retailfood novembre 2019 • ₏ 5,00 - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
TRAVEL RETAIL SHOPPING CENTER
Speciale Mapic 2019 Numeri, temi e agenda Brands showcase Dossier aeroporti: riparte Linate
Focus pagamenti elettronici
#EVERYDAYCLIMBERS
CON SALI MINERALI
POTASSIO
GUSTO MORA VITALITÀ
MAGNESIO
GUSTO MELA VERDE CONCENTRAZIONE
ZINCO
GUSTO RIBES NERO BENESSERE
CALCIO
GUSTO VERBENA EQUILIBRIO
Dalla purezza dell’acqua minerale Levissima nasce Levissima+ per una nuova opportunità di business: Con l’aggiunta di preziosi sali minerali, zero calorie e zero zuccheri coglie i nuovi trend di consumo Offre ai consumatori, sempre più attenti al benessere, 4 funzionalità specifiche per 4 diverse occasioni di consumo Design unico ed esclusivo con la montagna visibile sul fondo
INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&food RETAIL&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre R&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 9.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 181.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communities di riferimento.
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Anno 14 · numero 11 - novembre 2019 Direttore responsabile Andrea Aiello Coordinamento editoriale Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it In redazione Nicola Grolla - nicola.grolla@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Pubblicità e traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Alessandro Barzaghi, Roberto Bramati, Norman Cescut, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, David Montorsi, Roberta Motta, Kevin Rozario, Vincenzo Russo Grafica Mariella Salvi Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 - Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it
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SOMMARIO
N. 11 novembre 2019
4 News 19 News opening
23 SPECIALE MAPIC 28 LA FIERA
Mapic alla 25esima edizione
44 BRANDS SHOWCASE
Retail
52 BRANDS SHOWCASE
69
Food
58
RETAIL REAL ESTATE Investimenti: Q3 da record per il retail RE
60
STAR TREK FOOD Destinazione Illycaffè
62 NETCOMM
eCommerce e digital evolution per il settore food
64 RETAILER DAY
Klépierre: focus su Shopville Gran Reno, poi Le Gru
66 GDO &
SOMMINISTRAZIONE Sushi Daily, il chiosco non basta più
69 DOSSIER AEROPORTI
79 NEONATA
Linate riapre e si rimette al lavoro
A Casa Me’Mà, non si sbaglia mai!
72
81 FOCUS PAGAMENTI
FOCUS AVIATION Alitalia e i salvatori riluttanti
74 WORLD TRAVEL RETAIL 76 PIANETA TAX FREE
Nei department store d’Oltralpe è il tempo dei Millennials
77
CASE HISTORY MOBILE APP Alipay formato tax free shopping
28
ELETTRONICI Accelera la crescita dei pagamenti elettronici
87 DIGITAL JOURNEY
Multicanalità, il cliente chiede spazi integrati
88 News servizi e fornitori 91 News international 94 Vetrina 96 La foto RUBRICHE
4 STOCK OPTION 6 NEW MARKETS
OUTLOOK
10 LA RUBRICA LEGALE 75 DUTY FREE WORLD novembre 2019 | retail food
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News
CASELLE OPEN MALL: RITIRATI I PERMESSI DI COSTRUIRE
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opo un iter burocratico lungo oltre 10 anni, durante il quale anche il concept è stato ripensato per adeguarsi ai nuovi trend di consumo, Aedes SIIQ S.p.A. ha comunicato che, attraverso la controllata Satac SIINQ, sono stati ritirati presso il Comune di Caselle Torinese i permessi di costruire per il progetto di sviluppo COM - Caselle Open Mall. Al fine del rilascio dei permessi di costruire, la società guidata da Giuseppe Roveda, amministratore delegato di Aedes SIIQ, ha depositato, presso il Comune piemontese, polizze fideiussorie emesse da un pool di istituti assicurativi italiani ed esteri per un importo di oltre 50 milioni di euro e verserà, sempre al medesimo Comune, nell’immediato, contributi concessori afferenti agli oneri di urbanizzazione e al costo di costruzione pari a circa 4,5 milioni di euro ulteriori rispetto agli 1,5 milioni già versati. Lo sviluppo di COM rappresenta un perno
BREBEMI EMETTE PRESTITO OBBLIGAZIONARIO DA 1,6 MILIARDI
fondamentale del piano industriale 2019-2024 approvato dal cda di Aedes SIIQ lo scorso 28 giugno. Il completamento dello sviluppo consentirà al Gruppo, unitamente alle altre azioni previste, di raggiungere un GAV (Gross Asset Value) complessivo di oltre 1,2 miliardi di euro con redditività e flussi di cassa ricorrenti in linea con gli standard dei principali REIT (Real Estate Investment Trusts).
Stock option |
BUY
NEUTRAL
HERMÈS Terzo trimestre a guida asiatica per il brand di alta moda che, nel quarter chiuso a settembre, fa segnare un +18% a livello di ricavi globali (pari a 1,72 miliardi di euro) grazie alle performance positive registrate in Cina. Nell’ex Celeste Impero, la maison parigina conta 26 boutique che registrano un +19% del proprio giro d’affari. Ottime anche le cifre registrate in Giappone: +12% sulle vendite.
ASOS L’anno fiscale, chiuso il 31 agosto, va in archivio con profitti in perdita del 68% a 38 milioni di euro per la piattaforma di eCommerce inglese. A pesare sui conti, gli investimenti sulla sostenibilità dei magazzini in Germania e Stati Uniti solo parzialmente recuperati con il progressivo sulle vendite in tutte le aree geografiche: +15% in Gran Bretagna, +12% in Europa e +9% negli Usa.
FAST RETAILING Sorpasso effettuato: la società giapponese che possiede il marchio Uniqlo ha scalzato H&M dalla seconda posizione nella classifica dei brand del fast fashion. A dirlo è un confronto fra il giro d’affari delle due aziende: 19,4 miliardi di euro per Uniqlo (+7,5%) contro i 19,2 miliardi (+5%) per la catena svedese. In testa resta sempre Inditex con vendite pari a 26,1 miliardi di euro.
GOLDEN GOOSE Il fondo di private equity Carlyle, proprietario del brand di sneaker di lusso dal 2017 grazie a un assegno da 400 milioni di euro, sarebbe pronto ad uscire dall’investimento. L’avvio del processo di vendita è previsto tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020. Alla finestra, ci sarebbe il fondo Advent, per un investimento che dovrebbe aggirarsi intorno al miliardo di euro. Golden Goose ha chiuso il 2018 a 185 milioni di ricavi e un ebitda di 55 milioni di euro.
SELL
C
on l’emissione di un prestito obbligazionario garantito multi tranche per un importo pari a 1.679 milioni di euro, Brebemi punta a ristrutturare il pesante debito contratto nel 2013 per la realizzazione del tratto autostradale che collega Milano e Brescia a sud della A4. L’operazione, con una struttura project bond, è stata ammessa a quotazione sul sistema multilineare di negoziazione Euronext Dublin. Nell’ambito dell’operazione la società ha sottoscritto un contratto di finanziamento di importo massimo complessivo di 307 milioni, erogato da parte di alcuni istituti di credito tra cui Unicredit, Banco Bpm, Unione di Banche Italiane, Monte dei Paschi di Siena e Intesa Sanpaolo. La società è stata assistita dagli studi legali White & Case (Europe) LLP e BonelliErede, quest’ultimo per gli aspetti di diritto amministrativo e fiscale italiano. I joint bookrunners sono stati assistiti da Allen & Overy Studio Legale Associato.
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retail food | novembre 2019
MOORER Nuovo investiture per il brand veneto di capispalla imbottiti di alta gamma fondato nel 2006 da Moreno Faccincani che ha ceduto il 25% delle proprie quote a Broletti Group. L’obiettivo è sostenere la crescita del brand che ha chiuso il 2018 con un fatturato consolidato di 30 milioni di euro (+22% sul 2017) grazie alle proprie vendite all’estero che pesano per il 75% del totale.
BARNEYS Dopo aver attivato il famigerato Chapter 11 ad agosto, il brand newyorkese ha trovato un compratore. Si tratta di Authenric Brands Group che ha messo sul piatto circa 245 milioni di euro. Il passaggio di mano prevede, comunque, la chiusura di almeno sette store.
SWATCH Termina, dopo 12 anni, la collaborazione fra il produttore di orologi e gioielli svizzero e il brand Calvin Klein. Due le motivazioni principale per il mancato rinnovo della licenza: da un lato, il peso sempre crescente degli smartwatch nello stesso segmento di prezzo; dall’altro, le turbolenze a livello manageriale che sta attraversando Calvin Klein. ITALIA INDIPENDENT Chiusura in rosso per il brand di moda guidato da Lapo Elkann (azionista di maggioranza con il 53,6%) che nel primo semestre del 2019 ha registrato una perdita di 12,1 milioni di euro (contro un precedente utile di 1,77 milioni) . Scendono anche i ricavi che passano da 11,7 a 4,17 milioni (-64%). Fra le cause: maggiori resi, minor ricorso ai canali stock e barter, riduzione delle vendite retail. VIVIENNE WESTWOOD La casa di moda britannica ha dichiarato, per l’esercizio 2018, una perdita di 2,7 milioni di euro contro gli utili di 1,9 milioni generati nel 2017. Anche il fatturato è in calo di circa il 5% a 38,7 milioni di sterline. Pesano le chiusure di due store retail e l’andamento flat del canale wholesale (+0,2%). Per invertire il trend l’azienda si appresta ad attuare un piano di revisione che snellisca il proprio portfolio.
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News
New Markets Outlook | a cura di Luca Esposito | esposito_mail@yahoo.it
UBER ITALIA: LORENZO PIREDDU NUOVO COUNTRY MANAGER
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sei anni dal lancio nel Belpaese, Uber inaugura un nuovo capitolo della sua storia e nomina Lorenzo Pireddu a country manager per l’Italia. La nomina si inquadra nella rinnovata strategia di Uber che vede mettere in campo nuovi servizi e implementare quelli già esistenti, per contribuire a promuovere una nuova e integrata forma di mobilità, nel pieno rispetto delle normative vigenti. Pireddu, 36 anni, arriva in Uber dopo un’esperienza di oltre 4 anni in GotU.io, dove ha ricoperto il ruolo di direttore commerciale prima e country manager della sede di Los Angeles dal 2016 in poi. Dopo aver conseguito la laurea presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi ha iniziato la sua carriera presso 77Agency, realtà che propone soluzioni e strategie integrate di digital marketing. Nel 2008 si è trasferito ad Amsterdam dove ha aperto e diretto la sede di 77Agency di Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo. Oltre alla nomina di Pireddu, Uber ha rinnovato anche le prime linee dei dipartimenti di policy e comunicazione della sede italiana, con l’obiettivo di sostenere la crescita del brand e del business su tutto il territorio.
A UCHAN ITALIA DIVENTA MARGHERITA DISTRIBUZIONE
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al 29 ottobre, Auchan Italia cambia logo e denominazione a seguito dell’acquisizione da parte di Conad. Sparisce l’uccellino rosso che per anni è stato il simbolo del gruppo francese in Italia per far posto alla margherita gialla della catena Gdo guidata da Francesco Pugliese e al nome Margherita distribuzione. Invariate la sede legale, il capitale sociale, la partita Iva, recpaiti e il riferimento a Bdc Italia (società costituita da Conad con il 51% del capitale e dalla lussemburghese Pop 18 Srl che appartiene al gruppo Wrm).
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retail food | novembre 2019
Uzbekistan: un potenziale da scoprire
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Kirghizistan-Cina (autostrada di 900 km el settembre 2016, il presidente dell’Uzbekiche ha ridotto il viaggio tra l'Uzbekistan e la Cina stan appena eletto, Shavkat Mirziyoyev, ha nord-occidentale da 8 giorni a soli 2 giorni). presentato un pacchetto di proposte volte L'apertura dell'economia dell'Uzbekistan è stata a liberalizzare l’economia che comprendeva le poliben accolta in tutto il mondo. Nel febbraio 2019, il tiche di cambio in valuta estera, la riorganizzazione Paese ha ottenuto il suo primo rating B1 Moody e del sistema fiscale e la riduzione dei controlli sulle ha scalato le classifiche della Banca mondiale per attività di commercio con l’estero. Queste riforme quanto riguarda i migliori paesi in cui condurre afeconomiche, unitamente al vantaggio di avere la più fari (dalla posizione 141, su 190, alla 76) e i migliori grande popolazione dell’Asia centrale, stanno aiupaesi in cui lanciare un nuovo business (dalla positando il Paese ad affermarsi come un partner attrazione 65 alla 12). ente dal punto di vista commerciale e una redditizia Dal punto di vista dei consumi interni e del turismo, destination per gli investimenti. la ripresa economica ha visto i lavoratori migranti Fino all’introduzione delle riforme, il settore pubuzbeki iniziare gradualmente a tornare e parallelablico controllava gran parte dell'attività economica mente un aumento del numero di visitatori che free il 20% dei lavoratori andava a lavorare all’estero, quenta il Paese. Per far fronte quindi alla crescensoprattutto Russia e Kazakistan. Ora l’Uzbekistan te domanda di spazi residenziali e commerciali, il che ha un forte potenziale nella sua popolazione di quasi 33 milioni di persone (il 45% del totale dell'Asia centrale) e una forza lavoro di 20 milioni, con lo sviluppo delle attività commerciali sfrutta a suo vantaggio questo enorme potenziale. Per sostenere gli affari e facilitare gli scambi, il nuovo governo uzbeko ha inoltre: - reso libera la valuta locale, il Som uzbeko (UZS), con un tasso di cambio fluttuante, incoraggiando le imprese a utilizzare i servizi bancari. Questa maggiore fiducia nelle banche del Paese, in circa due anni, ha contribuito Fig.1: International Business Center ‘Tashkent City’ a raddoppiare la quantità totale nella capitale uzbeka. di depositi nel settore bancario governo dell’Uzbekistan ha promosso il progetto commerciale (US$ 9 miliardi). Il governo uzbeko Tashkent City, un international business centre nel sta inoltre riorganizzando il settore bancario al ficuore della capitale che si sviluppa su un’area di otne di favorire una canalizzazione più efficiente dei tanta ettari (Fig.1). crediti bancari a sostegno delle transazioni tranQuesto complesso architettonico ecosostenibile, sfrontaliere; il cui completamento terminerà entro il 2021, pre- introdotto, nel gennaio 2019, un nuovo regime fivede: scale che ha ridotto l’imposta sul reddito delle So- uffici moderni, una congress Hall e un Financial cietà (CIT) dal 14% al 12%, mentre le imprese con centre, ospitati in sei grattacieli; un fatturato annuo inferiore US$ 120.000 sono sog- hotel di lusso con marchi alberghieri leader a ligette a un’imposta sul fatturato pari a solo il 4%; vello mondiale, come Hilton e Hyatt Regency de- offerto un red carpet per le aziende internazionali gli Stati Uniti e Lotte Hotels & Resorts della Corea che intendono investire nelle 14 nuove Free Trade del Sud; Zone del Paese. Le aziende che investono più di 10 - uno shopping centre di 180mila mq con aree pemilioni di US$ possono beneficiare di esenzioni fidonali in armonia con le tradizioni architettonino a 10 anni in tasse fondiarie, imposte sul reddito, che uzbeke; imposte sulla proprietà, tasse sulle infrastrutture - aree per l’intrattenimento per le attività sociali sociali, pagamenti personalizzati per le importazioe culturali (come kindergarten e scuole internani e accedere ai vari fondi di sviluppo del governo; zionali) con un Exhibition Centre e una Concert - potenziato le infrastrutture fisiche nelle comuHall; nicazioni, come la rete ferroviaria che si è più che - complessi residenziali di classe A con parcheggi raddoppiata negli ultimi due anni e il lancio ufficiasotterranei dislocati in otto torri. le nel 2018 del corridoio autostradale Uzbekistan-
News
LARGO CONSUMO: ITALIA AL TOP NEL SECONDO TRIMESTRE
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el ranking del largo consumo delle principali cinque economie europee, l’Italia si posiziona al primo posto. I dati emergono dal report trimestrale Nielsen Quarter by Numbers, che monitora l’andamento macroeconomico e del largo consumo in 15 Paesi dell’Unione Europea e in 15 altri Paesi del Vecchio Continente. Nel secondo trimestre 2019, ha reso noto Nielsen, il fatturato del largo consumo in Italia è cresciuto del 4%, derivante da un aumento dei volumi del 3,3% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente e da un incremento dell’1,4% dei prezzi. Dopo l’Italia si posizionano la Germania (fatturato +2,4%, volumi +1%, prezzi +1,4%), la Spagna (fatturato +2,3%, volumi +0,5%, prezzi +1,8%), la Francia (fatturato +1,3%, volumi -0,7%, prezzi +2%) e il Regno Unito (fatturato +0,7%, volumi - 0,4%, prezzi +1,2%). Il confronto con il secondo trimestre del 2018, ha specificato la società di analisi e ricerca, è condizionato dalla Pasqua, che nel 2018 è stata invece nel primo trimestre. Rispetto alla media europea, l’Italia si colloca al di sopra per fatturato complessivo (+4,0% vs. +3,4%) e per volumi acquistati (+3,3% vs. +0,5%) mentre è al di sotto della media dell’aumento dei prezzi (+0,7% vs. +2,9%). In generale l’economia europea sta già mostrando i primi segni di rallentamento: la crescita del Pil nell’Unione arriva a quota +0,2% nel secondo trimestre 2019 rispetto al primo trimestre 2019, mentre la crescita su base annua è del +1,4%, vs. +1,6% nel primo trimestre 2019.
INVESTIMENTI IMMOBILIARI: MILANO PRIMA IN ITALIA MA 14° IN EUROPA
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oma non pervenuta nella Top15 europea degli investimenti immobiliari, l’Italia continua ad affidarsi a Milano che tuttavia si ferma al penultimo posto. In Europa, Londra detiene la posizione in cima alla graduatoria per volume investito nel periodo giugno 2018-giugno 2019, confermandosi la quarta città più ambita a livello globale dopo le città ameri-
cane di New York, Los Angeles e San Francisco. Ciò è quanto emerge dal rapporto annuale Nd pubblicato da Cushman & Wakefield. Dal quadro generale emerge che, con quasi mille miliardi di euro di investimenti, i volumi globali nel settore immobiliare si sono stabilizzati. Nonostante ciò, la domanda rimane a livelli record, soprattutto quella domestica e regionale. I valori elevati e la carenza di prodotto hanno rallentato l’attività rispetto ai mesi precedenti, con gli investitori meno propensi a investire in mercati più rischiosi o a sbilanciarsi su valori ancora più alti, vista la prospettiva di una crescita debole, in contrazione e l’incertezza sui tassi. L’anno che verrà, prosegue il report, sarà caratterizzato da una bassa crescita economica ma la rinnovata politica monetaria espansiva potrà favorire l’estensione del ciclo di compressione dei rendimenti anche al 2020, pur se in modo selettivo.
TERZETTO DI NOMINE PER ORIGINAL MARINES
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erzetto tutto nuovo per Original Marines che completa il management con l’ingresso di: Antonio Cavallera, HR director; Emiliano Cirotti, retail director; e Rocco Rella, marketing & eCommerce director. L’inserimento di queste figure strategiche fa parte di un piano di razionalizzazione e semplificazione della struttura societaria che fa capo al presidente Antonio Di Vincenzo. Il marchio italiano Original Marines può contare su una rete di circa 505 negozi in franchising e 65 diretti in italia e 140 tra Europa, Asia e Africa. Fondata nel 1983, l’azienda sta procedendo in un piano di riordino delle mansioni dopo che nel 2018 aveva incorporato Trader per sviluppare sinergie e ottimizzare la rete di punti vendita del Gruppo. «Consolidamento del mercato italiano ed espansione all’estero sono i binari lungo i quali si muoverà il nostro piano industriale; siamo giunti alla seconda fase di un importante progetto che riguarda il futuro e che verrà presentato nei prossimi mesi», ha commentato Antonio Di Vincenzo, presidente di Imap Export, società che detiene il marchio Original Marines.
RETAIL RE, IL CONVEGNO CONFIMPRESE
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l retail RE italiano registra un aumento delle strutture commerciali che passano da 1.158 a 1.185, con un incremento maggiore per i retail park che raggiungono quto 197. Aumentano anche i centri commerciali che toccano quota 955 mentre il settore outlet attende i prossimi progetti: 3 entro il 2021 con 5 nuovi ampliamenti. Sono queste le evidenze che emergono dal settimo convegno Nd promosso da Confimprese in collaborazione con Reno, Monitora by UrbiStat e TCGroup. In particolare, nell’analisi di Reno sull’andamento dei centri commerciali, si evidenziano due macrotrend: il primo relativo ai centri commerciali ricondizionati, cioè piccoli centri in cui l’ancora alimentare nazionale cede il posto a operatori locali e/o le medie superficie ampliano e aprono su strada. Il secondo legato al concetto di experience, che per molte strutture commerciali significa realizzare e promuovere eventi capaci di attirare pubblico in target e mantenere alti i livelli di traffico. Per quanto riguarda i factory outlet, invece, a parlare sono i dati Urbistat: L’Italia si pone ai vertici in Europa per mq di Gla grazie a 26 outlet che hanno una Gla di oltre 6.000 mq
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retail food | novembre 2019
Nascono i nuovi pack e la Limited Edition gusto Paprika e Mango Segui PiĂš Gusto e @ninatastehunter
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News A NUVEEN REAL ESTATE UN CENTRO LOGISTICO ALLE PORTE DI MILANO PER 14 MILIONI
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opo l’accordo preliminare siglato lo scorso 31 luglio, Nuveen Real Estate ha annunciato il completamento dell’acquisizione del Centro Logistico di Panalpina a Cantalupo, frazione di Cerro Maggiore (MI). L’acquisizione, del valore di 14 milioni di euro, è stata effettuata per conto della piattaforma logistica europea di Nuveen Real Estate e segna la terza operazione in Italia nell’ultimo anno. Con una Gla di oltre 21.000 mq, il Centro è attualmente interamente affittato a Panalpina, uno dei maggiori operatori di servizi logistici integrati, tenant dal 2007, anno in cui il Centro è stato completato. L’attività di Panalpina a Cantalupo, che vede tra i principali clienti un’azienda leader del settore della moda, può contare su un posizionamento strategico della struttura. «La penetrazione dell’eCommerce in Italia è un po’ in ritardo rispetto ad altri paesi europei, ma in costante crescita e il settore logistico sta vivendo un nuovo slancio proprio grazie ai canali di vendita online, che necessitano di strutture moderne adatte a supportare le diverse fasi di vendita. In linea con i trend internazionali, anche per il mercato italiano la logistica si conferma come uno dei segmenti più resilienti del real estate», ha dichiarato Tim Hennes, senior investment manager di Nuveen Real Estate.
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La Rubrica legale | a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano
Brand del lusso e reti di distribuzione selettiva Avv. Comparini Giulia
È possibile limitare la rivendita dei prodotti tramite piattaforme on line generaliste? La decisione del Tribunale di Milano Recentemente il Tribunale di Milano si è pronunciato su un reclamo in sede cautelare presentato da Sisley, la nota casa francese di cosmetici di alta gamma, nei confronti di un gigante del commercio elettronico, Amazon, che commercializzava i prodotti di tale brand sulla propria piattaforma on line. Il Tribunale, dopo aver analizzato e ritenuto legittimo il sistema di distribuzione selettiva adottato da Sisley per i propri prodotti, ha deciso che - nel caso di specie - la vendita di tali prodotti a rivenditori non autorizzati e, in particolare, la rivendita tramite la piattaforma generalista Amazon, per le modalità con le quali veniva effettuata, fosse lesiva dell’immagine del brand e, come tale, Sisley poteva legittimamente opporsi alla rivendita da parte di Amazon anche se questi erano stati acquistati da suoi rivenditori autorizzati.
Cosa significa distribuzione selettiva? Si tratta di un sistema distributivo che di solito viene utilizzato dai brand del lusso per i loro prodotti di particolare prestigio le cui caratteristiche richiedono la sussistenza di determinate qualità nella rete di vendita, che è rappresentata quindi da distributori selezionati sulla base di criteri specifici. I distributori appartenenti alla rete si impegnano a non rivendere i prodotti in questione nel territorio a loro assegnato a soggetti (altri rivenditori) non autorizzati. La distribuzione selettiva, in deroga al principio della libera concorrenza, permette quindi ai brand del lusso di selezionare, anche in modo mediato, i canali di vendita dei propri prodotti, escludendo quelli che possono recare danno e svilire l’immagine del brand a causa della mancata differenziazione dell’offerta dei loro prodotti da prodotti simili, ma non altrettanto prestigiosi o esclusivi.
Un sistema di distribuzione selettiva è di per sé sufficiente a inibire totalmente la rivendita dei prodotti del brand del lusso da parte di terzi estranei alla rete dei distributori selezionati? Il Tribunale di Milano, nell’ordinanza in questione, pur rilevando che le condizioni di vendita stipulate dal titolare del brand con i propri rivenditori autorizzati non sono opponibili a terzi, ha ritenuto che la vendita on line tramite Amazon dei prodotti Sisley rappresentasse, nel caso di specie, un pregiudizio per il brand, sia per le modalità con le quali la vendita dei prodotti veniva effettuata sul portale on line (i prodotti Sisley venivano mostrati e offerti mescolati ad altri articoli di basso profilo e di scarso valore economico quali prodotti per la casa e per le pulizie), sia per il fatto che il marchio Sisley veniva accostato a marchi di gran lunga meno prestigiosi. In aggiunta, anche la totale assenza nella vendita on line di una adeguata assistenza alla clientela, quale veniva invece richiesta dal produttore e assicurata nel punto vendita fisico del distributore autorizzato, secondo il Tribunale, contribuiva a compromettere l’immagine del brand. In conclusione, sulla scia di quanto già affermato dalla Corte di Giustizia UE, anche il Tribunale di Milano ha confermato che l’implementazione da parte di un brand del lusso di un sistema di distribuzione selettiva per la rivendita dei propri prodotti, seppur impostato in maniera corretta, non è sufficiente di per sé a inibire a rivenditori terzi, estranei alla suddetta rete distributiva, la vendita dei prodotti del brand in questione, in deroga al principio della libera concorrenza, a meno che da detta vendita non derivi un pregiudizio effettivo all’immagine di lusso o di prestigio del brand.
