retail&food 05 2022

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9-10 giugno - Milano Registrati online www.ristorando.eu

Speciale Mapic Italy 2022, focus sul retail real estate

Progetti, format, ESG, la vision di Coima 32 pagine sull’immobiliare commerciale Elettronica: l’eCommerce non sfonda L’aeroporto di Torino pensa in grande Cibus e Ristorazione 2022, gli eventi del food

Maggio 2022

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EDITORIALE

MAGGIO, LE CICALE E L’AUTUNNO CHE VERRÀ Pasqua 2022 archiviata con successo: viaggi, soggiorni, shopping, musei, ristoranti, hotel… l’Italia più bella è tornata ad attrarre turisti nazionali e, finalmente, internazionali. In grande quantità. Il bisogno di vacanza, di quel vuoto etimologico che la parola porta con sé, ha prevalso sui cannoni della guerra e sui tamponi del Covid. Un buon segno, accantonando per un attimo le sofferenze delle popolazioni civili risucchiate dall’orrore della guerra in Ucraina. E ora che succederà? L’estate si prospetta in movimento, come e più della Pasqua. Perché tutti abbiamo voglia, necessità, di stare in famiglia e con gli amici, di trascorrere giornate fuori casa, tra natura e arte, lontani dal lavoro e dalle preoccupazioni del quotidiano. Ma bisogna stare attenti, alla “sindrome” delle cicale. Perché l’autunno che ci attende – a sentire numerosi, acuti, osservatori – sarà duro. Straordinariamente duro. Guerra, pandemia, inflazione, scarsità di materie prime e prodotti industriali, costo di gas e petrolio alle stelle, recessione. Questi alcuni degli ingredienti della “tempesta perfetta” che si sta delineando all’orizzonte del secondo semestre dell’anno. Il premier Mario Draghi ha preferito farci stare sereni, evidentemente, riducendo lo spinoso tema alla variazione di qualche grado di aria condizionata e, a seguire, di riscaldamento. Uno stile di comunicazione discutibile, una soluzione che certo non sarà sufficiente per attraversare sereni il prossimo inverno. Tornando al retail, la riduzione dei consumi non è più un’ipotesi, ma sta diventando una realtà stabile come evidenziano vari studi e report, a cui si sono aggiunti i dati dello Shopping Index di Salesforce sull’e-commerce che considerano il primo trimestre 2022: per la prima volta le vendite online segnano una battuta d’arresto (probabilmente non sarà l’unica). La spesa globale online è in calo del 3%, il traffico del 2% e i volumi degli ordini crollano addirittura del 12%, che in Italia diventa un fragoroso -19%. La centralità del negozio fisico, il valore della prossimità potranno essere elementi ancora utili. Ma non sufficienti. Se il commercio non comincia a ragionare in ottica di filiera o meglio di comunità (produttori di beni, brand, proprietà immobiliari, collaboratori, fornitori di servizi, clienti) i rischi all’orizzonte possono divenire facilmente danni irreparabili. Maggio e giugno sono mesi importanti per il nostro settore: convegni, conferenze, fiere cadenzeranno il ritmo delle settimane e consentiranno di rivedersi, condividere e ripensare. Speriamo siano occasioni utili per mettere in sicurezza il prossimo futuro. Andrea Aiello

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Anno 17 · numero 5 - maggio 2022

INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&food RETAIL&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre R&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore.

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News News Opening

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Sostenibilità

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Cambi di Poltrona FOCUS | Elettronica Tech: gli italiani amano il negozio

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SOMMARIO

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“Zero slogan, solo esperienze concrete”

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Il mercato visto da Matteo Ravà di Coima Sgr

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Travel retail, già iniziato il recupero

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ADCC: “I direttori? Saranno sempre più problem solver” Scambi in ripresa, grazie al ritorno degli istituzionali

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Ora il dark store è diventato asset immobiliare Congiuntura ripartenza ok ma si naviga a vista

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News | Servizi e fornitori World Travel Retail News International Vetrina La Foto

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GDO | Prospettiva Grande distribuzione. Il cliente e le sue buone ragioni ACQUISTI | eCommerce E-grocery, una scommessa vincente FOOD | Trend Ristoranti digitali, l’innovazione è servita IN AGENDA | L’evento I protagonisti del food a Ristorazione 2022 ASSOCIAZIONI | Eventi Assemblea ATRI: si punta sui passeggeri post Covid TRAVEL | Aeroporti Torino ci crede: inverno ok e summer da record

RUBRICHE

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Stock options Rubrica legale In buona company Dal tabaccaio Pane, burro e... retail Duty free world New markets outlook

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NEWS

AUTOGRILL E DUFRY, fusione in vista Secondo voci non ancora confermate, la svizzera Dufry, il più grande operatore duty-free del mondo, e Autogrill della famiglia Benetton, starebbero valutando una potenziale fusione che creerebbe un nuovo colosso globale nel travel retail. Dufry acquisterebbe Autogrill e pagherebbe in azioni, creando un accordo che unirebbe due società con un valore di mercato combinato di 6,6 miliardi di dollari. I Benetton diventerebbero il maggiore azionista nella nuova entità con una quota di circa il 20%. Le trattative sono in una fase iniziale e non c’è certezza che porteranno a una chiusura finale. L’azienda italiana ha commentato così le voci in circolazione: “Autogrill informa che, nell’ambito della propria strategia di crescita, il gruppo è interessato a valutare diverse opportunità strategiche e a tal fine intrattiene interlocuzioni anche con operatori del settore nell’obiettivo prioritario della promozione dello sviluppo di Autogrill e del perseguimento della creazione di valore per tutti gli stakeholder”.

STOCK OPTIONS

BUY

NEUTRAL

SELL

PIQUADRO

ESSILOR-LUXOTTICA

GAP

Ricavi in crescita a doppia cfira per il Gruppo Piquadro, che nell’esercizio fiscale 2021/2022, chiuso il 31 marzo scorso, ha toccato quota 149,4 milioni di euro, a +31,7%. Circa 70 milioni sono realizzati in Italia, altri 70 in Europa e 5,4 nell’extra Ue. Segno più per tutti i marchi Piquadro, The Bridge, Maison Lancel.

Il gruppo ha chiuso il primo trimestre con ricavi per 5,6 miliardi, +38,1% sullo stesso periodo del 2021. Bene Ray-Ban e Oakley. La nota positiva è che i ricavi comparabili sono in crescita dell’11,5%, anche considerando il processo di integrazione di GrandVision e le cessioni conseguenti richieste dell’autorità Antitrust.

Il gruppo ha pubblicato una nota in cui afferma di aver iniziato una revisione, al ribasso, delle stime di crescita del marchio “Old Navy”, per quanto riguarda le vendite nette del primo trimestre. Nancy Green, ceo del brand, è stata sollevata dall’incarico. Intanto, il marchio Banana Republic si apprestsa a lasciare il Regno Unito.

SKECHERS

KERING

ASOS

Il marchio di calzature sportive ha archiviato un primo trimestre da record, con vendite in crescita del 26,8% a 1,82 miliardi di dollari, cifra che ha superato le attese degli analisti. L’utile netto ha raggiunto 121,2 miliardi, +22,2% sull’anno scorso, anche in questo caso meglio del consensus del mercato. Il brand ha diminuito le promozioni e aumentato i prezzi in media del 15%.

Nel primo trimestre, il colosso del lusso della famiglia Pinault ha fatturato 4,95 miliardi, in aumento del 27,4% a tassi correnti sullo stesso periodo del 2021 e del 32% rispetto al primo trimestre 2019. Gucci apporta 2,5 miliardi sul totale. Nonostante l’ottima performance, il gruppo è molto esposto verso la Cina, di nuovo alle prese con restrizioni anti Covid in molte città.

Il player inglese dell’e-commerce, nel semestre chiuso lo scorso 28 febbraio, ha registrato una crescita delle vendite limitata al 4% (2 miliardi di sterline), cui ha corrisposto un drastico calo dell’utile ante imposte (-87% rispetto allo stesso periodo del 2021), a 14,8 milioni. L’esercizio precedente era stato favorito, infatti, dalla chiusura di molti negozi.

LEVI STRAUSS

PRIMARK

STARBUCKS

Il marchio di jeans più famoso al mondo supera di poco le attese degli analisti, nel primo trimestre fiscale, con ricavi per 1,59 miliardi di dollari e un utile netto di 196 milioni di dollari (143 milioni nello stesso periodo dell’anno scorso). La società ha confermato la guidance 2022 e affermato che la Russia può pesare al massimo per un 2%.

La capogruppo che controlla Primark, Associated British Food, ha pubblicato un primo semestre fiscale (terminato il 5 marzo) con un raddoppio dell’utile operativo, passato da 369 a 706 milioni di sterline. Però, spiega la società in una nota, a causa dell’inflazione e del rincaro delle materie prime, è in vista un rialzo dei prezzi che potrebbe in parte indebolire i conti del secondo semestre.

Tra le fine di marzo e la fine di aprile, il titolo di Starbucks sul Nasdaq si è sgonfiato passando da circa 90 dollari a 75. La società sta pagando alcune turbolenze. Il primo trimestre fiscale, chiuso il 28 febbraio, è risultato in utile, ma sotto le attese del mercato. E dopo il ritorno del “vecchio” ceo Howard Schultz non si placano le tensioni con i negozi che stanno cercando di sindacalizzarsi.

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NEWS

IGD E COOP ALLEATE nel marketing di 12 centri commerciali IGD SIIQ ha avviato un progetto di co-marketing con COOP Alleanza 3.0, la più grande cooperativa europea di consumatori con un fatturato 2020 di 5,3 miliardi di euro. I due gruppi lavoreranno insieme alle attività di comunicazione, promozione e digitale in 12 centri commerciali del centro-nord. Il progetto di co-marketing nasce fra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 a seguito dell’adozione, da parte delle due società, dei rispettivi nuovi piani industriali, entrambi focalizzati sugli aspetti commerciali/marketing e con una particolare focus sul rilancio degli Ipermercati (per quanto riguarda COOP) e sullo sviluppo della strategia digitale (per IGD SIIQ). Il progetto di co-marketing è valido per l’intero 2022, ma le due società non escludono di estenderlo anche agli anni successivi. IGD si riserva, inoltre, di valutarne l’estensione anche ad altri Ipermercati presenti nei suoi centri commerciali.

CBRE: Q1 DA RECORD per il real estate, segnali positivi dal retail Secondo i dati CBRE, nei primi tre mesi dell’anno gli investimenti nei vari asset del commercial real estate in Italia hanno raggiunto il totale di 3,2 miliardi di euro. Su base storica, è il primo trimestre migliore di sempre. Il periodo ha visto gli investitori stranieri giocare un ruolo significativo, con un’incidenza sul totale investito pari all’82% e l’arrivo di nuovi player sul mercato. Si riduce la partecipazione degli investitori domestici (18%), che rimane però stabile in valori assoluti rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Aumentano anche le operazioni legate a prodotti value add, favoriti anche dalla grande attenzione nei confronti dell’ESG. Per quanto riguarda il Retail, arrivano segnali di inversione rispetto agli ultimi anni: sono 230 i milioni di euro investiti da inizio anno nel comparto, +48% rispetto al primo trimestre dell’anno precedente. Al totale hanno contribuito diverse operazioni con una dimensione media contenuta, oltre a una rilevante operazione su un retail park portata avanti da investitori istituzionali, che conferma la grande attenzione per questa specifica tipologia di immobile. Ancora limitati invece gli investimenti in centri commerciali.

Sensormatic Solutions: i consumatori italiani CHIEDONO PIÙ ACQUISTI DIGITALLY-DRIVEN

Il retail cambia rotta e cambia la psiche del consumatore italiano, lo rivelano i dati di una recente ricerca condotta in Italia da Sensormatic Solutions. Dallo studio “2 anni di Reset nel Retail”, emerge che il prezzo rimane l’elemento di valutazione principale al momento di effettuare acquisti: sette su dieci lo citano, infatti, come il fattore più importante. Lo studio sottolinea anche l’attenzione e la fedeltà dei consumatori agli acquisti in negozio: quasi un terzo (31%), infatti, dichiara di essere meno sensibile al prezzo quando effettua acquisti in-store e circa la metà (49%) si sente più fedele ai brand con punti vendita fisici rispetto ai retailer online. Cresce anche il desiderio di acquisti ibridi, tra il fisico e l’online. Il 44% afferma, infatti, che le funzionalità di self-check-out contactless li incoraggerebbe a fare acquisti nei negozi fisici, mentre il 21% vorrebbe esperienze stile Just Walk Out per essere invogliato ad acquistare maggiormente negli store tradizionali.

POKE HOUSE SI ESPANDE ANCORA e investe in Austria

Poke House diventa azionista di maggioranza di Honu Tiki Bowls, leader del pokè in Austria. Prosegue, così, l’espansione all’estero della foodtech fondata da Matteo Pichi e Vittoria Zanetti che sceglie di investire anche nel brand austriaco nato a Vienna nel 2018, dove oggi conta 5 locali. In linea con le operazioni già realizzate in Portogallo (l’omonimo Pokè House), Regno Unito (Ahi Poké), Olanda (Pokè Perfect) e, ultima in ordine temporale, negli Stati Uniti con il precursore del poke californiano e delle plant-based bowls Sweetfin, l’investimento in Honu Tiki Bowls nasce con l’obiettivo di dar vita a una partnership fondata sulla condivisione di know-how e tecnologia per creare sinergie destinate all’implementazione, nei rispettivi mercati, dei processi di operations e di home-delivery. L’operazione, la quinta all’attivo per l’insegna, punta a rafforzare il posizionamento di Poke House attraverso una strategia che combina l’espansione diretta nei mercati target e l’investimento in player locali dalla forte brand awareness, capaci di guidare la creazione di una community fedele e partecipe. pag. 6 | retail&food | Maggio 2022


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La Rubrica Legale a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano

di Alessandro Barzaghi

La locazione aleatoria Abbiamo sperimentato eventi che non credevamo possibili, che ci hanno toccato nelle nostre vite facendoci assaggiare quale potrebbe essere un mondo privo di tutti gli agi a cui siamo stati abituati. Peggio ancora, privo delle libertà fondamentali: movimento, in primis. Respiriamo la retorica di guerra, per quanto imbrigliata nei format dei talk-show. E questa situazione ci ricorda che molte altre guerre sono in corso e apre a scenari apocalittici. Il retail è stato impattato violentemente nel corso del Covid ed ora lo è dalla guerra e dalle sue sciagurate conseguenze. La supply chain aveva già sofferto molto, suggerendo un ripensamento rapido del modello globalizzato, e ora soffre tutto ciò che è connesso con il mercato russo (vendite in loco e turismo in Italia). Altri contraccolpi si verificheranno. L’inflazione ha ripreso a galoppare innescando un aumento dei prezzi, con ripercussioni poco chiare sui consumi. Le gatte da pelare per il retail e per i retailer non sono poche. Eppure, nel mondo dei contratti immobiliari spesso tutto ciò non viene percepito e le contrattazioni procedono come se nulla fosse. Forse proprio perché finisce per essere rassicurante “fare come si è sempre fatto”, i contratti non recano traccia di clausole per regolare il caso di avversi eventi futuri. Il mondo immobiliare, soprattutto quello più prettamente finanziario, è tradizionalmente avverso alla flessibilità e pertanto mira a impostare i contratti su un elevato numero di anni limitando al massimo le clausole di uscita o modifica dei termini. Ma è sostenibile questa tecnica contrattuale in presenza di un retail che cambia così rapidamente? E soprattutto è nell’interesse delle parti?

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Può capitare, in questi tempi, di leggere una bozza contrattuale in cui la locazione è definita “aleatoria”. Il contratto aleatorio è quello che prevede un’alea, vale a dire un potenziale squilibrio che fa parte del tipo contrattuale e come tale è accettato. Si pensi per esempio al contratto di assicurazione, dove il contratto è oneroso praticamente solo per l’assicurato, sino al verificarsi di un evento per cui l’assicurazione deve rispondere, e allora le posizioni si ribaltano. Il nostro sistema ammette che, in presenza di clausole specifiche, anche altri contratti possano essere resi aleatori per volontà delle parti. Tuttavia, ciò non si attaglia al contratto di locazione che, al contrario, può essere considerato un contratto sinallagmatico per eccellenza: a una prestazione (godimento di un immobile) si contrappone quella della controparte (il pagamento del canone). Su questa e sull’equilibrio che deve esistere è stata costruita la dottrina e la giurisprudenza per i tempi di Covid, ma ancor prima tanta giurisprudenza per i casi più disparati (si pensi all’indisponibilità del bene totale o parziale o la scoperta di vizi, etc.). Un vantaggio evidente di una simile qualificazione è che i contratti aleatori non possono essere dichiarati risolti per eccessiva onerosità sopravvenuta. Inoltre, verosimilmente la richiesta di rinegoziazione dei canoni sarebbe frustrata e il recesso per gravi motivi vanificato. Tuttavia, non si può non notare che una eventuale qualifica di aleatorietà potrebbe valere anche a favore dei conduttori, ove la prestazione delle proprietà dovessero divenire squilibrate a loro favore (si pensi a un canone divenuto irrisorio per circostanze imprevedibili intervenute). E in questi tempi di eventi imprevedibili - che tuttavia si verificano - non è una valutazione da omettere.



o Retail Brand Communication, Università IULM

Bidoglia, Davide Castelvero, cati e Stefano Sacchi. enerazione di retail e di retailer

ttore e docente. Ha lavorato nn Erickson, Levi Strauss&Co, kine, Strega Alberti Benevento. nza strategica. Ha pubblicato Travel retailing (2009), Ritorno e silenti (2015), Retailization 9), Legendary brands (2020), usiness school, dall’Università UD, all’Università IULM.

RETAILORING, l’evoluzione del settore nel libro di Emanuele Sacerdote EMANUELE SACERDOTE

RETAILORING

è molto dinamico e richiede gitalizzazione e sostenibilità ativo ragionamento del modo uomo-macchina-ambiente. ategica proponendo un ordine 6.0 – ONECHANNEL - secondo arrivare a immaginare la prosa migliore simbiosi e fusione

Retail Trends, il report dello studio legale Cocuzza & Associati, sarà presentato il 10 maggio presso la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli in Viale Pasubio, 5 a Milano. L’evento, dedicato agli operatori del settore retail real estate, analizza insieme ai market leader e ai legali del settore le dinamiche di mercato, le questioni legali più rilevanti e discute le prospettive future. Il report 2022 offrirà, inoltre, una analisi dettagliata dello stato dell’arte e un’anticipazione di alcune prospettive che caratterizzeranno nei prossimi mesi il settore con l’obiettivo di aiutare a comprendere ciò che sta accadendo e delineare scenari e prospettive. Per informazioni sul programma della giornata: www.cocuzzaeassociati.it/in-primo-piano/retail-trends-2022.

E. SACERDOTE

o, CSR Director di Yamamay

do le dimensioni e le opzioni vranno includere nei loro modi offrire spunti di integrazione o”.

APPUNTAMENTO CON “RETAIL TRENDS” il 10 maggio a Milano

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ette nuove dove anche gli inè estremamente affascinante tutto noi stessi in profondità attenzione agli impatti, salvao”.

NEWS

RETAILORING S TRATEGIE

E PROSPETTIVE PER IL NEO R ETAIL

FRANCOANGELI

Il settore retail è molto dinamico e cambia velocemente. Le nuove modalità di acquisto accelerate dalla pandemia, l’attenzione alla sostenibilità e la digitalizzazione impongono una riflessione e un ragionamento per trovare un nuovo equilibrio. Emanuele Sacerdote - imprenditore, scrittore e docente in diverse business school e fondatore della boutique di consulenza strategica Soulside - lo fa nel suo ultimo libro: “Retailoring. Strategie e prospettive per il neoRetail” (Franco Angeli). Il volume affronta questi temi definendo un ordine di priorità e di soluzioni che partono dal Retail 6.0 - OneChannel arrivando a immaginare la prossima era del retail, NeoRetail - che prevede la migliore simbiosi degli elementi fisici, digitali e sostenibili. Il libro contiene anche gli interventi di Luca Bidoglia, Davide Castelvero, Marco De Carli, Francesco Fedele, Gaia Rancati e Stefano Sacchi.

AL CENTRO DI ARESE arriva la gift card digitale Il Centro di Arese ha introdotto una gift card digitale, un nuovo metodo di pagamento digitale compatibile sia con il sistema operativo iOS sia Android che può essere aggiunto all’interno del proprio wallet virtuale. La card consente di effettuare pagamenti tramite cellulare, o anche con il proprio smartwatch, in modalità contactless. La card elettronica del Centro è prima in Italia ad essere introdotta nel contesto di un centro commerciale. Attraverso il proprio wallet, si può tenere traccia degli acquisti effettuati, controllare il saldo residuo e verificare la scadenza della validità della card.

Fatturato 2021 in crescita per MCDONALD’S McDonald’s continua a crescere e a rafforzare il legame con l’Italia. Nel 2021 l’azienda ha registrato un fatturato in crescita del 37% rispetto al 2020, confermando il segno positivo anche sul 2019. In Italia oggi sono 640 i ristoranti McDonald’s, diffusi capillarmente lungo tutta la penisola e in continua crescita: nel biennio 2020-2021 ne sono stati aperti 60, con l’obiettivo per il triennio 2022-2025 di circa 200 nuove aperture. Un incremento strettamente collegato alla creazione di nuovi posti di lavoro, con una prospettiva di assunzioni di oltre 5.000 persone nel corso del 2022 e di 12.000 persone nei prossimi tre anni. Una popolazione vasta ed eterogenea, composta oggi da 27.000 dipendenti di cui il 62% è rappresentato da donne, che sono anche il 50% degli store manager. Una crescita che si traduce in +20% di investimenti nell’agroalimentare made in Italy. Un’attenzione, quella riservata alla filiera, che impatta anche sulla sostenibilità. Il percorso di transizione ecologica dell’azienda riguarda anche l’utilizzo di materiali più sostenibili nei ristoranti.

NETCOMM FORUM 2022, l’evento torna in presenza il 3 e 4 maggio

Dopo due edizioni interamente digitali, la 17esima edizione di Netcomm Forum, l’evento di riferimento per il mondo digitale sui temi dell’evoluzione dell’e-commerce, del digital retail e della business innovation, torna in presenza il 3 e il 4 maggio 2022 a Milano, presso MiCo. Al centro dell’agenda delle due giornate ci saranno ricerche, numeri e nuove tendenze nel digital retail, con un focus specifico sulla Generazione Z. Per l’occasione, all’interno dello Start Up Planet, saranno presentate le migliori realtà emergenti del mercato italiano, che racconteranno le tecnologie e le soluzioni che hanno adottato per interagire con i propri clienti. Inoltre, anche quest’anno Netcomm curerà le Innovation Roundtable, sessioni di dibattito sui temi più innovativi dedicati allo scenario digitale, alle quali parteciperanno leader del settore. Case history, dibattiti, eventi dedicati all’empowerment femminile nel settore digitale, e dati e soluzioni per un’innovazione sempre più responsabile e sostenibile saranno tra le tematiche al centro dell’evento.

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SHOPFULLY compra la spagnola Tiendeo

La tech company ShopFully ha acquisito il 100% di Tiendeo, società spagnola specializzata nella digitalizzazione dei cataloghi e dei volantini. Con un network di 45 milioni di utenti attivi e oltre 400 partner tra i grandi retailer e brand più noti a livello globale, ShopFully si rafforza a livello europeo e internazionale. L’acquisizione di Tiendeo avviene in un contesto di profonda trasformazione dello shopping e del retail. Nonostantel’80% delle vendite avvenga nei negozi e il 70% della crescita del retail dei prossimi anni sia prevista proprio attraverso il canale fisico, il 75% delle decisioni di acquisto dei beni di consumo in Europa sono ormai prese dal consumatore attraverso i canali digitali. L’obiettivo di ShopFully è di riempire proprio questo spazio tra decisioni digitali e acquisti in negozio, collegando milioni di consumatori nel mondo con i negozi vicino casa.

In Buona Company

di Beatrice Ramazzotti

Il consulente esterno Genere prevalente: Maschio

Età media: 48 anni

Cosa sognava di fare:

CONFIMPRESE-EY: A MARZO CONSUMI ANCORA GIÙ, va meglio per ristorazione e travel Rallentano le vendite nel mese di marzo 2022, che chiude a -19,3% rispetto al 2019, anno pre-pandemia. L’Osservatorio Confimprese-EY mostra dati ancora negativi per il mese di marzo 2022 sullo stesso mese del 2019. Nel primo trimestre del 2022 vs 2019 il trend raggiunge -18,2%. Il settore abbigliamento-accessori registra una flessione pari a -31,3%. Si tagliano, quindi, le spese sugli acquisti fashion ma, dopo due anni di pandemia, non si rinuncia ai consumi fuori casa, con la ristorazione in recupero relativo a -8,7%. “Un segnale di distensione arriva dal travel, che con una flessione contenuta del -18,6%, fa ben sperare in un ulteriore recupero nei prossimi mesi, che saranno cruciali sia per l’andamento della situazione geopolitica sia per quello dei consumi”, commenta Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese. In calo anche il retail non food, che chiude marzo 2022 a -8,7%, in controtendenza rispetto alle discrete performance dei mesi precedenti. Guardando i dati delle città, da segnalare Napoli che fa registrare l’unico trend con segno positivo tra le città italiane a +35,4%, grazie anche all’apertura di nuovi punti vendita. Milano segna -4,6%, e Roma -12,6%.

Viaggiare su e giù per l’Europa, conoscere aziende e imprenditori, dormire negli hotel e spostarsi col taxi, diventare un nome e veder crescere le proprie richieste di mese in mese. Un’agenda fittissima di impegni, progetti, nomi. Un profilo Linkedin invidiabile, figo, sicuro. “Mi vuoi? Pagami e mi avrai, per poco tempo ovvio, ma appena sarò al tuo fianco la tua vita cambierà in meglio”. Entrare in ogni ufficio con aria spavalda, diventare il punto di riferimento di tutti i dipendenti, essere affabile, simpatico, intelligente, ma senza raccontare troppo di sé. Concentrarsi su un abbigliamento d’effetto, in grado di stare dentro un trolley da gennaio a dicembre. Non affezionarsi a nessuno.

Cosa fa in realtà: Si affeziona e come. Più va avanti con gli anni e più diventa sensibile ai luoghi e alle persone. Questa azienda sarà anche in crisi, ma non sono così male. Il posto è bellissimo, si mangia bene, le donne sono spontanee, veraci; gli uomini sono saggi. I viaggi si diradano e diventano call, gli aerei diventano treni, i taxi metropolitane. Il vestito inizia a perdere colpi, Zara lo sa e lo tempesta di pubblicità su Instagram.

Il suo ufficio: È come il nido del cuculo, appoggiato negli uffici altrui, dove deposita pochissimi oggetti, tutti di design e di ultima tecnologia. Finito il contratto di lui non rimarrà nulla, se non una leggera scia di profumo speziato nell’aria e qualche cuore infranto.

Pensiero latente: Questa pancetta non va affatto bene. A forza di mangiare male e fuori casa sto ingrassando a vista d’occhio. Non ho neanche più tempo per il tapis roulant dello Sheraton e il plank sul tappeto della camera.

pag. 11 | retail&food | Maggio 2022


NEWS

AFFIDATO A MULTI ITALY l’asset management di Vulcano Buono Il centro commerciale Vulcano Buono affida a Multi Italy l’incarico di Asset Management che include, oltre alla definizione e all’implementazione del business plan annuale, anche la definizione della strategia di marketing, l’attività di leasing e i capex. Obiettivo del mandato è quello di rilanciare la struttura progettata dall’archistar Renzo Piano per riposizionarla coerentemente nel contesto economico nazionale. Il centro campano è da tempo impegnato in un processo di ristrutturazione societaria e la strategia per il rilancio prevede il riposizionamento dell’asset verso una struttura che intende essere un centro per l’offerta di servizi, ma anche un punto di aggregazione e riferimento per gli utenti del distretto di Nola e del bacino di riferimento, pur mantenendo una forte componente retail al suo interno. Si tratta del terzo mandato acquisito da Multi Italy nel 2022, dopo quelli di GranRoma e di Palermo Nuova Città.

