie superfici, da segnalare lo spostamento di Piazza Italia dal mall ristrutturato nel 2013 all’ampliamento, dove ha aperto in un’unità più grande, e al suo posto Deichmann; quindi KIABI è l’unico brand che gode sia di un

ingresso esterno indipendente sia di un accesso diretto in galleria, mentre tutto il mondo casa ha trovato posto nel parco commerciale esterno, così come lo store gestito da Coop e dedicato agli animali: l’obiettivo di Coop è di posizionarvi un assortimento diverso e complementare rispetto a quello dell’ipermercato. Quest’impostazione di ESP crea di fatto un’ibridazione del formato, perché unisce centro e parco commerciale all’interno di un’unica struttura, ottimizzando i flussi e le necessità sia dei tenant sia dei consumatori. «Ravenna è una città molto attenta alle novità del settore. Abbiamo quindi lavorato su un mix di marchi nazionali e internazionali, non ancora presenti sulla città, che sperimentino anche formati di grandi dimensioni, come H&M, Maisons du Monde, Casa, Pull&Bear, Bershka oltre a Prénatal, Jack&Jones, Adidas e Timberland - spiegano Zoia e Cabuli - A ciò si aggiunge il contributo di operatori presenti da molti anni sul territorio e che in centro storico vantano boutique di alto livello, in grado di soddisfare appieno le esigenze del pubblico ravennate e del turista che frequenta la struttura, come T-Age by Tagiuri e

Stand Up (entrambi abbigliamento) attivi nella prima fase del centro commerciale, e Fabbri Boutique (abbigliamento) presente storicamente in altri centri urbani della Romagna». Sul fronte della ristorazione, partendo dall’assunto che in Emilia Romagna l’attenzione per la cucina del territorio e in particolare per le eccellenze locali è molto radicata, IGD ha lavorato su un mix di operatori sia del luogo, che portino il prodotto e le tipicità romagnole all’interno della struttura, sia funzionale a completare l’offerta mancante, con l’obiettivo di intercettare una clientela che prima non frentava ESP: «Abbiamo inserito un’osteria

sull’esterno, ha preferito mantenere la propria unità storica) e Magnosfera, posizionati nell’area preesistente. La nuova piazza della ristorazione gode inoltre di orari di apertura prolungati rispetto alla galleria, al fine di favorire anche il pasto serale che sarà vivacizzato soprattutto nei weekend da numerosi eventi di intrattenimento rivolti sia agli adulti sia ai bambini e incentrati sul territorio di riferimento. Tra i servizi, oltre a quelli già citati, due zone relax e postazioni per la ricarica dei device elettronici, un’area bimbi custodita vicina alla food court, totem touch screen e wi-fi gratuito in tutto il mall. A.P.

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r&f Scienze & retail

Guidare i comportamenti con esperienze piacevoli: shopping experience e neuromarketing

I

luoghi di vendita sono sempre più ricchi di stimolazioni sensoriali. Luci, colori, profumi sono gli elementi che vengono usati per rendere più gradevoli le esperienze di acquisto. Oggi i consumatori cercano prodotti di qualità, e spesso gli elementi “collaterali” e di contesto aiutano a rendere più gradita un’esperienza di consumo, avendo anche un effetto sulla percezione del prodotto. Poiché le neuroscienze ci hanno ormai rappresentato il consumatore come “macchina emotiva che pensa e non come macchina pensante che si può emozionare”, occorre essere consapevoli degli elementi di “contorno” che in realtà giocano un ruolo molto importante. Le prime ricerche in quest’ambito risalgono agli anni Cinquanta. In quest’articolo ci concentreremo sull’uso dei profumi. La diffusione di profumi all’interno di un punto vendita ha un’ampia probabilità di influenzare i comportamenti del consumatore innescando particolari reazioni emotive e suscitando ricordi. La percezione e l’interpretazione degli odori è un fenomeno molto complesso che coinvolge una serie di risposte biologiche e psicologiche, oltre alla memoria. L’olfatto è il senso più correlato alle reazioni emotive in quanto il bulbo olfattivo è direttamente connesso al sistema limbico, la sede delle emozioni negli esseri umani (Wilkie 1995). Gli stimoli olfattivi, infatti, vengono processati direttamente dall’Amigdala e tramutati all’istante in sensazioni, provocando un immediato aumento delle sensazioni positive e un giudizio migliore sul prodotto e sulla permanenza all’interno dei locali. Tali processi avvengono prevalentemente in maniera inconsapevole perché il profumo viene elaborato dal Sistema Limbico, legato a memoria ed emozione, senza il diretto coinvolgimento della corteccia cerebrale. Per questo motivo le tecniche di neuromarketing risultano molto efficaci per misurare l’effetto che hanno queste stimolazioni. Il neuromarketing infatti riesce a misurare l’impatto emotivo senza che sia coinvolta la parte razionale del consumatore. La ricca e potente natura dell’olfatto umano e l’ampia gamma di profumi piacevoli a disposizione dei 52

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retailer rende, pertanto, il marketing olfattivo un’interessante e promettente area entro la quale cimentarsi con strategie innovative. Di esperienze nella misurazione neuroscienIl soggetto con le attrezzature tifica delle emodi neuromarketing zioni provocate dai profumi nei luoghi di vendita iniziano a essere numerosi. Dalla ricerca di Mc Donnell, (2002) che ha dimostrato che un ambiente piacevolmente profumato riduce la percezione del tempo speso durante la visita e in coda alle casse, alla ricerca di Madzharov, et al. (2015) che hanno dimostrato che in un luogo con profumi caldi (zucchero vanigliato, cannella, ecc.), si registra un aumento di preferenze e di acquisti nei confronti di brand e di prodotti premium. Anche il nostro gruppo ha fatto diverse esperienze. L’ultima è stata svolta in un luogo di vendita del tutto particolare: la fiera. Un luogo in cui buyer

Lunedì

Martedì

I secondi di permanenza aumentano con il profumo

incontrano i potenziali fornitori. Un luogo spesso considerato importante per le relazioni, ma dove, a volte, si perde di vista il valore delle stimolazioni ambientali. Credo che sia giunto il momento di iniziare a pensare alle fiere come un luogo di relazione in cui la piacevolezza degli ambienti e il soprattutto il comfort non sia più un elemento secondario. La ricerca è stata realizzata grazie allo sforzo congiunto di GRS Ricerca e Strategia, il Centro di ricerca di Neuromarketing della IULM e IEG (Italian Exhibition Group). L’esperimento è stato condotto con un gruppo di buyer presenti alla nota Fiera Vicenzaoro e ha previsto la misurazione della reazione emotiva, e quindi comportamentale, di questo gruppo in due giorni successivi (lunedì e martedì). Nel primo giorno si è misurata la reazione emotiva e fisiologica ai luoghi e il tempo medio di permanenza di fronte agli stand in due aree ben precise (Jewellery district). L’obiettivo dato ai soggetti era di scegliere il loro possibile fornitore. La reazione emotiva dei soggetti è stata monitorata con tecniche di neuromarketing (EEG per la valenza emotiva, sudorazione e battito cardiaco per l’intensità emotiva ed Eye Tracking per la visione degli spazi). Nel secondo giorno, mantenendo la consegna e il luogo di analisi, si sono introdotte delle profumazioni. Grazie alla società Tailoradio si è progettato e installato dei sistemi di diffusione di fragranze (Oikos Modul 4) di vaniglia (nell’area con prevalenza di colore ambientale arancione e lavanda per l’area con prevalente colore violetto (Glamroom). La vaniglia è un profumo dolce e caldo, e suscita una sensazione di benessere e di rilassamento. È un aroma avvolgente, confortante che procura un senso di appagamento fisico legato alla fase orale della prima infanzia e ha associazione positiva con un ambiente familiare, di casa. Inoltre stimola la creatività e porta a una maggiore sensibilità all’innovazione (Ritter et al., 2012). La lavanda è un profumo fresco, erbaceo-floreale che richiama il concetto di


