retail&food
TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL
Anno 13 • Numero 9 • SETTEMBRE 2018 • € 5,00
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Outlet village
formula vincente non cambia McArthurGlen le best practice di Serravalle e Vancouver Airport
Scalo Milano
il nuovo corso Retail Park Serravalle
Star Trek
Panini Durini
Dossier Aeroporti Amsterdam
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2018
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la passione
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retail&food
TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL
Anno 13 · numero 9 · settembre 2018
Anno 13 • Numero 9 • SETTEMBRE 2018 • € 5,00
Direttore responsabile Andrea Aiello Coordinamento editoriale Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it In redazione Nicola Grolla - nicola.grolla@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Outlet village
formula vincente non cambia McArthurGlen le best practice di Serravalle e Vancouver Airport
Scalo Milano il nuovo corso Retail Park Serravalle
Star Trek
Panini Durini
Dossier Aeroporti Amsterdam
Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Alessandro Barzaghi, Fabio Bernardini, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, David Montorsi, Roberta Motta, Lucio Orsini, Marco Passoni, James Ross, Vincenzo Russo Impaginazione Mariella Salvi Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Pubblicità dircom@edifis.it Traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it
INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&FOOD retail&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre r&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 9.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 181.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communities di riferimento.
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ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE
SOMMARIO
n° 9 settembre 2018 R&F NEWS
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R&F NEWS OPENING
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PAROLA DI... JOAN JOVE
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McArthurGlen: dieci mercati presidiati entro il 2019 CASE HISTORY FOC
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I primi 10 anni di Mondovicino Outlet Village
Inaugurato il 15 aprile 2008 all’interno del parco commerciale Mondovicino, a sua volta avviato nel 2007 a fronte di un investimento complessivo di 180 milioni di euro, Mondovicino Outlet Village conta attualmente novanta boutique e oltre 2 milioni di visitatori l’anno. All’orizzonte, un significativo ampliamento L’INTERVISTA
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Il nuovo corso di Scalo Milano
Con la nomina di Davide Lardera ad amministratore delegato, il village di Locate Triulzi (MI) si è riposizionato su un’offerta e un messaggio più comprensibili al pubblico, inserendo nel claim la denominazione outlet. E i numeri sia di footfall che di fatturato non hanno tardato ad arrivare OSSERVATORIO PREZZI
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Outlet al tempo dei saldi STAR TREK FOOD
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Destinazione Panini Durini DOSSIER SHOPPING MALL 32
WORLD TRAVEL RETAIL 48
Serravalle Retail Park a vocazione food
SCIENZE & RETAIL 50
Dopo il cambio di proprietà con l’acquisizione di Aedes nel maggio 2017, il Serravalle Retail Park ha inaugurato la terza fase per una superficie aggiuntiva di 12mila mq di Gla, che porta il totale a oltre 40mila mq e il numero di negozi a quota 36. Protagonista, con una piazza dedicata, la ristorazione LE MAPPE DEL RETAIL
Al Sud l’amore per gli accessori
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Dall’economia comportamentale al neuroselling FOCUS E-COMMERCE
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Commercio online, fra hype e realtà spunta il lifestyle
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Una questione di pelle
Secondo gli ultimi dati diffusi da Netcomm e Polimi, l’ecommerce copre solo il 5,7% del totale degli acquisti retail degli italiani, ma continua a crescere. Soprattutto nel segmento abbigliamento, beauty, design: 9% di incremento medio annuo a livello globale per un fatturato di 6,4 miliardi di euro nei prossimi 5 anni. Che fine fanno i negozi fisici? PIATTAFORMA E-COMMERCE
ANALISI DI MERCATO
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Flash sales, l’evento che ha cambiato l’e-shopping
I casi vente-privee e Privalia dimostrano che le piattaforme e-commerce possono essere un alleato dei brand nella transizione al mercato digitale. Promozioni mirate, accessibilità mobile e Big Data spingono l’acquisto d’impulso a 3,3 miliardi di fatturato DOSSIER AEROPORTI 43 Amsterdam Schiphol, lounge come diamanti
Lo scalo olandese, il terzo in Europa, continua a crescere grazie a un’offerta che punta sull’equilibrio di marchi internazionali e servizi di prima classe (con tanto di opere d’arte dal valore inestimabile). In attesa del 2023, quando sarà pronto il nuovo terminal da 313 milioni di euro
Nel mese di Mipel, la fiera dedicata alla pelletteria italiana, i dati del settore tracciano una situazione in chiaroscuro: giù i consumi interni, su le esportazioni. Soprattutto quelle di qualità. L’unica cosa che conta per conquistare il mercato globale NEONATA
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La Tartara in versione fast food NEWS TECH & ARREDO INTERNATIONAL LA VETRINA LA FOTO
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LA PULCE NELL’ORECCHIO
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Mosaicoon, game over
RUBRICHE STOCK OPTION
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NEW MARKETS OUTLOOK
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LA RUBRICA LEGALE
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DUTY FREE WORLD
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retail&food - settembre 2018 3
r&f News
INVESTINDUSTRIAL E ASTRACO, IL FOOD PIACE ALLA FINANZA
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on l’obiettivo di supportarne un’ulteriore crescita a livello nazionale e di favorirne l’espansione a livello internazionale, la società di investimento Investindustrial Growth ha rilevato il 70% di Dispensa Emilia, azienda attiva nel segmento della ristorazione fast casual in Italia. Fondata nel 2004 a Modena, Dispensa Emilia è presente nel Nord Italia con dieci punti vendita (per ricavi annui di circa 20 milioni di euro). Il modello di servizio coniuga la tradizione culinaria emiliana con un’offerta strutturata intorno al prodotto della tigella e un ottimo rapporto qualità-prezzo. Con questa acquisizione, invece, Investindustrial Growth realizza la sua prima operazione in Italia. Discorso simile anche per Astraco , società di advisory indipendente che ha organizzato l’ingresso di investitori privati in Pancioc, società attiva nella gestione della catena di lunch bar tavola fredda a marchio Panini Durini . Sul piatto, la quota di maggioranza di un business che nel 2018 prevede un fatturato di 11 milioni di euro e che, grazie ai nuovi capitali, punta ad aggiungere 20 nuovi punti vendita in Italia e all’estero nei prossimi tre anni.
REAL ESTATE: INVESTIMENTI IN CALO NEL PRIMO SEMESTRE
Il mercato immobiliare italiano ha chiuso il primo semestre del 2018 con un valore di investimenti pari a circa 3,3 miliardi di euro, in calo del 44% rispetto allo stesso periodo del 2017, anno che ha registrato il record delle transazioni con oltre 11,3 miliardi di euro considerando tutti i settori (a esclusione del residenziale). Sono questi i numeri dell’analisi condotta da CBRE che ha evidenziato la mancanza, per il mercato italiano, di deal corposi su singoli asset. I tre deal principali hanno riguardato esclusivamente i centri commerciali (Centro Sicilia, Molfetta Shopping Centre e il portafoglio di ECP), mentre per quanto riguarda gli uffici solo un’operazione ha superato quota 100 milioni di euro. Nel merito dei vari comparti, è il retail ad aver registrato la maggior quota di investimenti con 957 milioni di euro, seguito dagli uffici (935 milioni), dagli hotel (428 milioni) e dalla logistica (406 milioni). I quattro settori hanno tuttavia registrato un calo rispettivamente del 19%, del 53%, del 22% e del 51% rispetto allo stesso periodo del 2017. «Gli investitori internazionali – dichiara Alessandro Mazzanti, ceo di CBRE Italia – rappresentano ancora il motore delle transazioni sul mercato italiano dall’inizio di questo ciclo, con una quota di investimenti stabilmente superiore al 70% del totale».
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Stock option
BUY
NEUTRAL
SELL
Percassi
CBRE
Piazza Italia
Cigierre
Il fondo d’investimento BC Partners ha deciso di mettere sul mercato la sua controllata Cigierre. L’azienda friulana, conosciuta in Italia con la catena Old Wild West, a settembre sarà messa all’asta. In campo, per l’acquisto e il controllo di un giro d’affari da 330 milioni di euro, grandi private equity: da Permira a Carlyle.
Scivolano i ricavi di Desigual nei primi sei mesi dell’anno. L’azienda spagnola, quarto gruppo di moda nel Paese, ha chiuso il primo semestre con un fatturato pari a 323 milioni di euro, in calo del 14,5%. Il gruppo iberico, in un comunicato, ha attribuito la performance negativa a una “evoluzione del processo di ristrutturazione della sua rete distributiva”.
Kering
Coima
Burberry
Il gruppo Percassi ha sottoscritto un accordo con il fondo di private equity Peninsula che prevede l’entrata di quest’ultimo nel capitale di Kiko (33% delle quote) attraverso un aumento di capitale. Il costo dell’operazione si aggira intorno agli 80 milioni di euro che saranno utilizzati per finanziare il piano di sviluppo 2018-20 del famoso marchio di cosmesi. Il brand di abbigliamento per la famiglia Piazza Italia ha visto Unicredit inserirsi fra i propri investitori dopo che la banca ha sottoscritto un mini bond da 3 milioni di euro della durata di 6 anni. L’emissione sottoscritta da UniCredit punta a sostenere il percorso di crescita e sviluppo retail del brand in Italia e all’estero. Primo semestre chiuso a 6,4 miliardi di euro di ricavi (+34%) e oltre 2 miliardi di utile per Kering. A trainare i conti del gruppo francese del lusso ci pensa Gucci: ricavi saliti del 44% e utili in aumento del 62% grazie a un’ottima strategia digitale. Unico neo, Bottega Veneta in attesa di rilancio dopo il cambio del direttore creativo e la nomina del trentenne Daniel Lee.
Il team Retail investment properties di CBRE ha portato a termine la vendita, da parte di GWM, del centro commerciale “8 Gallery Shopping Centre” di Torino (23.400 metri quadri di Gla a cui nel 2019 se ne aggiungeranno altri 8mila) a una cordata composta da AXA IM-Real Assets e Pradera, per un valore pari a 105 milioni di euro.
Continua il protagonismo di Coima nelle operazioni di sviluppo immobiliare di Milano. L’ultimo acquisto è l’ex Scalo Farini: uno spazio di 60mila mq nei pressi di Porta Nuova (già co-sviluppata e gestita da Coima) di proprietà del fondo Olimpia Investment (Savillis Im Sgr). Su quest’area insistono già progetti di coliving, student housing e parchi verdi.
Groupon
Dopo 10 anni di attività indipendente, Groupon, la piattaforma di acquisti in promozione fondata nel 2008 a Chicago (che già aveva declinato un’offerta da 6 miliardi di dollari nel 2011 da parte di Google) cerca un acquirente per rilanciare il marchio. Il giro d’affari è sceso di 14 miliardi di dollari nel giro di 7 anni. Desigual
La casa di moda inglese Burberry ha fisicamente distrutto 32 milioni di euro di prodotti finiti invenduti. La pratica ha lasciato insoddisfatti numerosi investitori che avrebbero acquistato volentieri le eccedenze di magazzino. E non sarebbe nemmeno la prima volta che capita: nel 2016, il valore si era attestato a 18,8 milioni di sterline, nel 2017 ha raggiunto i 26,9 milioni.
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r&f News
TERRAZZA TERMINI, FOOD&BEVERAGE GOURMET CON VISTA SUI BINARI
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ompletata a fine giugno, inaugurata il 19 luglio, Terrazza Termini inizia ufficialmente la propria attività. Al primo piano, sopra i binari dell’omonima stazione dei treni di Roma, quasi 5mila mq di spazi retail sono pronti ad ospitare le 450mila persone che ogni giorno transitano dallo scalo ferroviario della capitale. Dietro al progetto, GS Retail (che da poco ha acquisito Retail Group) con un investimento di circa 6,4 milioni di euro a fronte di un costo totale di 32 milioni, cifra raggiunta grazie ai fondi stanziati dal Cipe. Parzialmente operativa già da qualche mese, con marchi come Ham Holy Burger, Fattorie Garofalo, Ciao, Eccellenze della Costiera, Freetto e Fresco Trattoria, da fine giugno si è arricchita di 8 nuova format: la pasta fresca di Bottega Portici, la cucina giapponese di Sushi Daily (che a Roma ha aperto il suo primo store con sedute), i panini e le focacce di Antica Focacceria San Francesco (store realizzato da Augusto Contract), la birreria BeerCode, le creazioni golose di Rinaldini Pastry, Natù con il suo menù healthy, Rustichelli&Mangione e, infine, Mancini la porchetteria di Ariccia. Insegne a disposizione sia dei viaggiatori che dei cittadini romani: «abbiamo la visione della stazione come punto di incontro in città, da realizzare con interventi mirati ad ampio respiro», ha detto la sindaca Virginia Raggi. Terrazza Termini, infatti, è raggiungibile dalla cosiddetta Galleria gommata, accessibile da via Giolitti, via Marsa-
la e Piazza dei Cinquecento. È collegata con gli spazi di stazione da otto ascensori, di cui quattro panoramici, quattro scale mobili e due gruppi di scale fisse che la collegano ai binari, alla metropolitana e alla Galleria gommata, da cui è possibile raggiungere direttamente le zone sosta di taxi e autobus. L’obiettivo alla base del progetto Terrazza Termini è creare una «vetrina del buon mangiare che rappresenta un viaggio nel gusto italiano e internazionale, una lounge dedicata al food e al confort dei passeggeri», come l’ha definita Alberto Baldan, ad di GS Retail. In tutta la stazione sono oltre 60 i locali dedicati al food, su oltre 13.000 mq, e nell’insieme coprono la fascia oraria dalle 5.00 del mattino alle 24.00, tutti i giorni dell’anno, garantiscono sempre il servizio per i frequentatori di stazione e per i viaggiatori e rappresentano un unicum per la città. Con le nuove aperture Roma Termini si attesta a 133 punti vendita che occupano oltre 2.000 addetti.
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ISTANBUL NEW AIRPORT
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l 21 giugno l’aereo presidenziale turco con a bordo il presidente Erdoğan è atterrato per la prima volta sul nuovo aeroporto di Istanbul, un momento storico che ha segnato il primo atterraggio di un aereo passeggeri. L’Istanbul New Airport, che verrà inaugurato e aperto al pubblico il prossimo 29 ottobre, sarà uno dei tre maggiori aeroporti al mondo con una capacità annuale iniziale di 90 milioni di passeggeri nella prima fase.
Ma, quando le quattro fasi della sua costruzione saranno completate, si prevede che il numero di passeggeri possa salire fino a 200 milioni. Continuando la secolare tradizione della Turchia come importante punto di collegamento tra l’est e l’ovest, Il nuovo hub ospiterà più di 100 compagnie aeree e sarà in grado di raggiungere più di 300 destinazioni (di cui più di 250 internazionali) con due piste parallele da 3.750 e 4.100 metri che pos-
Fig. 2: Istanbul New Airport, la torre di controllo a forma di tulipano Fig.1: Istanbul New Airport - mappa dei trasporti
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sono essere gestite indipendentemente l’una dall’altra. La Turchia, il cui traffico aereo è cresciuto mediamente più del 10% all’anno nell’ultimo decennio (record in tutta Europa), ha ospitato 87 milioni di passeggeri nel 2016. Il numero di visitatori stranieri arrivati in Turchia nel 2017 è stato di 32,4 milioni nel 2018 si prevede che essi aumenteranno a 40 milioni. Guardando ai servizi, il più grande terminal aeroportuale al mondo sotto lo stesso tetto si estende su un’area di 76,5 milioni di metri quadrati ed è collocato nella parte settentrionale della Città, facilmente connesso con il centro da cui è distante 35 km (Fig.1). Al suo interno, l’enorme Duty Free, che si estende su un’area di 55.000 mq, verrà gestito dagli operatori Heinemann e Unifree. Mentre sono 32.000 i mq destinati al Food&Beverage, la cui gestione è stata assegnata tramite gara all’operatore F&B TUM İÇTUR Kiralama Yönetim ve İşletim Hizmetleri A.Ş. Dal punto di vista architettonico, la torre di controllo del traffico aereo, disegnata da Pininfarina, è ispirata al tulipano, che è stato il simbolo di Istanbul per molti secoli ed è un importante riferimento culturale nella storia turca-islamica (Fig.2). Mentre lo stile architettonico del terminal riflette la ricchezza artistica delle moschee, dei bagni, delle cupole e di molte altre strutture storiche di Istanbul . Luca Esposito
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r&f News
LUCA MAGANUCO, NUOVO MANAGING DIRECTOR DI MULTI CEE
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n virtù della nuova nomina a managing director della regione CEE, con effetto dal 1° luglio Luca Maganuco è responsabile anche delle attività di Multi in Polonia, Slovacchia e Ucraina. Nella regione dell’Europa centrale e orientale, il portfolio di Multi attualmente comprende 13 centri commerciali, tra cui Forum Gdansk, il centro multifunzionale inaugurato il 16 maggio 2018. Luca Maganuco, già managing director di Multi Italy negli ultimi quattro anni, ha alle spalle un’esperienza decennale nella gestione e nello sviluppo di asset immobiliari e retail. Nel corso della sua carriera ha lavorato in numerose aziende internazionali, tra cui ING Real Estate e CBRE Global Investors. «Siamo estremamente soddisfatti della nomina di Luca Maganuco a managing director per la regione CEE, in quanto porterà molta esperienza e competenza, sia sul lato dello sviluppo immobiliare che su quello della gestione dei centri commerciali. Il mercato retail dell’Europa orientale è uno dei più dinamici e facendo leva sulla piattaforma paneuropea di Multi, ci aspettiamo che Luca e il suo team abbiano molte opportunità per migliorare e ampliare il nostro portfolio», ha dichiarato Josip Kardun, ceo di Multi Corporation.
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GLI AEROPORTI DI MILANO SBARCANO SU WECHAT
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n passo in più verso l’Oriente è quello che ha compiuto Sea Aeroporti di Milano con lo sbarco su WeChat, la piattaforma di messaggistica istantanea più diffusa in Cina, dove ha aperto il proprio account ufficiale. Per l’operazione, il gruppo che gestisce Malpensa e Linate si è affidato a Digital Retex, partner ufficiale di WeChat in Europa (e che nel 2017 ha gestito più di 70 clienti e realizzato molteplici campagne pubblicitarie). L’obiettivo è quello di intercettare il flusso di turisti cinesi in arrivo nel capoluogo lombardo e la loro capacità di spesa. Ogni anno, infatti, oltre mezzo milione di cittadini cinesi sbarcano negli aeroporti milanesi e scelgono le vie del quadrilatero della moda per fare acquisti e portare con sé le ultime tendenze internazionali. Milano, inoltre, si conferma capitale dello shopping italiano e fra le maggiori mete europee predilette dai turisti cinesi che qui realizzano il 39% della spesa totale nel Paese. A seguire Roma (17%), Firenze (9%) e Venezia (6%). «La scelta di Sea si colloca in un contesto di internazionalità e di sensibilità culturale verso una clientela attratta dal nostro paese: era quindi necessario presentarsi con un “biglietto da visita” per loro di facile comprensione», ha spiegato Fausto Caprini, ad di Retex.
La Rubrica Legale
A cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano
Il Decreto Dignità, un confronto con la normativa previgente
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l 2 luglio 2018 il Consiglio dei Ministri ha approvato il c.d. “Decreto Dignità”, attualmente ancora in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Nella versione ad oggi circolata per il tramite dei media e degli organi di stampa istituzionali, il Decreto Dignità interviene principalmente sulla disciplina del contratto a tempo determinato, di cui al D. Lgs. n. 81/2015, e sulla quantificazione delle sanzioni (i.e. indennità risarcitoria) in caso di licenziamento intimato a un lavoratore con contratto a tutele crescenti, di cui al D. Lgs. n. 23/2015. In particolare le modifiche di maggiore interesse riguardano gli articoli 19, 21, 28 e 34 del D .Lgs. n. 81/2015 e nell’art. 3 del D. Lgs. n. 23/2015.
Obbligo della causale Il Decreto Dignità fa un passo indietro rispetto al Job’s Act e re-introduce l’obbligo di ancorare il contratto a termine, a partire dal tredicesimo mese di utilizzazione del lavoratore, a causali specifiche e concrete, riconducibili a: • esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività per esigenze sostitutive di altri lavoratori; • esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria.
Sulla base dell’attuale testo, restano esclusi dal campo di applicazione delle novità, tra i tanti, i rapporti che fanno riferimento anche: • ai contratti a termine del personale con qualifica dirigenziale; • ai rapporti per l’esecuzione di speciali servizi di durata non superiore a tre giorni, nel settore del turismo e del commercio, nei casi individuati dalla contrattazione collettiva, fermo restando l’obbligo di comunicare l’instaurazione del rapporto di lavoro entro il giorno antecedente. Quanto ai profili di novità di interesse per le imprese, l’attenzione maggiore è, naturalmente, rivolta alla revisione della disciplina del contratto a tempo determinato che può essere sintetizzato come segue.
Proroga
Aumento dell’aliquota contributiva
Il decreto dignità dispone l’allungamento dei termini massimi per la proposizione del ricorso giudiziario avverso la corretta apposizione del termine, in particolare si passa dagli attuali 120 giorni a 180 giorni, decorrenti dalla data di cessazione del contratto.
Scatta in caso di rinnovo del contratto a termine successivamente alla prima scadenza del termine. La novella prevede un aggravio del contributo di cui all’art. 2, comma 28, L. n. 92/2012 (1,4% della retribuzione imponibile a fini previdenziali), pari a 0,5 punti percentuali per ciascun “rinnovo”, ossia per ciascuna successiva stipula di nuovi contratti a tempo determinato con il medesimo lavoratore.
