retail&food 09 2017

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retail&food

TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

Anno 12 • Numero 9 • SETTEMBRE 2017 • € 5,00

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

COVER STORY OUTLET La sfida sul turismo PAROLA DI... Dario Pistone (MOMI)

OSSERVATORIO PREZZI Torino · Serravalle · Vicolungo: il triangolo d’oro

Dossier aeroporti Venezia

Brand analysis Nara Camicie

Centri commerciali Oriocenter




retail&food

TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

Anno 12 · numero 9 settembre 2017 Direttore responsabile Andrea Aiello

Anno 12 • Numero 9 • SETTEMBRE 2017 • € 5,00

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

COVER STORY OUTLET La sfida sul turismo PAROLA DI... Dario Pistone (MOMI)

Coordinamento editoriale Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it In redazione Stefano Masin - stefano.masin@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it

OSSERVATORIO PREZZI Torino · Serravalle · Vicolungo: il triangolo d’oro

Dossier aeroporti Venezia

Brand analysis Nara Camicie

Centri commerciali Oriocenter

Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Alessandro Barzaghi, Fabio Bernardini, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, David Montorsi, Roberta Motta, Marco Passoni, James Ross Impaginazione Mariella Salvi Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Pubblicità dircom@edifis.it Traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI)

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retail&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre r&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali.

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Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 9.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 181.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communites di riferimento.

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SOMMARIO

n° 9 settembre 2017

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40 R&F NEWS R&F NEWS OPENING

COVER STORY

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DOSSIER AEROPORTI

Con lavori a tempo di record lo scalo veneziano ha inaugurato l’ampliamento del terminal passeggeri, che fa seguito alla nuova darsena e al moving walkway operativi da novembre scorso. E siamo solo a metà del contratto di programma... AIRPORT ANALYSIS

PAROLA DI...

Aeroporto di Lione nuovo Terminal 1

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Ampliamento e nuovi format al Marco Polo di Venezia

Factory outlet village: la sfida sul turismo

Dario Pistone MOMI: «Gli outlet village, ambasciatori delle Land of Fashion»

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WORLD TRAVEL RETAIL

OSSERVATORIO PREZZI

La distinzione parte dal progetto

STAR TREK GIOIELLERIE

Nara Camicie il franchising da indossare

NEWS TECH & ARREDO INTERNATIONAL VETRINA LA FOTO LA PULCE NELL’ORECCHIO

61 64 68 71 72

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Oriocenter 3.0, numeri da record

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Destinazione Bluespirit BRAND ANALYSIS

DOSSIER SHOPPING MALL TAGLIO NASTRO

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FOCUS ARREDI E PROGETTAZIONE 41

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Dal negozio fisico all’omnicanalità, sono molteplici gli elementi in grado di condizionare la propensione del cliente ad acquistare un prodotto. Colori, forme, dimensioni, profumi, si vanno a unire all’interazione tecnologica creando un coinvolgimento trasversale

Cathay Pacific: business class offline

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Il triangolo d’oro dei factory outlet village

No emotion no experience

MYSTERY ON BOARD

SCIENZE & RETAIL 38

Gli outlet village calzano a pennello per Baldinini

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Shopping a ritmo di musica CASE HISTORY

SPECIALE FORNITORI CUSTOMER EXPERIENCE

Inaugurato nel 1998 e ampliato per la prima volta nel 2004, il centro commerciale bergamasco ha festeggiato lo scorso 25 maggio la nuova extension da 35mila mq, in virtù della quale diventa lo shopping mall con più negozi d’Italia: 280. Ma oltre ai numeri, risaltano i contenuti tra brand premium e food

RUBRICHE STOCK OPTION

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LE MAPPE DEL RETAIL

MondoJuve: calcio d’inizio a settembre

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NEW MARKETS OUTLOOK

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LA RUBRICA LEGALE

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DUTY FREE WORLD

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retail&food - settembre 2017

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r&f News COOP: FATTURATO 2016 A QUOTA 14,5 MILIARDI E 2017 IN CRESCITA

Ammontano a 13,1 miliardi di euro le vendite generate da Coop nel 2016, in crescita dello 0,2% rispetto al 2015, a cui vanno aggiunti 1,4 miliardi delle attività controllate in settori quali i carburanti, la telefonia, l’energia, il bricolage e i servizi alle persone. Per un valore complessivo pari a 14,5 miliardi di euro. Questi i dati del bilancio 2016 delle imprese cooperative, per una quota di mercato nel segmento Iper+Super del 18,7%, con il 2017 che si preannuncia ulteriormente in crescita: nei primi mesi dell’anno, infatti, il trend delle vendite è del +1,6% a rete intera e del +0,9% a rete omogenea, contro una media di mercato che si ferma al +0,3 per cento. Tra le varie iniziative messe in campo dalle cooperative, prosegue la ristrutturazione della rete di vendita con investimenti che privilegiano gli spazi dedicati ai freschi, ai freschissimi e alla ristorazione, e la trasformazione dei formati da iper a superstore. Inoltre è stata avviata l’esperienza di e-commerce su Roma, con la nascita e il lancio di EasyCoop: un servizio di spesa on line con oltre 10mila prodotti in assortimento di cui 3mila freschissimi.

SETTIMO CIELO RETAIL PARK ANCORA PIÙ GRANDE

A

lle porte di Torino, all’interno di un distretto commerciale sempre più esteso, il Settimo Cielo Retail Park si appresta a crescere di 26mila mq, con una previsione di apertura compresa tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019. Il parco commerciale, inaugurato nel 2011 con una superficie di 43mila mq, raggiungerà quindi la dimensione di 69.000 mq, con 4.500 posti auto. E a seguire dovrebbe sorgere un’area ludico-ricreativa di 11.000 mq. La commercializzazione è stata affidata a Cushman & Wakefield, che è anche responsabile della gestione dell’attuale parco commerciale. L’ampliamento – sottolinea C&W con una nota – si integrerà con l’attuale contesto commerciale, medie/grandi superfici e negozi di taglio più piccolo distribuiti su un unico livello, con ampie aree a parcheggio e percorsi pedonali. Anche in termini di offerta e brand, la commercializzazione sarà finalizzata ad assicurare la massima complementarietà tra l’area commerciale esistente, caratterizzata da category killer di diversi settori con un particolare focus sulla casa, e il nuovo sviluppo. Oltre al food & grocery, l’ampliamento accoglierà una selezione di insegne nazionali e internazionali dell’abbigliamento e degli accessori, prodotti per la cura della persona, servizi e una food court con una ricca scelta di proposte per le diverse fasce di frequenza giornaliera.

Stock option

BUY

NEUTRAL

SELL

CRISTINA SCOCCHIA AL TIMONE DI KIKO SPA

Kiko Spa, società controllata da Percassi e a cui fanno capo i brand italiani di cosmetica Kiko Milano, Madina, Womo e Bullfrog, ha nominato Cristina Scocchia amministratore delegato. Stefano Percassi ha assunto contestualmente la carica di vice presidente. Cristina Scocchia (laurea in economia alla Bocconi e dottorato in economia aziendale all’università di Torino) proviene da L’Oreal Italia di cui è stata amministratore delegato dal 2014 al 2017 e presidente dal 2016 al 2017. In precedenza ha lavorato in Procter & Gamble per cui, a partire dal 1997, ha assunto ruoli di crescente responsabilità fino alla posizione di leader delle Cosmetics International Operations. In tale ruolo si è occupata della supervisione dei brand di sua competenza in oltre 70 Paesi.

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retail&food - settembre 2017

Armani

Un 2016 con ricavi in flessione, ma con crescita double digit nei profitti. Lo scorso anno le vendite consolidate del gruppo Armani hanno raggiunto i 2,511 miliardi di euro, in flessione del 5% rispetto al precedente, mentre l’utile netto è stato pari a 271 milioni, in crescita del 12,4% rispetto ai 241 milioni del 2015. Export

Belstaff

Rumors vogliono Renzo Rosso, patron della Diesel e molti altri brand con la sua holding Otb, contattato da Jab, gigante internazionale cui fanno capo anche Coty e Reckitt Benckiser, per vendergli Belstaff, il marchio inglese di outerwear, abbigliamento e accessori. Rosso nega, ma potrebbe essere una strategia. La Rinascente

L’export del fashion italiano negli Emirati Arabi, nel 2016, è stato pari a circa 371,4 milioni di euro, con l’abbigliamento a 186,4 milioni e accessori a 185 milioni. E l’interscambio, nei primi quattro mesi dell’anno, ha registrato un aumento compreso tra il 5 e il 10 per cento.

La Rinascente lancia ‘On demand’, servizio di instant messaging che, attraverso WhatsApp, fonde lo shopping on e offline. Il cliente potrà segnalare attraverso la app uno specifico prodotto, e subito un personal shopper si occuperà di trovare nello store della Rinascente di Milano l’articolo desiderato e prenotarlo per 24 ore.

Max Mara

Artsana

Alla famiglia Maramotti nel 2016 è andata molto bene con la moda. L’anno scorso infatti Max Mara Fashion Group - cui fanno capo i brand Max Mara, Max & Co. e Sportmax - ha raggiunto un fatturato di 1,43 miliardi di euro, in crescita del 3,6% e un incremento dell’utile netto del 29,8% a 109,2 milioni.

Artsana si è impegnata ad acquisire il 50% di proprietà di Giochi Preziosi nella joint venture paritetica Prénatal Retail Group, che gestisce la parte retail dell’attività delle due aziende e a cui fanno capo le catene di negozi Toys Center, Prénatal, Bimbo Store e King Jouet.

Alitalia

Sono diciotto i pretendenti di Alitalia che hanno ricevuto le lettere dei commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari che li invitano alla seconda fase della procedura di vendita dell’ex vettore di bandiera. Alla prima fase delle manifestazioni di interesse si erano radunati 33 operatori, scremati dai tre commissari. Abercrombie & Fitch

Tonfo a Wall Street per Abercrombie & Fitch dopo la notizia della conclusione delle trattative per la vendita. Il board del gruppo ha annunciato che una possibile cessione delle compagnia non è più all’ordine del giorno e questo ha portato il titolo della società a crollare di quasi il 20 per cento Blogger

Stoccata sulle blogger e sulle influencer. L’Autorità della Concorrenza infatti indaga sull’influencer marketing nei social media, cioè il sostegno e l’approvazione a determinati marchi sul web senza specificare in modo chiaro che si tratta di pubblicità.


Il tempo dà forma alla qualità Doppio Malto, Rossa, Puro Malto. Ogni Peroni Gran Riserva ha un gusto unico e un denominatore comune: l’altissima qualità. La qualità del Malto 100% Italiano, la qualità delle materie prime accuratamente selezionate, la qualità del processo produttivo di extra decozione. È così che nasce una birra speciale, fatta in Italia e premiata nel mondo.


r&f News

ALLIANZ: PROGETTO “DUOMO” A JLL LA COMMERCIALIZZAZIONE DI CASCINA MERLATA

I

l Gruppo Allianz ha esteso il proprio portafoglio da 5 miliardi di euro di finanziamenti immobiliari commerciali in Europa all’Italia, attraverso il co-finanziamento di un primario sviluppo immobiliare ad uso misto in Piazza del Duomo, nel centro di Milano. La struttura a bullet del finanziamento a tasso fisso è garantita da una ipoteca, di durata di 7 anni. Il finanziamento è fornito da Allianz Italia. L’asset è di proprietà di clienti di CBRE Global Investors e il finanziamento è stato curato in qualità di arranger e co-finanziatore da Natixis Milano, mentre Allianz Real Estate ha finalizzato la transazione per il Gruppo Allianz. Il building in questione, un edificio di 7 piani e circa 9.000 mq di superficie, si trova in Piazza Duomo 25 tra l’ingresso di Galleria Vittorio Emanuele II e Corso Vittorio Emanuele II. Al suo interno, circa 4.200 mq sono adibiti a retail (dal piano terra a quello terzo) e locati a H&M, che ha fatto di questo store il proprio flagship di Milano, e i restanti 4.888 mq ad uso uffici. «Quale investitore istituzionale a lungo termine, siamo lieti di aver finalizzato questa operazione, che rappresenta la nostra prima opportunità in Italia di diversificare il nostro portafoglio investimenti nel property lending e conferma l’attrattività del mercato italiano per il nostro Gruppo - ha dichiarato Klaus-Peter

E

ntra nel vivo l’operazione del futuro centro commerciale di Cascina Merlata, in apertura entro ill 2020 in prossimità dell’ex area EXPO a Milano. L’iniziativa retail real estate promossa da Falcon Malls, già nota agli attori del mercato e presentata anche in occasione dell’ultima edizione di Mapic Italy, ha visto l’affidamento dell’attività di commercializzazione a JLL. Lo shopping centre, specifica la società del Gruppo Fawaz Alhokair, con circa 65.000 mq di Gla ospiterà circa 190 negozi e il merchandising mix sarà composto da un’offerta di retail, food e intrattenimento, con un cinema multisala e una zona giochi dedicata alle famiglie. In particolare il progetto si sviluppa su due strutture, collegate da un’area food&beverage panoramica: l’edifico Est includerà l’entertainment e la ristorazione, con un cinema multisala, un’area giochi di nuova generazione, diversi ristoranti, servizi e un supermercato specializzato nell’offerta gourmet; l’edificio Ovest ospiterà, invece, un percorso di shopping su due livelli, inclusi importanti family store, brand moda e accessori, oltre a elettronica e sport. Il bridge panoramico di collegamento prevede una food street che andrà a integrarsi con il resto dell’offerta di F&B, sinergica con l’intrattenimento serale.

Roehler, amministratore delegato di Allianz Italia - Come Allianz, possiamo far leva su un’esperienza straordinaria e unica negli investimenti in alternative asset, tra i quali rientrano il comparto immobiliare, le infrastrutture, le energie rinnovabili e il private equity».

NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING

OFF-PRICE E MARGINALITÀ PER CATEGORIA DI PRODOTTO L a crisi dei consumi che domina il Vecchio Continente ha influenzato le dinamiche delle singole categorie di prodotto nel settore fashion/luxury, facendo registrare performance e previsioni future differenti per ciascuna di esse. Analizzando, infatti, i retail economics, le minacce competitive e i favori dei consumatori, le varie categorie di prodotto hanno avuto differenti fortune negli ultimi anni. I gioielli e gli orologi sono quelli più in salute con ottimi retail economics (produttività degli spazi di vendita, sell-through a prezzo pieno e controllo dell’inventario) e l’invecchiamento della popolazione dovrebbe essere un fattore di supporto dei trend positivi. I profumi e la cosmesi godono ancora di forti barriere all’entrata nel settore e l’aumento della classe media dovrebbe sostenere la crescita futura. Le borse e la piccola pelletteria sono al quarto posto; la crescita negli ultimi dieci anni ha portato a un notevole aumento della concorrenza e i margini di crescita delle vendite al dettaglio sembrano limitati.

STAGIONE Inizio stagione Sell-trough Vendite full-price off-price 10% off-season 30% end-of-season 50% Vendite Totali Ricavi persi vs FP %

GIOIELLI / OROLOGI Q.tà Val. 100 100 90% 85%

BORSE / ACCESSORI Q.tà Val. 100 100 60% 50%

90

90

85

85

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7

100

97 3 3%

5 10 100

3,5 5 93,5 6,5 7%

retail&food - settembre 2017

CALZ.RE

ABB.TO

Q.tà 100

Val. 100

Q.tà 100

Val. 100

60 5 10 25 100

60 4,5 7 12,5 84 16 16%

50 5 15 30 100

50 4,5 10,5 15 80 20 20%

Fig.2: Impatto delle politiche di sconto per categoria di prodotto

Le calzature sono relativamente stabili e il contenuto tecnico e funzionale ne garantisce una certa autosufficienza, mentre l’abbigliamento sembra essere la categoria più challenging: la concorrenza è abbondante in termini di densità di marchi presenti sul mercato, in competizione anche verticalmente tra i diversi posizionamenti (lusso, premium e fast-fashion) e l’invecchiamento della popolazione sembra un ostacolo strutturale. Inoltre, i players del settore hanno difficoltà a integrarsi nel canale retail direttamente gestito (DOS) a causa delle inefficienze registrate negli indicatori economici retail. A riguardo, per l’abbigliamento, evidenziamo le seguenti problematiche: 1) la deperibilità stagionale del prodotto (perishability) che è influenzata dai contenuti fashion (modelli, colori e tessuti), dalla presenFig.1: Deperibilità stagionale del prodotto nel settore fashion (Exane BNP za delle taglie e dalla breve stagionalità (Fig.1). Paribas 2017)

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www.strabranding.com

2) la deperibilità inoltre condiziona in modo significativo la marginalità in quanto i prodotti deperibili subiscono maggiormente le politiche di sconto in stagione (off-price sales and off-season sales) e di fine stagione (end-season sales) (Fig.2) Più a valle, come corroborante delle strategie retail volte ad aumentare il sell-through complessivo, troviamo il fenomeno degli Outlet che rappresenta, assieme alle vendite online, l’alternativa principale del “nuovo mondo” per la gestione della disponibilità di prodotto a fine stagione. Al riguardo, è interessante, o forse meglio dire preoccupante, notare come i marchi americani (tendenzialmente i primi ad anticipare i comportamenti) siano già fortemente esposti nel rapporto tra i punti vendita appartenenti al canale retail diretto full-price e gli outlet. Coach (228 DOS / 224 outlets), Michael Kors (614 DOS / 213 outlets) e Ralph Laurent (1.085 DOS / 278 outlets) hanno infatti già più di un outlet ogni quattro negozi a prezzo pieno.

Luca Esposito


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r&f News BENETTON GIÙ, MA NON SI ARRENDE

Il bilancio del 2016 di Benetton Group, il ramo dell’abbigliamento che opera nelle vendite (retail), si è chiuso con una perdita pari a 81 milioni di euro, quasi il doppio del rosso di 46 milioni registrato nel 2015. I ricavi si sono attestati a 1,38 miliardi, in discesa rispetto agli 1,5 miliardi dell’anno prima, mentre il risultato operativo ha registrato un rosso pari a 38 milioni, rispetto a quello più contenuto di 19 milioni accusato nel 2015. Sempre nel bilancio, alla voce “evoluzione prevedibile della gestione” viene fatta una previsione di quello che può essere il futuro del brand che comunque prosegue con il suo piano di investimento e trasformazione.“I primi mesi del 2017 - si legge nel documento - non registrano segnali di ripresa vigorosa del mercato, ma mostrano un rallentamento del trend negativo che ha caratterizzato il 2016. I cambiamenti introdotti sul prodotto potranno avere un impatto soltanto parziale nel 2017 e si manifesteranno compiutamente solo a partire dalla stagione primavera-estate 2018, mentre l’implementazione dei vari progetti di trasformazione avrà effetti positivi crescenti già nel corso dell’anno”.

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RADDOPPIANO GLI INVESTIMENTI NEL RETAIL REAL ESTATE ITALIANO

L’

impennata delle transazioni retail e la tenuta del comparto uffici spingono i volumi di investimento dell’immobiliare commerciale italiano nel primo semestre 2017 a 4,9 miliardi di euro, in crescita del 40% rispetto allo stesso periodo del 2016. In particolare, la fotografia scattata dall’Ufficio studi di BNP Paribas Real Estate quantifica in 2 miliardi di euro l’apporto del settore uffici, che rimane quello più significativo, mentre la componente retail arriva a quota 1,2 miliardi: il doppio rispetto a quanto totalizzato da gennaio a giugno dello scorso anno. A quest’ultimo risultato hanno contribuito in particolare due rilevanti transazioni di prodotto prime: una nel segmento Centri Commerciali per circa 300 milioni di euro in Emilia Romagna (che ha interessato Le Befane di Rimini, in foto) e l’altra nel segmento High Street di Milano per circa 220 milioni di euro. «Il settore Retail in Italia si conferma dominato dai capitali stranieri che hanno rappresentato anche nel primo semestre 2017 il 75% circa dei volumi complessivi», ha specificato Cristiana

Zanzottera, responsabile dell’Ufficio studi di BNP Paribas Real Estate in Italia, secondo cui i rendimenti netti prime sono apparsi in diminuzione nel primo semestre del 2017, portandosi al 3,15% per l’High Street di Milano e al 5% per i Centri Commerciali. Anche nel primo semestre del 2017 il mercato del capoluogo lombardo si è confermato il più liquido nella Penisola totalizzando investimenti per circa 1,4 miliardi di euro, con la componente retail che ha contribuito per 350 milioni di euro grazie alla chiusura di 5 deal, di cui 4 hanno riguardato l’High Street.

31/03/17 09:43


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r&f News La Rubrica legale

A cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano

Attenzione ai termini di pagamento! La prima sanzione dell’AGCM per “abuso di dipendenza economica”

O

gni qual volta le parti stabiliscono i termini di pagamento delle loro transazioni commerciali, la parte che ha maggiore forza contrattuale deve tenere in debita considerazione la circostanza che imporre sistematicamente ai propri fornitori termini di pagamento superiori a 60 giorni è un rischio. Quanto sopra è previsto nelle disposizioni contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali introdotte nel nostro ordinamento con due decreti legislativi a distanza di 10 anni l’uno dall’altro, entrambi in esecuzione di due direttive europee (il Decreto Legislativo n. 231 del 9 ottobre 2002 come modificato dal Decreto Legislativo n. 192/2012 - di seguito il “Decreto”) con il fine di contrastare il fenomeno dell’imposizione sistematica di termini di pagamento molto lunghi sia nei rapporti tra privati, per lo più ai danni delle piccole e medie imprese, che nei rapporti fra privati e pubblica amministrazione. Più precisamente il Decreto stabilisce che (i) il termine di pagamento è di 30 giorni se le parti non prevedono un diverso termine nel contratto (ii) il diverso termine, contrattualmente stabilito, non può essere superiore a 60 giorni e (iii) le parti possono concordare un termine superiore a 60 giorni solo a condizione che esso non sia gravemente iniquo per il creditore e sia pattuito per iscritto. Inoltre, quando il debitore sia una pubblica amministrazione, il Decreto stabilisce che le parti possano derogare al termine di 30 giorni “quando ciò sia oggettivamente giustificato dalla natura particolare del contratto o da talune sue caratteristiche” fino a un termine massimo inderogabile di 60 giorni. La pattuizione di termini di pagamento in violazione del decreto, ove ritenuta gravemente iniqua per il creditore è nulla e quindi può essere disapplicata. Ovviamente la nullità dei termini di pagamento dovrà essere dichiarata dal giudice adito su istanza del creditore interessato a far valere la nullità della clausola. In aggiunta a quanto sopra e, sempre nell’intento di contrastare il fenomeno diffuso dei ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, il nostro legislatore ha aggiunto all’art. 9 della legge sulla subfornitura (L. 192/1998), il comma 3 bis, che definisce come “abuso di dipendenza economica” la violazione diffusa e reiterata da parte di una impresa della disciplina sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali ai danni di altra impresa, soprattutto se quest’ultima è qualificabile come piccola o media impresa e ha attribuito all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), anche su segnalazione di terzi, il potere di procedere a diffide e di deliberare sanzioni amministrative pecuniarie nei confronti dell’impresa o delle imprese che abbiano commesso detto abuso.

