retailfood TRAVEL RETAIL SHOPPING CENTER
Altarea Cogedim
aprile 2019 • € 5,00 - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
svela l’affare Centostazioni Mercato Centrale raddoppia nelle grandi stazioni
Accordi bilaterali: Ue-Giappone, una partnership più opportunità Dossier shopping center: GrandApulia
Gala dinner e premiazione 9 maggio Stadio San Siro Milano
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RETAIL&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre R&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 9.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 181.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communities di riferimento.
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Anno 14 · numero 4 - aprile 2019 Direttore responsabile Andrea Aiello
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svela l’affare Centostazioni
Coordinamento editoriale Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it In redazione Nicola Grolla - nicola.grolla@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it
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INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&food
Mercato Centrale raddoppia nelle grandi stazioni
Accordi bilaterali: Ue-Giappone, una partnership più opportunità Dossier shopping center: GrandApulia
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retailfood una rivista edita da: Edifis Spa Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 02 3451230 - Fax +39 02 3451231 www.edifis.it
ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE
N. 4 aprile 2019
SOMMARIO
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6 News 16 News opening
20 STAR TREK
ELETTRONICA DI CONSUMO Destinazione Unieuro
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PAROLA DI SIMONE MALTEMPI Altarea Cogedim, dai centri commerciali alle stazioni: l’evoluzione del retail
26 FLAGSHIP STORE
Mercato Centrale, prossime fermate: Torino e Milano
28 DOSSIER AEROPORTI
In&out, la crescita a doppio senso di Fiumicino
33 REPORTAGE EVENTO Adattarsi o scomparire: l’alternativa che spinge l’evoluzione
36 WORLD TRAVEL RETAIL
38 ACCORDI BILATERALI Partenariato UE-Giappone. Cosa cambia?
42 SCIENZE & RETAIL
Il neuromarketing per l’analisi del marketing integrato in-store e on-line
68 Vetrina 70 La foto
72
CONTRARIAN La fine degli A380
44
DOSSIER SHOPPING MALL GrandApulia a regime, leader nel bacino
48 GDO & SOMMINISTRAZIONE Eat&Shop per il pranzo di giovani e professionisti
20
51 ANALISI DI MERCATO Tutti i numeri del food retail
22
56 NEONATA
Scrambler Ducati Food Factory, la libertà del gusto
59 FOCUS PROGETTAZIONE
E ARREDO Gli artisti del concept
64 News servizi e fornitori 66 News international
RUBRICHE
6 STOCK OPTION 8 NEW MARKETS OUTLOOK
12 LA RUBRICA LEGALE 37 DUTY FREE WORLD aprile 2019 | retail food
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News
MILANORD2: GRAND OPENING NEL 2022
U
n nuovo destination center sorgerà entro il 2022 lungo il perimetro nord di Milano, a Cinisello Balsamo dove sino alla fine del 2015 era attivo il centro commerciale Auchan. Il progetto Milanord2 vede protagonisti LSGI Italia e CEETRUS, impegnati in una partnership paritetica, e comporta un investimento di circa 700 milioni di euro, ai quali se ne aggiungeranno altri 300 circa in quota agli operatori, per un valore complessivo di un miliardo di euro. L’operazione è stata presentata a Palazzo della Triennale a Milano da Birger Strom, presidente di LSGI Italia, e Davide Zanchi, AD di SCC Italia, società del gruppo LSGI che si occuperà della commercializzazione degli spazi e della gestione del business. Come sottolineato da Birger Strom, il progetto sarà unico in Italia e in Europa per la sua vocazione polivalente, finalizzata a soddisfare i diversi desideri della popolazione residente e non solo quelli legati allo shopping. Elemento distin-
VENDITALIA 2020 SARÀ A RHO
A
Fieramilano-Rho, dal 20 al 23 maggio 2020, tornerà la più importante manifestazione internazionale della Distribuzione Automatica, capace di richiamare ad ogni appuntamento biennale oltre 20.000 visitatori. L’evento, organizzato da Venditalia Servizi e promosso da Confida - Associazione Italiana della Distribuzione Automatica, rappresenta i diversi comparti merceologici dell’intera filiera della distribuzione automatica. La manifestazione torna dopo il successo del 2018 che ha visto la presenza di oltre 300 espositori provenienti da 22 Paesi distribuiti su 14mila mq di superficie espositiva. Venditalia, che nel frattempo ha rinnovato le cariche istituzionali, confermando Ernesto Piloni alla presidenza della manifestazione per i prossimi 3 anni (vicepresidente sarà Stefano Piccinini), rappresenta la vetrina di tutti i segmenti del settore: dalle tecnologie delle vending machine alla varietà dei prodotti alimentari. Un settore dinamico testimoniato anche dalla forte componente di innovazione presente in fiera: i distributori automatici di nuova generazione sono un esempio tangibile di come viene applicata l’intelligenza artificiale alla vita di tutti i giorni.
tivo di Milanord2 sarà Sky Plaza, uno spazio di 41.000 mq dedicati ad attività ludiche a cielo aperto, che si trasformeranno a seconda delle stagioni e che saranno palcoscenico per giochi, sport, attrazioni ed eventi artistici e culturali, per la maggior parte ad accesso gratuito. Con l’obiettivo di rispondere alle diverse aspettative della clientela, oltre a Sky Plaza, Milanord2 proporrà un cinema multiplex, attività ludiche e culturali su 21.500 mq, un’offerta food & beverage di circa 10.000 mq, in parte collocata sullo Sky Plaza, e una proposta retail di 98.500 mq. Questa terza anima del progetto accoglierà, tra i vari operatori, un “Fresh Market” ispirato ai tradizionali mercati coperti e dedicato ai prodotti locali e bio.
Stock option |
BUY
NEUTRAL
SELL
ALICE PIZZA Fondata nel 1990 da Domenico Giovanni e arrivata a 159 punti vendita, Alice Pizza finisce nel portafoglio di IDeA Taste of Italy, fondo italiano gestito da DeA Capital e specializzato nel settore agroalimentare, che ne ha acquisto il controllo rilevando il 70% in capo alla famiglia Giovannini. Prossimi obiettivi: maggiori aperture nel Centro-Nord Italia e all’estero.
MCDONALD’S Scommessa digital per la catena di hamburger e patatine americana che ha investito 300 milioni di dollari nella società israeliana Dynamic Yield. Per McDonald’s si tratterebbe dell’acqusizione più costosa degli ultimi 20 anni. Un tassello necessario verso la completa transizione al digitale, con tanto di menu personalizzati, dinamici e geolocalizzati.
NIKE Multa da 14 milioni di dollari per Nike che, secondo l’Antitrust europeo, per 13 anni (dal 2004 al 2017) ha bloccato le vendite tra un paese e l’altro dell’Ue del merchandise di alcune note squadre di calcio da parte dei licenziatari. Una pratica che, nel tempo, ha provocato una riduzione delle possibilità di scelta per i consumatori e un rialzo dei prezzi.
COOP ALLEANZA 3.0 Nuovo piano di rilancio a tre anni dalla fusione per Coop Alleanza 3.0 che, nel quadriennio 2019-22, punta a rafforzare la propria attività retail attraverso una strategia finanziaria che prevede risorse per 3-3,5 miliardi di euro da reperire, se necessario, anche attraverso la cessione di alcuni asset non più strategici per la cooperativa.
CAVALLI L’occasione per la decisione finale è il CdA in programma a fine marzo, ma nel futuro di Cavalli potrebbe esserci il concordato in continuità finalizzato alla vendita a Blue Star Alliance. Un’operazione che potrebbe concretizzarsi entro luglio e dare così risposta ai lavoratori del brand che, nel frattempo, hanno aperto un tavolo di crisi alla Regione Toscana.
TOSCANA AEROPORTI Tempo di bilanci per Toscana Aeroporti che, dopo aver archiviato la querelle con il Governo sulla nuova pista di Firenze, ha presentato i conti del 2018: oltre quota 8 milioni di passeggeri e ricavi per 131,9 milioni di euro (+9,2% rispetto all’ultimo esercizio). Nel 2019, atteso il via ai lavori di ampliamento del Terminal di Pisa. AUTOGRILL Confermata la crescita dei ricavi del 5% a quota 4,7 miliardi per Autogrill che registra una solida crescita like-for-like del 3,4%. A trainare le performance positive è il canale aeroportuale con ricavi in crescita del 7,2%. Da sottolineare, anche i 4,1 miliardi utilizzati per nuovi contratti e rinnovi fra cui spiccano le acquisizioni di Le CroBag e Avila.
TOMMY HILFIGER Giù le serrande per i flagship di Tommy Hilfiger che in questo modo chiude gli ultimi due negozi full price negli Usa affidando la propria strategia di mercato a una nutrita rete di wholesaler e outlet. Una scelta in controtendenza con le strategie globali: il brand conta 1.500 store a prezzo intero nel mondo. L’obiettivo: coinvolgere i clienti digitali attraverso una customer experience di nuova generazione.
DIESEL Crisi Oltreoceano per Diesel che, con la sua filiale statunitense, ha fatto ricorso al “Chapter 11” (la legge sul fallimento) che offre all’azienda la possibilità di ristrutturarsi conservando la propria operatività. Un passo fondamentale per ridefinire la propria strategia di vendita che oggi conta su 28 store in 11 stati a cui si aggiungono collaborazioni con più di 200 retailer specializzati.
MiCo, Milano Congressi 8–9 May 2019
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News NEINVER: VENDITE NEGLI OUTLET A OLTRE 970 MILIONI NEL 2018
L
a società iberica Neinver, presente in Italia con Castel Guelfo e Vicolungo The Style Outlets, ha chiuso il 2018 facendo segnare un incremento delle vendite del portafoglio outlet, che ha raggiunto la cifra di 971 milioni di euro. Un aumento like-for-like del 3% rispetto all’anno precedente. I 15 outlet che la società gestisce in Spagna, Italia, Francia, Germania e Polonia hanno accolto 42,3 milioni di visitatori. Il tasso di occupazione del portafoglio outlet Neinver, che comprende 600 diversi brand e quasi 1.400 negozi, si è mantenuto alto, pari al 96 per cento. Gli asset che gestisce in Italia hanno registrato un incremento delle vendite pari all’1% e hanno accolto 6,3 milioni di visitatori nell’anno appena conclusosi. Il 2018, inoltre, ha visto Neinver investire sul centro della provincia di Novara una cifra pari a 9 milioni di euro per il restyling, cominciato lo scorso anno e attualmente in corso. I lavori comprendono, fra l’altro, l’ammodernamento della piazza principale, delle pensiline e dell’arredo urbano. È stata appena completata la prima fase del restyling, che ha interessato le pensiline a copertura del corsello e le facciate degli edifici, mentre i lavori proseguiranno in questi mesi coinvolgendo la piazza principale e gli ingressi del centro.
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retail food | aprile 2019
New Markets Outlook | a cura di Luca Esposito | esposito_mail@yahoo.it
Caro, vecchio, department store
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(Matahari, 150 punti vendita, e Ramayana), concentrandosi sui consumatori con redditi medio-bassi. Mentre i department stores stranieri (Lotte, Parkson e Central), posizionati sui brand di fascia alta, si rivolgono ai consumatori benestanti che vivono a Jakarta e ai turisti. Al contrario, in Malesia, i department stores rimangono un importante canale di distribuzione e rappresentano il tenant più importante di tutti i centri commerciali. Metrojaya e Parkson hanno ridefinito il loro portfolio prodotti per accogliere una più ampia selezione di marchi indirizzati anche ai clienti con redditi medio-alti. Tuttavia, questi ultimi sono ancora lontani dal lusso perché la maggior parte dell’offerta deve essere conveniente per il mass market. Gli stranieri Marks Spenser e Debenhams, presenti nei principali centri commerciali, sono rispettivamente orientati a un target donna adulta e alla moda britannica con prezzi concorrenziali. Mentre il lusso è rappresentato in Isetan e Robinsons. Infine, in Tailandia, dove il department store è ancora un edificio simbolo e un irrinunciabile punto focale per la comunità, un luogo dove la famiglia e gli amici possono riunirsi, gustare cibo e vivere attività creative. Essi sono anche luoghi chiave per organizzare eventi al coperto, come il lancio di nuovi prodotti, celebrare le festività e assistere a piccoli concerti. Siam Paragon e Central, ad esempio, al loro interno hanno Flagship store Parkson al Pavilion di Kuala Lumpur centri di musica, di educazione linguistica e sale per l’intrattenimento. La concorrenza è molto agguerrita e il paese è affolInoltre, i grandi marchi della moda e del lusso, opelato da marchi internazionali. rando direttamente attraverso monomarca, limiIl principale mall developer è Central Group che tano sempre più l’offerta di prodotti sul mercato e nel suo portafoglio ha diversi marchi di department ciò ha ulteriormente costretto i department store a store, tra cui il Central Department Store con posiripensare il proprio ruolo e le proprie strategie nel zionamento medio-alto e Robinson che serve consettore. sumatori con reddito medio-basso. Il suo principale La loro principale risorsa rimane sempre quella delrivale è The Mall Group che gestisce The Mall Dela membership card; attraverso i programmi di fepartment Stores, Siam Paragon, The Emporium e deltà e i servizi post vendita, essi infatti coltivano The EmQuartier con l’obiettivo di focalizzarsi magforti rapporti con il cliente finale. giormente sui giovani consumatori e sui turisti. Ad esempio, il Gruppo Mall, il principale developer e In conclusione, si confermano questi canali come operatore in Tailandia, gestisce un data base di circa entry strategy facendo attenzione alla segmentazio3 milioni di iscritti, di cui il 70% sono clienti attivi. ne imposta dai mutamenti del reddito pro capite e Ai membri VIP vengono inoltre riservati servizi prialle diversità peculiarità dei singoli paesi. Cosi covilegiati come l’accesso alle lounge, i parcheggi prime si conferma l’importanza dell’ASEAN (10 paesi, vati, il personale dedicato in negozio, la consegna a tra cui i principali Tailandia, Malesia, Indonesia e domicilio e gli inviti esclusivi agli eventi. Singapore) che conta una popolazione di 640 milioBisogna però analizzare in dettaglio cosa avviene ni di persone (la terza al mondo dopo Cina e India), nei principali paesi per capire lo stato di salute di con un potere di acquisto in aumento che aggiunquesti storici punti vendita. ge, ai consumi di base, acquisti crescenti nel settore In Indonesia, il contesto sembra ormai maturo. fashion e Lifestyle (la spesa per consumi di abbigliaI tradizionali department store locali, soffrendo una mento e calzature era di 51 miliardi di US$ nel 2017 dura concorrenza da parte degli operatori straniee si prevede raggiungerà i 78 miliardi nel 2022). ri, stanno razionalizzando la propria rete di negozi ome sappiamo, nei mercati ASEAN, le aziende nel settore fashion di medio-piccole dimensioni si rivolgono tradizionalmente ai department store o ai retailers multimarca al fine di penetrare il mercato. I principali retailer sono da sempre attivamente alla ricerca di nuove ispirazioni e nuovi prodotti per completare la loro offerta, i concept store come Jaspal in Tailandia, Good Dept in Indonesia e Fabspy in Malesia rappresentano buone opportunità per i nuovi designer. Mentre i department store, considerati storicamente come la porta del sud est asiatico per la moda occidentale, permettono ai marchi di espandere rapidamente la presenza sul territorio grazie alle proprie catene di negozi in diversi paesi. Questi ultimi però si trovano ad affrontare una fase critica: i consumatori, diventando sempre più sofisticati e ricercando prodotti più in linea con il proprio rinnovato stile di vita, sono ora meno in sintonia con quanto tradizionalmente offerto da questo canale distributivo.
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News
DELIVEROO: OBIETTIVO 100 MILIONI DI PERSONE RAGGIUNTE IN EUROPA NEL 2019
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ronta a collaborare con più di 85mila ristoranti e a sviluppare 1.700 nuovi virtual brand in tutta Europa entro la fine del 2019, Deliveroo nel Vecchio Continente punta a raggiungere nell’anno in corso 100 milioni di persone. Questi i principali obiettivi presentati dalla società di food delivery, presente ad oggi in 14 mercati e in più di 500 città in tutto il mondo. Parallelamente, nel 2019 Deliveroo collaborerà con 170mila rider in tutta Europa. Lato servizio, nell’ottica di una crescente personalizzazione, nel 2019 gli utenti inizieranno a vedere i prodotti personalizzati ai propri gusti sul menù dei ristoranti. Deliveroo mostrerà, infatti, ai suoi utenti i ristoranti in base agli esercizi in cui il cliente ha già ordinato in precedenza, così come i ristoranti dove è probabile che ordinino in base a precedenti attitudini e preferenze di profili di clienti simili. Questo è il primo grande passo dell’azienda per creare un’esperienza personalizzata per ciascuno dei propri clienti. Tale sistema sarà implementato prossimamente, quando verranno aggiunti ulteriori elementi per determinare quali ristoranti far vedere.
ADCC: IL RUOLO DEL DIRETTORE AL CENTRO
«P
er quanto possa essere standardizzato, il centro commerciale è una struttura inserita in un territorio. Di conseguenza, presenta caratteristiche uniche e irripetibili. Il direttore deve quindi essere una sorta di “tuttologo specializzato”, in grado di dialogare con le proprietà, spesso internazionali, con i tenant e la clientela». Nell’introdurre l’incontro in seno all’associazione che si è tenuto a Milano, Stefano Pessina, presidente di Adcc (Associazione direttori centri commerciali) nonché asset manager & letting advisor di Generali Real Estate da maggio 2018 e già direttore del centro commerciale Gli Orsi di Biella, ha sottolineato l’importanza della figura del direttore del centro commerciale. Ruolo su cui convergono diverse e crescenti responsabilità, dovute anche alle nuove tecnologie digitali. E proprio per questo motivo, ha sottolineato Pessina, è fondamentale che si investa sulla sua formazione e quindi sulla professionalità. L’incontro milanese ha visto intervenire numerosi ospiti, tra cui Mauro Abruzzese, CEO & managing director at OCM International ed ex manager in quota Svicom, che ha raccontato la propria esperienza nella regione del Kosovo, tuttora in essere presso The Village - Shopping & Fun di Ferizaj. Per far fronte alle sfide di un mercato sempre più competitivo, che non lascia spazio all’improvvisazione, «la direzione futura non può prescindere da una maggiore preparazione e qualificazione professionale – ha sottolineato, a margine dell’incontro, Gaetano Graziano, vicepresidente di Adcc – L’obiettivo dell’Associazione, dunque, è di organizzare corsi di formazione continua, avvalorati da una certificazione finale».
N
uovo investimento per Tip – Tamburi Investment Partners che ha rilevato le quote di Ovs in carico a Coin assicurandosi il controllo sulla catena di fashion accessibile italiana (circa 1.700 punti vendita in posizioni e location centrali) per un importo di 74.898.911,30 euro. L’acquisto, il cui perfezionamento ha avuto luogo prima del 12 marzo 2019, riguarda il 17,835% circa del capitale sociale di Ovs portando così Tip dal 4,9 al 22,7% del totale. Dopo la sottoscrizione dell’accordo avvenuta il primo marzo, la investment/merchant bank ha comunicato i principali razionali dell’investimento: diventare il singolo maggior azionista del leader italiano nell’abbigliamento, supportare il top management (che già partecipa al capitale di Ovs e che ha già dimostrato negli anni significative competenze nello specifico settore) nel progetto di ulteriore sviluppo del marchio e realizzare un’operazione di crescita selettiva di un gruppo che potrà trarre benefici da una visione industriale a medio-lungo termine. Una mission, quest’ultima, che Tip ha già dimostrato di portare a termine nei casi di Interpump, Prysmian, Moncler, Roche Bobois e Alpitour.
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TIP SI ASSICURA IL CONTROLLO DI OVS PER 75 MILIONI DI EURO
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L’EVOLUZIONE DEL
MANTENIMENTO IN TEMPERATURA
DI PASTI ED ALIMENTI
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retail food | aprile 2019
simplify your work S.D.S. srl Via Campo dei Fiori, 13 20010 Vittuone (MI) ITALY Tel. (+39) 02 37074200 www.grupposds.it
News CIRFOOD FISSA GLI OBIETTIVI 2019: 110 MILIONI DAL FOOD RETAIL
C
irfood presenta gli obiettivi del 2019: 700,6 milioni di euro di fatturato grazie a 105 milioni di pasti serviti e investimenti pari a 36 milioni di euro. Numeri che certificano la leadership dell’azienda italiana nel settore della ristorazione organizzata e che rappresentano una solida base per lo sviluppo commerciale. Presente in Italia, Belgio e Olanda, Cirfood ha nel proprio portfolio marchi come Viavai, Aromatica, Chiccotosto, Rita e Tracce. «La strategia di Cirfood per il 2019, in coerenza con il percorso intrapreso lo scorso anno, sarà finalizzata al consolidamento della leadership nella ristorazione collettiva italiana, allo sviluppo nei mercati esteri, in particolare europei, e alla crescita nella ristorazione commerciale attraverso l’apertura di nuovi locali», ha sottolineato la presidente Chiara Nasi. In particolare, ci si attendono 238,1 milioni di euro dalla ristorazione in scuole e università, 139,4 dal settore sociosanitario e 120,3 milioni dal comparto imprese. Mentre il settore commerciale raggiungerà i 110,6 milioni di euro di fatturato grazie all’apertura di 120 nuovi locali. La strategia di sviluppo in questo segmento prevede 12,6 milioni di investimenti e si fonda sul rafforzamento dei brand più tradizionali e sull’apertura di innovativi format di ristorazione. Attività che, nell’ultimo periodo, si è rinnovata anche grazie alla joint venture paritetica con FC Retail per i marchi RED e Antica Focacceria San Francesco.
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retail food | aprile 2019
La Rubrica legale | a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano
Medie e grandi strutture: si possono aggirare i limiti di metratura? Avv. Thomas Mambrini
U
n articolo apparso di recente sulla stampa locale ha portato l’attenzione su una questione, non certo nuova, legata alle modalità di realizzazione e organizzazione dei negozi per la vendita al dettaglio, in particolare nel caso in cui siano realizzati due o più esercizi nel medesimo immobile, che devono essere tali da non configurare, nei fatti, un’unica area di vendita e quindi un unico negozio. Il tema è rilevante, in particolare, per l’aspetto autorizzativo commerciale, considerato, per esempio, che la vigente legislazione identifica le varie tipologie di esercizi (vicinato, medie e grandi strutture) in ragione della quantità di superficie di vendita che ogni esercizio utilizza e sulla base di tali tipologie sono spesso stabilite le regole per l’insediamento degli esercizi di vendita da parte degli strumenti urbanistici, nonché rilasciati i titoli autorizzativi commerciali. La realizzazione di due esercizi che, in realtà, operano e si configurano come un’unica struttura di vendita, determina una patologia delle autorizzazioni amministrative rilasciate, nonché l’eventuale violazione delle norme urbanistiche sull’insediamento delle attività commerciali. A parte le eventuali prescrizioni contenute nelle normative tecniche (es. igienico-sanitarie, antincendio, etc.), non tutte le Regioni hanno dettato specifiche prescrizioni circa la realizzazione e l’organizzazione delle attività di vendita. La Regione Piemonte, per esempio, stabilisce che ogni esercizio commerciale corrisponde al luogo fisicamente delimitato mediante pareti continue, separato, distinto e in nessun modo direttamente collegato ad altro adibito ad altro esercizio di vendita. Similmente, Regione Lombardia ha previsto che l’area di vendita del singolo esercizio commerciale è circoscritta, separata e distinta da quella degli eventuali altri esercizi commerciali, anche se contigui. Le norme di cui sopra hanno codificato un principio che, possiamo dire, è proprio della materia, ossia quello della separazione degli esercizi di vendita, che devono essere realizzati in maniera tale da non consentire il passaggio del pubblico da l’uno all’atro. In questo senso, per esempio, una suddivisione realizzata con mezzi che non siano stabili e permanenti, es. delle scaffalature o delle transenne, solitamente non si ritiene idonea a garantire la separazione tra gli esercizi. Altri principi si possono ricavare, a contrario, dalla definizione di “struttura di vendita unitaria”, in particolare da quella di “centro commerciale”, già prevista dal D.lgs. 114/1998 e che le Regioni hanno recepito, seppur con qualche differenziazione, nelle proprie leggi in tema di attività commerciali. In linea generale, un centro commerciale si caratterizza per la compresenza di vari esercizi di vendita al dettaglio inseriti nel medesimo immobile, che usufruiscono di servizi e infrastrutture comuni e gestite unitariamente, collegati da percorsi su aree private che consentono l’accesso ai vari punti vendita. Relativamente agli accessi, nella prassi si ritiene che ogni esercizio di vendita debba averne di propri che conducano direttamente su suolo pubblico (es. strade e piazze pubbliche). La realizzazione di disimpegni su area privata (es. una bussola) dai quali sia possibile accedere a più punti vendita, può essere ritenuto sintomo della mancanza di autonoma degli stessi. Quanto ai servizi previsti dalla definizione di centro commerciale e che – è specificato – non devono essere comuni ai vari esercizi, si ritiene che il riferimento non sia necessariamente agli impianti (che potrebbero essere comuni, per esempio, in uno stabile condominiale che preveda attività commerciali al piano terra), ma più ragionevolmente agli spazi accessori, ad esempio, per il deposito delle merci, oppure alle aree dedicate al personale (spogliatoi, servizi igienici, uffici, etc.) o anche al pubblico (ad esempio, spazi accessori ove è presente ristorazione collegata a più esercizi di vendita). Per quanto riguarda le infrastrutture, un sicuro riferimento è alle aree a parcheggio, che potrebbero risultare comuni a più punti di vendita. Sul punto, l’allora Ministero delle Attività Produttive precisò che le aree a parcheggio che fossero eventualmente comuni a più esercizi di vendita non possono costituire, di per sé, un elemento che determini l’insorgere di una struttura di vendita unitaria, soprattutto qualora non si rinvengano ulteriori elementi in comune tra gli esercizi commerciali. Anche le modalità gestionali dei vari esercizi deve essere tale da non creare un collegamento tra loro. In questo senso, l’utilizzo di un’unica insegna, oppure la creazione di un marchio o logo comune che li identifichi, così come la realizzazione di campagne promozionali unitarie, per esempio, possono considerarsi indicativi di una gestione unitaria dei punti vendita. I principi e le indicazioni che sono stati brevemente esaminati devono necessariamente essere verificati in relazione alla singola fattispecie concreta, in modo da rilevare la sussistenza di quegli elementi di natura strutturale, distributiva degli spazi o gestionali, che evidenzino un collegamento tra vari esercizi commerciali, e valutarne le conseguenze sul piano autorizzativo commerciale.
