retail&food 10 2018

Page 1

retailfood Anno 13 • Numero 10 • OTTOBRE 2018 • € 5,00 - In caso di mancato

iare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

TRAVEL RETAIL SHOPPING CENTER

Aeroporti Firenze chiede pista Danilo Toninelli 100 giorni da ministro Shopping Mall Maximo

Chiusure domenicali Resca: rischio caos Flagship Starbucks




IL MIGLIOR PARTNER PER SVILUPPARE FORMAT DI SUCCESSO. LEADER IN ITALIA NEL MERCATO AEROPORTUALE

www.areas.com www.mychef.it


N. 10 ottobre 2018

Editoriale

C

gni tanto cambiare fa bene, ci auguriamo sia

ambiare ogni tanto fa bene, ci auguriamo sia anche il nostro caso. Niente di radicale, una rinfrescata salutare. Da questo numero retail&food presenta i propri contenuti con una nuova immagine. Un restyling grafico necessario, dopo diversi anni. La linea editoriale, quella no, non cambia. Un’informazione fresca e ragionata sulle piazze del retail moderno: centri commerciali, aeroporti, stazioni, outlet. Con attenzione ai landlord come ai brand. Ma anche alla filiera di fornitori e consulenti, quelli validi. E qualche sana incursione fuori dal recinto, nei centri urbani. In Italia ma anche all’estero, non appena possibile, con i nostri giornalisti in viaggio. Oltre a tanti numeri, attendibili e presentati quanto più chiaramente possibile. E poi le donne e gli uomini che fanno il retail, intervistati sui progetti più attuali, affiancati da numerose rubriche curate da esperti, indipendenti e intelligenti. Perché c’è tanto bisogno di intelligenza. Nell’anno in cui chi sale al governo progetta politiche integraliste: chiusure domenicali, giustificate da un ritorno a stili di vita più “giusti”. Una situazione che imporrebbe alle associazioni del settore di ragionare e parlare con una voce sola, forte ed efficace. Perché il nostro settore rappresenta migliaia di aziende, centinaia di migliaia di posti di lavoro, miliardi di fatturato, punti di Pil. Va ascoltato, non maltrattato. Andrea Aiello

andrea.aiello@retailfood.it

ottobre 2018 | retail food

3


retailfood

Direttore responsabile Andrea Aiello Coordinamento editoriale Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it In redazione Nicola Grolla - nicola.grolla@retailfood.it

Anno 13 • Numero 10 • OTTOBRE 2018 • € 5,00 - In caso di mancato iare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

TRAVEL RETAIL SHOPPING CENTER

Anno 13 · numero 10 · ottobre 2018

Aeroporti Firenze chiede pista Danilo Toninelli 100 giorni da ministro Shopping Mall Maximo

Chiusure domenicali Resca: rischio caos Flagship Starbucks

Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Alessandro Barzaghi, Fabio Bernardini, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, David Montorsi, Roberta Motta, Lucio Orsini, Marco Passoni, James Ross, Vincenzo Russo Grafica Mariella Salvi Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Pubblicità dircom@edifis.it Traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it

INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&FOOD retail&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre r&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 9.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 181.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communites di riferimento.

Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 - Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it

Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. - Viale Coni Zugna, 71 - 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. retail&food è media partner ufficiale di:

www.travelretail.it

ABBONATI ORA A RETAIL&FOOD on line con 1 anno, 10 numeri, 50 euro

www.retailfood.it facebook.com/retailfood

retail&food una rivista edita da: Edifis spa Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 02 3451230 - Fax +39 02 3451231 www.edifis.it

ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE

Contro-liberalizzazio I rischi delle chiusur


SOMMARIO 3 Editoriale

N. 10 ottobre 2018

44

BRAND ANALYSIS Moreschi punta sul Middle East

6 News 19 News opening flagship 20 News opening

EXPORT & ECOMMERCE helloITA: hub del Made in Italy su Alibaba

26 PAROLA DI...

49 DOSSIER SHOPPING MALL

30

54 LE MAPPE DEL RETAIL

70 News Tech&Arredo

DANILO TONINELLI Trasporti e infrastrutture, il futuro è in project review

30 TRAVEL RETAIL

CASE HISTORY Boggi Milano, lo stile dei gentleman che viaggiano

32 APP DIGITAL JOURNEY L’aeroporto in formato tascabile

35 DOSSIER AEROPORTI Firenze, l’attesa operosa del Vespucci

40 WORLD TRAVEL RETAIL 42 STAR TREK

46

PRIMA PIETRA Retail al Maximo

Le sette sorelle dell’elettronica di consumo

57

CONTRO-LIBERALIZZAZIONI Chiusure domenicali? L’allarme di Confimprese

49

72 News International 76 Vetrina 78 La foto

80 CONTRARIAN L’arrivo di Starbucks & Co.: rassicurante o spaventoso?

Destinazione Dispensa Emilia

26

60

SCIENZE & RETAIL Ciò che è mio è mio, e ciò che è tuo è mio: l’effetto dote

63

SPECIALE TECNOLOGIE PER IL RETAIL Nell’era dell’industria 4.0

68 NEONATA Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

RUBRICHE

6 STOCK OPTION 8 NEW MARKETS OUTLOOK

12 LA RUBRICA LEGALE 72 DUTY FREE WORLD

L’Autostop del viandante 4.0 ottobre 2018 | retail food

5


News

PERCASSI-PENINSULA, ACCORDO PER LO SVILUPPO WORLDWIDE DI KIKO

L

a famiglia Percassi, attiva nello sviluppo e gestione di reti commerciali nei settori cosmesi, fashion, food e sportivo, ha sottoscritto un accordo vincolante con l’investitore internazionale di private equity, Peninsula. L’operazione prevede l’ingresso di Peninsula nel capitale di KIKO S.p.A. Peninsula deterrà, all’esito dell’operazione che è subordinata all’autorizzazione antitrust in Spagna, una partecipazione del 33% nel capitale di KIKO e sarà rappresentata negli organi sociali dell’azienda. Nel complesso, il valore dell’operazione ammonta a circa 80 milioni di euro. L’investimento sarà funzionale alla realizzazione degli obiettivi di crescita di KIKO delineati nel piano industriale 2018-2020, con un particolare focus sugli investimenti destinati all’innovazione tecnologica. Per questo, le principali linee guida del piano strategico comprendono: una ridefinizione della presenza geografica di KIKO in Medio Oriente, Asia e India; la modernizzazione dei sistemi IT e della supply chain; rafforzamento dell’e-commerce, con l’obiettivo di raddoppiare la percentuale del fatturato ricavato da questo canale di vendita, dall’attuale 3,5% al 7% entro il 2020.

LUCA CAPPUCCITTI NEL COMITATO DIRETTIVO DI MAPIC

Con il ruolo di consulente per lo sviluppo della strategia espositiva, Luca Cappuccitti entra a far parte del comitato direttivo di Mapic, la fiera di Cannes che attira oltre 2.100 retailer, 2.500 property developer, 1.000 investitori e 10.000 partecipanti provenienti da 80 Paesi. Nominato da Reed MIDEM, Cappuccitti è un importante influencer del settore nonché membro di Design International, studio che da oltre 50 anni è leader nella progettazione dei più innovativi concept della retail architecture. «Il coinvolgimento di Luca è una naturale evoluzione in quanto è da anni ambassador di Mapic, quindi ci è sembrato logico inserirlo all’interno del comitato – ha dichiarato Nathalie Depetro, Mapic director – Luca è sempre stato una figura determinante nel promuovere il networking C-level grazie alla sua comprovata expertise nel retail e alla sua straordinaria personalità».

6

retail food | ottobre 2018

Stock option |

BUY

NEUTRAL

SELL

VERSACE Dopo l’interessamento delle maison francesi, spuntano i nomi di Micheal Kors, Coach-Tapestry e Tiffany come acquirenti del marchio italiano. Un’operazione dal valore di 2 miliardi di dollari. Attualmente, Versace è controllata da Givi, holding la cui maggioranza appartiene ad Allegra Versace Beck (50%).

TIM Continuano i rumors sul possibile addio dell’ad Amos Genish che, tuttavia, ha incassato la fiducia dell’azionista Vivendi (che possiede il 24% delle quote) alla vigilia dell’ultimo Cda dedicato a possibili cessioni e acquisizioni (tra cui quella della brasiliana Nextel, quinto operatore mobile del paese carioca). Da convincere i consiglieri in quota Elliott.

QUI! GROUP Nuova tegola per l’azienda dei buoni pasto: un gruppo di creditori ha chiesto il fallimento per Qui! Service, partecipata di Qui! Group con compiti amministrativi. A rischio 80 posti di lavoro che andrebbero a sommarsi ai 161 licenziamenti previsti fra gli oltre 600 dipendenti della sede di Genova. Sull’azienda pesano debiti per 325 milioni di euro.

DEA CAPITAL La società di investimento immobiliare sbarca Oltralpe con DeA Capital Real Estate France. Si tratta del primo passo per la creazione di una piattaforma pan-europea di real estate attraverso la cooperazione con società partecipate del gruppo.

ZALANDO Due profit warning nel giro di due mesi e un tracollo in borsa del 20% per il marketplace di moda tedesco che ha ritoccato al ribasso il proprio Ebitda 2018 a 150-180 milioni di euro. Alla base delle performance negative, le condizioni climatiche fuori stagione che avrebbero spinto gli utenti a rimandare gli acquisti di capi invernali.

FARFETCH Grande successo per lo sbarco in Borsa della piattaforma online di abbigliamento firmato che raccoglie 885 milioni di dollari (con un rialzo del 42% nel primo giorno di contrattazione) per una valutazione di mercato pari a 5,8 miliardi. Fondata nel 2007, Farfetch ospita 190mila marchi di lusso. UBER-DELIVEROO Trattativa serrata nel mondo del delivery: Uber pronta ad acquistare, per circa 2 miliardi di dollari, la concorrente Deliveroo. L’acquisizione avrebbe un duplice scopo: diversificare gli investimenti e potenziare il ramo food dell’azienda americana che fa registrare un tasso di crescita annuo del 200 per cento.

LEGO Secondo RepTrack 2018, il brand danese dei mattoncini è il migliore in termini di reputazione nei cinque paesi più industrializzati d’Europa (Italia, Germania, Francia, Spagna e Regno Unito). Un successo che sostiene il rilancio dell’azienda previsto per il 2019, dopo un 2017 chiuso a 4,7 milioni di euro di fatturato.

USA-CINA Il 24 settembre, gli Usa hanno fatto scattare la seconda tranche di dazi doganali sulle merci in arrivo dalla Cina. Un’operazione dal un valore di 200 miliardi di dollari che si aggiunge a quella varata in estate e pari a 50 miliardi di dollari di merci tassate.


Via Cimon dei Furlani,1 Aviano - PN -Italy T +39 0434 676511 info@tecnoarredamenti.com tecnoarredamenti.com


News RAFFAELLA PINTO NELLA DIVISIONE SVILUPPO DI CUSHMAN&WAKEFIELD

Forte di una lunga esperienza maturata in CBRE con il ruolo di head of research, Raffaella Pinto è stata nominata responsabile per il business development di Cushman&Wakefield, società globale specializzata in servizi immobiliari. Nel suo ruolo ha come obiettivo il consolidamento della gestione delle relazioni strategiche con i clienti e risponderà direttamente a Joachim Sandberg, amministratore delegato Italia e responsabile Sud Europa. In un mercato immobiliare profondamente mutato e sottoposto a forti stimoli e cambiamenti, in cui gli schemi tradizionali sono scomparsi e i trend sono meno prevedibili del passato, Raffaella Pinto avrà la responsabilità di facilitare l’accessibilità delle risorse e delle competenze di Cushman&Wakefield agli operatori di mercato mettendole a loro disposizione per poter sviluppare e implementare al meglio le proprie strategie immobiliari. «Il mercato immobiliare è entrato in un nuovo ciclo: innovazione tecnologica e trend demografici stanno cambiando in modo epocale i modi in cui viviamo, lavoriamo, acquistiamo e trascorriamo il tempo libero, e questo avrà un impatto permanente sul modo di “vivere” gli immobili e, quindi, sul nostro modo di operare – ha dichiarato Joachim Sandberg – Oggi i confini tra asset class sono sempre più variabili e sfumati, così come quelli delle geografie. Ecco perché abbiamo bisogno di un approccio integrato al business, che abbia al centro il cliente». 8

retail food | ottobre 2018

New Markets Outlook |

a cura di Luca Esposito

| esposito_mail@yahoo.it

Singapore più di Hong Kong

N

egli ultimi 20 anni, Hong Kong e Singapore hanno entrambi dimostrato importanti punti di forza sotto il profilo economico ma con un divario nei loro rispettivi tassi di crescita. Da quando è divenuta Regione Amministrativa Speciale (SAR) nel 1997, Hong Kong ha sostenuto un tasso di crescita del PIL reale pari al 3,3% annuo, quasi il doppio di quello delle altre economie avanzate a livello mondiale. Ma Singapore, senza lo stimolo della crescita della Cina Mailand, con un 5,1% ha fatto ancora meglio (Fig.1). Per spiegare questa rilevante performance bisogna analizzare sia i dati demografici ma anche l’attenzione prestata dal Governo locale all’economia reale. Innanzitutto, la popolazione di Singapore è aumentata considerabilmente negli ultimi anni (oggi 5,6 milioni mentre nel 1997 era di 3,7). Il Governo centrale, infatti, si è reso disponibile ad aumentare il numero di non residenti, in gran parte lavoratori con un diritto temporaneo di residenza (nel 2016 il tasso di partecipazione della forza lavoro di Singapore era di oltre il 65%). Questa politica ha aumentato notevolmente la produttività del paese e ciò si evidenzia anche dall’analisi del tasso di crescita del PIL pro capite di quasi il 3% (contro il 2,6% di Hong Kong). Inoltre, la Repubblica di Singapore è un paese dove fare business è molto semplice, grazie all’assenza di ostacoli burocratici, e dove i supporti governativi sono ampi e disponibili in ogni settore (si è posizionato al secondo posto su 190 paesi nell’ultimo report della Banca Mondiale Doing business 2017).

Altri importanti aspetti che hanno condizionato l’alta produttività del Paese sono la sua apertura verso l’esterno e l’orientamento al commercio con gli altri paesi (sono stati siglati più di 20 accordi di libero scambio bilaterali o regionali con 31 paesi). Attitudine questa che si trova riflessa anche negli ultimi dati circa la crescita del mercato Tax Free sull’Isola. Nel 2018, si sta registrando un aumento del 5% delle vendite retail rispetto all’anno precedente (dati Global Blue). I Globe Shopper cinesi sono la prima nazionalità con il 41% delle vendite totali retail e, anche in questo senso, il Governo si è mostrato attivo attraverso un suo organo, il Singapore Tourism Board (STB), che ha moltiplicato negli ultimi anni le partnership con le società cinesi internazionali, come Alipay, e con le aziende leader nel settore dei social media, tra cui WeChat, ai quali si è recentemente aggiunto l’accordo con Ctrip, la principale agenzia di viaggi online cinese. I Globe Shopper indonesiani si confermano come secondo mercato negli acquisti tax free a Singapore, nonostante l’indebolimento della rupia abbia ridimensionato la loro spesa. Questa flessione è stata però compensata dalle performance positive di altre nazionalità: primi su tutti i malesi con un incremento delle transazioni del 10%. Infine, gli organi governativi, dovendo fronteggiare la concorrenza di mete vicine per lo shopping del lusso come Jakarta e Bangkok, sono anche intervenuti direttamente con cospicui investimenti volti all’adozione di innovative tecnologie digitali (eTRSElectronic Tourist Refund Scheme).

Fig.1: Singapore - dati di confronto sui tassi di crescita del PIL reale.


Gustati il tempo con la nuova Peroni Gran Riserva Bianca La nuova Weiss dal gusto aromatico e fresco, prodotta secondo un processo produttivo tradizionale ad alta fermentazione. Prova anche Peroni Gran Riserva Doppio Malto, Rossa e Puro Malto.


News

NEINVER, 9 MILIONI PER IL RINNOVO DI VICOLUNGO THE STYLE OUTLETS

L

avori già iniziati e completamento degli interventi previsto per la primavera del 2019. Sono queste le tempistiche che si è data Neinver – società europea che si occupa di investimento, sviluppo e gestione di asset immobiliari con specializzazione nel settore degli outlet – per il rinnovamento di Vicolungo The Style Outlets. I lavori di refurbishment, che prevedono un investimento da oltre 9 milioni di euro, hanno preso il via ad agosto su un progetto che porta la firma dello studio di architettura Chapman Taylor. L’intervento interesserà, in particolare, la piazza del centro, le pensiline e l’arredo urbano realizzando la strategia di Neinver che punta a fornire il migliore ambiente e i migliori servizi ai clienti del Vicolungo The Style Outlets. Tutti elementi che fanno la differenza in termini di customer experience. «Vicolungo The Style Outlets è da sempre un punto di riferimento per i nostri clienti e per noi un asset importante fin dalla sua apertura, quasi 15 anni fa. Deve il proprio successo12:36 all’offerta Pubblicità_def2.qxp_Layout 1 17/05/18 Pagina 2 di qualità che da sempre ha riservato ai pro-

pri clienti. E questo refurbishment migliorerà ancora di più il centro e avrà un impatto positivo sull’esperienza di shopping dei nostri clienti», ha commentato Eduardo Cabellos, country manager di Neinver in Italia. Dall’apertura a luglio 2004, il village è stato ampliato due volte e, oggi, Vicolungo The Style Outlets è meta dello shopping di circa 4 milioni di visitatori all’anno.

CIRFOOD, PRIMO PASSO IN EUROPA

po, con l’obiettivo di affermarsi all’estero come leader della ristorazione organizzata. «L’apertura di Viavai in Olanda rappresenta il primo tassello della nostra strategia di internazionalizzazione – dichiara Nanni Manconi, direttore estero di CIRFOOD – Vogliamo consolidare il nostro ruolo di ambasciatori della cultura italiana del cibo all’estero, nel rispetto delle tradizioni gastronomiche locali, per fornire un’offerta di cibo sana, gustosa e accessibile a un numero sempre maggiore di clienti». «Abbiamo deciso di sviluppare Viavai all’estero perché si tratta di un format dinamico e versatile – aggiunge Emilio Fiorani, retail food service executive director di CIRFOOD –, con un’idea di ristorazione che celebra i sapori e la fragranza dei prodotti della tradizione italiana, ampiamente riconosciuti e particolarmente apprezzati in un Paese come l’Olanda».

S

barca in Olanda, ad Amsterdam, il primo ristorante italiano a marchio Viavai. Il locale, che si estende su 310 mq con una capienza di 120 posti a sedere, è anche il primo Viavai aperto da CIRFOOD all’estero con l’obiettivo di inaugurarne altri nel 2019. Questa operazione si inserisce nella strategia di diversificazione e sviluppo commerciale in ambito internazionale avviata dal Grup-

Prodotti alimentari di qualità cotti sottovuoto a bassa temperatura destinati alla ristorazione commerciale

8 Prodotti

freschi e senza conservanti

8 Shelf

life media: 50 giorni 8300+ ricette 8 Ricerca

e sviluppo personalizzate

• CARNI • SUGHI • • SALSE PER PANINI • • PIATTI ETNICI •

S.p.A. • Via della Pista, 24 • 27010 Giussago • Pavia • Italy • Tel. +39.0382.933102 • www.sovite.it • info@sovitespa.com

10

retail food | ottobre 2018


IGD: 200 MILIONI DI FINANZIAMENTO DA BNP PARIBAS

A

inizio settembre IGD ha reso nota la sottoscrizione con BNP Paribas Italian Branch, che ha agito in qualità di mandated lead arranger, underwriter, global coordinator e bookrunner, di una “Commitment and Underwriting Letter”, con la quale BNP si impegna a concedere al player italiano attivo nel settore immobiliare retail un finanziamento senior unsecured di 200 milioni di euro, con scadenza a tre anni e opzione di estensione sino a cinque anni in capo alla società. L’operazione è volta a rimborsare il bond di gennaio 2019, attualmente in essere per 124,9 milioni, e a estinguere talune linee di credito a breve termine, oltre che a sostenere le generali esigenze finanziarie di cassa. «Siamo molto soddisfatti dell’offerta ricevuta da una primaria banca internazionale quale BNP Paribas che conferma l’apprezzamento dei mercati dei capitali nei confronti della Società – dichiara Claudio Albertini, amministratore delegato – IGD

si finanzierà a un costo inferiore all’attuale costo medio del debito, riducendolo ulteriormente e, con questa operazione, coprirà le esigenze dei prossimi anni, non avendo significative scadenze finanziarie fino al 2021. Inoltre l’attività di copertura del finanziamento consentirà ad IGD il raggiungimento di un rapporto di copertura da rischio tasso pari a circa il 90% tenendo quindi il Gruppo sostanzialmente al riparo da eventuali andamenti al rialzo dei tassi di interesse». Il finanziamento, di cui è previsto l’utilizzo in due tranche (la “Tranche 1” di 125 milioni e la “Tranche 2” di 75) sarà concesso da BNP Paribas e da eventuali ulteriori finanziatori coinvolti a seguito della relativa attività di sindacazione.

NIELSEN: E-COMMERCE IN CRESCITA

L

e vendite globali online di prodotti di largo consumo stanno crescendo quattro volte più velocemente delle vendite offline. Il dato emerge dal nuovo report mon-

diale Nielsen “Future opportunities in FMCG e-commerce”. In particolare, in Europa, i prossimi anni vedranno una crescita decisiva del canale e-commerce, soprattutto a causa delle mutate dinamiche sociali e del crescente bisogno di convenience. Il report, che esamina gli attuali fattori di crescita dell’e-grocery – l’e-commerce nel largo consumo – in 34 mercati, evidenzia il rapido ritmo con cui il canale si espanderà nei prossimi anni (+18,4% di media annuale) e stima che le vendite globali totali raggiungeranno i 400 miliardi di dollari americani entro il 2022. Guardando agli attuali stili di acquisto sul web, il 26% dei consumatori europei utilizza già piattaforme di e-commerce per la consegna a domicilio dei prodotti di largo consumo. Il Regno Unito è in testa alla classifica delle vendite online (il 6,3% dei prodotti FMCG è venduto sul web), seguito dalla Francia (6,1%), dove la formula click&collect, presente dall’inizio degli anni 2000, ha reso l’ecommerce un successo. La classifica dei top-5 nell’Europa occidentale continua con Svizzera, Italia e Paesi Bassi (rispettivamente 1,8%, 1,7% e 1,5%). I restanti mercati occidentali inclusi nel report sono Belgio, Spagna, Germania e Portogallo.

ottobre 2018 | retail food

11


News BALSAMICO VILLAGE, DOVE L’ACETO INCONTRA LA PIZZA

“La Metamorfosi del gusto” è il titolo sotto il quale al Balsamico Village di Carpi si sono trovati a dibattere, lo scorso 13 settembre, rappresentanti delle istituzioni, della cultura e grandi chef sui mutamenti del gusto globale e sulle scelte necessarie per la tutela delle eccellenze del Made in Italy. Un incontro che, nell’anno dedicato al cibo italiano, è avvenuto in quello che è l’unico parco al mondo all’insegna di un prodotto agroalimentare di origine tutelata. Location perfetta per celebrare un matrimonio impossibile tra i due prodotti nazionali più diffusi nel globo: la pizza napoletana e l’aceto balsamico di Modena Igp. Di fatto, creando una nuova tipologia di pizza in grado di stupire tutti i presenti.

La Rubrica legale |

a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano

Il nuovo CCNL per dipendenti di pubblici esercizi, ristorazione collettiva e commerciale e turismo. Una prima sintesi operativa Avv. Domenica Cotroneo

I

n data 8 febbraio 2018 è stato sottoscritto il nuovo Contratto collettivo nazionale per i dipendenti dei settori Pubblici Esercizi, Ristorazione Collettiva e Commerciale e Turismo (CCNL). Il CCNL ha validità quadriennale, con decorrenza dal 1° gennaio 2018 e scadenza al 31 dicembre 2021. Il CCNL disciplina i rapporti di lavoro subordinato nelle aziende pubblici esercizi, aziende della ristorazione collettiva, ristorazione commerciale e stabilimenti balneari. Illustriamo di seguito alcuni tra gli aspetti più rilevanti.

Aumenti retributivi

Le parti hanno convenuto un aumento retributivo della paga base nazionale mensile a regime per il 4° livello, pari a 100 euro da corrispondersi in 5 rate tra il 1° gennaio 2018 e il 1° dicembre 2021.

Scatti di anzianità

A decorrere dal 1° gennaio 2018, la maturazione dei 6 scatti di anzianità previsti passa da triennale a quadriennale, salvaguardando il solo scatto in maturazione al 31 dicembre 2017 che maturerà, quindi, con la vecchia modalità. L’importo degli scatti di anzianità non sarà computato nella determinazione della Quattordicesima mensilità e, dal 1° gennaio 2018 al 31 ottobre 2021, nella determinazione del TFR.

Aumento trattenuta pasto

VENDING A QUOTA 6MILA

Il settore del vending è arrivato a 6mila attività in Italia, tra sedi di impresa (3.583) e unità locali (2.381), cresciute del 2% in un anno, con Roma al top. L’elaborazione è stata realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese al primo trimestre 2018 e 2017. «Il trend di crescita conferma il dinamismo del settore – commenta Massimo Trapletti, presidente di Confida – Nel 2017 il mercato ha superato la quota di 1,8 miliardi di euro con 5 miliardi di consumazioni, per un aumento dell’1,31% rispetto all’anno precedente. La rete distributiva conta oltre 810mila vending machine installate in tutta Italia, mentre il mercato del cosiddetto ‘porzionato’, ossia il caffè e le bevande calde in capsule e cialde, vale ulteriori 1,7 miliardi». 12

retail food | ottobre 2018

Per i titolari dei pubblici esercizi che somministrano pasti ai propri dipendenti, è previsto un incremento progressivo del valore del vitto di 0,80 euro al 1° gennaio degli anni 2018, 2019, 2020 e 2021. È prevista, inoltre, la facoltà per il dipendente di rinunciare al pasto, purché comunicata entro il mese di dicembre.

Elemento economico di garanzia

È prevista la corresponsione di un importo a titolo di elemento economico di garanzia (assorbibile da ogni trattamento economico individuale o collettivo aggiuntivo rispetto a quanto previsto dal CCNL) con la retribuzione di novembre 2021, qualora entro il 31 ottobre 2020 non sia definito un premio di risultato tramite accordo integrativo sindacale aziendale o territoriale. In alternativa, e previo accordo sindacale aziendale o territoriale, l’azienda potrà destinare 140,00 euro a strumenti di welfare.

