retail&food
travel retail shopping mall
ANNO 8 • NUMERO 1/2 GEN/FEB 2013 • e 5,00
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
2013: progetto “Long life”
GLI SPAZI DEL RETAIL CHE DURANO NEL TEMPO Da questo numero tante novità: rubriche, servizi, notizie...
Star Trek
OpenGames
Parola di...
LS travel retail
Long life
Valecenter
NEWS PRIMAE NOCTIS
CGIL vs McDonald’s, scontro fuori tempo massimo
L'OPINIONE
Implementare il servizio, la nuova frontiera della ristorazione
Il mercato della ristorazione, fotografato da lontano, dà un’immagine di contrazione dei consumi nell’ordine anche di due cifre. Ma fotografato da vicino, mettendo a fuoco la lente sui singoli punti vendita, evidenzia una situazione variegata e interessante. In un periodo in cui il valore percepito del denaro ha raggiunto livelli inaspettati, è ovvio che la gente voglia essere trattata sempre più da cliente e meno da consumatore. Ciò si traduce in qualcosa di molto semplice: la crisi attacca quei locali che non gestiscono bene la propria clientela. Chi fa questo mestiere da anni e ha esperienza di aperture all’estero, soprattutto nel mondo anglosassone, sa che queste variabili fanno la differenza: il cliente non perdona una pizza servita a uno dei commensali e, dopo qualche minuto, all’altro. Il vero implementatore della qualità è quindi la competizione. Probabilmente in Italia, fino ad ora, la massiccia richiesta non aveva fatto scattare in modo forte la necessità di implementare il servizio. Per tradizione e cultura, nei ristoranti, nei bar e nelle pizzerie Italiane si è sempre pensato alla qualità del prodotto, con ottimi risultati tra l’altro, ma si è tralasciato questo aspetto, che oggi rappresenta la nuova frontiera. In quest’ultima affermazione sono condensati sia gli errori sia i segreti del nostro successo come Rossopomodoro, soprattutto sul mercato americano e inglese. Da sempre fortissimi sul prodotto, con le eccellenze della nostra cultura e della nostra terra del Sud, abbiamo dovuto imparare a preparare le pizze e gli spaghetti nei tempi giusti e a servirli in modo coordinato e coerente alle aspettative di una clientela smaliziata e con alte aspettative. In tal senso, e se servirà a migliorare il sistema Italia, ben venga la crisi.
Editoriale
A inizio 2013 McDonald’s ha lanciato una massiccia campagna di comunicazione. Tutta incentrata sul lavoro. Su carta con i numeri, in video anche con volti e nomi di dipendenti (la regia degli spot è del premio Oscar Gabriele Salvatores). Il concetto su cui verte la campagna è molto semplice quanto antico: il lavoro. E per questo si cita anche il primo articolo della Costituzione. In Italia McDonald’s dà lavoro a migliaia di persone e le aperture previste per i prossimi anni porteranno a un incremento di dipendenti fino a 3.000 unità. Un tema insolito per una corporation come McDonald’s, abituata a pubblicizzare panini, insalate o caffè. Ma visti i tempi nell’headquarter di Milanofiori si sarà pensato che una comunicazione di questo tenore può trovare audience e apprezzamenti presso un pubblico largo. D’altra parte la popolarità di McDonald’s in Italia è cresciuta grazie alla continua apertura di nuovi ristoranti ma anche perché con pochi euro è ancora possibile consumare un pasto completo. Ma ecco come una molla insorge la Cgil: ciò che offre McDonald’s sono contratti part time all’80% dei suoi dipendenti, con turni festivi e notturni ecc. È vero anzi verissimo, quanto afferma la Cgil, ma è questo il problema? Un’azienda offre lavoro, con contratti regolari, a migliaia di persone, promettendo altre migliaia di assunzioni regolari e il fatto che siano part time è un problema? Rispettiamo il lavoro, i lavoratori e i rappresentati dei lavoratori. Perché così deve essere, come sancisce la nostra carta costituzionale. Ma con questo sindacato non si va lontani, questo è poco ma sicuro.
Franco Manna, presidente di Sebeto Spa
retail&food - gennaio/febbraio 2013
1
Anno 8 numero 1/2 gen/feb 2013 Direttore responsabile Andrea Aiello - andrea.aiello@edifis.it In redazione Fabrizio Patti - fabrizio.patti@retailfood.it Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Hanno collaborato
Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Giuseppe Bonomi, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Stefano Gardini, Paolo Prota Giurleo, Massimo Guacci, Antonio Intiglietta, David Jarach, Paolo Lombardi, Filippo Maffioli, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Dante Marro, David Montorsi, Giorgio Moroni, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Enrico Pazzali, POLI.design, Alessio Quaranta, Mario Resca, Leopoldo Resta, Vito Riggio, Kevin Rozario, Paolo Simioni, Vittorio Valenza Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Segreteria Antonella Ferraraccio Pubblicità dircom@edifis.it Progetto grafico e impaginazione Quality A&M Stampa A.G.F. – Peschiera Borromeo (Mi) Redazione Viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano - Italy Prezzo di una copia _ 5,00 – Arretrati _ 10,00 Abbonamento Italia: _ 50,00 Europa: _ 90,00 Resto del mondo: _ 110,00 Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 15972 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima.
retail&food è media partner ufficiale di
www.travelretail.it
retail&food
è una rivista edita da Edifis spa Viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano - Italy Tel. 02 3451230 - Fax 02 3451231 info@retailfood.it www.retailfood.it
n° 1/2 gen/feb 2013
SOMMARIO
22
42 28
38 54
48 NEWS PRIMAE NOCTIS CGIL vs McDonald’s, scontro fuori tempo massimo
1
R&f News
4
Cosa occore sapere per... Cosa ci aspetta nel 2013?
5
R&f News opening
16
INdice R&F Bene il retail, meglio l'Italia
20
Osservatorio prezzi Autostrade lombarde: prossimità e velocità per ripartire In un mercato frenato da royalty elevate e dai consumi ridotti, nuovi brand e formule commerciali stanno spingendo sull’acceleratore...
22
star trek Destinazione OpenGames
24
long life Valecenter, 20 anni e non sentirli Inaugurato nel 1993, il centro commerciale di Marcon (Ve) è stato ampliato e ammodernato tra il 2006 e il 2007, con la gla che è passata da 40mila a quasi 60mila metri quadrati...
28
Innovation index 2012 And the winner is… Con la fine del 2012 si rinnova la classifica dedicata all’Indice di Innovazione per i progetti retail real estate analizzati durante l’anno. Il timbro di retail&food, edizione 2012...
32
prima pietra Mondojuve, retail a bordo campo Il nome del progetto richiama il team bianconero. Ma, dopo l’acquisizione dei terreni tra Vinovo e Nichelino (To) e dei diritti per lo sfruttamento del marchio, tutta l’operazione è appannaggio di Gruppo Finanziaria Gilardi...
34
Dossier Aeroporti Ancona, la grande scommessa si chiama retail A settembre un outlet, il primo di proprietà di un aeroporto, poi una galleria commerciale di alto livello da 20 negozi...
38
Chicago Retail Tour 2012 Mission accomplished!
41
I grandi mall puntano su food e top retailer Unibail Rodamco: centri commerciali a quattro stelle
42
Parola di… Dag Rasmussen LS travel retail: cambiamo volto a Fiumicino
44
Resoconto fiera/1 Franchising, al Salone il business va in rete La scorsa edizione della rassegna meneghina ha tracciato la rotta per un 2013 di crescita...
46
Resoconto fiera/2 Mapic, i progetti sul tavolo Numeri di affluenza ancora in crescita e soprattutto tanti progetti, sia per nuovi centri che per ampliamenti...
48
Christmas meeting 2012/Cncc Retail in crisi? «Mettiamo le ruote ai mall» Doppio appuntamento per il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali lo scorso 11 dicembre a Palazzo Mezzanotte (Mi). Oltre a consegnare i tradizionali awards di fine anno...
L’Italia è ancora in testa con poche insegne dai grandi numeri, ma il drappello di piccole francesi è pronto a dar battaglia... retail di frontiera Supermercati e travel, matrimonio anche in Italia Sono ancora sperimentazioni, ma il processo è avviato: dopo il negozio di La Pioppa Ovest, Carrefour entra in altre tre aree di sosta di MyChef, con la prospettiva di estendersi a tutta la rete...
58
60 Storie d'impresa Ce.Di Sisa Centro Sud, fatturato da 876 milioni di euro Fissato 15 anni fa il budget a 100 miliardi di lire, oggi la società guidata da Aldo Pettorino ne fattura quasi nove volte tanto, con un portafoglio di circa 500 punti vendita sparsi in cinque regioni del centro-sud Italia... news arredo
61
news tecnologia
62
international
64
vetrina
68
la foto
71
51
la pulce nell'orecchio Egitto e Russia: territori di conquista per il travel
72
Mystery on board La premium economy di Air France
52
Rubriche
Dossier Autostrade – le strategie anticrisi MyChef: è ora di rinegoziare i contratti
53
Analisi mercato – Kids fashion Nei mall è derby Italia-Francia
54
stock option 4 new markets outlook 6 abc franchising - international franchise 8 comunicazione di servizio 12 obiettivo personale 14 mercati in fiera 72
retail&food - gennaio/febbraio 2013
3
r&f
News
Addio Fini, 22 aree col nome Sarni
Col 2013 è scomparso il marchio pionieristico di ristorazione del network autostradale italiano Fini Grill. Da un lato, infatti, si è esaurita la partnership commerciale tra
il marchio food e l’operatore di ristorazione in concessione, che va quindi a cambiare la sua ragione sociale da FiniFast a GustoFast. D’altra parte ci sono logiche di gruppo: in base ad un contratto di rete tra imprese, GustoFast a gennaio ha provveduto a mutare il marchio Fini con il brand “proprietario” Sarni in tutti i punti di ristoro presenti nelle 22 aree di servizio gestiti nella rete autostradale, che hanno prodotto un giro d’affari complessivo 2011 di 68 milioni di euro.
Italia Franchising Year Book 2013: l’annuario per crescere all’estero
I
retailer italiani hanno un nuovo strumento per farsi conoscere dai migliori sviluppatori e investitori internazionali: l’annuario “Italia Franchising Year Book 2013”. È una guida in lingua inglese che nasce da una partnership tra Reed Expositions France ed Edifis, la casa editrice di retail&food e Ristorando, per promuovere lo sviluppo all’estero delle catene italiane di ristorazione e di retail non food. Al suo interno ci sono tutte le informazioni utili per cogliere le potenzialità del mercato italiano e i dati sui principali operatori. Le schede dedicate ai brand prevedono una doppia pagina ciascuna, in vendita al prezzo promozionale di 1.000 euro. Reed Expositions France è la società organizzatrice di fiere come Franchise Expo Paris (24-27 marzo 2013) e Mapic (Cannes, 13-15 novembre 2013). La guida, stampata in 5mila copie, sarà distribuita presso queste due
fiere , oltre che in altri eventi e appuntamenti del settore, a un target mirato di operatori specializzati, master franchisee e investitori. Per informazioni: dircom@edifis.it e tel. 02.3451230, int. 233. •
Stock option BUY
NEUTRAL
SELL
Euronics: Gaetano Puglisi nuovo direttore generale
Dopo cinque anni al timone di Euronics in qualità di direttore generale, Roberto Cuccaroni ha deciso di lasciare l’incarico per affrontare una nuova esperienza, sempre all'interno del mondo Euronics. Al suo posto è stato nominato Gaetano Puglisi, manager di alto profilo maturato nel
Amancio Ortega Il patron del gruppo Inditex, Amancio Ortega, passa al terzo dal quinto posto nella classifica dei Paperoni del mondo stilata da Forbes. Ma soprattutto, in un anno (e che anno) ha visto le sue ricchezze crescere del 63 per cento. Vicolungo Nel primo week-end dei saldi 65mila presenze, sfiorato il record del 2007. Vicolungo ringrazia soprattutto i turisti (russi in testa) e conferma un sondaggio Ispo per Neinver: al 68% degli italiani gli outlet continuano a piacere.
Gaetano Puglisi mondo del retail. Puglisi, prima di sbarcare in Euronics, ha ricoperto ruoli chiave in Procter & Gamble, Esselunga, Conad e Pam.
4 retail&food - gennaio/febbraio 2013
Autogrill Un, due, tre. Tutti i lotti per i 26 aeroporti spagnoli sono rimasti a Wdfg, controllata del gruppo Autogrill. Che nella gara ha messo tantissimi soldi: 1,96 miliardi di euro. Ma si aspetta di incassarne sette in altrettanti anni, grazie alla crescita del 35% degli spazi commerciali.
Expo 2015 Tre bandi internazionali per la ristorazione nel sito di Expo 2015: uno per il f&b di fascia alta, uno per quella media e uno per quella alta. Saranno pubblicati entro il primo semestre 2013, anticipa a r&f Giuseppe Sala (nella foto), ad di Expo 2015 spa. Annotiamo l’impegno. Brooksfield Il marchio del gruppo Mistral esce dai cinque outlet di McArthurGlen. Rimane solo a Moncalieri, Vicolungo e Castel Guelfo, perché non può permettersi guerre di prezzo a dispetto dei multimarca. Scelta controcorrente. Il coraggio sarà premiato? Pitti Immagine Uomo Nell’esposizione fiorentina scendono i buyer italiani (-6%) ma salgono del 5% quelli stranieri, soprattutto da Russia (+40%), Cina (+36%), Usa, Turchia e Corea del Sud. Cioè quelli su cui vale la pena puntare oggi.
Aeroporto di Berlino Vengono i capelli ritti a leggere che l’aeroporto di Berlino Brandeburgo sarebbe addirittura da riprogettare da zero, tanti sono stati gli errori commessi. Ma anche per gli ottimisti prima del 2015 sarà difficile aprire. Intanto i costi (fin qui 4,3 miliardi) lievitano. Darty Italia A fine 2010 l’ad di Darty Italia, John Hatch, presentava il piano per passare dall’1 al 5% di quota di mercato. Lo scorso gennaio ben altro annuncio: uscita dall’Italia e vendita dei negozi a DPS-Trony. Salvaguardati i commessi, ma non 105 persone della sede centrale. Stazione di Afragola È tutto fermo nella futura stazione AV di Afragola (Na). La pugliese Dec, che nel 2009 vinse la gara da 74 milioni, un anno fa è stata travolta da problemi finanziari, poi il cantiere è finito sotto sequestro. I 32 creditori, per 7 milioni di euro, sono in rivolta.
cosa occorre sapere per...
LaSalle, da Marionnaud incarico per venti negozi
A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano
Cosa ci aspetta nel 2013? Aumenta il tasso degli interessi legali di mora Nel novembre 2012 si è finalmente concluso l’iter di recepimento della Direttiva 2007/11/UE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali. Le nuove disposizioni, che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2013, introducono alcune importanti novità che vanno a modificare l’attuale normativa contenuta nel Decreto Legislativo n. 231/2002 e di cui avevamo già parlato nel numero 6/2011. In particolare, è utile richiamare in questa sede la disposizione che stabilisce l’incremento di un punto percentuale degli interessi legali di mora, vale a dire degli interessi che il creditore può richiedere al debitore senza necessità di apposita messa in mora. Dal 1° gennaio 2013 tali interessi saranno infatti pari al tasso della Bce (attualmente pari all’1%) maggiorato di 8 punti percentuali (rispetto agli attuali 7 punti percentuali). E’ quindi presumibile che essi si attestino intorno al 9% a partire dal 1° gennaio 2013. La portata di tale modifica, che si applica in via automatica a tutte le transazioni commerciali (intese come fornitura di merci o prestazione di servizi dietro pagamento di un prezzo) fra imprese o fra imprese e pubbliche amministrazioni, è destinata ad essere ben più ampia rispetto all’ambito di operatività della nuova normativa. Ed infatti la disposizione sugli interessi legali di mora per ritardati pagamenti è assai di frequente richiamata dalle parti in contratti che non possono tecnicamente definirsi come “transazioni commerciali”, quali, ad esempio, gli affitti di rami di azienda o le locazioni commerciali. Pertanto, ove il contratto di affitto o la locazione richiamino espressamente il Decreto Legislativo n. 231/2002, per calcolare la misura degli interessi dovuti dal conduttore/affittuario in caso di ritardato pagamento dei canoni, delle spese e/o di altre somme dovute in base al contratto (anche ove il testo non faccia alcun riferimento alla recente modifica introdotta dal nostro legislatore) è bene tenere presente che dal 1° gennaio 2013 tali interessi dovranno intendersi incrementati sulla base delle disposizioni sopra richiamate. Le liberalizzazioni nell’ambito del commercio: la prima sentenza della Corte Costituzionale Con la sentenza 200/2012 la Corte Costituzionale si è pronunciata sul ricorso presentato da alcune Regioni, che hanno eccepito l’incostituzionalità dell’articolo 3 del Decreto Legge 138/2011 (convertito nella legge 148/2011) secondo il quale con riferimento alle attività economiche private è consentito tutto ciò che non è vietato dalla legge. Lo stesso articolo prevedeva, altresì, l’automatica
Sarà un 2013 di forte sviluppo per il retailer specializzato in cosmetica e profumeria Marionnaud. La catena, attualmente presente in Italia con 120 punti vendita, molti dei quali in Lombardia, ha incaricato Jones Lang LaSalle di individuare entro l’anno venti nuovi negozi nel territorio nazionale. La ricerca prenderà in considera-
soppressione delle disposizioni incompatibili con tale principio a decorrere dal 30 settembre 2012. Tale norma, sebbene estremamente generica, ha comunque introdotto nel nostro ordinamento il principio secondo cui le limitazioni alla libera iniziativa economica privata devono essere giustificate dal rispetto di obblighi internazionali o comunitari ovvero da principi costituzionali legati alla tutela della salute, dell’ambiente, del patrimonio culturale e della finanza pubblica o da ragioni di sicurezza ed utilità sociale. Le Regioni ricorrenti hanno ritenuto incostituzionale tale disposizione sull’assunto che essa rappresentava una “invasione” dello Stato nelle loro competenze nell’ambito del commercio e delle attività produttive. La Corte ha rigettato tali obiezioni, affermando che il principio della liberalizzazione delle attività economiche espresso dall’art. 3 sopra richiamato è volto sostanzialmente a promuovere la concorrenza e pertanto non si sovrappone né va ad invadere il campo del riservato alle Regioni, le quali hanno il compito di regolamentare la materia del commercio, tenendo in debita considerazione tale principio. Ciò nonostante, la Corte ha poi affermato l’incostituzionalità della legge statale ove stabilisce l’automatica soppressione delle disposizioni incompatibili con il principio di liberalizzazione, in quanto troppo generica ed astratta. Secondo la Corte, è necessario che lo Stato individui con precisione le disposizioni ritenute incompatibili affinché anche le Regioni possano modificare ed adeguare la propria normativa. Resta il fatto che il riconoscimento da parte della Corte della legittimità del principio di liberalizzazione delle attività economiche sancito dalla legislazione statale lascia ben sperare con riguardo al contenuto delle altre sentenze della Corte, la cui pubblicazione è attesa nel 2013, sui ricorsi presentati da alcune Regioni ed aventi ad oggetto la liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali.
Avv. Giulia Comparini Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.
zione sia le location high street che quelle disponibili nella grande distribuzione. Questa operazione conferma la reale capacità del nostro Paese di attrarre operatori retail internazionali, con in testa le metropoli di Milano e Roma, rispettivamente quarta e sesta nella classifica delle prime dieci città analizzate dal Jones Lang LaSalle Cross Border Retailer Index.
Ad Amber il 14% di Save
Il Comune di Venezia ha ceduto le sue azioni nell’aeroporto. Si tratta del 14% di Save. Il pacchetto è stato venduto per 50 milioni all’Amber Capital Uk, attraverso
un “veicolo” apposito con base in Usa, chiamato San Lazzaro. Il controllo della società è ancora nelle mani di Marco Polo Holding srl, con il 40,12 per cento.
retail&food - gennaio/febbraio 2013
5
r&f
News
Bip Mobile: obiettivo 100 punti vendita
La nuova compagnia telefonica low cost, Bip Mobile, punta a un milione di clienti e a creare una rete di 100 negozi in Italia entro il 2013. Lo sviluppo retail, da realizzare in franchising, è stato annunciato dall’amministratore delegato della società, Fabrizio Bona. Al momento sono tre i punti vendita attivi, a Roma, Livorno e Trieste, mentre a febbraio dovrebbe iniziare il progetto di affiliazione. All’interno degli shop saranno venduti magliette e gadget dei personaggi dei cartoni animati di Warner, marchio internazionale
Larry Smith conquista Le Isole
I
che fa da spalla all’operazione. L’obiettivo, attraverso la commercializzazione dei gadget, è quello di rendere più appealing i negozi.
naugurato nel 2006 e gestito tra il 2011 e il 2012 da Sonae Sierra, il centro commerciale Le Isole di Gravellona Toce è passato a inizio gennaio nel portfolio di Larry Smith. La società guidata dall’amministratore delegato Corrado Vismara sarà impegnata anche nell’attività di ricommercializzazione, per potenziare un mix che già al momento sembrerebbe funzionare abbastanza bene, come ha confermato la stessa azienda. In particolare, da subito sono due i punti vendita da affitta-
re, mentre alcuni altri saranno allocati prossimamente a causa della naturale scadenza dei contratti. Il centro commerciale piemontese vanta circa 21.700 mq di gla, con all’interno un Ipercoop di oltre 13mila mq e 56 punti di vendita. Le medie superfici sono due, Bata e Ovs, mentre nella food court spiccano i marchi di McDonald’s e Rana. Le società proprietarie del complesso sono Novacoop e Jones Lang LaSalle. •
New markets outlook a cura di STRA_BRANDING – www.strabranding.com
¡Que viva Mexico! Il mercato dei beni di lusso in America del Sud ed in America Centrale fa registrare tassi di crescita del 15% all’anno con il Messico che ne ha assunto la leadership. Secondo un recente studio del Boston Consulting Group, infatti, il 5% dei messicani compra più del 50% degli articoli di lusso venduti in America Latina. Questo Paese, che rappresenta la dodicesima economia del mondo, ha un mercato interno di circa 110 milioni di consumatori con forti tassi di crescita demografica e le politiche di stabilità economica adottate negli ultimi anni (controllo dell’inflazione e cambio stabile) hanno favorito la creazione di una classe media che oggi può prendere decisioni di lungo termine. I consumi di tale classe si aggiungono a quelli dei segmenti più alti della popolazione (7 milioni di persone, circa il 6% del totale) creando un mercato per i beni di lusso che nel 2012 raggiungerà i 4 miliardi di dollari, il cui mix merceologico è così composto: 35% accessori, 45% calzature ed abbigliamento, 7% vini e champagne, 13% altri settori. La forte influenza culturale americana e la sua vicinanza geografica hanno imposto l’importanza degli status symbol tipica di quel paese. Infatti, i consumatori messicani hanno grande attrazione nei confronti dei prodotti di lusso che parlino più del loro status e del loro potere economico che non del loro gusto estetico o della capacità di seguire le tendenze della moda. L’importante è che il prodotto sia riconoscibile. La principale città per i consumi è certamente Città del Messico (circa 23,5 milioni di abitanti) dove tutti i marchi di riferimento aprono il loro primo punto
vendita per poi espandersi verso Guadalajara (oltre 6 milioni di abitanti) o Monterrey (oltre 5 milioni di abitanti), città molto ricca a nord del paese. A Città del Messico va ricordata l’Avenida Mazaryk, paragonabile a Via Montenapoleone, che rappresenta senza dubbio il punto di riferimento nazionale per i grandi marchi. Sull’Avenida Mazarik sono presenti: Ermenegildo Zegna, Hermes, Ferragamo, Louis Viutton, Gucci, Etro, Brioni, Kiton, Brunello Cucinelli, Bulgari, Tiffany, Cartier, ecc. Così, se prima le classi più abbienti andavano a fare shopping negli Stati Uniti, oggi trovano tutto in casa. In Messico si contano più di 570 centri commerciali, con un aumento del 37% rispetto all’anno precedente (dati Grupo Real Estrategy). Nella sola Città del Messico ce ne sono più di 70 con diversi posizionamenti. Dal Palacio di Hierro (12 punti vendita in tutto il paese) che in termini di immagine è il department store più importante, al Liverpool (circa 100 punti vendita) che è il più grande ed ospita marchi di livello medio, anche di importazione, o al Sears (60 punti vendita) di posizionamento ancora più basso. Da ultimo, è importante ricordare come in Messico ci sia una grande domanda di Italia e di italianità. L’italiano è la seconda lingua straniera più studiata dopo l’inglese ed il prodotto italiano è visto come elegante, di design e di alta qualità intrinseca, quasi una accettazione incondizionata per tutto ciò che ha un sapore italiano. Luca Esposito
6 retail&food - gennaio/febbraio 2013
retail&food - gennaio/febbraio 2013
7
r&f
News
Tariffe Adr-Save, la firma è arrivata
Dopo 10 anni di discussioni, alla fine di dicembre 2012 è finalmente arrivata la firma del ministero dell’Economia sui nuovi contratti di programma di Aeroporti di Roma e di Save. Per Adr, in sintesi, il nuovo contratto comporta aumenti di tasse di circa 10 euro a passeggero già dal 2013, per poi salire di circa 2 euro all’anno. Serviranno a fare fronte a investimenti di 2,5 miliardi di euro in 10 anni. Altra novità rilevante: la rinuncia a costruire lo scalo di Viterbo. Il governo ha valutato che non fosse il momento di mettere sul piatto il miliardo di euro da fonti pubbliche richiesto dall’opera. A Venezia, invece, il contratto prevede 600 milioni in dieci anni per investimenti che riguarderanno l’ammodernamento e l’ampliamento dell’aeroporto Marco Polo; i nuovi cantieri dovrebbero dare luogo a 10mila posti di lavoro. Sia per Save che per Adr si è arrivati a un compromesso tra le richieste delle società di gestione (soprattutto come rimborso per le opere già effettuate) e le esigenze di finanza pubblica.
Liberalizzazioni, via libera dalla Corte Costituzionale
La Corte costituzionale ha pronunciato la parola fine sulla battaglia legale, avviata da numerose regioni contro il governo centrale, in merito alle legge sulle liberalizzazioni nel commercio approvata a fine 2011. Con la sentenza pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 19 dicembre, la Consulta ha bocciato sostanzialmente le questioni di legittimità costituzionale avanzate da numerose giunte, confermando la tesi del governo che insisteva sulla prerogativa statale in tema di concorrenza. Le regioni, al contrario, sostenevano soprattutto che questa legge andasse a ledere le proprie prerogative sulla gestione del commercio. In virtù di questa sentenza nessun limite potrà essere imposto alla grande e alla piccola distribuzione in ambito di giorni e orari di apertura. La consulta ha anche precisato che non vi sarà alcuna deroga rispetto agli obblighi e alle prescrizioni a cui gli esercizi sono tenuti in base alla legislazione posta a tutela di altri interessi costituzionalmente rilevanti quali l’ambiente, l’ordine pubblico, la pubblica sicurezza, la salute e la quiete pubblica.
8 retail&food - gennaio/febbraio 2013
novità
ABC franchising a cura di Assofranchising
Il punto di partenza: la legge sul franchising
L
a legge 129/2004 sul franchising in Italia, denominata “Norme per la disciplina dell’affiliazione commerciale”, è di recente emanazione. Il testo, per il quale Assofranchising si è fatta diretta promotrice, permette un inquadramento legislativo specifico che in precedenza mancava nell’ordinamento italiano. Si compone di nove brevi articoli nei quali sono definiti i contenuti, le forme e tutte le caratteristiche del contratto di franchising. Importante è il primo articolo di legge, che definisce l’affiliazione commerciale «un contratto fra due soggetti giuridici, economicamente e giuridicamente indipendenti» e in questo senso rende evidente come il contratto di franchising non sia di tipo subordinato. All’interno del testo di legge sono inoltre stabiliti i doveri e gli obblighi dell’affiliante (ovvero il franchisor) e dell’affiliato (il franchisee), che sono vero punto di partenza per una prima valutazione sulla bontà di una rete in franchising. È bene dare pieno risalto al rispetto degli obblighi e dei doveri (articoli 3 e 4 della legge) da parte di un’azienda che si definisce franchisor ed è bene che l’aspirante fran-
Italo Bussoli, segretario generale di Assofranchising chisee sia innanzitutto conscio di come debbano essere presentati un contratto di franchising e una proposta di affiliazione commerciale. Si tratta di un aspetto fondamentale di serietà da parte delle aziende e di attenzione da parte dei candidati affiliati: entrambi infatti concorrono alla stipula del contratto. Una nota a margine, che riteniamo di dover sottolineare, è la revisione del contratto di franchising, dal punto di vista di correttezza secondo la legge 129/2004, che tutti gli aspiranti soci di Assofranchising devono sottoporre al momento della domande di adesione all’Associazione.
International franchise
Cominciamo bene, facciamolo con Ifa
è
la più antica e la più grande, 50 anni di eccellenza nel mondo del franchising. L’Ifa (International Franchise Association) ha relazioni con il governo Usa, con i media, produce educational per valorizzare e promuovere il franchising. I membri Ifa contano oltre 825mila strutture in franchising, quasi 18 milioni di posti di lavoro, 2.100 miliardi dollari di fatturato negli Stati Uniti. Le aziende sono segmentate in oltre 300 categorie diverse, incluse aziende di consulenza per lo sviluppo, dagli aspetti legali fino al marketing. Ifa favorisce l’espansione delle reti all’estero. Sebbene vi siano molti vantaggi per gli Usa “to franchise internationally”, leggi specifiche, atteggiamenti protezionistici, licenze speciali da parte degli organismi competenti, richieste negoziali differenti e risorse finanziarie scoraggiano i brand Usa ad aprirsi ai mercati esteri. Ma le aziende che vogliono espandersi e crescere velocemente e con più alto riconoscimento del marchio debbono avere successo all'estero. Nella “convention” annuale ci sono sessioni mirate al franchising internazionale,
dove si incontrano partner per apprendere best practice nelle aree estere. C’è anche un Comitato internazionale che aiuta le aziende ad interagire direttamente con altri operatori che sono già all'estero al fine di fare networking. In Italia le regolamentazioni locali sono più complesse di altre economie ma grazie ai continui cambiamenti demografici e a nuovi stili di vita, Ifa stima vi siano oggi molteplici opportunità. Per brand internazionali che vogliano operare negli States, invece, è importante una ricerca di mercato preventiva sulla zona che si desidera “to franchise”, per individuare quali siano la giusta location e gli skill specifici del franchisor, e Ifa può aiutare le aziende con ottimi professionisti. Paul Rocchio, director Ifa, afferma di voler «incoraggiare gli “italiani” ad andare negli Usa perché l’America aumenterà la “qualità” del vostro franchising, ma anche le entrate, dandovi l'opportunità di viaggiare ed e apprendere». Federico Fiorentini direzione@brdconsulting.it A cura di BRD Consulting - www.brdconsulting.it
News Confimprese: r&f
nel 2013 mille aperture dei soci
I
l quarto Rapporto Confimprese stima nel 2013 l’apertura di mille punti vendita da parte delle imprese associate, corrispondenti a 4mila posti di lavoro in tutta Italia. Si tratta di un calo di circa il 30% rispetto ai dati del 2012, quando furono previsti 1.400 opening per 5mila posti di lavoro. Il rapporto entra anche nel dettaglio dei principali progetti dei soci: tra le novità in arrivo c’è l’inaugurazione della nuova area di servizio di Villoresi Est da parte di Autogrill. Sarà la maggiore in Europa e darà lavoro a 100 addetti. La forte spinta che arriva dal canale travel si vede anche nei piani del Gruppo Sebeto, di Chef Express e, nel non food, di KiPoint, che sbarcherà in 13 Grandi Stazioni. Tra le altre innovazioni: il marchio Thun Bimbo e il nuovo negozio monomarca di Inticom dedicato alla cosmesi. Il dettaglio dei piani per il 2013 si può vedere nella tabella in pagina. •
FOOD Marchio
ap. previste
addetti per aperture
Chef Express (Gr. Cremonini)
4
riutilizzo personale
Roadhouse Grill (Gr. Cremonini)
6
180
Autogrill
11
n.d. 375
Burger King
15
Gruppo Rana
10
Lindt
5
Rossosapore (Gr. Sebeto)
8
Rossopomodoro (Gr. Sebeto)
3
25/28
Anema e Cozze (Gr. Sebeto)
3
25/27
Ham Holy Burger (Gr. Sebeto)
3
22/25
50
note 2 nuove ads autostradali, 1 pdv aeroporto di Fiumicino, 1 pdv stazione di Bolzano
apertura ads Villoresi (autostrada dei Laghi), la più grande in Europa, con 100 addetti; 1 locale a Fiumicino, 1 in Stazione Centrale a Milano
3 aperture all'interno di centri commerciali 1 apertura a Fiumicino, 1 nella stazione di Roma Termini
NO FOOD Marchio
ap. previste
addetti per aperture
note
Piazza Italia
60
10 dei nuovi locali saranno del format Piazza Italia Kids
Inticom
10
nuovo monomarca dedicato alla cosmesi e make-up, aperto a dicembre 2012
Yamamay
40
280
Original Marines
30
120
Camomilla Italia
20
50
Thun
50
Bata
43
di cui 10 a marchio Thun Bimbo e 10 a marchio Thun Donna
Nau!
