retail&food 11 2023

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Appuntamento a MAPIC Cannes 2023 Il real estate punta sulla sostenibilità

Immobiliare commerciale: numeri, protagonisti e progetti in campo Ravara (Hines): “Il retail ci ha sorpreso” Fast casual, focus su Dispensa Emilia Alt, arriva la Stazione del gusto di Eni

Novembre 2023

€ 5,00

In caso di mancato recapito inviare al CPM di MIlano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi



EDITORIALE

IL TAPPO AL PAESE SA DI VECCHIO La recente, tentata, nomina governativa di Giuliano Amato, classe 1938, a capo della neonata “Commissione algoritmi” – che dovrà studiare le possibili applicazioni dell’intelligenza artificiale nel mercato editoriale (stampa, tv, radio, web ecc.) – mi ha fatto sobbalzare dalla sedia. Credo di non essere stato l’unico. A 85 anni anche basta incarichi pubblici, in generale. E in particolare su tematiche così dannatamente tecnologiche, per cui occorrerebbero straordinarie competenze specifiche e menti “fresche”. Questa amara storiella racconta di un Paese bloccato, spaventato, vecchio, schiacciato da assurde logiche di palazzo. Un tappo insopportabile. Si rincorre ottusamente l’ultima, inutile, novità tech (metaverso, nft ecc.) ma si fatica a lavorare su sani percorsi di innovazione digitale dall’impatto sociale positivo. Cambio di scena ma non di concetto. L’ultimo rapporto dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano fotografa la velocità e la felicità (!) con cui i clienti italiani hanno adottato i pagamenti digitali (carta o mobile) nonostante la “ritrosia” di alcuni spicchi del commercio (balneari, piccoli esercenti, tassisti, associazioni ecc.), supportati da alcune fette della scena politica perennemente in campagna elettorale. Con alle spalle la lunga ombra del “nero”. Ahinoi. Mentre tra chi governa c’è chi è rivolto al passato con occhi vecchi e la passione per le corporazioni più fedeli ma indifendibili, i dati dicono che nel primo semestre 2023 i pagamenti digitali sono quasi alla pari con quelli in contanti. Pari a 206 miliardi, +13% rispetto ai primi sei mesi del 2022. E la tendenza racconta di risultati ancora più strabilianti a breve termine. Quindi carte, pos, app, smartphone hanno mostrato con chiarezza che i clienti, i cittadini, sono svegli e pronti. Il Paese ha voglia di futuro, ha dimestichezza con le tecnologie “facilitanti”. Tutto ciò con un beneficio diretto per le casse del fisco. Si può fare. Si può progettare e vivere un Paese migliore. Se salta il tappo.

Andrea Aiello

pag. 1 | retail&food | Novembre 2023


Anno 18 · numero 11 novembre 2023

INFORMARSI È UN BENE, NON FARLO MALE: LEGGI RETAIL&food RETAIL&food è l’unica rivista italiana specializzata nel travel retail, un settore in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo anche per i prossimi anni. Inoltre R&f è uno dei mezzi più apprezzati e consultati da retailers e operatori attivi in outlet e centri commerciali. Con oltre 10.000 lettori a numero, una presenza qualificata presso tutte le fiere di settore. 10 numeri all’anno, più di 9.000 iscritti alla newsletter, 1 pagina facebook, 181.000 pagine viste grazie allo sfoglio on line della rivista, retail&food è oggi uno dei mezzi più letti, consultati e apprezzati dalle business communities di riferimento.

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News

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News Opening

SOMMARIO

52 GDO | Protagonisti

L’Esselunga di Caprotti è una sola...

17 SPECIALE MAPIC CANNES

Torna la principale fiera dedicata al mercato immobiliare commerciale

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Mapic Cannes, avanti tutta verso una crescita responsabile

24 Retail Real Estate, le novità in arrivo

36 BRAND | Analisys

Dispensa Emilia: “Cresciamo puntando dritti sul fast casual”

38 TRAVEL | Novità

Alt Stazione del Gusto, ecco il nuovo progetto food di Eni

28 Hines: “Focus su

rigenerazione urbana, ma il retail ci ha sorpreso”

32 A Parigi la ristorazione crossborder

34 Investimenti nel real

estate, ripresa rimandata al 2024

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55 News | ESG 56 World Travel Retail 59 News | International 62

Prodotti e Fornitori

64 Cambi di Poltrona

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42 BRAND | Analisys

Qualità e innovazione secondo Burger King

44 MISTERY | Food

Hard Rock Milano obiettivo centrato

46 EVENTI | Affiliazione

Sale il peso del franchising, segnali positivi dal salone

49 CENTRI COMMERCIALI | Eventi

Retailer Day: “Pop-up e media potenzialità da non disperdere”

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FOOD | Eventi Mercato e consumi, il settore a confronto insieme ad Aigrim

RUBRICHE

4 Stock options 10 Rubrica Legale 12 Dal Tabaccaio 40 Retail Glitch 48 Grazie e Scusa 50 Focus Franchising 54 Collaborations & Co-Branding

57 Duty Free World 58 New Travel Markets pag. 3 | retail&food | Novembre 2023


NEWS

Promos completa il restyling del centro Le Vele, il mall diventa “open air” Si è concluso il restyling del complesso commerciale Le Vele di Desenzano del Garda, gestito dalla bresciana Promos della famiglia Maffioli. I lavori sono terminati entro i tempi previsti (due anni) nonostante il grave incendio che ha colpito la struttura a maggio 2023. Per i lavori di riqualificazione, Promos ha investito 20 milioni di euro. Molte le insegne che hanno fatto il loro ingresso nel centro rinnovato: Lama Optical, La Casa de las Carcasas e Alcott, Signorvino, Alice Pizza, La Piadineria, Lapecoranera, la pasticceria Delicious e un supermercato Lidl, di 1.200 metri quadrati. Un’altra grande novità è l’eliminazione del tetto. Le Vele diventa, così, un centro ‘open air’. “Inoltre il complesso commerciale sarà da oggi più sostenibile anche grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici e di una cisterna per il recupero e il riuso di acqua piovana oltre alla creazione di una nuova recycling area per il miglioramento della gestione dei rifiuti ed una stazione di ricarica per veicoli elettrici” ha detto Tomaso Maffioli, Amministratore Delegato.

STOCK OPTIONS

BUY

NEUTRAL

SELL

PIQUADRO

ADIDAS

KERING

Ottima semestrale per il gruppo, che archivia i conti al 30 settembre con ricavi a 85,9 milioni, in aumento del 7,1%. Metà del fatturato è in Italia, ma il mercato cinese, riaperto, brilla a +38% di vendite.

A fine anno, il colosso tedesco prevede un risultato in rosso per 100 milioni. Ma ha rivisto al rialzo la guidance, che in precedenza ipotizzava una perdita addirittura tripla.

Nel terzo trimestre, il giro d’affari frena del 13% a 4,5 miliardi di euro, segnale di un rallentamento in atto nel segmento lusso. Il calo più pesante in Nord America (-21%).

HERMÈS

NIKE

WHSMITH

Con 3,36 miliardi di euro nel trimestre luglio-settembre la maison ha battuto le attese degli analisti, superando il tetto dei 10 miliardi di ricavi considerando i primi 9 mesi di esercizio.

Nel trimestre fiscale al 31 agosto, ricavi a +2% (12,94 miliardi di dollari) e utile netto a 1,45 miliardi, in leggero calo rispetto agli 1,47 dello stesso periodo precedente. Calano le giacenze.

Titolo in discesa, nonostante l’anno fiscale chiuso ad agosto con ricavi a +28%. Il canale “travel retail” va bene. Ma secondo gli analisti la crescita è dovuta più ai rincari che a un reale balzo dei volumi.

UNIQLO

PANDORA

PUMA

Fast retailing, cui fa capo Uniqlo, ha archiviato l’esercizio 2023 (che terminava ad agosto) con ricavi e utili entrambi in rialzo in doppia cifra. Utile operativo: +28%.

Titolo in salute, per i gioielli scandinavi. Il gruppo ha fissato nuovi target, prevedendo un cagr del 7-9% annuo nel periodo 2023-2026, con una espansione della rete vendita.

Dal picco estivo, a 65 euro, il titolo si muove a rilento, complice un leggero rallentamento delle vendite nel terzo trimestre fiscale (-1,8%), con risultato comunque in utile.

pag. 4 | retail&food | Novembre 2023


NEWS

Arket (Gruppo H&M) arriva in Italia, il debutto a Milano è previsto nella primavera 2024 Il marchio nordico di moda e lifestyle Arket, che fa capo al gruppo svedese H&M, debutterà a Milano, nella primavera del 2024. Lo store sarà la prima sede fisica del marchio in Italia. A oggi il brand è presente in Belgio, Cina, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Lettonia, Lussemburgo, Olanda, Spagna, Svizzera, Svezia e Uk. Con quartier generale a Stoccolma, il marchio propone collezioni per donna, uomo e bambino, completate da articoli lifestyle e decorazioni per la casa. All’interno dello store i clienti potranno trovare anche la caffetteria Arket, sviluppata e guidata dallo chef svedese Martin Berg. “Siamo entusiasti di annunciare l’apertura di questo negozio a Milano e di entrare finalmente nel mercato italiano con uno spazio fisico. Per me Milano è sinonimo di qualità e artigianalità, il che la rende una delle aperture più attese finora. Non vediamo l’ora di incontrare i nostri clienti italiani e di iniziare a costruire un rapporto più stretto con gli abitanti del luogo attenti alla moda”, ha affermato Pernilla Wohlfahrt, amministratore delegato di Arket.

Prelios rinnova la Rinascente di Roma, lo store cambia look Dopo tre anni dall’avvio del progetto e un investimento di 32 milioni, è stato completato il rinnovamento dello storico store Rinascente di Piazza Fiume a Roma. La ristrutturazione dello storico store di Piazza Fiume è stata concepita con l’obiettivo di mettere in risalto gli elementi architettonici caratteristici dell’edificio. “I nostri Department store – spiega Pierluigi Cocchini, AD di Rinascente – non puntano a offrire solo una semplice esperienza di shopping, ma come un vero e proprio editore, sono un media attraverso cui i nostri partner hanno la possibilità di esprimersi al meglio”. Patrick Del Bigio, CEO di Prelios SGR, società di gestione e servizi immobiliari che detiene la proprietà dell’immobile, ha dichiarato: “L’operazione consente al Fondo Megas, gestito da Prelios SGR, di consolidare la propria strategia di valorizzazione e di riposizionamento degli asset in portafoglio, in particolare sul mercato di Roma”.

o m a i b Ab i t n e i d e r gli ing tuo per il esso! succ S.D.S. srl Via Campo dei Fiori, 13 - Vittuone (MI) Tel. (+39) 02 37074200 - Fax (+39) 02 37074208 Email: sds@grupposds.it - www.grupposds.it

pag. 5 | retail&food | Novembre 2023


NEWS

La Galleria Alberto Sordi (Prelios) prepara l’apertura a Roma di Uniqlo, sarà il secondo in Italia Dopo il debutto in Piazza Cordusio a Milano nel 2019, il brand giapponese Uniqlo si prepara a sbarcare anche a Roma. Ad accogliere il secondo store saranno gli spazi della Galleria Alberto Sordi, di proprietà del Fondo Megas, gestito da Prelios SGR. L’inaugurazione è prevista nella primavera del 2024. L’accordo riguarda un contratto d’affitto per un’area di vendita di oltre 1.300 metri quadrati, distribuiti su tre piani in una delle tre ancore dell’immobile destinate al settore abbigliamento e accessori. “Stiamo ottenendo un risultato ricercato ed estremamente accurato, che ha consentito di intercettare l’interesse di Uniqlo ma anche di altri primari brand nazionali e internazionali con cui sono in corso le trattative commerciali per la locazione degli spazi”, ha commentato Patrick Del Bigio, Amministratore Delegato di Prelios SGR. La promozione e la commercializzazione degli spazi della Galleria Alberto Sordi è stata affidata a Dils e a Savills.

Nhood chiude 49 contratti nel terzo trimestre e si appresta a inaugurare Merlata Bloom

Tante novità e nuovi format entrano negli 37 asset del portfolio italiano di Nhood, che si prepara a inaugurare il mall Merlata Bloom a Milano il 15 novembre. Il Dipartimento Leasing e Specialty del gruppo ha chiuso il terzo trimestre 2023 con 13 nuove aperture. In totale, sono 49 i contratti siglati durante l’estate 2023. Tra le novità più recenti, figura lo store Legami che entra al Porte dello Jonio. Anche Kiko inaugura il primo store in provincia di Taranto. Mentre, all’Etnapolis in Sicilia apre il primo store Harmont & Blaine oltre al nuovo punto vendita Barbuti di 366 mq (nella foto). Sempre in Sicilia, al Porte Di Catania, è sbarcato un punto vendita Snipes con un nuovo concept e una metratura importante (653 mq). Per quanto riguarda il food, grazie alla conferma della partnership con il Gruppo Cremonini, hanno aperto quattro nuovi ristoranti a insegna Billy Tacos al Grande Cuneo, Olbia Mare, I Fenicotteri ed Etnapolis. Inoltre, si è concluso infine l’accordo con Original Marines per la firma di 3 rinnovi presso Porte di Catania, Olbia Mare e Rescaldina.

Kasanova accelera sullo sviluppo di Dmail

Novità di fine anno per Kasanova, che accelera sul “piano Dmail” e stringe un accordo strategico con Unieuro. Già a maggio era stata annunciata l’operazione con cui Kasanova ha acquisito Dmail (con la formula della cessione di ramo d’azienda da parte di D-Retail) dal gruppo Percassi, ossia alcuni negozi strategici, il personale e la sede. Ora il passaggio è stato perfezionato e vengono resi noti alcuni numeri: la nuova proprietà punta ad aprire almeno 100 negozi, di cui i primi 15 già a partire da ottobre, in prevalenza con il sistema dell’affiliazione. E ha l’obiettivo di incrementare il fatturato a 50 milioni, portando a un margine operativo lordo di almeno 5 milioni di euro. Oggi Kasanova conta su una rete di 806 negozi, dei quali 569 in franchising, con 66 nuove aperture dall’inizio dell’anno. Sul fronte commerciale, l’azienda di Arcore ha anche annunciato una collaborazione con Unieuro, che prevede l’apertura di shop-in-shop Kasanova all’interno dei punti vendita di elettronica. Per ora saranno 54 i punti vendita coinvolti, da qui a dicembre.

Tezenis: nel 2024 altri cento negozi in arrivo, focus su Italia e Francia Tezenis ha compiuto 20 anni e nell’occasione l’azienda ha raccontato alcuni dettagli sui piani di sviluppo, tra cui l’accelerazione sulla rete dei negozi. Il marchio del gruppo Calzedonia, come riportato dalla testata FashionNetwork, attualmente conta su una rete di 880 negozi nel mondo. Nel 2024 sono previste almeno altre cento aperture, con l’obiettivo di tagliare il traguardo dei mille punti vendita. Oggi il marchio “giovane” del gruppo ha circa 380 negozi in Italia. La Francia, dove attualmente si contano circa 30 negozi, è un altro mercato in cui Tezenis ravvisa un grande potenziale. Anche la Spagna sta andando molto bene (anche qui circa 30 negozi fisici). Il resto della rete si divide tra altri Paesi dell’Europa meridionale, come il Portogallo, seguiti dall’Est Europa. Non ci sono store fisici, invece, in Germania e nel nord del continente. Previsto anche un rafforzamento della linea bambino. Su questo fronte, si registra la recente apertura presso Il Centro di Arese di un negozio a marchio Tezenis Kids, riservato esclusivamente ai più piccoli (in foto). pag. 6 | retail&food | Novembre 2023


NEWS

26– 30. 1. 2024 FRANKFURT / MAIN

Prénatal e Toys Center aprono insieme, in formato “maxi”, al centro Le Zagare

Arriva a Catania, al Parco Commerciale Le Zagare, uno store maxi-formato per le famiglie firmato PRG Retail Group. Protagoniste di questo nuovo punto vendita di 800 mq sono le insegne Prénatal e Toys Center, che già condividono questo concept nei maxi-formati di Assago (MI) e Grugliasco (TO). “Siamo felici dell’apertura di questo innovativo negozio a Catania, il 19° in Sicilia. Qui i nostri clienti troveranno un’offerta completa e di eccellenza in ambito tessile e puericultura, con l’aggiunta dei nostri servizi omnicanale, per rispondere a tutte le necessità della vita quotidiana” dichiara Marco Crippa, Direttore Commerciale Prénatal. “Gli 800 mq di questo negozio sono espressione della nostra filosofia di punto vendita: regalare ai bambini un luogo dove far vivere il loro spirito d’avventura e offrire ai più grandi un’esperienza piacevole e confortevole” commenta Fabio Brugnoli, Direttore Commerciale Toys Center, FAO Schwarz, Bimbostore.