Orario, Straordinario e Flessibilità

È previsto un orario di lavoro settimanale pari a 40 ore distribuite su 5 giornate e mezza. Si contempla la possibilità per l’azienda di realizzare diversi regimi di orario, con il superamento dell’orario contrattuale in particolari periodi dell’anno sino al limite di 48 ore settimanali, per un massimo di 20 settimane. Per altrettante settimane, ci sarà una pari riduzione

dell’orario di lavoro, fatte salve le diverse intese tra le parti. Ai lavoratori coinvolti va garantita la retribuzione relativa all’orario settimanale contrattuale, sia nei periodi di superamento che in quelli di corrispondente riduzione dell’orario. Il lavoro straordinario non potrà superare il limite massimo individuale di 260 ore annue.

Lavoro a Tempo Determinato

Il contratto di lavoro a tempo determinato viene disciplinato dalla normativa di legge. La stipula di contratti a tempo determinato in ciascuna azienda è consentita nei seguenti limiti: Da 0 a 4

4

Da 5 a 6

6

Da 10 a 25

7

Da 26 a 35

9

Da 36 a 50

12

Oltre 50

20%

I suddetti limiti non trovano applicazione rispetto alle aziende di stagione, nonché ai contratti a termine conclusi per le ipotesi di cui agli artt. 80, 81, 82, 83 e 84 del CCNL.

Lavoratori Extra

È consentita l’assunzione di personale extra per una durata non superiore a 3 giorni, in occasione di servizi speciali individuati dallo stesso CCNL.

Somministrazione

In ciascuna unità produttiva il numero di lavoratori somministrati a tempo determinato è contenuto entro il 10% dei dipendenti con un minimo di 3 lavoratori.

Apprendistato professionalizzante

L’assunzione di apprendisti è subordinata al mantenimento in servizio di almeno il 50% (e non più il 70%) dei lavoratori, il cui contratto di apprendistato sia venuto a scadere nei 36 mesi precedenti.

NB: Relativamente all’articolo apparso all’interno della Rubrica Legale dello scorso numero (r&f settembre 2018), gli autori tengono a precisare che a fronte delle nuove modifiche, intervenute mentre il suddetto numero era già in stampa, si riservano di pubblicare un aggiornamento in materia sul numero di novembre 2018.



News

I NUOVI PIANI INDUSTRIALI DI AEDES SIIQ S.P.A.

OUTLET: RECORD DI TRANSAZIONI IN EUROPA A QUOTA 1,7 MILIARDI

A

settembre il Cda di Aedes SIIQ S.p.A. ha approvato i piani pluriennali, nonché i dati pro-forma consolidati al 30 giugno 2018 e al 31 dicembre 2017, della società scissa e dalla società beneficiaria. L’8 agosto 2018, infatti, il Cda di Aedes SIIQ aveva approvato il progetto di scissione parziale proporzionale di Aedes SIIQ in favore della beneficiaria – attualmente denominata Sedea SIIQ S.p.A. e interamente posseduta da Aedes SIIQ – che ha esercitato nel dicembre 2017 l’opzione per il regime SIIQ ai sensi della normativa applicabile. La società beneficiaria, oggi Sedea SIIQ S.p.A., che all’esito della scissione assumerà la denominazione di Aedes SIIQ S.p.A., sarà focalizzata sulle attività “core” tipiche del modello SIIQ (gestione di asset a reddito/sviluppo per il reddito). La strategia della SIIQ avrà come obiettivo la creazione e il mantenimento nel medio-lungo periodo di un portafoglio immobiliare a reddito con destinazione commerciale, prevalentemente retail, con un ricorso all’indebitamento in misura sostenibile e tale da generare flussi di cassa coerenti con il modello SIIQ, accedendo al mercato dei capitali

al fine di reperire le risorse necessarie per la sua crescita. La società scissa, che decadrà dal regime SIIQ e assumerà la denominazione di Restart S.p.A., si posizionerà sul mercato con l’obiettivo di acquisire con approccio opportunistico, in concorso con altri partner, asset immobiliari al fine di valorizzarli e rivenderli sul mercato, proponendosi anche come principale fornitore di tutti i relativi servizi immobiliari specialistici.

H1 EUROPA: INVESTIMENTI RETAIL FLAT

N

ell’Eurozona, in base all’analisi condotta da BNP Paribas Real Estate, il commercio al dettaglio chiuderà il 2018 con una crescita dell’1,7% per poi raggiungere il +2,1% nel 2019. Rispetto al 2017 si prevede un incremento più debole quest’anno nei principali mercati: Germania +1,2% (rispetto al +3% del 2017), Francia +2,8% (contro il +3%) e Regno Unito +1,7% (contro il +2,1% di un anno fa). E come negli ultimi anni, la crescita delle vendite al dettaglio nei Paesi CEE si manterrà forte anche nel 2018: Polonia (+6%) e Repubblica Ceca (+5,3%). Sul fronte degli investimenti in immobili retail, il secondo comparto immobiliare più importante (58 miliardi di euro transati) dopo quello degli uffici, i valori sono rimasti stabili negli ultimi 12 mesi. Tra i principali Paesi, nel primo semestre del 2018, la Germania ha registrato un calo (-16%) dovuto a un’offerta di portafogli immobiliari non in linea con le aspettative degli investitori. Volumi in calo anche in UK (-10%), soprattutto nel primo trimestre. I valori sono aumentati invece in Francia (+57%), principalmente grazie alla vendita dell’Apple Store sugli Champs Élysées. In Italia, il volume transato nel primo semestre 2018 si è mantenuto in linea con il risultato dell’H1 2017 (anno record per il Retail) grazie a importanti cessioni di portafogli.

www.belcasrl.it info@belcasrl.it 14

retail food | ottobre 2018

G

li outlet rappresentano una delle più interessanti opportunità di investimento, rapportato al rischio, nel mercato immobiliare. E la popolarità fra gli investitori si prevede continuerà a crescere, sostenuta dall’offerta limitata e da una domanda dei consumatori sempre maggiore. Questa la valutazione di Th Real Estate, argomentata nell’ampio report intitolato THINK Global: Outlets. La ricerca evidenzia come nel 2017, in Europa, si sia registrato il più alto livello

in assoluto di transazioni legate a outlet, per un ammontare di 1,7 miliardi di euro e con volumi tre volte superiori alla media di lungo periodo, pari a 548 milioni di euro. Inoltre, secondo TH Real Estate, gli outlet sono il segmento che rimarrà fra i più redditizi, dal momento che numerosi outlet prime hanno rendimenti che superano anche di 75 punti base quelli di centri commerciali con caratteristiche equivalenti. Soprattutto grazie a un’eccellente resilienza che gli permetti di reggere condizioni di mercato sfavorevoli: durante la recente crisi finanziaria mondiale, ad esempio, le vendite sono calate solamente dello 0,5% rispetto a una media europea del -5,4 per cento.


SOLUZIONI PER IL RETAIL La sicurezza a 360° di Hikvision vi accompagna ovunque: dalla cassa all’area shopping, dagli ingressi ai parcheggi, fino alle zone di carico/scarico. Hikvision ha studiato soluzioni semplici ed affidabili per qualunque esercizio: dal superstore alla micro tabaccheria. Le immagini Hikvision assicurano nitidezza in qualsiasi condizione ambientale: rappresentano dunque un efficace deterrente contro furti, rapine o atti vandalici, oltre a garantire la massima fruibilità in sede legale. Ogni soluzione Hikvision è a portata di computer, smartphone e tablet, per avere tutto sotto controllo sempre e dovunque. Funzioni come il conteggio delle persone o l’individuazione delle zone ad alta densità di clientela (“mappe di calore”) permettono di analizzare gli indici di gradimento per ciascun articolo, ottimizzare l’organizzazione lavori e la turnazione del personale, valutare la migliore esposizione delle merci e la validità di campagne di marketing e promozioni. Hikvision Italy Via Abruzzo 12, Z.I. S. Giacomo 31029 Vittorio Veneto T +39 0438 6902 F +39 0438 690299 info.it@hikvision.com Vittorio Veneto | Roma | Milano | Bologna | Napoli

www.hikvision.com


News FICO SOPRA I 2 MILIONI

Oltre 2 milioni di visitatori dall’apertura alla fine di agosto e fatturato a 36,2 milioni di euro, con i turisti sia da fuori Bologna sia dall’estero in aumento. Questi i numeri totalizzati da FICO Eataly World, che ha visto proprio ad agosto un picco di visitatori: circa 223mila. Durante l’estate, circa due terzi dei fruitori del parco sono arrivati da fuori Bologna e, di questi, quasi il 20% dall’estero. «Stiamo lavorando perché la Fabbrica Italiana Contadina si affermi come un luogo sempre più aperto e adatto ai bambini, e come destinazione turistica per gli italiani ma anche per i visitatori stranieri che stanno crescendo – sottolinea l’amministratore delegato della società di gestione Eatalyworld, Tiziana Primori – Ora puntiamo a migliorare ancora la conoscenza, l’attrattività e l’offerta di FICO, con nuove proposte di accoglienza, tour e corsi in grado di far emergere meglio le fabbriche, le aree all’aperto e gli animali».

16

retail food | ottobre 2018

AEROPORTI, I DATI SEMESTRALI ENAC CONFERMANO LA TOP 10 ITALIANA

R

oma capitale, anche quando si parla di aeroporti. A dirlo sono i dati Enac relativi al traffico commerciale complessivo internazionale e nazionale dei primi sei mesi del 2018. A guidare la classifica è sempre Roma Fiumicino con i suoi 20.057.126 passeggeri totali trasportati. A seguire, gli scali lombardi con Venezia appena fuori dal podio. Una situazione che non modifica la top 10 degli aeroporti italiani, in cui Malpensa si piazza al secondo posto con 11.312.845 passeggeri, seguita da Bergamo che conquista la medaglia di bronzo con un totale di 6.109.147 passeggeri. In generale, la performance del sistema aeroportuale nazionale monitorato da Enac ha fatto segnare un +5,8% in termini di passeggeri (per un totale di oltre 84 milioni di passeggeri in sei mesi). Le altre posizioni sono coperte da un gruppetto di aeroporti che si attestano tutti intorno alla soglia dei 4 milioni di passeggeri. Tra questi, si registra il sorpasso del Marco Polo di Venezia ai danni di Linate (che sconta una diminuzione del 2,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). A seguire, Napoli Capodichino che

continua la sua forte crescita: +24,6% (aumento record fra gli aeroporti italiani). Bologna si conferma un’importante hub per il centro-nord insieme a Pisa (sostanzialmente piatta a +0,7%) e Firenze (che, in attesa della decisione sulla nuova pista, vede un calo del 5,5%). In Sicilia, ottime le performance degli scali di Palermo e Catania che servono rispettivamente la zona ovest ed est dell’isola (con buona pace di Trapani e Comiso a cui restano le briciole: poco più di 400mila passeggeri in due).


www.dufry.com

DISCOVER A WORLD OF SHOPPING Wherever you go, make Dufry your first destination. Find world class brands at the best prices in our worldwide network of 2,200 stores, in 63 countries across six continents.



News Opening Flagship

STARBUCKS SBARCA IN ITALIA CON RESERVE ROASTERY La catena americana di caffetterie apre a Milano il suo primo flagship store tricolore. Format innovativo, tostatura a chilometro zero e partnership con operatori locali: ecco la formula per conquistare il 78° mercato globale

F

inalmente è arrivato. Dopo una lunga attesa, scandita da un susseguirsi di date, annunci e anticipazioni, Starbucks apre il suo primo flaghship store italiano. A Milano, in quello che era il Palazzo delle Poste di Piazza Cordusio, il 6 settembre ha inaugurato il format Reserve Roastery (il terzo al mondo dopo Seattle e Shanghai). Un’apertura storica che segna l’entrata della catena americana di caffetterie, con il marchio della sirena ispirato a Moby Dick, nel suo 78° mercato globale.

IL FORMAT All’interno di 2.300 mq di spazio commerciale, Starbucks Reserve Roastery coniuga innovazione e tradizione. All’ingresso i clienti sono accolti da una vista che abbraccia ogni fase della Roastery experience illuminata dalla luce naturale che filtra dal soffitto in vetro. Al centro dello store campeggia una tostatrice Scolari completamente operativa. Alla destra è situato il bar principale caratterizzato da una copertura in legno sormontata da un’architettura in marmo toscano. Sul mezzanino trovano posto i mixologist dell’Arriviamo Bar che creeranno cocktail speciali dietro a un bancone lungo 10 metri ricavato da un unico blocco di mamo. Sulla sinistra, i clienti potranno assaporare i prodotti Princi, il quale dispone di un forno a legna costruito completamente in loco. All’esterno, infine, sulla terrazza dell’edificio, gli avventori possono assaporare l’intera selezione di prodotti nell’ambientazione della caffetteria all’aperto. Il portico della Roastery è adornato da una straordinaria statua, scolpita a mano in marmo di Carrara dallo scultore Giovanni Balderi, raffigurante una sirena che rappresenta il simbolo di Starbucks. Lo spazio della Roastery viene arricchito da un’esperienza interattiva di realtà aumentata (AR), che incoraggia i clienti all’utilizzo del loro dispositivo mobile per scoprire la storia dell’azienda: dal caffè Starbucks Reserve al processo di torrefazione, passando per l’idea alla base di un business che può contare su oltre 25mila negozi in tutto il mondo.

CAFFÈ DI QUALITÀ, MA NON SOLO

Protagonista dell’offerta gastronomica, il caffè: miscela Arabica proveniente da coltivazioni etiche di 30 paesi. A trasformalo nella bevanda più iconica del brand (e della tradizione italiana) ci penseranno 7 tostatori

professionisti e un team di barman che potranno realizzare fino a 115 bevande diverse. Per i più golosi, ci sarà anche la possibilità di gustare il gelato artigianale (prodotto in loco con azoto liquido) e i dolci del fornaio Rocco Princi. Mentre per i fanatici dell’aperitivo c’è la varietà di cocktail di Arriviamo: dai classici italiani come lo Spritz e il Negroni ai cocktail con caffè freddo che uniscono il gusto all’artigianalità. Presente all’inaugurazione (culminata con una festa per “soli” 1.200 invitati la sera del 6 settembre) anche Horward Schultz, chairman emeritus di Starbucks. Per lui si tratta di un viaggio alle origini dell’idea che ha reso famoso il brand (nato come azienda di import/export di chicchi di caffè): «Durante il mio primo viaggio a Milano, nel 1983, fui affascinato dal senso di comunità che trovai nei bar della città, il contatto umano così genuino tra i baristi e i loro clienti. L’apertura della Roastery milanese è il cerchio della storia di Starbucks che si chiude. Tutto quello che abbiamo vissuto dal primo momento d’ispirazione 35 anni fa, fino ad oggi, facendo parte della vita quotidiana di milioni di persone in tutto il mondo, lo portiamo in Italia con immenso rispetto. Da parte mia, da parte dei 350.000 partner che indossano il nostro “grembiule verde” e da quelli che lo hanno indossato, vorrei esprimere l’orgoglio e l’onore di poter offrire ai nostri clienti italiani un’esperienza che racchiude tutto il meglio di Starbucks». Parole a cui hanno fatto seguito le dichiarazioni di Kevin Johnson, ceo di Starbucks: «Ci siamo presi il tempo necessario per assicurare che il nostro ingresso italiano avvenisse nel modo più attento e rispettoso possibile. L’introduzione della Roastery e del nostro marchio esclusivo Reserve getterà le fondamenta per uno sviluppo a lungo termine della nostra base retail, in collaborazione con il nostro eccezionale partner licenziatario, Percassi Group». N.G. ottobre 2018 | retail food

19


r&

f Opening News IL BAFFO NIKE FONDE SHOPPING FISICO E DIGITALE

S

punta un baffo in Corso Vittorio Emanuele II a Milano. È quello di Nike che, all’angolo con Via Agnello, ha inaugurato il proprio flagship store. L’obiettivo? Diventare il fulcro dello sport per i consumatori, gli atleti e i nuovi trend creator. Aperto dal 15 settembre, lo store Nike è il più grande negozio del brand in Italia e rappresenta il sedicesimo punto vendita che ha aperto i battenti grazie allo sviluppo del Gruppo Percassi. Situato in una delle vie più conosciute dello shopping meneghino, il negozio Nike si sviluppa su tre piani per una Gla totale di 1.342 metri quadri. All’interno, un assortimento di prodotti e servizi innovativi ad alto contenuto digitale. Al piano terra trovano posto le collezione uomo Nike Running e Sportswear. Il primo piano è totalmente dedicato alla moda femminile. Infine, il piano inferiore ospita Nike Football, Young Athletes, Basketball, Jordan e Nike Training. Pensato come hub per presentare tutto il meglio di Nike, il nuovo negozio offre anche servizi esclusivi di shopping. Tra questi, l’ormai diffuso “click&collect” e il corrispettivo “buy online, return in store”. Più esclusivi, il “concierge service” (con spedizione a casa nel giro di un’ora) e il “Nike shopping with” (che accoppia un cliente con un atleta Nike durante lo shopping).

L’HAMBURGER DI FIVE GUYS ARRIVA IN ITALIA

N

on è il solito hamburger. Questa sembra essere la caratteristica principale di Five Guys, catena americana fondata nel 1986 da Jerry Murrel e i suoi quattro figli e specializzata nel piatto più famoso d’America, che a inizio settembre ha aperto il suo primo store in Italia. La scelta è caduta su Milano, in Corso Vittorio Emanule II al civico 37. Una location di 800 mq con 160 posti a sedere (fra interno ed esterno) e 55 addetti che preparano un menù rigorosamente fresco, senza prodotti congelati. Dall’hamburger alle patatine, passando per i milkshake tutto è realizzato al momento dell’ordine, così come avviene negli oltre 1.500 locali sparsi in tutto il mondo. A caratterizzare il format, gestito in franchising, i classici colori bianco e rosso, la cucina a vista e tavoli in legno attorniati da sacchi di patate in juta come decorazione. Una proposta che, nei prossimi 4 anni, sarà sviluppata in altri 60 locali sul territorio nazionale dal master franchisee Gruppo Statuto.

20

retail food | ottobre 2018

ZARA SI RINNOVA E PUNTA SULLA DIGITALIZZAZIONE

N

uove vesti per il flagship Zara in zona Duomo. Inaugurato nel 2012 in quella che è stata la sede del Cinema Astra, lo store di corso Vittoria Emanuele II ha chiuso i battenti per qualche mese nel 2018. Un periodo in cui il format è stato rinnovato e aggiornato alle attuali esigenze del retail. Così, nei suoi 3.500 mq di superficie, i quattro piani di assortimento fast fashion si dividono in un sezione donna (Woman, Basic e TRF) e bambino, alle quali si aggiunge la sezione uomo, rinnovata nel 2017, che aveva già il suo spazio indipendente di 800 mq situato nell’edificio adiacente. La novità, però, è la nuova sezione online: i clienti possono accedere in negozio a una selezione delle ultime proposte del marchio e acquistarle subito dal sito web di zara.com. Inoltre, lo store incorpora un punto automatizzato di raccolta: un distributore intelligente che permette ai clienti di ritirare gli invii quando lo desiderino, dopo aver inserito il codice QR o il PIN che avranno ricevuto per e-mail al momento della conferma dell’ordine. Un servizio che si lega all’annuncio di Pablo Isla, ceo e chairman del Gruppo Inditex: «Vogliamo portare le nostre collezioni a tutti i nostri clienti ovunque siano nel mondo». Così dal 2020, tutti gli articoli dei vari brand saranno venduti online.

BRERA SI TINGE DI RED

A

Brera, nel cuore storico e artistico di Milano, ha aperto RED, il bistrot libreria che unisce l’interesse per la cultura con la passione per il cibo e il piacere dello stare insieme. Il nuovo punto vendita di Gruppo Feltrinelli trova spazio in un’antica casa milanese di inizio ‘900 in Corso Giuseppe Garibaldi e si articola su 350 mq distribuiti su due livelli, con 80 posti a sedere e 11mila titoli disponibili. In termini di layout, ogni elemento è un omaggio a strutture iconiche degli antichi palazzi cittadini. Il piano superiore è realizzato come un unico ballatoio con ringhiera in ferro. Una sala interna, dedicata ai romanzi in lingua straniera, richiama un cortile al di sopra del quale si aprono alcune finestre. Le grandi travi in acciaio che separavano i due piani sono state riportate alla luce e restaurate. Allo stesso modo il soffitto conserva la travatura in legno naturale. Tra le caratteristiche più contemporanee, spicca la cucina a vista, nella sala centrale al piano terra. Gli arredi interni sono firmati da Cargo, di cui è presente anche uno spazio dedicato a una selezione di articoli per la casa. Ideato da Gruppo Feltrinelli e sviluppato con CIRFOOD grazie alla joint venture paritetica FC Retail, RED con questa apertura raggiunge i cinque punti vendita nella città meneghina.


DA TRONY A UNIEURO, ECCO LA RICONVERSIONE

D

opo l’accordo siglato a luglio, Unieuro inaugura sei degli otto punti vendita precedentemente a marchio Trony e di proprietà di DPS Group S.r.l., società di proprietà dell’imprenditore Antonio Piccinno che faceva parte del gruppo Gre (Grossisti riuniti elettrodomestici) e che complessivamente possedeva 43 negozi in Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria e Puglia prima del fallimento. Riaprono così al pubblico gli store di Albignasego, Imperia e Camporosso, Melfi (presso il centro commerciale Arcobaleno), Paderno Dugnano (presso il centro commerciale Brianza) e Taranto. «Le aperture di settembre sono state particolarmente significative – ha affermato Luigi Fusco, chief operations officer – perché, oltre a rafforzare la nostra leadership sul territorio, confermano la volontà di Unieuro di consolidare il mercato selezionando i punti vendita migliori e coerenti con la nostra idea di prossimità e presidio del territorio». Una mission che si adatta perfettamente a quello che è, ad oggi, il maggiore distributore omnicanale di elettronica di consumo ed elettrodomestici in Italia, grazie a una rete capillare di circa 500 negozi su tutto il territorio nazionale diretti (circa 230) ed affiliati (circa 270),MOD.pdf alla piattaforma digitale14:41 unieuro.it e all’e-tailer Monclick. VLM -tra Pagina TRAMEZZINI Senza Glutine 156x178+4mm 1 09/02/18

N-POINT, IL FORMAT AUTOMATICO DI NESPRESSO

C

affè sempre più tecnologico per Nespresso che, in partnership con MediaWorld, lancia il format N-Point. Si tratta di corner automatici dove i clienti possono acquistare le proprie capsule preferite. Una soluzione che integra l’offerta di prodotti Nespresso all’interno di 11 store della catena di elettronica di consumo (in Lombardia, Veneto, Piemonte e Toscana) dove sono già in vendita le classiche macchinette. Il servizio presenta un sistema di acquisto semplice e intuitivo. I clienti possono selezionare sul terminale automatico degli N-Point i caffè che desiderano e pagare subito con carta di credito. Una volta mostrato lo scontrino presso il centro servizi dello store, è possibile ricevere la shopper Nespresso con l’ordine pronto e confezionato. Inoltre, anche per questo nuovo formato retail, Nespresso garantisce la presenza costante del proprio staff che, presso ogni N-Point, sarà a disposizione dei consumatori per accompagnarli nella scelta dei caffè e nella fruizione del terminale. Il format completa così una coffee experience che può contare su una rete di 63 tra boutique e boutique-in-shop, una piattaforma e-commerce, un’app e un servizio clienti dedicato. Senza dimenticare gli innumerevoli punti di ritiro sparsi su tutto il territorio nazionale. C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

ottobre 2018 | retail food

21


r&

f Opening News RAFFICA DI APERTURE PER ROADHOUSE RESTAURANT

D

ieci nuovi locali in due mesi. È questo lo score di Roadhouse Restaurant, la catena di steakhouse del Gruppo Cremonini, che durante il periodo estivo ha esteso la sua presenza in sei regioni del Centro-Nord. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato il punto vendita di Alessandria presso il nuovo Alessandria Retail Park (il 123° ristorante della catena) che si va ad aggiungere a quelli aperti dalla metà di luglio a Lodi, Sarzana, Saronno, Treviglio e Roma Ardeatina (il 12° nella Capitale). Dal punto di vista del format, i nuovi ristoranti hanno una media di 150 posti a sedere, dispongono di un ampio parcheggio e danno lavoro complessivamente a quasi 300 persone. Tutti i locali hanno il wifi gratuito e offrono la possibilità, tramite l’app Roadhouse, di utilizzare la fidelity card per ottenere sconti e promozioni esclusive, oltre a pagare tramite smartphone evitando la fila in cassa. Inoltre per tutti i bambini sono a disposizione le innovative aree kids, con giochi interattivi dove divertirsi in tutta sicurezza. Nel prossimo periodo, inoltre, sono previste le aperture dei punti vendita di Montecchio Maggiore, Ferrara Sud, Baranzate e Pomezia.

22

retail food | ottobre 2018

JACK&JONES, QUOTA 100 NUOVI STORE ENTRO IL 2022

N

uova serie di aperture per Jack&Jones, marchio del Gruppo Bestseller, che durante l’estate ha dato seguito a un progetto di sviluppo e restyling dei punti vendita esistenti. Euroma 2 (Roma), centro commerciale Città Fiera (Udine), l’aeroporto di Bergamo e il centro commerciale Il Globo (Busnago) sono state le location scelte per ampliare la presenza sul territorio italiano all’interno di un’espansione che prevede 100 nuovi punti vendita entro il 2022. Il nuovo format, pensato per adattarsi alla disponibilità degli spazi retail all’interno dei centri commerciali, prevede una Gla di 170 mq di media, alta visibilità dell’interno dalla via di passaggio dei clienti grazie a una vetrina divisa in tre fasce con ingresso centrale, arredi realizzati con materiali semilavorati dall’aspetto grezzo (cemento, metallo, legno) e un impianto HiFi di primo livello. L’obiettivo è quello di riuscire a trasmettere lo stile urban e sporty del marchio alla clientela. Per farlo, Jack&Jones ha promosso nel periodo estivo diverse manifestazioni sportive, tra cui la 15° edizione dei Mondiali di tiro a volo tenutasi a Riso Salso di Tavullia (Puglia) dal 23 al 26 agosto all’interno del campo di gara dell’ASD San Martino.