pulizia. Ha un effetto invitante e rilassante, porta a trascorrere più tempo nella sala e ad avere un’esperienza più positiva. In una recente ricerca questo profumo ha avuto un effetto sulla motivazione delle persone a entrare in un luogo di vendita e interagire influenzando l’acquisto (+12% afflusso; +45,8% acquisti). I risultati emersi sono particolarmente interessanti: attraverso l’attivazione e stimolazione sensoriale, i soggetti hanno dimostrato maggiore propensione

all’interazione, una più elevata predisposizione a instaurare relazioni di business e, soprattutto, si è registrato un significativo aumento dei secondi di stazionamento di fronte agli stand profumati. Anche l’attivazione emotiva cambia. Il tasso di frustration (stress cognitivo misurato con EEG) si riduce con la

-15% di frustration

0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0

Tempo di osservazione degli stand target

Lunedì

Martedì Il grado di stress cognitivo si riduce con la profumazione

9,00 8,00 7,00

Sec.

6,00 5,00 4,00 3,00

Tempo medio per la decisione di acquisto

2,00 1,00 0,00

Stand 21

Stand 13 Lunedì

Stand 3 Martedì

Stand 14

presenza di profumazione, cosi come l’intensità emotiva misurata con la sudorazione delle mani. L’utilizzo di profumazioni particolari si è confermato un driver importante per attivare processi dei visitatori a livello non-conscio, evidenziando anche diversi gradi di efficacia secondo la fragranza selezionata. Vincenzo Russo

professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing presso l’Università IULM di Milano vincenzo.russo@iulm.it

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r&f Speciale e-commerce piattaforma di vendita

eBay, dalle aste al retail O

ltre vent’anni di storia, dalle aste di prodotti usati è diventato un colosso dell’e-commerce. eBay continua a crescere, in Italia ha oltre cinque milioni di clienti e registra un acquisto ogni 5 secondi. Abbiamo parlato dell’azienda e del mercato italiano con Barbara Bailini, acquisition and partnership manager eBay. Quando nasce eBay e che tipologia di portale era agli inizi? eBay nasce a metà degli anni ’90, precisamente nel 1995, a San Jose, in California. All’inizio il sito nasce come portale per la vendita dell’usato attraverso il sistema delle aste online. L’azienda conosce un rapido sviluppo, tanto che solo tre anni dopo viene quotata in borsa e comincia la sua espansione globale. Quando nasce eBay Italia? eBay sbarca in Italia nel 2001 con un sito “domestico” dedicato (eBay.it). Ad oggi sono più di 5 milioni di acquirenti attivi in Italia e più di 30mila i venditori professionali. 54

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Nascete come negozio online di vendita di prodotti usati: quanto vale oggi quel mercato per voi rispetto al nuovo? È cambiato il vostro utente con il passaggio ai prodotti nuovi? La vendita online di oggetti usati è un settore ancora vivace, ma oggi il business di eBay è profondamente cambiato. Basti pensare che ora l’80% della merce messa in vendita su eBay è nuova e viene commercializzata da venditori professionali. Solo il 20% degli oggetti venduti su eBay deriva quindi dal mercato dell’usato. Ma non solo, un’altra caratteristica di eBay che è mutata con il tempo sono le aste: queste infatti sono notevolmente diminuite, con l’87% dei beni che oggi vengono venduti a prezzo fisso. Di conseguenza abbiamo sempre più utenti che sono venditori professionali, che hanno un’attività anche offline e la integrano con le vendite sul web. Come procede il mercato italiano rispetto agli altri? Il mercato italiano è in crescita e sta re-

cuperando quel gap di cui l’Italia soffre nei confronti di altri Paesi europei come Regno Unito e Germania. Come confermano i dati dell’Osservatorio eCommerce del Politecnico di Milano, anche per il 2017 ci si aspetta un’altra crescita del settore a doppia cifra (16%). L’Italia ha ancora alcune resistenze, sia culturali sia strutturali, nei confronti dell’e-commerce ma oggi queste barriere stanno via via scomparendo. Aziende e piccoli commercianti iniziano sempre di più a vedere l’e-commerce per quello che è: non una minaccia ma un prezioso alleato per il loro business. Ad oggi quali generi di prodotti sono commercializzati su eBay? Quante sono le referenze? E i brand? Su eBay c’è un’offerta incredibile di prodotti. Quello che amiamo dire è che: se esiste, lo trovi su eBay. In Italia le categorie in cui vengono effettuati il maggior numero di acquisti sono casa e bricolage, ricambi auto e moto, tecnologia, abbigliamento e accessori. Il Made in Italy inoltre offre una preziosa carta da gio-

care per i venditori italiani, soprattutto nei mercati esteri. I grandi brand sono presenti nei negozi di molti venditori ma alcuni marchi – come Bialetti, Gas Jeans e Kappastore Europe, solo per citarne alcuni – hanno deciso di aprire direttamente un loro negozio eBay. Esiste una categoria di prodotti maggiormente acquistata rispetto ad altre? Nel sito eBay.it ci sono circa 100 milioni di articoli nuovi disponibili in ogni momento e le frequenze d’acquisto mostrano un mercato particolarmente dinamico. Basti pensare che, in Italia, viene venduto, ad esempio, un 1 articolo di ricambi per auto o moto ogni 6 secondi, 1 articolo di telefonia ogni 5 secondi, 1 articolo di arredamento e bricolage ogni 5 secondi. Che percentuale ha il tasso di conversione? In Italia abbiamo oltre cinque milioni di acquirenti attivi, ovvero di persone che comprano sulla nostra piattaforma. A queste si aggiungono gli oltre trentamila venditori professionali che vendo-


Barbara Bailini

no sia in Italia sia, in larga maggioranza (quasi sette su dieci), in tutto il mondo. Parlando di prodotti nuovi, come avviene il processo di vendita? Avete uno stoccaggio o fate da “tramite” con i brand? I prodotti nuovi vengono messi in vendita direttamente dai venditori professionali ed eBay costituisce semplicemente un tramite, una piattaforma che favorisce l’incontro tra venditori e acquirenti. Inoltre non vendiamo mai direttamente dei prodotti, per questo possiamo definirci davvero alleati e mai concorrenti dei nostri venditori. Cosa deve fare un brand o un negozio per mettere i propri prodotti in vendita sulla vostra piattaforma? L’operazione è frutto di un contratto? Se sì, avete un modello standard oppure più tipologie di contratto? Cominciare a vendere su eBay è molto semplice e alla portata di tutti. La soluzione più conveniente per i venditori professionali è senza dubbio l’apertura di un negozio sulla nostra piattaforma