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News
SUPERMERCATO24 ACQUISISCE LA POLACCA SZOPI
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ontinua la crescita di Supermercato24, il marketplace italiano della spesa online con consegna in giornata, che ha annunciato l’acquisizione di Szopi, player polacco di spesa online on demand. L’operazione, supportata da FII Tech Growth, 360 Capital, Innogest ed Endeavor, rappresenta il primo passo di una strategia di espansione europea dell’azienda. «Questa acquisizione conferma l’importante crescita di Supermercato24, che ora approda al mercato internazionale – ha dichiarato Federico Sargenti, ceo di Supermercato24 – La collaborazione con Szopi, le loro competenze e la loro profonda conoscenza del mercato locale, saranno di fondamentale supporto per lo sviluppo del nostro prossimo debutto in Polonia». Nata nel 2014, Supermercato24 è riuscita a crescere in maniera continuativa, stringendo partnership con i principali brand della grande distribuzione italiana e ampliando capillarmente la propria presenza nelle province del territorio. Di due anni più giovane, invece, Szopi è attivo a Varsavia, Cracovia, Breslavia e Poznan e ha lavorato con alcuni dei più grandi supermercati e discount polacchi, tra cui Carrefour, Auchan, Biedronka, Lidl e Tesco, con oltre 100.000 consegne effettuate.
DESPAR ITALIA APRE LE PORTE DEL CONSORZIO A GRUPPO 3A
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uove leve in casa Despar Italia che accoglie fra i propri partner il Gruppo 3A che consente all’insegna della Gdo di estendere la propria presenza anche in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. L’operazione sarà effettiva a partire dal primo
gennaio 2020. Il Gruppo 3A, fondato nel 1974, conta su una rete di 149 supermercati di cui 20 di proprietà e 129 associati distribuiti nel Nord Ovest, area non ancora presidiata da Despar Italia. L’entrata di 3A in Despar Italia fa parte del risiko della
LA MALL RI-EVOLUZIONE SECONDO ADCC
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l futuro dei centri commerciali passa attraverso la riqualificazione delle strutture esistenti, talvolta datate. Shopping center nei quali, quotidianamente, operano i direttori con l’obiettivo di far funzionare la sempre più complessa macchina gestionale. Proprio il tema della riqualificazione è stato al centro del dibattito nell’ultimo incontro organizzato dall’Associazione Direttori Centri Commerciali (ADCC), che si è tenuto a Milano lo scorso 22 ottobre. Al microfono si sono alternati, tra i vari protagonisti, il presidente di ADCC, Stefano Pessina, il presidente di Assotemporary, Massimo Costa, e Roberto Bramati, presidente di Spazio Futuro Group e presidente della Commissione Consultiva Food & Food Court del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali. Nota polemica emersa durante l’evento: l’assenza di rappresentanti di società di gestione.
Gdo avviato con la dismissione della attività di Auchan Retail Italia. Precedentemente operante con insegna Simply, infatti, il Gruppo 3A ha cambiato casacca forte di un fatturato di 145 milioni di euro. Un gruzzolo da cui Despar Italia vuole partire per penetrare nel Nord Ovest e consolidare un fatturato aggregato nazionale di circa 3,6 miliardi di euro registrati su una rete di 1.393 punti vendita. La fase di transizione si concluderà nei primi mesi del 2020 quando saranno completati i nuovi assortimenti (circa 1.600 prodotti a marchio Despar). «Sotto il profilo commerciale la nostra scelta rappresenta l’identità distintiva sul mercato con l’esclusività sul territorio atta a far crescere la struttura a favore dei propri soci oltre che attrarre nuovi imprenditori interessati alla proposta strategica di appartenere all’insegna Despar», ha commentato Marco Fuso, presidente di Cooperativa 3A.
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News DEA CAPITAL CI RIPROVA CON TASTE OF ITALY 2
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orte del successo ottenuto con la cessione di Lurisia a Coca Cola, DeA Capital ci riprova lanciando il secondo fondo di investimento dedicato al food: Idea Taste of Italy 2. Il fondo, che dovrebbe concentrarsi principalmente sul mercato spagnolo, avrà un target di raccolta tra i 250 e i 300 milioni e intende replicare quanto già fatto dal fratello maggiore, Taste of Italy 1. Quest’ultimo, nato nel 2015 con una dotazione di 218 milioni di euro, ha infatti rappresentato il primo fondo di private equity specializzato nel settore agroalimentare italiano. Ora, grazie alla diversificazione del mercato di riferimento (il fondo ha sede a Madrid) DeA Capital vuole raggiungere due obiettivi: investire direttamente in società spagnole e dare la possibilità alle società del fondo di ampliarsi oltre confine. A completare la presenza di DeA Capital nel settore food c’è il fondo Agro, lanciato nel 2018 e specializzato sulla filiera produttiva del settore agroalimentare con un primo closing a 80 milioni di euro.
IL GIGANTE RILEVA E RILANCIA SEI IPERDÌ-SUPERDÌ
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hiuso a settembre 2018 e riaperto il 10 ottobre 2019. Poco più di un anno il tempo necessario all’ex supermercato Superdì di Trezzano sul Naviglio per rinnovarsi con l’insegna Il Gigante. Il nuovo spazio copre una superficie di 2.500 mq totalmente rinnovata. Al suo interno saranno assunti tutti i 32 dipendenti della passata gestione. L’immobile di Trezzano, frutto di una completa ristrutturazione, è stato caratterizzato da un'impronta green a partire dall’impiantistica ai reparti di produzione interni per pane e snack. Spostando l’attenzione sui reparti, il format mette in risalto il fresco. L’apertura di Trezzano si inserisce all’interno di un’operazione di rilancio che coinvolge sei punti vendita in totale. Tutte location ex Iperdì o Superdì che i gruppo italiano fondato da Giancarlo Panizza ha deciso di riportare in vita. «L’esperienza di acquisto – per il fondatore Giancarlo Panizza – è la ragione per la quale un cliente ritorna da noi. L’apertura di Trezzano vogliamo sia un segnale che le cose possono essere fatte bene, se si lavora con impegno, mantenendo l’identità di azienda italiana che difende i valori e le tradizioni, soddisfacendo le nuove esigenze».
MVND, NASCE LA HOLDING TUTTA ITALIANA DEL DELIVERY
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razie alla fusione di due competitor, nasce la prima holding tutta italiana del settore delivery per dimensioni e fatturato: Mvnd. A mettersi in società sono state Moovenda e Prestofood. La prima, una startup fondata nel 2016 nell’ambito del programma di accelerazione Luiss Enlabs, è diventata in poco tempo il più grande player italiano di food delivery per numero di ordini. Caratterizzato da una strategia in controtendenza rispetto ai competitor, Moovenda ha scelto di focalizzarsi sul Centro-Sud. Prestofood, invece, inizia le proprie attività nel 2013 con l’obiettivo di accorciare le distanze tra clienti e ristoranti attraverso gli strumenti digitali. Attualmente, le due società servono circa tre milioni di persone fra i 18 e i 50 anni ma potrebbero conquistare un mercato potenziale dal valore di un miliardo di euro. Il prossimo passo? «Aprire nella prima città europea entro la fine del 2019», ha affermato Simone Ridolfi, ceo di Moovenda. «La fusione con un nostro competitor è un passo molto importante. Oltre ad abbassare i costi ci permetti di consolidare la nostra presenza nei territori in cui siamo presenti», gli ha fatto eco Guido Consoli, ceo e founder di Prestofood.
RETAIL TRENDS 2019: LA SETTIMA EDIZIONE
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n un contesto macro caratterizzato dal cambio di Governo in estate, con l’aumento dell’Iva da disinnescare e l’incentivo dei pagamenti elettronici quali banchi di prova della nuova maggioranza, Retail Trends 2019 prova a fare luce sulle dinamiche del settore Retail Real Estate. La settima edizione del Report promosso dallo studio legale Cocuzza & Associati di Milano si caratterizza, come sempre, per il contributo di un grande panel di aziende e manager, oltre 25, specializzati a vario titolo sui diversi canali distributivi: high street, centri commerciali e outlet, travel retail nei contesti sia aeroportuali sia delle stazioni ferroviarie. Proprio il travel retail, con le interviste a Luigi Battuello di SEA e Gianni Saccani di Grandi Stazioni Retail, rappresenta la vera novità dell’edizione 2019, insieme al coinvolgimento di due retailer, Chef Express (Gruppo Cremonini) e Gruppo Teddy, che per progetti di sviluppo, dimensione e presenza nei diversi luoghi dello shopping possono considerarsi ambasciatori del retail made in Italy. Grande attenzione al commercio online e in generale alla digitalizzazione del business, leve imprescindibili per garantire al consumatore una customer experience omnicanale e frictionless. A precedere i contributi legali, mirati ad affrontare i vari nodi delle normative e della contrattualistica, il focus sull’estero ha approfondito le dinamiche retail in Germania grazie ai contributi di Engel & Völkers e dell’avvocato Peter Vöcke dello studio legale Heuking Kühn Lüer Wojtek.
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Un mix di colori e sapori: dall’orto al bar. Ecco la nuova idea Bonchef per tutti i tuoi clienti che in pausa pranzo sono attenti all’alimentazione ma senza rinunciare al gusto.
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News Opening
LA PIADINERIA FA 250 E CONTINUA A CRESCERE
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assato di proprietà al fondo britannico Permira per oltre 200 milioni di euro a fine 2017, il brand La Piadineria continua a macinare numeri e risultati con l’apertura del 250° punto vendita della rete a due passi dalla stazione di Genova Brignole. I locali sono più che raddoppiati negli ultimi anni, il centesimo è stato inaugurato nel gennaio del 2016, e il ritmo di espansione si attesta sui 50 ristoranti all’anno. I locali La Piadineria serviranno nel 2019 oltre 15 milioni di piadine, offrendo un break a oltre 50.000 clienti ogni giorno. Il network dei punti vendita in gestione diretta, che sono oltre 190, impiega più di 1.500 collaboratori e dipendenti. Da un punto di vista geografico, i ristoranti sono concentrati principalmente nel centro e nel nord Italia, ma sta proseguendo con successo il progetto di internazionalizzazione del format, per ora focalizzato sul mercato d’Oltralpe, con una decina di locali aperti tra il sud della Francia e la zona di Parigi.
UPIM, NUOVO FLAGSHIP STORE ESPERENZIALE CON CROFF
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on il claim “Upim è di casa”, lo storico family store italiano ha inaugurato il suo nuovo flagship di Milano dove attenzione alla contemporaneità e alla vita quotidiana dei clienti si mischiano in uno spazio rinnovato. Sviluppato su una superficie di 1.500 mq, l’Upim di via Marghera a Milano traduce i valori e l’approccio dell’azienda in realtà retail. Lo store è caratterizzato da un design che mette al centro il fattore umano con un accento particolare sul lato esperienziale e di servizio (sartoria per riparazioni veloci e lavanderia) per andare oltre alla semplice funzione d’acquisto. Presenti al suo interno, infatti, anche aree intrattenimento per i bambini (con tanto di spazi per organizzare party privati), nuersery, salottini relax e una cucina per corsi a tema. Per quanto riguarda le referenze esposte, l’offerta spazia dall’abbigliamento uomo, donna e bambino all’oggettistica per la casa. Proprio in questo segmento, Upim ha da poco esteso la presenza del corner Croff. Il brand sarà protagonista di un piano di espansione che prevede l’apertura di nuovi standalone entro la fine del 2020. Con oltre 400 negozi Upim è presente nei centri città e nelle zone residenziali di tutta Italia. Il brand propone, inoltre, un’esperienza di shopping online su diverse piattaforme: upim.com per l’abbigliamento uomo, donna; blukids.com per il bambino; e croff.it per l’home decoration.
GRANDVISION FORZA CINQUE CON SOLARIS MONCLER A PECHINO DAXING PER ALLARGARE LA RETE TRAVEL
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l retailer internazionale GrandVision, con 400 punti vendita in Italia, ha aggiunto un nuovo store al proprio network. Si tratta del 29° negozio a livello nazionale e il quinto sulla piazza di Milano a insegna Solaris. Il brand nato nel 1984 è leader mondiale nella vendita al dettaglio di occhiali da sole e vanta una presenza internazionale in oltre 38 Paesi con un network di 3.500 punti vendita. Quello di Milano, sviluppato su una superficie di 25 mq, ospita le referenze della collezione “The Ultimate Sunglass Selection” e può vantare un affaccio su Corso Vittorio Emanuele II, una delle più importanti vie dello shopping meneghino che collega il Duomo a Piazza San Babila. Alle spalle c’è l’expertise internazionale di GrandVision: 44 mercati presidiati con oltre 7.000 punti vendita e 36mila dipendenti attivi nel settore del retail ottico. Attivo da oltre 100 anni, GrandVision opera attraverso numerose insegne locali affermate e riconosciute che generano un fatturato di circa 3,5 miliardi di euro. In Italia, oltre a Solaris, l’azienda è presente con i brand GrandVision by Avanzi, GrandVision by Optissimo Corner Optique e con la nuova piattaforma eCommerce.
ltima tappa: l’aeroporto di Pechino Daxing. Qui, Moncler ha aperto la sua ultima boutique in quello che è stato dichiarato il più grande scalo al mondo. L’apertura del Pechino Daxing è solo l’ultima in ordine di tempo per Moncler nel canale aeroportuale dopo Parigi “Charles de Gaulle”, Hong Kong e Zurigo. Operazioni che rientrano in una strategia di 20-25 opening nei prossimi due anni. Soprattutto nell’aerea Asia-Pacifico. La nuova boutique situata presso l’hub centrale al secondo livello, dedicato ai voli nazionali, è caratterizzata dall’estetica haute montagne; firma distintiva del brand. In termini di layout, spiccano: l’ingresso in marmo Verde Rameggiato e gli interni con rifiniture in legno nero intervallato da un mix di marmo Verde Rameggiato e bianco Calacatta Vagli per i pavimenti. Per quanto riguarda l’offerta, il punto vendita dispone di tutte le collezioni Moncler. A sostenere l’espansione travel retail, le buone notizie che sono arrivate dal lato socio-finanziario del business. A metà settembre, Moncler è entrata per la prima volta negli indici Dow Jones Sustainability (DJSI) World ed Europe e si posiziona al primo posto come industry leader del settore Textiles, Apparel & Luxury Goods. novembre 2019 | retail food
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f Opening News GOODYEAR TRASFORMA L’OFFICINA IN CONCEPT STORE PER AUTOMOBILISTI
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etail e motori, o meglio: pneumatici. Goodyear inaugura il primo concept store a metà strada fra negozio e centro assistenza grazie all’integrazione con la rete SuperService, 300 rivenditori, e l’insegna Qui Gomme. Storico produttore di pneumatici, Goodyear è presente con 47 stabilimenti in 21 paesi del mondo. In Italia si affida alla rete in continua crescita degli esperti SuperService che attualmente registra un giro d’affari di 130 milioni di euro. Il nuovo concept Goodyear sorge a Milano in via Solari e punta a rimettere al centro dell’offerta il cliente, dando sempre più spazio alla consulenza personalizzata e ai servizi aggiuntivi. Massimo focus sull’esperienza, dunque, attraverso un layout confortevole, moderno e tecnologico. Oltre al personale dedicato, infatti, il cliente automobilista avrà a disposizione un avanzato supporto multimediale per conoscere gli ulteriori prodotti, servizi e promozio-
ni in corso a portata di touch. Per Goodyear si tratta di un vero e proprio esperimento retail: spostare l’offerta lontano da dove avvengono fisicamente il cambio gomme e i servizi di meccanica leggera per concentrarsi sul rapporto con il cliente. Una volta scelto il pacchetto di interventi da eseguire, il cliente può tranquillamente lasciare le chiavi all’addetto del punto vendita che prenderà in carico lo spostamento dell’autovettura in officina. A tutto ciò si aggiungono anche abbigliamento e gadget a marchio Goodyear ispirati all’heritage del marchio americano. Infine, il negozio svolgerà anche la funzione di showroom per i prodotti Goodyear, Dunlop, Fulda, Sava e Kelly.
GRUPPO CALZEDONIA PORTA FALCONERI NEGLI USA
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opo il successo dei brand Intimissimi e Calzedonia, anche Falconeri sbarca negli Usa. Il marchio di superior cashmere e filati naturali ha aperto il suo primo monomarca nel quartiere Soho di New York proseguendo la strada dell’internazionalizzazione inaugurata dal Gruppo Calzedonia (che ha acquisito la label dei filati nel 2009). Sviluppato su una superficie di 145 mq di vendita (con 85 mq dedicati al magazzino), lo store Falconeri offre ai clienti una esperienza interattiva che mette al centro la qualità e i processi produttivi che caratterizzano la materia prima utilizzata nelle produzioni del marchio. Un’altra zona dello store, inoltre, è dedicata alla parte sartoriale di personalizzazione dei capi Falconeri Unique. L’apertura newyorkese si inserisce in una strategia di espansione che, negli ultimi due mesi, ha visto l’apertura di diversi flagship in alcune delle destinazioni privilegiate dello shopping di alta gamma come Tokyo, Hong Kong, Madrid e San Pietroburgo.
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BOWLS AND MORE CONTINUA LA CRESCITA A MILANO
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un anno dall’apertura del suo primo ristorante a Milano, l’insegna Bowls and More continua la sua espansione con il quarto punto vendita nel capoluogo lombardo. «La città ha accolto con grande entusiasmo il nostro format gastronomico e per questo, fin da subito, si è creato un legame naturale con i nostri clienti – ha affermato Marta Volpi, fondatrice di Bowls and More –. Visti i successi riscossi prevediamo entro fine anno una nuova apertura e per l’anno prossimo l’inaugurazione di altri tre locali sempre su Milano». Alla base del successo, l’offerta gastronomica che prevede bowls rivisitate con ingredienti italiani e preparate al momento, zuppe, open toast e pizze gourmet. Preparazioni che ben si adattano a un consumo in loco durante la pausa pranzo o il take away e tengono conto dei cambi stagionali. In orario serale, invece, viene proposto un aperitivo con drink personalizzati ideali per il pre-dinner. In un’ottica di crescita e sviluppo dei punti vendita dall’inizio di ottobre Bowls and More ha inserito nel proprio team Nico Grammauta nel ruolo di direttore generale con il compito di gestire le nuove aperture e l’ottimizzazione del personale.
BONALDO SEMPRE PIÙ INTERNAZIONALE, DA TAIPEI A CASABLANCA
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uovo concept per Swarovski che ha inaugurato a Milano Crystal Studio. Pensato come un ambiente dinamico e creativo, il nuovo punto vendita eleva l’atmosfera in-store offrendo un’esperienza interattiva e social. Ricco di elementi riconducibili all’iconico DNA di Swarovski, il Crystal Studio colloca il cliente e le sue esigenze al centro dell’esperienza grazie a diversi touch point digitali interattivi che puntano a migliorare il processo di acquisto. A livello di layout, materiali e colori (a partire dal tradizionale blu che caratterizza l’heritage del marchio) giocano un ruolo fondamentale mentre sul pavimento piastrellato in porcellana gli espositori si presentano come vetrine aperte e modulari definite da una rete metallica in una raffinata tonalità oro rosa. Il cuore dell’esperienza di shopping è lo Sparkle Bar: postazione in cui gli shopper possono consultare il catalogo, ricevere la consulenza degli esperti e creare nuovi look. Ma anche ricaricare lo smartphone in modalità wireless per essere sempre pronti a socializzare il momento d’acquisto. Dopo il debutto milanese, il concept sarà esteso in Francia e Cina a fine 2019 per poi continuare gradualmente a livello globale a partire dal secondo semestre del 2020.
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mportante espansione internazionale per Bonaldo, azienda italiana specializzata negli arredi e complementi design, che estende il suo network di monomarca a Taipei e annuncia le prossime aperture. Da qui al 2020, quattro store in altrettanti Paesi. Azienda veneta, con sede a Padova, Bonaldo è stata fondata nel 1936. Secondo un vivace piano strategico di sviluppo internazionale, gli ultimi due anni sono stati decisivi e hanno visto l’apertura di numerosi showroom monomarca Bonaldo: da Surat in India a Riyadh in Arabia Saudita, dalle due aperture ad Atene a quelle di Montreal in Canada e Hong Kong, fino a quelle più recenti a Beirut in Libano e Shanghai. L’ultima, in ordine di tempo è l’apertura del monomarca di Tiapei a Taiwan. Lo spazio, aperto da Bonaldo in collaborazione con M² CASA, espone le collezioni di punta per una brand experience nel segno di un’impronta stilistica riconoscibile e in linea con il recente progetto “Bonaldo Total Look”, che vede la creazione di atmosfere dinamiche e coordinate 100% Made in Italy, rivolte sia all’ambito residenziale che contract. Mix molto apprezzato all’estero che compone il 70% del fatturato dell’azienda (di cui il 15% realizzato in Far East dove è attivo anche un sito web in cinese). Già tracciati i prossimi passi: a fine anno apertura a Shenzhen e a inizio 2020 a Valencia e Casablanca.
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sommario
La fiera Mapic alla 25esima edizione....................................................... 28 Brands Showcase Retail....................................................................................................44 Brands Showcase Food....................................................................................................... 52
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ShopperTrak migliora il retail: customer experience, redditività e benchmark
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on oltre 20 anni di esperienza nel settore alle spalle, ShopperTrak rappresenta il più grande fornitore di servizi di analisi dei KPI per retailer e property, in grado di offrire informazioni preziose sul consumatore al fine di incrementare redditività ed efficacia di vendita. Parte di Sensormatic Solutions, brand del portfolio tecnologico di Johnson Controls, ShopperTrak utilizza strumenti analitici che offrono visibilità in real time e forecast analysis. Nel tempo l’azienda ha aiutato migliaia di retailer e centri commerciali in tutto il mondo ad aumentare le entrate e la redditività, fornendo loro dati multidimensionali per prendere decisioni chiare, in modo da poter sfruttare preziosi insight grazie ai quali incrementare il fatturato. Una serie di collaborazioni che hanno poi dato vita al noto indice ShopperTrak che misura i dati sull’affluenza dei consumatori: uno strumento considerato benchmark di performance coerente e affidabile. Non è un caso quindi che ogni anno i servizi dell’azienda, tarati sul comportamento di 40 miliardi di visite dei consumatori, vengano richiesti da oltre 11mila retailer e centri commerciali sparsi in 64 Paesi al mondo.
Come opera ShopperTrak?
Quattro i cardini dell’attività di ShopperTrak: comprendere, analizzare, agire e interagire. Contestualizzare il comportamento dei consumatori in-store per ottimizzare il tasso di conversione e il volume di transazioni rappresenta il primo passo per analizzare gli insight del punto vendita. Grazie all’incrocio con i dati di mercato, del canale eCommerce e di altri aspetti contestuali al business ShopperTrak permette al cliente di sviluppare nuove strategie operative che rimettano al centro il cliente e la sua presenza nel punto vendita. Più in particolare, questa attività si concretizza nel monitoraggio della customer experience, del benchmark e della footfall. Utilizzando le varie tecnologie location-based che impiegano il wifi e il bluetooth per monitorare gli spostamenti dei consumatori, i retailers possono crearsi un quadro complessivo del percorso dei propri clienti e intervenire in caso di layout non ottimale, basso tempo di permanenza ed elevato tasso di abbandono. E se intervenire sul singolo negozio non è sufficiente, ShopperTrak offre una mappatura comparativa sia a
livello locale che internazionale. Dimensioni micro e macro, quindi, che non lasciano da parte nemmeno un singolo visitatore grazie all’adozione di tecnologie contapersone con un margine di accuratezza del 98%.
Il mondo Sensormatic Solutions
Le soluzioni ShopperTrak ricadono sotto l’ombrello Sensormatic Solutions, il nuovo brand creato da Johnson Controls (al posto di Tyco Retail Solutions, che rimarrà attivo per le soluzioni di sicurezza e antincendio) in cui sono presenti anche l’omonima azienda attiva nel mercato dell’analisi dei dati retail e il pacchetto di soluzioni per l’inventario TrueVUE. Il rebranding, avvenuto a inizio 2019, ha rappresentato «l’opportunità per articolare chiaramente il nostro focus e il nostro impegno verso l’innovazione e i partner dell’industria retail, senza che questo faccia venir meno la nostra storia», ha commentato Bjoern Petersen, President, Sensormatic Solutions. Detto diversamente: essere il leader globale che abilita un engagement intelligente e connesso con il cliente.
40 miliardi Il numero totale di visite dei consumatori rilevate ogni anno da ShopperTrak
11mila I retailer che già oggi utilizzano i servizi ShopperTrak per migliorare il proprio business
98% Il margine di accuratezza delle tecnologie conta persone adottate da ShopperTrak
Michele Livolsi, global account manager Come valutate l’espansione del food retail nei centri commerciali?