KIABI,

nel cuore di Napoli

il brand. «Idealmente vorremmo lavorare 50-50 tra clienti viaggiatori e residenti, per cui le nostre risorse saranno investite in questo senso, almeno inizialmente – sottolinea il direttore sviluppo di KIABI Italia – e ci aspettiamo un riscontro molto positivo, che vada a incrementare un risultato già di per sé decisamente brillante». Il nuovo KIABI Free al centro di Napoli conferma l’obiettivo dell’azienda di far convivere modalità di fruizione differenti grazie a visual specifici e diversificati per tutti i diversi “mondi” KIABI: si spazia dalla rapidità di servizio all’esposizione in base alle occasioni d’acquisto, da un’esposizione semplice nel settore merchandising bambino dove le mamme hanno necessità di individuare subito ciò che serve a un allestimento che gioca con l’emozione, la novità e la sorpresa, ad esempio, nel segmento dell’abbigliamento donna. Le strategie di sviluppo del brand sono all’insegna di un concetto virtuoso di omnichannel. Tra i punti vendita e l’online c’è una vera e propria ibridazione che va oltre l’integrazione, con l’intento di offrire ai clienti una shopping experience di qualità e personalizzata. In questa direzione si inseriscono tra i servizi la modalità di e-prenotazione e prova in negozio senza obbligo di acquisto e il click & collect. L’obiettivo di apertura per il nuovo KIABI Free di Napoli Piazza Garibaldi è fissato entro la fine dell’anno, in pieno periodo natalizio.

Comunicazione pubblicitaria

K

IABI sbarca nel cuore del capoluogo campano sul binario di Napoli Piazza Garibaldi. Dal centro commerciale al centro città, il family store francese consolida la propria presenza nella Regione dopo l’apertura di circa un Massimo Pozzi anno e mezzo fa al Campania di Marcianise (CE). Già quarta città, dopo Milano, Roma e Torino, per numero di acquisti online, KIABI arriva a Napoli centrando allo stesso tempo il duplice obiettivo di avviare il primo negozio in una top location urbana e di penetrare nel circuito delle grandi stazioni italiane. «Il prossimo KIABI Free aprirà all’interno della galleria commerciale di Napoli Piazza Garibaldi, con circa 1.850 mq di Gla e 1.500 mq di vendita distribuiti su due livelli – dichiara Massimo Pozzi, direttore sviluppo KIABI Italia – Con circa 134mila frequentatori giornalieri e 49 milioni l’anno, Napoli Centrale si posiziona tra le migliori stazioni in termini sia di frequentazione che di interscambio ferroviario per l’intero sistema di trasporto pubblico nazionale. Il progetto di riqualificazione di Piazza Garibaldi, curato dall’architetto Dominique Perrault, rappresenta inoltre uno dei principali interventi di rigenerazione urbana in Italia e la nuova galleria sotterranea pedonale, che collega la piazza sovrastante alla fermata della metropolitana, è caratterizzata da un’offerta retail e food in forte sviluppo con oltre 20 negozi per circa 7.000 mq di aree commerciali. Sulla scorta di questa esperienza, non è escluso che tale operazione possa essere replicata in altre stazioni del network di GS Retail, con cui condividiamo la mission di trasformare questi spazi in luoghi da vivere e di servizio sia per i viaggiatori che per la comunità locale». In termini di layout, con la velocità dell’acquisto quale stella polare per i progettisti, la leggibilità dell’assortimento del nuovo KIABI Free di Napoli Piazza Garibaldi diventa un fattore primario. Determinante in questo senso sono gli aspetti di visual, rinforzati rispetto agli altri store perché il punto vendita sarà soggetto a un alto volume di traffico. «Visual e logistica sono fondamentali nell’ottica di dare un servizio puntuale al cliente – specifica Massimo Pozzi – Più che una costruzione della vendita sarà necessario garantire la messa a disposizione del prodotto». Senza dimenticare l’altro target di consumatori, quello residente che può trovare nel futuro negozio KIABI di Napoli Piazza Garibaldi il punto di contatto preferito con


BR

2018

B ar | A l be r g hi | Ri stor an ti

Dopo il successo di Follow Artù 2017, Edifis Eventi promuove BARtù 2018: due giorni di incontri, una conferenza plenaria, dodici convegni, decine di relatori, Sponsor d’eccezione, le Associazioni più rappresentative, un prestigioso Gala Dinner… un grande evento per affrontare “il tema dei temi”: la Passione. Il valore fondamentale per ogni performance positiva e vincente nel mondo B A R ovvero Bar, Alberghi, Ristoranti. B A R: l’HoReCa italiano di cui BARtù è l’autorevole e indiscusso portavoce. HANNO GIÀ ADERITO:

IN COLLABORAZIONE CON


20 e 21 Novembre 2018

HOTEL MELIÀ - Via Masaccio, 19 - Milano

la passione BARtù2018 lo stato dell’arte di Bar, Alberghi e Ristoranti, attraverso le testimonianze dei PROTAGONISTI del settore

Per informazioni: bartu@edifis.it bartumagazine.it


Parola del ministro Danilo Toninelli

Trasporti e infrastrutture, il futuro è in project review di Nicola Grolla

26

retail food | ottobre 2018


I 100 giorni del ministro Danilo Toninelli alla guida del Mit: fra annunci, drammi e scontri con gli operatori del settore

C

i sono due date che segnano l’operato ministeriale di Danilo Toninelli, senatore del Movimento 5 Stelle alla sua seconda esperienza parlamentare. La prima è l’1 giugno, giorno del giuramento del Governo Conte in cui Toninelli ricopre il ruolo di ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. La seconda è il 14 agosto, ore 11.50, il momento in cui è crollato il Ponte Morandi sulla A10. Una tragedia che ha messo in secondo piano progetti, idee e promesse elettorali per lasciare spazio ad accuse e denunce. Insomma da Alitalia alla Tav, passando per porti e aeroporti si è perso il filo degli interventi sulle infrastrutture italiane che era stato tracciato all’interno del contratto di governo. Un insieme di misure ancora sospese alla project review del ministero che, a oltre 100 giorni dall’entrata in carica e a due mesi dal dramma di Genova, ora deve tornare a occuparsi dell’Italia intera.

Danilo Toninelli, 44 anni, è ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del governo guidato dal presidente Giuseppe Conte e sorretto dall’alleanza fra Lega e Movimento 5 Stelle, di cui Toninelli è esponente al Senato. Originario di Soresina (CR), Toninelli vanta un’esperienza decennale come ispettore tecnico assicurativo preceduta da un periodo di arruolamento nell’Arma dei Carabinieri di Torino e una laurea in Giurisprudenza conseguita all’università di Brescia nel 1999. Dal 2009 partecipa attivamente all’attività politica del M5S, per cui è stato anche portavoce alla Camera dei Deputati nella scorsa legislatura. Sposato con due figli, si divide fra Castelleone (CR) e Roma.

Il Ponte Morandi di Genova Porti, aeroporti, ferrovie. Ministro, che situazione ha trovato al suo arrivo al Mit? E qual è l’obiettivo a lungo termine? La situazione che ho trovato non è certo idilliaca, ma stiamo lavorando per migliorarla. Per quanto riguarda gli obiettivi, ho sempre detto che per me i principali porti italiani debbono avere lo status di porti gateway. Sugli aeroporti il mio Ministero è al lavoro per garantire infrastrutture e servizi aerei efficienti alla collettività, soprattutto nei territori svantaggiati. E infatti stiamo subito vedendo le prime novità, per esempio su Reggio Calabria. Inoltre vogliamo assicurare una corretta competizione dei vettori che operano su scala nazionale. Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, una delle priorità del mio mandato è proprio la cura del ferro e un’attenzione particolare ai pendolari, a cui vogliamo assicurare maggiore sicurezza e maggiore comfort. Oltre a treni che passano più spesso e in orario. Da molti analisti e addetti ai lavori lei è stato etichettato come il “Signor No” del nuovo esecutivo. Come spiega tanta prudenza sullo sviluppo dei vari cantieri infrastrutturali? Solo questione di tempo o c’è dell’altro? Non abbiamo pregiudizi ideologici nei confronti delle grandi opere pubbliche, ce li abbiamo nei confronti delle grandi opere inutili. Ecco perché abbiamo avviato un’attenta analisi costi benefici sulle grandi opere previste nei prossimi anni, a cui sta lavorando la struttura tecnica di missione del mio Ministero. Se le opere sono sostenibili e fanno bene alla gente e alla qualità della vita si fanno, altrimenti le blocchiamo. Le infrastrutture devono servire a chi le usa, non a chi le costruisce. Le infrastrutture di trasporto si intrecciano sempre con l’offerta commerciale travel retail. Che rapporti ha con gli operatori del settore? Quanto spazio hanno per far sentire la propria voce? Il dialogo è aperto con tutti senza nessuna preclusione. Come detto dall’inizio, ho dato mandato di creare un registro dei portatori

di interesse che si presentano al Ministero così che tutti possano sapere con chi e quando mi incontro. Ministro, parliamo di porti. Ad aprile è stato annunciato un piano di collegamento ferroviario da un miliardo di euro per questi nodi commerciali. Mentre dal punto di vista turistico, il 2018 dovrebbe registrare un +8,6% di movimento passeggeri e un +5,2% delle toccate nave. Quali sono i progetti del governo per rilanciare logistica e ricettività portuale? Per la sua posizione strategica, l’Italia deve tornare ad essere elemento centrale e propulsivo di una nuova politica di sviluppo del bacino del Mediterraneo e dell’Europa centrale, recuperando il proprio ruolo nello scacchiere geopolitico mediterraneo. In questo scenario, ritengo che connettere i porti sia il solo modo per connettere l’Italia economica all’Europa e al mondo. Seguendo questo ragionamento, con la Nuova Via della Seta il nostro Paese avrebbe l’occasione di poter sfruttare al meglio non solo la via terrestre ma anche quella marittima, che dall’Asia meridionale raggiunge il Mediterraneo, attraverso una rete integrata di interporti che potrebbe potenziare il ruolo di alcuni nodi, agevolando lo scambio commerciale attraverso i mega container. Per quanto riguarda gli aeroporti, i dati Enac continuano a segnare un aumento del numero dei passeggeri in Italia, in particolare quelli diretti su alcuni hub nazionali, con la conseguente perdita di traffico per quelli più periferici. Qual è la politica del governo sullo sviluppo della rete aeroportuale italiana? La priorità è migliorare la connettività innanzitutto delle aree remote e disagiate del Paese, da sempre messe in secondo piano rispetto ai territori economicamente più forti e maggiormente serviti da collegamenti aerei interconnessi con le altre modalità di trasporto. Pertanto, intendo promuovere una nuova visione, per la realizzazione di una ottobre 2018 | retail food

27


rete della mobilità aerea che garantisca uguaglianza di diritti e opportunità ai cittadini e alle imprese su tutto il territorio nazionale e, con essa, la creazione di ricchezza culturale e sociale. Naturalmente il network aeroportuale va visto nella sua complessità organica, non facendosi “catturare” da pulsioni e rivendicazioni localistiche. Fra settembre e ottobre sono intercorsi diversi incontri per la nuova pista dell’aeroporto di Firenze: quali sono i pro e contro del progetto? E quale obiettivo contate di raggiungere? Abbiamo tante perplessità sugli impatti dell’opera, soprattutto in relazione alle traiettorie di volo molto vicine al centro storico di Firenze; dunque si rifletterà sulle giuste opere infrastrutturali da realizzare per consentire la migliore integrazione con lo scalo di Pisa. La Conferenza di servizi per il progetto di potenziamento dell’aeroporto di Firenze, che ha preso avvio il 7 settembre, in questo senso non anticipa in nessun modo la decisione politica. Si tratta infatti di un atto procedurale che non incide in alcun modo sulla project review in corso, relativa alla sostenibilità dell’opera.

ook_Pag 78-127_23-5QXP16.qxp_Layout 1 31/05/17 09:57 Pagina 85

ENAC

Parola del ministro Danilo Toninelli

Roma Fiumicino

a questa azienda, evitando il ripetersi degli errori del passato. La futura governance dovrà garantire la realizzazione di un piano industriale che sappia cogliere tutte le opportunità offerte dalle rotte internazionali non solo tradizionali ma anche verso nuove destinazioni. Passiamo alle ferrovie. Attraverso lo spoil system lei ha cambiato i vertici di FS nonostante i positivi risultati raggiunti. Non era abbastanza? Chi sono i nuovi dirigenti e che missione li attende? Il consiglio di amministrazione di Ferrovie avrebbe dovuto applicare la clausola etica e far decadere l’amministratore delegato dopo il suo rinvio a giudizio. Cambiare quei vertici era un atto dovuto e che rivendico, non un’occupazione di poltrone. Grazie a due eccellenti manager interni all’azienda, Gianfranco Battisti come ad e Gianluigi Vittorio Castelli co-

re a un’analisi attualizzata costi-benefici per ridiscutere l’opera e la sua sostenibilità. La Tav costa 60 milioni al chilometro in Italia, 20 in Francia. Il costo delle nostre linee Tav sta superando, in media, i 30 milioni di euro per chilometro, contro, ad esempio, i 13 milioni in Germania o i 14 in Spagna. Se l’esito della nuova valutazione, un lavoro che richiede vari stati di avanzamento ma che contiamo di chiudere entro la fine dell’anno, ci dirà che non è necessaria, faremo una ulteriore riflessione politica ed eventualmente ci fermeremo prima per evitare ulteriori sprechi. Infine, che futuro per le autostrade italiane dopo il recente caso del Ponte Morandi? Nazionalizzazione o no? E come sarà possibile risolvere la convenzione in essere con Atlantia? Il crollo del ponte Morandi a Genova ci fa capire quanto i signori dell’asfalto abbiano negli anni fatto affari senza reinvestire abbastan-

ENAC

Non abbiamo pregiudizi ideologici nei confronti delle grandi opere pubbliche

Napoli Capodichino

In autunno sarà anche la volta del dossier Alitalia. Si va verso il secondo salvataggio oppure si è fatto avanti un compratore che rilanci la compagnia? In generale, come pensate di non finire nel mirino dell’Unione Europea? Alitalia deve tornare a essere un vettore nazionale forte, nell’ambito di un piano strategico dei trasporti, in grado di difendere i propri lavoratori e di fare margini grazie, soprattutto, alle tratte più lunghe. Detto questo, l’obiettivo non è salvarla ma rilanciarla, mantenendo il 51% in mano all’Italia e con un partner industriale in grado di farla volare. In questa prospettiva, sono in corso da parte del Governo le interlocuzioni necessarie con tutti i player internazionali per assicurare un futuro 85

28

retail food | ottobre 2018

me presidente – che, a differenza di qualche loro predecessore, conoscono benissimo la struttura e sanno come far marciare i treni – abbiamo finalmente spostato il focus sul trasporto locale con l’obiettivo di far viaggiare meglio e con migliore qualità i treni regionali. Ora andremo a controllare i 4mila chilometri di rete ferroviaria regionale e dove le reti non saranno al massimo interverremo. E in tutto questo la cura del ferro ha un ruolo fondamentale. Caso Tav: all’interno dello stesso ministero sembra ci siano posizioni diverse. Su quali aspetti si sta concentrando la vostra revisione del progetto? E in che modo le opportunità commerciali offerte della tratta Torino-Lione possono incidere sulle vostre considerazioni? Torno a ribadire quanto abbiamo sottoscritto nel Contratto di Governo: serve procede-

za in manutenzione e quanto lo Stato abbia abdicato anche al suo ruolo di controllore. Il Governo è intenzionato, come già detto, a rivedere integralmente il sistema delle concessioni e degli obblighi convenzionali, valutando di volta in volta se l’interesse pubblico sia meglio tutelato da forme di nazionalizzazione oppure dalla rinegoziazione dei contratti in essere, in modo che siano meno sbilanciati a favore dei concessionari. A breve avremo una interlocuzione chiara con tutti i concessionari per le infrastrutture che dovranno mostrare nel dettaglio gli interventi di manutenzione già fatti e quelli programmati per il futuro. In tema di nazionalizzazioni ribadisco che, laddove l’interesse pubblico sarà preminente, il Governo opererà tutte le ri-pubblicizzazioni necessarie. Invece, se si deciderà di costruire un’opera importante e si dovranno investire tanti soldi, ci saranno delle gare, delle convenzioni serie in cui ci guadagneranno tutti. ¢



App Digital Journey

L’aeroporto in formato tascabile Lo smartphone è sempre più un compagno delle nostre attività quotidiane, viaggio compreso. Lo sanno bene i gestori aeroportuali che, attraverso le app, informano e conoscono il proprio passeggero in pochi semplici tocchi sullo schermo

I

l mondo delle app mobile è diventato un’estensione naturale del nostro modo di vivere. Soprattutto quando si viaggia: da Google Maps a Trivago, passando per The Fork e TripAdvisor, Skyscanner, WiFox e molte altre. E che dire degli aeroporti? Anche i più importanti scali italiani si sono dotati di un’app. Perché se molto spesso l’importante non è la meta ma il viaggio, partire puntuali o conoscere disponibilità e tariffa del parcheggio semplificano la vita. Per questo r&f ha navigato sull’App Store per scoprire le potenzialità delle applicazioni da portarsi in tasca. Milan Airports L’app pensata da Sea per gli aeroporti di Linate e Malpensa denota subito un tocco milanese: innovativa, smart, interattiva. Una volta scaricata, consente all’utente di loggarsi tramite il proprio profilo Facebook a cui associare, per motivi di sicurezza, il riconoscimento dell’impronta digitale. Il menù si presenta come una sorta di bussola attorno alla quale, al posto dei punti cardinali, sono indicati in modo chiaro i vari servizi offerti. Molto potenziata la sezione contatti che, oltre ai riferimenti telefonici, mette a disposizione un chatbot per rispondere alle domande più frequenti oltre che il collegamento all’account Twitter (sempre pronto a rispondere alle sollecitazioni degli utenti). Le informazioni a disposizione sono molto dettagliate anche per quanto riguarda i servizi in aeroporto (vip lounge, fast track, hotel e assistenza per i viaggiatori con ridotta mobilità). Per quanto riguarda gli acquisti, l’app presenta un plug-in che la mette in contatto diretto con l’e-shop (lo store ufficiale Sea).

30

retail food | ottobre 2018

Rome Airports L’homepage dell’app di Adr che gestisce gli scali di Fiumicino e Ciampino si caratterizza per la chiarezza con cui sono divise le voci del menù. In testa, la ricerca dei voli in partenza e arrivo (informazioni essenziali per il polo aeroportuale più trafficato d’Italia). Subito sotto, la possibilità di scannerizzare la propria carta

d’imbarco tramite la fotocamera del cellulare e ottenere informazioni aggiornate sul proprio volo. Al centro, una griglia con nove voci che riportano i servizi essenziali forniti dall’app. Fra questi, spicca per semplicità di fruizione la parte dedicata ai collegamenti da e per l’aeroporto e il rilievo dato all’assistenza speciale per persone con ridotta mobilità. Più raffinato il menù laterale che, in modo più verticale, propone servizi e funzionalità dedicati per ognuno dei due aeroporti. In particolare, la sezione dedicata a Fiumicino permetterebbe di accedere all’acquisto in app di alcuni servizi (fast track e vip lounge) previo accesso al proprio profilo utente. Una possibilità che, tuttavia, durante la nostra prova riscontrava un errore di sistema: con nessuno dei tre profili social attivi (Facebook, Twitter e Linkedin) siamo riusciti ad accedervi. Fly Nap Essenziale. Questo l’aggettivo con cui si potrebbe descrivere l’app dell’aeroporto di Napoli Capodichino. Niente fronzoli, solo una griglia con 9 voci che, una volta selezionate, approfondiscono la ricerca. A sormontare il menù, l’invito ad attivare il bluetooth del proprio device per ricevere “informazioni sui servizi aeroportuali e non solo”. Un sistema per inviare notifiche push mentre si è all’interno dell’aerostazione. Completo e ben collegato, attraverso una serie di link, il


customer service. Molto agili i servizi di acquisto in app di parcheggi e ticket bus. Vantaggiosa la possibilità di registrarsi all’app che dà accesso al programma fedeltà FlyYou (basato sulla raccolta punti) e l’e-shop (dove sono in vendita servizi come fast track, vip lounge e card privilege). Singolare il servizio oggetti smarriti che consente, attraverso un’interfaccia molto intuitiva (ho trovato-ho perso) di segnalare eventuali dimenticanze. Peccato manchi un menù dedicato all’offerta commerciale che metta in evidenza il ventaglio di attività retail presenti all’interno dello scalo.

BLQ L’app dell’aeroporto Marconi di Bologna rispetta la configurazione business del proprio passeggero, tanto che propone fin da subito una stima indicativa del tempo d’attesa ai controlli di sicurezza. Un’informazione molto utile per chi, tra un meeting e l’altro, viaggia sempre di corsa. Per lo stesso tipo di passeggero sembrano essere pensate anche le prime tre voci del menù che permettono di prenotare il parcheggio e la vip lounge, oltre che consentire l’accesso al wifi dell’aeroporto. Meno spazio è dato alle attività retail che fi-

come il customer service, l’ufficio informazioni e quello del tax refund) che invogliano e incuriosiscono il passeggero ancor prima di mettere piede nello scalo. Per quanto riguarda le informazioni sui voli, invece, sembra esserci una sovrapposizione nelle opzioni disponibili che, da un lato, rassicura in modi diversi il passeggero ma, dall’altro, occupa spazio per altre potenziali informazioni. CTAairport A Catania, con la app, si punta forte sul servizio parcheggi che viene presentato fin da

SERVIZI

APP

INFO VOLI

INFO PARCHEGGI

MAPPA

CONTATTI / ASSISTENZA

INFO SERVIZI IN AEROPORTO

NEGOZI E RISTORANTI

INFO MOBILITÀ

ACQUISTI IN APP

METEO

TUTORIAL

MILAN AIRPORTS ROME AIRPORTS FLY NAP VENICE&TREVISO AIRPORTS BLQ TOSCANA AEROPORTI CTA AIRPORT

¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢

¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢

¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢

¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢

¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢

¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢

¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢

¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢

¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢

¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢ ¢

Venice&Treviso Airports Una scelta dalla quale non è così facile tornare indietro. L’app degli scali di Venezia e Treviso gestiti da Save pone l’utente di fronte a un’alternativa per cui bisogna un po’ smanettare nel caso si cambiasse idea (la soluzione, sta alla voce “impostazioni” raggiungibile dal menù laterale). Ben in evidenza, invece, il flight tracking per non perdere di vista le informazioni sul proprio volo. La categorizzazione del menù (con voci del tipo: “raggiungere l’aeroporto”, “dove andare e cosa fare”, ecc) risulta inclusiva dal punto di vista dell’utente, mentre il popolamento delle varie voci potrebbe stancare con elenchi lunghi e a volte eccessivamente didascalici. Una caratteristica che si capovolge in una certa ristrettezza informativa quando si tratta di visionare l’offerta retail che viene indicata solamente attraverso i contatti utili, senza una descrizione vera e propria del brand e delle referenze in vendita.

niscono nel grande calderone di un menù generico dove compaiono anche la mappa dello scalo, i servizi in aeroporto (tra cui il tracciamento bagagli) e la possibilità di prenotare le sale meeting. Insomma, un’app per viaggiatori smart, che viaggiano più per lavoro che per passione ma non per questo vogliono perdersi le comodità di una sosta rilassante prima della partenza. Toscana Aeroporti Firenze e Pisa condividono la stessa app di Toscana Aeroporti. Una coabitazione che necessita un paio di passaggi per switchare da uno scalo all’altro. Anche in questo caso sono 9 le voci principali del menù in homepage che si ripetono anche in quello laterale. Scarsa la profondità in termini di servizi offerti, mentre è più nutrita la parte retail con descrizioni sintetiche ma precise dei vari punti vendita (e delle attività non prettamente commerciali

subito come alternativa alla homepage. Una sorta di scorciatoia verso un servizio remunerativo per il gestore aeroportuale e, allo stesso modo, molto richiesto da chi viaggia. Una volta entrati nel menù principale, la precedenze è data alle voci dedicate ai voli, ma troviamo già molto in alto la sezione shopping divisa per aree arrivi, partenze e imbarchi. Peccato che a tale organizzazione non corrisponda una presentazione adeguata delle attività retail (semplicemente elencate per nome). Molto colorata e interattiva la sezione dedicata alle promozioni sulle rotte dal Fontanarossa che, attraverso una serie di link, rimandano direttamente ai siti delle compagnie aeree. Servizi aeroportuali, informazioni di viaggio e assistenza clienti sono elencati nel menù laterale. Unico grande neo: manca la possibilità di selezionare una voce relativa alla mobilità da e per l’aeroporto. N.G. ottobre 2018 | retail food

31


Travel Retail Case History

Boggi Milano, lo stile dei gentleman che viaggiano di Nicola Grolla

Il brand meneghino, che nel 1998 è stato fra i primi ad aprire a Malpensa, può contare su una rete di 160 negozi in 33 Paesi e uno stile inconfondibile per il businessman contemporaneo. Il segreto? Un servizio in store che trasforma ogni cliente in ambasciatore del marchio

U

n nome, un brand, uno stile: da quasi 80 anni Boggi Milano veste i gentleman italiani e non curando ogni aspetto delle proprie creazioni di moda maschile contemporanea. Un’attenzione che ha permesso al marchio di diventare uno dei punti di riferimenti del settore e un’espressione dell’eccellenza sartoriale Made in Italy. Molto apprezzate dai businessman, le collezioni Boggi Milano hanno saputo farsi largo anche nel canale travel retail, dove sono presenti dal 1998 senza mai venir meno alla capacità di offrire un servizio di consulenza personalizzata. Caratteristiche che hanno permesso a Boggi Milano di conquistare – prima volta per una label italiana – un riconoscimento ai Reta Awards 2018:

32

retail food | ottobre 2018

«Una testimonianza eloquente dell’impegno del brand, che si distingue per offrire ai clienti un servizio efficiente su tutte le piattaforme di vendita al dettaglio», ha sottolineato Paolo Selva, board member di Boggi Milano. Come si compone la rete di vendita di Boggi Milano? Dal 1939, Boggi Milano veste un uomo contemporaneo, ambasciatore del gusto e della tradizionalità italiana in tutto il mondo. Il numero di store presenti a livello globale e la forte espansione attuale del brand ne sono la prova. Con più di 160 negozi in 33 paesi, Boggi Milano è presente in Europa e dal 2007 anche in aree extra europee quali Asia

Paolo Selva, board member di Boggi Milano

e Sud America. A livello globale, quasi il 70% degli store sono a gestione diretta e per il restante 30% Boggi Milano collabora con partner qualificati in grado di assicurare che l’immagine del brand rispecchi i suoi valori in tutti i paesi in cui è presente. Da quanti anni siete presenti nel canale travel retail e come si caratterizza il vostro format? Boggi Milano ha aperto il suo primo travel store a Milano Malpensa nel 1998 ed è stato uno dei primi brand ad affacciarsi al modo del travel. Milano Malpensa è stato il primo negozio logisticamente e strutturalmente realizzato


za del servizio in store è un altro fiore all’occhiello del brand, oggetto di intensa preparazione dello staff da parte di una struttura dedicata interna all’azienda: la Boggi Milano Academy. A settembre Milano è si è trasformata in passerella per la settimana della moda: quali sono i trend del settore? L’uomo moderno è sicuramente più attento allo stile, ha necessità di versatilità che impongono uno look impeccabile in ogni occasione. La moda risponde a questo tipo di necessità proponendo uno stile che fonde lo sporty casual al taglio sartoriale. Lo vediacome un vero e proprio city store, ma in un aeroporto, apportando solo piccoli adattamenti, fra cui il product mix e l’accessibilità. Inoltre, Boggi Milano è presente a Linate, al “Marco Polo” di Venezia, a Orio al Serio e a Fiumicino solo per citare i principali aeroporti in Italia, oltre che nelle stazioni ferroviarie e in Germania con due store. Allo stesso tempo, varie opzioni di apertura sono in trattativa avanzata in Europa. Insomma, l’espansione dei travel store, come quella dei city store, è ancora in corso. La grandezza degli store negli aeroporti è di 60-180 mq, al fine di accomodare al meglio l’ampia offerta di apparel, footwear e accessori.

