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settembre 2019 • € 5,00 - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Sviluppo RE e shopping: è sempre tempo di luxury outlet Parola di Victor Busser Casas Arcus: focus su Sicilia e Torino
Star Trek: destinazione Autogrill Analisi di mercato: borse, pelletteria e calzature
AREAS Italia TRA I RICORDI DELLE VACANZE… LE SOSTE FATTE CON NOI! #MANGIAQUI
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Anno 14 · numero 9 - settembre 2019 Direttore responsabile Andrea Aiello Coordinamento editoriale Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it In redazione Nicola Grolla - nicola.grolla@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Pubblicità e traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Alessandro Barzaghi, Roberto Bramati, Norman Cescut, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, David Montorsi, Roberta Motta, Kevin Rozario, Vincenzo Russo Grafica Mariella Salvi Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 - Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it
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N. 9 settembre 2019
SOMMARIO 4 News 15 News opening
18 STAR TREK
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TREK FOOD Destinazione Autogrill
20 PAROLA DI
VICTOR BUSSER CASAS Arcus: focus su Sicilia e Torino Outlet Village
55
ANALISI DI MERCATO Pelletteria e calzature, l’export salva il mercato interno
24 CASE HISTORY FACTORY OUTLET VILLAGE Lo shopping outlet fa Scalo a Milano
28 BRICK BY BRICK
Poke House: ricette hawaiane e mood californiano
30 NEONATA
L’idea dolce e salata che contagia e porta serenità e allegria
33 DOSSIER SHOPPING MALL TAGLIO NASTRO La Birreria: nuova vita con retail e servizi
60 FOCUS LOGISTICA
GLS, in Italia la frontiera dell’innovazione
28 38 BRAND ANALYSIS
Il galletto di BEFED, da Roma alla Francia
41 DOSSIER AEROPORTI
Keflavik, shopping fra i ghiacci d’Islanda
46 WORLD TRAVEL RETAIL 48 FOCUS FASHION & LIFESTYLE L’eCommerce flessibile
50 PIATTSFORMA eCOMMERCE
20
L’evoluzione del marketplace e la soluzione Yocabè
52 GDO & SOMMINISTRAZIONE
Il Bistrot di NaturaSì conquista la nicchia bio
62 AZIONE CONTRO
LA FAME Tornano i ristoranti buoni due volte
64 News servizi e fornitori 66 News international 70 Vetrina 72 La foto RUBRICHE
4 STOCK OPTION 6 NEW MARKETS
OUTLOOK
10 LA RUBRICA LEGALE 47 DUTY FREE WORLD settembre 2019 | retail food
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News
A SVICOM L’INCARICO DI RILANCIARE I GRANAI DI NERVA
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n nuovo incarico di gestione e di ricommercializzazione si aggiunge al portafoglio di attività di Svicom: il centro commerciale I Granai di Nerva. Il Granai è stato uno dei primi shopping centre di Roma ed è situato nel quartiere Roma 70, nelle immediate vicinanze dell’Eur e a ridosso del parco di Forte Ardeatino. Inaugurato nel 1992, I Granai si estende su una superficie commerciale di oltre 23.300 mq, si sviluppa su due piani e vanta 130 unità commerciali, tra le quali spiccano: l’àncora alimentare Panorama (circa 6.000 mq), l’offerta di elettronica di Euronics, tanti servizi e brand di abbigliamento, nazionali ed esteri. «I Granai di Nerva – spiega Alberto Albertazzi, ceo di Svicom – rappresenta per Svicom un incarico importante e ambizioso: importante per la forte storicità del centro che rappresenta una fetta di storia del settore in Italia; ambizioso perché, partendo dall’esalta-
CONAD: INVESTIMENTI PER 1,3 MILIARDI
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l cospetto di 150 rappresentanti del mondo finanziario nazionale, interessati all’andamento del gruppo anche alla luce dell’acquisizione delle attività di Auchan Retail Italia comunicata lo scorso 14 maggio, Conad ha presentato i risultati del bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2018 e approvato dall’assemblea dei soci e il piano di sviluppo per il triennio 2019-2021. Tra i dati emersi nell’incontro, il fatturato 2018 si è attestato a 13,5 miliardi di euro (+3,5% rispetto al 2017), in costante crescita da dieci anni (era di 9,3 miliardi di euro nel 2009). L’Ebitda del conto economico aggregato dei bilanci consolidati del consorzio e delle sette cooperative associate è cresciuto del 2,1%, a 420,9 milioni di euro rispetto ai 412,1 milioni del 2017. A tale dato va aggiunto quello dei singoli soci imprenditori per un valore stimato nell’ordine del 2,1%. L’Ebit si è attestato a 239,7 milioni di euro (227,2 milioni nel 2017). In crescita anche l’utile di esercizio, a 164,5 milioni di euro dai 148,5 milioni del 2017 (+3,1%). Il patrimonio netto aggregato ha raggiunto i 2,5 miliardi di euro (+6,8% rispetto al 2017) e consente di affrontare con la necessaria solidità economica un piano di investimenti 2019-2021 di 1,3 miliardi di euro, di cui 530 milioni nel corso del 2019, finalizzati al rinnovamento della rete di vendita.
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retail food | settembre 2019
zione del concetto di “location, location, location” che bene esprime la migliore qualità dell’asset, l’azienda avrà la possibilità di cimentarsi, in collaborazione con il consorzio degli operatori, nel compito di aggiornare l’assetto e l’offerta del complesso per trasformarlo in un centro commerciale degno di essere annoverato tra gli asset più moderni e appetibili per clienti, operatori e investitori». «Gli operatori e i proprietari del centro – aggiunge Angelo Anticoli, presidente del CdA – sono ansiosi di poter lavorare con una società come Svicom allo scopo di riportare I Granai al ruolo di centralità che il complesso ha svolto sin dalla sua apertura nella vita sociale ed economica del quartiere».
Stock option |
BUY
NEUTRAL
TAKE AWAY-JUSTEAT Acquisizione in vista per Takeaway. com, portale olandese di cibo a domicilio che ha messo sul piatto 5 miliardi di sterline per assicurarsi il 47,8% delle quote della rivale JustEat (a cui rimarrebbe il controllo con il 52,2%). La mossa punta ad arginare la crescita di Uber Eats (che nel primo trimestre ha registrato un +89% di ricavi) e Amazon (che sta attendendo la decisioni delle autorità per l’investimento da 575 milioni di dollari in Deliveroo).
DAINESE-PERMIRA Potrebbe essere il fondo di private equity Permira il prossimo proprietario del brand Dainese. Secondo gli analisti, il fondo internazionale sarebbe l’unico interessato a rilevare la storica azienda veneta specializzata in abbigliamento tecnico per il motociclismo. Dal 2014, infatti, il brand fa capo al fondo Investcorp che ha creato un network di 70 negozi monomarca, di cui 22 diretti.
FARMAÈ Debutto in Borsa per il portale online di parafarmacia Farmaè che approda al listino Aim dedicato alle piccole imprese. Nata nel 2014 a Viareggio, l’azienda è leader nelle vendite digitali di prodotti per la salute e il benessere (circa 37mila referenze fra cui scegliere) con 24,9 milioni di ricavi nel 2018. Il grande passo sul mercato metterà a disposizione circa 1,3 milioni di azioni ordinarie. NIKE Effetto Mondiale per Nike che capitalizza il successo del torneo femminile di calcio che si è tenuto in Francia e ha visto trionfare la nazionale Usa. Nike, sponsor tecnico di 14 team su 24, ha registrato un incremento del 200% sulle vendite di magliette da calcio rispetto all’appuntamento di quattro anni prima. L’obiettivo, ora, è raggiungere un equilibrio 5050 con i prodotti maschili.
PEPE JEANS Accordo con le banche raggiunto per Pepe Jeans che è riuscita a rifinanziare 230 milioni di euro di debito nei prossimi cinque anni. Il nuovo finanziamento sostituisce quello sottoscritto nel 2016 per un importo di 250 milioni e dovrebbe permettere al brand di concentrarsi sullo sviluppo del piano industriale che punti a migliorare i 17 milioni di utile registrati lo scorso anno. EURONICS Luci e ombre su Euronics. Da un lato, la catena di elettronica di consumo ha eletto il nuovo international board con la conferma di Hans Carpels come presidente e Maurizio Andronico, vicepresidente di Euronics Italia, che è entrato nel CdA. Dall’altro, la vicenda della Galimberti SpA che comprende 11 punti vendita a insegna Euronics e ha fatto istanza di concordato preventivo al Tribunale di Milano.
SELL
CONFORAMA Dopo avervi iniettato 316 milioni, i creditori hanno messo all’asta le filiali spagnola e portoghese del distributore Conforama che registrano il 13% del fatturato totale del gruppo francese (pari a 440 milioni di euro). Più nello specifico, sono 38 i magazzini in vendita in Spagna e 11 in Portogallo da cui ci si aspetta un ritorno di 250 milioni di euro. CAMST Marcia indietro sulla cessione di Gastronomia italiana a Miglior Market da parte di Camst. Le trattative ricominceranno a settembre. Attesa quindi per il destino dei 65 dipendenti di Gi, azienda che produce e distribuisce prodotti di gastronomia. A non convincere, al momento, è la stabilità finanziaria dell’acquirente già coinvolto nella liquidazione di Ferka Srl e Maylea Srl. MCDONALD’S Nonostante gli utili in crescita a livello globale (1,51 miliardi di dollari), il colosso del fast food McDonald’s deve affrontare il caso Caracalla. A Roma, è bufera sul punto vendita di 800 mq con servizio McDrive che dovrebbe sorgere a pochi passi dalle celebri terme. Il sindaco Virginia Raggi ha imposto la sospensione dei lavori che in quattro anni aveva ottenuto le autorizzazioni per una “operazione di riqualificazione e risanamento ambientale”.
News UNES, ROSSELLA BRENNA NUOVO AD
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a direttrice vendite ad amministratrice delegata del Gruppo Unes, Rossella Brenna conquista i vertici della catena di supermercati nata a Milano nel 1967 e successivamente acquistata dal Gruppo Finiper nel 2002. Brenna subentra a Mario Gasbarrino con alle spalle un’esperienza di 15 anni nel Gruppo. Dal 2004 al 2013 ha ricoperto il ruolo di direttrice marketing e successivamente fino al 2019 è stata direttrice vendite. In dote, Gasbarrino lascia un network di 190 punti vendita sia diretti che in franchising in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. «Accolgo questa nomina con estrema riconoscenza per la fiducia accordatami dal signor Brunelli e dal Gruppo Finiper, sono sinceramente onorata. Si tratta di una grande sfida, quella di proseguire il lavoro fatto in questi anni con Mario Gasbarrino, che ringrazio sentitamente per la guida che ha saputo darci. Sono cosciente del privilegio che avrò: quello di poter guidare un’azienda che si è distinta in questi anni per i risultati conseguiti e per la velocità di movimento. Sono entusiasta di affrontare questa nuova avventura professionale insieme a tutta la squadra Unes», sono state le prime parole del nuovo ad Brenna.
New Markets Outlook | a cura di Luca Esposito | esposito_mail@yahoo.it
Xi’an International Fashion Town
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n occasione della settimana della moda a Milano, è stato presentato l’ambizioso progetto Xi’an International Fashion Town, una nuova area urbana a Xi’an in Cina che ospiterà moda, food ed entertaiment, con un occhio di riguardo al made in Italy. L’obiettivo di questa città nella città è porsi come un ecosistema dove crescere e valorizzare realtà locali e internazionali, principalmente italiane, proiettate verso lo sviluppo in Cina. La Xi’an International Fashion Town sta sorgendo ai margini di una delle più antiche città cinesi, capoluogo della provincia di Shaanxi nella Cina centrale, in passato punto di partenza della vecchia via della seta e sede dell’esercito di terracotta dell’imperatore Qin, nonché porta di accesso per il grande mercato della Cina nord-occidentale. Il complesso, che verrà terminato entro il 2023 con un’estensione di 3 chilometri quadrati, fa parte del più ampio distretto Xi’an International Community (19 chilometri quadrati). Anch’essa una nuova area funzionale progettata per essere il fulcro della High-Tech Zone con l’obiettivo di potenziare l’emergere di professionisti e realtà di talento, stimolare l’innovazione e l’imprenditorialità e perseguire la riqualificazione industriale. Al suo
FIPE LOMBARDIA, STOPPANI PRESIDENTE
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ino Enrico Stoppani è il nuovo presidente di Fipe Lombardia, l’associazione dei pubblici esercizi della regione che riconferma l’incarico al rappresentante uscente. Ringraziando per la nomina, il presidente Stoppani ha dichiarato: «In questi anni abbiamo lavorato per rispondere alle esigenze dei nostri associati del territorio lombardo, per valorizzare il valore economico, sociale, storico e culturale del settore, strumento strategico anche per la promozione turistica della Regione». Al centro della strategia del presidente, l’avvicinamento alle Olimpiadi invernali 2026 oltre al costante contrasto dell’abusivismo e della concorrenza sleale.
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retail food | settembre 2019
Fig.1: Xi’an Riverwalk
interno, viene ospitata, lungo 1,2 km del fiume Fenghui, una shopping street di alto livello, denominata Riverwalk, che, integrando natura e paesaggio urbano, proporrà occasioni di svago con negozi fashion e food & beverage, aree per il wellness e strutture per l’entertainment (Fig.1). Seppur ancora non molto conosciuta all’estero, Xi’an è una grande città con un’area metropolitana di 13 milioni di abitanti, con più di 100 università e con una popolazione molto giovane (2 milioni di abitanti dai 18 ai 34 anni) che la rendono uno dei centri culturali più vibranti del paese. La Xi’an International Fashion Town, con i suoi 2 miliardi di euro in investimenti, nasce grazie alla partnership tra Xi’an International community, Tande Real Estate e Chic Group, e il Governo di Pechino ha stanziato 1,2 miliardi di euro per la realizzazione delle infrastrutture necessarie. L’organizzazione offre anche alle aziende interessate servizi di consulenza e supporti concreti (assistenza per l’avvio dell’impresa, ricerca di finanziamenti, accesso al proprio network di distributori locali, ecc.). Manifestazioni d’interesse in tal senso possono essere inviate compilando una specifica application form scaricabile sul sito www. bounlessic.com.
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News
NEINVER: VENDITE +8% NEL PRIMO SEMESTRE 2019
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layer di riferimento nel settore degli outlet in Europa, presente in Italia con Castel Guelfo e Vicolungo The Style Outlets, Neinver ha annunciato che il volume di vendite del proprio portfolio, composto di 16 asset, ha raggiunto quota 487 milioni di euro nel primo semestre 2019, con un incremento dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2018. Anche il numero di visitatori ha registrato un aumento del 3%, raggiungendo i 21 milioni di presenze. Per quanto concerne i due centri italiani, hanno registrato un incremento nel volume di vendite del 4% nei primi sei mesi dell’anno, mantenendo stabile a 3 milioni il numero di visitatori. «Il nostro portfolio outlet ha registrato performance positive durante il primo semestre dell’anno su tutti i mercati in cui operiamo – ha dichiarato Carlos González, managing director di Neinver – Oltre alla gestione dei marchi e dell’attività retail, la nostra strategia di crescita punta all’espansione della nostra presenza a livello internazionale attraverso opportunità mirate e al rinnovamento di alcuni dei nostri centri più strategici, così da accrescerne il valore e migliorarne costantemente i risultati». Sono attualmente in corso lavori di rinnovamento a Vicolungo The Style Outlets in Italia e a Roppenheim The Style Outlets in Francia e nel corso dell’anno l’azienda inizierà anche i lavori di ristrutturazione di alcuni centri a Madrid per migliorare la customer experience e potenziare l’offerta commerciale. Procedono, inoltre, due importanti progetti nei Paesi Bassi e in Francia: in collaborazione con Nuveen Real Estate, infatti, Neinver ha posato la prima pietra di Amsterdam The Style Outlets, la cui apertura è prevista per l’autunno 2020. In Francia, vicino al confine svizzero, partirà invece nell’estate la costruzione di Alpes The Style Outlets, con apertura programmata per la primavera 2021 e contratti di locazione per il 40% della Gla già formalizzati.
MERLATA MALL: IL SECONDO DESTINATION CENTER DI CEETRUS SU MILANO
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opo l’avvio in zona Cinisello Balsamo del progetto Milanord2, in partnership con la società LSGII – La Società Generale Immobiliare Italia S.p.A., Ceetrus realizzerà un secondo maxi intervento alle porte di Milano, destinato a essere il più grande shopping center entro i confini del comune meneghino. EuroMilano da un lato, Ceetrus, ImmobiliarEuropea e SAL Service dall’altro, hanno dato esecuzione infatti al contratto di cessione di Merlata Mall SpA., titolare dell’area a destinazione commerciale nel piano di sviluppo di Cascina Merlata-Uptown. Il centro commerciale, già in fase di realizzazione e la cui apertura è prevista per la fine del 2021, comporta un investimento di circa 330 milioni di euro per 100.000 mq complessivi di cui circa 70.000 di superficie affittabile. Occuperà a regime oltre 1.000 addetti e vi
saranno insediate più di 160 attività commerciali, ricreative e di intrattenimento, tra cui un cinema multisala e una piazza pubblica. Al servizio delle attività insediate sono previsti oltre 3.500 posti auto coperti. Il centro commerciale corona il parco pubblico di 30 ettari dell’area Uptown-Cascina Merlata, costituisce la porta di ingresso nord-ovest di Milano e funge da anello di congiunzione fra il nuovo polo scientificotecnologico, di ricerca e direzionale di MIND-EXPO, Fiera di Milano e lo smart district di Uptown. Si va così a comporre un’area che si connota come potente motore di sviluppo della città e attorno alla quale – per ragioni di studio, salute, lavoro, ricerca e tempo libero – graviteranno quotidianamente circa 100.000 persone, costituendo in prospettiva il naturale sbocco dell’asse nord-ovest della città.
CERTIFICAZIONI BREEAM, DOPPIETTA PER CEETRUS
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oppio riconoscimento, in chiave green, per la società di sviluppo e gestione immobiliare Ceetrus. Il Parco Commerciale Auchan di Casamassima (BA) ha ottenuto la Certificazione BREEAM in Use - Part 1, rating Good, aggiudicandosi così il titolo di primo immobile commerciale certificato BREEAM in Use in Puglia. Mentre il Centro Commerciale Porte dei Laghi di Rescaldina (MI) ha conquistato la Certificazione BREEAM International Refurbishment and Fit-out 2015: Retail, rating Good, per il progetto di restyling, con il titolo di primo centro commerciale certificato BREEAM RFO in Italia. Entrambi di proprietà di Ceetrus Italy SpA, i due parchi commerciali fanno parte del progetto di certificazione intrapreso sugli asset nel rispetto dei target di sostenibilità del piano strategico aziendale. Ad affiancare Ceetrus durante l’intero processo, il dipartimento professional services di Duff & Phelps REAG con i propri servizi specializzati rivolti al settore Energy & Green Building.
AUTOGRILL SI ASSICURA LO SVILUPPO DI PANERA
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n accordo pluriennale di esclusiva al centro della partnership fra Autogrill e Panera Bread. La multinazionale italiana specializzata nella ristorazione nei luoghi di viaggio si è assicurata, attraverso la propria controllata HMSHost, lo sviluppo della catena in aeroporti e autostrade americane. Più in particolare, l’accordo prevede una serie di aperture, la prima delle quali presso il Concourse E dell’aeroporto Internazionale di Charlotte Douglas (Carolina del Nord) nel prossimo autunno, seguita, nel 2020, da ulteriori aperture già previste tra cui quella nel Concourse A dell’aeroporto Internazionale di Salt Lake City (Utah). Panera Bread è una nota catena di bakery con sede a St. Louis (Missouri), dove è nata con il nome di Au Bon Pain nel 1980 e da cui gestisce oltre 2.300 negozi negli Stati Uniti e in Canada che a metà degli anni ‘90 hanno assunto il nome attuale. L’offerta si focalizza su un menù classico: insalate fresche e sandwich preparati al momento, zuppe saporite, bowl, prodotti di panetteria per la colazione e i famosi wrap. Si tratta di un concept adatto ai viaggiatori, all’avanguardia sul fronte digitale, su cui mette a disposizione una piattaforma di prenotazione con app mobile direttamente collegata con la cucina.
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retail food | settembre 2019
AUGUSTO Contract, 100 aperture in 5 anni per il primo foodservice general contractor locali realizzati per 44 brand in 59 città di 8 nazioni e 3 continenti. Tutto in poco più di 5 anni. È questo il traguardo raggiunto da AUGUSTO Contract, azienda di arredamento e general contractor nel foodservice, hospitality e retail, che sempre più viene scelta da brand prestigiosi come partner nei loro progetti. La crescita di AUGUSTO Contract è la storia di una giovane realtà marchigiana che può tuttavia vantare il know-how e l’esperienza che solo le grandi aziende possiedono. AUGUSTO Contract nasce, infatti, da una ‘costola’ della società specializzata in tecnologia per bar, pasticcerie e gelaterie fondata da Augusto Bocchini – imprenditore, visionario e innovatore – e in poco tempo ha saputo fondere tutta questa esperienza con l’entusiasmo e lo spirito di innovazione delle nuove generazioni. Foodservice e travel retail. L’azienda oggi si è specializzata nel foodservice: sono oltre 70 i locali di ristorazione commerciale realizzati in diversi contesti, dal travel retail ai centri commerciali, dall’high street agli ospedali, abbracciando e valorizzando i trend più attuali del comparto, quali la pizza e i lievitati, i cocktail e il fast casual. In particolare nel travel retail si ritrovano alcune delle più rilevanti realizzazioni dell’azienda: Antica Focacceria San Francesco nella foodlounge di Terrazza Termini a Roma, Cioccolatitaliani in Stazione Cadorna a Milano, Fattorie Garofalo all’aeroporto di Capodichino. L’esperienza di AUGUSTO Contract, maturata in contesti ad elevata complessità, quali aeroporti, centri commerciali e stazioni, e la competenza del suo staff fanno dell’azienda marchigiana la scelta giusta per tutte quelle realtà che vogliono avviare un nuovo progetto in questo comparto che richiede rispetto dei tempi, delle modalità di esecuzione e dei costi, adeguamento alle normative, velocità, precisione e puntualità d’intervento. Non solo food. AUGUSTO Contract è specializzata anche nel comparto dell’hospitality e del retail. Nell’ospitalità ha realizzato le aree comuni, bar e ristoranti di molti importanti brand dell’hotellerie e ha affiancato anche realtà più inno-
vative, l’ultima delle quali Combo a Venezia e a Milano, casa per viaggiatori con camere private e condivise, residenza per studenti, spazio pubblico e radio. Anche in ambito retail non mancano le collaborazioni di successo: l’ultima, in ordine cronologico, è stata l’apertura del quarto punto vendita per il brand Parfois, all’interno del Centro Commerciale Pescara Nord. Persone e territorio, il segreto del successo. AUGUSTO Contract si trova nel cuore delle Marche, a Jesi, un territorio storicamente importante per la tradizione manifatturiera, con competenze riconosciute su scala globale nel settore dell’arredo e della tecnologia per il foodservice. Il team di lavoro è composto da figure professionali di project management, gestione dei cantieri, disegnatori e progettisti, preventivazione e computi metrici estimativi, acquisti, gestione della produzione, amministrazione e finanza, marketing, assistenza post vendita, qualità, sicurezza e gestione documentazione di cantiere. “Siamo una realtà giovane che comprende professionisti di grande esperienza e giovani preparati: questa è la nostra formula a garanzia di una continua innovazione che si sviluppa su basi solide” afferma Giacomo Racugno, CEO AUGUSTO Contract. “Se è vero che i successi delle aziende passano dai singoli, questo deve valere ancora di più per la nostra realtà, una realtà fatta prima di tutto di persone che condividono con passione la stessa sfida”. Ultime aperture. Nell’ultimo anno AUGUSTO Contract ha seguito aperture per ‘O fiore mio a Milano e Faenza, Domino’s Pizza a Torino e Bologna, Burgez a Milano, Panini Durini a Bergamo e Milano, McDonald’s a San Benedetto, Viavai di Cirfood all’interno di Symbiosis, il nuovo Business District milanese, Ammu a Milano e Roma, Muu Muuzzarella a Milano, Panino Giusto in piazza Cordusio a Milano e Ginevra, 5 stores Cioccolatitaliani in Italia e Medio Oriente, Sirio Ristorazione a Firenze, Pescara e Torino, PIE Pizza Italiana Espressa inaugurata da poco in piazza San Fedele a Milano. www.augustocontract.com
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News 8GALLERY: PARTITI I LAVORI PER RESTYLING E AMPLIAMENTO
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ambio di look e nuove unità retail per completare l’offerta attuale. Sono partiti i lavori di ammodernamento del centro commerciale 8Gallery, che in 10 mesi restituiranno alla città di Torino uno spazio rinnovato all’interno dell’edificio storico Lingotto. Un progetto di ampliamento e ristrutturazione fortemente voluto dalla proprietà - AXA Investment Managers Real Assets e Pradera, che investiranno oltre 20 milioni di euro. Ai 23mila mq di Gla attuali se ne aggiungeranno 8.000, dove troveranno posto nuovi spazi di qualità per shopping, relax e divertimento e soprattutto delle medie superfici. Oggi la galleria commerciale del Lingotto, la cui gestione è affidata a Savills, attrae più di 7 milioni di visitatori all’anno che hanno a disposizione un mix di 75 negozi e 13 ristoranti, distribuiti su due piani, e un parcheggio con 4.000 posti auto all’interno della storica fabbrica automobilistica Fiat. Il restyling porterà a un aumento del 35% della superficie commerciale grazie all’annessione del Padiglione V tramite un collegamento di 40 metri realizzato sezionando 28 travi in acciaio lunghe 35 metri. Un’offerta aggiuntiva, sempre su 2 livelli, che sarà facilmente accessibile grazie a due nuovi ingressi dedicati al piano strada. Il rifacimento riguarderà anche la ristrutturazione dell’ingresso Nord pensata per migliorare accesso e afflusso di clienti. Il progetto è a cura di L22 Retail, brand del gruppo Lombardini22, per la progettazione architettonica, insieme a Studio Rolla di Torino per i permessi amministrativi, e sarà realizzato dall’impresa Costruzioni Generali Gilardi.