Shoppertrak offre un servizio a tutte quelle realtà che lavorano nel settore retail e immobiliare commerciale fornendo dati e strumenti fondamentali per massimizzare il rendimento del proprio business. Al giorno d’oggi l’obiettivo è garantire a chi sviluppa offline la stessa precisione e accuratezza delle informazioni, la stessa conoscenza del cliente che si ottiene attraverso la profilazione dei clienti online. Noi di Shoppertrak cerchiamo di chiudere questo gap con soluzioni tecnologiche e consulenziali all’avanguardia. Siamo la più grande azienda in termini di retail analytics al mondo dove abbiamo una presenza capillare in tutti i principali mercati. Operiamo sia nell’ambito della rilevazione dei dati che in quello dell’analisi degli stessi da cui poi scaturisce una attività consulenziale.
Dal nostro osservatorio, l’incontro del food con il retail è una dinamica felice che ormai non è più una novità. Outlet e shopping mall hanno da tempo posto l’accento su un’offerta più elevata con food court di qualità che sappiano attirare il cliente e rispondere a una richiesta leisure sempre più forte. Si tratta di una vera e propria leva per l’immobiliare commerciale che contribuisce così a creare dei motivi di permanenza che non siano strettamente legati allo shopping; che comunque se ne avvantaggia. E di questo fenomeno ne è testimonianza Mapic, che in Italia ha una sezione food che vale metà manifestazione.
Quali dati analizzate?
Se gli spazi fisici sapranno avvantaggiarsi di queste
I dati che riusciamo a rilevare e analizzare sono diversi. Si parte dal traffico e dall’affluenza all’interno dei punti vendita. Si passa al rapporto fra flussi interni ed esterni, dietro cui si nasconde la capacità dei negozi fisici di attrarre la clientela. Po c’è l’analisi di benchmark per quelle che sono le dinamiche di mercato in una determinata area geografica. Infine, spostandosi all’interno dei punti vendita, possiamo misurare i tempi di permanenza, i tassi di abbandono, le visite ripetute, la customer journey con l’individuazione di aree calde o fredde, l’effettiva conversione fra presenza e transazione.
Quali sono i canali retail che hanno un maggior potenziale?
Al giorno d’oggi il concetto di multicanalità è stato superato da quello di omnicanalità. Per questo aiutiamo i nostri clienti clienti a gestire in maniera efficace i diversi flussi in un’ottica più ampia. D’altra parte, anche le ricerche più recenti hanno dimostrato che un solo approccio online ha dei punti deboli: dalla questione dei resi gratuiti alla gestione dell’inventario, passando per la logistica del delivery. L’obiettivo dovrebbe essere quello di un sistema integrato in cui i diversi canali si supportano nelle vendite piuttosto che cannibalizzarsi.
Food unica salvezza, dunque?
dinamiche relative agli aspetti leisure e sensoriale della customer experience, allora potranno tenere il passo dell’online.
In che modo giudicate l’andamento del mercato retail?
L’Italia, così come il resto del mondo, sconta un traffico retail che tende a diminuire ma, molto spesso, porta con sé maggiore qualità. Sebbene i numeri siano in discesa a livello quantitativo, grazie a strategie che favoriscono l’incoming, la permanenza, il ritorno sul punto vendita e la fidelizzazione la qualità si affina. Per questo non ho mai creduto nella Retail Apocalypse. Anzi, penso che in questo periodo sia emersa forte l’indicazione che il negozio da solo non basta più. Bisogna investire in attrattività, insomma.
Possiamo dire che senza dati non si va da nessuna parte?
I dati sono essenziali. Per questo un loro sapiente utilizzo potrebbe dare diversi vantaggi ai retailer. Quello che a volte è difficile fare, soprattutto a livello europeo, è far passare il messaggio in realtà magari strutturate e importanti ma che ancora hanno un approccio familiare al business. In questo caso, l’analisi dei flussi potrebbe sostenere la qualità del colpo di genio, dell’intuizione creativa, dell’idea di successo.
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Che cose offre Shoppertrak ai suoi clienti?
La fiera
Mapic alla 25esima edizione di Andrea Penazzi
La fiera di Cannes (13-15 novembre) compie un quarto di secolo. Con il mercato del retail real estate che cambia, spazio a nuovi focus tra cui l’innovazione e il leisure. Il tema sarà: “Retail remixed: rethinking spaces and places”. Oltre 8.500 i partecipanti attesi, provenienti da 80 paesi, di cui 2.000 retailer. Più di mille, i delegati dall’Italia
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uest’anno Mapic celebrerà la 25esima edizione. Questo traguardo verrà raggiunto in un contesto di grande evoluzione. Siamo nell’era del click&collect e i tradizionali modelli di business sono stati radicalmente trasformati dalla rivoluzione digitale. Il consumatore dispone oggi di una notevole mole di informazioni (prodotto, prezzo, disponibilità) e può acquistare 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 online, oltre che recarsi fisicamente nel punto vendita. Questa crescente integrazione tra online e offline ha avuto un impatto profondo sull’industria retail tradizionale, trasformando la funzione del punto vendita, del centro com-
SPECIALE MAPIC merciale e, più in generale, di tutte le destinazioni retail. Il concetto chiave è la customer experience, l’esperienza che il consumatore può vivere e condividere on-site. «Tale situazione ha determinato due conseguenze immediate in questa industria: la prima è una modifica del retail mix, con una riduzione dello spazio occupato dalle categorie di brand più tradizionali (che oggi attraversano una fase di consolidamento della rete vendita e di tra-
8.500
Oltre i partecipanti attesi, provenienti da 80 paesi, di cui 2.000 retailer. Più di mille i delegati dall’Italia.
I convegni Mercoledì 13 novembre 2019 Conference Room Verrière Grand Auditorium (Level 1) 15:30-16:30 Impatto dell’industry dei poli commerciali: stima del valore economico e sociale The modern retail space industry in Italy: social role and relational value Il convegno “The modern retail space industry in Italy: social role and relational value”, presentato dalla Commissione Research del CNCC, analizzerà il prodotto centro commerciale evidenziando il suo ruolo sociale all’interno del proprio bacino d’utenza. Verrà presentato un focus dell’analisi condotta da Nomisma su tale aspetto e approfondite, da parte della commissione, alcune tendenze che rispondono all’esigenza di socialità dei clienti. Si racconterà attraverso i numeri quanto il settore è sensibile e reattivo a tali cambiamenti e come ciò sta evolvendo.
Giovedì 14 novembre 2019 Main Conference Room (Level -1, left aisle) 17:45 -19:15 I progetti di sviluppo in Italia Italy: new development projects
sformazione dei concept store con soluzioni più esperienziali e sovente di dimensioni diverse) e la crescita delle categorie di brand maggiormente legati all’esperienza on-site come il F&B, il leisure e i servizi alla persona. Mentre i pure-player digitali iniziano ad aprire punti vendita fisici – racconta Francesco Pupillo, deputy director Mapic Markets –. La seconda conseguenza riguarda l’asset immobiliare vero e proprio, con un crescente numero di progetti di tipo misto, in cui il retail e lo shopping sono solo uno dei servizi fruibili da parte del consumatore, affiancati da aree destinate alla cura della persona, al leisure, alla cultura, ecc. Lo stesso discorso vale per i più recenti progetti di riqualificazione urbana. La prossima edizione di Mapic abbraccerà interamente queste evoluzioni del mercato con un programma di conferenze il cui tema centrale sarà Retail remixed: rethinking spaces and places e nel quale non mancherà un focus specifico sui nuovi player e i nuovi luoghi del retail». Mapic 2019 si caratterizzerà dunque per una presenza importante delle categorie di tenant “esperienziali”, oltre ai nuovi format svilup-
IIl convegno istituzionale CNCC, dal titolo “Italy: New development projects”, è organizzato con il patrocinio di ITA Italian Trade Agency, in collaborazione con ilQi. Durante questo incontro si presenteranno alla platea internazionale che partecipa al Mapic i nuovi progetti in pipeline, gli ampliamenti e le ristrutturazioni nel mercato retail real estate in Italia.
Waterfront di Levante and the palasport: a great project for a great city, Genova Marco Bucci, mayor of Genoa Municipality Massimo Moretti, president CNCC - general manager CDS Holding TO Dream: the new dream for shopping and leisure in Tourin Edoardo Favro, managing director RES The new Food Hall at Curno Shopping Centre Roberto Fraticelli, head of Italy Eurocommercial Properties Svicom presents the new project: FAS in Cagliari Fabio Porreca, CEO Svicom Merlata Mall: a real place to live, in the heart of the first Smart District of Milan Anand Remtolla, site leader Cascina Merlata, Ceetrus Italy novembre 2019 | retail food
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La fiera pati dai retailer più tradizionali. Il programma di conferenze principale sarà affiancato da una serie di brevi sessioni di presentazioni di nuovi brand. Per quel che attiene invece agli sviluppi immobiliari vi sarà la presenza, tanto come exhibitor che all’interno del programma di conferenze, di nuovi progetti iconici che affiancano agli spazi retail tradizionali nuove destinazioni e servizi per i consumatori, per creare quelle che oggi sono definite lifestyle and shopping destination: luoghi di socializzazione ed esperienza a 360 gradi. Tra i momenti più interessanti di Mapic 2019 si annoverano la terza edizione dell’Outlet Summit, il lancio di un summit dedicato a Franchise partner e Master Franchising (il multi-units Franchise Summit), le aree espositive dedicate all’innovazione e al leisure con le relative sessioni di presentazione (il gruppo Spacevision, composto da Acqua Group, Dedem, Design International e Spazio Futuro Group, sarà sponsor ufficiale del Leisure Day), e, per finire, i consueti seminari con focus geografici. Il palinsesto della kermesse testimonia inoltre come, parallelamente ai cambiamenti del mercato, la stessa fiera di Cannes prosegua nel proprio percorso di innovazione, accogliendo nuovi contenuti e allestendo nuovi spazi in cui dar loro visibilità. Come confermato a r&f dallo stesso Francesco Pupillo, che ha svelato in anteprima tutti i dettagli di Mapic 2019. Francesco Pupillo, deputy director Mapic markets - Real Estate Division presso Reed MIDEM L’INTERVISTA
In occasione di Mapic Italy, Nathalie Depetro ha lanciato il nuovo evento sul leisure che si terrà a Cannes. Come sarà strutturata tale iniziativa? Il Leisure Day si terrà martedì 12 novembre in pre-apertura di Mapic. L’evento ha l’obiettivo di riunire operatori e provider di soluzioni leisure e permettere l’incontro di questa nuova categoria di player con gli attori del mercato immobiliare commerciale, al fine di accelerare l’integrazione del leisure nei siti dello shopping e nelle aree urbane da rigenerare, con l’obiettivo ultimo di trasformarli in destinazioni più esperienziali. L’evento, che si terrà all’Hotel Martinez, accoglierà oltre 700 partecipanti, di cui più di 300 operatori leisure. Un ricco programma di seminari e workshop vedrà gli interventi di alcuni dei più importanti esperti e player del settore, che presenteranno trend 30
retail food | novembre 2019
e concept leisure oltre che i business model alla base di queste attività. Il programma del Leisure Day, sviluppato in collaborazione con i nostri leisure development partners, prevede un keynote di Andreas Andersen, executive vice president di Tivoli Gradens (uno dei più importanti parchi di attrazione urbani in Europa), e diversi focus tra i quali uno sui concept leisure emergenti, un secondo sulle screen-based attraction (dynamic cinemas, egaming, e-sports) e uno finale sugli IP based concept. Vi sarà poi una serie di brevi learning session orientate alla presentazione dei business model alla base dell’integrazione di concept leisure in aree retail e in aree urbane, oltre che sui vari step che permettono di costruire e integrare un concept leisure di successo. Infine, importante sarà la presenza di brand (IP owners) alla ricerca di partner per sviluppare concept legati all’esperienza del proprio marchio. Tra i brand presenti nomi noti come Mattel, Universal, Nbc e Tf1 entertainment. Quali numeri vi aspettate a Mapic 2019 in termini di espositori, partecipanti, retailer rappresentati, mercati, ecc? Sono attesi a Mapic 8.500 partecipanti quest’anno, in provenienza da 80 paesi, con la presenza di tutti i principali operatori del mercato immobiliare commerciale. Tra le più importanti proprietà e società di gestione avremo, solo per fare alcuni nomi, attori di primo piano come Unibail Rodamco Westfield, Altarea, Ceetrus, Carrefour Property, Ingka Centres, McArthurGlen, JLL, CBRE, Cushman&Wakefield, Savills. Tra gli italiani, come sempre numerosissimi a Cannes, ci saranno Aedes, IGD SIIQ, Rustioni & Partners, GVA Redilco e Svicom. Mentre tra i
nuovi espositori, i turchi di Turkmall, il gruppo marocchino Aksal, gli spagnoli di Castellana Properties, il progetto di Edinburgh St James o ancora il Grantham Designer Outlet Village. Numerosa è anche la partecipazione dei brand. Ne sono attesi oltre 2. 000. Accanto alle insegne di primissimo piano delle categorie più tradizionali, quali Primark, Apple, Uniqlo, Teddy, Svarowsky, Calzedonia, Nike, Levi’s, abbiamo già registrato la crescita di presenze legate ai settori emergenti prima citati (food, leisure, servizi alla persona), con player quali Five Guys, Autogrill, Starbucks, Zero gravity, UCI, Citywave, Ely Play, Virgin Active, proprio a confermare la trasformazione “esperienziale” del settore. Quali saranno i mercati stranieri maggiormente rappresentati o in crescita a Mapic? Tra i paesi maggiormente rappresentati, al primo posto come di consueto la Francia, seguita dall’Italia, la Gran Bretagna, la Russia, il Belgio e la Spagna. Meno numerose ma rilevanti le delegazioni di Stati Uniti, Giappone, Canada e Turchia. Quale rilevanza avrà il comparto italiano e quali saranno i momenti/gli appuntamenti specifici? La comunità italiana sarà, come di consueto, una delle più numerose a Cannes. Oltre ai top player già citati, avremo nuovi exhibitor quali Pininfarina, Maxire e ancora tra gli operatori leisure che esporranno la novità di Industrial Frigo. Per il secondo anno consecutivo avremo poi il Padiglione Italia supportato dal governo italiano tramite ITA-Italian Trade Agency in collaborazione con le associazioni più importanti del settore (CNCC e Confimprese). L’obiettivo del padiglione, che sarà uno degli stand più grandi presenti alla manifestazione, è la creazione di un meeting point per tutti gli operatori e investitori internazionali interessati a sviluppare business in Italia nonché per i brand italiani interessati a crescere all’estero. Tra i partecipanti e i progetti italiani presenti a Mapic sono da segnalare gruppo Zamperla, leader nel settore leisure, e il progetto The Medelan proposto da Paref (Fosun Property Holdings Italy). Tra i retailer italiani presenti per la prima volta a Cannes, Ducati Motors, Coccinelle, Ammu Cannoli Siciliani, Fitness Investment e Chiara Ferragni. Come di consueto, poi, il programma dedicato al mercato italiano sarà ricco di eventi, con due sessioni di conferenze co-organizzate con il CNCC (una, al mercoledì, sul ruolo sociale e relazionale del retail in Italia e l’altra, il giovedì, sui nuovi progetti di sviluppo) a cui si aggiungerà come di tradizione l’Italian Lunch del giovedì, vero punto di incontro informale tra i player del mercato italiano e gli operatori internazionali interessati al nostro Paese. ¢
Il Gruppo ER progetta e realizza il primo Food Shop di Fratelli Beretta. Il racconto del progetto direttamente dalle voci di Paolo Brugioni Amministratore Delegato Gruppo ER e Valeria Di Domenico, Senior Product Manager Fratelli Beretta.
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Inaugurazione Beretta Food Shop, Aeroporto Caravaggio di Orio al Serio, Gate 9-11.
Beretta è un Brand conosciuto da tutti: come descriverebbe l’azienda in 3 parole? Una family brand che tramanda da otto generazioni tradizione, qualità e innovazione. Dal prodotto allo Shop: come è nata questa idea? Il Beretta Food Shop è il frutto di una volontà chiara. È un modo di stare a diretto contatto con la clientela italiana, ma non solo: lo shop ci dà la bellissima possibilità di stringere un legame ancora maggiore con i clienti esteri. Un negozio monomarca ubicato in un’area internazionale, con altre eccellenze enogastronomiche italiane selezionate. Un’opportunità che non potevamo farci scappare! Quali sono gli elementi distintivi del concept? Il concept realizzato dal Gruppo ER si contraddistingue per esaltazione del Brand, replicabilità del format e visibilità del prodotto. I materiali richiamano infatti le salumerie tradizionali, ma l’inserimento di un Ledwall come principale spazio comunicativo rende lo shop moderno e attrattivo. L’unione di tradizione e tecnologia aumenta la visibilità del brand Beretta in contesti differenti dal supermercato favorendo l’incremento di notorietà verso il target italiano ed estero. Come viene tradotta la comunicazione all’interno dello store? Valeria Di Domenico, Senior Product Oltre al logo Beretta che campeggia nell’insegna, il personale Manager Fratelli Beretta. indossa abbigliamento brandizzato ed è presente un Ledwall davvero impattante di oltre 2 metri in cui passano a rotazione gli spot televisivi e i diversi menù che il negozio offre. In questo modo i prodotti stessi diventano lo strumento di comunicazione principale, in quanto primi ambassador del Brand stesso e testimonianza di impegno, qualità e passione. Nel negozio troneggia un Ledwall: quali contenuti vengono privilegiati? I contenuti multimediali dinamici che si intervallano tra spot e prodotti mettono in evidenza le referenze di punta del momento: il Merendino Beretta dedicato ai più piccoli, il Prosciutto di Carpegna DOP - una rara specialità – e la linea Puro Beretta: ANTIBIOTIC FREE, ANIMAL WELFARE e filiera controllata al 100% . Il Ledwall ha dimensioni tali per cui è impossibile non notarlo da diverse prospettive: un
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potente strumento di comunicazione che attraverso i prodotti rafforza l’immagine del Brand Beretta aumentandone visibilità e awareness. Che importanza assume oggi la comunicazione multimediale e dinamica? Non si può prescindere dal farla, è un’esigenza. La comunicazione, si sa, è dinamica, cresce e cambia con la società e noi vogliamo stare al passo, sempre in movimento! Intendiamo rispondere alle necessità del pubblico, ma anche anticipare i vari bisogni e soddisfarli nel miglior modo possibile. Come la comunicazione multimediale si integra con i materiali e il mood del concept, ispirato alle salumerie tradizionali? Si integra perfettamente. Per noi, da sempre, la modernità non va a tradire la tradizione e viceversa. Siamo legati e rispettosi della tradizione italiana ma la arricchiamo e la interpretiamo seguendo anche il principio dell’innovazione: si crea così un connubio perfetto tra due ideali opposti. Abbiamo quindi tradotto questa nostra modalità di pensiero anche nel Beretta Food Shop: il nostro è un negozio dal design moderno dove si è però circondati dall’esposizione di prosciutti interi DOP appesi al soffitto, proprio come da usanza secolare. I punti di forza del progetto? Il Gruppo ER è riuscito a massimizzare la potenzialità Paolo Brugioni, Amministratore espositiva dello Store Beretta. In questo modo possiamo Delegato Gruppo ER. mostrare la varietà e l’ampiezza di gamma. Oltre ai prodotti confezionati da asporto, ci sono diversi tipi di menù che esaltano le nostre eccellenze per tutti i palati: panini farciti, focacce, piadine, toast, brioches salate, taglieri e piatti freddi. Uno spazio versatile che si adatta alle diverse esigenze della giornata. Un primo bilancio del Beretta Food Shop? Siamo contenti dell’esito dell’attività fino ad oggi: analizzando le performance del Beretta Food Shop, possiamo dire di essere perfettamente in linea con le nostre previsioni e aspettative iniziali.
Beretta food Shop @ Orio al Serio International Airport.
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Cibiamo Group, continua l’espansione di La bottega del Caffè
Dal 1992, anno di apertura del primo locale all’interno del centro commerciale Centroluna di Sarzana (SP), Cibiamo Group si occupa di sviluppo e gestione di punti vendita nel settore della ristorazione veloce. Con oltre 100 negozi aperti e un numero di vendite pari a 48 milioni nel 2018, Cibiamo Group vanta un portfolio di format adatti alle diverse tipologie di location e clientela. Oltre a La bottega del Caffè, ci sono: Il Forno di Cibiamo, Caffè Mondadori e Virgin Active Cafe.
R
iscoprire tutte le tradizioni del vero caffè italiano per offrirlo ai clienti in tutte le sue varianti. Ecco la missione che sta dietro a La bottega del Caffè, format di Cibiamo Group che oggi conta oltre 40 punti vendita sul territorio nazionale e recentemente ha mosso i primi passi all’estero (a Cannes, in Francia). Aperto per la prima volta nel 2002, La bottega del Caffè reinterpreta in chiave moderna le atmosfere dei caffè storici e le preparazioni classiche: «Il caffè viene proposto in tutti i modi, dalla moka alla caffettiera napoletana e con varie ricette in un ambiente elegante caratterizzato dall’uso di materiali importanti come marmi, ottoni e specchi, realizzando un luogo speciale in cui poter vivere un’autentica coffee experience all’italiana», afferma Alessandro Ravecca, presidente e fondatore Cibiamogroup. Grazie al suo format modulare, La bottega del Caffè si adatta ai luoghi e agli spazi disponibili realizzando la giusta combinazione dal punto di vista dell’offerta. A integrazione del servizio di caffetteria, infatti, Cibiamo Group propone anche una proposta salata di pizze e focacce gourmet (realizzabili senza bisogno di canna fumaria) o corner dedicati al vino e agli aperitivi (Il Vino della bottega) o al gelato (Il Gelato della bottega). «La bottega del Caffè è da sempre presente all’inter-
no dei centri commerciali dove sviluppiamo con successo sia la formula del chiosco (anche con superfici molto piccole) sia i punti vendita tradizionali (dimensione media 50 mq). La formula del chiosco è molto versatile ed è ottimale in contesti dove si registrano flussi importanti e lo spazio è ridotto», spiega Ravecca. Già oggetto di restyling nel 2016, La bottega del Caffè punta a rinnovarsi ancora nel breve-medio periodo al fine di sostenere lo sviluppo dell’insegna in Francia e all’interno di centri commerciali esistenti e in costruzione. Grazie a un’esperienza lunga 25 anni nel settore della ristorazione veloce, Cibiamo Group si propone anche come partner commerciale per chi volesse aprire un’attività in franchising. «Accompagniamo i nostri partner attraverso attività di formazione e affiancamento costante, garantendo un supporto completo: dalla scelta della location, grazie all’aiuto di un team di esperti in Real Estate, alla realizzazione del locale con la formula “chiavi in mano”, fino all’affiancamento pre e post apertura. Selezioniamo i migliori prodotti e fornitori stabilendo condizioni di acquisto agevolate e definiamo centralmente strumenti di marketing e comunicazione a supporto delle singole attività», precisa Ravecca. Per quanto riguarda la customer experience, Cibiamo Group crede fortemente nella formazione del personale affinché i baristi di La bottega del Caffè siano il punto di riferimento e l’inizio di un’esperienza unica nel suo genere.
Key numbers Nel 2018 abbiamo venduto circa 10 milioni di tazzine di caffè, 4 milioni di brioche, 2,5 milioni di tranci di pizza e focaccia. I dati di vendita di queste referenze sono in costante crescita.
1
.4 KEY NUMBERS VENDITE
PUNTI VENDITA
48
103
milioni
anno 2018
IL GRUPPO TRANCI DI PIZZA E FOCACCIA
TAZZINE CAFFÈ
10
2,5 milioni
GLI ALTRI BRAND DI CIBIAMO GROUP
milioni
dal 1992 l’amore per il cibo è di casa
Virgin Active Café
IL FORNO DI CIBIAMO
Trae il meglio dalla tradizione fornaia di tutta Italia e lo reinterpreta in chiave contemporanea per creare il nuovo concept della panetteria “made in Italy”. Offertadi pizze al taglio, focaccia ligure, farinata e pane in tutte le declinazioni possibili, comprese quelle dolci. Tutto sfornato al momento da veri e propri maestri fornai. Il layout è caratterizzato da ambienti caldi e accoglienti con bancone in marmo e legno, forno a vista e boiserie in legno bianco. Il format, con dimensioni medie pari a 50-90 mq, è adatto a centri commerciali e luoghi di viaggio.
Mondadori Café
Una caffetteria con ristorazione veloce pensata per soddisfare un consumatore più esigente alla ricerca di prodotti gourmet e cibi salutari pensati anche per i più piccoli. Riprende il format Gourmet+Salute+Famiglia pensato da Cibiamo e lo declina in formato libreria. Qui, oltre a leggere, si ha la possibilità di assaporare prodotti selezionati preparati a vista. In un unico concept, le offerte libreria e ristorazione si uniscono per sviluppare un luogo di permanenza e non solo di consumo. Il format ha dimensioni medie pari a 50-70 metri quadri.
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Nutrire con cura e amore chi si vuole bene e cerca anche attraverso il cibo di raggiungere equilibrio, benessere, forma fisica e felicità. Questa è la mission della formula Fitness ideata da Cibiamo che propone caffetteria e ristorazione veloce specializzata per un pubblico selezionato ed esigente. Il menu risponde alle esigenze di atleti e sportivi che cercano prodotti sani e in linea con i propri regimi alimentari; senza ulteriori e rinunce. In particolare, l’offerta varia a seconda del momento e dell’obiettivo che si desidera raggiungere. Il format ha dimensioni medie pari a 50-70 metri quadri.
