retail&food
travel retail shopping mall
Anno 8 • Numero 12 • DICEMBRE 2013 • e 5,00
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Osservatorio prezzi aeroportuale
Chef e stelle in aeroporto
La segmentazione impone nuovi standard e la ristorazione full service atterra nei terminal italiani. A che prezzo?
Parola di... F2i
Analisi di mercato Hi-tech retail
Dossier aeroporti Marsiglia
Spaghettata tra le nuvole? Gusto italiano, leggerezza, allegria... è il nostro modo di accompagnarvi in viaggio. Air Chef srl
gruppo dnata via Lepetit 40, 20020 Lainate (MI) T. +39 02 390 300 1 E. info@airchef.it www.airchef.it www.dnata.com
NEWS PRIMAE NOCTIS Quel che resta del Mapic (lascia ben sperare)
L'OPINIONE
Anticipare le richieste del cliente traveller, ecco la chiave di volta
La rapidità con cui l’economia globale continua a evolvere ha creato una nuova specie di retailer, concentrato e focalizzato sulle potenzialità che il bacino del travel market offre. Con un crescente numero di passeggeri e pendolari tra le varie parti del globo, i travel retailer sono ora in corsa per soddisfare la sempre più alta domanda di beni di qualità e di lusso di questi nuovi consumatori. È un ambiente competitivo e “time to market”. La capacità di reazione e l’acume che dimostriamo nell’anticipare queste richieste sono le chiavi di volta per determinare chi vince e chi perde. Global Retailer è un’azienda tra le più specializzate in questo settore e, in quanto tale, raccoglie continuamente la richiesta e la sfida di sviluppare nuove strategie di marketing e merchandising, potendosi basare sulla complessiva conoscenza e comprensione del comportamento e del desiderio di acquisto di questi consumatori. In termini di preferenze e trend di acquisto, la significativa espansione delle griffe rappresentanti il “lifestyle italiano” può essere capita esaminando in maggior dettaglio il bisogno del cliente.Quale che sia il motivo principale del viaggio, affari o piacere, il traveller è oggi un cliente altamente selettivo e un profondo conoscitore dei beni che vuole acquistare; ha a disposizione poco tempo e vuole utilizzarlo nel miglior modo possibile; vuole la garanzia dell’eccellenza, conosce il mondo del lusso e pretende un sempre maggior livello di servizi ed efficienza. Il brand italiano è sinonimo della più alta qualità e per questo è ideale nel mercato del travel retail: riesce a soddisfare pienamente le esigenze e la domanda del nostro consumatore finale. Il risultato è una merchandising strategy che rende il “Made in Italy” un brand esclusivo, competitivo e vincente e, ad oggi, i dati di traffico e i tassi di conversione non possono che darci ragione.
Editoriale
Chiudiamo questo numero di r&f appena rientrati da Mapic, la fiera di Cannes dove ogni anno vengono lanciati i progetti per nuovi centri commerciali, outlet, retail park. Una vetrina amplissima e affollata – fino a prima della crisi – di Francia, Italia, Europa, che oggi si presenta più contenuta (quanti metri in meno anche quest’anno…), più orientale (Europa Est, Russia, Cina, Emirati) ma comunque vivace e frizzante. Oltre al ridimensionamento dell’Europa occidentale e meridionale – mentre tiene ancora bene il Nord – sono quasi completamente spariti i fornitori, vari ed eventuali: arredi, segnaletica, software… Mapic non è più la loro fiera. In compenso, la concentrazione su Paesi forti o emergenti e su progetti buoni o buonissimi rende Mapic ancora una manifestazione vincente, a cui è importante partecipare. L’edizione 2013 non è stata (solo) lacrime e sangue. Viene da dire che forse il peggio l’abbiamo passato e che più in basso di così non si potesse scendere. Ma di meglio: cominciano a emergere storie positive, di aziende italiane (o di italiani) capaci di reinventarsi, spostarsi, riposizionarsi: Cogest Retail, Arcoretail, Design International… Alcuni esempi, tra i tanti (ma non tantissimi). La strada è segnata: innovare i modelli consolidati, rompere gli schemi, guardare quanto succede fuori dal proprio orto, attivare partnership innovative. Ne leggerete di belle storie sui prossimi numeri di r&f, potete scommetterci!
Marco Passoni, CEO di Global Retailer
retail&food - dicembre 2013
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TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL
Anno 8 • Numero 12 • DICEMBRE 2013 • e 5,00
Anno 8 numero 12 dicembre 2013 Direttore responsabile Andrea Aiello
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Osservatorio prezzi aeroportuale
Chef e stelle in aeroporto
La segmentazione impone nuovi standard e la ristorazione full service atterra nei terminal italiani. A che prezzo?
Parola di... F2i
Analisi di mercato Hi-tech retail
Dossier aeroporti Marsiglia
In redazione Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Claudio Francesco Merlo - claudio.merlo@edifis.it Massimo Andreis - massimo.andreis@edifis.it Hanno collaborato
Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Giuseppe Bonomi, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Stefano Gardini, Paolo Prota Giurleo, Massimo Guacci, David Jarach, Paolo Lombardi, Filippo Maffioli, Pietro Malaspina, Dante Marro, Giorgio Moroni, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Enrico Pazzali, Alessio Quaranta, Mario Resca, Leopoldo Resta, Vito Riggio, Paolo Simioni Pubblicità dircom@edifis.it Amministrazione Antonella Ferraraccio Progetto grafico e impaginazione Quality A&M Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. Via Milano 3/5 – 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia _ 5,00 – Arretrati _ 10,00 Abbonamento Italia: _ 50,00 Europa: _ 90,00 Resto del mondo: _ 110,00 Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 15972 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna, 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima.
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Da Vittorio, Orio Aeroporto © Elisa Leoni
retail&food
n° 12 dicembre 2013
SOMMARIO 32
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NEWS PRIMAE NOCTIS Quel che resta del Mapic (lascia ben sperare)
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L'opinione di Marco Passoni Anticipare le richieste del cliente traveller, ecco la chiave di volta
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R&f News
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R&f News opening
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Indice r&f Migliorano le borse mondiali, quella italiana tentenna…
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Osservatorio prezzi La cena che non ti aspetti Da Linate a Capodichino, un tour in 7 scali italiani con 7 differenti formule di ristorazione full service. Pochi parametri comuni, scontrini robusti e qualche sorpresa: la più eclatante? Il conto in trattoria o al wine-bar può essere più salato di quello in un locale gourmand
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star trek retail Destinazione Moncler
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TAGLIO NASTRO Grotte Center, avanti gli alfieri Realizzato dove prima sorgeva uno storico Emmezeta-Conforama, il nuovo centro commerciale di Camerano (AN) ha aperto i battenti lo scorso giugno, facendo leva sull’attrattività delle medie-superfici: Decathlon e H&M su tutte. A Jones Lang LaSalle l’incarico di completare l’offerta commerciale. Di Prelios Integra, invece,la gestione
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Long Life Le Befane e il frutto proibito L’ingresso dell’Apple Store, lo scorso giugno, rappresenta un ulteriore tassello di un mix commerciale di caratura internazionale. Punto di riferimento nel bacino di Rimini dal 2005, lo shopping center Le Befane sviluppa su una gla di 52mila mq un’offerta di circa 130 unità, full let
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DOSSIER AEROPORTI Marseille-Provence, la rivincita del Midi Il primo scalo della Francia del Sud ha esorcizzato lo spettro della TGV grazie alla nuova base di Air France e a un inedito mix aviation, con tanta Europa point-to-point. All’interno della struttura, un’offerta commerciale completamente rivoluzionata targata Autogrill e Relay (Lagardére Services)
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MISTERY ON BOARD Business Class, la Pearl di Ethiad PAROLA DI… CARLO MICHELINI F2i: «Dal piano Passera non si torna indietro»
perfezioneremo i nostri acquisti. Tra contactless e funzionalità supplementari delle casse, continua l’evoluzione (e la competizione) delle tecnologie che faciliteranno (e renderanno più sicuro) lo shopping di domani. NEWSTEC&ARREDO
60
INTERNATIONAL
64
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VETRINA
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LA PULCE NELL’ORECCHIO Cinema: sale in crisi? Ha da veni' Zalone!
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42 COMMERCIO ESTERO Atto terzo, l’Oriente Internazionalizzazione ed export sono due parole chiave in una strategia che punti rapidamente alla ripresa. In quest’ottica è centrale il ruolo di ICE, Istituto per il Commercio con l’Estero, che è tornato in piena attività proprio quando il sistema economico italiano deve far la massima leva sullo sviluppo dell’export per bloccare la prolungata flessione e invertire la tendenza negativa. Il nostro percorso, iniziato sul numero di settembre di r&f con l’intervista doppia al presidente e al DG di ICE e proseguito su quello di novembre con i responsabili ICE di New York e del Brasile, continua con Aristide Martellini, direttore Ufficio ICE di Tokyo, e con Antonino La Spina, direttore Ufficio ICE di Pechino. 46 RESOCONTO FIERA Franchising, il Salone delle opportunità All’insegna di formazione, consulenza e It si è chiusa la 28esima edizione dell’happening milanese dedicata all’affiliazione. Una formula anticiclica che tiene “botta” e offre a chi vuole mettersi in proprio numerose possibilità di business
GRANDI PROGETTI INTERNAZIONALI The Galleria, il primo luxury mall di Abu Dhabi
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54 ANALISI MERCATO Pagamenti: lo sviluppo pos-sibile Nuovi e vecchi strumenti digitali promettono di cambiare il modo in cui
Rubriche stock option 4 obiettivo personale 6 abc franchising - international franchise 8 new markets outlook 11 retail innovation 360° 12 Cosa occorre sapere per... 14 mercati in fiera 72
retail&food - dicembre 2013
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r&f
News
AIGRIM, la ristorazione moderna batte un colpo La ristorazione moderna ha
una nuova sigla associativa di rappresentanza sindacale: in seno a Fipe-Confcommercio è nata AIGRIM, acronimo per Associazione delle Imprese di Grande Ristorazione e servizi Multilocalizzate, che andrà a federare tutti i principali operatori nazionali con sviluppo commerciale replicato in scala. Tra i soci fondatori ci sono già molte delle principali voci di settore quali Airest, Chef Express, McDonald’s, MyChef e Sarni/GustoFast e già si contano le prime adesioni (Airchef e Roadhouse Grill) Il primo direttivo, composto da Monica Scarpa (Airest), Carmine Sarni (Sarni), Valentino Fabbian (Chef Express), Harold Hunziker (McDonald’s Italia) ed Enzo Andreis (MyChef), ha investito quest’ultimo dei panni di presidente. «AIGRIM nasce dalla constatazione che un settore cruciale per i consumi fuoricasa quale il nostro non goda ad oggi di adeguata rappresentanza presso le istituzioni nazionali e locali, a maggior ragione in una simile congiuntura recessiva. Il primo passo è compiuto: il successivo sarà quello di estendere l’invito ad aderire a tutte gli operatori nazionali», ha sottolineato Enzo Andreis.
REPORT Cbre: su del 128% gli investimenti retail in Italia nel Q3
Gli investimenti retail in Europa per mercato, e milioni
C
rescono in Europa, soprattutto in Italia e in Spagna, gli investimenti nel retail. Il dato relativo al Q3, elaborato da CBRE, vede un aumento rispetto al secondo trimestre, su base continentale, dell’11,5%, e soprattutto certifica il volume più elevato dall’inizio dell’anno, pari a 8,299 miliardi di euro. Sugli scudi in termini percentuali Spagna (+472%) e Italia (+128%), che fanno segnare dati assoluti rispettivamente di 595 e 612 milioni di euro. Ad attrarre il maggior numero di capitali è ancora il mercato UK, a quota 2,408 miliardi di euro, che tuttavia cede il 10% rispetto al dato del Q2. Tornando al mercato domestico, nel report di CBRE si sottolineano l’acquisto del Franciacorta Outlet Village da parte di Blackstone, per un importo di 130 milioni di euro, e la forte domanda per investimenti high street, che ha portato all’aumento dei canoni prime. L’Italia è uno dei pochi mercati ad aver registrato questo trend nel Q3. La crescita degli investimenti retail è
Market
Q3 2013
Q2 2013
Q3 2012
3-year quarterly average
Change Q3 2013 over Q2 2013 -10%
UK
2.408
2.685
2.972
2.911
Germany
1.959
2.114
1.596
2.315
-7%
France
832
686
807
761
21%
Benelux
311
217
577
405
43%
Nordics
477
382
513
961
25%
CEE
818
769
416
862
6%
Italy
612
268
207
441
128%
Spain
595
104
141
230
472%
Europe
8.299
7.445
7.621
9.100
11%
Fonte: CBRE Rseach,Property Data
destinata ad aumentare nel quarto trimestre, con l’acquisto di oltre il 60% delle quote di un portafoglio da parte di MSREF. Questo include 15 gallerie commerciali (Auchan) e, per un valore di 635 milioni di euro, rappresenta di gran lunga la più grande transazione in Italia registrata nel 2013.
Stock option BUY
NEUTRAL
SELL
Fashion District, da proprietario a gestore
Da operatore tout court di real estate a società di gestione di gallerie commerciali: Fashion District cambia pelle e allarga il novero delle sue competenze, proponendosi quale gestore chiavi in mano di shopping center altrui. Tutto è nato con il ripensamento del mix commerciale dell’outlet di Molfetta in cui, oltre alle griffe di alta, sono stati inseriti altri profili di vendita a prezzo pieno e un’articolata area d’intrattenimento, con multisala UCI, lo spazio di showcooking firmato da De Longhi e il maggiore skaterpark d’Italia. Nell’offrire il suo expertise ad altri sviluppatori, Fashion District si fa forte quindi anche della sua quota del 18,43% in Alfa Park, società di gestione di parchi divertimento che ha in portfolio il Rainbow MagicLand di Roma Valmontone e il Miragical di Molfetta, per assicurare soluzioni sinergiche d’entertainment. I primi contatti portano in Cina, ma l’azienda guarda in primis alle opportunità del mercato domestico.
4 retail&food - dicembre 2013
Etihad Airways Il carrier del Golfo annuncia il suo più grande ordine d’acquisto di aviogetti, 117 Airbus e 82 Boing per 67 miliardi di dollari, e lancia il progetto Etihad Regional per il mercato europeo, con 21 tratte continentali servite grazie alle controllate Air Serbia, Air Berlin e Darwin. E-commerce Mentre il commercio tradizionale segnala un calo delle vendite 2012 del 2%, l’Osservatorio eCommerce B2c –Netcomm del Politecnico di Milano sottolinea una crescita del 33% degli italiani che comprano online (12 milioni contro i 9 del 2011). Su tutti abbigliamento (+33%), viaggi (+14%), editoria, musica e audiovisivi (+11%). Benetton Group Secondo La Repubblica, Benetton Group starebbe per dividersi in tre: negozi e real estate, industria e fabbriche, marchi e comunicazione. Ogni società avrà un amministratore delegato e un suo bilancio. Spazio dunque a manager esterni, per una gestione più competitiva e meno… familiare.
Legge di stabilità Tra gli emendamenti presentati dal Governo alla Legge di Stabilità, ecco lo stanziamento da 100 milioni di euro per ANAS, per manutenzione e nuove opere, e un’integrazione da 45 milioni in 3 anni per il fondo di garanzia per i mutui relativi alla costruzione e all’ampliamento d’impianti sportivi: arrivano nuovi stadi? Gruppo Tod’s Cede in Italia (-18,5%), vola nelle Americhe (+14%) e in Cina (+28%). Anche per Gruppo Tod’s il mercato domestico è una via Crucis, compensato dalla forte vocazione internazionale. Conti alla mano, i ricavi dei primi 9 mesi del 2013, a 752,6 milioni di euro, si fermano a un magro +0,4 per cento. FIPE La sigla di categoria dei pubblici esercizi forza la mano nella trattativa con la triplice sindacale e annuncia la disdetta del CCNL del Turismo. Poi si corregge e la derubrica a semplice passaggio tecnico, ma le altre sigle di settore – Federalberghi in primis - non la seguono.
Tie Rack Cravatta bye bye? Vero è che non la indossano più né Obama né Cameron e che si veste sempre più informale anche nei posti di lavoro. Ma il fallimento della prima catena a tema del Regno Unito è anche sintomo d’incapacità di riposizionarsi e di marketing inadeguato. Aeroporto di Rimini Negozi e ristoranti della riviera romagnola raccolgono firme per salvare il Fellini dal fallimento di Aeradria: già si stima un’emorragia di turisti russi in alta stagione dell’11-13%. Nel frattempo Aeroflot aumenta il numero di voli settimanali su Bologna: fare sistema pare brutto? Sky Lounge La formula di Autogrill, che coniuga intrattenimento e informazione, stenta a trovare il suo cliente, complice posizionamenti infelici. A Milano Centrale è in purgatorio in piccionaia, a Malpensa invece chiuderà i battenti per mancanza di traffico.
Big shopping center, è tempo di tagli del nastro S
aranno tutti aperti dopo la chiusura del numero, ma ve li anticipiamo. Entro i primi di dicembre dovrebbero vedere la luce tre giganti del retail real estate. Partiamo dal maxi progetto di Inter IKEA a Villesse (GO), il Tiare Shopping con i suoi 90mila mq di gla, tra cui il primo punto vendita dell’insegna svedese in Italia all’interno di un mall commerciale. Sulle rive della Laguna, invece, arriva a compimento l’ampliamento del centro commerciale Auchan di Mestre: la nuova ala, con circa 50 negozi, raddoppia di fatto l’offerta del centro. È quindi il turno del Pr Parma Retail, gestito e commercializzato da Gogest Retail: il primo shopping center in Italia a ospitare una piattaforma di intrattenimento di ben 10mila mq, che aprirà in più fasi.
Autogrill scommette sulla Russia...
Trade moves the World. EuroShop moves Retail.
A
utogrill guarda con interesse malcelato al mercato russo. Dopo il suo recente approdo con la newco Autogrill Russia nell’aeroporto Pulkovo di San Pietroburgo, forte di un contratto della durata di 8 anni da 130 milioni di euro per la gestione di 8 punti di ristoro, la multinazionale della famiglia Banetton ha preso contatti col colosso petrolifero Rosneft, che annovera la seconda rete di stazioni di servizio del paese, fatta di circa 1.800 punti vendita. Obiettivo dell’abboccamento, quello di esplorare la possibilità di affiancare i servizi di ristorazione al core business oil dell’operatore moscovita: il primo passo della partnership si sostanzierebbe nell’apertura di sette ristoranti in altrettante aree di servizio di Rosneft a Sochi, città del Mar Nero dove a febbraio saranno di scena i giochi Olimpici invernali. Se il test si rivelasse di successo, la collaborazione potrebbe prendere piede su scala più ampia nel primo mercato dell’Europa dell’Est.
...e cresce in Germania N
el frattempo, il primo operatore globale di ristorazione per il viaggiatore prosegue l’espansione nei mercati del Nord Europa: dopo essersi assicurato contratti negli scali di Helsinki e delle East Midlands, nonché nelle stazioni ferroviarie dell’Eurotunnel, Autogrill ha messo piede anche all’aeroporto di Dusseldorf. Nella terza aviostazione di Germania, che nel 2012 ha accolto oltre 20 milioni di passeggeri, l’operatore si è assicurato una subconcessione della durata di 8 anni (2014-2021) per la gestione di 4 punti di ristoro al Terminal B, dedicato ai voli domestici e continentali, per una stima di fatturato complessivo da 60 milioni di euro. L’offerta sarà a forte impronta italiana, a partire dalla prima volta all’estero di Bistrot Restaurant, riproposizione del format Bistrot Milano inaugurato nella Stazione Centrale di Milano, in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Completeranno l’offerta altri due asset del made in Italy quali Motta, per l’occasione completato da un’area birreria, e Aperol Lounge, a tutto cocktail e tapas.
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r&f
News
Sonae Sierra, parte al Valecenter il progetto temporary store C
on l’apertura il 18 ottobre di MyFragrances al Valecenter di Marcon (VE) è stato apposto il primo tassello di un ampio progetto di sviluppo di temporary shop che interesserà, progressivamente, i cinque centri commerciali di Sonae Sierra in Italia. Parte dunque con una profonda nota di profumo, e in pratica con una location di 12 mq e un contratto annuale, la nuova iniziativa condotta dalla società portoghese e voluta dalla proprietà, che mira a recuperare metri quadrati in galleria con soluzioni temporanee, dotate di licenza di vendita, finalizzate a intercettare marchi non presenti nello shopping center. Il leitmotiv sarà lo stesso anche nelle altre strutture gestite dal player iberico, con l’ulteriore prospettiva non solo di rendere più varia e dinamica l’offerta delle singole mall ma anche di introdurre sul mercato italiano nuovi marchi internazionali. «L’aper-
Eataly punta a Secchia Ovest P tura di questi stand, oltre ad arricchire l’offerta commerciale dei centri, punta a rispondere al meglio alle sfide che provengono dal mercato di interesse e ai cambiamenti nel settore del retail in generale», ha commentato Bianca Campos, Responsabile per il Mall Activation di Sonae Sierra in Italia, Germania, Romania e Grecia.
enso a un’area di servizio senza Coca-Cola e Gratta e Vinci»: con tale dichiarazione programmatica, Oscar Farinetti annuncia la discesa in campo di Eataly nel mercato della ristorazione autostradale. L’azienda piemontese ha deciso di partecipare con Autogrill al tender per la gestione dei servizi non oil di Secchia Ovest, piazzola dell’A1 a cavallo tra l’allacciamento con l’A22 e l’uscita di Modena Nord. Forte della convinzione che nei ristoranti autostradali «non venga promosso a sufficienza il buon cibo italiano e dove chi viaggia si ferma giusto il tempo di un caffè», Farinetti, se la “strana coppia” riuscirà ad assicurarsi il lotto, cercherà di riprodurre in miniatura la profondità di gamma dei suoi food store, con accento sulle eccellenze del territorio. Un guanto della sfida ai maggiori operatori di settore, nel momento di massima difficoltà del comparto, che potrebbe rientrare - gestori permettendo - in un più ampio progetto di razionalizzazione e differenziazione dell’offerta sull’asfalto.
Obiettivo Personale A cura di OD&M (a Gi Group Company)
Turismo: trend e opportunità di lavoro del settore Ho.Re.Ca. in Italia La gamma delle attività produttive che interviene nel ciclo dell’offerta turistica è molto ampia, conseguentemente lo sono la pluralità di figure professionali coinvolte e le aree di reclutamento interessate. L’Italia è seconda solo alla Spagna, nell’Unione Europea, in merito alla percentuale di occupazione in hotel e ristoranti, ed è qui che si concentra la maggior parte dell’attività di recruiting di Gi Group. Collocare i giovani nel mondo alberghiero oggi non è semplice, nonostante le opportunità non manchino. La motivazione risiede, in parte, nell’offerta didattica, anche post laurea, che propone talvolta aree disciplinari concentrate principalmente su tre temi: l’economia del turismo, il turismo culturale, il destination management . I requisiti indispensabili di accesso al settore Ho.Re.Ca. sono: il possesso del diploma ad indirizzo turistico alberghiero, la buona conoscenza della lingua inglese e di una seconda lingua straniera (meglio se russo, tedesco o giapponese), esperienze di lavoro maturate all’estero e buona conoscenza degli applicativi informatici. Per le figure professionali di tipo manageriale è sempre richiesta una laurea in Scienze del turismo o in Economia del turismo, titolo preferenziale può essere un master in Management alberghiero, del turismo o della ristorazione oppure corsi specialistici di settore. Oltre ad avere dei buoni titoli culturali,
6 retail&food - dicembre 2013
occorrono intraprendenza e spirito di sacrificio. E’ necessaria anche una grande passione per il proprio lavoro e per il settore, attitudine alle relazioni, determinazione, capacità di problem solving e orientamento al servizio, buone doti organizzative e attenzione per il dettaglio, flessibilità e capacità di adattamento. Il nostro candidato ideale deve essere impeccabile nella presenza e nel comportamento, capace di gestire lo stress dovuto a picchi lavorativi intensi e con doti di leadership, di diplomazia e discrezione: in pochissime parole deve avere un’innata cultura basata sull’accoglienza e sul servizio. Tiziana Pignotti Project & Delivery Coordinator Divisione Ho.Re.Ca.
r&f
News
Furti nel retail: in fumo l’1,4% delle vendite
Soprattutto in tempo di crisi, perdere all’anno l’equivalente di oltre un punto percentuale sulle vendite può fare la differenza tra crescere e portare i libri in tribunale. Parliamo delle differenze inventariali nella distribuzione moderna, stimate nell’edizione 2012-13 dal Barometro Mondiale dei Furti nel Retail in 88,6 miliardi di euro (oltre 112 miliardi di dollari), pari all’1,4% delle vendite. Lo studio, finanziato da un fondo indipendente di Checkpoint Systems, è stato avviato nel 2013 da Euromonitor International e si basa su una serie di interviste scritte e telefoniche che hanno
ABC franchising a cura di Assofranchising
Know-how
I
l know-how, letteralmente “sapere come”, identifica genericamente le conoscenze e le abilità operative necessarie per svolgere una determinata attività lavorativa. Nel franchising tale concetto è parte fondante del contratto, ed obbligo del franchisor è la trasmissione del know-how specifico del format al franchisee. Nella legge 129/2004 il know-how è definito come “un patrimonio di conoscenze pratiche non brevettate derivanti da esperienze e da prove eseguite dall’affiliante, patrimonio che è segreto, sostanziale ed individuato; per segreto, che il know-how, considerato come complesso di nozioni o nella precisa configurazione e composizione dei suoi elementi, non è generalmente noto né facilmente accessibile; per sostanziale, che il know-how comprende conoscenze indispensabili all’affiliato per l’uso, per la vendita, la rivendita, la gestione o l’organizzazione dei beni o servizi contrattuali;
Italo Bussoli, segretario generale di Assofranchising per individuato, che il know-how deve essere descritto in modo sufficientemente esauriente, tale da consentire di verificare se risponde ai criteri di segretezza e di sostanzialità”. L’identificazione e l’apprendimento del knowhow permette quindi di fare dello specifico franchising una formula replicabile all’interno della rete. Il tutto avviene attraverso alcuni strumenti e procedure che sono riconducibili al Manuale Operativo che l’affiliante dà all’affiliato, o ancora attraverso la formazione iniziale e periodica impartita agli affiliati.
International franchise
Tutto il bello del Mapic
coinvolto i retailer di 16 paesi, che coprono 160.000 punti vendita, pari a 1.500 miliardi di dollari di vendite nel 2012. Le percentuali più alte sono state registrate in Brasile e in Messico (1,6 %), negli Stati Uniti e in Cina (1,5%). Segue l'Italia che si attesta all’1,3%, dopo Francia e Spagna (1,4%). Valori inferiori, invece, si registrano in Giappone (1%), Hong Kong, Australia e Germania (1,1%). Secondo quanto confermato dagli operatori intervistati, le perdite nel settore retail sono dovute a fenomeni di taccheggio (41%), furti da parte dei dipendenti (30%), errori amministrativi (21%) e frodi a opera di fornitori (9%). Analizzando in dettaglio il peso delle differenze inventariali per nucleo familiare, in media, in Italia, il costo è di 144 euro, importo che globalmente si aggira intorno ai 101 euro mentre a livello europeo lievita a 145.
8 retail&food - dicembre 2013
Da sempre fratello maggiore della pur ottima fiera del franchising di Parigi, quest’anno MAPIC ha introdotto alcune importanti attività che abbiamo subito rilevato nell’interesse dei nostri lettori. Il MAPIC raccoglie infatti il maggior numero di player internazionali del retail, permettendo loro di mostrare ai partecipanti una visione completa sulle tendenze di mercato: è altresì un'opportunità unica per far incontrare i master franchising e i 2.400 rivenditori accreditati. Lo scopo è quello di individuare i siti più promettenti (location), ottimizzando e razionalizzando i portafogli immobiliari. Ma anche di presentare i propri marchi per incontrare nuovi partner. Ogni anno i nuovi concetti innovativi sono linfa vitale sia per lo sviluppo immobiliare che per le società di gestione presenti al MAPIC. Incontrare le persone che stanno cambiando il futuro del retail real estate rimanendo all'avanguardia delle ultime tendenze/ tecnologie di vendita al dettaglio, con conferenze ed eventi dedicati ma soprattutto espandere i territori e cercare nuove sedi all'estero. Questa è la mission degli organizzatori, che ha centrato sicuramente i loro obiettivi. Ci sono stati 30 marchi tra cui alcuni americani,
altri dalla Francia, dal Regno Unito, Israele, Germania ma anche russi e italiani. Il “nuovo corso” retail & franchising ha permesso la creazione di sette nuove categorie di premi Mapic Awards che sono: Best fashion & footwear retail concept; Best food & beverage retail concept; Best high street retail real estate development; Best retail & leisure development; Best multichannel strategy; Best global retail expansion; Most innovative shopping centre. Venendo ai prossimi eventi internazionali relativi al franchising, segnaliamo il BFW a Firenze e a seguire le fiere di Houston e New Orleans, Londra e Parigi. Tutti appuntamenti di alto livello dove sarebbe bello e auspicabile cogliere una maggiore partecipazione di brand italiani. Federico Fiorentini direzione@brdconsulting.it A cura di BRD Consulting - www.brdconsulting.it
r&f
News
Oriocenter, al via la terza fase
Euronics, Galimberti completa l’acquisizione di Derta P
rosegue, inevitabilmente, la polarizzazione del mercato dell’elettronica di consumo, fronte distribuzione. Questa volta si registra l’acquisizione, tutta interna al gruppo Euronics, dell’intero pacchetto azionario di Derta da parte di Gruppo Galimberti, già proprietario dalla costituzione di un terzo del pacchetto azionario. In virtù di questa operazione, Gruppo Galimberti potrà contare su una rete di 34 megastore dislocati in cinque regioni, tra nord Italia e Sardegna, per una superficie di vendita di 66mila mq e un giro d’affari imponibile superiore ai 250 milioni di euro.
N
on poteva che arrivare al Mapic di Cannes l’annuncio del nuovo ampliamento di Oriocenter, inaugurato nel 1998 e ingrandito nel 2004. Forte di 200 negozi e di una location invidiabile, di fronte all’aeroporto di Bergamo-Orio al Serio e all’autostrada A4, il gioiello di famiglia Percassi sarà oggetto nei prossimi mesi di un ulteriore cantiere, che porterà in dote 30mila mq di gla e 75 negozi, per un totale di 275 shop. Non mancheranno una grande foodcourt e un multisala. I lavori dovrebbero iniziare nella primavera del 2014 e concludersi per novembre 2015, a fronte di un investimento di circa 80 milioni di euro. La commercializzazione vede impegnati da subito Arcus Real Estate e Cbre, che puntano a inserire nel piano inferiore ulteriori servizi, brand dedicati alla casa, all’elettronica di consumo e al fashion di basso prezzo, mentre, in quello superiore, marchi di segmento più alto e insegne internazionali.