AUGUSTO Contract – foodservice general contractor – è un’azienda di arredamento e il primo general contractor specializzato nella realizzazione “chiavi in mano” di locali di ristorazione commerciale, in Italia e all’estero. Affianca i brand del settore food&beverage nella crescita ed espansione nazionale ed internazionale. www.augustocontract.com
News
ASPETTANDO MAPIC FOOD
ARCHIMEDE: IL NUOVO CENTRO COMMERCIALE DI SIRACUSA
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mart people, smart place”. Così ha commentato su LinkedIn Francesco Pupillo, Deputy Director Mapic Markets, subito dopo l’incontro che si è tenuto di recente nella sede di Deliveroo. Tra i protagonisti, oltre allo stesso Pupillo, il direttore di retail&food, Andrea Aiello, e il presidente di Spazio Futuro Group, Roberto Bramati. Il format ha previsto due interviste: a Matteo Sarzana, General Manager Italy di Deliveroo, e Domingo Iudice, cofounder and marketing director di Pescaria. Presenti all’incontro, una quarantina di food retailer.
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retail food | aprile 2019
orta il nome di uno dei più grandi scienziati e matematici della storia e si pone l’obiettivo di essere altrettanto innovativo, moderno e rivoluzionario. Archimede è il nuovo centro commerciale che aprirà le porte il 23 maggio 2019, inaugurando un modello di shopping e intrattenimento inedito per Siracusa. Con un investimento di 50 milioni di euro, apporterà benefici al tessuto economico del territorio creando 800 posti di lavoro escluso l’indotto e dando nuovo impulso al commercio nell’area. Il nuovo progetto, sviluppato da CDS Holding nell’area in cui sorgeva il centro commerciale I Papiri, si caratterizza per un nuovo layout, 30mila metri quadrati di superficie commerciale su due livelli e un nuovo concept commerciale. Al suo interno vi saranno 8 medie superfici, 55 negozi con top brand nazionali e internazionali, alcuni dei quali esclusivi nel bacino d’utenza. Ci saranno inoltre una grande area dedicata all’in-
trattenimento per tutta la famiglia e, caratterizzata da avveniristica architettura, una nuova food court. Tantissimi i servizi dedicati ai visitatori e nuovo concept di leisure, primo fra tutti la FEC (Family Entertainment Center): un vero e proprio palcoscenico con un ricco palinsesto di eventi, attrazioni e attività ludiche per bambini e adulti. Il nuovo progetto pone particolare attenzione al design e all’architettura funzionale a creare una nuova polarità commerciale e spazi di incontro, socializzazione e aggregazione.
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f opening News ELENA MIRÒ: DUE NUOVE BOUTIQUE IN RUSSIA
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rosegue la partnership tra Elena Mirò e Jamilco per lo sviluppo in Russia, Kazakistan, Bielorussia e Armenia. L’ulteriore passo della strategia di espansione del brand è la conquista di San Pietroburgo con due nuove boutique, rispettivamente al Grand Palace e lungo il Bolshoy Prospect, la caratteristica e frequentata strada che attraversa il quartiere Petrogradskij. I due negozi saranno ispirati al nuovo store concept del brand di Piazza della Scala a Milano, espressione di italianità e caratterizzato da un design elegante e ricercato, realizzato utilizzando materiali premium e cromatismi caldi e luminosi che favoriscono la sensazione di comfort e inclusività. La collaborazione tra Jamilco ed Elena Mirò, avviata nel mese di ottobre, ha già portato all’apertura di 4 negozi in Russia (2 a Mosca e altrettanti a San Pietroburgo), destinati a raddoppiare entro la fine dell’anno: altri 2 ne verranno inaugurati a Mosca, 1 a Rostov sul Don e 1 a Ekaterinburg.
SIGNORVINO ESPANDE LA RETE, NUOVA APERTURA NEL LAZIO
C GRUPPO UNICOM APRE IL NONO SUPERMERCATO MEGA
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ontinua il percorso di sviluppo del Gruppo Unicom di Dueville (Vicenza), associato a Selex Gruppo Commerciale, con un nuovo punto vendita a marchio Mega a Santa Maria di Sala (Venezia). L’apertura avvenuta il 14 marzo presso il centro commerciale Prisma rappresenta il nono supermercato dell’insegna. Con una superficie coperta di 4.290 mq e un’area vendita di 3.137 mq che ospiterà circa 16mila referenza, il nuovo Mega pone una particolare attenzione al reparto dei freschi e alle categoria del grocery più apprezzate dai clienti: salutistico, biologico e petfood. L’obiettivo è quello di fornire ai consumatori un concetto più ampio della qualità al miglior prezzo. All’interno del supermercato, presenti anche un reparto ortofrutta, un banco pescheria, oltre alle tradizionali macelleria e gastronomia. A monte dell’apertura, un importante investimento di Unicomm che ha riqualificato interamente l’area dell’edificio sia internamente che esternamente (compreso il parcheggio). «Questa apertura si inserisce in un programma di espansione che ci porterà a investire 150 milioni di euro in due anni andando a toccare i canali di vendita in cui siamo presenti», ha precisato Marcello Cestaro, presidente del Gruppo Unicom.
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onti in ordine e nuove aperture in vista per Signorvino. Dopo aver chiuso il 2018 con ricavi a 31 milioni di euro (rispetto ai 30 del 2017 e a parità di perimetro), la catena di enoteca con ristorazione creata dal gruppo Calzedonia mette a segno una nuova apertura, la prima nel Lazio. All’interno del centro commerciale Castel Romano, infatti, il 22 marzo ha iniziato l’attività il dodicesimo store del marchio. L’obiettivo è quello di puntare al cuore della capitale per ripetere i successi ottenuti nelle altre città italiane come Milano, Torino e Firenze. E lo sviluppo potrebbe presto rivolgersi anche oltre i confini nazionali: «All’estero non punteremo su flagship isolati ma su una strategia di espansione a macchia d’olio all’interno dello specifico Paese», ha affermato Luca Pizzighella, direttore commerciale di Signorvino. Il concept, ideato nel 2012, nasce dalla volontà di rendere più accessibile la qualità del vino italiano (circa 1.500 etichette disponibili) attraverso promozioni, incontri ed eventi, come dimostra il 70% di consumo che avviene in store.
CANNAVACCIUOLO E CRACCO, CHEF FORMATO RETAIL
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ue grandi chef italiani per altrettanti progetti retail: Antonino Cannavacciuolo e Carlo Cracco portano, rispettivamente, la propria maestria al Vicolungo The Style Outlet e al Casinò di Sanremo. Nel primo caso, Neinver accoglierà a fine maggio un punto smart gourmet a insegna Antonino, il Banco di Cannavacciuolo: pizza fritta, la parmigiana di melanzane, la mozzarella in carrozza, cuoppo, graffe, sfogliatelle, babbà, coda d’aragosta, bomboloni e molti altri prodotti iconici della tradizione napoletana saranno serviti in versione smart e da asporto. Al suo interno i clienti potranno trovare anche una selezione dei prodotti dello chef, già in vendita nello shop on line dello stesso. Inoltre, un allestimento informale con tavoli d’appoggio e sedute di design, caratterizzeranno lo spazio e il corner dedicato alla caffetteria. Le proposte di Cracco, invece, saranno ospitate nei menu dei punti vendita Elior a partire dal ristorante Biribissi che rappresenta il punto d’accesso al casinò della città ligure.
CIOCCOLATITALIANI, LA CRESCITA PASSA PER ALBANIA E BAHRAIN
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ontinua a ritmo serrato la crescita di Cioccolatitaliani, il format dedicato al culto del gelato nato a Milano nel 2009 da un’idea dell’imprenditore Vincenzo Ferrieri. Due le nuove aperture per il marchio, entrambe all’estero: Albania e Bahrain. Il gruppo conferma così la volontà di essere protagonista nei mercati esteri (grazie a una rete globale, Italia compresa, di 37 punti vendita). In Bahrain, nel cuore della capitale Manama, Cioccolatitaliani ha aperto una boutique di 100 mq all’interno del centro commerciale Bahrain Citycentre dove è stato replicato il concept From Bean to Bar; l’unico dopo la sede storica di Milano dove viene prodotto il cioccolato a vista. A Tirana, in Albania, invece, una prestigiosa location di 150 mq in centro città accoglie uno store caratterizzato da una fontana di cioccolato alta tre metri. In entrambi i casi, la proposta prevede gelateria, pasticceria e caffetteria.
BEFED A ORIOCENTER CON IL NUOVO FORMAT TAKE AWAY
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l viaggio del galleto BEFeD continua all’insegna di nuove aperture: il 14 febbraio, presso il centro commerciale Oriocenter di Bergamo ha aperto il nuovo format Small&Take Away Formula. Una versione “ridotta” del classico pub che ha reso famosa l’insegna e che verrà prossimamente replicato in Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio e anche nella vicina Francia. In particolare, l’apertura di BEFeD a Oriocenter è da considerarsi strategica per il consolidamento del brand food&beverage nella provincia, dove è già presente a Bergamo città, presso il Grand Shopping di Antegnate e a Stezzano nel complesso commerciale Le Due Torri. aprile 2019 | retail food
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Star Trek Elettronica di consumo
Destinazione Unieuro di David Montorsi
1,8 miliardi di giro d’affari nel bilancio 2016/2017 (+12,8%). 1,5 miliardi nei primi 9 mesi dell’attuale esercizio (+15%) a conferma di un trend di costante crescita. La company di Forlì va controcorrente nel mercato retail degli elettrodomestici da tempo in difficoltà. La strategia: acquisizioni, multicanalità, format adattabili e investimenti
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l mercato italiano dell’elettronica di consumo e degli elettrodomestici non se la passa esattamente bene. Da una parte, la recente crisi economica globale che ha colpito l’Italia, in particolar modo tra il 2011 e il 2013, modificando il comportamento dei consumatori; dall’altra, l’elevata competitività del settore legata a una frammentazione strutturale con un forte incremento della penetrazione dell’eCommerce. Nel 2015, i primi operatori italiani coprivano meno del 60% del mercato di riferimento, mentre nei maggiori paesi europei (Germania, Francia e Gran Bretagna) arrivava al 79 per cento. Una distanza che ricorreva anche nell’incidenza degli acquisti di elettrodomestici online: in netta crescita, ma sempre sotto le medie europee (nei paesi anglosassoni superiore al 30%). In questo panorama di competizione esacerbata, con promozionalità eccezionale che comprime i margini e mette in difficoltà molte catene
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retail (o gruppi di acquisto) operanti nel nostro paese, Unieuro si muove controcorrente come testimonia il recente accordo con Finiper per sviluppare una ventina di shop-in-shop nei punti vendita Iper in affiliazione. All’ingresso nella Gdo va aggiunto lo sbarco del marchio di Forlì in Sicilia con l’acquisizione di 12 negozi (più di 17 milioni di investimento per 25mila mq di superficie di vendita) appartenenti a Pistone (uno dei maggiori soci di Expert). E, per finire il raddoppio dell’hub logistico di Piacenza (104mila mq che permettono di raggiungere 120 operazioni giornaliere), il centro nevralgico della strategia omnicanale della company romagnola.
Dalla provincia alla Borsa
Unieuro, che festeggia questo aprile due anni di quotazione in Borsa, nasce nel 1937, quando Vittorio Silvestrini, il fondatore, apre a Brisighella, in provincia di Ravenna, un primo
negozio per la vendita al dettaglio di apparecchiature per la casa al quale fa seguire, una ventina d’anni dopo, un punto vendita per il commercio all’ingrosso e al dettaglio. Negli anni ’80, la seconda generazione (i figli Giuseppe e Maria Grazia) inizia un periodo di crescita con la creazione della SGM Distribuzione Spa che entra a far parte del gruppo di acquisto Expert diventando uno dei maggiori consorziati per volumi di fatturato con l’apertura di punti vendita a marchio Marco Polo – Expert soprattutto in Nord e Centro Italia (nel 2001 inizia l’eCommerce). Nel 2005, il fondo di investimento Rhone Capital acquista la società dei Silvestrini e inizia la crescita esterna con l’acquisizione di player di rilievo (Consumer Electronics ed Eldo Italia, per esempio), che portano la catena a quadruplicare le insegne gestite direttamente (dalle 21 nel 2006 alle 81 del 2013). Nell’autunno 2013, SGM compra dal gruppo inglese Dixons il controllo dell’allora UniEuro (94 punti vendita) fondata ad Alba in Piemonte da Paolo Farinetti, padre di Oscar di Eataly, e venduta dalla famiglia agli inglesi nel 2002. Dalla fusione delle due realtà nasce l’attuale Unieuro, il nuovo brand adottato in tutti i punti vendita della company che abbandona le vecchie insegne con l’uscita dal consorzio Expert e la centralizzazione degli headquarter a Forlì. La nuova società continua la crescita esterna con l’annessione di otto negozi situati negli aeroporti di Milano Linate e Malpensa e Roma Fiumicino, a copertura
Fonte aziendale
NETWORK RETAIL & GIRO D’AFFARI: 14 ANNI DI CRESCITA
del canale travel. La quotazione in Piazza Affari, infine, dà inizio a una nuova campagna di acquisizioni: Monclick, player di rilievo nel canale eCommerce e B2B2C e una quarantina di negozi Euronics da Andreoli e dal Gruppo Cerioni.
Centralizzazione, format adattabili e omnicanalità
Oggi Unieuro è un peso massimo nel mercato retail dell’elettronica di consumo nei canali tech superstore (coperto da punti vendita diretti di grande formato con fatturati sopra i 2,5milioni
L’azienda in pillole Data di nascita 1937, fondata da Vittorio Silvestrini Proprietà Quotata in Borsa italiana dal 4 aprile 2017: Rhone Capital 33,8%, Dicons Carphone plc 7,2%, Amundi AM 5%, Famiglia Silvestrini, 4,7%, Unieuro’s Top management 2,3%, i maggiori. Sede Forlì
Settori di business Catena di negozi di vendita di elettrodomestici ominchannel: retail, franchising, GDO, B2B, travel e e-commerce Retail 512 negozi in Italia di cui 274 affiliati
Fonte aziendale (al 30 novembre 2018)
Management Giancarlo Nicosanti Monterastelli, ceo; Luigi Fusco, chief operations officer; Bruna Olivieri, chief omnichannel officer; Italo Valenti, chief financial officer; Andrea Scozzoli, chief corporate development
di euro, concentrati nel centro nord del Paese situati prevalentemente in centri commerciali e periferie urbane) ed electrical specialist (store sotto gli 800 mq, spesso nei centri storici e in franchising) con più di 500 insegne complessive nel Belpaese. Il network contava a novembre dell’anno scorso 226 store a gestione diretta (solo il 12% inferiore ai 100 mq) con quasi il 70% di contributo al volume d’affari della società, mentre gli affiliati erano 274 (11,2% sulle vendite e solo il 6% sopra i 100 mq), a cui vanno aggiunti 12 DOS nel canale travel (1,6% sul fatturato). Dal lato dell’integrazione omnicanale, l’online pesa l’11,3% (in risalita rispetto al 2017 chiuso sotto il 10%), mentre il B2B rappresenta il 6,3% del fatturato complessivo. Il 2018 si è chiuso con una dozzina di insegne in più rispetto all’anno precedente a cui si aggiungono i 12 di Pistone in Sicilia dell’inizio del 2019. Il segno “più” rispetto alla rete retail è una costante, basti pensare che 13 anni fa i negozi erano 21 con i balzi in avanti del 2013 (+94 fusione UniEuro) e 2017 (+40 Euronics). Insomma, numeri importanti per Giancarlo Nicosanti Monastrelli, una vita in Unieuro da dove è partito nel 1982 come impiegato dell’ufficio amministrazione per arrivare, nel 2005, a essere amministratore delegato. Nella stanza dei bottoni anche Luigi Fusco (provenienza Autogrill) come coo e Italo Valenti (Gruppo Ferrari e Ferretti Group) da un paio d’anni cfo, Bruna Olivieri all’omnichannel e Andrea Scozzoli allo sviluppo.
Parola d’ordine: crescita
Anche i risultati economici sembrano dare ragione alla squadra guidata da Nicosanti Monastrelli. Unieuro a novembre dell’anno scorso (primi 9 mesi dell’esercizio di riferimento) ha registrato ricavi record per 1,527 miliardi di euro (+15% sullo stesso periodo dell’anno prima). La marginalità sale con un ebitda rettificato a 43,7 milioni al +9,9% e un risultato netto rettificato a 21 milioni (+9,2% sul novembre 2017) con una generazione di cassa (ci ha messo lo zampino il successo del Black Friday)
che ha portato a un levered free cash flow rettificato di 55,1 milioni per un avanzo netto di 13 milioni. Più vendite grazie alle promozioni (i ricavi a perimetro di attività omogeneo sono +5,1%), ma anche e soprattutto grazie alla crescita esterna (il retail segna +14,3%, il travel +34,9%, grazie al nuovo store nella stazione della metro San Babila di Milano e il franchising + 10,1%) e ai ricavi online a +34,6% intorno ai 44 milioni, con il contributo importante della controllata Monclick (34 milioni di giro d’affari). Da verificare l’impatto del nuovo canale aperto nella Gdo con l’accordo Iper. Il bilancio chiuso a febbraio dell’anno scorso segnava già un trend positivo: 1873,8 milioni di giro d’affari che significa una crescita del 12,8% sul 2016, ebitda rettificato +5,4%, risultato netto +8,5% e una generazione di cassa in aumento del 67,8% per un dividendo di 1 euro ad azione pari a un rendimento cedolare del 7,8%. Il tutto con un indebitamento finanziario sostanzialmente invariato e prossimo allo zero, comprensivo di acquisizioni, investimenti, distribuzione dividendi e costo del lavoro con quasi 4.600 addetti (+574 sul 2016/2017). Sui debiti, a novembre 2018, grazie alla dinamica finanziaria favorevole, Unieuro ha registrato una situazione di cassa netta positiva per 13 milioni rispetto a un indebitamento finanziario netto al 28 febbraio 2018 pari a 4,5 milioni. Stesso discorso per gli investimenti con quasi 30 milioni in capex (soprattutto rinnovo rete e nuovi gestionali, ma anche 6,6 milioni per il nuovo hub piacentino) e acquisizioni (quasi 6 milioni). I ricavi per categoria merceologica al novembre 2018 vedono quasi la metà della torta per il grey (foto, video, computer, telefonia, ecc.) di due punti sotto la metà e in crescita con +104 milioni, il bianco (elettrodomestici di grandi dimensioni) è al 26%, con la sua fetta in contrazione, ma comunque con +35,7 milioni sullo stesso periodo dell’anno precedente. Il brown (audio e TV) rimane di fatto in linea (+40 milioni) mentre gli altri prodotti e i servizi si attestano sotto il 10%. ¢ aprile 2019 | retail food
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Parola di Simone Maltempi
Simone Maltempi, classe 1973, è nato a Fano e ora risiede a Monza. Dopo aver completato il percorso di formazione in Economia aziendale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha iniziato la sua carriera presso Alban Cooper nel 1999. Nel 2002, passa al Gruppo Finim per cui ha ricoperto prima il ruolo di direttore di centro commerciale e successivamente quello di responsabile commerciale fino al 2006. Nello stesso anno è entrato in Altarea Italia. Qui ha ricoperto, fino al 2015, la posizione di direttore commerciale e asset management. Dal 2016 è stato messo a capo della filiale italiana dell’azienda francese come amministratore delegato.
Altarea Cogedim, dai centri commerciali alle stazioni: l’evoluzione del retail 22
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di Nicola Grolla
Con l’acquisizione dei 5 scali gestiti da Centostazioni Retail, la società francese estende il suo raggio d’azione in Italia entrando nel settore travel. L’obiettivo? «Se si è capaci di identificare i bisogni di chi utilizza le stazioni in quanto destinazioni naturali e se si riesce a leggere il contesto in cui si pongono, allora si intercettano bisogni ancora da soddisfare»
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fine marzo, con un investimento di 45 milioni di euro, la francese Altarea Cogedim si è assicurata il controllo di Centostazioni Retail, la società precedentemente in capo a RFI che si occupava della valorizzazione commerciale e pubblicitaria di lungo termine in cinque stazioni ferroviarie italiane: Milano Porta Garibaldi, Torino Porta Susa, Padova, Roma Ostiense e Napoli Afragola. Un pacchetto da 18mila mq commerciali (di cui circa 10mila nella sola stazione Garibaldi) che entro il 2026 diventeranno 26mila mq e già oggi sono destinazione naturale di 70 milioni di utenti all’anno. Su queste superfici, secondo un analisi Pwc, potrebbero trovare posto fino a 170 store per ricavi annui intorno ai 20 milioni di euro. Ma come tradurre questa previsione in realtà? Per saperlo, r&f ha intervistato Simone Maltempi, ad di Altarea Cogedim Italia. Come opera Altarea Cogedim e da dove prende avvio l’acquisizione di Centostazioni Retail? Altarea Cogedim opera in Francia, Italia e Spagna. Oltralpe la società si occupa di centri commerciali, rigenerazioni urbane, residenze e uffici. Immobiliare a 360°, quindi. Nelle due filiali internazionali, invece, ci occupiamo solamente di retail. Nella Penisola gestiamo due centri commerciali, entrambi in Lombardia: Le Due Torri di Stezzano (BG) e La Corte Lombarda (MI). A Genova, invece, sviluppiamo il progetto di Ponte Parodi. Ora, in coerenza con quella che è la strategicità del filone commerciale, abbiamo vinto il bando per la vendita di Centostazioni Retail. Un pallino, quello delle stazioni, che non è nuovo per Altarea: nel 2016 siamo arrivati secondi al bando per l’acquisizione di Grandi Stazioni Retail. Eppure il vostro core business rimangono i centri commerciali. Che mutamenti stanno attraversando? In generale, se andiamo a considerare il set-
Padova Centrale tore dei centri commerciali, pensiamo che tali strutture vadano ripensate: così come sono rischiano di perdere appeal e velocità. Insomma, crediamo in questo modello ma deve essere adeguato alle mutate esigenze. Oggi, di centri commerciali ce ne sono tantissimi e spesso non si differenziano l’uno dall’altro. Rispetto a 10 anni fa, però, sono cambiati gli stili di vita, le abitudini di consumo e la ge-
45 milioni
L’ammontare dell’investimento di Altarea Cogedim per assicurarsi il controllo del 100% di Centostazioni Retail, la società precedentemente in capo a RFI che si occupava della valorizzazione commerciale e pubblicitaria di lungo termine in cinque stazioni ferroviarie italiane stione del tempo personale. In questo senso Internet ha giocato un ruolo importante, così come le condizioni meteo che incidono sull’esperienza che l’utente cerca. Detto diversamente, sia da un punto di vista economico che sociale è cambiato un mondo in-
tero e, seguendo questo mutamento, vanno ripensati i centri commerciali come luoghi di aggregazione, di esperienzialità ed entertainment. Non a caso, a Stezzano, faremo un ampliamento di 8mila mq interamente dedicato al loisir: ampliamento della ristorazione, cinema multisala, parco divertimenti, palestra. Dobbiamo riuscire a far sì che il centro commerciale non sia solo un punto di riferimento per la spesa ma anche per vivere uno spaccato del proprio tempo. Quanto di tutto ciò influenza anche il travel retail, in sparticolare quello ferroviario? Poco. O meglio, il travel retail ha esigenze differenti e proprio per questo, personalmente, lo reputo un settore molto interessante. Se si è capaci di identificare i bisogni di chi utilizza le stazioni in quanto destinazioni naturali, come pendolare o come fruitore dei vari servizi di mobilità, e se si riesce a leggere il contesto in cui si pongono queste location allora si intercetta una serie di tantissime necessità che devono ancora essere soddisfatte. Inoltre, diversamente dai centri commerciali, siamo al riparo da eventuali dinamiche concorrenziali e cicli economici sfavorevoli.