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retail food | settembre 2019
La Rubrica legale | a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano
Roma Capitale modifica il regolamento per il commercio nella città storica
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Avv. Thomas Mambrini
on la delibera n. 49 del 25 giugno 2019, dopo poco più di un anno dall’ultima modifica, l’Assemblea Capitolina interviene nuovamente sulla disciplina recata dal “Regolamento per l’esercizio delle attività commerciali ed artigianali nel territorio della città storica”. di tutela che sono alla base del regolamento. Anche il Le modifiche, si legge nel testo della delibera, si sono comma 2 è stato in parte rivisto, specificando che il vinrese necessarie per superare alcune criticità applicaticolo sui locali conseguente all’insediamento dell’attivive del regolamento riscontrate sia dagli uffici comunali tà tutelata permane solo in caso di cessazione per chiuche dagli operatori commerciali. Inoltre, con la modisura definitiva dell’attività stessa e non, come prima infica sono state recepite le pronunce del T.A.R. di Roma dicato, per qualsiasi causa. La nuova formulazione della dell’aprile e del maggio di quest’anno (si veda, ad esemnorma potrebbe portare a escludere la formazione del pio, sent. n. 5321/2019 e n. 5730/2019), con le quali, pur vincolo sui locali nel caso, ad esempio, di trasferimento ritenendo il regolamento nel suo complesso legittimo e in altro luogo dell’attività tutelata esistente. conforme alle norme in tema di liberalizzazione delle Completamente rivista la disciplina di cui all’art. 9 attività commerciali e di servizio, ha annullato alcune per l’insediamento delle medie strutture di vendispecifiche disposizioni dallo stesso previste. ta, che la delibera n. 47/2018 aveva escluso in tutte le Confermato quindi l’impianto generale della disciplina aree centrali (tessuti T1-T6), prevedendo inoltre limigià stabilito dal regolamento, che prevede la suddivisioti al trasferimento di quelle esistenti e ammettendone del centro storico in aree concentriche con vincoli ne l’ampliamento entro rigidi limiti di superficie. Ora di tutela differenziati, così come la classificazione delle nelle medesime aree è consentita l’apertura di nuove attività commerciali e artigianali tutelate, non tutelate medie strutture ma solo per l’insediamento di attività e vietate, tra le principali novità si segnalano quelle sulc.d. tutelate; è altresì ammesso il trasferimento degli le modalità di consumo sul posto dei prodotti alimenesercizi esistenti, ma solo nell’ambito del medesimo tari, quelle relative all’avvio delle attività c.d. tutelate, Municipio, e l’ampliamento entro i limiti della superfila modifica della disciplina riferita all’insediamento cie già urbanisticamente assentita. Esclusa la modifica delle medie strutture di vendita, nonché quelle in tedi settore merceologico degli esercizi attivi, nell’ambima di subingresso, in proprietà o gestione, delle attività to del settore non alimentare è però possibile la variacommerciali e artigianali esistenti nel sito UNESCO. zione dei prodotti trattati, purché rientranti tra quelli Per il consumo sul posto di alimenti all’interno detutelati in base all’art. 8 del regolamento. gli esercizi di vicinato e dei laboratori artigianali, con Si segnala infine la modifica del comma 4 dell’art. 12 la modifica dell’art. 5 del regolamento è stato eliminain tema di subingresso, in proprietà o gestione, nelle to il riferimento agli arredi minimali, che aveva destaattività esistenti non tutelate e in quelle vietate to non pochi dubbi interpretativi in sede di controlinsediate nel sito UNESCO, che nella previgente forlo, ora sostituito con il divieto di utilizzo di arredi che mulazione prevedeva l’obbligo per il subentrante di “riconnotino un’organizzazione strutturale e funzionale convertire” l’attività acquisita in una delle attività c.d. identica a quella degli esercizi di somministrazione. La tutelate ex art. 8. Anche a seguito del parziale annullascelta pare sia stata quella di individuare il parametro mento disposto dal T.A.R. di Roma, dalla disposizione fondamentale che differenzia le due fattispecie (consusono state espunte le attività non tutelate, che potranmo sul posto e somministrazione di alimenti e bevanno essere trasferite a terzi e da questi continuate, senza de), che non attiene solo agli arredi impiegati quanto alcun obbligo di trasformazione in attività tutelata, che alla complessiva modalità di organizzazione e offerinvece rimane in caso di subentro in una delle attività ta del servizio, come precisato dal T.A.R. di Roma con vietate elencate all’art. 11. la decisione 5321/2019, tra l’altro discostandosi dalla Nel loro complesso le modifiche apportate al regolarecente decisione sul tema resa dal Consiglio di Stato mento hanno chiarito alcuni aspetti della disciplina con la sentenza n. 2280/2019. Sempre all’art. 5 è stato che prima risultavano di difficile interpretazione e apeliminato il divieto previsto al comma 3 di consumare plicazione, garantendo altresì maggiori possibilità per bevande alcoliche all’interno degli esercizi. gli operatori di avviare nuove attività commerciali, ferLe modifiche all’art. 8, che individua le c.d. attività tumi restando i forti vincoli che tuttora permangono, in telate, hanno comportato l’eliminazione del requisito particolare per le attività alimentari. Vincoli che, coper il loro avvio, costituito dall’anzianità di iscrizione me detto, la giurisprudenza amministrativa anche di alla Camera di Commercio, che, tra l’altro, il T.A.R. averecente ha ritenuto giustificati dall’obiettivo di tutelava ritenuto illegittimo poiché integrante una restriziore il decoro e la vivibilità del centro storico della città. ne all’accesso al mercato non giustificata dagli obiettivi
News
QUATTROR METTE LA FIRMA SUL RILANCIO DI TRUSSARDI
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onclusa, lo scorso febbrario, l’operazione del passaggio di proprietà con una maggioranza del 60%, il fondo QuattroR Sgr inizia ad attuare la propria strategia di rilancio del marchio Trussardi partendo dal management. Arrivano le prime nomine: Mela Mandelli, con decorrenza da fine settembre, sarà la nuova chief executive officer; precedentemente Giuseppe Pinto era stato già assunto come chief operating officer. «La guida del gruppo è affidata a una coppia di manager che combinano esperienze in ambito commerciale, di prodotto e di ristrutturazione aziendale. L’obiettivo è dare una dimensione internazionale a un marchio storico italiano nel segmento affordable luxury, rafforzandone il posizionamento e la visibilità, oltre che facendo leva sulle brand extension», si legge in una
LA STRATEGIA DI SIRIO E ALICE PIZZA
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nota dell’azienda. Per quanto riguarda il proprio background, Mandelli può contare su esperienze in Pvh Corporation, Diesel e Nike. Pinto invece, entra in Trussardi dopo aver ricoperto la carica di chief operating officer di Sergio Rossi, gestendo tutti gli aspetti legati al riassetto finanziario, logistico e produttivo della società.
30/7/2019
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ALLARME CONFESERCENTI: CHIUDONO 14 NEGOZI AL GIORNO no. Se non addirittura peggiorato, dal momento che le famiglie italiane sono costrette a spendere 2.530 euro in meno all’anno rispetto al 2011, anno in cui ebbe inizio la crisi economica. I dati dimostrano una situazione diffusa, che coinvolge tutto il territorio italiano: le famiglie lombarde hanno ridotto i loro consumi del 3,5%, quelle venete del 4,4%, poco meno di quanto avvenuto in Calabria, dove la contrazione è stata del 4,8%. Lo stop della spesa ha portato a ri-orientare le scelte di consumo verso quei canali dove più esasperata è la concorrenza di prezzo, come web e outlet. Una dinamica che ha pesato sul retail tradizionale, dove quasi un’attività commerciale indipendente su due chiude i battenti entro i tre anni di vita. Rispetto al 2011, ci sono 32mila negozi in meno, un’emorragia che ha portato a bruciare almeno tre miliardi di euro di investimenti delle imprese e non sembra fermarsi dal momento che, secondo le stime di Confimprese, nel 2019 sarebbero a rischio circa cinquemila attività commerciali con un ritmo di 14 chiusure al giorno. https://fashionunited.it/images/201907/r/810/xTrussardi-1.jpg.pagespeed.ic.Ev33ZosdLw.webp
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a crisi del commercio non si ferma e, dopo la debole ripresa degli scorsi anni, il 2019 chiuderà con una diminuzione dello 0,4% delle vendite al dettaglio per una perdita, in valore, superiore al miliardo di euro per il 2018. A fare i conti è stata Confesercenti che ha presentato le stime preliminari per l’anno in corso. Secondo Confesercenti, il rallentamento delle vendite è il peggior dato negli ultimi quattro anni. Sintomo che qualcosa si è bloccato nel mercato italia-
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razie all’accordo quadro firmato da Sirio Spa e Me&Alice Srl, il trancio di pizza arriva in ospedale per la gioia di pazienti e accompagnatori. La collaborazione fra il gestore di catering commerciale e il retailer punta allo sviluppo del brand Alice Pizza negli ospedali. Nata a Roma nel 1990, Alice Pizza si è via via diffusa sul territorio italiano dove, dal 2012, ha attivato anche la formula del franchising che ha portato la rete a un totale di 169 punti vendita attivi in Italia e all’estero. La partnership fra Me&Alice Srl e Sirio Spa prevede il reciproco impegno in esclusiva per l’apertura di sei punti vendita nel canale ospedaliero, nei prossimi 18 mesi. Le location potranno essere individuate sia in ospedali dove Sirio è presente in virtù di gare già vinte - con corner dedicati alla pizza - sia in nuovi punti vendita, sempre nel canale ospedaliero. I singoli punti vendita che verranno aperti saranno regolati con appositi accordi di affiliazione commerciale con Sirio in veste di franchisee. Contestualmente alla negoziazione dell’accordo è stato aperto e inaugurato il primo punto vendita Alice Pizza gestito da Sirio presso l’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma; location dove Sirio si era aggiudicata nel corso del 1° semestre 2019 la gara per la gestione del catering commerciale di un punto vendita.
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Délifrance e i nuovi trend del mercato BIO “Biologico” per un’azienda in cosa si traduce?
Per certificare un prodotto BIO in Europa ogni stato membro ha incaricato autorità pubbliche e organismi di controllo privati per eseguire rigorose ispezioni, operando sotto la supervisione o in collaborazione con le autorità centrali: per l’Italia l’autorità competente è il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Quando un prodotto si può definire BIO? Quando almeno il 95% degli ingredienti provengono da agricoltura biologica (percentuale riferita al totale degli ingredienti di origine agricola, escludendo acqua, sale, additivi ammessi, ecc.), quando rispetta il divieto di uso di coloranti di sintesi, additivi non blandi, e qualsiasi ingrediente ottenuto o derivato da OGM e quando tra gli aromi sono ammesse solo sostanze aromatizzanti naturali o preparazioni aromatiche naturali. Quali sono i trend più innovativi a livello di BIO? Il mercato del BIO registra una crescita dell’8% a valore nel 2018 rispetto al 2017 arrivando a superare i 3,5 miliardi di euro sommando i consumi domestici e del fuori casa. Nei supermercati, invece, dal 2001 al 2006 è cresciuto il numero di referenze BIO del +344% e allo stesso tempo si assiste all’aumento di iniziative a suo sostegno come campagne di educazione alimentare, intensificazione dei controlli sul biologico e maggior divulgazione su social media e stampa tradizionale.
Sara De Angelis, direttore marketing Sud Europa Délifrance
IL CONSUMATORE RICHIEDE IL BIO PERCHÉ 1. Ha benefici sulla salute, la domanda del BIO è cresciuta del +10% rispetto al 2014 2. È garanzia di sicurezza e qualità, il 44% delle famiglie italiane ha acquistato almeno un prodotto BIO ogni settimana e l’81% di loro continua a farlo consapevolmente 3. Rispetta l’ambiente, il 33% dei consumatori sono “BIO affezionati” e usano prodotti di questa categoria da oltre 5 anni IL PRODOTTO La nuova linea BIO Délifrance propone due diversi formati, un Fagottino BIO da 75g con il 21% di burro nell’impasto che dona una sfoglia dorate e regolare e una golosa farcitura composta dall’11% di pepite di cioccolato. Oltre al fagottino un immancabile e più classico Croissant BIO da 60g con il 24% di burro nell’impasto. All’interno dei cartoni prodotto sono presenti degli adesivi con il logo BIO europeo per personalizzare la propria comunicazione. LA NOSTRA LINEA BIO IN PUNTI 1. Burro nell’impasto 2. Sfoglia dorata e regolare 3. Certificazione BIO dichiarata attraverso adesivi posti nel cartone
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UNIQLO DEBUTTA A MILANO CON LA LINEA LIFEWEAR
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’ultimo tassello che manca per la riqualificazione retail di piazza Cordusio a Milano troverà la sua collocazione nel mese di settembre: il 13 è prevista l’inaugurazione del flagship store italiano di Uniqlo. Il brand giapponese di fast fashion genderless debutta sul nostro mercato scegliendo una delle migliori vetrine del capoluogo lombardo. Con una superficie di vendita di 1.600 mq su tre piani, il flagship Uniqlo si installa nell’edificio di proprietà Hines Italia da dove presiederà il decimo mercato europeo. Il brand è già presente, fra gli altri, in Russia (32 store), Francia (26), Inghilterra (11), Germania (9), Belgio (3), Spagna (2) e ha recentemente raggiunto anche Paesi Bassi (alla fine del 2018) e Danimarca (nella primavera 2019). Dal punto di vista dell’offerta, lo store Uniqlo di Milano ospiterà la linea LifeWear per uomini, donne e bambini: un design eccellente e ragionato, abbinato alle tecniche di produzione più innovative per creare capi d’abbigliamento al contempo economici e di alta qualità che soddisfano i bisogni quotidiani e si adattano al lifestyle di ognuno. «Siamo onorati e fieri di aprire il nostro primo store italiano a Milano. Abbiamo da sempre una
grande e sincera stima degli italiani e della loro eredità culturale. Ci sono molte similitudini tra l’Italia e il Giappone: dall’importanza della bellezza e della qualità della vita all’apprezzare istintivamente il design e l’innovazione. Ci auguriamo che la filosofia LifeWear e i nostri prodotti vengano accolti con calore dalla raffinata popolazione milanese, così come dai molti turisti, italiani e non, che visitano Milano durante tutto l’anno», ha affermato Kohsuke Kobayashi, coo di Uniqlo Italia. «L’Italia rappresenta un mercato sofisticato, diverso; è un Paese ricco di storia, cultura, arte. Abbiamo voluto aspettare prima di aprire il nostro primo store perché non è stato facile trovare la giusta location. Per noi l’ubicazione è importantissima, avendo 400 nuovi prodotti ogni stagione, necessitiamo di ampio spazio », ha aggiunto Aldo Liguori, global director corporate pr di Fast Retailing.
EDICOLA E TABACCHI, NAPOLI CONFERMATO SUNSTORE
VIRIDEA ESPANDE L’OFFERTA CON ERBA MATTA
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na storia che precede l’apertura del terminal passeggeri e continua ancora oggi. Stiamo parlando del rapporto che lega l’aeroporto di Napoli e la famiglia Della Corte, che si è aggiudicata la gestione dei punti vendita a edicola e tabaccheria dell’aerostazione partenopea con l’insegna Sunstore. Il 2019 ha rappresentato uno spartiacque: da un lato la scadenza contrattuale dall’altro la nuova assegnazione. Grazie all’esperienza maturata sul campo e all’affidamento a studi di professionisti, la famiglia Della Corte è riuscita a produrre un progetto tecnico innovativo, con elementi di unicità e originalità. Il concept di edicola e tabaccheria è stato differenziato sulla base dell’analisi dei comportamenti e dei bisogni dei passeggeri. In landside il target è indirizzato a un consumatore che ha meno tempo da perdere ed è più propenso agli acquisti di impulso; da qui nasce un progetto che prevede un sistema fluido, privo di ostacoli, con un percorso che evoca il paesaggio urbano e che è suddiviso in tre piazzette tematiche. Nell’area airside, invece, il concept è di tipo evocativo con atmosfere eleganti e un ambiente rilassante. «L’operatore è riuscito nel tempo ad adattarsi alla grande crescita sul nostro scalo e ai numerosi cambiamenti avvenuti a Capodichino, dimostrando che sia gli operatori che l’aeroporto stesso, possono avere un grande influsso nella creazione del sense of place di un terminal», ha commentato Sergio Gallorini, direttore commerciale consumer di Gesac.
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al giardinaggio al foodservice, Viridea completa l’offerta inaugurando il primo format a insegna Erba Matta: ristorante e bistrot all’interno dello storico punto vendita di Cusago, il primo della rete aperto in provincia di Milano nel 1997. Nato sulla scorta dell’esperienza di Rappo Srl, società attiva dal 1983, Viridea è il network di garden center dedicati alle piante, alla casa e agli animali: tre i settori in cui è suddivisa anche l’offerta dei punti vendita di Rho, Cusago, Rodano e Arese, San Martino Siccomario e Montebello della Battaglia, Settimo Torinese e Collegno, Torri di Quartesolo. Dal 21 luglio, Erba Matta apre i battenti all’interno dello store Viridea di Cusago dove offrirà ai clienti un servizio che ancora mancava fra quelli proposti: un ristorante, pizzeria e bistrot dall’animo green, rilassante e accogliente in ogni momento della giornata, dove le famiglie sono benvenute e la genuinità delle materie prime incontra fantasia e creatività. La progettazione del format è stata curata dal Gruppo Ethos F&B Consulting, dipartimento dell’omonima azienda ristorativa lombarda che si occupa di fornire servizi e consulenze per attività ristorative, e prevede 250 sedute e due dehors. Il ristorante e pizzeria Erba Matta proporrà una cucina contemporanea, con ricette semplici spesso toccate da un lieve guizzo estroso. Il filo conduttore del menù à la carte sarà il richiamo alla territorialità e al mondo botanico, attraverso l’uso di piante aromatiche e varietà ortofrutticole inusuali.
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f opening News PIZZIUM CONTINUA LA CRESCITA: 5° STORE A MILANO E ALTRI TRE IN CANTIERE
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ontinua l’espansione di Pizzium, la catena di pizzeria napoletana fondata nel 2017 che, con l’apertura del punto vendita di via Vigevano, raggiunge quota cinque store a Milano. Il capoluogo lombardo rappresenta la roccaforte del brand che, in totale, ha già 14 negozi all’attivo fra Roma, Como, Serravalle, Seregno, Gallarate, Varese, Brescia e Torino. Un network, quello di Pizzium, che entro l’anno aggiungerà ulteriori tre punti vendita grazie alla sesta apertura a Milano (via Pola, zona Isola) e quello di Bologna e Busto Arsizio fra settembre e ottobre. Il format si caratterizza per il tradizionale layout Pizzium: un ambiente caldo, informale e dal sapore vintage con complementi di arredo che richiamano l’essenza del DNA aziendale. Con 70 posti a sedere all’interno e 14 nel dehor è ideale sia per la pausa pranzo sia per una piacevole cena tra amici. A cambiare è l’offerta che, dal mese di luglio e per tutti i punti vendita della catena, prevede anche il menu regionale a base di materie prime Dop e Igp (rispettando comunque una politica di prezzo accessibile). Infine, il menu si arricchisce di alcune novità come il Panuozzum.
A MILANO, IL PRIMO CAFFÈ FIRMATO MONDADORI E GRUPPO OD STORE
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l Mondadori Megastore di piazza Duomo a Milano si arricchisce con, al suo interno, il primo Caffè firmato Mondadori Store e Gruppo OD Store. Azienda, quest’ultima, proprietaria della più grande catena italiana di prodotti dolci e salati, presente nel Belpaese con più di 50 punti vendita. In una suggestiva location su due piani con vista Duomo, il nuovo Caffè offre un luogo di ritrovo e di ristoro, dove il clima conviviale, una cucina varia e dal tocco gourmet, abbinata a un allestimento floreale e colorato, creano l’ambiente giusto dove sostare in compagnia, leggere un buon libro o un quotidiano prima di riprendere le attività della giornata. Dalla colazione al break di metà mattina o pomeriggio con le diverse miscele di caffè, i tè aromatici, le bevande e i dolci; dal pranzo alla cena, dove poter gustare sfiziosi primi e secondi; fino ad arrivare all’aperitivo, per tutti gli appassionati di drink e buffet: tutto è studiato per offrire delle vere e proprie esperienze gastronomiche grazie alla varietà delle proposte. Sarà inoltre possibile gustare specialità realizzate in collaborazione con gli chef di Terrazza Calabritto. Il concept del Caffè è stato realizzato dall’architetto Franco Costa, presidente di Costa Group, mentre il progetto tecnico è stato curato da Studio Marsan.
BOWLS AND MORE CAVALCA IL TREND HAWAIANO
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n seguito al grande successo riscosso dagli altri due ristoranti aperti in pochi mesi a Milano, Bowls and More annuncia l’opening di un nuovo locale in viale Premuda. Il nuovo format, che segue la food mania del momento, è caratterizzato da piatti sfiziosi e healthy, dal basso apporto calorico e cucinati al momento per offrire la migliore qualità possibile. Presso i tre locali milanesi si possono degustare principalmente bowl rivisitate in chiave europea e italiana, basate su varie tipologie di riso con l’aggiunta di proteine, come pesce crudo o cotto o formaggio, verdure di stagione e completate da condimenti e topping vari. Le proposte gastronomiche, dallo stile e dal gusto facilmente riconoscibili, prevedono anche proposte vegetariane e a base di frutta. A livello di layout, anche la terza location di Bowls and More si distingue per lo stile fashion e lifestyle che gioca su un mix di elementi ispirati al mondo green. I materiali utilizzati, come il rame accostato a una palette di colori trendy, contemporanei e mai banali, sono stati progettati dallo studio di architettura ACM3. Entro la fine del 2019, sono previste altre due nuove aperture a Milano.
MANGO IN STAZIONE TERMINI CON IL NUOVO FORMAT
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on una superficie commerciale di 220 mq, il brand di moda Mango ha aperto un nuovo punto vendita alla Stazione Termini di Roma: un bacino di 400mila visitatori giornalieri. Rispetto al consueto format urban, quello travel è caratterizzato da un concetto di architettura e interior design più moderno che punta a creare uno spazio ampio e dinamico in cui accogliere la clientela femminile che qui può trovare una selezione del catalogo del marchio. Per Mango si tratta del punto vendita numero 68 in Italia dove è presente nei maggiori centri urbani come Milano, Venezia, Firenze, Torino, Napoli e Roma. Fondato nel 1984 in Spagna, Mango può contare su un network globale di 800mila mq di superficie in più di 110 Paesi. L’apertura a Roma Termini si inserisce all’interno della strategia più ampia di ristrutturazione della rete avviata dopo aver ottenuto il rifinanziamento del debito (circa 500 milioni di euro) a dicembre 2018. Secondo i piani di sviluppo, nel 2019 Mango dovrebbe aggiungere 60mila mq totali di nuova superficie commerciale.
AEROPORTO DI GENOVA, ECCO LA PASCUCCI SKY TERRACE
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na vista mozzafiato sul piazzale dell’aeroporto, sulla pista e sul mare: si presenta così la nuova Pascucci Sky Terrace inaugurata a metà luglio all’aeroporto di Genova alla presenza dei vertici dello scalo e di numerosi rappresentanti di istituzioni e aziende del territorio. Presenti anche i vertici di Sirio Spa, l’azienda che si è aggiudicata la gestione dello spazio, completamente rinnovato. Sulla terrazza di 840 mq, allestita con sedute, tavolini, piante e ombrelloni, è disponibile un bar che offre prodotti di caffetteria, gelati e cocktail. Il tutto è studiato per accogliere gli ospiti in un ambiente accogliente, rilassante e che regala un panorama unico nel suo genere in Italia. Essendo situata prima dei controlli di sicurezza, sia la terrazza sia il Bar Pascucci (inaugurato successivamente su un’area commerciale di 116mq) sono aperti ai viaggiatori e a chi desidera godere dello scenario dell’aeroporto degustando i prodotti dei due locali. «Siamo estremamente felici di questa apertura, che offre ai passeggeri un’esperienza unica e che restituisce alla città il luogo dove nonni e genitori hanno portato tanti genovesi ad ammirare gli aerei in atterraggio e in decollo», ha commentato Paolo Odone, presidente dell’aeroporto di Genova.