New markets outlook
a cura di STRA_BRANDING
AL HAZM A DOHA, UN PROGETTO UNICO NEL SUO GENERE Nello scorso numero di settembre di questa rubrica, avevamo segnalato un importante progetto a Doha in Qatar, il complesso commerciale Al Hazm di proprietà di Al Emadi Enterprises, società leader nel settore immobiliare dello stato. Al Hazm, il cui avanzato stato di realizzazione è in fase di completamento (Fig.1) e la cui data di apertura prevista è settembre dell’anno prossimo, è stato ufficialmente presentato al MAPIC 2013. Su un'area di 95.000 mq (di cui circa 35.000 dedicati a spazi commerciali), Al Hazm, oltre ad offrire 50 negozi, 32 ristoranti, 25 Coffee Shop ed un luxury hotel, si propone come un luogo di incontro sorprendente dove poter condividere le proprie esperienze in modo trasversale, attraverso le generazioni, le credenze e le culture. In quest’ottica, sono previsti: spazi verdi per bambini che ospiteranno workshop sulla tradizione alimentare, sul mangiar sano e sui temi dell’eco sostenibilità; un kitchen club dove si potrà imparare le ricette e degustarle assieme (concepito soprattutto per gli expats e le loro famiglie che vogliono fare nuove amicizie e conoscere la cultura del Qatar) uno spazio eventi con un calendario pieno di attività (laboratori, attività ricreative e di intrattenimento, conferenze, etc.).
www.strabranding.com
L’offerta commerciale combinerà boutique del lusso, di cui la nostra società ha avuto l’incarico di gestire la proposta commerciale, con le migliori esperienze alimentari; un viaggio affascinante attraverso le più rappresentative cucine di tutto il mondo. Il cuore culinario di Al Hazm sarà un originale polo italiano, Fig.2: Al Hazm – il Block 6 dedicato ai Top un punto vendita con una zona didattica dedicata alla degustazione ed alla promozione della cultura del cibo sostenibile. Questi orientamenti non possono che rappresentare un’opportunità per lo sviluppo dei concept F&B italiani. Anche dal punto di vista architettonico, il progetto sarà un luogo dove i clienti più esigenti potranno apprezzare l’atmosfera europea in terra araba, una parte d’Europa risorta in Qatar: una cornice architettonica classica di spirito contemporaneo con costruzioni in marmo toscano originale; sono state infatti utilizzate 24.500 tonnellate di pietre e marmi importati, prevalentemente da Carrara (Fig.2). Infine, nell’area in cui è stato edificato, grazie alla sua posizione su una collina - da cui deriva appunto il nome Al Hazm - è presente una piacevole e leggera brezza tutto l'anno, che permette visite piacevoli nelle zone esterne (padiglioni e chioschi ombreggiati, ricchi giardini fioriti con ulivi e giochi d'acqua) persino durante i periodi più caldi. Ciò è favorito anche dall’utilizzo di un sistema di ventilazione esterna (più efficiente dell’aria condizionata tradizionale) e di una speciale pavimentazione in marmo bianco greco che assorbe calore senza rilasciarlo. Luca Esposito
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News
Ca’puccino pronto per Heathrow C
a’puccino si allea con WHSmith e, con giugno 2014, farà il suo esordio al T2 dell’hub londinese di Heathrow. L’inedita coppia svilupperà un bookshop/caffetteria che concilierà la tradizione gastronomica del Belpaese – con forte accento sull’offerta di panini e paste realizzate con l’ausilio di chef italiani, a partire da Salvatore de Riso – con la profondità di scaffale del retailer britannico in fatti di quotidiani globali, magazine e volumi illustrati. Col taglio nastro prossimo venturo, Ca’puccino toccherà quota 5 locali londinesi, dopo le vetrine da Harrods e Westfield London e le location street market di King’s Road e Basil Street. Lanciato nel 2006 con una vetrina all’interno del Designer Outlet di Serravalle Scrivia, Ca’puccino annovera ad oggi 17 locali; nel mercato domestico, il posizionamento privilegiato è in fashion outlet.
Retail Innovation 360° Magazine Você – Web / Brasile Coinvolgere gli utenti Facebook come partner nelle vendite online di Magazine Luiza: un rapido successo basato sulla viralità e la credibilità dei feedback lasciati dagli amici
I
l tema della fiducia, nei consigli che orientano le scelte di acquisto, è sempre più importante e le indicazioni degli amici valgono in genere di più di quello che una marca di prodotto e un’insegna possono dichiarare o promettere. Oggi, il passaparola si diffonde sempre di più tramite canali digitali, che ne favoriscono un’immediata e ampia circolazione. Magazine Luiza, il terzo retailer brasiliano di elettronica che opera da tempo anche con l’e-commerce, ha lanciato Magazine Você (Il Tuo ‘Negozio’) per sfruttare il passaparola in modo innovativo e redditizio. Magazine Você infatti propone agli iscritti ai social media come Facebook di diventare partner per le proprie vendite online: ognuno può aprire il suo negozio in rete, integrato
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A3: il non oil secondo ANAS N
uovo tender autostradale non oil targato ANAS che ha messo in gara i servizi food & beverage delle aree di servizio di Galdo Est e Galdo Ovest, ubicate sulla A3 (Salerno-Reggio Calabria), in prossimità di Lauria (Potenza). Si tratta di due aree di nuova realizzazione che vanno a sostituire le preesistenti, delocalizzate per i lavori sulla tratta autostradale: oggetto delle subconcessioni, in entrambi i lotti, la gestione dei servizi di snack-bar con annesso market, per una durata complessiva non inferiore a dieci anni e possibile proroga sino a 36 mesi. Nel 2012, le attività di food&beverage e retail assicuravano un fatturato di 590mila euro a Galdo Est e di 623mila a Galdo Ovest. Tra i requisiti di partecipazione, si richiede un’esperienza pregressa nel mondo della ristorazione in concessione, con non meno di 4 location in gestione sotto lo stesso marchio che abbiano fatturato cumulativamente almeno 2 milioni di euro all’anno nell’ultimo triennio.
A cura di Kiki Lab - www.kikilab.it alla propria pagina Facebook, evidenziando i prodotti di Magazine Luiza da consigliare agli amici, garantendosi così una commissione che può arrivare fino al 4,5% delle vendite. Questo sistema si dimostra efficace sia per la diffusione virale, sia perché la conversione in acquisto di questa navigazione è più alta del 40% rispetto a quella del sito di Magazine Luiza. Ogni partner può scegliere al massimo 50 referenze fra le innumerevoli presenti in assortimento e l’offerta limitata rende più credibile i consigli. I prodotti più venduti sono di elettronica, computer, cellulari, ma è interessante notare che molti dei best-seller dei negozi Magazine Você sono prodotti slow-seller sul sito ufficiale: un tipico meccanismo che facilita le nicchie di massa. I risultati di Magazine Você hanno superato le previsioni. Dopo il periodo di prova, realizzato solo con i dipendenti della catena, l’opportunità è stata aperta a tutti e in un anno sono stati creati oltre 60mila negozi. Tendenza: Crowdtailing. Chiavi innovazione: coinvolgere gli utenti dei social media come partner; testare il modello prima con i propri dipendenti
Fabrizio Valente fabrizio.valente@kikilab.it caso tratto dalla ricerca Retail Innovations 8
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News
cosa occorre sapere per... A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano
Contratti nel cassetto: il recesso dalle locazioni Si dice che i contratti buoni stanno chiusi in un cassetto e si tirano fuori sono quando servono. È importante però che quando servono contengano ciò che importa in quel momento. In tempi di crisi le aziende spesso vengono dall’avvocato per chiedere se effettivamente hanno la possibilità di recedere, e le proprietà per sentire quali sono i diritti di uscita dei propri conduttori. Nell’immaginario degli operatori retail, da un contratto di affitto di ramo di azienda non si può recedere mai, a meno che il recesso sia esplicitamente pattuito (cosa sempre più rara nei centri commerciali) mentre da un contratto di locazione si può recedere sempre. Questa convinzione è sbagliata, o meglio, va precisata. La legge sulle locazioni in tema di recesso dispone infatti quanto segue: a) un recesso a favore del conduttore, facoltativo e negoziabile dalle parti, senza obbligo di specificare il motivo, con preavviso di sei mesi. In mancanza di espresso inserimento nel contratto, questo recesso non è esperibile dal conduttore. b) un recesso, di legge e non derogabile dalle parti, a favore del conduttore, ma solo per gravi motivi, con preavviso di sei mesi. Il recesso sub a) è il vero “jolly” che permette l’uscita dal contratto a piacimento. Non è necessario specificare perché si vuole uscire dal contratto: si tratta di un diritto liberamente esercitabile in qualsiasi momento (oppure da partire da una certa data o in certe finestre o addirittura a date determinate: questo può essere oggetto di negoziazione). Il recesso sub b) invece è esercitabile solo in presenza di gravi motivi. Su questo punto la giurisprudenza è chiarissima: il solo fatto che il punto vendita non sia performante non costituisce
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di per sé motivo sufficiente per fondare un recesso. L’interpretazione è quindi restrittiva: si deve trattare di eventi estranei alla volontà del conduttore, imprevedibili e sopravvenuti al momento della firma del contratto. Per esempio, è stata considerata grave motivo l’uscita totale di un marchio da un Paese: ovviamente la decisione aziendale è considerata così radicale da non giustificare più la locazione di spazi commerciali. Si tratta come è ovvio di un caso piuttosto eccezionale. Se un brand sta studiando un piano di ristrutturazione della rete retail oppure se una proprietà dubita che il proprio conduttore stia meditando di uscire, è bene dunque aprire il cassetto dove è riposto il contratto di locazione e controllare come è scritta la clausola sul recesso. Se il richiamo è al comma 7 dell’art. 27 l. 392/78, il recesso è libero. Se non vi è menzione del diritto di recesso o se il richiamo è al comma 8 dell’art. 27 l. 392/78, il recesso è vincolato ai gravi motivi. Buona indagine!
Avv. Alessandro Barzaghi Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@pec.cocuzzaeassociati.com saranno lieti di rispondervi.
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News
Zucchi e Bassetti alla conquista della Cina In virtù dell’accordo in esclusiva siglato il primo novembre con la società Luolai Home Textile, la Vincenzo Zucchi S.p.A punta ad aprire 180 monomarca in Cina entro il 2018: 110 dedicati a Zucchi Home Fashion e 70 a insegna Bassetti Home Innovation. Alla base dello sviluppo commerciale vi saranno strategie mirate e soprattutto la realizzazione dei nuovi concept store. L’accordo siglato è un ulteriore elemento a supporto del percorso di internazionalizzazione intrapreso dal Gruppo Zucchi, che è stato declinato in un piano strategico a 5 anni. L’obiettivo è quello di favorire il passaggio da tradizionale produttore industriale di biancheria per la casa a leader internazionale nei comparti Home Fashion e Home Innovation. Il posizionamento del marchio Zucchi Home Fashion sarà nel segmento PremiumLuxury del mercato dell’home textile, mentre quello del marchio Bassetti Home Innovation sarà nel segmento Medium-High.
Prada scommette sul Brasile C on il taglio nastro del nuovo store di 440 mq a Brasilia, all’interno del mall Iguatemi, Prada consolida la propria presenza nel mercato verdeoro: dall’apertura del 2011 del primo flagship store di San Paolo, ospitato nel novero della galleria commerciale Cidade Jardim, seguita d’appresso dal secondo opening al mall JK Iguatemi, la griffe di moda italiana ha infatti già capitalizzato complessivamente sette vetrine
Strade del lusso, rent in crescita
Nella terza rilevazione trimestrale condotta da Colliers International sugli affitti della grandi arterie dello shopping europeo, Londra mantiene un’agguerrita pole position: la super street continentale per eccellenza è Old Bond Street dove, anno su anno, la rent è cresciuta mediamente del 20%, per una quotazione mensile pari a 863 euro al metro quadro. Si tratta dell' unico corposo exploit in Top 10, a fronte di un +30% incassato da Karl Johans Gate (Oslo) fuor di selezione; nel Gotha delle strade commerciali fa specie il tracollo subito da Rue du Rhôn, la via bene di Ginevra, in cui gli affitti sono crollati del 14% dal 2012 ad oggi. In un quadro complessivo di difficoltà di molte metropoli mediterranee, ben performano Milano (via Monte Napoleone) e Roma (via Condotti) dove il lusso fa lievitare il costo al mq rispettivamente a 575 (+1%) e 444 euro (+3%).
nelle principali metropoli del paese, tutte firmate dall’architetto Roberto Baciocchi. E sono attese altre tre inaugurazioni a stretto giro, rispettivamente a Curitiba (455 mq al Patio Batell mall), Recife (510 mq allo Shopping RioMar) e ancora San Paolo (200 mq a Iguatemi mall), per le quali sono state realizzate delle borse in edi zione limitata in differenti colori e modelli.
Arcoretail, subito cinque “Destination center” in Cina
Le prime 10 retail street d’Europa per affitto mensile al mq Metropoli
Via
Q3 2013
Q3 2012
Londra
Old Bond Street
863
756
↑
20%
Zurigo
Bahnhofstrasse
648
653
→
0%
Milano
Via Monte Napoleone
575
580
↑
1%
Parigi
Champs Elysées
567
542
↑
5%
Mosca
Tverskaya
506
497
Roma
Via Condotti
444
430
↑
3%
Ginevra
Rue du Rhôn
409
483
↓
-14%
Vienna
“Goldene U”
400
400
→
0%
Monaco
Kaufingerstrasse
340
330
↑
3%
Berlino
Tauentzienstrasse
330
310
↑
7%
Fonte: Colliers International
16 retail&food - dicembre 2013
Variazione
7%
A
ncora teatro il Mapic di Cannes, ancora protagonista un’azienda italiana. Ma questa volta lo sviluppo è in Cina. La partnership tra Gruppo Jihua, società governativa della Repubblica Popolare, e Arcoretail (Gruppo Arcotecnica), ha portato dopo una lunga ricerca di mercato all’individuazione di 36 location dove realizzare dei “Destination center”chiamati Jihua Park: format nativo in Cina, concepito per il turismo interno con soluzioni che svariano dal retail di medio/alto livello al leisure (sport, food, relax, divertimento, ecc), sino alle strutture ricettive. I primi cinque progetti andranno in cantiere nel 2014 e saranno inaugurati entro il 2015. Il bacino di utenza sarà composto principalmente dalla classe media, che entro il 2020 dovrebbe contare, dati ufficiali, circa 400 milioni di persone. La commercializzazione è appena partita e, sottolineiamo, per favore i retailer italiani non ancora presenti nell’ex Celeste Impero sarà messa a disposizione una piattaforma di supporto.
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News opening Tris di portate Salmoiraghi & Viganò, ampliamento al Settimo Cielo e restyling a Parma
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Tre aperture, tutte di ristorazione, hanno portato a regime l’offerta del parco commerciale Settimo Cielo a Settimo Torinese. Gestito e commercializzazione da Cogest Retail, il retail park ha visto
l’ingresso in rapida successione di Lindt (10 ottobre) e Roadhouse Grill (16 ottobre), mentre a fine novembre è stata la volta di Burger King. I locali si articolano rispettivamente su superfici di 235, 500 e 468 metri quadrati. Il prossimo passo, a completamento del maxi intervento situato nella cintura est di Torino, prevede a inizio del 2014 l’avvio del cantiere per la costruzione del centro commerciale. Al momento si sta definendo l’àncora alimentare. Quello di Settimo Torinese è uno dei pochi progetti in Italia costituiti da shopping center e retail park che ha visto prima la realizzazione del parco e poi quella del centro commerciale.
Il SeaFood Bar esordisce a Le Due Torri
Salmone affumicato, branzino e orata al vapore, e ancora tonno e spada. Questo è il menù disponibile ai visitatori del centro commerciale Le Due Torri di Stezzano (BG) presso il nuovo corner SeaFood Bar, aperto lo scorso 15 novembre. Il concept, al suo debutto assoluto, permette al cliente di gustare sul posto il salmone per scoprirne abbinamenti meno comuni e conoscerne le varie tipologie, puntando allo stesso tempo sia alla somministrazione che alla vendita. Non manca, a corollario, una ricca selezione di vini. Il progetto, che fa capo alla società ittica Foodlab, mira a lanciare sul mercato europeo la prima catena di SeaFood Bar, con l’obiettivo di aprire una decina di locali nei prossimi 18 mesi all’interno di centri commerciali italiani.
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È
tornato nella storica location di piazza Garibaldi a Parma, ma su una metratura più ampia e con un layout rinnovato: il nuovo negozio di Salmoiraghi & Viganò, con i suoi 150 mq distribuiti su due livelli, ha accesso le vetrine il 16 di novembre. Il layout e la superficie sono stati studiati per dare maggiore spazio alla componente moda e fashion, attraverso la valorizzazione delle nuove collezioni delle linee in concessione.
Al piano terra sono presenti dai brand più glamour, come Gucci, Chanel, Dior e Bulgari, a quelli di tendenza, come Italia Independent e Michael Kors, sino a quelli più sportivi e giovani, come Ray-Ban, Carrera, Guess e Oakley. Il piano superiore è invece dedicato al benessere visivo: un vero e proprio centro specialistico dove è possibile effettuare un test visivo gratuito, realizzato da ottici professionisti con l’ausilio di macchinari tecnologicamente avanzati.
Retail park Banchette, ecco la prima fase Subito Pittarello e Euronics, nel 2014 tutto il resto. Questo il timing del nuovo parco commerciale che sorge tra Banchette e Pavone (TO), proprio di fronte al Bennet di cui idealmente è il completamento. Oltre al Self, nel secondo corpo troveranno spazio un mall con un bar, un ristorante, un negozio di arredamento e uno studio
odontoiatrico. L’area complessiva su cui si estende il nuovo centro commerciale è di 40mila metri quadrati. Il centro è stato realizzato dalla Pro.mar di Torino, il ramo immobiliare della società Costruzioni Generali Fantini (Co.ge.fa), che dovrà anche provvedere a completare la nuova viabilità, su indicazioni progettuali del Comune.
Scarpe & Scarpe fa 109 Il modello è lo stesso, su grandi superfici di vendita, e la rete arriva a quota 109 punti vendita. Parliamo delle ultime aperture di Scarpe & Scarpe, la prima delle quali avvenuta nella prima metà di novembre presso il centro commerciale “Esselunga” di Venegono (VA). Nei 955 mq di superficie sono presenti tutte le proposte autunno-inverno 2013 per la donna, l’uomo, il bambino e lo sport, oltre agli accessori. Per l’occasione, oltre alla distribuzione di un omaggio, Scarpe & Scarpe ha applicato un sconto del 15% su tutti gli articoli presenti. La promozione è stata rivolta ai clienti che hanno effettuato acquisti dal 7 al 24 novembre. Il secondo taglio nastro, invece, è al Tiare Shopping di Villesse (GO), nel primo Inter IKEA d’Italia.
Chef Express: sei mesi di gelato, sei di porchetta
T
emporary store stagionale per Chef Express nella stazione ferroviaria di Roma Termini. La società di ristorazione commerciale del gruppo Cremonini ha deciso di avvicendare Algida Store nei mesi caldi e l’Angolo Porchetta dell’azienda perugina Renzini in quelli freddi. La posizione in galleria è quella adiacente al bar centrale, per una presenza commerciale che proseguirà sino a fine marzo 2014:
la partnership riprende il discorso con l’azienda umbra dove Chef Express l’aveva lasciata nelle aree di servizio autostradali di Bisenzio Est, Chienti Est e Fabro Est, dove la norcineria ha già dei corner con assortimento più ampio. A Roma, invece, si punterà in particolare su tre prodotti: il panino con la porchetta, la focaccia romana con mortadella di cinghiale e la vaschetta con porchetta tagliata al momento.
Apre i battenti il CC Panorama di Castrette (TV)
O
ltre 20 negozi, tra cui spicca un grande H&M, e l’ipermercato a insegna Panorama, per un totale di 20mila mq di superficie. Parliamo del nuovo centro commerciale di Castrette, in provincia di Treviso, inaugurato lo scorso 24 ottobre. Per l’insegna alimentare quella di Castrette rappresenta una riapertura, in quanto poche settimane prima aveva chiuso un punto vendita nel vicino parco commerciale Willorba: tutti assorbiti, con probabili integrazioni, i dipendenti dello store chiuso. All'interno del nuovo shopping center sono presenti negozi di calzature, abbigliamento per bambino, articoli per la casa, un ottico e una parafarmacia.
Roadhouse Grill cala il tris
Calligaris si consolida in Asia
S
ei tagli nastro in quattro mesi per Roadhouse Grill, la cui rete commerciale domestica ha raggiunto quota 45 ristoranti: a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, ecco le aperture di Settimo Torinese, Brescia e Assago. Partiamo dal Piemonte, dove il brand del gruppo Cremonini si è fatto spazio all’interno del retail park Settimo Cielo: si tratta della seconda replica regionale dopo quella di Moncalieri. A Brescia, invece, la formula a tutta carne si è posizionata in via Borgo Satollo, in prossimità dell’uscita Brescia Centro dell’A4 e della tangenziale di Brescia. Da ultimo, ad Assago, a pochi passi da Milano, Roadhouse Grill è entrata a far parte del portfolio di marchi della foodcourt del Centro Commerciale MilanoFiori: si tratta complessivamente del decimo taglio nastro in provincia di Milano e del 19simo in Lombardia. Già preannunciate le prossime tappe: si tratta di Villesse (al Tiare Shopping), Cinisello Balsamo, Capriate e Civitanova Marche.
Altre tre aperture, questa volta in Asia, per il marchio italiano di arredamento Calligaris. Dopo gli opening europei di Londra e Kiev, nelle settimane scorse è stato il turno di Hong Kong, Singapore e Kuala Lumpur. A Hong Kong il flagship è situato nell’area di Causeway Bay, mentre a Singapore e Kuala Lumpur il marchio si colloca in due centri commerciali, rispettivamente presso il Suntec City e il Pavilion. Nei prossimi mesi sono previsti nuovi store a Madrid, Nantes, Beirut e Sydney. Questi opening si inseriscono nella strategia di sviluppo estero portata avanti dal brand italiano, che al momento genera il 65% del proprio fatturato fuori dal Belpaese.
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Indice r&f
a cura di Edifis Intelligence
Migliorano le borse mondiali, quella italiana tentenna... …ma ciononostante mantiene ancora un buon livello, superata solo dalla Germania e dal lanciatissimo Giappone, che peraltro poi si ridimensiona se introduciamo la variabile dei cambi. Mentre il FTSEMIB quindi perde poco più di tre punti, l'indice di Retail&Food (che, lo rammentiamo, rappresenta bene il comparto del lusso accessibile mondiale e del travel retail) perde cinque punti e scende a quota 114,1%, mantenendo quindi ancora una discreta percentuale di guadagno rispetto all'inizio dell'anno. Il titolo che ha la miglior performance del mese è Nike, che guadagna ben 42 punti, mentre all'opposto troviamo Aeffe che ne perde 17. Dall'inizio dell'anno, il miglior performer in assoluto è sempre l'italiana Safilo Group, che quasi triplica la sua capitalizzazione, mentre la peggiore è la (sempre italiana) Stefanel, che perde qualcosa più del 10%...
AZIONI
ALCUNI MARCHI DI PROPRIETà
Mercato
Quotazioni al 02.01.2013
Indice al
15.11.2013
15.11.2013
Adidas
Reebok
Xetra
67,33
88,10
130,8%
Aeffe
Alberta Ferretti, Moschino, Pollini
Italia
0,56
0,58
103,6%
C.F.Richemont
Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill
Vtx
71,5
91,40
127,8%
Italia
0,92
1,23
133,7%
Damiani Dufry
Svizzera
119,60
153,62
128,4%
Fossil
Nasdaq
94,04
128,92
137,1%
Geox
Italia
2,17
2,04
94,0%
Hugo Boss
Xetra
81,36
97,63
120,0%
Mce
105,50
117,90
111,8%
Francia
142,69
162,55
113,9%
Italia
31,07
38,67
124,5%
Francia
138,80
139,90
100,8%
Nike
Nyse
51,84
78,64
151,7%
Polo Ralph Lauren
Nyse
152,11
176,67
116,1%
Puma
Xetra
224,85
222,63
99,0%
Safilo Group
Italia
6,66
16,05
241,0%
Stefanel
Italia
0,41
0,36
87,8%
Vtx
461,20
460,50
99,8%
Inditex
Zara, Pull and Bear, Massimo Dutti
Kering PPR
Puma, Fnac, Gucci, Redcats, Conforama
Luxottica LVHM
Louis Vuitton, Moet Chandon, Hennessy, Fendi, Dior, Zenith, Guerlain
Swatch Group
Omega, Longines, Tissot
Tiffany & Co
Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso
Nyse
58,93
82,24
139,6%
Tod's
Hogan, Fay
Italia
96,1
117,40
122,2%
INDICE RETAIL&FOOD FTSEMIB DAX NASDAQ NIKKEI
100,00 16.893,40
18.666,04
110,5%
7.778,78
9.172,05
117,9%
3.741,40
3.972,74
106,2%
10.688,11
15.165,92
141,9%
L’indice Generale r&f è ponderato nella misura di 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.
20 retail&food - dicembre 2013
114,1%
© Edifis Intelligence
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Osservatorio prezzi
In aeroporto, la cena che non ti aspetti Da Linate a Capodichino, un tour in 7 scali italiani con 7 differenti formule di ristorazione full service. Pochi parametri comuni, scontrini robusti e qualche sorpresa: la più eclatante? Il conto in trattoria o al wine-bar può essere più salato di quello in un locale gourmand
U
n conto è quello del self service, che funge perlopiù anche da mensa aziendale: sino a qualche anno or sono, invece il tema del ristorante full service nel sedime aeroportuale era materia da maneggiare con estrema cautela. Chi aveva l’ardire o la necessità di dotarsi del pacchetto completo, ben presto si rendeva conto che le prospettive di ritorno economico erano un’araba fenice, per la società di gestione come per il malcapitato ristoratore. Ben consce di ciò, le direzioni commerciali avevano spesso l’accortezza d’indorare la pillola, associando in un singolo lotto la patata bollente con bocconi ben più appetibili, leggasi corner snack-bar a basso costo di gestione, posti sul naturale flusso dei passeggeri. Ciò non ha peraltro impedito nel tempo una lunga moria d’insegne e formule ai piani alti degli scali.
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E oggi? Da un lato, c’è stata una selezione naturale della specie che ha circoscritto il novero degli aeroporti con cuoco in base a criteri di necessità e sostenibilità, dall’altro c’è stata una generazione 2.0 di soluzioni food & beverage ibride con servizio al tavolo, perlopiù wine bar (meglio se con selezione di food retail), meno impegnative in tema di massa salariale e più idonei ad assecondare i diversi desiderata di una giornata alimentare. Più in generale, il passaggio appartiene perlopiù ad un investimento complessivo sul versante del non aviation per avvicinare l’offerta di scalo ai banchmark europei. L’osservatorio prezzi di questo mese vive dunque delle estreme specificità dei singoli scali: al netto di formule replicate - vedi Obikà, portato da Autogrill al T1 di Malpensa, al T3 di Fiumicino e a Capodichino, Wine &
Food Restaurant, formula in house di MyChef di casa a Linate, Malpensa, Fiumicino e Firenze, o DeCanto, che Airest ha già sdoganato a Venezia, Verona e Bari - ci sono unicum e profili quanto mai distanti che mal si prestano ad un mero confronto sul filo dei centesimi.
Sette pasti in aeroporto
Partiamo dal circuito SEA che ha recentemente tenuto a battesimo il ristorante più ambizioso dell’intero network italiano. Parliamo evidentemente di Michelangelo, scommessa d’haute cuisine del network, targata MyChef e firmata da chef Citino, atterrata a Linate con tre malcelate ambizioni: quella di essere il fiore all’occhiello dell’esperienza aeroportuale in occasione di EXPO 2015, quella di guadagnarsi sul campo la stella Michelin (l’unico ristorante aeroportuale al mondo
ad aver ottenuto tale riconoscimento è il Top Air Restaurant di Claudio Urru nello scalo di Stoccarda) e quindi di sopravvivere all’evento diventando meta golosa per i milanesi. In primis c’è il coperto (3 euro), quindi, se il menu del giorno da tre portate chiama 26 euro e il piatto unico della settimana ne costa 16, l’entry level tra gli antipasti è da 10 euro (uova alla croc topinambur, uova di trota e rafano), così come il primo (la nostra...pasta e fagioli); il secondo più abbordabile è il tomino arrosto, pera caramellata, cuore di lattuga e riduzione al vino rosso (14 euro). Tra i dessert, con 7 euro si può scegliere tra notte e giorno e latte, caffé e the verde. Stessa gestione, altro target: Wine & Food Restaurant ha ben quattro ristoranti tra Linate e Malpensa (T1 registrazioni, T1 Extra Cee e T2) con medesima carta e prezzi al consumo. A metà strada tra starter e piatto unico,
(3,50). La faccenda si complica per quel che riguarda primi e secondi: in modo assolutamente arbitrario scegliamo una salmon tartar, con avocado e sesamo su letto di riso, da 10 euro e firestarter, selezione di 4 sushi e 4 uramaki da 8 euro. Previste anche formule di lunch menu, la più abbordabile delle quali è lo Zushi lunch: per 9,90 euro assicura 4 nigiri misti, 4 uramaki misti, insalata goma wakame e riso sushi. Giunti in laguna, l’offerta foodservice è un monocolore Save: con L’Orto a fungere da free-flow, l’offerta più prossima al full service è quella del wine bar DeCanto. Carta alla mano, si sta leggeri con una selezione di verdure al forno (9 euro), per 13 euro si degustano le lasagne alla bolognese e per 14 il baccalà mantecato con crostini, meglio se con una porzione di pomodori (3 euro). Si chiude in gloria con una fetta di torta artigianale (5 il primo prezzo in fatto di piatti freddi va alla fantasia di verdure grigliate (10 euro), mentre il piatto unico ne costa 13, con scelta tra selezione reale di terra o di mare. Prezzi allineati, quindi, per le portate principali del menu: i primi costano 9 euro, con la lodevole presenza di ricette gluten free, i secondi 14 (dal pesce spada bellavista alla suprema alla milanese) e le insalatone 8. I cestini di frolla s’impongono per prezzo (3,50 euro) tra i dessert. Sulla strada per la Serenissima Repubblica s’incoccia nell’unico concept di casual dining etnico aeroportuale: al piano rialzato del Catullo di Verona c’è Zushi Air, formula nipponica a tutto sushi che coniuga servizio al tavolo e take away (anzi, take & fly). Con tutti i distinguo che la cucina giapponese contempla, lo starter più economico è il riso bianco con sesamo (2,50 euro), il contorno la japan salad (6) e il dessert il gelato al the verde
euro); nota bene: il servizio al tavolo, anzichè al bancone, richiede un’extra di 3 euro. Al Marconi di Bologna, la formula prescelta è un’eccellenza locale: si tratta del Vecchia Bologna, trattoria bolognese con vista su pista gestita da Famiglia Chiari, già presente in area sterile con il corner fine food Vecchia Malga. I prezzi? Formato extra Schengen (meglio se russo o cinese), quindi decisamente non per tutte le tasche. Un pranzo completo, versione entry level, potrebbe comprendere un tagliere di formaggi con confetture e miele (14 euro) per antipasto, gramigna panna e salsiccia (13 euro) per primo e caprese per secondo (14 euro). Per contorno insalata verde (5 euro) e frutta fresca a chiudere (6 euro). In casa Aeroporti di Roma, nell’ambito di un’offerta food & beverage che a Fiumicino è profilata per
nostre portate, lo scontrino recita 7 euro per i crostini misti, 11,50 per i tortelli ripieni ai funghi porcini, 14,50 per una degustazione di 2 mozzarelle di bufala campana, 9 per un’insalata mista di stagione e 6,50 per una fetta di torta caprese. A parte il servizio (con cestino di pane artigianale), che chiama altri 2 euro. Chiudiamo il nostro rally aeroportuale nel Belpaese con un pranzo a Capodichino: nello scalo di Napoli ha aperto i battenti agli Arrivi l’unica pizzeria con forno a legna del network europeo, a marchio Fratelli La Bufala. Stiamo leggeri: bruschette del bruschettiere (7 euro), spaghetti al pomodoro fresco (6,50), pollo delicato (9) con contorno a buffet (3) – preferito all’insalatona antiage (8) – e babà (5,50), concessione golosa finale. Il piatto unico? Una pizza Marinara (5,50). Torniamo a casa satolli: difficilmente si partirà dall’affettato per arrivare sino
I primi prezzi dei ristoranti aeroportuali con servizio al tavolo Milano Linate
Portata
Milano Malpensa
Michelangelo Wine & Food Restaurant
Verona
Venezia
Bologna
Roma Fiumicino
Napoli
Zushi Air
DeCanto
Vecchia Bologna
Obikà
Fratelli La Bufala
MyChef
MyChef
Zushi
Airest
Famiglia Chiari
Autogrill
Emme Sei
Antipasto - piatto freddo
10
10
2,5
9
14
7
7
Primo piatto
10
9
8
13
13
11,5
6,5
Secondo piatto
14
14
10
14
14
14,5
9
Contorno
n.p.
n.p.