10
20
Ottica Avanzi
20
70
Stroili Oro
8
32
Mondadori
26
78
La Feltrinelli
15
75
Vitaldent
30
L'Erbolario
20
Unieuro Tecnocasa
30/40
6
120
150
400/500
KiPoint (Gr. Sda)
15
30
Smmartpost
15
circa 75
13 aperture previste nelle Grandi Stazioni
retail&food - gennaio/febbraio 2013 11
News Inaugurata Porta Susa, avrà 7.700 mq di retail r&f
R
ealizzata a metà del XIX secolo sotto il Regno di Sardegna, l’allora denominata Stazione della Ferrovia di Novara fu concepita per essere di testa, ma presto divenne di transito. Oggi, a distanza di 150 anni, di fianco all’edificio storico (che sarà riqualificato) ha preso forma la nuova Stazione Av di Torino Porta Susa: il secondo hub italiano per l’Alta Velocità, dopo quello di Roma Tiburtina. La cerimonia di inaugurazione ha avuto luogo lo scorso 14 gennaio al cospetto delle autorità locali e del presidente del consiglio Mario Monti. Guardando ai numeri del progetto, che sarà ultimato entro la fine del 2013, spiccano l’investimento di 79 milioni di euro, la lunghezza di 385 metri (quanto un Frecciarossa) e la superficie di 37mila metri quadrati. Il dato si estende a 180mila mq se si prende in considerazione la superficie territoriale interessata dalla trasformazione urbana, di cui 115mila di proprietà di Rfi e 65mila del Comune di Torino. Diversi sono i valori aggiunti della stazione disegnata dal Gruppo Arep (J.M.Duthilleul, E.Tricaud): dal punto di vista infrastrutturale spicca la presenza della fermata della metropolitana al livello inferiore rispetto alla banchina dell’alta velocità; sotto il profilo tecnologico la presenza in copertura di 15mila mq di celle fotovoltaiche, per una potenza prodotta di 680mila KWh/anno. Una volta completata, Torino Porta Susa Av sarà dotata di 7.700 mq di aree commerciali, ai quali si aggiungeranno 700 mq di biglietterie. Per la commercializzazione degli spazi ratail food e non food è ipotizzabile un bando di gara da parte di Rfi, alla stregua di quello indetto, e assegnato a Grandi Stazioni, per Roma Tiburtina. Tuttavia l’iter dovrebbe essere ancora piuttosto lungo. •
Comunicazione di servizio
A cura di Acqua Group – www.acquagroup.it
IL GEO-SOCIAL MEDIA PER IL RETAIL
A
bbiamo parlato diverse volte dei social network in generale. Questa volta vogliamo focalizzare la nostra attenzione sui geo-social media che, a nostro parere, rappresentano una risorsa molto interessante per il mondo retail. In particolare Foursquare che, secondo un recente rapporto Nielsen, ha raggiunto il podio – seppur con medaglia di bronzo – tra i social più frequentati, dopo Facebook e Twitter. Il fattore geo-local è infatti in costante sviluppo grazie alla diffusione della tecnologia dei dispositivi mobile e all’importanza che i motori di ricerca (Google in particolare) gli stanno dando. Foursquare ha un caratteristica molto importante: la geolocalizzazione dell’utente. Si parla infatti di luoghi fisici: l’utente quando si trova in una particolare location di interesse effettua un check-in: posta e condivide, eventualmente commenta e carica foto o immagini, la propria presenza effettiva nel luogo. Non si tratta più quindi di generici “likes” su
12 retail&food - gennaio/febbraio 2013
qualcosa che forse si è sperimentato o forse si sperimenterà, ma dell’attestazione di un’esperienza effettiva. Il geo-tag è la dimostrazione di interesse reale: siamo in target al 100 per cento. Anche l’aspetto ludico associato a Foursquare è interessante: la piattaforma si presenta infatti come un vero e proprio gioco sociale partecipativo. Maggiore sarà il numero di check in effettuati e dei tip (commenti), tanti più punti si ottengono per raggiungere diversi obiettivi, fino a diventare “sindaco” di una particolare location. è chiaro che questo sistema può essere legato ad ulteriori incentivi, promozioni o altro, diventando un vero e proprio strumento di loyalty per l’azienda o il punto vendita. è uno strumento ideale per incentivare gli accessi, quindi il flusso e premiare la fedeltà, dei propri clienti. Davide Arduini e Andrea Cimenti
Presidente di Acqua Group e Amministratore Delegato di Acqua Group
r&f
News
F21, lo shopping continua: controllo di Sagat e Adf…
Non si ferma la crescita del fondo F2i negli aeroporti italiani. La società guidata da Vito Gamberale e partecipata da Cassa Depositi e Prestiti ha messo saldamente le mani su Sagat, gestore dell’aeroporto di Torino. La sua offerta per il 28% in mano al Comune di Torino (sceso al 10%) è stata accettata il 15 dicembre: 35 milioni di euro, più un possibile earn out di 5,6 milioni di euro legato all’andamento del margine operativo lordo. Pochi giorni dopo, a inizio gennaio, è seguito l’acquisto anche del 24,4% di Sagat in mano a Sintonia (holding della famiglia Benetton). Ciò ha portato il fondo F2i al 52% di Sagat e ha avuto come effetto il controllo anche dell’aeroporto di Firenze. Sagat detiene infatti il 55,4% di Aeroporti Holding, che a sua volta controlla anche il 33,4% di Aeroporto di Firenze (Adf) e il 7,2% dello scalo di Bologna. Il fondo è anche indicato come interessato allo scalo di Verona e in passato ha partecipato alla fase preliminare per la privatizzazione dell’aeroporto di Genova.
…e sempre più vicino quello di Sea
F2i ha anche spuntato l’acquisto del 14,5% di Sea-Aeroporti di Milano in mano ad Asam, la controllata della Provincia di Milano. Non c’è stata la svendita prevista: anche se l’offerta è stata è stata inferiore alla base d’asta (147 milioni contro 160), il prezzo è stato superiore a quello atteso dalla quotazione in Borsa: poco meno di 4,1 euro ad azione, contro la forchetta da 3,2 a 4,3 euro a titolo prevista dall’Ipo. Anche per la quota di Sea in mano al Comune di Milano, comunque, si sta forse arrivando alla cessione. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, durante la conferenza stampa per la presentazione del terzo satellite di Malpensa, il 10 gennaio, ha detto: «entro un mese ci incontreremo con il secondo azionista di Sea (F2i, ndr). Alcune decisioni andranno prese». Lo scopo è definire sia il prezzo di vendita sia la salvaguardia dei posti di lavoro.
14 retail&food - gennaio/febbraio 2013
Il terzo satellite di Malpensa ai nastri di partenza
D
omenica 13 gennaio, con una festa aperta ai lavoratori dell’aeroporto, il Malpensa Party Day, ha aperto il terzo satellite dell’aeroporto varesino. I primi voli sono arrivati qualche giorno dopo. La piena operatività delle infrastrutture di volo si raggiungerà tra marzo e aprile, quando saranno installati tutti e 10 i pontili mobili previsti. Proprio i finger «rappresentano la principale innovazione del terzo terzo», ha detto il presidente di Sea, Giuseppe Bonomi, alla presentazione avvenuta presso Palazzo Marino. Sono infatti in grado di accogliere contemporaneamente due Airbus A380. I passeggeri possono essere imbarcati da tre pontili, di cui uno collegato direttamente a una sala vip. I voli saranno non Schengen, principalmente di compagnie del Medio ed Estremo Oriente. Sul fronte delle attività commerciali arriva subito un grande bar Motta nel satellite, a gestione Autogrill. Ci saranno poi un negozio per acquisti last minute e un’edicola. Nello spazio antistante il satellite, inoltre, saranno inaugurati i negozi delle insegne di pelletteria Piquadro e Tosca Blu. La superficie del terzo satellite è di 35mila mq, di cui 3mila per le sale vip. La nuova area rientra nel progetto
Il Malpensa Party Day per l'inaugurazione del terzo satellite “terzo terzo”: oltre al satellite prevede l’ampliamento del corpo centrale del T1 e la ristrutturazione di quasi tutta l’aerostazione esistente. La superficie rinnovata sarà di 124mila mq e i lavori prevederanno altre tre fasi, con conclusione nel giugno 2015. Entro 18 mesi ci sarà una nuova galleria che ospiterà negozi dei massimi nomi della moda a livello internazionale. Alla fine dell’operazione ci saranno 4mila mq aggiuntivi destinati a food&beverage e retail. •
Obiettivo Personale A cura di OD&M (a Gi Group Company)
Le retribuzioni del retail? Premiano solo dirigenti e impiegati In quest’articolo presentiamo un breve studio del mercato retributivo attraverso l’approfondimento delle retribuzioni del settore retail/Gdo (commercio al dettaglio e grande distribuzione food e no food). Analizzando in primo luogo le retribuzioni lorde annue rilevate negli ultimi 5 anni, si può evidenziare una situazione di medio-lungo periodo che non premia il mercato del retail in termini di potere d’acquisto; solo la qualifica di impiegato ha infatti registrato un incremento retributivo (+8,9%) sufficiente a superare l’aumento dei prezzi al consumo nello stesso periodo (+8,3%). Per tutte le altre qualifiche, invece, si assiste a una contrazione del potere d’acquisto: se tuttavia la crescita retributiva di dirigenti e quadri (rispettivamente +7,4% e +5,9%) si pone poco al di sotto della soglia dell’inflazione, più critica è la situazione dei ruoli con inquadramento contrattuale
Trend 2008-2012 - Retail / GDO RBA media (valori in Euro) RBA (Retribuzione Base Annua Lorda)
2008
2012
TREND 2008-2012
DIRIGENTI
€ 91.662
€ 98.414
7,4%
QUADRI
€ 47.652
€ 50.440
5,9%
IMPIEGATI
€ 23.588
€ 25.688
8,9%
OPERAI
€ 20.231
€ 20.701
2,3% fonte: OD&M
di operaio, le cui retribuzioni nel 2012 registrano un calo significativo. La retribuzione media dei dirigenti nel 2012 è superiore a quella che caratterizza l’intero mercato italiano (+1,1%), al pari dei quadri (+1,2%). Quelle di impiegati e operai risultano al contrario decisamente inferiori a quelle percepite nel mercato italiano, circa 1.600 euro lordi annui in meno nel primo caso, circa 1.400 euro nel secondo caso. Gli andamenti di mercato sono soggetti a variazioni anche in funzione della componente variabile della retribuzione che è stata percepita. All’interno del Compensation Mix è evidente una netta predominanza della componente fissa della retribuzione rispetto alla quota variabile percepita: pesa dal 90% in su per i dirigenti e i quadri, mentre per gli impiegati di fatto è poco significativa e per gli operai non presente. La quota di retribuzione variabile effettivamente percepita è spesso caratterizzata da andamenti non lineari dovuti alla variabilità dei risultati raggiunti individualmente, che può differenziarsi in maniera significativa anno dopo anno. La retribuzione variabile percepita aumenta con il livello contrattuale di riferimento: i dirigenti sono maggiormente premiati in termini di retribuzione variabile, con livelli medi di oltre 18.500 euro annui percepiti, che diventano circa 6.600 lordi per i quadri e 2.700 lordi circa per gli impiegati.
Matteo Gallina (Consultant OD&M) m.gallina@odmconsulting.com
Aeroporti: Roma brinda con le Bollicine di Ferrari e MyChef Fiumicino (Roma) – Dopo la firma del contratto di programma con Enac per Aeroporti di Roma (Adr) si apre una fase – attesa da anni – di progetti e investimenti che dovrebbe far volare il Leonardo da Vinci nell’Olimpo degli aeroporti europei. Per brindare all’ottima notizia appare quindi tempestiva l’apertura di Ferrari Spazio Bollicine (terminal 1, area imbarchi B), il nuovo format di MyChef (Gruppo Elior), realizzato in collaborazione con il Gruppo Lunelli, casa vinicola trentina celebre per lo spumante Ferrari – grande protagonista di Ferrari Spazio Bollicine – ma anche per la produzione di rossi, distillati e acqua minerale e per la gestione del ristorante Locanda Margon, stellato Michelin, al cui chef Alfio Ghezzi è affidata la cura della carta di Spazio Bollicine. Ne abbiamo discusso con Francesco Malservisi, head of food & beverage retail concession di Adr, a poche ore dall’apertura al pubblico del locale. L’offerta del nuovo format MyChef ha una assoluta caratterizzazione italiana anche per quanto riguarda la cucina, rigorosamente “fredda” e basata su una linea gastronomica attenta alle stagioni. Interessante anche la proposta delle bollicine Ferrari per gli aperitivi, che potranno essere consumati anche in piedi, approfittando di quattro “isole” realizzate per poter accogliere comodamente calici e piattini. Lo staff di Sergio Castelli, ad di MyChef, ha profuso un grande sforzo nella realizzazione del nuovo concept – adatto a rappresentare l’offerta top della società milanese – anche sul fronte del design e quindi degli arredi. Molto suggestiva, ad esempio, la disposizione delle pietanze non, come è d’abitudine, sfruttando un banco-vetrina trasparente ma in un’isola centrale sormontata da specchi inclinati che, oltre a dare profondità al locale, consentono di vedere i prodotti da ogni angolazione e seduta (ne sono previste trenta). E a proposito delle sedute, davvero caratteristici gli sgabelli attorno al banco, realizzati giocando sulle linee della gabbietta metallica che trattiene il tappo dello spumante.
L’apertura di Spazio Bollicine sarà seguita a breve da quella di Rosso Intenso, nuovo format wine bar di Autogrill (area imbarchi C8-C18) prevista entro la prima settimana di febbraio, di cui daremo conto sul numero di marzo di r&f. Altre novità per la ristorazione dell’aerostazione di Fiumicino riguarderanno poi l’attività di Chef Express (Gruppo Cremonini) che a inizio marzo rinnoverà l’area del molo D con l’apertura di Rossosapore, Mokà e Algida Store e, in contemporanea, presenterà gli stessi format al Terminal 2 (Easyjet) accompagnati dal nuovo format edicola Emporio. Una spinta notevole per l’offerta f&b aeroportuale che, va ricordato, da luglio 2012 è frequentata quotidianamente anche da tutto il personale del Gruppo Adr. Ma il grosso della partita si giocherà nei prossimi anni, con il rinnovo e l’ampliamento dell’infrastruttura aeroportuale esistente, conseguenza diretta del già citato contratto di programma. Se ne vedranno delle belle! •
Atlantia-Gemina e Alitalia, partite aperte Se si sono chiuse le partite dei contratti di programma e delle cessioni di quote pubbliche degli aeroporti, sono al momento aperte due questioni importanti nel mondo aeroportuale: la possibile acquisizione di Gemina da parte di Atlantia e la vendita delle quote dei soci italiani di Alitalia. Sul primo fronte, il passaggio è dato per molto probabile. Entrambe le società hanno come soci di riferimento la famiglia Benetton e con l’acquisto si potrebbero realizzare delle sinergie, sia finanziarie (minori interessi sui debiti) sia industriali, come l’affidamento di importanti lavori a Fiumicino alla società Pavimental, controllata da Atlantia. Passando sotto una società comune (o una newco), potrebbe svolgere “in house” i lavori nello scalo. Sul secondo fronte, al momento della stampa del numero c’erano solo carte coperte: Air France (25% delle azioni) che nicchia, Etihad che invece lascia la porta aperta, mentre tramontano le ipotesi di interventi di CdP o delle Ferrovie. Gli stessi soci della cordata italiana non hanno ufficialmente detto se effettivamente venderanno.
retail&food - gennaio/febbraio 2013 15
News opening novità FoxTown, Cilento Outlet si è fermato a Eboli la volpe
r&f
fa shopping di brand
La volpe svizzera punta a nuovi target. Al factory outlet di Mendrisio arrivano Vans, marchio di abbigliamento alternativo e underground, Peutery, con i suoi famosi piumini, il brand iconico degli anni ’70 Jet Set, e Bimbus, che veste i piccoli consumatori. Senza dimenticare gli accessori made in Italy di Piquadro. Le nuove vetrine arricchiscono la già ampia offerta del Centro,
che conta 160 negozi e 250 brand di lusso. Ma oltre a implementare il mix, FoxTown ha pensato per i turisti extra Ue un servizio Tax Free e un punto Global Blue, che consente di gestire più facilmente le operazione di rimborso dell’Iva sugli acquisti effettuati presso l’outlet.
L’Erbolario replica in aeroporto
A pochi mesi dall’inaugurazione del negozio di Milano Linate, l’azienda di fitocosmetica L’Erbolario bissa con un punto vendita monomarca al Terminal 2 dell’aeroporto di Malpensa.
Valore aggiunto: il servizio al consumatore. Le viaggiatrici sono infatti assistite da consulenti alle vendite preparate direttamente presso la sede di Lodi. L’apertura di L’Erbolario, fissata giusto in tempo per gli ultimi acquisti di Natale, si inserisce in un ambizioso programma di affiliazione che l’azienda lombarda ha lanciato nel 2004. La strategia prevede un’espansione anche all’estero: dopo Zagabria la prossima tappa è Sofia, in Bulgaria.
16 retail&food - gennaio/febbraio 2013
G
iusto in tempo per non perdersi gli ultimi acquisti natalizi. Il 15 dicembre ha aperto i battenti il Cilento Outlet Village, progetto retail promosso da Gruppo Irgenre e da Promos. Il complesso situato nei pressi di Eboli prevede uno sviluppo in due fasi: al momento dell’apertura la superficie commerciale è stata di 24mila mq, mentre in seguito saranno aggiunti ulteriori 10mila mq, per un totale di 34mila mq e 120 negozi. L’outlet campano si caratterizza per la presenza di piccole unità, tipiche del format del factory outlet tradizionali, e di unità di medie dimensioni, tipiche invece dei retail park. Tra i vari marchi trovano posto Missoni, il Gruppo MaxMara - con il primo punto vendita della Campania a insegna Diffusione Tessile -, Nike, Puma, Adidas e Galliano. Tra le firme campane spicca Harmont&Blaine. Particolare attenzione è stata riservata alla ristorazione regionale, che si inserisce su uno spazio di 500 mq, e
a quella veloce internazionale, che vede protagonista McDonald’s con un McDrive posizionato nel parcheggio della struttura. Una nuova formula di servizio e intrattenimento è rappresentata dall’Harmont&Blaine Café, caffetteria dal design moderno sperimentata per la prima volta nel 2009 in Costa Smeralda (si veda r&f di novembre 2012). •
Globo, boom di aperture nel parco e nel centro commerciale
A
un anno di distanza dall’opening di Decathlon (4.800 mq di gla), primo operatore a insediarsi nel realizzando retail park del Globo, tre nuovi player hanno fatto il loro ingresso all’interno del parco commerciale ubicato a Busnago (Mb): Gabel casa (450 mq), Scavolini Store Globo (450 mq) e CVG Moda (1.370 mq). Seguiranno, tra fine marzo e inizio aprile, Maison du Monde su 4.150 mq, Scarpe&Scarpe su 1.630 mq, Prenatal su 1.330 mq, Takko Fashion su 560 mq e altri operatori di diverse merceologie. Globo Retail Park, già interamente commercializzato dalla proprietà in collaborazione con Mall System, sarà inaugurato ufficialmente in primavera, in occasione dei 20 anni dal taglio nastro del noto centro commerciale brianzolo. Spostandoci all’interno dello shopping center gestito da Cogest Italia, si annoverano le recenti aperture di Desigual sul fronte retail e di Piadina4U su 92 mq e di Burger King su 370 mq in ambito ristorazione.
Do.it: l’anti-Ikea prende casa a Colonnella Dopo un anno di rinvii, il Design Outlet italiano Riviera Adriatica ha aperto finalmente i battenti il 19 dicembre. Doveva essere il primo Do.it della riminese Retail in Progress, ma è stato preceduto dal Design Outlet italiano Santhià, collocato tra Torino e Milano, inaugurato nella primavera dello scorso anno. In totale le aperture dei centri di eccellenza del design saranno otto. Attesi a “breve” sono quelli di Brescia, Venezia, Roma e Catania. Il format anti-Ikea, ideato da Mario Esposito e Luca Burnacci, ha rivoluzionato il settore del mobile: arredamento made in Italy a prezzi scontati con una forte componente di servizi. Il nuovo Do.it di Colonnella (Teramo) si estende su circa 13mila mq ed è dotato di 60 unità, di dimensioni comprese tra i 100 e gli 800 metri quadrati.
retail&food - gennaio/febbraio 2013 17
r&f
News opening
Thun fa il botto a dicembre Dicembre con il botto per la catena altoatesina Thun, che il 7 del mese ha aperto i monomarca di Mestre, Padova, Genova Sestri, Firenze e Roma Fiumicino, quest’ultimo in versione temporary, ai quali ha aggiunto successivamente gli shop di Bari, Catania, Aosta e quello presso l’aeroporto di Napoli. Da sottolineare l’espansione del formato Thun Donna, avviato per la prima volta a Vicenza lo scorso 17 novembre e applicato in tutte le nuove aperture, tranne che nei due aeroporti. Rispetto ai negozi Thun tradizionali, quelli Donna si identificano per il logo di colore rosa, per la metratura ridotta a 35-40 mq, per il look intimo e accogliente, per le grafiche alle pareti, che raffigurano l’albero della vita, e per i mobili in vero legno tagliato a sega, che richiamano la naturalità delle materie prime (pelle, lana, seta) usate per le borse e gli accessori femminili.
Capodichino: fioccano le nuove vetrine
C
ontinua a ritmo serrato il cambio di pelle dell’offerta commerciale dell’aeroporto di Napoli Capodichino: gli ultimi due marchi ad approdare nello scalo di proprietà di F2i sono stati Thun e Silvian Heach. In particolare l’insegna di fast fashion femminile basata a San Vitaliano (Na) sta riservando molta attenzione al canale travel. Suoi punti vendita sono stati aperti in rapida successione nei tre terminal di Milano (Malpensa T1 e T2 e Linate), oltre che nelle stazioni ferroviarie di Milano Centrale, Roma Termini, Firenze S.M. Novella e Napoli Centrale. Lo shop a Capodichino si estende su 80 mq e si trova nel landside, nei pressi dei controlli di sicurezza e dunque in una zona ad alta visibilità. Le altre inaugurazioni recenti nello scalo erano state soprattutto nella nuova
Fiumicino: nel tris di alta moda c’è anche Briatore
T
anta moda tra le recenti aperture di punti vendita a Fiumicino. A novembre sono arrivati Dolce & Gabbana (area imbarchi G), Ermenegildo Zegna e Billionaire Italian Couture (entrambi nei transiti del T3). Quest’ultimo è il negozio più ampio, 180 mq, e il più particolare: presenta le collezioni all’insegna del “lusso estremo” supervisionate da Flavio Briatore. Distribuito in multimarca soprattutto in Russia e Paesi ex sovietici, conta altre 18 boutique nel mondo e ne aprirà ulteriori tre nei prossimi mesi. Tra gli altri ingressi a Fiumicino ci sono quelli di Moleskine (già arrivata nelle Grandi Stazioni attraverso temporary store), il secondo punto vendita dell’insegna spagnola di giocattoli Imaginarium e il brand Zuccastregata, che offre abbigliamento e accessori ad “adulti con la sindrome da Peter Pan”. A dicembre è stato il turno anche del format di edicola e tabacchi Emporio by Chef Express. Diversi gli ingressi dei cambiavalute American Express e Yex Change. Numerosi anche gli spostamenti e le ristrutturazioni. •
Le aperture recenti a Fiumicino e Ciampino BRAND
MQ
Nuove aperture Emporio by ChefExpress T3 Mezzanino
Edicole e Tabacchi
58
Emporio by ChefExpress T1 Arrivi American Express T3 Snodo C/D Spostamenti
Edicole e Tabacchi Cambiavalute
185 12
Telefonia Accessori Abbigl. e Gadget Telefonia Accessori Telefonia
60 48 45 56 23 26
Vodafone Furla Ferrari Shop H3G Coccinelle Tim (Desk informativo) Ristrutturazioni Air Store
Moleskine American Express Spostamenti Pinko Ristrutturazioni Air Store Air Store Imaginarium Canestro (Dufry) Nuove aperture Zuccastregata
18 retail&food - gennaio/febbraio 2013
ATTIVITÀ
Dicembre 2012
Nuove aperture Dolce & Gabbana Ermenegildo Zegna Billionaire
area airside, aperta la scorsa primavera. Tra queste l’ultima in ordine cronologico, a settembre, era stata quella di Fiorucci, portato da Itierre spa. In tema di ristoro si segnala a ottobre l’inaugurazione di una pizzeria Fratelli La Bufala, la prima con un forno a legna in un aeroporto, nel landside. Oltre i controlli di sicurezza tra gli ultimi arrivi ci sono stati quelli di Obikà (gestione • Autogrill) e McDonald’s (gestione MyChef).
LOCATION
Imaginarium American Express American Express American Express Yex Change Yex Change Ristrutturazioni Just Design Air Store Air Store
Area Imbarchi B Area Imbarchi C Area Imbarchi D Area Imbarchi B Area Imbarchi D Area Imbarchi B T3 Arrivi
Edicole e Tabacchi Novembre 2012
46
Area Imbarchi G T3 Transiti T3 Transiti Area Imbarchi C Area Imbarchi B
Accessori luxury Abbigl. e Accessori Abbigl. e Accessori Cartotecnica Cambiavalute
46 106 180 34 10
Area Imbarchi C
Abbigl. e Accessori
62
Area Imbarchi C T3 Transiti Area Imbarchi D T3 Transiti
Edicole e Tabacchi Edicole e Tabacchi Giocattoli Fine Food ottobre 2012
78 71 37 226
T3 Mezzanino T1 Partenze Area Imbarchi G Ciampino - Arrivi Ciampino - Partenze T3 Arrivi Airside T3 Partenze Landside
Accessori e Gadget Giocattoli Cambiavalute Cambiavalute Cambiavalute Cambiavalute Cambiavalute
42 128 5 32 24 4 6
Area Imbarchi G Ciampino - Landside Ciampino - Airside
Gadget Edicole e Tabacchi Edicole e Tabacchi
46 174 26 fonte: Adr
Decathlon taglia il traguardo al Montedoro Freetime
Chef Express, inaugurata la food court di S.M. Novella
U
no spazio di ristorazione di 600 mq e 120 posti a sedere è stato aperto lo scorso 21 dicembre nella stazione fiorentina di Santa Maria Novella da Chef Express. Non è certo un debutto, perché la società del Gruppo Cremonini è presente nel terminal dal 1990, ma è di sicuro un salto di qualità, nell’ambito della riqualificazione della stazione. Allestita nella zona dell’ex deposito bagagli, la nuova food court ospita quattro marchi di Chef Express: il bar-caffetteria Mokà, accessibile anche dalla Piazza della Stazione; la pizzeria RossoSapore, concept per la pizza al taglio napoletana che la società guidata da Valentino Fabbian sviluppa in licenza esclusiva nelle aree in concessione; il corner Mr. Panino, marchio di bakery all’italiana recentemente rinnovato; e il Market, che offre anche prodotti tipici toscani. All’interno dell’area è stato inoltre trasferito il ristorante McDonald’s, già presente nello scalo in un’altra
location, che è gestito direttamente dalla multinazionale del fast food attraverso un contratto di subconcessione con Chef Express. L’iniziativa ha visto un investimento di circa 2 milioni di euro. La società prevede di servire oltre 2 milioni di clienti all’anno. In virtù di questa operazione Chef Express si ritrova a gestire 150 punti di ristoro in 43 terminal ferroviari italiani, tra cui nove Grandi Stazioni. A breve sono previste le aperture di un RossoSapore a Roma Termini, di nuovi spazi nella rinnovata Genova Piazza Principe e di locali nello scalo per l’alta velocità di Roma Tiburtina. Segnaliamo, sempre in portafoglio a Cremonini, l’apertura a inizio dicembre della steakhouse Roadhouse Grill a Milano Centrale. Il locale si estende sul piano mezzanino, nella terrazza posta di fronte ai binari, ed è accessibile sia dalla galleria che dal lato binari. •
A Novate la seconda vita del Metropoli
O
fferta commerciale ampliata, galleria rinnovata con modifiche strutturali e tecniche: così si presenta oggi il Centro Commerciale Metropoli di Novate Milanese. Nello shopping center, ubicato al confine con Quarto Oggiaro, a fine novembre c’è stata una cerimonia di inaugurazione che ha sancito la fine di un restyling iniziato nel 2011. Ségécé Italia, società di gestione del centro commerciale, ha curato sia la commercializzazione che il project management dei lavori. Le nuove insegne sono dedicate alle attività di servizio alla persona, alla moda e alla ristorazione: Guess, Calvin Klein, Tommy Hilfiger, Sonny Bono, Nuvolari, Sergent Major, Zuiki, Imperial, Conbipel, Z, Thun, Elite Café e il • ristorante self service Big Bang.
Ferrari: primo outlet spagnolo nel Factory Las Rozas
Il marchio del Cavallino entra nel mercato degli outlet spagnoli con un punto vendita all’interno del Factory Las Rozas di Madrid, outlet center gestito da Neinver. Lo store Ferrari ha trovato posto a dicembre in una location di 600 mq, dove propone con sconti tra il 30 e il 70% abbigliamento dallo spirito sportivo, accessori, videogiochi e oggetti da collezione. Per il noto brand italiano questa è la quinta operazione in terra iberica, dopo quella di Barcellona, prima in assoluto avviata nel 2011, di Malaga e le due di Madrid.
Decathlon è approdata nel centro commerciale triestino Montedoro Freetime. Lo store, unico punto vendita del colosso francese in provincia di Trieste, si trova al primo piano, dove ha preso il posto dei negozi Unieuro e Toys (spostati al piano terra), ha una superficie di vendita di 4.000 mq e una gla di 4.500 metri quadrati. L’apertura si inserisce nel progetto di riqualificazione della
L’inaugurazione di Decathlon al Montedoro galleria avviato nel 2009 quando Montedoro, all’epoca solo parzialmente commercializzato, entra nel portafoglio di Cbre. La ricollocazione di alcuni negozi è lo strumento adottato dalla multinazionale con distaccamento a Modena per fare spazio a medie superfici di marchi non presenti sul territorio, come è avvenuto con H&M nel 2011. Ma la strategia di rilancio del centro non si ferma qui: Cbre promette una nuova apertura di medie dimensioni entro la prima metà del 2013.
LaSalle gioca il Giolli
Nuove aperture al Giolli Retail Park di Fano. Jones Lang LaSalle ha portato a termine un’altra ricomercializzazione, dopo quella effettuata con successo presso il Navile Retail Park di Bologna. Le insegne Pittarello, Takko e Casa hanno inaugurato il 27 ottobre, arricchendo così l’offerta dell’ex stabilimento industriale, che già contava al suo interno i punti vendita Auchan, Brico Center, King Sport, Bernardi e un multisala Uci. Sono attesi per la primavera di quest’anno i 1.200 mq di Cad e l’ingresso di Burger King.
retail&food - gennaio/febbraio 2013 19
Indice r&f
a cura di Edifis Intelligence
Bene il retail, meglio l'Italia uest'anno si chiude, per quanto riguarda i titoli azionari del Qnostro comparto, in maniera decisamente positiva: il loro valore medio si è incrementato del 27,2%, dato che si può comparare con il +15,6% delle borse mondiali e con il 12,7% della Borsa italiana. Tutto positivo dunque? Diremmo proprio di sì, tanto più che dei 20 titoli monitorati solo uno, Tiffany, denuncia un lieve calo (un po' più importante se aggiungiamo il deprezzamento del dollaro). Sul fronte opposto, quello delle performance di maggior rilievo, quest'anno la palma d'oro spetta ad Inditex con un incremento del 67%, seguito da un quartetto di titoli tra i quali spiccano (udite udite!) ben tre italiani: Safilo, Tod's e Luxottica, tutti con incrementi a cavallo del 50 per cento. Raffrontando questi risultati con l'andamento della Borsa italiana (+12,7%: positivo ma non brillantissmo) dobbiamo constatare che il "lusso italiano" gode veramente di ottima salute.