che necessita veramente di pochi passi e di un investimento molto ridotto. In particolare, esistono tre tipologie di negozio: quello Base, quello Premium e quello Premium Plus. In particolare, già con il negozio Premium è possibile vendere all’estero e raggiungere 169 milioni di acquirenti in tutto il mondo. È comunque necessario tenere a mente che gestire un’attività professionale su eBay non è poi così diverso da aprirla offline in termini di strategia e professionalità: è infatti necessario preparare una strategia vincente che comprenda diversi parametri come la politica di prezzo che si vuole adottare (e che eBay non influenza in alcun modo), un servizio di customer care adeguato e un piano per la valutazione dei prodotti messi in vendita. In definitiva a un retailer quanto costa essere su eBay? I costi sono molto ridotti. Oltre alla tariffa mensile, che ad esempio per il negozio Premium è di 34€, meno di un cappuccino al giorno, i venditori pagano una percentuale sui prodotti venduti

che va dal 4% al 9% circa sul venduto, a seconda della categoria merceologica. Questo approccio dimostra proprio che il successo di eBay dipende veramente dal successo dei nostri venditori. Quanti click ci vogliono per arrivare a perfezionare l’acquisto? Acquistare su eBay è semplicissimo e sono necessari pochi passaggi per completare un acquisto sulla piattaforma. Per prima cosa è necessario registrarsi, un’operazione semplice e gratuita. Cercare poi un oggetto è immediato, basta navigare nel portale o fare una ricerca specifica sul motore interno di ricerca. Una volta selezionato l’oggetto, rimane solo da scegliere il metodo di pagamento e procedere all’acquisto. Quali metodi di pagamento utilizzate? Qual è il più sicuro? E quello più usato? eBay consente il pagamento degli acquisti attraverso diversi metodi, tra cui PayPal, carta di credito, bonifici bancari, vaglia online e contrassegni. Invita, invece, a non pagare mai attraverso ricarica di carte prepagate, invio di denaro per posta e servizi di trasferimento fondi. Nel caso di acquisti effettuati attraverso PayPal, inoltre, eBay offre la “Garanzia Cliente eBay” che protegge chi compra nel caso in cui un oggetto non venga ricevuto, sia diverso dalla descrizione o venga restituito perché l’acquirente ha cambiato idea. Devin Wenig, Ceo di eBay, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha dichiarato: «La distinzione tra commercio fisico ed elettronico è destinata ad annullarsi velocemente. L’online integrerà l’attività dei negozi e chi lo saprà usare allargherà i propri mercati di destinazione». Secondo voi l’Italia è matura per una simile trasformazione? In Italia l’e-commerce sta vivendo un momento di espansione e dinamicità e sempre più venditori hanno alle spalle storie di integrazione di successo tra la loro attività offline, anche storica e tradizionale, e le vendite online. Crediamo fortemente in un’idea di commercio online alleato del business tra-

dizionale e l’Italia, grazie al suo tessuto industriale di PMI, venditori e piccoli artigiani, può essere il bacino perfetto per questo modello integrato. Avete mai pensato di realizzare un negozio fisico eBay? eBay è un marketplace online e questo rimane il focus del nostro business. Tuttavia nel tempo abbiamo fatto degli esperimenti che andassero un po’ oltre la piattaforma tradizionale. Un esempio è il pop store eBay allestito lo scorso anno a Londra in previsione del periodo natalizio, dove l’acquirente poteva immergersi in una realtà rilassante e coinvolgente, e fare un’esperienza d’acquisto totalmente basata sulle sue emozioni. A livello di web marketing come si sviluppa la vostra strategia? La centralità della community, composta da chi compra e da chi vende su eBay - ci porta ad orientare tutte le nostre iniziative, di marketing e non solo, in base alle esigenze dei suoi componenti. Questo significa, operativamente, avere dei team dedicati ai nostri buyer e ai nostri seller che sviluppano delle strategie di marketing dedicate ma che condividono l’obiettivo di rendere il nostro marketplace il punto ideale di incontro di chi acquista e di chi vende. Da un punto di vista web Marketing ci si pone l’obiettivo di sfruttare i nuovi trend come il fortissimo sviluppo del mobile degli ultimi anni, la sempre più alta importanza dei DMP e dei big data, le nuove tecnologie senza ovviamente dimenticare il mondo dei social per cercare di dare al consumatore un’esperienza sempre più rilevante e vicina ai suoi interessi. Oggi gli utenti online sono sempre più evoluti e sanno ciò che vogliono, le strategie push non sono più efficaci come un tempo; il funnel d’acquisto è sempre più guidato dal consumatore stesso: la nostra strategia è renderlo dall’interesse, all’acquisto, all’advocacy il più rapido possibile. Per fare tutto ciò è necessario essere vicini e rilevanti per i nostri utenti. S.M.

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r&f Speciale e-commerce piattaforme software

Negozio online, il segreto del successo N

el campo del retail avere un negozio online è ormai una prassi comune. Ma un e-commerce per arrivare al successo richiede lavoro: serve un buon servizio di web hosting, una valida user experience, bisogna studiare una giusta classificazione dei prodotti, definire le priorità in termini di SEO (search engine optimization) e di advertising sul motore di ricerca e sui social. Insomma, richiede un investimento non solo in termini di denaro, ma anche di tempo.

In Italia, come ci confermano Mirko Cuneo CEO di Nextre Engineering, società di servizi web, le piattaforme più utilizzate per la realizzazione di e-commerce sono WooCommerce su tutti, PrestaShop, Zen Cart e Magento a seguire, e in coda VirtueMart, osCommerce, OpenCart e altri minori con fette di mercato che si aggirano intorno all’uno per cento. Ma cosa sono le piattaforme web, quali sono le principali differenze, come si realizza un negozio online di successo. Di questi e altri temi abbiamo parlato con Cuneo, che assieme a Moreno Mazzoni, CTO, e Riccar56

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do D’Iglio, digital marketing specialist costituisce l’anima di Nextre. Cosa si intende per piattaforma su cui viene creato un e-commerce? Prima cosa bisogna distinguere il portale dal sito web. Quest’ultimo nasce a scopo “informativo”, ha delle dimensioni contenute, quindi fino a una ventina di pagine. Inoltre il sito non è fatto per essere continuamente modificato. Il portale, invece, è una piattaforma molto grande e strutturata, in grado di supportare migliaia di pagine e dove ogni giorno vengono pubblicate nuove informazioni. Tornando all’e-commerce, le piattaforme come quelle citate in precedenza sono dei software che permettono di personalizzare le pagine, inserire prodotti, descrizioni e tutto ciò che serve per avere un negozio online. Cosa cambia tra queste piattaforme? In base a che cosa un retailer ne sceglie una piuttosto che un’altra? Noi come azienda cerchiamo di offrire al nostro cliente la soluzione migliore per le sue esigenze. Poi, nello specifico, WooCommerce è una delle piattafor-

Mirko Cuneo

Moreno Mazzoni.

me più utilizzate in Italia e in generale nel mondo perchè si basa su WordPress che ha carattere editoriale ma in WooCommerce ha la sua versione dedicata allo shop online. Tutte le altre piattaforme nascono esclusivamente per la realizzazione di e-commerce. Le differenze vanno dalle dimensioni, come Prestashop che è una soluzione più semplice e lineare o Magento che è più strutturato e in grado di supportare siti di grandi dimensioni, alle caratteristiche tecniche e tutti i plug-in che sono delle funzioni che potremmo paragonare agli optional delle automobili. Quello che facciamo prima di realizzare un negozio virtuale è studiare il negozio fisico. Capire con il cliente cosa vuole vendere, dove lo vuole vendere, dove vuole arrivare con il suo prodotto, quanto si vuole ampliare. Dopo questa fare di studio si sceglie la piattaforma su cui lavorare.