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retail&food - settembre 2017

Con provvedimento del 23 novembre 2016 l’AGCM ha per la prima volta esercitato i suoi poteri sanzionatori - ai sensi dell’art 9 comma 3bis della legge sulla subfornitura sopra citato - infliggendo una sanzione amministrativa pecuniaria di ben euro 800.000,00 a Hera Spa, impresa a partecipazione di maggioranza pubblica, per aver reiteratamente e sistematicamente ritardato i pagamenti ai propri fornitori, in violazione alla disciplina contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali di cui al Decreto. Il comportamento di Hera Spa è stato sanzionato dall’AGCM in quanto integrante gli estremi dell’abuso di dipendenza economica. Il caso riguarda l’approvvigionamento da parte di Hera SpA presso alcuni fornitori di apparecchiature per la misurazione del gas con pattuizione di termini di pagamento a 120 giorni data fattura fine mese ed è stato portato all’attenzione dell’AGCM da una segnalazione presentata nel 2014 dalla Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica. Secondo il ragionamento dell’AGCM, trattandosi di impresa pubblica, Hera SpA avrebbe dovuto rispettare il termine massimo consentito di 60 giorni. Interessante notare che nella motivazione del suo provvedimento l’AGCM ribadisce che la condotta di Hera SpA, reiterata e diffusa, contraria alle norme poste a tutela della correttezza dei pagamenti, integra in re ipsa la fattispecie dell’”abuso di dipendenza economica”. Pertanto l’AGCM deve solo accertare l’esistenza di una tale condotta in capo all’impresa per qualificarla come “abusiva”. In sostanza, l’abuso sussiste a prescindere dalla prova in concreto da parte dell’AGCM della dipendenza economica di un’impresa nei confronti di propri partner commerciali. Quanto alla misura della sanzione irrogata a Hera SpA, pari a euro 800.000,00, l’AGCM ha operato una riduzione discrezionale rispetto al massimo previsto dalla legge (fino al 10% del fatturato realizzato dall’impresa che pone in essere l’infrazione) sulla base dei fattori indicati dalla medesima legge, quali: la gravità della violazione, l’opera svolta dall’agente per l’eliminazione della violazione, la personalità dell’agente e le sue condizioni economiche. Il provvedimento in esame, sebbene rappresenti il primo esempio - peraltro tardivo - di intervento dell’AGCM nella lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, è comunque un precedente da tenere in debita considerazione da parte di quelle aziende che, sfruttando la loro posizione di supremazia sul mercato, impongono - talvolta in maniera sistematica - ai loro fornitori, termini di pagamento superiori a quelli previsti dalla legge.

Avv. Giulia Comparini


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r&f News

SAVILLS ACQUISISCE LARRY SMITH

L

’inglese Savills si è assicurata il know how di Larry Smith Italia, primaria società attiva nella gestione di centri e parchi commerciali e servizi di leasing con sede a Milano. «Diamo un caloroso benvenuto a Larry Smith nell’unirsi al nostro business – ha dichiarato Gianni Flammini, a capo di Savills Italy – Il team ci permette di guadagnare una posizione di mercato di primo piano, offrendo opportunità per un’ulteriore espansione nell’High Street Retail e nelle differenti asset class del Property Management, congiuntamente a una piattaforma che ci consentirà di crescere nel Building e Project Consultancy e nel Business Space Agency. Abbiamo individuato opportunità significative di ricavo sia nel contesto italiano sia internazionale». Larry Smith, attiva da oltre 30 anni in tutte le attività connesse ai servizi retail, conta 80 dipendenti ed è guidata dal CEO Christian Recalcati unitamente a Corrado Vismara, Maddalena Panu, Silvia Segale e Anna Buniato. Il management rivestirà un ruolo senior di primo piano all’interno dell’esecutivo di Savills Italy e dei Pan European Divisional Boards con l’intento di potenziare e sviluppare il business di Savills in Europa e nei settori operativi chiave.

LUXOTTICA DIVENTA DIGITAL

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l fondatore di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, ha creato una digital factory presso il quartier generale di Milano, dove lavorano più di 100 persone in collaborazione con la Silicon Valley. La svolta digitale prevede entro l’estate un database unico per il gruppo, in grado di aggregare in modo omogeneo e rendere facilmente disponibili tutte le informazione generate da ogni singolo reparto, divisione o Paese. Oggi l’intera filiera è in rete, dalla materia prima allo store; l’ultimo step è il negozio fisico. Vetrine munite di riconoscitori facciali che capiscono cosa piace al consumatore osservando dove sofferma più a lungo gli occhi. Ottici che cambiano l’aspetto della vetrina con la sola posa di un occhiale su particolari espositori che, collegati agli schermi, trasmettono video e messaggi di quella particolare marca e possono mutare diverse volte al giorno a seconda del tipo di flusso nelle differenti fasce orarie. Dentro al negozio, al cliente basterà prendere in mano un occhiale perché nello schermo vicino compaiano immagini e messaggi relativi a quel modello e, se ciò che cerca non c’è, un sistema di Virtual Try-on a schermo permetterà di riprodurne il volto in digitale e fargli indossare virtualmente modelli o varianti che voglia provare. L’assistente virtuale con lo specchio digitale consentirà, invece, di riconoscere in automatico occhiali simili per forma, colore, materiale e marchio a quello che un cliente sta guardando con maggior interesse, suggerendogliene anche altri che potrebbero piacergli. E, poi, tavoli interattivi, personalizzazioni e molto altro. Le prime applicazioni arriveranno nei negozi entro fine anno e tutto questo avrà come conseguenza che i negozi potranno essere anche molto più piccoli degli attuali.

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r&f News

CAMBI AL VERTICE IN ELIOR GROUP

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l 26 luglio il Consiglio di Amministrazione del Gruppo ha deciso, con il mio accordo, di separare nei prossimi mesi le funzioni di presidente del Consiglio di Amministrazione e di amministratore delegato”. Questo è quanto si legge in una comunicazione diffusa da Philippe Salle, attuale presidente e ad del gruppo. Philippe Salle Il consiglio ritiene che il presidente debba ora dedicarsi esclusivamente a guidare il CdA, nonché a seguire i temi strategici relativi all’ambizioso piano di crescita di Elior Group. L’obiettivo è quello di consentire all’amministratore delegato di concentrarsi esclusivamente sull’esecuzione del piano di sviluppo. Nell’interesse di Elior, Salle ha approvato questa decisione, ma ha anche affermato di non potersi conformare alla nuova governance, pertanto il 30 novembre 2017 cesserà nelle sue funzioni. Nella medesima riunione Gilles Cojan, già membro del consiglio di amministrazione, è stato nominato vicepresidente e dopo la partenza di Salle sarà il nuovo presidente del consiglio di amministrazione. Il CEO di Areas, Pedro Fontana, invece, è stato nominato amministratore delegato pro tempore del Gruppo, ruolo che ricoprirà da fine novembre fino a quando non sarà selezionato il successore di Salle. “Fino alla mia partenza, Elior potrà contare sul mio impegno totale nelle funzioni di presidente e amministratore delegato” ha concluso Salle.

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DELIVEROO: IL FOOD DELIVERY FA IL PIENO A ROMA E MILANO

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entre in Italia il food delivery cresce del 100%, Milano e Roma vanno oltre con percentuali rispettivamente del +135 e +150 per cento. E questa crescita ha generato nell’ultimo anno un aumento medio del fatturato dei ristoranti partner del 30 per cento. Questi i dati raccolti da Deliveroo, che tra gli aspetti qualitativi della propria analisi ha specificato che sia a Roma sia a Milano la cena della domenica è la nuova abitudine di consumo del cibo a domicilio. E lo stereotipo che i meneghini cenano prima dei romani è confermato: a Milano il picco è alle 20, nella Capitale alle 21. La pizza si conferma la regina del delivery ed è il piatto più ordinato sia a Roma (impasto normale del Ristorantino della Pizza di Eataly) sia a Milano (impasto classico di Lievità). In entrambe le città la pizza batte di misura l’hamburger (di Angus and More a Milano e di Open Balladin a Roma), mentre il gradino più basso del podio dei piatti più popolari è occupato a Milano dal black Angus di Trita e a Roma dal Trapizzino al pollo alla cacciatora di Trapizzino Testaccio. A dimostrazione che anche i piatti della tradizione locale, grazie al food delivery, tornano popolari con ricette innovative.




r&f News opening

Daniel Wellington a Malpensa e in autunno Wagamama

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alpensa continua a rinnovarsi e a rinnovare le proprie attività commerciali e in questo processo ha trovato nel gruppo Percassi un ottimo partner a quanto pare. Dopo Kiko Milano, Womo e Bullfrog (tre brand di Percassi dedicati al beauty sia per l’uomo sia per la donna) è stata infatti annunciata l’apertura in autunno, sempre al T1, di un ristorante Wagamama, il brand di cucina giapponese nato a Londra negli anni ‘90, di cui Percassi sta curando lo sviluppo in Italia. Recentemente, infatti, in occasione dell’ampliamento di Oriocenter, ha inaugurato il primo ristorante della penisola. A Malpensa, Wagamama (170 ristoranti in 22 Paesi) si estenderà su una superficie di 600 mq e avrà 200 coperti a disposizione dei clienti. Debutto in Italia proprio al T1 di Malpensa anche per Daniel Wellington, il brand di orologi svedese che ha conquistato i Millennial perché interpreta l’accessorio desiderabile e accessibile, con tutta l’estetica d’alta gamma e una tecnologia ultra-sofisticata. Sono 42 i mq del flagship store inaugurato a inizio luglio, dove sarà possibile acquistare le creazioni di questo brand innovativo e di tendenza.

A Verona Porta Nuova esplode il food

Ferragni, dal blog al retail

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a blogger Chiara Ferragni ha inaugurato il suo primo flagship a Milano, in via Capelli, la via che porta da Corso Como a Piazza Gae Aulenti. Il punto vendita - Chiara Ferragni Collection il nome - si estende su una superficie di 120 mq. Il marchio di calzature fondato dalla blogger nel 2016 ha raggiunto un giro d’affari di circa 20 milioni di euro ed è già presente in oltre 300 punti vendita nel mondo e sul sito e-commerce. All’interno dello store, oltre alla linea di scarpe, saranno venduti anche altri brand con cui Ferragni ha collaborazioni attive. L’apertura dello store era nei programmi della blogger sin dall’inizio dell’anno, ma come location si era parlato del centro città. La scelta invece è ricaduta su via Capelli, nel quartiere di Porta Nuova. L’operazione è stata curata dagli avvocati Alessandro Barzaghi e Stefania Sansò dello studio legale milanese Cocuzza & Associati, specializzato in retail e aperture di punti vendita, i quali hanno assistito la società N2 Srl - che cura e rappresenta il marchio della fashion blogger - nella conclusione di un accordo con COIMA SGR, proprietaria del complesso degli edifici di Porta Nuova.

MC2 Saint Barth apre un flagship a Mosca

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on si fermano le aperture di Burger King che, dopo aver conquistato le stazioni ferroviarie di Bologna e Napoli, ha aperto le porte del nuovo ristorante di Verona Porta Nuova. Il locale, che occupa gli spazi dove prima sorgeva il ristorante McDonald’s, si sviluppa su una superficie di 160 mq e dispone di 24 posti a sedere all’interno e di 140 nell’area comune. Come accaduto per Bologna e Napoli, l’azienda licenziataria del ristorante rimarrà invariata, così come i 25 dipendenti, tutti giovanissimi, dal momento che l’età media è di soli 26 anni. E dopo un buon hamburger è d’obbligo un buon caffè. E a questo ci ha pensato Gruppo Cibiamo che ha completato una doppia operazione all’interno della stazione di Porta Nuova. Caratterizzata da una fase di rinnovamento commerciale, la galleria dello scalo scaligero gestita da Grandi Stazioni Retail ospita infatti due nuovi punti vendita con le insegne cibiamo e La bottega del Caffè declinati nella versione “travel oriented”, già sviluppata in altre importanti stazioni ferroviarie.

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all’isola di St. Barth, dai colori del mare caraibico, della sabbia bianca e del corallo delle sue spiagge, nel 1994 nasce la linea mare MC2 Saint Barth. Oggi continua l’espansione retail del brand di beachwear, che ha aperto a Mosca il suo nuovo flagship store. Il negozio, il 27esimo del marchio milanese, si trova all’interno del department store Gum, nella suggestiva cornice della Piazza Rossa. Forte del successo dei numerosi monomarca in territorio italiano negli ultimi anni, l’azienda ha esteso notevolmente la rete retail all’estero. Nel 2017, l’apertura di Mosca segue quella di Punta Cana nell’isola di Santo Domingo e dei 4 nuovi store in Italia a Riccione, Pietrasanta, e nel canale del travel retail, dove il brand sta riscuotendo un notevole successo, all’Aeroporto di Orio Al Serio e a quello di Cagliari.

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r&f News opening

Damiani guarda a oriente

Il 20esimo negozio nanà al Palmanova Outlet Village

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l brand di gioielli Damiani punta al mercato asiatico con l’apertura di due nuove boutique a Seoul, in Corea del Sud, e a Singapore. Lo store coreano è situato nel mall Shinsegae, a Gangnam, dove ad oggi sono presenti i più noti brand del lusso. La boutique di Singapore, invece, si trova all’interno del Takashimaya Shopping Centre su Orchard Road, meta dello shopping nel sudest asiatico. Damiani ha chiuso l’esercizio 2016-2017 con ricavi consolidati per 161,5 milioni di euro, in crescita del 4,8 per cento. Nel periodo il retail ha segnato un +5% e il wholesale un +4,7 per cento. La quota export è pari a circa il 60% del fatturato. Di questa percentuale, oltre la metà proviene dal mercato asiatico. Gli stranieri incidono inoltre sul giro d’affari domestico con un 40% di vendite nei negozi italiani che fa capo ai turisti che visitano il Paese. «Il nostro mercato di riferimento dopo l’Italia è il Giappone, dove abbiamo già una filiale attiva, una dozzina di negozi e un centinaio di dipendenti. In Corea siamo presenti in maniera diretta da un paio d’anni. Oltre a Seoul, abbiamo uno store a Daegu e apriremo presto a Busan» ha spiegato Guido Daminai, presidente del gruppo Damiani.

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opo le due opening di Gabel e Bisbigli e la relocation di Mastai Ferretti, al Palmanova Outlet Village ha aperto il nuovo store di abbigliamento nanà. Si tratta di un concept pensato per una donna dinamica e glamour. E quello del village di Aiello del Friuli è per Nanà il ventesimo punto vendita in Italia, tra store e outlet, gestito da 8 Marzo srl (società attiva nella produzione e commercializzazione di abbigliamento femminile con il marchio nanà Italian Hearth, sita in provincia di Treviso) e da partner commerciali. Ripercorrendo la storia del marchio, dopo i primi punti vendita inaugurati nell’ottobre del 2011 a Trento e a Mestre, la distribuzione nel 2014 si è ampliata con i negozi di Padova, Montebelluna, Castelfranco, Brunico, Merano e Cervignano del Friuli. Nel 2015 sono stati aperti gli shop di Conegliano, Belluno, Pordenone e Bolzano mentre nei 12 mesi successivi quelli di Trieste, Bassano del Grappa, Padova, Rovereto, Vicenza, Verona e Brennero. «Siamo lieti di poter inaugurare al Village il nuovo store nanà - commenta Domenico Casagrande, direttore del Palmanova Outlet Village – Con questo punto vendita sono sei nuove opening nel 2017, cui si affiancano una relocation e un refit. Entro l’estate avremo un’ulteriore nuova apertura, sintomo che il centro è vivo e catalizzatore di brand interessanti, cui si sommerà l’inaugurazione della nuova area giochi».


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FACTORY OUTLET VILLAGE: LA SFIDA SUL TURISMO

Valmontone Outlet

La nuova food court firmata Lombardini 22

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ur collocandosi ad almeno 100 km l’uno dell’altro, ad oggi sono ben cinque i factory outlet village che si contendono la città di Milano: Serravalle Designer Outlet, Vicolungo The Style Outlets, Fidenza Village, Franciacorta Outlet Village e, oltrepassando i confini con la Svizzera, Fox Town di Mendrisio. Inoltre, nonostante la differenza del format, nel nuovo villaggio retail di Locate Triulzi (MI) i consumatori possono trovare convenienza con il “Prezzo per Scalo Milano”. Se quello lombardo è l’esempio più evidente, altre realtà co-

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me quelle di Roma e Firenze palesano scenari competitivi analoghi e a essere conteso è soprattutto il turista straniero, in grado di assicurare uno scontrino medio decisamente più alto del consumatore italiano. L’industria nazionale dei factory outlet village si conferma quindi un mercato sicuro, forte dei risultati positivi diramati nel corso degli anni dagli stessi operatori (riferiti anche agli ultimi saldi estivi) e maturo, in virtù delle 25 strutture che presidiano la Penisola da Nord a Sud e da Est a Ovest. Ma se nel 2015 e nel 2016 si sono prodotti solo ampliamenti di in-

sediamenti esistenti – l’ultimo village dello shopping con sconti tutto l’anno dal 30 al 70% era lo Shopinn Brugnato 5Terre Outlet Village, avviato nel 2014 in provincia di Spezia – con il 2017 sono stati inaugurati circa 40mila mq di nuova Gla grazie ai tagli del nastro di Torino Outlet Village e di DeltaPo Family Destination Outlet. Come si evince nel resoconto annuale della Commissione consultiva Factory Outlets del CNCC, presieduta da Filippo Maffioli che è anche amministratore delegato di Promos Group, nel mese di novembre 2016

si sono registrati gli ampliamenti di ben tre strutture storiche (Serravalle Designer Outlet: 40 shop su 12.500 mq di Gla; Noventa di Piave Designer Outlet: 25 shop su 6mila mq di Gla; Fidenza Village: 20 shop su 3.500 mq di Gla) che hanno aumentato la Gla complessiva di 22mila mq e il numero dei negozi di oltre 80 unità. Nei primi mesi del 2017, invece, si sono annoverate le aperture di due nuovi Fov: Torino Outlet Village e DeltaPo Family Destination Outlet, che hanno incrementato il numero di negozi di oltre 100 unità. McArthurGlen, in particolare, ha rinfor-


Dario Tettamanzi

zato la propria posizione competitiva raggiungendo una quota di mercato pari al 26% in termini di mq gestiti e al 29% in quanto a numero di boutique, mentre Blackstone segue a ruota con, rispettivamente, il 23% e il 22 per cento. Con l’acquisizione nel 2015 del Palmanova Outlet Village, il portfolio italiano outlet di Blackstone è completo e in autunno Multi Outlet Management Italy, in qualità di property manager, e Kryalos Asset Management, ne lanceranno il brand Land of Fashion: un brand unico, appunto, che contrappone i grandi marchi di moda ai piccoli gioielli distintivi delle cinque terre che ospitano questi village. Contestualmente saranno lanciati servizi cross outlet come la App e la Village Card (vedi intervista a Dario Pistone, amministratore delegato di MOMI, alle pagg. 22 e 23). Divenuto negli ultimi anni un primario attore di questo comparto, Arcus Real Estate (società della galassia Percassi) inizierà a breve i lavori per la seconda fase di Torino Outlet Village che, con i suoi 12mila di nuova Gla, porterà a circa 140 il numero totale dei negozi (vedi Dossier Factory Outlet Village sul numero di giugno

© Promos / Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali

Centri attivi con GLA ≥ 10.000 mq (dati giugno 2017) F.O.C. APERTURA REGIONE Serravalle Designer Outlet 2000 Piemonte The Mall 2001 Toscana Valmontone Outlet 2003 Lazio Fidenza Village 2003 Emilia Romagna Franciacorta Outlet Village 2003 Lombardia Mantova Outlet Village 2003 Lombardia Castel Romano Designer Outlet 2003 Lazio Castel Guelfo The Style Outlets 2004 Emilia Romagna Vicolungo The Style Outlets 2004 Piemonte Valdichiana Outlet Village 2005 Toscana Puglia Outlet Village 2005 Puglia Barberino Designer Outlet 2006 Toscana Sardinia Outlet Village 2006 Sardegna Outlet Center Brenner 2007 Trentino Alto Adige Mondovicino Outlet Village 2008 Piemonte Palmanova Outlet Village 2008 Friuli Venezia Giulia Noventa di Piave Designer Outlet 2008 Veneto Soratte Outlet Shopping 2008 Lazio Città Sant'Angelo Village 2009 Abruzzo Designer Outlet La Reggia 2010 Campania Sicilia Outlet Village 2010 Sicilia Cilento Outlet Village 2012 Campania Shopinn Brugnato 2014 Liguria Torino Outlet Village 2017 Piemonte Delta Po Outlet 2017 Veneto

LOCALITÀ Serravalle Scrivia (AL) Leccio Reggello (FI) Valmontone (RM) Fidenza (PR) Rodengo Saiano (BS) Bagnolo San Vito (MN) Castel Romano (RM) Castel Guelfo (BO) Vicolungo (NO) Foiano della Chiana (AR) Molfetta (BA) Barberino Di Mugello (FI) Sestu (CA) Brennero (BZ) Mondovì (CN) Aiello del Friuli (UD) Noventa di Piave (VE) Sant’Oreste (RM) Città Sant'Angelo (PE) Marcianise (CE) Agira (EN) Eboli (SA) Brugnato (SP) Settimo Torinese (TO) Occhiobello (RO)

Mq GLA 51.500 10.000 40.000 25.000 33.000 25.000 30.000 24.300 34.000 31.000 38.000 27.000 20.000 10.000 24.500 22.000 32.000 35.000 23.000 26.300 30.000 24.000 19.000 20.000 19.000

Negozi 230 30 180 120 160 120 160 110 150 130 140 130 70 40 105 90 157 160 100 148 140 80 100 90 11

di r&f), e ancora nel 2018 presenterà al mercato il nuovo Roma Outlet Village, frutto dell’acquisizione finalizzata ad aprile e del successivo rilancio commerciale dell’outlet di Soratte, dove introdurrà un brand mix in linea con quello degli altri asset in gestione (tra cui Sicilia Outlet Village) e su cui apporterà alcune migliorie architettoniche. «Va evidenziata, e il complesso di Torino lo testimonia, la tendenza dei nuovi interventi ad avvicinarsi alle città e ai relativi bacini – ha commentato Maffioli – Il tema di creare strutture lontane dai comuni capoluogo per non creare conflitti con la distribuzione full price è oggi ampiamente superato. Restando sullo sviluppo, nei prossimi anni vedremo altri ampliamenti e in pipeline adesso c’è un nuovo progetto, tra l’altro curato dal nostro Gruppo, che è il Pisa Outlet Village: un’operazione nata tanti anni fa e arrivata a maturazione, con il cantiere che partirà presumibilmente a breve, e che andrà a inserirsi in quella che considero l’ultima area vergine della Penisola, la Versilia». Da annotare in pipeline anche il futuro progetto di San Pellegrino Outlet Village (50 shop su 13mila mq di Gla), in capo ad Arcus Real Estate che, come per Torino Outlet Village, punta a coprire l’alto di gamma. Mira invece al concetto di esperienzialità il Delta Po Outlet, che, nonostante abbia aperto con una decina di negozi a cui si aggiungeranno presto nuove insegne, si propone come “Family Destination”: l’offerta d’intrattenimento per le famiglie si integra in questo modo con quella culturale, turistica e enogastronomica “slow” già articolata sul territorio, a pochi chilometri da Ferrara e alle porte dei due parchi regionali del Delta del Po. Da segnalare infine alcuni importanti giri di poltrona. A fine maggio Neinver ha nominato Eduardo Ceballos country head Italia, ruolo che ricopre dal 2009 in Spagna e a cui aggiunge quello di asset management director per il Sud Europa; mentre Arcus Real Estate nella seconda metà di giugno ha nominato l’ex di Grandi Stazioni, Vito La Rosa, head of leasing outlet. Andrea Penazzi

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r&f Parola di Dario Pistone

Dario Pistone, milanese di nascita, si laurea in Ingegneria Civile al Politecnico. Alla fine degli anni ‘90 entra nel settore immobiliare di IBM, per poi entrare in Cushman&Wakefield, dove fonda il dipartimento di Property Management. Vi rimane quasi 10 anni, diventando Partner nel 2004 e membro del Board Italiano un paio di anni dopo. Dal 2007 inizia a seguire la gestione del patrimonio Cushman a livello europeo. Nel 2009 decide di affrontare una nuova sfida imprenditoriale e fonda Added Value Management. L’11 Giugno del 2015, Multi annuncia l’acquisizione di Added Value Management Srl (“AVM”) che prende il nome di Multi Outlet Management Italy (“MOMI”). La leadership è di Dario Pistone con la carica di Managing Director.