Pinalli inaugura il primo beauty store a Milano. Obiettivo 100 punti vendita entro il 2026

La catena di profumerie Pinalli apre il suo primo beauty store a Milano, portando a 75 il numero complessivo di negozi nel territorio nazionale, di cui 22 nella sola Lombardia. Il punto vendita si trova in Corso Buenos Aires e si sviluppa su una superficie di oltre 200 mq. Negli ultimi anni, il brand ha visto una forte espansione della sua rete, sia fisica che digitale: nel 2023 sono stati 12 i nuovi punti vendita aperti dall’insegna, ai quali si aggiungono i restyling o relocation di altri 5 negozi. L’obiettivo di Pinalli – la cui maggioranza è detenuta dal fondo di investimento internazionale H.I.G. Capital (Bubbles Bidco) – è di consolidare ulteriormente il posizionamento nel canale degli acquisti online e di raggiungere la soglia dei 100 punti vendita prima della fine del 2026. Nel 2024 è previsto lo sbarco anche nel Lazio. L’azienda non fornisce ulteriori dettagli: “Sarà una location importante, non in un centro città”, ha svelato l’AD Raffaele Rossetti a retail&food.

26– 30. 1. 2024 FRANKFURT / MAIN

27 – 30. 1. 2024 FRANKFURT / MAIN

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pag. 7 | retail&food | Novembre 2023


IN BREVE I drugstore dm chiudono l’anno fiscale a +30% Rossopomodoro e Autogrill aprono insieme all’outlet di Vicolungo (Neinver)

La collaborazione tra Autogrill e Rossopomodoro prende forma con l’apertura del primo locale all’interno del Vicolungo The Style Outlets (Neinver). “È un piacere dare il via a questa nuova collaborazione con Autogrill, che si aggiunge al consolidato gruppo di partner Rossopomodoro che ci aiutano a portare l’eccellenza della nostra tradizione mediterranea in tutta Italia e nel mondo” ha commentato Nicola Saraceno, AD Rossopomodoro. L’insegna inaugurerà a breve un locale anche all’interno del lifestyle center Merlata Bloom, che aprirà al pubblico il 15 novembre. “Autogrill condivide con Rossopomodoro la passione per i sapori autentici della tradizione e per la qualità delle materie prime”, ha commentato Luca D’Alba, General Manager Autogrill Italia. “Una visione comune che si sostanzia in un percorso condiviso di innovazione, evoluzione e valorizzazione delle eccellenze del territorio, per soddisfare al meglio le esigenze dei clienti con un’offerta di qualità”.

L’anno fiscale dei drugstore dm Italia si è chiuso con un incremento di oltre il 30% per un fatturato di circa 140 milioni di euro, e fino a 900.000 clienti al mese. Oggi l’insegna conta un totale di 81 punti vendita sul territorio, di cui 10 inaugurati in questo esercizio. La previsione è quella di aprirne altrettanti nei prossimi mesi.

Natura apre a Porta Nuova e sale a quota sette

Il brand spagnolo di moda e accessori Natura ha aperto il suo secondo punto vendita a Torino, in Piazza Carlo Felice, all’interno della stazione di Porta Nuova. Il piano di espansione in Italia prevede l’inaugurazione di altri due store nei prossimi mesi, a Milano e a Rimini. Natura arriva così a sette negozi in Italia.

Uno spazio Ikea anche a CityLife (Milano) Cresce la presenza di Ikea Italia nella città di Milano: il 25 ottobre ha aperto un nuovo Plan & Order Point all’interno di CityLife Shopping District. Il nuovo spazio di 180 metri quadri farà da supporto all’acquisto online dell’intero range di mobili e soluzioni di arredo del brand svedese.

Tante new entry al centro Euroma2

Pradera, tris di incarichi. Sale a 20 il portafoglio in Italia

Savills Investment Management ha affidato a Pradera il ruolo di retail advisor, property manager e responsabile in esclusiva della commercializzazione per gli asseti “Le Isole” di Gravellona Toce, “Buonvento” di Benevento e “Brinpark” di Brindisi. L’affidamento è stato conferito per conto dei fondi Gator e Panther. Le Isole (in foto) è una galleria commerciale che si sviluppa su una Gla di 20.914 mq, inaugurata nel 2006, e che presenta come ancora alimentare un Ipercoop, una galleria di 56 unità tra cui OVS, Tezenis, McDonald’s e Bata. Buonvento è una galleria commerciale che si sviluppa su una Gla di 17.940 mq, inaugurata nel 2005 e che presenta come ancora alimentare un Conad Superstore, insieme ad una galleria di 46 unità tra cui MediaWorld, Piazza Italia, Bata Super Store e Tezenis. Brinpark è un parco commerciale che si sviluppa su una Gla di 17.220 mq e che annovera tra i suoi affittuari MediaWorld, Cisalfa Intersport, Happy Casa, McDonald’s e Globo. Con questi 3 nuovi asset Pradera porta il suo portafoglio italiano a 20 tra centri e parchi commerciali. pag. 8 | retail&food | Novembre 2023

Nuove aperture al centro commerciale Euroma2 (gestito da LSGI). Nelle ultime settimane, all’interno del mall capitolino sono sbarcati i brand di abbigliamento Falconeri, Fracomina, Don Jhon, lo store di calzature Deichmann, Quadri Gioielli al Centro e l’insegna spagnola Tramas+, che ad oggi conta 13 punti vendita in Italia e 186 in Europa.

Dr.Martens inaugura al Serravalle Outlet

Il brand Dr. Martens apre al Serravalle Designer Outlet – McArthurGlen. Per il marchio si tratta del primo outlet store in Italia. Il negozio occupa una superficie di 120mq. Secondo l’ultimo bilancio annuale, come numero di negozi, in testa c’è la Gran Bretagna (33 store) seguita da Germania, Francia e Italia, dove i ricavi dal canale direct to store sono aumentati dell’11% anno su anno.

Il Market Solidale sbarca anche a Rozzano (Milano)

Apre anche a Rozzano (Milano) il Market Solidale. È il nono punto vendita dopo quelli avviati a Roma, Napoli, Bari, Milano e Ragusa e sarà a disposizione di 500 famiglie in difficoltà per 12 mesi. Al posto dei prezzi, gli articoli hanno un equivalente in punti che vengono detratti dalla tessera personale al momento del “pagamento” alla cassa. I market solidali sono un’iniziativa dell’Associazione Progetto Arca di Milano.


SAPORE a prima vista

NEWS

Bauletti® con funghi porcini e “Taleggio DOP”

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NUOVI Un ripieno profumato di sottobosco, in cui le fragranze tipiche degli ingredienti si fondono in un connubio che parla di atmosfere autunnali. La raffinata tecnica di brasatura esalta al massimo l’aroma intenso del porcino, avvolto dalla delicata piccantezza del Taleggio DOP. @divinecreazioni

pag. 9 | retail&food | Novembre 2023


La Rubrica Legale a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano Avv. Domenica Cotroneo

Novità in materia di contratto di somministrazione nel settore HO.RE.CA. Il contratto di somministrazione di lavoro compie 20 anni ed è ormai ampiamente utilizzato in tutti i settori e comparti produttivi che richiedono flessibilità nella gestione dei rapporti di lavoro senza negare diritti, sicurezza e garanzie ai lavoratori coinvolti. Sulla base di un’analisi relativa al primo semestre dell’anno 2023 svolta dall’agenzia Jobtech srl - attiva nel settore Retail, GDO e ristorazione - e rilanciata dalla stampa nazionale, gli annunci di lavoro in somministrazione disponibili online hanno registrato un aumento complessivo del 22% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e, per la prima volta dalla pandemia, il settore professionale più richiesto da chi è interessato al lavoro temporaneo è stato l’HO. RE.CA, con il 19,6% (contro l’11% del secondo semestre 2022). A tale proposito, risulta quantomai importante tenere conto di quanto stabilito, in data 15 settembre 2023, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in materia di diritti sindacali dei lavoratori somministrati e, per comprendere appieno il tema, risulta utile una breve digressione in materia di rapporto di somministrazione e sue conseguenze pratiche. Come noto, il rapporto di somministrazione comporta i) la sottoscrizione di due contratti: il contratto commerciale (concluso tra l’utilizzatore e il somministratore) ed il contratto di lavoro individuale (stipulato tra l’agenzia di somministrazione e il lavoratore somministrato); ii) il coinvolgimento di tre soggetti: l’agenzia di somministrazione, il lavoratore somministrato e l’impresa utilizzatrice. Datore di lavoro è dunque formalmente l’agenzia di somministrazione, anche se la prestazione lavorativa viene svolta nell’interesse, sotto il controllo e la direzione dell’utilizzatore. La struttura contrattuale della somministrazione di lavoro comporta quindi una particolare ripartizione dei poteri e degli obblighi connessi allo svolgimento del rapporto di lavoro, in considerazione della c.d. “scissione” tra la titolarità giuridica del rapporto e l’effettiva utilizzazione della prestazione.

pag. 10 | retail&food | Novembre 2023

In tale contesto, il Ministero del lavoro ha pubblicato un interessante interpello con cui risponde ad un quesito posto dal sindacato UGL Agroalimentare, in materia di esercizio di diritti sindacali da parte dei lavoratori somministrati. In particolare, UGL ha espressamente richiesto quale contratto collettivo nazionale di lavoro vada applicato ai lavoratori somministrati nell’industria agroalimentare: quello dell’agenzia di somministrazione o quello dell’utilizzatore? Il Ministero non ha dubbi: in generale, il contratto collettivo che regola il rapporto di lavoro sarà, in primo luogo, quello applicato dall’agenzia di somministrazione, in quanto datore di lavoro. Tuttavia, ed è questo il punto più interessante, il Ministero ritiene necessario, per il periodo della missione, che la disciplina in concreto applicabile al lavoratore somministrato sia integrata dalle previsioni del CCNL applicato dall’utilizzatore. E ciò al preciso fine di garantire effettività al principio di parità in ordine alle condizioni di lavoro e di occupazione dei lavoratori somministrati, che non devono essere complessivamente inferiori a quelle applicate ai dipendenti di pari livello dell’utilizzatore. Precisa ancora il Ministero che la predetta conclusione vale anche con riferimento ai diritti sindacali dei lavoratori somministrati, rispetto ai quali trovano applicazione, in primo luogo, i diritti sindacali previsti dallo Statuto dei lavoratori ed anche il diritto di esercitare presso l’utilizzatore, per tutta la durata della missione, i diritti di libertà e di attività sindacale, nonché a partecipare alle assemblee del personale dipendente delle imprese utilizzatrici. Il tema affrontato è spinoso e l’indirizzo ricevuto dal Ministero risulta concreto e improntato a principi condivisibili: i diritti sindacali, per essere veramente tali, non possono prescindere dal luogo ove viene svolta la prestazione lavorativa. A questo punto risulta di fondamentale importanza verificarne, nel tempo, l’applicazione “in concreto” e, soprattutto, se questa non andrà a discapito delle caratteristiche che hanno decretato il successo dell’istituto, tra queste la flessibilità del contratto e la riduzione dei costi operativi.


NEWS

Risparmio Casa investe su negozi e logistica: piano triennale da 70 aperture Risparmio Casa investe sulla superficie di vendita, che aumenterà del 76% nel giro di un triennio. Il marchio italiano, controllato dai fratelli Stefano e Fabio Battistelli, oggi conta su una rete di 151 negozi. Il piano industriale 2023-2026 prevede di aggiungerne altri 71, in tutta Italia, arrivando così a 222 punti vendita, portando così la superficie di vendita dai 250mila mq di oggi a circa 440mila. Lo riporta un approfondimento del Sole 24 Ore. Il piano prevede anche un ulteriore investimento sul polo logistico di Pomezia, che porterà il gruppo a detenere una base logistica complessiva di 82.500 metri quadrati. L’attività relativa all’ampliamento dei punti vendita sta passando anche per l’acquisizione di immobili prima detenuti da altri brand. Nel 2023 Risparmio Casa ha acquisito tre ex punti vendita Bricofer, mentre lo scorso agosto ha messo le mani su undici ex punti vendita Grancasa, tutti in Lombardia. Sul fronte del bilancio, il gruppo ha registrato ricavi superiori al miliardo di euro nel solo primo semestre del 2023.

Unieuro scommette sull’assistenza post-vendita, maxi acquisizione da 70 milioni Unieuro ha definito l’acquisizione del 100% di Covercare, player di riferimento nella riparazione di cellulari, elettrodomestici e nell’installazione di apparecchi per il clima. L’operazione, come comunicato in Borsa, sarà perfezionata entro il 30 aprile 2024. Come sottolineato dalla società, il prezzo è stato fissato in 60 milioni di euro, più un importo fino a 10 milioni di euro che Unieuro corrisponderà a titolo di earn-out, il 30 giugno 2026, al raggiungimento di determinati obiettivi di redditività (Ebitda). Per Unieuro è la più grande acquisizione della sua storia. “Si tratta di un’operazione per noi trasformativa e perfettamente coerente con l’obiettivo di espanderci nel “Beyond Trade”, in particolare nel settore dei servizi, cruciale per arricchire il customer journey e per incrementare la redditività complessiva del gruppo” ha commentato l’amministratore delegato di Unieuro, Giancarlo Nicosanti Monterastelli. Covercare nel 2022 ha generato ricavi per 58,7 milioni di euro, con Ebitda del 18,4% e utile netto di 6 milioni.

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13. -16.2.2024

Fiera leader mondiale per l’alimentazione bio

Paving the path for a sustainable future

Ingresso riservato ai soli operatori del settore

In collaborazione con VIVANESS Fiera internazionale per la cosmesi naturale

I prodotti biologici sono la chiave per un mondo migliore. Insieme proteggiamo il clima, creiamo soluzioni sostenibili e creiamo un futuro degno di essere vissuto per le prossime generazioni. BIOFACH 2024 e il congresso BIOFACH sono sede di incontro di tanti lungimiranti protagonisti e artefici del settore biologico internazionale che desiderano collaborare per un sistema alimentare più sostenibile. E tu ci sarai? #intoorganic pag. 11 | retail&food | Novembre 2023


Dal Tabaccaio 2030 Milano centro

McDonald’s entra al Le Centurie, per il centro è full occupancy

Il gruppo Pradera Management Italy ha annunciato l’apertura di un punto vendita McDonald’s all’interno del centro commerciale Le Centurie (Pradera), in provincia di Padova. Il locale di 620 mq arricchisce l’offerta del del centro (inaugurato nel 2012) che ad oggi conta 43 punti vendita, per una Gla totale di circa 12.000 mq. Grazie all’opening del brand americano e all’ingresso, nel mese di aprile, dei brand Intimissimi Uomo e Bottega Chic, Le Centurie raggiungerà la full occupancy. Il numero complessivo tra bar e ristoranti è di quattro unità, uno di questi è McDonald’s che può godere di orari di apertura prolungati rispetto a quelli praticati nella galleria. Complessivamente, tra diretto e indotto, il centro garantisce un posto di lavoro a circa 300 persone tra dipendenti, servizi, manutentori. Le Centurie è stato oggetto di un recente re-lamping LED della galleria, finalizzato a ridurre il fabbisogno energetico e l’imbatto ambientale della struttura.

Vision Group, Arcadia Sgr pronta a uscire dall’investimento

Arcadia Sgr, più altri soci di minoranza, sono pronti a mettere sul mercato le quote di controllo di Vision Group. Un incarico esplorativo, alla ricerca di acquirenti, sarebbe già stato dato all’advisor CapM, secondo quanto risulta al Sole 24 Ore. In prima fila, ci sarebbero fondi di private equity. Arcadia Sgr era entrata in Vision nel 2014, con una quota del 46%. A marzo del 2022, si era concluso l’acquisto, da parte di Vision Group, di 174 negozi in Italia, tra cui 75 a marchio GrandVision e 99 VistaSì. Nel complesso, si tratta oggi del principale network distributivo di ottica nel nostro Paese, con circa 2.700 centri ottici, di cui 200 di proprietà diretta, 300 in franchising e oltre 2.200 che operano in gruppo di acquisto. Vision Group, a fine 2023, stima di registrare ricavi superiori a 160 milioni di euro, con un Ebitda intorno ai 12 milioni.

pag. 12 | retail&food | Novembre 2023

SIAMO SPERANZA In un mondo sempre più melmoso (aggettivo usato per evitare la censura dell’editore) voglio scrivere di pace e amore tra le genti. Dopo aver visto un monumentale Silvio Orlando a teatro interpretare “La vita davanti a sé” di Romain Gary che chiude il sipario dicendo “ci dobbiamo volere bene”, non posso fare a meno di essere felice di vivere in una città multiculturale e multirazziale. Certo, anche abitare a Roccacannuccia o a Mozzagrogna riserva dei privilegi dati da pace e tranquillità, che però non cambierei con la Tentacolare. Se ci si dispone con cura e affetto verso gli altri, in un negozio come il mio si possono fare incontri straordinari con persone che giungono dal globo con qualunque mezzo e che hanno scelto proprio l’Italia per la loro esistenza. A comprare da me viene Mohamed arrivato con la barca dall’Egitto passando dalla Libia, quando apre il suo sorriso al mondo riempie di gioia, è spesso corrucciato: “La vita è dura, Francesco”, mi dice con quel vocione che serve per farsi sentire in una metropoli di 18 milioni. Mentre esce, entra la starlet californiana che disegna stracci o vorrebbe farlo per una sfilata sognata da quando era la Little Miss Sunshine di un polveroso “San… qualcosa” al solleone in the middle of nothing. “Have u got watermelon vape?”. Il cameriere del ristorante argentino ammicca da dietro la signorina generando in me un imbarazzo che divampa in risata non trattenibile quando lui esagera e si fa pizzicare mentre mima il non mimabile in pubblico. Lei se ne va lusingata e per nulla imbarazzata. Ormai le persone di tutte le nazionalità entrano parlando inglese come se fosse la lingua corrente del nostro paese. L’architetto francese, con tre cani nani nella borsa, profuma come se stesse andando in scena al Moulin Rouge. Il serbo tatuato non voglio sapere che lavoro fa. Del tunisino alto come un watusso non parlo se non interrogato con una luce in faccia. Tantissimi studenti. Svizzeri, olandesi, azzeri, filippini, marocchini, georgiani, bulgari, kosovari, tedeschi, turchi come se piovessero. Inglesi che parlano come Oliver Hardy, russi che parlano come Ivan Drago di Rocky. Decine di ucraini. Ahimè. Quando uscendo per festeggiare l’europeo vinto dall’Italia incontrai la famiglia cingalese, con figlia laureanda in medicina con i tricolori in mano mi sono sciolto in un pianto che anche adesso faccio fatica a ricacciare giù dove nascondo l’uovo sodo di Virzì. Siamo una speranza, cerchiamo di esserne orgogliosi.