Riccardo D’Iglio

E la realizzazione? La realizzazione e la gestione del sito in sé non sono complesse. Certamente serve un’agenzia che lo sappia fare e bisogna capire anche a che livelli deve lavorare il sito. Ma una volta messo in opera, con una formazione adeguata il proprietario del sito è in grado di inserire prodotti e descrizioni e gestire il proprio e-commerce. Le statistiche dicono che molti e-commerce chiudono entro i primi nove mesi di vita. Perchè secondo voi? Perchè spesso i retailer pensano che sia sufficiente inserire fotografie, prezzo e scheda tecnica per avere un buon e-commerce, ma la parte descrittiva è spesso trascurata. Un medesimo prodotto può essere venduto da diversi e-commerce ad esempio. In questo caso gli algoritmi di Google premiano facendo salire nella pagina di ri-


Piattaforme e-commerce più utilizzate in Italia Hikashop 1% WP eCommerce 1% ePages 1% OpenCart 4%

other 10%

WooCommerce 38%

osCommerce 5%

Fonte: buildwith.com

VirtueMart 6%

Magento 9%

Zen Cart 10%

cerca i siti con le descrizioni migliori, le keyword meglio posizionate, i link inbound e outbound con una buona reputazione e ovviamente la qualità del contenuto stesso. Quelle che sono definite SEO friendly (search engine optimization). Google non giudica ovviamente la descrizione dal punto di vista oggettivo, ma in base ai termini utilizzati, la struttura delle frasi e molti altri parametri rilevati dagli algoritmi decide che un sito è più meritevole rispetto a un altro.

PrestaShop 14%

Parliamo di costi. Le versioni base di questi software sono gratuite. Servono naturalmente conoscenze di CMS (content management system) per avviare un sito, ma si può fare. La versione base, però, è come un’auto che va avanti e basta, priva di alcun optional che nel caso delle piattaforme e-commerce sono rappresentati come accennavamo prima dai plug-in, ossia tutte le funzioni che si possono aggiungere per migliorare e arricchire il sito.

Una volta costruito e messo online come si diffonde? Una cosa importante per realizzare un e-commerce di successo è il web marketing. Si può avere il sito più bello con il prodotto migliore al costo più conveniente, ma se non c’è informazione, il sito non venderà. Quindi la prima cosa che suggeriamo a un cliente è di avere le idee chiare su quale tipologia di utente intende raggiungere. Sembra una banalità, ma individuare il destinatario dell’informazione è alla base del successo delle vendite. Poi si deve avere un e-commerce SEO friendly perchè Google premia la qualità. Passando al marketing digitale in senso stretto, si va dalle campagne advertising alle Dem, ai banner fino ai social e alle community. Queste ultime sono importanti e molto funzionali quando si riesce a fare in modo che siano gli utenti stessi a parlare del prodotto e del negozio online in una comunità. Su Facebook inoltre è possibile fare il social commerce, ossia attraverso un

FEED permette al retailer di pubblicare il proprio e-commerce direttamente sul social e agli utenti di comprare direttamente da Facebook. Un e-commerce perfetto con quanti click mi deve portare all’acquisto? Passando attraverso il sito sono quattro: accedo al negozio online, seleziono la categoria, il prodotto, metto nel carrello virtuale e compro. Se faccio una buona campagna marketing posso saltare un passaggio perchè trovo il prodotto attraverso la campagna online, quindi clicco sul prodotto, inserisco nel carrello e compro direttamente. C’è differenza tra pc, smartphone e tablet? Sì, oggi la maggior parte degli acquisti avviene da dispositivi portatili, e un negozio online deve adattare le proprie dimensioni anche a questi strumenti, il che non vuol dire rimpicciolire la pagina ma trasformarla in modo da renderla facilmente consultabile anche attraverso uno smartphone. S.M.

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r&f Speciale e-commerce Piattaforma logistica

Il servizio alimenta la customer journey

Con le vendite online che crescono a doppia cifra, aggiungere valore nella filiera dell’eCommerce attraverso esperienza, affidabilità e capacità di anticipare i bisogni del mercato è necessario per far crescere le aziende. È questo l’obiettivo di DHL Express, società di servizi che si rivolge dalle grandi company alle singole Partita IVA

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n un contesto di consumi che stentano decollare, cresce a doppia cifra la quota delle vendite generata online. E questo trend è destinato a continuare negli anni, come ha testimoniato Giulio Finzi, segretario generale Netcomm, durante il recente evento milanese intitolato “eCommerce Experience”. «Nel mondo oggi gli utenti internet sono 2,5 miliardi e gli online shopper 1,5 miliardi – ha esordito Finzi – In Italia il valore prodotto dall’eCommerce è di oltre 19 miliardi di euro, con una penetrazione del 5% e un tasso di crescita della domanda tra i più elevati: il 18 per cento. Le previsioni per il 2017 vedono le vendite salire a 23 miliardi, con una crescita del 7% del tasso di penetrazione». Un’opportunità quindi per l’export del Made in Italy, che è riconosciuto e acquistato all’estero soprattutto dai principali e-Shopper Globali: Cina, USA, UK, Giappone, Francia e Germania che generano il 75,8% del giro d’affari worldwide. E mentre nei mercati maturi l’online strappa quote al tradizionale brick and mortar, in quelli emergenti «metà del mercato è aggiuntivo – ha sottolineato Finzi – perché la gente comprerà solo online». Ovviamente, ha sentenziato il segretario generale di Netcomm, «i siti di eCommerce dovranno essere rigorosamente mobile e social». 58

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Giulio Finzi In questo scenario in continuo divenire, si inserisce nell’ambito della logistica DHL Express Italy: la società di servizi (e non di spedizioni, come ha puntualizzato Alberto Nobis, amministratore delegato di DHL Express Italy) ha organizzato la conferenza con lo scopo di dare il giusto risalto alla propria proposta per l’eCommerce, che consiste nell’accompagnare la crescita delle imprese italiane che possiedono o vogliono avviare uno shop online. «I prodotti crescono più dei servizi e la logistica diventa elemento strategico della filiera in grado di supportare l’eshopper nella personalizzazione della consegna e migliorare l’esperienza d’acquisto. Con queste premesse DHL Express, sinonimo internazionale di affidabilità e conoscenza dei mercati worldwide, si pone quale partner ideale per l’eCommerce di tutte le imprese che puntano a offrire la migliore esperienza di acquisto ben consa-

Alberto Nobis pevoli dei cambiamenti in essere del mercato – ha specificato l’amministratore delegato di DHL Express Italy, che ha continuato – ci occupiamo di tutte le complessità affinché l’esperienza del cliente finale sia la più semplice possibile, dando anche la capacità al destinatario di cambiare in corsa i parametri delle spedizioni. In generale fa la differenza la capacità di ascolto di ogni singolo cliente». E restando sul tema dell’importanza del collegamento tra mittente e destinatario, Nobis ha poi citato il trend che vede la maggior parte delle aziende che aprono un sito di eCommerce chiuderlo entro 9 mesi perché «probabilmente non hanno trovato la formula e il partner giusti». Dunque il cliente è sempre più al centro nello studio delle esigenze di DHL, come ha spiegato durante il suo intervento Marco Adamo, senior product manager e business development DHL Express Italy, dal titolo “personalizzazione, semplificazione e

comunicazione diretta con il cliente: il partner ideale che supporta l’e-Shop e soddisfa l’e-Shopper”. «Il cliente si aspetta certezza, affidabilità e la garanzia di aver pagato l’intero importo, quello che si definisce “one click checkout”, e inoltre vuole poter scegliere i tempi e i luoghi di consegna – ha specificato Adamo – Miriamo quindi a offrire una “on demand delivery”, caratterizzata dalla massima flessibilità, affinché si realizzi una custumer journey perfetta». A testimonianza di come DHL Espress punti a essere un partner ideale non solo per le grandi company ma anche per le start up, nell’incontro si sono alternate le testimonianze di giovani realtà imprenditoriali, come Mamma m’ama, (innovativo e-shop di alimenti per neonati), Beast Technologies (azienda produttrice di un sistema di tracking nel campo della preparazione atletica), e la start up di Mariano Di Vaio top Digital Influencer e imprenditore, che hanno sottolineato come la crescita del proprio business sia stata possibile anche grazie alla scelta del giusto partner logistico, che oltre ad aver garantito la massima affidabilità e le giuste soluzioni alle proprie esigenze, ha anche saputo introdurli su mercati internazionali forte di un know how maturato in oltre 220 paesi nel mondo. A.P.