Oggi bisogna riflettere sull’interazione e l’integrazione fra spazi retail e bacino circostante al fine di farli diventare un tutt’uno aprile 2019 | retail food
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Parola di Simone Maltempi D’altronde, le 5 stazioni di cui abbiamo acquisito la gestione commerciale non hanno l’ambizione, per questioni di grandezza, di costituire un momento di shopping per il viaggiatore: con 26mila mq totali di cui 12mila solo a Milano Garibaldi è difficile possano diventare una meta di questo tipo. Piuttosto, insistendo su posizioni importanti all’interno del tessuto urbano, hanno anche una comunità da soddisfare. Quindi, come sarà strutturata l’offerta? Sostanzialmente, ristorazione, servizi, acquisti d’impulso dai gadget alla cosmesi. E, dal momento che non stiamo parlando di spazi enormi, posso dire che non introdurremo grandi catene d’abbigliamento che non riuscirebbero a catalizzare l’attenzione necessaria. Roma Ostiense
Milano Porta Garibaldi compresa Napoli Afragola che a pieno regime, nel 2024, sarà uno snodo importante per il Sud Italia mentre oggi ancora non ha visto sorgere intorno un quartiere vero e proprio. Per gestire questi scali farete affidamento all’esperienza francese? Sicuramente. Là noi abbiamo un equipe dedicata al travel retail che si occupa di quattro stazioni parigine: Montparnasse, Austerlitz, Gare du Nord e Gare de l’Est. Gli scambi e la collaborazione sono costanti. L’importante, comunque, è capire cosa si vuole rappresentare. Cioè, una volta che si ha in testa quello che può essere il concept, quello che rappresenta la stazione per chi la fruisce e per il luogo in cui si pone, poi è più semplice declinare il mix e la proposta commerciale. Da questo punto di vista, alcune richieste ci sono già pervenute. Inoltre, sia a Padova che a Milano possiamo già contare su dei minimarket che funzionano molto bene. Certo, rispetto all’esperienza francese, qui stiamo parlando di dimensioni più ridotte: solo a Montparnasse abbiamo 20mila mq a disposizione.
Torino Porta Susa Fra i diversi progetti, c’è quello di Torino Porta Susa: inaugurata nel 2013, non è riuscita a decollare dal punto di vista retail. Si tratta di una stazione bellissima nel cuore della città, a 10 minuti dal centro: è un peccato sia in questo stato di vacancy assoluta. Lì, quello che vediamo da un punto di vista del concept commerciale è una promenade al livello inferiore con una serie di attività di servizio capaci di sposarsi con le esigenze dei passeggeri. La stessa impostazione cercheremo di estenderla anche alle altre stazioni, 24
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Per quanto riguarda il target di clientela, puntare su low spender può rappresentare un problema? Direi di no. Mi spiego meglio: non avendo all’interno delle nostre stazioni attività come quelle presenti nei grandi scali ferroviari e nemmeno lo spazio per ospitarle, sarebbe inutile cercare di ricreare un’ambizione verso l’acquisto di lusso per high spender. Piuttosto, proporremo qualcosa che possa dare risposta ai bisogni di chi frequenta questi luoghi. In questo senso, per esempio, Milano Porta Garibaldi non ospiterà né lusso, né fast fashion.
Napoli Afragola Diversamente, possiamo pensare a dei servizi alla persona o di carattere più materiale, la ristorazione, spazi di coworking, sale meeting e tutte quelle attività che risultino utili e coerenti con una comunità che si estende su un raggio di 10 minuti di percorrenza dalla stazione. La novità del nostro approccio sta proprio in questo focus molto preciso che tiene conto delle caratteristiche strutturali e di flusso delle location. Al tempo delle chiusure domenicali e dei tentennamenti sulle infrastrutture, decidere di investire in Italia e, in particolare, sulle stazioni è stata una scelta difficile? Altarea Cogedim è presente in Italia da 20 anni e da tutti i disegni di legge circolati finora le stazioni ferroviarie sono sempre risultate escluse dalla chiusura domenicale. Detto ciò, siamo convinti che questa sia un’opportunità molto interessante indipendentemente dal momento politico ed economico. Noi crediamo in questo business e, soprattutto, sul nostro modello di sviluppo. D’altronde, il mercato si deve affrontare ogni giorno, in ogni angolo d’Europa. Forse questa prospettiva è la migliore per comprendere i mutamenti del retail in cui vediamo spuntare nuovi concept, nuovi format, nuove insegne che sfruttano maggiormente i flussi al di là delle considerazioni che si possono fare paese per paese. E quali sono questi mutamenti? Credo che i centri commerciali tradizionali o riescono ad aprirsi al mondo del loisir e sono capaci di offrire qualcosa che sviluppi l’aggregazione, altrimenti il commercio online si farà sempre più sentire e si perderà l’identità commerciale dei centri. Rispetto a qualche anno fa, infatti, avere a disposizione i fondamentali di un’iniziativa da sviluppare successivamente non basta più. Oggi bisogna riflettere sull’interazione e l’integrazione con il bacino circostante al fine di diventare un tutt’uno. Da questo punto di vista, il travel retail ferroviario si presenta come uno settore in cui conoscere il proprio target e il tessuto socio-urbano di riferimento è la base per riuscire ad avere successo. ¢
Flagship store
Mercato Centrale, prossime fermate: Torino e Milano Inaugurato nel 2014 a Firenze e replicato a Roma Termini nel 2016, Mercato Centrale si appresta a sbarcare sotto la Mole e, entro la fine dell’anno, nella storica location di Milano Centrale: «Sono i primi sviluppi fuori dalla nostra comfort zone ma siamo sicuri che questo modello confermerà il proprio successo»
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irenze, Roma (ancora Firenze con l’esperienza di Ai Banchi presso il centro commerciale I Gigli), Torino e Milano. Il passo successivo, l’estero. Il 2019 per Mercato Centrale si caratterizza per la doppia apertura, ai piedi della Mole e sotto la Madonnina, in contesti architettonici e urbanistici di grande pregio: Porta Palazzo e Milano Centrale. Nel primo, il format nato dall’idea di Umberto Montano e dall’esperienza imprenditoriale del gruppo Human Company della famiglia Cardini-Vannucchi aprirà i battenti il prossimo 13 aprile. Nel capoluogo lombardo arriverà, invece, entro la fine del 2019. Qui il cantiere per i lavori di consolidamento strutturale è attivo e portato avanti da Grandi Stazioni Retail. Mentre per il grand opening del punto vendita piemontese (4.500 mq su tre livelli con 25 tra botteghe e ristoranti) si attende solo la fine del countdown, le linee guida del progetto meneghino sono state rese note nell’incontro con la stampa avvenuto lo scorso 20 marzo in Milano Centrale. Progetto, quest’ultimo, di cui sia Umberto Montano che Stefano Mereu, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Mercato Centrale, hanno sottolineato il carattere strategico anche in funzione di un possibile sviluppo al di fuori dei confini nazionali. Al momento, i numeri di Mercato Centrale vedono 8 milioni di presenze l’anno nei tre store attivi, mentre la stime per il quinquennio 2018-2022 – lasso di tempo su cui insiste l’attuale piano industriale – fissano l’asticella a 13 milioni l’anno, dovuti alle nuove aperture considerate a regime entro quel termine. E ancora, il consuntivo 2018 supererà quota 43 milioni di euro di fatturato, con una stima di raddoppio grazie agli store di Torino e Milano, così come l’Ebitda passerà dai 4,6 milioni attuali ai circa 8,3 del 2022. Un altro dato di rilevo riguarda l’occupazione: le 500 risorse
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Mercato Centrale di Roma Termini odierne tra dirette e indirette saranno verosimilmente triplicate con le prossime aperture. L’INTERVISTA
Stefano Mereu, ad di Mercato Centrale Quando nasce l’operazione di Mercato Centrale Milano? La trattativa è stata portata avanti nel 2018, mentre a gennaio di quest’anno abbiamo sottoscritto il contratto con Grandi Stazioni Retail che avrà una durata di 21 anni, sino all’esaurimento dunque della concessione che GS Retail ha in essere con Gruppo Ferrovie dello Stato. Quali saranno le caratteristiche di questo punto di vendita? Sarà esteso circa 4.500 mq, distribuiti su due livelli, per una lunghezza di oltre 130 metri. Per cui sarà dotato di collegamenti interni come scale mobili e ascensori. Le botteghe artigianali saranno una ventina, cui si sommeranno le nostre attività classiche che sono la scuola di cucina e lo spazio per eventi. Lungo l’intero lato fronte città sarà realizzato un dehors, che insisterà sul marciapiede e profondo 3,5 metri. Nel complesso andremo a replicare il nostro concept integrato, ancorché con un’architettura differente rispetto agli altri flagship store e con una forte presenza di artigiani locali. A quanto ammonta l’investimento? Investiamo circa 5,5 milioni di euro, ai quali va aggiunta la quota di Grandi Stazioni Retail che sta realizzando le opere strutturali. Quali sono gli obiettivi in termini di flussi? Tenendo conto che sia a Roma Termini che a Firenze totalizziamo circa 3 milioni di contatti l’anno, a Milano stimiamo che il footfall non sia inferiore.
Proprio a Termini, Mercato Centrale si rivolge di fatto più alla cittadinanza che ai viaggiatori. Nel caso di Milano Centrale il target di clientela seguirà la medesima logica? Sì, assolutamente. Come dimostra anche il dehors di circa 130 metri fronte città, l’operazione è progettata e pianificata per essere una destinazione urbana, oltre a godere sia direttamente che indirettamente dei flussi ferroviari. Il contesto della stazione non condiziona dunque il format, così come la nostra ricerca e selezione di location continuerà a concentrarsi nei centri urbani, se possibile anche in aree mercatali. Nel complesso la nostra vocazione porta a inserirci in edifici storici di particolare pregio, per convertirli in una nuova destinazione attraverso l’inserimento dell’artigianalità e dell’esperienza dei produttori locali, dove aggregare il meglio dei flussi che la città mette a disposizione. Nel caso di Stazione Centrale, con Grandi Stazioni Retail si è concretizzata una comunanza di intenti rispetto al loro progetto di riqualifica e la nostra ricerca di una location nel centro di Milano. Infine, è futuribile uno sviluppo estero? Ci stiamo lavorando e dai nostri contatti emerge forte interesse. Per questo motivo proprio l’estero sarà il prossimo step di sviluppo di Mercato Centrale. A.P.
Hikvision: sicurezza e business per i negozi delle grandi stazioni
Ripresa sicura anche di notte Le soluzioni di videosorveglianza Hikvision garantiscono immagini nitide e ricche di dettagli in qualsiasi condizione di luce e ne assicurano la completa fruibilità in sede legale. La qualità Hikvision permette infatti di identificare volti e comportamenti criminosi anche in condizioni di luce critiche e consente di monitorare eventi fugaci e repentini, come le transazioni di denaro o i tentativi di furto. Con Hikvision si possono riconoscere comportamenti e movimenti sospetti anche in controluce, di notte o con una visione panoramica a 360° che non lascia zone scoperte. La soluzione: Serie 5 Le telecamere Hikvision della Serie 5 offrono caratteristiche di affidabilità, velocità operativa, precisione e snellezza di gestione che si rendono imprescindibili in scenari di sorveglianza complessa: sensori altamente performanti, risoluzione elevate (fino al 4K), sensibilità a qualunque livello di illuminazione, involucri antivandalo contro possibili danneggiamenti e fruibilità delle immagini anche per sistemi centralizzati. Piena gestione da remoto L’intero sistema di sicurezza Hikvision è a portata di computer, smartphone e tablet, per avere sempre tutto sotto controllo, dovunque e in qualunque momento. Disporre di un’ampia visuale delle aree interne e delle vetrine rappresenta peraltro un supporto strategico per lo stesso Store Manager, che
può valutare l’ottimale disposizione delle merci esposte e analizzare gli indici di gradimento per ciascun articolo. Il tutto anche da remoto, semplicemente collegandosi al sistema con un click. Vendita intelligente Le più evolute soluzioni Hikvision sono dotate di intelligenza artificiale (Deep Learning): garantiscono sicurezza, minimizzano le differenze inventariali e al contempo raccolgono ed analizzano diverse informazioni utili a rafforzare e sviluppare il business. Questa tecnologia abilita in partioclare tre funzioni a supporto del retail manager: conteggio persone (per tracciare traffico e volume dei clienti), mappe di calore (per comprendere cosa va per la maggiore) e rilevamento code in tempo reale (per migliorare l’esperienza d’acquisto). Conteggio persone Nel commercio si sente spesso dire: “piccoli profitti, purché i volumi crescano velocemente”. Ebbene, l’afflusso di clientela è un indicatore chiave per sviluppare il giro d’affari desiderato. Le funzioni Hikvision di conteggio persone assicurano un conteggio accurato della clientela e generano accurati report sui flussi, per valutare la bontà delle iniziative strategiche intraprese. Analizzando correttamente i dati relativi al flusso della clientela, il retail manager può ottimizzare il lavoro del personale per ottenere maggiori profitti e garantire un servizio migliore. I responsabili dei negozi possono poi pianificare strategicamente turni e rotazione dello staff, dosando le presenze in base alle ore di punta e di relativa calma. Mappe di calore Una volta che il cliente è entrato nel negozio, è essenziale capire cosa lo attrae maggiormente: è quindi utile valutare il suo percorso e identificare i punti che catturano la sua attenzione. Con la
funzione “mappe di calore”, i retailer possono sapere quanto tempo trascorrono i loro clienti in aree specifiche del negozio, possono individuare a colpo d’occhio le zone calde e le zone “spente” e calcolare quante persone entrano con l’intenzione di acquistare e quante invece passano di lì casualmente. Rilevamento code L’attesa è tra i fattori chiave dell’esperienza d’acquisto: la funzione Hikvision di rilevamento code notifica alla direzione la necessità di aprire un’altra cassa quando le file si fanno troppo lunghe. Le telecamere di rilevamento coda monitorano infatti lo stato delle file in tempo reale: contano le persone presenti in ogni coda e tracciano il tempo di permanenza di ciascun cliente. Quando il numero di clienti o il tempo di permanenza medio degli stessi si allungano troppo, si genera un allarme per richiedere l’intervento del gestore e l’apertura di una nuova cassa. In sintesi: con Hikvision, nessun retailer deve più temere orari notturni o eccessivo affollamento. E con l’intelligenza artificiale può sviluppare al meglio il proprio lavoro e incrementare il business.
Comunicazione pubblicitaria
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e grandi stazioni sono veri poli commerciali operativi 365 giorni l’anno, anche in orari serali o notturni. I rischi per avventori e personale sono quindi particolarmente elevati, in considerazione anche della mancata selezione dei visitatori. La grande affluenza di persone, distribuita su orari anomali, esige soluzioni tecnologiche che consentano di distinguere il malvivente anche in scene affollate, riprese e registrazione affidabili 24/365 anche in orari notturni e massima risoluzione. Hikvision, produttore numero al mondo di tecnologie professionali di videocontrollo, ha studiato soluzioni specifiche per queste necessità.
Dossier Aeroporti
In&out, la crescita a doppio senso di Fiumicino Adr al lavoro su Business City e lato est per potenziare la propria offerta commerciale all’interno e all’esterno dello scalo romano. L’obiettivo? Diventare il nuovo distretto per i professionisti senza dimenticare il core business dell’azienda: i passeggeri
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na città nella città sta per sorgere all’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Fiumicino: è questa la nuova strada che Adr ha deciso di intraprendere per dare nuovo impulso a quello che già oggi è lo scalo più trafficato d’Italia con i suoi 43 milioni di passeggeri all’anno. Un’operazione immobiliare che va a braccetto con la
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riconfigurazione del Lato Est dell’aeroporto che, entro il 2022, ospiterà oltre 18 milioni di viaggiatori, prevalentemente con destinazioni Schengen. L’obiettivo è quello di creare un polo business e commerciale che riesca a rispondere alle diverse esigenze degli utenti a partire dal perimetro esterno dello scalo. Una strada che consentirebbe a Fiumicino di fare un ulte-
riore passo avanti. Il tutto, confermando i buoni risultati degli ultimi anni che hanno visto Adr premiata sia lato azienda (con il riconoscimento “Airport Service Quality Award” di Aci, categoria aeroporti europei con più di 40 milioni di passeggeri), sia lato cliente (grazie al premio “World’s Most Improved Airport” di Skytrax conseguito nel 2017).
tività che somma ai classici servizi offerti in questi spazi condivisi la vicinanza all’aeroporto; il secondo, si rivolge direttamente alle grandi aziende che a loro volta usufruiranno di un pacchetto completo da offrire ai propri clienti o collaboratori». In questo modo, il baricentro dell’aeroporto si modifica aprendosi a utenze diverse da quelle dei passeggeri. D’altronde, ad oggi, su 1.200.000 mq di superficie del sedime aeroportuale i terminal occupano all’incirca 350.000 mq permettendo quindi di
La Business City per i professionisti
A fronte di un investimento a regime di circa 200 milioni di euro (tutti in capo ad Adr che si occuperà anche della commercializzazione e della gestione dell’area), i lavori per la Business City si dividono in due fasi e prevedono la costruzione di sette edifici su una superficie di circa 90mila mq da realizzarsi entro il 2023-24. In realtà, i primi spazi saranno pronti all’uso entro la fine del 2021 con la possibilità che la fase due, che coinvolge la costruzione di edifici stand alone in mano alle singole aziende, possa concludersi anche prima. In questo modo, l’aeroporto di Roma vuole adeguarsi a quello che ormai è diventato uno standard europeo nel settore. Così, come già accade a Londra, Parigi e Francoforte, anche nella capitale sorgerà un vero e proprio distretto a misura di professionista con spazi a uso misto gestiti da un’unica mano in grado di creare una community variegata che va dalla grande azienda alla startup innovativa. Nello specifico, 77.000 mq dedicati a uffici, 8.600mq di spazi retail e food&beverage, 4.000 mq di spazi congressuali, 41.100 mq di spazi verdi e zone pedonali e 2.000 posti auto dedicati. Nella City, inoltre,
troveranno posto diversi servizi per i cittadini come i front-office dei servizi pubblici e quelli privati di tipo turistico e assicurativo. E ancora: business lounge, uffici consolari e di ambasciata, un centro medico, palestra, ecc. Particolare attenzione sarà riservata agli spazi di co-working: «Stiamo parlando di circa 7.000 mq su cui abbiamo già avuto forti interessamenti. E questo per due motivi – spiega Filippo-Maria Carbonari, direttore real estate di Adr – Il primo, riguarda il tipo di at-
realizzare il progetto della Business City senza ulteriore consumo di suolo.
Dalla Cina per affari
A dimostrazione dell’attrattività della Business City romana, ci sono gli interessi degli investitori cinesi: «Quando gli abbiamo parlato del progetto che dovrebbe sorgere a ridosso dell’aeroporto, si sono detti entusiasti di poter contribuire in quanto le aziende di cui seguono l’internazionalizzazione troverebbe-
I GRANDI NUMERI DELLA RICONFIGURAZIONE DEL LATO EST DI FIUMICINO ¿
Stima passeggeri domestico/Schengen imbarcati al 2022: 18 milioni
¿ Concentrazione offerta retail con zoonizzazione merceologica e per posizionamento di prezzo; offerta last minute nei moli ¿
16.383 mq dedicati a negozi e attività di ristorazione
¿ 3.970 mq (al netto dei corridoi) dedicati alle Core Categories, con il principale punto vendita walk-through di oltre 2.500 mq ¿
7.277 mq dedicati alla ristorazione, principalmente concentrata al livello superiore
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50 punti vendita Specialist Retail, sviluppati su 5.136 mq
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Incremento offerta Luxury con le principali boutique internazionali e del Made in Italy
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Creazione di un’area dedicata al passeggero Business
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Ampliamento offerta mainstream
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Implementazione di Temporary Store, per lo sviluppo di un’offerta stagionale e di Pop-Up in aree ad elevata visibilità
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Creazione Family Area, con playgroud, nursery ed un paio di punti vendita dedicati ai più piccoli. aprile 2019 | retail food
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Dossier Aeroporti
ratori che potrebbero diventare oltre 23mila a livello complessivo. Mentre a livello istituzionale, questo progetto potrebbe rappresentare una leva efficace per la Regione Lazio nello sviluppo del programma Italia-Cina.
Lato Est: è l’ora della riconfigurazione ro qui una base operativa. Stiamo parlando di realtà giovani con non più di 8-10 anni di vita, avanzatissime a livello tecnologico, forti sul mercato interno ma bisognose di superare i propri confini. La prima tappa, molto spesso, è l’Africa. Poi c’è l’Europa, nonostante i vincoli burocratici e regolamentari per entrare nel
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mercato unico. E Roma potrebbe essere una naturale porta d’accesso, non fosse altro che per la centralità a livello geografico», afferma Carbonari. Un flusso di cassa che potrebbe giovare a tutto l’indotto. A livello occupazionale, infatti, la Business City sarà in grado di impegnare in modo diretto circa 5.300 lavo-
I lavori all’esterno dell’aeroporto, però, sono solo una parte degli interventi che Adr sta ponendo in essere per restare al passo con i trend retail. In questo senso, dal punto di vista travel, l’operazione più calda è quella che riguarda la riconfigurazione del Lato Est: «Lo faremo attraverso una profonda riqualificazione che interesserà l’attuale T1 secon-
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do le logiche di successo adottate nell’area extra-Schengen, il cosiddetto Avancorpo», spiega il chief retail officer di Adr, Giorgio Moroni. Il T1, infatti, realizzato nei primi anni Duemila, sarà parte di un ampliamento più generale dell’infrastruttura aeroportuale di circa il 70% che consentirà la completa riconfigurazione degli spazi commerciali nell’area domestico-Schengen. Inoltre, sempre nel T1, tenuto conto dell’incrementata capacità, la vecchia scala che portava alla food court lascerà posto a una nuova isola check-in. Proseguendo oltre i controlli di sicurezza, i viaggiatori entreranno in airside mediante un duty free walkthrough (simile, in termine di concept, a quanto già visto nell’Avancorpo). «Per quanto riguarda la distribuzione delle zone commerciali – continua Moroni – l’idea è che, una volta usciti dal walkthrough, ci si ritrovi in una grande piazza dove saranno concentrate la maggioranza delle sedute e dalla quale potrà essere imme-
200 milioni
L’importo, a regime, dell’investimento in capo ad Adr per lo sviluppo della Business City. Il gestore aeroportuale si occuperà anche della commercializzazione degli spazi
Per la distribuzione delle zone commerciali l’idea è che, una volta usciti dal walkthrough, ci si ritrovi in una grande piazza dalla quale potrà essere immediatamente visibile l’intera offerta caratterizzata da una logica district based Una food hall per tutti i gusti
diatamente visibile l’intera offerta commerciale caratterizzata da una logica district based. Qui inviteremo il cliente a fare browsing
distribuendo il retail a seconda del segmento merceologico e del target di riferimento. Qui metteremo grande cura nelle adiacenze tra i differenti brand e le diverse merceologie». In generale, quindi, ci sarà la possibilità di fruire l’intera offerta commerciale con maggiore libertà di movimento e grazie a questa concentrazione degli spazi commerciali si eviterà la duplicazione dei format lungo i moli (che quindi potrebbero ospitare un’offerta last minute) e si assicurerà la massima visibilità ai marchi presenti.
