retail&food 2013 04

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retail&food

travel retail shopping mall

Anno 8 • Numero 4 • APRILE 2013 • e 5,00

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Parola di... Frances Ouseley

easyJet l’importanza della scelta Intervista esclusiva al numero 1 di easyJet in Italia, mentre debutta il Linate-Fiumicino

Analisi mercato Moda Uomo

L’inchiesta

Liberalizzazioni

Dossier aeroporti Copenaghen



Le promozioni barbariche

L'OPINIONE

Un Piano aeroporti ancora tutto da costruire

A gennaio il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha emanato un Atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale. Questo passo era atteso da anni, ma ha lasciato molti delusi. La ragione è che, rispetto allo Studio commissionato dall’Enac a One Works, Nomisma e Kpmg, e alla successiva proposta dell’Enac sul Piano aeroporti, molto è stato perso. Lo Studio era concentrato soprattutto su come superare due deficit del sistema aeroportuale: la mancanza di una pianificazione coerente con le esigenze del mercato e la carenza di accessibilità e intermodalità in certi bacini di traffico. Di questo nell’Atto di indirizzo c’è veramente poco, mentre si è tornati al punto che lo studio era riuscito a superare già nel 2009, cioè la mera classificazione degli scali in categorie. Nell’Atto è stata adottata la classificazione europea delle Reti Ten-T che, se letta solo rispetto a ciò che dice degli aeroporti, pare penalizzarne alcuni. Ciò non ha fatto altro che provocare la reazione di enti locali e gestori, e il primo riflesso è stato il rinvio delle competenze della Conferenza Stato-Regioni. L’Atto è poi carente nell’individuazione delle priorità, incompleto sul tema della distribuzione delle risorse tra aeroporti e non dice quali siano i potenziamenti necessari nei singoli scali e gli interventi nei territori che li ospitano. Aspetti su cui erano invece intervenuti sia lo Studio sia il Piano di Enac. La mancanza di pianificazione nel lungo periodo, di cui sono un sintomo l’eliminazione, anche in prospettiva, degli aeroporti di Viterbo e Grazzanise, è l’aspetto che preoccupa di più, perché esperienze internazionali dimostrano che senza di essa non è possibile uno sviluppo duraturo e vicino al mercato. Nel momento in cui ci sarebbe bisogno di investitori, questa incertezza danneggia tutti. Anche quelli che pensano che un quadro confuso li avvantaggi.

Editoriale

A metà marzo, per festeggiare il compleanno del centro commerciale Conca d’Oro di Palermo, il punto vendita Expert lancia una promozione che prevede la vendita di elettrodomestici, in particolare lavatrici, a 1 euro. Nel giorno stabilito, e immaginiamo largamente comunicato da manifesti e volantini, fuori dall’ingresso del punto vendita Expert una folla attende l’apertura (pare che qualcuno, non pochi, abbia pernottato in auto, nel vicino parcheggio per essere tra i primi ad entrare). All’ora X si scatena il finimondo, come cavallette impazzite i clienti entrano, sfondando porte e travolgendo ogni cosa. Numerosi i video e le immagini sul web. Dopo un paio d’ore il negozio Expert viene chiuso, nel frattempo sono intervenuti carabinieri e ambulanze: malori, una donna con polso fratturato e due fermati per furto. Non è la prima volta che promozioni straordinarie di store di elettronica causano ingorghi, ressa e disordini nei centri commerciali. Questa è solo l’ultima e, forse, la peggiore. Ciò che va stigmatizzato è il tipo di promozione, che riduce il cliente da essere umano a bestia. Questa è stata la peggiore, speriamo sia l’ultima.

www.palermotoday.iy

NEWS PRIMAE NOCTIS

Giulio De Carli, managing partner di One Works

retail&food - aprile 2013

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Anno 8 numero 4 aprile 2013 Direttore responsabile Andrea Aiello - andrea.aiello@edifis.it In redazione Fabrizio Patti - fabrizio.patti@retailfood.it Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Hanno collaborato

Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Giuseppe Bonomi, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Stefano Gardini, Paolo Prota Giurleo, Massimo Guacci, Antonio Intiglietta, David Jarach, Paolo Lombardi, Filippo Maffioli, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Dante Marro, David Montorsi, Giorgio Moroni, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Enrico Pazzali, POLI.design, Alessio Quaranta, Mario Resca, Leopoldo Resta, Vito Riggio, Kevin Rozario, Paolo Simioni, Vittorio Valenza  Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Segreteria Antonella Ferraraccio Pubblicità dircom@edifis.it Progetto grafico e impaginazione Quality A&M Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. Via Milano 3/5 – 20068 Peschiera Borromeo (MI) Redazione Viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano - Italy Prezzo di una copia _ 5,00 – Arretrati _ 10,00 Abbonamento Italia: _ 50,00 Europa: _ 90,00 Resto del mondo: _ 110,00 Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 15972 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima.

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n° 4 aprile 2013

SOMMARIO 28 62

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NEWS PRIMAE NOCTIS Le promozioni barbariche

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L'opinione di Giulio De Carli Un Piano aeroporti ancora tutto da costruire

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R&f News

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Cosa occore sapere per... Aperture domenicali e carte bollate: Il caso della Provincia di Bolzano

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IL CONVEGNO Workshop internazionalizzazione

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R&f News opening

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INdice R&F Prosegue senza scosse il miglioramento generale

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Osservatorio prezzi Milano-Roma, finalmente primavera! Dal 25 marzo è caduto il monopolio sulla Linate-Fiumicino che vigeva dal 2008. Una simulazione di acquisto a 40 giorni dal viaggio mostra come la guerra di prezzi sia già iniziata: sia da parte easyJet che di treni e Ryanair. Ed è battaglia al minuto anche sui tempi complessivi di spostamento

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star trek food Destinazione Grom

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Prima pietra Livorno Porta a Mare, una nuova città sull’acqua Avviati nel 2011 con un’ipotesi di conclusione nel 2016, i lavori stanno riconsegnando alla città toscana l’area industriale dismessa vicino al porto vecchio, dove saranno realizzati negozi, ristoranti, centro benessere, aree relax, alberghi e residenze. Promotore: Porta Medicea, costituita da Igd Siiq e da Cmb

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long life 32 Centro commerciale Metropolis, pioniere inCalabria Nato nel 1997 alle porte di Cosenza, nel 2006 il centro commerciale è stato rilevato da un fondo gestito da Henderson Global Investors SGRs. Forte di un ipermercato IperSpar e di 85 negozi, il Metropolis non ha competitor di dimensioni paragonabili. Sempre dal 2006 la gestione è stata affidata a Cushman & Wakefield. Dossier Aeroporti Copenaghen: la semplicità dell’eccellenza Rassicurare e rallegrare il viaggiatore, assicurare comodità negli spostamenti e molte sorprese dal punto di vista commerciale. Con un’attenta scelta di mix tra i brand internazionali e gli “eroi locali”, sia nel food che nel non food. E i risultati non lasciano dubbi sull’efficacia della strategia

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Parola di… Frances Ouseley easyJet, l’importanza della scelta

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Commercio Usa-Ue Verso il mercato più grande della storia

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Speciale aerolinee & aeroporti

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Mystery in shop Zara (Uomo): fast fashion a prova di crisi

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Dossier Autostrade Gustofast: per riprendersi chiusure notturne e royalties minori

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Analisi mercato 54 Moda uomo: boom di outlet, e-commerce e spacci aziendali Per il quinto anno consecutivo si evidenzia un calo nominale dei consumi, con il 2012 che ha ceduto il 4,7 per cento. Guardando alla distribuzione, solo la voce “altri canali” cresce, e lo fa con un roboante +42 per cento. Le catene, in termini di sell-out, limitano i danni con un -3,8 per cento, ma dimostrano una diffusione ancora frammentata

58 Inchiesta Liberalizzazioni un anno dopo. Le domeniche limitano i danni È tempo di tracciare un bilancio sull’effetto delle aperture domenicali e nei giorni festivi per i centri commerciali, sperimentate nel 2012 in seguito all’approvazione a fine 2011 della nuova normativa. In questa prima puntata dell’inchiesta sulle liberalizzazioni ci focalizziamo sui gestori degli shopping center, mentre nella prossima daremo voce ai retailer Terza bandierina di Unibail-Rodamco a Stoccolma Mall of Scandinavia, let’s go North!

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news arredo

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news tecnologia

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international

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la foto

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vetrina

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la pulce nell'orecchio La crisi azzanna le autostrade

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Rubriche stock option 4 new markets outlook 6 abc franchising - international franchise 8 comunicazione di servizio 10 retail innovation 360° 12 obiettivo personale 13 mercati in fiera 72

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News

HmsHost fa il pieno agli award di Arn

L’edizione annuale della Arn Revenue Conference & Exhibition di Las Vegas si è chiusa con un’incetta di premi per HmsHost, l’operatore di ristorazione statunitense di proprietà di Autogrill. L’evento, tenutosi il 26 febbraio, ha assegnato ad HmsHost il pre-

Il Wicker Park Sushi Bar, a Chicago mio “best overall food & beverage operator”, per il sesto anno consecutivo, assieme a diversi altri minori. Tra quelli per i singoli locali, è stato giudicato “best new food & beverage concept” il locale The Varsity, nell’aeroporto di Hartsfield-Jackson Atlanta; nato come ristorante di un drive-in di Atlanta nel 1928, ha oggi nella città sette locali. Nella categoria “best restaurant design” ha invece vinto Wicker Park Seafood & Sushi, presso il Chicago O’Hare International Airport, progettato e gestito dalla stessa HmsHost. I riconoscimenti sono stati consegnati al presidente e ad di HmsHost, Tom Fricke.

A Dufry i negozi ufficiali dei Mondiali brasiliani

La divisione di Dufry Group dedicata allo sport ha siglato un accordo per gestire i negozi ufficiali di merchandising per i Mondiali di calcio del Brasile del 2014, oltre che della Confederation Cup di San Paolo nel 2013. L’accordo è stato firmato con Globo Marcas, il “master licensee” degli eventi. Dufry Sports gestirà quindi i punti vendita dedicati sia negli aeroporti internazionali brasiliani sia quelli ufficiali nelle città che ospiteranno le partite. Dufry è attiva in Brasile nel mondo dello sport fin dal 2007, quando fu responsabile di 72 negozi per la vendita di prodotti legati ai giochi Panamericani di Rio.

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L’Arsenale, Gruppo Basso rilancia il progetto di Roncade

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iprende quota il progetto di Roncade, di proprietà del Gruppo Basso. Dopo una lunga battaglia giudiziaria, che ne aveva impedito l’apertura nel 2008 a lavori già completati, con il recente via libera il complesso collocato in provincia di Treviso potrebbe finalmente vedere la luce. Ma non sarà un outlet, come nei piani originari. Sarà invece una struttura a vocazione retail, con una forte componente di design, di ristorazione e di intrattenimento. In particolare L’Arsenale contemporary shopping, questo il nuovo nome del progetto, ospiterà 72 negozi con offerta fashion, 600 metri di galleria dedicata al design e a proposte espositive della Triennale di Milano, due aree per un totale di 2.500 mq per la ristorazione di qualità, un’area dedicata alla parte entertainment/eventi di quasi 10.000 metri quadrati. L’apertura al pubblico è fissata per l’ottobre di quest’anno.

Stock option BUY

NEUTRAL

SELL

credit holia

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Bottega Veneta Circa un miliardo di fatturato con una crescita di una rapidità sconvolgente. Eppure tutto è sano e italiano. La proprietà, il management, e tante buone prospettive di mercato. Ce ne fossero di più di botteghe venete…

Adler Il leader tedesco del fashion retail è nel mirino di un pool tutto italiano, guidato dal fondo Equinox, che si appresta ad acquisire il completo controllo societario. I soldi (italiani) ci sono ma non vanno dove li porta il cuore ma… gli affari.

La Repubblica Il quotidiano romano rilancia una storia pescata in Francia e rincara la dose. Ma alla fine rimedia una figuraccia: i braccialetti antirapina di MyChef (e di altri operatori autostradali) non servono a controllare i dipendenti ma a segnalare le rapine, appunto.

Rinascente Shopping internazionale per la Rinascente che, dopo essere stata comprata da Central Retail Corporation nel 2011, ha ora acquistato il celebre department store Illum di Copenhagen. Un omologo del magazzino milanese, per posizione e prestigio.

Carrefour Cambio al vertice per la rete italiana. Brambilla di Civesio diventa presidente, mentre ad sarà Eric Uzan. Un francese al comando per gestire la cessione dei supermercati italiani a Conad come si rumoreggia da tempo? Staremo a vedere…

Made in China Confidustria Prato ha commissionato un’indagine scientifica su un campione di 44 capi d’abbigliamento provenienti dalla Cina. I risultati? Sostanze tossiche, composizione fibrosa non veritiera e chi più ne ha più ne metta. Va bene così?

Moleskine Le agendine vanno in borsa, e in Borsa. In tre giorni di collocamento, prima dell’effettivo sbarco a Piazza Affari, esaurito tutto il book equivalente a 106,36 milioni di azioni, di cui il 90% riservato a investitori istituzionali.

Carlo Cracco “Sempre in tv… poco in cucina”, avranno pensato i clienti che dopo una cena nell’omonimo ristorante della star risto-televisiva, hanno intensamente protestato per il cibo e il servizio. Ma la classe non è acqua, scuse immediate e conto annullato.

Aeroporti Assaeroporti ha diffuso i dati del traffico aeroportuale per il mese di gennaio. Drammatici. A livello nazionale si riscontra un calo di passeggeri del -8,7% sull’anno precedente. Come si fa ad andare indietro così?


cosa occorre sapere per...

Parte la gara per tutte le aree della Serenissima

A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano

Aperture domenicali e carte bollate: Il caso della Provincia di Bolzano

Tutti i 17 esercizi non oil e i 14 oil delle aree di sosta sull’autostrada “Serenissima” (tratto dell’A4 da Brescia a Padova e A31 VicenzaPiovene) sono stati messi a gara, in vista della scadenza delle sub concessioni esistenti, tra il 31

N

el corso del 2012 abbiamo più di una volta affrontato in questa rivista l’argomento delle liberalizzazioni degli orari di apertura degli esercizi commerciali, introdotto in via definitiva nel nostro ordinamento dal governo Monti con il c.d. Decreto Salva Italia del dicembre 2011, seguendone la travagliata sorte fino alle sentenze del dicembre scorso della Corte Costituzionale che ne hanno confermato la legittimità, rigettando i ricorsi presentati da alcune Regioni, tra cui: Piemonte, Veneto, Sicilia, Lazio, Lombardia, Toscana e Friuli Venezia Giulia, sull’assunto che la disciplina delle aperture domenicali e festive rientrasse nella materia del “commercio” e, quindi, fosse di competenza esclusiva regionale. Al contrario, la Corte Costituzionale ha stabilito che la disciplina delle aperture domenicali e festive, nonché degli orari di apertura, rientra nell’ambito della tutela della concorrenza e ha lo scopo di garantire l’assetto concorrenziale nel mercato. In sostanza, secondo la Consulta, le Regioni e i Comuni devono non solo rispettare ma anche favorire l’applicazione della normativa sulle liberalizzazioni degli orari e delle aperture degli esercizi commerciali. La Corte ha poi affermato che la prevalenza della normativa statale non subisce deroghe neppure nel caso di Regioni o Province a statuto speciale, in ragione della natura “trasversale” della competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela della concorrenza. Ciononostante, le amministrazioni di alcuni comuni del Trentino Alto Adige (Bolzano e Merano) e della Sicilia (Catania) hanno adottato a fine dicembre 2012 alcune ordinanze volte a stabilire un calendario degli orari di apertura e di chiusura domenicali e festive degli esercizi di vendita al dettaglio per l’anno 2013, in totale dispregio della nuova normativa: il sindaco del Comune di Bolzano, ad esempio, ha disposto la chiusura obbligatoria di tutti gli esercizi commerciali per 41 giornate fra il dicembre 2012 e il dicembre 2013 tra cui 35 domeniche. Contro tali provvedimenti ha subito reagito l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, avvalendosi dei poteri di recente attribuiti alla stessa, che le permettono di intervenire direttamente nei confronti della pubblica amministrazione, denunciando gli atti della stessa che possano in qualsiasi modo contravvenire al principio di libera concorrenza. L’Autorità ha infatti prontamente invitato i comuni di Bolzano, di Merano e di Catania, con tre distinti pareri emessi il 28 febbraio 2013, a «ripristinare corrette dinamiche concorrenziali» e permettere la liberalizzazione delle aperture degli esercizi com-

merciali situati nei rispettivi territori, precisando che i provvedimenti adottati dalle amministrazioni locali si basano su disposizioni da disapplicare per contrasto con la normativa statale. L’Antitrust ha quindi concesso ai singoli comuni il termine di 60 giorni per adottare le opportune iniziative volte a rimuovere la violazione della concorrenza. Nel frattempo, alcuni retailers hanno impugnato tali provvedimenti limitativi dei comuni di Bolzano e di Merano dinanzi al Tar Bolzano. I giudici amministrativi di Bolzano, tuttavia, si sono mostrati restii a recepire le norme nazionali ed hanno rigettato le domande dei retailer, sostenendo la non diretta applicabilità della nuova normativa introdotta con il Decreto Salva Italia nella Provincia autonoma di Bolzano, a meno che non intervenga un provvedimento legislativo provinciale o una sentenza della Corte Costituzionale. Quest’ultimo intervento è giunto proprio in questi giorni. Ed infatti la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva già nel corso del 2012 impugnato innanzi alla Corte Costituzionale alcune disposizioni della legge della Provincia autonoma di Bolzano che pongono limitazioni al libero esercizio dell’attività commerciale, ivi inclusa quella attinente alla imposizione di chiusura domenicale, eccependone l’incostituzionalità. La Corte Costituzionale con sentenza depositata il 15 marzo 2013 ha confermato le precedenti decisioni e ha sancito l’incostituzionalità di tali ingiustificate limitazioni. L’ultimo baluardo contro la liberalizzazione delle aperture degli esercizi commerciali dopo la recentissima sentenza della Corte Costituzionale ha ceduto e anche i comuni altoatesini dovranno pertanto adeguarsi a quanto succede nel resto del territorio italiano. Viene tuttavia da chiedersi perché nel nostro Paese le sacche di resistenza alle liberalizzazioni si debbano combattere a suon di carte bollate.

Avv. Giulia Comparini Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.

maggio e il 31 giugno. L’invito alla manifestazione d’interesse, pubblicato lo scorso 6 marzo, ha scadenza 3 aprile. La durata della concessione è di soli cinque anni. Ogni forma societaria è accettata, ma per ogni area ci sono dei requisiti diversi, secondo una classificazione che va da 1 (inferiori) a 4. Dettagli sul sito www.retailfood.it .

Conad, 2012 di crescita nel Centro/Sud

Continuano a crescere i fatturati e la penetrazione di Conad nel centro-sud Italia, in virtù di un dato positivo anche nel 2012. In un anno di crisi generale, in cui la Gdo ha faticato soprattutto con i grandi formati, la Cooperativa Pac 2000A ha totalizzato un fatturato

di 2,4 miliardi euro, in crescita dell’8,5 per cento. La cooperativa opera con una rete stazionaria di 1.185 punti vendita, un numero costante tra ipermercati E.Lecrerc Conad, punti vendita Conad, Margherita e discount Todis. Da sottolineare che il dato relativo alla superficie complessiva è cresciuto nel 2012 di 400mila mq (+8,2%) rispetto al 2011.

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r&f

News

Publi Città verso l’ingresso in tutti i mall di Sonae Sierra

A

marzo due nuovi centri commerciali entrano nel circuito di Publi Città, specializzato nella pubblicità di servizi del territorio negli shopping center. Si tratta di Porta Siena, nell’omonima città toscana, di proprietà di Policentro e gestito da Cogest, e dell’Airone di Monselice (Padova), di proprietà e di gestione Sonae Sierra. Nei prossimi mesi tutti i centri italiani di proprietà della stessa Sonae Sierra (Gli Orsi di Biella, Valecenter di Venezia, Freccia Rossa di Brescia e le Terrazze di La Spezia) dovrebbero vedere l’ingresso delle installazioni di Publicittà. Le prime installazioni sono attese per giugno. Per entrambi i centri gli inserzionisti saranno locali fornitori di servizi, dagli idraulici ai tappezzieri. Attiva dal 1984, la società cominciò a gestire questa forma di comunicazione inizialmente con il gruppo Igd di Coop Adriatica, tuttora il maggiore partner. Oggi è presente in 12 regioni, per un totale, con i due nuovi ingressi, di 48 centri commerciali coperti. •

New markets outlook a cura di STRA_BRANDING – www.strabranding.com

Turchia. La Cina vicina Paese di contraddizioni, storicamente diviso tra modernità e tradizione, tra Asia e Europa, tra zona costiera e aree rurali interne, la Turchia è oggi un’economia in grande crescita sia in termini di Pil sia di valore degli investimenti stranieri con prospettive di continuare il trend anche nei prossimi anni e con previsioni di uno sviluppo economico e sociale senza precedenti nella sua storia recente. Il paese ha una popolazione di 74 milioni di persone con un’età media inferiore ai 30 anni (29; mentre nella Ue gli abitanti sono 500 milioni con un’età media di 43 anni). Nonostante il Pil pro capite sia meno di un terzo rispetto a quello della media europea (ovvero €8.000 contro i €27.000 dell’Ue), negli ultimi anni la crescita è stata importante, raggiungendo tassi intorno al 9% nel 2010, al 8,5% nel 2011 ed al 3,2% nel 2012. Anche l’andamento dei consumi è stato estremamente positivo con tassi di crescita del 6,7% e del 7,7% nel 2010 e 2011 e del 2% nel 2012. Il Fmi prevede che l’economia turca continuerà a crescere tra il 2012 e il 2017 a tassi tra i più alti del mondo con una stima di circa il 4% all’anno, ovvero nella graduatoria mondiale preceduta solo dall’economia cinese, indiana e cilena per le quali si prevedono tassi superiori al 5%, e seguita da paesi come Brasile, Corea, Messico e Usa, per i quali si prevedono tassi compresi tra il 3% e il 3,5 per cento. Il governo turco, guidato dal premier Erdogan del Partito per la Giustizia e lo

Sviluppo dal 2003, sta perseguendo una incessante politica di controllo dell’inflazione e di investimenti in infrastrutture rendendo il paese appetibile per gli investitori stranieri e creando le condizioni per uno sviluppo futuro stabile e sostenibile nel tempo. La tassazione per le imprese è al 20% e le imposte sul reddito vanno dal 15% al 35 per cento. Sono inoltre state realizzate un totale di 39 zone di sviluppo tecnologico e 263 zone industriali. Infine esistono in Turchia ben 20 zone franche. Per quanto riguarda il mercato del lavoro si rileva in generale maggiore flessibilità a fronte di minori costi rispetto ai principali Paesi europei, con una notevole disponibilità di manodopera qualificata. L’insieme di queste condizioni con l’aggiunta del libero flusso di dividendi e di un regolamento generalmente favorevole agli investimenti esteri hanno reso la Turchia meta di un massiccio flusso finanziario proveniente dall’estero. Il valore complessivo degli Investimenti Diretti Esteri (Ide) è pari a 15 miliardi di US$. I principali paesi che investono in Turchia sono la Spagna, l’Austria, l’Olanda, il Belgio e gli Usa. I settori che attraggono il maggior valore di investimenti esteri sono l’energia e i servizi finanziari. Seguiti dal food and beverage e dal retail che rappresentano il 4% ed il 3% rispettivamente, corrispondente a un valore complessivo di $USD 1 miliardo circa. Nell’ambito del settore dell’abbigliamento il consumo è pari a circa 10-11 miliardi di US$ con un aumento delle importazioni per i beni di lusso e griffati e della produzione interna per i prodotti ad alto volume ovvero con posizionamento medio/medio-basso. Nel segmento lusso numerose iniziative sono in corso per promuovere prodotti europei, e le case di moda francesi negli ultimi 5 anni hanno visto un aumento del fatturato del 30% secondo il Comitè Colbert, spiegando tale aumento con la domanda di consumatori locali e di consumatori provenienti dai Paesi del golfo che sempre più numerosi scelgono Istanbul e la costiera occidentale come destinazione per shopping e turismo. Nel settore alimentare in particolare si assiste ad un aumento del consumo di alcolici con una crescita delle vendite di birra del 6,3% registrato soprattutto dalle marche nazionali, mentre lo champagne è aumentato del 91 per cento. In questi settori l’italia ha chiaramente un forte vantaggio competitivo per l’elevata considerazione che gode il Made in Italy nel paese, per la vicinanza geografica e culturale che i turchi sentono con il nostro Paese e per la forte crescita di una classe borghese che acquista lusso e lusso accessibile, per dimostrare la raggiunta agiatezza, di cui il nostro paese è il primo produttore mondiale. Giacomo Sepe

6 retail&food - aprile 2013



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News

Capodichino, Jones Lang LaSalle rinnova il retail

La Gesac, società di gestione dell’aeroporto di Napoli Capodichino, ha stretto un accordo con Jones Lang LaSalle per rilanciare l’offerta dell’intero scalo partnenopeo, rimesso a nuovo nel 2010. Ci sarà il rinnovamento del merchandising mix, l’inserimento di grandi marchi italiani e internazionali. L’offerta sarà pensata per un target medio-alto, prettamente business e internazionale. Oggetto di questo intervento sarà

non solo l’airside, il cuore pulsante del retail aeroportuale, ma anche il landside, dove sarà allestita una gamma di brand in grado di attrarre sia i viaggiatori che la clientela urbana. Marco Achilli, direttore commerciale di Gesac, ha commentato: «Ci auguriamo che la collaborazione con Jones Lang LaSalle e Trading & Consulting possa portare alla città di Napoli un aeroporto sempre più rispondente alle nuove tendenze internazionali con l’ingresso di nuovi e importanti brand». LaSalle, oltre all’esperienza nei centri commerciali e nei centri città, vanta un precedente in ambito aeroportuale, a Londra Gatwick.

Tra Allianz Re e Ses joint venture per sette mall

Allianz Real Estate ha costituito una joint venture con Ses Spar European Shopping Centers per gestire sette centri commerciali in Italia, Austria e Slovenia. Ses è leader tra Vienna e Lubiana nello sviluppo e gestione di mall. Per il valore degli asset la joint venture è la maggiore operazione del 2012-2013 nel settore retail. Due dei centri saranno in Italia: Le Bretelle di Sarmeola di Rubano e l’Ipercity di Albignasego, entrambi in provincia di Padova. Allianz RE, che nel 2010 aveva già acquisito la Galleria Commerciale Porta di Roma, è stata assistita dallo studio legale Dla Piper.

8 retail&food - aprile 2013

ABC franchising a cura di Assofranchising

Scegliere il franchisor

L

a scelta del franchisor al quale affiliarsi è una delle fasi più delicate e la più importante dal punto di vista strategico. Si tratta infatti di scegliere non solo il brand, ma anche l’impostazione di vendita e di marketing del franchisor, la sua storia aziendale, la sua assistenza in fase di start-up e di sviluppo del business, fino a intravedere nel più lontano futuro i possibili vantaggi e svantaggi che si potranno presentare. In linea di principio il primo consiglio è quello di aprire un’attività nel settore preferito, quello nel quale è più coinvolgente operare. Le considerazioni sul settore però variano anche a seconda dell’andamento del mercato, dei franchisor che vi operano e dei costi/benefici connessi: è meglio un franchisor famoso e già molto strutturato che chiede investimenti più alti oppure un franchisor in lancio, promettente e più malleabile in fase di contrattazione? Non

Italo Bussoli, segretario generale di Assofranchising esistono in questi casi regole rigide e scelte da fare a priori se non una che ripetiamo con forza in tutte le sedi: dialogare e sedersi al tavolo solamente dei franchisor che dispongono di un regolare contratto di franchising, che presentano tutti i documenti previsti per legge e che soddisfano i requisiti che la legge 129 del 2004 prevede.

