retail&food 07-08 2018

Page 1

retail&food

TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

Anno 13 • Numero 7-8 • LUGLIO · AGOSTO 2018 • € 5,00 In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Autostrade

la sosta è gourmet

Brebemi:

cresce il traffico Dossier Aeroporti Bologna

Resoconto fiera Mapic Italy e F&B

Shopping mall Aura


IL MIGLIOR PARTNER PER SVILUPPARE FORMAT DI SUCCESSO. LEADER IN ITALIA NEL MERCATO AEROPORTUALE

www.areas.com www.mychef.it


BR

2018

B ar | A lbe r g h i | R i s to r an ti

la passione

MOSTRA-CONVEGNO e GALA DINNER

20-21 NOVEMBRE 2018

HOTEL

MELIÁ

via Masaccio, 19 – Milano


retail&food

TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

Anno 13 · numero 7-8 · luglio · agosto 2018

Anno 13 • Numero 6 • LUGLIO · AGOSTO 2018 • € 5,00

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Direttore responsabile Andrea Aiello

Autostrade

Coordinamento editoriale Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it In redazione Nicola Grolla - nicola.grolla@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it

la sosta è gourmet

Brebemi:

cresce il traffico Dossier Aeroporti Bologna

Resoconto fiera Mapic Italy e F&B

Shopping mall Aura

Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Alessandro Barzaghi, Fabio Bernardini, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, David Montorsi, Roberta Motta, Lucio Orsini, Marco Passoni, James Ross, Vincenzo Russo Impaginazione Mariella Salvi Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Pubblicità dircom@edifis.it Traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it

INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&FOOD retail&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre r&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 9.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 181.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communites di riferimento.

Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 - Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it

Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. - Viale Coni Zugna, 71 - 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. retail&food è media partner ufficiale di:

www.travelretail.it

ABBONATI ORA A RETAIL&FOOD on line con 1 anno, 10 numeri, 50 euro

www.retailfood.it facebook.com/retailfood

retail&food una rivista edita da: Edifis spa Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 02 3451230 - Fax +39 02 3451231 www.edifis.it

ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE


n° 7-8 luglio · agosto 2018 R&F NEWS

SOMMARIO

4

R&F NEWS OPENING

16

PAROLA DI... FRANCESCO BETTONI

18

35

Brebemi riparte con A4 e nuove aree di sosta Il traffico cresce a ritmo del 30% dopo il collegamento con la Milano-Venezia. Il prossimo passo: potenziare gli spazi commerciali presenti STAR TREK HEALTHCARE

22

Destinazione Amplifon FOCUS LAVORO AIGRIM

RESOCONTO FIERE

35

Mapic Italy e Mapic F&B: la formula funziona

24

Contratto ristorazione: obiettivo produttività

LE MAPPE DEL RETAIL

44

Lo shopping vien mangiando

L’accordo sindacale firmato a febbraio 2018 ha rappresentato una novità nel settore della ristorazione multi localizzata. A guidare la parte datoriale ci ha pensato Enzo Andreis, presidente Aigrim: «Siamo stati i protagonisti di un cambio di paradigma» CASE HISTORY AUTOSTRADE

RETAILER DAY 2018

DOSSIER SHOPPING MALL 46 27

Healthy food e flessibilità, le novità on the road Dalle insalate ai prodotti a km zero e gluten free, passando per i servizi wifi e recharge: l’offerta nelle aree di servizio si allarga ai bisogni di ogni viaggiatore. E per tutti gli operatori l’obiettivo è uno solo: trasformare la sosta breve in una customer experience di qualità OSSERVATORIO PREZZI

45

Lo spettro delle chiusure domenicali Aura: la nuova piazza di Valle Aurelia

Dopo un iter di 13 anni e 27 mesi di cantiere, lo scorso aprile il centro commerciale Aura ha aperto al pubblico con i suoi 60 negozi, 16 ristoranti bar, un superstore e una palestra Virgin Active. Il progetto con simbolo l’ex Fornace Veschi, sviluppato da CDS Holding e di proprietà di Orion Capital Managers, eleva il retail a cerniera del tessuto urbano

46

SCIENZE & RETAIL 50 32

Consumi contenuti e mirati al food: ecco la spesa in autostrada Secondo i dati elaborati dalla società di analisi e consulenza Trade Lab nel nuovo report dedicato al settore autostradale, a trainare il retail sono gli articoli di bar e ristoranti (soprattutto il caffè) per una spesa media pro capite che si attesta intorno ai tre euro

Il valore inconsapevole dei profumi DOSSIER AEROPORTI

52

Bologna, travel retail con tortellini e motori

Mentre si studiano e si finalizzano i progetti per la realizzazione del masterplan 2030, al “Marconi” l’offerta punta sulle eccellenze locali: cibo di qualità e rombo delle supercar. E in attesa del People Mover, lo scalo si apre al territorio grazie al richiamo di marchi internazionali e formule a misura di pendolare WORLD TRAVEL RETAIL 56 NETCOMM FORUM 2018

58

e-commerce a quota 27 miliardi

Nel 2018 il valore delle vendite online aumenterà del 15% rispetto al 2017, pari a +3,6 miliardi di euro. E la penetrazione dell’e-commerce raggiungerà il 6,5% dei consumi totali retail. Giocattoli (+48%), arredamento & home living (+44%) e Food&Grocery (+34%) i settori in maggiore crescita

18

52

NEONATA

Égalité

60

NEWS TECH & ARREDO INTERNATIONAL LA VETRINA LA FOTO LA PULCE NELL’ORECCHIO

64 66 68 70 72

RUBRICHE STOCK OPTION

4

NEW MARKETS OUTLOOK

6

LA RUBRICA LEGALE

8

DUTY FREE WORLD

66

retail&food - luglio · agosto 2018

3


r&f News

WESTFIELD MILANO ANCORA PIÙ GRANDE CON I BRAND DI INDITEX

U

n’altra àncora del maxi progetto immobiliare commerciale da 1,4 miliardi di euro in sviluppo nel comune di Segrate (MI) è stata posizionata. Il colosso spagnolo dell’abbigliamento, Inditex, ha siglato un accordo con Westfield Milano per l’apertura di sei nuovi flagship store. In quella che sarà la più grande destination per lo shopping e il tempo libero in Italia, ci saranno Zara (3.473 mq), Zara Home (755 mq), Bershka (1.397 mq), Stradivarius (688 mq); Pull&Bear (957 mq) e Oysho (323 mq), per una superficie totale di circa 7.600 metri quadrati. «La firma dell’accordo con Inditex rappresenta una tappa fondamentale per il nostro progetto e conferma ancora una volta la fiducia e l’interesse che i più importanti retailer del mondo stanno dimostrando per Westfield Milano», ha dichiarato Peter Miller, coo UK/Italy/Benelux di Unibail-Rodamco-Westfield. Westfield Milano, ospiterà – su una superficie di 185mila mq circa – 380 negozi dei brand più importanti, compresi marchi del lusso, ristoranti, un cinema, spazi per il tempo libero e l’intrattenimento, 10mila posti auto, le più avanzate tecnologie digitali e i migliori servizi per lo shopping e il turismo. Apertura prevista nella seconda metà del 2021.

ALICE CARLI AL VERTICE DI L’AUTRE CHOSE

Cambio al vertice per L’Autre Chose che ha annunciato la nomina di Alice Carli come amministratore delegato della società. Con oltre 15 anni di esperienza nell’industry del Fashion&Retail, Carli approda in L’Autre Chose da Peuterey dove ha ricoperto il ruolo di head of global marketing and business development per Usa e Asia con responsabilità dei canali eCommerce e retail. In precedenza è stata global strategic marketing executive di Furla. Con questa nomina, l’Autre Chose (già distribuito nei più prestigiosi negozi multimarca) intende proseguire nel suo percorso di crescita sui mercati internazionali sia sul canale retail sia eCommerce.

MARCO D’INTINO NUOVO AD ITALIA DI KIABI

L’azienda francese di abbigliamento fast fashion Kiabi, che vanta ad oggi quasi 500 negozi in tutto il mondo di cui 33 nel nostro Paese, ha nominato Marco D’Intino nuovo amministratore delegato in Italia. Il manager, 35 anni, diventa uno dei top manager più giovani del mondo di Kiabi. Laureato in Economia, ha iniziato la sua carriera in azienda nel 2006 come responsabile di reparto negozio a Mestre. Successivamente ha seguito tutte le tappe commerciali: da direttore di negozio ha assunto il ruolo di direttore regionale del Centro-Sud, fino ad oggi con il nuovo ruolo di ad Italia (in sostituzione di Patrick Stassi che si trasferisce a dirigere il ramo francese dell’azienda).

4

retail&food - luglio · agosto 2018

Stock option

BUY

NEUTRAL

Alibaba

Blackstone

Apple

Cinti

Grazie all’ultimo round di finanziamenti da 14 miliardi di dollari ottenuto da Ant Financial, la piattaforma Alipay di proprietà del colosso cinese Alibaba tocca quota 150 miliardi di dollari di valutazione. Un risultato che permette alla società di Jack Ma di superare la più grande banca d’investimenti americana Goldman Sachs. È in apertura a luglio il primo Apple Store in centro a Milano, in Piazza Liberty. Il progetto è stato firmato dall’archistar Norman Foster e sarà simile al concept della 5th Avenue di New York, con un parallelepipedo in vetro e una monumentale fontana. Piquadro

Il gruppo specializzato in pelletteria, protagonista con la recente acquisizione della francese Lancel da Richemont, ha registrato nell’anno fiscale un utile netto di 4,8 milioni di euro: +40,2% rispetto ai 3,2 milioni del 2016-17. L’ebitda si è attestato a quota 10,78 milioni di euro (+22,6%), a rappresentare l’11% dei ricavi consolidati, mentre l’ebit ha raggiunto quota 7,87 milioni (+38,4%).

Il fondo d’investimento americano Blackstone sta valutando la possibile cessione delle sue attività outlet in Italia. L’operazione dovrebbe valere circa 800 milioni di euro e dovrebbe partire, sotto forma di asta, dopo l’estate. In totale, si tratterebbe di un portfolio di 150mila mq di Gla suddivisi in 600 negozi.

SELL

Benetton

Perdita record da 180 milioni di euro nel 2017 per Benetton che, dopo aver effettuato gli accantonamenti necessari, punta a rialzarsi grazie al ritorno del fondatore Luciano, nel 2019. Il marchio aveva già chiuso il 2016 con un raddoppio delle perdite a 81 milioni di euro, dai 46 milioni del 2015, e con ricavi scesi a 1,3 miliardi dagli 1,5 del 2015.

Parfois ha presentato un’offerta per acquisire Cinti, storica realtà bolognese di calzature, in amministrazione straordinaria dal novembre. L’azienda è in vendita da aprile, con i brand Cinti e Blocco 31: all’asta ci sono anche la rete dei punti vendita, composta da 39 negozi, di cui 34 in gestione diretta e cinque in franchising, e il magazzino.

H&M

Inditex

Airfrance

Nel primo trimestre Inditex registra il tasso di crescita più basso da circa 20 anni. Il colosso spagnolo ha chiuso i primi tre mesi del 2018 con un utile netto pari a 668 milioni di euro a fronte di vendite per 5,7 miliardi di euro, +2% su base annua (+7% a cambi costanti). Il margine lordo è passato dal 58,2% al 58,9%.

Continua il trend negativo per H&M, che ha archiviato il secondo trimestre con un utile netto di circa 442 milioni di euro, in calo del 21% e al di sotto delle attese degli analisti pari a 4,7 miliardi. Piccolo incremento, invece, per i ricavi, che sono saliti da 51,3 a 51,9 miliardi di corone (circa 4,9 miliardi di euro). Si aggrava la crisi di Airfrance che, nel primo trimestre del 2018, ha perso 269 milioni di euro. Un risultato che prospetta un nuovo “caso Alitalia”. Il tutto mentre l’azionista di maggioranza, lo Stato francese (con il 14% delle quote,) ha dato il via al progetto Pacte che prevede la privatizzazione degli aeroporti di Parigi.Valore: 15 miliardi di euro.


www.dufry.com

DISCOVER A WORLD OF SHOPPING Wherever you go, make Dufry your first destination. Find world class brands at the best prices in our worldwide network of 2,200 stores, in 63 countries across six continents.


r&f News FORUM ATRI, L’ANNO DEL TURISMO CINESE

Quanti sono i viaggiatori cinesi all’estero? Dove vanno? Cosa comprano? Sono stati gli interrogativi del forum Atri (Associazione travel retail Italia) dal titolo Gli acquisti dei cinesi che viaggiano in Italia e in Europa: aspetti legali e di mercato. Nella sede dello studio legale Nctm, dal 2008 molto attivo in Cina, è stato il presidente Fulvio Fassone a snocciolare i numeri di un trend che ha portato l’Ue a decretare il 2018 come l’anno del turismo sinoeuropeo: 145 milioni di turisti cinesi nel mondo (saranno 400 nel 2030), di cui 4 hanno visitato l’Italia, spesso via Fiumicino (il terzo scalo per arrivi dalla Cina in Europa con 1,5 milioni di passeggeri). Per far fronte a questo “esodo”, però, mostrare le proprie eccellenze non basta: «Bisogna fare sistema a livello continentale per intercettare un consumatore giovane, con alto potere d’acquisto e alla ricerca di prodotti individuali», ha sottolineato Antonio Cenni, promotore dell’“Eu-China Tourism Year”.

LA GESTIONE DEL CENTRO HAPPIO AD ARCOTECNICA

C

on decorrenza dal primo di giugno, la gestione del centro commerciale Happio di Roma passa ad Arcotecnica (Agire- Gruppo IPI). L’accordo è stato siglato recentemente con il Gruppo Mezzaroma, tramite la società controllata Re.Ge.Im Realizzazioni e Gestioni Immobili Di Qualità Spa. L’Asset Management è stato affidato invece a Forum Real Estate Management che coordinerà le operazioni. Il Centro, che ha una Gla totale di circa 12mila mq e una quarantina di negozi di varie categorie merceologiche, è stato inaugurato nel marzo 2015 e, fin da subito, ha rappresentato per il quartiere un luogo di aggregazione. Numerosi i marchi nazionali e internazionali presenti ad Happio tra cui le medie superfici H&M (che si sviluppa su tutti tre i piani) e Piazza Italia, Primadonna, Cycle Band, Class, Doppelganger, Kasanova+, Tiger e C’Art. All’interno anche uno degli otto Decathlon Easy in Italia, il nuovo concept sportivo low cost di Decathlon con una superficie di 1.300 mq e prezzi particolarmente competitivi. Nutrita e variegata anche l’offerta food con KFC e Pizza Margherita, di prossima apertura, Alice Pizza, La Piadineria, Gelateria Icaruso e Caffetteria Happio Bistrot. «Con Happio salgono a 20 i centri commerciali gestiti dalla nostra società – spiega Paolo Mutti, direttore retail di Arcotecnica – e metteremo a disposizione della proprietà la nostra esperienza per una migliore gestione dell’asset, in stretta collaborazione con tutti i consulenti coinvolti».

NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING

www.strabranding.com

HONG KONG E MAILANDN CHINA: UNA INTERDIPENDENZA IN EVOLUZIONE

I

l primo luglio del 1997, con il trasferimento della sovranità di Hong Kong dal Regno Unito alla Cina, terminarono i 156 anni di dominio coloniale britannico. Ora, dopo più di vent’anni, sono in molti a credere che lo status privilegiato accordato all’ex colonia si sia ormai ridotto. Sul fronte economico, la quota di Hong Kong nel commercio estero complessivo della Cina è scesa da quasi il

50% nella metà degli anni 90 al 13% negli anni più recenti. Allo stesso tempo, la quota dell’attuale Regione Amministrativa sugli investimenti esteri diretti in Cina è diminuita da circa il 70% del 1987 al 30% del 2005. Infine, la quota di Hong Kong sul numero totale di visitatori in Cina è calata dal 70% del 1980 al 54% del 2016, condizionata anche dall’apertura di quest’ultima verso il mondo esterno, e, in termini percentuali, è stata superata dal flusso inverso dei visitatori cinesi verso Hong Kong (1). D’altra parte, la dipendenza di Hong Kong dalla Cina Mailand è aumentata notevolmente. In termini di commercio estero, la quota della Cina continentale sul commercio di import-export di Hong Kong è passata dal 13% nel 1980 al 50% nel 2017, mentre, per quanto riguarda gli investimenti esteri, Hong Kong rimane la principale destinazione di quelli provenienti dal vicino continente, rappresentando oltre il 60%

Fig.1: Flussi turistici reciproci tra Hong Kong e Mailand China

6

retail&food - luglio · agosto 2018

di tutti gli investimenti cinesi diretti verso l’esterno. Tuttavia, l’importanza di Hong Kong per lo sviluppo economico globale della Cina non è diminuita. I collegamenti economici tra le due aree hanno continuato a evolversi e i settori tradizionali hanno lasciato spazio ai più recenti settori tecnologici e finanziari. Ciò è più evidente in relazione ad alcuni settori specifici di sviluppo. Prendendo ad esempio il settore finanziario, con l’evoluzione dell’economia cinese e dei suoi mercati finanziari, si sono ampliati i canali di approvvigionamento dei finanziamenti oltremare, passando da prestiti bancari e investimenti diretti a finanziamenti attraverso il mercato dei capitali. Dal 1992, quando le prime red-chips e le società di proprietà statale sono state quotate alla Borsa di Hong Kong, le imprese cinesi hanno raccolto un totale di 560 miliardi di dollari attraverso offerte pubbliche e private. Peraltro, le società di Hong Kong rimangono, da circa 25 anni, i principali motori della crescita economica, con circa 60mila società che impiegano oltre 10 milioni di persone, favorendo partnership per un accesso più semplice e veloce ai mercati cinesi grazie anche al recente accordo di libero scambio CEPA, in vigore dall’ottobre dello scorso anno. Insomma, Hong Kong ha un ruolo unico da svolgere nella riforma generale della Cina: è il punto di accesso del gigante asiatico al mondo intero. Luca Esposito


SHOPFITTING FOLLOW US


La Rubrica Legale

A cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano

Il recesso ad nutum dai contratti di distribuzione commerciale e congruità dei termini di preavviso

N

ell’ambito della distribuzione commerciale vengono comunemente ricondotte diverse fattispecie contrattuali. Fra queste rientrano, in particolare, i contratti di concessione di vendita comunemente definiti come contratti di distribuzione e i contratti di franchising: si tratta di figure giuridiche molto utilizzate nel settore retail, sia a livello nazionale che internazionale, assimilabili sotto svariati profili, che presuppongono rapporti di collaborazione commerciale anche di lunga durata. Svincolarsi da tali rapporti può essere talvolta problematico e può dar luogo a responsabilità. La concessione di vendita è quel contratto attraverso il quale un soggetto (concedente) si impegna a vendere con continuità i propri prodotti ad altro soggetto (concessionario), che a propria volta si obbliga ad acquistarli, a promuoverne la vendita e a rivenderli presso la propria clientela entro limiti geografici e - assai spesso - anche temporali ben definiti. Si tratta di soggetti economicamente e giuridicamente indipendenti che operano ciascuno a proprio rischio. Il grado di collaborazione fra concedente e concessionario, tuttavia, può essere più o meno intenso a seconda che sia o meno pattuita una esclusiva a favore del concessionario e, talvolta, anche a favore del concedente. La concessione di vendita non è un contratto tipico, vale a dire espressamente disciplinato dal nostro ordinamento e la sua regolamentazione è per lo più rimessa alla volontà delle parti. Non esiste quindi un obbligo di forma scritta, sebbene tale forma sia opportuna per dare maggiore certezza alla relazione commerciale, né una durata minima del contratto. Le stesse considerazioni valgono nei rapporti internazionali, non essendo il contratto di concessione di vendita espressamente regolamentato, salvo rare eccezioni. Il contratto di franchising è molto simile a un contratto di concessione esclusiva ma presuppone una maggiore compenetrazione del franchisee nella rete distributiva del franchisor del quale condivide i segni distintivi e il know how, essendo il franchisee inserito nel “sistema” del franchisor. Diversamente dal contratto di concessione di vendita il contratto di franchising a livello nazionale è espressamente regolamentato (L. 6/05/2004 n. 120 e D.M. 2004/2005). In particolare, sono regolamentati gli obblighi di disclosure del franchisor nella fase negoziale, la durata minima del contratto, che non può essere inferiore a tre anni e comunque a una durata minima sufficiente all’ammortamento dell’investimento del franchisee, la forma del contratto, che deve essere scritta a pena di nullità, nonché una serie di elementi che il contratto di franchising deve contenere fra i quali la specifica del know-how fornito dall’affiliante all’affiliato. A livello internazionale, non tutti i paesi hanno una regolamentazione specifica in materia di franchising. Può dirsi tuttavia che quasi tutti i paesi prevedono obblighi di disclosure a carico del franchisor, quale parte “debole” del rapporto. Una volta instaurato un rapporto di collaborazione esclusiva, sia esso sotto forma di concessione di vendita che di franchising, la decisione del concedente/franchisor di recedere dal contratto, indipendentemente da un ina8

retail&food - luglio · agosto 2018

dempimento del concessionario/franchisee, deve essere valutata con molta attenzione quanto alle modalità e al termine di preavviso del recesso in quanto non sempre i termini di preavviso previsti dalle parti al momento della stipula del contratto sono idonei e ragionevolmente sufficienti a compensare la perdita economica che la cessazione del rapporto determina nella sfera del concessionario/franchisee. Ove il contratto sia a tempo determinato (ad esempio 5 anni), come spesso accade nella prassi contrattuale, il recesso è solitamente escluso perché si presuppone che le parti abbiano inteso vincolarsi per l’intera durata del contratto. Qualora le parti abbiano comunque previsto un diritto di recesso anticipato con un termine di preavviso breve è importante che il concedente/ franchisor valuti la congruità del preavviso in relazione alla situazione concreta del distributore/franchisee, indipendentemente dalle previsioni contrattuali. In particolare, nel franchising, come già detto, il recesso dal contratto non sarà in ogni caso ammesso prima della scadenza del terzo anno di vigenza del rapporto e per recedere legittimamente il franchisor dovrà essere in grado di dimostrare che l’investimento del franchisee è stato interamente ammortizzato. La giurisprudenza ha ritenuto, ad esempio, non congruo un termine di 12 mesi per un contratto di 10 anni di durata e congruo un preavviso di 3 mesi in relazione a un contratto di 26 mesi. In altre situazioni la giurisprudenza ha applicato quale parametro di riferimento il periodo di preavviso previsto dalle disposizioni in ambito di agenzia. Analoghe considerazioni valgono per l’ipotesi di contratto a tempo indeterminato, come ad esempio nel caso di concessione di vendita esclusiva di lunga durata mai formalizzata fra le parti con un contratto scritto ovvero formalizzata ma senza l’indicazione del preavviso per il recesso dal contratto: in queste ipotesi, ad esempio, la giurisprudenza ha ritenuto congruo un termine di preavviso pari a 18 mesi, con riferimento a un contratto durato circa 25 anni. In conclusione, non esiste in astratto un termine congruo di preavviso per recedere da un contratto di concessione esclusiva /franchising in assenza di un inadempimento del concessionario/franchisee: la congruità del preavviso di recesso andrà valutata di volta in volta in relazione alla situazione concreta, agli investimenti fatti da quest’ultimo, agli obiettivi eventualmente imposti dal concedente, nonché all’impatto che la cessazione del rapporto può avere sul fatturato del concessionario/franchisee. Pertanto, il Giudicante chiamato a decidere una controversia promossa dal concessionario/franchisee che abbia contestato il recesso dal contratto del concedente/franchisor, ove ritenga “non congruo” il preavviso dato da quest’ultimo per recedere dal contratto, pur riconoscendo la cessazione del rapporto per effetto del recesso, potrà condannarlo a risarcire il danno. Avv. Giulia Comparini


THE FINE DINING WATERS


r&f News

IMMOCHAN DIVENTA CEETRUS GRANDI STAZIONI RETAIL ACQUISISCE RETAIL GROUP D allo scorso 5 giugno, Immochan ha preso il nome di Ceetrus. Simbolo di una trasformazione messa in atto negli ultimi due anni, il nuovo nome incarna l’evoluzione da una società commerciale del real estate a un incubatore di proposte immobiliari a 360 gradi. Forte di un portfolio worldwide di 393 centri commerciali, Ceetrus ha l’obiettivo di costruire e sviluppare i legami sociali che animeranno la città del domani. Nello specifico il nome combina le parole “city”, “see” in quanto osservatore dei bisogni dei cittadini con la capacità di darne risposta, “trust”, ovvero la fiducia e l’affidabilità, e infine “us”, il “noi” tutti insieme per una co-costruzione. «Sono orgoglioso del nostro nuovo brand perché definisce alla perfezione chi siamo riflettendo le nostre ambizioni, ma soprattutto perché è stato co-ideato insieme con i nostri collaboratori», ha precisato Benoît Lheureux, ceo di Ceetrus. Contestualmente, Gallerie Commerciali Italia S.p.a. – filiale italiana di Immochan presente con 48 centri commerciali distribuiti su tutta la penisola – cambia anch’essa diventando Ceetrus Italy S.p.a.

P

artner commerciali di elevato standing tra i quali Nike, Mango, Unilever, Philip Morris e Moleskine entrano nell’orbita di Grandi Stazioni Retail in virtù dell’acquisizione di Retail Group, società di rilievo nel settore travel retail dei flagship store e degli store monomarca. Grazie a questa operazione GS Retail intende conseguire importanti sinergie, in termini di diversificazione e perfezionamento del business, che andranno a valorizzare il brand implementandone l’offerta. L’acquisizione sancisce l’ingresso di GS Retail anche nel mondo del temporary ed è in linea con il percorso di sviluppo che prevede un ampliamento dell’offerta e una maggiore penetrazione del mercato. «Siamo molto soddisfatti di aver finalizzato l’acquisizione di Retail Group che da oggi diventa asset strategico del nostro piano di sviluppo – ha commentato Alberto Baldan, amministratore delegato di Grandi Stazioni Retail – Grandi Stazioni Retail con le sue location iconiche, i flussi costanti e l’intermodalità è una realtà unica che da oggi può offrire una nuova opportunità per l’investitore: raggiungere il proprio target con un sistema completamente integrato di offerta di prodotti, servizi e comunicazione».