In termini di food retail, l’offerta nel Lato Est sarà principalmente concentrata al piano superiore all’interno di una food hall di oltre 4.000 mq ben visibile dal piano terra. «L’idea è quella di mettere in mostra il meglio dell’offerta grazie ad aggregazioni tematiche e logiche di affidamento che tenderanno a garantire un investimento sostenibile a fronte, però, di una richiesta di performance molto elevata e di qualità», specifica Moroni. Per questi spazi, le gare inizieranno nel corso di quest’anno. Per quanto riguarda i format più veloci, invece, ci sarà posto nei diversi moli. In generale, comunque, verrà dato ampio spazio a quelle attività che si sono dimostrate, nel tempo, delle vere e proprio best practice, sperimentate e affinate nell’Avancorpo. A corollario, un sapiente uso della segnaletica digitale (uno strumento che, negli anni, ad esempio, ha garantito un incremento a doppia cifra del flusso di passeggeri che sale al primo piano) da utilizzare in maniera sinergica con il business dell’advertising che quest’anno Adr gestisce direttamente. A livello di tempistiche, i lavori saranno spalmati nel prossimo triennio tenendo fermo il principio della continuità del servizio. Una sfida ulteriore a cui si aggiunge l’attenzione richiesta nell’armonizzazione fra aree nuove e preesistenti. L’obiettivo, d’altronde, è ambizioso: migliorare le performance di un’infrastruttura che può già contare su 30mila mq di shopping area con più di 200 punti vendita e 28 milioni di transazioni all’anno. Red. aprile 2019 | retail food
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Adattarsi o scomparire: l’alternativa che spinge l’evoluzione
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all’871, anno in cui arrivò sull’isola il primo colono di origine scandinava, quando le cose si fanno complicate si usa dire Þetta reddast (letteralmente: funzionerà, andrà bene). Così è stato, per esempio, all’indomani della crisi finanziaria del 2008 e dell’eruzione del vulcano Eyjafjöll nel 2010, che ha costretto a terra numerosi voli in tutta Europa. Due eventi dai quali gli islandesi hanno saputo risollevarsi e trarre vantaggio (come dimostra il boom a livello turistico: da 500mila a 2,5 milioni di visitatori all’anno in meno di 10 anni). Non è un caso, quindi, che la 28° Aci Commercial & Retail Conference and Exhibition si sia tenuta qui. Tema della tre giorni di panel e incontri (dal 18 al 20 marzo all’interno della cornice della sala da concerti Herpa
A Reykjavik, in Islanda, dal 18 al 20 marzo si è tenuta la 28° edizione dell’Aci Commercial & Retail Conference and Exhibition, un’occasione per fare il punto sul business aeroportuale europeo fra opportunità di sviluppo (food&beverage), difficoltà da superare (spesa per passeggero in diminuzione) e modelli da ripensare (duty free) di Reykjavik), infatti, è stato il motto: adapt or die. Un’alternativa che non lascia scampo ai diversi player del settore travel retail che devono affrontare i cambiamenti del proprio modello commerciale. Tre le dinamiche attorno cui hanno discusso i vari relatori invita-
ti ospitati da Isavia (gestore aeroportuale degli scali dell’isola): la difficoltà nel reperire e intrecciare i dati in possesso delle varie realtà (aeroporti, sviluppatori, brand), la diminuzione della spesa per passeggero a fronte di una crescita dei viaggiatori e le difficoltà del foraprile 2019 | retail food
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Reportage evento mat duty free a causa di regolamentazioni e regimi fiscali che non favoriscono gli acquisti.
Un settore in chiaroscuro
«Il traffico continua a crescere – ha affermato, in apertura dei lavori, Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe – nel 2017 abbiamo registrato un +8,5% a livello europeo mentre, nel 2018, 2,34 miliardi di persone sono transitate per gli aeroporti continentali. Tuttavia, il roic è aumentato del 7,9% principalmente per una riduzione della spesa operativa (opex) e quella in conto capitale (cain Europa, è in calo dell’8,1%. Non possiamo ignorarlo», ha commentato Elias Liolios, senior manager commercial & business development di Hermes Airports. A rasserenare il panorama, è il food&beverage che più di altri è riuscito ad adattarsi molto velocemente ai cambiamenti intercettando le nicchie di mercato emergenti.
Ripensare il duty free
pex), arrivando a toccare un limite di taglio della spesa». Su questi dati, inoltre, insistono le questione geopolitiche (la Brexit su tutte) e quelle energetiche, nonché un rallentamento a livello economico di tutta la zona europea. «Per questo, a lungo termine – ha continuato Jankovec – bisogna continuare ad adattare i propri fondamentali agli scenari che stanno modificando il business mettendo al centro la persona». Una centralità che va ulteriormente indagata: «La spesa per passeggero,
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A soffrire maggiormente sembrano essere gli acquisti duty free che nel periodo 2014-18 crescono “solo” del 2% contro un +9% fatto registrare nel quinquennio 2010-14. I motivi? Una generale diminuzione della spesa per passeggero, una maggiore competizione da parte degli store duty free nella zona arrivi (all’aeroporto Keflavik, per esempio, ce n’è uno da 500 mq di superficie in stile supermarket) e downtown (soluzione molto diffusa in Estremo Oriente), una mancanza di unicità e istintività nei format proposti, poca conoscenza dei nuovi segmenti di viaggiatori (in particolare Millennials e classe media cinese) e scarsa competitività a livello di prezzo. «Sono due, quindi, le domande che dobbiamo porci. Primo: come rinnovare e rimodellare l’offerta retail? Secondo: come rinnovare il modello aeroportuale?», ha affermato Frédéric Chevalier, chief operating officer Emea di Lagardère Travel Retail. Questioni cruciali a cui non mancano, almeno sottoforma di monitoraggio e sperimentazione, le risposte. «Il digitale – ha affermato Julie Lassaigne, neo-segretaria generale di Etrc – può essere un’opportunità per rispondere alle costanti restrizioni sul lebelling dei prodotti che mettono in difficoltà le strategie marketing delle varie aziende allontanando il cliente». Sulla stessa linea anche i dati raccolti da Peter Mohn, ceo di M1nd-set, e da Craig Mackie, general manager di Moodie Insight: la promozione delle opportunità di acquisto
nel duty free raggiunge solo il 37% dei viaggiatori mentre i differenti touch point sono ancora poco sviluppati (solo il 39% riceve offerte inflight e il 37% in fase di prenotazione). Eppure le opportunità non mancano, come ha sottolineato Stewart Dryburgh, general manager di Netsle International Travel Retail: «A livello globale, nei prossimi 10 anni, c’è un mercato da 10 miliardi di dollari per i prodotti confectionery che diventano 2,5 miliardi se si considera solo il mercato europeo. Tuttavia, per accaparrarsene una fetta bisogna andare incontro alle esigenze dei clienti: connessione più profonda con i loro desiderata, un’esperienza d’acquisto unica ed elevata, un prodotto sano e che faccia bene».
La leva (potenziale) del food&beverage
Fra le opportunità per i retailer aeroportuali, il food&beverage rappresenta senza ombra di dubbio una leva essenziale per dare una risposta di qualità alle richieste dei viaggiatori. D’altronde, «circa il 59% dei passeggeri acquista prodotti F&B in aeroporto e circa il 20% lo fa per mancanza di alternative», ha rivelato Ezio Balarini, chief marketing officer di Autogrill. Per potenziare questo settore, tuttavia, «è necessaria una transizione da un modello browse&buy a uno eat&stream – ha affermato Olly Chubb, head of strategy & insights di Portland Design – Detto diversamente, bisogna capire come dare esperienze diverse a seconda del tempo a disposizione del passeggero e, se possibile, permettere a quest’ultimo di recuperare attraverso il servizio il tempo speso da chi viaggia nelle operazioni di acquisto». L’obiettivo, per tutti, è quello di alzare la media di spesa per passeggero in questo settore che è ferma ai 7,12 dollari. Per farlo, il food&beverage in aeroporto ha le caratteristiche giuste: esperienzialità, sense of place, ecosostenibilità (dal packaging alle vettovaglie), competitività rispetto alla qualità delle proposte offerte a bordo dei voli, rapidità di adattamento ai diversi trend e varietà dell’offerta. N.G.
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World Travel Retail
Germania
LOTTE DUTY FREE SI ESPANDE IN OCEANIA
AUSTRALIA – Con l’apertura del duty free all’interno dell’aeroporto di Brisbane, Lotte concretizza la sua espansione nell’area dopo aver acquisito, ad agosto 2018, i punti vendita di JR/Duty Free in Australia e Nuova Zelanda. Qui la società coreana punta a realizzare 200 milioni di dollari di vendite in un anno e diventare il travel retailer di riferimento entro il 2023. Australia
Usa
AMERICAN EXPRESS E JFK, NEL 2020 NUOVA LOUNGE
USA – American Express e l’aeroporto JFK di New York hanno dato avvio alla costruzione della più grande Centurion Lounge al mondo: più di 1.400 mq di superficie su due livelli con affaccio sulla pista. All’interno, servizi premium come wifi ad alta velocità, un menu F&B dedicato, postazioni di lavoro insonorizzate e molto altro. Il costo dell’opera, prevista per il 2020, si aggira intorno ai 21,5 milioni di dollari.
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LAGARDÈRE FORZA QUATTRO A MALAGA
SPAGNA – Aperture completate per Lagardère che, a fine marzo, ha svelato l’ultimo dei quattro ristoranti che ha in concessione all’interno dell’aeroporto di Malaga: Giraffe World, Costa Coffee, La Manon e Giraffe Stop. Quest’ultimo, ha una superficie di 107 mq e propone un servizio grab&go già sperimentato a Heathrow, Dubai e nella stazione ferroviaria di King’s Cross. Spgna
PANAMA – Duty Free Americas e Luxottica hanno svelato l’ultima boutique dedicata all’eyewear nel T1 dell’Aeroporto internazionale Tocumen (che ha registrato un +4,4% di traffico passeggeri nell’ultimo anno). Lo store di 107 mq fa parte dell’espansione commerciale del retailer che a breve estenderà la propria operatività nel T2 con un assortimento di 25 brand e oltre 2.000 prodotti dal lusso alla moda, passando per il segmento lifestyle.
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GERMANIA – Una crescita flat per Fraport AG, società che gestisce l’aeroporto di Francoforte: +0,8 milioni di euro di entrate retail, con una spesa per passeggero scesa a 3,12 euro. Diversi i fattori che hanno concorso nel determinare questo risultato, compresa la svalutazioni di alcune valute nei confronti dell’Euro. In generale, le entrate retail e real estate sono declinate del 2,8% a 507 milioni di euro.
SPESE DUTY FREE IN CINA A 6 MILIARDI
CINA – Le spese duty free continuano a volare in Cina dove, nel 2018, hanno toccato quota 5,9 miliardi di dollari. Una cifra che, secondo CDF Group, rappresenta un aumento del 27,3% anno su anno. A trainare le performance, la popolarità degli store duty free offshore come quello di Hainan che nel 2018 ha registrato vendite per 1,5 miliardi di dollari. Cina
Svizzera
SSP ESTENDE LA PARTNERSHIP FERROVIARIA GERMANIA – SSP e DB Station &Service, azienda controllata da Deutsche Bahn (società che gestisce la rete ferroviaria tedesca) hanno esteso la propria partnership che, attualmente, conta 130 contratti in essere (con 60 nuovi affitti). A beneficiarne, principalmente, saranno le stazioni di Francoforte, Amburgo, Hannover e Colonia. Nell’accordo è stata inserita anche la gestione, in franchising, di 40 convenience store a marchio ServiceStore DB.
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FRAPORT AG, CALA LA SPESA PER PASSEGGERO
ZURIGO, IL NON-AVIATION A QUOTA 500 MILIONI
SVIZZERA – Flughafen Zürich AG, società di gestione dell’aeroporto di Zurigo, ha pubblicato i conti del 2018: +20,2% di entrate non-aviation a quota 491,6 milioni di dollari. A trainare le performance ci hanno pensato il settore retail, tax e duty free con vendite pari a 110,4 milioni di dollari con una spesa per passeggero cresciuta del 6% (superiore alla crescita del traffico passeggeri ferma a +5,8% per un totale di 31,1 milioni).
duty free world | I CONTI DI DUFRY: IL FATTURATO CRESCE DEL 3,7%
SVIZZERA – Dufry ha presentato il bilancio 2018: fatturato in crescita del 3,7% a quota 8.687 franchi svizzeri, margine ebitda stabile al 12% e flusso di cassa a +31,1%. Dal punto di vista operativo, nel 2018 sono stati 34.800 i mq rinnovati, inclusa l’implementazione del nuovo concept New Generation Store di Heathrow (2.500 mq) e Cancun (1.800 mq). Oltre gli aeroporti, Dufry ha esteso il proprio portfolio grazie ai 4.000 mq gestiti a bordo di 16 navi da crociera (per un totale di 48 punti vendita) e i 1.500 mq di duty free nella stazione del treno ad alta velocità di Hong Kong. Per il 2019, Dufry ha in cantiere contratti di apertura per ulteriori 19.800 mq di superfici commerciali.
by Kevin Rozario
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London kevin.rozario.uk@gmail.com
The Chinese in Europe – where next? I cinesi in Europa – e dopo?
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t was once the case that the Chinese in Europe were easy to track. Major cities – especially those with luxury shopping precincts – were preferred haunts. Paris, London and Milan were big draws, and their hub airports have benefited hugely from the high-spending from this nationality – and still do. However, Chinese travellers have become more nuanced in their tastes, not least because their demographics are broadening. Consulting group, RTG, refers to the ‘Awakened Generation’, those born in the late 1980s and post 1990s who are more confident in their Chinese identity. They are knowledgeable about the world, know where they want to go and what they want to do. Data from the China Outbound Tourism Research Institute (COTRI) indicate that under-29s now account for just under 30% of Chinese travellers to Europe, though the 30-49s still have the biggest share at 48%. The shifting demographics explain some interesting travel patterns. COTRI’s analysis of the top 10 fastestgrowing global destinations for Chinese arrivals in the
KLM, STOP ALLE VENDITE IN VOLO
OLANDA – Una decisione drastica quella di KLM che, a partire da luglio, non venderà più prodotti tax free sui propri voli europei (e dal 2020 nemmeno su quelli internazionali). Alla base, ci sarebbero le scarse vendite realizzate a bordo dovute alla concorrenza su prezzo e varietà di prodotto disponibile nei vari scali e nei negozi a terra.
STARBOARD CRUISE POTENZIA IL MANAGEMENT
USA – Novità in casa Starboard Cruise Services: Brenda Yester Baty è stata nominata cco. L’ex Carnival Cruise passa dall’altra parte della staccionata dopo 15 anni di servizio per guidare il programma di sviluppo della customer experience a bordo delle navi da crociera. Alla base della sua nomina, la volontà di utilizzare in modo più efficace i driver digitali dell’azienda.
third quarter of 2018 includes six in Europe: Serbia, Bosnia and Herzegovina, Montenegro, Cyprus, Turkey and Croatia. Travel retailers at airports in these countries should be seeing a pick-up in sales – even if actual numbers are small they are growing. The new Chinese spirit of adventure has also been acknowledged by seat analyst OAG. It cites Croatia, Northern Ireland (part of the UK) and Morocco as seeing “a huge rise” in Chinese air travellers, despite limited direct flights. The link is that these destinations are where scenes from the series, Game of Thrones, were filmed. With the help of a Game of Thrones visitor attraction opening this year, Tourism Ireland aims to increase its Chinese visitors to 175,000 by 2025 (+150% over 2017). OAG data show that 114,000 travelled indirectly between China and Northern Ireland in the 12 months to November 2018. Over 106,000 passengers also travelled between China and Morocco in the 12 months to November 2018, helped by visa-free access via Europe, while Croatia received 34,000 Chinese passengers flying indirectly in the 12 months to November 2018, (+19.4% more than the previous year).
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na volta i cinesi in Europa erano facili da seguire. Le grandi città – specialmente quelle con una zona di negozi di lusso – erano terreni di caccia prediletti. Parigi, Londra e Milano erano alla pari e i loro hub aeroportuali hanno enormemente beneficiato delle grosse spese di questa nazionalità – e ancora lo fanno. Tuttavia, i gusti dei viaggiatori cinesi si sono fatti più sfumati anche a causa di una demografia che si va ampliando. Il gruppo di consulenza RTG la definisce la “Awakened Generation”, quella formata dai nati fra la fine degli anni ’80 e i successivi anni ’90, forti di un’identità cinese più netta. Questi individui conoscono maggiormente il mondo, dove vogliono andare e cosa voglio fare. I dati del China Outbound Tourism Research Institute (COTRI) indicano che gli under 30 contano poco meno del 30% dei viaggiatori cinesi in Europa, sebbene i 30-50enni coprono ancora la quota maggiore con il 48%. Lo slittamento demografico spiega alcuni schemi di viaggio. Le analisi del COTRI relative alle Top 10 destinazioni che crescono più velocemente in termini di arrivi cinesi nel terzo quarto del 2018 ne includono sei in Europa: Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Cipro, Turchia e Croazia. I travel retailer negli aeroporti di questi Paesi dovrebbero riscontrare un aumento nelle vendite – anche se i numeri effettivi sono piccoli stanno comunque crescendo. Il nuovo spirito d’avventura cinese è riscontrato anche dagli analisti di posti a sedere OAG. Quest’ultimi citano Croazia, Irlanda del Nord (parte della GB) e Marocco come destinazioni con un “alto tasso” di viaggiatori aerei cinesi, nonostante i voli diretti limitati. Il minimo comun denominatore è costituito dal fatto che questi luoghi sono i set dove è stata girata la serie tv Il trono di Spade. Grazie a un’attrazione relativa al Trono di Spada in apertura, Tourism Ireland punta ad accrescere i visitatori cinesi a 175.000 entro il 2025 (+150% rispetto al 2017). I dati OAG mostrano che 114.000 persone hanno viaggiato fra Cina e Irlanda del Nord negli ultimi 12 mesi fino a novembre 2018. Oltre 106.000 passeggeri hanno viaggiato fra Cina e Marocco nello stesso periodo, aiutati da un accesso senza visto attraverso l’Europa, mentre la Croazia ha ricevuto 34.000 passeggeri cinesi con voli indiretti nell’ultimo anno (+19,4% rispetto all’anno precedente).
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Accordi bilaterali
Partenariato UE-Giappone. Cosa Cambia?
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seguito delle negoziazioni iniziate nel marzo 2013 e proseguite sino al dicembre 2017, lo scorso dicembre – con l’approvazione del Consiglio dell’Unione Europea – si è concluso l’iter per la convalida dell’Accordo di Partenariato Economico tra Unione Europea e Giappone (EPA) che è già in vigore dal 1° febbraio 2019, non necessitando della rettifica da parte dei parlamenti degli Stati membri. L’Accordo tra Giappone e Unione Europea rappresenta un ulteriore traguardo nell’ambito degli accordi di libero scambio bilaterali, diventati sempre più frequenti nel panorama internazionale in quanto permettono una più fluida negoziazione rispetto agli accordi multilaterali. E l’Unione Europea, comprendendo il potenziale e l’ampiezza applicativa di tali accordi, ha
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retail food | aprile 2019
di Andrea Penazzi
L’entrata in vigore, in data 1 febbraio 2019, dell’accordo bilaterale tra l’Unione Europea e il Paese del Sol Levante ha molteplici riflessi, non solo sullo scambio delle merci. Li abbiamo investigati intervistando l’Ufficio ICE di Tokio e lo studio legale Cocuzza & Associati sottoscritto – e sta attualmente negoziando – numerosi accordi bilaterali in materia di commercio internazionale. Suddetti accordi, oltre a prevedere l’abbattimento dei dazi da parte dei paesi firmatari e l’agevolazione degli scambi commerciali, regolamentano anche svariate materie attinenti al commercio internazionale.
Sotto tale profilo, l’EPA comporta il sensibile abbassamento dei dazi che le imprese europee sono chiamate a versare per esportare i propri prodotti e servizi in Giappone. L’abbattimento dei dazi interessa numerosi e importanti settori produttivi, tra cui agroalimentare, manifatturiero, automobilistico e chimico.
AFP
A firmare, il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il premier giapponese Shinzo Abe.