REBOUNDERS, CAUTIOUS &CO, i nuovi consumatori fotografati da NielsenIQ

Cambiano le abitudini di consumo e la capacità di spesa. NielsenIQ, grazie a uno studio realizzato su scala mondiale, ha fotografato i nuovi consumatori e il divario economico che va a delinearsi nell’era post pandemia. La ricerca di Nielsen IQ “The New Economic Divide” ha identificato cinque gruppi di consumatori con abitudini d’acquisto diverse. Ci sono gli “Strugglers”, che hanno sperimentato e continuano a vivere l’insicurezza finanziaria a causa del Covid. A livello globale rappresentano il 23% dei consumatori mentre in Italia sono il 10%. C’è, poi, la categoria che ha sperimentato l’insicurezza finanziaria durante la pandemia (ma che oggi è di nuovo in pista). Si tratta dei “Rebounders” (in Italia sono il 14%). Non hanno registrato nessun impatto sulla sicurezza finanziaria ma rimangono prudenti nelle spese i “Cautious” (52%). C’è anche chi non ha subito nessun impatto dall’arrivo del COVID-19, continuando a fare acquisti senza preoccupazioni. Sono gli “Unchanged” e rappresentano il 18% dei consumatori nel nostro Paese. L’ultima categoria descritta dallo studio è quella dei “Thrivers” (7%) e identifica coloro che hanno risparmiato denaro durante il COVID-19 e che si sentono più sicuri finanziariamente rispetto a prima dell’inizio della pandemia.

OVS, conti 2021 a livello pre-crisi Ovs chiude il bilancio 2021 con vendite nette a 1,35 miliardi di euro, +33,4% rispetto al 2020 e in linea con la performance pre-pandemia del 2019. Sul fronte dei margini, l’Ebitda rettificato è di 147,2 milioni (+74 milioni rispetto al 2020) e ora il margine lordo si attesta al 10,8% (7,2% nel 2020), “grazie al miglioramento significativo delle vendite, alla riduzione dei mark-down e alle azioni sul versante dei costi” spiega la nota della società. Ovs dichiara una quota di mercato del 9,3%. Le vendite dei negozi diretti sono aumentate del 34,2%, quelle della rete in franchising del 28,3% e quelle dell’e-commerce e market-place del 44,0%. Il marchio Ovs ha realizzato ricavi per 1,05 miliardi (+29,3%), Upim per 294,4 milioni (+45,1%). “Abbiamo aperto negozi di piccole dimensioni, prevalentemente in franchising (oltre il 70%), in un contesto che, anche a causa di una minore mobilità dei consumatori, premia i negozi di prossimità” commenta l’amministratore delegato, Stefano Beraldo. “E siamo intervenuti su molti negozi esistenti, con un restyling ispirato all’attenzione verso l’ambiente”.

MERLATA BLOOM MILANO prende forma Prende forma Merlata Bloom Milano, l’innovativo progetto retail collocato tra Cascina Merlata, il nuovo complesso residenziale UpTown e il distretto Mind. Assegnato oltre il 60% della superficie GLA disponibile. In arrivo anche format inediti. Gli accordi sono stati siglati con Nhood Services Italy. La filiale italiana del gruppo dell’AFM (Association Familiale Mulliez) – coinvestitore e committente del progetto insieme a ImmobiliarEuropea e SalService – si occuperà della commercializzazione e della gestione degli spazi. L’apertura è prevista ad aprile 2023. Le prime 20 insegne annunciate da Nhood fanno parte di un ampio progetto che si estende su 80mila mq distribuiti su 3 piani con oltre 150 shopping store. Di questi, 20mila mq saranno destinati a leisure, intrattenimento, ristorazione e sport. pag. 12 | retail&food | Maggio 2022


NEWS

JUST EAT assume 4mila nuovi courier

Un anno dopo gli accordi sindacali che hanno portato al primo contratto collettivo nazionale per i courier in Italia e in Europa, Just Eat annuncia l’assunzione con contratto di lavoro subordinato di 4.000 courier nel 2022. I nuovi rider si aggiungono ai circa 6.000 già attivi nelle 24 città italiane dove opera il gruppo. Previsto anche un percorso di crescita all’interno dell’azienda che prevede opportunità in sede, sul territorio o negli Hub delle grandi città. Tutti i neo-assunti, inoltre, seguiranno un training dedicato con 12 ore di formazione base e specifica sulla professione e sul tema salute e sicurezza, quali parti integranti del lavoro e regolarmente retribuite, insieme a una visita medica periodica di idoneità al lavoro. L’annuncio conferma il piano di investimenti dell’azienda in Italia e segue la recente apertura, a marzo, dell’Hub di Roma, il primo polo logistico del mercato food delivery in Italia di circa 500 metri quadrati nel cuore della capitale, in zona Piazza Barberini.

PROSEGUE IL REFIT DEI NEGOZI GUTTERIDGE, riaprono Milano e Bologna Il marchio Gutteridge rinnova e riapre gli store di Bologna e Milano. Prosegue, così, il piano di restyling che segna un cambiamento importante per il brand di abbigliamento maschile dallo stile sartoriale. Il refit dei punti vendita di Bologna (in Via Ugo Bassi 9) e di Milano (in via Pattari 2) continua il progetto di evoluzione iniziato a Palermo nel novembre 2021 che coinvolge ogni aspetto della classica boutique Gutteridge. Il nuovo concept espositivo è stato reinterpretato in chiave contemporanea da Christopher Ward Studio che dà una nuova vita all’immagine del brand anglo-napoletano, abbandonando l’iper-classicismo e abbracciando un lusso contemporaneo. L’obiettivo primario del brand è quello di mantenere, rinnovare e implementare anche la capacità di coinvolgimento dei clienti all’interno dello store fisico dove poter vivere un’esperienza di shopping più coinvolgente. Occhio sempre attento anche all’impatto ambientale, grazie ad un’illuminazione totalmente LED a ridotto consumo di energia e all’utilizzo di packaging e shopper realizzati con carta riciclata.

Occhiali da sole Foster Grant: stile autentico e glamour We love your vision La collezione eyewear Foster Grant è distribuita da Polinelli S.r.l. una divisione di FGX International

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NEWS

Dal Tabaccaio

ALLO SHOPVILLE GRAN RENO (KLÉPIERRE) arrivano le insegne Inditex e H&M

2030 Milano centro

Zara debutta allo Shopville Gran Reno, il centro commerciale di Casalecchio di Reno (Bologna). Il brand di punta del gruppo Inditex, che occupa una superficie di vendita superiore ai 2.300 mq e include tutta l’offerta del marchio: Woman, Man e Kids, sarà presto seguito dalle aperture di Pull&Bear, Bershka e Stradivarius. L’operazione segna l’ingresso dei marchi del gruppo spagnolo all’interno del canale dei centri commerciali nel quadrante di Bologna, prima presidiato esclusivamente con negozi in centro città. Oltre ai marchi Inditex, è stato confermato, nei prossimi mesi, anche l’arrivo di uno store H&M. Prende forma, così, la trasformazione dello storico centro commerciale di Casalecchio di Reno e proseguono le opere di ristrutturazione e ampliamento che porteranno Shopville Gran Reno ad avere circa 160 negozi rispetto agli attuali 80, con una superficie retail raddoppiata.

Il mestiere, la bottega, la vita… per amore Pur avendo molto di cui lamentarmi, il direttore con opera di “moral suasion” mi dirotta alla ricerca del bello dell’essere commerciante. “Chissà quanta gente hai conosciuto che valeva la pena frequentare”.

FRANKLY BUBBLE TEA va su Mamacrowd a caccia di equity

Frankly, prima catena di bubble tea in Italia, punta a raccogliere fino a un milione di euro di capitale sulla piattaforma di crowdfunding Mamacrowd. Fondata da Franco Borgonovo e Lati Ting, Frankly in 5 anni è arrivata a contare 9 punti vendita, tra Milano (4), Torino (2), Bologna, Bergamo e Pavia. Più uno store online, attivo in Italia e presto anche in Europa. Ora, anche grazie alla raccolta “crowd”, la società vuole imprimere un’accelerata al piano di crescita. “Il nostro obiettivo è consolidare la nostra presenza in Italia, con l’apertura di 24 nuovi negozi nei prossimi 2 anni, per poi pianificare l’ingresso nel mercato europeo e diventarne il punto di riferimento entro il 2025”, ha commentato Borgonovo. Infatti, il mercato di questa bevanda, nata a Taiwan, vale già alcuni miliardi di dollari in Usa e Canada, mentre il mercato europeo è ancora agli albori ed è quello che mostra i tassi di crescita più rapidi. Le risorse raccolte serviranno a Frankly anche per ampliare il team e sviluppare la digitalizzazione del business, per la creazione di una customer base proprietaria e di un sistema di premio/fidelizzazione a favore dei clienti.

Nel corso degli anni, un turbinio di varia umani à ha varcato la soglia della mia cella. Troppi hanno voluto, chiesto o avuto più di quel che meritavano. Ho dato più di quel che ho preso. Umanamente, socialmente, economicamente e culturalmente. A me va bene così, ho scelto io. Ma alcune perle le ho trovate anche io e le tengo nascoste in un pugno serrato nella tasca. L’avvocato anarchico napoletano, l’architetto milanese senza santi in paradiso, il colto bottegaio, i ragazzi del sud che ho aiutato a crescere nei momenti duri lontano da casa, i dentisti fulminati, hanno reso il mio cammin più ricco. Poi l’amore. Come in una vecchia foto color seppia rivedo tutto e tutti colti in momenti diversi della mia vita. E come il maestro Vinicio all’una e trentacinque circa, mi ritrovo ad acquerellare la mia vita che sta passando volente o nolente tra queste quattro pareti, che non riesco a lasciare malgrado tutto.

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NEWS | Opening

SIGNORVINO: con Torino e Bologna entra nei centri commerciali

Signorvino lo aveva annunciato: nel 2022 inizia la sfida di portare dentro il centro commerciale un brand ispirato agli amanti del buon vino. Ora sono arrivate le prima aperture. La prima è arrivato all’interno de Le Gru (Grugliasco, provincia di Torino) mentre è in preparazione quella per il Gran Reno (Casalecchio, Bologna). (foto le-gru.klepierre.it). Nel 2022 è prevista l’apertura complessiva di 10 locali, così da arrivare a 35 punti vendita in Italia. L’obiettivo è anche iniziare l’espansione all’estero. Il marchio, che appartiene al gruppo Calzedonia, ha chiuso il 2021 con un giro d’affari di circa 35 milioni di euro, un milione di bottiglie vendute e una suddivisione dei ricavi al 45% derivante da enoteca e al 55% dalla ristorazione.

L’HEALTHY COLOR più grande arriva a Napoli

Archiviate Milano, Roma e Torino, Healthy Color prosegue la sua espansione con tre nuovi store. Il fast food che si propone per un menù salutare, che mescola sia una proposta vegetariana sia una classica, con panini e wrap a base di carne rossa, pollo, apre il suo primo locale in Trentino Alto Adige, a Trento. A stretto giro, sarà la volta di Parma, e soprattutto arriva anche il primo ristorante a Napoli, la cui inaugurazione è prevista per il 20 aprile. Quella in Campania è un’operazione importante, perché si tratta del locale più ampio della catena, che cerca di strizzare l’occhio al pubblico giovane grazie agli interni tutti disegnati a mano dal duo di street artist Motorefisico. Così sale a sette il numero di locali in Italia del brand (a Roma ce ne sono due), fondato dal cantante Sfera Ebbasta, del calciatore Andrea Petagna e dello stilista Marcelo Burlon. Healthy Color è presente sui principali servizi di delivery (Glovo, Just Eat, Deliveroo, Uber Eats).

KING AL CENTRO LEONARDO DI IMOLA con il campo da gioco

Al centro commerciale Leonardo di Imola (Bologna) arriva King. King offre abbigliamento fashion, articoli sportivi, scarpe e accessori spaziando dai più importanti brand mondiali a private label innovative attraverso un approccio multicanale. Il nuovo punto vendita bolognese si sviluppa su due piani per una superficie totale di oltre 1.800 metri quadrati e offre al cliente un’esperienza di acquisto innovativa, con tanto di campo da gioco interno, area gaming per e-sport, servizio di consulenza beauty, prova di scarpe da running su pedana, personalizzazione di cappellini, spazio dedicato al click and collect. Il brand è già presente in altri shopping center italiani e conta nel nostro Paese circa 32 punti vendita.

C’È ANCHE MONDADORI a Genova-Corso Sardegna

C’è anche il nuovo Mondadori Bookstore a prendere posto nel Mercato di corso Sardegna, zona commerciale di Genova ritornata aperta al pubblico lo scorso dicembre, suddivisa in 35 unità retail per un totale di 7mila metri quadrati di superficie. La libreria Mondadori rappresenta il raddoppio a Genova, dopo quella di via XX settembre. L’intero progetto di riqualificazione dell’ex mercato poggia su un accordo di project financing pubblico-privato, tra il Comune di Genova e la società Mercato corso Sardegna, del valore complessivo di 25,4 milioni di euro. Sono numerosi gli altri brand che già hanno aperto o che sono prossimi all’inaugurazione. Fra questi, MediaWorld Smart, Old Wild West,k Pizzium, Sushiko, Pokeria, Kebhouze, Bun, Cioccolatitaliani, Kasanova.

pag. 15 | retail&food | Maggio 2022


NEWS | Opening

DOPPIO MALTO raddoppia in Francia con Parigi “la Défense”

Dopo l’apertura a Saint-Étienne, Doppio Malto raddoppia e inaugura un nuovo locale all’interno del centro commerciale Westfield Les4Temps, nel quartiere La Défense, a Parigi. Il nuovo spazio si estende su una superficie di circa 600 metri quadrati con 250 coperti. Complessivamente, si tratta del 31esimo dell’intera catena, mentre sono 4 quelli aperti all’estero. “Soprattutto in questi due anni particolarmente complessi per le brewery, abbiamo continuato a investire in un piano di crescita che scommettesse sulle persone e sulla qualità”, ha dichiarato Giovanni Porcu, CEO di Foodbrand, proprietario del marchio. “Il riscontro del pubblico ci ha particolarmente colpito e ci conferma che la strada è quella giusta. Abbiamo ancora molte sorprese, non abbiamo intenzione di fermarci qui: il nostro piano di espansione in Italia e all’estero proseguirà nel corso del 2022 e nei prossimi anni”. In Italia, il marchio ha da poco inaugurato un nuovo pub nella zona di Porta Romana a Milano e punta ad altri due locali nel capoluogo lombardo.

Il Mercato Centrale accoglie il nuovo RISTORANTE DI LA MANTIA

Al Mercato Centrale di Milano apre il nuovo ristorante di Filippo La Mantia, chef palermitano che aveva deciso di chiudere il precedente locale in piena epoca Covid. Lo spazio, progettato dallo studio Lissoni & Partners, storico collaboratore di La Mantia, si trova al primo piano del “Mercato” della stazione Centrale milanese, 140 mq di superficie con 80 coperti. Il servizio del ristorante avrà una doppia formula: a pranzo il buffet a prezzo fisso, a cena il menù alla carta, dove trovano spazio i piatti tradizionali a partire da arancine, caponata e il couscous. Presto i piatti di La Mantia, 62 anni, divenuto famoso negli anni per la sua cucina senza soffritto (niente aglio nè cipolla) saranno disponibili anche sul servizio delivery Cosaporto.it, già presente al Mercato e già partner di La Mantia nella vecchia location. “Ho visitato il Mercato centrale alcuni mesi fa con Piero Lissoni e ne sono rimasto folgorato. Poi il progetto ha preso forma, insieme a Umberto Montano” ha raccontato La Mantia durante la presentazione.

PERCASSI: nuovi store Bath&Body Works e Starbucks, in Francia cresce con Lego

Proseguono le aperture per i marchi del gruppo Percassi. Bath&Body Works, brand di fragranze per il corpo e per la casa, è sbarcato a Trento con un store di 120 mq. Il marchio, già presente a Milano in Largo La Foppa e al Centro di Arese, apre ora le porte anche nella città trentina insieme a Percassi, partner licenziatario unico del brand in Italia. Per quanto riguarda Starbucks, nonostante qualche chiusura a Milano, proseguono le aperture e da poco è stato inaugurato il primo locale del Lazio al Designer Outlet Castel Romano, nei pressi di Roma: 200 metri quadri con 40 posti a sedere, oltre a un dehor esterno di più di 70 metri quadrati con ulteriori 34 sedute. Si tratta del 16° locale in Italia e segue di poco l’apertura del locale al Torino Outlet Village.naugurano nuovi punti vendita. Avanza lo sviluppo all’estero del marchio Lego, che apre un nuovo Certified Store a Parigi, nel centro commerciale 3 Fontaines.

WAGAMAMA FA “SETTE” al Bicocca Village Wagamama inaugura il 13 aprile un nuovo ristorante all’interno del Bicocca Village (Milano), il settimo ristorante in Italia. Per il brand internazionale di cucina asiatica è la terza location a Milano, dopo quella centrale in zona Duomo (di recente ristrutturata) e quella all’interno di CityLife. Ma accanto a queste, dovrebbe aprirne anche una quarta, quando sarà inaugurato il nuovo progetto Merlata Bloom. Il nuovo locale ha spazio per 168 coperti e impiegherà circa 20 addetti. Anche presso il ristorante all’interno della food court del Bicocca Village sarà possibile fruire del servizio take-away o del delivery. Wagamama è un concept gestito in Italia da C&P, joint venture nata nel 2019 fra Chef Express e Percassi. A fine 2021, aveva fatto il suo esordio anche nel centro Italia, al centro commerciale Da Vinci di Roma. Il Bicocca Village, invece, pochi mesi fa è stato oggetto di un accordo fra Kryalos SGR e Svicom, che ha ricevuto il mandato di property management, leasing e technical management per questo e altri otto asset inseriti nel Fondo ReItaly. pag. 16 | retail&food | Maggio 2022


KFC prende il treno, direzione Madonnina Doppia apertura ravvicinata, nelle stazioni ferroviarie di Milano, per KFC. È tutto pronto per l’inaugurazione del nuovo ristorante all’interno della stazione Centrale di Milano, con 112 posti a sedere, l’ottavo locale del capoluogo lombardo. Un’operazione condotta con il partner Autogrill. “Per KFC Italia è la sesta apertura nel circuito Grandi Stazioni Retail, dopo Venezia, Bologna, Bari, Genova e Roma” commenta Corrado Cagnola, amministratore delegato per il nostro Paese del brand del gruppo Yum! “Siamo lieti di avviare una partnership con KFC, in un luogo strategico come la stazione Centrale” ha detto Andrea Cipolloni, ceo Europe – Italy di Autogrill. Il principale snodo ferroviario di Milano, potenzialmente accoglie 320 mila passeggeri al giorno e quasi 120 milioni l’anno. KFC ha anche aperto nella stazione milanese di Porta Genova, insieme a Original Bucket (che controlla 17 KFC in franchising).

a cura di Lombardini 22 Retail

L’integrazione dei criteri ESG Lo sguardo più autentico ed efficace verso i criteri ESG è la loro integrazione dal di dentro della progettazione, anziché approcciarli come un ennesimo “marchio”. In breve, l’approccio o è ESG included, oppure è solo un’altra moda, un altro business. Per rendere uno sviluppo retail ESG compliant, secondo questo criterio di integrazione, significa rispondere seriamente a tre domande che aprono a nuovi scenari:

Chi lo fa?

Definire i valori fondanti dell’investitore equivale a raccontare in modo trasparente il perché si è scelto di fare un nuovo centro commerciale o retail park (al di là della convenienza dell’investimento) e che tipo di beneficio questo nuovo intervento apporterà alla credibilità dell’investitore stesso. E primario anche dichiarare con che criteri verranno scelti e individuati i tenant: prevale la logica della condivisione di valori o quella del “miglior offerente”?

Per chi si fa?

FRA DIAVOLO accelera in Lombardia con Varese e Milano Prosegue il piano di aperture 2022 di Fra Diavolo, la catena di pizzerie controllata da Gesa (Cioccolatitaliani) e dal fondo italo-russo Mir Capital. Ad aprile, il brand ha aperto un nuovo locale a Varese, in centro città, che segue di pochi giorni quello di Brescia. A Milano, è arrivato un nuovo ristorante nell’animata zona Isola, e sono quasi pronte per il pubblico anche le opening nei centri commerciale Il Centro di Arese e al CityLife Shopping District. In questo caso, Fra Diavolo va a sostituire Pie-Pizzeria italiana espressa, altro marchio di Gesa. Sono in dirittura d’arrivo anche Torino città e Parma. “In totale i locali aperti entro fine anno saranno 24 e contiamo di proseguire con nuove aperture anche nel 2023” ha commentato Mauro D’Errico, presidente e co-fondatore di Fra Diavolo, insieme a Gianluca Lotta. “Si tratta di un segnale positivo in questo periodo di graduale ripresa del settore della ristorazione”.

Un intervento retail genera nuovi comportamenti in una comunità, secondo la dinamica dei cerchi concentrici: dal centro verso l’esterno, vengono coinvolti i clienti e i fornitori e poi più ampiamente gli insediamenti urbani e commerciali di vicinato, le infrastrutture viarie e così via. Come ci immaginiamo che impatterà sulla vita delle persone, tenendo conto che l’obiettivo 12 dell’Agenda 2030 ONU prevede proprio l’educazione al consumatore verso comportamenti sempre più sostenibili?

Come lo si fa?

Qui si aprono tre macro-domande: quanto e come il progetto del nuovo intervento retail assicura la durabilità della struttura? Sarà capace di adattarsi e proteggere i suoi utilizzatori dai sempre più frequenti eventi estremi che ci riserva il prossimo futuro? Come l’intervento è in grado di rispondere al principio del DNSH (Do Not Significant Harm - non arrecare nessun danno significativo all’ambiente)? Sempre più calzante, dunque, per quanto riguarda l’integrazione dei criteri ESG nel Real Estate è il detto “quando pensi di avere tutte le risposte, la vita ti cambia tutte le domande”.

Inizia da questo numero la collaborazione con paneburro, la newsletter di L22 Retail. Un osservatorio sui temi tipici del mondo retail, alimentato dalla curiosità degli architetti di Lombardini22. www.paneburro.it

pag. 17 | retail&food | Maggio 2022


NEWS | Sostenibilità

LE NOVITÀ GREEN DEI CENTRI THE STYLE OUTLETS (NEINVER)

I centri The Style Outlets di Vicolungo e Castel Guelfo diventano sempre più green. In occasione della campagna primavera-estate 2022, nuove etichette “verdi” saranno utilizzate per identificare i prodotti ecosostenibili, realizzati minimizzando gli impatti ambientali: sneaker in poliestere recuperato, abbigliamento in tessuti riciclati o organici, vini biologici. Inoltre, in collaborazione con Humana People to People Italia, nei due centri sarà installato uno speciale contenitore a forma di cuore in cui gli ospiti potranno mettere i propri abiti usati per indirizzarli a nuova vita. Per incentivare maggiormente questo comportamento virtuoso ogni donazione verrà ricambiata con un buono sconto. Infine, sono state introdotte colonnine di acqua filtrata naturale per limitare lo spreco di plastica e “foodie bag” anti-spreco per riportare a casa il cibo non consumato nei punti ristoro.

LA CARAFFA CHE FA BENE ALL’AMBIENTE Entro il 2025, il gruppo Brita, l’azienda che ha inventato le caraffe filtranti come alternativa sostenibile all’acqua in bottiglia, punta a ridurre del 30% la plastica vergine all’interno del suo portfolio prodotti, a eliminare 5,000 tonnellate di packaging e ad aumentare del 20% nei nuovi prodotti la quota di resine a scambio ionico riutilizzate. La sensibilità del gruppo verso i temi green prende forma anche attraverso una partnership con Plastic Free, onlus nata nel 2019 con lo scopo di informare e sensibilizzare più persone possibili sull’impatto dell’inquinamento della plastica monouso. La collaborazione tra le due realtà prevede l’organizzazione di tre giornate di raccolta per pulire il nostro Paese. Dopo Milano (il 20 marzo), il progetto farà tappa a Bergamo il 19 giugno e a Rimini il 4 settembre. La partnership con Plastic Free si declina anche nella realizzazione di materiali personalizzati nei punti vendita, in particolare espositori e packaging, della caraffa Marella White della gamma di prodotti Brita. Il punto vendita diventa così veicolo primario e centrale di comunicazione.

IL CIOCCOLATO LINDT SEMPRE PIÙ ATTENTO AGLI IMBALLAGGI Lindt Italia ha lanciato i nuovi espositori da terra per le confezioni formato cornet delle boule Lindor completamente realizzati in cartone riciclato, eliminando gli elementi in plastica che venivano utilizzati sia per i vassoi che per i pallet. Per lo sviluppo e la realizzazione di questo progetto, Lindt Italia è stata premiata da Conai con il premio Conai Ecopack 2021 come Intervento di Ecodesign che ha ridotto l’impatto ambientale dell’imballaggio. L’ambizione di Lindt & Sprüngli è che il packaging dei propri prodotti sia anche riciclabile e a impatto zero. Pertanto, l’obiettivo è che entro il 2025, gli imballaggi, compresa la plastica, siano riciclabili o riutilizzabili al 100%. Inoltre, tutti gli imballaggi in cellulosa e carta saranno acquistati da fonti sostenibili certificate.

GRUPPO CRAI: OBIETTIVO SOSTENIBILITÀ Il gruppo CRAI guarda sempre di più alla sostenibilità come driver principale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo fissati per il 2022. L’impegno del gruppo per l’ambiente si è già da tempo tradotto nell’adozione di una serie di comportamenti virtuosi tra cui il ricorso a packaging più sostenibile per il prodotto a marchio. Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, l’azienda ha messo il proprio know-how a disposizione della creazione di una filiera virtuosa per favorire il dialogo tra fornitori e produttori finalizzato a un’offerta sostenibile a 360 gradi. Per il 2022 i piani del gruppo prevedono un’implementazione di questo sforzo che porterà a un maggiore utilizzo di imballaggi ecologici e a un significativo ampliamento della linea Eco – dedicata alla cura della casa e della persona – che si distinguerà anche per la sostenibilità del prodotto.

AL VIA “ECO-LUTION”, LA NUOVA INIZIATIVA GREEN DI CBRE CBRE lancia “Eco-lution”, un progetto nato per coinvolgere in maniera diretta i clienti di sei centri commerciali in gestione, premiandoli per le loro scelte più sostenibili nel campo degli acquisti e nello stile di vita, più in generale. Ogni centro commerciale coinvolto nel progetto proporrà ai propri clienti degli obiettivi “verdi” – per esempio, potranno raggiungere il centro commerciale con un mezzo di trasporto alternativo all’auto, effettuare acquisti di prodotti green o a km zero offerti dai negozi del centro - attraverso una serie di azioni ispirate agli stili di vita sostenibili e al rispetto per l’ambiente. Per premiare i comportamenti ecosostenibili, i centri regaleranno buoni shopping ai clienti da utilizzare presso i propri punti vendita. pag. 18 | retail&food | Maggio 2022


CAMBI DI POLTRONA NICOLÒ GALANTE Amministratore Delegato di Arcaplanet La nomina a Ceo di Nicolò Galante, insieme a quella di Alessandro Strati, nuovo Chief Financial Officer di Arcaplanet, arriva a seguito dell’operazione di acquisizione di Arcaplanet da parte di Cinven, società di private equity che è entrata a far parte della compagine azionaria con una partecipazione di maggioranza, e del Gruppo Fressnapf, azienda del settore pet care che detiene una partecipazione di minoranza. L’operazione prevede la futura integrazione di Arcaplanet con Maxi Zoo Italia (insegna di Fressnapf) per creare il Gruppo Arcaplanet, che a seguito del pieno perfezionamento dell’acquisizione avrà un network di oltre 450 negozi in tutto il Paese. Cinven e Fressnapf puntano ad accelerare la crescita multicanale del gruppo sia nel mercato italiano che in nuove aree geografiche, forti della loro significativa esperienza nei settori del pet care e del commercio digitale.