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pag. 13 | retail&food | Novembre 2023


NEWS | Opening

Fradiavolo, nuova pizzeria milanese in Porta Venezia Fradiavolo, catena di ristorazione fondata nel 2018, oggi nel portafoglio di Gioia group, ha aperto un nuovo locale in via Lecco, nel quartiere Porta Venezia di Milano. “Si tratta del sesto ristorante nel capoluogo lombardo, il ventiquattresimo in Italia. Anche questa volta abbiamo scelto un quartiere iconico, in cui non vedevamo l’ora di fare il nostro ingresso” ha commentato Mauro D’Errico, presidente e co fondatore della catena. Il marchio si avvicina ormai ai trenta locali in Italia, per lo più concentrati nel al Nord, con l’eccezione di Roma. Ma tra i tasselli più importanti dello sviluppo, c’è l’apertura già annunciata negli Stati Uniti, che avverrà a Miami in Florida. Fradiavolo è partecipata da Gioia group, holding della famiglia Ferrieri insieme a Mir Capital, che controlla anche i marchi Bun Burgers e Cioccolatitaliani.

Kfc, sesto locale in Veneto al Porta di Mestre Kfc ha aperto il sesto locale in Veneto, il 72esimo in Italia, all’interno del centro commerciale Porta di Mestre. Il punto vendita presenta 30 posti a sedere interni, oltre a quelli comuni della galleria food, e dispone di uno staff di 15 addetti. Anche questo ristorante è gestito da Original Bucket, società che fa parte di Sapori artigianali, la realtà dell’imprenditore Mauro Tiberti che possiede anche ODStore. Il ristorante veneto mette anche a disposizione il servizio delivery, tramite un accordo esclusivo con Glovo. Gli altri punti vendita in Veneto sono a Venezia, Verona, Padova e Marcon. La regione in cui Kfc è più presente è la Lombardia.

La schiacciata del Vinaio arriva anche a Napoli All’Antico Vinaio ha aperto un punto vendita a Napoli, il primo in Campania. Il locale si trova nel pieno centro del capoluogo, in una traversa di corso Umberto I. Dopo questa operazione, il marchio arriva a contare 19 punti vendita nel mondo, di cui quindici in Italia e quattro in America. Lo store napoletano copre una superficie di 120 metri quadrati, porterà a regime all’assunzione di 22 persone mentre, sul fronte dell’offerta, vengono prodotte alcune schiacciate con ingredienti tipici regionali, in omaggio alla Campania. Anche questa apertura si deve alla collaborazione tra il fondatore del marchio, Tommaso Mazzanti, e Percassi Retail, con cui è stata costituita una joint venture a fine 2022 che adesso si occupa dello sviluppo, sia in Italia sia all’estero.

Cannoleria Siciliana, apertura “slim” nella Capitale La Cannoleria Siciliana ha aperto un nuovo punto vendita a Roma. Si tratta così del sesto locale nella Capitale (compreso quello al Maximo Shopping center), cui va aggiunto quello di Milano. Il locale, lungo la via Flaminia sulla collina Fleming, rappresenta una sorta di evoluzione del format, perché ridotto come superfici. Si tratta infatti di 40 metri quadrati di area vendita più laboratorio di rifinitura, più altri 40 di magazzino e servizi. “L’apertura avviene in affiliazione, a dimostrare quanto la strategia di espansione del marchio passi tanto dal canale diretto, quanto dal franchisig” ha commentato il fondatore de La Cannoleria Siciliana, Yousef Sharafi. L’offerta è la consueta, formata dal tradizionale cannolo, in tante varianti, più la parte salata a carattere di rosticceria, insieme alla caffetteria.

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NEWS | Opening

Tris di ottobre per 101Caffè Lombardia, Calabria e Francia. Sono queste le location che hanno caratterizzato le aperture di ottobre per 101Caffè, catena nata a Milano dodici anni fa, specializzata in caffè e bevande per macchine automatiche, basata sul modello franchising. Un negozio si trova ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo. Il secondo è a Siderno, in provincia di Reggio Calabria. Il terzo è all’estero, ad Annecy, nota località nel cuore dell’Alta Savoia francese. Qui, il negozio 101Caffè ha preso la forma di caffetteria con market e proprio questo formato, già sperimentato in altre località, compresa Milano, verrà ulteriormente sviluppato tra fine anno e il 2024. La società, guidata dal Ceo Umberto Gonnella, ha ormai superato i 200 negozi tra Italia ed estero.

Birrerie Spiller inaugura a Bologna Birrerie Spiller, la catena di birrerie di ispirazione tirolese, ha aperto un nuovo locale a Bologna, in via Zamboni, in pieno centro storico e in zona universitaria. Questo locale si aggiunge a quelli già presenti a Milano, Brescia, Verona, Vicenza, Padova, Trieste e Monfalcone. In questa occasione, è stata riqualificata la porzione di un palazzo storico del Quattrocento nella centrale strada di San Donato (l’attuale via Zamboni), già residenza di una delle più importanti famiglie senatorie bolognesi, quella dei Malvezzi. Il locale si sviluppa su 380 metri quadrati e dispone di circa 110 posti a sedere, all’interno, cui si aggiungono 60 posti nel dehors esterno. L’attività, a regime, potrà contare su circa 20 collaboratori e sarà aperto da pranzo all’una di notte, con orario continuato. Le protagoniste dell’offerta sono sempre le birre Forst, azienda produttrice italiana, con sede in Trentino Alto Adige, azionista di birrerie Spiller.

Frankly porta il bubble tea nella metro Garibaldi Frankly ha aperto un nuovo store nella metropolitana milanese di Porta Garibaldi, sulla linea verde. Si tratta del nono locale a Milano da parte della catena di bubble tea. Il chiosco si trova in una posizione strategica per catturare il flusso di pendolari, lavoratori e studenti. Questa apertura segue di poco quelle avvenute di recente in Porta Romana, a Bergamo e nel Centro di Arese. La società, fondata da Franco Borgonovo, conta attualmente 70 addetti e punta a raggiungere quota 100 entro fine anno. Nell’obiettivo della catena c’è anche l’espansione all’estero.

Negozio numero 50 per Action, il primo a Roma La catena di discount non food Action ha aperto il suo primo negozio a Roma e con questa operazione taglia il traguardo dei 50 punti vendita nel nostro Paese. Il brand olandese, nel punto vendita, offre migliaia di prodotti divisi in 14 categorie, con un prezzo medio inferiore ai 2 euro a pezzo e 150 prodotti nuovi a scaffale a settimana. Nel 2023, Action ha ampliato la sua presenza nel mondo retail con l’apertura di negozi in cinque nuove regioni: Liguria, Emilia-Romagna, Lazio, Abruzzo e Friuli-Venezia Giulia. Con l’apertura romana si festeggia anche l’assunzione del dipendente numero mille in Italia.

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NEWS | Opening

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SPECIALE MAPIC CANNES

Torna la principale fiera dedicata al mercato immobiliare commerciale Quando:

28-30 NOVEMBRE 2023

Dove:

PALAIS DES FESTIVALS, CANNES

Partecipanti attesi:

PIÙ DI 6.000

Retailers:

1.800 DA OLTRE 75 PAESI

Organizzazione:

RX FRANCE

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SPECIALE | Mapic

MAPIC CANNES, AVANTI TUTTA VERSO UNA CRESCITA RESPONSABILE

La community internazionale del retail real estate torna a riunirsi dal 28 al 30 novembre. L’appuntamento sarà l’occasione per fare il punto sui grandi progetti in pipeline e definire una roadmap verso una “responsible growth”, tema dell’edizione 2023. Tra le novità: il lancio dell’Academy, il Sustenability Lab e gli interventi esclusivi di Joanna Fisher (ECSP), Netflix e Rituals. Ci vediamo a Cannes! di Paola Oriunno

È iniziato il conto alla rovescia per l’apertura del MAPIC Cannes, l’evento internazionale di riferimento per l’industria del retail real estate, organizzato da RX France, che anche quest’anno riunirà i principali player del settore dal 28 al 30 novembre al Palais des Festival. Tante le novità di questa edizione e tante anche le voci invitate a scambiarsi idee, riflessioni e best practice. Il focus del 2023, “The road ahead: responsible growth” – “La strada da percorrere: una crescita responsabile”, sarà introdotto nel discorso di apertura affidato a tre CEO d’eccezione: Alison Rehill-Erguen di Cenomi Centers (vedi box), Cindy Andersen, Managing Director di Ingka Centers e Joanna Fisher di ECE Marketplaces GmbH & Co KG. Tre dirigenti di property

Il discorso di apertura affidato a tre voci autorevoli Alison Rehill-Erguven, CEO di Cenomi Centers

“In Cenomi Centers ci impegniamo a costruire un futuro sostenibile attraverso lo sviluppo e la formazione continua del personale. Pienamente consapevoli degli effetti della nostra industria sull’ambiente, lavoriamo quotidianamente per ridurre questo pag. 18 | retail&food | Novembre 2023

tri Commerciali. Il board dell’ECSP, che porta avanti a livello europeo le istanze e le necessita dei centri commerciali, si è riunito proprio lo scorso mese di settembre: “Una voce forte a Bruxelles per il retail immobiliare”, con queste parole Joanna Fischer ha definito l’incontro, aggiungendo: “In occasione della riunione del consiglio di amministrazione dell’ECSP abbiamo concordato un ordine del giorno efficace che stabilisce una chiara tabella di marcia per le nostre attività. Poiché i requisiti normativi dell’UE sono in aumento e diventano sempre più complessi, è importante sottolineare le sfide che il retail real estate sta affrontando in tutta Europa e far sentire la nostra voce. Tra i temi su cui si concentrerà l’ECSP ci sono l’ESG, ma anche la digitalizzazione e la fiscalità” ha commentato la chairwoman su LinkedIn. Il suo intervento al Mapic Cannes sarà un’ulteriore occasione per il settore per confrontarsi sugli interventi da portare avanti a livello istituzionale e sovranazionale.

company al centro di progetti immobiliari commerciali tra i più innovativi e sostenibili nel panorama internazionale (vedi box).

ESG, digitale, fisco: pronta la tabella di marcia dell’ECSP

Riflettori puntati, in particolare, su Joanna Fischer che dal 2021 è responsabile dell’attività dei centri commerciali del Gruppo ECE (che in Italia gestisce l’Adigeo a Verona, La Cartiera di Pompei, Megaló a Chieti e Roma Est) e, da maggio 2023, è stata eletta anche “chairwoman” dell’European Council of Shopping Places (ECSP), voce collettiva e autorevole di un settore che oggi vive una profonda trasformazione, e che vanta tra i suoi membri fondatori anche il CNCC-Consiglio Nazionale Cenpotenziale impatto negativo, creando destinazioni nuove, pensate per le generazioni future e che offrono una nuova retail experience in Arabia Saudita. Il MAPIC di quest’anno offre il palcoscenico ideale per analizzare i risultati e gli insegnamenti ottenuti nel corso degli ultimi anni e per discutere su come si possano metterli in pratica per un futuro più responsabile”. Cenomi Centers il principale proprietario, operatore e sviluppatore di destinazioni retail e lifestyle in Arabia Saudita, dove gestisce 21 destinazioni con 4.300 unità in locazione

I finalisti e la giuria della MAPIC Academy con Francesco Pupillo, RX France

Nasce la MAPIC Academy Tra le novità dell’edizione 2023, spunta anche l’Academy, un’iniziativa lanciata in collaborazione con Nhood che accompagnerà lo sviluppo di cinque nuovi brand (retail, F&B e leisure). Per accee oltre 80 milioni di visitatori/anno nel 2022. L’azienda ha recentemente sottoscritto il protocollo ECCO per guidare la sua politica ESG, che copre l’impatto ambientale, la costruzione di nuove comunità e una gestione più responsabile delle operazioni. Joanna Fisher, CEO di ECE Marketplaces e Chairwoman di ECSP

“Con oltre 55 anni di esperienza nel settore immobiliare retail, ECE Marketplaces ha


ECSP: i centri commerciali europei crescono, l’Italia fanalino di coda L’Europa ama ancora fare shopping e quando è il momento di scegliere il negozio, i centri commerciali continuano a dominare le scelte dei consumatori, con alcune differenze tra un Paese e l’altro. Se in Islanda a preferire i mall è il 63%, in Grecia si tocca un misero 8%. I dati arrivano da una ricerca, commissionata dall’European Council of Shopping Place (ECSP) e realizzata da RegioData Research, che ha mappato le abitudini dei consumatori dere al percorso, i marchi in gara devono avere la sede legale in Europa, meno di cinque anni di vita e non avere punti vendita fisici o possederne al massimo uno solo. Il vincitore sarà annunciato in occasione della cena di gala dei MAPIC Awards. “MAPIC è il luogo d’incontro fondamentale tra i retailer e gli operatori del settore immobiliare e in tal senso è sempre stato attento a individuare e sostenere lo sviluppo di nuovi brand innovativi”, ha sottolineato Francesco Pupillo, Show Director di MAPIC e MAPIC Italy. La giuria di esperti del settore retail che selezionerà e farà da mentore ai giovani retailer è composta da Pierre Combet, Vice Presidente Real Estate EMEA di Foot Locker; Chris Igwe, Fondatore di Chris Igwe International Conseil; Philippe Lauga, Distributore di Kusmi Tea Belgium & Luxembourg; Vincent Mourre, CEO di WhiteSpace Partners LTD; Cécile Peskimostrato nel corso della sua storia come utilizzare con successo la versatilità dei centri commerciali, facendoli evolvere continuamente con la costante integrazione di nuovi concept, nuove idee e nuove offerte, anche dal settore non-retail. Il mantenimento del valore degli asset a lungo termine, la gestione sostenibile e l’introduzione di nuovi concept e soluzioni per la trasformazione dei centri commerciali in centri a neutralità climatica, sono in cima alle nostre priorità”. Tra i progetti più recenti del Gruppo ECE: il centro commerciale The Playce (43.000

in 12.000 centri commerciali europei. A incidere sulla scelta è soprattutto il clima: i Paesi del Nord sono in testa alla classifica (Islanda in testa, seguono l’Estonia con il 55%, e la Norvegia con il 53%). E, dettaglio non da poco, il Nord Europa ha centri commerciali con superfici di vendita molto grandi, superiori a 60.000 mq. Meno brillanti il Centro e il Sud. Mentre in alcuni mercati la crescita delle superfici è in forte espansione, in Italia e Germania l’aumento è minimo, soprattutto in termini di superficie complessiva. In Italia la quota dei centri commerciali è del 17%. In entrambi i Paesi, le high street dominano la classifica dei luoghi preferiti per lo shopping. Chi, invece, sta accelerando nello sviluppo è l’area dei Balcani, in particolare la Bosnia ed Erzegovina. Con poco meno del 47%, la Bosnia detiene l’ottava quota di mercato dei centri commerciali in Europa, posizionandosi subito dopo i paesi scandinavi.

corso del MAPIC. In attesa di scoprire il vincitore, alla fine di settembre si è tenuta a Parigi la prima sessione di tutoraggio con i marchi selezionati. Si tratta di: Onyo (leisure), Superstack (brand di piercing), W.O.P. World of Pop (abbigliamento per tutta la famiglia), Greener (abbigliamento sostenibile), T7 Berlin (abbigliamento sostenibile).