6
3
5
n.p.
3
Insalatona
n.p.
8
n.p.
n.p.
n.p.
9
8
Frutta e dessert
7
3,5
3,5
5
6
6,5
5,5
Piatto unico
16
13
n.p.
n.p.
n.p.
n.p.
5,5
Menu del giorno
26
n.p.
9,9
n.p.
n.p.
n.p.
n.p.
3
n.p.
n.p.
3
n.p.
2
n.p.
44
36,5
30
47
52
41,5
31
Pane e coperto Conto aggregato*
fonte: Edifis Intelligence
Legenda: Prezzo più alto Prezzo più basso note: * include i primi prezzi di ogni portata (coperto, antipasto, primo, secondo, contorno e dessert)
rispondere ad ogni tasca e bisogno, salta all’occhio come non ci sia una formula tradizionale di ristorazione con servizio al tavolo: i due moduli che più si avvicinano sono quelli di Wine & Food Restaurant e di Obikà, in licenza Autogrill. Sediamoci al tavolo del mozzarella bar, presso il Gate D del Leonardo da Vinci: selezionando con estrema oculatezza le
all’ammazzacaffè, fatto stà che un costo medio per menu aggregato che supera i 40 euro – in un range che oscilla tra 30 e 52 euro – non si allontana dalla dolorosa di un ristorante urbano di livello, se non fosse che prendiamo in considerazione i soli primi prezzi. D’altronde è il mercato, baby: per spendere di meno c’è sempre lo snack bar. C.F.M.
Ultima ora: a Orio da Vittorio
Una tendenza che fa scuola: mentre andiamo in stampa, anche il Caravaggio di Bergamo si aggiunge al novero degli scali gourmand. Nell'ammezzato di Orio al Serio ha aperto i battenti ViCook, bistrot gourmet firmato da Chicco Cerea, patròn di Da Vittorio, pluristellato ristorante di Brusaporto. Il locale punta su materie prime di qualità per una pausa express (intorno ai 12/15 euro) o per una cena raffinata (più o mano il doppio). Tre formule per altrettanti viaggi di sapore: Gita veloce, per piatti unici d'impatto, Viaggio italiano, con proposta dei capisaldi della cucina italiana, e Scappata all'estero, che assicura alcuni must tra i piatti extraeuropei. Si chiude in gloria con i Dolci momenti.
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Star Trek retail
Destinazione
Moncler C
on l'avvicinarsi del freddo invernale e delle settimane bianche il pensiero corre naturalmente ai caldi e soffici piumini. Se poi ci aggiungiamo che gli anni '80 stanno tornando di moda, ecco che dobbiamo per forza occuparci di Moncler, brand di abbigliamento che proprio in quel decennio ha visto esplodere il suo successo in Italia e che da qualche anno vive una sua seconda giovinezza. Ma andiamo con ordine. All'inizio il marchio Moncler, acronimo della località francese Monastier de Clermont, vicino a Grenoble, dove l'azienda è stata fondata nel 1952 da Renè Ramillon, fabbricante di articoli da montagna, produce sacchi a pelo imbottiti, che incontrano subito il gradimento dei clienti, interpretando al meglio il nuovo e diffuso fenomeno sociale delle vacanze. I primi piumini Moncler vengono però ideati e prodotti due anni dopo per proteggere dal freddo gli operai che li indossano sopra la tuta di lavoro nel piccolo stabilimento di montagna. Da lì a poco, anche grazie all'interessamento e alla consulenza del noto alpinista transalpino Lionel Terray, amico del fondatore, dai piumini per operai si passa alla messa a punto di una prima linea di giacche imbottite specializzata per l'alta quota. I giubbotti Moncler, quindi, vengono scelti per equipaggiare grandi spedizioni alpine come, tra le tante, la conquista del K2 da parte degli italiani Lacedelli e
Compagnoni. Alla fine degli anni '60 il marchio fondato da Ramillon è fornitore ufficiale dell'Equipe nazionale francese di sci alpino nei giochi olimpici invernali che si tengono proprio a Grenoble, a due passi da casa: un evento che trasformò il logo dal Monte Eguit che si erge alle spalle del villaggio al galletto transalpino. Nei primi anni ‘70 nasce il precursore del moderno piumino, semplificando la giacca precedente e aggiungendoci le spalline in pelle per appoggiarci gli sci. Negli anni '80 il piumino col galletto fa il suo ingresso in città con colori abbaglianti e l'effetto 'verniciato', diventando in Italia un capo tra i più amati dai giovani 'paninari'.
Salvato dal crack, il galletto diventa globale
Nel 2003 il marchio viene acquistato dall'imprenditore italiano Remo Ruffini, con un passato (e un presente) di successo nel campo del fashion. Dopo essersi fatto le ossa nell'azienda del padre Gianfranco (anch'essa legata al mondo della moda), Remo fonda nel bel mezzo dei ruggenti anni '80 il marchio di camicie di lusso New England, poco diffuso in Italia, ma di successo all'estero e lo vende nel 2000 a Stefanel. Tre anni dopo rileva Moncler da Fin.Part, la finanziaria facente capo al gruppo guidato da Gianluigi Facchini, tristemente nota per il crac di due anni dopo. Ruffini, salvata la griffe del galletto appena prima della tempesta, nel rilanciarne il
marchio introduce nuove strategie di distribuzione rafforzando il retail insieme all'internazionalizzazione del brand, con un posizionamento nel settore alta gamma luxury (il mercato dei beni di lusso è uno dei pochi negli ultimi tempi di crisi a registrare una crescita) e crea il progetto del “global down jacket”, il piumino per tutte le occasioni. Sotto la guida di Ruffini, l'azienda, completamente ristrutturata sia dal punto di vista strategico che societario, diventa uno dei player maggiormente riconosciuti al livello internazionale nella realizzazione e nella distribuzione di collezioni d'abbigliamento total look,
Moncler in pillole Data di nascita Proprietà Sede Management Business Brand Distribuzione
1952 a Monastier de Clermont, Grenoble (FR). Fondatore l'artigiano Renè Ramillon La società Moncler spa sta per essere quotata in Borsa. Prima della quotazione: Ruffini Partecipazioni 32%, con Eurazeo al 45%, Carlyle al 17,76%, Progressio al 5% San Vitaliano (NA). Remo Ruffini Presidente e direzione creativa, Luciano Santel chief corporate officer. Produzione e commercializzazione di capi di vestiario e accessori per uomo, donna e bambino. Famosa per i piumini. Moncler. La società per l'ingresso in Borsa ha appena venduto i marchi Marina Yachting, Henry Cotton's e Coast Weber and Ahaus che erano nel suo portafoglio. Retail: 122 insegne in Asia, Europa, America del Nord. Wholesale in tutto il mondo. fonte aziendale
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sempre con l'obiettivo dell'esclusività (in casa del galletto si vantano di essere uno tra i pochi brand che non ha mai fatto saldi). Il percorso porta la boutique dei piumini a ripresentarsi quest'autunno al mercato per approdare alla quotazione in Borsa, che dovrebbe ricevere il via libera proprio alla fine dell'anno. Una bella sfida per una realtà decisamente ambiziosa e dinamica, che però non ha le dimensioni di fatturato dei giganti del lusso.
Dopo due anni la Borsa si rimette il piumino
Intanto si riprende il discorso interrotto un paio di anni fa, quando alla quotazione era stato preferito l'ingresso nel capitale sociale societario del private equity transalpino Eurazeo (con una quota di maggioranza relativa), a fianco dello stesso Ruffini, a Carlye e a un gruppo di investitori raccolti intorno a Mittel. Ma in questi mesi di acqua ne è passata sotto i ponti. Intanto due anni fa Moncler era un gruppo multibrand con Marina Yachting, Henry Cotton's e Coast Weber and Ahaus, mentre oggi sta lavorando per presentarsi al mercato solo come Moncler (circa il
70% del giro d'affari di tutto il gruppo: 489 milioni nel 2012, con un +18% nel primo semestre di quest'anno sul periodo precedente), già strutturata come divisione autonoma nella società nello scorso esercizio. La divisione altri marchi, invece, trasformata quest'anno in una nuova società con il nome di Industries Sportswear Company, produceva un turnover di 135 milioni di euro lo scorso anno, realizzati per il 60%
nel mercato domestico e solo per il 16% nei mercati extra UE. Il tutto con un 9% mese su mese a giugno 2013, con 345 punti vendita nel 2102, nella maggior parte corner (235), 50 franchisee, 20 outlet e 32 di proprietà, con un saldo negativo di 63 sul 2011. Così la griffe fondata da Ramillon, a inizio novembre di quest'anno ha ceduto la newco a Cavaliere Brands, società indirettamente
Ultima ora: i fondi sono già in coda
Le ultime news, mentre andiamo in stampa, ci dicono di un'attesa altissima degli investitori sulla quotazione del marchio del galletto e sul mercato c'è tanta liquidità e una prospettiva di entrare nel Ftse Mib già a Marzo. Comunque, l'offerta riservata ai piccoli risparmiatori è limitata, mentre il 90% delle azioni in collocamento andrà ai fondi, che appaiono decisamente molto interessati. Moncler, infatti, sembra dare ampie garanzie di successo: tra le aziende del lusso è quella con i migliori riscontri di vendita per metro quadro e i ritorni sul capitale del gruppo Ruffini sono la leccarsi i baffi (26,6% nel 2012 a fronte di una media del 16,9%) e va benone anche il rapporto tra risutato operativo e vendite con un Ros del 29,8% nel 2012, mentre la media è sotto di quasi dieci punti. I possibili punti di domanda sono legati al tipo di business legato principalmente a un prodotto, il piumino, che è un must e con vendite sempre in crescita, ma è molto stagionale, anche se l'azienda sta muovendosi verso un total look. Va poi monitorata la classe dimensionale: competitor nel comparto lusso come Burberry, Gucci e Vuitton contano per i loro marchi più di 400 monomarca, mentre il marchio di Ruffini un quarto e bisognerà capire come, in che tempi e con che costi la società fondata da Ramillon intende ingrandire il suo network.
controllata da Emerisque Brands (UK). Contestualmente l'imprenditore italiano, con la sua finanziaria Ruffini Partecipazioni, ha sottoscritto un aumento di capitale in Cavaliere Brands acquisendo una partecipazione pari al 30% del capitale. Insomma, risolto il dualismo tra i piumini lanciati alla conquista della globalizzazione e gli altri marchi più legati al Belpaese e un po' in difficoltà, alla semplificazione del business in termini strutturali è seguita una decisa strategia di implementazione del retail, togliendo il più possibile i filtri tra l'azienda e il mercato, nell'ottica proprio di valorizzare il brand nel suo posizionamento luxury.
In montagna o in città, basta che sia retail
Per dare qualche numero, a fine settembre di quest'anno la società è attiva in più di 60 paesi con 122 negozi monomarca (comprensivi di corner), di cui 98, la stragrande maggioranza, controllati direttamente. Mentre a fine 2010 erano solo 48 e a fine 2012 un centinaio: 2 in franchising, 11 outlet, 15 corner e 72 Dos. La rete è in crescita,
ma senza esagerare per non inflazionare i brand, e l'area Emea (282 milioni di turnover nel 2012, circa il 58% e +39,3 milioni sull'anno precedente) ad oggi conta circa il 45% del network, poco più del Far Est (158 milioni di fatturato l'anno scorso: 32,3% sul complessivo, ma un picco di +67 milioni sul 2011) con Cina e Giappone sugli scudi, seguite da Corea del Sud e Hong Kong (fanalino di coda Taiwan). Nel vecchio continente, poi, Italia, Svizzera e ovviamente Francia sono i paesi in cui le insegne del brand del galletto sono più diffuse, con un’interessante presenza anche nelle località alpine, come Cortina d'Ampezzo, Courmayeur, Chamonix, Courchevel, Megève, St Moritz, Zermatt, Verbier e Crans sur Sierre, proprio per valorizzare le radici dell’azienda. In Europa, oltre alle località classiche sciistiche, le location preferite per le boutique sono i centri cittadini nelle vie principali della moda: ad esempio quest'autunno, per festeggiare i dieci anni della gestione Ruffini, è stata inaugurata la nuova boutique con annesso showroom, punto vendita e uffici per un totale di più di mille mq a Parigi in rue du Faoubourg Saint
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Star Trek retail Principali dati economici della Divisione Moncler* Euro/00o Ricavi Ebitda
2012 importo 489,2 161,5
% 100% 33%
2011 importo % 363,7 100 114,4 31,50%
2012 su 2011 importo % 125,5 34,50% 47,1 41,10%
Ricavi divisione Moncler per canale di vendita* Euro/00o Wholesale Retail Totale
2012 importo 237,7 251,5 489,2
% 48,6% 51,4% 100,00%
2011 importo % 225,6 62,00% 138,1 38,00% 363,7 1
2012 su 2011 importo % 12,1 5,40% 113,4 82,20% 125,5 34,50%
Ricavi divisione Moncler per area* 2012 Euro/00o importo Italia 128,1 Resto dell'Europa 154,2 Asia e Giappone 158 America 48,7 Resto del mondo 0,2 Totale 489,2
% 26,2% 31,5% 32,30% 10% 0% 100,00%
2011 importo % 123,10 33,80% 119,90 33,00% 90,9 25% 29,5 8,10% 0,2 0,10% 363,7 100,00%
2012 su 2011 importo % 5 4,10% 34,3 28,60% 67,1 73,80% 19,2 64,80% -0,1 -39,30% 125,5 34,50%
quote sono rimaste più o meno le stesse, al 32%, con Eurazeo al 45%, Carlyle al 17,76%, Progressio al 5%, ma intanto la finanziaria Tip di Giovanni Tamburi, dopo la vendita dei grandi magazzini Primtemps, ha rilevato quest'estate attraverso la newco Clubsette il 14% della Ruffini Partecipazioni, che è quella che controlla il 32% dell’azienda di piumini. In questo modo l'imprenditorestilista comasco sarà in partnership con un socio forte e italiano, pronto a sostenerlo anche sul medio-lungo periodo, come da tradizione del finanziere capitolino.
I capitali freschi andranno con ogni probabilità a ridurre parzialmente il debito, che ammonta a circa 230 milioni (2012), comunque in contrazione sui 272,5 del penultimo esercizio, per un incoraggiante -15,6 per cento. I dettagli dell'Ipo, nel momento in cui stiamo scrivendo, non sono ancora noti: per ora è certo che i global coordinator dell'operazione sono pezzi da novanta come Goldman Sachs, Merill Lynch e Mediobanca, mentre il ruolo di advisor è stato assegnato congiuntamente a Lazard e Claudio Costamagna. Non si hanno ad oggi news sulla
Ma le novità in casa del galletto non sono finite. Risistemato il motore, lucidata la carrozzeria, si è passati a riorganizzare la sala dei bottoni: Luciano Santel a settembre ha lasciato il suo incarico da amministratore delegato di Stefanel per assumere quello di chief corporate officer di Moncler e avrà le responsabilità di tutte le funzioni di staff, in particolare finanza, human resources e retail, mentre Sergio Buongiovanni, da amministratore delegato del gruppo entrerà nel board della capogruppo per affiancare il presidente Remo Ruffini nelle principali scelte strategiche future. Sistemata la plancia di comando, manca solo il passaggio in Borsa, che non sembra avere il fine diretto di finanziare la crescita, perché a vedere i numeri l'azienda genera cassa sufficiente e abbondante per lo sviluppo (la divisione Moncler segna nel 2012 161,5 milioni di Ebitda con un + 41% sul 2011) e nei progetti del management c'è decisione, ma anche prudenza nella crescita del retail proprio per non andare a intaccare la qualità e l'esclusività del marchio.
quantità del flottante, che però dovrebbe essere intorno al 30%, con un parziale disimpegno degli attuali azionisti finanziari, i quali dovrebbero comunque rimanere tutti nell'azionariato, mentre pare sicuro che il patron Ruffini non scenderà rispetto alla sua attuale quota. Uno dei temi centrali per stabilire le condizioni della quotazione sarà senza dubbio il futuro della società e il suo potenziale, anche rispetto alla sua capacità di continuare a crescere con i ritmi del suo recente passato. La scelta della globalizzazione della distribuzione, puntando sul segmento luxury e sulla vendita diretta, sta dando ottimi e abbondanti frutti, in linea con due big del settore come Prada e Ferragamo, che regalano grandi soddisfazioni in Borsa. Detto questo, ci sono ragioni per credere che ai risultati più che soddisfacenti nell'immediato seguiranno belle notizie in futuro, soprattutto per le potenzialità dei mercati russi e asiatici dove i piumini del galletto guardano sempre con maggiore interesse.
Fonte aziendale * Nel 2012 Moncler spa era divisa in Divisione Moncler e Divisione altri marchi, poi trasformata in una società e venduta questo autunno.
Honorè, mentre in giugno è stato battezzato il flagship store di Milano in via Montenapoleone. Giusto per capirsi, stando nelle città di casa nostra il piumino col galletto ha insegne a Roma in Piazza di Spagna, a Milano in via della Spiga, Forte dei Marmi, Torino, in centro a due passi dal Museo Egizio, Napoli in zona Palazzo Reale e Padova nel centro storico, mentre fuori target, ma di rappresentanza, è il punto vendita di Roma Fiumicino. Andando all'estero e soprattutto nei paesi emergenti la presenza negli shopping mall, i templi del luxory in quei paesi, aumenta e le aree in cui il marchio punta a rafforzarsi sono la Russia, il Giappone, la Cina e gli Stati Uniti (quasi 50 milioni di giro d'affari lo scorso esercizio, il 10% sul globale con un notevole + 65% sul 2011), dove il galletto è presente con 6 punti vendita nelle principali città: New York (2), Los Angeles, Chicago, Miami e, giusto per non smentirsi, nell'alpina Aspen. A testimonianza dello sviluppo del canale retail ci sono i numeri dello scorso esercizio, dove la divisione Moncler chiude per la prima volta con il superamento del canale retail (51,4% del giro d'affari) rispetto al wholesale che pesava per il 62% l'anno precedente. Ma è incredibile la crescita dei monomarca (21,5 milioni di investimenti nel 2012 a fronte dei soli 1,7 nel wholesale) con i suoi 113,4 milioni in più sul 2011, ovvero un pesante +82,2% a fronte di un aumento del giro d'affari complessivo del 34,5% e dell'apertura di 22 punti vendita complessivi nell'anno: il network quindi
26 retail&food - dicembre 2013
aumenta la sua diffusione, ma anche i singoli negozi migliorano le proprie performance (in parte anche grazie all'incremento medio delle dimensioni), il tutto mentre aumenta il volume di vendite del marchio, con margini di crescita non indifferenti perché alcune zone come l'area ex sovietica o il Sud America sono ancora tutte da scoprire a livello di punti vendita. Da segnalare, poi, la differenziazione delle collezioni, tutte rigorosamente nel segmento del lusso, con la Main, la collezione più conosciuta e diffusa, la Grenoble, la più “tecnica”, le Gamme Bleu e Rouge, le più fashion con alto contenuto stilistico e trendy, e gli special projes con i design innovativi.
Facce nuove per l'ingresso in Piazza Affari
Ma non c'è stata solo la crescita della rete di vendita diretta o l'implementazione dell'offerta delle linee di prodotti dall'ultima IPO in Piazza Affari. Remo Ruffini ha rinforzato la sua compagine societaria dall'ingresso del private equity transalpino: le sue
David Montorsi
Taglio nastro
Grotte Center , AVANTI GLI ALFIERI Realizzato dove prima sorgeva uno storico Emmezeta-Conforama, il nuovo centro commerciale di Camerano (AN) ha aperto i battenti lo scorso giugno, facendo leva sull'attrattività delle medie-superfici: Decathlon e H&M su tutte. A Jones Lang LaSalle l’incarico di completare l'offerta commerciale. Di Prelios Integra, invece, la gestione
P
residiato lo scacchiere del fashion con le pedine più importanti, le prossime mosse puntano a coprire il segmento dei servizi con piccole unità dedicate. Ma non mancheranno ulteriori aperture di grande dimensione a tema casa e intrattenimento, più un’ulteriore àncora di abbigliamento. La sfida del nuovo centro commerciale Grotte Center di Camerano (AN), collegato a un preesistente ipermercato Carrefour, si gioca anche con il vicino Auchan: una partita tutta francese ai piedi del Conero. Aperto il 5 giugno (e visitato da r&f lo scorso 8 novembre), lo shopping center marchigiano vive una fase di work in progress, in cui appaiono tutte le potenzialità della struttura: alcune già espresse, con l’apertura di quasi tutti gli anchor store e di alcune piccole superfici di forte appeal, che costituiscono l’offerta fashion del centro, della piazza di ristorazione ed, esternamente, di Decathlon; altre ancora sulla carta, ma già in avanzata trattativa, per allocare le ultime due medie superfici retail, una grande unità di intrattenimento e una quindicina di negozi di vicinato. Una volta completato il tenant mix, il
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complesso commerciale potrà sfruttare una galleria di 18mila mq di gla su un unico livello per circa 42 shop oltre a 6 medie superfici e una grande struttura di vendita al piano terreno, a cui si aggiungeranno una pista di pattinaggio da 1.000 mq e una palestra da 1.500 mq al
piano superiore. La location, lungo la SS 16 Adriatica, è facilmente raggiungibile dall’uscita Ancona Sud-Osimo dell’autostrada A14 e garantisce un bacino di consumatori composto non solo dai residenti ma anche, soprattutto nei mesi estivi, dai villeggianti italiani e stranieri
che frequentano le località balneari della Riviera del Conero. Tradotta in numeri la catchment area conta 223mila abitanti nell’isocrona dei 15 minuti, di cui 27mila nei 5 e 131mila nei 10 minuti: nel centro possono trovare un parcheggio di 1.500 unità. Protagonisti dell’iniziativa immobi-
Indice di innovazione Architetto, Alessandro Stroligo Associate Director di Chapman Taylor Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca Redazione r&f (Andrea Penazzi) liare commerciale sono Olinda, Fondo Shops, Prelios SGR, Prelios Integra e Jons Lang LaSalle, rispettivamente proprietario, gestore del fondo, gestore e commercializzatore del centro.
C’era una volta…
Il mercato del retail, nonostante la crisi, conserva nel proprio DNA la capacità di rigenerarsi adattandosi alle mutevoli
Il progetto in pillole Apertura
5 giugno 2013
Investimento N.D. Proprietà Olinda Fondo ShopS GESTORE DEL FONDO PRELIOS SGR Gestione Prelios Integra Jones Lang LaSalle Commercializzazione Località Camerano (AN) Extraurbana Localizzazione Tipologia Centro commerciale Gla 18mila mq (escluso ipermercato) Parcheggi 1.500 GRANDI SUPERFICI 1 6 Medie superfici Totale unità 42 Ipermercato Carrefour
6,1 5,5 6 6,5 6,5
esigenze del territorio, creando soluzioni ad hoc che incontrano le energie provenienti da imprenditori locali e non. È il caso di Grotte Center, che sorge all’interno dello stabile condotto sino al 2009 da Conforama con lo storico marchio Emmezeta. L’annuncio della chiusura del maxi punto vendita Emmezeta è ancora visibile sul web, ed è datato 17 dicembre 2008. Da allora molto è cambiato, tranne la proprietà dell’immobile, che dal 2004 è in capo a Olinda Fondo Shops. La rinuncia del conduttore ha posto le premesse per ripensare la tipologia di offerta commerciale da inserire nella struttura, che vedeva la presenza di Carrefour nel medesimo plesso. Quest’ultimo è proprietario dello stabile in cui è inserito. La contiguità con l’ipermercato è stata una delle ragioni che ha portato nel 2010 alla progettazione di un centro commerciale, collegato all’ancora alimentare tramite un varco preesistente ai tempi chiuso da una griglia. La ristrutturazione è durata un paio d’anni, dal 2011 al 2013, e ha riguardato non solo la ridefinizione degli spazi
interni, suddivisi per ospitare un unico player, ma anche tutti gli impianti. Si è resa necessaria, inoltre, la ricostruzione di una parte dell’immobile, perché non rispondeva più a determinati requisiti. Nel frattempo, parallelamente all’evoluzione del cantiere, è stata avviata la commercializzazione delle unità retail, affidata alla multinazionale Jones Lang LaSalle.
Al taglio del nastro con fashion&food
Con il taglio del nastro ha preso definitivamente corpo l’attività gestionale, in capo a Prelios Integra, e si sono creati circa 250 nuovi posti di lavoro, escluso l’ipermercato. Da giugno l’offerta commerciale vede operativi una trentina di operatori. Tra questi spicca l’unico Decathlon dell’anconetano, forte di una location da 4.000 mq di gla con un ingresso indipendente, collocato sul lato sinistro dello stabile. Internamente alla galleria, invece, si fanno notare i 1.750 mq di gla a insegna H&M, che includono tutta la gamma prodotto del retailer con soluzioni donna, uomo e bambino.
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29 29
Taglio nastro
Le altre medie superfici sono Terranova (1.009 mq di gla), Solaris (1.100 mq di gla) e Bata (580 mq di gla). Ma i nomi di spicco non finiscono qua: tra le unità cosiddette di vicinato ci sono quelle di Gruppo Miroglio, presente con due punti vendita posti l’uno davanti all’altro a marchio Mötivi e Oltre, e ancora Yamamay, Carpisa, Swarovski, OpenGames e il formato di libreria InMondadori. Particolare attenzione è stata rivolta al segmento bambino, presidiato da Original Marines e Z Generation, cui fanno contorno numerose attività di intrattenimento. La quota degli operatori locali, sul fronte non food, spazia dalla profumeria Galeazzi all’ottica low cost B&M Optikal, sino alla già citata Solaris, che conta nella Marche sei degli otto punti vendita. Questo store propone soluzioni di fashion e sportsware, con un angolo dedicato all’abbigliamento tecnico sportivo. Considerata una vera e propria àncora del centro, la piazza della ristorazione si articola su un migliaio di mq nel mezzo della galleria. Al suo interno si trovano la formula bar/pizzeria al taglio/self-service di Sarni, la gastronomia Bottega dei Sa-
pori, la gelateria Panna e Cioccolato e la particolare caffetteria Wow!. Su un lato è posto un maxi schermo per la visione di eventi e comunicazioni. Sul fronte gestionale l’obiettivo è quello di radicare il nuovo shopping center al territorio locale, in primis con operazioni di co-marketing che vedono collaborazioni in essere con il Comune di Camerano (che ha in gestione l’area di pattinaggio) e con la Riviera del Conero. La complementarietà dell’offerta con Carrefour ha indotto, da subito, a rendere comunicanti l’ipermercato e il centro commerciale e lascia intravedere sinergie di costo per iniziative di comunicazione.
Anche sul fronte dell’estetica ci sono prospettive comuni: per esempio le luminarie natalizie esterne saranno uguali per àncora alimentare, shopping center e Decathlon.
Obiettivo entertaiment e casa, ma non solo…
Al momento il centro commerciale Grotte Center sfrutta solo parzialmente il proprio potenziale, con una prospettiva di lavorare a pieno regime entro la primavera del 2014. Come già citato, infatti, mancano all'appello un paio di medie superfici e una quindicina di punti vendita di piccole dimensioni. Ma solo
CoMMENTO
VALUTAZIONE
Struttura e design
Un punto in più, già attribuito, per l'importante lavoro di restyling e adeguamento dell'edificio.
Accesso e parcheggio
La visibilità dalla SS Adriatica è una certezza di flussi. Il parcheggio è di misura.
Offerta commerciale
Un punto o due in più, da aggiungere, se si centreranno gli obiettivi!