YASHAR DELJOYE SABETI Head of Mall Management in Grandi Stazioni Retail Laureato in Scienze della Comunicazione a Firenze, ha poi conseguito un Master con Publitalia 80 a Milano. Dopo aver lavorato come assistant senior Pm presso la sede italiana della Beiersdorf, nel 2006 è approdato alla Larry Smith come assistente del direttore del centro commerciale I Gigli (Savills) di cui, successivamente, è diventato Direttore. Il percorso in Savills, che prosegue per 16 anni, vede successivamente la sua nomina prima a Head of Marketing e nel 2020 a Head of Property Management and Retail Marketing. Dal mese di aprile, Yashar Deljoye Sabeti è entrato in Grandi Stazioni Retail, la società privata affidataria della gestione e valorizzazione degli spazi commerciali e di comunicazione all’interno delle 14 più grandi stazioni italiane nel cuore delle 11 città più importanti (Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze, Venezia, Bologna, Verona, Genova, Bari e Palermo).

VITTORINO DE STEFANO Head of Logistic Investmet Properties CBRE Italy Dopo un master in Finanza alla Bocconi, Vittorino De Stefano ha iniziato la sua carriera in CBRE nel 2018, crescendo all’interno dell’organizzazione e contribuendo in prima persona allo sviluppo del team Capital Markets dedicato all’asset class logistica. Seguendo il consolidamento dell’asset class potenzia l’attività di advisory e contribuisce attivamente alla nascita di nuovi business collaborando con i principali investitori internazionali. “La sua esperienza e la sensibilità maturate su alcune delle transazioni più rilevanti degli ultimi anni, contribuiranno significativamente al nostro posizionamento come leader di mercato in questa asset class”, commenta Alessandro Petruzzi, Head of Industrial & Logistics di CBRE Italy. Alla guida di quattro persone, Vittorino De Stefano continuerà a rispondere ad Alessandro Petruzzi, concentrandosi sull’attività di consulenza sugli investimenti logistici.

LUCIANO PARESCHI Presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani Per il prossimo triennio, l’Associazione Parchi Permanenti, aderente a Confindustria, ha eletto Luciano Pareschi nuovo Presidente. Pareschi, fondatore e proprietario di Caribe Bay, parco a tema acquatico di Jesolo, e Consigliere del Consorzio di Imprese Turistiche JesoloVenice, è stato eletto all’unanimità dall’Assemblea dei Soci, con un duplice obiettivo: supportare il comparto nel difficile ritorno alla normalità e sensibilizzare le istituzioni sulla funzione sociale ed economica dei parchi permanenti. Il settore è composto da circa 230 aziende tra parchi tematici, faunistici, acquatici e avventura, e nel 2019 ha generato un giro d’affari di 450 milioni di euro riferiti alla biglietteria, cifra che sale a 1 miliardo considerando l’indotto interno ai parchi, come la ristorazione e il merchandising, e a 2 miliardi con l’indotto esterno, relativo a centri commerciali, hotel e altri servizi.

DELIA CICCARELLI Corporate Relations Director di McDonald’s Italia McDonald’s Italia annuncia la nomina di Delia Ciccarelli a Corporate Relations Director per coordinare le attività di comunicazione e public affair dell’azienda. Laureata in Giurisprudenza a Bari, dopo un’esperienza in comunicazione corporate in Assolombrada e in altre società di consulenza, nel suo percorso si è specializzata soprattutto nella comunicazione di crisi, nella creazione di progetti di sostenibilità e nella costruzione di relazioni con i consumatori e con le associazioni. Delia Ciccarelli subentra a Tommaso Valle che ha guidato le relazioni esterne di McDonald’s Italia per dieci anni e che rimane in azienda con il ruolo di Corporate and Public Affairs Director European Markets con l’obiettivo di supportare i Paesi dell’area nella gestione delle relazioni istituzionali.

MASSIMO TRAPLETTI Presidente di CONFIDA, Associazione Italiana Distribuzione Automatica L’Assemblea elettiva di CONFIDA, Associazione Italiana Distribuzione Automatica, ha riconfermato Massimo Trapletti (Bianchi Industry) alla Presidenza fino al 2026. “Nel corso dei prossimi quattro anni dovremo affrontare due cambiamenti epocali ossia la transizione digitale e la transizione sostenibile”, ha dichiarato Trapletti. Il settore del vending si sta muovendo già da tempo verso questi obiettivi. Per quanto riguarda la sostenibilità, CONFIDA ha creato Vending Sostenibile, piattaforma di progetti green a cui collaborano tutte le aziende associate, e RiVending, un progetto di economia circolare per la raccolta e il riciclo della plastica dei distributori automatici. Nel digitale, il settore si sta muovendo per incentivare l’utilizzo di pagamenti digitali e la diffusione di schermi touch e sistemi di telemetria che consentono la connessione da remoto della vending machine. pag. 19 | retail&food | Maggio 2022


FOCUS | Elettronica

TECH: GLI ITALIANI AMANO IL NEGOZIO Più tempo a casa, bonus tv, prezzi e assortimento. Con questo mix di ingredienti i grandi retailer continuano a correre e investire nelle location fisiche

Li davano per morti. E invece macinano ancora miliardi. Tutti naturalmente devono investire sull’on line e non ci sono dubbi sul futuro dell’eCommerce. Ma i retailer dell’elettronica sono ancora vivissimi, specialmente grazie ai negozi. Trasformati, migliorati, allargati o ristretti secondo l’esigenza. E anche, va detto, sostenuti da un incentivo “benedetto” come il bonus tv gemello “rottamazione e decoder”, validi ancora per tutto il 2022. Ma sarebbe ingeneroso limitare a questo le riflessioni.

I ricavi on line non sfondano Secondo la sigla Aires di Confcommercio, che racchiude i principali retailer operanti in Italia, il fatturato totale diretto degli associati (escluso indotto) nel 2021 si è portato sopra i 12 miliardi, il 20% in più rispetto al 2020. E oggi il settore conta su 28mila addetti a tempo indeterminato rispetto ai 26mila del 2020. L’elettronica, insomma, è stata in prima fila nel cavalcare la ripresa. Il dato è tutto sommato coerente con quello fornito da altre fonti, che puntano l’osservazione su una platea più ampia. Secondo GfK, la tecnologia di consumo in Italia ha chiuso pag. 20 | retail&food | Maggio 2022

il 2021 con vendite a 17,5 miliardi (+9,2% sul 2020), un dato anche più alto rispetto a quello del 2019 (+18,5%). Anche GfK sottolinea la buona performance dei negozi: “Le vendite nei punti vendita tradizionali hanno evidenziato una performance superiore alle vendite online, per effetto dei forti trend registrati a marzo e aprile e al rimbalzo rispetto le chiusure e le limitazioni del 2020” scrive una nota della società. Tradotto in numeri, le vendite in negozio salgono del 9,5%, quelle dell’on line si limitano a +8,1%. Sul totale delle vendite, il canale on line resta intorno al 24%. Secondo Gfk, a correre di più è stato il segmento dell’elettronica di consumo (+35,9%), che include le categorie Video e TV (+38%) che, grazie allo switch-off, a fine 2021 sono arrivate a generare il 13,5% del mercato.

Big a caccia di nuove strategie La voglia di elettronica degli italiani, aumentata durante la pandemia, si riflette naturalmente nei risultati e negli investimenti dei grandi player. A partire per esempio da Unieuro, che secondo i dati preliminari diffusi a marzo, chiude l’esercizio 2021/22 con

di Adriano Lovera

una crescita dei ricavi del 9,9%, a un risultato record di 2,95 miliardi di euro, dove spicca +17,3% del canale retail, che si porta a casa ancora circa 2 miliardi del totale. Sale del 17,9% il fatturato di MediaWorld, a 2,7 miliardi. Di pari passo con i ricavi, crescono anche le nuove aperture e la ricerca su nuovi formati e nuove modalità di intercettare il cliente. MediaWorld, per esempio, ha da poco inaugurato anche a Genova un negozio in centro città nel nuovo formato “smart”, che segue quelli di Varese, Torino e Roma. Si tratta del nuovo modello di negozio di “prossimità”, di dimensioni ridotte (intorno ai 100 mq) immaginato per accorciare le distanze con l’utente, offrire un’esperienza più personalizzata e integrarsi con l’on line, grazie ai servizi pick-up e pick&pay. Un formato che naturalmente non andrà a sostituire, ma integrare, la presenza dei grandi punti vendita, come il Tech village di Milano Certosa messo a punto nel 2020. Anche Unieuro ha lavorato sui vari format. Nel 2020 si era concentrata sugli shop-in-shop, acquisendo la gestione diretta dei negozi posti negli ipermercati Iper, La grande i, gestiti in precedenza da Finiper in affiliazione. A fine 2021, Unieuro ha inaugurato la sede nuova di zecca a Milano, in via Marghera. Ma al contempo, nello stesso edificio, ha alzato il sipario su un nuovo negozio da 1.900 mq di superficie, con l’ambizione di farlo diventare punto di riferimento dell’elettronica del “ricco” quartiere meneghino.


La pandemia non frena le aperture Anche i soci Euronics macinano novità. Di recente, la società ha rimarcato il suo impegno nel supporto alla crisi della Galimberti spa: quattro dei sette negozi ex-Galimberti sono passati a Nova spa. E nel triennio 20192021, nonostante la pandemia, Euronics ha aperto 31 nuovi negozi diretti con l’assunzione di oltre 300 addetti, oltre ad aver riassorbito i dipendenti degli store dell’ex Socio Castoldi. Un altro importante socio di Euronics, la siciliana Bruno spa, forte soprattutto al Sud, ha iniziato una serie di investimenti che l’hanno portata a pianificare aperture a Mantova, Treviso, Udine e “prenotare” un posto nel futuro salotto buono di Merlata Bloom. Non ha smesso di aprire, anche in anni difficili, un’altra insegna storica come Trony (parte di Gre-Grossisti riuniti elettrodomestici), che oggi conta circa 160 negozi in Italia. Ma anche qui, i soci hanno capito che una delle chiavi vincenti è il mix di formato. Infatti, accanto a negozi a marchio Trony, ormai ce ne sono 23 caratterizzati dal brand MiniTrony, un programma di affiliazio-

ne varato da G.r.e rivolto ad imprenditori e negozi indipendenti, che identifica i punti vendita di medio-piccole dimensioni, ubicati anche in centro città, oltre che nei centri commerciali. E non ha interrotto le aperture neppure Expert, che da Nord a Sud ha posto nuovi marchi sul territorio, da Pavia, a Palermo, passando per Trani.

Le tv sono tra i prodotti più gettonati grazie al bonus concesso dal Governo per lo switch off

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L’intervista

ROSSI (AIRES): “SALE LA SPESA MEDIA, DIVENTIAMO PIÙ EUROPEI PERÒ BASTA CON LA CORSA AL PREZZO STRACCIATO” in atto un salto di qualità tecnologico delle nostre famiglie. La pandemia ci ha costretti a stare a casa, anche per scuola e lavoro, in tanti hanno cambiato il pc, hanno rinnovato sia i piccoli sia i grandi elettrodomestici, c’è chi ha messo mano alle seconde case. Molti segmenti si sono mossi bene.

Quanto contano, nel trend positivo, i bonus che sostengono il cambio di tv?

Davide Rossi, direttore generale di Aires

Davide Rossi è direttore generale di Aires, presidente della federazione Optime e managing director di EuCER Council, la sigla che riunisce i retailer specializzati in elettronica in ambito europeo. Un ruolo associativo, niente cariche in azienda. Dunque un punto di vista super partes.

Nel 2021 il settore ha messo a segno un ottimo rimbalzo rispetto al 2019. Qual è una previsione ragionevole per l’anno in corso? Stando a quanto raccolto dagli operatori, la tendenza al rialzo sta reggendo. Ma occorre essere onesti, visto il contesto internazionale si vive alla giornata, azzardare previsioni numeriche sarebbe fuori luogo. Però emergono alcuni elementi. Intanto, sta crescendo la spesa media e in questo stiamo diventando un po’ più europei, visto che su questo parametro eravamo piuttosto indietro. Quindi, è

Naturalmente il mercato è stato molto spinto dallo switch off. Ma voglio darne una lettura positiva. Certo, dal punto di vista economico l’effetto è temporaneo perché quando i bonus si esauriscono, calano anche le vendite. Eppure non è bonus campato per aria, ha aiutato le persone a comprare prodotti migliori sotto il profilo dell’efficienza energetica ed è una consapevolezza che rimane.

I retailer del settore investono in nuovi formati e punti vendita. Qual è nel complesso lo stato di salute del mercato? Buono, perché l’Italia ha una caratteristica peculiare. I rivenditori specializzati, nel comparto dell’elettronica, coprono una fetta delle vendite sensibilmente più alta rispetto ad altri Paesi. Penso alla Francia, per esempio, dove i canali di vendita sono molto più frammentati. Come numero di operatori e soprattutto come capacità di presidiare il territorio, l’Italia mi pare in equilibrio, perché se ci fosse una maggiore concentrazione delle insegne, avremmo magari 3 o 4 brand con un fatturato ancora superiore a oggi, ma la quota complessiva dei retailer specializzati sarebbe più debole.

Però, il consumatore finale fatica a percepire una reale differenza tra i brand. Di solito si sceglie il più vicino a casa o si premia il punto vendita con la promozione più vantaggiosa. Io credo che, a livello di comunicazione e marketing, molti brand stiano già cambiando pelle, con messaggi più emozionali e che li caratterizzano. Per quanto riguarda sconti e promozioni, il volantino cartaceo ormai si usa poco. Ma, rispetto al prezzo, devo ammettere che il settore ha commesso una sorta di autogol, abituando troppo il cliente alla ricerca del prezzo più basso possibile. Dai mobili, all’abbigliamento, persino al food, non stiamo a guardare troppo le forchette di prezzo tra un negozio e l’altro. Mentre invece, ci sono persone che passano giorni a comparare le lavatrici sperando si spendere 20 euro in meno.

Un altro aspetto su cui lavorare è il livello dell’assistenza. Sono d’accordo, ma su questi siamo i primi ormai ad aver iniziato una battaglia. Il consumatore rivendica con forza il diritto alla riparazione e i retailer si stanno accorgendo che, considerando i margini risicati derivanti dai prodotti nuovi, sarebbe persino più vantaggioso dare uno spazio maggiore alla riparazione a pagamento, quella fuori garanzia. Anche dal punto di vista ambientale, avremmo un beneficio con un mercato vitale di prodotti riparati e rigenerati. Però c’è bisogno dell’aiuto dell’Europa, che potrebbe muovere una leva fiscale, e dei produttori.

Spread fiscale ed evasione, “grane” irrisolte Se gli italiani hanno il “braccino” sullo smartphone e i retailer hanno esagerato nel prezzo stracciato, ci sono alcune storture del mercato che attualmente i grandi rivenditori stanno solo subendo. E che permettono alla concorrenza dei marketplace digitali di essere ancora più aggressiva di quanto già sarebbe fisiologicamente. In primo luogo, in Europa continuano a esserci regole fiscali diverse, che naturalmente sfavoriscono chi opera direttamente dall’Italia, rispetto a chi mette una sede altrove. Inoltre, come rileva l’ultimo rapporto Optime, anche la novità della reverse charge (che impone all’ultimo rivenditore della catena di versare l’Iva e girarla allo Stato) è stata ormai agevolmente aggirata da una miriade di marketplace online che riescono, tramite l’evasione, a proporre prezzi bassissimi. Si tratta di società piccole, che nel giro di un anno o poco più aprono, fanno un po’ di soldi, e poi scompaiono. Senza naturalmente aver versato un euro di imposte. Un fenomeno su cui Aires si sta battendo. Ma servirebbe una sponda convinta da parte del legislatore, in sede nazionale e comunitaria.

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SPECIALE MAPIC ITALY

Torna la principale fiera dedicata al mercato immobiliare commerciale Quando:

18-19 MAGGIO

Dove:

STUDIO MAXI,

MILANO

Partecipanti attesi:

2.000

Ospiti:

650

Organizzazione:

RX FRANCE

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“ZERO SLOGAN, SOLO ESPERIENZE CONCRETE”

Dalla sostenibilità al mixed use, fino all’integrazione fisico-digitale. Tanti i concetti chiave che domineranno la fiera e i suoi appuntamenti. Pupillo (Mapic): “Promettiamo fatti” di Adriano Lovera

Se l’edizione dello scorso anno serviva per sancire la ripartenza, quello del 2022 si appresta ad essere l’appuntamento in cui ragionare sul futuro. Senza più esitazioni. Il contesto internazionale non è semplice, ma la voglia di consumo è tangibile, così come sono evidenti le nuove abitudini d’acquisto che il recente passato ha contribuito a creare, accelerare, modificare. Mapic Italy torna il 18 e 19 maggio per la sua sesta edizione. L’evento organizzato da RX France arriva dentro i padiglioni del Superstudio Maxi, a Milano, e sfoggia numeri di tutto rispetto: almeno 60 espositori, con l’attesa di 2.000 partecipanti e 650 ospiti fra retailer, catene di ristorazione e operatori leisure. Tutti pronti a sondare il mercato e a valutare le location più interessanti e al passo con i tempi. “Siamo soddisfatti e sono numeri in linea con i nostri obiettivi, ormai non lontani dai livelli pre crisi” racconta Francesco Pupillo Show Director MAPIC, MAPICItaly, LeisurUp & TheHappetite. “Un aspetto importante è il buon mix delle insegne presenti, non solo operatori di tipo property ma anche società di servizi, una caratteristica che riflette il mondo del commercio di oggi ormai imperniato su forme di utilizzo miste, tra leisure, food, servizi alla persona, entertainment e quant’altro. Inoltre, va rilevato che ormai pag. 26 | retail&food | Maggio 2022

Mapic rappresenti il settore immobiliare commerciale nel suo complesso, mentre una volta eravamo considerati una sorta di evento dedicato solo ai centri commerciali. Anche noi abbiamo cambiato pelle”.

Francesco Pupillo, Show Director MAPIC

Persone e pianeta al centro “People, Planet, Profit: Navigating retail towards a more “human” world”. Questo è lo slogan prescelto da Mapic, per sintetizzare i concetti che faranno da filo conduttore della due giorni milanese. Quindi, un mondo costruito attorno alla persona, alle sue nuove abitudini di consumo, dove le frontiere tra le interazioni digitali e l’esperienza fisica si confondono sempre più. E dove, soprattutto, lo sviluppo sostenibile e il consumo responsabile non sono più rimandabili. Ma come fare, affinché questi non restino solo degli slogan? “Questo è uno dei nostri maggiori obiettivi, portare esperienze concrete. Ecco perché abbiamo un panel sempre più nutrito, che quest’anno porterà addirittura 12 aziende a raccontare le loro best practice” prosegue Pupillo. “Mapic serve anche per restituire il polso dei cambiamenti in atto sul mercato. La sostenibilità ambientale, per esempio, non è solo uno slogan, ma un fatto concreto. Lo sanno i grandi proprietari, che ormai lavorano costantemente sull’efficienza degli asset, perché hanno capito che gli immobili non performanti non hanno più mercato. E anzi, ormai gli investitori puntano soprattutto a edifici in qualche modo Esg-native. Lo sanno anche i retailer, perché si sono accorti che davvero le nuove generazioni sposano i brand che sanno affiancare al prodotto una storia, un’etica che parli di sostenibilità, di riuso, di attenzione al contesto e all’ambiente”. E naturalmente,


accanto all’etica sostenibile ci vuole l’investimento sul digitale, la capacità di portare avanti di pari passo il canale fisico e quello on line. Non a caso, proprio per analizzare il mercato in tutti i suoi aspetti, fra gli ospiti di Mapic ci saranno anche i protagonisti della punta più estrema del commercio misto al delivery, il quick commerce, che sta prendendo piede anche in Italia grazie soprattutto a Gorillas e Getir. E anche partendo da questi operatori, che poggiano la loro rete sui dark store, a Mapic si ragionerà anche di nuovi asset immobiliari, tra logistica e retail.

“L’Italia non è defilata” E visto che siamo all’edizione italiana di Mapic, l’occasione è buona anche per ragionare sul Paese. E per capire se stiamo uscendo con le ossa rotte dal Covid o siamo sulla giusta direzione. “A mio parere, dopo due anni certamente particolari, i primi mesi del 2022 mostrano che l’Italia è ancora appetibile per gli investitori internazionali. Oggi le operazioni di acquisto sono condotte per circa l’80% da fondi esteri e per il 20% da soggetti locali, mentre in pandemia eravamo quasi arrivati a un equilibrio 50% e 50%. Certo, gli investitori guardano ad asset class consolidate, come logistica e residenziale, ma anche il retail funziona specialmente nei suoi prodotti migliori. Quindi, molta attenzione sui retail park, vanno forte i centri a carattere “regional”, anche quelli di vicinato performano bene. Più in generale, è importante come ormai anche in Italia si seguano gli

stessi trend che caratterizzano il contesto internazionale. Ci sono pochissimi progetti di sviluppo di centri commerciali puri, ormai tutti i migliori esempi sono mescolati al tessuto urbano e propongono il cosiddetto mixed use”. E se parliamo di internazionale, tra gli ospiti di Mapic ci sarà anche qualche chicca. Per esempio, Puy du Fou, operatore francese che possiede un parco divertimenti a carattere storico, a circa un’ora da Nantes, interessato a ragionare su possibili format urbani da sviluppare in Italia.

I protagonisti Gli spazi espositivi sono già quasi tutti completamente opzionati, con la presenza confermata dei più importanti player del mercato. Tra loro, BNP Paribas, Svicom, Pradera, Savills, CBRE, Eurocommercial Properties, IGD SIIQ, Engel & Völkers, Cushman & Wakefield e Multi, solo per citarne alcuni. Numerosi i brand che hanno già

confermato la propria presenza, grazie anche al supporto delle associazioni partner (Confimprese, Federfranchising e Assofranchising), tra i quali: YellowKorner, Dental Pro, Löwengrube, NAU!, Casa Piocheur, UCI Cinemas, Kuwait Petroleum Italia spa, L’Erbolario, Caffè Ottolina, Giovanni Rana e Pandora. Mapic Italy conferma quindi la crescita della varietà di tipologie di insegne che stanno rinnovando il retail mix tradizionale dei siti retail, con una importante presenza di brand food, leisure, servizi alle persone, salute e bellezza, cultura e media, accanto alle presenze più tradizionali di brand del fashion, degli articoli per la casa e del fai da te. L’area espositiva prevede una zona destinata ai brand del food e del leisure che sono tra i principali attori di questa evoluzione. E ci sarà anche quest’anno un’area dedicata ai player dell’innovazione che presenteranno le soluzioni che stanno trasformando la customer journey nei siti dello shopping e dell’intrattenimento.

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Zoia (Cncc): “I centri commerciali hanno centrato il recupero. Ora guardiamo al futuro” “Potremmo riassumere il 2021 con la parola recupero, dato che l’industria dei Centri Commerciali in Italia ha recuperato completamente le perdite rispetto al 2020 e si avvicina sempre di più ai livelli pre-Covid” afferma Roberto Zoia, Presidente CNCC e Direttore Patrimonio, Sviluppo e Gestione Rete presso IGD SIIQ SPA. “Con queste premesse sono ottimista che l’edizione 2022 di MAPIC Italy sarà l’occasione per tutti i player di concentrarsi sulle prospettive del settore, guardando nuovamente a medio-lungo termine e oltre le dinamiche dell’emergenza sanitaria, traducendo in ottica di sempre maggiore sostenibilità, sia sociale che ambientale, l’evoluzione che la pandemia ha portato nel comportamento di consumo, nella digitalizzazione, nella fruizione degli spazi e nei nuovi bisogni delle comunità”.

L’edizione 2022 di Mapic segna numeri in forte aumento: 2.000 partecipanti attesi rispetto ai 1.200 del 2021.

I principali progetti in rampa di lancio

Tanti visitatori e soprattutto tanti progetti interessanti da valutare, in questa edizione di Mapic Italy. Ecco quali saranno i principali. A Roma il centro commerciale CinecittàDue viene riqualificato e cerca nuovi tenant. Presentato da Cushman&Wakefield. Grandi Stazioni Retail porta a Mapic il nuovo volto della stazione di Roma Termini, terminato nel 2023. Nhood arriva con un tris formato da Merlata Bloom, nuovo quartiere milanese che arriverà a contare 150 spazi di shopping e 5 aree food: il Waterfront Levante, a Genova, e sempre a Milano Loreto Open Community, con 38 store a partire dal 2026. Dills, Prelios e Savills presentano la riqualificazione della Galleria Alberto Sordi a Roma, con 15 unità disponibili. Realia punta invece su To Dream, 270.000 mq alle porte di Torino per un grande progetto misto retail, leisure e ricettivo. Lo stesso operatore presenta anche Oasis, un nuovo lifestyle park a Cisterna di Latina,che aprirà a fine 2024 con 135 brand. Svicom mette in mostra la riqualificazione del centro pugliese BariBlu. Eurocommercial Properties svela la nuova food court del Fiordaliso di Rozzano (Mi), mentre Irgen Retail presenta Maximall Pompei, shopping center che dovrebbe aprire a fine 2023 a Torre Annunziata. Arcus Real Estate invece propone l’estensione dei suoi Torino Outlet Village e Sicilia Outlet Village. People, planet, profit: targhettare il retail verso un mondo più umano. Ecco lo slogan dell’edizione 2022

Resca (Confimprese): “Nuovi modelli indispensabili per far fronte all’incertezza del contesto internazionale” “MAPIC Italy è una vetrina importante per il mondo del retail, soprattutto in questo momento di incertezza economica, in cui l’inflazione e il caro energia unite alla crisi geopolitica stanno mettendo a dura prova la tenuta dell’economia italiana”, spiega Mario Resca, Presidente di Confimprese. “È un appuntamento di prim’ordine, in cui il mondo del retail si ritroverà per confrontarsi sui nuovi modelli di consumo e delineare le linee guida su cui impostare le strategie future per un’orchestrazione efficace di tutti i canali di vendita”.

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Nhood: new living mood, da Milano al Waterfront di Genova Prosegue con successo il percorso di trasformazione di Nhood da puro developer a società di servizi immobiliari a tutto tondo. E in occasione del Mapic Italy il gruppo mette in pista il suo team leasing per la commercializzazione di Waterfront di Levante, il grande progetto di rigenerazione urbana a basso impatto ambientale nella città di Genova. Rappresentato da un iconico edificio donato alla città dall’architetto Renzo Piano, Genova Waterfront, commercializzato da Nhood insieme a Realia, verrà presentato in fiera insieme ai grandi progetti già in pipeline tra cui LOC Loreto Open Community, la riqualifica di Piazzale Loreto a Milano e Merlata Bloom Milano. Così Ettore Papponetti, Commerce & Leasing Director, racconta il nuovo percorso di Nhood e i due grandi progetti di Milano e di Genova.

Su quali servizi si concentra oggi la vostra attività commerciale? Siamo impegnati quotidianamente su più fronti a livello nazionale, sia nella commercializzazione tradizionale degli asset che ci vengono affidati dai clienti, sia nei servizi specifici che ci differenziano e che oggi ci stanno dando molte soddisfazioni. Per esempio, la gestione dello Specialty Leasing, con il quale applichiamo agli asset commerciali le stesse logiche che guidano il mercato pubblicitario, concependo gli spazi come dei veri e propri media che generano valore. Con questo servizio abbiamo ottenuto per i nostri clienti un incremento del 20% delle revenue negli ultimi tre anni, nonostante tutte le criticità dovuta alla pandemia. E ancora, l’attività di Tenant Representation attraverso la quale sfruttiamo le nostre expertise interne e i migliori tool di analisi per affiancare il cliente in tutte le fasi di sviluppo e messa a terra di una strategia commerciale di successo: dallo studio approfondito del contesto in cui vuole sviluppare il suo business, alla ricerca delle migliori location, sia nel mercato high-street sia nei centri commerciali, alle negoziazioni, e dallo studio del format fino alla realizzazione dello store fisico e digitale.

Cosa vi differenzia dalle altre società di servizi immobiliari? Quali sono i vostri punti di forza?

Ettore Papponetti, Commerce & Leasing Director di Nhood

Comunicazione pubblicitaria

La capacità di agire su qualunque tipo di progetto sia esso di natura prettamente commerciale, sia esso un progetto ad uso misto, l’internazionalità, forte della nostra presenza in 10 paesi e della gestione di 2.4 milioni di metri quadrati in tutta Europa, la specializza-

zione verticali negli ambiti oggi più interessanti come quello del Food&Beverage e della tecnologia, la capacità consolidata di agire trasversalmente tra il pubblico e il privato e infine un approccio gestionale innovativo e fortemente guidato dalla sostenibilità.