Tra i finalisti della Mapic Academy anche Onyo, nuovo leisure concept che crea esperienze per riavvicinare le persone alla natura

Il Sustainability Lab arriva anche a Cannes

Vincent Mourre, Ceo di WhiteSpace Partners LTD, sarà nella giuria della Mapic Academy

ne, Avvocato Associato di Linkea; e Mathieu Hercberg, esperto di immobiliare presso la Corte d’Appello amministrativa di Parigi e Versailles. Il premio in palio è davvero ghiotto: un contributo finanziario di 10.000 euro, un pop-up store in un centro commerciale Nhood, visibilità nel mq) inaugurato nel 2022 nel quartiere “rigenerato” di Potsdamer Platz di Berlino, con una vasta area food&beverage (Manifesto Market) e 19 sale cinematografiche del gruppo tedesco CinemaxX che da molti anni ospitano la Berlinale, il celebre Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Cindy Andersen, amministratore delegato di Ingka Centres

“Siamo fermamente convinti che le persone avranno sempre

Dopo il lancio al Mapic Italy, il Sustainability Lab sbarca anche a Cannes in versione più estesa. Esperti in ESG, tra cui aziende leader nella certificazione e fornitori di nuove tecnologie sostenibili (pannelli solari, ricarica auto elettriche, risparmio energetico e idrico, certificazioni per società immobiliari commerciali) saranno presenti per presentare nuove soluzioni e condividere esperienze. Oltre alle questioni legate all’impatto ambientale, il Lab si occuperà anche dell’impatto positivo che il retail può avere sul tessuto sociale delle città, attraverso progetti multifunzionali e di rigenerazione urbana. Tra le voci che porteranno al MAPIC la loro esperienza in ambito ESG c’è Raymond più bisogno di luoghi di aggregazione, di relax e di svago al di fuori delle loro case. Per questo motivo, ci impegniamo a creare destinazioni iper-locali per il lavoro, la vita quotidiana e il divertimento, che siano rispettose delle persone, delle comunità e del pianeta. Siamo impazienti di poter discutere a MAPIC di come, tutti insieme, possiamo far progredire il settore per un futuro migliore”. Il Gruppo Ingka comprende diverse aree di business, tra cui il colosso retail Ikea, con 379 negozi in 31 mercati, e gli Ingka Centres. pag. 19 | retail&food | Novembre 2023


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Entertainment: Millennial e GenZ chiedono più “socializzazione competitiva”

In preparazione all’evento, MAPIC ha appena pubblicato un “whitepaper” in collaborazione con Leisure Development Partners. Il documento analizza come l’intrattenimento possa incrementare l’affluenza al di là del bacino d’utenza abituale, attirare un maggior numero di visitatori serali per un lasso di tempo più lungo e determinare il tenant mix ottimale con l’obiettivo di ottenere il massimo livello di impatto. Secondo la ricerca, il 54% dei giovani tra i 18 e i 25 anni e il 40% tra i 26 e i 35 anni visitano più frequentemente un centro città o un centro commerciale se vi sono opportunità di intrattenimento e di socializzazione. Ma di quale tipo? La ricer-

Il nuovo Premium store Rituals inaugurato a settembre al centro Le Gru di Torino

Cloosterman, CEO di Rituals Cosmetics. Il marchio è stato il primo a integrare prodotti per il bagno, per il corpo e per la cura della casa in un unico portafoglio, e al giorno d’oggi conta oltre 1.000 negozi, 3.900 shop-in-shop e 5 spa urbane, distribuiti in 36 Paesi in Europa, Asia e Medio Oriente. Il Ceo condividerà la sua esperienza nella creazione e nello sviluppo di uno dei marchi più influenti al mondo nei settori della casa, della cosmetica e del benessere. Tra i focus del suo speech, anche la dimostrazione di come le aziende possono integrare trasparenza e responsabilità nell’ottica di una crescita futura più sostenibile. Rituals, infatti, ha fatto della responsabilità ambientale uno dei suoi punti di forza, ricevendo nel 2021 anche la certificazione B-Corp.

ESG, digitale, fisco: pronta la tabella di marcia dell’ECSP

È l’evento dedicato al settore del location-based entertainment (LBE) e vedrà la presenza per la prima volta di Tomorrowland Leisure - società affiliata al festival musicale globale Tomorrowland - come relatore nel programma di conferenze, con l’annuncio del lancio del suo progetto: Life, un concept di acquapark resort con un primo progetto di sviluppo in Polonia (Kownaty), a 30 km dal confine con la Germania. Il programma LeisurUp ospiterà per la prima volta anche la piattaforma di streaming globale Netflix. Negli ultimi anni la piattaforma si pag. 22 | retail&food | Novembre 2023

è espansa in nuovi mercati con i suoi concept retail originali, tra cui Stranger Things: The Encounter a Singapore, Money Heist Experience (La Casa De Papel) in Arabia Saudita, Stranger Things immersive retail in Brasile e Squid Game VR in 40 Sandbox in tutto il mondo. Durante il suo keynote, Christine Wacker, Director of Business Development - Consumer Products Experiences and Live Experiences di Netflix, offrirà spunti su come trasformare alcune delle serie televisive di maggior successo al mondo in esperienze leisure out-of-home. E non poteva mancare neanche l’Happetite Forum, il forum internazionale del settore F&B creato per accelerare l’espansione delle catene di ristorazione nelle destinazioni retail e urbane. Il programma del Forum sarà inaugurato da un discorso di apertura di Tigrane Seydoux, uno dei fondatori del gruppo Big Mamma, che condividerà la sua visione sul futuro del settore della ristorazione e sulle principali sfide che dovrà affrontare nei prossimi anni.

ca ha rilevato che, sebbene alcune opzioni, come i cinema e i giardini coperti, abbiano un fascino multigenerazionale, sono la “socializzazione competitiva”, i Family Entertainment Centers (FEC) e il bowling a suscitare un interesse maggiore.

Food&Beverage: promosso il franchising, perfetto per espandersi WhiteSpace Partners, content e conference partner di MAPIC, ha analizzato 50 brand e un totale di 140 progetti internazionali per capire meglio quali concept stanno avendo successo in quali regioni e con quale strategia di sviluppo. Il whitepaper ha rilevato che il modello preferito per l’espansione è in ultima analisi il franchising, seguito dallo sviluppo diretto e dalle joint venture. Dalle conversazioni del team di ricerca con il gruppo di esperti, sono emerse nove indicazioni chiave che i brand devono seguire nel loro sviluppo internazionale: essere obiettivi nel processo decisionale strategico pensare come un attore locale imparare dal passato e dai propri fallimenti conoscere i propri competitor il fattore umano è la chiave del successo scegliere il giusto modello di crescita impostare la più adeguata strategia immobiliare e della catena di approvvigionamento

Christine Wacker, Director of Business Development Consumer Products Experiences and Live Experiences di Netflix

preparare il proprio team di lavoro creare visibilità per il brand


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SPECIALE | Mapic

RETAIL REAL ESTATE, LE NOVITÀ IN ARRIVO

Nell’anno dei buoni numeri per i centri commerciali e per il retail, c’è chi inaugura (il mall di Cascina Merlata) e chi muove i primi passi (l’“airport district” di Linate). Il settore sembra aver ripreso il suo corso, e anche un po’ di slancio. Ecco i progetti in partenza di Paola Oriunno

Per l’immobiliare commerciale italiano, il 2023 si chiude con una buona notizia. È prevista per il 15 novembre, infatti, l’apertura di Merlata Bloom, il lifestyle center targato Nhood posizionato al centro del nuovo quadrante nord ovest della città di Milano e “cerniera” tra MIND - Milan Innovation District e Cascina Merlata (UpTown). Il Con una superficie di 70.000 mq (gla) tra negozi ed esperienze di shopping, leisure e intrattenimento, 5.000 mq di aree verdi interne ed esterne, Merlata Bloom diventerà un nuovo luogo di vita dedicato alla socialità e alla vita all’aria aperta, grazie anche alla presenza di un parco di 30 ettari e due piazze pubbliche. Questi i numeri del progetto: 210 insegne, con 43 unità food & beverage, e un’offerta commerciale premium che comprende anche il primo Esselunga all’interno di una galleria commerciale, Decathlon con il suo nuovo headquarter e un negozio da oltre 6.800 mq su due piani, il cinema multisala Notorious di ultima generazione. Non ci rimane che farci un salto, magari in bicicletta.

Mall e progetti mixed use, cosa ci aspetta nel 2024

Se il 2023 si chiude con l’arrivo di Merlata Bloom, per vedere altre novità sarà necessario aspettare la seconda metà del pag. 24 | retail&food | Novembre 2023

2024. Tra i “work in progress” più attesi c’è la conclusione della seconda fase di To Dream, l’urban district alle porte di Torino (gestito da Nhood, commercializzato da Realia). Si avvicina, inoltre, la conclusione del cantiere del centro commerciale Maximall Pompeii (IrgenRe) attesa per la fine del prossimo anno: una vasta area di 200.000 mq con gallerie commerciali, hotel, auditorium e aree verdi. Investimento previsto, oltre 170 milioni di euro. Conto alla rovescia anche per due grandi progetti mixed-use: il Waterfront di Genova con l’area retail del Palasport (Nhood) e la galleria commerciale del nuovo quartiere “smart” Chorus Life, a Bergamo, un progetto di Costim (società controllata dal Gruppo POLIFIN) commercializzato da Sonae Sierra. Per entrambi, la fine dei lavori è prevista entro il 2024 (vedi tabella).

SEA lancia il LAD, sul modello “Chorus Life”

Sempre al Gruppo Costim è astato affidato il nuovo Linate Airport District (LAD), un nuovo progetto di trasformazione dell’area adiacente all’Aeroporto di Linate, prospicente l’Idroscalo (qui accanto un rendering del progetto). Dopo il recente ammodernamento dell’aerostazione di Linate e l’arrivo della M4 che ha ridotto notevolmente i tempi di collegamento

con il centro di Milano, SEA ha decido di aprire alla città un’area fino ad oggi non accessibile che offrirà ampi spazi verdi, nuovi edifici e l’accesso diretto all’Idroscalo. Il Linate Airport District sarà basato sul concept “Chorus Life” in arrivo a Bergamo - modello di “città del futuro” che promuove la sostenibilità, la condivisione e la socializzazione tra generazioni differenti - combinando servizi e offrendo vantaggi sia alle funzioni aeroportuali che ai frequentatori di LAD. “Il Linate Airport District completa il restyling di Linate” ha spiegato Armando Brunini CEO di Sea Milan Airports. “Milano ha un aeroporto che raggiunge i massimi standard di qualità che l’industria offre e riqualificando le aree del sedime verranno migliorate le funzioni e i servizi a supporto dell’attività aeroportuale con un duplice vantaggio. Possiamo offrire a coloro che lavorano in


aeroporto spazi lavorativi moderni e funzionali e a tutti i cittadini ampi spazi verdi direttamente collegati all’Idroscalo”. L’avvio delle attività preliminari (demolizioni e bonifiche) avverrà entro il 2024.

Outlet: l’Italia amplia e rinnova

Se i centri commerciali ancora faticano, si evolvono, si riqualificano, gli outlet corrono e non conoscono crisi. Secondo una recente indagine di RegioData per l’ECSP (The European Council of Shopping Places), la superficie di vendita dei 180 centri europei è cresciuta di quasi il 40% e sono in arrivo altri 18 progetti. È il Regno Unito il campione indiscusso del settore: solo negli ultimi dieci anni la superficie dei factory outlet in UK è cresciuta del 77%, raggiungendo

attualmente i 721.000 metri quadrati. Seguono Austria e Svizzera. Tra gli operatori, McArthurGlen è il più grande in Europa con 24 centri e oltre 3.000 marchi. In Italia, il gruppo britannico ha in portfolio Barberino, Castel Romano, La Reggia, Noventa e Serravalle. Al secondo e terzo posto troviamo il gruppo spagnolo Neinver (in Italia con Vicolungo e Castel Guelfo The Style Outlets) e ROS Retail Outlet Shopping. Tra le novità in pipeline spiccano ampliamenti in Germania (per circa 69.000 mq entro il 2024), in Regno Unito (per circa 87.500 mq entro il 2024) e in Francia (con ulteriori 60.000 mq entro il 2024). Proprio il paese d’Oltralpe ha visto nel 2023 l’apertura di uno dei maggiori progetti: il McArthurGlen Paris-Giverny Designer Outlet (21.500 mq

GLA, 100 negozi). Mentre il 2024 vedrà l’apertura, sempre in Francia, dell’Alpes The Style Outlets di Neinver (20.400 mq GLA, 90 negozi). Anche l’Italia si prepara ad accogliere due novità tra la primavera e l’estate del 2024: l’ampliamento del Sicilia Outlet Village (con altri 6.000 mq, di Arcus) e dello Scalo Milano Outlet & More (9.000 mq, del Gruppo Lonati. Nella pagina a sinistra, in alto, un rendering dell’ampliamento). “Per il completamento della fase 3 siamo nei tempi. Sarà pronta per giugno 2024. Abbiamo previsto circa 30 novità di cui 4 food & beverage livello “premium”. La nuova area è già affittata al 40%, ma contiamo di aprire con la full occupancy”, ha detto Davide Lardera, amministratore delegato di Scalo Milano outlet & more.

DA NORD A SUD, I PROGETTI IN ARRIVO NUOVI SVILUPPI Progetto

Dove

Quando

Merlata Bloom

Milano

Inaugurazione 15/11/2023

ToDream

Torino

Fase 2: fine 2023

Maximall Pompeii

Torre Annunziata (Napoli)

Fine 2024

Westfield Segrate

Segrate - Milano

Non ancora definito

Messina

Tremestieri (Messina)

Non ancora definito

MIND

Rho - Milano

WestGate: Fase I 2024, Fase II 2026

Galleria Alberto Sordi

Roma

Primavera 2024

Frosinone Urban Center

Frosinone

Primo trimestre 2025

Oasys

Cisterna di Latina (Latina)

IV trimestre 2025

RIGENERAZIONE URBANA / MIXED USE Chorus Life

Bergamo

2024

LAD Linate Airport District

Linate - Milano

Inizio lavori 2024

WaltherPark

Bolzano

Primavera 2025

Waterfront di Levante

Genova

IV 2024 (Palasport)

Spark Business District

Milano – Santa Giulia

2025

LOC Loreto Open Community

Milano

2026 AMPLIAMENTI

Torino Outlet Village

Torino

Primavera 2025

Sicilia Outlet Village

Agira (Enna)

Primavera 2024

Scalo Milano Outlet

Locate Tiulzi (Milano)

Estate 2024

I Gigli

Campi Bisenzio (Firenze)

Autunno 2024 (external Sport & Leisure centre)

Le Cave

Assisi (Perugia)

2024

Città San’Angelo Village

Città Sant’Angelo (Pescara)

2024

Valmontone Outlet

Valmontone (Roma)

2024

Porto Bolaro

Reggio Calabria

2026 pag. 25 | retail&food | Novembre 2023


L’Arte di Creare Esperienze: Store Builder, Realizzando Sogni di Food e Fashion in Europa

L’azienda veneta, con quartier generale a Conegliano, lavora in tutta Europa per realizzare negozi straordinari, con un occhio di riguardo ai settori moda e ristorazione Nel cuore del Retail del food e della moda in Europa, c’è un nome che risplende per la sua abilità nel trasformare idee in spazi fisici straordinari: Store Builder. Questa azienda, con un focus ineguagliabile sulla qualità e sull’ambiente, ha catturato l’attenzione di chiunque cerchi affermazione nel mondo della ristorazione, del wine bar e della moda.

Creando un Mondo di Gusto e Stile

Store Builder, con sede in Europa, ha dimostrato negli ultimi anni di essere un maestro nell’arte di creare spazi raffinati sia nel settore del food che della moda. L’abilità del Team Store Builder di realizzare negozi nel campo della ristorazione, insieme a negozi di moda che abbracciano lusso e outlet, è veramente straordinaria. Sono molti i locali realizzati e in fase di realizzazione: Aspesi, Roberto Cavalli, Malo, Lush, Borsalino, Liviana Conti sono solo alcuni del comparto fashion.

Un Team visionario

“Il segreto del successo di Store Builder risiede nel suo team di architetti e ingegneri dinamici” afferma Stefano de Moliner, Direttore Commerciale e Sviluppo della società. “Queste menti creative e pratiche lavorano insieme per tradurre i sogni dei clienti in realtà pag. 26 | retail&food | Novembre 2023

concrete. La loro precisione nell’ascoltare e nel tradurre le visioni in progetti tangibili è ciò che differenzia Store Builder da molti altri nel Retail”.

Un Impegno per l’ambiente

Una delle caratteristiche che rende Store Builder un’azienda con lo sguardo verso il futuro è il suo impegno per l’ambiente. In un’epoca in cui la sostenibilità è fondamentale, Store Builder si impegna ad essere una società attenta ai consumi energetici e all’uso di materiali riciclati. Ogni progetto realizzato da Store Builder tiene in considerazione l’impatto ambientale, dimostrando così un impegno tangibile per un futuro più verde.

Stefano de Moliner, direttore Commerciale e sviluppo di Store Builder

Massima affidabilità

Grazie all’esperienza maturata negli anni, Store Builder ha dimostrato di essere un partner di fiducia per moltissimi brand e per i più importanti architetti del settore Retail, seguendo tutti gli aspetti, dal progetto alle opere edili impiantistiche fino ad arrivare all’allestimento arredi, un chiavi in mano completo e su misura.

Innovazione nel Food and Beverage

Nel settore del food and beverage, Store Builder ha impresso il suo marchio con locali innovativi sia nel contenuto che nel design. La creazione di sparkling wine bar che incantano i sensi, come il Prosecco Caffè Londra, il De Canto Wine Bar all’aeroporto Venezia e il Contadi Castaldi all’aeroporto Catania sono solo alcuni dei molti modi in cui Store Builder continua a sorprendere il mercato. Questi luoghi non sono semplici ristoranti o bar, ma esperienze indimenticabili che uniscono il gusto alla bellezza. Comunicazione pubblicitaria


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TRAVEL RETAIL | Estate 2021 SPECIALE | Mapic

Rendering del progetto di riqualificazione urbana, nell’area dell’ex Trotto di San Siro, a Milano.