Spazi comuni e attrattive
La piazza principale, con la ristorazione a regime, è adatta agli eventi. Palestra e pattinaggio saranno il valore aggiunto permanente.
indice valutazione a cura di r&f:
= migliorabile = sufficiente = apprezzabile = molto buono = ottimo 30 retail&food - dicembre 2013
é éé
sei, tuttavia, sono le unità non definite, mentre una decina di locali rientrano tra gli opening soon. Sul tavolo di JLL si lavora per inserire una media superficie dedicata al mondo della casa, un'altra media struttura di abbigliamento e una soluzione dedicata all'intrattenimento per bambini. Al piano superiore saranno presenti l'area fitness e la pista di pattinaggio. Guardando alle piccole unità, a stretto giro apriranno un’insegna di abbigliamento uomo, un’altra unità di telefonia e due punti di ristorazione: una piadineria e un american fast food. Queste due formule andranno a completare l’offerta della foodcourt, rispetto a cui si sta ragionando per allungare l'orario di attività oltre la cena, magari in occasione di serate a tema. Così studiata, l’offerta del Grotte Center è divisa in tre anime: quella centrale è dedicata alla ristorazione, sulla sinistra quella fashion e sulla destra l’area destinata al mondo della casa e alle attività affini. In questo modo si cerca di equilibrare i flussi in entrata su tutti e tre gli ingressi, compreso quello che collega l’ipermercato. L’apertura di Grotte Center ha confermato le attese sinergie con il vicino Ipermercato Carrefour. A. P.
Long life
Le Befane e il frutto proibito
L’ingresso dell’Apple Store, lo scorso giugno, rappresenta un ulteriore tassello di un mix commerciale di caratura internazionale. Punto di riferimento nel bacino di Rimini dal 2005, lo shopping center Le Befane sviluppa su una gla di 52mila mq un’offerta di circa 130 unità, full let
S
iamo lontani dai giochi di Borsa, che hanno visto a fine ottobre il calo del titolo di Cupertino a causa della diminuzione, per il terzo trimestre consecutivo, dell’utile netto (parliamo comunque di 7,5 miliardi di dollari nel quarto trimestre di esercizio fiscale). E siamo ancora più lontani dal possibile sorpasso in Italia del sistema operativo per smartphone di Microsoft (per Nokia) su iOS7. Guardando alla folla radunata al centro commerciale Le Befane di Rimini nel giorno dell’apertura dell’Apple Store, lo scorso 3 agosto, e
32 retail&food - dicembre 2013
ancora in occasione della presentazione dell’iPhone 5S, non possiamo che constatare il grande traino commerciale e mediatico che il nuovo flagship della Mela garantisce allo shopping center romagnolo. E chi volesse ulteriori prove può trovarle sul web, dove è ancora rintracciabile il tam tam dei mesi primaverili, sempre più isterico e febbrile con l’avvicinarsi dell’opening. Partiamo dunque dalla cronaca recente per introdurre Le Befane: il decimo centro commerciale analizzato nella rubrica Long Life, che con il numero
di dicembre completa il primo anno di pubblicazione. Per l’occasione abbiamo incontrato nella sede milanese di CBRE, società di gestione e di commercializzazione, Davide Baraldi ed Enrico Barozzi, rispettivamente property manager e senior leasor della multinazionale, coinvolti in prima persona sul progetto. Con i due professionisti abbiamo parlato della progressiva affermazione di Le Befane nel bacino di riferimento, stimato in 880mila residenti nell’isocrona di 45 minuti, ai quali vanno aggiunti i milioni
di turisti che ogni anno scelgono la Romagna per trascorrere le ferie estive. Questi fattori, sommati, hanno portato i flussi a quota 7,5 milioni nel 2006, che sono diventati 8,3 milioni nel 2012, mentre il fatturato, al netto dell’IVA e dell’ipermercato, si attesta sui 125 milioni di euro (+28% dal 2006 al 2012), con la ristorazione che incide in modo costante per il 5,4 per cento. «Dopo una diffidenza iniziale, i riminesi hanno adottato questa struttura che ben presto è divenuta una nuova piazza per la città dove incontrarsi, fare shopping
Il progetto in pillole Primo gestore Gestore attuale
Espansione Commerciale, divenuta CBRE SRL CBRE SRL Nisa Srl (società veicolo di Proprietà iniziale Credit Suisse e Commercianti Indipendenti Associati) direttore Massimo Bobbo Data di apertura 22 novembre 2005 N.D. Investimento iniziale Gla 52.000 Mq Numero iniziale di punti vendita (piccole, medie, grandi superfici) 130 Numero attuale di punti vendita (piccole, medie, grandi superfici) 127 Ancora alimentare/gla lorda E.leclerc/16.000 mq Numero di medie superfici 11 Numero di unità di ristorazione 14 intrattenimento Multiplex e Admiral Club Numero di visitatori iniziale circa 7,5 milioni Numero di visitatori attuale circa 8,3 milioni Fatturato del centro commerciale 125 milioni di euro, netto IVA (esclusa ancora alimentare anno 2012) Posti auto 3.500 Classe energetica/certificazione Leed e
e divertirsi – ci hanno raccontato i due manager di CBRE –. L’ubicazione a fianco della strada statale, ma a soli 4 km dal cuore di Rimini, rende il centro Le Befane facilmente raggiungibile: in estate i turisti possono arrivarci dalla spiaggia in 10/15 minuti di passeggiata, usufruendo del sottopasso pedonale/ ciclabile che bypassa la SS 16, o utilizzando il servizio di bus-navetta gratuito. Eventi, mostre, incontri e spettacoli, in aggiunta a un’offerta molto ampia, lo rendono un punto di riferimento irrinunciabile». La proprietà
del centro commerciale, sin dal 2005, anno dell’apertura, è Nisa Srl (società veicolo di Credit Suisse e Commercianti Indipendenti associati, proprietari dell’Ipermercato).
Un ricco pallottoliere
Partiamo dai numeri. Forte di una gla di 52mila mq distribuita su due livelli, il centro commerciale Le Befane vanta un’offerta di 130 punti vendita, tra cui un’ancora alimentare di 16mila mq di gla (10mila mq di vendita) a insegna E.Lecrerc/Conad, posta al
piano terreno. La medie superfici sono ben 11, dislocate su entrambi i livelli con una logica prevalenza in quello -1 per bilanciare i flussi. Con i suoi 14 locali, anche la ristorazione è ampia e articolata: concentrata al piano terreno con la formula della foodcourt; di servizio al livello sottostante con ulteriori tre locali. L’offerta si arricchisce e si completa con due formule di intrattenimento: il Multiplex Le Befane, direttamente collegato alla foodcourt, e l’adiacente sala giochi/casinò Admiral Club, da 465 metri quadrati. Quest’ultima, «che inizialmente era formata da giochi per bambini e poche slot-machine – ci spiegano – è diventata un importante punto Video Lottery con immagine medio alta». Gli ingressi complessivamente sono cinque, le rampe di tappeti mobili tre, i gruppi di ascensori due, cosi come le scale pedonali, e 3.500 sono i posti auto. Al momento della nostra intervista, a fine ottobre, tutti i locali erano affittati, con la previsione di apertura di un brand internazionale su un’unità di 130 mq lordi. Tutti i contratti di affitto sono di 5 o di 7 anni per le unità di piccole dimensioni e mediamente di 12 anni per quelle di medie e grandi metrature.
Arriva Apple (e Hollister), cresce l’appeal
Ancora non valutabili sotto il profilo dei flussi, in quanto sono trascorsi pochi mesi dalla loro apertura, i nuovi punti di Apple e Hollister costituiscono un salto di qualità nella percezione della galleria da parte del consumatore e degli
addetti ai lavori. Ma le basi su cui poggia Le Befane di Rimini sono ben salde sin dal 2005: il turnover è stato limitato e tutte le medie superfici sono rimaste. Da segnalare, sul fronte dei cosiddetti anchor store, la doppia operazione che ha interessato Piazza Italia e Cisalfa, portando alla nascita dell’Apple Store, e lo spostamento di Benetton nell’unità prima occupata da Co.Import, che ha permesso l’ingresso di Hollister. La prima operazione ha visto un periodo di gestazione di circa un anno e mezzo, da quando, cioè, ci sono stati i primi contatti tra CBRE (per conto della proprietà) e Apple sino all’apertura. In questa lunga fase, ci spiegano Davide Baraldi ed Enrico Barozzi, si è individuata la possibile location dell’Apple Store, che oggi insiste per quasi 1.000 mq su una porzione di spazio occupato precedentemente da Piazza Italia e Cisalfa, ai quali è stato chiesto in fase di rinnovo di contratto di adattare il format a una metratura leggermente inferiore. I lavori per la creazione della nuova unità sono partiti dopo la fine dei saldi invernali del 2013 e hanno comportato la chiusura di Piazza Italia e Cisalfa, in tempi alterni, rispettivamente di due e un mese. Una volta creato il nuovo perimetro si è proceduto a realizzare un “contenitore” che rispondesse alle necessità di Apple. Diverso, ma altrettanto interessante, è stato il secondo caso: lo scorso anno il negozio di Benetton è stato spostato nell’unità ex Co.Import, leggermente più piccola, e laddove operava prima il marchio di abbigliamento è entrato Hollister.
retail&food - dicembre 2013
33
Long life dell’attività, per cui si parla anche di rinnovo dei negozi. Alcune insegne portano avanti questo lavoro in modo autonomo, altre invece vanno sollecitate. Prossimamente, ad esempio, saranno ammodernati tre o quattro locali».
Complessivamente le medie superfici, oltre alle già citate Piazza Italia, Cisalfa, Apple Store, Benetton e Hollister, annoverano Marco Polo (3.500 mq), Pittarello, Zara, Terranova e Pull&Bear. Sia le piccole che le medie unità sono interessate a un periodico restyling del layout: «con la scadenza dei contratti, quindi dopo 5 o 7 anni – continuano i manager di CBRE –, è tempo di valutare insieme ai retailer l’andamento
Foodcourt per tutte le ore
Di supporto alla galleria dalla mattina al pomeriggio, funzionale al cinema nella fascia serale: la foodcourt è attiva tutti i giorni (così come l’intero centro
commerciale) ed è al servizio della clientela sino all’ultimo spettacolo del multisala, quindi almeno sino a mezzanotte. A permettere una fascia oraria più elastica e autonoma rispetto ai negozi è la location: al piano terreno, di collegamento tra il mall e il cinema, con un ingresso dedicato. Come per il segmento non food, così nelle piazza della ristorazione il turnover è stato limitato. Da segnalare l’apertura, nel corso del tempo, da parte di Old APERTURA LE BEFANE 2005
Player per le fasce isocrone della localizzazione (Accessibilità: 20 minuti, con autostrade, traffico medio) Fasce isocrone
Superficie Distanza (mq) (minuti)
Format
Insegna
Provincia
Comune
Indirizzo
Centro Commerciale
I MALATESTA
RN
RIMINI
Via Emilia 150 - Loc. Fiera
Anno apertura
00' - 05' 05' - 10' 16.232
8,0
2005
10' - 15' Centro Commerciale
PERLAVERDE
RN
RICCIONE
Viale Enrico Berlinguer ang. ViaFiesole
5.000
11,8
2010
Factory Outlet
SAN MARINO FACTORY OUTLET
RSM
SAN MARINO
Strada dei Censiti 1 - Loc. Falciano
8.000
13,3
1999
Centro Commerciale
LA FORNACE
RN
SANTARCANGELO DI ROMAGNA
Via Andrea Costa 8
2.540
15,4
1991
Centro Commerciale
ATLANTE
RSM
SAN MARINO
Via 3 Settembre n. 17 - Loc. Dogana
14.000
15,8
/
Centro Commerciale
AZZURRO
RSM
SAN MARINO
Via Marino Moretti 23 - Loc Serravalle
10.384
16,8
1999
Centro Commerciale
DIAMANTE
RN
CATTOLICA
Via A. Cabral 40
5.070
17,1
1995
Factory Outlet
FASHION OUTLET RUBICONE
FC
SAVIGNANO SUL RUBICONE
Piazza Trattati di Roma 1
6.000
19,7
2008
15' - 20'
Fasce isocrone Wild West laddove prima sorgeva la Fasce isocrone
00 - 05 minuti biglietteria, occupando una superficie di 00 - 05 minuti 05 - 10 minuti tutto rispetto. La steakhouse è l’unico 05 - 10 minuti 10 - 15 minuti locale a vantare sedute indipendenti, 10 - 15 minuti 15 - 20 minuti 15 - 20 minuti brandizzate, mentre tutti gli altri si
Bellaria-Igea Marina
Bellaria-Igea Marina
Gambettola Gatteo
San Mauro Pascoli
San Mauro Pascoli Savignano sul Rubicone
Savignano sul Rubicone
Longiano
1
no
1
1
1
RIMINI
RIMINI
Poggio Berni
Borghi
Materiale fornito da Sincron Inova, www.sincron-inova.it
Santarcangelo di Romagna
Santarcangelo di Romagna
Roncofreddo
Poggio Berni
Borghi
Players
LE BEFANE LE BEFANE
Gambettola Gatteo
appoggiano a quelle comuni. Altro fattore di interesse è il potenziamento dell’offerta da parte di alcuni operatori: Strutture precedenti all’apertura Strutture precedenti all’apertura tra tutti spicca il caso di Fratelli La Bufala, 1 LA FORNACE 1 LA FORNACE 2 ATLANTE che ha affiancato al classico ristorante/ 2 ATLANTE3 AZZURRO pizzeria un Chiquita Fruit Bar, di cui il 3 AZZURRO 4 DIAMANTE gruppo partenopeo è licenziatario. 4 DIAMANTE SAN MARINO FACTORY OUTLET L’esperienza di consumo è condita dalla SAN MARINO FACTORY OUTLET possibilità di assistere a grandi eventi Strutture successive all’apertura 1 I MALATESTA (oltre a comunicazioni varie) attraverso Strutture successive all’apertura 2 PERLAVERDE 1 I MALATESTA un maxi schermo e led e dal libero 2 PERLAVERDE FASHION OUTLET RUBICONEutilizzo di internet con rete wi-fi. A livello di centro commerciale la FASHION OUTLET RUBICONE ristorazione è aumentata con la creazione di una area foodcourt dell’ipermercato E.Leclerc Conad, fruibile anche al di qua della barriera Riccione casse, dalla Cremeria Antichi Sapori di 2 Conad, da La Bottega del Caffè e dalla Misano Adriatico recente apertura de La Piadineria: tutte Misano Adriatico unità distribuite «strategicamente» nella Gabicce Mare Cattolica galleria. Players
Riccione
2
Torriana
Verucchio Torriana
2 3
Verucchio
2 3
Coriano
Cattolica
Coriano
4 SAN MARINO
SAN MARINO
34 retail&food - dicembre 2013
San Clemente
San Clemente
Gabicce Mare
4
Futuro a piccoli passi
San Giovanni in Marignano
San Giovanni in Marignano
Gradara
Gradara
La politica dei piccoli passi (ma importanti) sembra pagare, perché il centro commerciale Le Befane ha saputo rinnovarsi nel tempo con selezionate
dall’apertura, saranno tutte digitalizzate entro dicembre. È pianificato, per il prossimo anno, il lancio della fidelity card.
Bacino d’utenza… nell’orbita di Titano
aperture di qualità, crescendo sia nei flussi che nei fatturati. Non sono quindi previsti significativi interventi strutturali, né in termini di ampliamento né di restyling. Sul primo fronte, in ogni caso, ci sono le aree per uno sviluppo futuro. Sul secondo, invece,
si annovera il progetto di rifacimento dei bagni, che sarà attuato in breve tempo, mentre quello di installare un impianto fotovoltaico di quasi 1 MW nei parcheggi è stato congelato a fronte dei continui cambiamenti, peggiorativi, degli incentivi statali. La forte presenza
di luce naturale mantiene bassi i costi di gestione, che si attestano sui 60 euro al metro quadro, per cui anche l’impianto illuminante non sarà modificato. Novità significative riguardano il Multiplex: le 12 sale, di cui alcune dotate di tecnologia digitale 3D fin
INQUADRAMENTO TERRITORIALE
Variabili socio-demografiche
Comune RIMINI
Provincia RIMINI
Regione EMILIA-ROMAGNA
Italia
Abitanti (n.) Famiglie (n.) Componenti medi della famiglia (n)
139.601 60.181 2,32
321.769 135.710 2,37
4.342.135 1.917.014 2,27
59.433.744 24.617.976 2,41
Femmine (%) Maschi (%) Stranieri (%)
52,5 47,5 9,8
51,8 48,2 9,1
51,7 48,3 10,4
51,6 48,4 6,8
Meno di 25 anni (%) Piu' di 64 anni (%) Eta' media (anni)
22,1 22,7 44,6
22,7 21,3 43,8
21,7 22,9 44,8
24,0 20,8 43,3
Forze lavoro (%) Non forze lavoro (%) Tasso disoccupazione
46,2 53,8 7,9
46,3 53,7 7,6
47,1 52,9 5,7
41,6 58,4 8,4
Auto per abitante (n.) Auto > 2000cc per abitante (n.)
0,635 0,048
0,634 0,047
0,631 0,051
0,624 0,044
Numero Indice Reddito (NIR) Numero Indice Consumo (NIC)
123 123
116 118
120 122
100 100
Nonostante la catchment area di Le Befane arrivi concretamente sino a 45 minuti, nella nostra analisi consideriamo come sempre l’isocrona dei 20 minuti di percorrenza automobilistica, con condizioni di traffico medie, e analizziamo i dati della popolazione residente e dei competitor forniti da Sincron Inova. Il bacino in termini di residenti abbraccia nella fascia dei 5 e dei 10 minuti l’intero comune di Rimini (quasi 140mila abitanti), mentre nei 20 minuti si estende nella provincia (circa 321mila abitanti), lungo la costa e in parte dell’entroterra, toccando da nord a sud Igea Marina e Cattolica. Quindi focalizziamo l’analisi su entrambi gli ambiti territoriali. Dal punto di vista socio-demografico, rispetto alla media nazionale, emergono diversi valori. Tra questi, la percentuale di stranieri a Rimini e provincia, che è superiore di circa 3 punti (rispettivamente 9,8% e 9,1% contro 6,8 per cento). Il tenore di vita nel bacino è alimentato dall’elevato dato sulle forze lavoro, 46,2% e 46,3% contro il 41,6% nazionale, mentre il tasso di disoccupazione è abbastanza in linea con quello nazionale, 7,9% e 7,6% contro 8,4 per cento. Elevati sono anche il Numero Indice Reddito e il Numero Indice Consumo del capoluogo, entrambi a quota 123, fatto 100 il dato del Belpaese. Sulla soglia di 116 e 118 sono il Nir e il Nic della provincia di Rimini. La valutazione dell’area competitiva nell’isocrona dei 20 minuti evidenzia tre complessi retail superiori ai 10mila mq di gla, ma tuttavia non paragonabili per dimensione a Le Befane. Il competitor più importante, a nostro avviso, è costituito per alcune tipologie merceologiche dalla vicina Repubblica di San Marino, con il suo differente regime fiscale, che al suo interno ospita oltre a svariati spacci aziendali anche due centri commerciali (Atlante e Azzurro) e un Foc (San Marino Factory Outlet). Tuttavia il Monte Titano rappresenta una destinazione turistica di forte impatto, in grado di richiamare dalla costa ma anche di riversare sulla costa un ingente flusso di viaggiatori, tra cui stranieri ad alta capacità di spesa. Basti guardare il parco macchine ai piedi dei castelli per verificarlo. Andrea Penazzi
retail&food - dicembre 2013
35
Dossier aeroporti
Marseille-Provence, la rivincita del Midi
Il primo scalo della Francia del Sud ha esorcizzato lo spettro della TGV grazie alla nuova base di Air France e a un inedito mix aviation, con tanta Europa point-to-point. All’interno della struttura, un’offerta commerciale completamente rivoluzionata targata Autogrill e Relay (Lagardére Services)
T
re ore e otto minuti di percorrenza, senza check-in, controlli di sicurezza e gli spostamenti del caso sull’asse aeroporto-centro città: l’era dell’alta velocità ferroviaria ha a tal punto avvicinato Parigi al Mediterraneo che negli anni Novanta da più parti si è intonato il De Profundis per l’hub del Midi, l’aeroporto di Marseille-Provence (mp). Con qualche anno di anticipo rispetto a Linate, l’ombelico del Mezzogiorno di Francia, posto a metà
36 retail&food - dicembre 2013
strada tra Marsiglia ed Aix-en-Provence, subiva infatti lo scippo della sua tratta-navetta a tutto vantaggio del TGV e incominciava un cammino nel deserto alla ricerca di un nuovo ruolo a cavallo tra Europa e Africa. A vent’anni di distanza, i numeri del 2012 certificano un percorso di affrancamento culminato con l’exploit del traffico commerciale dell’anno passato, lievitato a quota 8.295.479 passeggeri, per una crescita anno su anno del 12,7 percento. «Si
tratta della quarta progressione di tappa più sostenuta tra i primi 80 scali d’Europa (preceduta solo da Bucarest, Istanbul e Mosca). Una robusta addizione che, a fronte di un milione di passeggeri in più, ha confermato la nostra quinta posizione nel network francese, ormai a poche migliaia di transiti di distanza da Lione», sottolinea Pascale Delaplace, responsabile dello sviluppo commerciale di Marseille-Provence. Tale risultato si compone della
collaborazione di più fattori, che trovano il loro epicentro in una nuova strategia commerciale aviation. Perso in larga parte il centro, lo scalo ha puntato a collegare la periferia (di Francia) e ad aggiungere un’agguerrita selezione di destinazioni europee point-to-point; il tutto tenendo in cascina il tesoretto dei voli per l’Africa, Maghreb in testa. Ciò ha portato, in primo luogo, allo sviluppo di un T2 votato alle sole low cost, con Ryanair dominus
incontrastato a trasportare ormai 1,5 milioni di passeggeri; quindi alla decisione di Air France di puntare su Marseille-Provence quale seconda base operativa nazionale con 30 destinazioni dirette. Risultato? La compagnia di bandiera transalpina è decollata anno su anno del 23% con 3,2 milioni di biglietti emessi, 600mila dei quali sicuramente ascrivibili all’effetto base. L’evoluzione del traffico fotografa un irreversibile mutamento di pelle, con Parigi e la Corsica in contrazione, una robusta iniezione di Nord Africa (186mila passeggeri extra), e oltre 800mila ticket, più o meno equamente divisi, che portano in Europa e nel resto di Francia. L’imperativo categorico è oggi quello di consolidare tale ruolo, a maggior ragione beneficiando del gradito effetto one shot della dimensione di Marsiglia quale capitale europea della cultura per il 2013, un’occasione irripetibile per la metropoli del Midi per rifarsi il trucco. Che si parli del nuovo polo museale del Muceum, delle centinaia di stanze in più dell’offerta alberghiera o dei 250 esercizi commerciali che vedranno la luce entro l’anno prossimo nell’area portuale. Una nuova shopping experience L’aviostazione, nel frattempo, ha provveduto a indossare il vestito nuovo, commercialmente parlando. Su input della Chambre de Commerce et d’Industrie Marseille-Provence, che gestisce la struttura dal 1934 ed è ormai prossima alla scadenza dell’ultima concessione trentennale (2017), mp ha deciso di ridisegnare per tappe la shopping experience di
scalo, a partire dal Terminal 1, casa di tutti i carrier, eccezion fatta per le formule low cost. Prodromica a tale progetto la scelta maturata nel 2011 di vincolarsi a due big di settore con contratti di grande respiro: in primis, per quel che concerne l’offerta food & beverage con Autogrill France, al secondo ingaggio in esclusiva dopo quello del 2004 nell’unico scalo presidiato in terra di Francia, per una subconcessione decennale; quindi con Relay (Lagardère Services), per l’ABC dell’offerta travel retail, con un vincolo della durata di 6 anni. Il risultato è ormai sotto gli occhi di ogni viaggiatore munito di titolo di viaggio per passare dall’area landside a quella sterile: grazie ad un investimento complessivo di circa 7 milioni di euro, la struttura offre un portfolio complessivo di 30 vetrine commerciali, vuoi ripensate o radicalmente trasformate, su una superficie commerciale totale di 4.700 mq capace di far lievitare lo scontrino medio per passeggero. Solo nel 2013 si comincerà a sentire a bilancio tutto il peso specifico di un simile investimento, ma già dalla prime rilevazioni si può stimare una crescita del 30% delle vendite di food & beverage e del 25% di travel retail, con una customer satisfaction che cresce dell’11,5 per cento. Iniziamo il nostro tour di scalo con la Hall 1, spazio d’impatto monumentale in una struttura di forte sapore marittimo e dal fascino retrò. Sotto un soffitto azzurro a cassettoni che tutto abbraccia, il flusso naturale del traffico ci porta nel bel mezzo dell’offerta quick service fronte landside. A sinistra, ospitati in
modo sinergico dal muro portante, e pertanto quanto mai minimal, fanno sfoggio di sé Burger King e Brioche Dorée. La casa del Whopper, in particolare, vanta diverse peculiarità: in primo luogo si tratta del primo flagship in terra di Francia del colosso di Miami in occasione del suo secondo tentativo d’approdo a Parigi e dintorni, dopo quello abortito del 1987, nonché di meta per devoti e curiosi con una catchment area che va ben oltre quella dello scalo: «Il suo taglio nastro non è stato semplicemente un evento estemporaneo di richiamo per il territorio: ancor oggi è il best performer delle vendite food di scalo con un forte contributo di clienti che non volano (40% a pranzo e 70% a cena). Più in generale, il mix di formule che abbiamo progettato per la struttura è frutto di un’ampia indagine di mercato sui desiderata della clientela di scalo. E come tale nasce per rispondere a profili diversi, tra chi viaggia per affari e chi per piacere, per non parlare di chi lavora all’aeroporto, con una buona miscela di formule in house e brand in franchising. Tra le linee guida che abbiamo fatto nostre, il tema del territorio e un’offerta che contemplasse prodotti freschi e sani», spiega Laure Vincent, F&B Europe marketing strategy and communication director di Autogrill. Per l’occasione, poi, niente pannelli per Burger King, ma televisori LCD a illustrarne la carta, con l’inserimento ad hoc della frutta nel menu kids, altrove non previsto. Compagno di banco, il blockbuster delle bakery d’Oltralpe che aggiunge alla sua gamma una selezione di snack e bevande grab & go.
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frutta e di verdura, il corner d’Italian food Tazio e la piccola cucina francese con vino di Beaudevin. Dirimpetto è nuovamente tempo di Starbucks, questa volta più ligneo e aperto, con un’ampia dotazione di sedute dedicate. Relay, dal canto suo, cala un poker composto da Fnac, con una piccola selezione votata perlopiù a gadget d’elettronica, OM Store vetrina di merchandising del club calcistico, Cure Gourmand, tempio dei dolciumi Di fronte, al riparo dalla sedute comuni, la prima location di Starbucks di scalo, con tavolini dedicati all’interno e un design assolutamente unico: volte basse, look industriale e soffitto che gioca a richiamare i container del porto. A completare il livello terra un tris di formule di casa Lagardére, a pochi passi dall’area check-in: in primis il newstand Relay, quindi il c-store Casino Shop e Découvrir La Provence che associa profumi, prodotti d’artigianato e fine food locale. Al piano superiore, sempre in ambito landside, c’è l’unicum Chefs en Provence, area di ristoro di 350
mq che contempla lounge bar, bistro-brasserie e ristorante gourmet. Si tratta di una delle realizzazioni più ambiziose del gruppo Autogrill che cala la carta del ristorante stellato: al netto di un menù articolato dello chef residente, che provvede a garantire una carta stagionale a forte vocazione ittica, la prima pagina del menù ospita tre creazioni per portata di un cuoco stellato a rotazione tra quelli associati a La Villa des Chefs: la proposta è a tempo e punta a esaltare con creatività la cultura enogastronomica della regione. Il successo dell’offerta è tributato dalla crescente domanda di business lunch dalle limitrofe aree direzionali. Al di là dei controlli, ecco gli
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Tab.1: Composizione del fatturato 2012 di Marseille-Provence (123,milioni di euro)
Tab. 2: Giro d'affari 2012 degli operatori non aviation Attività Autonoleggio
2% 6% 12%
5% 29% Diri$ per le operazioni di volo
Diritti per le operazioni di volo
Tasse aeroportuali Parcheggi
Tasse aeroportuali Royalty commerciali Canoni demaniali Parcheggi Orestazioni industriali
Royalty commerciali
Altre a$vità
18% 28%
Canoni demaniali Prestazioni industriali Altre attività
imbarchi internazionali che hanno un forte baricentro mediterraneo: ospitano il dual brand composto da Segafredo e da Meltem, formula in house dedicata alle cucina del Mare Nostrum, già presentata nella foodcourt del Carrousel du Louvre di Parigi, quindi un’altra postazione di Relay, due Aelia Duty Free con 700 mq complessivi dedicati alle core categories (profumi, tabacco, giocattoli e dolciumi) e l’isola Danaël, con referenze di bigiotteria e gioielleria. Hall 3 e 4, tutta un’altra storia Tempo di lasciare la Hall 1 per la 4. Agli arrivi, al piano terra, oltre
Ristorazione Attività commerciali Altri servizi Totale di cui a mp1 di cui a mp2
Operatori Interrent Sixt Enterprise Rent-a-Car Hertz Europcar Budget Avis Firefly Autogrill France Relay France
* in migliaia di euro
all’assortimento di Relay, si fa notare l’OM Café, bar a tema dedicato all’Olympique de Marseille, football team di culto del Midi: il valore aggiunto è dato, in particolare, da sedute dedicate per seguire match d’antan. Al piano superiore, Autogrill mostra i muscoli con una foodcourt di forte impatto, in un contesto strutturale disegnato da Richard Rogers, già autore con Renzo Piano del Beaubourg di Parigi. Rispettando l’andamento ondiforme dei muri, il bancone presenta senza soluzione di continuità e con consumazione self service il secondo Brioche Dorée della struttura, la new entry Joosbayoo che propone centrifughe espresse di
Entrate* Var. 2012/2011 48.866 +5,3%
11.245 28.379 31.510 120.000 97.438 20.562
+3,5% +13,1% +6,9% +7,3% +5,3% +18,3%
Fonte: mp rapport annuel 2012
di Francia e un altro punto vendita di Danaël. Agli imbarchi, da ultimo, la scelta è caduta sulla viennoiserie Class’croute, che propone un’ampia selezione di portate grab & go. Terminiamo il nostro tour con la Hall 3, che punta ad un’utenza business. Fa bella mostra di sè, in tal contesto, la formula in house Puro Gusto, che per l’occasione non ha uno sfondo ligneo ma lascia libero lo sguardo di abbracciare la pista; dinnanzi, l’offerta di Relay in abbinata con Compagnie de Provence, beauty retailer con forte legame col territorio e, a pochi passi, lo stand alone di Marrionaud. Tanto è se vi pare, ma l’opera non è terminata. Con l’anno che viene, sarà la volta di mp2, che ad oggi contempla quattro location f&b (La Terrasse Provençale, Pasta Go, Time Café e Grabandfly) e tre negozi (Relay, La Provence e Duty Free Provence). Il terminal low cost non sarà più lo stesso: verrà ampliato, ripensato e fortemente potenziato nella sua offerta commerciale, con l’ambizione di diventare il primo terminal low cost del mercato francese. À suivre! C.F.M.