r&f Case history high tech

Come ti assicuro il freddo

La ristorazione intelligente

Electrolux Professional e Generali Italia offrono al mondo della ristorazione una nuova polizza per proteggere le derrate alimentari stoccate nei frigo e nei freezer prodotti della multinazionale svedese

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lectrolux Professional e Generali Italia insieme per proporre ai professionisti attivi nel mondo della ristorazione una nuova polizza assicurativa che, in caso di mancato freddo, copre il valore delle derrate alimentari stoccate all’interno di frigo e freezer powered by Electrolux. In soldoni, dal 18 aprile al 1° ottobre 2017, acquistando un frigorifero o un tavolo refrigerato della gamma ecostore di Electrolux Professional, gli operatori del foodservice e dell’ospitalità possono usufruire della copertura denominata “Freddo assicurato”, pensata per “prendersi cura” degli alimenti conservati all’interno di frigo e freezer in caso di “mancato freddo”. 60

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Una novità assoluta nel mondo della ristorazione perché sottoscrivendo l’assicurazione il cliente non dovrà più temere il deterioramento delle derrate alimentari e la loro eventuale perdita, ciò che rappresenta un vero valore per qualsiasi attività nel campo del food&beverage. La gamma ecostore, attualmente riconosciuta come bestin-class per prestazioni ed efficienza energetica posizionandosi in classe A nella nuova Etichetta Energetica Europa, con questa nuova polizza si arricchisce dunque di un ulteriore plus, diventando una validissima alleata nelle cucine professionali di migliaia e migliaia di clienti.

Con questa iniziativa, Electrolux Professional, promotrice di una refrigerazione responsabile attenta a qualità, ambiente e costi di gestione, offre un incentivo in più per l’acquisto di prodotti della gamma a ridotto impatto ambientale.

L’iniziativa rientra nel percorso aziendale intrapreso a sostegno e supporto di un’idea di ristorazione intelligente, attenta al food cost e agli sprechi, secondo quanto ha detto presentando la polizza Massimo Presot, direttore marketing Electrolux Professional Italia. Parte del Gruppo scandinavo Electrolux, l’azienda offre una gamma completa di soluzioni per cucine e lavanderie professionali, mediante prodotti e centri di assistenza tecnica a disposizione dei propri clienti per rendere la loro attività più semplice e profittevole. Con 8 stabilimenti e 10.000 centri di assistenza tecnica distribuiti in più di 140 paesi, l’impresa si è posta l’obiettivo strategico di condurre il proprio business in maniera via via più sostenibile, con il duplice scopo di assecondare le richieste del mercato e di farsi strumento di abbattimento dei costi ambientali delle produzioni legate al mondo della ristorazione. Nel 2016 Electrolux Professional ha raggiunto un fatturato di circa 720 milioni di euro con un totale di oltre 2.700 dipendenti. M.L.A.


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r&f NewsTech&arredo

Streeteat, il marketplace dei Food Truck

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na App gratuita che, attraverso la funzione di geolocalizzazione, permette di aggregare i Food Truck in un’unica piattaforma, con evidenti vantaggi sia per l’utente finale, sia per gli stessi truckers. È questo, in sintesi, il fine di Streeteat, la App utilizzabile da dispositivi IOS e Android che cavalca la moda dello street food e che, aprendo anche alla cucina gourmet, agli eventi, ai catering, sdogana il classico “panino del baracchino”: i truckers che fanno parte del network offrono infatti cucine diverse, regionali, internazionali, etniche. Dunque un luogo virtuale in cui domanda e offerta si incontrano in tempo reale: i truck, condividendo la propria posizione, possono essere intercettati dall’utente finale in pochi istanti. Entrando nel dettaglio, Streeteat definisce la sua attività attraverso due distinte App: Streeteat, ossia la App destinata agli utenti, e Streeteat Truck Check-In, quella dedicata ai truckers. Con la prima, gli utenti scelgono la nazione entro la quale effettuare la propria ricerca (Italia, Spagna, Francia o Inghilterra) e la tipologia di prodotto ricercato. All’interno di ciascuna categoria (cucina dal mondo, hamburger, cucina regionale, pizza, panini, dolci, ecc.) si trovano i diversi truck, ognuno dei quali è rappresentato da un profilo dettagliato. La seconda App - Truck Check-In – è invece dedicata esclusivamente agli operatori: ogni truck, con un semplice click, può geolocalizzarsi nel momento in cui inizia il servizio, diventando così visibile agli oltre 20mila utenti che hanno già scaricato l’app. A fine servizio, scomparirà dall’offerta. Si tratta quindi di uno strumento teso a valorizzare un servizio che si muove in due direzioni: B2C e B2B, poiché si tratta di un nuovo canale di distribuzione anche per piccole e grandi aziende. Basti pensare che Grom, nota catena di gelaterie recentemente acquisita da Unilever, è uno degli oltre cento food truck che hanno scelto di far parte di Streeteat.

Galbani vuol dire Verifone Carbon 8, pagare è veloce anche e-commerce

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erifone presenta Carbon 8, la soluzione POS portatile e compatta dedicata alle attività che necessitano di velocità e affidabilità come ristoranti, alberghi e negozi. Pensato per aumentare il coinvolgimento del cliente durante il processo di pagamento, Verifone

Carbon 8 presenta un doppio schermo touch ad alta risoluzione che permette contemporaneamente a venditore e cliente di seguire la transazione in tempo reale, offrendo un’esperienza piacevole e interattiva. Compatibile con i più comuni metodi di pagamento - carte con chip e banda magnetica, NFC, Mobile Wallet - Verifone Carbon 8 è leggero, portatile ed ergonomico, pronto per essere integrato in qualsiasi contesto. Inoltre esiste la possibilità di accessori opzionali come la pratica tracolla per il trasporto e una stampante termica per stampare le ricevute sul posto. Per offrire la massima versatilità e personalizzazione, Carbon 8 integra il sistema operativo Android Lollipop con la potenza dei processori Intel® Atom Quad Core e connettività WiFi e Bluetooth.

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albani ha fatto dell’ascolto delle esigenze dei suoi consumatori e dei partner commerciali una cifra distintiva. Da questa sintonia nasce il nuovo sito di e-commerce www.galbaniprofessionale.it, dedicato agli operatori del fuori casa offrendo la possibilità di ordinare “on demand” e in tempo reale formaggi, salumi, preparati per dolci, ovunque, 24 ore su 24. Il servizio è stato studiato per venire incontro in particolar modo alle esigenze di risparmio di tempo degli operatori della ristorazione, permettendo un approvvigionamento che aderisce alle effettive esigenze di questo tipo di clienti che possono mutare velocemente, settimana dopo settimana. L’e-commerce dispone di un pannello di controllo che tiene in memoria e sistematizza le tipologie, quantità e tempistiche degli ordini precedenti offrendo una visione semplice della gestione.