SERRAVALLE RETAIL PARK A TRAZIONE FOOD

D

opo una lunga attesa, il Serravalle Retail Park inaugura la terza fase di sviluppo per una superficie aggiuntiva di 12mila mq di Gla (su un totale di oltre 40mila mq dove trovano posto 36 negozi). L’operazione, promossa da Aedes SIIQ, proprietaria dell’intera struttura, include 9 megastore e una nuova food court, oltre ad aree dedicate ai bambini e al relax e ulteriori 600 posti auto. Le insegne della ristorazione che hanno fatto il proprio ingresso nel complesso commerciale sono: Calavera e Crazy Fish (Gruppo Cremonini), la catena di pizzeria napoletana Pizzium, l’insegna locale The Show Food (che si distingue per la grande cucina a vista), il fast food Burger King, la piadineria La Caveja, la caffetteria Covim e il brand di dolci ODSTORE. Tra le altre novità: la smart square dove i clienti possono collegarsi tramite smartphone a un mega schermo e divertirsi con giochi interattivi oltre che guardare eventi sportivi e videoclip musicali, la nuova food court e il totem circolare più alto d’Europa. Come ha ricordato Giuseppe Roveda, amministratore delegato di Aedes SIIQ, in occasione dell’inaugurazione, l’occupancy attuale supera l’80% per una base annua di affitti che raggiunge i 4,3 milioni di euro, mentre il potenziale è di circa 5,4 milioni di euro. Nel 2019, inoltre, l’opera di sviluppo proseguirà con l’ultima fase che porterà il Serravalle Retail Park a oltre 46mila mq di Gla.

COIN PORTA I DEPARTMENT STORE OLTRE IL RETAIL

N

uova strategia per il gruppo Coin: trasformare i propri department store in piattaforme multimediali dove marchi e partner possono mettere in risalto progetti inediti per attività di promozione e domination. Con il ritorno della società in mani italiane avvenuto lo scorso marzo, dopo la cessione delle quote detenute dal fondo BC Partners alla newco Centenary (composta dal management italiano dell’azienda), Coin ha lanciato Sartoria Exclusive Crossmedia Solutions by Coin. Una sorta di agenzia di comunicazione cross mediale. Un cambio di passo per la più diffusa catena di department store in Italia presente su tutto il territorio nazionale con 40 negozi diretti e 100 store a insegna Coincasa (tra Italia ed estero). Un network che conta 35 milioni di visitatori e oltre 3,5 milioni di clienti, un portfolio di più di 800 brand e una superficie di vendita di circa 115.000 metri quadri. Sotto l’insegna Coin Excelsior, il brand include anche i tre premium contemporary department store di Roma Cola di Rienzo, Venezia e Milano CityLife Shopping District. Luoghi, quest’ultimi, che ben si prestano alla nuova proposta B2B2C.



r&f News

D

igitale non fa solo rima con e-commerce. Un concetto emerso a più riprese durante il dibattito che ha animato Food&Beverage revolution: excite your experience, evento organizzato a Milano da Retex, azienda che si occupa di soluzioni digitali nel settore della ristorazione, lo scorso 21 giugno. Ad aprire il dibattito, in cui sono state protagoniste le esperienze di aziende come Autogrill, Panino Giusto e Rossopomodoro, ci ha pensato Fausto

Caprino, ceo di Retex, che ha presentato una serie di dati relativi ai cambiamenti ultrarapidi a cui è sottoposto tutto il settore: +5,5% l’aumento dei consumi fuori casa negli ultimi 10 anni, per un giro d’affari che nel 2016 ha toccato quota 78 miliardi in Italia. In questo comparto, la ristorazione online è cresciuta di 2/3 fra 2016 e 2017 con il 26% di italiani che abitualmente ordina tramite smartphone e il 78% che avanzano una richiesta di maggiore tecnologia all’interno degli store fisici (a partire dal self-ordering che da solo realizza un +20% sullo scontrino medio). Insomma, tutti i presupposti per una «tempesta perfetta con alti tassi di obsolescenza tecnologica», ha commentato Caprino.

FRANCHISING, UN BUSINESS MODEL DA 24 MILIARDI

I

l franchising è un business model sempre più affermato e redditizio nel nostro Paese, dove il giro d’affari 2017 vale 24,5 miliardi di euro. A certificarlo è l’annuale report di Assofranchising, l’associazione che da oltre quattro decenni traccia il profilo del settore. Presentato a Roma il 14 giugno, il report 2018 ha preso in esame 929 insegne che hanno fatto segnare un +2,6% fra 2016 e 2017. I dati sono tutti in territorio positivo: crescono i punti vendita su tutto il territorio nazionale (+1,9%), aumentano i master delle insegne straniere che scelgono l’Italia per lo sviluppo della propria rete (+16,4%) e i punti vendita di insegne italiane all’estero segnando addirittura un +28,1%. A livello regionale, la Lombardia si conferma l’area in cui sono presenti più insegne (256), seguita dal Lazio (104) e dalla Campania (89). Il food si conferma ancora il segmento che registra i trend di crescita più forti, sia per quanto riguarda la ristorazione, sia per quanto riguarda la GDO. Anche le palestre e i centri estetici continuano a registrare risultati positivi, seguiti da cliniche e servizi ambulatoriali per la salute, automotive, cosmetica e immobiliare. In calo la categoria dei viaggi e del turismo, l’abbigliamento e i servizi per l’infanzia.

SCENARI IMMOBILIARI CERTIFICA LA CRESCITA DELLE SGR: 53 MILIARDI DI PATRIMONIO

G

li investimenti immobiliari crescono a livello mondiale e l’Italia tiene il passo. Si potrebbero sintetizzare così i risultati del rapporto 2018 di Scenari Immobiliari che traccia i contorni di un patrimonio che lo scorso anno ha raggiunto i 2.830 miliardi di euro a livello globale e i 53 miliardi nel nostro Paese. Cifre che fanno del 2017 «l’anno d’oro per il risparmio gestito in immobili», come ha più volte sottolineato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari sul palco allestito al Four Seasons Hotel di Milano e da dove ha snocciolato i dati del 32° rapporto I Fondi immobiliari in Italia e all’estero, realizzato con lo Studio Casadei che ne ha curato la parte finanziaria. In Italia, nel corso del 2017, il Nav dei fondi immobiliari ha fatto segnare un incremento del 10,4% rispetto al 2016 e nel corso del 2018 l’obiettivo dei 55 miliardi di euro sembra a portata di mano, allineando così il Belpaese al resto d’Europa. «Sono aumentati i i fondi attivi, 420 in totale, anche per l’utilizzo come veicolo da parte dei soggetti esteri che – ha precisato Breglia –, in modo crescente, operano nel mercato immobiliare italiano. L’indebitamento del sistema fondi è in costante calo e ora ammonta a 24 miliardi di euro, con un’incidenza del 41,3% sul patrimonio. Nel 2010, ad esempio, era pari al 57 per cento del sistema».

Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari

Arredamenti per la collettività Via Rivera, 48 - 20841 CARATE BRIANZA (MB) | tel. 0362 90 30 44 fax. 0362 80 35 55

12

retail&food - luglio · agosto 2018

|

www.belcasrl.it info@belcasrl.it

Fonte, Assofranchising 2018

IL FUTURO DEL F&B PASSA DA RETEX


CONCORSO ESCLUSIVO PER LA SOLA RUOTA. Concorso a premio valido dal 01/04/2018 al 30/09/2018 soltanto per i lecca lecca che recano la scritta chupachups.it sul bastoncino, disponibili negli espositori 60th anniversary che espongono la pubblicitĂ del concorso. Estrazione finale entro il 26/10/18. Montepremi â‚Ź11.716,20 iva escl. Regolamento completo su www.concorsochupachups.it

www.perfettivanmelle.it info@it.pvmgrp.com


r&f News

CIRFOOD CAMBIA LOGO E PUNTA SULLO SVILUPPO RETAIL INTERNAZIONALE

C

ambia la veste grafica di CIRFOOD. Nel corso della presentazione del Corporate Profile del Gruppo, Chiara Nasi, presidente e ad, ha sottolineato come questo cambiamento esprima al meglio l’invariato asse valoriale fondato sul trittico “Cibo, Cultura e Persone”. Un concetto ripreso anche dal direttore generale Giordano Curti: «Abbiamo rafforzato riconoscibilità e leggibilità del nostro nome, scrivendolo in un’unica parola, conferendo così alla nostra impresa maggiore autorevolezza». Un’autorevolezza che poggia sui numeri: 655 milioni di fatturato nel 2017 col contributo di 13.500 addetti, di cui 6.935 soci della coop, leader in Italia nel settore scuole e università, dove quest’anno sono attesi ricavi per 250 milioni, grazie alle attività svolte in patria, in Olanda e Belgio, dove l’impresa italiana opera attraverso due controllate nella collettiva e nel segmento banqueting e catering. Proprio da questi due Paesi partirà la nuova fase dello sviluppo internazionale nel canale retail attraverso i marchi Viavai, RED e

ENAC, IL BILANCIO È SERVITO

A

eroporti italiani in linea con l’Europa. A dirlo è l’ultimo rapporto Enac, presentato il 5 giugno a Roma: aumentano i passeggeri, aumentano gli investimenti infrastrutturali e aumentano i vettori low cost operanti negli scali italiani. In particolare, il rapporto Enac ha stilato la classifica degli aeroporti più “trafficati” d’Italia nel 2017 confermando il ruolo di capofila di Roma Fiumicino con un numero di passeggeri che super la soglia dei 40 milioni, nonostante un calo dell’1,8% rispetto ai dati registrati a fine 2016. Seguono Milano Malpensa (22 milioni di passeggeri) e Bergamo (12 milioni). In totale, negli aeroporti della Penisola sono transitati oltre 178 milioni di viaggiatori (+6,2% rispetto ai dodici mesi precedenti). Per quanto riguarda la scelta del vettore, il totale dei passeggeri negli scali italiani si divide giusto a metà: con il 50,9% che sceglie una compagnia low cost e il restante 49,1% che si affida alle compagnie tradizionali. Numeri che danno ragione degli investimenti infrastrutturali sostenuti: una spesa complessiva di oltre 491 milioni di euro di cui, nello specifico, 460 milioni recuperati attraverso l’autofinanziamento e 31 milioni provenienti da finanziamenti pubblici.

Antica Focacceria San Francesco.

Lay’s® Mediteranee 100% Olio di Oliva sono semplici e deliziosamente croccanti, con un pizzico di sale.

Lay’s® Mediteranee 100% Olio di Oliva da oggi aromatizzate al pepe nero, bianco e rosa… per una croccantezza da sgranocchiare!

Nuove Lay’s® Mediteranee 100% Olio di Oliva con infusione di Pomodoro & Basilico per un’esperienza di gusto autentica e deliziosa.

...e se non vi bastasse ancora, vi presentiamo le nuove Lay’s® Mediteranee 100% Olio di Oliva con infusione di Origano & Peperoncino; un’altra delizia di gusto croccante e avvolgente.

Sono le piccole e semplici cose che migliorano la vita, per questo noi di Lay’s® abbiamo creato Lay’s® Mediterranee. Selezioniamo e cuociamo le patate in olio di oliva per renderle deliziosamente croccanti e infine le insaporiamo con gusti ispirati alla tradizione Mediterranea. Scopri il mondo Lay’s® su ww.lays.it e sulla nostra pagina Facebook Lay’s Italia.

14

retail&food - luglio · agosto 2018


0

i Additiv


r&f News opening

Wagamama apre nel Quadrilatero della Moda

L

a cucina pan-asiatica di Wagamama sbarca anche in centro a Milano. Dopo l’apertura dello store all’interno dell’aeroporto di Malpensa, il marchio della ristorazione sviluppato in Italia dal gruppo Percassi ha inaugurato, il 21 giugno, un nuovo punto vendita nella zona del Quadrilatero della Moda. Si tratta di uno spazio di circa 600 mq su due piani che ospita oltre 200 coperti e dà lavoro a uno staff di 50 persone. Nel menù di 50 portate, c’è tutta l’offerta che dal 1992 ha reso famoso il brand (nato a Londra): ramen, zuppe di noodles con carne o verdure servite nelle tipiche ciotole, il donburi (riso cotto al vapore e poi saltato in padella con pollo, manzo o gamberetti e verdure miste), il teppanyaki, noodles saltati alla piastra, i gyozas (i tipici ravioli giapponesi), ecc. Le sedi italiane diventano ora tre e si aggiungono ai 190 ristoranti Wagamama presenti in 24 Paesi al mondo.

Nuovi brand nei The Style Outlets di Castel Guelfo e Vicolungo

L Briscola-Pizza Society cala gli assi e conquista Milano

D

oppio colpo per Briscola - Pizza Society, brand milanese della ristorazione con un menù a base di pizza napoletana, che ha inaugurato due nuovi punti vendita in zona Duomo e Porta Nuova confermando il piano di sviluppo avviato lo scorso anno. Le due aperture portano la firma dell’architetto Fabio Novembre e si aggiungono ai tre store già attivi in Italia (due a Milano e uno a Firenze) ridefinendo l’offerta del marchio: da un format fast casual a uno casual dining restaurant. L’operazione fa parte di una fase espansiva del brand, che già nel 2015 si era fatto conoscere grazie al premio di migliore pizzeria italiana. Con l’entrata in società del manager Francesco Trapani attraverso la Argenta Holding srl, che detiene il 53% di Foodation (società fondata da Riccardo Cortese e Federico Pinna a cui fanno capo le catene di ristorazione Mariù e Polpa Burger Trattoria), Briscola - Pizza Society si è posta l’obiettivo di diventare il marchio di riferimento della pizza napoletana sul mercato europeo. Tanto che per il 2019 il progetto di crescita prevede già ulteriori aperture a Londra e Milano.

a società spagnola Neinver, uno dei principali operatori europei nel settore degli outlet, amplia il proprio portafoglio brand in Italia con l’apertura di tre nuovi marchi: Braccialini (brand made in Italy espressione dell’eccellenza toscana nel segmento pelletteria, borse, accessori) presso Castel Guelfo The Style Outlets, Odlo (marchio norvegese dello sportswear caratterizzato da una componente tecnologica di altro livello) a Vicolungo The Style Outlets e Gant, che inaugura un punto vendita in ciascun centro (da metà giugno in quello bolognese a dalla seconda metà di agosto in quello di Vicolungo).Sul fronte della ristorazione, si annoverano gli ingressi di La Piadineria e del bistrot 32 Via dei Birrai presso il Castel Guelfo The Style Outlets.

Autogrill e Niko Romito per un progetto Bomba

A

utogrill e Niko Romito ci riprovano: dopo l’apertura degli oltre cinquemila metri quadri di Il Mercato del Duomo a Milano, dove trova posto il format Spazio, è tempo di Bomba. Il nuovo punto vendita (60 mq in formato laboratorio-cucina con sedute esterne) è stato inaugurato il 7 giugno, sempre a Milano (zona Porta Garibaldi), ed è la rivisitazione del format già presentato a Napoli nel 2014 e poi preso in gestione da Autogrill. Nel capoluogo campano, il format prevedeva un corner all’interno di un supermercato di qualità. Nella città lombarda, invece, ha aperto i battenti uno stand alone che presenta tutte le caratteristiche necessarie per essere replicabile su larga scala. Al centro, c’è il prodotto: la bomba, appunto. A certificarne la qualità, l’esperienza e le scelte dello chef Niko Romito.


r&f

Al Colombo la parafarmacia per viaggiatori e non

C

reme solari, spray antizanzare e melatonina per chi deve affrontare faticosi cambi di fuso orario: sono solo alcuni dei prodotti disponibili nella parafarmacia Parapharmairport che ha aperto i battenti all’aeroporto “Cristoforo Colombo” di Genova. Il nuovo punto vendita, situato al piano prima dei controlli di sicurezza, punta a soddisfare tutte le necessità di chi si mette in viaggio verso le mete balneari. A partire dai formati in vendita: contenitori per liquidi sotto il limite dei 100 ml. Tra i prodotti offerti anche farmaci da banco, prodotti per l’igiene orale e di bellezza di prestigiosi marchi (Darphin, Filorga, Avène e Cosmesi Siciliana), con la possibilità di comporre cofanetti regalo da portare con sé in viaggio. Non manca tutto il necessario per VLMdi-referenze Pagina TRAMEZZINI Glutine 156x178+4mm MOD.pdf 1 09/02/18 14:41 i più piccoli, con pannolini, kit biberon e pappe. Un ventaglio che, grazieSenza alla sosta in modalità “kiss&fly” (20 minuti di parcheggio gratis), si rivolge anche ai residenti.

Maxi Zoo, doppia novità

D

ue novità in casa Maxi Zoo: l’apertura dei punti vendita di Legnano (518 mq) e Saronno (472 mq), e la nomina di Gianluca di Venanzo come amministratore delegato. La catena di negozi dedicata agli alimenti per animali ha ampliato la propria rete di negozi a cavallo fra giugno e luglio. A caratterizzare l’offerta, oltre a un catalogo di 8.000 referenze di cui oltre 3.000 a marchio esclusivo, uno staff di 12 persone (sei per punto vendita) C formatesi alla Maxi Zoo Accademy che potranno consigliare il cliente sulle miglioM ri soluzioni per il proprio animale domestiY co. Infine, i nuovi store Maxi Zoo di SaronCM no e Legnago sono provvisti di un ampio parcheggio riservato ai clienti di fronte MYal punto vendita e, come in tutti i negozi delCY la catena, è possibile trovare servizi come CMY l’area picnic con acqua fresca e cibo di otK tima qualità e la bilancia per cani, per controllare in modo facile e veloce il peso del proprio pet. Tutti gli store, inoltre, offrono il servizio di incisione medagliette e lasciano spazio a una donation box dedicata alle ONLUS locali del settore. Alle aperture si aggiunge l’arrivo del manager Gianluca di Venanzo. Dopo le precedenti esperienze con Il Gigante spa, Despar Italia e Pata spa, di Venanzo approda a Maxi Zoo con obiettivi chiari: «Proseguire l’espansione della rete grazie all’apertura di nuovi punti di vendita, l’internazionalizzazione dei processi con la casa madre tedesca Fressnapf e lo sviluppo dei servizi aziendali con le attività di CRM e l’implementazione di una piattaforma e-commerce».

retail&food - luglio · agosto 2018

17


r&f Parola di Francesco Bettoni

Francesco Bettoni, nato a Visano (BS) nel 1948, si è laureato nel 1972 in Scienze Sociali all’Università di Trento e dal 2004 è presidente di Brebemi spa, la società che gestisce la A35, il tratto autostradale che collega la A58-TEM con la A4 passando a sud di Bergamo. In precedenza, Bettoni ha ricoperto diversi incarichi, soprattutto in ambito autostradale: dal 1999 è presidente di Autostrade Lombarde spa, dal 2009 al 2012 è stato consigliere di Tangenziale Esterna spa e dal 2010 fa parte del consiglio di A4 Holding spa. Fra i suoi riconoscimenti, la cittadinanza onoraria di Shenzhen (Cina).

18

retail&food - luglio · agosto 2018


Brebemi riparte con A4 e nuove aree di sosta Il traffico cresce a ritmo del 30% dopo il collegamento con la Milano-Venezia. Il prossimo passo: potenziare gli spazi commerciali presenti

A

ll’inizio, era il luglio 2014, le ironie si sprecavano: viaggiatori che organizzavano partite di calcetto sulle corsie, veicoli che in totale solitaria percorrevano la tratta senza incontrare anima viva, turisti sperduti in cerca di un’area di sosta che non c’era. E le critiche non mancavano. Poi, con l’inaugurazione del collegamento alla A4 avvenuto a novembre 2017, le cose sono cambiate. Così la Brebemi si è trasformata da cattedrale nel deserto a opera strategica per alleggerire il traffico sulla Mila-

no-Venezia. A confermarlo sono i numeri: +10% dei chilometri percorsi (rispetto a una media nazionale del 2,2%), bilancio 2017 chiuso a 68 milioni di ricavi e due nuove aree di sosta gestite da Autogrill e Chef Express. Operatori conosciuti che certificano l’appeal retail della nuova arteria autostradale del Nord. «E abbiamo ancora molte frecce al nostro arco», assicura Francesco Bettoni, presidente di Brebemi spa. A che punto è, oggi, la Brebemi? Con il luglio 2018 sono trascorsi quattro anni dall’inizio della nostra attività e già possiamo comunicare alcuni risultati importanti. Innanzitutto, da inizio an-

no la Brebemi è completata a livello totale nel senso che finalmente siamo riusciti ad attivare l’interconnessione con la A4, snodo di grande importanza, e soprattutto siamo riusciti ad aprire le due stazioni di servizio e hospitality nell’area Caravaggio Nord e Caravaggio Sud grazie alla collaborazione con importanti player del settore: Autogrill da una parte e Chef Express dall’altra, assieme a Socogas in quanto distributrice di carburanti. Quindi, siamo a completo regime in termini infrastrutturali.

Un obiettivo atteso per una tratta autostradale che, alla sua apertura, aveva suscitato qualche dubbio sulla propria utilità. Quali sono i risultati in termini di traffico e percorrenza? Sotto il profilo trasportistico l’interconnessione con la A4 si è dimostrata di assoluto rilievo e primaria importanza, tant’è che al 31 marzo, quindi nel primo trimestre di quest’anno, abbiamo avuto un aumento del traffico del 27%. Una sensibile crescita il cui trend si è confermato anche nel mese di aprile e in

La A35 è una calamita per le aziende che vogliono investire in Lombardia retail&food - luglio · agosto 2018

19


r&f Parola di Francesco Bettoni quello di maggio quando abbiamo registrato addirittura un +30%. Dati inconfutabili e importanti che ci confermano, casomai ce ne fosse stato bisogno – anche se ne eravamo convinti da tempo –, il tasso di strategicità dell’opera. Ora guardiamo avanti a un ulteriore incremento del traffico. Abbiamo altre frecce al nostro arco e questo ci fa ben sperare per l’immediato futuro. Più in particolare, che rapporto avete riscontrato fra mezzi pesanti e mezzi leggeri? In questi primi cinque mesi, l’incremento dei mezzi pesanti, i camion per intenderci, è stato del 28% a fronte di una crescita, nello stesso periodo, del 22% per quanto riguarda le autovetture. Un dato che la dice lunga sulla centralità della Brebemi rispetto al Corridoio V che, a livello europeo, collega la penisola Iberica ai paesi dell’est Europa. Insomma, Brebemi volano per lo sviluppo. Assolutamente sì. Brebemi è una vera e propria calamita per le aziende che vogliono investire nell’area lombarda. Un esempio? Amazon si è già mossa per aumentare il proprio personale nei propri poli logistici del Nord Italia, mentre altre piccole e medie imprese stanno avviando o aprendo nuovi siti produttivi nell’area interessata dal tracciato autostradale. Parliamo di prospettive di lavoro e di crescita per tutto il tessuto economico e sociale.

Si può quindi dire che il project financing ha funzionato? Si tratta di un tema molto importante per cui bisognerebbe aprire un capitolo a parte. Cercherò di essere breve. Indubbiamente, se non avessimo attivato questo tipo di formula d’investimento non avremmo mai realizzato quest’opera. L’investimento totale nei lavori di costruzione è stato pari a un miliardo e 900 20

retail&food - luglio · agosto 2018

milioni; credo che sia la più grande infrastruttura in project finance realizzata in Italia per ora. Ci tengo a sottolineare che l’ente pubblico, durante la fase di realizzazione e nei successivi due anni, non ha sborsato un solo euro con un rapporto tra debito ed equity attestatosi sul 70-30 per cento. Certo, alla fine è arrivato anche il finanziamento erogato da Regione Lombardia e ministero delle Infrastrutture che, rispettivamente, hanno erogato un contributo pari a 60 e 20 milioni di euro. Spese a fronte delle quali Brebemi ha investito oltre 400 milioni di euro in opere compensative: tangenziali, sovrappassi, sottopassi e tutte quelle opere che abbiamo realizzato per i Comuni e le Provincie che insistono sul tracciato. Progetti che hanno notevolmente avvantaggiato e modernizzato il territorio. Passando all’offerta retail, a febbraio sono state inaugurate le prime due aree di servizio. Che rapporto avete con gli operatori? Da cosa è dipeso il ritardo di queste aperture? E quali sono i punti di forza dei due store autostradali? Il ritardo è dipeso in parte dalla crisi del settore, soprattutto per quanto riguarda la ristorazione, dovuta alla fase di contrazione dell’intera economia e dei consumi. Un trend che ha costretto gli operatori ad avviare azioni di ristrutturazione in termini di format e offerta. In secondo luogo, l’apertura ha seguito la finalizzazione dell’opera di cui si aspettava il collegamento con la A4. Un’attesa che aveva scoraggiato e

allontanato qualche operatore. Poi le cose sono venute da sé, anche se va dato atto del coraggio e dello spirito d’iniziativa delle tre aziende coinvolte che ora iniziano a vedere i primi ritorni dei propri investimenti. E questo è solo l’inizio: la società in crescita, le iniziative non mancano e c’è spazio per rendere ancora più efficace l’offerta retail. Attualmente, per esempio, stiamo puntando molto sulla tipicità dei prodotti. Gli operatori hanno risposto molto bene alla nostra sollecitazione di includere all’interno dei propri punti vendita delle referenze legate a produttori locali dell’agroalimentare. A questo genere di prodotti è stato riservato uno spazio di vendita ad hoc in entrambe le aree di sosta. Insomma, fin da subito si è visto un forte connubio fra professionalità e genuinità che ha contribuito a dare un’immagine estremamente positiva dei marchi coinvolti. Quali saranno i prossimi passi di sviluppo? Per quanto riguarda l’apertura di nuove aree, essendo la nostra una tratta di 62 chilometri complessivi, riteniamo che al momento non sia un’operazione necessaria. Ma se gli indicatori delle performance dell’arteria dovessero continuare a crescere ci riserviamo di adeguare l’offerta retail esistente, aumentando gli spazi a loro disposizione. Inoltre, entro un paio di mesi e in collaborazione con Regione Lombardia ed Explora, inaugureremo due totem multimediali informativi per dar conto delle eccellenze artistiche, culturali e paesaggistiche. Un plus che si andrà ad aggiungere a un livello di comfort già molto elevato. Per quanto riguarda gli sviluppi dell’azienda Brebemi, invece, i progetti riguardano soprattutto le soluzioni green: stiamo studiando diversi interventi per abbassare i livelli di Co2 ed emissioni, avendo come faro il concetto di decarbonizzazione. Nicola Grolla



r&f

STAR TREK Healthcare

Destinazione

Amplifon

A

22

retail&food - luglio · agosto 2018

quello recente, anche con la sfida del ex Celeste Impero, gli obiettivi del piano di sviluppo strategico per il 2020 sembrano assolutamente possibili (vedi intervista).