Scalo Milano raddoppia a Mapic
I
l percorso di crescita di Scalo Milano Outlet & More fa tappa al Mapic di Cannes (13-15 novembre), evento internazionale dedicato al real estate, nonché un’occasione per esplorare nuovi trend di mercato, dialogare con i brand e i retailer al fine di costruire e progettare una shopping experience dal valore internazionale. Scalo Milano, che fa capo a Locate District SPA (Gruppo Lonati), ritorna a Mapic con uno stand raddoppiato e un’offerta ampliata, a seguito dell’inaugurazione della nuova via dello shopping che include 22 nuovi punti vendita. Parallelamente alla crescita della Gla e dei negozi, rispettivamente a quota 35mila mq e 150 unità che fanno di Scalo Milano l’outlet village di riferimento per i milanesi, cresce anche il footfall: 900mila presenze aggiuntive nel 2018 e un obiettivo fissato a 3,4 milioni di visitatori complessivi nel 2019.
Puma, Naf-Naf e Les Bourdelles Des Garçons tra le nuove insegne
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del fashion
Dopo l’inaugurazione della nuova via dello shopping, lo scorso 27 luglio, Scalo Milano ha ampliato la sua offerta fashion con brand d’eccezione. Sugli scudi le aperture di Aldo, che ha scelto Scalo Milano per aprire il suo primo outlet in Italia, Harmont & Blaine Junior, Sun Fashion Lab, CafèNoir, Carpisa e il multibrand Garage Moda che propone tra i marchi principali Crocs. Nei mesi successivi altri top brand hanno scelto Scalo Milano: dall’inaugurazione dell’outlet Puma più grande di Italia, a David Naman, Les Bourdelles Des Garçons, Valerio 1966, Barbuti CMP, Scout, Brums, senza dimenticare player dallo spiccato valore sociale, come AltroMercato, principale realtà di Commercio Equo e Solidale in Italia, e lo store Toys ConTe, all’interno del quale è in prossima apertura uno shop in shop Disney. Nel complesso, il village è composto da 150 negozi monomarca, di cui 15 ristoranti, di importanti brand italiani e internazionali: da Karl Lagerfeld a Nike, da Tommy Hilfiger a Levi’s, fino a Fratelli Rossetti. A rendere ancora più unica l’offerta di Scalo Milano, è la presenza di un’area Design con oltre 15 showroom monomarca che comprendono, tra gli altri, Kartell, Calligaris, Alessi e Scavolini.
Outlet & More… con entertainment, food experience e servizi
Soprattutto negli ultimi mesi, Scalo Milano ha supportato numerose iniziative di stampo culturale e sociale, offrendo al pubblico un’experience completa e differenziante: dai festival Summer Music & More e Jazz & More, al recente ampliamento del settore turistico, fino ad arrivare alle attività nella food court, vero e proprio fiore all’occhiello dell’outlet. Gli strumenti alla base del piano di espansione verso il turismo, in particolare quello cinese, sono un mix di leve di comunicazione, rivolte a un target sia B2B che B2C, di implementazioni tecnologiche, tra cui i metodi di pagamento mobile, e di accordi con i principali operatori turistici e catene di hôtellerie. Un ulteriore focus riguarda il turismo business: lo spazio per convegni inaugurato di recente, chiamato F.Hub, permette la realizzazione di presentazioni e convention aziendali.
Sviluppo futuro: Phase 2 Come previsto già nel 2016, in occasione del primo taglio del nastro, il progetto di sviluppo di Scalo Milano include un’ulteriore appendice: una vera e propria Fase 2 di circa 8.500-9.000 mq di Gla. Rispetto al recente ampliamento, il prossimo avrà caratteristiche differenti in termini di dimensioni, layout e offerta commerciale. L’obiettivo è creare uno spazio destinato a brand di posizionamento più alto. I lavori dovrebbero iniziare tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, per concludersi nel 2022. Complessivamente saranno inseriti 50-55 negozi che porteranno a 210 il numero totale dei punti vendita, su una Gla di quasi 45mila metri quadrati.
Dopo il successo dello “scorso anno, Scalo Milano
torna per la seconda volta di fila a Mapic, evento internazionale che rappresenta una vetrina imperdibile per raccontare ai brand il nostro processo di crescita, soprattutto a seguito dell’inaugurazione della nuova via dello shopping: un ampliamento che ha portato la superficie complessiva di Scalo Milano a 35.000 mq. A seguito delle recenti aperture, che hanno esteso l’offerta dell’outlet sia in termini di qualità, sia in termini di quantità, Scalo Milano si proietta per i prossimi mesi verso una crescita a doppia cifra sia di footfall che di fatturato .
”
Davide Lardera, amministratore delegato di Scalo Milano
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tra i protagonisti del Mapic 2019
Ristotainment e nuove location: lo scenario futuro dei centri commerciali Nel 2019 all’interno dei centri commerciali un settore ancora dinamico è il food, che registra una media di aperture superiore agli altri settori e una media di chiusure vicina allo zero. La crescita del food compensa la flessione dei settori del fashion, arredamento, casa/oggettistica/entertainment, ed elettronica di consumo/immobiliare..
Tra i progetti in fase di commercializzazione, Svicom sta portando avanti il progetto di Go! Torino, una struttura urbana che aprirà nel 2021 nell’omonima città, frutto della riqualificazione dello scalo ferroviario dismesso di Vanchiglia. Il centro presenta 26.000 mq di gla, di cui oltre il 20% sarà destinato a leisure e ristorazione, quest’ultima con circa 25 punti ristoro occupati da rinomati brand tra cui McDonald’s, KFC, Roadhouse grill, Doppio malto, Calavera, e circa 1.000 posti a sedere. A completamento della struttura, uno studentato di circa 4.000mq e un parco esterno di 18.000mq che ospiterà chioschi, aree di playground, cinema all’aperto.
Centro commerciale “La Birreria” - Napoli La ristorazione diventa sempre più attrattiva non solo nel tenant e merchandising mix ma anche dal punto di vista architettonico: le food hall sono dei veri e propri hub non solo del cibo ma anche dell’intrattenimento, dove i consumatori sono disposti a pagare di più per mangiare cibo di buona qualità e sono sempre più esigenti, informati e consapevoli del prodotto. Le food hall ospitano spazi di co-working e sono affiancate da palestre, centri benessere, multisala, il tutto inserito in un luminoso ambiente dal design contemporaneo. La nuova frontiera del settore è rappresentata, dunque, dal Ristotainment, ovvero ristorazione ed entertainment. È uno dei trend emergenti del 2019, che punta sempre più a rendere il momento del consumo ai tavoli unico, caratterizzante e irripetibile, unendo la qualità all’ambientazione alle attività di marketing, per dare largo spazio all’aspetto esperienziale.
Centro commerciale “La Birreria” - Napoli Il progetto torinese conferma il trend del momento, ormai consolidato: chi investe nella realizzazione di centri commerciali punta sempre più su location urbane, ex fabbriche, vecchi cinema o teatri realizzando, inoltre, food hall che diventano un polo di attrazione senza eguali. Prima Eataly e poi Mercato centrale hanno tracciato una strada che percorreranno altri player.
Go! Torino
il primo centro commerciale urbano con un parco integrato
Corrado Di Paolo
Ciò spiega il forte orientamento delle proprietà verso i brand della ristorazione, molto redditizi (anche se meno dell’abbigliamento) in grado di generare forte pedonabilità e quindi di sviluppare potenzialità di business per l’intero centro; tutto questo aumenta il tempo di permanenza all’interno dei centri commerciali, tenendo anche conto del fatto che i locali del segmento ristorazione hanno orari di apertura diversi rispetto a quelli del centro commerciale.
Centro commerciale “Go! Torino” - Torino
Un’ombra, però, inizia ad aleggiare sul settore della ristorazione: i fenomeni del food delivery e delle dark kitchen, scenari innovativi ma anche pericolosi per la ristorazione tradizionale. In particolare, i ricercatori stimano che il food delivery mondiale crescerà fino a 365 miliardi di dollari entro il 2030 con una crescita del 20% ogni anno rispetto al mercato dei 35 miliardi di oggi; le dark kitchen, invece, sono l’evoluzione del food delivery, delle cucine centralizzate in cui non si recano i clienti, ma dove si producono i piatti che poi vengono consegnati a domicilio. L’esperienza sociale e collettiva viene meno per concentrarsi su ciò che viene proposto nel menu, e quindi prodotto. Compito delle società come Svicom resta quello di incentivare lo sviluppo di questo settore, proponendo ambienti sempre più innovativi ed interattivi, oltre ad un’offerta ricercata e variegata.
Vi aspettiamo a Cannes al Mapic Palais des Festivals - Riviera7 stand G15
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Dal fashion alla cura della persona, una selezione redazionale dei marchi retail più attivi in Italia
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BATA Paese Anno di fondazione Azienda Web site Brand Turnover (Italia) in MLN € Total store (worldwide) Total store (Italia) Negozi diretti (Italia) Negozi in franchising (Italia) Format/store - mq (media) Dipendenti per negozio (media) Aperture nei prossimi 12 mesi
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Italia 1955 Preca Brummel S.p.A www.brums.com 45 200 monobrand stores, 800 multibrand stores 180 30 150 80 3 15
CALLIOPE Paese Anno di fondazione Azienda Web site Brand Turnover (Italia) in MLN € Total store (worldwide) Total store (Italia) Negozi diretti (Italia) Negozi in franchising (Italia) Format/store - mq (media) Dipendenti per negozio (media) Aperture nei prossimi 12 mesi
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retail food | novembre 2019
Italia 2005 Gruppo Teddy www.teddy.it nd 121 63 nd nd 550 - 650 nd nd
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CENTRO MEDICO SANTAGOSTINO Paese Anno di fondazione Azienda Web site Brand Turnover (Italia) in MLN € Total store (worldwide) Total store (Italia) Negozi diretti (Italia) Negozi in franchising (Italia) Format/store - mq (media) Dipendenti per negozio (media) Aperture nei prossimi 12 mesi
Italia 2009 Società e Salute S.p.A. www.cmsantagostino.it/ nd 21 21 0 0 400 6 5
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Paesi Bassi 2001 Euronics Italia Spa www.euronics.it 1.636 8.800 392 (232 Euronics, 32 Euronics City and 128 Euroncis Point) 210 182 Euronics over 800 SQM, Euronics City from 350 to 800 SQM, Euroncis City from 150 to 350 SQM 10 15
GRANDVISION BY AVANZI/BY OPTISSIMO Paese Anno di fondazione Azienda Web site Brand Turnover (Italia) in MLN € Total store (worldwide) Total store (Italia) Negozi diretti (Italia) Negozi in franchising (Italia) Format/store - mq (media) Dipendenti per negozio (media) Aperture nei prossimi 12 mesi
Italia 2016 GrandVision Italy www.grandvision.it nd 7.000 GV by Avanzi/By Optissimo: 290 290 0 nd 4 nd novembre 2019 | retail food
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Brands Showcase I AM Paese Anno di fondazione Azienda Web site Brand Turnover (Italia) in MLN € Total store (worldwide) Total store (Italia) Negozi diretti (Italia) Negozi in franchising (Italia) Format/store - mq (media) Dipendenti per negozio (media) Aperture nei prossimi 12 mesi
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retail food | novembre 2019
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retail food | novembre 2019
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Retail real estate
Investimenti: Q3 da record per il retail RE In un mercato sempre più caratterizzato dai capitali internazionali, che rappresentano ormai l’80% dei volumi transati, la percezione dello stesso oltre confine e quindi la gestione non solo degli asset ma anche delle property diventa fondamentale. Il futuro, verso la formula della joint venture tra investitori e industria
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rovando ad andare oltre i numeri e a riassumere i trend del mercato degli investimenti nel retail real estate italiano adducendo un unico esempio, la recentissima joint venture annunciata da Stilo Immobiliare Finanziaria e Orion European Real Estate Fund V, per un portfolio che comprende gli asset del Torino Outlet Village, Sicilia Outlet Village, Roma Outlet Village e la parte del recente am-
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pliamento di Oriocenter, rappresenta la direzione verso cui investitori da una parte e industria dall’altra potrebbero confluire per valorizzare e sviluppare in futuro il mercato domestico. Ma questo è solo un esempio, appunto, all’interno di un settore che sta profondamente cambiando in termini di progettazione e gestione degli asset, di brand mix con l’ingresso di nuove componenti come il leisure e la cura della persona, oltre all’ulte-
riore implementazione del food, sino alla ridefinizione del ruolo sociale di queste strutture, a tal punto che il termine stesso “centro commerciale” appare non solo superato ma anche limitativo delle nuovi funzioni che assolvono, di cui il retail è soltanto una. Di tutto questo, come ormai da tradizione in autunno, si è parlato nel convegno Centri commerciali e investitori organizzato dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, che riunisce nella città di Milano il gotha del settore degli shopping mall: dagli esperti di analisi e ricerca ai top manager del mercato finanziario delle principali multinazionali e ancora i professionisti nella gestione delle property e degli asset. A scandire e interpretare i numeri su cui si regge il mercato, dopo l’introduzione di Massimo Moretti, presidente CNCC e direttore generale di CDS Holding, e di Roberto Zoia, presidente della Commissione sviluppo e investimenti real estate CNCC e direttore sviluppo patrimonio e gestione rete di IGD SIIQ, si sono alter-
nevole attendersi una maggiore variabilità e nati al microfono Cristina Zanzottera, volatilità della domanda da parte degli invehead of research BNP Paribas Real Estastitori immobiliari, indipendentemente dai te, Luca Dondi, amministratore delegadati “reali” del prodotto. Che l’eCommerce è to Nomisma, e Savino Natalicchio, maoggettivamente una minaccia, in particolare naging director, special divisions Duff & per i tassi di crescita (ad oggi sono 260 milioPhelps Reag, retail professional Group ni gli ordini di eCommerce a generare i 31,5 RICS Italia. miliardi di valore del mercato italiano degli «È stato un ottimo anno il 2019, con investiacquisti online, che entro la fine dell’anno menti nei primi nove mesi pari a 7,2 miliardi potrebbe arrivare a un’incidenza del 6% suldi euro, il 40% in più del 2018 e il 5% in più la componente prodotti). Minaccia associata del 2017. In particolare il Q3 è stato tra i mipiù ai centri commerciali che all’highstreet, gliori quarter degli ultimi 10 anni, con il setdove gli elevati flussi turistici giustificano tore alberghiero che sta aumentando la size investimenti importanti. Che l’industria di del mercato, mentre il segmento del retail ha settore offre risposte efficaci per i centri più attratto investimenti per 1 miliardo di euro, grandi in termini di evoluzione dei formati e portando il dato year to date a 1,7 miliardi di adozione di modelli omnichannel, mentre di euro – ha illustrato Cristina Zanzottera –. la sfida è cosa fare per i centri medio-piccoli Per quanto concerne i rendimenti, in tutte le che rappresentano l’85% dello stock. E che la asset class sono più o meno flat. Su Milano, chiave sta nella capacità di adattarsi rapidainfine, il dato complessivo di fine 2019 domente e continuamente alle preferenze dei vrebbe attestarsi su 3-3,2 miliardi di euro, in linea con gli anni precedenti. Scorporando il segmento retail, l’high street ha visto una crescita del +37% circa, mentre i centri commerciali una flessione, palesando una situazione che non si discosta tuttavia dal 2016». Sul valore sociale dei poli commerciali si è soffermato invece Luca Dondi, che, dopo la presentazione a Montecitorio la scorsa estate rivolta anche al mondo della politica, impegnata in quel periodo a dibattere sulla limitazione alle aperture domenicali, ha fissato nuovamente i dati che caratterizzano il mercato: 1.254 poli commerciali per una Gla complessiva di 19,6 milioni di mq, pari a una densità di 323 mq per mille abitanti. L’impatto totale del settore, ha sottolineato Don- Fonte: BNP Paribas Real Estate Research Italy di, in termini di fatturato ammonta a 139,1 miliardi di euconsumatori, affermando una funzione soro, mentre sotto l’aspetto occupazionale è di ciale e aggregativa del centro, nonché di va783mila persone. Il contributo erariale comlorizzazione del fattore umano da ricercarsi plessivo si attesta invece sui 27,8 miliardi, di nelle relazioni interpersonali. cui 12,2 miliardi di imposte dirette. Gli interventi dei panel successivi si sono La percezione dei centri commerciali e il focalizzati molto sulla gestione e valorizzaconfronto con alcune asset class emergenti zione degli asset, in particolare Moretti ha è stato il tema argomentato dal manager di sottolineato come in Italia non sia imporDuff & Phelps REAG. Fatte le debite distintante il gigantismo, ma l’essere dominante zioni tra il mercato US, dove il trend dei dead nella catchment area di riferimento ed enmall è molto forte, e quello italiano, che non trare a far parte della cultura locale. «E querisente di questo fenomeno, Savino Natalicsto va spiegato agli investitori – ha puntuachio ha evidenziato che gli investimenti non lizzato il presidente del CNCC–. Al momensono associati a comportamenti razionali, to scontiamo una non corretta percezione e come nel mercato finanziario. Che è ragio-
valorizzazione del settore: è giusto parlare di trasformazione, di soluzioni mixed use, ma non di crisi». Prima di lui, sulla stessa linea di pensiero, si sono espressi tra i vari anche Roberto Fraticelli, director Eurocommercial Properties, che ha parlato della necessità di cooperare con i tenant perché questi possano lavorare il meglio possibile e di un cambio epocale nell’attività di gestione dei centri commerciali. E ancora Maryse Boucher, direttore generale di Carmila Italia, ha dichiarato: «Ogni centro commerciale rappresenta una storia a sé, in quanto insiste su una specifica catchment area dove vive una clientela che gli corrisponde, per cui deve avere un mix che soddisfi i fabbisogni di quella comunità. Ci sono due categorie di shopping mall in Italia: una che chiamiamo prime, ma ci sono pochi centri in Italia con questa caratteristica, e la restante, rispetto alla quale dovremo fare lo sforzo di spiegare
ai nostri partner che è fondamentale la leadership locale. Leadership che si conquista con l’attenzione all’accoglienza, al confort e all’offerta del territorio». Non poteva mancare, infine, un riferimento esplicito al deal che ha visto protagonisti Conad e Auchan. Di questa operazione, Andrea Orsa, partner, head of capital markets retail di Cushman & Wakefield, si è pronunciato nei termini di “un’occasione per il mercato”. E dal punto di vista di potenziali investitori, tale operazione, ha continuato il manager, può diventare un elemento incentivante. A.P. novembre 2019 | retail food
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Star Trek food
Andrea Illy, presidente Massimiliano Pogliani, ceo
Destinazione Illycaffè di David Montorsi
Nuovi partner per crescere con il retail in Nord America, sviluppo del progetto Polo del gusto per i brand extra caffè della family company triestina e acceleratore nel segmento sistemi porzionati. La “più grande tra i piccoli” parte da un trend di business in crescita e da bilanci solidi per proseguire sulla sua strada di sviluppo internazionale
L
a news di questo autunno è che Illycaffè, azienda familiare italiana che produce e commercializza caffè 100% arabica, sta cercando un partner per avviare una “sinergia operativa più che finanziaria” per aumentare il network retail negli States con circa 200 milioni di dollari di investimenti. Si parla di duplicare o triplicare la rete ad oggi di una ventina di shop con Andrea Illy, presidente della company triestina, che ha descritto questa strategia come una operazione accelerate business per fare degli Usa il “mercato domestico” del Gruppo. Le opzioni sono co-investitore, joint venture, partecipazione nella Illy Nord America oppure ingresso diretto nell’azionariato della casa madre con una partecipazione minoritaria. In questo scenario lo sbarco in Borsa sarebbe un piano a 10 anni, mentre se la ricerca non darà esito positivo Illy anticiperà i tempi per finanziare la crescita worldwide. Inoltre il Gruppo triestino continua nella sua strategia di diversificazione del portafoglio e di specializzazione sull’altissimo di gamma con l’acquisizione di Prestat,
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una delle più antiche aziende britanniche del cioccolato, nonché tra i fornitori ufficiali della casa reale. L’operazione avvenuta questa primavera si iscrive nella volontà del Gruppo di posizionarsi sul segmento di lusso del food e del vino. Oltre al caffè, business storico della famiglia (i prodotti caffè nel 2018 erano l’87% del giro d’affari, le macchine espresso il 5% e gli altri prodotti il restante 8%), Illy conta infatti il brand Domori (cioccolato di alta qualità), Mastrojanni (azienda vinicola in Montalcino), Dammann Frères (casa di thè francese) e Agrimontana (confetture e pasticceria al 40%). Aziende medio piccole che potrebbero entrare nel Polo del gusto, una sub-holding del Gruppo in via di costruzione guidata da Riccardo Illy con l’obiettivo di sviluppare le “sorelle minori” attraverso l’internazionalizzazione fino alla quotazione. Il progetto, illustrato un paio di anni fa da Massimiliano Pogliani, primo ceo di Illycaffè spa esterno alla famiglia entrato nella company nel 2016 (ex NespressoNestlè), è quello di raddoppiare in dieci anni la taglia di un’azienda che è la più grande tra le
piccole del settore, soprattutto con mezzi propri in maniera organica. In un mercato globale del settore che si sta consolidando tra pochi grandi player o restringendo in micro coffee roaster, le direttrici di crescita su cui punta l’azienda sono tre: allargamento della leadership qualitativa globale nel canale premiun hospitality, accelerazione sullo sviluppo internazionale del canale monomarca e aumento della quota di mercato dei sistemi porzionati. In questa direzione si inserisce l’ingresso nell’ottobre dell’anno scorso di Illycaffè nel mercato delle capsule compatibili con Nespresso, con una licenza con la tedesca Jab. Insomma, l’obiettivo è consolidare il business-to-business (vendita ai bar), la parte storica per entrare nel businessto-consumer (sistemi porzionati) che ha tassi di crescita più elevati, insieme allo sviluppo del network retail per reggere la concorrenza puntando sul legame con il lifestyle italiano che ha un valore aggiunto nei mercati internazionali.
Fatturato, marginalità e debiti: la crescita è organica
A sostenere questo piano di sviluppo ci sono i numeri della company fondata nel 1933 da Francesco Illy, nonno dell’attuale presidente. Il Gruppo (una trentina di società controllate worldwide) ha chiuso nel 2018 un bilancio consolidato brillante con 483,4 milioni di fatturato (+3,5% e +5,1% a cambi costanti sul 2017 migliorando il trend comunque positivo sul 2016) e 75,3 milioni di Ebitda adjusted (68 milioni nel 2017 con +10,7% e 65,2 milioni l’anno prima). Va benone anche l’utile netto che si assesta su 18,1 milioni (+39,1% sull’esercizio precedente e +1,5% sul 2016), mentre l’utile netto normalizzato (comparabile con il 2017) segna
HIGHLIGHTS 2018 Dati economici riclassificati del Gruppo Family company, ma si guarda anche fuori per crescere Da segnalare anche l’impegno di Illycaffè nel business etico con lo sviluppo dell’approvvigionamento diretto e del riconoscimento ai coltivatori di un prezzo superiore per una maggiore qualità e partnership siglate in base ai principi dello sviluppo sostenibile (Ethisphere institute certifica nel 2018 Illy tra le World’s Most Ethical Company per il sesto anno consecutivo). Oggi l’azienda è guidata dalla famiglia Illy (che ne controlla integralmente il capitale sociale) e vede Anna Rossi Illy, la moglie di Ernesto Illy (morto nel 2008), figlio del fondatore Francesco Illy, presidente onorario, mentre il figlio Andrea è presidente con Massimiliano Pogliani co-
milioni di euro
Principali indicatori di sintesi del Gruppo
Ricavi per area geografica
Fonte aziendale
16,7 milioni in crescita dell’8,4% sull’anno prima e una posizione finanziaria netta in miglioramento che si attesta a 117,3 milioni (129,7 nel bilancio 2018 e 121,4 nel 2016), grazie alla buona redditività netta che ha più che coperto l’assorbimento di cassa determinato dalla variazione del Capitale circolante netto. Vanno bene anche gli indicatori principali con un ROI a 10,7% leggero rallentamento (11,7% l’anno scorso e 12,4% nel 2016), mentre sale il ROE a 13,2% (+3% sul 2017 e +0,3% sull’anno prima). Con il calare della posizione finanziaria netta e il rafforzarsi della marginalità scende il rapporto PFN/Ebitda adj a 1,56 (1,91 e 1,86 i precedenti esercizi). La quota di fatturato all’estero rimane proporzionalmente costante al 65% (39% Emea, 18% Usa e Canada e 8% Resto del mondo), ma cresce in termini di volumi (+3,7%) e valore (+4,1%) con la buona performance della controllata americana (+8,4% vendite a volume) e del mercato cinese (+12,2% vendite a volume). Il mercato italiano segna +3,2% in volumi e quasi il 4% in valore con l’eCommerce che sfiora il +80% a volume. Numeri importanti in un mercato internazionale che dopo una fase di espansione dà segnali di rallentamento (il 2018 nella zona Euro è stato l’anno con il più basso tasso di crescita dal 2014 con Italia a +0,8%, ma in contrazione a +0,2% nell’ultimo trimestre e Francia e Germania a +1,5%). Il Gruppo (quasi 1.300 addetti in leggera crescita sugli anni precedenti) opera in 140 paesi e, insieme al fatturato, nel 2018 ha visto crescere i volumi del quasi +5 per cento.