Sony BRAVIA 4K HDR: qualità e funzionalità

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ony annuncia l’introduzione di una nuova line-up di nove Display Professionali BRAVIA 4K HDR, che unisce una qualità superiore delle immagini con le migliori funzionalità professionali. I display serie XE8 e XE9 sono caratterizzati da un design sottile, semplice ed elegante, con dettagli, colori e contrasto eccezionali. In seguito al feedback dei clienti, i nuovi modelli XE9 sono anche i primi display BRAVIA a offrire un funzionamento ininterrotto 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, che li rende ideali per ambienti di vendita al dettaglio, aeroporti e applicazioni di sorveglianza. “Con la continua crescita della domanda di schermi più grandi nei settori retail, corporate ed education, la richiesta di risoluzioni sempre più elevate non è mai stata così forte - ha dichiarato Thomas Issa, product manager for B2B Displays di Sony Professional Solutions Europe - Volevamo rendere accessibile il 4K ai nostri clienti per evitare loro di scendere a compromessi sulla qualità dell’immagine oggi, e proteggere i propri investimenti nella tecnologia futura un domani”.

Belca entra in stazione

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lcuni mesi fa la società Belca Srl, azienda produttrice da circa un ventennio di tavoli e sedie per l’arredamento collettivo e il contract, ha avuto l’opportunità di sviluppare, su richiesta di una società di ristorazione collettiva, il progetto di un nuovo locale nella zona food court di una delle maggiori stazioni ferroviarie italiane. Il progetto è composto da zone caratterizzate ognuna da tipologie di arredi diversi: un’area più di attesa con ampi tavoli e poltroncine in legno, una più legata al fast food dove gli ospiti si possono appoggiare su piccoli tavoli alti dotati di sgabelli e una più classica dove ai tavoli a base centrale si abbinano le sedie con telaio metallico e seduta in laminato. Grazie all’esperienza maturata negli anni e alla collaborazione con le aziende del gruppo, Belca è in grado di lavorare in sinergia con gli architetti progettisti per arrivare a definire e personalizzare il più possibile ogni singolo oggetto di arredamento per centrare appieno le richieste dell’azienda committente.

Lumnia, il terrore degli insetti

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entokil, forte della propria esperienza nei metodi di cattura, allontanamento ed eliminazione degli infestanti a livello mondiale, ha ampliato la propria offerta di lampade collanti destinate alla cattura degli insetti volanti con Lumnia, una nuova gamma di dispositivi intelligenti dotati di tecnologia LED. A differenza delle più diffuse lampade a neon o a fluorescenza, la tecnologia Lumnia presenta molteplici vantaggi che rendono questa nuova nata in casa Rentokil un prodotto specificatamente pensato per aziende attente al risparmio energetico, alla sostenibilità ambientale e alla massima efficienza nella cattura di mosche, tarme alimentari, zanzare e altri insetti volanti. Rentokil, dopo attenti test interni, ha sviluppato e ottimizzato con Lumnia una nuova tecnologia di propagazione della luce UV. A fine test, l’efficacia di Lumnia ha registrato l’eliminazione del 50% degli insetti volanti in tempi record, rispetto alle altre lampade della stessa tipologia.

PalmSecure ID Login, accesso sicuro a ogni PC

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ujitsu ha annunciato PalmSecure ID Login, la nuova soluzione di autenticazione biometrica che aiuta le aziende a proteggere le proprie reti dagli accessi non autorizzati, riducendo al tempo stesso il rischio di attacchi da parte di hacker e furti di identità. PalmSecure ID Login integra la tecnologia altamente sicura di autenticazione biometrica palm vein di Fujitsu nelle reti aziendali che utilizzano Microsoft Active Directory, contribuendo a rafforzare la sicurezza IT e semplificando l’accesso ai sistemi da parte degli utenti, che non devono più ricordare password complesse che devono essere regolarmente modificate. Per accedere al proprio PC o autenticare l’accesso al sistema interno, gli utenti PalmSecure ID Login utilizzano semplicemente la propria mano attraverso uno scanner palmare contactless, già integrato in un numero di notebook Fujitsu LIFEBOOK e STYLISTIC 2 in 1, disponibile come dispositivo stand-alone collegabile attraverso porta USB. Gli utenti tracciati possono accedere da qualsiasi dispositivo all’interno della rete aziendale, poiché l’accesso è connesso a Microsoft Active Directory, che gestisce e memorizza centralmente tutti i dati di accesso, inclusi quelli biometrici.

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r&f International Spar e Dhl insieme in Thailandia Spar International sarà partner con DHL e la Bangchak Retail Company (BCR) per creare fino a 300 nuovi negozi di alimentari in Thailandia entro la fine del 2020. L’affare vedrà Dhl Supply Chain sostenere i piani di espansione Spar con servizi di trasporto, distribuzione e stoccaggio end-to-end in tutta la Thailandia, con BCR che fornirà l’infrastruttura dei negozi su strada al rivenditore olandese. La catena di approvvigionamento di SPAR utilizzerà il DHL Bangna Logistics Campus per lo stoccaggio e la distribuzione e il suo magazzino Klong Prapa per la movimentazione di merci congelate. L’infrastruttura di Dhl Supply Chain supporterà gli standard di qualità di Spar con una gamma di funzionalità che includono sistemi CCTV, protezione antincendio automatica e magazzinaggio a temperatura controllata. Entrambi i magazzini saranno gestiti anche da WMOS, una piattaforma di gestione per mantenere livelli di accuratezza e produttività della filiera in linea con gli standard di Spar.

Yoox Net-a-porter aprirà un tech hub a Londra Federico Marchetti, numero uno di Ynap, e-commerce da 1,87 miliardi di euro di fatturato nel 2016, ha svelato il nuovo centro dedicato al digitale, 6.500 metri quadrati nel quartiere di White city a West London. Nicholas Grimshaw è l’architetto che ha progettato lo spazio che riunirà il team di 500 esperti tech presenti nel Regno Unito, a cui se ne aggiungeranno altri cento al massimo in due anni, in un’unica sede, permettendo anche un dialogo e uno scambio migliore con la squadra che opera nel quartier generale di Zola Pedrosa (Bologna). Un’operazione che rientra nel piano di investimenti da 500 milioni di euro del gruppo in tecnologia e logistica, grazie ai quali Ynap punta a raddoppiare il proprio fatturato entro il 2020. Focus del nuovo hub sarà lo sviluppo di competenze legate all’intelligenza artificiale e al mobile, i cui ricavi oggi valgono circa la metà del giro d’affari e su cui si stanno concentrando in particolare gli investimenti dell’azienda con l’obiettivo di trasformarla in una “mobile only” company.

duty free world

by Kevin Rozario - London

Brexit’s twists and turns Giri e rigiri della Brexit

It is a year since I last wrote about Brexit in this column. Much has happened in that period – except any official negotiations between the UK and European Union! Talks started on 19 June almost 12 months after the shock referendum decision by UK voters to leave the EU (52% versus 48%). The day after the result, pound sterling crashed – and remains low today – great for inbound tourism and the UK travel retail sector, and also for exporters. The expectation that UK travellers – second to Germany in terms of source markets for tourism to Europe – would cut their trips due to sterling’s decline has not happened; far from it. ONS data for 2016 showed a record 70.8m visits overseas by UK residents in 2016. Data from the second half (after the pound fell) also showed robust growth. Spending was also up significantly: by quarter the year-on-year increases were between +10% and +18% (in Q4). This astonishing increase may indicate a desire to travel before Brexit impacts eventually hit home – a ‘do it while the going is good’ mentality. Therefore these figures are not necessarily a good indicator of future performance. One key change is the new tone that’s been set for the negotiations. Theresa May’s government failed to win the increased parliamentary majority it expected in a June national election. Without a clear public mandate, May’s Brexit team has softened its stance with the EU and travel and tourism groups are optimistic that more consensual progress will now be made. Not that it will be an easy ride. There are divisions among airlines on securing the aviation single market. While airports body, ACI Europe is clear it wants to keep this market as intact as possible, key carriers have different agendas based on their own commercial imperatives. How this debate unfolds will be critical to European air connectivity after 2018 and contingency planning by airports and travel retailers needs to be made in case airlines are forced to fall back on old bilateral deals.

