retail&food ANNO 7 NUMERO 12 DICEMBRE 2012 • € 3,00
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI
DOSSIER AEROPORTI SPECIALE
MONACO DI BAVIERA Tutto un altro mondo
Analisi Mercato
Digital Solutions
Parola di...
Mandarina Duck
A comic story Tfwa 2012
NEWS PRIMAE NOCTIS
L'OPINIONE
la moda? SemPre PiÙ al cenTro del Travel reTail
Il travel retail è di vitale importanza per i brand che operano nel campo della moda: mette, infatti, a disposizione una vetrina sul mondo. Gli ambienti del retail aeroportuale rispecchiano sempre più le vie commerciali più importanti delle città. I marchi possono distribuire globalmente le loro collezioni – come facciamo noi di Furla – oppure studiare soluzioni ad hoc per le realtà locali. In entrambi i casi le aree di shopping negli aeroporti danno a molti clienti la possibilità di trovare i loro brand preferiti e scoprirne di nuovi che magari non sono facilmente reperibili nei negozi delle loro città. In misura crescente i marchi creano collezioni e linee pensate specificatamente per il viaggiatore – uomo o donna –, che possono essere esclusive per il canale travel. Furla, per esempio, ha sviluppato un’esclusiva collezione “in volo” che sta avendo un grande successo, e molte delle nostre linee fondamentali sono concepite con in mente le esigenze di chi è in viaggio. Per Furla prediligiamo certamente boutique individuali o shop in shop dove possiamo promuovere ed esporre il brand in uno scenario ideale. Questo può non essere sempre possibile negli aeroporti già esistenti ma, oggi, con l’apertura e la riqualificazione di aeroporti e terminal in tutto il mondo, siamo felici di vedere che la moda sta giocando un ruolo più importante tra i settori che combattono duramente per questi spazi. Dove però lo spazio è una priorità, allora la distribuzione in store multi-brand può essere perfettamente accettabile. Qui è importante assicurarsi che il brand sia esposto e presentato nel modo giusto e che sia curata la disponibilità di magazzino. Quello che è inoltre importante valutare è il luogo in cui viene collocato l’elemento moda entro gli spazi di vendita, tenendo conto dei flussi di traffico dei passeggeri. Noi crediamo che la moda possa dare un forte impulso agli acquisti e dunque sia necessario posizionarla entro il naturale flusso di traffico.
Editoriale
In famiglia ci sono poche (buone) regole ma chiare. Un esempio? Sabato a pranzo non si cucina. Si esce per una pizza, un panino... Qualcosa di veloce, simpatico e non impegnativo. Coi bambini e spesso con amici e relativi figli. In men che non si dica si arriva alla dozzina. Dodici clienti, affamati, non sono certo un cattivo boccone per un ristoratore, visti i tempi che corrono. E invece no, vien da pensare, provando a proporsi in diversi locali del centro di Milano. Se il locale è simil-pieno ci viene proposta, comunque a malincuore, la combinazione più scomoda e impraticabile. Se è vuoto idem, se non c’è posto manco in piedi, ecco allora spuntare un sorriso sadico ma utile per la formula «ci dispiace, siamo al completo». Non funziona così nei locali delle catene, dove la gestione è tutt’altro che familiare ma la famiglia di clienti è vista come risorsa. Velocità e qualità sono mediamente assicurate, più sporadica la simpatia. Ma la concorrenza sui grandi numeri, cioè sui gruppi, s’è fatta più intensa da quando sono sbucati i locali che propongono la formula All you can eat. Solitamente a gestione cinese, ma con cucina giapponese, tailandese, brasiliana, italiana… Locali ampi, servizio veloce e conto bassissimo, meno di 10 euro a capa. La qualità? Dipende, dalla buona sorte. Dove siamo finiti sabato, in preda alla disperazione dopo tre italici rimbalzi, era discreta, sicuramente accettabile. In quanto a cortesia, il voto è un 10 pieno. C’è tanto da imparare e tanto da fare, quel che non ci si può permettere oggi come retailer, del food o del non food, è di essere choosy verso i propri clienti. Altrimenti i clienti, quelli che ancora spendono, li troveremo tutti dagli All you can eat… e non è solo questione di prezzo.
Karl Baron
i riSToraTori? TroPPo chooSy!
Gerry Munday, responsabile travel retail di Furla
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Anno 7 numero 12 dicembre 2012 Direttore responsabile Andrea Aiello - andrea.aiello@edifis.it In redazione Fabrizio Patti - fabrizio.patti@retailfood.it Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Hanno collaborato
Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Giuseppe Bonomi, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Stefano Gardini, Paolo Prota Giurleo, Massimo Guacci, Antonio Intiglietta, David Jarach, Paolo Lombardi, Filippo Maffioli, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Dante Marro, David Montorsi, Giorgio Moroni, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Enrico Pazzali, POLI.design, Alessio Quaranta, Mario Resca, Leopoldo Resta, Vito Riggio, Kevin Rozario, Paolo Simioni, Vittorio Valenza Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Segreteria Antonella Ferraraccio Pubblicità dircom@edifis.it Progetto grafico e impaginazione Quality A&M Stampa A.G.F. – Peschiera Borromeo (Mi) Redazione Viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano - Italy Prezzo di una copia € 3,00 – Arretrati € 5,00 Abbonamento Italia: € 30,00 Europa: € 40,00 Resto del mondo: € 50,00 Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 15972 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima.
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n° 12 dicembre 2012
SOMMARIO 38
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32 NewS PRIMAe NoCTIS I ristoratori? Troppo choosy!
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R&F NewS
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CoSA oCCoRe SAPeRe PeR... Tutte le novità del Decreto Cresci Italia
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INDICe R&F Il lusso è ancora un buon investimento
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oSSeRvAToRIo PReZZI Aeroporti sardi, Olbia extralusso La sfida sui listini food dei tre scali isolani vede quello in Costa Smeralda al primo posto per spesa complessiva e per singoli prodotti più cari. Al contrario, il terminal di Cagliari risulta a buon mercato. Intermedia è la posizione di Alghero: low cost per la colazione e più salato per panini e pizza
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PRIMA PIeTRA Le Cotoniere cambiano volto a Salerno Circa 30mila mq di gla, con 90 negozi, saranno l’anima di un più ampio progetto di riqualificazione urbana nel quadrante a nord della città campana. I lavori sono cominciati a inizio 2012, con una previsione di fine cantiere nel 2014. La commercializzazione, portata avanti da Cbre, ha già incassato la firma di Coop
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TAGlIo NASTRo Centro Commerciale San Giuliano: retail eco-sostenibile Dalle macerie di un ecomostro, demolito nel 2008, nel comune di San Giuliano Milanese è sorto un centro commerciale di circa 30mila mq di gla, con oltre 50 negozi e un multisala. Grande attenzione all’impatto ambientale è stata posta anche in fase di progettazione, con il raggiungimento della classe energetica B
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ReTAIl eD eCCelleNZe Il 2013 di Eataly: sette aperture, via al franchising e tanta politica Sarà l’anno dell’accelerazione, con aperture in Italia (Milano, Firenze, Bari e Piacenza) e a Chicago, Istanbul e Dubai. Ovunque il punto vendita che ha rilanciato l’agroalimentare italiano va per essere protagonista, grazie a un’autorevolezza mondiale raggiunta in soli cinque anni
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DoSSIeR AeRoPoRTI Monaco, l’isola felice Più di 200 tra negozi e ristoranti, servizi avanzati, un rapporto simbiotico (anche se a volte conflittuale) con il territorio. Un esempio: il 90% degli alimenti dei ristoranti è prodotto in Baviera. Questo è l’aeroporto di Monaco, l’unico al mondo con una piazza dove d’inverno si pattina e d’estate si fa surf
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PARolA DI… MIChele loRuSSo Mandarina Duck, siamo tornati, e ve ne accorgerete
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DA FRANCoFoRTe A ChICAGo Ristoranti in fiera, come fare bene
49 lA RICeRCA Cross-canalità: l’Italia fanalino di coda La ricerca presentata lo scorso settembre da Kiki Lab e da Ebeltoft Group vede il nostro Paese in forte ritardo rispetto all’opportunità di intrecciare le nuove tecnologie con i sistemi tradizionali di promozione e vendita. Le soluzioni sono numerose e l’esempio dei paesi esteri può favorire un rapido sviluppo MYSTeRY IN ShoP Wok Italia, idee chiare e moderne
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DoSSIeR CoNCeSSIoNARIe AuToSTRADAlI Ativa, servizi solo en plein air
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INTeRNATIoNAl
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STAZIoNARIo
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FeRRY PoRTI
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veTRINA
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lA FoTo
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lA PulCe Nell'oReCChIo Come (s)vendere un’autostrada per fare cassa
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TFwA 2012 - A CoMIC SToRY Greetings from Cannes ANAlISI MeRCATo Apre il negozio 3.0 La tecnologia digitale rappresenta il miglior alleato del retailer nella gestione dei pagamenti. Ma non solo, in futuro sarà fondamentale nell’interazione con il potenziale cliente in un’ottica di reciproco scambio di informazioni. Ad oggi il mercato It per il retail in Italia vale oltre un miliardo di euro, con previsioni di crescita
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Rubriche SToCk oPTIoN oRIeNT eXPReSS ReTAIl 3.0 oBIeTTIvo PeRSoNAle CoMuNICAZIoNe DI SeRvIZIo MeRCATI IN FIeRA
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News
Cc Campo dei Fiori, Swarovski guida le aperture
Presso il Centro commerciale Campo dei Fiori, di Gavirate, sulle sponde del Lago di Varese, sono di scena numerose aperture. Ultima da calendario è quella del brand Swarovski, avvenuta lo scorso 9 novembre, che si posiziona al
terzo piano del complesso. Sulle stesso livello, a ottobre, è stata la volta di Tally Weijl (marchio di abbigliamento giovanile in forte sviluppo) e di Anta Running (abbigliamento tecnico sportivo e calzature per il running). Non è mancato poi un nuovo ingresso sul fronte della ristorazione, con l’apertura a settembre del bar La Piazzetta.
Salone del Franchising, cresce l’affiliazione
D
ati di affluenza in crescita e progetti interessanti hanno caratterizzato l’ultima edizione del Salone del Franchising, rassegna annuale organizzata da Rds & Company nel complesso di Fieramilanocity. Nel padiglione dedicato, tra il 9 e il 12 di novembre si sono registrati oltre 13mila visitatori (+2% rispetto all’edizione 2011) e 200 brand hanno proposto il proprio format in affiliazione. Tra i marchi presenti segnaliamo Alcott, Piazza Italia e Camomilla Italia per il settore abbigliamento, Triumph per l’intimo, Bialetti per la casa, Nau! per l’ottica, Bluespirit per i gioielli e ancora Farinella,
Rossosapore e Riso Gallo (con l'insegna Chicchiricchi) per la ristorazione. Altrettanto interessanti sono stati i contenuti espressi durante il convegno organizzato da Confimprese, intitolato "Il franchising in Italia. Negozi in franchising: quale valore per il consumatore?". Durante questa sessione Chiara Magelli, consumer research manager di Nielsen, ha esposto la ricerca "Riconoscibilità delle catene franchising per il consumatore”, che ha confermato l’alto grado di frequentazione dei consumatori delle catene in franchising presenti nei centri commerciali. •
Stock option BUY
NEUTRAL
SELL
Smooke all’aeroporto di Torino
Entro la metà di dicembre Smooke, marchio di sigarette elettroniche nato nel 2010 grazie all’intuizione di tre giovani under 35, intende aprire un nuovo show room presso l’aeroporto di Torino. Nella lounge di 50 mq i passeggeri potranno provare tabacchi ed essenze. La rete in franchising Bialetti La regina della Moka è pronta a invadere mall e outlet con una serie di aperture sia in via diretta che in franchising. Obiettivo portare macchine ma anche miscele di caffè direttamente ai propri clienti. Si può fare!
conta già oltre 150 negozi in tutta Italia e l’obiettivo è arrivare a quota 500 entro la fine del 2013. La società punta ad espandersi anche oltre i confini nazionali, con aperture in Gran Bretagna, Francia, Spagna. Inoltre sono in corso le procedure per ottenere la certificazione ambientale e di qualità.
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Nfc Near Field Communication, questo il nome del nuovo protocollo di comunicazione degli smartphone che a breve consentirà di usare la nostra sim come portafoglio elettronico, blocchetto buoni pasto, raccoglitore di loyalty card, carta d’identità… Bernardo Caprotti Malpensa non vale niente, tutti a Brescia! Un’eresia in tempi di spending review, ma espressa con tanta sincerità e passione, che alla fine Bernardo Caprotti, patron di Esselunga, si fa perdonare anche questa.
Salmoiraghi&Viganò La principale catena italiana di occhialeria (500 vetrine, 9% del mercato) attraversa una fase delicata. In vendita c’è il 40% per iniziare, in lizza Luxottica, pare. Sembra infatti che la scelta non convinca tutto il management.
Gardaland La crisi non guarda in faccia nessuno, nemmeno chi fino a pochi anni fa rappresentava modelli virtuosi e indiscussi. Come Gardaland, il parco tematico più celebre del Paese, che per la stagione 2013 si prepara a una riduzione del personale.
Italy’s Mall Luisa Todini, non (solo) in veste di costruttrice, ma (anche) come presidente del Comitato Leonardo ha lanciato la pietra nello stagno delle Pmi italiane: costruire dei mall all’estero per esportare e vendere il meglio del Made in Italy, grandi e piccole griffe.
Iberia Il terzo trimestre 2012 ha chiuso con perdite record. E così sulla compagnia aerea spagnola spirano venti di tempesta. Il primo segnale? Anche qui per il personale, con previsione di 4.500 esuberi.
Conad Continua la crescita del retailer della Gdo, che mira a sorpassare il concorrente Coop. Secondo il dg Pugliese assisteremo a una notevole concentrazione degli operatori, con non più di 4-5 catene.
Fnac Tanto bella quanto in perdita…lo stile Fnac ha conquistato in 12 anni una discreta schiera di adepti, ma non ha mai consentito una chiusura in utile, accumulando perdite per 137 milioni. Cavaliere bianco cercasi, altrimenti si chiude.
Tendenze... Alla (ri)conquista dei fiumi!
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se alla fine si tornasse là dove tutto è iniziato? Non bisogna essere per forza storici o urbanisti per prendere atto che la maggior parte delle città di tutto il mondo si sono sviluppate intorno ai principali assi di scambio commerciali, siano essi strade, piazze, porti o fiumi. Proprio questi ultimi sono i “sorvegliati speciali” del momento, dove sembra si sia catalizzata l’attenzione di investitori, sviluppatori, politici e progettisti internazionali. Il nostro viaggio parte dalla Francia, dove dopo la frenesia intorno alle stazioni, agli aeroporti e (ancora poco sfruttata) ai porti marittimi, nell’ultimo periodo si sta verificando una certa voglia di investire su progetti innovativi
legati ai fiumi: primo esempio ne è Casinò, leader francese della distribuzione alimentare, che attraverso la sua società Franprix ha iniziato a consegnare i suoi prodotti via fiume. Il progetto, attualmente in atto a Parigi, sarà poi esteso ad altre città fluviali, come Lione, e comporterà una notevole riduzione nei costi e nelle emissioni. Ed è proprio a Lione che il fiume Saone ha ispirato Unibail-Rodamco per il suo progetto “vaporetto”: grazie alla vicinanza del corso d’acqua al polo commerciale Confluence, la società ha creato non solo un sistema di trasporto passeggeri innovativo, ma anche una nuova sinergia fra città e luoghi dell’intrattenimento. Altra scommessa in atto è quella dei poli multimodali che ospiteranno le navette anfibie lungo il Rodano: il nuovo sistema, attualmente allo studio di progettisti e tecnici internazionali, dovrà prevedere nuove stazioni capaci di accogliere oltre alle navette anfibie (il cui progetto è ancora top secret), anche attività parallele, come centri logistici, poli culturali, spazi retail. In un momento di grande incertezza mondiale, sembra che il fiume si stia dimostrando un grande alleato, capace di generare nuovo interesse e di dare un ritorno economico e di immagine. Stiamo a vedere! Tiziana Bardi, titolare StudioBardi/Cad38
Fiordaliso, l’auto elettrica si ricarica durante la spesa Le sei colonnine elettriche da 24 kw, installate presso il centro commerciale Fiordaliso di Rozzano (Mi), rappresentano la prima stazione di ricarica gratuita ubicata in un luogo pubblico. Il servizio, a disposizione dei clienti, rientra nel progetto di Green Land Mobilty, promosso dall’associazione Class Onlus, dal ministero dell’Ambiente e dalla Regione Lombardia.
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News
Zuiki punta a Nord
La catena di negozi di abbigliamento donna Zuiki apre ai primi di dicembre il 116° negozio in Italia: un franchising a Campobasso, nel centro commerciale Centro del Molise. Il marchio privilegia le location all’interno dei mall: le ultime aperture sono avvenute nel centro commercia-
le il Gabbiano di Savona (il 27 ottobre) e nel Città dei Templi di Agrigento (19 ottobre). La divisione sviluppo dell’azienda dichiara di voler investire sempre più sul franchising. E per Zuiki, nata a Nola, con 54 punti vendita nelle sole Campania, Calabria Sicilia e, annuncia un’espansione al Nord.
Franchising international
Per Fare franchising in Russia…si comincia in fiera
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ra le fiere internazionali del franchising più importanti un posto d’onore è riservato a BuyBrand 2012 di Mosca, che quest’anno ha celebrato il suo decimo anniversario. Possiamo confermare che anche nell’edizione appena conclusa l’evento fieristico ha funzionato bene. Le sue dimensioni sono rilevanti: una superficie di 8.800 metri quadrati nel padiglione 7 di Expocentre, quindi in pieno centro città. Questo è un dato estremamente significativo per capire la qualità complessiva dell’organizzazione e le capacità della sua Chairlady, Ekaterina Soyak, nel facilitare tutti gli interlocutori: dal franchisee potenziale al franchisor estero, si sono tutti ritrovati nel prestigioso complesso che vede anche un’importante centro commerciale adiacente. Sono stati presentati 217 concetti di franchising provenienti da ben 23 Paesi, per una delle tappe clou del franchising internazionale che figura al pari di Delhi, New York, Parigi, Mexico City e San Paolo. I settori rappresentati sono stati: retail con il 45%; alimentare 23%; servizi 25%; varie 7%. Rispetto alle prime edizioni è sicuramente migliorata la capacità di investimento dei visitatori, essendo cresciuto il loro potenziale di spesa. Ciò è dimostrato dalle cifre, dove la disponibilità è rappresentata in termini percentuali: meno di $ 45.000 32%; $ 45.000-150.000 47%; $ 150.000 – 500.000 16%; più di $ 500.000 5%.
Altro dato interessante è la rappresentazione geografica dei visitatori: Mosca e regione di Mosca 51%; Distretto Federale Centrale 9%; Distretto Federale degli Urali 8%; Povolzhsky FD 6%; Ekaterina Soyak, Far East FD 5%; Southern Chairlady BuyBrand FD 5%; North-West FD 4%; Nord Caucaso FD 3%; Siberian FD 3%; visitatori stranieri 6%. L’evento però non è solo una manifestazione fieristica: vi sono sempre importanti convegni e forum, sia nazionali che internazionali, dedicati ai principali temi del franchising. Al BuyBrand 2012 sono stati introdotti due nuovi eventi quali il “contenitore del successo” dove era possibile ascoltare le esperienze e le testimonianze dei vincitori del premio Golden, tutti imprenditori russi. Molteplici i talk-show aventi ad oggetto come il sistema di franchising possa contribuire, concretamente, a superare le insidie di imprenditorialità in ussia (argomento molto utile soprattutto per gli italiani che approcciano tale paese). Per fortuna ci sono stati alcuni brand italiani presenti e mediamente sono tutti tornati a casa con qualcosa d’interessante. Mondo Italia Gallery ha presentato Tosca Blu, Ivy Oxford, Invidiauomo, Mash, Fordocks, Emanuela&Co, Bottega del Sarto, Pango, Confezione Katy. 7Camicie era presente con un proprio stand , riuscitissimo e sempre pieno di visitatori. Ma c’erano anche Nau!, Insalate italiane, Alfredo Alla Scrofa, Pizzemporio. Speriamo che l’edizione del 2013 veda un numero ancora maggiore di aziende italiane presenti. Federico Fiorentini Brd Consulting
Orient Express
Andamento positivo per le vendite Tax Free Il settore dell'alto di gamma si conferma in crescita nel 2012 e ci sono segnali positivi anche per il 2013. è quanto emerso dall’Osservatorio Altagamma tenutosi a Milano lo scorso Ottobre. I risultati presentati nel corso di quest’ultimo parlano di una crescita trainata in particolare da pelletteria, calzature, accessori, gioielli e orologi, e dai mercati asiatici. Cresce anche lo shopping tax-free nell'Unione Europea. Analizzando, infatti, le statistiche di Global Blue, che ogni anno elabora decine di migliaia di transazioni tax free di globe shopper in tutto il mondo, si evidenzia una crescita delle vendite in Europa nel 2012 del 28% rispetto all’anno precedente e una previsione per il 2013 del +18 per cento. In tale contesto l’Italia, nel periodo gennaio-settembre di quest’anno, ha fatto registrare un incremento del 32% e rappresenta il secondo Paese europeo in termini di volumi di vendita tax free dopo la Francia (graf.1). In Europa, l’importante aumento delle spese complessive dei principali Paesi di origine (Paesi di provenienza dei consumatori), guidati dalla Cina con una crescita pari al 62% rispetto al 2011 (seguita dal Giappone con un +46% e dalla Russia con un +30%), dimostra il desiderio di viaggiare e di includere lo shopping tra gli obiettivi della vacanza. Tali aumenti sono accompagnati anche da uno sviluppo delle transazioni che rappresenta la crescita numerica dei turisti in partenza. è importante notare come il Giappone sia tornato ad essere un paese di origine molto importante dopo le difficoltà sofferte nel 2011 a causa del terremoto, in cui si era registrato un aumento delle vendite “solo” del 17 per cento. Infine, analizzando la spesa per nazionalità nel 2012 a livello mondiale, i cinesi
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Graf. 1: Tax Free shopping in Europa (Gen-Set 2012)
Fonte: Global Blu – The Analysis of the Tax Free Consumption in the European Union, Ottobre 2012
hanno staccato ulteriormente gli altri paesi in classifica e ora rappresentano circa il 24% delle vendite globali tax free. Mentre i russi, con una popolazione molto più limitata e un numero di turisti molto più basso, hanno dimostrato il loro straordinario potere di acquisto raggiungendo il secondo posto con una quota di circa il 16 per cento. Questi ultimi, a testimonianza della loro grande affinità con il glamour italiano, rappresentano il primo paese di origine delle vendite in Italia con il 27% contro il 18% dei cinesi che, al contrario, rimangono i più importanti globe shopper in tutte le altre principali mete turistiche. Luca Esposito
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News
Ancora difficoltà per il mercato retail
Secondo i dati di Jones Lang LaSalle è crollata la fiducia di consumatori europei: tutti i principali indicatori macroeconomici per l’ultimo trimestre 2012 sono negativi. Tengono i marchi forti e
del lusso, e tendono a concentrare la domanda su centri commerciali prime e high street. La limitata disponibilità di spazio, dovuta anche alla scarsità di nuovi progetti, sostiene i canoni prime, ancora stabili per i centri commerciali. Retail park e high street hanno invece visto una crescita dei canoni netti prime di 25 punti base, «a causa delle difficoltà di accesso al credito e della generale incertezza degli investitori».
Armani apre otto store DF&TR
Continua l’espansione di Armani nel canale duty free, con l’apertura nel quarto trimestre di due store Emporio Armani, cinque Armani Jeans e un Armani Junior. Un Emporio trova posto nel centro di Taipei e un Armani Jeans nel centro commerciale di Macao, mentre tutti gli altri store duty free hanno aperto i battenti negli aeroporti. Nello shop-in-shop al Pier A-Plus del Frankfurt Airport Armani sperimenta un nuovo format, indipendente e low-level, con posti a sedere per i passeggeri.