HINES: “FOCUS SU RIGENERAZIONE URBANA, MA IL RETAIL CI HA SORPRESO”

Intervista a Raoul Ravara, Managing director - asset management di Hines Italy, tra i big dell’immobiliare, protagonista di progetti come Torre Velasca e l’ex Trotto di San Siro di Adriano Lovera

Con circa 7 miliardi in portafoglio, in Italia, e un obiettivo di 10, Hines è tra i protagonisti del mercato immobiliare recente del nostro Paese. Da Porta Nuova alla Torre Velasca, da piazza Cordusio al futuro maxi progetto dell’ex Trotto di San Siro, Hines ha investito in alcuni dei progetti più innovativi che hanno cambiato il volto di Milano. Ma se il capoluogo lombardo rimane il centro nevralgico delle operazioni, il management è pronto a cogliere nuove opportunità anche in altre aree. Pur con le difficoltà di una congiuntura caratterizzata da tassi di interesse balzati ai massimi, che rendono costoso l’accesso al credito, e con un track record di operazioni ancora debole per convincere gli investitori stranieri ad aprirsi a nuovi territori, a partire da Roma. Abbiamo fatto il punto della situazione in questa intervista con Raoul Ravara, Managing Director - Asset Management di Hines Italy. pag. 28 | retail&food | Novembre 2023

7 miliardi di euro, con un obiettivo di raggiungere 10 miliardi in 3 anni. Circa il 50% è rappresentato dal living, che comprende sia il build-to-rent sia gli studentati, il 40% è appannaggio di uffici/retail, mentre il 10% è per la logistica, che include anche i data center, segmento di cui siamo i leader. In aggiunta, abbiamo in portafoglio anche un asset nell’hospitality come Il Tornabuoni, il nostro hotel a 5 stelle a Firenze.

Raoul Ravara, Managing director - asset management di Hines Italy

Partiamo da uno stato dell’arte di Hines in Italia. Quali sono le caratteristiche, oggi, del portafoglio immobiliare nel nostro Paese? In Italia siamo esposti su tutte le principali asset class e ad oggi abbiamo realizzato investimenti complessivi per

Qual è, precisamente, il ruolo di Hines nei progetti in cui è coinvolto? Essenzialmente possiamo avere il ruolo di investitore unico e di devolpment manager, o anche entrambi. Nel primo caso, operiamo tramite i nostri fondi paneuropei, non ne abbiamo di esclusivi per l’Italia, suddivisi per grado di rischio e rendimento. Il gruppo dispone di un veicolo dedicato ai tradizionali prodotti Core. Poi è stato lanciato il fondo Core-Plus,


che investe in immobili già completamente locati, come avviene nei normali core, ma dove è prevista una crescita del valore commerciale a seguito di opere di riqualificazione. Per esempio, abbiamo finalizzato da poco un’operazione del genere per un immobile logistico a Savona. Infine ci sono i fondi value add e un investimento emblematico, in questo versante, è la Torre Velasca a Milano, che è stata acquistata per essere poi rigenerata con lavori che stanno coinvolgendo non solo l’immobile ma l’intera piazza.

Allora approfondiamo la Torre Velasca. Caratteristiche? Al suo interno sono state create porzioni retail che prima non esistevano per mille metri quadrati, che andranno a integrarsi al direzionale e agli appartamenti nei piani più alti. Nella superficie retail aggiuntiva rinveniente dall’ottimizzazione degli spazi, arriverà al 1° piano il debutto italiano di Sushisamba, brand di ristorazione già noto all’estero. Lo stesso soggetto, inoltre, ha affittato il 18esimo piano della torre, in cui proporrà un nuovo format di cui non è ancora stato svelato il nome, ma che si collocherà sempre in una fascia di fine dining. Inoltre siamo orgogliosi perché sarà il ristorante del centro più alto di tutta Milano, con una vista strepitosa.

Passiamo in rassegna qualche altro pezzo forte del retail di Hines. Soddisfatti di Spiga26, nell’omonimia via del lusso milanese?

frattempo stava cercando una nuova location dopo il precedente Baglioni Hotel. E in effetti è stata una scelta vincente, perché questa presenza moltiplica di gran lunga il passaggio di persone. Anche la parte uffici rappresentava una bella sfida e siamo riusciti ad affittare l’intero spazio a Kering, per trasformarlo nel nuovo headquarter milanese del gruppo, con canoni sicuramente di livello prime.

Oggi avete anche alcuni retail park, come Roero e Serravalle, ricevuti in dote con l’acquisizione di Aedes. Riscontri? Al di là delle high street, era la prima volta che affrontavamo questo tipo di retail. È un’asset class che non rientra nella nostra strategia core, ma è molto interessante anche perché si riceve un riscontro veloce sul termometro della situazione a livello di fatturato. Siamo soddisfatti. Almeno dal nostro punto di osservazione, anche il retail out-oftown ha ritrovato i livelli pre pandemia, sia come presenze sia come scontrino medio. Il fashion performa bene, il food ancora meglio, mentre occorre ammettere che l’elettronica di consumo fatichi ancora un po’. Ma questo è un fenomeno fisiologico, in un tipo di commercio dove viene meno la parte di experience in negozio e dove una quota importante di acquisti, ormai, si genera on line.

Allargando lo sguardo al residenziale, sempre a Milano avete presentato il piano di rilancio da 450 milioni di euro nell’area dell’ex Trotto. Quale è TORRE significato ha?

Più che soddisfatti, se consideriamo che la commercializzazione è avvenuta durante il Covid e che tutte le fasi di cantierizzazione non sono state semplici. Prima lo È l’emblema dei stabile ospitava progetti di rigeneQui arriverà il primo la sede di D&G. Il razione urbana, in ristorante italiano di progetto iniziale cui non c’è consuSushisamba, prevedeva di cremo di nuovo suopronto a sviluppare un are 18 vetrine, tutlo, con un privato secondo concept di te dedite al fashion, che investe in una fine dining ma siamo stati rapidi zona che altrimenti e flessibili a cambiacontinuerebbe a rimare strategia e capire, ad nere dismessa. Quindi è esempio, che in tutta la straevidente la vocazione sociale da mancava un’offerta food, ad con destinazione mista, anche per accezione de “The Bar at Ralph Lauren”. tipologia di final user. L’accordo con il Così, nella corte di Spiga26, abbiamo Comune è che la metà dello sviluppo inserito lo storico “Il Baretto”, che nel residenziale, pari a 700 appartamenti,

VELASCA

sia vincolata a un canone convenzionato. Non si tratta di housing sociale, ma di “affordable housing”, ovvero appartamenti nuovi e arredati, contraddistinti da massima efficienza energetica con una serie di servizi alla persona e con un canone di circa mille euro al mese per 100 metri quadrati (spese incluse), valori quindi ben distanti da quelli del mercato libero. In particolare, di questi 700 appartamenti, 300 saranno destinati al senior living e 400 alle famiglie. Ipotizziamo l’avvio dei cantieri a fine 2024 e di riuscire a terminare tutto l’intervento nel giro di tre anni.

Curiosità. Se lo stadio resta o se ne va da San Siro, che cosa cambia per il progetto? Nulla, non è un elemento determinante per noi, come sviluppatori, e la presenza dello stadio non toglie o aumento particolarmente l’appetibilità per i futuri inquilini.

Hines investe quasi esclusivamente per conto di operatori stranieri. Come viene visto il nostro Paese da oltre confine? Il nostro sistema è sicuramente caratterizzato da elementi di complessità burocratica, per lo più riguardanti qualità pag. 29 | retail&food | Novembre 2023


e rapidità nei rapporti con le amminioggettivamente rimasti indietro e di strazioni locali. Per quanto riguarda le difficile collocazione. piazze in cui investire, Milano è sempre Milano ne sta inaugurando di molto richiesta ed è ormai nel mirino nuovi, dal grande Merlata Bloom degli investitori internazionali poiché può vantare un track record di operaa piccoli concpet, come Certosa zioni positive che le fanno da biglietto District. Si riparla anche del da visita. In questi anni abbiamo molto progetto Westfield a Segrate. apprezzato il dialogo virtuoso instauraC’è ancora spazio per nuovi to dall’amministrazione comunale che, sviluppi di grandi dimensioni? rispondendo con disponibilità e competenza, ha permesso la realizzazione Non voglio esprimermi su operazioni di di progetti importanti, tra cui ad altri. Sicuramente, però, in un esempio tutta la dorsale di determinato bacino terriPorta Nuova. Roma può toriale il mercato potensicuramente essere ziale rimane sempre il secondo polo su lo stesso. È possibicui convogliare atle spostare parte tenzioni e investidella domanda da menti, ma manca un centro all’altro, “Possono essere un asset in effetti il track ma non moltiplisu cui investire. Rispetto record. carla. Inoltre non

CENTRI COMMERCIALI

E quindi, come evolverà il business di Hines in Italia?

alle nuove costruzioni, il mercato è piuttosto saturo e i costi sono elevati”

Milano è sempre interessante, ma comincia a scontare una certa carenza di prodotto. Guardiamo la Capitale con grande attenzione, perché presenta un potenziale enorme su diverse asset class, sia fuori città, penso alla logistica, sia nell’area urbana. Ci piacerebbe essere protagonisti di altri progetti importanti di rigenerazione urbana. In linea generale, però, non bisogna sottovalutare la congiuntura. Oggi il livello dei tassi di interessi frena le operazioni per tutti, perché l’accesso al credito è diventato più oneroso.

E sul retail? Lo guardiamo con attenzione e siamo aperti ad opportunità di valore.

Anche i centri commerciali? Perché no? Dipende dalle caratteristiche e dal rendimento potenziale. Il centro commerciale è un asset class particolare, che subisce molto i cambiamenti di abitudini dei consumatori. Nel mercato inglese, si è imposto un concetto per cui un centro commerciale, dopo 15-20 al massimo, è considerato obsoleto e sia più efficiente rifarlo ex novo piuttosto che riqualificarlo. Da noi il panorama oggi non è diverso, ci sono shopping center di fascia alta che performano bene e altri pag. 30 | retail&food | Novembre 2023

va sottovalutata la congiuntura. Con il livello dei tassi di interesse di oggi, l’accesso al credito e la costruzione sono diventati più onerosi.

Parliamo del rapporto tra tenant e proprietà. È d’accordo sul fatto che il mercato di oggi necessiti di formule contrattuali nuove e più flessibili?

Sì, ma occorre essere realisti e concre-

ti. A livello di canone, una parte “fissa” è basilare per instaurare un rapporto sostenibile. E oggi senz’altro si concede una parte variabile legata ai ricavi. Succede spesso, ad esempio, con i partner della ristorazione. Il food è un settore per sua natura altalenante, che fatica a mantenere una quota alta di “fisso”; quindi, si può inserire un elemento di condivisione degli utili al raggiungimento di un determinato livello di ricavi. Altre formule invece, come ad esempio considerare il footfall, e non solo le vendite, a livello di parte variabile, possono funzionare solo in alcuni contesti, come i centri commerciali.

Esg e sostenibilità energetica. Necessità o opportunità? Nel mercato di oggi, sia per l’investitore sia per l’inquilino, questo aspetto è ormai determinante, una conditio sine qua non che viene prima di qualsiasi discussione. Le stesse certificazioni, come Breeam o Leed, ormai sono un pre requisito minimo. Come Hines, stiamo cercando di accelerare verso la decarbonizzazione. E se l’obiettivo Ue a lungo termine è il 2050, noi siamo impegnati per raggiungere nei nostri edifici il net carbon zero entro il 2030, che si ottiene tramite opere di efficienza energetica ma anche molto attraverso progetti di compensazione. È una questione etica, ma in effetti anche di mercato, in ottica del valore per una futura rivendita.


Consulenza e gestione a 360 gradi

Masema: “Rivoluzioniamo la ricerca degli immobili”

La società è pronta a lanciare Storebook, un nuovo tool di ricerca basato sull’intelligenza artificiale. Lo spiega in questa intervista il ceo, Riccardo Gianino Qual è uno degli aspetti che rallenta la fase di sviluppo delle catene? La ricerca dell’immobile giusto. Un tassello fondamentale, per i brand, specialmente per quelli che ambiscono a crescere in tutta Italia, dalle grandi città alle province, dalla strada ai centri commerciali. Masema, società al 100% italiana che opera nello sviluppo, gestione e creazione di strutture commerciali quali high street, parchi, mall e stand alone, lancia un nuovo strumento digitale che promette di rivoluzionare il mercato dei servizi di scouting immobiliare. Si chiama Storebook. Masema si propone di efficientare tutti gli attuali metodi tradizionali con un I.A. capace di fornire soluzioni immediate ai brand impegnati nelle ricerche immobiliari retail di ogni settore merceologico grazie a strumenti molto evoluti di machine learning e deep learning. Lo spiega in questa intervista Riccardo Gianino, amministratore delegato e azionista di maggioranza di Masema.

Che cos’è, in sintesi, Storebook?

È un I.A. al servizio in primo luogo dei brand impegnati nello sviluppo retail, ma anche dei landlord. Testiamo le sue capacità dal 2019 in una versione beta, ma diventerà attivo a tutti gli effetti nel terzo trimestre del 2024.

Quali sono i vantaggi, rispetto all’esistente?

Non sarà un semplice raccoglitore di annunci di negozi “vacant”. Tramite gli archivi catastali, abbiamo mappato praticamente tutti gli store italiani, sia nelle principali strade commerciali, sia negli shopping

center, retail park o outlet. Il software, tramite l’intelligenza artificiale, permette di indicare ai brand i negozi più idonei partendo dalle chiavi di ricerca inserite dallo stesso brand, come superficie, posizione e tanti altri parametri. Il sistema restituisce un indice di compatibilità ed un set informativo completo come le piante in dwg, il virtual tour, la documentazione completa sull’immobile e soprattutto la possibilità di contattare il proprietario anche nel caso sia locato al fine, ad esempio, di sostituire il conduttore. Storebook permette anche di accedere ad un panel di potenziali affiliati poiché è in grado di accedere agli imprenditori di settore secondo il codice Ateco; un’indicazione molto importante per le reti in franchising.

Che ruolo hanno le agenzie o gli intermediari immobiliari professionali?

Non intendiamo scavalcare le agenzie, anzi, dovrebbero diventare le nostre migliori alleate.

E dal punto di vista economico, qual è il ricavo per Masema?

Il nostro modello di business è piuttosto variegato: dalla semplice commissione per i servizi svolti alle attività di co-marketing con i brand oltreché le progettazioni e le direzioni di piccoli e grandi strutture commerciali. Segnalo, però, che in alcuni casi potremmo anche diventare investitori e acquisire noi stessi un negozio. In quel caso, godremmo normalmente del lusso dei canoni.

Masema è una società immobiliare con oltre 13 anni di esperienza, con sede a Sassari e operativa in tutta Italia nel-la gestione e commercializzazione degli immobili commerciali. Tra gli ultimi incarichi ricevuti, c’è quello attualmente svolto ai “I Portali”, di S.Giovanni La Punta (CT). Le attività di Masema spaziano da Nord a Sud prevalentemente nell’urbano ma anche nei mall come ad esempio il ruolo di consulenza svolto in passato presso il Vulcano di Sesto San Giovanni. In Sardegna è General Contractor di Shardana, imponente Retail Park di prossima realizzazione a Cagliari mentre ha appena concluso la prima fase della realizzazione e commercializzazione del Retail Park di Olbia. Masema è anche direttamente proprietaria di alcuni immobili nell’area commerciale antistante l’Outlet di Castel Romano.

Riccardo Gianino, Ceo di Masema

Quali saranno le fasi di lancio?

In una prima fase, funzionerà come servizio b2b. Una volta rodati, vorremmo trasformarlo in un portale b2c, dove il privato, proprietario di un immobile commerciale, possa andare direttamente sul portale e cercare il conduttore giusto. In sostanza, portiamo i proprietari lì, dove c’è la domanda. Inoltre, fino al 2025 con- tiamo di operare in Italia. Ma il piano in- dustriale prevede, dal 2026, di esplorare anche l’estero partendo dalla Gran Bretagna.

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EVENTI | Food Internazionale

A PARIGI LA RISTORAZIONE CROSS BORDER

sviluppare. Conoscere bene il mercato è il punto critico, insieme alla qualità delle persone. L’adattamento culturale del brand va calcolato bene, come la cultura del corporate che deve adattarsi perfettamente ai mercati che si scelgono. “Sviluppare troppo velocemente è un rischio. E occorrono “chiavi locali” per avere successo, mai fare copia incolla tra Paese e Paese” ha affermato. “Spesso i partner locali sono troppo entusiasti e vogliono correre, ma è pericoloso”. Infine un avvertimento “Sviluppare costa sempre più tempo e denaro di quanto si stimi. È un processo di lungo termine che richiede energie cospicue”.

Dalla ricerca del partner all’ideazione del menù. I big del settore discutono di sviluppo delle catene oltre confine, durante il consueto Exchange di Leaders Club International A.A.