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Star Trek Food
Destinazione Autogrill di David Montorsi
Dopo un 2018 di transizione, chiuso comunque con un dividendo di 0.20 euro per azione, Autogrill rinnova il top management e affronta il piano di crescita triennale. Il focus è sugli aeroporti worldwide e sul railway in Europa, canali con prospettive future di crescita
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l 2018 è stato un anno di passaggio per Autogrill (quotato in Borsa e controllato da Edizione srl, finanziaria dei Benetton), primo player nel mondo nei servizi per chi viaggia, presente in 32 paesi di 4 continenti con un migliaio di location e la gestione di 4.000 punti vendita (147 aeroporti worldwide), 60mila dipendenti e più di 40 marchi food&beverage tra proprietà e licenza. I conti parlano chiaro: 4,7 miliardi di euro di ricavi complessivi (+5% sul 2017 a cambi costanti, 2,2% a quelli correnti) con una discreta crescita like-for-like al 3,5% e una buona performance del canale aeroportuale (+7,2% con 5,6% like-for-like), ma anche un Ebitda underlying (calcolato in modo tale da migliorare l’interpretazione della redditività normalizzata) pari a 416,7 milioni con un’incidenza sui ricavi dell’8,9% (erano 418,8 milioni al 9,1% sui ricavi), mentre l’Ebitda cala del 3% a
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retail food | settembre 2019
386 milioni. Il risultato netto scende a 68,7 milioni (96,2 nel 2017 con –28,6%), che comunque garantiscono un dividendo di 0,20 euro (+5,3% sull’anno prima), dopo il patto intergenerazionale in Italia (pre pensionamenti per garantire il turn over), altri programmi di efficientamento e le spese per le acquisizioni. Cresce la posizione finanziaria netta a 671 milioni dai 544, con un free cash flow di 33,4 milioni anche per l’uscita di cassa per investimenti di 290 milioni con le acquisizioni di Le CroBag, operatore f&b nelle stazioni ferroviarie tedesche, e Avila (convenience retail Usa) che pesano per 76,3 milioni. L’anno, caratterizzato dall’andaGianmario Tondato Da Ruos, ceo Autogrill
mento positivo degli aeroporti americani e dai nuovi contratti, che rafforzano la leadership di HMSHost (company del Gruppo nel segmento) con 49 aeroporti coperti sui 50 maggiori, ha sofferto però per l’aumento del costo del lavoro negli States e per la modesta crescita del traffico autostradale in Europa (seconda voce nei ricavi dopo quella aeroportuale). In generale, crescono del 7,2% gli aeroporti (il 58% del giro d’affari complessivo), prevalentemente negli States (4 nuove location) e in Asia (3 nuove location in Vietnam e India), mentre rallenta del -1,3% quello autostradale (quasi il 34% del totale). Gli altri canali (centri commercial, railway, ecc.) fanno un balzo in avanti del 20%. Ma il 2018 ha significato un profondo cambiamento anche per la riorganizzazione societaria multiservice per aree (Autogrill Italia, Autogrill Europe e HMSHost più il supporto e servizio di Autogrill Advanced Business Service, tutte sotto la capogruppo), oltre alla prematura scomparsa del fondatore e presidente Gilberto Benetton e il rinnovamento della squadra che affianca Gianmario Tondato Da Ruos (ceo dal 2003) nella stanza dei bottoni: Camillo Rossotto (già Barilla, FCA e Lavazza) è il nuovo Cfo, mentre Andrea Cipolloni (PittaRosso) entra come ceo Europa e Paolo Zannoni (Goldman Sachs) è il nuovo presidente. Le novità integrano un team che vede Steve Johnson e Walter Seib a presidiare i ruoli direzionali dei mercati Nord America e Internazionale (Asia e Nord Europa).
Nord America & Worldwide, focus su aeroporti
AUTOGRILL WORLDWIDE
Il punto di partenza per il futuro è il portfolio di contratti che per il 2018 significa 4,1 miliardi tra nuovi e rinnovati, per un totale di circa 36 miliardi, di durata media superiore ai 7 anni, con un traino al business del mercato f&b globale in particolare nel settore degli aeroporti (+25% nei prossimi 5 anni). Infatti la ricetta di sviluppo della company parte dal rafforzamento della leadership globale con acquisizioni e valorizzazione del portafoglio, la focalizzazione nei canali strategici sia per linee interne che con operazioni straordinarie, l’espansione anche in canali contigui (come Avila). Poi c’è il miglioramento della redditività con nuovi concept, come l’esperimento di Food Stop nelle stazioni di sosta autostradale in partnership con Q8, e una allocazione degli investimenti mirata alle priorità strategiche. In questo senso va intesa l’operazione di cessione delle autostrade canadesi, che libera energie e flusso cassa per investimenti negli aeroporti (70% in Nord America con una quota di mercato del 24%) puntando molto sulla durata dei contratti per generare valore aggiunto alle concessioni. A maggio di quest’anno, HMSHost (83% del business in Nord America negli aeroporti e 89% negli States, con 193 location e primo mercato del Gruppo con 2,8 miliardi e 32.000 addetti) ha aggiunto ai recenti acquisti di CMS, Stellar (2016) e Avila (2018) quello di Pacific Gateway Concessions, società di concessioni retail con 51 punti vendita in 10 aeroporti con 86 milioni di dollari di ricavi sti-
L’azienda in pillole Proprietà Quotata in Borsa italiana: 51% di Edizione srl, finanziaria della famiglia Benetton Sede Rozzano (MI) Management Paolo Zannoni, presidente; Gianmario Tondato Da Ruos, ceo Settori di business Primo operatore nel mondo per i servizi (prevalentemente f&b) per chi viaggia
In Europa la strategia è per canale Fonte aziendale
Canali Aeroporti, Autostrade, Ferrovie e Centri commerciali Retail Più di 1.000 location con circa 4.000 punti vendita worldwide in 4 continenti
mati all’anno. Acquisizioni, rinnovi mirati con attenzione alla durata dei contratti e alla marginalità (più l’ottimizzazione della supply chain per controllare i costi) sono la strategia per gli aeroporti anche worldwide. Non diverso è l’approccio per HMSHost International (585 milioni di euro, triplicato in 10 anni, di cui l’88% negli aeroporti, il 29% in Nord Europa e il 71% nel resto del mondo), la controllata del Gruppo che presidia Asia, Medio Oriente, Nord Europa, Oceania con 68 location tra stazioni e aeroporti e 11.400 addetti. Più partnership e joint venture per penetrare in nuovi mercati e crescere in quelli presenti. Infatti in queste aree, dai potenziali tassi di crescita enormi, ma anche molto delicati a livello politico e culturale, Autogrill non è ancora leader. Il futuro parte da un recente ampliamento del business per circa 200 milioni per 14 punti vendita nell’aeroporto più trafficato al mondo, quello di Dubai (DXB) e in India con l’apertura di 7 store a Bangalore più contratti per 20 insegne tra Delhi Hyderabad, Bangalore e Mumbai (la crescita dei ricavi 2008-2018 in India è decuplicata). C’è poi la Cina (un mercato immenso con una trentina di aeroporti e più di un miliardo di potenziali clienti, con una crescita annuale del +7%), dove si punta a raddoppiare la presenza nel prossimo biennio.
Il secondo mercato del Gruppo è l’Europa (Francia, Germania, Svizzera, Belgio e Spagna) con i suoi 1,7 miliardi di euro di ricavi, di cui il 69% in autostrade, 767 location e 16.600 addetti, con l’Italia che copre il 59% del business (1 mi-
liardo e 445 punti vendita). In Ue l’approccio è un mix tra strategia per canale e tipologia d’area: la Francia, ad esempio, è un paese dove si viaggia in auto e qui Autogrill è il secondo operatore nazionale con ricavi per 134 milioni, e si è focalizzata sul canale autostradale con rinnovamento degli store, considerata anche la lunga durata dei contratti (più di 9 anni) che permette una buona visibilità per gli investimenti. In Germania, invece, vista la predisposizione agli spostamenti in treno (mercato railway f&b da 0,6 miliardi, il primo in Ue), il Gruppo nel 2018 ha acquistato Le CroBag, terzo operatore f&b nel canale con più di 100 punti vendita nelle stazioni tedesche e un business nel 2017 superiore agli 80 milioni, mentre sta progressivamente uscendo dal business autostradale. Complessivamente in Europa il Gruppo aumenta il giro d’affari nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti (8 in Italia), mantenendosi stabile nelle autostrade, con un business concentrato, oltre in Francia, nel mercato domestico. Qui il Gruppo italiano la fa da padrone, anche se per mantenere la profittabilità lavora a un rinnovo dei concept e dei format (vedi l’investimento Food Stop) con un lavoro sui costi per mantenere le marginalità. Gli obiettivi macro di Gruppo sono di raggiungere i 5,3 miliardi di ricavi per il 2021 con un cagr del 4,5-5% e un cash flow di cinque volte superiore a quello dell’ultimo esercizio e un Ebitda Underlying a +10% sull’attuale con investimenti normalizzati (Capex/ricavi al 5% circa). La prima tappa è il 2019, da cui ci si aspetta un giro d’affari di 5 miliardi e un Ebitda underlying di 450-470 milioni grazie anche alle operazioni straordinarie del 2018 e dei primi mesi dell’anno in corso. ¢ settembre 2019 | retail food
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Parola di Victor Busser Casas
Victor Busser Casas, classe 1971, è attualmente general manager di Arcus Real Estate, società della “galassia” Percassi specializzata nella commercializzazione e gestione di grandi progetti immobiliari nell’ambito del retail di lusso, outlet e full price. Nel ruolo di GM, Victor sovraintende le varie aree della gestione dei progetti quali leasing, business development, retail, gestione operativa, marketing e turismo. In precedenza, ha ricoperto il ruolo di leasing & business development director di McArthurGlen. Prima ancora, di country manager per l’Italia del Gruppo Neinver dove è approdato dopo un’esperienza presso il Madrid Xanadú, uno dei più grandi centri commerciali d’Europa, in qualità di senior leasing executive e dopo aver svolto una prolungata attività consulenziale per lo studio Cushman & Wakefield dove era a capo dell’International Tenant Representation in Spagna.
Arcus: focus su Sicilia e Torino Outlet Village 20
retail food | settembre 2019
di Andrea Penazzi
La società della “galassia” Percassi specializzata nella commercializzazione e gestione di grandi progetti immobiliari nell’ambito del retail di lusso, outlet e full price si appresta realizzare la fase 3 dell’outlet village situato nel cuore della Sicilia e l’ampliamento del complesso piemontese. A seguire, il lancio di Roma Outlet Village e San Pellegrino Outlet Village
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ondata per volere di Antonio Percassi, con alla guida dal 2012 l’ex Neinver e McArthurGlen Victor Busser Casas, Arcus Real Estate prosegue nel proprio percorso di crescita all’interno del florido canale dei LOV (Luxury Outlet Village). Dopo aver inaugurato nel 2010 il Sicilia Outlet Village, unico nella regione e in posizione baricentrica lungo l’autostrada A19 che collega Catania a Palermo, cui è seguito il taglio nastro della seconda fase nel 2014, tre anni fa la società della “galassia” Percassi ha completato il primo city outlet d’Italia, a Torino. L’acquisizione, nel 2018, dell’ex Soratte Outlet, rinominato Roma Outlet Village, ha portato a tre il numero dei progetti attivi, mentre il quarto sarà nella ricca località di San Pellegrino (BG), con un mini mall dedicato esclusivamente al lusso che affiancherà le terme e il casinò recentemente restaurato. Gestione a sei stelle, attività di marketing a 360 gradi per intercettare il doppio bacino di residenti e turisti, brand mix che non può prescindere dalle firme dell’alta moda e da una variegata offerta food&beverage: questa la ricetta di Victor Busser Casas per far fronte alla crescente concorrenza dell’eCommerce e a un mercato, quello dei LOV, sempre più competitivo. Ricetta resa possibile dal grande patrimonio culturale, enogastronomico, di design e moda che caratterizza l’Italia, come lo stesso Victor Busser Casas, intervistato da r&f nella sede milanese di Arcus Real Estate, ha più volte sottolineato. Gli ultimi mesi hanno visto l’ingresso di nuovi brand nei vostri outlet e, parallelamente, l’annuncio di nuovi e importanti progetti di sviluppo dei vostri village, in primis in Sicilia e Piemonte. Come si inserisce questa crescita in un mercato fortemente competitivo?
Torino Outlet Village Riferendomi al mercato italiano ma non solo, già 5-8 anni fa era maturata la consapevolezza che l’offerta fosse ormai significativa, la concorrenza forte e che gli outlet village fossero ormai tanti. E a questo si è aggiunta l’avanzata progressiva dell’eCommerce. A fronte di tale scenario, dal nostro punto di vista l’outlet funziona e continuerà a funzionare se riuscirà a implementare determinate componenti, tra cui sicuramente il food che favorisce la visita e allunga il tempo di permanenza. Ma i driver fondamentali saranno il brand mix e la gestione. In futuro, gli outlet che avranno un brand mix inclusivo del lusso e che faranno una gestione a 360 gradi per attrarre anche i turisti - in particolare cinese, russo, sud-est asiatico - saranno quelli che riusciranno ad avere una crescita maggiore. E noi vogliamo continuare su questa direzione. Disponiamo, a riconferma, di un dipartimento retail che spinge ogni marchio a offrire il prodotto e la percentuale di sconto giusti. Così come stiamo portando la gestione davvero al limite, quasi fosse quella di un albergo a sei stelle. In Arcus Real Estate, insieme all’ingegnere Antonio Percassi, abbiamo preso questa scelta 7 anni fa e da allora abbiamo creato/ampliato due outlet, cui seguirà il terzo a Roma. Nel nostro portfolio brand vantiamo firme del calibro di Gucci, Pra-
da, Dolce & Gabbana, Polo Ralph Lauren, Armani, Tod’s, Hogan, Fay, Roberto Cavalli, Jimmy Choo, Coach, Michael Kors, solo per citarne alcune. E sono sicuro che con il trascorrere del tempo questa offerta si consoliderà ulteriormente perché i marchi del lusso si sentono “tranquilli” solo quando operano in un contesto a loro dedicato. Ma per implementare il brand mix dei nostri asset dobbiamo restare vigili perché il mercato continua a correre: bisogna intercettare i nuovi trend ed essere aggiornati sul comportamento dei consumatori. Ad esempio, occorre sapere dove si recano i turisti cinesi, come si spostano, che metodo utilizzano per comunicare tra di loro, che è totalmente diverso dal nostro, e, parallelamente, guardare al bacino locale. Non dobbiamo mai dimenticare che chiediamo ai nostri clienti di spostarsi mediamente di circa 80 km per venire nei nostri outlet. Può farci qualche esempio dei servizi che mettete a disposizione dei consumatori? Le nostre fermate dell’autobus sono chiuse e dotate di aria condizionata, cuscini, piante e acqua. Nei village è presente l’infopoint, il servizio tax free e il personal shopper. Addirittura nell’outlet in Sicilia possiamo accogliere gli elicotteri, che in molti casi arrivano da Malta e Taormina.
In futuro, gli outlet che avranno un brand mix inclusivo del lusso e che faranno una gestione a 360 gradi per attrarre anche i turisti - in particolare cinese, russo, sud-est asiatico saranno quelli che riusciranno ad avere una crescita maggiore settembre 2019 | retail food
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Parola di Victor Busser Casas
Torino Outlet Village
Restando in ambito turismo, ci può raccontare quali sono le nazionalità più presenti? Ci conferma inoltre che l’incidenza di questi visitatori è arrivata a circa il 30% e che cresce con percentuali a doppia cifra ogni anno? I valori all’incirca sono questi. Un aspetto favoloso dell’Italia è che questo tipo di asset non solo permette di lavorare sulla catchment area locale. E sottolineo che l’italiano dimostra una forte propensione a vestirsi bene e alla moda in generale. Ma anche di rivolgersi a un turismo di quantità e qualità. E la somma di questi due flussi funziona benissimo. Porto l’esempio di Torino, dove per la prima volta si è realizzato un outlet vicino alla città. A un primo ragionamento sarebbe stato ovvio pensare che ci fosse già abbastanza offerta in quell’area, ma era tutta rivolta verso Milano e Genova, oltre che a Torino. La nostra proposta, invece, oltre ovviamente alla città della Mole, guarda alla Valle d’Aosta, alle Langhe, meta di un turismo di qualità molto alta, alla Francia e soprattutto alla Svizzera che in quel quadrante non ha a disposizione outlet con brand di lusso. Quindi accogliamo gente proveniente anche da Ginevra e Losanna, ad esempio, che non arriva in zona solo per fare shopping all’outlet ma che visita innanzitutto Torino, sperimenta la cucina del territorio, si reca ai musei, ecc. Se a Torino Outlet VillaRoma Outlet Village
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Sicilia Outlet Village
ge la componente svizzera e nord europea è molto importante, con flussi che non si concentrano durante le vacanze estive e ad agosto ma che si mantengono costanti durante tutto l’anno, in Sicilia attingiamo addirittura da due catchment area: la Sicilia stessa e Malta, dove conduciamo molte operazioni di marketing e co-marketing. Anche in questo caso il turismo è distribuito su tutto l’arco dell’anno, con picchi in estate, Natale e Pasqua. Arrivando quindi ai vostri prossimi sviluppi, quali saranno le caratteristiche della Fase 3 di Sicilia Outlet Village e dell’ampliamento di Torino Outlet Village? La Sicilia è un’isola con sempre maggiore flusso di turismo e, come dicevo, turismo di qualità crescente. Inoltre, in questa regione, che è anche la più grande d’Italia, c’è un solo un outlet. Ospitando il nostro village tutti i principali marchi, ritengo molto difficile che uno di questi possa aprire un secondo store nello stesso bacino. Sicilia Outlet Village è diventato di conseguenza il posto più conosciuto per fare shopping di qualità in tutta l’isola, continua a crescere e arrivano sempre più turisti. Ad oggi la Gla è di 30mila mq dove sono presenti 140 negozi, e con il prossimo step, attualmente in fase di progettazione, aggiungiamo 6mila mq con una quarantina di boutique. Da parte delle insegne riscontriamo grande interesse per entrare in questo progetto. Allo stesso modo, per la seconda fase di Torino Outlet Village, estesa 11mila mq dove troveranno posto 55 nuovi negozi, stiamo lavorando alla progettazione, definendo tutti i dettagli e consolidando il preesistente,
per continuare e/o avviare un percorso positivo con i brand, evitando anche che si creino casi di cannibalizzazione. Gli obiettivi di espansione di Arcus Real Estate sono fissati per il prossimo biennio. Per quanto riguarda, invece, il progetto di Roma Outlet Village? Roma è la terza città più visitata d’Europa e la prima in Italia in termini di turisti ma, attorno, conta solo due outlet – contro i 6 di Milano – che sono entrambi a sud del centro abitato. Il progetto chiamato Soratte, realizzato circa 10 anni fa, purtroppo non è stato portato avanti per cui, quando lo abbiamo rilevato, la nostra idea è stata quella di dargli un look totalmente differente a livello architetto e di design. Non verrà ricostruito, ma si allineerà allo standard degli altri progetti Arcus Real Estate, a livello anche di marketing e brand mix. Questo modello di business, che ha funzionato in Sicilia e a Torino, siamo convinti che funzionerà anche nella Capitale. Quello a San Pellegrino sarà il quarto progetto di Arcus in Italia. Verrà temporalmente subito dopo quello di Roma e ci permetterà di avere una presenza importante sul mercato italiano, dato che sarà appunto il quarto progetto. Nel dettaglio, abbiamo capito con precisione la sua catchment area e le caratteristiche di come sarà realizzato. Perché specifico che i nostri outlet sono tutti diversi tra loro come look, design e architettura. A differenza degli altri, quello di San Pellegrino non sarà un outlet di 30mila mq di Gla ma sarà un “boutique” outlet esclusivo e dedicato interamente al segmento luxury. Quindi non solo l’architettura ma anche la commercializzazione e la gestione saranno portati avanti con dinamiche differenti. Sarà di fianco alla terme e al casinò, in un contesto davvero di lusso assoluto, motivato dal fatto che questa è una delle località più ricche d’Italia e d’Europa. ¢
Case history Factory Outlet Village
Lo shopping outlet fa Scalo a Milano Sviluppo immobiliare con l’apertura di nuovi negozi, ridefinizione del brand mix, car sharing e ancora nuovi accordi con tour operator e l’introduzione di soluzioni tecnologiche per favorire il turismo. Il village di Locate Triulzi (MI) cresce, guardando a Milano - Cortina 2026
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a seconda vita di Scalo Milano, iniziata nel 2018 con il riposizionamento su un’offerta outlet voluta dal neo amministratore delegato, Davide Lardera, è stata capita e premiata dal pubblico con circa 900mila presenze in più rispetto alle 1,75 milioni dell’anno precedente. E per il 2019 si punta ai 3,4 milioni complessivi. A 12 mesi dalla nostra prima intervista al top manager di Locate District Spa, la società del Gruppo Lonati cui fa capo Scalo Milano, e a poche settimane dall’inaugurazione della nuova piastra di 4mila mq di Gla che ha completato la Fase 1, siamo tornati nel city outlet milanese. L’obiettivo: documentare la trasformazione di un progetto partito in sordina e divenuto, anche se la
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Davide Lardera, amministratore delegato strada è ancora lunga a detta degli stessi protagonisti, un punto di riferimento per lo shopping e il tempo libero di residenti e di un crescente numero di turisti soprattutto business. Tassello fondamentale nella nuova strategia, la recente nomina di Daniele Rutigliano, quale director of tourism & business developement di Scalo Milano Outlet & More. A determinare la crescita di questo progetto, il combinato disposto di una serie di iniziative che identifichiamo nei paragrafi successivi.
Sviluppo immobiliare: completamento Fase 1
Lo scorso 27 giugno è stata inaugurata la nuova via dello shopping con 22 nuovi store, su circa 3.800 mq di Gla, che porta la superficie complessiva dell’outlet a 35.000 mq, per un totale di 150 punti vendita. «Ad oggi ne sono stati aperti 10 e altri due saranno avviati ai primi di settembre. Nel complesso contiamo di avere questo spazio fully let entro fine anno, con un target di brand che si mantiene su un posizionamento premium e medium – ha dichiarato Davide Lardera. – Per costruire la nuova area sono stati necessari 11 mesi di lavoro, mentre l’investimento, comprensivo anche della realizzazione dei nuovi uffici di direzione, ammonta a circa 5
milioni di euro». Tra i brand che hanno arricchito l’offerta di Scalo Milano Outlet & More si spazia dal mondo del fashion con Aldo, che vi ha aperto il suo primo outlet in Italia, Les Bourdelles Des Garçons, marchio di posizionamento elevato del Gruppo Piazza Italia, Harmont & Blaine Junior, Sun Fashion Lab, CafèNoir e con il multibrand Garage Moda che propone tra i marchi principali Crocs, passando dal mondo della casa con Lagostina e Rowenta, agli accessori per la scuola e i giocattoli con Back to School by Toys con Te e arrivando fino a La Genesi - Pet Store, il primo negozio di animali che inaugura a Scalo Milano.
Ridefinizione del brand mix
«Mentre il settore del fashion e quello della ristorazione hanno accolto positivamente la trasformazione in outlet, abbiamo dovuto rivedere in parte la nostra offerta dedicata al design, che rappresenta la terza eccellenza di Scalo Milano – ha specificato Lardera –. Nel corso dell’ultimo anno abbiamo dovuto ridurlo, sostituendo grandi brand come Cassina, B&B Italia, Poliform e Molteni &C che non si sono allineati. Tra quelli rimasti, Poltrona Frau sta performando molto bene, così come Calligaris e Kartell. Nel dettaglio abbiamo spostato Rifle al posto di B&B Italia ma soprattutto abbiamo inserito Puma al posto di Cassina, che è entrato con un format outlet unico nel suo genere su 600 mq. Tuttavia, con alcuni dei marchi del design fuoriusciti e con altri stiamo lavorando a un progetto molto importante di store outlet multibrand dedicato alla casa. Tra le altre aperture in Fase 1 segnalo ancora Coincasa, che ho voluto fortemente perché molto conosciuto nella città di Milano, e Italian Bakery, che ha rivitalizzato la piazza con un grande dehors. In generale è stata davvero significativa, nell’ultimo anno, l’attività di rinegoziazione». Di particolare rilevanza, a inizio esta-
te, l’apertura dell’outlet di Puma che ospita, nel cuore dello store, uno spazio ad arena che include i corner ufficiali full price di tutte le squadre di calcio sponsorizzate dal brand, ovvero AC Milan, Nazionale Italiana di Calcio, Valencia Club de Fútbol, Manchester City Football Club e Olympique Marsiglia. L’arena, completamente brandizzata da Puma, è circondata da maxi-
schermi e immerge i visitatori all’interno di una experience unica, offrendo inoltre la possibilità di personalizzare le maglie ufficiali dei team di football con il proprio nome e numero fortunato. L’inserimento di Puma testimonia la volontà, da parte della commercializzazione, di inserire brand sportivi con un’offerta soprattutto tecnica. «L’attenzione verso questo segmento di mercato sarà ancora più marcata con l’avvicinarsi dei Giochi Olimpici di Milano - Cortina 2026 e alcune trattative in essere stanno accelerando proprio in seguito all’assegnazione da parte del Comitato Olimpico Internazionale», ha raccontato l’ad di Scalo.
Turismo
La Cina rappresenta la principale nazionalità in termini di presenze all’interno degli outlet italiani. Scalo Milano punta a crescere proprio sull’asse della Via della Seta, aprendo le porte al mercato asiatico e implementando nuove strategie di business in grado di intercettarne i visitatori. Gli strumenti alla base del piano di espansione verso il turismo cinese sono un mix di leve di comunicazione, rivolte sia a un target B2B che a quello B2C, di implementazioni tecnologiche, tra cui i metodi di pagamento mosettembre 2019 | retail food
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Case history Factory Outlet Village bile, e di accordi con i principali operatori turistici e catene di hôtellerie. Il primo obiettivo della comunicazione B2C è quello di intercettare il turista nella primissima fase del suo viaggio, ovvero quando si trova ancora nel suo paese e sta organizzando la vacanza. Per fare ciò, il team di lavoro di Scalo Milano ha aperto un account ufficiale WeChat oversea interamente dedicato all’outlet. Sul fronte della comunicazione B2B, ovvero il lavoro di intercettazione dei turisti cinesi già presenti sul territorio italiano, Scalo Milano è stato inserito con una
tivo di creare uno spazio destinato a brand di posizionamento più alto. I lavori dovrebbero iniziare a giugno 2020 e terminare a gennaio 2022. Complessivamente saranno inseriti 5055 negozi che porteranno a 210 il numero totale dei punti vendita, su una Gla di quasi 45mila mq. In termini di layout, mentre nella Fase 1 è presente una piazza ipogea su due livelli, con il secondo sotto la quota della strada, nella nuova area pensiamo di inserire una piazza simile, di due livelli, ma sopraelevata. Evidentemente anche in quel contesto sarà inserita un’offerta food&beverage, con 4 o 5 punti di ristorazione coerenti come posizionamento. Non escludiamo una proposta veloce, ma bistrot. In termini di commercializzazione, che portiamo avanti in house, lavoreremo per elevare l’offerta e quindi la domanda. Ciò che abbiamo visto fino sua pagina dedicata completa di QR code all’interno del mini-programma WeChat Travel Experience per proporre esperienze last minute a Milano tra cui attrazioni turistiche, shopping e hospitality. La seconda leva strategica è quella dei pagamenti e, per incontrare le esigenze del turista cinese che chiede sempre più di utilizzare circuiti quali Alipay o WeChat, Scalo Milano sta incentivando nei propri punti vendita l’adozione della tecnologia necessaria per poterli gestire al meglio. E per gli store che ancora non sono attrezzati, garantirà a breve la possibilità di acquisto tramite l’attivazione di una gift card presso l’InfoPoint dell’outlet con sistema di pagamento Alipay o WeChat. «Stiamo crescendo molto sul turismo cinese, in virtù di un lavoro condotto con partner e finalizzato a intercettare sia quello residente in Italia sia quello proveniente dalla Cina. Ma stiamo riscontrando dati positivi dal sud est asiatico in generale, grazie a presenze anche dalla Corea del Sud e dal Nepal – ha proseguito Lardera –. Tuttavia dobbiamo crescere ancora tanto, perché sino ad ora ci siamo concentrati prevalentemente su Milano, che rappresenta lo zoccolo duro del nostro bacino. Proprio da Milano, pre26
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sto sarà possibile arrivare anche con un servizio di car sharing che ufficializzeremo a breve. Ulteriore focus riguarda il turismo business, rispetto al quale la location a pochi minuti di passante ferroviario e automobile dalla città garantisce un vantaggio competitivo sugli altri outlet che guardano al capoluogo lombardo. In questo senso lo spazio per convegni inaugurato di recente, chiamato F.Hub, permette la realizzazione di presentazioni e convention aziendali. Anche questa è una novità per il settore degli outlet, figlia della visione della famiglia Lonati».