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Sea verso la Borsa, ma è gelo Comune-F2i
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alvo sorprese sarà il 6 dicembre il giorno della quotazione di Sea a Piazza Affari. In vendita ci sono 58,52 milioni di azioni, di cui 24,4 milioni derivanti da aumento di capitale e 34,12 milioni messe a disposizione dall’Asam, la finanziaria della Provincia di Milano. Le azioni, come deciso dal cda della società di gestione di Malpensa e Linate, avranno un prezzo di collocamento tra 3,2 e 4,5 euro. Una valutazione che porta il valore complessivo di Sea tra 800 milioni e 1,1 miliardi di euro. E qui sta il problema: F2i, il fondo di Vito Gamberale, l’anno scorso acquistò il 29% di una società valutata 1,3 miliardi di euro. Con la valutazione attuale la Sea varrà quindi dal 15% al 38%
in meno, con la conseguenza che F2i dovrà svalutare tra i 58 e i 145 milioni di euro. Non sorprende che, come scrive Repubblica, sia sceso il gelo tra il Comune e il fondo. Pare lontanissimo l’anno scorso, quando il sindaco Pisapia era stato accusato di svendere le quote di Sea. Il secondo problema della bassa valutazione è che anche la Provincia, tramite Asam, starebbe pensando di non procedere alla vendita della propria quota. Ipotesi considerata remota ma non impossibile. I prossimi giorni diranno come è andata a finire. Dopo la quotazione il Comune scenderà al 48%, F2i al 26% e altri al 2%, per un flottante del 24 per cento. •
Retail 3.0 Scorre veloce l'autostrada delle Applicazioni Bastano poche app per avere tutte le informazioni su traffico, stazioni di servizio e prezzi della benzina dell'intera rete autostradale, ma per lo shopping si punta alla convergenza con aeroporti, stazioni e centri cittadini.
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onostante il costo della benzina sia ancora alle stelle, per molti italiani viaggiare in autostrada è un’esigenza a cui non possono o non vogliono rinunciare. Perché allora non attrezzarsi al meglio con le ultime soluzioni web per rendere il viaggio più efficiente e, perché no, più divertente?! Per facilitare la vita agli automobilisti della rete i principali player del settore hanno creato diverse applicazioni e siti web che abbinano tutti i servizi dedicati al “people on the move” autostradale, e cioè, oltre al classico calcolo del percorso con tanto calcolo del costo del pedaggio, si aggiungono anche la localizzazione delle aree di servizio più vicine (con visualizzazione del prezzi del carburante), la rilevazione del traffico e le previsioni meteo. Tutte queste funzioni sono infatti messe a disposizione sul sito mobile di Autostrade per L’Italia che è creato ad hoc per tablet e smartphone: il suo vantaggio, rispetto al sito tradizionale, è quello di
mostrare le funzioni essenziali proprio come se si stesse utilizzando un’applicazione scaricata sul proprio telefonino. Il principale gestore autostradale italiano ha anche sviluppato una app interamente dedicata al traffico sull’intera rete dello Stivale: si chiama InfoBlu Traffic, è disponibile sia per Android che per Ios e che, oltre ad avere una grafica molto chiara, fornisce informazioni anche per la gran parte delle strade statali a scorrimento veloce. Utile e anche divertente è invece l’applicazione ideata da Autogrill, in collaborazione con Hms Host e World Duty Free Group, che integra i percorsi e lo shopping non solo in autostrada ma anche negli aeroporti, nelle stazioni e in città: si chiama Vyaggio ed è stata creata per dare tutte le informazioni possibili non solo sul percorso più facile per spostarsi da una località ad un’altra, ma anche sui ristoranti, bar, e negozi che si incontrano durante il percorso.
Massimo Colzani
Arcoretail, doppio incarico a Latina Novembre caldo per Arcoretail, che si è aggiudicato il mandato di commercializzazione per due interventi siti nella zona di Latina. In entrambi i casi il promotore è la società Genera Consulting di Ancona, che si avvale della società di sviluppo MaS Real Estate & Consulting di Muggiò (Mb). Entrando nello specifico dei due progetti, il primo è denominato Centro Commerciale della Nautica e dello Sport e sorgerà a Gaeta. Interesserà un’area di 55mila mq, di cui 27mila di gla, con un’ancora alimentare di 5.500 mq, 72 unità commerciale e 1.200 parcheggi. Il secondo, chiamato Parco dei Pini, verrà costruito in una location definita strategica all’interno del comune di Latina, si estenderà su un’area totale di 54.800 mq, di cui 26.500 di gla, con un alimentare di 7.100 mq e 72 negozi. In entrambi i casi la fine dei lavori è prevista entro il primo semestre del 2014.
Ed Yourdon
Ict e ristorazione: Technomic fa la ricerca…
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n’analisi di Technomic Inc., società americana di ricerca e analisi, ha fotografato una situazione avanzata nel foodservice: ben il 51% dei consumatori intervistati (su un campione di 500 adulti americani) si è detto favorevole all’utilizzo di nuove tecnologie nei ristoranti. Particolarmente graditi sono risultati i tablet touchscreen al tavolo per il menù e le ordinazioni. E se l’accesso Wi-fi è la tecnologia più diffusa, i coupon (come Groupon) e le offerte speciali inviate via mail hanno dimostrato una buona capacità di fidelizzazione del cliente. App come Passbook e Square, che trasformano l’iPad in un portafoglio virtuale (per raccogliere coupon, carte fedeltà, biglietti elettronici, e per effettuare i pagamenti), sono già state adottate dalle più importanti catene di ristorazione. •
…e OTG Management la mette in pratica
S
e rimangono dubbi sulla capacità degli investimenti in tecnologia di dare profitti a breve termine, OTG Management assicura di aver avuto un incremento a due cifre delle vendite. La società di gestione aeroportuale ha già installato mille Apple iPad in cinque ristoranti negli scali JFK, LaGuardia e Minneapolis-St. Paul. Nel mirino della società c’è anche il Toronto Pearson International Airport e l’obiettivo è di arrivare a 7.000 installazioni entro il 2013. I tablet permettono al cliente non solo di effettuare ordinazioni e pagamenti ma anche di controllare i voli ed e-mail, accedere al Web e giocare. •
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News
MADe IN ITAlY IN CRISI, TIeNe l’AlIMeNTARe
I dati di settembre diffusi dall’Istat segnalano un crollo dell’export del made in Italy, dopo anni di crescita. Il calo si registra soprattutto nelle vendite di prodotti energetici (-2,3%) e di beni strumentali (-4,5%), mentre tengono i beni durevoli (+1%). Guardando alle
rana aTTerra a neW yorK
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partite con i singoli Paesi, la flessione è forte in America meridionale (-13,7%) e assume proporzioni drammatiche in Cina (-18,8%). Aumentano invece i flussi verso Stati Uniti (+19,4%) e paesi Opec (+18,0%). Un dato rincuorante arriva dal made in Italy alimentare che ha registrato una crescita congiunturale dell’1,1%, salita al 7% nei primi nove mesi dell’anno.
CoMISo Al vIA IN PRIMAveRA
C’è una data: 5 aprile 2013, una settimana dopo Pasqua. È allora che dovrebbe aprire i battenti l’aeroporto di Comiso. Non abbandoniamo il condizionale perché è dal 2007 che si parla di aperture prossime. Ora però c’è di concreto l’accordo tra Regione Siciliana, ministero dei Trasporti e la società di gestione Soaco (partecipata dalla catanese Sac). La Regione si è impegnata a finanziare con 4,5 milioni di euro l’Enav (controllori di volo), mentre la Soaco garantirà con una fideiussione da eventuali problemi che dovessero sorgere nei prossimi due anni. Dal 2015 a pagare sarà la Soaco, che si aprirà a soci privati, mentre il governo ha fatto più volte capire che di soldi non ne metterà. Ad accelerare la procedura non è escluso che sia stato l’allerta di Bruxelles, che ha minacciato di riprendersi i 20 milioni di euro usati per finanziare l’opera se l’aeroporto non fosse stato aperto. Tra le compagnie contattate ci sono Ryanair e Alitalia e l’aeroporto servirà anche per il trasporto merci.
10 retail&food - dicembre 2012
orte dell’esperienza di Londra e Madrid, ma anche delle presenze in Lussemburgo e Svizzera, il format di Giovanni Rana atterra a New York. Il Pastificio & Cucina Giovanni Rana, inaugurato a metà novembre presso la storica location del Chelsea Market, si compone di diverse anime. La cucina a vista e il pastificio rappresentano il cuore dell’iniziativa, mentre l’offerta si articola attraverso un ristorante con 140 sedute in legno e tavoli in marmo, uno spazio take away, un negozio con pro-
dotti selezionati da Giovanni Rana per far conoscere la cucina italiana e il “grater bar”, dove si possono gustare una selezione di vini accompagnati da stuzzicherie a base di pasta, salumi e formaggi provenienti dal Belpaese. Particolare è il design della location: nato nel 1890 come fabbrica della Nabisco, famosa per i biscotti Oreo, il Chelsea Market mantiene inalterato lo stile industriale con muri in mattone, travi e putrelle a vista, pavimenti in assi di legno alternate a colate di cemento. •
Obiettivo Personale
A cura di Excursus. Spazio di formazione partecipata – www.studioexcursus.com
Perché voi siete persone speciali! Brevi riflessioni sulla motivazione
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Perché voi siete persone speciali! E fate un lavoro speciale!”. Forse ricorderete nel film Tutta la vita davanti Sabrina Ferilli che faceva ripetere tutte le mattine queste parole a un gruppo di ragazze operatrici di un call center. Motivare il personale è un aspetto fondamentale di cui un buon dirigente deve farsi carico perché la motivazione è un elemento strategico che può fare la differenza in termini di raggiungimento o meno degli obiettivi di un’azienda. Molte volte la motivazione è ridotta a incentivo economico: sicuramente un aumento di stipendio o il premio di fine anno sono importanti spinte ad impegnarsi maggiormente nel proprio lavoro; ma io credo che ci siano alcune attenzioni che un dirigente, in quanto leader di un gruppo di lavoro, può avere e che possono fare la differenza in termini di motivazione dei dipendenti e dei collaboratori. Prima di tutto è necessario che gli obiettivi di lavoro o di produzione che un dirigente assegna siano condivisi o - meglio ancora - definiti e pattuiti con i singoli o con un gruppo; devono poi essere obiettivi significativi, stimolanti e raggiungibili: infatti se sono impossibili da realizzare o troppo distanti nel tempo creano frustrazione e scoraggiano le persone. Un altro elemento da considerare è quello dei ruoli che dipendenti e collaboratori ricoprono all’interno di un’azienda: devono essere tali da mettere la
persona nella condizione di lavorare al meglio, di esprimere le sue competenze e di crescere professionalmente. Perché un leader dia ai suoi dipendenti degli obiettivi raggiungibili e attribuisca loro un ruolo che sappia valorizzarli è necessario che conosca i suoi dipendenti, sia in grado di ascoltarli e di riconoscere in loro capacità, competenze, desideri e limiti. Infine, elemento centrale nella motivazione del personale è la comunicazione: troppo spesso i dirigenti si rivolgono ai dipendenti solo quando qualcosa non funziona, per formulare loro dei richiami di diverso genere e intensità. Invece è fondamentale che un dirigente sappia anche rinforzare azioni e risultati positivi dei suoi dipendenti e che condivida con loro informazioni e strategie, e che sia capace di far cogliere a ciascuno il suo valore all’interno dell’azienda. Infine il dirigente deve essere per i dipendenti un modello: una persona che sa trasmettere la passione per il lavoro e che mette in campo lui stesso l’impegno che vorrebbe vedere nei suoi dipendenti.
Maria Chiara Cremona mariachiaracremona@studioexcursus.com
r&f
News cosa occorre sapere per...
The Space Cinema verso la cessione
Le società interessate, 21Investimenti di Alessandro Benetton e Mediaset della famiglia Berlusconi, non hanno confermato, ma i rumors parlano di una possibile cessione della catena The Space Cinema. Come riportato da un articolo del Sole 24 Ore, i due
soci potrebbero affidare già entro l’anno un mandato esplorativo a una banca d’affari e, al momento, in vantaggio ci sarebbe il colosso finanziario Citigroup. Una motivazione, almeno sul fronte Mediaset, potrebbe essere quella di fare cassa. Attualmente The Space Cinema, nata nel 2009 dall’aggregazione di Medusa Multisala e Warner Village Cinema, fattura oltre 200 milioni di euro, detiene 34 sale con 347 schermi e raggiunge il 21% circa del mercato.
Parma a rischio chiusura
Situazione nera per l’aeroporto di Parma: all’inizio di novembre la Sogeap, società di gestione, ha scritto una nota in cui ha specificato che lo scalo non è a rischio fallimento ma che l’azionista di
maggioranza Meinl Bank (67,95% delle quote) «non ha alcun interesse al mentenimento di una società in perdita, per la quale non vede un ritorno plausibile degli investimenti già effettuati o da effettuare». Se si aggiunge la posizione marginale a cui lo relega il Piano nazionale aeroporti, il destino dello scalo sembra segnato.
12 retail&food - dicembre 2012
A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano
Tutte le novità del Decreto Cresci Italia
L
o scorso 24 ottobre sono entrate in vigore alcune disposizioni del c.d. “Decreto Cresci Italia” (D.L. 24 gennaio 2012 n. 1 convertito dalla legge 24 marzo 2012 n. 27) destinate ad avere un impatto importante nelle transazioni commerciali fra imprese ed in particolar modo nei rapporti contrattuali fra imprese della filiera agro-alimentare. E’ stato infatti previsto l’obbligo della forma scritta dei contratti che abbiano ad oggetto la cessione di beni agricoli ed alimentari e sono stati stabiliti precisi termini di pagamento. In aggiunta, sono stati introdotti alcuni principi di “buone pratiche commerciali” destinati ad avere una più generale applicazione, cui devono improntarsi tutte le transazioni commerciali fra imprese, sia che abbiano ad oggetto generi alimentari che non alimentari. Ma veniamo al contenuto delle nuove disposizioni. Con riferimento ai contratti aventi ad oggetto la cessione dei prodotti agricoli e alimentari l’articolo 62 del Decreto Cresci Italia prevede che essi devono essere stipulati in forma scritta a pena di nullità: viene inoltre precisato che il contratto deve necessariamente prevedere la durata, la quantità e le caratteristiche dei prodotti venduti. Il termine entro il quale deve avvenire il pagamento dei prodotti non può essere stabilito liberamente dalle parti: infatti i beni deteriorabili devono essere pagati entro 30 giorni dall’ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura. Tale termine è esteso a 60 giorni per i beni non deteriorabili. Inoltre, con riferimento più in generale alle transazioni commerciali aventi ad oggetto beni e servizi, ivi compresi i prodotti agricoli ed alimentari, è previsto che esse non possono: - imporre direttamente o indirettamente condizioni di acquisto, vendita o altre condizioni ingiustificatamente gravose; - applicare condizioni oggettivamente diverse per prestazioni equivalenti; - subordinare la conclusione, l’esecuzione dei contratti e la continuità e regolarità delle medesime relazioni commerciali alla esecuzione di prestazioni da parte dei contraenti che, per loro natura e secondo gli usi commerciali, non abbiano alcuna connessione con l’oggetto degli uni e delle altre; - conseguire indebite prestazioni unilaterali, non giustificate dalla natura o dal contenuto delle relazioni commerciali; - adottare ogni ulteriore condotta commerciale sleale che risulti tale anche tenendo conto del complesso delle relazioni commerciali che caratterizzano le condizioni di approvvigionamento.
Si tratta di una normativa innovativa che mira sostanzialmente ad incanalare la libertà contrattuale delle parti entro principi correttezza e di equilibrio sia in fase di conclusione che in fase di esecuzione dei contratti. Al fine di facilitare la comprensione di tali disposizioni il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico, hanno adottato un decreto attuativo nel quale, tra le altre cose, sono contenute alcune esemplificazioni dei suddetti principi. Sono inoltre previste sanzioni per il mancato rispetto della forma scritta dei contratti aventi ad oggetto la cessione di beni agricoli ed alimentari e per il mancato rispetto dei relativi termini di pagamento. Più precisamente, l’assenza della forma scritta è punita con una sanzione compresa tra Euro 516,00 ed Euro 20.000,00; il mancato rispetto dei termini di pagamento comporta una sanzione compresa tra Euro 500,00 ed Euro 500.000,00, oltre al pagamento di interessi moratori a favore della parte adempiente in misura pari a circa il 10% annuo. In aggiunta, qualora la transazione commerciale non rispetti i principi di buone pratiche commerciali, la parte inadempiente è passibile di una sanzione compresa tra Euro 516,00 e Euro 3.000,00 Euro. L’ente preposto all’irrogazione delle suddette sanzioni è l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Per garantire un adeguato controllo sulla corretta applicazione delle disposizioni sopra riportate l’Autorità potrà avvalersi del supporto operativo della Guardia di Finanzia. Infine, si segnala che il requisito della forma scritta dei contratti si intende soddisfatto se gli elementi essenziali sopra riportati (vale a dire, la durata, la quantità e le caratteristiche dei prodotti venduti) sono contenuti negli scambi di comunicazioni e di ordini fra le parti, nonché nei documenti di trasporto o di consegna o nelle fatture.
Avv. Giulia Comparini Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.
All’estero con “Italy’s mall” “Un grande mall tutto italiano, che riunisca i marchi del nostro Paese all’estero”: è l’idea di Luisa Todini, presidente del Comitato Leonardo, che riunisce 125 aziende italiane. L’unione fa la forza e Italy’s mall sarebbe un trampolino di lancio importante soprattutto per i brand medio piccoli. Si parla di marchi della moda, ovviamente (fetta consistente dei soci aderenti al Comitato), ma anche di altri settori dell’eccellenza italiana. A partire dall’alimentare: il successo di Eataly New York, grande store di prodotti e vini tricolori, fa scuola. A convincere la presidente del Comitato sono stati soprattutto i segnali di crescita all’estero delle aziende di moda del Comitato: «La moda made in italy è uno stile di vita, oltre che un oggetto».
r&f
News
Comunicazione di servizio
A cura di Acqua Group – www.acquagroup.it
GREEN MARKETING – PER IL MOMENTO DUE SU QUATTRO
C
omunicare Green significa adottare un approccio diverso dal “Consumer Marketing” su prodotti in grado di vantare in modo certo la propria sostenibilità ambientale, e richiede una certa cautela. L’American Marketing Association (Ama) tenne la sua prima conferenza "Ecological Marketing" nel 1975. Il termine “Green Marketing” è della fine degli anni ’80 e si diffonde nel mondo nel decennio successivo. Nel nuovo millennio la corsa di molte aziende a dotarsi di certificati ambientali, più o meno rigorosamente ottenuti, si associa alla necessità di comunicare in modo verde. La cautela è nell’ordine dei fattori. Avere un vero green product implica la necessità di approcciare il Green Marketing e quindi la Green Communication. Ma la tentazione di dire qualcosa di verde ha indotto molte aziende ad invertire il percorso e cavalcare il trend “green” forzando la mano con prodotti “tradizionali”. Il che è controproducente, oltre che per le implicazioni di natura legale, perché il cliente finale è eco-consapevole e ha un’elevata consapevolezza sulla comunicazione. Aziende eco e green – è capitato anche a noi – che davvero perseguono questi obiettivi nel lungo periodo, si spingono oltre una mera dichiarazione di intenti. Chiedono, ad esempio, che anche la produzione di comunicazione sia ecosostenibile, con materiali pubblicitari e cartacei prodotti senza uso di cloro e solventi e quindi il risorso a una catena di fornitori dotati di certificazioni Fsc e Pefc. Unito alla pressione per una riduzione nei costi di produzione della comunicazione, il “Green Marketing” accelera il passaggio da offline a online e, quindi, nel modo di concepirlo. Un’azienda
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del settore dell’alimentazione biologica già qualche anno fa ha voluto immaginare e realizzare il suo intero percorso di comunicazione “paperless” come dimostrazione di sensibilità ulteriore nei confronti dei suoi clienti. Web, Newsletter e Social Network assumono un ruolo dominante. E poi il contenuto. Comunicare un coinvolgimento effettivo nelle iniziative di trasformazione del modello economico è fondamentale in termini di credibilità. La curva di crescita del green marketing è ancora lenta, siamo almeno in Italia alla fase di introduzione, ma l’accelerazione nel suo sviluppo incombe. Mano a mano che, parallelamente a green products e green communication, crescono anche green distribution e green price. Due aspetti del marketing mix di cui si parla ancora abbastanza poco e che trasformeranno per molte aziende in realtà la prospettiva “Green Marketing”. Davide Arduini e Andrea Cimenti
Presidente di Acqua Group e Amministratore Delegato di Acqua Group
Mapic, segnali incoraggianti d’Oltralpe
N
on mancano davvero mai gli stimoli nella tre giorni del Mapic: fiera di riferimento a livello internazionale sul retail real estate, organizzata da Reed Midem. La scorsa edizione, di cui daremo conto in modo approfondito sul numero di gennaio/febbraio di r&f, si è contraddistinta per la rinnovata vivacità degli operatori. I
Il debito degli aeroporti? Vale 3,4 miliardi Mentre si annuncia alla fine dell’anno (ma lo stesso si era detto l’anno scorso) il termine per il varo del Piano nazionale aeroporti da parte del Governo, Il Sole 24 Ore del Lunedì (a firma Andrea Biondi e Gianni Trovati) ha fatto il punto sulla situazione debitoria degli aeroporti italiani. La cifra finale è impressionante: 3,47 miliardi di euro, di cui 1,123 in capo agli enti locali, il tutto a fronte di un fatturato aggregato di poco più di due miliardi. Svettano per indebitamento Aeroporti di Roma (1,669 miliardi) e Sea (824 milioni), seguiti a distanza da Aeroporti di Puglia (124 milioni).
dati ufficiali parlano infatti di oltre 8.500 partecipanti (+6,2% rispetto all’edizione 2011), 2.430 retailer, di cui 400 presenti per la prima volta alla kermesse, 850 investitori e 730 aziende espositrici. Inoltre, novità 2012, ha fatto il suo ingresso al Mapic il comparto del travel retail, per il quale sono stati organizzati diversi eventi che hanno visto protagonisti anche gli operatori Italiani. Tra questi momenti segnaliamo il convegno “Italy, new opportunities in travel retail”, dove hanno trovato spazio aziende quali Autostrade per l’Italia, Adr-Aeroporti di Roma e Grandi Stazioni. Tuttavia anche il mercato interno dei centri commerciali si è difeso con iniziative, poche ma di qualità e ampio respiro, in grado di ritagliarsi un ruolo primario nel palcoscenico di Cannes. Basti pensare a Scalo Milano, progetto promosso da Promos, che ha letteralmente dominato l’area di sedute davanti al bar del livello 01. Non manchiamo di segnalare iniziative altrettanto importanti come Mondo Juve, Verona Porta Sud, Le Cotoniere, Veneto City, P.R. Parma Retail, Agrivillage, Villesse Shopping, l’ampliamento di Città Fiera e Porta a Mare Livorno. •
retail&food - dicembre 2012 15
r&f
News
Torino e Genova: scali in vendita, aste deserte
è
ancora tutta da decidere la vendita di due altri aeroporti del Nord Ovest, Torino e Genova. Sotto la Mole finora tutti i tentativi di vendere il 28% di Sagat, con una base d’asta di 58,8 milioni di euro, sono falliti. I soci, privati (Benetton, tramite Sintonia) e pubblici, non hanno esercitato il diritto di prelazione. Una successiva data limite per le offerte, il 5 novembre,
è passata senza l’ombra di un’avance. Una seconda scadenza è stata fissata il 29 novembre, dopo la chiusura di questo numero. Principali contendenti rimangono i Benetton (decisi a non uscire dagli aeroporti dopo l’aumento delle tariffe negli Aeroporti di Roma) ed F2i, che sta anche trattando l’acquisto dell’80% dell’inceneritore del Gerbido, insieme a Iren. Non sono esclusi interventi degli altri azionisti: il fondo Equiter di Intesa Sanpaolo (azionista anche di F2i) e Camera di Commercio di Torino, tramite Tecnoinvestimenti, holding del sistema camerale. Ancora più oscuri i destini di Genova: da metà 2011 la vendita si dà per imminente, ma dopo il fallimento del bando di febbraio 2012 si è in attesa di quello successivo, annunciato all’inizio dello scorso ottobre. Qui a vendere è l’Autorità portuale (60%), a cui si è unita Adr (15%), che vorrebbe fosse ceduto un pacchetto unico. Non è invece intenzionato a cedere l’altro socio, la Camera di Commercio di Genova (25%). Chi saranno gli acquirenti? F2i, Corporación América e il gruppo francese Vinci, che si erano detti interessati al primo bando di febbraio 2012, per ora non danno segnali. •
Luxottica su Salmoiraghi & Viganò Luxottica sembra averla spuntata nel testa a testa con i francesi di Alain Affelou per Salmoraghi & Viganò, catena di ottica leader in Italia (che si è aggiudicata anche il premio assegnato da Q&A Research & Consultancy Retailer of the Year 2012 nella sua sezione), controllata da Dino Tabacchi. A Luxottica passerebbe un 40% nella prima fase e un altro 40% nella seconda fase, mentre il 20% resterebbe al più giovane dei fratelli Tabacchi. Del Vecchio, azionista di controllo di Luxottica, non ha però ancora sciolto le riserve. La guerra in casa con l’ad Andrea Guerra è legata all’ingresso nel mondo del retail europeo. Il cambio di strategia, iniziato con l’acquisizione di Sun Planet, catena di negozi di ottica in Spagna e Portogallo, potrebbe continuare: nel mirino ci sarebbero Synsam o Fieldmann.