Nel futuro della vostra strategia commerciale quali saranno i temi dominanti? Crediamo che quello dello sport sarà per noi uno dei temi driver. Nei progetti di sviluppo attuali lo sport è già un elemento centrale, in Merlata Bloom per esempio con i campi sportivi sulla Sky Terrace e la parete di arrampicata all’interno dello store esperienziale di Decathlon, ma anche in Genova Waterfront il


cui cuore è rappresentato proprio dai campi sportivi e da un insieme di servizi e negozi a tema sportivo che andranno a completare l’offerta del sito. Ma ancora di più lo sarà nei progetti futuri, per esempio nella Città dello Sport che andremo a realizzare a Cuneo, un centro multi-sportivo polifunzionale a uso misto indoor e outdoor a servizio della città e dei cittadini, un polo d’eccellenza, pronto ad accogliere federazioni nazionali, eventi di taratura olimpica e para-olimpica, amatori, professionisti e studenti, anche in ambito medico-nutrizionale, nonché appassionati e turisti, con una riconoscibilità a livello internazionale.

Merlata Bloom sarà più di un centro commerciale, cosa diventerà e come sta prendendo forma? È il più grande e innovativo lifestyle center in costruzione in Italia, con un design esclusivo firmato dallo studio internazionale CallisonRKTL. Il progetto supera il concetto tradizionale di spazio commerciale e diventa un luogo aperto, votato alla sostenibilità e all’innovazione, piazza di connessione sociale tra gli storici quartieri circostanti e destination per la città e per l’intera regione. Il centro, con un bacino d’utenza previsto di più di 100.000 persone al giorno, ospiterà 200 negozi tra cui i format inediti di Decathlon e di Esselunga, store esperienziali, un’offerta di leisure che coprirà oltre un terzo della superficie totale, una proposta di ristorazione con 40 insegne, dai brand internazionali alle eccellenze milanesi, e un ventaglio completo di servizi progettati per le persone e il loro benessere.

avendo sempre lo sport al centro. Cuore del progetto è, infatti, l’area con tribune e campo da gioco regolamentare, perfetto per le kermesse sportive ma adatto anche ad accogliere concerti e grandi eventi, intorno al quale i visitatori potranno trovare tutto ciò che può essere considerato di complemento e completamento al mondo sportivo, dal fitness al benessere, dall’attrezzatura tecnica all’alimentazione sana. Al primo piano troveranno spazio la moda, lo sport e il beauty.

Che ruolo avrà la ristorazione? All’interno del progetto, il food sarà presente sia con un fast lunch sia con un dining serale. All’ultimo piano, servizi e leisure completeranno un’offerta di intrattenimento inedita che renderà Waterfront una vera e propria destination, soprattutto in considerazione con l’attuale proposta limitata e bassa densità commerciale dell’area. Come per Merlata Bloom, anche in questo caso il layout interno di Genova Waterfront sarà curato dall’architetto Jorge Beroiz (CallisonRKTL), noto per la sua creatività nel trovare soluzioni capaci di conciliare le necessità funzionali dei luoghi ai migliori criteri di sostenibilità e di impatto ambientale.

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Quali brand hanno già confermato la loro presenza? Oltre al cinema multisala di ultima generazione Notorius, tante sono le insegne che hanno già confermato la loro presenza: da Calvin Klein e Tommy Hilfiger per il fashion a Game7Athletics per lo sport, da Portobello per la casa a Big Toys e Euronics per giocattoli ed elettronica e infine RossoPomodoro, Ham Holy Burger, La Piadineria, Bun Burgers, Cioccolati Italiani, Fresco&Cimmino, le insegne del Gruppo Cremonini (RoadHouse, Calavera, Billy Tacos, Smokery), Ichi Station, Kebhouze, Macha Cafè, McDonald’s, Nima Sushi, Panino Giusto, Poke House e Wagamama, sono solo una parte dell’ampia offerta food che caratterizzerà il mall.

Quali sono le caratteristiche di Waterfront Levante? Il building ha una particolare forma circolare. Occupa 28.000 mq di superficie affittabile sui 55.000 mq dell’area totale dell’intervento Waterfront di Levante. L’intero studio del progetto di commercializzazione è funzionale alla trasformazione di questo luogo come spazio di vita, incontro e socialità. L’asset a uso misto è distinto su tre livelli ed è stato studiato per ospitare negozi, ristorazione, servizi, leisure e intrattenimento,

Merlata Bloom Milano, il più grande e innovativo lifestyle center in costruzione in Italia

Nhood Services Italy sarà presente a Mapic Italy presso lo stand F02 F04 /E 01 E03

Waterfront di Levante è l’avvenieristico progetto firmato da Renzo Piano che rivoluziona l’immagine della città di Genova

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LÖWENGRUBE L’atmosfera dell’Oktoberfest tutto l’anno

L

öwengrube Original Münchner Bierstube rappresenta in Italia la catena di ristorazione in autentico stile bavarese.

ristorazione. Il successo deriva anche dall’offerta indirizzata a un target trasversale ed eterogeneo, che piace alle famiglie e ai giovani.

Chi pensa che l’Oktoberfest possa essere vissuta solo in Baviera, dovrà ricredersi varcando la soglia di uno dei locali Löwengrube Original Münchner Bierstube, brand che rappresenta in Italia la tipica beer experience dei locali bavaresi. L’idea è nata dai due imprenditori Pietro Nicastro e Monica Fantoni, che aprirono il primo locale a Limite sull’Arno (Firenze) nel 2005, dopo un viaggio ispiratore presso uno dei birrifici più antichi a Monaco di Baviera.

Ogni locale presenta spazi ampi e curati nel dettaglio per garantire un soggiorno confortevole, e, per i più piccoli, è presente un’Area Kinder, dentro la quale i bambini possono divertirsi in completa tranquillità e sicurezza con giochi che rispettano i principi del metodo educativo Montessori, in grado di stimolare la loro mente e la loro fantasia.

Chi entra in un locale Löwengrube viene infatti immerso immediatamente nella convivialità che lo contraddistingue, grazie alle musiche tradizionali e al personale vestito con i costumi tipici tedeschi (il lederhosen e il dirndl). I piatti iconici delle tavole bavaresi e alto-atesine, dagli ottimi ingredienti di qualità e cucinati secondo le ricette tradizionali, sono accompagnati rigorosamente dalle originali birre di Monaco, come Löwenbräu e Spaten, la cui spillatura alla tedesca è oggetto di una speciale formazione da parte del personale. Il menü si apre con una selezione di antipasti, gustosi primi piatti e secondi di carne, tra cui spatzle, stinco di maiale e würstel, accompagnati da contorni abbondanti, e squisite degustazioni per una conviviale condivisione dei migliori piatti Löwengrube. Inoltre, non mancano menü Kinder, pietanze vegetariane e uno speciale menü gluten-free per soddisfare le esigenze di tutti. Dopo il successo riscosso dal primo locale, Löwengrube si è trasformato in un modello replicabile dal 2014, quando ai locali a gestione diretta si affianca la formula di franchising di

All’esterno, si trova il Biergarten, il tipico “Giardino della Birra”, dove è possibile vivere l’esperienza bavarese anche nelle giornate più calde.

UN FORMAT SU MISURA Löwengrube è strutturata in tre format, studiati per esigenze e spazi differenti, mantenendo sempre la qualità dell’offerta e l’autenticità dell’esperienza che la caratterizzano.

STUBE: IL FORMAT PRINCIPALE Le Stube sono dei veri e propri ristoranti-birreria, che si distinguono per gli ampi spazi esterni e interni studiati per far vivere al meglio le atmosfere particolari delle bierstube di Monaco, con arredi in legno naturale o colorati con il blu e bianco tipici della bandiera bavarese, i dettagli in ottone, le luci calde e soffuse. Principalmente, queste sono collocate in zone commerciali su strade ad alto traffico veicolaRE.pressi delle città o su strade ad alta densità di scorrimento.


mostrazione dell’approccio dell’azienda alla formula del franchising: sempre sul campo, a fianco dei franchisee, per crescere insieme.

LÖWENGRUBE OGGI

WAGEN: LA CARROZZA BAVARESE DELLO STREET FOOD

Oggi Löwengrube può contare su una rete di oltre 400 persone che lavorano nell’headquarter di Limite sull’Arno e nei 28 punti vendita di cui quattro in proprietà diretta e 24 in affiliazione, sparsi in Italia e all’estero. A conferma della validità della rete, il 70% degli affiliati ha rinnovato la partnership aprendo più di un punto vendita: tra questi il gruppo di imprenditori Lowenguys che, dopo le aperture di Bologna, Modena e Ravenna, sta per aprire il quarto locale sul territorio emiliano a Reggio Emilia.

Idoneo per centri commerciali, outlet e piazze, il wagen rappresenta la carrozza originale dal forte impatto estetico.

La forza della rete sta anche nella flessibilità di adattamento del format alle diverse esigenze del singolo imprenditore:

KLEIN: OFFERTA DI QUALITÀ NEI LUOGHI DI

GRANDE PASSAGGIO

Il Klein è la bierstube di piccola taglia, perfetto per portare un’offerta di qualità superiore all’interno di luoghi di grande affluenza, come outlet, centri commerciali, gallerie, stazioni ferroviarie e aeroporti.

Filippo Fochi ha aperto insieme ad alcuni soci (si sono dati il nome di Lowenguys) ben 3 bierstube Löwengrube in Emilia-Romagna “I risultati sono andati oltre ogni aspettativa - racconta - sapevamo che il format dell’affiliazione commerciale ha due punti di forza importanti: il know how che ti mette nelle condizioni di replicare una formula già testata e la notorietà del brand. Con Löwengrube possiamo dire di avere assistito alla nascita della forza del marchio, che in pochi anni, in modo costante, ha saputo crescere conquistando clienti, imprenditori e visibilità”.

LÖWENGRUBE: UN FORMAT SEMPRE ALL’AVANGUARDIA Il format si presenta ai franchisee con una proposta strutturata, fornitori d’eccellenza e servizi di supporto. Löwengrube garantisce l’accesso ad un sistema standardizzato, tramite i reparti Operation, Sviluppo, Construction, Marketing e Comunicazione, Acquisti e Logistica, Ufficio supporto IT e Controllo di gestione. Tra questi, l’innovativa FAD è stata tra i progetti principali di Löwengrube nell’ultimo anno: grazie a una piattaforma digitale, la formazione a distanza e l’aggiornamento professionale per operare all’interno dei punti vendita sono ingegnerizzati come tutte le operations. Löwengrube lavora con partner commerciali di rilevanza, come Anheuser-Bush Inbev, società leader mondiale della birra, Havi Logistics e BNP Paribas Leasing Solutions, di-

COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA

«Ho scelto il Wagen, il format più agile dei tre proposti da Löwengrube – racconta Fabio Boscaino che, da Napoli e da una parallela esperienza di franchising in altro settore, si è innamorato della formula della ristorazione bavarese – perché consente una grande flessibilità, soprattutto riguardo alle location. Se al primo tentativo non si trova la collocazione più adatta con i suoi 15 mq circa, il wagen, si può spostare facilmente altrove. In più, ha un impatto sul pubblico particolarmente accattivante».

nella rete c’è anche chi ha iniziato vedendo nel business un’opportunità di autoimpiego, come l’affiliato di Udine, che ha poi duplicato aprendo un altro punto vendita con un socio presso il Tiare Shopping di Villesse (Gorizia).

LÖWENGRUBE DOMANI Löwengrube mira a triplicare i suoi locali in cinque anni, consolidando quelli a gestione diretta e espandendo ulteriormente la rete degli affiliati, sia sul territorio nazionale che su quello estero, con l’obiettivo di diffondere il brand, mantenendo un alto standard di offerta e di servizio di qualità ai clienti. Già il 2022 vedrà l’apertura della Stube Löwengrube di Reggio Emilia e di Montesilvano (PE), più altri 7 locali entro la fine dell’anno.

Apri con Löwengrube la tua nuova attività di successo. Richiedi maggiori informazioni scrivendo a franchising@lowengrube.it


IL MERCATO VISTO DA COIMA

Negozi, retail park e da poco il palazzo milanese che ospita Eataly nel portafoglio commerciale Coima, nell’accezione più comune, è l’operatore che ha letteralmente cambiato il volto di Porta Nuova-Le Varesine, quartiere milanese che, ricordano in molti, appena due decenni fa ospitava ben poco. Dalla stazione Garibaldi era meglio andarsene il prima possibile e raggiungere corso Como. Ma Coima adesso guarda più in là. Il Covid ha rallentato le operazioni, ma già nel 2019 la società aveva manifestato l’intenzione di allargare il tiro a Roma e cercare il posto giusto per replicare l’operazione Porta Nuova. Nel mondo Coima, il retail ha un peso limitato. Ma cogliere il punto di vista e le prospettive di un operatore come questo serve a confermare o mettere in discussione alcune delle tendenze su cui si gioca la partita di oggi.

Oltre 9 miliardi in gestione “Finora, nel complesso abbiamo in portafoglio 9,3 miliardi di euro di asset in gestione, assumendo nel calcolo anche i progetti in corso di sviluppo” racconta in un’intervista a retail&food Matteo Ravà, Head of fund and asset management di Coima Sgr. “La classe retail non è predominante, ma resta interessante. Si tratta di una serie di high street, rappresentate essenzialmente dal piano terreno di Porta Nuova e altri sparsi. Poi ci sono alcune librerie Feltrinelli, il Retail Park di Segrate, che ospita Decathlon e Maison du Monde, il retail park Le Vele di Desenzano sul Garda, le Torri di Livorno e da poco abbiamo siglato l’acquisto del palazzo Eataly, sempre a Milano. La definiamo come operazione core. Abbiamo acquisito un edificio dove il tenant ha un contratto d’affitto lungo e anche se l’immobile non è inserito nello stesso fondo di Porta Nuova, questo passo rientra nel tentativo di arrivare a una gestione più integrata del quartiere e delle sue attività”. Porta Nuova porta con sé circa 20.000 metri quadrati distribuiti fra negozi e food court, e raggiungerà i 30.000 mq con l’espansione verso via Melchiorre Gioia che sarà completata nei prossimi anni.

Gestione integrata di Porta Nuova

Matteo Ravà, Head of fun and asset management di Coima Sgr.

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Tutto questo tessuto commerciale milanese potrebbe assomigliare a un retail park, a un centro commerciale “a cielo aperto” per usare una definizione un po’ desueta. Certo non tutte le vie e le attività sono appannaggio di Coima. Nonostante questo, si sente l’esigenza, per quanto possibile, di far vivere le attività come blocco unitario. “Non pos-

siamo svelare troppi dettagli. Diciamo che finora tutto è stato gestito in modo tradizionale, ma da un paio di anni abbiamo iniziato una rivisitazione del masterplan con una strategia unica. Questo, nel concreto, potrà tradursi in iniziative basate sul digitale, in azioni che puntino alla fidelizzazione dei clienti rispetto ai negozi del quartiere, compreso Eataly. E intanto, nel cuore di piazza Gae Aulenti, è partita una rotazione dei brand, che presto metterà a disposizione degli utenti servizi innovativi”. Digitale, allora, è anche per Coima una delle parole d’ordine su cui concentrare lo sviluppo retail. L’altra è sostenibilità. “Per noi non solo slogan, ma concetti concreti. Prendiamo il secondo punto. A Porta Nuova, quando selezioniamo un tenant, fra i criteri richiesti dalle nostre griglie di valutazione ci sono anche determinate caratteristiche Esg, andiamo ad analizzare se il tipo di business è davvero rispondente”.


Creata la holding Nel 2021 è stata creata la holding che ora controlla tutte le società del gruppo: la Sgr (che gestisce 30 fondi di investimento immobiliare), la Rem (società di development e property management, che ha sviluppato e gestisce immobili per oltre 5 milioni di metri quadrati), Coima HT (il veicolo che opera in ambito tecnologico e digitale per supportare i processi di rigenerazione urbana); Coima Image (attiva nello space planning e interior design) e infine Residenze Porta Nuova, agenzia dedicata al settore residenziale.

Immagini fornite dalla società o utilizzate dietro licenza Creative Commons

La variabile “footfall” entra nel rent Il biennio Covid ci ha lasciato in eredità un consumatore trasformato, sempre più con il cellulare in mano e desideroso di muoversi da casa soltanto a fronte di un’esperienza, non per il puro shopping. Cambiamenti dovuti solo in parte alla pandemia, perché già in atto. Il nuovo contesto è andato a incidere anche su alcune technicality del business. Per esempio, il rapporto landlord-tenant. Coima, come tutti, ha dovuto procedere con alcuni correttivi durante la pandemia, dagli sconti sul canone alla concessione di maggior spazio per la componente variabile degli affitti. “Ma il nostro approccio è da sempre improntato alla massima apertura. Per noi il retailer è un partner” dice Ravà. Ma la flessibilità si fa sentire non solo come reazione indotta dall’emergenza. Le nuove formule iniziano a far parte del mercato tout court. “Noi lavoriamo sempre più spesso con formule innovative di canone. Ormai è consolidata la possibilità di strutturare un accordo con una parte fissa e una variabile, legata al fatturato. Ma utilizziamo anche un sistema in cui la parte variabile è legata al footfall, cioè alle persone che entrano” aggiunge il manager. E non è una novità di poco conto, perché frutto delle nuove dinamiche di acquisto, dove la visita in negozio non per forza si deve concludere con lo “scontrino”. Magari, dopo aver visionato il prodotto, il cliente conclude l’acquisto on line. E per il quartiere, il passaggio degli utenti crea comunque un indotto positivo.

Logistica e residenziale nel mirino dei fondi

Ragionando più in generale, un operatore quale Coima, come vede il mercato del real estate italiano? Certo, il contesto internazionale suggerisce ancora prudenza e crea un clima di incertezza. Ma ci sono note positive. “L’interesse da parte degli investitori internazionali è tornato. Per quanto, se parliamo di high street, il focus è limitato a

Roma, Milano e poco più” conclude Ravà. “Rispetto ai centri commerciali, alcuni dei secondari potrebbero dar luogo a qualche operazione opportunistica, ora che le proprietà si decidono a ragionare su prezzi più bassi. Credo che sul totale degli investimenti, la quota del retail si ridurrà ulteriormente. E non per mancanza di appeal, ma soprattutto perché saliranno i volumi di altre asset class oggi più interessanti, a partire da logistica e residenziale”.

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Giulius pet store (Gruppo Demas), esordio col botto a Milano

Il gruppo leader nella distribuzione dei farmaci veterinari accelera la strategia retail: dopo il Lazio, ecco il Veneto, il Friuli e il capoluogo lombardo

Il mercato del pet, in Italia e in Europa, è un vero colosso. Altro che “nicchia” per appassionati, dotati di cagnolino o gattino. Il solo pet food, secondo il rapporto Assalco-Zoomark, vale quasi due miliardi e mezzo di euro. Ma c’è un altro tassello fondamentale, quello dei farmaci veterinari. Secondo l’ultimo report Animal Health Europe, le vendite di questi medicinali nell’unione europea hanno toccato 7,4 miliardi di euro nel 2021 (+8,8% rispetto al 2020). In questo contesto, l’Italia vanta uno dei principali operatori. È il Gruppo Demas, fondato nel 1968, da oltre 50 anni leader nella distribuzione del farmaco veterinario sul nostro mercato. Dai mangimi ai medicinali, dalle apparecchiature ai prodotti veterinari, soddisfa i più elevati standard di eccellenza. Ma non solo. Caratteristica peculiare di Demas è quella di abbracciare tutti i versanti del mercato, non solo la distribuzione, ma anche la logistica, il retail e l’eCommerce.

“L’apertura a Milano del Pet Store più grande d’Europa, con un hub integrato per logistica last mile, è il coronamento di un sogno e l’inizio di un nuovo percorso fatto di passione e dedizione al mondo del pet” logiche distributive farmaceutiche e normative ad hoc” ragiona Fabrizio Foglietti, Presidente e Amministratore delegato. Demas ha chiuso il 2021 con un fatturato consolidato di 177 milioni di euro, risultato di una crescita impetuosa che l’ha portato a raddoppiare i ricavi rispetto al 2014. Il mondo della farmacia e della parafarmcia è un partner privilegiato per lo sviluppo del business del Gruppo Demas. Infatti in Italia oltre il 50% dei farmaci per animali viene venduto tramite questo canale, a differenza di altri mercati in cui invece domina la figura del medico veterinario. Non a caso, secondo un’analisi di New Line Ricerche, nel mese di marzo 2021 i farmaci veterinari sono quelli che hanno ottenuto la migliore performance come vendite: +21% rispetto all’anno scorso. “A questo proposito, abbiamo sviluppato il progetto veterinaria, per aiutare le farmacie a esporre i prodotti nel miglior modo possibile. È verificato, infatti, che una corretta esposizione aiuti ad aumentare il fatturato” spiega ancora Foglietti.

La rete retail cresce e sbarca a Milano Fabrizio Foglietti, Presidente e Amministratore delegato di Demas

Partner speciale per la farmacia

La vendita di farmaci ad uso veterinario è il settore CORE del gruppo: rappresenta il 67% circa del fatturato totale. È un mercato costituito da pochi operatori dove la clientela di riferimento è data dai grossisti farmaceutici. Seguono i medici veterinari. “Vastissima la gamma dei prodotti, alcuni dei quali a forte stagionalità. È un settore complesso ed articolato che risente delle Comunicazione pubblicitaria

Ma oltre alla distribuzione, il Gruppo Demas è anche retail. Nel 2013 è nato il brand Giulius, catena di pet store che inizialmente contava su 8 punti vendita nel Lazio e uno shop on line dedicato - www.giuliuspetshop.it - con spedizioni in tutta Italia in 24/48 ore, con una vasta scelta composta da oltre 18 mila articoli. Ma i negozi Giulius grazie alla presenza della parafarmacia all’interno, diventano un vero e proprio punto di riferimento per i clienti possessori di animali. Ora, la rete si è allargata. Prima sono arrivati 6 small store, in Veneto e in Friuli Venezia Giulia per circa 1.000 mq in totale. Ma soprattutto il 7 maggio è in arrivo l’apertura a Milano di un maxi store da 2.500

mq. e tre negozi di dimensioni più ridotte, le cui aperture saranno perfezionate entro la fine dell’anno. “L’apertura a Milano del Pet Store più grande d’Europa, con un hub integrato per logistica last mile, è il coronamento di un sogno e l’inizio di un nuovo percorso fatto di passione e dedizione per il mondo del pet” conclude l’AD Fabrizio Foglietti.

Galassia completa, controllata da LBO France Nel 2020, Gioconda (filiale italiana di LBO France) ha acquisito una quota di maggioranza del gruppo, tramite il fondo Small Caps Opportunities. Un passaggio importante che ha segnato una notevole accelerazione alla crescita del Gruppo. A luglio 2021 è avvenuto l’acquisto dell’85% del capitale di Punto Azzurro srl, importante concessionario nell’area del Triveneto, e sempre nell’estate 2021 è arrivata Snoots, software house specializzata creata per aiutare la trasformazione in chiave digitale del settore Veterinario. Del Gruppo Demas fanno già parte Foschi, che ricerca e progetta soluzioni per migliorare il lavoro dei veterinari e il benessere degli animali, e Giulius, il brand di riferimento del mercato al dettaglio. In questo modo il Gruppo è presente su tutti i versanti del mercato che riguardano il pet e il farmaco veterinario.





Ponte festivo a gonfie vele

TRAVEL RETAIL, GIÀ INIZIATO IL RECUPERO

Aeroporti e stazioni si rifanno il trucco e virano sui brand “regional”. Intanto, si godono il boom di traffico di Pasqua come preludio estivo Se centri commerciali e grandi progetti di rigenerazione urbana sono i protagonisti dell’immobiliare retail, anche il canale travel rappresenta comunque uno snodo potenzialmente interessante per i brand della ristorazione, dell’abbigliamento, dell’hi tech, in determinati casi anche per il lusso. Quest’ultimo sarà ancora penalizzato, quest’anno, perché siamo alla vigilia di un’altra estate all’insegna del turismo domestico ed europeo. C’è ancora da attendere per assistere a un deciso di ritorno delle grandi componenti “top spender” tax free, dai cinesi, ai russi, ai medio orientali. Ma non per questo gli scali sono rimasti a guardare. In molti aeroporti non sonow mancate le aperture, così come nelle principali stazioni ferroviarie, e quasi sempre i nuovi brand rappresentano eccellenze del territorio, con un forte richiamo alla regione di appartenenza. Un modo per caratterizzare soprattutto gli scali a vocazione regionale, e appunto per intercettare il traffico domestico o continentale, desideroso di portarsi via un pezzo di vacanza italiana.

pag. 40 | retail&food | Maggio 2022

Le ultime novità Tra lo scorso inverno e questa primavera molti scali e stazioni si sono rifatte il trucco, anche se non sempre con la ristrutturazione degli spazi, quanto meno con l’ingresso di nuovi brand. Solo per citare alcuni esempi, a fine 2021 a Roma Fiumicino, è stato inaugurato il duty free a marchio Aelia più grande al mondo. Un altro Aelia è stato aperto a Catania (insieme alla Bottega dei Sapori, i Dolci di Agata e altro in arrivo), Venezia ha visto arrivare un nuovo Bottega Prosecco Bar, Bologna uno shop Camicissima, Malpensa una nuova Feltrinelli (mentre Linate aveva già vissuto l’anno scorso il suo restyling, lo store Borsalino in foto), la catena 12oz è arrivata sia a Roma Fiumicino sia a Orio al Serio. E poi ci sono le grandi operazioni di rinnovamento messe in campo da Grandi Stazioni Retail, che stanno cambiando il volto delle nostre stazioni ferroviarie. A Milano ha aperto il Mercato Centrale, si è alzato il sipario sulla nuova food court di Torino (in foto l’Harry’s Bar) e su Napoli, Chef Express ha operato un poker di novità a Firenze Santa Maria Novella.

E a conferma dell’ottimismo che gli operatori conservano sull’estate, il recente ponte di Pasqua e Pasquetta ha permesso di sfoggiare ottimi numeri come passeggeri. AdR ha dichiarato 450mila passeggeri tra partenze e arrivi a Fiumicino. “Numeri come non si vedevano dal 2019”. Bergamo Orio al Serio ha collezionato 239mila passeggeri nei sei giorni che vanno da mercoledì 13 fino al lunedì di Pasquetta, con il picco di oltre 42mila venerdì. Anche in questo caso, si è tornati ai livelli pre pandemia. Soddisfatti anche i manager di Sagat, Aeroporto di Torino, che nel ponte ha dichiarato un afflusso di 100mila passeggeri, in crescita del 25% rispetto allo stesso periodo del 2019. A Olbia, Geasar ha dichiarato circa 40mila passeggeri, che equivale a una crescita di qualche punto percentuale sul 2019. Sono stati presi d’assalto anche i treni. Già prima delle feste, in base alle prenotazioni, Trenitalia aveva dichiarato un numero di passeggeri sei volte superiore rispetto al 2021, tra alta velocità e regionali.

Sondaggio retail&food: grande ottimismo per l’estate 2022 Diversi gestori aeroportuali hanno risposto a un sondaggio realizzato dalla nostra redazione, per cogliere le prospettive a breve termine del settore. Il clima di ripresa si sente ovunque. Allo stesso tempo, il caro energia è destinato a pesare. Ma le note positive prevalgono. “Dal mese di aprile, i dati sono tornati già in linea con il 2019. E prevediamo anche un discreto ritorno dell’extra Schengen” commenta Sergio Gallorini, direttore commerciale consumer di Gesac (aeroporti di Napoli e Salerno). “Fra gli utenti è tornata la voglia di spendere. L’estate 2022 sarà superiore a quella dell’anno scorso, con un traffico in prevalenza nazionale” secondo Antonino Neri, coordinatore commerciale non aviation di Gesap (Palermo). “Anche noi siamo ottimisti a prevediamo di dover aumentare il numero dei collaboratori, seppur con contratto stagionale, per far fronte al periodo estivo” segnala Lucio Murru, direttore commerciale di Geasar (aeroporto Olbia). “Il caro energia pesa e c’è ancora prudenza nei consumi. Il traffico estivo sarà in prevalenza nazionale ed europeo” ragiona Francesco D’amico, direttore marketing e commerciale dell’aeroporto di Catania. “Anche per questo, negli aeroporti ci si sta focalizzando molto sui brand regional del food e sui duty free”.