Mystery on board
Business class, la Pearl di Ethiad
Q
uant’è bello toccare il cielo con un dito? Se già lo sapete, bene, altrimenti potete scoprirlo volando con Ethiad, in classe business, Pearl Business, su uno degli apparecchi della compagnia di bandiera di Abu Dhabi (sorella minore di Emirates per numero di apparecchi in flotta, non certo per qualità di servizio). La reputazione di questa esperienza è nota a chi frequenta i voli intercontinentali per lavoro, come a chi segue l’industry dell’aviation commerciale. È un’ottima reputazione, costellata di premi vari ed eventuali. Possiamo confermarla, vediamo perché.
Imbarco
Partiamo dal Terminal 1 di Malpensa, dalla nuova ala, il cosiddetto terzo/terzo, destinato ai voli extra Shengen per/da Emirati ed estremo Oriente. Il terminal appare
Ethiad Pearl Business Class: Milano - Abu Dhabi
Imbarco Chiarezza avvisi Speedy/priority boarding Gentilezza Velocità Code
é é éé éééé é
Accoglienza a bordo Saluto, benvenuto Sistemazione Velocità Spazio bagaglio a mano Ordine/pulizia poltrona Magazine ecc.
éééé éééé éééé éééé éééé éééé
Volo Annunci Cordialità e professionalità Assortimento Menù Qualità prodotti Servizio
é éééé éééé éééé ééé
ancora spoglio benché gradevole e più moderno del resto dello scalo milanese. L’imbarco avviene con fluidità, secondo file destinate alle due classi, con priorità a famiglie con bambini piccoli. L’accesso a bordo avviene comunque tramite un unico finger. A bordo, controllato il biglietto, si accede alla parte anteriore dell’apparecchio destinata alla business, che a occhio è completa. Segno che da Malpensa non manca il traffico pregiato.
Durante la crociera
Il volo si svolge in orario diurno, la durata prevista è di circa sei ore. Né tante né poche, ma alla fine voleranno… Ogni posto ha accesso diretto al corridoio ed è dotato di sistema di intrattenimento personalizzato, oltre che di comandi per regolare la posizione della poltrona/letto e le luci. Come benvenuto vengono proposti Champagne, acqua o succhi di frutta. Le assistenti di volo indossano una divisa sobria e nel contempo elegante. Durante l’attesa per il decollo viene distribuita una trousse dotata di un mini kit tra l’igienico (spazzolino e dentifricio) e il beauty (creme), oltre agli immancabili tappi per le orecchie. In complesso una dotazione leggermente più cheap di quanto non sia lecito attendersi. A stretto giro arrivano anche le cuffie audio (ottime) per accedere al sistema audio/video che entra in funzione già prima del decollo. A disposizione una buona scelta di film, serie, giochi e la piattaforma di geo localizzazione comprensiva di riprese live dall’esterno dell’apparecchio, suggestive sia in fase di decollo che di atterraggio. Inutile dire che il momento clou del servizio si passa attraverso la cucina, fisicamente rappresentata da un f&b
manager. Il menù proposto, disponibile su ogni poltrona già all’imbarco, è straordinariamente ricco e vario. Come starter optiamo per una Salmon terrine with avocado, lime scented cream and dressing, davvero di ottimo livello. Come main, rimaniamo sul pesce e passiamo per un Grilled sea bass with sautéed vegetables, roast potatoes and lemon butter, la classica portata che potrebbe condurre all’anonimato e che invece si rivela sorprendete dall’alto dei suoi 10.000 metri circa. Per dessert stiamo sobri e approfittiamo di una saporitissima (quanto contano gli acquisti…) Seasonal fresh fruit with mango coulis. Su fronte beverage, oltre alla San Pellegrino, proviamo un Chateau De ChassagneMontrachet AOP Saint Aubin 1er Cru – “Le Charmois” 2008. Ne vale la pena anche se ci viene servito alla seconda portata per una dimenticanza dello staff.
Conclusioni
Ottimo servizio, ambiente confortevole e rilassante, un buon sistema di intrattenimento, l’ampia scelta di quotidiani e riviste… tutto ha contribuito a rendere il nostro volo piacevole e, viene da scriverlo una volta tanto, più breve di quanto avremmo voluto. Un’esperienza da ricordare e, speriamo, ripetere. A.A.
Sbarco Puntualità Annunci di sbarco
ééé
Legenda: = migliorabile; = sufficiente; = apprezzabile; = molto buono; = ottimo
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Parola di Carlo Michelini
In F2i da maggio 2007, in precedenza Carlo Michelini ha maturato oltre 16 anni di esperienza nel settore dell’investment banking presso Morgan Stanley, negli ultimi 3 anni con il ruolo di managing director. Ha guidato alcune tra le piÚ importanti operazioni in Italia, tra le quali, la privatizzazione di Enel (tranche II-III-IV), e di Telecom Italia, la vendita di Wind, il finanziamento della rete ferroviaria ad alta velocità e il project finance per la centrale di cogenerazione di Api Energia.
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F2i:
«Dal piano Passera non si torna indietro»
P
rotagonista da titoli di testa nel Risiko del travel domestico, Fondi Italiani per le Infrastrutture lavora d’assestamento e d’acquisizione. Numerosi i dossier al vaglio della società di gestione del risparmio capitanata da Vito Ganmberale, a partire da quelli in campo autostradale: in attesa che riprendano le trattative con Banca Carige per la cessione del 20,6% di Autostrada dei Fiori, F2i ha già manifestato il suo interesse per il 52% della Milano Serravalle, meglio ancora se in cordata con Gavio. Sul fronte aeroportuale, poi, il vaglio è ad ampio spettro: sul taccuino ci sono le società di gestione di Genova e Cagliari, del sistema degli Aeroporti di Puglia e degli scali siciliani. Dal 2014, quindi, una volta terminata la raccolta d’investitori per il secondo fondo, sarà tempo di shopping anche nell’Unione Europea. A Carlo Michelini, dal 2007 senior partner e chief investment officer di F2i, il compito d’illustrarci la strategia del primo fondo chiuso d’Italia.
metà 2014 avremo quattro anni di tempo per soppesare possibili investimenti esteri.
c’è overlap e sarà il mercato a decidere qual è l’offerta più attraente.
Con quale ratio, in particolare, avete selezionato le società di gestione aeroportuale in cui investire? Ci concentriamo su asset con adeguati requisiti dimensionale. Per quel che concerne gli aeroporti, ciò si sposa con il nostro convincimento che lo scalo debba avere almeno un milione di passeggeri per essere economicamente interessante. Cerchiamo quindi operatori di stazza mediogrande, che non abbiano bisogno di attrarre traffico con incentivi eccessivi alle compagnie low cost, che abbiano una buona catchment area e vantino una storia gestionale assennata. Al netto di SEA, dunque, che rappresenta il secondo polo aeroportuale nazionale e quindi un asset di tutto prestigio, la scelta di due scali regionali quali quelli di Napoli e Torino risponde a questi specifici requisiti.
Quali prospettive per F2i di crescita ulteriore nel network italiano? In primo luogo, vogliamo essere un partner di lungo periodo per il Comune di Milano in SEA. Sulla direttrice, quindi, degli scali regionali di medio taglio ci sono degli asset che c’interessano molto, penso in particolare al sistema pugliese, agli aeroporti siciliani e a quelli sardi. C’è poi il caso di Genova che, benché prossimo a Torino e Malpensa, garantisce un importante affaccio sulla Liguria e un collegamento con le attività del porto. Abbiamo vagliato quella strada nel 2011, ma la richiesta era troppo elevata.
In primis, com’è nata la sua esperienza professionale in F2i? Sono arrivato in F2i nel 2001, a pochi mesi di distanza dalla sua costituzione da parte di Vito Gamberale. Venivo da Morgan Stanley, dove ho maturato 16 anni di esperienza nel settore dell’investment banking, 13 dei quali a Londra e 3 a Milano in qualità di managing director. Ho sviluppato il mio percorso professionale occupandomi di finanza pura, investment banking, merger & acquisition, quotazioni e IPO, offerte obbligazionarie e copertura di clienti, anche infrastrutturali.
Quale gioco di squadra per le vostre controllate? In primo luogo abbiamo creato un advisory board che è composto dagli amministratori delegati dei nostri scali e che beneficia della consulenza di un advisor del calibro di Domenico Cempella, già al timone di Alitalia nei pochi anni in cui è stata profittevole. Tale struttura si riunisce a cadenza regolare per mettere a confronto le aree di eccellenza e puntare a ottenere dei risultati best in class in settori quali quelli dei costi d’esercizio, dell’ICT, dell’handling, della manutenzione e delle pulizie. C’è poi un risvolto commerciale, dato dall’impatto di poterci presentare come un singolo gruppo aeroportuale alle linee aeree, grazie ad un network che indirettamente va a coinvolgere anche gli scali di Firenze, Bologna e Bergamo, gestisce oltre 50 milioni di passeggeri all’anno e rappresenta il 37% del mercato domestico. Abbiamo già avuto degli incontri con dei vettori low cost che chiedevano un confronto sistemico per poi andare a valutare le offerte da fare nei singoli aeroporti, l’ultimo dei quali con un carrier europeo interessato ad inaugurare una strategia point-to-point in Italia.
Come si va ad articolare il vostro portafoglio d’investimenti? Da documento costituivo, siamo un fondo infrastrutturale con possibilità d’investimento nel mondo dei trasporti, del mercato energetico e dell’acqua, della termovalorizzazione, del trattamento dei rifiuti, delle infrastrutture di telecomunicazioni e delle reti telematiche. In questo ambito di manovra, ci siamo dedicati a settori economici in cui ci sia una regolamentazione chiara e delle situazioni di monopolio di fatto o, comunque, di servizio talmente essenziale da poter fornire una forte prevedibilità di flussi di cassa. Cerchiamo aziende che siano già di riferimento nel loro settore, siamo un fondo molto grande e non possiamo disperderci in 100 rivoli. Nel caso ci proponiamo di facilitare la creazione di un cosiddetto campione nazionale. All’estero? Abbiamo la possibilità d’investire sino al 20% dei nostri fondi in paesi dell’Unione Europea: è un’opzione che non abbiamo voluto sfruttare per il primo fondo, ma non escludiamo di avvalercene per il secondo, per il quale stiamo ancora facendo la raccolta delle risorse. Dal closing di
Affaire Aeroporti del Garda: come ne esce il quadro competitivo di settore? Non credo che questo casus belli sia destinato ad avere un impatto particolare sul giudizio di competitività dei nostri aeroporti. Dalla querelle che ne è nata, emerge invece sempre più l’esigenza di avere un raccordo, un coordinamento tra gli scali italiani. Il nostro rapporto competitivo con Save? C’è stata una ripartizione quasi naturale nel mercato del nord Italia, tra il nostro nord ovest e il loro nord est: non c’è necessariamente una diretta competizione di scalo, fatta eccezione dell’area di confine tra Bergamo e Verona, dove
Da Passera a Lupi, come cambierà il piano aeroporti? Ritengo che il piano Passera andasse nella direzione giusta, portando razionalizzazione e segnando una discontinuità rispetto a una storica decentralizzazione eccessiva degli scali che si scontra con il mercato. Ci confortava in tal senso che gli scali in cui abbiamo investito rientrassero tra quelli definiti d’interesse generale. Per il futuro prossimo, l’auspicio è che l’esecutivo Letta si muova nella stessa direzione, con gli affinamenti e le specifiche del caso, anche se le prime indiscrezioni fanno pensare a dei possibili passi indietro. Mi sento di sottolineare quanto sia importante stare attenti all’economicità di tale strutture: la finanza pubblica non può più permettersi di finanziare progetti senza ritorno, il denaro pubblico dev’essere investito in modo oculato. Ciò detto, non è compito nostro entrare nel merito delle decisioni del Ministero. Dopo l’investimento del 2009 in Infracis, che vi ha assicurato una partecipazione nelle autostrade del Nord Est, a quali società di gestione fate la corte? Urge una premessa: il settore autostradale è vocazionale per noi, ma i suoi numeri sono da anno zero. Qualsiasi operazione in tal senso deve essere fatta rispecchiando i nuovi livelli di traffico e riflettendo caso per caso i piani d’investimento che certe tratte si trovano ad affrontare. Il caso Milano-Serravalle è emblematico in tal senso: per due volte non abbiamo partecipato alla gara, oggi stiamo valutando la possibilità di presentare un’offerta. Chi la va ad acquistare assume su di sè degli impegni importanti per quel che riguarda gli aumenti di capitale delle partecipate e i grandi progetti infrastrutturali. C’è poi il capitolo dell’Autostrada dei Fiori che vanta un buon volume di traffico e una buona struttura finanziaria: abbiamo avuto degli abboccamenti, ma Banca Carige ha poi congelato le trattative. Claudio Francesco Merlo
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Commercio Estero
,
Atto terzo, l ORIENTE Lombardi a cura di Paolo
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crescendo a livello tempi.
Commercio Este
Atto secondo, le Americhe
in piena con l’Estero (ICE) è tornato deve far la L’Istituto per il Commercio il sistema economico italiano prolungata la attività proprio quando dell’export per bloccare massima leva sullo sviluppo a negativa. tendenz la ente flessione e invertire rapidam ato sul numero di settembre di cominci Continuiamo il viaggio Presidente e al un’intervista doppia al r&f – in cui è pubblicata o intervistato, in in America dove abbiam DG di ICE – approdando a New York, Paolo Celeste r&f, il responsabile ICE esclusiva per i lettori di Balmas. e quello per il Brasile, Federico storici ormai uscita dagli Celeste Intervista a PaoloYork Ufficio ICe di New
è lmente autentici italiani tipici basati principa ultimi canali dei negozi Negli italo-americane. ento nelle comunità progressivo radicam speanni si è visto un nostri marchi negli grande della presenza dei più anche nella cialty store e sempre livello: le migliori alto distribuzione di godono di sezioni che rcati catene di superme gourmet. dedicate ai prodotti territorio di ristoranti sul re molti La fitta presenza serve ad introdur italiani di livello, alimentari ai consuma dei nostri prodotti
americana. nella provincia il punto tori finali anche te italiano è spesso Infatti, il ristoran i consumaspecialmente per di riferimento, grandi aree al di fuori delle a tori che vivono dove provare pietanze olio, metropolitane, quali italiani, nti tipici à’ base di ingredie vini e liquori, specialit latticini, salumi,
dolciarie, ecc. à al ristoqueste specialit Una volta gustate cercarle tori possono poi online, rante, i consuma negozi o anche presso i loro migliori zati la cui attività sta attraverso siti specializ
esponenziale negli
ultimi
si più difficile introdur stanRisulta invece sempre di importatori che per aziende in cerca il loro primo approccio ora no facendo solo U.S.A. verso il mercato
in Italy di mercato il made onale potrà avere In quale fascia di posizionasettore è meglio Quale effetto promozi azione dei prodotti questo specifico dell’export italiano? Expo 2015 per l’afferm to e qual è la cifra U.S.A. i nostri prodotti italiani negli USA? nità per dare Come noto, negli per il mancagrande opportu soffrono ancora EXPO2015 è una ovunque nel mondo agroalimentari no delle Indicazio america eccezionale visibilità tà dei suoi prodotti. l’Italia to riconoscimento Nonostante questo, all’Italia e alla generaliche anche negli USA dei ni Geografiche. classifica convinto nella posto sarà Sono quindi è posizionata all’8° prodotti agroalimentail “made in Italy” i di l’attenzione verso tangibile. hanno principali fornitor U.S.A. Nel 2012 gli accresciuta in modo italiani ri verso gli U.S.A. alimentari e vini importato generi dollari. Tale 3,76 miliardi di ICo BalMas 3,36% per un valore di un incremento del Intervista a Feder ICE-Agenzia cifra rappresenta direttore dell’ Ufficio rispetto al 2011. Brasile Paolo San di e quali ione potenziali Ci sono spazi d’espansdevono sviluppare per interventi le imprese conquistarli? espansione amente spazi di Ci sono definitiv che sono regolarper i marchi di prodotti distribuzione ti nel sistema di mente introdot ata. proorganizz te presenza del Italy, Nonostante la dominan [but not Made in ense dotto “Italian style” distribuzione statunit pron.d.r.], la grande a quei propria fedeltà ha dimostrato la nomi) che (non solo i grandi del duttori italiani smi meccani nei hanno saputo inserirsi puntato aggressivae hanno aziendamercato locale re il loro “brand” mente a valorizza forti con importatori e adeguati le, creando alleanze stabilendo prezzi distributori locali, to costanti, pur garanmantenu che hanno qualità nel tempo. tendo sempre la
detto che è italiano, va anche attegco per l’export izzato da uno storico re nei ancora caratter nistico, in particola in cui giamento protezio prodotti di consumo e. confronti di quei leadership mondial l’Italia vanta la rta made in Italy dell’offe tà La generali – in media all’importazione lamenta alti dazi aggiungono, a cascata, si cui a sia del 20-25% a livello sia federale imposte e tasse
o food, statale. vale per il compart Lo stesso discorso intravedono maggiori si classe nel quale tuttavia all’incremento della possibilità grazie ristorazione diffusione della benestante, alla l’Italia, e ai legami con crescita. italiana di qualità tursmo in costante rinnovati da un in Italy di mercato il made aIn quale fascia di è meglio posizion settore questo specifico dell’export italiano? to e qual è la cifra del mondo, i prodotti Così come nel resto che collocarsi nella . I dazi a italiani non possono alta del mercato fascia alta o medio ci costringono alla nicA classi cui accennavo sopra alle ti appartenenti reddito chia di acquiren consumatori il cui euro. e B, e cioè a quei è superiore a 2.500 il familiare mensile verso l’export italiano da beni All’atto pratico o principalmente Brasile è costituit ia mentre l’industr per strumentali e beni occupano una parte o dal i settori prima citati dell’import brasilian poco significativa nostro Paese.
e quali ione potenziali Ci sono spazi d’espansdevono sviluppare per interventi le imprese conquistarli? od gli spazi d’espanPer i settori di retail&fo lmente a fattori essenzia capite, sione sono legati del reddito pro esogeni: alla crescita di persone numero maggior all’entrata di un alto e a un abbassa nelle classi di reddito all’importazione. dazi mento degli alti
investidell’Istituto quali ione Nei programmi sono in preparaz menti e quali azioni settore? singoper lo specifico di assistenza alle Accanto ai servizi Ice di San Paolo porta le imprese, l’Ufficio promozionale di circa ma parte avanti un program all’anno; la maggior cinquanta eventi settori “drivers” dell’ei di questi riguarda i macchinari e i beni a: priorità conomia brasilian tria, in quanto la destinati all’indus verso il potenzia del Governo si indirizza consumi stria a scapito dei mento dell’indu d’interesse prodotti Dei ri. cosidetti voluttua articoli casalinghi e gli gli so della rivista solo promossi attraver alimentari vengono nalizzazione e. azioni specifich (ristodel retail - food formule promozionali e Per l’ampio sistema non food gelaterie ecc.) e Su quali fiere, eventi mercato hi ecc.) razione, pizzerie, caratterizzano il decise e, accessori, casaling : centri distributive che (moda, calzatur alle imprese italiane,esporcommercio moderno aerolocale consiglia nte le proprie - nei luoghi del ent store, outlet, ad aumentare stabilme commerciali, departmvaluta la situazione in ? come quetazioni, di investire ? porti e stazioni competitivo e in in termini generali In questo contesto strategiessere nel mercato mercato Brasile è un Se è vero che il 59 - novembre 2013
a co italiano per tornare Il sistema economi presenespandere la sua e svilupparsi deve dinamici extra Europae nel za sui mercati più acquisiti nella UE consolidare i risultati Il Brasile rappresenta te. che resto del continen i prioritari nel mondo, per are uno degli obiettiv conquist debbono le imprese italiane solido la loro internaziosviluppare in modo
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- novembre 2013
Intervista ad ARISTIDE MARTELLINI, direttore Ufficio ICE di Tokyo
Il mercato giapponese è uno degli obiettivi prioritari nel mondo, che le imprese italiane debbono conquistare per assicurarsi un avvenire positivo. Come valuta la situazione in essere nel mercato per quanto attiene enogastronomia, ristorazione, retail moderno? In tutti questi settori le posizioni e la notorietà dell’offerta italiana toccano livelli prestigiosi, grazie ai forti investimenti e all’approfondita attività di promozione accumulati a partire dalla fine degli anni’80, oltre che alla crescita del turismo giapponese verso il nostro Paese. Per quanto riguarda l’enogastronomia nel Robertotrimestre Luongo del 2013, il valore delle imprimo
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Internazionalizzazione ed export sono due parole chiave in una strategia che punti rapidamente alla ripresa. In quest’ottica è centrale il ruolo di ICE, Istituto per il Commercio con l’Estero, che è tornato in piena attività proprio quando il sistema economico italiano deve far la massima leva sullo sviluppo dell’export per bloccare la prolungata flessione e invertire la tendenza negativa. Il nostro percorso, iniziato sul numero di settembre di r&f con l’intervista doppia al presidente e al DG di ICE e proseguito su quello di novembre con i responsabili ICE di New York e del Brasile, continua con Aristide Martellini, direttore Ufficio ICE di Tokyo, e con Antonino La Spina, direttore Ufficio ICE di Pechino.
portazioni giapponesi dall’Italia dei principali prodotti alimentari è stato di 19.723 milioni di yen (+32,2% rispetto all’anno precedente). Da un’analisi dettagliata si individuano numerosi prodotti italiani che vantano tra le maggiori quote di importazione giapponese: per i vini, l’Italia è saldamente al secondo posto tra i paesi fornitori del Giappone, con una quota import del 16,7% e un valore di 7.228 milioni di yen, per 15.639 kilolitri, con un aumento del 21,9 per cento. Inoltre, l’Italia è al primo posto tra i paesi fornitori del Giappone di vari prodotti come la pasta (con una quota import del 44,7% e un valore di 5.298 milioni di yen, per 38.634 tonnellate, con un aumento del 24,1%), l’olio d’oliva (in aumento del 44,8%, 6.586 milioni di yen per 11.678 tonnellate), i pomodori pelati (con la notevole quota import del 85,0%, in aumento del 29,1%, 5.108 milioni di yen per 49.211 tonnellate), il prosciutto (con una quota import 54,5%, in aumento del 50,1%, 1.283 milioni di yen per 756 tonnellate). Per i seguenti prodotti, l’Italia è al quarto posto tra i paesi fornitori in Giappone: prodotti in conserva (con aumento del 31,5%, 8.414 milioni di yen), formaggi in generale (con aumento del 29%, 3.829 milioni di yen per 3.755 tonnellate), mentre per i formaggi erborinati l’Italia occupa il primo posto con una quota import del 49,6 per cento. Per quanto attiene la ristorazione attualmente esistono più di 4.000 ristoranti italiani in Giappone, di cui 3.000 circa nella sola area di Tokyo. L’inarrestabile popolarità della cucina italiana, testimoniata dalla continua crescita di locali a tema, unita a una crescente diffusione dei prodotti italiani presso la GDO, ha permesso di incrementare costantemente il nostro flusso esportativo di materie prime e di prodotti lavorati per l’insieme dei segmenti dell’industria alimentare. Nel caso del retail food e non food, conviene
riferire alcuni casi che illustrano le tendenze evolutive in atto. Ad aprile, “Emporio Armani Caffè” ha aperto nel nuovo complesso “Oak Omotesando” (http://www.oakomotesando. com/). A Tokyo ci sono molti caffè gestiti da grandi marchi della moda, ubicati sempre in zone strategiche. A febbraio scorso ha aperto “Café Kitsuné” ad Aoyama. “Bulgari Il Caffè” è situato a Omotesando; quelli di Gucci e Furla operano da tempo a Ginza, in gara con quelli di Hermès e Chanel, e funzionano molto bene come veicolo di promozione per l’intera offerta di ogni singolo marchio. Nella zona giovanile di Shibuya c’è “Glorius Chain Café”, gestito da Diesel. Anche i principali select shops, Beams, Tomorrowland, United Arrows hanno propri punti ristoro. Un altro tipo di tendenza è costituito dal susseguirsi delle aperture di nuovi Outlet Mall in periferia. Per esempio, Shisui Premium Outlet (http://fashioncity.jp/shop/shisui_premium_ outlets/) è ubicato vicino all’aeroporto di Narita, avendo come target anche i turisti. All’inizio, l’outlet era un centro commerciale specializzato in prodotti di marca con il compito di esitare gli articoli fuori stagione o di seconda scelta. Oggi è un punto di riferimento dove le famiglie possono trascorrere tutta la giornata. Presso gli aeroporti, non solo in Giappone ma anche in altre parti dell’Asia, ecc. ci sono i MUJI to GO, negozi specializzati per gli articoli da viaggio. Esiste anche THE AIRPORT STORE United Arrows Ltd., uno dei più importanti select shop, che vende i prodotti utili per viaggiare. Punti vendita si trovano anche dentro le stazioni di metro, JR, come ad esempio Uniqlo. In quale fascia di mercato il made in Italy di questo specifico settore è meglio posizionato e qual è la cifra dell’export italiano? Riccardo Nei primiMonti sei mesi del 2013 le importazioni del
a cura di Paolo Lombardi zioni direttamente in Giappone, sia prima che dopo Expo 2015. Intervista ad ANTONINO LA SPINA, direttore ufficio ICE di Pechino Nel corso degli ultimi anni, mentre nel resto del mondo i più importanti mercati subivano una forte contrazione, la Cina si è andata trasformando da ‘fabbrica del mondo’ a ‘mercato del mondo’. Pur in presenza di un certo rallentamento nei tassi di sviluppo caratteristici degli ultimi due decenni, la crescita del Pil è nel 2013 stimata di poco superiore al 7% e costituisce un’importante occasione e sbocco di mercato per molti comparti del made in Italy. Negli
Giappone dall’Italia hanno registrato un valore di 457 miliardi di yen, in crescita del 28,4% sullo stesso periodo dell’anno precedente, mentre le esportazioni giapponesi in Italia sono calate a 153 miliardi di yen, perdendo il 3,8 per cento. La bilancia commerciale è a favore dell’Italia per 304 miliardi di yen. Esaminando il flusso di prodotti provenienti dall’Italia, fra le prime 22 macrocategorie merceologiche (individuate dalle prime due cifre del codice doganale HS) si conferma l’ottimo andamento per i prodotti farmaceutici, che hanno guadagnato il 60,6% sul primo semestre del 2012, restando fermamente la prima voce delle importazioni dall’Italia con la quota del 26,4 per cento. Altrettanto positivi i dati dei prodotti chimici inorganici, cresciuti del 60,1 per cento. Ottimo andamento è anche quello della moda, con gli aumenti dei lavori di cuoio o di pelli (+22,8%), dell’abbigliamento in tessuto (+24,8%), delle calzature (+28,3%) e dell’abbigliamento a maglia (+28,9%). La ripresa continua decisa anche per i mobili (+35,6%). Riguardo ai prodotti alimentari, si riportano gli aumenti delle bevande (+22,2%), delle preparazioni di vegetali (+31,5%), degli oli e grassi animali o vegetali (+45,7%), dei prodotti di latte, derivati, uova, miele, etc (+28,8%). Ci sono spazi d’espansione potenziali e quali interventi le imprese devono sviluppare per conquistarli? Il Giappone è un mercato estremamente competitivo, costantemente sovraccarico e inondato
di merci oltre il livello necessario. I consumatori esigono di ricevere prodotti e servizi immediatamente, quindi la prontezza e la tempestività di risposta sono molto importanti per sopravvivere. I consumatori chiedono inoltre prodotti di qualità estremamente elevata e costante. Il servizio prevendita e quello postvendita sono essenziali. Nei programmi dell’Istituto quali investimenti e quali azioni sono in preparazione per lo specifico settore? Per inserirsi nel mercato giapponese, come primo approccio, è opportuno partecipare a una fiera in loco, sia per creare nuovi contatti utili che per conoscere le situazioni attuali di ogni settore, incluse le tendenze dei consumatori. In un secondo momento, per approfondire i rapporti con gli operatori giapponesi, sarebbe meglio organizzare contatti diretti, per esempio utilizzando la sala esposizione presso l’Ufficio di Tokyo con l’organizzazione di incontri di affari. Quale effetto promozionale per il made in Italy dei beni di consumo ritiene potrà avere lo svolgimento di Expo 2015? Oltre a quello derivante dal flusso di turisti, che aumenteranno decisamente per l’Expo, e quindi alle ricadute positive per i prodotti italiani dei settori dei beni di consumo di alta gamma, se ne aggiungerà uno, notevole, per tutta la filiera agroalimentare: cibi sani, biologici e non, macchine per la lavorazione dei prodotti agroalimentari, ne beneficeranno, a patto che i settori coinvolti partecipino a eventi, fiere e manifesta-
ultimi anni a un rallentamento nei settori dei macchinari, che avevano caratterizzato per lungo tempo l’export italiano, ha fatto da contraltare la crescita vivace nei settori del lifestyle. Questa crescita ha generato un forte aumento del potere di acquisto in milioni di nuovi consumatori. Oltre che a Pechino o Shanghai, anche in una ventina di altre metropoli le opportunità per molti prodotti italiani sono andate crescendo e gli stili di vita di larghe fasce della popolazione cinese si modernizzano e in alcuni casi si occidentalizzano profondamente. Dopo la prima grande rivoluzione intervenuta nel modo di vestire, si è fatta strada la rivoluzione nei consumi alimentari e in questi ultimi anni è in atto una grande rivoluzione nell’abitare e nel tempo libero. Ci sono spazi d’espansione? Se sì, come le nostre imprese possono acquisirli? Nel retail (non food e food) la Cina in meno di 20 anni ha realizzato quanto altri paesi in oltre 50. La crescita economica ha determinato un gigantesco fenomeno di urbanizzazione che a sua volta ha portato alla realizzazione di nuove città, nuove aree commerciali e gigantesche infrastrutture nel settore dei trasporti,
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Commercio Estero con aeroporti e stazioni che oggi ospitano i più disparati format commerciali in tutti i possibili settori merceologici. Nel Paese coesistono tradizione e modernità e non è raro, anche nelle più importanti metropoli, osservare il succedersi di centri commerciali ultramoderni con aree di commercio al minuto caratteristici del passato. Gli spazi commerciali hanno cambiato e stanno ancora cambiando profondamente il volto delle città cinesi, che sempre più assumono l’aspetto di immense zone di commercio attorno alle quali vive la popolazione. Le più grandi catene mondiali della distribuzione sono state il motore del cambiamento ma ormai anche soggetti totalmente cinesi occupano un ruolo importante all’interno dell’enorme business del retail cinese. Nel settore del food si sono affermate una molteplicità di formule
che vanno dall’ipermercato al convenience store (tipo Seven/Eleven), con società straniere, in joint venture o totalmente a capitale cinese, a volte con partecipazione governativa. Nel non food, il retail della fascia alta e medio alta si svolge all’interno dei centri commerciali che accolgono decine e decine di negozi di diverso taglio o nelle shopping arcade di grandi hotel. Il fenomeno dell’outlet è solo nella fase iniziale ma i primi casi di successo lasciano intravedere una corsa veloce verso lo sviluppo di tale formula, che per il momento registra un grande successo italiano con il gruppo Fratini che opera con il marchio Florentia Village, in prossimità di Tianjin. Con più di un centinaio di aeroporti di nuova costruzione, anche i luoghi del viaggio rivestono un ruolo importante soprattutto per i fatturati che si sviluppano nelle aree duty free. In alcuni aeroporti è addirittura consentito l’acquisto duty free anche ai visitatori in arrivo dall’estero, con l’intento di ridurre l’uscita di risorse valutarie dal circuito nazionale. La rete ferroviaria in termini moderni è recente, ma alcune megastazioni realizzate sono già diventate importanti piattaforme commerciali, come quelle che collegano Pechino e Tianjin o quelle di Shanghai, Hangzhou e Canton. Gli spazi commerciali destinati al settore arredo molto spesso si trovano ubicati lungo le grandi autostrade
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te mettere in campo colossi nella distribuzione ma, assecondando l’interesse dei consumatori cinesi per la qualità, può portare sul mercato Periodo: 04-06/06/2014 annuale cinese esperienze nel Luogo: Tokyo Big Sight (Tokyo International Exhibition Center) retail che mirano a target qualitativi e non Sito web: http://www.interior-lifestyle.com/ quantitativi, assicuOreficeria e gioielleria rando alla produzione italiana non branded International Jewellery Kobe (IJK) 2014 (prevista partecipazione collettiva) una vetrina e una piattaforma per arrivare ai Periodo: 14-16/05/2014 annuale consumatori. I grandi Luogo: Kobe International Exhibition Hall costruttori e gestori di spazi commerciali Sito web: http://www.ijk-fair.jp/en/Home/ sono costantemente Enogastronomia alla ricerca di aziende italiane interessate ad FOODEX JAPAN 2014 (partecipazione collettiva) aprire punti vendita in Periodo: 4-7/3/2014 annuale Cina, considerando ciò non solo un’occasione Luogo: Makuhari Messe per accrescere gli affari ma anche un modo Sito web: http://www3.jma.or.jp/foodex/otherl/ita/index.html per nobilitare gli spazi Moda-Pelletteria-Calzature commerciali e residenziali. Nel passato negozi MODA ITALIA e Shoes from Italy (mostre autonome organizzate da ICE/Agenzia) che hanno imitato o Periodo: gennaio o febbraio e luglio - due volte all’anno scimmiottato i marchi italiani hanno costi Luogo: Hotel Westin Tokyo tuito un escamotage Esposizioni: Prodotti di abbigliamento (maggiormente femminile), del retail per attrarre consumatori. Oggi, il pelletteria, bigiotteria, altri accessori moda retail sta diventando Sito web: http://www.ice-tokyo.or.jp/ più responsabile anche per effetto di norme più stringenti sulla proprietà intellettuale. Per che fanno da cerchio alle metropoli, ma più le aziende italiane, che con i loro punti vendita recentemente anche la distribuzione dell’arrecaratterizzano le vie dello shopping delle più do sta entrando dentro gli spazi commerciali importanti città italiane, oggi la Cina costituisce urbani. Oltre ai grandi complessi commerciali, una grande opportunità per internazionalizmolte città hanno realizzato quartieri commerzarsi. ciali sia con il recupero di aree con alto valore Format commerciali multibrand (nelle calzature, artistico-monumentale sia con la costruzione di nei mobili, nei gioielli), format commerciali mulnuovi quartieri valorizzati da trasporti e servizi tisettoriali, con elevato contenuto di originalità efficienti. L’ultima tendenza nel retail è costitue di autenticità italiana, possono, più che nel ita dalla realizzazione di newtown in cui livello passato, suscitare l’interesse di investitori cinesi e tipologia degli spazi commerciali vengono che sempre più si trovano a dover dare risposte predeterminati a seconda del livello economico al nuovo grande fenomeno di mercato: degli abitanti che si intende attrarre. Nella città il consumatore cinese passa dalla fase brand di Chengdu si è realizzata un’area commerciaoriented a quella quality oriented. le , comprendente anche alberghi e spiaggia artificiale, all’interno di un’unica gigantesca Quale effetto di traino potrà avere costruzione. Il megaprogetto di urbanizzazione Expo2015 per l’affermazione del made in lanciato dalla leadership cinese, che porterà nel Italy in Cina? prossimo ventennio 400 milioni di cinesi dalla Expo costituisce un’occasione unica per far campagna in nuovi spazi urbani e residenziali, compiere alle filiere agroalimentare e vinicola influenzerà profondamente la struttura del italiane il salto di qualità tanto atteso sul mercommercio nel Paese. Il trend di sviluppo del cato cinese. retail in Cina evidenzia i limiti del sistema distriTramite l’evento del 2015 il Sistema Italia, nelle butivo italiano e i rischi che il made in Italy poscomponenti pubbliche e private, deve sviluppasa non cogliere tutte le grandi opportunità che re un piano di comunicazione per evidenziare i derivano dalla crescita economica della Cina. due temi che in ambito alimentare stanno più a Il caso Florentia Village è troppo isolato ma è cuore alle classi abbienti cinesi: l’apporto salutiuna chiara indicazione delle possibilità che l’Istico e la sicurezza. talia ha sul mercato. L’Italia non può certamen-
Le fiere in Giappone Articoli casalinghi e da regalo Interior Lifestyle 2014 (prevista partecipazione collettiva)
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Resoconto fiera
Franchising, il Salone delle opportunità
All’insegna di formazione, consulenza e It si è chiusa la 28esima edizione dell’happening milanese dedicata all’affiliazione. Una formula anticiclica che tiene “botta” e offre a chi vuole mettersi in proprio numerose possibilità di business
U
n incremento del 4% rispetto all’edizione dell’anno scorso: sono stati 13.500 i visitatori del Salone del Franchising di Milano nel corso dei 4 giorni della kermesse. Un risultato trascinato dalla maggiore presenza del Sud Italia. Circa 200 i brand in vetrina (+3% rispetto al 2012) nel padiglione 2 di FieraMilanoCity, all’ombra del crescente grattacielo Isozaki nel (finalmente) edificando complesso CityLife. La 28esima edizione della manifestazione, organizzata da RDS & Company con Fiera Milano, si è caratterizzata, oltre che per una serie di dibattiti, anche per la Franchising School, iniziativa rivolta a chi voleva approfittare della propria presenza per avvicinarsi al mondo dell’affiliazione,
Franco Chiarizio,
I volti
direttore divisione franchising Piazza Italia Abbiamo superato i 200 negozi tra Italia (180) ed estero. Di questi, 71 sono in franchising: 35 sul fronte nazionale e 36 fuori dai confini patrii, grazie alla recentissima apertura nel CC Golden Babylon di Mosca di uno spazio commerciale di 700 metri quadri. Quasi il 90% dei nostri punti vendita è nei mall, anche se adesso andiamo in controtendenza: sia per i numeri del fatturato (nell’ultimo quadriennio siamo cresciuti del 10% anno su anno) sia per i canali di sviluppo: vogliamo incrementare la nostra presenza nei centri città. Così, dopo via del Corso a Roma, apriremo presto a Bologna e Verona (e speriamo prossimamente anche a Milano). La formula e l’assortimento saranno gli stessi. Per il layout, ci adatteremo alle caratteristiche delle location in cui creeremo i nostri negozi, con finiture di maggior pregio data la collocazione urbana. In questo contesto, peraltro, ci interessano solo zone centrali o strade commercialmente di primaria importanza.