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Ivs acquista anche Mr. Vending
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ontinua lo shopping di società di distribuzione automatica da parte di Ivs Partecipazioni, primo operatore italiano del settore e terzo in Europa. Dopo gli acquisti di marzo di Selecta Italia (da Selecta AG, gruppo svizzero leader del vending in Europa) e del 70% di Fast Service (già in parte controllata da alcuni soci), a metà novembre è stata la volta di Mr. Vending. Un nome noto a Milano perché è la società che gestisce, da poco più di un anno, le vending machine nella metropolitana del capoluogo lombardo. Alla base di tutti questi acquisti c’è l’ingresso, sempre a marzo, di Italy 1, una società di investimento partecipata da Vito Gamberale (non legata a F2i, si veda r&f di marzo 2012). In realtà Ivs, di Seriate (Bg), ha già svolto un forte ruolo di consolidamento del settore, avendo acquisito 60 aziende dal 2006. La priorità è il segmento travel, che cresce del 6% all’anno, mentre l’intero comparto del vending è in sofferenza. •
Perugia, nuovo terminal, ancora senza negozi
S
abato 10 novembre è stato inaugurato il nuovo aeroporto di Perugia, nato da un progetto dell'architetto Gae Aulenti, da poco scomparsa. I lavori sono costati 42 milioni di euro, di cui 27 statali (legati al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, con un nesso che ci sfugge), 12 della Regione Umbria e 3,5 della società di gestione Sase. Lo scalo, intitolato a San Francesco d’Assisi, si estende su 4.700 metri quadrati. Sul fronte delle attività commerciali, allo stato attuale è attivo solo un bar/tabacchi/edicola, mentre un ristorante è di prossima apertura. Come comunica a r&f la società di gestione, in primavera è prevista l’inaugurazione di ben 11 negozi, destinati a coprire diverse categorie merceologiche: moda, scarpe, valigeria, ceramiche, prodotti enogastronomici del territorio, cashmere ed edicola/libreria. La società ha fatto un avviso ad evidenza pubblica per ricevere le offerte da parte dei retailer, che sono quasi tutti locali. Ci sono tuttavia ancora dei posti disponibili. I passeggeri dello scalo, 175mila nel 2011, dovrebbero arrivare a 350mila nel giro di due anni. •
Dufry, ricavi in crescita del 25%
P
rimi nove mesi dell’anno di ascesa vertiginosa per Dufry: +25,8% per i ricavi e +40% per l’Ebitda. Larga parte del merito (14,9%) è delle acquisizioni, l’ultima delle quali è stata la quota del 51% di Hellenic Duty Free da Folli Follie. Ma alla crescita hanno contribuito anche le vendite a parità di perimetro (+2,5%), le nuove concessioni vinte (+2,4%) e i cambi (+6%). Dufry, presente in più scali in Italia e che viene indicata come un possibile partner di Autogrill, se questa dovesse scorporare le attività di travel retail, continua intanto la sua espansione. Tra le ultime novità, ha inaugurato diversi negozi di moda e profumi nel terminal 2 del Chengdu Shuangliu International Airport, in Cina. Si estendono complessivamente per 2.300 metri quadrati. Tra i marchi gestiti ci sono Armani, Swarovski, Hugo Boss, Coach, Ferragamo, Bally, Tumi, e Montblanc. C’è anche il primo “Hudson Market” in Cina, con accessori, souvenir e prodotti di bellezza e per la salute. •
retail&food - dicembre 2012 17
Indice r&f
a cura di Edifis Intelligence
Il lusso è ancora un buon investimento Ddiali; nel mese perdono entrambe dai 3 ai 6 punti pereclinano le borse, sia quella italiana che quelle mon-
centuali; ma non è così per i titoli del retail internazionale e del lusso accessibile, il cui indice viceversa aumenta di due punti: coi tempi che corrono non è poco! Il rialzo è abbastanza generalizzato, ma stupiscono alcune performance, come ad esempio quella di Swatch Group che, in poco più di un mese, guadagna il 28 per cento. Ad ogni modo, in sintesi, possiamo dire che tutti i titoli, anche quelli che avevano già raggiunto quotazioni di eccellenza (un esempio per tutti: Inditex) denotano una buona tenuta o addirittura riescono a guadagnare ancora qualche decimale.
HOLDING
QUOTAZIONI AL
MERCATO
ALCUNI MARCHI DI PROPRIETA'
Aeffe Alberta Ferretti, Moschino, Pollini Damiani Geox Luxottica Safilo Group Stefanel Tod's Hogan, Fay Adidas Reebok C.F. Richemont Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill Dufry Fossil Hugo Boss Inditex Zara, Pull and Bear, Massimo Dutti Louis Vuitton, Moet Chandon, Hennessy, Fendi, Dior, LVHM Zenith, Guerlain Nike Polo Ralph Lauren PPR Puma, Fnac, Gucci, Redcats, Conforama Puma Swatch Group Omega, Longines, Tissot Tiffany & Co Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso
18.09.2012
0,58 0,91 2,16 21,70 4,88 0,31 63,05 50,26 47,51 86,45 79,36 55,19 63,28
0,59 0,94 2,36 28,68 6,53 0,41 90,15 67,45 49,60 118,80 89,32 72,67 99,40
0,58 0,95 2,19 29,53 6,75 0,41 92,70 65,82 53,34 120,50 84,24 78,33 99,80
100,0% 104,4% 101,4% 136,1% 138,3% 132,3% 147,0% 131,0% 112,3% 139,4% 106,1% 141,9% 157,7%
Francia
109,40
126,80
127,65
116,7%
Nyse Nyse Francia Xetra Vtx Nyse
96,37 138,08 110,65 225,10 351,50 66,26
97,89 163,80 133,15 225,75 320,50 64,47
96,13 160,44 135,50 221,95 410,70 65,30
99,8% 116,2% 122,5% 98,6% 116,8% 98,6%
15.446 1.311,42
102,4% 110,9%
Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Xetra Vtx Svizzera Nasdaq Xetra Mce
INDICE RETAIL&FOOD
100,0
118,9
FTSEMIB MSCI WORLD INDEX
15.089 1.182,59
16.488 1.339,65
07.11.2012
indice
30.12.2011
120,8 120,8% © Edifis Intelligence
L’indice Generale r&f è ponderato nella misura di 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.
retail&food - dicembre 2012 19
osservatorio prezzi
Aeroporti sardi, Olbia extralusso
La sfida sui listini food dei tre scali isolani vede quello in Costa Smeralda al primo posto per spesa complessiva e per singoli prodotti più cari. Al contrario, il terminal di Cagliari risulta a buon mercato. Intermedia è la posizione di Alghero: low cost per la colazione e più salato per panini e pizza
Q
uasi 9 euro, spalmati su un paniere comparabile di 15 prodotti, dividono i listini food dei tre aeroporti della Sardegna: Olbia (1.660.232 passeggeri da gennaio a settembre, pari al +2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), che si contraddistingue per il suo bacino alto-spendente di provenienza nazionale e internazionale; Alghero (1.232.170 passeggeri, pari al +1,9%), anch’esso alimentato da un forte impulso turistico; Cagliari (2.880.814 passeggeri, pari al -2,2%), il più importante per volumi di traffico anche se risente del calo dei passeggeri nazionali. I dati sono consultabili sul sito di Assaeroporti. Entrando nello specifico dell’offerta di ristorazione, nello scalo di Alghero gestito da Sogeaal troviamo come
20 retail&food - dicembre 2012
operatore Servair Air Chef, nell’aerostazione del capoluogo regionale gestito da Sogaer troviamo i cinque locali di Chef Express mentre presso l’aeroporto di Olbia, gestito da Geasar, troviamo la proposta delle società Cortesa in landside e di Sanna in airside. Dobbiamo specificare che tutti i dati ci sono stati forniti dalle società di gestione e che, per quanto riguarda il contesto di Olbia, il listino di Sanna si riferisce al "Bar del Molo" e allo "Smoking Garden Cafè", sostanzialmente lo stesso punto vendita, mentre il listino praticato da Cortesa si riferisce al "Kara Food" e allo "Snack Bar Pizzeria Kara Kiosk". Il Wine Bar, che conta solo pochi dei prodotti indicati in tabella, segue la linea del listino Cortesa. Concludiamo la premessa con l’indicazione di un ulteriore punto di
ristoro presso l’aerodromo di Cagliari, del quale tuttavia non è stato possibile ricevere l’elenco dei prezzi.
Caffetteria: a Cagliari la bandierina blu
Seguendo la solita regola cromatica, blu ad indicare il prezzo più economico e rosso quello più caro, nel comparto caffetteria troviamo il dominio in blu di Chef Express, mentre Sanna fa l’en plein sul fronte opposto. La maggiore discrepanza tra i listini adottati dai due operatori la troviamo sulla spremuta d’arancia, venduta con ben 1,10 euro di differenza, e sul croissant, proposto con 40 centesimi di divario. Servair Air Chef si intromette in questa sfida con il prezzo più competitivo sul cappuccino, commercializzato a 1,50 euro contro i
2 euro di Sanna. Entrambi gli operatori si trovano appaiati con il colore rosso sull’1,30 euro per il caffè decaffeinato.
Bevande e salato, Alghero passa con il rosso
Tutt’altra situazione si registra osservando i listini praticati nei tre aeroporti per il segmento bibite analcoliche e salato. Esclusa la spremuta d’arancia, inserita nell’offerta caffetteria, e la pet di acqua da 50 cl, per quale Sanna si dimostra ancora una volta il più caro, per tutti gli altri prodotti è Servair a imporre un listino più oneroso. In particolare la pet di Coca Cola da 50 cl è proposta a 4 euro (stesso prezzo di Sanna) e la lattina da 33 cl a 3,50 euro. Lo scarto con gli altri operatori può arrivare sino a 1,10 euro, come nel caso della bottiglietta proposta da Chef Express a 2,90 euro. Ancora più ampio è il divario per il panino più economico, venduto ad Alghero a 5 euro contro i 3 euro di Cagliari e di Olbia (Sanna). Va specificato che nella rilevazione non sono presi in considerazione né il peso né la qualità dei prodotti. Piuttosto allineati appaiono invece i prezzi del panino più caro, dove in 50 centesimi si posizionano tutti i player,
del toast base e della pizza trancio base. Per questi ultimi la differenza è contenuta in un solo euro. Un discorso a parte merita la “bionda”, estremamente economica nella versione alla spina piccola da 20 cl presso l’aeroporto di Cagliari, mentre al contrario risulta molto più cara a Olbia (4 euro nei locali di Cortesa). Meno evidente è la differenza di prezzo nella versione lattina/bottiglia da 33 cl: il range in questo caso è di 50 centesimi e vede protagonisti da una parte Servair Air Chef (3,50 euro) e dall’altra entrambi gli operatori di Olbia (4 euro).
Market, prezzi da Costa Smeralda
La categoria dei prodotti vari, che potremmo definire semplicemente market, vede ancora una volta il posizionamento prezzi tarato sulla capacità di spesa dei viaggiatori. Ecco quindi che l’aeroporto di Olbia, con i due operatori, presenta complessivamente il listino in rosso per tutti e quattro gli item del paniere. L’unica eccezione è data dai locali Cortesa per la Red Bull, commercializzata a 3,50 euro, che si conquistano il colore blu, mentre il prezzo più
I listini negli aeroporti aeroporto insegna
Alghero (Sogeaal)
Cagliari (Sogaer)
Servair Air Chef
Chef Express
Cortesa srl (land side)
Sanna (air side)
Olbia (Geasar)
Caffè espresso
1,10
1
1,20
1,20
Cappuccino
1,50
1,60
1,60
2
Caffè decaffeinato
1,30
1,10
1,20
1,30
Croissant (base)
1,10
1,10
1,30
1,50
Spremuta d'arancia
3,50
2,90
4
4
Acqua (Pet 50 cl.)
1,50
1,50
1,50
2
4
2,90
3,50
4
3,50
n.d.
3
3
Coca Cola (Pet 50 cl) Coca Cola (33 cl lattina) Panino più economico
5
3
4,50
3
5,50
5,10
5,50
5
Toast (base)
4
4
4
3
Pizza (trancio base)
5
n.d.
4
4
3,50
3,90
4
4
Birra (spina piccola 20 cl.)
3
2,60
4
3,50
Chewing-gum (astuccio + economico)
1
1
2,50
2,30
Panino più caro
Birra (lattina/bottiglia 33 cl.)
Red Bull lattina
4
n.d.
3,50
4
Magnum Algida Classic
2,50
2,30
3
3
Patatine confezionate (più economica)
1,50
1,20
2,20
1,80
Prezzo più alto
Prezzo più basso
fonte: Edifis Intelligence su dati dei gestori aeroportuali
oneroso è imposto da Sanna (Olbia) e da Servair Air Chef (Alghero), entrambi con 4 euro, ai quali viene attribuito il colore rosso. Particolarmente cheap, invece, risulta Chef Express a Cagliari: nei tre prodotti offerti conquista altrettante bandierine blu.
Conclusioni
In un’ipotetica somma dei 15 prodotti comparabili il carrello di Chef Express arriva a 35,20 euro, quello di Servair Air Chef a 40 euro, quello di Sanna a 41,60 euro e quello di Cortesa a 44 euro. Il primo si distingue per ben undici volte grazie al listino più economico, mentre l’ultimo per nove volte risulta il più caro. Abbastanza polarizzata appare invece la strategia di Sanna: orientata su prezzi alti nel segmento caffetteria ed estremamente economici sul fronte del salato. Su quest’ultimo comparto si posiziona con prezzi alti Servair Air Chef, che fa il pieno di bandierine rosse. I tre prodotti non commercializzati da tutti gli operatori, e quindi non inseribili nella somma del carrello, sono la lattina di Coca Cola da 33 cl, la pizza e la Red Bull. A. P.
retail&food - dicembre 2012 21
prima pietra
le CotoNiere
cambiano volto a SALERNO Circa 30mila mq di gla, con 90 negozi, saranno l’anima di un più ampio progetto di riqualificazione urbana nel quadrante a nord della città campana. I lavori sono cominciati a inizio 2012, con una previsione di fine cantiere nel 2014. La commercializzazione, portata avanti da Cbre, ha già incassato la firma di Coop
N
on sarà soltanto un centro commerciale a servizio della città, ma un generatore di opportunità occupazionali e il fulcro di una riqualificazione territoriale del plesso ex industriale di Manifatture Cotoniere Meridionali (Mcm), all’interno dell’area Fratte a nord di Salerno. Stiamo parlando del progetto che entro il 2014 dovrebbe portare all’inaugurazione dello shopping center Le Cotoniere, promosso da Salerno Invest e commercializzato da Cbre. La progettazione è stata eseguita dallo Studio elt di Napoli, molto attivo nella regione, soprattutto a Napoli e Salerno. I lavori sono già in fase operativa. Il tema della riqualificazione è dunque centrale all’interno di questa iniziativa, che comprende il potenziamento delle infrastrutture viarie (il raddoppio di via dei Greci, direzione Baronissi-Salerno centro), la costruzione di 12mila mq adibiti a uffici e di 210 appartamenti, l’inserimento di piazze e la realizzazione di verde pubblico attrezzato per oltre 20.600 metri quadrati. L’area assumerà quindi un valore di pregio nel quadrante
nord del capoluogo campano, distante precisamente tre chilometri dal centro storico cittadino, attorno al quale vivono nei 20 minuti di isocrona circa 405mila abitanti, che raddoppiano se allarghiamo il tempo di percorrenza di ulteriori 10 minuti. In ottica di accessibilità sostenibile va sottolineato il collegamento diretto con il trasporto pubblico su rotaia, in particolare con la rete urbana metropolitana e la costruenda rete regionale. La stazione ferroviaria è già esistente e raggiungibile a piedi percorrendo poche centinaia di metri. Al momento non è stato reso noto il dato sull’investimento complessivo.
Tre livelli di retail
Circa 90 negozi, distribuiti su tre livelli commerciali, costituiscono la “potenza di fuoco” di Le Cotoniere, facendone il secondo centro commerciale per gla nella zona di Salerno. Ma di questo ne parliamo più approfonditamente nella sezione dedicata all’analisi del bacino e dei competitor. Per ora ci limitiamo a ipotizzare che Le Cotoniere fungerà da importante filtro dei consumi in uscita
indiCE di innovAzionE Architetto, Gerardo Sannella Architetto MYGG urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca Redazione r&f (Andrea Penazzi) 22 retail&food - dicembre 2012
7,2 6,5 7,5 8 7
dalla città, alla stregua di quanto accade per il centro commerciale Le Terrazze di La Spezia, simile per posizionamento rispetto al contesto urbano e per numero di punti vendita (vedi taglio nastro, r&f di maggio 2012). Nei futuri 30mila mq di superficie lorda affittabile troveranno posto l’ancora alimentare Ipercoop, nove medie superfici e un’ottantina di unità di piccola metratura, tra cui 5-6 destinate a bar/ristorante. Non sono previste, invece, soluzioni legate all’intrattenimento. La commercializzazione per ora è giunta al 25%, per cui sono ipotizzabili margini di sviluppo per un ampio ventaglio di retailer. Guardando alla distribuzione della gla sui tre livelli commerciali, notiamo una netta predominanza di quello terreno che, con circa 14mila mq, ospita praticamente la metà della gla totale, inclusa l'ancora alimentare Ipercoop (gla di 6.300 mq). Il primo e il secondo piano presentano rispettivamente circa 7.800 mq e 6.500 mq di superficie lorda affittabile. La planimetria a nostra disposizione evidenzia inoltre la presenza di medie superfici in tutti i livelli. Nelle intenzioni
di Cbre la food court e i marchi del fashion troveranno posti in quelli rialzati. In particolare la ristorazione dovrebbe concentrarsi nel livello più alto, mentre i servizi e l’offerta hi-tech dovrebbero trovare spazio in quello terreno. Il commercializzatore dovrà essere particolarmente attento nel rendere attrattiva l’offerta nei piani alti, per distribuire equamente i flussi. In caso contrario si assisterebbe a un centro a diverse velocità.
Il progetto in pillole IndIrIzzO APErTUrA PrEVISTA InIzIO dEI LAVOrI InVESTIMEnTO PrOMOTOrE COMMErCIALIzzAzIOnE PrOgETTAzIOnE LOCALITÀ LOCALIzzAzIOnE gLA PArChEggI LIVELLI COMMErCIALI MEdIE SUPErFICI UnITÀ rISTOrAzIOnE TOTALE UnITÀ ÀnCOrA ALIMEnTArE
vIA dEI gRECI - SALERno PRIMAvERA 2014 InIZIo 2012 n.d. SALERno InvEST CbRE STudIo ELT SALERno uRbAnA CIRCA 30.000 MQ 1.800 3 9 6 90 IPERCooP
Sul tema dell’offerta commerciale, sebbene sia ancora presto, da Cbre arrivano indicazioni significative: «La vicinanza al nucleo urbano – ha reso noto l’azienda – può costituire un plus per i tenant presenti nel centro commerciale,
in quanto Le Cotoniere può veramente rappresentare un’alternativa allo shopping in centro storico. Si tratta, infatti, del primo progetto di shopping center in città a Salerno, mentre per trovarne altri bisogna spostarsi fuori». In quest’ottica,
apprendiamo, «la strategia di commercializzazione prevede un’offerta medioalta per poter competere direttamente con il centro città». La società con sede a Modena ha reso noti anche i canoni medi di locazione, sia fissi che variabili, e
i costi di gestione previsti: per i primi si parla di un importo fisso di 200 euro al mq per le medie superfici e di 450 euro al mq per gli esercizi di vicinato, mentre quello variabile si attesta al 7% del fatturato; per i secondi il dato è stimato sui 90 euro al mq per i negozi di vicinato.
Soluzioni green sopra e sotto le fondamenta
Oltre ai già citati parchi esterni posizionati attorno alla struttura, che non saranno solo di decoro urbano ma avranno la funzione di mitigatori climatici, Le Cotoniere si appresta a essere realizzato con sofisticate tecnologie volte a ridurre l’impatto ambientale e il fabbisogno di energia elettrica. La percentuale sull’investimento specifica per tali soluzioni si aggira attorno al 15%: sicuramente un dato significativo, nonostante non sia possibile ricavare il valore assoluto in euro. Entrando nel dettaglio troviamo I’illuminazione naturale della galleria, lo sfruttamento di acqua di falda per il raffreddamento, la raccolta delle acque piovane per l’irrigazione del parco urbano adiacente lo shopping center, le pareti ventilate fotovoltaiche e i moduli fotovoltaici in copertura. Nell’ottica di
retail&food - dicembre 2012 23
prima pietra
I centri commerciali presenti nel territorio
limitare il consumo di suolo, il parcheggio da 1.800 posti auto è stato progettato con un livello interrato, dotato di mille posti, mentre i restanti 800 saranno distribuiti in un autosilo adiacente alla struttura articolato su sei livelli, dai quali sarà possibile accedere a tutti i piani del centro commerciale. Il tutto, non va dimenticato, vede integrarsi le strutture edili preesistenti, nel concreto i capannoni industriali recuperati, e le nuove opere edili.
Bacino: scacco alla concorrenza
Consideriamo come sempre il bacino compreso nei 20 minuti di percorrenza automobilistica, con condizioni di traffico medie, e analizziamo i dati della popolazione residente e dei competitor forniti da Sincron Inova. Il bacino comprende interamente comuni della provincia di Salerno, per cui le nostre considerazioni sulle variabili socioeconomiche saranno incentrate a questo livello amministrativo. In virtù di tale premessa notiamo, innanzitutto, come il
fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it
Inquadramento Territoriale
Player per le fasce isocrone della localizzazione (Accesibilità: 20 minuti, con autostrade, traffico medio)
Fasce Isocrone
Format
Insegna
Prov.