L’INTERVISTA
Valerio Bellucci, direttore Ufficio ICE di Tokyo Quanto vale l’export in Giappone dei prodotti italiani di food, abbigliamento/moda e design? Nel 2018 il Giappone ha importato dal resto del mondo beni per un valore complessivo di 748 miliardi di dollari, quasi il 12% in più rispetto al 2018. Nel settore del Food, Wine & Beverage, l’Italia, nonostante una crescita del 3,1% con esportazioni che hanno raggiunto i 109.070 milioni di yen, occupa appena il 17° posto nella classifica dei principali partner commerciali del Giappone, con una presenza sul mercato pari all’1,7%. I principali prodotti esportati sono gli alcolici (+0,2%), le preparazioni vegetali (+6,4%) e i prodotti di origine animale (+1,2%). Nell’abbigliamento manteniamo, già da diversi anni, posizioni di rilievo: pur essendo il 7° partner commerciale del Giappone con una quota del 2,93%, siamo il primo paese occidentale a entrare in questa classifica dominata dalla Cina (59,89%) e abbiamo registrato una crescita del 10,06% portando il valore delle nostre esportazioni a 93.500 milioni di yen. Per le calzature in pelle, continua il positivo trend già registrato e consolidato negli anni: siamo assolutamente leader in questo settore, secondo dopo la Cina ma, al contrario di quest’ultima che ha visto un calo dell’1,46%, la nostra crescita ha registrato un +11,26%, portando il valore delle nostre esportazioni a 132.458
milioni di yen e la quota al 19,82%. Infine, per i prodotti dell’arredo/design, l’Italia detiene una salda 8° posizione con una variazione in aumento di ben il 22,82%, per un valore pari a 2.989 milioni di yen e una
quota di mercato all’1,80%. Anche in questo caso è da rilevare che siamo il primo paese occidentale della lista dei partner commerciali del Giappone, seguiti da Germania (10°), Francia (11°) e Stati Uniti (16°). Da evidenziare che i prodotti italiani si configurano come beni di fascia alta/medio alta. Rispetto a questi comparti, cosa comporta l’accordo di partenariato economico tra Europa e Giappone?
delle importazioni di prodotti UE in Giappone mentre la soppressione dei dazi sarà progressiva nel tempo (con un orizzonte temporale massimo di 16 anni) e arriverà a riguardare il 99% dei prodotti. Il volume restante sarà in parte liberalizzato tramite quote e riduzioni tariffarie. Nel concreto, quali attività metterà in campo ICE per sostenere in questa fase gli imprenditori italiani che operano in Giappone? Trattandosi di un accordo tra Ue e Giappone, gli uffici commerciali delle ambasciate dei vari paesi Ue sono chiamati per primi a fornire adeguata informazione alle aziende
L’Accordo contiene disposizioni procedurali e commerciali che ridurranno i costi correlati a esportazioni e investimenti e consentiranno alle imprese di accedere al terzo mercato al mondo per dimensioni. Più in dettaglio, l’accordo prevede un sostanziale miglioramento delle condizioni di accesso al mercato per le esportazioni Ue di alcuni prodotti con l’azzeramento o il calo progressivo dei dazi per vino, prodotti lattiero-caseari, carni (di maiale e vaccina), pasta, biscotti, preparati e salse di pomodori, ecc., ma anche per prodotti in pelle, calzature, pelletterie. È prevista inoltre la rimozione di ostacoli di natura tecnica e normativa agli scambi di merci mediante l’adozione di norme tecniche e principi normativi utilizzati nell’Ue in settori quali veicoli a motore, prodotti elettronici, prodotti farmaceutici e dispositivi medici, prodotti chimici e in plastica, cosmetici, oreficeria, etc., nonché i servizi. L’entrata in vigore dell’accordo prevede una fase transitoria? Se sì, come verrà gestita? Al momento dell’entrata in vigore dell’accordo è prevista la liberalizzazione del 91%
interessate a usufruire delle riduzioni tariffarie. Poiché in Giappone è l’importatore che deve seguire tutte le pratiche di sdoganamento della merce, la locale Ambasciata d’Italia con il supporto di questo ufficio ha attivato una serie di incontri formativi che hanno coinvolto i principali importatori giapponesi di prodotti italiani alimentari (formaggi e vino). Rileviamo comunque la necessità che un’uguale azione formativa venga, in ogni caso, svolta anche in Italia. Infine, gli stessi uffici dell’Ue in Giappone stanno organizzando seminari e webinar per diffondere al massimo le informazioni su una materia che risulta molto complessa. Ricordiamo che la normativa EPA richiede particolare attenzione all’origine del prodotto che dovrà essere certificata attraverso la registrazione al sistema REX o utilizzando la cosiddetta “conoscenza dell’importatore”. Tutti gli esportatori nazionali che intendono essere registrati al sistema REX devono presentare la relativa domanda all’Ufficio dell’Agenzia delle Dogane territorialmente competente che potrà fornire loro eventuali indicazioni e chiarimenti. aprile 2019 | retail food
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Accordi bilaterali IL PARERE LEGALE
Giulia Comparini e Alessandro Barzaghi, partner di Cocuzza & Associati Studio Legale
L’
Accordo di Partenariato non prevede solamente l’abbattimento dei dazi doganali. Attraverso l’EPA si è cercato anche di abbattere gli ostacoli non necessari di natura regolamentare che impediscono l’accesso al mercato giapponese delle imprese europee (soprattutto delle piccole imprese) e costituiscono un puro costo di transazione. L’ EPA interviene infatti in oltre 70 aree in cui questo tipo di barriere non tariffarie risultano particolarmente gravose con il fine di armonizzare gli standard giapponesi a quelli internazionali. Inoltre, l’EPA regola la collaborazione fra Europa e Giappone anche su altre materie che, pur non avendo ad oggetto direttamente la disciplina della circolazione delle merci, hanno effetti benefici sugli scambi commerciali internazionali. Di seguito, si segnalano alcune delle più rilevanti disposizioni dell’Accordo in questione.
Corporate Governance
Le disposizioni in materia di corporate governance si ispirano alle best practice internazionali in materia, già contenute all’interno del Codice OCSE sul governo di impresa. Tra di esse vi sono disposizioni in tema di diffusione e pubblicità delle informazioni sulle imprese quotate, trasparenza delle operazioni straordinarie e responsabilità dei dirigenti nei confronti degli azionisti. L’introduzione di tali disposizioni è finalizzata a portare benefici agli scambi commerciali tra Unione Europea e Giappone in quanto portatrici di maggiore efficienza e trasparenza dei mercati. L’obiettivo condiviso è infatti quello di incoraggiare gli investitori cercando di ridurre al minimo gli ostacoli e le incertezze derivanti da una cornice normativa diversa, che potrebbe de facto limitare l’accesso di nuovi capitali europei in Giappone.
la ratifica della Convenzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), finalizzata a promuovere la garanzia dell’applicazione dei diritti fondamentali del lavoro. Invece, sotto il profilo della difesa dell’ambiente, l’EPA sostiene iniziative di etichettatura ecologica, riciclaggio e diffusione di beni e servizi eco-compatibili. La finalità di tali disposizioni, naturalmente, è quella di evitare la corsa al ribasso per attrarre unilateralmente gli investimenti, con evidenti danni sia all’ambiente che ai diritti dei lavoratori.
Proprietà Intellettuale
Unione Europea e Giappone prevedevano, già prima della firma dell’EPA, normative avanzate in materia di protezione della proprietà intellettuale. Di conseguenza, l’accordo ha potuto limitarsi a promuovere, in linea generale, la non discriminazione tra le due parti in tale ambito e il loro impegno comune alla lotta contro la contraffazione e la pirateria. Inoltre, sono state inserite rilevanti novità in materia di indicazioni geografiche dei prodotti. In particolare, già 200 indicazioni geografiche europee hanno trovato riconoscimento e protezione con l’introduzione dell’EPA. Di queste 44 sono italiane (fra le altre, Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, Barolo e Chianti), ma in futuro l’elencazione delle indicazioni geografiche riconosciute potrà essere ampliato. Infine, per la prima volta, con l’EPA vengono introdotte in uno dei principali accordi di libero scam-
Commercio e sviluppo sostenibile
L’EPA contiene al proprio interno disposizioni specifiche finalizzate all’applicazione di standard in tema di commercio e sviluppo sostenibile, finalizzati all’adeguatezza delle condizioni lavorative e alla difesa dell’ambiente. Sotto il primo profilo il Giappone si è impegnato a dare il via al procedimento per 40
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bio delle disposizioni a protezione dei trade secrets, le quali ricalcano quelle introdotte all’interno dell’Unione Europea con la Direttiva 2016/943, finalizzata a un più ampio riconoscimento e protezione da parte degli Stati membri dei segreti commerciali.
Appalti pubblici
Sono state previste a favore delle imprese europee semplificazioni per la partecipazione alle procedure di gara per gli appalti pubblici tra le quali, ad esempio, la pubblicazione dei bandi di gara giapponesi su un unico sito web e la parità di trattamento delle imprese di costruzione dell’Ue con quelle giapponesi. Inoltre, sono state aperte alle imprese europee nuove tipologie di appalti pubblici, la partecipazione ai quali in precedenza non era consentita. Ad esempio, d’ora in poi sarà possibile per le imprese europee partecipare agli appalti riguardanti ospedali, istituzioni accademiche e ferrovie (questi ultimi solamente per quanto riguarda gli appalti superiori a 400.000 euro).
Data protection
Le trattative tra Giappone e Unione Europea non hanno avuto quale risultato la sola firma dell’EPA, ma anche il raggiungimento di un’intesa riguardante la protezione dei dati personali tra le due parti. In tale ambito, il Giappone si è impegnato a innalzare gli standard di sicurezza in tema di data protection applicando quelli europei, i quali prevedono l’ampliamento della definizione di dati sensibili, la semplificazione dell’esercizio dei diritti di accesso e rettifica, il rafforzamento della protezione in caso di trasferimento di dati europei dal Giappone verso un paese terzo. In tal modo, l’Unione Europea ha riconosciuto che il Giappone è in possesso di livelli adeguati di protezione dei dati personali e, di conseguenza, sono stati rimossi gli ostacoli alla circolazione internazionale dei dati dai Paesi membri verso il Giappone. Le imprese Europee ora possono avvantaggiarsi della libera circolazione dei dati personali anche verso il Giappone e, al contempo, avere un accesso privilegiato ai dati personali dei cittadini giapponesi, con ovvi vantaggi di natura commerciale. ¢
r&f & Retail Scienze
di Vincenzo Russo professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing presso l’Università IULM di Milano, vincenzo.russo@iulm.it
Il neuromarketing per l’analisi del marketing integrato in-store e on-line
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n un contesto in cui le tecnologie diventano sempre più pervasive e sofisticate, i negozi fisici si trovano a un bivio. Al fine di competere con retailer online, i luoghi di vendita devono trasformarsi in luoghi esperienziali, fortemente capaci di provocare emozioni ed engagement, valorizzando tutti i potenziali canali della sensorialità. Nonostante si parli da tempo di polisensorialità, nella mostra esperienza di analisi neuroscientifica, sono ancora pochi i contesti in cui si registra un uso avanzato delle strategie polisensoriali. Oggi è necessario potenziare al massimo
do di facilitare a distanza gli acquisti. Sempre più, intervistando i consumatori, soprattutto quelli più giovani, si rileva una “scontata” prassi, ovvero quella di sperimentare nel pdv e di acquistare online. Nel prossimo futuro le tecnologie presenti nei punti vendita, cosi come gli accessi online dello stesso retail, saranno sempre più integrate potenziando il “rapporto” con i potenziali clienti. Ciò vale soprattutto per specifiche categorie merceologiche. Lo sviluppo di una strategia integrata di marketing in-store e online diviene pertanto una necessità per la sopravvivenza.
queste potenzialità, integrando gli elementi offerti dalla polisensorialità con l’engagement correlato all’uso delle tecnologie. Ciò significa usare le tecnologie per facilitare o guidare gli acquisti in store. Non a caso, il nuovo filone di in-store marketing è guidato dall’integrazione tra processi, tecnologia, contesto e interfacce. Per esempio, l’uso di app o di sistemi di riconoscimento del cliente. Una per tutte è l’app di una giovane start up dal nome Vinhood, già usata in alcuni contesti come nel sito di Esselunga, ovvero una sorta di sommelier virtuale che con poche domande è in grado di individuare il “carattere” del cliente o meglio i suoi gusti per guidarlo alla scelta di un vino in maniera semplificata. Oltre alle tecnologie usate in store occorre prestare molta attenzione alle opportunità offerte dal web, per integrare l’esperienza di acquisto fisico con quella online attraverso siti del retail in gra-
Lo sviluppo del mercato virtuale è un’occasione determinante per i retailer tradizionali per mantenere alcune categorie di clienti e conquistare la generazione Millenials. Ciò implica, tuttavia, una specifica attenzione allo sviluppo di strategie di comunicazione in grado di valorizzare ciò che le neuroscienze offrono al business. Il filone di studi relativi alla “Consumer Neuroscience” ci permette non solo di spiegare perché occorre attivare emotivamente il consumatore, ma anche come farlo, misurandone l’efficacia con le tecniche di neuromarketing. Come descritto da Kahneman (2012) nella relazione in store, ma anche online, usiamo due sistemi: il Sistema 1 veloce, inconsapevole ed irrazionale, e il Sistema 2 con i suoi pensieri lenti, razionali e lineari. Nella maggior parte delle volte ci lasciamo guidare proprio dai pensieri veloci,
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automatizzati e inconsapevoli. Ciò implica un’adeguata attenzione sia alla capacità di creare engagement con la polisensorialità in field sia di valutare l’effetto emozionale del sito del retail per misurarne capacità di attivazione emozionale e di engagement. Rifacendoci a termini più neuroscientifici, anche il sito dovrebbe essere in grado di attivare il Sistema Beta del nostro cervello. Grazie agli studi di McClure et al. (2004b) abbiamo identificato con la fMRI due distinti sistemi neuronali coinvolti nei processi decisionali. Questo Sistema Beta, maggiormente legato all’attivazione del sistema limbico e che risponde alle attivazioni emozionali, e il Sistema Delta, più correlato con le regioni prefrontali del cervello, notoriamente responsabili dei processi di pianificazione e dei processi cognitivi superiori. Purtroppo, dalle nostre analisi di customer experience on line, ancora troppo spesso troviamo siti che parlano quasi esclusivamente a questo sistema più razionale (quello che Kanheman chiama Sistema 2). Grazie agli studi svolti con un Eye Tracking per l’analisi dei movimenti oculari e all’integrazione di indicatori di attivazione emozionale (elettroencefalogramma in connessione con la sudorazione e il battito cardiaco) è possibile misurare quali elementi aiutano il cliente a sentirsi ingaggiato durante la navigazione online: dalla scelta dei colori e delle immagini alla proposta dei prodotti. Sappiamo, per esempio, che rendere quanto più tangibile la proposta facilita l’acquisto online. Così se dobbiamo vedere una vacanza per un week end, si ha un effetto se nella landing page scriviamo “Weekend da sogno a prezzi incredibili”, ma si hanno maggiori conversioni se diamo tangibilità al prodotto in vendita. Cosi potremmo aggiungere alla frase alcuni dettagli molto più ingaggianti per il Sistema Beta, come per esempio “Weekend da sogno a partire da 50 euro a coppia”, o meglio ancora “Weekend da sogno… Scegli tra più di 50 località in tutta Italia 3 giorni e 2 notti + cena per due persone”. ¢
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Dossier shopping mall
GrandApulia a regime, leader nel bacino di Andrea Penazzi
Inaugurato nel dicembre 2016 “a mezzo servizio”, il nuovo centro commerciale di Foggia ha visto il progressivo ingresso di colossi internazionali, su tutti Gruppo Inditex, cui è seguito il cambio di insegna dell’àncora alimentare e il contestuale resizing della stessa che ha portato all’ingresso di 4 medie superfici. Footfall in crescita costante, sopra quota 4,5 milioni di persone l’anno
A
guardarlo oggi, sembrano davvero lontani i giorni in cui è stata messa in dubbio l’apertura stessa del nuovo centro commerciale di Foggia, in località Borgo Incoronata, dove attualmente lavorano circa 800 persone. Lo shopping center GrandApulia, inaugurato il 20 dicembre 2016 – circa un mese dopo rispetto alla da-
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ta prefissata – ha saputo conquistarsi la leadership nel bacino di riferimento in virtù di un’offerta retail unica nella città e nella provincia di Foggia, e parallelamente di una viabilità ottimale: dista meno di 1 km dal nuovo casello dell’autostrada A14 ed è facilmente raggiungibile anche dalla SS 16bis che collega Foggia, lontana meno di 10 minuti in automobile, con Bari e Lec-
ce. La catchment area, soprattutto in occasione di grandi eventi sia commerciali che non, si spinge sino alle località turistiche del Gargano (grazie anche alla fermata, nel parcheggio del mall, dei bus di linea Ferrovie del Gargano), verso il centro della Puglia e fuori regione: Molise e nord della Basilicata. La proprietà dell’immobile è Finsud della famiglia Sarni, che vi ha
di una grande area di circa 5mila mq che, investito circa 60 milioni di euro (fonte: in prospettiva, potrebbe essere destinata stampa locale), mentre la gestione fa capo a leisure e in parte a ristorazione. La dotaa Svicom che si è occupata, in via escluzione di parcheggi, tutti a raso, è di 4misiva, della commercializzazione pre aperla posti auto, tutti a servizio dei tura. Guardando ai numeri del progetto, tre ingressi di GrandApulia. Il la Gla è di 42.000 mq, distribuiti su due footfall ammonta a 4,5 milivelli commerciali, dove sono dislolioni di persone l’anno e, cati oltre 100 punti vendita di cui 14 come ha confermato a medie superfici (incluso il family r&f Corrado Di Paolo, entertainment center, esteso cirpartner and head of leca mille mq) e il multiplex a inseasing di Svicom, sono in gna Cine Village. Quest’ultimo, costante ascesa, a dimoanch’esso di proprietà Sarni, conta strazione che deve ancora 7 sale, di cui una dotata di tecnoloessere raggiunto il piegia Dolby Atmos, e vanta la caratno livello di maturazioteristica di essere l’unico cinema Corrado Di Paolo, partner in Puglia ubicato all’interno di un and head of leasing di Svicom ne. Parallelamente crecentro commerciale. Da sottolineare che solo il Cine Village si posiziona al piano superiore, per cui l’intera proposta fashion, food, ecc. si avvantaggia della dislocazione su un unico livello. Qui l’offerta retail si articola lungo le due passeggiate del mall, di circa 400 metri ognuna e caratterizzate da volumetrie importanti grazie ad altezze di ben 6 metri, che diventano 10 nelle piazze, in linea con le soluzioni architettoniche più appealing adottate nei centri commerciali di ultima generazione. Le passeggiate sono intervallate da tre piazze che si caratterizzano per un’offerta verticale dedicata una al food e l’altra al mondo fashion, quelle poste sui due lati della struttura, mentre quella centrale alle medie superfici di vendita e, date le grandi dimensioni, agli eventi. Al piano superiore, il centro commerciale dispone
4,5milioni 100 punti vendita i visitatori all’anno
Oltre
, di cui 14 medie
superfici
65mila 11.700
Circa
follower
su Facebook e quasi su Instagram
sce anche la community virtuale, con quasi 11.700 follower sulla pagina Instagram e circa 65mila su quella Facebook. Proprio Facebook Business ha preselezionato GrandApulia come possibile case study per il mercato italiano, ha sottolineato il management del centro. Particolare rilevanza è data a tutta l’attività di comunicazione e marketing digitale, gestita rigorosamente in house, che tra i vari servizi web alimenta una chatbot, pensata per dare risposte veloci e complete alle richieste della clientela. Sempre online, sul portale del centro è aprile 2019 | retail food
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Dossier shopping mall Località Foggia Borgo Incoronata
Proprietà FINSUD Gestione Commercializzazione Svicom
Fonte: ©Edifis Intelligence
Livelli commerciali 2 (solo il multiplex al piano primo)
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Gla 42.000 mq ca Medie
superfici
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PROGETTO IN PILLOLE
Data
apertura
20 dicembre 2016
Data apertura multiplex/insegna 10 febbraio 2018 Cine Village
Localizzazione Extraurbana Parcheggi 4.000 posti auto Numero PDV
10
Àncora
food
alimentare
Gla IperSimply/3.000 mq Numero PDV oltre 100
attivo il servizio di click & collect, che, per quanto riguarda il ritiro dei prodotti, viene gestito singolarmente dai punti vendita aderenti all’iniziativa. Infine, per radicare sempre più il centro commerciale al territorio e alle comunità locali, grande impulso viene dato agli eventi, sia di lunga durata coinvolgendo ad esempio le scuole, sia con incontri che hanno visto protagonisti cantanti del calibro di Fedez e Morandi. In questi casi, distribuendo pass numerati a chiamata, la direzione di GrandApulia riesce nelle finalità di conoscere meglio la clientela, gestire più agevolmente la sicurezza e permettere alle persone di visitare i negozi nell’attesa che arrivi il loro turno. Gli eventi “di radicamento” consentono inoltre di spingere le frequenze infrasettimanali, mentre i picchi si registrano naturalmente nei giorni festivi e nei weekend. Infine, la dotazione tecnologica di GrandApulia include due maxi schermi nelle piazze laterali della galleria, aree di coworking con sedute, prese di corrente e wifi, più tre directory touch screen posizionate davanti agli ingressi che, grazie al collegamento a internet, mostrano le promozioni dei negozi in tempo reale nonché la loro posizione e il relativo tragitto per arrivarvi.
grandi vetrate dal sapore decò; e il Pin Up Cafe, che si caratterizza per le musiche e l’atmosfera vintage americana anni ‘50 e ‘60 con proposte prevalentemente di mare. Nella piazza del fashion si trova un locale di forte appeal, il Sarni Pizzeria, così come lo stesso operatore propone il Sarni Cafè nella piazza centrale, con un’offerta di caffetteria, pasticceria e gelateria artigianali. La food court, in virtù dell’ingresso riservato e dell’accesso diretto al cinema, gode di orari dedicati che si spingono nelle fasce serali, specialmente nel weekend, oltre gli orari di apertura della galleria. E rimane aperta anche in occasione di eventi o particolari festività come capodanno. Per favorire la riconoscibilità dei brand, tutte le sedute nella piazza della ristorazione sono pertinenziali e coerenti all’arredo del locale.
Brand mix a trazione nazionale e internazionale A dispetto della giovanissima età, il GrandApulia di Foggia vanta un forte percorso di crescita e trasformazione del brand mix. Il taglio del nastro ritardato a ridosso del Natale 2016 ha indotto i colossi del fashion a posticipare di 3-4 mesi l’apertura dei propri negozi. Il 10 febbraio 2017 hanno aperto in contemporanea i quattro store di Gruppo Inditex, tra cui spicca Zara con il suo format più recente di circa 2mila mq, e H&M, mentre poche settimane dopo, il 5 di marzo, è stata la volta della media superficie di abbigliamento Candida. Da sottolineare che “i satelliti” di Zara, Bershka, Pull&Bear, Stradivarius e Zara Home (l’unico in Puglia all’interno di un mall), si presentano tutti con i format di 600-700 mq, portando un ulteriore elemento di novità a livello regionale. Circa un anno dopo l’inaugurazione, l’uscita di Coop Alleanza 3.0, posizionata su una piastra di 6mila mq, si è dimostrata tuttavia un’importante occasione per arricchire e completare ulteriormente il merchandising mix. Al suo posto, infatti, è entrato un alimentari di 3.000 mq a insegna IperSimply e sono state inserite altre tre medie superfici: Arcaplanet, dotata di area Agility, Pet Wash e zona lavanderia, lo store di giocattoli Toy Universe di proprietà Sarni e Iperceramica, altra novità per il settore dei centri commerciali. Lo stesso multiplex Cine Village è stato aperto in un
secondo tempo, nel febbraio 2018. Scattando quindi una fotografia dell’offerta attuale, le altre medie superfici di vendita portano le insegne di OVS, Deichmann (il primo nella regione Puglia), MediaWorld (il primo nella zona di Foggia, esteso circa 3.000 mq) e Cisalfa Sport, alle quali si aggiunge il FEC. Ma non mancano le novità anche tra gli store di “vicinato”: all’interno di GrandApulia sono stati aperti il primo negozio nella provincia di Foggia di Tiger, Adidas e Timberland; spiccano inoltre il format innovativo di Limoni con Beauty Lounge e ancora i punti vendita di Bata (di quasi 400 mq), Clayton e Cotton&Silk (entrambi sopra i 350 mq), Liu Jo Uomo, Harmont&Blaine, Swarovski e Pandora. Prossima apertura: Snipes. Food court con offerta glocal Dall’artigianalità espressione del territorio, attraverso anche la proposta dei tre format Sarni, ai campioni nazionali e internazionali del food come Old Wild West e McDonald’s. La ristorazione del GrandApulia è composta da una decina di locali e si concentra prevalentemente nella piazza dedicata, dove, oltre ai due marchi appena citati, si trovano Vesuvya, ristorante e pizzeria napoletana che si fa apprezzare per la preparazione a vista non solo da dentro al locale ma anche dalla galleria; Sarni Bistrò, in stile industrial tra mattonelle vintage e cucine a vista dalle
Conclusioni Come sottolineato in sede di intervista da Corrado Di Paolo, da Roberto Consalvo, direttore di GrandApulia, e da Martina Castagnoli, shopping centre assistant, la proposta commerciale del nuovo mall di Foggia è caratterizzata da insegne soprattutto nazionali e internazionali, che nella maggior parte dei casi, anche in ambito ristorazione, non erano presenti sul territorio prima di arrivare a Borgo Incoronata. Ad esempio, l’unico caso di sovrapposizione nel food riguarda McDonald’s, già presente nella cittadina pugliese. GrandApulia, che in anche in termini di naming ha registrato un ottimo tasso di penetrazione e riconoscibilità, è diventato via via una destinazione per lo shopping e il tempo libero, con un’offerta differente da quella dell’unico competitor su Foggia: il centro commerciale Mongolfiera inaugurato nel 1997, caratterizzato da uno schema ipercentrico, in virtù di una piastra alimentare a insegna Coop da oltre 10mila mq, e da una logica di servizio di prossimità. Parallelamente, con l’apertura di Zara e degli altri marchi del gruppo Inditex, oltre alla presenza di numerosi brand italiani e internazionali newcomer nella regione o nel bacino di Foggia, GrandApulia ha permesso di trattenere in città una fetta di consumi un tempo diretti principalmente a sud verso Bari, a nord verso Pescara/ Chieti o a ovest in Campania. Non ha impattato negativamente né sui flussi né sui fatturati la riduzione dell’ipermercato, ha specificato Corrado Di Paolo, a dimostrazione, ancora una volta, che quel formato di vendita non genera più volumi d’affari proporzionali alla grandezza dello store. ¢ aprile 2019 | retail food
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Gdo & somministrazione
Eat&Shop per il pranzo di giovani e professionisti
John Agostini, direttore prossimità Carrefour Italia
P
assare fra gli scaffali del supermercato, scegliere il prodotto e mangiarselo subito: una tentazione che tutti abbiamo avuto e a cui le insegne della Gdo hanno deciso di dare una risposta. Come ha fatto Carrefour Italia che nel 2016, a Milano, ha lanciato il suo primo format Eat&Shop che incontra le esigenze dei clienti alla ricerca di una soluzione veloce e diversificata. Arrivato a tre punti vendita nel capoluogo milanese, Eat&Shop è un’evoluzione del formato di prossimità Express che si contraddistingue per la location (centri urbani) e il focus sulla linea di prodotti freschi. Il tutto «mantenendo un’attenzione costante alla qualità dell’offerta all’interno della shopping experience», racconta John Agostini, direttore prossimità Carrefour Italia. Assieme a lui, r&f continua il suo viaggio lungo il confine sempre meno netto fra acquisto e consumo all’interno
L’azienda in pillole Proprietà del format Carrefour Italia (DI PER DI s.r.l.) Anno di nascita Giugno 2016 Numero di PDV 3 (in Italia)
Numero di posti a sedere Circa 40
Fonte aziendale
Scontrino medio n.d.