International franchise

IFA, London, Paris… tra febbraio e marzo tanti eventi

I

l mese di febbraio è da sempre molto importante… “in the franchising world”. Si inizia con la Convention dell’Ifa (International Franchising Association), la 53a - tenutasi quest’anno a Las Vegas - sempre al vertice sia per la qualità dei presenti sia per gli eventi organizzati dall’associazione. Stupisce rilevare commenti sempre più che positivi da parte dei numerosissimi professional intervenuti (è da tener presente anche un costo d’ingresso molto elevato, rispetto ai nostri standard e procedure rigidissime, ai limiti del bon ton Internazionale a cui noi tutti siamo abituati). Avvicinandoci a noi, nel Regno Unito ci sono stati due eventi fieristici di caratura nazionale e internazionale esattamente negli stessi giorni. Infatti mentre a Londra c’è stata “The franchising show 2013”, nella splendida cornice dell’Excel, quartiere ormai noto a tutti in funzione delle Olimpiadi, a Birmingham presso The Nec si teneva la Nfe (National Franchise Exhibition). Ovviamente molto più cosmopolita il primo evento, coordinato da un pool di professionisti inglesi legati alla Mvf (Usa), la società che gestisce gli eventi di NY & Miami - molto più locale

il secondo, a detta degli stessi operatori e dei visitatori presenti. Va ricordato che nel Regno Unito, nel 2012, ci sono stati ben quattro eventi di portata internazionale, oltre a quelli territoriali e locali, tra Londra e le altre città più importanti. A dimostrazione che la concorrenza, quand’è seria e qualificata, è in grado di apportare positività al mercato stesso visto il numero di franchisor e di franchisee presenti sul territorio britannico. Come al solito gli Italiani presenti, purtroppo, sono stati pochi e in ordine sparso data la bontà del mercato e del successo che stanno ottenendo i “capitani coraggiosi “ che hanno già scavalcato la Manica. Il 15 Marzo inoltre, si è tenuta The British & International Franchise Exhibition sempre a Londra. A Parigi infine, sempre a marzo si è svolta Paris Franchise Expo, la manifestazione numero uno in Europa e tra le prime nel mondo dove siamo stati presenti in forze sia come Associazione IAFP sia con la pregevole iniziativa del Franchising Yearbook di Edifis. Federico Fiorentini direzione@brdconsulting.it A cura di BRD Consulting - www.brdconsulting.it



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News

Balzo in avanti per Ivs

Ivs Group, primo operatore italiano nel settore del vending, comincia a beneficiare delle diverse acquisizioni operate di recente. Nel 2012 la società di Seriate (Bergamo) ha avuto ricavi per 297,8 milioni di euro, in crescita del 7% rispetto all’esercizio precedente. L’utile netto, depurato delle quote di terzi e rettificato per gli effetti della fusione con Italy 1, è volato da 2,7 a 11,4 milioni di euro. A fine 2012 l’indebitamento è sceso da 364 a 168 milioni. Lo scorso anno, dopo l’ingresso, sempre a marzo, di Italy1, una società di investimento

Airest Colezioni fa centro in Usa: otto negozi a Pittsburgh e nuovi progetti

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partecipata da Vito Gamberale, Ivs Group ha fatto diverse acquisizioni, tra cui Fast Service Italia srl e Mr. Vending srl.

irmall Usa e il travel retailer italiano Airest Collezioni (joint venture tra Airest al 75% e McArthurGlen al 25%) hanno siglato un accordo da sette anni per aprire otto negozi nell’aeroporto internazionale di Pittsburgh, negli Usa. Si estenderanno su circa mille mq e si troveranno nell’airside. I negozi rientrano in un piano di investimento da 10 milioni di dollari che Airmall sta portando avanti a Pittsburgh, dove ha la sua base principale. Monica Scarpa, ad di Airest, ha commentato: «Pittsburgh è la prima operazione in Nord America per il nostro business – con altri che seguiranno presto – e Airmall a

Comunicazione di servizio

Pittsburgh è per noi la location ideale nel 2013». Roberto Mirabella, responsabile sviluppo internazionale di Airest, aggiunge a r&f che ci saranno «due fasi: la prima, entro agosto, vedrà l’apertura su metà della gla di un grande negozio di profumeria con i marchi più noti e dell’insegna “Bottega dei Sapori”, dedicata al fine food italiano. Sarà su 100 mq, con una formula mista f&b- retail. La seconda fase, da chiudersi entro l’anno, prevede l’apertura di punti vendita del settore moda». Sul fronte italiano, intanto, Airest si è aggiudicata la gara per la gestione di una serie di spazi retail nell’aeroporto di Palermo. •

A cura di Acqua Group – www.acquagroup.it

I COUPON VIAGGIANO IN RETE

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l digital couponing è nato solo tre anni fa negli USA e in poco tempo ha contagiato milioni di consumatori sconvolgendo le loro abitudini di acquisto. La diffusione di questo fenomeno è stato facilitata dall’utilizzo nella vita quotidiana del mobile, tablet e smartphone che ha portato i marketing manager ad utilizzare questi nuovi strumenti per avvicinarsi ai consumatori. Il mobile couponing è un territorio in via di sviluppo che offre la possibilità di fare affari, dallo shopping di abbigliamento all’acquisto di cene o trattamenti estetici. Gli utenti acquistano sconti o promozioni attraverso coupon digitali: un'indagine Doxa spiega che il 51% di coloro che navigano su internet da dispositivi mobili ritiene molto più comodo vederli arrivare sul cellulare, solo invece l'11% dichiara di esserne infastidito. L’interesse dell’utente a ricevere promozioni coupon sul cellulare è chiaramente e direttamente

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correlato alla rilevanza/appetibilità dei contenuti. Il digital couponing è una grande opportunità per i retailer ed è strategico per chi ha la necessità di riguadagnare il terreno perso con la “rivoluzione digitale” su nuovi competitor che lavorano online. Grazie a queste iniziative è infatti possibile offrire promozioni contestuali e personalizzate, attraendo i consumatori tramite mobile e guidandoli all’interno dei propri negozi. Il ricorso al digital couponing permette inoltre di ampliare il data base consumatori e costruire un’imponente base dati, incrociando preferenze e dati relativi ai pagamenti e arrivando così ad una più profonda comprensione dei propri clienti e delle loro esigenze, e questo rappresenta un vantaggio competitivo di sicura rilevanza. Davide Arduini e Andrea Cimenti

Presidente di Acqua Group e Amministratore Delegato di Acqua Group


Aggiudicata la gara per cambiare volto a Orio al Serio Alitalia: cercasi ad (e pareggio operativo) disperatamente

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rende concretezza il progetto di ampliamento e riqualificazione del terminal di Orio al Serio. Lunedì 11 marzo la società di gestione Sacbo ha assegnato i lavori all’Ati capitanata dalla Codelfa Spa di Tortona, con le consociate Diesse Electra Spa di Ghedi, Gianni Benvenuti SpA di Como e Facchetti Costruzioni Spa di Pontoglio. L’intervento vale a base d’asta 20,4 milioni e prevede 3.240 mq di nuovi spazi e la riqualificazione di oltre 2.000 mq esistenti. Al piano terra saranno allargate l’area arrivi e di riconsegna bagagli e ci saranno nuove

Il Piano di Sviluppo Aeroportuale postazioni per il controllo documenti dei passeggeri extra-Schengen. Al primo piano ci sarà un nuovo gate per le partenze Schengen. L’intervento rientra nel programma di adeguamento delle infrastrutture di servizio inserito nel Piano di Sviluppo Aeroportuale. I lavori cominceranno a settembre e sono destinati a concludersi entro la primavera 2015 in concomitanza con l’Expo. Già nell’estate 2014 dovrebbe essere resa operativa la nuova area di riconsegna bagagli. •

litalia raggiungerà il pareggio operativo alla fine del 2013. Parola di Roberto Colaninno. Resta da trovare un nuovo amministratore delegato, per il quale è iniziata la ricerca, che potrebbe durare – impasse governativa permettendo – almeno due mesi. Dopo le dimissioni dell'ad Andrea Ragnetti, lo scorso 25 febbraio, la nuova struttura organizzativa dell'azienda è imperniata su due vice direzioni generali affidate a Paolo Amato (corporate) e Giancarlo Schisano (business). Il 2012, ha evidenziato Colaninno, ha avuto un «forte impatto sulle attività di Alitalia, soprattutto a causa della sensibile contrazione della domanda». Le prospettive future sono legate a una «costante attenzione alla liquidità che deve mantenersi sempre sostenibile». Un rabbocco è arrivato dal prestito emesso – non senza difficoltà – dagli azionisti della compagnia a fine febbraio. Quanto al futuro, si punta su un rilancio del prodotto all’insegna della qualità e della novità, con prezzi adeguati. Da un confronto con i concorrenti europei risulta, infatti, che se il livello dei costi di Alitalia è più basso, sono più bassi anche i ricavi operativi, legati a prezzi praticati più bassi. Di qui l’idea di far tirare la domanda a un prodotto accattivante, con una strategia di marketing (made in Ragnetti) che prevede nel 2013 investimenti per 60 milioni di euro in comunicazione e pubblicità (contro i 20 milioni del 2012). Dopo l’avvio delle nuove destinazioni (Abu Dhabi, Fortaleza, Yerevan, Zurigo e Praga), il Gruppo inaugurerà nuovi voli internazionali (Copenaghen, Cracovia, Bilbao, Montpellier, Ekaterinburg, Podgorica, London City e Orano). Il piano flotta per i prossimi tre anni – pur con una riduzione del numero degli aeromobili – vedrà crescere la flotta per i viaggi intercontinentali. •

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r&f

News

Retail Innovation 360°

A cura di Kiki Lab - www.kikilab.it

Sprinkles Cupcake Vending: personalizzazione e coinvolgimento

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I cupcakes, morbidi dolcetti farciti e decorati, stanno diventando sempre più popolari negli Usa (e non solo). Sprinkles, per fidelizzare i clienti e attrarne di nuovi, ha ideato una Vending Machine, colorata e spiritosa, che li coinvolge in un’esperienza stimolante e personalizzata. Il retro del distributore si affaccia sul laboratorio della pasticceria, in modo da essere rifornito costantemente, per garantire la freschezza del prodotto e facilitare il riassortimento. La vending può contenere fino a 600 dolcetti ed è offerta perfino una linea dedicata ai cani. Oltre all’assortimento standard, il cliente può personalizzare il proprio cupcake, seguendo un semplice processo sullo schermo touch, con oltre 100 decorazioni possibili e la scelta della confezione. Dopo l’ordine, i clienti possono osservare sullo schermo il processo di preparazione e di inserimento automatico del proprio cupcake all’interno della vending. L’azienda ha inoltre lanciato la ‘Sprinklesmobile’, un furgone attrezzato con un forno per ‘produzioni mobili’, disponibile anche per eventi privati. Nonostante un costo medio-alto

Brebemi: a Caravaggio nord affidamento per 19 anni La Società di Progetto Brebemi spa ha indetto una gara per l’affidamento dei servizi di snack bar- quick service restaurant e market dell’area di Caravaggio Nord, che dovrebbe aprire tra il 1° ottobre 2013 e il 1° maggio 2014. Molto lunga la durata dell’affidamento: 19 anni e sei mesi. I requisiti: gestire cinque bar-ristoranti-market tra luoghi di viaggio e centri commerciali; fatturato medio per questi punti vendita di due milioni di euro e fatturato medio complessivo nel triennio precedente di 40 milioni di euro. Tra le condizioni si segnala la base per le royalties al 12% per ristorazione e market, 4% per prodotti tipici e 1% per altri prodotti (come tabacchi). All’offerta tecnica sono assegnati 60 punti su 100 (di cui 8 per le politiche di prezzo), a quella economica 40. Termine per la presentazione delle offerte: 30 aprile.

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(4$), Sprinkles è diventato un caso di successo, grazie anche alla diffusione virale facilitata da Facebook e Twitter e da un’app dedicata al mondo dei cupcake che, oltre a fornire numerose informazioni, consente di ordinare regali personalizzati. Dopo il lancio nel 2012, l’azienda ha replicato l’esperienza in altre 10 location e ha in previsione l’installazione di ulteriori Vending, non necessariamente collegate a un laboratorio, per espandersi più velocemente. Tendenza: personalizzazione ed efficienza per i clienti. Chiave innovazione: canale vending nobilitato con un prodotto gourmet, in chiave ludica e golosa Fabrizio Valente fabrizio.valente@kikilab.it caso tratto dalla ricerca Retail Innovations 8


Obiettivo Personale A cura di OD&M (a Gi Group Company)

Il Retail/GDO nel 2012: in crescita le retribuzioni di dirigenti e operai Il 2012 può essere considerato l’anno del cambio di passo per la ripresa della crescita retributiva. Dal 2007 al 2011, a livello nazionale e non, ha pesato una situazione di stagnazione retributiva che ha caratterizzato tutto il mercato, mentre il 2012 registra al contrario trend retributivi positivi. La crescita retributiva media più cospicua rilevata nel 2012 caratterizza gli Operai, il cui trend di crescita è stato pari al 2,9%, e che segue un aumento rilevato nel 2011 pari al 3,6%. Anche i livelli retributivi dei Dirigenti crescono in maniera rilevante (+2,4%, dopo il +5,1% del 2011 e il 2,6% del 2010), mentre la qualifica che soffre maggiormente uno stallo retributivo sono i Quadri, le cui retribuzioni sono rimaste immutate negli ultimi 2 anni. Complessivamente, nel settore Retail/GDO, i Dirigenti hanno percepito una retribuzione totale media nel 2012 pari a 111.226 Euro, i Quadri 53.562 Euro, gli Impiegati 26.226 Euro e gli Operai 22.133 Euro, comprensiva sia della retribuzione fissa (appena analizzata in termini di trend) sia della retribuzione variabile effettivamente percepita. Tali cifre risultano differenziate in funzione delle caratteristiche dell’azienda di riferimento: un’analisi territoriale per-

mette ad esempio di verificare come le imprese del Nord Italia garantiscano livelli retributivi più elevati di quelli del Centro e Sud del Paese, con percentuali che raggiungono il 17% di differenza fra i Dirigenti e gli Impiegati. Le regioni del Nord Est garantiscono peraltro retribuzioni più elevate rispetto a quelle del Centro.

Matteo Gallina (consultant OD&M) m.gallina@odmconsulting.com

Progetti di piccoli centri commerciali avanzano

Mentre i grandi progetti di immobiliare retail latitano, si fanno strada alcuni piccoli interventi. Nella cronaca delle scorse settimane ne sono emersi due in particolare: uno a Padova e l’altro a Ceccano (Fr). Il primo, già presentato negli uffici provinciali per la Via, dovrebbe posizionarsi a Padova Est, nell’area ex Stimamgilio, ed è promosso da Aspiag Service. In questa iniziativa di riqualificazione dell’area Pt1 sono previsti 14mila mq, di cui 2.500 destinati probabilmente all’alimentare. Il secondo, invece, vede un iter più avanzato. Posizionato su una superficie di quasi 30mila mq, questo progetto è cresciuto negli anni da 4 mila mq di vendita a 8.700. Due sono state le richieste di ampliamento: la prima approvata, la seconda non ancora. In questa superficie dovrebbero trovare posto un alimentare di 800 mq, un negozio di abbigliamento di quasi 2.200 mq, uno store per la casa di 3.100 mq e una galleria di 20 negozi.

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Il convegno

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News opening Lush arriva Oltre 40 shop nell’ampliamento a I gigli del Designer Outlet Castel Romano

r&f

Il negozio numero 42 in Italia della marchio britannico Lush ha preso posto al centro commerciale I Gigli, lo scorso 9 marzo. Il nuovo punto vendita per il

brand di prodotti cosmetici a base di frutta e verdura fresche si aggiunge alle botteghe di Firenze, Empoli, Livorno e Pisa, con un assortimento di oltre 200 cosmetici prodotti in modo artigianale. In occasione del taglio del nastro, i primi 50 a varcare la soglia del negozio hanno ricevuto profumatissimi omaggi mentre i primi 100 acquirenti hanno ricevuto in regalo le borse firmate John Burgermann. Lush conta ad oggi oltre 850 negozi monomarca nel mondo.

Il gelato di Grom al Porta di Roma

Dieci anni dopo l’apertura del primo locale a Torino (si veda l’articolo Star Trek a pagina 24) , la catena di gelaterie artigianali Grom ha fatto il suo ingresso nel grande Centro Commerciale Porta di Roma. Il locale è ubicato al piano superiore della galleria, dal lato della scala rossa, vicino l’Auchan. In occasione dell’opening, lo scorso 22 febbraio, il brand piemontese ha offerto ai clienti una degustazione gratuita. Quale miglior modo per ingolosire gli amanti del gelato?

Piazza Italia, 900 mq al MegaForlì

Venerdì 16 marzo ha aperto nel centro commerciale MegaForlì il brand di fast fashion italiano Piazza Italia. Lo sviluppo è di quelli che pesa: ben 900 mq in cui il cliente può trovare le nuove collezioni primavera estate uomo, donna, bambino/a, accessori, calzature, lingerie e la linea cosmetica.

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è

previsto per l’11 di aprile il taglio nastro dell’ampliamento del McArthurGlen Designer Outlet Castel Romano. Nella nuova area, da 7.500 mq di gla, troveranno posto 43 negozi di importanti marchi della moda nazionale e internazionale. Attualmente l’outlet, di proprietà dell’European Outlet Mall Fund di Henderson Global Investors, conta 117 punti vendita dei più prestigiosi marchi della moda nazionale e internazionale, con prezzi ridotti dal 30% al 70%, distribuiti su una superficie commerciale di 23.700 metri quadrati. Quest’offerta, in seguito al prossimo taglio nastro, raggiungerà quota 30.000 mq di superficie retail. L’operazione porterà alla creazione di 250 nuovi posti di lavoro. Al momento della stesura dell’articolo erano top secret i nomi dei marchi. •

Firenze, Tiburtina, Napoli e Bologna AV nel mirino di W.O.K. W.O.K. prosegue il suo sviluppo nel network di Grandi Stazioni. Come riporta la rivista Ristorando, il format di ristorazione basato su un’offerta panasiatica sta per aprire un locale nel terminal ferroviario di Firenze Santa Maria Novella. Ma non solo: «Abbiamo appena consegnato la nostra offerta per entrare anche a Roma Tiburtina», sottolinea il fondatore, Giuseppe Amati. Sarà poi la volta di Napoli Centrale e della neonata struttura per l’alta velocità di Bologna. Le stazioni sono d’altra parte un canale d’elezione per W.O.K.: il primo punto vendita fu lanciato a Roma Termini, dove ottenne risultati superiori alle aspettative nonostante la posizione defilata. È poi seguita una replica nella Stazione Centrale di Milano. Altri locali sono nei centri commerciali di Roma Eur, Roma Bufalotta e Cagliari Le Vele, oltre a uno in un mall a Santiago del Cile.

Crema&Cioccolato verso quota cento nel 2013

T

ra gennaio e febbraio la catena di gelaterie Crema & Cioccolato ha firmato 32 nuovi contratti di affiliazione, che porteranno ad altrettante inaugurazioni di locali in tutta Italia entro il mese di marzo. Saranno aperture in franchising, in tutti i casi con piccoli franchisee che gestiscono un solo locale, spiegano dalla società di Torviscosa, in provincia di Udine. Si tratta solo dell’inizio. «Ci siamo dati l’obiettivo di 100 nuove affiliazioni nel 2013. Visto lo sprint dei primi mesi siamo molto fiduciosi di raggiungerlo», spiega a r&f Paolo Gallicchio, coordinatore dell’area marketing e comunicazione di Crema & Cioccolato. Per la società, fondata nel 1999 e aperta al franchising dal 2001, si prospetta un sostanziale raddoppio dei punti vendita, considerando che a oggi (senza contare i nuovi 32 punti vendita) ci sono 112 locali attivi.

La catena è presente soprattutto nei centri città, con qualche locale nei centri commerciali. Le regioni dove c’è stato maggiore sviluppo sono la Lombardia, il Lazio e la Campania, oltre al Friuli-Venezia Giulia. •



News opening Il pieno Fiumicino cala il tris di benzina

r&f

si fa al Simply

La società del gruppo Auchan, Simply, ha aperto il primo punto vendita carburanti a Milano, il quarto in Italia. L’impianto, di proprietà della Vincenzi Petroli,

è concesso in comodato gratuito alla società del Gruppo Francese e vanta un accordo di fornitura con Retitalia. L'avvio del nuovo distributore rientra in un progetto siglato con la Vincenzi Petroli, che prevede entro marzo l'apertura di altre due stazioni di servizio nel milanese, già autorizzate lo scorso ottobre dall'Antitrust.

Apple fa 13 alle Befane?

Al momento della stesura dell’articolo la notizia non era ancora confermata, in perfetto

F

ood e non food tra le aperture in calendario nell’aeroporto romano di Fiumicino. Sul fronte retail a fare il suo ingresso dovrebbero essere il gruppo di pelletteria Braccialini, con un punto vendita che sarà avviato entro l’estate, e il marchio di sportswear Nike, che in base al sito www.worky.biz starebbe già cercando il personale. Sul fronte della ristorazione è la volta di Rossosapore al Terminal 2. Il locale di Gruppo Sebeto si presenta con il legno naturale del bancone, le tonalità calde delle pareti, gli arredi originali, le luci soffuse, le decorazioni di strumenti tradizionali, le piantine di basilico fresco e il racconto del menu scritto sulle pareti o su lavagne nere. Nel frattempo sono scadute l’11 marzo le due gare per attività di ristorazione bandite da Adr-Aeroporti di Roma. La prima riguarda un nuovo barcaffetteria, di circa 65 mq, nel Terminal 3 zona partenze landside dell’aeroporto di Fiumicino. La concessione scadrà alla fine del giugno 2016. Sono invece due gli spazi messi in gara nel secondo bando: 475 mq nell’area Cargo City e 160 mq nel Terminal. In entrambi i casi l’offerta è rivolta prevalentemente agli operatori aeroportuali e prevede: un barcaffetteria, un ristorante-tavola calda e un market. Nel caso dell’area nel Cargo City sono previste anche una tabaccheria, un’edicola e un’attività di slot-machine e videolottery. La scadenza della concessione è il 30 gennaio 2018. •

Vecchia Bologna, una trattoria nel nuovo Marconi

L

’Aeroporto Marconi di Bologna ha un nuovo ristorante. Anzi, una trattoria. Si chiama “Vecchia Bologna” ed è stata da poco aperta all’interno della sala imbarchi, con vista sulla pista. Il contesto è il nuovo airside, allargato rispetto a prima e attualmente oggetto di lavori, destinati a concludersi entro l’estate. La definizione di trattoria non è casuale. Intanto per i

gestori: non sono coinvolti i grandi operatori di ristorazione commerciale ma la famiglia Chiari, titolare di alcune delle più rinomate gastronomie di Bologna. All’interno dello scalo emiliano era già entrata con il punto vendita di prodotti tipici del territorio Vecchia Malga. •

Stefano Gardini, direttore business non aviation SAB

stile Apple, ma in base a fonti locali non ci sarebbero dubbi sull’avvio del 13esimo negozio Apple in Italia, all’interno del centro commerciale Le Befane di Rimini. L’apertura del negozio, per il quale sarebbe già in corso la ricerca di 13 persone da assumere, sarebbe prevista per l’estate.

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Trony: 1.600 mq nel c.c. Mercogliano di Avellino

Prende quota il Cilento Outlet Village

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rosegue spedito il piano di aperture del Cilento Outlet Village, gestito da Promanagement, che entro pochi mesi dovrebbe completare l’offerta della prima fase. Il 12 marzo ha aperto la boutique Désirée Napoli, brand di sartoria maschile, mentre per la fine del mese scorso erano in programma Nuvola, storica azienda campana di abbigliamento femminile, e Yamamay, con due negozi. Quest’ultimo marchio ha scelto la location del Cilento

Billa ai piedi della Regione Lombardia

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el nuovo complesso direzionale milanese, dove spicca il Palazzo della Regione Lombardia, ha aperto i battenti il 18esimo punto vendita Billa nel capoluogo lombardo, nonché il 47esimo nella regione. Il supermercato di prossimità, inaugurato lo scorso 28 febbraio, si estende su una superficie di vendita di 250 mq, dove offre un servizio snello ma completo. In particolare dispone di quattro reparti: gastronomia, panetteria, ortofrutta e carne già confezionata, con un ricco assortimento di articoli a marchio Billa e un'ampia gamma di prodotti di marca. Gli addetti al servizio della clientela sono 16. •

Outlet Village per aprire il primo punto vendita nel canale outlet a insegna Yamamay Beauty. La pipeline si completa con il primo punto negozio in un outlet di Jaked, insegna che commercializza moda mare, articoli per il nuoto e articoli sportivi. Altra testimonianza dell’avvio sprint dell’outlet è la decisione di GoldenPoint, presente sin dall’inaugurazione di dicembre 2012, di raddoppiare entro Pasqua la dimensione del punto vendita. •

Al Palmanova Outlet village è l’ora di Mash e Kocca Due aperture hanno arricchito nel mese di marzo l’offerta del Palmanova Outlet Village: Mash e Kocca. Il primo, inaugurato il giorno 2, è un brand specializzato nel casual d’eccellenza per uomo e donna, caratterizzato da tessuti di qualità e produzione made in Italy. Il secondo, aperto il 7, è un marchio dedicato alla donna femminile, ironica, allegra e forte, che si mette in gioco e sa scherzare con il romanticismo e l’eleganza.

Casa Italo sbarca a Torino Porta Susa

N

ella stazione futuristica di Torino Porta Susa, inaugurata di recente, ha fatto il suo arrivo il Centro servizi per i Viaggiatori di Ntv. Presso il nuovo sportello è possibile effettuare l’acquisto e modifica di biglietti, accedere alla connessione gratuita Wi-Fi e fruire di numerosi servizi accessori offerti dai partner dell’azienda. Il tratto distintivo del Centro Ntv, che apre a Torino anche la sala lounge riservata, è il “muro tecnologico”: una parete avveniristica dove si integrano elementi architettonici e tecnici, mezzi di comunicazione e strumenti di servizio al pubblico. In particolare spiccano la scritta al led, per gli aggiornamenti su arrivi e partenze in tempo reale, e i monitor multifunzione. •

Circa 1.600 mq di superficie, 1.000 referenze e 400 posti auto come disponibilità di parcheggio: questi i dati del nuovo punto vendita Trony all’interno del Centro Commerciale Mercogliano, in provincia di Avellino. Con questa apertura, avvenuta lo scorso 21 febbraio, la catena di elettronica arriva a 152 negozi in Italia, di cui 10 in Campania. In particolare quello di Mercogliano è parte integrante di Falco, società che conta sette punti vendita tutti nel Centro e Sud Italia. Lo shop in questione fa proprio il nuovo layout grafico Trony, per il quale tutti i negozi, differenti per forma e dimensioni, diventano aree più accoglienti e confortevoli, luoghi di shopping in cui muoversi in libertà, concepiti per la soddisfazione di bisogni concreti e precisi della clientela. Il concept store è caratterizzato da un’immagine giovane, chiara, dinamica e immediatamente riconoscibile.

Globo, subito Prenatal e Claire’s

Colpaccio di Prenatal presso il complesso commerciale di Busnago di Busnago (Mb). Lo scorso 14 marzo la catena dedicata a mamme e bambini ha aperto, nel retail park adiacente al Centro Commerciale Globo, un punto vendita di oltre 1.300 mq, pensato sia come spazio per fare shopping sia come piacevole luogo di incontro. Nel dettaglio il maxistore si articola su un unico piano ed è dotato, oltre che dell’area espositiva, anche di spazi funzionali come la nursery, dedicata al cambio del bambino, l’area allattamento, una zona intima e riservata, e l’area relax. Altre novità: nelle settimane precedenti, giovedì 28 febbraio, all’interno del Globo ha aperto Claire’s su una superficie di circa 90 mq. Mentre nel parco commerciale a fine marzo è in programma l’opening di Scarpe & Scarpe, su una gla di 1.631 mq, e di Takko Fashion, su 558 metri quadrati. Per l’inizio di aprile è previsto l’ingresso di Maison du Monde su oltre 4.150 mq di gla.

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Indice r&f

a cura di Edifis Intelligence

Prosegue senza scosse il miglioramento generale

Ipunto e mezzo, l'indice delle borse mondiali, n questo mese migliora, anche se di solo un

mentre l'indice della borsa italiana perde quasi tre punti. In questo scenario non del tutto rassicurante l'indice retail&food avanza di 2,1 punti portando a quasi il 10% il progresso dall'inizio dell'anno. I "titoli del mese" sono Safilo (+20,8%). Luxottica (+14,2%) e Adidas (+ 12,99%). Safilo e Luxottica sono anche in testa alla classifica delle migliori perrformance dell'intero trimestre, mentre la terza posizione è detenuta da PPR. Bene quindi i titoli italiani, ma anche gli altri, nella media, si comportano mica male…

AZIONI Aeffe

ALCUNI MARCHI DI PROPRIETà Alberta Ferretti, Moschino, Pollini

Mercato

Quotazioni al 02.01.2013

Indice al

19.03.2013

19.03.2013

Italia

0,56

0,62

110,7%

Damiani

Italia

0,92

0,99

107,6%

Geox

Italia

2,17

2,20

101,4%

Luxottica

Italia

31,07

39,02

125,6%

Safilo Group

Italia

6,66

10,23

153,6%

Stefanel

Italia

0,41

0,36

87,8%

Tod's

Hogan, Fay

Italia

96,1

110,30

114,8%

Adidas

Reebok

Xetra

67,33

79,67

118,3%

C.F.Richemont

Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill

Vtx

71,5

62,74

87,7%

Dufry

Svizzera

119,60

117,40

98,2%

Fossil

Nasdaq

94,04

100,43

106,8%

Xetra

81,36

85,12

104,6%

Mce

105,50

101,70

96,4%

Francia

138,80

132,20

95,2%

Nike

Nyse

51,84

54,09

104,3%

Polo Ralph Lauren

Nyse

152,11

168,83

111,0%

Francia

142,69

177,25

124,2%

Xetra

224,85

244,40

108,7%

Vtx

385,67

445,20

115,4%

Nyse

58,93

68,97

117,0%

Hugo Boss Inditex

Zara, Pull and Bear, Massimo Dutti

LVHM

Louis Vuitton, Moet Chandon, Hennessy, Fendi, Dior, Zenith, Guerlain

PPR

Puma, Fnac, Gucci, Redcats, Conforama

Puma Swatch Group

Omega, Longines, Tissot

Tiffany & Co

Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso

INDICE RETAIL&FOOD FTSEMIB MSCI WORLD INDEX

100,0

109,5%

16.893,40

15.676,18

1.338,55

1.430,97

L’indice Generale r&f è ponderato nella misura di 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.

92,8% 106,9% © Edifis Intelligence

retail&food - aprile 2013 21


Osservatorio prezzi

Milano-Roma,

finalmente primavera! Dal 25 marzo è caduto il monopolio sulla Linate-Fiumicino che vigeva dal 2008. Una simulazione di acquisto a 40 giorni dal viaggio mostra come la guerra di prezzi sia già iniziata: sia da parte easyJet che di treni e Ryanair. Ed è battaglia al minuto anche sui tempi complessivi di spostamento

L

a tratta Linate-Fiumicino è stata finalmente aperta alla vera concorrenza e i prezzi si sono fatti allettanti. Dal 25 marzo (dopo la stampa del numero), è infatti partita l’attività di easyJet su questa tratta, con cinque voli al giorno da ciascuno scalo, in orari appetibili per viaggi d’affari. L’ingresso ha segnato la fine, dopo una lunga battaglia presso tribunali amministrativi, del monopolio di fatto di Alitalia-Air One su Linate. Con quali effetti sul costo dei biglietti? Il nostro Osservatorio Prezzi ha cercato di quantificarli. Lo scorso 6 marzo abbiamo simulato l’acquisto di un volo di andata e ritorno in giornata tra Linate e Fiumicino con Alitalia e con easyJet nel giorno 17 aprile, un mercoledì. Inoltre abbiamo aggiunto, come ulteriore confronto, i voli delle due compagnie da Malpensa a Fiumicino, quello di Ryanair da Orio al Serio a Ciampino, e i tragitti dei treni ad alta velocità di Trenitalia e Ntv. Per ciascuna opzione abbiamo anche effettuato una simulazione dei tempi di spostamento, una delle variabili più importanti di tutta la questione degli slot Linate-Fiumicino. I prezzi considerati sono comprensivi delle tasse aeroportuali e delle spese per acquisto con carta di credito; non considerano invece servizi facoltativi come l’imbarco del bagaglio in stiva, il check-in al banco, la scelta del posto, l’imbarco prioritario o l’acquisto di cibi o bevande a bordo. In tutti i casi si è scelto di limitare l’analisi alla partenza e arrivo dagli stessi terminal, evitando quindi combinazioni tra mezzi o aeroporti differenti.

easyJet: un terzo in meno in meno di Alitalia

Nella nostra simulazione una prima evidenza è che sulla tratta Linate-Fiumicino easyJet è meno cara. Se Alitalia presentava la formula Easy a 89,46 euro per l’andata e il ritorno (44,26 euro all’andata e 45,20 al ritorno), easyJ et

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mostrava un’oscillazione tra i 57,89 e i 66,09 euro: in quel caso era uguale il prezzo per i diversi voli all’andata (29,46 euro), mentre cambiava il costo del ritorno. C’è da aggiungere che i voli di Alitalia sono molto più numerosi di quelli della compagnia inglese, ben nove nella fascia oraria tra le 6 e le 9 contro i due di easyJet. Lo scostamento di prezzo, di circa 25-30 euro (con easyJet che costa circa il 33% in meno), trova come bilanciamento un tempo di imbarco inferiore per Alitalia, anche a causa del fast track gratuito (controlli di sicurezza privilegiati) dedicato ai voli Milano-Roma. Questo servizio è stato predisposto anche da easyJet, per chi viaggia con tariffe flessibili e per chi ha easyJet Plus (si veda Parola di… a pagina 40). La differenza di prezzo è notevole anche considerando i voli da Malpensa: 57-62 euro la forchetta di easyJet tra andata e ritorno, 83-122 quella di Alitalia. In questo caso la differenza di servizio più rilevante è data dal

euro. Con Italo di Ntv, invece, l’oscillazione era tra 66,50 e 85,50 euro per l’andata e ritorno con tariffa Low Cost in ambiente Smart (non era più disponibile la promozione A/R in giornata).