L’azienda in pillole Proprietà Famiglia Illy, fondata da Francesco Illy nel 1933 Sede Trieste Management Andrea Illy, presidente, e Massimiliano Pogliani, amministratore delegato Settori di business Produzione e commercializzazione di caffè: blend 100% arabica Altri marchi extra caffè Domori e Prestat (cioccolato), Mastrojanni (vino), Dammann Frères (thè) e Agrimontana (confetture e pasticceria)
Wholesale Brand venduto in 140 paesi e 7 milioni di tazzine all’anno
Fonte aziendale
Retail 259 insegne worldwide di cui 19 Illy Caffè e i restanti Illy Shop in 43 paesi
me amministratore delegato (Premio CEO Italian Awards 2018 Business International e Forbes Italia). A febbraio di quest’anno è stato rinnovato il CdA con la nomina di Enrico Tommaso Cucchiani (Think Global Investments) come vicepresidente a rafforzare i legami tra la family company triestina e il mondo finanziario internazionale anche in previsione di probabili future partnership del Gruppo. Da segnalare inoltre la presenza nel CdA, oltre ad Anna Illy (Chief Ethics Officer), di Alberto Baldan (Grandi Stazioni Retail), Cristona Scocchia (Kiko) e Roberto Eggs (Moncler) tra gli altri . Per il retail, a febbraio di quest’anno, è stata nominata Alessandra De Gaetano come retail director. La family company triestina è alla terza generazione: da Francesco, inventore del sistema di confezionamento e conservazione a pressurizzazione con gas inerte del caffè, fino a metà degli anni ’50 nella prima fase di avviamento imprenditoriale della società, per passare poi a Ernesto con lo sviluppo e l’industrializzazione (nel 1965 viene costituita l’attuale sede amministrativa e produttiva
dell’azienda), per arrivare agli anni ’80 con Riccardo Illy che apporta in azienda il valore del marketing con un approccio innovativo verso la distribuzione organizzata e l’apertura verso i mercati internazionali. È del 2003 l’avvio con i primi bar/negozi monobrand del network retail che nel 2018 ha visto aprire 37 punti vendita, di cui 32 Illy Caffè (uno di proprietà a Vienna), mentre gli altri sono Illy Shop. Nell’area Emea sono stati inaugurati 19 bar, mentre in Medio Oriente si sta sviluppando un progetto della rete in Arabia Saudita con un contratto in master franchising. In Asia, dove Illy ha aperto una filiale a Shanghai quasi una ventina di anni fa, in anticipo sui trend del business internazionale, cresce il network con 10 nuovi bar monomarca e cinque shop (Corea del Sud, Filippine e Giappone), mentre nel Nord America le opening sono state tre. A fine 2018 la rete di insegne della company giuliana vede 259 insegne worldwide di cui 179 Illy Caffè (17 a gestione diretta) e 80 Illy Shop (cinque diretti). Il saldo segna un trend positivo del Gruppo (7 milioni di tazzine di caffè all’anno nel mondo) dai 244 negozi/bar in 43 paesi del 2017. ¢ novembre 2019 | retail food
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r&f Netcomm
di Roberto Liscia Presidente Netcomm www.consorzionetcomm.it
eCommerce e digital evolution per il settore food
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l settore del food è protagonista dello scenario di profonda trasformazione che stiamo vivendo grazie al digitale. Lo dimostrano gli ultimi dati (fonte: Osservatorio eCommerce B2c Netcomm - Politecnico di Milano) secondo cui è proprio il Food&Grocery il comparto online che nel 2019 cresce con il ritmo più sostenuto: +39% a fronte del +15% dell’eCommerce nel suo complesso. Tuttavia, gli acquisti online dei consumatori italiani, su siti sia italiani sia stranieri, in questo settore incidono ancora poco sul totale degli acquisti retail; la penetrazione supera di poco l’1% ed è pari a circa un sesto di quella media dei prodotti (6%). A cambiare sono innanzitutto le modalità di accesso ai prodotti alimentari, che non avvengono solo online, ma con metodi di consegna innovativi, come il click&collect in store o il drive-in, e con soluzioni sempre più semplici, come l’abbonamento o la disponibilità di liste della spesa preimpostate. Anche in questo caso, la personalizzazione è la chiave dello sviluppo di questi servizi, basti pensare a quelli sempre più diffusi di meal-kit, che consentono di ricevere un pacco con tutti gli ingredienti necessari per realizzare una cena a casa: un servizio che va oltre la mera consegna dei prodotti e che aggiunge un forte elemento esperienziale. Nonostante in questo ultimo anno quello del food rappresenti uno dei settori più dinamici tra i mercati online, si tratta di un’incidenza ancora marginale. Il suo valore, infatti, sfiora gli 1,6 miliardi di euro, ovvero il 5% sul totale eCommerce B2C italiano, pari a 31,5 miliardi di euro. A trainare il comparto è la componente dell’alimentare, che vale l’89% mentre il restante 11%, pari a circa 170 milioni di euro, è legato all’health&care. Nell’alimentare, il food delivery (piatti pronti) si conferma il primo comparto con 566 milioni di euro e una crescita del +56% rispetto al 2018, seguito dal grocery alimentare (prodotti da supermercato), con un valore eCommerce di 476 milioni di euro, e dall’enogastronomia (prodotti di nicchia) con 383 milioni di euro.
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Lo sviluppo deciso del food delivery è dovuto senza dubbio alla crescita della copertura nei centri di medio-grandi dimensioni. In questi anni i player hanno investito per attivare il servizio in nuove città e per aumentare l’offerta disponibile. Oggi il 93% delle città italiane con popolazione superiore ai 50.000 abitanti è coperto da servizi di consegna a domicilio (era solo il 74% nel 2017) e circa un abitante su due (47%) può ordinare online piatti pronti (nel 2017 il servizio di dood delivery era accessibile solo a un terzo della popolazione italiana).
ricevere informazioni e contenuti dettagliati. L’esperienzialità diventa così un fattore importante che gli operatori del digital food devono sfruttare, semplificando il customer journey che oggi si presenta particolarmente articolato in ogni sua fase: dalla selezione all’ordine, dal pagamento alla consegna. Modalità di selezione dei prodotti diverse rispetto allo scaffale in negozio, ordini complessi e lunghi spesso effettuati in mobilità e servizi di consegna e di pagamento in divenire sono alcuni degli elementi che le aziende devono semplificare, innovando l’esperienza di acquisto.
Sebbene quando si parla di digital food in Italia si faccia riferimento a un settore ancora di nicchia, il cui tasso di penetrazione degli acquisti online sul totale retail è tuttora marginale, ci troviamo in un mercato, come già sottolineato, in trasformazione, guidato dall’evoluzione del rapporto che i consumatori hanno con il cibo e dalla loro consapevolezza di voler acquistare prodotti specifici, dettati dalle nuove scelte alimentari, spesso made in Italy, ma anche dalla necessità di
Il digitale sta permettendo di sperimentare nuovi modelli di business e l’evoluzione nel food è appena iniziata, ma, come abbiamo visto, i dati fanno immaginare i profondi cambiamenti che arriveranno in questo settore che vanta uno dei maggiori tassi di evoluzione. Solo le imprese in grado di coniugare le nuove esigenze dei consumatori con le nuove tecnologie, creando modelli di business adattivi e innovativi, potranno essere vincenti. ¢
Retailer day
Klépierre: focus su Shopville Gran Reno, poi Le Gru
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venti verticali, rapporti diretti e luoghi esclusivi, meglio se emozionali. Con questo paradigma, racchiuso nel format del Retailer day, Klèpierre mira a tessere relazioni più strette e durature con le aziende. Andando oltre la sola partecipazione alle fiere di settore. Il primo Retailer day nel Belpaese organizzato da Klépierre ha visto la partecipazione, a Milano il 2 ottobre a Villa Necchi Campiglio, di oltre 200 professionisti. Dal lancio nel 2016 di questa formula, replicata in Francia, Olanda, Norvegia, Spagna e ora anche in Italia, la multinazionale francese ha coinvolto oltre 1.400 manager da tutta Europa. Per quanto attiene al mercato nazionale, dove Klépierre conta 33 centri commerciali per un valore stimato in 4 miliardi di euro, il Retailer Day è complementare alla partecipazione a Mapic Italy. Mentre, per il secondo anno consecutivo, l’azienda non sarà presente al Palais des Festivals di Cannes. Voltando pagina e arrivando ai progetti di sviluppo veri e propri, nell’evento meneghino sono stati presentati la strategie europea del Gruppo, il portfolio italiano che annovera quattro eccellenze del comparto dei centri commerciali - Porta di Roma, Campania (CE), Le Gru (TO) e Nave de Vero (VE) - e le iniziative in cantiere tra cui spicca il refurbishment con ampliamento di Shopville Gran Reno di Casalecchio (BO). Progetto che segue il recente rinnovamento di Milanofiori e che precede quello di Le Gru, centro commerciale di riferimento a Torino che condivide con quello emiliano l’anno di inaugurazione: il 1993. Da sottolineare, inoltre, l’annuncio della partnership con il FAI Fondo Ambiente Italiano. A margine del Retailer Day, Klépierre Italia ha incontrato la stampa specializzata, riprendendo le fila di un discorso avviato quando l’attuale management, guidato da Gino Antonacci nel ruolo di managing director, era al timone della filiale nazionale di Corio.
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Gino Antonacci, managing director, e Danilo Gianoni, direttore commerciale, di Klépierre Italia
Shopville Gran Reno: refurbishment e ampliamento
«Questo centro farà un salto di categoria, passando da un posizionamento intermedio con un’offerta trainata dall’àncora alimentare e dalla piastra di elettronica, a una dimensione super regional, caratterizzata da una prevalenza di fashion. Proprio l’ipermercato sarà oggetto di una riduzione, che lo porterà dai 12.500 mq di vendita attuali su due livelli a circa 7.500 mq su un unico piano, e ciò permetterà di articolare meglio l’offerta commerciale», ha dichiarato Gino Antonacci. I lavori di cantiere, portati avanti dalla CMB di Carpi, sono iniziati la scorsa primavera con le prime demolizioni e una previsione di consegna per la primavera 2021. Il tutto a fronte di un investimento di circa 130 milioni di euro. «L’intervento di ampliamento insiste sull’attuale sedime del parcheggio e andrà via via a integrarsi alla struttura preesistente, che a sua volta sarà rinnovata uniformandosi alla nuova – ha proseguito il manager –. Siamo in piena fase di commercializzazione e il mercato sta rispondendo molto bene dato che l’operazione è di altissima qualità. Alla fine dei lavori saranno circa 160 i negozi rispetto agli attuali 80, in virtù di 16.500 mq di Gla aggiuntiva che porteranno la Gla totale a quota 30.500 metri quadrati. L’offerta sarà distri-
buita su tre livelli, di cui quello terreno e primo improntati sul fashion e il secondo sulla ristorazione con una food court indoor dotata di una dozzina di operatori e animata da un palco equipaggiato con impianti luci e audio, più un roof garden esterno, esteso circa 2.500 mq e adatto per allestire cinema all’aperto, festival musicali estivi e spazi di sosta dove rilassarsi». Il concept architettonico, firmato dallo studio Design International di Londra, sarà caratterizzato da un’attenzione precisa alla sostenibilità e realizzato ai più alti livelli della certificazione BREEAM. In questa direzione, per l’intera lunghezza nel nuovo building si staglierà un lucernario che garantirà un ampio apporto di luce naturale. L’accessibilità al sito, infine, sarà potenziata in virtù della realizzazione di una stazione ferroviaria raggiungibile a piedi dal centro commerciale e dalla vicina Unipol Arena, anch’essa in fase di totale restyling, percorrendo un nuovo boulevard.
Le Gru
«Dopo Shopville Gran Reno, il secondo progetto più importante su cui stiamo lavorando e che ci vede in una fase avanzata dal punto di vista amministrativo è quello di Le Gru, oggetto anch’esso di una completa ristrutturazione e di un’estensione – ha annunciato il managing director di Klépierre Italia –. Considerando la superficie aggiuntiva in via di autorizzazione e la riallocazione di superfici oggi destinate ad altri usi, riusciremo ad aggiungere circa 12mila mq di nuova Gla. Anche in questo caso, importante sarà il downsizing dell’ipermercato Carrefour che rimarrà su un solo livello. Nel corso degli anni, a Le Gru abbiamo portato avanti efficacemente attività di releasing e asset management, per cui l’offerta commerciale è sempre stata al passo con i tempi, ma dal punto di vista architettonico era ormai improcrastinabile un intervento radicale». A.P.
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Gdo & somministrazione
Sushi Daily, il chiosco non basta più Emanuele Scalera, managing director di KellyDeli per l’Italia
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osa ci fanno 15 operatori in uno spazio di 180 mq alle porte di Milano? Preparano 420mila vassoi di sushi all’anno. O almeno così è all’interno della Central Kitchen inaugurata a inizio ottobre da Sushi Daily. Il marchio, nato nel 2009 in Francia e di proprietà dell’azienda KellyDeli, ha aperto le porte del proprio polo produttivo per raccontare le prossime tappe dello sviluppo. A partire da una maggiore penetrazione nel mercato italiano, soprattutto al Centro-Sud (con 40 aperture previste per il 2020). Ma come? Puntando su artigianalità e materie prime ad alto valore nutrizionale (con il debutto della linea “Super + Benessere”) da un lato, e su una organizzazione logistico-produttiva più capillare che riesca a rifornire canali diversi dalla tradizionale Gdo, dall’altro. A dirigere le operazioni c’è Emanuele Scalera, managing director di KellyDeli per l’Italia, a cui abbiamo rivolto le nostre domande. Come si sviluppa la presenza di Sushi Daily in Italia? Sushi Daily arriva in Italia nel 2013 con l’apertura di un chiosco all’interno del Carrefour
Proprietà format KellyDeli Diffusione Prevalentemente Nord Italia Totale rete 159 chioschi Dimensione format 8-20 mq Referenze 130 Tipologia servizio Take away 66
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Fonte aziendale
L’insegna in pillole
Nato in Francia nel 2009 e arrivato in Italia nel 2013, il brand di KellyDeli rappresenta la perfetta cerniera fra grande distribuzione e gastronomia grazie a 159 corner standalone
di Assago (MI). Da lì in poi si è sviluppata in questo canale arrivando a 159 punti vendita con 15 diverse insegne Gdo. Il nostro Paese rappresenta il secondo mercato per il brand e copre il 15% del totale europeo. A livello continentale sono attivi circa 800 chioschi per un fatturato intorno ai 400 milioni di euro. Perché sviluppare all’interno dei punti vendita della grande distribuzione? Il valore aggiunto dello sviluppo all’interno dei supermercati è, in primo luogo, di natura strategica: una volta siglato un accordo con un’insegna, a livello centrale, le procedure di roll out sono più veloci. Secondariamente, per il partner in franchising che gestisce il chiosco, la grande distribuzione rappresenta una piazza con un volume di traffico garantito. Infine, c’è una questione di riduzione dei costi. Quali sono le caratteristiche del format? Il format, al di là della metratura variabile, mantiene sempre la stessa base logistica e lo stesso layout. I nostri punti vendita devono permettere la lavorazione in loco della materia prima e un minimo di showcooking. Per farlo ci sono degli standard di sicurezza alimentare da rispettare che impattano sull’allestimento con l’obbligo di banchi d’appoggio in acciaio, sistemi di refrigerazione adeguati, lavandini per la sterilizzazione dei coltelli, ecc. Si tratta di caratteristiche basilari che sostanzialmente non cambiano rispetto al canale in cui sono inseriti i chioschi. L’esempio, in questo senso, è il punto vendita di Roma Termini: un vero e proprio ristorante con sedute che mantiene le stesse linee guida progettuali e produttive. Come si compone l’offerta? E quanto vale lo scontrino medio? Il nostro menù prevede circa 130 referenze disponibili. Di queste, almeno 70 devono essere garantite in vetrina, fra cui: i nostri 20 top seller e altre 50 articoli a scelta del nostro partner, che è libero di realizzare le preparazioni che meglio
si adattano al contesto di riferimento. In generale, lo scontrino medio si aggira intorno ai 14-15 euro con un range per articolo che va dai 4,5 agli oltre 50 euro. Quali saranno le prossime tappe del brand? Lo sviluppo della Central Kitchen continuerà con aperture previste in diverse grandi città italiane a partire da Roma e con spin-off di dimensione più contenuta dedicati a specifici retailer locali. In provincia, dove i supermercati sono più piccoli, il chiosco viene sostituito da una vetrina con i nostri prodotti che vanno periodicamente riforniti. Parallelamente, la Central Kitchen rappresenta la base per la realizzazione di dark kitchen dedicate al delivery. Un settore in cui da poco abbiamo attivato una collaborazione con Deliveroo. Infine, abbiamo iniziato a lavorare nel canale del contract catering, soprattutto per quanto riguarda il segmento delle mense aziendali. Dal vostro osservatorio, come valutate l’ibridazione sempre più marcata fra Gdo e somministrazione? L’avvicinamento fra Gdo e somministrazione, dal nostro punto di vista, è un cammino irreversibile. Quando 10 anni fa partivamo con questo concept, chiedevamo di essere posizionati vicino alla pescheria. Oggi ci stiamo spostando sempre più in zona gastronomia dove c’è una crescente richiesta per prodotti pronti al consumo e, spesso, una vicinanza più marcata con la galleria commerciale. In questo modo, la nostra offerta intercetta anche un target diverso da quello che entra al supermercato per fare la spesa. A tal riguardo, insieme a Iper, abbiamo condotto dei test sul nostro punto vendita che è situato all’altezza della barriera casse e può avvantaggiarsi di un doppio accesso: i risultati parlano di un +40% in termini di vendite grazie a questo tipo di collocazione. N.G.
La bontà è una scelta.
Dossier Aeroporti
Linate riapre e si rimette al lavoro
Di Nicola Grolla
Con il “de-bridge” del 26-27 ottobre, il “Forlanini” torna operativo dopo tre mesi di lavori per il rifacimento della pista e l’installazione di nuovi sistemi per lo smistamento bagagli. Ma i lavori di restyling non si fermano. Prossima tappa: 2021
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hiudere un aeroporto in piena estate, con frotte di turisti pronti a mettersi in viaggio, potrebbe sembrare un autogol per qualsiasi azienda di gestione. Non per Sea, però, che il 27 luglio ha aperto il cantiere di Linate e deviato il traffico all’aeroporto di Malpensa (e in maniera minore a quello di Bergamo) lasciando spazio a eventi di respiro nazionale che hanno mantenuto comunque vivo l’aero-
porto (su tutti, la tappa del Jova Beach Party e l’Air Show 2019). Un’operazione conclusa con successo tre mesi più tardi quando il “de-bridge” di ritorno, nella notte fra il 26 e il 27 ottobre, ha riportato a casa mezzi, macchinari e personale indispensabili per garantire la piena operatività dell’aerostazione. Si è conclusa così la seconda fase dello sviluppo della Nuova Linate, un progetto di restyling e potenziamento dell’infrastruttura che dovreb-
be essere completato entro il 2021 all’interno del masterplan Sea da 550 milioni di euro con scadenza 2030.
I cantieri estivi
In particolare, i lavori estivi hanno riguardato le piste di decollo-atterraggio (lunga 2,4 chilometri e larga 60) e quella di rullaggio per un importo complessivo di 21,8 milioni di euro di investimenti. La normativa vigente, innovembre 2019 | retail food
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Dossier Aeroporti fatti, obbliga il gestore a una manutenzione delle piste ogni 15-20 anni, come dimostrano i precedenti ammodernamenti del 2002 e del 1982. L’operazione ha riguardato il rifacimento del manto per uno spessore totale di circa 60 centimetri e la sostituzione delle testate in calcestruzzo con altre in cemento, materiale più flessibile e sicuro. Interventi
necessari, così come le tempistiche dal momento che per la lavorazione della pista erano necessarie delle condizioni meteo stabili e un clima caldo per la riasfaltatura. Contemporaneamente, Sea ha concluso anche l’installazione, avviata lo scorso dicembre, di quattro nuovi sistemi Bhs (Baggage handling system), ovvero l’impianto che gestisce le valigie e le prepara prima dell’imbarco sull’aereo, per un importo pari a 10,9 milioni di euro. Anche in questo caso, la parola d’ordine è stata “sicurezza” dal momento che questi sistemi di ultima generazione permettono controlli più accurati delle valigie accorciando i tempi di verifica e smistamento.
Il bridge verso Malpensa
Per rendere possibili i lavori a Linate, Sea ha dovuto intervenire anche sullo scalo di Malpensa con un investimento di circa 18 milioni di euro. Negli ultimi anni, Malpensa ha 70
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registrato una continua crescita per traffico di persone e di merci e il periodo di picco estivo è servito da test per quella che, presumibilmente, sarà l’attività ordinaria del prossimo futuro dello scalo intercontinentale. D’altronde, durante la chiusura di Linate, l’aeroporto varesino ha registrato un +41% con oltre 807mila viaggiatori nella settimana a cavallo fra luglio e agosto contro i 572.282 registrati nello stesso periodo del 2018. In quest’ottica, quindi, per potenziare le strutture di ricezione e assistenza dei passeggeri in partenza dal Terminal 1 è stata allestita una nuova isola check-in in aggiunta a quelle già presenti (in linea con il design dell’area) con l’aggiunta di 26 nuovi desk. Contestualmente, sono stati ampliati i gate in area Schengen per rispondere alle rotte verso le destinazioni europee che caratterizzano il network di Linate. Infine, per mantenere gli elevati standard di sicurezza richiesti, sono state manutenute le piste e i piazzali, soprattutto quello ovest. A livello di personale, il trasferimento a Malpensa ha comportato lo spostamento di circa 700 persone di cui: 200 dipenden-
27,2 di euro
milioni
L’investimento che Sea ha messo sul tavolo per completare la terza fase del restyling di Linate (entro la prima metà del 2021).
+41%
L’aumento di traffico passeggeri registrato a cavallo di luglioagosto a Malpensa è dovuto al dirottamento dei voli da Linate a causa dei lavori estivi.
2019 2002 1982
Gli anni in cui Linate ha chiuso al traffico per il rifacimento delle piste di atterraggio-decollo e rullaggio (operazione obbligatoria ogni 15-20 anni).
Il corpo F
La terza e ultima fase del restyling prevede un investimento da 27,2 milioni di euro e l’ampliamento dell’aerostazione a partire dal rifacimento del corpo F. Questa porzione dell’aerostazione è già stata demolita durante la chiusura estiva e sostituita con un prefabbricato di 1.800 mq che accoglierà i gate (attualmente sono 8) in attesa della nuova struttura. Per questo, i cantieri continueranno senza interrompere l’operatività dello scalo fino alla prima metà del 2021. Per quella data Sea prevede di creare una nuova area commerciale dedicata principalmente al traffico business e una zona food&beve-
ti Sea (circa il 30%) per il coordinamento di scalo security, autisti specializzati e addetti ai passeggeri a ridotta mobilità; 230 operatori di airport handling (il 32%); 270 altri operatori (il 38%) fra personale di handler, enti di stato, retailer e compagnie aeree. Da un punto di vista commerciale, grande attenzione è stata posta ai travel retailer: «È stato fatto un grande lavoro di preparazione per dar loro la
coperta da 1.500 lastre di corian (materiale molto resistente all’usura e all’annerimento dovuto a smog e maltempo). Il tutto per un costo di tre milioni di euro compresi negli 8,3 milioni utilizzati per apportare i primi ammodernamenti alla zona arrivi e ritiro bagagli (innalzamento dei controsoffitti, nuove parete in gres e ricollocamento della vip lounge Leonardo). L’obiettivo ora è quello
Una grande piazza caratterizzata da una cupola di luce accoglierà un’offerta commerciale più ampia con l’inserimento di brand premium e innovativi, specie per la ristorazione possibilità di comprendere il tipo di traffico aggiuntivo in arrivo, sia come quantità che come tipologia. Questo ha permesso, specie per la ristorazione, di dimensionare correttamente personale, turni e orari di apertura, fino all’installazione di punti di presidio temporary per il periodo di trasferimento a Milano Malpensa», fanno sapere dalla direzione commerciale di Sea.
Le tappe del restyling
Il rifacimento della pista di Linate, come detto, non è stato un intervento estemporaneo. Il restyling del “Forlanini” è già passato attraverso il rifacimento della facciata, inaugurata a maggio dello scorso anno. Grazie al progetto dell’architetto Pierluigi Cerri, la vecchia copertura che accoglieva i passeggeri in partenza è stata sostituita da una pensilina composta da 780 lastre di vetro e 250mila chili di travi di acciaio a proteggere una parete ri-
di dare ai milanesi un nuovo scalo che riesca a reggere il confronto con una città che da Expo in poi viaggia a velocità doppia rispetto al Paese intero. Non è un caso che l’ispirazione per il restyling arrivi da piazza Gae Aulenti e City Life: «Colori chiari, acciaio e luminosità per raccontare una città dinamica e moderna. Percorsi passeggeri semplificati e una grande piazza caratterizzata da una cupola di luce accoglieranno un’offerta commerciale più ampia, che oltre alle insegne precedentemente presenti, vedrà l’inserimento di brand premium e innovativi, specie per la parte di ristorazione», spiegano quelli di Sea. In questo senso, per esempio, il trasferimento a Malpensa (in cui la spesa per passeggero del T1 è due volte e mezza quella di Linate) ha dimostrato che il passeggero del city airport, se inserito in un contesto di offerta più ampia e articolata, aumenta la propria spesa.
rage in cui sarà dato ampio spazio a format che mettono al centro della propria offerta prodotti freschi e di qualità. Il tutto all’interno di un ambiente più luminoso e accogliente studiato per rendere più piacevole il percorso dei viaggiatori nello scalo. Al termine di queste tre fasi, l’intento è quello di dare ai milanesi un city airport moderno e all’avanguardia, votato all’accoglienza dei passeggeri per garantire loro sempre il massimo in termini di sicurezza, comfort e servizio. Aspetti che presto potrebbero essere ulteriormente enfatizzati dall’apertura del capolinea della linea M4 della metro. Un collegamento che punta a soddisfare diverse esigenze: «Linate ha sempre avuto un’area landside con una buona resa commerciale: accessori, fast fashion, intimo e format di ristorazione apprezzati dai passeggeri ma anche da una comunità aeroportuale che conta qualche migliaio di persone, molto attenta ed esigente. Soprattutto per questa abbiamo pensato a servizi come la banca, l’ufficio postale, il parrucchiere e il supermercato. Anche per il contesto commerciale del territorio molto ricco non pensiamo a uno sviluppo dell’utenza urbana non viaggiatrice, ma puntiamo ad arricchire e migliorare ulteriormente l’offerta verso il nostro target attuale», rivela la direzione commerciale di Sea. ¢ novembre 2019 | retail food
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Focus Aviation
Alitalia e i salvatori riluttanti
La newco non decolla e i partner industriali sembrano sempre più titubanti sul salvataggio del vettore tricolore che, nel frattempo, incassa altri 350 milioni di prestito tani coraggiosi” di berlusconiana memoria che fra il 2008 e il 2014 hanno comunque richiesto un ulteriore contributo statale di 4,1 miliardi lasciando il rammarico per la fallita vendita ad Air France-Klm; ad oggi, l’ultimo vero investitore con un piano credibile, almeno sulla carta.