Tipologia di servizio Vendita anche assistita, self service, caffetteria self o servita (è escluso il servizio al tavolo) 48
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della grande distribuzione (la prima “puntata” è stata pubblicato sul numero di marzo). Con quali obiettivi nasce Carrefour Eat&Shop? Il modello Eat&Shop nasce con l’obbiettivo di rappresentare il supermercato di prossimità dedicato agli amanti del fresco e del buono, andando incontro all’esigenza di soluzioni pasto differenti, veloci e gustose. Rapidità e praticità, dunque. In generale, Carrefour Italia crede fortemente nel formato di prossimità, che sta riscoprendo una nuova giovinezza, in quanto sinonimo di innovazione e vicinanza. Il format Eat&Shop è presente a Milano in via San Marco, via Chiusa e via Algarotti. Come si articola il format in termini di offerta, distribuzione degli spazi e servizi al consumatore? Prodotti freschi e soluzioni pasto per un consumo immediato o successivo, rappresentano il cuore assortimentale di questo modello, che si estende in media su 250 mq di superficie. Caffetteria e piatti pronti, panini e pizze, insalate, macedonie e sushi take away arricchiscono l’offerta al cliente. In posizione centrale, anche in termini di importanza di offerta, si può trovare il Juice Corner, che propone un servizio interessante e innovativo puntando su frullati, centrifughe, yogurt e acque aromatizzate; scelte e preparate sul posto. La vendita, in alcuni mercati, può avvenire sia in negozio che direttamente su strada attraverso un’apposita vetrina. Non manca, inoltre, l’area “bottiglieria” e il reparto con dei “prodotti senza…” sale, glutine, uova, latte, lievito. Un’area ristoro con tavoli e sedie permette ai clienti di accomodarsi per consumare il pasto acquistato con la possibilità di utilizzare il wifi gratuito e le charge station per attività di coworking o remote working.
Quali sono le sinergie tra Eat&Shop e i punti vendita Carrefour? E quali le differenze in termini di layout? Eat&Shop si inserisce all’interno di un contesto più ampio in cui Carrefour Italia si impegna, in un ottica omnicanale, multicanale, innovativa e customercentrica, a offrire ai propri consumatori prodotti di qualità e accessibili. Con i suoi 1.076 punti vendita distribuiti in 18 regioni, Carrefour Italia si pone come obbiettivo quello di diventare leader della transizione alimentare. In ogni caso, per noi è esigenza fondamentale fornire al cliente delle soluzioni per fare la spesa, in qualunque caso, in maniera veloce, sicura e anche piacevole. A che tipo di clientela si rivolge, principalmente, il format? Negli anni l’azienda ha intrapreso un processo di modernizzazione del formato Express per creare una shopping experience in grado di attirare target giovani o lavoratori/lavoratrici che hanno poco tempo da dedicare al pranzo e trovano in questo formato una risposta ideale ai loro bisogni di praticità. Per riuscirci, puntiamo su estetica e assortimento: vengono inseriti ogni giorno prodotti innovativi e anticipate le esigenze e i trend di mercato. Quali sono i progetti di sviluppo retail di Eat&Shop sia in presenza degli ipermercati Carrefour sia in location stand alone? Dal 2014, Carrefour ha investito oltre 700 milioni di euro in Italia in circa 450 punti vendita tra Express, Market e Ipermercati. Carrefour investirà oltre 400 milioni di euro entro il 2022 per continuare l’upgrade della sua rete con l’ambizione di aprire, entro il 2022, 300 nuovi punti vendita. N.G.
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Analisi di mercato
Tutti i numeri del food retail
N
el momento in cui stiamo scrivendo questo articolo sono state comunicate al mercato sia le giurie del Foodservice Award 2019 (www.foodserviceaward.it/ index.php/le-giurie), composte complessivamente da 27 professionisti del settore, tre per ogni categoria, sia, soprattutto, gli 85 brand finalisti (www.foodserviceaward. it/index.php/finalisti), contro i 73 dell’edizione 2017. Numeri in crescita che dimostrano come il comparto della ristorazione commerciale goda di ottima salute, non solo grazie alle aperture di nuovi punti vendita ad opera dei principali player ma anche in virtù della fioritura di operatori che fondano il proprio business sulla specializzazione e la tematizzazione dell’offerta. Parallela-
Oltre a essere un contest in cui partecipano dai grandi player nazionali e internazionali ai brand emergenti, il Foodservice Award, nella sua edizione 2019, si conferma il palcoscenico business privilegiato di un settore estremante vivace, all’interno del quale il mercato italiano è diventato protagonista mente, gli oltre 90 marchi iscritti all’evento (Milano, 9 maggio) hanno fornito informazioni che aggregate non hanno in sé valore statistico, ma che sono altamente rappresentative dei trend di mercato. Tra queste spicca innanzitutto il dato anagrafico: l’età
media è di 11 anni, con il 14% del campione nato prima del 2000, di cui la maggior parte negli anni ’90, e il 40% negli ultimi 5 anni (2014-2018). Guardando ai canali di sviluppo, il 74% dichiara di essere attivo nei segmenti urban e high street, mentre il 19% aprile 2019 | retail food
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Analisi di mercato Tab 1 - I TOP DELLA RISTORAZIONE COMMERCIALE IN ITALIA (K€) LAGARDERE FOOD SERVICE** AUTOGRILL** BURGER KING * CAMST ** CIBIS CIR CIGIERRE * CREMONINI (GRUPPO) ** EATALY DISTRIBUZIONE ** FLUNCH GRUPPO NEGOZI* KENTUCKY FRIED CHICKEN * MCDONALD'S * MYCHEF SARNI RISTORAZIONE (RETE) SEBETO * SIRIO VAIMO SRL VERA TOTALE
Airest
Brek Lancelot, Morgan, Merlino, Artur, America Graffiti Chef Express, Roadhouse Grill La Piadineria
Maglione , Gustofast, BK project, Mesagne Sviluppo 36 societa' controllate Dispensa Emilia
* Nei ricavi sono compresi i franchisee (stima o dichiarazione aziendale) ** Solo attività in italia circa sviluppa esclusivamente in queste location. I centri commerciali rientrano nella sfera di interesse del 54% delle insegne, che solo nel 5% dei casi hanno scelto i mall come unico segmento di crescita. Il terzo polo di attrazione è dato dal travel retail, che coinvolge oltre il 40% dei player, i quali si dedicano esclusivamente ad aeroporti e stazioni ferroviarie nel 13% dei casi. I factory outlet village e i parchi commerciali rappresentano opportunità di business rispettivamente per il 19% e il 10% del campione. Volgendo l’attenzione sulla “colonna” dedi-
Foodservice Award 2019: Oltre 1.900 i locali in quota ai 94 brand partecipanti. Il 40% delle insegne è nata negli ultimi cinque anni. 20 pdv è la media per ogni catena cata alle reti di vendita in Italia, i 94 iscritti al Foodservice Award 2019 portano in dote complessivamente 1.903 locali, con un media di 20 a insegna. Solo il 5% vanta numeri superiori alle 100 unità. Lo sviluppo nel periodo 2020-2022 annovera una media dichiarata di 24 nuovi punti vendita, con un valore massimo di 100 nuove aperture. Infine il tema del franchising, che vale circa il 61% degli store complessivi, per una media di oltre 12 locali in affiliazione per singola catena.
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retail food | aprile 2019
2016 RICAVI
89.338 967.545 160.000 50.177 19.193 65.427
UTILE
-7.421 36.455 -3547 430 24 1.870
2017 % UTILE -8,3% 3,8% \ 0,9% 0,1% 2,9%
RICAVI
90.770 936.527 190.000 48.153 15.975 67.857
UTILE
-3.616 59.392 -1.750 430 -225 1.900
% UTILE -4,0% 6,3% \ 0,9% -1,4% 2,8%
307.049
-6.628
\
354.000
-3.637
\
397.867 178.805 17.843 39.300 60.000 1.060.000 159.153
6.871 -11.075 280 4.060 72 ND 8.722
1,7% -6,2% 1,6% 10,3% \ \ 5,5%
448.087 192.548 16.883 46.974 80.000 1.100.000 160.281
4.325 -11.387 -668 5.336 321 ND 9.520
1,0% -5,9% -4,0% 11,4% \ \ 5,9%
134.177
2.473
1,8%
131.734
1.469
1,1%
136.743 47.827 11.751 64.451 3.966.646
-4.600 308 679 2.503 31.476
\ 0,6% 5,8% 3,9% \
145.230 59.038 15.369 69.158 4.168.584
-2.503 1.990 934 3.197 65.028
\ 3,4% 6,1% 4,6% \
© Edifis Intelligence
SOCIETÀ MARCHI COMPRESI
GRUPPI
Il dossier
(tratto da Ristorando, marzo 2019)
L’analisi dei bilanci 2017 dei 20 gruppi più rilevanti per fatturato è confortante sotto vari aspetti. In primo luogo: i consumi nazionali hanno segnato, stando ai dati ISTAT, un trend positivo di qualche punto, ma i bilanci che presentiamo hanno un incremento del 4,7%, decisamente superiore alla media. È un dato molto significativo, confortato anche dalla percezione comune: è continuato infatti il trend positivo dell’anno precedente, caratterizzato da vari fattori, tra i quali: la costante nascita e l’affermazione di nuove catene, piccole, piccolissime e medie, apportatrici di nuovi format; l’ingresso dell’ “alta cucina”, quella degli chef stellati, nei format delle grandi catene, soprattutto Autogrill, Cremonini, My Chef, e McDonald’s; il definitivo consolidamento del food delivery, che riguarda tanto i ristoranti e le pizzerie tradizionali quanto le grandi catene; la incessante ricerca di nuovi format e di segmenti di mercato, ad esempio gelaterie e green food; la persistente tendenza al cibo fusion, con la diffusione di format etnici e multietnici. Insomma, siamo di fronte a una evoluzione del mercato così imponente che saremmo tentati di definirla una vera e propria rivoluzione. In secondo luogo, anche gli utili dichiarati nei bilanci sono notevolmente aumentati, e precisamente sono arrivati a una percentuale del 2,5/3% sulle vendite, valore che salirebbe ulteriormente se potessimo misurare anche gli utili dei franchisee delle varie catene. Unendo quindi le due considerazioni di cui sopra, possiamo confermare che l’evoluzione positi-
va del mercato è veramente ragguardevole, e ha decretato una notevole selezione evolutiva nei “piccoli” esercizi di somministrazione, la nascita e il consolidamento di nuove catene piccole e medie, il cambio di passo di quelle più grandi, soprattutto di quelle che operano nel mercato delle concessioni. Cominciamo l’analisi dando un’occhiata alla tabella numero 5, che quest’anno, come segno augurale, abbiamo voluto chiamare La sala d’aspetto, nel senso che comprende 11 “piccole” società, che aspirano… a diventare grandi: le sorveglieremo nei prossimi anni e le seguiremo nei loro sviluppi, augurandoci (ed augurando loro) che possano passare nella seconda tabella, quella delle sorelle maggiori, la quale ci mostra chi sono “i più grandi operatori” del mercato. Diciamo subito che le rispettive posizioni competitive non sono cambiate. La prima posizione è saldamente detenu-
Tab 2 - I MAGGIORI FATTURATI (K€ ) MCDONALD'S AUTOGRILL ITALIA CREMONINI (GRUPPO) CIGIERRE (GRUPPO) EATALY DISTRIBUZIONE
2016
1.060 967 397 307 178
2017
1.100 936 448 354 192
INCR%
3,8% -3,2% 12,9% 15,3% 8,2%
Tab 3 - I MAGGIORI UTILI NETTI DI BILANCIO (K€) 1.060 967 397 307 178
Tab 4 - I MIGLIORI INCREMENTI % DI FATTURATO
KENTUCKY FRIED CHICKEN VAIMO SRL SIRIO GRUPPO NEGOZI BURGER KING
33,4% 30,8% 23,4% 19,5% 18,8%
ta da McDonald’s, che anche quest’anno si è distinto per le sue azioni innovative: ricordiamo la collaborazione con lo chef stellato Joe Bastianich, giudice di Master Chef negli Usa e in Italia, che ha portato alla creazione di tre nuovi hamburger premium, caratterizzati dall’uso di prodotti italiani dop tra cui la cipolla di Tropea e l’aceto balsamico; e ricordiamo due campagne pubblicitarie, una con Gabriele Muccino imperniata su un divertente dialogo padre/figlia, l’altra che ha valorizzato la filiera della carne bovina basata sulle eccellenze parmensi. McDonald’s ha inoltre implementato il food delivery, arrivando a coprire una ventina di città, e ha aperto nell’anno altrettanti nuovi ristoranti. Al secondo posto troviamo come sempre Autogrill, di cui prendiamo in considerazione le sole attività svolte in Italia. Il Gruppo ha avviato nell’anno in esame un’importante azione di spin off che ha dato origine a tre nuove società, con effetto dal 1° gennaio 2018. Il “ramo Europa” e il “ramo servizi” si occuperanno rispettivamente delle partecipate europee
e della fornitura di servizi IT, amministrazione e risorse umane alle Società del Gruppo, mentre il “ramo Italia” gestirà le circa 470 location italiane (di cui 390 in autostrade) avvalendosi dell’opera di oltre 8.600 dipendenti, di cui 1.200 appartenenti alla Nuova Sidap, una controllata che si occupa anche della gestione di distributori di benzina. In Italia, i ricavi totali sono diminuiti, per effetto principalmente della perdita di diverse aree autostradali, mentre si sono mantenuti sostanzialmente stabili quelli generati negli aeroporti. Viceversa aumentano gli utili, la cui entità assicura ad Autogrill il primo posto nella speciale classifica dedicata (Tab. 3). La terza posizione appartiene al Gruppo Cremonini, che comprende Chef Express, operante in tutti i segmenti della ristorazione in concessione e nei centri commerciali, nonché Road House Grill, che ha avuto un grande successo anche grazie all’eccellenza delle carni nostrane utilizzate e fornite alla catena dalla casa-madre Inalca. Il Gruppo ha messo a segno un incremento del 13%, otti-
mo, anche se non gli ha consentito di occupare una posizione tra i primi cinque. Chef Express ha aperto numerosi nuovi locali in tutti i segmenti, e ha avviato un’importante opera di diversificazione dell’immagine e dei format, sia “appoggiandosi” allo chef stellato Heinz Beck, sia acquistando nuovi marchi come Juice Bar, vincitore del Foodservice Award 2017 per la categoria Grand Appeal, e sia infine con la creazione di nuovi concept come Burgery, Oltre Gusto, Gourmé, Pomodoro&Mozzarella. Dal canto suo, Roadhouse, con l’apertura nell’anno di una ventina di nuovi locali, ha conquistato la bella vetta di 112 ristoranti gestiti, e si vuole caratterizzare, otre che per la qualità della materia prima utilizzata, anche per l’utilizzo di avanzati sistemi informatici di comunicazione e di fidelizzazione. Grandi novità anche in Cigierre, che è la quarta catena in ordine di grandezza (gestisce 327 locali, diretti o in franchising), famosa per la sua fortunata formula tex-mex Old Wild West; ma gestisce anche altri format co-
Tab 5 - LA SALA D’ASPETTO (K€) GRUPPI CIBIAMO
BRAND POSSEDUTI E NOTE La Bottega del caffè, Virgin Action Café,Mondadori Café Il Gigante, a modo mio Exki Red, Antica focacceria S.Francesco Cioccolatitaliani - 9 punti vendita
COMMERCIALUNIONE PRIMA EGGCOM SRL FC RETAIL GESA SRL GRUPPO SAPORI ITALIANI Panino Giusto SRL L'ALTRA PIADINERIA SRL Giangusto - 34 punti vendita ME & ALICE MIGECA SPA Ca'pucino - 19 punti vendita ( solo Italia) RETAIL FOOD VYTA SARF SPONTINI HOLDING* SPONTINI - BIRRAI TOTALE
* Nei ricavi sono compresi i franchisee (stima o dichiarazione aziendale)
2016 RICAVI
2017
UTILE
5.871
46
12.758 3.607 14.354 6.013
-954 -591 -949 223
4.324
54
919 2184 11.279 11.250 11.825 1.262 79.775
2 916 -1.139 -202 1.570 382 -688
% UTILE
RICAVI
UTILE
0,7%
6.485
77
-7,5% -16,4% -6,6% 3,7%
11.357 3.819 17.212 6.976
-976 -641 -2.084 672
1,2%
4.468
122
0,2% 41,9% -10,1% -1,8% 13,3% 30,3% -0,9%
1.073 3.236 9.973 11.324 11.888 1.555 82.881
7 1.568 -4041 -204 1.872 465 -3.240
% UTILE 1,1% -8,6% -16,8% -12,1% 9,6% 2,7% 0,7% 48,5% -40,5% -1,8% 15,7% 29,9% -3,9%
aprile 2019 | retail food
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MCDONALD'S AUTOGRILL ITALIA CREMONINI (GRUPPO) CIGIERRE (GRUPPO) EATALY DISTRIBUZIONE
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Analisi di mercato me Wiener Haus, Pizzikotto e Shi’s; nel novembre 2017 il fondo di investimenti BC Partners, proprietario di Cigierre, ha acquistato anche America Graffiti, una catena che conta una sessantina di locali che vogliono replicare lo stile, l’atmosfera e i prodotti delle tavole calde americane degli anni 50’. Al quinto posto troviamo Eataly Distribution, che anche nell’anno in esame sembra persistere nell’accumulo di notevoli perdite di bilancio, pur mettendo a segno un discreto incremento di ricavi. La gestione in negativo non ha comunque impedito al Gruppo di perseguire un’aggressiva politica di espansione, sia in forma diretta sia in franchising, sia in Italia sia all’estero: ha incorporato Eataly Piacenza, ha aperto un locale a Trieste, uno a Milano presso il cinema Anteo, uno a Mosca, due locali in Giappone, uno in Qatar, il quinto aperto negli Emirati. Ad ogni modo il management segnala che sono stati avviati anche importanti progetti di razionalizzazione della gestione, soprattutto nella logistica e nell’informatica.
zi, proprietario del marchio La Piadineria, che nel 2018 passerà dal gruppo De Agostini al fondo internazionale Permira. La Piadineria gestisce una rete di 165 ristoranti, di cui 92 diretti, incentrati sulla vendita di ben 30 tipologie di piade, e ha messo a segno un incremento di ricavi di quasi il 20%. Gruppo Negozi è anche presente nella tabella numero
tiene a Vera, con oltre 3 milioni di utile netto. La Società che appartiene al gruppo FiniperBrunelli e usufruisce di parecchi siti in house (con i suoi marchi tra cui ricordiamo Ristò, Portello Café e la pizzerie Alice), nel corso dell’anno ha aperto 11 nuovi locali, arrivando a un totale di 91 siti, e precisamente 22 ristoranti, 28 pizzerie, 26 bar e 15 gelaterie.
2 (maggiori utili), presentando un utile netto di bilancio superiore ai 5 milioni di euro. Con un incremento di ricavi del 23,4% troviamo infine Sirio, una società che opera prevalentemente nel segmento della ristorazione ospedaliera aperta al pubblico, ma anche sulle autostrade e negli aeroporti: per la precisione, un terzo circa dei ricavi è conseguito extra ospedali, in 10 aree autostradali, 4 aeroporti e in 3 Burger King cittadini. Sirio opera con diversi brand, tra cui Siriobar, Siriogrill e La Ghiotta. Per quanto riguarda la classifica dei maggiori margini (tabella 2), già abbiamo parlato di Auogrill e de La Piadineria-Gruppo Negozi e di Cremonini. Al secondo posto troviamo My Chef, che presenta un utile di oltre 9 milioni. Nel corso dell’anno la Società ha implementato i sistemi di controllo dei costi, ottenendo buone sinergie gestionali, e ha aperto nuovi punti di ristoro nell’aeroporto di Roma Fiumicino, utilizzando l’apporto dello chef Michelangelo, che dirige anche la location di Milano Linate, presente nella Guida Michelin e nella Guida de L’Espresso. Nella stessa classifica il quinto posto appar-
Le cooperative
Le imprese più dinamiche
Passiamo ora a considerare un altro importante elemento di analisi. Poniamoci quindi la domanda: quali sono le imprese che si sviluppano più delle altre, vale a dire, quali presentano il più alto indice di crescita? La risposta ce la dà la tabella numero 4, nella quale troviamo due grandi catene “americane”, e cioè Kentucky Fried Chicken e Burger King. La cosa è ovvia, in quanto si tratta di due marchi che sono entrati nel mercato italiano da relativamente poco tempo e quindi presentano ricavi ancora relativamente modesti. KFC, che fa capo all’americana Yum!Brand, ha scelto la strada del franchising, inserendosi in un mercato, quello dei prodotti a base di pollo, che sta sviluppandosi a grande velocità anche in Italia, potendo contare su consumi sempre crescenti per varie ragioni. BK invece ha una strategia di gestione più articolata, che si basa per il momento su una più forte presenza della gestione diretta; infatti opera con oltre 30 ristoranti gestiti in proprio e una rete di 140 franchisee affidati a una quarantina di licenziatari. Nella stessa tabella è presente anche la Vaimo, proprietaria di un marchio di successo, Dispensa Emilia, che ha conseguito un incremento di oltre il 30%; con circa 300 dipendenti gestisce 11 ristoranti, tutti situati in importanti centri commerciali della pianura padana, e la sua formula è riassumibile in quattro elementi: tigelle, tagliatelle, insalate e lambrusco. Nel 2018 passerà di mano, acquistata da Investindustrial del gruppo Bonomi. Lo stesso accadrà per Gruppo Nego54
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Nella tabella principale (la n.1) compaiono le due grandi cooperative italiane operanti nella ristorazione commerciale. La più importante è CIRFOOD, che presenta una strategia di sviluppo articolata. Da un lato, ha costituito una joint venture, oggi paritetica, con il gruppo Feltrinelli, e quindi mediante la FCRetail sviluppa i locali a tema con i marchi RED e Antica Focacceria S. Francesco (nel 2017, 4 nuovi Red e 2 Antica Focacceria). Dall’altro, prosegue l’espansione con i format dedicati ai self service per il mezzogiorno (Rita e Tracce), con i bar a marchio Chiccotosto, con nuovi progetti di ristorazione veloce mediante i marchi Via Vai e Let’s Toast (tre nuovi locali nell’anno), senza trascurare una (per ora) incursione nella ristorazione di gamma alta con il marchio Aromatica. Camst tendenzialmente privilegia invece una strategia più orientata alle comunità, e infatti nell’anno preso in analisi non ha presentato segni di grandi sviluppi nella ristorazione al pubblico, nella quale comunque continua a operare con l’apprezzato marchio “Dal 1945 Gustavo Italiano”. A.P.