Àngeles Berdejo, ceo e Alberto Bambagioni, delegato Umbria e Marche Equivalenza Dopo aver conquistato la Spagna e il Portogallo (300 negozi) ci siamo espansi in America Latina, Africa e Europa con altre 100 location circa: nati due anni fa, forti di una apertura ogni tre giorni (diventeranno una al dì nel 2014) abbiamo raggiunto un fatturato di 25 milioni di euro. In Italia siamo sbarcati quest’anno e abbiamo già inaugurato due punti vendita nel multisala Parco de Medici di Roma e nel centro Gherlinda (provincia di Perugia). Prevediamo di arrivare presto a 6, con 4 nuove aperture in centri urbani. Ma sarà il 2014 l’anno della svolta della nostra “campagna d’Italia”: entro la fine dell’anno infatti vogliamo avere almeno una location in ogni regione dello Stivale. Un ruolino di marcia che punterà soprattutto sull’affiliazione, con preferenza per i mall. Due i centri produzione del profumo di marca bianca: a Barcellona e in Messico.
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I volti
daniele Laino, amministratore delegato Yoyogurt
Un numero consistente di location sono nel nord ovest e in misura minore a nord est ma vantiamo una presenza sviluppata lungo tutto lo Stivale e in dieci paesi esteri, dove i negozi collocati in diversi stati, tra cui Spagna, Austria, Germania, Polonia, Croazia e Romania, sono ormai 30 (tutti in affiliazione tranne che in Spagna). Ora, accanto al format di yogurt al gelato che in 12 anni ci ha dato tante soddisfazioni, lanciamo il marchio SenseLab, il profumo take away: i clienti scelgono le essenze sfuse e il personale carica i flaconi della fragranza desiderata. Al primo negozio a Rivoli (TO) ne seguiranno presto altri.
Marco Devasini, direttore marketing Riso Gallo Dopo il primo locale a insegna Chicchiricchi presso il CC Le Due Torri di Stezzano, quest’anno abbiamo aperto il secondo nell’Auchan di Cesano Boscone (MI) e presto sarà il turno del terzo in provincia di Gorizia presso l’Ikea Villesse, il primo centro commerciale italiano con all’interno un magazzino del mobilificio svedese. Per ora abbiamo optato per la creazione dei nostri ristoranti-vetrina in franchising e in mall ma non escludiamo una espansione nei centri città. Il traino del food, la mancanza di un'offerta di riso declinata in locali ad hoc, la volontà di offrire ai nostri clienti una brand experience a 360° dei nostri prodotti (anche di quelli meno noti nel canale ho.re.ca) sono alla base del nostro progetto e della sua evoluzione. Nicoletta La Battaglia,
allo scopo di “mettersi in proprio”: oltre 500 i partecipanti alle sessioni quotidiane. Con il Franchising Factory, invece, gli organizzatori miravano a fornire una consulenza gratuita mediante desk: qui diversi professionisti del settore erano pronti a dare consigli sia a potenziali franchisor che franchisee. Un interesse che ha delle basi concrete: l’affiliazione infatti “tiene borra” ed è anticiclica rispetto alla crisi che attanaglia il Paese, come ha sottolineato nel suo saluto Antonio Fossati, presidente di RDS & Company: «il franchising è al servizio dell’imprenditore e rende più facile avviare un’impresa. È vero però che non rappresenta una scorciatoia per chi vuole fare impresa; richiede investimenti, ma soprattutto competenze», ha spiegato. Oggi questo mercato vale l’1,2% del Pil italiano. In crescita anche il numero dei marchi attivi in Italia: nel 2013 sono arrivati a quota 940, in aumento del 4% negli ultimi tre anni. Il che si traduce in oltre 52mila negozi che operano con questa formula, corrispondente al 7% dei punti vendita al dettaglio da nord a sud dello Stivale. Al di là dei gruppi nazionali che sono cresciuti proprio grazie al franchising (Calzedonia, Lavazza, Roadhouse Grill per citarne solo tre appartenenti a diverse branche del commercio), e di quelli stranieri che sono “calati” nel Belpaese con questa modalità di gestione (Celio), anche alcune catene di casa nostra si stanno sviluppando fuori dai confini patrii grazie all’affiliazione: sono quasi 8mila i punti vendita all’estero sviluppati da brand italiani. Non solo: il 13% delle location appartenenti a catene di franchising italiane è al di fuori del Paese. L’attenzione degli stranieri per ciò che accade a sud delle Alpi e per i gruppi del Belpaese è testimoniato peraltro dalla presenza a Milano di numerosi buyer provenienti da tutto il mondo: Turchia, Corea, Francia, Spagna, Tunisia, Marocco e India in testa, mentre Cina e Finlandia erano presenti con due delegazioni. Particolarmente interessante l’allestimento dell’Innovation Retail Lab, un'area espositiva dove diverse aziende presentavano i sistemi e gli strumenti digitali che caratterizzeranno il punto vendita di domani. L’appuntamento è per il Salone numero 29, in cartello dal 7 al 10 novembre 2014: un'edizione che si arricchirà delle sezioni dedicate a retail ed e-commerce. M.A.
franchising manager Italy Celio 75 punti vendita attivi entro la fine del 2013 per un totale di 13 nuove aperture nel corso di quest’anno: questo l’obiettivo che ci siamo prefissi e che raggiungeremo. Delle new entry, 8 sono in gestione diretta. La maggior parte degli store saranno in centri commerciali: 60 contro 15. Conquistata una posizione di primo piano nel retail, adesso vogliamo espanderci anche in altri canali, primo tra tutti il travel retail: dopo il negozio nella Stazione Centrale di Milano, abbiamo progetti di apertura a Roma Termini e Tiburtina, a Firenze Santa Maria Novella e a Bologna. E non escludiamo gli aeroporti. Intanto, proprio in concomitanza con l’apertura del Salone è stata inaugurata la location presso il CC Fiordaliso di Rozzano (MI) e ha riaperto, triplicato nello spazio commerciale, il punto vendita presso Le Gru di Grugliasco (TO).
Filippo Montroni, direzione commerciale & sviluppo Mondadori Direct Siamo arrivati a 317 librerie e 198 Edicolè: tutte in franchising tranne 19 librerie e 9 multicenter di proprietà. Alla fine del 2013 i nuovi store aperti saranno 27, la totalità in franchising, 5 collocati in mall. Un risultato che intendiamo bissare anche l’anno prossimo, usando la stessa formula di sviluppo. Il calo dei consumi e l’impatto della crisi sulle vendite si sono fatti sentire più negli shopping center che nei centri urbani. La nostra catena ha manifestato una maggior capacità di resistenza rispetto al calo di vendite a livello nazionale. Nondimeno, abbiamo incentivato le attività promozionali: basti pensare al milione di card emesse, un risultato tanto più ragguardevole se si pensa che sono state lanciate solo tre anni fa. Grazie ad esse puntiamo a fidelizzare i clienti anche proponendo loro, oltre ai vantaggi e agli sconti nei nostri punti vendita, oltre 1.500 convenzioni. retail&food - dicembre 2013
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Grandi progetti internazionali
The Galleria, il primo luxury mall di Abu Dhabi Abu Dhabi - Il 29 ottobre è stata inaugurato ufficialmente The Galleria, mall del lusso realizzato ad Abu Dhabi, sull’isola Al Maryah, che si propone come il nuovo Central Business District dell’emirato. Il party inaugurale è stato pensato come una sfilata di moda, alla quale non è mancato il saluto dei più alti rappresentanti governativi accompagnati da Mohammed VI, giovane e brillante sovrano del Marocco. Progetto ambizioso ma soprattutto tassello di una realizzazione ben più ampia che prevede grattacieli destinati a uffici e hotel, oltre a un ampliamento ingente con spazi anche per entertainment, e soprattutto il lancio di un nuovo centro commerciale. Quindi opportunità anche per tanti candidati tenant italiani. Artefice dell’iniziativa è Gulf Related, joint venture USA/Abu Dhabi, presieduta da Kenneth A. Himmel (foto) di Related Urban e compartecipata da Mubadala: la holding governativa di Abu Dhabi con interessi e partecipazioni nei più svariati settori. Il luxury mall The Galleria – 130 negozi per 33.000 mq – si presenta come una struttura su due piani integrata con due torri per uffici, l’hotel 5* Rosewood e prossimamente il Four Seasons. Al piano terra l’intero mondo del lusso è rappresentato con boutique spesso di dimensioni sbalorditive (LV, Gucci, Prada, Cartier…). Al primo piano una selezione di marchi di livello inferiore ma comunque perfettamente in linea col progetto (tra gli italiani Pinko, Geox…). Molto ampia l’offerta food che rappresenterà un unicum per Abu Dhabi. Non va dimenticato che in questa regione la stagione estiva dura circa sei mesi ed è caratterizzata da temperature elevatissime. La vita si svolge quindi per lo più all’interno di ambienti climatizzati. Nel complesso il mall impressiona sicuramente per la concentrazione di top brand presenti al piano terra, e molto suggestiva è anche l’area coperta destinata alle sedute dei ristoranti, interamente vetrata 48 retail&food - dicembre 2013
e con vista sul mare e sullo skyline della città. Meno affascinante lo sviluppo interno degli spazi dove, nonostante la qualità dei materiali (tonnellate di marmo di Carrara), è difficile provare il famoso wow effect di cui tanto si favoleggia durante i convegni sul retail. Abu Dhabi come destination D’altra parte bisogna ricordare che The Galleria sorge in un’area dove i confronti sono limitati, nell’emirato non esiste nulla di simile, e può quindi costituire una valida alternativa per gli amanti dello shopping di marca che oggi devono percorrere i 150 km di strada che conducono alla vicina Dubai. La clientela del centro, una volta completato il progetto RE circostante, sarà composta in buona parte anche dalle circa 12mila persone che a partire dal 2017, quotidianamente, lavoreranno nel Central Business District (CDB). Previsioni supportate dai dati attuali che vedono la superficie delle due torri da poco aperte già occupate all’85 per cento. Molto attraente il progetto di rendere il CBD una financial free zone, come ci raccontano il Ceo di Gulf Related, Kenneth A. Himmel, e il suo managing director, Kevin Ryan. Ma lo sviluppo di Abu Dhabi, sia in chiave di business che di leisure destination, passerà attraverso la logistica e i trasporti – su modello già attuato con successo da Dubai – e quindi non stupisce il fatto che per il solo aeroporto sono previsti ulteriori investimenti per 7 miliardi di dollari nei prossimi anni. Il futuro è middle brands Durante la chiacchierata con i vertici di Gulf Related sono emersi molti elementi rilevanti, alcuni di diretto e prossimo interesse anche per la retail community italiana. L’esperienza accumulata dagli operatori del retail RE a Dubai indica retail&food - dicembre 2013
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I marchi di retail e f&b nel THE GALLERIA CH Carolina Herrera
Hour Choice
Molton Brown*
Swarovski
Chaumet*
Hugo Boss
Momo Design
Swatch
Christian Dior
Ippolita*
Montblanc
Tag Heuer
Christian Louboutin*
IWC
Moschino*
Taqado*
Coach
Jimmy Choo*
Mulberry*
The Cobbler*
David Morris*
Juicy Couture
Nautica
Thomas Pink*
Diane von Furstenberg*
Katakeet
Nolu's Downtown
Tod's
Diesel
Kenzo*
Nstyle
Tom Ford
DKNY
Kids Puzzle*
Pal Zileri
Tommy Hilfiger
Dolce & Gabbana Men
Kurt Geiger
Panerai
Tory Burch*
Dolce & Gabbana Women
La Martina*
Paul Smith*
Tumi
DSQUARED2*
La Senza
Pinko*
Urban Male Lounge*
Emax
Lacoste
Pomellato*
Van Cleef & Arpels
Emporio Armani
Lanvin
Prada
Via Rodeo*
Emporio Armani Caffé*
Lemongrass
Pucci*
Yas Royal Perfumes
Etoile La Boutique*
Liu Jo*
Ralph Lauren*
Zegna
Façonnable*
L'Occitane
Richard Mille*
Zuma*
Fendi
Loewe*
Rivoli
Fred Perry*
Longchamp*
Rivoli Eyezone
Gant
Louis Vuitton
Rivoli Prestige
Geox
Magnolia Bakery*
Roger Dubuis
Graff*
Magrabi Optical
S.T. Dupont
Gucci
Marc Jacobs*
Sacoor Brothers
Guess GC
Michael Kors
Saint Laurent
Hackett*
Mikimoto*
Sephora
Hogan
Miu Miu
Superdry
* Brands opening their first stores in Abu Dhabi
come i centri commerciali dell’area, condizionati dal difficile clima dei mesi estivi, siano uno spazio privilegiato per le famiglie, sempre più alla ricerca di esperienze ‘internazionali’. Un dato per tutti: la permanenza media nei centri commerciali da queste parti viaggia attorno alle cinque ore. Impossibile trovare equivalenze in Europa o Usa. Ma è Mortimer Singer, presidente e Ceo di Marvin Traub Associates, che essendosi occupato direttamente della commercializzazione ci delinea alcune tendenze dello sviluppo futuro di questo progetto. Singer infatti sottolinea come l’area in cui ha investito Gulf Related, l’isola di Al Maryah, nei prossimi 20 anni si troverà esattamente al centro tra il primo sviluppo di Abu Dhabi, cioè quello attuale, e il prossimo futuro della città, che oggi è possibile intuire 50 retail&food - dicembre 2013
soltanto ma che è facile immaginare vedendo le tante squadre di operai al lavoro tra torri in costruzione, gru e betoniere. Chi fosse interessato ad aprire vetrine da queste parti deve considerare uno sviluppo attraverso partner locali a cui cedere la gestione. Occorre, secondo Singer, un passaggio «da una mentalità franchising a una mentalità joint-venture». Di fatto la commercializzazione del nuovo grande centro commerciale, che sorgerà alle spalle di The Galleria, comincerà a breve puntando sui “soliti noti” (H&M, Zara, Apple…) ma a seguire dovrà coinvolgere una platea molto ampia di brand. Non sappiamo dire in che percentuale ma il futuro passerà certamente anche da qui. A.A.
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Analisi mercato
PAGAMENTI: LO SVILUPPO POS-SIBILE
Nuovi e vecchi strumenti digitali promettono di cambiare il modo in cui perfezioneremo i nostri acquisti. Tra contactless e funzionalità supplementari delle casse, continua l’evoluzione (e la competizione) delle tecnologie che faciliteranno (e renderanno più sicuro) lo shopping di domani
P
os contro Nfc. Una contrapposizione un po’ forzata che però sintetizza bene ciò che sta accadendo nel campo dei pagamenti per il retail. Se anche in Italia sta finalmente decollando il conctaless, tramite smartphone e tablet, il “vecchio” Pos è tutt’altro che sul punto di farsi pensionare: malgrado sconti un utilizzo meno diffuso di quanto ci si aspetti (ma questo può essere anche visto come un vantaggio in termini di potenzialità future), il dispositivo si sta arricchendo di nuove funzionalità. L’obiettivo
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in entrambi i casi è sempre lo stesso: facilitare gli acquisti senza contante, modalità che in Italia rappresenta ancora ben l’85% del totale (contro una media europea del 65%).
La realtà dei numeri
Ma partiamo dai Pos, la cui esistenza è legata a doppio filo all’uso e alla diffusione dei mezzi di pagamento elettronici: alla fine del 2012 quelli installati in Italia erano 1.510.000, il 3,78% in più rispetto al 2011: 43 per abitante. A fronte di una ridu-
zione del 4,46% del numero delle carte di credito emesse (28.475.000, ma solo 13.345.000 sono attive), sempre nel 2012 sono aumentate del 5,53% le carte bancomat (sono 41.240.000 quelle in circolazione, di cui 39.700.000 abilitate ai pagamenti) e ben del 32,39% le carte prepagate ricaricabili, arrivate a quota 18.800.000 (incluse le Postepay). Per ogni persona quindi ci sono 1,46 carte (valore che comprende le non attive, 1,2 considerando solo quelle attive). Ma il dato più significativo è quello del numero di transazioni di
pagamento elettroniche effettuate: 1.890 milioni nel 2012 (+9,37% rispetto al 2011), equivalente a 4 operazioni al giorno per ogni Pos installato. Un numero “imbarazzante” se si considera che in Gran Bretagna sono state 25 e in Francia 15. Il valore totale delle transazioni di pagamento con Pos mediante carte di credito, di debito e prepagate ha raggiunto quindi la cifra di 142,70 miliardi di euro, il 7,86% in più sul 2011. Tuttavia, il valore del transato medio su ogni singolo Pos è diminuito del 9,77%, da 105.400 a 95.100
«Se la proposta è di valore il seguito è garantito» Giulio Quaia,
Business Development Manager Europe area Retail Auriga Quali strumenti digitali offrite ai retailer? La nostra principale proposta per questo mercato è la suite WWS-PlainPay, una piattaforma di mobile payment attorno alla quale abbiamo realizzato una serie di servizi a valore aggiunto come il self scanning, il mobile commerce per beni fisici e virtuali, il remote e proximity payment, i servizi di geo localizzazione a cui abbinare l’advertising in logica push e la gestione dei programmmi fedeltà. In merito alla soluzione di proximity payment, grazie alla capacità della nostra piattaforma proprietria di gestire la tecnologia QrCode, offriamo, attraverso una semplice vetrofania all’interno del quale viene alloggiato un QrCode contenente i dati del merchant, un Pos virtuale a costo zero, ivi inclusi i costi ricorrenti. Altre soluzioni su misura? Proponiamo la virtualizzazione dei buoni pasto per aziende specializzate del settore e la nuova soluzione WWS-PlainPaySelf 3.0, un’App in grado di fare interagire il consumatore tramite smartphone con il sistema informativo del piazzale delle stazioni di servizio. Infine, siamo in grado di proporre anche il clouding presso l’infrastruttura tecnologica di Auriga e di offrire ulteriori servizi professionali in funzione di esigenze
«Il mercato europeo è orientato sempre più alla mobilità» Emanuela Capelli,
VP Solutions Sales Europe Datalogic ADC Quali soluzioni digitali offrite ai retailer? Offriamo una gamma completa di soluzioni che va da prodotti per il punto cassa e per il self-shopping fino a dispositivi per l’attività cosiddetta di front/back-end, ovvero ricezione e smistamento merci, riempimento e riordino scaffali e inventariato. Focalizzandosi sul primo ambito, i nostri più recenti dispositivi sono basati sulla tecnologia di lettura digitale Imaging che consente di leggere, oltre ai tradizionali codici a barre 1D, anche i codici 2D, come i QrCode, in modalità omnidirezionale. Tra questi, da segnalare il nuovissimo Magellan 9800i, lo scanner da banco in grado di leggere rapidamente i codici a barre in qualsiasi orientamento e anche direttamente dagli schermi di dispositivi mobili quali gli smartphone. Quali sono oggi le soluzioni più innovative e quali le evoluzioni per il futuro? Il mercato italiano ed europeo, in particolare in Francia, Belgio, Olanda e nei Paesi scandinavi, è orientato sempre più alla mobilità. In tale direzione abbiamo pensato il pod Joya, che, legato al software Shopevolution 6.0, rappresenta uno dei dispositivi più innovativi per il self-shopping. Semplice da usare, leggero, ergonomico, robusto, veloce nella lettura, vanta una lunga autonomia di batteria. Joya è anche un pod intelligente che permette al consumatore, premendo un tasto, di accedere a una serie di messaggi personali o a messaggi
specifiche del cliente. Quali sono le soluzioni più innovative e quali le possibili evoluzioni per il futuro? Un esempio della nostra continua ricerca di innovazione e avanguardia delle soluzioni è la recente integrazione di MyBank nella suite PlainPay, per pagare i propri acquisti online con un bonifico Sepa in tutta Europa, tramite l’Internet banking personale, in totale sicurezza e con evidente risparmio sui costi della transazione. La crisi dei consumi ha ripercussioni sul vostro business e sulle soluzioni proposte o richieste? Non abbiamo evidenziato criticità nel nostro business ma bensì un allungamento del ciclo di vendita dovuto a una maggior attenzione da parte del mercato nel verificare la valenza delle soluzioni, che evidenzia al tempo stesso un enorme bisogno di efficacia ed efficienza. Quale canale è più avanti nell'adozione di moderni sistemi di It? Normalmente sono i brand più noti, indipendentemente dai settori e dalle tipologie di negozi. Qual è il vostro fatturato e di quanti collaboratori vi avvalete? 12 milioni di euro il fatturato, circa 150 i dipendenti.
generali, dedicati alle promozioni in corso nel punto vendita. Come i sistemi digitali stanno cambiando i negozi rispetto al passato? Per rispondere, basti pensare a Jade, il nostro nuovissimo scanner automatico posto nel front-end dei punti vendita. A piano multiplo e omnidirezionale, Jade consente ai retailer di offrire ai propri clienti un checkout veloce, assistito, con tutti i vantaggi dell’automazione della fase di lettura dei codici, e di liberare il personale che può così interagire con l’acquirente offrendo promozioni speciali, assistenza sui buoni sconto e molto altro ancora. Il processo finale dell’esperienza d’acquisto diventa, perciò, più veloce, di qualità e produttivo. Quale canale del retail è più avanti nell’adozione dei moderni sistemi di It? In base alla nostra esperienza, i supermercati di piccolemedie dimensioni stanno affrontando con migliori risultati la crisi dei consumi e per questo sono più attivi nell’investire in tecnologia. Con quali retailer state lavorando in questo momento? Abbiamo concluso accordi con i più importanti retailer internazionali della Gdo: di recente, segnalo l'accordo con Pac 2000A per l’acquisto degli scanner di codici a barre Datalogic e con Coop Estense e Conad Centro Nord per l’installazione di numerosi terminali Joya all’interno dei punti vendita.