In 21 paesi nel mondo per sentirci meglio

Amplifon nasce nel 1950, fondata da Algernon Charles Holland, un ex ufficiale delle forze speciali inglesi impegnato nella Resistenza italiana, che al termine della Seconda Guerra mondiale avvia un’attività specializzata nell’offerta di soluzioni per i problemi uditivi causati dal conflitto, diffondendo punti vendita sul territorio in un rappor-

to diretto con gli otorini. Negli anni ‘60 e ‘70 Amplifon si sviluppa nel mercato italiano con l’apertura di negozi in tutte le regioni, acquisendo la leadership nella distribuzione, vendita e applicazione di apparecchi acustici, fino ad arrivare nel 1971 a fondare un centro ricerche e studi. Gli anni ‘90 vedono l’introduzione in Italia dei primi apparecchi interamente digitali e Amplifon raggiunge circa il 45% nel mercato domestico, mentre inizia il percorso di internazionalizzazione prima in Spagna e Portogallo, per poi passare con le acquisizioni a Svizzera, Austria, Francia, Paesi Bassi e Usa (Miracle Ear). La quotazione alla Borsa di Milano è del 2001 e nei primi anni del nuovo millennio continua il processo di espansione internazionale con la penetrazione in Medio Oriente, Egitto e Ungheria, oltre all’espansione negli States con l’acquisto di Sonus Corporation e National Hearing Centers. Nell’ultimo decennio prose-

Amplifon in pillole 1950 a Milano fondata da Algernon Charles Holland Quotata in Borsa a Milano, con azionista di riferimento Proprietà AMPLITER Srl Capitalizzazione di Borsa/di mercato € 3,8 miliardi Milano Sede Susan Carol Holland, presidente; Enrico Vita, Menagement amministratore delegato Hearing care retail: commercializzazione attraverso Settori di business il network retail di soluzioni e servizi per l'udito 4.300 negozi diretti, 1.900 affiliati e quasi 3.900 Retail shop-in-shop e corner in 21 paesi in 5 continenti Data di nascita

Fonte aziendale

nche nel 2017 chiude con un record, per il terzo anno consecutivo. Non stiamo parlando del Real Madrid che fa incette di Champions League, ma di Amplifon, company italiana con il 10% del mercato mondiale e la leadership in Italia nell’hearing care, che presenta il bilancio consolidato dell’anno scorso con un tasso di crescita di tre volte quello del mercato di riferimento: ricavi per 1,266 miliardi (+11,7% sul 2016), un Ebitda da 212,5 milioni (16,8% sul giro d’affari, +13,7% sul 2016 quando era 16,5% sui ricavi) e un utile che supera i 100 milioni (+58,1%), ai massimi storici per il gruppo milanese. Risultati da leccarsi i baffi trainati da una forte crescita organica (+6,6%), ma anche dall’ottimo contributo delle acquisizioni (+5,9%): un mix vincente che porta a una forte espansione del network con 346 nuovi negozi e 117 shop-in-shop, di cui 301 store e 58 shop-in-shop per linee esterne. La campagna di acquisizioni interessa soprattutto la Francia e il Portogallo (integrazione di AudioNova e MiniSom), la Germania e l’India (Bloom Senso) con un investimento complessivo di più di 110 milioni, che pesano sull’indebitamento finanziario netto passato a 296,3 milioni dai 224,4 del 2016 (sale il free cash flow +15,5 milioni). Intanto le aperture (una cinquantina di insegne e circa 60 shop-inshop) sono concentrate prevalentemente in Spagna, Australia e Nuova Zelanda. Se il 2017 è stato da Guinness dei primati, l’inizio di quest’anno va addirittura meglio: il primo trimestre ci segnala un +9,7% di ricavi, un Ebitda che segna +7,7% sullo stesso periodo dello scorso esercizio e un utile netto che sfiora il +20 per cento. Il grosso del business (poco più dei 2/3) del colosso dell’acustica l’anno scorso è stato nel mercato EMEA (+14,2% di crescita nel 2017), seguito da quello americano (USA e Canada) con quasi il 18% del giro d’affari (+8,5%), mentre il restante è nell’area Asia-Pacific (+9,2%). Se il 15% della popolazione mondiale adulta ha un calo di livello uditivo (360 milioni con una perdita disabilitante), visto che gli over 65, il target principale, crescono del 3% worldwide, e se la company italiana continua a mantenere un tasso di penetrazione dei mercati come


Innovazione e crescita del network retail per rafforzarsi nei mercati chiave e conquistare la Cina Intervista a Giulio Pizzini, chief strategic development officer Quali sono i driver su cui puntate per la crescita nel nuovo piano strategico 2018/2020? L'obiettivo è quello di rafforzare ulteriormente la nostra leadership sul mercato mondiale attraverso una strategia di crescita focalizzata sui mercati chiave mondiali dove operiamo - USA, Canada, Italia, Francia, Germania, Spagna, Australia – sia attraverso una crescita organica superiore a quella del mercato, grazie alla qualità del servizio offerto, alla forza dei nostri marchi, e ai nostri programmi di innovazione, sia attraverso acquisizioni di piccole/medie catene o singoli negozi nei paesi dove ancora non vantiamo una capillarità ottimale del network e con opportunità di consolidamento (Germania, Francia e Canada in primis). Inoltre, fra i paesi emergenti, abbiamo individuato nel mercato cinese un’opportunità di crescita rilevante di medio termine e puntiamo a un prossimo ingresso. Altro driver è la continua attenzione al cliente per offrire una customer experience distintiva e fortemente in-

Marchi e presenza globale

novativa che renda unica l’esperienza Amplifon. I principali elementi sono il lancio della nuova linea di prodotti a marchio Amplifon e l’esclusivo ecosistema multicanale che ci permetterà di offrire nuovi servizi digitali ai clienti, ad esempio un’app per smartphone unica nel suo genere che accompagna il cliente nell’esperienza Amplifon rendendola il più semplice e naturale possibile. Naturalmente tali driver di crescita sono perseguibili grazie a un forte programma di investimenti nelle persone e nelle nuove tecnologie, gli ingredienti principali del successo di Amplifon. In Italia qual è la location preferita per i vostri negozi? In Italia i nostri negozi sono prevalentemente localizzati in aree urbane al fine di privilegiare la facilità di accesso dei nostri clienti. Le zone rurali vengono servite maggiormente attraverso i nostri “corners” presso terzi, ad esempio negozi di ottica o farmacie. Nelle aree urbane si prediligono le zone residenziali, con facile accessibilità ed elevata visibilità della location. In particolare, la scelta del luogo per l’apertura dei nostri negozi viene effettuata tramite un’attenta attività

Oggi Amplifon (con azionista di riferimento Ampliter Srl, posseduta da Amplifin la finanziaria della famiglia del fondatore) significa più di 10mila punti vendita worldwide (dei diversi marchi a cui fa riferimento: da Amplifon a Beter Horen, Minisom e Miracle Ear, per citarne alcuni): circa 4.300 diretti, 1.900 affiliati e quasi 3.900 shop-inshop e corner in 21 paesi con circa 14mila collaboratori.

Quotati in Borsa, ma con radici di famiglia

guono le acquisizioni nei Paesi Bassi, in Germania, Regno Unito, Irlanda e Belgio e, soprattutto, con la National Hearing Care in Australia, Nuova Zelanda e India per passare poi al mercato turco con Maxtone fino alle operazioni più recenti.

Dei negozi monomarca quasi 2.900 sono corporate, mentre il restante in franchising. Gli store corporate sono concentrati in EMEA, principalmente in Fonte aziendale Italia, Francia e Germania che complessivamente fanno circa la metà del network DOS corporate di Amplifon (nel Belpaese ci sono inoltre più di 3mila shop-inshop) e in APAC, mentre il mercato USA si contraddistingue per la rete in franchising (più di 1.400 insegne Miracle Ear) e in affiliazione (quasi 1.900 Eli-

di geo-marketing basata sull’analisi di diversi parametri: densità della popolazione, fattori demografici, propensione al consumo, ecc. Anche all’estero la definizione delle location è pressoché la medesima. Che progetti avete per il mercato cinese? La Cina rappresenta sicuramente un’opportunità attraente nel medio termine ed è oggi con il Giappone l’unico mercato di notevole dimensione dove ancora non siamo presenti. Il nostro interesse deriva non solo dai noti fattori demografici e dagli elevati tassi di crescita, ma anche dal fatto che esiste già un mercato premium, di clienti che hanno un’alta preferenza per i prodotti esteri, più sofisticati di quelli locali e per un livello di servizio di alta qualità. Prevediamo di entrare nel mercato entro la fine dell’anno in corso attraverso una o più joint venture per conoscere meglio le dinamiche del mercato stesso, ponendo quindi le basi per un’espansione a livello nazionale a partire dal 2019-2020.

te Hearing Network). Nelle regioni del Nord Italia si concentrano oltre il 40% dei 600 negozi Amplifon, mentre gli altri in pari percentuale tra Centro e Sud. Nelle città più grandi (Milano, Torino, Firenze, Roma, Napoli) Amplifon generalmente conta 20-30 punti vendita diretti per ciascuna, mentre gli shop-in-shop sono diffusi nelle aree rurali, garantendo una copertura capillare (e di assoluta leadership) del territorio italiano. Nella stanza dei bottoni, a fianco del presidente Susan Carol Holland, figlia del fondatore, siede Enrico Vita, amministratore delegato dal 2015. Intanto il timone è fermo sulla rotta per il 2020 e la società guidata da Vita ha varato le linee guida strategiche per arrivarci come ci illustra Giulio Pizzini, chief strategic development officer, nell’intervista. In agenda l’espansione del network retail con circa 700 nuovi punti vendita worldwide, sostenuta da una redditività che dovrà raggiungere il 18,5% (Ebitda margin) e un flusso di cassa operativo cumulato di circa 600 milioni per finanziare gli investimenti previsti nel periodo (480 milioni in acquisizioni e spese in conto capitale nei tre anni) in modo da ridurre la leva finanziaria. Se il buongiorno si vede dal mattino, considerati i risultati del primo trimestre del 2018 Amplifon sembra proprio essere sulla rotta giusta per raggiungere i suoi obiettivi del piano strategico David Montorsi

retail&food - luglio · agosto 2018

23


r&f Focus lavoro Aigrim

Contratto ristorazione: obiettivo produttività L’accordo sindacale firmato a febbraio 2018 ha rappresentato una novità nel settore della ristorazione multi localizzata. A guidare la parte datoriale ci ha pensato Enzo Andreis, presidente Aigrim: «Siamo stati i protagonisti di un cambio di paradigma»

N

ata nel 2013, Aigrim è l’associazione affiliata a Fipe e Confcommercio che rappresenta le imprese della grande ristorazione multi localizzata. Ossia, tutte quelle aziende che effettuano attività di somministrazione di alimenti e bevande in esercizi a catena situati nei centri urbani, nei centri commerciali, nelle aree di servizio autostradali e in altri siti in concessione. Oggi aderiscono ad Aigrim molte delle più grandi imprese di ristorazione che impiegano più di 30mila dipendenti in oltre tremila punti di ristoro, per un giro d’affari che supera i tre miliardi di euro. Al vertice, dopo il primo mandato, è stato confermato Enzo Andreis che a r&f traccia il bilancio dei primi 5 anni di attività. Da poco è stato riconfermato presidente Aigrim. Come si è caratterizzato il mandato appena concluso? In questi primi anni la nostra attività si è indirizzata soprattutto verso tre canali di attività: quello sindacale, quello del rapporto con i concessionari autostradali e quello di rappresentanza. Partiamo dal primo punto: la questione sindacale. Aigrim ha svolto una grande funzione di mediazione per aiutare il settore a pervenire alla chiusura del contratto nazionale di lavoro scaduto nel 2013. C’è stata una lunga gestazione prima di trovare una quadra a febbraio 2018. Ovviamente, come tutti gli accordi di questo tipo, alcune cose si possono ancora migliorare, ma questo è senza dubbio un primo passo importante. Quali sono stati i pro e contro dell’accordo? Innanzitutto, non stiamo parlando di un rinnovo ma di una vera e propria novità: se da un lato la rappresentanza sindacale è stata quella consueta, dall’altro quella datoriale prima non esisteva. Con la nascita di Aigrim abbiamo raggruppato tutti gli operatori dei Pubblici Esercizi, della ristorazione commerciale, collettiva e cooperativa. In secondo luogo, siamo stati protagonisti di

24

retail&food - luglio · agosto 2018

un cambio di paradigma: se negli ultimi 5060 anni la contrattazione sindacale partiva da una ripartizione di ricchezza sempre in aumento, oggi, in assenza di questa produzioEnzo Andreis, ne di nuova ricchezza, presidente Aigrim abbiamo affrontato un discorso nuovo che punta a instaurare uno scambio salario-produttività. Certo, tutto questo ha comportato un costo: nell’ambito del contratto quadriennale le aziende hanno concesso 102 euro di aumento a fronte di un benchmark che si aggirava intorno agli 80 euro. Passiamo al rapporto con i concessionari. Come si è caratterizzato? Dal 2013 ad oggi ci sono state varie vicissitudini che hanno caratterizzato il rapporto con i concessionari autostradali, soprattutto con Autostrade per l’Italia, che detiene la maggioranza delle aree autostradali italiane. In particolare, c’è stata la presa d’atto da parte delle istituzioni di una grossa crisi dei consumi. Da lì è sorta la necessità di avviare una serie di tavoli di consultazione attorno ai quali si sono seduti il Mise e il Mit, le Regioni, i concessionari, i distributori di carburante e i gestori delle aree food. Il risultato è stato un piano di razionalizzazione e riduzione delle aree di sosta. Nel nostro Paese, ce ne sono una ogni 20 chilometri circa, contro medie europee di un’area ogni 50-60 chilometri. Una soluzione che però non ha risolto il problema. Come mai? Al fondo ci sono interessi antitetici. I concessionari tendono a massimizzare i profitti scaricando sugli operatori molti costi: manutenzione, pulizia, sicurezza e sorveglianza. Da parte loro, i gestori delle varie aree di servizio si sentono oberati da questi impegni e, al con-

tempo, devono fronteggiare la contrazione dei consumi nell’ambito di un sistema di prezzi “amministrati”, cioè controllati, su molti prodotti. Detto altrimenti, hanno poco margine. Infine c’è la questione royalty: lievitate moltissimo nel giro di 15 anni a causa dell’apertura del mercato. Dal 2002 al 2017, sono passate da una media del 6 a una del 24% sui ricavi. Che rapporto avete instaurato, invece, con gli operatori oil? Anche con loro abbiamo attivato dei momenti di confronto. La cosa, all’inizio, non è stata ben vista dai concessionari autostradali che temevano la formazione di un blocco contrario ai loro interessi. Poi le cose sono migliorate. D’altronde gli interessi, per quanto divergenti, puntavano tutti al medesimo fine: migliorare la gestione e la manutenzione delle aree di sosta delimitando in modo chiaro chi dovesse sobbarcarsi una spesa e chi un’altra. Infine le attività di rappresentanza. Come detto Aigrim ha rappresentato l’intera categoria ai diversi tavoli di confronto. Specialmente quelli in tema di voucher, buoni pasto e qualità del servizio. Per la prima volta abbiamo fatto sentire, con una voce unitaria, gli interessi delle grandi aziende. Dal suo osservatorio, che tipo di offerta si può trovare sulla rete autostradale italiana? Sicuramente un’offerta di qualità, notevolmente migliorata nel tempo e, me lo lasci dire, la migliore a livello europeo. Questo perché, man mano che venivano pubblicati i bandi di gara, gli standard richiesti oltre a premiare la migliore proposta economica tenevano conto dei piani di miglioramento pressoché completo delle aree di servizio: edifici rifatti o ammodernati, format innovativi, prodotti di qualità che andassero incontro alle abitudini dei consumatori. In questo, la competizione ha aiutato. N.G.


ZERO ZUCCHERI! GLI ALTRI GINSENG ZUCCHERATI CONTIENE

CONTENGONO MEDIAMENTE

DI ZUCCHERI

DI ZUCCHERI

0g

8g

D O LC I F I C AT O NATURALMENTE

LOSTESSO GUSTO E LOSTESSO PIACERE DEL GINSENG LIFE!

LATTA 3 KG

BOX 50 CAPSULE

FoodNess Professional

GINSENG

FREE

®

Free From

DIMOSTRA AI TUOI CLIENTI QUANTO HAI A CUORE LA LORO SALUTE. TI RIPAGHERANNO TORNANDO NEL TUO LOCALE! www.foodness.it info@foodness.it



r&f Case history Autostrade

Healthy food e flessibilità, le novità on the road Dalle insalate ai prodotti a km zero e gluten free, passando per i servizi wifi e recharge: l’offerta nelle aree di servizio si allarga ai bisogni di ogni viaggiatore. E per tutti gli operatori l’obiettivo è uno solo: trasformare la sosta breve in una customer experience di qualità

L

e persone si muovono sempre di più e lo fanno con modalità sempre diverse. Oltre l’esodo estivo, chi percorre le autostrade italiane cerca comodità, pulizia e un’offerta ristorativa che non si accontenta della formula fast food. Ecco come gli operatori stanno cambiando un classico delle vacanze: il viaggio in autostrada.

Autogrill Luca D’Alba, marketing & procurement director Italy Autogrill fa parte dell’immaginario collettivo dei guidatori italiani lungo le reti autostradali. Come si sono evoluti il canale e le abitudini dei viaggiatori? Le abitudini alimentari stanno cambiando: gli snack salutari stanno diventando una parte integrante delle varie diete oltre ai pasti principali, per cui cresce l’attenzione verso sapori puri e genuini. Ed è in questa direzione che cambia l’offerta Autogrill. Inoltre, occorre ripensare il modello di servizio per andare incontro a esigenze diversificate.

Da qualche mese sono stati lanciati una serie di nuovi prodotti. Quali sono state le linee guida per il rinnovo dell’offerta food? Accanto a brand e retailer, si sta affermando sempre più il ruolo dei consumatori nell’influenzare il mercato. I trend quindi sono sempre più orientati a soddisfare determinate esigenze come il valore nutrizionale dei prodotti. Per questo Autogrill da una parte ha arricchito il menù con nuovi panini che strizzano l’occhio alle tipicità regionali (i “Benvenuti a…”) e agli abbinamenti gourmet (i “Dalla cucina…”); dall’altra ha introdotto le Super Salad a base di super food. Non mancano le novità anche per un prodotto iconico come il caffè: grazie alla proposta di caffetteria fredda abbiamo 18 nuovi prodotti dedicati all’estate. Ma non c’è da temere: i nostri clienti troveranno sempre i “Grandi classici”. Autogrill è presente con 350 punti vendita sulla rete autostradale italiana. Come si caratterizzano i vari format? Quali sono i prossimi sviluppi? Dinamismo e innovazione sono le risposte dell’azienda alla trasformazione continua del mercato.

Stiamo ripensando il modello di servizio (vedi box, ndr) per accontentare sia la clientela che desidera fermarsi per consumare un pasto seduti in totale confort, sia per coloro che vogliono acquistare e ripartire, magari con un take-away. Le due esigenze possono coesistere insieme ai grandi trend del momento: healthy, opzioni “do-it-yourself”, digitalizzazione. L’omnicanalità è diventato un must per il retail commerciale. Quali sono le soluzioni di Autogrill? Il digitale giocherà nei prossimi anni un ruolo fondamentale in termini di competitività. Occorre ripensare il modello di business attraverso nuovi strumenti e tecnologie in grado di favorire il cambiamento. Come Autogrill vogliamo dare un contributo alla progressiva adozione di comportamenti digitali combinando servizi personalizzati in base alle esigenze dei viaggiatori con app dedicate. È il caso di My Autogrill, il programma fedeltà lanciato nel luglio 2016. Vi si accede con applicazione mobile o con una tessera che si trova nei punti vendita e prevede una serie di agevolazioni per i clienti. Recentemente abbiamo lanciato un accordo con BlaBla Car: fino all’11 luglio 2018 a tutti gli automobilisti che offrono un passaggio in Italia, Autogrill regala un caffè.

retail&food - luglio · agosto 2018

27


r&f Case history Autostrade

Autogrill Più, il format in stile food court

I

nnovare, sempre. Così Autogrill prosegue il rinnovamento della propria offerta autostradale iniziato in primavera con i nuovi prodotti food (Super salad e panini rivisitati) e ora esteso al layout delle aree di servizio. Con Autogrill Più (prime due aperture fra giugno e luglio nelle aree di sosta Crocetta Sud e Somaglia Est), l’azienda si ispira al modello delle food court cittadine dove i numerosi concept gastronomici convivono e si alternano all’interno di una struttura comune, mantenendo una propria identità. Il nuovo format, quindi, prevede una differenziazione fra l’area fast (in cui compariranno Gusti di Strada, Camogli&Friends, Mr Good) e quella comfort (che ospiterà i concept Ciao, La Piadineria e Burger In). A completare il nuovo modello, i servizi buzzer e pick-up point introdotti per ridurre il tempo di attesa dei clienti.

Areas – MyChef Marco Beretta, direttore marketing e acquisti MyChef è il brand “autostradale” di Areas. Quali sono state le sue performance nell’ultimo esercizio commerciale e qual è il peso sul bilancio dell’azienda? Areas Italia è fra i primi operatori nel comparto autostradale. Uno dei maggiori punti di forza è la capacità di ideare, sviluppare e gestire format retail. Le performance nel canale autostradale registrano un incremento positivo rispetto allo scorso anno sia in termini di

numero di clienti che di fatturato. Il peso percentuale del business autostradale rispetto al fatturato di Areas Italia è pari al 35%. Le aree di sosta in autostrada sono spesso identificate con un’offerta fast food. Come si struttura l’offerta MyChef? Sicuramente la logica del fast food nel canale autostradale è quella più ricercata dai clienti. Anche le altre formule però hanno una quota di mercato interessante. Nello specifico, MyChef offre una formula combinata: la caffetteria con offerta di panini, snack, bakery e insalate a insegna Gran Caffè o Briciole e l’Antica Locanda che è un free flow che


presenta piatti della cucina italiana con focus su prodotti a km zero. In alcuni store è presente anche il format pizzeria a insegna PizzaChef. Fra le aree di sosta MyChef c’è quella di La Pioppa Ovest sulla A14 in cui compare anche il marchio Carrefour. Come va questa partnership? L’area di sosta La Pioppa è considerata come il flagship store di MyChef. La partnership con Carrefour è ormai consolidata ma rappresenta sempre un’importante discontinuità nel canale out of home. L’assortimento dei Carrefour Market autostradali è stato studiato per soddisfare tutti i tipi di clienti come i professionisti, i trucker e i bus driver, ma anche le famiglie. Quali sono le novità per la stagione estiva 2018? E, in generale, i piani di sviluppo di MyChef per il canale autostradale? Le novità principali sono legate all’assortimento di nuovi prodotti e nuove offerte menù sviluppate con i nostri partner proprio per andare incontro alle esigenze dei clienti del periodo estivo. Quindi focus specifico sul target famiglie. Per quanto riguarda i piani di sviluppo, MyChef è interessata a mantenere il suo posizionamento all’interno del canale con investimenti destinati al rinnovo delle aree esistenti e a nuove possibili acquisizioni. Inoltre, stiamo lavorando sui sistemi di smart payment, piattaforme di loyalty e proximity marketing e comunicazione in-store. Areas è presente anche sulle autostrade americane. Quali sono le peculiarità di questo mercato

e le differenze con quello italiano? Areas USA gestisce più di 70 brand in 166 location e circa 33 milioni di clienti all’anno. Nell’ambito autostradale Areas ha la concessione per la tratta Florida Turnpike e quella Maryland I95 JFK. La principale differenza è certamente quella della modalità e durata della concessione: nel mercato americano viene messa in gara tutta la tratta autostradale e quindi l’operatore aggiudicatario deve realizzare e gestire tutte le aree di servizio previste dal progetto. Ovviamente la concessione dura parecchie decine di anni e prevede la realizzazione graduale delle aree di sosta secondo un business plan e un cronoprogramma presentati in fase di gara. Un’altra importante differenza riguarda le insegne: principalmente brand in franchising.