Comune
Indirizzo
Superficie (mq)
Distanza (minuti)
00' - 05' –
05 - 10' Centro Commerciale
GALLERIA MEDITERRANEO
SA
SALERNO
Via San Leonardo 52
4.500
9,5
Centro Commerciale Centro Commerciale
CAVESE SINISCALCHI
SA SA
10,9 11,1
MAXIMALL
SA
Via XXV Luglio 146 Via Roberto Wenner 16 Via Pacinotti ang. Via Vespucci - Loc. Scontrafata
7.400 13.000
Centro Commerciale
33.740
13,5
Parco Commerciale
MOCCIA
SA
Piazza Aldo Moro
3.500
14,3
Centro Commerciale
SHOPPING CENTER PLAZA
SA
CAVA DE' TIRRENI SALERNO PONTECAGNANO FAIANO MERCATO SAN SEVERINO MERCATO SAN SEVERINO
Largo Via Ferrovia
5.000
14,5
Centro Commerciale
IL CASTELLO
SA
MERCATO SAN SEVERINO
Via Pizzone 15
5.600
16,2
10' - 15'
15' - 20'
24 retail&food - dicembre 2012
numero di componenti medi della famiglia sia più elevato rispetto a quello della media nazionale (2,65 contro 2,41). A livello di composizione della popolazione, invece, mentre le percentuali di maschi e di femmine sono praticamente identiche, è decisamente inferiore il dato di stranieri residenti: il 3% anziché il 7 per cento. Diversa rispetto al dato italiano è anche la composizione per età: maggior percentuale di under 25, minor percentuale di over 64 anni e un’età media, pari a 40,5 anni, di due anni inferiore rispetto a quella dello Stivale. Se valutiamo poi gli aspetti occupazionali notiamo come sia minore la percentuale delle forze lavoro presenti nella provincia e maggiore quella di non forze lavoro, con un tasso di disoccupazione più alto rispetto alla media nazionale. Anche per questo motivo i Numeri Indice di Reddito e Consumo sono inferiori rispetto alla media italiana di circa il 30%, ma tuttavia superiori se li paragoniamo a quella regionale. Guardando infine alla presenza di competitor, l’offerta di centri commerciali all’interno del bacino preso in considerazione conta sette strutture: un unico parco commerciale, un centro di quartiere, quattro centri di piccole dimensioni e uno di medie dimensioni, il Maximall (33.700 mq di gla). Quest’ultimo, però, è distante 13,5 minuti in automobile in direzione esterna al contesto cittadino di Salerno. Andrea Penazzi
taglio nastro
CENTRO COMMERCIALE
sAN GiUliANo: RETAIL ECO-SOSTENIBILE C
orreva il 6 aprile del 2008 quando, con 300 kg di esplosivo, fu demolito uno degli ecomostri più noti d’Italia. Su YouTube è ancora possibile ammirare la fase della deflagrazione. Da allora molto è cambiato in quell’area di San Giuliano Milanese, comune alle porte della metropoli lombarda, con la riqualificazione del sito e la nascita di un imponente centro commerciale da circa 30mila mq di gla. Il progetto si completerà nei prossimi anni con la costruzione di una struttura ricettiva, evidentemente più piccola di quella abbattuta, e di due palazzi adibiti a residence e a terziario. Il tutto vede impegnata la medesima proprietà, Milpar, che per la sola galleria commerciale ha investito oltre 80 milioni di euro. Altri 10-12 milioni di euro li ha versati nelle casse dell’amministrazione pubblica, come previsto nell'accordo di programma, destinati in parte alla costruzione della stazione del passante ferroviario che collegherà San Giuliano Milanese e il centro di Milano in meno di 20 minuti. Complessivamente Milpar detiene la proprietà dell’87% del lotto e svolge il ruolo di gestore del centro, mentre il restante 13% è in quota a esselunga, presente con un superstore da 7.500 mq e 27 casse attaccato e comunicante con la galleria. La nota insegna di alimentari era operativa sul sito anche prima del 2008 nel formato supermercato. Il cerchio si chiude con l’attività di commercializzazione, portata avanti da Alban Cooper e da Gdo Consulting, che hanno allocato tutte le circa 55 unità commerciali, anche se quattro o cinque apriranno i battenti progressivamente entro Natale. I brand in questione sono: Yamamay, Benetton-Sisley, Nucleo (abbigliamento bimbi), Emporio 88 (abbigliamento giovanile), Robe di Kappa e Superga. Rimane da affittare l’area destinata a piscina e fitness, di circa 1.800 mq al piano primo, per la quale si stanno valutando due soluzioni progettuali. Entro novembre dovrebbe aver aperto i battenti la multisala a insegna Movie Planet, strutturata con cinque schermi e una capacità di quasi 1.300 persone. La sua collocazione è distribuita tra il primo piano, dove sono presenti le tre biglietterie, e il secondo, dove sono ubicate le sale. La multisala ospiterà, per prima in Italia e tra le prime in Europa, il nuovo sistema audio Dolby Atmos. Da segnalare: il complesso retail è aperto tutti i giorni dell’anno, ad eccezione delle 4-5 giornate di festa nazionale, e garantisce lavoro a circa 500 persone. Nei primi due weekend nella galleria si sono registrati circa 150mila ingressi.
26 retail&food - settembre 2012
Dalle macerie di un ecomostro, demolito nel 2008, nel comune di San Giuliano Milanese è sorto un centro commerciale di circa 30mila mq di gla, con oltre 50 negozi e una multisala. Grande attenzione all’impatto ambientale è stata posta anche in fase di progettazione, con il raggiungimento della classe energetica B. Il progetto in pillole APErTUrA InVESTIMEnTO PrOMOTOrE COMMErCIALIzzAzIOnE gESTIOnE LOCALITÀ LOCALIzzAzIOnE TIPOLOgIA gLA PArChEggI UnITÀ rISTOrAzIOnE TOTALE MArChI CLASSE EnErgETICA
11 oTTobRE 2012 CIRCA 80 MILIonI dI EuRo (SoLo PER LA gALLERIA) MILPAR ALbAn CooPER, gdo ConSuLTIng MILPAR SAn gIuLIAno MILAnESE EXTRAuRbAnA CEnTRo CoMMERCIALE Con MuLTISALA 21MILA MQ (QuASI 30MILA Con AnCoRA Food) oLTRE 2.000 9 CIRCA 55 b
Medie superfici e intrattenimento, le anime del progetto
Il centro commerciale San Giuliano vanta una gla di 21mila mq, escludendo Esselunga, distribuiti su due livelli commerciali. Tra questi primeggiano le sei medie superfici, che da sole occupano circa 10mila metri quadrati. In particolare troviamo h&M su 1.800 mq distribuiti su due livelli, così come Prénatal (1.400 mq)
e Sport Specialist (2.000), mentre ovs (1.400 mq) e ConTé Calzature (1.200 mq) sono dislocati solo sul piano terreno e Trony (2.000 mq) sul quello superiore. Segnaliamo che i tenant distribuiti su più livelli possono avvantaggiarsi di scale mobili e ascensori interni e che tutte le sei medie superfici sono a gestione diretta. Tra le piccole metrature, circa 50, i negozi di proprietà sono la metà. Tra questi compaiono Tally weijl e, nel settore della ristorazione, McDonald's e lindt. L'offerta food, concentrata al piano superiore tranne nei casi di Lindt e di un bar, si completa con wok of Italy, old
Indice di innovazione Architetto, Gerardo Sannella Architetto MYGG Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca
5,5 7 7,5 7
Redazione r&f (Andrea Penazzi)
CoMMENTO Struttura e design Accesso e parcheggio
6,7
VALUTAZIONE
Tecnolgie green all'avanguardia rendono la struttura molto efficiente. Il design è piacevole
L'accessibilità è garantita dalla via Emilia. I due livelli di pargheggio sotterranei permettono il massimo comfort
Offerta commerciale Ampia ed eterogenea l'offerta di medie superfici. Limitata quella delle piccole metrature
Spazi comuni Ristorazione, multisala e area fitness costituiscono il valore e attrattive aggiunto del centro. Peccato manchi una food court vera e propria indice valutazione a cura di r&f:
= migliorabile = sufficiente = apprezzabile = molto buono = ottimo
Wild West e SuShiko. Prossimamente dovrebbero aprire Pappa Pizza, la Piadina 4You, La Cantina Italiana e una gelateria. Sempre al livello primo è presente una terrazza esterna di 1.000 mq dove si affacciano, con un proprio dehors, alcune delle ristorazioni e la zona del fitness e delle piscine, a cui si può accedere all’esterno. Va segnalato che l'area food non costituisce una vera e propria food court in quanto tutte le sedute sono di pertinenza delle catene. Vero e proprio plus: piano primo e multisala costituiscono un corpo unico di intrattenimento che sfocia nell’orario serale. Il sistema interno è fatto in maniera
tale che alle 21, quando chiude la galleria, il piano terra viene inibito e rimangono attivi tutti i collegamenti verticali, oltre a quello esterno, così che dai piani interrati è possibile accedere direttamente al livello interessato. Nel weekend l’offerta di ristorazione e di cinema è attiva sino alle 24, tranne di domenica quando si ferma alle 23. Un po’ meno forte, invece, si può considerare la platea delle piccole metrature. In questo caso l’offerta vede un numero limitato di operatori, che tuttavia copre tutte le categorie merceologiche. La posizione dei negozi più piccoli è raccolta al livello terreno, dalla parte opposta rispetto alle medie superficie schierate l’una di fianco all’altra. La location del centro commerciale San Giuliano, limitrofa al paese e a un comparto produttivo di piccole/ medie aziende che conta circa 8.000 lavoratori, giustifica la presenza di numerosi servizi. Tra questi segnaliamo in primis la clinica dentistica Dental Pro (livello 1), seguono poi la lavanderia, la farmacia comunale, il parrucchiere, il tacco chiavi, il punto foto stampa sviluppo, l’agenzia di viaggi e il negozio per le riparazioni sartoriali.
Struttura ai limiti della Classe A
Il nuovo complesso retail è ubicato nei pressi della via Emilia, con un fronte abbastanza visibile dalla strada che porta da San Giuliano a Melegnano. Va sottolineato che a soli 400 metri è presente lo shopping center Le Cupole che, tuttavia, almeno a livello architettonico
sembra pagare un certo gap generazionale con il “neonato” competitor. All’interno il Centro commerciale San Giuliano, visitato qualche settimana dopo l’apertura, si presenta vivibile, raccolto e compatto nelle dimensioni. La modernità delle soluzioni tecnologiche lascia spazio ad ambienti curati (marmo nella pavimentazione della galleria e parquet in quella della zona ristorazione) e tuttavia piuttosto semplici come arredo e tinteggiatura. La galleria si presenza nella larghezza standard di otto metri. Un bel colpo d’occhio è visibile dal livello 1, con una balaustra che si affaccia centralmente sulle scale mobili e sull’atrio centrale. Forse in questo spazio, in cui è forte l’irraggiamento di luce naturale, qualche seduta con presenza di verde potrebbe risultare un valido servizio. L’accesso è garantito da un’ampia disponibilità di parcheggio, con oltre 2.000 posti auto, distribuiti su due livelli sotterranei e in uno a raso. Va sottolineato il deciso carattere green della struttura: l’impianto di trigenerazione a metano permette la produzione di corrente elettrica ad uso della galleria, di liquido caldo e freddo per il condizionamento e la climatizzazione della stessa. L’alta efficienza di questa soluzione ha reso possibile l’inserimento dell’edificio nella Classe energetica B, ai limiti di quella A. Questo comporta anche un vantaggio per i gestori, stimato in bollette più leggere di circa il 10-15 per cento. Andrea Penazzi
retail&food - settembre 2012 27
Retail ed eccellenze
Il 2013 di Eataly:
sette aperture, via al franchising e tanta politica
F
irenze, Roma, Bari, Piacenza, Chicago, Istanbul e Dubai. Sono le città dove apriranno negozi Eataly nel 2013. Ad annunciarlo, rompendo gli indugi che fin qui avevano accompagnato le notizie circolate, è stato lo stesso Oscar Farinetti, nell’incontro nel nuovo store di Roma Ostiense organizzato da Philips e Kiki Lab, che ha coinvolto una trentina di retailer ospiti (si veda il box in pagina). Ogni locale, come da tradizione, sarà dedicato a un tema: quello di Firenze, che sarà il primo a essere inaugurato, il 25 aprile (data anch’essa tradizionale per le aperture, propria di «un’azienda retail che ha deciso di fare politica»), sarà intitolato al Rinascimento. «Sarà in un palazzo storico, dove nacque Giunti, e sarà
28 retail&food - dicembre 2012
Sarà l’anno dell’accelerazione, con aperture in Italia (Milano, Firenze, Bari e Piacenza) e a Chicago, Istanbul e Dubai. Ovunque il punto vendita che ha rilanciato l’agroalimentare italiano va per essere protagonista, grazie a un’autorevolezza mondiale raggiunta in soli cinque anni il museo più “figo” del Rinascimento, avremo anche un’audioguida in più lingue». A Milano, dove la prevista apertura del 25 aprile è stata spostata a giugno per rimuovere dell’amianto nel tetto, il tema portante sarà la musica: «Ci sarà un grande palcoscenico con musica dal vivo tutte le sere. Ci sarà molto casino e contaminazione, come nei teatri del ‘500». Seguirà Bari, forse la più sugge-
stiva: «recuperiamo l’ala monumentale della Fiera del Levante – ha continuato Farinetti –, stiamo sistemando le bifore, è bellissima. Saremo su 8mila metri quadrati, è un’esagerazione ma fa niente. Tutti gufano, come fecero qui a Roma, ma non abbiamo paura. Faremo del negozio la Porta dell’Est e lo dedicheremo alla zona tra il Tigri e l’Eufrate, l’unica rimasta verde nell’ultima glaciazione di
diecimila anni fa, dove nacque l’agricoltura». A fine 2013 sarà la volta di Piacenza. «Voglio dedicare un Eataly alla provincia italiana, che tanto sta soffrendo. Era in ballottaggio con Parma, ma io mi innamoro dei sindaci. A Parma c’era Vignali, a Piacenza c’è Roberto Reggi. Più tardi si farà scappare anche che c’è un’apertura in vista a Verona. Prima di allora, però, sarà la volta di Chicago, a novembre, 8 mila metri quadrati sulla North Michigan Avenue, il magnificent mile (si veda r&f di luglio/agosto 2012). Sarà un investimento, come a New York». È appena il caso di ricordare che lo store sulla Quinta Strada è stato un successo colossale. Visitato da 7 milioni di persone in un anno, ha su-
Oscar Farinetti perato l’Apple Store ed è diventato la terza attrazione più vista della Grande Mela, dopo il Metropolitan Museum e l’Empire State Building. Tra i visitatori c’è stato il sindaco di New York Bloomberg ed è atteso anche il presidente Obama.
Kiki Lab, il retail a lezione di innovazione
U
n giro del mondo alla ricerca dell’innovazione nel retail, per mostrare dove andrà il mercato dei prossimi anni. È quello svolto da Fabrizio Valente, socio fondatore della società di consulenza Kiki Lab e presentato nel corso dell’evento organizzato nell‘Eataly di Roma da Kiki Lab e Philips. I negozi visitati hanno fornito ciascuno la possibilità di isolare un concetto chiave. Il primo è quello del risparmio di tempo, risorsa sempre più scarsa. Target, seconda catena di “negozi discount” dopo Walmart negli Usa, ha messo a punto due soluzioni: scaffali “parlanti”, ossia dotati di codici, colori e cartellini che orientano i clienti senza bisogno di assistenti, e dei telefoni che permettono di far arrivare sul posto in un minuto del personale. C’è poi lo “story telling”: in questo senso è particolarmente interessante il caso di Vans, catena del gruppo VF. Nei suoi negozi non solo ci sono cartelli che raccontano gli anni cruciali del marchio ma si spiega anche il prodotto (nel caso specifico, il processo di vulcanizzazione dei jeans, attuato dal 1966). Immancabile è il tema della crosscanalità: qui la grande sfida (vedi anche articolo a pag. 49) è integrare le diverse forme di acquisto non facendo cannibalizzare i canali. Non ci si può limitare ad aggiungere un canale parallelo di acquisto, come il sito, ma bisogna sforzarsi di integrarli, per esempio facendo entrare in negozio chi va sul sito e viceversa. Newlook fa la cosa più semplice: nelle barriere dopo le casse ricorda che ci sono tanti modi per acquistare, anche online o via telefono. Jack Wills
C’è Philips nel negozio più illuminato
C
ome sempre, quando si tratta di Eataly, tutto comincia con una storia. In questo caso è la storia di Luceplan, che dopo l’acquisto da parte di Philips ha potuto unire il proprio design alle tecnologie della società olandese. La chiave, su quest’ultimo fronte, è il Led, che permette non solo risparmi energetici ma anche la possibilità di migliorare gli ambienti, a tutto vantaggio dei clienti e dei lavoratori. È grazie a questo matrimonio che le due società sono potute entrare nell’Eataly di Roma Ostiense. Il nuovo punto vendita della Capitale è una struttura molto difficile da illuminare, con una luce naturale violenta che entra dalla grande vetrata nella parte centrale e poi tanti ambienti laterali da irradiare solo artificialmente. Philips si fa avanti, tra le perplessità di Oscar Farinetti, patron dei negozi dedicati al meglio dell’agroalimentare italiano. «Quando però ho saputo che Philips e Luceplan si erano unite mi sono convinto», racconta lui stesso durante l’evento di presentazione dell’impianto luci davanti a una trentina di retailer invitati. «Noi abbiamo affidato loro lo studio completo e sostanzialmente è stata buona la prima. Siamo contenti», conclude. Poco prima era intervenuta Maria Letizia Mariani, direttore generale della divisione Lighting di Philips per Italia, Grecia e Israele. «Investiamo il 7% del fatturato in ricerca e sviluppo e molto anche in acquisizioni e servizi. Luceplan è stata acquisita nella logica di completare l’offerta per aggiungere design alla tecnologia». E Alessandro Sarfatti, titolare di Luceplan: «Volevamo entrare nella pancia di chi muoveva la tecnologia e abbiamo trovato Philips. Con Eataly poi abbiamo in comune quattro parole: passione, coraggio, italianità e qualità».
Luceplan
«Aveva dato l’ok ma avrei dovuto chiudere il negozio per tre giorni per motivi di sicurezza – ha spiegato –. Ora ci stiamo riprovando e ho convinto un fornitore pesarese (Bruno Urbani di Urbani Tartufi, di Acqualagna, ndr) a regalargli un tartufo da un chilo». L’anno prossimo sarà anche il debutto del franchising, all’estero. Il primo agosto sarà la volta di Istanbul, in un grande centro commerciale, dove sarà l’ancora principale assieme a un Apple Store. Seguirà Dubai, nel recente altissimo grattacielo che vi è sorto. L’approdo a Istanbul, spiega Farinetti, è simbolico, perché è proprio il Gran Bazar dell’ex Bisanzio ad aver dato lo spunto, nel lontano 1996, al progetto di Eataly, assieme al Salone del Gusto di Slowfood. «Abbiamo la coda per il franchising nel mondo. È impressionante l’autorevolezza mondiale che siamo riusciti a ottenere in soli cinque anni. Ci faremo pagare tantissimo dai franchisee per dare la concessione del marchio e il know how, assistendoli molto da vicino per il primo punto vendita. Con il ricavato avremo più soldi da dedicare ai nostri progetti di agricoltura di qualità». Non che i soldi manchino. Il 2012 si chiuderà con ricavi a quota 300 milioni di euro (di cui 80 dal solo punto vendita di New York), poi la progressione prevista è di 450 milioni nel 2014, 500 milioni nel 2015 fino ad ar-
(marchio che ricorda Abercrombie & Fitch) ha un touch screen che permette di ordinare, senza spese di spedizione e con politiche di reso generose, il modello o la taglia che non si è trovato in negozio. Il touch screen a muro, poi, può essere sostituito da un tablet, come fa Burberry a Londra. Sempre più centrale diventa la polisensorialità. Per esempio, l’interessantissima Central Market, catena di dieci store dedicati al cibo in Texas, punta moltissimo sugli assaggi e sui profumi. Per raggiungere il panificio interno, per esempio, un cartello suggerisce di seguire il proprio naso. La stessa catena dà lezioni di fiducia, altro concetto chiave: per distrarre i bambini suggerisce di prendere della frutta e versare in un salvadanaio un quarto di dollaro per frutto. Massage Angel, catena di massaggi, arriva al punto di limitarsi a dare un prezzo consigliato, lasciando al cliente, in base alla sua soddisfazione, la scelta della tariffa effettiva. Sempre più attenzione i retailer ripongono alla sostenibilità: Waitrose, ad esempio, per ogni tot di spesa dà gettoni per finanziare dei progetti sul territorio, decisi dagli stessi consumatori. Le ultime due sollecitazioni riguardano il puntare sull’orgoglio locale (come fa, tra i tanti, Walgreen a Chicago) e sulla formazione e del personale, aspetto in cui eccelle la catena “The Container Store”, stabilmente presente nelle classifiche Great Places to Work. «Il futuro è incerto – ha detto Fabrizio Valente nelle conclusioni -. A livello di medie non vediamo delle evoluzioni che permettano di uscire dalle difficoltà. Ma le opportunità non mancano e le aziende devono imparare a navigare nella tempesta, sapendo che dopo la crisi non si tornerà come prima. Questi casi dimostrano che adesso è un ottimo momento per investire; è adesso che dobbiamo seminare».
retail&food - dicembre 2012 29
Retail ed eccellenze
rivare all’anno successivo a 600 milioni. «A quel punto avrò 60 anni e mi ritirerò, le mie quote sono già state passate ai miei figli».
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Tra tutti i temi, quello che rende più orgoglioso l’ex proprietario di Unieuro è però proprio il progetto di Roma Ostiense. «Noi sposiamo da sempre la politi-
ca del mattone zero. Questa struttura è stata costruita per i Mondiali di Italia ’90 per fare i chek-in degli atleti. Costò 115 miliardi di lire e fu utilizzata solo per 37 giorni. In seguito divenne un posto degradato e insicuro, che rovinò anche il quartiere vicino. Ho creduto talmente tanto nel progetto che non ho affittato il posto, ho proprio comprato le mura. Ora è un posto bellissimo, è il nostro negozio dedicato alla bellezza, e la gente per strada mi ringrazia. Siamo l’unico posto dove la gente spende e ti dice grazie».
L’anno che verrà sarà dedicato alla «politica, intesa come arte della polis. Io non ho tessere di partiti, ho solo quella dell’Anpi (associazione nazionale partigiani italiani). È però certo che Matteo Renzi lo aveva indicato come suo ministro del Turismo, in caso di vittoria alle primarie. Ma i rapporti sono molto buoni anche gli altri candidati alla guida del centro sinistra, per cui il futuro nella politica vera è tutt’altro che un’ipotesi astratta. Fabrizio Patti
dossier aeroporti MoNACo DI BAvIeRA – Bastano pochi passi, una volta atterrati nell’aeroporto internazionale di Monaco di Baviera, per capire che, nonostante la distanza di un’ora scarsa di volo da Milano, siamo arrivati in un altro mondo. Qualche metro dopo l’uscita degli arrivi raggiungiamo una grande piazza quadrata, di circa 100 metri di lato, in una zona di collegamento tra i terminal 1 e 2. La piazza, il 12 novembre, al momento della visita, è il regno dei carpentieri. Stanno segando tronchi di pino per preparare le casette dei mercatini di Natale, che inizieranno il fine settimana successivo. In mezzo si trova una grande pista di pattinaggio sul ghiaccio. «Natale è il periodo dell’anno in cui i passeggeri perdono più spesso l’aereo, perché tante volte sono dentro i mercatini e si dimenticano del volo. È bellissimo vedere, di pomeriggio, i manager in giacca e cravatta che si mettono i pattini e si lasciano andare, prima di prendere un volo o prima di tornare a casa». A parlare, con orgoglio, è Peter Prümm, membro dell’ufficio stampa dell’aeroporto, baffi a manubrio e simpatia contagiosa, anche per lo sforzo di parlare italiano, imparato in qualche mese a Milano. Peter aggiunge: «La scorsa estate in questa stessa piazza è stata allestita una piscina con le onde, la prima del suo genere al mondo in un aeroporto. Abbiamo invitato anche dei surfisti professionisti a esibirsi». Altre volte c’erano stati tornei di beach volley e visioni collettive di eventi calcistici. In queste occasioni molte delle persone che frequentano la zona non sono viaggiatori ma residenti dei paesi vicini. Vengono anche per altri motivi e principalmente perché i negozi presenti nella zona pubblica sono aperti di domenica, quando in città le saracinesche sono abbassate. Le attività commerciali a cui possono accedere i residenti sono tante, ben 99. Nel terminal 1 si trovano 43 negozi e 21 ristoranti; nel terminal 2 ci sono 27 negozi e otto tra bar e ristoranti. Una cifra di poco superiore di punti vendita si trova nell’airside: 20 negozi e 6 ristoranti al T1, ben 64 negozi e 13 punti f&b nel T2. Dati che dicono una sola cosa: con 202 attività commerciali, estese su 37mila metri quadrati, l’aeroporto di Monaco è un grande shopping center, gestito, come vedremo, in una maniera unica.