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MOMI: «Gli outlet village, ambasciatori delle Land of Fashion»

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ue anni fa, da poco nominato managing director di MOMI (Multi Outlet Management Italy), Dario Pistone accennò sulle pagine di r&f dell’allora nuovo claim “Land of Fashion”, che avrebbe connotato il portfolio outlet di Blackstone composto da Franciacorta Outlet Village, Mantova Outlet Village, Valdichiana Outlet Village, Puglia Outlet Village e Palmanova Outlet Village, ultimo a essere acquisito in virtù di un’operazione da oltre 80 milioni di euro ufficializzata nel giugno del 2015. Riprendendo le fila del discorso, e quindi dello sviluppo e della progressiva caratterizzazione di questi villaggi dello shopping, ci siamo fatti raccontare da Dario Pistone quali progetti sono stati realizzati finora e soprattutto le iniziative future. Come si è evoluto nel tempo il concetto di Land of Fashion? Land of Fashion oggi rappresenta un fenomeno unico nel panorama italiano, un portfolio di cinque outlet che si è costituito in pochissimo tempo. Una collezione di cinque shopping destination che si distribuiscono da nord a sud, lungo tutto il territorio italiano: Palmanova Outlet Village, Franciacorta Outlet Village, Mantova Outlet Village, Valdichiana Outlet Village e Puglia Outlet Village. Sono 150mila mq commerciali, di proprietà del fondo americano Blackstone, che nel 2016 sono stati scelti da oltre 17 milioni di visitatori. Il portfolio vive nella piattaforma www.landoffashion.it e in un’App esperienziale che accompagna il visitatore in un viaggio alla scoperta del vero stile italiano e di quei piccoli gioielli racchiusi in una terra che è solo nostra. Quali progetti in termini di leasing e gestione, oltre che di marketing e di servizi alla clientela, sono stati attivati sotto questo “cappello”? Abbiamo da subito lavorato a campagne impattanti che potessero coniugare l’iconografia della “land”, e dunque il concetto di territorio con le sue bellezze, le sue peculiarità e la sua cultura, al nostro core business, l’offerta shopping. Abbiamo reinterpretato l’offerta commerciale col nostro stile, elevando i servizi e rendendoli distintivi e coordinati in tutti e cinque gli outlet. Due esempi su tutti, il primo concetto di business lounge che è partito da Mantova e sarà presto esteso all’intero portfolio e la ridefinizione di Playground. È stata da poco sostituita a Mantova, rivisitata a Valdichiana e in Puglia e inaugurata ex novo a Palmanova. Senza contare Fran-

ciacorta Outlet Village, che alla fine di Fase 3 vedrà la realizzazione di una Playground avveniristica. Il lavoro svolto a supporto di questo posizionamento è stato riconosciuto da alcuni brand che hanno aperto da noi per primi, fra questi Venchi, L’Autre Chose, Rossignol, Historic, Italian Indipendent, Fedon, Stickhouse, Garcia e Testoni. Quali invece le novità che interesseranno i village Land of Fashion nel prossimo futuro? Le quattro aree d’intervento al centro delle nostre strategie future sono il food, l’innovazione/tecnologia, i servizi e la sicurezza. L’offerta food ad esempio varierà in tutti i villaggi poiché rappresenterà ben oltre il 10% della Gla totale delle nostre superfici. Un food qualitativo, in linea con la nostra filosofia di rendere la visita all’outlet come integrata nella scoperta di un territorio. Per questo in Puglia è stato importante aprire ad esempio il punto ristorazione “Bacio di Latte”, così come è stato importante a Palmanova rivedere e ampliare la ristorazione di Dok Dall’Ava, che offre al visitatore friulano prosciutto di San Daniele. In Franciacorta non si può prescindere dal Consorzio e i suoi vini, che con il punto vendita Tuam trovano spazio all’interno del Village, mentre in Valdichiana abbiamo un progetto, in partenza proprio in queste settimane, che va a rivoluzionare completamente l’offerta attuale. L’enogastronomia sarà anche uno dei leitmotiv degli appuntamenti estivi insieme alla musica. Nell’estate del 2015 la sua dichiarazione: “Con Blackstone e Multi la possibilità di nuove acquisizioni è all’ordine del giorno”. Di quelle settimane, l’annuncio dell’ingresso di Palmanova Outlet Village nel vostro portfolio. Possiamo aspettarci ulteriori operazioni oppure il vostro sviluppo futuro si basa esclusivamente sull’ampliamento dei village esistenti? Da quest’ultimo punto di vista, quali progetti avete portato a termine e quali vi apprestate a realizzare? Ci siamo da subito concentrati su Franciacorta Outlet Village che dall’acquisizione ad oggi ha realizzato +25% di fatturato e che riceve continuamente manifestazioni d’interesse da parte di nuovi brand. È quindi in fase di completamento la Fase 3, che si sta sviluppando intorno alla food court per offrire un livello di ospitalità sempre più qualitativo, all’altezza delle aspettative dei visitatori, contribuendo a rendere ancora più attrattivo un territorio già fantastico come la Franciacorta. Quello

di Franciacorta Outlet Village è un investimento su circa 5mila mq di Slp che si traduce in 30 nuove boutique in aggiunta alle esistenti 160. Esistono continui progetti per tutti gli outlet in particolare in Puglia, dove sarà aperta un’ulteriore fase e abbiamo in parallelo riorganizzato gli spazi della galleria, mentre a Mantova è allo studio una nuova struttura ispirata al distretto londinese di Covent Garden e avremo la possibilità di sviluppare circa 4mila metri quadrati. Non escludiamo poi eventuali interventi anche sugli altri due outlet, Palmanova e Valdichiana dove presto apriremo una nuova food court al primo piano. Per quanto riguarda altre acquisizioni, perché no? Il mercato italiano dei factory outlet village ha visto di recente l’apertura di due complessi, arrivando a 25 strutture attive sul territorio nazionale, e la realizzazione di vari ampliamenti. Inoltre altri progetti sono in pipeline. Considera questo mercato ormai saturo oppure no? È un mercato sicuramente saturo e sopravvivranno gli attori più capaci a offrire qualità, differenziazione e servizi innovativi. Noi ad esempio abbiamo installato in tutti i nostri villaggi dei device, chiamati Ibeacons, per adeguare la nostra comunicazione on-site alla clientela più giovane, i millenials. Lungo le vie dei village si possono ricevere aggiornamenti e informazioni in base alle proprie passioni, il tutto per rendere più accattivante l’esperienza. Infine è corretto dire che la competizione tra i vari outlet si misura e si misurerà sempre di più sulla capacità di attrarre il consumatore/ turista straniero? È corretto ma non solo. Per quanto ci riguarda possiamo affermare che specialmente le nostre mete del nord Italia sono scelte da turisti nord europei che cubano ad esempio per Franciacorta Outlet Village il 20% sul fatturato totale dell’outlet. Tutta la Land of Fashion si radica in territori che esprimono le eccellenze più ricercate e ambite del made in Italy, apprezzate dagli stranieri ma non solo. Esistono luoghi e borghi meno conosciuti ai più, che oggi più che mai rispondono al profilo del nuovo traveller. Penso ad esempio al Lago d’Iseo riscoperto insieme a noi durante l’esperienza artistica di Christo. Questa è la Land of Fashion, la riscoperta del bel Paese, terra di stile e glamour, guidata dai nostri cinque hub, i Villages. A.P.

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Gli outlet village calzano a pennello per Baldinini P

resente tra gli oltre 80 negozi che compongono il brand mix di Torino Outlet Village, il più recente villaggio dello shopping con prezzi scontati tutto l’anno dal 30 al 70% inaugurato in Italia, il brand Baldinini conferma la propria vocazione per questo canale, presidiando i principali FOV dell’area Centro e Nord della Penisola. Il noto marchio di calzature figura infatti in quattro dei cinque Designer Outlet di McArthurGlen, allo stesso modo in quattro dei cinque Outlet Village in portfolio a MOMI/Blackstone, in entrambi i The Style Outlets di Neinver e ancora a Fidenza Village, a Shopinn Outlet Brugnato 5 Terre e a Valmontone Outlet. E in una fase di rilancio societario, con l’export di nuovo in crescita in Russia e non solo e agli investimenti sull’e-commerce che fan24

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no da contraltare alla vendita in asta del 60% del capitale dell’azienda (al momento della stesura dell’articolo la scadenza per l’offerta vincolante e non condizionata era fissata per il 2 agosto), abbiamo intervistato Antonio Roma, marketing e retail director di Baldinini sullo sviluppo degli outlet store e sulle ultime operazioni anche full price. In primis l’attualità: l’apertura di Torino Outlet Village. L’innovativo contesto architettonico e il brand mix ricercato, con la presenza di marchi del lusso, rendono il Village gestito da Arcus Real Estate attrattivo non solo per il bacino di Torino e per i comuni presenti nell’isocrona dei 45-60 minuti ma anche per

un’ampia fascia di turisti, notoriamente altospendenti. Forte di un importante know how maturato in campo internazionale, Baldinini come ha impostato l’assortimento, il layout e i servizi del proprio negozio per intercettare soprattutto i flussi di consumatori stranieri? Abbiamo applicato alla formula outlet un nuovo concept che prende spunti dai nostri flagship, con display leggibili ma con l’utilizzo di materiali e arredi di alto profilo che rispecchiano lo standard delle nostre boutique. L’esperienza maturata negli anni e l’ampio range di prodotto che possiamo offrire ci ha permesso di creare un mix bilanciato che

rispecchia le esigenze dei consumatori del centro, sia italiani sia internazionali. Naturalmente offriamo ai turisti la possibilità di ricevere gli acquisti effettuati direttamente al loro domicilio in quasi tutto il mondo e agli extra UE la possibilità di servizio Tax Free. Torino Outlet Village è anche il primo “city outlet” in Italia per l’estrema vicinanza al Comune piemontese. Come cambia, rispetto agli altri outlet, la modalità e la frequenza di visita del vostro consumatore? Proprio per la vicinanza alla città abbiamo visto intensificare le visite al


Cover story

Baldinini - Oriocenter centro anche nelle pause pranzo o subito dopo gli orari di chiusura degli uffici; questo in alcune settimane anche a scapito del solito flusso nel weekend. L’Italia è il secondo mercato europeo per quanto concerne il segmento outlet, con una storia che risale all’inizio degli anni 2000 quando è stato aperto il Serravalle Designer Outlet. E Baldinini è stato tra i brand protagonisti dello sviluppo di questo canale. Come sono cambiati nel tempo il vostro punto vendita e il vostro assortimento nei factory outlet village? Il canale si è evoluto e quindi si è reso necessario completare la gamma con un’offerta più ampia in tutte le categorie di prodotto; fondamentale il focus sempre attento al rapporto qualità-prezzo, la rotazione e il riassortimento tempestivo della merce; importante un modello di servizio accurato durante l’esperienza in store e di customer care anche post vendita che accontenti il consumatore. I negozi si sono evoluti in termini di interior design: lay-out molto leggibili ma arredi e visual di qualità. Mi conferma che l’outlet, per le performance mantenute negli anni di crisi, si è dimostrato anche per voi un canale di vendita anticiclico in grado di reggere meglio al calo dei consumi rispetto a quello full price?

Assolutamente sì. La clientela che ha preso gli outlet come riferimento per i propri acquisti e per lo svago di un weekend si è ampliata e diversificata. I centri più ‘evoluti’, in grado di offrire

Baldinini ha aperto il suo nuovo punto vendita all’interno dell’ampliamento di Oriocenter, shopping mall che per primo in Italia ha sdoganato la presenza di

esperienze d’acquisto qualificate, sono inoltre ormai diventati anche mete turistiche, in quanto inseriti in veri e propri shopping tour. Sono previsti, compatibilmente con le opportunità che offrirà questo mercato, quasi saturo, ulteriori opening di punti di vendita in questo canale? Attualmente ritengo il canale saturo e in Italia non prevediamo ulteriori aperture. Spostandoci dagli outlet ai centri commerciali, recentemente

marchi aspirazionali e premium in un luogo organizzato ad hoc. Dal vostro punto di vista, quali fattori hanno reso Oriocenter così appealing per una nuova fascia di brand? I numeri di Oriocenter in termini di frequentazione e di metratura sono importanti e ne fanno uno dei primi centri commerciali in Italia. La nuova ala ha un design moderno e fruibile con un’area food qualificata e un cinema multisala imponente. In questo centro abbiamo voluto speri-

mentare il nuovo format “BALDININI TREND”: una formula retail alternativa che si discosta volutamente dall’identità del flagship store del brand, già consolidata nelle location di Milano e Roma. L’intento è quello di dialogare con una clientela più trasversale che includa una generazione di consumatori internazionali, più giovani ma soprattutto attenti ai codici tendenza della moda a un prezzo più democratico. Il bacino di utenza è interessante sia in termini di numeri sia di possibilità di spesa: si tratta di una zona all’incrocio delle province di Milano, Bergamo e Brescia con un buon reddito pro-capite e la chiusura di molti punti vendita nel centro di Bergamo dovrebbe facilitare lo spostamento anche di un segmento di clientela medio alto verso la nuova proposta. Non ultima, la vicinanza all’aeroporto di Orio al Serio che, opportunamente migliorata in termini di collegamento e sfruttata in termini di comunicazione, potrà portare ulteriori visite agli store. Naturalmente si tratta di una scommessa che richiede investimento di tempo, comunicazione e strategia in primis per il centro stesso ma anche per i singoli brand. Oltre che una scelta prodotto mirata al consumatore locale che stiamo monitorando con grande attenzione e fidelizzando in ottica CRM. Infine, quali sono i dati della rete vendita full price di Baldinini in Italia e all’estero? Tra centri commerciali e centri città, quali sono i canali su cui investirete maggiormente? Nel corso del 2017 abbiamo riscontrato un significativo incremento delle vendite soprattutto nei negozi dei centri storici delle grandi città, questo grazie anche a un ritorno importante di flussi turistici. Per quanto riguarda centri commerciali e outlet registriamo una clientela sempre più attenta alla componente prezzo o a particolari iniziative promozionali; mi sembra superfluo sottolineare che il canale maggiormente in incremento risulta essere l’online. A.P.

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r&f Osservatorio prezzi

Il triangolo d’oro dei factory outlet village D

iversi per layout architettonico, per brand mix e per proprietà, Serravalle Designer Outlet, Vicolungo Outlet Village e Torino Outlet Village danno vita a una delle concentrazioni più importanti nella Penisola per quanto concerne i factory outlet village. Il giorno 19 luglio, in pieno periodo di saldi estivi, ci siamo recati in ognuna delle tre strutture per scattare un’istantanea di alcuni prezzi outlet applicati dalle insegne al consumato-

re finale, prendendo in considerazione solo alcuni modelli entry level già scontati ma con un minimo di assortimento in negozio e scartando le rimanenze di stock in promozione. Per questo motivo la nostra rilevazione, che non ha valore statistico, evidenzia talvolta valori differenti anche rispetto ai medesimi brand. Esempi sotto questo aspetto sono frequenti e si trovano per tutte e quattro le categorie merceologiche non food analizzate, anche se nel segmento

beauty l’ombretto vede una forte coerenza: da KIKO Milano sempre a 1 euro, da L’Oréal Paris a 2,99 e da Modus a 8,40. Forti di una lunga vita alle spalle, soprattutto Serravalle Designer Outlet di cui abbiamo avuto modo di visitare l’ultimo ampliamento, i villaggi dello shopping gestiti da McArthurGlen e da Neinver presentano una maggiore quantità di negozi e questo si traduce, specialmente per l’offerta di abbigliamento e calzature, in una più

Edifis Intelligence

SERRAVALLE DESIGNER OUTLET PAN FOCACCIA

LINDT

1 1,30 1,20 1,20 2,80* 4,50

2** 2** 1,50 1,30 n.d. n.d.

Caffè espresso Cappuccino Croissant Acqua (pet. 50 cl) Coca Cola Panino più economico

GAZEBO BISTROT 1,10 1,50 1,30 1,30 3 6

AUTOGRILL

FARINELLA

CA'PUCCINO

1 1,60 1,20 1,30 2,90 4,10***

1 1,20 1,20 1,20 3 5

1 1,40 1,30 1,30 2,80**** 5,20

Torino Outlet Village

LE DOLCI TERRE 1 1,50 1,20 1,20 2,50 4

Tutti i prezzi sono espressi in €; in blu i prezzi più economici del paniere, in rosso quelli più cari (il medesimo principio è applicato nelle tre tabelle food) * Pepsi; ** Servito con il cucchiaino di cioccolata; *** 1 euro l’hambuger di Burger King; **** Molecola

Edifis Intelligence

TORINO OUTLET VILLAGE

Caffè espresso Cappuccino Croissant Acqua (pet. 50 cl) Coca Cola Panino più economico

ITALIA GOURMET 1,20 1,60 1,60 1,20 3 5

LINDT

VENCHI

2* 2* 1,50 1,30 n.d. n.d.

1 1,40 1 1,30 n.d. n.d.

RE NERO CAFFÈ 1,20 1,50 1,20 1,20 2,50 3,50

C-HOUSE

CASA ANGELESI

1,20 1,50 1,50 1,20 3 4,50

1,20 1,50 1,20 1,20 3 5

HAMBURGERIA DI EATALY 1,20 1,50 1,50 1,20 3,50 7,80**

* Servito con il cucchiaino di cioccolata; ** Hamburger

Edifis Intelligence

VICOLUNGO THE STYLE OUTLETS

Caffè espresso Cappuccino Croissant Acqua (pet. 50 cl) Coca Cola Panino più economico

* Servito con il cucchiaino di cioccolata

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CAFFE' COSTADORO 1 1,50 1 1,30 3,50 4,50

LINDT 2* 2* 1,50 1,30 n.d. n.d.

I PARTENOPEI 1 1,50 1,50 1 2,50 5

AUTOGRILL

SIGNORVINO

1 1,50 1,20 1,30 2,90 4,40

1 1,50 1 1 3,50 4

BOTEGA CAFFE CACAO 1 1,40 1 1 3 2,90

PURO GUSTO 1 1,50 1,20 1,30 2,90 4,90

BONETTI FIRENZE 1 1,80 1,40 1,30 2,60 4,60

OBICÀ 1 1,50 1,20 1,30 2,80 5

Vicolungo The Style Outlets


Cover story BRAND NON FOOD

Intimo Reggiseno + slip

KIKO MILANO 1

THE COSMETCS COMPANY STORE 10,80

L'ORÉAL PARIS 2,99

Torino Outlet Village

KIKO MILANO 1

L'ORÉAL PARIS 2,99

MODUS 8,40

Vicolungo The Stile Outlets

KIKO MILANO 1

PUPA 2,45

MODUS 8,40

PARAH 31,20

CALZEDONIA / INTIMISSIMI 12,40

CK UNDERWEAR 19,50

YAMAMAY 11,98

YAMAMAY 8,44

CK UNDERWEAR 19 CK UNDERWEAR 16,50

YAMAMAY 6,98

TRIUMPH 16,50

SPORT STORE 29 CORSO ROMA 40,80 POLLINI 80

ADIDAS 34,95 STONEFLY 66,90 RECAMPER 56

VANS 25 COLUMBIA 25,19 NEW BALANCE 29,40

SKECHERS 34,99

NIKE 42

TIMBERLAND 38,50

ADIDAS 19,95

CONVERSE 49,97

SALOMON 46,55

CESARE PACIOTTI 84

ASICS 35

ALBERTO GUARDIANI 59

ROBE DI KAPPA 9,95

TIMBERLAND 40

WALK SAFARI 32,70

SALOMON 49

NIKE 35

VANS 25

POLLINI 95 SKECHERS 39,99

NEW BALANCE 39,20 PUMA 17,50

LE COQ SPORTIF 19

GEOX 45

ADIDAS 19,95 ROBERTO BOTTICELLI 59 CORSO ROMA 36

KIPLING 64,74

MANDARINA DUCK 75,30

SAMSONITE 77,91

PIQUADRO 108

DELSEY PARIS 48,51

FEDON 131,50

RONCATO 48,30

PIQUADRO 93

Serravalle Designer Outlet Torino Outlet Village Vicolungo The Stile Outlets

Serravalle Designer Outlet

Calzature Sneakers da uomo

Torino Outlet Village

Vicolungo The Stile Outlets

Trolley bagaglio a mano

Serravalle Designer Outlet Torino Outlet Village Vicolungo The Stile Outlets

GOLDEN POINT 8,98 LORIBLU 50 NIKE 35 CARLO PAZOLINI 54 ALBERTO GUARDIANI 58 POLLINI 81

CALZEDONIA / INTIMISSIMI 13,40 ASICS - ONITSUKA TIGER 29* GEOX 39 SALOMON 39

MODUS 8,40

PUPA 1

Edifis Intelligence

Make up Ombretto

Serravalle Designer Outlet

SAMSONITE 59,50

Tutti i prezzi sono espressi in € e sono da intendersi come i più bassi nel punto vendita includendo i saldi ma escludendo le rimanenze di stock; in blu i prezzi più economici del paniere, in rosso quelli più cari. * Nella “sezione” del negozio ASICS - 45 euro

Serravalle Designer Outlet

ampia segmentazione di prezzo sia verso l’alto sia verso il basso; mentre l’outlet gestito da Arcus Real Estate, inaugurato da pochi mesi, ha dimostrato di puntare da subito anche sulla ristorazione, con una proposta molto ampia e di qualità. Provando a individuare dei trend, l’unico davvero evidente interessa il village in provincia di Novara che si smarca per i primi prezzi più compe-

titivi in tutte le categorie di prodotto sia in ex aequo con l’ombretto di KIKO Milano sia in solitaria con la combinazione slip + reggiseno di Yamamay, con le sneakers da uomo di Robe di Kappa e con il trolley bagaglio a mano di Roncato; e allo stesso modo sul food, chi volesse risparmiare sulla colazione può fermarsi da Botega Caffè Cacao. A.P.

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r&f

STAR TREK gioiellerie

Destinazione

Bluespirit

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retail&food - settembre 2017

te al Gruppo dei Carraro un giro d ‘affari di più di quaranta milioni di euro all’anno, ma soprattutto una rete retail di quasi 300 negozi, di cui più di 2/3 in Italia e il resto nel Vecchio Continente (soprattutto Spagna e Germania), con addirittura alcuni negozi in Australia.