AZIONI Aeffe
ALCUNI MARCHI DI PROPRIETà Alberta Ferretti, Moschino, Pollini
Quotazioni al Mercato
30.12.2011
Indice al 08.01.2013
08.01.2013
Italia
0,58
0,62
106,9%
Damiani
Italia
0,91
0,94
103,3%
Geox
Italia
2,16
2,34
108,3%
Luxottica
Italia
21,70
31,97
147,3%
Safilo Group
Italia
4,88
7,65
156,8%
Stefanel
Italia
0,31
0,40
129,0%
Tod's
Hogan, Fay
Italia
63,05
97,80
155,1%
Adidas
Reebok
Xetra
50,26
66,40
132,1%
C.F.Richemont
Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill
Vtx
47,51
61,60
129,7%
Dufry
Svizzera
86,45
122,10
141,2%
Fossil
Nasdaq
79,36
97,44
122,8%
Xetra
55,19
81,54
147,7%
Mce
63,28
105,65
167,0%
Francia
109,40
140,20
128,2%
Nike
Nyse
48,19
52,58
109,1%
Polo Ralph Lauren
Nyse
138,08
161,85
117,2%
Francia
110,65
144,70
130,8%
Xetra
225,10
230,35
102,3%
Vtx
351,50
410,10
116,7%
Nyse
66,26
61,81
93,3%
100,0
127,2
127,2%
15.089
16.998
112,7%
1.182,59
1.366,91
Hugo Boss Inditex
Zara, Pull and Bear,Massimo Dutti
LVHM
Louis Vuitton, Moet Chandon, Hennessy, Fendi, Dior, Zenith,Guerlain
PPR
Puma, Fnac, Gucci, Redcats, Conforama
Puma Swatch Group
Omega, Longines, Tissot
Tiffany & Co
Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso
INDICE RETAIL&FOOD FTSEMIB MSCI WORLD INDEX
L’indice Generale r&f è ponderato nella misura di 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.
20 retail&food - gennaio/febbraio 2013
115,6% © Edifis Intelligence
Osservatorio prezzi In un mercato frenato da royalty elevate e dai consumi ridotti, nuovi brand e formule commerciali stanno spingendo sull’acceleratore. Parliamo dei marchi Burger King e Carrefour, sbarcati tra novembre e dicembre rispettivamente a Lambro Sud e a Lambro
Autostrade lombarde: prossimità e velocità per ripartire
è
sempre di più tempo di grandi mall e di nuove formule commerciali nel mercato italiano delle concessioni autostradali. Abbiamo seguito nei mesi scorsi lo sviluppo del primo punto vendita Carrefour all’interno di La Pioppia Ovest (vedi r&f di luglio/agosto 2012, articolo di Osservatorio prezzi), sotto la gestione di MyChef. Ancora prima abbiamo assistito alla realizzazione del mall di Secchia Est (vedi
22 retail&food - gennaio/febbraio 2013
r&f di gennaio/febbraio 2011, articolo di osservatorio prezzi), con all’interno i due competitor Autogrill e Fini, quest’ultimo destinato a prendere il marchio di Sarni dopo il recente rebranding deciso dal Gruppo di Chieti. Tra le insegne in forza ad Autogrill in quella location c’era Burger King. In entrambi i casi abbiamo constatato un’evoluzione del mercato, confermata dalla recente visita alle aree di sosta di Lambro Sud, Lambro Nord e prezzi nel bar, nel ristorante self-service e nel market. Tra le novità: l’apertura di Burger King presso l’area Novate Nord, lungo il tratto milanese dell’autostrada A4 Torino-Venezia, dove abbiamo realizzato la rilevazione di Lambro Sud, con gestore Autogrill, e l’opening di un corner Carrefour presso l’area di Lambro Nord, con gestore MyChef.
Bar e Caffetteria, la forchetta si fa stretta
Il reparto caffetteria si contraddistingue per la consueta battaglia sui centesimi: pochi spiccioli fanno la differenza soprattutto sui prodotti di largo consumo come cappuccino e croissant. Il caffè, invece, si mantiene ancorato alla soglia psicologica di un euro. Analizzando i prezzi del paniere, MyChef, che è come vedremo la best offer nel market, risulta leggermente più cara su alcune delle referenze prese in esame: cappuccino a 1,40 euro come Autogrill; caffè decaffeinato a 1,15 euro, quindi 5 centesimi più caro degli altri gestori; caffè d’orzo tazza piccola a 1,20 euro come Autogrill; croissant a 1,20, questa volta alla pari di Ristop. Di contro Ristop, marchio in quota ad Airest, è il meno caro sul cappuccino, sul caffè decaffeinato e sull’orzo in tazza piccola. In posizione mediana, come spesso siamo abituati a vedere, il listino di Autogrill. Spostandoci sul segmento bar e salato, è impossibile confrontare i prezzi della pizza (venduta da Ristop a 3,90 euro) e del toast (2,90 euro da Autogrill). Appare invece evidente che i panini si posizionano su listini piuttosto allineati. In questo caso la società di Milanofiori ha sia il prodotto entry a minor prezzo che quello top più caro, proposti presso l’area di Lambro Sud rispettivamente a un prezzo di 3,70 e di 5,30 euro. A tal riguardo abbiamo constatato che rispetto al listino ufficiale di Autogrill, nel punto vendita in analisi l’assortimento parte da un prodotto più caro di 10 centesimi e arriva a una soluzione meno costosa di 40 centesimi. Anche il toast, indicato da listino a 3,60 euro, era venduto effettivamente a 2,90. Davvero stretta, invece, si presenta la forchetta di
completo è possibile, senza che ci siano aggravi sul portafoglio, anche se il market è davvero mini. Ci riferiamo al nuovo corner Carrefour, situato nel locale MyChef di Lambro Nord. Pur distribuito su un lineare di soli 5/6 metri, il secondo punto vendita del marchio francese in partnership con MyChef è dotato di un ampio repertorio di referenze, sia di marchi commerciali che privati. Il potenziale effetto di questa operazione sulla politica di prezzo nei market autostradali si può dedurre già da un paio di esempi compresi nel nostro paniere, ma soprattutto da altri casi che proponiamo mettendo a confronto per lo stesso prodotto il prezzo di MyChef con Carrefour con quello praticato da MyChef quando il fornitore era Il Gigante. Partendo dal paniere, oltre al già citato prezzo della macedonia, sottolineiamo quello delle Pringles Classic, fissato a 2,59 euro da MyChef, a 2,95 da Autogrill e addirittura a 3,50 da Ristop. Come ci ha fatto notare il responsabile del punto vendita di Lambro Nord, Francesco Abbà, il listino della confezione Mars da 6 pezzi per 45 grammi è sceso da 5,90 euro a 3,34, quello del succo Santal da 75 ml da 3,30 euro a 1,45, quello delle Chipster da 3,90 euro a 1,40 e ancora quello dei grissini
I listini area di servizio
Lambro Sud
Lambro Nord
Novate Nord
insegna
Autogrill
MyChef
Ristop
Caffè espresso
1,00
1,00
1,00
Cappuccino
1,40
1,40
1,30
Caffè decaffeinato
1,10
1,15
1,10
Caffè d'orzo tazza piccola
1,20
1,20
1,10
Croissant
1,10
1,20
1,20
Panino (base)
3,70
4,20
4,50
Panino (top)
5,30
4,90
4,90
Toast (base)
2,90
n.d,
n.d,
Macedonia
2,90
1,99*
3,50
Acqua (50 cl)
1,20
1,30
1,40
Birra (bottiglia 33 cl)
3,20
3,80
2,90
Red Bull (lattina da 250 ml)
2,80
3,50**
2,80
Chewing-gum (astuccio più economico)
2,10
2,50
2,10
Pizza (trancio base)
n.d.
n.d.
3,90***
Primo
3,90
n.d.
4,50
Secondo
4,40
n.d.
6,20
Piringles Classic (confezione grande)
2,95
2,59
3,50
Bottiglia vino rosso (più economico - market)
6,45
7,90
7,00
Magnum Classic
3,20
2,50
2,10
Prezzo più alto Prezzo più basso n.d. = non disponibile * Prodotto nello scaffale del fresco Carrefour ** nuovo formato da 330 ml. Il formato precedente era di 250 ml *** 1/4 di pizza intera
prezzo per Mychef e Ristop: per il primo c’erano 70 centesimi di differenza tra il panino meno caro e quello più caro; per il secondo soltanto 40. Un discorso a parte merita la macedonia di frutta fresca. Per questo prodotto il punto di MyChef si smarca nettamente dalla concorrenza grazie alla soluzione portata da Carrefour nel reparto frigo, venduta a 1,99 euro. I competitor, Autogrill e Ristop, si posizionano rispettivamente su 2,90 e 3,50 euro. Sul fronte delle bevande è sulla pet da 50 cl di acqua che si consuma una delle principali battaglie sul prezzo. In soli 20 centesimi di differenza è compresa l’offerta più economica, proposta da Autogrill a 1,20 euro, e quella più cara, di Ristop a quota 1,40 euro. La birra, nel formato in bottiglia da 33 cl, vede uno stacco maggiore: 2,80 euro il listino di Ristop, questa volta il più economico, e 3,80 quello di MyChef, il più caro. Prezzo fisso, invece, per la Red Bull, che tuttavia in virtù del cambio di formato attualmente in atto è venduta nella lattina tradizionale da 25 cl a 2,80 euro nei
Il Carrefour Express presso Lambro Nord locali di Autogrill e Ristop, mentre presso MyChef è disponibile solamente nel nuovo formato da 33 cl per 3,50 euro. Il paniere legato al bar si completa con l’astuccio più economico di chewinggum. Particolarmente interessante, oltre al prezzo di 40 centesimi più alto presso il punto vendita di MyChef, è il livellamento di listino tra i vari marchi presenti negli espositori.
Market, Carrefour spinge giù il prezzo
Entrare nell’area di sosta autostradale e fare la spesa alimentare in modo
Fagoloso da 4,90 a 1,78. La sinergia, poi, tra il bar e l’angolo del market permette ad esempio di scaldare i prodotti freschi, come le lasagne, per un consumo immediato e a un prezzo ridotto. Un prima stima dello scontrino medio relativo agli acquisti specifici nell’angolo alimentare si aggira intorno ai 20 euro, ma per avere i dati ufficiali sarà necessario attendere le prime settimane del nuovo anno, così come sarà necessario attendere un po’ di tempo per vedere aperto Carrefour presso l’area MyChef di San Martino Est, dato ormai per prossimo. A. P.
retail&food - gennaio/febbraio 2013 23
Star Trek retail
Destinazione
OpenGameS S
ono ormai preistoria i pomeriggi al bar a giocare su enormi postazioni a Super Mario o Pac Man, come l’Atari, il Commodore 64 sono era del bronzo, mentre Sonic o Tomb Raider fanno parte senza dubbio dell’archeolo-
24 retail&food - gennaio/febbraio 2013
gia industriale. Oggi i videogiochi sono migliaia, con ambientazioni più diverse, tanto da diventare un fenomeno di costume, meritandosi anche una hit musicale tormentone estivo (Pes dei Club Dogo feat
Giuliano Palma), considerato che ormai occupano uno mercato consistente e dedicato. Il settore videoludico anche nel nostro paese occupa sempre più spazio, oltre che nei classici piccoli negozi specialistici,
anche all'interno della grande distribuzione specializzata con corner estesi e densi di proposte, rubando ormai la scena ai dvd o ai cd musicali, il cui mercato si sta spostando sul web. In più si stanno sviluppando in Italia catene retail monomarca specializzate, che negli ultimi tempi hanno avuto una crescita intensa, soprattutto nei centri commerciali del Belpaese. Una delle insegne più note del settore è appunto OpenGames, catena di oltre 175 negozi in franchising e gestione diretta che fa capo a Promovideo srl, un distributore emergente di videogiochi, console e accessori che da più di vent’anni è presente nel mercato italiano. La società, fondata da Antonello Chiara, attuale presidente, nasce come grossista a metà anni ’80 per poi diven-
OpenGames (Promovideo srl) in pillole
Data di nascita Proprietà Sede Management Business Retail Wholesale Fatturato
Promovideo nasce nella metà degli anni '80 fa come distributore di videogiochi. Le insegne OpenGames vedono la luce nel 2006 Antonello Chiara al 52,5% e Igor Manakoff al 47,5% Sede legale a Gallarate (VA), sede operativa Seregno (MB) Antonello Chiara Presidente, Igor Manafoff Vicepresidente e Antonio Bisci Direttore Generale OpenGames Retail Distribuzione e catena di negozi di videogiochi, console e accessori 175 pdv complessivi: 55 diretti e 120 franchisee. Tutti in Italia, tranne uno in Svizzera a Bellinzona Circa 1000 clienti Giro d'affari del gruppo di 47,5 milioni alla fine del 2011 fonte aziendale
Promovideo (la sede legale è a Gallarate - Va, ma quella operativa a Seregno – Mb) è diventata una company vera e propria che comprende non più solo la distribuzione wholesale, ma anche una catena di negozi a insegna OpenGames, appunto, diffusa in poco tempo su tutto il territorio nazionale.
Network: da zero a 175 negozi in sei anni
Oggi l’azienda guidata da Chiara si presenta divisa principalmente in tre settori: Promovideo Distribuzione è la divisione trade per la distribuzione wholesale
di videogame, console e accessori; poi c'è Promopoint, con il focus sulle partnership strategiche per conto di aziende non direttamente operanti nel settore, a cui fornisce consulenza, organizzazione e gestione del business videoludico; per finire con OpenGames, la catena di punti vendita in franchising e di proprietà specializzata in prodotti per videogame. Il gruppo ha generato complessivamente un giro d’affari di 47,5 milioni di euro lo scorso esercizio (in crescita sui 39,7 nel 2010, ma decuplicati rispetto il 2001), aveva lo scorso anno circa 170 collaboratori con 4mila mq coperti di magazzino
e logistica, oltre a un migliaio di clienti serviti nella distribuzione wholesale. Nella stanza dei bottoni, insieme alla coppia Chiara-Manakoff, ci sono Rosanna Morlino, amministratore, Antonio Bisci, direttore generale di OpenGames retail, Oscar Bianchi, franchising supervisor, Alida Furiani, trade sales manager, e Marzia Lupica, direttore marketing. Il settore su cui l'azienda sembra puntare intensamente, però, è senza dubbio la catena retail di negozi a insegna OpenGames, anche se il management ci tiene a precisare l’importanza del canale wholesale, centrale per una crescita equilibrata. Il network conta 175 punti vendita, di cui 55 di proprietà e i restanti in franchising, situati principalmente nei centri commerciali, con una rete che cresce a ritmi da record: nel 2012, anno di grande difficoltà per la grande distribuzione, infatti, sono stati inaugurati ben 10 nuovi negozi di proprietà e altrettanti affiliati. Il trend di inaugurazione è un poco in rallentamento, ma rimane invidiabile nell’ultimo triennio con i 17 nuovi punti vendita diretti nel 2010 e addirittura i 29 (sempre diretti) l’anno successivo che si vanno a sommare a quelli inaugurati l’anno scorso. Se, poi si va a vedere il
L'intervista Investire per crescere con uno stile tutto italiano Intervista ad Antonio Bisci, direttore generale OpenGames Retail
tare distributore ufficiale delle principali marche di hardware (Microsoft, Sony e Nintendo) e software (Ubisoft, Electronics Arts, Activision Blizzard e Namco Bandai), nonché produttore di una linea di accessori con un proprio brand. Dal 1999 Igor Manakoff, attuale vice presidente e socio di minoranza con il 47,5%, affianca il fondatore, che controlla ad oggi il restante 52,5% delle azioni societarie. La crescita dell’azienda e del sodalizio Chiara-Manakoff è aiutata anche da alcune intuizioni, come la pellicola removibile Graphit Kit per Palstation 1, il guscio protettivo Body Boy per Nintendo o la linea di accessori Maxpro, caratterizzata dal joypad multiformato. Negli ultimi cinque/sei anni, poi,
Come sta andando per OpenGames il 2012, anno terribile per la crisi dei consumi? Anche quest’anno, come lo scorso, ha caratteristiche di straordinarietà. Abbiamo prodotto ancora un grande sforzo in termini di investimento: dieci nuove aperture di proprietà e altrettante in affiliazione, formula che vive un nuovo momento di vigore. Senza contare il nostro primo store diretto in Svizzera e non da ultimo il nuovo progetto che ci vede protagonisti nei primi shop in shop videoludici in Italia: OpenGames negli Ipermercati. Ha molti punti di forza: la formula, l’immagine, l’assortimento, il servizio OG in partnership con una importante catena, Iperal. Ora siamo attivi anche su questo fronte e stiamo valutando le richieste di altre insegne alimentari. Contemporaneamente e in parallelo abbiamo lavorato moltissimo anche sul fronte della “ricerca e sviluppo”, in preparazione degli investimenti in store diretti del prossimo triennio che saranno ancora numerosi. Qui ho il piacere di lavorare con una proprietà tutta italiana. Con Chiara e Manakoff condivido l’ambizione di voler crescere ma in maniera sana. Consolidare, crescere, innovare: questo è anche il piano per il futuro. Nonostante la location preferita di OpenGames siano i centri commeriali, come considerate la vostra presenza nei luoghi di transito e nei centri cittadini? Nella mia esperienza quindicennale nel retail, mai come in questo momento noto un certo fermento nei confronti dei luoghi di transito e anche i dati sulla crescita della mobilità incoraggiano a prendere in considerazione la cosa. Devo ammettere però che non è una delle priorità in agenda. Al contrario nei centri cittadini e nelle mall dei centri commerciali troviamo uno sviluppo più coerente al prodotto. Recentemente avete superato i confini nazionali, andando in Svizzera: pensate di espandervi ancora in Europa? In Svizzera nel centro commerciale Al Castello di Bellinzona stiamo facendo la nostra prima esperienza di internazionalizzazione, con soddisfazione. In meno di un anno nel bacino del Ticino Nord siamo già vissuti dal cliente come la prima catena specializzata. Abbiamo puntato sulla leadership di assortimento e di prezzo, con la consueta immagine OpenGames. Il cliente ci sta premiando con un elevato tasso di fidelizzazione. Stiamo lavorando perché quel punto vendita non resti solo in Svizzera. Ma è presto per fare dichiarazioni diverse. Che impatto può avere l'e-commerce nel vostro comparto di vendita? Stiamo lavorando al sito OpenGames. Ci teniamo molto a gestire uno spazio di condivisione e di informazione sul web con il nostro cliente e ci sarà anche la possibilità di acquistare. Ma il negozio resta sempre una grande opportunità di incontro fisico sia con il gamer sia con le famiglie e i videogiocatori più piccini. È bello vedere gli occhi dei clienti quando entrano nel nostro “paese dei videobalocchi”. Noi con i nostri prodotti offriamo momenti di evasione e puro divertimento e questo è ancora molto legato agli aspetti fisici si pensi ad esempio alla nostra gamma di accessori e di gadget.
retail&food - gennaio/febbraio 2013 25
Star Trek retail
fonte aziendale
fonte aziendale
dato complessivo affiliati più diretti, il ritmo è stato ancora più sostenuto: nel 2008 le insegne erano poco più di una ventina, mentre dodici mesi dopo si superava la soglia delle 60, per raddoppiare nel 2010 fino ad arrivare alle 165 l’anno scorso. Non bisogna dimenticare che il primo store a insegna OG è stato inaugurato non più tardi di 6 anni fa, nel 2006, quando il progetto retail ha avuto la sua fase di start up.
fonte aziendale
Promovideo: indici di produttività
2003
2004
Valore aggiunto
2005
2006
MOL
2007
2008
2009
2010
2011
Risultato operativo fonte bilancio economico Promovidero srl da Cerved Group
26 retail&food - gennaio/febbraio 2013
Davide tricolore sfida i Golia multinazionali
La rete dei punti vendita, poi, copre capillarmente tutto il territorio nazionale: Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia Romagna e Veneto sono le regioni dove è più facile trovare uno store dell’azienda. Ma le insegne OG si possono trovare anche in Sicilia, Calabria, Sardegna, Puglia, Piemonte e Molise. Rimangono scoperte solo la Val d’Aosta e la Basilicata, mentre OG è presente anche nei Mondadori Multicenter della Lombardia, dell’Emilia e della Sicilia. Tra i negozi diretti il fiore all’occhiello è il primo store OpensGames che ha varcato i confini nazionali, nel centro commerciale Al Castello di Bellinzona, in Svizzera. Da non sottovalutare l’investimento nel format degli shop in shop (novità in Italia nel settore videoludico) con il primo nell’ipermercato Iperal di Piantedo (So) nel centro commerciale Fuentes, poi seguito da quelli negli Iperal di Castiglione Andevenno (So) e Civate (Lc), con soddisfazione espressa alla stampa dalla direzione della catena valtellinese per incassi e appealing dello
store. Numeri in crescita che probabilmente inizieranno a impensierire i principali competitor stranieri nel mercato italiano, veri e propri Golia per le dimensioni rispetto al Davide tricolore della coppia Chiara-Manakoff: gli americani di GameStop con i loro oltre 430 punti vendita tutti di proprietà nel Belpaese o i tedeschi di Media World. E per distinguersi dalle multinazionali straniere del settore Antonello Chiara, come ci ha spiegato con un certo orgoglio in un breve scambio di battute, punta moltissimo sulla «italianità, che per noi significa anche creatività. Caratteristiche riconoscibili nel format del nostro store. E poi il livello di servizio, il più alto possibile, offerto al nostro cliente con cortesia e competenza. Non ultimo, i nostri colleghi e collaboratori nei punti vendita. Ci piace l’idea che nei negozi non ci siano delle macchine ma esseri umani che, nel limite delle operazioni di store, siano liberi di interpretare ed esprimere la loro personalità nelle vendite e nel rapporto con il cliente». Una cura dell'arredamento e nei dettagli che, effettivamente si nota negli shop con l'insegna del gruppo lombardo.
Ci si fa i muscoli per diventare grandi
Se poi si va a mettere il naso tra i conti di Promovideo ci si trova davanti a una società in crescita, magari non ai ritmi da Formula Uno della sua espansione retail, ma comunque con indici complessivamente positivi, soprattutto in questi periodi di vacche magre. Non esistendo un bilancio consolidato
commerciali bisogna farsi un po’ di palestra per mostrare i muscoli e Promovideo sembra affrontare questa crescita con il piglio giusto. Lo sforzo imponente per gli investimenti degli ultimi anni lo si legge nella riga dei debiti con le banche: sono ben bilanciati tra breve e lungo termine ma, comunque, raddoppiati negli ultimi tre anni, anche se il rapporto di indebitamento complessivo rimane più o meno costante (e un po’ in tensione) negli ultimi cinque anni, con un range tra il 91,4% del 2007/2008 e il 95,2% dell’ultimo esercizio. Sotto controllo il livello di liquidità con un rapporto corrente in
equilibrio nell’ultimo triennio, con però il trend dell’acid test, l’indice di liquidità immediata, in fase decrescente, senza tuttavia toccare livelli preoccupanti. Senza dubbio crescere dimensionalmente e strutturarsi ha un prezzo: raddoppia la durata delle scorte in magazzino rispetto al penultimo esercizio e rimane basso il rapporto mezzi propri/capitale investito. Ciononostante Promovideo dimostra di essere gestita bene e genera attività caratteristica, come ci indica il suo cash flow sempre positivo negli ultimi anni (Fonte: Cerved Group).
Insomma, anche se la lettura del bilancio economico aziendale, in assenza del consolidato, non fotografa con la massima precisione una realtà più complessa e dimensionalmente importante del gruppo del tandem Chiara-Manakoff, Promovideo ci sembra in un trend positivo e molto concentrata sulla crescita, con importanti investimenti che, nonostante qualche ovvia tensione finanziaria, stanno comunque dando buoni risultati in termini di produttività e redditività, soprattutto in un momento di crisi come l’attuale. David Montorsi
del gruppo, che a detta del management genera complessivamente un fatturato di quasi 50 milioni, siamo andati a vedere i conti del bilancio economico di Promovideo srl, la società capofila, per farci un’idea di come vadano gli affari. La risposta è senza dubbio positiva: il 2011/2012 (da marzo 2011 a marzo 2012), chiude con 36 milioni di valore di produzione, quasi uno più dell’anno precedente, che aveva visto un momento di restringimento del business rispetto ai 35,7 del 2009/2010. C’è comunque una forte crescita rispetto ai circa 25 di cinque anni prima. Nel quinquiennio si è quasi triplicato il valore aggiunto, passato dagli 1,3 milioni del marzo 2008 ai 3,1 dell'ultimo esercizio, con proporzionale trend del Mol (340mila 5 esercizi fa, 967mila l’ultimo depositato), mentre sostanzialmente stabile o in crescita moderatamente positiva rimane la percentuale Mol su ricavi (era il 1,4% nel 2008, ora tocca il 2,7%). Stabile e positivo il Roi: nella primavera del 2012 segna 3,2%, aveva avuto il picco positivo del 5,6% nel 2008/2009 e un buon 4,4% nell’anno di contrazione del giro d'affari. È una testimonianza del buono stato di salute del ”motore” dell'azienda di Chiara, abituata a chiudere sempre con utili, sebbene il trend sia discendente (216mila euro cinque anni fa, 56mila nell'ultimo). Il risultato ante imposte decresce invece meno nel quinquiennio di riferimento (244mila a marzo 2012 e 423mila cinque anni prima). Raddoppia nello stesso periodo il patrimonio netto, arrivando a superare nell’ultimo esercizio 1,1 milioni: per entrare nel settore del retail nei centri
retail&food - gennaio/febbraio 2013 27
Long life Inaugurato nel 1993, il centro commerciale di Marcon (Ve) è stato ampliato e ammodernato tra il 2006 e il 2007, con la gla che è passata da 40mila a quasi 60mila metri quadrati. I lavori sono stati condotti sotto la regia di Sonae Sierra, che nel 2005 ha rilevato la proprietà e la gestione del centro
C
on l’arrivo del 2013 il centro commerciale Valecenter di Marcon festeggia un evento importante: il compleanno numero venti. Il lungo percorso durante gli anni Novanta e la prima decade del Duemila ha visto l’arrivo di una forte concorrenza nell’area di Venezia (vedi articolo di Prima pietra sul raddoppio dell’Auchan di Mestre, r&f di novembre). Ma soprattutto ha visto l’ampliamento e l’ammodernamento nel 2006/2007 voluto dalla nuova proprietà, Sierra Fund, che gli hanno valso il premio nella categoria Refurbishment&Extension degli ICSC European Shopping Centre Awards 2010. Queste ragioni rendono il Valecenter il soggetto ideale per il primo numero della rubrica Long Life. Partendo da un quadro generale, Valecenter si articola su una gla di circa 60mila mq, dei quali 18mila di proprietà di Carrefour. Gestita da Sonae Sierra,
28 retail&food - gennaio/febbraio 2013
Valecenter 20 anni e non sentirli
novità Il progetto in pillole Data di apertura 1993 Data di apertura 2007 post refurbishment/extension Primo gestore Espansione Commerciale Gestore attuale Sonae Sierra Proprietà iniziale Persona Privata Proprietà attuale Sierra Fund Investimento refurbishment/extension 18 milioni di euro Gla iniziale 40mila mq Gla attuale 60mila mq Numero iniziale di punti vendita circa 80 Numero attuale di punti vendita circa 130 Ancora alimentare/gla Carrefour/17.986 mq Numero di medie superfici 7 Numero di unità di ristorazione 12 Intrattenimento/tempo libero Uci Cinemas Marcon, Palestra Element Numero di visitatori all’anno circa 5 milioni Fatturato del centro commerciale +10% rispetto al 2011 (esclusa ancora alimentare) Posti auto 2.630 Classe energetica/certificazione Leed Classe energetica G
Long Life, novità 2013
Q
uesto spazio redazionale, con frequenza mensile, mira a fissare dei punti di riferimento positivi nel mercato dei centri commerciali, approfondendo l’evoluzione di strutture che abbiano almeno cinque anni di vita e che abbiano implementato nel tempo caratteristiche strutturali, brand mix e perfomance economiche. I dieci progetti che illustreremo nel 2013 verranno selezionati, con criteri giornalistici, tra quelli proposti dalle stesse aziende di gestione. Ulteriore condizione nella selezione dei soggetti: i gestori devono rendersi disponibili nel fornire informazioni dettagliate sui centri che promuovono, anche sul fronte economico.
mobile, di circa 328.000 abitanti, che diventano 735mila allargando l’isocrona ai 30miniti.
Il cambio di pelle nel 2006
che nel 2005 ha preso il posto di Espansione Commerciale, la galleria si dipana su due livelli e ospita al suo interno circa 130 negozi. Arrivando ai dati, forniti dal gestore, Valecenter ospita una media di 5 milioni di persone all’anno, distribuiti negli oltre 360 giorni di apertura. Gli unici giorni in cui rimane chiuso, come indicato da sito internet, sono il 15 di agosto, il 24 e il 25 dicembre. Le prestazioni del centro nel
2012 hanno registrato una crescita nei primi undici mesi dell’anno sia dei visitatori (+14%) sia del fatturato (+10%), mentre il tasso di occupancy si attesta al 91,5 per cento. Sul totale della gla della galleria ad oggi si contano circa 38.500 mq di gla allocati e circa 3.500 mq di gla sfitti, dei quali 2.700 da imputare al Fec (Family entertaiment center). Attualmente il bacino di utenza si compone, nei primi 20 minuti di percorrenza in auto-
Acquisito da Sonae Sierra nel 2005, Valecenter è stato sottoposto a un completo intervento di ristrutturazione, per un investimento complessivo di 37 milioni di euro, che ne ha profondamente modificato l’offerta commerciale, il layout e l’aspetto architettonico. I lavori si sono svolti in diverse fasi, durante le quali il centro non ha mai chiuso. Ripercorrendo le varie tappe la ristrutturazione interna si è svolta da giugno 2006 a dicembre 2007, mentre l’intervento sulle parti esterne è stato completato nel 2008. Vi è stata poi la ristrutturazione del parcheggio esterno, che si è svolta nel maggio 2011, con la creazione di uno spazio dedicato al posteggio delle auto elettriche munito di colonnine per il rifornimento. Recuperando un comunicato stampa della stessa società portoghese, datato addirittura novembre 2006, si apprende che la prima fase di ristrutturazione ha permesso di introdurre 14 nuovi negozi da affiancare all’ipermercato Carrefour. Questa fase, concentrata sull’area dove
prima sorgeva Castorama, ha portato all’arrivo di Euronics, di un fitness club con una gla di 1.550 mq e di nuovi servizi tra cui l’Infopoint. «Al completamento dell’opera – ha reso noto Sonae Sierra – l’offerta era decisamente più varia e permetteva di soddisfare richieste per donna, uomo e bambino ma anche per la casa, per la cura della persona e per tutte le necessità. Il centro, nella sua disposizione commerciale, è riuscito a creare delle aree tematiche per acquisti in velocità ed efficaci». In termini strutturali sono stati interessati sia l'architettura esterna che gli spazi interni, per i quali si è puntato alla tradizione locale del vetro di Murano. Essa è riconoscibile nei vivaci colori utilizzati per gli ambienti interni e per le vetrate, che contribuiscono a creare un'atmosfera più accogliente. «Il premio conferito da Icsc – ha precisato l’azienda – riconosce i significativi cambiamenti anche per la riorganizzazione del layout, reso più efficiente attraverso un miglioramento della circolazione e la creazione della food court. In seguito alla ristrutturazione è migliorato il mix di negozi presenti nel centro, grazie all'introduzione di nuovi marchi e di nuovi punti
retail&food - gennaio/febbraio 2013 29
Long life
vendita, nonchĂŠ di ulteriori comfort e servizi, all'interno di un ambiente moderno e coinvolgenteÂť.
La nuova offerta commerciale
Gli anchor store sono sette e i prinCisalfa Sport, cipali marchi sono Conbipel, Euronics, Feltrinelli, H&M, Scarpe&Scarpe, Zara e Hollister&Co. Vivace si presenta il calendario delle ultime aperture, a testimonianza del continuo aggiornamento e rinnovo del mix. Nel corso del 2012 sono stati inaugurati, infatti, due punti vendita food e altrettanti non food: a febbraio è stata la volta di Wok Eat, un ristorante con cucina asiatica, e a luglio di The Frozen Yogurt
Occupancy/vacancy di Valecenter Gla totale dello shopping center
60.049 mq
Gla ipermercato
17.986 mq
Gla della galleria
42.063 mq
Tasso di occupancy (GLA) Gla affittata Gla sfitta
30 retail&food - gennaio/febbraio 2013
91,5% 38.488 mq 3.575 mq
mq di gla. La struttura di Valecenter è dotata di quattro ingressi al piano terra e di tre accessi in quello interrato, si sviluppa su due piani collegati attraverso scale mobili e ascensori ed è servita da un parcheggio di 2.630 posti auto. La dotazione tecnologica del centro vede i sistemi di sicurezza forniti da Siemens e le soluzioni per il controllo dell’illuminazione e degli impianti tecnologici fornite da Johnson Controls. È inoltre attivo un sistema di conta persone (FootFall), a cui si sommerà presto un sistema per il conteggio delle automobili. L’edificio è catalogato in classe energetica G.