Ristorazione ad effetti speciali
La principale caratteristica distintiva del business “non aviation” dell’aeroporto è la sua sostanziale autarchia. L’85% delle attività di ristorazione è gestito
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dalla società Allresto, controllata al 100% dall’aeroporto, o meglio dalla Flughafen München Gmbh (società di diritto privato con tre soci pubblici: lo Stato della Baviera, lo Stato Federale e il comune di Monaco). La Allresto, per essere precisi, ha il 95% delle attività f&b nel T1 e la metà esatta di quelle nel T2. Per solo due marchi la società agisce come franchisee (McDonald’s e Coffee
na tipica bavarese. Quando si dice birreria, si intende proprio un birrificio artigianale: nel locale, tra i tavoli spuntano due grandi caldaie di rame per la bollitura della birra. Non si tratta di un effetto speciale, perché poco dopo avremo modo di vedere il retro del locale, dove una serie di tini conserva le diverse tipologie di bionde prodotte, tra cui molte stagionali. Al tavolo troviamo Christine
nell’area dell’aeroporto, percentuale che sale all’80% considerando quella che potremmo definire “Grande Monaco”. Volendo si può scendere nel dettaglio più microscopico: 493mila wurstel, 1,2 milioni di pretzels, 185mila uova e così via. Visitiamo le cucine, dove sono centralizzate alcune produzioni, come i gelati artigianali e le torte, una soluzione che
MoNACo,
l’isola felice
Più di 200 tra negozi e ristoranti, servizi avanzati, un rapporto simbiotico (anche se a volte conflittuale) con il territorio. un esempio: il 90% degli alimenti dei ristoranti è prodotto in Baviera. Questo è l’aeroporto di Monaco, l’unico al mondo con una piazza dove d’inverno si pattina e d’estate si fa surf Fellows). In altri quattro casi ha un contratto di licenza, in nove ha dei format propri che utilizzano marchi di partner e in dodici ha fatto tutto da sé, dalla progettazione del locale all’insegna, fino alla cucina. Il giro nell’aeroporto si interrompe quasi subito per un pranzo proprio in uno di questi locali. Si tratta dell’Airbräu (nei pressi della piazza, con una replica nell’airside del T2), una birreria con cuci-
Müller, giovane responsabile del marketing di Allresto (foto). Indicando il piatto con polpettone, stinco di maiale e crauti che ci viene servito, ci tiene a sottolineare: «Il 90% del cibo deriva da prodotti alimentari della Baviera». In questo ristorante? No, in tutti i ristoranti dell’aeroporto, compresa la mensa aziendale e l’hotel kempinski, anch’esso affar di Allresto. Un documento, che ci passa, specifica: il 60% del cibo è prodotto
permette di raggiungere economie di scala notevoli. I locali sono però molto diversi l’uno dall’altro. Surf & Turf (T1, landside) è, per esempio, dedicato al pesce fresco e rimanda alle atmosfere dei surfisti californiani. Non manca, nell’evocazione dello spirito hippy, un riferimento 100% bavarese: il mitico furgoncino Bulli della Volkswagen, versione anni ’70. I locali Bamee (T1 e T2, airside), inve-
Cedon, fornitore di bookshop museali
ce, hanno cucina asiatica, incentrata soprattutto sul sushi. Nell’airside del T2, in una zona dove transitano molti passeggeri del Far East, vediamo all’opera un maestro giapponese preparare dei maki, direttamente sul bancone. Quella della cucina a vista, d’altra parte, è una scelta che si ritrova in tantissimi locali. Poco distante si trova il Bistro Organic 100% Bio, con pietanze del posto, rigorosamente biologiche e con prezzi necessariamente alti. Tra i marchi propri di Allresto vale la pena di segnalare anche tre “italiani”: La Bruschetteria, Da Riccardo e soprattutto Il Mondo. Quest’ultimo è il ristorante più prestigioso dell’aeroporto. Si trova all’ultimo
piano del T1, con vista sulla pista e sulle Alpi. La scaletta di accesso è costeggiata da bottiglie di Barolo e immagini da cartolina del Belpaese. «È molto frequentato da persone della città, che vengono soprattutto nel fine settimana – spiega Muller –. Bisogna prenotare perché c’è molta richiesta». Lo spazio chiamato “Italia” (non gestito da Allresto) è una caffetteria realizzata con l’apporto di Air Dolomiti, con un design che ricorda quello italiano degli anni '50-'60. Tra i marchi in licenza vale la pena citare “Käfer”, locale di lusso in stile liberty, frequentato, pare, anche dai giocatori del Bayern Monaco. Leysieffer (dal nome di un produttore di fine food del
Fabriano Boutique, cartoleria di alta gamma e design nord della Germania) è invece una caffetteria con self-service dove si trovano affiancate le tre cucine più amate dell’aeroporto: bavarese, italiana e asiatica.
Il non food guarda alla regione
Peter Prümm
Un totem informativo multimediale
Il ruolo svolto per la ristorazione da Allresto è affidato, per i negozi, a Eurotrade. Anch’essa controllata al 100% dall’aeroporto, gestisce il 65% dei punti vendita non food. Difficile riassumere in poche righe quello che si descrive sommariamente in 45 pagine di un apposito libretto dell’aeroporto. Il Terminal 1 ha più negozi nella zona pubblica e marchi più accessibili, essendo più frequentato da famiglie e turisti; il Terminal 2 (di proprietà al 50% di Lufthansa e con una gestione sepa-
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dossier aeroporti rata) ha brand di fascia mediamente più elevata, avendo un’utenza prevalentemente business. Di notevole interesse (e attualità per i marchi italiani) sono i due grandi supermercati della catena Edeka, in ciacuno dei due terminal. Si estendono su ben 1.300-1.400 mq l’uno, sono aperti dalle 5.30 a mezzanotte e, grazie a un’esplicita clausola sul contratto, non possono vendere i prodotti a un prezzo superiore a quello dei negozi in città. Abbiamo verificato l’effettiva convenienza dei prodotti (oltre che di quelli della caffetteria posta vicino all’ingresso), che
e un punto vendita del noto produttore belga di cioccolati Leonidas. Il T2 ha marchi più blasonati, da Zegna ad Aigner/Ferragamo, da Boss a Etro/ Porsche Design, fino a Hermes, Max Mara, Polo Ralph Laurent e Montblanc/ Bulgari, oltre a un paio di rivenditori di gioielli e orologi, tra cui l’immancabile Pandora. Da segnalare scendendo sulla terra, i tre punti vendita di elettronica a insegna Capi, la boutique ellittica e trasparente di Cedon (editore specializzato nei bookshop museali), lo shop del Deutsches Museum e l’italiano Fabriano, presente anche a Fiumicino
Il supermercato Edeka Un negozio dedicato al Bayern Monaco
Bistro Organic
Christine Müller, Allresto svolgono un indubbio ruolo da calmiere per i prezzi degli altri locali. Tra le altre curiosità segnaliamo nel T1 un grande negozio Benetton (assente invece dai nostri scali), il fioraio Blumen Outlet Kiosk, vari shop di souvenir dedicati alla Baviera, lo FC Bayern Fanshop, dedicato alla squadra di calcio Bayern Monaco, negozi di design di lusso come i-Düpferl e Galerie, Desigual, Marc O’Polo, brand di moda di fascia medio-alta nato in Svezia ma trasferitosi vicino a Monaco,
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Il punto vendita Marc'O Polo con un’offerta di cartoleria ricercata e pelletteria. Se la ristorazione lasciava a bocca aperta per fantasia e originalità, i negozi, per quanto numerosi e di ottimi allestimenti, sono meno emozionanti. Alcune aree sono parse poi piuttosto dispersive, soprattutto ai piani superiori, i livelli 4 e 5. Questo avviene a causa della forma dell’aerostazione, in entrambi i terminal piuttosto allungata (i finger sono tantissimi) e disposta su tre piani (sebbene il
Elisabeth Friedrich T2 preveda una zona centrale molto più concentrata del T1).
Serviti e contenti
Si torna a stupirsi guardando i servizi presenti. Primi tra tutti quelli ospedalieri. Ce ne sono diversi, aperti anche 24 ore su 24, per passeggeri, cittadini dei paraggi e lavoratori dell’aeroporto. C’è anche l’Airport Clinic M, con dottori di varie specialità, dagli oculisti agli otorini. «È particolarmente utilizzato dai lavo-
ratori dell’aeroporto e delle compagnie aeree e dagli abitanti della zona» dice Peter Prümm, quasi meravigliandosi che altri aeroporti non facciano la stessa cosa. Servizi innovativi sono poi quelli pensati dall’aeroporto per i passeggeri-consumatori. Lo “shop&store”, per esempio, permette di acquistare un prodotto prima di partire, lasciarlo in negozio, farlo depositare al retailer in un’apposita cassetta di sicurezza e prelevarlo
I ricavi commerciali sono cresciuti nel 2011 di oltre il 6%, allo stesso modo di quelli aviation. I passeggeri sono d’altra parte cresciuti di quasi il 9 per cento, permettendo all’aeroporto di superare Roma Fiumicino al sesto posto tra gli hub continentali. I piani di espansione sono molto ambiziosi: 58,2 milioni di passeggeri nel 2025, anno in cui l’aeroporto si propone di essere “il più efficiente e il più sostenibile del mondo”. C’è però stato un brusco stop in questo percorso: la bocciatura da parte dei cittadini, in un referendum, della costruzione della terza pista dell’aero-
porto, principalmente per l’opposizione all’inquinamento acustico che ne deriverebbe. «È una questione molto delicata – commenta la signora Friedrich –. Noi, nonostante il referendum, abbiamo l’autorizzazione ambientale a costruire la pista. Il problema è che due dei tre soci, lo Stato della Baviera e lo Stato Federale, sono a favore, mentre il Comune di Monaco si è di recente opposto». A differenza che in altri aeroporti, anche di casa nostra, i ritardi sulla decisione di una nuova pista sono visti con angoscia dai gestori dell’aeroporto, perché le
infrastrutture attuali sono quasi sature. Intanto sta per essere completato il nuovo Satellite del T2, detto anche T3, che dista circa mezzo chilometro dal secondo terminal e che avrà al suo interno circa 9mila mq di attività commerciali. «Cosa possono fare i retailer italiani per essere presenti in questo spazio? Ci saranno gare pubbliche?» chiediamo a Elisabeth Friedrich. «Non ci saranno gare ma una nostra selezione. I marchi ci possono contattare». È il modello Baviera, un’isola felice, con le sue regole. Fabrizio Patti
al ritorno, in maniera automatizzata (mostrando nel lettore un codice a barre rilasciato al momento dell’acquisto). I totem informativi sono invece di due tipi: quelli per le informazioni generali prevedono un’interazione con del personale collegato con una webcam ad altissima risoluzione. Si preme un pulsante, si aspetta che l’operatrice (a grandezza naturale) compaia in video e si chiedono le informazioni. Oltre alle risposte verbali si possono ritirare anche degli stampati, per esempio una lista degli alberghi circostanti. Ancora più interessanti sono però i totem per i servizi commerciali. Si seleziona un marchio, sfogliando tra i vari loghi o cercando per categorie. Una volta individuato, compare una schermata con una mappa su cui è indicato il percorso pedonale da fare per raggiungere il negozio, la distanza e il tempo di percorrenza necessario. Tecnologia sviluppata internamente, ci dicono, e vendibile ad altri aeroporti. Nella voce “servizi” possono poi rientrare molte altre cose. Una su tutte: i tour guidati nell’aeroporto che coinvolgono ogni anno 12mila studenti delle scuole, ulteriore segno del rapporto molto stretto tra comunità e aerostazione.
Opportunità e criticità
«Da dove nasce il modello di business fondato su due società che gestiscono la maggior parte dei punti vendita? E funziona?» chiediamo a Elisabeth Friedrich, responsabile delle attività per i consumatori dell’aeroporto (foto). «Ha origini molto lontane, risale almeno a 20-30 anni fa, e ci distingue da tutti gli altri grandi aeroporti tedeschi, come quello di Francoforte e quelli di Berlino – risponde –. È un modello molto efficiente e di successo». Le sue parole sono suffragate, d’altra parte, dai fatti: la divisione consumer (retail, servizi, pubblicità, media/marketing, hospitalty e parcheggi) pesa per il 48% degli 1,95 miliardi di euro di ricavi del gruppo.
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Parola di Michele Lorusso
Michele Lorusso, 39enne nato a Venezia, si occupa di marketing e retail dall’età di 24 anni: prima per Giacomelli Sport, poi per Trussardi (progetto Marino alla Scala) e per il Gruppo TSG, a Beirut (sviluppo del multibrand di lusso Aishti). Nel 2004 è marketing manager per la comunità San Patrignano e 4 anni dopo international sales manager della divisione Fivefingers di Vibram. Da settembre 2012 dirige il wholesale e il marketing di Mandarina Duck.
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Mandarina Duck,
siamo tornati, e ve ne accorgerete
N
on è più in mani italiane, dopo la diaspora che ha toccato i marchi nel portafoglio di Mariella Burani. Però Mandarina Duck, acquistata come la “cugina” Coccinelle da un fondo coreano specializzato nel retail, E-Land, è tutt’altro che morta. Anzi, ora con i capitali, ma soprattutto con l’esperienza nel retail del proprietario asiatico, promette una rinnovata espansione. Partendo proprio dal travel retail e, a sorpresa, dalla tanto snobbata (dagli altri) Italia. Ne abbiamo parlato, durante la fiera Tfwa di Cannes, con Michele Lorusso, nuovo wholesale and marketing director, da settembre, del marchio. Piacere di conoscerla. Ci dice intanto qual è la sua esperienza precedente? Sono l’ex international sales manager di Vibram, un’azienda italiana storica leader nel mondo delle suole. Dal 2008 mi sono occupato in particolare dell’unico prodotto finito, il progetto Five Fingers. Ho curato la distribuzione worldwide, eccetto Usa, Canada, Messico e Cina. Abbiamo sviluppato il progetto da zero ed è stato un successo, in tre anni siamo riusciti a essere presenti in 45 Paesi. Arriva poi a Mandarina Duck, a settembre. Che situazione trova? Mandarina Duck è un’azienda storica, con una forte italianità. Sappiamo benissimo i trascorsi di Mandarina negli ultimi anni, attraverso il passaggio con Mariella Burani e Antichi Pellettieri. È quindi arrivata E-Land: una società molto dinamica arrivata in Italia, ma possiamo dire in Europa, con grande voglia di fare e di acquisire marchi con una forte impronta heritage. Ora la proprietà si sta insediando e sta cercando di capire le dinamiche dei mercati e quelle interne gestionali. Stiamo ricreando un asset a livello di management. Io faccio parte di una prima divisione del management, a breve arriverà il nuovo ceo e poi l’head of designer, figura molto importante perché per noi il prodotto viene prima di tutto. Che approccio ha E-Land? Sono stati bravi a capire come far svoltare questa azienda. Stanno lavorando tantissimo sui punti chiave: i designer, la produzione e in conseguenza la distribuzione. Come sapete abbiamo 40 punti vendita diretti e dei partner, che oggi sono cinque. In questa fiera abbiamo avuto modo di ampliare i contatti e di ricevere richieste da vari Paesi: soprattutto dall’Est Europa e dal Medio Oriente. Quindi i coreani di E-Land sono arrivati con dei piani di espansione? Assolutamente sì. I capitali non mancano. E-Land è un’azienda internazionale. È molto forte non solo dal punto di vista dei capitali, ma anche del networking. Loro hanno circa 9mila
punti vendita tra Cina e Corea, compresi gli shop in shop. Hanno fatto la loro fortuna sul retail, dove hanno molta forza e know how. Sulla parte wholesale stanno invece imparando e ne hanno voglia, essendo consapevoli che un prodotto come Mandarina Duck ha bisogno di essere presente in questo canale. Stiamo cercando anche altre strategie distributive, perché Mandarina è sempre stata molto forte nei negozi specializzati. Forse l’idea è di cominciare ad aprire il prodotto anche ai multimarca “fashion”, anche perché questi mondi si sono evoluti. Oggi vendono dal frigorifero al televisore, fino all’abito e alle scarpe. Mi fa un esempio di questi multimarca “fashion”? Tra i nomi noti parliamo di 10 Corso Como o di Colette Parigi. Poi ce ne sono altri, perfettamente all’altezza di questi grandi brand, ma meno conosciuti, sia in Italia che in Europa. Avete debuttato nelle fiere dedicate al travel retail nella scorsa edizione del Tfwa di Singapore, ora siete a Cannes. Che importanza ha il travel retail nella vostra strategia? L’idea è quella di spingere sull’acceleratore in questo settore, che è in piena espansione. Faccio sempre una battuta: io sono un buon viaggiatore per lavoro, l’anno scorso ho superato le 500mila miglia, ma non sono mai stato un buon cliente duty free. Però guardando i numeri, anche i nostri, devo dire che è un canale incredibile. Noi abbiamo dei punti vendita, a Malpensa e Monaco, con numeri molto interessanti. Abbiamo preso una persona dedicata solo al travel retail, Lorenzo Rubino, che lavora da tempo in questo mondo e ha saputo prendere i primi contatti con i maggiori player. Siamo molto contenti del risultato di Cannes, così come lo eravamo di Singapore. Quali sono le vostre aree geografiche di riferimento? Oggi, parlando anche di travel retail, vorremmo innanzitutto sviluppare casa nostra. Perché per noi l’Italia è comunque un punto di partenza. Stiamo lavorando e spero che avremo dei risultati all’inizio del prossimo anno, con l’apertura di 2-3 nuove presenze, che potrebbero essere punti vendita nostri diretti o anche dei corner. A Milano e Roma saremo sicuramente, stiamo verificando anche Venezia e Orio al Serio. A Bologna, inoltre, dove siamo di casa, abbiamo già un negozio e lo stiamo rifacendo nell’area nuova. Da tanti mesi si sente il ritornello che l’Italia per ora va lasciata stare. Siete in controtendenza. Se consideriamo i numeri dei principali aeroporti italiani, come Roma, sono numeri importanti, anche se non pari ad aeroporti come New York e
Shanghai. Stiamo poi valutando delle operazioni in Germania, a Francoforte, e in Spagna. C’è una richiesta da parte asiatica, dove ci stiamo espandendo e dove, con la collaborazione di E-Land, abbiamo visto i maggiori player cinesi a Hong Kong e Taiwan, con un grande riscontro. Nei centri commerciali è previsto uno sviluppo? Siamo presenti in alcuni centri commerciali ma ci stiamo concentrando, anche per il dna di Mandarina, sui centri storici o comunque, sulle città. Però oggi anche gli shopping center devono rimodernarsi. Penso che l’Italia da questo punto di vista sia leggermente indietro. È stata molto evoluta fino a metà anni Novanta, poi però non siamo stati capaci di sviluppare centri commerciali all’altezza di quello che succede nel mondo. Cosa manca ai nostri mall? Penso che il centro commerciale debba essere un centro di aggregazione. Dovrebbero essere simili, per fare un parallelismo, agli stadi americani, dove il momento sportivo diventa una sorta di happening. La stessa cosa dovrebbe diventare il centro commerciale, ma sarebbe necessario un cambiamento sia culturale sia in termini di offerta di prodotto. Quindi con un aumento del leisure? Non solo, anche modi diversi di proporre i prodotti. Io guardo Eataly. Quello è un estremo, ma si potrebbe portarlo anche da altre parti. Ci sono mall nel mondo che hanno questo approccio. Puntate invece sugli outlet? Ci siete, ci sarete? Sì, ci siamo. Abbiamo anche aperto di recente in Germania con McArthurGlen, ad Amburgo, attorno alla metà di settembre. Per noi sono assolutamente un punto di riferimento. F. P.
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Da Francoforte a Chicago
Ristoranti in fiera, come fare bene I servizi di ristoro sono sempre più importanti per qualificare i padiglioni espositivi in giro per il mondo. Se la gestione è oculata, oltre ad offrire un servizio apprezzabile ad operatori e visitatori, si possono ricavare anche margini interessanti. Siamo usciti dai confini nazionali per andare ad intervistare gli esponenti di due quartieri di primo piano, McCormick Place di Chicago e Messe Frankfurt. McCormick Place (Chicago, USA)
Connie Chambers
general manager Food&Beverage Qual è il ruolo del servizio di ristorazione per il successo di una fiera? McCormick Place è il più grande centro congressuale ed espositivo degli Stati Uniti e SAVOR...Chicago è il suo partner esclusivo per i servizi di ristorazione. SAVOR… Chicago all’interno del quartiere ha costruito nel tempo una solida reputazione come fornitore di esperienze gastronomiche di classe mondiale per espositori, congressisti e visitatori. L’organizzazione di Savor ha scelto di usare gli ingredienti locali più
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freschi acquistati preferibilmente da fornitori della zona per realizzare menu stagionali che riflettano i sapori tipici del territorio e al tempo stesso rispondano alle esigenze di varietà dei numerosi eventi internazionali ospitati a Chicago. I servizi di ristorazione includono l’insieme degli eventi che vanno dall’organizzazione di banchetti ai punti ristoro e sono realizzati in un sistema di spazi attrezzati che somma 240.000 mq all’interno del quartiere espositivo. Le offerte di ristorazione di alta qualità e l’eccezionale servizio ai clienti consentono agli operatori e ai visitatori che si avvicendano tutto l’anno al McCormick Place di vivere esperienze di grande comfort e piacevolezza. Nel tempo SAVOR…Chicago ha saputo sviluppare sempre nuove offerte, riuscendo così anche a riconvertire spazi sottoutilizzati in attrazioni vivaci quali Jamba Juice, Starbucks e numerosi locali a tema. Qual è il ricavo generato dal servizio di ristorazione e qual è la percentuale sulle vendite totali?
No comment. Come viene gestito il servizio di ristorazione? Direttamente, attraverso una consociata, attraverso un service esterno? La scelta di McCormick di operare direttamente tramite la controllata SAVOR…Chicago è risultata da subito vincente ed ha permesso di costruire una solida reputazione professionale per quanto riguarda i servizi di ristorazione che da tempo la società sta fornendo ad altri locali pubblici negli Stati Uniti, in Messico ed in Europa. In questa attività all’esterno di McCormick Place SAVOR si avvale della collaborazione costante della consorella SMG, società leader nella gestione dei luoghi d’intrattenimento. Quali sono i criteri di selezione dei partner e gli obiettivi che questi si devono porre? No comment. Come sta evolvendo la domanda tra gli espositori e i visitatori? Gli obiettivi definiti da MPEA (Metropolitan Pier and Exposition Authority), la proprietaria di Mc-
Cormick, per SAVOR…Chicago sono basati su Customer Satisfaction, risultati finanziari e standard di sostenibilità ambientale. Da parte sua come risponde a questa sfida? SAVOR…Chicago sollecita e riceve i riscontri dagli organizzatori degli eventi, dai visitatori e dagli espositori riguardo alle loro esperienze in tema di ristorazione all’interno di McCormick Place. Le tecniche di sondaggio e confronto con i clienti sono varie e comprendono: riunioni prima degli eventi per definire le aspettative, riscontri in tempo reale con i visitatori tramite tecniche di monitoraggio istantaneo delle percezioni, questionari giornalieri, diffusi settore per settore in modo da sintetizzare l’andamento e reagire tempestivamente, e, a eventi conclusi, riunioni di debriefing e monitoraggio dei clienti. Ogni informazione raccolta tramite visitatori e organizzatori degli eventi è preziosa per migliorare in modo continuo l’attività operativa e l’offerta fornita.
a cura di Paolo Lombardi
Messe Frankfurt GmbH
Wolfgang Marzin
President and Chief Executive Officer (CEO) di Messe Frankfurt GmbH
Qual è il ruolo del servizio di ristorazione per il successo di una fiera? Wolfgang Marzin Visitare una fiera specializzata, partecipare a un congresso o a una convention è qualcosa di speciale, e per tali occasioni anche il servizio catering dev’essere altrettanto speciale. Soddisfare i bisogni degli espositori e dei visitatori rientra negli strumenti di marketing dell’organizzatore fieristico. I visitatori e gli espositori devono sentirsi a proprio agio in fiera, e quindi cibo e bevande di alta qualità, che si possano reperire facilmente ed essere
gustati in un’atmosfera rilassante, sono parte di questo. Qual è il ricavo generato dal servizio di ristorazione per Messe Frankfurt e qual è la percentuale sulle vendite totali? Wolfgang Marzin Il nostro service per il catering Accente Gastronomie Service GmbH ha generato nel 2011 un incasso di 26,3 milioni di euro, che corrisponde a 5,6% degli incassi totali. Come viene gestito da Messe Frankfurt il servizio di ristorazione? Direttamente, attraverso una consociata, attraverso un service esterno? Uwe Behm Nel quartiere fieristico di Francoforte il servizio di ristorazione è fornito dalla società Accente Gastronomie Service GmbH, che ha la sua sede all’interno del quartiere stesso. Accente è una società full-service che fornisce tutto: dalla preparazione del cibo al servizio catering, dallo staff all’arredamento, e gestisce al tempo stesso anche i ristoranti, i bar e i negozi.
Quali sono i criteri di selezione dei partner e gli obiettivi che questi si devono porre? Uwe Behm Un criterio importante per Messe Frankfurt e le sue filiali è “fare business sostenibile”. Per un service come Accente questo deve valere sin dalla fase iniziale, ovvero dall’acquisto dei prodotti, la maggior parte dei quali sono regionali. I nostri partner devono rinunciare ove possibile alle confezioni non riciclabili e consegnare il loro cibo ad Accente senza coloranti, conservanti e additivi. Come sta evolvendo la domanda tra gli espositori e I visitatori? Uwe Behm La domanda dei prodotti di ristorazione si sta sviluppando in modo positivo sia tra gli espositori che i visitatori. Da entrambe le parti si è più attenti ai costi; ciò vuol dire ricercare cibo di alta qualità ma più semplice. Questa ora è la tendenza che va per la maggiore. Da parte sua come risponde Messe Frankfurt a questa sfida?