Parola chiave: perplessità
C
ambia il Governo, ma la patata bollente di Alitalia rimane sempre sul piatto. E, al momento, sembra che la soluzione sia ancora di là da venire. Anzi, quel che è certo è che ci vuole tempo, almeno due mesi, come testimoniato dalla richiesta di proroga recapitata al Mise (e subito rispedita al mittente) da Atlantia e Ferrovie, due dei quattro soci che assieme a Delta Airlines e ministero del Tesoro dovrebbero dar vita alla newco. Un’operazione che si trascina ormai da tempo e che non ha trovato una soluzione nemmeno il 15 ottobre, ultima data fissata per la formulazione dell’offerta vincolante che non è arrivata; per la settima volta consecutiva. E nel frattempo la compagnia tricolore continua a bruciare cassa, tanto che nell’ultima finanziaria il Governo ha dovuto nuovamente mettere mano al portafoglio per garantire un nuovo prestito ponte da 350 milioni di euro. Una cifra che, sommata ai 900 milioni già sborsati dal giorno del commissariamento, fanno lievitare i costi sostenuti dallo Stato a 1,25 miliardi di euro (per un totale di 9,1 miliardi se consideriamo tutti gli interventi degli ultimi 45 anni).
I costi della crisi
La crisi di Alitalia non è una questione recente. Tuttavia, la situazione attuale è figlia di 72
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1,25 miliardi
La somma, in euro, a cui ammonta il credito erogato dallo Stato ad Alitalia dall’aprile 2017, quando Ethiad ha rimesso la compagnia in mano ai commissari quel referendum bocciato dai lavoratori ad aprile 2017 che metteva fine all’esperienza di Ethiad alla guida della compagnia. Il 67% dei dipendenti votò contro un piano di rilancio da due miliardi di euro e 1.000 esuberi costringendo l’operatore emiratino a uscire di scena lasciando spazio, ancora una volta, al commissariamento. Un modello di governance che, a ben vedere, ha caratterizzato gran parte della storia del vettore italiano senza che questo producesse un cambio di registro. Secondo un report di Mediobanca, datato marzo 2015 ma tornato prepontemente di attualità, tra il 1974 e il 2007, lo Stato ha speso 5,3 miliardi di euro tra aumenti di capitale (4,9 miliardi), contributi (245 milioni), garanzie (8 milioni) e altri contributi pubblici (195 milioni). Nello stesso periodo, Alitalia ha generato introiti “solo” per 2,07 miliardi di euro per un saldo negativo di 3,3 miliardi. A dir la verità non hanno fatto meglio nemmeno i “capi-
Altri tempi, altre dinamiche. Nel mezzo la crisi economica e un settore, quello dell’aviazione civile, che soprattutto in Italia ha dovuto fare i conti con il boom delle compagnie low cost e la progressiva erosione delle quote di mercato di Alitalia. Eppure i debiti e le nuove regole della competizione non bastano a spiegare perché ci sia un certa riluttanza a farsi carico del rilancio della compagnia. Da un lato, la nuova maggioranza giallo-rossa, spogliata della retorica sovranista, ha raffreddato il coinvolgimento statale e la spinta su Ferrovie (che nelle ipotesi sul tavolo dovrebbe prendersi circa il 35%). Dall’altro, c’è il complicato rapporto con Atlantia (proprietaria, fra gli altri, anche di Aeroporti di Roma che gestisce il più trafficato aeroporto nazionale) dopo il caso del Ponte Morandi e la minaccia di rinazionalizzazione del business autostradale in mano all’azienda di proprietà della famiglia Benetton. Infine, c’è Delta Airlines che non si schioda dal 10% (circa 100 milioni di euro di investimento) e non nasconde l’interesse per le rotte americane, con buona pace del resto. Una timidezza che ha lasciato spazio a Lufthansa per sondare il terreno, scombinare ancor di più le carte e fare marcia indietro confermando solo un interesse per un’eventuale collaborazione commerciale. Ad oggi, quindi, di certo c’è solo una grande perplessità. La stessa sensazione invocata dagli attuali commissari e dal ministro Pattuanelli che ha posto una nuova proroga al 21 novembre a patto di un «intervento diretto dei commissari, un immediato confronto con gli offerenti e una richiesta di aggiornamento quotidiano sullo stato di avanzamento dei lavori». N.G.
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World Travel Retail WHSMITH CONTINUA LA CRESCITA CON MARSHALL RETAIL GROUP
USA – Con un investimento intorno ai 400 milioni di dollari, WHSmith si assicura l’acquisizione di The Marshall Retail Group (specializzato nella vendita di prodotti tipici locali) dal fondo di private equity Brentwood Associates. L’operazione, al vaglio delle autorità americane, dovrebbe concludersi nel primo quarto del 2020. L’obiettivo è quello di potenziare la presenza nel business travel retail internazionale dopo l’acquisizione di InMotion a inizio anno per 198 milioni di dollari.
BULGARI APRE A IGA GRAZIE A ATU DUTY FREE
TURCHIA – Apre i battenti la boutique Bulgari all’interno dell’aeroporto IGA di Istanbul. Il punto vendita della maison italiana si sviluppa su una superficie di 115 mq dove trovano posto gioielli, orologi e accessori in pelle, nonché una vip lounge che si ispira al salottino Taylor di Roma. Con questa apertura si consolida la collaborazione fra TAV Airports Holding e Unifree Duty Free/Heinemann da cui è nata la joint venture ATU Duty Free che gestisce le operazioni all’interno dell’airside dello scalo.
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PLUS MAX, TRE APERTURE AL TERMINAL SHEUNG WAN
HONG KONG – Plus Max Duty Free è il nuovo concessionario del terminal crocieristico di Sheung Wan dove attraccano le navi della rotta Hong Kong-Macau, circa 17 milioni di passeggeri l’anno. Nei piani dell’azienda è già prevista l’apertura di tre store entro novembre dove sarà possibile acquistare prodotti duty free come liquori, dolci, cosmetici e tabacchi. Con questa operazione, Plus Max Duty Free espande il proprio raggio d’azione oltre India e Malesia.
TANK&RAST E SSP, 22 NUOVE LOCATION IN AUTOSTRADA
GERMANIA – Prosegue, con l’aggiunta di 22 nuove location, la cooperazione fra gli operatori travel retail Tank&Rast e SSP Group che dura da 13 anni. In questo modo, il network della joint venture raggiunge un totale di 56 punti vendita sulle autostrade tedesche. L’estensione della rete ha portato con sé anche l’apertura di un nuovo format food&beverage a insegna Tablio: ristorazione espressa che offre piatti preparati al momento.
CNSC POTENZIA IL RETAIL AL TERMINAL DI TIANJIN
CINA – Aperto il primo punto vendita duty free all’interno del terminal crocieristico di Tianjin. Controllato dall’azienda statale CNSC, lo store si sviluppa sua una superficie di 255 mq e può contare su un bacino di circa 920mila clienti potenziali all’anno. Da qui, inoltre, CNSC punta a potenziare i collegamenti con Pechino (lontana circa 175 km) e diverse mete lungo la costa dove l’azienda sta costruendo una serie di poli commerciali downtown.
DUFRY AGGIUNGE 1.665 MQ DUTY FREE IN MESSICO
MESSICO – Grazie all’accordo raggiunto con la società di gestione dell’aeroporto internazionale di Città del Messico (48 milioni di passeggeri l’anno di cui 17 milioni internazionali), Dufry Group è pronta ad aprire tre nuovi punti vendita all’interno dello scalo (per una superficie totale di seimila mq divisi su 29 negozi). I tre nuovi store, per un totale di 1.655 mq, troveranno tutti spazio all’interno del Terminal 2. All’interno del format principale, le classiche referenze duty free: cosmetica e profumi, alcolici, beni di lusso e dolciumi.
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FRAPORT USA SCEGLIE ELLERY PLOWMAN
USA – Nuova nomina in casa Fraport. L’operatore aeroportuale tedesco ha accolto Ellery Plowman come vicepresidente e responsabile dello sviluppo del business sul mercato americano. Con 30 anni di esperienza nel settore alle spalle, Plowman dirige la società di consulenza Ellco, specializzata nel potenziamento della customer experience. Precedentemente, incarichi di rilievo anche per Westfield e Rosetta Stone.
A TEMASEK IL 50% DEL CATERING GATEGROUP
SINGAPORE – Il fondo sovrano Temasek ha acquisito il 50% di Gategroup, azienda leader nel catering in volo e l’hospitality aeroportuale. In questo modo, Temasek pareggia la quota di RRJ Capital, che detiene l’altro 50% della società dopo averla acquisita dall’investitore cinese HNA Group a inizio anno, e si assicura la possibilità di nominare un membro del board. Scopo dell’operazione è quello di supportare Gategroup nel raggiungimento degli obiettivi fissati dall’agenda Gateway 2020.
duty free world | IL BRASILE INNALZA LA SOGLIA DUTY FREE A MILLE DOLLARI
BRASILE – A partire dal primo gennaio 2020, i viaggiatori brasiliani di ritorno da un soggiorno all’estero potranno beneficiare di una soglia di acquisto in regime duty free pari a mille dollari. Si tratta di un vero e proprio raddoppio a cui fa seguito anche l’innalzamento da 300 a 500 dollari per gli acquisti lungo il confine con il Paraguay. Il nuovo regime fiscale sarà applicato a tutti gli aeroporti e terminal portuali del Paese con l’obiettivo di favorire i consumi in arrivo.
GOLDEN WEEK, BOTTINO PIENO PER UDF
TURCHIA – La Golden Week ha sorriso a Unifree Duty Free che ha accolto circa 110mila visitatori cinesi nel periodo fra il 27 settembre e il 10 ottobre. A conti fatti circa 1.060 passeggeri al giorno, il doppio della media, con un impatto sulle vendite totali dell’11% (rispetto a una media dell’8%). Per riuscirci, oltre all’apertura di una nuova boutique Siant Laurent, UDF ha appositamente formato il proprio personale con l’aiuto dell’associazione culturale turco-cinese al fine di rispondere al meglio alle richieste e alle esigenze del passeggero.
MUMBAI DUTY FREE, RIVOLUZIONE AGLI ARRIVI DAL 2020
INDIA – Al fine di migliorare il tasso di penetrazione in-store nella zona arrivi dell’aeroporto internazionale di Mumbai (che vale circa il 70% del business), il travel retailer Mumbai Duty Free è pronto a mettere mano all’intera organizzazione del duty free. Nonostante un aumento del tasso di penetrazione dall’1 al 16% in 10 anni, rimane un ampio margine da sfruttare. Obiettivo che si è posto il nuovo ceo P.K. Thimmayya: «I lavori inizieranno a febbraio 2020 e saranno completati in soli due mesi».
by Kevin Rozario
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London kevin.rozario.uk@gmail.com
Europe destined to take the (s)low road? L’Europa è destinata a prendere la strada più lunga?
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ast month, we looked at how Asia Pacific is driving growth of the US$79 billion global travel retail channel (source: Generation Research for 2018). The region’s share of the business is sure to eclipse 50% this year. On the face of it that’s as expected. As we often hear, Asia Pacific – with its developing economies and new middle classes – is increasingly the world’s economic engine. However, brands and operators should also take a closer look at Europe’s declining influence in travel retail. The region held a 46% market share in 2007 before the global financial crisis. By 2018 it had fallen below 27%. Actual sales have not told a great story either: last year was the first in which European travel retail sales overtook their US$20.6 billion peak of 2014. Europe has clearly struggled – and indicators show that conditions could get worse for retailers. This year has been plagued by industrial strikes, drone ‘attacks’ and environmental protests. Organisations such as Extinction Rebellion and activist Greta Thunberg have rightly put climate action on the agenda, so airport can expect to see some pushback. More worrying is the spectre of aviation failures, the most high profile being global British travel group Thomas Cook going into compulsory liquidation in September 2019. While parts of the group’s airline business continue – for example Condor in Germany – the UK arm, which carried 8 million passengers last year, has ceased operations. This will hit its UK airport bases of Manchester and London Gatwick as well as tourist airports in markets like Tunisia, Turkey and Greece. Airline collapses are rife. Others included France’s second largest carrier, Aigle Azur; XL Airways (also French); and Slovenia’s biggest carrier, Adria Airways.Data from seat analyst OAG for the 2019/20 winter season indicate that capacity will fall by -1% to 3.35 million flights. That comes after a summer where there were -2.2% fewer flights than last year. While passenger data from OAG for the 12 months to June 2019 offer comfort with growth at +4% in Western Europe, this was before some of the collapses outlined above. Besides, fewer seats mean higher ticket prices and therefore less to spend in the shops.
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o scorso mese abbiamo scritto di come l’Asia-Pacifico stia guidando la crescita da 79 miliardi di dollari nel travel retail globale (fonte: Generation Research 2018). E sicuramente la quota del business realizzata in questa regione eclisserà il 50% raggiunto quest’anno. Un trend tutt’altro che inaspettato. Come sappiamo, l’Asia-Pacifico – con le sue economie in via di sviluppo e una nuova classe media – sta diventando sempre più il motore economico del mondo. Tuttavia, brand e operatori dovrebbero tenere in considerazione anche la declinata influenza dell’Europa nel travel retail. Questa regione deteneva il 46% del mercato nel 2007, prima della crisi finanziaria globale. Nel 2018 la quota era scesa sotto il 27%. Stessa storia per quanto riguarda le vendite: l’anno scorso, per la prima volta, le vendite sono tornate ai livelli di picco del 2014 quando si erano raggiunti i 20,6 miliardi di dollari. Chiaramente l’Europa ha avuto delle difficoltà – e gli indicatori mostrano che il contesto potrebbe peggiorare per il retailer. Il 2019, infatti, è stato bloccato da scioperi industriali, “attacchi” da parte dei droni e proteste ambientaliste. Organizzazioni come Extinction Rebellion e l’attivista Greta Thunberg hanno giustamente messo al centro della loro agenda la lotta al cambiamento climatico tanto che gli aeroporti potrebbero aspettarsi delle difficoltà. Più preoccupante è lo spettro dei fallimenti aeronautici come nel caso del gruppo britannico Thomas Cook che è stato costretto alla liquidazione obbligatoria a settembre 2019. Seppure parte del business continui a operare – come nel caso del brand Condor in Germania – la filiale inglese, che l’anno scorso ha trasportato circa 8 milioni di passeggeri, ha cessato le operazioni. Questo potrebbe colpire sia gli scali di Manchester e Londra Gatwick, sia le destinazioni turistiche come Tunisia, Turchia e Grecia. I collassi delle compagnie aeree sono all’ordine del giorno. Tra questi, ricordiamo Aigle Azur, il secondo vettore francese in ordine di grandezza; XL Airways; e il più importante gruppo sloveno, Adria Airways. I dati dell’analisti di posti OAG, per la stagione invernale 2019/20, indicano che la capacità diminuirà dell’1% a quota 3,35 milioni di voli. Cifre che seguono un’estate in cui hanno viaggiato il 2,2% in meno di voli rispetto all’anno precedente. E se i dati sui passeggeri di OAG per i 12 mesi a giugno 2019 offrono conforto con un +4% in Europa Occidentale, bisogna dire che i problemi sono arrivati dopo. Comprese le conseguenze: tariffe biglietti più alte e, quindi, meno potere d’acquisto per le compere nei negozi. novembre 2019 | retail food
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f Tax Free Pianeta
di Sara Bernabè, General manager Planet Italia www.planetpayment.com
Nei department store d’Oltralpe è il tempo dei Millennials
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talia e Francia sono due Paesi accomunati dalla grande passione dei turisti internazionali. I nostri brand e quelli francesi sono fra i più ricercati dai viaggiatori che arrivano in Europa e non stupisce che i due Paesi, di mese in mese, si contendano lo scettro del tax free. Per il momento, il 2019 ha oscillato più a favore dell’Italia ma la Francia sembra avere alcune frecce al proprio arco che potrebbero permetterle di recuperare in fretta il terreno perduto. Ci riferiamo, in particolare, ai grandi department store d’Oltralpe e alla crescente presa che riescono a esercitare sui Millennial internazionali (viaggiatori nati tra il 1981 e il 2000).
LA FORZA DEI MILLENNIAL
Già oggi i Millennial rappresentano ben il 52% di quota di mercato nei grandi magazzini francesi. Detto diversamente, più di un prodotto
su due è acquistato da questo target. Si tratta, inoltre, della fascia di età di viaggiatori più alto spendente in questo momento, superando di gran lunga la Generazione X (viaggiatori nati tra il 1965 e il 1980) la cui spesa rasenta un terzo del mercato. In particolare, fra i Millennial internazionali, risultano particolarmente interessanti i giovani cinesi che in Francia rappresentano il 30% delle vendite tax free delle boutique di abbigliamento di lusso e circa il 50% di quelle dei department store. Per fare un confronto, i Millennial statunitensi arrivano a pesare “solo” per il 14% degli acquisti in boutique e per il 5% di quelli nei grandi magazzini. Oltre a essere molto esigente rispetto alle scelte di consumo, questo target lo è anche quando si tratta di scegliere il metodo di pagamento preferito, prediligendo sempre più spesso modalità mobile. Come ad esempio Alipay, che da sola rappresenta quasi il 7% di tutti i pagamenti effettuati dai Millennial in Francia, in crescita del 23% rispetto al 2018. Adeguarsi a queste nuove esigenze è stata la strategia di successo adottata tanto dalle boutique di alta gamma, quanto dai department store. Per questi ultimi, per esempio, Alipay rappresenta già oggi il 29% delle transazioni portate a termine dai viaggiatori cinesi in questa fascia d’età.
L’INSEGNAMENTO FRANCESE
A ben vedere, si tratta di un insegnamento che anche i retailer italiani dovrebbero fare proprio, perché questa caratteristica dei Millennial è valida per la Francia ma lo è altrettanto per l’Italia. Oggi i turisti internazionali che arrivano nel nostro Paese conoscono alla perfezione i brand più importanti e lo shopping è un momento fondamentale dell’esperienza di viaggio. Per questo diventa fondamentale per i retailer comprendere che offrire soluzioni di pagamento con cui i viaggiatori hanno maggiore dimestichezza e si sentono di più a loro agio rappresenta un driver importante di crescita delle vendite e parte fondamentale di quella esperienza del lusso che tutto il mondo ci invidia. ¢
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Case history Mobile App
Alipay formato tax free shopping Con un bacino di 900 milioni di utenti nella sola Cina, la piattaforma di pagamento di Ant Financial Services è la più grande al mondo ed estende i propri servizi anche in Occidente grazie al supporto per utenti e merchant nel segmento travel
“U
na app per soddisfrarli, una app per trovarli, una app per conquistarli e col mobile rimborsali”. Potremmo spiegare così, parafrasando una nota filastrocca del Signore degli Anelli, l’impatto che Alipay ha sul mercato cinese (e non solo). Società del gruppo Ant Financial Services, Alipay è la più grande piattaforma di pagamento online al mondo grazie a un bacino di oltre 900 milioni di utenti attivi nel Paese di mezzo dove il mobile ha da tempo soppiantato il contante come metodo di pagamento. E non si tratta solo di una questione culturale, anzi: la carta vincente di Alipay è un ecosistema di servizi integrati che permettono di acquistare tanto al negozio sotto casa quanto nella boutique di lusso, passando per la gestione delle utenze e del proprio conto in banca. Tutto a portata di pollice. Non è un caso, quindi, che anche quando viaggiano i turisti cinesi fatichino ad abbandonare uno strumento simile, con la conseguenza che i retailer occidentali hanno dovuto adattarsi per non perdere una delle fonti privilegiate dei propri incassi, quella dei viaggiatori. All’estero, infatti, Alipay garantisce tutta una serie di operazioni essenziali tanto per i retailer quanto per i clienti: «I turisti cinesi si aspettano facilità e semplicità che solo l’instant mobile payment può dare», afferma Luigi Liu, marketing manager southern Europe di Alipay intervistato da r&f. Quali sono i servizi Alipay forniti all’estero e come si differenziano rispetto a quelli forniti in patria? Per l’utente che viaggia all’estero, Alipay fornisce tutta una serie di servizi che puntano a migliorare l’esperienza di viaggio e di ac-
Luigi Liu, marketing manager southern Europe di Alipay quisto del turista: il pagamento tramite smartphone attraverso la scannerizzazione di un semplice codice, l’accesso a una linea di credito agevolata che permette di ultimare la transazione in assenza dei fondi necessari, un tasso di cambio chiaro e aggiornato e un portfolio di offerte e promozioni localizzate. La differenza principale fra la versione “da viaggio” e quella tradizionale sta nella forte integrazione online-offline che abbiamo in Cina che si estende a utenze, prenotazioni, ordinazioni, ecc. In futuro questi servizi saranno disponibili anche all’estero anche se per il momento preferiamo concentrarci sulle necessità basilari del turista. Come funziona il servizio di tax refund? Come possono dotarsene i merchant? Molto semplicemente, il turista cinese può fare richiesta di tax refund direttamente via app e vedersi accreditato il corrispettivo sul proprio wallet digitale. Oltre a questo servizio, al nostro utente abbiamo riservato una sezione informativa dove può approfondire il funzionamento e i vantaggi dello shopping tax free in base al Paese in cui si trova. I criteri per ottenere il rimborso e le pratiche burocratiche da espletare, infatti, cambiano a seconda della legislazione vigente con soglie di spesa diverse. Ai merchant, invece, basta contattare un player attivo nel tax refund con cui abbiamo stretto una partnership per fornire questo servizio ai propri clienti cinesi. Quali sono le strategie di espansione di Alipay? Sarà possibile averne una versione occidentale?
Attualmente siamo concentrati sul cross-border business, ossia il mercato dei turisti all’estero. In Asia, per esempio, Alipay può già contare su partnership con diverse aziende che offrono il servizio di wallet digitale al fine di abilitare il nostro servizio integrato. Questa strategia, per il momento, non prevede uno sviluppo in Occidente. A differenza delle app occidentali, quelle orientali si caratterizzano come soluzioni “tutto in uno”. Da cosa dipende, secondo lei, questa particolarità? Dal mio punto di vista, penso che la prima motivazione risieda nel forte sviluppo che la tecnologia mobile ha visto non solo in Cina ma in tutti i Paesi asiatici. Questo ha fatto sì che molte delle azioni che in Occidente si realizzano su diversi device, in Oriente sono state progressivamente implementate sullo smartphone fino a creare un ecosistema unitario. Come si articola, in questo senso, il concetto di cashless society? Per noi la cashless society non è solo una questione di pagamento elettronico, ma piuttosto un pacchetto completo e integrato di servizi che si attiva prima, durante e dopo l’acquisto. Per questo, per quanto riguarda gli utenti viaggiatori, utilizziamo degli scenari di engagement differenti in base alle diverse fasi del viaggio. Contestualmente, diamo al merchant la possibilità di seguire e caratterizzare tutta la customer journey fornendo un’esperienza omnicanale a tutto tondo. N.G. novembre 2019 | retail food
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f Neonata
Omar Antonio Cescut Segnala la tua Neonata a: omar@desita.it www.desita.it
A Casa Me’Mà, non si sbaglia mai! VALUTAZIONE
ISPIRAZIONE
«Abbiamo deciso di realizzare questo locale – spiega Federico Elmi, uno dei titolari – perché vogliamo che gli ospiti si sentano come a casa propri. Anzi della propria mamma». L’attenzione a una cucina casalinga è evidente già dal nome – visto che “Me’Mà” non è altro che la contrazione di “mia mamma” in dialetto locale. Un “luogo del cuore” gastronomico dove sentirsi a casa, in cui convergono un design d’ispirazione newyorkese e la rassicurante tradizione della cucina della mamma ispirata ai piatti più familiari delle ricette toscane. Un luogo che è diventato destination già dai primi giorni di apertura e che ha fatto della completezza dell’offerta la sua forza d’attrazione.
OFFERTA
Il concept è stato organizzato valorizzando e diversificando le sale e gli spazi in relazione all’offerta. Ricavato all’interno di un vecchio casale del ‘400 ristrutturato, “Casa Me’Mà” conserva gli spazi tipici delle cucine di casa, con un ampio laboratorio dove è possibile assistere ogni giorno alla realizzazione dei piatti. Allo stesso tempo, però, ogni ambiente del locale è strutturato in modo da consentire una fruizione a sé: oltre all’area del ristorante tout court, infatti, c’è lo spazio per la pizza a pala e quello per la griglia con il forno Josper. Valore aggiunto della “Casa Me’Mà” è proprio la versatilità, che gli consente di offrire un servizio dalle 7 del mattino alla mezzanotte proponendo diverse soluzione gastronomiche dalle colazioni al dopocena, incluse attenzioni particolare per il mondo gluten free, per i vegetariani, per i più piccoli e per la mixology, supportata da un importante bancone con un bartender specializzato i cocktail di qualità.