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retail food | aprile 2019
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D
alla valorizzazione del prodotto all’espressione del brand, dare vita al format di un punto vendita non può prescindere dalla conoscenza diretta e approfondita della società committente. Quello tra progettista e retailer, sia food che non food, è dunque un rapporto sempre più stretto. Le vendite online influenzano inevitabilmente gli spazi del retail, nell’ottica di favorire una customer experience omnicanale, con riflessi più evidenti per le categorie dell’elettronica di consumo e del fashion; ma la crescita esponenziale del food delivery apre a nuovi scenari nel segmento della ristorazione commerciale. LA PAROLA AI PROTAGONISTI
Franco Costa, presidente Costa Group Partendo dai numeri, su quanti progetti di nuovi locali avete lavorato nel corso del 2018? Nel 2018 abbiamo realizzato oltre 250 allestimenti in tutto il
mondo con una media di oltre 20 realizzazioni mensili. L’intero processo di “realizzazione” si compone di diverse fasi che vanno dall’individuare il locale, interpretare le idee e le volontà del cliente, trovare un accordo economico e lavorare per trasformare le sue esigenze in un prodotto di valore, finito e concreto. Naturalmente questo va di pari passo con lo studio del concept, la progettazione tecnica, il coordinamento del cantiere e il processo logistico. Sono tutti passaggi necessari che ci permettono di arrivare al premontaggio del locale presso lo stabilimento dell’azienda, luogo dove il cliente lo potrà vedere in anteprima e in scala reale. Quali sono i principali progetti su cui avete lavorato di recente? Quali caratteristiche hanno? Sarei portato a dire tutti i progetti. Non ne esiste uno più importante degli altri, esiste il progetto, la passione e la curiosità con cui lo si affronta. Il 2018 ci ha riservato esperienze entusiasmanti e tra i tanti progetti abbiamo lavorato alla realizzazione de La Grande Epicerie del gruppo LVMH a Parigi, a Eataly Los Angeles, Eataly Stoccolma, Eataly Las Vegas... A queste grandi realtà se ne affiancano
altre, certamente più contenute ma altrettanto importanti: Pesce Baracca di Forte dei Marmi, la pizzeria di Gino Sorbillo a New York, 50 Kalò di Ciro Salvo a Londra oppure La Filiale de l’Albereta, il ristorante immerso nel meraviglioso contesto del Relais & Chateaux, che aprile 2019 | retail food
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Focus progettazione & arredo vede all’opera il celebre Franco Pepe. Potrei continuare con Yazid Ichemrahen, il pasticcere campione del mondo che recentemente ha aperto la sua boutique a l’Hotel Ultima di Gstaad, Mario Mousse a Mondeville in Francia, Panino Giusto, il Charleston in Piazza Liberty a Milano e tanti tanti altri. ll 2019 è iniziato a gran ritmo, e ha seguito perfettamente la scia dell’anno precedente. Abbiamo lavorato alla realizzazione del nuovo format food di Auchan a Torino, all’ampliamento del locale de “ ‘a figlia d’’o Marenaro”, vera icona Napoletana, “Cru…do re’” sempre a Napoli e direi ancora “Pino”, “Cocoloco”, “Il Charleston” a Milano. Tutte realizzazioni diverse ma indiscutibilmente di grande successo. La nascita di brand e quindi di format sempre più specializzati su singoli prodotti/formule comporta la realizzazione di nuovi concept. Concept creati ad hoc che sappiano comunicare al consumatore in primis la tipologia e la qualità del prodotto offerto. Da questo punto vista quali sono i trend di mercato e le esigenze dei retailer? Per me non esiste un trend di mercato. Esiste “il fare” e soprattutto il “fare bene”. Nel mondo del food è fondamentale lavorare sul prodotto, valorizzarlo, esaltarne le qualità e rendere l’arredo una cornice quasi invisibile. Ogni progettazione, disegno e nuova idea di locale inizia da un principio a mio parere imprescindibile: l’arredo è un elemento importante che deve valorizzare il piatto e le sue qualità, il ruolo da protagonista lo gioca il prodotto. Oggi è fondamentale che il cliente possa osservare la trasformazione del prodotto in ogni sua fase, dalla preparazione in cucina fino al servizio in tavola. È un modo di fare ristorazione che non rappresenta soltanto modernità, è anche e soprattutto qualità, trasparenza, sicurezza e se vogliamo intrattenimento. Può raccontarci una o più case history particolarmente significative? Potrei citare Ginger, a Roma, un locale dove la frutta “danza” e si trasforma a ritmo di musica, davanti al cliente, in un’atmosfera luminosa e positiva. Oppure Pesce Baracca, sul lungo mare di Forte dei Marmi. Qui a determinare il punto di partenza è il grande bancone del pesce posto all’entrata del locale e, sulla base dell’esigenza del cliente, si modifica e cambia abito divenendo gastronomia, pescheria, tapas bar, street food o ristorante esclusivo. Come potrei non citare la splendida griglia del Macellaio RC a Londra, quella di Eataly a Los Angeles o Serafina a New York. Insomma, abbiamo la convinzione che ogni nostro arredo abbia un’anima al proprio interno e sarebbe un peccato limitarne l’espressione. 60
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Giacomo Racugno, chief executive officer at
Augusto S.r.l.
Partendo dai numeri, su quanti progetti di nuovi locali avete lavorato nel corso del 2018 e su quante iniziative siete impegnati nella prima parte del 2019? Nel 2018 abbiamo realizzato 25 locali per 10 brand in 4 nazioni. Abbiamo operato in tutti i contesti, dalle location high street a quelle out of town, con un focus speciale sui contesti complessi come centri commerciali, travel retail e ospedali. Il 2019 è iniziato molto bene con parecchi progetti di rilievo per location e tipologia di cliente. Da una parte abbiamo continuato ad affiancare CioccolatItaliani nello sviluppo internazionale realizzando l’arredo dei suoi primi store in Bahrein e Marocco; dall’altra supportiamo Panino Giusto nell’apertura in una location di prestigio come Piazza Cordusio a Milano. Inoltre stiamo realizzando un locale per un importante player della ristorazione nel nuovo business district Symbiosis, in sviluppo di fianco alla Fondazione Prada a Milano. La nascita di brand e quindi di format sempre più specializzati su singoli prodotti/formule comporta la realizzazione di nuovi concept. Concept creati ad hoc che sappiano comunicare al consumatore in primis la tipologia e la qualità del prodotto offerto. Da questo punto di vista quali sono i trend di mercato e le esigenze dei retailer? I retailer sono messi sempre più alla prova dal costante aumento dell’offerta sul mercato di prodotti o servizi percettivamente simili. Per loro distinguersi è essenziale. In questo panorama noi vediamo grande riscoperta dei valori del forno, della panificazione e di tutta una ricerca sulla filiera che farà sviluppare e rivisitare diversi concetti in chiave evoluta e contemporanea. Sono presenti diversi player molto preparati, su cui anche i mass media hanno già posto l’attenzione. Dal punto di vista dell’estetica e del layout del locale, il trend generale è di valorizzare sempre di più il prodotto con una focalizzazione sulla customer experience all’interno di uno spazio coerente. Fondamentale è la valorizzazione della materia prima e del processo produttivo, attraverso la presenza di elementi di arredo e attrezzature che rappresentino l’in-
tera value chain. In quest’ottica, anche le tecnologie di comunicazione (digital signage) rappresentano elementi sempre più importanti, in quanto consentono di mettere in risalto l’offerta e l’identità del marchio, attraverso contenuti video dinamici. Restando su quest’ultimo tema, può raccontarci una o più case history particolarmente significative? Un esempio di successo è CioccolatItaliani, che intorno al cioccolato e alla sua produzione ha incentrato il format From Bean to Bar. Interessante è anche la recente apertura milanese di Muu Muuzzarella, nella quale ogni elemento di arredo richiama l’ambientazione rurale connessa alla produzione del latte e della mozzarella di bufala. Nel settore della panificazione, mi piace citare il caso di O’ fiore mio, per il quale il prodotto pane e pizza è frutto di una lunga ricerca sviluppata negli anni, e anche di una tradizione di famiglia di generazioni. I nuovi punti vendita
hanno unito tradizione e innovazione, con un prodotto che punta all’eccellenza in tutti i dettagli insieme a un concetto di format che esalta la ricerca sul prodotto e dona una veste “site specific” a ogni punto vendita, pur garantendo uniformità delle differenti location. Stiamo inoltre lavorando con un format che ha un prodotto unico, attorno al quale ci è stato chiesto di dare una nostra visione dello spazio. Con un prodotto così forte abbiamo proposto un “tempio” dove l’enfasi fosse diretta tutta sul prodotto stesso e valorizzasse al meglio anche i processi di lavorazione. Infine, l’incidenza del food delivery sul fatturato dei ristoranti sta crescendo significativamente. In che modo la progettazione di un locale può valorizzare questo aspetto sempre più importante del business? Il food
delivery porterà a una diminuzione delle metrature e dei posti a sedere per determinate tipologie di ristoranti? Stiamo ragionando da tempo su arredi dedicati al mondo delivery che permettano un’operatività più agile a questa realtà che si è strutturata solo negli ultimi anni. I retailer devono innanzitutto capire se e come sfruttare al meglio questo strumento, e inserirlo nella propria strategia di crescita monitorandone costantemente le performance e facendo delle proiezioni di possibili scenari. Si parla molto di dark kitchen e virtual kitchen, che non possono essere considerate di per sé una minaccia o un’opportunità, ma vanno valutate all’interno della strategia di brand complessiva. Se il ristorante è una destination, difficilmente ci sarà una diminuzione di metrature e posti a sedere.
Paolo Brugioni, amministratore delegato del
Gruppo ER
Partendo dai numeri, su quanti progetti di nuovi negozi avete lavorato nel corso del 2018 e su quante iniziative siete impegnati nella prima parte del 2019? Il 2018 è stato un annuo proficuo e interessante. Abbiamo lavorato sia con clienti italiani che esteri per lo sviluppo in diversi siti commerciali che vanno dal travel retail aeroportuale all’outlet village. Nel dettaglio abbiamo realizzato 20 punti vendita e diversi corner in settori quali fashion&accessories, fashion, ottica e profumeria. Per quanto riguarda il 2019, è partito molto bene, all’insegna di progetti diversi sia per tipologia merceologica che per canale. Per il Gruppo ER (ER spa e Store Builder srl) lo sviluppo negli aeroporti europei rappresenta una dimensione strategica che stiamo presidiando da oltre un decennio. Allo stesso modo, il canale dell’outlet village è estremamente interessante in quanto riesce a garantire fatturati elevati e al tempo stesso permette ai brand di lavorare sull’awareness grazie a un traffico di consumatori di varia provenienza, in termini sia di reddito che di nazionalità. Entrambi i canali richiedono competenze specifiche a livello sia progettuale che costruttivo. Quali sono i principali progetti su cui avete lavorato di recente? Quali caratteristiche hanno? Negli ultimi mesi stiamo sviluppando nuovi format nel settore del food service per negozi di piccole e medie dimensioni che apriranno in contesti internazionali. Si tratta di produttori che stanno approcciando la distribuzione con l’intenzione di affermare i propri marchi in Europa. Per questo sviluppiamo format e
concept che sono fortemente caratterizzati sia in termini di prodotto che di servizio. Queste soluzioni incontrano l’interesse dei vari operatori commerciali in quanto rappresentano una soluzione alla diversificazione dei modelli di vendita. I settori alimentari oggetto del nostro lavoro sono: il caffè, la mozzarella di bufala e il gelato. Lavorate con operatori food e non food su vari segmenti distributivi, tra cui i factory outlet village e il travel retail. Come cambiano i concept store in base alle diverse tipologie di location? Vediamo di rispondere alla domanda con qualche esempio specifico. Gli outlet village richiedono di coniugare dei concept di negozio che risultino attrattivi in termini di atmosfera e di merchandising con l’esigenza di essere sviluppati con budget contenuti sia per la realizzazione che la successiva manutenzione. Per questo ci concentriamo molto sull’organizzazione del layout attraverso la creazione di punti focali fortemente attrattivi e una chiara suddivisione dello spazio con elementi strutturali o architettonici che consentono una facile lettura dell’esposizione. Nel mondo del travel retail è invece fondamentale lavorare sull’acquisto d’impulso. Per questo sviluppiamo layout e strutture espositive che permettono di attirare il cliente anche da lontano e di “intrappolarlo” nella conversione. Per il food service, infine, è importante trasmettere la specializzazione, che si deve tradurre in genuinità e sapore comunicati attraverso gli elementi di concept, espositivi e di trasformazione del prodotto. Per questo cerchiamo di creare degli ambienti che risultino veri e autentici. Infine, in che misura lo shopping online sta influenzando la progettazione dei punti di vendita fisici? Nei vostri progetti inserite elementi che favoriscano una customer experience omnicanale? Sì, il canale online influenza sicuramente quello fisico. Quello che noi dobbiamo fare è creare canali fisici che risultino estremamente inte-
ressanti e consentano una lettura del prodotto molto più efficace di una tradizionale pagina web. Per questo ci concentriamo moltissimo sull’atmosfera del punto vendita e sull’esposizione, lavorando, quando richiesto, anche sui vari elementi pop. Anche noi implementiamo il digitale nei nostri progetti, soprattutto in strutture di comunicazione quali lightbox, sia tradizionali che dinamici e pannelli informativi sul prodotto. Ma l’experience omnicanale in senso stretto è un più un tema del mondo IT che del mondo del design: devono essere tecnologie che consentono una lettura costante degli stock di rete per consentire al consumatore una home delivery di prodotto non presente in negozio. La tecnologia deve rimanere per i negozi un facilitatore e non certamente un protagonista.
Federico Caldaretti,
amministratore unico di
SA GA S.r.l.
Partendo dai numeri, su quanti progetti di nuovi negozi/ristoranti avete lavorato nel corso del 2018 e su quante iniziative siete impegnati nella prima parte del 2019? L’attività svolta nel 2018 è stata prevalentemente dedicata a ricerca e sviluppo nel settore della ristorazione che ha richiesto particolari soluzioni in termini di layout e proposizioni di servizi che potessero soddisfare le attuali esigenze del mercato, caratterizzate dai nuovi trend, dagli stili di vita e dagli adeguamenti ai consumi influenzati dall’andamento economico generale. Nel 2018 sono state realizzate 114 commesse di cui il 26% nel food e il 74% nel non food; il 35% nei settori GDO e DO e il 65% nel settore retail. In questo primo trimestre siamo stati impegnati su circa 40 progetti, di cui più di metà in esecuzione. Quali sono i principali progetti su cui avete lavorato di recente? Quali caratteristiche hanno? aprile 2019 | retail food
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Focus progettazione & arredo Nell’ultimo periodo i progetti che ci stanno principalmente tenendo occupati sono quelli relativi all’offerta di servizi integrata alla ristorazione, realizzati all’interno di pdv del settore alimentare. Questa tendenza coniuga le esigenze di diversificazione dell’offerta, realizzando l’idea di intrattenimento in-store a completamento di un servizio che dà informazione sull’offerta di prodotti di qualità lavorati direttamente all’interno del locale. Inoltre la nostra attività ci vede presenti anche nel retail non food dove abbiamo continuato a esprimere la nostra professionalità operando come general contractor con i vari brand che si avvalgono della nostra collaborazione. La vostra proposta copre diversi segmenti di mercato (GDO, retail, Ho.re.ca, ecc), può segnalarci quali sono le vostre soluzioni maggiormente richieste e magari indicare quelle più adatte in base alle diverse tipologie di pdv e alle diverse categorie merceologiche? Parlando dei settori quali GDO e Ho.re.ca siamo spesso chiamati a generare concept store e soluzioni specifiche costituite da forniture di elementi refrigerati e non, idonei alla presentazione visiva dei prodotti finalizzata a stimolare l’acquisto. Complementare a questi, vi è anche l’impiego di soluzioni illuminotecniche con caratteristiche atte a valorizzare l’identità visiva del prodotto. Aspetto e caratteristiche che ne identificano la freschezza e genuinità. Elementi, questi, che nel consumo alimentare, soprattutto oggi, concretizzano l’azione d’acquisto. Infine, in che misura lo shopping online sta influenzando la progettazione dei punti di vendita fisici? Nei vostri progetti inserite elementi che favoriscano una customer experience omnicanale? Lo shopping online sta influenzando la progettazione dei punti vendita fisici ma dal nostro punto di vista non in maniera determinante tanto da cambiarne l’impostazione di base. La presenza di soluzioni particolari è più rilevante nel retail non food, in particolare nella cosmesi, nella cura della persona e nell’abbigliamento sportivo, dove collaboriamo con il cliente per far sì che il nostro intervento consenta la massima valorizzazione della customer experience omnicanale. In alcuni nostri lavori abbiamo operato progettando spazi e corner che offrono servizi finalizzati alle offerte specialistiche di prodotti che vanno a soddisfare esigenze alimentari dettate dalla sempre maggiore attenzione alle intolleranze alimentari, quali quella del sen62
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za glutine e della particolare attenzione che negli ultimi anni vede protagonisti il biologico, il vegetariano e il vegano. Concludendo, sono del parere che il conoscersi, il guardarsi negli occhi, il percepire le emozioni di una esperienza di acquisto del piacere di un sapore, di un gusto, di un aroma, non potrà essere sostituito o emulato dal digitale. Il contatto tra persone nel commercio nel conviviale non potrà mai essere sostituito da altre forme e soluzioni tecnologiche. C’è sicuramente bisogno di una conversione, che però non sia totale. SA GA continuerà a lavorare per conservare e creare la possibilità di trovarsi in spazi accoglienti, accattivanti e originali ma soprattutto reali.
Le nostre soluzioni di esposizione maggiormente richieste sono quelle a parete, stiamo utilizzando molto la linea Rainbow in quanto la più completa e adattabile a molteplici categorie merceologiche, come farmacie, negozi fashion, locali food. Le finiture la fanno da padrone in quanto sono molteplici e si possono adattare a qualsiasi ambiente (rame, ottone, cromo lucido, verniciature a polvere, ecc). Infine, in che misura lo shopping online sta influenzando la progettazione dei punti di vendita fisici? L’evoluzione dei canali online influenza sempre di più il concetto di shop tradizionale. Insieme alla tecnologia, ogni brand deve saper implementare strategie omnicanale e incentrate sul cliente dove online e offline convergono in un’unica esperienza di acquisto. Il negozio fisico si sta progressivamente trasformando in lifestyle, ossia in una vera e propria area in cui vivere una shopping experience unica e che coinvolge diversi canali per l’e-
Moreno Brugnotto, co-owner Brugnotto Partendo dai numeri, su quanti progetti di nuovi negozi avete lavorato nel corso del 2018? Nel corso del 2018 abbiamo lavorato su circa 40 progetti tra negozi, hotel, farmacie, panetterie ed enoteche. Quali sono i principali progetti su cui avete lavorato di recente? Quali caratteristiche hanno? Abbiamo da poco ultimato alcuni negozi del settore fashion in collaborazione con i nostri rivenditori in Olanda e Francia. In questi negozi abbiamo usato la linea Rainbow e la Linea9, fresche di restyling; sono state utilizzate finiture come ottone lucido e MDF pasta nero per dare effetti di eleganza. Da poco è stato inaugurato un bakery shop a Gioiosa Ionica dove abbiamo realizzato un ambiente in stile new-vintage, con il banco espositivo con esagoni in MDF laccati, top in agglomerato di quarzo, retro banco con scaffalature in finitura corte con ceste in legno per esposizione pane. La vostra proposta copre la totalità delle esigenze dei brand, può segnalarci quali sono le vostre soluzioni maggiormente richieste e specificare quelle più adatte in base alle diverse tipologie di store e alle categorie merceologiche?
sperienza del cliente. I negozi offline restano quindi parte dell’esperienza di acquisto dei consumatori fungendo da generatori di esperienze portandoli a conoscere il prodotto da vicino e soprattutto a entrare in contatto con il brand. La crescita e l’evoluzione dell’eCommerce e, di conseguenza, quella del negozio fisico sono il risultato del desiderio sempre più forte di ogni consumatore di sentirsi unico e di avere la possibilità di acquistare prodotti su misura, prendendo parte in prima persona alla personalizzazione degli stessi e partecipando a eventi ed esperienze che lo facciano sentire al centro. È importante che il negozio fisico rifletta al meglio anche questa esigenza, diventando “touch point” tra il brand e il consumatore, dove la progettazione è al servizio di un’esperienza di acquisto su misura e in completa sinergia con l’universo online. A.P.
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f servizi e fornitori News MOBYSIGN INTRODUCE LE GIFT CARD E IL BORSELLINO ELETTRONICO
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ue nuovi servizi per il retail messi a disposizione dal provider di servizi digitali Mobysign: le gift card e il borsellino elettronico. Nel primo caso, Mobysign offre agli esercenti gift card personalizzate e brandizzate con il logo del brand. Una possibilità in più per i consumatori per fare e ricevere un regalo cool e utile. Una scelta ecologica per i retailer che, in questo modo, possono fare a meno della classica card plastificata. Questa soluzione è poi sup-
portata (e potenziata) dall’introduzione del borsellino elettronico che permette di offrire al cliente una piattaforma digitale dove gestire e ricaricare differenti gift card (evitandone così la dispersione). Tra le varie funzioni, anche quella di associare, in modo pratico e sicuro, le carte di credito degli utenti che attraverso la piattaforma possono pagare, senza ulteriori intermediazioni finanziarie, l’esercente.
SCANDIT GUIDA LA RIVOLUZIONE DEL SELF-SCANNING
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l modo in cui i clienti interagiscono con gli store fisici è in continua evoluzione. E fra le novità emergenti c’è il self-scanning. Questa innovativa tecnologia retail consente di effettuare la scansione dei propri acquisti, eliminando le lunghe file alle casse e creando esperienze d’acquisto adeguate ai bisogni dei clienti. In generale, secondo Scandit, azienda leader nella realizzazione di software per questa particolare tecnologia, sono quattro i principali vantaggi per chi adotta il self-scanning. Innanzitutto, una maggiore efficienza nel punto vendita: trasformando gli smartphone in dispositivi per la scansione, i retailer fisici si avvicinano a quelli digitali rendendo il cliente più autonomo e capace di visualizzare l’intero assortimento del brand (dirottando gli operatori dello store verso altri compiti). In secondo luogo, il self-scanning garantisce una maggiore flessibilità all’interno del punto vendita che, eliminando kiosk o postazioni di cassa fisse, permette di avere maggiore spazio commerciale a disposizione. In termini di sicurezza nei pagamenti, inoltre, questa tecnologia diminuisce il rischio di errori nelle transazioni abilitando l’introduzione del self-checkout. Infine, queste applicazioni consentono di raccogliere ulteriori dati sulle abitudini d’acquisto dei clienti per una profilazione più precisa.
LA STAZIONE HIKVISION PER GLI SMALL BUSINESS
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razie alla nuova centrale antintrusione radio Axiom HUB, Hikvision fornisce una nuova soluzione per gli small business con un design elegante, semplice da installare e da utilizzare (grazie a una guida vocale integrata). Sei le caratteristiche principali di Axiom HUB: una tecnologia radio capace di garantire una comunicazione stabile con portata fino a 800 metri in campo aperto; la sicurezza dovuta dall’utilizzo di un rilevatore di jamming che previene le possibili interruzioni di sistema attivando un algoritmo che trova le migliori alternative di trasmissione; una connessione che può avvenire in Lan, wifi, Gprs, 4G che, in caso di allarme invia messaggi vocali, notifiche push, videoclip o sms alla vigilanza; definizione dell’immagine in alta qualità; controllo da remoto attraverso l’app Hik-Connect; configurazione in loco con connessione al pannello tramite web browser o con il software di gestione iVMS-4200.
RITORNO ALLE ORIGINI PER AUGUSTO CONTRACT CON IDENTITÀ COCKTAIL
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a terza edizione di Identità Cocktail, laboratorio dedicato alla mixiology all’interno della manifestazione Identità Golose 2019, porta la firma di Augusto Contract. L’azienda specializzata nell’arredamento retail che offre soluzioni “chiavi in mano” per i locali della ristorazione, ha curato l’allestimento dello spazio dedicato all’incontro fra bartender e chef d’eccezione. Il progetto è caratterizzato da una particolare cura, grazie all’utilizzo di materiali pregiati quali legno laccato lucido e dettagli in oro, e rappresenta un ritorno alle origini per Augusto che nel segmento bar, pasticcerie e gelaterie ha mosso i primi passi arrivando a realizzare 500 locali in 50 anni di attività. «Nella nostra storia siamo sempre stati partner delle aziende con cui abbiamo lavorato e ancora oggi vogliamo mettere la nostra esperienza a servizio degli operatori del foodservice», ha affermato Maria Rita Notari, titolare di Augusto Contract.