Durata massima La durata massima complessiva del contratto a termine ad oggi quantificata dalla legge nella misura di 36 mesi, viene drasticamente ridimensionata e passa a 24 mesi;
Viene ridotto il numero di proroghe consentite che passeranno da 5 a 4. Le proroghe potranno avvenire: • liberamente e senza necessità di sussistenza di una delle causali previste dal Decreto Dignità se il rapporto, per effetto della proroga, avrà una durata inferiore ai 12 mesi; • solo in presenza delle causali di cui al punto C che precede, se la durata complessiva del rapporto supera i 12 mesi.
Termini per ricorrere al giudice
In ultimo, il Decreto Dignità interviene sull’indennità risarcitoria relativa ai licenziamenti illegittimi prevista dall’art. 3, comma 1 del D.Lgs. n. 23/2015 per gli assunti a tempo indeterminato a partire dal 7 marzo 2015. In particolare il limite massimo della predetta indennità, rapportato all’anzianità aziendale, per le imprese che occupano più di quindici unità, varierà tra 6 e 36 mensilità. Mentre le piccole imprese (i.e. fino a 15 addetti) l’indennità viene fissata tra 3 e 6 mensilità.
Avv. Domenica Cotroneo
LA FELTRINELLI IN GALLERIA, LA STORIA CONTINUA
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anca solo il sì della commissione che esaminerà il rispetto della conformità dei parametri richiesti dal bando, ma le sensazioni sono positive: La Feltrinelli della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano resterà dov’è. Trasloco scampato, quindi, per la più grande libreria Feltrinelli d’Italia che, con i suoi 1.800 mq di superficie e una proposta di oltre 70mila titoli, è un punto di riferimento nel panorama commerciale della zona Duomo. La busta contenente l’offerta di Feltrinelli verrà presto aperta e, secondo alcuni indiscrezioni, ci si potrebbe avvicinare al milione di eu-
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ro. Una cifra potrebbe poi essere riscossa dal Comune di Milano come canone di locazione, che passerà da 300 a 973mila euro per 18 anni. Numeri che non spaventano Feltrinelli che, al pari di altri brand, non vuole abbandonare una location molto redditizia e altamente trafficata su cui, nel 2015, aveva già investito con lavori di restauro.
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AICUBE, NUOVA CENTRALE D’ACQUISTO PER BATTERE DIGITALE E DISCOUNT
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n nuovo player entra in campo nel settore della GDO: si tratta di AICube, centrale d’acquisto nata dall’accordo tra Carrefour Italia , Gruppo VéGé e Gruppo PAM - tutti in posizione paritetica. L’accordo presentato avrà una durata almeno triennale, con una valenza esclusivamente in ambito nazionale e un sistema di mandati a negoziare incrociati. L’alleanza, tuttavia, non preclude l’ingresso futuro di altri soggetti della GDO. La nuova AICube va così a posizionarsi nei primi posti del ranking delle centrali d’acquisto in Italia, con un market share del 14,3% grazie ai 5.179 punti vendita distribuiti in tutte le regioni italiane, per una superficie commerciale totale di 3,15 milioni di mq e un fatturato complessivo al consumo (incluso gruppi mandanti) di 16 miliardi di euro. Numeri che danno l’idea della forza che la GDO sta mettendo in campo per difendere (e razionalizzare) il proprio settore cercando di tenere testa all’insorgenza del digitale e alla diffusione dei discount.
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CIEGIERRE GUARDA OLTRALPE: 9 NUOVI RISTORANTI
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rosegue in Francia l’espansione di Cigierre che acquisisce il controllo di nove insegne El Rancho, catena nota per le sue specialità tex-mex. L’accordo è stato siglato a Parigi a inizio luglio e rappresenta un passo importante per l’azienda controllata da Private Equity BC Partner che ha in programma un piano di espansione da 30 aperture nei prossimi mesi da una parte e l’altra delle Alpi. Il mercato francese, infatti, si presta più di altri all’offerta di pietanze a base di carne di alta qualità: fattore chiave del successo di Cigierre. L’azienda friulana è conosciuta in Italia per marchi come Old Wild West, America Graffiti, Wiener Haus, Shi’s e Pizzikotto. Per quanto riguarda i nove ristoranti El Rancho (situati nel Nord della Francia e nella regione parigina), verranno gestiti direttamente da Cigierre a partire dalla progressiva conversione di tutte le insegne in Old Wild West. «Per fare tutto ciò abbiamo costituito una rete operativa ad hoc, avvalendoci della collaborazione e della consulenza di un pool di professionisti esperti delle dinamiche del mercato francese della ristorazione», ha spiegato Marco Di Giusto, fondatore e ad di Cigierre.
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ROBERTO PEDRETTI, NUOVO GROUP PRESIDENT DI NIELSEN
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opo un’esperienza internazionale maturata all’interno della multinazionale, Roberto Pedretti è diventato group president di Nielsen per il Sud Europa, l’Europa Centro-Orientale, la Turchia e l’America Latina. Pedretti assume anche la responsabilità dell’Italia che, insieme a Spagna e Portogallo, costituisce il cluster Sud Europa. «L’approccio di Nielsen all’innovazione - ha dichiarato Roberto Pe-
dretti - rimarrà un tratto distintivo per identificare i bisogni attuali del consumatore, anticipare quelli futuri e individuare opportunità di crescita sostenibile per le aziende». Laureato in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano e forte di un’esperienza nel colosso americano Fedex, Pedretti ha costruito la sua carriera all’interno di Nielsen ricoprendo dal 1998 diversi ruoli sia in Italia sia all’estero.
PIÙ SPAZIO ALL’AEROPORTO DI CATANIA: APRE IL TERMINAL C
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iù spazio per i viaggiatori low cost all’aeroporto “Fontanarossa” di Catania. Il 15 giugno, nella location che prima ospitava “Norma, officina delle eccellenze” è stato inaugurato il Terminal C. Il nuovo spazio, che si aggiunge al principale Terminal A, dispone di una superficie di 3.800 mq, la stessa dove nel 2015 (anno di Expo) aveva trovato dimora un presidio delle eccellenze siciliane. La riconversione, costata circa 800mila euro, punta a ospitare 600-700mila passeggeri all’anno, circa 350 all’ora grazie ai collegamenti Easyjet in Italia e alle destinazioni Ue di Amsterdam, Berlino, Bordeaux, Lione, Nizza e Parigi. Il Terminal offre il servizio ristorazione (prima e dopo i varchi di sicurezza), 4 postazioni check-in (insieme al drop off per la consegna dei bagagli), 4 varchi, 4 gate, 2 stalli auto dinanzi al terminal per i passeggeri a ridotta mobilità, 1 colonnina per la chiamata dell’assistenza, i presidii degli enti aeronautici e delle forze dell’ordine. Mentre è ancora in fase di realizzazione un’area duty paid. Con questa operazione entra nel vivo il piano di sviluppo del “Fontanarossa” che culminerà con la ristrutturazione della vecchia aerostazione Morandi.
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ATLANTIA-ABERTIS, L’ANTITRUST EUROPEO DICE SÌ
IKEA SCEGLIE MILANO PER TESTARE I LOCKER
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osì grandi da poter contenere un letto, ma semplici da utilizzare: ecco i locker di Ikea. L’azienda svedese famosa in tutto il mondo per le soluzioni di arredo domestico e non solo (340 negozi attivi in 28 Paesi), ha scelto Milano per testare il servizio di armadietti automatici dedicati al ritiro in autonomia degli acquisti effettuati online. Installati nei punti vendita di Carugate, Corsico e San Giuliano Milanese, i locker permettono di stoccare gli ordini in arrivo dagli utenti online in un’apposita area dedicata al ritiro da parte dei clienti che potranno aprire l’armadietto assegnato attraverso un codice che arriva comodamente sul proprio smartphone. «I nostri clienti oltre alla convenienza cercano soprattutto la rapidità e diventa fondamentale la sinergia tra e-commerce e store, per rispondere alle rinnovate esigenze del mercato», ha spiegato Nicolas Gonzales, multichannel rollout manager Ikea Italia. Da sottolineare, inoltre, la scelta di Milano come area di test: «Il capoluogo lombardo è da sempre attento all’innovazione e precursore dei tempi», ha aggiunto Gonzales commentando i dati del Life at Home Report di Ikea secondo cui i cittadini dell’are metropolitana milanese si sono rivelati i più innovativi (25%) e creativi (32%) clienti del brand svedese.
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opo un tira e molla lungo anni, finalmente è arrivato il nulla osta all’acquisto di Abertis da parte di Atlantia-Acs. La Commissione europea, a inizio luglio, ha concluso che l’operazione non comporta un problema per la concorrenza a livello autostradale in Italia e Spagna. Nella ricognizione dell’authority antitrust si ricorda che Atlantia e Abertis gestiscono e amministrano autostrade a pagamento, mentre Acs è prevalentemente attiva nella costruzione di infrastrutture. Tutte e tre le società sono attive anche in servizi ausiliari come la fornitura di servizi di telepedaggio congiuntamente alla distribuzione di unità di bordo e alla fornitura di sistemi di trasporto intelligenti e la promozione di format retail. Sovrapposizioni che avevano per lungo tempo sollevato qualche dubbio di fronte al rischio che si potesse creare un monopolio sulle tratte a pedaggio delle reti stradali dei due paesi. Con la decisione dell’Ue, però, l’operazione finanziaria da 18 miliardi di euro può andare in porto e rilanciare altre possibili partnership (tra cui quella già annunciata con Fca per l’implementazione del Telepass a bordo delle auto).
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r&f News opening
Il total look di Bimba y Lola arriva in Italia
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apertura in via Frattini 77 a Roma certifica lo sbarco di Bimba y Lola in Italia. Si tratta del primo store del brand spagnolo fondato nel 2006 dalle sorelle María e Uxía Domínguez e dedicato al total look femminile (per un fatturato di 180,8 milioni di euro nel 2017, in aumento del 18,5% rispetto al 2016: decimo anno di crescita consecutivo). Il format si estende su uno spazio di 80 mq al pian terreno fra i palazzi storici e le vie dello shopping della capitale. All’interno, le collezioni di abbigliamento, borse, accessori e calzature che hanno reso famoso il marchio in 13 Paesi al mondo (dove è presente con un totale di 249 punti vendita). E dopo la prima apertura, Bimba Y Lola ha già annunciato un percorso di espansione nella Penisola. Una continuazione di quanto fatto lo scorso anno, quando il brand ha aperto 27 nuovi store. Per il 2018, invece, si segnalano le aperture a Londra (quinto store monomarca aperto in UK) e in Ecuador (primo flagship nel Paese sudamericano). Nei prossimi mesi il brand prevede di aprire almeno altri 20 monomarca tra Portogallo, Corea, Kuwait, Messico, Cile, Colombia e Francia.
Le piadine di Casa Maioli al Conè
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ra i sapori estivi, quelli della piadina non possono proprio mancare. E così il 6 luglio, all’interno del centro commerciale Conè di Conegliano (TV), è arrivata Casa Maioli: prima apertura in Veneto per l’insegna dei fratelli Mirko e Alessandro dopo il successo in Lombardia e Romagna. All’interno, 50 i posti a disposizione degli ospiti in un format ispirato ai chioschi tipici della Riviera, con le caratteristiche strisce bianche e blu che si uniscono al legno grezzo. Questa è la quarta apertura per il brand che porta con sé la tradizione di una famiglia dedita alle piadine dal 1952. Da qui nasce una ricetta speciale, elaborata su materie prime selezionate, che ha permesso ai fratelli Maioli d’incontrare la holding di Percassi attiva nel settore della ristorazione e aprire le porte di Casa Maioli. Le proposte variano da quelle più classiche alle sfiziose, passando per le integrali e quelle con olio extravergine di Oliva. Ad arricchire il menù i classici crescioni e i rotoli della tradizione romagnola.
RV Roncato porta le valigie su strada
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rimo flagship su strada per RV Roncato, storico marchio produttore di valige da viaggio. A Milano, in via Durini, a luglio è stato inaugurato uno store da 60 mq di Gla su un unico piano e con doppio affaccio verso l’esterno. L’apertura nel capoluogo lombardo, dopo una lunga esperienza nel settore del travel retail (4 punti vendita fra le stazioni di Milano, Firenze e Roma e l’aeroporto di Bari) e nel canale outlet (7 negozi) , si inserisce all’interno di un piano di sviluppo che conta ormai quattro monomarca del brand veneto e punta a sviluppare la presenza shop in shop già utilizzata in importanti department store all’estero. Il flagship milanese di RV Roncato, che da oltre 45 anni distribuisce i suoi articoli in circa 100 paesi, si caratterizza per un design che utilizza legno, metallo e pareti a effetto cemento. All’interno, le ultime novità del catalogo che si contraddistinguono per la produzione totalmente made in Italy e una particolare attenzione all’applicazione tecnologica d’avanguardia. Referenze che, per il 2018, dovrebbero garantire un +5% sul giro d’affari.
Uno Zuiki da record apre a Venezia
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n’apertura da record per Zuiki che il 7 luglio ha aperto in provincia di Venezia, presso il centro commerciale Le Porte di Mestre, il suo più grande store della Penisola. Il decimo punto vendita in Veneto, dopo l’ultimo inaugurato a Vicenza. Con i suoi 1650 mq di superficie, lo store Zuiki a Le Porte di Mestre, proprio per le sue dimensioni, rispecchia in pieno lo stile del brand grazie a spazi ampi, accoglienti e luminosi che consentono libertà di movimento, un grande assortimento nell’esposizione e una migliore e più funzionale selezione dei capi. Giusto in tempo per accogliere la stagione estiva dei saldi che parte nel secondo weekend di luglio. L’apertura veneziana conferma il forte piano di espansione di Zuiki. Da poco è partito anche il progetto “Travel Retail”, con l’apertura di nuovi store in alcune stazioni italiane, tra cui Tiburtina di Roma. Mentre, entro la fine dell’anno, saranno 35 i nuovi punti vendita e 60 gli store che verranno riqualificati. Fondata nel 2003, al momento Zuiki è presente sul territorio nazionale con quasi 150 punti vendita, tra diretti, franchising e outlet.
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Unieuro: ecco lo store più bello di Milano
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uove aperture e cambi di look per gli store di Unieuro, che a luglio ha aggiunto quattro nuovi punti vendita affiliati. Ma ad attirare l’attenzione è innanzitutto il rinnovato store di Cesano Boscone definito l’“Unieuro più bello di Milano” con i suoi 2.500 mq dedicati ai migliori brand di tecnologia e un volantino con offerte ad hoc per celebrare il restyling del negozio. I new opening sono tutti concentrati in Sicilia: lo scorso 5 luglio sono stati avviati i punti vendita di Palermo, in via Ammiraglio Rizzo 39 con Digidata S.R.L., e a Bagheria (Palermo) in via Dante 33 con Data Studio SAS. Il 12 è stata la volta dei negozi Unieuro Giuffrè Natale in via Savaco 44, a Santa Teresa di Riva (Messina), e Unieuro Powercom SRL, in via Teatro 121-129 a Giarre (Catania). Il mese di luglio ha segnato una continuità anche nel piano di operazioni di restyling, che Unieuro conduce per proporre negozi sempre più moderni, in linea con gli standard dell’insegna. Giovedì 5 luglio si è tenuta inoltre la riapertura degli affiliati Unieuro Acoop SRL di Contrada Galdo, nella zona Industriale F4 a Lauria (Potenza), e di Unieuro Euronet Elettronica, in via GioVLM - Pagina TRAMEZZINI Senza Glutine 156x178+4mm MOD.pdf 1 09/02/18 14:41 vanni XXIII 103/105 a Ostuni (Brindisi).
Carrefour Rurale, il format per la provincia
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ndare oltre le città per rispondere alle esigenze dei clienti dell’area extra-urbana: è questo l’obiettivo del nuovo Carrefour Market “Rurale”. Inaugurato il 28 giugno a Giaveno in provincia di Torino, lo store dell’insegna francese della Gdo è una novità non solo per il canale franchising, ma per l’intera rete dei punti vendita Carrefour Italia. Su una superficie di 700 mq C Carrefour Maket “Rurale” si caratterizza per un forte legame con la comunitàM locale sia per quanto riguarda la proposta Y di prodotti che per la partecipazione alCM la vita della comunità. Fulcro dell’offerMY ta è una serie di referenze a prezzi convenienti, inseriti all’interno di una CYrilevante profondità di scelta assortimentale CMY e una shopping experience in un luogo K rinnovato, fresco e giovanile. All’interno del format “Rurale” si possono trovare le botteghe del fresco, la cantina dei vini, i prodotti della casa e quelli della cura della persona. Presenti tutti i reparti: panetteria, macelleria servita con ampio assortimento di preparati, ortofrutta, pescheria, gastronomia, reparto non food tematico con offerte mirate legate alle stagionalità, fino ad arrivare al servizio bar e alla gelateria “Pepino”. Tra oltre 9.700 referenze, presenti molti prodotti regionali, biologici e di filiera a cui si affiancano oltre 70 prodotti a marchio “Orgoglio del territorio”, provenienti da piccoli produttori locali tipici della città di Giaveno.
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Il pollo di KFC nel menù di Happio
Dopo la Borsa, Monnalisa punta all’espansione
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a quotazione avvenuta il 12 luglio sul listino Aim della Borsa italiana, è solo il primo passo dell’operazione di rilancio di Monnalisa. L’azienda aretina, attiva nel settore dell’abbigliamento di fascia alta per bambini, ha annunciato un piano di espansione da 15 store entro il primo trimestre del 2019 tra Europa, Turchia, India, Usa e Asia-Pacifico. Punti vendita che andranno a sommarsi ai 750 già attivi e che nel 2017 hanno fruttato 47,7 milioni di euro di ricavi all’azienda. Il programma di rilancio, oltre a una relocation presso il Sicilia Outlet Village di Enna e la renovation del flagship di New York, prevede l’apertura di 9 monomarca diretti. Le prime aperture sono attese a Marcianise (130 mq) e all’interno dell’aeroporto internazionale di Istanbul (30 mq). Entro l’autunno, poi, Monnalisa sbarcherà nell’East Coast, a Philadelphia, con 70 mq presso il King of Prussia Mall, mentre è prevista, entro la fine dell’anno, l’inaugurazione di uno shop di 70 mq presso il centro commerciale outlet di Sawgrass Mills a Sunrise in Florida. Tra la fine del 2018 e il primo trimestre del 2019 ci saranno anche quattro aperture nell’area Asia-Pacific.
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uovo arrivo al centro commerciale Happio di Roma. Il 16 luglio ha aperto i battenti il terzo ristorante KFC (Kentucky Fried Chicken) della Capitale: tre piani con terrazza privata a disposizione dei clienti, aperto 7 giorni su 7 dalle 11:00 alle 23:00, il ristorante ospita fino a 220 posti a sedere interni, 80 all’esterno e dà lavoro a 50 persone. In questo modo salgono a 22 i locali KFC in Italia di cui 5 nel Lazio. «Dopo le aperture nei centri commerciali di Roma Est e Aura ci fa molto piacere arrivare nel contesto ancora più centrale di Happio, consolidare la nostra presenza sul territorio romano con il terzo ristorante nella Capitale e toccare quota 22 ristoranti su tutto il territorio nazionale – ha dichiarato Corrado Cagnola, amministratore delegato di KFC Italia – Roma ci ha accolto con grande calore sin dall’inizio e rimane una priorità per lo sviluppo di KFC. Contiamo infatti di arrivare ad avere, nei prossimi due anni, almeno 10 ristoranti nella Capitale».
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r&f Parola di Joan Jove
Joan Jove, laureato in ingegneria industriale nella sua cittĂ natale, Barcellona, e forte del MBA conseguito presso la Harvard Business School, attualmente ricopre la carica di managing director Southern Europe di McArthurGlen, dove opera dal 2008. La sua mansione consiste nel supervisionare i cinque designer outlet in Italia, il McArthurGlen Designer Outlet di Atene e sarĂ responsabile del primo centro in Spagna, a Malaga; inoltre supervisiona il McArthurGlen Designer Outlet Vancouver Airport: il primo del Gruppo in Nord America. In precedenza ha ricoperto il ruolo di development director. Prima di approdare in McArthurGlen ha lavorato in Accenture e in Boston Consulting Group.