SVILUPPO POTENZIALE
Il concept è ideale per posizioni lungo strada e nei luoghi in cui è possibile favorire il parcheggio. L’ambiente si presenta adeguato a un’accoglienza a 360° per esaudire tutte le fasce di pubblico ed esigenze di prezzo. Estremamente ricercati la qualità dei prodotti proposti che soddisfano ogni ricerca e desiderio, particolarmente curata la parte dedicata ai bambini e alle loro necessità. Tutti gli spazi di preparazione sono a vista per un rapporto diretto con 78
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Locale Servizio Personale Sito web
370 mq locale di cui 110 mq adibiti a cucina e preparazione, il tutto su due piani di una colonica bar, pizzeria, griglieria, american bar, ristorante 23 www.casamema.it
il personale, la trasformazione delle materie prime e delle ricette, un educational continuo sulle migliori ricette della tradizione. Interessante, vista la superficie, anche la proposta di vendita tipo mercatino di prodotti di aziende selezionate quali pasta, riso, sottili, conserve e, in particolare, i corsi live sulla pasta fresca. Il concept prevede anche: • contest di ricette con le massaie del posto chiamato "Cocco di Mamma" al punto che le protagoniste saranno proprio le donne del paese, che vengono chiamate a condividere e presentare al pubblico le proprie ricette. • Delivery non solo di pizza ma anche di carne al Josper e altre pietanze. • Programma sul web - Me’Mà on the road - dove Me’Mà andrà a cucinare a casa delle persone i loro migliori piatti di famiglia. Il potenziale di sviluppo si riferisce e deve essere supportato dai seguenti aspetti: • Ricerca di grandi e significative superfici • Individuazione di posizione di riferimento con vocazione di destination • Presenza di park nelle vicinanze • Budget significativo per lo start up • Formazione dedicata per il personale Prevediamo per questa proposta un futuro di grande interesse diretto da parte di investitori internazionali amanti della toscana e della toscanità, soprattutto per l’aspetto di engagement che il concept prevede e propone. L’area di attenzione è rappresentata dalla complessità organizzativa delle molte proposte che necessitano in primis di personale motivato e preparato.
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Focus Pagamenti elettronici
Accelera la crescita dei pagamenti elettronici Nel 2018 è record degli importi transati con carte di credito, che superano gli 80 miliardi di euro. Aumenta ancora il valore delle operazioni con le carte prepagate e prosegue la crescita dei volumi transati con carte opzione/rateali. Questi i dati dell’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments curato da Assofin, Nomisma e Ipsos, con il contributo di Crif
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entre la politica si interroga su come incentivare l’utilizzo del denaro elettronico, anche per far emergere una parte delle transazioni sommerse, la società italiana mostra segni di modernizzazione sul fronte
della digitalizzazione dei pagamenti. Segni che tuttavia non sono ancora sufficienti a colmare il gap con i paesi più avanzati. E un ruolo fondamentale in questa crescita, stimata nel +6,8% nel 2018 dall’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments curato da
Assofin, Nomisma e Ipsos, con il contributo di Crif, è dato dallo sviluppo tecnologico: fattore abilitante in quanto rende il pagamento sempre più semplice e intuitivo, a beneficio della customer experience. A tale dinamica, specifica l’edizione numero 17 dell’Osservatorio, corrisponde un aumento dei volumi complessivi del +4,7%, mentre si riduce l’importo medio transato annuo che si attesta a 1.418 euro rispetto ai 1.501 euro del 2017 (-5.5%).
Carte di credito, di debito e prepagate
Nel 2018 il numero di carte di credito attive in circolazione in Italia è stato pari a circa 15 milioni di unità contro i 56,3 milioni di carte di debito. La maggior parte delle carte in circolazione è di tipo familiare o personale e solo l’8,2% aziendale. Considerando il numero di transazioni effettuate con carte di credito si nota un percorso di crescita che arriva a superare un milione di unità nel novembre 2019 | retail food
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Focus Pagamenti elettronici segnali di maturità: nel corso del 2018 è stata registrata una lieve riduzione del numero di carte accompagnata però da una crescita significativa del numero di operazioni. Con un aumento del 26,5% delle transazioni effettuate, la carta prepagata si conferma uno strumento di ampia diffusione e utilità per il consumatore.
La dinamiche dell’offerta nel mercato dei pagamenti digitali
2018, anno in cui si è registrato il record degli importi transati i quali hanno superato gli 80 miliardi di euro. Il valore medio delle transazioni effettuate con tale tipologia di carta è leggermente diminuito a conferma di un utilizzo più diffuso anche per acquisti di medio-basso valore. Dall’Osservatorio emerge, inoltre, un aumento del 5% degli importi complessivi delle transazioni attraverso carte di debito. In termini di numero medio di transazioni annue su POS con carta di debito, lo scorso anno vi è stato un aumento di due unità rispetto al 2017 (38 contro 36). Il settore delle carte prepagate presenta invece
La nuova survey, condotta tra i principali operatori bancari e finanziari, volta a monitorare il profondo cambiamento in atto nel mondo dei pagamenti, conferma gli investimenti in nuove tecnologie per rendere i pagamenti sempre più fluidi e digital. Molti operatori hanno dichiarato di essere impegnati nella proposta di soluzioni di mobile payment, instant payment e/o mobile wallet, ad oggi tuttavia ancora poco utilizzati. Attualmente, infatti, lo strumento maggiormente apprezzato dai clienti risulta essere la carta contactless. Le strategie di offerta sono focalizzate sul mantenimento della relazione privilegiata con il cliente, al fine di evitare il rischio di disintermediazione. Dalla survey emerge anche l’impegno degli operatori del mercato nel processo di ingaggio dei consumatori verso l’utilizzo degli strumenti di pagamento innovativi. In un Paese in cui l’abitudine al contante è ancora radicata, al fine di abbattere le barriere verso i nuovi pagamenti digitali, gli operatori stanno promuovendo attività di education e di comunicazione, che fanno leva sulla loro semplicità, intuitività e sicurezza. Considerando l’ampia diffusione degli smartphone in Italia, le nuove tecnologie potrebbero svolgere un ruolo di traino nel lento ma graduale percorso verso la cashless society.
tal Banking Services. Nel primo, insieme alle banche partner, serviamo circa 890.000 commercianti e gestiamo 1,4 milioni di terminali POS; nel secondo, sempre insieme agli istituti di credito, gestiamo 41 milioni di carte di pagamento riferibili a circa 30 milioni di titolari; nel segmento delle soluzioni digitali per le banche gestiamo 13.400 ATM, 420mila postazioni di e-banking e oltre 900 milioni di transazioni nei servizi di clearing. Inoltre abbiamo sviluppato CBI Globe, il sistema open Banking del consorzio CBI, al quale hanno già aderito le principali banche italiane. Tutti i segmenti di business in cui operiamo sono in costante crescita. Assistete a un diverso comportamento del consumatore nelle diverse aree del Paese?
La premessa fondamentale è che i pagamenti digitali in Italia rappresentano il 26% del totale spesa delle famiglie, contro una media UE del 45%, e punte di quasi il 70% in UK. Ci sono, quindi, ampi margini di crescita e importanti opportunità per il Paese. La buona notizia è che stiamo accelerando più del resto d’Europa: da noi c’è stata una crescita del 10% di utilizzo dei pagamenti digitali nell’ultimo anno, rispetto al +6% medio registrato nell’eurozona. L’incremento è diffuso su tutto il territorio nazionale: ciò che va evidenziato è, soprattutto, come sia la tecnologia a guidare lo sviluppo dei digital payments. Infatti i contactless e mobile payment sono cresciuti del 22%, l’eCommerce e gli invisible payment del 35%, il self banking del 18%. Ovunque ci sono maggiori comodità, velocità e sicurezza, c’è più crescita. Non è una questione di aree del Paese, ma di contenuto. Quali tipologie di servizi e prodotti riservate ai retailer? In particolare, quali sono state le novità 2019 e quali saranno le novità nel 2020?
Come già accennato, una delle tre aree di business in cui operiamo è quella dedicata ai merchant. Nexi offre loLE INTERVISTEAGLI OPERATORI ro soluzioni per accettare i pagamenti digitali. Nello specifico, lo Enrico Trovati, facciamo sia tramite i POS fisimerchant services & solutions ci più tradizionali, sia tramite director di Nexi gli SmartPOS, terminali di ultima generazione basati su tecnoQuali sono i numeri di Nexi in logia Android che permettono, in Italia in termini di transazioni una sola soluzione, di accettaannue, quota di mercato, partnership Enrico Trovati re tutti i sistemi di pagamento, con banche e retailer? di trasmettere i corrispettivi fiNexi è la PayTech leader in Italia e scali in modo telematico grazie all’integraopera in partnership con circa 150 istituzione col registratore di cassa, di accedere a ti bancari. Attraverso la nostra tecnologia molti servizi grazie a un app store dedicato. connettiamo banche, punti vendita e cittaPer la GDO o per le catene non food offriadini con l’obiettivo di rendere digitale ogni mo anche pagamenti mobile via smartphopagamento e agevolare così la modernizne e soluzioni di pagamento con self check zazione del nostro Paese. Operiamo in tre out che consentono ai clienti di scannerizsegmenti di mercato: Merchant Services & zare un prodotto, inserirlo nel carrello delSolutions, Cards & Digital Payments e Digi82
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la spesa, pagarlo dal telefono senza passare dalle casse. Anche sul mondo eCommerce garantiamo un’offerta completa: il nostro gateway di pagamento XPay consente di accettare pagamenti online attraverso tutti i canali e in tutte le modalità: eCommerce, transazioni da mobile, pagamenti ricorrenti, pagamenti in un click - un tap e molto altro. Infine, stiamo investendo molto sugli invisible payment, ossia pagamenti resi possibili da una carta tokenizzata in un’app. L’obiettivo è far sì che il punto vendita diventi il luogo dell’esperienza d’acquisto ideale fatta di scelte e di servizi, senza perdite di tempo. Nel corso del 2020 rafforzeremo tutte queste soluzioni.
propri partners, siano essi financial institutions od operatori del mondo retail. In particolare, quanto incide in Italia il segmento delle catene retail sul vostro fatturato? Questo dato è in crescita? Il mondo del retail è sicuramente un settore in cui vi è forte fermento, non solo dal punto di vista di espansione ma anche dal punto di vista di evoluzione del punto cassa (es. pagamenti in reparto, queue busting, self payments, invisible payments, omnichannel, ecc). Verifone, grazie alle proprie soluzioni, è partner dei principali attori del mondo retail a livello globale in questa spinta evolutiva. Come commenta i dati sui pagamenti elettronici diramati di recente dall’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments di Assofin, Nomisma e Ipsos, con il contributo di CRIF?
Positivamente, considerato che vengono confermati i trend già registrati negli anni passati, nel contesto dei digital payment: utilizzo sempre più diffuso dei metodi di pagamento alternativi al contante e utilizzo di questi strumenti sempre più frequente, anche per transazioni di basso importo. Questo anche grazie, da una parte, alla diffusione, particolarmente caFederico Fanello, managing director pillare in Italia, della rete di accettazione POS (l’Italia è uno dei paesi di Verifone Italy europei più “terminalizzati” d’Europa) e quindi al lavoro svolto nel Innanzitutto quali sono corso degli ultimi anni da parte degli i numeri di Verifone in Italia operatori del settore; dall’altra parte, e quali gli obiettivi dell’azienda grazie all’evoluzione tecnologica che in riferimento alla sua recente Federico Fanello sta rendendo sempre più semplice e nomina a managing director? immediato il pagamento ad esempio tramiDopo l’acquisizione da parte di Francisco te i proximity e mobile payment, a beneficio Partners, Verifone si pone l’obiettivo, atdell’usabilità e fruibilità sul punto vendita. traverso la nuova struttura manageriale, di svolgere un ruolo da protagonista tra gli atArrivando alle soluzioni di Verifone Italia, quatori dei pagamenti digitali. Grazie ai contili novità avete introdotto nel 2019 in termini di nui investimenti nel settore di ricerca e sviprodotti e servizi e soprattutto quali saranno luppo, alle funzionalità hardware legate al quelle in arrivo nel 2020? POS, Verifone offre un pacchetto completo Nel 2019 abbiamo introdotto una nuova lidi soluzioni e servizi in cloud in grado aprinea di terminali, denominata Engage: natire a molteplici possibilità di incremento delvamente predisposti per essere device evolule revenue e alla riduzione del total cost of ti, oltre alla gestione dei più comuni metodi ownership del terminale. L’acquisizione efdi pagamento questi POS aprono ai più cofettuata da Francisco Partners, nel corso del muni servizi a valore aggiunto come gli alter2018, ha permesso di accelerare un processo native payment (in primis, Alipay piuttosto di riorganizzazione a livello mondiale, con che WeChat o BancomatPay), la gestione di soluzioni a valore aggiunto, a vantaggio dei token per il riconoscimento automatico del
cliente, gift card e programmi loyalty, wallet, ricariche telefoniche, validazione e dematerializzazione dei buoni pasto e altro ancora. Il terminale POS già oggi non è più un semplice elemento abilitatore al pagamento elettronico, ma parte di un ecosistema di servizi a valore aggiunto sempre maggiore per l’esercente e il cliente finale. In quest’ottica, Verifone sta lavorando per nuove soluzioni ancora più smart che verranno presentate e lanciate nei prossimi mesi.
Alessandro Bocca,
general manager di Axerve
Innanzitutto quali sono i numeri di Axerve in Italia e quali gli obiettivi di crescita dell’azienda per la fine del 2019 e il prossimo anno?
Il 2019 è un anno di crescita del business acceptance sia in termini di clienti, oltre centomila, che in termini di transato. Prevediamo di chiudere l’anno con 15 miliardi di transato complessivo gestito tramite le nostre soluzioni di Alessandro Bocca POS, eCommerce e cashin. Per il 2020 auspichiamo un ulteriore sviluppo con una crescita del 23% grazie anche all’obiettivo di raggiungere i 120.000 clienti tra catene retail, clienti eCommerce e piccoli operatori economici che si apprestano a digitalizzare il contante o a utilizzare servizi POS di ultima generazione.
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Focus Pagamenti elettronici Quanto incide in Italia il segmento delle catene retail sui vostri volumi? Questo dato è in crescita?
Nel mondo fisico le catene retail rappresentano il 60% dei volumi complessivi dei pagamenti fisici, mentre sull’online la concentrazione è maggiore, arrivando all’80% essendo noi pure player di settore in Italia per questo servizio. Quali prodotti e servizi avete portato sul mercato nel 2019 e quali vi apprestate a introdurre?
Ci poniamo sul mercato come hub dei pagamenti omnicanale. La nostra offerta si compone di un’unica piattaforma per accettare ogni tipo di pagamento, da tutti i canali sia fisici che digitali attraverso POS, soluzioni eCommerce, macchine cashin e soluzioni per sviluppare dinamiche cross-selling. La nostra ultima proposta al mercato sono le macchine cashin che permettono al merchant di digitalizzare il contante sgravandolo dai rischi che questo comporta attraverso l’installazione di una o più casse smart safe presso il punto vendita. Una volta installata la soluzione, il contante versato viene accreditato in tempo reale direttamente sul conto corrente e da quel momento non è più di responsabilità dell’esercente. Continuiamo inoltre a sviluppare e abilitare metodi di pagamento alternativi in tutto il mondo, al momento sono 250 quelli disponibili. Sviluppiamo infatti soluzioni per semplificare l’accettazione dei pagamenti con l’obiettivo di creare tutte le possibili condizioni per abbattere i tassi di abbandono del carrello e aumentare invece le possibilità di vendita. Tra le ultime lanciate c’è Pay By Link che permette di offrire al cliente un’ulteriore modalità di pagamento, attraverso la scansione di un QR code, oppure l’invio di un’email contenente il link di pagamento. Abbiamo inoltre messo a punto il POS API attraverso cui è possibile automatizzare tutte le funzioni di gestione dei pagamenti, eliminando le attività manuali, come incasso, rimborso e verifica puntuale delle transazioni. Infine, ci può raccontare qualche case history di particolare rilevanza che vi ha visto protagonisti insieme a catene retail? Con le nostre soluzioni omnichannel siamo a fianco del Gruppo Miroglio per accompagnarlo nella sua crescita, con l’obiettivo di contribuire alla fidelizzazione dei loro clienti e alla massimizzazione dei risultati di business. Una partnership che, nel tempo, sta contribuendo alla crescita di entrambe le realtà a livello internazionale. Miroglio opera nei settori del tessile e della moda femminile, è presente in 22 paesi con 4 stabilimenti produttivi, ha 37 società controllate, 11 brand di moda e mille negozi monomarca che soddisfano oltre 5 milioni di clienti consumer. Sulla base delle esigenze del Gruppo abbiamo messo a punto una pro84
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nership strategiche, lavorando su una progettualità finalizzata ai clienti finali, che siano banche o retailer. Arrivando alle vostre soluzioni, quali le ultime novità e le future proposte? Ingenico offre ai propri clienti merchant o retailer un sistema per la completa gestione delle transazioni effettuate in-store e on-line. La soluzione, denominata Axis, è conforme agli standard di sicurezza più stringenti, consente di gestire tutte le carte internazionali e domestiche, può erogare servizi VAS e loyalty e può essere fornita anche “in service” presso gli Host Ingenico. La combinazione di soluzioni per i pagamenti in-store (Card Dario Scacchetti, Present) e on-line (Card not Present) amministratore delegato consente di realizzare efficaci politidi Ingenico Italia che cross-channel o omnichannel. La compatibilità di Axis con protocolli Quali sono i numeri di Ingenico? standard (Nexo e PagoBancomat per l’ICon 88 consociate e 8mila dipentalia) lo rendono il sistema ideale per denti, la società è quotata alla Borsa Dario Scacchetti tutti quei retailer che hanno esercizi di Parigi e può vantare una base indistribuiti in molti paesi differenti e che installata di oltre 30 milioni di terminali in 170 tendono accettare tutte le possibili carte di paesi e un fatturato superiore ai 2,6 miliardi pagamento. I retailer possono beneficiare andi euro (2018). In sintesi, dei circa 44 milioni che di completi servizi di reporting e ricondi Pos installati nel mondo, circa 30 milioni ciliazione per avere sempre sotto controllo sono di Ingenico. Ingenico Italia, di cui sono l’andamento del proprio business e di servizi amministratore delegato dallo scorso settemper la gestione di carte loyalty e gift. Recentebre, è la consociata italiana del Gruppo, attimente Ingenico Italia ha presentato la nuova va dall’ottobre 2000 e opera principalmente Pin Pad Lane/300 per tutti gli esercizi del renel settore bancario, nel retail, nel petrol, nel tail organizzato: compatta, veloce e sicura si transportation e nei servizi. In particolare, il integra perfettamente con i sistemi di cassa fatturato di Ingenico Italia, pari a circa 84 mie di pagamento già esistenti, consentendo di lioni di euro, è generato da due business unit: accettare ogni strumento, dalle carte (chip, quella del banking, intermediata dai grandi contactless, magnetiche), agli smartphone soggetti finanziari, e quella del retail. MenNfc, fino ai QRcode. La nuova PIN Pad comtre a livello internazionale il loro volume di pleta la gamma dei terminali Ingenico Telium affari più o meno si equivale, in Italia il rapTetra ed è proposta come nuovo sistema di porto è circa 70-30. pagamento semplice ed efficace. E ancora, Quali i vostri obiettivi in questa fase Axium è la piattaforma di nuova generaziodi mercato? ne disegnata da Ingenico per offrire servizi a Qualunque sia la business unit di riferimentutti i punti vendita: fa convergere il sistema to, almeno il 70% dei ricavi è generato dalla operativo Android e il mondo sicuro Telium vendita dei terminali. La quota restante dalla Tetra in un’unica soluzione, allargando l’ofcomponente servizio, che miriamo a spingeferta di soluzioni di pagamento alla gestione re a 360 gradi: dalla manutenzione e installadi nuovi servizi, applicazioni e opportunità zione, sino alla fornitura di software dedicati, di business in modo integrato. Ci apprestiacustomizzati, verticalizzati per i nostri clienti mo inoltre a lanciare sul mercato APOS A8, finali. Ciò rappresenta un arricchimento del un modello all-in-one mobile e compatto, che prodotto hardware e un elemento di fidelizaccelera il pagamento e consente casi di utizazione nei confronti dei clienti che chiedono lizzo intensivo come fidelizzazione, consegna la personalizzazione del servizio sulle proprie pacchi o servizi basati sulla posizione. Supesigenze. Sul mondo del banking miriamo inporta inoltre metodi di pagamento standard vece a potenziare la capacità distributiva di e i nuovi come Alipay. prodotti e servizi grazie anche a nuove partA.P. posta cross-channel per la gestione dei pagamenti, in store e online, in Italia e nel mondo. Grazie all’installazione di POS, anche evoluti, oggi Miroglio gestisce pagamenti con carte di credito e debito dei principali circuiti nazionali e internazionali, oltre che tramite i wallet digitali più utilizzati al mondo, come Apple Pay e Google Pay. Miroglio, lato eCommerce, si avvale inoltre del gateway Axerve E-commerce Solutions per la gestione degli incassi online e ha integrato diversi sistemi di pagamento alternativi, affidandosi ad Axerve Guaranteed Payments per la prevenzione di frodi.
Digital journey
Multicanalità, il cliente chiede spazi integrati Per l’Osservatorio 2019 redatto dal Politecnico di Milano in collaborazione con Nielsen, l’83% della popolazione italiana usa il canale online. Ma dietro La composizione degli eShopper 2019e la nuova sfida per i retailer questo dato si nascondono utentinel fluidi EVERYWHERE 25% SHOPPER
27,8 Mio ESHOPPER
Giuliano Noci, responsabile scientifico dell’Osservatorio Multicanalità
MONEY 23% SAVER
Spazi integrati
INTERNET USER
43,9 Mio
N
35,5 Mio
CHERRY 29% PICKER
PRAGMATIC 23%
Dati Nielsen
16,1 Mio INFOSHOPPER
(Dato annuale, elaborazione Nielsen su dato Audiweb - Base: Internet User) Fonte: Nielsen e Politecnico di Milano - Osservatorio Multicanalità 2019
ell’ultimo anno, il canale digitale ha conquistato l’83% della popolazione italiana sopra i 14 anni. È questo il dato di partenza dell’Osservatorio Multincanalità 2019 presentato negli spazi del Politecnico di Milano il 17 ottobre durante il convegno Multicanalità oggi: spazio integrato, customer journey differenziati. I dati raccolti e analizzati in collaborazione con Nielsen tracciano i profili e le preferenze di cui dovrebbero tenere conto tutti i retailer; anche quelli che sviluppano solamente offline. Concentrandosi sulla fetta di consumatori che utilizzano Internet, è possibile individuare due macrogruppi: circa 28 milioni di individui sono classificabili come eShopper (il 63%): persone che utilizzano la rete in tutte le fasi del processo d’acquisto. A seguire, gli InfoShopper, ossia coloro che utilizzano il web per informarsi o servirsi di un servizio post vendita anche se l’acquisto si conclude offline (16 milioni di persone, il 37% degli utenti Internet). La differenza sostanziale,
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quindi, risiede nell’attitudine al pagamento: gli InfoShopper sono molto più cauti quando si tratta di acquistare prodotti che richiedono un pagamento anticipato (78% vs 47% degli eShopper), che non si possono vedere o toccare (80% vs 39%) o senza avere un contatto diretto con il venditore (71% vs 35%). Per quanto riguarda gli eShopper, il segmento più numeroso è quello dei Cherry Picker (8,1 milioni, il 29% degli eShopper): utenti che si affacciano per la prima volta al mondo degli acquisti online. Seguono gli Everywhere Shopper: consumatori più evoluti che si muovono liberamente da un canale all’altro nella loro relazione con i brand (6,9 milioni, il 25% degli eShopper). Sono 6,4 milioni (il 23% degli eShopper), invece, i Money Saver: utenti che usano la rete solo per soddisfare la loro esigenza di risparmio. Una caratteristica condivisa con i Pragmatic (anche loro il 23% degli eShopper), ossia le persone che si avvicinano all’eCommerce principalmente per risparmiare tempo e denaro e per accedere a un processo di acquisto più efficiente.
«Ci troviamo di fronte a consumatori che vivono la multicanalità come uno spazio integrato di interazione con la marca. Gli individui ormai seguono percorsi di acquisto differenziati in relazione a attitudini e prodotti di interesse e, nel contempo, cambiano comportamento in virtù del contesto in cui si svolge il percorso di acquisto», ha affermato Giuliano Noci, responsabile scientifico dell’Osservatorio Multicanalità. Detto altrimenti, il negozio fisico non è una specie in via d’estinzione. La sfida, allora, è quella di approfittare di questa evoluzione: «Ciò che continua a cambiare sono gli schemi di path-to-purchase, sempre più personalizzati, contestuali e differenti a seconda della categorie. Online-offline non è più una dicotomia e i dati lo confermano», ha spiegato Stefano Cini, sales & marketing analytics leader South Europe di Nielsen.