Uwe Behm Member of the Executive Board of Messe Frankfurt GmbH Wolfgang Marzin I dipendenti di Accente si confrontano costantemente con nuove sfide, e devono affrontare le richieste più svariate. Un giorno potrebbero trovarsi a offrire cibo e bevande alla famiglie allo spettacolo “Holiday on Ice”, mentre il giorno dopo potrebbero trovarsi in fiera di fronte a espositori e visitatori, oppure a servire gli ospiti di un meeting annuale per una grande azienda DAX (acronimo di Deutsche Aktienindex. Sigla di un indice di borsa europeo, ndr). Accente si mostra all’altezza di qualsiasi sfida ogni giorno.
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Tfwa 2012 - A comic story
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Analisi mercato
Na-If
FullStyle ha scelto la tecnologia multi-touch Na-If per il suo primo store monomarca, inaugurato venerdì 23 novembre presso il Centro Commerciale Roma Est.
aPrE Il nEGoZIo
3.0
La tecnologia digitale rappresenta il miglior alleato del retailer nella gestione dei pagamenti. Ma non solo, in futuro sarà fondamentale nell’interazione con il potenziale cliente in un’ottica di reciproco scambio di informazioni. Ad oggi il mercato It per il retail in Italia vale oltre un miliardo di euro, con previsioni di crescita
N
egozi intelligenti in grado non solo di rilevare il footfall, ma anche di identificare il potenziale cliente in base al sesso e ai caratteri somatici; capaci persino di comunicare con il cliente stesso grazie a chioschi, pannelli digitali oppure via bluetooth attraverso messaggi promozionali sullo smartphone. Anche la vetrina sarà intelligente e interattiva, potendo modellarsi sui gusti dei passanti e smaterializzarsi
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approdando sul web in social network, siti internet e applicazioni. Il magazzino sarà reso dinamico in quanto in grado di comunicare all’azienda e all’acquirente la disponibilità di prodotto in tempo reale. Il tutto convergerà su sistemi di pagamenti veloci, dove il contante verrà toccato solo dal cliente che lo inserirà in apposite macchine, o scomparirà in carte con tecnologia contactless o nei telefonini. Il tema della multi-canalità
che si evolve in cross-canalità, o omnicanalità, è al centro di numerosi studi, come dimostra la recente pubblicazione della ricerca Cross-canalità. Retail Surf fra negozi e web, elaborata da Kiki Lab e Ebeltoft Group (vedi pagina 49). Alcune di questi scenari sono già realtà, soprattutto all’estero, altri prenderanno il via dal prossimo anno e mediamente tutti si diffonderanno sempre di più nei prossimi cinque anni. Ovviamente ogni
novità dovrà fare i conti con la burocrazia e, in particolare, con il diritto alla privacy. Altra barriera: occorrerà investire cospicue risorse economiche per implementare le infrastrutture tecnologiche, ma per questo gli stessi produttori sono in grado di elaborare modelli di sviluppo che prevedono ritorni sugli investimenti calcolati sull’effettivo numero di transazioni. Generalmente mai sopra i 60 mesi.
a cura di Andrea Penazzi Restando con i piedi a terra, abbiamo incentrato l’analisi del mercato digital sui sistemi e le tecnologie di pagamento presenti ad oggi, o metaforicamente da domani, nei listini dei più importanti produttori e specialisti al mondo di It. I player che abbiamo intervistato sono VeriFone, Wincor Nixdorf, Ncr, Ingenico, Fujitsu Tecnhnology Solutions e Toshiba Global Commerce Solutions. Ma sul mercato altri operatori vantano ruoli e/o competenze altrettanto significativi, come Honeywell, Motorola Solutions, Datalogic e ancora per il segmento dei software SoftWork, Oracle, Reply e Auriga.
It oltre il miliardo di euro
Recentemente uno studio di Gartner ha individuato in oltre un miliardo di euro il valore del mercato dell’Information Tecnology per il commercio al dettaglio in Italia nel 2011, con un outlook di crescita costante sino al 2015 che dovrebbe portare la voce It spending in retail/ wholesale trade a quota 1,125 miliardi di euro. Non male se pensiamo a un comparto relativamente giovane, che ha spinto sull’acceleratore solo negli ultimi anni. Tutto questo è stato reso possibile, tra le varie cose, dalla costituzione qualche anno fa di un’Area Unica dei Pagamenti in Euro (SEPA) e dall’approvazione della Direttiva europea sui servizi di pagamento (PSD), che, come cita un comunicato dell’Abi datato 2008, «consente l’ingresso nel mercato dei pagamenti di nuovi operatori ed intermediari diversi dalle banche». Sintetizzando questo ha permesso un rapporto diretto tra i retai-
Ncr, verso la convergenza del retail Lorenza Sbarbaro, retail industry leader per NCR Italia Quali elementi contraddistinguono questo mercato? Sicuramente i sistemi di pagamento, le soluzioni selfservice, non solo per la parte di self-checkout ma anche lato retail per la diffusione e la vendita di nuovi servizi al consumatore; la flessibilità della barriera cassa, in modo che si possa adattare all’affluenza e al comportamento del consumatore, legata alle soluzioni di cash management. Tutti questi sono integrati nel concetto di omni-canalità. Ci può spiegare cosa intende per omni-canalità? Da più di due anni Ncr si propone ai propri clienti attraverso la strategia del C-tailing, che significa convergenza del retail. Grazie alle nuove tecnologie e ai social media è possibile mettersi in contatto con il consumatore su più canali, non solo attraverso quello fisico del negozio ma anche con internet, sito web, social media, mobile e chioschi selfservice. Il retailer, per mettersi in contatto con il consumatore, aumentarne la fedeltà e rendere questi contatti profittevoli, deve essere presente in un modo consistente e coerente. Voi quali soluzioni specifiche offrite al retailer? Mettiamo a disposizione la piattaforma software Rts, che realizza una gestione centralizzata della logica di business del retailer. La piattaforma Soa interloquisce poi con applicazioni specifiche, permettendo facile interscambiabilità di informazioni e di servizi tra la nostra applicazione centrale e quelle specifiche, siano esse di self-scanning, web, Kiosk, mobile o le casse, piuttosto che le bilance di pesatura. Proponiamo anche una suite di prodotti che permettono di cogliere le preferenze del consumatore quando si muove sui vari canali e di poterle riutilizzare. Bisogna infatti vedere questa omni-canalità non solo nel solito verso pushing, cioè verso il consumatore, ma anche in ottica consumer to business. Sul fronte del contactless, come vi state muovendo? Con le carte di pagamento già in distribuzione abbiamo fatto dei primi test per la diffusione di questa tecnologia presso alcune grandi catene. Tra le catene partite ci sono, ad esempio, McDonald’s ed Esselunga. Alcuni smartphone cominciano poi a essere dotati di tecnologia Nfc, che permette la stessa modalità di pagamento. Su questo fronte abbiamo realizzato una soluzione per Auchan, che è stata messa in produzione nel punto vendita di Piacenza nella seconda metà di novembre.
ler e i produttori/distributori di tecnologie, e in particolare della tecnologia Pos. Come immediata conseguenza i retailer hanno acquisito maggiore forza contrattuale nei confronti delle banche, potendo comprare separatamente il device dal
fornitore e scegliere l’istituto di credito più conveniente, mentre gli sviluppatori di tecnologia hanno ricevuto un forte input nell’investire sulla ricerca di nuove soluzioni che ottimizzassero i metodi di pagamento e la gestione del back offi-
ce. Da allora lo sviluppo informatico è stato impressionante, aprendo scenari di multi-canalità e cross-canalità. Ad approfittarne sono state subito le grandi catene, di food ma non solo, che hanno presto iniziato a investire in modalità
Toshiba, obiettivo servizio “one to one” al cliente Luigi Loda, vice presidente europeo di Toshiba Global Commerce Solutions Come si struttura il mercato retail in termini di player? In due livelli: i global players, come Toshiba Global Commerce Solutions, Ncr e Windcor, che portano un’offerta globale partendo da una base hardware e arrivando poi a soluzioni; e i piccoli player, no logo o con nomi non noti, che operano soprattutto importando prodotti dal Far East la cui qualità è un punto di domanda. E in termini di soluzioni? Esistono i cosiddetti “Isv”, che forniscono soluzioni verticalizzate sui vari mercati: mondo fashion, della ristorazione, del fai da te. Per esempio abbiamo un prodotto in Italia, il Visual Store, che è nato nel mondo del grocery e che poi è stato customizzato per operare anche su mercati diversi, come quello dell’elettronica di consumo. Infatti è usato da Mediaworld (Mediamarket) ed Euronics. Questo prodotto lo stiamo verticalizzando anche sulla parte ristorazione e fashion. Si chiamano verticalizzate perché partono dall’hardware? Partono da una piattaforma di base robusta, che permette di avere tutte le funzionalità essenziali per i retailer, ma poi si verticalizzano sulle peculiarità del mercato di riferimento. Per esempio lavoriamo con Gruppo Percassi, che gestisce diverse catene tra cui Kiko, per cui le posso dire per esperienza diretta che ogni brand ha
la sua necessità. Rispetto all’Europa, l’Italia è indietro? Il nostro Paese è veloce nell’implementare l’innovazione. Non è però un innovatore. Questo perché non sono presenti, rispetto a realtà come Inghilterra e Francia, global players tipo Carrefour, Tesco, Mark&Spencer o Auchan. Tali marchi hanno la necessità di lavorare multicountry e quindi l’innovazione la portano loro. Come l’innovazione tecnologica ha cambiato oggi i negozi rispetto a dieci anni fa? Un tempo il retailer non conosceva il consumatore, per cui chiunque entrava nel negozio era un perfetto sconosciuto. Poi si è cominciato con le fidelity cards... Quello che accadrà, ed è il nostro obiettivo, è di fornire un servizio one to one al cliente. Attraverso tutti i punti di contatto, in un’ottica di cross-canalità, si riuscirà a capirne le preferenze e il modo per servirlo meglio. F. P.
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Analisi mercato
Fujitsu, tutto ruota attorno al Pos Denis Nalon, business programs manager di Fujitsu Technology Solutions Italia Come vede il mercato dei sistemi di pagamento? Nel linguaggio di Fujitsu la tecnologia e i sistemi di pagamento si identificano con una serie di soluzioni che ruotano attorno al mondo del Pos: infrastruttura e punto di interfaccia verso il cliente che integra tutte le funzionalità che si vedono all’interno dei diversi canali dove operano i retailer, inclusi i social network e l’e-commerce. Come gruppo quanto fatturate? Fujitsu, per la parte retail, vale più o meno due miliardi di dollari a livello mondiale, ma i trend di crescita variano da Paese a Paese. L’Europa è un mercato che sta risentendo della crisi dei consumi, ma si mantiene stabile come spesa It. Compatibilità e integrazione sono tra i temi principali, mi fa qualche esempio pratico? Un motivo per cui prevediamo l’accelerazione delle tecnologie della casse automatiche e del self service, finora integrati in modalità punto punto, è l’utilizzo di software in grado di integrarsi secondo il processo. Cioè vogliamo rendere la cassa automatica relativamente “stupida”, limitandone l’intelligenza all’integrazione, per cui possiamo sostituire e far evolvere la macchina in modo molto più flessibile. Questo ci ha permesso di evolvere dalle tecnologie di cash management tradizionali al recycling, al full recycling sino alle combinazioni tra recycling a moneta e a banconota. Ma ci ha permesso anche di inserire servizi. Con quali retailer state lavorando? In termini di self service abbiamo già incominciato a lavorare con Nordiconad. Abbiamo sviluppato nell’ambiente iper un nuovo modello di integrazione che ci permette di aprire punti vendita senza fare un’altra integrazione. Il primo sviluppo è partito a Torino a dicembre 2011, poi Bologna a giugno 2012 dove abbiamo integrato una parte di recycling. L’idea è quella di accelerare nei prossimi 18 mesi. Altri esempi: lavoriamo con Auchan in nove paesi sul selfservice, in Giappone lavoriamo con Aeron che conta 600 punti vendita tra iper e super. In America stiamo utilizzando nuove tecnologie, i Tunnel, con Kroger.
L’esperienza di acquisto nel mirino di VeriFone Imanuel Baharier, direttore generale di VeriFone Italia Come si struttura il vostro core business? Il core business di VeriFone si origina dalla progettazione e dalla commercializzazione di soluzioni di pagamento, che comprendono la parte hardware del terminale, la parte del software e la gestione di transazioni di varia natura, come loyalty, coupon e wallet elettronici. Le soluzioni vengono fornite all’universo bancario, Gdo, retail, petrol, trasporti, taxi e Pubblica Amministrazione. I vostri fatturati sono in crescita? Per l’undicesimo quarter consecutivo VeriFone ha raggiunto risultati record rispetto al passato. Nel Q3 del 2012 VeriFone ha totalizzato 493 milioni di dollari di revenue non-GAAP, pari al 56% di aumento rispetto all’anno precedente. Escludendo l’impatto di tutte le acquisizioni degli ultimi 12 mesi, la crescita organica delle revenue ha subito un’accelerazione del 16 per cento. Su quali prodotti si stanno orientando i retailer? I retailer stanno focalizzando i propri investimenti su terminali che possano regalare al consumatore un’esperienza d’acquisto positiva. Il terminale e la PINpad sono in grado di integrarsi in modo semplice al sistema di cassa esistente. Grazie allo scambio importo si eliminano tutti i rischi di inserimento manuale della cifra e grazie ai supporti studiati e personalizzati il cliente porta a termine il pagamento in modo autonomo e sicuro. Il terminale è in grado poi di gestire programmi loyalty, E-purse gift card, ricariche telefoniche, ticketing e pagamento utenze. Ma non solo, con i terminali multimediali interattivi l’offerta è personalizzabile e si adatta ai diversi bisogni di settore: partendo da couponing e scontistica per i punti vendita, si passa al pagamento al tavolo con scambio importo diretto dalla cassa per la ristorazione, continuando per i pagamenti contactless e Nfc in taxi fino ad arrivare alla gestione dei buoni pasto per il settore food. State investendo nella ricerca di ulteriori soluzioni? VeriFone ha notato che l’esigenza della Grande Distribuzione e dei retailer è legata alla mobilità e alla velocità nell’accettazione dei pagamenti. A questo scopo ha presentato sul mercato il terminale portatile VX 675, ideato per stare comodamente nel palmo di una mano e facilitare l’accettazione del pagamento ovunque.
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Il caso McDonald's McDonalds’ Italia ha scelto la PINpad VX820 per pagamenti veloci, con contactless e Nfc nei ristoranti sparsi sul territorio italiano. La soluzione introdotta è stata resa possibile grazie alla tecnologia per i pagamenti contactless, MasterCard PayPass™, che consente di effettuare pagamenti semplici e sicuri avvicinando la propria carta, il proprio smartphone o un altro apparecchio abilitato, al terminale POS di nuova generazione. McDonald’s ha scelto di fissare la PINpad su un apposito supporto sul bancone, rivolto direttamente al cliente, che effettua il pagamento in modo autonomo e privato, scegliendo tra le modalità banda magnetica, chip e contactless. Con quest’ultimo metodo, grazie alla tecnologia MasterCard PayPass™, la transazione avviene in pochi istanti, senza che la carta lasci la mano del proprietario e con immediata conferma dell’avvenuto pagamento. Inoltre per transazioni fino a 25 euro non è necessario firmare lo scontrino o digitare il Pin. Questa soluzione porta notevoli vantaggi sia ai gestori del locale, eliminando tutti i tempi, i rischi e i costi legati alla gestione del contante, sia al consumatore, che impiega un solo secondo per pagare con carta.
Ingenico, il futuro è contactless e mobile payment Massimo Delucca, direttore commerciale di Ingenico Come è esploso questo mercato? Fino a qualche anno fa il terminale di pagamento veniva fornito tramite il canale bancario, recentemente i retailer hanno incominciato a vedere il terminale Pos come un device alla stregua di quelli presenti sul punto vendita, come lo scanner e il cash register. Questo soprattutto perché, diventando loro proprietari del terminale, possono lanciare gare per scegliere qual è la banca o l’acquirer che fornisce le condizioni economiche più favorevoli. Addirittura con le nuove implementazioni c’è la possibilità di lavorare con più banche. Di conseguenza come è cambiato il vostro ruolo? Mentre prima eravamo in qualche modo disintermediati dal mondo bancario, poco alla volta siamo venuti in contatto con i retailer. Subito con i grandi retailer, ma poco alla volta anche con gli operatori di media e piccola dimensione. Quanto fatturate in Italia? Nel 2011 come Ingenico Italia abbiamo fatturato 62 milioni di euro, con incrementi che vanno nell’ordine del 5/10 per cento. Come Gruppo Ingenico siamo arrivati a quota 1.001 milioni di euro. Può dirmi quanto investite nella ricerca di nuove soluzioni? Circa l’8% del fatturato aziendale è dedicato alla ricerca e sviluppo. In quest’ottica il segmento retail è tra i più importanti. Quindi non sentite la crisi? Tanti piccoli dettaglianti chiudono, e in ogni negozio c’è almeno un Pos, ma le catene tengono e investono. Questo grazie anche alla grossa spinta dei circuiti internazionali, in particolare di MasterCard, per lo sviluppo della tecnologia contactless. Tutti i grandi retailer stanno sostituendo i terminali, come ad esempio Ikea che sta migrando da quelli tradizionali a quelli con interfaccia touchscreen, con la possibilità di fare la firma elettronica. Parliamo ancora di contactless, quali soluzioni portate? Siamo già usciti con almeno due prodotti dedicati. Questi, dotati di bluetooth, possono interfacciarsi con qualsiasi dispositivo e con qualsiasi sistema operativo: Apple, Android o Windows. Poi, che al terminale si avvicini una carta o un telefonino, non importa: riescono a gestire entrambe le situazioni. Esistono altri trend interessanti? Quello del mobile payment, in virtù del quale l’addetto del negozio, dotato di tablet, può accompagnare il cliente nella scelta del prodotto, anche se tale prodotto non è presente in quel punto vendita, e, nel caso sia richiesto un pagamento, può utilizzare strumenti in grado di effettuare la transazione in mobilità.
Wincor: «specialisti nella gestione del contante» Gianmario Bianchessi, marketing manager retail di Wincor Nixdorf Italia
acquisto o, più recentemente, con contratti di noleggio. Quest’ultimi, preferiti per le soluzioni pilota o dai follower con minore budget, permettono di stipulare contratti non solo di manutenzione ma anche di aggiornamento. Tuttavia il consumatore, soprattutto italiano, si è dimostrato più lento nel modificare la modalità di pagamento, restando ancorato all’utilizzo del contante. In questo processo la crisi economica ha influito negativamente, anche se le recenti normative del Governo italiano in tema di pagamenti elettronici superiori a determinati importi hanno tracciato definitivamente la rotta.
Le soluzioni
Partendo dal presupposto che questo mercato verte attorno alla tecnologia dei Pos, ad oggi le soluzioni si concentrano prettamente in due ambiti: il pagamento in contanti e quello elettronico. Con
Come vede il mercato? Lo possiamo dividere in due grossi blocchi: pagamenti in contanti e pagamenti elettronici. Quest’ultimi, ormai, sono disponibili ovunque, soprattutto tramite carte di credito ma anche, per esempio, con sistemi di buono pasto. Come Wincor abbiamo presentato una soluzione che si chiama Buono Chiaro, per la gestione telematica dei buoni pasto. Per i pagamenti elettronici la vera evoluzione in corso è quella del mobile, con il telefonino o sistemi similari. Che sia Nfc o Qr code, la tendenza è quella di permettere al consumatore di pagare con lo strumento che ha sempre con sé: il telefono. Sul fronte dei contanti? Con la crisi economica si è tornati molto all’uso del contante e in quest’ottica stiamo cercando tutti di meccanizzarne la gestione. La nostra idea è che il conteggio venga fatto automaticamente attraverso sistemi di cash management, ideati per far toccare il denaro solo al consumatore che lo preleva dal bancomat e lo inserisce, per completare l’acquisto, in una macchinetta all’interno del negozio. Il ciclo chiuso permetterebbe di prendere il cassettino con il contante e di caricarlo nell’Atm del centro commerciale, senza spostamenti vari, personale di sicurezza, furgoncini blindati ecc. Il tutto porterebbe alla riduzione di costi e di tempo per il retailer. Addirittura se l’apparecchiatura è in affitto o in usufrutto da una banca quel denaro sarebbe subito accreditato sul conto corrente. Avete soluzioni per entrambe le situazioni? La nostra specialità è gestire i sistemi di contanti. La Wincor Nixdorf fa anche gli Atm, per cui per noi controllare le banconote è un must e abbiamo tutte le apparecchiature e le competenze per capire quali sono le soluzioni migliori. In quanto tempo si ammortizzano gli investimenti per queste teconolgie? Abbiamo un servizio di consulenza con il quale si analizza la situazione. I tempi non vanno mai oltre i 24 mesi. I vostri volumi sono in crescita? Siamo quotati in Borsa quindi non posso darle i valori precisi, però posso dirle che il gruppo a livello globale sta crescendo. Al momento l’espansione non è in Italia, in Europa ce n’è poca, ma è nei paesi del famoso Bric dove si stanno aprendo molti negozi.