160 gioiellerie per una rete multichannel Oggi Bluespirit fa parte, attraverso DIP, la società a cui fa sempre riferimento, dell’universo Morellato e con la sua specificità è inserita in un processo integrato che dal manufacturing arriva al retail e alla distribuzione wholesale. Nelle gioiellerie del brand padovano infatti si può trovare un portafoglio importante: dai marchi del Gruppo come Morellato, Sector No Limits, Philip Watch o le stesse collezioni a marchio Bluespirit, a quelli in licenza come Maserati e, per finire, ai leader dei mercati di riferimento come Swarovski o Casio, giusto per citarne un alcuni. L’obiettivo è trasformare la rete retail delle insegne venete in una logica ‘omnichannel’, a par-

tire dalla formula ‘pick&collect’ che consente di ritirare in negozio gli acquisti fatti sul web, per integrare sempre di più i canali di vendita e arrivare a proporre all’interno del negozio tutti i brand, mantenendo l’attenzione al rapporto qualità prezzo, al format e all’assistenza al cliente che devono essere i fattori di riconoscibilità delle insegne padovane. Oggi Bluespirit significa una rete retail sul territorio nazionale di 140 gioiellerie a gestione diretta e 20 in franchising, in crescita sulle 153 dell’anno scorso (di cui 22 in franchising). In prospettiva cresce il peso dei DOS rispetto al franchising, dal momento che l’anno in corso si chiuderà con un ulteriori 11 nuove negozi in Italia tutti a gestione diretta, in linea con il piano di sviluppo che vede una trentina di opening nel biennio che parte da gennaio dell’anno scorso. In quest’ottica nella primavera di quest’anno Morellato ha ceduto 6 negozi a DIP, andando ad arricchire il network di gioiellerie a insegna Bluespirit. Non va dimenticato che continua il programma di investimenti sulla

rete con il restyling sui punti vendita (5 nel 2016). La location preferita (un centinaio di mq) è il centro commerciale dove si posiziona la stragrande maggioranza delle gioiellerie della casa veneta, con una predilezione negli shopping mall italiani a tripla A (quasi tutti coperti), a partire da quelli più noti come Arese, Euroma2 o Firenze I Gigli. Interessante è lo sviluppo anche sul canale travel con la recente apertura di un’insegna all’aeroporto di Malpensa e con la presenza in Grandi Stazioni a Milano, Roma e Torino. Il network di gioiellerie copre capillarmente la penisola italiana con la maggior parte dei negozi al Nord, soprattutto a Milano (più di 15 negozi tra città e hinterland) e Torino (quasi una decina) con un’importante presenza nella ricca e industriosa Lombardia, seguita più o meno a pari merito dal Nord-Est, dove Bluespirit gioca in casa, seguito da Piemonte-Liguria ed Emilia Romagna. Nel Centro-Sud spicca la capitale con una dozzina di insegne nella provincia, ma anche nel Mezzogiorno c’è un importante presidio: le insegne di

Bluespirit in pillole Data di nascita Anni '70, primo negozio a Belluno come Blue Point. Dal 1987 nasce il marchio Bluespirit Società

Distribuzione Italiana Preziosi spa (DIP)

Proprietà

Gruppo Morellato

Sede

Fratte di S, Giustina in Colle (PD)

Management

Massimo Carraro presidente e Marco Carraro CEO

Business

Commercializzazione di preziosi (gioielli e orologi) sia di marchi di proprietà del Gruppo (tra cui Bluespirit), che in licenza attraverso una catena retail

Retail

160 gioiellerie (di cui 140 a gestione diretta, le altre in franchising)

Fonte aziendale

S

an Valentino è passato da un pezzo, ma Natale si avvicina e forse è meglio iniziare a pensare cosa regalare alla nostra dolce metà. I preziosi o gli orologi sono sempre una soluzione gradita e può tornare utile Bluespirit, nota catena di gioiellerie di Distribuzione Italiana Preziosi (DIP), società facente capo al Gruppo Morellato, non eccessivamente dispendiosa per le nostre finanze, già provate dalle spese per le vacanze estive. Bluespirit, brand smart, contemporaneo e giovane si caratterizza per la sua accessibilità con collezioni in oro e diamanti ‘easy to wear’, gioielli glamour e creazioni ‘easy chic’ che garantiscono un buon rapporto qualità prezzo. Ciò rende possibile possedere un oggetto prezioso senza spendere un capitale: creatività, stile, design e innovazione a costi non proibitivi. Tutto ha inizio negli anni ΄70 con l’apertura del primo negozio a Belluno: in breve tempo l’insegna Blue Point (diventata Bluespirt dal 1987) con la novità della formula “porte sempre aperte” diventa un punto di riferimento per il mercato domestico dei preziosi con la sua innovativa proposta retail fino a essere nei primi anni del nuovo millennio la più grande catena retail europea di gioiellerie. Nel 2007 il fondo Arca SGR che l’aveva rilevata tre anni prima dal fondatore Roberto Sorgato cede DIP a Morellato, gruppo in forte fase di espansione che sta costruendo la filiera di valore che parte dalla fabbrica per arrivare fino al negozio. L’operazione ha un valore complessivo di una sessantina di milioni di euro e DIP porta in do-


Parola d’ordine ‘multichannel’. E nei progetti anche l’estero Intervista a Marco Carraro, CEO Bluespirit Come è andato il 2016? E come sta andando quest’anno? Il 2016 è stato un anno assolutamente positivo di crescita, sia nei ricavi sia nella redditività. Il 2017 segnerà un’ulteriore crescita per la catena Bluespirit con prospettive assolutamente positive. Con il bilancio 2017 terminerà l’ammortamento degli oneri derivanti dall’acquisizione della società fatta a fine 2016.

Rete multicanale: cosa significa e che impatto avrà sul vostro marchio? Dall’inizio del 2017 stiamo sviluppando e investendo sull’implementazione omnichannel per garantire ai nostri consumatori un servizio a 360° affinché ci sia sempre maggior integrazione e uniformità tra il negozio fisico e quello online. È sempre più importante oggi poter garantire ai consumatori gli stessi servizi,

qualsiasi sia la scelta del luogo di acquisto, sia esso un punto vendita fisico sia online. Estero: quali prospettive per il vostro retail? In questa fase siamo concentrati sull’Italia che comunque resta il maggior mercato europeo nell’ambito della gioielleria e orologeria. Abbiamo iniziato a lavorare al piano strategico 20182020, nel quale affronteremo il tema dell’espansione estera.

io di addetti worldwide) dei Carraro che ha chiuso lo scorso esercizio con un giro d’affari intorno ai 165 milioni di euro con una crescita del 2,3% sull’anno precedente e un EBITDA di 28,5 milioni (17% circa del fatturato) in crescita di quasi il 28% sul 2015. Ma il fiore all’occhiello è una cres impor-

DIP coprono capillarmente la Sicilia (Palermo, Catania e Ragusa), la Puglia e anche la Sardegna oltre ovviamente il Napoletano. Per il ritorno nei mercati esteri bisognerà aspettare il prossimo piano industriale della società veneta, ma l’internazionalizzazione è nei piani dei Carraro perché Morellato fa circa il 40% del suo business all’estero, anche se DIP in questa fase è concentrata a rafforzarsi nel mercato domestico.

Salgono i ricavi e il Gruppo alle spalle è solido Se si va a vedere i numeri (bilancio 2016 di DIP che a fine 2016 conta 450 addetti) della società guidata dal CEO Marco Carraro, mentre il fratello Massimo, CEO di Morellato è il Presidente, si può notare un miglioramento nel fatturato passato da

51,9 milioni di euro a 54,8. Un buon risultato in un momento in cui il settore di riferimento nel mercato italiano nel 2016 ha segnato un -5,2% nei gioielli e un -3,7% negli orologi nel canale ‘Catene’ (Fonte GFK Italia) e la Fiera di Vicenza ha indicato nei primi sei mesi dello scorso anno un -28% nella domanda di preziosi. I numeri di DIP oggettivamente non possono essere analizzati senza prendere in considerazione l’andamento complessivo del Gruppo (un miglia-

tante della posizione finanziaria, passata da -31,3 milioni a 21,7, con una crescita netta di più del 30 per cento. Risultati che si rispecchiano abbastanza nei conti di DIP (quasi un terzo del giro d’affari della casa madre), che però, a differenza del Gruppo, a fronte di una buon andamento del volume d’affari, nonostante gli sforzi e gli investimenti, vede un EBITDA a 6,3 milioni (circa l’11% del fatturato), in lieve frenata su quello dell’anno precedente di 6,8 (12% dei ricavi).

Ma il 2017 è l’anno della fine degli ammortamenti legati all’acquisizione della società da parte del Gruppo (quasi 6,3 milioni di euro quest’esercizio), un peso in meno che libererà le energie per fare tornare all’utile (il 2016 si è chiuso con 1,8 milioni di euro di passivo, mentre l’anno prima il bilancio aveva visto una perdita di 1,2 milioni). Insomma si può essere ottimisti: DIP ha alle spalle un Gruppo che ha in programma una crescita sostenibile, il più possibile solida e indipendente per poter pianificare uno sviluppo di medio-lungo termine in un contesto di elevata instabilità e crisi del sistema bancario. Non va dimenticato che Morellato oggi è il primo gruppo di orologeria e gioielleria in Europa a capitale totalmente italiano, a testimonianza di una notevole resilienza che ha permesso in questi anni di fare business in un contesto di crisi globale dei consumi molto difficile. Basti pensare che le principali acquisizioni del Gruppo (a partire da quella di DIP) sono state fatte all’alba della più grande crisi finanziaria conosciuta dal 1929. Rischedulato il debito, allungando le scadenze e mantenendo un’offerta commerciale valida, il Gruppo è tornato a poter fare investimenti strategici. Adesso che anche DIP sta chiudendo la sua fase di ammortamenti, la redditività di Bluespirit potrà portare importanti energie all’universo Morellato. David Montorsi

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r&f Brand analysis

Nara Camicie il franchising da indossare

Quali sono le caratteristiche più importanti dei vostri format di punto vendita? Sicuramente la metratura che per 30

retail&food - settembre 2017

Nara Camicie in alcune città italiane è molto importante. Le boutique ubicate nei centri storici sono di 25/30 mq, nelle vie commerciali arrivano a 50 mq mentre negli shopping mall sono decisamente più grandi, con picchi di 150 mq con doppie o triple vetrine. Al-

Anno di nascita del brand Proprietà

tra nota importante, l’assortimento e l’esposizione dei prodotti. A proposito di esposizione merce, stiamo studiando con il nostro ufficio di comunicazione un nuovo sistema di approccio per la clientela in virtù del quale la clientela stessa può toccare il pro-

dotto, prenderlo dall’apposita gruccia e decidere se entrare in camerino per la prova o meno. Tutto questo, fa sì che sia quasi uno shopping fai da te. Pertanto, l’esposizione della merce sarà più aperta, ordinata e visibile. Ovviamente, ci saranno sempre i

Il brand in pillole

1984 Montenapo ’79 srl Camiceria donna e uomo con una brand extension Core business alla maglieria denominata Nara Maglie Headquarter Milano, Corso Vittorio Emanuele 4 Giro d’affari Italia ed estero 40 milioni euro Italia - Europa - America - America Latina - Paesi Arabi Paesi di sviluppo - Giappone - Cina Canali di sviluppo Centri commerciali e high street Numero di punti vendita in Italia e complessivo Italia 188 / estero 144 - totale 332 Numero di punti vendita diretti in Italia e complessivo 7 Numero di punti vendita in franchising in Italia e complessivo 188 Numero di corner nei negozi multimarca in Italia e complessivo Nessuno Numero di aperture nel 2016 Medelin Bogotà e Anacapri

Rielaborazione © Edifis Intelligence

U

n progetto nato nel 1984 con l’idea di fondere e diffondere un indumento come la camicia con il gusto e lo stile italiano. Dal primo negozio in via Montenapoleone Nara Camicie ha fatto breccia tra i clienti ed è nato un programma di espansione legato principalmente al franchising che ha portato il brand a avere oltre 330 punti vendita tra Italia ed estero. A raccontarci la crescita e l’espansione del brand, Mario Pellegrino, stilista di Nara Camicie e Ceo di Passaggio Obbligato, la società che si occupa della produzione.


mezzi busti con indosso la camicia perché si possa vedere la silhouette . Declinate i format in base al canale? No, tendenzialmente a parte le dimensioni, più grandi nei centri commerciali, layout e format non cambiano. Cambiano i vostri format se la gestione del negozio è diretta o in franchising? Anche in questo caso non ci sono differenze. Preferite sviluppare la vostra rete con pdv diretti o in franchising? Secondo quali logiche vi orientate per gli uni o per gli altri? A questa domanda non possiamo che rispondere in questo modo: se le città sono di interesse turistico, commerciale e dove nelle stesse si svolgono grandi fiere a livello internazionale e detengono un’affluenza molto alta, possono crearsi degli interessi diretti aziendali. In caso contrario rimane il discorso franchising. Quali tecnologie inserite nei vostri punti vendita? Anche per questa domanda ci sono due opzioni. Nei punti vendita giovani, ossia nati da sei o sette anni, esistono molte tecnologie presenti sul mercato per il retail (sistemi di pagamento contactless, illuminazione a Led, sistemi di videosorveglianza, wifi, digital mirror, ecc). Diversamente, i punti vendita che ci sono da molti anni, per gestione o altro non hanno tutta la tecnologia sopra citata ma in seguito al cambio generazionale in corso, si stanno allineando ai negozi più recenti e “tecnologici” introducendo nuovi sistemi. Come è cambiata negli anni la vostra strategia di sviluppo? Siamo rimasti come una grande famiglia, Nara nasce nel 1984 da un’idea di un imprenditore milanese, Walter Annaratone che, forte dell’esperienza decennale della sua famiglia nel commercio al dettaglio, si è soffer-

mato sulla possibilità di aprire negozi in franchising specializzati in camicie. Un prodotto di qualità abbinato a un’immagine ricercata avrebbe certamente trovato uno spazio di rilievo all’interno del mercato italiano e internazionale. Per noi, è ancora molto valido il passaparola e gli stessi responsabili di zona fanno da promoter e anche da direzione commerciale per le zone di competenza Italia ed estero. Ovviamente, anche la comunicazione che viene elaborata dal nostro ufficio

Anacapri

Montenapoleone, Milano

Dubai marina

esterno aiuta a creare interesse a chi si vuole approcciare al mondo Nara. Senza dimenticare che i negozi ubicati nelle vie centrali di grande passaggio in città importanti italiane ed estere fanno essi stessi da promoter creando interesse per nuove aperture. Quali sono i mercati più performanti a livello europeo? Francia, Germania, Svizzera, Spagna, Grecia, Repubblica Ceca, Slovenia, Ungheria e Croazia. E nel mondo? Giappone, Emirati Arabi, Iran, Qatar, Singapore, Taiwan, Tunisia, America e Australia.

Dove avviene la produzione? Alcuni pezzi vengono fatti in laboratori veneti, la maggior parte (come tutti ormai del resto) in Romania e il ricamato in Cina. Quali sono le ultime e le prossime aperture? Le ultime come avevamo già citato prima, Medellin, Bogotà e Anacapri Disponete di un canale e-commerce? Come approcciate le vendite online e con quali riscontri? Come si affiancano tali strategie con il più classico brick & mortar? Per il momento l’e-commerce non lo abbiamo ancora attuato anche se il nostro sito è già predisposto. Stiamo pensando a una soluzione di on line che vada a vantaggio dei vari punti vendita in franchising e anche all’azienda, ma non è facile per Nara. Essendoci 200 punti vendita sul territorio nazionale, mettere d’accordo

tutte le teste non è facile. Bisogna far capire che con la soluzione on-line attuata con le nuove tematiche va tutto a vantaggio sia dell’azienda sia del negozio, ma è un processo che al momento risulta ancora difficile. All’estero la vendita on-line viene concessa solamente nel Paese di appartenenza e altrove con un limite ben preciso: vendere solo in Paesi dove gli store Nara non sono presenti. Ogni quanto cambiano le vostre linee? Sono quattro campionari all’anno. Base e flash in tempi diversi con aggiunte di pronto Natale e pronto estate. Può anche essere che arrivi una richiesta particolare da parte di un negozio dove la clientela dello store più di una volta ha manifestato interesse per un colore o un modello particolare: se la quantità è adatta viene messa in produzione. Quali sono i punti cardine della vostra strategia di crescita? Come già detto in un’altra vostra domanda, vale ancora il passaparola, i promoter delle varie zone e la comunicazione advertising e social. Quali i progetti per il futuro? Sicuramente, un più grande sviluppo verso tutti i Paesi esteri che abbiano il loro PIL in crescita. Dal prossimo inverno inoltre produrremo una piccola selezione di pantaloni donna che, come primo approccio al pubblico, verranno consegnati solo in centri commerciali e in alcune grandi città (Milano, Roma, Napoli, Bari). Se questa operazione avrà lo sperato successo, il tutto verrà allargato anche in altre città. S.M.

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r&f Dossier aeroporti

Con lavori a tempo di record lo scalo veneziano ha inaugurato l’ampliamento del terminal passeggeri, che fa seguito alla nuova darsena e al moving walkway operativi da novembre scorso. E siamo solo a metà del contratto di programma...

Ampliamento e nuovi format al Marco Polo di Venezia

M

entre da una parte si fa sempre più forte il ‘braccio di ferro’ veneziano tra cittadini residenti e la giunta comunale a causa del numero crescente di turisti ormai quasi incontenibile, dall’altro l’Aeroporto Marco Polo di Venezia Tessera prosegue nel programma di espansione. I numeri di questa vicenda, effettivamente, hanno del paradossale: sono circa 50mila gli abitanti che vivono tra i canali della laguna, contro i circa 10 milioni di turisti che ogni anno si riversano nel capoluogo veneto e lo scalo, a pochi minuti di vaporetto dal centro della città, nel 2016 ne ha intercettati la maggior parte, avendo registrato 9 milioni e 600mila viaggiatori (dati Assoaeroporti) di cui circa l’80% giunge per visitare Venezia. 32

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Ma lontano dalla polemica, che qui non trova spazio, il Marco Polo, guidato dal presidente di Save, Enrico Marchi, punta all’eccellenza e all’unicità, proprio come Venezia. Il contratto di programma siglato da Save ed Enac per il periodo 2012-2021 (a sua volta suddiviso in due sottoperiodi) inizia a prendere forma concretamente. A novembre scorso, infatti, in anticipo sulla chiusura del primo quadriennio 20122016 sono stati inaugurati la nuova darsena e il moving walkway, un tapis roulant di circa 300 metri che collega l’attracco delle barche al nuovo salone delle partenze, inserito quest’ultimo nel sottoperiodo 2017-2021. E proprio il nuovo salone delle partenze è stato oggetto principale del nostro Dossier aeroporti.

In aeroporto si arriva dal mare Prima è doveroso spendere alcune parole riguardo la nuova darsena, un progetto fortemente voluto dal gestore e realizzato al fine di rendere più fluido e veloce il collegamento con il centro della città. Il percorso che conduce dall’inizio della darsena all’attracco dei traghetti è una lunga galleria, al termine della quale a sinistra c’è un bar che serve i passeggeri in arrivo e in partenza. Immaginando di arrivare in aeroporto, una volta scesi sulla terra ferma e per-

corsa la galleria con la laguna sulla sinistra, si giunge a due scale mobili separate da un ascensore centrale. Tutte le pareti circostanti sono state tappezzate da trompe l’oeil che riproducono immagini di palazzi sui canali, dando la sensazione, soprattutto utilizzando le scale mobili, di passarci attraverso. Una volta al piano superiore, il moving


Utilizza questo QR code per vedere la galleria fotografica

walkway trasporta le persone attraverso una galleria vetrata sulla sinistra e con schermi advertising sulla destra. Terminato il percorso si viene immessi direttamente all’interno della nuova area, che accoglie con una grande rosa

dei venti disegnata sul pavimento in marmo. Per quanto riguarda l’aspetto strutturale, l’ampliamento si sviluppa sul lato landside dell’aerostazione, in

5 6 4

3

2

1

1

PIANO TERRA

2

2

Emergenza/Forze dell’ordine 7 12 8 11 8 8 HD

14 13

CHECK-IN DESKS 63-91

9 9 18 20 16 8 8 8 15 17 19 3 4

CP

1

3

Altri servizi

CHECK-IN DESKS 92-99

10 10 3

USCITA ARRIVI

LANDSIDE

5 2

AIRSIDE VARCO CREW/STAFF

1

Food & Beverage

Retail 1 Relay (edicola-tabacchi)

1 Torrefazione Cannaregio

2 Barbieri

2 Rustichelli & Mangione

3 Phyto Garda LANDSIDE

3 5

AIRSIDE

2

1

4

8

GATES 21-28

PIANO PRIMO

GATES 1-8

Forze dell’ordine Altri servizi

Moving Walkway 6

5

3

2

14 12 11

2

2

7

8 9

5

VARCHI SICUREZZA

CHECK-IN 1-12

5

CHECK-IN 13-37

1

28

AIRSIDE

19

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30 4

14

17

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3

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12

8

7

GATES 15-16 GATES 31-32

24 Pandora

3 Discover Venice

25 Zuccari

4 Lju Jo

26 La Bottega dei Sapori

5 The Fashion Place

27 The Watch Collection

6 Gallo

28 Elite Travel Retail

7 Hugo Boss

29 Aelia Duty Free

8 Salvatore Ferragamo

30 Pinko

9 Lagardère Retail

31 World of Venice 32 Fedon

11 Parafarmacia Benessere

33 Antica Murrina

3

12 Aeronautica Militare

34 Pull Love

2

13 Marina Militare

6 5

4

15 Henry Cotton’s

32 8

GATES 13-14 GATES 29-30

Food & Beverage 1 Emporio del grano

14 Boggi

GATES 9-10

21 34

GATES 17-18 GATES 33-34

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10

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31

GATES 19-20

5

26

23 Mont Blanc

2 Diesel

10 Versace

AIRSIDE

15

15

18

27

29

16

LANDSIDE

VARCHI SICUREZZA NORD

14

LANDSIDE

1 1

10 13 1 4

CHECK-IN 38-62

Retail 1 Relay (edicola-tabacchi)

GATES 11-12

LANDSIDE

16 Aelia Duty Free/Coccinelle

2 C.

17 Falconeri

3 Culto Murano

18 Stefanel

4 Culto Extraschengen

19 Sunglass Hut

5 Gelateria Toschi

20 Valentino

6 DeCanto

21 Bulgari

7 DeCanto caffè

22 Loro Piana

8 Cultino

AIRSIDE

4 3

LANDSIDE AIRSIDE

PIANO SECONDO 2 1 1 2

1

2

3

4

3

Altri servizi

Retail 1 Hub Megastore 2 Hub Mediastore 3 Hub Bookstore

Food & Beverage 1 Rustichelli & Mangione 2 Briccocaffè restaurant bar 3 Homeburger beer & food lounge

4 Camicissima

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r&f Dossier aeroporti aderenza con le aree arrivi (piano terra) e partenze (primo piano) preesistenti per un totale di 11.500 mq aggiuntivi che portano la superficie totale del terminal a 78.800 metri quadri. L’intervento, il cui progetto è stato curato da Save Engineering con la consulenza dello studio di progettazione One Works, garantisce un decongestionamento dell’aera check-in e facilita l’accesso al piano partenze grazie a nuove scale mobili e ascensori. Inoltre migliora l’offerta ai passeggeri attraverso la realizzazione di spazzi retail e food & beverage per 1.785 mq che portano la superficie commerciale complessiva a 7.183 metri quadri.

Ad ali spiegate Il primo piano è caratterizzato da una grande galleria vetrata, destinata ad accogliere i passeggeri, con funzione appunto di atrio commerciale e zona di orientamento prima dell’ingresso in area check-in, che permette di avere spazi più liberi e confortevoli. La gal-

leria ha una lunghezza massima di 278 metri, 18 la larghezza e 18 dal piano campagna (livello del terreno).I due lati della galleria, simili ad ‘ali’ vetrate, ospitano da un lato la sala d’attesa e dall’altro un nuovo format di ristorazione firmato Lagardère (che qui presidia tutto il comparto) particolarmente interessante: Emporio del grano, su cui torneremo più avanti. Riprendendo invece il percorso dalla rosa dei venti, la nuova galleria attualmente ha tre attività commerciali: C.

una caffetteria che propone diverse miscele pregiate; un Relay, altra creatura di Lagardère e infine, appunto, Emporio del grano. Si tratta di un format che propone dalla pizza alla ristorazione classica, con una logica tutta nuova nel servizio. Viene fornito un Qr code al cliente che permette allo staff di riconoscere il tavolo e le ordinazioni. Si selezionano le pietanze e il bere inserendo numeri di riferimento indicati sul menu, su un foglio presente sul retro dello stesso. Terminata que-

sta operazione, si va a pagare alla cassa, dopodiché parte l’ordine e si viene serviti al tavolo. Questo permette di velocizzare le operazioni e di evitare in parte la sosta prolungata dei viaggiatori che attendono il proprio volo.