Spazio alle promozioni
Oltre ai già citati lavori di ammodernamento e di rinnovo del mix, fondamentali per restare competitivi in un mercato in continua evoluzione, l’altra leva per fidelizzare e allargare la clientela è quella delle attività promozionali. Nel corso del 2012 la gestione di Valecenter ne ha organizzate due in particolare. A marzo è stato lanciato il concorso “Vinci il sogno Rosso”, che ha creato diverse opportunità di divertimento e di gioco mettendo in palio premi brandizzati Ferrari, tra cui spicca il viaggio per tre persone ad Abu Dhabi con ingresso al
Ferrari World. Nel mese di ottobre è stato poi lanciato il concorso “Vivi e vinci l’Era glaciale”: evento singolare con risvolti ludico, formativo e concorsuale. Quest’ultimo ambito ha visto in palio buoni acquisto e biglietti gratuiti per Uci Cinemas. Tra le altre iniziative promozionali si distinguono quelle nel periodo estivo: si sono tenuti i concerti di quattro rinomate cover band nella piazza principale del centro e, nel mese di luglio, la galleria è stata “invasa” da giochi gonfiabili utilizzabili gratuitamente dai clienti. Andrea Penazzi
Company; nel mese di giugno c’è stata l’apertura del nuovo punto vendita del gruppo Abercrombie & Fitch, Hollister, e a fine novembre è stato avviato un negozio Beauty&Co per potenziare il segmento dedicato alla cura della persona. Particolarmente strutturata si presenta la ristorazione, che insiste su una piazza con 600 sedute in comune e una decina di ristoranti. Gli operatori della ristorazione sono Ciack 54, Kebab e Piadina, McDonald’s, C.House Caffè, Panino Giusto, da Giovanni Rana, L’orto, Dulcis in Fundo, Frozen Yogurt, Pizza Planet, Culto, Wok Eat e Old Wild West. Quest'ultimo è stato avviato nelle prime settimane di gennaio. A completare l’offerta, sul fronte dell’intrattenimento, si annovera il multisala Uci Cinemas Marcon, con 12 sale di proiezione, e la Palestra Element, mentre sul fronte dei servizi si segnalano Avi Immobiliare, Cassa di Risparmio di Venezia, un centro dimagrimento, il centro estetico California, Intercruise Italia, La Feltrinelli Village, Madica Parrucchiere, Ottica Avanzi, Photo Fly, Punto Sprint, Qualifarma, Sweet Clean e il Tabacchino. Attualmente è vacante l’area destinata a un Family entertainment center da 2.700
retail&food - gennaio/febbraio 2013 31
N INDEX 2
INN O
IO AT
01 2
Con la fine del 2012 si rinnova la classifica dedicata all’Indice di Innovazione per i progetti retail real estate analizzati durante l’anno. Il timbro di retail&food, edizione 2012, è stato attribuito al Villesse Shopping per la categoria Prima Pietra e a La Cartiera per la categoria Taglio Nastro. Promotori: rispettivamente Inter Ikea e Fergos
V
Innovation index 2012
I
ndividuare nuovi brand, in grado di differenziare e rendere più accattivante l’offerta merceologica; inserire una ristorazione articolata, specializzata e comprensiva delle eccellenze territoriali, con una zona di sedute comuni; valorizzare l'offerta di intrattenimento con multisala e area fitness. Il centro commerciale deve perseverare nell'obiettivo di diventare un centro di aggregazione, allargando la propria sfera di influenza nel contesto dei servizi e del leisure. Sotto il profilo architettonico i nuovi complessi devono sfruttare le tecnologie per il risparmio energetico, che permettono un minore impatto ambientale e una bolletta più leggera per i tenant. Sempre di più, poi, vanno adottate le soluzioni hi-tech per garantire la sicurezza dei dipendenti e dei consumatori, oltre che per migliorare la comunicazione in galleria. Pavimentazione, rivestimenti e illuminazione di qualità completano il parco delle dotazioni. Meglio sarebbe, infine, se il progetto si inserisse in un accordo di programma con le amministrazioni pubbliche finalizzato alla riqualificazione
32 retail&food - gennaio/febbraio 2013
PP
IN G
And the winner is… VI LLE
O SS E SH
di un territorio. Questi sono i criteri di massima che determinano l’Indice di Innovazione, strumento giornalistico di valutazione specifico
per le rubriche Prima Pietra e Taglio Nastro. Il dato è ottenuto dalla media voto di tre professionisti (vedi interventi in pagina), specializzati rispettivamente in
classifica indice di innovazione 2012
Prima pietra
Voto
Taglio nastro
Voto
Villesse Shopping
7,38
La Cartiera
7,5
Le Cotoniere
7,25
Napoli Centrale
7,12
Città Fiera (ampliamento)
7,25
Galleria Borromea
6,88
Shopinn
7,12
Le Terrazze
6,75 6,75
GrandApulia
7
Centro Commerciale San Giuliano
Caserta Spedizione
7
DO.it - Santhià
6,62 6,25
Bicocca Village Gate
6,5
Voice Fashion Outlet
Verona Porta Sud
6,5
La Pioppa (mall autostradale)
6
Molfetta Fashion District (nuovo format)
6,5
Retail Park Campi Bisenzio
6
Auchan di Mestre (ampliamento)
n.d.
Area 12
5,25
urbanistica, architettura e sociologia, ai quali si aggiunge il voto del giornalista.La seconda edizione di questa speciale classifica ha visto vincitori il Villesse Shopping nella categoria Prima Pietra, con un punteggio di 7,38, e La Cartiera nella sezione Taglio Nastro, con un punteggio di 7,5. Il Villesse Shopping, promosso da Inter Ikea Center Group e commercializzato da Inter Ikea Centre Italia e da Studio Conte (vedi r&f di marzo), si è distinto per le dimensioni, pari a 90mila mq di gla, e soprattutto per la presenza al suo interno di uno store del brand svedese da 30mila di gla: novità assoluta per il mercato italiano. Altri dettagli: 176 negozi totali tra cui una Ipercoop, 12 medie superfici, oltre 25 bar e ristoranti. Non mancheranno poi un cinema multisala, il Kinderheim e altre attrazioni per il tempo libero di grandi e piccini. L’investimento dichiarato è di circa 200 milioni di euro. Il centro commerciale La Cartiera, promosso da Fergos e commercializzato da Sogeprim Real Estate e da Cbre (vedi r&f di settembre), si è distinto innanzitutto per la riqualificazione di un’area ex industriale alle porte di Pompei, con interventi di pregio sia nelle finiture che nella dotazione di tecnologie green. Nei circa 30mila mq di gla trovano posto circa 120 negozi, tra cui un Conad Superstore, 10 medie superfici e 11 unità di ristorazione. Un ulteriore plus: la ludoteca e il parco rendono il centro un grande polo di attrazione e di socializzazione per tutta la famiglia. A. P.
V
01
RA
INN O
N INDEX 2
2
IO AT
LA CARTIE
VILLESSE shopping Si tratta di un progetto accattivante, sia per la presenza dell'ancora Ikea, sempre molto attrattiva, sia per il numero (e la qualità) delle insegne chiamate nel centro. Il bacino di utenza è notevole e sarà importante vedere come saranno gestite viabilità e accessibilità, sia dall’autostrada sia localmente. Mi ha colpito particolarmente il significato attribuito in questo progetto alla parola "innovazione", utilizzata non solo per definire nuove tecnologie ma soprattutto qualità dei servizi: chapeau!
LA PAROLA AI GIUDICI
Tiziana Bardi (Urbanista)
Il progetto di Villesse ha la qualità della chiarezza: chiarezza di impianto, chiarezza di leggibilità architettonica, chiarezza nell’uso parsimonioso dei materiali e quindi chiarezza nella comunicazione rivolta al suo pubblico. Di particolare pregio sono gli spazi interni della galleria principale, tutta giocata sull’uso di legni chiari che amplificano il senso dello spazio e donano agli ambienti di vita comune una grande e solare ariosità. gerardo sannella (Architetto)
Il carattere innovativo sta indubbiamente nel design in stile scandinavo e nella significativa concretizzazione di un inedito passage, l’accesso tra galleria e negozio Ikea. L’intrattenimento dedicato soltanto al cinema multisala, tra gli altri, rende invece il progetto piuttosto scontato. La forma “esperienziale” di shopping, primaria negli auspici, resta una sfida ambiziosa.
La cartiera Il centro è un esempio di buon equilibrio fra recupero e innovazione. Da un punto di vista urbanistico è interessante sia l’inserimento del progetto in un’area storico industriale, come quella dell’ex cartiera, sia l’utilizzo di urban concept innovativi, come la creazione dell’arena e del parco, che permettono di fruire in maniera più permeabile le zone interne ed esterne. A questo si aggiungono una buona accessibilità, sia pedonale che veicolare, un buon sistema di sosta e un’ottima visibilità dall’autostrada. Il progetto de La Cartiera di Pompei si distingue per la volontà, direi oggi temeraria, di fare architettura nel penalizzato settore dei centri commerciali, rivitalizzandone il linguaggio. Un velario sottile e aereo si adagia sui volumi commerciali e lega le strutture dell’antica cartiera con i nuovi edifici, producendo la magia dell’integrazione. Lo studio Corvino e Multari ha il merito di aver dato nuova dignità al genere regalando al territorio un progetto sperimentale, fresco e vitale. Oltre a una reale e ben disegnata riqualificazione, la resa materiale e spaziale del progetto intercettano un genere di esperienza in grado di coniugare memoria e futuro, assegnando inoltre al nuovo Centro il carattere di luogo da abitare e da fruire pensandosi anche altrove. In questo senso, una innovazione decisamente “buona da pensare”.
Gianmarco Navarini (Sociologo)
retail&food - gennaio/febbraio 2013 33
Prima pietra
Mondojuve, retail a bordo campo
Il nome del progetto richiama il team bianconero. Ma, dopo l’acquisizione dei terreni tra Vinovo e Nichelino (To) e dei diritti per lo sfruttamento del marchio, tutta l’operazione è appannaggio di Gruppo Finanziaria Gilardi. Centro commerciale, nel 2014, e retail park, nel 2015, ospiteranno in totale circa 120 negozi
L
’operazione è degna di nota per almeno tre motivi. In primis per il nome del progetto, Mondojuve Shopping Center, che a prescindere dalla fede calcistica emana un forte appeal non solo sul palcoscenico italiano. Si è palesato infatti un certo interesse da parte di retailer stranieri durante la scorsa edizione del Mapic, dove è stato promosso attraverso eventi e uno stand mirati. Ma chiariamo subito che questa iniziativa non ha nulla a che fare con la società sportiva: lo specifichiamo per evitare equivoci con Area 12, centro commerciale inaugurato circa un anno fa di fianco al nuovo Juventus Stadium. La proprietà di Mondojuve è di Campi di Vinovo Spa, con alle spalle la società promotrice Gruppo Finanziaria Gilardi
34 retail&food - gennaio/febbraio 2013
Spa. Quest’ultima ha acquistato diversi anni fa dalla Juventus il terreno, compreso tra i comuni torinesi di Vinovo e Nichelino, e lo sfruttamento del marchio, arrivando a presentare il progetto nella sua terza, e attuale, versione. Le altre società impegnate nell’iniziativa sono Design International, che ha realizzato la progettazione sullo stile dei mall americani riprendendo il format del lifestyle center per la parte di retail park, Gallerie Commerciali Bennet, che si occupa della commercializzazione del centro commerciale di cui in futuro prenderà in carico anche la gestione, e una società guidata dall’ingegnere Giorgio Rocchia, impegnata nell'affittare gli spazi nel retail park. Tra i due commercializzatori è ipotizzabile
Indice di innovazione Architetto, Alessandro Stroligo Associate Director di Chapman Taylor Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca Redazione r&f (Andrea Penazzi) un lavoro a stretto contatto, al fine di creare un mix merceologico coerente. La proprietà dell'ancora alimentare è in capo alla stessa Bennet. Il secondo motivo per cui riteniamo interessante il progetto è la formula mista centro commerciale più retail park, a doppio step di realizzazione, con un'ampia offerta di intrattenimento all’aperto che farà da trait d'union ai
6,94 6,5 6,75 7 7,5
due complessi. Segnaliamo in merito la fontana, che di inverno diventa una pista di pattinaggio gratuita, la parete d’arrampicata e lo spazio dedicato a eventi e concerti. Terzo elemento, ma primo se guardiamo ai numeri, è la portata dell’intervento immobiliare: saranno circa 60mila i mq di gla e 120 i negozi complessivi, tra cui l’ancora alimentare, e una ventina di
Il progetto in pillole Nome del progetto Indirizzo Apertura prevista centro commerciale Apertura prevista retail park Inizio dei lavori Investimento Promotore Commercializzazione Progettazione Località Localizzazione Tipologia Gla Centro commerciale Gla Retail park Parcheggi Livelli commerciali Medie superfici Unità ristorazione Totale unità (piccole, medie e grandi superfici)
Mondojuve Shopping Center Via Debuchè Nichelino / Vinovo ( To) ottobre 2014 2015 ottobre 2012 200 milioni di euro Campi di Vinovo Spa – Gruppo Finanziaria Gilardi Spa Gallerie Commerciali Bennet Spa Design International Nichelino/Vinovo (TO) Suburbana Shopping center / retail park 27.117 mq 29.900 mq 4.140 1 circa 20 circa 10 circa 120
Inquadramento Territoriale
500 e 600 metri quadrati. In particolare ne segnaliamo una, tra le due più grandi, per la quale si sta ragionando sull’inserimento di uno store multimarca legato all’abbigliamento di medio/alto livello. A completamento del centro commerciale, in particolare nel cuore della Fashion Mall, è stata progettata un'ampia food court, alimentata da una decina di locali di cui alcuni attivi su due livelli, per una gla di oltre 2mila metri quadrati. In mezzo ci saranno i tavolini, ognuno dei quali dotato di presa di corrente elettrica per ricaricare il cellulare, il tablet o il pc portatile. Inoltre i device elettronici potranno navigare su internet sfruttando il servizio di wi-fi gratuito. Il contesto sarà caratterizzato dalla presenza di una forte luce naturale, grazie all’inserimento di vetrate sia nella copertura che nella facciata. Queste permetteranno una vista privilegiata in direzione sud verso le Alpi e in particolare verso il Monviso. L’effetto, assicurano i promotori, sarà molto suggestivo. Esattamente di fianco alla zona dei ristoranti sarà realizzata un’area bimbi di 126 mq, rigorosamente gratuita e custodita, in linea con tutte le aree bimbi dei centri in portfolio a Gallerie Commerciali Bennet. Le circa 17 medie superfici, che costituiranno il retail park, ospiteranno retailer specializzati, con metrature estese sino a 3.500 mq di gla.
Tecnologie green all’avanguardia, anche nel parcheggio
fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it
medie superfici. L’investimento dichiarato ammonta a circa 200 milioni di euro, con una forte componente economica, pari a 40 milioni, impiegata sul potenziamento dell’infrastruttura viaria. In particolare prima del taglio nastro sarà creato l’allacciamento alla tangenziale, sul quadrante sud di Torino, verrà portata a quattro corsie totali via Debouché, oggi strada comunale ma presto di interesse regionale, e saranno realizzate delle rotonde a completamento. Guardando lo storico delle pubblicazioni sul web si scopre che in un secondo momento dovrebbero essere realizzate ulteriori opere sulla viabilità. Vedremo. In particolare Mondojuve si posizionerà a cavallo tra i comuni di Vinovo e Nichelino, esattamente di fianco agli impianti sportivi, nell’ex area dell’ippo-
dromo di Torino. Per chi si chiedesse se il lungo iter che ha accompagnato il progetto sia arrivato a compimento, la risposta è sì. Il percorso autorizzativo, come ci ha confermato la stessa proprietà, è stato completato, per cui ci sono tutti i permessi per procedere con la costruzione dell’opera, che è approdata in cantiere lo scorso ottobre.
Nel cuore della commercializzazione
A cantiere terminato, quindi nel 2015, Mondojuve sarà composto di due anime retail per complessivi 60mila mq di gla: la prima sarà costituita dal centro commerciale, con ipermercato Bennet da 11mila mq di gla e due gallerie di negozi, per una superficie lorda affitta-
bile che supera i 27mila mq; la seconda dal retail park, ampio quasi 30mila mq di gla. Il tutto distribuito su un unico livello commerciale. Al momento, ancora alimentare a parte, non è possibile conoscere i brand che hanno già aderito all’iniziativa così come non è possibile dare indicazioni sui range di affitto e sui costi di gestione. Tuttavia sono disponibili elementi significativi sull’andamento della commercializzazione. Lo shopping center, che dovrebbe essere realizzato entro il 2014, vede l’attività di commercializzazione arrivata al 50% per la galleria A, quella cioè adiacente l’ipermercato con tutti i servizi, mentre per la galleria B, denominata Fashion Mall, sono in corso di trattativa le quattro medie superfici: due estese circa 1.500/1.600 mq e due comprese tra i
Come ci ha raccontato al Mapic di Cannes l’ingegnere Luca Voena, di Gruppo Finanziaria Gilardi (vedi intervista su Resoconto Mapic, pag 49), «costruire oggi questo progetto rende possibile un aspetto di ecosostenibilità a cui siamo stati molto attenti. Questo può portare inizialmente a un maggiore costo dell’opera, ma in un secondo momento si traduce in un risparmio per il cliente finale. Siccome saremo noi i proprietari della galleria abbiamo guardato con un occhio al medio e al lungo termine». Nel concreto, per ridurre i consumi al minimo, è stato progettato un impianto di produzione fluidi caldo/ freddo che si avvantaggia di pompe ad altissimo rendimento; saranno installati pannelli solari termici, in grado di soddisfare il 100% del fabbisogno di acqua calda sanitaria, e pannelli fotovoltaici, che incideranno con l'energia elettrica prodotta sino al 50% dei servizi generali e al 20% della produzione caldo freddo; sarà presente un sistema di recupero dell’acqua piovana che servirà per irrigare le aree verdi; e, sottolineiamo, saranno installate nel parcheggio le colonnine
retail&food - gennaio/febbraio 2013 35
Prima pietra
I centri commerciali presenti nel territorio
di ricarica per le auto elettriche. I posti auto, tra quelli a raso e sottoterra, saranno oltre 4mila, compresi quelli rosa per le famiglie. L’ampio utilizzo di vetro e di legno, sia all’interno che all’esterno della struttura, garantiranno infine maggiore vivibilità e confort.
Bacino d’utenza
36 retail&food - gennaio/febbraio 2013
Player per le fasce isocrone della localizzazione (Accesibilità: 20 minuti, con autostrade, traffico medio) Fasce isocrone
Format
Insegna
Prov.
Superf. (mq)
Dist. (min.)
Piazza Aldo Moro 50
6.100
4,8
Comune
Indirizzo
00' - 05'
Centro Commerciale
IL CASTELLO
TO
NICHELINO
05' - 10'
Centro Commerciale
CARREFOUR NICHELINO
TO
NICHELINO
Via dei Cacciatori 111
14.905
5,5
Centro Commerciale
LA LOGGIA
TO
LA LOGGIA
Strada Nizza 32
5.687
6,9
Parco Commerciale
DECATHLON
TO
MONCALIERI
Corso Savona 67
12.500
9,8
10' - 15'
Centro Commerciale
LE FORNACI
TO
BEINASCO
Strada Torino 34/36
51.631
10,2
Centro Commerciale
PORTE DI MONCALIERI
TO
MONCALIERI
Corso Savona
20.054
10,2
Centro Commerciale
MILLECITY CENTER
TO
TORINO
Via Giordano Bruno 142
8.623
11,0
TO
RIVALTA DI TORINO
Via Torino ang. Via Guido Gozzano - Loc. Pasta
24.500
11,6
Parco Commerciale
RETAIL PARK RIVALTA
Centro Commerciale
MONCALIERI
TO
MONCALIERI
Via Vittime di Bologna 20
11.290
11,8
Centro Commerciale
8 GALLERY
TO
TORINO
Via Nizza 262
31.800
11,8
Centro Commerciale
45 NORD
TO
MONCALIERI
Via Fortunato Postiglione 1
32.100
11,8
Centro Commerciale
GARDENIA BLU
TO
RIVOLI
Corso Francia 175
11.000
13,4
17.500
15,2
9.670
15,6
15' - 20'
Centro Commerciale
LAGRANGE 15
TO
TORINO
Via Giuseppe Luigi Lagrange 15/17
Centro Commerciale
CARREFOUR MONTECUCCO
TO
TORINO
Corso Monte Cucco 108
Centro Commerciale
LE SERRE
TO
GRUGLIASCO
Via Carolina Spanna ang. Via Tiziano Lanza
10.750
15,9
Centro Commerciale
SHOPVILLE LE GRU
TO
GRUGLIASCO
Via Crea 10
78.500
16,0
Parco Commerciale
SHOPVILLE LE GRU RETAIL PARK
TO
GRUGLIASCO
Via Crea 10/A
10.000
16,1
Centro Commerciale
LA PIAZZETTA
TO
RIVOLI
Via Nizza 5
7.500
16,5
Parco Commerciale
RETAIL PARK
TO
COLLEGNO
Via Torino Pianezza ang. Via Venaria
10.000
16,9
Centro Commerciale
SOLE D'ORO
TO
RIVALTA DI TORINO
Via Giaveno 59
11.272
16,9
Centro Commerciale
PIRAMID
TO
RIVALTA DI TORINO
Via Giaveno 52
4.000
16,9
Centro Commerciale
AUCHAN
TO
RIVOLI
Corso Susa 301/307
14.210
17,3
Centro Commerciale
LA CERTOSA
TO
COLLEGNO
Via Spagna 10
19.984
18,2
fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it
Consideriamo come sempre il bacino dei 20 minuti di percorrenza automobilistica, con condizioni di traffico medie, e analizziamo i dati forniti da Sincron Inova sulla popolazione residente e sui competitor. In particolare emergono due fattori: il bacino di riferimento comprende interamente comuni della provincia di Torino; le variabili socio-demografiche, sia a livello comunale che a livello provinciale, rispecchiano quasi perfettamente i valori nazionali. Con alcune eccezioni che segnaliamo. Il numero di componenti medi della famiglia nella provincia è inferiore: 2,19 contro 2,41 della media nazionale. La percentuale di stranieri risulta più bassa nel comune di Nichelino, ma maggiore a livello provinciale, rispettivamente: 5,4% e 8,6% contro il 7% nazionale. Il tasso di disoccupazione è, per entrambi i livelli amministrativi, maggiore: 9,4% in provincia e 11,2% nel comune. I Numeri indice di reddito e di consumo, che rappresentano sinteticamente la capacità di reddito e spesa, sono 94 e 101 per il livello comunale e 110 e 114 per quello provinciale. Non deve sorprendere che il Nic sia superiore al Nir, poiché questi numeri sono ottenuti indicizzando i dati di reddito e consumi medi dei diversi livelli amministrativi ai valori medi nazionali. Il contesto in cui verranno creati il Centro Commerciale e il Retail Park può contare su diverse strutture, situate per altro tutte a nord-est verso il comune di Torino, per un totale di 23. Quattro di queste sono parchi commerciali e nove sono centri commerciali tradizionali. Tra i retail park, il più grande in termini di Gla è quello di Rivalta, dotato di 24.500 mq e distante circa 11 minuti. Tra i centri commerciali tradizionali, invece, la maggior percentuale sul numero di strutture per tipologia è data dai complessi di piccole dimensioni, inferiori ai 19.990 mq di Gla, che rappresentano oltre il 73 per cento. Vi sono poi tre centri di medie dimensioni e due di grande estensione. Segnaliamo in particolare il caso di Grugliasco dove, accanto al più grosso centro della zona, il Shopville Le Gru (78.500 mq di Gla), si trova anche un retail park di 10.000 metri quadrati. Andrea Penazzi
retail&food - gennaio/febbraio 2013 37
Dossier aeroporti
Ancona, retail
la grande scommessa si chiama
A settembre un outlet, il primo di proprietà di un aeroporto, poi una galleria commerciale di alto livello da 20 negozi. Intanto continuano le serate con discoteca e gli altri eventi. L’aeroporto di Ancona fa di testa sua, con l’obiettivo di diventare un polo commerciale di riferimento nella zona
Q
uello che l’aeroporto di Ancona ha in mente per il prossimo futuro è una scommessa. Piuttosto rischiosa, a dire il vero: moltiplicare per dieci gli attuali spazi commerciali e porli laddove tutti gli aeroporti li stanno riducendo, ossia nel landside. L’aeroporto agirà su due fronti: il prossimo settembre sarà inaugurato un “outlet” da 4mila mq appena fuori dall’aerostazione. Successivamente, probabilmente nei primi mesi del 2014, sarà la volta dell’apertura di una grande galleria commerciale da circa 3mila mq, con 15-25 negozi e 500-700 mq di ristorazione. Nel frattempo sarà aperto un hotel quattro stelle e l’aeroporto continuerà a battere sul tasto degli eventi per diventare un polo di attrazione del territorio. È del tutto evidente, infatti, che questi numeri sono sproporzionati per un’aerostazione che accoglie 600mila passeggeri all’anno e che per la maggior parte del
38 retail&food - gennaio/febbraio 2013
giorno appare semideserto. Per quanto molto bello.
La galleria commerciale punta in alto
Il terminal attuale, infatti, è nuovo, inaugurato nel 2003. Si compone di due ariosi contenitori di vetro e acciaio, uno dedicato alle partenze e uno agli arrivi. Ciascuno è diviso tra una parte landside (più ampia) e una airside e ciascuno ha le attività commerciali al piano terra e gli uffici al primo piano. In mezzo, per ora, c’è la vecchia struttura, più piccola delle nuove e in stato di sostanziale abbandono: vi sopravvive un ristorante self-service aperto anche ai passeggeri, ma per lo più usato dal personale. Quest’area, tuttavia, diventerà il cuore del nuovo aeroporto, con il nome di “corpo centrale”. Attualmente l’Aerdorica, la società di gestione a maggioranza pubblica dello
scalo, sta bandendo un concorso per il progetto della struttura. Si tratta di un passo concreto importante, perché di questo sviluppo si parla da molti anni, almeno dal 2009. Una volta assegnata la gara e realizzati i lavori, lo spazio ospiterà la nuova galleria commerciale. Per capire il salto di qualità a cui si assisterà, basti pensare che oggi i negozi non food presenti occupano una superficie totale di 302 metri quadrati. Nel landside delle partenze si trovano un’ottica, una profumeria, un rivenditore di souvenir e vetri di Murano, un’edicola e un nuovo punto vendita di enogastronomia marchigiana, Gusto&Marche; nell’airside un duty free e un’enoteca. Domani, ossia nei primi mesi del 2014, gli spazi complessivi saranno di 3.580 metri quadrati. L’obiettivo di Aerdorica, spiega il direttore generale della società, Marco Morriale, è di riempirli con punti vendita di marchi di alto livello. Ci saranno
i campioni della pelletteria marchigiana, noti in tutto il mondo, ma più in generale insegne di moda e accessori di livello premium. Ampio risalto sarà dato al duty free in airside. Il numero degli shop potrà variare in base alle esigenze dei brand, ma è ipotizzabile che alla fine si aggirerà attorno ai venti. A curare la selezione e la successiva gestione della galleria sarà probabilmente una società ad hoc: «Stiamo valutando l’idea di fare una gestione in house, attraverso la nostra controllata Raffaello srl – sottolinea Morriale –; stiamo cercando un partner commerciale che abbia l’expertise necessario. Il risultato della partnership potrebbe essere una joint-venture o un’altra forma di società mista». I rendering in queste pagine mostrano come si presenterà la struttura: vetro e acciaio, immagine moderna e sicuramente accattivante. Ma chi richiamerà? Nelle Marche sono presenti 28 centri
commerciali con più di 5mila mq di gla. Solo quattro sono nel raggio di mezz’ora di auto e sette in quello di un’ora. Solo tre di questi hanno più di 20mila mq di gla, quindi si tratta di centri medio-piccoli. Presso Aerdorica calcolano che, considerando un tempo di spostamento di 60 minuti, la popolazione che gravita nell’area dello scalo è pari a 2,55 milioni di persone. È quindi a loro che l’offerta si rivolge. Secondo i vertici della società, inoltre, lo sviluppo commerciale avrà come effetto anche la crescita del traffico, come avvenuto in passato per l’aeroporto di Orio al Serio a seguito dell’apertura dell’Oriocenter.
Il food che verrà
Il cambiamento dell’aerostazione sul fronte f&b sarà meno drammatico: si passerà dagli attuali 565 metri quadrati ai futuri 1.300. Attualmente i punti di ristoro sono cinque: due bar gestiti da Servair Airchef alle partenze e agli arrivi, zona landside, rilevati da Marco Polo Food nell’ottobre del 2011, oltre al self-service a cui si è già accennato prima. Ci sono poi un bar gestito da una società locale in airside e il nuovo punto Gusto&Marche Pizza, accanto al negozio di enogastronomia già citato. L’anno prossimo il nuovo corpo centrale, spiega ancora Marco Morriale, avrà diverse tipologie di ristorazione: «un self-service, un fast-food e un business restaurant, sullo stile del ristorante di
Sadler a Malpensa, con pochi tavoli e alta qualità». Per la ristorazione veloce «ci sarà un mix tra brand nazionali e internazionali», mentre per la ristorazione classica «vogliamo affidarci a uno dei nostri chef marchigiani stellati». Tutte le attività f&b del corpo centrale saranno nel landside.
Un’area esterna per outlet e hotel
Se i centri commerciali di dimensioni rilevanti sono pochi, i factory outlet village nelle Marche sono proprio assenti. I più vicini alla regione sono, a sud, il Città Sant’Angelo Outlet Village, in provincia di Pescara, e, a nord, il San Marino Factory Outlet. Quest’ultimo ha una caratteristica decisiva: si estende su 5mila metri quadrati e ospita 40 marchi organizzati come in un department store: tanti corner e delle casse centrali. Per questo motivo, oltre che per la vicinanza geografica, il suo gestore, la società Big&Chic, è stato scelto da Aerdorica per gestire la struttura che sta nascendo fuori dall’aerostazione marchigiana. Il nuovo outlet sarà leggermente più piccolo di quello di San Marino, circa 4mila mq, ma organizzato allo stesso modo, con tanti box e un unico fronte casse all’uscita. Per gli aeroporti, e non solo italiani, è una vera novità. Per capire come funzionerà l’esperimento basterà aspettare settembre, quando è prevista l’inaugurazione, se sarà rispet-
tato l’impegno di consegnare l’immobile a luglio da parte di Aerdorica, che ne sarà proprietaria e che l’affitterà senza essere coinvolta a livello gestionale. Ciò che verrà chiesto sarà, ovviamente, che i marchi non entrino in diretta concorrenza con quelli della galleria: i brand dovranno essere di livello medio (e non medio-alto come nel corpo centrale) e potranno essere sia locali sia nazionali e internazionali. A proposito di concorrenza, una precisazione va fatta: è vero che non ci sono factory outlet nei paraggi, ma di spacci aziendali, molto competitivi, la zona è piena. Problemi di accoglienza dei clienti non dovrebbero esserci, dato che affianco al
futuro outlet è stato da poco inaugurato un capiente parcheggio multipiano. I responsabili commerciali di Aerdorica stanno studiando come rendere possibile la sosta gratuita a chi acquista nell’outlet, ponendo al più un limite di ore per evitare abusi da parte di chi viaggia e sosta a lungo. L’area dove sorgerà l’outlet, a sud ovest rispetto al terminal (a sinistra, guardando la facciata) sarà completata da un hotel a quattro stelle, con una settantina di camere rivolte a un pubblico business, che rappresenta circa il 40% dei viaggiatori e che attualmente trova strutture simili solo ad Ancona o Senigallia. In questo caso sia la gestione
da sinistra Monica Bruzzese, Massimo Morriale e Laura Cerasa
retail&food - gennaio/febbraio 2013 39
Dossier aeroporti che la proprietà non sono dell’aeroporto ma dell’insegna che subentrerà, il cui nome è attualmente riservato. Sempre in tema di novità edilizie, da pochi mesi è stato inaugurato un edificio dedicato agli operatori cargo, un business sempre più centrale nell’attività dell’aeroporto. Il coinvolgimento degli abitanti della zona, necessario per il funzionamento dell’outlet e della galleria commerciale, non arriverà dal nulla. Già dal 2008 l’aeroporto ha impiegato molte delle sue energie per organizzare una serie di eventi. All’inizio fu “Volare”, una serata canora annuale che vide il primo anno
diversi”, ossia diritti aeroportuali (3,38 milioni), subconcessioni (1,4 milioni) e riaddebito spese a subconcessionari (328mila). Nel gennaio 2010 la giunta regionale e Aerdorica hanno firmato l’accordo sulla compensazione per gli oneri di servizio pubblico in virtù della legge regionale 6/2009, che riconosce all’infrastruttura interesse economico generale. Nel 2010 la Regione ha versato un contributo di 1,6 milioni di euro; nel 2011 è stata versata la stessa cifra. Inoltre, nel maggio 2011 il Servizio Turismo della Regione Marche ha deliberato un ulteriore contributo di 1,1 milioni di euro, con l’obiettivo di incrementare i flussi turistici in entrata, principalmente dal Nord Europa.
come protagonista Katia Ricciarelli e fu ripetuta per tre edizioni. Poi fu la volta di un concerto gospel, organizzato dal Resto del Carlino, e di un tributo a Tina Turner, per beneficenza. Nel 2011 lo scalo ha ospitato l’assemblea annuale di Confindustria (di cui è membro di spicco Cleto Sagripanti, presidente di Aerdorica oltre che ad dell’azienda calzaturiera Manas), con tanto di tensostruttura nel parcheggio per i dibattiti e cena di gala agli arrivi. Ma è il 2012 che ha fatto vedere le cose più importanti. Il primo giugno c’è stata la prima serata discoteca: centinaia di ragazzi sono entrati, a pagamento, per ballare fino alle 4 del mattino nell’ala degli arrivi (dove si tengono tutti questi eventi). Un successo replicato il 31 ottobre. «Siamo stati contentissimi, ora intendiamo realizzare quattro o cinque di queste serate all’anno – commenta Laura Cerasa, responsabile del business non aviation di Aerdorica –. Non è stato semplice avere le autorizzazioni dall’Enac ma ci siamo riusciti. È un’attività importante sia per avvicinare la popolazione all’aeroporto sia, più banalmente, per
Il bilancio, riconosce il direttore generale di Aerdorica, si regge dunque anche per i contributi della Regione Marche (maggiore degli azionisti pubblici, che in totale arrivano al 67%) a supporto di alcune rotte; non va dimenticato che tra le compagnie più presenti c’è Ryanair. Tali contributi continueranno nonostante il Piano nazionale aeroporti (destinato a chissà quale sorte con la caduta del governo Monti) abbia relegato Ancona a scalo complementare. Non ci sarà insomma possibilità di accedere ai fondi statali, ma l’ultima versione del Piano non esclude quelli degli enti locali. In questo contesto, la società prova da qualche anno a privatizzarsi, aumentando la quota di privati attualmente al 33 per cento. Il bando di gara a evidenza pubblica, pubblicato nel 2010, ha ricevuto una sola offerta, ritenuta tuttavia non soddisfacente i requisiti. Per tale motivo sono cominciati dei colloqui con operatori privati per la vendita di alcune quote della società. Si è vicini a un accordo, rivela Morriale, con un partner straniero. Fabrizio Patti
Eventi fuori dal comune
40 retail&food - gennaio/febbraio 2013
avere dei ricavi aggiuntivi». Nell’immaginare gli eventi futuri la fantasia non manca: si va da una serata all’ultimo piano del parcheggio multipiano accanto al terminal arrivi («si potrebbe finalmente vedere la pista» dice Laura Cerasa) agli spettacoli circensi con acrobati. Un primo esperimento, d’altra parte, c’è già stato, perché durante una serata con discoteca si è esibita una trapezista.