Sviluppo immobiliare: Fase 2
Come previsto già nel 2016, in occasione del primo taglio del nastro, il progetto di sviluppo di Scalo Milano prevede un’ulteriore appendice: una vera e propria Fase 2 di circa 8.5009.000 mq di Gla. «Rispetto al recente ampliamento, il prossimo avrà caratteristiche molto differenti in termini di dimensioni, layout e offerta commerciale – ha sottolineato Davide Lardera –. Proprio in queste settimane stiamo studiando il progetto architettonico insieme a un rinomato studio di Londra, con l’obiet-
ad oggi ci conforta perché il consumatore sta cambiando: viene sempre più dall’area metropolitana e dal comune di Milano, dimostrando un maggiore potenziale di spesa. A riprova, nel primo weekend di saldi abbiamo notato non solo un’importante crescita di footfall ma soprattutto di fatturato, in virtù di uno scontrino medio più alto». A.P.
Brick by brick
Poke House: ricette hawaiane e mood californiano
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edele alle ricette originali, con pesce fresco sfilettato in loco e poke bowl preparate a vista, atmosfera tipica della West Coast e ancora un posizionamento di pricing democratico, Poke House ha conquistato in pochi mesi alcuni degli angoli più iconici di Milano. E si appresta ad aprire il suo primo locale fuori dal capoluogo lombardo, a Torino. Nato alla fine del 2018 dall’intuizione di due giovani imprenditori, Vittoria Zanetti e Matteo Pichi (ex country manager di Glovo Italia e prima ancora fondatore di Foodinho), il brand di ristorazione fast casual è stato protagonista di tre aperture tra novembre 2018 e aprile 2019, a Isola e Navigli oltre a quella in piazza Tre Torri a CityLife, e di altrettante in tarda primaveraestate, con il raddoppio proprio nella food court dello Shopping District gestito da Sonae Sierra e i tagli del nastro in zona Palazzo di Giustizia, in via Carlo Freguglia, e a due passi dal nuovo hotspot dello shopping e del food milanese di piazza Cordusio, in via Broletto. Nell’individuazione delle location, Poke House è stato assistito da Engel & Völkers Commercial. Parallelamente, ad alimentare il business della star-
L’insegna in pillole Dimensione format 100 mq (con circa 30 sedute) Canali Urban, centri commerciali, online Scontrino medio circa 15 euro
Obiettivo di fatturato/anno per PDV Circa un milione di euro Obiettivo di PDV entro fine 2019 10 28
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Fonte aziendale
Investimento per PDV 250mila euro
tup meneghina, una florida attività di vendita online, con il food delivery che nei primi mesi ha rappresentato la principale voce di ricavo. Proprio nel suggestivo dehors del locale in piazza Tre Torri, r&f ha incontrato i due co-founder. Durante l’incontro Matteo Pichi ha delineato il progetto di sviluppo di Poke House, finalizzato a renderlo il brand di riferimento nel crescente segmento delle pokerie. Quando nasce il progetto di Poke House e con quali obiettivi? Il progetto è nato nel 2018 quando mi sono incontrato con la mia attuale socia, Vittoria Zanetti, che aveva già maturato l’idea, il sogno di realizzarlo. In virtù dei suoi viaggi negli States e della sua esperienza voleva portare questo concetto in Italia, il poke hawaiano con una forte ispirazione californiana, dove questa ricetta è stata davvero elaborata e dove ha vissuto il suo massimo boom. Lei si è occupata del prodotto e degli store, mentre io mi sono focalizzato sulla parte business. E abbiamo dato vita a un bel connubio tra un’ottima esperienza in store con un prodotto di alta qualità e l’utilizzo di tecnologia digitale, settore da cui provengo. Da subito abbiamo creato, parallelamente all’esperienza retail, un brand totalmente digital, che ha portato fatturato e costruito brand awareness. Questa, a mio avviso, è stata la chiave del successo. E poi la scelta di puntare su Milano, città dove le tendenze arrivano velocemente e da cui, con altrettanta velocità, si diffondono al resto d’Italia. I risultati per ora ci danno ragione: in meno di un anno siamo riusciti ad aprire 7 locali. Come si struttura la vostra offerta in termini di prodotto e di pricing? La nostra vera scommessa è stata quella di puntare sul verticale del poke: un prodotto che all’estero era molto famoso e che iniziava ad arrivare a Milano, ma sul quale nessuno in Italia aveva il coraggio di creare un format dedicato, una pokeria dove si vendesse soltanto poke. Il nostro menu, caratterizzato da materie prime di altissima qualità, in una logica healthy e colorata, accoglie 5 proposte più la possibilità di personalizzazione, che oggi è un trend fortissimo tant’è che la maggior parte dei nostri poke viene personalizzato. Parallelamente il pricing è decisamente
Vittoria Zanetti e Matteo Pichi, fondatori.
Brick by Brick è il nuovo spazio di approfondimento dedicato a tutte le catene emergenti (dai 3 ai 15 locali) che, mattone dopo mattone, stanno gettando le basi del proprio business. easy, accessibile a tutti. Credo che sia prettamente americano il concetto di dare tanto al cliente applicando i giusti prezzi, mentre in Italia prevale spesso la logica del profitto immediato. Dal mio punto di vista è meglio lavorare con una prospettiva di lungo periodo, magari guadagnando un po’ meno all’inizio ma con l’obiettivo di ritagliarsi uno spazio. Seguendo la stessa logica, sviluppiamo e gestiamo i locali solo direttamente, non quindi in affiliazione, perché vogliamo mantenere il controllo sulla qualità del prodotto. Sei aperture in pochi mesi, più la settima a breve, e una forte presenza online. Come si è caratterizzato lo sviluppo di Poke House? Abbiamo deciso di presidiare inizialmente Milano, scegliendo zone iconiche urbane; poi il canale dei centri commerciali, da cui ci arrivano tantissime richieste e dove pensiamo di poter acquisire un ruolo importante. La prossima tappa sarà a Torino, in un contesto urbano, dove sarà attivo da subito anche il servizio di food delivery. A questa apertura nel capoluogo piemontese é possibile e auspicabile che ne seguiranno delle altre. In un recente evento ha dichiarato che il canale del food delivery rappresenta la vostra principale fonte di ricavi. Come cambieranno gli equilibri tra off e online in virtù delle ultime e prossime aperture? Il delivery ha un suo canale, che sta andando molto bene e che cresce. Ma è chiaro che aumentando il numero dei locali i valori si riequilibreranno. Credo che nel lungo periodo il delivery impatterà per il 30% del business e che i locali incideranno per il 70% o forse anche l’80%. A.P.
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L’idea dolce e salata che contagia e porta serenità e allegria VALUTAZIONE
ISPIRAZIONE:
La seconda apertura di Camelia Bakery occupa il primo piano del departement store Coin di Treviso, offrendo alla città una nuova intesa unica tra gusto e moda, realizzando di fatto il completamento dell’offerta di ristorazione. Da subito è evidente il grande concetto estetico ed espositivo che viene riassunto dalla dichiarazione dell’imprenditrice: “Camelia Bakery io l’ho sempre avuta nel cuore, ancor prima che diventasse un’idea e infine un progetto concreto. É nata dal mio amore per il colore, dall’instancabile voglia di ricerca, dalla passione per le atmosfere calde e avvolgenti dei piccoli locali di charme, dal piacere che provo nell’abbinare il cibo ai decori. Camelia me la sono immaginata così, un po’ bohemian e un po’ chic, come una casa accogliente e semplicemente sofisticata”. Comodi divani, poltroncine e cuscini dal sapore vintage, tazze e posate che ricordano mondi lontani, viaggi e avventure che ti conducono a una vera esperienza. Cinque aree principali, ognuna con più spazi accessori diversificati per esigenze stagionali, studiate in considerazione dei target e degli interessi e comportamenti degli ospiti, dei bambini e degli animali di compagnia. Ben integrate le funzioni finalizzate all’intrattenimento, all’istruzione e al riposo o alla conversazione.
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In Camelia Bakery si viene rapiti per l’atmosfera, l’ospitalità, la cura del dettaglio e la qualità dei prodotti appena sfornati. Crostate, apple pies, torte di mele con frutta e ingredienti preferibilmente biologici. Dolci vegani, senza burro e gluten free, cupcakes e american cakes rivisitati con il gusto italiano. Molta curata anche l’esposizione della proposta salata. Camelia Bakery propone cose sane, semplici, genuine e sostenibili, in un ambiente esclusivo e raffinato, per certi aspetti favoloso e fiabesco. Da evidenziare l’offerta di una selezione di Biscotti pet per gli animali da compagnia. Caffè 100% arabica macchiato con latte biologico, cioccolata in tazza al latte o fondente vegana, panna fresca al cucchiaio montata due volte al giorno. Estratti di frutta biologica sempre freschissimi, e gelati artigianali. Vale il viaggio: 18 gusti stagionali di plum cake. 30
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LO SVILUPPO POTENZIALE:
Lo sviluppo del concept ideale per città fortemente vocate al bello troverà la sua massima espressione non appena verrà definita e decodificata la liturgia e il relativo manuale di “gestione luxury experience del cliente” anche attraverso la ricerca di una sound identity personalizzata e dedicata. Da un punto di vista di replicabilità, considerato il tono e lo stile del concept, potrebbe valere la scelta di rinunciare ai grandi numeri al fine di prediligere una crescita di valore dove poter dedicare tutte le attenzioni al cliente attraverso una presenza continua e costante della proprietà nei momenti di contatto tra i clienti e Camelia Bakery. Questo al fine di evitare l’ennesimo blocco dei format per la difficoltà di coinvolgere il personale nel racconto e ingaggio del cliente. Ne sono d’esempio alcuni marchi anche nella moda che non percorrono la crescita dei volumi ma preferiscono il valore, cristallizzando un’esperienza davvero esclusiva e memorabile.Per quanto riguarda l’offerta potrebbe esser vincente la valorizzazione della variazione delle proposte ricercando in modo anche “esasperato” la ricorrenza con lo sviluppo di prodotti personalizzati.
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The leading international retail property event to build the ultimate lifestyle and shopping destinations. Special Focus Retail remixed: Rethinking spaces and places Palais des Festivals, Cannes, France 13 – 15 November 2019 #MAPIC mapic.com
Dossier shopping mall Taglio nastro Di Andrea Penazzi
Protagonista del recupero dell’ex stabilimento Peroni a Napoli, il progetto realizzato da Gruppo Cualbu è stato inaugurato ad aprile con una cinquantina di negozi aperti sui circa 65 previsti. Nei mesi successivi l’offerta retail è andata via via completandosi. Entro il 2020, l’ingresso dei servizi e a tendere il residenziale
La Birreria: nuova vita con retail e servizi
P
arallelamente ai grandi progetti ubicati lungo il perimetro dei centri cittadini, acquista sempre maggiore rilevanza il filone delle iniziative a vocazione urban, caratterizzate da importanti opere di riqualificazione. A quest’ultima tipologia di interventi si ascrive il nuovo centro commerciale La Birreria, inaugurato nel quartiere di Miano a Napoli lo scorso 24 aprile, nell’ex sede della fabbrica Birra Peroni. E proprio su questo aspetto, ripren-
dendo le parole pronunciate nel giorno del taglio del nastro, si è focalizzato Alberto Deiana, project manager e real estate executive di Mi.No.Ter. SpA del Gruppo Cualbu, società che ha promosso e sviluppato il progetto. «Questa operazione nasce nel 2006 con l’acquisizione dell’ex fabbrica Peroni e oggi restituiamo a Napoli un’importante area della città. Il centro commerciale è solo una parte dell’iniziativa che annovera anche un grande complesso residenziale e un parco ursettembre 2019 | retail food
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Dossier shopping mall Taglio nastro Proprietà Gruppo Cualbu gestione
Svicom Negozi circa 65
Fonte: ©Edifis Intelligence
Commercializzazione
Località Napoli
PROGETTO IN PILLOLE
Tipologia Centro polifunzionale Apertura 24 aprile 2019
Livelli commerciali 2, di cui il primo piano
sogeprim/svicom
dedicato ad attività leisure e ristorazione
Gla
Àncora alimentare Conad/ 3.000 mq
21mila mq
bano». Sebbene, infatti, l’offerta retail rappresenti il motore, il cuore pulsante del recupero dell’ex stabilimento Peroni di Napoli chiuso nel 2005, l’intervento realizzato dalla società di sviluppo si caratterizza per tre anime che rendono La Birreria un vero e proprio centro polifunzionale. Quella retail, la prima a essere avviata e implementata a step con importanti aperture che hanno caratterizzato la primavera e altre previste dopo l’estate. Quella dei servizi, con particolare focus sulla cura e il benessere della persona. E quella residenziale, l’ultima che sarà realizzata in ordine di tempo. Collante tra i vari asset, un grande parco urbano tuttora oggetto di implementazione della proposta food&beverage. Guardando ai numeri del progetto, la galleria commerciale de La Birreria è composta da circa 21mila mq di Gla dove trovano posto circa 65 negozi distribuiti su un unico livello ad eccezione di due chioschi destinati alla ristorazione, posizionati al piano 1 nel cosiddetto “fagiolo”: uno spazio dove verrà sviluppata una proposta di intrattenimento rivolta principalmente ai bambini. La struttura è servita da un parcheggio di 1.300 posti auto ed è impreziosita da un parco urbano di 7.000 metri quadrati. La catchment area del complesso, che occupa una superficie di 10 ettari, è di 1 milione e 170 mila residenti considerando i 20 minuti di percorrenza. La commercializzazione è stata realizzata da Sogeprim, che è stata supportata nei sei mesi precedenti il taglio nastro da Svicom, la quale è incarica anche della gestione. La progettazione vede la firma di L22 Retail, brand del gruppo Lombardini22. 34
Localizzazione Urbana
retail food | settembre 2019
La galleria: brand mix equilibrato e cuore napoletano Contestualmente all’inaugurazione, le uniche medie superfici operative erano PittaRosso ed Expert, mentre erano aperti tutti o quasi i negozi di vicinato e le insegne della ristorazione presenti all’interno del mall. Nonostante il contesto commerciale in fieri, è parso
chiaro fin da subito un importante mix tra offerta locale, espressione soprattutto del fashion napoletano con le insegne Frwrd e Start Up, e marchi nazionali, talvolta anch’essi di origine campana come Clayton, Live 978, Tokuno Shima e Sorbino. In un secondo momento hanno fatto il loro ingresso l’ipermercato Conad, esteso su 3.000 mq, il fast fashion H&M distribuito su Corrado Di Paolo, head of leasing di Svicom
«Dal 24 aprile, data di inaugurazione del centro commerciale, si sono succedute diverse aperture – ha precisato Corrado Di Paolo, head of leasing di Svicom – Durante il mese di maggio sono stati avviati gli store di Benetton, H&M, e a giugno è stata la volta di gruppo Artsana con il negozio Prenatal - Toys. Contando, quindi, l’apertura prevista a settembre di New Yorker, le medie superfici sono tutte contrattualizzate ad eccezione di una, rispetto alla quale i desiderata si orientano su una proposta di abbigliamento sportivo che andrebbe a completare il mix merceologico. Nonostante il centro commerciale abbia aperto a step, dimostra un brand mix molto bilanciato poiché da un lato ci sono il superstore Conad e la piastra di elettronica di consumo Expert, mentre dall’altro PittaRosso e Prenatal - Toys. Di conseguenza, con l’arrivo di New Yorker a inizio autunno, avremmo due àncore dell’abbigliamento rappresentate da altrettante multinazionali, Conad leader di mercato
Mix tra offerta locale, espressione soprattutto dello street fashion napoletano, e marchi nazionali, talvolta anch’essi di origine campana
due livelli (dotato di collegamenti interni ma accessibile solo dal piano terreno) così come la media superficie a doppia insegna Prenatal – Toys, e ancora i negozi di United Colors of Benetton, Under Colors of Benetton, Bronx e La Maison.
nell’alimentare, gruppo Artsana leader nel settore della puericultura, Expert per l’elettronica di consumo tra i leader assoluti nella regione Campania, e ancora Artecasa per oggettistica, casalinghi, complementi d’arredo e liste nozze. Parallelamente, La Birreria ospita realtà che per il mercato nazionale sono dei no brand ma che nel contesto partenopeo rappresentano un valore aggiunto. Inoltre, sottolineo, che proprio Napoli e alcuni comuni limitrofi costituiscono la zona dove nasce lo street fashion campano. E mi
riferisco a brand come Start Up, Frwrd e ancora Rush, operatore storico di calzature sportive, piuttosto che Citarelli calzature, che nel complesso hanno negozi anche nel quartiere del Vomero e nel centro città. Gli stessi Sorbino e Clayton, pur sviluppando a livello nazionale, sono di Napoli, quindi sono brand decisamente riconoscibili in città». A corredo sull’abbigliamento, Aw Lab copre il segmento sportivo, Bata le calzature, mentre nel comparto della gioielleria spiccano insegne come Stroili e Bluespirit. «Per quanto concerne la ristorazione, che sta crescendo molto rispetto all’apertura, si fanno apprezzare i locali di Fratelli la Bufala, con il nuovo format più compatto internamente e ricco di sedute distribuite direttamente nella galleria, Doppio Malto, la caffetteria C House e Villa Pizza (fast food, pizzeria, rosticceria e tavola calda) – ha proseguito Corrado Di Paolo – Inoltre andremo ad aumentare la ristorazione nella parte definita del “fagiolo”, al primo piano, dove ci sarà un’area dedicata ai bambini completata da due chioschi fissi».
Ristorazione fast e slow, palestra e cura della persona nel parco urbano
Il parco urbano, nell’ultimo scorcio del 2019 e via via nel corso del 2020, accoglierà diverse opportunità di ristorazione, di formule dedicate al benessere e, nelle intenzioni della società di commercializzazione, anche alla cura della persona. Al momento l’unico operatore contrattualizzato è McDonald’s, che aprirà dopo l’estate con annesso il servizio di McDrive. «L’esterno, in questo momento, è un work in progress – ha confermato l’head of leasing di Svicom – Entro la fine dell’estate apriremo il McDonald’s e parallelamente stiamo lavorando per individuare un operatore che nell’ex terrazza Peroni realizzi un wine bar o comunque un locale serale. E ancora ci saranno due chioschi, adibiti a ristorazione, che costituiranno un ulteriore valore aggiunto per l’offerta del parco. Lato servizi, abbiamo raggiunto un accordo con un operatore per un palestra low cost di 1.500 mq, che dovrebbe aprire entro febbraio del prossimo anno, e ancora pensiamo di inserire centri diagnostici e poliambulatori, con una previsione di apertura nel 2020. Le trattative sono in corso. La successiva realizzazione della parte residenziale del progetto contribuirà a incrementarne la pedonabilità. È difficile, anche per questo motivo, identificare un obiettivo preciso di footfall, ma sono fiducioso che a regime La Birreria supererà abbondantemente la soglia dei 4-4,5 milioni di visitatori all’anno» settembre 2019 | retail food
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Dossier shopping mall Taglio nastro Il progetto, by L22 Retail
Il nuovo centro commerciale La Birreria ha inaugurato nel quartiere Miano di Napoli grazie a un progetto di recupero e ampliamento firmato L22 Retail. Il mall sorge all’interno di un immobile storico per il territorio, ex stabilimento della fabbrica Birra Peroni. Inaugurato nel 1953, fu uno dei birrifici più moderni dell’epoca rimasto in attività fino al 2005, quando fu chiuso per cambiamenti di strategia commerciale in uno scenario ormai globalizzato. Una presenza importante nella storia del territorio di Napoli il cui stile architettonico ha profondamente ispirato la realizzazione del nuovo complesso commerciale, che ne “celebra” l’estetica con due interventi paralleli e complementari: il recupero dell’edificio preesistente e la costruzione di una nuova porzione integrata. Un luogo destinato a diventare un nuovo polo di aggregazione e riferimento per la città, un fulcro vitale dove socializzare, trascorrere il tempo libero e usufruire di nuovi servizi.
Il concept ha previsto di dare valore al nucleo storico della fabbrica. Mantenendo quindi inalterate le facciate in mattoni e il segmento rivestito in pietra, nonché la posizione e la forma di tutte le bucature e i relativi serramenti di cui sono stati conservati i profili metallici esistenti. A questi sono stati applicati internamente nuovi tamponamenti in policarbonato, così da migliorarne le prestazioni custodendo allo stesso tempo la memoria del disegno originario delle finestre. La parte di nuova costruzione, realizzata in calcestruzzo prefabbricato, vede sovrapporre all’involucro una doppia pelle in lamiera metallica stirata, formata da lastre rettangolari con finitura bronzata e tre diverse densità di tessitura, la cui composizione “simula” un rivestimento in mattoni fuori scala che si riconnette, concettualmente e graficamente, con 36
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la porzione di facciata preesistente. La stessa lamiera metallica bronzata, ma con finitura liscia, riveste i due grandi portali d’ingresso posizionati rispettivamente sul corpo vecchio e su quello nuovo, identificando gli accessi al centro e unificandone le parti. L’estetica industriale è miscelata con dettagli che si ispirano a espressioni della tradizione locale, come l’artigianato del ferro, la cultura del cibo e il decor mediterraneo. La struttura dell’edificio a vista, le componenti impiantistiche non mascherate e l’illuminazione prevalentemente tecnica in-
tegrata solo puntualmente da sospensioni decorative, caratterizzano e unificano spazi mantenuti allo stato “ruvido”, dove l’impatto acustico è attutito da porzioni di pannelli fonoassorbenti. Fulcro del progetto è la Piazza del corpo preesistente, spazio sormontato dai caratteristici lucernari industriali a shed in cui originariamente avveniva l’imbottigliamento della birra. Uno spazio potente quadrangolare in cui è stato inserito un “fungo” centrale vetrato di negozi, circondato da uno shop-front ininterrotto sui quattro lati del perimetro che lo contiene, uno dei quali adibito a foodcourt. Ne risulta una circolazione ad anello da cui partono due gallerie g emelle che conducono alla parte di nuovo ampliamento. La pavimentazione continua ricuce tutto il percorso e garantisce omogeneità, mentre il suo disegno integrato con inserti a granulometria variabile e contrasti cromatici identifica facilmente i flussi e invita a percorrere le vie del centro. Le gallerie hanno un doppio sistema di fronti vetrina: uno “massivo” a portali rivestiti in ceramica lungo il perimetro dell’edificio e uno “leggero” e vetrato a tutta altezza nei negozi interni. Lungo i loro percorsi si sviluppano i temi decorativi legati all’originario mondo produttivo dello stabilimento. Una sequenza concettuale che va dalla materia prima ai temi della lavorazione, degustazione, produzione e conservazione della birra. Tali incursioni decorative sono soprattutto a livello dei soffitti, scanditi da lucernari per l’ingresso della luce solare, e delle loro “escrescenze”, grandi oggetti che rimandano figurativamente a silos ramati e svasati, a botti e a bicchieri nelle velette circolari e nelle lampade sospese. (Tratto da ocio.lombardini22.com). ¢
Brand analysis
Il galletto di BEFED, da Roma alla Francia
Il format di ristorazione con sede ad Aviano si appresta a festeggiare entro la fine dell’anno il locale numero 30. La strategia prevede uno sviluppo sia diretto sia in franchising, e proprio attraverso partner locali punta a conquistare anche l’estero: Francia in primis, poi Germania
C
on le recenti inaugurazioni all’interno del Settimo Cielo Retail Park (TO), nel centro commerciale Adigeo a Verona e a inizio anno a Oriocenter (BG), BEFED porta la propria ricetta del galletto, custodita gelosamente e prodotta da Valle Spluga, in 27 locali in Italia. E nel menu non possono mancare la Salsa BEFED e la birra artigianale BEFED, la prima prodotta da un’azienda vicino a Venezia e la seconda in stabilimenti di proprietà. Nel mirino del brand di ristorazione nato nel
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1996 è previsto lo sbarco a Roma a ottobre, mentre a novembre dovrebbe aprire i battenti il primo locale al di fuori dei confini nazionali: a poca distanza da Ginevra sulla sponda francese del lago. Lo sviluppo passa attraverso nuove aperture condotte sia direttamente sia in affiliazione, con due opportunità di investimento: il format The Easy Pub oppure Original. La prima, con locali dalle superfici e dall’investimento più contenuti, è pensata per location nel centro delle piccole e medie città, in centri commerciali o entertainment
center con apertura a pranzo e a cena. La seconda è legata alle origini della formula di successo BEFED con superfici più ampie e location particolarmente accoglienti. L’accelerazione dello sviluppo, tuttavia, è arrivata solo da qualche anno con l’ingresso prima in qualità di franchisee e poi di socio al 50% in BEFED Franchising Srl di Gianpietro D’Adda, divenutone presidente e amministratore, a cui abbiamo chiesto di condividere i progetti di crescita del format del galletto sia in Italia sia all’estero.