Il fattore mezzi pubblici

fatto che il vettore irlandese parte dal più scomodo Terminal 2 (raggiungibile con navetta, con un allungamento di circa 20 minuti dei tempi).

Con treno e Ryanair i prezzi precipitano

Ma a segnare la differenza ci pensano i treni e l’aereo di Ryanair, sempre con la premessa che i biglietti sono stati prenotati con 40 giorni di anticipo. Il vettore irlandese segna quindi il prezzo stracciato di 37,62 euro tra andata e ritorno. Al mattino era disponibile un solo volo da Bergamo, alle 8.20, mentre per il ritorno c’erano due opzioni, alle 18.45 e 20.50, allo stesso prezzo di 18,81 euro tasse incluse. Per i treni la spesa dei biglietti è più alta e più simile a quella di easyJet. Con il Frecciarossa di Trenitalia la combinazione più economica è stata la promozione per andata e ritorno da 54,50 euro in classe Standard, quella più cara di 98

I prezzi subiscono forti variazioni se si considerano i listini dei mezzi pubblici. Il grande vantaggio del treno è che le stazioni si raggiungono dal centro delle città con un semplice biglietto dei trasporti pubblici urbani. Ipotizzando l’assenza di abbonamenti mensili dei viaggiatori, sia a Milano che a Roma la spesa si riduce in due ticket per città, venduti in entrambe le metropoli a 1,50 l’uno. Per gli aerei, invece, si sono sommati i biglietti urbani necessari per raggiungere le stazioni che portano agli aerodromi a quelli dei bus navetta o dei treni. Solo per Linate basta il ticket semplice. Il Malpensa Express costa invece 11 euro per la sola andata e 15 con il ritorno; quest’ultimo prezzo è allineato a quelli degli autobus che collegano Milano con lo scalo in provincia di Varese. Molto diverso il discorso a Roma. Qui per arrivare a Fiumicino servono da 8 a 11 euro per l’andata e ritorno con i bus e ben 14 euro per

Andata Mezzo

Compagnia

aeroporto aeroporto / stazione / stazione partenza destinaz.

Tempo da Duomo di Milano

Tempo da p.za Venezia Roma

tempo imbarco

Tempo totale

Partenza

Arrivo

Tempo treno/ aereo

07:00

10:00

3h

15

11

0

3 h 26 m

7.03

10.03

3h

17

23

0

3 h 40 m

Treno Trenitalia Ntv

Milano Centrale Milano P. Garibaldi

Roma Termini Roma Tiburtina

Linate Malpensa Linate Malpensa Orio al Serio

Fiumicino Fiumicino Fiumicino Fiumicino

7.30 6.50 8.45 7.00

8.40 8.10 9.55 8.20

1 h 10 1 h 20 1 h 10 1 h 20

34 63 34 63

40 40 40 40

35 50 50 50

2 h 59 m 3 h 53 m 3 h 14 m 3 h 53 m

Ciampino

8.20

9.30

1 h 10

58

35

50

3 h 33 m

Aereo Alitalia easyJet Ryanair

fonte: Edifis Intelligence; per gli orari di spostamento: www.viamichelin.com; per i prezzi dei viaggi: singole compagnie; per spostamenti urbani: Atm e Atac; per spostamenti verso aeroporti: siti delle società di trasporto * prezzo in promozione andata e ritorno


tratta sul Leonardo Express, senza sconti comunicati per l’andata e ritorno. La navetta per Orio al Serio costa 9 euro per l’andata e ritorno sui vari bus navetta da Milano (i prezzi dei concorrenti sono allineati); a Ciampino, infine, servono 8 euro per andare e tornare con i bus, a cui si aggiungono i prezzi per i biglietti urbani dell’Atac. A conti fatti, viaggiare con Ryanair rimane la scelta più conveniente, anche se per poco: 60 euro il conto totale. Seguono le due compagnie ferroviarie Trenitalia (64 euro) ed Ntv (72,50 euro). È poi la volta di easyJet: ipotizzando di prendere un bus da Fiumicino, si paga 80 euro partendo da Linate e 86,89 volando da Malpensa. Con il Leonardo Express i costi salgono di 20 euro. Anche così, però, il prezzo finale è inferiore a quello di Alitalia. Qui si pagano 103,46 euro per la partenza da Linate e trasferimento con bus a Fiumicino (123, 46 con il treno) e 112,22 partendo da Malpensa (132,22 con il treno).

La guerra dei tempi

Altrettanto fondamentale del prezzo è il tempo che ci si impiega nel tragitto. In questo caso, i fattori considerati

nell’analisi sono stati tre: la durata del viaggio in aereo o treno, il tempo necessario per raggiungere l’aeroporto o la stazione dal centro città (piazza Duomo per Milano e piazza Venezia per Roma) e i minuti che passano tra l’arrivo nei terminal e l’effettiva partenza del mezzo. Sul tempo effettivo del viaggio in aereo/treno ci siamo attenuti agli orari ufficiali. Per quanto riguarda il tempo d’imbarco, è stato considerato nullo nelle stazioni e variabile negli aeroporti: con ipotizzando un check-in online, abbiamo contato generalmente 50 minuti (l’imbarco è in genere 30 minuti prima del volo e sono calcolati 20 minuti per il passaggio dei controlli di sicurezza). Nel caso del Linate-Fiumicino di Alitalia si sono invece ipotizzati 35 minuti, dato che esiste la corsia preferenziale per i controlli di sicurezza e che l’imbarco inizia 25 minuti prima del volo. Più delicato l’ultimo punto, quello relativo ai minuti necessari per raggiungere i terminal dal centro città. Nella tabella in queste pagine abbiamo scelto di usare un metro oggettivo: il calcolo dell’itinerario in auto attraverso il sito www.viamichelin.it . Dall’unione di queste componenti è

emerso che Alitalia fa registrare sia tempo minore che quello maggiore, rispettivamente sulla linea LinateFiumicino (5 ore e 58 minuti tra andata e ritorno) e sulla MalpensaFiumicino (7 ore e 46), a riprova di quanto sia strategico il controllo degli slot dello scalo di Peschiera Borromeo. Il viaggiatore di easyJet nella nostra simulazione impiega sulla Linate-Fiumicino mezz’ora in più tra andata e ritorno, perché pesa la mancanza della corsia preferenziale (a meno di sorprese) e si è considerato un tempo d’imbarco maggiore. La stessa compagnia sulla Malpensa-Fiumicino fa registrare gli stessi tempi di Alitalia. Risultano 5 minuti in meno per una differenza di questa entità nel volo di ritorno. Intermedio tra Linate e Malpensa si è piazzato lo scalo di Orio al Serio, ma questo è il risultato di una indicazione molto “sulla carta” ricavata dal sito Viamichelin. Tra Ryanair e i voli

da Malpensa si piazzano infine i due treni veloci, che si avvantaggiano di un tempo nullo per il check-in e di una distanza ridotta dal centro città. Nella tabella in pagina il Frecciarossa risulta di poco più di mezz’ora più veloce di Italo, perché quest’ultimo raggiunge le stazioni più periferiche di Porta Garibaldi (o Rogoredo) a Milano e Tiburtina (od Ostiense) a Roma. Come premesso, questi dati cambierebbero molto se si tenesse conto del tempo realmente impiegato dai mezzi pubblici. Una classifica più realistica vedrebbe quindi appaiati i treni Frecciarossa da 3 ore con il LinateFiumicino di Alitalia, tutti attorno alle 7 ore e 10 tra andata e ritorno. A circa mezzora di distanza ci sarebbero i treni Italo e il Linate-Fiumicino di easyJet; più staccati ci sarebbero le tratte MalpensaFiumicino (circa 8 ore e 20 complessive) e infine, con 8 ore 40 minuti, l’OrioCiampino di Ryanair. F. P.

Ritorno Tempo da p.za Venezia Roma

Tempo da Duomo di Milano

Tempo imbarco

Tempo totale

Tempo totale Andata e Ritorno

Prezzo Andata

Prezzo Ritorno

Prezzo Totale senza trasporti

Prezzo mezzi Milano A/R

Prezzo mezzi Roma A/R

Prezzo con trasporti

Partenza

Arrivo

Tempo treno/ aereo

19:00

21.55

2 h 55 m

11

15

0

3 h 21 m

6 h 47 m

n.d.*

n.d.*

54,5

3

3

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18.50

21.53

3h3m

23

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0

3 h 43 m

7 h 23 m

33,25

33,25

66,5

3

3

72,5

hp Bus 18.00 21.30 19.15 18.10

19.10 22.50 20.20 19.25

1 h 10 m 1 h 20 m 1 h 15 m 1 h 15 m

40 40 40 40

34 63 34 63

35 50 50 50

2 h 59 m 3 h 53 m 3 h 19 m 3 h 48 m

5 h 58 m 7 h 46 m 6 h 33 m 7 h 41 m

44,26 38,02 29,46 30,48

45,2 45,2 36,63 27,41

89,46 83,22 66,09 57,89

3 18 3 18

11 11 11 11

18.45

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1 h 10 m

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3 h 33 m

7h6m

18,81

18,81

37,62

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hp Treno 31 31 31 31

hp Bus

hp Treno

103,46 112,22 80,09 86,89

123,46 132,22 100,09 106,89

60,62

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Star Trek food

Destinazione

Grom A nche quest'anno arriva la primavera: giornate più lunghe, via i pesanti cappotti e, ovviamente, anche il primo cono gelato, un vero e proprio antipasto dell'estate, con i suoi pomeriggi roventi, con le domeniche al mare e le serate all'aperto. E se parliamo di sorbetti, non possiamo che pensare a Grom, la giovane catena di gelaterie, nata a Torino dieci anni fa e che è, oggi, una delle più note aziende italiane, lodate da manager ed economisti come esempio di imprenditoria italiana di successo. La storia è ormai ben conosciuta (narrata anche in un libro “Grom. Storia di un'amicizia, qualche gelato e molti fiori”): due giovani amici poco più che ventenni, Guido Martinetti e Federico Grom, il primo enologo e l'altro economista, sollecitati da un articolo di Carlo Petrini, guru di Slow Food, sulla degenerazione del gelato venduto al dettaglio, aprono una gelateria nella loro città, Torino, in piazza Paleocapa, il 18 maggio 2003. Il nome scelto per l'insegna è il cognome di uno dei due soci fondatori che ancora oggi detengono la maggioranza in pari quota del capitale sociale dell'azienda, Gromart spa (recenti soci di minoranza sono il Gruppo Illy e la nipponica Kabushikigaisha Lemongas Fukoka). Dall'investimento iniziale di 32mila euro

a testa (più 60mila di prestito bancario) per quel negozio di 25 mq sono passati dieci anni e adesso la società di cui Federico è presidente e amministratore delegato, mentre Guido vice presidente e amministratore delegato, conta una sessantina di insegne sparse per il Centro-Nord Italia con punti vendita in Francia, Usa e Giappone. La crescita in questo decennio ha veramente del miracoloso per una azienda che commercializza un prodotto così diffuso, a basso valore aggiunto e ad alta concorrenzialità come il gelato. La formula alla base del successo si ritrova nello slogan “il gelato come una volta” che ripropone l'attenzione alla qualità dei prodotti base insieme al format di gelaterie simili alle tradizionali, con i pozzetti per i gelati e non le vasche con il prodotto a vista, ormai abituali nella concorrenza. Va tutto talmente bene che i possibili talloni d'Achille diventano, anche grazie a un intelligente marketing, punti di forza del brand: le code di clienti fuori dalla gelaterie, ad esempio, causate dalla mancanza di emulsionanti nel gelato, che rende la crema più dura da girare e crea il rallentamento per il servizio di un cono, sono vissute come un fastidio sopportabile per gustare un prodotto tanto “esclusivo” da giustificare il tempo d'attesa.

A NY e Tokio in coda per il gelato piemontese

Dal primo investimento passano due anni ed ecco l'apertura del laboratorio di produzione (sempre nel capoluogo

Grom in pillole Data di nascita Proprietà

Struttura di gruppo Sede Management Business Retail

Nel 2003 apre la prima gelateria a insegna Grom a Torino Federico Grom e Guido Martinetti (i fondatori) 45% a testa, il restante diviso tra il Gruppo Illy e Kabushikigaisha Lemongas Fukoka Gromart spa controlla direttamente e indirettamente una decina di società. Collegata all'attività di Gromart, l'azienda agricola Mura Mura che fornise i prodotti base per la produzione dei gelati Torino per Gromart SpA Federico Grom Presidente e Amministratore delegato, Guido Martinetti Vicepresidente e Amministratore delegato Produzione e commercializzazione al dettaglio di gelati attraverso un network di gelaterie a insegna Grom 58 gelaterie di cui 51 in Italia (Nord e Centro). All'estero una gelateria a Parigi, 4 negli USA (3 a NY e una a Malibu) e 3 in Giappone (2 a Tokio e una a Osaka) fonte aziendale

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piemontese) che permette di superare il problema di garantire il controllo delle materie prime e il prodotto Grom in più punti vendita, centralizzando la produzione del gelato. Nel laboratorio confluiscono le materie prime, vengono lavorate e le miscele liquide sono distribuite tre volte alla settimana presso ogni gelateria della catena e qui mantecate. Una soluzione innovativa per unire la dimensione artigianale sul controllo della qualità dei prodotti e della lavorazione e l'industrializzazione che consente economie di scala. La scelta ha sollevato qualche critica per i puristi del gelato artigianale, ma la risposta è stata comunque il successo della società piemontese che, quattro anni dopo il primo negozio, costituisce un'azienda agricola da cui fare partire la filiera produttiva, ormai tutta sotto la supervisione diretta della casa madre di Torino. A Castiglione d'Asti nasce Mura Mura,


alcuni ettari di terreno dove si pratica l'agricoltura biologica e i cui prodotti sono utilizzati per i gelati Grom. Il 2007 è anche l'anno dell'inaugurazione della prima gelateria all'estero, a New York (oggi nella Grande Mela sono tre, compreso un chiosco a Central Park più, in terra yankee, un punto vendita a Malibu), Un mercato goloso perchè gli americani sono i massimi consumatori di gelato al mondo: 21 kg a testa l'anno (in Italia siamo fermi a 12). C'è poi una grande potenzialità per il gelato d'asporto artigianale, dal momento che quello da supermercato copre il 90% del consumo. L'anno dopo Grom apre una gelateria a Parigi e nel 2009 in Giappone, a Tokyo (oggi sono due i punti vendita nella capitale nipponica e uno a Osaka). I mercati esteri rendono bene: sull'ultimo fatturato disponibile gli Usa rappresentano circa il 6% del giro d'affari italiano, mentre il Giappone più del 10%, con meno negozi. Intanto l'idea

di un gelato di qualità, collegato a un marchio e a un format ben riconoscibili, con una produzione che permette l'uniformità di prodotto, insieme a un marketing moderno, spopola in Italia. Il successo di Grom cavalca una nuova attività culturale legata al cibo, che si rivela un ottimo business soprattutto all'estero con l'export di alimentari di qualità uniti al fashion e design tipicamente Made in Italy. Nel frattempo nel Belpaese si assiste alla diffusione di locali e catene con un format più moderni ed europei.

La nuova frontiera sono i centri commerciali

Oltre al giusto mix di qualità del prodotto, pianificazione imprenditoriale e sapiente marketing che continua a essere curato direttamente dai fondatori, il successo di Grom è legato anche a fattori più o meno fortuiti, come la scelta del nome che sembra un'onomatopea del fumettistico Gnam con una R

in più o la scelta del nome Mura Mura per la fattoria della società come la filosofia di vita placida del Madagascar, che in giapponese però significa anche villaggi e trasmette un'idea di vita sana che ha spopolato nell'ex Impero del Sol Levante. Tutto questo ha portato la coppia Martinetti-Grom a gestire un'azienda che ha circa 550 dipendenti, controlla direttamente e indirettamente (e partecipa) un gruppo di altre società, per lo più estere: Grom France, Grom Malibu, Grom Usa, Grom Japan, Carapina e Colombus e legate ai locali aperti fuori dai confini nazionali. Altre, come Carapina srl e GLL sono italiane. La rete dei negozi è arrivata a 58 unità, di cui 51 nei patri confini. Le gelaterie sono normalmente ubicate nei centri storici delle città del Centro e Nord Italia: sul gradino più alto del podio per indice di copertura Milano con sei punti vendita; seguono Roma con cinque, Torino con quattro,

L'intervista Granita, cioccolata calda e bakery oltre ai gelati: Grom alla conquista dei centri commerciali Intervista a Federico Grom, presidente e amministratore delegato di Gromart Come è andato il 2012, anno terribile per la crisi dei consumi, per Grom? L’attuale situazione socio-economica del Paese è innegabilmente complessa, ma nel 2012 abbiamo avviato un progetto importante, il progetto bakery, e inaugurato quattro nuovi negozi (due a Roma, uno a Sottomarina di Chioggia e uno a Venezia): pensiamo – e non solo per quanto concerne il nostro settore – che ci sia sempre “fame” di qualità e di cose fatte con serietà… anche in un momento di crisi commerciale. Per questo per il 2013 abbiamo in programma sei nuove aperture, una delle quali, quella all’interno della Galleria Commerciale Porta di Roma, già “festeggiata” a febbraio. Viste le recenti aperture di gelaterie in centri commerciali, avete un piano di sviluppo nel settore? A breve inaugureremo una gelateria all’interno del centro commerciale Le Gru di Torino: insieme a Porta di Roma è uno dei più importanti d’Italia. Per Guido (Martinetti, ndr) e per me è la concretizzazione di un progetto studiato da anni, quello di rendere disponibile il gelato Grom anche in poche e selezionate gallerie commerciali. Per superare la stagionalità del vostro prodotto, avete qualche progetto a breve? La stagionalità, come la variabile metereologica, è strettamente connessa alla nostra attività, sia per quanto riguarda l’influenza sui consumi, che per quanto riguarda – ad esempio – la disponibilità delle materie prime. In quest’ultimo caso abbiamo deciso di comportarci nel modo moralmente più serio possibile e di utilizzare solo frutta di stagione: non faremo mai un gusto alla fragola in pieno inverno, correremo forse il rischio di deludere qualche bambino, ma avremo la certezza di potergli offrire un prodotto (ad un altro gusto!) sano e naturale… quando penso al nostro gelato sono orgoglioso di sapere che non farà mai venire mal di pancia a qualcuno! Per quanto riguarda la ripercussione sui consumi, invece, situazioni come quella del centro commerciale saranno sicuramente un grande vantaggio in questo senso. Per “assecondare” le stagioni (e le temperature!) in gelateria abbiamo, inoltre, un’alternanza tra due prodotti di cui andiamo molto fieri: la cioccolata calda, realizzata con cioccolato dei migliori cru del mondo e rigorosamente senza additivi; e la granita, preparata secondo la tradizione siciliana e, come le dicevo, con frutta fresca e di stagione. Infine, “a-stagionale” in senso ampio è un progetto parallelo a quello del reparto bakery (il reparto in cui produrremo i nostri biscotti, senza glutine e realizzati con farine di antiche varietà di mais macinato a pietra), quello dei coni, che vogliamo produrre studiando una ricetta che preveda l’uso esclusivo di ingredienti di alta qualità e l’assenza di glutine, così che siano consentiti anche al consumo da parte dei clienti celiaci. Dopo Francia, Usa e Giappone, dove all’estero, potremo assaggiare il gelato Grom? Sto dedicando personalmente molte energie all’internazionalizzazione: viaggio molto per lavoro e in ogni Paese percepisco quanto sia alta l’attenzione per il made in Italy di qualità: all’estero c’è molta fascinazione – giustificata! – per la nostra tradizione enogastronomica e l’occasione di portare nel mondo uno dei prodotti italiani per eccellenza ci riempie di orgoglio… come l’idea di far scoprire, nelle nostre “piccole ambasciate del gelato nel mondo”, la nocciola Tonda Gentile o la granita siciliana alla Mandorla Pizzuta d’Avola. Al momento stiamo valutando diverse situazioni per il prossimo futuro: come dico spesso, quando il mercato è il mondo, le occasioni sono infinite.

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Star Trek food Fatturato (euro)

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Fonte Cerved Group

Margine di C/E in % del valore di produzione

Fonte Cerved Group

Equilibrio finanziario (euro)

Venezia con tre e poi Chioggia, Genova e Padova, con due ciascuna. Rimane senza insegne Grom il Meridione, a causa delle difficoltà logistiche di gestione di negozi, troppo lontani dal laboratorio di Torino, e con un mercato troppo ampio per essere sostenuto dalla produzione della sola fattoria Mura Mura (si parla di eventuale sviluppo in Sud Italia non prima di 3/4 anni). Senza contare che la gestione diretta è la regola per la quasi totalità dei negozi italiani, proprio nell'ottica di un controllo diretto della filiera produttiva (nonostante le numerose richieste di affiliazione). Solo otto negozi sono in franchising e sono stati in passato una soluzione temporanea per aprire i sei locali che avrebbero permesso il varo del progetto del laboratorio centrale di Torino. Per la gestione delle insegne all'estero invece la società sabauda ha dei partner. Nel 2012 sono state inaugurate quattro gelaterie (Sottomarina di Chioggia, due a Roma e uno a Venezia) nonostante la crisi e la contrazione del 20/30% del giro d'affari per i pubblici esercizi (Grom invece dichiara di essere in linea con il passato). Per quest'anno si prevedono ben sei aperture con la novità febbraio con il battesimo della gelateria nel centro commerciale Porta di Roma, a cui seguirà nell'anno un altro negozio alle Gru di Torino: due opening pilota per il progetto di aprire gelaterie non più solo nei centri urbani, ma anche nelle gallerie dei principali shopping mall nostrani. La scelta va nella direzione di superare la stagionalità dei consumi, l'aspetto più critico del settore. Altra novità del 2012 è il reparto Grom Bakery, nel quale si realizzano i biscotti che vengono utilizzati per alcuni gusti dei gelati, ma anche i coni gluten free per i clienti celiaci.

Brand+qualità+marketing e il fatturato si impenna

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Fonte Cerved Group

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Se poi si fanno due conti in tasca a Gromart spa, l'azienda italiana fondata dai due giovani re Mida sabaudi, si può notare una crescita importante di fatturato: erano 8milioni di euro nel 2008, sono triplicati sfiorando la soglia dei 24 (+25,9% sui 12 mesi precedenti) tre anni dopo, alla chiusura dell'ultimo bilancio disponibile (i bilanci vanno da settembre a settembre, considerata la stagionalità del prodotto). L'azienda è abbonata al risultato di utile: quasi 280mila euro l'ultimo esercizio depositato, in lieve flessione rispetto agli anni precedenti che avevano sfiorato anche i 700mila nel 2009.

Buone nuove anche dal Valore aggiunto, l'indice di produzione della ricchezza per ogni società: si passa dai 3,7 milioni del 2008 ai quasi 12,3 di tre anni dopo. Sul Mol, comunque positivo, ma in crescita molto più limitata del Valore aggiunto (quasi 2milioni nel 2011, 1,15 tre anni prima), pesa senza dubbio l'aumento del costo del lavoro, collegato alla crescita esponenziale della rete aziendale. Se si vanno a vedere gli indici di produttività, Grom se la cava benone, nonostante le performance che sfruttavano l'effetto sorpresa iniziale siano difficilmente ripetibili in una struttura sempre più complessa e in un panorama di contrazione dei consumi: il Roi nel 2011 si assesta sul 5,5%, meglio dell'anno precedente fermo a 4,1%, ma in calo rispetto al 15,5% dell'anno d'oro 2008. Stessa cosa per il Roe, che segna un importante quasi 14%, anche se era quattro volte tanto tre anni prima. Oppore l'ultimo Mol sui ricavi, pari all'8,7%, in crescita sull'anno precedente (7,9%) ma poco più della metà del 15,4% raggiunto nel 2008. Se si dà un occhio invece agli indici patrimoniali e finanziari, ecco che si nota come l'azienda della coppia dei due enfant prodigio del capitalismo italiano sfidi i mercati basandosi sulla forza del proprio marchio più che su un consolidato impero finanziario. Il rapporto tra mezzi propri e capitale investito non è certo alto anche se costante negli anni, intorno al 10%, così come in linea è il rapporto di indebitamento di poco inferiore al 90% (comunque non proprio basso) nei quattro anni presi in considerazione. In leggera flessione l'indice di liquidità immediata: era quasi l'84% nel 2008, si assesta su poco più del 55% tre anni dopo. Più o meno stesso discorso sul rapporto corrente sceso a 78% nell'ultimo bilancio disponibile dal 103,5% del 2008. Costanti invece i consumi di materie e il costo del lavoro sui costi totali. (Fonte Cerved Group) Insomma, si diventa grandi e il giocattolo funziona, e si continua a investire al posto di patrimonializzare contando molto sulla forza di traino del brand alla faccia della crisi. I risultati, tra l'altro, stanno dando ragione alla strategia aggressiva della coppia MartinettiGrom: il marchio, insieme a un buon prodotto e a un ottimo marketing, fa da traino e il fatturato cresce (l'azienda prevede un giro d'affari complessivo di 30milioni per il 2012), il risultato segna sempre positivo in chiusura e noi possiamo continuare a sfidare il solleone estivo gustando un bel gelato. David Montorsi



Prima pietra

Livorno Porta a Mare,

una nuova città sull’acqua Avviati nel 2011 con un’ipotesi di conclusione nel 2016, i lavori stanno riconsegnando alla città toscana l’area industriale dismessa vicino al porto vecchio, dove saranno realizzati negozi, ristoranti, centro benessere, aree relax, alberghi e residenze. Promotore: Porta Medicea, costituita da Igd Siiq e da Cmb

I

l progetto è di quelli che cambiano volto a un’intera città. Un cambiamento che non stravolge il rapporto con l’ambiente limitrofo, come spesso capita per le opere immobiliari di grandi dimensioni, ma al contrario che mira a restituire agli abitanti una lingua di terra divenuta archeologia industriale. Parliamo dell’iniziativa real estate Livorno Porta a Mare, promossa dalla società Porta Medicea, costituita dai colossi Igd Siiq e Cmb. I lavori sono incominciati nel 2011, con una previsione di fine cantiere nel 2016, ma per la parte commerciale la virtuale posa della prima pietra avverrà entro pochi mesi. «Ora stiamo lavorando sulla parte residenziale – ci aveva raccontato in occasione della scorsa edizione del Mapic Claudio Albertini, amministratore delegato di Igd Siiq –, mentre a metà 2013 lavoreremo sulle Officine Storiche, che ospiteranno una grossa galleria. Livorno Porta a Mare è il nostro progetto centrale, con 70mila mq di gla di cui oltre 20mila di gla retail e un investimento di 200 milioni di euro. Il suo scopo è integrare la città

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con il waterfront, realizzando nell’area industriale dismessa delle residenze, ristorazione, negozi e il collegamento con il porto turistico». Entrando nello specifico, quello su Livorno è un progetto di riqualificazione di una vasta area industriale, pari a 120.000 mq, collocata nei pressi del porto vecchio. La soluzione adottata è quella di un polo multifunzionale, che si svilupperà secondo un concept innovativo: il waterfront risulterà collegato al centro della città, integrandosi nel tessuto urbano e costituendone un elemento di valorizzazione. In pratica sarà un nuovo quartiere urbano composto di cinque sub ambiti che andranno incontro alle diverse esigenze degli utenti. Piazza Mazzini e le Officine Storiche saranno dedicate allo sviluppo di residenze, uffici, attività commerciali, di servizio e di eccellenze locali, mentre il Molo Mediceo e l’Arsenale ospiteranno strutture turistiche e alberghiere. L’area Lips sarà invece dedicata a proposte di svago e tempo libero, oltre che a residenze e a infrastrutture turistiche. Tra queste si annovera il nuovo porto

Indice di innovazione Architetto, Alessandro Stroligo Associate Director di Chapman Taylor Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca Redazione r&f (Andrea Penazzi) turistico, dotato di 700 posti barca oltre alle relative infrastrutture, che rappresenterà nelle intenzioni dello sviluppatore il volano per le attività commerciali in corso di realizzazione. Alberghi, locali, ristoranti, pub ma anche vie di negozi, un centro benessere e altro ancora completano il novero delle soluzioni. L’apertura di questa nuova area urbana

7,62 7,5 7,5 7,5 8

avverrà a blocchi: il Lotto Piazza Mazzini nel dicembre 2013, il Lotto Officine Storiche nel secondo semestre 2015 e infine i Lotti Molo Mediceo, Arsenale e Lips entro il secondo semestre 2016.