Si plana in airside Superati i controlli di sicurezza, sempre al primo piano, si entra nell’area sterile, invariata nella struttura e caratterizzata da quattro isole centrali con le attività retail che affacciano all’ester-

Nescafè Shakissimo è la prima bevanda fresca a base di latte, pronta da bere, dal gusto morbido e dalla schiuma cremosa e vellutata

It all starts with a Nescafè 34

retail&food - settembre 2017

li trovi nel banco frigo


design, oltre a essere stata ampliata negli spazi. La lounge si configura con due macro-aree: su un lato affacciata sulla pista e illuminata da grandi finestre si trova la principale area relax caratterizzata da pareti vetrate e pavimento parquet. Dall’altra parte invece c’è un’area dedicata a funzioni accessorie, reception, guardaroba, spogliatoio e doccia. Tra queste due macro-a-

no (vedi planimetria), oltre a una serie di negozi dislocati lungo i bordi. In totale si contano 33 attività commerciali e sei di food & beverage. La cosa che si nota osservando i brand dell’area airside è che sono presenti oltre a marchi premium molto interessanti come Diesel, Liu Jo, Calze Gallo, Hugo Boss, Boggi Milano, Henry Cotton’s e Falconeri, una serie di marchi del lusso che alzano decisamente l’asticella del brand mix. Ci sono, infatti, Salvatore Ferragamo, Versace, Valentino e Loro Piana per quanto riguarda l’abbigliamento e accessori, Bulgari e Mont Blanc che coprono il comparto gioielleria e orologeria, assieme a Pandora, anche se con un posizionamento differente. Interessante, poi, è Lagardère Retail, uno spazio multibrand con, al momento della nostra visita, dei corner di Furla, Tumi e Long Champ. A completare il settore fashion ci sono gli immancabili Marina Militare e Aeronautica Militare (posizionati uno accanto all’altro) Stefanel, Pinko e Boggi Milano. Sunglass Hut per gli occhiali e Fedon che qui è di casa completano i brand. Avendo Venezia una lunga tradizione per vetro soffiato e maschere carnevalesce, Discover Venice, World of Venice e Antica Murrina propongono souvenir tipici. Per l’edicola e tabacchi c’è Relay. Il duty free (Aelia) attualmente non è con la formula del walk through in quanto ci sono due blocchi di varchi di sicurezza separati. Tuttavia, come ci ha raccontato Andrea Geretto, head of commercial & marketing non aviation di Save: «Uno dei

nareggio da una parte e un nuovo Rustichelli & Mangione dall’altra, molto grande e con ampi frigoriferi con libero servizio di prodotti freschi e linee healthy. Lungo la parete che separa questi due format ci sono un Relay, un negozio di bigiotteria Barbieri You b’jou e Phyto Garda, un negozio di prodotti naturali.

prossimi progetti riguarda proprio l’intervento in airside e prevede l’unificazione dei varchi in un’unica area e la realizzazione di un duty free di quasi mille metri quadri con la formula del walk through».

Il “Culto” del food & beverage Le sei attività di ristorazione presenti a questo piano sono Culto Murano e Culto Extraschengen, De Canto, il format con ristorazione molto apprezzato in quest’area, De Canto caffè e Cultino. Salendo al secondo piano sempre in area sterile, nella galleria che sovrasta la zona appena descritta ci sono Briccocaffè restaurant & bar, Rustichelli & Mangione e, di recente apertura, il fortunato format sempre Lagardère, Homeburger beer & food lounge, posizionato accanto a un’ampia terrazza che affaccia sul piazzale degli aerei. Nella galleria oltre a questi tre ristoranti ci sono due Hub Megastore, un Hub Bookstore e un negozio Camicissima. Questo è il quadro che si presenta nell’area sterile per quanto riguarda retail e food & beverage.

Roba da vip Sempre al secondo piano però è stata recentemente inaugurata la Sala Vip Marco Polo, ubicata nell’area della precedente sala, ma totalmente rinnovata nella veste architettonica e nel

Conclusioni

ree ci sono due zone relax circolari con divani e moquette. La grande terrazza è in parte coperta da un giardino d’inverno. C’è poi una stanza multimediale con poltrone in pelle e uno schermo di fronte a ciascuna di esse dove si può accedere a internet, Netflix, e addirittura giocare ai video game scaricabili dalla Apple Tv. Il banco con il food è ben servito e viene offerto anche cibo halal. A disposizione degli ospiti della lounge inoltre c’è un’App che permette di vedere sui propri device seimila quotidiani da tutto il mondo.

Da chi parte a chi arriva Al piano terra, centralmente c’è l’uscita degli arrivi e alle estremità ci sono dei check-in. Questo fa sì che si crei grande affluenza di persone, quindi in corrispndenza di questi banchi sono presenti due attività di ristorazione: Torrefazione Can-

Enrico Marchi e il suo staff non si sono certamente risparmiati nel lavorare per realizzare questo ampliamento. Ogni aspetto è curato nei minimi dettagli. La sensazione entrando in aeroporto è di ampiezza e ariosità, ma anche modernità e rilassatezza, grazie a un grande waterwall, un muro d’acqua di marmo nero Zimbawe riprodotto in proporzioni ridotte anche al piano arrivi, con la particolarità che il suono prodotto dall’acqua che scivola lungo la parete produce frequenze rilassanti. Le attività posizionate nel nuovo blocco sono essenziali ma funzionali per chi non vuole accedere immediatamente all’area sterile, dove invece è piacevole “perdersi” tra i corridoi come fossero calli veneziane facendo shopping o mangiando qualcosa. Il brand mix è giustamente a 360 gradi, in quanto la componente di viaggiatori è prevalentemente straniera e questo giustifica la presenza di marchi del lusso, cosa che si rivede solamente a Milano Malpensa e Roma Fiumicino. Non resta che attendere la conclusione al 2021 del sottoperiodo in corso e scoprire in quale altro modo Save riuscirà a stupirci.

Stefano Masin retail&food - settembre 2017

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r&f Airport analysis

Aeroporto di Lione nuovo Terminal 1 L’

aeroporto di Lione (codice IATA: LYS) con 9 milioni di passeggeri nel 2016, è il 4° aeroporto francese, dopo Charles de Gaulle, Orly e Nizza. Il nuovo Terminal 1, operativo a inizio 2018, aggiungerà una superficie di circa 70.000 mq, andando di fatto a raddoppiare l’attuale struttura dell’aeroporto che al 2020 prevede un volume di passeggeri pari a 15 milioni di persone totali. Di questi 70.000 mq, oltre 10.000 mq saranno dedicati a nuove attività retail. La struttura del Terminal è stata progettata con uno spiccato orientamento al retail, con una piazza centrale sulla quale si affacciano tutte le attività commerciali e con una politica di comunicazione dei gate di imbarco che mira a eliminare nel potenziale cliente lo stress e, quindi, a predisporlo all’acquisto. L’immagine accanto mostra la pianta del nuovo Terminal 1: Una volta completato, il nuovo Terminal 1 ingloberà gli attuali Terminal 1 e Terminal 3, mentre il Terminal 2 continuerà a essere operativo e dedicato principalmente ai voli domestici. La crescita è prevista essere trainata soprattutto dai voli internazionali e da quelli low cost che saranno proprio i voli principali del nuovo terminal. Il grafico accanto mostra la previsione del numero di passeggeri in partenza dal nuovo Terminal 1 a partire dal 2018 (full year). L’immagine seguente mostra la distribuzione dell’offerta all’interno del Terminal 1.

Fabio Bernardini Fabio.bernardini@due-puntozero.com www.due-puntozero.com

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retail&food - settebre 2017


World Travel Retail Autogrill cresce nel 2017

ARINA al Québec Airport

ITALIA - Autogrill con la sua divisone travel retail ha registrato un +5,1% di fatturato anno su anno (+2,8% a cambi costanti) per i primi quattro mesi del 2017. La società ha rilevato un inizio particolarmente forte nel canale aeroportuali (+12,4%).

QUEBEC - Aer Rianta International North America (ARINA) si è aggiudicata la concessione per il duty free al Québec City Jean Lasage International Airport. Il contratto che copre tutte le categorie merceologiche ha la durata di sette anni e cinque mesi e inizierà a decorrere da dicembre. Il duty free, che si estenderà su una superficie di 400 mq nascerà col nome The Loop Hors Taxes.

Ad Aukland si investe

sulla passenger experience NUOVA ZELANDA - La Concession Planning International (CPI) è stata nominata per realizzare una pianificazione commerciale nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’aeroporto di Auckland che prevede un investimento di 1,8 miliardi di dollari. Il master plan 2018 - 2022 include una serie di interventi infrastrutturali che andranno a modificare sia il terminal dedicato ai voli internazionali, sia quello dei voli domestici per migliorare ulteriormente la passenger experience.

Regstaer amplia il retail

a Vnukovo

RUSSIA - L’operatore russo del duty free Regstaer ha programmato un ampliamento della zona retail all’aeroporto Vnukovo di Mosca. Lo sviluppo maggiore riguarderà i 1.400 mq del duty free alle partenze internazionali. Inoltre nelle vicinanze, Dufry aprirà due boutique di profumi di 60 mq: una dedicata alle maggiori case produttrici di prodotti beauty e l’altra a Christian Dior. Sempre nel 2018 Regstaer dovrebbe aprire il primo duty free in area arrivi.

Safe Bag conquista Roma ITALIA - L’operatore per la sicurezza dei bagagli Safe Bag, specializzato nell’avvolgimento delle valigie ma con anche nuovi servizi ai clienti che desiderano proteggere al meglio i propri bagagli, ha vinto una gara per un contratto della durata di cinque anni per collocare diversi punti di avvolgimento negli aeroporti di Roma Fiumicino e Roma Ciampino. Le operazioni sono iniziate ufficialmente il 30 agosto.

Zayed Port inaugura il primo duty free EMIRATI ARABI - L’Abu Dhabi Cruise Terminal allo Zayed Port ha inaugurato per la stagione crocieristica 2017/2018 il primo duty free per capitalizzare il boom di turisti che ha caratterizzato la stagione 2016/2017. Attualmente il terminal di 7.800 mq ha 17 negozi che occupano una superficie di mille metri quadri. Il numero di viaggiatori che hanno visitato gli Emirati lo scorso anno è cresciuto del 48% e le navi sono passate da 115 a 161.

Leonidas a Colonia con Lagardère GERMANIA - Lagardère Travel Retail ha aperto alla stazione ferroviaria di Colonia un negozio di 40 mq a marchio Leonidas, azienda cioccolatiera belga. Lo store offre oltre cento referenze di creazioni di cioccolato e praline realizzate solo con ingredienti freschi e cioccolato puro al 100 per cento. Il concept amplia ulteriormente il portafoglio di marchi partner di Lagardère da inserire nel canale travel retail, sia ferroviario sia aeroportuale.

Dufry inaugura a Melbourne AUSTRALIA - L’operatore svizzero ha inaugurato il duty free in area partenze totalmente rinnovato al Melbourne International Airport Terminal 2. Le operazioni hanno riguardato 2.743 mq in area partenze e 1.074 agli arrivi in seguito all’estensione del contratto di Nuance fino al 2022. Le due aree serviranno circa nove milioni di passeggeri all’anno.

Hong Kong cresce nell’anno

fiscale

Heinemann investe

Last minute di Aelia

CINA - La Airport Authority Hong Kong ha diffuso i dati relativi all’anno fiscale concluso al 31 marzo 2017 mostrando ancora una volta una crescita anno su anno. I passeggeri sono cresciuti dell’1,1% arrivando a quota 70,5 milioni. I ricavi sono saliti del 2,4% a 2 miliardi e 385milioni di dollari, mentre l’Ebitda si è posizionato a +4% per un valore di 1 miliardo e 643 milioni di dollari. In questo contesto i ricavi provenienti dal comparto retail e adv sono cresciuti del 3,7% a quasi un miliardo di dollari.

NORVEGIA - L’operatore tedesco del duty free ha investito un milione di euro in un sistema logistico del trasporto merci (Automated Ground Vehicle) per gestire l’approvvigionamento del duty free e del retail all’Oslo Gardermoen Airport. Il nuovo sistema è stato studiato per supportare i due nuovi duty free presenti nei 4.600 mq dell’area partenze, dove vengono commercializzati circa 11mila articoli.

LUSSEMBURGO - Dopo la riapertura del Terminal B (TB) rinnovato anche nella struttura e nei servizi, Aelia Duty Free ha aperto un nuovo last minute shop al Luxembourg Airport. L’opening fa seguito a undici mesi di lavori, dopo che il TB è stato chiuso per nove anni. Ma l’aumento dei passeggeri (+18,2% solo nei primi sei mesi dell’anno) arrivati a 1 milione e 639mila, ha spinto il gestore a effettuare i lavori e a ridare vita al Terminal.

nella supply chain

al Luxembourg

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r&f Scienze & retail

Shopping a ritmo di musica

L

’atmosfera del punto vendita è composta prevalentemente da stimoli di tipo uditivo, olfattivo e visivo e può rivelarsi persino più influente del prodotto stesso nel determinarne l’acquisto. Vari studi hanno dimostrato che le caratteristiche fisiche del luogo e le attività che vi si svolgono suscitano una serie di emozioni in grado di influenzare positivamente le risposte dei consumatori tanto in termini di miglioramento della qualità complessiva dell’esperienza di acquisto, quanto in termini di maggiore propensione verso le attività di shopping e di consumo. L’analisi degli “ambient cues” (luci e musica) e dei “social cues” (numerosità e cortesia del personale di contatto) sugli stati emotivi e sui comportamenti di acquisto, ha provato che i primi esercitano un effetto congiunto sulla piacevolezza, mentre gli stimoli sociali influenzano direttamente il grado di eccitazione. Già negli anni Ottanta alcuni autori tra cui Donovan e Rossiter (1982) hanno dimostrato che la sensazione di piacere rappresenta un predittore significativo del comportamento di risposta del consumatore che influenza in particolare il desiderio di permanenza, l’affiliazione e il livello di spesa, mentre l’arousal (l’eccitazione) incide positivamente soprattutto sull’affiliazione. Si è anche dimostrato che la piacevolezza indotta da variabili ambientali costituisce un fattore centrale sia nel prolungare la permanenza in un punto vendita, che nell’indiretta funzione di influenzare lo scontrino medio di spesa. Un analogo effetto non è stato riscontrato

Caudate x = 10

y = 19

z=7

x = 23

y=1

z=1

Putamen

per la semplice sensazione di eccitazione. Ciò significa Fig. 1. che non basta attivaIl sistema dopaminergico (in blu) attivato dalla musica re il sistema sensoriale del consumatore, occorre provocare un senso di benessere. In questo ambito un ruolo importante è attribuibile alla musica. Questa è stata molto studiata nel campo del marketing: dall’effetto del ritmo sulla movimentazione in store, alla percezione del tempo in coda alle casse. Tra i tanti studi segnaliamo quello svolto in una caffetteria scolastica che ha dimostrato come diversi tipi di musica (easy listening, classica, pop o silenzio) abbiano avuto un influsso significativo sulle percezioni del tempo degli avventori. Così come la presenza di musica francese ha determinato l’incremento nelle vendite di vino francese mentre la presenza di musica tedesca, quello di vino tedesco (North e Hargreaves 1998). Nel 2003 gli stessi autori riuscirono a dimostrare anche il ruolo che può avere musica classica di sottofondo in un’enoteca che indurrebbe i consumatori a spendere un po’ di più rispetto a quando la musica di sottofondo è di tipo pop o più “commerciale”. La presenza di musica, non solo sarebbe in grado di attivare maggiormente i soggetti (rendendo il processo d’acquisto maggiormente attraente in termini di piacevolezza esperita), ma li porterebbe anche a preferire di recarsi in quei punti vendita ove questa è presente. Recenti studi neuroscientifici hanno dimostrato che la musica ha un effetto importante anche perché è in grado di produrre piacere, facilitando il rilascio di dopamina nel cervello (vedi Fig. 1 in blu il sistema dopaminergico) e attivando il sistema limbico e il circuito della ricompensa, cosi come fanno il cibo, le droghe e il sesso. Addirittura il cervello comincia a produrre dopamina prima dell’ascolto, proprio

Vincenzo Russo

NAcc Fig. 2. Le aree del sistema dopaminergico rilevate con fRMI

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come quando pregustiamo un gelato che ci piace tanto, coinvolgendo sia il sistema limbico che la corteccia prefrontale, forse per la previsione della piacevolezza dell’esperienza. Nello specifico, il nucleo caudato si accende per anticipare il piacere, mentre il nucleus accumbens durante l’ascolto. Come si evince dall’immagine (Fig. 2) la musica attiva le aree collegate ai processi emotivi: i punti colorati sono le secrezioni di dopamina durante e prima dell’ascolto di musica (Salimpooret al. 2011). La musica inoltre è in grado di stimolare ricordi ed emozioni del passato, influenzare l’umore e modificare la percezione della realtà stessa anche senza che ci sia piena consapevolezza del suo ruolo. Come dice Bradley Vines, direttore del Nielsen Consumer Neuroscience Europa, “il suono e l’audio possono influenzare i consumatori anche senza richiedere la loro attenzione. Il collegamento tra lo stimolo radiofonico e le associazioni emotive non consapevoli rende l’audio un veicolo potente per la memorizzazione dei marchi nella mente del consumatore”. Si pensi per esempio alla forza che hanno i jingle nel richiamare un brand. La musica di Gershwin, Rhapsody in Blue, è ormai associata alla compagnia aerea, l’American Airline, che l’ha collegata al proprio brand con un mirabile progetto di marketing sensoriale. Il suono affiancato alla frase “Just Do It” oppure alla frase “I’m Loving It” automaticamente ci fa pensare a Nike e a McDonald’s. Relativamente al potere di influenzamento esercitato da composizioni musicali familiari e non familiari, emergono risultati che testimoniano come le persone tendano a percepire il tempo trascorso nel punto vendita maggiore se ascoltano brani sconosciuti, rispetto a quelli noti, imputabili al grado di attivazione (arousal) emotiva differente che connoterebbe le due categorie (superiore nei confronti della musica non conosciuta rispetto a quella nota). Tuttavia alcuni studi hanno anche dimostrato che la notorietà della musica può indurre distrazione dall’acquisto e ridurre il tempo di spesa. Si tratta di dati che confermano l’esigenza di una metodologia di studio in grado di intercettare la dimensione emozionale anche inconsapevole che può essere colta solo con tecniche di neuromarketing.

retail&food - settembre 2017

professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing presso l’Università IULM di Milano vincenzo.russo@iulm.it


Via Cimon dei Furlani 1 - 33081 Aviano - PN - Italy Tel. +39 0434 676511 Fax + 39 0434 651069



r&f Focus arredi e progettazione

La distinzione parte dal progetto N

el retail e nel food retail la parola d’ordine oggi è distinzione. Dando per scontata la qualità del prodotto commercializzato, la battaglia dei brand si combatte sul campo dei format, del design e della customer experience. I contractor sono sempre alla ricerca di materiali innovativi e linee che possano distinguere un format. Abbiamo intervistato sull’argomento alcuni dei principali player del settore arredi e progettazione, attivi sia in Italia sia all’estero.

Franco Costa, titolare Costa Group

Quanto conta oggi l’attenzione al design e ai dettagli per il successo del

format? Esiste una tendenza che caratterizza questo periodo storico? Certamente per ottenere il successo un format non può mancare di attenzione al design e ai dettagli, ma design e dettagli da soli non bastano. Un format vive di sorriso, di positività, di qualità, del “saper fare”; direi che il design è l’ultimo ingrediente per creare un buon prodotto. Quali sono le richieste più comuni che ricevete dai vostri clienti? Centinaia sono le richieste che riceviamo quotidianamente dai clienti, l’esperienza e

il lavoro diretto sul campo permettono di far tesoro delle più interessanti per dare ogni volta un contributo positivo al format. Le problematiche sono molteplici, dallo studio dei percorsi a quello del prodotto e la relativa esposizione e molto altro ancora. Quali sono i materiali più utilizzati oggi? che caratteristiche devono avere? Per quanto riguarda i materiali noi lavoriamo sulla ricerca da sempre, stiamo attenti ad ogni innovazione, soprattutto se mirata al comfort e al “ben vivere” nel rispetto della natura, per questo ogni materiale che utilizziamo viene attentamente selezio-

nato e inserito in contesti sempre più unici e vari. Può raccontarmi una case history particolarmente interessante? Un esempio è certamente Thun Caffè dove abbiamo miscelato la cultura artigianale e culinaria del Trentino con l’amore per l’autenticità utilizzando materiali studiati apposta per l’occasione, un esempio su tutti è la corteccia, ottenuta grazie alla lavorazione di alberi provenienti da coltivazioni controllate e sapientemente utilizzati per rivestire le pareti, andando così a completare quel connubio che Thun vuole esprimere. Naturalmente il tutto sempre accompagnato dal sorriso e dal “saper fare” e cucinare.

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r&f Focus arredi e progettazione Maria Rita Notari, titolare Augusto Contract

In tema di food & beverage, quanto conta oggi l’attenzione al design e ai dettagli per il successo del format? Fra i nostri clienti riscontriamo una attenzione sempre maggiore alla differenziazione rispetto ai concorrenti. La riconoscibilità del marchio la si gioca sui particolari del design. Quando il format del locale trasmette bene il posizionamento qualitativo, di prezzo, di servizio, in sintesi l’esperienza che si può vivere nel locale, il locale ha successo. Se per design intendiamo il progetto del format, questo diventa fondamentale sia se si progetta un singolo locale, sia e soprattutto se si progetta una catena. Quali sono le richieste più comuni che ricevete dai vostri clienti? E quali le problematiche più ricorrenti?

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I nostri clienti sono prevalentemente catene che si rivolgono a noi in fase di crescita quando, realizzati i primi locali con forze interne alla struttura, sentono il bisogno di affidarsi a un general contractor, interlocutore unico per la realizzazione del locale, che possa garantire costi e tempi certi. I tempi di realizzazione costituiscono un fattore premiante oramai più dei costi. Il costo della location, sempre più spesso il centro commerciale induce questa priorità. Quali sono i materiali più utilizzati oggi? Che caratteristiche devono avere? I locali sono sempre più curati con materiali preziosi come: legno, marmo, a volte gres effetto marmo, metallo verniciato o addirittura galvanizzato; l’attenzione al riciclo e al riutilizzo di materiali sembra diminuire. Può raccontarmi una case history particolarmente interessante? Una nostra realizzazione indicativa di quanto affermato è Fattorie Garofalo

in un centro commerciale alle porte di Parigi. Ci sono stati chiesti tempi di consegna di tre settimane dalla firma dell’ordine. La catena che è già presente in Italia, si è caratterizzata nel design con dei particolari fortemente riconoscibili: il banco di esposizione e servizio dei prodotti rivestito con ceramiche esclusive che evocano la mozzarella. Le cassettiere con maniglie a forma di bufala. Anche le seggiole con la loro spalliera hanno fori che evocano mozzarelle. Le lampade costruite in esclusiva completano l’immagine unica del brand.