Gianpietro D’Adda, presidente e amministratore di BEFED Franchising Srl Innanzitutto, ci può raccontare il suo ingresso in BEFED e i suoi piani di sviluppo del brand? BEFED è nata nel 1996, ad Aviano, con il primo locale. La proposta con alla base il galletto è stata studiata dai soci storici in maniera decisamente azzeccata. Soci che negli anni hanno dato seguito a un percorso di crescita molto ponderato, attento alla varie dinamiche di mercato. Io, verso la fine del 2014, sono entrato tra gli affiliati rilevando due locali da un imprenditore e piano piano ho realizzato diverse aperture sino al 2017. In totale ne ho portate a termine 8 nel giro di due anni e mezzo. In seguito i soci hanno deciso di collaborare con me, tanto che ho acquisito il 50% di BEFED Franchising e da fine 2017 ne sono amministratore. L’attività attuale, parallelamente al-
Il brand in pillole Nascita del brand 1996
Sede
Aviano
Proprietà
BEFED Franchising Srl
Numero di locali 27
Format/Mq
The Easy Pub/200 mq Original/oltre 500 mq
Urban, centri commerciali, parchi commerciali
Aperture 4 nel 2018
Aperture previste 7 nel 2019
Edifis Intelligence
Canali di sviluppo
le aperture, consiste in una riorganizzazione interna e in un potenziamento dello staff: basti pensare che quando ho preso in mano l’azienda nel 2017 l’ufficio franchising contava due dipendenti contro i 10 attuali e che non c’era un ufficio marketing. Ad oggi abbiamo anche chi segue direttamente le persone sui punti vendita, abbiamo uniformato i sistemi gestionali e creato una piattaforma logistica. L’intento è di strutturarci ulteriormente per raggiungere l’obiettivo di avere circa 50 locali aperti, tutti performanti, entro due o tre anni. Quanti locali conta attualmente BEFED e quante aperture sono previste nel corso del 2019? BEFED conta attualmente 27 ristoranti, in virtù di quattro aperture realizzate nel 2018 e di altrettante condotte nella prima parte del 2019, con la prospettiva di portarne a termine altre tre entro la fine dell’anno, di cui una in Francia. Quella di Thonon Les Bains nei pressi di Ginevra, sulla sponda sud del lago, è prevista tra fine di ottobre e novembre e sarà la prima all’estero. In quali canali distributivi sviluppate e come declinate il vostro format in base alla tipologia di location? Stiamo sviluppando soprattutto nei centri città, nei centri commerciali e nei retail park, come dimostrano anche le ultime aperture. In questi contesti operiamo con il format easy, di circa 200 mq, mentre l’altro format con cui ci proponiamo sul mercato, definito Original, si estende su metrature che raggiungono i 500700 mq e lavora in orari prettamente serali. Quanto incide il franchising? Ad oggi 17 locali sono di nostra proprietà e 10 in affiliazione. Per il futuro intendiamo incrementare il numero sia dei locali diretti sia di quelli in franchising. Ad esempio la prima apertura in Francia sarà condotta proprio tramite un partner. Per il format The Easy Pub, che è quello che va per la maggiore, parliamo di un investimento di circa 150mila euro. Mentre per un locale Original parte dai 300mila euro. Quest’ultimo è sempre più difficile da aprire perché, affinché funzioni, occorre chi vi investe debba essere presente e condurlo in prima persona; mentre ad oggi vi è la tendenza da parte dei grandi frachisee di differenziare gli investimenti e di far gestire i locali a persone terze. Sottolineo che, grazie a un accordo stipulato con un importante istituto di credito, riusciamo ottenere finanziamenti sino al 60-65%. Nel complesso il profilo del potenziale franchisee corrisponde a quello di un investitore che ha già maturato esperienze analoghe in altre realtà e che si presenta fortemente motivato in quanto conosce approfonditamente la realtà di BEFED. Le aperture ad Adigeo (VR), al Settimo Cielo Retail Park (TO) e a Oriocenter
dimostrano il vostro interesse per location primarie e parallelamente rapporti ormai consolidati con i principali attori del mercato. Proprio da questo punto di vista come giudica l’interesse del mercato verso il format BEFED? Premetto che a Settimo Torinese abbiamo beneficiato di una situazione particolarmente positiva perché in quella zona eravamo già presenti con un locale storico – quindi eravamo molto conosciuti – che abbiamo deciso di chiudere per realizzare la nuova apertura nel parco commerciale. E devo dire che per il primo periodo di attività non ci aspettavamo affluenze così importanti, con il locale sempre pieno sia a pranzo che a cena, tutti i giorni. E siamo così soddisfatti che l’idea di aprirne un altro nell’hinterland di Torino è molto concreta. Venendo alla sua domanda, il rappor-
to con le società di commercializzazione dei centri e parchi commerciali è piuttosto buono in quanto negli ultimi anni mi sono fatto conoscere e ho fatto conoscere BEFED. Soprattutto ho fatto capire loro che da quando sono arrivato io c’è una forte volontà di sviluppo e di investire, come dimostrano le recenti aperture e la prossima che faremo, probabilmente a ottobre, all’interno di un importante centro commerciale a Roma. Sarà il primo locale BEFED nella Capitale. Restando in centro Italia, per il 2020 stiamo studiando un opening all’interno di un retail park molto conosciuto in zona Firenze. Con l’operazione in Francia darete il via allo sviluppo all’estero. Avete altri progetti fuori dalla Penisola e per realizzarli siete alla ricerca di investitori? Sempre in Francia stiamo già studiando un altro locale e parallelamente stiamo valutando l’ingresso nel mercato tedesco, in questo caso con un grosso partner. In via generale, ad oggi non stiamo pensando all’ingresso di un possibile fondo di investimento, tuttavia siamo consapevoli che un’iniezione di capitale, anche piccola, potrebbe accelerare ulteriormente lo sviluppo di BEFED. A.P. settembre 2019 | retail food
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Dossier Aeroporti
Keflavik, shopping fra i ghiacci d’Islanda Di Nicola Grolla
L’aeroporto rappresenta la principale porta d’accesso all’isola scandinava da cui, nel 2018, sono passati 9,8 milioni di passeggeri (soprattutto turisti). Un flusso in continuo aumento che costituisce la base per il masterplan 2040: espansione del terminal, maggiori punti travel retail e un forte sense of place
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el 1945, a due anni dall’apertura dell’aeroporto come base militare americana, l’Islanda accolse 500 turisti. Nel 2018 quel numero è lievitato a 2,3 milioni. Basterebbero questi numeri per capire l’importanza dello scalo di Keflavik, una quarantina di minuti dalla capitale Reykjavik e porta d’ingresso per settembre 2019 | retail food
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Dossier Aeroporti circa 9,8 milioni di passeggeri nel 2018 tra cui numerosi turisti che hanno messo nel mirino l’isola dei ghiacci e dei geyser come meta per le proprie vacanze. Nonostante la crisi economico-finanziaria del 2008 e l’eruzione del vulcano Eyjafjallajökull del 2010, l’Islanda è riuscita a riprendersi grazie al traffico incoming (per un giro d’affari vicino ai 4,2 miliardi di euro che pesa per il 42% dell’export dell’isola). A disposizione degli utenti, il gestore Isavia ha messo a punto un’offerta travel retail che enfatizza il sense of place e sfrutta a pieno i quattro punti vendita duty free (il più grande è posizionato agli arrivi ed è costruito attorno a un format che richiama quello della Gdo, con tanto di casse a nastro e carrelli per la spesa). Un mix che ha reso lo scalo la sede ideale per ospitare l’ultima Airport Commercial and Retail Conference & Exhibition 2019 organizzata da Aci Europe, a cui anche r&f ha partecipato (18-20 marzo).
Hub o destinazione?
Prima di addentrarci nella descrizione dell’offerta travel retail dell’aeroporto Keflavik, è importante sottolineare la centralità dello scalo all’interno del traffico aereo internazionale. Se, geograficamente, l’Islanda è sempre stata un ponte naturale fra Europa e Stati Uniti (con distanze, via aerea, che si aggirano rispettivamente fra le
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L’idea per le future concessioni è di attrarre partner che, al di là del format e del layout, riescano a veicolare un forte sense of place (Gunnhildur Vilbergsdottir, commercial manager di Isavia)
tre e le cinque ore di viaggio), solo recentemente ha saputo sfruttare il proprio potenziale turistico sopperendo alla lenta ripresa del traffico cargo che ha impiegato circa 10 anni per ritornare sui livelli pre-crisi. Non sorprende, quindi, che solo il 10% dei passeggeri viaggi per motivi business mentre quasi il 90% lo faccia per turismo. Fra questi, la prima nazionalità è rappresentata dai cittadini Usa (23%), seguiti dagli islandesi (22%) e dagli inglese (10%). Il recente avvento delle compagnie low cost, inoltre, ha ampliato il ventaglio di nazionalità e promosso la connettività con il 60% dei passeggeri che dall’aeroporto di Reykjavik prendono un altro volo verso la destinazione finale. Di questo movimento si è avvantaggiato Duty Free Iceland: «Gli islandesi sono viaggiatori frequenti e utilizzano il duty free per fare scorta, avvantaggiandosi dello sconto sulle tasse, di prodotti come alcol, cosmetici e profumi, tecnologia. Per i turisti, invece, è l’occasione di assicurarsi qualcosa di tipico, magari un dono o un ricordo originale da portare a casa. Cerchiamo di dare risposta a entrambe le richieste», spiega Gunnhildur Vilbergsdottir, commercial manager di Isavia.
2,3milioni
I turisti che hanno visitato l’Islanda nel 2018. Nel 1945, a due anni dall’apertura dell’aeroporto, erano appena 500
+17%
L’aumento, in percentuale, della spesa per passeggero registrata nel 2018 (rispetto al 2017) all’interno dei punti vendita
2015, l’anno della consapevolezza
L’attuale conformazione dell’aeroporto Keflavik copre un’area di 70mila mq di cui circa 8.700 dedicati alle attività travel retail. A determinare l’assetto interno è stata la fase preliminare del masterplan 2015-40, periodo in cui Isavia si aspetta di toccare quota 13 milioni di passeggeri: «Nel 2015 abbiamo rinnovato e ridisegnato gli interni e lo spazio commerciale del terminal. Il nostro obiettivo principale era migliorare il flusso dei passeggeri, nonché potenziare l’offerta food&beverage attraverso una maggiore valorizzazione della visibilità dei punti vendita. Un’operazione che ha avuto un grande successo grazie alle risposta dei passeggeri, la cui spesa pro capi-
te è andata via via aumentando fino al +17% registrato nel 2018 rispetto al 2017», ricorda Vilbergsdottir. A fine 2018, inoltre, Isavia ha dato avvio a una nuova fase di lavori che, entro il 2021, dovrebbero mettere a disposizione dei passeggeri nuovi spazi con un allargamento del terminal verso sud e verso est. Queste aree accoglieranno i controlli bagagli, una nuova area acquisti e ristorazione, un collegamento diretto con l’East Pier (che sarà costruito nei 5-7 anni successivi). Parallelamente, saranno migliorati i flussi per evitare congestioni ai gate. Da un punto di vista travel retail, la situazione attuale è caratterizzata da un forte focus sulla parte airside, con il landside che accoglie solo due punti vendita: il minimarket 10-11, ideale per i passeggeri in arrivo grazie
alla sua selezione di cibi pronti e confezionati, nonché una proposta di articoli di prima necessità; e la caffetteria Joe and the Juice, catena danese in franchise diffusa in 11 paesi in Nord Europa. Grande spazio è poi lasciato agli operatori rent-a-car che rappresentano una delle principali soluzioni per visitare l’isola. Passati i controlli di sicurezza, si entra nel duty free in cui appare chiaro fin da subito il tocco local grazie a referenze Made in Iceland in confezioni pensate appositamente per il viaggio. Concluso il walkthrough, si apre la piazza centrale dell’airside il cui perimetro è occupato in prima istanza da brand di abbigliamento, accessori e cosmetica: 66° North offre abbigliamento tecnico di alta qualità adatto per affrontare il clima islandese in cui settembre 2019 | retail food
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Dossier Aeroporti le condizioni atmosferiche possono cambiare repentinamente; il multimarca Airport Fashion copre, invece, la richiesta di prodotti moda accessibili con marchi come Esprit, Moschino, Hugo Boss, Max Mara, Tommy Hilfiger; Elko prevede una selezione di articoli tecnologici da viaggio; Optical Studio si pone a metà fra vendita e servizio di occhialeria; Penninn Eymudsson porta in aeroporto il catalogo di libri in vendita nella sua rete diffusa in Islanda. Discorso a parte meritano i format locali che, in questo senso, rappresentano un trait d’union naturale con gli articoli
rimento. L’idea rimane comunque quella di attrarre partner che, al di là del format e del layout, riescano a trasferire la sensazione di trovarsi in Islanda».
Cibo in tempo per l’imbarco
in vendita al duty free e raccordano la parte retail con quella food. Si tratta, nello specifico, del negozio di souvenir a tema islandese Rammagerdin (maglioni, ceramiche, filati e soprammobili in legno), della bottega Pure Food Hall (con una selezione di prodotti tipici di prima qualità) e l’iconico Blue Lagoon che richiama l’omonimo sito turistico famoso per le sue terme e i trattamenti a base di fanghi (gli stessi che si possono acquistare allo store sotto forma di creme, lozioni, saponi). Da notare che tutti gli store elencati presentano, dietro il punto cassa, schermi informativi su voli e gate. «La varietà e la differenziazione che offriamo ai nostri passeggeri – sottolinea Vilbergsdottir – rispondono in modo abbastanza completo alle loro esigenze. Nonostante molte attività abbiano un contratto in scadenza nel 2020-23, non abbiamo intenzione di rivoluzionare la nostra proposta ma vorremmo comunque apportare degli aggiustamenti. In generale, i futuri spazi aggiuntivi ci permetteranno di essere più flessibili lasciandoci margine per qualche espe44
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A sorprendere, a queste latitudini, è l’ampia offerta food&beverage: «Il trend generale nel business aeroportuale è quello di dedicare sempre più spazio a queste attività e Keflavik non è da meno. Anzi, riscontriamo una crescente domanda per questo segmento, soprattutto in termini di varietà sebbene la maggior parte dei nostri passeggeri continui a ricercare quel local touch che hanno apprezzato durante il loro soggiorno. L’obiettivo, quindi, è quello di alzare l’asticella e rica-
vare una maggior spesa per passeggero senza perdere i tratti che ci contraddistinguono», racconta Vilbergsdottir. A questo approccio rispondono tutti i punti vendita food retail presenti; a partire dal raddoppio di Joe and the Juice. Fiore all’occhiello è senza dubbio Nord, ristorante dal layout semplice e accessibile che tradisce un’offerta gourmet fatta di piatti a base di pesce a cui abbinare una selezione di vini alla carta. Per chi viaggiasse con la famiglia, invece, il punto di sosta è sicuramente Mathus, ristorazione self-service con referenze confezionate e una serie di banchi per i piatti espressi. Più spostato, il coffee bar Segafredo che abbina il servizio caffetteria a una selezione di spuntini veloci. Avvicinandosi ai gate, infine, la proposta si fa più business e grab&go: Hjà Hollu offre pizza cotta in forno a legna e un ventaglio di referenze healthy, pensate per il take away; Kvikk Café rivisita la caffetteria tradizionale con un tocco scandinavo (visibile fin dagli arredi in legno chiaro, tipici del Nord Europa); Loskins Bar risponde invece a una clientela premium con un menù a base di cocktail e birre locali. In generale, l’offerta spazia su tutto l’arco della giornata e si adegua al traffico aereo cercando di offrire una valida alternativa anche ai tanti passeggeri in transito. «A livello di fruizione, più che la tipologia di passeggero quello che fa la differenza è il tempo a disposizione – ricorda Vilbergsdottir – Per questo abbiamo investito fortemente su soluzioni self-service e una maggiore efficienza di servizio al fine di aumentare il dwell time generale». ¢
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World Travel Retail MDFP, NUOVE REFERENZE PER BATTERE IL TURISMO FLAT
MAURITIUS – Grandi manovre per Mauritius Duty Free Paradise (MDFP), società che opera all’interno dell’aeroporto internazionale dello stato insulare dell’Oceano Pacifico e lo scalo dell’isola di Rodrigues. Attualmente rifornita da Heinemann, la società punta a rinnovare le proprie referenze e focalizzarsi su alcune categorie di prodotto . L’obiettivo è migliorare i 64 milioni di dollari di fatturato registrati lo scorso anno attraverso una crescita del 5% delle vendite nonostante un tasso di turisti incoming flat. Mauritius
SSP GROUP PORTA IL PORRIDGE NELLA STAZIONE DI FRANCOFORTE
GERMANIA – Offerta healthy per i pendolari della stazione centrale di Francoforte dove SSP Group in collaborazione con DB Station&Service, società affiliata della compagnia ferroviaria nazionale Deutsche Bahn, ha aperto il primo store Haferkater. Sviluppato a Berlino in un contesto urbano, il brand propone un’alternativa per la prima colazione a base di porridge e rappresenta l’ultimo arrivato nel portfolio di SSP Group e il settimo punto vendita in gestione all’interno dello scalo.
Germania 46
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Corea del Sud
LOTTE DUTY FREE VOLA ONLINE: +49% DI VENDITE
Olanda
COREA DEL SUD – Vendite online in aumento del 49% per il travel retailer coreano Lotte Duty Free che, nella prima parte dell’anno, ha toccato quota 1,2 miliardi di dollari. Grazie a una base di 5,4 milioni di utenti attivi al mese, un portfolio di 87mila referenze in rappresentanza di 1.099 brand (di cui 324 Made in Korea), negli ultimi tre anni Lotte ha messo a segno una crescita online doppia rispetto a quella fisica (32% contro 15%). A decretare il successo del canale digitale è stata l’accessibilità del portale di Lotte che supporta quattro lingue (coreano, cinese, inglese e giapponese) e permette di decidere come e quando recuperare i beni acquistati direttamente in aeroporto ed evitando i picchi di traffico.
SCHIPHOL SVELA L’AMPLIAMENTO DELLA LOUNGE 1
OLANDA – L’aeroporto di Amsterdam Schiphol ha annunciato i progetti per il rinnovo della Lounge 1, cuore pulsante dell’offerta travel retail dello scalo. I lavori, che inizieranno nel 2020 e dureranno circa tre anni, aumenteranno la superficie totale da 13 a 20mila mq di cui 7.500 dedicati ad attività commerciali (con un 15% destinato a nuovi operatori). Centrale sarà la divisione dello spazio in tre zone tematiche: Land (subito dopo i controlli di sicurezza ospiterà il duty free), Air (dove saranno collocate tutte le proposte F&B) e Cloud (dedicata allo shopping).
COLLINSON A TUTTA LOUNGE: 45 APERTURE IN TRE ANNI
INDIA – Collinson, gestore internazionale di servizi di fedeltà aeroportuali fra cui Priority Pass, ha annunciato la volontà di triplicare il suo investimento in India raddoppiando il suo portfolio di lounge nei prossimi anni per un totale di 45 lounge in 20 città indiane. Lo sviluppo sarà condotto dall’affiliata Airport Lounge Development che avrà il compito di esportare il business model già sperimentato negli Stati Uniti e in Europa e che ha contribuito al fatturato miliardario di Collinson. India
MTC DI ABU DAHBI PRONTO ALLA PIENA OPERATIVITÀ EAU
EAU – Primo test completato con successo per il nuovo Midfield Cina Terminal Complex (MTC) dell’aeeroporto internazionale di Abu Dhabi. La struttura, che dopo diversi ritardi e una spesa di 2,94 miliardi di dollari, dovrebbe essere attiva dalla primavera del 2020. Al suo interno opereranno Aer Rianta International e Lagardère Travel Retail che si erano già assicurate le concessioni nel 2015. Il test avvenuto a fine giugno ha coinvolto 800 volontari che, nelle vesti di futuri passeggeri (circa 8.500 ogni ora a pieno regime), hanno simulato la piena operatività per circa 80 minuti.
Cipro
A BHATIA TRADERS IL DUTY FREE DEL PORTO DI LIMASSOL
CIPRO – A due anni dal bando lanciato a dicembre 2017, il vincitore è Bhatia Traders. L’azienda emiratina si è aggiudicata la concessione duty free della durata di tre anni al terminal crocieristico di Limassol. A disposizione di Bhatia Traders, una superficie commerciale di 155 mq al piano terra. L’area fa parte dei settemila mq in gestione all’operatore DP WorlD Limassol che, nel 2016, aveva siglato un contratto della durata di 25 anni e può contare su sette padiglioni e tre banchine da 400 metri l’una per accogliere le grandi navi in arrivo sull’isola.
duty free world | LAGARDÈRE E AIRASIA, PARTNERSHIP PER IL MARKETPLACE OURSHOP
FRANCIA – Lagardère Travel Retail ha siglato una nuova partnership con AirAsia per vendere i propri prodotti sul marketplace Ourshop. L’accordo, attivato per la prima volta all’aeroporto di Victoria in Australia, permette ai viaggiatori di preordinare e ritirare i propri acquisti duty free sia lato landside che airside. In cambio, per ogni acquisto effettuato, i passeggeri AirAsia possono accumulare punti per il programma fedeltà della compagnia aerea.
HEATHROW, PRIMO SEMESTRE RETAIL A QUOTA 339 MILIONI DI STERLINE
UK – Aumento del 3,4% per il fatturato retail dell’aeroporto di Heathrow che nel primo semestre dell’anno tocca quota 339 milioni di sterline (per una crescita del fatturato totale del 5,2% a quota 871 milioni di sterline). Alla base della performance, un aumento dell’1,5% della spesa per passeggero attestatesi intorno alle 8,75 sterline (rispetto alle 8,62 della prima metà del 2018) e un aumento generalizzato dei viaggiatori che a fine anno dovrebbero superare gli 80 milioni.
GLOBAL PORTS HOLDING CERCA PARTNER COMMERCIALI
UK – È iniziata la caccia al giusto partner commerciale da parte dell’operatore crocieristico internazionale Global Ports Holding Plc che punta a implementare l’offerta retail e duty free nei porti di Malaga, Zara, Cagliari e Catania. Sul tavolo, l’azienda ha messo una concessione della durata di sette anni, che comprende anche i tempi di costruzione e creazione dei nuovi spazi commerciali che saranno ceduti in gestione esclusiva per tutta la durata dell’accordo.
by Kevin Rozario
|
London kevin.rozario.uk@gmail.com
Why passenger engagement has become a high priority
L’engagement dei passeggeri è diventato una priorità
I
t won’t have escaped anyone’s attention that words such as experiential, engagment and entertainment have become commonplace in retail today. Like all the best ideas, these three Es mark a simple and common-sense approach to giving shoppers a more immersive in-store experience. Apple flagship stores were among the pioneers – and remain some of the best examples even today. But brands such as Eataly and Sephora do an equally great job in exciting their customers. In travel retail, the three Es are also widely touted. Promotions and animations – from international beauty houses in particular – have raised the bar in terms of harnessing social media to engage airport travellers of all ages, but particularly Millennials. In the cruise market Starboard Cruise Services and renowned jeweller, Bulgari, recently developed a fashion show for Costa Cruises to highlight the Italian company’s craftsmanship. It was billed as a multisensory experience and described as “the next level of engagement.” The three Es are a response by physical retailers to the growing eCommerce threat. Online environments, however, can’t offer the theatre and experiences that a store can. Utilising these advantages through motivated staff has a positive effect on travellers. A new study from Swiss research agency M1ndSet demonstrates what it calls “a strong correlation between employee and customer engagement” which can drive customer penetration and sales revenue. According to the report, airport shops or restaurants with engaged employees have more than 60% more satisfied customers and a higher spend rate. The study underlines the importance of interaction between staff and customers. “Engaged customers can generate up to 25% higher spend than customers who do not feel engaged,” claims M1nd-Set. In duty free shops, travellers are more likely to make a purchase when they interact with staff. According to the study, shop visitors who are approached by staff are 9% more likely to convert into buyers while those who approach the staff themselves are 32% more likely to buy. It appears the three Es are here to stay.