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McArthurGlen: dieci mercati presidiati entro il 2019 Serravalle Designer Outlet
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orte di un’esperienza consolidata sul mercato italiano, che risale al 2000 con l’apertura del Serravalle Designer Outlet, McArthurGlen lavora per rafforzare la propria attività sui nove mercati in cui è presente e si appresta a sbarcare in Spagna, a Malaga. Nel frattempo, la recente operazione di ampliamento del Serravalle Designer Outlet e l’opening in Canada in partnership con il Vancouver Airport rappresentano due best practice nel settore dei factory outlet village, come ha raccontato a r&f Joan Jove, McArthurGlen’s managing director, Southern Europe.
il nostro portfolio italiano comprende oltre 800 negozi e quasi 400 tra i migliori marchi del mondo Qual è stato l’andamento dei Designer Outlet di McArthurGlen in Italia nel 2017 e quali sono le aspettative per quest’anno? McArthurGlen è il principale proprietario, sviluppatore e gestore di Designer Outlet in Europa con 24 centri in nove paesi, per un fatturato totale di oltre 4 miliardi di euro nel 2017. Il portfolio italiano comprende cinque centri: Serravalle Designer Outlet vicino a Milano, Castel Romano Designer Outlet vicino a Roma, Barberino Designer Outlet vicino a Firenze, Noventa di Piave Designer Outlet vicino a Venezia e La Reggia Designer Outlet vicino a Napoli. Nel corso del 2017, l’afflusso collettivo e le vendite nei nostri centri italiani hanno registrato una crescita a due cifre. Questi risultati dimostrano che la nostra strategia, fatta di un’eccellente proposta di shopping e
di un’esperienza di intrattenimento a tutto tondo, è in sintonia con le esigenze dei consumatori locali e internazionali, garantendo parallelamente risultati ad alte prestazioni per i partner di marca. Di quanti brand e unità commerciali si compone ad oggi il vostro portfolio in Italia? McArthurGlen ha aperto il suo primo centro in Italia nel 2000 a Serravalle Scrivia, introducendo il concetto di Outlet di design nel mercato. Da allora quello di Serravalle è cresciuto fino a diventare il più grande Designer Outlet in Europa, con oltre 240 negozi. Oggi il nostro portfolio italiano comprende oltre 800 negozi e quasi 400 tra i migliori marchi del mondo. Il Serravalle Designer Outlet è stato protagonista recentemente di un significativo ampliamento: quali sono i risultati in termini di maggiori flussi/vendite e con quali marchi e categorie merceologiche è cresciuta la già ampia offerta commerciale? Con oltre 50mila mq di spazi commerciali costruiti in sei fasi, la nostra espansione a fine 2016 ha aiutato Serravalle a garantire un anno di forte crescita nel 2017. Il centro è diventato una delle destinazio-
ni preferite per gli acquirenti di tutto il mondo e ora accoglie oltre 6 milioni di clienti all’anno. Il turismo rimane un fattore chiave a Serravalle e le vendite tax-free per i visitatori internazionali sono aumentate del 23% nel 2017. La fase più recente ha potenziato l’offerta di lusso accogliendo numerosi marchi tra i più importanti del mondo della moda negli ultimi 18 mesi, come testimonia la recente apertura di Jimmy Choo. Il centro offre anche un servizio clienti su misura per tutte le esigenze: collegamento giornaliero di navetta da Milano, Guest Lounge, sartoria, salone di bellezza e hands-free shopping. Quali sono i prossimi progetti di McArthurGlen in Italia e all’estero? A quanto ammontano gli investimenti? Il segmento outlet in Europa continua a performare come il più ampio settore della vendita al dettaglio e McArthurGlen è perfettamente in grado di capitalizzare questa continua forza del mercato espandendo il portfolio esistente. Oltre alla Fase V e VI a Serravalle Scrivia, nel 2016 è stata completata la Fase IV a Noventa di Piave creando 30 nuovi negozi. In ambito europeo, nel 2019 McArthurGlen entrerà nel suo de-
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r&f Parola di Joan Jove cimo mercato aprendo il primo Designer Outlet nel sud della Spagna e nel 2020 sarà la volta del settimo centro nel Regno Unito a Cannock, nelle vicinanze di Birmingham. Attualmente stiamo espandendo due dei nostri centri in UK: Cheshire Oaks vicino Manchester, che è il più grande del Paese, e Ashford vicino a Londra. All’inizio del 2018 abbiamo anche annunciato una seconda fase nel nostro centro pluripremiato a Vancouver, in Canada. Quali sono i principali marchi entrati recentemente e/o di prossimo ingresso nel vostro network italiano? In qualità di Gruppo gestore di outlet leader in Europa, siamo in una posizione unica per aiutare i partner di marca a realizzare appieno il loro potenziale. I nuovi marchi che hanno aderito ai centri italiani McArthurGlen dall’inizio dell’anno scorso includono Jimmy Choo, Karl Lagerfeld, Sandro e Maje. Abbiamo inoltre collaborato con brand italiani quali Lui-Jo, Peuterey, Patrizia Pepe e DSquared nei nostri centri fuori dalla Penisola. Food ed entertainmet sono driver strategici per incrementare lo scontrino medio e il dwell time. A tal proposito McArthurGlen si è contraddistinta negli anni per la grande proposta di concerti estivi nonché per le iniziative legate al territorio. Come state lavorando per spingere ulteriormente su queste leve?
ni di persone nel 2017. Ad esempio, quest’anno il Fashion Festival italiano, che si è svolto in contemporanea in tutti e cinque i centri, ha accolto quasi 200mila ospiti per una giornata ricca di sconti esclusivi, intrattenimento e orari di apertura prolungati. McArthurGlen ha anche esaminato la propria offerta di food&beverage per rispondere alle abitudini di consumo in continua evoluzione. A Castel Romano e Serravalle Scrivia per esempio abbiamo ospitato AperitivoMix, un evento esclusivo insieme ad Alessandro Borghese, chef creativo di Obicà, il più famoso Mozzarella Bar del mondo. Sviluppando un mix bilanciato di marchi di ristorazione riconosciuti a livello internazionale insieme a importanti operatori nazionali, nel 2017 abbiamo incrementato le vendite di proLa Reggia Designer Outlet dotti F&B del 15% in tutto il portfolio. Quest’anno prevediamo di introdurre circa 20 nuovi punti food nei nostri 24 centri, elevando ulteriormente il mix per migliorare l’esperienza degli ospiti. I nuovi marchi nei nostri centri italiani includono Ham Holy Burger, La Piadineria e Camelia Bakery. A proposito di visitatori, quali sono le principali nazionalità Ue ed extra Ue? Quanto cambia lo scontrino medio tra il turista straniero e il consumatore italiano? Il profilo turistico di McArthurGlen varia da centro a centro e in alcune locaL’intrattenimento è una componente chiave di una tion il turismo europeo e nazionale genera oltre il destinazione per lo shopping di alto livello interna- 50% dei ricavi totali. Parallelamente, nel 2017 le zionale e ha fatto parte del DNA di McArthurGlen vendite tax-free nei 24 centri sono aumentate del sin dall’inizio. È possibile riscontrare un tema coe- 14%, guidate da visitatori provenienti da Cina, Rusrente per ogni centro di teatralizzazione on-site che sia, Corea del Sud e Giappone. Le analisi mostrano intrattiene ed entusiasma gli ospiti. Il nostro pro- che i turisti europei spendono fino a tre volte di più gramma di eventi continua ad attirare un numero degli acquirenti nazionali, i turisti del sud-est asiarecord di visitatori nei 24 outlet in portfolio e ci tico fino a sei volte, i turisti russi fino a sette volte ha aiutato a far crescere il footfall a circa 90 milio- e quelli cinesi fino a dieci volte. 22
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Castel Romano Designer Outlet
Il comparto italiano dei factory outlet è caratterizzato da un grande numero di village, che lo rendono il più competitivo d’Europa. Crede che ci sia spazio per nuove operazioni sul territorio nazionale? McArthurGlen ha aperto cinque centri nella Penisola tra il 2000 e il 2010, tutti situati in prossimità di una grande città raggiungendo collettivamente 33 milioni di consumatori entro un raggio di 90 minuti. Pur disponendo di uno sviluppo attivo di 150mila mq in portfolio, vi sono opportunità limitate per nuovi centri in Italia. Quali numeri sta dando, invece, l’operazione a Vancouver in partnership con l’aeroporto? Siete soddisfatti? Siamo soddisfatti delle ottime prestazioni di questo centro che rappresenta una partnership tra McArthurGlen e Vancouver International Airport (YVR). Dall’apertura nel luglio 2015, McArthurGlen Designer Outlet Vancouver Airport ha accolto circa 10 milioni di acquirenti ed è diventato uno dei centri più prestigiosi del Canada. Nel mese di marzo abbiamo annunciato l’inizio della costruzione della Fase II dopo due anni caratterizzati da una crescita costante del footfall, oltre che da numerosi riconoscimenti tra cui il prestigioso Best New Development presso l’ICSC Canadian Shopping Center Awards, il NAIOP Commercial Real Estate Award of Excellence per lo sviluppo al dettaglio e il Best Outlet di MAPIC. La vicinanza con l’aeroporto internazionale di Vancouver ne ha favorito anche l’afflusso di turisti: più di 24 milioni di passeggeri transitano ogni anno per l’aeroporto e il centro si rivolge a questi visitatori in vari modi. Oltre alla linea che collega gli ospiti all’aeroporto in soli tre minuti e senza costo di biglietto, il Designer Outlet impiega personale multilingue, veicola informazioni sui voli in tempo reale attraverso schermi digitali e mette a disposizione stazioni di ricarica e un deposito bagagli, entrambi gratuiti. Andrea Penazzi
r&f Case history FOC
I primi 10 anni di Mondovicino Outlet Village Inaugurato il 15 aprile 2008 all’interno del parco commerciale Mondovicino, a sua volta avviato nel 2007 a fronte di un investimento complessivo di 180 milioni di euro, Mondovicino Outlet Village conta attualmente novanta boutique e oltre 2 milioni di visitatori l’anno. All’orizzonte, un significativo ampliamento
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i proprietà della famiglia Caramelli di Mondovì, tramite la capogruppo Filea, Mondovicino Outlet Village sarà protagonista nel prossimo futuro di un ulteriore sviluppo di 5mila mq che lo porterà ad avere circa 120-130 negozi totali. Il legame con il territorio, declinato in un’offerta di ristorazione locale di qualità e in un’efficace attività di collaborazione con gli enti turistici, è un driver che gli ha permesso di ampliare progressivamente il bacino di attrazione e di intercettare un significativo flusso di stranieri provenienti soprattutto dai limitrofi confini francesi. A svelarne i dettagli, Giacomo Caramelli, responsabile marketing di Mondovicino Outlet Village, che ha raccontato a r&f come il village ubicato in provincia di Cuneo sia riuscito a ritagliarsi e a consolidare una propria quota di mercato all’interno di una
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regione, il Piemonte, fortemente presidiata da altri colossi del segmento outlet. Nell’aprile del 2018 Mondovicino Outlet Village ha compiuto 10 anni. Può tracciare un bilancio in termini di risultati economici, occupancy, flussi di visitatori e rapporto con i tenant? Il bilancio è sicuramente positivo, non solo per noi, ma per l’intero territorio monregalese in termini economici, di occupazione e di visibilità turistica. In 10 anni abbiamo avuto nel nostro outlet 20 milioni di presenze, con un’affluenza che si è ormai consolidata tra i 2 e i 2,1 milioni di visitatori l’anno. Ci siamo sviluppati in un contesto di vendita unico, in un parco commerciale fra i più grandi d’Italia con tutte le
tipologie di vendita. I risultati economici e i flussi di affluenza, considerando quanto successo nel corso di questo decennio, sono sempre rimasti in linea con le nostre aspettative anche se probabilmente hanno Giacomo Caramelli, richiesto una magresponsabile marketing gior attenzione sugli di Mondovicino Outlet Village investimenti. L’occupancy è stata costantemente elevata, attestandosi su una media del 95 per cento. E i rapporti con tenant sono la chiave di tutto: il nostro staff retail collabora quotidianamen-
te con i punti vendita e regolarmente si interfaccia con gli area manager. In tutto il parco lavorano più di mille persone. Nel dettaglio del brand mix, come si presenta ad oggi e quali sono le insegne più rappresentative? Come si è evoluto nel corso degli anni in termini sia di marchi sia di maggiore e minore incidenza delle varie categorie merceologiche? L’outlet ha aperto con 50 negozi, arrivati a 90 attraverso un graduale ampliamento. Il brand mix è sempre stato equilibrato sugli standard europei: oggi il format outlet ha più di 20 anni di vita in Europa ed estrapolare dati è abbastanza semplice. I marchi di rifermento come Fratelli Rossetti, Geox, Robe di Kappa, Borbonese continuano la loro crescita e l’arrivo di Adidas ci aiuterà nel nostro percorso. In particolare, nel tempo c’è stato un aumento delle insegne di arredo casa, benessere e abbigliamento. Oggi i brand trattati sono 120: un mondo di firme di moda, accessori, abbigliamento sportivo, arredamento e complementi per la casa, beauty e benessere a prezzi ridotti fino al 70% e garantiti direttamente dall’azienda produttrice. In ambito ristorazione, come si compone l’offerta e qual è l’importanza degli operatori locali? La ristorazione all’interno di un progetto outlet è un argomento delicato, e lo è ancor di più per noi che siamo nel cuore delle Langhe. Qui la gente è abituata a una qualità evidente. Per questo non operiamo con catene ma abbiamo selezionato un pool di player specializzati ad alto valore aggiunto. E alla ristorazione fissa aggiungiamo spesso operatori di street food, anch’essi di grande qualità e caratterizzazione. Siamo impegnati inoltre con eventi enogastronomici: ad esempio quello dedicato alla pizza con la presenza dei migliori maestri pizzaioli, declinato in showcooking e laboratori per bambini. I vostri visitatori provengono da Piemonte, Liguria e non solo, con una quota di stranieri in aumento. Quanto incidono gli acquisti degli stranieri sul totale del fatturato dell’outlet e come cambia lo scontrino medio tra il consumatore italiano e quello straniero? Avete stipulato accordi per esempio con agenzie turistiche e compagnie di crociera per intercettare i flussi di viaggiatori extra-Ue? L’attività di income è sempre in sviluppo. I francesi, data la vicinanza e la loro abitudine a frequentare la
nostra zona, rappresentano circa il 15% dei visitatori. Registriamo affluenze anche dall’Europa centro settentrionale, dalla Russia e dall’Asia. E lo straniero acquista circa il doppio del consumatore italiano, ma questo è dato dal fatto che torna meno sovente. Collaboriamo con le principali realtà turistiche del Piemonte e della Liguria, con le ATL del cuneese, con l’ente turismo Alba Bra Langhe e Roero e con tour operator russi che presidiano già queste due regioni e che hanno inserito l’outlet nel loro programma di escursioni. Siamo in un’area di grande interesse turistico dal punto di vista
paesaggistico, enogastronomico e religioso e abbiamo stipulato convenzioni con alberghi e strutture ricettive locali, che consentono di ottenere tariffe agevolate con l’utilizzo della Slow Shopping Card. L’outlet mette anche a disposizione un servizio di pick up per i turisti da e per le strutture convenzionate. Negli anni la presenza di outlet, soprattutto in Piemonte, si è fatta consistente. Come vi differenziate rispetto ai principali competitor? Mondovicino Outlet Village fin dal primo giorno non ha voluto essere solo un “contenitore” di brand. In 10 anni ha sempre sperimentato per far sì che fosse percepito come un luogo vivo e da vivere. Abbiamo coniato il termine “slow shopping”, perché qui si può trascorrere il tempo senza la frenesia dell’acquisto, senza
l’assillo del parcheggio, perché offriamo ben 4.700 posti auto e la possibilità di fare il pieno nella conveniente Power Station. Non mancano inoltre uno spazio per i bimbi, aree verdi e relax. La nostra politica è di coccolare il visitatore e differenziarci nell’offerta. Per questo organizziamo diverse attività ed eventi che vanno a completare l’esperienza del cliente aumentandone la permanenza e la frequentazione. Ad esempio, a settembre ospitiamo un appuntamento importante nell’ambito del panorama musicale, il festival “Wake up”, un mix di live, concerti e divertimento con artisti internazionali e con anteprime che coinvolgono la città di Mondovì. “Pizza in Langa” è invece un evento interamente dedicato all’universo della pizza, realizzato in collaborazione con l’associazione Pizzaioli Napoletani. E poi siamo un outlet dog friendly, ogni anno organizziamo i dogs day: due giorni interamente dedicati ai cani e ai loro padroni, con concorsi, prove di agilità, educazione al rapporto animale-uomo. In questo contesto abbiamo dato vita al progetto “Confido: 4 zampe in corsia”, ideato e realizzato in collaborazione con la fondazione Vialli e Mauro Onlus e il centro clinico Nemo di Arenzano: un progetto di pet therapy unico al mondo in grado di dare benefici fisici e psicologici ai malati di Sla. Un fiore all’occhiello, tanto che abbiamo deciso di creare una fondazione per sostenerlo e promuoverlo. A Mondovicino Outlet Village non manca inoltre lo sport. L’outlet organizza infatti la “Mondovicino Outlet Village Cup 2018 – Golf for good”, una manifestazione di sport e solidarietà aperta a golfisti dilettanti nazionali e internazionali tesserati presso le
rispettive federazioni che si svolge nei golf club più prestigiosi di Piemonte e Liguria. Il ricavato è devoluto a sostegno del progetto “Confido: quattro zampe in corsia”. Mondovicino non è quindi solo un luogo per fare shopping e trascorrere il tempo, ma è anche un veicolo promozionale per questo territorio e un amplificatore di messaggi. A.P.
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r&f L’intervista
Il nuovo corso di Scalo Milano
Davide Lardera, Ad di Scalo Milano
Con la nomina di Davide Lardera ad amministratore delegato, il village di Locate Triulzi (MI) si è riposizionato su un’offerta e un messaggio più comprensibili al pubblico, inserendo nel claim la denominazione outlet. E i numeri sia di footfall che di fatturato non hanno tardato ad arrivare
B
ack to basics. Scalo Milano ha puntato su un ritorno ai fondamentali del business per superare un impasse sul fronte sia dei flussi, fermi a quota 1,75 milioni nel 2017, sia dei fatturati. Abbandonato il concetto ibrido di city style sostenuto dalla precedente gestione in capo alla bresciana Promos, la proprietà, Gruppo Lonati, ha nominato un nuovo management che, in prima istanza, ha sdoganato il concetto di outlet. Dallo scorso maggio “Outlet & More” è il nuovo claim grazie alla strategia dettata dal neo amministratore delegato Davide Lardera, che abbiamo intervistato nei primi giorni dei saldi estivi. Giorni che hanno fatto registrare sino al 90% in più di presenze rispetto allo stesso periodo del 2017. Con il nuovo claim “OUTLET and MORE”, Scalo Milano cambia la propria promessa al consumatore finale. Quali sono le necessità da una parte e gli obiettivi dall’altra che hanno spinto ad adottare questa nuova strategia? È una scelta dettata proprio da un’esigenza di chiarezza di comunicazione al consumatore finale. Quando ha aperto nel 2016, Scalo proponeva di fatto un prezzo outlet per buona parte dei brand del fashion, ma lo comunicava con la formula di “Prezzo Scalo Milano”; mentre oggi si chiama semplicemente prezzo outlet. Questa è la natura di Scalo Milano, che ora decliniamo in maniera aperta, affinché sia immediatamente riconoscibile dal consumatore. E anche la denominazione City Style non era certamente identificabile.
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retail&food - settembre 2018
I primissimi riscontri sulle affluenze sembrano premiare questa scelta. Quali sono i vostri obiettivi e come si compone il vostro pubblico? Con questa scelta abbiamo impresso una svolta profonda alle affluenze, per cui l’obiettivo per il 2018 è di arrivare a quota 2,5 milioni di visitatori, contro gli 1,75 dello scorso anno. Dal 10 di maggio, quando è partita la campagna con il nuovo claim, il footfall è cresciuto del 40% e il fatturato di oltre il 30 per cento. Il 70% dei visitatori previene dalla città metropolitana di Milano, il 10% dalla provincia di Pavia, il 10% da quelle di Bergamo e Brescia, a cui si aggiunge una piccola quota da Varese e il resto è dato dal turismo. Oggi siamo concentrati sul consolidamento del consumatore dell’area metropolitana e parallelamente abbiamo deciso di investire sul turismo business, che a Milano è molto importante. Di fatto nella piazza delle fontane stiamo costruendo un convention center da 200-250 posti, caratterizzato da una forte componente tecnologica e da un prezzo competitivo. Osservando le vetrine ed entrando in alcuni punti vendita, si scopre che di fianco alla proposta outlet si trovano anche le nuove collezioni. Alcuni negozi hanno più di un’anima. Il prezzo retail della collezione attuale e continuativa e quello outlet di quella precedente. Ci sono anche punti vendita solo full price come DoDo, Swarovski e Pandora, per il resto il mondo del fashion è allineato su un’offerta scontata dal 30 al 70 per cento. A questa strategia si è allineato di recente anche il comparto del design, che ha deciso di trasformare una parte della propria proposta in outlet. Il caso più interessante ad oggi è dato da Poltrona Frau, che ha ampliato il negozio destinandone una parte alla sezione “Poltrona Frau Gallery” dove applicherà il prezzo outlet tutto l’anno. Qual è stato il riscontro dei tenant rispetto a questo cambio di rotta? L’abbiamo preventivamente discussa con i brand del fashion, i quali hanno unanimemente aderito a questa formula
perché dà chiarezza. E da questa strategia è stata favorita anche l’attività di commercializzazione, che ha sostanzialmente azzerato la vacancy prima attestata su percentuali attorno al 18 per cento. La regola che gli outlet non possano stare vicini alle grandi città l’ho studiata prima di arrivare a Scalo, ma dal mio punto di vista non è più vera. Nel senso che il prodotto che viene venduto in un outlet, se è vero outlet, non è lo stesso di quello che si trova nei negozi full price posizionati nei centri urbani. E la presenza cosi vicina di Milano, l’unica città in Italia che sta vivendo una sorta di Rinascimento, è un valore aggiunto straordinario. Qui mi collego al tema del food, che fa vivere al nostro consumatore un’esperienza quasi vacanziera. Notiamo infatti che i visitatori abbinano sempre più spesso lo shopping al pranzo o alla cena, potendo scegliere tra un’offerta molto ampia che spazia da Aromatica a McDonald’s, e quindi trascorrono quasi una giornata intera a Scalo Milano. A dimostrazione, il tempo di permanenza medio è di circa 5 ore. Tra i prossimi inserimenti sul fronte della ristorazione cito Banco Fish, una gelateria e ancora un paio di insegne su cui stiamo lavorando. Restando sulle recenti e le prossime aperture, può farci altri esempi? Nel mondo del design Liu Jo Milano Living Collection, che è il primo flagship di Liu-Jo nel mondo dell’arredo, Poltrona Frau Gallery, Zeybra Portofino che è un brand di costumi, Excelsa, Enrico Coveri, Haribo, Pompea, Rifle e Lee Wrangler. A questi si aggiunge una decina di brand in apertura a fine settembre. Guardando al futuro, a che punto è arrivato il progetto di ampliamento? Prendendo a riferimento la planimetria attuale di Scalo Milano, il nuovo sviluppo parte da RED e arriva fino a Ferrari. Abbiamo depositato il permesso di costruire e il cantiere è già partito, con una previsione di fine lavori per maggio/giugno 2019. Nei numeri, questa fase conterà ulteriori 20-22 negozi in base a eventuali accorpamenti, per una Gla di 3.700 mq circa, e un investimento sui 5 milioni di euro. La destinazione commerciale verterà soprattutto sui player del fashion. A.P.