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pag. 41 | retail&food | Maggio 2022


CENTRI COMMERCIALI | Intervista

ADCC: “I DIRETTORI? SARANNO SEMPRE PIÙ PROBLEM SOLVER”

Due anni difficili, una professione che cambia e che attira sempre meno giovani, un futuro sfidante. Stefano Pessina e Gaetano Graziano dell’Associazione Direttori Centri Commerciali tirano le somme e tracciano un bilancio del settore

Centri commerciali e ripartenza post-pandemia, un bilancio dal punto di vista dei direttori?

GAETANO GRAZIANO: “Abbiamo realizzato un sondaggio fra i nostri associati e il risultato è confortante. Infatti, rispetto allo stesso periodo del 2019, l’80% dei direttori interpellati ha registrato nella propria struttura un lieve calo di presenze, mentre il restante 20% ha registrato un numero di presenze superiore. L’effetto della pandemia continua a essere l’elemento determinante delle performance dei centri commerciali. Le abitudini della clientela sono parzialmente mutate ma i dati usciti fuori da questo sondaggio vedono un costante miglioramento e un ritorno alla normalità, soprattutto fra la fascia di età che va dai 45 ai 65 anni, sia di presenze nelle gallerie che di vendite”.

Crede anche lei che i centri commerciali avranno un ruolo centrale sulle comunità e sul territorio? È già in atto questa evoluzione? G.G.: Per come sono attualmente le strutture dei centri commerciali, non credo. La vera sfida per assumere un ruolo, non centrale, ma interessante per la comunità è quella di rimodulare e riqualificare gli attuali spazi commerciali. Più in generale, di ripensare a un modello di centro commerciale meno standardizzato, più originale, unico, che risponda alle esigenze del nuovo consumatore e in parte anche a quelle del territorio dove è ubicato. In sintesi, bisogna rivoluzionare questo settore, uno dei pochi, pag. 42 | retail&food | Maggio 2022

di Paola Oriunno

gallerie sempre meno frequentate o nella migliore delle ipotesi trasformate completamente in centri d’intrattenimento.

Quanto ha inciso la pandemia sull’evoluzione della professione di direttore? In quale direzione va la categoria?

Gaetano Graziano Vice Presidente ADCC Italia

ancora chiuso ermeticamente, una chiusura che impedisce l’ingresso a nuove idee.

Come sono cambiati i frequentatori dei centri commerciali in questi anni?

G.G.: In questi anni, più che i frequentatori è cambiato il modo di fare acquisti, questo riguarda soprattutto i negozi all’interno del centro commerciale che ora avranno la necessità di coinvolgere i propri clienti rivoluzionando le vendite, dal modello puramente fisico a un modello fisico/virtuale. I clienti (soprattutto i giovani) non cercano più solo un negozio tradizionale, ma un ibrido che metta sullo stesso piano la sua rappresentazione digitale con quella puramente fisica, se questo non avverrà ci ritroveremo con

G.G.: La pandemia ha fatto chiarezza sull’importanza del ruolo del direttore di centro commerciale, una figura sempre più “problem solver”, che gestisce situazioni difficili, affrontando sempre di più i temi della sicurezza e creando una mentalità innovativa sempre pronta alle trasformazioni, con capacità decisionali, gestionali e organizzative in completa autonomia. Cambia così il ruolo del direttore del centro commerciale. Purtroppo, i giovani sono restii ad avvicinarsi a questa professione, un argomento che Adcc-Italia porta avanti già da qualche anno, motivando che il ricambio generazionale deve avvenire con un graduale affiancamento ai direttori con grande esperienza e autonomia gestionale. Solo in questo modo i giovani si appassioneranno e capiranno che copriranno un vero e proprio ruolo da manager.

Purtroppo, i giovani sono restii ad avvicinarsi a questa professione, un argomento che Adcc-Italia porta avanti già da qualche anno

Gaetano Graziano


Cosa rappresenta oggi il mondo dei centri commerciali in Italia? Che ruolo hanno e avranno nel medio-lungo periodo? STEFANO PESSINA: Il mondo dei centri commerciali in Italia è una realtà economica che può contare su oltre 1.000 strutture ed impiega con l’indotto più di 700.000 addetti. Costituisce una fetta importante del PIL nazionale. Ad oggi i centri commerciali costituiscono uno dei canali privilegiati per la vendita dei prodotti retail, della ristorazione, dei servizi e dell’intrattenimento. Sicuramente lo shopping è ancora centrale e lo shopping fisico rimane il punto di riferimento del consumatore. Infatti, l’e-commerce, seppure abbia registrato una forte crescita nel periodo pandemico, non ha sfondato e rimane al di sotto dei livelli medi europei. I dati del footfall, spesso al di sopra dei livelli pre-pandemici quando si sono allentate le restrizioni, lo confermano. Gli stessi grandi colossi dell’online stanno sperimentando negozi fisici.

Secondo un sondaggio realizzato dall’ADCC Italia, rispetto al 2019 l’80% dei direttori ha registrato un lieve calo di presenze, mentre il restante 20% ha registrato un numero di presenze superiore

Come cambierà l’esperienza di shopping?

Certamente andremo verso una profonda trasformazione nel senso dell’omnicanalità. Usando le parole di un celebre filosofo, non avremo più la dicotomia “online/offline”, ma saremo tutti “onlife”. La tendenza è quella di fare acquisti online e ritirare in negozio i prodotti lasciando lo shopping vero e proprio ai momenti di tempo libero. Il centro commerciale sarà sempre più un “hub” nel quale si potranno trovare servizi, intrattenimento, cultura e “anche” shopping. Immagino il centro commerciale del futuro come un luogo in cui il visitatore vivrà un’esperienza immersiva, omnicomprensiva, multicanale. Una provocazione? Pensiamo ai centri commerciali nel Metaverso…

incentivi volti a sostenere iniziative di razionalizzazione e miglioramento dei servizi offerti. L’obiettivo comune è di andare oltre le difficoltà del momento e progettare un futuro sostenibile per entrambe le posizioni. È auspicabile che questa collaborazione continui e si approfondisca nel prossimo futuro.

Ripartono gli eventi, saranno aperti nuovi spazi e chiusi altri?

Stefano Pessina Presidente ADCC Italia

Inflazione, aumenti del costo energia: c’è preoccupazione e come si sta muovendo il settore per affrontare la crisi? S.P.: In questi anni non ci siamo fatti mancare nulla, dalla pandemia alla guerra. A causa della pandemia abbiamo visto diminuire la produzione di larga parte dei beni di consumo, e non solo. Con la guerra abbiamo visto un aumento del costo dell’energia e le sanzioni hanno penalizzato fortemente la nostra economia. La combinazione di questi fattori ha fatto lievitare i prezzi e dilatare i tempi. Oggi, ad esempio, è difficile fare un contratto di fornitura per il semplice fatto che 2 dei componenti chiave di un contratto, prezzo e data di consegna, sono tutt’altro che delle certezze. Spesso le gare vanno deserte. C’è molta incertezza e in questo momento la sensazione è che si navighi a vista. La mia raccomandazione è di mantenere la calma. La speranza, confortata anche da alcuni dati registrati nei momenti di allentamento delle restrizioni, è che i fenomeni evidenziati siano il prodotto di fluttuazioni temporanee e non di cambiamenti sistemici. Ad oggi gli ostacoli maggiori sono la scarsità della merce e il costo del trasporto, variabili che tutti i dati dicono essere legate alla temporaneità delle emergenze attuali. Forse, oggi il peggiore nemico è il panico, reazione comprensibile, ma molto pericolosa.

In questi due anni, in che modo sono cambiati i rapporti con proprietà e tenant? Hanno reagito tutti bene alla pandemia? Ci sono stati comportamenti più virtuosi e altri meno?

S.P.: Nella stragrande maggioranza dei casi questa crisi ha visto lo sviluppo di un importante dialogo tra proprietà e tenant. Molte proprietà, al fine di salvaguardare la tenancy, hanno supportato i tenant concedendo sconti sui canoni d’affitto, in alcuni casi anche molto importanti. Spesso gli operatori sono stati sostenuti con contributi di fit out per le nuove aperture, o ristrutturazioni, ed

S.P.: Sicuramente gli strascichi della pandemia si rifletteranno sugli eventi che verranno organizzati nel prossimo futuro. Difficilmente torneremo ai grandi eventi di massa, almeno come eravamo abituati a pensarli prima. Andranno ripensati gli spazi e la gestione degli stessi. È presto per dire con certezza cosa accadrà, anche perché gli investimenti richiesti sono alti e i rendimenti attesi non sono elevati. Sicuramente da parte del pubblico c’è voglia di normalità e di ritorno, per quanto possibile, ad un mitico “prima”.

Che ruolo avrà la ristorazione?

S.P.: A mio avviso, vedrà rafforzarsi il suo ruolo. C’è voglia di socialità, di incontrarsi. La nostra è la civiltà dei “rapporti a tavola”, sin dai tempi più antichi la maggior parte delle nostre relazioni sociali si svolgono a tavola. Questo non è cambiato. Un locale esperienziale, accogliente e con cibi di buona qualità è sempre un grande attrattore di pubblico. La vera sfida sarà trovare il mix giusto.

Il centro commerciale sarà sempre più un hub nel quale si potranno trovare servizi, intrattenimento, cultura e ‘anche’ shopping

Stefano Pessina

Quali sono i settori merceologici più dinamici in questo momento e quelli che ripartiranno più lentamente (o da ripensare completamente)?

S.P.: È molto difficile fare previsioni in questo campo, alcuni settori merceologici, quelli maggiormente dipendenti dalle forniture di merci estere (penso ad es. a noti marchi che hanno la loro produzione nel sud est asiatico) avranno sicuramente maggior difficoltà a riprendersi. Questo sia per il calo della produzione, sia per i costi e le difficoltà dei trasporti. L’inflazione in aumento e, soprattutto la grande incertezza sul domani potrebbero ripercuotersi sugli acquisti dei beni ritenuti non indispensabili. Resta una grande voglia di svago, di evasione. Le nuove tecnologie legate alla realtà virtuale, Metaverso, potrebbero portare ad integrazioni interessanti e a nuove realtà. Non va dimenticato neppure il settore dell’impegno sociale. Le politiche ESG e le loro implicazioni pratiche avranno un peso sempre più crescente, a partire dalla progettazione degli spazi sino al rapporto con il pubblico. pag. 43 | retail&food | Maggio 2022


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SCAMBI IN RIPRESA, GRAZIE AL RITORNO DEGLI ISTITUZIONALI Deciso rimbalzo, da inizio anno, per gli investimenti sul commerciale di casa nostra. Grocery, high street e retail park fra i pezzi pregiati Si muovono gli investimenti nel settore commerciale in Italia e anche il retail dà segni di buona salute. Secondo un’analisi di Cbre, il volume degli investimenti nel “commercial real estate” di casa nostra è stato pari a 3,2 miliardi nei primi tre mesi del 2022, più del doppio rispetto al miliardo e mezzo conteggiato nello stesso periodo 2021. Su base storica, segnala Cbre, è il primo trimestre migliore di sempre.

Nel 2021 retail europeo sopra 30 miliardi Secondo il report di Savills, nel 2021 in Europa sono stati investiti 32 miliardi di euro nel settore retail (-5% su base annua e -27% rispetto alla media quinquennale). Il settore ha rappresentato il 10% del totale degli investimenti immobiliari commerciali nel

La Galleria subalpina di Torino, acquistata da Blackstone

2021, in calo rispetto al 2020. Le operazioni riguardanti i convenience store hanno sfiorato i 14 miliardi di euro, circa il 43% del totale, mentre parchi commerciali e retail warehouse si sono prese il 30%, poco meno di 10 miliardi. Un po’ diverso il panorama italiano, dove l’intero comparto retail è cresciuto del 13% nel 2021 (1,4 miliardi di euro il volume totale) grazie soprattutto all’high street e al lusso, che da solo ha sfiorato il mi-

Tornano gli istituzionali esteri Il periodo gennaio-marzo ha finalmente visto il ritorno in massa degli investitori stranieri, con un’incidenza sul totale investito pari all’82%, e si affacciano nuovi player sul mercato. Nello specifico del retail, sono 230 i milioni di euro investiti (+48% rispetto al primo trimestre dell’anno precedente). Al totale hanno contribuito diverse operazioni con una dimensione media contenuta, oltre a una rilevante operazione su un retail park portata avanti da investitori istituzionali. “In termini di risk profile, si registra un considerevole aumento delle operazioni legate a prodotti value add, di certo favoriti anche dalla grande attenzione nei confronti dell’ESG” spiega Cbre. Le altre sub-asset class maggiormente ricercate in questo momento sono grocery e high street. Ancora limitati invece gli investimenti in centri commerciali. pag. 49 | retail&food | Maggio 2022


liardo in termini di volume di investimento. Il mercato out-of-town ha visto ancora una battuta d’arresto, con i centri commerciali prime che di fatto non sono sul mercato mentre sugli asset secondari pesa ancora la componente del divario di prezzo, tra le aspettative di acquirenti e venditori.

Blackstone mette le mani sul salotto buono di Milano In Italia c’è stata una, grande operazione, che praticamente si è presa tutti i riflettori. E ha riguardato il meglio delle high street milanesi, compreso un pezzo di Torino. Si tratta dall’acquisizione conclusa da Blackstone, che ha sborsato circa 1,3 miliardi di euro per portarsi a casa la totalità delle azioni di Reale Compagnia Italiana, società immobiliare milanese che vedeva tra gli azionisti un nutrito elenco di storiche e nobili famiglie (come Balossi Restelli, Medici di Medignano, Premoli Trovati, Padulli di Vighignolo). La Compagnia portava in dote un patrimonio immobiliare composto da 13 asset prestigiosi localizzati per lo più a Milano, tra via Montenapoleone, via Verdi, corso Magenta, via Vincenzo Monti, via Solferino, e dall’iconica Galleria Subalpina di Torino. Quasi tutti presentano una destinazione “mista”. Kryalos Sgr ha affiancato Blackstone nell’acquisizione e ora ha un mandato di advisory per l’ulteriore valorizzazione degli asset. Fra gli altri soggetti coinvolti, Mediobanca e Gattai Minoli Partners per Blackstone; Goldman Sachs, Lazard, Colliers, Chiomenti e Gianni Origoni per i soci uscenti della Compagnia.

Terminal Nord, il retail park di Udine acquisito da Immofinanz

La curva dei prezzi 2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022*

FRANCIA

100

101,5

103,4

108,1

110

106

103,2

102

GERMANIA

100

101,7

103,2

103,4

102,6

96

93,8

94,2

INGHILTERRA

100

101

99,2

100,7

100,8

97,2

95,3

94,6

SPAGNA

100

104,8

108

113,1

114,4

107,6

106

105

ITALIA

100

100,4

101,2

101,4

101,5

97,4

94,4

92,1

Fonte Scenari Immobiliari

Rendimenti quasi al 6%, prezzi giù In Europa, sempre secondo Savills, i rendimenti dei centri commerciali prime hanno raggiunto un picco massimo (pari al 5,45%) nell’ultimo trimestre; in Italia si sono attestati al 5,9%, picco massimo degli ultimi 7 anni. Per la prima volta, il rendimento medio dei retail warehouses prime in Europa (5,16%) è inferiore a quello dei centri commerciali prime (5,45%); in Italia invece questo segmento è meno sviluppato e meno liquido rispetto a quello degli shopping centre. Sul fronte delle quotazioni, segnala invece Scenari Immobiliari, il 2021 si è concluso con il segno meno, come già accaduto nel 2020. I prezzi di vendita e i canoni di locazione dei negozi hanno subito nei principali Paesi europei un calo medio del 2,3 per cento, che nel 2022 dovrebbe limitarsi a un meno uno per cento. pag. 50 | retail&food | Maggio 2022

Il calo è dovuto alla crisi che ha colpito tutte le piccole attività commerciali delle grandi città posizionate fuori dalle principali arterie dello shopping locale e internazionale

rispetto alle restrizioni imposte per il contenimento della pandemia; investitori opportunistici, alla ricerca di gallerie commerciali con rendimenti a doppia cifra

Prospettive di risalita Nel 2022, spiega ancora Scenari Immobiliari, si prevede una risalita complessiva del 12% in Europa, a oltre 37 miliardi. Tuttavia, per il 2022 gli investimenti nel nostro Paese dovrebbero risalire del 10,5% a oltre 1,46 miliardi di euro. Due diverse tipologie di investitori si sono affacciate cautamente sul mercato italiano nel corso del 2021: investitori core, alla ricerca delle rare location di pregio disponibili situate all’interno delle principali high street nazionali o di Grandi Superfici Commerciali e parchi commerciali caratterizzati da elevati livelli di resilienza

M&G Real estate ha speso 62 milioni per allargare la sua proprietà al Da Vinci Village di Roma


Il Retail del futuro: un grande palcoscenico dove il cliente è protagonista SVICOM ripensa gli spazi sociali e accompagna i consumatori in un viaggio nuovo all’interno dei centri commerciali del futuro, dove fisico e digitale non sono più distinti e si creano esperienze e servizi capaci di creare valore per la comunità in cui ogni asset affonda le sue radici FOTO CREDITS: DESIGN INTERNATIONAL

Il retail effetto “wow” “I nuovi spazi commerciali devono funzionare come un grande palcoscenico, dove il cliente è il protagonista e vive esperienze sempre nuove con un continuo effetto wow”, commenta Corrado Di Paolo, Chairman&General Manager di Svicom Agency. “Suoni e odori personalizzati, manichini digitali che interpretano e assecondano le preferenze, consegna a domicilio automatizzata. Saranno questi alcuni degli elementi che modelleranno l’esperienza di shopping dei prossimi anni. Siamo entrati nel phygital, dove il fisico e il digitale si fondono; un mondo completamente connesso, fatto di multicanalità”. In un momento di grande trasformazione ed evoluzione del settore retail, che vede avanzare l’e-commerce, un forte impulso al settore può arrivare anche dalla creazione di nuove esperienze di acquisto sempre più in-

Corrado Di Di Paolo, Corrado Paolo, Chairman&General Manager Chairman&General Manager di Svicom Agency di Svicom Agency

novative e accattivanti. Così Svicom supera il concetto tradizionale di spazi commerciali per dare vita a veri e propri hub, luoghi destinati non solo alla vendita di beni materiali ma ambienti che stimolino i sensi e gratifichino con esperienze uniche, da ricordare. “Mi piace pensare a spazi creati su misura, che rispondano alle necessità del territorio rivolte a soddisfare i bisogni delle persone e migliorare il loro benessere.

Focus on: il Centro Commerciale Bariblu*

In quest’ottica esperienziale e innovativa, Svicom sta affiancando i suoi Clienti nei percorsi di riqualificazione di diversi asset. “In questo momento, siamo impegnati nel refurbishment del Centro Commerciale Bariblu aperto nel 2007, che conta oltre 100 negozi e una GLA di circa 35.000 mq. Si tratta di un intervento di riqualificazione avviato all’inizio del 2021, che ha portato all’apertura di oltre 15 nuovi punti vendita e che vedrà il completamento della prima fase nell’estate di quest’anno e l’apertura del food village entro la primavera del 2023”, sottolinea Di Paolo. “Il progetto di riqualificazione, che porta la firma di Design International, non solo avrà l’obiettivo di migliorare il pedestrian flow e i collegamenti verticali tra i piani, ma andrà a creare nuovi spazi dedicati alla ristorazione, ad aree relax e co-working”, continua Di Paolo.

Un’offerta ristorativa unica

Spazi dinamici che si plasmano di continuo alla domanda che arriva dal mercato”, aggiunge Corrado Di Paolo. “I nuovi ambienti dovranno essere altamente innovativi e tecnologicamente avanzati ma, allo stesso tempo, votati alla scoperta e al rispetto della biodiversità”, aggiunge Di Paolo. “Ci sarà un occhio di riguardo alla salute e alla sostenibilità, che vuol dire anche fashion sostenibile. E poi, spazio anche al gaming, al benessere, al food, alla cultura e allo sport”, continua il General Manager. Anche l’architettura, la scelta dei colori, l’illuminazione sono parte integrante di questa nuova seduzione. E l’attenzione al green e al risparmio energetico sarà centrale.

“Nel corso dell’estate di quest’anno, l’offerta ristorativa al primo piano sarà completata con l’apertura di McDonald’s. Ai 6 ristoranti del piano superiore, si aggiungeranno gli altri 8 al piano terra, portando a 14 i punti ristoro per una GLA totale di 2.200 mq, dando così vita alla più grande food court della città di Bari all’interno di un centro commerciale. Aumenterà sensibilmente il numero delle MSU con l’arrivo di nuovi brand internazionali come Deichmann, JD Sports, Alcott e l’ampliamento di Stradivarius. A tutto ciò si aggiungono i 25 rinnovi contrattuali andati a buon fine nell’anno in corso, diversi dei quali accompagnati anche da un restyling dei punti vendita: come, ad esempio, H&M e Douglas, che hanno già riaperto con il loro nuovo format. Entro la fine del 2022 il centro commerciale Bariblu sarà completamente full-let”, conclude il manager.

*

N.d.r. L’asset management del centro commerciale Bariblu, situato a Triggiano (BA), è curato da Global Mutual e dal team AVE di Prelios Spa.

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Negli ultimi anni è cambiato il modo in cui viviamo i luoghi del commercio fisico che devono riempirsi di contenuti più coerenti con le nuove abitudini di vita e di consumo (molte delle quali determinate dalla nuova era post pandemica).

Il Centro Commerciale Bariblu di Triggiano, Bari




ORA IL DARK STORE È ASSET IMMOBILIARE

Dopo la logistica last mile, anche quella “urbana” inizia a fare gola agli investitori istituzionali

di Adriano Lovera

I “dark store” e le “dark kitchen” non sono soltanto i tasselli indispensabili per la fornitura di tanti servizi che poggiano sul delivery. Pur essendo una nicchia, si stanno trasformando in un vero e proprio asset immobiliare, su cui stanno mettendo gli occhi gli investitori istituzionali. Questi particolari immobili, infatti, nel prossimo futuro promettono di legarsi a un business in continua crescita, dunque danno sicurezza nel flusso dei ricavi da locazione, ma promettono ancora rendimenti ben superiori al residenziale. Rendimenti destinati a sgonfiarsi leggermente, con il crescere dei prezzi. Nonostante questo, le prospettive sono iper positive affinché la diversificazione dei portafogli real estate viri verso questa direzione.

gne si trovano a pagare affitti abbordabili e i proprietari riescono a mettere a reddito locali destinati a rimanere sfitti a lungo. Ma c’è anche un effetto sulla comunità, perché nei quartieri, oltre a diventare possibile il servizio di consegne, si assiste anche a una rinascita di edifici in disuso. Simile, ma non del tutto uguale, il discorso per le dark kitchen. Anche in questo caso vengono spesso riutilizzati vecchi immobili commerciali, ma la loro destinazione a “uso cucina” richiede comunque un minimo investimento e una certa metratura. Le dark kitchen, poi, in alcuni casi hanno anche una “finestrella” per il pubblico, adibita al take-away.

Si ridisegna il volto dei quartieri Sui dark store si basano le consegne ultra rapide di tanti operatori, sia quelli tradizionali come Glovo, sia quelli nati da poco, apposta sull’onda del “fast delivery”, estranei da sempre al recapito a casa di pizze e hamburger. Su tutti, in Italia, Gorillas e Getir. I dark store sono caratterizzati da una doppia anima, perché da un lato fanno parte della logistica di ultima generazione. Questo significa che, dopo l’invio dell’ordine del cliente su una app, nel giro di 15 minuti la spesa viene prelevata, impacchettata e spedita a casa con i ciclo-fattorini. Quindi, estrema efficienza. Dall’altro lato, però, molto spesso i dark store non sono altro che vecchi negozi di quartiere, che vengono riconvertiti ma senza richiedere chissà quale investimento. In sostanza, si tratta di locali che stanno a metà tra un magazzino pieno di scaffali e un piccolo supermercato con i corridoi, quasi sempre senza insegna (con l’eccezione, ad esempio, di Glovo Express). Di solito hanno dimensioni ridotte, anche soltanto 100 mq. Nei principali capoluoghi di tutta Italia, gli operatori stanno affittando tantissimi locali da riconvertire a dark store, perché per garantire una consegna così veloce devono basarsi su una rete capillare composta da numerosi centri di smistamento, piccoli ma al centro dei quartieri. Gli edifici adibiti a dark store sono, molto spesso, di scarso valore. La loro riconversione ottiene però almeno tre effetti positivi. Le società di conse-

Rendimenti fra il 4% e il 5% Secondo uno studio di World Capital, la riqualificazione degli immobili sta aumentando indirettamente il valore dell’asset e del tessuto in cui i dark store si inseriscono. I dark store fanno parte a pieno titolo del settore della “logistica”, che nel 2021 in Italia ha catturato investimenti per 10,3 miliardi di euro (dati Cbre). “La logistica ha acquisito grande importanza, diventando per le imprese una variabile strategica in grado di generare un vantaggio competitivo” secondo Andrea Faini, ceo di World Capital. “Per questo oggi le società sono propense a investire nell’asset class logistica. Come emerge dal nostro studio sui dark store, questi immobili ibridi regalano anche un risvolto positivo occupazionale, in quanto la richiesta di figure come picker, rider e packer è notevolmente aumentata” aggiunge Faini. Così, se negli anni scorsi si parlava solo di immobili “last mile”, ades-


so gli investitori guardano anche a questa alternativa. Con quali rendimenti? È molto difficile tracciare una media. Secondo l’edizione di fine 2021 del Real Estate Data Hub (pubblicazione curata da Re/Max Italia e Avalon), gli immobili logistici all’interno dell’area metropolitana garantiscono rendimenti compresi fra il 4,4% e il 5,3% a Milano, fra il 4,9% e il 5,5% a Roma, fra il 4,8% e il 5,6% a Torino. Sono rendimenti più alti rispetto al residenziale. In prospettiva, continuando gli investimenti, i valori degli immobili sono destinati ad aumentare, di conseguenza i rendimenti potrebbero sgonfiarsi di qualche decimale. Considerando il segmento della Logistica più generale, “negli ultimi mesi, l’abbondanza di capitale mirato al settore ha contribuito alla compressione dei rendimenti prime di circa 27 punti base, portandoli al 4,20% nella media europea. In Italia, l’elevata competizione per gli asset disponibili ha portato a una compressione di 75 punti base nell’ultimo anno” ha dichiarato in un report Elena Zanlorenzi, head of research di Savills per l’Italia.

anche molti protagonisti del retail hanno capito che i dark store possono essere un partner insostituibile nella strutturazione della catena logistica adibita all’eCommerce. La nota catena di grandi magazzini spagnola El Corte Ingles è stata protagonista di un esempio. Stava per chiudere un grande punto vendita a Eibar, cittadina dei Paesi Baschi. Poi ha deciso di riconvertirlo,

chiudendolo al pubblico, ma trasformandolo in magazzino contenente un grande assortimento di prodotti alimentari, come base logistica privilegiata per servire tutta l’area circostante con il servizio eCommmerce. Un’operazione che ha permesso di salvare gran parte dei circa 200 addetti, che altrimenti avrebbero dovuto subire una chiusura tout-court del punto vendita.

Volume investimenti in Italia nella logistica (Dati in miliardi di euro)

Anche il retail vira verso i dark store C’è ancora un aspetto che riguarda questo tipo di immobili e contribuisce a supportare la crescita dei valori, le attività di riqualificazione e riconversione degli edifici, e in sostanza a corroborare l’appetibilità degli asset. Dalla moda all’elettronica,

Fonte Cbre Market Outlook

OLTRE IL CONTAPERSONE:

tante soluzioni Microlog per Mall e Retail Microlog propone sistemi contapersone precisi e affidabili, con sensori a infrarossi (dispositivo proprietario Smartcheck), sensori 3D, e di altre tecnologie in base alle esigenze. Recentemente l’offerta si è arricchita con dispositivi per misurare la soddisfazione del cliente. Conoscere tutti questi dati è fondamentale per ogni attività che voglia eseguire analisi di marketing e prendere accurate decisioni data-driven.