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Analisi mercato di guida all’acquisto. In questo caso il commesso dotato di tablet, con caricati i software interni dell’insegna, e di pos portatile, può fisicamente prestare maggiore attenzione al consumatore non solo all’interno del punto vendita ma potenzialmente anche all’esterno. Altro tema centrale è quello del punto cassa, che vede lo sviluppo di soluzioni in grado di passare in pochi secondi dalla modalità assistita a quella self service. La flessibilità di utilizzo di queste postazioni permette di ottimizzare la barriera cassa in base agli effettivi flussi di consumatori, dando un sensibile risparmio al il primo ancora ampiamente radicato, la direzione degli sviluppatori è quella di fornire apparecchiature dotate di tecnologia recycling, in grado di ottimizzare e abbattere il lavoro di back office, e quindi di sgravare i retailer dall’impiego di forza lavoro nella gestione del contante. Statistiche bancarie indicano nella percentuale dell’8% la perdita di valore del contante nella gestione dello stesso. Tra le voci di risparmio c’è quella del conteggio del denaro, che nei sistemi tradizionali si può ripetere sino a 10 volte prima del versamento sul conto corrente, e della sicurezza, oltre alla necessità di immobilizzare meno soldi nel fondo cassa. Le tecnologie di recycling a ciclo completo permettono addirittura ai gestori dei punti vendita in centri commerciali di versare il contante, presente all’interno del cassetto, direttamente al punto Atm compreso nello stesso shopping center, con immediato accredito sul conto corrente. Il pagamento elettronico, diffuso a macchia di leopardo con punte nelle città del nord Italia e picchi negativi nei territori del nord est e nelle aree montuose e rurali del Meridione, va nella direzione del contactless e in particolare dei supporti mobile. Attualmente esistono diverse soluzioni, dal Qr Code alla tecnologia Nfc. La prima, non necessitando di particolari hardware, dovrebbe prendere piede più velocemente. La seconda, al centro di numerosi convegni, vede impegnati produttori di smartphone, compagnie telefoniche e istituti di credito. I primi risultati dovremmo vederli a partire dal 2013. Al momento la tecnologia contactless è disponibile nelle ultime soluzioni hardware lanciate dai produttori e permette di pagare con carte di credito predisposte. Queste sono già in distribuzione nelle banche. Motori di tale processo sono stati i circuiti internazionali, MasterCard in primis. Il pagamento in mobilità permette anche ai retailer, soprattutto a quelli non food, di predisporre all’interno del punto vendita un servizio di accompagnamento e
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retailer in termini di costo e gestione del personale e un vantaggio al consumatore che si vede ridotto il tempo di attesa. Aspetto particolarmente odiato. Concludiamo la nostra carrellata con la presentazione dei chioschi multimediali all’interno o in prossimità del punto vendita. Questi permettono al cliente non solo di osservare il catalogo dell’insegna, e quindi di vedere anche i prodotti non presenti fisicamente in negozio, ma di usufruire di servizi a valore aggiunto come il pagamento di bollette o di ricariche telefoniche. •
La ricerca
croSS-canalItÀ: l Italia fanalino di coda
La ricerca presentata lo scorso settembre da kiki Lab e da Ebeltoft Group vede il nostro Paese in forte ritardo rispetto all’opportunità di intrecciare le nuove tecnologie con i sistemi tradizionali di promozione e vendita. Le soluzioni sono numerose e l’esempio dei paesi esteri può favorire un rapido sviluppo
D
igitale sì, digitale no. Questo è il dilemma dei retailer di tutto il mondo. E, se la situazione attuale del retail sconsiglia di ignorare la sfida, d’altre parte la strategia multi-canale non sembra dare i frutti sperati. Anzi, quando condotta disordinatamente, rischia di provocare conflitti fra canali, resistenze e boicottaggi di chi lavora in negozio, disorientamento dei clienti. La soluzione? Cross-canalità mirata, ovvero sviluppo integrato dei canali più coerenti al proprio posizionamento e al proprio modello di business. Questa è la tesi a cui sono giunti ebeltoft Group e kiki lab, che con Fabrizio valente ha presentato il fieldwork nell’ambito del convegno Cross-Canalità 2012: Retail Surf fra negozi e web.
lo studio
Sono 17 i paesi coinvolti, 144 i retailer (nati col mattone) presi in considerazione e 4 i settori analizzati (Generalisti
- Grandi Magazzini e Ipermercati area non-food -, Abbigliamento, Elettronica di consumo, Bricolage). Utilizzando la metodologia del Mystery Web-Shopping (navigazione del sito e visita del negozio per ogni retailer), è stato assegnato un indice di cross-canalità ai retailer e ai paesi, valutando l’integrazione dei diversi canali messi a disposizione dei clienti. Per capire come viene affrontata la sfida del digitale nel mondo. I risultati del fieldwork parlano chiaro: americani e inglesi fanno la parte del leone, con Stati Uniti leader indiscusso della cross-canalità e Gran Bretagna a seguire. I dati, nonostante riservino qualche sorpresa (Portogallo, Romania e Cile tra i primi 10), confermano, con un valore medio piuttosto basso, che la cross-canalità è un fenomeno ancora giovane. In questo panorama l’Italia è mal posizionata (al 12° posto della classifica). Il dato è certamente frutto di una media tra due realtà differenti: l’elettronica di consumo, il settore più evoluto (in
linea con le tendenze globali), e l’abbigliamento. D’altra parte, risulta evidente dallo studio che la maturità della cross-canalità è strettamente correlata al tasso di penetrazione del e-commerce. Che in Italia è ancora visto come il peggior nemico in casa.
le strategie dei retailer internazionali
Per competere con i pure player, i retailer devono puntare all’aumento del flusso in negozio e al miglioramento dell’esperienza del cliente. Secondo i dati raccolti, il canale digitale sta iniziando un (lento) avvicinamento ai negozi: sempre più spesso i retailer assicurano ai clienti la possibilità di verificare on-line la disponibilità del prodotto e il servizio Clicca&Ritira, che aumenta virtualmente l’assortimento dei punti vendita, riducendo lo stock e sfruttando le opportunità della coda lunga. E se dall’online al negozio qualcosa si muove, difficilmente avviene il contrario. Raramente il negozio è connesso e anche quando esiste un accesso al canale digitale i dipendenti, privi delle competenze necessarie, non lo utilizzano per coinvolgere il cliente. Eppure strategie simili (adottate da WalMart, campione di cross-canalità) permetterebbero di distinguersi dagli altri retailer che hanno negozi fisici. Oltre all’integrazione, viene giudicata vincente ai fini della fidelizzazione del cliente anche la coerenza tra i diversi canali (ad esempio, nelle politiche di reso).
e l’Italia?
Come accennato l’Italia è indietro, ma può godere del vantaggio del ritardo, giovandosi delle esperienze internazionali per studiare una strategia mirata ed efficace. Non mancano segnali incoraggianti. Marco Polo e Prénatal stanno facendo i primi passi nel mondo della cross-canalità. In attesa che la mentalità cambi: non più in-store e on-line come compartimenti stagni, ma il retail inteso come un fluido percorso tra spazi fisici e virtuali nel quale accompagnare il cliente. Margherita Agatensi
fonte: Cross-Canalità. Retail Surf fra negozi e web, ricerca Kiki Lab - Ebeltoft Group
fonte: Cross-Canalità. Retail Surf fra negozi e web, ricerca Kiki Lab - Ebeltoft Group
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Mystery in shop
Wok Italia,
idee chiare e moderne
C
i mettiamo una fiche: di Wok Italia sentiremo parlare ancora a lungo. Nello sviluppo di una catena il prodotto e il formato non sempre bastano – servono spalle robuste – però aiutano. Abbiamo provato, il 5 novembre, il ristorante di questa catena posizionato nella Stazione Centrale di Milano e ne siamo usciti con una valutazione positiva, pur con qualche riserva, di cui diremo. Prima però vale la pena di spendere due parole su Wok Italia. Il format nasce nel travel retail e in particolare nella Stazione Termini di Roma. All’epoca i due proprietari, Giuseppe Amati e Alessandra Bognanni, avevano convinto Grandi Stazioni a farli entrare accettando il locale più defilato di tutti. Eppure era andata molto bene. Sono seguite le repliche a Milano Centrale e in tre centri commerciali: prima nel Porta di Roma, poi, quest’anno, nell’Euroma2 e presso Le Vele di Cagliari. Era stata anche annunciata (si veda r&f di maggio 2012) un’apertura nell’aeroporto di Fiumicino, ma poi non se n’è più saputo nulla. Anche il locale di Milano Centrale è estremamente periferico: bisogna volerci andare perché i flussi principali non lo attraversano. C’è solo un piccolo cartello presso
una delle uscite a segnalarlo. Ci si stupisce quindi un po’, entrando, a vedere che i circa 50-60 posti disponibili sono quasi tutti occupati. L’esterno è un po’ dimesso, quasi inglobato dalle vetrine di Zara. C’è però una grande insegna con il logo di Wok e una vetrina trasparente che lascia intravedere l’arredamento interno. Questo è molto cambiato rispetto a un tempo. Sono rimasti i pannelli per i menu, apprezzabili per la chiarez-
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Mistery in Shop – Bar > servizio Saluto, benvenuto Coda Velocità Cortesia Professionalità
za: per ogni piatto ci sono diversi disegni che rappresentano gli ingredienti. È rimasta uguale anche la cucina a vista, dietro il bancone, sull’onda di format asiatici storici come il Wagamama, punto di riferimento della catena. Quello che è completamente cambiato è lo stile: minimalista prima, è diventato caldo e barocco dopo il restyling di Costa Group. Dove c’erano tavolini bianchi con sgabelli di design ora ci sono dei tavoli finto-rustici con sedie volutamente rovinate. Le pareti sono dipinte come se non fossero intonacate. Sul bancone, nei pressi dell’entrata, c’è una tettoia con appesi dei manufatti etnici di legno. Sullo stesso bancone, davanti alle macedonie esposte in vetrina, sono sparsi delle arachidi e del peperoncino. Per chi ne ha una certa familiarità, è lo stile Costa al 100 per cento: commistione di rustico e moderno, di povero e di pregiato, con lo scopo di raccontare una storia, per quanto fittizia possa essere. Che giudizio dare? Non spetta a noi una sentenza, ma l’impressione è che il locale sia molto più caldo e amichevole di prima. Voto discreto alla pulizia: sarebbe stato maggiore se il tavolino a noi vicino fosse stato pulito. I vassoi si svuotano come nei fast food e un controllo dopo l’uscita dei clienti sarebbe necessario. Discreto anche il comfort, perché nei tavoloni comuni da sei posti si sta strettini, soprattutto se qualcuno ha le valigie con sé. Il servizio ci è parso uno dei punti forti. L’addetta vendite saluta cortesemente, dà delle spiegazioni a nostre richieste, non fa una grinza quando chiediamo di cambiare l’ordinazione. La coda è molto poca, nonostante il ristorante sia pieno. Da segnalare il cercapersone che avvisa quando il piatto è pronto. Lo avevamo visto solo all’estero in ambienti molto più grandi. Qui forse non sarebbe necessario ma ha il pregio di far rilassare i clienti e soprattutto di non far pesare l’assenza di un servizio al tavolo. Quanto al prodotto, promossi i noodles. Sono proposti in diverse modalità, ne abbiamo assaggiati di due tipi, non piccanti. Non ci avventuriamo in giudizi comparativi con altre cucine thailandesi, ma senz’altro erano saporiti e con ingredienti di buona qualità. Giudizio meno entusiasta per i dim sum, arrivati tiepidi e con rapporto qualità/prezzo inferiore. Per intenderci: un cartone di noodles abbondanti costa dai 5,50 euro ai 6,90 euro, più o meno la stessa cifra di quattro ravioli al vapore. Quanto all’offerta, il limite maggiore è l’assenza di un menu che comprenda un piatto principale, uno secon-
> layout Aspetto esterno Originalità design Omogeneità e armonia Qualità materiali e arredi Ordine e pulizia Comfort
> prodotto Aspetto Freschezza Assortimento Correttezza preparazione
> Valutazioni generali Qualità/prezzo Ambiente Adeguatezza alla location
Legenda: = migliorabile = sufficiente = apprezzabile = molto buono = ottimo
dario (dim sum o insalate) e bevande. Manca anche un secondo piatto sostanzioso. Ma su questo punto pesano probabilmente due fattori: la natura veloce del pasto medio (non a caso il format nasce per il travel) e il fatto che la clientela sembra composta per lo più da lavoratori e soprattutto lavoratrici in pausa pranzo, che a rimpinzarsi non pensano proprio. Probabilmente mirando a questo target femminile, tipicamente più attento agli aspetti salutistici e dietetici, presso Wok Italia ci sono tanti elementi, come i cartelli che sottolineano l’assenza di grassi idrogenati e di Ogm negli alimenti. Contenitori per noodles, piatti e stoviglie sono tutti biodegradabili, in cartone o plastica bio. In questo modo da lavare non c’è quasi nulla. In generale, possiamo concludere che il rapporto qualità prezzo è discreto, l’ambiente è buono e l’adeguatezza alla location, ossia a una stazione, è la carta migliore del locale. Fabrizio Patti ha collaborato Claudio Merlo
dossier concessionarie autostradali
a cura di Fabrizio Patti
Ativa,
Ativa - I numeri Numero aree di sosta Bar Ristoranti Negozi Superficie complessiva (mq 1000) Superficie commerciale (mq 1000) Hotel Wi-fi Fax Sportelli Bancomat Spazi attrezzati per camper Aree dedicate agli animali Aree giochi per i bambini Baby corner Spazi dedicati ai camionisti Servizi igienici accessibili ai disabili Sale riunioni e sale viabilità TV con info viabilità, meteo, news Hi-point - Information Point Officine Parcheggi per autovetture Parcheggi per tir e bus
servizi solo en plein air Aree di servizio Tratta A5 Torino - Ivrea
Autostrada Area di servizio A4/5 A4/5 A5 A5 A5 A55 - To-Pin A55 - To-Pin A55 - To-Pin A55 - To-Pin A55 - S.A.T.T. A55 - S.A.T.T. A55 - S.A.T.T. A55 - S.A.T.T. A55 - S.A.T.T. A55 - S.A.T.T. A55 - S.A.T.T. A55 - S.A.T.T.
VIVERONE NORD VIVERONE NORD SCARMAGNO EST SCARMAGNO OVEST SETTIMO EST beinasco nord beinasco sud piscina nord beinasco sud rivoli nord rivoli Sud bauducchi est bauducchi ovest Nichelino Nord Nichelino sud Stura nord Stura sud
Km
Direzione
13+400 13+400 35+120 35+120 2+500 2+670 2+920 20+200 20+200 1+900 0+900 4+500 4+500 10+000 11+300 15+300 15+450
N S E O E N S N S N S e O N s N S
Benzina gasolio Shell Tamoil TotalErg Esso Tamoil TotalErg Eni Eni Api TotalErg Eni Q8 TotalErg Eni Eni Eni Eni
16 16 2 0 283 4,5 0 0 15 0 15 14 2 11 0 16 0 0 0 0 526 208
Bar Autogrill Autogrill Autogrill Autogrill MyChef Sarni Sarni Autogrill Maglione Sogeba Sarni Autogrill Autogrill Ristop Toten
Q
uattordici “pet park”, o spazi per animali, dodici superfici destinate a picnic, quindici attrezzate per camper, due per i giochi dei bambini. Sembrano decisamente orientate alla vita all’aria aperta le 16 aree di servizio presenti sulla rete della Ativa. La società gestisce l’autostrada A5 Torino-Ivrea – Quincinetto, la bretella di collegamento A4/A5 Ivrea-Santhià e il sistema autostradale Tangenziale Torinese (Satt), compresa la diramazione autostradale Torino-Pinerolo. I servizi innovativi da segnalare si fermano però qui. Al massimo si può sottolineare la presenza diffusa di baby corner (11), dei servizi per disabili (16) e della possibilità di inviare fax (15). Ativa specifica che, oltre a 16 bar, sono presenti due ristoranti self-service. Sono invece zero le officine meccaniche, gli info point, i negozi, gli alberghi, le sale riunioni, le aree con wi-fi e gli sportelli bancomat. Da segnalare, sul fronte ambientale, che due locali ristoro sono dotati di impianto geotermico ad uso climatizzazione. La società spiega che due aree nuove di sosta sono state costruite nel 2010. Quanto alle strutture dedicate alla ristorazione, dal 2009 a oggi ne sono state costruite sei nuove e altre quattro sono state rinnovate nell’ultimo biennio. Tutte le concessioni scadono al 31 Agosto 2016, contemporaneamente al termine della concessione ad Ativa da parte di Anas. Ativa spa è controllata al 41% dal gruppo Sias (Gavio) e ha tra gli azionisti la Provincia di Torino. Dal bilancio 2011 emerge che i ricavi da royalty corrisposte dalle aree di servizio sono scese del 3,5%, da 8,8 a 8,5 milioni di euro. •
I progetti relativi alle aree di sosta Aree nuove
Due nel 2010
Carburanti - metano
Due aree con metano nel 2012
Carburanti - gpl
Incremento di aree che erogano Gpl per un totale di 8
Servizi
12 aree dotate di doccia al servizio dei camionisti
Rinnovo locali ristoro
4 locali ristoro ristrutturati dal 2010
Locali ristoro nuovi
6 locali nuovi dal 2009
Servizi igienici nuovi o ristrutturati Su 13 aree dal 2009 Ambiente
Due locali ristoro dotati di impianto geotermico ad uso climatizzazione
Controllo
Due controlli mensili finalizzati allo stato manutentivo delle Ads, alla qualità del servizio, al mantenimento delle condizioni di sicurezza
Progetti in fase di sviluppo
Nessuno
Assegnazione gare
Nessuna assegnazione gara in quanto tutte le concessioni scadono al 31 Agosto 2016, contemporaneamente alla scadenza della concessione Ativa da parte di Anas Italo Losero
retail&food - dicembre 2012 53
International IN CAlIFoRNIA uN Nuovo MAll DoPo PIÙ DI 10 ANNI
Paragon outlets livermore valley, sviluppato dalla società Paragon outlet Partners con sede a Baltimora, è il primo centro commerciale aperto in California dal 2001. Segnale importante per una regione provata dalla crisi, al di là dei numeri (150 i ml di dollari dell’investimento,
50444 i mq del mall, 130 i negozi). L’8 novembre c’è stata un’inagurazione happening: eventi su invito, premi estratti a sorte e omaggi di brand del calibro di Armani, Levi’s e Nike, ma anche degustazioni offerte dalle vinerie della Livermore Valley: un’oppurtunità in più per valorizzare le ricchezze della zona.
AlTRI 1.300 loCAlI PeR STARBuCkS
Starbucks non smentisce la propria fama di azienda ubiqua e annuncia l’apertura l’anno prossimo di altri 1.300 punti vendita, dopo gli oltre mille inaugurati quest’anno. I 18mila locali presenti ora in 61 stati sono destinati a diventare 20mila nel 2014. Delle prossime aperture 600 saranno negli Usa, 600 in Cina e cento nel resto del mondo. Poco di cui stupirsi: in Cina e Asia-Pacifico (Cap) quest’anno la crescita di ricavi è stata di dieci punti percentuali, negli Stati
Uniti di otto. Meno due per cento, invece, per l’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa). La società sta intanto lanciando due nuovi format: presto sarà inaugurato il quarto locale evolution Fresh, mentre un nuovo punto vendita dedicato alle spremute debutterà nel sud della California alla fine del 2013.
54 retail&food - dicembre 2012
duty free world
By James Ross - London
Eastern Europe in the spotlight L’Europa orientale sotto i riflettori While BRIC (Brazilian, Russian, Indian, Chinese) travellers are stealing the limelight when it comes to airport travel retail sales in Europe, another less wellpublicised, but nevertheless fast-evolving, tide of consumers is coming through from central and Eastern Europe. Markets like Poland, Czech Republic and Romania offer future hope for the European travel retail business given that the market is mature in the west. In the east, the region is now raising its profile thanks to the official formation of the Central & Eastern Europe Travel Retail Association (CEETRA) which held its first AGM in early November. CEETRA’s main aim is to find ways to maximise the potential of the duty free business, and, just as important, to guard against efforts to erode the viability of certain product categories such as tobacco and liquor. CEETRA’s Chairman Alan Bork, who is also Director of the Consumers Business Unit at Budapest Airport, says: “This association is needed because politicians and legislators don’t understand the region. It needs both a voice and a profile. Threats need to be monitored. We are closing a gap in the European map today.” Neighbouring boom markets, Russia and Turkey, have also formed their own duty free associations to ensure Europe’s decision-makers hear their points of view too. The rise of new lobbies in this form should give the duty free business more credibility in the European Union’s corridors of power in Brussels and beyond. The EU is a focus for CEETRA as the membership region it covers is almost entirely made up of new EU member states. Beefing up the profile of Central and Eastern Europe’s duty free business also comes at a crucial time: the Eurozone crisis continues to persist and many eastern EU countries are suffering negative airport traffic growth. ACI Europe data show that EU traffic in the third quarter grew by only +0.1% whereas non-EU airports drove forward with average growth of +8.7% led by airports in Russia, Turkey and Moldova. Against this backdrop, new organisation’s like CEETRA should be beneficial in defending the existing duty free business, and even strengthening it over time.
Mentre i viaggiatori dei Paesi Bric (Brasile, Russia, India, Cina) stanno rubando le luci della ribalta quando si tratta di vendite nel travel retail aeroportuale in Europa, un’altra marea di consumatori, meno ben pubblicizzata ma comunque in rapida evoluzione, arriva dall’Europa Centrale e Orientale . Mercati come Polonia, Repubblica Ceca e Romania offrono una speranza futura per il settore del travel retail europeo, dato che il mercato è maturo a occidente. A est, la regione sta ora innalzando il proprio profilo grazie alla formazione ufficiale della Central & Eastern Europe Travel Retail Association (Ceetra), che ha tenuto la sua prima Assemblea generale all’inizio di novembre. Gli obiettivi principali della Ceetra sono quello di trovare il modo di massimizzare il potenziale del business duty free e quello, altrettanto importante, di stare in guardia contro i tentativi di erodere la redditività di alcune categorie di prodotti come il tabacco e liquori. Il presidente della Ceetra Alan Bork, che è anche direttore della Business Unit Consumatori nell’aeroporto di Budapest, dice: «Questa associazione è necessaria in quanto i politici e i legislatori non capiscono la regione. C’è bisogno sia di una voce che di un profilo. Le minacce devono essere monitorate. Stiamo chiudendo una lacuna nella mappa europea di oggi». Anche i vicini mercati in fortissima espansione di Russia e Turchia hanno formato le loro associazioni di duty free, per assicurarsi che i decisori europei ascoltino pure i loro punti di vista. L'ascesa di nuove lobbies in questa forma dovrebbe dare al settore dei duty free più credibilità nei corridoi del potere dell'Unione europea a Bruxelles e non solo. L’Unione europea è un punto di riferimento per la Ceetra perché la regione di appartenenza che copre è quasi interamente costituita da nuovi Stati membri dell’Ue. Il rafforzamento del profilo del business duty free dell’Europa Centrale e Orientale arriva anche in un momento cruciale: la crisi dell'Eurozona continua a persistere e molti paesi dell’Europa orientale stanno subendo una crescita negativa del traffico aeroportuale. I dati di Aci Europe mostrano che il traffico Ue nel terzo trimestre è cresciuto solo dello 0,1%, mentre gli aeroporti non comunitari hanno avuto una crescita media dell’8,7%, guidata dagli aeroporti di Russia, Turchia e Moldavia. In questo contesto, una nuova organizzazione come la Ceetra dovrebbe essere utile per difendere l’attuale attività duty free e anche per rafforzarla nel corso del tempo.
lgkiii - Jamba Juice
Gamestop si getta nella guerra dei giocattoli
Sette in lizza per gli aeroporti spagnoli
S
ette società, tra le maggiori del travel retail al livello mondiale, si sono fatte avanti entro il termine del 22 ottobre per la gara che mette in premio i duty free di tutti gli aeroporti spagnoli. La selezione competitiva, bandita dall’Aena, l’ente nazionale di gestione degli scali iberici, è divisa in tre lotti, ciascuno dei quali raggruppa un gruppo di aeroporti: nel primo ci sono tra gli altri Madrid, Siviglia e Bilbao, nel secondo Barcellona e Valencia e nel terzo i sei scali delle isole Canarie. I partecipanti sono i seguenti: Sigma, parte di LS Travel Retail, gruppo Lagardère, per tutti e tre i lotti; World Duty Free Group, che partecipa con la filiale spagnola (non secondaria, dato che include l’ex Aldeasa, sin qui concessionaria unica) per i lotti 1 e 2 e con Canariensis, una joint-venture di cui è a capo, per il lotto 3. Anche la svizzera Dufry partecipa con due società: Dufry Hispanosuiza SL per i primi due lotti e Dufry Islas Canarias SL per il terzo. Chiudono l’elenco l’aggregazione UTE Nuance-Areas per i lotti 1 e 2 e la tedesca Gebr. Heinemann per tutti e tre i lotti. Nelle prossime settimane Aena analizzerà le offerte e invierà richieste formali alle società. L’aggiudicazione dovrebbe arrivare entro fine anno.
Personal shopper cinesi al Frankfurt Airport
L’aeroporto tedesco, dopo l’apertura dello spazio commerciale Pier A-Plus (ampliamento del Terminal 1), ha introdotto un nuovo servizio per i suoi sempre più numerosi clienti cinesi: personal shopper che parlano fluentemente mandarino. Oltre a dare consigli sullo shopping, lo staff fornisce ai passeggeri informazioni generali sui servizi offerti dall’aeroporto e li assiste nella richiesta di rimborso della Vat (l’Iva locale). Un esperimento simile era già stato condotto con successo da WDFG a Heathrow, mentre presso l’aeroporto di Monaco un analogo esperimento non ha avuto seguito. Al Fraport, intanto, le entrate delle vendite al dettaglio sono salite del 2,3% rispetto allo scorso anno, per merito soprattutto dei settori duty free e fashion.
In occasione delle festività. Gamestop sta aprendo oltre 80 negozi temporanei dedicati espressamente ai bambini. Saranno dislocati all’interno di centri commerciali selezionati, distribuiti in tutti gli Stati Uniti. Nei GameStop Kids la vendita dei tradizionali videogiochi viene abbinata alla proposta di gadget e giocattoli ispirati ai più grandi successi digitali, come Skylanders e Angry Birds. Il ceo di Game Stop (6.628 negozi, di cui 4.400 negli Usa), Paul Raines, non ha escluso che in caso di successo i negozi possano continuare a operare con la nuova formula. La società ha chiuso il terzo trimestre del 2012 con ricavi in discesa dell’8,7%, un risultato comunque superiore al calo del settore dei video game (hardware e software) sceso a ottobre del 25%, anche per la concorrenza spietata dei giochi su smartphone.
Jamba Juice alla conquista delle scuole
Il noto marchio di succhi e frullati spinge sull’accelleratore a apre 50 nuovi punti vendita negli Stati Uniti, 15 store internazionali e circa 500 distributori automatici JambaGo, che diventeranno 1500 nel 2013. L’intenzione è di portare i JambaGO anche in location non tradizionali, come le scuole. Infatti, grazie alla legge Usa sull’alimentazione sana per gli studenti, Jamba Juice, con i suoi prodotti a base di frutta, ha trovato un nuovo mercato. La tendenza è confermata dalla partnership con Lionsgate per la promozione dell’ultimo Twilight, film della saga cult per i più giovani.