Socio straniero in arrivo
Che tipo di società è oggi Aerdorica? In salute, a un primo sguardo, perché gli ultimi bilanci si sono chiusi in attivo. Ma guardando i ricavi del 2011 si vede subito che, a fronte di 4,3 milioni da vendite e prestazioni, ben 8,57 sono “altri ricavi e proventi”. In dettaglio, si tratta di 2,6 milioni di contributi in conto esercizio e di 5,9 milioni di “ricavi e proventi
Chicago Retail Tour 2012
Mission
accomplished! C
ome ampiamente documentato e annunciato, si è svolto a novembre a Chicago il retail tour organizzato dalla nostra rivista a seguito degli incontri avuti durante il viaggio effettuato a giugno (si veda r&f lug/ago 2012). La missione si è svolta tra il 26 e il 30 novembre e ha consentito ai partecipanti di ottenere in tre giorni lavorativi completi una panoramica incredibilmente ampia delle opportunità presenti e future per programmare uno sviluppo retail, sia in
ambito aeroportuale che nelle aree cittadine più dinamiche e vitali. Al tour hanno preso parte Marco Passoni, ceo di Meridian Duty Free, accompagnato da Guy Ponzo, che insieme curano lo sviluppo dei monomarca Ducati in ambito aeroportuale (Fiumicino, Venezia, Bologna e a breve lo sviluppo worldwide) e Francesco Montuolo, vicepresidente di Confimprese, in rappresentanza degli associati, in particolare per il lancio di un nuovo progetto destinato ai mercati esteri. Durante la prima giornata abbiamo visitato i due aeroporti cittadini, il Midway
(circa 20 milioni di passeggeri/anno) e l’O’Hare (quasi 70 milioni), guidati da Glen Ryniewski, assistant commissioner del Chicago Department of Aviation e da altri membri dello staff. Un lauto business lunch è stato offerto da HMSHost presso l’eccellente Wicker Park Seafood & Sushi Bar mentre la coda del pomeriggio è stata spesa con la direzione locale di Westfield (Concession Management) guidata da Brian Petrow, che ha illustrato gli sviluppi futuri del terminal 5
dell’aeroporto O’Hare. Da qui, per concludere la giornata, un rapido tour presso il Westfield Old Orchard, uno straordinario mall ubicato a mezz’ora dal centro città. Anche negli States, come potemmo vedere a Londra nel 2011 (r&f settembre 2011), Westfield dimostra uno stile unico nei suoi mega centri commerciali. Il secondo e il terzo giorno sono stati invece dedicati a esplorare la città, e quindi il Loop grazie alla Chicago Loop Alliance e a Laura Jones, ma anche, ovviamente, l’area di Michigan Avenue, uno dei centri nevralgici dello shopping mondiale. Imprescindibile una visita alla
Greater Michigan Avenue Association e all’imbattibile John Chikow, ceo/president dell’associazione. Da qui un rapido salto per visitare il Water Tower Place, celebre mall di Michigan Avenue, guidati da Silvia Vettese, senior director leasing di GGP, il fondo che possiede e gestisce importanti aree commerciali americane, tra cui questa. La giornata si chiude con un entusiasmante tour nel quartiere di Lincoln Park, una delle aree residenziali più vivaci di Chicago, illustrataci dall’Alderman Michele Smith, grazie alla visita a una decina di attività commerciali della zona. Il terzo è ultimo giorno invece si è
aperto con un prezioso appuntamento con l’avvocato Charles R. Bernardini dello studio Ungaretti & Harris, che ha illustrato ai membri della missione una situazione aggiornata del quadro economico e normativo di chi intende fare business negli States e in particolare a Chicago. A completare la presentazione sono stati Matthew T. Dattilo, general counsel di MAC One Midway, il principale concessionario dell’aeroporto Midway, e Jacqueline C. Hayes, importante ed esperta broker con un portafoglio di opportunità commerciali davvero notevole. A cavallo dell’ora di pranzo una rapida incursione presso la sede dell’Illinois Retail Merchants Association ci ha consentito di fare la conoscenza del president & ceo, David F. Vite. Infine, nel pomeriggio, gli ultimi incontri sono stati dedicati a conoscere gli italians in prima linea nel dare sostegno alle imprese nazionali che operano da queste parti, nel consolato italiano – Mariella Meiarini Salvatori (Attaché for economics and scientific affairs) – e nella sede locale della Italian American Chamber of Commerce – Fulvio Calcinardi (executive director). Facile dedurre che con un’agenda così fitta, al momento della partenza con il volo di ritorno la fatica si è fatta sentire, ma è stata decisamente superata dall’entusiasmo dovuto alla quantità e alla qualità degli appuntamenti e delle persone incontrate. Chicago rappresenta una porta privilegiata per entrare negli States e chi desidera acquisire una caratura davvero internazionale può utilizzare questa piazza come trampolino di lancio. A. A. Chi desidera ulteriori informazioni può scrivere a chicago@retailfood.it
retail&food - gennaio/febbraio 2013 41
I grandi mall puntano su food e top retailer
Unibail Rodamco:
centri commerciali a quattro stelle
U
n invito impossibile da rifiutare: visitare due centri commerciali in 12 ore tra Francia e Spagna, uno in costruzione, l’altro già (ben) avviato. Un tour all’insegna del futuro del retail, organizzato a metà dicembre grazie alla collaborazione tra l’ottima agenzia di Pr inglese Innesco e Unibail Rodamco. Il gruppo francese, impegnato nella realizzazione e gestione di entrambi i progetti, è il principale operatore europeo nel settore, con un patrimonio di proprietà valutate in 27,5 miliardi di euro a metà 2012. Ci sono uffici, centri espositivi e congressuali nell’area parigina, ma il grosso degli asset è costituito da grandi
42 retail&food - gennaio/febbraio 2013
centri commerciali (almeno 6 milioni di visitatori/anno): dalla Spagna alla Polonia, dalla Finlandia all'Austria, passando per il cuore, la Francia, dove si concentra la maggioranza delle proprietà. Tra queste, per fare un esempio, c’è Les Halles, nel cuore di Parigi, che arriva ad avere 44 milioni di visite/anno. Il tour ci ha condotto a due passi dall'aeroporto Charles de Gaulle di Parigi, dove nell'ottobre 2013 verrà inaugurato il centro Aeroville e, nella stessa giornata, a Barcelona, per visitare il centro la Maquinista, un fantastico “mostro” da 242 negozi. Unibail Rodamco, come altri big player
del settore, si misura con un sensibile cambio di clima nell'affrontare il retail mix di centri nuovi o in fase di refurbishment: sono in ridimensionamento (o in uscita) retailer di settori tradizionali come bookshop, musica, elettronica (Fnac, per fare un nome a caso) ma anche le grandi ancore alimentari. E d'altro canto anche tenants abituati a gestire superfici più piccole soffrono i canoni dei centri più grandi e performanti, come quelli che si vanta di gestire Unibail Rodamco. Ecco quindi disegnata la tendenza per il futuro: qualche tenant in meno, con una selezione maggiore tra i brand più forti e
con superfici maggiori per punto vendita (Apple, Adidas ecc.). E poi tanti servizi, proposte di intrattenimento e freebies (servizi gratuiti) vari. L'obiettivo è quello dare ai centri commerciali più performanti sembianza di hotel di categoria elevata. Il progetto 4 stars label tende proprio a trasmettere questa atmosfera, grazie alla reception - che non è più solo un punto informazioni - ma anche alla cura del design e alla scelta dei materiali e degli arredi che nei nuovi centri vengono “imposti” anche ai retailer. Un progetto che passerà attraverso un processo di valutazione e certificazione dei servizi effettivamente erogati. E poi
porre una nuova via di ristorazione per i centri commerciali. Non una banale food court ma uno spazio ampio e gradevole con una concentrazione di qualificati operatori del food, ognuno con sedute proprie – all’aperto se il clima lo permette – ma all’interno di un contesto qualificato sulla scorta del progetto 4 stars. Tra i marchi citati per questo Rinascimento della ristorazione ci sono i “soliti noti”, da Starbucks a McDonald's, ma anche tanti spagnoli e francesi. L’Italia è rappresentata da tanti format italianizzanti ma inventati e gestiti da cugini europei, unica eccezione Autogrill. Ennesima testimonianza di quanto “tirino” il prodotto e l’atmosfera italiani ma di quanto siano poco strutturate e intraprendenti le nostre catene. E i più entusiasti potrebbero lanciarsi, contattando Ludovic Flandin, group director of international leasing, che per Aeroville ha annunciato una disponibilità di spazi pari al 10% per il food e al 30% per il no food (apertura ottobre 2013). Ma questo è solo l’inizio perché i tassi di turnover annunciati e la massiccia operazione di riqualificazione di centri esistenti, nonché il lancio di alcuni progetti di alto standing, lasciano intravvedere grandi chances di sviluppo internazionale per chi abbia voglia di crescere. A. A. attività offerte ai possessori della loyalty card del centro (gratuita): corsi di cucina, pista di pattinaggio, degustazioni, wi-fi gratuito e illimitato per tutti, app per i singoli centri con info e promozioni. L'obiettivo dichiarato è quello di «sorprendere i visitatori fino a fargli urlare wow!». Anche con eventi di alto standing, ovviamente, come il contest organizzato con l’agenzia Elite per selezionare le fotomodelle per le prossime stagioni del fashion. I centri devono essere vivi e vitali e quindi, ad esempio, ogni anno viene previsto un turnover di brand del 10% sul totale.
La Dining Experience
Uno degli aspetti salienti evidenziati durante il tour franco-spagnolo ha riguardato l’incremento di offerta food cui si assisterà nei centri Unibail Rodamco. Mediamente le aree destinate alla ristorazione nei centri europei si attestano attorno al 5-8% della gla. Unibail Rodamco intende raddoppiare questa quota, arrivando attorno al 15%, come ha affermato chiaramente, durante la conferenza stampa svoltasi negli uffici di Aeroville, Christophe Cuvillier, membro del board Unibail Rodamco nonché chief operating officer (Coo) del gruppo. Il tutto sotto il marchio/concetto della “Dining Experience”, che intende pro-
retail&food - gennaio/febbraio 2013 43
Parola di Dag Rasmussen
LS travel retail: cambiamo volto a Fiumicino
S
ono arrivati in Italia a ottobre, dopo aver vinto a luglio una delle gare più importanti del 2012 a livello globale, quella per tutti i duty free degli aeroporti di Roma. LS travel retail, società del gruppo Lagardère Services, pensa che i 229,4 milioni di euro messi sul piatto siano soldi spesi bene, perché il potenziale è ancora tutto da sfruttare. Ne abbiamo parlato con Dag Rasmussen, presidente e amministratore delegato di Lagardère Services. Aria e tenuta informale, nonostante sia a capo di una delle più grandi multinazionali del settore, Rasmussen ci ha accolto negli uffici dell’aeroporto di Fiumicino, assieme alla nuova responsabile di Ls travel retail Roma, Séverine Lanthier. Vorrei cominciare dai negozi di Roma. Quanto sono strategici nella vostra strategia globale? Sono davvero un elemento essenziale per il nostro sviluppo. Roma è una delle città turistiche più attrattive nel mondo, è una meta sia culturale sia turistica sia religiosa e avrà un numero crescente di turisti nei prossimi anni. È il sesto aeroporto europeo e diventerà il più grande scalo in cui noi operiamo come Aelia Duty Free. A Parigi abbiamo infatti il marchio Buy Paris Duty Free e operiamo attraverso una joint-venture con Aéroports de Paris. Com’è l’offerta ora, come sarà nei prossimi mesi? Avremo come offerta core i nostri negozi Aelia Duty Free. Avremo degli spazi dedicati alle nuove categorie dei souvenir e del cibo gourmet locale: ci saranno alcolici, olio dalle diverse regioni, ma anche profumi, giocattoli e prodotti in licenza. Innalzeremo l’offerta con un ambiente e marchi premium, anche se generalmente non di lusso, se non per alcuni prodotti per clienti cinesi o russi. L’offerta dedicata al cibo e ai souvenir locali avrà un’insegna specifica? In alcuni casi saranno all’interno di negozi con insegna Aelia Duty Free. In altri trasformeremo degli store in negozi con un concept dedicato. Avranno un ambiente molto differente in termini di materiali e rifiniture. Sarà qualcosa di dedicato a Roma ma non abbiamo ancora deciso il nome. Questa offerta sarà inaugurata tra aprile e maggio 2013. Ci può dire qualcosa di più dei prodotti italiani? Saranno coinvolti i fornitori precedenti o ce ne saranno di nuovi? Ci saranno sicuramente marchi italiani. Alcuni di loro saranno internazionali, come Gucci, Versace, Bulgari, Ferrari, Moschino eccetera. Altri saranno locali, come Collistar, Pupa o Acqua di Parma,
44 retail&food - gennaio/febbraio 2013
Il closing dell'accordo tra Adr e LS travel retail (al tavolo, di fronte, Séverine Lanthier, responsabile della filiale italiana di LS travel retail)
tra la profumeria, e Amaretto Disaronno, Strega, Vecchia Romagna, tra gli alcolici. Per quanto riguarda l’enogastronomia, manterremo alcuni fornitori attuali e ne cercheremo di nuovi, perché vogliamo provare a prendere i migliori produttori sul mercato. Nel contratto di concessione oltre ai 3mila mq attuali erano previsti altri 1.600 mq di nuovi spazi. Quando aprirà la nuova area? Non è proprio una nuova area. Si tratta di negozi esistenti, che riallestiremo con le nostre insegne. Cominceremo il processo di rinnovamento nella seconda metà di gennaio e contiamo di completare entro il luglio 2013. Dopodiché nel 2016 ci sarà un’ulteriore crescita. Il signor Lo Presti sta negoziando un piano di investimenti enorme, condizionato all’approvazione del masterplan di Adr. È un altro incremento che abbiamo ovviamente inserito nel nostro business plan ma che non è ancora stato definito. Quali sono gli obiettivi di fatturato dei negozi di Roma nel 2012 e 2013? I dati precisi sono confidenziali, ma pianifichiamo di incrementare i ricavi del 40%, dopo i lavori, nel 2014. E questo sarà dovuto in parte alla formazione dello staff, in parte alla nuova offerta e alla nuova organizzazione. I risultati che stiamo ottenendo già ora sono molto impressionanti. Da ottobre, grazie alla formazione effettuata, abbiamo già una crescita del 15% della spesa per passeggero, rispetto allo scorso anno. Il personale dei negozi è lo stesso di prima? Oggi abbiamo rilevato lo staff di Adr Retail. Quando apriremo nuovi spazi, assumeremo più persone e cambieremo l’organizzazione del lavoro. Quanta formazione state facendo? Da ottobre abbiamo fatto 3.000 ore di formazio-
ne, e a gennaio inizieremo un nuovo ciclo sulla qualità del servizio e sulla gestione, nonché sulla conoscenza dei prodotti. LS travel retail secondo alcuni ha pagato moltissimo per la concessione, 229 milioni di euro. Anche le royalty sono alte, circa il 30 per cento. Come mai questa offerta così alta? Sì, alcune persone hanno giudicato l’offerta alta, ma noi pensiamo che quello che l’aeroporto ha venduto non è quello che abbiamo comprato. L’aeroporto ci ha venduto un sistema commerciale antiquato, di 3mila mq, gestito da un team che non era molto motivato perché non era stato formato, che non aveva il potere d’acquisto di cui può godere una grande organizzazione. Ma quello che noi abbiamo comprato è un contratto di 14 anni, uno spazio incrementato del 50%, un’offerta che è stata modernizzata, con un potere d’acquisto maggiore, un concept duty free noto, persone motivate e formate. Quindi per noi questo è un business che è profittevole, che darà un ritorno sull’investimento a doppia cifra e che è molto vicino agli standard. Gli altri operatori non lo hanno ritenuto così conveniente… È però vero che se confrontiamo quello che facciamo noi con quello che fanno altri operatori, la differenza è che noi aumentiamo sempre le vendite. D’altra parte oggi (10 dicembre) sono state assegnate le gare per gli aeroporti spagnoli e lì Aldeasa ha offerto molto di più di quanto non abbiamo fatto noi. Ogni volta è una questione di valutazione. Severine Lanthier ha studiato per due anni la situazione di Roma. Lei sapeva ogni cosa, a partire dal potenziale. Ci sono altri aeroporti che vi interessano in Italia? La nostra strategia prevede di essere presenti in Italia e non solo a Roma. Una volta che Roma sarà avviata, potremo sviluppare ulteriormente il business qui. Sia all’interno degli aeroporti romani, perché possiamo aggiungere specialty store, sia nelle stazioni, canale che ci interessa e in cui siamo presenti in Francia, Germania, Svizzera, Spagna. Cosa pensate di mettere nelle stazioni? Nelle stazioni abbiamo un’offerta di negozi news and convenience. Quali sono le previsioni di LS travel retail per il 2012 e 2013 in termini di fatturato? Ci aspettiamo una crescita di circa il 10% per ciascun anno. Sarebbe più alto se prendessimo solo il segmento duty free: in quel caso la crescita sarebbe del 25 per cento. F. P.
Dag Rasmussen, presidente e ceo di Lagardère Services (LS) dal 2011, norvegese, diplomato nella francese Essec Business School. Entra in LS nel 1988 come international business e financial controller. Nel 1991 è direttore finanza e organizzazione di Press Shop, a Bruxelles, e poi raggiunge Amp, società del gruppo LS, della quale diventa direttore generale. Nel 1999 è chief operating officer di LS, fino alla promozione del 2011
retail&food - gennaio/febbraio 2013 45
Resoconto fiera/1
Franchising,
al Salone il business va in rete La scorsa edizione della rassegna meneghina ha tracciato la rotta per un 2013 di crescita. Gli indicatori positivi sulle presenze, i nuovi progetti presentati dalle catene e la vivacità del comparto emersa nei convegni sono elementi da non trascurare. Per non perdere nulla vi proponiamo le principali interviste raccolte in fiera
F
ranchisee affermati e potenziali affiliati, ma anche importanti commercializzatori di centri commerciali e buyer internazionali, hanno presidiato la scorsa edizione del Salone del Franchising. I dati ufficiali, resi noti da Rds & Company (società organizzatrice dell’evento), superano quota 13mila visitatori, oltre il 2% in più rispetto a quelli registrati nel 2011. Durante la quattro giorni milanese (9-12 novembre), nel complesso di Fieramilanocity, hanno presentato il proprio format oltre 200 brand, tra cui Alcott, Piazza Italia e Camomilla Italia per il settore abbigliamento, Triumph per l’intimo, Bialetti per la casa, Nau! per l’ottica, Bluespirt per i gioielli e ancora Farinella, Rossosapore e Riso Gallo (con l'insegna Chicchiricchi) per la ristorazione.
Numerosi sono stati anche i convegni sul settore, tra cui quello promosso da Confimprese a titolo "Il franchising in Italia. Negozi in franchising: quale valore per il consumatore?". Durante questa sessione è stata presentata la ricerca "Riconoscibilità delle catene franchising per il consumatore", realizzata da Nielsen, seguita da un dibattito con protagonisti i manager di Cigierre, Feltrinelli, Thun, Camomilla Italia e Vitaldent. Tra i dati esposti da Chiara Magelli, consumer research manager di Nielsen, emergono quelli relativi all'affluenza nelle catene che si trovano all'interno dei centri commerciali, al grado di soddisfazione, ai punti di forza e di debolezza. I valori sono più che positivi. In particolare segnaliamo che l'84% dei clienti della ristorazione in franchising frequenta i locali che si trovano negli shopping center, un dato che si attesta al 94% per l'abbigliamento, al 67% per la casa e complementi di arredo, al 71% per le librerie e al 46% per la cura della persona. Il grado di soddisfazione arriva al 70% per le librerie, al 62% per l'abbigliamento, al 63% per l'arredo casa e al 46% per la
I volti
Michel J.Cohen, amministratore delegato di Dental Pro
«Al momento sono otto i nostri negozi all’interno di centri commerciali. Il prossimo, in apertura lunedì (12 novembre, ndr), è a Brescia presso il Frecciarossa. Otto sono le aperture in firma previste per il 2013, con un ciclo di tempo tra la decisione e l’effettiva apertura che varia tra i tre e i sei mesi. Per ora abbiamo sviluppato essenzialmente in Lombardia, in modo concentrico, ma ora stiamo firmando accordi nel Lazio e in altre regioni. I nostri fatturati sono in crescita, anche a parità di cliniche, con valore assoluto intorno ai 10 milioni di euro. Il franchising è solo una parte del nostro progetto: sui dieci negozi totali, sette sono diretti e tre in affiliazione».
Alessandra Re, responsabile sviluppo di Moa «Vantiamo 18 punti vendita in Italia all’interno degli store Upim (Gruppo Coin, ndr). Non abbiamo ancora monomarca nel Belpaese ma ne abbiamo in tutto il mondo, soprattutto in Francia (44). Proponiamo due tipologie di contratto: affiliazione e franchising. Il primo prevede che la merce sia di Moa e che l’affiliato riceva il 50% del fatturato. Il secondo prevede che il franchisee acquisti totalmente la merce. Per ora sviluppiamo su corner di 25/30 mq, che costano di affitto 25.000/30.000 euro l’anno, e vorremmo avviarne 10 in Italia entro il 2013. Tuttavia ci piacerebbe aprire un monomarca diretto a Milano; sarebbe preferibile in centro città ma non escludiamo i centri commerciali».
Marco Buono, responsabile Capri srl Alcott (e Gutteridge)
«Al momento Alcott conta in Italia 55 negozi diretti, distribuiti nei principali centri città e nei centri commerciali. Canale, quest’ultimo, dove abbiamo avuto una grossa espansione negli ultimi tre anni. Ora stiamo ripartendo con la formula franchising, interrotta nel 2007, improntata sul conto vendita. Stiamo aprendo circa 20 negozi diretti l’anno, con metrature che vanno dai 400 agli 800 metri quadrati. Da giugno abbiamo aperto tre negozi test in affiliazione e cinque nuovi opening sono previsti in questo periodo. Per i negozi in franchising le metrature partono dai 250 mq, con costi di arredo pari a circa 550 euro al mq, mentre non sono previste royalty e fee di ingresso ma solo garanzie bancarie».
46 retail&food - gennaio/febbraio 2013
I volti
Gennaro Dessena,
general manager di Farinella «Siamo presenti con sei ristoranti. Quest’anno (2012, ndr) abbiamo riavviato il progetto in franchising per diffondere il marchio. Al momento, per il 2013, sono contrattualizzate due aperture dirette e vorremmo aprire almeno tre nuovi locali in affiliazione. Lavoriamo anche per l’estero, in particolare verso la Germania e il Regno Unito. Proponiamo due format: Farinella Cafè, esteso sino a 300 mq, e Farinella Restaurant, di oltre 300 metri quadrati. Il primo è un self service, il secondo un full service. In termini di costi siamo intorno ai 1.000-1.200 euro al mq, solo le attrezzature pesano circa 600 euro al metro quadrato. La fee di ingresso è di 50.000 euro. Il nostro obiettivo è di sviluppare in centri commerciali, outlet primari e secondari, e centri città».
Mauro Guarnaccia, direttore out of home cura della persona. In generale i prezzi competitivi e l'offerta standardizzata o poco elastica rappresentano rispettivamente i punti di forza e quelli di debolezza percepiti dal campione scelto da Nielsen. L'unica eccezione è data dal settore delle catene delle librerie, per le quali il punto di debolezza è costituito dalla bassa qualità del servizio e dalla scarsa presenza di spazi dedicati alla lettura. Un aspetto in particolare vogliamo segnalare rispetto al dibattito, che evidenzia quanto il tema dell'e-commerce sia sentito e talvolta temuto. Alla domanda, «Come vede la concorrenza di Amazon?», Stefano Sardo, amministratore delegato di Librerie Feltrinelli, si è preso qualche minuto per sottolineare il peso del nuovo competitor sul mercato italiano, indicando però nella presenza dei punti vendita fissi il valore aggiunto della catena da lui diretta. In sostanza, sostiene Sardo, l'esperienza di acquisto nel negozio, soprattutto per un bene come il libro, non è riproducibile attraverso un sito internet. •
Riso Gallo & amministratore Rg ristoranti «Dopo la prima apertura, avviata direttamente ma poi data in franchising, apriremo il secondo locale entro poche settimane (2012, ndr) nel centro commerciale Le Due Torri a Stezzano (Bg). Abbiamo fatto la scelta netta di concentrare le risorse non sulla gestione ma sull’ottimizzazione del format. Oltre a vantare un marchio, Riso Gallo, con un indice di notorietà altissimo in Italia, abbiamo la fortuna che il segmento del riso vede una voragine di offerta. Per questo i commercializzatori di centri commerciali ci vengono a cercare e ci danno priorità. La nostra metratura ideale è di 100 mq, con presente una food court. Il costo iniziale, di 250.000 euro, prevede tutto: dalle opere edili alla formazione. L’insegna del locale è Chicchiricchi».
retail&food - gennaio/febbraio 2013 47
Resoconto fiera/2
Mapic, i progetti sul tavolo
Numeri di affluenza ancora in crescita e soprattutto tanti progetti, sia per nuovi centri che per ampliamenti. Cosi si è presentata l’edizione 2012 della fiera internazionale di Cannes, dedicata agli immobili commerciali. Il resoconto del meglio in mostra
I
l Mapic non delude mai, o quasi. I dati della diciottesima edizione (14-16 novembre 2012) della fiera francese dedicata agli immobili commerciali hanno visto una crescita rispetto a quelli dell’anno precedente del 6,2%, con il valore assoluto dei partecipanti salito a quota 8.500. Ma se tutti i numeri della kermesse hanno già scavallato le Alpi arrivando sulla scrivanie dei manager, quello che vogliamo proporvi in questo servizio sono i contenuti, quindi i più interessanti progetti, nuovi o aggiornati, comunicati a r&f dai principali sviluppatori e commercializzatori del settore. Un primo segnale generale è che il mercato ha continuato sulla strada della selezione, mantenendo in piedi gli sviluppi che dal punto di vista economico e dell’appeal sui retailer offrono le maggiori garanzie. Tutti gli altri riposano comodamente nei cassetti della aziende. Tra quelli non presenti nelle interviste, ma altrettanto degni di nota, ci sono Veneto City e Agrivillage. Il primo, promosso da Veneto City Spa, si presenta da masterplan come un’iniziativa faraonica dalla vocazione multifunzionale. Esteso su una superficie di circa
48 retail&food - gennaio/febbraio 2013
750mila mq, il complesso avrà una forte vocazione commerciale e ricettiva, con proposte altrettanto significative nel settore della ricerca scientifica e dell’intrattenimento. Lo scopo è quello di creare una cittadella tra i comuni veneziani di Dolo e Pianiga, a metà strada quindi tra La Serenissima e Padova, in grado di vivere tutta settimana. I permessi sono già stati ritirati, la definizione del progetto definitivo arriverà solo quest’anno e con l’inizio del 2014 potrebbe partire il cantiere. Il secondo progetto è promosso da Arcoretail e prevede lo sviluppo sul territorio nazionale di cinque/sei unità immobiliari dove verrà messo sul piatto l’eccellenza dell’agroalimentare italiano. Obiettivo: rilanciare il territorio promuovendo le tipicità locali e intercettando i flussi turistici. Tra i primi ad arrivare al taglio nastro c’è l’Agrivillage di Chieti, con un’area di intervento di 170mila mq e una gla per attività commerciali di 17mila metri quadrati. Spazio sarà dato, ovviamente, al tema della ristorazione, con una gla di 3mila metri quadrati. Non resta quindi che iscriversi alla prossima edizione del Mapic, che si terrà tra il 13 e il 15 novembre al Palais des Festivals di Cannes.
a cura di Andrea Penazzi
Mondojuve
e vetustà non avranno ragion d’essere, se non quella magari di essere convertiti in centri tematici o rivolti a una nicchia indipendente rispetto al prodotto centro commerciale. Arrivando ai nostri progetti, il Laurentino è giunto al 60% della commercializzazione e ha una collocazione di centro prime. Stipulato in fase di pre-agreement un accordo con Zara, ora stiamo trattando con uno dei più grandi marchi del cinema. Come palestra avremo una Virgin. Il 40% della gla sarà dedicato ai negozi di vicinato. L’apertura è stimata per il 2014.
tonica e contenuti commerciali. Alla straordinaria forma di quest’ultimo, che si inserisce nel contesto della Laguna di
Il progetto Mondojuve consiste in un complesso commerciale di grandi dimensioni, con una gla di 40mila mq e 120 negozi. In particolare prevede la realizzazione di due gallerie, in apertura nel 2014, e di un parco commerciale esterno, in apertura nel 2015. La prima mall vedrà annesso l’ipermercato, che è stato venduto dal promotore (Gruppo Finanziaria Gilardi Spa, ndr) a Bennet, mentre la seconda, che definiamo Fashion Mall, sarà dotata di medie superfici interne e di una sessantina di negozi. Al centro di quest’area sarà allestita una grande food court. Il parco commerciale sarà composto di medie superfici, di metrature comprese tra i 500 e i 3.500 metri quadrati. Il valore aggiunto di Mondojuve è la sua modernità, che, abbinata alle grandi dimensioni, non vede alcun progetto simile nell’area torinese. L’investimento complessivo ammonta a 200 milioni di euro, con 40 milioni destinati al potenziamento della viabilità.
Livorno Porta a Mare
Venezia, abbiamo dato un’anima commerciale, in grado di attrarre un bacino importante come quello compreso tra le province di Venezia e Treviso. Il nostro obiettivo, in generale, è quello di non ripetere mai in modo sistematico i centri commerciali, ma di dare sempre un’anima a ogni centro. Per farlo cerchiamo di individuare le novità di mercato, di capire le nuove tendenze del consumo o anche solo i desideri dei consumatori, e quindi di dare risposte attraverso una sequenza di percorsi in galleria che renda il centro affascinante.