Quali sono le differenze con gli altri canali di vendita? L’offerta dei travel store si distingue dagli altri canali di vendita, in quanto a mix di prodotto, adatto alle esigenze del cliente viaggiatore, che ha poco tempo a disposizione per lo shopping ma che comunque non vuole rinunciare al suo stile ovunque vada, che sia una giacca per un viaggio business o una borsa per un week-end in una città europea. Quali sono le caratteristiche dei prodotti Boggi Milano e a che tipo di cliente si indirizzano? Qualità e stile italiano sono le caratteristiche che contraddistinguono i prodotti Boggi Milano e i driver su cui si fonda lo sviluppo del brand. Selezioniamo i materiali più pregiati sui cui applichiamo lo stile italiano contemporaneo, unito all’artigianalità ai massimi livelli e ai più alti standard qualitativi di prodotto. Il cliente tipo di Boggi Milano è un gentiluomo di età compresa tra i 25 e 55 anni, generalmente uomini d’affari che vivono in città. Si aspettano capi con un alto valore intrinseco, basato su tecnologie innovative, tecniche di produzione all’avanguardia e sensibili agli ultimi sviluppi delle tendenze dello stile maschile. Qual è lo scontrino medio e quali sono i servizi “accessori” forniti dal brand? Dipende, ma possiamo affermare che la cifra dello scontrino medio è di 300 euro. Per quanto riguarda i servizi forniti da Boggi Milano, portiamo alla luce i risultati di una ricerca condotta nel giugno del 2018, che ha visto più di 4.000 persone intervistate in 4 paesi europei e da cui è emerso che ben il 95% dei consumatori che acquista Boggi Milano ne resta talmente soddisfatto da diventarne ambasciatore, oltre che fedele consumatore. Questo risultato è stato raggiunto grazie anche alla possibilità di sfruttare i servizi aggiuntivi, quali il servizio omnichannel e l’uso dei tablet in store, che permettono di visionare, oltre ai vari key looks della collezione, tutti i prodotti e ordinarli anche se al momento non presenti in negozio. L’eccellen-

mo con le innumerevoli collaborazioni che si presentano in passerella: un uomo che si diverte a giocare con fantasie geometriche, con colori e forme, con un look più rilassato ma mai banale. E Boggi Milano non è da meno nell’offrire queste varietà di stile che, in alcuni casi, possono sorprendere il consumatore fedele che ci compra sopratutto per la nostra selezione di abiti di taglio italiano. Con quali performance si è chiuso il bilancio 2017? E quali sono i risultati attesi per il 2018? Il bilancio del 2017 è positivo per l’azienda. La crescita di Boggi Milano a livello globale ha permesso il rafforzamento e il riconoscimento del brand in più Paesi. Riuscire a portare lo stile italiano e l’artigianalità del nostro prodotto in larga scala è un grande traguardo ed è il punto da cui vorremmo concludere il 2018 e muoverci negli anni a venire. Quali sono i piani di sviluppo retail a medio termine? Il 2019 è l’anno in cui proseguiremo nell’ambizioso progetto di espansione a livello globale, con particolare focus sull’Europa e l’Asia, in cui sono previsti investimenti importanti anche sul piano dell’advertising. ¢ ottobre 2018 | retail food

33



Dossier Aeroporti

Firenze, l’attesa operosa del Vespucci

di Nicola Grolla

Il progetto per la nuova pista è fermo sulla scrivania del ministero, ma Toscana Aeroporti non perde tempo. E, dopo aver rimodulato gli spazi commerciali, i brand premium e luxury splendono ancora di più. Per la gioia dei passeggeri: professionisti pronti all’acquisto costoso e glocal

O

gni anno oltre 9 milioni di persone visitano la città di Firenze per ammirarne la bellezza architettonica e artistica. Turisti italiani e stranieri ne affollano le vie, fanno le code ai musei, si fermano di fronte alle vetrine di Ponte Vecchio e alle bancarelle dei prodotti in pelle. Entrano ed escono da ristoranti, taverne, locali. Spendono. Un turbinio caotico che ha la sua origine all’aeroporto “Amerigo Vespucci”. Posizionato a 8 chilometri da Palazzo Vecchio, il Vespucci è la porta d’entrata

principale alla città. Soprattutto per chi viene dall’estero. Un flusso che da marzo a ottobre non conosce sosta. Un picco costante da circa 2,7 milioni di passeggeri all’anno (già 1,3 milioni nei primi sei mesi del 2018). Performance che vanno a sommarsi a quelle di Pisa (circa 5,3 milioni di passeggeri l’anno) e fanno di Toscana Aeroporti uno dei poli aeroportuali più importanti d’Italia. Non a caso, la regione è la quarta più visitata a livello nazionale dopo Lombardia e Lazio che, dal punto di vista aeroportuale, possono contare su due ottobre 2018 | retail food

35


Dossier Aeroporti hub internazionali e dietro al Veneto, dove il ticket Venezia-Treviso da solo fa 13 milioni di passeggeri l’anno. Un differenziale che a Firenze misurano in 2.400 metri di lunghezza. Quelli della nuova pista. Il nodo pista All’interno del Masterplan 2014-29 da 350 milioni di euro (di cui 150 provenienti da finanziamento pubblico), la nuova pista è uno snodo cruciale per aumentare la capacità del Vespucci da 35mila a 48mila movimenti annui e da 2,7 a 4,5 milioni di passeggeri grazie alla possibilità di ospitare aerei più grandi specializzandosi in una vocazione business oriented e hub feeder caratterizzata da un minore numero di destinazioni dirette, ma con un alto numero di frequenze giornaliere. Nello specifico, si parla di una pista monodirezionale con decolli e atterraggi sulla direttrice da/verso Nord-Ovest che eliminerà il sorvolo

La nuova pista porterebbe da 2,7 a 4,5 milioni i passeggeri su Firenze della città di Firenze, dei quartieri limitrofi e del confinante comune di Sesto. Un progetto che, tuttavia, ha diviso i diversi attori in gioco: dal comune di Firenze a quello di Sesto Fiorentino e Prato, passando per il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la Regione Toscana, ognuno con le sue priorità. Maggiori certezze arriveranno dalla Conferenza dei Servizi indetta per il 12 ottobre: ultimo tassello autorizzativo per giungere alla realizzazione della nuova pista e nel cui ambito verrà discusso il rilascio della conformità urbanistica. Collegamenti e servizi landside Data la distanza ravvicinata con il centro, il Vespucci è a tutti gli effetti un city airport che si sviluppa su una superficie di 17.500 metri quadri. A collegarlo con la città e la stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, entro fine anno, ci penserà la Linea 3 della tramvia attualmente in fase di costruzione (ma per cui si parla già di un’estensione oltre il quartiere Paretola, che ospita l’aeroporto, in direzione Castello, zona dove sorgeranno i nuovi uffici di Provincia e Regione nonché il polo scientifico di Sesto Fiorentino). Nel frattempo, il servizio navetta è garantito da Busitalia (compagnia di Ferrovie dello Stato) che impiega poco più di 15 minuti per giungere a destinazione. Per chi raggiunge la stazione in auto, invece, i parcheggi a disposizione sono 771 (a cui si aggiungono i 400 posteggi riservati ai rent-a36

retail food | ottobre 2018

2.400

la lunghezza, in metri, della nuova pista che secondo il Masterplan 2014-29 dovrebbe portare a un aumento di passeggeri dai 2,7 milioni attuali ai 4,5 milioni futuri.

12 ottobre

la data in cui è stata indetta, a Roma alla presenza del Mit, la Conferenza dei Servizi che dovrebbe decidere sul futuro della pista del Vespucci.

car). Spazi che nel 2017 hanno fruttato 6,5 milioni di euro (+7% rispetto al 2016). Una volta arrivati si entra nell’area landside, dove non sussiste una vera e propria differenza fra partenze e arrivi. Dal punto di vista retail, oltre al customer service, a uno sportello informativo della Regione e un cambio valute, sono presenti circa 450 mq di offerta commerciale. Per quanto riguarda l’offerta food ci sono il lounge bar Pezzoforte (caffetteria dall’ambiente raffinato e prodotti healthy) e il bar ristorante Baccanale (diviso in due aree a seconda della modalità di consumo: bancone e sgabelli per uno snack veloce, tavolini e servizio al tavolo per degustare un menù spiccatamente ispirato ai sapori toscani). Entrambi gestiti dall’operatore locale Spagnoli. Per quanto riguarda il settore fashion, il giglio simbolo di Conte of Florence accoglie i passeggeri in arrivo che possono così toccare con mano lo stile casualwear total look Made in Tuscany che si ispira a golf, sci e vela dell’azienda nata nel cuore di Firenze nel 1952. «In generale, abbiamo favorito la tendenza dei passeggeri a sostare dopo i controlli di sicurezza riducendo all’essenziale l’offerta commerciale in


landside, dove peraltro l’intento è quello di abbracciare una clientela più ampia: da chi accompagna a chi aspetta il viaggiatore in partenza o arrivo. Per questo a settembre è stato aperto anche un punto vendita Relay per potenziare il settore convenience», spiega Linda Stivala, direttore commerciale di Toscana Aeroporti. Per accedere ai banchi del check-in e superare i controlli di sicurezza si deve salire al primo piano dove, all’interno di un’ampia sala, sono disposte 40 postazioni per l’imbarco dei bagagli e un ufficio Global Blue dedicato al tax refund. Uno spazio che dice molto sul profilo del passeggero tipo: «Chi arriva a Firenze ha una discreta capacità di spesa, come dimostra anche la disponibilità a far fronte a un costo medio abbastanza alto per quanto riguarda la tariffa

del biglietto aereo. In maggioranza si tratta di passeggeri internazionali con un’età compresa fra 35 e 55 anni: professionisti, imprenditori, manager», racconta Stivala. Persone, insomma, che non indugiano di fronte alla possibilità di caricare un bagaglio in stiva.

ottobre 2018 | retail food

37


Dossier Aeroporti Rinnovare significa moltiplicare Superati i controlli di sicurezza, da cui si può già godere di uno scorcio dell’offerta che aspetta il passeggero grazie a una parete vetrata, si accede al duty free firmato Dufry (circa 680 mq). Diviso per settore merceologico, propone un ampio ventaglio di referenze che si richiamano tanto alla territorialità quanto alle marche internazionali più conosciute. In quest’ottica, spicca la stecca di corner che si allunga subito dopo il duty free classico per lasciare spazio a marchi come Ferragamo, Furla, MaxMara, Etro, Montblanc, Swarovsky. Spazi minimal accomunati da un layout uniforme che non impedisce la riconoscibilità del singolo brand. A seguire, due operatori locali molto apprezzati dai passeggeri internazionali per la ricercatezza delle proprie realizzazioni. Il primo è Monnalisa, originario di Arezzo, che propone una collezione moda per bambini dagli 0 ai 14 anni. Il secondo è Leopolda che, all’interno di un layout sui toni del verde, avorio e legno realizza abbigliamento uomo e donna caratterizzati dall’utilizzo di filati pregiati come seta e cashmere. Quest’ultimo brand, presente anche all’aeroporto di Pisa, rappre-

Lo spazio retail airside è di 1.502 mq, di cui 680 dedicati al duty free senta un ottimo esempio delle sinergie fra i due scali: «Alcuni subconcessionari sono presenti in entrambi gli aeroporti dal momento che, stante la differenza nella tipologia dei passeggeri, colgono la possibilità di modulare diversamente la propria offerta all’interno dello stesso canale di vendita», sottolinea Stivala. Il tragitto all’interno dell’area commerciale airside (che nel complesso arriva 1.502 mq) continua con la libreria Giunti al Punto (con servizio tabaccheria) prima di aprirsi su un lungo corridoio arredato con una serie di divanetti dotati di presa elettrica incorporata. Uno spazio in cui i passeggeri possono rilassarsi, concedendosi magari un’entrata alla vip lounge (ampia e molto frequentata), senza la fretta di raggiungere i gate (posizionati tutti a una distanza di 5 minuti, come ricordano più volte i cartelli informativi). Alla fine di questa passeggiata, attraversando una stretta passerella che collega la parte nuova a quella vecchia del terminal, si arriva all’area denominata mini mall. Qui trovano spazio le borse e gli accessori in pelle di +39 a cui fanno da contraltare gli zaini di Tumi e le borse di Bric’s e Coccinelle. Più avan38

retail food | ottobre 2018

ti, uno store dell’insegna Marina Militare precede la gondola estremamente fornita di Camicissima, da un lato, e gli occhiali di Sun Catcher, dall’altro. In tutti questi casi, è evidente il lavoro di riorganizzazione degli spazi airside che ha permesso di liberare circa il 50% in più di spazi commerciali e realizzare un nuovo bilanciamento fra offerta food e non-food: «Prima degli interventi – precisa Stivala – c’era una ristrettezza che incideva sulla presenza delle attività retail. Grazie a una revisione dei flussi abbiamo potuto realizzare sia il walkthrough che un’area a vocazione gastronomica. Più in particolare, per quanto riguarda l’offerta food, prima dei lavori avevamo solo due attività: una in landside, una in airside. Ora abbiamo raddoppiato i punti vendita nell’area arrivi-partenze e, dal 15 agosto, portato a due store l’offerta in airside». Fra questi, oltre a un locale MyChef caratterizzato da numerose sedute e una vista sui colli fiorentini, c’è Buoni e Belli: wine bar gourmet con un menù che esalta le tipicità toscane dalla colazione alla cena con focacce, taglieri, bruschette, panini, primi caldi e i classici al tartufo. Senza dimenticare il servizio di mescita di varie tipologie di vino legate al territorio. A fianco, un market Dufry dedicato ai prodotti del territorio (anche freschi) che completa, con referenze di qualità superiore, l’offerta base presente al duty free. A fine anno, inoltre, verrà aperto il terzo ristorante airside: il format Beercode. Dove vai senza pubblicità? A colpire, durante il tragitto attraverso l’aeroporto di Firenze, è la diffusione delle installazioni pubblicitarie. Le pareti, soprattutto quelle al fondo dei diversi corridoi, ospitano le réclame di marchi premium e luxury che non mancano di sottolineare la propria matrice glocal. L’area check-in, per esempio, è preceduta da un videowall con la campagna

Ferragamo, mentre l’area gate presenta una dominance Patrizia Pepe. In generale, la frequenza delle pubblicità aumenta via via che ci si avvicina all’uscita dall’area sterile, con le inserzioni dei gioiellieri cittadini che sormontano anche i nastri al ritiro bagagli. Una dinamica, quella pubblicitaria, gestita direttamente da Toscana Aeroporti (per un valore pari a 2,29 milioni di euro a fine 2017) e molto richiesta dai brand che, in questo modo, puntano a “catturare” il potenziale cliente già dal suo arrivo al Vespucci (dove sosta in

media 90 minuti in area airside). Soprattutto se proveniente dall’estero, come dimostrano i dati sul traffico di linea internazionale: in crescita del 6,6% (e pari all’85,5% del traffico totale) a fronte di un traffico domestico stabile (+0,2% fra il 2016 e 2017). Più in particolare, su 17 compagnie aeree attive, le prime cinque destinazioni preferite per il Vespucci risultano essere: Parigi Charles de Gaulle, Francoforte, Amsterdam, Roma Fiumicino e Monaco (con le destinazioni tedesche che fanno registrare il record per volume di passeggeri: circa 560mila). ¢


Riduci l’utilizzo di carta per asciugatura fino al 37%* Per saperne di più visita il sito tork.it/reflex. *Ricerca condotta da Essity Hygiene and Health per un periodo di 4 settimane. Sono stati confrontati Tork Reflex™ carta per asciugatura Plus con Tork carta per asciugatura Plus. Riduzione calcolata in metri quadrati utilizzati.


World Travel Retail INSTANBUL NEW AIRPORT, LE MISURE DEL GIGANTE

TURCHIA – Nuovi dettagli sullo spazio retail dell’Istanbul New Airport. L’operatore aeroportuale iGA ha svelato la destinazione commerciale degli oltre 53mila mq che costituiranno il cuore retail dell’infrastruttura a partire dal duty free Heinemann: 39mila mq nella zona partenze e altri 13mila in quella arrivi. Qui troveranno spazio 25 negozi outlet monomarca da tremila mq l’uno e altri 30, della stessa misura, saranno dedicati a orologeria, gioielleria e bigiotteria.

DUTY FREE E TR VALGONO 12,9 MILIARDI

USA – Il Duty Free World Council ha pubblicato un report sull’impatto economico dell’industria duty free e travel retail nelle Americhe: un settore da 12,9 miliardi di dollari in cui lavorano circa 61mila addetti. A farla da padrona sono le vendite registrate negli aeroporti e sui voli di America Latina e Caraibi: 4,8 miliardi di dollari. Mentre Usa e Canada si attestano sui 2 miliardi. Per quanto riguarda i dati del settore registrati negli altri canali (frontiere e porti), il volume d’affari è di 6,2 miliardi di dollari.

CASUALFOOD, IL 35% VA A ORIOR

SVIZZERA – Il gruppo elvetico Orior ha acquisito il 35% delle quote della tedesca Casualfood, azienda specializzata nel settore F&B del canale travel retail. Casualfood, che annualmente genera 40

retail food | ottobre 2018

52 milioni di euro di vendite, può contare su 11 format diversi che grazie a questo accordo possono trovare ulteriore sviluppo in tutta Europa. Mercato dove Orior è già presente con brand come Rapelli, Biotta, Ticinella, Le Patron e altri.

FRANCOFORTE FESTEGGIA L’OKTOBERFEST

GERMANIA – Ottobre mese della birra. Lo sanno bene a Francoforte dove, per il settimo anno consecutivo, si celebra l’Oktoberfest anche in aeroporto. Per i passeggeri che decidessero di utilizzare il portale di shopping online viene riservata una particolare promozione sotto forma di coupon. Quest’ultimi possono essere utilizzati come buoni spesa all’interno dell’area commerciale aeroportuale, sia nei negozi food che non-food dove l’offerta è stata declinata per garantire ancora maggiore visibilità all’evento bavarese.

BULGARI PORTA IL TRICOLORE A SIDNEY

AUSTRALIA – Un tocco d’Italia all’aeroporto di Sidney. All’interno del rinnovato T1, infatti, ha aperto i battenti una boutique Bulgari. Lo store si inserisce in un’area commerciale (il precint) totalmente dedicata al lusso e presenta un format rinnovato secondo le linee guida di Peter Marino, che si richiamano all’originario punto vendita di via Condotti a Roma: colonne di marmo, cristalli di Murano e parquet in legno di noce.

WELLINGTON A CACCIA DI RETAILER

NUOVA ZELANDA - L’aeroporto di Wellington ha pubblicato un bando per individuare nuovi operatori retail interessati al prossimo ampliamento commerciale dello scalo. Un progetto dal costo di 9,77 milioni di dollari che interesserà circa 6.000 mq. Il risultato finale? Un’open area con vista sulla pista e la campagna circostante. I lavori, già iniziati, dureranno un anno e fanno parte di un progetto di rinnovamento che coinvolge anche i parcheggi e i collegamenti da e per l’aeroporto.

IL RETAIL SATELLITARE DI SHANGHAI

CINA – L’aeroporto internazionale di Shanghai è alla ricerca di nuovi partner commerciali per far volare (entro la fine del 2019) il nuovo terminal satellite da 620mila metri quadri. All’interno sono previsti 19mila mq di spazi retail e F&B di cui: 5mila dedicati ai brand internazionali, 4.900 per i marchi nazionali e 9.200 per i format F&B. L’obiettivo è quello di attirare operatori che sappiano rispondere alle esigenze di oltre 38 milioni di passeggeri l’anno.

A LEEDS UN’ESPANSIONE IN TRE MOSSE

UK – Un’espansione in tre fasi sta prendendo luogo al Leeds Bradford Airport. L’obiettivo è quello di realizzare un’area partenze più grande, comoda e accessibile entro la fine del 2019. Una volta concluso l’ampliamento, si passerà a organizzare lo spazio interno a partire da nuovi varchi di sicurezza, banchi check-in potenziati e un accesso più diretto alla lounge partenze. Infine, il focus passerà all’offerta retail in un’ottica business e leisure. Il tutto per un esborso di circa 12 milioni di sterline.



Star Trek Food

M

entre il colosso americano di Starbucks sbarca in Italia con l’opening di piazza Cordusio a Milano, al seguito delle aperture di altri big del food retail come Domino’s Pizza e KFC, Wagamama o i filippini di JollyBee, i marchi italiani del settore, decisamente più piccoli, sono pronti a loro volta alla conquista dei mercati esteri. Ecco allora i casi di Grom, Panino Giusto, Spontini e Panini Durini, che ha cambiato proprietà proprio in funzione di una prossima internazionalizzazione. Ma se Milano è il laboratorio di queste esperienze, nella laboriosa e accogliente Emilia non si sta certo a guardare. Quest’estate, infatti, Investindustrial Growth (fondo internazionale guidato da Andrea Bonomi) ha rilevato il 70% di Dispensa Emilia, azienda affermata nel segmento fast casual in Italia. Fondata 14 anni fa (primo opening nel centro commerciale di Casalecchio nel bolognese) con sede a Modena, Dispensa Emilia coniuga la tradizione culinaria italiana a un’offerta strutturata intorno alla tigella (abbinata a salumi, pesto di lardo o anche nutella) e un modello di risto-

42

retail food | ottobre 2018

Destinazione Dispensa Emilia di David Montorsi

A luglio Investindustrial ha acquisito Dispensa Emilia, catena fast casual di 10 ristoranti in Nord Italia, prevalentemente nei centri commerciali. Rimane al timone il fondatore, Alfiero Fucelli, con l’obiettivo di aprire cinque locali in Italia in 18 mesi e dopo il 2020 iniziare l’espansione all’estero razione incentrato su un’ampia scelta gastronomica made in Emilia, un servizio veloce e un buon rapporto qualità/prezzo. Oggi il marchio emiliano è presente con 10 ristoranti (8 nelle food court dei centri commerciali, 1 nel parco commerciale Meraville di Bologna e uno a Modena, lungo la via Emilia), di cui 6 in Emilia Romagna (Modena, Reggio e Bologna), 2 in Lombardia (Arese e Orio al Serio), 1 in Toscana (CC I Gigli di Campi Bisenzio) e 1 in Veneto a Verona – tutti a gestione diretta – con un giro d’affari che si aggira intorno ai 20 milioni di euro.

Nella stanza dei bottoni come presidente e amministratore delegato rimane l’imprenditore Alfiero Fucelli (con un passato da dirigente nel Gruppo Cremonini e una lunga esperienza al servizio dei brand Burghy, McDonald’s e Tipico), fondatore del marchio di casual dining emiliano insieme agli ex colleghi Riccardo Benvenuti e Daniele Fiorentini. L’obiettivo è supportare un’ulteriore crescita del marchio delle tigelle a livello nazionale e, nel medio periodo, favorire l’espansione internazionale di un brand con alto potenziale soprattutto nei paesi limitro-


fi all’Italia. Nell’agenda dei primi 18 mesi ci sono almeno cinque aperture nel Belpaese, la prima sarà presso la Stazione Centrale di Bologna per sperimentare il format nel canale travel retail, per poi nel 2020 puntare all’estero con Francia, Svizzera e Germania: i paesi target. Il management che ha svezzato il marchio sarà lo stesso, ma le risorse saranno più consistenti grazie ai recenti cambi societari, con uno stile determinato e prudente che accomuna dirigenza e investitori, come ha dichiarato Fucelli alla stampa: «Un antico proverbio dice: se vuoi andare veloce vai da solo, se vuoi andare lontano vai insieme. Abbiamo scelto Investindustrial perché Andrea Bonomi e la sua squadra hanno condiviso la nostra visione e la nostra filosofia». L’idea alla base del format è abbinare la cucina tradizionale emiliana (cibi cotti in loco) con i suoi prodotti tipici di qualità apprezzati in tutto il mondo (oltre alle tigelle farcite, tagliatelle, tortelloni, gnocco fritto e insalate: tutto innaffiato dal classico Lambrusco) a un servizio veloce al tavolo (prima si paga in cassa). La location preferita sono i centri commerciali, attrattori di enormi movimenti di persone con grande facilità di accesso e di posteggio. Da qualche tempo è presente anche il ristorante a Modena sulla via Emilia Est (a pochi metri dalla tangenziale), primo esperimento su strada, per ovviare al limite di chiusura serale di alcuni centri commerciali. Il format, che ha sempre voluto rimandare a un ambiente accogliente e informale, è decisamente differente dal chiosco monoprodotto, con velocità di servizio, qualità dei prodotti e prezzi ragionevoli, oltre a un’attenzione al cliente, patrimonio tipico dell’ospitalità emiliana, garantita dalla gestione diretta dei punti ristoro.

L’azienda in pillole Data di nascita 2014 Proprietà Appena acquisita al 70% da Investindustrial Growth Sede Modena

Settori di business Ristoranti casual dining di cucina tipica emiliana Retail 10 locali in Nord Italia, prevalentemente in centri commerciali

Fonte aziendale

Management Alfiero Fucelli (fondatore) amministratore delegato e presidente

Nuova proprietà & management confermato per continuare il trend di crescita ed esportare la tigella in Europa Intervista ad Alfiero Fucelli, presidente e amministratore delegato di Dispensa Emilia Come sta andando il 2018? Quali sono i progetti di espansione del marchio? I primi mesi dell’anno sono stati positivi e ci aspettiamo che il trend di crescita possa proseguire anche nel prossimo futuro. Ma non sono solo i numeri a darci grandi soddisfazioni: il 2018 è l’anno in cui è nata l’alleanza con un partner del calibro di Investindustrial che abbiamo perfezionato durante l’estate. Con il loro supporto, puntiamo ad accelerare i nostri piani di sviluppo.. Quali sono i nuovi obiettivi del brand dopo l’acquisto da parte di Investindustrial? Abbiamo condiviso un piano che porterà Dispensa Emilia non solo a incrementare la propria presenza in Italia, ma anche a sbarcare fuori dai confini nazionali. La tigella, e in generale la cucina emiliana, rappresenta un prodotto di eccellenza italiana e in quanto tale si presta molto bene a una diffusione anche su scala internazionale. Parlando di numeri, nei prossimi 18 mesi puntiamo a realizzare 5 aperture, passando da 10 a 15 ristoranti, e contiamo di inaugurare il primo ristorante al di fuori dell’Italia entro un paio di anni.