Offerta commerciale, al via le Officine del retail Piazza Mazzini e le Officine Storiche


Il progetto in pillole Apertura prevista Inizio dei lavori Investimento Promotore

Commercializzazione Progettazione Località Indirizzo Localizzazione Tipologia Gla totale Gla commerciale Parcheggi Livelli commerciali Medie superfici Intrattenimento Unità ristorazione/GLA Totale unità

Lotto Piazza Mazzini dicembre 2013 Lotto Officine Storiche secondo semestre 2015 Lotti Molo Mediceo, Arsenale, Lips secondo semestre 2016 gennaio 2011 200 milioni di euro Porta Medicea srl, Società del Gruppo IGD Igd Siiq SpA – destinazione commerciale Porta Medicea srl – vendita residenziale e direzionale Arch. Isola, Studio arch. Cobolli Gigli e Monico; Arch. Lucchetta (RetailDesign srl) Livorno, Porto Mediceo via G. D’Alesio, n. 2 urbana Complesso polifunzionale/water front 70mila mq 20.500 mq 2.000 1 7, (9.887 mq complessivi di gla) Centro fitness e benessere di 3.340 mq 1.100 mq circa 70 oltre ristorazioni e servizi

saranno dedicate allo sviluppo di residenze, uffici e attività commerciali, integrate nella città e con alta vocazione al servizio, alla nautica e alle eccellenze del territorio. I negozi, posti al piano terra e caratterizzati dai bastioni nel tipico stile delle fortezze medicee, saranno ospitati in parte nelle antiche officine e in parte al piano terra del sub ambito Mazzini, con affaccio sul canale e su piazza Mazzini. Nel contesto di piazza Mazzini sorgeranno 45 punti vendita, per complessivi 5.180 mq di gla, e due medie superfici, per un totale di 2.050 mq, di cui una dedicata ad alimentare. Nell’ambito delle Officine Storiche ci saranno invece 25 punti vendita, su 2.095 mq di gla, e cinque medie superfici, che complessivamente si estenderanno su una gla 7.485 metri quadrati. A queste si aggiungerà un'ampia location, di oltre 3.300 mq, dove verrà realizzato un centro fitness e benessere. Grande importanza avrà inoltre la ristorazione, che troverà spazio su una gla di 1.100 mq, di cui 300 in piazza Mazzini e circa 800 nelle Officine Storiche, in entrambi i casi con affaccio sul mare. L’offerta per il tempo libero sarà predisposta nell’area Lips. Qui è in fase di studio un polo dell’intrattenimento, in grado di attrarre sia i flussi cittadini che quelli turistici in transito. I metri quadrati dedicati saranno circa 23.500.

Delineate le caratteristiche del contenitore retail, è ancora presto per conoscerne i contenuti. Al momento Igd Siiq è impegnata nel commercializzare le sette medie superfici, che si estenderanno complessivamente su quasi 10mila metri quadrati. Altrettanto prematuro, inoltre, è il tema dei canoni di locazione e dei costi di gestione, anch’essi in fase di valutazione.

Ambiente e design: la vecchia fabbrica diventa green

Il modello architettonico è integrato e armonico con quello del vicino centro città. Grande rilevanza avrà il restauro delle Officine Storiche, risalenti all’”800, per le quali si attuerà un recupero in chiave archeologico – industriale con l’intento di mantenerne i tratti salienti e di esaltarne gli spazi con pareti interamente vetrate. Il progetto prevede il recupero delle capriate metalliche e l’utilizzo delle strutture dei vecchi carriponte. Le Antiche Officine saranno integrate con un sistema di “tetto giar-

fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it

Inquadramento Territoriale

dino”, che ben evidenzia il contrasto tra il passato di matrice industriale e il futuro di servizio per la collettività, a vocazione ambientale. Un ulteriore elemento green: le unità saranno prevalentemente in classe energetica A e B, con un impianto di climatizzazione e di riscaldamento che sfrutterà le fonti rinnovabili e sarà a totale recupero con raffreddamento a mare. «Il contenimento energetico è quindi assicurato dalla qualità dell’involucro edilizio e dal ridotto consumo di energia elettrica per la climatizzazione – ha reso noto Igd Siiq –. Quest’ultimo, per tipologia impiegata, garantirà anche i massimi livelli prestazionali per il comfort». Complessivamente l’investimento

dichiarato in tecnologie green è di 10 milioni di euro. In un’ottica eco friendly rientra anche il minor consumo di suolo per il parcheggio: dei circa 2.000 posti auto previsti, 1.700 saranno sotto la quota pavimento e 250 quelli a raso.

Obiettivo crocieristi

In primis a usufruire di questi nuovi spazi saranno i cittadini di Livorno. In particolare perché il bacino di utenza, stimato da Igd Siiq in 173.000 abitanti nei 20 minuti di isocrona, si compone nella quasi totalità, pari a 161mila unità, nel comune capoluogo. La continuità territoriale con la città emerge anche dalla vicinanza a una delle prin-

retail&food - aprile 2013 29


Prima pietra

cipali via dello shopping livornese: via Grande. Ma gli obiettivi del promotore si estendono oltre i confini del comune: via terra e via mare. «Come ben si può intendere – ha reso noto il promotore –, date le diverse destinazioni d’uso il progetto aspira ad attrarre un bacino regionale, oltre a una cospicua fetta di turisti che frequentano la costa e che attraccano al porto di Livorno con le navi da crociera e i traghetti. Il Porto di Livorno è risultato nel 2011 il quarto porto in Italia per numero di crocieristi transitati, sorpassando quello di Genova e arrivando a sfiorare il milione di passeggeri». Entrambi i target, locale e turistico, garantiranno quindi un ampia platea di potenziali fruitori delle attività commerciali e di ristorazione. Ma il dato non è solo quantitativo: «Il reddito pro capite del bacino è di 19.267 euro, in media con quello della regione toscana e più alto della media italiana (17.710 euro) – ha precisato la società –. A ciò si aggiunge un buon potenziale di traffico crocieristico, generalmente alto spendente, che oggi non trova una risposta alla proprie esigenze di consumo». Ma della composizione del bacino ne parliamo in modo più approfondito nella sezione dedicata, con il contributo di Sincron Inova.

Analisi di bacino

Consideriamo come sempre l’isocrona dei 20 minuti di percorrenza automobilistica con condizioni di traffico medie e analizziamo i dati della popolazione residente e dei competitor forniti da Sincron Inova. Il bacino in termini di abitanti residenti comprende per oltre il 60% residenti nel comune di Livorno, quindi focalizzeremo l’analisi su dati a esso riferiti. Dal punto di vista sociodemografico i dati sono abbastanza in

30 retail&food - aprile 2013

Player per le fasce isocrone della localizzazione (Accesibilità: 20 minuti, con autostrade, traffico medio) Fasce isocrone

Format

Insegna

Prov.

Comune

Indirizzo

Superf. (mq)

Dist. (min.)

00' - 05' – 05' - 10'

Centro Commerciale

LE FATE

LI

LIVORNO

Via Grotta delle Fate 41

12.000

8,5

Parco Commerciale

PORTA A TERRA

LI

LIVORNO

Via Antonio Bacchelli ang. Via Aurelio Lampredi

16.000

9,0

Centro Commerciale

MARILIA

LI

LIVORNO

Via Puini 97

6.800

9,2

22.584

9,4

2.500

9,7

Centro Commerciale

FONTI DEL CORALLO

LI

LIVORNO

Via Gino Graziani 6 Loc. Porta a Terra

Centro Commerciale

LA LECCIA

LI

LIVORNO

Via Giotto 15

10' - 15' – 15' - 20' –

linea con la media nazionale. Facciamo solo notare un numero medio di componenti della famiglia inferiore (2,25 contro 2,41) e una minor percentuale di stranieri (5,4% contro il 7%). La popolazione residente nel comune, ma anche nella provincia e nella regione, ha un’età media superiore a quella del Belpaese e può contare su una minor percentuale di under 25 anni e una maggior percentuale di over 64 anni. Dal punto di vista dell’occupazione i dati sono in linea con

la media italiana, mentre segnaliamo un minor tasso di disoccupazione. In generale la capacità di generare reddito e quella di consumare, sintetizzate nel numero indice di reddito (Nir) e in quello di consumo (Nic), sono più alte rispetto a quella dello Stivale, rispettivamente del 7% e del 12 per cento. Non deve sorprendere che il Nic sia superiore al Nir poiché questi numeri sono ottenuti indicizzando i dati di reddito e di consumi medi dei diversi livelli ammini-

strativi ai valori medi nazionali. Passando alla valutazione dei competitor presenti nel bacino possiamo notare come l’offerta sia composta di cinque complessi, tra cui un parco commerciale (il “Porta a Terra”) e quattro centri commerciali: tre di piccole dimensioni e uno di medie dimensioni (il “Fonti del Corallo”). La particolarità è che queste strutture si concentrano tutte nell’isocrona che va tra i 5 e i 10 minuti. A. P.

fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it

I centri commerciali presenti nel territorio



Long life

Centro commerciale

Metropolis

,

pioniere in Calabria P

unto di riferimento per il retail organizzato nella città di Cosenza, il Centro Commerciale Metropolis fu uno dei primi presidi della grande distribuzione a essere realizzato in Calabria. Inaugurato il 16 ottobre del 1997, con 24.700 mq di gla è rimasto a lungo il più grande nella regione, sino a quando nel 2008 è stato scavalcato dall’ampliamento dello shopping center Due Mari, inaugurato nel 2003 alle porte di Catanzaro. Terzo centro commerciale nell’area per gla è Porto degli Ulivi, con 24.464 mq, posizionato sul bacino di Reggio Calabria. Tutte le altre strutture non superano i 20mila mq e sono sorte nella seconda metà dello scorso decennio. Tra queste spiccano ViboCenter, con 20mila mq di gla, e Porto Bolaro, con poco più di 15mila mq di gla. Ad oggi la Calabria è una delle regioni del sud Italia con la maggior densità di gla, pari a 208 mq ogni mille abitanti (fonte Sincron Inova). Metropolis, terzo progetto analizzato nella rubrica Long Life, è uno dei primissimi esempi attivi nel Meridione, in grado di assicurarsi tuttora una media di 20mila visitatori al giorno, per un dato annuale che supera i 6,7 milioni di persone. Il vacancy rate è pari a zero. Ma dalla nascita del centro ad oggi molto è cambiato, a partire dalla proprietà passata nel 2006 da Gruppo Manna al Fondo Herald, gestito da Henderson Global Investors. Contestualmente la gestione e la commercializzazione sono state affidate a Cushman & Wakefield. Proprio al gestore ci siamo rivolti per conoscere in profondità le caratteristiche e le performance del Metropolis, partendo innanzitutto da quelli che sono percepiti come i valori aggiunti di questo asset. «Senza dubbio il valore aggiunto del centro commerciale – ha dichiarato l’azienda – è rappresentato dalla sua centralità rispetto alle abitudini commerciali e di svago della comunità cosentina nel suo complesso e di quella rendese in particolare.

32 retail&food - aprile 2013

Sia la popolazione più giovane che quella più matura sono solite frequentare, sempre più assiduamente, la galleria del centro. La vicinanza agli svincoli autostradali permette, altresì, di attrarre un notevole flusso, particolarmente durante i weekend, da quasi tutta la regione. Possiamo affermare, senza paura di essere smentiti, che il Metropolis è uno dei pochi centri commerciali italiani nel quale non vi sia alcuna asimmetria significativa di flussi tra il piano terra e il piano primo. In quei pochi settori della galleria che vengono percepiti come di “ leggero minor passaggio” in realtà ci sono brand capaci di generare fatturati impressionanti, perfino superiori ad altri di negozi posizionati in zone di maggior flusso. A testimonianza di tutto ciò citiamo un caso più unico che raro: un’importantissima azienda nazionale, ma dal respiro internazionale, per circa tre mesi ebbe due contratti di affitto

di ramo d’azienda con la stessa insegna, pagando perciò un doppio canone ma avendo uno dei due negozi chiuso, pur di accaparrarsi un’unità strategica nella quale oggi fattura oltre 25mila euro a metro quadro».

Con il 2006, la svolta

Come già accennato, la svolta per il centro commerciale Metropolis è avvenuta nel 2006, quasi 10 anni dopo la sua apertura, in virtù dell’acquisizione della proprietà da parte di un fondo di investimento gestito da Henderson. Contestualmente la gestione, e quindi la ricommercializzazione delle unità in scadenza di affitto, è passata nel portfolio di Cushman&Wakefield. Il primo impegno del nuovo gestore è stato quello di occuparsi di alcuni rinnovi contrattuali strategici. In quel contesto il piano ha premiato gli operatori locali che avevano creduto

Nato nel 1997 alle porte di Cosenza, nel 2006 il centro commerciale è stato rilevato da un fondo gestito da Henderson Global Investors SGR. Forte di un ipermercato IperSpar e di 85 negozi, il Metropolis non ha competitor di dimensioni paragonabili. Sempre dal 2006 la gestione è stata affidata a Cushman & Wakefield.


nel progetto Metropolis sin dall’inizio, indirizzandoli verso la scelta di nuovi marchi più in linea con le tendenze del mercato. Oggi le linee strategiche che muovono la commercializzazione sono volte a intercettare i brand di medio e alto livello che, seppur inizialmente diffidenti, sono stati adeguatamente convinti vedendo i numeri sviluppati da questo centro commerciale. Numeri che C&W definisce di «assoluta rilevanza regionale». Queste scelte sono state poi avvalorate da costanti analisi rivolte alla clientela, al fine di capire quali siano i reali bisogni e i desiderata del centro. E così, su questa falsa riga, saranno impostati anche i prossimi anni. «Il futuro del Metropolis sarà quel-

Il centro in pillole Primo gestore Gestore attuale Commercializzazione attuale Proprietà iniziale Proprietà attuale Data di apertura Investimento iniziale Gla Numero attuale di punti vendita àncora alimentare/gla Numero di medie superfici Numero di unità di ristorazione Numero di visitatori annui Posti auto

n.d. Cushman & Wakefield dal 2006 Cushman & Wakefield dal 2006 Gruppo Manna Fondo Herlad, gestito da Henderson Global Investors SGR 16 ottobre 1997 n.d. 24.700 mq 85 Iperspar 7 5 6.750.000 2.000

lo di un centro capace di modularsi alle esigenze della clientela – ha proseguito con una nota Cushman & Wakefield –, di ospitare le principali insegne che si affacceranno nel panorama del retail italiano e internazionale». Altra novità per il futuro consiste in possibili ammodernamenti degli impianti e ampliamenti della struttura. Si parla di riduzione dei consumi, intervenendo sul miglioramento delle tecnologie e sull’uso di materiali e prodotti a basso impatto ambientale. Nessuna necessità si è palesata, invece, sull’implementazione delle infrastrutture viarie: «il centro è inserito in una zona urbana di forte sviluppo – riferisce il gestore –, pertanto la viabilità

retail&food - aprile 2013 33


Long life non ha potuto essere ulteriormente sviluppata. Le due arterie che lo raggiungono sono comunque in grado di collegare velocemente il Centro Commerciale Metropolis al centro di Cosenza e alle reti di più veloce percorrenza». I posti auto a disposizione della struttura sono circa 2mila: mille al coperto e mille scoperti.

L’offerta oggi

Il Metropolis si estende su una superficie complessiva di 56.200 mq, distribuiti su due livelli commerciali. Nell’offerta, come nei numeri, spiccano i 5.800 mq di superficie di vendita in quota a IperSPAR, che salgono a 9.600 tenendo presente la superficie di servizio. Grande spazio, oltre 14 mila mq, è utilizzato come superficie di vendita dei negozi, mentre 7.000 mq sono occupati dalla galleria commerciale. Complessivamente le unità retailer sono 87, di cui sette medie superfici. Ai lati della superficie alimentare, posizionata al livello terreno lungo la passeggiata centrale, risaltano gli anchor store di abbigliamento Piazza Italia e Non solo Sport sulla sinistra, di Bata e Ovs sulla destra. Tra Bata e IperSpar si colloca l’insegna hi-tech Media World. L’offerta del livello terreno si completa principalmente con soluzioni legate ai beni per la persona e agli articoli per la casa e il tempo libero. In quest’ultimo segmento si segnalano Kasanova, Giunti al Punto e Re Sole. Il livello superiore vede una forte presenza di operatori legati ad abbigliamento e calzature e alla ristorazione, quest’ultima concentrata prevalentemente in una singola aerea a destra della galleria. Tra gli operatori food segnaliamo McDonald’s, Rossosapore e Yoyogurt. Il ricambio dei brand, come annunciato da Cushman & Wakefield, rimane

interessante: nel 2012 si sono registrate le aperture dei negozi Tim, Vodafone, 3 Store, Primadonna Collection e Rosso Sapore, ai quali va aggiunto l’ampliamento dello store Kasanova. Nessuna indicazione è stata fornita dal gestore sui costi di locazione fissi e variabili, mentre sono stati comunicati i dati relativi ai costi di gestione, per i quali la forbice è compresa tra i 95 e i 110 euro al mq all’anno, a esclusione dei costi privati.

I centri commerciali presenti nel territorio

Servizi ed eventi

Nonostante il sostanziale monopolio all’interno di un bacino piuttosto consolidato e di prossimità, che potrebbe indurre a una posizione di rendita, il centro commerciale Metropolis si dimostra piuttosto ricettivo nell’inserire nuovi servizi all’interno della galleria, e ancor di più nello sfruttare la grande piazza antistante il complesso per organizzare eventi di forte impatto. Tra i servizi si annoverano il Wi-Fi gratuito, , la possibilità di consegne a domicilio per l’ipermercato, la nursery, l’allestimento di animazioni, l’assistenza a disabili e anziani, le giostrine per bambini, i carrelli per bambini e disabili, l’internet point, un’area lettura/relax, la presenza di distributori automatici di generi vari e l’area giochi esterna. Ulteriore utility disponibile: il collegamento con i mezzi di trasporto pubblico locale. Altro discorso, ancora più sentito, è quello legato alle sinergie con il territorio e alla realizzazione di eventi promo e concerti: «Il Centro Commerciale Metropolis, conscio del valore del proprio ruolo di luogo aggregativo per la comunità, pianifica strategie di consolidamento del rapporto con il proprio territorio di riferimento – ha specificato il gestore –. Gli eventi prevedono il coinvolgimento

fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it

Inquadramento Territoriale

fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it

34 retail&food - aprile 2013


Player per le fasce isocrone della localizzazione (Accesibilità: 20 minuti, con autostrade, traffico medio) Fasce isocrone

Format

Insegna

Prov.

Comune

Indirizzo

Superf. (mq)

Dist. (min.)

Anno apertura

fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it

00' - 05' – 05' - 10'

MARCONIPIU'

CS

RENDE

Via Guglielmo Marconi ang. Via Ettore Maiorana - Loc. Quattromiglia

2.500

5,0

2009

Centro Commerciale

I DUE FIUMI

CS

COSENZA

Piazza Giacomo Mancini

7.000

7,1

2003

Centro Commerciale

CARREFOUR GIARDINI DEL SOLE

CS

ZUMPANO

Via Beato Francesco Marino

10.000

9,7

1993

Parco Commerciale

PARCO DEL SOLE

CS

ZUMPANO

Via Beato Francesco Marino

9.000

9,7

Centro Commerciale

il tasso di disoccupazione è al 12,5%, contro l’8,4% nazionale. Ancora più esemplificati sono il Nic e il Nir, fermi rispettivamente sui valori di 69 e 73, fatto 100 il dato italiano. Passando alla valutazione dei player nel bacino del Metropolis, introduciamo rispetto all’analisi sull’articolo di prima pietra il dato sull’anno di apertura dei competitor. Lo scopo è quello di evidenziare come si presentava prima del taglio nastro e come è cambiata nel corso degli

10' - 15' – 15' - 20' –

di enti, istituzioni, associazioni, scuole e università presenti e operanti all’interno del bacino di riferimento. Inoltre durante il corso dell'anno, nella piazza antistante il centro, vengono abitualmente organizzati diversi eventi di intrattenimento, tra cui il tradizionale concerto gratuito con i migliori cantautori e interpreti della musica italiana. Tra gli artisti coinvolti nei vari anni spiccano i nomi di Lucio Dalla, Giusy Ferreri, Noemi, Ron, Zero Assoluto, Arisa e altri, che richiamano ogni volta migliaia di persone». L’obiettivo che questa strategia comunicativa e promozionale vuole perseguire è quello di legare il centro commerciale al territorio facendolo diventare ancora di più un polo di aggregazione sociale.

L’evoluzione del bacino

Consideriamo come sempre l’isocrona dei 20 minuti di percorrenza automobilistica con condizioni di traffico medie e analizziamo i dati della popolazione resi-

dente e dei competitor forniti da Sincron Inova. Il bacino in termini di abitanti residenti abbraccia la provincia di Cosenza, quindi focalizziamo l’analisi su dati a essa riferiti. Dal punto di vista socio-demografico, rispetto alla media nazionale emergono alcuni valori caratterizzanti. Nel particolare la percentuale di stranieri presenti è inferiore di oltre 4 punti (2,9% contro 7%), quella della popolazione under 25 è più alta di oltre due punti (26,2% contro 23,8%), quella degli over 64 è inferiore

di quasi un punto (18,8 contro 19,7) e l’età media è di un anno più bassa (41,5 contro 42,5). Addirittura il Comune di Rende, dove si posiziona il Metropolis, fa segnare una popolazione over 64 sulla soglia del 15,3% e un’età media di 40,4 anni. Meno incoraggianti, tornando alla provincia di Cosenza, sono i dati sull’occupazione, il Numero indice di reddito (Nic) e di consumo (Nir). Balza all’occhio, infatti, che la presenza di forze lavoro si ferma al 32,8%, contro il 41,6% nazionale, e che

anni l’area competitiva attorno al centro commerciale in oggetto. Con questa premessa possiamo notare la presenza tra i 5 e i 10 minuti di percorrenza in automobile dal Metropolis di tre centri commerciale e di un parco commerciale. La particolarità di questi complessi retail è la dimensione ridotta, non superiore ai 10mila metri quadrati. Solo uno di questi, il centro commerciale Carrefour Giardini del Sole, è stato aperto prima del Metropolis: nel 1993. Andrea Penazzi

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Dossier aeroporti

I

l calore del pavimento di legno tradizionale scandinavo e l’uso avanzatissimo della tecnologia. La valorizzazione degli “eroi locali” e l’inaugurazione prossima di un avveniristico duty free del gigante internazionale Gebr. Heinemann. L’alternanza di locale e globale, insomma, quel gusto glocale che ha fatto la fortuna dei rinomati ristoranti di Copenaghen, a partire dal titolato Noma, si ritrova anche nell’aeroporto delle capitale danese. Chiamato in gergo, ma anche nelle comunicazioni commerciali, Cph, lo scalo è un vero benchmark per il travel retail mondiale. Basti pensare che da cinque anni, consecutivamente, l’organismo di certificazione di qualità degli aeroporti Asq lo pone al primo posto per l’esperienza di shopping. Vediamo i dieci motivi per cui vale la pena, per chi si occupa di commercio nei luoghi di viaggio, farci un salto.

mondo e nomi sconosciuti a chi non abbia familiarità con i Paesi scandinavi si alternano nelle gallerie commerciali nell’aeroporto. Tra i primi si trova ad esempio l’insegna di elettronica di consumo Dixons Travel, considerato un paio di anni fa uno dei punti chiave per rilanciare l’offerta retail. Oppure Victoria’s Secret (intimo), che ha due punti vendita e che da qui partì nel 2012 poco prima di Malpensa per lanciare in Europa il nuovo format sfarzoso e tecnologico. O ancora Marc by Marc Jacobs (moda e accessori), inaugurato lo scorso 7 marzo, primo shop della griffe in un aeroporto europeo. «Anche quando inseriamo i marchi internazionali, ci teniamo a scegliere nomi che non siano già presenti nel mercato aeroportuale o nel mercato nazionale, in modo da risultare innovativi e quindi interessanti», commenta Carsten Nørland,

Copenaghen:

la semplicità dell’eccellenza Rassicurare e rallegrare il viaggiatore, assicurare comodità negli spostamenti e molte sorprese

dal punto di vista commerciale. Con un’attenta scelta di mix tra i brand internazionali e gli “eroi locali”, sia nel food che nel non food. E i risultati non lasciano dubbi sull’efficacia della strategia 1 Sense of place. A parole tutti i

gestori cercano di rendere gli aeroporti unici e riconoscibili tra mille. Salvo che ben pochi ci riescono come il Cph. A fare la differenza sono dettagli apparentemente secondari, come il pavimento, già citato. Tornati a casa, quel legno scuro rimane impresso e inamovibile nei ricordi, anche perché è presente ovunque. Non c’è solamente nel nuovo terminal low cost e in un’area per le biglietterie delle compagnie, allietata però da una serie di alberi posti sotto un soffitto in vetro e acciaio. Il senso del luogo è reso poi dall’uso massiccio di mobili e accessori del famoso design scandinavo: ne sono esempi le poltrone-letto viola affacciate sulla pista o gli arredi della lounge Cph Apartment. Altrettanto interessante il design nella sala al piano rialzato del negozio di Georg Jensen, noto produttore di argenteria. E infine, ma non certo per ultima, la presenza distintiva di tanti marchi locali.

2 Brand Mix. Marchi noti nel 36 retail&food - aprile 2013

vicepresidente, con delega al “market & sales” di Copenhagen Airports. Poi, ecco i campioni locali: il già citato Georg Jenses, Ole Lynggard Copenhagen (gioielleria), Sand (moda), Ecco (pelletteria), Royal Copenhagen (porcellane), Illums Bolighus (design danese), Peter Beier (cioccolateria artigianale) e molti altri. Ognuno ha una storia, che meriterebbe di essere raccontata. Infine ci sono i “supereroi”, ossia i brand del posto noti nel mondo. Ecco quindi il punto vendita di Lego e quello dello scandinavo (ma svedese) H&M, che qui aprì il primo shop nell’airside di un aeroporto: è su due piani, caratterizzato da un’ampia vetrina tonda. Marchi locali trovano poi spazio in una location temporanea. Al momento della visita era occupato dal produttore di dolci al liquore (molto cari) Lakrids by Johan Bulow.

3 Ristorazione. Stessa alternanza si ritrova nella ristorazione. I maggiori player sono i due abituali giganti del canale travel, HmsHost (gruppo


Autogrill) e Ssp. Essi gestiscono sia locali conosciuti nel mondo (dai tre Starbucks a Caffè Ritazza, da Burger King a McDonald’s, e c’è anche un Ciao di Autogrill) sia diversi ristoranti che hanno corrispettivi in città. In questo caso si fanno delle collaborazioni con operatori locali. Ssp ha per esempio stretto una partnership con “Copenhagen Concepts” per condurre due fiori all’occhiello del Cph: Mash, un ristorante con servizio al tavolo, ispirato alle steakhouse statunitensi, tra i più apprezzati della capitale danese; e Le Sommelier, un wine bar con offerta di pesce di qualità, versione locale e più abbordabile di Caviar House & Prunier, pur presente, con una gestione in proprio. Altri locali sono infatti gestiti direttamente dai proprietari. Tra questi si segnalano la “bakery” Lagkagehuset e soprattutto Joe & The Juice. Dal caratteristico layout di colore nero e rosa, ha una miscela di minimalismo e barocco ed è tra i locali più amati di Copenaghen, ci racconta la preparata addetta dell’ufficio stampa che ci accompagna nel giro. Anche per la ristorazione ci sono punti pop up, in occasione del festival “Copenhagen Cooking”.

Da sinistra, in senso orario: Carsten Nørland vicepresidente di Copenhagen Airports, panoramica dello Shopping Center, il bar Joe & The Juice, la lounge Cph Apartments, la “Sirenetta” di Bjarke Ingels e il nuovo duty free di Heinemann, il wine bar Le Sommelier.

4 Duty Free. Da capo, globale e locale. Il gestore è Gebr. Heinemann, con sede ad Amburgo, uno dei più noti a livello mondiale e particolarmente presente nel Nord ed Est Europa. L’11 aprile 2013 ci sarà l’inaugurazione del nuovo punto vendita, che sostituisce un duty free già di competenza del travel

retail&food - aprile 2013 37


Dossier aeroporti

In basso da sinistra: le poltrone con vista sulla pista, i punti vendita di H&M e Dixons Travel, due negozi di design storici: Georg Jensen e Illums Bolighus

In alto da sinistra: un punto vendita Lego, vista dall’area per famiglie, il locale di Ritazza

retailer tedesco. Esteso su circa 1.500 metri quadrati, dice molto di sé dall’insegna “Copenhagen Airport Tax Free by Heinemann”, invece del classico “Travel Value/Duty Free” o del più recente “Heinemann”. L’impronta del posto è evidente. Il layout prevede ampio uso di listelli di legno chiaro sul controsoffitto e sono ospitate realizzazioni ad hoc fatte da designer: dai lampadari alla “Sirenetta” in legno alta cinque metri che funge da espositore di prodotti tipici alimentari, creata dall’artista Bjarke Ingels. Come nella galleria, c’è un’alternanza di shop in shop di nomi internazionali e locali, come Kiehl’s, un marchio di cosmesi naturale, genere molto amato dalla popolazione scandinava, tanto che a questo genere di prodotti è dedicata un’area del duty free. Nei pressi di questa si trova l’angolo “Pre-order pick up”: come suggerisce il nome, è il luogo dove i viaggiatori frettolosi possono ritirare le merci ordinate online prima di partire.

38 retail&food - aprile 2013

5 Rapporto con i retailer.

Quando in aeroporto si trovano delle repliche di negozi o locali presenti anche in città, ci tiene a precisare Carsten Nørland, nei contratti viene imposto di avere gli stessi prezzi delle location urbane. La selezione dei marchi è diretta: «ci piace dialogare con i brand» aggiunge. In quest’ottica la competizione tra i negozi è incentivata ma non esasperata. «Cerchiamo di creare un ambiente dove i concessionari siano felici e non debbano rubare i clienti al vicino». Piuttosto, per innalzare il livello di offerta gli strumenti sono altri: i mystery shopper e i giudizi dei passeggeri. I primi sono numerosi, effettuano controlli tutte le settimane e pubblicano delle classifiche sulla qualità dei negozi. Questo spinge chi si trova in basso a darsi da fare. I passeggeri, invece, possono dare il proprio giudizio e rating nell’applicazione per smartphone dell’aeroporto. Una novità, questa, che dovrebbe a nostro giudizio essere raccolta anche da altri aeroporti.

6 Flessibilità. «Siamo continuamente alla ricerca del giusto mix di offerta. Per questo proponiamo spesso spostamenti e alla scadenza dei contratti, in genere di cinque anni, valutiamo con i gestori se cambiare marchio o formato», spiega Nørland. La flessibilità è d’altra parte un punto fondamentale della strategia commerciale dello scalo. Basti pensare che lo shopping center (termine con cui si intendono le gallerie commerciali del terminal 1 e 2) aprì i battenti nell’estate del 2008. Di lì a poco la crisi finanziaria mondiale esplodesse in tutta la sua forza. Intuendo che non sarebbe stata di breve durata, i vertici dell’aeroporto decisero di correre ai ripari. Se prima tutta l’offerta era di fascia alta, in seguito le gallerie furono divise in una premium e in una accessibile, il cui simbolo è lo store di H&M. Fu una scelta azzeccatissima: l’aeroporto è riuscito ad attraversare indenne la bufera. Di più: negli ultimi tre anni i ricavi dello shopping center sono cresciuti sempre più del

10%, con il 2012, anno critico per tutti, chiuso con un avanzamento di 11 punti percentuali.