Pubblicità_def2.qxp_Layout 1 17/05/18 12:36 Pagina 2

Chef Express Gabriele Morisi, chief business development officer Come si struttura la presenza autostradale del gruppo Cremonini? Il Gruppo Cremonini opera nel settore della ristorazione autostradale dal 2003 attraverso la controllata Chef Express. Oggi è il secondo operatore di mercato e conta 51 aree di ristoro su 16 tratte autostradali con 15 diversi format di offerta: dall’healthy bar di Juicebar al coffee specialist Eti-

Prodotti alimentari di qualità cotti sottovuoto a bassa temperatura destinati alla ristorazione commerciale

8 Prodotti

freschi e senza conservanti

8 Shelf

life media: 50 giorni 8300+ ricette 8 Ricerca

e sviluppo personalizzate

• CARNI • SUGHI • • SALSE PER PANINI • • PIATTI ETNICI •

S.p.A. • Via della Pista, 24 • 27010 Giussago • Pavia • Italy • Tel. +39.0382.933102 • www.sovite.it • info@sovitespa.com

retail&food - luglio · agosto 2018

29


r&f Case history Autostrade

gua sviluppato con Lavazza, dalla pizzeria gourmet di Pomodoro & Mozzarella al ristorante Oltregusto firmato dallo Chef Roberto Valbuzzi, dalla bottega dei prodotti tipici della tradizione italiana a marchio Gourmè al market di nuova concezione Chef Store con corner dedicato ai prodotti Coldiretti. Nell’esercizio 2017, il gruppo Cremonini ha registrato ricavi pari a 4 miliardi di euro (+8,9% rispetto al 2016). Quanto ha inciso il canale autostradale? Sui ricavi 2017 del gruppo le attività di ristorazione pesano il 14%, di cui le autostrade valgono circa il 25%. Dai primi mesi del 2018, Cremonini è presente sulla Brebemi, un’apertura a suo modo “storica” a fronte delle vicende che hanno coinvolto l’A35. Quali sono, in questo senso, le peculiarità e le criticità del canale autostradale italiano? Sulla Brebemi abbiamo inaugurato lo scorso marzo l’area di Adda Nord: siamo stati tra i primi a credere in questo nuovo collegamento, così come ormai un anno fa abbiamo inaugurato a Novara la prima area

di sosta interamente studiata per accompagnare e soddisfare il cliente in tutta la sua customer journey. La nostra strategia è quella di creare luoghi di destinazione e non più di semplice transito. Per decenni i tempi di sosta si sono contratti, ma le prossime innovazioni tecnologiche dei mezzi di trasporto potrebbero portare a una inversione di tendenza e a un conseguente aumento dei tempi di sosta. Noi siamo pronti.

30

retail&food - luglio · agosto 2018

Quali i piani di sviluppo dell’azienda? Chef Express crede nel settore autostradale e vuole continuare a rafforzare la propria presenza compatibilmente con le opportunità di gara che si presenteranno. Per quanto riguarda le innovazioni di prodotto e servizio la nostra intenzione è di estendere lo stesso format di area 2.0 realizzato a Novara anche a tutti gli altri nostri punti vendita autostradali entro l’estate del 2019.

Lagardère Marco Pandrin, head of foodservice formats & marketing Come si caratterizza la rete di aree di sosta a marchio Ristop? Nel panorama italiano, la rete delle aree di sosta a marchio Ristop conta 9 punti vendita. Due sono i format proposti: snack bar e market per soste veloci e un secondo format, applicato nelle aree ad alto traffico, che prevede anche il ristorante e un market più esteso. L’apertura dei due Ristop di Arino Ovest ed Est segna il passaggio a una nuova generazione di area di sosta, concepita come luogo in cui offrire una customer experience appagante e accogliente. Nella storia del marchio Ristop convergono le esperienze in ambito TR di Save e Lagardère. Quali sono gli aspetti di contiguità fra l’offerta aeroportuale e quella autostradale? Il nostro cliente è un viaggiatore e un consumatore sempre più esigente, informato, curioso e propenso all’innovazione. Per questo Lagardère ha confezionato un format su misura per il viaggiatore on the road in cui emergono gli aspetti di contiguità con il TR: un’offerta premium e accuratamente selezionata, un servizio professionale e cortese, una cura maniacale del dettaglio architettonico e uno sguardo verso il futuro. Quali sono, secondo voi, i trend in atto nel retail autostradale? Il viaggio on the road è scelto sempre più spes-

so sia per uscire fuori porta sia per spostamenti più lunghi. Non solo: si viaggia sempre più per lavoro ricercando una pausa veloce e di qualità. Questo trend implica la necessità di offrire formule “smart” complete ma flessibili, in locali che offrono servizi aggiuntivi, come: menù per diverse esigenze alimentari, wifi e postazioni recharge, aree relax, un ambiente confortevole e pulito, una presenza digital. Che tipo di offerta si può trovare da Ristop? Ci proponiamo a una clientela che ama il buon cibo e anche a chi necessita di menù dedicati: vegetariani, vegani, celiaci e intolleranti al lattosio. Di recente introduzione è una linea Gluten Free non solo snack ready to use ma anche focaccine, primi e pizze serviti al ristorante. Quali sono le novità per la stagione estiva 2018? Cavalcando il trend healthy siamo orgogliosi di lanciare a luglio il nuovo ed esclusivo panino veggie, Macondo, che con il suo nome curioso e una brand identity fortemente distintiva, irrompe nei nostri store con un posizionamento premium grazie agli oltre 18 ingredienti tra

cui: feta greca, panzanella di verdure, zenzero e miele. Tutto servito con un packaging personalizzato e colorato. Lagardère è una società internazionale che opera in diversi mercati. Quali sono le differenze con il panorama del retail autostradale italiano? Il retail autostradale italiano presenta delle notevoli diversità rispetto al panorama internazionale. Nel corso di pochi anni, si è verificata una rivoluzione del business in questo canale, scardinando la concezione della “sosta per necessità” che Lagardère, forte della propria esperienza nel TR globale, ha saputo trasformare in “sosta di piacere”. N.G.


G

li episodi di criminalità nelle aree di sosta autostradale si acutizzano di anno in anno, sia per frequenza, sia per recrudescenza delle modalità operative. E quindi anche in termini di conseguenze per i gestori delle aree: per i soli danneggiamenti delle strutture si può arrivare a perdere anche 50.000 euro, per non parlare del mancato guadagno per interruzione del servizio e tutti gli altri costi vivi da mantenere in assenza di fatturato. All’enorme potenziale di business legato ai flussi di viaggiatori corrisponde quindi un’alea di rischio, per gli esercenti commerciali e i gestori delle pompe di carburante, ben superiore a quella ordinaria. Il tutto in un contesto di operatività 365 giorni l’anno e con orari di apertura serali e spesso anche notturni. Ma la risposta viene dalla tecnologia: si chiama videosorveglianza ed è firmata da Hikvision, il produttore numero al mondo di soluzioni professionali di videocontrollo. Vedere bene = pieno controllo Dalla cassa all’area shopping, le soluzioni di videosorveglianza Hikvision garantiscono la cattura e riproduzione di immagini nitide e ricche di dettagli in qualsiasi condizione di luce e ne assicurano la completa fruibilità in sede legale. La qualità Hikvision permette infatti di identificare volti e comportamenti criminosi anche in condizioni di luce critiche e consente di monitorare eventi fugaci e repentini, come le transazioni di denaro o i tentativi di furto. Con Hikvision si possono riconoscere comportamenti e

movimenti sospetti anche in controluce, di notte o con una visione panoramica a 360° che non lascia zone scoperte. Per garantire la fruizione di immagini ad alta definizione anche in presenza di sistemi di videosorveglianza preesistenti a scarsa qualità, Hikvision mette a disposizione degli strumenti per integrare le più moderne tecnologie mantenendo l’infrastruttura presente ed assicurando la reversibilità degli impianti, per garantire sempre il massimo ritorno degli investimenti. Per coniugare infine discrezione ed estetica, Hikvision offre una vasta gamma di telecamere compatte e dal design gradevole, adatte a qualunque contesto. Registrare bene = pieno controllo Ma riprendere senza registrare avrebbe poco senso, e registrare senza proteggere le immagini acquisite ne avrebbe ancor meno. In contesti come quelli autostradali dove, soprattutto in orari serali, non è purtroppo infrequente che si possano verificare eventi criminosi anche a sfondo penale, occorre registrare le immagini su diversi supporti e posizionare i registratori in luoghi inaccessibili. Si tratta di una protezione fondamentale non solo in caso di furto del registratore, ma anche quando si renda necessario fornire il materiale registrato alle Forze dell’Ordine senza dover interrompere la videosorveglianza. I videoregistratori Hikvision permettono di memorizzare in diverse modalità (dischi interni, esterni, di rete) e in doppia scrittura, in modo che le autorità possano sviluppare le indagini senza dover interrompere la registrazione.

Gestire bene = pieno controllo L’intero sistema di sicurezza Hikvision è a portata di computer, smartphone e tablet, per avere sempre tutto sotto controllo, dovunque e in qualunque momento. Disporre di un’ampia visuale delle aree interne e delle vetrine rappresenta peraltro un supporto strategico per lo stesso Manager: funzioni come il conteggio delle persone o l’individuazione delle zone ad alta densità di potenziali acquirenti (dette heat map, “mappe di calore”) permettono infatti di ottimizzare l’organizzazione dei lavori e la turnazione del personale nel punto vendita, e naturalmente di intervenire in modo più rapido e con le idee più chiare in caso di necessità. Poter fruire di una visione complessiva delle immagini in tempo reale permette poi al Merchandiser di valutare l’ottimale disposizione delle merci esposte e di analizzare gli indici di gradimento per ciascun articolo. Il tutto anche da remoto, semplicemente collegandosi al sistema con un click. Scegliere bene = pieno controllo Hikvision ha studiato delle soluzioni per ogni tipologia di retailer: da quello di medie dimensioni a quello di superfici ridotte. Per quest’ultimo caso, Hikvision propone soluzioni semplici, affidabili, di facile integrazione con gli impianti antintrusione esistenti e ad investimento ridotto.

Comunicazione pubblicitaria

Aree di sosta: o sicurezza a 360 con Hikvision


r&f Osservatorio Prezzi

Consumi contenuti e mirati al food: ecco la spesa in autostrada Secondo i dati elaborati dalla società di analisi e consulenza Trade Lab nel nuovo report dedicato al settore autostradale, a trainare il retail sono gli articoli di bar e ristoranti (soprattutto il caffè) per una spesa media pro capite che si attesta intorno ai tre euro.

«V

enga avvocato. C’è un posticino tranquillo, appartato. Sembra proprio fatto apposta». Così, 30 anni fa, Orazio Orlando nelle vesti dell’autista tuttofare Ferreri si riferiva ad Alberto Sordi in una scena del film L’Ingorgo – Una storia impossibile. Fermi in coda nei pressi del Grande Raccordo Anulare a causa di un ingorgo di cui non si conoscono le cause, i due avrebbero pagato a peso d’oro il comfort di un’area di sosta. Un’esperienza che, almeno una volta nella vita, tocca a ogni italiano che si mette in macchina per il grande esodo estivo verso le spiagge della Penisola. Per la fortuna dei viaggiatori, il sistema autostradale italiano conta 467 aree di servizio per un totale di 455 bar e 196 ristoranti. Insomma, l’imbarazzo della scelta (nel film l’avvocato deve accontentarsi di

una rimessa d’auto incidentate lungo la strada) non solo a livello di operatori ma anche di beni e servizi.

Operatori e opportunità guidano la scelta

A tracciare i contorni di questo settore dal punto di vista dei consumi, ci pensano i dati raccolti da Trade Lab nel report Aree autostradali 2017 - Comportamento d’acquisto dei clienti e caratteristiche dell’offerta. Grazie a una serie di oltre 1.600 interviste, la società di consulenza milanese ha realizzato il profilo del consumatore tipo: uomo, sulla quarantina (45 anni circa), in viaggio più per lavoro che per piacere (dato, quest’ultimo, che torna sui livelli pre-crisi). Un tipo di viaggiatore che quando si ferma lo fa sempre più seguendo la testa piuttosto che la pancia. Infatti, nonostante la scelta dell’area di sosta sia del tutto casuale per 7 viaggiatori su 10, si modificano le quote relative a chi utilizza criteri selettivi. Il 14,6% si affida a un marchio riconosciuto della ristorazione (in aumento del 6% rispetto al 2007 , anno in cui la contrazione dell’eco-

nomia, appesantita dal cambio delle abitudini e una maggiore propensione al risparmio, aveva portato a un forte calo del comparto away from home autostradale). Percentuale simile anche per chi decide l’area di sosta in base all’operatore oil presente: 14,5% contro il 17,7% del 2011, segno che l’attenzione al risparmio, ora che si intravede l’uscita dal tunnel della crisi economica, si è allentata. Una considerazione che trova riscontro anche nell’aumento dell’utilizzo del servizio bar: in assoluto quello più utilizzato dai clienti lungo la rete autostradale. Al secondo posto, cresce la percentuale di chi si ferma per accedere ai servizi igienici mentre resiste la quota parte di chi ha


RISTORAZIONE OIL

OFFERTA

AREA DI SOSTA OPERATORE CAFFE' CAPPUCCINO CAFFE' DECA BRIOCHE PANINO BASE PANINO PREMIUM ACQUA (50 cl) BIBITA (50 cl) GELATO CONFEZIONATO BASE GELATO CONFEZIONATO PREMIUM PACCHETTO BASE GOMME PACCHETTO BASE CARAMELLE AURICOLARI CREMA SOLARE TRAMEZZINO CONFEZIONATO PRINGLES ORIGINAL OPERATORE SELF SERVICE BENZINA SERVITO BENZINA SELF SERVICE DIESEL SERVITO DIESEL

SAN MARTINO OVEST CHEF EXPRESS 1,10 1,50 1,20 1,50 4,60 7,10 1,20 2,70 1,80 (Calippo) 2,60 (Magnum) 2,50 (Vigorsol) 2,95 (Haribo 200g) 12,99 (Cellular Line) 12,90 (Bilboa 30) 4,50 (Ibis) 3,50 ENI 1,708 1,898 1,602 1,791

FIRENZE NORD SARNI 1,10 1,40 1,20 1,30 4,20 n.p. 1,20 2,70 2,00 (Calippo) 2,99 (Magnum) 1,99 (Vigorsol) 1,99 (Haribo 200g) 24,99 (Cellular Line) n.p. n.p. 2,99 SARNI OIL 1,599 n.p. 1,489 n.p.

AGLIO EST MY CHEF 1,10 1,50 1,20 1,40 4,40 5,90 1,20 2,70 1,80 (Granulato) 2,50 (Cono Cinquestelle) 2,50 (Vigorsol) 3,00 (Haribo 200g) 15,50 (Celly) n.p. 3,50 (Beretta) 3,30 TOTAL ERG 1,699 1,959 1,599 1,849

BOLOGNA CANTAGALLO AUTOGRILL 1,10 1,30 1,20 1,20 4,90 5,50 1,20 2,70 2,10 (Liuk) 2,80 (Magnum) 2,40 (Vigorsol) 2,89 (Haribo 200g) 12,99 (Cellular Line) n.p. 3,69 (Beretta) 2,49 AGIP 1,709 1,845 1,583 1,718

La rilevazione dei prezzi si è basata sull’offerta delle aree di sosta lungo il tragitto Milano-Firenze, andata e ritorno, avvenuto in data 11 giugno 2018. Tutti i prezzi si intendono in euro.

KEY FACT Riprende la frequentazione per tutti i servizi dell’area autostradale e aumenta il tempo medio di sosta

1

Il servizio più utilizzato è sempre il bar dell’area ristorazione con una spesa media pro capite che si attesta intorno ai tre euro

2

bisogno di fare il pieno al proprio veicolo. Il tutto per un tempo medio di permanenza che va poco oltre i 20 minuti. Un periodo durante il quale c’è pure spazio per una veloce sbirciatina al cellulare utilizzando la connessione wi-fi presente all’interno delle aree di sosta come fanno 3 viaggiatori su 10.

Acquisti a prezzi contenuti

Il market registra un gap di presenza percepita e visita molto distanti, mentre il gap di visita e utilizzo è aumentato per entrambi e si è allineato

3

Market ristorazione: si mantiene il numero medio di prodotti acquistati, aumenta la quota di prodotti acquistati d’impulso e la quota food.

4

Bar della ristorazione: aumenta la quota food e beverage, si riduce leggeremente il numero medio di prodotti acquistati, aumenta la quota di impulso e migliora la soddisfazione.

5

In termini di prodotto acquistato, chi si ferma al bancone del bar preferisce sempre un caffè liscio,

macchiato o marocchino (meno il cappuccino), magari subito dopo aver gustato un panino o un tramezzino non confezionato (tanto che il numero medio di referenze sullo scontrino si attesta a quota 1,7). Per una spesa media pro capite che risulta sostanzialmente intorno ai 3,6 euro dal 2007 in avanti. Una spesa che, alla fine, quando si esce dall’area di sosta per riprendere il tragitto, va a sommarsi agli articoli del market (in cui acquista però solo il 13% degli intervistati). I prodotti comprati (soprattutto quelli d’impulso) sono 1,4 a persona. Nel market della ristorazione, a guidare la top 5 c’è la tradizionale bottiglietta d’acqua, seguita dalle sigarette, dagli snack salati e da un’eventuale bibita gassata. In generale, gli articoli food guidano la classifica con il 38,8% a discapito di quelli non-food che calano dal 39,2% del 2011 al 30,9% del 2017 contribuendo all’abbassamento della spesa media di poco inferiore ai 5 euro. In sintesi, chi viaggia in autostrada è poco propenso a spendere grosse somme per i propri acquisti. Uno dei motivi potrebbe essere indotto dal costo del pedaggio autostradale. Come dimostrato da un recente lavoro di Data Room realizzato dalla giornalista del Corriere della Sera Milena Gabanelli, in Italia con 34 euro si percorrono circa 400km mentre per la stessa distanza (Parigi-Lione: 450km) i nostri cugini francese spendono 19,8 euro in moto e 33,3 in auto. Il tutto senza contare che l’attuale regime di proroga prevede l’incremento annuo dei pedaggi del 2,75% (oltre il doppio dell’inflazione), un tasso che la Commissione Europea dei Trasporti ha chiesto di ridurre allo 0,50%. N.G.

retail&food - luglio · agosto 2018

33



Resoconto fiere Intro r&f

Mapic Italy e Mapic F&B: la formula funziona A cura di Andrea Penazzi

Nathalie Depetro, direttore di MAPIC MAPIC Italy ha confermato la sua leadership nel retail real estate in Italia. La tempistica è stata perfetta per un evento MAPIC dedicato al settore food and beverage. Un quinto delle visite totali presso le catene di ristorazione avviene all’interno dei siti commerciali e i livelli sono in aumento. Questi sono i dati a cui dobbiamo prestare attenzione. In questa edizione inaugurale di MAPIC F&B, sono stata lieta di vedere una combinazione particolarmente vivace di retailer F&B che si sono mescolati con sviluppatori, operatori specializzati e master franchisor presentando i nuovi concept che stanno delineando le future tendenze culinarie in tutto il mondo.

Massimo Moretti, presidente del Consiglio Nazionale Centri Commerciali (CNCC)

Oggi il settore dei centri commerciali è un prodotto che richiede risposte diverse rispetto al passato. I numeri parlano di un mercato solido che non teme la minaccia dell’online, sempre più orientato verso la multicanalità e con centri commerciali che divengono luoghi privilegiati di intrattenimento, socialità, sentiment di appartenenza.

KEY NUMBERS Oltre 2.000 i partecipanti 49 i Paesi di provenienza 82 gli stand totali Oltre 800 i retailer nazionali e internazionali 180 i brand rappresentati 8-9/5/2019 la prossima edizione di MAPIC ITALY e F&B retail&food - luglio · agosto 2018

35


r&f Resoconto fiere MAPIC Italy

Mapic Italy, numeri e spazi in crescita La terza edizione della kermesse milanese dedicata al retail real estate conferma la propria attrattività sul mercato nazionale. Oltre ai soliti big, sia tra gli espositori sia tra i retailer cresce la presenza di aziende internazionali interessate a sviluppare nella Penisola

U

na crescita costante, anno dopo anno, ha permesso allo spin off milanese di Mapic di diventare in sole tre edizioni un appuntamento fisso per la community del retail real estate interessata a sviluppare in Italia. E il cambio di location nei più grandi spazi del MiCo-Milano Congressi certifica il miglioramento anche dal punto di vista visivo e del confort, oltre che dimensionale. L’evento ha ospitato come sempre i principali player tra cui CBRE, Cushman

& Wakefield, JLL, Ece, Eurocommercial Properties, IGD, Svicom, Sonae Sierra, Klépierre, Falcon Malls e Westfield, ai quali quest’anno si sono aggiunte Aedes – che sei mesi prima a Cannes ha lanciato il progetto Caselle Open Mall (COM) caratterizzato dall’accordo con National Geographic – e la francese Altarea. La parte convegnistica ha dato visibilità

a questi e a numerosi altri operatori, con vari contributor anche sul fronte dei retailer tra cui si segnala nella sessione “Italia, nuova frontiera per i retailer internazionali” quello di Francesco Zhou, responsabile sviluppo del colosso tecnologico Xiaomi, che ha scelto la platea di Ma-


zato che non vi è una diretta correlazione tra la situazione critica che sta vivendo il mercato americano e l’Italia, e ribadito che le vendite online non rappresentano necessariamente un impatto negativo sui centri commerciali. L’e-commerce non solo è complementare all’offline, anzi può essere in grado di prolungare la vita dei prodotti più maturi, dando un nuovo impulso alle vendite. Solo i player capaci di adattarsi alle nuove condizioni imposte dal mercato potranno affrontare con successo le sfide future; un futuro, ha evidenziato Alessandro Mazzanti, CEO di CBRE, sempre più ipertecnologico, in cui potremo a breve provare combinazioni infinite di abiti in camerini virtuali, e la merce arriverà direttamente a casa il giorno stesso dell’acquisto. La tendenza dei mall nei prossimi anni sarà quella di ridurre ulteriormente lo spazio dedicato agli ipermercati, di rimodulare talvolta anche quello legato al pic Italy per annunciare in anteprima l’apertura del primo store nella Penisola: «L’Italia è un Paese a cui stiamo Francesco Zhou, guardando da tempo, responsabile sviluppo con un mercato che ofdi Xiaomi fre grandi potenzialità. Nell’ottica di perseguire una strategia di espansione omnichannel anche in Europa, intendiamo consolidare la nostra presenza con un programma di opening di negozi “fisici” e, dopo Spagna e Francia, il 26 maggio apriremo il nostro primo store italiano nell’area milanese». L’avvio del punto vendita, all’interno dello shopping center Il Centro di Arese (MI), è stato seguito da una seconda apertura su Roma, prevista a fine giugno. Sotto i riflettori anche Habitat - Urban Chic Design, rappresentato da Alain Houli, Italy manager, e la nota catena francese di profumeria Sephora, per la quale ha parlato Hervé Montaner, director expansion Europe. Mentre la prima ha recentemente effettuato l’ingresso in Italia con l’iconico punto vendita all’interno di CityLife Shopping District ed è alla ricerca di grandi unità in primari centri commerciali, la seconda guarda con maggiore attenzione ai refurbishment e alle relocation dei negozi esistenti, mantenendo il proprio focus soprattutto sul nord Italia. Nell’attività delle ricollocazioni dei punti vendita, su metrature doppie rispetto a quelle di qualche anno fa, è impegnata con Tally Weijl la Bonati & Partner, guidata da Roberto Bonati, che ha spiegato come la propria azienda sia operativa nel sostenere lo sviluppo di vari brand. Guardando invece alle macro dinamiche di settore, durante la sessione ufficiale co-organizzata dal CNCC e intitolata “Stato dell’arte del retail real estate dove va lo sviluppo dei centri commerciali”, le tre più importanti società di consulenza internazionali, JLL, Cushman & Wakefield e CBRE, hanno

evidenziato come in Europa i centri commerciali abbiano catalizzato nel primo trimestre 2018 il 50% degli investimenti retail. In Italia, secondo le cifre elaborate da JLL e argomentate da Pierre Marin, Ceo di JLL Italy, dall’inizio dell’anno sono stati investiti nel settore circa 780 milioni di euro, oltre il doppio rispetto allo stesso periodo del 2017, con una pipeline che prevede ben 43 progetti di sviluppo, di cui 16 entro la fine del 2021. Inserendosi nel dibattito che recentemente vede protagonisti i dead mall degli Stati Uniti, Joachim Sandberg, head of Italy & Southern Europe Region di Cushman & Wakefield, ha puntualiz-

fashion, e di trovare spazi e proposte per intrattenere, tra cui in primis il food che è destinato a crescere ulteriormente. E se è vero che il futuro è già oggi, Falcon Malls, presente nel panel successivo con Luc Lescault, marketing & communication director, connoterà i propri progetti di Cascina Merlata (MI) e Sesto San Giovanni (MI) con una forte proposta di food ed entertainmet, sulla scorta di quanto realizzato in Arabia Saudita e in Egitto. In particolare nel progetto ubicato nell’area ex Falck la parte di intrattenimento ricoprirà il 10% della Gla, pari a circa 12mila metri quadrati.

retail&food - luglio · agosto 2018

37


r&f Resoconto fiere MAPIC Italy acquisiti, in proprietà dal 18 aprile, abbiamo già una seria di idee, e sicuramente in un programma pluriennale interverremo secondo i nostri standard. Credo che il primo da valutare sarà il centro commerciale La Favorita a Mantova, che presenta una bella opportunità di rafforzare la ristorazione grazie alla presenza di un cinema multisala. Roberto Marchetti, head of retail leasing di Cushman & Wakefield

S

Le interviste Pier Luigi Paolettoni, senior leasor – head of development projects di CBRE

Roberto Zoia, direttore gestione patrimonio e sviluppo di IGD SIIQ

I

S

l principale progetto su cui siamo impegnati è Emilia District, che insiste su Parma; progetto che ha avuto un’evoluzione anche in virtù della joint venture siglata a inizio anno tra Pizzarotti, lo sviluppatore, e Sonae Sierra. Tale rivisitazione, sotto il profilo architettonico, ha reso il progetto molto più moderno, con l’utilizzo di acciaio e vetro ma anche di legno per creare un legame forte con il territorio. Per quanto concerne il merchandising, invece, sono state create delle clusterizzazioni per funzione, superando quindi l’iniziale organizzazione che prevedeva le insegne mass market al piano terra e quelle premium sopra. L’organizzazione per mondi vedrà l’offerta per l’uomo e la tecnologia al piano terra insieme con l’alimentare, mentre sopra quella per la donna, per i teenager, lo sport legato ai giovani e il comparto premium. La proposta di ristorazione, un tempo prevista al secondo livello, è stata inserita in quello terreno, dove verrà realizzata una food court collegata direttamente al secondo piano dove ci sarà il multiplex Cinestar. Al momento abbiamo commercializzato il 31% della superficie, circa 23mila mq, con grandi marchi nazionali e internazionali. Il primo di questi è gruppo Inditex che è entrato con tutti i suoi brand; ci sono poi Euronics nel retail park insieme con PittaRosso, Game 7 Athletics e Conad per quanto riguarda l’alimentare.