Dispensa Emilia è molto presente nel canale centri commerciali. Pensate a uno sviluppo anche nei centri urbani o nel travel? Il travel retail è un ambito a cui guardiamo con grande attenzione. Dispensa Emilia coniuga velocità del servizio e qualità dell’offerta, connubio essenziale se si punta a un posizionamento vincente in aeroporti e stazioni. Lavoreremo quindi certamente anche su questi fronti e posso già anticipare che abbiamo in programma un’apertura, entro fine anno, proprio in un’importante stazione ferroviaria, quella Centrale di Bologna. Un’inaugurazione che non solo porterà a tre il numero dei nostri ristoranti bolognesi, ma che ci offrirà anche un’importante vetrina in città. Nel nuovo ristorante, che avrà un affaccio su strada, potremo infatti accogliere non soltanto i viaggiatori, ma, più in generale, chiunque desideri un pasto veloce, ma di alta qualità, nel rispetto della migliore tradizione emiliana. Siamo inoltre già presenti al di fuori di centri commerciali in aree ad elevato tasso di traffico come la via Emilia a Modena e il parco commerciale Meraville a Bologna.

Chi è Investindustrial Investindustrial è un gruppo europeo di società indipendenti di investimento, holding e di consulenza con 6,8 miliardi di capitale raccolto. Focalizzato nel segmento mid-market europeo, attivo dal 1990, ha nel suo portfolio nomi di grande rilievo come Aston Martin, Artsana, B&B Italia e il parco Portaventura (Ferrari), solo per citarne alcuni. Con l’acquisizione di Dispensa Emilia, Investindustrial Growth realizza la sua prima operazione in Italia dopo l’acquisizione di Benvit (produzione di PVC in Francia) e la britannica OKA (arredamento e lifestyle). Insomma, piatto ricco a tavola, ma anche nel portafoglio: infatti Investindustrial l’ha spuntata sulla concorrenza di altre sette offerte per l’acquisto del gioiellino modenese del fast casual; e ce l’ha fatta proprio per la sua visione industriale con prospettive a lungo termine. I numeri di Vaimo srl (società cui fa capo il marchio di ristorazione) fanno venire l’acquolina in bocca: il 2017 si è chiuso con il valore della produzione di 15,5 milioni: +30% sull’anno prima, ma quasi il triplo del 2014, a confermare una crescita che vedeva 3 milioni di fatturato sette esercizi fa. Cresce ancora di più in percentuale il valore aggiunto (43% sul giro d’affari sul 39% del 2016), mentre il MOL rimane in linea (appena sotto il 12%), anche a causa dell’incremento del personale (arrivato a circa 250 addetti) legato all’aumento dei ristoranti. Il risultato è sempre positivo e

nell’ultimo esercizio si piazza a 934mila euro (+37,55% sul 2016) con investimenti su attrezzature e allestimenti per nuove aperture per 1,6 milioni. Da segnalare poi gli indici di redditività con il ROI che supera il 17% (in linea con l’esercizio prima). L’indice di indebitamento scende sotto i 2 punti (era 2,63) e cala a 0,55 da 0,93 il quoziente di indebitamento finanziario, mentre l’azienda mette fieno in cascina, patrimonializzandosi anche grazie agli ultimi ottimi bilanci. Insomma, la macchina di Fucelli va alla grande con tassi di crescita a doppia cifra negli ultimi anni, lui predica prudenza e il salto di qualità con la nuova proprietà è importante, ma l’impressione è che il trend positivo possa proseguire in futuro, magari tarato su una dimensione aziendale più importante anche per l’accresciuta rete di punti ristoro. ¢ ottobre 2018 | retail food

43


Brand analysis

Moreschi punta sul Middle East Nell’ultimo biennio l’area mediorientale ha visto una crescita del 30% del fatturato e cinque nuove opening sono previste entro la fine dell’anno. Nel 2019, un’apertura ad Abu Dhabi e una seconda boutique sia a Dubai che a Kuwait City

F

ondato nel 1946 a Vigevano da Mario Moreschi, già dalla sua nascita il brand di calzature si caratterizza per una produzione di alta qualità. La scarpa Moreschi, sinonimo di Made in Italy, nasce da un binomio inscindibile: mano d’opera altamente qualificata e materiali selezionati con cura. Per realizzare una scarpa Moreschi sono necessari dai 250 ai 300 passaggi manuali. In Medio Oriente, il marchio vigevanese è conosciuto fin dagli inizi degli anni 70. Una presenza cresciuta nel tempo

44

retail food | ottobre 2018

e incrementata considerevolmente nell’ultimo decennio tanto da spingere l’azienda a essere il primo brand italiano in assoluto ad aprire, nell’ottobre 2014, un monomarca in Iran, a Teheran. Viste le ottime performance degli ultimi anni, Moreschi sta puntando ulteriormente sul Medio Oriente – e non solo – con un significativo piano di investimenti in ambito retail. Progetto di ampia portata che Stefano Moreschi, retail manager dell’azienda, ha illustrato a retail&food.

«L’espansione del brand procede con passo deciso, un progetto ambizioso che ha portato, nell’ultimo biennio, un incremento del fatturato dell’area mediorientale nell’ordine del 30% e ha dato vita a ben cinque aperture solo nel 2018. I nuovi flaghip store di Amman, Kuwait City, il secondo a Teheran, Beirut e Ramallah vanno ad aggiungersi ad altri importanti punti vendita già presenti nelle principali città del territorio: Doha, Dubai, Baghdad, Arbil e Gedda. Molto interessante e direi quasi avveniristica sarà la prossima apertura in Nigeria».


Da sinistra, in senso orario, negozio di Roma, Firenze, in Middle East e Milano. Stefano Moreschi, retail manager dell’azienda Avete programmato dei nuovi tagli nastro per il 2019? Per il 2019 abbiamo già pianificato un’apertura ad Abu Dhabi e una seconda boutique sia a Dubai che a Kuwait City. Guardando quindi ai key numbers di Moreschi, a quanto ammonta il giro d’affari annuo, in quanti paesi è presente e di quanti negozi si compone la rete vendita totale in Italia e all’estero? Il nostro giro d’affari annuo supera i 30 milioni di euro e ogni stagione esportiamo regolarmente in più di 80 paesi nel mondo. Per quanto riguarda la nostra rete vendita siamo molto soddisfatti perché in Italia abbiamo 8 DOS, mentre all’estero superiamo i 30 tra corner, shop in shop e free standing store. Il vostro sviluppo internazionale ha portato il brand in vari paesi d’Europa, soprattutto nell’Europa dell’est, in Medio Oriente, Asia e Sudafrica. Con quali modalità operate in questi mercati e in quali canali distributivi siete presenti? Normalmente con partner selezionati: clienti da qualche stagione che vantano esperienza sul prodotto e nello specifico mercato, dove hanno riscontrato successo. L’apertura del monobrand, dotato dell’intera gamma Moreschi, avviene quindi con l’obiettivo di rafforzare l’immagine del marchio. L’impostazione del punto vendita dipende molto dalla dimensione dei locali e dalle potenzialità di eventuali acquirenti. Il mix merceologico viene valutato attentamente sulla base dello storico cercando di rafforzare il più possibile le categorie più performanti. Sovente, laddove

esiste un monobrand, nelle piazze principali affianchiamo multibrand e presenze in department store creando quel mix di distribuzione multicanale che rafforza ulteriormente l’immagine del brand, a beneficio di tutti gli operatori. Quali sono le aree geografiche che vi danno maggiore soddisfazione e come cambia il vostro scontrino medio tra Italia, Europa e gli altri mercati? Il Medio Oriente e l’Est Europa sono per noi aree molto importanti. Lo scontrino medio in Italia e in Europa sono abbastanza simili, mentre al di là dei confini europei naturalmente sale. Sul mercato domestico siete presenti con monomarca a Firenze, Milano e Roma sempre in primarie location urbane. Quali sono i vostri progetti di sviluppo retail in Italia? Valutate l’ingresso in contesti legati al viaggio, come gli aeroporti o le stazioni, oppure nelle grandi gallerie commerciali e nei factory outlet village? Per lo sviluppo del retail nazionale, abbiamo sempre occhi sul mercato, ovviamente puntiamo a città di business o turistiche con un grande bacino di utenza. Negli aeroporti ab-

La rete vendita in Italia conta 8 DOS, mentre all’estero supera i 30 tra corner, shop in shop e free standing store

biamo avuto esperienze con aspetti positivi e negativi e non escludiamo un nostro ritorno perché riteniamo il travel retail aeroportuale un canale strategico. Di contro, non abbiamo preso in considerazione al momento le stazioni. Guardando alle gallerie commerciali esistenti ad oggi in Italia, queste non giustificano la presenza di un insieme di brand di alto di gamma, come invece avviene all’estero. Infine nei factory outlet village operiamo con McArthurGlen che riteniamo essere il migliore. Può descrivere il vostro format di punto di vendita e come cambia, se cambia, tra Italia ed estero? Le boutique presentano gli elementi tipici dell’identità Moreschi nel mondo: espositori in legno di palissandro e sedute in pellami pregiati che danno risalto ai prodotti e conferiscono all’insieme un’atmosfera sofisticata e di grande personalità. Spazi eleganti e confortevoli, che oltre ad accogliere le collezioni di calzature, pelletteria e capi spalla in pelle, offrono linee dedicate al mercato del Golfo per rispondere, proprio, alle richieste specifiche di consumatori tra i più esigenti. Ci possono essere inoltre delle modifiche quando le dimensioni dello store consentono l’inserimento anche della collezione donna, oppure a seconda della piazza, laddove esistono entrambe le stagioni (estate e inverno) il capospalla in pelle trova il suo spazio. Infine, quali sono i progetti e i riscontri legati all’online? Quanto incide oggi l’ecommerce in Italia e all’estero sulle vostre vendite complessive? L’e-commerce per noi conta tantissimo e continua a dare grandi soddisfazioni, crescendo di anno in anno a doppia cifra. Direi che incide su quasi il 5% delle nostre vendite complessive. A.P. ottobre 2018 | retail food

45


Export & eCommerce

helloITA: hub del Made in Italy su Alibaba

L

e società italiane di moda (compresi accessori, calzature e pelletteria), cosmesi, home&design, lifestyle, agroalimentare e vini, se portatrici delle caratteristiche e dei valori di italianità a partire dalla produzione entro i confini nazionali, dallo scorso 5 settembre possono sbarcare o consolidare la propria presenza sul mercato cinese aderendo a helloITA: progetto promosso dall’Agenzia ICE, con un investimento da 2,5 milioni di euro, e da Alibaba Group per favorire l’export attraverso la diffusione dei prodotti e della cultura del Made in Italy. Questo nuovo hub virtuale è accessibile agli oltre 570 milioni di consumatori attivi delle piattaforme B2C di Alibaba, Tmall e Tmall Global, con una grafica che richiama la tradizione e il lifestyle tipicamente nostrani. Oltre a essere una vetrina per i prodotti di qualità, helloITA funzionerà dunque come vero e proprio aggregatore di contenuti curati e personalizzati, volti a educare gli internauti cinesi sul valore e l’unicità del Made in Italy. Ad oggi le aziende che hanno aderito sono oltre 80, di cui la metà PMI. In occasione della presentazione alla stampa e agli operatori, la reason why dell’iniziativa avviata circa un anno e mezzo fa è stata illustrata in primis da Michele Scannavini, presidente dell’Agenzia ICE, che ha premesso come il mercato italiano stia accumulando forti ritardi rispetto alla crescita del

46

retail food | ottobre 2018

L’agenzia ICE e il colosso asiatico dell’eCommerce hanno presentato il primo progetto-paese sul marketplace Tmall della compagnia tecnologica cinese, che raggruppa oltre 80 aziende di cui più del 50% PMI

commercio digitale a livello mondiale, il quale registra un trend annuo del +33% nel periodo 2014-2021 ed è ormai prossimo a superare la soglia dei duemila miliardi di dollari. Con la Cina che detiene una quota del mercato eCommerce pari al 35% – numero destinato ad aumentare grazie alla parallela crescita della middle class composta da circa 250 milioni di persone – seguita dagli Stati Uniti, insieme ai quali supera il 50% del giro d’affari mondiale delle vendite online. «Questo ritardo deve essere colmato, è un percorso obbligato, altrimenti le aziende italiane rischiano di perdere posizioni importanti. E per provare a raggiungere tale obiettivo abbiamo puntato sulla Cina che è il mercato dominante – ha dichiarato Michele Scannavini – La partnership con Alibaba rientra appieno nel nuovo percorso omnichannel intrapreso dall’ICE. Negli investimenti delle aziende per l’eCommerce la quota necessaria a generare traffico e visibilità per il proprio e-store è quella più onerosa sia in termini finanziari che di specifiche competenze. helloITA è quindi l’occasione per le aziende e PMI italiane di beneficiare del traffico generato dalle economie di scala di un piano trasversale che, oltre a portare traffico, punta a colmare il gap

di conoscenza sull’Italia e le sue eccellenze, spesso rilevato in alcune fasce cruciali d’acquisto dai consumatori cinesi». Scannavini ha inoltre sottolineato come l’ICE punti sul concetto di multicanalià per presidiare canali commerciali più evoluti, affiancando alle normali attività per la promozione del Made in Italy nel mondo il presidio della sfera digitale. Tra i target privilegiati i mercati USA e UK, che hanno visto accordi rispettivamente con Yoox, firmato a dicembre 2017, e con Ocado. «helloITA è il primo progetto di questo tipo realizzato in collaborazione con un partner governativo ed è pertanto una grande soddisfazione vederlo prendere vita sulla piattaforma Tmall di Alibaba – ha commentato invece Rodrigo Cipriani Foresio, managing director Italy, Spain, Portugal and Greece & general manager of Europe, Tmall Business Development – La valorizzazione del Made in Italy non solo come eccellenze di prodotto ma anche come diffusione di cultura, tradizioni e artigianalità è da sempre una priorità nel nostro lavoro e siamo orgogliosi di essere il partner di fiducia di ICE e delle tante aziende italiane, tra cui molte PMI, lungo il loro percorso di digitalizzazione, internazionalizzazione e apertura al mercato cinese». A.P.



COLOURFUL

VARIETY

Dal 1912, qualità garantitia dall famiglia Ritter

Colour Variety offre una varietà di gusti impareggiabile. Dai grandi classici ai gusti più innovativi e ricercati. La passione per il cioccolato di qualità e la capacità di soddisfare esigenze nuove contraddistinguono RITTER SPORT da sempre. Dal lontano 1912, infatti l'azienda ricerca scrupolosamente gli ingredienti più pregiati da tutto il mondo e offre a tutti gli appassionati di cioccolato un'esperienza unica di gusto e innovazione.

www.ritter-sport.it


Dossier shopping mall Prima Pietra

Retail al Maximo

di Andrea Penazzi

Progetto da 60mila mq di Gla e 300 milioni di investimento, il centro commerciale che sorgerà entro il 2019 lungo via Laurentina mira a differenziarsi puntando su un’offerta fashion trasversale, street food ed entertainment. Protagonista Parsec 6 per conto di Capital Dev (Gruppo Unicredit)

C

quindi ripreso quota con l’arrivo di Capital Dev (Gruppo Unicredit) attraverso la società-veicolo Parsec 6 S.p.a., proprietaria del terreno e sviluppatrice del progetto, di cui è socio unico. Nel febbraio 2018, sostituito il general contractor e conclusa la gara d’appalto per le opere edilizie, vinta dalla lombarda Colombo Costruzioni per un valore di 80 milioni di euro, i lavori sono ripartiti e l’attività di commercializzazione è stata conferita a Cushman&Wakefield. La progettazione vede protagonisti invece lo studio romano Capolei Cavalli per l’involucro esterno e Design International per gli interni.

on il cambio di proprietà, novembre 2016 rappresenta il momento di svolta per il progetto recentemente ribattezzato Maximo Shopping Arena: centro commerciale di ultima generazione da 300 milioni di euro di investimento che sorgerà su via Laurentina, all’interno del Grande Raccordo Anulare. Il lungo iter per l’ottenimento della autorizzazioni, tra cui le varianti urbanistiche, e le criticità economiche della precedente proprietà (Gruppo Parsitalia) avevano rispettivamente procrastinato l’avvio dei lavori e infine imposto uno stop al cantiere. L’ex Laurentino ha ottobre 2018 | retail food

49


Dossier shopping mall Prima Pietra Davide Padoa, ceo di Design International

I

l centro commerciale Maximo che sorgerà a Roma, sulla via Laurentina, è parte integrante di un più ampio intervento di riqualificazione urbana. La sua realizzazione prevede la costruzione di circa 60.500 mq di Gla, cui si aggiungono 3 livelli di parcheggi interrati, per un totale di 105.000 mq. Il concept tiene conto della forte caratterizzazione urbana del progetto e mira a realizzare un organismo che, inserendosi all’interno di un complesso tessuto, diventa fattore di cucitura e punto focale. Elemento fondamentale del centro sarà infatti l’intrattenimento, declinato in varie forme: cinema multisala, fitness center, Familiy Entertaiment Center e food court. Quest’ultima si sviluppa su due livelli, uno dedicato al fast food e uno al fine dining, ed è strettamente connessa con la piazza pubblica. Il centro si compone di più di 165 negozi, distribuiti su tre livelli di gallerie con vetrine a doppia altezza, confluenti in tre grandi piazze interne. Le gallerie sono state concepite come vere e proprie strade urbane, concetto che diventa evidente nella scelta dei materiali e per la presenza costante di luce naturale, per ottenere la quale si è scelto di realizzare un’ampia copertura vetrata, atta a creare uno scambio continuo tra interno ed esterno. Al sistema di piazze indoor, che articolano il tessuto connettivo del centro commerciale, si aggiunge la grande piazza aperta, di circa 15.000 mq, che sarà il fulcro di eventi culturali e ricreativi, con lo specifico intento di diventare il punto di congiunzione tra il centro commerciale e la città.

50

retail food | ottobre 2018

Massimo Teppa, responsabile commerciale di Parsec 6

Mapic Italy 2018 (Milano, 23-24 maggio) è stata quindi la vetrina privilegiata per comunicare ai retailer la nuova fase di slancio, con il presidente di Parsec 6 S.p.a., Vanes Galanti, impegnato in prima persona assieme a Massimo Teppa, responsabile commerciale di Parsec 6. In occasione della fiera si è puntato a sottolineare gli elementi cardine del progetto: bacino d’utenza, accessibilità, massa critica

mercato, un cinema multisala, un fitness center e due ampie zone focalizzate sulla ristorazione, con un percorso di street food a rappresentare la vera novità sulla piazza romana e in generale nel comparto degli shopping centre. La piazza esterna di 15mila mq, aperta, su cui si affaccia la ristorazione, non

e iconicità della struttura. Nel merito, Maximo Shopping Arena mira a connotarsi come una destinazione sia per gli acquisti che per il tempo libero e la socialità, forte di un ampio bacino di utenza stimato in 3,5 milioni di abitanti nei 40 minuti di percorrenza in automobile. Nei 60.500 mq di Gla distribuiti su tre livelli, l’offerta comprenderà 165 negozi, di cui 30 ristoranti – bar e 10 medie superfici, un iper-

solo si presterà a ospitare eventi culturali, ricreativi e commerciali ma costituirà un punto d’incontro e di congiunzione tra il mall e il quartiere Laurentino. «Maximo nasce agli inizi degli anni duemila come progetto di riqualificazione urbana pubblico-privata – ha racconto Massimo Teppa a r&f – Tutto ruota attorno alla piazza che nelle intenzioni degli urbanisti diventerà un luogo


Commercializzazion Cushman&wakefield

Proprietà Capital Dev

PROGETTO IN PILLOLE

Promotore sviluppatore Parsec 6 S.p.a. Tipologia Centro commerciale

Località

di grandi dimensioni

Roma Investimento

Data

300

Fonte aziendale

unità commerciali

Medie Àncora

Localizzazione Urbana Gla Totale 60.500 mq

Q3 2019

milioni di euro

Totale

apertura

Progettazione Capolei Cavalli (external) Desing International (internal)

superfici

alimentare

165 10

Pam Panorama

Cinema UCI Unità

food

7 sale 30

4.700 mq + magazzino

di aggregazione. Dall’altro lato della stessa, rispetto al centro commerciale, si svilupperanno il palazzo del IX Municipio, ulteriori attività commerciali tra cui due big box. La programmazione delle attività della piazza e la relativa gestione deve essere affidata a Maximo che rappresenta l’organizzazione più forte in questo contesto». Oltre all’investimento da 300 milioni di euro, di cui 42 in opere pubbliche realizzate a scomputo degli oneri di urbanizzazione, i numeri dell’iniziativa si completano con 3mila posti auto dislocati prevalentemente su due piani interrati e, soprattutto, la stima di circa 1.300 nuovi posti di lavoro. Rispetto all’impatto ambientale, invece, il progetto è stato certificato secondo il protocollo BREEAM e ha ottenuto la qualifica di “Very Good” anche grazie alla realizzazione di un impianto di trigenerazione che assicurerà l’autosufficienza energetica del complesso, con notevoli risparmi di costi per i tenant. Maximo sarà inoltre un centro futureproof poiché non presenterà corpi che possano irrigidirne la struttura, favorendo quindi possibili accorpamenti o consolidamenti delle unità commerciali, e in quanto sarà dotato di un ampio spazio di magazzino sia sotterraneo sia al secondo livello che faciliterà la logistica e consentirà ai tenant di ottimizzare il layout dello store. Nell’era del retail omnichannel, questa

...dall’origine al piatto

Selecta S.p.A. Via del Sapere, 1 45030 Occhiobello (RO) Tel: +39 0425 766333 Fax: +39 0425 766366 commerciale@selectaspa.it www.selectaspa.it

ottobre 2018 | retail food

51


Dossier shopping mall Prima Pietra soluzione permetterà agli operatori di utilizzare il negozio non solo come vetrina e spazio di vendita ma anche come area logistica per i servizi di integrazione con il canale online. «Maximo è un prodotto finalizzato alla vendita successiva per cui l’obiettivo è di creare un centro prime, ideale per qualità sia di tenancy che di edificio. Un prodotto con un’alta redditività che non conosca cicli in virtù di caratteristiche uniche sul mercato nazionale – ha proseguito Massimo Teppa – Al momento sono in corso trattative con possibili investitori, tutto dipende dai valori, ma abbiamo ricevuto mandato per predisporci anche a uno o due anni di gestione». Differenziazione in chiave food e intrattenimento «Il fashion è un’àncora del progetto ma riteniamo di diversificare la nostra proposta rispetto alla concorrenza attraverso altri elementi, con particolare riferimento all’entertainmet serale e in generale ampliando la gamma dei servizi alla persona oltre i limiti raggiunti dai centri commerciali a Roma sino ad oggi», ha specificato Teppa. Ma andiamo in ordine, partendo dallo stato di avanzamento della commercializzazione. «Negli ultimi mesi registriamo una fortissima accelerazione impressa dal grande interesse dimostrato dalle aziende – ha proseguito il manager – Siamo partiti da una base del 50% della Gla di rapporti già formalizzati, frutto delle trattative portate avanti tra il 2013 e il 2015, ma lo stop di due anni ha impedito di rispettare i tempi previsti dai contratti preliminari e dalle proposte irrevocabili, perciò li stiamo riformalizzando. Con le insegne dei negozi medio piccoli procediamo soprattutto attraverso lettere di riconferma mentre per le àncore sono necessarie trattative più lunghe: iniziate a metà marzo dopo l’assegnazione dell’appalto, sono arrivate in pochi mesi a una buona fase di definizione e le stiamo formalizzando proprio in questo periodo, tra luglio e settembre». Partendo quindi dal piano terra, l’alimentare sarà un Pam Panorama di circa di circa 4.700 mq più magazzino. «Nella configurazione iniziale, circa 10 anni fa, era previsto che la proprietà di questo spazio fosse ceduta all’operatore, mentre con il contratto attuale si è arrivati a una soluzione di affitto», ha continuato Teppa. Il punto vendita di elettronica di consumo occuperà una superficie di 1.800 mq più 400 di magazzino e sul medesimo livello è in fase di valutazione una terza media superficie destinata al fast fashion: «È una delle due rimanenti, entrambe di 1.200 mq, su cui vorremmo decidere all’ultimo momento per sfruttare al meglio eventuali opportunità di mercato. La categoria merceologia specifica per quello spazio è lo sportswear», ha 52

retail food | ottobre 2018

puntualizzato Massimo Teppa. Per la casa si annovera un’ampia superficie, distribuita su due livelli, con affaccio sulla piazza esterna. Al piano superiore, in un contesto iconico con vetrine a doppia altezza e l’impressione di una volumetria davvero considerevole, l’obiettivo è declinare il fashion in tutta la sua ampiezza di gamma: dal posizionamento premium con una media superficie dedicata, a due unità destinate ai campioni del fast fashion, di cui una estesa 7mila metri quadrati. E non mancherà un anchor store della calzatura, che completerebbe una proposta mass market arricchita con alcune suggestioni verso l’alto di gamma, quest’ultime fornite anche e soprattutto

Street food: progetto nel progetto da 1.800 mq con 5 chioschi fissi e una quindicina di postazioni a rotazione per un’offerta sempre nuova e originale dai negozi di piccole dimensioni. Nel tenant mix non saranno presenti invece i marchi del Gruppo Inditex, già attivi in altre strutture competitor. Capitolo a parte merita la ristorazione, valore aggiunto di Maximo Shopping Arena e distribuita su due piani (quello primo e quello secondo): in quello inferiore sarà presente una food court tradizionale dotata di tavolini comuni e di un piccolo spazio eventi, alimentata prevalentemente da fast food; in quello superiore sarà caratterizzata da un’offerta più slow, ristoranti. Ma il piatto forte sarà dato della proposta di street food, un vero progetto nel progetto: «Al secondo livello si estenderà un percorso di cibo da strada con una varie-

tà di gamma e dinamicità di turnazione che consentiranno di offrire un prodotto sempre originale e nuovo – spiega ancora il responsabile commerciale e del coordinamento del team tecnico di Parsec 6 – Applicando almeno in parte una logica temporary, stabilizzeremo i player più performanti e alterneremo gli altri. Per quest’area, estesa 1.800 mq, stiamo realizzando un concept specifico che prevede l’allestimento fornito direttamente dal mall e quattro ambientazioni (ghiaccio, giungla, deserto e foresta) contraddistinte da colorazioni differenti, decorazioni e da illuminazioni leggermente soffuse adatte alla frequentazione serale. All’interno, cinque chioschi fissi e una quindicina di spazi concepiti su pedane attrezzate, di circa 12 mq, su cui i player potranno montare le proprie soluzioni. Per la scelta degli operatori, attività molto sfidante svolta soprattutto sull’area romana, è prevista anche l’autocandidatura online da parte dell’operatore, cui seguono colloqui e selezioni. In generale consideriamo tale soluzione una vetrina importantissima per tutte quelle aziende che vogliano testare un prodotto, farsi conoscere e sviluppare una catena. Il tema è trovare imprese che abbiano una mentalità di ingegnerizzazione del prodotto, in grado di tradurre la semplice attività di somministrazione in un progetto industriale». Parallelamente al percorso di street food, le attività poste all’ultimo livello saranno dedicate all’intrattenimento e alla night life: saranno presenti infatti un cinema UCI con sette sale, un family entertainment centre e un fitness centre low cost, rispetto a cui si ipotizza – sul medio termine – un servizio h24 favorito dalla predisposizione di un parcheggio riservato e brandizzato, anch’esso in fase di studio. ¢


ZERO ZUCCHERI! GLI ALTRI GINSENG ZUCCHERATI CONTIENE

CONTENGONO MEDIAMENTE

DI ZUCCHERI

DI ZUCCHERI

0g

8g

D O LC I F I C AT O NATURALMENTE

LOSTESSO GUSTO E LOSTESSO PIACERE DEL GINSENG LIFE!