7 Rapporto avio-non avio. Ad aiutare questi numeri c’è senz’altro il buon andamento dei passeggeri, cresciuti più che in tutti gli altri hub europei sia nel 2010 che nel 2012 (e con un incremento significativo anche nel 2011). Lo scorso anno sono stati 23,3 milioni, in salita del 2,7% (+10% i passeggeri intercontinentali). Non poco se si pensa che la popolazione della Danimarca è di soli 5 milioni di abitanti. Questi risultati, sottolinea Nørland, si sono ottenuti da una parte grazie alla struttura compatta dell’aeroporto: i due terminal sono attaccati (con in mezzo il duty free) e i cambi di volo sono molto più rapidi dei concorrenti. Dall’altra, sempre secondo il vicepresidente di Cph, grazie proprio alla piacevolezza del terminal: si verrebbe quindi a creare un circolo virtuoso tra l’apporto dell’avio e del non-avio, molto


PAX (passengers) Passengers ('000)

Transfert in % of local departures

24,000

36

23,000

30

22,000

24

21,000

18

20,000

12

19,000

6

18,000

2008

Passengers

2009

2010

2011

2012

0

Transfer %

Concession Revenue

lontano dai rapporti gelidi che si ritrovano tra le due funzioni in altri contesti.

8 Terminal low cost. Fuori dalla logica dei transiti, merita una visita anche il terminal low cost, chiamato “Cph Go”. Come avviene nel “Billi” di Bordeaux, tutto è ridotto all’essenziale: gli aerei si raggiungono a piedi (esperienza peraltro più piacevole di molti bus navetta), non ci sono attività commerciali se non una vending machine e non ci sono tapis roulant o altre comodità. Aperto nel 2010, è raggiunto da alcune compagnie low cost, come easyJet, e conta circa un milione di passeggeri all’anno. A ingentilirlo ci sono le pareti, dipinte di celeste e rosa. Nel corridoio che lo collega al terminal principale, sono segnati per terra i tempi di percorrenza a piedi. 9 Tecnologia. Il termine usato per

indicare il complesso di accorgimenti tecnologici è “piattaforma digitale”.

Comprende diverse cose: il sito, innanzitutto, che sarà soggetto a restyling. I social network, aggiornati sia per le informazioni sul traffico sia per informazioni commerciali, «ma in modo non troppo diretto – spiega Nørland –, più per far sapere cosa c’è di nuovo o di particolare». La mappa disponibile su Google Indoor Maps. E infine l’applicazione per smartphone che, come detto, si distingue per la possibilità di commentare e giudicare i punti vendita. La tecnologia è poi usata per compiere analisi molto dettagliate: quando un passeggero entra nel terminal, la posizione del suo cellulare viene identificata (dai controlli di sicurezza o dai vari arrivi) e i suoi movimenti tracciati. Questo avviene non a campione ma per tutti i viaggiatori. In questo modo si ottengono preziose informazioni (nel rispetto della privacy) sui loro movimenti. «Per esempio abbiamo capito – rivela il responsabile commerciale – che il 75% delle persone va a vedere i negozi in tutti e due i terminal»

DKK million 2012 Shopping centre 683.0 Parking 287.4 Other revenue 49.7 Total 1,020.1

andando quindi anche lontano dai gate loro assegnati. Possono farlo perché i controlli dei passaporti sono posti in fondo al percorso, prima degli imbarchi, e quindi si ha un’area accessibile sia ai passeggeri Schengen che extra-Schengen. Qualcosa di molto simile, dunque, a quello che si realizzerà nel prossimo “Terzo Terzo” di Malpensa (si veda r&f di marzo 2013). Ultimo punto, quello della multicanalità: con il programma Cph Advantage in caso di acquisti online di beni o servizi si ottengono dei punti. Per ora si possono usare per altri acquisti sul sito, ma nel corso del 2013 daranno diritto a servizi anche nel terminal, secondo un approccio multichannel. Un esempio banale: si potrà avere il caffè grande al prezzo di quello piccolo.

10 Servizi. Ultimi, ma non per importanza, i servizi. L’impressione è che ci sia uno sforzo vero di far sentire a proprio agio i passeggeri, nella convin-

2011 615.4 275.1 53.2 943.7

Ch. 67.6 12.3 (3,5) 76.4

Ch.% 11.0% 4.5% (6.6%) 8.1%

zione che ciò sia più utile di un’iperstimolazione all’acquisto. In quest’ottica il nuovo duty free ha un percorso “walkthrough” meno stringente rispetto a prima, in modo da non stressare troppo i viaggiatori. Altro esempio: nella galleria commerciale, a un piano rialzato rispetto ai negozi, ci sono delle poltrone-letto viola, affacciate sulla pista, con prese elettriche annesse, dove ci si può rilassare o lavorare. Poco distante c’è un’area per famiglie, ad accesso gratuito. Oltre a specchi deformanti e tavolini dove disegnare, c’è un banchetto con due iPad, dove i bambini piccoli possono giocare a individuare delle figure. Il rispetto del relax non significa mancanza di iniziativa: basti pensare che per i preziosi turisti cinesi sono presenti dei personal shopper che li accolgono e li guidano su richiesta negli acquisti. O che tutti gli acquisti effettuati all’andata si possono ritirare al ritorno. Tra le varie altre facilities (il wi-fi gratuito per chi è iscritto al programma fedeltà, per esempio), si segnalano anche quelle a pagamento: la spa di ispirazione asiatica Ni'mat e l’hotel Hilton Copenhagen Airport, cinque stelle con 29 sale riunioni e un centro congressi da 450 posti. Tra le cinque lounge dello scalo, i Cph Apartments sono accessibili a pagamento anche a chi non ha biglietti premium delle compagnie legacy e hanno un arredamento ispirato alle case di Copenaghen. Infine gli eventi: ce ne sono diversi, da quelli in occasione del festival di cucina alle decorazioni dal vivo delle porcellane reali. A proposito, esiste anche una sezione dell’aeroporto dedicata alle teste coronate danesi. Ma è separata dagli altri terminal e decisamente inaccessibile ai comuni mortali. Fabrizio Patti

retail&food - aprile 2013 39


Parola di Frances Ouseley

Frances Ouseley, arriva in easyJet il 31 maggio 2011, come direttore per l’Italia. Ha una comprovata esperienza nel turismo e trasporto aereo, avendo lavorato per diversi anni in Travelport Italia e avendo ricoperto diverse posizioni nelle vendite, nel marketing, nel revenue e network management in Alitalia. Ha lavorato presso Ibm Global Travel and Transportation, in Uk. Ăˆ stata associate partner in TConsulting, societĂ di consulenza nel settore turismo. 40 retail&food - aprile 2013


easyJet,

l’importanza della scelta

C

on la battaglia vinta nei tribunali, easyJet farà partire cinque voli al giorno da Linate verso Fiumicino, e viceversa. Entra quindi nella rotta più business che ci sia in Italia. Come cambierà la sua offerta e la sua identità? Lo abbiamo chiesto a Frances Ouseley, direttore Italia della compagnia. Il nuovo collegamento Linate-Fiumicino sembrava un’utopia. Ora finalmente, dopo una lunga battaglia, easyJet sta per partire. La vivete come una vittoria storica? Sicuramente sì. È un grande successo per tutti i consumatori italiani, per tutti coloro che negli anni non hanno potuto scegliere; non avevano alternativa, pur magari volendola trovare. Avete pensato che le difficoltà fossero eccessive? Abbiamo affrontato il tema degli slot con grande caparbietà. Quando è decaduta l’antitrust immunity, che era stata data ad Alitalia per tre anni, abbiamo deciso di affiancare l’Antitrust nell’indagine finalizzata a identificare la sussistenza di una situazione di dominanza. Per poter rimuovere una situazione di monopolio è infatti necessario che ci sia qualche operatore desideroso di entrare nella rotta. Come avete agito? Noi abbiamo puntato soprattutto sull’evidenza dei fatti e abbiamo sempre creduto che fosse particolarmente difficile confutare l’esistenza di una situazione di monopolio, peraltro nota e sotto gli occhi di tutti da anni. E quindi siamo andati avanti in un percorso, che noi onestamente ipotizzavamo più breve, anche perché il monopolio comunque doveva essere eliminato a partire dall’inizio della stagione winter del 2012, che parte il 25 ottobre. Invece ci sono state delle lungaggini legali, fino ad arrivare al Consiglio di Stato, che a gennaio ha dato il via libera finale per poter cominciare a volare. La macchina operativa di una compagnia aerea è abbastanza complessa, per cui nel momento in cui si è stabilita la data c’è stato sicuramente un grande impegno organizzativo. Ma siamo stati pronti. Negli scorsi mesi i retroscena si sono moltiplicati, si parlava di un sistema politico-economico che faceva blocco contro di voi. Avete avuto questa impressione? Non abbiamo mai pensato a, come dice lei, un blocco politico-economico. Queste sono dietrologie, speculazioni di tipo giornalistico, che mi rendo conto possano essere fondate, però noi

abbiamo sempre avuto fiducia nella istituzioni e nelle autorità. Sarebbe stato veramente assurdo che il Consiglio di Stato confutasse quelle che erano state decisioni precedenti, facendo fare al nostro Paese, rispetto agli osservatori internazionali…insomma non una bella figura. Anche perché la Linate-Fiumicino era l’ultima rotta in monopolio in Europa. La Linate-Fiumicino, su cui prevedete 400mila passeggeri all’anno, è una tratta fortemente business. easyJet d’altra parte ha già intercettato questa clientela. Ci saranno servizi business ad hoc per questa tratta? Sono ipotizzabili, per esempio, dei fast track dedicati? Sicuramente sì. Intanto uno dei motivi per cui siamo stati scelti come miglior concorrente (dall’Antitrust, ndr), è proprio perché abbiamo costruito a livello europeo una credibilità sui passeggeri business, che sono circa un quinto del totale. Stiamo predisponendo e abbiamo predisposto dei servizi dedicati a loro. Abbiamo già annunciato che sarà disponibile il fast track sia a Fiumicino che a Linate, per i passeggeri che viaggiano con le nostre tariffe flessibili e per i possessori della easyJet Plus. Sarà quindi un servizio correlato a coloro che viaggiano per affari, che sono “time sensitive”. Ovviamente la nostra strategia core rimane incentrata sui prezzi. La nostra offerta punta da sempre sulla convenienza, anche per viaggi d’affari: oggi tutti se possono risparmiano volentieri, potendo ottenere un buon rapporto qualità prezzo. Abbiamo poi introdotto la preassegnazione dei posti gratuita per tutti, mentre per coloro che vogliono scegliere il posto c’è un prezzo da pagare. Ma sono tutte opzioni gratuite per chi viaggia con le tariffe flessibili. Avete scelto di specificare nelle vostre boarding pass che sono ammessi secondi bagagli se acquistati in aeroporto. Sulla “one bag rule” vi differenziate quindi nettamente da Ryanair. Qual è il vostro punto di vista sul tema? Nella definizione delle nostre policy siamo particolarmente attenti ad andare incontro a quello che vogliono i passeggeri. Per esempio, non mettiamo limiti al peso dei bagagli. Permettiamo quindi di portare a bordo un pezzo addizionale acquistato nell’area duty free perché i passeggeri lo chiedono. Nello stesso tempo cerchiamo di avere un rapporto di partnership con gli aeroporti. E pensiamo che i consumatori debbano avere la possibilità di scelta. L’aeroporto d’altra parte ha un altro tipo di offerta rispetto a quella nostra a bordo.

Altre compagnie low cost hanno ipotizzato di acquistare dei terminal, magari per adattarli alle proprie esigenze. D’altra parte ci sono già terminal low cost in Europa, come il Billi a Bordeaux o il Cph Go a Copenhagen. È anche nei vostri piani? Non mi risulta e in tutti i casi si tratterebbe di informazioni riservate. Lei invece ha toccato il punto dello sviluppo di infrastrutture dedicate alle compagnie low cost. È un tema che in Italia vediamo andare a rallentatore. Con lo sviluppo di infrastrutture dedicate, a operatori come noi che non hanno bisogno di operazioni complesse, si potrebbero offrire delle differenziazioni tariffarie. Sarebbe un gioco win-win: l’aeroporto spenderebbe di meno e di conseguenza potrebbe fissare tariffe più basse, con effetti a valle sulle tariffe finali per i viaggiatori. Diversi aeroporti hanno ottenuto incrementi significativi nelle tasse aeroportuali. C’è il rischio di un disimpegno delle compagnie, come avvenuto negli scorsi anni in Spagna? Non glielo so dire. Sono conti che impattano in modo diverso le diverse aziende. Di certo le compagnie italiane non sono finanziariamente solide e incrementi di questo tipo hanno impatti rilevanti. Le altre compagnie low cost sono finanziariamente più solide ma fanno, come normale, delle scelte di opportunità. I ricavi ancillari di easyJet sono balzati dal 2010 al 2011, secondo una ricerca Amadeus, da 654 a 890 milioni di euro e sono il 20,8% dei ricavi totali. Il trend si è confermato nel 2012? Il trend è in crescita da parecchi anni, perché i ricavi ancillari sono sempre stati una componente del modello di business di easyJet. Nel 2012 abbiamo avuto una contrazione della parte assicurativa, però i ricavi ancillari continuano a essere una parte estremamente solida e si sono attestati attorno al 20 per cento. Posso citarle questo dato: i ricavi per posto sono cresciuti nel 2012 del 6 per cento. Lei è country director di un’azienda che ha a sua volta un amministratore delegato donna. Pensa che questa guida al femminile influenzi positivamente l’andamento dell’azienda? È innegabile che la guida di Carolyn McCall ha portato grandi successi per easyJet. Siamo entrati nella lista delle 100 aziende maggiori quotate alla Borsa di Londra (Ftse 100, ndr). Non li correlerei però a una questione di genere. In easyJet c’è una cultura meritocratica e della forza delle idee, più che sulle gerarchie. Posso capire che a noi in Italia sembri inusuale. Tenga presente che più o meno il 50% del management è composto da donne. Non per scelta, ma perché c’è forte attenzione alla meritocrazia, senza alcuna forma di discriminazione. F.P.

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Commercio USA-UE

Verso il mercato

più grande della storia C

on solo 13 secondi nella sua relazione sullo Stato dell’Unione al congresso americano, lo scorso febbraio, il presidente statunitense Barack Obama ha catturato l’attenzione dei leader politici ed economici in Europa e negli Usa, nonché di quelli cinesi, annunciando l’intenzione nel breve termine (entro 2014) di concludere una trattativa ormai in discussione da decenni: quella che ha come traguardo un patto di “free trade”, libero scambio commerciale, fra gli Usa e l’Europa, simile a quella di Nafta per Stati Uniti, Canada e Messico.

Centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro, minori spese per chi esporta e importa

Già insieme gli Usa e l’Europa rappresentano la metà del valore mondiale di produzione e un terzo degli scambi commerciali mondiali. Gli esperti prevedono che con un patto simile a quello previsto, il volume aumenterebbe in maniera significativa, il che vorrebbe dire che a livello internazionale gli standard concordati fra i due gruppi avrebbero più peso di quelli della Cina. Questo è importante per decidere nel futuro chi stabilirà gli standard per

44 retail&food - aprile 2013

la sicurezza alimentare o la proprietà intellettuale. Il commissario al commercio dell’Unione europea e negoziatore per l’Ue, Karel de Gucht, ha detto: «Se potessimo stabilire con gli Usa degli standard, questi avrebbero un'ottima chance di diventare gli standard globali. Ciò sarebbe di importanza primaria per la nostra industria». Gli aspetti rilevanti sono due: ridurre i dazi doganali e armonizzare i sistemi regolatori. Eliminare, o ridurre, i dazi doganali, aiuterebbe le aziende italiane che esportano alle loro filiali americane, per esempio, rendendo le filiali più competititive in Nord america. Armonizzare i sistemi regolatori eliminerebbe la necessità oggi per aziende come la Fiat di costruire diverse versioni dei propri veicoli per i mercati americani ed europei, o di costringere chi produce strumenti biomedicali a ottenere autorizzazioni in entrambe i continenti. Una medicina che avesse ottenuto un’attestazione di efficacia in Spagna non dovrebbe più essere esaminata di nuovo negli Usa. Il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso dice che un tale accordo ha il potenziale di generare decine di migliaia di nuovi posti di lavoro su en-


Da sinistra: Herman Van Rompuy, Barack Obama e Manuel Barroso

cy, gli ormoni nella carne americana eccetera. Nel passato c’è stata la preoccupazione che un patto del genere avrebbe potuto svantaggiare i Paesi poveri. Un accordo tra Usa ed Ue è stato considerato meno importante di un accordo più globale. Inoltre, c’era chi si preoccupava che avrebbe potuto screditare la Wto-World Trade Organization. Ma è evidente che Obama – e l’Ue – abbiano concluso che i tempi sono cambiati e che l’obiettivo sia fattibile, in parte a causa della Cina, in parte a causa della crisi economica che continua a ritardare le economie specialmente dell’Europa, ma anche degli Usa.

trambe le sponde dell’Atlantico. Il progetto prevede il togliere tutte le barriere su merce e servizi fra le due parti, favorendo in questo modo maggiori trasparenza e concorrenza, investimenti, e acquisti da enti pubblici. Osservatori hanno sottolineato come la proposta abbia il potenziale di creare e rinforzare un’alleanza economica fortissima, in tempi come questi in cui gli aspetti commerciali ed economici sono sempre di più una componente importante della sicurezza nazionale. Nel passato non è stato possibile ottenere questo sogno e sorpassare interessi da entrambe le parti su questioni come le sovvenzioni all’agricoltura, le regole sulla priva-

rica (paragonato al 31% di quattro anni fa); ° il 58% degli spagnoli era favorevole (33% nel 2008); ° il 50% delle opinioni degli Americani erano favorevoli ad Europa (39% nel 2004); ° Sulla questione di aumentare scambi commerciali fra Usa ed Europa, i numeri favorevoli sono: • 63% degli americani • 75% degli italiani • 65% degli inglesi • 58% dei francesi • 57% dei tedeschi ° Sulla questione di armonizzare regolazioni: • 87% degli italiani • 84% degli inglesi • 82% dei francesi • 76% degli americani • 71% dei tedeschi ° Sulla questione di togliere tutti i dazi doganali: • 70% degli italiani e inglesi • 65% dei polacchi • 54% dei tedeschi • 50% dei francesi • 48% degli americani

Visto il fallimento delle trattative mondiali dei Doha Round, un accordo Usa-Ue non è più considerato una minaccia alla WTO, perché non c’è una proposta globale sul tavolo nel futuro immediato. Inoltre, la minaccia competitiva dalla Cina ha aumentato l’incentivo per gli Usa e l’Ue a sviluppare standard tecnici e regolatori in comune, per assicurare che il capitalismo di stile occidentale, non il capitalismo di stile cinese, rimanga la norma globale. L’altra considerazione che ha spinto Obama a questo passo avanti sono i sondaggi americani ed europei sul tema. La Reuters riferisce che il popolo su entrambe le sponde dell’Atlantico sostiene l’idea, e che: ° Oltre il 66% dei francesi nel 2012 avevano un’opinione favorevole sull’America (citando Pew Research Center Surveys), paragonato al 48% del 2008 sotto la presidenza Bush; ° il 52% dei tedeschi aveva opinioni favorevoli sull’Ame-

E se il settore automobilistico, in particolare, è entusiasta di questa iniziativa, un successo dei negoziati avrebbe ripercussioni positive per chiunque esporta o importa fra i due continenti. Aziende manifatturiere non dovrebbero mai più considerare i dazi doganali o le norme concernenti le importazioni e le esportazioni quando decidono dove produrre. La Fiat potrebbe più facilmente vendere le Alfa prodotte in Italia negli Usa (e vendere in Italia Chrysler prodotte negli Usa). Chi si preoccupava che Obama e America non dessero più un’attenzione adeguata alla vecchia Europa prenda nota: il rapporto è tornato, per adesso, di estrema attualità. Charles R. Bernardini avvocato presso lo studio Ungaretti & Harris LLP, Chicago

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S.O.S.

Aerolinee italiane Fatturati in discesa e risultati netti in picchiata. È il prezzo, al di là della congiuntura pessima, che le compagnie italiane pagano per la troppa frammentazione e per la mancanza di specializzazione, rendendole vulnerabili di fronte alle low cost, ai charter e ai competitor tradizionali

C

he le compagnie aeree italiane siano al collasso è sotto gli occhi di tutti. Un po’ meno le ragioni di una crisi così profonda, sulla quale pesano senz’altro elementi congiunturali, che tuttavia nel caso italiano hanno solo aggravato una situazione legata a un contesto di debolezza strutturale. Nel 2012 si è verificato quello che era già chiaro a partire dai bilanci 2011 (l’ultimo esercizio finanziario per il quale vi sono dati disponibili). Ad agosto c’è stato lo stop operativo di Wind Jet (in liquidazione dall’11 marzo scorso con circa 160 milioni di euro di debiti) dopo il fallimento di una lunga quanto infruttuosa trattativa di fusione con Alitalia. A fine ottobre 2012 Blue Panorama ha chiesto il concordato preventivo in continuità (secondo le nuove

46 retail&food - aprile 2013

modalità previste dal Decreto sviluppo) e l’Enac ha sospeso la licenza di operatore aereo alla compagnia, rilasciandone una provvisoria per sei mesi, subordinata all’attuazione di un draconiano piano di ristrutturazione aziendale legato a una forte iniezione di liquidità da parte della proprietà e delle banche. Anche Meridiana e la partecipata Air Italy volano da gennaio con una licenza provvisoria in attesa dell’ennesima ricapitalizzazione, questa volta di 185 milioni di euro, da parte dell’Aga Khan, dopo aver chiuso il 2012 con un risultato operativo (Ebit) negativo di 94 milioni di euro. Ebit negativo pari a -119 milioni di euro (-6 milioni di euro nel 2011) anche per Alitalia, che chiude il 2012 con un risultato netto pari a -280 milioni di euro (-69

milioni di euro nel 2011), e a febbraio ha deliberato un aumento di capitale di almeno 95 milioni (elevabile a 120) accompagnato dal malumore dei soci, poco propensi a metter mano al portafogli. Una situazione che è costata il posto all’ad Andra Ragnetti, dimissionario consensuale da fine febbraio. Sicuramente su questa situazione pesano elementi congiunturali: l’aumento del costo del petrolio, la concorrenza priva di regole delle compagnie low cost, le forti tensioni politiche nel bacino del Mediterraneo che hanno penalizzato rotte molto amate dagli italiani (Egitto, Mar Rosso, ecc.), un sistema aeroportuale frammentato, elementi ai quali si è aggiunto nel corso del 2012 anche un calo della domanda. Ma sullo stato di profonda crisi delle compagnie aeree pesano senz’altro anche elementi sistemici che si sono cronicizzati. Prendiamo in esame i dati economicofinanziari relativi al 2011 (gli ultimi, appunto, disponibili). Le diciannove compagnie aree italiane attive nel 2011 avevano un fatturato complessivo di 5.500 milioni di euro (tab.1). Se la cifra di per sé non dice nulla, diven-

© Mauro Ventura

Speciale aerolinee & aeroporti


Tab. 2: Compagnie aeree italiane: numero dei passeggeri trasportati VETTORE AIR DOLOMITI

1.162.226

904.893

3.543.583

2.658.498

-

404.130

19.285.907

20.941.636

AIR VALLEE

4.353

5.895

BELLE AIR EUROPE

7.622

75.333

1.786.593

1.907.532

CAI First (ex ALITALIA EXPRESS)

827.977

885.843

CAI Second (ex VOLARE AIRLINES)

884.790

1.005.491

CARGO ITALIA

(cargo)

(cargo)

CARGOLUX

(cargo)

(cargo)

9.046

83.927

ITALI AIRLINES

136.404

7.744

LIVINGSTON

645.352

BLUE PANORAMA AIRLINES

2011 (in E)

EAGLES AIRLINES

2010 (in E)

AIR DOLOMITI S.P.A.

107.457.634,00

111.201.265,00

AIR ITALY S.P.A.

195.229.607,00

191.609.786,00

MINILINER SRL

AIR ONE S.P.A.

195.588.317,00

349.056.831,00

ALITALIA CITYLINER S.P.A.

78.179.524,00

49.4512.246,00

AIR VALLEE S.P.A.

4.831.064,00

1.510.157,00

BELLE AIR EUROPE S.R.L.

27.434.731,00

2.692.184,00

BLUE PANORAMA S.P.A.

297.047.560,00

263.185.556,00

CARGO ITALIA S.P.A. CARGOLUX ITALIA S.P.A. EAGLES S.P.A. ALITALIA-CAI S.P.A. CAI FIRST S.P.A.

n.d.

72.730.360,00

85.473.596,00

78.757.835,00

n.d.

1.262.601,00

3.387.980.966,00

3.052.497.977,00

118.586.423,00

110.145.179,00

CAI SECOND S.P.A.

105.667.389,00

88.478.632,00

MERIDIANA FLY S.P.A.

594.203.433,00

604.129.317,00

MINILINER S.R.L.

10.195.725,00

10.955.237,00

MISTRAL AIR S.R.L.

107.656.293,00

80.936.943,00

NEOS S.P.A.

220.954.584,00

178.673.457,00

3.740.960

6.758.689,00

SMALL PLANET AIRLINES S.R.L.

. 6.581.175,00

n.d.

WIND JET S.P.A.

237.953.660,00

232.749.986,00

5.543.068.021,00

5.699.094.252,00

SKYBRIDGE AIROPS S.R.L.

TOTALE

ta eloquente quando si vede che il fatturato di tutte le compagnie aeree italiane messe insieme è pari, a titolo d’esempio, al fatturato nello stesso anno del solo Gruppo Autogrill. Un’idea ancora più precisa del peso economico-

MERIDIANA FLY

5.062.368

4.325.275

MISTRAL AIR SRL

262.466

454.193

NEOS

754.677

950.564

30.496

8.562

2.477.464

2.655.022

36.962.198

37.318.723

SKYBRIDGE AIROPS WIND JET TOTALE

finanziario modesto dell’insieme delle compagnie aeree italiane emerge da una comparazione con alcuni dei principali vettori europei. British Airways ha chiuso il bilancio 2010-2011 (a marzo 2011) con un fatturato di 16.400 milioni di euro e il gruppo Air France-Klm, per lo stesso periodo di riferimento, con 23.615 milioni di euro. Pochi anche i passeggeri trasportati dai vettori italiani, la cui presenza è poco incisiva anche sul mercato domestico. Con circa 37 milioni di passeggeri trasportati i vettori italiani nel 2011 avevano una quota di mercato pari a poco più di un quarto del totale, con il gruppo Alitalia-CAI in una posizione leader con 26 milioni di passeggeri (tab.2).

40.433

AIR ONE (CAI)

ALITALIA - CAI

VETTORE

80.874

AIR ITALY AIR ONE CITY LINER (CAI)

Tab. 1 Fatturato delle compagnie aeree italiane

Passegg. 2010 Passegg. 2011

3.752

A riprova di ciò si aggiunga che nel 2011 solo 7 vettori italiani rientravano nella graduatoria dei primi 50 operanti in Italia in base al numero dei passeggeri trasportati. Un’aviazione commerciale italiana poco capace di intercettare la domanda, anche quando la domanda cresce: il confronto con i dati di traffico 2010, se evidenzia nel 2011 un aumento del numero dei passeggeri del 6,5%, fa emergere un tasso di crescita dei vettori italiani pari a poco meno dell’1 per cento. Insomma, un’ulteriore perdita di quota di mercato. Per uscire dalla situazione di crisi i vettori italiani hanno dovuto operare tagli e in modo pesante: riducendo il costo del lavoro con il ricorso alla cassa integrazione, ma anche con drastiche riduzioni della flotta (in un paio di anni quella di Meridiana, per esempio, si è dimezzata). E’ il prezzo che le compagnie italiane pagano a causa della frammentazione di una quota di mercato già di per sé ridotta, della mancanza di una vocazione alla specializzazione che li rende vulnerabili di fronte all’offerta delle low cost, dei charter e dei competitor tradizionali, indipendentemente dal tipo di proposta offerta. Di qui le difficoltà, si spera non irreversibili, di strutture aziendali con costi operativi alti, limitata redditività, ricorso frequente a finanziamenti a breve e in cronica crisi di liquidità. Fabrizio Del Dongo

retail&food - aprile 2013 47


Speciale aerolinee & aeroporti

Piano aeroporti: la versione di Passera Atteso da molti anni, finalmente è arrivato l’Atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale, a firma di Corrado Passera. Diverso dal precedente Piano dell’Enac, razionalizza il sistema degli scali ma sembra tagliato su misura per i grandi gruppi del settore

D

ue su tre. In finale di legislatura Corrado Passera, banchiere e super-Ministro, ha chiuso due partite importanti che si trascinavano da anni: il Piano nazionale degli aeroporti e i contratti di programma di Fiumicino e Venezia. Lasciando al suo successore il varo dell’Autorità per i trasporti, prevista per il 2012 dal decreto salva-Italia e mai nata per pesanti veti incrociati. Un Autorità obbligatoria per legge (per l’Italia c’è una procedura d’infrazione in corso alla Commissione Europea) che dovrebbe fissare

aeroporti). Il sogno di ogni banchiere, con società di gestione aeroportuale inserite in un circolo virtuoso, che avrebbe consentito agli istituti di credito finanziamenti a bassissimo rischio. Ma è pur sempre un successo: il piano aeroporti parte nel 2009, con l’affidamento da parte dell’Enac al consorzio Kpmg-One Works-Nomisma di uno studio preliminare pubblicato a febbraio 2011 e rimasto sostanzialmente lettera morta. Fino a quando il 29 febbraio scorso Passera emana

tariffe eque sulla base degli investimenti effettivamente sostenuti dagli aeroporti. È un successo monco: togliere all’Enac la regia sulle tariffe aeroportuali avrebbe consentito a Passera di apparecchiarsi un quadro coerente quanto maneggevole, a partire dal reperimento dei finanziamenti (con le tariffe aeroportuali) per potere effettuare gli investimenti (previsti dai contratti di programma) all’interno di un progetto di infrastrutture per il Paese (il piano

l’Atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale, il cui iter resta comunque lungo: è stato inviato alla Conferenza permanente Stato-Regioni (già rinviata) per le valutazioni di competenza e solo in seguito potrà essere adottato con un decreto dal Presidente della Repubblica. Il Piano dell’Enac al 2025 prevedeva una rete di 44 aeroporti (26 principali, 18 di servizio). Più snella la versione di Passera, con 31 aeroporti “di

In Italia attualmente sono operativi 112 aeroporti, di cui 90 aperti al solo traffico civile (43 aperti a voli commerciali, 47 a voli civili non di linea), 11 militari aperti al traffico civile (3 scali aperti a voli commerciali, 8 a voli civili non di linea), 11 esclusivamente a uso militare. L’Atto di indirizzo del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti individua gli scali di interesse nazionale, considerati strategici per lo sviluppo dell’aviazione civile.