Si è svolta a Parigi il 9 ottobre la conferenza internazionale organizzata da Leaders Club International, con il supporto di White Space Partners (WPS) e Mapic. Exchange il titolo della conferenza a testimoniare lo spirito internazionale di sviluppi oltre confine per le catene food.

Di corsa verso Oriente

Rebecca Viani ha presentato lo studio 2023 di WSP. Ricca di dati e informazioni, ne evidenziamo solo alcuni: i format coffee & bakery hanno raggiunto l’80% di successo nello sviluppo internazionale. Regno Unito e Stati Uniti dominano la scena come numero di format. Il Medio Oriente continua ad attrarre molto, soprattutto Emirati (UAE) e Arabia Saudita (KSA) anche perché spesso considerato come porta verso East e Far East. C’è una sorta di corsa all’oro, in questo momento, verso l’Arabia Saudita, anche perché UAE è già un mercato maturo, molto competitivo. Qatar e Barhein presentano popolazione e presenze ridotte. Tra i 30 top brand di UK, Germania e Francia, più del 50% sono già andati all’estero. Infine, Viani avverte con certezza assoluta che per espandere “internazionale” occorre un team “internazionale”.

Sviluppo estero pieno di variabili

La parola è passata a Katrin Wissmann Executive Editor di Foodservice Europe, che ha presentato uno studio sul mercato tedesco, cui è seguita un’accurata analisi dei principali brand QSR in relapag. 32 | retail&food | Novembre 2023

zione alla presenza in Russia. È seguita la tavola rotonda con Ed Loftus, Global Director di Jamie Oliver Restaurant Group, Stéphane Klein, Managing Director di Prêt a Manger Europe, Ezio Balarini, Group CCO di QSR Platform, moderati da Francesco Pupillo, Mapic Markets Director. Balarini, con QSRP si occupa dei brand Nordsee, O’Tacos, Quick ed è master franchisee per un’estesa area europea di Burger King. Il modello di QSRP è light asset capex, “investiamo ma scegliamo di avere franchisee per crescere velocemente”. E, continua Balarini, “nel nostro mestiere bisogna conoscere chi si è e la propria natura. Bisogna essere pronti a lavorare per anni, in ogni mercato dove si entra, supportando il brand e cercando di capire come questo possa adattarsi ai diversi mercati”. La preferenza del gruppo è per i master franchisee locali. In conclusione il COO di QSRP ha evidenziato come i mercati vicini siano spesso i più difficili, perché è frequente sottostimarne le differenze. “Nordsee in Austria o O’Tacos in Spagna e Italia non hanno sviluppato come ci eravamo immaginati”.

Dosare il ritmo dell’espansione

Stéphane Klein di Prêt a Manger ha invece raccontato che UK, USA, Hong Kong e Francia sono i Paesi con la maggiore focalizzazione per il brand, ma l’obiettivo è di arrivare a coprire più di 50 mercati entro il 2024. Secondo Klein bisogna avere una strategia per sviluppare internazionale e in base a questa si sceglie come

La sorpresa in India

Ed Loftus ha ricordato che Jamie Oliver Restaurant Group beneficia da sempre del successo mediatico del fondatore, che ha consentito lo sviluppo di 75 ristoranti in franchising. “Spendiamo molto tempo per conoscere i mercati prima di avviare un’attività. Bisogna conoscere il proprio Dna, essere flessibili e lavorare molto sui team”. Curiosità: l’India per il gruppo è stato un ottimo mercato, più facile del previsto. “Mentre il Medio Oriente può rivelarsi più difficile di quanto si immagini”. Infine Jonathan Doughty Chiarman di WSP ha intervistato John Eckbert, Ceo di Five Guys Europe. Che ha raccontato “ero un banchiere prima, ma mi piace di più l’attuale carriera”. E ha continuato dichiarando che “il paese più duro per noi è stata la Germania, dopo la Spagna che ora va bene. Non c’è una Londra in Germania, questo blocca lo sviluppo massivo”. “Il prossimo anno apriremo in Portogallo, ci piacerebbe fare di più, in aree come la Scandinavia o l’Est Europa. Stiamo aprendo i primi drive thru in UK, in località secondarie, con grande successo. Sappiamo che in America il 25% dei pasti avviene in auto”. Per Five Guys, il menù sempre uguale, non stagionale, è una chiave di successo.


pag. 33 | retail&food | Novembre 2023


si legge nello studio. “Nel difficile contesto di riferimento il mercato italiano dimostra di concentrarsi su quei settori che offrono solide prospettive di crescita e fondamentali in linea con le principali strategie di investimento pan-Europee. Riteniamo che il volume investimenti per il 2023 non supererà i 5 /6 miliardi di euro, posticipando la ripresa dell’attività transattiva nella seconda parte del 2024” osserva Marco Montosi, Head of Investment di Savills per l’Italia.

SPECIALE | Mapic

Il repricing è in corso

INVESTIMENTI NEL REAL ESTATE RIPRESA RIMANDATA AL 2024

Transazioni ancora a rilento, complice il rialzo del costo del denaro. Vacancy zero nelle vie del lusso, mentre out of town non mancano le occasioni

Come certificato dalle principali fonti del settore, per iniziare a scorgere una ripresa a livello di volumi di compravendite nell’immobiliare commerciale, l’appuntamento è rimandato all’anno prossimo. Ed è meglio convogliare le aspettative sulla seconda metà. Secondo Cbre, sul mercato italiano il terzo trimestre del 2023 si è chiuso con volumi pari 1,5 miliardi di euro, ossia + 15% rispetto al trimestre precedente, ma ancora abbondantemente indietro (-52%) rispetto allo stesso periodo del 2022. Il consuntivo dei primi nove mesi dell’anno registra volumi per 3,9 miliardi (-60% rispetto all’analogo periodo 2022). Si conferma una tendenza verso la diminuzione progressiva del valore delle singole operazioni. Come segnala Savills, il numero dei deal dei primi nove mesi è stato pari a 150, un ottimo risultato rispetto alla media quinquennale di 110, ma il volume medio per transazione scende, con una notevole prevalenza di operazioni sotto i 50 milioni di euro. Nel 65% dei casi, si tratta di compratori stranieri.

Retail, opportunità a sconto

Andando nel dettaglio delle asset class, il retail nel terzo trimestre attira meno del 10% dei volumi (circa 140 milioni), ma secondo Cbre mostra una certa vitalità e infatti mostra un dato in crescita. “Rimane alto l’interesse da parte dei net lease buyer per medie superfici affittate a operatori di primario standing e di lunga durata. Rispetto a 12 mesi fa, registriamo una pipeline più consistente nell’attività d’investipag. 34 | retail&food | Novembre 2023

mento su centri commerciali, anche grazie a investitori newcomer che vedono ottime opportunità di acquisto a sconto, in particolare su centri medio grandi con ottimi fondamentali e dominanti nei loro bacini di riferimento” spiega il report. L’analisi di Savills, invece, si sofferma in modo particolare su high street e retail warehouse. “Nel 2023, le destinazioni turistiche e del lusso continuano ad essere al centro delle strategie degli investitori e dei retailer. Nuovi brand sono interessati ad entrare nel mercato italiano e la vacancy nelle vie del lusso delle principali città italiane è prossima allo zero. Per quanto riguarda il mercato out-of-town, si registrano transazioni di retail warehouse e di centri commerciali”

Negozio su strada, super rendimento anche per i privati

Non sono certo deal milionari, ma anche gli investimenti dei privati contribuiscono a delineare il momento del real estate commerciale. Secondo un recente report di Tecnocasa, tra i franchising immobiliari più diffusi in Italia, attualmente il 48% degli acquisti di immobili commerciali sono a “scopo investimento”, grazie a

Città Milano Roma Firenze Napoli Torino Verona

Per quanto riguarda prezzi e rendimenti, un elemento costante di quest’anno, anche legato al rialzo dei tassi di interesse, è il progressivo aumento degli yield. Rispetto agli asset secondari, invece, prosegue la tendenza alla revisione al ribasso dei prezzi. “Per i prossimi mesi non sono attese particolari inversioni di tendenza rispetto all’attuale momento di mercato. Sarà necessario attendere il 2024 per osservare un assestamento dell’inflazione e quindi una riduzione dei tassi d’interesse” afferma Silvia Gandellini, Head of Capital Markets and Head of A&T High Street di CBRE Italy. “Nel frattempo, sempre più investitori stanno esplorando nuovi settori, con un focus particolare verso gli operational real estate asset, che seguono logiche non strettamente immobiliari, come strutture sanitarie, data centre, infrastrutture per le telecomunicazioni e l’energia. Le operazioni d’investimento attualmente in corso e destinate a concludersi entro la fine di quest’anno, ci portano a pensare che anche nel prossimo trimestre i volumi delle transazioni continueranno a crescere, ma senza recuperare il gap accumulato negli ultimi 18 mesi”. una costante discesa dei prezzi che negli ultimi dieci anni ha sgonfiato i valori di almeno il 30% nelle vie di passaggio e di quasi il 35% in quelle considerate “non di passaggio”. Ecco perché Tecnocasa calcola rendimenti che sono mediamente il doppio rispetto a quelli offerti dal residenziale, intorno all’8/9%. Rendimenti, ovviamente, che riflettono anche il grado di rischio dell’investimento.

Prezzi medi al mq (via di passaggio) 3.030 2.630 3.470 3.450 1.330 3.152

Rendimento lordo annuo medio in % 9,8 12 10,7 13,1 10,7 8,9


cercano attività leisure da inserire nei loro centri, ma pochi sono disposti a sacrificare il valore reddituale degli spazi da destinare alle attività leisure che dovrebbero avere valori economici di locazione più contenute rispetto al retail.

Quali sono i fattori che rendono attrattivo un canale commerciale rispetto che un altro?

Non solo shopping: i format leisure alla conquista delle strutture commerciali L’industria dell’intrattenimento è in continua evoluzione e sempre più attenzionata dai landlords che ne comprendono le potenzialità per aumentare visite e permanenza all’interno dei centri commerciali Testo a cura di Reno Your Retail Partners

Negli ultimi anni il Real Estate è protagonista di importanti cambiamenti, riformulando la propria offerta commerciale non più solo sulla ricchezza merceologica ma dedicando nuovi spazi a servizi e formule esperienziali. Parliamo del Leisure, il settore del “tempo libero” che una volta si traduceva esclusivamente in bowling e cinema, mentre ora sono veri e propri centri di divertimento familiari che offrono diverse attività legate a intrattenimento e gioco, capaci di attirare un target molto ampio di gruppi di amici e nuclei familiari. I landlords sono sempre più convinti che il leisure faccia bene allo shopping e che sia un’opportunità per il proprio centro. Quindi, strutturare nuovi poli di intrattenimento è un obiettivo per fornire alternative all’online e creare una motivazione in più per visitare un centro commerciale rispetto ad un altro. Vista la grande rilevanza che a questi temi dedica l’edizione 2023 del MAPIC Cannes, RENO YOUR RETAIL PARTNERS ha intervistato Sergio Milesi, fondatore di una delle principali società italiane dell’intrattenimento, per esplorare con lui le implicazioni del leisure e le sue evoluzioni in spazi e tecnologie.

Ci spieghi il suo nuovo format Lot of Games e in che cosa si differenzia dalle realtà esistenti.

“LOG” si caratterizza per l’alto livello dell’offerta tecnologica in merito alle attrazioni offerte e per gli allestimenti immersivi e sarà declinato in due format:

LOG FEC, che offre hyperBowling, arene virtuali multiplayer, apparecchi immersivi virtuali, videogiochi arcade e un importante area kids, e LOG CLUB, locale riservato ad un pubblico adulto, con bowling, lounge cocktail bar, area vintage arcade, biliardi, freccette in realtà aumentata, shuffle board, beerpong e stanze per private karaoke.

Ampio spazio è quindi dedicato alla realtà immersiva su cui si stanno facendo grossi investimenti in Italia e all’estero.

Il consumatore è cambiato, negli ultimi anni abbiamo visto la capacità di spesa degli italiani perdere valore, ma contemporaneamente prendere sempre più importanza le attività legate al tempo libero. Per questo, abbiamo deciso di introdurre diverse esperienze immersive coinvolgenti di alto livello qualitativo che utilizzano dispositivi di ultima generazione pensati per soddisfare appieno diverse fasce d’età: ragazzi, famiglie e pubblico adulto.

Quanto conta l’offerta food and beverage nel leisure?

I principali fattori sono la presenza di un’offerta F&B e di altre attività sinergiche del tempo libero quali Cinema Multisala e Centri Fitness che danno un importante supporto all’offerta leisure. Gli investimenti che realizziamo richiedono importanti bacini di utenti, quindi concentriamo il nostro sviluppo solamente nei più importanti centri commerciali delle principali città italiane.

Quale attività leisure l’ha più stupita all’estero?

Hanno catturato la mia attenzione due catene di locali, una inglese e una sudafricana, entrambe dedicate a un pubblico adulto: “Boom Battle Bar” e “Cracker Zac’s” (nella foto in basso) con due livelli qualitativi di ambientazione diversi, ma con la medesima offerta di intrattenimento anche di ultima generazione, come shuffleboard, beer pong, freccette in realtà aumentata, private karaoke, bowling, minigolf e altro ancora. Il tutto accompagnato da un’ampia selezione di street food, cocktail e birre artigianali.

Il suo sogno nel cassetto in ambito leisure?

Sogno di realizzare il più grande centro divertimenti indoor all’interno di un centro commerciale con tutte le nostre offerte di intrattenimento, oltre a una collaborazione con altri operatori specializzati in altre attrazioni quale Kart elettrici, Escape Room e offerte di social games. È un sogno che potrebbe già avverarsi nel prossimo anno in un importante centro situato nella nostra capitale.

Il F&B è complementare al settore Leisure, è importante che le due attività siano allineate sul medesimo target, entrambe permettono di aumentare il tempo di permanenza e l’affluenza dei visitatori.

Le relazioni tra landlords e operatori leisure stanno cambiando?

L’interesse delle proprietà sta cambiando lentamente, diverse sono le proprietà che Comunicazione pubblicitaria


BRAND | Analisys

DISPENSA EMILIA: “CRESCIAMO PUNTANDO DRITTI SUL FAST CASUAL”

Intervista ad Alessandro Medi, amministratore delegato del brand, controllato da Investindustrial. “Ora l’obiettivo è fare massa critica al Centro Nord”. Sempre determinanti gli shopping center. Ma l’occhio è anche rivolto all’estero di Adriano Lovera

Dispensa Emilia, forte di un brand e di una proposta gastronomica subito riconoscibili, è uno dei protagonisti del fast-casual italiano. Fondata da Alfiero Fucelli nel 2004, negli ultimi anni è stata protagonista di due grandi cambiamenti. Nel 2018, a livello di capitale, è entrata nel portafoglio di Investindustrial, la realtà finanziaria creata da Andrea Bonomi, che oggi controlla anche Eataly. Nel 2021, invece, al timone dell’azienda è arrivato per la prima volta un manager esterno, l’amministratore delegato Alessandro Medi. Milanese, ingegnere di formazione, ha girato il mondo passando dall’industria all’automotive, fino a spendere quasi dieci anni in Luxottica, dove ricopriva il ruolo di capo del retail per l’Asia meridionale. Un profilo, quindi, estraneo al food. Ma l’approccio manageriale e la visione internazionale sono stati gli elementi che hanno convinto la nuova proprietà, che gli ha affidato il compito di accelerare la crescita. Lo abbiamo intervistato. pag. 36 | retail&food | Novembre 2023

Partiamo da alcuni numeri. Quanto è diffusa, finora, la rete dei ristoranti di Dispensa Emilia?

Oggi siamo arrivati a 37 locali. A fine anno contiamo di arrivare a 40.

E i dati di bilancio?

Il 2022 si è chiuso con circa 36 milioni di ricavi, mentre il 2023 dovrebbe registrare una crescita del 40%, ovviamente correlata all’aumento del perimetro dei locali, ma con una buona percentuale di crescita anche sul like-for-like.

Dal punto di vista territoriale, quali direttrici seguirà lo sviluppo?

Abbiamo da poco inaugurato un punto vendita in Veneto, al centro commerciale Valecenter di Marcon, ed è imminente l’inaugurazione a Pantigliate, nel milanese. Siamo arrivati nel Lazio, vogliamo aumentare in Toscana e in Piemonte, stiamo mettendo a punto Padova e abbiamo già messo nel mirino il Trentino-Alto

Adige. Diciamo che, nel breve, desideriamo fare “massa critica” nei territori in cui già siamo diffusi, ossia il Centro Nord. La necessità del brand, per ora, è di farsi conoscere.

Interessano maggiormente i grandi centri oppure quelli di medie dimensioni, purché densamente popolati?

Non c’è una preferenza per l’una o l’altra soluzione. L’importante è avere location strategiche, visibili e con forte passag-


può già passare dai ruoli più elementari a quelli di tipo manageriale. Certe volte dopo poco più di un anno si può anche diventare area manager. Certo, ci sono aspetti su cui le aziende devono essere flessibili, senza fare inutili paragoni con il passato. Mi riferisco, ad esempio, all’elasticità degli orari e alla richiesta di avere libero almeno uno dei giorni del weekend. Occorre organizzare i turni in modo da andare incontro a queste esigenze. Alessandro Medi, amministratore delegato di Dispensa Emilia

gio di persone. Per fare un esempio, ho accennato all’apertura di Pantigliate. È un piccolo paese a sud est di Milano, ma il nostro locale si trova in un crocevia importante, dove si mescola un traffico proveniente dal residenziale e dal direzionale, che promette ottimi numeri tra pausa pranzo, cena e mix di clientela eterogenea. Per lo stesso concetto, funzionano benissimo alcuni locali in comuni piccoli, da Sassuolo a Desio.