CONCORSO ESCLUSIVO PER LA SOLA RUOTA. Concorso a premio valido dal 01/04/2018 al 30/09/2018 soltanto per i lecca lecca che recano la scritta chupachups.it sul bastoncino, disponibili negli espositori 60th anniversary che espongono la pubblicitĂ del concorso. Estrazione finale entro il 26/10/18. Montepremi â‚Ź11.716,20 iva escl. Regolamento completo su www.concorsochupachups.it
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r&f Osservatorio Prezzi
Outlet al tempo dei saldi NON FOOD
Caffè espresso Cappuccino Croissant Acqua (pet. 50 cl) Coca Cola Panino più economico Trancio di pizza base
Caffè espresso Cappuccino Croissant Acqua (pet. 50 cl) Coca Cola Panino più economico Trancio di pizza base
RED
Aromatica
Fresco
Lindt
Spontini
1,00
1,50
1,00
1,60*
1,00
1,30 1,30 1,30 2,50 5,00 N.D.
2,00 1,30 1,50 3,50 5,00 N.D.
1,50
2*
1,50
1,20
1,50
N.D.
1,20
1,30
1,50
2,70
N.D.
N.D.
5,50
N.D.
N.D.
N.D.
N.D.
5,00
Tutti i prezzi sono espressi in Euro; in blu i prezzi più economici del paniere, in rosso quelli più elevati. * L’offerta prevede l’aggiunta di cioccolata; ** Lattina di Molecola; ***Piadina; ****Con contorno
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Intimo Reggiseno + slip Calzature Sneakers da uomo
Caffè espresso Cappuccino Croissant Acqua (pet. 50 cl) Coca Cola Panino più economico Trancio di pizza base
Trolley bagaglio a mano
Caffè espresso Cappuccino Croissant Acqua (pet. 50 cl) Coca Cola Panino più economico Trancio di pizza base
Castel Guelfo The Style Outlets Farinella La Design Bistrot Lindt Bakery & Ca’puccino Piadineria Coffee 1,00 1,00 1,00 2* 1,10 1,50 1,50 1,30 1,50 2* 1,20 1,30 N.D. 1,20 1,50 1,20 1,30 1,00 1,40 1,30 3,00 3** 2,40 3,20 N.D. 4,90 5,20 4,9* 3,50 N.D. 2,50 N.D. N.D. N.D. N.D. Mantova Outlet Village Tentazioni La Lindt Pane Piero La Sosta Piadineria Spizzico 1,10 1,10 1,10 1,00 2* 1,60 1,50 1,50 1,30 2* 1,30 1,00 1,20 1,10 N.D. 1,40 1,30 1,30 1,00 1,30 3,30 2,90 2,50 2,40 N.D. 3,50 4,00 6,00 4,3*** N.D. 4,00 3,70 1,80 N.D. N.D. Fidenza Village Parma Menù Barlumeria Ca’puccino Villano Lindt 1,00 1,10 1,00 1,00 2* 1,50 1,50 1,50 1,50 2* 1,30 1,30 1,40 1,00 1,50 1,20 1,20 1,30 1,50 1,30 3,00 3,00 3** 3,00 N.D. 4,50 4,50 5,20 5,00 N.D. 4,50 3,00 1,50 2,50 N.D. Scalo Milano Outlet & More
Make up Ombretto
FOOD & BEVERAGE
Castel Guelfo The Style Outlets Mantova Outlet Village
Kiko Milano 2,50
Douglas 10,95
Kiko Milano 2,50
Fidenza Village
Naima 17,00
La Gardenia 9,76 The Cosmetics Company 10,80
Scalo Milano
Pupa 1,50
Castel Guelfo The Style Outlets
CK Jeans 22,30
Mantova Outlet Village
Pompea 6,95
Fidenza Village
Ck Underwear 18,90
La Perla 197,50
Scalo Milano
Guess 29,00
CK 23,10
Castel Guelfo The Style Outlets
Vans 21,50
Geox 49,00
Mantova Outlet Village
General Store 49,90 Sutor Mantellassi 155,00 Superga 9,90 Piquadro 93,00
Geox 49,00
Diadora 26,90 Samsonite 69,30
Piquadro 93,00 Piquadro 93,00 Piquadro 93,00
Delsey 54,18 Samsonite 73,45 Delsey 49,00
Fidenza Village Scalo Milano Castel Guelfo The Style Outlets Mantova Outlet Village Fidenza Village Scalo Milano
La Piadineria 1,00 1,30 N.D. 1,00 2,20 5,2*** N.D.
McDonald’s 1,00 1,30 1,00 1,00 2,30 1,00 N.D.
Douglas 5,95 Calzedonia Intimissimi 10,45 Calzedonia Intimissimi 11,45
Asics 49,00
Doppio Malto El Pan d’na Volta 1,20 1,00 1,80 1,40 N.D. 1,10 1,50 1,20 3,00 2,00 8,80**** N.D. N.D. 2,00
Deborah 2,00
Golden Point 12,58
Triumph 18,30
Golden Point 12,58
Yamamay 9,90
Pompea 8,90
Adidas-Reebok 14,95
Melluso 58,20
Adidas 37,95
Skechers Corso Roma 19,99 31,50
Nike 26,60
Salewa 130,00
Pollini 95,00
Timberland 53,90
Diadora 16,80
Lumberjack 17,45
Skechers 19,99
Cinti 29,00
Nike 35,00
Salewa 86,40
Pollini 95,00
Timberland 30,00
Champions 19,90
Salomon 56,30
Under Armour 35,97
Camper 39,00
Corso Roma 55,30
Nike 35,00
Plein Sport 110,00
Pollini 103,00
Timberland 47,90
Sergio Rossi 117,50
New Balance 29,95 Roncato 38,71
Melluso 53,00
A.Testoni 69,00
Baldinini 80,00
Nike 35,00
Salewa 31,00
Adidas 20,97
Timberland 44,40
Robe di Kappa 19,95
Carpisa 41,90 Mandarina Duck 83,00
Fedon 111,20
I
n tempo di saldi, alla forbice del 30-70% di sconto sul prezzo retail applicato tutto l’anno, i factory outlet village sommano ulteriori ribassi che rendono democratico l’acquisto di referenze di marca. Non stupisce quindi vedere la maggior parte delle insegne prese in considerazione in questa rilevazione presentarsi con un prezzo di ingresso inferiore ai 50 euro per un paio di sneakers da uomo, oppure con un prezzo medio di circa 60-70 euro per un trolley bagaglio a mano. Nonostante non abbia valore statistico, l’attività di rilevazione svolta da r&f
Baldinini 75,00
Asics 35,00
New Balance Fratelli Rossetti Carlo Pazolini 23,00 125,00 64,00 Converse 19,97
Fratelli Rossetti Carlo Pazolini 99,00 43,00
Tutti i prezzi sono espressi in Euro; in blu i prezzi più economici del paniere, in rosso quelli più elevati; in tutti i negozi è stato preso a riferimento il prezzo più basso, al netto dei saldi ma escludendo lo stock di rimanenza
dimostra ancora una volta come nei periodi di saldi estivi e invernali i village dello shopping diventino delle vere e proprie destination, in grado di attrarre non solo i residenti del relativo bacino ma anche una folta rappresentanza di stranieri. In questa circostanza la rilevazione è stata condotta in loco nei giorni 20-23 luglio all’interno dei Foc di Castelguelfo The Style Outlets, Mantova Outlet Village, Fidenza Village e Scalo Milano, recentemente convertito in un outlet rispetto al precedente concept denominato City Style. E le insegne prese in considerazione so-
no tutte specialiste sui prodotti in paniere. L’indagine sui listini mostra inoltre la grande attenzione da parte delle società di commercializzazione e gestione sull’offerta di food&beverage destinata a crescere ulteriormente nei prossimi anni. In questo segmento spicca la food court di Scalo Milano. Al di fuori dei dati in tabella, stupisce invece vedere griffe blasonate presentarsi al pubblico con politiche di pricing estremamente aggressive, come può essere Armani che al Fidenza Village chiede soltanto 69 euro per un giubbino, 21 euro per una t-shirt e ancora 45 euro per un paio di scarpe. O Polo Ralph Lauren, che nel medesimo complesso commerciale impone un prezzo di appena 29,90 euro per delle sneakers da uomo. A.P.
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r&f
STAR TREK food
Destinazione
Panini Durini
M
Panini healthy & daily made per milanesi imbruttiti
Il concept è semplice e si sposa bene con le abitudini dei milanesi improntate all’efficienza, senza rinunciare al gusto e alla salute: locali agili (per ora a gestione diretta) dal design informale e internazionale, apertura 7 giorni su 7, ricette semplici, genuinità e freschezza con prodotti daily made con ricette ricercate, ma fedeli alla tradizione culinaria italiana. Poi, le tavole fredde del brand meneghino sono realizzati con materiali di recupero come l’OSB (Orented strand board), un pan-
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nello di legno simile al truciolato, mentre le consegne vengono effettuate in bicicletta nelle principali zone di Milano ed è presente un servizio wifi in tutti i locali (oltre a tante prese di corrente per ricaricare cellulari, notebook e tablet). Altri tratti distintivi dell’offerta sono un menù che cambia ogni tre mesi, seguendo la stagionalità dei prodotti: panini (prodotti con lievito madre), piatti speciali per il menù brunch nel week end, ma anche pasticceria e caffetteria per coprire il servizio bar dalla colazione alla merenda, fina all’ora di cena (i locali aprono alle 7 di mattina per chiudere generalmente alle 20.30). Tutto improntato al principio dell’artigianalità, con ogni lunedì mattina il nuovo panino della settimana indicato sulla lavagna e ogni
mese una nuova insalata. Oggi il marchio conta 15 locali a Milano, nelle principali vie del business milanese (Duomo, Moscova, Piazza Gae Aulenti, Bocconi, Wagner, solo per citarne alcuni), con un’insegna nel distretto shopping di Citylife, oltre a un esercizio appena fuori la stazione Cadorna, a coprire il canale travel, mentre si sta espandendo anche nel canale dei centri commerciali con un locale al Carosello di Carugate e uno, prima apertura fuori dalla provincia milanese e ultima in ordine cronologico (giugno di quest’anno), a Erbusco (BS) nello shopping center Le Porte Franche. Ed è proprio il canale degli shopping mall l’ultima frontiera su cui sembra puntare l’insegna milanese, considerato che le ultime opening sono state (oltre
Panini Durini in pillole Data di nascita
Menagement
2011, fondata da Stefano Saturnino Appena acquisita da un club deal di investitori in una operazione condotta da Astraco. Coinvolgimento del Fondo Impresa Italia gestito dalla sgr Riello Investimenti Partners Milano Domenico Mazzeo, nuovo ceo
Settori di business
Bar e ristorazione: tavola fredda e paninoteche
Retail
17 locali di cui 16 a Milano. Location prevalentemente urbana
Proprietà Sede
Fonte aziendale
ilano negli anni ottanta era la città dei “paninari”, i ragazzi vestiti con abiti griffati che si ritrovavano tra il mitico bar di piazza Liberty e piazza San Babila, dove aprì Burghy, la prima catena italiana di fast food. Da quel fenomeno sociale della ‘Milano da bere’, nacque una moda giovanilistica che creò un vero e proprio settore merceologico destinato a influenzare i costumi e le abitudini degli italiani. Oggi Milano è la capitale del business, dei ‘milanesi imbruttiti’, devoti al lavoro e sempre impegnati negli affari con pochissimo tempo per la pausa pranzo, ma anche una metropoli europea sempre più connessa con i trend internazionali legati all’healthy food o ai locali dove il mood e la qualità del cibo sono centrali nel concept. È logico quindi che il capoluogo lombardo sia oggi la capitale anche delle paninerie, un vero e proprio mercato dove testare nuovi format per poi esportarli sia in Italia che in Europa. Dal precursore Panino Giusto, fondato da Iannetti a cavallo tra gli anni 70/80, ora sotto il controllo e la gestione di Antonio Civita (una trentina di esercizi, di cui la metà a Milano e gli altri divisi tra il resto dell’Italia e worldwide), a California Bakery (8 locali nelle zone strategiche del centro città), fino a Panini Durini, brand relativamente giovane, nato nel 2011 nella centralissima via che, a due passi da San Babila (guarda il caso la piazza dei ‘paninari’), ha ospitato dal 1997 a una decina di anni fa la sede dell’Inter. Il concept di ristorazione made in Italy di Panini Durini lanciato da Stefano Saturnino, già avvocato e architetto, è arrivato in pochi anni ad avere 15 esercizi sparsi per il centro città, privilegiando location nelle vie della movida food nel cuore di Milano.
progetto che si chiama Pizzium, una rete di pizzerie alla napoletana, con ambiente giovane, servizio light e rapido e un menù con proposte ispirate alle regioni italiane. I co-protagonisti di quest’avventura sono il pizzaiolo napoletano trapiantato a Milano Giovanni Arbellini (in arte Nanni – ex Briscola, Pizza Society) e Ilaria Puddu, in passato nella squadra di Panini Durini. Ad oggi, in un anno di vita, le pizzerie sono già cinque, di cui tre a Milano, una a Gallarate e una nella nuova area C del Serravalle Retail Park
con l’obiettivo di espandersi nel Nord Italia per poi passare anche al Centro, con l’apertura al franchising.
L’acquisizione in dettaglio
Nuova proprietà: obiettivo 20 nuove insegne in tre anni
E proprio in avvio della nuova esperienza di Pizzium, Saturnino decide di vendere la sua prima creatura dopo una breve trattativa (i primi accordi a marzo): ai primi di luglio di quest’anno, infatti, la catena milanese di paninoteche passa di mano (la quota è superiore al 75%) in seguito a un’operazione condotta da Astraco, giovane società di advisory indipendente presieduta da Nino Dell’Arte, e perfezionata attraverso l’acquisizione di una quota di maggioranza di Pancioc spa, la società proprietaria del brand Panini Durini, da parte di una società veicolo costituita ad hoc e capitalizzata dal club deal, con il coinvolgimento del Fondo Impresa Italia gestito dalla sgr Riello Investimenti Partners. Non è stato reso noto il controvalore dell’operazione, ma al riguardo il presidente di Astraco ha dichiarato alla stampa: «Si tratta di un’acquisizione di largo controllo, conclusa con un mix di acquisizione e di aumento del capitale. Negli ultimi anni, Panini Durini è cresciuta in fretta e ora va dotata di specifiche figure professionali in grado di supportare l’ulteriore espansione prevista». Il nuovo ceo, che sostituirà Stefano Saturnino (resterà come socio finanziario e collaboratore per dare continuità al DNA del progetto) sarà Domenico Mazzeo, investitore del club deal e manager del food retail (Mozzarella bar Obicà controllata dal fondo di private equity Neo Investment Partners). Il piano dichiarato dai neo proprietari prevede una ventina di nuovi punti vendita entro i prossimi tre anni, in Italia e all’estero, con uno sguardo oltre Milano, dove la sua presenza è ben consolidata con una particolare attenzione per i departement store e il canale travel, forte anche dell’esperienza maturata dal nuovo manager con Obicà (Malpensa, Stazione Centrale, La Rinascente di Piazza Duomo, Serravalle, solo per citarne alcuni). A fare venire l’acquolina in bocca ai nuovi investitori non possono essere stati che i numeri dell’insegna fondata da Saturnino: Pancioc ha chiuso il 2017 con 9,5 milioni di euro (+30% anno su anno) di giro d’affari, a
I (Fonte: Bebeez.it – MilanoFinanza.it)
all’inaugurazione di via Manzoni) proprio quelle di Citylife, Carosello e, appunto, Le Porte Franche. Usciti dalla fase di startup, infatti, il format sembra reggere anche fuori dal centro storico (che comunque resta nel suo DNA con ancora aree cittadine da coprire) in centri commerciali medio/grandi. Lo sviluppo del progetto (dal 2011 cresciuto al ritmo di tre inaugurazioni all’anno) è legato sicuramente al cambiamento dei costumi, per cui, soprattutto nelle grandi città del Nord Italia, la ristorazione sta diventando un’evoluzione del classico bar all’italiana, grazie anche al fattore vicinanza: mangiare fuori non è più un evento e l’attività di ristorazione assomiglia sempre di più a una attività di servizio. Ma dietro al successo del marchio c’è anche l’intuizione e la capacità imprenditoriale di Stefano Saturnino, che dopo una laurea in legge e una breve esperienza come avvocato e come architetto decide di entrare nel campo del food retail con il nuovo brand Panini Durini. Gli ottimi risultati della paninoteca e l’esperienza acquisita nel fast casual dining lo hanno spinto l’anno scorso al varo di un nuovo
l club deal di investitori condotto da Astraco, appartenenti a 11 diverse famiglie di imprenditori, ha capitalizzato la newo Bac1 srl, nella quale hanno coinvestito per una minoranza i soci fondatori e la quale a sua volta controlla al 100% la newco Macon srl, che a cascata possiede il 100% della società operativa. Macon a sua volta ha emesso uno strumento di debito mezzanino da 4,8 milioni di euro, che è stato interamente sottoscritto dal Fondo Impresa Italia gestito da Riello Investimenti Partners sgr.
fronte dei 6,92 milioni del 2016 e un ebitda al 12% di fatturato. Il rallentamento del margine operativo è legato agli investimenti strutturali per le nuove aperture, oltre all’aumento dei costi fissi, soprattutto dovuto al personale. Il trend dei ricavi è comunque in crescita, considerato che quest’anno la previsione è una chiusura intorno agli 11 milioni, più del doppio dei risultati ottenuti tre anni fa quando il giro d’affari segnava 5,17 milioni. Ed è questo il dato che dimostra le potenzialità della società. In programma nei prossimi mesi una specie di ristrutturazione interna (nessuna chiusura all’orizzonte, anche perché tutti i negozi hanno un buon successo) per dotare la struttura di un’organizzazione che le permetta il salto quantitativo e qualitativo richiesto dalla nuova proprietà. «Dovremo sicuramente inserire un controller finanziario - dichiara alla stampa Domenico Mazzeo - potenzialmente destinato all’incarico di CFO, e potenziare tutta l’area delle operations per essere pronti a crescere. Le prime nuove aperture avverranno dal 2019. Il business plan prevede investimenti per cinque milioni di euro nei tre anni, ma non si tratta di un limite massimo. Ragioneremo anche in base alle opportunità». Al di fuori di Milano, il nuovo board di Pancioc spa sta focalizzando le proprie attenzioni sulle città del centronord, lungo la direttrice A1-A4. David Montorsi
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r&f Dossier shopping mall Taglio nastro
Serravalle Retail Park a vocazione food Dopo il cambio di proprietà con l’acquisizione di Aedes nel maggio 2017, il Serravalle Retail Park ha inaugurato la terza fase per una superficie aggiuntiva di 12mila mq di Gla, che porta il totale a oltre 40mila mq e il numero di negozi a quota 36. Protagonista, con una piazza dedicata, la ristorazione Il progetto in pillole Proprietà Promotore Commercializzazione Gestore Tipologia Località Localizzazione Gla attuale Numero unità commerciali Fase 3 Inaugurazione Fase 3 Fase 4
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Aedes SIIQ Aedes SIIQ Aedes SIIQ Svicom Retail park Serravalle Scrivia - Novi Ligure (AL) Extraurbana 40mila mq 36 12mila mq 14 giugno 2018 Previsione 2020
Fonte aziendale
D
ieci anni dopo il taglio del nastro della prima fase datato 2007, l’acquisizione dell’intera struttura a maggio 2017 da parte di Aedes SIIQ ha favorito il nuovo sviluppo del Serravalle Retail Park. L’operazione, inaugurata lo scorso 14 giugno, ha visto rinnovate “Fase A” e “Fase B” e l’apertura della “Fase C”. In virtù di quest’ultima estensione il parco commerciale ubicato tra i comuni di Serravalle Scrivia e Novi Ligure (AL) raggiunge una Gla totale di circa 40mila mq e arriva a 36 negozi. La “Fase C” in particolare, sviluppata su circa 12mila mq di Gla, consta di 9 nuovi punti di vendita, uno spazio artigianale-produttivo, una food court di 8 unità, aree dedicate ai bambini e al relax e più di 600 nuovi posti auto.