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interesse nazionale” (vedi box). Restano fuori Albenga, Cuneo, Brescia, Bolzano, Parma, Forlì, Perugia, Foggia, Crotone, Comiso, Oristano e Tortolì. Stop anche alla realizzazione di nuovi aeroporti: Grazzanise (Caserta) e soprattutto Viterbo. Per la città dei papi era prevista la creazione di uno scalo per le low cost, in funzione della progressiva chiusura di Ciampino. Per questo erano stati stanziati 300 milioni di euro di investimenti che saranno dirottati su Fiumicino. Gli aeroporti di interesse nazionale – gli unici beneficiari di un possibile intervento pubblico – saranno inseriti in un programma di investimenti destinato ad accrescerne l'accessibilità, l'intermodalità e la capacità, a partire da Roma Fiumicino (con la tanto attesa realizzazione di una nuova pista e il potenziamento delle aree di imbarco e dei Terminal), Malpensa e Venezia (miglioramento dell'accessibilità delle strutture e della interconnessione con l'alta velocità). Diverso il destino degli altri terminal. «Gli aeroporti non di interesse nazionale – si legge nel comunicato del Ministero – dovranno essere invece trasferiti alle Regioni competenti, che ne valuteranno la diversa destinazione d'uso o la possibilità di chiusura». Il destino di questi scali, che sembra già scritto, è legato alla loro capacità di chiudere i bilanci in attivo senza contributi di marketing che possano far scattare la tagliola europea contro gli aiuti di Stato. Numerosi i malumori della politica a livello locale, per un piano su misura per i grandi gruppi delle principali società di gestione aeroportuale. In primis il fondo F2i di Vito Gamberale, che ha fatto shopping di aeroporti, con da ultimi Torino, Firenze e Bologna e che punta dritto al controllo di Sea-Aeroporti di Milano. Segue Aeroporti di Roma, controllata da Gemina (dei Benetton con Mediobanca, Silvano Toti, Unicredit, Generali e Unipol) e fresca di fusione con Atlantia, il colosso delle autostrade sempre in mano ai Benetton, capace di garantire i flussi di cassa per gli investimenti di Fiumicino. Di qui l’importanza della firma, dopo anni di tira e molla, del contratto di programma di Aeroporti di Roma, con un aumento delle tariffe di 9 euro a passeggero (300 milioni di euro in più l’anno), tale da rendere di nuovo bancabile una società che finora pagava appunto 300 milioni di euro di interessi l’anno. Ma come ricordava ai primi di marzo l’ad di Atlantia Giovanni Castellucci, «la fusione è condizionata all'approvazione da parte delle assemblee e a una serie di condizioni sospensive tra cui la registrazione della Corte dei conti del Contratto di Programma di AdR. Per il momento non è ancora arrivata». F. D. D.


Speciale aerolinee & aeroporti – travel retail Se il lusso vola, le core categories dei duty free hanno raggiunto una fase di maggior maturità e a livello europeo crescono relativamente meno. Tra queste vanno meglio la profumeria e il confectionery (dolciumi), mentre sono meno brillanti i liquori e in difficoltà i tabacchi. In Italia, invece, questo settore dal 2010 è in forte crescita grazie ai player internazionali che da alcuni anni hanno iniziato ad operare negli aeroporti italiani.

Food da sprovincializzare

Brand e altagamma,

le carte vincenti del travel retail

L

a speranza ha sempre più il volto, o per meglio dire i mille volti, del viaggiatore internazionale. È dalla capacità di intercettare questi visitatori, e in particolare quelli provenienti dai paesi emergenti Russia, Cina, Brasile e India, che oggi dipende la tenuta o meno dei conti “non aviation” degli aeroporti italiani, ed europei in generale. Ne è convinto Fulvio Fassone, presidente di Atri, Associazione Travel Retail Italia, vicepresidente dell’equivalente continentale Etrc e dallo scorso ottobre direttore commerciale di Aeroporti di Roma. Con lui r&f ha fatto un punto sulla situazione del commercio nei luoghi di viaggio in Italia. Innanzitutto per cercare di capire che cosa ci aspetta nel 2013. Secondo le previsioni di Eurocontrol, il traffico aereo nel nostro Paese (voli strumentali - Ifr) scenderà, dopo il calo del 2012, anche nel 2013, dello 0,9 per cento. Si riprenderà leggermente nel 2014, quando è atteso un +1,7% di voli. L’Italia non è in questo quadro isolata, visto che le previsioni per l’intera Europa a 27 sono negative (-0,1% nel 2013 e +2,1% nel 2014). Quali saranno dunque gli effetti sul travel retail? «Le previsioni sono di una crescita progressiva, superiore a quella del traffico aereo – risponde Fassone –. I nostri dati dicono che dal 2010 il fatturato del travel retail è sempre stato superiore al traffico. Questo è effetto di diverse componenti: l’inflazione, l’incremento complessivo dei punti vendita, la crescita di una fascia di clienti internazionali high-spender e di conseguenza delle vendite di alcune categorie merceologiche come il lusso e il fashion, in particolare negli aeroporti con forti componenti internazionali di traffico». La buona notizia è che a crescere di più nei prossimi anni saranno proprio i viaggiatori extra-europei, che

Diverso il quadro della ristorazione. Pur crescendo costantemente essa non ha avuto un upgrade come il retail dovuto a un diverso e migliore profilo del cliente. L’andamento del food&beverage è decisamente più collegato all’andamento del traffico: basti pensare che dal 2009 al 2012 in Europa il travel retail è cresciuto di circa il 29%, mentre il f&b di circa 16 punti percentuali. In questo contesto, come si comporta il mercato italiano? Intanto «è piuttosto diverso dal resto di quello europeo – risponde Fassone –. In Italia l’offerta è stata ed è molto influenzata dal mercato domestico e per questo continua a prevalere il tradizionale formato del bar snack». In Europa, invece, il mix è maggiormente spostato sulla ristorazione al tavolo, con libero servizio o no, che ha come effetto diretto uno scontrino decisamente più alto. «Credo – continua – che sia necessario anche in Italia orientarsi sempre di più a dei format di food&beverage di tipo europeo, anche per adeguarsi a un profilo del passeggero più internazionale. Tutti gli aeroporti italiani si stanno comunque progressivamente adeguando a questo cambiamento, a partire da Roma, senza per questo perdere la connotazione dell’offerta tipica italiana. La voglia di sperimentare format nuovi e innovativi riguarda tutti gli operatori più importanti del settore».

Pubblicità e parcheggi in affanno

Fulvio Fassone, presidente di Atri hanno una «propensione all’acquisto maggiore per i brand e l’alta gamma. La crescita di queste categorie, sempre a due cifre, è stato il principale trend degli ultimi due anni», continua Fassone. Negli scali romani, per fare un esempio, il fatturato del lusso è salito complessivamente del 28% nell’ultimo anno. Sempre nel 2012 il comparto a livello europeo (Etrc Index) ha chiuso con una crescita dell’8,5% contro il +1,8% del traffico negli aeroporti considerati. Sarà seguendo questa strada che si potranno avverare le previsioni di Etrc sul medio periodo: +3,2% di traffico e +5% del fatturato travel retail come media annuale tra il 2014 e il 2019.

Scenario complesso e risultati più negativi ci sono stati invece per le altre attività principali non avio, la pubblicità in aeroporto (-7%) e i parcheggi (-6/7%). In entrambi i casi il target di riferimento è il passeggero nazionale e quindi la recessione in atto in Italia si sente di più. Per l’advertising bisogna, secondo il presidente dell’Atri, «agire su tre fronti: chiedersi se i modelli di gestione sono adeguati; incrementare gli investimenti nella tecnologia, in modo da avvicinarla agli standard europei; e, infine, trovare le giuste modalità di governance del settore magari attraverso partnership più strutturate con multinazionali del settore per rivolgersi anche ai passeggeri stranieri». Modelli di gestione da ripensare, decisamente concentrati sul “revenue management” e maggiore attenzione al marketing e all’e-commerce, sono invece i passi in avanti necessari da fare per progredire nei parcheggi, dove è inoltre indispensabile essere più dinamici nei confronti dei concorrenti esterni. In questo clima di criticità, c’è una buona notizia: il peso dei ricavi non aviation è salito, secondo le stime Aci ed Etrc, dal 48% del 2010 al 50% del 2012. Quindi quest’anno è atteso un sorpasso storico a livello europeo tra Non Aviation e Aviation. Che non potrà non pesare negli equilibri interni alle società di gestione. F. P.

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Mystery in shop

Zara (Uomo):

fast fashion a prova di crisi

A

due passi dal Duomo di Milano, il punto vendita Zara di via Torino è tra i principali della catena spagnola attivi nella città meneghina, con uno spazio riservato all’abbigliamento uomo. Distribuito su tre piani, il negozio presenta il brand nella declinazione maschile, Zara Uomo, in quello superiore. Al piano terreno si trova l’area di vendita dedicata alla donna e in quello inferiore l’offerta per il bambino. In linea con il focus di r&f di questo mese, incentrato sull’abbigliamento uomo (vedi analisi di mercato a pag 54), abbiamo concentrato la nostra attività di mystery in shop nel reparto Zara Uomo, in data 20 marzo. Sarà stata la location vicino al Duomo, il buon flusso di persone davanti alle vetrine (in allestimento), le luci del negozio (che nel reparto donna sono

piuttosto intense), e ancora il personale di sicurezza posizionato all’ingresso, ben visibile, ma da subito abbiamo avvertito la forza del marchio, calandoci in un ambiente fortemente stimolante, caratterizzato e soprattutto 'fashion'. Noi ci siamo quindi diretti sulla sinistra, dove una scala ad angolo, dominata dal brand Zara Uomo, porta al piano di sopra. Avremmo potuto prendere l'ascensore, provvisto di cartello con indicata la tipologia di offerta per ogni piano. Segnaliamo che per andare al livello “-1” sono presenti due rampe di scale mobili, una per scendere e l’altra per salire. Appena raggiunto lo spazio dedicato all’uomo, ci accorgiamo di come cambi significativamente l'arredamento rispetto a quello del piano inferiore. Innanzitutto per il parquet, di color legno scuro, che si

smarca dal marmo lucido, sempre scuro, posato al piano terra. Nel reparto uomo il legno domina tutta la scena, compresi gli scaffali. Quest’area segue un disegno a “L”, con una superficie di vendita apparentemente ridotta rispetto a quella disponibile per il comparto donna. E anche il flusso di consumatori appare inferiore, ma comunque dinamico.

L’offerta

La nostra visita presso Zara Uomo si è concentrata innanzitutto sulla distribuzione degli spazi. L'offerta merceologica più classica, adatta a una clientela prettamente business, è ubicata nel lato corto della “L”, in fondo allo shop. Qui sono esposti abiti, con possibilità di acquistare separatamente il pantalone e la giacca, a un prezzo complessivo che parte da cir-

Zara Uomo, via Torino, Milano • Servizio Velocità Cortesia Professionalità

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• Layout Aspetto esterno Originalità design Omogeneità e armonia Qualità materiali e arredi Ordine e pulizia Comfort

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• Prodotto Assortimento Esposizione Promozioni

  n.d.

• Valutazioni generali Qualità/prezzo Ambiente Adeguatezza alla location Innovatività

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Legenda:  = migliorabile;  = sufficiente; = apprezzabile;  = molto buono;  = ottimo

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ca 120 euro, e ancora camicie (da euro 29,95), cravatte (euro 25,95), scarpe eleganti lucide (da 69,95 euro), cinture (da 25,95 euro), maglioni (da 29,95 euro), denim (49,95) e pantaloni (da 39,95 euro). Negli scaffali sono esposti anche abbinamenti completi, con giacca, cravatta e camicia. Il cuore del negozio, nel lato lungo della “L”, ospita la parte fashion. Qui le soluzioni sono più colorate, in coerenza con la linea primaverile e con lo stile distintivo di Zara. Tra le referenze esposte anche cappelli e intimo. Nella parte iniziale nel negozio, davanti alla cassa e di fianco alla scala da cui si accede, è presente un’offerta prettamente di accessorio, con vetrinette dove sono collocati, tra i vari, occhiali da sole, custodie per iPhone e iPad. Proprio adiacente la cassa è presente uno scaffale con prodotti di profumeria, disponibili in formati piccoli ed economici e in formati grandi ed eleganti. I prezzi, a prima vista, rimangono contenuti: variano dai 7-8 ero sino ai 17-18.

Il servizio

Per quanto abbiamo visto, il servizio all’interno dello shop si è dimostrato abbastanza accurato. Abbiamo notato una presenza più che sufficiente sia di commesse, vestite in camicia a righe verticali, impegnate nel riordinare i capi e nel dare informazioni più “basic” ai visitatori, sia di assistenti di vendita, vestiti eleganti


pulso che si conferma un fattore determinante. Nello settore specifico di Zara Uomo il legno è presente su pavimenti, banchi e scaffali, dando una sensazione di accoglienza, ricercatezza ed eleganza. Anche gli specchi, verticali, sono affissi su ante di legno. Queste non seguono la linea diritta della parete ma sono volutamente messe in diagonale, rendendo l’arredamento più mosso e meno banale. L’ambiente, non molto ampio, vede un buon equilibrio tra spazi vuoti e pieni. Talvolta, attorno ai banchi, in caso di forti flussi il passaggio potrebbe risultare limitato. La scelta di posizionare i camerini

nello stesso punto conferma la volontà di distribuire gli spazi in modo ordinato ed elegante. Sul fronte sicurezza abbiamo notato gli estintori ben in vista, in posizioni dove non danneggiano l’appeal dell’esposizione, così come le indicazioni verdi per l’uscita di emergenza. Ma la prima fonte di sicurezza è garantita dal personale all’ingresso del negozio, di cui, come già accennato, non è possibile ignorare la presenza. Concludiamo la nostra analisi prendendo in considerazione altri due elementi distintivi: la luce e la musica. La prima,

chiara e calda, è in sintonia con i colori altrettanto chiari delle pareti dei soffitti (compreso l’impianto di areazione) e valorizza la tonalità scura del legno. La seconda, uguale per tutti i piani del negozio (o almeno così ci è parso), risulta gradevole, con un volume di accompagnamento abbastanza sostenuto. L’effetto è quello duplice di mettere a proprio agio e sollecitare il consumatore. Così come l’ampio schermo posizionato dietro la cassa, programmato con video in grado di stimolare la vista, magari per qualche acquisto di impulso dell’ultimo momento. A. P.

con una camicia nera a tinta unita, specifici per supportare il cliente nella fase di scelta dei capi. Le prime più sorridenti, i secondi più impostati. I tempi di reazione del personale, altro fattore importante, sono piuttosto veloci. Nel momento in cui un consumatore ha chiesto consulenza a una commessa, questa ha subito contattato un assistente di vendita che nell’arco di uno o due minuti ha raggiunto il cliente. Complessivamente il locale si presentava ordinato, con tutti i capi ben piegati e posizionati nel posto corretto. In questo bisogna dare atto alla professionalità delle commesse, che puntualmente sistemavano l’assortimento ogniqualvolta un cliente metteva in “disordine”. Altrettanta cortesia ci è stata dimostrata dal personale di sicurezza all’entrata del negozio. Dovendo “frugare” nell’angolo improvvisato dove erano ammassati gli ombrelli, l’addetto ci ha chiesto se avessimo necessità di aiuto.

Arredo, design e sicurezza

Come anticipato, l’arredamento e in generale l’ambiente del negozio appaiono elementi molto caratterizzati e caratterizzanti, in grado di trasmettere da subito la forza e la riconoscibilità del brand. L’atmosfera ricreata, diversa per ogni tipologia di offerta (uomo, donna e bambino), risulta in primis stimolante nel portare il visitatore a compiere l’acquisto, con l’im-

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Dossier Autostrade

A cura di Fabrizio Patti

Gustofast: per la ripresa chiusure

notturne e royalties minori

Il perdurare della crisi, unita a una disattesa rinegoziazione delle royalties, rischia seriamente di minare la qualità e la continuità stessa dell’erogazione dei servizi con inevitabili ripercussioni sui livelli occupazionali. Recentemente la nostra società, con le organizzazioni sindacali, ha intrapreso un percorso di cassa integrazione, per alcune realtà produttive e per la sede amministrativa, cercando

nella qualità, esposti in maniera massiva.

di contenere al massimo i licenziamenti, non rinnovando i contratti a termine e ridimensionando le assunzioni solo se strettamente indispensabili. Stiamo proponendo alle concedenti autostradali, in collaborazione con gli altri operatori, la possibilità di attuare la chiusura notturna in alcuni punti di ristoro in maniera contingentata (ad esempio una ogni 60-70 km. quindi a circa mezz’ora di distanza), per ridurre i costi del personale senza effetti negativi sui servizi offerti.

e del 10% nel market. Inoltre abbiamo recentemente lanciato una super offerta promozionale nei nostri ristoranti dando la possibilità ai nostri clienti di consumare un primo piatto a solo 1,99 euro.

Quali promozioni state mettendo in atto? Garantendo come premessa il rapporto qualità-prezzo, abbiamo intrapreso una forte campagna di fidelizzazione attraverso la fidelity card Club Sarni con la quale il cliente fruisce di uno sconto, nei ristoranti, del 20% a pranzo e del 30% alla sera

C

ome stanno reagendo le società di ristorazione autostradale alla crisi in atto, che deprime i fatturati tra il 10 e il 20 per cento? A dare la terza risposta, per la rubrica Dossier Autostrade, è Luigi Grimaldi, amministratore unico di Gustofast (ex Finifast), società che ha sostituito le insegne di Fini con quelle di Sarni, gruppo con cui è in essere un contratto di rete. Di fronte al calo di viaggiatori e quindi di fatturato sulle autostrade, quali iniziative state prendendo nei confronti delle società concedenti e con quali risultati? Abbiamo, a più riprese, incontrato le varie concedenti autostradali denunciando la grave crisi che il settore ristorativo, in un mercato vincolato quale quello autostradale, sta attraversando e che, purtroppo, sembra non arrestarsi. A fronte delle nostre denunce, Autostrade per l’Italia ci ha concesso uno sconto cumulato, peraltro limitato solo all’anno 2012, pari a circa il 2% che, a conti fatti, nella sua globalità è risultato addirittura inferiore all’incremento Istat da quest’ultima applicato sui corrispettivi fissi. Le nostre rimostranze sull’eccessiva onerosità delle royalties non hanno trovato un appropriato riscontro per riequilibrare il nostro settore colpito duramente dal profondo mutamento del quadro congiunturale, con una progressiva caduta delle vendite che nel 2012 ha oltrepassato la soglia del 10 per cento. In ragione di ciò abbiamo intrapreso, insieme agli altri operatori del settore e alla nostra associazione di categoria Confimprese, una richiesta di apertura di un tavolo di trattative, presso il ministero dello Sviluppo economico, al fine di sensibilizzare la nuova rinegoziare delle royalties autostradali. Quale sarà il vostro atteggiamento in vista dei prossimi rinnovi autostradali, ben 138 nel prossimo biennio? Anche se l’autostrada è e rimane il nostro core business, è nostra intenzione partecipare alle prossime procedure competitive solo a condizione che siano garantite, da parte delle società autostradali, procedure di gara con richieste economiche basate su prospettazioni e andamenti di mercato coerenti con il mutato quadro

economico. Oggi, nella maggior parte dei contratti di sub concessione, la parte fissa incide per oltre il 90% del totale delle royalties. Questo determina, specialmente in un periodo di riduzione delle vendite come quello attuale, un disequilibrio del conto economico. Inoltre le strutture degli edifici ristoro sono sovradimensionate rispetto alla tipologia di servizio, infatti spesso accade che i costi generali non siano proporzionati ai ricavi che ne derivano. Un migliore dimensionamento dei fabbricati sarebbe a tutela, oltre che del conto economico, del punto vendita e anche dell’ambiente, per il risparmio energetico. Per migliorare il modello di gara abbiamo proposto che sia privilegiato l’aspetto progettuale/ commerciale rispetto a quello economico e che l’incidenza delle royalties sia finalmente equiparata a quella degli altri Paesi europei, dove si attesta attorno al 12-14 per cento. I lavoratori delle società di ristorazione sono particolarmente esposti a rischi in questo momento. Quale politica state seguendo al riguardo?

Come cambiano i vostri prodotti in termini di offerta e posizionamento prezzo? Non desideriamo cambiare la nostra politica dei prezzi, attuata fino ad oggi con considerevoli sacrifici unicamente a beneficio dell’utenza, incrementando incautamente in misura compensativa i prezzi dei nostri listini per far fronte alla riduzione della propensione all’acquisto. Per fronteggiare la crisi economica abbiamo attuato una riorganizzazione nell’ambito commerciale che si è tradotta in una nuova radicale offerta di prodotti ad alto contenuto di convenienza nel prezzo e

Come stanno cambiando i vostri format? La nostra strategia anticrisi ci ha portati a sostituire il marchio/insegna “Fini” con il marchio “Sarni” su tutti i punti di ristoro gestiti dalla nostra società sulla rete autostradale. Lo scorso dicembre è stato sottoscritto un Contratto di Rete tra imprese, al fine di accrescere la capacità di penetrazione delle imprese partecipanti mediante l’utilizzo di un unico marchio Sarni. Questo per incentivare lo sviluppo economico e tecnologico e accrescere la competitività sul mercato, in questo momento di grande crisi, attuando quindi sinergie logistiche, organizzative e commerciali. Abbiamo quindi allineato tutti i format a quelli già presenti ed identificati con il marchio Sarni. È attualmente in corso un grande restyling e, entro la fine dell’anno, è previsto l’inserimento di nuovi format innovativi. •

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Analisi mercato

Moda uomo boom di outlet,

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e-commerce e spacci aziendali

Per il quinto anno consecutivo si evidenzia un calo nominale dei consumi, con il 2012 che ha ceduto il 4,7 per cento. Guardando alla distribuzione, solo la voce “altri canali” cresce, e lo fa con un roboante +42 per cento. Le catene, in termini di sell-out, limitano i danni con un -3,8%, ma dimostrano una diffusione ancora frammentata

C

ontinua, senza soluzione di continuità, la caduta dei consumi per il comparto dell’abbigliamento uomo in Italia. Ormai siamo al quinto anno consecutivo in cui domina il segno “meno“. L’elaborazione condotta da Smi per Pitti Immagine Uomo parla chiaro: nell’anno solare 2012 si è stimato un calo del 4,7 per cento. I dati più aggiornati relativi sell-out invernale si riferiscono alla stagione Autunno/ Inverno 2011-2012, archiviata con un calo delle vendite a valore senza precedenti, pari al 6 per cento. Il dato è in netto peggioramento, quindi, rispetto allo stesso periodo tra il 2010 e il 2011, che si era archiviato con una contrazione del 2,5 per cento. Proseguendo l’analisi dei dati forniti da Pitti Immagine Uomo sul periodo Autunno/Inverno 2011-2012 si evince che tutte le categorie merceologiche del comparto sono in terreno negativo sul fronte del sell-out a valore (vedi fig. 1.1). In particolare spiccano il

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-19,4% per l’abbigliamento in pelle e il -13,2% per le cravatte. Più contenute, ma comunque significative, sono le perdite per la camiceria, il vestiario esterno e la maglieria esterna, che hanno fatto segnare rispettivamente il -6,3, il -6,2 e il -4 per cento. Spostando l’attenzione sulla composizione dei consumi a valore per categoria merceologica (fig. 1.2) si evince che il vestiario esterno mantiene la quota maggiore, con il 56% del totale, seguito dalla maglieria esterna, che incide per il 27%, e dalla camiceria, con il 14 per cento. Cravatte e confezioni in pelle ottengono rispettivamente il 2 e l’1 per cento. Quanto alla distribuzione, l’andamento per format distributivi (fig. 1.3) riserva numeri molto significati, di cui uno in particolare. L’incidenza del sell-out per la voce “altri canali”, composta di outlet, ecommerce e spacci aziendali, ha raggiunto una quota a valore del 12%, contro l’8% precedente, facendo segnare una

crescita del 42 per cento. Sul segno meno tutti gli altri canali: in particolare le grandi superfici di vendita lasciano sul campo quasi il 30%, gli ipermercati e i supermercati oltre il 10%, i negozi al dettaglio indipendenti circa 10 per cento. Grandi magazzini e catene/franchising limitano il danno, con le catene che segnano -3,8 per cento. Complessivamente il dettaglio indipendente si posiziona su una quota dei consumi a valore del 40%, le catene del 25%, gli altri canali – come già anticipato – del 12%, le grandi superfici del 9% e i grandi magazzini dell’8 per cento. Ambulanti e food (ipermercati e supermercati) si spartiscono i pochi punti rimanenti, rispettivamente con il 4 e il 2 per cento (Fig. 1.4). Tutti i grafici sono riportati a pag. 56.

Centri commerciali, realtà frammentata

L’analisi sulla presenza degli operatori retail nel canale della grande distribuzione, fornita a r&f dalla società Reno, evidenza una realtà frammentata, con molte insegne che si giocano la leadership sul filo dei numeri. Il campione preso in considerazione da Reno, che conta 297 centri commerciali, fa emergere come, a confronto con gli oltre 2mila punti vendita di abbigliamento donna, i 684 negozi specializzati sul menswear appaiono pochi. Sul totale solo il 13% sono indipendenti, gli altri appartengono a catene che hanno scelto di aprire almeno un punto vendita in centro commerciale. Nel panorama italiano le insegne nazionali sono 14, con un numero di punti vendita in strutture commerciali molto variabile: si va dai 6 di Antony Morato al centinaio di De Blasio, catena che ha tenuto testa a tutte le altre per molti anni e che oggi attraversa un periodo di vicissitudini e di cambiamenti. Altri player con

una forte presenza sono Sonny Bono, con 61 punti vendita, e Cotton&Silk, con 54 negozi, che stacca di poco il francese Celio, con 49 shop. Su un dato inferiore, ma comunque interessante, troviamo Marlboro Classics, Obj e Clayton, rispettivamente con 27, 25 e 21 store. Sotto il muro dei 20 si annovera un ampio numero di operatori: Sorbino con 18 punti vendita, Nuvolari con 17, contando le due insegne Nuvolari e L.O.F.T., David Mayer, con 15, contando i tre format David Mayer, David Saddler e Paul Taylor. Kruder e Tokunoshima seguono a pari merito con 14 negozi. Promettenti, rimanendo su una diffusione nazionale (quindi con una presenza in almeno cinque regioni), sono Berkeley e Antony Morato, che contano rispettivamente 8 e 6 punti vendita. Queste ultime insegne hanno da poco avviato uno sviluppo mirato, puntando a creare una rete estesa su tutto il territorio italiano. Altra catena pronta ad accelerare, con 3 punti vendita ad oggi ma altri in apertu-


ra nel corso dell’anno, è Jeckerson, che continua il suo sviluppo nei centri storici e negli shopping mall del Belpaese. Parallelamente alla mappatura dei brand, Reno ha analizzato la presenza di questi marchi in base al proprio rating degli shopping center. Da questa ulteriore ricerca si evince (vedi tabella 2 a pag 57) che non esistono particolari preferenze, ad eccezione di Nuvolari, che fino ad oggi ha prediletto centri commerciali di livello alto. Guardando ora alle catene cosiddette interregionali, quindi presenti in 3 o 4 regioni, Reno ne individua 13. Fra queste le più diffuse, con 9 punti vendita, sono Sirmoney, operativa in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, e Blooker, diffusa in Campania, Calabria e Sicilia. Con 7 negozi si annoverano Carnet de vol (Lombardia, Liguria, Piemonte e Toscana), Brooks (Lazio, Lombardia e Veneto), Jules (Lombardia, Veneto e Liguria) e Malcom, diffusa al Centro (Abruzzo, Marche e Campania). Infine troviamo Deb, con 5 shop ma presente in quattro regioni: Liguria, Piemonte, Emilia Romagna e Sicilia. Interessante è il fatto che Lombardia, Lazio e Campania sono le regioni con la maggior densità di insegne interregionali, e che proprio in Campania molte insegne hanno la propria sede operativa. Passando infine alla catene minori, a carattere regionale, la ricerca di Reno ne conta 7, con diffusione prevalentemente al Centro Sud. I nomi in questione sono quelli di Jonny Joy, con 5 punti vendita nel Lazio, di Doppelganger, con 9 ne-

«Per il futuro puntiamo sul franchising» Emanuele Capparucci, responsabile sviluppo franchising di Invidiauomo Invidiauomo conta la totalità o quasi dei propri punti vendita all’interno di centri commerciali. Forti di questa esperienza, come vedete il mercato della moda uomo in Italia in questo canale? Attualmente il mercato all’interno dei centri commerciali è tendenzialmente al ribasso, sia come qualità che come prezzi, quindi diventa più difficile individuare dei centri validi. La crisi dei consumi come ha cambiato la vostra strategia di sviluppo? La crisi ha comportato dei piccoli aggiustamenti aziendali in due direzioni: la prima consiste nell’avere una gamma di prezzi più ampia, con primi prezzi competitivi, senza abbandonare quello che ci ha sempre contraddistinto, la qualità; la seconda è quella di sviluppare dei punti vendita con imprenditori-lavoratori, così da poter diminuire i costi di gestione, offrendo la formula del conto vendita. Quante sono state le vostre aperture in Italia nel 2012 e quante saranno nel 2013? Nel 2012 i nuovi punti vendita sono stati 15. Nel 2013 le aperture programmate per il momento sono 7, divise tra Italia ed estero.

Quanti sono i punti vendita diretti e quanti quelli in franchising? Su quale delle due formule puntate maggiormente? I negozi a gestione diretta sono 24, mentre quelli in franchising sono 29. Per il futuro puntiamo sullo sviluppo in affiliazione. A rete costante come si presentano le vostre performance di fatturato e di vendita nel 2012? Quali sono gli obiettivi per quest’anno? Le performance di fatturato sono variabili, dipendono dal territorio. Nel 2012 abbiamo mantenuto il fatturato del 2011 e per il 2013 abbiamo una previsione di crescita. Come si presenta il vostro format? Il nostro format si distingue nell’arredo, molto accogliente, ordinato e ben diviso in tipologie di articoli. Tutti gli shop sono identici e ogni negozio affiliato viene gestito come se fosse uno diretto. Avete progetti di sviluppo all’interno di aeroporti, stazioni ferroviarie e outlet? Su aeroporti e stazioni, per il momento, non abbiamo progetti in cantiere. Ma saremo pronti ad analizzarli qualora si presentasse una buona occasione.