• ANALYSIS - analizzare i dati

e utilizzarli in ottica di business.

Da più di 30 anni specialista nel mercato di contapersone e sistemi promozionali, Microlog si offre come partner tecnologico affidabile per ottimizzare il business di Centri Commerciali e Retailer. Come? Attraverso un ampio ventaglio di soluzioni, suddivise in quattro categorie, che ogni anno si arricchiscono di novità:

I dati raccolti dai sistemi di conteggio possono essere analizzati attraverso l’esclusivo portale CheckinWeb, con grafici dettagliati e statistiche delle performance. E oggi l’analisi dei dati può avvenire anche attraverso app CheckinWeb (Google Play e App Store), per monitorare il footfall comodamente da smartphone!

• ENGAGEMENT - attirare nuovi clienti e fidelizzarli.

Microlog offre sistemi promozionali e di fidelizzazione, come concorsi Instant Win,

meccanismi di Loyalty e Digital Signage, impiegando totem personalizzabili e software tecnologicamente all’avanguardia.

• MANAGEMENT - gestire i flussi di persone e massimizzare l’efficienza dei servizi.

In epoca Covid l’azienda ha studiato un sistema di gestione presenze per consentire alle attività di operare in sicurezza: dispositivi di controllo, quali semafori, monitor, APP, consentono di regolare gli accessi ai locali. I sistemi sono oggi installati in numerosi Supermercati, ma anche in Centri Commerciali, dove sono ancora molto utili in prossimità dei servizi igienici. Proprio per i servizi, ecco un’altra novità Microlog: il nuovo Cleancheck 2.0, dispositivo di gestione che permette di ottimizzare la pulizia dei bagni da parte del personale. Infine, Microlog ha di recente progettato UPPER, l’esclusiva piattaforma per lo Specialty Leasing. Al Mapic Italy (Digital Lounge - POD 10) e su www.microlog.it pag. 55 | retail&food | Maggio 2022

Comunicazione pubblicitaria

• MEASUREMENT - misurare i flussi di persone e il gradimento del cliente.


12oz: “Consumi su, ma c’è attenzione al portafoglio”

Impennata dell’inflazione (Dati in percentuale. Elaborazione su dati Assolombarda e Istat | 2022 previsione)

RIPRESA OK, MA SI NAVIGA A VISTA

Fra incertezza e inflazione, tre scenari possibili per il Pil 2022. C’è la ristorazione a tirare la volata La ripresa c’è. La voglia, pure. Così come non mancano alcuni progetti di prim’ordine, in vetrina a questa edizione di Mapic. Eppure, inutile nasconderlo, si continua un po’ a navigare a vista, perché il contesto economico, internazionale e anche sanitario (i casi Covid sono meno gravi, me sempre numerosi) non permette di fare previsioni a lungo termine. E l’incertezza si sente. Se guardiamo ai dati macro, la variabilità della situazione è fotografata perfettamente nell’ultimo Bollettino della Banca d’Italia, che ha tracciato tre possibili scenari, molto diversi tra loro, per il 2022. Nella circostanza più favorevole, che assume una soluzione al conflitto ucraino e una distensione a livello di prezzi energetici, il Pil italiano salirebbe del 3% (e del 3,1% nel 2023), mentre l’inflazione sarebbe al 4% quest’anno per scendere all’1,8% nel prossimo. Nello scenario “medio” avremo un Pil a +2% con inflazione del 5,6%, mentre nell’i-

potesi peggiore (con lo stop completo della fornitura di gas naturale dalla Russia) il Pil nazionale diminuirebbe di mezzo punto sia nel 2022 sia nel 2023, con un’inflazione all’8% quest’anno. Numeri di questo genere equivarrebbero a una riduzione di 7 punti di Pil, nel biennio 2022-23, rispetto alle previsioni di alcuni mesi fa. Guardando più da vicino i dati sui consumi, l’ultimo Osservatorio Confimprese-EY rileva un rallentamento delle vendite nel mese di marzo 2022: -19,3% rispetto al 2019, anno pre-pandemia. Nel complesso del primo trimestre , il “ritardo” rispetto al pre Covid è ancora del 18,2%. Forti differenze, comunque, prendendo in esame i macro settori. Quello “abbigliamento-accessori” ha registrato una flessione del 31,3% e si conferma in difficoltà, mentre la ristorazione è a -8,7% e continua a trainare la ripresa. In pagina alcune testimonianze raccolta tramite un sondaggio di retail&food.

Penta Group: “Torniamo ad investire” Nuovi punti vendita in arrivo anche per i marchi di Penta Group (La Yogurteria e Fry Chicken), sia in città che nei centri commerciali. L’azienda ha già incrementato il numero dei collaboratori, non prevede quindi di farlo di qui a fine anno. “Sarà forte, però, l’investimento strutturale sulle due insegne, che punterà sul delivery, su novità di prodotto, sul digitale, sostenibilità, formazione del personale e logistica” secondo Giusy Bastone, marketing manager dell’azienda. Nonostante il rincaro delle materie prime, che inciderà molto, l’incertezza legata al conflitto in Ucraina e la cautela dei clienti, Penta mostra ottimismo e vede il settore in ripresa. “Nota di merito alle associazioni di categoria retail che, dopo il 2019, si sono mostrate molto attive, concrete e in grado di farsi ascoltare e conseguire risultati”.

pag. 56 | retail&food | Maggio 2022

In ripresa. Così Roberta Piga, marketing manager di 12oz giudica l’andamento del settore nel 2022. “Le persone bramano il ritorno alla socialità”, ha commentato la manager, “ma con abitudini diverse da quelle pre-pandemia. I consumi vanno verso i canali digitali, non si ha più tempo da perdere e si vogliono evitare file e posti affollati per la persistente paura di alcune persone. Il portafoglio, però, sarà più parsimonioso a causa dell’aumento bollette e del calo del potere di spesa su tutto il paniere, ma anche rispetto a uno status mentale causato dal conflitto in Ucraina che porta al risparmio”. Migliorano anche le prospettive di crescita dell’azienda che prevede di incrementare il numero di personale entro fine anno, di aprire nuovi punti vendita nei centri urbani e di concentrarsi nei prossimi anni sullo sviluppo digitale e la sostenibilità. Interessante anche il punto di vista di 12oz sugli elementi che conquistano meglio i clienti: l’azienda ha le idee chiare e punta tutto su innovazione tecnologica, sconti e promozioni, customer experience e omnicanalità.


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GDO | Prospettiva

GRANDE DISTRIBUZIONE. IL CLIENTE E LE SUE BUONE RAGIONI… Il noto giornalista Gianni Cerqueti, seppur involontariamente, ha riaperto una ferita che sembrava chiusa da tempo. Il cliente blandito con sconti, offerte e promozioni, studiato sulle sue frequenze di acquisto e di scelta, invitato a preferire un’insegna piuttosto che un’altra e a scegliere un luogo fisico anziché la fredda rete globale, entra in un punto vendita di un discount sotto casa per acquistare un prodotto e non lo trova. Non certo un prodotto particolare, in promozione o di difficile reperimento. Una semplice confezione di uova. La dura reazione del giornalista nei confronti di chi gli ha fatto perdere tempo e pazienza finisce sui social e divide. Da una parte chi si schiera contro il giornalista ritenuto arrogante e presuntuoso. In realtà colpevole solo di pretendere la presenza di un prodotto di uso comune che non può mancare in un supermercato. Chi si schiera contro ne stigmatizza la durezza del comportamento, la mancanza di sensibilità nei confronti dei lavoratori e dei responsabili coinvolti. Dall’altra parte chi si mette nei panni del giornalista-cliente e ne comprende la reazione. Ma come dovrebbe esprimere il proprio disappunto un cliente insoddisfatto se deve semplicemente limitarsi a subire un disservizio o andare altrove? Cosa che peraltro succede nella maggioranza dei casi. pag. 58 | retail&food | Maggio 2022

Occhio all’utente silenzioso I clienti si perdono così. C’è una regola non scritta che recita: “Di un solo cliente dobbiamo preoccuparci veramente. Di quello che non parla”. Uno degli errori più comuni è quello di pensare che chi non si lamenta sia soddisfatto. Il problema è che per ogni cliente deluso che si prende la briga di farlo presente, ce ne sono almeno altri dieci che invece spariscono in silenzio, senza che si

di Mario Sassi, senior advisor e blogger

conoscano i motivi dell’insoddisfazione. Il 96% dei consumatori insoddisfatti non si lamenta, ma il 91% di essi semplicemente se ne va e non torna mai più secondo una recente ricerca. Inoltre un consumatore insoddisfatto racconterà la propria esperienza negativa o utilizzando i social o ad amici e parenti. Va detto che la stessa Eurospin è intervenuta immediatamente scusandosi per l’accaduto ammettendo l’errore. Ed è così. Lo scaffale vuoto o l’assenza di un pro-


dotto di uso comune non in sottocosto o promozione non è una mancanza da poco. Ed è altrettanto vero che in altre situazioni il responsabile di quel punto vendita ne avrebbe dovuto rispondere anche sul piano disciplinare. Prodotti in scadenza o scaduti sui lineari, mancanza di merce, gestione del personale alle casse non sono materia da sottovalutare. Quindi il cliente ha sempre ragione? In questo caso certamente si. Lo dico per quei colleghi della GDO che pensano giusto mettere la polvere sotto il tappeto. Il fatto però consente di ritornare sull’argomento già trattato in passato da un altro punto di vista. Quello del collaboratore. Che per lungo tempo non ha coinciso necessariamente con quello dell’azienda. E questa è una delle ragioni (non l’unica) delle difficoltà di oggi. Atteggiamento, disponibilità, ascolto del cliente sono parte importante della qualità del servizio che caratterizza l’insegna. E su questo resta ancora molto da fare. Gli studi più interessanti visti “dalla parte delle radici” sul tema sono quelli del sociologo Renato Curcio noto per altre vicende ma attento studioso di queste dinamiche. Risalgono agli anni ‘90 del secolo scorso quando la Grande Distribuzione raggiunse il suo massimo livello di organizzazione fordista nei grandi formati e i maggiori livelli di sindacalizzazione del personale di vendita. Curcio riteneva, certamente sbagliando, che le grandi superfici commerciali con le loro contraddizioni avrebbero forgiato il nuovo soggetto rivoluzionario. Il proletario del nuovo secolo. Studiò minuziosamente e pubblicò libri e interviste che coinvolsero centinaia di lavoratori e situazioni, soprattutto multinazionali del settore dai quali emergeva un livello di banalizzazione e pressione nel lavoro che accomunava datore di lavoro e clienti. Il cliente, tutti noi in altre parole, che nel luogo di vendita ci trasformiamo passando da dottor Jekyll a mister Hyde. Dai nervosismi mentre si fa la fila alle casse di un punto vendita all’impazienza per il livello di servizio o per la cassiera svogliata. La diagnosi di Curcio pur non condivisibile era chiara. Consumatori e lavoratori del settore sono destinati a detestarsi.

indipendenti dall’afflusso di consumatori, rivendicazioni sul tempo tuta, passaggi di livello automatici, mansionari e declaratorie studiati più per irrigidire il sistema e promuovere cause legali che per favorire la crescita professionale.

Collaboratore da coinvolgere Un mondo autoreferenziale dove il cliente ha assunto, via via, un ruolo accessorio. La difficoltà di cambiare con cui molte insegne si confrontano ancora oggi è un sottoprodotto di quel periodo e di quella cultura. La strada percorsa è indubbiamente già molta. Non è però ancora sufficiente. Oltre alla tecnologia, alla consegna a domicilio, all’efficienza dei sistemi logistici e di gestione dei lineari adesso è arrivato il tempo in cui occorrerebbe intervenire anche sui modelli contrattuali per riportare definitivamente al centro la qualità del servizio e del contributo che ciascun lavoratore può

dare al successo della propria azienda offrendo al consumatore ambienti e opportunità di acquisto veramente innovativi. La costruzione di un perimetro contrattuale distintivo della Grande Distribuzione passa da qui. L’obiettivo non può essere quello di pagare il meno possibile il lavoratore. L’obiettivo dovrebbe essere quello di introdurre nel sistema la cultura della responsabilità, del coinvolgimento sull’andamento del business, dell’ascolto del consumatore. Un negozio non è un reparto industriale. In un punto vendita, grande o piccolo, la domanda che ciascun operatore, indipendentemente dal livello contrattuale, dovrebbe sempre farsi è una sola: “mi comporterei allo stesso modo se l’azienda fosse mia?”. È su questo che la Grande Distribuzione dovrebbe distinguersi se vuole andare oltre vecchie logiche contrattuali che hanno fatto il loro tempo. Altrimenti la centralità del cliente resta una affermazione vuota che non porta da nessuna parte.

Questione di modello organizzativo Il sindacato e le grandi imprese della distribuzione moderna ci hanno poi messo del loro, dagli anni ‘70 in poi, trasformando un negozio, piccolo o grande, poco importa, in una sorta di reparto industriale intriso di cultura fordista con al centro il lavoro e il modello organizzativo, la resa al metro quadro. Non il consumatore. Per quest’ultimo sarebbero dovuti bastare il marketing e le promozioni. L’efficienza esasperata della gestione del punto vendita era il mantra. Il personale valutato quindi per il numero di pezzi passati alla cassa, per la sua rapidità, flessibilità lavorativa e disponibilità al comando dei suoi responsabili. Non certo per la relazione con il cliente. Provvedimenti disciplinari a getto continuo, pause pag. 59 | retail&food | Maggio 2022


ACQUISTI | eCommerce

E-GROCERY, UNA SCOMMESSA VINCENTE

Conad dal 21 marzo 2022. Dal sito spesaonline.conad.it, il consumatore può vivere una nuova esperienza di acquisto, confrontando prezzi, dettagli sui prodotti e scegliere di farsi consegnare la spesa a casa. Questa iniziativa rientra nel programma di digitalizzazione del brand ed è coerente con la mission generale dell’azienda di stare vicino alle persone, accompagnandole nella scelta dei prodotti giusti e con l’obiettivo di generare fiducia e fedeltà tra i consumatori. Il servizio Hey Conad è già attivo nelle Marche e progressivamente nelle provincie di Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna, Pesaro-Urbino e Ancona, ma è destinato a crescere per coprire tutto il territorio nazionale. Tuttavia, il servizio di spesa online è attivo anche in altre regioni come: Lombardia, Veneto e Friuli, ma in questi casi la cooperativa è attiva in partnership con Everli.

La Gdo cavalca l’onda della spesa on line. Il cliente risparmia tempo, ma può ancora comparare i prezzi con più attenzione

di Giulia Gaspari

La digitalizzazione della GDO sembra, almeno per ora, non aver esaurito la sua forza trainante. Con il lockdown la stragrande maggioranza dei consumatori, anche i più scettici, ha sperimentato la spesa a casa e molti non l’hanno più abbandonata. L’accelerazione dei processi digitali ha investito tutti i settori nelle pratiche di consumo e nei comportamenti delle persone. In particolare, secondo i dati dell’osservatorio-Politecnico di Milano, il settore del Food & Grocery ha raggiunto un giro di affari dal valore di 39,4 miliardi di euro nel 2021 in Italia. Una crescita che non lascia trapelare segnali di arresto nel 2022.

Più rapidità e possibilità di confronto I picchi di crescita raggiunti dal Food Delivery hanno spinto molti retailer a non restare a guardare e ad adattare le proprie strategie di vendita, per includere l’online tra i principali touchpoint. Infatti oggi ci troviamo nell’era dell’omnicanalità o esperienza unificata, dove il consumatore è libero di fare gli acquisti in ogni momento indipendentemente da dove si trovi. Supermercati e superstore appartengono a quei settori in forte crescita nei modelli di integrazione tra online ed offline. Per questo molte insegne della grande distribuzione hanno anche un supermercato digitale che affianca quello fisico per agevolare chi non può recarsi nel punto vendita. I vantaggi principali della spesa online sono legati ai tempi di attesa e all’aspetto logistico del trasporto, ma non solo. Grazie all’eCommerce, le lunghe file pag. 60 | retail&food | Maggio 2022

alle casse vengono eliminate e con la spesa a domicilio non è più strettamente necessario uscire di casa. Inoltre, chi acquista cibo online può concentrarsi meglio sui prodotti da acquistare e confrontare senza stress prezzi e tipologie di brand. Investire e continuare a migliorare la propria presenza digitale, per mettere nelle condizioni di soddisfare le richieste del consumatore, si rivelerà sicuramente una scelta vincente.

L’esperienza Hey Conad L’esempio più recente che testimonia l’interesse verso l’omnicanalità è Conad. Cia (Commercianti Indipendenti Associati), cooperativa associata al consorzio nazionale Conad, ha avviato il servizio di spesa Hey

Il servizio di spesa on line di Conad è offerto in parte direttamente, in parte insieme a Everly

Qualità premiata Quale momento più adatto per migliorare il posizionamento del brand anche nel digitale? Non è un caso, inoltre, che il 22 marzo Conad si è riconfermata la vincitrice del premio “European Private Label” sull’eccellenza di molti prodotti venduti in termini di innovazione, presentazione e gusto. Un premio che rimarca l’impegno di rinnovarsi ogni giorno, per offrire il meglio al consumatore che decide di affidarsi a questa catena per la spesa di tutti i giorni. In particolare, Conad si distingue per l’offerta di linee specifiche all’insegna dell’esaltazione del territorio: “Sapori&Dintorni” e “Sapori&Idee” costituiscono la gamma premium della marca privata e che esprimono una nuova concezione di fare spesa più consapevole e attenta all’origine degli ingredienti con la prima e delle proposte innovative con la seconda. Un traguardo che conferma l’onda del successo di Conad, grazie ai punti vendita, ma anche al consolidamento del digitale. “Questa impostazione” afferma Valentino Colantuono, direttore commerciale e marketing di Conad, “è condivisa attraverso la regia del consorzio nazionale, con l’obiettivo di sviluppare un unico ecosistema omnicanale che sposi, in un’unica piattaforma di relazioni, contenuti e servizi sia fisici che digitali”.


FOOD | Trend

Appuntamento a CIBUS Di innovazione, tecnologia e ristoranti digitali si parlerà a Parma il 5 maggio alle 10,30 in occasione di CIBUS – il 21° Salone Internazionale dell’Alimentazione di cui retail&food è media partner. Il titolo della tavola rotonda, moderata dal direttore Andrea Aiello è: “I vantaggi dell’innovazione digitale nell’out of home: personalizzazione e attenzione al food cost”.

RISTORANTI DIGITALI, L’INNOVAZIONE È SERVITA

Dal menu tramite Qr code alle prenotazioni online, i locali si trasformano e diventano“data driven”. Ed è solo l’inizio della corsa verso un futuro sempre più tech di Paola Oriunno Il mondo della ristorazione si mette in discussione e dopo il contraccolpo subito per effetto della pandemia ripensa al suo ruolo in un mondo completamente trasformato e attraversato da nuove abitudini di consumo. Secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, sono più di 8 milioni gli italiani che hanno lavorato da remoto negli ultimi due anni e si stima che più del 60% continuerà a farlo anche in futuro. Il modello dei foodservice tradizionali deve adattarsi, evolversi e fare i conti con un contesto nuovo che vede sempre più persone ordinare cibo a casa. In questo scenario, si assiste da un lato alla chiusura di ristoranti fisici che pian piano cedono il passo - secondo i dati di Confcommercio il 60%, delle attività di ristorazione sono a rischio - e dall’altro lato alla crescita di nuovi modelli di business, come i digital native restaurant che utilizzano un approccio data-driven per costruire piatti e menu in base alle preferenze dei consumatori.

Acceleratori in cucina

Il programma dell’evento: -L’evoluzione del canale out of home. Dati, tecnologia e geo-analytics: abilitatori della trasformazione digitale. Raffaele Cerchiaro, Senior Partner JAKALA -Deloitte Foodservice Market Monitor: l’evoluzione del consumatore Eugenio Puddu, Leader Consumer Products DELOITTE -Tavola Rotonda: Claudio Baitelli, CEO Alice Pizza Alan Laughlin CEO Vapiano Andrea Macchia, Senior Purchaser Food&Drink Pizza Express Luca Pizzighella, Senior Manager Signorvino

Flessibili e fucine di sperimentazione, i locali “nativi digitali” possono cambiare seguendo le tendenze del mercato e sono concepiti appositamente per preparare i piatti che verranno poi consegnati a domicilio tramite le piattaforme di food delivery, sfruttando a loro favore un grande vantaggio competitivo che consiste nell’abbattimento dei costi di servizio, lavoro, affitto, utenze. Un mercato che si aggira intorno a 0,8 miliardi di euro, con un tasso di crescita annuo che, secondo le stime, corrisponde al 20%. Il fenomeno dei ristoranti digitali rappresenta una soluzione non solo per ristoranti tradizionali ma anche per aziende di produzione alimentare interessate ad aprire un canale diretto con i propri consumatori. Le cucine virtuali Puteca Pugliese e Pollo&Co ne sono un esempio. I due progetti food sono stati realizzati grazie all’incontro con le startup selezionate nella

seconda edizione del FoodTech Accelerator, acceleratore di startup promosso da Deloitte Officine Innovazione, uno spazio dedicato alla sperimentazione e all’incontro di esperienze e competenze diverse che permette alle aziende tradizionali di sperimentare e alle startup di avere partner di rilievo per portare sul mercato le proprie soluzioni innovative. pag. 61 | retail&food | Maggio 2022


COMITATO PROMOTORE Rosario Ambrosino • A.D. Gruppo Elior Italia

Alessandro Pirinoli• Managing Director Compass Group Italia

Dario Baroni • A.D. McDonald’s Italia

Tommaso Putin • Resp. Pianificazione controllo

Stefano Biaggi • Presidente e A.D. Sodexo Italia

Serenissima Ristorazione

Cristian Biasoni • A.D. Chef Express - Presidente AIGRIM

Massimiliano Santoro • Director Publ. Affairs

Corrado Cagnola • A.D. KFC Italy

and Europe Business Dvlp. Autogrill

Sergio Castelli • A.D. Areas Italia

Nicola Saraceno • Ceo Sebeto

Massimiliano Fabbro • A.D. Fabbro - Presidente Anir

Antonio Savoia • Presidente Edifis

Andrea Laguardia • Resp. di settore Legacoop

Carlo Scarsciotti • Presidente Angem Portavoce Oricon

Produzione & Servizi

Renato Spotti • A.D. Dussmann Service

Alessandro Lazzaroni • General Manager Burger King

Lino Stoppani • Presidente Fipe

Chiara Nasi • Presidente CIRFOOD

Andrea Valota • General Manager La Piadineria

Alberto Niero • Ceo Italia Lagardère Travel Retail

Danilo Villa • General Manager CAMST

Ernesto Pellegrini • Presidente Gruppo Pellegrini

Lino Volpe • Presidente Gruppo Elior Italia

Progetto1_Layout 1 23/04/19 15:41 Pagina 1

Ristorando Eventi Per informazioni sul Convegno e sponsorizzazioni: convegni@edifis.it - pubblicita@edifis.it


9-10 GIUGNO

i Convegni di

in collaborazione con:

Media partners:

Ristorando

Ristorando

11a EDIZIONE MOSTRA CONVEGNO Centro Convegni “Le Stelline“ Milano - Corso Magenta, 61

PLATINUM SPONSOR

GOLD SPONSOR

SILVER SPONSOR

ASSOCIAZIONI PARTNER

AIGRIM Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate


IN AGENDA | L’evento

IL FOOD NEI CENTRI COMMERCIALI

I PROTAGONISTI DEL FOOD A RISTORAZIONE 2022

Dalle risorse umane alla sostenibilità, dai modelli di business ai canali di vendita. Tutti i temi del momento nella due giorni del 9 e 10 giugno Stretto fra l’ottimismo per le prospettive future e il clima di incertezza che ancora pervade l’economia, il mondo della ristorazione si ritrova a giugno all’undicesima edizione di Ristorazione 2022. Un evento ormai tradizionale, con tantissimi temi sul tavolo, che spaziano dalla sostenibilità alle risorse umane, dai costi dell’energia alle novità normative. Appuntamenti cui il settore si presenta sulla base di dati contrastanti: il food è senz’altro uno dei segmenti che sta ripartendo megli. D’altro canto, il “conto” della pandemia è ancora salato e il divario da colmare rispetto al pre-crisi ancora pesante.

persone, il 10% in meno rispetto allo stesso ponte festivo del 2019. In vista dell’estate, c’è molto ottimismo. Anche se le grandi città e il travel retail dovranno ancora puntare sui turisti di prossimità, mancherà ancora una buona quota del segmento “alto spendente”.

Giovedi 9 giugno, dalle 14.30 in sala Bramante, il convegno Ristorazione 2022 ospita una tavola rotonda sul tema della ristorazione nei centri commerciali. Dopo l’apertura da parte di Roberto Bramati (presidente di Spazio Futuro e vicepresidente Cncc) verrà presentata una relazione di Matteo Figura della società di ricerche The NPD Group. Nutrito il panel dei relatori: Sébastien de Rose (COO Grandi Stazioni Retail), Alfio Schiatti (Chief Commercial Officer Fresystem), Nico Grammauta (fondatore e amministratore delegato di Ci Sta), Andrea Cipolloni (amministratore delegato di Europe Autogrill), Marco Micangeli (amministratore delegato di Kebhouze), Luca Pizzighella (International Expansion di Signorvino), Alfiero Fucelli (presidente di Dispensa Emilia), Giovanni Lo Re (amministratore delegato di Ripiene).

Gap ancora da colmare I dati da cui partire sono quelli elaborati dal rapporto annuale della Fipe. Nel 2021, l’86% delle imprese di ristorazione ha dichiarato ricavi inferiori rispetti al periodo pre-Covid e anche nella fetta di chi invece è cresciuto, in media si tratta di un rialzo intorno al 10%. Si calcola che in due anni il settore abbia perso 57 miliardi di euro, compensati in misura ridottissima dai 7 miliardi di consumi alimentari in più che le famiglie hanno speso a casa. Il saldo del biennio 2020-2021 è di 45mila esercizi in meno mentre. E anche a livello di occupati, nonostante un sensibile rimbalzo dello scorso anno, il segno è ancora negativo. A questo, si aggiunge anche la cronica difficoltà di reperimento del personale, anche da parte di quelle attività che invece possono assumere. Intanto c’è un pezzo di mercato che ormai non è più una nicchia, il food delivery, che lo scorso anno ha raggiunto i 3,9 miliardi di euro. La ristorazione di catena rappresenta ancora una quota limitata e ha spazio per crescere. Guardando al presente, la Pasqua dovrebbe aver portato al ristorante 5,7 milioni di pag. 64 | retail&food | Maggio 2022

SALVARE I MARGINI E ATTIRARE I TALENTI

Venerdì 10 giugno (9.30-13 in sala Solari), a Ristorazione 2022 si tiene una tavola rotonda dal titolo “Attrazione talenti e rincorsa ai margini. Le nuove sfide della ristorazione commerciale e in concessione”. L’evento è promosso da retail&food in partnership con AIGRIM e sarà coordinato dal nostro direttore, Andrea Aiello. Al tavolo dei relatori, pronti a raccontare la loro esperienza, diversi testimoni importanti del mondo del food di oggi: Francesco Aimi (fondatore di Tertium Retail), Corrado Cagnola (amministratore delegato di KFC Italy), Domingo Iudice (fondatore di Pescaria), David Nathaniel (fondatore e amministratore delegato di 12Oz Coffee Joint), Pietro Nicastro (fondatore e amministratore delegato di Lowengroube), Matteo Pichi (fondatore e amministratore delegato di Poke House). Info su www.ristorando.eu/ristorazione-2022/.