N
on sarà sfuggito a nessuno che parole come esperienziale, engagement e entertainment oggi siano diventate un luogo comune nel retail Come tutte le buone idee, queste tre E segnano un approccio semplice e di buon senso per dare allo shopper un’esperienza in-store più immersiva. I flagship Apple, in questo senso, sono stati dei pionieri – e rimangono ancora i migliori esempi. Allo stesso modo, brand come Eataly e Sephora hanno fatto un grande lavoro nell’eccitare i loro clienti. Anche nel travel retail le tre E sono ampiamente propagandate. Promozioni e animazioni, in particolare da parte delle aziende beauty internazionali, hanno alzato l’asticella in termini di sfruttamento dei social media per intercettare i viaggiatori aeroportuali di tutte le età, Millennial in particolare. Nel mercato crocieristico, Starboard Cruise Services e il gioielliere Bulgari hanno recentemente sviluppato uno show fashion per Costa Crociere che punta a evidenziare l’artigianalità dell’azienda italiana. Un progetto descritto come un’esperienza multisensoriale che rappresenta il “livello successivo dell’engagement”. Le tre E sono la risposta dei retailer fisici alla crescente minaccia dell’eCommerce. Gli ambienti online, comunque, non possono offrire la teatralità e le esperienze di uno store tradizionale. E sfruttando questi vantaggi attraverso uno staff motivato si possono avere effetti positivi sui viaggiatori. Un nuovo studio dell’agenzia svizzera M1nd-Set dimostra che «una forte correlazione fra dipendenti ed engagement» può attrarre clienti e vendite. Secondo lo studio, i negozi o i ristorante aeroportuali con dipendenti proattivi registrano il 60% in più di soddisfazione dei clienti e un maggiore tasso di spesa. La ricerca sottolinea l’importanza dell’interazione fra lo staff e la clientela. «I clienti coinvolti possono generare fino al 25% in più di spesa rispetto ai clienti che non si sentono tali», afferma M1nd-Set. Nei punti vendita duty free, i viaggiatori sono più propensi a fare acquisti quando interagiscono con lo staff. Secondo il report, i visitatori di un negozio che sono approcciati dallo staff sono per il 9% più disponibili a convertirsi in acquirenti mentre quelli che approcciano lo staff di propria iniziativa sono il 32% in più propensi a fare un acquisto. Le tre E continuano a farsi valere.
settembre 2019 | retail food
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r&
f Fashion & Lifestyle Focus
L’eCommerce flessibile La sfida tecnologica impone ai brand di ripensare le proprie strategie in un’ottica sempre più digitale. Una necessità che è stata al centro dell’ultimo Netcomm Focus in cui la minaccia del marketplace ha riacceso l’attivismo dei brand
La crescita dei clienti
«I clienti digitali che comprano abbigliamento a livello globale sono 2,5 miliardi di persone, con un tasso di crescita generale del canale online pari all’11%», ha ricordato nel suo intervento introduttivo Roberto Liscia, presidente di Netcomm. Numeri da cui muovere per costruire le giuste prospettive e strategie imprenditoriali dal momento che, nel settore abbigliamento, le vendite realizzate online coprono oltre il 30% del totale e quelle realtà che hanno saputo cavalcare l’onda della digitalizzazione sono cresciute quattro volte in più rispetto ai marchi che hanno sviluppato principalmente in ambito retail nel periodo 2013-17. Entro il 2023, inoltre, saranno 3,363 miliardi i consumatori che sceglieranno di acquistare capi di abbigliamento online, +37% rispetto al 2019. E questo già ora determina un fatturato online del fashion a livello globale nel 2019 pari a 346 miliardi di euro, in crescita del 13% rispetto allo scorso anno. Entro il 2023 questo settore varrà 509 miliardi, +47% rispetto al 2019. In Italia la quota di acquisto online di abbigliamento passerà dal 6% nel 2018 al 9% nel 2023, mentre in Cina dal 52% nel 2018 al 65% nel 2023. Ma quali sono stati i trend che ci hanno portato fin qui? «Sono tre i fenomeni principali che le tecnologie e le abitudini di consumo stanno spingendo: la velocità con la quale i clienti so48
retail food | settembre 2019
La crescita del numero di e-shopper nel mondo è inarrestabile 4.000,0
Abbigliamento
3.500,0 3.000,0 2.500,0 2.000,0
1.971,1
2.215,2
2.451,6
2.688,1
2.920,5
3.146,1
3.362,9
Fonte: Netcom
I
l settore della moda, si sa, è da sempre la leva principale degli acquisti online. A confermarlo una volta di più ci ha pensato il convegno Netcomm Focus su fashion e lifestyle che si è tenuto il 9 luglio negli spazi della Borsa italiana a Palazzo Mezzanotte. Abiti, accessori, scarpe e simili costituiscono, infatti, il 54% dei prodotti acquistati online dagli italiani. Un dato che, tuttavia, rischia di nascondere l’attitudine con cui i clienti si approcciano oggigiorno a questo canale, il più delle volte trainati dalle dinamiche di prezzo determinate dai marketplace digitali.
1.500,0 1.000,0 500,0 0,0
Milioni
2017
2018
2019
2020
2021
2022
2023
Fonte: Statista, aprile 2
no guidati all’acquisto superando la stagionalità, il ruolo dei social network come mezzo di orientamento all’acquisto e il peso del tema sociale e della sostenibilità. Tutto questo, a sua volta, genera nuove opportunità di marketing e retail: i touchpoint aumentano e richiedono una maggiore spesa in attività di marketing, sempre più raffinate per andare incontro al proprio target. Un processo in cui i negozi rimangono un punto fondamentale», ha ricordato Liscia.
Lo spettro del marketplace
L’altro lato della medaglia è rappresentato dalla proliferazione dei marketplace su cui avviene la conversione finale della customer journey in acquisto vero e proprio (cosa che accade per il 60% degli utenti italiani). Il successo dei marketplace è dovuto alle maggiori capacità di digital marketing che possano offrire un efficace mix tra prezzi vantaggiosi, migliori promozioni e varietà di scelta dei prodotti, che sono i principali driver di acquisto rispettivamente per il 51%, 43% e 29% dei consumatori italiani. Det-
to altrimenti, «se è vero che il marketplace èNetcomm il primo luogo di conversione delle intenzioni di acquisto del cliente, è anche vero che nella sua digital journey non è quello il suo punto di atterraggio. Il consumatore entra in un percorso di acquisto a partire dal brand, dalle storie e dalla narrazioni che propongono», ha chiarito Federico Capeci, ceo Italy, Greece & Israel, insights division di Kantar. Lecito chiedersi se questa sia una opportunità da cogliere o il segno di un declino inesorabile. «Siamo a un bivio – ha affermato Capeci – rischiamo che il distributore prenda il posto del produttore, che il mezzo superi il brand, il tutto con una perdita di valore generalizzata». I casi di successo (fra cui spicca Gucci che negli ultimi cinque anni è riuscita a triplicare il proprio fatturato, da 6 a 9 miliardi di euro, grazie a una strategia digitale riuscita), insegnano però che le soluzioni e le alternative non mancano a patto di agire su quattro valori fondamentali: lo storytelling, la centralità dell’eCommerce, un marketing integrato alla piattaforma di vendita e una forte identità. N.G.
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L’evoluzione del marketplace e la soluzione Yocabè Se l’eCommerce è ormai un canale indispensabile per i brand, aprire un canale di vendita online non è semplice. Per superare il digital divide, i seller possono affidarsi a una nuova piattaforma che a livello B2B punta a migliorare i margini dei propri clienti attraverso catalogo, logistica e prezzo
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ue colleghi, qualche pausa caffè e un’intuizione: dare ai brand gli strumenti per battersi nell’ecosistema del marketplace. Così Vito Perrone e Lorenzo Ciglioni hanno dato avvio a Yocabè, piattaforma B2B per la distribuzione del fashion online. In questo settore, i grandi portali come Amazon, Zalando, Privalia, eBay e simili producono fra il 50 e il 70% del totale delle vendite online rendendosi lo strumento necessario per sviluppare il business dei diversi brand. Ma a che prezzo? Per far fronte a questo cambiamento del retail trainato dalle mutate abitudini di acquisto, Yocabè mette a disposizione la piattaforma tecnologi-
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trando in contatto con diversi operaca e l’infrastruttura utile a gestire tori, ci siamo resi conto che c’era una l’inventario, migliorare la distribulacuna da colmare ossia: capire cozione globale, migliorare i margime interfacciarsi con i grandi retaini e i volumi di vendita. Un’attività ler del settore in un momento in cui che, dal 2016, ha processato 130mila ordini per un transato che nel 2018 ha Vito Perrone il cliente è sempre più fidelizzato e la toccato quota tre milioni di euro. E per il ceo di Yocabè dinamica dei prezzi è gestita dalle grandi piattaforme online. Insomma, mancava 2021 l’obiettivo è fare 10 volte partendo un operatore sulla falsa riga di Venere, per fadal piano di sviluppo che Vito Perrone, ceo di re un esempio in ambito travel, che riuscisse a Yocabè, ha raccontato a r&f. dare ai piccoli commercianti o ai brand di meCome e quando è nata l’idea di Yocabè? dio livello l’infrastruttura tecnologica necessaL’idea è nata nel 2015 quando ho coinvolto Loria per avere la possibilità di vendere al giusto renzo, un collega con cui lavoravo a Expedia, prezzo, attraverso il proprio marketplace, sui in un progetto parallelo di eCommerce a cui grandi eTailer. stavo collaborando nel mondo della moda. En-
50-70%
La percentuale di vendite realizzate dai grandi marketplace nel fashion rispetto al totale
30
Il numero di negozi digitali che Yocabè arriverà a gestire nei prossimi mesi sui marketplace dei cinque maggiori mercati europei
Che significato ha aver intrapreso questa strategia? Noi pensiamo che il marketplace sia un fenomeno che sta cambiando in modo radicale il retail online. Una situazione che è sia un’opportunità che una sfida, tanto che per molti brand l’evoluzione è così forte e veloce che non riescono a capirlo fino in fondo e finiscono con lo starne alla larga. Per questo diventa necessario essere presenti là dove il cliente inizia la propria ricerca, su portali come Amazon, Privalia, LaRedoute, Zalando. E come riuscite a convincere i brand di questo vostro approccio? Per farlo abbiamo appena completato una guida professionale che traccia la differenza fra seller e vendor. Quest’ultimo è la figura di chi vende al retailer, mentre il primo è chi vende attraverso i marketplace. Il vendor gestisce la merce a livello wholesale e una volta piazzato l’ordine al retailer gli affida anche la strategia di vendita al cliente finale: determinazione prezzo, posizionamento, quantità, ecc. Il tutto assieme alla mole di dati relativi al consumatore. Il seller, invece, opera in contatto con la stessa piattaforma del vendor ma mantiene un maggior controllo sull’offerta e la concorrenza. Una scelta che, nel settore fashion per esempio, significa generare un margine superiore del 20-40% circa. Dal punto di vista dei finanziamenti, Yocabè ha appena chiuso un nuovo round di finanziamento. Di quale dotazione disponete e quali cambiamenti hanno portato gli investitori? Dopo esserci autofinanziati in fase iniziale, nel 2016 entriamo in Pi Campus con l’idea di preparare il progetto per
Sopra, le guide professionali realizzate da Yocabè per i propri clienti. Sotto, il team di Yocabè gli investitori che arrivano nel 2017. Con un round di 300mila euro da parte di un piccolo fondo e investitori individuali muoviamo i primi passi e iniziamo a crescere. Così nel 2018 abbiamo aperto un altro round di finanziamenti per migliorare la tecnologia e ampliare il team commerciale dal valore di 600mila euro – chiuso ad aprile 2019. Diversamente dal precedente step, stavolta ci hanno supportato figure di provenienza retail e fashion. Ora, tra fondi statali e privati, abbiamo raccolto circa 1,5 milioni di euro. Solo vantaggi quindi? Non proprio. Perché se da un lato il brand si assicura il controllo di alcuni dati salienti e alcune leve economiche determinanti per la propria attività, dall’altro deve gestire tutto ciò. Ed è qui che entra in gioco Yocabè. Come si struttura il vostro serivizio? Essenzialmente si struttura intorno a tre pilastri: la capacità di creare un catalogo ottimizzato per ogni piattaforma e ogni lingua con lo sforzo minore possibile. Alla base c’è un lavoro
di mappatura del brand con cui collaboriamo di cui, attraverso alcuni algoritmi proprietari, tracciamo il profilo e la presenza sui vari canali. Informazioni utili a spingere i giusti prodotti per efficientare la logistica e la gestione dei resi. Nonché a determinare il prezzo adeguato per operare in un contesto molto competitivo dove i valori del brand devono armonizzarsi con le abitudini di consumo. Man mano che le nostre vendite e i nostri dati aumentano, i nostri algoritmi diventano sempre più intelligenti. Quali sono i prossimi passi? I piani di sviluppo di Yocabè prevedono un’espansione della rete logistica in Europa, dove siamo già presenti in Spagna, Francia, Germania, Uk e Italia. Per le altre aree come l’Olanda e i Paesi Nordici ci stiamo attrezzando per presidiare i canali specialistici o locali, come in Polonia dove prossimamente sbarcheremo su Allegro. Parallelamente, portiamo avanti la nostra espansione negli Stati Uniti dove operiamo da inizio anno e puntiamo a riproporre le strategie vincenti già viste da questa parte dell’Atlantico. Infine, negli ultimi tempi, alcuni brand che non fanno parte del mondo fashion si sono fatti avanti. A partire da Brail Hip Hop, la prima label nella categoria gioielli e orologi che abbiamo lanciato. Altri progetti? In una prospettiva a lungo termine puntiamo a entrare nel mercato cinese. Nel 2020 dovremmo fare il nostro ingresso supportando brand con caratteristiche particolari, come un marcato senso del Made in Italy, che vanno a coprire quelle nicchie di mercato ancora scoperte. N.G. settembre 2019 | retail food
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Gdo & somministrazione
Il Bistrot di NaturaSì conquista la nicchia bio Il format è stato lanciato nel 2012 e attualmente conta quattro punti vendita. Conclusa la fase di sperimentazione, l’azienda punta a espandersi lungo il perimetro dei circa 480 supermercati e negozi in tutta Italia.
N
ata nel 2009 dalla fusione di Ecor, distributore all’ingrosso di prodotti biologici e biodinamici, e NaturaSì, brand di supermercati bio, EcorNaturaSì vanta una doppia esperienza trentennale nel settore produttivo e commerciale. Un processo che ha portato, da un lato, alla promozione di diversi brand come Baule Volante e Fior di Loto (recentementi fusi) e, dall’altra, alla creazione di un network produttivo che ora trova sbocco nel canale retail andando a colmare la nicchia dei consumi biologici con un network di 260 supermercati bio in Italia a marchio NaturaSì e 220 negozi associati al brand Cuorebio. Più recente l’inizio dell’avventura nel foodservice con il format Bistrot: attualmente quattro punti vendita nel Nord Italia con l’obiettivo di «portare nel piatto sempre di più
L’insegna in pillole anno di nascita del format
2012
numero Bistrot posti a sedere
16-60 tipologia di servizio
non servito
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retail food | settembre 2019
Fonte aziendale
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le eccellenze prodotte dalle aziende agricole della rete NaturaSì e dai piccoli produttori, usando anche, ove possibile, prodotti dei presidi Slow Food certificati biologici», racconta a r&f Massimo Dalla Pasqua, responsabile progetto ristorazione EcorNaturaSì. Quando e con quali obiettivi nasce il format “Bistrot” di Naturasì? Il primo test è stato condotto nel 2012 per dare ai clienti la possibilità di fare colazioni e pranzi in uno spazio integrato nel negozio, accogliente e caldo. Il Bistrot Naturasì, quindi, riceve i clienti negli orari di attività del negozio con qualche apertura anticipata alla mattina e ha un’offerta articolata e coerente con i vari momenti della giornata. Come si articola il format in termini di offerta, distribuzione degli spazi e servizi al consumatore? Il format prevede il banco bar contiguo al banco gastronomia e uno spazio variabile con i tavoli. In questi spazi serviamo pasticceria artigianale, brioche fatte a mano utilizzando ingredienti di filiera, pranzi con menù anche vegetariani e vegani. Ora stiamo lavorando a un restyling del format, rivedremo e aggiorneremo l’offerta merceologica, dando spazio anche al delivery. L’obiettivo è portare nel piatto sempre di più le eccellenze prodotte dalle aziende agricole della rete NaturaSì e dai piccoli produttori, usando anche, ove possibile, prodotti dei presidi Slow Food certificati biologici. Stiamo pensando, inoltre, ai
Massimo Dalla Pasqua, responsabile progetto ristorazione EcorNaturaSì taglieri di salumi e formaggi per arricchire l’esperienza gastronomica dei nostri clienti. Il Bistrot diventerà un modo per far conoscere al consumatore le aziende produttrici, con particolare attenzione alla trasparenza e all’accoglienza. Quali sono le sinergie tra il Bistrot e il negozio NaturaSì? Vi saranno sinergie di reparto con il banco gastronomia e sinergie di prodotto, in quanto cercheremo, ove possibile, di usare ingredienti e prodotti presenti sullo scaffale; inoltre il Bistrot è per alcuni consumatori il primo momento di contatto con l’ecosistema NaturaSì. Quali sono i progetti di sviluppo retail per questo particolare? Crescerà il numero dei Bistrot all’interno dei negozi, questo sia per le nuove aperture che per le ristrutturazioni dei punti vendita esistenti. Il canale rimarrà quello attuale, ovvero zone commerciali e centri cittadini, mentre non abbiamo in previsione di entrare nei centri commerciali. A che tipo di clientela si rivolge, principalmente, il format? Il Bistrot NaturaSì si rivolge sia ai nostri affezionati clienti sia a chi si avvicina per la prima volta e vuole conoscere la qualità dei nostri prodotti. A questi si aggiungono anche le persone che pranzano fuori casa e desiderano ristorarsi senza fretta o fare una pausa all’insegna del benessere in un ambiente caldo e accogliente. N.G.
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Analisi di mercato
Pelletteria e calzature, l’export salva il mercato interno In occasione di Mipel e Micam (15-18 settembre, Rho Milano Fiera) abbiamo tracciato i contorni del settore su cui pesa la mancata ripresa dei consumi. A trainare è l’estero, con l’Europa che si consolida e l’Estremo Oriente che corre per una bilancia commerciale in positivo di 9,4 miliardi di euro
C
’è chi ha già iniziato i preparativi per il cambio d’armadio stagionale, chi attende gli ultimi saldi e chi butta un occhio alle novità. Almeno per quanto riguarda il settore pelletteria, borse e calzature che a settembre si riunisce agli appuntamenti di Mipel e Micam (15-18/9, Rho Fiera Milano) per presentare al mercato prodotti, soluzioni e tendenze. I due eventi, promossi da Assopellettieri e
Assocalzaturifici, ospiteranno oltre 1.700 espositori e circa 47mila visitatori. Un pubblico di addetti al settore che devono fare i conti con un mercato in chiaroscuro dove i grandi marchi determinano le dinamiche di vendita e distribuzione a fronte di consumi interi che rallentano ancora per una bilancia commerciale con l’estero rispettivamente pari a 5 miliardi per la pelletteria e a 4,4 miliardi per le calzature.
Il famoso “bello e ben fatto” per alcuni mercati rappresenta ancora un valore aspirazionale Franco Gabbrielli, presidente di Assopellettieri settembre 2019 | retail food
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Analisi di mercato Attilio Briccola, ceo di Bric’s
Come si compone la rete di vendita Bric’s? Ad oggi Bric’s conta una rete formata da circa 40 store di cui 30 all’estero. I punti vendita diretti sono 15, distribuiti per lo più in Italia ed Europa. Mentre i restanti 25 sono in franchising. Rispetto a questa forma di gestione del punto vendita, però, è bene fare una precisazione. I monomarca in questione non sono degli store affiliati ma piuttosto negozi aperti in diverse parti del mondo dai nostri distributori locali, come capita in Asia e Medio Oriente dove operano su nostra delega. Quali sono le caratteristiche del format? Normalmente la superficie commerciale degli store Bric’s si aggira intorno agli 80-100 mq, con due vetrine e un arredo molto semplice, lineare, caldo e pulito. Il layout, infatti, è caratterizzato dalla presenza di colori tenui tendenti al bianco per le pareti e materiali lignei per le finiture e le componentistiche. L’idea è quella di lasciare parlare il più possibile il prodotto. All’interno, infine, trovano posto circa 200 referenze. Chi è, quindi, il cliente tipo di Bric’s? Il nostro target è un consumatore premium, la persona che guarda alla categoria del lusso accessibile. Molto spesso viaggiatori stranieri che vengono in Italia sia per le vacanze sia per impegni di lavoro, circa l’80% del nostro pubblico, e riconoscono nel nostro marchio un sinonimo di qualità Made in Italy. Da qui l’importo dello scontrino medio che si aggira intorno ai 200 euro e una diffusione della rete nelle principali città turistiche e in quelle business. Come gestite la presenza online e quali servizi omnicanale offrite? Francamente, la nostra presenza online è ancora un
Verso l’estero
L’export è da sempre il traino per il settore. E i dati aggregati relativi al 2018 non fanno differenza: 8,2 miliardi di euro per la pelletteria e 9,6 miliardi di euro per le calzature. Cifre che testimoniano quale sia la direzione del flusso commerciale della produzione italiana. «I mercati orientali come la Corea, la Cina e il Giappone, a cui aggiungiamo anche gli Stati Uniti, performano meglio perché sono contesti fiorenti dove il Made in Italy è vincente per le sue caratteristiche: il famoso “bello e ben fatto” rappresenta ancora per quei paesi un valore aspirazionale», ha spiegato Franco Gabbrielli, presidente di Assopellettieri. Ma senza andare troppo lontano, è la cara e vecchia Europa a dimostrarsi una destinazione solida per la merce nostrana. Per quanto riguarda la pelletteria, la Ue registra un +5,6% in valore, ma con una contrazione del 13% nelle quantità che ha colpito maggiormente Francia, Spagna e Regno Unito che chiude con un -25,8 per cento. Nel comparto calzature, il mercato unico pesa per due vendite all’estero su tre e registra la stessa dinamica in termini di valore (+3,6%) e in volume (-6,6%). Menzione a parte spetta alla Svizzera che ha conquistato il ruolo di hub logistico continentale 56
retail food | settembre 2019
po’ scarsa rispetto ad altri competitor. Per quanto riguarda i servizi omnicanale, invece, qualche passo in più lo abbiamo fatto implementando la possibilità per i clienti di ordinare instore, tramite tablet, la merce che poi gli viene spedita direttamente a casa. In ogni caso, migliorare su questo fronte è una priorità assoluta per il nostro marchio. In quest’ottica, per esempio, si inseriscono anche le ultime aperture di Roma e Venezia che possono contare su superfici minori, quindi con meno spazio per il magazzino, al fine di spingere il consumatore a utilizzare maggiormente i servizi omnicanale che andremo via via a migliorare. L’idea è quella di trasformare il negozio tradizionale sempre più in showroom e permettere al nostro cliente di non aver nessun tipo di preoccupazione quando, per esempio, si trova a comprare prodotti voluminosi, come valigie e trolley che può facilmente farsi spedire a casa. Quali sono, secondo lei, gli ultimi trend in termini di prodotto? Tenendo conto del fatto che il nostro core business sono i prodotti di valigeria, possiamo dire che c’è una tendenza sempre più marcata alla funzionalità dell’articolo. Quindi prodotti con caratteristiche poco appariscenti o soluzioni nascoste alla vista il cui vantaggio si scopre nell’utilizzo: ruote che non si vedono, materiali resistenti, maniglie più agili, ecc. Inoltre, contrariamente a quanto si potrebbe pensare oggigiorno, la tendenza è quella di creare oggetti che si possono aggiustare, con pezzi sostituibili magari svitando una semplice vite.
per entrambi i mercati grazie alla presenza dei brand del lusso sul suolo elvetico da cui dirigono le operazioni a livello globale. Dal Far East al Medio Oriente passando per Russia e Usa, le destinazioni delle esportazioni sorridono in Cina (+17% per le calzature e +22% per la pelletteria) e Sud Corea (rispettivamente +11,4% e +21,2%). Negativi il mercato russo (-11% in valore per le scarpe e -6% per i lavorati in pelle) e ucraino (-3,4% in volume nel primo caso ma +15% nel secondo) su cui pesa il nodo sanzioni. Un ostacolo
12,1%
Il peso delle vendite online sul totale realizzato nel settore pelletteria. Dato simile, 11%, per quanto riguarda le calzature.
17,8 miliardi
Il fatturato totale dell’export delle aziende attive nel settore della pelletteria e delle calzature. in meno per il Giappone, invece, che grazie alla firma sul trattato di libero scambio con la Ue può avvantaggiarsi delle minori tariffe doganali. «Lo scenario commerciale globale dipende molto dalla prospettiva sui dazi che ancora non ha una definizione precisa. Resta mia opinione che siano un problema enorme: la linea degli industriali deve essere volta ad abbatterli. D’altronde, il mercato si basa sulla concorrenza e gli spazi sono pochi. A noi il compito di difendere gli interessi delle piccole e medie imprese», ha tagliato corto Gabbrielli. La domanda peraltro non manca: le esportazioni di scarpe in pelle aumentano il valore dello 0,5% contrastando la diminuzione delle quantità; quelle in tessuto salgono del 5,5% in volume; mentre calano le produzioni della pantofoleria e quelle con tomaia in gomma. Con riferimento alle categorie merceologiche della pelletteria, risultano in crescita sia le esportazioni di prodotti in pelle (+8,1%) sia di quelli realizzati in materiali alternativi (+17,7%). Le borse restano stabili, le cinture evidenziano dinamiche di lieve crescita nei chili (+4,2%), mentre la piccola pelletteria (portafogli, borsellini, portachiavi, astucci per oggetti) registra un +17,7 per cento.
Giulia Limberti, responsabile di +39 Leather Goodsg
La vostra rete di vendita si concentra nel canale aeroportuale. Qual è il motivo di questa scelta? La motivazione che ci ha portato a questa scelta è dovuta al fatto che la nostra esperienza pluriennale in attività retail in centri commerciali naturali, orientati all’utenza straniera, ci ha fatto capire che gli aeroporti sono hub dove il potenziale cliente ha l’occasione di ritrovare il prodotto che ha visto durante la vacanza e, se non lo ha comprato, cogliere l’ultima opportunità di portarsi a casa un articolo tipicamente toscano. Come si compone il vostro format? Il nostro format affianca a un private label 100% toscana altri brand italiani di rilievo internazionale in un mix coordinato dove il cliente può respirare l’atmosfera del nostro Paese declinata in un concept che tende a non sovrapporre i marchi presenti, ma che lascia ad ognuno lo spazio per raccontare le specificità del prodotto. I nostri punti vendita hanno metratura variabile dai 40 ai 60 mq circa. Il nostro layout è basato sul colore e sull’assortimento in un contesto di materiali naturali come legno e ferro per ribadire il concetto dell’artigianalità. In questo contesto, una parte importante è data alla vendita assistita, momento in cui i nostri collaboratori si relazionano con il cliente interessato. Quali sono i vostri prodotti principali? Quale il profilo cliente? E lo scontrino medio? Il nostro assortimento spazia dalla piccola pelletteria alle borse, da uomo e donna, e al viaggio proprio per accontentare sia il cliente che vuole acquistare per sé o per altri un ricordo della vacanza in Italia sia quello che non ha la fortuna di incontrare nei propri luoghi di provenienza un assortimento di pelletteria Made in Italy che accosti prodotti di nicchia e brand più conosciuti. Attualmente, con i quattro punti vendita negli aeroporti di Torino, Orio al Serio, Firenze e Pisa, il profilo passeggeri è caratterizzato dal flusso di traffico dei vari scali. Stessa cosa può dirsi per lo scontrino medio che oscilla fra i 60 e i 70 euro. In termini di mercato, quali sono secondo lei le tendenze di pelletteria, borse e calzature? La pelletteria Made in Italy rappresenta sicuramente un prodotto che mantiene la propria attrattività specialmente per il cliente estero. Per quanto ci riguarda, cerchiamo di portare avanti un discorso di artigianalità e qualità che vada oltre la moda e il trend e che soddisfi un desiderio di autenticità.