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Analisi mercato «Le nuove commercializzazioni mostrano un andamento molto positivo» Floriana Capitani, direttore generale Fashion District Quanto pesa, in termini percentuali di gla, di numero di negozi e di fatturato il settore della moda maschile rispetto all’offerta complessiva di un outlet in Italia? In termini percentuali di gla pesa l’11,2%, di numero di negozi il 14,7% e di fatturato il 14,8 per cento. Le performance degli operatori di moda uomo nei vostri outlet sono in terreno positivo o presentano una flessione? I fatturati degli operatori di moda uomo che hanno uno storico all’interno di Fashion District sono oggi tutti in flessione. Al contrario le nuove commercializzazioni, che sono state ponderate sui trend del momento, evidenziano un andamento molto positivo. Tengono meglio le catene di alto livello o gli operatori più commerciali? Oggi il nostro consumatore finale non fa una distinzione vera e propria tra gli operatori, siano essi di livello o commerciali, bensì si trova a propendere verso un prodotto di ottima qualità a fronte di un prezzo vincente. Quali sono le insegne, sempre di moda uomo, più dinamiche in questo periodo? Se per dinamicità intendiamo la rapidità di adattamento ai nuovi trend di consumo, direi che tutte le insegne hanno cercato di rispondere ai cambiamenti di mercato, anche se con tempestività diverse. Le nuove aperture sono state trasversali ai tre centri e ne hanno beneficiato tutti. A quanto ammonta lo scontrino medio per questa categoria merceologica? Il prezzo medio nel settore menswear all’interno dei nostri outlet oscilla tra i 115 e i 172 euro, con Iva.

gozi in Lazio e Lombardia, di Notting Hill, con 9 shop in Lazio e Campania, di Sottotono, con 6 store in Campania e Sicilia, di Barton Moda, con 5 vetrine in Lazio e Campania, di Xagon Man, con 5 negozi in Campania e Sicilia, e di Red Enrich, con 3 negozi in Lazio.

Outlet, un canale di sviluppo "altro"

Gli outlet fanno storia a sé, attirando l’attenzione di numerose insegne nazionali, alcune delle quali hanno scelto questo come canale di sviluppo principale (per quanto riguarda le strutture commerciali). Con questa strategia, il marchio maggiormente veicolato è Marina Militare,

Roberto Mirabella

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presente con 19 negozi. A seguire, con la stessa filosofia di espansione, Tailor Club, con 13 negozi, e David Mayer, diffuso con le insegne David Mayer e David Saddler. Appaiati con 9 punti vendita ci sono Gutteridge e Del Mare. A seguire, con un numero di shop che varia da 8 a 3, troviamo Facis, Boggi, Marlboro Classics, Feni Uomo, Pal Zileri, Sartoria Rossi, Abital, Angelico, De Blasio, Pakerson e Valditaro. Nota a parte per Basile, che conta 8 negozi in outlet, ma che sta riposizionando la sua insegna. Il programma di sviluppo include aperture in centri commerciali di rating alto (AAA-AA-A).

Moda maschile: consumi e distribuzione sul mercato italiano

Aeroporti: il futuro è dell’accessorio

All’interno del canale aeroportuale, a livello sia nazionale che europeo, il retail dedicato all’uomo è presente, ma molto meno sviluppato rispetto a quello dedicato alla donna. Come ci ha raccontato Roberto Mirabella, member of board of directors presso Airest Retail and Airest Collezioni Venezia, nonché head of retail business development presso Airest Collezioni, questo comparto si caratterizza per un’ampia offerta di accessori, più che di abbigliamento, e per un livello delle catene generalmente medio e alto. Fanno eccezione a questa “regola” alcuni brand specializzati, che offrono un concetto di total look, presenti da molto tempo negli aeroporti.

fonte: SMI su dati Sita Ricerca


Due esempi su tutti sono Boggi Milano ed Ermenegildo Zegna. Il primo è diffuso soprattutto in Italia, il secondo è un punto di riferimento all’estero, tanto che ha aperto per primo nel territorio cinese. Altro marchio presente in aeroporto: Pal Zileri. A questi si affiancano i cosiddetti category killer, tra cui Camicissima, relativamente recenti in ambiente aeroportuale ma in grado di ritagliarsi uno spazio nel segmento dell’accessorio, offrendo un prodotto a un prezzo abbastanza conveniente. «In base alla nostra esperienza – ci racconta Mirabella – fatto 100 l’abbigliamento in aeroporto quello per l’uomo pesa circa 35-40. In particolare il Marco Polo di Venezia vede il 60% dei 3.000 mq di retail dedicato all’accessorio e al

di alto livello, lusso e lusso accessibile, come Burberry, Ralph Loren e Bulgari, che ben si adeguano ai gusti di passeggeri alto spendenti come russi, americani, qatarini e cinesi. Basti dire che per ogni euro speso da un viaggiatore domestico, quello cinese ne spende 200. Un esempio opposto è Bari, dove non abbiamo brand del lusso ma lavoriamo molto con l’accessorio, perché il 70 del traffico è domestico o comunque Schengen. Esempi di marchi in questo contesto sono Desigual e Piquadro». Altro tema sensibile: i servizi. «Non esiste una regola unica. A Dublino e a Glasgow, per esempio, garantiamo a tutti i consumatori, come da policy dell’aeroporto, un prezzo ribassato rispettivamente del 10% e del 20% rispetto al listino in

La presenza dei marchi secondo il rating reno INSEGNA

Tab. 2

AAA

AA

A

BBB

BB

B

C

De Blasio

Sonny Bono

Cotton&Silk

Celio

Marlboro Classic

Obj

Clayton

Sorbino

Nuvolari, L.O.F.T.

David Mayer, David Saddler, Paul Taylor

Kruder

Tokunoshima Antony Morato

Berkeley

fashion, di cui un 30% rivolto all’uomo. Concretamente questi spazi ammontano a 600 metri quadrati. Per il futuro vogliamo far crescere questa offerta puntando sul segmento accessorio, più che sull’abbigliamento, che in questi anni è cresciuto a due cifre. In particolare cresceremo molto tra un anno e mezzo o tra due in virtù di una serie di accordi che stiamo stringendo». Entrando nel merito della selezione dei brand all’interno degli aeroporti, questa si orienta a seconda che lo scalo sia nazionale o internazionale, al tipo di nazionalità delle persone in partenza e alle caratteristiche demografiche che l’aeroporto è in grado di offrire. «Nel caso di Venezia il traffico è sia business che leisure, per cui sono presenti brand

✓ ✓

downtown. Questo è un grosso stimolo all’acquisto, perché permette di risparmiare sino al valore dell’Iva. A Venezia, invece, i brand del lusso hanno politiche differenziate. Alcuni lavorano molto sul concetto di frequent flyer, per cui permettono al viaggiatore che ha preordinato il prodotto, come la camicia, di pagarlo e ritirarlo in negozio, oppure sul servizio di pickup, per cui l’acquisto è perfezionato in downtown a Venezia e poi viene trovato in aeroporto. Altri forniscono un anticipo sui saldi o sulle collezioni future, con determinati vantaggi. Altri ancora vendono da catalogo e fanno servizio di spedizione a domicilio, gratuito». Andrea Penazzi

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L’inchiesta

Liberalizzazioni un anno dopo. Le domeniche limitano i danni

È tempo di tracciare un bilancio sull’effetto delle aperture domenicali e nei giorni festivi per i centri commerciali, sperimentate nel 2012 in seguito all’approvazione a fine 2011 della nuova normativa. In questa prima puntata dell’inchiesta sulle liberalizzazioni ci focalizziamo sui gestori degli shopping center, mentre nella prossima daremo voce ai retailer Il centro commerciale I Gigli ha totalizzato 17,5 milioni di persone nel 2012, pari al 22,5% in più rispetto al 2011. Questo in virtù del maggior numero dei giorni di apertura, passato da 326 a 357

L

o scorso anno, sul numero di aprile, ci siamo occupati di delineare lo scenario emerso dopo l’entrata in vigore il 1° gennaio 2012 della cosiddetta legge sulle liberalizzazioni. In virtù della quale il governo Monti ha scavalcato le Regioni competenti in tema di gestione del commercio, facendo valere il principio – avvallato poi della Corte Costituzionale – che si tratta di

una questione di libera concorrenza del mercato. Tema, questo, appannaggio del Governo centrale. E così è caduto un complesso muro di divieti, infiocchettato da varie eccezioni, eretto con modalità differenti dalle varie giunte regionali ad espressione di opportunità più politiche che economiche. Azzerato tutto, con i gestori liberi di creare una proposta orientata alla pro-

Pietro Malaspina, presidente del Consiglio Nazione dei Centri Commerciali «I centri migliori ne hanno tratto vantaggio» Come si sono comportati i gestori sull’opportunità di aprire tutti i giorni? Da un sondaggio informale emerge che il 70/75% dei centri commerciali italiani sono aperti in tutte o in gran parte delle domeniche. Per le aperture nelle festività civili e religiose la pratica è molto diversificata, in base a specifiche abitudini e situazioni locali. Come hanno reagito i retailer? In generale positivamente, anche perché c’è stata molta flessibilità da parte delle gestioni nel consentire i tempi necessari a organizzare le

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pria clientela, la maggior parte dei centri commerciali ha deciso di aprire in tutte (o quasi) le domeniche e in molte festività, dando il via a una fase di sperimentazione della durata di un intero anno. Discorso analogo ha riguardato i retailer compresi negli shopping mall, i quali, dovendo rispettare il calendario proposto (o imposto) dai gestori, si sono impegnati nel rimodulare i

aperture domenicali e festive. Quali tipologie di centri commerciali si sono avvantaggiate delle domeniche di apertura? La prima impressione è che gli effetti positivi siano allineati con i livelli di efficienza: i centri migliori ne hanno tratto maggiori vantaggi e questo indipendentemente da dimensioni e location. Nel 2013 i gestori continueranno a puntare sulle domeniche? Credo che lo shopping domenicale sia ormai un’abitudine consolidata per i frequentatori della grande maggioranza dei centri commerciali italiani. L’importante è poter sempre cambiare per seguirne le esigenze e le richieste, adeguando il servizio come si fa con i prezzi e con i prodotti. Come vede, invece, la gestione delle fasce orarie giornaliere? In questo caso la sperimentazione necessaria per verificare l’interesse e l’utilità di un cambiamento è solo all’inizio e procederà in modo assai meno lineare. Questo sia perché pone ai centri e ai retailer problemi di adattamento più complessi sia perché può essere più interessante per alcuni settori di offerta e meno per altri. Ciò richiederebbe una diversa articolazione per gruppi di negozi o di attività, difficile da attuare per la struttura fisica dei centri, sopratutto di quelli più vecchi.


Carmen Chieregato, amministratore delegato di Cogest Italia «Le affluenze hanno tenuto. E in qualche caso sono aumentate» Lo scorso anno vi eravate detti favorevoli all’approvazione delle liberalizzazioni degli orari e dei giorni di apertura. Ora siete della medesima opinione? Certo, anche perché in un contesto difficile come quello attuale, e a fronte di un calo generalizzato dei consumi, l’apertura domenicale dei centri ha consentito a tutto il sistema e agli operatori in particolare di contenere la contrazione dei fatturati. E le affluenze hanno tenuto, segnando in alcuni casi un lieve incremento. Nel totale i centri Cogest hanno registrato nel 2012 un + 3,1% di visitatori. Il 2012 è stato un anno di sperimentazione. Quali sono i risultati? Positivi. I centri che già usufruivano delle deroghe sulle chiusure domenicali e festive hanno mantenuto le affluenze interessanti che avevano. Gli altri hanno avuto ovviamente un beneficio dal punto di vista delle affluenze e hanno perfezionato gradatamente l’operatività. In particolare, relativamente all’aumento dei costi di gestione abbiamo riorganizzato le attività ridistribuendole nel modo più funzionale per ogni singola struttura facendo economie di scala.

Gli orari in settimana come sono cambiati? Quest’anno abbiamo voluto accumulare quanti più dati possibile, per fare valutazioni compiute. Alla luce di queste indicazioni ogni centro potrà stabilire le proprie politiche di apertura per il 2013. In alcuni casi si potrebbe decidere di tenere chiuso il lunedì mattina o di slittare alle 10 l’apertura dei giorni feriali. Al momento gli orari sono rimasti pressoché invariati. Nel 2012 chiedeva agli operatori di resistere durante la fase di sperimentazione. Come hanno reagito i retailer? I tenant hanno reagito nell’unico modo possibile, resistendo. In un paio di centri commerciali la direzione aveva concesso a piccoli esercizi a conduzione famigliare di ridurre l’orario o di chiudere in alcune domeniche concordate. Pochi l’hanno fatto. Qual è stata, infine, la vostra ricetta per dare appeal alle domenica di apertura? Non potendo incrementare gli investimenti in comunicazione/promozione, abbiamo studiato soluzioni che ci permettessero di accrescere l’appeal dei nostri centri durante il week-end: offrendo animazione extra per i bambini, attivando il wi-fi free nelle gallerie che ne erano sprovviste, proponendo campagne promo con distribuzione di buoni acquisto e benefit nelle domeniche.

Totale Centri COgest

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22

turni del personale, con sicuri aumenti di costi ma anche con prospettive di maggiori ricavi. Lo scorso anno ci siamo lasciati a questo punto, promettendo di seguire il tema e di riproporlo una volta concluso l’anno di sperimentazione. Questa promessa la manteniamo in due puntate: nella prima diamo voce ai gestori dei centri commerciali, partendo da quelli che lo scorso ci hanno dato un primo contributo, nella seconda ai retailer.

Footfall in salita? Il fatturato scende

Due premesse sono d’obbligo: il dato generale è da prendere con le pinze, in quanto, a detta degli operatori, sarebbe necessario fare un’analisi divisa per aree geografiche; le maglie delle aperture domenicali si erano già parzialmente allargate nel 2010 e poi nel 2011, per cui i numeri sul 2012 rischiano di essere meno evidenti. Chiariti questi punti possiamo affermare che il flusso di visitatori nei centri commerciali durante il 2012 è salito del 3,1%, spinto da un aumento del 2,8% delle gior-

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L’inchiesta Alessandro Gaffuri, direttore del Centro Commerciale Shopville Le Gru di Grugliasco «Con quasi 13 milioni di visitatori è record di presenze» Come si è articolato il calendario di aperture domenicali e dei giorni festivi del centro commerciale Shopville Le Gru nel 2012? Abbiamo interpretato in modo estensivo la normativa sulle liberalizzazioni sin dalla prima domenica del mese di gennaio. Le giornate di chiusura del 2012 si sono limitate alle festività religiose, Pasqua, Pasquetta, Natale e Santo Stefano, con l'aggiunta di quelle a cui sono più legati i lavoratori, 1 Maggio e 15 Agosto. Come sono cambiati gli orari di apertura nei giorni feriali? Siamo aperti tutti i giorni dalle 9 alle 22. In precedenza, nelle giornate festive, il centro chiudeva alle ore 21. Numero di visitatori, numero di scontrini battuti e fatturati sono cresciuti rispetto al 2011? Il numero di visitatori è aumentato in termini assoluti grazie alle maggiori aperture. Se per le prime domeniche dell'anno la differen-

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za di affluenza con gli altri giorni della settimana era ampia, riportando qualche deficit rispetto alle attese, in un secondo momento le frequenze si sono ben distribuite nell'arco di tutta la settimana. Anche i fatturati, nonostante l'anno di difficoltà complessive, si sono ben distribuiti nell'arco di tutti i giorni della settimana facendo segnare il segno “+”. Shopville Le Gru ha superato ampiamente i 12,5 milioni di ingressi avvicinandosi ai 13 milioni, ottenendo il record di ingressi sin dall'apertura del 1993. Quanto sono aumenti, in percentuale, i costi di gestione per i retailer? Il maggior numero di aperture ha sì fatto registrare un aumento dei costi flessibili, ma ha anche permesso di spalmare l'incidenza dei costi fissi garantendo un buon aumento dei fatturati. Un elemento positivo è stato l'aumento dell'efficienza nella gestione dei costi per le spese del personale, e si spera che la ricaduta in termini occupazionali sia positiva una volta innescata la ripresa. Come hanno reagito i retailer alle aperture domenicali nel corso dell’anno? La scelta di aprire tutte le domeniche ha suscitato discussioni e iniziali timori da una buona parte dei retailer. La vicinanza ai tenant da parte della proprietà del centro, per mezzo dello staff di direzione, unita alla visione di lungo termine dell'investimento di Corio sui propri centri, ha permesso di condividere le ragioni di interesse generale rispetto alle logiche di bottega. Le defezioni sono state nulle, così come le espressioni di forte riluttanza.


Christian Recalcati, amministratore delegato di Larry Smith Italia «Grandi catene e piccoli operatori: reazioni disomogenee» Concluso il 2012, anno di sperimentazione in tema di aperture domenicali, quali risultati avete ottenuto? Il dato sulle giornate di apertura, per il nostro portafoglio gestionale, è aumentato rispetto al 2011 di un marginale 2-3 per cento. Solo il 20% delle gallerie, inoltre, ha visto aumentare in modo rilevante il numero di giorni di apertura grazie alla nuova normativa. In particolare quali trend avete individuato? Nel panorama italiano le situazioni sono diverse in relazione al numero di domeniche “guadagnate” dai competitor e alla tipologia dei competitor stessi. Un’altra situazione particolare è quella delle gallerie che erano già parzialmente aperte avendo il multisala al loro interno. In questo caso l’incremento delle affluenze della domenica di apertura è stato meno evidente anche per la non positiva stagione cinematografica. Considerando la nostra esperienza diretta, nelle gallerie che offrono un’ampia gamma di negozi, servizi e attività di intrattenimento la crescita dei visitatori è stata tra il 5-8%, con punte del 20 per centro. Per i centri commerciali più piccoli l’aumento di visitatori è stato assai più limitato. Quanto incide la domenica rispetto agli altri giorni della settimana? Per le grandi shopping mall la domenica risulta un giorno particolarmente gradito ai visitatori, secondo solo al sabato. Nei centri che gestiamo la

media è comunque del 25 per cento. Una recente indagine di mercato, condotta in uno dei nostri principali centri commerciali, ha evidenziato come durante la domenica aumenti sensibilmente la quota di persone che va al centro commerciale per passare il tempo libero e come aumenti anche il tempo di permanenza media. Di contro si evince che cala la quota di persone che fa acquisti ma aumenta lo scontrino medio. Come hanno reagito i retailer alle aperture dominicali e nei giorni festivi? In modo disomogeneo tra le catene e i piccoli operatori. In generale sono state accolte positivamente dalle prime e negativamente dai secondi. In generale gli eventuali maggiori fatturati derivati dalle domeniche coprono i costi di gestione per i retailer? Nei casi di mantenimento del fatturato con incremento delle giornate di apertura, peraltro festive, evidentemente no. Occorre però porsi altri due quesiti: quanto fatturato si sarebbe perso senza l’apertura festiva? Come impatta il provvedimento della liberalizzazione sul settore real estate? Per quest’ultimo tema ritengo che la risposta sia positiva in quanto, soprattutto per gli investitori stranieri, il mercato italiano si presenta più omogeneo almeno dal punto di vista normativo. Per il 2013 come cambiano, se cambiano, le vostre strategie di apertura? Per il 2013 riteniamo sia importante continuare a presidiare i nostri bacini di utenza, garantendo ai nostri visitatori il maggior numero di giorni di apertura.

Pierluigi Stopelli, specializzato nella commercializzazione per Studio Conte «Di domenica scontrino più alto» Come vede il primo anno di aperture domenicali? È chiaro che in un sistema estremamente complicato come quello dei centri commerciali, dove a fianco di grandi operatori internazionali si possono trovare piccoli operatori locali, ci sono dinamiche molto diverse. Dal punto di vista della gestione un’apertura domenicale comporta costi e sacrifici, per cui il commerciante lungimirante specializzato investe anche il proprio tempo, mentre la grande catena investe più risorse per pagare i dipendenti. Quali sono i riscontri di flussi e di fatturati nei vostri centri? Noi lavoriamo prettamente in Veneto e Lombardia, dove il risultato è interessante. Dal punto di vista dei flussi, in tutti i centri precedentemente chiusi la domenica c’è stato un aumento degli accessi, mentre dal punto di vista del fatturato c’è stato un sostanziale pareggio. Risultato non da poco nel 2012. Sempre dal punto di vista del risultato economico riscontriamo delle diversità a seconda della categoria merceologica e della grandezza dell’operatore e degli spostamenti di consumo all’interno della settimana, con la preferenza per gli acquisti domenicali. Di domenica lo scontrino è più alto? Di domenica lo scontrino generale del centro commerciale è più alto perché si compone di più visite ai negozi. Il cliente ha più tempo, spesso è insieme alla famiglia, per cui oltre all’acquisto programmato si ferma anche a mangiare. Gli orari in settimana li avete cambiati? Non nego che qualcuno ha chiesto di diminuirli. Però riteniamo che l’orario di apertura sia un investimento, che dà ritorni anche economici. Il nostro riferimento è l’8-21 di Esselunga.

nate di apertura. La fonte è quella ufficiale del Cncc, con un dato costruito tramite il proprio osservatorio, che si è espresso su questo tema in un recente incontro con Confimprese.Tuttavia questa rilevazione non trova conferma nei numeri presentati da Experian FootFall, società specializzata nelle gallerie commerciali, che ha evidenziato al contrario un calo di quasi due punti percentuali. Per la precisione dell’1,8 per cento. Più sicuro, ma in terreno negativo, appare il dato sulle vendite negli shopping center, ridotte lo scorso anno del 3,2% sia in ambito alimentare che non alimentare (fonte Cncc). E gennaio non ha invertito la rotta: l’elettronica di consumo ha perso rispetto allo stesso mese del 2011 il 7,4% e il settore cultura, tempo libero e regali il 5,5 per cento. Soltanto i servizi sono in terreno positivo con un +2,7 per cento. Crescono anche, ma il dato è negativo, l’incidenza delle spese di affitto sul fatturato, pari allo 0,65%, e l’incidenza dei costi del personale sul fatturato, pari allo 0,5 per cento. Tra i vari trend, emersi nelle interviste, si parla di un divario sempre più grande tra i centri prime e quelli secondari. Sul footfall, ad esempio, per i primi ci sono punte di crescita sino al 20% mentre per i secondi le flessioni toccano ribassi anche significativi. Le domeniche vedono poi uno scontrino medio complessivo più alto, dove si avvantaggia la ristorazione. Al contrario la flessione dei multisala ha ridimensionato il footfall dei centri commerciali con cinema integrato, a dimostrazione che non basta avere un po’ di intrattenimento per far quadrare i conti. Guardando al 2013, infine, le domeniche continueranno a essere sfruttate al massimo, mentre novità significative potranno arrivare sul fronte degli orari infrasettimanali. In questo caso ogni centro farà storia a sé. Andrea Penazzi

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Terza bandierina di Unibail-Rodamco a Stoccolma

Mall of Scandinavia, let’s go North!

LONDRA – A chi non l’avesse ancora capito, lo ribadiamo noi: esistono due Europe, una in crisi e sofferenza (la nostra), l’altra in crescita e sviluppo, quella del Nord, che dalla Germania porta alla Scandinavia e ai paesi del Baltico.È lì che a detta di molti occorre guardare oggi per progettare uno sviluppo economicamente sensato delle proprie attività, e questo vale anche in ambito retail. Su questo scommette Unibail Rodamco, grande attore del mercato immobiliare europeo, specializzato nella gestione di spazi commerciali, direzionali ed espositivi. Unibail Rodamco è già presente nei paesi nordici con 9 shopping centre per un totale di 332.000 mq GLA e circa 50 milioni di visitatori/anno. La logica è sempre quella di non investire sui paesi, ma piuttosto su regioni o aree ricche e promettenti, promuovendo il concetto

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“4 Star Shopping” ma anche la “Dining Experience” per quanto riguarda il food (vedi r&f gen/feb 2013, pp. 42-43)

Il progetto

Per questo a metà febbraio è stato presentato alla stampa internazionale un nuovo imponente progetto di sviluppo immobiliare destinato al retail, il Mall of Scandinavia. La cornice del lancio è quella moderna e ammiccante del St Martin Lane Hotel di Londra, a due passi da Trafalgar Square. Perché Londra? Perché negli stessi giorni, oltre che alla stampa, il progetto è stato illustrato anche a una nutrita pattuglia di retailer europei ma soprattutto americani, facilitati nel raggiungere Londra anziché la capitale svedese. Ma entriamo nel dettaglio del nuovo scheme: apertura prevista a ottobre/novembre 2015, 101.000 mq di superfice per il retail con 250 tra

negozi e ristoranti, un multiplex con 15 schermi. Un parcheggio da 4.000 posti e 2,3 milioni di abitanti nella catchment area di riferimento, posta nell’area nord di Stoccolma, a 7 minuti di treno dal centro. Il nuovo Mall sorgerà accanto alla nuova Arena, già attiva, utilizzata per numerosi eventi sportivi e musicali, ma anche a un nuovo quartiere direzionale e residenziale. L’immagine del Mall of Scandinavia sarà caratterizzata dai quattro elementi naturali (terra, vento, acqua e fuoco) per contraddistinguere differenti aree e retail mix (es. terra per gli high brand ecc.). La sfida di questo nuovo progetto, oltre che nelle dimensioni, risiede nel fatto che si tratta del primo centro dell’area nord europea a puntare su una vera “high international quality”, per dimensioni e per offerta. Una curiosità: il centro è stato pensato nel 2007 e aprirà nel 2015, tempi stra-

ordinariamente rapidi rispetto all'Europa continentale, non solo italiana.

International packages: un mercato, tre paesi

Un’arma affilata nella attività di leasing degli spazi, cominciata in queste settimane, dedicata ai grandi retailer internazionali, sono i cosiddetti international packages, che prevedono l’ingresso in più centri commerciali della stessa area (Danimarca, Svezia, Finlandia), gestiti dall’International Leasing Team Unibail Rodamco, basato a Parigi.Un argomento utile per chi nutre perplessità ad investire in un paese ricco, come la Svezia, ma tutto sommato piccolo. Chi avesse maggiori curiosità può consultare il materiale e le presentazioni raccolti durante il briefing londinese e custoditi in redazione (info@retailfood.it). Andrea Aiello


newsarredo Safe&Green: il nuovo approccio di Faac

In occasione della fiera Saie3 di Bologna, dedicata alla produzione del serramento e delle finiture di interni ed esterni, la società italiana Faac ha presentato il progetto Safe&Green, un nuovo approccio ai temi della sicurezza e del consumo energetico dei sistemi di automazione. Tra le novità in catalogo il fiore all’occhiello è l’innovativo modello Air Slide, che in uno spessore di 25 centimetri comprende sia la struttura della porta sia le bocchette necessarie per creare una lama d’aria. Questa soluzione, rivolta agli ingressi automatici, consente di trattenere l’aria calda all’interno dell’edificio, contribuendo a ridurre i consumi energetici. La porta Air Slide è ideale per negozi, supermercati, banche e per tutti quei locali che necessitano di una protezione contro l’entrata di vento e polvere dall’esterno.

Quality Living trionfa a Chicago

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opo il successo in Italia alla scorsa edizione del Macef, decretato il 6 settembre durante il primo summit del settore “tavola – cucina – regalo” all’interno di Fiera Milano, il progetto di Quality Living si è aggiudicato a marzo il Global Innovator Award 2012-2013 di Chicago. Questo contesto è riservato ai punti vendita di oggettistica e articoli per la casa, tableware e kitchenware che si distinguono per la capacità di introdurre elementi significativi di innovazione nell’offerta e nelle modalità di esposizione, promozione e relazione con la clientela. Il concept store di Verona, dedicato alla qualità dell’abitare a 360 gradi, si è aggiudicato il premio in virtù della totale integrazione dell'offerta proposta, dagli immobili, sviluppati dalla stessa Quality Living, agli arredi fino all'oggettistica per la casa. I finalisti erano 23 provenienti da tutto il mondo, mentre la giuria era composta da esperti di retail, visual merchandising e da editori trade co-sponsor del

Slide, il design fa tappa al Salone del Mobile

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ovità per gli amanti del design sono in arrivo alla prossima edizione del Salone del Mobile, che si terrà come sempre a Milano, dal 9 al 14 aprile. Tra queste segnaliamo l’ampio catalogo della società Slide: nata nel 2002 con un know how ventennale nella lavorazione delle resine plastiche, l’azienda di Buccinasco (Mi) ha visto lievitare il proprio fatturato dai 3 milioni di euro del 2006 ai 14 del 2012, grazie soprattutto a una forte vocazione internazionale. Per l’occasione Slide propone una selezione esclusiva, adatta sia ad ambienti indoor che outdoor. Tra i vari prodotti si distinguono la poltroncina America, il leggio Swish, la lampada Kaleido, i vasi/séparé Bamboo e Privé, la Gift Collection e il nuovo colore Chocolate per gli arredamenti della collezione Slide. Tra i designer coinvolti spiccano Marc Sadler, Karim Rashid e Denis Santachiara. •

Da sinistra Paolo Zanza, Presidente di Quality Living, Laura Tarroni, Casastile Gruppo Il Sole 24 Ore Mario Fedrigoli, Vice Presidente di Quality Living progetto. Nel corso della cerimonia di premiazione Quality Living si è aggiudicata ambedue i riconoscimenti dedicati al settore retail: il GIA Global Honoree 2012-13, a pari merito con quattro store di altrettante nazioni, e, in solitaria, il premio speciale “Martin Pegler Award for Excellence in Visual Merchandising”. •

Tris di Pedrali al Red Dot Design Award 2013

è una vera e propria scorpacciata di premi quella realizzata da Pedrali all’edizione 2013 del Red Dot Design Award. Le tre soluzioni vincitrici nella categoria Product design, in base al giudizio del Red Dot Institute, sono la poltrona Ara disegnata da Jorge Pensi Design Studio, la poltrona Malmö di Michele Cazzaniga, Simone Mandelli e Antonio Pagliarulo, e la sedia Noa di Marc Sadler. Dopo la vittoria del Good Design Award 2012 la poltrona Malmö, a un anno dalla sua presentazione, raccoglie un altro importante riconoscimento, mentre la vittoria delle sedute Ara e Noa conferma il livello progettuale dell’azienda italiana che nel 2013 festeggia i suoi 50 anni di vita e la sua 25esima partecipazione al Salone Internazionale del Mobile. Il prossimo 1 luglio si terrà a Essen la cerimonia di premiazione del Red Dot Design Award 2013 e i prodotti che hanno conquistato il premio saranno esposti presso il Red Dot Design Museum a Essen.

retail&food - aprile 2013 63


newstecnologia Anche Tap entra in Passbook Anche la compagnia aerea portoghese Tap permetterà di salvare la carta d’imbarco direttamente sui dispositivi mobili di Apple,

La multicanalità accelera nel non food

I

grazie all’applicazione Passbook. Il servizio si va ad aggiungere agli altri servizi digitali offerti dalla compagnia, come il wi-fi a bordo. Inaugurato sul primo aeromobile, sarà presto presente sull’intera flotta degli Airbus A330 che operano sulle rotte transatlantiche.