Luca Voena, ingegnere di Gruppo Finanziaria Gilardi
Laurentino e Città Fiera
Francesco Della Cioppa, head of property & asset management & retail leasing di Cushman&Wakefield LLP
In questa fase di mercato vanno individuati due scenari: il primo dei grandi progetti stand alone, come il Laurentino o l’ampliamento di Città Fiera; il secondo dell’extension di alcuni piccoli centri esistenti a scapito di altri, che porterà alla riduzione del numero complessivo degli shopping center. Ci sono infatti alcuni centri che per la conformazione
Claudio Albertini, amministratore delegato di Igd Siiq
Noi abbiamo approvato a ottobre il piano industriale, che poi ho presentato in Europa alla comunità finanziaria, ai nostri investitori o potenziali tali, agli analisti etc. Toccare certe piazze, come Londra, Parigi, Bruxelles e Amsterdam, ci ha confermato che c’è una percezione migliore dell’Italia rispetto allo scorso anno. Mi riferisco ai grossi fondi, agli investitori specializzati nel retail estate, ai broker e alle banche d’affari. Tuttavia è una convinzione ancora da consolidarsi, a causa dell’incognita elezioni. Livorno Porta a Mare è il nostro progetto centrale, con 70mila mq di gla e un investimento di 200 milioni di euro. Il suo scopo è integrare la città con il waterfront, realizzando nell’area industriale dismessa delle residenze, ristorazione, negozi e il collegamento con il porto turistico. Ora stiamo lavorando sulla parte residenziale, mentre a metà 2013 lavoreremo sulle Officine Storiche, che ospiteranno una grossa galleria.
Villesse Shopping e Jesolo Magica
Pierluigi Stopelli, attivo nella commercializzazione presso Studio Conte Presentiamo alcuni progetti importanti, come quello di Villesse che aprirà nell’autunno del prossimo anno (2013, ndr), e altri estremamente innovativi, come Jesolo Magica, che rappresenta un unicum in Italia e in Europa per il connubio perfetto tra forma architet-
Pr Parma Retail e Settimo Cielo
Roberto Marchetti, direttore generale di Mall System
I progetti a cui stiamo lavorando sono due in particolare. Molto interessante a livello di dimensione e di struttura, in apertura nel 2013 dopo anni di gestazione, è il Pr Parma Retail a Parma. È un lifestyle center, con una concezione a metà tra il centro commerciale e il parco commerciale, che vede una forte integrazione di attività ludico ricreative del tutto nuove nel settore. Le caratteristiche fondamentali sono: la presenza di 20 grandi specialisti come medie superfici; un alimentare aggressivo e innovativo come Rossetto; Koodza, insegna discount monomarca di Decathlon; e un’area di 9.000 mq dedicata al tempo libero e al divertimento sviluppata con Dedem Automatica. Poi puntiamo all’estensione di Settimo Cielo Retail Park (To), che vedrà l’apertura a primavera 2013 di superfici già commercializzate
retail&food - gennaio/febbraio 2013 49
Resoconto fiera/2 e l’inizio della costruzione del centro commerciale. Va ricordato il Globo, con l’ampliamento del parco commerciale già commercializzato.
Le Cotoniere e Parma Urban District Anna Paltrinieri, executive director leasing di Cbre
dopo aver completato tutte le fasi di studio e di definizione del merchandising mix e del layout, stiamo lavorando per definire, già a partire dall’inizio dell’anno, le trattative con diverse grandi e medie superfici. Per Le Cotoniere di Salerno, invece, siamo in una fase di commercializzazione più avanzata. Oggi i tempi delle attività di commercializzazione si sono molto dilatati, anche per la necessità di collocare correttamente ogni intervento all’interno della propria area di riferimento, con uno sguardo preciso alla concorrenza. Questo per cercare, per ogni progetto, marchi il più possibile unici e originali per differenziarsi, soprattutto in caso di progetti inseriti in scenari molto competitivi.
Verona Porta Sud Il 2013 sarà un anno intenso per quanto riguarda la commercializzazione di nuovi progetti e consolideremo il lavoro che stiamo già svolgendo per aperture previste nel 2014/2015. Tra i progetti in corso, Trieste - Carrefour, Parma Urban District (Pr), Le Cotoniere (Sa) e Macchiabella a Cosenza. In particolare, nel 2013 entreremo nel vivo della commercializzazione di Parma Urban District e di Macchiabella, progetti per i quali,
Silvia Segale, direttore commerciale di Larry Smith Presentiamo il progetto di Verona Porta Sud, in apertura nel 2015. Collocato nell’area dell’ex cartiera, lo shopping center si svilupperà su 40mila mq di gla, distribuiti su due livelli, con circa 120 negozi. Siamo partiti dopo l’estate con la commercializzazione, eseguita in coagency con Italiana Centri Commerciali che si focalizza sulla ristorazione, e ora lavoriamo alle medie superfici.
multisala di sette schermi e una food court di circa dieci ristoranti.
Scalo Milano
Anna Ruzzier, corporate marketing & communication di Promos
L'obiettivo in questa fase è connotare il futuro complesso retail su un posizionamento alto, con insegne che presidino lo shopping urbano. Verona Porta Sud dista infatti 1,2 km in linea d'aria dall’Arena. Ricordo che l'iniziativa è promossa dalla società Verona Porta Sud, che conta tre soci di cui uno è Gruppo Brendolan. Il gestore di Gruppo Famila nel Veneto si occuperà dell’ipermercato di 6mila mq di gla. Sul fronte dell'offerta di intrattenimento sono previsti un
Abbiamo in portfolio cinque iniziative: Cilento Outlet Village, di cui aprirà a dicembre (2012, ndr) la prima fase, pari a 24mila mq di gla sui 34mila mq totali; Le Perle di Faenza, in apertura nel
2013; il Palmanova Outlet Village, sul quale lavoriamo all’offerta per i clienti esteri, ormai oltre il 40% del totale; il parco commerciale di Sant’Eufemia, giunto in fase operativa; ma il principale è Scalo Milano. Il nuovo progetto sarà collocato a Locale Triulzi, a sud della metropoli lombarda, da cui disterà 25 minuti con il Passante Ferroviario. L’iniziativa ragiona su tre mondi merceologici: il primo di total outlet, con formato a filiera corta; il secondo vedrà una foodcourt molto particolare che abbinerà al consumo una piccola vendita di prodotti tipici; il terzo prende il nome di Lifestyle Emporium e insisterà sulla filiera corta, ma sul tema della casa e del design. La cantierizzazione è prevista nel 2013. •
50 retail&food - gennaio/febbraio 2013
Christmas meeting 2012/Cncc
Retail in crisi?
«Mettiamo le ruote ai mall»
Doppio appuntamento per il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali lo scorso 11 dicembre a Palazzo Mezzanotte di Milano. Oltre a consegnare i tradizionali awards di fine anno, il Cncc ha presentato i meno “natalizi” dati sull’andamento del mercato. Non sono mancati, tuttavia, i segnali positivi
C
i eravamo lasciati, in occasione dei Christmas Meeting 2011, con l’allarme piuttosto colorito lanciato da Pietro Malaspina: generalmente positivo, in quel contesto il presidente del Cncc sferzò la platea per costringere tutti gli operatori a fare una seria riflessione sul futuro. Pena il declino. Dodici mesi dopo, l’andamento del mercato retail si è mantenuto difficile, con la parte centrale del 2012 che ha visto az-
Retail Performances
zerata la timida ripresa del primo trimestre. A delineare lo scenario è stato il vice presidente del Cncc, Corrado Vismara, che ha aperto la conferenza mattutina del Christams Meeting 2012. L’evento, avuto luogo nella prestigiosa cornice di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano, è proseguito in serata con la cena di gala e la consegna degli awards. Sul palcoscenco è stato insignito del premio Best of The Best il progetto “Gigli Pass”
del centro commerciale I Gigli, mentre lo shopping center Area 12 è il primo classificato nella categoria “Grand opening”. Ma torniamo ai dati. Premesso che il campione analizzato dal Cncc include il 30% dei centri commerciali superiori ai 10.000 mq di gla e il 40% di quelli superiori ai 30.000 mq, le vendite negli shopping center nel periodo compreso tra ottobre 2011 e settembre 2012 sono diminuite complessivamente del 3 per cento. Con la forchetta tra i centri prime e quelli secondari che si è allargata ulteriormente, anche sul fronte degli affitti e del tasso di vacancy. Quest’ultimo, ora, si attesta all’1,3% per i centri primari e al 4,9 per quelli secondari. In generale la galleria, in terreno positivo ancora nel 2010 quando era in cotrotendenza rispetto agli ipermercati, ha perso addirittura il 3,7% in termini di fatturato. A trasciare il comparto verso il basso è stato soprattutto il settore dell’elettronica, precipitato dell’8,4%, ma anche l’abbigliamento è arretrato, lasciando sul campo il 2,9 per cento. Le grandi superfici hanno perso complessivamente il 6 per cento.
Al contrario, non solo hanno tenuto ma anddirittura sono cresciuti il comparto dei servizi e quello della ristorazione (rispettivamente +0,4% e +1,6%). Quest’ultimo ha confermato un trend emergente legato alle soluzioni a 360° per il tempo libero. A tal riguardo, durante le due tavole rotonde seguite all’esposizione di Vismara non sono mancati due esempi importanti: il primo, esposto da Rossella Antelmi di Eat Out Pans&Company Italia, ha visto la crescita in Italia del brand spagnolo a fronte di un ampliamento dell’offerta prodotto, all’implimentazione dei servizi sfruttando le tecnologie e alla forte accelerazione sulla leva delle promozioni. Il secondo, accennato da Roberto Folgori di Dedem Automatica, fa riferimento all’accordo raggiunto con Cogest per una piattaforma di circa 10mila mq di intrattenimento che sorgerà nel futuro centro commerciale Pr Parma Retail. Non resta quindi che guardare al futuro mettendo le ruote ai centri commerciali. La “soluzione”, condivisa dai numerosi relatori presenti al meeting, è metafora efficace per spingere ancora una volta sul tasto della flessibilità, necessaria per rispondere alle mutevoli esigenze del consumatore. Ma per farlo si dovrà risolvere, stando al coro di critiche, la persistente difficoltà del settore nel rapportarsi in modo costruttivo ed efficace al legislatore e agli enti locali. Creare centri commerciali laddove si è potuto, e non laddove si sarebbe dovuto, è sicuramente una corresponsabilità di pubblico e privato. Altro tema, condiviso ma altrettanto difficile da mettere in pratica, è quello dell’innovazione e della personalizzazione dei formati. Dire addio a soluzioni standardizzate, costruite su scala industriale, per arrivare a prodotti customizzati e ritagliati sui bacini di riferimento, porterà certamente a dei benefici nel medio termine, ma invitabilmente a costi maggiori nell’immediato. Tutto questo stride con il taglio degli investimenti attuato anche in settori strategici come il marketing: se pensiamo che nell’era di internet e della multicanalità ci sono società costrette a risparmiare anche 5mila euro sull’installazione di sistemi wi-fi nelle mall, il futuro appare sempre più incerto. M. A. e A. P.
retail&food - gennaio/febbraio 2013 51
Mystery on board La premium economy di
Air France
Air France Milano - Paris • Check-in online Velocità Chiarezza
• Imbarco Chiarezza avvisi Speedy/priority boarding Assistenza famiglie ecc Gentilezza Velocità Code
n.d
• Accoglienza a bordo Saluto, benvenuto Sistemazione Velocità Spazio bagaglio a mano Ordine/pulizia poltrona Magazine ecc.
• Volo
S
gombriamo ogni dubbio: noi di r&f siamo geneticamente favorevoli alle segmentazioni, alla varietà dei servizi, alla differenziazione di prezzo e, in generale, a un’offerta ampia che colga e raccolga le necessità e le disponibilità dei clienti. Ovviamente a patto che ci sia chiarezza su cosa viene offerto, e a che prezzo. Per questo la nascita e la diffusione di una classe intermedia – a bordo aereo – denominata “premium economy” ci ha entusiasmato fin da subito. Ci siamo immaginati di poter volare un po’ più comodi, con un catering migliore rispetto all’economy (oggi ci vuole poco) e magari un servizio più cordiale, a un prezzo intermedio ma più economy che business. È quindi con grandi aspettative che abbiamo volato in questa classe a metà dicembre, utilizzando Air France tra Milano e Parigi.
Check-in on line
Tutto facile e fluido. Il sito Air France è decentemente navigabile, la scelta del posto è attuabile senza un’eccessiva spremitura di meningi, si può optare tra una boarding card cartacea o digitale. Per chi, come me, non ha aveva bagaglio da spedire il procedimento è convincente. Si può sempre migliorare, ma su questo fronte direi che ci siamo.
Imbarco
L’imbarco è avvenuto con discreta fluidità, tenendo conto dei limiti infrastrutturali dello scalo di Linate che non consente un accesso diretto all’aeromobile tramite finger, se non in rari casi. E quindi passato il controllo documenti si transita via bus sulle piste fino alla scaletta.
52 retail&food - gennaio/febbraio 2013
Il benvenuto a bordo è cordiale, le assistenti di volo indossano una divisa sobria ma non sciatta e mi accomodo al mio posto, nelle primissime file dell’A320. Nella tasca del mio posto trovo il magazine Air France accompagnato dal femminile Madame, ma anche una carta di caramella abbandonata.
Tra le nuvole
Il concetto della premium economy sta tutto qui: ti facciamo accomodare nella parte anteriore dell’aeromobile, appena dietro alle (pochissime) file destinate alla business, ma comunque prima della tendina che apre all’economy. Alle file business garantiamo il posto di mezzo libero, alla premium economy solo se è possibile. Ti serviamo lo stesso vassoio, e ti trattiamo ugualmente bene. Tutto corre liscio, il servizio è rapido e puntuale, non c’è l’assillo della vendita tipico di alcune low cost (Ryanair, ça va sans dire) e il catering si fa apprezzare più per abbondanza che per qualità. Il vassoio composto da una porzione di formaggio e affettato (tacchino?) con guarnizione di una prugna. Il pane è duro, praticamente immangiabile. Il croissant invece è caldo, viene servito a parte, leggermente secco ma saporito perché notevolmente burroso, come usa Oltralpe. Burro Président, Marmellatina Menz & Gasser all'albicocca, succo di arancia Hero proposto con una confezione poco pratica. La macedonia è composta da due pezzi di ananas, tre di melone e un chicco d'uva, ne abbiamo mangiate di migliori, quasi dovunque. Non manca il vasetto di bevanda probiotica a base di latte. Il caffè viene proposto con la confezione Nescafé che
Annunci Cordialità e professionalità Assortimento vassoio Qualità prodotti Servizio
• Sbarco Puntualità Annunci di sbarco Assistenza famiglie ecc
n.d
Legenda: = migliorabile = sufficiente = apprezzabile = molto buono = ottimo
prevede l’apertura del fondo del bicchiere in cui si trova il liofilizzato e quindi l’aggiunta di acqua calda. Non è un espresso ma è decisamente meglio dei beveroni di un tempo. Carino il kit tovagliolo-posate brandizzato.
Conclusioni
Con la premium economy del breve raggio si viaggia come in business, il biglietto è flessibile ai cambiamenti, non si ha garanzia del posto “largo”. Ma anche il prezzo è molto più vicino alla business che all’economy e quindi, tornando al preambolo, forse l’unica nota veramente dolente del nostro volo è il nome dato a questa classe intermedia: meglio business light che premium economy. Andrea Aiello
Dossier Autostrade – le strategie anticrisi
MyChef:
è ora di rinegoziare i contratti L
a crisi del traffico autostradale (-10% circa nel 2012) ha inevitabili effetti sui ricavi delle società di ristorazione, che crollano tra il 15 e il 25 per cento. Come stanno reagendo le principali insegne di f&b presenti sulla rete autostradale? La nuova rubrica dedicata al canale intende chiederlo alle singole società. Si comincia con MyChef, e in particolare con le risposte di Luigi Refuto, Direttore della divisione autostrade della società del gruppo Elior.
Di fronte al calo di viaggiatori e quindi di fatturato sulle autostrade, quali iniziative state prendendo nei confronti delle società concedenti e con quali risultati? È nostra intenzione rinegoziare i termini delle subconcessioni con le società concedenti. In caso di minimi garantiti e royalty, è intenzione delle società di ristorazione, tra cui noi, fare leva su tali minimi, in considerazione del traffico di-
minuito. Nel caso di Aspi, che ha canoni fissi e una piccola quota variabile legata ai prodotti esenti Iva, è invece necessario un abbassamento dei canoni: l’incidenza dei fatturati, per effetto dei minori ricavi, è infatti passata dal 24-30% al 35-40% per cento. Nonostante i margini ridotti, dobbiamo ugualmente garantire l’illuminazione, il riscaldamento, il servizio h24 per 365 giorni all’anno e la qualità dei servizi igienici. Sul rispetto degli standard su questi servizi siamo valutati. Aggiungo che, inoltre, dobbiamo rispettare gli impegni di gara sottoscritti a partire dal 2008 relativi agli investimenti. Siamo l’unica società che li ha portati tutti a termine: basti pensare che nel 2012, oltre ai 9 milioni di investimento per La Pioppa, abbiamo ristrutturato altre tre aree. Fa eccezione una sola area di sosta dove, per ragioni di inquinamento precedenti all’assegnazione, è in corso una Conferenza dei servizi. Autostrade per l’Italia ad oggi ci ha solo
concesso di pagare i canoni in due rate semestrali invece che in un’unica soluzione, ma applicando degli interessi del 5,5 per cento. Quale sarà il vostro atteggiamento in vista dei prossimi rinnovi autostradali, ben 138 nel prossimo biennio? La strategia per le gare sarà determinata fondamentalmente dalle condizioni economiche che saranno proposte nei bandi di gara ai player di mercato. Se le concedenti si renderanno conto della insostenibilità del mercato autostradale alle royalties delle gare effettuate nel 2008, se i periodi di affidamento saranno sufficientemente lunghi per ammortizzare gli ingenti investimenti di cui le aree di servizio hanno necessità e se sarà premiante l’aspettato qualitativo del progetto rispetto all’offerta economica, probabilmente si potrà riprendere un discorso di prospettiva del mercato in termini di miglioramento della qualità dei servizi offerti nelle aree di servizio. Diversamente a molte gare non parteciperemo, così come i player di mercato hanno già dimostrato in questi ultimi mesi. Un caso esemplare è quello del bando per il rinnovo delle aree di servizio sulle Autostrade dei Parchi (A24-A25). Tante gare stanno d’altra parte andando deserte: nessuno si è presentato per la nuova area di Settimo Nord, sull’A4. La scorsa estate per le due aree di servizio da costruire sulla Brebemi è arrivata solo un’offerta. I lavoratori delle società di ristorazione sono particolarmente esposti a rischi in questo momento. Quale politica state seguendo al riguardo? Il problema è serissimo. Noi abbiamo intrapreso un percorso con il sindacato che per il momento ha evitato il ricorso alla cassa integrazione e ai licenziamenti, come invece hanno fatto altre società. Abbiamo preferito la strada di un contratto di solidarietà che prevede meno ore di lavoro per tutti. In questo modo non abbiamo lasciato a casa le nostre risorse. Non sono invece stati rinnovati i contratti a termine. In questa situazione sarebbe opportuno ridefinire gli orari di apertura delle aree di servizio, con particolare attenzione al servizio notturno, per evitare ulteriori dispersioni di risorse economiche a fronte di una scarsissima richiesta da parte dei clienti. La proposta sarebbe quella di offrire un servizio notturno rispetto all’attuale, prevedendo l’apertura del fabbricato ristoro ogni settanta chilometri, circa un'area di servizio aperta sule tre attuali. Come cambiano i vostri prodotti in
termini di offerta e posizionamento prezzo? MyChef ha scelto di incrementare la gamma di prodotti di qualità superiore. Per esempio, siamo passati dal caffè Lavazza a quello di Illy. Questo è necessario perché come MyChef abbiamo un’immagine da tutelare in altri canali, quali gli aeroporti e i servizi di catering e banqueting. La leva del prezzo non è stata toccata, mentre altre società hanno ritoccato al rialzo alcuni prodotti ad alta rotazione. La scelta strategica di MyChef è stata l’inserimento dell’offerta supermercato Carrefour (si veda articolo a pagina 58), che rispetto all’offerta del classico market autostradale garantisce ai clienti il prezzo basso per 365 giorni l’anno. Quali promozioni state mettendo in atto? Non crediamo molto nelle offerte sottocosto, in quanto si contribuisce a far credere che prima ci fossero prezzi gonfiati.
Noi cerchiamo di garantire sempre ai nostri clienti il miglior rapporto qualità/ prezzo dei prodotti, al di là della scontistica promozionale. Come stanno cambiando i vostri format? Oltre ai supermercati Carrefour, sicuramente in questi mesi la maggiore novità proposta da MyChef è stata l’ingresso del Bar Briciole in autostrada. Ma diverse novità sono alle porte, come il restyling del format Pizza Chef e altri format innovativi già sperimentati in altri mercati. Fabrizio Patti
retail&food - gennaio/febbraio 2013 53
Analisi mercato - Kids fashion maggior coinvolgimento emotivo, più breve ciclo di vita del prodotto e soprattutto importanza che il regalo ancora riveste nel settore. Pur accusando il colpo, la moda infantile soffre comunque meno di quella per adulti, che ha registrato nel 2012 cali superiori al 4,5 per cento. E non mancano i segnali positivi: il fatturato della moda Junior nel 2011 è cresciuto del 5,4 per cento. L’export, che pesa ormai per oltre il 31% della produzione, continua a guadagnare terreno. La Russia rimane il primo sbocco per il
risparmiate dalla congiuntura negativa dell’autunno inverno 2011-12. Secondo i dati di Pitti Bimbo, cedono quasi il 3 per cento della quota di mercato. Di contro, il dettaglio indipendente, in caduta libera da anni, limita le perdite allo 0,6 per cento. Per Sita Ricerca non si tratta comunque di un trend, ma solo di un effetto momentaneo della crisi. I negozi indipendenti beneficiano infatti di un incremento dei prezzi di circa l’1 per cento. Le catene, al contrario, fanno registrare un deprezzamento pari al 5 per cento. Del resto la politica di con-
dal canale digitale, seppur modesta (si aggira intorno al 2%), è significativa. Alcuni dei player nati con il mattone, preso atto del mutamento di abitudini del consumatore, hanno approcciato nuovi canali di vendita, sperimentando talvolta strategie di cross-canalità.
Centri commerciali, regno incontrastato
Anche nel canale del travel qualcosa si sta muovendo. E se i negozi di abbigliamento Kids restano una rarità negli aeroporti, non lo sono più nelle granCredit Kuba Bożanowski (da flickr)
S
ono lontani i tempi in cui l’abbigliamento bimbo era un’isola felice nel mare della crisi. Per qualche anno i consumi sono rimasti su livelli stabili. Il “sacrificio” dei genitori compensava la diminuita capacità d’acquisto degli italiani e il calo continuo delle nascite, ma oggi i dati raccolti da Sita Ricerca parlano di una flessione del volume d’acquisto pari al 3,8 per cento. La spesa a valore registra un calo inferiore, sostenuta da un incremento di prezzo pari allo 0,3 per cento. La fascia “2-14 anni” offre la presta-
Nei mall è derby Italia-Francia L’Italia è ancora in testa con poche insegne dai grandi numeri, ma il drappello di piccole francesi è pronto a dar battaglia. Le catene indietreggiano, ma solo temporaneamente. Volano gli outlet zione peggiore, senza distinzione tra bambini e bambine. Con la crisi è tornata a diffondersi l'abitudine di riciclare gli indumenti di fratelli maggiori, parenti e amici, contenendo al massimo i nuovi acquisti. Sempre negativo, ma meno allarmante, il dato del segmento “neonato”. Le ragioni sono ancora le stesse:
54 retail&food - gennaio/febbraio 2013
settore bebè, ma anche Emirati Arabi e Arabia Saudita sono mercati in forte espansione. Segmentando la rete distributiva, le catene si confermano padrone incontrastate del comparto, con una fetta del 44% del sell-out. Uscite rafforzate dalla prima fase della crisi, non sono state
tenimento dei prezzi paga. Tornando alle percentuali del sell-out, ambulanti e Gdo lasciano sul terreno rispettivamente il 12,7% e il 9,7 per cento. Solo ecommerce e outlet non conoscono crisi: crescono globalmente del 40% circa, sia in valore che in volume, e raggiungono il 5% del sell-out. La percentuale ottenuta
di stazioni. Il marchio Z ha il record di presenze, con quattro store: a Milano Centrale, Roma Termini, Napoli Centrale e Torino Porta Nuova. Segue United Colors of Benetton, che piazza una bandierina nello scalo meneghino e una in quello torinese. Zara si colloca a Milano Centrale, mentre Geox, OVS Kids e
Battaglia a centrocampo
Ma chi sono i player in gioco? Le rilevazioni di Reno fotografano un’arena molto competitiva: 29 insegne nazionali, che detengono l’87% del mercato dell’abbigliamento infantile, con 870 negozi. Una quota non indifferente, considerando il generale trend di scomparsa, è detenuta dagli operatori indipendenti: il 10% con oltre 100 unità. Un ulteriore segno distintivo del settore è la scarsa presenza di insegne regionali o interregionali: solo il 3% sul totale dei 1.068 punti vendita italiani. Tra i marchi nazionali il campo si divide tra italiani e francesi. Vincitore è senza dubbio Original Marines, che detiene il 18% del settore e che ha creato un esercito composto da più di 180 unità schierate su tutta la penisola. Lo sviluppo dell’azienda campana ha avuto come obiettivo un’espansione su tutti i rating delle strutture commerciali. E se la vittoria va ad un’insegna tutta italiana, sul secondo gradino del podio troviamo il marchio francese Z (Gruppo Zannier), che detiene il 14% del comparto con 147 negozi. Il centrocampo, considerando tali le catene con più di 50 punti vendita, è comOriginal Marines scelgono la vetrina del terminal partenopeo. Il regno dei negozi per bambini rimane però il centro commerciale, luogo che ha nelle famiglie il target ideale. Per questioni di comodità, sicurezza, clima, ma anche perché sempre più spesso i grandi mall mettono a disposizione dei genitori servizi di baby parking e spazi d’intrattenimento per i loro bambini. La generale tendenza dei player di mercato è di aprire punti vendita in centri commerciali di tutti i rating Reno, ma senz’altro le catene regionali e interregionali si concentrano principalmente sui mall di rating B-BB-BBB. Un’analisi dei centri commerciali di rating AAA (Porta di Roma, Euroma, Roma Est, Campania, Casamassima, I Gigli, Le Gru, Fiumara, Oriocenter, Carosello) mostra innanzitutto l’elevato numero di negozi dedicati alla categoria. Le insegne con più bandierine sono Original Marines e Z, con sei presenze ciascuna. A seguire Okaidi, con cinque presenze, e Idexè e Chicco con quattro. “Ultima” Preca Brummel con due shop. Quanto ai retail park, i dati ci dicono che è un canale ancora poco sviluppato. Fra le catene nazionali presenti, Original Marines, Chicco e Prenatal hanno più di quattro store, mentre le altre catene ne hanno al massimo uno, per un totale di 13 negozi. Stesso numero di punti vendita si contano per indipendenti e piccole catene.
Jacadi: raddoppio in due anni Carmine Piccirillo, retail manager di Jacadi Paris S.A. Raddoppiare i punti vendita di Jacadi in Italia, attualmente una decina, privilegiando le grandi città. È il piano studiato per l’insegna da Idgroup, multinazionale francese che ha in portafoglio sette marchi, tra cui Okaïdi e Obaïbi. A illustrare i piani per il nostro Paese è Carmine Piccirillo, retail manager di Jacadi Paris S.A. Che piani di espansione ha Jacadi in Italia? Abbiamo un piano di espansione molto ambizioso che prevede l’ingresso della marca nelle principali città italiane e il raddoppio delle boutique nei prossimi 2/3 anni. Dopo aver chiuso piazze poco prestigiose e, nel corso degli ultimi tre anni, aver posizionato la marca su un livello di immagine e di target medio-alto, siamo presenti sul territorio nazionale con dieci negozi in succursale e uno in franchising. Quali sono state e quali saranno le tappe di questa espansione? Il progetto di ricostruzione è iniziato nel 2009, con l’inaugurazione di punti vendita nei centri di Catania e Milano. Nel 2012 abbiamo aperto a marzo il flagship di Milano via Dante e il 13 dicembre un negozio a Bergamo. Siamo già proiettati sulle prossime aperture di Roma, zona via del Corso, e Napoli, zona Vomero. Nei prossimi due anni contiamo di essere presenti nelle principali città italiane: Firenze, Verona, Parma, Bolzano, Padova, Treviso, Genova e Cagliari. Vogliamo anche avere il secondo punto vendita a Roma e il terzo a Milano. Nel corso del 2012 è iniziata una collaborazione con La Rinascente: per ora abbiamo un corner Jacadi in quella di Roma Fiume, nel prossimo anno saremo anche in quelle di Cagliari e Genova. A quali canali di vendita siete interessati? Principalmente al centro città e alle strade di elevata importanza commerciale. I nostri target di riferimento sono le più importanti città italiane, per dimensioni o per reddito, e, a partire da questo anno, le principali piazze turistiche. Partiremo con un’espansione massiccia al Nord per poi proseguire al Sud, magari attraverso il franchising nelle città con più di 100mila abitanti. Per il momento il centro commerciale non rientra invece nelle nostre priorità, perché la nostra clientela richiede un ambiente più soft e un’atmosfera particolare che solo il centro città riesce a garantire. Il carattere della marca e il posizionamento immagine richiedono inoltre presenze di brand, complementari e non, che in un centro commerciale è difficile trovare. Che fatturato hanno le insegne di Idgroup in Italia? Il fatturato del gruppo è pari a 600 milioni di euro, grazie a 40 milioni di articoli venduti e 3.600 collaboratori nel mondo. Okaïdi, che ha 750 negozi nel mondo, fattura in Italia 55 milioni di euro. Jacadì, che ha 300 punti vendita in 35 paesi, ha invece in Italia un fatturato di 6,5 milioni. F. P.
retail&food - gennaio/febbraio 2013 55
Analisi mercato - Kids fashion Preca Brummel
RE.COM
2010
2009
2011
2010
128.648.709
124.401.634
235.264.916
222.188.828
43.888.364
41.035.395
99.720.721
98.315.436
84.317.537
69.583.549
Totale costi della produzione
92.396.472
85.737.825
114.665.582
107.648.628
267.718.597
242.243.561
43.068.341
40.477.663
98.075.408
92.450.895
81.774.928
67.344.185
Reddito operativo
2.559.631
3.574.218
13.983.127
16.753.006
-32.453.681
-20.054.733
820.023
557.732
1.645.313
5.864.541
2.542.609
2.239.364
407.721
187.850
9.516.335
9.394.133
-87.626.789
-19.312.398
-35.552
-80.882
222.117
3.332.748
-317.292
169.503
8.263.000
7.662.000
9.206.156
12.729.123
19.740.000
9.061.000
1.837.000
1.467.000
5.558.013
10.127.334
4.437.874
4.039.464
32.944.134
32.464.177
43.658.137
39.184.401
111.884.786
99.511.574
779.021
814.576
17.980.354
17.758.237
16.458.076
16.775.368
2.088.219
1.586.333
1.457.848
2.222.036
–
4.500.000
1.010.152
1.627.834
0
0
3.217.034
2.808.630
34.530.858
20.605.299
46.291.224
45.339.757
4.500.493
9.136.545
3.258.766
2.755.591
447.053
0
37.645.590
33.740.850
Patrimonio Debiti bancari a m/l Debiti bancari a breve Debiti vs fornitori Crediti vs clienti Disponibilità liquide
2010
2011
F.lli Campagnolo
89.312.043
MOL
2011
Gruppo Zannier
94.956.103
Risultato netto
2010
Prenatal
Valore produzione
Dati al 31 dicembre
2011
Imap Export
2010
2011
2010
9.596.385
10.584.308
7.439.095
8.648.433
56.330.937
55.492.604
21.922.555
17.816.739
6.026.052
6.860.121
13.361.387
10.998.627
36.661.847
27.277.725
60.415.062
57.834.004
1.513.045
1.773.741
16.514.686
15.033.212
11.566.155
9.191.123
25.511.866
23.350.012
202.284
2.530.521
8.203.376
6.895.599
3.197.910
5.618.061
419.839
271.206
2.442.185
5.289.028
241.294
2.470.266
Fonte: Edifis Intelligence
posto da quattro gruppi, dei quali alcuni con più format. La francese Idgroup, con i marchi Okaïdi e Okaïbi e un totale di 94 negozi, se la vede con le italiane Idexè con 78 unità, Preca Brummel con le tre insegne Bimbus (24 punti vendita), Brums (30 punti vendita), Brummel (due punti vendita) e un totale di 56 negozi, Chicco con i due format Chicco e Tutto Chicco (54 punti vendita). Fra le catene nazionali con meno di 30 punti vendita si ripresenta la sfida con i cugini d’oltralpe. Forte è infatti la presenza di insegne francesi, come Du pareil au meme, Serjent Major, Petit Bateau, C&A Kids e Clayeux. Altra costante è la declinazione in format specificamente dedicati al bambino di marchi di abbigliamento uomo-donna, come Benetton, Zara, C&A, Diesel. Anche OVS ha potenziato il suo format Kids: con l’acquisizione della catena Iana da parte di Gruppo Coin, alcuni punti ven-
dita sono stati convertiti in Ovs Kids o Blu Kids e altri sono invece rimasti con l’insegna Iana (vedi intervista). Per quanto riguarda le insegne regionali, il Piemonte è l’unica regione a possedere un suo marchio, Prime Vanità, distribuito su tutto il territorio. In Lombardia e Lazio troviamo rispettivamente Kid’s Planet e Mayoral, entrambe con due punti vendita. Catene interregionali, che hanno quindi almeno un negozio in più regioni, sono Petit Patapon, (quattro punti vendita al sud), Pixel (quattro negozi in Abruzzo Molise e Lazio) e Sarabanda, che costituisce un caso interessante per la distribuzione geografica dei negozi: tre punti vendita in Puglia, Calabria e Lombardia. Insomma, la vittoria è italiana. Ma solo per il momento. Per mantenere la testa della classifica, infatti, le insegne italiane dovranno guardarsi dalle agguerrite francesi che sempre di più, e sempre più
iDo, dal Casentino alla multicanalità
D
icembre scorso, stazione Centrale di Milano: un temporary shop di iDo, abbigliamento infantile, fa capolino al piano seminterrato. Chi si nasconde dietro questa insegna? La risposta è semplice: la Miniconf, azienda di kids fashion, che in realtà tanto piccola non è. Lo era alla sua fondazione, nel 1973, nelle foreste del Casentino, in provincia di Arezzo. Oggi, invece, il fatturato ha raggiunto i 73,9 milioni di euro (dato 2011), la produzione si è spostata in Cina e Tunisia e il fondatore, Giovanni Basagni, sogna l’entrata in Borsa. iDo nasce nel 2011, andando ad allargare una famiglia composta dai marchi Sarabanda e Dodipetto. Il nuovo brand conta già una decina di monomarca sia diretti che in franchising, distribuiti tra centro città e centri commerciali. E guarda all’estero: la prima apertura in Slovacchia, poi Malta e Kiev. Nel 2012 iDo sfrutta anche la vetrina offerta dalle stazioni, con due temporary, a Milano Centrale e Roma Termini. E non disdegna l’e-commerce: sul sito MiniConfshop si possono acquistare sia la nuova collezione sia quelle passate a prezzi scontati, grazie all’iniziativa Outlet on-line. Andrea Vannini, responsabile retail di Miniconf, promette «otto nuove aperture all’anno per i prossimi tre anni, sei in affiliazione e due direzionali». Nel mirino ci sono i centri commerciali di rating AA e AAA. Le frecce all’arco di iDo: prezzi accessibili, strategia multi-canale e coinvolgimento del cliente, con proposte interattive sui social network, come Bambini Creattivi o il Concorso Monellopoli. M. A.