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ADMOVE E NEXI FACILITANO IL PROXIMITY MARKETING VIA POS
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li esercenti hanno uno strumento in più per realizzare le proprie campagne di proximity marketing grazie all’integrazione dell’applicazione AdMove sui terminali NexiSmart Pos. Strumento essenziale per avvicinare le strategie retail fisiche e digitali, l’app AdMove (sviluppata su Android) facilita la creazione e diffusione di campagne pubblicitarie su smartphone localizzate intorno al proprio negozio. Con pochi click sul Pos Nexi, i retailer possono realizzare dei “volantini digitali” con contenuti personalizzati che vengono poi visualizzati a tutto schermo sulle app più gettonate dei dispositivi mobile che si trovano nelle vicinanze del punto vendita. AdMove, infatti, è in grado di analizzare i dati inseriti dall’esercente, stimare il traffico degli utenti dell’area e pianificare in tempo reale una campagna fino a 10mila volantini erogati. I risultati, infine, possono essere facilmente visualizzati sul terminale Pos. «In questo modo abbiamo raccolto una grande sfida: portare le soluzioni di proximity marketing a un pubblico di non-esperti, semplificando al massimo le tecnologie più evolute per renderle fruibili in modo facile e intuitivo», ha affermato Enrico Majer, co-fondatore di AdMove.
RETAPPS IN AIUTO DEI RETAILER CON SMARTBIP
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’evoluzione del commercio è una realtà che sta coinvolgendo tutti i retailer che sono alla ricerca di un’offerta unica e distintiva per non cedere il passo ai colossi dell’eCommerce. In loro aiuto, Retapps, azienda nata nel 2012 con l’obiettivo di supportare la transizione al digitale, ha sviluppato una piattaforma modulare innovativa in grado di gestire la customer journey attraverso un’unica app accessibile via smartphone o totem in-store. SmatBip consente, infatti, di sviluppare una strategia digitale e multicanale, dal negozio
di prossimità al grande ipermercato, adattandosi a tutti i possibili contesti grazie a una distintiva dose di flessibilità. Tre, più nello specifico, le aree su cui interviene SmartBip: mobile self-scanning, mobile couponing e creazione di volantini multimediali e interattivi. Inoltre, grazie alla continua interazione con il cliente, SmartBip consente ai retailer di accumulare una maggiore mole di dati e raffinarli al fine di avere un profilo di acquirente più preciso su cui tarare le proprie strategie di marketing.
SALESFORCE TRACCIA I CONTORNI DEL MARKETING, PRESENTE E FUTURO
STANLEY ROBOTICS PORTA IL ROBOT-PARCHEGGIATORE STEN ALL’AEROPORTO DI LIONE
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ome sta il mondo del marketing? E dove si sta dirigendo? A queste domande ha cercato di dare una risposta lo State of Marketing Report di Salesforce. L’azienda, leader mondiale nel CRM e nel cloud computing aziendale, ha analizzato un campione di oltre 4.100 marketer globali da cui sono emersi quattro trend principali. Il primo riguarda la connessione sempre più forte fra marketing e customer experience (un connubio che riguarda da vicino il 54% del campione). In particolare, il 55% dei marketer afferma che, soprattutto sui social, la divisione marketing e quella del customer service sono sempre più integrate. In secondo luogo, la questione Big Data: le fonti da cui estrarre informazioni utili a compilare il profilo del proprio cliente passano da una media di 10 a una di 15 (anche se solo il 47% del campione riesce ad avere una visione unificata dell’identità del cliente). Per gestirle, si fa sempre più ricorso all’intelligenza artificiale che passa da una diffusione del 20% nel 2017 a una del 29% nel 2018. Infine, per quanto riguarda i futuri sviluppi, sempre più centrale diventa la capacità di interagire in maniera dinamica, interattiva e real time con i propri clienti: il 52% dei marketer punta a mettere in campo una strategia bidirezionale con cui ingaggiare il consumatore.
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anciato in anteprima mondiale all’aeroporto di Lione, Sten è il primo robot-parcheggiatore a entrare in servizio su un’area aperta. Sviluppato da Stanley Robotics, Sten utilizza la tecnologia alla base delle auto a guida autonoma per gestire lo spazio a disposizione recuperando il 50% in più di superficie utilizzabile per il posteggio delle autovetture. Capace di trasportare veicoli fino a 3,5 tonnellate di peso grazie a un motore elettrico di ultima generazione (che non teme le condizioni meteo avverse), Sten utilizza un’intelligenza artificiale per intrecciare i dati del passeggero (orario di partenza e arrivo, prenotazione, possibili ritardi, ecc) e trovare il giusto posteggio per la vettura. Attualmente, il robot di Stanley Robotics gestisce un parcheggio da 500 posti grazie a 4 macchine e 8 box per la consegna e il ritiro. L’obiettivo, però, è quello di arrivare a 6.000 posti auto gestiti. «L’impatto di questa soluzione può avere una grande importanza sia dal punto di vista dell’utente che da quello aziendale», afferma Guido Zardo, project manager di Systhesia che collabora con Stanley Robotics per lo sviluppo in Italia e Spagna di Sten. Fra i vantaggi, oltre al tempo guadagnato per il passeggero, anche una minor impronta ecologica grazie al risparmio in termini di Co2 dovuto all’eliminazione dei giri a vuoto in cerca di una piazzola libera. aprile 2019 | retail food
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f international News INAUGURATI GLI HUDSON YARDS, LA CITTADELLA DEL RETAIL NEWYOKESE
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li Hudson Yards hanno ufficialmente aperto i battenti con la cerimonia di inaugurazione dello scorso 15 marzo. Il progetto, sviluppato da Related Companies e Oxford Properties Group per un investimento vicino ai 15 miliardi di dollari (più 5,6 miliardi di contributo pubblico), si presenta come una vera e propria città nella città grazie a oltre 1,7 chilometri quadri di superficie di cui 93mila mq destinati ad attività retail. Secondo gli addetti ai lavori, a regime saranno 125mila le persone che ogni giorno circoleranno per questo complesso edilizio (che ha già attirato l’attenzione dei visitatori grazie al The Vessel, una struttura in bronzo, acciaio e cemento composta da 154 scale con vista sulla baia di New York). Un vero e proprio bottino per tutti i brand che decideranno di installarsi in quest’area su cui già insiste The Shops & Restaurants: oltre 100 fra negozi e ristoranti per tutte le tasche a cui si aggiunge un polo dedicato alla moda e 7mila mq destinati a brand digitali e marchi sperimentali. Negli obiettivi, lo sviluppo di questo nuovo distretto dovrebbe contruibuire per 19 miliardi di dollari al prodotto interno lordo della città di New York.
INDITEX, RISULTATI POSITIVI MA SOTTO LE ASPETTATIVE
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algono i profitti, ma non basta. Questo, in sintesi, il giudizio sui conti dell’esercizio commerciale 2018 di Inditex: utile netto a 3,44 miliardi di euro in salita del 2% ma sotto le aspettative degli analisti. Il gruppo spagnolo proprietario di Zara, Pull&Bear, Massimo Dutti, Bershka, Oysho e Stradivarius ha sì visto un aumento del fatturato intorno al 3%, ma non ha rispettato le attese fermandosi a 26,15 miliardi contro i 26,4 stimati. Nella nota diffusa dalla società, il management ha dichiarato «di aver sofferto per l’impatto dei tassi di cambio, senza il quale il suo profitto sarebbe aumentato del 12% e il suo fatturato del 7%». In ragione di questa performance, il Cda di Inditex ha deciso di proporre alla prossima assemblea la distribuzione di un dividendo pari a 88 centesimi. Andando più nel dettaglio delle varie performance del gruppo, Zara si conferma in testa alla lista dei brand più redditizi con ricavi per circa 18 miliardi di euro, collezionando qualcosa come i due terzi delle vendite totali. Al secondo posto troviamo Bershka, con 2,24 miliardi. Al terzo, Pull&Bear con 1,86 miliardi. In termini di network, i punti vendita si attestano intorno ai 7.490 grazie a una politica retail che ha razionalizzato la presenza degli store puntando su quelli di grandi dimensioni in location emblematiche (scelta che ha comportato un aumento dei costi operativi del 4%).
LA CADUTA DEGLI ANGELI DI VICTORIA’S SECRET
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ra acquisti online e gusti differenti, la generazione dei Millenials sta rivoluzionando il mondo del retail, mettendo in crisi anche brand del calibro di Victoria’s Secret. A fronte di vendite negative nel periodo natalizio, L Brands, il gruppo che controlla il marchio, ha annunciato la prossima chiusura di 53 negozi della celebre catena di intimo per donna. In particolare, nell’ultimo trimestre del 2018, le vendite di Victoria’s Secret sono diminuite del 5,14%, a 2,5 miliardi di dollari, al di sotto delle stime degli analisti. Mentre il gruppo L Brands, che controlla anche altri
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marchi, ha archiviato gli ultimi mesi 2018 con un utile netto in calo a 540 milioni di dollari rispetto ai 664 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente, su ricavi complessivi per 4,85 miliardi. «Tutte le opzioni sono aperte», ha fatto sapere L Brands in una nota, che ha avviato una revisione di tutti gli aspetti del modello di business del brand di intimo di lusso per donna, dal prezzo al format dei negozi. La società prevedeva già di chiudere 15 punti vendita nel 2019, ma ha alzato il numero a 53 dopo i cattivi risultati del quarto trimestre. Guardando ai nuovi trend di consumo, le donne sono sempre più a caccia di reggiseni confortevoli e senza ferretto, più sportivi, anche a costo di rinunciare all’effetto “push up”. E ad abbandonare Victoria’s Secret sono state soprattutto le Millennials.
STARBUCKS RESERVE ARRIVA A TOKYO
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opo Seattle, Shanghai, Milano e New York, Starbucks ha aperto a Tokyo il format Reserve Roastery. Si tratta del quinto store di questo tipo aperto nel mondo dalla multinazionale americana che attraverso questo concept punta a elevare la propria offerta di caffetteria. Diversamente da quanto avvenuto in Italia, però, l’apertura del flasghip in Giappone rappresenta il coronamento di 23 anni di attività in Estremo Oriente. A fare da minimo comun denominatore con le altre Reserve Roastery ci sarnno la varietà di blend proposti (oltre 100, thé compresi) e i prodotti da forno artigianali di Princi. Il tocco in più è dato dall’Amu Inspiration Lounge pensata per ospitare momenti di aggregazione, come gli eventi della prima Speciality Coffee Association in Giappone – una sorta di laboratorio-palestra per gli amanti del caffè. A supportare l’apertura del negozio, una campagna marketing dal titolo “Make it Yours” che permette a tutti i clienti dei vari Starbucks dell’arcipelago di assaggiare il caffè tostato e raffinato a Tokyo. Situata nel raffinato quartiere Nakameguro, il layout della Reserve Roastery è stato affidato all’architetto Kengo Kuma in collaborazione con la chief design officer Liz Muller.
PER PLANET INIZIA LA LENTA RIPRESA
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econdo l’ultimo Shopper Index pubblicato da Planet e relativo all’andamento del settore retail in Europa, lo shopping internazionale ha iniziato una lenta ripresa nell’ultimo trimestre del 2018. Secondo quanto riportato da Planet, società che offre soluzioni integrate per i pagamenti internazionali inclusi i servizi di rimborso Iva, gli acquisti tra i viaggiatori delle prime 10 nazioni extraeuropee sono cresciuti nel Vecchio Continente, contrastando così quel generale sentore di rallentamento che si era ravvisato a livello globale. Nello specifico, nonostante la crescita interna rallentata e l’indebolimento della valuta, con un + 6,5% del PIL su base trimestrale, la Cina supera ampiamente il volume di spesa di tutti gli altri paesi presi in esame e mantiene il suo posto ai vertici della classifica delle nazioni più redditizie dello shopping internazionale (con una media di transato pari a 801 euro per acquisto). In seconda posizione gli Stati Uniti che, grazie al dollaro in netta crescita e un Pil trimestrale al +3%, ha fatto registrare un valore medio delle transazioni pari a 547 euro. A sorprendere, in termini di transazione media, è la performance del Vietnam: 902 euro per acquisto. Mentre il Marocco sale di sei posizioni.
SONAE SIERRA INAUGURA IL SUO PRIMO CENTRO COMMERCIALE IN COLOMBIA
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n Colombia, Jardín Plaza Cúcuta apre le sue porte al pubblico. Realizzato in virtù di un investimento da 52 milioni di euro, con i suoi 40.000 mq e il design open-air che evidenzia la cultura della regione, Jardín Plaza offrirà agli abitanti di Cúcuta un’esperienza unica. Sonae Sierra, in collaborazione con la compagnia colombiana Central Control, ha scelto la capitale di Norte de Santander per lo sviluppo di questo progetto situato in posizione strategica sulla tangenziale est della città. Un terzo investitore, PEI, primario veicolo per investimenti immobiliari in Colombia, è successivamente entrato nella joint venture, rafforzando la solidità del nuovo centro commerciale, che porterà benefici non solo ai visitatori ma anche alle imprese locali e nazionali. Lo shopping center presenta un’offerta ampia e variegata, composta da 180 negozi di diversi marchi locali, nazionali e internazionali. Unitamente alla sua offerta commerciale e per il tempo libero, Jardín Plaza Cúcuta diventerà un hub importante per l’economia locale e sarà in grado di generare circa 3.500 posti di lavoro diretti e indiretti nella città, oltre ai 1.500 posti di lavoro creati durante la fase di costruzione.
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f Vetrina Conserve della Nonna, qualità certificata La salse pronte e le confetture di qualità? Quelle di Conserve della Nonna, storico brand modenese che il 6 marzo si è aggiudicato il Quality Award 2019. A convincere i 300 consumatory heavy user sottoposti a un blind test in laboratorio, sono stati sapore, odore, consistenza ed etichetta delle extra confetture (disponibili nei gusti ciliegia, fichi, amarene, pesca, albicocca, fragole, more e frutti di bosco) e delle salse pronte (in versione Mediterranea, Novità 2019 Emiliana e Marinara).
Pelle e tessuto per le creazioni Zani Del Frà
L’innovazione in un mercato maturo Doringel, storica e creativa azienda di gelati, presenta due proposte innovative che faranno certamente rivitalizzare, da questa stagione, il maturo mercato dei ghiaccioli.
In viaggio, per l’ufficio o come semplice accessorio, le collezioni Zani Del Fra’ si rinnovano con nuove linee e offerte speciali. Sinonimo di Made in Italy da quattro generazioni, il marchio milanese utilizza pellami e tessuti di prima qualità che per gusto, qualità e fruibilità sono adatti a chi è sicuro del proprio stile; al di là delle influenze della moda. Ne sono un esempio le creazioni Metropol (sottobraccio portadocumenti unisex) e Devon (borsa unisex con doppi manici regolabili e interno in fodera), entrambi personalizzabili con le proprie iniziali.
Marjuolo
Stecco Cannabis Marjuolo è il primo stecco alla Cannabis prodotto
L’innovazione Doringel in formato ghiacciolo
industrialmente. Il prodotto, dall’inconfondibile gusto di Cannabis, è frutto di una collaborazione esclusiva con
MIA srl, (www.myjoy.bio) una delle più serie e affidabili La bella stagione si avvicina e Doringel si prepara a lanciare due nuove produttrici e distributrici di canapa sativa Novità 2019 linee di prodotto nel segmento gelati: Marjuolo e LollyTonic. aziende Si tratta di LEGALE. Marijuolo è ovviamente totalmente privo di L’innovazione in un mercato maturo due ghiaccioli che puntano a innovare l’offerta bar. Il primo è uno stecco sostanze psicoattive e totalmente legale e si colloca in alla cannabis sativa, totalmente privo di sostanze psicoattive e quindi un mercato destinato ad una reale possibile Doringel, storica e creativa azienda di gelati, presenta due proposte innovative che faranno legale. Il secondo è la versione ghiacciata di una bevanda isotonica al certamente rivitalizzare, da questa stagione, il maturo mercato dei ghiaccioli. rivoluzione (fonte: Euromonitor) gusto lampone o lime ideata per il reintegro dei sali minerali persi con la sudorazione grazie al carico di sodio, cloruro, potassio e magnesio. Loacker amplia l’offerta con Darbo Da inizio anno, Loacker ha iniziato la distribuzione dell’assortimento Stecco Cannabis dei prodotti Darbo per il canale Ho.Re.Ca. La collaborazione, iniziata nel Stecco Isotonico 2018 per la Gdo, punta a espandere e rafforzare la presenza del marchio Marjuolo è il primo stecco alla Cannabis prodotto austriaco Penisola. Confetture, mieli e mirtilli pregiati sono LollyTonic è la prima “bevanda isotonica” su stecco,nella al industrialmente. Il prodotto, dall’inconfondibile gusto di solo gusto di Lampone o Lime, ideato per ilalcuni reintegrodei dei prodotti resi disponibili per i retailer Cannabis, è frutto di una collaborazione esclusiva con checonpossono sali minerali persi con la sudorazione, aggiunta di anche servirsi di un elegante sistema MIA srl, (www.myjoy.bio) una delle più serie e affidabili sodio, cloruro, potassio e magnesio. Prodotto ideale di presentazione per il buffet della prima colazione aziende produttrici e distributrici di canapa sativa per gli sportivi più esigenti o più comunemente per tutti personalizzabile con il logo della propria attività. LEGALE. Marijuolo è ovviamente totalmente privo di
Marjuolo
LollyTonic
nelle afose giornate estive. sostanze psicoattive e totalmente legale e si colloca in un mercato destinato ad una reale possibile
rivoluzione Euromonitor) DORINGEL srl | Via(fonte: Dei Murari 1 - 24041 Brembate (BG) | P.I. 01213860164 | Tel. 035 801539 | info@gelatidoringel.it
Zerbinati vince con insalate e piatti pronti
Due risultati di spicco per Zerbinati che, durante la premiazione della quinta edizione di Prodotto FOOD tenutasi a fine febbraio a Milano: la linea di insalate Il Nostro Bio vince Stecco Isotonico nella categoria Frutta e Vegetali mentre Bowl’Z si piazza nella Top 5 nei Piatti Pronti. Riconoscimenti che trainano tutte le 20 referenze commercializzate dall’azienda che, è la prima “bevanda isotonica” su stecco, al puntando sulla IV gamma, nel 2018 LollyTonic ha raddoppiato le cifre a valore e volume.
LollyTonic
gusto di Lampone o Lime, ideato per il reintegro dei
sali minerali persi con la sudorazione, con aggiunta di sodio, cloruro, potassio e magnesio. Prodotto ideale per gli sportivi più esigenti o più comunemente per tutti nelle afose giornate estive.
DORINGEL srl | Via Dei Murari 1 - 24041 Brembate (BG) | P.I. 01213860164 | Tel. 035 801539 | info@gelatidoringel.it
La blockchain per la bufala Spinosa
Un prodotto tradizionale e una tecnologia innovativa si incontrano nelle mozzarelle di bufala campana Dop Spinosa. L’azienda di Castel Volturno è la prima a introdurre l’utilizzo della blockchain nel settore lattiero-caseario per certificare e rendere più trasparente la filiera. Attraverso un semplice QR code, il cliente potrà accedere a una pagina web dedicata dove consultare le informazioni sulla catena produttiva: dai 45 allevamenti della piana del Volturno e l’Agro Pontino agli stabilimenti di confezionamento. 68
retail food | aprile 2019
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Bronzo, acciaio e cemento per “The Vessel”, l’installazione che sorge al centro del nuovo complesso immobiliare Hudson Yards di New York sembra un alveare. Alta 46 metri, con 154 rampe e 2.500 scalini l’opera di Thomas Heatherwick ha un cuore italiano: i pezzi sono stati costruiti a Monfalcone (GO). ¢ 70
retail food | aprile · 2019
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di Simone Filippetti @filippettinews
La Guerra della Rosa La scelta del distributore Ocado spacca la Gdo britannica con le catene Waitrose e M&S pronte a darsi battaglia per contendersi un player con 700mila clienti attivi e 290mila consegne alla settimana. In gioco c’è il controllo dell’eGrocery (e una montagna di dati)
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er le strade di Londra, parcheggiati lungo i marciapiedi, è un pullulare di camioncini con la scritta Ocado. Sono i fattorini che stanno consegnando verdura, pasta, frutta, carne: è l’equivalente del “Clicca Il Pomodoro” per la spesa online di Esselunga a Milano (o volendo trovare esempi ancora più internazionali, FreshDirect a New York). Ocado è il caso più clamoroso di start-up per la spesa digitale: in pochi anni è diventato il supermercato online più amato dai londinesi. Vanta 700mila clienti attivi (i registrati sono quasi un milione) e ogni settimana consegna nelle case inglesi 290mila ordini: numeri impressionanti. Sul sito di Ocado si ordinano i prodotti dei supermercati Waitrose, catena di generi alimentari con decine di negozi a Londra e il quinto gruppo inglese della grande distribuzione. A differenza dei più commerciali e di massa Tesco e Sainsbury, i supermercati più diffusi del Regno Unito, Waitrose si è costruita la fama di supermercato di fascia alta: una sorta di Viaggiator Goloso in salsa britannica con prodotti di maggiore qualità rispetto alle catene tradizionali. Tutto filava liscio fino a quando, ai primi di marzo, Ocado ha annunciato di aver firmato un maxi-accordo con Marks&Spencer: l’accordo vale 1,5 miliardi di sterline. Un terremoto nel mondo dell’online e tra le insegne dei retailer: Waitrose ha un accordo fino al 2020 con Ocado, ma si vede già soffiare da sotto il naso la sua gallina dalle uova d’oro; e in più da un diretto concorrente. Marks&Spencer o, come tutti la chiamano in Inghilterra, M&S è una famosa catena di grandi magazzini che ha diversificato nell’alimentare con i supermercati M&S Simply Food. Ecco che è scoppiata la Guerra della Rosa. Waitrose appartiene a un altro storico gruppo inglese: i grandi magazzini John Lewis, azienda centenaria nata nel 1864 e da allora sempre guidata dalla famiglia fondatrice. Anni fa
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il gruppo Lewis, un colosso da 83mila dipendenti e oltre 5 miliardi di fatturato che soffre l’aggressione dell’eCommerce, ha deciso di allargare il business ai generi alimentari. Vistasi sorpassata a destra da Mark&Spencer, Waitrose ha rilanciato all’ultimo secondo con Ocado ma le condizioni richieste sarebbero state inaccettabili e Ocado ha detto addio allo storico fidanzato online. La Guerra della Rosa nasconde interessi enormi che si estendono a tutta l’industria: un milione di contatti di Ocado sono una banca dati impressionante e che fa gola ancor di più perché sono clienti profiliati sui gusti alimentari. Ogni volta che un inglese fa un ordine
su Ocado, fornisce indirettamente informazioni sensibili sulle sue abitudini di cibo e di consumo, e il Big Data ringrazia. Ecco perché Marks&Spencer ha messo le mani su Ocado per sbarcare sul mercato digitale (fino a oggi M&S non vendeva online). Ma non è detto che questo automaticamente incoroni l’ultimo entrato come nuovo re del retail digitale. Il terremoto scoppiato dentro Ocado rischia di far perdere tutti: secondo un sondaggio della banca d’affari HSBC il passaggio sotto le insegne di M&S rischia di essere un bagno di sangue. Un cliente su quattro abbandonerà Ocado se non troverà più i prodotti di Waitrose. Per molti clienti del supermercato online, il marchio M&S è inferiore a Waitrose. Tanto è forte il legame che tantissimi clienti di Ocado pensano che sia un marchio di proprietà Waitrose, mentre in realtà è come Amazon Prime: consegna i prodotti altrui. Il rischio è quello di una lose-lose situation: Waitrose dovrà colmare il vuoto di Ocado (svilupperà internamente un suo e-commerce ma il successo è tutto da dimostrare); per M&S incombe uno scenario da vittoria di Pirro. ¢ Con questo numero termina la rubrica Contrarian su retail&food. Un saluto e un ringraziamento a tutti i lettori.