Visa-Samsung, accordo sull’ Nfc

Doppio accordo tra Visa e Samsung sui pagamenti via telefono. Da una parte la piattaforma Visa Mobile Provisioning Service, riservata alle istituzioni finanziarie, sarà disponibile sui telefonini Samsung

I retailer accelerano sul fronte della multicanalità. Sono 12 i retailer non food che hanno attivato un negozio online nel 2012, di cui ben 10 nell’abbigliamento. A dirlo è lo studio “I consumi 2012 in Italia: -2% offline, +18% online...ma la partita è multicanale!” dell’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano. Le new entry sono Andrew’s ties, Benetton, Brums, Diadora, Laura Biagiotti, GoldenPoint, Intimissimi, Max&Co, Stefanel e Yamamay. «Se a questi aggiungiamo Bata, Decathlon, Promod, Terranova, Zara e tutti gli altri importanti retailer che hanno attivato uno store online negli ultimi anni - dice lo studio - possiamo finalmente constatare in questo comparto una presenza importante della distribuzione moderna». Nell’informatica ed elettronica di consumo hanno un sito di eCommerce tutti i top 5 retailer del settore, nell’abbigliamento e nell’editoria, musica e audiovisivi ben 4 su 5. Negli altri comparti non food invece sono solo due gli ingressi di rilievo: Pircher, nell’arredamento, e Sephora, nella profumeria. Nella grande distribuzione food, invece, nonostante i buoni risultati di Esselunga, le principali insegne italiane restano

VeriFone e MasterCard PayPass per MyChef

equipaggiati con la tecnologia Nfc (Near field communication). Dall’altra Samsung ha concordato di caricare l'applicazione Visa payWave all'interno dei propri smartphone con Nfc. Visa payWave è un’applicazione che permette ai consumatori di effettuare pagamenti senza contatto semplicemente avvicinando i dispositivi mobili.

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La società di ristorazione MyChef (Gruppo Elior) in partnership con MasterCard e VeriFone ha lanciato un progetto per l’introduzione della tecnologia contactless PayPass presso tutti i propri 130 punti vendita in Italia, coprendo l’intera rete di locali con le PINpad VX 820 VeriFone. Questa tecnologia consente di pagare avvicinando la propria carta, il proprio smartphone o un altro apparecchio abilitato alla PINpad VX 820 VeriFone di nuova generazione dell’esercente. Per transazioni fino a 25 euro non sarà necessario firmare lo scontrino o digitare il Pin.

ancora alla finestra. A crescere è poi la multicanalità: il 40% dei player tradizionali con sito di eCommerce (come ad esempio Bata, Decathlon, Zara) utilizza l’“InStore support”, vale a dire l’acquisto online con assistenza (o consegna del reso) sul punto vendita. Anche i “pure player” online non disdegnano la multicanalità: il 10% degli operatori censiti ha un servizio di pick&pay” e altri hanno stretto accordi per il ritiro presso retailer (ad esempio Mr.Price con Wellcome). Il contesto è una forte crescita dell’ecommerce B2c in Italia: +19% circa nel 2012, in linea con i tassi degli ultimi anni. Tra le altre evidenze: per il quarto anno consecutivo la vendita online di prodotti (arrivati a pesare il 37% del totale in valore) cresce più di quella dei servizi. Bene l’abbigliamento (+33%), l’informatica ed elettronica di consumo (+27%), più statica invece la situazione per l’editoria, musica e audiovisivi (+11%). Nel grocery, nonostante l’incremento (+17%), il mercato resta appannaggio dei pochissimi operatori e i numeri assoluti sono piccoli. •


Con Auriga e CartaSì per pagare basta il QR Code

P

agare alla cassa con un cellulare o ritirare il denaro al bancomat: si potrà fare senza carta, ma limitandosi a fotografare i QR code. È il senso del progetto pilota di CartaSì “QR Money”, realizzato a partire dalla piattaforma tecnologica proprietaria di Auriga PlainPay, prima realizzazione di ampio respiro in Italia di questo genere. La prima applicazione di QR Money è stata realizzata dalla Banca Popolare di Vicenza e CartaSi. La sperimentazione del servizio (alternativo all’Nfc) è partita a febbraio a Vicenza, ha coinvolto un campione di utenti della banca e consente di utilizzare lo smartphone per pagare senza utilizzare la carta di credito o il bancomat. Nella pratica, l’utente consegna al cassiere la merce da acquistare, fotografa col cellulare il QR Code che si trova presso la cassa e digita sul proprio smartphone l’importo dovuto. Il cassiere riceve conferma dell’avvenuto pagamento e consegna al cliente merce e scontrino. Il servizio potrà essere utilizzato anche per pagare biglietti di cinema o teatri. Da metà del 2013 il servizio verrà esteso ad altre aree geografiche e potrà essere utilizzato da tutti i titolari di CartaSi. •

Google Flight, comparatore ancora zoppo

A un anno e mezzo dal lancio negli Usa, Google Flights ha fatto a marzo il suo debutto in Italia, Regno Unito, Francia, Spagna e Olanda. È un servizio di comparazione di costi dei biglietti aerei del tutto simile a quelli di Volagratis, Skyscanner e molti altri. Ma se un pregio è innegabile, l’estrema velocità di funzionamento, c’è ancora un limite grandissimo: il mancato accordo con tre compagnie di fondamentale importanza, come Ryanair, easyJet e Lufthansa.

Superdrug lancia la radio in store interattiva

Da Fujitsu una nuvola contro i furti

Brani a richiesta, via social media, da parte dei clienti nei negozi. È la novità più interessante della radio in-store Superdrug Live, dell’omonima catena di retail, sviluppata con Immedia. Oltre ai brani richiesti, saranno anche letti dei messaggi dei consumatori. Lo scopo è

N

ovità in casa Fujitsu: i moduli di “loss prevention” e “sales & marketing” della suite Retail Business Analytics saranno disponibili per tutti i retailer in modalità SaaS, appoggiandosi all’infrastruttura cloud della casa giapponese. Le soluzioni “Rba” sono state interamente sviluppate dalla filiale italiana di Fujitsu Technology Solutions che è il centro competente a livello europeo in questo ambito. «Secondo il Retail Theft Baromether i retailer italiani soffrono in media di differenze inventariali pari all’1,36% del valore del venduto – commenta Denis Nalon, business programs manager di Fujitsu Technology Solutions –. Il nostro modulo di “loss prevention” ha l’obiettivo di ridurre le differenze inventariali, basandosi sull’analisi dei dati di tutta la supply chain. Il Cloud Computing – continua – faciliterà l’implementazione di questa tecnologia per tutti i retailer interessati, contraendo i tempi di implementazione e gli investimenti legati all’infrastruttura». •

ovviamente quello di aumentare il loro coinvolgimento. Per favorire il processo, in tutti i 700 negozi entro la fine dell’anno il wi-fi sarà reso gratuito.

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International Inditex rilancia: nel 2013 480 nuovi negozi

Sembra inarrestabile lo sviluppo di Zara e delle altre insegne del gruppo Inditex. Nel 2013 il conto delle nuove aperture dovrebbe arrivare, secondo la società, a 480, di cui 110 ricondu-

cibili alla sola Zara. Gli altri marchi sono Pull&Bear, Bershka, Massimo Dutti, Stradivarius, Oysho, Zara Home e Uterque. Nel 2012 il fatturato di Inditex è stato di 15,95 miliardi di euro.

Value Retail: 100 milioni per l’ingresso in Cina

Entro il 2014 sarà inaugurato un primo villaggio dello shopping a prezzi ridotti vicino a Shanghai, successivamente ne saranno realizzati Rendering del Suzhou Village

sino a un massimo di sei o otto in tutta la Cina. Questo è il progetto lanciato dalla società Value Retail, specializzata nello sviluppo e nella gestione di factory outlet center. Per il primo intervento l’amministratore delegato del gruppo londinese, Scott Malkin, ha annunciato che l’investimento è di 100 milioni di euro e la location è quella a vocazione turistica di Suzhou Village. Il secondo intervento è già in cantiere.

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duty free world

By James Ross - London

The offshore Chinese dividend Il dividendo dell’offshore cinese As the duty free industry prepares to Mentre il settore del duty free si prepara a riunirsi a Singapore per la manifestazione gather in Singapore for the TFWA Asia Tfwa Asia Pacific di maggio, i pensieri, Pacific show in May, thoughts, as always, come sempre, si concentrano sui modelli are focused on the high spending patdi spesa elevata dei consumatori cinesi che terns from Chinese travelling consumers. viaggiano. Ma mentre i cittadini della Repubblica Popolare But while PRC nationals remain a powerful force in the Cinese rimangono una forza potente negli hub del mondo world’s hub airports – London Heathrow Airport, recen– Londra Hethrow recentemente ha sottolineato che i tly noted that while the Chinese represent 0.7% of total cinesi, pur rappresentando solo lo 0,7% dei passeggeri passenger numbers (70m in 2012) they account for 25% (70 milioni nel 2012), valgono il 25% della spesa per beni di lusso – il quadro, in termini di dove e come spendono, of luxury spending – the picture, in terms of where and sta cambiando molto velocemente. Come scritto già in how they spend is changing precedenza, all’isolavery fast. provincia meridionale Veduta dall'alto del progetto di Mission Hills Town Center As previously reported, the di Hainan è stato dato southern island province uno status di duty of Hainan has been given free offshore e nello offshore duty free status spazio di due anni è and within the space of diventata una fiorente mecca del duty free. two years it has become a Le vendite nel negothriving duty free mecca. zio esistente a Sanya, Sales at the existing store gestito da China Duty in Sanya, run by China Free Group, sono Duty Free Group, were in state nell’ordine dei 2 the region of CNY 2,000m miliardi di renmimbi ($321.5m) in 2012 and (321,5 milioni di dolcontinue to soar due to lari) nel 2012 e continuano a lievitare a ravenous demand. causa di una domanWith almost half of all trada insaziabile. vellers to Hainan shopping Con quasi la metà at the store, China Duty di tutti i viaggiatoFree Group is now builri ad Hainan che ding what is being called fanno acquisti nel the world's biggest duty negozio, China Duty free shopping complex at Free Group sta ora costruendo quello che nearby Haitang Bay which viene chiamato il più will be ready by the end of grande complesso the year. At 70,000 squaduty free del mondo, re metres it will be ten nella vicina Baia di times the size of the existing Haitang, che sarà pronta entro la fine dell’anno. Con 70mila Sanya store and will also incorporate restaurants and mq, sarà dieci volte la taglia del negozio esistente a Sanya e other entertainment facilities. incorporerà anche ristoranti e altri servizi di intrattenimento. However, on the other side of the island in Haikou, near Comunque, nell’altro lato dell’isola, ad Haikou, vicino a uno dei principali aeroporti di Hainan, un altro complesso comone of Hainan’s main airports, another downtown duty merciale duty free nel centro è stato annunciato nell’area free shopping complex has been announced in Mission di Mission Hills, e sarà perfino maggiore. Sarà gestito dalla Hills that is even bigger. It will be run by the Hainan Hainan Provincial Duty Free Company (Hndf) e dovrebbe Provincial Duty Free Company (HNDF) and should partialaprire parzialmente a dicembre, per un costo totale, quando ly open in December at a total cost, when fully finished, sarà completamente finito, di più di 10 miliardi di renmimbi of more than CNY 10,000m ($1.61bn). (1,61 miliardi di dollari). The project, in which DFS Group is partnering HNDF, Il progetto, nel quale Dfs Group sta collaborando con Hndf, will occupy a total space of 100,000 square metres when occuperà uno spazio totale di 100mila mq, quando sarà completed. completato. Progetti di tale massiccia infrastruttura commerciale su un’iSuch massive retail infrastructure projects on a resort sola di villeggiatura sono testimonianze della convinzione island are testament to the belief that the Chinese will che i cinesi rimarranno avidi consumatori duty free vicino a remain avid duty free shoppers close to home. This casa. Ciò è stato aiutato dall’innalzamento della spesa “duty has been helped by the duty-free allowance for nonfree” ammessa per i consumatori non residenti a 8mila resident shoppers being lifted to CNY 8,000 ($1,290) renmimbi (1.290 dollari), lo scorso novembre, dai precedenti last November (from CNY 5,000) by China’s Ministry of 5mila, dal ministro delle Finanze cinese. La spesa franchigia Finance. The allowance can be used twice per year and può essere usata due volte all’anno e sarà usata, senza dubwill, no doubt, be used to its maximum limit. bio, fino al limite massimo.


E al Jfk Ssp pronta con 16 location

Super-contratto strappato da Ssp nel Terminal 4 dell’aeroporto Jfk di New York. Il gestore di ristoranti nel canale travel aprirà 16 locali, per un investimento di 28 milioni di dollari e un fatturato atteso, entro la scadenza del 2026, di un miliardo di dollari. Molti i marchi locali, accanto ai più internazionali Dunkin’ Donuts o McDonald’s. Tra questi ci sono la brasserie in stile artdeco newyorchese Uptown Brasserie; lo Street Food by Marcus Samuelsson, ispirato alla cucina di strada del mondo; i due locali ispirati dal ristoratore Dannt Meyer: Shake Shack (burger restaurant) e Blue Smoke On the Road (barbecue restaurant). Ssp ha anche aperto a febbraio a Stoccolma Arlanda il primo bar Casa Bacardi, ispirato alla Cuba degli anni Cinquanta.

Madrid, àreas svela i nuovi 47 locali

D

opo essersi assicurata il rinnovo di una estesissima serie di concessioni nell’aeroporto di Madrid Barajas, Àreas ha presentato i suoi 47 concept, appartenenti a 26 marchi, di cui 19 internazionali. L’investimento complessivo per i lavori è di 24,8 milioni di euro. Queste le più importanti novità: Starbucks aprirà il locale più grande in Europa, da 575 mq nel T4. Burger King debutterà nello scalo, con tre punti vendita. Debutto anche per la panetteria Paul. Aprirà Kabuki, marchio di cucina giapponese, stellato Michelin e famoso in Spagna. La birra iberica Mahoud farà co-branding per tre ristoranti free-flow e uno bar sportivo. Ci sono diversi ristoranti a tema spagnolo, da La Mary (cucina tipica) a La Bellota, Mas Q Menos, Rodillo e 100 Montaditos. Lavazza sarà rappresentato sia con un Espression sia con un Caffè di Roma. Debutterà EspaceEvian, un concept di cucina salutare del marchio di acqua Evian. Ci saranno poi numerosi marchi di proprietà di Àreas, da Deli&Cia a Caffricio, da World’s Food a Pepito Grillo.

Cina amarissima per Yum! Brands

Un gennaio nerissimo per Kfc (Kentucky Fried Chicken) in Cina. La catena, che nel Dragone conta 4.250 locali, ha visto le vendite a parità di punti vendita scendere del 41 per cento. All’origine del tracollo c’è stata un’inchiesta della tv pubblica cinese, secondo cui i polli di alcuni fornitori di Kfc ricevevano troppi antibiotici. Meglio è andato febbraio: vendite piatte rispetto allo scorso anno, grazie a una campagna di marketing e alla promessa di maggiori controlli sui fornitori. Intanto la catena Denny’s – cibo tipicamente Usa – ha annunciato di aver annullato il suo contratto di franchising con la società Gcig, che avrebbe dovuto portare all’apertura di 50 locali in 15 anni.

retail&food - aprile 2013 67


International Dall’Ue nessuna tutela sulla one bag rule

«Molto delusi dal provvedimento». È il commento dell’European travel retail council, Etrc, alla proposta di aggiornamento dei diritti dei passeggeri da parte della Commisione

credit a TOM BIHN

Effetto Olimpiadi, Dufry raddoppia a San Paolo

G

randi progetti per Dufry nell’aeroporto Guarulhos di San Paolo, il principale del Sud America. Il travel retailer ha presentato il progetto per l’espansione di due duty free, in vista delle Olimpiadi del 2016: quello agli arrivi passerà da 1.500 a ben 3.400 metri quadrati, quello alle partenze da 400 a 1.100 metri quadrati. Le aspettative in Brasile per Dufry rimangono

euopea, del 13 marzo scorso. Tra i nuovi diritti tutelati non figura infatti la possibilità di portarsi a bordo gli acquisti effettuati in aeroporto. Anzi, il testo dice che le compagnie hanno piena libertà commerciale di stabilire le condizioni in base alle quali permettono di imbarcare i bagagli. Questo, secondo l’Etrc, avrà l’effetto opposto a quello sperato, dato che fornirà le compagnie di una base legale per le loro restrizioni.

Anche Marks&Spencer nel mirino del Qatar

Il fondo sovrano Qatar Investment Authority ha messo nel mirino la catena inglese di department stores Marks & Spencer, secondo indiscrezioni riportate da The Sunday Times.

alte, nonostante il 2012 sia stato deludente, con ricavi nel Paese cresciuti solo dello 0,2 per cento. Tra i progetti in pipeline di Dufry (10mila mq nel 2013 e oltre 40mila considerando quelli degli anni successivi) ci sono 1.600 mq per 18 negozi nell’aeroporto di Dallas e 817 mq per due duty free nello scalo di Chicago O’Hare. •

Usa, il salario minimo preoccupa i ristoratori

Quanto inciderà l’aumento del salario minimo – da 7,25 a 9 dollari all’ora promesso dal presidente Usa Obama sui conti delle società di ristorazione? I conti li ha fatti, su Nrn, la William Blair & Company, società di consulenza che segue tra gli altri Starbucks, Chipotle Mexican Grill e Dunkin’ Brands Group. Secondo una proiezione, la crescita media dei costi del lavoro sarebbe del 18 per cento. Ma tra le insegne ci sono forti differenze, dovute al fatto che diversi Stati hanno già salari minimi maggiori di quelli federali. Così Sonic, che ha il 45% dei locali in Texas – lo stato con i salari minimi più bassi – vedrebbe i costi salire del 21% e dovrebbe aumentare i prezzi di almeno il 6 %, altri soffrirebbero meno. È il caso di Dunkin’ Brands, Starbucks, e in misura minori di Chipotle e Panera.

Walgreens progetta il primo negozio a impatto zero

La catena di drugstore Walgreens sta progettando quello che sarà il primo punto vendita a impatto zero negli Stati Uniti. Sorgerà a Evanston, nell’Illinois, non lontano da Chicago. Il punto vendita dovrebbe avere: 800 pannelli solari sul tetto; due turbine a vento;un sistema di riscaldamento da energia geotermica; illuminazione a led e ampio sfruttamento della luce naturale; riscaldamento e raffreddamento con sistemi ad anidride carbonica; materiali di costruzioni ad alta efficienza. Grazie a questi accorgimenti gli ingegneri si attendono di consumare 200mila kWh all’anno e di produrne 256mila. Il negozio dovrebbe ottenere la classificazione Leed Platinum, il livello massimo dell’ente Green Building Council.

Rendering dello store a impatto zero di Wallgreens Il fondo qatariota starebbe provando a formare una cordata di investitori, composta da banche e operatori di private equity. Non ci sono stati commenti da parte di M&S. Lo stesso fondo sovrano ha comprato nel 2010 Harrods, ha il 25% di Sainsbury’s e ha azioni anche nell’aeroporto di Londra Heathrow.

68 retail&food - aprile 2013

Con Magical Asia l’aeroporto di Francoforte parla sempre più cinese

Intercettare i preziosi consumatori cinesi è una delle parole d’ordine degli aeroporti europei. In questo contesto si inserisce il lancio del temporary shop nell’aeroporto di Francoforte, chiamato Magical Asia. A gestirlo è il travel retailer tedesco Heinemann Duty Free. Nel negozio – che sarà aperto fino al 3 maggio – sono venduti solo marchi della regione dell’Asia-Pacifico, come Shanghai Tang, Issey Miyake ed Hello Kitty, oltre a diversi liquori. L’aeroporto di Francoforte si era già segnalato per l’attenzione ai passeggeri cinesi: ha infatti istituito un servizio di “personal shopping” apposito per cittadini cinesi ed è l’unico aeroporto in Germania a ospitare, nell’area transiti B del Terminal 1, un punto vendita del brand di lusso cinese Shanghai Tang, anch’esso gestito da Heinemann.


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La foto

Arriva la primavera Ultimi scampoli di de-icing Linate, 18 marzo 2013

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Vetrina Nebri-tech, al Promotion Expo con il QB8 olografico

Per Bavaria primavera con leggerezza

Bavaria Holland Beer, storico brand olandese, propone Bavaria Premium nell’innovativo formato Pet: la soluzione ideale per non dover usare l’apribottiglia. Altra novità: Bavaria 0.0%, completamente priva di alcool. Due prodotti ideali per le serate primaverili in compagnia.

Il display diventa olografico con Nebri-tech. Il nuovo QB8, presentato al Promotion Expo nel settore digital signage, presenta un contenuto multimediale che gioca con i prodotti fisici promossi all’interno. Questa soluzione, che lavora sul piano empatico del fruitore, crea un’esperienza di acquisto innovativa e di appeal.

Callipo, limited edition per i cento anni

Per i primi 100 anni dell’azienda è stata realizzata una versione limited edition di Filetti di Tonno Callipo in vaso di vetro da 1.650 grammi. Il vaso è contenuto in un bauletto di legno che comprende una pinza professionale per estrarre i filetti e una pergamena con la citazione del poeta greco Archestrato di Gela.

Grafitack Italia: la vetrina si allestisce con il Led Mustang

Tasche portalocandine in plexiglass con illuminazione a led per rendere più visibili gli annunci e comporre una vetrina elegante e moderna. Questa è la funzione del sistema Led Mustang, presentato da Grafitack Italia. Le portalocandine, disponibili nei formati A4, A3 e A2, sono da installarsi su cavi o tubi in acciaio.

Silenzioso e in classe A, da De’Longhi il Pinguino Silent PAC CN 86

Fanta Lemon, freschezza per grandi

In vista dell’estate De’Longhi presenta Pinguino PAC CN 86 con la funzione Silent, resa possibile grazie alla particolare forma della griglia, alla doppia velocità di condensazione e al miglioramento dell’insonorizzazione. Il Pinguino, in classe energetica A, rispetta l’ambiente con il gas refrigerante R410 A.

Coca-Cola Hbc Italia lancia Fanta Lemon: pensata per gli adulti, è una limonata con polpa di limone, senza coloranti. I formati: lattina da 330ml (250ml per il vending) o bottiglia da 0,5l e 1,5l. Innovative le confezioni: per la bottiglia etichetta lucida, per la lattina un effetto “rugoso” che evoca il frutto.

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Braun, un Minipimer per cucinare in libertà

Zuegg, benessere da bere

Bontà e benefici nutrizionali sono le promesse di Zuegg 6X125 mil Benessere, la linea di succhi di frutta ricca di antiossidanti, antociani e polifenoli. Tre sono i gusti: Mirtillo, Melograno e il nuovo Ribes Nero e Carota Nera. Le bottigliette di vetro hanno il tappo twistoff, richiudibile.

La freschezza viaggia sicura con Remote Angel Fleet

Remote Angel Fleet è un nuovo sistema di localizzazione satellitare per le attività di trasporto e consegna. Permette di controllare e gestire gli autoveicoli aziendali via pc o cellulare, e visualizzare percorsi e velocità, anche su mappe in 3D. Ha le dimensioni di un mouse ed è stato sviluppato da Magnil.

Pago America, il gusto del nuovo mondo

Pago, specialista nei succhi di frutta premium, amplia la sua linea World of Nature inserendo il nuovo gusto Pago America. Lo scopo è quello di evocare attraverso la frutta nuove terre lontane e regalare sapori esotici, questa volta quelli degli States! Nel caso di Pago America il sapore base è quello del cranberry

Braun presenta l’ultra moderno mixer a immersione Minipimer Cordless MR 740 CC. Punti di forza. Il funzionamento senza fili, la potenza, il design, per l’impugnatura ergonomica e il colore nero. La gamma si completa con il modello Minipimer Cordless MR 730 CC di colore bianco e senza tritaghiaccio.

La Salsa Worcester, di Lea & Perrins, si sposa con i gamberi

La Salsa Worcester è da sempre solo Lea & Perrins e della sua ricetta indiana sono conosciuti pochi ingredienti. Il complesso processo produttivo è invece ancora segreto. La classica bottiglia a collo lungo con l’etichetta arancione ospita questa salsa, ottima sulle pietanze più diverse come nei cocktail di gamberi.

Con SafePay contanti al sicuro per le farmacie

Gunnebo, leader nelle soluzioni di sicurezza per il retail, ha realizzato SafePay, un sistema di cash management a ciclo chiuso che permette al cliente di eseguire da solo il pagamento in denaro. Adatto anche alle farmacie, libera il personale di cassa da compiti ripetitivi e rende le operazioni più facili e sicure.

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La pulce nell’orecchio

di Simone Filippetti

La crisi azzanna le autostrade

S

e l’Italia è il vero malato grave d’Europa, allora le autostrade sono il malato numero uno nel Paese. Nell’anno della recessione sono i trasporti che più pagano dazio alla bufera economica. La crisi sta pesantemente investendo i caselli. D’altronde quello delle concessioni autostradali è un business altamente ciclico: la domanda è anelastica (nel senso che non puoi aumentarla o diminuirla a piacimento con politiche di prezzo, infatti anche quando le tariffe salgono il traffico non cala). E se la gente non si mette in auto in autostrada, i ricavi scendono. Non c’è niente da fare. Per Atlantia (che è il principale gestore autostradale in Italia), ma anche per Gavio, è un problema. Si può solo intervenire sui costi cercando di comprimerli a sufficienza da compensare il calo del traffico. Ma rischia di essere una manovra dal fiato corto perché i costi non sono comprimibili all’infinito e sotto certe soglie diventa controproducente farlo. Chiaramente non è solo una questione di pedaggi: meno veicoli che girano, significa meno persone che si fermano per mangiare o fare shopping. I numeri parlano chiaro: basta guardare quello che è successo ad Autogrill che, in quanto big mondiale del settore e numero uno in Italia, fa da punto di riferimento per tutto il settore. L’anno scorso in Italia il fatturato è sceso di oltre il 9 per cento. Non era mai successo. Ma non è solo un problema di minori ricavi: se ci

sono meno veicoli, allora anche le aree di servizio sono troppe. Soprattutto nel Nord Italia. La situazione delle piazzole di sosta ricorda un po’ quella degli aeroporti, che in Italia sono troppi e nessuno poi guadagna: da Milano a Venezia, sulla A4 probabilmente l’autostrada più affollata d’Italia perché attraversa l’area a più alto tasso di industrializzazione, c’è una media di una stazione di servizio ogni 15 km. Tanto, troppo. In Europa la media è di 50 km. Un’anomalia figlia dell’eccessiva motorizzazione del Paese (dove le merci si muovono solo su gomma e c’è il parco veicoli più affollato d’Europa). Ma finché le vacche erano grasse, il traffico era sostenuto, la torta era abbastanza grossa per mantenere un mercato anche

Mercati in fiera NOME

COSA

se inefficiente e con un eccesso di offerta sulla ristorazione. Ora che l’Italia gira a bassa velocità, improvvisamente le autostrade non sono più la gallina dalle uova d’oro, una macchina da soldi che produceva liquidità senza sforzo, e le aree di ristoro sono diventate troppe. Quindi, un problema. Era solo pochi anni fa quando i Benetton e i Cremonini si facevano la guerra a colpi di rilanci per strapparsi di mano le concessioni. Sembra un’era fa. Oggi se potessero, le venderebbero senza pensarci due volte. A lanciare l’allarme è stato GianMario Tondato, l’ad di Autogrill: che fare? La soluzione è facile quanto drastica. Molte aree di servizio vanno chiuse. O perlomeno andrebbe drasticamente

ridotto il canone di locazione per evitare che le attività lavorino in perdita. Ma quello del costo è una soluzione tampone. Con non solo l’Italia ma tutta l’Europa avviata a un periodo di perdurante stagnazione, c’è da ridimensionare un mercato. E le conseguenze non cadono solo sui gestori delle aree. Perché quei gestori a loro volta pagano un canone di concessione alle autostrade. E l’affitto delle aree è una fonte di guadagno per Atlantia & C. Ma se le piazzole verranno tagliate e quelle rimanenti chiederanno una riduzione dei canoni, ecco che per i concessionari autostradali un problema, il calo del traffico, si trasforma in due problemi (meno pedaggi e meno royalties). Non a caso i Benetton sono corsi al riparo. La fusione tra Atlantia e Gemina (la società che gestisce Adr-Fiumicino) serve, tra le altre cose, anche a questo. Ossia a mettere insieme una società che vede ridursi i ricavi per la crisi, ma tutto sommato non necessita di grossi investimenti (la rete è quella che è ed eventuali costi per migliorie vengono compensati da aumenti tariffari); con una che invece non risente troppo della crisi (Fiumicino è il più grosso aeroporto con quasi 37 milioni di passeggeri l’anno, molti dei quali legati ai flussi internazionali quindi slegati alla recessione del Paese) ma ha invece bisogno di grossi investimenti per ammodernare uno scalo ormai vecchio e obsoleto. Basterà a fare da diga alla crisi del traffico 2013? •

CALENDARIO APRILE 2013 - GIUGNO 2013 DOVE

QUANDO

WEB

VINITALY Vino e Distillati Verona 7-10/04 www.vinitaly.com BUSINESS RETAIL IN CHINA Retail Milano 8/04 www.retailfood.it WORLD TRAVEL CATERING Catering and Amburgo 9-11/04 www.worldtravelcateringexpo.com & ONBOARD SERVICES EXPO onboard services PASSENGER TERMINAL EXPO 2013 Aeroporti Ginevra 9-11/04 www.passengerterminal-expo.com ICSC EUROPEAN CONFERENCE Retail real estate Stoccolma 17-18/04 www.icsc.org ACI EUROPE AIRPORT Aeroporti Amburgo 22-24/04 www.aci-europe.org TRADING CONFERENCE ORDINE & EXTRAVAGANZE 2013 Retail marketing Milano 9/05 www.popai.it EUROPEAN MARKETING CONFERENCE Marketing Londra 13-15/05 www.icsc.org TUTTOFOOD Food Milano 19-22/05 www.tuttofood.it DIGITAL SIGNAGE & VISUAL Digital signage & visual Milano 21/05 www.iir-italy.it COMMUNICATION FORUM 2013 communication RETAIL BUSINESS FORUM Retail Gubbio 23-24/05 www.richmonditalia.it LUMEN FORTRONIC Lighting Milano 23/05 www.fortronic.it EIRE Retail real estate Milano 4-06/06 www.italiarealestate.it ICSC OUTLET CONFERENCE Outlet Amburgo 18-19/06 www.icsc.org

72 retail&food - aprile 2013




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