38

retail&food - luglio · agosto 2018

ul progetto delle Officine Storiche di Livorno, dopo un lungo iter autorizzativo, abbiamo ottenuto la variante che aspettavamo che ci consente di procedere speditamente con i lavori, per cui prevediamo l’apertura nel secondo semestre 2019. Nei 15mila mq di Gla, l’elemento che ha condizionato il progetto è una palestra di 5mila mq con piscina, spa e altro; inoltre stiamo puntando molto sulle attività di ristorazione. Di fianco alla Officine Storiche è già attivo il comparto Mazzini dove sono presenti un supermercato, l’elettronica e ulteriori ristorazioni. Il 3 maggio abbiamo invece inaugurato l’ampliamento del centro co m m e rc i a l e G ra n d Rondò a Crema, per cui adesso siamo tutti concentrati su Livorno appunto oltre che sui restyling già programmati tra cui, in particolare, quello sul centro commerciale Casilino a Roma. Rispetto ai 4 mall

tiamo lavorando su tre progetti di sviluppo, scaglionati bene nel tempo perché andranno ad aprire a distanza di 6-7 mesi l’uno dall’altro. Il primo sarà a settembre 2018 in provincia di Treviso; il secondo nella primavera del 2019 e consiste nell’ampliamento del parco commerciale Settimo Cielo a Settimo Torinese; e il terzo, previsto per la fine del 2019, è Maximo a Roma. In ordine, il progetto di Roncade ha vissuto una storia particolare perché Gruppo Basso lo ha concepito e costruito come un outlet, oltretutto con caratteristiche ricercate in quanto tutto coperto e con corridoi larghi anche 14-15 metri. A causa di problemi autorizzativi è stato fermato a lungo, sino a quando è ripartito 1 anno e mezzo fa e siamo stati contattati per collaborare nell’attività di commercializzazione. Il nostro intervento ha portato, tra le varie soluzioni, a una rimodulazione degli spazi per cui da 70 negozi con un taglio da 50 a 200 mq si è arrivati a circa 50 che vanno da 50 mq a 2mila. Quello di Settimo Cielo è un ampliamento da 30mila mq dove porteremo abbigliamento, calzatura, beni per la casa, elettronica, una food court con 15 ristoranti e un’offerta ludico-ricreativa. Su Maximo, invece, abbiamo ripreso i contratti già sottoscritti in via preliminare, rimodellandoli sulle nuove esigenze del mercato.


mo periodo danno ragione al promotore. Guardando ai progetti futuri, ci siamo concentrati soprattutto sui retail park: a giugno 2018 aprirà quello di Olbia Sa Marinedda con operatori del calibro di Decathlon, Piazza Italia, Pittarello ed Euronics; mentre entro la primavera del 2019 vedrà la luce un’iniziativa a Brescia. Rispetto all’high street, sulla scia di Savills a livello internazionale, l’obiettivo in Italia è dare supporto ai maggiori retailer, non solo nazionali ma anche internazionali, non solo del lusso ma anche del fast fashion e ovviamente del food, che sono alla ricerca di un flagship store e/o di tutti i servizi legati alle relocation o a agli sviluppi di nuovi progetti di centri urbani.

Corrado Vismara, managing director di Savills Larry Smith

N

ell’ultimo anno ci siamo dedicati molto alle attività di due diligence per la compravendita di progetti e abbiamo assistito a una serie di passaggi di proprietà di asset nei quali eravamo coinvolti. Come aperture, invece, ad aprile abbiamo partecipato a quella di Aura a Roma, che ci ha visto prendere l’incarico di gestore del centro. Immobile molto significativo perché è nel cuore della città, seguendo una nuova tendenza legata a iniziative di scala più contenuta ma in localizzazione di grande pregio. E i numeri che stiamo registrando nel pri-

Vanes Galanti, presidente e Ad, Massimo Teppa, responsabile commerciale, entrambi di Parsec 6 Spa

S

criviamo un nuovo capitolo di questa lunga storia che ha caratterizzato il progetto di Maximo Shopping Arena, e dai riscontri siamo molto soddisfatti perché confermano che abbiamo interpretato nel modo migliore il tempo trascorso. Tempo che anzi stiamo valorizzando perché ci dà la possibilità di tradurre le nuove tendenze, inserendo entertainment, leisure, con un’ottica di far vivere il complesso nel 24 ore, e ancora soluzioni per il benessere e la cura della persona nonché la ristorazione con un concetto di street food da 1.800 mq – novità per il comparto dei centri commerciali – che confluirà in una piazza della ristorazione più classica. È un progetto da circa 300 milioni di euro e 65mila mq di Gla che, una volta cambiata la proprietà e ricevuto l’incarico, abbiamo rivisto con l’obiettivo da una parte di consolidare i rapporti con le maggiori catene – e proprio in questi giorni stiamo contrattualizzando le grandi superfici e tutte le àncore – e dall’altra rivedere il tenant mix partendo da un’analisi comparativa con il principale concorrente, con l’obiettivo di cogliere le aree di potenziale sovrapposizione

e differenza. In virtù di queste analisi abbiamo per esempio ridotto l’alimentare a 4.500 mq dai 13mila iniziali, mentre l’insegna è rimasta quella storica di Pam Panorama, e l’elettronica è passata da 7mila a 1.800 mq più 400 di magazzino. Complessivamente il piano terra ospiterà l’offerta mass market; il secondo il fashion in tutta la sua ampiezza di gamma, con la presenza di un top player non ancora sbarcato in zona che occuperà una superficie di 7mila mq distribuita su due livelli, sino a suggestioni premium grazie a Pellizzari; infine quello superiore sarà dedicato all’entertainment con la presenza anche di JoyVillage. Corrado Di Paolo, partner e head of leasing di Svicom n commercializzazione abbiamo progetti per oltre 200mila mq di Gla, di cui due di punta. Quello di Scalo Vanchiglia a Torino, rivisitato di recente per quanto riguarda il masterplan del centro commerciale, è molto ambizioso perché ospiterà oltre 10 medie superfici e una food court con più di 25 ristoranti. Inoltre ci saranno leisure, fitness e intrattenimento per le famiglie. Scalo Vanchiglia diventerà lo shopping center della città di Torino in virtù di una location a 12 minuti da piazza Castello e a pochi passi dall’università. E quello a Monopoli dove sorgerà il più grande lifestyle center del sud Italia, per il quale la commercializzazione ha raggiunto quota 90% prima ancora che sia posata la prima pietra. Ci saranno oltre 20 medie superfici e un totale di 63 negozi, per una Gla intorno ai 43mila metri quadrati. Ulteriori progetti sono, in Puglia, il retail park di Kalépolis con oltre 28mila di Gla e una location posizionata sulla statale 101 tra Lecce e Gallipoli, strada che è percorsa da 30mila veicoli giornalieri; e il parco commerciale a Foggia, sviluppato da Gruppo Zamparini: si tratta di un progetto da 30mila mq di Gla ubicato a soli mille metri dal GrandApulia. Sottolineo, sempre di Gruppo Zamparini, un retail park a Cosenza di 10mila mq di Gla e infine a Messina, nel quartiere Rometta, un lifestyle center con affaccio sul mare.

I

retail&food - luglio · agosto 2018

39


r&f Resoconto fiere MAPIC Food&Beverage

Mapic Food&Beverage, buona la prima Dopo la realizzazione di una tasting area lo scorso anno all’interno di Mapic Italy e di una zona deputata al Mapic di Cannes a novembre, l’offerta F&B ha trovato una dimensione propria nella due giorni milanese di maggio 2018. Una quarantina le aziende espositrici dal sapore nazionale e internazionale

M

ilano sempre più capitale del cibo. La città meneghina vede perdurare il lungo trend di innovazione, iniziato con Expo 2015, in cui è protagonista il settore della ristorazione. Nuove food court, a cielo aperto e non, trasformano gli spazi urbani in luoghi di incontro ed entertainment, alimentati da concetti innovativi nell’offerta del prodotto e nel layout dei ristoranti, con il rapporto qualità prezzo e l’alto livello di specializzazione quali ingredienti principali del business. Consapevole della reputation che Milano ha saputo conquistarsi in questi anni, divenendo un vero e proprio brand a livello internazionale, Reed MIDEM ha deciso di creare una nuova fiera, parallela a Mapic Italy come date e location, ma con un afflato internazionale e interamente dedicata ai player della ristorazione, che da partecipanti sono diventati i protagonisti con spazi espositivi e di degustazione. Un vero e proprio percorso urbano indoor a vocazione food, oltre a un’ampia area di stand, è stato quindi allestito con l’intervento di Spazio Futuro Group lo scorso 23-24 maggio all’intero di MiCo – Milano Congressi, dove hanno trovato spazio complessivamente quasi 40 exhibitor italiani e internazionali per promuovere i propri concept F&B, tra cui Delifrance, Foodation, Rinaldini Pastry, Caffè

40

retail&food - luglio · agosto 2018

Napoli, Dante’s, Nordsee, Wok to Walk. Tra i brand che hanno partecipato come visitatori Jamie Oliver Group, Cafe Rouge, Five Guys, Starbucks e KFC. Sempre alla ricerca di concept innovativi, erano presenti a Mapic Food & Beverage numerosi master franchisor e operatori specializzati, quali Amrest, Azadea, Blackwood, Harper Dennis Hobbs, Civitano, Multifranquicias, Valiram Group, East West Hospitality Group e CAA Global Brands, oltre ad alcuni degli sviluppatori e investitori leader in tutto il mondo, compresi Union Investment, Westfield, INTU, United Developers/Place Vendome, Iran Mall, Allied Investments and Housing Private Limited, CP Group, Capitaland, Capital Holdings e Inmuebles Panamericana S.A. Hanno presenziato alla prima edizione di Mapic F&B anche diversi operatori del settore travel, tra cui gli aeroporti Stansted di Londra, Manche-

ster, Ginevra, Roma, Milano, SNCF Retail & Connections e Grandi Stazioni. In particolare durante il panel “Travel retail: how to turn transit zones into food destinations?”, moderato dal direttore di r&f, Andrea Aiello, Richard Cross, head of retail per London Stansted Airport, ha spiegato che «viag-


giare è emozionante e possiamo rendere l’esperienza ancora più accattivante con una ricca offerta Food & Beverage. Gli aeroporti possono sembrare una destinazione non privilegiata per i retailer; è per questo motivo che stiamo valutando diverse opzioni per introdurre nuovi player nello spazio dell’aeroporto. Ad esempio, a Stansted stiamo lanciando un concept di mercato “street food”, che permetterà a 10-15 retailer di presentare i loro brand alla community dei viaggiatori». Durante la tavola rotonda principale, “Il Food & Beverage come fattore di successo nelle destinazioni dello shopping: come utilizzare il food & beverage per aumentare traffico e volumi di vendita?”, è emerso che i concept di ristorazione stanno acquistando un ruolo sempre più importante all’interno delle location dedicate allo shopping. Sam Sethi di In Site Food ha ribadito che «è essenziale creare una vera e propria comunità intorno al cibo. Nel caso dei centri commerciali, l’offerta di food & beverage dovrebbe essere un’esperienza molto curata, che unisca intrattenimento e atmosfera in un unico mix, in grado di creare un forte e memorabile legame emotivo con i clienti».

Le interviste

Toasteria Italiana Mariano Triunfo, amministratore unico

Come si articola la strategia di sviluppo di Toasteria Italiana e in quali canali distributivi si concentra? Toasteria Italiana è nata con un punto vendita direzionale di piccola metratura nel centro storico di Peschiera del Garda. Al locale-zero è seguita un’apertura strategica in zona Buenos Aires a Milano. Subito dopo, l’azienda si è attrezzata con l’apertura di un secondo direzionale, che fungesse da Academy per i successivi punti vendita in franchising. Per 3 anni lo sviluppo è stato gestito con l’aiuto di investitori terzi, seguendo principalmente il modello franchising, se pur con carat-

teristiche leggermente atipiche. Lo scorso anno è nata l’esigenza di sviluppare un piano di aperture direzionali. La necessità di accelerare la crescita e implementare velocemente la conoscibilità del marchio sul territorio nazionale ci ha spinto a sviluppare un piano di 20 flagship store, articolato in 3 anni. Oriocenter, Il Vulcano, Gli Orsi e Galleria Borromea sono i centri commerciali che per primi hanno ospitato Toasteria Italiana nella propria food court. Le future aperture saranno equamente distribuite tra centri storici e centri commerciali del Nord Italia. Quali gli obiettivi di nuove aperture e di punti vendita totali entro il 2018? Toasteria Italiana ha già programmato 3 ulteriori aperture in franchising per il 2018, a Milano e in Piemonte. Da settembre partirà l’effettivo piano di aperture direzionali. Quali sono le caratteristiche del format? Toasteria Italiana è un format che prevede il servizio al tavolo, ovunque possibile. I modelli sono due: Toasteria Italiana Classic (120 mq, comprensivi di magazzino con plateatico esterno) e Toasteria Italiana Slim (60-80 mq con affaccio su food court). Dal punto di vista tecnologico i due modelli condividono la totale assenza di canna fumaria e un laboratorio estremamente efficiente per la preparazione artigianale di toast, centrifughe, smoothie e tavola fredda in generale. Infine, qual è il riscontro rispetto alla prima edizione di Mapic F&B? Al di là dell’emozione per il riconoscimento appena ottenuto (nel contesto del Retail Award Italy, ndr), l’accoglienza ricevuta anche in altre occasioni dai big del Food&Beverage ci commuove profondamente. L’unanime reazione degli operatori del settore premia tutte le scelte di qualità e unicità che hanno caratterizzato il format, fin dalle prime aperture. Davvero veniamo riconosciuti come un’alternativa sana e di qualità rispetto ai principali operatori delle food court nazionali e internaziona-

li. Senz’altro la comunità di fornitori e operatori del retail aveva bisogno di una piattaforma di incontro come quella del Mapic Food&Beverage. Abbiamo apprezzato molto il coraggio dell’organizzazione nell’affiancare senza timori grandi nomi del settore e progetti più piccoli, purché condividessero il medesimo livello professionale.

Mama Burger

Guido Cancellieri, fondatore e Ceo Come si articola la strategia di sviluppo di Mama Burger? Abbiamo riattivato lo sviluppo nell’ultimo anno, avviando due punti vendita di recente, con la prospettiva per il 2018 di aprirne almeno un altro. Successivamente mireremo ad ampliarci su rete sia nazionale sia internazionale. La modalità sarà sia diretta sia in franchising: un progetto, quest’ultimo, operativo verosimilmente da settembre. In quali canali distributivi vi concentrerete? Le linee di apertura dirette sono finalizzate alle principali città, come Roma, Venezia e Firenze, dove ci sia una grossa componente turistica e/o demografica, e a tutti i grandi centri commerciali. Eventualmente anche negli aeroporti qualora si trovassero degli slot adatti. Per la rete franchising, che ribadisco è in fase embrionale, l’idea è di fare aprire in qualsiasi territorio dove ci sia interesse da parte di potenziali investitori. Per l’estero i nostri desiderata si orientano naturalmente su Medio Oriente, Cina ed eventualmente Russia. Come si struttura la rete vendita attuale?

retail&food - luglio · agosto 2018

41


r&f Resoconto fiere MAPIC Food&Beverage bia grandi opportunità di sviluppo, ci aspettavamo una maggiore presenza di investitori. Ci siamo resi conto, infatti, che la fiera è molto incentrata sull’immobiliare, per cui tutti i manager presenti al nostro stand ci hanno proposto posizioni commerciali e al contrario non ci sono stati abboccamenti con investitori. Noi invece siamo alla ricerca proprio di investitori, soprattutto di livello internazionale.

Bottega Portici

Giuseppe Petrignani, development & franchising manager

Al momento i punti vendita sono 4, tutti a Milano: uno all’interno di Rho Fiera, aperto quando ci sono gli eventi; quello storico in via Agnello vicino al Duomo; quello in piazza Gae Aulenti nella food court ai piedi del palazzo Unicredit e l’altro in un centro direzionale vicino a piazzale Maciachini. Cito inoltre un format temporary, utilizzato diverse volte anche all’interno della stessa fiera milanese contemporaneamente all’altro punto vendita piuttosto che in situazioni differenti come l’outlet di Serravalle Scrivia durante i saldi. È un temporary con grosse capacità di assorbimento dei picchi e che ci ha premiato notevolmente in termini di incassi e operatività. Infine stiamo studiano un’altra dimensione, sempre basata sul nostro format, che prevede spazi più piccoli affiancati a un delivery interno, con l’obiettivo di coprire territori ampi senza che siano necessari ingenti investimenti.

Quali sono i punti di forza del format? Il punto di forza del format è quello di essere a tutti gli effetti un fast food, come possono essere le principali insegne del settore, ma con una differenzia sostanziale: la qualità, che viene declinata sia in termini di materie prime nei panini sia nell’estetica per quanto riguarda il layout delle location e ancora nel packaging piuttosto che in tutto quello che viene fornito al cliente, che è brandizzato. Rispetto ancora alle principali insegne del settore, il ticket medio è più alto: intorno ai 14 euro. Ma ovunque abbiamo aperto, un po’ per l’appeal del marchio e un po’ per i locali che sono molto curati, oltre ovviamente per la qualità del prodotto, la gente che ha provato torna volentieri. Infine, qual è il riscontro rispetto alla prima edizione di Mapic F&B? Nonostante questo approccio food su Milano ab-

Come si articola la strategia di sviluppo di Bottega Portici e in quali canali distributivi si concentra? Lo sviluppo di Bottega Portici, dopo i primi negozi diretti, sarà soprattutto in franchising, dando al partner l’appoggio e tutto quanto necessario perché possa gestire al meglio la sua attività a partire dall’individuazione della location, alla formazione sino all’assistenza quotidiana. Nella prima fase la volontà è di iniziare dal centro nord Italia, concentrandoci su diversi canali distributivi: il centro città, dove siamo nati e in cui ci riconosciamo in maniera naturale; il travel retail, che il 28 giugno ci vedrà protagonisti con l’apertura a Terrazza Termini; i centri commerciali premium con l’opening ad Assago Milanofiori a metà ottobre; gli outlet individuando quelli di maggior successo, come nel caso di Franciacorta dove apriremo tra fine agosto e inizio settembre. La seconda fase di sviluppo, se le aspettative verranno mantenute, prevede l’estero partendo dall’Europa e poi, in una fase ancora successiva, i mercati oltreoceano. Quali, quindi, gli obiettivi di aperture e di punti vendita totali entro il 2018? Lo sviluppo è iniziato quest’anno e, oltre ai primi due negozi aperti direttamente dal Gruppo, arriveremo a fine 2018 con sei o forse sette punti vendita. A quanto ammonta l’investimento per un potenziale franchisee e in quanto tempo si ripaga? Può variare tra 1.500 e 1.800 euro al mq per arredi, macchinari, attrezzature e corpi illuminanti. Il rientro dipende fortemente dall’attività e dalla location ma il business plan per essere approvato deve prevedere un ritorno che non superi i 3 anni. Parlando invece del format di Bottega Portici, quali le principali caratteristiche?


prodotti selezionati che possono essere a marchio Bottega Portici oppure di alcuni partner. Da poco tempo abbiamo introdotto anche la formula aperitivo, che permette di abbinare i taglieri, i piatti freddi o caldi ad alcuni cocktail, vini selezionati o birre. Lo scontrino medio è sui 9 euro sapendo che il menu proposto è composto da un primo, un tagliere, un caffè e l’acqua e costa 12 euro. Infine, qual è il riscontro rispetto alla prima edizione di Mapic F&B? A mio avviso questa fiera rappresenta un importante momento di confronto con altri marchi e in generale con il mercato, perché vi è la presenza di tutti gli attori: da una parte le proprietà e le gestioni e dall’altra gli imprenditori, le aziende e i master franchisee sia italiani che internazionali. Abbiamo riscontrato un grande interesse sia dalle proprietà che dagli investitori o partner e devo dire che è stata un’esperienza positiva.

Le dimensioni variano da un minimo di circa 100 mq a un massimo di 300. Gli arredi richiamano l’italianità in termini di design, con l’obiettivo di dare al cliente un ambiente confortevole, innovativo e moderno; vi è la presenza del wi-fi, di prese USB ed elettriche per caricare i vari device. Chiaramente la pasta fresca all’uovo è protagonista ed è sia somministrata con le nostre ricette sia venduta. A questa si affianca il food market: un’area dedicata a un insieme di

C House

Cristiano Iezzi, co-founder & development manager Come si articola la strategia di sviluppo di C House e in quali canali distributivi si concentra?

In questo momento abbiamo complessivamente più di 60 locali. Nel 2017 ne sono stati avviati 14-15 e quest’anno dovremmo inaugurarne ancora 12 sul mercato sia italiano sia estero. Il nostro core business si sviluppa nei centri commerciali, non disdegniamo tuttavia altre tipologie di location ma siamo sempre molto attenti al conto economico perché oggi come oggi i numeri sono estremamente importanti: mi riferisco ai costi fissi e in un centro commerciale anche alle spese comuni. Quali sono state le aperture recenti più significative? Nei paesi mediorientali, in termini di dimensioni, cito i punti vendita da 400-500 mq a Dubai e a Doha. E ora siamo in procinto di aprire dei locali ancora più grandi in Arabia Saudita. Mentre sul mercato nazionale le metrature dei locali sono decisamente più ridotte, comprese tra i 60 e gli 80 mq, perché l’approccio degli italiani al caffè è completamente differente. Siamo arrivati a sviluppare anche locali più piccoli, di 40-50 mq, con la possibilità di sedute esterne, in location più smart rispetto a quelle tradizionali. Quali caratteristiche ha il vostro potenziale affiliato? Ogni iniziativa ha le sue peculiarità per cui a seconda del conto economico, della location e dell’importanza dell’investimento scegliamo il partner. In questo momento abbiamo la possibilità di relazionarci con investitori che hanno già attività commerciali di successo, per fortuna e bravura loro e nostra, e quindi si approcciano a diventare dei multiunit operator. A quanto ammonta l’investimento e in quanto tempo si ripaga? L’investimento parte dagli 80mila euro, mentre lo scontrino medio oscilla in virtù della categoria merceologica di prodotti più venduti. All’estero, dove siamo dal 2010-2011, si può anche decuplicare lo scontrino italiano perché i volumi sono completamente differenti. Infine, qual è il riscontro rispetto alla prima edizione di Mapic F&B? È un’operazione interessante, ben organizzata. Ma la fiera è ancora molto italiana e quindi la maggior parte dei contatti è arrivata da landlord, promotori o broker operativi sul mercato nazionale. In prospettiva, credo che un servizio molto utile da parte di Reed MIDEM potrebbe essere quello di fare una cernita e mettere in contatto per categorie merceologiche questi investitori, non tanto italiani ma istituzionali stranieri: dare quindi l’opportunità a tutti quelli che investono per un round table o uno spazio di avere già una seria si scheduled meeting. Normalmente ci sono già gli scheduled meeting ma sono random, non ben definiti. Se Reed MIDEM ascoltasse su questo aspetto i retailer, i franchisor, come ha fatto quando ha deciso di potenziare l’ambio food rispetto alla precedente edizione di Mapic Italy, la fiera diventerebbe ancora più interessante.

retail&food - luglio · agosto 2018

43


r&f Le mappe del retail

Lo shopping vien mangiando I

Accedi ai contenuti extra tramite QR code

44

retail&food - luglio · agosto 2018

GRAFICO 1

NUMERO VISITE ANNO

CORRELAZIONE TRA DIMENSIONE F&B E FREQUENTAZIONE DI CENTRI COMMERCIALI

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

GLA - MQ AREA FOOD & BEVERAGE

GRAFICO 2 SPESA MEDIA PER VISITA IN FOOD & BEVERAGE (euro)

l settore merceologico denominato comunemente Food & Beverage comprende un mix di pubblici esercizi tra cui attività di somministrazione pasti (ristoranti, fast-food, pizzerie), bevande (coffee shops, juice bar, social drinking) o altre specialità (gelaterie, yogurterie, o simili). Questo settore è diventato quindi sempre più centrale nei mall di terza generazione, quelli che hanno aperto o sono stati rinnovati negli ultimi dieci anni, laddove l’offerta è rivolta principalmente allo shopping di tipo edonistico. In questi centri 3.0 le attività di F&B si scoprono fondamentali per intrattenere i clienti: aumentano la loro permanenza media nel mall, offrono un’ulteriore occasione o motivo di acquisto, innalzano la spesa media per visita ma soprattutto creano un social hub, generando il famoso “meeting place”. Le attività di F&B aggregate diventano così un’ancora del centro commerciale, complementare ai classici servizi ludico ricreativi come il cinema, la palestra, il bowling o il FEC. Indagini campionarie svolte dal team di UrbiStat in oltre venti gallerie commerciali di varie dimensione e in diverse regioni d’Italia mostrano che consumare un pasto o acquistare una bevanda sono attività svolte dal 40 al 60% degli intervistati, aumentando lo scontrino medio del 20% rispetto a gallerie con scarsa offerta F&B. Inoltre, i risultati delle indagini mostrano la schiacciante vittoria del F&B rispetto ai servizi di tipo leisure come motivazione principale di visita nei centri commerciali. Infatti, la percentuale di coloro che visitano il mall principalmente per consumare un pasto o acquistare una bevanda varia dal 5 al 15% in funzione della dimensione del centro commerciale e dell’offerta F&B, mentre coloro che visitano principalmente per le attività ludiche sono sotto il 5%. Certo il F&B difficilmente potrà sostituire l’offerta commerciale o alimentare come motivazione principale di visita in un mall, tuttavia sarà progressivamente uno strong plus ad alto valore aggiunto.A seguito della crescente rilevanza delle attività F&B nei mall, sono infatti molti gli investitori e gli sviluppatori che stanno attrezzando le loro gallerie per ospitare moderne aree di ristorazione (food-court). In alcuni casi a livello europeo si è scelto di dedicare al cibo aree importanti del mall per celebrarlo a 360 gradi, unendo la somministrazione alla vendita in un contesto fortemente identificativo che rievoca i mercati tradizionali. Questo concept, denominato foodhall e che ha origine nei department store inglesi, si sta declinando anche in alcuni centri commerciali no-