56 retail&food - gennaio/febbraio 2013
numerose, puntano all’Italia (vedi intervista).
Antidoti contro la crisi
Tastiamo il polso alle catene “in gioco” nel campo dell’abbigliamento bimbo. Gli ultimi bilanci disponibili, cioè quelli relativi al 2011, confermano il quadro gene-
rale. Il fatturato dei principali operatori cresce, ma risultati operativi e Mol mostrano andamenti contraddittori. La crisi si fa sentire. Le ricette per combatterla sono tante, dalla “fuga” all’estero all’ecommerce, passando per il franchising. Ma l’imperativo è uno solo: continuare a crescere. I dati di bilancio di Original
La distribuzione nei mall
Tab. 1 credit slapjack (da flickr)
3%
10%
fonte: Reno srl
87%
I principali player
Tab. 2
9%
9% 30% 13%
15%
24%
fonte: Reno srl
Le insegne regionali e interregionali Insegna
Numero pv
Regioni
Prime vanità
8
Piemonte
Kid's Planet
2
Lombardia
Mayoral
2
Lazio
Overkids
5
Puglia
Sicilia
Lombardia
Petit Patapon
4
Campania
Calabria
Sicilia
Pixel
4
Abruzzo
Molise
Lazio Lombardia
Sarabanda
3
Puglia
Calabria
Io Bimbo
2
Marche
Abruzzo
Tape a l'oeil
2
Piemonte
Lombardia fonte: Reno srl
Marines raccontano di una società che sta bene. L’accessibilità è un requisito fondamentale in momenti come questo e l’azienda con sede nell’interporto di Nola lo sa bene. Il fatturato è in continua crescita e nel 2011 ha superato il tetto di 200 milioni. Con 600 presenze in territorio italiano nel 2012 (e l’obiettivo di arrivare a 800 per completare lo scacchiere), e con una rete di franchising ormai solida e capillare, il brand campano adesso punta all’estero, dove le presenze sono “solo” 76. E, forse per compensare il calo di reddittività, punta al cross-selling. Buone notizie da tutti gli indici di Preca Brummel, che ringrazia i suoi franchisee per l’incremento di vendite. I brillanti risultati del canale franchising, cresciuto di 3,7 milioni di euro rispetto al 2010, hanno infatti compensato il decremento registrato nei punti vendita diretti. Per incentivare un canale che si è dimostrato decisamente dinamico, il gruppo di Varese ha lanciato il progetto “Mamme fanno Impresa”: negozi in franchising a misura di mamma, con affiliazione più vantaggiosa e attività di supporto per le madri imprenditrici. Altro progetto è il potenziamento dell’outlet, canale in cui Preca Brummel è pionera fin da tempi non sospetti. L’accordo con Conbipel ha portato invece all’apertura di corner Bimbus all’interno dei negozi della catena dislocati su tutto il territorio nazionale, sul modello già sperimentato con i corner Mek Junior nei negozi Coin. Per Prenatal la ripresa sarà lunga. Le ingenti perdite hanno portato a un cambio ai vertici. Il nuovo gruppo dirigenziale ha subito rivisto il piano industriale, lanciato nel 2008, che prevedeva l’apertura di store di grosse dimensioni con una gamma completa di prodotti tessili. Tuttavia le vendite, calate a parità di negozi, sono state compensate dalle nuove aperture, che hanno assicurato così un risultato
netto positivo. E, altro spiraglio di luce, la redditività è in crescita. Accantonato il progetto di cross-selling e predisposta la chiusura di alcuni negozi in perdita, l’apertura di megastore si è concentrata quindi nei centri commerciali e nei retail park. Dall’inizio del piano strategico al primo trimestre 2012 sono state 34 le nuove aperture. Altro ingrediente per uscire dalla burrasca è l’e-commerce: il sito di Prenatal permette di scegliere tra la consegna a casa e il ritiro in negozio, assicura regole chiare di recesso e un’ampia scelta di prodotti. Re.com riesce invece a contenere le perdite rispetto al 2010. Con una reddittività in forte crescita, continua gli sforzi per valorizzare il marchio Idexè. I nuovi punti vendita hanno aperto i battenti in bacini meno presidiati e in posizioni di prestigio. Oltre a un nuovo format, il gruppo ha pensato a una carta fedeltà, per ora in un’area test di una decina di punti vendita a conduzione diretta, con l’obiettivo di fidelizzare la clientela e aumentare le vendite. I ricavi del Gruppo Zannier nel 2011 sono stati quindici volte inferiori a quelli dell’anno precedente e la redditività è caduta in picchiata. Grazie alle nuove aperture, l’azienda ha però visto un incremento del volume d’affari complessivo pari a circa 1,7 milioni di euro. Continua quindi l’espansione in Italia del marchio francese con l’apertura di punti di vendita sia diretti che in affiliazione. Viceversa Nucleo guarda sempre più all’estero, per far fronte al calo di reddittività. L’Europa dell’Est è finita nel mirino dell’azienda: mercato ideale per le giacenze delle stagioni passate. Il bilancio 2011 conferma il trend: le esportazioni sono cresciute fino a raggiungere il 43% del fatturato. Margherita Agatensi
retail&food - gennaio/febbraio 2013 57
Retail di frontiera
Supermercati e travel,
matrimonio anche in Italia
Sono ancora sperimentazioni, ma il processo è avviato: dopo il negozio di La Pioppa Ovest, Carrefour entra in altre tre aree di sosta di MyChef, con la prospettiva di estendersi a tutta la rete. E anche negli aeroporti c’è fermento: il punto vendita al Marconi di Bologna potrebbe essere solo l’inizio
C
i siamo abituati a vederli negli aeroporti e nelle aree di sosta in giro per l’Europa. Quelli che in Italia sembravano un tabù, i piccoli supermercati nei luoghi di viaggio, magari a prezzi accessibili, stanno diventando realtà anche da noi, sia nelle autostrade che nelle aerostazioni. Nelle autostrade il fenomeno al momento non è generale ma riguarda due soggetti specifici: Carrefour e MyChef. Lo scorso aprile ha aperto i battenti il primo Carrefour Express in un’area di servizio italiana, quella di La Pioppa Ovest, una nuova mall sull’A14, vicino a Bologna, gestita da MyChef (si veda r&f di luglio/agosto 2012, articoli Taglio Nastro e Osservatorio Prezzi). L’impressione che lasciò a chi lo visitava era di stupore, perché aveva caratteristiche diverse da quelle viste fino ad allora nelle aree di servizio: un assortimento molto più vasto, soprattutto per quel che riguarda il fresco e i prodotti di prima necessità, e prezzi decisamente al di sotto della media. Come verificammo nell’articolo Osservatorio Prezzi, a volte i listini erano pari alla metà di quelli della concorrenza, soprattutto su prodotti di base come l’olio o la pasta. Per qualche mese l’esperimento è ri-
masto isolato, si potrebbe dire sotto osservazione. Ma a dicembre è arrivata un’accelerazione: il giorno 8 Carrefour ha aperto un secondo negozio, molto più piccolo, nell’area di Lambro Nord, sull’A4 in prossimità di Milano, sempre a gestione MyChef. È seguito quello presso Giove Est, sulla A1, vicino Orte, il 15 dicembre. È poi atteso a brevissimo un quarto punto vendita autostradale, nel Nord-Ovest. È ancora una sperimentazione, dicono da MyChef. Se però le cose andranno bene, aggiunge Gabriele Di Teodoro, direttore della divisione supermercati e prossimità di Carrefour Italia (si veda intervista), i punti vendita della catena potranno trovare posto in tutta la rete della società di ristorazione. Per l’Italia si tratta di una novità, fatta salva l’esperienza dei Mercatini Crai nelle aree di servizio di Chef Express. Non sono pochi: ben 24, a quanto risulta dal sito di Crai, ma con una tipologia di offerta e prezzi che risulta più simile a quella degli altri market autostradali.
Aeroporti prossimo obiettivo
Uno scenario diverso si presenta nel canale aeroportuale. Qui il target tipico è il viaggiatore – d’affari o leisure – che
Piccoli market in rosso, ma catene promosse
I
n che contesto di mercato stanno nascendo i nuovi supermercati per viaggiatori? Una risposta arriva dalle ultime rilevazioni di Nielsen (si veda figura a pagina 59). A un primo sguardo, i supermercati piccoli (classificati come Libero Servizio, categoria che comprende superfici tra 100 e 400 mq) sono in grandissima difficoltà, essendo quelli che perdono più di tutti (-3,7%) nei primi tre trimestri del 2012. Tuttavia uno sguardo più ravvicinato dice dell’altro. «All’interno dei dati ci sono performance diverse – riflette Nicola De Carne, della direzione retailer di Nielsen Italia –. Una variabile fondamentale, per la performance positiva, è in primo luogo lo stesso punto vendita, ossia il contenitore e la sua offerta in termini di prodotto e servizio. In questo contesto le catene sono i soggetti che stanno performando meglio: se punti vendita tradizionali perdono tra il 5 e il 10%, esse sono sostanzialmente ferme, un dato che oggi si può considerare positivo». I negozi piccoli cittadini sono in difficoltà perché sono sempre stati maggiormente cari, facendo pesare la componente di servizio data dalla comodità. In questo contesto, i piccoli punti vendita delle catene hanno il vantaggio di poter proporre maggiori promozioni e prodotti di private label, contando sulla forza contrattuale dei gruppi che hanno alle spalle. Se questo è quanto avviene in città, che succede nel canale travel? «Nei luoghi di viaggio questi punti vendita hanno senz’altro un forte potenziale, perché offrono al consumatore una rilevante componente di servizio» sottolinea De Carne. «Assistiamo inoltre al fenomeno per cui la gente è disposta a muoversi sempre meno per fare acquisti e preferisce i punti vendita dove può comprare solo l’essenziale».
58 retail&food - gennaio/febbraio 2013
Un supermercato Edeka nell'aeroporto di Monaco vuole acquistare dei generi di prima necessità tornando a casa. Esempi di punti vendita agli arrivi di aeroporti stranieri sono numerosi. Nei vari articoli della rubrica “Dossier Aeroporto” abbiamo descritto quanto avviene negli scali di Barcellona, Amsterdam, Manchester (dove ci sono tre piccoli punti vendita Spar) e Monaco di Baviera (due supermercati di ben 1.400 mq l’uno). Come anticipato da r&f, il primo caso italiano di questa nuova ondata di piccoli super-
E Conad si prenota nelle stazioni
I trend Di canale si consolidano
I
l gruppo Conad ha annunciato un accordo con Grandi Stazioni per l’apertura di quattro punti vendita nei terminal di Milano Centrale, Napoli Centrale, Roma Termini e Firenze Santa Maria Novella. Si tratterà - ha detto in una conferenza stampa il direttore generale di Conad Francesco Pugliese - di quattro store innovativi, con l’insegna “Sapori & Dintorni”. Avranno un assortimento di oltre 4mila prodotti, per il 65% nel comparto del fresco, daranno occupazione a 100 nuovi dipendenti e saranno inaugurati entro il primo semestre 2013. Nei quattro nuovi store sarà possibile non solo fare una spesa completa, ma anche consumare, in spazi allestiti e arredati a tale fine, i prodotti in vendita. I clienti target sono i viaggiatori, i residenti nella zona e i lavoratori nella stazione e nell’area circostante. In ognuno dei quattro punti di vendita sarà possibile acquistare anche i migliori prodotti tipici locali. Al progetto concorrono tre delle otto cooperative associate di Conad.
fonte: Nielsen Trade*MIS Grocery
«Possibile l’espansione a tutta la rete di MyChef» Gabriele Di Teodoro, direttore divisione supermercati e prossimità di Carrefour Italia Qual è la strategia alla base dello sbarco di Carrefour nei luoghi di viaggio, e dove vuole arrivare la catena francese? Lo abbiamo chiesto direttamente al direttore dei supermercati di Carrefour Italia, Gabriele Di Teodoro.
mercati sarà nell’aeroporto Marconi di Bologna, sempre a insegna Carrefour Express. Si estenderà su 300 mq, con una vetrina di 20 metri, nell’area arrivi, e avrà prodotti selezionati in base alle esigenze non solo dei passeggeri ma anche dei lavoratori dell’aeroporto. Rumors dell’ambiente dicono che altri grandi aeroporti stanno studiando delle soluzioni simili. Questione di mesi, e se ne vedranno delle belle. Fabrizio Patti
Che potenzialità di crescita hanno i supermercati nei luoghi di viaggio? Sicuramente per noi rappresentano un’opportunità di sviluppo, in un mercato maturo come il nostro. Abbiamo sempre visto il potenziale di crescita del canale: cinque anni fa, per esempio, era stata effettuata una sperimentazione con Agip. Abbiamo imparato che non si possono riprodurre le stesse categorie merceologiche dei punti vendita tradizionali ed è fondamentale adattare il prodotto al contesto in cui viene calato. Ora abbiamo cercato di adattare l’offerta al target. Qual è il vostro target? Ci sono dei consumatori che non sono mai stati considerati sufficientemente, i professionisti della strada. Ossia i camionisti, che oggi, a quanto si dice, non hanno più il potere d’acquisto di un tempo. Nei supermercati in autostrada possono comprare degli alimenti da cuocere a bordo dei camion… Diciamo che possono spendere il giusto. Oltre ai prodotti confezionati, la presenza della gastronomia permette di fare acquisti al momento, per esempio di panini. Ci sono poi prodotti per l’asporto, come la macedonia, a prezzi accessibili. Che numeri sono emersi dopo i primi mesi di sperimentazione a La Pioppa Ovest? A oggi abbiamo un bilancio positivo: rispetto al market dell’area di servizio precedente abbiamo una crescita molto significativa, avvenuta in una situazione di mercato molto negativa. Il gradimento del punto vendita è assolutamente positivo. Carrefour ha aperto a dicembre anche a Lambro Nord e Giove Est e si parla di ulteriori aperture. Ci saranno altri negozi? Stiamo cercando di capire se il formato abbia un senso su una superficie inferiore a quella di La Pioppa. Il Carrefour Express presso Lambro Nord è il suo estremo opposto: ha pochi metri lineari e un assortimento limitato. La prospettiva, se la sperimentazione andrà bene, è di arrivare a coprire la totalità della rete di MyChef. Parliamo di aeroporti. Un Carrefour Express da 300 mq doveva aprire nel gennaio 2013 a Bologna. A che punto siete? Potrà essere aperto al pubblico nella primavera del 2013, perché i lavori nel terminal hanno avuto ritardi e non abbiamo interesse ad aprire prima, con il cantiere in corso. Che caratteristiche avrà? Per realizzarlo in maniera “customizzata” rispetto alle esigenze dei clienti abbiamo fatto un questionario online. Sulla scorta di questo abbiamo inserito, per esempio, un servizio di lavanderia e altre innovazioni, come permettere al cliente che si imbarca di ricevere il prodotto a domicilio. Sul fronte aeroportuale cosa ci dobbiamo aspettare? Vogliamo andare a presidiare i nuovi luoghi di flusso e stiamo cercando di capire con quali caratteristiche. Siamo interessati a grandi aeroporti italiani, che ora attendono di vedere come andrà Bologna. Dobbiamo spiegare che noi non vogliamo essere la concorrenza low cost agli altri negozi della galleria. Siamo interessati per esempio a fare negozi monobrand incentrati sui prodotti premium, come la nostra linea Terre d’Italia. Proprio oggi (il 5 dicembre, ndr) nella Stazione Centrale di Milano ha aperto un temporary shop con questa insegna. A proposito di stazioni, non sono un canale ideale, vista l’alta presenza di pendolari? Il problema delle stazioni è che i due principali gestori non hanno capito che il nostro è un business povero, non in grado di sostenere royalty altissime. Oggi ci chiedono valori che non consentono di reggere il business.
retail&food - gennaio/febbraio 2013 59
Storie d'impresa
Ce.Di Sisa Centro Sud, fatturato da 876 milioni di euro
Fissato 15 anni fa il budget a 100 miliardi di lire, oggi la società guidata da Aldo Pettorino ne fattura quasi nove volte tanto, con un portafoglio di circa 500 punti vendita sparsi in cinque regioni del centro-sud Italia. Fondamentali, per crescere, il nuovo marchio privato, Primo, e il restyling di quasi la metà degli store maggiori). A livello operativo sono due le piattaforme logistiche, a Gricignano di Aversa (Ce) e a Modugno (Ba), per un totale di circa 160mila mq di area magazzini. Queste hanno segnato negli ultimi cinque anni un incremento di circa 20mila mq dedicati a spazi per specifici segmenti di distribuzione alimentare come l’ortofrutta, il fresco e il freddo. Il portfolio dei punti vendita è costituto di 517 unità, la maggior parte delle quali di prossimità, inferiori ai 400 mq di super-
Ulteriore asset: il rilancio nel 2011 del marchio privato Primo, specifico per i prodotti focalizzati sul rapporto qualità/ prezzo, che insieme all’altra private label, Gusto e Passione, ha determinato una crescita dell’86% del fatturato della marca privata, portando l’incidenza sul fatturato grocery al 6 per cento. Sotto questo aspetto i margini sono ancora ampi, dato che in Italia la marca privata incide per il 17,6% e in Europa tocca livelli ancora superiori. Interpella-
ficie, dislocate in cinque regioni italiane: Campania, dove copre il 90% del territorio, basso Lazio, Puglia, Basilicata e Molise. Ma non mancano i format più grandi, sino ad arrivare a qualche ipermercato in piccole gallerie commerciali. In particolare la società guidata dal presidente Aldo Pettorino ha visto triplicare il giro d’affari della catena negli ultimi 10 anni, grazie anche all’attività svolta dalla finanziaria parallela al consorzio, che detiene la proprietà di tutti i beni. Non solo: nell’ultimo anno è stato portato a termine il restyling di 120 punti vendita, attività iniziata l’anno precedente con l’ammoderrnamento di altrettanti negozi. Il restyling degli store dovrebbe esaurirsi nel giro di cinque anni.
to sulla possibilità di sviluppo della rete, a fronte delle difficoltà in cui versano i grandi ipermercati del Meridione, Aldo Pettorino non ha chiuso la porta a nuovi punti vendita: «Man mano che crolla il fatturato della grande distribuzione sono due gli scenari possibili: riuscire ad appropriarsi del fatturato che viene lasciato sul campo; cogliere l’occasione di insediarsi in aree adiacenti a dove chiudono gli ipermercati, in coerenza con i principi della Regione che fissano un certo numero di mq di distribuzione moderna ogni tot abitanti». Porte chiuse, invece, alla possibilità di emulare il negozio h24 di Carrefour a Milano con uno analogo a Napoli: «non è il nostro format». A. P.
-Prima fila da sinistra a destra: Elpidio Politico vice presidente Sisa Centro Sud; Nicola Arnone presidente gruppo Acque Minerali Lete; Michele Piccolo socio Sisa; Aldo Pettorino presidente Sisa Centro Sud; Paolo Somma direttore generale Unilever; Lorenzo Potecchi direttore generale vendite Nestlè Italia. -Seconda fila da sinistra a destra: Libero Spiezia titolare Salumificio Spiezia; Marco Calcagno direzione commerciale Sisa Centro Sud; Francesco Del Porto direttore commerciale Europa Barilla; Mauro Marelli off premise sales director Peroni; Alberto Auricchio titolare Industria Casearia Auricchio.
A
dispetto della crisi delle grandi superfici alimentari, alcune insegne crescono sia nei consumi che nella quota di mercato. Un caso particolarmente significativo è quello di Ce.Di Sisa Centro Sud, che ha voluto spegnere le 15 candeline davanti ai soci, alla stampa e ai principali partner/ fornitori. Per l'occasione sono stati chiamati attorno al tavolo del convegno “La responsabilità dei Leader – Credere nel futuro consapevoli del cambiamento”, avuto luogo lo scorso 29 novembre presso il Teatro Mediterraneo – Mostra d’Oltremare, a Napoli, società del calibro di Acqua Lete, Riso Gallo, Auricchio, Nestlé, Unilever, Barilla, Peroni e Conserve Italia. Rappresentate tutte dalla proprietà o dai
60 retail&food - gennaio/febbraio 2013
massimi dirigenti. Ripercorrendo brevemente la sua storia, correva il 1997 quando il neonato centro di distribuzione alimentare Ce.Di Sisa Centro Sud fissava il budget annuale a quota 100 miliardi di lire, puntando soprattutto sulla piazza di Napoli. Nel tempo la società, strutturata con un sistema consortile, ha visto l’arrivo in qualità di soci dei titolari dei punti vendita Sisa, crescendo sino a un fatturato previsionale sul 2012 di 876 milioni di euro per il Ce.Di, mentre i soci dovrebbero arrivare a un fatturato complessivo sulle vendite di 2,1 miliardi di euro. Il dato sui colli movimentati arriva addirittura a 50 milioni l’anno e la quota di mercato tocca il 14% in area 4 di Nielsen (Meridione e isole
newsarredo
novità
Pans & Company lancia lo “chalet”
De’Longhi: nuovo look e flagship a Milano
P
rima apertura, in Spagna, del nuovo formato “chalet” di Pans&Company. Si trova nel parco commerciale Vìa Sabadell, nell’omonima città a nord di Barcellona. Lo chalet è una costruzione “stand alone” da 400 mq, tipicamente edificata su terreni tra 1.000 e 2.500 metri quadrati. Il design vuole trasmettere l’essenza mediterranea del marchio. Presenta spazi più ampi del solito, materiali di alta qualità come il legno, un’illuminazione calda, una zona bimbi e sedute differenziate per persone sole, coppie o gruppi. Tra le altre innovazioni: il drive-through “Pans&Auto”, il wi-fi gratuito, le casse con doppio schermo e la macchina SelfOrdering. Anche in Italia Pans&Company sta introducendo un nuovo design, attraverso la ristrutturazione di due locali in aree di sosta Eni, entrambe a Roma (via Aurelia e corso Francia), e l’apertura di un nuovo ristorante nell’outlet di Castel Romano. •
Stile made in Italy e design nel primo shop U-Boat menegnino Dopo le aperture italiane di Firenze e Forte dei Marmi e le sedici boutique internazionali, il marchio di orologi made in Italy U-Boat è arrivato a Milano al civico 9 di Corso Como. In linea con lo stile degli orologi firmati da Italo Fontana, il progetto del designer Alessandro Luciani vede uno spazio curato in ogni singolo dettaglio: dai mattoni storici recuperati dalla ristrutturazione dei locali fino al pavimento in pietra nera venata, e dal vetro laccato nero su alcune pareti, che conferisce un effetto lucido/opaco, sino il soffitto in stucco veneziano, che trasmette eleganza e raffinatezza. Gli arredi sono in legno “Palissandro” laccato lucido e le teche si presentano in vetro bronzato con i piani in pelle di cavallino nero. L'illuminazione vede soluzioni miste a led e incandescenza a “Temperature luce calda”.
Doppio binario di crescita per il marchio italiano De’Longhi. Da un parte il riposizionamento internazionale del brand, che parte proprio dal rinnovamento dei “brand fundamentals”, dall’altro l’apertura del primo De’Longhi Group Official Store, a Milano. Sul primo ha conferito mandato a Visual Display, che ne ha realizzato un progetto personalizzato di brand experience at retail. In particolare il blu è stato trasformato nell’elemento ideale che evoca la marca e suoi valori e che crea un mondo De’Longhi rassicurante e sempre riconoscibile sul punto vendita. Il progetto è formato da diversi elementi, ognuno con una specifica funzionalità e applicazione, modulabili e adattabili a seconda delle esigenze del singolo punto vendita o di temporanee strategie di lancio di prodotto o promozioni speciali. Sul secondo fronte, invece, l’esperienza meneghina è iniziata lo scorso 21 dicembre. L’accordo con Nussli Italia ha permesso la realizzazione di uno spazio per il retail a metà tra il negozio e lo showroom, in grado di proiettare in vetrina le immagini in alta definizione di eventi e show cooking dimostrativi che si svolgono all’interno. Il locale, situato in zona San Babila, occupa due piani, per una superficie espositiva di 230 metri quadrati.
Rinnovato il Consorzio Agrario di Siena, by Costa Group
Fashion Frasca, con Project Retail, conquista Toronto
T
utto è pronto per l’ingresso a giugno di Fashion Frasca in Canada, a Toronto. L’insegna di ristorazione, focalizzata sulla proposta di prodotti italiani e in particolare del Friuli Venezia Giulia, punta al franchising nel nord America affidandosi all’esperienza di Project Retail, società di shop solutions con sede a Castelcucco in provincia di Treviso. Il progetto prevede una serie di soluzioni finalizzate a caratterizzare l’interno del locale, evitando l’effetto banalizzazione. Tra le numerose previste da Project Retail si annoverano lampadari in cristalli a sospensio-
ne, corpi luminosi con led a caduta su tubi in metallo, divani vintage in ecopelle a stampa coccodrillo, grandi tavoli in stile casa vecchia in rovere con le gambe laccate di bianco, biocandele incassate sui tavoli, angolo degustazione degli oli italiani, elementi divisori luminosi creati con grandi paralumi ricoperti di taffetà avorio, lo schermo retroilluminato dietro il banco bar e un adeguato sound di sottofondo. All’interno del locale saranno attrezzati spazi dove i clienti potranno acquistare set di piatti, di bicchieri, di posate e il • grembiule con Swarovski cuciti a mano.
Consumatori e produttori davanti allo stesso scaffale, progettato da Costa Group. Parliamo del rinnovato punto vendita del Consorzio Agrario di Siena, inserito in un edificio storico della cittadina toscana, dove si estende su 300 mq che rievocano lo spirito del tradizionale mercato italiano. L’iniziativa rientra nell’alveo di "Campagna Amica", la fondazione nata in seno al progetto di Coldiretti per lo sviluppo della filiera agricola nazionale e la promozione dei prodotti che esprimono al meglio il valore dei territori. Il nuovo locale si caratterizza per l'essenzialità di materiali e arredo, volti a valorizzare i prodotti esposti. Il risultato è la bottega “di una volta”, a misura di frutta, verdura, formaggi, carni, vini e salumi.
retail&food - gennaio/febbraio 2013 61
newstecnologia Eataly: parte il nuovo sito di e-commerce
È previsto per la fine di gennaio il lancio del nuovo portale di e-commerce di Eataly. A curarlo è una newco, chiamata Eataly Net, partecipata all’80% dal gruppo guidato da Oscar Farinetti e al 20% dal socio della società di servizi online Romeo & Wine Srl. Il matrimonio, ci spiega Franco Denari, fondatore di Romeo & Wine Srl, è seguito a un progetto per lo sviluppo sui social network del marchio Fontanafredda, finito nell’orbita dell’azienda di Alba. Ma cosa avrà di nuovo il sito rispetto all’attuale pagina di e-commerce di Eataly? «Avrà un’identità ben precisa – continua Denari –, non sarà una semplice vetrina ma ha l’ambizione di far vivere l’esperienza dei prodotti di Eataly online». Sarà possibile, per esempio, acquistare un pacchetto completo di ingredienti per preparare una cena per quattro persone. Altro obiettivo del sito è quello di
aiutare tutte le aziende alimentari del gruppo Eataly a creare un sito e curare le attività digitali. La distribuzione partirà dal territorio italiano, per poi espandersi all’estero. Sono allo studio soluzioni di multicanalità. Tra le ipotesi c’è la possibilità di ottenere degli sconti per lo shopping online a seguito di acquisti nel punto vendita fisico. Quanto agli obiettivi economici, lo scopo di Eataly Net è di avere lo stesso fatturato di un negozio fisico. Intanto le vendite natalizie del sito shop.eataly.it sono state più del doppio rispetto al Natale 2011.
62 retail&food - gennaio/febbraio 2013
novità
Cbs Outdoor, il digital signage diventa concreto
C
inquanta centri commerciali in tutta Italia, ciascuno dei quali con 35-40 schermi digitali da 55 pollici in galleria che trasmettono spot pubblicitari senza audio da 10 secondi. È, in pillole, il progetto Pod di Cbs Outdoor, società del gruppo Cbs Corporation, quotata a Wall Street. I particolari dell’operazione, che partirà nei primi mesi del 2013, sono ancora riservati, ma r&f ha potuto saperne qualcuno in anteprima dall’ad di Cbs Outdoor in Italia, Luca
slot commerciali seguiti da uno istituzionale. In parte saranno validi per tutto il network e in parte modulati per singolo centro. Non ci sarà audio, ritenuto controproducente per mettere il consumatore nel mood giusto per acquistare. La copertura e la frequenza sono però il vero valore aggiunto rispetto ai tentativi di affermazione del digital signage, ossia la pubblicità veicolata su schermi digitali, sin qui sperimentati in Italia. «Installare uno o due impianti nei centri commerciali
Strigiotti. «È un progetto complesso e per noi estremamente importante, ci stiamo lavorando dal 2009 con un gruppo di manager italiani e sulla scorta di esperienze simili della società a livello internazionale. I tre anni di preparazione sono stati impiegati per studiare le dinamiche dei mercati, dei canali e dei bisogni dei consumatori». L’innovazione, spiega, c’è su quattro fronti; tecnologia, copertura, frequenza di visibilità e selezione dell’audience. Partiamo dalla tecnologia: gli schermi saranno da 55 pollici, verticali, con una chassis (o telaio esterno) appositamente disegnata. Il controllo degli schermi sarà remoto (come ovvio) e sarà possibile per ciascun monitor singolarmente (meno ovvio). Ogni postazione avrà un sistema di riconoscimento facciale in grado di individuare i tratti e classificare il target. Il fornitore di tecnologia è attualmente riservato, si sa solo che è uno dei principali operatori in questo comparto. I contenuti saranno solo pubblicitari, senza intrattenimento, e prevedono una sequenza di cinque
non garantisce una sufficiente frequenza di visibilità – sottolinea Strigiotti –. Noi arriviamo invece ad avere 35-40 schermi per centro, in modo da Luca Strigiotti presidiare tutti i punti forti e far sì che qualunque consumatore veda e riveda i messaggi». Per arrivare all’obiettivo di 50 centri coperti a livello nazionale sono stati stretti accordi con gestori di gallerie commerciali, i cui nomi sono ancora una volta coperti. Quello che è certo è che fin qui sono stati svolti dei test su impianti demo negli • shopping center Carosello, a Carugate (Mi), e Romaest.
Vending: gli italiani lo vogliono interattivo
G
li italiani sono i più assidui utilizzatori di distributori automatici d’Europa, secondo una ricerca commissionata da Intel. Fedeli, ma frustrati. I principali reclami riguardano le macchine fuori servizio, la limitata selezione di prodotti, e soprattutto il pagamento: i distributori accettano solo l’importo esatto di monete, rifiutano il denaro e “si mangiano” il resto. Per il futuro gli intervistati vorrebbero distributori automatici più intelligenti e interattivi. Ben il 73% di loro desidera schermi touchstreen, uno su quattro gradirebbe comandi vocali per far funzionare la macchina e il 17% sarebbe favorevole addirittura a intrattenere una conversazione.