Trimestre di ripresa per Unibail e Simon
Unibail-Rodamco, il maggior proprietario di centri commerciali in Europa, ha registrato un incremento dei ricavi da affitti del 7,5% nel terzo trimestre, a quota 369,9 milioni di euro. L’immobiliarista si sta concentrando sui maggiori centri commerciali urbani e vendendo, di contro, quelli minori. La maggior parte della crescita è derivata dai mall di Francia e Spagna (in ciascuna delle quali ha aperto negli scorsi mesi una galleria commerciale) e in Europa centrale mentre, a sorpresa, sono stati in contrazione i Paesi scandinavi e l’Olanda. Lo stesso trimestre è stato molto positivo anche per l’americano Simon Property Group, il maggior operatore del settore a livello mondiale: il fatturato è salito del 14,4 per cento a quota 1,23 miliardi di dollari. Il risultato si deve alla crescita congiunta delle vendite nei negozi in affitto (+9,3%), degli affitti stessi (+3,8%) e del tasso di occupazione degli spazi nei centri commerciali, giunto al 94,6 per cento.
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stazionario Con Italo, sotto la Mole…
Torino è l’ultima tappa del rump-up programmato da Ntv per completare lo scacchiere delle città italiane, portando a 44 il numero dei collegamenti giornalieri. Dal 9 dicembre partiranno dalla stazione di Porta Susa i treni Italo per Roma, Firenze e Milano. Il capoluogo lombardo si avvicina ancora di più: sarà raggiungibile in soli 44 minuti (ben 10 in meno del rivale Trenitalia, che congiunge le più centrali Porta Nuova e Milano Centrale). I prezzi sono competitivi: in Smart a partire da 15 euro per Milano e in promozione a partire da 20 euro per Bologna, da 25 per Firenze, da 38 per Roma, da 45 per Napoli e da 50 per Salerno. In Prima la TorinoRoma parte da 55 euro e la TorinoMilano da 21 euro. A Porta Susa, da gennaio, troverà spazio anche Casa Italo: il centro servizi permetterà ai viaggiatori di gestire le proprie prenotazioni, navigare con la connessione Wi-fi e rilassarsi prima del viaggio.
...e al cinema in carrozza
Ntv mantiene le promesse e grazie a un accordo con Medusa porta le prime visioni cinematografiche su rotaia. A nulla sono valse le proteste delle associazioni di esercizio cinematografico, Anec, Fice e Acec: a partire dall’8 novembre, su tutti i treni no stop Milano-Roma e viceversa, tre titoli distribuiti da Medusa sono proiettati in contemporanea con l’uscita nelle sale. I passeggeri possono assistere alla programmazione nella carrozza Cinema, in ambiente Smart. La “sala” è collo-
cata all’estremità del treno, per evitare il passaggio di altri viaggiatori, è dotata di otto schermi ad alta definizione e di cuffie per l’ascolto individuale. Si arricchisce anche l’offerta del portale di bordo ItaloLive: oltre alla TV satellitare, con SkyTG24 in diretta, e ai quotidiani Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, i passeggeri avranno la possibilità di leggere la versione digitale del quotidiano La Repubblica e di consultare le notizie Ansa e le previsioni meteo fornite da 3B Meteo.
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Saturn: anniversario con flaghiship a Milano Centrale
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er il decimo anniversario Saturn si regala un negozio di 2.500 mq su quattro piani all’interno di Milano Centrale. Il maxi store prende posto nei locali restaurati della sala principale dei bagagli di prima classe. A fronte di un
Rendering del punto vendita Saturn a Milano Centrale
investimento di quattro milioni di euro, Mediamarket posiziona così la sua seconda bandierina nel terminal meneghino. La prima, di tutt’altra natura, è stata la vending machine a insegna Media World presso il livello metropolitana. Il format del 19° negozio Saturn si differenzierà da quello dei centri commerciali per rispondere meglio alle esigenze dei viaggiatori e per adattarsi allo stile liberty dell’inedita location: un immobile del 1931 rimesso a nuovo con la collaborazione della Sovrintendenza dei Beni culturali, delle autorità e di Grandi Stazioni. Il nuovo store, che verrà inaugurato il 13 dicembre, prolungherà l’apertura serale fino alle 22 e avrà anche un ingresso da piazza IV Novembre (senza bisogno di entrare in stazione per accedervi). Pierluigi Bernasconi, amministratore delegato di Mediamarket, ha dichiarato di guardare avanti e di pensare a una partnership con Trenitalia per offrire all’utenza business, sulla tratta Milano-Roma-Napoli, i prodotti di intrattenimento dell’azienda. Mediamarket ha chiuso il 2011 con un fatturato di 2,3 miliardi di euro, in calo di oltre il 7% rispetto all’anno precedente. •
Retail Group: Natale a tutto sport
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er il periodo natalizio sono tanti i marchi che approfitofferta di articoli sportivi si amplia ulteriormente con i primi tano della visibilità offerta da Retail Group nelle grandi due store di Retail Sport a Torino Porta Nuova (fronte binari) stazioni italiane. Emozione 3, brand dei cofanetti regae a Napoli Centrale (nella galleria commerciale al piano –1). lo, dividerà un locale di 72 mq nella galleria centrale di Roma I due negozi, rispettivamente di 300 e 360 mq, sono stati Termini per i mesi di novembre e dicembre con Hip Hop. aperti (in teoria) a novembre e vendono soprattutto prodotti a Al panettone ci pensa Cova, marchio dell’antica pasticceria marchio Nike. • milanese rilanciato da Borsari, con un temporary shop di 25 mq nella staziocittà tipologia spazio metratura brand periodo ne di Milano Centrale per il periodo di ROMA TEMPORARY 36 EMOZIONE 3 NOVEMBRE - DICEMBRE novembre-dicembre. ROMA TEMPORARY 36 HIP HOP NOVEMBRE - DICEMBRE Anche Moleskine prosegue la sua collaGAZZETTA borazione con Retail Group inaugurando ROMA TEMPORARY 40 DICEMBRE - GENNNAIO DELLO SPORT due nuovi punti vendita fissi a Milano MILANO TEMPORARY 25 COVA NOVEMBRE - DICEMBRE Centrale e a Napoli Centrale (vedi intervista “Retail Station”). MILANO TEMPORARY 20 HIP HOP OTTOBRE - GENNAIO Ma è lo sport a farla da padrone nelle TORINO PDV 300 RETAIL SPORT DA NOVEMBRE stazioni italiane. La Gazzetta dello sport MILANO PDV 40 MOLESKINE DA DICEMBRE sbarca nel terminal partenopeo con il NAPOLI PDV 50 MOLESKINE DA NOVEMBRE suo primo temporary in galleria centrale, NAPOLI PDV 360 RETAIL SPORT DA NOVEMBRE attivo da dicembre a gennaio. La già ricca
Hip Hop fa il bis di temporary
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l marchio colorato di orologi e gioielli in silicone del gruppo Binda torna con due nuove aperture a Milano Centrale e Roma Termini. Continua il sodalizio con Retail Group, dopo il successo del temporary nello scalo capitolino lo scorso giugno. Il primo negozio è stato inaugurato a ottobre nel capoluogo lombardo e rimarrà a disposizione dei viaggiatori fino a gennaio. L’apertura a Roma Termini è invece prevista per il 22 novembre. Il format dei due store (rispettivamente di 20 e 40 mq), dal design lineare, è stato pensato per proporre una touch experience: i moduli espositivi, da parete e da tavolo, permetteranno ai clienti di toccare e provare i prodotti, in tutte le varianti di colori e materiali. •
stazionario Retail Station
Moleskine Nell’anno della quotazione in borsa, tre nuovi store monomarca di Moleskine aprono i battenti a Napoli Centrale, Torino Porta Nuova e Milano Centrale. Dopo il primo esperimento a Roma Termini e il temporary shop a Milano Centrale, il brand degli iconici taccuini si getta alla conquista delle stazioni, continuando la partnership con Retail Group. Ne abbiamo parlato con Fabrizio Penta, responsabile del progetto Retail monomarca di Moleskine. La scelta della location per il primo esperimento di monomarca di Moleskine in Europa e Americhe non sembra casuale… C’è un fil rouge che lega la marca al tema del viaggio. E chi viaggia passa dalle stazioni: che da non luoghi, secondo la definizione creata dal sociologo Marc Augé, stanno diventando in realtà luoghi primari pieni di significato. Attualmente si stima che nel mondo 40 milioni di professionisti vivano senza residenza fissa, tra aeroporti e stazioni. Moleskine si rivolge ai nomadi contemporanei? Moleskine identifica una famiglia di oggetti pensati proprio per loro: la casa ha ormai perduto il proprio ruolo centrale di fonte identitaria a vantaggio degli oggetti che gli uomini si portano addosso. Per i raccoglitori e cacciatori si trattava di armi, pietre focaie, indumenti, per i nomadi contemporanei, che si procacciano sostentamento con le idee e con le parole (la classe creativa di cui parla Florida), si tratta invece di device digitali, taccuini, strumenti per scrivere, per leggere, borse. Avete adottato accorgimenti particolari per rendere i punti vendita performanti nel canale delle stazioni? Abbiamo sviluppato un concetto di negozio che, oltre a permettere un’esposizione che rende possibile una forte interazione con tutti prodotti della gamma e un
facile acquisto self-service, include anche diversi elementi di identificazione del DNA della marca. In particolare un pavimento di forte caratterizzazione, che si ispira alla mappa dei viaggi, e un tavolo di “esperienza”, dove i clienti possono fare appunto la loro esperienza scrivendo su taccuini alcune note, idee, disegnando schizzi o semplicemente provando la scrittura delle nostre penne. Quali sono i tempi di apertura dei nuovi store? Lo store di Torino (di 40 mq, nell’atrio principale, ndr) è stato avviato il 26 ottobre, l’apertura a Napoli (con uno store fronte binari di 50 mq, ndr) è prevista intorno al 15 novembre e a Milano Centrale (nell’atrio, con ingresso da viale Duca d’Aosta, ndr) all’inizio di dicembre. L’esperienza di Roma e Milano è stata positiva? Siamo contenti dell’esperienza su Roma e Milano perché ci ha permesso di testare un modello di business nuovo per Moleskine. Quello appunto dell’apertura di negozi monomarca Moleskine che al meglio permettono di rappresentare non solo le categorie tradizionali di taccuini e agende, ma anche i nuovi prodotti che chiamiamo WTR (Writing, Travel, Reading), che rispondono in pieno alle esigenze del cliente in mobilità. I buoni risultati e l’apprezzamento dei clienti ci stanno portando a pianificare un’espansione del modello su scala nazionale e internazionale presso stazioni e aeroporti di primario traffico. Avete quindi in calendario aperture negli aeroporti? Sì, a fine novembre aprirà uno store monomarca a Roma Fiumicino e ai primi del 2013 è prevista l’apertura a Milano Linate. Margherita Agatensi
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ferry porti Costa-Savona: autunno in recupero
Il matrimonio tra Costa Crociere e il porto di Savona sembra funzionare, almeno guardando ai dati di ottobre. L’analisi dei flussi vede una forte crescita di traffico al Palacrociere, forte dei 29 accosti di ottobre contro i 24 di settembre e dei circa 30mila passeggeri in più, per un valore assoluto di 130mila unità. Il numero è ancora più roseo
se si guarda alla scorsa primavera, quando i passeggeri movimenti ad aprile e maggio non superarono gli 80mila. Per novembre gli accosti previsti sono addirittura 33. Il trend positivo degli ultimi mesi va a limare il gap rispetto al 2011, con una percentuale di scarto che a ottobre è arrivata al 3%, contro il 65% di febbraio. Intanto Costa continua a recuperare anche in termini di immagine, dopo essere stata premiata in occasione dei “Porthole Cruise Magazine’s 2012 readers’ Choise Awards” come miglior compagnia per itinerari nel Mediterraneo e in Asia/Pacifico.
Msc Divina sotto la Lanterna
La riscossa di Genova potrebbe arrivare, però, dall’arrivo dell’ultimo gioiello di casa Msc Crociere. Il primo scalo della Divina è stato proprio nel porto ligure, portando con sé tutto il suo carico di design, comfort e innovazione. La super nave conta infatti 1.751 cabine, 25 ascensori e 30mila mq di spazi pubblici con all’interno sette ristoranti, venti bar e lounge, quattro piscine, un casinò, una pista da bowling, una palestra, la Msc Aurea Spa e lo Yacht club. Il tutto compreso in 333 metri di lunghezza, 38 di larghezza e 140mila tonnellate di stazza. La capienza di passeggeri arriva sino a 4.345 unità.
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Monti/1 Civitavecchia, attivo il piano industriale…
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rogetti, e dichiarazioni, in grande vedono protagonista l’Autorità portuale di Civitavecchia. Risale a circa metà novembre l’incontro tra il presidente dell’ente, Pasqualino Monti, e la stampa, nel quale Monti ha fatto il punto sul piano industriale per lo sviluppo del sistema portuale del Lazio, snocciolando numeri che fanno pensare a un vero e proprio cambio di passo. Ammontano infatti a 460 milioni di euro gli investimenti, di provenienza mista
passeggeri contemporaneamente. Già nella primavera 2013 sarà pronto il terminal crociere nella banchina 18, lunga 330 metri. Nel porto commerciale la banchina 25 sarà invece dedicata al Terminal Container». Le opere marittime della nuova darsena traghetti saranno invece terminate all'inizio del 2015 e prevedono la realizzazione di piazzali di servizio e di parcheggi multipiano, nove nuovi attracchi per ferry e per navi da crociera. Non mancano poi obiettivi a sfondo green:
progetto del nuovo terminal crociere di Civitavecchia pubblico e privata, programmati per il triennio 2013-2015. Questi permetteranno la realizzazione di nuovi attracchi e pontili per i mega yacht, la ristrutturazione del Porto storico, con previsto un museo marino in grado di ospitare 700mila persone l’anno, la ricostruzione dell'Arsenale del Bernini e della nuova Capitaneria di porto. «Civitavecchia – ha spiegato – avrà un nuovo e più grande terminal crociere per sei mega navi che potranno stazionare e movimentare 36mila
tra i progetti di ammodernamento c'è quello di arrivare a un'autoproduzione del 60% di energia, proveniente da fonti pulite, come sistemi in grado di produrre elettricità sfruttando il moto ondoso. «Il secondo lotto delle opere strategiche – ha proseguito Monti – cambierà la fisionomia del porto storico e dell'antemurale, consentendo di separare il traffico diportistico da quello passeggeri e commerciale, e prevede la realizzazione di un ponte mobile di collegamento a terra». •
… ma intanto arrivano i sigilli a Fiumicino
è
sempre più intricata la situazione presso il porto turistico di Fiumicino, dopo che l’area del cantiere è stata posta sotto sequestro lo scorso 19 novembre su disposizione della Procura di Civitavecchia. All’origine del provvedimento ci sarebbero carenze strutturali e problemi di stabilità e sicurezza nell’intera opera, con un presunto meccanismo di affidamento delle commesse tra società riconducibili al gruppo romano Acqua Pia Antica Marcia, affidataria del progetto, finalizzato a realizzare l’opera a un costo decisamente inferiore rispetto ai 400 milioni di euro previsti. Il capo d’accusa è quindi frode nelle pubbliche forniture. Nel lotto interessato, esteso oltre un ettaro, dovevano sorgere cantieri nautici, strutture abitative, ricettive, commerciali, sportive e box auto. Tra i sette indagati compare anche il nome di Francesco Bellavista Caltaggirone. La società ha replicato sostenendo che «l’opera è sicura, realizzata a regola d’arte con materiali idonei», come testimoniato da una recente consulenza elaborata da un docente di Geotecnica dell’Università Politecnica delle Marche. •
ferry porti MoNTI/2 PoRTI uNITI PeR CReSCeRe…
rendering Porto d'altura di Venezia
è
Foto Romano
un vero e proprio appello all’unità del settore, quello lanciato da Pasqualino Monti in qualità di vicepresidente vicario di Assoporti. «Serve un piano industriale della portualità italiana, con progetti, investimenti e fonti di finanziamento per ciascuna opera di ciascun porto e per le infrastrutture di collegamento a terra. Solo così si rimette in moto il Sistema Italia». Il presidente dell’autorità portuale di Civitavecchia non ha elemosinato parole forti, chiedendo un rapporto «serio e strutturato che opera per opera analizzi, individui e verifichi la bancabilità, l’affidabilità, le ipotesi di collaborazione tra pubblico e privato e, in conclusione, la possibilità di arrivare al traguardo dell’entrata in servizio e della redditività. […] La cosa peggiore che possiamo fare in questo momento è dividerci». •
… e GeNovA (Che PeRDe vIAGGIAToRI) lITIGA CoN veNeZIA
u Pasqualino Monti
nità? Neanche per sogno. Il presidente dell’Autorità Portuale di Genova, nonché presidente di Assoporti, luigi Merlo, e il presidente dell’Autorità Portuale di venezia, Paolo Costa, sono entrati in rotta di collisione dopo che a metà novembre in Commissione Bilancio della Camera è stato approvato un emendamento alla Legge di Stabilità che stanzia 100 milioni a favore del progetto dello scalo off shore veneziano. Il botta e risposta è arrivato a stretto giro: Merlo ha puntato il dito sul rispetto delle regole, invocando il tetto di 70 milioni imposto a tutti i porti italiani; Costa si è detto esterrefatto accusando il presidente dell’Autorità portuale di Genova di «totale ignoranza del fatti». Nel frattempo, a peggiorare il quadro della situazione nella città ligure, sono arrivati i dati relativi al traffico passeggeri traghetti e navi crociere relativi al primo semestre dell’anno. Il calo sul fronte passeggeri a Genova è stato addirittura del 18%, passando da circa a 726mila unità a circa 594mila, mentre il traffico dei crocieristi è sceso dell’8,4%, passando da quasi 350mila e circa 320mila persone. Serve un urgente cambio di rotta. •
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vetrina Datalogic: grandi performance, piccolo prezzo
Con la nuova serie di lettori linear image, Datalogic promette performance tecnologiche simili a prodotti di classe superiore, a un prezzo molto più basso. Il Touch TD1100, valida alternativa agli scanner laser entry level, ha una buona capacità di lettura, resistenza e l’innovativo stand read-thru, per la lettura a mani libere.
Just Eat: il pagamento non è mai stato così facile Termozeta pensa a lui
Il regalo ideale per ogni uomo? Il nuovo Beauty Kit For Men di Termozeta. La valigetta cromata, pratica ed elegante, contiene tutti gli accessori necessari alla cura dell’uomo: tagliacapelli, asciugacapelli da viaggio, tagliapeli e set manicure.
Numero uno al mondo nelle consegne a domicilio, Just Eat manda in soffitta i Pos costosi e ingombranti e porta in Italia Payleven, innovativo servizio che permette di accettare i pagamenti con carta di credito tramite smartphone. I pagamenti possono essere effettuati sempre e dovunque, in maniera semplice e veloce.
Mobotix, sorveglianza a 360°
Rivoluzione nel mondo della sorveglianza per gli ambienti domestici, da Mobotix. La nuova Ip S14 Flexmount, prima telecamera flessibile a visione emisferica, permette di sorvegliare due ambienti con una sola telecamera: grazie a un corpo centrale e a due obiettivi con ripresa a 180° connessi con un cavo di collegamento.
La vita cool di Desigual
Desigual si ispira alla vita per creare una collezione fatta di ricordi, magia e sogni. "La Vida es Chula. Sex, Fun and Love", collezione PE 2013, porta nel mondo della moda un’alternativa positiva. Le borse, con i patchwork divertenti e solari e le stampe dai cromatismi brillanti, comunicano tutta l’allegria e la joie de vivre del brand.
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Fujitsu, lo shopping è interattivo Team PoS7000 F-Series è la soluzione point-of-sale di Fujitsu. Il nuovo terminal garantisce un’esperienza d’acquisto a misura di cliente, con programmi di fidelizzazione e di registrazione più semplici, e un processo di cassa più veloce e affidabile. Con un occhio di riguardo all’eco-compatibilità e al risparmio energetico.
Fileni porta in tavola le Feste
Lo spettacolo dei colori LG
LG presenta il nuovo monitor LED formato Cinema Screen 16:9 Full HD con cornici ultrasottili serie IPS7. La tecnologia IPS assicura colori realistici e omogenei con un angolo di visione a 178°. Il sistema MHL (mobile HD link) permette di condividere sullo schermo i contenuti dello smartphone e del pc.
Con Fileni i piatti tradizionali del Natale, dal cotechino al cappone, sono pronti in pochi minuti. Reinterpretate in chiave gustosa e leggera, le ricette delle Feste vanno ad arricchire la linea Sempre Domenica. In formato famiglia o in comode monoporzioni.
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Š Fabio Fraulino
La foto
Affissione interattiva, il QR Code c'è... ma non funziona! Metropolitana Milanese, Sesto FS retail&food - dicembre 2012 63
La pulce nell’orecchio
di Simone Filippetti
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’autostrada Milano-Serravalle da sempre scatena gli appetiti della politica e solletica gli interessi dei “poteri forti”. Perché è un'infrastruttura strategica e mette in collegamento la Lombardia, l’area più ricca del paese, con la Liguria (e in più gestisce anche le tangenziali di Milano, l’asse viario a più alta densità di traffico d’Italia). Anni fa il compianto Marcellino Gavio tentò il colpo, rastrellando quote da vari piccoli enti locali fino a superare il 20%. Era il primo socio privato. Ora la storia si ripete. Stavolta sono la Provincia e il Comune a vendere in quella che, assieme alla quotazione di Sea, è l’unica
grande operazione finanziaria di un altro anno nero (dopo il terribile 2011) per l’economia e il Paese. E sullo scaffale c’è l’82% della società. Come dire tutta. E le pubbliche amministrazioni hanno fato le cose in grande: un road show come se fosse una matricola di Borsa o la privatizzazione dell’Eni. «Offriamo il terzo gruppo autostradale italiano» è il mantra che il sindaco Pisapia e il presidente Podestà vanno ripetendo. E si sono pure messi a fare la voce grossa sul prezzo. Non rendendosi forse conto che i tempi delle vacche grasse sono andati e un investitore straniero oggi non sgomita certo per
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venire a comprare asset in Italia. Anche se quello in vendita è un’autostrada, ossia soldi sicuri, incassi certi col minimo sforzo. E senza contare che chi compra, oltre a sborsare quasi 700 milioni (tanto i due azionisti valorizzano la società) deve anche farsi carico di altri 400 milioni, quelli che servono per finire i progetti Pedemontana e Tem, che sono il vero tesoro dentro la Serravalle, ma che rischiano di essere le ennesime incompiute di un’Italia piena di viadotti di cemento che finiscono nel nulla e non portano da nessuna parte. Perché la verità è che Comune e Provincia vendono non tanto perché
strenui sostenitore di un liberismo economico e di un vero capitalismo di mercato, ma semplicemente perché stanno raschiando il fondo del barile. Hanno bisogno di soldi (e il contribuente già spennato dall’austerity di Monti non può essere ulteriormente tassato), così vendono l’argenteria di famiglia. Anche perché la figuraccia di non riuscire a completare Tem e Pedemontana sarebbe uno smacco che gli elettori non perdonerebbero. La privatizzazione pare l’ennesima finta liberalizzazione all’italiana dove l’unico scopo è fare cassa, senza guardare minimamente agli interessi della collettività e dei consumatori. Vero è che Serravalle è sempre stata gestita come un feudo, secondo le più bieche logiche della lottizzazione. Un modo per spartire poltrone e appalti, e, a loro volta, i manager nominati dalla politica hanno usato quella posizione per restituire favori alla stessa politica che li ha scelti, con la foglia di fico della “valorizzazione del territorio”. Su tutti valga l’esempio dello svincolo dell’uscita di Lambrate sulla tangenziale est, dove fantomatici lavori vanno avanti da due anni, ma il cantiere sembra fermo. Perdere 24 mesi per costruire una rampa non accade nemmeno nel più derelitto dei paesi del Terzo Mondo. Quindi, l’apertura ai privati potrebbe essere vista come una soluzione per gestire in modo efficiente quello che il pubblico gestisce con logiche di pura spartizione di potere. Ma, a quasi venti anni dalla prima ondata e dopo gli esempi autostradali sotto gli occhi dei consumatori e dei viaggiatori, siamo sicuri che i privati gestiscano davvero meglio del pubblico? O in nome di disperato bisogno immediato di soldi, si regala a privati, interessati solo al profitto, un monopolio naturale? Sulla scia degli errori commessi dal Governo Prodi, quando regalò pezzi di economia pubblica, non sarebbe meglio vendere solo la concessioni e tenere pubblica la proprietà della infrastruttura (come accade nelle vere economie di mercato)? •
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