Fabio Innocenti, direttore commerciale Tosca Blu Come si compone la rete di vendita Tosca Blu? Tosca Blu è distribuita in 1.200 clienti wholesale, tra negozi specializzati di borse e calzature oltre a deptartement store e corner store. A questo canale si aggiungo 30 boutique monomarca, di cui 15 in Italia e 15 all’estero. La formula di gestione prevede sia quella diretta che il franchising. Ai partner offriamo tutta una serie di servizi commerciali che vanno dalla progettazione del punto vendita alla formazione del personale, passando per il supporto gestionale e pubblicitario. Quali sono le caratteristiche del vostro format tipico? I nostri punti vendita hanno una metratura compresa tra i 75 e i 90 mq, con possibilmente almeno due vetrine. In termini di location, cerchiamo di posizionarli nelle vie principali di centri storici oppure in centri commerciali con gallerie superiori ai 100 punti vendita. Per quanto riguarda il layout interno, i nostri store si caratterizzano per un gusto contemporaneo e minimal; mentre a livello di gestione dello spazio, è sempre prevista una zona dedicata alla calzatura e un’area pelletteria. Infine, colori chiari e impianti illuminotecnici efficaci garantiscono la miglior lettura del prodotto che è e deve rimanere il vero protagonista delle nostre boutique.
Qual è il profilo del cliente Tosca Blu? Il consumatore tipo di Tosca Blu è donna, con un’età di 35-50 anni, orientata a un prodotto qualitativo, che sappia distinguersi nei dettagli. In termini di prodotto, quali sono le vostre novità e le tendenze del settore? Per quanto riguarda il prodotto, Tosca Blu offre una collezione completa di borse e calzature posizionate nel segmento medio di mercato, con un ottimo rapporto tra prezzo, qualità e immagine. Il rinnovo dell’offerta è costante sia all’interno della stagione in corso, con l’inserimento delle pre-collezioni, sia fra una stagione e l’altra generando un turnover dell’80% delle referenze. Il tutto cercando di anticipare quelle che sono le tendenze del settore le cui maggiori innovazioni si vedono, però, dal lato gestionale. Diversamente dagli anni ’90, per esempio, i monomarca hanno un peso maggiore in quanto rappresentano il giusto equilibrio fra brand awareness e capacità di innovazione del prodotto.
Come si struttura la vostra presenza online? Al momento stiamo realizzando un nuovo eCommerce che sarà disponibile in autunno. Viviamo la vendita online soprattutto come un prolungamento del rapporto con il cliente che fisicamente ha visitato il nostro negozio, in modo da dare una continuità all’esperienza di acquisto.
Il mercato interno non si sblocca
Più delineata, in negativo, la situazione del mercato interno che sconta una contrazione dei consumi decennale in cui la questione prezzo gioca un ruolo fondamentale per attrarre i clienti italiani. Le vendite nel Belpaese rivestono un’importanza strategica sia per il brand della pelletteria che per quelli delle calzature, dove ricoprosettembre 2019 | retail food
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Analisi di mercato Federica Roncato, direttore marketing Ciak Roncato Come si compone la vostra rete di vendita? Dopo aver chiuso il 2018 a 10 milioni di euro, in crescita rispetto al 2017, l’azienda ha attivato diverse strategie commerciali che le hanno permesso di aprire nuovi canali di vendita e consolidare la propria realtà. Prima tra tutte l’inaugurazione di tre negozi monomarca nelle città di Piacenza, Treviso e Reggio Emilia. Store che possono vantare una posizione privilegiata, in strade centrali e frequentate, una metratura commerciale che va dai 70 ai 150 mq e una ricca offerta che comprende i marchi principali dell’azienda: Baulificio Italiano, Ciak Roncato, R Roncato e Anima Libera, oltre a prestigiosi brand italiani di pelletteria. Infine, ricordiamo che in Italia contiamo su circa 1.000 rivenditori al dettaglio specializzati. Quali sono le altre strategie che guidano lo sviluppo del brand? Tra le altre strategie vanno ricordate: la forte presenza nei cataloghi a premi della grande distribuzione; una rete di 14 agenti plurimandatari attivi nei negozi multimarca specializzati nel settore della valigeria e della pelletteria distribuiti in tutta Italia; un canale eCommerce in crescita; il consolidamento della posizione sui mercati esteri. In tal senso, l’obiettivo per l’azienda è quello di sviluppare nuove agenzie distributive specializzate nel settore della valigeria in Germania, Austria, Svizzera, Russia, Slovenia e Repubblica Ceca. Una menzione particolare va alla Spagna. Lì, anche grazie a un’agenzia specializzata nel settore della grande distribuzione, l’azienda ha registrato un incremento del fatturato del +20% rispetto allo scorso anno. Un risultato che ha dato ragione all’impegno del Gruppo che, proprio per il mercato spagnolo, produce collezioni dedicate ai cataloghi a premi di importanti catene commerciali della grande distribuzione organizzata. Dal punto di vista del prodotto, chi è il vostro target di riferimento? Quali sono le ultime novità? E quale lo scontrino medio? Il prodotto è alla base di tutto. Oggi il cliente è attento ed esigente. Le valigie devono essere all’altezza delle sue aspettative. Oggi il trolley deve essere leggero, pratico, colorato, capiente. Grazie a una tecnologia
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rivoluzionaria e a macchinari specifici, Ciak Roncato sta lavorando a una nuova valigia realizzata con un tipo di alluminio innovativo. Il progetto, che sarà presentato il prossimo anno e lanciato per la stagione primavera/estate 2020, è l’ennesima dimostrazione del know-how dell’azienda e un ottimo trampolino verso il mercato asiatico e mediorientale, dove la clientela apprezza particolarmente questo tipo di prodotto. Insomma, il nostro target di riferimento non è solo il turista ma anche il viaggiatore business. In generale, comunque, lo scontrino medio si aggira sui 100 euro. Secondo lei quali sono le macro dinamiche del settore borse, pelletteria, calzature? Il rapido sviluppo del settore della valigeria è dovuto anche al suo avvicinamento al settore moda. Sempre più marchi nel settore tessile propongono anche linee di valigeria. Ciak Roncato in partenza gode di un added brand value in quanto azienda Italiana con produzione Made in Italy. L’innovazione e la ricerca prodotto rimangono, comunque, importanti. Fondamentali sono quindi gli investimenti in strutture e personale per garantire un ottimo livello di ricerca e sviluppo nel design e nella produzione locale. L’attuale richiesta di massima flessibilità e velocità di reazione rivolte alle aziende impone una moderna e competente struttura a 360° gradi. eCommerce e servizi omnicanale: a che punto è Roncato? Il nostro sito internet è diventato ormai da qualche anno una importante vetrina nel mondo dell’eCommerce. Certo gli investimenti da fare non sono pochi perché quando sei online sei solo una goccia nel mare. Ma con le giuste offerte, il giusto posizionamento, attività di remarketing, l’utilizzo di sistemi quali AdWords, Google Shopping, un buon servizio post vendita e ovviamente l’utilizzo dei social Instragram e Facebook puntiamo a una crescita costante in questo canale di vendita.
no un terzo dell’intero giro d’affari. Persiste, però, un trend a ribasso con un -0,7% in quantità e -0,5% in valore per scarpe e affini; -0,4% in termini di spesa ma +0,1% in quantità per la pelletteria. In termini di canali continua la concentrazione e la gestione dei network di vendita: se i negozi tradizionali di calzature scontano una flessione di oltre il 10% negli acquisti a favore di catene e shopping online (passato da una quota del 3,6% a una dell’11% sul totale della spesa), quelli indipendenti specializzati in pelletteria subiscono lo steso fenomeno con un -11% di spesa che lascia spazio a catene e marketplace (il cui peso è cresciuto fino a una quota del 12,1% sul totale degli acquisti). «La domanda interna resta stagnante perché l’andamento del mercato in Italia è, purtroppo, ancora al ribasso. In un panorama retail in progressiva e veloce evoluzione e dove l’eCommerce è sempre più presente il risultato favorisce i grandi gruppi ma penalizza le piccole imprese», ha commentato Gabbrielli. La fluttuazione del prezzo, come detto, gioca un ruolo fondamentale. Soprattutto in un mercato in cui sconti, svendite, vendite evento e simili danno forma ai momenti e alle tempistiche d’acquisto oltre la tradizionale stagionalità per un importo sullo scontrino medio che si aggira intorno ai 40,71 euro per i prodotti di pelletteria e fra i 20 e i 60 euro per il 40% degli acquirenti di calzature.
Produzione a doppia velocità
Per fotografare la situazione a livello produttivo, partiamo dalle elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Moda per il comparto. Nel 2018 le stime parlano, per l’insieme degli operatori con sede sul territorio italiano attivi nella pelletteria, di un incremento del fatturato del +3,1%: un trend più modesto rispetto al +5,7% del consuntivo 2017 ma comunque non trascurabile, soprattutto alla luce dell’intonazione assai poco brillante dell’economia italiana in cui operano 4.602 aziende (-54 rispetto al 2017) e 34mila addetti. Per quanto riguarda le calzature, invece, la situazione appare piuttosto disomogenea tra le imprese anche se risultano maggioritarie le indicazioni negative con il 55% del campione che si aspetta una contrazione dei livelli produttivi. «L’ennesimo rinvio della ripresa e il peggioramento del quadro economico hanno avuto pesanti ripercussioni sul tessuto produttivo e sulle dinamiche occupazionali», si legge nell’ultimo report di Assocalzaturifici. In questo comparto le aziende attive in Italia sono passate da 4.708 a 4.505 (-4,3%) con una riduzione dell’1,2% degli occupati. N.G.
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Focus Logistica
GLS, in Italia la frontiera dell’innovazione Con una gestione in franchising delle attività, la multinazionale ha fatto della Penisola il proprio laboratorio logistico grazie a una rete di 150 sedi e una flotta di 5.300 veicoli (di cui il 10% elettrici o alternativi). Il futuro? Risolvere il rebus dell’alimentare
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resente in Italia da circa 42 anni, Gls Italy rappresenta la sede tricolore della multinazionale con Headquorter in Olanda che fa parte del gruppo Royal Mail. Un gigante con 634 milioni di colli gestiti e un fatturato intorno ai 3,3 miliardi di euro. Numeri su cui la quota parte del mercato italiano risulta strategica. Dal nostro Paese passa l’innovazione della multinazionale che per il biennio 2019-20 ha stanziato 30 milioni di investimenti. A r&f, Klaus Schaedle, group area managing director di Gls racconta i prossimi passi. Come si struttura l’attività e la presenza di Gls in Italia e in Europa? In generale, nell’ultimo anno, abbiamo gestito 634 milioni di colli per un fatturato di 3,3 miliardi di euro. Tuttavia, essendo un’azienda quotata alla Borsa di Londra, non possiamo dare dati più precisi per quanto riguarda le performance nel singolo Paese. Per quanto riguarda l’Italia, quindi, possiamo dire che in un’ottica di gruppo rappresenta assieme alla Germania il mercato più importante per Gls. La particolarità ulteriore che caratterizza la nostra filiale italiana è rappresentata dal fatto che, diversamente dagli altri Paesi europei in cui siamo presenti e dove possediamo sedi di proprietà e dipendenti diretti, la Penisola è presidiata da un sistema in franchising lanciato ormai 42 anni fa. Più nel dettaglio, come si struttura questo sistema di gestione? Innanzitutto, in Italia il gruppo Gls gestisce tre diverse società. La prima è Gls Italy che agisce in qualità di franchisor determinando quali siano le regole dell’intero sistema, le strategie da seguire e le attività di marketing da portare avanti. Poi c’è Gls Enterprise che rappresenta il nostro braccio operativo con 55 sedi gestite direttamente. A questo si aggiunge un gruppo di licenziatari che gestiscono 95 sedi. Fatte le somme, la nostra rete consta di 150 poli. Infine,
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c’è Gesc, una società che rientra sempre sotto il cappello di Gls, ma in cui i franchisee sono soci alla pari, e che gestisce le operazioni di spedizione nei nostri 15 centri di smistamento attivi sul territorio italiano. L’eCommerce è un’abitudine di consumo sempre più diffusa. Quali sono le soluzioni per l’ultimo miglio adottate da Gls? Il mercato B2C rappresenta un settore davvero importante per noi e in Italia, grazie a una crescita consistente negli ultimi anni, è arrivato a coprire circa il 50% del nostro business. Una percentuale importante che, da un lato, è trainata dalle mutate abitudini di consumo. Basti pensare che, secondo l’osservatorio Netcomm, nel 2018 sono state realizzate vendite per 27 miliardi di euro in questo canale con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. Dall’altro lato, il merito va anche alla nostra rete distributiva che ci permette di consegnare fino a Napoli in 24 ore e offre al cliente un servizio di ritiro in sede sei giorni alla settimana che rappresenta un unicum all’interno del mercato italiano. A questo si aggiunge una strategia di vicinanza ai centri città con l’adozione, per esempio, di veicoli elettrici per evitare i blocchi del traffico e le aree Ztl o simili. Di quanti veicoli stiamo parlando? Sui circa 5.300 veicoli che sono mediamente attivi ogni giorno, quelli elettrici o alternativi sono il 10 per cento. Come si struttura il rapporto con i brand in termini B2B? Il rapporto con i brand in ottica B2B viene seguito dai singoli franchisee. Un grande vantaggio per il nostro sistema, focalizzato principalmente sulla piccola e media impresa per un totale di 120mila realtà, dal momento che permette di instaurare un rapporto più diretto e flessibile fra brand e operatore. Un approccio che ci permette di customizzare al massimo le soluzioni proposte.
Klaus Schaedle, group area managing director di Gls
In che modo? Possiamo, per esempio, fornire delle soluzioni in termini di automazione come il servizio web labeling con cui il brand può collegare il suo sistema IT al nostro al fine di produrre in maniera autonoma le etichette necessarie a individuare i vari colli da spedire. Un sistema che consente anche la geolocalizzazione del pacco e l’aggiornamento in tempo reale di tutte le informazioni sensibili e utili a certificare l’avvenuta consegna. Nel prossimo biennio sono previsti 30 milioni di euro di investimento. Come saranno utilizzati? Trovandoci in una posizione fortunata, vista la qualità e l’efficienza del servizio ormai raggiunta, Gls assieme ai propri licenziatari ha deciso di investire in nuove e più grandi strutture. Fra queste c’è il nuovo hub di smistamento in costruzione a Firenze. Inoltre, ci concentreremo sull’automazione che rappresenta un elemento indispensabile nel momento in cui aumentano i volumi al fine di non sovraccaricare il nostro personale all’interno delle varie sedi. Un altro aspetto che vogliamo implementare nel breve termine è quello digitale, legato alla raccolta e all’elaborazione dei dati che ci permetterà sia di migliorare la consegna in termini B2C che la gestione dei pacchi in termini B2B. Dal vostro punto di vista, come cambierà il retail nel lungo periodo? Sicuramente le persone completeranno un numero sempre maggiore di ordini attraverso Internet andando a influenzare anche quei settori che al momento sono ancora poco toccati dalla digital disruption. Pensiamo all’alimentare, per esempio, dove sono già in atto dei processi di cambiamento che tuttavia devono far fronte a ostacoli dovuti alla tipologia di prodotto distribuita. Uno su tutti, la deperibilità che costringe gli operatori a finestre di consegna molto strette e i clienti a farsi trovare a casa per conservare al meglio il prodotto. N.G.
Azione contro la Fame
Tornano i ristoranti buoni due volte La campagna di Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale che si batte contro la malnutrizione, riparte il 16 ottobre per la sua quinta edizione italiana
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untuale come i prodotti di stagione sta per tornare Ristoranti contro la Fame (www. ristoranticontrolafame.it), grande campagna internazionale di lotta contro la malnutrizione voluta da Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale leader nella lotta contro le cause e le conseguenze della fame. Da 40 anni, in circa 50 Paesi, Azione Contro la Fame salva la vita di bambini malnutriti, assicura alle famiglie acqua potabile, cibo, cure mediche e formazione, consentendo ad intere comunità di vivere libere dalla fame. Ristoranti contro la Fame è un’iniziativa di sensibilizzazione e raccolta fondi a livello mondiale, giunta alla sua quinta edizione italiana, aperta a tutti i ristoranti in tutta Italia e che si terrà dal 16 ottobre al 31 dicembre, trasformando il buon cibo in un cibo buono due volte. La data del 16 ottobre volutamente coincide con quella del World Food Day, pensato dalle Nazioni Unite per far fermare tutti, cittadini, media e istituzioni a riflettere e porre la giusta attenzione attorno ai temi del cibo e dell’alimentazione. «Dopo anni di progressi, i dati sulla fame nel mondo, purtroppo sono tornati a crescere negli ultimi tre anni - spiega Licia Casamassima, responsabile partnership di Azione Contro la Fame Italia - e questo a causa principalmente di conflitti, cambiamenti climatici e crisi economica: 821 milioni di persone soffrono la fame e circa 50 milioni sono bambini, con malnutrizione acuta. La malnutrizione resta tutt’oggi la principale causa di morte dei bambini sotto i 5 anni, tanto che si stima che ne muoiano 2,5 milioni ogni anno! Un dato totalmente inaccettabile». Ristoranti contro la Fame ha il grande valore di mettere insieme partner di settore, ristoranti e clienti in tutta Italia e nel mondo, per raccogliere fondi a supporto dei programmi
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Licia Casamassima, responsabile partnership di Azione Contro la Fame Italia contro la malnutrizione infantile. In 5 anni in Italia, Azione contro la Fame ha così raccolto circa 350.000 euro e fornito trattamenti salvavita a 12.500 bambini, tenendo conto che bastano 28 euro per assicurare un trattamento che permette un buon recupero nutrizionale di un bambino sotto i 5 anni. «Ma possiamo fare ancora di più - spiega Licia - Vogliamo che questa campagna diventi la più grande mobilitazione del mondo della ristorazione contro fame e malnutrizione, permettendo a tutti i ristoranti aderenti e ai loro clienti, di contribuire a regalare la gioia del cibo ai tanti bambini malnutriti di cui Azione contro la Fame si prende cura in 50 paesi del mondo». Particolarmente forte è stato il contributo di un gruppo di chef e ristoranti che negli anni ha scelto di sposare la campagna Ristoranti contro la Fame, diventandone veri e propri ambasciatori: tra questi ricordiamo Enrico Crippa, Elio Sironi, Cristina Bowerman, Claudio Sadler, Lionello Cera, Daniel Canzian ma anche il L’Ov Milano, Miscusi, Pescaria, Fratelli la Bufala e tanti altri nomi che si possono trovare su: www.ristoranticontrolafame.it/it/chef/.
Partecipare è davvero semplice! Ogni Ristorante contro la Fame che aderisce alla campagna ha due opzioni, che però possono anche convivere tra loro. La prima possibilità è quella di inserire un piatto solidale all’interno del menu evidenziandolo, e per ogni piatto solidale venduto, donare 2 euro ad Azione contro la Fame. Oppure è possibile coinvolgere i propri clienti, che possono donare 2 euro alla fine di ogni pasto, anche attraverso il cioccolatino della felicità, creato per l’occasione dalla cioccolateria La Perla di Torino. Oppure ancora, attivare entrambe le modalità. I ristoranti che volessero aderire si possono iscrivere chiamando lo 02/83626104 oppure scrivendo a: ristoranti@azionecontrolafame.it I responsabili di Azione contro la Fame hanno condiviso con noi l’obiettivo di coinvolgere quest’anno almeno 300 ristoranti, distribuiti su tutto il territorio nazionale. La nostra testata partecipa volentieri dando una vetrina all’iniziativa e ringraziando, insieme ad Azione contro la Fam e, tutti i ristoratori che vorranno aderire e contribuire allo sforzo comune per cancellare questa piaga inaccettabile e costruire così insieme un mondo libero dalla Fame. Red.
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f servizi e fornitori News SIGNIFY ILLUMINA TALLY WEIJL CON 225 PROIETTORI LED
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na luce tutta nuova illumina lo shopping nel negozio Tally Weijl in Corso Buenos Aires a Milano. Merito dell’impianto realizzato da Signify. L’azienda, precedentemente nota come Philips Lighting, ha curato il restyling illuminotecnico del punto vendita. L’obiettivo, per il brand, era quello di valorizzare gli spazi e i prodotti esposti. Rivolgendosi a Signify, Tally Weijl ha deciso di puntare su un layout scalabile che, grazie alla configurazione dei binari montati a soffitto, permette di modulare la disposizione dei proiettori in base agli articoli dell’assortimento su cui si vuole spingere maggiormente. Più in particolare, sono stati installati 225 proiettori Led di alta qualità GreenSpace Accent Projector Mini ST315T dotati di una speciale ricetta luminosa che enfatizza le trame di tessuti e materiali. Un’ulteriore area di intervento è stata quella dei camerini dove sono stati installati 74 apparecchi a incasso LuxSpace Accent ed è stato predisposto un Instagram Wall dove i clienti possono provare il look preferito e farsi un selfie da condividere sul social media. «L’illuminazione per negozi e attività commerciali è fondamentale. La soddisfazione dei nostri clienti deriva non solo dall’aumento delle vendite, ma anche dalla possibilità di sottolineare la personalità del marchio» ha affermato Ronald Gelten, retail fashion lighting manager di Signify.
GUTTADAURO NETWORK INNOVA LE GELATERIE MOBILI DI GROM
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l gelato come una volta, ma con i sistemi di gestione moderni. Per mantenere fede al proprio payoff in un momento particolare per il food retail, Grom ha deciso di fare un passo avanti e aprirsi all’innovazione di Guttadauro Network. La catena di gelaterie, nata a Torino nel 2013 e poi diffusasi in Italia e nel mondo, ha scelto le soluzioni dello storico provider per migliorare la gestione operativa dei temporary shop mobili. Si tratta di StockStore Nexi SmartPOS. Un’app di check out e pagamento digitale per gestire l’operatività di vendita in poco spazio e con costi di allestimento e gestione contenuti. Per la parte hardware è stato individuato Smart POS di Nexi, StockStore invece è il software, sviluppato da una società del Gruppo Guttadauro e già utilizzato da tutti i locali della catena Grom. L’usability dell’app rispetta i canoni di un’applicazione smart: menù e interfacce sono ereditate più dal mondo mobile che dalle classiche interfacce dei sistemi POS Touch tradizionali. Il beneficio immediatamente riscontrato da Grom è stato il fatto di poter avere un unico dispositivo, il Nexi SmartPOS capace di abilitare l’operatività di una postazione di cassa completa e centralizzata oltre che di gestire i pagamenti POS/Carte di credito in mobilità.
LE TERRAZZE FORMATO SOSTENIBILE CON LIFEGATE PLASTICLESS
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n approccio sostenibile al retail è l’ultimo trend del settore: dai brand ai fornitori, passando per proprietari di centri e parchi commerciali. Non sorprende, dunque, che il Centro Commerciale Le Terrazze di La Spezia si sia impegnato a sostegno del progetto LifeGate Plasticless che ha l’obiettivo di ridurre i rifiuti e il marine littering. Concretamente, Le Terrazze ha promosso l’installazione a Porto Venere di un Seabin, cestino di raccolta dei rifiuti che galleggiano sulla superficie dell’acqua. Il Seabin è in grado di catturare circa 1,5 kg di detriti al giorno, ovvero oltre 500 kg di rifiuti all’anno (a seconda del meteo e dei volumi dei detriti), comprese le microplastiche da 5 a 2 mm di diametro e le microfibre da 0,3 mm. Il Seabin, inoltre, potrà catturare molti rifiuti comuni che finiscono nei mari come i mozziconi di sigaretta, molto presenti nelle nostre acque (in Italia ne sono stati installati già 40). «Il centro commerciale Le Terrazze crede fortemente nei valori quali sostenibilità, tutela e salvaguardia dell’ambiente e da sempre si impegna a promuovere uno stile di vita nel rispetto del nostro pianeta. Abbracciamo il progetto LifeGate PlasticLess con grande entusiasmo perché in linea con i nostri valori e siamo orgogliosi di essere il primo centro commerciale in Italia ad “adottare” un Seabin», ha commentato Luca Paradisi, direttore de Le Terrazze. Il centro commerciale, posizionato a pochi chilometri dalla costa ligure, è la shopping destination più grande della provincia grazie ai suoi 38.600 mq di Gla.