I settori della multicanalità
Ma cosa comprano gli utenti multicanale? Per rispondere, la ricerca 2019 ha indagato come ciascun gruppo di Internet User affronta le diverse fasi del processo di acquisto. Nei settori elettronica e viaggi la maggior parte della popolazione si informa prevalentemente online (rispettivamente nel 65% e nel 74% dei casi), mentre nelle altre categorie merceologiche è più frequente affidarsi ai canali tradizionali. Il 90% degli Everywhere Shopper, per esempio, cerca online informazioni sui viaggi, l’89% su elettronica e informatica, il 65% sulle assicurazioni, il 59% sull’abbigliamento e il 58% su prodotti di bellezza. Le percentuali scendono sotto la metà del campione per il largo consumo (46%) e i farmaci (47%) N.G. novembre 2019 | retail food
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f servizi e fornitori News IMOON AMPLIA IL CATALOGO CON FALT E BELL DI MAKRIS
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ue novità in casa Makris, brand di illuminazione giovanissimo ma già affermatosi nel mondo retail grazie alle soluzioni di indoor lighting come Flat e Bell. Queste due creazioni vanno a incrementare la qualità e la varietà delle referenze proposte dal catalogo Imoon, studio di progettazione e installazione di soluzioni illuminotecniche. In particolare, Flat è la lampada progettata dall’architetto Gianpietro Tonetti e acquisita da Makris all’indomani della prematura scomparsa del suo ideatore. Disponibile in tre varianti (a terra, da parete, sospesa), Flat si caratterizza per una struttura è in pmma lucido e l’implementazione della tecnologia Philips Hue che, grazie all’omonima app, consente di regolare l’intensità e la tonalità di colore della luce. Non è da meno Bell, progettata in collaborazione con lo studio Area 17: forma tronco-conica, in legno e metallo, di grandi dimensioni questa lampada è definita come “un’istantanea in movimento” che ben si adatta a contesti scenografici.
VERIFONE ITALIA CAMBIA SQUADRA E PUNTA A CONQUISTARE IL POS
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on l’introduzione di un nuovo team manageriale e uno staff di figure professionali, Verifone Italia annuncia le proprie ambizioni: rafforzare la propria presenza sul mercato nazionale e ampliare il business dei sistemi di pagamento che conta già su oltre 30 milioni di dispositivi attivi. Attiva dal 1981, Verifone è presente in oltre 150 paesi in cui annovera tra i propri clienti brand, istituzioni finanziarie e importanti payment service providers. A guidare la sede italiana è Federico Fanello, nuovo managing director di Verifone Italia, con alle spalle Federico Fanello, nuovo un’esperienza professionale nella comunicazione managing director e nel marketing per aziende attive nel settore dei di Verifone Italia pagamenti come PayPal e SafeCharge. Al suo fianco, nel ruolo di head of sale, entra Fabrizio Grassi, con pluriennale esperienza nel settore bancario e dei sistemi di pagamento con CartaSi e Ingenico. L’obiettivo è quello di spingere sul Pos. In questa direzione si pone la nuova linea di terminali Verifone Engage: «Nativamente predisposti per essere device evoluti, oltre ai più comuni metodi di pagamento, i nostri Pos sviluppati aprono ai più comuni servizi a valore aggiunto come gli alternative payments method Alipay e WeChat, la gestione dei token per riconoscimento automatico del cliente, gift card e programmi loyalty, wallet, ricariche telefoniche, validazione e dematerializzazione dei buoni pasto cartacei, coupon per promozioni e altro ancora», ha spiegato Fanello. 88
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FRESCOFRIGO SBARCA A NEW YORK CITY
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a startup italiana FrescoFrigo arriva nella Grande Mela installando uno dei suoi frigoriferi intelligenti all’interno del quartier generale di un’importante realtà statunitense che opera nel settore RE. I clienti potranno visionare i prodotti dalla grande vetrina frontale del frigorifero intelligente, sbloccare e aprire il frigo tramite una mobile app, scegliere le referenze che preferiscono e concludere l’acquisto semplicemente chiudendo la porta del frigo. La tecnologia RFID con connessione in cloud rileva l’operazione e addebita elettronicamente al cliente il costo dei prodotti scelti. L’arrivo oltreoceano, nella Grande Mela, segna per FrescoFrigo la prima fase del test verso l’espansione internazionale, uno dei suoi principali obiettivi sin dalla costituzione, avviata appena un anno fa. «Questo è il tipo di mercato in cui testare la scalabilità e l’incisività di FrescoFrigo come canale di vendita, in grado di offrire comodità ai consumatori finali e capillarità ai food vendor. Due aspetti che il mercato cerca oggi e ciò che FrescoFrigo è in grado di offrire in modo efficace, attraverso un business model profittevole e sostenibile sia per noi che per i nostri partner», ha commentato Nino Lo Iacono, cofondatore nonché coo & head of tech di FrescoFrigo. All’interno dei frigoriferi intelligenti, i clienti americani potranno trovare i piatti della catena di ristoranti Proper Food. Per quanto riguarda le modalità di pagamento, invece, così come già succede negli altri contesti operativi, anche in Usa sarà Stripe ad occuparsene.
SKEBBY LA PIATTAFORMA CHE PUNTA SUL MARKETING SMS
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hi ha detto che gli SMS sono caduti nel dimenticatoio? Superati dall’avvento delle app di messaggistica istantanea, gli SMS trovano nuova vita come strumenti di marketing. Lo sa bene Skebby, piattaforma avanzata che consente ad aziende retail (circa 10mila già attive) di informare tramite messaggio la propria clientela su promozioni, eventi, appuntamenti, iniziative. Secondo una ricerca effettuata dalla società su 1.030 persone dai 18 anni in su che hanno visitato il sito o altri siti partner in un periodo di tre mesi, l’88,8% del campione ha affermato di leggere gli SMS ricevuti, soprattutto se da un mittente conosciuto. Una percentuale che dà la misura del mercato potenziale che può essere raggiunto attraverso pochi click su Skebby.it. Ad avvantaggiarsi di questa soluzione, per esempio, è stato il brand Dondo, il più antico calzaturificio italiano con sede a Trieste: «Grazie all’utilizzo di Skebby per l’invio di SMS, riusciamo a comunicare in modo tempestivo ai clienti le ultime novità. Siamo molto attenti a non annoiarli mai, ci piace infatti proporre argomenti sempre nuovi negli SMS inviati. Siamo così riusciti a generare un buon passaparola e ritorno sull’investimento», ha commentato Massimo Dondo, proprietario dell’omonimo brand.
NUOVE LINEE PER GLI SCANNER DATALOGIC
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accogliere dati in maniera automatica è la specialità di Datalogic, leader mondiale nel settore dell’automazione industriale, che ha lanciato sul mercato i nuovi modelli PowerScan e Falcon. A caratterizzare queste soluzioni è l’adozione della tecnologia imager 1D/2D Near/Far con funzionalità Auto Range che permette di acquisire codici a barre a diverse distanze (fra i 15 cm e i 20 metri, anche in condizioni di cattiva illuminazione). In questo modo, l’operatore può spostarsi più facilmente durante la sua attività riuscendo a scansionare un codice ravvicinato o posizionato sopra un pallet. Grazie a un potente sistema di illuminazione Led, inoltre, l’imager proietta un riquadro di luce che, a distanze ravvicinate, può essere utilizzato come indicatore dell’area di lettura. Testati e certificati contro cadute ripetute, impermeabilità all’acqua, alla polvere e resistenti a temperature estreme, questi prodotti sono estremamente robusti e in grado di operare anche in ambienti difficili.
AISSYSTEMS, RAGGIUNTO ACCORDO PER IL BRAND SUNMI
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ccordo raggiunto fra AISsystems e Shanghai Sunmi Tech nology per la distribuzione in esclusiva per il territorio italiano dei terminali self-service di marca Sunmi. Dalla collaborazione nasce anche una nuova linea di totem e chioschi multimediali con sistema Android e servizio cloud incluso mediante il quale è possibile controllare, aggiornare, monitorare e settare ogni terminale da remoto. In aggiunta, vengono inserite gratuitamente numerose app per la gestione delle code, il pagamento delle utilities, il digital signage e il flusso, di vendita. L’obiettivo è quello di fornire un device flessibile con un interfaccia chiara e leggibile che riesca a supportare ulteriori implementazioni tecnologiche come i sistemi di pagamento con riconoscimento facciale tramite webcam 2D con luce strutturata.
TOSCA ACQUISISCE LE CASSE POLYMER LOGISTICS
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er espandere la sua presenza geografica e aumentare il suo portafoglio prodotti, Tosca ha deciso di acquisire Polymer Logistics. L’operazione, la cui cifra non è stata comunicata, si inserisce all’interno di una strategia di ampliamento dei prodotti e dei servizi offerti ai clienti. Attiva nel settore dei materiali riciclabili per l’imballaggio, Tosca è leader nel mercato nordamericano. Con 950 dipendenti e 14 centri di assistenza sul territorio statunitense, l’azienda lavora con i più grandi e importanti rivenditori di generi alimentari fornendo soluzioni per la spedizione di prodotti deperibili. A queste potrà ora aggiungere gli imballaggi retail ready di Polymer Logistics, azienda fondata nel 1994 e specializzata in contenitori riutilizzabili per il mercato alimentare e retail. Con i suoi impianti produttivi in Israele, la società opera negli Usa, Regno Unito ed Europa continentale. A seguito dell’acquisizione, il brand Polymer Cleanpal sarà scorporato in un’entità separata all’interno dell’azienda sotto la direzione di Gideo Feiner, fondatore e ceo di Polymer.
REPUP, INVESTIMENTI PER LA REPUTAZIONE ONLINE
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econdo uno studio commissionato da TripAdvisor, il 93% degli italiani ammette di scegliere un locale basandosi sulle recensioni trovate online. Su questa base, a settembre 2018, è nata RepUP: startup innovativa che offre una gestione professionale dei commenti e dei profili di food retailer sulle principali piattaforme di recensione online. Un’attività che ha attirato l’attenzione di Seed Money, società composta da un team di 170 business angel che ha investito direttamente nel capitale di RepUP con l’obiettivo di accelerarne lo sviluppo. E i margini per crescere ci sono se si pensa che, ad oggi, meno di una recensione su dieci riceve risposta. «I ristoratori hanno bisogno di qualcuno che li sgravi completamente da questo lavoro, perché chi trascorre 12 ore al giorno in sala, in cucina, al bancone o alla cassa non ha il tempo di dedicarsi anche alle piattaforme di recensioni. La critica serve a far crescere le aziende e il mercato, ma quando non è mediata diventa sterile e pericolosa», ha spiegato Roberto Carcangiu, co-founder di RepUP.
GIGLIO GROUP APRE ALL’ECOMMERCE FOOD
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ashion e design non bastano più, per Giglio Group è tempo di dedicarsi al food. La società italiana fondata nel 2003, specializzata nella progettazione, realizzazione e gestione di portali eCommerce (100 brand italiani hanno già deciso di affidare all’azienda la gestione delle vendite online e superano quota 50 le vetrine sui principali marketplace del globo), ha siglato diverse partnership con aziende produttrici di beni alimentari. L’elenco comprende: Riso Scotti, Fratelli Carli, Generale Conserve, Everton e Bosca. L’obiettivo è quello di aiutare le società a raggiungere i propri consumato-
ri attraverso la presenza nelle vetrine dei principali marketplace. «Qualche decennio fa il settore alimentare subiva un’importante mutazione: si affacciava alla GDO in un mondo in mano ai grossisti. Nonostante lo scetticismo iniziale di molti operatori del settore oggi, a distanza di molti anni, ci troviamo di fronte a un ulteriore e più radicale cambiamento: l’ingresso dell’eCommerce nel mondo del food. Per le aziende del settore è cruciale cogliere questa nuova grande opportunità», ha commentato Alessandro Giglio, presidente e ad di Giglio Group. novembre 2019 | retail food
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News international
METRO VENDE LA FILIALE CINESE A WUMART
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on un accordo dal valore di un miliardo di euro, il brand tedesco Metro ha ceduto la maggioranze della propria filiale cinese a Wumart dando avvio a una joint venture che prenderà il controllo del business asiatico. L’operatore della Gdo, che conta già più di mille punti vendita sul territorio generando un fatturato di circa 7,8 miliardi di dollari nel 2018 grazie anche a una forte interazione con l’eCommerce Dmall, con questa operazione si assicura la gestione di 97 fra punti vendita e asset retail lasciando nelle mani di Metro il 20% del business (vendibili fra due anni). L’obiettivo da parte del retailer tedesco, che ha chiuso l’ultimo esercizio con un fatturato di 36,5 miliardi di euro globali, è quello di continuare la riorganizzazione delle proprie attività concentrandosi sui canale Ho.Re.Ca e wholesale europei. Sempre seguendo questa strategia, Metro aveva già provveduto alla vendita della catena di department store Kaufhof nel 2015, del brand di elettronica di consumo Ceconomy e degli ipermercati a marchio Real.
FNAC DARTY, Q3 POSITIVO IN BENELUX E ONLINE
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erzo quarto positivo per Fnac Darty che ha aumentato il proprio fatturato grazie alle performance del canale online e dei punti vendita diffusi nel Benelux. Il distributore di elettronica di consumo ed elettrodomestici francese ha raggiunto quota 1,82 miliardi di euro di vendite con un aumento del +3,7% rispetto allo stesso periodo del 2018. Escludendo le acquisizioni, il fatturato è cresciuto dell’1,7%. In particolare, è stata la regione del Benelux a generare la crescita maggiore con un +9,5% e 250 milioni di euro di vendite (comprese le insegne Vanden Borre e BCC) a cui ha contribuito la felice integrazione del portale olandese Wehkamp. Proprio l’online si è dimostrata l’altra leva per il successo del gruppo. Con una crescita a doppia cifra, infatti, l’eCommerce è arrivato a coprire una quota del 19% del fatturato totale. Non è un caso, quindi, che Fnac Darty abbia deciso di investire ancora di più in questo canale abilitando il roll out del servizio “1 hour click&collect” per alcune categorie di prodotto. Dati e iniziative che confermano le previsioni in vista dei conti di fine anno quando ci si attende un margine operativo fra il 4,5 e il 5%.
HUDSON’S BAY, SCOCCA L’ORA DELL’OPA
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n gruppo di azionisti della parent company Saks Fifth Avenue ha raggiunto un’intesa con il board di Hudson’s Bay per rilevare le quote del gruppo ancora in loro possesso. Scocca quindi l’ora dell’Opa (offerta pubblica di acquisto) al prezzo di 10,3 dollari canadesi per azione che fanno un totale di 1,9 miliardi di dollari canadesi. A guidare il gruppo di investitori è Richard Baker, chairman di Hudson’s Bay, a cui si sono accodate società di investimento come Rhone Capital, Hanover Investments e Abrams Capital Management. L’operazione prevede l’acquisizione del 57% del capitale della società di Toronto, che controlla anche le insegne Saks Off 5th e Lord & Taylor, e il suo delisting dal borsino azionario canadese. Attivo dal 1670, Hudson’s Bay gestisce una rete di 300 punti vendita in Nord America che hanno scontato le difficoltà del settore retail e la difficile transizione verso l’eCommerce.
CAMBIO AL VERTICE DI UNDER ARMOUR DOPO 23 ANNI
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opo 23 anni alla guida di Under Armour, Kevin Plank fa un passo indietro. Dal primo gennaio 2020, il fondatore del marchio americano di abbigliamento sportivo lascerà il ruolo di ceo per assumere quello di executive chairman e brand chief. Al suo posto entrerà in carica Patrick Frisk, che avrà anche un ruolo all’interno del board esecutivo. Arrivato in Under Armour nel 2017, Frisk vanta una lunga esperienza in posizioni dirigenziali per aziende del calibro di Aldo Group e VF Corporation. L’avvicendamento segna un cambio di prospettiva per il marchio che ora punta ad ampliare il proprio giro d’affari e innalzare la qualità del proprio prodotto. In questa logica, per esempio, si inserisce la collaborazione con Virgin Galactic, la società di Richard Branson impegnata nello sviluppo commerciale dei viaggi spaziali. Secondo gli accordi, Under Armour si occuperà di realizzare la tuta per i futuri astronauti.
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f International News BONMARCHÉ IN AMMINISTRAZIONE CONTROLLATA CAUSA BREXIT
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li sforzi non sono bastati, Bonmarché ha attivato le procedure per l’amministrazione controllata. Il retailer britannico con un network di 318 negozi specializzati in abbigliamento femminile over 50 continuerà le proprie operazioni salvaguardando, per il momento, il lavoro di 2.887 dipendenti. «Siamo rammaricati – ha affermato il ceo Helen Connoly – Abbiamo lavorato per mesi per modificare il nostro modello di business e cercare una soluzione alternativa ma siamo arrivati alla conclusione che la nostra strategia non funziona». Fra i motivi che hanno pesato sulle performance di Bonmarché, oltre alla concorrenza dell’eCommerce e l’aumento dei costi operativi per operare nel canale high street, ci sarebbero anche le incertezze legate alla Brexit: il deprezzamento della sterlina avrebbe messo ulteriori pressioni su precarie logiche di acquisti di prodotti all’estero. Fondata nel 1982, Bonmarché aveva già affrontato la medesima situazione nel 2012 (assieme al brand gemello Peacock). Stavolta, però, a rimetterci sarebbe anche Spectre, la società di investimento del miliardario scozzese Philip Day (proprietario del marchio Woollen Mill) che ad agosto aveva rilevato il 95% delle quote societarie senza riuscire a far fronte a perdite per 6 milioni di sterline.
H&M NEL FASHION SECOND HAND CON IL 70% DI SELLPY
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nche il retailer svedese H&M si butta sul business dei vestiti di seconda mano rilevando la maggioranza di Sellpy, piattaforma di re-commerce nata nel 2014. Si tratta del secondo investimento da parte del gigante scandivano del fast fashion nella piattaforma dopo quello del 2015. Ora la quota detenuta sale al 70% con l’obiettivo di raggiungere il 74% attraverso la filiale d’investimenti Co:Lab. In cinque anni, Sellpy è cresciuta fino a diventare una piattaforma di recommerce di successo con un grande potenziale di espansione e punta sul mercato internazionale, a partire dalla Germania. Un’operazione che sarà supportata da un investimento di circa 60 milioni di corone svedesi (circa 5,2 milioni di euro). Il motivo? «Sellpy ha un modello di business circolare unico nel suo genere, che si allinea perfettamente con la visione del gruppo H&M per diventare completamente circolare», ha affermato Nanna Andersen, head di Co:lab. Al di là dei valori aziendali, però, c’è una considerazione molto più pragmatica: il mercato second hand cresce a ritmo vertiginoso. Secondo il Resale report 2019 di ThredUp, piattaforma Usa attiva nel settore, il mercato dell’usato a stelle e strisce vale già 24 miliardi di dollari e nel 2023 toccherà 51 miliardi. Una crescita che passerà dalla rivendita dei prodotti fashion. Un business che entro il 2028 supererà il fast fashion: 64 contro 44 miliardi di dollari.
FIVE BELOW E NERD STREET GAMERS: 280 MQ PER I VIDEOGIOCHI
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on un finanziamento di 12 milioni di dollari, la catena americana di discount Five Below ha deciso di puntare sul produttore di accessori per il settore videoludico Nerd Street Gamers. L’operazione, che chiude un round di finanziamento a cui hanno partecipato anche Comcast, SeventySix Capital ed Elevate Capital, pone le basi per una collaborazione retail che dovrebbe vedere la luce all’inizio del 2020. Secondo l’accordo, Five Belows e Nerd Street Gamers inaugureranno uno spazio commerciale di circa 280 mq dedicato alla vendita di articoli videoludici professionali nelle vicinanze dei punti vendita del discount. In prospettiva, la collaborazione potrebbe estendersi a 70 location negli Usa. Lo scopo per Five Below è quello di attrarre una clientela giovane e differenziare la propria offerta puntando su un appeal tech. Il settore dei negozi sottocosto, infatti, sta vivendo un momento di transizione con risultati in chiaroscuro come dimostrano le 150 aperture previste da Five Below nel prossimo anno e la chiusura di 400 store da parte del competitor Family Dollar.
FLIPKART LANCIA LA SFIDA GROCERY AD AMAZON
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opo il rodaggio conseguente all’acquisizione da parte di Walmart avvenuta lo scorso anno, Flipkart è pronta a lanciare la sfida ad Amazon. Il terreno di scontro è quello del grocery, settore in cui la piattaforma di eCommerce indiana vuole concentrare le attività della neonata divisione Flipkart Farmermart. A disposizione, un investimento di circa 300 milioni di dollari per organizzare supply chain, logistica e stoccaggio necessari a garantire l’operatività del business. In palio c’è la leadership in un settore, quello del grocery, che vale circa 200 miliardi di dollari in India e punta ad aumentare il proprio giro d’affari grazie all’online (dove le vendite dovrebbero toccare i 380 milioni di dollari a fine 2019).
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GYMBOREE TORNA IN VITA GRAZIE A THE CHILDREN’S PLACE
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uova vita, virtuale, per Gymboree. Il brand specializzato in abbigliamento per bambini tornerà sul mercato del fashion dopo la richiesta di bancarotta concordata di gennaio (la seconda in due anni di attività ) che ha portato alla chiusura del network di 800 store. A rilevare i diritti commerciali di Gymboree e del brand Crazy 8, per un valore di 76 milioni di dollari, ci ha pensato The Children’s Place. Il piano prevede il rilancio del portale Gymboree.com nel 2020 e l’implementazione di shop-in-shop all’interno di 200 location (su 960 totali) fra Stati Uniti e Canada. A supportare questa operazione ci sarà un nuovo programma di fidelizzazione del cliente, la possibilità di usufruire di un catalogo integrato di articoli su tutti i siti del gruppo e una serie di iniziative legate a vendite-evento (per compleanni, ritorno a scuola, ecc.). «Crediamo fortemente in un approccio multicanale che sappia combinare una shopping experience online e in-store al fine di intercettare nuovi clienti», ha affermato Claudia Lima-Guinehut, vicepresidente di The Children’s Place.
VISIONWORKS CAMBIA PROPRIETÀ CON VSP GLOBAL
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on una mossa decisa sul mercato retail Usa, VSP Global (azienda del gruppo Vision Benefit) ha acquisito la catena Visionworks, il sesto retailer americano nel settore dell’occhialeria. In questo modo, VSP Global si assicura una rete di 700 punti vendita in 40 stati americani. Gli store continueranno a operare sotto l’insegna Visionworks in attesa di future possibili integrazioni. Per VSP si tratta del maggiore investimento in 65 anni di attività e riflette il progressivo abbattimento delle barriere fra healthcare e retail in atto dall’altra parte dell’Atlantico. L’operazione fa seguito al debutto nel mercato fisico di VSP con l’insegna Eyeconic che a sua volta rappresenta l’estensione retail dell’omonima piattaforma di eCommerce in cui, oltre al prodotto, si possono acquistare i servizi oculistici offerti da VSP.
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f Vetrina Pepite Bonduelle, vegane per la ristorazione Composte al 100% con legumi e verdure, le Pepite di Bonduelle arrivano sul mercato dell’ambient secco in tre varianti: lenticchie rosse e carote, piselli e zucchine, ceci e mais. Perfette per il consumatore consapevole e il commensale vegano, queste polpette sono estremamente versatili. Pronte in poco tempo, possono guarnire insalate e zuppe o essere servite come finger food. Utile il formato da 1 kg per i professionisti della ristorazione.
De Nigris innova con Aceto di vino dal Campo Con l’Aceto di vino dal Campo, l’azienda modenese De Nigris punta a innovare un prodotto antico come l’aceto. La referenza disponibile in bottiglie di vetro da 750 ml è realizzata a partire da uve 100% italiane provenienti da diverse Regioni i cui vitigni sono gestiti da agricoltori Coldiretti. L’acidità al 6% ne fa un prodotto ideale per il condimento. L’Aceto di vino dal Campo fa parte del progetto Filiera Italia, iniziativa nazionale che promuove le eccellenze agroalimentari della Penisola.
Innocent, dopo gli smoothie arrivano i succhi Se il successo è arrivato con gli smoothie, ora Innocent cerca di confermarsi con i succhi. Preparate con frutta altamente selezionata senza aromi, concentrati, coloranti o zuccheri, le bevande sono distribuite in bottiglie da 900 ml (in plastica riciclata, tappo compreso) che contengono circa quattro razioni di frutta giornaliere. Tre gli abbinamenti in vendita: ananas e frutto della passione, mela e lampone, il trio pesca, mela e pera.
Caffarel a tutta crema con fondente e gianduia Dopo il successo dello scorso autunno, Caffarel ci riprova con la sua Cremosa ed espande la linea di creme spalmabili dedicate all’Ho.Re.Ca. con una referenza al cioccolato fondente. Utile per colazioni e merende, la crema si adatta bene al contesto bar nella sua versione per un utilizzo espresso. Per i puristi, invece, c’è la nuova linea di tavoletta alla gianduia con la ricetta originale del 1865 declinata in tre varianti.
Olitalia forza cinque con I Delicati Cinque referenze per l’abbinamento perfetto grazie a Olitalia che lancia la linea I Delicati. L’azienda di Forlì, specializzata nella produzione e fornitura di oli e aceti per il food service, ha lavorato con JRE e Associazione Verace Pizza Napoletana per selezionare le giuste note di gusto. In questo modo l’olio diventa ingrediente e non solo condimento per esaltare il piatto e a seconda delle pietanze (pasta, pesce, carne, verdure e pizza).
Pistì celebra le feste con Brontese Manca poco a Natale e l’azienda siciliana Pistì sforna il panettone Brontese. L’impasto realizzato con lievito madre e lasciato crescere per 36 ore offre morbidezza, fragranza e digeribilità al dolce iconico delle feste. Ingrediente principale, la crema al pistacchio verde di Bronte Dop. Colore ripreso anche nel packaging che si presenta elegante e accattivante grazie a un fiocco dorato che ne fa anche una soluzione regalo. 94
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f La Foto
Primo opening internazionale, a Como, per il progetto “for&from” di Inditex: il negozio per l’integrazione di persone con disabilità. Il punto vendita, aperto insieme a Cometa, offre calzature e accessori di stagioni precedenti di tutti i marchi del Gruppo. Il programma “for&from” annovera un totale di 15 negozi, che generano oltre 200 posti di lavoro per persone con disabilità. 96
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