CORRELAZIONE TRA DIMENSIONE F&B E SPESA MEDIA PER VISITA IN F&B

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

GLA - MQ AREA FOOD & BEVERAGE

strani come nel caso de I Gigli, dove ha aperto “ai Banchi del Mercato Centrale” su 2.000 mq con 19 chioschi artigianali. Ma quanto devono essere grandi queste aree? UrbiStat ha sviluppato un modello che analizza la correlazione positiva esistente tra offerta di F&B e frequentazione del centro commerciale, ossia le presenze registrate in un anno d’apertura. La correlazione è fortissima e genera un R2=0,6898 avvallando un’ipotesi di dimensionamento che prevede un’offerta F&B commisurata alla domanda (visite). Questa tesi spiega anche il motivo per cui un piano merceologico tradizionale non funzioni ad esempio per gli hub

dei trasporti come stazioni ferroviarie o aeroporti, che notoriamente generano milioni di visite all’anno e per cui è necessaria un’offerta F&B ben mirata (grafico 1). Infine, il team di UrbiStat ha sviluppato un modello per prevedere il potenziale fatturato dell’area dedicata ad attività di F&B che si basa sul concetto che maggiore è l’offerta (in questo caso misurata in mq di GLA) maggiore è la spesa media in F&B per visita. Infatti, esiste una correlazione positiva molto forte anche tra queste due variabili con un R2=0,6818 (grafico 2). Lucio Orsini

Data Bank Senior Analyst presso Urbistat lucio.orsini@urbistat.com


r&f Retailer Day 2018

Lo spettro delle chiusure domenicali S

iamo alla vigilia di una rivoluzione. Ma la direzione è quella del futuro high tech, smart, omnichannel e ad alto contenuto di experience, con la data del 2030 indicata dagli operatori dei centri commerciali per studiare i futuri modelli di consumo; o è il 2011, quando fu emanato il decreto legge sulle liberalizzazioni volute dal Governo Monti? Nel breve termine è probabile che si vada verso una fase di concertazione che porterà il mondo dei centri commerciali e l’intero comparto della distribuzione moderna a confrontarsi, in maniera anche aspra, con la nuova classe politica italiana per difendere la libertà del mercato – quindi la libertà degli imprenditori – nel decidere le strategie di apertura nei giorni festivi e nei cosiddetti super festivi. Di certo vi è che le liberalizzazioni, tornate prepotentemente di attualità, saranno quantomeno riviste e ridipinte in tinta giallo-verde. Nonostante la parvenza, è stato quindi un appuntamento differente dagli scorsi anni quello del Retailer Day 2018, ospitato lo scorso 21 giugno dall’Oriocenter all’interno dell’Uci Cinemas che qui vanta lo schermo IMAX più grande d’Italia in virtù dei suoi 450 metri quadrati. Sebbene il palinsesto della giornata fosse stato imbastito su dinamiche sfidanti ma consolidate, quali il lusso, il food&beverage, i servizi e il leisure, con un orizzonte temporale di circa 10 anni, sono bastati una manciata di minuti in collegamento telefonico da Roma con l’onorevole Massimiliano De Toma, presidente FederModa Italia Roma e membro della Commissione Attività produttive della Camera dei Deputati, per riportare l’attenzione degli astanti ai giorni nostri. «Il tema delle aperture domenicali e nelle festività andrà analizzato profondamente, ascoltando tutti gli attori coinvolti, ma è evidente che si dovrà intervenire». E il punto di caduta, ha fatto intendere l’onorevole, è quello di argina-

re “la deriva” raggiunta negli ultimi anni. Qualche ora prima Massimo Moretti, in qualità di presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, ha manifestato tutto il proprio disappunto su soluzioni che riportino l’Italia a prima del 2011, ma la partita è più che mai aperta e l’Associazione ha risposto alla politica accettando l’invito al confronto. Arrivando quindi al tema originario della giornata, l’evento ha visto come titolo “Which Retail will contribute to shopping malls future” ed è entrato nel vivo subito dopo i saluti iniziali con i numeri e i contenuti espressi da Natasha Patel, director global retail research presso CBRE London, che ha presentato la ricerca “The future of retail 2030”. Natasha Panel ha sottolineato che ci saranno cambiamenti significativi nel retail, a partire dal ruolo dei negozi che diventeranno sempre più delle destination, ad alto livello di specializzazione, capaci di offrire esperienze personalizzate; il food & beverage la farà da padrona e la logistica assumerà un ruolo determinante. Il tutto dovrà assecondare le esigenze di un consumatore sempre più esigente, che vorrà sentirsi libero di comprare qualsiasi cosa in ogni momento e nella modalità che ritiene più comoda. Lo spazio fisico dunque continuerà a esistere, ma cambierà nelle funzioni soprattutto pensando alla destinazione d’uso di molti shopping center, che saranno delle centralità la cui anima commerciale sarà affiancata da nuove opportunità come i servizi, il co-working e il tempo libero. Nelle sessioni successive si sono alternati rappresentanti di grandi property di centri commerciali, di gestori di mall e ancora manager incaricati di sviluppare primari brand, tra cui Sergio Azzolari, general brand manager di Hogan e Fay. Il tema del lusso all’interno degli shopping center italiani ha trovato uno sbocco importante con il progetto di Westfield Milano, nel quale Diego Valazza, senior leasing manager Unibail –

Rodamco – Westfield, ha confermato che ci sarà un «village dedicato, anche molto ampio». Evidentemente la nuova estensione di Oriocenter, inaugurata circa un anno fa, rappresenta il primo tentativo concreto in Italia. Quindi l’F&B, protagonista sul palco del Retailer Day con Roberto Bramati, presidente di Spazio Futuro Group, che ha ricordato il successo di Mapic Food&Beverage, del Retail Award Italy 2018 (co-organizzato da retail&food) e delle numerose catene italiane che vi hanno partecipato per proporsi al mondo dei centri commerciali. La shopping experience con l’esempio dell’innovativa formula Happiness, raccontata da Antonio Camporesi, membro del

Natasha Patel, director global retail research presso CBRE London comitato di gestione aziendale; i nuovi servizi legati alla cura della persona, illustrati da Francesco Galli, amministratore delegato di Smart Clinic; e ancora la semplificazione contrattuale, con l’intervento di Francesco Ruffino, presidente della commissione legale CNCC nonché senior partner dello studio legale Frau Ruffino Verna, sono alcune tra le testimonianze emerse durante i vari workshop. Tutti ingredienti che alimentano un’industria, quella dei centri e dei parchi commerciali, che registra circa 2 miliardi di presenze e 3 miliardi di ore trascorse all’anno. A.P.

retail&food - luglio · agosto 2018

45


r&f Dossier shopping mall Taglio nastro

Aura: la nuova piazza di Valle Aurelia Dopo un iter di 13 anni e 27 mesi di cantiere, lo scorso aprile il centro commerciale Aura ha aperto al pubblico con i suoi 60 negozi, 16 ristoranti bar, un superstore e una palestra Virgin Active. Il progetto con simbolo l’ex Fornace Veschi, sviluppato da CDS Holding e di proprietà di Orion Capital Managers, eleva il retail a cerniera del tessuto urbano

46

retail&food - luglio · agosto 2018

la realizzazione di un edificio distribuito su quattro livelli commerciali, dotato complessivamente di 11 ingressi presenti su tutte e quattro le facciate. A questi si aggiungono ulteriori due livelli di parcheg-

gi con una capacità complessiva di 700 posti auto. All’interno di Aura si trovano 60 negozi, un PAM Superstore – con cui l’insegna festeggia i propri 60 anni di vita – una palestra, Virgin Active – aperta

Il progetto in pillole Proprietà Promotore Commercializzazione Gestione Località Localizzazione Apertura centro Gla Unità commerciali Unità di ristorazione Àncora alimentare Numero visitatori previsti/anno

Orion Capital Managers CDS Holding JLL Italia Savills Larry Smith Roma Urbana Aprile 2018 circa 21mila mq (17mila escluso PAM) 60 16 Superstore PAM 6milioni

Fonte aziendale

L

a mano del progettista si è trasformata in quella di un abile sarto, che tra le maglie di un territorio sfilacciato e abbandonato da decenni ha saputo cucire una tela intessuta di negozi e piazze: spazi da vivere, depositari di una storia fortemente connaturata a quella del quartiere, e al contempo moderni, sicuri e multifunzionali. Il centro commerciale, Aura Valle Aurelia, sito lungo l’omonima arteria stradale all’altezza della ex Fornace Veschi, rappresenta in primis un progetto di recupero urbano previsto addirittura nel 1993. Ma la lentezza della macchina burocratica e la crisi di là da venire hanno rallentato un iter che è confluito in un nuovo filone di sviluppo, orientato a riconsiderare gli immobili commerciali come a uno straordinario volano di rigenerazione e valorizzazione ambientale. Presente e passato vivono ora insieme, a pochi metri l’uno dall’altro, in virtù del rifacimento dell’antica fornace – la cui ciminiera ha recuperato l’altezza originaria grazie a un particolare uso di metalli che hanno sostituito i mattoni andati perduti – e del-


qualche settimana dopo rispetto al mall –, una terrazza food court con 16 ristoranti e bar, per una Gla disponibile di circa 17mila metri quadrati. L’offerta commerciale è stata concepita innanzitutto per rispondere alle esigenze dei residenti del quartiere romano di Valle Aurelia, ma il bacino di utenza si estende esponenzialmente grazie a collegamenti con primari mezzi pubblici e alla vicinanza con luoghi a forte vocazione turistica. In particolare Aura è adiacente alle stazioni della linea A della metropolitana e della linea FR 3 Roma – Viterbo e dista poche centinaia di metri dalle mura di Città del Vaticano. Inoltre una pista ciclo-pedonale permette di attraversare l’area collegando i quartieri affacciati su via Baldo degli Ubaldi con il quartiere trionfale e rendendo Aura la nuova porta urbana d’accesso al Monte Ciocci e al Parco Regionale Urbano del Pineto. Il cuore del progetto si fonda sulla galleria commerciale, semiaperta e non climatizzata, dove si affacciano i negozi dei tre diversi livelli e che culmina con una piazza privata a uso pubblico. La galleria fun-

ge, inoltre, da collegamento tra la stazione della metropolitana, l’area residenziale e la Piazza della Fornace. L’elemento distintivo di Aura è la terrazza-food court all’ultimo piano, dalla quale è possibile godere di una vista panoramica su Roma e da cui si sviluppano numerosi percorsi che rendono il centro facilmente fruibile. L’annullamento della distinzione tra interno ed esterno viene sottolineato dalla scelta della copertura, interamente realizzata in legno lamellare e vetro, elemento architettonico che privilegia l’uso della luce naturale. Anche per il concept degli interni si è tenuto conto della natura urbana del centro, riferendosi, per la galleria, al tema della strada, concepita come elemento di connessione e come luogo di passeggio. Tali scelte si ispirano alle gallerie commerciali dell’Ottocento. Nel mall si affaccia un altro elemento distintivo del centro: un fronte a tre livelli che si propone come vera e propria quinta stradale, mostrandosi come una facciata riletta in chiave

retail&food - luglio · agosto 2018

47


r&f Dossier shopping mall Taglio nastro Il progetto: un gioco di scorci

commerciale. Il tema della strada viene sottolineato inoltre nella scelta dei materiali, ad esempio per le pavimentazioni si è optato per un gres effetto pietra che richiama il lastricato stradale, giocando sui sistemi di posa e su diverse tonalità dal bianco al grigio scuro. Il materiale usato per la pavimentazione degli interni è stato scelto anche per gli esterni, in modo da creare una continuità e rafforzare il concetto di permeabilità dell’edificio, eliminando ogni marcata distinzione. Di proprietà di un fondo private equity europeo sponsorizzato da Orion Capital Managers e sviluppato da CDS Holding, il nuovo shopping center è stato progettato dallo studio Design International ed è gestito da Savills Larry Smith, mentre Forum Real Estate Management agisce in qualità di asset manager. JLL Italia ha svolto il ruolo di agente esclusivo di commercializzazione.

Lo sviluppo dello urban mall

«Il PRU risale al 1993, CDS Holding ha acquistato il terreno nel 2005 e i lavori sono stati avviati nel 2015 – spiega Enrico Biffi, amministratore delegato e partner di CDS Holding – Inizialmente abbiamo sviluppato questo progetto in joint venture con Multi Development da cui, nel luglio del 2015, abbiamo rilevato le quote diventando proprietari al 100% della società che aveva in pancia il terreno. Nello stesso mese di luglio abbiamo stipulato l’accordo con Orion per la costruzione del centro e a dicembre sono partiti i lavori: dopo 27 mesi siamo arrivati all’inaugurazione, a fronte di un investimento complessivo di circa 90 milioni di euro. Seppur l’impronta di base del progetto sia rimasta la stessa, dal 2005 al 2015 si sono succeduti almeno quattro differenti concept; l’ultimo dei quali, che ha dato la veste finale ad Aura, è stato realizzato con la collaborazione di Design International che si è dedicata soprattutto a ottimizzare le connessioni tra i vari livelli. Durante il cantiere sono state realizzate anche le opere di

48

retail&food - luglio · agosto 2018

urbanizzazione, pari a 11 milioni di euro che hanno incluso la riqualificazione della piazza il cui fulcro è la fornace Veschi: simbolo del PRU e di questa zona. Il centro, costruito di fatto all’interno di una conca, sfrutta la conformazione del territorio per avere ingressi diretti a tre dei quattro livelli in cui è suddiviso. Aurea è, di fatto, un progetto che ha ricucito il tessuto urbano, ridando dignità a questi luoghi grazie soprattutto alla presenza di tre nuove piazze: quella della fornace, quella del sagrato della chiesa e quella della food court; è un urban mall con caratteristiche di location uniche perché è situato nel cuore di Roma, a 800 metri da Piazza San Pietro ed è servito da un’uscita della metropolitana, una fermata della ferrovia, due capolinea di autobus, oltre a trovarsi su due arterie che rappresentano la spina dorsale di tutto il quartiere, via di Valle Aurelia e via Baldo degli Ubaldi. Complessivamente ci aspettiamo circa 6 milioni di visitatori all’anno».

«Siamo stati chiamati nel 2015 per intervenire su un progetto molto definito, ma CDS Holding ci ha dato l’input di esprimerci: voleva una rivisitazione del lavoro a esclusione della parte funzionale e dell’impatto volumetrico che erano già stati concordati con il Comune. È stato quindi un grande lavoro di dettaglio – racconta Davide Padoa, Ceo di Design International – La razionalizzazione dei flussi è stato il primo intervento su cui ci siamo concentrati perché Aura è un centro commerciale con tanti livelli terreno e al contempo è suddiviso su ben quattro piani. Per raggiungere questo obiettivo, nei livelli più alti abbiamo creato delle trasparenze visive che permettono ai visitatori di vedere contemporaneamente sia la food court situata in quello superiore sia di percepire il loop commerciale al secondo e terzo piano. Aprire varchi in tre punti nella piazza della ristorazione ha creato inoltre una galleria molto più viva e “urbana”, mentre la copertura in legno, un materiale relativamente nuovo per il contesto romano dove si utilizzano prevalentemente il mattone e la pietra, esprime un linguaggio contemporaneo e simboleggia il quartiere che si rigenera. Il livello terreno-semi interrato, in cui è presente PAM, è estremante funzionale perché è vicino ai parcheggi e alla metropolitana; è l’unico inoltre dotato di aria condizionata. Altro elemento su cui abbiamo insistito sin da subito è la fornace, per renderla non soltanto un fuoco visivo ma anche fruitivo del progetto. Aura è complessivamente un mall fatto di scorci: da un blocco abbastanza compatto e dotato di una sola facciata, lo abbiamo aperto su ogni lato moltiplicando le facciate e nascondendo


la logistica, che tuttavia passa sulla strada principale. Inoltre, il “palazzo nel palazzo” che si erge dal secondo livello, un’idea finalizzata a creare una facciata interna movimentata e urbana, è una dedica all’artista Piet Mondrian. Parallelamente alla progettazione, un tema fortemente dibattuto a causa dell’aumento degli ingressi è la sicurezza: la scelta è ricaduta sulla fruibilità della struttura, che collega tre lati del quartiere un tempo segregati. Aura si avvia quindi a diventare uno dei progetti di rigenerazione urbana di maggiore successo in Italia».

Le sfide della commercializzazione

«Questo è un esempio in cui il retail e lo shopping smettono di essere consumismo e diventano cerniera sociale, il filo con cui si ricuciono le ferite di una città che non è stata rispettata. Aura è la risposta a coloro che sostengono che i centri commerciali moriranno – testimonia Monica Cannalire, head of retail leasing di JLL – La conformazione

del mall su quattro livelli e permeabile su tutti i lati ha reso la commercializzazione davvero sfidante. All’inizio del nostro mandato l’unico dato certo era la presenza di PAM che è proprietario della propria piastra, per cui la nostra attività si è concentrata nel creare cluster tematici. Ma invece di svilupparli in orizzontale come di consuetudine, li abbiamo girati in verticale, creando un cluster per ciascun piano. Quello più in alto è dedicato al F&B mentre il piano terra al procurament con l’alimentare e i servizi che tendenzialmente si trovano fronte cassa. Dei due livelli intermedi, quello inferiore è connotato dai family store che vantano superfici più grandi e dall’elettronica, un punto vendita Euronics di circa 1.200 mq dallo uno stile molto moderno. Quello superiore, invece, è caratterizzato da unità più piccole che richiamano il concetto di boutique, a cui si affianca un’offerta dedicata alla bellezza e alla cura della persona tra cui cito Douglas. Un’eccezione è rappresentata da H&M, che si sviluppa sui due piani ed è dotata di collegamenti interni. Quest’ultima soluzione è volta a favorire ulteriormente la distribuzione dei flussi sui vari livelli, flussi che già dai primi momenti successivi all’apertura sembrano muoversi correttamente. Tra le altre realizzazioni di maggiore interesse cito Mondadori Bookstore, che ha portato avanti la sinergia con Gruppo Cibiamo e che si distingue per l’accesso sia dalla galleria al livello terreno sia da una terrazza esterna, e la palestra Virgin Active, distribuita su tre livelli e fornita di parcheggi propri, con la possibilità di gestire autonomamente gli orari di apertura. L’offerta commerciale si rivolge complessivamente a un bacino d’utenza primario ponderato di oltre 800mila persone nell’isocrona dei 10 minuti e la presenza di brand italiani e internazionali molto qualificanti, in un contesto sicuro e dal design moderno, rappresentano un welcoming anche per il turista». Andrea Penazzi

retail&food - luglio · agosto 2018

49


r&f Scienze & retail

Il valore inconsapevole dei profumi S

empre più i prodotti devono essere toccati e non solo visti. Percepiti anche con l’olfatto e non solo intravisti. Insomma il mondo dell’olfatto, spesso sottovalutato, dovrebbe essere maggiormente valorizzato nei processi di vendita e nei luoghi di consumo. Ciò vale soprattutto nei contesti in cui i profumi, insieme alle altre stimolazioni, contribuiscono a percepire il valore dei prodotti e la qualità dell’esperienza. Purtroppo ancora troppo spesso il marketing olfattivo non viene sfruttato per le sue potenzialità. Eppure le potenzialità sono infinite. Come scriveva Dogana (1993), quando ascoltiamo alcuni parlare delle loro reazioni di fronte agli odori e ai profumi ciò che colpisce è la grande ricchezza di associazioni che emerge relativamente a sensazioni, emozioni e a momenti di particolare significato affettivo. A ciò si aggiungono le numerose testimonianze sull’efficacia dell’utilizzo dei profumi nei luoghi di vendita (il profumo di montagna nei negozi Timberland) o di profumi rilassanti nelle sale di attesa nella business class della British Airways, nonché quelle provenienti dal mondo dell’igiene e della pulizia della persona e della casa, in cui gli odori contribuiscono alla caratterizzazione di marca o di prodotto. L’olfatto, d’altra parte, essendo collegato al sistema limbico – centro della vita emozionale – esercita una forte e direttiva influenza sui comportamenti dei consumatori. Alcune ricerche hanno dimostrato la loro capacità nell’indurre azioni e scelte di acquisto. Ricordiamoci che l’odore ha una forte valenza adattiva. Tramite gli odori, centinaia di anni fa, i nostri progenitori riconoscevano ciò che poteva essere pericoloso o meno. Così, sebbene abbiamo perso molte delle abilità olfattive, gli odori hanno ancora una grande capacità di influenzamento. Le ricerche in questo ambito sono sempre più numerose e interessanti. Tra queste segnalo quella in cui grazie alla distribuzione di profumo di cioccolato in un bookstore in Belgio, per dieci giorni per mezzora, si è registrato un aumento delle vendite di romanzi d’amore e di libri di cucina fino al 400% (Doucé et 50

retail&food - luglio · agosto 2018

Bulbo olfattivo Epitelio olfattivo

Insula

OFC

Talamo Ippocampo

Corteccia Corteccia peririnale Amigdala Entorinale

Il sistema olfattivo, con il Bulbo, la Corteccia e il sistema limbico coinvolto

al. 2013). Eppure nessuno dei soggetti intervistati ha dichiarato di avere acquistato quei prodotti perché influenzato dal profumo di cioccolato. Allo stesso modo si è rilevato quanto il profumo di torta possa rendere dei soggetti più disponibili a dare una mano a chi chiede informazioni, così come rende più gradevole la percezione degli ambienti aumentandone la durata di permanenza. Non a caso nei luoghi di vendita si cerca sempre più spesso di usare le giuste dosi di specifici profumi, cercando di creare coerenza tra il profumo e il tipo di prodotto, e di misurare l’effetto delle stimolazioni ambientali sull’engagement dei consumatori. In questi casi il neuromarketing permette di misurare le emozioni provocate a livello inconsapevole. L’olfatto, infatti, secondo uno dei suoi più noti studiosi, G. Shepherd (2011), è determinato da due meccanismi olfattivi, quello ortonasale e quello retronasale, e si sviluppa attraverso i recettori posti nella cavità nasale che hanno la funzione di trasmettere l’informazione al cervello. Le molecole vengono così tradotte in vere e proprie “immagini dell’odore” e processate in una prima area, il “Bulbo olfattivo”. Questo ha la funzione di fare passare solo gli odori più intensi. Immediatamente dopo, viene attivata la “Corteccia Olfattiva” che, benché si chiami corteccia, non ha nulla di consapevole. Si tratta, infatti, di un’area del cervello deputata al riconoscimento dei profumi già sentiti e memorizzati. In quest’area ritroviamo le nostre tracce mnestiche odorose. Infine l’informazione giunge alla “Corteccia Orbito-Fronta-

le”, ovvero quell’area del lobo prefrontale deputata all’elaborazione consapevole delle stimolazioni olfattive. Da una nota ricerca (Castriota_Scanderberg et al. 2005) si evince che quest’area si attiva molto in soggetti esperti che tentano di riconoscere sentori e profumi, come per esempio nei sommelier. Nei soggetti non esperti sottoposti a certi odori invece si attiva la parte del cervello deputata alle emozioni. Ciò dimostra l’importante ruolo che le emozioni hanno nel processo olfattivo dei soggetti non esperti e quanto per loro sia importante che da qualche parte qualcuno, o qualcosa, fornisca le giuste informazioni sui “sentori” dei vini o nei prodotti alimentari che andranno ad assaggiare. L’ingresso diretto ai più alti centri emozionali del cervello è una proprietà speciale dell’odore, fondamentale per la sua percezione e per la conseguente esperienza del sapore. Il processo non avviene a livello consapevole. Grazie alla connessione con il sistema mnemonico, soprattutto con la memoria esplicita o dichiarativa (Squire, 1987), ovvero la memoria di fatti, eventi o episodi, un profumo riesce ad attivare sensazioni o emozioni provate in particolari circostanze facendoci rivivere le medesime sensazioni. Ecco perché è importante utilizzare strumenti in grado di analizzare l’effetto inconsapevole delle stimolazioni come quelli offerti dal neuromarketing (Russo, 2017). Vincenzo Russo

professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing presso l’Università IULM di Milano vincenzo.russo@iulm.it



r&f Dossier Aeroporti

Bologna, travel retail con tortellini e motori

Mentre si studiano e si finalizzano i progetti per la realizzazione del masterplan 2030, al “Marconi” l’offerta punta sulle eccellenze locali: cibo di qualità e rombo delle supercar. E in attesa del People Mover, lo scalo si apre al territorio grazie al richiamo di marchi internazionali e formule a misura di pendolare

P

er tutte le persone abituate a viaggiare nel Nord Italia, Bologna rappresenta uno dei maggiori crocevia a livello nazionale. Una caratteristica che riguarda anche l’aeroporto “Guglielmo Marconi”: posto a sei chilometri dalla città, lo scalo occupa l’ottava piazza nella classifica nazionale grazie agli oltre 8,2 milioni di passeggeri che sono transitati da qui nel 2017 e un bacino di utenti che si estende dalla Romagna all’Emilia, passando per il sud del Veneto e il nord della Toscana. Numeri che nei primi cinque mesi del 2018 sono già aumentati del 5,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (per un totale di 3.242.541 passeggeri, 45 vettori attivi e 106 rotte

52

retail&food - luglio · agosto 2018

dremo a completare la fase di coperte) e che nel medio periodo puntano a progettazione dell’importanraggiungere la capacità di dieci milioni di te ampliamento dell’airside passeggeri. Per farlo, l’aeroporto di Boloprendendo spunto da tutgna si rifà all’etichetta di città “Dotta” (dete le best practise mondiali finizione che si deve alla fondazione, nel con l’obiettivo di aggiunger1088, di una delle più antiche università al vi quel tocco di unicità che ci mondo) e studia nuove soluzioni per trarcontraddistingue». Nello stesre il massimo dal masterplan 2030. A partire so periodo, inoltre, prenderanno dall’offerta travel retail. «Quest’anno sarà fonavvio le analisi e gli studi damentale per le decisioni strategiche di bre- Stefano Gardini, propedeutici alle fasi di ve e medio termine riguardanti l’aeroporto – direttore business non-aviation progettazione dell’ampliarivela Stefano Gardini, direttore business di Aeroporto di Bologna Spa mento landside che vedrà non-aviation di Aeroporto di Bologna Spa – An-


la completa riconfigurazione delle aree check-in e arrivi assieme al rifacimento della facciata del terminal. Il risultato, in termini retail, dovrebbe portare a un notevole ampliamento dell’attuale superficie commerciale e all’aumento del fatturato. Attualmente, questa voce di bilancio (comprensiva delle entrate generate dai ricavi pubblicitari) vale già 13,2 milioni di euro – in crescita dell’11,1 per cento.