ASSOCIAZIONI – Eventi

ASSEMBLEA ATRI: SI PUNTA SUI PASSEGGERI POST COVID Tra segnali di ripresa e turismo in continuo cambiamento, si è svolto a Palermo l’evento annuale del travel retail

Si è svolto il 28 marzo, presso la meravigliosa sede di Palazzo Comitini a Palermo, l’edizione 2022 del Forum di ATRI Associazione Travel Retail Italia. Dopo webinar, videoconferenze e call, finalmente i protagonisti del settore si sono ritrovati di persona personalmente, citando il sicilianissmo Camilleri, per fare il punto sul travel retail. Aeroporti e stazioni hanno sofferto pesantemente, anche se in forma differente, la pandemia. I primi più delle seconde. Finalmente si misurano segnali di ripresa, già consolidati per il traffico ferroviario, promettenti per quello aereo anche osservando i programmi estivi, destinazioni e frequenze, delle compagnie aeree. Il Forum ATRI 2022 è stato introdotto da Natale Chieppa, direttore generale di Gesap (Aeroporto di Palermo), ente ospite dell’evento. Chieppa non ha mancato di fare cenno alla chiusura (inizio aprile) della gara food per l’aeroporto Falcone e Borsellino, 2 lotti per 14 milioni di fatturato attesi, per 10 anni di concessione; certamente uno dei bocconi più appetitosi del periodo per gli operatori della ristorazione in viaggio. E ovviamente non c’è stato un riferimento all’evento ACI Europe Regional Airport il cui inizio ha seguito quello del Forum ATRI e che tra gli altri ha ospitato anche il direttore dell’aeroporto di Odessa, città coinvolta dai drammatici eventi seguiti all’invasione russa dell’Ucraina. Sulle previsioni di traffico Chieppa ha evidenziato il fattore positivo della prevalenza di traffico domestico per gli aeroporti delle isole, tra cui Palermo.

dal 2019, anno di riferimento pre-pandemico, in cui il fatturato globale del travel retail raggiunse gli 86 miliardi di dollari, con il segmento aeroportuale sugli scudi, con il 53% del fatturato, vera e propria porta di

da destra: Giovanni Battista Scalia, Ceo Gesap Spa, Olivier Jankovec, Director General ACI EUROPE, Leoluca Oralando Sindaco di Palermo, Natale Chieppa, DG Gesap Spa, Stefano Gardini, Presidente ATRI

sbocco elettiva del Travel Retail. Di questo valore, a causa del Covid si è perso circa il 73% in un anno, con il traffico in caduta libera come testimonia anche la contrazione della capacità produttiva mondiale delle aerolinee giunta ad un valore medio fino al 60% nella sola Europa. Nel travel retail nei picchi più bassi, ci sono stati cali di fatturato superiori al 90%, si è misurata la chiusura di numerosi punti vendita e il traffico è diventato in buona parte, se non esclusivamente, domestico e di breve raggio. Tutto questo senza un piano governativo di ristori dedicato al settore. Nel 2021 il fatturato globale del travel retail è ricresciuto globalmente ma ancora sotto il 50% del 2019, mentre la spesa per passeggero è aumentata del 14% su 2019: ci sono meno passeggeri ma questi spendono di più (la stessa tendenza che si misura tra i visitatori dei centri commerciali, ndr) soprattutto nel F&B.

Omnicanalità e attenzione all’ambiente Ma il new normal del travel retail presenta un “rinnovato” processo di acquisto e quindi Gardini propone alcuni trend identificabili come rilevanti per tutti gli attori del Travel Retail, allo scopo di una riconfigurazione strutturale della proposizione di valore. Attuare il client engagement reengineering, sviluppando una serie estesa di punti di contatto digitali lungo tutta la esperienza d’acquisto, incluse anche le attività di social media marketing e di online advertising. In particolare, l’omnicanalità è al centro della strategia di trasformazione digitale dei retailer italiani e internazionali. Il dato è abbastanza significativo: oltre il 70% delle aziende grandi e medio-grandi considera l’omnicanalità una direzione fondamentale di sviluppo strategico. E poi c’è la sensibilità alla sostenibilità ambientale, a testimoniarlo uno studio del febbraio 2022 che evidenzia come, per il 74% dei viaggiatori, la sostenibilità ha determinato le scelte d’acquisto, per le conseguenze delle proprie azioni sul pianeta, con riferimento all’impatto ambientale senza parlare del valore reputazionale delle aziende.

Travel retail, valore globale Dati in miliardi di dollari Elaborazione su dati Statista, Research&Markets

Meno volumi, più spesa per passeggero A seguire la relazione del Presidente ATRI, Stefano Gardini, che ha misurato l’andamento del travel retail, dando conto dei dati più significativi a livello europeo. A partire * stima

pag. 65 | retail&food | Maggio 2022


Tavola rotonda: come intercettare il cliente

Traffico sempre più domestico Poi c’è la riscoperta del turismo domestico, sulle tendenze del traffico aereo si prevede che il “domestico” segni un +50% nel 2022 e +30% nel 2023. Come a dire che anche quest’anno e il prossimo, almeno due terzi dei nostri connazionali, sceglieranno di stare in Italia. Occorre quindi una probabile evoluzione del mix d’offerta, maggiormente spostato sulle categorie della ristorazione, dei prodotti tipici locali enogastronici, delle category d’impulso. Duty-free store agli arrivi in UE: uno studio dell’aprile 2021, giungeva a stimare che lo sviluppo delle vendite duty free agli arrivi nell’UE avrebbe potuto elevare la spesa per passeggero in media di un quarto circa, generando un incremento di 3.2 miliardi di euro per l’economia dell’area e giungendo a generare fino al 20/30% delle vendite totali di Travel Retail nella UE. È poi possibile prevedere l’introduzione di prodotti e servizi digitali, booking di entertainment ecc. come già fanno le compagnie low cost. Spostando questo valore, che è in crescita, dai vettori agli aeroporti. In conclusione, il Presidente Gardini prevede ancora per una difficoltà strutturale del business travel, così come occorreranno tempo per rivedere alti volumi di clienti “alto spendenti” orientali o da paesi come la Russia. Mentre la componente domestica e di breve raggio crescerà ulteriormente. Per i prossimi mesi invece la chiusura dei cieli di Ucraina e Russia farà crescere quasi certamente il ticket aereo: aumentano distanze per i divieti di sorvolo delle aree interessate dal conflitto e parallelamente il costo del carburante. Sarà necessario strutturare un approccio permanente di attenzione alla resilienza mentre la sfida, per gli operatori del Travel Retail – ATRI, ETRC inclusi – è di portare avanti le necessarie innovazioni a fronte di un presente ancora complesso e laddove anche minimi investimenti, rappresentano in certi casi oneri difficilmente sopportabili per le singole strutture di conto economico, ma quanto mai necessari in chiave prospettica. pag. 66 | retail&food | Maggio 2022

Dopo l’intervento del presidente Gardini, David Jarach, presidente di diciottofebbraio ha dato avvio e moderato la tavola rotonda che ha visto protagonisti. Lucio Rossetto, Chief Business Officer di Lagardère Travel Retail ha aperto i lavori con dati molto positivi e interessanti, a livello globale: negli USA i dati di traffico sono tornati ai valori pre-pandemici. In Cina sono notevolmente aumentati rispetto al 2019 e anche l’India sta andando molto bene mentre in Paesi come il Canada siamo al -50% sul 2019. Negli Stati Uniti la clientela business era il 30% del totale, ora è calata ma è evidentemente aumentato il traffico privato, leisure. Come a dire che le persone, le famiglie hanno voglia di tornare a viaggiare. Anche in Cina a crescere è stato il mercato interno, il cosiddetto onshoring, grazie a un aumento offerta che ha portato a un aumento conseguente nello spending dei passeggeri. A differenza di USA e Cina, l’Europa non ha un mercato domestico, ma tanti mercati nazionali: i paesi stanno riprendendosi ognuno da sé ma viaggiare in Europa è ancora molto complicato, perché ci sono state e ancora sussistono troppe differenze di normative tra i diversi stati. L’Italia soffre ancor più degli altri per la mancanza di un hub carrier che possa contribuire ad alimentare flussi e traffico. Riallargando lo sguardo la Cina nel 2019 per Lagardère era il 13° mercato, nel 2020 il 3°, entro i prossimi due anni sarà il primo, senza dubbi.

Ma sorgono due grandi domande: dove spenderà i propri soldi il cliente cinese, e quindi dove dovremo investire? EU, o Cina e paesi “limitrofi” (Vietnam, Tailandia, Australia ecc.)?. Ci sarà una generalizzata cinesizzazione dei consumi nel travel retail? Certamente è opportuno diversificare il rischio investendo in aree geografiche differenti ma non tutti possono farlo. E quindi cosa fare nel breve medio? Sicuramente è opportuno concentrarsi sul cliente locale, quello di breve raggio. Innovare nella crisi è anche questo. Abbiamo trascurato per molto tempo il cliente nazionale ed europeo, ora cambiamo: dobbiamo proporre più foodservice, più specialty retail. E questo vale anche per i duty free: oggi a Roma abbiamo creato un grande assortimento dedicato ai giocattoli per l’infanzia. Mentre, ad esempio, lo skincare non va più come prima, perché aveva moltissimi clienti

orientali. Ma devono cambiare anche i prezzi: il riferimento deve tornare ad essere il cliente downtown e non quello mordi e fuggi orientale. Bisogna rinnovare acquisto frequente, tramite pop up store e offrire più online per il cliente ripetitivo. Sembra difficile da credere ma, così facendo, in alcuni casi abbiamo raddoppiato la spesa del domestico frequente.

Focus sul servizio Emilio Bellingardi, Direttore Generale di Sacbo – Milan Bergamo Airport, ha invece raccontato come l’aeroporto di Bergamo abbia investito, seguendo il mantra che dice che il momento esatto per fare investimenti sono i momenti di crisi, per poi essere pronti al meglio a sfruttare la ripresa. E così sono stati aperti i cantieri non appena possibile, dopo il primo lockdown. E ora l’aeroporto risulta fortemente ampliato, è stati rivista offerta, con ulteriore “spostamento” verso l’f&b. Ma si è Investito molto anche sale vip, che hanno subito dato ritorno, e in travel retail innovativo, basti citare il nuovo punto vendita dedicato agli animali domestici. Una novità assoluta in aeroporto. Bellingardi ha ha poi evidenziato quanto sia importante il servizio: “Abbiamo un aeroporto col parquet. La nuova sala vip ha un numero di ingressi spaventoso. I parcheggi hanno un boom di prenotazioni, anche per il tracollo dei competitor saltati in pandemia”. E poi c’è in progetto un hotel, che naturalmente è duramente osteggiato dalla concorrenza locale. Ma non importa perché l’aeroporto può diventare il fulcro di un mall cittadino ricco e composito. Lo sguardo di Carla Guiducci (Former Ceo Greater Chianand Asia Pacifico at Giorgio Armani) è stato naturalmente rivolto ad Oriente, in ragione della sua esperienza. E qui si assiste in particolare all’imposizione di una nuova generazione di cinesi, attorno ai 25-30 anni, con una propensione all’acquisto profondamente emotiva, molto suggestionati da influencer e celebrities. Ogni biennio si verifica spontaneamente un nuovo approccio alla marca: ma resta il fatto che la la fedeltà è bassissima. Il travel retail ha un’enorme potenzialità ma occorre essere pronti, studiare, impariamo il cinese. Occorre prepararsi a riaccoglierli; c’è stato cambio epocale nell’approccio all’ac-


quisto e continuerà ad esserci. Noi siamo lenti, tradizionali, ripetitivi, loro velocissimi. E poi bisogna migliorare il servizio, qualificarlo. E predisporre regolarmente un’offerta rinnovata in aeroporto. Più spazio ai pop up store per le novità: contratti brevi, più elasticità, coccolare il consumatore e sempre e comunque… Servizio!

Italian Signature Wine Academy, un partnership tra nove celebri cantine italiane di nove regioni diverse: con questa formula, tra le altre cose, è divenuto più facile interagire con i grandi gruppi del duty free e del travel retail, perché l’obiettivo di tutti è aumentare quanto più possibile il consumo e le vendite in aeroporto. Più complicato il quadro riportato da Mario Peserico, Direttore Generale di Eberhard & Co (collegato in videoconferenza) che ricopre anche la carica di Presidente di Assorologi, il cui settore ha subito danni importanti, con una media di chiusura delle attività compresa tra 3 e 7 mesi. La Cina nel 2020 è comunque cresciuta, e nel 2021 addirittura del 50%. Eberhard ha approfittato dell’aumento del turismo locale/nazionale con una maggiore disponibilità di spesa, visto il calo obbligato dei consumi in altri ambiti. A livello globale ci si aspetta una crescita consistente delle vendite nei paesi del Golfo Persico, causa dell’andamento del valore del petrolio, estremamente rilevante per quelle economie. Mentre l’online è ancora poco significativo nel comparto dell’orologeria.

Le critiche a Enac In conclusione poche parole del Presidente Gardini che, stimolato dal pubblico, non manca di evidenziare quanto sia complicato, al limite dell’impossibile, operare con Enac. Lo era prima del Covid, ora ancor più per difficoltà organizzative interne all’Ente. Ciò complica molto la vita degli aeroporti così come la mancanza di ascolto della politica. Grazie a Federturismo, di cui ATRI fa parte, qualcosa si muove. Ma molto, troppo, lentamente. Aeroporti e brand possono e anzi devono continuare ad investire in servizio e qualità, perché questo paga. Sempre. Digitale e vendite e-commerce crescono sempre di più e bisogna presidiare il canale con grande energia. Sulla sostenibilità si fa molto ma occorre fare ancora di più. Aumentando la collaborazione, con le rispettive competenze. Al termine del Foum si è aperta l’Assemblea straordinaria che ha ratificato il nuovo statuto e il codice etico dell’Associazione, approvati all’unanimità.

Alessio Planeta, Chief Executive Officer di Aziende Agricole Planeta, ha invece evidenziato che in Italia esistono circa un milione di ettari di vigneti, 300.000 produttori, 50.000 cantine e di queste poche centinaia sono presenti nel travel retail. Più vino nel canale del viaggio significa più turismo dove il vino si produce. I volumi sono in crescita costante, questa non si è interrotta per la pandemia: la produzione italiana nel 2021 ha sorpassato di molto quella 2019. In particolar modo la Sicilia, che è stata invasa dai turisti nelle estati 2020 e 2021, ha approfittato molto delle vendite e del consumo vino. Ma non solo dal 2019 al 2021 gran parte dei paesi stranieri ha aumentato le importazioni di vino italiano: +8% in USA, in Corea del Sud + 108% mentre la Cina no, ha invece dimezzato i volumi: il paese si è chiuso al consumo di vino europeo. Qualche anno Planeta ha ha fondato

SERATA ACI EUROPE CON IL SINDACO DI ODESSA

Olivier Jankovec, direttore generale Aci Europe

In serata i delegati ATRI hanno potuto partecipare al Welcome Reception dell’ACI Europe Regional Conference. Anche questo evento è stato organizzato dal team di Natale Chieppa e Gesap, nei magnifici ambienti di Palazzo Sant’Elia. Con il supporto di Lagardère Travel Retail oltre al “gustoso” intervento dell’azienda Fiasconaro che ha curato il l’apprezzatissimo catering e dell’Azienda Agricola Planeta che portato le proprie etichette per accompagnare la serata. L’evento ha visto anche la partecipazione del sindaco Leoluca Orlando e di Vyacheslav Cheglatonyev, direttore commerciale dell’aeroporto di Odessa, città ucraina coinvolta dal conflitto, che è stato accolto con fraterna solidarietà da tutti i membri dell’industry aeroportuale. Questo il commento di Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe: “Nel complesso e sulla base degli attuali piani delle compagnie aeree per l’estate, le prospettive di recupero rimangono piuttosto buone per la maggior parte degli aeroporti regionali europei. In questi casi, la capacità impiegata dalle compagnie aeree può superare finalmente i livelli pre-pandemia, tra il +1,2% e il +2,2%, mentre per gli aeroporti più grandi i livelli rimarranno ancora al di sotto. Tuttavia, occorre dire che questa è solo una media, ma le differenze sono notevoli. Gli aeroporti regionali sicuramente beneficiano di una ripresa basata sul traffico leisure, essendo maggiormente attivi sulle destinazioni turistiche più popolari.

pag. 67 | retail&food | Maggio 2022


TRAVEL – Aeroporti

Qualche novità in arrivo

TORINO CI CREDE: INVERNO OK E SUMMER DA RECORD

Dopo la mazzata del Covid, lo scalo gestito da Sagat si coccola la base Ryanair e punta su un’identità chiara: diventare la porta d’ingresso alle ricchezze del Piemonte di Adriano Lovera

Torino riparte. Anche qui il Covid ha spazzato via tutto in un momento che vedeva lo scalo subalpino ormai sopra i 4 milioni di passeggeri l’anno. Nel 2021 è stato un buon risultato superare i 2. Le premesse positive ci sono: un inverno superiore alle previsioni, una summer ricca di destinazioni, grazie all’apporto decisivo di Ryanair, e un’identità chiara, quella di importante scalo regionale a servizio del territorio.

Strategia flessibile in pandemia Nel periodo peggiore della pandemia, anche Sagat (gruppo F2i), la società di gestione guidata da Andrea Andorno, ha dovuto inventarsi una strategia di resilienza che ha coinvolto la parte “non-aviation” e cercato di andare incontro alle esigenze dei tenant. “In primo luogo, avevamo rimodulato gli accordi in essere, così da accompagnare tutti alla riapertura. Prima del Covid, eravamo al 100% di occupancy” racconta in questo colloquio con retail&food Francesca Soncini, direttore Commerciale e Marketing Extra Aviation, Comunicazione di Sagat-Torino Airport. Alcuni cambiamenti hanno riguardato la disposizione fisica dello scalo. Alle Partenze, prima dei controlli, il risto-bar Panella (Chef Express) una volta era al piano superiore, ma visto il calo del traffico era troppo sacrificato. Così è stato spostato in basso e ora gode di una terrazza esterna a uso esclusivo. In questa zona ci sono anche il ristorante Ingredienti, McDonald’s e brand caratteristici del territorio come Gobino (cioccolato) e Pepino. “Una costante della nostra impostazione è proporre un’offerta che mescoli i brand internazionali ad alcune specificità della zona” dice Soncini. Nella zona Imbarchi, invece, dopo i controlli, l’area food è stata unificata, spostando un ristorante che in precedenza restava isolato, posto all’accesso dell’extra Schengen. pag. 68 | retail&food | Maggio 2022

Così adesso, varcato il duty free (vedi box), i clienti sono accompagnati nel percorrere tutta la galleria commerciale, prima di incontrare la proposta gastronomica dei vari Giappo, WorkEat, Piazza Castello (marchio di Autogrill) e arrivare nella piccola “piazza” che ospita Bufala di Fattorie Garofalo e le Terre di Baladin. Agli Arrivi, si trovano un supermercato Crai, una farmacia, un bar di Autogrill, 2 rent a car, mentre aveva funzionato, per un po’ di tempo, un centro dentistico, poi chiuso con il Covid.

Francesca Soncini, Direttore Commerciale e Marketing Extra Aviation, Comunicazione di Sagat-Torino Airport

L’a.d. di Sagat, Andrea Andorno, durante la conferenza di inaugurazione della base Ryanair

L’offerta commerciale è destinata ad arricchirsi. Presto, agli Arrivi verrà aperto un servizio di cambio valute. “Stiamo scegliendo il partner” dichiara Soncini. Invece nel 2023 arriverà un nuovo negozio nella galleria commerciale, “allungata” verso la zona imbarchi. “Cerchiamo di aumentare l’offerta. Ci manca, per esempio, un negozio di underwear, i costumi o un brand di cosmetica/ profumeria non di taglio duty free. Di sicuro, non andremo a replicare qualcosa che già esiste, anche per rispetto dei partner che hanno investito con noi” spiega ancora Soncini. Ma a Torino è cresciuta anche la dotazione di servizi di altro genere. In fatto di accessibilità, lo scalo sconta ancora la mancanza di un buon collegamento ferroviario con la città (si aspetta il termine del grande passante sotterraneo). Ma per quanto riguarda le quattro ruote, ora tutti i parcheggi sono dotati di “lettura targa” per chi prenota on line, mentre da gennaio sono operativi i tre brand di car sharing (Enjoy, Share Now e Leasys) che ora dispongono di un’area parcheggi dedicata.

Gli inglesi son tornati e arriva l’estate Il traffico è in ripresa. “Va fatta una menzione particolare per il mercato della neve” ragiona Francesca Soncini. “Questo segmento per noi è vitale. In un anno normale, è come se ci regalasse un mese in più di volumi. E per fortuna, questa stagione è ripartita meglio delle previsioni, soprattutto grazie a inglesi e scandinavi, che sono tornati sia con i charter, sia con i voli di linea. In gran parte si trattava di gruppi, un po’ meno le famiglie, forse ancora restie a muoversi”. Torino adesso aspetta l’estate, la più ricca di sempre: 63 destinazioni, +43% di posti in vendita rispetto alla stagione estiva pre-Covid, fino a 61 voli settimanali per la Sicilia, 48 per la Sardegna, 29 per la Puglia. A Torino ci sono easyJet, Vueling, Wizz Air, Neos, Volotea, Blue Air, Ita, ma molto delle speranze sono riposte su Ryanair, che ha posto una base a Caselle, per ora con 2 aerei, ha aggiunto 17 destinazioni a quelle esistenti, portandole in totale a 35. “Ryanair ha sempre creduto nella potenzialità dell’aeroporto di Torino e siamo molto soddisfatti dell’avvio del nuovo volo verso Breslavia, in Polonia, e di assistere in queste settimane a una buona ripresa delle prenotazioni. A pochi giorni dall’avvio della stagione estiva, lo scalo offre un ventaglio di destinazioni internazionali ampio come mai prima, che consentono al territorio di essere collegato anche con tante mete sinora non servite” aveva commentato alcune settimane fa Mauro Bolla, country manager del vettore irlandese. Che cosa manca? Certo, per un’area a vocazione industriale come questa, la componente business è ancora debole. La concorrenza di Malpensa, che ormai si raggiunge in un’ora di autostrada, è formidabile. E il territorio fatica ancora a cambiare passo. Qualche spiraglio positivo


però si intravede anche su questo. “È vero che molti collegamenti sono effettuati da vettori low cost” conclude Francesca Soncini. “Ma poiché sono le uniche soluzioni, per determinate tratte, gli aerei finiscono per riempirsi anche di viaggiatori d’affari. E lo dimostrano i buoni numeri che sta mostrando la nostra sala vip”.

Torino è uno dei 5 scali italiani in cui è presente zzzleepandgo, società che mette a disposizione le micro capsule in stile giapponese, per dormire direttamente nella zona Partenze

L’EVOLUZIONE DEL TRAFFICO (Dati in milioni) Anno

Passeggeri Totali*

Nazionali

2021 Internazionali

2018

4,08

1,99

1,93

2019

3,95

1,9

1,9

2020

1,4

0,88

0,45

2021

2,21

1,5

0,57

INTERNAZIONALI NAZIONALI

* Il dato passeggeri comprende “linea” e “charter” | La scomposizione è riferita solo ai voli di linea

Il duty free Heinemann con le specialità piemontesi Heinemann, con un contratto fino al 2027, gestisce l’unico duty free dello scalo di Torino, in precedenza gestito direttamente. Lo shop ha da poco presentato il nuovo assortimento, allestendo una zona apposita che comprende 23 fornitori con oltre 300 nuovi prodotti, immaginato per rappresentare al meglio le eccellenze enogastronomiche del Piemonte. In testa, alcune delle etichette vinicole più apprezzate. “Questa novità porta un valore aggiunto, coerente con un ruolo dell’aeroporto quale ‘biglietto da visita’ del territorio, in vista dei crescenti flussi di turisti internazionali che ci attendiamo nei prossimi mesi” ha commentato Andrea Andorno, amministratore delegato di Sagat. “Il concetto di fondo è che i duty free non devono essere delle fotocopie. Specialmente in alcuni scali devono aprirsi al contesto. L’obiettivo è creare una “passenger experience” di alto livello, che permetta ai viaggiatori di conoscere anche realtà non sempre presenti nel panorama internazionale e di portare a casa con sé un piccolo ma gustoso assaggio del Piemonte” secondo Fulvio Fassone, amministratore delegato di Heinemann Italia.

pag. 69 | retail&food | Maggio 2022


NEWS | Servizi e fornitori

PTA LANCIA SPACE VALUE, marketplace di specialty leasing PTA Group presenta Space Value, una piattaforma web ambient rivolta a centri commerciali, aeroporti, stazioni ferroviarie, cinema, GDO, GDS, edifici, high street e ambienti non convenzionali, con copertura nazionale, con l’obiettivo di creare un mercato nella gestione delle aree temporanee. Si tratta in pratica di un marketplace B2B con l’ambizione di facilitare il business sia per landlord e società di gestione sia per i brand, comprese agenzie media/marketing. Con Space Value si possono prenotare spazi “temporary” in tempo reale, profilando le location più adatte per la propria target audience. “Il mercato di riferimento è al momento di circa 100 milioni di euro, riferito al solo costo di noleggio delle aree, e la previsione è un raddoppio entro i prossimi 5 anni” commenta Antonio Negri, general manager di PTA Group e fondatore di Space Value. “Space Value ha l’obiettivo di acquisire una quota di questo mercato del 5% e di realizzare un fatturato complessivo di oltre 10 milioni di euro con i servizi accessori entro 5 anni”.

UNOX, IL FORNO SPEED-X fa il pieno di premi UNOX, tra i leader dei forni professionali per ristorazione, retail, pasticceria e panificazione, si è aggiudicata tre premi durante l’ultima edizione del Red Dot Design Award. In particolare, SPEED-X™, l’ultimo prodotto lanciato dall’azienda, è stato insignito con il Red Dot Award, l’Innovative Product Award e con il più prestigioso dei premi, il Best of the Best. Il prodotto è in grado di unire la tecnologia di un forno combinato autopulente con quelle di un forno a cottura accelerata. “Anche nel settore delle attrezzature per la ristorazione, occorre fornire un’esperienza digitale all’altezza di quella che le persone vivono con i propri dispositivi mobili. Pertanto, i forni stanno entrando nel mondo dell’intelligenza artificiale e dell’Internet of Things” secondo Alessandro Boffini, product & visual design Team leader di UNOX. Il brand è stato anche inserito nella classifica dei Best Workplaces Italia 2022, posizionandosi 13esima nel segmento delle imprese tra 150 e 499 collaboratori.

CEGID SPINGE SULL’ADOZIONE di “Retail Live Store” Dopo il lancio avvenuto nel 2021, Cegid spinge anche sul mercato italiano con la soluzione omnichannel “Retail Live Store”, una suite completa di applicazioni collaborative per lo staff vendita in negozio (basata sulla piattaforma di Unified Commerce Global POS Cegid Retail) che punta a offrire la massima semplicità e connettività su tutti i tipi di terminali, POS fissi o mobili. L’azienda ha comunicato i primi clienti “pilota” che hanno ottenuto ottimi risultati sul mercato francese. Il primo è Courir, punto di riferimento per le sneakers, presente con oltre 300 negozi in tutta Europa, che ora sono tutti integrati utilizzando appunto la soluzione di Cegid. Oppure anche Picture Organic Clothing, brand di abbigliamento lifestyle e outdoor, che ha scelto di implementare Cegid Retail Live Store nei due negozi monomarca a partire dal 2022. “Anche per il mercato italiano è importante sottolineare la rilevanza di una customer experience basata su servizi sempre più innovativi e utili, che possano al contempo semplificare la gestione per il personale e ottimizzare i costi IT” ha commentato Mario Davalli, country manager Cegid per il Sud Europa. pag. 70 | retail&food | Maggio 2022


NEWS | Servizi e fornitori

JAPAL SCELTA PER LE NUOVE BRAND PAGE di Coca-Cola Japal, piattaforma italiana EaaS (e-commerce as a service) per le medio-grandi imprese del largo consumo, sigla un nuovo accordo commerciale con Coca-Cola HCB Italia per la creazione di 10 nuove brand page. Japal l’e-commerce di Coca-Cola, Fanta, Sprite, Lurisia, Adez, Kinley, FuzeTea, Powerade, Monster e Burn. “Siamo lieti di confermare la nostra posizione nel mercato, come punto di riferimento per il commercio online dei brand del largo consumo” ha commentato Paolo Francesco Broglia, amministratore delegato di Japal. Attualmente su Japal.it sono in vendita tutti i prodotti dei brand: San Carlo, Bonomelli, Cannamela, Cuore, Polenta Valsugana, Arbre Magique, Orphea, Panarello, Zaini, Fatina, Valsoia, Mister Magic, Podovis, Pearl Drops, My Mask, Care for You, Thé Infré, Catarì e molti altri.