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Analisi mercato «La tecnologia “intelligent” rende fruibili soluzioni Cloud e MobilitY» Camillo Radaelli,
business manager Business Systems di Epson Italia Quali soluzioni digitali offrite ai retailer? Abbiamo in portafoglio un ampio spettro di soluzioni di stampa (fiscali e non) per il punto vendita. Recentemente abbiamo aggiunto all’interno delle nostre stampanti Pos delle funzionalità chiamate “intelligent”, che integrano servizi web e permettono di controllare tutte le periferiche del nostro sistema di cassa da un qualsiasi dispositivo (tablet, think client etc). Due i grandi vantaggi per il retailer: non è necessaria l’installazione di applicazioni e driver su ogni terminale che opera nel sistema e c’è la garanzia della continuità delle operazioni in-store anche quando la rete non funziona. Quali sono oggi le soluzioni più innovative e quali le possibili evoluzioni nel futuro? Uno fra i trend più evidenti è che molti retailer stanno investendo sul Cloud: per questo abbiamo sviluppato soluzioni di stampa capaci di sfruttare al massimo i suoi vantaggi, snellendo le operazioni e aiutando i negozianti a ridurre sia gli investimenti iniziali (poiché non servono potenti computer, né server o driver) sia i consumi energetici. Inoltre, le
euro all'anno. Non c’è da stupirsi: è la crisi, bellezza. Parimenti, il valore medio di ogni singolo pagamento su Pos è sceso da 77 a 75,50 euro, -1,95 per cento. Ma torniamo al dato di partenza: come detto, in Italia l’85%
soluzioni Cloud sono estremamente scalabili e rendono fruibile anche ai piccoli esercizi di prossimità servizi e soluzioni che erano fino a oggi accessibili alla sola Gdo. Come i sistemi digitali stanno cambiando i negozi rispetto al passato? Per rispondere, lascio la parola a Original Marines, che a proposito dei sistemi “intelligent” ha affermato: «Questa innovativa tecnologia Epson ha aperto una nuova strada nel nostro scenario commerciale, semplificando in modo significativo tutta la nostra attività: dalla gestione dei flussi di dati amministrativi e gestionali fino al controllo della vasta rete di punti vendita sul territorio». Quale canale del retail è più avanti nell’adozione dei moderni sistemi di It? La ristorazione è molta attenta alle nuove tecnologie: spesso siamo di fronte a giovani imprenditori che le apprezzano e le adottano. Con quali retailer state lavorando in questo momento? Moltissimi. Fra quelli che possiamo citare vi sono Original Marines e Yamamay. Le vostre soluzioni consentono ai clienti di risparmiare? La tecnologia “intelligent” rende immediatamente fruibile l’accesso a soluzioni Cloud e Mobility anche nel retail, portando a un impatto notevole sui costi.
delle transazioni di pagamento è effettuato ancora in contanti. Del 15% delle operazioni realizzate in modo diverso, il 7% sono assegni, il 31% bonifici, il 21% disposizioni permanenti di incasso. “Solo” il 41% dei pagamenti avviene quindi
«Soluzione standardizzata con moduli specifici per ogni ambito di mercato» Marco Stefani,
product manager Guttadauro Quali servizi offrite ai vostri clienti? Dalle piattaforme gestionali Erp alle soluzioni tecnologiche per gdo e retail; dalle piattaforme di e-commerce multicanale alla sales force automation; dalla trasformazione di dati in conoscenza alla Crm; dalla gestione elettronica documentale all’ottimizzazione delle risorse It con la virtualizzazione; dalla complete security al servizi It: ai nostri clienti forniamo un servizio a 360°. Si tratta di soluzioni destinate a tre branche del commercio: retail, ristorazione e retail generico (vendita libri, telefoni, giornali, prodotti sanitari, etc.). Più in dettaglio, i nostri servizi coprono i due ambiti principali dell’automazione del punto vendita: il back office (dagli acquisiti agli ordini, dagli approvvigionamenti alla parte statistica) e la gestione del punto cassa. Proponiamo un'unica soluzione standardizzata per i tre ambiti di mercato, con moduli specifici declinati sulle peculiarità di ciascuno di essi. A chi vi rivolgete in particolare? Abbiamo un istallato assolutamente eterogeneo, sia a livello di settore merceologico, sia sotto il profilo delle dimensioni. Le nostre soluzioni sono più pensate per le catene, con applicativi validi allo stesso modo per operatori attivi in Italia e all’estero. È il risultato del lavoro di 100 persone, che ha fruttato nel 2012 circa 10 milioni di euro di giro d’affari. Ai nostri clienti forniamo sia la parte software che l’hardwere e assicuriamo loro la manutenzione dei dispositivi e dei sistemi. Lavoriamo quasi del
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sto innegabile ritardo è che i margini di crescita sono notevoli. A maggior ragione se si considera la crescente predisposizione dei consumatori del Belpaese anche verso le forme più evolute di pagamento digitale: il mobile payment tramite Nfc. Pagare on the move piace infatti al 94% degli italiani che ha provato a farlo attraverso dispositivi quali smartphone e tablet: 7,9 è il voto medio assegnato all’esperienza.
con carte: a conti fatti, il 6% di tutte le transazioni sono dunque ascrivibili alla moneta elettronica.
Le due facce della medaglia
L’altra faccia della medaglia di quetutto con soluzioni proprietarie, il che ci permette di fornire prodotti in continua evoluzione. Di questa attività di ricerca, innovazione e sviluppo, l’ultima manifestazione è la nostra nuova piattaforma di cassa per il pagamento mobile. In questo modo completiamo l’offerta di prodotti per il punto vendita, andando a integrare quella di postazioni cassa touch e dei servizi accessori (penso all’e-commerce integrato al retail). Insomma, strumenti di gestione sia dello store fisico che della vendita virtuale. Come la digitalizzazione sta cambiando il negozio? Oggi presentiamo la nostra soluzione mobile proprio perché i tempi sono maturi per far evolvere il concetto di barriera cassa da struttura fissa a soluzione virtuale, che gira su telefonino. Con le nuove tecnologie Nfc si va sempre più destrutturando il momento del pagamento, senza per questo venir meno l’adempimento degli obblighi di legge per esempio relativi all’emissione dello scontrino. Basta predisporre collegamenti wireless delle stampanti con i dispositivi che accettano pagamenti conctatless. C’è poi tutto il discorso legato alla condivisione online dello shopping del cliente. Il vantaggio della digitalizzazione allora è duplice: non solo gratifica l’acquirente ma permette al negozio di conoscere le abitudini e le preferenze di chi ha perfezionato l’acquisito. Quale canale è più avanti nell’adozione delle nuove modalità pagamento? Nella nostra esperienza, la ristorazione fa da pioniere. Ovviamente parlo di quella commerciale sviluppata a catena. Tra i nostri clienti ci sono Roadhouse Grill e il gruppo Vera. Ma anche Gamepeople, catena di negozi di videogames, cui forniamo una soluzione standardizzata che gestisce anche il ritiro dell’usato.
«Aiutiamo i retailer a non perdere clienti e quindi fatturato»
Apri con noi un negozio
Alberto Adorini,
fondatore e amministratore delegato di payleven Italia Quali soluzioni digitali offrite ai retailer? Payleven è una soluzione di mobile Pos, ossia un piccolo dispositivo che si collega via bluetooth allo smartphone o al tablet e che consente di accettare pagamenti con tutte le carte di pagamento, né più né meno che un Pos tradizionale. Quali sono oggi le soluzioni più innovative e quali le possibili evoluzioni? Il nostro prodotto ha la caratteristica di interfacciarsi con l’utente (in questo caso l’esercente) attraverso una App. Ciò consente di aggiornarci frequentemente aggiungendo funzionalità cucite sui nostri clienti. Diverse, al di là dell’accettazione del pagamento, le speciali funzionalità dell'applicazione: key account (possibilità di gestire diversi dispositivi tramite un unico account), stampante bluetooth (collegandola all'App per stampare sempre le ricevute), storico delle transazioni (direttamente su smartphone), inserimento item (possibilità di inserire i propri prodotti all'interno dell'App per semplificare e velocizzare la vendita). Tra le funzionalità di domani penso a loyalty couponing, cash register, advanced analytics, omni-channel payment, invoicing. I sistemi digitali come stanno cambiando i negozi rispetto al passato? Il nostro dispositivo aiuta i retailer, grazie a un sistema digitale, a non perdere clienti, e quindi fatturato. La crisi dei consumi ha ripercussioni sul vostro business e sulle soluzioni proposte o che vi vengono richieste? Nessuna ripercussione, proprio perché il nostro prodotto aiuta il retailer a guadagnare di più, non perdendo clienti. Inoltre, offre un vantaggio simile a quello dei Pos bancari, ma è più economico non avendo costi fissi, di installazione, manutenzione, etc. Qual è il vostro fatturato e di quanti collaboratori vi avvalete? Il team italiano comprende una quindicina di persone; a livello globale invece siamo circa 150 dipendenti. Qual è in generale l'andamento del mercato, quali le sue prospettive e potenzialità? Il mercato in Italia è assolutamente attrattivo: fermo per molti anni, ora finalmente ha a disposizione un prodotto che lo può far uscire dalla staticità, innovando, ma senza stravolgere l’esperienza di acquisto del consumatore. Da tener presente anche la massiccia presenza, in Italia, di Pmi e il fatto che il governo sta varando normative a favore dell’utilizzo del denaro elettronico.
6 ottimi motiVi
per scegliere un nostro Franchising: Paghi solo il venduto Nessun rischio di rimanenza Investimento iniziale minimo Marchio leader Franchising unico nel settore Settore caratterizzato da poca concorrenza
Velocità, praticità e comodità sono i vantaggi principali sottolineati. Si tratta di uno strumento adatto specialmente per importi piccoli, che sconta tuttavia una diffusione ancora limitata della tecnologia che lo supporta. Sono questi, in sintesi, i dati emersi da una recente ricerca SIA, che, prima in Europa, ha progettato e realizzato un hub interoperabile per i pagamenti con cellulari Near Field Communication, sistema cui hanno già aderito diverse banche e operatori telefonici italiani. Particolarmente significativo il dato che attiene al numero medio mensile di operazioni effettuate con il cellulare dal panel, che risulta più
alto rispetto a quello registrato per le carte: il 91% ha realizzato tra 4 e 10 pagamenti nell’arco di trenta giorni. E ancora: nella stragrande maggioranza dei casi (76% contro 24%) si tratta di transazioni con importi al di sotto dei 25 euro, che non richiedono quindi l’inserimento del Pin. Ma dove va più forte questo nuovo metodo per pagare? Innanzitutto in supermercati e centri commerciali (71%), in secondo luogo nei ristoranti (44%), e quindi in bar, edicole e tabacchi (29%). Sotto il profilo del genere, curioso notare come si manifesti un differente utilizzo del sistema: gli uomini sono più propensi a replicare sempre gli stessi acquisti, concentrati nel
Le Nostre Partnership:
inoltre ai i nostri punti Vendita forniamo: • Assistenza commerciale e Visual Merchandising • Lay-out espositivo caratterizzante • Pubblicità e sponsorizzazioni: Da oltre 30 anni lavoriamo al fianco dei maggiori professionisti che ci hanno scelto come partner per la loro vita lavorativa e come sponsor per i loro eventi www.giblors.com
Testimonial Massimo Bottura
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Analisi mercato «Sensibilizziamo il merchant sull’uso dei moderni sistemi di pagamento» Claudio Carli,
marketing & communication director Ingenico Italia Chi è il vostro cliente? Operiamo secondo un modello B2B: il nostro cliente non è tanto il negoziante che ha bisogno di un terminale per pagamenti sulla cassa ma la banca che offre al merchant il terminale e i servizi di gestione delle transazioni correlate. L'esercente spesso non ha la preparazione (e la voglia) di selezionare il Pos più adatto alle sue esigenze. Di qui il desiderio di fare cultura di settore, testimoniato per esempio dalla nostra presenza al Salone del Franchising all’interno dell’Innovation Retail Lab, un'area espositiva dove diverse aziende presentavano i sistemi e gli strumenti digitali che caratterizzeranno il punto vendita di domani. Con un obiettivo: sensibilizzare il merchant sull’uso dei moderni sistemi di pagamento, considerando che il piccolo e medio esercente rappresenta ancora il 60/70% del mercato. Solo il grande retailer oggi ha la competenza per fare una scelta ponderata calibrata sui propri bisogni e desiderata, ecco perché, sempre più spesso, sceglie l’hardware, se lo installa e poi chiede alla banca il servizio con quel sistema. In base alle dimensioni del cliente, cambia il tipo di apparecchio che fornite? Non necessariamente. Se un cliente di grosse dimensioni ha tante installazioni integrate ai sistemi di cassa, allora forniamo prodotti adatti a questi impianti più complessi. Ai piccoli negozi normalmente bastano terminali stand-alone. I sistemi di pagamento elettronico si stanno evolvendo, introducendo nuove tecnologie che vanno a vantaggio del merchant, semplificandone la vita sotto diversi profili: commissioni più leggere, tecnologie più evolute (come ad esempio touch screen), pagamenti on the move. È questa l’ultima frontiera. Che ha un mercato potenziale grandissimo. Pensiamo ai professionisti (favoriti in questo anche da recenti disposizioni di legge), ai servizi pubblici, a tutta una serie amplissima di pagamenti di beni e servizi che si potranno effettuare conctaless, mediante Pos mobili. Questo per il futuro, per il presente? Vendiamo chiaramente moltissimi terminali fissi da tavolo accanto a quelli portatili. La mobilità sul punto vendita è già una realtà. Pensiamo ai distributori di benzina o ai ristoranti con Pos contacless. Ma non è tutto. Puntiamo su altre due tipologie di terminale: da un lato, come detto, Pos portatili di piccole dimensioni e, dall’altro,
tragitto casa-lavoro (caffè, giornale, stuzzichino), le donne, invece, sono più aperte alla sperimentazione anche quando fanno la spesa di tutta la famiglia, in super e mall, anche per importi superiori. Inutile dire che la diffusione di questa modalità di pagamento sconta alcuni ritardi e handicap: a fronte di una più che soddisfacente operatività delle transazioni mediante mobile device, permangono inefficienze legate alla limitata formazione di chi lo mette a disposizione dei clienti (se ne lamenta il 56% degli interpellati nella ricerca), ad anomalie tecniche (32%) e alla scarsa diffusione dei Pos contactless (29%). Conseguenza: la diffusione del mobile payment passa necessariamente per una maggior capacità di accoglienza degli esercenti. Tanto più che i consumatori si attendono un uso ben più integrato e diffuso dei pagamenti on the move: dai trasporti (l’88% considera proprio questo uno sviluppo “molto utile”,
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applicato per esempio all’acquisto dei biglietti per aerei, treni, mezzi pubblici, etc.) ai documenti personali tipo codice fiscale e tessera sanitaria (76%), dalla sostituzione del badge aziendale (76%) fino alle carte loyalty (73%). Senza dimenticare la dematerializzazione dei buoni pasto, un fronte sul quale alcune aziende specializzate nei sostitutivi di mensa sono particolarmente all’avanguardia, utilizzando non solo il protocollo Nfc (che non viene supportato dai dispositivi Apple, per dirne una), ma anche codici a barre, QrCode e codeline alfanumeriche, senza dunque precludersi l’uso di tutte le più moderne tecnologie per massimizzare il risultato. Su tutto, emergono due innegabili vantaggi del pagamento in movimento: la gratificazione dei consumatori (comodità e velocità come fattori chiave) e la maggior sicurezza (legata all’impiego di denaro virtuale al posto del contante).
apparecchi con display a colori e touch screen, che, oltre al pagamento in sé, permettono di visualizzare promozioni e di fare attività di marketing, rendendo tutte queste operazioni e funzionalità più piacevoli per il cliente tramite interfaccia evoluti e accattivanti. In termini di numeri quali dispositivi si vendono di più? I terminali di base da negozio classico rappresentano ancora il 45/50% delle nostre vendite; un altro 40% è costituito da terminali mobili portatili tradizionali e il restante 10% è ascrivibile al novero dei prodotti innovativi di cui abbiamo parlato, che oggi si configurano ancora in parte sperimentali. Ma sono il domani del pagamento digitale. Qual è il cliente più sensibile alle innovazioni tra i retailer? I grandi sicuramente. Basti pensare ai terminali dotati di touch screen usati per il self check out: non sono strumenti di mero pagamento ma di tutorial dell’operazione stessa. Di qui l’uso di immagini colorate, voci elettroniche, indicazioni che accompagnano il cliente nel pagamento fatto da sé. Poi ci sono i retailer della moda. In questo caso la propensione agli strumenti più avanzati è anche legata al desiderio di evidenziare la modernità del proprio brand, di optare per le soluzioni più eleganti, esteticamente impattanti. Fate assistenza? E quanto pesa sul vostro business? Per Ingenico le attività di assistenza generano il 25% del fatturato. Non a caso: è sempre stato uno dei nostri atout, fin dai nostri esordi sul mercato italiano come start up di un grande gruppo internazionale, 10 anni fa. Dalla preparazione del terminale prima della consegna del medesimo alla banca o al cliente alla formazione del personale che lo utilizza, dall’aggiornamento del software alla manutenzione, fino all’intervento in caso di problemi tecnici: a queste attività destiniamo 60 collaboratori, sui 100 che complessivamente costituiscono la nostra forza lavoro in Italia. Ci sono vantaggi “economici” nell’impiego di Pos? Le statistiche ci dicono che i negozi con terminali Pos aumentano leggermente le vendite. È un effetto psicologico, scientificamente misurato: ho finito i contanti ma ho la carta; oppure: pago con la carta di credito e quindi sforo un pochino il budget che mi ero dato. .
Come cambia il negozio Di fatto in questo ambito l’Italia è indietro: non solo nell’uso del digital money, il fronte più avanzato delle moderne tecnologie, ma anche nel campo dei semplici pagamenti elettronici. Un dato su tutti: un numero di negozi che oscilla tra 700mila e 1 milione non ha ancora installato neppure un Pos fisso. Di contro è indubbio che, per chi produce questi dispositivi (e per le banche che li installano), i margini di crescita sono grandi. Tanto più se si considerano i più recenti sviluppi: i Pos mobili (i quali, oltre che nei negozi tradizionali, possono essere usati anche dai professionisti nello svolgimento delle loro attività a domicilio) e quelli più evoluti, che, oltre al pagamento, sono utili per attività di tutorial, come effettuare pagamenti self service (modalità che si sta diffondendo in molti ipermercati), e di advertising, supportando anche offerte speciali e promozioni: si pensi ai
«Siamo pionieri e all’avanguardia nell’uso del Cloud» Michele Petraroli, fondatore Piemme Italia
Come siete nati e come vi siete sviluppati nel tempo? Siamo nati nel 1997 come studio di consulenza informatica. L’anno dopo con SmartShop e FastBill, rispettivamente software per la gestione del punto cassa retail e nel mondo food, ci poniamo all’avanguardia nel processo di digitalizzazione degli esercizi commerciali in Italia. Nel 2006 l’ulteriore salto: con SmartShop WebPortal per le catene retail e FastBill WebVisor per quelle del food, entriamo nel mondo degli applicativi in Cloud. Siamo dunque pionieri in una tecnologia che sta prendendo piede nell’ultimo biennio. Abbiamo quindi focalizzato la nostra attenzione sulle catene sviluppate in franchising, che hanno peculiarità gestionali diverse da quelle di proprietà. Quali soluzione offrite ai mercati in cui operate? Un novero molto ampio che va dal coordinamento del personale nei punti vendita alla gestione dei turni e alla verifica della redditività dei collaboratori, fino al controllo delle quadrature di cassa: tutto in tempo reale. Quale il punto di forza dei vostri servizi? Sicuramente il fatto che tutti questi dati non sono spediti in Ftp a intervalli programmati, ma con sincronizzazione costante via web, in tecnologia Cloud. Di conseguenza, in qualsiasi momento, da una postazione connessa alla Rete (e non da un desktop remoto), ecco disponibile la visione globale di tutta la catena: esattamente come si fosse fisicamente presenti in sede, in magazzino o nel punto vendita.
Questo in generale, e più nello specifico per quanto attiene ai pagamenti? Come accennato, abbiamo due sistemi diversi, calibrati sulle peculiarità della gestione di un negozio o di un ristorante. Nel primo caso ci proponiamo come partner tecnologico offrendo un pacchetto entry level: un software semplice, che può essere installato su computer touch screen (Pos) o su qualsiasi pc, anche portatile. Qui il software per il punto cassa può essere integrato anche in fase successiva al sistema di gestione centralizzata basato su tecnologia Cloud, e in qualsiasi momento al sistema di e-commerce integrato. In particolare, SmartShop sconti e pagamenti gestisce tutte le forme di pagamento abitualmente in uso (contanti, carta di credito, bancomat, assegno), calcola il resto, eventuali sconti o la cancellazione in automatico dell’intero scontrino, etc. E per la ristorazione? È disponibile la nostra soluzione FastBill: una suite di programmi completa per la gestione dei tavoli, la raccolta delle comande e la stampa delle pietanze nei reparti di produzione. Nella versione Cloud, offre al ristoratore la possibilità di ricevere ordini e prenotazioni online dai clienti che si integrano immediatamente con il sistema di cassa. È una soluzione che prevede funzionalità ad hoc anche per piccoli ristoranti take away, pizzerie, gelaterie, sushi bar, birrerie, pub, feste paesane, wine bar, self service etc. Il software gestisce anche le transazioni con card prepagata e mediante buoni pasto, supporta la fatturazione differita, consente di impostare gli sconti, le convenzioni e gli accumuli punti.
tablet di cui sono dotati i commessi di alcuni negozi (Apple store in primis) per le attività di assistenza e pagamento o di quelli consegnati ai clienti in alcuni ristoranti, su cui è possibile effettuare direttamente la comanda, oltre a poter ricevere informazioni sui valori nutrizionali dei piatti, visionare contenuti pubblicitari e navigare. Del resto, la tecnologia sta anche cambiando sensibilmente il layout dei punti vendita nei quali oggi si trovano aree dedicate al self-shopping, self-checkout e self-payment, segnalate con una cartellonistica dedicata; anche la collocazione del personale, di conseguenza, si è evoluta. Oltre a migliorare la customer experience, tali soluzioni riducono i costi e ottimizzano i servizi offerti dai retailer. Senza contare, per finire, i vantaggi in termini di sicurezza che l’eliminazione del contante consente di ottenere e i minori costi gestionali, una volta ammortizzato l’investimento, grazie all’utilizzo per esempio del Cloud Computing (si paga solo per i sistemi effettivamente utilizzati), unitamente alle tecnologie di Energy Saving e Paper Saving (con risparmio sui consumi elettrici e di carta fino al 30%) che caratterizzano i moderni sistemi di pagamento e di conduzione del negozio.
Massimo Andreis retail&food -dicembre 2013
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newstech&arredo Pasolini promuove Carrefour È stata battezzata “Image Prix” la campagna di restyling della comunicazione di prezzo nelle aree promozionali in 32 punti vendita Carrefour affidata a Pasolini Spa. L’iniziativa, che coinvolge la totalità della rete di ipermercati del gruppo francese, è un segnale forte lanciato dal retailer francese che nelle sue aree e corsie promozionali
Il nuovo concept store Ferrari parte da Maranello
I
osa Ghini Associati ha rinnovato il layout dei Ferrari store, a partire da quello di Maranello. Esteso su una superficie di 650 mq, lo spazio commerciale comprende un’ampia esposizione di vetrina per prodotti del mondo Fan e Lifestyle. Collocato di fronte all’head quarter dell’azienda e vicino alla Galleria Museo, lo store esercita un forte punto di richiamo per i visitatori. L'intervento architettonico ha inteso valorizzare i fronti vetrina. Due gli elementi base: intanto lo spazio Fan, dove fa bella mostra di sé una storica GT e che ospita un’area dedicata al mondo Kids e Toys; accanto, la vetrina dedicata al mondo Lifestyle, con i Memorabilia costituiti da parti di vetture. Nell’area Tailor-made Vip Room, invece, i rivestimenti in pelle lungo gli arredi a parete, l'illuminazione soffusa e le grafiche di berline storiche creano atmosfere più calde, da gentlemen drivers. Lo scultoreo banco cassa con la grande vetrina espositiva, insieme allo shield sagomato che si sviluppa sulla parete, rappresentano il focus centrale del negozio. Tra gli obiettivi della progettazione del nuovo Concept restyling Store c’è la creazione di una struttura espositiva d'arredo a
telaio flessibile, grazie alla possibilità di riposizionamento dei ripiani. Particolare cura è stata dedicata alla progettazione illuminotecnica, attraverso doppi livelli di controsoffitto, strisce luminose nascoste e largo impiego di LED. Parte integrante del progetto architettonico è la comunicazione grafica di immagini dinamiche e statiche che accompagna il visitatore nel percorso merceologico.
Unidata adotta il software OpenStack per il suo Cloud ha deciso di puntare sulla convenienza, mediante la comunicazione del “prezzo forte”. In soldoni, dal settembre scorso, nei negozi della catena sono stati installati pannelli di varie forme e dimensioni, che ben si adattano ad ogni area promozionale: dalle corsie centrali alle aree dei freschi. I pannelli sono caratterizzati da una parte in rosso che segnala l’offerta, e da una seconda in giallo con la comunicazione di prezzo. Numeri intercambiabili consentono quindi di stare al passo con la continua variazione dei prezzi, il che evita di usare stampe realizzate da ogni singolo punto vendita.
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Unidata, azienda italiana attiva nel campo delle Comunicazioni Internet e System Integration, ha scelto di sfruttare le potenzialità di OpenStack-ActiveResource, il più importante dei software free e open source legato al Cloud. In particolare, l’uso della piattaforma OpenStack (progetto IaaS cloud computing di Rackspace Cloud e Nasa) rende disponibile per l’utente finale una suite di applicazioni, tra loro indipendenti, che possono essere interconnesse in base alle esigenze, sia per la realizzazione di piattaforme per il Private sia per il Public Cloud. Il tutto gestito attraverso una dashboard che permette di controllare gli amministratori e la gestione delle risorse attraverso un’interfaccia web. La OpenStack Foundation, è un soggetto giuridico istituito nel 2012. Scegliendo OpenStack, Unidata contribuisce a perseguire
una delle finalità principali della Fondazione: rendere la piattaforma uno standard universale per il Cloud. Oltre 120 aziende leader, fra le quali AT&T, Yahoo, Cisco, Dell, IBM, HP, Intel e SUSE Linux hanno aderito al progetto della OpenStack Fundation.
Spizzico sceglie Tritech per la differenziata
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ovità “eco” nello scalo di Fiumicino: in tutti i punti vendita a insegna Spizzico sono state posizionate macchine Tritech Drink per la compattazione automatica e la raccolta differenziata delle bottiglie in plastica pet. Collocati nel periodo di massima affluenza, vale a dire durante l’estate, i tre apparecchi hanno dato buona prova: nei ristoranti del brand “a tutta pizza” hanno reso possibile una raccolta differenziata, automatica, semplice e ordinata. Tra gli aspetti curiosi da sottolineare, è stato il rumore particolare del meccanismo di compattazione messo in moto dall’inserimento dei rifiuti a incentivare i clienti a introdurre le proprie bottiglie all’interno dei Tritech Drink, inducendoli a compiere un gesto civile che contribuisce alla tutela dell’ambiente.
AW LAB: SHOPPING EXPERIENCE TRAMITE M-CUBE
Athletes World, retailer italiano per lo sport-style con oltre 150 negozi in Italia, ha scelto la tecnologia M-Cube per supportare la nascita del nuovo marchio Aw Lab e realizzare una nuova generazione di negozi, veri e propri laboratori di tendenza legati allo “urban sport style”. Il progetto di rinnovamento dei punti vendita si compone di due parti: l’implementazione della tecnologia digital signage nei negozi e l’introduzione della radio in store. Ridisegnato il punto vendita, la customer experience è concepita come digital shopping experience mediante l’incorporazione nel layout di 75 negozi di monitor digital signage posizionati sia in vetrina (2 monitor che formano un banner verticale) sia dietro la cassa (2 monitor che formano un banner orizzontale). L’obiettivo è quello di amplificare il messaggio a livello informativo e formativo verso il cliente che entra nel negozio, avendo la possibilità di cambiare e aggiornare i contenuti in maniera rapida e reattiva, condividendoli su diversi cana li.
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newstech&arredo La comanda, in un tocco
DATALOGIC E PAC 2000A: PARTNERSHIP RAFFORZATA
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Ordinare con un tocco: è quanto possono fare i clienti dei nuovi locali romani della catena di ristoranti Frizzo (Gruppo Gusto). L’innovativo sistema è stato implementato grazie a Microsoft Surface e a un’applicazione unica creata da Random Research. Si prospetta dunque una vera rivoluzione per il servizio in sala: grazie all’App Octopus caricata sui tablet Microsoft Surface, gli avventori possono esplorare tutto il menu, arricchito da una serie di invitanti immagini, e ordinare direttamente dal display, trasmettendo l’ordine alla cucina. A tale scopo, il locale Frizzo di piazza Augusto Imperatore è stato dotato di 50 Microsoft Surface. Effettuata la prenotazione, i tablet rimangono a disposizione dei clienti che vogliono ingannare l’attesa divertendosi, sfruttando le funzionalità di intrattenimento e di gioco e l’universo di applicazioni del dispositivo.
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ccordo quadro per l’acquisto di lettori da banco per tutti gli oltre 1.100 punti vendita di PAC 2000A (cooperativa di dettaglianti aderente a Conad che raggruppa 1.154 esercizi commerciali): a fornire i dispositivi sarà Datalogic, azienda bolognese attiva nei mercati dell’acquisizione automatica dei dati e dell’automazione industriale nonché produttore di lettori di codici a barre, mobile computer per la raccolta dati, sensori, sistemi di visione e di marcatura laser. Nel dettaglio, i concessionari che installano nuovi prodotti Datalogic presso i negozi associati potranno acquistare,
attraverso il loro tradizionale canale di vendita, gli scanner delle serie Magellan™ e QuickScan™ Imager a prezzi vantaggiosi. I prodotti Datalogic selezionati per le casse degli store PAC 2000A sono gli scanner bi-ottici Magellan 8400 con tecnologia laser, i lettori da banco serie Magellan 3200VSi e Magellan 3300HSi, a tecnologia imaging. Per i lettori manuali general pur pose invece, è stata individuata la Quickscan Imager come miglior soluzione da impiegare nei negozi in cui è necessario gestire le attività del punto cassa con uno scanner manuale.
L’etichetta di Tyco contro il taccheggio
Tyco Integrated Fire & Security, fornitore di soluzioni di sicurezza e retail performance integrate, ha ampliato la sua linea di prodotti della divisione Retail Solutions con un'innovativa etichetta rigida a marchio Sensormatic. Dotata di tecnologia acusto-magnetica (AM) per la protezione di abbigliamento delicato e tessuti pregiati, la nuova etichetta è l'unica sul mercato a essere studiata per proteggere i capi costosi dei retailer difficilmente difendibili con le tradizionali etichette rigide EAS (Electronic Article Surveillance). Al formato ridotto, i dispositivi uniscono la leggerezza e il raffinato design: caratteristiche fondamentali per prevenire danni ad articoli delicati. In questo modo, anche la merce più costosa potrà essere esposta senza timori.