Le insegne della ristorazione che hanno fatto il proprio ingresso sono Calavera e Crazy Fish del Gruppo Cremonini, la catena di pizzeria napoletana Pizzium, l’insegna locale The Show Food che si distingue per l’ampia cucina a vista, il fast food Burger King, la piadineria La Caveja, la caffetteria Covim e il brand di dolci ODSTORE, appartenente alla società Sapori Artigianali che arriva così a quota 46 negozi sul territorio nazionale. Tra le altre novità introdotte con l’ampliamento del progetto: la smart square, nella quale i clienti possono collegarsi tramite smartphone a un mega schermo di 9 mq e divertirsi con giochi interattivi oltre a guardare eventi sportivi e videoclip musicali; e il totem circolare più alto d’Europa destinato alla diffusione di video, musica e promozioni commerciali. In occasione dell’inaugurazione, l’occupancy rate era superiore all’80% per una base annua di affitti di 4,3 milioni di euro e un potenziale “fully leased” di circa 5,4 milioni di euro. Nel 2019 l’opera di sviluppo proseguirà con l’ultimo step che porterà il Serravalle Retail Park a oltre 46mila mq di Gla. L’investimento complessivo sostenuto sino ad ora da Aedes, tra acquisizione del parco commerciale già a reddito e il nuovo intervento, arriva a circa 70 milioni di euro, che
diventeranno 75 con il prossimo ampliamento. Ma lo sviluppo di Serravalle Retail Park, come ipotizzato dallo stesso amministratore delegato di Aedes, Giuseppe Roveda, in occasione della recente inaugurazione, potrebbe proseguire ulteriormente con soluzioni di entertainment. Per rendere possibile tutto ciò, ha sottolineato il manager rivolgendosi in primis alle autorità locali presenti all’evento, sarebbero necessari interventi infrastrutturali sulla linea ferroviaria Genova-Torino e sul casello dell’autostrada. Nel primo caso si ipotizza la realizzazione di una stazione dei treni e nel secondo un ammodernamento della barriera. Nel frattempo, la gestione della struttura è stata affidata a Svicom, che porta così a due i progetti in Piemonte dopo l’incarico di commercializzazione del centro commerciale Vanchiglia a Torino in apertura nel 2020.
L’intervista Giuseppe Roveda, amministratore delegato di Aedes SIIQ Può innanzitutto tracciare la storia, per sommi capi, delle prime due fasi di sviluppo di Serravalle Retail Park? Abbiamo iniziato i lavori di realizzazione nel 2006, dopo alcuni anni di procedure autorizzative e di dialogo e confronto con le pubbliche amministrazioni. L’apertura è avvenuta nel 2007 e nel 2008 il retail park è stato ceduto a un fondo di investimento, dal quale lo abbiamo riacquistato nel 2017, dando subito corso alla realizzazione – su aree già di nostra proprietà - della terza fase di ampliamento, che abbiamo aperto al pubblico il 14 giugno.
Quali sono i presupposti che vi hanno convinto ad acquisire la proprietà del complesso e quindi a investire sulla terza e quarta fase di sviluppo? Anzitutto la qualità della location: Serravalle è ormai un brand di grande richiamo, sinonimo di shopping, anche a livello internazionale. Inoltre l’opportunità di sviluppare un retail park di dimensioni molto rilevanti, un format particolarmente efficace e resiliente, in grado di ottimizzare la sinergia con il Factory Outlet adiacente. Nell’attività di rinnovo contrattuale che avete recentemente portato avanti con i tenant “storici” del parco, quali driver avete seguito? Per circa due terzi abbiamo selezionato e confermato – con contratti a lunga scadenza – degli operatori già presenti; parallelamente abbiamo inserito nuovi brand leader in settori merceologici scoperti o non completamente presidiati. In molti casi abbiamo collaborato con gli operatori anche per un aggiornamento dei loro format, sia qualitativo che dimensionale. Quali sono le caratteristiche commerciali del nuovo intervento, con particolare riferimento alla food court? Il tema principale è stato l’inserimento degli elementi che caratterizzano il nuovo modello di shopping esperienziale, che si sta imponendo come naturale evoluzione della domanda in un contesto “no channel”, elementi che sono ancora poco o nulla presenti nei retail park. Quindi abbiamo introdotto una completa e articolata offerta di ristorazione, dato grande attenzione alla dimensione e alla qualità degli spazi comuni, con un’ambientazione che favorisce la sosta e il relax, e ancora abbiamo dotato il parco di infrastrutture tecnologiche avanzate, dedicate all’intrattenimento e all’informazione, a disposizione sia dei visitatori che degli operatori. Nel merito dell’offerta di ristorazione, quando abbiamo intrapreso lo sviluppo della terza fase abbiamo prima ipotizzato un schema classico con l’inserimento di uno o due operatori. Poi abbiamo optato per una soluzione più forte: una piazza, una corte, che potesse vivere la sera anche oltre l’orario di attività del retail park. E l’intenzione è di razionalizzare ulteriormente spostando l’unico operatore food presente in fase 2 all’interno della food court, dove abbiamo lasciato volutamente un’unità vuota. I primi risultati ci rendono soddisfatti, consapevoli che la gestione del palinsesto di questo spazio più essere ulteriormente migliorata.
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r&f Dossier shopping mall Taglio nastro Quali saranno le caratteristiche della quarta fase in termini di brand mix, investimenti, Gla e tempistiche? Innanzitutto, prima dell’ampliamento abbiamo come priorità la riduzione al minimo della vacancy. In tal senso abbiamo appena firmato con un operatore, che al momento non posso rivelare, per un’unità da 2.500 mq e stiamo portando a termine altre due trattative. Guardando al prossimo intervento, calendarizzato nel business plan per il 2020 ma con la possibilità di inaugurarlo già a fine 2019, non sarebbe realistico stilare previsioni dettagliate sull’utilizzo dei 6.500 mq di Gla ancora disponibili, a distanza di tempo e in un mercato in continua evoluzione. Possiamo ragionevolmente dire che proseguiremo nell’ampliamento dell’offerta merceologica e di quella leisure: ristorazione, intrattenimento e servizi alla persona. In particolare puntiamo a inserire qualche kategory killer nel settore dell’arredamento e dei prodotti per l’igiene della persona e la pulizia della casa. Uno spazio di entertainment, di piccole dimensioni, potrebbe essere posizionato in aderenza alla food court.
In linea generale, riscontra sinergie con il Serravalle Designer Outlet? Credo che per Serravalle si debba ormai parlare di un vero e proprio “distretto commerciale”, articolato in tre polarità corrispondenti ad altrettanti format - il designer outlet, il retail park e l’iper con galleria commerciale – molto diversi tra loro, ma perfettamente sinergici in quanto rispondono ad aspetti e momenti diversi della domanda espressa dalla “comunità” dei visitatori. Per verificare reali sinergie, in termini soprattutto di servizi, ci vorrà almeno un anno con a disposizione i dati sia di footfall che di fatturato: il nuovo cavalcavia che conduce all’ultima estensione dell’outlet, la quale termina davanti all’ingresso del retail park, favorisce l’accessibilità a quest’ultimo e viceversa. E noi vediamo che il parcheggio del parco commerciale situato davanti all’ingresso dell’outlet è utilizzato anche per questa funzione. Sicuramente tra i vari canali distributivi presenti ad oggi sul mercato, l’outlet e il retail park sono quelli che potenzialmente dimostrano maggiori sinergie. Quali sono le caratteristiche del consumatore del Serravalle Retail Park, sino a dove si estende il bacino di utenza e su quali valori si posiziona lo scontrino medio? Sinora il bacino di utenza considerato è stato quello compreso nei 45 minuti di percorrenza in auto, principalmente verso Alessandria e con un’ulteriore significativa estensione verso Genova e la Liguria. Data la configurazione che ha assunto il retail park con il recente ampliamento, ci aspettiamo sensibili variazioni, ma anche in questo non avremo dati significativi prima della fine del primo anno di attività.
Infine, nel suo recente discorso agli operatori e alle istituzioni ha accennato a possibili ulteriori sviluppi per portare soprattutto soluzioni di entertainment ed edutainment. Tuttavia ha posto come condizione la realizzazione di determini interventi infrastrutturali, come il potenziamento del casello autostradale e la costruzione di una stazione ferroviaria. Quali sono le soluzioni al vaglio e quali le precondizioni per realizzarle?
Si tratta di potenziali evoluzioni di lungo termine, in linea con le ormai consolidate tendenze del mercato, ma del tutto impossibili da definire nei contenuti, allo stato attuale. Di fatto abbiamo ancora uno spazio importante di terreno, in aderenza al retail park, dove si potrebbe sviluppare un progetto sinergico di entertainment ed edutainment. Ci stiamo lavorando e come fondamenti menziono due interventi infrastrutturali: si potrebbe sviluppare in collaborazione con Gruppo Ferrovie dello Stato una stazione a pensilina, automatica, posizionata sulla linea Genova – Torino e collegata con una navetta alla linea che porta a Milano; mentre, in collaborazione con Autostrade per l’Italia e la Milano – Serravalle, si dovrebbe procedere con la ristrutturazione e il potenziamento dell’attuale casello che risale agli anni 30 del ‘900. Rispetto invece alla viabilità ordinaria, abbiamo già ottenuto un rilevante miglioramento nell’accessibilità al retail park dalla direttrice Novi - Alessandria - Tortona, con l’apertura il 16 maggio del cosiddetto Nuovo Ramo Trasversale - finanziato e realizzato dalla nostra Società - che collega la S.P. 35 Bis dei Giovi e la S.P. 35 Ter, con un sovrappasso realizzato sulla ferrovia Genova-Torino, alleggerendo il traffico ed evitando così code sia in accesso sia in uscita. A.P.
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r&f Le mappe del retail
Al Sud l’amore per gli accessori I l campione legato al mondo degli accessori per l’abbigliamento e il viaggio analizzato da UrbiStat comprende 14 insegne a diffusione regionale o nazionale con almeno 20 punti vendita monomarca aperti al 30/06/2018. Sono censiti 1.150 punti vendita per un totale di 121.114 mq di Gla e un potenziale fatturato aggregato di 520 milioni di euro IVA esclusa. La densità media del campione in Italia è pari a 2 mq ogni mille abitanti, mentre il fatturato potenziale rappresenta una quota di mercato pari al 13,9% dei consumi stimati per questo settore merceologico, che vede una spesa pro capite media di 62 euro. Le regioni con la maggiore copertura sono al Sud: in Sicilia, Campania e Molise si registrano densità superiori a 2,5 mq ogni mille abitanti e quote di mercato uguali o superiori al 30% circa dei consumi. Sono al Nord invece le tre regioni a minore copertura: in Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Piemonte si registrano densità inferiori a 1,5 mq ogni mille abitanti e quote di mercato inferiori al 7% dei consumi, con l’incredibile 0% segnato dalla regione valdostana. Diversamente da altri settori merceologici, emerge in modo curioso come le regioni e le provincie più performanti siano localizzate tutte al centro-sud, laddove abbiamo coperture maggiori rispetto alla media, a fronte di un reddito pro capite che non di rado è meno della metà di quello nazionale. Al contempo però va rimarcato come non sussista una significativa correlazione tra i consumi medi pro capite e la densità (r² = 0,002). La riprova sta nel fatto che sono ben 43 le provincie, stavolta tutte al centro-nord, in cui le principali insegne del settore non offrono una copertura almeno in linea con il livello nazionale, pur avendo consumi pro capite sensibilmente superiori alla media (80/90 euro contro 62 euro annui). Queste provincie potrebbero essere presidiate da catene o operatori locali di accessori per l’abbigliamento e il viaggio con meno di 20 punti vendita e forti localmente, oppure potrebbero essere effettivamente zone scoperte e offrire interessanti opportunità di sviluppo. La dimensione media del punto vendita e la 36
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TOT DENSITÀ CONSUMI Q.M. P/C P.V. 0 0,00 € 69 0,0% Prato 0 0,00 € 81 0,0% Vercelli 0 0,00 € 88 0,0% Aosta 3 0,45 € 73 2,8% Cuneo 2 0,48 € 89 2,5% Piacenza 2 0,58 € 83 3,1% Lecco 3 0,60 € 82 3,2% Reggio nell'Emilia 3 0,74 € 64 5,3% Pesaro e Urbino 6 0,80 € 83 4,5% Modena 3 0,90 € 87 4,1% Cremona 2 1,00 € 90 4,4% Belluno 7 1,05 € 93 5,4% Bolzano 4 1,05 € 73 6,2% Pisa 11 1,10 € 74 6,2% Treviso 2 1,10 € 81 6,1% Biella 3 1,15 € 85 5,7% Lodi 7 1,22 € 95 5,7% Pavia 3 1,22 € 75 6,8% Asti 8 1,22 € 85 6,6% Como 7 1,24 € 80 6,5% Trento 11 1,24 € 75 6,6% Vicenza 4 1,27 € 76 7,3% Siena 4 1,29 € 68 7,6% Pordenone 2 1,30 € 75 7,1% Massa-Carrara 27 1,33 € 81 6,9% Torino 6 1,34 € 82 6,8% Mantova 10 1,35 € 79 7,1% Genova 4 1,47 € 94 7,0% Trieste 7 1,50 € 93 6,8% Parma 2 1,60 € 79 8,4% Verbano-Cusio-Ossola 5 1,65 € 77 9,2% Savona 4 1,69 € 63 11,6% Terni 5 1,70 € 70 9,7% Arezzo 6 1,70 € 89 7,8% Ferrara 7 1,74 € 75 10,3% Lucca 6 1,75 € 77 9,6% Livorno 15 1,78 € 94 8,2% Monza e della Brianza 6 1,80 € 72 11,3% Pistoia 7 1,81 € 89 8,6% Ravenna 4 1,89 € 75 9,9% Rovigo 12 1,94 € 75 11,2% Udine 7 1,95 € 83 11,0% Alessandria 7 1,95 € 77 10,2% Novara 1.150 2,00 € 62 13,9% Italia PROVINCIA
INSEGNA
PV
CARPISA CAMOMILLA ITALIA O BAG PIQUADRO MIRIADE COLOURS & BEAUTY ACCESSORIZE CHIC ACCENT SAMSONITE CALEIDOS TOSCA BLU MANDARINA DUCK GUESS ACCESSORIES RONCATO TOTALE
337 224 184 65 62 53 49 33 31 26 25 21 20 20 1.150
copertura del brand sul territorio nazionale sono due dei fattori principali che discriminano la produttività (fatturato per mq). Le insegne presenti nel campione hanno mediamente una dimensione di 103 mq per punto vendita, con un range che varia da un minimo di 67 mq a un massimo di 177 mq, per un fatturato medio di 4.445 euro per mq IVA esclusa, con una forbice che va da un minimo di 3.384 euro per mq a un massimo di 5.994 euro per metro quadrato. Lucio Orsini
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r&f FOCUS e-commerce
Commercio online, fra hype e realtà spunta il lifestyle Secondo gli ultimi dati diffusi da Netcomm e Polimi, l’e-commerce copre solo il 5,7% del totale degli acquisti retail degli italiani, ma continua a crescere. Soprattutto nel segmento abbigliamento, beauty, design: 9% di incremento medio annuo a livello globale per un fatturato di 6,4 miliardi di euro nei prossimi 5 anni. Che fine fanno i negozi fisici?
S
e lo si guarda da vicino, l’e-commerce sembra un blob gigantesco che cresce e ingloba tutto ciò che gli sta intorno: servizi, posti di lavoro, prodotti, retailer tradizionali. Eppure, secondo le ultime stime dell’Osservatorio eCommerce del Politecnico di Milano, il mercato digitale vale “solo” il 5,7% sul totale degli acquisti retail degli italiani. Il restante 94%, quindi, avviene nel mondo fisico. Certo, ci sono categorie merceologiche che più di altre prestano il fianco alla digitalizzazione (e all’efficienza della logistica), ma, sempre secondo il Polimi, solo l’1,6% degli utenti finalizza l’acquisto online durante una sessione di navigazione nel sito e-commerce. Troppo rumore per nulla, quindi? Dipende dalla prospettiva da cui si guarda a questo fenomeno. Nel 2017, il numero di e-shopper
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nel mondo era di 1,77 miliardi. Per il 2018 ci si aspetta che salgano a 2 miliardi. Stesso aumento previsto anche per le vendite online che nel giro di un anno dovrebbero passare dai 2.300 miliardi di dollari del 2017 ai 2.800 miliardi del 2018. In particolare, da qui al 2022, il tasso medio di crescita annua dei consumatori mondiali che scelgono il web per acquistare abbigliamento, footware, accessori, beauty e design sarà del 9% (per un conseguente aumento delle vendite del 12%). Risultato? Un fatturato che, per il settore lifestyle, in cinque anni arriverà ai 6,4 miliardi di euro. D’altro canto, però, il negozio resta ancora un luogo cruciale dove avviene il 63% degli acquisti per questo particolare segmento merceologico e in cui circa 7 clienti
Roberto Liscia, presidente di Netcomm – Brand
su 10 prima di qualsiasi altra cosa si aspettano un personale all’altezza, preparato, che sappia consigliarli nell’acquisto.
Tracciare la strada, innovando
Una volta squadernati i dati, sorgono le domande. Quelle che sono state poste agli ospiti dell’ultimo forum Netcomm, tenutosi a Palazzo Mezzanotte (sede della Borsa di Milano) a metà luglio. Fra di loro, marchi del calibro di Google (che con i suoi assistenti vocali sta rivoluzionando il modo in cui facciamo shopping comodamente seduti sul divano del salotto), L’Autre Chose (che da poco ha nominato come amministratrice delegata Alice Carli, ex Peuterey, con 15 anni di esperienza nel campo dell’ecommerce), Pinko e Twinset (fra i primi marchi
tori e dovranno puntare sull’evoluzione del negozio, integrando nel punto vendita le tecnologie digitali, formando adeguatamente gli addetti e stimolando il contatto diretto con i consumatori. Infine, le aziende dovranno cogliere l’opportunità offerta dalla grande quantità di dati disponibili sulle abitudini di consumo per comprendere meglio il mercato, connettersi con i consumatori e creare una relazione che generi un valore reciproco».
Contemporary fashion: prodotto reale, linguaggio digitale
Più facile a dirsi che a farsi. Come dimostra la ricerca elaborata da Contactlab sulle performance di un panel di 19 brand italiani del contemporary fashion che, attraverso l’analisi di 189 parametri, ha
AREE DI INVESTIMENTO 60 50 40
cross-canalità rimane un tasto dolente: poco più del 30% dei marchi analizzati offrono il ritiro in negozio dopo l’acquisto online e meno del 25% dà la possibilità di rendere in-store ciò che si è acquistato online. Infine, uno degli aspetti più fuorvianti riguarda l’indicazione del paese di produzione delle referenze in vendita che, molto spesso, non sa valorizzare l’eccellenza del Made in Italy perdendo così la possibilità di sfruttare un parametro di conversione molto apprezzato soprattutto in Asia.
Che fine fa il negozio?
Alla fine, la domanda sorge spontanea: che fine fa il negozio fisico all’interno di un mondo sempre più connesso? Un mercato in cui store e piattaforma sono l’uno l’estensione dell’altra? Dai sistemi di
VENDITE E-COMMERCE
¢ Integrazione Omnichannel ¢ CRM e programmi loyalty ¢ ¢
Cina
Brand building e prezzo Investimenti IT
UK
Danimarca USA
10
19,1%
Core del Sud
30 20
23,1
Italia
16% 12,6%
9%
5,7%
0 italiani 0 ad abbracciare l’omnicanalità), l’Oréal (la cui divisione luxury ha chiuso il 2017 con un valore pari a 8,5 miliardi di euro grazie a +10,6% di ricavi) , Westwing (piattaforma online tedesca lanciata nel 2011 e diventata in pochi anni un punto di riferimento per gli articoli d’arredamento per la casa), Triumph, Gilmar, Privalia (vedi intervista a pagina 40, ndr). Tutti attivi nel mercato digitale. Tutti alla ricerca della propria strada all’omnicanalità. Ma quali sono i reali contorni della sfida portata dall’e-commerce? «Il digitale sta offrendo opportunità allettanti a tutte le imprese attive nel settore del fashion, della cosmetica e del design, alcune delle quali esprimono tutta la qualità del Made in Italy – ha spiegato Roberto Liscia, presidente di Netcomm – Brand e aziende dovranno essere capaci di ripensare in modo profondo i propri modelli di business e la relazione con il mercato, saranno chiamati ad accorciare i tempi del ciclo che porta dal design allo scaffale per rispondere alle esigenze dei consuma-
evidenziato la loro capacità di offrire significative esperienze di navigazione, l’efficace uso dei social anche per attività di acquisto ed engagement, nonché il livello di presidio online dei principali paesi (tra cui Russia e Usa). Dai dati emerge che circa il 95% dei marchi ha una forte e omogenea presenza in Europa, meno nei mercati asiatici, con percentuali che scendono sotto il 40% (nonostante la Cina, con i suoi 1,7 miliardi di euro spesi nel 2017, assorba il 50% della spesa globale attraverso il canale online del settore lifestyle). Rispetto ai brand del lusso (che nel giro di un decennio hanno visto aumentare le vendite di 100 miliardi di euro), quelli del contemporary fashion rimangono ancorati a marketplace generalisti come Amazon Moda che da un lato facilitano l’accesso al mercato ma, dall’altro, non garantiscono un posizionamento ottimale come i più specializzati Net-à-porter, MyTheresa, Yoox, ecc. Difficoltà d’accesso che solo in parte viene recuperata dall’attività social (posting e vendita), dato che la
self check-out ai programmi di loyalty, passando per il click&collect, la virtual reality e l’introduzione di elementi di entertainement, il punto vendita non è più soltanto il luogo dove avviene l’acquisto. Anzi, quest’ultimo è solo una parte del processo conversazionale che si instaura fra brand, cliente e venditore. Per questo motivo entrano in gioco fattori diversi: il 58% dei consumatori ritiene importante il pagamento self-service, il 70% apprezza la possibilità di trovare offerte real-time personalizzate, il 57% giudica d’aiuto schermi interattivi dove sfogliare il catalogo delle referenze. Per far fronte a queste esigenze, gli imprenditori devono mettere al primo posto gli investimenti nella in-store experience. Detto altrimenti: investire sull’omnicanalità (prioritario per il 60% dei professionisti intervistati), sul CRM (34%), sulle politiche di prezzo e di brand building (26%) e sull’infrastruttura IT per digitalizzare la value chain.
N.G.