Dispensa Emilia cresce basandosi sulla gestione diretta, niente affiliazione. Come mai questa scelta?

Senz’altro è un modello più dispendioso, sia come investimento sia come tempo necessario a far partire le attività, perché occorre presidiare ogni aspetto, dalla parte immobiliare alla ricerca del personale. Ma stiamo crescendo, dobbiamo farci conoscere e preferiamo toccare in prima persona la risposta del pubblico, così da calibrare l’offerta in modo adeguato.

Ha accennato alla selezione del personale. Uno dei grandi tormentoni del settore è: i giovani non vogliono più fare certi mestieri. Qual è il suo punto di vista?

In fondo intravedo note positive. La difficoltà non è tanto reperire il personale, ma far capire ai ragazzi che cosa possono trovare in questo mestiere. Il mondo del retail è poco conosciuto e avvolto da scetticismo. Ma durante i colloqui, quando raccontiamo le opportunità e le professionalità che si possono sviluppare, si accende l’interesse. Nelle nostre catene, se uno è bravo, nel giro di poco tempo

Qual è il profilo medio dei vostri dipendenti?

Abbiamo tantissimi giovani alla prima esperienza, anche solo di 20-25 anni, accanto ad altri più esperti. E una parte importante abbina lo studio al lavoro, quindi ha un rapporto part-time, magari da 20-25 ore settimanali invece delle 40 canoniche.

Torniamo allo sviluppo della rete. Siete nati nel 2004 in un centro commerciale. Questo canale riveste ancora un’importanza nevralgica?

Sì, rimane un punto di riferimento e circa la metà dei nostri ristoranti si trova negli shopping center, con una grande varietà di punti vendita, che vanno dal chiosco di dimensioni ridotte al ristorante da 400 metri quadrati.

E come va?

È naturale che i centri non stiano performando tutti allo stesso modo. I grandi, penso a CityLife o a Il Centro di Arese, mantengono o addirittura aumentano il flusso di passaggi rispetto al passato, mentre altri faticano. Noi cerchiamo ancora di collaborare con tutti. In realtà, però, non esiste una correlazione diretta tra successo e dimensione, per cui i più grandi vanno bene e i piccoli male. Molto dipende dalla posizione e dalla qualità di gestione. Noi abbiamo un ristorante all’interno de I Portali di Modena, un centro piccolo, ma che va benissimo.

Il travel, invece? Pensate di svilupparlo?

Sì, perché conserva un ottimo potenziale. Per ora siamo presenti in tre stazioni ferroviarie (Milano Centrale, Bologna Centrale, Firenze Santa Maria Novella), vorremmo aggiungerne di nuove e ci piacerebbe sbarcare negli aeroporti.

Parliamo della proposta, un misto tra fast-food e servizio al tavolo, basato sull’ordinazione in cassa o tramite app. Funziona?

Molto e siamo orgogliosi del nostro posizionamento, che risponde in pieno alla definizione di fast casual. Forniamo un’esperienza veloce, simile a quella del fast food come tempistica, ma con la percezione di un servizio e una qualità del cibo assimilabili al ristorante tradizionale. I prezzi sono accessibili, lo scontrino medio è di 13 euro, quindi rappresentiamo un’ottima chiave di differenziazione sul mercato.

E l’app?

È un ottimo strumento, che dobbiamo far conoscere ancora di più. Già oggi, accanto al 70% della clientela che ordina in cassa, c’è una fetta consistente che sfrutta la seconda modalità: si siede al tavolo e ordina con il cellulare, evitando la coda. E l’applicazione si può usare anche per pagare il conto. Inutile sottolineare che questa quota di utenza “digitale” continui a crescere velocemente.

Fra tigelle e salumi, tagliatelle e lasagne, Dispensa Emilia presenta un menù che supera la connotazione regionale, essendo piatti graditi in tutta Italia. Può essere esportato all’estero? Ci avete pensato? Sì, in azienda ne siamo convinti. Personalmente ho lavorato molto all’estero, da Budapest a Singapore, e mi sono convinto del fatto che il cliente italiano sia quello più difficile da convincere, in fatto di cibo. Se andiamo bene qui, dove c’è tanta competizione, potremmo senz’altro avere successo oltre confine. All’estero, però, ci si scontra con altre complessità, che riguardano orari e abitudini. In sintesi, al momento ci sforziamo di diventare più forti. Ma l’espansione oltre confine è un elemento che mi piacerebbe inserire in un prossimo piano di sviluppo a medio termine. pag. 37 | retail&food | Novembre 2023


TRAVEL | Novità

ALT STAZIONE DEL GUSTO, ECCO IL NUOVO PROGETTO FOOD DI ENI

Parte da Roma il nuovo concept di ristorazione, in collaborazione con Niko Romito, che andrà ad affiancare gli Eni Cafè. Pronte cento aperture in 4 anni, estero compreso. “Iniziamo nelle stazioni di servizio, ma ci estenderemo anche fuori rete” spiega in quest’intervista Giovanni Maffei, direttore commerciale Eni Sustainable Mobility

di Adriano Lovera

pag. 38 | retail&food | Novembre 2023

Nella Capitale, in una stazione di servizio dell’Eur, il 20 settembre scorso ha aperto il primo ristorante a marchio ALT Stazione del Gusto. Si tratta di un brand di ristorazione che coniugherà il servizio al tavolo e l’asporto, sviluppato in collaborazione con l’Accademia di Niko Romito. L’obiettivo è di arrivare a circa 100 aperture in un quadriennio. La crescita di questa offerta va di pari passo con lo sviluppo di Enilive, il nuovo brand di Eni, ed è coerente con l’impegno del colosso italiano verso la mobilità sostenibile. “La proposta ALT Stazione del Gusto rappresenta un unicum nell’evoluzione dei servizi per le persone in mobilità e conferma il nostro impegno a essere sempre più vicini alle esigenze di chi frequenta e vive i nostri punti vendita, non solo per fare rifornimento. Dopo aver consolidato la principale catena italiana di bar, gli Eni Café, la prima apertura del nuovo format avviene in una stazione dal valore storico e simbolico, quella di viale America, dove siamo presenti fin dagli anni Sessanta e che da oggi si distingue e anticipa l’offerta che in futuro verrà estesa a tante altre Enilive Station, e non solo” ha dichiarato Stefano Ballista, amministratore delegato di Eni Sustainable Mobility. Per Enilive, la collaborazione con l’Accademia Niko Romito si inserisce nel percorso di rinnovo e ampliamento dell’offerta di servizi nella rete dei suoi oltre 5.000 punti vendita in Europa, di cui oltre 4.000 in Italia. Ma entriamo nei dettagli del progetto, in quest’intervista con Giovanni Maffei, direttore commerciale Eni Sustainable Mobility.

Eni, durante la conferenza stampa di presentazione, ha spiegato che questo tipo di offerta accompagna la trasformazione della società, in cui la sosta alla stazione di servizio si sta trasformando da una semplice necessità a un momento utile. Che cosa significa? La mobilità è in piena evoluzione. In questa fase di cambiamento, anche le stazioni di servizio Enilive (che sono oltre 5.000 in Europa e che si trovano capillarmente sul territorio, dai centri urbani alle autostrade) hanno un ruolo di primo piano: si stanno trasformando in ‘mobility hub’ dove trovare tutti i vettori energetici disponibili tra cui il biocarburante HVOlution (il diesel al 100% da materie


prime rinnovabili) ma anche l’elettrico e Come avverranno sviluppo e il biometano. A questi prodotti si affiangestione? Niko Romito gestirà ca un numero sempre maggiore di servizi in grado di soddisfare le esigenze delle alcuni ristoranti, ma è previsto persone in movimento come ad esempio anche il franchising aperto ad altri i Telepass Point, il car sharing Enjoy, il pasoggetti? gamento dei bollettini postali e la possiIl progetto, oltre ai flagship che Niko Robilità di ritirare pacchi. Questo cambiamito gestirà direttamente, svilupperà un mento della sosta, da necessaria a utile, piano di franchising proponendo moriguarda i tempi di permanenza nelle stadelli di gestione e formazione innovatizioni Enilive in relazione alle opportunità vi. Il progetto di sviluppo è diretto a un di fruire, oltre che del rifornimento tradisegmento di giovani imprenditori zionale o elettrico, anche di tanti interessati a diventare gestoaltri servizi tra cui la ristorari di un format di cucina zione. Dopo gli Eni Café, popolare “su strada” di la proposta del nuovo qualità, sviluppato atformat di ristoraziotraverso un modello ne su strada ALT di business snelStazione del Gusto lo, organizzato e consolida il ruolo Proponiamo a giovani standardizzato. Per di Enilive nella riimprenditori un l’apertura di nuovi storazione colletmodello di business ristoranti, Enilive tiva con un’offerta snello, organizzato e individuerà e metgastronomica di terà a disposizione standardizzato qualità, cui sono aplocation in posizioni plicate la creatività e strategiche. Il piano di la tecnica di Niko Romifranchising prevede una to, cuoco 3 stelle Michelin, formazione presso l’Accadeche per il format ALT Stazione mia Niko Romito, Scuola di Alta del Gusto ha creato un menu che si formazione e Specializzazione professiodeclina dalla colazione alla cena, in una nale dedicata al mondo della ristorazioserie di proposte da gustare seduti al tane e della cucina. Un percorso formativo volo o da asporto. che fornirà a tutti i franchisee un’accurata preparazione di cucina (tecniche, ingredienti, procedure), di sala, di marketing e comunicazione. Per quanto riguarda il ruolo di Niko Romito, lo chef crea e supervisiona tutta l’offerta gastronomica del format grazie alla sua competenza e alla sua esperienza nella ricerca, sviluppate nel suo ristorante 3 stelle Michelin a Castel di Sangro e nei numerosi progetti di ristorazione che gestisce e sviluppa ada molti anni, e che lo hanno portato a realizzare un progetto di ristorazione diffusa e popolare, con alti livelli di standardizzazione e di ottimizzazione.

FRANCHISING

Quali sono i numeri e le modalità dello sviluppo della rete?

L’obiettivo per il quadriennio è di raggiungere 100 punti vendita in Italia e all’estero. Le prossime aperture sono previste nelle principali città italiane ed europee in cui siamo presenti. Avverranno sia all’interno di stazioni di servizio Enilive che fuori dalla rete e verrà valutata qualsiasi opportunità di ulteriore sviluppo.

ALT Stazione del Gusto era una denominazione già utilizzata da Niko Romito in alcuni suoi ristoranti. Adesso il brand è proprietà di Enilive? Enilive ha sottoscritto un accordo di collaborazione con Niko Romito per l’acquisizione della licenza d’uso esclusiva in Italia e all’estero del marchio ALT Stazione del Gusto per lo sviluppo del format di

Lo chef imprenditore Niko Romito, a sinistra, e il direttore commerciale di Eni Sustainable Mobility Giovanni Maffei, durante la conferenza stampa di presentazione

ristorazione in Italia e in Europa. La proprietà e la gestione dei punti vendita di Castel di Sangro e Montesilvano restano invariati.

Parliamo dell’offerta. Il menù sarà omogeneo tra i punti vendita o verrà parzialmente modificato secondo specificità regionali o stagionali? L’offerta sarà unica: le bombe, il pollo fritto, le insalate, le fette di pane condite, i piatti e la pasticceria saranno le stesse in tutti i punti vendita.

In questo contesto, che ruolo avranno in futuro gli Eni Cafè? Ne saranno aperti di nuovi o adesso lo sforzo si concentra su ALT? Enilive è già uno dei principali player nel settore del food, in particolare nel segmento caffetteria, con 600 Eni Cafè, per cui è la più grande catena di bar in Italia che intendiamo ulteriormente sviluppare. ALT Stazione del Gusto è una proposta di ristorazione su strada che rafforza il ruolo di Enilive nel mercato della ristorazione.

Quali sono i competitor principali? Un soggetto come EG Group gioca sullo stesso piano o lo considerate artefice di una proposta differente?

Riteniamo che la proposta ALT Stazione del Gusto sia un unicum tra i servizi per le persone in mobilità: è un modello di ristorazione unico nel suo genere perché applica la creatività e la tecnica di un cuoco italiano simbolo di ricerca e sensibilità gastronomica, Niko Romito, in un innovativo format di cucina “su strada”. pag. 39 | retail&food | Novembre 2023


di Monica Cannalire

IL VENERDÌ NERO SNELLISCE ANCORA? Non esiste più il Black Friday, che da tempo è sfuggito al suo significato originale, attraversando i confini degli States e trovando applicazione su altri mercati, sino a diventare solo un’altra giornata di shopping compulsivo. Un’altra buona scusa per spendere, che poco o nulla ha a che vedere con l’origine di questo nome, nel lontano 1869, quando due investitori iniziarono una corsa all’oro che portò a un crollo e poi a giorni bui. Il termine è ora più sinonimo di un attacco bulimico di acquisti, una specie di leva pavloviana per stimolarci a spendere.

Su quest’onda, surfano ora anche i giorni cugini Amazon Prime Day, Cyber Monday e il meno noto (qui) Alibaba Singles’ Day che, ogni 11/11 (1+1=2, un auspicio per non restare a lungo single) da qualche anno li surclassa

pag. 40 | retail&food | Novembre 2023

tutti. Per darvi l’idea, il venduto lordo durante il Singles’ Day 2022 è stato di circa 84,5 miliardi di USD, oltre 6 volte quello globale del Prime Day di Amazon e quasi 10 volte quello che i consumatori USA hanno speso presso tutti i retailer online nel Black Friday 2022. Non si tratta più nemmeno di una giornata, perché qui parliamo almeno di una settimana, se non di addirittura di un Black November, contando che già dai primi giorni del mese i consumatori sono tempestati - on e offline - di promozioni urlate e sconti serpeggianti che si insinuano fra le nostre carte di credito. Insomma, non più una giornata speciale, un lasso di tempo limitato con offerte esclusive, in cui se non compri qualcosa ti senti un diverso e magari ti scatta la FOMO (Fear Of Missing Out): è ormai un’orgia un po’ troppo affollata, dove non ti godi davvero nemmeno l’atto dell’acquisto. Non c’è da stupirsi che, con questa caotica tempesta di pressione all’acquisto, sia cresciuta anche la spinta rivoluzionaria a non farlo: anche nelle mode e nei trend, la fisica impone che per ogni azione ci sia una reazione uguale e contraria. Ecco che alcuni brand provano ad appiccicare un senso al picco di profitto, devolvendone una porzione alle no-profit, mentre altri addirittura chiudono i negozi quel giorno, invitando i clienti a fare opt-out, decidere cioè di astenersi da questa sfilata del consumo spinto. Evitando facili giudizi, ricordo che un tubino nero sfina e può donare in ogni situazione, come ci ha insegnato Madame Coco. Se però si trasforma in un soffocante costume barocco, benché nero, non è per nulla elegante, ancor meno interessante e soprattutto non conviene più davvero, tanto al venditore quanto all’acquirente.


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pag. 41 | retail&food | Novembre 2023


BRAND | Analisys

QUALITÀ E INNOVAZIONE SECONDO BURGER KING

Il presente e il futuro in Italia del colosso del fast food dal racconto di Kevin Derycke, da circa un anno general manager per il nostro Paese Massimo L. Andreis

Il post pandemia sta cambiando la ristorazione in ogni sua declinazione. Anche in quella del fast food, segmento già da tempo interessato da importanti trend di sviluppo: dall’evoluzione in senso fast casual alla italianità delle materie prime, dalla digitalizzazione al peso crescente di delivery e asporto, fino alla diversificazione dei menu in direzione, non da ultimo, della proposta vegetale. Di tutti questi fenomeni è testimone e protagonista uno dei colossi dell’hamburger che opera in Italia, Burger King. Fondata nel 1954 negli USA, quella conosciuta in tutto il mondo come “home del whopper” è una catena internazionale con 17.700 punti di vendita e 11 milioni di persone servite ogni giorno in oltre 100 Paesi del globo. Il marchio appartiene a Restaurant Brands International Inc., una delle più grandi aziende del mondo della ristorazione con oltre 30 miliardi di dollari nel sistema di vendita e oltre 25.000 ristoranti ai quattro angoli del pianeta. La costola italiana del colosso, Burger King Restaurants Italia SpA, mapag. 42 | retail&food | Novembre 2023

ster franchisee per l’Italia, è una società di proprietà di QSRP, uno dei principali gruppi di ristorazione veloce in Europa, con oltre 1.000 locali e 6.000 addetti in 7 stati, per un giro di affari superiore al miliardo di euro. Da poco più di un anno, a guidare il big del panino espresso anche in Italia è Kevin Derycke, già ceo di Burger Brands Belgium. A lui abbiamo chiesto di guidarci in una disamina sul presente e sul futuro dell’azienda nel nostro Paese e sulle prospettive del mercato del quick service.