Giampiero Mariottini, amministratore delegato Isa

Lavorate con alcuni tra i più importanti player del settore, cosa cambia rispetto a un piccolo operatore? Che si tratti di due o duecento punti vendita l’approccio resta lo stesso. Lavoriamo con i più importanti e storici player del mercato, spes-

so come fornitore principale, ovviamente con loro ci sono tematiche organizzative e produttive consolidate. Sappiamo però anche essere partner strategici di start-up che supportiamo con la nostra specializzazione ed esperienza. Quali sono le richieste più frequenti da parte dei clienti? e le problematiche più comuni? I clienti ci chiedono una cosa apparentemente semplice, ma difficile da raggiungere: arredare i loro spazi con tecnologia e arredi affidabili e durevoli senza tralasciare la sostenibilità economica dei progetti. Quali sono i materiali più utilizzati oggi? che caratteristiche devono avere? quanto conta il design? La ricerca sui materiali e in generale sul design dei foodstore, in questi ultimi anni, ha subito una incredibile accelerazione spostando i retailer da follower a punto di riferimento di gusto e design dettando nuove tendenze. Per noi è certamente una sfida tecnica molto diversa dal passato che abbiamo accolto con gioia. Vi occupate anche di refrigerazione: quali sono le nuove tendenze? Isa è un importante player anche nel mondo nel-


la refrigerazione professionale producendo sia la tecnologia del freddo sia l’arredamento spaziando dal mondo della gelateria e pasticceria artigianale, passando dal food & beverage fino al supermarket. Questa esperienza così estesa ci offre la possibilità di seguire al meglio le tendenze che attualmente sembrano posizionarsi su due binari: monoprodotto e “multispecializzato”. Le nostre caratteristiche quindi ci consentono di essere il partner giusto per quei format che mixano prodotti anche molto diversi tra loro estendendo e differenziando l’offerta food nel corso della giornata. Un’altra tematica che speriamo divenga sempre più di tendenza è quella della sostenibilità ambientale. Investiamo seriamente e da molti anni in questo ambito, per questo siamo il produttore con la più ampia e diversificata gamma di prodotti con refrigeranti naturali, sia per l’isolamento sia per la generazione del freddo. In particolare la

tecnologia Smartflex permette, unica sul mercato, di offrire in un murale refrigerato la stessa esperienza e efficacia di acquisto di un murale senza porte con in più il risparmio energetico dato dalle mini porte ad apertura automatica. Può raccontarmi una case history particolarmente interessante? L’ultima grande sfida che abbiamo affrontato è la realizzazione del ponte autostradale di Novara di Chef Express. L’azienda ha compiuto un grande lavoro di ricerca ripensando il rapporto col viaggiatore. Il progetto architettonico, curato dallo studio Iosa Ghini Associati, ha introdotto un sistema di customer experience innovativo per la ristorazione autostradale che ci ha visto impegnati a creare un ambiente accogliente, coinvolgente e efficace utilizzando anche le ultime tecnologie dove ci sono ben otto murali ad apertura automatica Smartflex.

Roberto Farina, amministratore delegato Belca

Quali tipologie di arredi producete? Belca, grazie alla fattiva collaborazione con le aziende del gruppo, specializzate nella lavorazione del tubo metallico e nella realizzazione di piani tavolo in laminato plastico, si propone al mercato dell’ arredamento collettivo e del contract con la propria collezione di sedie, sgabelli, tavoli, tavoli monoblocco e accessori vari, adatte a fornire arredi per hotel, ristoranti, bar, gelaterie, punti di ristoro stradali o presso centri commerciali e per sale mensa aziendali e scolastiche. La gamma di prodotti si completa inoltre con poltroncine, divanetti, panche per sale attesa, appendiabiti, armadietti spogliatoio, portaombrelli e gettacarte. Con quali materiali lavorate e quali sono i più richiesti?

Per quanto riguarda bar e ristoranti, siamo in grado di soddisfare le più svariate richieste, sia riguardo l’estetica che ai diversi materiali, grazie alll’ampiezza del nostro catalogo. Le richieste più comuni riguardano sedie in tecnopolimero o altri materiali plastici oppure in legno multistrato lucidato o rivestito di laminato plastico, per adeguarsi agli stili più vari, abbinabili in genere a tavoli a colonna centrale con basamento in ghisa e colonne in acciaio, snelli ed eleganti, rifiniti con top in legno truciolare placcati in laminato plastico antigraffio oppure completamente in laminato stratificato HPL per un uso sia interno che esterno in quanto particolarmente resistente agli agenti atmosferici. Quali sono le richieste più comuni che ricevete dai vostri clienti? e quali le problematiche più ricorrenti?

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r&f Focus arredi e progettazione Spesso ci viene richiesto di entrare a far parte attivamente dell’attività di progettazione sia della composizione planimetrica dei tavoli mensa sia dell’impatto estetico del ristorante o del punto vendita. Grazie all’esperienza maturata in oltre un decennio, Belca è infatti in grado di lavorare in sinergia con i progettisti per arrivare a definire e personalizzare il più possibile ogni singolo oggetto di arredamento per centrare appieno le richieste dell’azienda committente. Le maggiori sfide in cui ci siamo imbattuti in questi anni riguardano proprio questo punto, nello sforzo di arrivare a creare concretamente, nei limiti del possibile, la visione progettuale dell’architetto. Avete recentemente inaugurato un format in una stazione, ci può dire quale stazione e parlarci del progetto? Qualche mese fa abbiamo avuto l’opportunità di sviluppare, su richiesta di una grossa società italiana di ristorazione collettiva, il progetto di un nuovo locale nella zona food court presso la stazione Roma Termini. Il progetto era composto da zone con finalità diverse, caratterizzate quindi ognuna da tipologie di arredi differenti: un’area più di attesa, con ampi tavoli e poltroncine in legno più comode, dove la sensazione di relax viene accresciuta dalla matericità degli arredi; una più legata al fast food in cui gli ospiti si possono appoggiare per il pranzo su piccoli tavoli alti dotati di sgabelli, conformazione che stimola un ricambio veloce dei posti a sedere; e una più classica, dove comunque resta la matericità calda del legno, in cui ai tavoli a base centrale si abbinano le sedie con telaio metallico e seduta in multistrato rivestita in laminato. Un’altra bella richiesta l’abbiamo con una società italiana molto presente sul mercato europeo e sud americano. Per questa azienda, con la collaborazione di un designer brianzolo, abbiamo sviluppato tutta una serie di prodotti in stile assolutamente vintage: poltroncine e sedie con sedile e schienale in 44

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legno rivestito di laminato plastico o imbottite e rivestite in ecopelle o tessuto oppure in cuoio, sgabelli alti con sedile in laminato o imbottito, basi tavoli in tubo di acciaio verniciato opaco con particolari in rame.

Marco Taurian, titolare Tecnoarredamenti

Quanto conta oggi l’attenzione al design e ai dettagli per il successo del format? Il design oggi è un elemento distintivo per il successo di un format poiché va a valorizzare la continua ricerca dell’imprenditore nel caratterizzare una nuova attività. Mai come in questi tempi le tendenze stilistiche e il design sono alla portata di tutti, pertanto dare un valore aggiunto è ancora più complesso ma maggiormente caratterizzante. Quali sono le richieste più comuni che ricevete dai vostri clienti? Le richieste più comuni dei nostri clienti sono la creazione di un format personalizzato. Sempre di più i nostri clienti desiderano per le loro attività un format ben chiaro e leggibile da parte del consumatore e desiderano che il locale abbia un’identità che ri-

specchi le loro esigenze. La criticità è quella di raccogliere le esigenze dei clienti e affiancarli nel trovare la formula più adatta a loro e alla location dov’è ubicata l’attività, organizzarla dal punto di vista del processo lavorativo affinché l’attività sia redditiva, poiché non dobbiamo dimenticarci che sono pur sempre attività commerciali e il loro successo lo si vede dai numeri che realizzano. Quali servizi offrite al cliente? Principalmente affianchiamo il nostro cliente e condividiamo con lui i passi da fare per realizzare attività di successo. Partiamo dalle esigenze del cliente, facciamo una valutazione della location, sviluppiamo l’idea e studiamo tutto il progetto nel dettaglio fino all’ideazione del logo, del branding e della comunicazione. Può raccontarmi una case history particolarmente interessante? A pochi passi da Largo di Torre Argentina nel centro storico di Roma abbiamo appena realizzato un nuovo locale all day long che mette in-

sieme burger, lobster e pizza e tanto altro ancora, come ottime selezioni di salumi e formaggi, fritti sfiziosi, primi e secondi piatti della tradizione. Queen Bee nasce da un’idea dei titolari, proprietari già di altre attività ristorative, che si sono affidati a Tecnoarredamenti per sviluppare una nuova formula creando un locale dove poter trascorrere l’intera giornata. Aperto tutti giorni, dalla tarda mattinata fino a notte fonda. Un punto di riferimento dove mangiare a qualsiasi ora e rilassarsi in un ambiente confortevole e conviviale. È un locale di 500 mq di per un totale di 150 posti a sedere, che si snoda tra corridoi e sale come una sorta di alveare. Un banco di grande effetto scenografico adibito alla realizzazione di un’ ampia scelta di cocktail si affaccia all’ingresso del locale, dall’altro lato tre isole dedicate alla realizzazione di specialità quali lobster, burger e pizza. All’interno si snodano varie sale tutte diversamente ambientate e ricche di personalità. L’obiettivo era di realizzare un locale che si differenziasse dalle ristorazioni presenti nella città sia nella formula che nel design. S.M.


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Oriocenter 3.0, numeri da record Inaugurato nel 1998 e ampliato per la prima volta nel 2004, il centro commerciale bergamasco ha festeggiato lo scorso 25 maggio la nuova extension da 35mila mq, in virtù della quale diventa lo shopping mall con più negozi d’Italia: 280. Ma oltre ai numeri, risaltano i contenuti tra brand premium e food

A

bbiamo anticipato i contenuti del secondo ampliamento di Oriocenter con un dossier dedicato nel marzo del 2014, a pochi mesi dal lancio del progetto che si è tenuto nella splendida cornice di Cannes, nei giorni di Mapic. Allora si ipotizzava il taglio del nastro entro la fine del 2015, ma come si evince il calendario ha corso sino al 25 maggio del 2017. Senza entrare nel merito delle tempistiche ma confrontando gli obiettivi dichiarati oltre 3 anni fa da Arcus Real Estate con quanto è possibile vedere oggi, possiamo affermare che la società facente parte della galassia Percassi ha mantenuto le promesse, fissando l’asticella sul punto più alto. Scorrendo velocemente i numeri dell’operazione, la società Finser, anch’essa nell’orbita Percassi, ha realizzato su due livelli 80 nuovi negozi, per una Gla aggiuntiva di 35mila mq, a fronte di un investimento di circa 100 milioni di euro. Sotto il profilo finan-

ziario va poi sottolineata l’acquisizione per 80 milioni di euro di tutta l’area non food della nuova galleria da parte del fondo tedesco Commerz Real, mentre alla società bergamasca

è rimasta la proprietà della food court e della porzione di immobile dove ha trovato posto il multisala UCI con lo schermo IMAX più grande d’Europa. La commercializzazione è stata con-

dotta dalla società di leasing del Gruppo, Arcus Real Estate, coadiuvata dal team di CBRE. E ancora, il nuovo ampliamento – il primo è stato condotto nel 2004 men-

Il progetto in pillole Proprietà Promotore Commercializzazione Località Localizzazione Apertura del centro Apertura primo ampliamento Apertura secondo ampliamento Investimento secondo ampliamento Società di progettazione Gla galleria pre 2° ampliamento Gla galleria attuale Numero unità commerciali 2° ampliamento Numero medie superfici 2° ampliamento Numero totale di unità commerciali Ancora alimentare Multisala Numero totale di medie superfici Numero totale di unità di ristorazione Numero di visitatori pre-ampliamento Posti auto

Commerz Real/Finser Finser (Percassi) Arcus Real Estate - CBRE Orio al Serio (BG) Extraurbana 1998 2004 2017 Circa 100 milioni di euro De8 Architetti; Softroom per la food court al primo piano 70mila mq 105mila mq 80 7 280 Iper UCI Cinemas (14 sale – 2.500 posti) 22 oltre 50 10 milioni/anno (Obiettivo sopra i 13 milioni/anno) 7mila

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r&f Dossier shopping mall taglio nastro

tre il taglio del nastro storico risale al 1998 – porta a 280 il numero complessivo dei negozi, tra cui oltre 50 bar e ristoranti ripartiti in due food court da 1.500 posti, 14 sale cinematografiche, un hotel e oltre 7.000 posti auto. In virtù delle 600 nuove assunzioni l’organico è salito a oltre 2.500 addetti. Divenuto quindi “Big and Unique”, questo il nuovo claim, Oriocenter ha registrato oltre un milione di visitatori nel primo mese post inaugurazione, confermando – se non addirittura superando – la stima di crescita del 30% dei flussi annuali, che si porterebbero da 10 a 13 milioni di persone. Per quanto concerne il fatturato complessivo, piattaforma alimentare inclusa, ai 500 milioni annuali pre ampliamento si aggiungerebbero 65-70 milioni l’anno (dato diramato nel 2014).

Premium e food: i nuovi driver La commercializzazione dei nuovi spazi ha posto la massima attenzione nel comporre un’offerta di marchi premium – unica in una mall full price – e nel creare un merchandising mix che include, tra gli altri, Emporio Armani, Coach, Hugo Boss, Baldinini, Michael Kors, Furla, Weekend by Max Mara, Twin Set, Elisabetta Franchi, Lacoste, Liviana Conti, & Other 48

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Stories, Sandro e T-Trussardi, Tra i brand, invece, che sbarcano per la prima volta in Italia: wagamama, marchio di cucina asiatica nato a Londra nel 1992; Under Armour, brand americano di abbigliamento e scarpe sportive; Thule, azienda svedese specializzata nei sistemi di trasporto che ha aperto a Oriocenter il primo negozio in Europa dedicato alla valigeria. Nel dettaglio delle 7 nuove medie superfici, Unieuro si staglia per i suoi 2mila mq di Gla distribuiti su due piani con affaccio in entrambi i casi sulle piazze della ristorazione, inserendosi in un contesto altamente competitivo che vede nell’high tech la presenza di MediaWorld e di Apple Store, posizionati nell’area storica del centro commerciale. Gli anchor store di nuova realizzazione si mantengono su superfici mediamente non superiori ai 700 e 800 mq di Gla e sono andati a potenziare il mondo della casa e dello sport, rispettivamente con Flying Tiger Copenhagen e Zara Home e con Adidas, il già citato Under Armour e Salewa (più lo store Game 7 Athletics che si è rinnovato completamente ed è presente nell’area di connessione). A queste merceologie si aggiunge l’abbigliamento, sia mass market orientato alla famiglia con Piazza Italia e Alcott

che vantano unità rispettivamente di 1.100 e 1.300 mq sia fashion con Oysho, che si è spostato da un’altra unità del centro, & Other Stories e Superdry. Ma a fare la differenza sono i già menzionati brand premium, che candidano Oriocenter a diventare un punto di riferimento dello shopping per una categorie di consumatori che generalmente non frequentava il mall bergamasco e più in generale i centri commerciali. Tra questi anche una possibile quota di viaggiatori turisti che trovano nel vicino aeroporto di Orio al Serio, collegato allo shopping centre con un passaggio pedonale, “una porta di accesso sull’Italia”.

La ristorazione è l’altro driver, compreso nel più ampio concetto di intrattenimento, su cui ha puntato con decisione Arcus Real Estate, dedicandole 4mila mq di nuova Gla distribuiti su due livelli, dove gravitano otto attività al piano terreno con Roadhouse, 100 Montaditos, KFC, Shi’s, Farinella, Dispensa Emilia, Puro Gusto e Cioccolatitaliani, e al livello superiore il format di vino sviluppato da Autogrill, Beaudevin, Caio che propone la “pinsa” ispirata alla ricetta dell’antica pizza romana, Casa Maioli, Cono, La Tosteria Italiana, Chiquita, C-House, WellDone con l’hamburger a filiera corta, Antica Focacceria San Francesco, Da 30 Polenta, Venchi e il primo punto vendita in Italia dell’insegna di asian food, wagamama. Entrambe le piazze della ristorazione vantano un accesso diretto al multisala UCI e osservano orari di apertura che coprono gli spettacoli del cinema. Con l’apertura delle nuove 80 unità, Oriocenter presenta un brand mix composto per il 40% da negozi dedicati a moda, abbigliamento e intimo, per il 20% alla ristorazione, per il 15% alla cura della persona e a seguire tempo libero e casa (8%), calzature (5%) e sul 4% elettronica, sport e servizi.


L’intervista Anna Paltrinieri, head of leasing full price presso Arcus Real Estate

«Oriocenter, una nuova idea di centro commerciale»

Con quali obiettivi è stata portata avanti la commercializzazione? L’obiettivo di fondo è stato di cambiare la percezione dello shopping centre attuale, spingendo l’idea di un luogo complesso con una proposta ampia, articolata sia per quantità sia per qualità. Per la commercializzazione dell’ampliamento (ma anche per gli spazi dell’area preesistente) di Oriocenter è stata condotta una ricerca non solo verso il segmento premium, ma anche verso brand nuovi che potessero essere un elemento di differenziazione, oltre a incrementare ulteriormente il paniere di offerta commerciale, di ristorazione e di servizi. Ci tengo anche a sottolineare che molti marchi del settore premium, ma non solo, hanno aperto il loro primo punto vendita in uno shopping mall proprio a Oriocenter. Ha accennato ai marchi dell’area premium, deduco sia stata una sfida sia per

voi coinvolgerli sia per loro approcciare un formato distributivo differente… La difficoltà è stata coinvolgere nel nostro disegno aziende che in genere non avevano previsto la presenza negli shopping centre in Italia per diverse motivazioni: esigenze di distribuzione commerciale, mancanza di shopping centre con caratteristiche adeguate (bacino d’utenza, contesto architettonico, ecc.) e quantità di interesse di player dello stesso livello. La commercializzazione dell’area premium ha avuto la necessità di una maggiore attenzione e comportato tempi più lunghi; sicuramente la potenzialità di Oriocenter con la credibilità e la professionalità di Arcus hanno giocato un ruolo importante, determinato anche dal fatto che molte di queste aziende sono già partner di Arcus in altri progetti. L’inserimento di marchi premium non deve però essere considerato solo come un processo di commercia-

lizzazione, ma come un modo nuovo anche di vedere il centro commerciale, che coinvolge tutti gli aspetti del mall: dalla gestione ai temi del marketing, della comunicazione e anche nel rapporto con gli stessi operatori. In tutto questo avete cucito un’area ad hoc per le attività commerciali in questione… Sì, perché tali marchi hanno bisogno anche di un loro contesto. L’aeroporto porta flussi internazionali e quindi turisti, che si vedono in galleria. Questo elemento può avervi avvantaggiato nello sviluppo dell’area premium? Oriocenter è sempre stato un centro commerciale di interesse, con i suoi 200 punti vendita, ma oggi con i nuovi contenuti, anche dell’area premium, può spendere meglio la sua

vicinanza con l’aeroporto e il suo affaccio sull’autostrada. Oggi Oriocenter ha quindi una maggiore e rinnovata forza per essere di attrazione e di interesse per i flussi legati al turismo. Vi aspettate, oltre a un incremento dei flussi, anche una crescita dello scontrino medio? In generale ci aspettavamo due cose. La prima è un incremento importante di affluenze, e nel primo mese abbiamo registrato oltre un milione di presenze. La seconda è il riscontro sui social media: abbiamo sensibilmente aumentato i contatti da quando siamo Oriocenter Selected Stores, con il claim “Big and Unique”, a dimostrazione di una rinnovata curiosità e di una grandissima attenzione. La percezione al momento attuale è che abbiamo soddisfatto maggiormente

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r&f Dossier shopping mall taglio nastro il nostro cliente storico, e fornito più contenuti in grado di attrarre un bacino d’utenza allargato. Per quanto concerne le nuove medie superfici mi focalizzerei sul settore dell’high tech: a Oriocenter avete inserito Unieuro in un contesto competitivo dove sono già presenti MediaWorld e l’Apple Store. Quali i motivi e i riscontri dell’inserimento di Unieuro su due livelli? Per ora i riscontri sono molto positivi. Come centro commerciale mi aspetto una polarizzazione molto forte su questo settore e probabilmente in questo modo si concentra e si incrementa il bacino d’utenza. Arriviamo all’altro tema fondante, la ristorazione. Quali le caratteristiche e gli obiettivi legati alla nuova offerta food? Si deve partire dal fatto che abbiamo inserito UCI leader nel suo mercato, che ha investito in un multisala moderno e attrezzato, dotato di una sala IMAX con lo schermo più ampio in Europa (circa 485 mq). Con questa operazione abbiamo quindi introdotto il tema dell’intrattenimento. E il cinema porta esigenze e modalità di consumo diverse anche per l’offerta della ristorazione. Ultima considerazione, in Oriocenter era già presente un’offerta food, composta quasi esclusivamente da formule “fast”,

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con solo due ristoranti dotati di servizio al tavolo: La Rosa del Gusto e Break Caffè. Date queste premesse, abbiamo pensato a un’offerta merceologica complementare, ampia e adeguata ai nuovi modelli di consumo. Il tutto in un contesto gradevole e con diverse tipologie di servizio. Al piano terra abbiamo quindi ristoranti per lo più con servizio al tavolo e al livello superiore la food court, dove alla modalità fast corrisponde

una forte attenzione al prodotto; e anche in questo caso abbiamo spinto verso marchi nuovi a fronte di un importante lavoro di ricerca. Mantenendo sempre un prezzo finale competitivo. L’ambientazione, la quantità e la qualità dell’offerta danno vita a un contesto e a una formula che non sono solo funzionali al multisala ma che potranno diventare un luogo au-

tonomo di intrattenimento e di aggregazione. Impossibile poi non citare la prima apertura in Italia di wagamama… Questa apertura è un ulteriore passo nella direzione del prodotto di qualità, con contenuti e caratteristiche di ambientazione molto elevati. Ad ora la risposta del pubblico verso il progetto totale della zona food ha un riscontro che va oltre ogni nostra aspettativa. Infine, ma non meno importante, la sfida di uniformare il blocco precedente con quello nuovo. Quali progetti avete messo in campo? L’apertura delle 80 attività nella nuova zona ha comportato la ristrutturazione della parte di connessione attigua in entrambi i piani, che significa aver spostato, modificato, ridotto e inserito nuovi brand. Il lavoro svolto ha interessato oltre 20 punti di ven-

dita, tra cui quattro medie superfici. Hanno ristrutturato e/o modificato i loro negozi OVS, Deichmann, Diesel, Bottega Verde e Timberland. E poi hanno aperto in quest’area altri brand: Nespresso, O bag, Brooksfield, Thun, Cannella e Fratelli Carli. Nella parte preesistente, per effetto di alcuni trasferimenti, hanno aperto o stanno aprendo altri marchi qualificati come Happiness, Liu Jo Uomo e Gelateria Bonetti. Ritengo inoltre che sia molto importante tenere sempre la comunicazione con gli operatori presenti, spiegare la strada che abbiamo e che vogliamo perseguire. Già dal 2016 abbiamo iniziato una collaborazione con i tenant per la ristrutturazione del loro punto vendita e questi hanno investito perché hanno compreso la qualità del nuovo ampliamento, come Gruppo Miroglio che ha ristrutturato tutti i negozi presenti, o Autogrill che ha modificato “Ciao” aprendo il primo Bistrot in un centro commerciale. Voglio inoltre soffermarmi su un’altra importante opening avvenuta a giugno; sul fronte dei servizi ha aperto la Smart Clinic del Gruppo ospedaliero San Donato, che si sviluppa su oltre 750 mq dove eroga prestazioni sanitarie a prezzi smart: punto prelievi, radiologia, visite specialistiche e piccoli interventi chirurgici. Anche questo servizio rappresenta un’offerta qualitativamente unica per il nostro bacino di riferimento. A.P.