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r&f PIATTAFORMA e-commerce
Flash sales, l’evento che ha cambiato l’e-shopping I casi vente-privee e Privalia dimostrano che le piattaforme e-commerce possono essere un alleato dei brand nella transizione al mercato digitale. Promozioni mirate, accessibilità mobile e Big Data spingono l’acquisto d’impulso a 3,3 miliardi di fatturato
N
ata nel 2001 in Francia, vente-privee ha dato origine al fenomeno delle vendite evento. Un sistema di shopping online che stimola l’acquisto d’impulso con un’offerta esclusiva e limitata nel tempo a costi accessibili (grazie alla gestione di ingenti quantitativi di stock). Il meccanismo, ideato dal fondatore Jacques-Antoine Granjon, fa sì che oltre 30 milioni di soci in tutta Europa possano scegliere fra un catalogo di referenze selezionate tra le migliori marche degli oltre 7.000 brand partner. A r&f, Fabio Bonfà, country manager Italia di vente-privee e Privalia, ha spiegato il successo della piattaforma che nel 2016 ha acquistato la cugina italiana Privalia. Privalia e vente-privee, due storie imprenditoriali che si sono incontrate. Cosa le accomuna? Si tratta del modello di business delle flash sales, creato ormai 17 anni fa in Francia. Da allora, vente-privee ha sviluppato la sua presenza in Europa nello stesso periodo in cui Privalia compiva la sua strada in Spagna, Italia, Messico e Brasile. Nel 2016 l’acquisizione di Privalia da parte del Gruppo vente-privee ha creato così una presenza in 14 Paesi nel mondo, con 6.000 dipendenti e un volume d’affari di 3,3 miliardi nel 2017. Come funzionano le vendite evento? Le vendite evento hanno una durata molto breve e il cliente non ne conosce il calendario, pertanto questa dimensione di sorpresa, unita all’urgenza della breve durata e a condizioni di prezzo favorevoli spingono all’acquisto. Agiamo sull’impulso, creando un desiderio: il 58% dei nostri clienti effettua acquisti non programmati. Navigare sui nostri siti è un momento di “shopping d’intrattenimento”. In che modo le due piattaform, grazie ai Big Data possono potenziare l’omnicanalità di un brand? Per noi i Big Data sono il nuovo oro: siamo un’azienda che punta molto sulla creatività ma allo stesso tempo la nostra natura è data driven. Integriamo i Big Data 40
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con la personalizzazione attraverso le più innovative soluzioni per creare campagne di successo: il contenuto giusto arriva al potenziale consumatore massimizzando la brand value e la soddisfazione dei nostri clienti. Questa nostra experience viene poi messa a disposizione dei brand partner che, possono avvicinarsi al digitale e integrare strategie online all’interno della loro evoluzione verso l’omnicanalità. D’altronde, l’e-commerce ha rimesso il cliente al centro: non si può più pensare a due mondi paralleli. Oggi retail e online si contaminano. In base a un’analisi condotta con TNS Sofres, un socio su due compra nel negozio del brand o sul sito del brand dopo aver preso spunto da vente-privee o Privalia. L’e-commerce cresce sempre di più ma, in generale, è ancora una fetta marginale del fatturato dei brand. Si tratta di un hype o dell’inizio del retail del futuro? Sgombriamo il campo da equivoci: non possiamo più parlare di differenza tra e-commerce e retail. Come dice il nostro fondatore: “tutto è commerce”. Ormai i clienti sono abituati a muoversi tra off e online in base all’occasione di acquisto, e il digitale è un alleato del retail. Ci faccia qualche esempio. In base a una nostra indagine interna il 69% dei soci ha scoperto almeno un nuovo brand durante la sua ultima visita. Inoltre, le nostre piattaforme sono un’opportunità di internazionalizzazione: con la nostra presenza consolidata in 14 Paesi, aiutiamo i brand a varcare i confini e raggiungere una nuova clientela. Riusciamo ad anticipare i mercati in cui i marchi non hanno esperienza o desiderano testare, con una marca o un prodotto, e attraverso analisi di customer intelligence unite ai nostri dati di vendita real time, li aiutiamo a prendere decisioni strategiche in ambito retail, anche offline. Attorno a quali principi Privalia e venteprivee costruiscono la customer experience digitale?
Fabio Bonfà, country manager Italia di vente-privee e Privalia
Il Gruppo nasce con un forte valore B2B, evoluto poi in B2B2C. Una campagna sulle piattaforme del Gruppo unisce fatturato, marketing e comunicazione perché la sua forza permette di agire come un media in grado di amplificare la brand value. Il consumatore di oggi ricerca una shopping experience coinvolgente, sinergica e integrata tra i vari canali, con un servizio in grado di soddisfare le proprie esigenze in modo efficace e veloce. Il servizio per noi è fondamentale. Siamo “ossessionati” dalla qualità, lavoriamo costantemente alla riduzione del lead time in ambito delivery, studiamo e rivediamo la usability mobile e desktop delle interfacce. In che modo le abitudini di consumo dei Millennial, stanno cambiando l’e-commerce? I Millennial stanno reinventando il concetto di omnicanalità poiché hanno un approccio di unified commerce differente: partono dal digital per poi andare in negozio. Questo comportamento lo riscontriamo da sempre sulle nostre piattaforme, e sta influenzando anche i consumatori più senior. Il mobile gioca un ruolo chiave: l’80% del nostro traffico passa proprio da qui. Quanto spende e come paga un vostro cliente medio? Considerando i due siti in Italia, il 65% dei clienti è donna, con un livello culturale medio alto e una capacità di spesa molto buona. Il carrello medio varia in base alla categoria merceologica proposta. Relativamente alle modalità di pagamento, offriamo l’opportunità di scegliere tra carta di credito – la soluzione al momento preferita - oppure PayPal, una modalità che sta riscuotendo sempre di più l’interesse dei nostri clienti. N.G.
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r&f Dossier Aeroporti
Amsterdam Schiphol, lounge come diamanti Lo scalo olandese, il terzo in Europa, continua a crescere grazie a un’offerta che punta sull’equilibrio di marchi internazionali e servizi di prima classe (con tanto di opere d’arte dal valore inestimabile). In attesa del 2023, quando sarà pronto il nuovo terminal da 313 milioni di euro
L’
Olanda è conosciuta in tutto il mondo come la patria della lavorazione dei diamanti. Qui i migliori artigiani tagliano le pietre più preziose per creare delle gemme a regola d’arte. Un’azione di sottrazione precisa al millimetro per cogliere quel dettaglio di lucentezza che fa la differenza. Con un’operazione simile, ma inversa, di addizione quindi, gli olandesi hanno dato vita anche al primo aeroporto della regione: l’Amsterdam Schiphol. Là dove fino al 1852 c’erano le acque del lago Haarlemmer, e nel 1916 sono atterrati i primi aerei, il business dei cieli ha trovato un diamante da 76 milioni di passeggeri all’anno (e circa 496mila
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r&f Dossier Aeroporti spostamenti aerei su un limite di 500mila fino al 2020). Dato che fa di Schiphol il terzo scalo europeo dietro a Francoforte e Parigi. Un primato per un Paese di 17 milioni di abitanti che ha nella mobilità il suo punto forte. Schiphol, infatti, non è solo un aeroporto ma un vero e proprio mainport (nel senso letterale di “porta principale”) per tutti i Paesi Bassi. Costruito su un’area di 2,787 ettari, a 4 metri sotto il livello del mare, Schiphol è un hub che conduce a 326 destinazioni, a cui si aggiungono quelle raggiungibili in treno e autobus (di cui circa 100 totalmente elettrici garantiscono il servizio navetta da e per l’aeroporto). Hub che non smette di crescere: entro il 2023 sarà costruito un nuovo terminal partenze e arrivi nell’area a sud dell’attuale aeroporto (dove precedentemente trovavano spazio alcuni parcheggi) con un collegamento diretto all’edificio centrale e una migliore differenziazione dei flussi passeggeri. Inoltre, a quest’area sarà agganciato un nuovo pier (pronto nel 2019) per un totale di 8 gate agguntivi. Il tutto per un investimento da 313 milioni di euro.
larità architettonica dell’aeroporto di Amsterdam. Lo Schiphol, infatti, ha una pianta trapezoidale su cui si erge un unico terminal centrale diviso in tre hall e diverse lounge. Quest’ultime segmentano il flusso, lo guidano ai controlli di sicurezza per poi lasciare che si riunifichi superati i varchi (esclusion fatta per chi vola con una compagnia low cost e si dirige al Gate M, l’unico imbarco Schengen scollegato dalla restante area airside). Nel mezzo trovano spazio le attività retail. Quelle della Schiphol Plaza sono un misto fra servizi e food&beverage. Della prima categoria fanno parte il chiosco Ako (quotidiani e tabacchi), la biglietteria delle ferrovie, tre punti informativi ben visibili (di cui uno a scacchi rossi e bianchi che fa da meeting point per le varie comitive), i banchi delle compagnie di noleggio attualmente sormontati dall’installazione di un autovettura di grossa cilindrata marchiata Sixt (multinazionale europea dedicata al rent-a-car premium) e un corner Aviflora che propone uno dei prodotti più iconici dell’Olanda: i tulipani. Per il food&beverage, invece, spiccano i marchi Happy Seafood (prodotti ittici fritti e non), Starbucks, Hema Food e La Place (tutte caffetterie, di cui l’ultima con un patio esterno a disposizione). Facendo qualche passo più avanti, si accede a una stecca di negozi che, come la galleria di un centro commerciale, corre lungo tutta l’ampiezza dell’aeroporto. Entrando dalla porta A, sul lato ovest, si incontra un grande Sturbucks con seduta esterna circolare, tre market della catena GDO Albert Heijn (di cui due in formato “to go”), un negozio Kiko affiancato a un punto vendita Rituals – che fanno da contraltare agli store Etos e Otentic situati all’estremità opposta e coprono il settore beauty e cosmesi. L’offerta fashion, invece, punta sulla categoria
Parto o faccio shopping? «Noi e i nostri partner siamo sempre alla ricerca di un modo per dare ai passeggeri un caldo benvenuto e il miglior servizio possibile. Per questo cerchiamo di proporre costantemente nuovi concept e format all’interno di un ambiente funzionale. Dai souvenir alla gioielleria, passando per gli ultimi trend della moda e una gamma di oltre 100 brand internazionali: l’importante è sorprendere e ispirare i nostri passeggeri», racconta Tanja Dik, director of consumer products & services. Una mission che, di fatto, ha trasformato Schiphol in un ibrido del retail. Soprattutto dal lato partenze. Sbucando dalla fermata del treno, ci si ritrova subito all’interno della Schiphol Plaza, uno spazio coperto – che verrà ampliato contestualmente alla costruzione del nuovo terminal - che introduce alla zona arrivi (piano terra) e partenze (primo piano) sfruttando la partico-
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fast: H&M, Esprit, Suitsupply e due punti vendita firmati Paolo Salotto (uno per le scarpe, l’altro per valige e accessori in pelle). Fra questi spicca, situato in posizione centrale, uno stand alone di Victoria’s Secret con un’equilibrata offerta di intimo e abbigliamento per la camera. Per quanto riguarda l’offerta gastronomica, a farla da padrona è un grande Burger King con due zone seduta dedicate e un servizio di ordinazione via totem per lo smaltimento delle code. Da notare l’insegna healthy food Leon (che di recente ha stretto un accordo con Autogrill per lo sviluppo
internazionale TR) che si contraddistingue per i colori e il design pulito, minimale ma accogliente. Simili nel concetto base e nel posizionamento ad angolo che permette di sfruttare lo spazio circostante con un migliore posizionamento dei tavolini, tutti con vista sulla cassa e il bancone d’ordinazione, anche i punti vendita
Per Tutti (cucina italiana, pizza compresa e prodotta in un forno elettrico a vista) e Crossroads (cucina internazionale). «Per quanto riguarda il food&beverage l’idea è quella di unire insieme degli high street brand con operatori locali che sappiano ruotare quotidianamente la propria offerta adattandola ai diversi orari
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r&f Dossier Aeroporti della giornata – spiega Djk – Inoltre non ci lasciamo scappare gli ultimi trend, come quelli dell’healthy food, dei convenience store e della cucina asiatica».
Lounge 2, rinnovamento all’olandese Superati i controlli di sicurezza (compreso body scanner), si accede all’airside. Più nello specifico, alla departure lounge 2. Ristrutturata nel biennio 2014-16, quest’area accentua maggiormente l’impressione di trovarsi in uno spazio commerciale ibrido grazie a un +20% di spazi retail (per una superficie totale che ora tocca quota 16mila mq) e un’entrata che permette una visuale dall’alto sull’intera offerta commerciale ed evita il classico problema dello spostamento dei flussi al primo piano (stesso layout sarà riproposto a breve anche nella lounge 1). A colpire, tuttavia, è l’assenza di un duty free strutturato in versione walkthrough. La scelta, in fase di progettazione e realizzazione, è stata quella di suddividere l’offerta duty free in sette comparti merceologici differenti (da
cosmetica e profumi a liquori e tabacchi, passando per le tipicità locali). L’effetto è duplice: da un lato, il viaggiatore può subito individuare il settore che più gli interessa; dall’altro, i marchi presenti sfruttano maggiormente il layout e il design del proprio corner in un ambiente omogeneo. Ad accomunare i diversi settori, l’etichetta “See, buy, fly” che indica la selezione di prodotti che aderisce al regime di promozioni effettuate dal gestore aeroportuale. Di fronte agli spazi duty free, tre stecche di negozi puntano dritte allo spazio centrale dove svetta un grande orologio (opera d’arte dell’artista Maarten Baas). La prima ospita i marchi del lusso: Bottega Veneta, Hermès, Gucci, Burberry, Rolex, Swarovski, Omega e si conclude con il format Café Cocò (caffetteria dallo stile parigino con grandi e confortevoli sedute e un listino con prezzi leggermente più alti della media). La seconda stecca è stretta fra due spazi food: da un lato l’Heineken bar, dall’altro la brasserie Amsterdam Bread Company (sviluppato in esclusiva per l’aeroporto da HSMhost). Nel mezzo tre negozi dedicati ai souvenir e alle tipicità olandesi. L’ultima isola retail è quella dedicata a orologi e gioielli con i marchi IWC Schaffhausen (ospitato all’interno di uno store dai soffitti alti che regala molta luce ai preziosi esposti) e Gassan. Per chi vuole concedersi uno spuntino o una cena prima di imbarcarsi, la scelta alla lounge 2 non manca grazie alla food court del primo piano in cui, accanto a un punto vendita McDonald’s, ci sono i due ristoranti olandesi The Market e gli asiatici Sushi&Noodles. Tutti con a disposizione sedute comode con punti recharge incorporati. Un dettaglio, quello dei posti a sedere, che ritorna costantemente all’interno di tutto l’aeroporto dove si sta portando avanti un processo di riduzione delle aree con stalli di seggiole in comune per dare maggiore spazio ai posti a tavola, così da invitare i viaggiatori a consumare senza sentirsi oppressi da chi è a caccia di un posto con il vassoio in mano.
Holland Boulevard, l’arte incontra il travel Spostandosi all’interno dell’arside, si passa attraverso l’Holland Boulevard che congiunge la lounge 2 alla lounge 3. «Si tratta di un’area pensata essenzialmente per i passeggeri in transito che non hanno abbastanza tempo per lasciare l’aeroporto e visitare la città – afferma Djk – Un posto dove puoi sia rilassarti dopo un lungo viaggio, che apprezzare alcuni scorci della cultura olandese, a partire da una serie di dipinti dei maestri fiamminghi. In alternativa, c’è una fornita libreria con opere tradotte in 29 lingue e una serie di comodi divani dove schiacciare un pisolino mentre i propri bambini giocano in un contesto sicuro ed esperienziale». Di fatto, questa camminata con vista sulla pista, rappresenta un felice connubio fra marketing culturale e business TR. Diversi musei cittadini come il Nemo, il Rijksmuseum e lo Stedelijk trovano posto in attività diverse: area giochi, info point, brasserie.
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Lounge 3, un pop-up tira l’altro Superata l’Holland Boulevard, si arriva alla lounge 3 dove, oltre a ripetersi la suddivisione merceologica per il duty free, si aggiungono una serie di attività retail interessanti. La prima è, senza dubbio, la scenografica House of Tulips: negozio di tulipani e specialità olandesi, attira l’attenzione grazie a una grande serra verde sospesa che funge da copertura e una selezione di formaggi bene in vista. Per il comparto food&beverage, citiamo Taste from Lawlands, ristorante con cucina olandese con il classico pollo satay (spiedini di carne ricoperti da una glassa speziata), e il Jamie Oliver, format di cucina internazionale che porta la firma del noto cuoco televisivo britannico. Infine il bar Vit, inaugurato a giugno, che all’estremità ovest riesce ad ancorare con la sua offerta di smoothy, centrifughe e simili tutta una parte dedicata al beauty, al selfcare (compresa una Xpress Spa per un massaggio rigenerante) e all’healthy food. Fra i vari store, però, colpisce il ricorrente utilizzo di pop-up shop con l’etichetta “See Buy Fly” introdotti per garantire la continuità dell’offerta retail in spazi di risulta o in fase di rinnovamento. Se ne contano 8 in tutto l’airside. A fianco della lounge 3 c’è il gate M dedicato ai passeggeri delle compagnie low cost. Uno spazio ordinato con un duty free al centro e i punti ristoro sui lati (ce ne sono due, entrambi con servizio self-service e cibi pronti). Unico neo: da qui non si può accedere alle altre lounge, privando i passeggeri (che mediamente spendono quasi 20 euro a testa nel lato airside) di un’offerta sicuramente più ampia. Nicola Grolla
Forte e delicato Gli opposti si uniscono in una bontĂ tutta nuova.
r& &f World Travel Retail Porto di Hong Kong: boom di croceristi CINA – Il porto di Hong Kong rivela i dati di traffico del 2017: 1,7 milioni di passeggeri sono transitati per gli scali di Kai Tak e Ocean (+4,4% rispetto al 2017). Di questi viaggiatori, quasi la metà hanno scelto Hong Kong come inizio e fine della propria crociera dal momento che circa l’80% proveniva da Cina, Macau e Taiwan. A crescere maggiormente, però, sono i clienti indiani con un tasso del 255% nel 2017 rispetto all’anno precedente.
Nizza e Cina più vicine con WeChat FRANCIA – La Cina è sempre più vicina anche a Nizza, dove Lagardère ha predisposto la possibilità di pagamento attraverso WeChat in 14 duty free e fashion store. Con più di 800 milioni di utenti nel mondo e un mercato, quello cinese, che finalizza il 70% delle proprie transazioni via mobile, WeChat rappresenta un colosso dei pagamenti online. Un settore su cui Lagardère punta per accrescere la propria base di clienti. A partire dai 5 milioni che visiteranno la Francia entro il 2020.
Safe Bag, acquisizione che guarda a Est GRECIA – Accordo per la protezione dei bagagli fra Safe Bag spa e Care4bag, che opera negli scali di Atene e Salonicco 48
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per un fatturato di 1,2 milioni di euro all’anno, con la prima società che acquista il 60% della seconda. Un’operazione preliminare che anticipa il futuro sbarco in borsa di Safe Bag e lo sviluppo verso Balcani ed Europa dell’est, in particolare la Russia dove – attraverso la controllata Wrapping Service LLC – da agosto 2018 opera nello scalo di Vladivostok.
Luois Vuitton triplica a Heathrow UK – Nuovo pop-up store per Louis Vuitton al Terminal 4 di Heathrow: 20 mq di superficie, rivestimento in vetro e acciaio adornato da monogrammi e stickers, offerta di accessori in pelle maschili e femminili ispirati alla collezione “My LV World Tour”. Caratteristiche che, in parte, si rivedranno anche nello store monomarca che verrà inaugurato a novembre – il terzo punto vendita all’interno dello scalo londinese.
HMSHost dice stop alla plastica USA – Decisione ecofriendly per HmsHost che, entro il 2020, vuole fare a meno della plastica. A partire dalle cannucce per i drink (circa 100 milioni di pezzi usati all’anno dalla compagnia). «La nostra posizione di mercato ci permette di guidare il cambiamento», ha commentato il presidente e ceo, Steve Johnson. Un passo verso una maggiore sostenibilità ambientale che replica quello già compiuto qualche mese prima per eliminare l’uso degli sticker di plastica per mescolare i cocktail.
Duty free made in Corea COREA DEL SUD – Shinsegae Duty Free ha reso note le previsioni di bilancio per il 2018 affermando di puntare a quota 2,6 miliardi di dollari di fatturato. Un dato che rappresenterebbe una crescita del 20% del giro d’affari per una società che solo sei anni fa si è lanciata nel settore TR e DF. Ora, grazie alla gestione degli spazi duty free dell’aeroporto di Incheon e di alcuni centri commerciali sul territorio nazionale, l’obiettivo si consolida: creare esperienze piuttosto che destinazioni di shopping.
Il duty free di Dubai a doppia cifra EAU – Il duty free di Dubai cresce a doppia cifra: +10% per le vendite nel primo semestre dell’anno per un fatturato di un miliardo di dollari. A guidare la classifica sono le referenze del reparto liquori con gli spirits che segnano un +7% di crescita e un fatturato in aumento di 151 milioni di dollari. Al secondo posto i profumi crescono del 15% (pari a 146 milioni di dollari). Fra le altre categorie troviamo l’exploit dei tabacchi (+35%), della cosmetica (+27%) e dell’elettronica (+25%).
In traghetto si paga con Alipay FINLANDIA – Anche la compagnia finlandese Tallink si adegua al pagamento digitale e offre ai suoi passeggeri la possibilità di pagare tramite Alipay a bordo dei propri
traghetti. A partire da luglio, i possessori di un account Alipay (circa 870 milioni di persone al mondo, principalmente cinesi) potranno
acquistare prodotti e servizi senza alcun inconveniente rilanciando la crescita di potenziali clienti asiatici che, ad oggi, sono circa 250mila.