LATTA 3 KG

BOX 50 CAPSULE

FoodNess Professional

GINSENG

FREE

®

Free From

DIMOSTRA AI TUOI CLIENTI QUANTO HAI A CUORE LA LORO SALUTE. TI RIPAGHERANNO TORNANDO NEL TUO LOCALE! www.foodness.it info@foodness.it


di Lucio Orsini Data Bank Senior Analyst presso Urbistat lucio.orsini@urbistat.com

Le Mappe del Retail

Le sette sorelle dell’elettronica di consumo

I

l campione relativo all’elettronica di consumo analizzato da UrbiStat comprende le 7 principali insegne, a diffusione regionale o nazionale, aventi ognuna quota di mercato pari o superiore al 2% del totale. Al 30/08/2018 sono censiti 1.617 punti vendita per un potenziale fatturato aggregato di 8,722 miliardi di euro IVA esclusa, che rappresenta una quota di mercato pari al 45% dei consumi stimati per questo settore merceologico, il quale vede una spesa media pro capite di 336 euro (tab1). Nell’analizzare la copertura dell’offerta è stata presa in considerazione la presenza e distribuzione dei punti vendita attualmente operanti sul territorio in rapporto alla facilità di accesso (tempi di percorrenza in auto) da parte del cliente. Nella mappa, alle tonalità di rosso più intense corrispondono elevate coperture: i consumatori residenti in queste zone hanno quindi a disposizione maggiori alternative (possibilità di raggiungere più negozi nel minor tempo). Se intuitivamente tra le provincie con maggior copertura troviamo nell’ordine Milano, Roma, Torino e Napoli, con l’aggiunta della piccola ma ricca e presidiata Monza e Brianza, Urbistat rileva come ci siano numerose provincie in cui il differenziale di copertura è fortemente negativo rispetto alla media. Distribuite a macchia di leopardo da nord a sud, queste provincie potrebbero essere presidiate da catene o operatori locali particolarmente forti, oppure potrebbero essere scoperte per altri motivi. La difficoltà di accessibilità dovuta alla particolare orografia (Sardegna, Calabria, zone alpine), una popolazione provinciale limitata e un mercato potenziale ristretto (Enna, Rieti, Vercelli) possono far sì che i marchi in analisi non ri-

Tabella 1 Insegna

Provincia

Totale fatturato Quota mercato (mld €) (%)

501

1,660

8,1%

EURONICS

403

1,700

8,3%

EXPERT

336

1,800

8,8%

TRONY

200

1,100

5,4%

MEDIA WORLD

115

2,053

10,1%

COMET

45

0,409

2,0%

APPLE

17

0,463

2,3%

1.617

8,722

45,0%

20,400

100,0%

Mercato Teorico 54

tengano conveniente investire in questi territori. In alcuni casi tuttavia (tab2) il mercato residuo aggredibile è di una certa rilevanza e può offrire interessanti opportunità di sviluppo. ¢

Tabella 2

UNIEURO

TOTALE

Accedi ai contenuti extra tramite QR code

retail food | ottobre 2018

Provincia

Consumo procapite (€)

Popolazione Provincia

Mercato potenziale (€)

Differenziale copertura (%)

Lucca Ancona Ferrara Cuneo Bolzano Trento Mantova Frosinone Alessandria Reggio Calabria Cremona Sassari Cosenza Udine Pavia ITALIA

€ 369 € 345 € 405 € 365 € 417 € 382 € 386 € 318 € 391 € 238 € 401 € 286 € 238 € 370 € 420 € 336

390.042 474.124 348.362 589.108 524.256 538.604 412.610 493.067 426.658 553.861 359.388 493.788 711.739 531.466 547.251 60.589.445

€ 143.838.614 € 163.340.548 € 141.087.530 € 214.859.955 € 218.654.709 € 205.528.303 € 159.402.053 € 156.935.464 € 166.630.224 € 131.586.926 € 143.941.509 € 141.227.821 € 169.436.148 € 196.857.901 € 229.865.497 € 20.364.771.721

-35% -35% -36% -39% -39% -39% -40% -41% -42% -44% -45% -45% -52% -57% -64%


Lay’s® Mediteranee 100% Olio di Oliva sono semplici e deliziosamente croccanti, con un pizzico di sale.

Lay’s® Mediteranee 100% Olio di Oliva da oggi aromatizzate al pepe nero, bianco e rosa… per una croccantezza da sgranocchiare!

Nuove Lay’s® Mediteranee 100% Olio di Oliva con infusione di Pomodoro & Basilico per un’esperienza di gusto autentica e deliziosa.

...e se non vi bastasse ancora, vi presentiamo le nuove Lay’s® Mediteranee 100% Olio di Oliva con infusione di Origano & Peperoncino; un’altra delizia di gusto croccante e avvolgente.

Sono le piccole e semplici cose che migliorano la vita, per questo noi di Lay’s® abbiamo creato Lay’s® Mediterranee. Selezioniamo e cuociamo le patate in olio di oliva per renderle deliziosamente croccanti e infine le insaporiamo con gusti ispirati alla tradizione Mediterranea. Scopri il mondo Lay’s® su ww.lays.it e sulla nostra pagina Facebook Lay’s Italia.


L'evento leader a livello internazionale dedicato al mercato immobiliare commerciale

Palais des Festivals, Cannes, Francia 14-16 Novembre 2018

Shopping e Nuove esperienze di socializzazione nell'era digitale Come creare delle moderne lifestyle destinations

Q. PERCHÉ IL RETAIL FISICO CONTINUA A RICOPRIRE UN RUOLO CRUCIALE ANCHE NELL'ERA DIGITALE? Retail fisico e e-commerce attraversano un processo di totale convergenza: Walmart ha recentemente preso il controllo di Flipkart, Alibaba ha invistito in catene di negozi e centri commerciali, Amazon sta aprendo punti vendita fisici ed ha acquistato Whole Foods, etc. I retailers tradizionali hanno oramai sviluppato le soluzioni e-commerce; i pure players digitali come Missguided, Mi Stores e Warby Parker – solo per citare alcuni nomi, sono invece esempi di players "digitali" che hanno iniziato ad aprire punti vendita fisici. La rivoluzione digitale ha impattato in maniera profonda i modelli tradizionali del retail fisico. Il boom delle vendite online ha obbligato i retailer a ripensare completamente i tradizionali spazi fisici ed a ridefinire le proprie strategie di marketing e di leasing. Leisure, innovazione ed esperienza sono divenuti i concetti chiave nella definizione dei nuovi processi di acquisto da parte del consumatore. Il fattore chiave di sucesso oggi risiede nella corretta comprensione delle aspettative del consumatore e nella costruzione di un'offerta che corrisponda perfettamente a tali aspettative. Per attirare e mantenere i migliori tennants, developers e proprietà di centri e siti commerciali devono riuscire a creare esperienze che vadano ben al di là delle tradizionali attività di shopping al fine di attrarre i consumatori ed aumentarne i tempi medi di permanenza. E cio non si limita alla creazione di un mix attrattivo di attività leisure e retail, ma anche di servizi di qualità e di offerte convenienti.

Q&A Nathalie Depetro, Director of MAPIC

Q. PERCHE AVETE DECISO DI SCEGLIERE ‘PHYSICAL IN THE AGE OF DIGITAL’ COME TEMA PRINCIPALE DI MAPIC 2018? In quanto vetrina del settore, MAPIC presenta ogni anno i trend più recenti e le sfide che l'industria affronta. Il nostro obiettivo e la nostra missione è anche quella di dare una visione aggiornata dell'evoluzione del settore per aiutare i nostri clienti a ridefinire le proprie strategie. Leisure, food & beverage, live entertainment, servizi al consumatore, spa, centri fitness, polimbulatori o centri medicali in aggiunta ai tennants tradizionali… questo è il retail mix di domani! Le soluzioni volte a sviluppare un vero approccio O2O sono divenute cruciali per meglio gestire e sviluppare la conoscenza del consumatore e la customer loyalty, migliorandone l'esperienza d'acquisto. Sviluppatori, proprietà e retailer devono oggi sviluppare nuove modalità di collaborazione... Grazie ad un programma di conferenze di alto profilo che vedrà l'intervento di oltre 200 esperti del settore, MAPIC permetterà di analizzare le più recenti evoluzioni in materia di convergenza tra retail online and offline, l'evoluzione della domanda e della funzione dello store fisico e, per finire, l'innovazione, non solo digitale ma intesa in senso più globale, come elemento chiave della trasformazione del settore e della sublimazione dell'esperienza del consumatore.

IL MAPIC INNOVATION FORUM Un area ed un programma dedicato agli operatori ed alle soluzioni più innovanti che stanno trasformando il mercato immobiliare commerciale! Visitando il forum dell'innovazione, i key player del settore potranno individuare le soluzioni tecnologiche e digitali più avanzate e incontrare i nuovi player che stanno rivoluzionando il settore.

Q. IL 2018 SEGNA UN VERO E PROPRIO PUNTO DI SVOLTA PER MAPIC? MAPIC non è solo la piattaforma di business di riferimento per il mercato immobiliare commerciale. La customer experience, l'innovazione, il mutato ecosistema di riferimento del settore ed i nuovi business model che sono emersi a seguito di tali cambiamenti saranno anch'essi centrali nelle conversazioni che animeranno l'evento. Oltre ad alcune aree espositive tematiche sviluppate all'interno della manifestazione, tutta una serie di summit e di momenti dedicati a segmenti specifici permetteranno partecipanti di avere una panoramica approfondita sui trend più attuali che stanno trasformando il settore. Tra i focus ed eventi speciali in programma vi saranno quelli dedicati al mercato degli outlet, al travel retail, ai pop-up, allo sviluppo del wellness nelle destinazioni retail, oltre agli approfondimenti sulle problematiche legate alla logistica ed al nuovo ruolo di hubs logistici che le destinazioni tradizionali dello shopping vanno sempre più assumendo. Il programma dedicato al Leisure il MAPIC Innovation Forum, le novità che verranno presentate dai partecipanti ed il programma di conferenze rifletteranno l'importante evoluzione del retail mix tradizionale. Mondo fisico e mondo digitale sono ormai parte della stessa realtà, frutto di un processo di convergenza strordinario e MAPIC rifletterà questa convergenza, quetsa "Transforming Reality". IL PROGRAMMA LEISURE Scopri la rivoluzione del Leisure! Un ricco programma di conferenze e presentazioni da parte esperti del settore, permetterà di identificare le soluzioni ed i concept leisure più recenti ed innovativi. Novità 2018: MAPIC lancia la prima edizione del MAPIC Leisure Programme.


Le contro-liberalizzazioni

di Andrea Penazzi

Il disegno di legge del Governo giallo-verde che intende abrogare l’articolo 31 del cosiddetto “Salva Italia”, varato dal Governo Monti nel 2011, rischia di congelare subito gli investimenti. E, se portato a termine, «comprometterà sino a 400mila posti di lavoro e il 10% del fatturato, a vantaggio dei colossi e-commerce»

Chiusure domenicali? L’allarme di Confimprese

“D

ecrescita felice”, slogan afferente a una corrente di pensiero fatta propria dal Movimento 5Stelle, passato sotto traccia negli ultimi anni ma di fatto principio ispiratore dell’attuale politica economica del Governo Di Maio-Salvini. No Tav, No Tap (No Vax aggiungiamo) e a settembre la proposta di legge incardinata alla Camera dei Deputati per abrogare le liberalizzazioni varate nel 2011 dal Governo Monti, che toglierebbe ai commercianti l’autonomia nel decidere i giorni e gli orari di apertura, costringendoli ad abbassare le serrande sino a 44 domeniche l’anno. «Il Paese ha bisogno che si stimolino i consumi, perché solo lo stimolo crea occupazione. Al contrario questa è una norma illiberale che, invece di aiutare la famiglia a trascorrere più tempo insieme, incre-

Mario Resca, presidente Confimprese

menterà il tasso di disoccupazione e porterà disservizio al consumatore. Sarà inoltre un duro colpo per il settore del retail e un grande regalo ai giganti dell’e-commerce, i quali lavorano 7 giorni su 7 e 24 ore al giorno, godono di una tassazione particolarmente vantaggiosa – frutto anche di una scarsa regolamentazio-

ne – e rappresentano, a differenza dei negozi fisici, un settore a bassa intensità di manodopera. Una condizione che non può che essere considerata come concorrenza sleale». Sono perentori i toni dello “J’Accuse…!” pronunciato da Mario Resca, presidente Confimprese – associazione che rappresenta 35mila punti vendita, 650mila addetti e 160 miliardi di ricavi – di cui retail&food condivide e porterà avanti la battaglia. «Siamo da sempre tra coloro che sostengono la libertà, la concorrenza e la trasparenza del mercato. Per questo siamo in prima linea assieme ad altre associazioni come Confcommercio, FederDistribuzione e il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, che come noi sono spaventate per questa norma così draconiana – tuona Resca – Proprio in virtù di questi valori avevamo accolto con grande faottobre 2018 | retail food

57


Le contro-liberalizzazioni

58

vore le liberalizzazioni volute dal Governo Monti, grazie alle quali, nonostante si stesse attraversando una crisi economica senza precedenti, i nostri associati decisero di investire con ritmi di oltre mille aperture l’anno, mantenuti da allora sino ad oggi. E la domenica attualmente incide per il 20% sul fatturato

va perché sacrificherebbe e mortificherebbe i consumi. Consumi che in Italia valgono mille miliardi di euro, con 3,5 milioni di persone impiegate nel settore. In particolare la tipologia di consumo maggiormente colpita sarebbe quella legata all’acquisto di impulso, che nella maggior parte dei casi non viene procrastinata e quindi recuperata in un secondo momento, ma semplicemente si perderebbe». I numeri snocciolati dal presidente dell’associazione che rappresenta le imprese del commercio a rete delineano chiaramente uno scenario drammatico: «L’Ufficio studi di Confimprese stima che nell’ipotesi più pessimistica di 44 domeniche chiuse si perderebbero 400mila posti di lavoro con un calo del fatturato del 10 per cento. Se si calcolassero, invece, le città turistiche, il dato vedrebbe una riduzione di 150mila posti di lavoro – prosegue Resca – Significherebbe quindi perdere sino al 15% della forza lavoro del Paese, già afflitto da un tasso di disoccupazione

settimanale, con il sabato al 25 per cento. Viceversa mi chiedo cosa succederebbe se fosse approvata la norma di chiusura di 44 domeniche l’anno così come presentata attualmente in Parlamento – a firma della leghista Barbara Saltamartini –. Sarebbe decisamente recessi-

all’11%, con un Pil in forte rallentamento nel secondo trimestre. Per avere numeri ancora più precisi e certificati, stiamo investendo su ricerche svolte da società di consulenza indipendenti. Entro poche settimane contiamo quindi di arrivare a disporre di tali informazioni, che poi porteremo nelle sedi opportune avanzando una nostra proposta». Dagli uffici milanesi di piazza Sant’Ambrogio, Mario Resca non cela la preoccupazione della propria base associativa: «Gli operatori sono allarmati, tanto da effettuare costanti riunioni sul tema, perché questa proposta di legge, se approvata, ne cambierebbe completamente il conto economico e la capacità di effettuare investimenti. I brand che rappresentiamo sono quelli che aprono i negozi fisici nei centri città, nei centri commerciali, negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie e nelle aree di sosta autostradali, che attraverso il sistema del franchising vedono protagonisti imprenditori che altri non sono che i figli

retail food | ottobre 2018

dei bottegai di una volta. E anche loro subirebbero una perdita. Nel frattempo, in attesa che si definisca l’iter legislativo, si stanno bloccando le trattative tra i private equity e i retailer rispetto a possibili iniezioni di capitali sui piani di sviluppo». Non solo consumi, posti di lavoro e investimenti sia da parte delle aziende italiane che di fondi esteri, Mario Resca nella propria disamina pone forti interrogativi anche sul mondo della produzione industriale e dell’indotto, del settore immobiliare commerciale, dei servizi al turismo, della sicurezza e ancora del gettito fiscale e degli oneri ai comuni. «Per ogni prodotto che viene venduto all’interno di un negozio, vi è una fabbrica che lo produce e una logistica dedicata, che subirebbero l’impatto di questa normativa. I negozi nei centri urbani spesso portano a una riqualificazione degli immobili in cui si inseriscono e quindi dei quartieri e delle città, ottemperando anche a un’importante funzione di presidio del territorio. Al contrario la desertificazione porta a problematiche di sicurezza urbana. E rispetto ai centri commerciali, interventi che catalizzando grandi investimenti, questi sono diventati i luoghi che le famiglie vivono non solo per fare la spesa ma anche per trascorrere il proprio tempo libero e stare insieme. Inoltre, l’Italia è un museo a cielo aperto, detiene il record mondiale di siti Unesco, è meta di turismo culturale, enogastronomico e di business. Ma i turisti arriveranno nelle nostre città e troveranno i negozi serrati. Anche se i ristoranti potranno rimanere aperti, questi per lavorare hanno bisogno che attorno le attività commerciali funzionino», specifica Resca, che, puntando alla discrezionalità regionale/comunale nell’indicare le eventuali zone turistiche in deroga, non risparmia un’ulteriore accusa: «Sarebbe il caos, si andrebbe ad aumentare ulteriormente la burocrazia, creando asimmetrie competitive anche tra attività site in comuni limitrofi di cui alcune in località turistica e altre no. Anche per questo è evidente che le commissioni parlamentari della Camera e del Senato debbano chiedere la collaborazione a chi lavora nel settore prima di creare disastri irreparabili. Speriamo che il Governo abbia dunque un ripensamento, come già avvenuto per altre proposte di legge, e che si arrivi quantomeno a un compromesso, anche se sottolineo che la soluzione migliore resta la normativa vigente».¢


NOVITÀ SIAL Parigi 21-25 ottobre 2018 Hall 5A Stand R143

LA QUALITÀ CHE BATTE OGNI TEMPO

EMILIA-ROMAGNA

Devi fare un risotto mantecato? Ti bastano 5 minuti. Ti serve un riso bollito e al dente? È pronto in 2 minuti. Con il riso precotto Pastasì® Soluzioni Express i tempi si riducono fino ad 1/4 di quelli del prodotto crudo e ti sarà più facile:

• gestire porzioni singole • ampliare l’offerta • diversificare il menù. PROVALO CON I NOSTRI SUGHI PRONTI

Pastasì® Soluzioni Express è un marchio

L’Italiana preferita dallo chef.

SURGITAL S .p. A . - L avezzola (R A) - Emilia- Romagna - Italia - +39 0 5 4 5 8 032 8 - surgital@ surgital.it - w w w. surgital.it


r&f & Retail Scienze

di Vincenzo Russo professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing presso l’Università IULM di Milano, vincenzo.russo@iulm.it

Ciò che è mio è mio, e ciò che è tuo è mio: l’effetto dote

“S

e esce testa vinci 100 euro, se esce croce perdi…”. Quanto sei disposto a mettere al posto dei puntini? In realtà la cifra che siamo disposti a perdere è diversa dai 100 euro, anche se razionalmente dovrebbe essere la stessa. Oltre a essere più sensibili alle perdite come ha dimostrato Daniel Kahneman, premio Nobel per l’economia nel 2002, in questo dilemma entra in gioco il cosiddetto “effetto dote” (Endowment Effect), secondo il quale il valore di un bene dipende dal possederlo o meno. Secondo questo effetto, di fronte a prodotti già nostri ci comportiamo in maniera particolare. Una persona che sceglie un oggetto, lo associa a se stesso e il valore dell’oggetto aumenta immediatamente (Morewedge et al., 2009). Se qualcuno chiede di acquistare un oggetto dal suo possessore, vi sono buone probabilità che il possessore cerchi di ottenere molto più di quanto gli altri sarebbero disposti a pagarlo. Si tratta di un ulteriore esempio di come i calcoli mentali siano distanti da quelli probabilistici e razionali. In un esperimento condotto presso Cornell University a un gruppo di studenti, si chiese di indicare a quale prezzo avrebbero venduto una tazza di caffè con logo dell’Università e che avevano ricevuto in regalo poco prima. Nello stesso tempo, a un altro gruppo di studenti, i ricercatori chiesero di indicare il prezzo che sarebbero stati disposti a pagare per la stessa tazza di caffè. Gli esiti risultarono fortemente indicativi della forza dell’effetto dote, poiché il primo gruppo non avrebbe venduto a meno di 5,25$ e l’altro non l’avrebbe mai acquistata per un prezzo superiore a 2,75$. Per dimostrare il medesimo meccanismo, Knetsch (1989) chiese a un gruppo di studenti che avevano svolto una serie di compiti in laboratorio di scegliere come un premio o una tazza o un cioccolato. Al termine del lavoro in laboratorio e dopo che ogni studente ha scelto e ottenuto il suo premio, si è offerta la possibilità di modificare il premio prendendo l’oggetto non scelto. Solo il 10% accettò di modificare la scelta fatta precedentemente. L’avere già posseduto un premio ha spinto i soggetti a rifiutare il cam-

60

retail food | ottobre 2018

biamento. Per valutare se l’effetto dote colpisce anche gli esperti della contrattazione, Knetsch replicò l’esperimento con un gruppo di trader inesperti ed esperti, e quindi più “razionali”. Tra i trader inesperti solo 18% decise di modificare la scelta. Tra i trader esperti, tuttavia, si registrò una maggiore disponibilità al cambiamento visto che il 48% dei soggetti decise di cambiare la scelta originale. In un ambito in cui lo scambio è la norma, il numero di soggetti influenzati dall’effetto dotazione si riduce. Questo spiega perché, quando nella permuta di un’automobile usata contro una nuova, ci si

quistato con i nostri soldi o avuto in regalo) è a suo modo doloroso, e pertanto richiediamo una ricompensa superiore al valore del bene in altre circostanze. Altri studiosi hanno cercato di associare questo valore intrinseco ad altri elementi, come i nostri valori e credenze nella vita: nel caso delle tazze universitarie il valore deriverebbe ad esempio dall’attaccamento alla propria università o alla sua squadra di calcio o di basket. Gli studi sul funzionamento cerebrale hanno confermato la valenza di questo processo. In uno studio neuroscientifico condotto da Knutson et al. (2008) con l’uso della risonanza magne-

Fig. 1 - L’attivazione del Nucleo accumbens per prodotto; a lato le preferenze in relazione al prezzo giusto

preoccupa più spesso del prezzo che ci viene riconosciuto per l’usato rispetto a quello che si va a pagare per il nuovo. L’Effetto dovuto al possesso deriva dall’atteggiamento generale degli individui di avversione alle perdite e spiega perché alcune persone hanno appartamenti, garage e magazzini pieni di oggetti inutili dai quali non riescono a disfarsi. Una volta che si possiede qualcosa, si tende ad attribuirgli/le un valore economico superiore a quello che farebbero altre persone. Secondo gli psicologi cognitivi questo meccanismo determinato da un tipico errore cognitivo è strettamente legato alla sopracitata innata avversione alle perdite: doverci separare da qualcosa che possediamo (non importa se ac-

tica si è dimostrato come vendere beni che di norma si usano attivi regioni cerebrali associate al disgusto e al dolore nel nostro sistema limbico, come l’insula. Anche comprare un prodotto attiva le medesime aree, ma solo quando i prezzi sono percepiti come troppo alti. Quando, invece, si comprano prodotti con alta preferenza a un prezzo ritenuto adeguato si attiva un’altra importante area del cervello, all’interno del Sistema Limbico, ovvero il Nucleo Accumbens, (fig. 1). L’effetto dote è sicuramente un processo utile da valorizzare nelle tecniche di vendita. Fare provare un prodotto ne accresce il valore e riduce la possibilità che venga restituito perché si è insoddisfatti. ¢



Ogni giorno buone notizie, online su retailfood.it

retail&food

TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

www.retailfood.it


Speciale Tecnologie per il retail

Nell’era dell’industria 4.0

D

Il mercato digitale italiano conferma la crescita: +2,3% nel 2017, a quota 68.722 milioni di euro, con stime del +2,6% nel 2018 e +3,1% nel 2020. I dati diramati da Anitec-Assinform certificano che la crisi degli scorsi anni è ormai alle spalle, ma allo stesso tempo che il gap accumulato è ancora significativo

isplay digitali, interattivi o meno, 4K e 8K, ultra sottili e con la possibilità di essere customizzati per rispondere al meglio alle necessità degli operatori. Strumenti di pagamento mobile sempre più evoluti e software per ingaggiare e costruire un rapporto di fiducia con il cliente finale all’esterno e all’interno del punto vendita, prima e dopo l’acquisto, ma anche per ottimizzare le relazioni in ottica b2b tra il brand e i partner. Queste sono alcune tra le prin-

cipali dinamiche di sviluppo che vedono la tecnologia applicata al mondo del retail, in un contesto di progressiva digitalizzazione del Paese che abbraccia innumerevoli comparti. Trend recentemente confermato dalle rilevazioni di Anitec-Assinform, l’associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende del settore, condotte in collaborazione con NetConsulting cube, che certificano come nel 2017 il mercato digitale italiano sia cresciuto del 2,3%, portandosi a quota 68.722 milioni di euro. Con

prospettive per l’anno in corso e i successivi che si attestano al +2,6% nel 2018, +2,8% nel 2019 e +3,1% nel 2020. Ma, allo stesso tempo, si avverte la necessità che il gap digitale accumulato in passato obblighi a un passo ancora più sostenuto, centrato sull’accelerazione delle politiche per l’innovazione già avviate, per l’ammodernamento della pubblica amministrazione, l’inclusione digitale delle piccole imprese e dei territori, lo sviluppo diffuso delle competenze. «Investire nel digitale è la risposta più efficace ottobre 2018 | retail food

63


Speciale Tecnologie per il retail Massimo Terreni, country manager di myPOS Italia

per consolidare la ripresa, per affrontare in modo strutturale la sfida della competitività, innalzando la produttività del nostro sistema-Paese attraverso l’innovazione. I segnali sono buoni, ma bisogna dare ad essi continuità», ha commentato Marco Gay, presidente da febbraio 2018 di Anitec-Assinform. E infatti crescono non solo i contenuti e la pubblicità digitale (+7,7% a quota 10.360,3 milioni) ma anche i servizi ICT (+4% a quota 11.056,8 milioni), il software e le soluzioni ICT (+5,9% a quota 6.626,1 milioni), mentre i dispositivi e sistemi e le infrastrutture immateriali mostrano una tenuta, pur a fronte di un calo costante dei prezzi unitari. In particolare il cloud cresce a tassi del 23,3%, l’IoT del 17,4%, il mobile business dell’11,9% e le soluzioni per la sicurezza del 10,8 per cento. «La crescita delle componenti più innovative va sostenuta, per la consistenza raggiun64

retail food | ottobre 2018

ta e per il loro effetto moltiplicatore – ha aggiunto Gay – L’IoT trasforma gli oggetti delle nostre manifatture in componenti di sistemi in rete con nuove funzionalità, innovandoli profondamente e accrescendone il valore. Cloud e piattaforme collaborative consentono di rimodellare intere filiere in chiave digitale e di fare evolvere le relazioni cliente-fornitore. Big Data e cognitive computing alimentano nuove attività fondate sulla conoscenza. Le piattaforme per la sicurezza digitale sono alla base di tutte le novità, soprattutto in ambito mobile e di pagamento. E questo mentre i servizi cloud ICT abbattono la soglia d’accesso alle applicazioni e ai servizi più evoluti, rendendoli disponibili anche alle piccole imprese». Le previsioni per i prossimi tre anni sono dunque di crescita, con una lieve accelerazione. Il mercato digitale italiano nel suo insieme nel 2018 si attesterà su un valore di 70.524 milioni, nel 2019 salirà a 72.524 milioni e nel 2020 a 74.792 milioni. Nel dettaglio dei vari segmenti, fra il 2018 e il 2020 si assisterà a un lieve e fisiologico decremento delle Infrastrutture Immateriali (fra -0,5 e -0,9% l’anno), più che compensato dall’incremento dei contenuti e del digital advertising (fra il 7,3 e il 7,8% l’anno), dei Servizi ICT (fra il 4,7 e il 5,4% l’anno), del software e delle soluzioni ICT (fra il 6,5 al 6,9% l’anno) e dei dispositivi e sistemi (fra lo 0,8% e l’1,9% l’anno).