È passato un anno da quando ho scritto della Brexit in questo spazio. Molto è accaduto in questo periodo, tranne i negoziati ufficiali tra il Regno Unito e l’Unione Europea! I colloqui sono iniziati il 19 giugno quasi 12 mesi dopo lo scioccante risultato del referendum da parte degli elettori britannici di lasciare l’UE (52% contro il 48%). Il giorno dopo il risultato, la sterlina si è schiantata - e rimane bassa anche oggi - gran cosa per il turismo in entrata, per il settore del travel retail britannico e anche per l’export. L’aspettativa che i viaggiatori del Regno Unito - secondi solo alla Germania in termini di mercati emergenti per il turismo in Europa - avrebbero limitato i loro viaggi a causa del declino della sterlina non è accaduto; anzi. I dati ONS per il 2016 hanno registrato una visione di oltre 70,8 milioni di viaggi all’estero da parte dei residenti nel Regno Unito nel 2016. I dati del secondo semestre (dopo la caduta del pound) hanno mostrato una forte crescita. Anche la spesa è aumentata notevolmente: è passata dal 10% al +18% anno su anno nel quarto trimestre. Questo sorprendente risultato può indicare un desiderio di viaggiare prima che gli effetti della Brexit alla fine arrivino a casa - un approccio ‘do it while the going is good’. Pertanto queste cifre non sono necessariamente un buon indicatore delle prestazioni future. Un cambiamento chiave deriva dal nuovo tono impostato per i negoziati. Il governo di Theresa May non è riuscito a conquistare la maggioranza parlamentare che si aspettava durante le elezioni nazionali di giugno. Senza un chiaro mandato pubblico, il team Brexit della May ha ammorbidito la propria posizione con l’UE e le associazioni di viaggi e turismo sono ottimiste del fatto che sarà un passaggio più blando e consensuale. Non che sarà una cosa facile. Ci sono divisioni tra le compagnie aeree per garantire il mercato unico dell’aviazione. Mentre il comparto aeroportuale, ACI Europe, è chiaro che vuole mantenere questo mercato il più integro possibile, i vettori chiave hanno diversi ordini basati sui propri obblighi commerciali. Il modo in cui si svolgerà questo confronto sarà fondamentale per la connettività aerea europea dopo il 2018 e la contingente pianificazione da parte degli aeroporti e dei travel retailer deve essere rivista nel caso in cui le compagnie aeree siano costrette a ritornare sulle vecchie operazioni bilaterali.

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r&f International Areas rinnova sulla Isla Areas ha rinnovato quattro delle sue concessioni di food & berverage all’aeroporto di Ibiza. L’azienda, che opera all’aeroporto dal 2004, ha introdotto Deli & Cia, StrEat (con Rossosapore, Kirei, Can Terra e La Mediterránea) e Santa Gloria / The Market e aprirà un negozio della catena francese del panificio Paul nel 2018. Le concessioni coprono più di 10.700 mq di spazio e Areas ha un contratto della durata di otto anni. Sempre Areas gestirà anche l’outlet Café del Mar in aeroporto. Con i nuovi concept, Areas ha dichiarato che il suo obiettivo era quello di introdurre una ristorazione di cibo locale tipico, molto apprezzato, come i pintxos (morsels di cibo sugli spiedi), le tapas di Can Terra e le pasticcerie della La Mediterránea .

Il retail americano trema

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iani di chiusure da migliaia di unità per i player americani della vendita al dettaglio, costretti a svincolarsi dallo store fisico e a investire sull’e-commerce alla continua rincorsa del colosso Amazon. Aéropostale, Sports Authority e American Apparel sono solo alcune delle catene che hanno dichiarato il fallimento, mentre insegne come Macy’s, Abercrombie & Fitch, Sears, Kmart e JC Penney provano ad arginare la crisi abbassando la serranda agli store meno performanti, rivedendo l’offerta e la politica degli sconti. Sono più di 100 le chiusure annunciate dal gruppo guidato da Jeff Gennette, mentre Jc Penney ha ridotto il proprio network del 14%, rinunciando a circa 138 locations. Non si placano, inoltre, le difficoltà di Sears, che negli ultimi anni ha detto addio al 22% dei suoi spazi commerciali. In dodici mesi la catena della grande distribuzione, fondata nel 1886 da Richard Warren Sears, ha avviato la chiusura di 226 punti vendita, lasciando sul terreno il 50% del valore delle sue azioni. È di fine giugno scorso, infine, l’annuncio di 20 ulteriori dismissioni.

Smart Phone: la nuova carta di credito

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econdo un report di Cancan e Kapronasia, società rispettivamente specializzate nei pagamenti mobile e in ricerche di mercato, che hanno analizzato l’impatto dei pagamenti mobile degli asiatici nel mondo i consumi all’estero da parte dei cinesi potrebbero ripartire dai pagamenti mobile. Applicazioni come Alipay, WeChat Pay

e Apple Pay, stando alla ricerca, stanno ridefinendo i comportamenti di acquisto della popolazione cinese anche all’estero, dopo aver già influenzato quelli domestici. Una percentuale tra il 10 e il 30% degli intervistati ha dichiarato di acquistare all’estero tramite i QR code sui loro dispositivi mobile e 1/3 del campione ha assicurato di pagare oltre la metà dei propri acquisti in Cina con lo smartphone. Tra le categorie che i consumatori preferiscono pagare via telefonino, complice la comodità e la possibilità di tracciare in tempo reale le transazioni, ci sono i capi di abbigliamento e i prodotti per lo skincare. Il report analizza inoltre anche il livello di preparazione dei retailer internazionali: ci sarebbe ancora un forte gap tra la richiesta dei consumatori e la tecnologia che i negozianti mettono a disposizione in termini di pagamenti mobile. Naturalmente l’ago della bilancia pende in negativo dalla parte dei retailer che tardano ad attrezzarsi nonostante la tecnologia sia molto avanti. La stessa Italia annovera tra le proprie eccellenze Satispay, una start up per i pagamenti mobile recentemente scelta anche da Esselunga (vedi pag. 14).

Una presenza ancora più forte e capillare: retail&food è anche nelle edicole Hudson News degli aeroporti di Malpensa, Linate e della Stazione Centrale di Milano

retail&food

TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

www.retailfood.it

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PROTEGGIAMO INSIEME IL VERO VALORE DEL TUO RISTORANTE! Acquista un frigo o un freezer ecostore e assicura gratis per un anno i cibi conservati al suo interno.