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r&f Le mappe del retail

MondoJuve: calcio d’inizio a settembre I l centro commerciale MondoJuve aprirà al pubblico il prossimo 4 settembre 2017 tra i comuni di Nichelino e Vinovo (TO), vicino allo Juventus Training Center sorto a circa 13 km a sud del centro storico del capoluogo. Per l’inaugurazione del retail park adiacente bisognerà invece attendere il 2018. Il centro commerciale è formato da due blocchi con superficie di vendita rispettivamente di 12.000 mq (blocco A; circa 21.000 mq SLP nel comune di Nichelino) e 7.671 mq (blocco B; circa 18.000 mq SLP nel comune di Vinovo). UrbiStat stima quindi che MondoJuve avrà una Gla di circa 31.000 mq, moltiplicando la SLP totale per un coefficiente di 0,8 (efficiency ratio). MondoJuve ospiterà circa 80 negozi e tra i principali brand nazionali e internazionali si segnalano l’ipermercato Bennet, il family store Kiabi, il fast fashion H&M e Jack & Jones. La dimensione della galleria equilibrata alla domanda, la location facilmente raggiungibile in automobile, l’ampio parcheggio di oltre 4.000 posti a regime e un’insegna alimentare già consolidata sul territorio rendono MondoJuve un centro commerciale rilevante per la cintura sud di Torino. UrbiStat stima che a regime il nuovo centro potrà generare circa 3,2 milioni di visite all’anno, considerando l’offerta esistente al momento dell’apertura e il progetto de I Viali di Nichelino annunciato per fine settembre 2017, con 42.000 mq di Gla complessiva tra centro e parco commerciale. Le ulteriori pipeline su Torino, quali ad esempio Palazzo del Lavoro e l’ampliamento di Le Gru, non sono state considerate. Si stima che i comuni di Nichelino e Vinovo contribuiranno per circa il 20% delle presenze mentre la circoscrizione sudovest di Torino (123mila abitanti) per il 30 per cento. UrbiStat ritiene che MondoJuve avrà l’impatto maggiore sui piccoli centri commerciali come La Loggia e Il Castello, con un calo pari a circa il 9% dei visitatori, mentre sarà minore sui centri medio-grandi quali Le Fornaci, Le Porte di Moncalieri e 45° Nord pari a circa il 6 per cento. I principali attori per visitatori, l’8 Gallery e Le Gru, manterranno la loro leadership attuale contenendo le perdite tra il 4 e il 5 per cento. Il centro Le Fornaci continuerà a occupare una posizione dominante nella periferia sud di Torino grazie alla location strategica al confine con la città, all’uscita dalla tangenziale e con un traffico medio annuo stimato intorno ai 4,7 milioni di visite dopo il consolidamento di MondoJuve. Le Porte di Moncalieri continueranno ad essere invece il centro commerciale di prossimità per coloro che abitano nel comune satellite, con un traffico medio annuo di circa 1,8 milioni di visite sempre dopo l’apertura di MondoJuve. Infine, il 45° 52

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Variabili

Bacino 00' - 30'

Abitanti (n) 1.690.176 Famiglie (n) 784.596 Componenti medi della famiglia (n) 2,15 Femmine (%) 51,9 Maschi (%) 48,1 Stranieri (%) 10,9 Età media (Anni) 45,5 Forze lavoro (%) 45,6 Non forze lavoro (%) 54,4 Tasso disoccupazione 12,5 Reddito disponibile pro- capite (€) 20.322 Consumo pro-capite (€) 19.645

Comune di Nichelino

48.123 20.589 2,34 51,6 48,4 5,6 44,6 48,2 51,8 13,8 17.703 17.823

Provincia di Torino

2.282.197 1.053.924 2,17 51,7 48,3 9,7 45,6 45,5 54,5 11,9 20.057 19.479

Regione Piemonte

4.404.246 2.011.261 2,19 51,6 48,4 9,6 45,9 45,5 54,5 10,2 20.021 19.377

ITALIA

60.665.551 25.853.547 2,35 51,4 48,6 8 44,2 42,0 58 12 17.527 16.657

CENTRI COMMERCIALI (>= 15.000 mq GLA) E PROGETTI FUTURI PRESENTI NEL BACINO DI UTENZA DEL CENTRO MONDOJUVE

Mappa

Insegna

1 2 3 4 5 6 7

I VIALI PORTE DI MONCALIERI 45 NORD LE FORNACI 8 GALLERY PALAZZO DEL LAVORO LA CERTOSA (TO) SHOPVILLE LE GRU (planned extension + 12.000 mq gla) PARCO SAN PAOLO PIAZZA PARADISO AUCHAN AREA 12 LAGRANGE 15 SETTIMO CIELO SHOPPING CENTER DORA SCALO VANCHIGLIA AUCHAN LE DUE VALLI CASELLE-TORINO EXPERIENCE

8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19

Comune (TO) Nichelino Moncalieri Moncalieri Beinasco Torino Torino Collegno

GLA (mq) 20.000 20.054 32.100 51.631 31.900 28.000 19.984

PdV (n) 64 37 52 120 90 117 29

Visitatori annui 1.900.000 2.500.000 5.000.000 6.800.000 3.500.000

Grugliasco

64.900

175

12.700.000

1994

17

Torino 17.000 n.d. Collegno 16.019 40 Venaria Reale 19.500 21 Torino 29.897 59 Torino 17.500 15 Settimo Torinese 33.720 60 Torino 30.580 46 Torino 19.436 n.d. Torino 17.500 38 Pinerolo 25.900 54 Caselle Torinese 120.000 250

1.300.000 4.700.000 4.300.000 2.000.000 5.000.000 5.900.000 2.800.000 -

2018/2019 2014 1982 2011 1985 2018/2019 2003 2018/2019 1989 2008 2018/2019

17 19 19 20 22 24 24 25 25 27 28

Nord manterrà il ruolo di leisure center di riferimento per la cintura sud di Torino, data l’assenza di attività d’intrattenimento rilevanti in MondoJuve.

Anno apertura 2017 2008 2004 1998 2002 2021 2003

Distanza (minuti) 7 11 13 13 14 14 16

Lucio Orsini

Data Bank Senior Analyst presso Urbistat lucio.orsini@urbistat.com


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No emotion no experience Dal negozio fisico all’omnicanalità, sono molteplici gli elementi in grado di condizionare la propensione del cliente ad acquistare un prodotto. Colori, forme, dimensioni, profumi, si vanno a unire all’interazione tecnologica creando un coinvolgimento trasversale

L

a customer experience si potrebbe definire come il modo in cui il cliente percepisce l’interazione con un determinato brand a livello sia conscio sia inconscio. Oggi i consumatori cercano prodotti di qualità, e spesso gli elementi collaterali e di contesto aiutano a rendere più gradita un’esperienza di consumo, avendo anche un effetto sulla percezione del prodotto. Si tratta di una relazione che deve essere animata dall’azienda per riuscire a di54

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stinguersi dall’eccesso di comunicazione subita dal cliente. La customer experience nasce dal lavoro attento delle aziende nel proporre soluzioni esperienziali in grado di coinvolgere emotivamente il consumatore. Un gioco di stimolazioni sensoriali e di significazione che può agire inconsapevolmente. I concetti chiave attorno ai quali si stanno catalizzando i profili di innovazione emergente nel settore del retail sono l’esperienza, la relazione, la comunicazione innestati


sui megatrend dell’esperienza, della polisensorialità, del polisensualismo, dell’edonismo, della partecipazione, della personalizzazione, e addirittura della cosiddetta ludicizzazione, ovvero della possibilità di fare della esperienza di consumo quasi un gioco se

non addirittura un intrattenimento. Abbiamo chiesto a Vincenzo Russo, professore di psicologia dei consumi e neuromarketing presso l’Università IULM di Milano quali siano gli aspetti in grado di influire sulla qualità della customer experience. «L’atmosfera del punto vendita evoca un’ampia gamma di aspetti che spaziano dalla dimensione estetica a quella emozionale - spiega il pro-

Roberta Viglione CEO e presidente di Mauden Quali tecnologie offre in generale Mauden al retail per implementare la customer experience? Nell’ottica di integrare efficacemente i diversi canali, Mauden si è impegnata negli ultimi anni per portare anche in negozio un tipo di esperienza quella del web e dei social network - che i clienti oramai danno per scontata. Con gli strumenti che mette a disposizione dei retailer per ampliare la loro offerta omnicanale, la customer experience può cominciare sui canali social o, più in generale, in rete e compiersi senza soluzione di continuità all’interno del punto vendita. Le attività di marketing che vengono promosse online possono quindi continuare in negozio e, viceversa, quanto vissuto e appreso all’interno del punto vendita può essere condiviso e “portato a casa” dal cliente grazie agli stessi social. Andando nel dettaglio, è stato recentemente presentato il vostro prodotto GETinTOUCH, in cosa consiste?

fessore - Dipendendo perlopiù dalle percezioni soggettive, non è facilmente e riconducibile a dimensioni oggettive univocamente definibili. Si tratta, dunque, di un “silent language” della comunicazione che coinvolge, nel retail, quattro dei cinque sensi: la vista (colore, luminosità, dimensione, forma); l’udito (volume, tono); l’olfatto (aroma, freschezza); il

GETinTOUCH è un “social content presenter”, ovvero un sistema che integrando tecnologia cognitiva e social network è in grado di profilare a fondo i clienti e proporre loro informazioni e offerte commerciali su misura anche “in-store”. Grazie all’intelligenza artificiale che supporta la soluzione, infatti, chi si rende riconoscibile dal sistema tramite il proprio account social visualizza sugli schermi digitali presenti all’interno del negozio fisico contenuti estremamente personalizzati. Inoltre, il chatbot intelligente di GETinTOUCH può coinvolgere l’utente in una fase precedente e portarlo successivamente in negozio per fargli continuare l’experience intrapresa; può guidarlo all’interno del catalogo del brand, per identificare il prodotto più interessante per lui, o segnalargli delle promozioni ad hoc. In pratica, tutte quelle attività di marketing che vengono comunemente implementate nel web sconti e servizi aggiuntivi, cross selling, up selling… - vengono riproposte anche nel punto vendita e l’esperienza all’interno dello spazio fisico può essere realmente integrata alle campagne di marketing intraprese nel web. Le azioni che compiono i clienti quando interagiscono con il sistema all’interno del

tatto (morbidezza, levigatezza, temperatura)».

Dal design ai display Per quanto riguarda le diverse esperienze più o meno multisensoriali compiute dal consumatore/fruitore del retail, Russo le collega a quattro diversi ambiti: il design esterno, ossia tutto ciò che comunica con chi non è ancora entrato nel punto ven-

negozio diventano quindi anche un parametro utile per valutare l’efficacia di quelle stesse campagne. Mi può raccontare una case history nel campo del retail? È interessante la richiesta che ci è arrivata da un’azienda con una gran varietà di prodotti a catalogo: scrivere un chatbot che assista i suoi clienti nella ricerca del regalo perfetto… per un’altra persona. Lo trovo un esempio significativo, perché dimostra come l’interazione con sistemi di intelligenza artificiale tramite linguaggio naturale possa essere molto efficace senza presupporre una profilazione “hard” dell’utente, tant’è vero che ci si può attendere risultati interessanti anche “in terza persona”. L’intelligenza artificiale del resto non si limita semplicemente a dialogare con l’utente, ma utilizza algoritmi di trade-off per guidarlo e il risultato è che chi interagisce con questi sistemi viene indirizzato nella scelta senza avere l’impressione di essere sottoposto a un interrogatorio. Naturalmente, una volta in negozio, la profilazione può sempre proseguire e raggiungere ulteriori livelli di accuratezza.

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r&f Speciale fornitori customer experience Giampietro Sacchi progettista e docente di alta formazione food e retail presso POLI.design Come devono essere organizzati oggi gli spazi per offrire una valida esperienza di acquisto? Non è possibile immaginare delle linee guida generali di organizzazione degli spazi, in quanto ogni settore merceologico, ogni tipologia di retail, può essere declinata in decine di modalità diverse. Basti solo pensare ad uno spazio in un centro commerciale, su strada in un centro storico, temporaneo, monobrand, multi brand, catena nazionale o internazionale. La progettazione degli spazi oggi deve contrastare sempre più la propensione all’acquisto on line e diventare quindi un’esperienza unica e non replicabile per attirare e soddisfare la clientela. L’emozione derivante da un layout accattivante, coinvolgente, dal corretto utilizzo della luce come fosse essa stessa materia, è fondamentale. Spazi flessibili, fluidi, non vincolanti, facilmente rinnovabili, creeranno una esperienza sempre vincente. Quali sono le nuove tendenze? Il mondo del retail si sta evolvendo a grande velocità, paragonabile solo a quella dello sviluppo del-

dita, che può essere suddiviso in due gruppi di elementi. Da un lato ci sono gli elementi strutturali del negozio su cui agisce l’attività di visual merchandising: la facciata, l’insegna, l’entrata, le vetrine, l’altezza, le dimensioni e l’unicità dell’edificio, il parcheggio. Dall’altro c’è il contesto e i vari elementi dello scenario nel quale il retail è inserito ossia i punti vendita adiacenti e l’aspetto delle aree limitrofe che concorrono a caratterizzare l’ambiente. Il secondo ambito è il design interno, vale a dire gli elementi che definiscono l’ambiente in termini di pavimentazione, sistemi di illuminazione e climatizzazione, muri perimetrali, camerini di prova, ascensori, scale, arredamento, strutture di animazione e lo stesso personale. In questa categoria assumono un ruolo molto significativo fattori quali i profumi, la musica e i colori. A seguire il lay-out, ovverosia le scelte di merchandising in ter56

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le tecnologie digitali, dalla quale attinge a piene mani, in particolare quelle legate all’interazione proattiva col cliente (4.0). La tecnologia è sempre protagonista, anche se in netta contrapposizione con alcuni format che invece ci riconducono all’importanza del rapporto umano, della sostenibilità e della creazione di valori autentici. Ciò a confermare che le tendenze sono spesso in contraddizione tra loro, ma convivono e si contaminano. Lo spazio è un palcoscenico dove viene raccontata una storia e ricopre un ruolo sempre più rilevante, diventando in certi casi più importante del prodotto stesso. Un mondo fatto per intrattenere relazioni virtuali o reali col prodotto e gli addetti, dove è importante che il progetto garantisca l’esperienza e la totale soddisfazione del cliente, ma anche il benessere di coloro che lavorano al suo interno. Come è cambiato il design nel mondo del retail? In questa accezione, considerando il design, come ciò che definisce il contenitore e l’arredo e i complementi, esso influenza fortemente l’esperienza d’acquisto, ma viene a sua volta influenzato dalla necessità di integrare la tecnologia. Le nuove tecni-

mini di esposizione, di servizio per il cliente e il personale, e di organizzazione spaziale del punto vendita che ne determinano le dimensioni e la posizione spaziale. Rilevanti sono l’ampiezza delle corsie per definire i flussi di traffico all’interno dello store, le attrezzature espositive, i criteri di aggregazione della merce, la sequenza e la gestione espositiva dei reparti. Infine, i display interni, ossia l’attività di merchandising relativa alle tecniche e alle modalità di esposizione, all’allocazione dei prodotti nello spazio espositivo, e alla cartellonistica. E se dovessimo individuare gli elementi in grado di influenzare maggiormente una customer experience, quali dovremmo indicare? «Vari studi stanno dimostrando che le caratteristiche fisiche del luogo e le attività che vi si svolgono suscitano una serie di emozioni in grado di

che di produzione, quali la stampa 3D, le lavorazioni laser, i nuovi materiali, gli ologrammi, permettono di realizzare forme e tipologie di interazione inimmaginabili fino a pochi anni fa. La scelta pressoché illimitata di materiali dalla quale noi progettisti possiamo attingere, unito a una approfondita conoscenza del mercato di riferimento e alla creatività posso creare ambienti unici, spazi complessi che integrano aspetti funzionali, economici, culturali e sociali. E del food? Per quanto riguarda il food retail, le variabili che concorrono al successo di un locale sono almeno quattro: oltre al progetto dello spazio, giocano un ruolo fondamentale la qualità del cibo, del servizio e il prezzo. Si può dire che il layout di un locale vale tra il 30% e il 40% del successo dell’attività. Nonostante la sovraesposizione mediatica di questo periodo, il bilancio tra aperture e chiusure in Italia è ancora negativo e questo ci suggerisce che non ci si può improvvisare imprenditori o ristoratori e soprattutto è necessario rivolgersi a progettisti che siano in grado di individuare format performanti, non troppo legati alle tendenze del momento e che in qualche modo possano sposare tradizione e innovazione.

influenzare positivamente le risposte attese tanto in termini di miglioramento della qualità complessiva dell’esperienza di acquisto quanto in termini di maggiore propensione verso le attività di shopping e di consumo. Benché sia difficile definire un primato e consapevoli che non esiste un’atmosfera ideale, in quanto ogni mercato è composto da individui differenti, ci sono alcuni elementi che hanno una forte connotazione emozionale. Tra questi certamente i colori e le luci degli ambienti, la musica di sottofondo e i profumi. Questi elementi hanno una forte capacità di attivare la parte più antica del cervello, quella del sistema limbico deputato alla gestione delle emozioni. Nella progettazione degli spazi non esistono i colori giusti, così come non esistono colori sbagliati. Esistono, invece, i colori adatti che ovviamente variano in relazione alle condizioni. Le tecniche di neuromarketing indica-

no che i colori sono particolarmente efficaci nell’attirare l’attenzione, soprattutto quando c’è un’eccessiva abbondanza di stimolazioni» conclude Russo. Naturalmente oggi, rispetto al passato, i canali a disposizione di chi vende si sono moltiplicati e la gestione di questa realtà omnicanale da parte dei brand non può prescindere dall’adeguamento tecnologico: se una volta il focus era esclusivamente sul punto vendita, infatti, oggi la partita non si gioca più solo sul campo del negozio fisico, ma coinvolge le piattaforme di e-commerce, i social network, eccetera. Tutti questi canali devono essere alimentati, devono vivere di vita propria ma anche, e soprattutto, integrarsi ed essere coerenti fra loro, in modo che l’esperienza del cliente - anche saltando da un canale all’altro - sia sempre fluida e coinvolgente. S.M.


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Cathay Pacific: business class offline S

alendo a bordo del Boeing 777 con livrea verde scuro Cathay, si avverte un po’ di soggezione per il privilegio di volare nella business class, reputata una delle più esclusive al mondo. Il volo è quello da Milano a Hong Kong. È servito da un aeromobile che ha tre classi: First, Business ed Economy. L’ingresso, come ormai è abitudine sui voli intercontinentali di compagnie blasonate, ha il doppio finger: uno per chi viaggia nelle classi di lusso, l’altro per il resto dei viaggiatori. La Prima Classe è in realtà limitata a pochi posti, con poltrona extralarge e chiusa a mo’ di salottino privato; la Business ha 4 posti per fila; ognuno con accesso indipendente (nel caso dei due centrali, un separè movibile permette di avere privacy o spazio unico (nel caso di coppie). Fin qui tutto nella norma e secondo le attese: una configurazione standard. Si notano però già alcune diffe-

CATHAY PACIFIC

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renze: rispetto ad Emirates, la compagnia araba che vola da Milano con il gigantesco A380 ed è diventata il termine di paragone per Malpensa, l’impressione è di un lusso meno pacchiano. Emirates è il trionfo del kitsch, mentre in Cathay Pacific tutto è più sobrio ed essenziale (con alcuni tocchi di classe come le orchidee fresche appese sulle paratie): la vera esclusività sta nella semplicità. Less is More diceva quel famoso architetto (Ludwig van der Rohe). Postazione molto grande e comoda (meglio di altre compagnie), ma appena seduti si scopre un primo sgradevole difetto: non c’è il Wi-Fi. Male, specie per i businessman e specie per un volo così lungo: 11 ore di viaggio con partenza all’ora di pranzo e arrivo all’alba del giorno dopo. Di fatto si perde un giorno intero per volare da Milano a Hong Kong e per chi si sposta per lavoro o affari, non poter accedere alle email o scaricare un documento per così tante ore è uno svantaggio. Il diavolo si nasconde nei dettagli. E alcuni dettagli di Cathay sono curatissimi. Altri, purtroppo, sono decisamente carenti. Questa doppia sensazione, da una parte un lusso estremo (ma sobrio); dall’altra fastidiose mancanze (per una compagnia di questo calibro), ci accompagnerà per tutto il viaggio. Il servizio è molto attento e curato. Appena saliti a bordo si è omaggiati con il welcome drink; hostess eccezionalmente cordiali prendono soprabito e subito distribuiscono salvietta calda e beauty kit. Ma anche qui a voler essere pignoli l’astuccio con i prodotti di bellezza è un po’ misero rispetto ad altre compagnie, per dimensioni e varietà, ma ha alcuni tocchi di classe come collutorio monodose e siero antirughe. Si privilegia l’essenziale e il minimalismo. La cuffia audio, diversamente da tutte le compagnie mondiali con cui abbiamo avuto la fortuna di viaggiare, non è distribuita dalle hostess, ma si trova dentro un alloggiamento apposito sulla poltrona. Ancora un altro tocco di ricercatezza. A cui si aggiunge la piacevole scoperta di una qualità audio eccellente: la cuffia non costringe a un volume assordante (come accade la maggior parte delle volte) e riduce i rumori esterni. Il sistema

touchscreen dello schermo, invece, è un po’ difettoso. Una cosa bene, una cosa male. La postazione ha un “quadro elettrico” di tutto rispetto: la presa elettrica internazionale affiancata da una serie di prese tipo PC: ingresso audio video, presa per iPod e presa USB. Altra chicca: il bracciolo della poltroncina è a scomparsa, e questa appare come un’ottima soluzione. C’è più spazio per dormire. Ma, purtroppo, serve a poco. Al momento di dormire si scoprirà che la poltrona, estendibile a letto (opzione flatbed), risulterà comunque scomoda: lo spazio è angusto; i piedi vanno infilati in una sorta di cunicolo. Il blocco centrale della postazione dà molto fastidio sul lato destro e rende difficile girarsi. Stare a pancia in su è impossibile se si è più alti di 180 cm perché il letto è troppo corto. Le riviste aziendali rivelano uno shopping di borse sterminato: un catalogo mai visto così esteso in una compagnia aerea; e pure con chicche come la Nespresso portatile. Ma lo stupore svanisce subito di fronte, invece, alla carta della ristorazione. Il menù è molto limitato: poca scelta, misto tra cucina italiana e asiatica. Peraltro, pecca abbastanza imperdonabile per una compagnia di questo livello, non esiste un pasto vegano; e quello vegetariano è limitato a un solo piatto, che poi si scopre essere una banale pasta. Non sono disponibili piatti leggeri, per chi vuole mangiare sano, o senza grassi o senza glutine, o per intolleranti al lattosio. I piatti, poi, si rivelano mediocri: l’anatra, che dovrebbe essere una specialità cinese, è stoppacciosa. Il riso assolutamente insipido. Per una business class si può e si deve fare di meglio. Meglio è, invece, la colazione: europea tradizionale, con cereali, marmellata e brioche. Oppure piatti cinesi, più interessanti per i gourmet. Una zuppa di merluzzo, purea liquida con dei bastoncini impanati di pesce. Una menzione d’onore la merita la carta dei vini: interessanti. C’è anche una piccola perla: una birra pensata esclusivamente per essere servita a 35mila piedi, mantenendo intatto il gusto che non viene alterato dalla pressurizzazione della cabina. Simone Filippetti




r&f NewsTech&arredo

Cefla sul ponte di Novara di Chef Express

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efla ha curato l’allestimento del market dell’area di sosta Chef Express, sull’autostrada A4 Torino - Trieste, all’altezza di Novara, inaugurata il 5 luglio scorso. Lo store si trova all’interno dello storico Ponte sorto nel 1962 a firma di Angelo Bianchetti. Il restyling ha riguardato entrambi i punti vendita collocati nei piedi che sorreggono la grande campata che sovrasta la carreggiata autostradale. Zenith Shop Design, società del gruppo Cefla focalizzata sul retail design, ha utilizzato come base le strutture Cefla Shopfitting e le ha personalizzate seguendo il concept studiato da Csma per gli Chef Store. Fra le numerose peculiarità che rendono unico questo concept si evidenzia una particolare leggerezza visiva degli allestimenti, come si può notare nei portali d’ingresso in lamiera stirata e nelle scaffalature a gondola che dividono l’area store da quella dedicata al ristoro del viaggiatore. Qui l’apparente assenza di barriere rende piacevole il percorso all’interno del market.