Landside a misura di supercar La pianta dell’aeroporto “Marconi”, dopo la revisione del layout avvenuta nel 2014, ha una sostanziale forma ad arco con una scalinata centrale che porta al primo piano (dove sono posizionati i varchi per i controlli di sicurezza) a fare da punto di contatto fra le due ali dell’edificio. Attraverso tre diversi accessi, il flusso in entrata al piano terra si differenzia a seconda delle necessità: dall’imbarco bagagli posizionato nell’estremità ovest, al varco che dà sul corridoio percorso dai passeggeri in arrivo, passando per un’entrata più centrale dove si incontra subito il punto informativo dell’aerostazione. Intorno a questi accessi, sia fuori che dentro l’edificio, così come in prossimità dei parcheggi (che in totale possono accogliere fino a 5.400 veicoli e fruttano 15,9 milioni

retail&food - luglio · agosto 2018

53


r&f Dossier Aeroporti di euro l’anno), delle fermate degli autobus e dei taxi che ne punteggiano il perimetro, una serie di distributori automatici strategicamente piazzati assolve alle prime necessità del viaggiatore: una bottiglietta d’acqua, uno snack veloce, un caffè da gustare mentre si inganna l’attesa e si ammirano le forme delle supercar Lamborghini che fanno bella mostra nello showroom dedicato: vero e proprio punto d’incontro per i viaggiatori e biglietto da visita inconfondibile. D’altronde, la strategia commerciale dell’aeroporto ruota attorno alla «ricerca di distintività nell’offerta che risulta quindi estremamente mirata a proporre eccellenze locali, affiancandole ai principali player internazionali del settore», precisa Gardini. Per questo motori e cucina si fondono in modo naturale declinando l’autenticità in customer experience. A caratterizzare gli spazi contigui alle tre entrate, c’è un’ampia offerta food: gli snack bar Tentazioni Caffè e Puro Gusto (entrambi format Autogrill) si alternano all’osteria Vecchia Bologna (dove si trovano tortellini, tagliatelle e affettati) e alla pizzeria Vecchia Malga (che si fregia del certificato rilasciato dall’Associazione della Verace Pizza Napoletana). Per quanto riguarda il non-food, i 260 mq della libreria Mondadori rappresentano quasi un unicum all’interno del panorama aeroportuale; mentre un punto vendita Relay (riproposto anche al livello superiore) risponde alle classiche esigenze travel essential. Spazio anche a Kiko (cosmetica a prezzi accessibili) e Camomilla Italia (fast fashion). Salendo al primo piano, prima dei varchi elettronici a cui si accede tramite la scannerizzazione del codice d’imbarco sul proprio smartphone, l’offerta prevede altri due store distintivi dell’aeroporto. Si tratta del punto vendita Victoria’s Secret (il primo ad essere inaugurato all’interno di un aeroporto italiano nel 2014) che funge da richiamo anche per i clienti non

54

retail&food - luglio · agosto 2018


viaggiatori, vista la peculiarità dell’offerta e l’appeal internazionale del brand, e del negozio Ferrari (abbigliamento e oggettistica con l’iconico cavallino rampante). Per quanto riguarda il food, tocca all’operatore Sirio con il bar La Ghiotta offrire un mix di prodotti del territorio. Emerge già qui in maniera evidente una delle scelte strategiche realizzata dalla società di gestione dello scalo: sono cinque i diversi operatori del food che lavorano nelle aree commerciali del “Marconi”. «Il food&beverage incarna la tradizione locale e rappresenta per noi un elemento di differenziazione e posizionamento unici. A tal riguardo giova ricordare la funzione di mediazione fra Autogrill e Lagardère di cui si è fatto carico Aeroporto di Bologna nel 2016 e che ha permesso l’entrata della società francese nello scalo. Un’ope-

razione che ha portato all’incremento della qualità e dei ricavi del gestore aeroportuale», ricorda Gardini.

Airside a tinte rossoblu Superati i controlli di sicurezza, l’airside si divide in area extra-Schengen (a destra) e area comunitaria (a sinistra). Per i viaggiatori che volano verso le mete esterne ai confine dell’area di libero scambio l’offerta prevede una stecca duty free Heineman che comprende una selezione molto curata di prodotti enogastronomici italiani ed emiliani. Gli stessi che si possono gustare da La Ghiotta (stavolta declinato in un format ristorante con preparazione dei piatti a vista). Per i voli Schengen, invece, un breve walkthrough conduce ai gate. A caratterizzare questa camminata, il cui ultimo miglio è occupato dal

duty free Heineman (con una disposizione dei prodotti suddivisi per categorie merceologiche che corre lungo tutte le pareti lasciando posto al centro agli articoli food), ci sono brand come Piquadro e Furla a cui si aggiunge Macron. Il marchio, di origine bolognese e specializzato nell’abbigliamento sportivo, ha aperto qui in grande stile il suo primo shop travel retail a marzo 2018. All’inaugurazione i protagonisti sono stati i giocatori del Bologna FC, la squadra della città che veste i colori rossoblu. Gli stessi che ritornano nel bar Autogrill firmato Sky: sei monitor che trasmettono programmi sportivi con particolare attenzione riservata agli eventi calcistici, sedute confortevoli e consumazione al bancone che ricordano le atmosfere dei migliori pub internazionali riuscendo a fondere insieme intrattenimento e gastronomia. I marchi Carpisa (valigie e accessori), Aeronautica Militare (abbigliamento), Ingram (camicieria) e Yamamay (intimo e beach wear) contornano un altro richiamo alle eccellenze del territorio: lo store Ducati. All’interno di questo spazio, la casa motociclistica di Borgo Panigale vende prodotti di abbigliamento con forte richiamo alla tradizione delle due ruote e al fascino del made in Italy. Una logica che, come detto, costituisce il leit motiv dell’intera proposta commerciale aeroportuale e si rafforza grazie alle referenze food proposte da Venchi (cioccolati e gelati), De Nigris (aceto balsamico) e dal secondo ristorante Vecchia Bologna. Quest’ultimo, in particolare, unisce il format del market di qualità con una doppia serie di sedute: dal binomio rustico botte e sgabelli, a tavoli finemente apparecchiati con vista sulla pista di decollo.

Arrivare in tempo per la spesa Se il profilo del passeggero tipo del “Marconi” è sempre più internazionale, con i viaggiatori asiatici che rappresentano il 2,4% del totale in attesa dei futuri collegamenti con la Cina, e sosta volentieri all’interno della struttura (il 40% ci trascorre circa due ore), il gestore aeroportuale ha un occhio di riguardo anche per chi è sempre di fretta. Lo dimostrano i 245 mq occupati dal format di prossimità Carrefour Express, aperto dalle 7.00 alle 24.00 e posizionato nell’area partenze. Una soluzione capace di ricoprire tanto la funzione di biglietto da visita sul ventaglio di prodotti che la regione può offrire, quanto un punto d’appoggio per le tremila persone che compongono la comunità aeroportuale e che possono avvalersi del servizio della spesa a domicilio o della lavanderia. Il tutto in una logica che punta ad aprire il più possibile l’infrastruttura al tessuto urbano circostante. Operazione che subirà un’accelerazione quando verso la fine dell’anno entrerà in funzione il People Mover, il servizio navetta attualmente in fase di test che permetterà di collegare la Stazione Centrale con l’aeroporto in sette minuti e un tempo d’attesa inferiore ai quattro minuti. Nicola Grolla

retail&food - luglio · agosto 2018

55


r& &f World Travel Retail Google, test TR in Austria AUSTRIA – Google nel travel retail? Molto probabile visti i risultati ottenuti in collaborazione con l’aeroporto internazionale di Vienna e l’agenzia Global Smiling, che si occupa di advertising online sui mercati orientali. Durante un mese di campagna pubblicitaria dedicata alle eccellenze di Vienna e del suo territorio, sono state 8,1 milioni le impression registrate, 121mila click e un click through rate (CTR) dell’1,5% (ben al di sopra dello 0,3% fatto registrare dai settori più tradizionali).

Born and Bread primo brand a Belfast UK – L’aeroporto “George Best” di Belfast ha annunciato il nome del primo retailer che occuperà gli spazi della nuova area partenze (un progetto da 15 milioni di sterline che amplierà la superficie commerciale del 30%): Born and Bread, brand locale specializzato in prodotti da regalo e per il lifestyle. Referenze che potranno presto essere acquistate attraverso un servizio shop&collect.

Finavia alla caccia di retailer FINLANDIA – Cercasi retailer per l’aeroporto di Helsinki. Finavia, società che gestisce lo scalo finlandese, ha emesso un bando per 13 lotti commerciali per una Gla complessiva di 1.081 metri quadri.

Nel dettaglio, si tratta di cinque concessioni nel comparto premium (507 mq), quattro in quello del lusso (243 mq) e altrettante per quanto riguarda il food&beverage (331 mq). Se le procedure di candidatura e 56

retail&food - luglio · agosto 2018

selezione andranno a buon fine, le aperture si spalmeranno sul triennio 2019-21. Giusto in tempo per la fine dei lavori di espansione dell’aeroporto che entro il 2022 si attende un traffico di 30 milioni di passeggeri.

Global Blue e UnionPay uniscono le forze CINA – L’azienda Global Blue ha annunciato l’estensione della collaborazione con UnionPay International (fornitore di sistemi di pagamento) al fine di potenziare i servizi dedicati ai global shopper di origine cinese. Insieme le due aziende hanno creato un portale dedicato al tax free shopping accessibile anche via WeChat oltre che estendere i propri servizi ai rispettivi clienti. In particolare, i possessore di una card UnionPay versione Platino o Diamante potranno accedere alle lounge vip del network Global Blue.

Hudson da record ad Atlanta USA – All’aeroporto internazionale di Atlanta, Hudson Group ha inaugurato il più grande store al mondo del marchio Shops by Hudson: oltre 460 mq di Gla caratterizzati da un layout moderno, nuovi prodotti e una shop-in-shop experience grazie ai marchi Ink by Hudson e Sweet Indulgences. L’apertura è parte di un’ampia operazione di rinnovamento, da qui al 2031, degli store del brand specializzato nel settore travel essential.

Lagardère anima il rilancio di Marsiglia FRANCIA – Prosegue il rinnovamento degli spazi commerciali dell’aeroporto di Marsiglia che a giugno ha inaugurato i nuovi 700 mq del duty free Aelia “Next Generation” (marchio Lagardère che qui opera anche con due punti vendita Relay da 295 e 100 mq). Il duty free, situato nella hall A dello scalo lato airside, fa parte di un progetto di rilancio di oltre 2.000 mq in cui troveranno posto brand del calibro di Chanel, Dior, Victoria’s Secret e una selezione di marchi locali (L’Occitane, Chateau Gassier, ecc).

Aeroporto di Adelaide: è partito il rinnovo AUSTRALIA – A 13 anni dalla sua apertura, l’aeroporto di Adelaide ha annunciato che è tempo di rinnovare gli spazi travel retail attraverso un progetto da 165 milioni di dollari che sarà completato nel 2021. L’obiettivo è quello di aumentare dell’80% la superficie commerciale dell’intero scalo a partire da un ingrandimento del duty free e dall’ampliamento dell’offerta food che riesca a far fronte all’aumento di oltre il 50% dei passeggeri in arrivo.

Presentato il progetto Delta Sky Way a Los Angeles USA – Delta Airlines e l’aeroporto internazionale di Los Angeles hanno rivelato i piani per lo sviluppo della Delta Sky Way, il collegamento pedonale che unirà i Terminal 2 e 3 con il Tom Bradley International Terminal. Costo dell’operazione: 1,8 miliardi di dollari. Secondo gli accordi, i nuovi spazi verranno commercializzati da Westfield Corporation, avranno un appeal internazionale e saranno situati all’interno del segmento premium sia per quanto riguarda l’offerta food che non-food.


PROSCIUTTO COTTO FERRARINI. IL SUCCESSO NASCE DAI MIGLIORI INGREDIENTI. Scegli il Prosciutto Cotto Ferrarini e i tuoi clienti apprezzeranno da subito il profumo e il gusto unico delle tue preparazioni. Dal 1956, Ferrarini è leader nel mercato del Prosciutto Cotto, preparato nel rispetto dell’originale ricetta che lo rende un prodotto così speciale: una salamoia di ben 21 erbe aromatiche ed una lentissima cottura a vapore che arriva fino al cuore del prodotto.

Il Prosciutto Cotto Ferrarini è: senza glutine senza proteine del latte e lattosio senza polifosfati aggiunti I salumi Ferrarini sono inseriti nel Prontuario AIC

Ferrarini non è solo Prosciutto Cotto ma anche Prosciutto Crudo, Salami, Mortadelle, Parmigiano Reggiano. Scopri tutte le specialità Ferrarini su www.ferrarini.com Per maggiori informazioni e per concordare un appuntamento: Tel. +39 0522 9321, ristorazione@ferrarini.com, ferrarini.com/ristorazione

C’è più gusto a mangiare sano


r&f Netcomm Forum 2018

e-commerce a quota 27 miliardi Nel 2018 il valore delle vendite online aumenterà del 15% rispetto al 2017, pari a +3,6 miliardi di euro. E la penetrazione dell’e-commerce raggiungerà il 6,5% dei consumi totali retail. Giocattoli (+48%), arredamento & home living (+44%) e Food&Grocery (+34%) i settori in maggiore crescita

L

a versione 2018 di Netcomm Forum (MiCo – Milano Congressi, 30-31 maggio), l’evento di riferimento in Italia dedicato al mercato dell’e-commerce, ha contato 184 espositori, oltre 170 speaker, 3 sessioni plenarie a cui hanno preso parte 4mila persone e 84 workshop, mentre le presenze sono state circa 15mila (+27% rispetto al 2017). Sotto il profilo dei contenuti, la XIII edizione di Netcomm Forum ha confermato che le vendite generate online rappresentano un trend in forte ascesa, stabilmente in doppia cifra, e che le tecnologie stanno progressivamente influenzando le modalità di acquisto. A fare gli onori di casa nella conferenza plenaria di apertura, gremita in ogni ordine di posto, Roberto Liscia, presidente di Netcomm, che tra i vari spunti ha posto l’accento sugli effetti che questa rivoluzione sta avendo sul mondo fisico non solo dei negozi ma anche dell’organizzazione e della dotazione tecnologica delle città, definendo Milano “hub italiano del digitale”. Invitata sul palco, Roberta Cocco, assessore alla Trasformazione digitale e Servizi civici della giunta Sala, ha parlato dell’obiettivo di rendere il capoluogo meneghino un centro di innovazione di tecnologia digitale unico in Europa, in virtù di una sperimentazione in corso sulla connessione 5G, con Vodafone capofila, che sarà disponibile in tutta la

58

retail&food - luglio · agosto 2018

città entro il 2019. Cocco ha parlato inoltre di un “digital bridge”, ovvero di numerose partnership con varie metropoli mondiali tra cui New York, Tallinn, Chicago, Parigi, Tel Aviv, Barcellona e Stoccolma. Protagonista della rivoluzione digitale è lo smartphone, definito da Roberto Liscia “abilitatore di nuovi comportamenti”. E proprio grazie alla diffusione di questo strumento hi-tech sempre a portata di mano, nel 2018 saranno quasi due miliardi gli e-shopper nel mondo mentre il valore delle vendite nel 2021 salirà a quota 4.878 miliardi di dollari, con una crescita del 18 per cento. Ed è la Cina è il primo Paese per volume di vendite online con quasi 700 miliardi di dollari registrati nel 2017, seguita da Stati Uniti (438 miliardi) e UK (196,3 miliardi). In tale contesto, il consumatore è sempre più connesso e multicanale e richiede un’esperienza di acquisto online che spesso non trova. Per questo è necessario per i brand investire in tecnologie, anche disruptive, che vanno dalla blockchain all’intelligenza artificiale ai modelli predittivi, per dare all’e-shopper un’esperienza completa e frictionless. «La crescita del mercato online prosegue in maniera lineare rispetto al 2017, ma dietro a questo trend si cela un forte cambiamento: le nuove tecnologie hanno modificato significativamente i comportamenti dei consumatori, i modelli di busi-

ness e i processi di vendita segnando una nuova era del retail e dell’economia global – ha spiegato Roberto Liscia – Siamo nel mezzo della tempesta perfetta dell’e-commerce, uno tsunami tecnologico che cambia e accelera conRoberto Liscia, tinuamente il quadro compresidente Netcomm petitivo. L’omnicanalità è diventata il centro della strategia per gran parte delle imprese, a prescindere dal settore e dalla tipologia di prodotto. Collegare e integrare il web con il mondo fisico è prioritario per i retailer, ma anche per gli intermediari della filiera e per le aziende produttrici che devono far fronte a una nuova tipologia di consumatore sempre connesso: l’onlife consumer. I dati 2018 ci rivelano che il digitale è entrato nella sua fase di rivoluzione, con impatti importanti sullo scenario di mercato e sugli assetti competitivi».

Il mercato online in Italia Nel 2018 il valore degli acquisti online toccherà i 27 miliardi di euro con un incremento di oltre 3,6 miliardi di


La crescita del numero di eShoppers nel mondo è inarrestabile Milioni 3.000 2.500 2.000

2.075

1.919

1.771

1.636

2.233

2.522

2.384

1.500 1.000 500

Statista

0

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

I tassi di crescita delle vendite online continuano a essere sorprendenti Miliardi di $

▪ Nel 2021 la percentuale delle vendite sarà il 18% del totale 18% ▪ 82% rimarrà nel retail fisico 16% 4.878

Vendite online % su retail

14% 12% 10%

9% 1.845

1.548

Statista

18% 20%

21%

23% 25%

19% 2015

3.453

2.842

2.304

7%

4.135

2016

2017

2018

2019

2020

2021

Le motivazioni di acquisto cambiano con il grado di maturità digitale del paese Italia

Regno Unito

Elaborazioni Netcomm su dati PWC Total Retail

49%

48% 42% 37% 31%

33%

40%

Francia e Germania

30%

24% 24% 18%

Prezzo

Comodità

▪Italia

▪Francia

euro rispetto al 2017. Nel delineare le previsioni per il 2018 dell’e-commerce in Italia, Alessandro Perego, responsabile scientifico degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, ha sottolineato che la domanda e-commerce sarà trainata dai prodotti e in particolare da quei settori

▪Germania

15%

Assortimento

▪Regno Unito

ormai definiti storici che crescono con un ritmo più vicino alla media: informatica ed elettronica (+18%) con 4,6 miliardi di euro, abbigliamento (+21%) che passa da 2,4 miliardi nel 2017 a circa 3 miliardi nel 2018, editoria (+25%) con 1 miliardo di euro. I settori che da qualche anno vengono connotati come emergenti segnano,

invece, performance superiori: food & grocery (+34%) che passa da 830 milioni di euro nel 2017 a 1,1 miliardi, beauty (+29%) con quasi 430 milioni, arredamento e home living (+44%) a quota 1,26 miliardi, auto e ricambi (+26%) che sfiorano i 610 milioni. Lo sviluppo prosegue anche per quanto riguarda i servizi, seppur a ritmi meno sostenuti: sia il settore turismo e trasporti (9,7 miliardi di euro) che quello delle assicurazioni (oltre 1,3 miliardi di euro) crescono del 5 per cento. «Nel 2018 l’e-commerce cresce e incide ormai per il 6,5% sull’acquistato dagli italiani, dallo 0,7% dell’alimentare al 25% dell’informatica ed elettronica o al 32% di turismo e trasporti, ed è quindi un canale sempre più importante in sé e nella sua componente di interazione con gli altri canali “fisici” – ha dichiarato Alessandro Perego – La crescita del mercato corrisponde a un più maturo assetto dell’offerta, testimoniato dallo sviluppo online di alcuni settori “emergenti” come alimentare, giocattoli, automotive e arredamento nonché dal radicamento fisico nel nostro Paese di diversi operatori internazionali con strutture commerciali e logistiche. Rimane tuttavia la netta impressione che una parte importante delle imprese tradizionali non abbia ancora compreso la rilevanza della posta in gioco come dimostra il fatto che il 78% del mercato di prodotti è appannaggio di imprese nate per operare online, le Dot Com. La “logistica”, e in particolare la logistica ultimo miglio, emerge sempre più come un formidabile fattore critico di successo, con molta sperimentazione su modelli alternativi, e come un importante tema di complessiva sostenibilità dell’e-commerce, con oltre 230 milioni di consegne in Italia previste nel 2018, ossia quasi 1 milione di consegne al giorno».

Le ragioni dell’acquisto sul Web L’indagine condotta da Netcomm evidenzia inoltre come il contesto nazionale incida anche sulle motivazioni che spingono ad acquistare online. Mentre nel Regno Unito, dove l’e-commerce è consolidato, la ragione principale è la comodità (indicata dal 48% degli intervistati), e in paesi come Francia e Germania, in cui il commercio elettronico è in una fase di sviluppo intermedio, è l’assortimento (24% in entrambi i paesi), in Italia il 49% del campione guarda soprattutto ai prezzi ritenuti più convenienti. E in questo quadro la logistica gioca un ruolo fondamentale: per tre quarti dei consumatori qualità e ampiezza dei servizi di consegna e di gestione del reso sono cruciali nelle scelte di acquisto. I servizi attuali soddisfano la quasi totalità (98,2%) degli utenti, ma le sfide del futuro riguardano lo sviluppo dei servizi di prossimità, l’accrescimento della velocità di consegna, i servizi di gestione del Last Mile e il recapito attraverso droni e robot. Anche le fonti di ispirazione per gli acquisti online stanno cambiando e gli anticipatori di questa trasformazione in Italia sono i Millennial: un pubblico connotato da forte familiarità con la tecnologia e che utilizza dispositivi mobile per soddisfare le proprie esigenze, trovando spunti ispirazionali sui social network, webzine e app. A.P.

retail&food - luglio · agosto 2018

59


Neonata Ogni cammino inizia con il primo passo...

ÉGALITÉ

LA NOSTRA VALUTAZIONE COMPLESSIVA

MQ locale

137

MQ cucina

12

MQ laboratorio:

60

Scontrino medio

6/7€

Numero personale

14

Giorno di chiusura

domenica dalle 13 e lunedì tutto il giorno

Sito

https://www.egalitemilano.it/ Coraggiosa l’idea del nome che si presta a un continuo e sempre attuale storytelling ma che potrà essere difficilmente protetto; coerente e divertente la scelta iconica dell’immagine coordinata.

SVILUPPO POTENZIALE

I

l binomio prodotto e territorio è da sempre il luogo di ricerca e di espressione di tutti coloro che riconoscono l’importanza della filiera per poter costruire una proposta distintiva e di qualità. Quanto questo sia complicato lo sappiamo da italiani ogni qual volta incontriamo all’estero un locale che presenta aspetti del nostro Paese senza sprofondare nel peggiore stile folk, nella caricatura o percorrendo banali stereotipi. Égalité, di dichiarata ispirazione francese, si presenta ricco di valori, contenuti e prodotti nella ricerca di una proposta sofisticata e attrattiva; presenta una vera e propria esperienza di panetteria francese con tanto di forno a vista e montagne di sacchi di farina a sottolinearne la provenienza e il legame. Premiante la scelta di presentare lo spirito delle boulangerie come idea portante, si possono degustare nel locale o a casa Côté Sucré, pain aux raisins, chausson aux pommes, brioche e pain au chocolat, éclair, tarte tatin, gateau e tanto altro presentato in un imponente bancone e un curato menù; il tutto a un prezzo accessibile. Molti sono oggi i tentativi di creare concept attorno al pane completando l’offerta con la caffetteria e magari il bistrot per colazione, per una pausa pranzo gourmand o l’aperitivo, difficile trovare un luogo che possa realmente coinvolgere tutti i sensi. 60

retail&food - luglio · agosto 2018

Nato da un incontro magico tra italiani e francesi questa unione si percepisce anche nel diverso modo e approccio all’ospite del personale; al fine dello sviluppo e di un ancor maggiore coinvolgimento del cliente la formazione del personale oltre al prodotto andrà orientata anche sullo stile e sul modo di porsi verso l’ospite, curandone e certificandone anche il linguaggio. Riteniamo che il forno centrale debba essere “ammortizzato e valorizzato” sia in termini economici che di saturazione della capacità produttiva con un piano di lavoro e crescita che vada a “fornire” il pane e i dolci brandizzati a punti vendita esterni non necessariamente diretti e controllati. Moltissimi sono infatti i ristoranti e hotel che al tavolo portano un pane rigenerato, non fresco, di scarsissima qualità e indubbia provenienza. Garante del luogo, il maestro boulanger francese, Thierry Loy, trasferitosi per l’occasione dalla sua boulangerie ricavata in un ameno paesino alpino d’oltralpe, e divenuta un’attrazione per i turisti. Omar Antonio Cescut Segnala la tua Neonata a: omar@desita.it www.desita.it


Fornisci la giusta impressione

Rendiamo più facile impressionare i tuoi clienti quando si siedono al tuo tavolo. I tovaglioli Tork LinStyle® sono la dimostrazione di quanto tieni alla cura e all’immagine con cui presentare le tue pietanze, grazie ad un prodotto che associa la qualità e la sensazione al tatto del lino alla praticità di un prodotto monouso. E da oggi, grazie a 4 nuove tinte, puoi utilizzare l’ampia gamma di colori per creare semplicemente la giusta atmosfera. Un modo efficace per facilitare la creazione dell’esperienza perfetta. www.tork.it +39 0331 443896 tork.info@essity.com




r&f NewsTech&arredo

Mywebcatering digitalizza l’Ho.Re.Ca.