Oltre all’interattività, i consumatori si aspettano anche una maggiore offerta in termini di connettività: i due terzi vogliono sconti in cambio della fedeltà e una visualizzazione del feedback e dei consigli di altri consumatori. Il distributore del futuro dovrà andare oltre lo snack: più della metà degli intervistati sogna servizi di ricarica del cellulare e di stampa da schede di memoria, oltre al wi-fi grauito. Altro requisito indicato da più di un terzo dei consumatori è il pagamento contactless con lo smartphone. Intel ha preso nota della lista dei desideri e sta sviluppando, in collaborazione con noti brand global, soluzioni innovative nell’approccio al • vending.
Carte contactless, l’Eni dà una spinta Accordo a cinque per far decollare l’Nfc…
N
ell’esperienza quotidiana i pagamenti con carte di credito contactless non si sono ancora diffusi come ci si poteva attendere qualche anno fa. Ma il 2012 è stato l’anno della svolta. A sostenerlo è MasterCard, società che ha sviluppato il sistema PayPass. Nell’anno appena concluso le carte abilitate ai pagamenti PayPass sono aumentate di più del 50% e nei Paesi in cui il sistema è più diffuso, come la Polonia, più della metà delle carte sono abilitate a pagamenti contactless. Francia, Germania, Italia, Turchia, Russia, Svizzera e Regno Unito, inoltre, hanno ciascuna più di un milione di carte abilitate.
Nel nostro Paese la novità più rilevante è arrivata a fine anno: il 19 dicembre è iniziata una partnership con Eni, che sta portando all’installazione di terminali abilitati ai pagamenti contactless in tutte le stazioni di servizio della società petrolifera. Tra gli altri accordi a livello internazionale, si segnala quello con Ikea e quello con la società di trasporti Transport for London (TfL). Quest’ultima da dicembre 2012 accetta PayPass per il pagamento dei biglietti sugli 8.500 autobus di Londra. Particolarmente attenti sono i polacchi, dove una pagamento su quattro sotto l’equivalente di 12 euro con carta di credito è • fatto in modalità contactless.
Retail 3.0
…e a pranzo paga lo smartphone
Da cliente a osservatore: lo "strano" caso di BeMyEye Un particolare servizio ideato per le aziende di retail, e non solo, permette agli acquirenti di essere ingaggiati per osservare tramite smartphone quello che accade nei punti vendita.
L
’espansione dei dispositivi mobili ha apportato tante novità in campo retail, soprattutto nel coinvolgimento dei clienti e nel modo di relazionarsi con loro sia a livello off che on line. Da semplici acquirenti, i clienti sono diventati principalmente utenti che entrano in contatto con il brand anche, per non dire soprattutto, sul web attraverso il sito istituzionale ma anche blog, forum e social network: una relazione a 360 gradi sempre più orientata all’intrattenimento per condurre il consumatore dall’informazione all’esperienza d’acquisto. Da Internet al punto vendita, o viceversa. Fino ad ora, però, nessuno aveva mai pensato che i consumer situati nelle vicinanze degli store, oltre che essere potenziali clienti, possono diventare dei preziosi collaboratori. A patto che essi siano dotati di uno smartphone. L’idea arriva da BeMyEye (www.bemyeye.com) e si tratta di un servizio ideato per tutte quelle aziende che neces-
Telecom Italia, Vodafone Italia, Wind, 3 Italia e Poste Mobile si sono accordate per sviluppare una piattaforma comune di mobile payment basata su tecnologia Nfc - Near Field Communication. Scopo dell’operazione è garantire la piena interoperabilità delle soluzioni tecniche secondo gli standard della Gsma, l’associazione internazionale degli operatori mobili, e una conseguente diffusione dei servizi di pagamento contactless via smartphone. Sarà ora realizzata un’architettura destinata a semplificare l’integrazione di un numero crescente di banche e istituti che emettono carte di pagamento e permettere loro di offrire servizi sulla nuova piattaforma mobile. La Sim degli operatori sarà il cardine del sistema e permetterà di gestire ogni aspetto di sicurezza. Già entro la fine del 2013, si prevede che circa l'80% degli smartphone sarà equipaggiato con tecnologia Nfc, mentre il numero di negozi dotati di Pos abilitati al pagamento contactless sarà superiore a 150.000.
sitano di un controllo sull’esposizione del merchandising nei negozi o nei grandi store, di verificare la presenza di affissione pubblicitaria oppure di servizi di mystery shopping. Il tutto assoldando coloro che si propongono come “eye”, ovvero le persone iscritte al servizio e che mettono a disposizione il loro tempo e il loro dispositivo mobile per effettuare fotografie o filmati e inviarli attraverso un’applicazione all’azienda richiedente. Il vantaggio per il tentant, ovvero il retailer che propone il lavoro, è quello di scegliere in tempo reale la persona disponibile più vicina al pdv da controllare e di ricevere la documentazione fotografica pagando un costo inferiore rispetto a qualsiasi altro servizio professionale. BeMyEye non è dedicato esclusivamente all’ambito retail, ad esempio può essere adottata anche dalle agenzie immobiliari o per effettuare ispezioni sulla segnaletica stradale, ma andare per negozi ed essere pagati non può far altro che aumentare il piacere di fare shopping.
Massimo Colzani
Agli inizi di dicembre è partita la sperimentazione Ticket Restaurant Mobile: realizzata da Edenred, Rim (BlackBerry), Ingenico e Reply, è il primo progetto italiano per la dematerializzazione del buono pasto, grazie all’utilizzo di tecnologia Nfc. Gli utenti potranno, quindi, pagare il pasto solo attraverso il cellulare. Promotore dell’iniziativa è anche l’Osservatorio Nfc & Mobile Payment del Politecnico di Milano. La fase di test coinvolge circa 80 utenti, dotati di uno smartphone BlackBerry. Nei prossimi sei mesi sperimenteranno la nuova applicazione in 60 esercizi commerciali (bar, ristoranti e market) convenzionati nel perimetro dell’ateneo e attrezzati con Pos Ingenico iCT250 con lettore contactless iST150. Potranno pagare avvicinando il cellulare al lettore contactless ed effettuare la transazione in meno di tre secondi. I consumatori avranno servizi aggiuntivi: potranno monitorare lo stato delle proprie transazioni, effettuare una ricerca degli esercizi commerciali vicini e visualizzare la mappa per raggiungerli. L’applicazione consente poi la condivisione di informazioni e recensioni sui locali.
retail&food - gennaio/febbraio 2013 63
International Manager dei mall, fiducia ancora sotto i tacchi
Rimane ancora sotto la soglia critica del 50% la fiducia dei gestori dei centri commerciali europei. Lo ha rilevato l’analisi periodica Euro-Shop Index di Icsc, il concilio internazio-
duty free world
Airport shopping gets personal Gli acquisti in aeroporto diventano personali Airport travel retailers are catching up with their counterparts in the high street when it comes to targeting specific customer segments – and loyalty cards are being used as the key to unlocking their
nale degli shopping center. L’indice attuale di fiducia era a dicembre al 44%, in salita rispetto al 39% del mese precedente ma ben al di sotto del 53% di un anno prima. Anche le aspettative per i prossimi sei mesi sono scarse: la fiducia in questo caso è ferma al 41%: bassa, anche se molto meglio del 28% toccato lo scorso anno. Sul mese di dicembre, secondo Icsc, hanno pesato negativamente la situazione fiscale di alcuni Paesi europei, ma anche l’attendismo dei consumatori, che sempre più aspettano i saldi di gennaio per fare acquisti.
Adidas col botto: +9%
La chiusura del 2012, secondo Adidas, ha portato a un giro d’affari di oltre 14,5 miliardi di euro, in salita del 9% rispetto all’anno prima. Lo ha detto il ceo Herbert Hainer, specificando che la crescita delle vendite in Nord America, Russia, Cina e Europa ha bilanciato la situazione difficile che si registra nell’Europa del sud.
Uno store Adidas a Pechino
64 retail&food - gennaio/febbraio 2013
By James Ross - London
vital statistics. At London Heathrow, for example, operator BAA has successfully implemented its World Points scheme which allows passengers to collect points on almost everything purchased at the hub, from luxury fashion to money at bureaux de change. The data produced every time a customer makes a purchase enables BAA to build up a better picture of that specific shopper’s habits, likes and dislikes, in the same way that supermarkets have been doing with their clientele. This has allowed the latter to become incredibly successful at targeting shoppers with fully-tailored offers and promotions. While airports do not yet have the rich data of supermarkets, BAA has already identified about 14 segments of passengers that it can send personalised promotions. A BAA commercial spokesperson says: “We can get uplifts in sales of between +25% and +80% with this kind of targeting.” Joining BAA in developing Il T5 di London Heathrow a loyalty card is Germanybased travel retailer Gebr Heinemann which launched its scheme, Heinemann & Me, in October 2011. Within a year it had 53,000 members but Heinemann is looking for one million within five years. The data retrieved so far has enabled the company to determine, for example, that members buy 2.5 times more than the average passenger and that they are purchasing higher quality brands and items. The value in developing such schemes is clear. Not only can airports and airport retailers identify their passengers’ shopping needs more precisely and therefore target them with offer they are interested in, by interacting with these customers online, through each scheme’s website, they can have access to them at any time. This valuable line of communication also opens the door to other ways that airport retailers can sell to their consumers, so don’t be surprised to see them diversify into direct online and mobile sales.
I negozianti negli aeroporti si stanno avvicinando alle loro controparti nei centri città, nel mirare a specifici segmenti di clientela – e le carte fedeltà vengono usate come la chiave per sbloccare le statistiche vitali di questi consumatori. A Londra Heathrow, ad esempio, il gestore Baa ha implementato con successo il proprio programma World Points, che consente ai passeggeri di raccogliere punti su quasi tutto ciò che viene acquistato nell’hub, dalla moda di lusso al denaro ritirato presso i cambiavalute. I dati prodotti quando un cliente effettua un acquisto consentono a Baa di ricostruire ogni volta un quadro più preciso delle abitudini di uno specifico acquirente, delle sue simpatie e antipatie, sulla falsa riga di quanto i supermercati hanno fatto con la loro clientela. Ciò ha permesso a questi ultimi di avere incredibilmente successo nel colpire i clienti con offerte e promozioni completamente su misura. Nonostante gli aeroporti non abbiano ancora i dati ricchi dei supermercati, Baa ha già individuato circa 14 segmenti di passeggeri a cui si possono inviare promozioni personalizzate. Un portavoce dell’ufficio commerciale di Baa dice: «Possiamo ottenere crescite nelle vendite comprese tra il 25% e l’80% con questo tipo di targeting». A seguire Baa nello sviluppo di una carta fedeltà è il travel retailer tedesco Gebr Heinemann, che ha lanciato il suo programma “Heinemann & Me” nell’ottobre 2011. Nel giro di un anno ha raggiunto 53mila membri ma sta cercando di averne un milione entro cinque anni. I dati recuperati fino ad ora hanno permesso alla società di determinare, ad esempio, che i membri del programma acquistano 2,5 volte di più rispetto alla media dei passeggeri e che acquistano marchi e oggetti di qualità superiore. Il valore aggiunto dello sviluppo di tali programmi è chiaro. Non solo gli aeroporti e i retailer aeroportuali possono identificare più precisamente le necessità dei loro passeggeri quando fanno acquisti, e perciò colpirli con offerte a cui sono interessati, interagendo con questi clienti online, attraverso i siti internet di ciascun programma a cui essi possono avere accesso in ogni momento. Ma questa linea preziosa di comunicazione apre anche la porta ad altri modi in cui i retailer aeroportuali possono vendere ai propri clienti, quindi non sorprendetevi se li vedete diversificare l’offerta verso vendite dirette online e su dispositivi mobili.
Con Autogrill Burger King parla ancora francese
D
opo diversi bisbigli e “si dice”, venerdì 30 novembre è arrivata la conferma: Burger King tornerà in Francia dopo 15 anni di assenza. A riportare il secondo marchio di fast food più noto al mondo è Autogrill, in due luoghi di viaggio: l’aeroporto di Marsiglia e, a seguire, l’area di servizio di Reims Champagne. Per ammissione del direttore generale di Autogrill France, Vincent Monnot, le due aziende stanno lavorando ad altre aperture. Lo scorso febbraio si era parlato insistentemente di un ritorno di Burger King Oltralpe nella stazione di Saint Lazare, dove le attività di ristorazione sono gestite in gran parte da Autogrill. Chissà se sia proprio questa la prossima location prescelta. Burger King manca in Francia dal 1997. Ne era uscita per difficoltà economiche e da allora la sua assenza ne aveva alimentato lo status di catena “culto”, con un interesse non dissimile da quello che Starbucks genera negli italiani. La scelta di Autogrill come partner è tutt’altro che casuale. La multinazionale di Milanofiori gestisce 140 locali di Bk sparsi per il mondo, di cui 104 negli Stati Uniti. La notizia delle aperture è arrivata nel contesto di un nuovo accordo tra i due gruppi che prevede l’estensione delle attuali partnership a Francia, Svizzera, Polonia, oltre che nuove iniziative in Italia, Repubblica Ceca, Germania e Olanda.
E alla Gare de Lyon arrivano Costa Coffee e Mezzo di Pasta
Le stazioni francesi si confermano un trampolino di lancio per marchi stranieri del f&b: a dicembre la gare de Lyon ha visto l’arrivo, per la prima volta nel Paese transalpino, del brand britannico Costa Coffee. Ci è arrivato con la società Elior, che si riserva di inserire il marchio anche in altre concessioni del mondo travel. Costa Coffe sta anche valutando le opzioni di sviluppo in città. Si parla di 4-5 location, tra cui una a Nizza. Alla Gare de Lyon ha intanto debuttato anche Mezzo di Pasta, insegna ispirata al cibo italiano portata invece Ssp.
Vinci, tre miliardi per gli scali portoghesi
Con un’offerta da 3,08 miliardi di euro, è il gruppo francese Vinci a essersi assicurato il 95% delle azioni di Ana, il gestore unico di tutti gli aeroporti del Portogallo. Vinci ha battuto tre consorzi internazionali: uno guidato da Fraport (aeroporto di Francoforte), uno dal gestore dell’aeroporto di Zurigo e uno capeggiato da Corporacion Argentina (già fattasi avanti a suo tempo per lo scalo di Genova). L’operatore francese gestiva già nove scali in Francia e tre in Cambogia, ma ora il giro d’affari della sua divisione aeroporti decollerà, passando da 150 a 600 milioni di ricavi all’anno. Troverà inoltre una compagnia sana, perché la rete degli aeroporti lusitani continua a generare profitti. Il governo di Lisbona è infatti stato spinto alla privatizzazione dall'impegno preso con la "troika" (Ue, Fmi e Bce) a incassare da privatizzazioni 5,5 miliardi di euro entro la fine del 2013 nel quadro del salvataggio da 78 miliardi di euro concordato con la stessa troika.
retail&food - gennaio/febbraio 2013 65
International In gara i duty free (dorati) di Tel Aviv
La Israeli Airports Authority (Iaa) ha annunciato che sta per mettere a gara 3.300 mq di negozi duty free nell’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, i quali nel 2011 hanno avuto ricavi per 362 milioni di dollari (277 milioni di euro). Si prospetta come una delle maggiori gare dell’anno. A gestire attualmente le concessioni è la società James Richardson’s, che è presente dal 2004 e lo sarà fino all’ottobre del 2014. I tempi per il cambio di gestore sono quindi lunghi, ma commisurati all’importanza dell’operazione. L’aeroporto Ben Gurion ha avuto 12 milioni di passeggeri nel 2011. I documenti per la gara saranno rilasciati il 21 gennaio (dopo la stampa del numero).
Pizza Hut in Uk preferisce mall e travel
I locali casual dining di Pizza Hut nel Regno Unito vanno incontro a una cura dimagrante. Come riporta il Financial Times, dei 330 punti vendita ne saranno probabilmente chiusi 70, soprattutto in città e nei retail park. La società, invece, sta pianificando nuove aperture, nei più allettanti canali dei centri commerciali, degli aeroporti e delle stazioni. Questo è quel che riguarda la rete dei casual dining, rilevata da fine 2012 dalla società di investimenti Rutland Partners. Il gruppo Yum! Brands, a cui fa capo l’insegna, è invece ancora proprietaria dei Pizza Hut specializzati nella consegna a domicilio. Su questo fronte non c’è crisi: anzi, il gruppo ha annunciato un piano di espansione di 100 nuovi locali nel prossimo biennio tra Inghilterra, Scozia e Galles.
Fira de Barcelona si prende tutta Alimentaria
Una delle tre fiere sul cibo più importanti d’Europa, Alimentaria, passa totalmente nelle mani di Fira de Barcelona. La società catalana ha rilevato il 50% in mano a Reed Exhibitions di Alimentaria Exhibitions, una joint venture costituita nel 2002 dai due soggetti in questione. I rapporti tra le due società non sono però destinati a terminare: l’accordo prevede infatti che lavoreranno assieme allo sviluppo di Alimentaria a livello internazionale, nelle aree dove Reed Exhibitions, una delle maggiori realtà al mondo nel settore fieristico, è presente: l’Asia, l’America Latina e il Medio Oriente.
66 retail&food - gennaio/febbraio 2013
Giganti dell’elettronica in ginocchio
S
ono costantemente negative le notizie che arrivano dal mondo sulle catene di elettronica di consumo. Ultime in ordine di tempo: Best Buy, diffusissima insegna statunitense, sta registrando il nono trimestre consecutivo di vendite in calo. A gennaio la discesa è di oltre il 4 per cento e crollano i margini di guadagno. Intanto il precedente ceo, Richard Schulze, fondatore defenestrato la scorsa primavera, sta preparando un’offerta per rientrare rilevando il 100% delle azioni, con una spesa di 5-6 miliardi di dollari. Ha tempo fino a fine febbraio, nel frattempo la notizia ha portato alle dimissioni di due top manager che lo avevano messo alla porta. Tra le maggiori difficoltà, oltre alla concorrenza dell’e-commerce e in particolare di Amazon, c’è la politica a dir poco aggressiva di Wal-Mart, che sta vendendo i nuovi iPhone 5 a 127 dollari, prezzo ultradumping. Da questa parte dell’Oceano le cose non vanno meglio: il retailer britannico Comet il 18 dicembre ha chiuso il suo ultimo negozio ed è finito nelle procedure di fallimento, lasciando anche una cinquantina di milioni di sterline di debito verso l’erario. Sempre nel Regno Unito, Hmv, insegna storica (1921 è la data del primo negozio) di musica ed elettronica, starebbe passando di mano al fondo americano Apollo Global Management, dopo aver ricevuto un prestito da 40 milioni di sterline che le ha permesso di superare il periodo natalizio. In Francia, invece, Darty ha annunciato che, a seguito dei risultati deludenti degli ultimi tempi, venderà ulteriori asset non strategici. La filiale italiana ha già venduto tutti i suoi negozi al principale socio di Trony. Fnac, infine, ha anch’essa ceduto le
proprie attività italiane, al fondo Orlando Italy. Al momento non è chiaro quanti store rimarranno aperti nel nostro Paese. Intanto l’insegna testa in Francia un nuovo concept, da 320 metri quadrati, con l’idea di tagliare i costi. Qualcosa di simile sta studiando Best Buy negli Usa. Basterà?
Triumph, doppio colpo per conquistare l’America
Il marchio di intimo Triumph si lancia nel mercato americano. A dicembre ha infatti messo a punto due acquisizioni tra Usa e Messico. Negli States ha rilevato una quota di controllo di Journelle, una società che gestisce tre boutique multimarca di lusso a Manhattan. A Città del Messico, invece, ha acquisito la maggioranza delle azioni della società messicana di abbigliamento intimo Vicky Form, 325 negozi, 23 stabilimenti e 1.870 dipendenti. Entrambe le aziende amministrano anche store online di successo. La società con sede a Bad Zurzach, Svizzera, aveva già attività in essere in Canada e, in Sudamerica, in Argentina, Brasile e Cile. È inoltre distribuita in Perù e Colombia.
L’Eldorado dei mall? È in Russia
«In Russia siamo d’accapo al 1982». La frase, detta da un dirigente di Hines al New York Times, non deve fare pensare a un ritorno alle code per il pane del regime sovietico. Tutt’altro: il 1982 invocato è quello statunitense, anno di picco nella crescita dei centri commerciali a stelle e strisce. Perché tra tante incertezze nel mondo, c’è una certezza: il boom incredibile dei mall russi. Un dato dice tutto: fino al 2000 non c’erano mall di stampo occidentale. Oggi Mosca ne ha 82, di cui due tra i più grandi d’Europa, entrambi di proprietà di Ikea Shopping Centers Russia. Alcuni stanno superando il famoso “Mall of America” di Minneapolis. Come il moscovita Belaya Dacha, il maggiore in Russia dal 2007 al 2010, quando fu superato dal Vegas (385mila mq di spazi interni). Ed è in arrivo Avia Park, nel nord-ovest della capitale, che conterà su oltre 460mila metri quadrati di spazi interni, inclusi i parcheggi coperti. Gigantismo, secondo gli sviluppatori commerciali contattati dal quotidiano, nato dalla voglia di rivalsa dopo le famose code sovietiche e alimentato dalla crescita costante della classe media. Certo, la corsa
ai record può fare brutti scherzi. Basti ricordare la sorte triste del primo complesso che ha osato superare il Mall of America: il New South China Mall in Dongguan, in Cina, oggi completamente abbandonato.
Vetrina DimmidiSì, brodo fresco come fatto in casa
La Linea Verde di DimmidiSì si arricchisce di due proposte: il Brodo fresco di verdure e il Brodo fresco carne e verdure. Per la preparazione vengono utilizzate verdure fresche e carne fresca di manzo. Il brodo fresco DimmidiSì è confezionato in una pratica bottiglia richiudibile da 750 ml, indicata per tre porzioni.
Sipo, otto novità nella gamma dei funghi freschi
Sono otto le nuove referenze a listino di SIPO, azienda storica nel settore ortofrutticolo, tutte con i nomi di celebri imperatori romani. Queste soluzioni ampliano la gamma dei funghi freschi confezionati e pronti all’uso della linea Sapori del mio Orto per la distribuzione retail. Prezzo al pubblico: da 1,99 euro e 3,99 euro.
Findus, è tempo di Pisellini Primavera e Ciuffetti di Spinaci
Findus presenta due novità nella linea A Regola d’Arte: i Pisellini Primavera e i Ciuffetti di Spinaci. I prodotti, da cuocere direttamente nel forno a microonde grazie all’innovativa tecnologia del sacchetto “Magic Pyramid”, sono disponibili nella grande distribuzione a un prezzo medio di 2,99 euro per confezione.
Ingenico, con RoamPay il cellulare diventa terminale
Con il piccolo dispositivo M-POS di RoamData, Ingenico trasforma il telefonino in terminale per i pagamenti in mobilità. Tale soluzione, chiamata RoamPay, si collega al cellulare attraverso la presa jack da 3,5mm e consente la lettura della banda magnetica della carta del cliente, la protezione cifrata del Pan e la trasmissione a un gateway.
Ancap cala il Jolly in cucina
Da Melinda e Graziadei lo strudel Premium
Materia prima certificata e know how insieme per creare un prodotto di qualità a un prezzo conveniente. Questa è la strategia di Consorzio Melinda (produttore delle uniche mele Dop italiane) e di Graziadei Surgelati (specializzata nello strudel di mele surgelato), che hanno presentato lo Strudel di Mele Melinda ricetta Premium.
68 retail&food - gennaio/febbraio 2013
Realizzati da Ancap per il settore ho.re.ca, i Vassoi Jolly sono ideali per servire una degustazione di sushi e di finger-food orientale, ma ben si prestano a servire panini, insalate e piatti freddi. Sono contenitori igienici, resistenti a lavastoviglie, microonde e stress termici. Inoltre rimangono nel tempo lucidi, bianchi e senza graffi.
Mandarina Duck, lo zaino è Nomad
Versatilità, stile e colore caratterizzano le sette linee presentate di recente da Mandarina Duck. Due sono dedicate al leisure e cinque ai segmenti travel e business. Fra queste risalta “Nomad”: la linea all style – no limits in ecopelle, che si compone di zaini e tracolle studiati per garantire massima libertà di movimento all’esterno e spazi interni capienti e funzionali.
Da Marchesi de’ Frescobaldi e O-I, bottiglie più leggere del 30%
Peso inferiore del 30%, minor utilizzo di materie prime per produrre il vetro e costi ribassati, ma stessa qualità e design e più attenzione all’ambiente. Marchesi de’ Frescobaldi lancia le nuove bottiglie più leggere per il vino Nipozzano, studiate dalla multinazionale O-I (Owens Illinois). Le bottiglie fanno parte della linea Lean + Green.
Mai senza profumo con Travalo, by Compagnia del Viaggio
Pratico da mettere in borsetta, nella pochette della giacca e nel trolley, Travalo è un porta profumo spray ricaricabile in pochi secondi grazie al sistema brevettato Genie-S Refill. La soluzione introdotta da Compagnia del Viaggio è approvata per essere portata in aereo e contiene 5 ml di profumo. Tre sono i modelli a disposizione.
De’Longhi: otto soluzioni per San Valentino
In vista di San Valentino De’Longhi propone le linee L’amore per la cucina e il caffè e L’amore per la propria casa. La prima si compone di Alicia EMKP42.B, Icona ECO 310.R, Chicco Baby Meal KCP 815.R e Sfornatutto Pangourmet. La seconda di Stirella VVX 2370, Colombina Cordeless XLR 24Li, Termoventilatore Verticale Style HVF 3030 M e Aspirapolvere XLence Eco Energy XTL 7060.
VeriFone, omologato il mini pos portatile VX675
Selex lancia la nuova linea Primi Anni
Primi Anni Selex è la nuova linea specialistica nata per assicurare ai più piccoli una crescita sana e sicura. I prodotti alimentari che compongono l’assortimento, tra cui omogeneizzati, biscotti, succhi di frutta pastine e farine di riso, sono preparati con materie prime biologiche e sviluppati in collaborazione con l’Università di Pavia.
Forte dell’omologazione del Consorzio Bancomat, il nuovo terminale portatile VX 675 della linea VX Evolution si distingue sul mercato per le dimensioni ridotte, che ne fanno il più piccolo portatile in casa Verifone. Tra le specifiche presenti sul terminale wireless si annoverano la tecnologia contactless integrata e il display a colori.
retail&food - gennaio/febbraio 2013 69
[
[
La foto
Uno scivolo alto 12 metri. Luna park? No, il T3 di Singapore Changi
retail&food - gennaio/febbraio 2013 71
La pulce nell’orecchio
di Simone Filippetti
Egitto e Russia: territori di conquista per il travel retail
Un nuovo negozio di Heinemann nell'aeroporto di Francoforte
M
entre l'Italia arranca – la recessione ha regalato il secondo Natale "povero" con i negozi vuoti di clienti e pieni di merce invenduta – è nei paesi emergenti che gli operatori dovrebbero avere il coraggio di puntare. Se gli aeroporti sono stati negli ultimi anni una sorta di porto sicuro, più immuni alla crisi dei consumi, adesso anche i duty free hanno il fiatone. E non solo in Italia, ma in tutta Europa. Nei paesi emergenti, invece, dove le nuove borghesie si aprono al benessere e aspirano allo status dei paesi
occidentali, c’è voglia di spendere. Due casi sono esemplari: gli aeroporti di San Pietroburgo e quello di Sharm El Sheik. Nel primo caso vecchio socialismo reale e nuovo consumismo convivono a pochi metri. E ovviamente vince quest’ultimo. Ma quello che è interessante dal punto di vista del business è come la Russia sia oggi la fotografia di una società in mezzo al guado che sta passando da un’economia povera a un benessere diffuso. Una trasformazione che genera forti contrasti. L’aeroporto di San Pietroburgo ha un
Mercati in fiera NOME PITTI UOMO BREAD&BUTTER MARCA PITTI BIMBO SIRHA RHEX DIGITAL SIGNAGE EXPO MIPIM RETAIL SENZA FRONTIERE 2013 FRANCHISE EXPO PARIS VINITALY ICSC RETAIL CONNECTIONS PROMOTION EXPO WORLD TRAVEL CATERING & ONBOARD SERVICES EXPO PASSENGER TERMINAL EXPO 2012 ICSC EUROPEAN CONFERENCE
72 retail&food - gennaio/febbraio 2013
COSA
triste e grigio design sovietico anni ‘60. Spoglio e deprimente. Dopo aver passato la bellezza di tre controlli, esclusi i varchi col metal detector che sono non proprio comodamente collocati davanti a ogni gate, il viaggiatore è accolto da un duty free al piano terra gestito da un operatore locale. Sembra di entrare nella macchina del tempo: arredi dell'epoca di Kruscev o giù di li, il negozio vende quasi esclusivamente alcolici. Il resto sono un po' di orologi e gioielli. Tutta roba pensata per i russi. Piccola ma assortita la zona souvenir. Peccato che i prezzi siano in euro e assolutamente carissimi. Praticamente nulla l'offerta food&beverage con un bar in pieno stile sovietico che serve solo alcolici. Al piano superiore, altri tre corner duty free della stessa catena di quello al primo piano. I prodotti sono gli stessi. La novità invece è rappresentata dalla presenza di Gebr Heinemann, retailer tedesco. E non appena si entra la sensazione è quella di un viaggio nel futuro. Design curato secondo i dettami del minimal chic oggi tanto in voga, merce di qualità a prezzi anche qui decisamente cari. Non c’è paragone tra le due strutture ed è facile indovinare dove si diriga la clientela più facoltosa. Al secondo piano la ristorazione va meglio che al desolante primo piano, ma, ironia della sorte, è affidata a un commercialissimo TGI Fridays, catena americana di hamburger e patatine fritte. Stalin si rivolta nella tomba, ma ai russi piace mangiare all’occidentale per sentirsi arrivati. In Egitto la situazione è ancor più desolante: mancano totalmente operatori qualificati e professionali. Sharm El Shiek è la nuova riviera. Nel ponte dei morti
si contavano atterraggi ogni 5 minuti: tutti Boeing provenienti dalla Russia. E tutti pieni. Strutture alberghiere in overbooking. A una domanda potenziale enorme, risponde un’offerta scarsissima. Il terminal domestico di Sharm è probabilmente il più povero e misero che chi scrive abbia mai visitato in decine di viaggi in giro per il mondo. E dire che la struttura architettonica, di recente costruzione, regala un ambiente anche gradevole e luminoso e che quindi invoglierebbe agli acquisti e a passare tempo in aeroporto. Eppure in un terminal nuovo e accogliente manca totalmente un’offerta di ristorazione e retail che possa definirsi accettabile. E se l'unico bar presente raggiunge una sufficienza scarsa, il duty free, se così si può chiamare, è un "bugigattolo" di pochi metri quadrati, un vero pianto. Panini plasticati e una scelta ridotta all'osso di alimenti sono quello che il bancone bar ha da offrire. Nel duty free, invece, già piccolissimo, si contano letteralmente dieci pezzi esposti: le stecche di sigaretta sono l'articolo più fornito. Per il resto sparute confezioni di cioccolata (una di smarties, una di toblerone, qualche sacchetto di caramelle), abbandonate solitarie sullo scaffale sono il massimo che lo sfortunato viaggiatore può sperare di comprare. Viene in mente la famosa scena della Luisona, la fetida brioche rimasta sullo scaffale per anni, del celebre Bar Sport di Stefano Benni. Per non parlare dei prezzi: folli. L’Europa sarà pure al palo, ma qualsiasi operatore europeo con il suo know how potrebbe facilmente conquistare mercati sottosviluppati e dall’alto potenziale. Chiaro il concetto? •
CALENDARIO GENNAIO 2013 - APRILE 2013 DOVE
QUANDO
WEB
Abbigliamento Firenze 8-11/01 www.pittimmagine.com Streetwear Berlino 15-17/01 www.breadandbutter.com Private label Bologna 16-17/01 www.marca.bolognafiere.it Kids fashion Firenze 17-19/01 www.pittimmagine.com Hospitality&Food service Lione 28-29/01 www.sirha.com Horeca Rimini 23-26/02 www.rhex.it Digital signage Las Vegas 27-28/02 www.digitalsignageexpo.net Real estate Cannes 12-15/03 www.mipim.com Convegno retail Milano 20/3 www.kikilab.it/eventi Franchising Parigi 24-27/03 www.franchiseparis.com Vino e Distillati Verona 25-28/03 www.vinitaly.com Shopping centre leasing Londra 27/03 www.icsc.org Comun. e marketing Milano 7-10/04 www.promotionexpo.it Catering Amburgo 9-11/04 www.worldtravelcateringexpo.com and onboard services Airport Ginevra 9-11/04 www.passengerterminal-expo.com Retail real estate Stoccolma 17-18/04 www.icsc.org