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r&f Scienze & retail
Dall’economia comportamentale al neuroselling V
endere è sempre stata un’arte. Ma si possono apprendere le abilità di vendita, soprattutto nel mondo del Retail. Certamente. Non a caso esistono numerosi percorsi formativi finalizzati a questo obiettivo. In realtà tale miglioramento prevede la valorizzazione di numerose conoscenze provenienti da studi interdisciplinari come l’economia, la finanza, il marketing, la comunicazione e la psicologia. Una rete di vendita ben preparata dovrebbe maneggiare con competenze gli elementi base di tutte queste discipline. A tal proposito tanto è già stato detto e scritto. Tuttavia si prospetta un nuovo ambito di studi che permette di migliorare profondamente le abilità di vendita, grazie alle più note scoperte neuroscientifiche
Fig. 1 frame visivi mostrati ai soggetti relativi alla sensazione olfatti disgustosa, piacevole o neutra.
sul funzionamento cerebrale e agli studi di Economia Comportamentale. Già gli studi pioneristici di Hebert Simon (Premio Nobel per l’economa nel 1978), di Petty e Cacioppo (1986), e di Kahneman (Premio Nobel per l’economia nel 2002) avevano dimostrato come le scelte siano condizionate dalle aspettative e dalle emozioni, determinando un vero e proprio mutamento paradigmatico nel modo di studiare le decisioni, mettendo in seria discussione il modello razionalistico. Oggi una migliore conoscenza del funzionamento cerebrale e del sistema emozionale ha offerto una grande quantità di conoscenze per affinare i processi persuasivi. Non si tratta di semplificazioni nella gestione delle relazioni, ma di un’approfondita conoscenza scientifica per adeguare stili relazionali, modalità di 50
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presentazione delle proposte commerciali, usando, per esempio, l’Effetto Framing di cui parla Kahneman (2012) o il modo di “muoversi” nella relazione conoscendo il valore dei “Neuroni Specchio” o dell’Effetto Camaleonte. Quest’ultimo, studiato da Chartrand et al. (2008) è alla base del meccanismo secondo il quale le persone tendono inconsciamente a imitare il movimento corporeo degli altri e le loro espressioni facciali facilitando, di conseguenza, la loro connessione emozionale. La capacità di questo effetto nell’influenzare i comportamenti è stato dimostrato nel 2005 da Tanner et al. (2008), i quali hanno misurato l’effetto dell’imitazione di un soggetto sulla valutazione della gradevolezza espressa verso un prodotto. La ricerca pre-
liano Giangiacomo Rizzolatti, è strettamente legato a un inconsapevole funzionamento cerebrale. Negli anni ’90 questo gruppo di studiosi ha scoperto casualmente l’esistenza di un gruppo di neuroni che sembrano avere un ruolo determinante nel processo di apprendimento per imitazione. Si chiamano“Neuroni Specchio”, ovvero una popolazione di neuroni visuo-motori la cui attivazione avviene sia durante l’esecuzione di azioni sia durante l’osservazione delle stesse azioni compiute da altri (Rizzolatti e Vozza, 2007). I neuroni specchio permetterebbero di spiegare fisiologicamente la capacità di entrare in relazione con gli altri. Queste cellule sono distribuite in alcune zone chiave del cervello, quali la corteccia prefrontale, le aree parietali inferiori che sono associate al movimento e alla percezione (nonché centro del linguaggio) e nelle regioni del cervello corrispondenti alla capacità umana di cogliere i sentimenti altrui (l’empatia). Secondo Rizzolatti, questo Sistema Mirror permette una rapida visione di ciò che accade intorno, provando le emozioni altrui e imparando per imitazione. Wicker et al. (2003), per esempio, hanno dimostrato che la visione di immagini di persone che provano disgusto, per un cattivo odore, provoca negli osservatori la medesima sensazione spiacevole e la corrispondente attivazione dell’insula Fig. 2 Grado di della Sovrapposizione (bianca) tra l’attivazione del cervello durante l’osservazione (blu) e la sensazione (rossa) che è nota per essere la ghiandola del sidel disgusto. stema limbico collegata alla sensazione vedeva lo studio del lancio di un nuovo prodotto, il di disgusto (fig. 2). Analizzando con risonanza magneGatorade Ice che no n ha particolare sapore e odore. tica le aree di sovrapposizione di attivazione dei due Durante l’esperimento il ricercatore aveva il compito cervelli si rilevano importanti sovrapposizioni di attidi raccogliere informazioni sul consumo di sport drink vazione (fig. 2). Da qui l’importanza della gestione del (gradevolezza, uso, consapevolezza dell’effetto, ecc.). proprio corpo nella gestione delle relazioni. Sono queDurante l’intervista si comportava in maniera identica ste alcune semplici, ma interessanti indicazioni, per rafal soggetto sperimentale, imitandone la postura. Alla finare le proprie tecniche di vendita affidandosi a una richiesta di assaggio e di indicazione di gradevolezza nuova scienza definita neuroselling e a innovativi studi i soggetti imitati attribuivano punteggio significativadel nostro Centro di Ricerca di Neuromarketing Iulm. mente più positivo rispetto a coloro che avevano visto il ricercatore muoversi in maniera del tutto opposta alla propria. Alla base di questo effetto, probabilmente, Vincenzo Russo vi sono i Neuroni Specchio, grazie ai quali l’imitazione professore di Psicologia dei Consumi e non è solo un processo consapevole ma, come dimoNeuromarketing presso l’Università IULM di Milano vincenzo.russo@iulm.it strato dagli studi del gruppo del neuroscienziato ita-
r&f Analisi di mercato
Una questione di pelle Nel mese di Mipel, la fiera dedicata alla pelletteria italiana, i dati del settore tracciano una situazione in chiaroscuro: giù i consumi interni, su le esportazioni. Soprattutto quelle di qualità. L’unica cosa che conta per conquistare il mercato globale
«M
ia mamma diceva sempre che anche in tempo di guerra le signore comprano le borsette». Con queste parole Massimo Braccialini, presidente di Mipel, ha commentato la situazione in chiaroscuro del settore della pelletteria italiana. L’occasione è stata il lancio della fiera che dal 16 al 19 settembre riunisce oltre 300 brand internazionali, con le loro collezioni primavera/estate 2019, sotto i padiglioni di Rho (evento promosso da Assopellettieri con il contributo di ICE-Agenzia e Mise). Dopo le performance decisamente favorevoli del 2017 con crescita a doppia cifra nei valori delle
esportazioni e del saldo commerciale, il 2018 è iniziato con qualche segnale di rallentamento.
Rallentamento? Migliora la qualità
«Dopo il +7,9% a volume e il +13,2% a valore dello scorso anno, i primi tre mesi del 2018 si sono chiusi con un ulteriore aumento a valore del +7,2% e un -3,6% a volume, dato comunque superiore a quello registrato nell’analogo periodo di due anni fa. Niente di preoccupante, quindi: un calo quasi “fisiologico”, inserito in un contesto generalizzato di minor dina-
Danny D’Alessandro, direttore di Mipel e vice-direttore generale Aimpes Servizi mismo dell’economia italiana», ha commentato Danny D’Alessandro, direttore di Mipel e vice-direttore generale presso Aimpes Servizi. Presto quindi per trarre giudizi su un settore che rappresenta una delle eccellenze più conosciute del Made in Italy. Soprattutto all’estero, dove la qualità dei distretti della Penisola conquista più consumatori che in patria. Con un saldo commerciale che, da gennaio a marzo, si è attestato su valori superiori del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2017, borse, borsette, cinture e portafogli non perdono competitività. An-
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r&f Analisi di mercato zi, si fanno sempre più apprezzare. Nel vero senso della parola, con un aumento dell’11,2% del prezzo medio al chilo. Un dato che controbilancia consumi interni in contrazione del 4,9% nel primo trimestre (fermi a quota 364,5 milioni di euro rispetto ai 381,6 dello stesso periodo del 2017) e trainati da logiche che prestano maggiore attenzione al prezzo piuttosto che alla qualità e alla provenienza del prodotto.
Export fra grandi firme e Far East Quindi a comprare sono essenzialmente clienti di paesi stranieri. Tra questi spiccano Svizzera (449 milioni di euro di prodotto acquistato per 1,8 tonnellate) e Francia (206 milioni di euro per 1,6 tonnellate), seguite da Hong Kong, Usa e Giappone. «I dati di Svizzera e Francia vanno letti alla luce del ruolo che rivestono per le grandi firme internazionali della
Pierpaolo Palmieri, chief commercial officer di Piquadro spa Dove si trovano gli store Piquadro e come sono organizzati? Piquadro ha una rete distributiva mista: dall’online con il proprio sito e quello di alcuni clienti wholesale, al fisico declinato in franchising per circa 50 esercizi e in negozi a gestione diretta sparsi fra high street, travel retail, centri commerciali e outlet. Ad oggi il solo marchio Piquadro realizza il 70% del proprio fatturato sul mercato domestico e il restante 30 soprattutto in Europa. In particolare, in Russia siamo presenti da circa 25 anni, in Germamia puntiamo a trasformare parte della presenza wholesale in retail e in Spagna abbiamo un particolare rapporto di collaborazione con El Corte Inglés. Piquadro, The Bridge e Lancel: quali sono i caratteri distintivi di questi tre marchi?
Partiamo da un dato: The Bridge e Lancel sono acquisizioni recenti che abbiamo realizzato per far crescere il gruppo oltre le nostre capacità interne. Detto ciò, Piquadro è innanzitutto uomo, business, travel. Insomma, il nostro Dna. The Bridge è un brand Made in Tuscany, in cui traspare subito l’artigianalità del prodotto, e che incrocia il ritorno ai grandi materiali, alle grandi lavorazioni, magari un po’ “vintage”. Il target è quello di una donna hippy chic bohémien. Lancel è la classica borsa da donna francese, in posizione premium plus, a cui vorremmo dare un tocco più fashion senza tradire 150 anni di storia. L’operazione Lancel è uno dei pochi casi di impresa italiana che acquista un marchio francese. Come siete stati accolti? Il primo passo è stato quello di nominare un nuovo ad che avesse preso parte al percorso di avvicinamento di Piquadro a Lancel. Una figura di origine italiana con grande esperienza nel mercato francese. Assieme a lui ci stiamo addentrando sempre
più in un mondo che ha le sue dinamiche, i suoi gusti e che siamo i primi a voler capire fino in fondo. C’è una grande voglia di rilanciare Lancel, di fare qualcosa di bello. E tutti lo hanno capito fin da subito: non siamo un fondo di private equity, ma imprenditori che amano le proprie aziende. Piquadro nasce come produttore conto terzi e poi si trasforma in retailer. Come vede il settore della pelletteria da questo doppio punto di vista? L’Italia è il quarto mercato per i beni di lusso al mondo e la pelletteria ne copre una buona parte. È evidente che in questa fase storica le difficoltà siano molte per svariati motivi, ma credo che il nostro settore sia comunque al centro dei cambiamenti. Certo, vista la tradizione, le esigenze sono molto più difficili da soddisfare. Eppure qualche spazio c’è, seppur in modo diverso rispetto al passato. Diciamo che ci vuole una direzione più centralizzata dei vari processi per portare con efficacia lo storytelling del marchio al consumatore.
moda, che hanno lì sedi o piattaforme logistiche. Sono solo in parte le destinazioni finali dei prodotti», ha fatto notare D’Alessandro. Fatto salvo questo flusso commerciale, i mercati emergenti sono quelli del Far East. Cina in primis. «Come ha evidenziato anche lo studio Esportare la Dolce Vita, realizzato da Confindustria con le associazioni di settore, le previsioni al 2023 indicano un aumento potenziale dell’import cinese di pelletteria dall’Italia pari a 183 milioni di euro rispetto ai livelli 2017, con un incremento cumulato del 51,4% nel prossimo quinquennio. Ma anche Russia ed Emirati Arabi hanno margini di crescita decisamente interessanti», ha concluso D’Alessandro. I prodotti che vanno per la maggiore sono le borse, che da sole coprono il 48% del totale del valore esportato. Seguono la piccola pelletteria (23%), le valigie da viaggio (17,2%) e le cartelle o i portadocumenti (4,9%).
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Francesco Esposito, country sales director Italy di Carpisa Come si compone la rete di vendita di Carpisa? Quali sono le aree maggiormente presidiate e i canali con maggiore potenziale di crescita? Carpisa è una realtà vicina al traguardo dei 600 punti vendita. Di questi, 100 diretti e 272 in franchising sono attivi in Italia, mentre 225 all’estero. La copertura della Penisola è ormai capillare e si muove attraverso riqualificazioni importanti. Il lancio di nuovi format commerciali, come GO Carpisa che a fine 2018 conterà oltre 30 punti vendita, ha creato canali di grande potenzialità: travel, business, tempo libero in un ambiente suggestivo che offre un ampio assortimento di valigeria, accessori da viaggio e proposte specifiche per l’uomo; una tendenza molto forte. Senza dimenticare l’offerta per il pubblico femminile che sta ottenendo un grande successo. Quali sono le caratteristiche dei vostri prodotti? Carpisa offre una proposta merceologica che comprende tutti gli stili: dal classico al neoclassico, dal contemporary al glamour e trendy, che rappresenta il posizionamento principale del brand. La collezione si arricchisce durante l’anno con capsule
collection che riprendono le tendenze moda del momento. In generale, Carpisa si rivolge a un’ampia clientela valorizzando aspetto tecnico, design e innovazione. Il tutto con uno scontrino medio che si attesta nella forbice 25-40 euro. Come si strutturano i vostri format? In termini di grandezze tutto dipende dal mercato di riferimento e dal bacino di utenza. In generale, però, la superficie media del punto vendita si aggira sui 100 mq per la vendita e 20-30 mq per il magazzino. Più in particolare, invece, il format DONNA Carpisa si presenta con superfici maggiori di 80 mq mentre quello GO parte dai 50 mq. Infine, una formula commerciale con margine minimo garantito al 42% e reso di fine stagione del prodotto moda assicurano standard alti di redditività per chi decide di aprire in franchising. Quali sono i prossimi sviluppi del marchio? La riqualificazione dei punti vendita si muove forte sul territorio e allo stesso tempo pone le basi per sperimentare delle sinergie con gli altri brand del Gruppo Pianoforte: Yamamay e Jaked. In previsione ci sono anche investimenti importanti sull’e-commerce e il mondo digital, che ci garantisce molta interazione sullo store fisico. Siamo sempre più orientati verso la omnicanalità asservita allo store, che rappresenta per noi sempre il corebusiness.
Mipel 2018: le novità
Una volta messe le carte sul tavolo, l’edizione 114 di Mipel può partire. Al centro, il tema del ricordo e della scoperta a fare da trait-d’union fra diverse aree. A partire da Memoires Box, un’esperienza immersiva ideata dal direttore creativo Matteo Zara, che guida il visitatore attraverso quattro percorsi dedicati ad altrettanti sensi con lo scopo di attivare una visione inedita dell’accessorio. Si passa poi al raddoppio della sezione Scenario e all’introduzione di The Glamourous: due spazi destinati a lanciare le proposte più innovative nel mondo delle
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r&f Analisi di mercato Mauro Zatta, head of retail di Fedon1919 Come si struttura il network di Fedon 1919? In questo momento la nostra rete di negozi è composta da store ubicati nei più importanti aeroporti italiani e in alcune aerostazioni estere come Madrid, Barcellona e Lione. A questi si aggiungono gli shop in shop in multibrand e il canale outlet. Al momento, il travel è l’unico canale che sta crescendo, quindi siamo coscienti che la nostra strategia sino ad ora sia stata corretta. Il prossimo step è quello di dare visibilità al brand anche nei centri città. A tal proposito, stiamo negoziando per alcune location a Milano dove apriremo il nostro primo flagship. In cosa si contraddistinguono i prodotti Fedon 1919?
borse e degli accessori mettendo in mostra il saper fare di alcuni giovani talenti nostrani. «Mipel è un carro da battaglia pronto alle sfide della globalizzazione – ha affermato D’Alessandro – Con grande sacrificio stiamo trasformando la manifestazione fieristica più importante sulla borsa e l’accessorio moda nella migliore piattaforma per lo sviluppo di pro-
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La nostra mission è ideare e realizzare soluzioni innovative, funzionali ed eleganti per contenere sogni e idee. Il marchio rappresenta un’importante storia nella realizzazione di accessori di pelletteria in Italia, di attenzione alla forma e alla funzione, ai materiali e ai dettagli. Diamo particolare importanza alla lavorazione artigianale. Il nostro assortment mix è composto da backpack, doctor bag, brief case, borse, trolley, pilotine e piccola pelletteria per uno scontrino medio in costante crescita verso i 110-120 euro. Qual è il layout del vostro format? Proprio in questi mesi lo stiamo rivendendo per renderlo minimal, versatile e eleggendo il prodotto a protagonista del negozio. Inoltre, puntiamo a un servizio alla vendita “esclusivo”, con il nostro staff costantemente informato sulle caratteristiche
getti speciali e innovativi, così come ci chiede il mercato. “Tailor Made” è il nostro motto: destiniamo energia alla soddisfazione delle esigenze di associati ed espositori. E in attesa che il comparto italiano torni a rivestire il ruolo di prestigio che gli compete, l’esigenza si chiama internazionalizzazione». D’altronde sempre più realtà si affacciano sul mercato non solo come semplici buyer o supplier, ma veri e propri trend setter (come il caso della Turchia che, con un exploit in termini di esportazioni verso l’Italia del +278%, si conferma una nicchia di produzione molto interessante). Per questo motivo, raggiungere quei paesi in cui l’italianità fa la differenza rimane un obiettivo primario. Tanto che
e i benefici per il consumatore dei singoli prodotti. Il nostro obiettivo è rendere sempre più unica la customer experience all’interno di una metratura che varia dai 25 ai 50mq per gli aeroporti, mentre negli outlet dai 60 ai 100mq. In città restiamo su una Gla pari a 70-80mq. Cosa ci dobbiamo aspettare dai prossimi sviluppi? Gli ultimi investimenti hanno comportato l’apertura di nuovi negozi in centro città, mentre dal 2019 vorremmo iniziare a sviluppare la rete in franchising. Nel frattempo abbiamo rivisto l’e-commerce e il nuovo sito è andato online il 18 luglio. Si tratta di due step importanti per sviluppare l’omnicanalità che, il prima possibile, permetterà al cliente di consultare il marketplace digitale direttamente all’interno dello store fisico.
l’ultimo evento, il Mipel Road-Show in Japan, ha visto la partecipazione di 12 aziende italiane e circa 180 top buyer che quelle aziende avrebbero avuto difficoltà a intercettare autonomamente. N.G.
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Neonata Ogni cammino inizia con il primo passo...
La Tartara in versione fast food LA NOSTRA VALUTAZIONE COMPLESSIVA
Mq Scontrino medio Numero personale Giorno chiusura Sito internet
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asce a Padova e si allarga a Venezia la proposta di tre giovani imprenditori che mettono al centro della loro offerta la tartara preparata rigorosamente al coltello, sia per una degustazione nel punto vendita che per l’asporto. Nata da una scommessa, ovvero quella di rilanciare un prodotto come la carne, delicato da molti punti di vista; e forte del trend in ascesa del sushi, potrebbe ritrovare il giusto slancio per importanti soddisfazioni. Ambiente informale, menu focalizzato, chiaro e semplice, attenzione alla qualità della materia prima sono i tratti distintivi del concept che sceglie di svilupparsi in location piccole. Dopo una valutazione esperta della SWOT e probabilmente di un reindirizzo di mission e vision aziendale, la proposta di Tartar18 potrebbe trovare il giusto posizionamento sia all’interno dei centri storici che commerciali, nonché dei truck. L’assenza della cucina è uno dei vantaggi del concept che si confronta però con la necessaria professionalità dell’operatore che, al banco, deve preparare il piatto al momento intrattenendo contemporaneamente il cliente per introdurlo al mondo della carne scelta, ai tagli, alla filiera, alla sicurezza, ai gusti e sapori da ricercare. Resta poi da verificare la forza e la tenuta anche fisica dell’operatore in relazione al numero di ordini quotidiani, soprattutto nei picchi di richiesta a pranzo e ape/cena. 58
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lunedì www.tartare18.com
SVILUPPO POTENZIALE Concept funzionale per mercati maturi e in cui il livello di sicurezza alimentare viene rispettato rigorosamente, e dove la carne viene consumata anche cruda. Nell’eventuale crescita futura riteniamo che il concept debba mantenere il suo focus senza compromessi nell’allargamento del menu, perché questo significherebbe dover ripensare l’intero progetto e quindi il modello di business e le relative marginalità. Inoltre, un avvio di successo non dovrebbe far credere alle facili formule perché ogni proposta di ristorazione che vede il mono prodotto al centro dell’offerta per poter evolversi deve essere sostenuta e assicurata costantemente da un importante impianto metodico di strategia, operatività, contenuto e comunicazione. Sicuramente ideale per uno sviluppo di take-away più che di delivery lasciando al cliente il compito e la responsabilità del trasporto e della gestione del prodotto fresco, soprattutto nelle ricette che uniscono la carne all’uovo come la tradizione vuole per la tartara. Omar Antonio Cescut Segnala la tua Neonata a: omar@desita.it www.desita.it
r&f NewsTech&arredo
Tecnoarredamenti senza frontiere, in Brasile con Yurban Food
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a sempre specializzata nella progettazione e realizzazione di spazi di vendita nel settore food-retail, Tecnoarredamenti (con il contributo di t-studio, il dipartimento interno dedicato interamente ai nuovi concept) ha da poco realizzato lo studio del format e l’allestimento dei primi due punti vendita della più grande azienda di ristorazione collettiva brasiliana: Yurban Food (circa un milioni di pasti prodotti al giorno). Il risultato è stata una formula retail riproducibile su tutto il territorio brasiliano e nel Sud America per una proposta di pranzi veloci e referenze confezionate. Il format prevede un’area di show cooking a vista e una di libero servizio per i clienti. Mentre le zone di consumazione sono state collocate fuori cassa.