Da Pyronix-Hikvision il nuovo sensore XDL12TT-AM

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o scorso 29 giugno, Hikvision ha presentato alla propria rete distributiva il nuovo sensore XDL12TT-AM nato dalla collaborazione tra il team R&D “non video” Hikvision e l'azienda britannica Pyronix, acquisita a inizio 2016. Con il rilevatore da esterno XDL12TT-AM, Pyronix-Hikvision mette a punto una soluzione di protezione perimetrale dotata di tecnologie avanzate di Grado 3 e 4, progettata in ogni dettaglio per garantire la massima affidabilità e sicurezza, tanto semplice da installare quanto flessibile nelle sue potenzialità di utilizzo - che vanno anche oltre l'intrusione - e nelle sue possibilità di montaggio e copertura, che soddisfano qualunque esigenza di protezione perimetrale. Inoltre il rilevatore XDL12TTAM è progettato per minimizzare i falsi allarmi e resistere a ogni sfida ambientale.

Gerflor fa i pavimenti a Carrefour

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er la riqualificazione dei propri punti vendita Carrefour Market e Carrefour Express, il Gruppo francese ha stretto lo scorso anno un accordo con la connazionale Gerflor, specializzata nella produzione di pavimentazioni viniliche. Nella Penisola, Gerflor Italia gestisce la riqualificazione dei suddetti punti vendita su tutto il territorio nazionale grazie a un team dedicato al segmento retail. Il progetto, è tuttora in fase di realizzazione ma già molti sono gli store in tutta Italia sui quali si cammina su un pavimento vinilico. Per i punti vendita Carrefour è stato scelto un prodotto altamente tecnologico pensato per ogni zona commerciale ad alto traffico, sia pedonale sia carrabile. Il GTI Max Decor è un pavimento caratterizzato da lastre viniliche stratificate rinforzate da una doppia griglia in fibra di vetro che, grazie al processo ad alta pressione continua utilizzato per la sua produzione, gli consente di sopportare elevati carichi sia statici che dinamici come transpallet e muletti.

RedstoneConnect insieme con TH Real Estate al PEP

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H Real Estate e RedstoneConnect, azienda specializzata nelle soluzioni tecnologiche e nei servizi per gli smart building e gli spazi commerciali, si sono aggiudicati un mandato per sviluppare e installare smart software solution allo shopping center PEP di Monaco in Germania. Nella fase iniziale del contratto, RedstoneConnect offrirà servizi di consulenza per lo sviluppo di un progetto di smart solution per lo spazio retail. Il progetto si concluderà con il rilascio della piattaforma software ‘Connect’ di RedstoneConnect, all’interno di un importante progetto di rinnovamento dello shopping center PEP, che entrerà nel vivo nel 2018. La piattaforma ‘Connect’ consentirà ai clienti di trovare negozi e servizi o di localizzare la propria auto dall’interno del centro utilizzando le postazioni digitali di wayfinding e un’app per la localizzazione con lo smartphone. Tutti i dati generati attraverso i canali digitali, come directory online e interattive o app per smartphone, saranno gestiti con wayfinding dell’azienda e i moduli CMS, CRM e MIS della piattaforma ‘Connect’.

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r&f NewsTech&arredo

Panasonic migliora il touch screen

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anasonic presenta l’evoluzione dei display AF1 e LF80, disponibile nei formati da 42, 49 e 55”, con ShadowSense. La tecnologia sfrutta una serie di sensori nascosti nella cornice dei display per rilevare con precisione gli oggetti che entrano, stazionano o escono dal campo di visione del sensore stesso. Ciò significa che i nuovi touch screen presentano una più veloce risposta agli input con performance ottimali. I modelli AF1-SST rappresentano il top della gamma di display per digital signage Panasonic e offrono funzionalità esclusive quali OpenPort PLATFORM, basata su Android, oltre a capacità di archiviazione e elaborazione interna che rendono superfluo l’ausilio di un computer esterno. La gamma LF80-SST integra DIGITAL LIN, la tecnologia che supporta la trasmissione di segnali di controllo, video e audio fino a 150 m tramite singolo cavo LAN. Grazie a diverse opzioni di gestione disponibili, come la funzione di clonazione USB, questi schermi rappresentano una soluzione di digital signage davvero affidabile ed efficace.

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Coop Alleanza 3.0 sceglie Ivanti

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ata dalla fusione tra Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest e Coop Estense, avvenuta nel 2016, la nuova realtà Coop Alleanza 3.0 mira a standardizzare strutture e processi, ma anche a individuare modelli e strumenti di gestione migliori. Coop Adriatica e Coop Consumatori Nordest utilizzavano già da tempo le soluzioni Ivanti (precedentemente LANDESK) e hanno riportato la propria esperienza positiva. Ciò ha contribuito alla scelta di Coop Alleanza di avvalersi di Ivanti come fornitore per le soluzioni di IT management. L’azienda ha adottato per i suoi 7.000 sistemi le soluzioni Ivanti Management Suite e Patch Manager. Essendo in grado di integrarsi con numerose soluzioni IT esistenti, la Management Suite permette oggi a Coop Alleanza di gestire tutti i dispositivi degli utenti da una singola soluzione unificata per la gestione degli endpoint. Ivanti Patch Manager, invece, automatizza la gestione delle patch nell’intera azienda per garantire un’ottimale protezione da minacce esterne e le migliori prestazioni del software, rispondendo a tutti i requisiti di sistema.



r&f International MEYER BERGMAN LANCIA LA PROMENADE DI OSLO Il real estate investment manager Meyer Bergman ha lanciato la Oslo Promenaden Fashion District nel cuore della capitale norvegese. Lavorando in stretta sinergia con i landlord l’area è diventata la più esclusiva della città, con 800 luxury brand, ristoranti e caffè dislocati in sette iconiche vie di Oslo, dove sorgono anche Steen & Strom Department Store e la Edger Shopping Gallery. Hermès, Louis Vuitton Burberry, Gucci, sono solo alcuni dei brand del lusso presenti nella promenade, accanto ad altri marchi più recenti come Acne Studios, Isabel Marant, Ganni e Filippa K. Meyer Bergman nel 2015 ha acquistato 12 asset nel centro della capitale. Il distretto si va ad aggiungere ad altre proprietà a Londra, Berlino, Milano e Dublino. Oslo rappresenta un importante investimento in quanto è il mercato retail più performante del Paese. C’è una forte affluenza di turisti altospendenti, con i cinesi a guidare la domanda di luxury brand.

IN UN DECENNIO, RETAIL E LARGO CONSUMO A QUOTA 2.950 MLD $ Nel prossimo decennio retailer e produttori di beni di largo consumo potrebbero generare un valore pari a 2.950 miliardi di dollari, a beneficio del mercato e dei consumatori, accelerando la propria trasformazione digitale. Questo valore, emerso con il nuovo report ‘Painting the Digital Future of Retail and Consumer Goods Companies’ di Accenture Strategy, è stato calcolato basandosi su due fattori: da un lato l’impatto delle tecnologie sul business, inteso come un maggior profitto generato sia dai nuovi modelli digitali sia dall’evoluzione in chiave tecnologica di modelli tradizionali; dall’altro il risparmio di costi e tempi uniti all’aumento della produttività di cui possono beneficiare i consumatori attraverso il digitale. Gli investimenti in nuovi modelli di business digitali consentiranno ai consumatori di scegliere tra diverse modalità di acquisto e alle aziende di offrire esperienze a valore e personalizzate. Il report è una fotografia del futuro digitale di retailer e aziende produttrici di beni di largo consumo, basato su analisi realizzate per il World Economic Forum.

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duty free world

by Kevin Rozario - London

Chinese downsides in Asia offer upsides in Europe Il calo cinese in Asia offre vantaggi all’Europa

Entrenched political hostility between China and South Korea over the deployment of a US defence weapons system on Korean soil has resulted in a -35% drop in Chinese visitors in the five months to May 2017 – and there is worse to come. But on the plus side, travel retailers in Europe – and Italy in particular – are set to gain handsomely. This is according to a new report from the Business 1ntelligence Service (B1S) unit of travel and travel retail research agency m1nd-set. Pablo Saez Gil, Head of B1S, comments: “As well the obvious losses the South Korean market is experiencing, other regions and markets will also see a fall in inbound travellers from China.” Within the region, m1nd-set’s data show Central Asia will see a -29% decline in visitor numbers from China in the next 12 months, even more than North East Asia’s -24.6% decline, while South East Asia will see some growth at +5.5%. South Korea is expected to see visitor numbers halved in the next 12 months while Japan, Singapore and Taiwan will also see double-digit declines of -18%, -24% and -25% respectively. In Europe, however, things are looking up. Italy is expected to benefit the most among Western European markets as the high-spending Chinese switch allegiances. The Mediterranean country should see a +13.7% increase well ahead of other favourite Chinese destinations like France (+0.4%) and the UK (-1.4%). These latter markets are thought to be affected by lingering personal security concerns in Asia tied to multiple globally-publicised terrorist attacks in both countries. However Germany, which has also had terrorist incidents, is expected to see Chinese arrivals rise by +6%. The biggest gainer in Europe, however, will be Russia where Chinese visitor gains over the next 12 months should be over +35%. Russia, in fact, was the biggest European market for Chinese arrivals with 0.9m arrivals in the past 12 months.

L’ostilità politica tra la Cina e la Corea del Sud sul posizionamento di un sistema di armi di difesa statunitense sul suolo coreano ha comportato un calo del 35% dei visitatori cinesi nei primi cinque mesi dell’anno, a maggio 2017, e il peggio deve venire. Ma il lato positivo è che i tour operator in Europa - e in particolare l’Italia - stanno avendo guadagni da sogno. Questo è quanto emerge da un nuovo rapporto dell’unità di Business 1ntelligence Service (B1S) dell’agenzia di ricerca di travel e travel retail, m1nd-set. Pablo Saez Gil, capo della B1S, ha commentato: “Così come il mercato sudcoreano sta sperimentando perdite evidenti, anche altre regioni e mercati assisteranno a un calo dei viaggiatori in arrivo dalla Cina”. All’interno della regione, i dati del m1nd-set mostrano che l’Asia centrale registrerà un -29% di visitatori dalla Cina nei prossimi 12 mesi, ancor più di quello del Nord Est asiatico -24,6%, mentre l’Asia sudorientale assisterà a una crescita del 5,5 per cento. La Corea del Sud prevede che i visitatori dimezzeranno nei prossimi 12 mesi, mentre Giappone, Singapore e Taiwan vedranno un calo a due cifre rispettivamente del 18%, 24% e 25 per cento. In Europa, però, le cose stanno migliorando. L’Italia dovrebbe trarre i vantaggi maggiori tra i mercati dell’Europa occidentale con l’arrivo dei cinesi altospendenti. Il Belpaese dovrebbe registrare un +13%, molto di più rispetto ad altre destinazioni apprezzate dai cinesi come la Francia (+ 0,4%) e il Regno Unito (-1,4%). Questi ultimi mercati in Asia sono considerati affetti da persistenti problemi di sicurezza legati a diversi attacchi terroristici avvenuti in entrambi i paesi. Tuttavia la Germania, che ha avuto anche attacchi terroristici, prevede una crescita di turisti cinesi del 6 per cento. A trarre il maggior vantaggio in Europa, però, sarà la Russia dove i visitatori cinesi previsti nei prossimi 12 mesi dovrebbero superare il 35 per cento. La Russia, infatti, è stato il più grande mercato europeo con l’arrivo di 900mila cinesi nell’ultimo anno.


London callin’ Urban Revivo

NEINVER: PARTNERSHIP CON GRUNDBESITZ PER FASHION OUTLET MONTABAUR La società spagnola specializzata negli investimenti immobiliari, nello sviluppo e nella gestione di immobili e outlet ha annunciato di aver stipulato una partnership a lungo termine con Fashion Outlet Grundbesitz GmbH & Co KG, società di investimento proprietaria di Fashion Outlet Montabaur in Germania. A partire dal 1 agosto 2017 Neinver è diventata unico gestore, responsabile della commercializzazione e del marketing del centro. Inaugurato a luglio 2015, Fashion Outlet Montabaur ha una GLA di 13.900 mq e ospita 55 negozi con oltre 70 brand, come Desigual, Diesel, Levi’s, Marc O’Polo, Nike, Samsonite, Fossil e Tommy Hilfiger. Attualmente il centro ha un tasso di occupazione pari al 98% ed è dotato di un parcheggio con circa 1.500 posti auto. L’outlet si trova nella parte meridionale del Westernwald in Renania-Palatinato, fra le regioni di Reno-Meno e Reno-Ruhr, un’area con un bacino di utenza di 17,5 milioni di persone in un raggio di 90 minuti. Il centro, costruito come un moderno loggiato, è situato vicino all’autostrada A3, su cui viaggiano più di 33 milioni di auto all’anno. Una vicina stazione ferroviaria collega il centro all’aeroporto internazionale di Francoforte, dove transitano oltre 50 milioni di passeggeri all’anno. Neinver sta lavorando molto sul fronte outlet. Due nuovi centri, infatti, stanno per entrare a far parte del network The Style Outlets: C uno a Praga (20.000 mq di GLA), grazie a M una partnership con The Prague Outlet, e uno ad Amsterdam (19.000 mq di GLA), Y attraverso lo sviluppo di un nuovo proCM getto. È stato inoltre siglato un accordo con Carrefour Polska per la gestione del MY centro Metropolitan Outlet nella città di Bydgoszcz, nel nord della Polonia. I quatCY tro nuovi progetti raggiungono un totale CMY di 67.000 mq di GLA.

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iamo abituati a sentire di importanti brand del fashion e del fast fashion occidentali far produrre le proprie linee in Cina per rivenderle nel resto del mondo. Nel 2018 potremmo assistere a un’inversione parziale di tendenza. Pare, infatti, che l’insegna cinese Urban Revivo approderà a Londra, nello shopping center Westfield London, a marzo 2018, completando il primo opening fuori dal continente asiatico. L’espansione retail di Urban Revivo oltre i confini cinesi (dove le vetrine attive sono circa 160) è del resto un capitolo recente, avviato nel gennaio scorso con la prima apertura internazionale a Singapore. All’interno di Westfield, la catena low price avrà un punto vendita di oltre 2mila metri quadrati, dove saranno disponibili collezioni donna, uomo, bambino e accessori. L’apertura nella capitale inglese darà il via all’espansione globale, che nei prossimi anni farà tappa negli Stati Uniti, in Francia, Giappone e nel Middle East. Urban Revivo aprirà tra i 60 e i 100 negozi all’anno, pronto a Pagina VLM vert. B 156x178 +4 20-10-15.pdf 1 20/10/15 15:54 toccare quota 400 vetrine nel 2020.

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r&f International OFFERTA DI MICHAEL KORS PER JIMMY CHOO

La ristorazione intercetta i nuovi gusti del consumatore

I Michael Kors, il gruppo di moda quotato al New York stocks exchange, ha annunciato un’offerta di acquisto su Jimmy Choo, il re delle scarpe femminili quotato a Londra. Complessivamente l’operazione è stimata 1,35 miliardi di dollari. John Idol, presidente e ceo di Michael Kors, ha sottolineato come Pierre Denis continuerà nel suo ruolo di Ceo di Jimmy Choo, che occupa dal 2012. In questi cinque anni il giro d’affari di Jimmy Choo è cresciuto mediamente dell’11% l’anno. Anche Sandra Choi, direttore creativo della maison dal 2013, continuerà il proprio rapporto di collaborazione con la casa di moda. Secondo le previsioni, l’entrata di Jimmy Choo nel gruppo americano fondato da Michael Kors dovrebbe favorire la crescita del fatturato del marchio calzaturiero nell’ordine di un miliardo di dollari, dando al gruppo un maggior equilibrio nell’offerta dei propri prodotti.

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l cambiamento delle abitudini di consumo alimenta la crescita del mercato globale della ristorazione: a sostenerlo un recente studio di Cushman & Wakefield. In particolare la nuova ricerca realizzata dalla società di servizi immobiliari ha individuato tre trend: il food & beverage guadagna spazio nei centri commerciali; l’offerta di una ristorazione di alta qualità rappresenta ormai un fattore critico di successo per le strutture commerciali; la robusta crescita del mercato food & beverage a livello globale è trainata dalle regioni dell’Asia-Pacifico, e dall’Africa e Medio Oriente. Stando alle previsioni, la spesa dei consumi fuori casa continuerà a crescere nel prossimo decennio, di pari passo alla propensione dei consumatori ad arricchire la propria esperienza d’acquisto con momenti di socialità e di svago. E per tutte e quattro le macro-regioni esaminate nel report si prevede un incremento dei consumi away from home, in particolare in Asia Pacifico e Medio Oriente e Africa. Stando ai dati di Oxford Economics (vedi tabella), la spesa al consumo dovrebbe quasi raddoppiare in Medio Oriente e Africa (da 182,5 mld di dollari Usa a 363,5 mld) e più che raddoppiare in Asia Pacifico (da 1.052 mld di dollari Usa a 2.296 mld).

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AVERAGE ANNUAL GROWTH OF COMSUMER SPENDING ON EATING OUT

9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 The Americas

Europe

Asia Pacific

Middle East & Africa



r&f Vetrina Più gusto con Salame e finocchietto, San Carlo

Dibevit mette le Hawaii in bottiglia Dibevit Import è sbarcata nell’Aloha State per portare in Italia quattro birre dal fascino esotico. Le quattro referenze sono figlie del birrificio Kona Brewing che dal 1995 ha aperto i battenti sulla più grande delle isole, quella che dà il nome all’arcipelago stesso, detta anche, per l’appunto, Big Island. La gamma di prodotti offerta è molto vasta e Dibevit Import, al momento, ha selezionato le varietà Longboard Lager, Fire Rock Pale Ale, Big Wave e Hanalei Island Ipa.

Nuove miscele in casa Nespresso Gli esperti del caffè Nespresso hanno ideato due nuove miscele: Leggero On Ice e Intenso On Ice. La prima dalle note aromatiche e fruttate, ideale per gli amanti di un caffè più delicato, la seconda più intensa e tostata, per chi preferisce un gusto più carico e deciso. Intenso On Ice e Leggero On Ice offrono una perfetta occasione di piacere, da godere durante i mesi estivi, anche con il gran caldo.

San Carlo arricchisce la linea Più Gusto con la novità dell’estate: salame e finocchietto selvatico che abbina il gusto classico e deciso del salame alla nota fresca e seducente del finocchietto selvatico, ingredienti che evocano prodotti di tradizione italiana da abbinare a un buon calice di vino fresco. Salame e finocchietto selvatico è risultato l’abbinamento vincente della terza edizione del concorso San Carlo “Crea il tuo Gusto”.

Magnum Pot il gelato da rompere Magnum presenta Magnum Pot, un guscio di delicato cioccolato Magnum che racchiude un cuore di cremoso gelato, per poter assaporare al meglio il gusto del piacere. Un guscio di cioccolato avvolge il classico e vellutato gelato alla vaniglia. Magnum Pot è ‘made to be broken’, infatti solo rompendo il cioccolato è possibile gustare ogni cucchiaiata del cremoso gelato.

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r&f La pulce nell’orecchio

di Simone Filippetti

Italo d’Arabia

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li emiri atterrano con Alitalia e salgono a bordo di Italo. Via dai disastrati aerei; molto meglio investire sui treni: di questi l’Alta Velocità in Italia è molto più redditizia dell’Alta Quota. Ntv, sigla di Nuovo Trasporto Viaggiatori, la compagnia indipendente italiana che viaggia coi treni rossi di Italo, ha un nuovo socio: è Peninsula Capital. Ufficialmente un fondo di investimento con sede a Londra, ma che farebbe capo all’emiro del Qatar. Di Abu Dhabi e di proprietà dell’emiro Zayed è invece Etihad, la compagnia aerea che aveva rilevato il 49% di Alitalia per poi alzare bandiera bianca e lasciarla andare in dissesto. Tra il Qatar e Abu Dhabi c’è un trait-d’union: presidente di Alitalia, fino al recente commissariamento, è stato Luca Cordero di Montezemolo che è anche il patron e uno dei fondatori di Italo. E non è un mistero che il manager salito alla ribalta coi Mondiali di Italia ’90 abbia molti contatti con i paesi del golfo persico e con gli Emirati Arabi Uniti e che sia stato lui a coinvolgere Etihad nel salvataggio Alitalia. Non sarebbe strano dunque se dietro all’ingresso di Peninsula Capital (fondata da un banchiere spagnolo ex Mediobanca e finanziato da QIA, il fondo sovrano del Qatar) ci fosse sempre lo zampino

di Montezemolo. In ogni caso, dal treno veloce nato per fare concorrenza si è sfilata una parte dei soci italiani fondatori: hanno ceduto quote lo stesso Montezemolo (un 1,5% che però sarà reinvestito nel fondo), alcuni soci di minoranza della prima ora come la famiglia bolognese Seragnoli; l’imprenditore Gianni Punzo e il manager Flavio Cattaneo (oggi traslocato a Telecom Italia). L’uscita più clamorosa, come peso specifico, è però quella di Sncf, le ferrovie francesi. Quando entrarono in Italo, tutti lessero dietro la mossa il primo passo di una conquista futura: e in effetti era così, anche perché all’epoca la società era in difficoltà e Sncf di mestiere gestisce trasporto ferroviario, mentre i soci di Italo non avevano alcuna esperienza. Sembrava che la Francia si sarebbe presa anche i treni superveloci italiani, dopo aver comprato i supermercati (Gs), le banche (Bnl e CariParma), l’energia (Edison), l’alimentare (Parmalat e Galbani) e il lusso (Bulgari e Loro Piana). E invece no: hanno venduto il loro restante 1,4% e sono usciti del tutto. Il fondo del Qatar avrebbe pagato 65 milioni di euro sulla base di una valutazione complessiva del capitale di 500 milioni di euro (1,1-1,2 miliardi il valore di Italo, includendo anche il debito). La verità è che il nuovo Italo d’Arabia coincide con il

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risanamento (traguardo a cui pochi credevano): i treni di NTV sono usciti dal tunnel. L’anno scorso sono stati venduti biglietti per 340 milioni con un margine operativo lordo vicino ai 90 milioni e un utile, il primo della sua storia, di 20 milioni. I passeggeri sono quasi raddoppiati: erano 6,5 milioni del 2014 e sono saliti a 11 l’anno scorso. Merito anche della spending review delle aziende che oggi preferiscono far viaggiare i manager sui treni low cost che con Alitalia. Nel pieno della crisi finanziaria, quando sembrava che tra perdite e i “dispetti” di Trenitalia, Italo avesse imboccato prematuramente il binario morto, la neonata società era ricorsa ai contratti di solidarietà per i suoi 1.000 dipendenti. Ora si apre una nuova fase: in pista ci sono 150 assunzioni e gli ordini per 12 nuovi Pendolini ad Alstom che si aggiungeranno alla flotta esistente. Italo è diventata la Ryanair dei treni (e anche una compagnia di autobus) e

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questo è stato il suo successo. A prezzi bassi, i treni sono sempre pieni: il load factor, che era un problema, ora è altissimo. Rimane quello dei margini. Facendo viaggiare la gente a 19 euro (meno di un taxi), occorre fare tanti volumi per guadagnare soldi. Ma sotto la gestione di Cattaneo, chiamato da Terna proprio per salvare l’azienda a un passo dal default, il business ha cominciato a ingranare. L’Italo d’Arabia è oggi in grado di combattere lo strapotere del Frecciarossa, che gode anche della benevolenza di RFI, il gestore della rete (ossia i binari delle ferrovie) che in teoria dovrebbe essere super partes, ma di fatto è fratellastro di Trenitalia (entrambe son di proprietà delle FS). In ogni caso, Italo ha portato grossi benefici ai consumatori: se oggi si può viaggiare da Roma a Milano in meno di tre ore e al costo di una pizza con gli amici, è merito della concorrenza che ha rotto il monopolio delle Ferrovie.

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