Il marketing sensoriale in autogrill
PNY sbarca a Vienna 250 mila voli e 21 milioni di passeggeri (cifre del 2011): sono i numeri dell’aeroporto di Vienna-Schwechat. La cui società di gestione, Flughafen Wien AG, ha scelto PNY come partner, e la sua tecnologia Nvidia Mosaic multi-display per l’installazione di 120 monitor nell’area ritiro bagagli. Il gestore dell’aerostazione
J-NOW e Autogrill danno vita al "marketing sensoriale" unendo le tecniche del marketing olfattivo con la tecnologia QrCode. Era questo lo scopo dell’evento organizzato dai due partner dell’iniziativa presso l’area di sosta Villoresi Est, sull’Autostrada A8. Protagonista del “viaggio sensoriale” è stato il profumo tipico della cucina italiana, pomodoro e basilico. Avvicinandosi al corner espositivo di Cirio, i visitatori venivano cattu-
rati dal profumo del sugo, mentre, attraverso la lettura del QrCode, potevano visualizzare video, scaricare ricette e condividere la propria esperienza su Facebook, diffondendo le immagini con un concetto virale di messaggio. La tecnica olfattiva messa a punto da J-NOW permette di ricreare qualsiasi profumazione legata alla comunicazione o al brand e consente di interagire con il consumatore sia
attraverso il QrCode sui pack del prodotto su biglietti da visita, affissioni e manifesti pubblicitari. Il sistema è anche in grado di leggere la lingua di configurazione del browser, traducendone automaticamente l’applicazione. E non è tutto: mediante la raccolta di alcuni dati sensibili (nome ed email, per esempio) si può tenere aggiornato il consumatore su promozioni, offerte e novità.
ha infatti sviluppato una gamma di servizi ausiliari, tra cui progetti pubblicitari e mostre d'arte. In particolare, la pubblicità tabellare viene presentata in alta definizione mediante grandi schermi dotati di potenti schede grafiche. Incaricati di trovare una soluzione affidabile e d’impatto per gli schermi della zona del baggage claim e per la gestione del back-office, i responsabili del dipartimento It hanno quindi optato per l’uso di 30 schede grafiche Quadro K4000 di PNY: ciascuna è responsabile di quattro schermi, con risoluzione Full HD.
Buono l’esordio per l’App di Day Ristoservice Un premio alle migliori innovazioni digitali al servizio della ristorazione e del retail: si chiama NC Digital Awards l’evento che il mese scorso ha visto premiare la migliore comunicazione digitale, interattiva e online. Ideato da ADC Group per dare sostegno alla cultura digitale aziendale e ai partner del settore comunicazione, il premio si articola in 13 categorie per altrettanti vincitori. A individuare i progetti più innovativi una giuria (presieduta da Nicola Novellone, web & digital director di Sky Italia) composta da esponenti di aziende che più investono nella comunicazione digitale. Tra le società premiate, Day Ristoservice
nella categoria “Altre soluzioni digitali (strumenti interattivi)” per l’App DayTronic Mobile, “la tua pausa pranzo sempre più smart”. L’applicazione, sviluppata dalla società attiva nel settore dei settore buoni pasto, è una soluzione originale per pagare con smartphone dotati del microchip Nfc. I sostituti di mensa, dematerializzati, vengono caricati automaticamente nell’App, sostituendo i blocchetti cartacei. A testimoniare l’impegno sulla “strada digitale” di Day Ristoservice anche il terzo posto nella categoria, “Siti e iniziative di e-commerce”, con la piattaforma E-cadhoc, “il buono regalo online che ti assomiglia”.
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International Zara Home, di casa a Parigi
Al suo terzo taglio nastro parigino, Zara Home fa il suo esordio sugli Champs-Élysées, l’arteria commerciale più ambita di Francia che già ospitava la formula d’abbigliamento del gruppo (Zara). La formula iberica d’arredamento ha inaugurato per l’occasione uno store di 430 mq quale 17sima vetrina di Francia. Zara Home è il brand più profittevole e in mag-
giore crescita commerciale del gruppo iberico Inditex, con un network internazionale che già annovera circa 350 vetrine. Quello francese è il terzo mercato mondiale per importanza, dopo quello spagnolo e quello italiano.
Helsinki, Starbucks va in libreria
SSP apre il primo Starbucks in store nel mercato finlandese. La società britannica, specializzata in formule di food & beverage per il travel retail, per il suo esordio nel cuore di Helsinki ha inserito la formula di coffee shop nella più grande libreria del Paese, l’Academic Bookstore, un tempio del sapere disposto su tre livelli, di proprietà della catena di department store Stockmann. La libreria (e con essa la caffetteria) è ubicata in Pohjoisesplanadi al 39, all’interno di uno dei gioielli architettonici della capitale finlandese, recentemente restaurato preservando il progetto originale del 1962 di Alvar Aalto. Si tratta del nono taglio nastro per i partner in Scandinavia che potevano già contare su 6 Starbucks aeroportuali (negli scali di Oslo, Stoccolma Arlanda ed Helsinki) e 2 ferroviarie (nelle stazioni di Malmoe e Goteborg).
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duty free world
By James Ross - London
WDFG: a time of transformation WDFG, tempo di trasformazioni It is a momentous time for World Duty Free Group, one of the biggest travel retail operators in the world. In October, the company, with sales of €2bn in 2012, demerged from Italian parent Autogrill, and was listed successfully on the Milan stock exchange where its share price was on the rise up to mid-November. WDFG has a large share of its operations in the UK and Spain; almost half of revenue coming from the UK business while the ‘rest of Europe’ unit makes up another 30% (of which Spain accounts for more than 90%). Going forward, the retailer will be looking to balance up its geographical portfolio so that it is not so dependent on the UK market (albeit strong right now), and the currently weak Spanish market where passenger numbers are still falling. Early in November it scored a direct hit in this objective by securing a contract to run the duty free and travel retail operations at Helsinki Airport. Not only does that move open up the Nordic market for WDFG, it gives the retailer access to a big group of Asian travellers thanks to Helsinki promoting itself as the fastest connection from Asia to Europe. In 2012, out of 15m passengers, over 1.8m were on Asian flights. WDFG starts operations at the Finnish hub in March 2014 thanks to its deal with airport operator, Finavia Corporation. The contract gives WDFG 11 stores to work with and 2,500sq m for the core categories: four duty-free and duty-paid stores, including two walk-through units, offering the core categories, plus seven speciality boutiques totalling 600sq m with a luxury focus. At the start of this year, WDFG also started operations at Düsseldorf Airport, its first foray into the German market at the country’s third busiest gateway with 21m passengers last year. The geographical diversification is good news for WDFG and makes sense for the operator as it seeks to make its mark and stabilise its profitability by growing its business in a sustainable way – and subsequently increasing its share price as well.
Si tratta di un momento importante per World Duty Free Group, uno dei più grandi operatori mondiali di travel retail. In ottobre, l’azienda, con un fatturato di 2 miliardi di euro, è stata scorporata dal suo parent italiano, Autogrill, ed è stata quotata alla Borsa di Milano dove il prezzo della sua azione è lievitato sino a metà novembre. WDGF ha gran parte delle sue attività nel Regno Unito e in Spagna, quasi la metà delle entrate provengono dal business della Gran Bretagna, mentre il resto dell’Europa costituisce un altro 30% (di cui a sua volta la Spagna rappresenta il 90%). In prospettiva futura, il retailer cercherà di bilanciare il proprio portfolio geografico in modo tale da non dipendere così tanto dal mercato del Regno Unito (benché sia forte in questo momento) e dall’attuale debolezza di quello spagnolo, dove il numero di passeggeri è ancora in calo. All’inizio di novembre ha fatto centro in tale direzione assicurandosi un contratto per gestire le attività di duty free e di travel retail dell’aeroporto di Helksinki. Questa mossa, non solo apre a WDFG il mercato del Nord, ma dà al retailer l’accesso a un grande gruppo di viaggiatori asiatici, grazie al fatto che Helsinki si promuove come la connessione più veloce tra Asia ed Europa. Nel 2012 su un totale di 15 milioni di passeggeri oltre 1,8 erano su voli asiatici. WDFG inizierà le sue operazioni presso l’hub finlandese nel marzo del 2014 grazie all’accordo siglato con la società aeroportuale Finavia Corporation. Tale contratto affida a WDFG 11 store su cui lavorare e 2.500 mq per le core categories: quattro negozi duty-free e duty-paid, tra cui due unità walk-through, con offerta delle core categories, oltre a sette specialty store per un totale di 600 mq con focus sul lusso. All’inizio di quest’anno, WDFG ha iniziato a operare anche presso l’aeroporto di Düsseldorf, la sua prima incursione nel mercato tedesco nella terza porta d’accesso del Paese per traffico passeggeri, con 21 milioni di viaggiatori nel 2012. La diversificazione geografica è una buona notizia per WDFG, una mossa di buon senso per un operatore che cerca di lasciare il segno e di stabilizzare la redditività facendo crescere il proprio business in modo sostenibile – e conseguentemente facendo aumentando anche il suo prezzo per azioni.
Spagna, adiós Cremonini, ecco Ferrovial Cremonini è uscito dai tre principali mercati dell’alta velocità del Mediterraneo: dopo la sconfitta in terra di Francia da parte della cordata Newrest-Elior e la gara di Trenitalia, che ha visto imporsi Elior Ristorazione in solitaria, questa volta il responso avverso è giunto da Madrid. Il gestore di rete spagnolo Renfe ha infatti premiato l’offerta di Ferrovial in entrambi i lotti per i servizi di ristorazione on board: i contratti cumulati andranno a produrre un volume d’affari pari a 253 milioni di euro per il quadriennio di gestione, con l’opzione di un’ulteriore proroga biennale da 126,4 milioni. A partire da dicembre, il servizio andrà a coprire l’intero novero dell’offerta food & beverage e la logistica a bordo dei treni ad alta velocità e di lunga percorrenza di Spagna, nonché l’espansione prossima ventura di Renfe nel network del sud della Francia, grazie alla liberalizzazione del mercato ferroviario. C’è anche in questo caso lo zampino di Elior: Ferrovial si appoggerà infatti a Serunion, operatore di ristorazione collettiva controllato dal gruppo parigino, per la produzione di pasti di bordo.
Blockbuster, di fallimento in fallimento Dish Network mette la parola fine all’avventura di Blockbuster: il secondo operatore satellitare statunitense, che aveva acquisito nel 2011 a un’asta fallimentare l’ex gigante dei film a noleggio per una cifra pari a 320 milioni di dollari, ha ammainato bandiera bianca. Vano il tentativo di creare una piattaforma digitale in streaming e un modello di noleggio DVD per posta: Amazon, Apple iTunes e Netflix - quando non
McArthurGlen, Gand in pipeline McArthurGlen ha reso pubblici i suoi progetti per l’apertura di un nuovo designer outlet che vedrà la luce nel 2016 nelle Fiandre. Il gruppo britannico ha recentemente siglato un protocollo d’intesa con l’operatore immobiliare belga Banimmo per la realizzazione di una struttura commerciale a Gand. Il villaggio della moda sorgerà nel distretto The Loop, sorto in tempi recenti nell’area sud del quadrante metropolitano, nei pressi del recinto fieristico di Flanders Expo: a fronte di un investimento complessivo di circa 180 milioni di euro, l’immobile beneficerà di una superficie complessiva di 52.800 mq, 32mila dei quali destinati a ospitare 200 vetrine commerciali, 14.500 destinati al leisure (cinema multiplex, sale da bowling e intrattenimento per bambini) e 6.300 a un ipermercato. Si tratta dell’outlet numero 21 nel mercato europeo per McArthurGlen, nonché del secondo taglio nastro in Belgio dopo il McArthurGlen Luxembourg di Messancy, posizionato a cavallo tra tre stati (Belgio, Lussemburgo e Francia).
Tortas Frontera, il meglio d’America in aerporto
L’Oréal tra due mondi
I migliori ristoranti aeroportuali d’America
Posizione
Insegna
Tema
Aeroporto
1
Tortas Frontera
Messicano
Chicago O’Hare
2
Ink.Sack
Sandwich
Los Angeles
3
One Flew South
Fusion
Hartsfield-Jackson Atlanta
4
Gallagher’s
Steakhouse
Newark Liberty
5
Vino Volo
Wine bar
Denver
6
The Salt Lick
BBQ
Austin Bergstrom
7
Shoyu
Giapponese
Minneapolis St. Paul
8
Shake Shack
Hamburger
New York Kennedy
9
Matsutake Sushi
Giapponese
Washington Dulles
10
Pappadeaux
Pesce
Houston-Hobby
Fonte: GQ Magazine
L’edizione statunitense di GQ Magazine ha recentemente stilato la classifica dei 10 migliori ristoranti aeroportuali d’America. La prima piazza se l’è assicurata Tortas Frontera, creatura di Rick Bayless, chef celebrità di Chicago, proprietario di tre ristoranti downtown di grande fama quali Frontera Grill, Topolobampo e Xoco. Votata alla cucina messicana d’eccellenza, la formula commerciale ha ben tre location al Chicago O’Hare, rispettivamente al T1, T2 e T5, nel novero dell’offerta commerciale targata HMSHost. Non si tratta perlatro del primo riconoscimento per il concept, già tributato nel 2012 del titolo di Best Fast Food/Best Quick Service Restaurant agli Airport Food & Beverage Awards.
la pirateria online -, si sono velocemente mangiati l’antiquato modello di business di Blockbuster. A meno d’individuare in tempi rapidi un nuovo acquirente (a detta del curatore fallimentare, ci sono state ben poche manifestazioni d’interesse), con l’inizio del 2014 ciò che resta della rete commerciale - circa 300 vetrine globali - tirerà giù la saracinesca, con una previsione di 2.800 esuberi. Non scomparirà invece il marchio, che Dish intende mantenere per l’offerta on demand.
L’Oréal Paris lancia, ad oggi, due unicum nel Vecchio e nel Nuovo Mondo. A New York ha deciso di testare un’inedita formula di vending, chiamata L’Oréal Paris Intelligence Color Experience, con 700 referenze disponibili, ospitata nella stazione della metropolitana di Bryant Park, tra la 5th Avenue e la 42sima. La soluzione di vendita automatica, destinata a rimanere in loco sino a fine anno, è dotata di sensore digitale per suggerire i prodotti più idonei in base ai colori dei vestiti delle clienti. In Europa, invece, il gigante parigino ha deciso di aprire, in partnership con Jones Lang LaSalle, un nuovo concetto di beauty boutique nel quartiere Chado di Lisbona. Lo store su 180 mq assicura l’intera gamma di prodotti di bellezza di casa madre e un novero di servizi specializzati per la cientela, tra makeup e diagnosi del tessuto cutaneo e dei capelli, capaci di assicurare un’esperienza L’Oréal a tutto tondo.
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International Burger King compra Quick?
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opo aver siglato una partnership in esclusiva con Autogrill e Klépierre per svilupparsi nel canale dei siti di viaggio e in concessione, Burger King France è in trattativa esclusiva con il Groupe Bertrand per affidargli il ruolo di master franchisee nel dispiegamento di rete nel mercato dello street market. L’ambizione del secondo player mondiale di hamburger restaurant è di recuperare il distacco su McDonald’s e Quick aprendo circa 400 vetrine nell’arco di un decennio, compito che diventerebbe più semplice se BK acquistasse la stessa Quick, come vocifera BFM Business. Groupe Bertrand, che chiuderà il 2013 con un fatturato di 440 milioni di euro, ha dalla sua un’innegabile capacità nello sviluppare formule food & beverage, sia singole che a catena (tra Bert’s, Eris, Angelina e Arcady’s), e una significativa esperienza nel mercato immobiliare urbano.
Sonae Sierra si fa Sierra Reval in Turchia
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onae Sierra fa il suo ingresso nel mercato turco attraverso la creazione di Sierra Reval: il player associa nel suo DNA l'esperienza internazionale di casa madre nel settore dei centri commerciali con la conoscenza del mercato locale di Reval, società di servizi attiva da 24 anni nel Bosforo. La newco parte con un portafoglio di dieci contratti pregressi che interessano complessivamente 215mila mq di gla: si tratta di gallerie commerciali tra i 12.500 e i 66mila mq alle quali, per prime, Sierra Reval garantirà un pacchetto di soluzioni integrate, dalla fase pre-sviluppo sino alla gestione degli affitti e dell’operatività del centro. Il mercato turco degli shopping center è tra i più vivaci dell'area EMEA: se nell'anno in corso si stimava una gla complessiva di 110 mq ogni mille abitanti, contro una media europea di 260 mq, nel prossimo biennio sono già in pipeline progetti per una gla tota le di 1,5 milioni di metri quadrati.
Groupon fa shopping in Corea
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roupon, primo operatore mondiale specializzato in gruppi d’acquisto, ha aperto il portafoglio e rilevato per 260 milioni di dollari (tra cash e stock), il primo portale d’e-commerce della Corea del Sud. Si tratta di Ticket Monster, o meglio TMON, piattaforma lanciata da LivingSocial nel 2010 ha cannibalizzato il mercato asiatico con un panel di offerte che includono prodotti, servizi, consumazioni nei locali e viaggi. Oggi il colosso serve circa 4 milioni di clienti, conta su circa mille collaboratori e produce transazioni complessive per 800 milioni di dollari all’anno, quasi metà delle quali effettuate attraverso mobile device.
LS Travel Retail spinge sul F&B
Reduce dall’accordo con Save per la cessione per tappe della business unit Airest, LS Travel Retail preme l’acceleratore sul fronte dell’offerta food & beverage/fine food negli scali aeroportuali. Nel mercato domestico, Aelia Duty Free si è accordata con Bacardi per tagliare il nastro a un Martini Bar all’interno del suo store nel Terminal 3 di Roma Fiumicino, in occasione del 150simo compleanno del marchio torinese. Nell’hub di Francoforte, invece, ha inaugurato il suo 16simo Coffee Fellows in licenza nel mondo delle concessioni: il concept tedesco di coffee shop ha fatto il suo ingresso nell’area sterile extra Schengen del Terminal 1 con un punto vendita di circa 100 metri quadrati. Ad inizio d’anno la controllata del gruppo Lagardère aveva rilevato l’intero ramo d’azienda della catena nel segmento travel di Germania, circa 20 coffee shop all’attivo in altrettante stazioni ferroviarie, nonché acquisito l’esclusiva per lo sviluppo del marchio nel mercato domestico delle concessioni.
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Vetrina Bonduelle lancia Le Vellutate Fedele alla sua vocazione di azienda innovatrice e forte della fiducia dei consumatori, Bonduelle lancia sul mercato delle verdure surgelate due nuovi prodotti ricettati: la Vellutata zucchine, spinaci e fagiolini e la Vellutata cavolfiori e patate, proposte nel formato in busta da 450 grammi. Entrambe nascono dalla selezione e dalla lavorazione dei migliori ortaggi e si inseriscono in una categoria, quella di passati e vellutate di verdura, in crescita costante (più 1,9% a volume).
HTC One da premio Il German Design Council (fondato su iniziativa del Parlamento federale tedesco nel 1953) ha premiato con il prestigioso German Design Award 2014 il top di gamma HTC con una “menzione speciale”. HTC One si è distinto infatti per il suo design unico e per l’innovativo processo di produzione, un riconoscimento concesso a quei prodotti capaci di offrire funzionalità e soluzioni progettuali di particolare successo.
BRITA: quattro novità in un colpo BRITA Professional presenta le ultime innovazioni per la gamma Purity C: con la line extension della gamma, dotata di filtro a capacità maggiorata, l’azienda conferma il proprio ruolo di fornitore ideale per ogni tipo di applicazione. Con l'ottimizzazione della testa del filtro Purity C 0-70% e con l’App FilterManager, invece, dimostra le proprie competenze su svariati fronti. In particolare, l’App ricorda gratuitamente quando sostituire i filtri installati.
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NEC per il cinema (anche in formato ridotto) NEC Display Solutions Europe lancia il primo proiettore compatto per cinema digitale totalmente integrato con sorgente luminosa a laser. Il NEC NC1100L supporta specifiche Dci, è studiato per cinema di dimensioni ridotte con schermi fino a 11 metri ed elimina il bisogno della lampada. La sorgente luminosa a laser garantisce fino a 20mila ore di utilizzo, senza che siano richiesti interventi di manutenzione e garantendo un basso Tco (Total Cost of Ownership).
Sanpellegrino disseta… le feste
La sfida di Giacinto Callipo Conserve
In vista del Natale, Sanpellegrino porta sulla tavola delle feste bibite capaci di soddisfare i gusti di tutti, dei grandi come dei più piccoli, dei palati più sofisticati come di quelli che amano i sapori naturali: Aranciata (disponibile nei gusti classica, amara e dolce), Chinò (per chi è fuori dal coro e vuole una alternativa alla Cola, il suo retrogusto amarognolo è l’ideale), Incontri (per gli amanti delle novità che vogliono sperimentare abbinamenti originali: arance e fico d’India, limoni e menta).
Giacinto Callipo Conserve Alimentari lancia quattro referenze nel formato da 160 grammi che, per la tipologia di materiale utilizzato, il contenitore in vetro, rappresentano una novità assoluta per il settore del tonno composto. In distribuzione nei canali del Retail e della Gdo, le prime due proposte commercializzate sono Per Primi (condimenti da aggiungere alla pasta appena cotta nella versione Tropeana e Marinara); le altre due, ideali da consumare come contorno o piatto veloce per tutte le occasioni, si chiamano ConTonno, offerte nella versione con tonno e verdure grigliate e con tonno e fagioli.
Con Gunnebo il cash handling è più sicuro Gunnebo propone diverse soluzioni per il cash handling: modulari e flessibili, si adattano a punti vendita di ogni dimensione. Per il retail a ciclo aperto, ecco in particolare la serie SCRD HS 400 e il sistema di deposito per Europa AHU TT: per una gestione del contante semplice e sicura attraverso sacco autosigillante conservato in una cassaforte di grado IV.
Con Jacobsen Bakery il Natale è più dolce Possono diventare divertenti decorazioni natalizie le palle di latta contenenti gli sfiziosi biscotti al burro danesi, prodotti dalla Jacobsen Bakery. Conosciuti in tutto il mondo per la particolarità delle sue confezioni, che in occasione delle feste si arricchiscono d’immagini e forme a tema, i biscotti al burro Jacobsen sono golosità per i palati più esigenti.
San Carlo si fa light San Carlo presenta al mercato la nuova patatina light con un nuovo pack: più leggera grazie alla tecnologia usata per le chips della linea denominata “più”. Le Patatine Light San Carlo sono il prodotto di punta della gamma Benessere, specifica per chi guarda sempre alla forma e al benessere. Dal taglio classico, ma con un minor contenuto di calorie e di grassi (23%), queste referenze vanno incontro alle esigenze di un target giovane, principalmente femminile, che cerca leggerezza e convivialità.
Da Sealed Air amplia la gamma Cresce l’offerta di Sealed Air nella gamma Cryovac BDF. Obiettivo: mantenere la supremazia del prodotto sul mercato europeo. Con una forza di retrazione ridotta, Cryovac BDF Soft permette l’uso di vassoi meno pesanti e meno costosi e, conseguentemente, una diminuzione delle tasse ambientali e dei costi di smaltimento; Cryovac BDF, invece, con sistema di apertura facilitata, abbina la grande capacità ermetica alla estrema praticità per il consumatore.
O-I presenta la nuova marasca alleggerita
Chef Dovunque, in Italia e all’estero Mentre annuncia l'investimento di Vertis Venture e di tre business angel per 1,2 milioni di euro, Chef Dovunque distribuisce kit di primi piatti predosati nella Gdo e nella Do. Le ricette sono quelle della tradizione, in porzioni per due o tre persone: spaghetti aglio, olio e peperoncino, spaghetti pomodoro e basilico e pennette all’arrabbiata; tutte e tre presentano anche la versione “integrale”, spaghetti cacio e pepe e fettuccine al tartufo nero. La strategia di internazionalizzazione dell’azienda punta su Europa, Stati Uniti, Australia, Cina e Giappone.
O-I (Owens-Illinois) azienda attiva nell’ideazione, progettazione e realizzazione di imballaggi in vetro presenta la bottiglia Marasca in una nuova versione alleggerita nei formati da 50 e 100 cl. Le bottiglie, destinate ai produttori di olio interessati a migliorare l’impronta ambientale della propria produzione, sono realizzate con il 70% di vetro riciclato e pesano circa il 10% in meno rispetto ai formati tradizionali.
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La foto
MOOD Stockholm, nell’innovativo
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La pulce nell’orecchio
di Simone Filippetti
Cinema:
sale in crisi? Ha da veni’ Zalone!
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aradossi dell’Italia in crisi nera. Sempre meno gente va al cinema, ma ci sono sempre più sale. Il boom dei multisala, mentre calano i biglietti. Un italiano su due l’anno scorso non è mai stato al cinema. Un triste primato accomuna, da Nord a Sud, tutto il Paese. Nell’horribilis 2012, la bellezza di 23 milioni di italiani non hanno mai messo piede in una sala. È praticamente metà della popolazione, tenendo conto di neonati e persone molto anziane. Un altro tassello del degrado sociale e culturale dell’Italia. Siamo, in Europa, quelli che vanno meno al cinema. Tutti danno la colpa alla pirateria. E certo quello è un problema molto serio: il giro dei film illegali (scaricati da internet, guardati in streaming su siti fuorilegge o presi in strada dai “vu cumprà”) vale qualcosa come 500 milioni di euro. Ma il crollo del grande schermo è colpa della tremenda recessione in cui sprofonda lo Stivale. La gente rinuncia anche al cinema. Il problema del calo è anche legato alle sale: ormai i cinema di città stanno scomparendo. Per andare a vedere un film bisogna spingersi in multisala lontanissimi dal centro. E qui di nuovo ecco l’impatto della caduta dei consumi: la gente prende meno l’auto e soprattutto va anche di meno nei centri commerciali. Senza la spinta dello shopping, viene meno un traino per i cinema. Proprio il modello commerciale degli ultimi 15 anni ha creato una mini-bolla: dalla fine degli anni ’90 è stato un fiorire di multisala in Italia. E nel frattempo sono morti i cinema di città. Con la differenza che la distanza media di una sala è aumentata. Oggi il più grosso circuito italiano di multiplex è The Space Cinema di
proprietà della famiglia Benetton (che la controlla attraverso il fondo 21 Investimenti) e ha come socio di minoranza Mediaset (al 49%) della famiglia Berlusconi. Seguono il gruppo inglese Uci Cinemas che ha più sale ma una quota di mercato più piccola. La catena The Space è costituita dai vecchi Warner Village: i primi multisala aperti in Italia a fine anni '90 dal colosso americano Time Warner. Un modello retail, fino ad allora sconosciuto nel nostro Paese e impostato attorno alla sala cinematografica come fulcro di aggregazione social-consumistica. Gli americani sono però poi usciti nel 2009 e hanno comprato i Benetton, cambiando nome. Nell’ottica della famiglia veneta, i cinema sono in linea con la strategia finanziaria che ha portato il gruppo di Ponzano a passare dalla moda a un impero economico-finanziario: investire nelle infrastrutture (dalle autostrade, agli aeroporti alle tlc). E anche i cinema sono, a loro modo, un’infrastruttura. Dell’intrattenimento. Per Mediaset, invece, l’interesse era più industriale: il gruppo tv è proprietario anche della casa cinematografica Medusa (che aveva anche alcune sale). Controllare la distribuzione permette di avere un canale privilegiato per i propri film. L’esperimento è in qualche modo riuscito: The Space è oggi, con 350 sale, la prima catena d’Italia per quota di mercato (20,5%). Però rischia di essere la classica vittoria di Pirro: The Space ha una fetta sempre più grande, ma il mercato è una torta sempre più piccola. Tuttavia, guardare al singolo anno, è molto fuorviante. Un singolo film (blockbuster o flop) può da solo determinare l’andamento di un’intera stagione. Il 2010, ad esempio, fu un anno boom: 110 milioni di biglietti, grazie al
Mercati in fiera NOME 5TH CHINA AIRPORT COMMERCIAL SUMMIT PITTI UOMO BREAD&BUTTER MARCA PITTI BIMBO RHEX/SIGEP SANDWICH & SNACK SHOW DIGITAL SIGNAGE EXPO
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COSA Aeroporti Moda uomo Streetwear Private label Moda bimbo Horeca/gelateria-pasticceria Eating on the go Digital signage
successo planetario di Avatar (il primo film girato in 3D). Per capire come si muove davvero il mercato bisogna guardare al tendenziale. E negli ultimi sei anni si sono persi circa 12 milioni di biglietti. Nel 2007 al cinema andavano 103 milioni di persone (qualcuno ovviamente va più volte l’anno), nel 2012 sono scese a 91. Nel frattempo, però, il numero di sale è andato crescendo mentre divampava la guerra tra The Space e Uci. Ed ecco, appunto, il dilemma: meglio avere una fetta piccola di una torta grande o una fetta grande di una torta sempre più piccola? In casa Benetton e Mediaset, l’anno scorso hanno cercato di vendere e uscire da un business di cui forse fiutavano le difficoltà imminenti. Ma non ci sono riusciti e a inizio 2013 hanno fatto retromarcia di fronte a offerte poco attraenti. Dalle parti di Ponzano dicono che fosse solo il socio di minoranza a spingere per uscire, anche se sulla carta è quello che avrebbe più interesse a restare. In ogni caso 21 Investimenti è un fondo di private equity: prima o poi dovrà vendere per fare cassa e solitamente la durata media di un investimento per un fondo vai dai 3 ai 5 anni (per The Space è attualmente 4). Sta di fatto che alla
fine i Benetton si sono tenuti i cinema e hanno anzi investito risorse in un piano di espansione (d’altronde è necessario fare investimenti per rendere un asset più attraente per futuri compratori). Più sale, per compensare il calo di biglietti con una maggiore quota di mercato, ma soprattutto nuove formule commerciali: un ritorno ai “cinema di quartiere” per ri-portare i film vicino alla gente; abbonamenti flat (The Space ha lanciato una tessera annuale a consumo illimitato). In più le nuove sale privè. E però, nonostante tutte le innovazioni di marketing, il destino di una stagione cinematografica rimane sempre legato ai film, ossia ai contenuti. E dopo una partenza disastrosa (-20% a gennaio) il 2013 sarà salvato da un comico pugliese? Il nuovo film di Checco Zalone, uscito nel ponte di Ognissanti (e prodotto da Medusa), è partito alla grande (con 8 milioni di euro di incassi iniziali e corre addirittura verso i 55 milioni). E potrebbe far chiudere l’anno in recupero sul 2012. Il 2013, secondo le stime Cinetel, registrerà 3 milioni di biglietti in più (di cui più 1,7 nelle sale The Space). Un netto recupero rispetto al nero 2012, ma sempre meno dei 12 milioni di spettatori persi negli ultimi anni.
calendario DICEMBRE 2013 - FEBBRAIO 2014 DOVE Shanghai Firenze Berlino Bologna Firenze Rimini Parigi Las Vegas
QUANDO
WEB
05-06/ dicembre http://china-acs.ink-global.com/cms/home 7-10 gennaio 14-16 gennaio 15-16 gennaio 16-18 gennaio 18-22 gennaio 5-6 febbraio 12-13 febbraio
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√ in teglia da 10/12 porzioni √ con sole due teglie per cartone, così che posso gestire più referenze √ che mi fanno risparmiare tempo √ che mi consentono un perfetto controllo del food cost
Immagino...
melanzane alla parmigiana
Fiordiprimi Linea Catering è un marchio SURGITAL.
Sistema di gestione qualità certificato UNI EN ISO 9001:2008
Sistema di certificazione del prodotto IFS International Food Standard
Sistema di gestione ambientale certificato UNI EN ISO 14001:2004.
Sistema di certificazione del prodotto BRC Global Standard Food.
Sistema di gestione della responsabilità sociale certificato SA 8000:2008
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