In quanti paesi opera myPOS e quanto incide il settore retail sul totale dei comparti presidiati? myPOS è una soluzione paneuropea che consente alle piccole e medie imprese di diversi settori di accettare pagamenti con carta in modo rapido, sicuro ed economico. La società è presente in 24 paesi europei e serve oltre 55.000 entità commerciali, con il settore retail che rappresenta circa il 20% della base clienti. Le principali industrie leader sono alberghi e accomodation, ristoranti e bar, taxi e trasporti. Quali i progetti sull’Italia, vista anche l’apertura a Milano del primo store nella Penisola? myPOS opera sul mercato italiano dal 2014 attraverso il suo partner locale Signia Distribuzione che rappresento in qualità di amministratore delegato. Abbiamo venduto i nostri prodotti e servizi principalmente online. Con l’apertura della nostra prima sede fisica in Italia e la quarta in Europa (dopo Londra, Amsterdam e Sofia) speriamo di fare un passo in avanti verso i nostri clienti locali e offrire loro un’esperienza diretta nella sperimentazione di diversi servizi di pagamento. Quali sono le vostre soluzioni più appealing per i retailer e quali operazioni permettono di effettuare? Il vantaggio più significativo che myPOS offre ai rivenditori è la possibilità di accettare pagamenti tramite più canali. Oltre ai terminali POS mobili, i proprietari dei negozi possono accettare pagamenti online tramite link e pulsanti o con un modulo di pagamento per gli store digitali. Esiste una funzionalità chiamata “Richiesta di Pagamento” che consente ai commercianti di inviare collegamenti di pagamento ai propri clienti tramite sms o email e di essere pagati a distanza. Inoltre, myPOS può aiutare i rivenditori ad accrescere la propria brand awareness e il tasso di fidelizzazione del consumatore con un sistema di GiftCard personalizzate. Ogni commerciante myPOS può ordinare GiftCard con il proprio logo e vendere i propri prodotti ai clienti e ai loro conoscenti. Le GiftCard possono essere caricate solo da un dispositivo myPOS e le carte possono essere utilizzate solo nel negozio dell’esercente. Infine, gli imprenditori possono offrire il servizio di ricarica telefonica con il servizio myPOS Ricarica dal terminale POS. In base al vostro osservatorio, qual è il livello di dotazione tecnologica dei brand italiani all’interno dei propri punti vendita? I brand legati a grossi gruppi, spesso internazionali, hanno un livello di dotazione tecnologica molto avanzato, mentre il resto del panorama retail si sta adeguando con grande ritardo. I piccoli esercenti ancora vivono con diffidenza i pagamenti elettronici e non riescono spesso a valutarne appieno i vantaggi. La burocrazia e alcune barriere legate alla fruibilità dei sistemi di pagamento certamente non aiutano ad alzare il livello di dotazione tecnologica destinata a ottimizzare i costi e il cash flow dei piccoli e micro esercenti, che quindi vedono nel contante l’unico strumento di pagamento che permetta di mantenere il controllo sulla propria attività.


Riccardo Taccardi, presidente di World Trade Display Qual è il giro d’affari di World Trade Display, quali mercati presidia e quanto vale quello italiano? Il giro d’affari è di circa 8 milioni di dollari nei tre continenti, seppur bisogna tenere conto che è composto da aziende formalmente separate, quindi con Partita Iva e contabilità differenti. Il mercato di riferimento è il digital signage, a cui si affiancano quello del vending e del gaming amusement. Negli ultimi 4-5 anni fatturiamo il 70-73% all’estero, che vuol dire in Europa, negli Emirati e qualcosa nelle Americhe. Quali tipologie di prodotti realizzate in particolare per il settore del retail? WTD è una player internazionale specializzato nella progettazione, produzione e vendita diretta di prodotti display, soprattutto di quelli ad alto impatto emotivo e comunicativo. L’offerta è molto ampia e variegata, dai piccoli formati di 7-8 pollici agli 84 e la commercializzazione avviene in 32 paesi nel mondo, anche con soluzioni custom cioè studiate ad hoc per il cliente. I nostri prodotti sono progettati per integrarsi senza problemi in ambienti urbani, extraurbani, all’interno e all’esterno, quindi con caratteristiche adatte per resistere agli eventi atmosferici. Offriamo anche terminali, i cosiddetti floor standing, tutti con interfaccia userfriendly. In riferimento ai display posizionati all’interno delle gallerie commerciali e dei luoghi di viaggio, quali sono le caratteristiche di questi prodotti e le esigenze degli operatori? Sono prodotti che per design, colori, risoluzioni e affidabilità risultano emozionanti dal punto di vista del coinvolgimento. Sono soluzioni sia interattive che non, che coprono un’ampia gamma di tecnologie anche se il mercato è orientato ormai sul

display capacitivo o capacitivo proiettato. L’interesse dei retailer spazia dal classico touch table, che si vede generalmente all’ingresso dei centri commerciali, al kiosk multimediale, sino ai più complessi videowall. Quest’ultime soluzioni vantano una messaggistica dinamica così coinvolgente da indurre la persona a osservale per almeno quei 1218 secondi necessari, secondi gli studi, a stimolare l’ingresso nel negozio. Infine, su quali innovazioni tecnologiche state lavorando per il breve/medio termine? Dal 1993, da quando l’azienda ha iniziato la propria attività, abbiamo sempre investito in nuovi segmenti di mercato, possibilmente per anticiparne le novità. Attualmente stiamo cercando di portare display con tecnologia 8K, anche se molti software non utilizzano ancora questa risoluzione. Complessivamente, nella fase attuale le linee guida sono date dal design e dalla prestazione tecnica, mentre la vera novità nei prossimi 5 anni sarà l’utilizzo non tanto dei pannelli curved che si vedono ad oggi ma di quelli pieghevoli a 180 gradi – rispetto ai quali alcuni colossi hanno già depositato il copyright – che anche l’utenza finale potrà utilizzare. Pensiamo, ad esempio, a un telefonino da piegare intorno al polso o a un tablet pieghevole in 4 parti. Al momento gli investimenti su questa tecnologia sono molto onerosi.

Dispositivi e sistemi

Il macro-comparto dei dispositivi e sistemi ha visto ancora emergere la componente personal&mobile device, cresciuta del 2,2% a 6.382 milioni di euro, spinta dai dispositivi indossabili (wearable, +17,9% a 488,3 milioni) e dagli smartphone (+3,1% a 3.710 milioni), che hanno più che compensato il calo dei PC laptop (-1,3% a 883 milioni), dei tablet (-0,2% a 782 milioni) e degli altri dispositivi mobili. La componente home e office device è invece scesa del 6% a 2.643 milioni, con andamenti al ribasso di quasi tutte le componenti, a partire dagli apparecchi TV (-7,3% a 1.655,6 milioni) e dai PC desktop (-7% a 436 milioni) con la sola eccezione delle console fisse e di altri dispositivi consumer (+3,7% a 260,5 milioni). Sono calati inoltre i sistemi enterprise (-1,9% a

3.600 milioni), anche in ragione della crescente fruibilità di capacità in service: l’incremento dei sistemi specializzati (+0,7% a 1.390 milioni) non è bastato a compensare il trend negativo dei sistemi di comunicazione (-2,5% a 1.523 milioni) e degli altri sistemi, dai server X86 ai sistemi di fascia alta, mentre lo storage ha tenuto.

Software e soluzioni ICT

Software e soluzioni ICT, già in ripresa da tre anni, hanno ulteriormente accelerato, raggiungendo i 6.626 milioni di euro (+5,9%). È cresciuto molto il software applicativo (4.892 milioni, +8,8%), spinto dal rinnovo e dalle componenti più innovative (piattaforme per la gestione web, IoT, ecc), con una progressione che non si vedeva da un decennio e che ha messo in ombra il calo del software di sistema (-5% a 518,1 milioni). Il middleware (1.216 milioni, +0,1%) ha rallentato la corsa, non per carenza di domanda, ma perché una quota crescente di essa tende a essere soddisfatta in modalità Cloud e di outsourcing infrastrutturale. Servizi ICT La crescita rilevata, del 4% a 11.057 milioni di euro, ribadisce e accentua una netta e positiva inversione di tendenza, che perdura da tre anni. Il comparto è trainato dai servizi di data center e cloud computing, che nell’insieme crescono del 16,7% a 2.641,8 milioni, con la componente cloud a 1861,8 milioni (+23,3%). Segno positivo, comunque - fatta eccezione per la sola assistenza tecnica (-1,5% a 707milioni) - anche per gli altri segmenti, a partire dall’outsourcing ICT (+0,1% a 3.693 milioni) e dalla formazione (+1,9% a 328 milioni). Buone le performance della consulenza (+1,5% a 797 ottobre 2018 | retail food

65


Speciale Tecnologie per il retail milioni) e delle attività di sviluppo e systems integration (+1,3% a 2.890 milioni), strettamente correlate all’ammodernamento di applicazioni e infrastrutture e al ricorso a nuovi modelli di fruizione dell’ICT, a partire dal cloud e da tutto quanto reso possibile dai digital enabler, e cioè dalle piattaforme e dalle tecnologie digitali di nuova

nuovo ambiente di lavoro digitale (digital workplace). Il fenomeno Industria 4.0 ha espresso nel 2017 un mercato complessivo (esteso a tutte le componenti) in crescita del 19,3% a 2.184 milioni, ripartiti per il 56% in sistemi ICT (1.219,2 milioni, +18,1%) e per il 44% in sistemi industriali (965 milioni, +20,7%), e che a parità di contesto promet-

generazione che permettono di innovare i processi e servizi, sviluppare nuovi modelli di business, moltiplicare le potenzialità dell’ICT.

Digital enabler

I digital enabler, per la loro articolazione, si distribuiscono in vario modo nei comparti appena visti, e quindi sono già inclusi in essi, ma meritano evidenza specifica per la loro consistenza e dinamica: IoT a 2.483 milioni di euro (+17,4%), sicurezza digitale a 896,5 (+10,8%), cloud a 1.861,8 (+23,3%), big data a 773 (+20,1%), piattaforme gestione web a 372 (+14,2%) e mobile business a 3.523,4 (+11,9%), wearable a 488,3 (+17,9%). In rapida crescita l’intelligenza artificiale/ cognitive computing a 79,8 (+58,7%), e le blockchain a 16 (+88,2%).

Industria 4.0

Altre letture dei dati trasversali a tutti i comparti mostrano l’impatto di due realtà di assoluto rilievo: Industria 4.0 e ambiente digitale diffuso, inteso sia come cittadinanza digitale (digital citizenship), sia come 66

retail food | ottobre 2018

te di tenere la progressione almeno sino al 2020. Il fenomeno digital workplace, legato alla possibilità di lavorare da qualsiasi luogo e in modo flessibile, ha originato nel 2017 un volume d’affari di 2.496 milioni, ancora in progressione (+16,5%), grazie al contributo delle applicazioni e dei device mobili, delle piattaforme collaborative e dei servizi Saas. L’ambito della digital citizenship, che comprende quanto viene fruito dal cittadino/consumatore in termini di dispositivi, servizi, IoT, ecc., ha contribuito per quasi un quarto alla domanda digitale, crescendo dell’11,5 per cento. A.P.

Andrea Diazzi, business development manager Italy & Greece presso Liferay Qual è il core business di Liferay e quali mercati presidia? Liferay, fondata nel 2004, è un’azienda americana con sede in California. Vanta una presenza internazionale con 22 uffici distribuiti in 18 paesi e 40 mercati raggiunti grazie a una rete di partner. Conta circa 2.000 clienti per quanto riguarda la soluzione enterprise e ha superato i 5 milioni di download a livello mondiale. In Italia, dove è presente da oltre 8 anni, il business si è sviluppato principalmente attraverso il network dei partner certificati, attualmente 10, mentre l’ufficio Liferay è stato creato di recente, circa 1 anno e mezzo fa, ed è localizzato vicino a Milano. Sottolineo che Liferay è tra i leader nel quadrante magico di Gartner. Quali sono le soluzioni rivolte soprattutto al settore del retail? Come produttore di software offriamo fondamentalmente tre soluzioni: Liferay Digital Experience Platform, che serve per costruire la presenza delle aziende su intranet; Liferay Commerce, dedicato ai venditori b2b; Liferay Analytics Cloud, che consente di studiare i comportamenti degli utenti che entrano in contatto con l’azienda attraverso il canale online. L’integrazione di questi tre strumenti permette al mondo retail, ma non solo ovviamente, di costruire il digital workplace, cioè lo strumento online di collaborazione per aumentare la produttività delle risorse. Quali, invece, le best practice realizzate in ambito retail? Abbiamo clienti del settore retail quali Coach e Carrefour. Per il noto brand del fashion abbiamo realizzato una intranet molto grande che serve a migliorare l’efficienza interna tra cui la gestione del prodotto. Per l’insegna francese della GDO abbiamo realizzato delle extranet con i titolari del franchising, finalizzate a facilitare la gestione delle relazioni quotidiane con la casa madre. Tra gli altri clienti all’estero, cito Domino’s Pizza e Zara. Per tutti questi operatori il negozio fisico rimane importante ma diventa uno dei touch point. Un esempio: il brand del Gruppo Inditex ha creato a Londra un negozio dove non si può acquistare ma dove si va a vedere il prodotto. Infine, come valuta la digitalizzazione dei processi dei retailer italiani? Siamo abituati a pensare all’e-commerce come all’acquisto online di prodotti, ma in realtà il concetto è molto più ampio. Nonostante nelle vendite sul web l’Italia si posizioni indietro rispetto agli Usa e a molti paesi europei, in realtà la parte di servizio b2c è abbastanza sviluppata. Dove è particolarmente indietro, è nel commercio elettronico b2b: spesso la relazione commerciale tra il brand e il distributore avviene con metodologie classiche. Al contrario sarebbe necessario l’utilizzo di un e-commerce specifico perché nelle relazioni b2b l’operazione è molto complessa: si vende non un singolo prodotto ma un listino composto da centinaia o migliaia di referenze e l’ordine viene effettuato a fronte di contratti preesistenti, che prevedono magari fidi bancari. L’efficienza di questa relazione porta a sensibili riduzioni dei costi e a maggiori opportunità di business.



r&

Omar Antonio Cescut Segnala la tua Neonata a: omar@desita.it www.desita.it

f Neonata

L’Autostop del viandante 4.0 LA NOSTRA VALUTAZIONE COMPLESSIVA

V

elocità e qualità sono alla base della formula ideata da due ragazzi della provincia di Vicenza, per il loro locale on the road. Due giovani provenienti da esperienze diverse dalla ristorazione e forse per questo destinati a una rapida crescita. L’Autostop (presente a Grantorto - PD e a Bolzano Vicentino - VI) nasce con l’intento di riqualificare e valorizzare le proposte di ristorazione ubicate all’interno delle aree di sosta dei distributori di carburante extra urbani. Un’idea che vuole partire dalla qualità dell’offerta sia essa legata al momento colazione, pranzo o aperitivo con apertura per la cena, sviluppando il presupposto che una miglior offerta del servizio ristorativo possa contribuire a un miglior “incasso” del distributore e a un miglior valore del brand. La proposta è da molti punti di vista del concept ancora da definire e da mettere a regime. Quello che convince – fin da subito – è proprio il principio ispiratore di questa esperienza che riteniamo possa suggerire ad altri operatori interventi simili.

CARATTERIZZANO LA PROPOSTA:

• un menù completo con piatti espressi, supportato da una micro cucina; • ricerca e investimento su personale estremamente qualificato per un servizio al massimo del livello, perché possa venir percepito come uno degli elementi di maggior distintività. • un parcheggio facile, che molte attività non hanno, durante la prima colazione, la pausa pranzo e la cena (quando molti dei distributori sono chiusi, liberando di fatto posteggi). 68

retail food | ottobre 2018

MQ locale

150

MQ cucina

30

Scontrino medio

8 euro

Numero personale

6

Giorno di chiusura

domenica pomeriggio

Sito

https://www.facebook.com/lautostopv/

Tentativi simili ne sono stati fatti anche in altre regioni, ma poi sono naufragati per i pesanti vincoli imposti al gestore dal marchio di carburanti. Anche alcuni brand hanno provato a posizionarsi nelle aree di servizio con proposte di concept di prodotti del territorio, ma con incerte fortune.

LO SVILUPPO POTENZIALE

La ristorazione di L’Autostop, d’ispirazione gourmet, potrebbe essere il traino per altre attività di servizio finalizzate a completare l’offerta. Nel caso di L’Autostop le gestioni separate potrebbero, inoltre, fare la differenza per il successo finale. Le aree di maggior attenzione e presidio dovranno essere quelle legate all’analisi del target, eterogeneo e diverso per provenienza, abitudini, esigenze, età e orario di presenza e frequenza; tale analisi dovrà guidare la formalizzazione definitiva del concept, con particolare attenzione anche alla proposta menù che si configura “all day long”. ¢


insieme a

FoodAttraction

ottobre 2018 | retail food

69


r&

f Tech&Arredo News AUCHAN SCEGLIE PAYPAL PER LA SPESA DIGITALE

U

n nuovo servizio, smart e immediato per acquistare online la spesa quotidiana. PayPal e Auchan Retail Italia hanno siglato una partnership per migliorare i pagamenti digitali della catena di GDO. «Offriremo ai nostri clienti un servizio che implementa ancora di più il grande progetto di trasformazione digitale iniziato negli ultimi mesi. L’obiettivo è di essere sempre più vicini ai consumatori con un occhio anche al futuro dell’innovazione del settore», ha affermato Stefano Ghidoni, direttore cliente e innovazione di Auchan Retail Italia. Collegandosi al sito è possibile effettuare i pagamenti dei prodotti inseriti nel carrello virtuale in maniera semplice, sicura e veloce. I clienti possono decidere di ricevere la merce a domicilio nel giorno e nell’orario preferito, oppure scegliere il ritiro gratuito presso un punto vendita. Il servizio è attivo nelle province di Milano, Bergamo, Piacenza e Olbia Tempio Pausania. «Offrire al gruppo francese l’opportunità di ampliare la propria proposta commerciale online, consentendo ai consumatori italiani di vivere un’esperienza di spesa digitale a 360 gradi è solo l’inizio di un processo su cui stiamo investendo molte energie», ha commentato Federico Zambelli Hosmer, general manager per l’Italia di PayPal.

LA FIRMA DI AUGUSTO SUL CAFFÈ SIRIO

C

CELIO PUNTA SUL SOFTWARE NEDAP PER L’RFID

A

l roll-out manca solo un mese, ma l’implementazione della tecnologia RFID nei 750 punti vendita europei di Celio procede spedita. Merito di Nedap e del software !D Cloud, soluzione di software-as-a-service (SaaS) sviluppata dall’azienda per offrire ai retailer una tecnologia RFID che permette di raggiungere un grado di accuratezza del 98% dell’inventario: prerogativa fondamentale per tenere sotto controllo i livelli delle scorte e la posizione di ogni articolo. «L’evoluzione verso un vero sistema retail omnicanale è entusiasmante, ma significa dover fare un “salto di qualità” per migliorare l’accuratezza e il livello di dettaglio di informazioni da dare ai punti vendita», ha spiegato David Teboul, senior vice president global retail di Celio. Per riuscirci, il marchio francese ha anche deciso di dotare gli store con i lettori RFID portatili di Zebra così da inviare i dati al proprio sistema SAP ERP in un modo agile e comodo. «Conoscendo esattamente quali articoli sono disponibili e dove si trovano, si può agire con maggiore rapidità, offrendo ai clienti una migliore esperienza d’acquisto e aumentando le vendite», ha sottolineato Rob Schuurman, managing director di Nedap Retail.

’è la firma di Augusto Contract sulla realizzazione di un caffè per Sirio Ristorazione all’interno dell’ospedale Belcolle di Viterbo. Il locale, identificato dall’insegna Siriobar, è di proprietà della Società Sirio S.p.a. che si presenta ad oggi come leader di mercato nella ristorazione commerciale out of home all’interno di strutture ospedaliere. All’interno dell’ospedale Belcolle, l’area predisposta per il caffè era delimitata da una parte con una parete curva riconducibile a una grande cisterna di liquidi cilindrica e nello spazio era presente un riscaldamento a pavimento preesistente. Questi vincoli non permettevano alcun tipo di fori o ancoraggi. È stata utilizzata una struttura autoportante in ferro, calibrata sulla superficie curva già presente in loco, attorno alla quale si è potuto sviluppare il punto di ristoro. Le serrande sono state ancorate alla struttura e hanno dovuto garantire per la conformazione del punto vendita un ampio raggio di campata. Per questo sono stati usati binari ancorati saldamente alla struttura principale e sono stati creati dei vani appositi per garantire la scomparsa totale degli elementi delle serrande. Le soluzioni adottate hanno permesso di superare i vincoli dello spazio, garantendo la resa funzionale ed estetica.

LE LUCI IMOON IN MOSTRA A PARIGI

N

on poteva esserci migliore palcoscenico della Ville Lumière per le soluzioni illuminotecniche di Imoon. A Parigi, l’azienda italiana è stata fra i protagonisti della Paris Retail Week 2018 grazie alla sua offerta moderna e tailor made connotata da una tecnologia avanzata per rendere il punto vendita sempre più “acceso”, dinamico e interattivo. In particolare, Imoon ha presentato la linea Venere Pro pensata per il settore food e caratterizzata da una gamma di led specifici per le aree merceologiche che si vogliono illuminare (gastronomia, banco pesce, panetteria, macelleria, ecc.). Ad essa si sono affiancati i lineari della nuova versione Basic System Led. Per il comparto fashion, invece, sono state pensate le famiglie di prodotto Roc, Kronos e Kimi: forme eleganti, minimaliste e un equipaggiamento tecnologico che sa esaltare il colori dei capi in esposizione. Per quanto riguarda l’integrazione fra illuminazione e Big Data, Imoon ha presentato anche Indoor Positioning, Adaptive Lighting System e Digital Light Management: i sistemi ideali per trasformare il proprio store nel punto vendita del futuro.

70

retail food | ottobre 2018


INTECOM IP, LA SOLUZIONE DA ESTERNO DI HIKVISION

I

l citofono 2.0 porta la firma di Hikvision. L’azienda, leader mondiale nella fornitura di prodotti e sistemi di videosorveglianza e sicurezza, ha presentato un una soluzione di videocitofonia IP stand alone completa e versatile che può essere integrata con un sistema intercom più complesso e dotato di postazione interna o funzionare in modalità autonoma. A caratterizzare il dispositivo, il grado di sicurezza IP66 rafforzato dalla protezione antivandalismo IK 09 (le deformazioni subite dal contenitore a causa di urti o altro mantengono il grado IP anche con impatti fino a 10 joule). Tra le altre caratteristiche si segnalano: telecamera HD 720p integrata, compressione video H.264, interfacce di comunicazione TCP/IP, RTSP, microfono omnidirezionale e speaker integrati, alimentazione 12 VDC, PoE. Tali caratteristiche, unite alla proprietà antivandalo, rendono questa postazione esterna ideale per una molteplicità di utenze: gioiellerie, luoghi di carico/scarico merci, siti industriali di piccole e medie dimensioni, farmacie, punti vendita luxury ad accessi riservati, capannoni, ville isolate e uffici.