PROLOGIS, CONTI IN ORDINE E ACQUISIZIONE CONFERMATA
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onti in ordine e acquisizione confermata per Prologis che chiude il secondo trimestre del 2019 con investimenti consolidati o in joint venture e progetti di sviluppo per un volume stimato di circa 73 milioni mq in 19 Paesi. Dal punto di vista finanziario, la società ha chiuso il secondo trimestre con una leva del 19,4% sulla capitalizzazione di mercato e 4,2 miliardi di dollari di liquidità. «Abbiamo chiuso un eccellente secondo trimestre, i nostri risultati riflettono un’ottima esecuzione e la qualità del nostro portafoglio globale. Siamo ottimamente posizionati per iniziare il secondo semestre dell’anno che ci vedrà impegnati nello sviluppo dell’accordo che ci ha portato all’acquisizione di IPT», ha commentato Hamid R. Moghadam, chairman e ceo di Prologis. Con una somma vicina ai 4 miliardi, infatti, Prologis si è assicurata il patri-
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monio immobiliare di Industrial Property Trust: 3,5 milioni di mq per 236 immobili, il 96% dei quali si trova già nei mercati serviti da Prologis. In particolare l’acquisizione permette a Prologis di rafforzare la propria posizione nella California del Sud, nell’area di San Francisco, Chicago, Atlanta, Dallas, Seattle e nel New Jersey. «Abbiamo lavorato con impegno per assicurarci una posizione finanziaria che ci permettesse di capitalizzare su opportunità come questa e restiamo impegnati a mantenere la nostra solidità finanziaria. Questa transazione ci permette di fare passi in avanti nella nostra strategia volta a fare leva sulla nostra dimensione per far crescere i ricavi senza aumentare in maniera incrementale i costi fissi», ha commentato Thomas S. Olinger, chief financial officer di Prologis.
CHECKPOINT SYSTEM COMBATTE IL FENOMENO WARDROBING CON R-TURN TAG
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lienti che acquistano un capo d’abbigliamento online, lo indossano una sola volta con l’etichetta intatta e poi lo restituiscono in negozio ottenendo il rimborso completo rappresentano l’altra faccia del commercio digitale. Per mettere un freno a questo fenomeno, denominato wardrobing, Checkpoint System ha messo a punto una soluzione tecnologica: R-Turn Tag. In sostanza, si tratta di una tag personalizzabile che può essere applicata in ogni parte del prodotto, cuciture comprese, e necessita che il cliente lo rimuova manualmente rompendo il meccanismo di blocco prima di indossare il capo. In questo modo, i retailer possono modificare le proprie policy sui resi acconsentendo ad accettare solo quei capi che presentano la R-Turn tag ancora integra. L’obiettivo è quello di fornire uno strumento di facile utilizzo e a basso impatto per il retailer (R-Turn Tag si
CON SAMSUNG LE APPLICAZIONI FOODSERVICE A RITMO DI ROCK
può applicare sia in magazzino, per assicurare un posizionamento preciso, sia in negozio) per combattere i resi fraudolenti. Un recente sondaggio ha rilevato che il 13% dei consumatori del Regno Unito acquista vestiti con l’intenzione di indossarlo una volta e poi di ritornare per un rimborso. La pratica è particolarmente diffusa nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni, in cui un intervistato su cinque ha ammesso di aver reso della merce in modo fraudolento. Due retailer su tre (64,5%) sono entrati in contatto con clienti che utilizzano un articolo e poi lo restituiscono per ottenere un rimborso e con wardrober abituali che restituiscono circa 20 articoli all’anno. Questa cifra aumenta quando l’acquirente diventa sicuro del fatto che il negozio non rifiuterà la merce.
INVRSION SPINGE SUL VCOMMERCE GRAZIE A THE KHRONOS GROUP
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ock e tecnologia vanno di pari passo quando si tratta di foodservice. Lo sanno bene quelli di RockStation8591 Cafe, format nato in provincia di Udine e diffusosi in modalità franchising che offre l’atmosfera e il menu della tradizionale hamburgheria americana con un tocco italiano, dalla qualità delle materie prime alla selezioni delle birre. Ovviamente su una colonna sonora rock. A tutto ciò si aggiunge un’esperienza d’acquisto digitale supportata dai dispositivi mobile Samsung. Attraverso i tablet Tab A a disposizione sui tavoli, i clienti possono utilizzare il servizio T-Ordino (sviluppata da Risto-Technology, partner ufficiale di Samsung Electronics Italia) consultando il menu in tempo reale e comunicando l’ordine direttamente alle postazioni banco, griglia e cucina. Si tratta di una soluzione versatile e personalizzabile che consente al cliente di visualizzare digitalmente il piatto, richiedere variazioni, impostare priorità di consegna e anche di monitorare il prezzo di ciò che si sta consumando. «Il sistema è facile e intuitivo ma, in caso di necessità, c’è sempre un operatore pronto ad aiutare il cliente. In sintesi, questo sistema permette di abbattere i costi del personale, di aumentare le vendite e di fornire ai clienti una modalità nuova e anche divertente di ordinare al ristorante», ha affermato Michael Rignanese, ad di RockStation8591 Cafe. Nello specifico, la soluzione è stata ingegnerizzata per sfruttare le potenzialità dei tablet Samsung Tab A dotati di tecnologia Samsung Knox, una piattaforma integrata che garantisce, attraverso meccanismi di difesa e protezione sovrapposti, protezione completa da intrusioni, malware e altre minacce.
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a startup di successo a membro del consorzio The Khronos Group Inc., l’italiana inVRsion si conferma come una delle realtà leader nella creazione di standard 3D avanzati da utilizzare nell’ambito della digitalizzazione e della virtualizzazione del punto vendita. L’adesione a The Khronos Group, associazione no-profit attiva nella creazione di open e royalty free standard per grafica 3D e non solo, permette a inVRsion di entrare in contatto con oltre 100 aziende operanti a livello globale. L’obiettivo è quello di migliorare sempre più le soluzioni di realtà virtuale per il retail, ossia: simulazione di punti vendita di qualsiasi dimensione, con prodotti 3D foto-realistici, che possono essere fruiti come fossero reali. Per questo, inVRsion ha recentemente investito nello sviluppo di quest’area di business, che può contare su una pipeline di tipo industriale dedicata e su di un team altamente qualificato. Brand e retailer necessitano del digital twin dei loro prodotti per diverse attività di business, che vanno da BTL, comunicazione online, social media ed eCommerce a category management, space allocation e applicazioni AR/VR. In questo modo, e grazie a un sistema brevettato basato su AI e Computer Vision, inVRsion punta a rendere la propria pipeline più veloce, scalabile ed efficiente.
COCO LOCO FA IL BIS A MILANO CON COSTA GROUP
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a Napoli a Milano, per il secondo punto vendita dell’insegna L’Altro Coco Loco, lo chef e patron Diego Nuzzo ha scelto Costa Group per gli arredi. Sviluppato su 500 mq, con 100 posti a sedere, il ristorante si mostra fin dall’esterno grazie a ampie vetrate su strada. All’interno, uno spazio moderno, sofisticato e raffinato dove l’eleganza e il calore dei materiali generano un’estetica leggera e luminosa. A fare da trait d’union c’è una pavimentazione in legno che, nello spazio dedicato al Cocktail Bar, giunge a creare un tutt’uno con le pareti (rivestite con una texture color oro brillante) e il soffitto dando l’idea di un tunnel di colori, luci e sfumature che accompagna il cliente fin dal suo ingresso. La sala principale, invece, alterna divani e poltroncine circolari ed avvolgenti, in velluto, di colore blu ed arancione che disegnano spazi intimi e conviviali. A concludere lo spazio è un muro specchiato che diventa il punto focale della prospettiva della navata. Questo, riflettendo le volte piramidali, crea l’illusione di un soffitto infinito scandito solo dal ritmo dei grandi pilastri che hanno come capitello le più preziose bottiglie di vino, di varie dimensioni, provenienti da ogni parte del mondo.
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f International News NORTHGATE MALL, LA STORIA DEGLI SHOPPING CENTER CAMBIA VOLTO
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TOYS RITORNA NEL RETAIL CON TRU KIDS E B8TA
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un anno dal fallimento, la catena di giocattoli Toys potrebbe avere una seconda possibilità nel settore retail. A scommettere sul brand ci ha pensato una joint venture composta da la società Tru Kids, che si era precedentemente assicurata la proprietà intellettuale del marchio Toys “R” Us (incluse tutte le insegne correlate), e il retailer tecnologico B8ta. L’accordo ha già portato all’apertura di due punti vendita di 600 mq ciascuno all’interno dei centri commerciali The Galleria a Huston e il Westfield Garden State Plaza a Paramus; e la pipeline prevede 10 aperture nel corso del 2020. Alla base del format c’è l’idea di ricreare un playground per i bambini con tanto di spazio eventi, teatro, sala per la realtà virtuale e pure una casa sull’albero (con un bilanciamento 70-30 fra spazi di vendita e spazi per le attività). «Abbiamo una grande opportunità per re-immaginare il modello di business e creare una giocosa esperienza in-store per i nostri piccoli clienti e i loro genitori», ha commentato Richard Barry, ceo di Tru Kids. Ad accompagnarlo in questa sfida c’è B8ta, rivenditore di elettronica di consumo con 17 store monomarca negli Stati Uniti e fornitore di piattaforme tecnologiche per il retail: «Abbiamo lanciato il nostro brand per cambiare i fondamenti dell’infrastruttura retail, dal business model all’esperienza d’acquisto. E siamo fiduciosi sia la ricetta giusta per riportare Toys sul mercato americano», ha concluso Vibhu Norby, ceo of B8ta.
VENTE-UNIQUE, DOUBLE DIGIT
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l settore delle flash sale si fa sempre più competitivo. Al di là dei grandi marketplace, infatti, nascono sempre nuove piattaforme che puntano sulle vendite evento per generare l’hype dell’acquisto dell’ultimo minuto. È il caso della francese Vente-Unique che nell’ultimo quarto ha registrato una crescita del 10% per quanto riguarda il proprio giro d’affari, raggiungendo quota 22,2 milioni di euro di fatturato e riuscendo a conquistare spazio anche oltre il mercato domestico: in Sud Europa la crescita è stata del 22% mentre nel Nord Europa (Olanda e Belgio comprese) è stata del 23%. Il tutto per un’incidenza delle vendite estere pari al 42% del totale (quattro punti base in più rispetto allo scorso anno). Performance che fanno ben sperare VenteUnique che, in Francia, ha dovuto accontentarsi solo di un +2% imputabile, secondo l’azienda, alle ripercussioni sul commercio delle proteste dei gilet gialli. Rallentamenti che dovrebbero essere presto superati grazie alla piena operatività del nuovo polo logistico di 51mila mq aperto nel corso dell’anno ad Amblainville. L’obiettivo ora è quello di recuperare terreno sul mercato interno e puntare dritti verso i 150 milioni di fatturato entro il 2022.
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perto nel 1950, il Northgate Mall di Seattle è stato il primo del suo tipo ad aprire sul suolo americano, dando avvio al fenomeno dei mall. Una storia lunga oltre settant’anni e che ora si trova di fronte a un nuovo capitolo. Il progetto prevede che una larga parte della struttura venga abbattuta per far posto a unità abitative e uffici (tra cui la sede della NHL, campionato americano di hokey ghiaccio, da 17mila mq con una capacità di mille spettatori). Nel dettaglio, la Simon Property Group, proprietaria del mall, prevede di abbattere il 60% del complesso, fare posto a 1.200 abitazioni, 4 torri per uffici, un hotel da 200 stanze, una palestra indoor con piscina rooftop e un parco di 9.200 mq che unirà le varie aree. Attenzione anche alla mobilità, fattore sempre più determinante per garantire un flusso di visitatori ottimale: una stazione ferroviaria aprirà entro il 2021. L’obiettivo è quello di rivitalizzare una destinazione storica dello shopping americano cercando di seguire gli ultimi trend del mercato.
HOUSE OF FRASER AFFOSSA SPORT DIRECT
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on il senno di poi non avremmo completato qull’operazione». A dirlo è un comunicato di Sports Direct, catena di negozi di abbigliamento sportivo, che appena un anno fa ha salvato il network di House of Fraser dal fallimento (con un esborso vicino ai 90 milioni di sterline) per poi pentirsene quando sono arrivati i conti. Da Bruxelles, infatti, è arrivata una bomba fiscale da 674 milioni di euro di tasse. Un colpo che rischia di affossare l’impero commerciale di Mike Ashley, magnate britannico presidente della squadra di calcio del Newcastle, che nell’ultimo anno si è assicurato anche i brand Evans Cycles, Sofa.com e Game Digital. Attualmente, non è chiaro quale sia la strategia per recuperare terreno. Dei 31 negozi su 59 a insegna House of Fraser la cui chiusura era già stata annunciata non si sa più nulla. Anzi, fra questi ce ne sono alcuni che non pagano nemmeno l’affitto creando una situazione di instabilità finanziaria nel gruppo. In un anno la profittabilità di Sports Direct è calata di 51 milioni di sterline (-6%) che tradiscono le performance positive in termini di vendite (+10% a 3,7 miliardi di sterline). Tanto che, secondo il comunicato dell’azienda, «su una scala da uno a cinque, dove uno è “molto male” e cinque è “molto bene”, la situazione di House of Fraser è a uno».
SAKS FIFTH AVENUE CAPITALIZZA SULLE CALZATURE UOMO
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entre sono in corso i lavori di rinnovamento del flagship store newyorkese, il rivenditore di moda maschile Saks Fifth Avenue ha aperto al sesto piano dello stesso immobile uno spazio interamente dedicato alle calzature da uomo: 800 mq di superficie e circa 60 brand del lusso ospitati per un totale di circa duemila referenze esposte. Oltre al prodotto, il nuovo spazio offre anche una serie di servizi come la riparazione e la pulizia delle scarpe, un angolo per le personalizzazione di lacci e tomaia, un rapporto diretto con i brand in caso di particolari richieste. A supportare le vendite, inoltre, è stato inserito uno staff di 30 consulenti multilingua. Tra le firme presenti ci sono: Balenciaga, Brunello Cucinelli, Dior, Celine, Fendi, Gucci, Givenchy, Alexander McQueen e molti altri. «L’apertura di questo nuovo spazio rappresenta una pietra miliare per il brand nel corso del rinnovamento del flagship. Una nuova shoe experience, insomma. D’altronde, le calzature di lusso sono il punto d’accesso della clientela maschile nel settore della moda. Un comparto che per noi sta crescendo in modo costante sia online che offline», ha commentato Marc
Metrick, presidente di Saks. Dal punto di vista del layout, Saks si è affidata allo studio di architetti e design Highland Associats che ha realizzato gli interni e la scala in metallo e pietra che ora collega il sesto al settimo piano per favorire una customer experience senza soluzioni di continuità.
ristrutturazione già annunciata a maggio e che prevede la chiusura di tutti i 650 store a insegna Dressbarn. Ad accompagnare questa serie di chiusure, però, c’è la volontà da parte dell’azienda di concentrarsi sugli altri brand in portfolio come Ann Taylor e Loft, le cui performance stanno dimostrando l’apprezzamento del pubblico. Assistito da Gordon Brothers Retail Partners per la parte operativa e da Hilco Streambank per quella commerciale, Ascena Retail Group ha messo in vendita anche la proprietà intellettuale del brand che, dopo quasi 50 anni di attività, non è riuscita a vincere la sfida con competitor del calibro di H&M, Zara, Target e Amazon.
DRESSBARN LASCIA GLI USA E CHIUDE 53 STORE
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stanza di fallimento o chiusure? Per Dressbarn vale la seconda opzione. Il brand, che fa parte di Ascena Retail Group, rivenditore inglese di abbigliamento, ha comunicato che entro agosto chiuderà 53 punti vendita a cui seguirà la cessazione dell’intera attività retail sul suolo americano. L’annuncio fa parte di una strategia di
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f International News LE VITAMINE NON TIRANO PIÙ, GNC CHIUDE 900 STORE
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DALL’ONLINE AL FISICO, ARRIVA LA LINGERIE THIRD LOVE
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assare da un canale di vendita all’altro non è mai un’operazione banale. Soprattutto se il percorso porta un brand dalla presenza online a quella brick&mortar. È il caso di Third Love, brand di lingerie che punta a diventare il competitor numero uno per realtà del calibro di Victoria’s Secret. Lanciata nel 2012, l’etichetta ha deciso di sviluppare il proprio business attraverso l’apertura di una boutique temporanea a Manhattan. L’esperimento vale sia come test in vista di nuove aperture, sia come punto di raccolta dati sulle preferenze dei clienti. La forza della proposta di Third Love, infatti, sta nella possibilità da parte dei consumatori di consultare un catalogo molto vario (78 differenti misure disponibili) e farsi aiutare dal servizio di Fit Finder (utilizzato da circa 14 milioni di donne ). Elementi che hanno garantito a Third Love un aumento delle vendite del 180% nell’ultimo anno (fra cui spiccano quattro milioni di reggiseno) e potrebbero rappresentare il futuro per l’azienda. A partire dalla soluzione adottata per i camerini all’interno del temporary di soli 90 mq: un cassetto attraverso il quale l’operatore può passare gli indumenti da provare al cliente con massimo rispetto della provacy.
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n taglio drastico per GNC, catena americana specializzata nella vendita di integratori alimentari per lo sport e la vita di tutti i giorni, che dovrebbe chiudere 900 punti vendita; principalmente all’interno dei centri commerciali, canale che occupa il 28% del business. L’annuncio non è arrivato in modo inaspettato: nel 2018 GNC aveva già dato avvio a una rimodulazione della propria presenza retail con un piano di chiusure in tre anni. «Come risultato degli attuali dati di affluenza nei mall, abbiamo deciso di velocizzare la tabella di marcia», ha affermato Ken Martindale, ceo di GNC. L’idea è quella di uscire dalle secche del commercio al dettaglio a stelle e strisce sfruttando la brevità dei contratti di locazione e una rete di ottomila punti vendita di cui 5.900 negli Usa, compresi duemila in-store shop all’interno delle location Rite Aid. Fatti i conti, per quanto riguarda il canale dei centri commerciali, GNC dovrebbe ridurre la propria presenza della metà, per attestarsi su 400-500 location fra le più remunerative. Un taglio che punta ad arrestare la perdita dell’8% nel fatturato registrato nel secondo trimestre e invertire la tendenza al ribasso delle vendite che hanno lasciato sul tavolo circa 17,5 milioni di dollari (-4,6%).
dolcezza e della bontà: Brownie Macchiato.
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f Vetrina
L’unione delle sue quattro materie prime principali – panna fresca, latte, zucchero e tuorli d’uovo – con il caffè e il brownie ha dato vita a un gelato dal gusto corposo
Da Délifrance il pane Come una volta Délifrance ha lanciato Come una volta, un pane che coniuga tutto il saper fare della tradizione ai nuovi desideri e alle esigenze della clientela di oggi. Una doppia lievitazione di oltre 16 ore gli conferisce un profumo fragrante, l’alta idratazione gli dona una mollica ricca di alveolature che fa da contrasto a una crosta croccante ricca di spaccature naturali. Un pane perfetto come accompagnamento ai pasti o per essere farcito e trasformato in una sfiziosa ricetta. Grazie alle sue caratteristiche, il pane Come una volta è una soluzione ideale per le persone di tutte le età creando un forte legame tra i gusti del passato e le emozioni di oggi.
e irresistibile e una texture morbida e vellutata, rivolto a chi cerca quotidianamente
Häagen-Dazs, 13 designer firmano il nuovo packaging Nuovo look per Häagen-Dazs che, per l’estate 2019, ha rivisitato i packaging dei propri prodotti affidandosi all’esperienza e alla Per la ricetta il brand americano di gelati premium si è ispirato ai trend che bravura di 13 designer internazionali. Una nuova estetica, dunque, coinvolgono il mondo delle caffetterie che hanno portato sempre più persone nel che punta a catturare i Millennial e i trend setter mantenendo mondo a vivere il caffè come un’esperienza momento intatte lemultisensoriale, caratteristicheun iconiche del di brand. La collaborazione ha datoil vita a 46 pattern diversi per ognuno condivisione e uno strumento attraverso quale creare nuove connessioni. A undei gusti di gelato presenti mondo. Otto le creazioni disponibili in Italia. Senza dimenticare TM ha aggiunto il goloso ingrediente già vincente, soprattutto nel in Italia, Häagen-Dazs Brownie Macchiato: un mix fra il gusto e l’aroma del caffè e la dolce americano dal cuore tenero e dalla crosticina croccante e ha creato un Scheda prodotto dolcezza del classico dolce americano. prodotti creativi, realizzati in modo naturale e di grande qualità.
gelato perfetto per un momento di piacere unico e inconfondibile.
Brownie Macchiato è disponibile nel formato Pinta da 460 ml. Prezzo al pubblico consigliato: 5,90 euro.
Carlsberg, innovazione per la non filtrata #HaagenDazsMoment Migliorarsi, sempre. Con questo approccio @haagendazsit @haagendazs_it Carlsberg ha presentato le novità lanciate durante l’estate 2019 con l’obiettivo di consolidare la propria beer experience. Si parte dalla nuova ricetta per Carlsberg Pilsner, perfezionata nel suo profilo organolettico, connotata da una luppolatura di media intensità che esalti gli aromi erbacei e resinosi per un gusto bilanciato. Carlsberg Unfiltered, invece, rappresenta l’altra novità: una pilsner che non viene sottoposta a processo di filtratura e che si presenta dall’aspetto dorato e opalescente in cui si ritrovano i lieviti rimasti in sospensione durante la fase di maturazione.
Nome del prodotto: gelato Häagen-Dazs Caramel Biscuit & Cream Speculoos Azienda produttrice: Häagen-Dazs
Azienda distributrice: Gruppo Eurofood San Carlo Più Gusto in brand PER LAtrasforma STAMPA Descrizione prodotto: preparato con biscotti speculoos di alta qualità e car BPRESS La gamma di patatinedeliziosamente Più Gustoricco. al centro della strategia di San La perfetta unione di gusto e consistenza, per un piacere estre Cinzia Sartori / Paola Lapertosa Carlo che trasformahaagendazs@bpress.it la linea di prodotto in brand a sé stante e energica, è imp Designer: statunitense Ashley Goldberg. La sua tecnica, semplice ed T. 02 725851 da una straordinaria palette di colori. degli abbinamenti lancia nuovi gusti limited edition. Si tratta confezioni: 460 ml Paprika e Mango (dalFormati sapore intrigante e leggermente speziato Target consumatori: persone che nasce dalla combinazione tra il dolce del frutto Sudamericano Canali di vendita: GDO e l’aroma della paprikaPrezzo ungherese) e degli snack Nacho Cheese e consigliato: 5,90 euro Sour Cream (contraddistinti entrambi da una forma ad anello). Sito di riferimento: https://haagen-dazs.it/products
#HaagenDazsMoment @haagendazsit @haagendazs_it
PER LA
Cinzia Sartori / Paola La haagendazs@ T. 0
Molino Dallagiovanna, due nuove farine per la pizza Per realizzare una pizza all’altezza del riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanità conferito dall’Unesco, ci vuole la giusta farina. Per questo Molino Dallagiovanna ha studiato la combinazione perfetta: la Napoletana, ovviamente. Approvata dall’Avpn (associazione di tutela della pizza napoletana), la farina è stata studiata per esaltare l’impasto, la sua malleabilità ed elasticità. E per i professionisti che cercano una maggiore croccantezza, il molino piacentino propone la linea Nobilgrano in tre versioni: rosa a breve lievitazione, blu a media lievitazione e verde a lunga lievitazione. Novarese Zuccheri, cambiano prodotti ed espositori Zucchero bianco o di canna, stevia, thè verde e dolcificante. Tutto in formato bar. Sono queste le categorie di prodotto su cui punta Novarese Zuccheri per andare incontro alle esigenze degli operatori retail. Tra cui quella dell’esposizione della merce a cui l’azienda ha risposto con pratici contenitori brandizzati per ogni prodotto da porre in bella vista sui banconi o tavolini.
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retailfood TRAVEL RETAIL SHOPPING CENTER
PRE NOT A UNO SPA ZIO PUB BLIC ITAR IO In occasione di
MAPIC - THE INTERNATIONAL RETAIL PROPERTY MARKET 13-15 Novembre 2019 - Palais des Festivals, Cannes, France
retail&food propone un’esclusiva vetrina
ai landlords, ai brand e ai fornitori Speciale Mapic Cannes 2019 nel numero di novembre di retail&food. Extratiratura e distribuzione in fiera. IONE Z A T O EN 19
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ENTRO
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Visibilità del logo con link al sito aziendale in una newsletter promozionale inviata a più di 8.000 contatti mirati quindici giorni prima della fiera
DOPPIA PAGINA • PUBBLICITÀ TABELLARE o PUBBLIREDAZIONALE con pdf fornito dal cliente • PUBBLICITÀ TABELLARE (pagina destra) e PUBBLIREDAZIONALE (pagina sinistra) a cura della redazione • PUBBLIREDAZIONALE su doppia pagina a cura della redazione
per info e prenotazioni: Roberta Motta - Sales Account tel. 023451230.226 - roberta.motta@edifis.it
RETAIL&FOOD È MEDIA PARTNER DI MAPIC 2019
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f La Foto
Il Liberty di Londra passa di mano: il fondo tricolore BlueGem ha deciso di cedere la quota di controllo del brand e department store per circa 300 milioni di sterline a Glendower Capital. Nel 2010, il fondo guidato da Marco Cappello aveva salvato il punto vendita con un investimento di 32 milioni di sterline.
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SOLUZIONI PER IL RETAIL Una gamma ampia e completa di prodotti per la videosorveglianza, telecamere megapixel da interno e da esterno, tecnologia WDR per riprese controluce come in caso di vetrine ed accessi vetrati, funzionalità Smart per attivare allarmi in caso di attraversamento di una linea o ingresso in un’area. Telecamere panoramiche con risoluzioni fino a 32MP per supervisionare aree esterne ed interne come parcheggi, aree di carico/scarico, aree vendita, gallerie commerciali e magazzini. Algoritmi di intelligenza artificiale con funzioni specifiche per il retail come l’analisi delle code, il conteggio in ingresso e in uscita dei clienti e l’analisi dei flussi per ottimizzare la gestione del punto vendita, valutare la migliore esposizione delle merci e rendere più efficaci promozioni e campagne di marketing. Soluzioni semplici ed efficaci dedicate agli esercizi commerciali, dal leader del mercato della sicurezza.
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