Gli alimenti sono il bene più prezioso per un ristoratore!

Nasce l’iniziativa Freddo Assicurato.

Da oggi Electrolux Professional e Generali Italia insieme per difendere la freschezza, la qualità dei cibi e per proteggere la profittabilità delle imprese di ristorazione.

Acquista un armadio o un tavolo ecostore (frigo o freezer), usufruirai gratuitamente per un anno della garanzia Mancato Freddo per proteggere il valore della merce riposta al suo interno.

L’iniziativa è dedicata ai soli clienti Electrolux che acquisteranno un armadio frigorifero o un tavolo refrigerato della famiglia ecostore. Durata dell’iniziativa: dal 18 aprile al 1 ottobre 2017. Vai sul sito rinnovaerisparmia.it/ecostore per saperne di più. Scopri sul sito generali.it/electrolux le soluzioni ideali per garantire sicurezza alla tua attività e guardare al futuro con la tranquillità di avere a disposizione una polizza di valore.


r&f Vetrina

Sterzing - Vipiteno, snack assicurato Sono arrivati i nuovi Prodotti Bio Snack a tre gusti di Sterzing - Vipiteno: fragola con müsli, caffè con biscottini in mantello di cioccolato e vaniglia con palline al cioccolato.

Coca-Cola arricchisce la sua offerta Tante novità, a ridotto, basso o nullo contenuto calorico per Coca-Cola. Si parte con Coca-Cola Life che passa dal 36% al 50%* di calorie in meno; per passare a Coca-Cola Zero Zuccheri Zero Calorie con un nuovo gusto migliorato, fino all’introduzione di una nuova referenza: Coca-Cola Gusto Limone Zero Zuccheri Zero Calorie. *Grazie al 50% di zuccheri in meno rispetto alla maggior parte di bevande cole zuccherate in Italia, con edulcorante glicosidi steviolici.

Lantmännen propone i panini croccanti Barra Gallega è un pane originario del nord della Spagna, che vanta oltre 500 anni di storia. Lantmännen ne propone una versione da 125 grammi e una lunghezza di 25 cm, in pratiche scatole da 32 pezzi, precotta e che necessita una doratura di circa 10 minuti a 170° - 190°C.

Arla Cream Cheese, lo spalmabile fresco e sano È arrivata la novità per il mercato italiano di Casa Arla: il formaggio fresco spalmabile Arla Cream Cheese. Come tutti i prodotti Arla è semplice e naturale: prodotto senza conservanti, stabilizzanti, additivi o coloranti di alcun tipo. È fatto semplicemente con latte scremato, latticello, panna, sale e fermenti lattici.

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MSC MERAVIGLIA Una nave da crociera sbarca a Cinecittà World

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r&f La pulce nell’orecchio

di Simone Filippetti

Con Juicebar, il menù è completo I

l carnivoro diventa vegetariano? Vincenzo Cremonini non ha mai nascosto di amare una bella bistecca alla griglia. D’altronde il figlio del fondatore del gruppo Cremonini, il più grosso produttore di carne in Italia, non potrebbe fare altrimenti. Ma ora ecco la notizia clamorosa: Cremonini si compra Juicebar, piccola catena di centrifughe, frutta, verdura e cibi sani. Il gruppo alimentare, sempre più piantato nel mondo della ristorazione, ha rilevato un marchio molto recente, partito da un “bugigattolo” dentro l’aeroporto di Orio al Serio e ora diventato il punto di riferimento in Stazioni e Aeroporti per chi vuole mangiare salutare. Se anche il “Re della carne”, la famiglia che riforniva di hamburger McDonald’s, si converte alla filosofia vegan, è davvero una rivoluzione copernicana. In realtà i Cremonini non hanno alcuna intenzione di abbandonano la loro attività storica di “macellai”: continuano a essere i padroni di Inalca, l’azienda di carni fondata dal patron Luigi. Anzi, in Inalca, proprietaria di marchi celebri, o iconici come usa dire nel mondo del marketing, quali Manzotin e Montana, è pure entrato, come nuovo socio, il Fondo Strategico Italiano, costola finanziaria della Cassa Depo-

DA OLTRE 20 ANNI SEMPLIFICHIAMO IL VOSTRO LAVORO

siti e Prestiti, assieme agli emiri del Qatar. Ma in un mondo dove sempre più persone, vuoi per ideologia vuoi per motivi di salute, mangiano meno, o per niente, animali, il gruppo alimentare ha fatto una scelta strategica intelligente: mettere una pedina dove non si era presenti e intercettare una fascia di mercato che altrimenti andrebbe altrove a spendere i suoi soldi. Da un certo punto di vista, è solo un completare la propria offerta. Universo vegan a parte, infatti, i Cremonini da tempo hanno imboccato la strada della diversificazione degli interessi, con la Marr, il principale fornitore alimentare di ristoranti e alberghi in Italia, decenni fa; e più di recente con Chef Express, oggi guidata da Cristian Biasoni che l’ha portata a vincere anche la gara per il ‘ponte’ di Novara, storica area di servizio prima Pavesi, poi Autogrill, inaugurata con insegna e format Chef Express il 5 luglio. E in questo hanno dimostrato lungimiranza imprenditoriale: rimanere fermi alla carne in scatola, che non morirà mai, avrebbe reso l’azienda comunque vulnerabile. Se in passato però la Cremonini si era posizionata più a monte della filiera alimentare, con Inalca e Marr che sono dei fornitori; negli ultimi anni si sono affermati anche sul

mercato consumer e travel retail, facendo il mestiere di ristoratori anche con Roadhouse (ristoranti in stile americano che servono bistecche, e qui giocavano in casa) che, al di là di ogni aspettativa, è diventata una catena di enorme successo (sono arrivati a 100 ristoranti in tutta Italia). C’è da scommettere che il gruppo alimentare di Castelvetro modenese replicherà il modello Roadhouse anche per Juicebar (in cui peraltro aveva già messo un piede alcuni anni fa). I consumi e le abitudini alimentari stanno cambiando molto in fretta e bisogna presidiare anche le nicchie di mercato: tra l’altro quella dei salutisti, che in parte coincide anche coi vegetariani, è una delle più ricche e in espansione. La fascia di popolazione più sofisticata e con alto potere di spesa è anche quella più attenta all’alimentazione. Con l’acquisto di Juicebar, Chef Express, il braccio di Cremonini che opera nella ristorazione, segue ancora di più le orme della riva-

le, ma molto più grande (quasi il doppio di fatturato) Autogrill, sviluppando sempre più dei concept proprietari (oggi a Cremonini fanno capo catene come Mokà, Mr. Panino e Bagel Factory) e gestendo marchi commerciali diversi, slegati dal nome dell’azienda (recente l’accordo con Cioccolatitaliani per il canale travel retail). Tutta questa espansione (136 milioni di investimenti nel solo 2016) ha avuto i suoi costi: l’indebitamento finanziario ha superato i 700 milioni di euro. Ai tempi quando Cremonini era quotata in Borsa, il debito era un problema ma oggi i debiti, nonostante siano in aumento, sono sotto controllo: con un reddito lordo di 270 milioni e un patrimonio netto di 790, la leva sui debiti è 2,5 volte, un valore sopportabilissimo, e per ogni euro di debito ci sono 1,12 euro di patrimonio. Senza dimenticare che ogni anno sulle colline di Castelvetro si realizzano 50 milioni di utili: che fanno dormire sonni tranquilli.

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retail&food - luglio · agosto 2017




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