ORACLE E FOODATION, UNA SINFONIA DI SUCCESSO

F

ormat, prodotto, location, servizio non sono le uniche variabili che concorrono al successo di un brand sul mercato. Molto spesso, dietro una customer experience che funziona, c’è un sistema di gestione che non si vede, digitalizzato, eppure essenziale per la buona riuscita di un progetto retail. Un esempio, in questo senso, è la collaborazione fra Oracle e Foodation, che da Milano punta a conquistare il mercato globale grazie a tre marchi: Briscola-Pizza Society, Polpa Burger Trattoria e Mariù kebab gastronomico italiano. Per farlo, Foodation ha adottato il sistema Simphony: «Cercavano una sistema agile, flessibile e scalabile che riuscisse a supportarli nel loro percorso di crescita – racconta Paolo Chieregatti, account manager Hospitality Food&Beverage Division di Oracle – E Simphony si adatta bene a queste richieste dal momento che offre una soluzione integrata: postazioni di pagamento e presa comandi mobili ad uso del personale, interfaccia di gestione costi e magazzino, profilazione dei clienti e molto altro». Funzionalità alle quali si coniuga una usability a tutto tondo: «La robustezza dei nostri sistemi hardware e la semplicità del software permettono una facile adozione da parte del personale e del management oltre che una lunga durata: ci sono brand che utilizzano gli stessi Pos da 10 anni senza problemi», afferma Chieregatti. A questo si aggiunge un servizio di consulenza pre e post go live, compresa l’assistenza 24/7 in caso di problematiche tecniche.

BELCA REINVENTA SE STESSA CON FOREVER

B

elca S.r.l., da un ventennio tra le più importanti aziende italiane di arredamento per la collettività, negli ultimi mesi ha avuto la possibilità di implementare il proprio catalogo di prodotti per l’esterno. In occasione del progetto di riammodernamento del ristorante aziendale di una importante società del settore agroalimentare, la volontà della committenza di creare una zona esterna ha dato l’imput ai tecnici Belca di operare un restyling su uno dei propri tavoli monoblocco, core business dell’azienda, in funzione della particolare modalità di utilizzo richiesta. La struttura metallica zincata e verniciata per esterno e i piani in laminato stratificato rendono infatti il tavolo monoblocco Forever completamente adatto all’utilizzo all’aperto, sia in location dotate di copertura che scoperte. Grazie all’esperienza maturata in questi vent’anni di attività, Belca è in grado di mettere mano e reinterpretare i propri proottimizzando dotti in sinergia con archi- al contempo le nostre soluzioni,” spiega Martin Mack, CTO e Managing Partner di Transporeon. tetti e progettisti, nell’ottica di garantire una piena sod“Facendo parte di Transporeon, stiamo espandendo significativamente il nostro raggio di azione disfazione della committenavvalendoci di competenze IT di altissimo livello e patrimonio del gruppo”, ha aggiunto Björn Kl Managing Partner/CEO e Founder di TIM Consult GmbH. “Con l’unione di sforzi e know-how, sia za. Nel prossimo futuro, Beldi fornire ai nostri clienti una varietà di servizi e strumenti innovativi su scala mondiale.” ca srl proporrà questo genere di prodotti per Ai seguito progetti della fusione, TIM Consult sarà al 100% parte di Transporeon, ma continuerà a operar di aree esterne di locali fast indipendentemente, mantenendo i suoi due uffici a Mannheim in Germania e a New York City n Uniti. Le unità operative separate di TIM Consult, “Warehousing and Intra-Logistics” e “Waste food, ristoranti autostradali, Management” continueranno a operare come entità indipendenti, seguendo le rispettive strate bar e luoghi di aggregazione. sviluppo e lavorando con i propri team specializzati.

Björn Klippel diventa azionista di Transporeon e rimane Managing Director di TIM Consult. Olive

nominato come secondo Managing Director di TIM Consult; è in Transporeon dal 2008, ed è anc TRANSPOREON E TIM CONSULT Strategic Initiatives del Gruppo. Insieme porteranno crescita ed innovazione. UNISCONO LE FORZE

U

na partnership per creare una piattaforma cloud di livello mondiale per la logistica intelligente. Questo è l’obiettivo dell’accordo fra TIM Consult, azienda internazionale di consulenza per attività di logistica fondata in Germania nel 1995, e Transporeon Group. Il nuovo gruppo così composto sarà in grado di offrire ai suoi clienti delle soluzioni best-in-class La fusione di Transporeon Group e TIM Consult. Il nuovo management team dopo la firma (da si Thomas Einsiedler (Chief ProductilOfficer, Mack (Managing Partne e multimodali perdestra): il procurement delle merci, tuttoTransporeon), affiancatoMartin da un Transporeon), Björn Klippel Partner/CEO del e Founder di TIM dei Consult), Oliver Kahrs impareggiabile insight in tempo reale(Managing nelle dinamiche mercato Strategic Initiatives, Transporeon e General Manager di TIM Consult) e Frieder Töpfer ( trasporti. «Decine(Director di migliaia di ordini di trasporto vengono assegnati TIM Consult). attraverso le nostre piattaforme cloud-based ogni giorno e vengono effettuate ogni anno offerte di trasporto merci dal valore di circa 10 miliardi di euro. Però, in queste relazioni c’è un enorme potenziale non sfruttato. Insieme a TIM Consult, possiamo fornire ai nostri clienti un portfolio di servizi di consulenza e di prodotti ancora più esteso ed esauriente, ottimizzando al contempo le nostre soluzioni», ha spiegato Martin Mack, cto e managing partner di Transporeon. ottobre 2018 | retail food

71


r&

f international News L BRANDS ABBANDONA HENRI BENDEL: CHIUSURA NEL 2019

Una storia lunga 123 anni che sta volgendo al termine: Henri Bendel abbasserà le serrande a inizio 2019. A confermarlo è stata L Brands, azienda proprietaria delle attività retail del marchio (23 monomarca e un portale e-commerce) acquistato nel 1986 e che ora ha deciso di concentrare i propri sforzi su altri brand del gruppo come Victoria’s Secret e Bath&Body Works. «Questa decisione è un bene per la futura crescita dell’azienda, ma non è stato affatto facile prenderla», ha commentato Leslie Wexer, chairman e ceo di L Brands. Henri Bendel, specializzato in borse, gioielli e accessori, da tempo era in difficoltà e nel 2018, esclusi i costi di chiusura, dovrebbe registrare perdite operative e di ricavo rispettivamente pari a 45 e 85 milioni di dollari. Nato dall’idea dell’omonimo designer statunitense nel 1895, il marchio Henri Bendel è stato il primo a introdurre negli Usa le produzioni di Coco Chanel e della moda parigina.

AMAZON GO A FORZA QUATTRO

Con l’inaugurazione dello store di Chicago, Amazon Go ha raggiunto quota quattro punti vendita attivi negli Usa. Aperto a metà settembre, il nuovo Amazon Go è il primo al di fuori della città di Seattle. Alla base di tutto c’è la tecnologia Just Walk Out ideata da Amazon che prevede l’utilizzo di un centinaio di telecamere per il riconoscimento e il tracciamento del cliente. Quest’ultimo, a sua volta, accede al punto vendita attraverso l’utilizzo del profilo personale sull’apposita app. Relativamente piccolo, il format prevede una superficie di 185 mq che ospita piatti pronti, referenze fresche e grab-and-go. L’inaugurazione fa parte di un progetto di sviluppo a piccoli passi la cui prossima tappa potrebbe essere la città di New York per un totale di sei minimarket entro il 2018. 72

retail food | ottobre 2018

duty free world |

by Kevin Rozario - London

It really is Asia’s century È davvero il secolo asiatico

I

f duty free and travel retailers needed any confirmation that Asia Pacific is where it’s at, they need only flick through the latest OAG seat data in a study published aviation events group Routes. The extensive tables of busiest or fastest-growing routes in 2017 all have one thing in common – the are dominated by Asia Pacific. In South Korea, the route between Seoul Gimpo Airport (GMP) and the holiday island of Jeju (CJU) off the coast of the Korean Peninsula has again claimed the title as the world’s most popular, with 13.4 million passengers using it, while Hong Kong (HKG)-Taiwan Taoyuan (TPE) Airport is the busiest international route. The GMP-CJU route grew by +9.4% in passenger traffic in 2017 carrying a staggering 4.4m more people than the second busiest: Melbourne (MEL)-Sydney Kingsford Smith (SYD), both domestic. Although the US remains the world’s largest aviation market, the Routes analysis found that air services in Asia Pacific now account for more than 70% of the top 100 busiest routes by passenger numbers. For travel retailers, the busiest international routes are more important as they drive higher duty free sales. Here HKG, the home hub for Cathay Pacific, is the dominant airport. Not only is it at the top of the international table for a route pairing, but no less than six of the top 10 international routes are linked to it. As for the 10 fastest-growing routes, it is a clean sweep for Asia, led by Bangkok Suvarnabhumi (BKK)-Chiang Mai (CNX) with Seoul Incheon (ICN)-Kansai International (KIX) in second place. This research – calculated using seat capacities from OAG Schedules Analyser and cross-referencing passenger numbers data from Sabre Market Intelligence – backs up forecasts that Asia Pacific will be the biggest driver of passenger demand over the next 20 years. So while travel retail opportunities continue to exist in all regions, for the biggest ones, companies will need to look east.

S

e i duty free e travel retailer avessero bisogno di una conferma che l’Asia-Pacifico si trova al punto in cui è, gli basterebbe sfogliare i dati OAG sui posti a sedere pubblicati in uno studio del gruppo di eventi aeronautici Routes. Le dettagliate tabelle sulle rotte 2017 più trafficate e che crescono più velocemente hanno tutte una cosa in comune – sono dominate dall’Asia-Pacifico. In Corea del Sud, la rotta fra il Seoul Gimpo Airport (GMP) e l’isola di Jeju (CJU), al largo della costa della penisola coreana, ha reclamato ancor a una volta il titolo di collegamento più popolare al mondo, con 13,4 milioni di passeggeri che la utilizzano, mentre Hong Kong (HKG)-Taiwan Taoyuan Airport (TPE) è la più trafficata a livello globale. La rotta GMP-CJU è cresciuta del 9,4% in termini di traffico passeggeri nel 2017 trasportando uno sbalorditivo +4,4 milioni di persone rispetto alla seconda tratta in classifica: la Melbourne (MEL)Sydney Kingsford Smith (SYD), entrambe domestiche. Sebbene gli Usa rimangano il più grande mercato aeronautico al mondo, l’analisi di Routes ha scoperto che i servizi aerei in Asia-Pacifico ora contano per più del 70% delle 100 rotte più trafficate in base al numero di passeggeri. Per i travel retailer, le rotte internazionali più trafficate sono importanti poiché trainano spese duty free più alte. In questo senso HKG, l’hub di riferimento per Cathay Pacific, è l’aeroporto dominante. Non solo è in cima alla classifica internazionale per l’abbinamento rotte, ma almeno 6 delle top 10 rotte internazionali sono collegate a esso. Per quanto riguarda le 10 rotte che crescono più velocemente, l’Asia fa piazza pulita guidata da Bangkok Suvarnabhumi (BKK)Chiang Mai (CNX) con Seoul Incheon (ICN)-Kansai International (KIX) al secondo posto. Questa ricerca – realizzata utilizzando le capacità di seduta della OAG Schedules Analyser incrociate con il numero di passeggeri raccolti da Sabre Market Intelligence – supporta le previsioni per cui l’Asia-Pacifico sarà il maggior driver in termini di domanda per i prossimi 20 anni. Quindi, anche se opportunità travel retail continueranno a spuntare in tutte le regioni, per cogliere quelle più grandi le aziende aeree dovranno guardare a Est.

THE TOP 10 BUSIEST SCHEDULED INTERNATIONAL ROUTES IN THE WORLD RANK 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

ROUTE Hong Kong – Taiwan Taoyuan (HKG-TPE) Jakarta – Singapore Changi (CGK-SIN) Hong Kong – Shanghai Pudong (HKG-PVG) Kuala Lumpur – Singapore Changi (KUL-SIN) Bangkok Suvarnabhumi – Hong Kong (BKK-HKG) Dubai – London Heathrow (DXB-LHR) Hong Kong – Seoul Incheon (HKG-ICN) Hong Kong – Singapore Changi (HKG-SIN) New York JFK – London Heathrow (JFK-LHR) Hong Kong – Beijing Capital (HKG-PEK)

PASSENGERS (2017) 6.7m 4.8m 4.2m 4.1m 3.4m 3.2m 3.2m 3.1m 3.0m 3.0m


COCA COLA SI COMPRA COSTA PER 3,9 MILIARDI

C

oca Cola risponde all’accordo tra Nestlé e Starbucks rilevando l’intera catena di store Costa. Il gruppo britannico Whitbread ha raggiunto un accordo con The Coca Cola Company per la vendita dei suoi negozi a marchio Costa Coffee, per un valore pari a 3,9 miliardi di sterline. La cifra non sarebbe troppo lontana dai 4,4 miliardi di euro dell’intero 2018 di Costa. Ne sono state versate di tazzine di caffè, dunque, dal

lontano 1995, quando Whitbread ha acquisitò l’insegna, che allora contava solo 39 negozi, per 19 milioni di sterline. Ora il colosso delle caffetterie registra ricavi per 1,3 miliardi di sterline, in crescita rispetto agli 1,2 miliardi dell’anno precedente. «Le bevande calde sono uno dei pochi segmenti restanti del panorama complessivo del beverage in cui Coca Cola non ha un marchio globale – ha dichiarato James Quincey, il ceo della bevanda americana per eccellenza – Costa ci dà accesso a questo mercato attraverso una forte piattaforma del caffè». Costa conta più di 3.800 sedi in 32 paesi e l’azienda gestisce anche un business di 8mila macchine self-service. Il grosso dell’assegno staccato da Coca Cola sarà distribuito tra gli azionisti di Whitbread.

TESCO PRESENTA JACK’S, IL NUOVO FORMAT DISCOUNT

N

ovità dal volto conosciuto in casa Tesco. L’azienda inglese della GDO, con circa 6.550 punti vendita attivi nel mondo e ricavi per 56 miliardi di sterline, ha lanciato il format Jack’s – dal nome del fondatore della catena di supermercati, Jack Cohen. L’obiettivo è quello di fare maggiore concorrenza alle catene discount Aldi e Lidl che, negli ultimi cinque anni, hanno conquistato il 13% delle

quote di mercato Oltremanica. Dopo le prime due aperture avvenute il 20 settembre, l’azienda prevede di inaugurare altri 10-15 Jack’s durante i prossimi sei mesi e di svilupparne, successivamente, altri 60 (metà dei quali saranno Tesco outlet riconvertiti). Caratteristica principale del nuovo format è l’attenzione al prodotto: «Cibo gustoso al minor prezzo possibile, con 8 prodotti su 10 coltivati, allevati o fatti in Gran Bretagna», precisa Dave Lewis, chief executive di Tesco. Più precisamente, delle circa 2.600 referenze in vendita da Jack’s, 1.800 sono private label. In termini di servizi, i negozi Jack’s permettono al cliente di scannerizzare gli articoli e pagarli attraverso una comoda app mobile.

ottobre 2018 | retail food

73


r&

f international News STAPLES ACQUISTA LA CONCORRENZA

C

on un’acquisizione da 482,7 milioni di dollari (che diventano 996 se si considera la presa in carico del debito netto), il gigante della cancelleria da ufficio Staples – circa 1.200 store attivi negli Usa con 61mila dipendeti – si è assicurato la concorrente Essendant, fornitore e distributore all’ingrosso attivo nello stesso settore merceologico che porta in dote un assortimento di oltre 170mila referenze fra matite, penne, scrivanie, armadietti e simili. Già nel mirino di Genuine Parts Co., fornitore di articoli automotive e prodotti da ufficio, Essendant entra così a far totalmente parte del portfolio del

74

retail food | ottobre 2018

fondo di private equity Sycamore Partners che deteneva l’11% delle quote del supplier e l’anno scorso aveva acquistato Staples. Decisivo è stato il rilancio dell’offerta da parte di Staples che ha sopravanzato quella presentata da S.P. Richards (controllata da Genuine Parts Co.) in primavera e che aveva avvicinato le due aziende a una fusione da 680 milioni di dollari. Operazione sfumata e su cui Staples ha dovuto pagare una penale di 12 milioni in nome di Essendant.

NASCE ERA, L’ANTI-AMAZON

M

ediaMarktSaturn e Fnac Darty hanno scelto un palcoscenico internazionale per lanciare la sfida ad Amazon. Durante l’Ifa 2018 di Berlino, le due società attive nella vendita di elettronica di consumo hanno dato vita a Era (European Retail Alliance). L’annuncio segue le indicazioni che MediaMarktSaturn e Fnac Darty avevano rilasciato durante l’anno. A guidare Era sarà KlausPeter Voigt, in precedenza cpo della tedesca MediaMarktSaturn e ora ceo dell’Alliance. Da un punti di vista strettamente economico, la nascita di Era dà vita a un agglomerato da 30 miliardi di fatturato all’anno e può contare su 2,3 miliardi di contatti clienti. Numeri realizzati grazie a una rete di vendita che somma 1.728 punti vendita in Europa (Italia

compresa, dove MediaMarktSaturn è presenta con brand del calibro di MediaWorld). L’obiettivo è quello di attivare economie di scala e sinergie con i fornitori tali da rendere competitivo un mercato preso fortemente di mira dall’espansione dell’e-commerce. Il tutto strutturando la propria attività attorno a quattro pilastri: Era Strategic Partnerships che lavorerà con i produttori per offrire ai clienti una serie di beni, servizi e soluzioni all’avanguardia; Era Data che utilizzerà i dati a disposizione per capire le richieste dei clienti e confezionare delle offerte su misura; Era Innovation che implementerà il programma dell’acceleratore Retailtech Hub in tutta l’Alliance; Era Sourcing che gestirà i marchi propri e quelli in licenza.


IL 2019 APRE CON IL PIU’ GRANDE EVENTO DEDICATO AL MARKETING B2B

MARKETING CONFERENCE 2019

IL FUTURO E L’INNOVAZIONE DEL MARKETING B2B SAVE THE DATE 13 FEBBRAIO 2019 AUDITORIUM GIO’ PONTI, ASSOLOMBARDA - MILANO

seguici su

www.b2btheconference.com powered by


r&

f Vetrina Primi freddi? Ti scalda Baule Volante

Se i primi spifferi di freddo si fanno sentire, la risposta è quella di Baule Volante. Al Sana 2018 di Bologna, l’azienda emiliana ha presentato le nuove proposte biologiche: il Minestrone 10 verdure con orzo, la Zuppa alla toscana di farro e la Vellutata con cavolo nero, adatta anche ai consumatori celiaci o a coloro che hanno scelto di controllare l’apporto di glutine nella propria dieta. Mentre per chi cerca gusti forti da abbinare al proprio pasto, ecco l’Aceto di mele crudo non filtrato e l’Aceto di melograno crudo non filtrato, entrambi in vendita nel formato da 500 ml.

Il biologico a portata di mano

Presentati al salone Sana 2018 di Bologna, le Barrette Biomerenda Choco crispy e i Tarallini bio di grano saraceno rappresentano le due novità di Fior di Loto. Pensate per i consumatori che non vogliono rinunciare al biologico nemmeno fuori casa, queste due referenze sono vendute in un pratico formato “on the go” (rispettivamente in confezioni da 15 e 20 g). Le barrette, a base di riso soffiato, contengono cacao e nocciole dal sapore intenso. I taralli, invece, fanno parte della linea Zer% Glutine dedicata al consumatore celiaco.

Zucchi, quattro oli per l’autunno

Rientro dalle vacanze al gusto di olio extravergine d’oliva (e non solo) per Oleificio Zucchi. In vista della stagione autunnale, arrivano sul mercato quattro nuove proposte per condire la propria lunch box. Il primo prodotto è l’Olio di semi di sesamo (ricco di acidi grassi essenziali insaturi) ottimo per saltare riso e verdure. Per una frittura perfetta c’è l’Olio di semi di arachide (buono anche a crudo). A chi cerca una sfumatura di sapore diversa è dedicato l’Olio extravergine d’oliva aromatizzato al tartufo (con effetti benefici anche sull’umore). Infine, il classico evergreen: l’Olio extravergine d’oliva 100% italiano (ricco di polifenoli) proveniente da filiera certificata.

Restyling integrale per Náttúra

Non solo pane, grazie agli snack Náttúra che lancia sul mercato due nuove referenze: Sfogliatine integrali e Bocconcini integrali con semi di lino e chia. Frutto del recente restyling che ha coinvolto i prodotti del marchio Eurofood, i bocconcini e le sfogliatine sono realizzati con materie prime selezionate e certificate da agricoltura biologica. In particolare, grazie all’uso di semi di lino e chia, i bocconcini sono ricchi di Omega3; mentre le sfogliatine, prive di lievito, sono adatte per chi soffre di allergie e intolleranze. Entrambi i prodotti sono venduti in confezioni da 200 grammi.

Il Break dolce-salato di San Carlo

Dolce e salato in un solo prodotto? Ora si può, grazie a Break, l’ultima novità in casa San Carlo. Un mix ideale formato da un pacchetto di patatine Classica San Carlo da 25g abbinato con un succo di frutta Frullato Yoga alla pesca; tutto all’interno di un apposito pack. Una combinazione di tradizione e semplicità per uno spuntino veloce ed equilibrato pronto da gustare in ogni momento della giornata.

76

retail food | ottobre 2018


...Il sandwich che vuoi tu, con qualcosa in piu! Kebab

Pastrami Tonnato Un assortimento in grado di soddisfare una clientela internazionale, abbracciando profumi e sapori da tutto il mondo. Prodotti certificati Halal.

Scegli tra oltre 400 referenze. Tel. 02.90111360 - mail: info@aduea.com

illaboratoriodelgusto.it


La Foto

Amazon Prime sbarca a Roma. Dal 19 settembre, grazie all’accordo con Pam Panorama, la capitale è la seconda città italiana (dopo Milano) in cui è attivo il servizio di consegna a domicilio entro un’ora dall’ordine. ¢

78

retail food | ottobre 2018


retail&food

TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

PRENOTA UNO SPAZIO PUBBLICITARIO In occasione di

MAPIC - THE INTERNATIONAL RETAIL PROPERTY MARKET 14-16 Novembre 2018 - Palais des Festivals, Cannes, France

retail&food propone un’esclusiva vetrina

ai landlords, ai brand e ai fornitori Speciale Mapic Cannes 2018 nel numero di novembre di retail&food. Extratiratura e distribuzione in fiera. RATEE D R I B N TAZIO O EARLY N E R NP 2018 CO E TTOBR O 2 1 ENTRO

Visibilità del logo con link al sito aziendale in una newsletter promozionale inviata a più di 8.000 contatti mirati quindici giorni prima della fiera

DOPPIA PAGINA • PUBBLICITÀ TABELLARE o PUBBLIREDAZIONALE con pdf fornito dal cliente • PUBBLICITÀ TABELLARE (pagina destra) e PUBBLIREDAZIONALE (pagina sinistra) a cura della redazione • PUBBLIREDAZIONALE su doppia pagina a cura della redazione

per info e prenotazioni: Roberta Motta - Sales Account tel. 023451230.226 - roberta.motta@edifis.it

RETAIL&FOOD È MEDIA PARTNER DI MAPIC 2018


r&

f Contrarian

di Simone Filippetti @filippettinews

L’arrivo di Starbucks & Co.: rassicurante o spaventoso? Gli ultimi mesi sono stati contrassegnati dall’ingresso di brand internazionali sulla piazza di Milano, che hanno lanciato un’Opa sul prodotto italiano

L

a mattina del 7 settembre, in Piazza Cordusio a Milano, c’era gente in fila dalle 4 di mattina per bere un caffè da Starbucks. Il signor Howard Schultz ha vinto una scommessa impossibile: vendere i frigoriferi agli eschimesi. Lo sbarco in Italia del colosso americano del caffè, nel paese del caffè, sembrava un’eresia. Nel 2016, dopo almeno 20 anni di attesa e tentennamenti, Starbucks aveva deciso che finalmente era arrivata l’ora dell’Italia, che il momento era quello giusto. Due anni dopo apre, in pieno centro dentro un locale prestigiosissimo (l’ex palazzo delle Poste), e fa boom. Non è stato il primo big americano del largo consumo a tentare un’impresa simile: più in sordina anni fa è sbarcato anche Domino’s Pizza, altra catena americana che prova a vendere l’emblema di un paese, nel paese di origine. La catena di Seattle con il logo della Sirenal è solo l’ultimo, in ordine di tempo, di tanti brand stranieri che stanno sbarcando in massa in Italia, a Milano in particolare. A luglio stessa scena di mania collettiva per l’altro atteso sbarco, quello di Apple sempre in centro. Dopo Domino’s, Abercrombie&Fitch, il pollo fritto KFC, i noodles di Wagamama e gli hamburger gourmet di Five Guys, una nuova ondata di catene invaderà Milano. A breve arriverà anche Uniqlo, il brand giapponese di abbigliamento minimal a basso costo. Curioso: quando si va all’estero, tutti si esaltano e cercano il cibo italiano e i prodotti del Made in Italy. In Italia si fa a gara per avere marchi stranieri. Il paese che ha inventato

80

retail food | ottobre 2018

il caffè fa la fila per bere il caffè di un’azienda che ha copiato gli italiani. Siamo arrivati al paradosso per eccellenza del marketing. I cosmopoliti brand-entusiasti e filo-internazionali esultano per le novità. Esulta anche la politica per i posti di lavoro creati: Apple ne ha portati oltre 200, Starbucks oltre un centinaio. Dunque Milano si conferma la capitale economica del paese, la zona più dinamica? Dietro il media hype e l’entusiasmo della prima ora, i posti di lavoro sbandierati sono, per queste mega corporation, una piccola elemosina, un piatto di lenticchie rispetto ai milioni di euro di incassi che faranno. Ma soprattutto sono posti di lavoro qualitativamente bassi: camerieri da Starbucks, commessi da Apple. Le multinazionali non vengono in Italia ad aprire stabilimenti o fabbriche, centri di innovazione e ricerca: quelli sarebbero investimenti strategici, di peso, che porterebbero posti di lavoro di alto livello, attività produttive che mettono in moto l’indotto e fanno da volano al paese.

Invece le osannate Apple e Starbucks aprono solo negozi dove vendere: gli italiani spendono soldi (i loro) che prendono la via dell’estero. Più che un modello di sviluppo, è solo un modello di consumo dove Milano sembra più un mercato da conquistare che un posto dove investire. È l’involuzione di Milano da capitale produttiva, da città delle industrie (dalla Pirelli alla Falck) a città solo consumista, a una pura economia di servizi. In ogni caso, il prezzo da pagare per avere una città moderna (o presunta tale) è una dilagante omologazione e appiattimento: Madrid, Londra, Berlino o sotto la Madunina, le città si assomigliano tutte. Ormai in Corso Vittorio Emanuele sono quasi tutte catene internazionali: dal Disney Store a Gap, da H&M a Zara, da Mango alla Apple. La cucina asiatica di un Wagamama, le coscette di pollo di KFC, i Frappuccino di Starbucks hanno tutti lo stesso sapore, lo stesso profumo, lo stesso cibo ovunque nel mondo. C’è chi lo trova rassicurante; e chi, invece, spaventoso. ¢




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.