I led Samsung in esclusiva su DominoDisplay
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ovità sul marketplace del portale DominoDisplay, primo e-shop italiano dedicato alle soluzioni tecnologiche per la comunicazione visiva. Sono arrivati i display LED Samsung che permettono di veicolare immagini d’impatto, garantendo un’esperienza realistica e immersiva (grazie a una luminosità fino a 1.200 nit), lasciando la possibilità di combinare singoli moduli per dar vita a forme inedite ed extra-large. Gli utenti, infatti, possono scegliere di creare una combinazione a piacere in base alle proprie necessità, oppure selezionare una delle composizioni in bundle già messe a punto da DominoDisplay. Inoltre, l’e-shop offre la possibilità di richiedere il servizio di installazione e di manutenzione, di beneficiare del noleggio operativo e di collegare diversi ledwall in reti digital signage gestite attraverso il player integrato MagicInfo che può essere potenziato con l’esclusivo software proprietario Palinsesto sviluppato direttamente da Domino Sistemi srl. Già acquistabili su DominoDisplay.com le Serie IF e Serie IF-D per installazioni indoor e la Serie XAF per applicazioni outdoor.
Cean crea il food retail del futuro
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ipensare il food retail per adeguarlo ai cambiamenti dei consumi. Aiutare gli imprenditori a realizzare il proprio punto vendita e a progettare la propria insegna. Sono queste le coordinate della mission di Cean, laboratorio italiano dedicato al food retail con sede in provincia di Torino. Attivo da circa 40 anni, Caen punta su un gruppo di dipendenti giovani per innovare il settore e offrire al cliente una visione a 360 gradi. Dalla progettazione del layout all’implementazione tecnologica, passando per percorsi di formazione dedicati ai dipendenti dei punti vendita, Cean punta a creare negozi sostenibili, consapevoli ed esperienziali. Ad oggi Cean lavora con le più importanti aziende della grande distribuzione italiane e da anni è attiva anche in Cina dove ha realizzato nuovi concept per prestigiose insegne della GDO cinese.
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QVC Italia: spesa in aumento con il multiscreen
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l multiscreen scandisce le nostre giornate: guardare la tv e contemporaneamente consultare il proprio smartphone o tablet è diventata un’abitudine consolidata. A sottolinearlo sono i dati della ricerca Acquisti multi-canale e multi-screen compiuta dall’Osservatorio QVC Italia, il retailer multimediale dello shopping e dell’intrattenimento. La ricerca fotografa i comportamenti di acquisto a distanza che vengono effettuati dagli italiani utilizzando device multipli. Dai dati raccolti si evince che l’indice di multicanalità è aumentato del 14% rispetto all’anno passato, passando da 1,4 a 1,6 canali. Detto altrimenti, gli utenti utilizzano più schermi insieme per informarsi, intrattenersi e fare acquisti. Negli ultimi tre mesi gli acquirenti a distanza hanno, in media, effettuato acquisti su 1,6 canali diversi (1,4 nel 2017). In particolare si può notare che i consumatori italiani che usano almeno due canali diversi per fare shopping a distanza sono passati da 7 a 9,7 milioni e la spesa trimestrale per gli acquisti multicanale è aumentata di 82 euro rispetto all’anno scorso, passando da 215 a 297 euro.
Serie C, il nuovo grande formato di Nec Display
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uova gamma di diplay per Nec Display Solutions Europe: serie C MultiSync, per sale riunioni, conferenze e applicazioni digital signage. Schermi di grande formato, i serie C MultiSync sono stati progettati per il settore retail grazie a un sistema di controllo della luce ambientale che garantisce livelli di risoluzione e luminosità elevatissimi. Tre i formati disponibili: 75, 89 e 98 pollici. Tutti contrassegnati da un design minimalista che si adatta perfettamente all’installazione in modalità landscape e portrait. Inoltre, i display prevedono filtri di opacizzazione professionali per eliminare qualsiasi tipo di riflesso sullo schermo, che ne comprometta la visibilità. I livelli di luminosità, fino a 350 cd/m2, assicurano una perfetta risoluzione e fedeltà dei colori in qualsiasi tipo di ambiente. Infine, tutti i modelli della serie C prevedono la piattaforma NEC OMi (Open Modular intelligence) che offre una connessione lineare tra sorgente e display per un signage potente, personalizzato e garantito nel futuro.
Macellaio Rc apre a Brera con design Costa
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alle prime aperture sul territorio nazionale nel 2002 allo sbarco in Gran Bretagna e ritorno. Il viaggio del marchio Macellaio RC torna in Italia e sceglie Costa Group per arredare il suo nuovo punto vendita nel quartiere Brera di Milano. Una macelleria con servizio al tavolo di 340 mq con 100 posti a sedere, Macellaio RC ripropone l’allestimento che lo ha reso famoso anche Oltremanica: bancone all’ingresso impreziosito da tendaggi in velluto rosso, luminarie teatrali, vetrina di frollatura fronte strada, tavoli e sedute sistemati in un’ambientazione elegante, materiali e finiture d’eccellenza (come la texture che replica un soffitto a cassettoni riccamente decorato). Al piano di sotto, la cucina a vista, e un’area privè con altre sedute, che affaccia su di un piccolo cortile verde all’esterno. Tutti elementi al servizio della protagonista principale: la carne di fassona piemontese.
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r&f International AMAZON PRIME DAY, 4,2 MILIARDI IN 36 ORE Nemmeno un piccolo problema tecnico ha impedito il successo di Amazon Prime Day: 4,2 miliardi di dollari di acquisti, oltre 100 milioni di prodotti venduti e un consistente manipolo di nuovi membri del servizio a pagamento Prime (che consente la spedizione illimitata su un paniere di 2 milioni di prodotti con consegna immediata). Il tutto in 36 ore. Fra il 16 e 17 luglio, infatti, gli utenti iscritti hanno potuto usufruire di una serie di sconti su numerosi articoli in vendita sul marketplace di Jeff Bezos. Comprese le referenze del marchio Amazon Basics, la private label della piattaforma, che hanno visto una riduzione di prezzo del 20%. A livello globale su Amazon i prodotti più venduti sono stati i Fire, seguiti dai dispositivi Echo con schermo. In Italia, oltre ai device Amazon, sono state le pastiglie per lavastoviglie a riempire i carrelli virtuali.
CARREFOUR-TESCO: ALLEANZA PER GLI ACQUISTI Un accordo strategico a beneficio del consumatore è stato siglato fra Carrefour e Tesco, due delle più importanti insegne europee della GDO che stanno intraprendendo un piano di rilancio. Nasce così una centrale unica di acquisto che opererà a livello globale per razionalizzare le operazioni di rifornimento e ribassare i prezzi alla clientela. L’operazione, che unisce due società da 150 miliardi di euro di vendite all’anno, punta ad aumentare la competitività rispetto a concorrenti digital (Amazon) e discount (Lidl e Aldi). I due gruppi uniranno anche le divisioni marketing e raccolta e analisi dati di mercato e acquisteranno insieme i prodotti venduti con il proprio marchio, con la possibile eccezione dei prodotti freschi, che verranno acquistati da fornitori locali. Secondo gli analisti, l’accordo porterà a un risparmio di 450 milioni di euro, ma comporta il rischio di un ribasso dei prezzi che colpirebbe in primo luogo i produttori di articoli di largo consumo.
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duty free world
by Kevin Rozario - London
Things are looking up in the long terms
Le cose migliorano a lungo termine Prospects for aviation – based on economic change and demand – have rarely looked better. Boeing and Airbus released their 20-year aviation outlooks at the time of the Farnborough International Airshow which took place in the UK in July – and both companies were extremely positive. Boeing lifted its long-term forecast for new commercial airplanes to more than 42,000, valued at $6.3 trillion on the back of rising passenger demand for commercial aviation services, leading to a total market opportunity of $15 trillion. Airbus meanwhile projected that while 30% of emerging country populations took a flight in 2017, by 2037 this will have risen to 85%. These outlooks should give duty free and travel retailers something to shout about – even if their business represents just a tint fraction of the multi-billions of dollars Boeing refers to. «For the first time in years, we are seeing economies growing in every region of the world – says Randy Tinseth, Vice President of Commercial Marketing for The Boeing Company – This synchronised growth is providing more stimulus for global air travel. We are seeing strong traffic trends not only in the emerging markets of China and India, but also the mature markets of Europe and North America». The travel retail industry has long relied on growth in passenger numbers to drive sales, but it is aware that spending per head is stagnating or falling. Factors include a changing passenger mix due to more low-cost fares in the market and a retail offer that is a mismatch for many travellers. However, outlooks like these from the world’s largest aircraft manufacturers let travel retailers off the hook to an extent. Why? Because knowing that new planes will be full of ever-growing numbers of passengers means they will continue to see overall sales rise even if sales per head do not. While the strong numbers are a welcome boost for the travel retail market, retailers should not be complacently think it’s ‘business as usual’. With online retail snapping at duty free’s heels, there is no ‘usual’ in the retail marketplace any longer.
Le prospettive per l’aviazione – basate sul cambiamento e la domanda dell’economia – raramente sono sembrate migliori. Boeing e Airbus hanno pubblicato i propri outlook sui prossimi 20 anni giusto in tempo per il Farnborough International Airshow organizzato a luglio in Gran Bretagna – ed entrambi sono molto positivi. Boeing ha alzato la sua previsione a lungo termine per nuovi aerei commerciali a più di 42mila unità, per un valore di 6,3 triliardi di dollari, sulla scorta di una crescente richiesta di servizi aerei da parte dei passeggeri per un’opportunità di mercato che si aggira sui 15 triliardi di dollari. Nel frattempo, secondo Airbus, se nel 2017 ha preso un aereo circa il 30% della popolazione delle nazioni emergenti, nel 2037 si arriverà all’85%. Questi dati dovrebbero dare agli imprenditori dei settori duty free e travel retail qualche grattacapo – anche se il loro business rappresenta una piccola parte della montagna di dollari a cui si riferisce Boeing. «Per la prima volta dopo anni, vediamo l’economia crescere in ogni parte del mondo – afferma Randy Tinseth, vice president of commercial marketing per The Boeing Company – questa crescita armonica sta fornendo nuvi impulse per i viaggi aerei. Vediamo già ora un forte trend di traffico non solo nei mercati emergenti come la Cina e l’India, ma anche in quelli maturi come l’Europa e il Nord America». L’industria del TR per lungo tempo si è basata sul crescente numero di passeggeri per trainare le vendite, ma è anche consapevole che la spesa pro capite è stagnate o in discesa. I motivi riguardano un cambiamento del mix di passeggeri dovuto alle tariffe low-cost e un’offerta retail molto spesso non in linea con i bisogni dei viaggiatori. In ogni caso, outlook come quelli realizzati dai più grandi produttori al mondo di aerei lasciano ai travel retailer il modo di cavarsela. Perché? Con nuovi aerei sempre più pieni di passeggeri le vendite generali continueranno a salire nonostante quelle pro capite diminuiscano. Se certi numeri sono accolti con favore dal mercato travel retail, gli operatori non dovrebbero semplicemente pensare che “è il solito business”. Con il retail online alle calcagna del duty free, non c’è niente di “solito” in questo settore ormai.
“Destination 2028”: il futuro del retail
La continua crescita (in controtendenza) di Ross
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icro-città iperconnesse con focus su benessere, “extra-sperienza” e realtà aumentata: così si immaginano i centri commerciali del futuro da Unibail-Rodamco-Westfield che ha svelato il nuovo concept “Destination 2028” durante i festeggiamenti per il decennale dell’apertura di Westfield London. L’idea alla base del nuovo concept è quella di aprire sempre più gli shopping center alle persone, clienti e non, grazie ad attività di engagement ed entertainment dedicate. Come dimostra l’inaugurazione della Westfield Square: un’area per eventi che animerà il centro commerciale di Londra. Uno spazio che caratterizzerà anche le prossime aperture insieme alla creazione di una food hall sul modello di Ichiba (cibo giapponese). «In questo momento stiamo festeggiando i nostri primi 10 anni di retail pionieristico a Londra, ma non vediamo l’ora di vivere il centro commerciale del futuro», ha dichiarato
Myf Ryan, chief marketing officer Europe e group director of brand & strategic marketing di Unibail-RodamcoWestfield .
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a catena di negozi d’abbigliamento Ross continua la sua crescita con l’apertura di 30 nuovi store fra giugno e luglio: 22 a marchio Ross Dress for Less e 8 dd’s Discount in 12 stati Usa. Questi punti vendita fanno parte di un’espansione da 100 aperture programmate nel 2018 (che andranno a sommarsi agli esistenti 1.680 negozi già operativi). Il tutto in controtendenza rispetto a un mercato, quello dell’abbigliamento, che nel 2017 ha registrato un calo del 3% delle vendite in store a favore di un +7% per quelle online. Eppure, proprio grazie alla grande quantità di resi, Ross riesce a rifornirsi a costi più bassi proponendo prezzi abbordabili ai propri clienti. Un trend che caratterizza tutto il segmento degli off-price, che ora sta conquistando fette di mercato sempre più importanti e nel 2021 toccherà quota 19 miliardi di dollari.
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r&f International
Harrods reinventa il retail di lusso
Forum Gdańsk, apertura con boom di visitatori
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uando si visita Londra per la prima volta, un passaggio da Harrods è irrinunciabile. Qui ogni anno passano 65 milioni di visitatori e si finalizzano acquisti per due miliardi di sterline. Numeri importanti e con margine di crescita. Soprattutto dal punto di vista digitale. Per questo, grazie alla collaborazione con Dyantrace, l’azienda ha messo mano al proprio store online con un investimento da 200 milioni di sterline. L’obiettivo? Garantire che l’esperienza che i clienti vivono entrando nel negozio fisico potesse essere paragonabile a quello che offre il sito web. Al centro di questo sforzo, una lista di 600 parametri essenziali per il riposizionamento del brand. Ora il sito di Harrods possiede template di prodotti multipli, un design modulare mobile first, coerenza visiva endto-end e funzionalità di condivisione migliorate. Un restyling che ha permesso di raddoppiare le conversioni e attirare i brand del lusso che ancora non hanno un posto al sole fra gli scaffali di Harrods.
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ono bastate tre settimane di apertura per far sì che Forum Gdansk riuscisse a raggiungere il milione di visitatori. Situato nei pressi della città di Danzica e gestito da Multi Poland (parte della multinazionale Multi Corporation), Forum Gdansk ha aperto i battenti l’ultima settimana di maggio, dopo tre anni di lavori, con un offerta di 170 negozi e più di 20 ristoranti, playground e aree relax divisi in tre aree tematiche (The Boulevard, Modern Court e The Street). Un ventaglio di proposte commerciali organizzate attorno a delle piazze a uso pubblico che accrescono la fruibilità del centro commerciale. E le attrazioni non si fermano qui: nei prossimi mesi sarà inaugurato il Water Craft, la sede dell’Urban Culture Institute.
Transforming Reality Physical in the age of digital
The leading international platform for key property players to build the ultimate retail and leisure mix in order to become a complete lifestyle destination.
Palais des Festivals, Cannes, France 14 – 16 November 2018
r&f Vetrina Keglevich accende i party RDS Dal 14 luglio al 19 agosto, Keglevich ha accompagnato con la sua vodka al gusto di frutta gli appuntamenti di RDS Play on Tour. Una sponsorizzazione che si inserisce in un’operazione di rebranding per il marchio di Stock Spirits Group che ora vuole porre l’accento su purezza e naturalità degli ingredienti. La vodka di puro grano Keglevich è distillata 6 volte e contiene succhi e aromi naturali senza coloranti artificiali.
Una fetta di Rovagnati per PanB Il produttore di insaccati Rovagnati stringe un accordo con PanB, catena di fast food italiano, rilevando una quota minoritaria del format Panbolla in vista di un’espansione del marchio sia in Italia che all’estero che avverrà nei prossimi 18 mesi. Da fornitore, Rovagnati diventa così partner del business ideato da Adriano Continisio, blogger specializzato in lievitati.
Away formato viaggio La stagione estiva non finisce ad agosto. Lo sa bene Away che ha lanciato Salt and Stone. La collezione, ispirata alle città costiere dell’Adriatico, propone una serie di prodotti in edizione limitata. Per le Everyewhere Bag (da 245 euro) e i Dopp Kit (a partire da 65 euro), Away ha scelto cinque tessuti prestigiosi come la tela rigata, il cotone e il cuoio morbido. In aggiunta, una serie di valigie abbinabili in due tonalità (da 245 euro).
Salumificio F.lli Riva e filiera di qualità
Vitavigor e Disney per la merenda Topolino, Minnie e Pluto sulle confezioni di Vitastick Mini e Integrali, gli ultimi due prodotti lanciati da Vitavigor in collaborazione con Disney per accompagnare i più piccoli nel ritorno a scuola. Vitastick Mini, grissini al gusto pizza o parmigiano, sono disponibili in multipack da 150g contenenti 6 bustine. Vitastick Integrali, invece, si adatta alle esigenze di tutta la famiglia con multipack da 350g.
Nuova linea di prodotto per Salumificio F.lli Riva: si tratta di Maialino d’Oro Alta Qualità. Realizzato interamente con carni di suini allevati senza l’utilizzo di antibiotici e provenienti dall’Olanda, questo prosciutto cotto sarà distribuito attraverso il canale GDO e Private Label per rispondere alla domanda di prodotti rispettosi della salute animale.
Levissima +, la forza dei sali minerali Potassio, magnesio e zinco. sono questi i sali minerali che contraddistinguono le tre varianti di Levissima +, la nuova referenza dell’omonima etichetta d’acqua minerale. La variante Pro-power (gusto mora) con potassio contribuisce alla normale funzione muscolare. Pro-active (gusto mela verde) grazie al magnesio riduce la stanchezza e aumenta la concentrazione. Anti-oxidant (gusto ribes nero) utilizza lo zinco per proteggere le cellule dallo stress ossidativo.
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APPLE STORE MILANO
Un parallelepipedo in vetro alto 8 metri con tanto di fontana e cascata al centro di Piazza Liberty. La firma è quella di Apple che, a due passi dal Duomo, il 26 luglio ha inaugurato il suo avveniristico store. 70
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retail&food
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retail&food propone un’esclusiva vetrina
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RETAIL&FOOD È MEDIA PARTNER DI MAPIC 2018
r&f La pulce nell’orecchio
di Simone Filippetti @filippettinews
Mosaicoon, game over A
nche le startup piangono. Con l’Italia pronta a partire per le vacanze, dalla Sicilia arriva il primo segnale che è imminente lo scoppio della bolla delle startup? La venerata e osannata Mosaicoon, la più famosa impresa italiana giovanile che si meritò pure gli elogi del Financial Times e della Silicon Valley, ha chiuso i battenti e lascia a casa 100 dipendenti. Nata nel 2010 a Palermo da un’idea dell’allora 26enne Ugo Parodi Giusino, la startup era diventa il simbolo dell’Italia hi-tech e del riscatto del Sud, dove la digital economy avrebbe potuto dare quelle opportunità che l’economia tradizionale non è mai riuscita a dare. È invece finita per essere l’ennesimo caso di flop del Meridione. L’azienda creava e vendeva contenuti video digitali per campagne pubblicitarie potenzialmente virali: tra i clienti, grandi gruppi del retail&food, da Unilever a McDonald’s. E dire che di capitali, il grande problema del fare impresa in Italia, Mosaicoon ne aveva avuti, e pure in abbondanza: in 10 anni ha raccolto oltre 12,2 milioni di finanziamenti in venture capital, il primo arrivato grazie al fondo HT per il Mezzogiorno, ossia soldi pubblici, denaro dei contribuenti. La sfortunata fine di Mosaicoon mostra due verità che troppo spesso si dimenticano nel mondo delle imprese: che tra le startup il tasso di mortalità è altissimo (normalmente solo 1 su 100 ce la fa). Avere un’idea geniale e raccogliere capitali non basta per rendere un’impresa di successo. Peraltro, con ormai quasi 10 anni di vita, Mosaicoon non era nemmeno più una startup ma un’azien-
Ugo Parodi Giusino, fondatore di Mosaicoon da normale (anche se nel gergo si usa chiamarle scaleup, il gradino successivo alle startup). E secondo, mai fidarsi del media hype montato dalla stampa. Nel mondo del giornalismo tecnologico e finanziario, l’enfasi e l’esagerazione sono sempre in agguato. Il fondatore di Mosaicoon ha dato
la colpa alla concorrenza, che però è come prendersela con il maltempo o Giove Pluvio: la concorrenza è il mercato stesso. Senza concorrenza, non sarebbe nata nemmeno la Mosaicoon medesima. Mosaicoon non si faceva mancare nulla: pochi anni dopo la nascita aveva inaugurato una fantasmagorica sede: un open space di 4.000 mq vista mare con altalene, biliardini, divani e agrumeto, a Isola delle Femmine, una delle località più chic della Sicilia. Dentro, arredi di Lago e Alias, tra le marche più esclusive e costose. E poi le sedi estere: Londra, Madrid, oltre Milano e Roma in Italia. Forse un po’ troppo per una startup che fatturava 3 milioni di euro. Più che la concorrenza, il vero rischio delle startup è la “Sindrome da Infinite Loop” (la fantascientifica sede della Apple in California): appena nate, molte startup pensano di essere già la Apple. Spesso, poi, tornano sulla Terra molto dolorosamente. t
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