D

igitalizzare gli approvvigionamenti e rendere efficace il ciclo ordine nel mondo Ho.Re.Ca è la missione del nuovo marketplace Mywebcatering. Il progetto bolognese, lanciato da quattro professionisti del settore a metà giugno, si inserisce all’interno dell’evoluzione del service 4.0 per le aziende della ristorazione e dell’hospitality. In sostanza, Mywebcatering è una piattaforma web (realizzata in collaborazione con Nexus) che conta 167 fornitori e oltre 274 attività iscritte. Ma come funziona? Alle aziende fornitrici (che si possono accreditare in modo gratuito) viene richiesto un corrispettivo per i servizi offerti che varia dall’1 al 3% del valore della fattura solo in caso di ordine concluso. Dopo l’iscrizione, ogni operatore Ho.Re.Ca. può visualizzare il catalogo prodotti di tutti i fornitori divisi per categoria merceologica oppure cercare il fornitore di riferimento per nome. I prodotti sono subito visualizzabili, confrontabili grazie a schede prodotto dettagliate e ordinabili direttamente dalla piattaforma. Dall’altra parte il fornitore può confermare o meno gli ordini che riceve dai clienti e gestirli in autonomia. Fra i vantaggi, l’eliminazione dei listini cartacei, la praticità dell’ordinazione e della gestione via web, l’ingresso nel mercato digitale senza sostenere costi in infrastrutture.

Con Ingenico e Nexi il PIN non serve più

Alla macchinetta si paga con il bancomat

P

in-on-Mobile è il nuovo progetto pilota di Ingenico Group, multinazionale specializzata nei pagamenti elettronici, e Nexi, azienda italiana attiva nei servizi di pagamento digitali, che sarà avviato sul territorio italiano il prossimo settembre (coinvolgendo circa mille esercenti). PIN-on-Mobile è una soluzione progettata per sfruttare la crescente diffusione dei dispositivi mobile nell’accettazione dei pagamenti con carta e ha l’obiettivo di soddisfare le esigenze dei micro-merchant. Conosciuta anche come PIN-on-Glass (PoG) o PIN-on-COTS (Commercial Off The Shelf), consente la gestione sicura dei pagamenti su un qualsiasi dispositivo mobile di mercato. In sostanza, sarà possibile digitare il PIN della carta direttamente sullo schermo del dispositivo del merchant (smartphone o tablet), anche se questo non è certificato PCIPTS. Le transazioni autorizzate con questo metodo sono considerate come card present. Questa soluzione permette agli esercenti di accettare pagamenti con un basso investimento iniziale e utilizzando una tecnologia familiare ai consumatori. Essendo, inoltre, una soluzione “pay-per-use”, non vi è alcun impegno a lungo termine e l’accesso al servizio è molto semplice.

A

l fine di offrire ai propri clienti soluzioni sempre più sicure e in linea con i nuovi metodi di pagamento, Microhard e Verifone hanno stretto una collaborazione per integrare gli innovativi moduli di pagamento della linea UX Unattended di Verifone all’interno delle vending machine Microhard. Sviluppata per le postazione di pagamento self service, la linea UX è predisposta per l’accettazione di qualsiasi forma di pagamento prevista dai distributori automatici interni ed esterni al perimetro aziendale, quali i distributori per il food&beverage, parcheggi pubblici e autolavaggi. La soluzione realizzata rende il sistema molto più “smart”, con considerevole risparmio di tempo e una maggiore efficacia negli interventi tecnici. In questo senso, un chiaro esempio è l’implementazione del lettore Verifone UX410 che, attraverso una semplice modifica alla struttura della vending machine e grazie alla tecnologia plug’n’play del modulo contactless sviluppato da Verifone, riesce ad aggiornare gli apparati già installati per aprire ai commercianti nuove opportunità di vendita.

Ecco Bay, la cucina monoblocco

P

resentata all’ultimo Salone del mobile di Milano, Bay è la creazione del designer Iosa Ghini per Laboratorio Mattoni: una cucina outdoor monoblocco, capace di coniugare stile, innovazione tecnologica e qualità artigianale. Contemporanea e tecnologia, Bay contiene un top di lavoro in legno teak che crea un tavolo elegante e dedicato al momento conviviale del pranzo. «Ho disegnato per Laboratorio Mattoni un mondo compatto, essenziale, a doppia funzione di cucina e grande tavolo per esterni a forma puntuale e usufruibile da tutti i lati. Il top realizzato in materiale waterproff si apre lasciando utilizzabili le funzioni cottura, taglio e lavaggio diventando un meraviglioso tavolo per almeno otto posti», ha specificato Ghini.

64

retail&food - luglio · agosto 2018


Stazioni di servizio la nuova frontiera per Mobysign

S

i allargano le collaborazioni di Mobysign, azienda che opera in Italia e nel Regno Unito nel campo della fatturazione elettronica. Attualmente già integrate a diversi sistemi di cassa e piattaforme e-commerce come Ncr e Magento, dal primo luglio le soluzioni Mobysign saranno introdotte nelle aree di servizio per il pagamento del carburante. In sintesi, Mobysign consente di automatizzare l’invio dei dati di fatturazione all’esercente e la gestione realtime della comunicazione con il Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle entrate. Il tutto rendendo facile e userfriendly il rapporto con il cliente grazie all’interazione via app gratuita con i dispositivi mobile evitando il ricorso a PIN, codici e chiavette. Il risultato? Tempi delle operazioni ridotti a pochi secondi e un partner commerciale che si occupa delle comunicazioni fra i diversi attori della transazione.

Toshiba lancia l’appello per i responsabili IT

I

l ruolo dei responsabili IT sta diventando sempre più difficile, poiché devono affrontare il rapido cambiamento tecnologico e, al contempo, guidare la digitalizzazione all’interno della propria azienda. Parte da questa consapevolezza l’ultimo report della multinazionale giapponese Toshiba relativo al futuro del settore. Aggregando diversi studi sul tema, Toshiba ha messo in luce come il 76% dei responsabili IT europei si aspetti un aumento del budget a disposizione nei prossimi 12 mesi. E gli investimenti andranno a sostenere lo sviluppo delle aree già monitorato dagli ultimi report: sicurezza dei dati, soluzioni cloud-based e produttività. In particolare, secondo i dati raccolti, un’azienda su cinque sta già utilizzando soluzione IoT o M2M (machine to machine) evidenziando il fatto che le funzionalità di queste soluzioni permettono di cambiare le regole del gioco e non devono quindi essere trascurate. «Tuttavia non esiste un approccio uguale per tutti per ottenere una forza lavoro completamente produttiva e protetta. Le aziende devono essere costantemente attente alle nuove minacce e alle sfide così come aperte all’adozione di tecnologie che possono contribuire a superare le diverse problematiche», ha commentato Massimo Arioli, head of B2B sales&marketing di Toshiba.

retail&food - luglio · agosto 2018

65


r&f International E-COMMERCE USA PRIMO PASSO VERSO LA WEB TAX Con l’annullamento di una propria sentenza datata 1992, la massima autorità della giustizia Usa ha assestato un duro colpo alle imprese dell’e-commerce; su tutte, Amazon ed eBay. La sentenza (arrivata il 21 giugno dopo una votazione per 5 a 4), infatti, cancella il precedente verdetto che impediva ai singoli stati della federazione di imporre ai commercianti di raccogliere le imposte locali salvo che in presenza di una sede fisica dell’attività entro i confini statali. Una restrizione che costa ogni anno circa 34 miliardi all’erario statunitense. Sebbene le implicazioni pratiche siano ancora tutte da capire, c’è già chi esulta. National Retail Federation (Nrf) ha commentato la decisione descrivendola come una “grande vittoria” che mette sullo stesso piano commercio fisico e digitale. Meno entusiasti i piccoli operatori dell’e-commerce per cui l’operazione di raccolta delle tasse porterebbe a una perdita concorrenziale in termini di prezzo al cliente.

HOUSE OF FRASER, ECCO IL PREZZO DEL SALVATAGGIO Lo scorso 22 giugno i creditori della catena di department store britannica House of Fraser hanno sottoscritto le condizioni per la sopravvivenza del marchio: chiusura di 31 punti vendita sui 59 totali e 2.000 posti di lavoro a rischio (più altri 4.000 se si considerano quelli impegnati nei brand partner). I tagli, già annunciati a inizio giugno attraverso un Company Voluntary Arrangement, rappresentano l’unica strada possibile – ma non quella definitiva – per accedere ai finanziamenti stanziati dai cinesi di C.banner che a maggio avevano preso il controllo delle quote di maggioranza (51%) di House of Fraser. La catena, con una storia commerciale lunga 169 anni, era già passata in mani cinesi nel 2014 quando Nanjing Cenbest aveva pagato 480 milioni di sterline per l’89% della società. La palla ora passa ai landlord: hanno 28 giorni per impugnare il Cva. Un’azione che porterebbe House of Fraser al fallimento.

66

retail&food - luglio · agosto 2018

duty free world

by Kevin Rozario - London

Changing Chinese shoppers Gli aquirenti cinesi cambiano European tourism magnets like London, Paris, Milan and Florence are well aware of the Chinese contribution to their economies. Despite the growing issue of over-tourism – which has its own well-used hashtag on twitter (#overtourism) – retailers at both airports and downtown benefit handsomely from Chinese shoppers. In less than 20 years, China has become the world’s biggest outbound market with annual overseas visits hitting 145 million last year. UN World Tourism Organization figures show the Chinese are even bigger spenders when they travel: US$258 billion in 2017 which is almost double the Americans (the next biggest travellers) who spent US$136 billion. However, how they spend is changing. According to the 2018 Chinese Shopper Tracker study from duty free analyst, Counter Intelligence Retail, price is a less critical driver than in the past. Price was the top concern last year but it has now slipped to third place as a purchase driver. Garry Stasiulevicuis, President of CiR, comments: “Pricing as a driver seems to have dropped back substantially in duty free, while quality has come to the fore. The change could reflect improved shopper confidence due to the sustained strength of GDP growth in China translating to higher spending power.” It may also reflect the stronger spending now seen in China’s domestic market where there has been a bounce in personal care, jewellery, cosmetics, and apparel sales in the first quarter. Authenticity remains a priority however. It is cited as a key purchase driver due to a widespread fear of buying a fake. This is why, in fashion capitals like Paris and Milan, Chinese shoppers often head directly to flagship branded boutiques. A controlled channel like duty free also offers the security of buying the genuine article. Meanwhile, souvenir hunting saw a fall in demand. In the CiR March survey only 18% wanted a memento (down from 25% in 2017).This is likely due to diversification of Chinese priorities – they increasingly go on adventure holidays, eco-trips, or to secondary cities. These more mature and sophisticated travellers tend to buy fewer traditional souvenirs.

I maggiori centri turistici europei come Londra, Parigi, Milano e Firenze sono ben consapevoli del contributo cinese alle loro economie. Nonostante il crescente problema dell’over-tourism – che ha dato vita all’omonimo hashtag su Twitter (#overtourism) – i retailer aeroportuali e cittadini hanno grandi benefici dai consumatori cinesi. In meno di 20 anni, la Cina è diventata il più grande mercato in uscita al mondo, tanto che lo scorso anno sono stati 145 milioni i viaggiatori che sono andati all’estero. I dati dell’Organizzazione mondiale del Turismo (UNWTO) mostrano, inoltre, che i cinesi spendono di più quando viaggiano: 258 miliardi di dollari nel 2017, circa il doppio degli americani (i viaggiatori che si avvicinano di più) che hanno speso 136 miliardi di dollari. Ma il modo in cui i cinesi spendono sta cambiando. Secondo il report “Chinese Shopper Tracker” del 2018, realizzato dal centro studi duty free Counter Intelligence Retail (CiR), il prezzo è un driver meno influente che in passato. Fino allo scorso anno, il prezzo era un fattore decisivo ma ora è scivolato al terzo posto nella classifica delle motivazioni di spesa. Garry Stasiulevicuis, presidente di CiR, ha commentato: «Il prezzo come driver sembra aver sostanzialmente perso delle posizioni nel settore duty free, mentre la qualità si è portata in primo piano. Il cambiamento può riflettere una maggiore sicurezza degli acquirenti dovuta alla forte crescita del Pil cinese che si traduce in un potere di spesa maggiore». Questo cambiamento può anche riflettere l’aumento di spesa rilevato nel mercato domestico cinese dove, nel primo quarto del 2018, c’è stata un’impennata nei settori della cura della persona, della gioielleria, della cosmetica e dell’abbigliamento. L’autenticità rimane in ogni caso una priorità. Rappresenta un fattore chiave al momento dell’acquisto a causa del timore diffuso, in patria, di comprare un prodotto contraffatto. Per questo motivo, una volta arrivati nelle capitali della moda come Parigi e Milano, i clienti cinesi si dirigono direttamente alle flagship boutique dei vari marchi. Parallelamente, la caccia al souvenir ha visto una riduzione dal lato della domanda. Nel report CiR di marzo, solo il 18% degli intervistati voleva un ricordino (erano il 25% nel 2017). Ciò è dovuto, molto probabilmente, alla diversificazione delle priorità dei cinesi – preferiscono le vacanze avventura, le gite eco o le città secondarie. E questi viaggiatori più maturi e sofisticati tendono a comprare meno souvenir.


Pret A Manger al fondo della famiglia Reimann

L’Oreal e Casino, alleanza per il retail

P

A

er un investimento complessivo di due miliardi di dollari, pari a oltre 1,5 miliardi di sterline, la catena britannica di fast food e coffee shop Pret A Manger è stata rilevata dalla società di investimento JAB Holdings. L’operazione, voluta dalla famiglia Reimann cui fa capo il fondo, si inserisce in una strategia di rafforzamento nel settore del caffè e del food&beverage attraverso numerose acquisizioni portate avanti su scala globale. Pret A Manger, fondata a Londra nel 1986, è presente non solo nel Regno Unito ma anche negli Stati Uniti, a Hong Kong, in Cina e a Dubai; possiede più di 500 negozi, di cui 50 aperti nell’ultimo anno, e nel 2017 ha generato ricavi per 879 milioni di sterline. La transazione ha interessato sia le quote di maggioranza detenute dalla società di private equity inglese Bridgepoint che aveva rilevato Pret A Manger dieci anni fa per 364 milioni di sterline sia quelle ancora in mano ai fondatori Julian Metcalfe e Sinclair Beecham.

ccordo raggiunto fra le due società francesi L’Oreal (azienda che produce articoli per la cura della persona e la cosmetica) e Casino (brand specializzato nella grande distribuzione). L’obiettivo della partnership è quello di sviluppare un nuovo format di concept store (denominato le drugstore parisien). Le prime due aperture sono attese per la fine di giugno all’interno di altrettanti punti vendita Franprix nella zona del nono arondissement. Il format sarà completamente dedicato alla bellezza e al benessere e, nelle intenzioni delle due aziende, punta a far fronte alla concorrenza delle vendite online. Per farlo, si baserà su un’offerta che prevede una grande varietà di prodotti L’Oreal e una serie di servizi che vanno dal parrucchiere al lustrascarpe, passando per l’installazione di postazioni recharge e l’implementazione del wifi. Tutto a disposizioni dei clienti con orari flessibili e prolungati. Un format che, secondo le indiscrezioni, potrebbe essere esportato all’estero se i risultati delle prime aperture saranno soddisfacenti.

retail&food - luglio · agosto 2018

67


r&f Vetrina Arancia, carota e zenzero sapori di Vipiteno Nuovi gusti per lo yogurt Vipiteno: latte magro con fermenti lattici vivi, al gusto di arancia, carota, zenzero. La confezione da due coppette da 125g fa parte della famiglia “0,1% grassi”. Con il latte dei soci, che viene elaborato con cura e tanta esperienza, Vipiteno ha creato un gusto spettacolare e incantevole. L’arancia, le carote e lo zenzero sono frutti e verdure con tanti benefici. In combinazione con il classico cremoso e gradevole yogurt, Vipiteno ha realizzato una novità da assaporare specialmente d’estate.

Oleificio Zucchi per l’Europa L’Unione (europea) fa il blend. Dagli uliveti più pregiati di Italia, Spagna e Grecia nasce il nuovo Olio EVO dell’Unione Europea prodotto da Oleificio Zucchi. Un prodotto che si presenta come un vero e proprio viaggio nel gusto e nella tradizione a partire da una filiera sostenibile. A certificarne la qualità, un “passaporto” che garantisce trasparenza, rispetto per l’ambiente, salubrità e gusto. Caratteristiche che si fondono in un blend esclusivo e delicato.

Kimbo, nuovi blend in capsule Nuova offerta in capsule per Kimbo: Limited edition, Prestige, Gran Gourmet e Decaffeinato. I blend si presentano nel classico formato da un caffè e nell’innovativo porzionato doppio che, abbinato alle macchine per espresso da uno e due gruppi, consente di preparare e servire fino a quattro caffè contemporaneamente. Una proposta ideale per ristoranti, bar, hotel, discoteche e locali cittadini, privi di un barman adeguatamente formato nella preparazione ottimale di caffè e cappuccini e dove il numero ridotto di consumazioni non sempre garantisce una resa perfetta.

San Carlo a misura di vending In occasione di Venditalia 2018, evento dedicato alla distribuzione automatica, San Carlo ha presentato i nuovi formati per il canale vending della gamma 1936 Antica Ricetta, San Carlo Light, Wacko’s, Dixie e Rodeo. Quest’ultimi tre marchi, in particolare, hanno subito un recente restyling. Wacko’s con i conetti al gusto barbeque e i balcs al gusto ketchup si rivolgono prevalentemente al pubblico dei teenager; mentre Dixie e Rodeo rilanciano slogan rinnovati e caratteristiche alimentari che li rendono due prodotti senza glutine e ricchi di fibre.

Birra Morena etichetta d’oro Otto medaglie d’oro per Birra Morena che ha conseguito altrettanti successi in diversi concorsi specialistici in giro per il mondo, dagli Stati Uniti all’Australia. Sugli scudi la Celtica Scoth Ale (premiata a San Diego, patria delle craft beer); la Gran Riserva Lucana, la Celtica Sweet Stout e la Lucana Bianca (riconosciute da una giuria australiana come massima espressione del made in Italy); la Celtica Super, la Lucana Bio, la Ipa Ale e l’Unica (che hanno primeggiato in California).

Pasta Armando: tutta italiana e sostenibile La pasta Armando è pronta a conquistare il palato degli italiani. Con 42 formati e un prodotto 100% made in Italy realizzato da De Matteis Agroalimentare Spa, tutta la gamma è realizzata con trafile in bronzo ed esposta a un processo di essiccatura lenta e controllata. Oltre alla classica linea di semola di grano duro, si aggiunge quella delle paste “funzionali”, ovvero: integrale biologica con aggiunta di avena, farro integrale, glutenfree e ai legumi. La pasta (confezionata in un packaging in materiale riciclabile) è il frutto di un progetto industriale e di filiera chiamato “Patto Armando” che, dal 2011, la De Matteis stringe ogni anno con numerose imprese agricole italiane che si impegnano a seminare le varietà di grano duro concordate con il pastificio e a coltivarle nel rispetto di un rigoroso disciplinare.

68

retail&food - luglio · agosto 2018



[La foto[

XIAOMI – IL CENTRO

Dopo il proclama dell’ingresso in Italia a Mapic Italy, il colosso cinese dell’high tech è sbarcato nel principale centro commerciale sulla piazza milanese. E a stretto giro, con tanto di annuncio sulla pagina social ufficiale, l’apertura a fine giugno nella Capitale. 70

retail&food - luglio · agosto· 2018


...Il sandwich che vuoi tu, con qualcosa in piu! Kebab

Pastrami Tonnato Un assortimento in grado di soddisfare una clientela internazionale, abbracciando profumi e sapori da tutto il mondo. Prodotti certificati Halal.

Scegli tra oltre 400 referenze. Tel. 02.90111360 - mail: info@aduea.com

illaboratoriodelgusto.it


r&f La pulce nell’orecchio

di Simone Filippetti @filippettinews

Aspettando Starbucks E

n attendant Starbucks, Alfio Bardolla se la gode. Immaginatevi di aver lanciato una catena di caffè che è una copia spudorata degli americani del Frappuccino; immaginatevi che in assenza dell’originale (Starbucks per decenni si era autoimposta di non entrare nel paese da dove ha a sua volta “rubato” l’idea), la copia si prenda la nicchia di mercato e la fetta di clientela “orfana”; e infine immaginate che l’originale che potrebbe assestare un duro colpo continui a posticipare il proprio arrivo. Lo sbarco in Italia del colosso del caffè, che fino a pochi anni fa sarebbe stato considerato un’eresia, tarda. Se ne parla da almeno il 2015 dell’arrivo del gruppo di Seattle a Milano, con continui annunci di inaugurazioni finora sempre posticipate (qualcuno ricorda la famosa polemica delle palme in Piazza Duomo che avrebbero dovuto anticipare l’apertura?). Ma l’attesa inaugurazione ora avrebbe finalmente una data certa: settembre o comunque l’autunno. Si vedrà. Nel frattempo gongola Arnold Coffe, lo Starbucks italiano: catena milanesissima ispirata al concept ed estetica del colosso ameAlfio Bardolla ricano del caffè. Dietro c’è 72

retail&food - luglio · agosto 2018

il vulcanico Bardolla, imprenditore-manager-motivatore, che ha dimostrato un fiuto eccezionale nel cavalcare l’onda del Frappuccino e occupare il posto vuoto dell’azienda americana. E per ora, ancora si gode il primato, capitalizzando il ritardo degli americani. Ma la pacchia rischia di finire (copyright Salvini) per Bardolla, personaggio noto a chi bazzica il mondo della finanza (autore di libri sugli investimenti fai-date e trainer): partito nel 2009, Arnold conta 4 locali a Milano, 2 a Firenze e 1 a Roma, nella centralissima zona del Pantheon, per un giro d’affari di 2,2 milioni di euro (dati al 2015 che nel frattempo saranno saliti anche solo per l’effetto delle nuove aperture di Milano e Roma del 2016). Il caffè di Arnold aveva però piani più ambiziosi: nel business plan 2015-2018 annunciava una serie infinita di aperture da Bergamo a Siena, da Bologna a Pisa. Dal 2013 al 2016, si promettevano ben 23 opening, con un investimento di quasi 8 milioni. Solo una manciata è stata effettivamente fatta. Bardolla è forse l’unico vero erede di Virgilio Degiovanni, il fondatore di Millionaire, il manager

trascinatore che ai tempi d’oro riempiva interi palazzetti come un vero santone, con tanto di cassette audio da ascoltare anche in auto, in coda, al semaforo. Anche Bardolla, che si autodefinisce financial coach, riesce ad attrarre folle alle sue convention dove spiega come diventare ricco e liberarsi dal giogo del misero lavoro da impiegato. A Parma tempo fa ha toccato il picco: duemila partecipanti, tutti con regolare biglietto. Stoffa ne devi avere per riunire persone in un posto ad ascoltarti e farti pagare. Tanto che la sua attività di “consulente” l’ha pure portata in Borsa, esattamente un anno fa. In effetti il giro d’affari è cresciuto in maniera significativa dai 3,79 milioni del 2015 ai 6,44 milioni dello scorso anno. Ma è altrettanto vero che la ABTG, Alfio Bardolla Training Group, ha alti e bassi: l’ultima riga di bilancio nel 2016 era in rosso (per 310mila euro) anche a causa di una vendita immobiliare, costata una perdita di 806mila euro. Meglio sembrano andare le cose nella prima parte di quest’anno con il fatturato salito da 2,97 a 4,21 milioni e il ritorno all’utile. Ma il titolo, infiammatosi in Borsa dai 4 a 9 euro subito dopo la quotazione su AIM, si è subito risgonfiato: ora a quota 4,7 euro. Bardolla e il suo caffè sono al classico punto di svolta: o fanno il salto definitivo o rischiano di essere travolti dall’arrivo del gigante americano (quando arriverà). t


retail&food

TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

PRENOTA UNO SPAZIO PUBBLICITARIO In occasione di

MAPIC - THE INTERNATIONAL RETAIL PROPERTY MARKET 14-16 Novembre 2018 - Palais des Festivals, Cannes, France

retail&food propone un’esclusiva vetrina

ai landlords, ai brand e ai fornitori Speciale Mapic Cannes 2018 nel numero di novembre di retail&food. Extratiratura e distribuzione in fiera. ATE R D R I B NE TAZIO O EARLY N E R NP 2018

CO EMBRE T T E S 30 ENTRO

Visibilità del logo con link al sito aziendale in una newsletter promozionale inviata a più di 8.000 contatti mirati quindici giorni prima della fiera

DOPPIA PAGINA • PUBBLICITÀ TABELLARE o PUBBLIREDAZIONALE con pdf fornito dal cliente • PUBBLICITÀ TABELLARE (pagina destra) e PUBBLIREDAZIONALE (pagina sinistra) a cura della redazione • PUBBLIREDAZIONALE su doppia pagina a cura della redazione

per info e prenotazioni: Roberta Motta - Sales Account tel. 023451230.226 - roberta.motta@edifis.it

RETAIL&FOOD È MEDIA PARTNER DI MAPIC 2018


L’essenza di un progetto vincente. The essence of a successful project. Con più di 25 anni di esperienza e oltre 75 strutture commerciali realizzate, per una superficie superiore a 1.000.000 mq, CDS Holding oggi è uno dei Gruppi leader nel Retail Real Estate e collabora con le più importanti realtà del settore in tre principali aree: costruzioni, sviluppo e investimenti.

AURA VALLE AURELIA, ROMA Multipurpose shopping mall GLA: 20,000 m² Opening: April, 2018 ADIGEO, VERONA Shopping mall GLA: 50,000 m² Opened: March, 2017

With over 25 years’ experience, a construction portfolio of more than 75 retail structures and a surface area of over 1,000,000 m², today CDS Holding is a leading Retail Real Estate group that works together with major sector enterprises in three main areas: construction, development and investment.

www.cds-group.com

MODENA | ROMA | MILANO | VICENZA | BOLOGNA


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.