MICROLOG: I DATI DEL CONTAPERSONE arrivano su app Da oggi i clienti Microlog possono usufruire di un nuovo servizio: oltre che su browser, le statistiche dei dati sono visualizzabili sulla nuova app CheckinWeb! Già disponibile su Google Play e App Store, l’applicazione consente di monitorare ed analizzare gli ingressi al proprio Centro Commerciale, negozio, o qualsiasi attività, che abbia i contapersone Microlog installati. Uno strumento chiaro, immediato e completo, che permette di visualizzare statistiche e grafici interattivi con diversi dettagli temporali, facilmente selezionabili tramite pochi tap sul telefono; non manca il trend degli ingressi vs anno precedente. Accedere è facile: i clienti Microlog dovranno semplicemente scaricare l’app gratuita, inserire le medesime credenziali con le quali accedono al portale CheckinWeb su Pc, e i dati dei propri impianti contapersone saranno immediatamente visibili anche su smartphone.

serieX Innovation, la cottura professionale per tutti Successo e grande interesse, durante l’ultima edizione di Identità Golose, per serieX Innovation, il forno elettrico statico dal controllo intelligente di Moretti Forni. Interfaccia inclusiva con display TFT Touch, serieX è un vero e proprio forno cross over che, oltre a garantire un risparmio energetico del 45%, ottimizza la gestione del personale, con tempi di formazione più rapidi e una maggiore efficienza dei processi, grazie al suo sistema evoluto di algoritmi. “I costi di gestione di un’attività e la difficoltà a reperire personale specializzato sono temi molto attuali in questa stagione di riaperture per il nostro settore” ha affermato Mario Moretti, amministratore delegato di Moretti Forni. “Con la tecnologia di serieX siamo andati oltre il risparmio energetico, lanciando un prodotto che, di fatto, annulla completamente gli aumenti dell’energia elettrica. serieX rappresenta il superamento definitivo dei forni statici di vecchia generazione”. pag. 71 | retail&food | Maggio 2022


World Travel Retail

Primo trimestre, ricavi raddoppiati per Lagardère PARIGI – Lagardère Travel Retail, nel primo trimestre dell’anno, ha riportato ricavi per 694 milioni di euro, una crescita di circa il 96% superiore (like for like) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un risultato molto positivo, benché ancora inferiore del 29% rispetto al pre Covid. Guardando alle aree geografiche, grazie all’allentamento delle restrizioni i ricavi sono praticamente triplicati nell’Europa occidentale (+298%, Francia esclusa), l’area Emea è aumentata del 129%, il Middle East del 135%, gli Stati Uniti del 110%, la Francia dell’87%. “Sebbene il contesto stia ampiamente migliorando, rimane incerto” ha commentato la capogruppo Lagardère in una nota. “Lagardère Travel Retail sta portando avanti la sua strategia operativa avviata durante la crisi, che dovrebbe consentire alla divisione di mantenere un rapporto flow-through (indica quanto la crescita incrementale dei ricavi si traduca in crescita incrementale dei profitti ndr) fra il 15% e il 20%, ipotizzando livelli di business più elevati rispetto al 2021”.

Dufry, nuovi spazi in arrivo con il contratto in Bulgaria SOFIA – Dufry si è aggiudicata un mandato della durata di otto anni e mezzo, presso lo scalo internazionale di Sofia, per gestire un totale di 13 negozi, undici dei quali sono duty free. Dal mese di giugno, Dufry si occuperà di circa 1.400 mq di spazi commerciali e svilupperà due nuove aree di vendita, entrambe posizionate al Terminal 2. Tra queste, la principale è un nuovo duty free ti tipo “walkthrough” da 1800 metri quadrati. L’assortimento di prodotti sarà un mix tra brand internazionali e locali. Quello della capitale è il principale scalo della Bulgaria, con un traffico di circa 7 milioni di passeggeri nel 2019.

Boss riparte dalla Germania con il nuovo brand FRANCOFORTE – Il 14 aprile scorso, Boss ha aperto un nuovo negozio all’interno dello scalo internazionale di Francoforte, in collaborazione con Frankfurt Airport Retail, una joint venture tra Gebr. Heinemann e Fraport. Dopo il rebranding avvenuto a fine 2021, per Boss è la prima apertura al mondo di un monomarca nel canale travel. Il negozio, 140 mq nella zona A Schengen (Terminal 1), propone abbigliamento e accessori per uomo e donna. “Il nuovo design e la forte presenza di elementi digitali ci permettono di curare la presentazione con una targetizzazione più mirata e, soprattutto, danno modo al passeggero con poco tempo a disposizione di orientarsi rapidamente e godere di un’esperienza d’acquisto rapida, ma divertente” spiega Boss in una nota.

Qatar Duty Free abbraccia Louis Vuitton DOHA – Qatar Duty Free si appresta ad accogliere il primo negozio di Louis Vuitton all’interno dell’aeroporto internazionale Hamad, che proporrà la consueta selezione di accessori in pelle, orologi, profumi, gioielli, calzature, per uomo e donna. Anche questa apertura rientra in un piano più ampio deciso dalla società di gestione dello scalo, che anche in vista dei prossimi Mondiali di calcio, sta cercando di attirare il meglio dei brand mondiali. Nei mesi scorsi, era stato annunciato l’arrivo di Samsonite e dei nuovi profumi Moncler. Man mano che l’evento si avvicina, l’aeroporto si arricchirà di oltre 11mila metri quadrati in più di spazi commerciali ed è prevista una capacità fino a 60 milioni di passeggeri per il 2022. pag. 72 | retail&food | Maggio 2022


Hudson porta “Evolve” in California ONTARIO – Hudson (marchio del gruppo Dufry) si è assicurato un’estensione del contratto per altri dieci anni, nello scalo internazionale di Ontario, città della California del Sud. Dei sette negozi rientranti nell’accordo, due verranno riconvertiti nel nuovo formato di shop-in-shop “Evolve” e saranno aperti nell’ultima parte dell’anno, ai Terminal 2 e 4. Sarà il primo esperimento del marchio Evolve in tutta la costa ovest degli Stati Uniti. Fra i prodotti in vendita, diversi brand noti come Apple, Bose, Lego, Build a Bear, Happy Socks, mentre sul fronte della tecnologia, i negozi Evolve prevedono tre diversi tipi di check-out, incluso il tradizionale Pos, ma anche il self check out.

duty free world | by Kevin Rozario | London kevin_rozario@yahoo.com

Vertiports: a new sales channel for travel retail

Vertiports: nuovo canale per il travel retail An emerging aviation segment – urban air mobility (UAM) – is getting some serious attention from the investment community and could open the door to a new sales channel for travel retailers. Technical progress in the development of electric vertical take-off and landing (eVTOL) aircraft has been rapid and manned test flights from manufacturers like Joby Aviation and Volocopter mean that the concept of air taxis may not be that far away from reality once regulators signal their approval.

Fiumicino premiato da Aci per la “Service quality” ROMA - Per il quinto anno consecutivo l’aeroporto Leonardo Da Vinci è stato premiato da ACI (Airports Council International) con il riconoscimento “Airport Service Quality Award” per il 2021. Il gradimento per la qualità dei servizi erogati dall’aeroporto della Capitale supera quello degli altri grandi scali europei (con oltre 40 milioni di passeggeri), con un punteggio record annuale assoluto di 4,59, su un massimo di 5. Tra i servizi più graditi, la pulizia dei Terminal e delle toilette, l’offerta enogastronomica e di shopping, la cortesia e la disponibilità del personale aeroportuale, nonché il sistema dei parcheggi. “Questo riconoscimento, che arriva dopo due anni di crisi, premia un lavoro persistente iniziato ormai da molti anni, frutto di un profondo cambio culturale e investimenti di lungo termine” ha commentato l’ad di Adr, Marco Troncone, “realizzati nel quadro del Contratto di Programma definito con Enac nel 2013”.

Un segmento emergente dell’aviazione - la mobilità aerea urbana - sta ricevendo attenzione dalla comunità degli investitori e potrebbe aprire le porte a un nuovo canale di vendita per il travel retail. Il progresso tecnico nello sviluppo di velivoli elettrici a decollo e atterraggio verticale (eVTOL) è stato rapido e i voli test effettuati da produttori come Joby Aviation e Volocopter significano che il concetto di aerotaxi potrebbe non essere così lontano dalla realtà, una volta autorizzati dagli enti regolatori.

Where will travel retail fit in? Just like airports, eVTOL ground infrastructure – called vertiports – may be able to create new shopping environments. There are not that many vertiport developers in the market. One of them, however, the British startup Urban-Air Port (UAP), opened its Air-One concept at the end of April in Coventry in the centre of the UK.

Dove troverà spazio il travel retail? Proprio come gli aeroporti, le infrastrutture di terra eVTOL, chiamate vertiport, potrebbero essere in grado di creare nuovi ambienti di acquisto. Non ci sono molti sviluppatori di vertiport sul mercato. Uno di loro, tuttavia, la startup britannica Urban-Air Port (UAP), ha aperto il suo concept Air-One alla fine di aprile a Coventry, nel centro del Regno Unito.

The infrastructure represents a world-first demonstration of a fully-operational hub for eVTOL vehicles as well as autonomous delivery drones. UAP has also been quick to incorporate a retail element into its Air-One model which it intends to roll out at more than 200 locations worldwide over the next five years.

L’infrastruttura rappresenta la prima dimostrazione al mondo di un hub completamente operativo per i veicoli eVTOL e per i droni di consegna autonomi. UAP ha anche rapidamente incorporato una unità di vendita al dettaglio nel suo modello Air-One, che intende lanciare in più di 200 località in tutto il mondo nei prossimi cinque anni.

From securing partnerships with six brands in March – with categories ranging from food and beverage to fashion – another four had come aboard by the time of the April launch. Some of them are well-known in the international airport arena, for example Compass Group, Nestlé, Paul & Shark and Rituals.

Da marzo si è assicurata la partnership di sei brand, con categorie che vanno dal cibo e bevande alla moda, e altri quattro sono saliti a bordo al momento del lancio di aprile. Alcuni di loro sono ben noti, come Compass Group, Nestlé, Paul & Shark e Rituals.

While the eVTOL passenger market is in its infancy, it is expected to grow fast. In France transport provider RATP says that by 2030 several thousand passengers per day could be paying €80-€100 for eVTOL journeys. That is a sizable retail market.

Mentre il mercato dei passeggeri eVTOL è agli inizi, si prevede che cresca rapidamente. In Francia il fornitore di trasporti RATP afferma che entro il 2030 diverse migliaia di passeggeri al giorno potrebbero pagare € 80-€ 100 per i viaggi eVTOL. Un mercato al dettaglio considerevole.

Rivals to UAP will be watching closely at the potential for retail – particularly via an omnichannel offer – and may decide that this model could work for them. Though big passenger volumes are some way off, travel retailers should be considering this channel now, especially as an offset to an airport retail market which could struggle for some time after the damage done by the Covid-19 pandemic.

I rivali di UAP osserveranno da vicino il potenziale retail, in particolare tramite un’offerta omnicanale, e potrebbero decidere che questo modello potrebbe funzionare. Sebbene i grandi volumi di passeggeri siano in qualche modo lontani, i retailer dovrebbero prendere in considerazione questo canale, anche come compensazione di un travel retail aeroportuale che lotta ancora per riprendersi dallo shock Covid-19.

pag. 73 | retail&food | Maggio 2022



NEWS | International

New Markets Outlook | a cura di Luca Esposito esposito_mail@yahoo.it

Oltre 600 marchi sono usciti dalla Russia, ma perché non tutti? Le reazioni dei marchi internazionali e dei grandi gruppi distributivi all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia non si sono fatte attendere. Così molti di essi hanno adottato decisioni importanti che riguardano sia il boicottaggio dei prodotti esportati che la sospensione delle operations nel paese. Alcune realtà però, anche multinazionali, hanno deciso di rimanere aperte sul territorio Russo. Ci si domanda quindi quali siano le motivazioni di decisioni così contrapposte di fronte a fatti così gravi. Innanzitutto, dobbiamo dire che la situazione è in costante divenire quindi non siamo in grado di definire una chiara distinzione, seppur l’elenco di chi ha scelto di chiudere sia infinitamente più lungo di chi sia ancora aperto. Tale elenco viene quotidianamente monitorato da un osservatorio dell’università Yale School of Management che fornisce un continuo aggiornamento della lista dei brand di chi ancora è rimasto aperto (www.som.yale.edu). Analizziamo i casi più significativi in modo da dare una spiegazione sul perché la decisione di chiudere le attività in Russia non sia stata presa da tutti all’unisono. Il Gruppo IKEA, che nel territorio ha 15 mila dipendenti, 17 negozi e tre impianti di produzione, ha deciso di sospendere le attività sia in Russia che in Bielorussia, donando inoltre 37 milioni di euro per aiuti umanitari ai profughi di guerra. Apple e Nike hanno bloccato le vendite anche tramite e-commerce. Nel settore moda, sono state bloccate le vendite del lusso per Hermes, Prada, Gucci, Chanel, Giorgio Armani, LVMH e altri; così anche nel fast-fashion Zara, Uniqlo, Bershka, Pull&Bear, Stradivarius, Oysho, Massimo Dutti e H&M che è uscito dal mercato, nonostante esso rappresenti il sesto per importanza. Ma, come detto, ci sono anche casi di chi non ha chiuso. Marks and Spencer, ad esempio, è stato criticato in UK per la non chiusura dei sui 48 negozi. La società sostiene di essere impossibilitata nel farlo in quando essi sono concessi in licenza ad una società turca che li gestisce in franchising che non è della stessa idea. Il Marchio però ha sospeso le spedizioni verso tali negozi per cui a breve le scorte diminuiranno. In Italia, la situazione in generale, non desta forti preoccupazioni in quanto il mercato

Fig.1: Marchi che hanno chiuso le operations in Russia (fonte: Yale School of Management)

russo pesa per poco più del 2%. Il presidente della Camera Nazionale della Moda, Carlo Capasa, ha infatti dichiarato: “La Russia pesa circa un miliardo e mezzo, tra merce che spediamo e merce acquista da noi. L’Ucraina, invece, pesa per altri 250/300 milioni. Quindi un 1.8 miliardi di fatturato su circa 100 miliardi che fa la moda in totale. Non è il peso del 2% la preoccupazione maggiore”. Va però detto che, in particolare, questa situazione rappresenta un problema per alcune aziende che essendo più esposte stanno valutando come procedere. E’ il caso, ad esempio, di Geox che dipende dal mercato russo per l’8% delle sue vendite (80 negozi) o di Brunello Cucinelli, che ha recentemente chiuso temporaneamente le proprie tre boutique ma che ha in Russia un business wholesale importante, ora a rischio per consegne e pagamenti. Anche nel settore food, molti marchi occidentali stanno affrontando le stesse problematiche del citato marchio inglese. Mcdonald’s, ad esempio, ha chiuso la maggior parte dei suoi punti vendita, dove impiegava 62.000 persone in più di 800 località, ma rimangono ancora aperti circa 100 ristoranti in franchising, per lo più in stazioni ferroviarie o aeroporti. La situazione è più radicale per Burger King che mantiene aperti i circa 800 punti vendita tutti gestiti in franchising in quanto i partner commerciali si sono rifiutati di chiudere. In quest’ultimo caso, la

società ha dichiarato di aver interrotto ogni supporto alle operations e si è impegnata a devolvere i profitti a sostegno di associazioni umanitarie. Così come Subway che, avendo solo franchisee a gestire i suoi 450 fast food, ha affermato l’impossibilità di agire nel chiuderli e, allo stesso modo, si è impegnata a destinare i profitti al sostegno umanitario per i rifugiati ucraini. Al contrario, Pizza Hut e KFC hanno abbassato le saracinesche riuscendo a trovare un accordo con il loro franchisee locale. Ha fatto però scalpore e suscitato polemiche la decisione della holding francese Association Familiale Mulliez (Afm), che controlla Leroy Merlin, Auchan e Decathlon, di mantenere aperti i propri negozi in Russia. Solo Decathlon ha successivamente dichiarato la loro chiusura a causa della difficoltà incontrate nel garantire le forniture. L’azienda ha dichiarato di voler rimanere attiva in Ucraina (6.000 dipendenti) per sostenere la popolazione e in Russia, dove opera da oltre 20 anni, per non mettere in difficoltà i propri dipendenti (30.000) e non privare la popolazione, in un periodo di alta inflazione, dei propri servizi di distributore discount. Secondo Yale School of Management, il mercato russo pare valere per Auchan circa 3,5 miliardi di dollari di ricavi, per Decathlon circa 300 milioni di dollari (50 negozi) e per Leroy Merlin circa 4 miliardi di dollari (100 negozi).

pag. 75 | retail&food | Maggio 2022


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NEWS | International

Dopo meno di un anno, È GIÀ DIVORZIO TRA JUST EAT E GRUBHUB

Si sarebbe già concluso il matrimonio tra Just Eat Takeaway e Grubhub, perfezionato a giugno del 2021 per 7,3 milioni di dollari. La notizia della vendita da parte del colosso delle consegne arriva dopo che il volume degli ordini di Just Eat in Nord America, che include la collaborazione Grubhub, si è ridotto del 5% nel primo trimestre. Inoltre, in meno di un anno (dopo l’acquisizione) il valore delle sue azioni è sceso di quasi il 70%. Le voci sul divorzio tra la piattaforma americana e Just Eat sono diventate più concrete dopo che gli azionisti hanno lanciato più volte segnali di insoddisfazione, convinti che Grubhub non sia riuscito a guadagnare quote di mercato sui principali rivali e abbia perso molto terreno rispetto a competitor come Uber Eats e DoorDash. Al momento, non ci sono ancora i nomi dei possibili acquirenti.

LULULEMON LANCIA LA FORMULA “LIKE NEW” e il fitness in abbonamento

Il marchio canadese di athleisure è inarrestabile e vanta un tasso di crescita e una redditività che non hanno pari nel business dell’abbigliamento sportivo. Nell’ultimo esercizio, quello chiuso a gennaio 2022, i ricavi sono saliti del 40% a 6,2 miliardi di dollari. Il consensus degli analisti prevede per il 2022/23 un’ulteriore crescita del 21% e del 15% per il 2024. La strategia del brand punta su corsi, sostenibilità e programmi fedeltà. Oltre al lancio di corsi di fitness online in abbonamento, dal mese di aprile, Lululemon lancerà in tutti i suoi negozi e sulla piattaforma online la formula “Like New” che darà la possibilità di restituire capi di abbigliamento Lululemon usati ottenendo in cambio una tessera a punti da utilizzare per acquistare capi nuovi o altro usato. Con un’inflazione Usa al massimo degli ultimi 40 anni, quella di Lululemon sembra una risposta azzeccata per conquistare i consumatori più giovani con minore capacità di spesa.

Londra: al centro Livat LA JOINT VENTURE H&M E IKEA

L’inedito esperimento avviene nello shopping center Livat-Hammersmith inaugurato lo scorso febbraio. I due colossi scandinavi stanno preparando l’apertura di Atelier 100, un brand che non proporrà nessuna libreria Billy e nessun giubbottino di pelle. In vendita, si troveranno soltanto capi e oggetti di designer e artisti locali. Il negozio viene presentato come una sorta di “officina” di idee, per raccogliere i migliori talenti emergenti. La scelta della location non è casuale. Livat è un brand di Ingka Centers, proprietaria di Ikea Retail, finora utilizzato solo sul mercato asiatico, arrivato in Europa con questo punto vendita londinese. È un esempio di centro commerciale di prossimità, su strada, che ha comportato un investimento da 170 milioni di sterline, spesi per due anni di riqualificazione del precedente Kings Mall. Lo spazio include un piccolo negozio Ikea, più un Lidl, un Sainsbury’s, un H&M e un Primark. Ma durante la presentazione, Ingka aveva detto che sarebbe stato soprattutto la sede di nuove esperienze di acquisto immaginate per legarsi al territorio circostante e ai consumatori locali.

SEMPRE PIÙ ROBOT nei ristoranti USA

L’automazione nelle catene di ristoranti è sempre più realtà. Mentre McDonald’s lavora per automatizzare gli ordini dei suoi drive-thru, l’insegna americana California Pizza Kitchen sta testando un robot in grado di muoversi autonomamente e di servire ai tavoli. Le macchine utilizzate sono tutte di Miso Robotics, azienda californiana che dalla sua fondazione nel 2016, ha raccolto finanziamenti da catene di ristoranti e società di venture capital e oggi ha un valore stimato di circa 500 milioni di dollari. “C’è una forte domanda di questo tipo di robot”, ha affermato il CEO di Miso Robotics, Mike Bell, alla CNBC. I ristoranti hanno bisogno di molta più manodopera di quella che è al momento disponibile e l’automazione nelle cucine e nelle sale può dare un grande contributo. Non solo: diventa anche una leva marketing per attrarre più clienti e curiosi. L’ultimo lancio di Miso è il sistema CookRight Coffee, che utilizza l’intelligenza artificiale per monitorare il volume e la temperatura del caffè e fornisce analisi predittive sul tipo di caffè che i clienti apprezzano di più.

ZARA INAUGURA A MADRID IL SUO STORE PIÙ GRANDE, con alcune novità

Il gruppo Inditex ha inaugurato a Madrid, all’interno dello storico Edificio España, un nuovo mega-store Zara, il più grande al mondo del brand spagnolo. Il negozio, su quattro piani, si estende su una superficie commerciale di 3.800 mq su un totale di 7.700 e presenta un nuovo concept e diverse novità: oltre a una spaziosa area self-checkout, grazie al servizio Pay&Go è possibile pagare con il telefono da qualsiasi punto del negozio scansionando i codici QR. La nuova app rilasciata dal brand consente, inoltre, di prenotare in anticipo un camerino. Il restyling di Zara fa parte della nuova strategia di Inditex di rinunciare ai punti vendita minori e di concentrarsi su spazi più grandi. L’apertura dei due negozi arriva pochi giorni dopo il cambio di leadership nel gruppo Inditex che ha nominato Marta Ortega nuovo presidente e Pablo Isla Ceo del colosso del fast fashion da quasi 28 miliardi di euro di fatturato e 3,2 miliardi di utili. pag. 77 | retail&food | Maggio 2022


VETRINA

Millennium, la “purissima” di San Benedetto Antica Fonte della Salute – Millennium Water è una delle più prestigiose creazioni di San Benedetto. Un’acqua che trae origine da una falda acquifera millenaria, a 236 metri di profondità, che dona un valore di nitrati inferiore allo 0,0001%. Questo è stato uno dei prodotti di punta appena messi in mostra al Vinitaly, insieme alla linea di bottiglie in vetro Prestige Rose Edition, a Elite, l’acqua che unisce design e praticità delle bottiglie in PET, e San Benedetto Tower la nuova bottiglia di acqua minerale da 1 litro dedicata alle tavole del mondo Ho.Re.Ca. Insieme a queste, anche i brand di acque effervescenti Acqua di Nepi e Cutolo Rionero Fonte Atella, oltre alle nuove proposte di Fonte Corte Paradiso, la fonte friulana che il gruppo veneto ha acquisito lo scorso anno.

VIRGinIA di Roner, il gin analcolico distribuito da Cattel È l’ultima novità in casa Roner, il Gin analcolico VIRGinIA, alternativa alcohol-free al gin per long drink e virgin-cocktail. che ha già riscosso un grande successo. Grazie a questo prodotto, la proposta di Cattel si arricchisce di una referenza ideale per soddisfare quella fetta di consumatori particolarmente sensibile rappresentata dai minori, dai giovani con idoneità alla guida, dagli astemi, dalle donne in gravidanza e da quanti altrimenti non potrebbero gustare un buon cocktail a base di gin.Le distillerie Roner producono grappe e distillati dal 1946. Oltre a gin, da citare la grappa Gold (la grappa invecchiata più premiata d’Italia), l’iconica Acquavite di pere Williams e il liquore al sambuco Holler Sambo.

Oxy, il brevetto a ossigeno di BeMuch BeMuch è un’azienda italiana, controllata da aprile 2021 da una nuova proprietà, che ha deciso di rinnovare le strategie aziendali, inserendo nuove linee e referenze, ideando una nuova immagine e decidendo di orientare le vendite non più solo al canale b2b, ma anche al consumatore finale, con una linea inserita nella gdo. In futuro, nasceranno anche punti vendita a brand. I prodotti professionali per l’haircare sono divisi in tre linee: Color+, Care e Design. La prima contiene una gamma di prodotti per la colorazione, tra cui creme e maschere. La linea Care è formulata per contrastare i problemi del cuoio capelluto (lozioni e shampoo) mentre quella Design (un prodotto in foto) è dedicata allo styling, realizzata con una formulazione Hyaluronic based che garantisce una maggior protezione ed idratazione dei capelli. Tra gli altri prodotti, BeMuch è anche proprietaria di un dispositivo a ossigeno (Oxy Station) che regala colori più intensi, maggior tenuta della tinta e un capello più strutturato.

pag. 78 | retail&food | Maggio 2022


VETRINA

Magnum Michelangelo, la limited edition ispirata al Rinascimento L’anno scorso, aveva omaggiato Dante a 700 anni dalla sua scomparsa. Ora Magnum (gruppo Unilever) presenta la sua nuova limited edition ispirata a Michelangelo, il genio del Rinascimento autore degli affreschi della Cappella Sistina. Magnum Michelangelo è un gelato con cocco e cacao, cioccolato bianco e cristalli di lampone, così da ottenere un mix di colori, sapori e consistenze che richiama l’arte. Il prodottto è già disponibile nei supermercati e bar. Michelangelo andrà ad arricchire la consueta gamma di gelati, tra cui il Double Caramel, il Double Lampone, il Mandorle, il Double Chocolate, oltre alla gamma dei Mini e dei Pot.

La bottiglietta Gatorade diventa al 100% sostenibile Gatorade, proprietà di PepsiCo, lancia la nuova bottiglia da 500 ml realizzata in plastica riciclata al 100%. Un passaggio che fa parte della più ampia strategia di trasformazione aziendale, “PepsiCo Positive (pep+)”, attraverso cui il gruppo pone la sostenibilità al centro di tutte le sue attività. La nuova bottiglia, commercializzata per la prima volta in Italia e successivamente in Europa, si pone l’ambizioso obiettivo di ridurre l’emissione di CO2eq di oltre 1.000 tonnellate nel 2022 e di oltre 4.000 tonnellate entro il 2025. Sparisce anche il colorante dalle bottiglie, assenza che permette una migliore possibilità di riciclo. “Siamo molto orgogliosi di questa novità” afferma Marcello Pincelli, amministratore delegato di PepsiCo Italia. “E’ senza dubbio il primo passo verso un più ambizioso obiettivo di sostenibilità aziendale”.

La farina di birra Ley prodotta dagli scarti

Presentata da poco al mercato l’esclusiva farina di birra LEY, prodotta dalla veneta Circular Food, grazie a un processo brevettato (HSCD - High Speed Cold Dryer) che consente di trasformare in farina i prodotti di risulta di distillati e fermentati, Una farina, quindi, ottenuta dalla trebbia di birra che recupera gli scarti di produzione dei birrifici, fino ad ora trattati come rifiuti organici o destinati a mangime. È un prodotto ad alto contenuto di fibre (52%), dal caratteristico sapore tostato che la rende ideale come base per la produzione di prodotti da forno, come pasta, grissini e snack salati. Anche il processo industriale pone Circular Food all’avanguardia, dato che la produzione viene portata a termine con risparmio energetico del 60% rispetto ai modelli tradizionali. pag. 79 | retail&food | Maggio 2022


LA FOTO

L’incredibile nuovo McDonald’s, da poco inaugurato all’aeroporto di Sydney. È stato soprannominato Sky Kitchen per due motivi, sia perché offre una terrazza panoramica sulla pista e sugli aerei, sia perché gli hamburger arrivano al bancone dalla cucina posta in alto, tramite un trasportatore sopraelevato (McDonald’s Sky Kitchen designed by Landini Associates. www.landiniassociates. com, Photography by Trevor Mein).

pag. 80 | retail&food | Maggio 2022



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