Obiettivi ambiziosi

“All’inizio del 2022 ci siamo dati l’obiettivo di realizzare 100 aperture in 4 anni: da allora abbiamo inaugurato 30 nuovi ristoranti”, esordisce il manager, che aggiunge: “Possiamo quindi dire di essere sulla strada giusta per centrare e superare l’obiettivo prefissato lo scorso anno. Con le ultime aperture di Milano e Genova, Burger King ha raggiunto quota 255 ristoranti in Italia, di cui 172 in franchising, per un totale di 5.000 addetti”.

Kevin Derycke, general manager per l’Italia di Burger King

Chiediamo quindi al nostro interlocutore di fare un passo indietro e di spiegarci come la pandemia abbia impattato su gestione e business del marchio. Ecco cosa ci ha detto: “Per noi di Burger King la pandemia non solo è stato un evento imprevedibile che ha contribuito al cambiamento delle abitudini e del comportamento dei consumatori, ma anche un acceleratore: abbiamo infatti voluto


rendere il nostro modello di business sempre più flessibile e l’innovazione tecnologica è stata e continua a essere centrale. In particolare, oltre a una modalità di acquisto totalmente touchless per i nostri clienti, fondamentale è stata l’introduzione e lo sviluppo della nostra app proprietaria”.

Ruolo del digitale

Proprio grazie al continuo aggiornamento dell’applicazione, spiega l’intervistato, per BK è stato possibile rimanere in contatto con i propri clienti, sia attraverso uno scambio continuo di novità, lanci e attivazioni, sia con l’introduzione di una serie di servizi nuovi e ingaggianti, come la possibilità di ordinare tramite diversi canali: Click and Collect, Take Away e Drive Thru. Non solo: come ovvia conseguenza della pandemia e dell’impossibilità a uscire di casa, il delivery online ha subito un’impennata. Tutte facilitazioni nate dall’impegno del team Marketing & Digital aziendale, costantemente al lavoro per l’introduzione di nuove soluzioni tecnologiche. Ciò non toglie nulla, peraltro, al rapporto umano più tradizionale: “L’accoglienza fisica all’interno dei nostri ristoranti e la qualità del nostro servizio continuano a rimanere centrali, andando di pari passo con il lavoro sull’innovazione”, precisa Derycke. E aggiunge a riguardo: “In Burger King abbiamo un sistema informatico aperto e in continua evoluzione; ad oggi, i canali digitali attivi sulla quasi totalità della rete sono il Mobile Ordering, la consegna a domicilio e i chioschi digitali presenti in tutti i ristoranti, con user experience e interfaccia continuamente aggiornate. Anche la nostra App viene aggiornata e implementata, con la possibilità di usufruire del Loyalty

Program, coupon e offerte speciali, oltre alla cosiddetta fun zone (l’area dedicata a intrattenere i clienti che viene attivata a seconda delle attività in essere)”. In particolare, l’11 settembre è stato lanciato all’interno dell’App un programma fedeltà chiamato “BE THE KING” con delle offerte sempre più personalizzate grazie all’analisi dei comportamenti di acquisto dei fruitori, unito all’uso del CRM: “Il Loyalty program funzionerà in ottica di reward: i clienti più fidelizzati avranno modo di accumulare punti e ricevere dei vantaggi, che si rinnoveranno continuamente per essere sempre attrattivi”.

American food in salsa italiana

Veniamo ora all’offerta f&b vera e propria, che rimane ovviamente il cuore dell’attività del food brand. Come si è evoluta tale proposta e come si evolverà negli anni a venire? Lo abbiamo chiesto al general manager di BK. Ecco cosa ci ha risposto: “Ormai da tempo in Burger King abbiamo intrapreso un percorso di miglioramento continuo, promuovendo ingredienti genuini, di origine controllata; non a caso siamo stati la prima, e per ora unica azienda della ristorazione veloce, a eliminare dal menu tutti gli ingredienti contenenti conservanti, coloranti e aromi di origine artificiale. Nonostante siamo associati al gusto americano, anche per la tipica carne grigliata a fuoco vivo, a partire dal 2021 abbiamo deciso di investire sul patrimonio gastronomico italiano, per dare ai nostri clienti un’offerta sempre più ampia, basata anche su prodotti tipici della tradizione tricolore”. Di qui il lancio della linea di panini Italian Kings, come il The Parmigiano Reggiano Burger e il The ‘Nduja Burger, oltre al The Pecorino Romano and Scamorza Burger. L’ultima novità della linea Italian Kings è il Prosciutto di Parma Burger, disponibile nei ristoranti Burger King dalla fine del 2022. Non solo agli amanti dell’offerta made in Italy ha pensato BK. Anche a un’altra categoria di consumatori è sempre più ambita e … coccolata. Si tratta dei flexitariani. Riprende Derycke: “Abbiamo lavorato per aumentare le possibilità di scelta dei nostri clienti, incontrando anche le esigenze di chi è orientato a una dieta flexitariana: infatti, a partire dal 2021 abbiamo introdotto nel menu diversi prodotti a base di proteine vegetali, come i Plant-Based Chicken Nuggets, seguiti dal Plant-Based Nuggets Burger e dalla Veggie Steakhouse, lanciata ad aprile di quest’anno”.

Sviluppo e formazione

Parlando a questo punto di sviluppo, il manager ha le idee chiare: “Continueremo a puntare su una crescita consistente, con l’apertura di nuovi ristoranti affiliati insieme ai nostri partner franchisee, e ristoranti di proprietà diretta in tutta Italia. Continuare quindi a investire sui sapori e le eccellenze del patrimonio gastronomico italiano. Stiamo anche puntando a inserire come standard nei nostri ristoranti il BK Cafè, oltre a nuove formule legate al servizio: sia all’interno dei ristoranti, come il servizio al tavolo, sia in formato digitale, attraverso l’App Burger King. Infine, continueremo rafforzare il nostro impegno per la sostenibilità, investendo in particolare nella linea Plant-Based”. Non potevamo non toccare un tema molto caldo, attualmente: la ricerca e la gestione del personale. “La formazione è senz’altro un punto a cui teniamo moltissimo, sia per trasferire le procedure e gli standard elevati del marchio, sia per garantire supporto e gli strumenti necessari per avviare l’attività”, precisa Derycke. “Per diventare crew di Burger King non è indispensabile una formazione pregressa, tanto che ogni anno in Italia creiamo da zero oltre 1.000 crew. Oltre alla teoria, ogni nuova risorsa può contare su un training on the job della durata di due settimane su tutte le postazioni, oltre che la formazione con strumenti digitali. In particolare, nel periodo della pandemia abbiamo voluto integrare la formazione tradizionale on the job - che rimane ancora cruciale - con i più evoluti sistemi digitali di e-learning tramite App, in linea con la giovanissima età dei nostri dipendenti in larga parte appartenenti alla generazione Z (con un’età media 26 anni). Infine, abbiamo istituito 10 locali scuola lungo tutto il territorio italiano, per essere ancora più capillari, andando incontro proprio al fenomeno della southernification. pag. 43 | retail&food | Novembre 2023


MISTERY | Food

HARD ROCK MILANO OBIETTIVO CENTRATO

Abbiamo provato il ristorante della catena anglosassone tra il Duomo e il Castello Sforzesco. Cucina buona, non indimenticabile. Servizio ok e ambiente super. Rispetta in pieno le aspettative di Adriano Lovera

In una domenica di ottobre, con il clima che sa ancora d’estate, proviamo il ristorante Hard Rock Cafè nel centro di Milano, in via Dante, via di raccordo tra il Duomo e il Castello Sforzesco. Il locale ha aperto nel luglio 2022 ed è iniziativa di Rock Group Italy srl, franchisee guidato dall’imprenditore Giampiero Pelle. Vediamo com’è andata.

Proposta standard ma sufficiente

La temperatura mite favorisce l’Hard Rock e gli altri brand intorno, come il recente Five Guys, che possono accogliere i clienti anche con diverse sedute esterne. Arriviamo a pranzo, alle 13 precise, con una prenotazione effettuata qualche giorno prima tramite il sito, che sfrutta la piattaforma Opentable. Prima di entrare al ristorante, si passa per lo shop in cui sono in vendita gli oggetti caratteristici della catena, dalle felpe ai cappellini, dalle t-shirt a pag. 44 | retail&food | Novembre 2023

ogni genere di gadget. Una breve attesa e verso le 13.10 raggiungiamo il nostro tavolo al piano superiore, accanto a una finestra con una bella vista sulla strada. Sul tavolo, due menù: uno per il cibo e per le bevande generiche, il secondo per i cocktail. Tutto è su carta, niente QR-code. E neppure esiste una app Hard Rock Cafè, quindi l’esperienza digitale termina con la prenotazione. Ma non è determinante. La varietà è buona, la proposta è quella tipica american style con alcuni starter, tanti hamburger, bistecche (tipo la New York Strip), qualche salad e bowl, una selezione di dolci non molto lunga.

La carne è perfetta

Alle 13.20 possiamo ordinare. Il clou del momento è il Leo Messi burger (un doppio panino con pollo fritto, formaggio e salsina all’aglio) che non possiamo farci sfuggire. Chiediamo anche


due insalate (una con manzo a cottura media e l’altra con pollo grigliato), acqua, una bevanda. Alle 13.33 arrivano le insalate, l’hamburger qualche minuto dopo. La qualità è davvero buona, sia per quanto riguarda la carne, sia per i contorni. L’insalata è un po’ troppo fredda e non aiuta il piatto completamente gelato, evidentemente appena uscito dal frigo. Però la carne è saporita, mai asciutta in tutti i piatti, e le patatine sono quelle con un po’ di buccia. Porzioni soddisfacenti, non esagerate, così si riesce a finirle. Avendo esaurito lo spazio a disposizione, e richiamati dal sole esterno, ci fermiamo qui. Alle 14.05 paghiamo, occorre aspettare il cameriere, con il Pos subito pronto.

Locale ok, con qualcosa da rivedere

Il giudizio è buono. A una prima sensazione, la visita nel suo complesso vale di più rispetto alla sola esperienza gastronomica. Il locale è davvero bello, pulito (anche i bagni, nota di merito), illuminato alla perfezione e con due splendidi banconi bar su entrambi i piani. Le sedute sono comode, imbottiti sia le sedie sia i divanetti, e si pas-

Il contesto Hard Rock Cafè, brand relativamente nuovo in Italia, in realtà è noto da tempo, fin dal suo esordio a Londra nel 1971. Presente in tantissime città e capitali del mondo, oggi comprende quasi 300 location tra ristoranti, shop, hotel, casino (i “Rockasino”) e sale “live”, diretti o in franchising. Quest’anno, negli Stati Uniti, sono arrivate diverse chiusure, come Seattle, Memphis, Denver. In Italia, da poco ha chiuso il ristorante di Verona (in affiliazione), mentre quelli di Roma, Firenze e Venezia sono a gestione diretta, a differenza di Milano. Da poco ha aperto anche un piccolo shop all’aeroporto di Malpensa, sempre grazie al franchisee Rock Group Italy.

seggia volentieri a vedere le teche con alcuni pezzi forti, come la chitarra di Van Halen. Sopra il bar, sfilano video musicali anni ’90 su una lunga serie di schermi, a un volume ottimale, che non disturba ma arricchisce il pranzo. E c’è un angolo live che viene utilizzato per serate musicali. In sostanza, l’obiettivo del locale è centrato: il turista straniero o il milanese che già conosce l’Hard Rock, si ritrova perfettamente nell’ambiente che stava cercando. Quanto alla cucina, è buona, ma non si può dire che “stacchi” per qualità quella di altri ristoranti american style di buon livello (parliamo di ristoranti, non di fast food). Qualche imperfezione c’è: il tavolino balla leggermente, l’acqua arriva tardi, poco dopo il cibo. Dobbiamo ri-chiedere un po’ di ketchup a parte, già segnalato nell’ordinazione. E considerando che non abbiamo preso né antipasti né dolce, ma un solo giro di piatti, un’ora di tempo da quando ci accomodiamo a quando paghiamo non è poco, visto che il locale è piuttosto pieno ma non al completo. Pur ammettendo che siamo al ristorante, e non al fast food, qualche minuto in mano aiuterebbe. I prezzi sono alti, ma come nelle aspettative del centro città: 18-20 euro per un piatto principale. Nota di merito per il personale, sempre cordiale.

HARD ROCK CAFÈ Milano via Dante

provato il 15 ottobre 2023

Interattività

★★★★ ★★★ ★★★ ★★

Rapporto qualità-prezzo

★★

Location Menu Servizio

★ insufficiente, ★★ sufficiente, ★★★ buono, ★★★★ ottimo pag. 45 | retail&food | Novembre 2023


EVENTI | Affiliazione

SALE IL PESO DEL FRANCHISING SEGNALI POSITIVI DAL SALONE Oltre 130 espositori e un’agenda fitta di appuntamenti hanno caratterizzato la tre giorni milanese al MiCo. Il modello di business evolve verso maggior professionalità e dimensione d’impresa

Tanti partecipanti, un buon mix di categorie merceologiche e molta attenzione sulla ristorazione. Sono gli aspetti che hanno caratterizzato l’ultima edizione del Salone del Franchising (la 36esima), organizzato da Fiera Milano, andato in scena dal 19 al 21 ottobre. Un’edizione che ha soddisfatto sia gli organizzatori sia gli espositori. Il padiglione dell’Allianz MiCo ha ospitato ben 136 espositori, tra fornitori e brand, che spaziavano dalla Gdo al food, passando per l’elettronica e i servizi alla persona. “Abbiamo creduto fortemente sin dall’inizio nel rilancio di questa manifestazione, unica in Italia come spazio per la promozione e il consolidamento del franchising” ha dichiarato Alessandro Ravecca, presidente Federfranchising – Confesercenti, una delle sigle che ha patrocinato l’evento, insieme ad Assofranchising, Confimprese, CNCC e UBRI. pag. 46 | retail&food | Novembre 2023

Ristorazione in primo piano

I marchi della ristorazione, come anticipato, sono stati tra quelli che hanno catalizzato una parte consistente dei contatti, grazie alla presenza di operatori già consolidati accanto ad altri in forte espansione, accompagnati da una rappresentanza ridotta di vere e proprie new entry. Tra gli stand, si possono citare McDonald’s, La Bottega del Caffè, I Love Poke, Cigierre, alcuni brand alla prima partecipazione come Doppio Malto e 12oz, e ancora La Yogurteria, Befed, Kebhouze, Löwengrube. Da Eurospin a Crai, da ARD Discount a Coop Lombardia, è stata nutrita come di consueto la presenza della Gdo. Presenti al Salone anche importanti brand di settori diversi come Bialetti, L’Erbolario, Mail Boxes, mentre Carrefour, WindTre Business, Nolostand, IGS, Löwengrube ed

A.L.

Anytime Fitness si sono distinti come “partner” dell’evento. Fitto anche il programma degli appuntamenti e dei temi trattati nelle sessioni di lavori, con oltre 30 speaker che si sono alternati sul palco principale. Accanto a questo, una novità di quest’edizione è stata l’allestimento di due piccole zone convegni, denominate Area Academy (una sponsorizzata da McDonald’s, l’altra da Löwengrube) in cui sono stati affrontati aspetti tecnici, e talvolta oscuri, legati al funzionamento e ai contratti di affiliazione.


Sempre più centrali i “mumbo”

Determinante la location

“Siamo fieri di questa presenza, in quanAl centro del dibattito c’è la capacità to convinti che la nostra industry, comdel franchising di strutturarsi come imposta da più di 40mila negozi in 1200 presa a tutto tondo. In altre parole, l’afstrutture, sia un osservatorio privilegiafiliazione è sempre meno da inquadrare to per una visione complessiva del retail come “scommessa” per aspiranti ime del franchising” ha osservato Roberprenditori, quanto piuttosto come realto Zoia, presidente di CNCC tà qualificata, capace tra l’altro (Consiglio Nazionale dei di accedere con maggior Centri Commerciali). E facilità al credito banin effetti, la location cario e all’utilizzo di non è mai un aspetstrumenti finanziato secondario nelri più complessi. la crescita di una In questo conteRicavi: 30,9 miliardi rete di negozi in sto, assumono un di euro nel 2022 affiliazione. E se il ruolo rilevante le Stima 2023: +3% centro commeraziende che ormai ciale classico vive hanno raggiunto Negozi: 61.162 una fase di tranuna dimensione Occupati: oltre 253mila sizione, altri luoghi medio-grande, che (fonte Assofranchising Italia 2023) come il travel retail, ricadono sotto la dei retail park o le sedi di finizione di multiunit importanti operazioni di o multibrand franchisee rigenerazione urbana sono in (“mumbo” secondo un acrocima ai desideri dei brand. Alcuni nunimo del mondo anglosassone). Sogmeri fanno impressione. “La nostra rete getti, quindi, che gestiscono un gran di stazioni ferroviarie oggi sviluppa un numero di punti vendita per uno o più traffico da 750 milioni di passeggeri marchi, talvolta sulla base di rapporti in l’anno, con la prospettiva di arrivare al esclusiva per un determinato territorio miliardo. Un bacino potenziale enoro canale. Come emerso da uno degli me, specialmente per le insegne della incontri, moderato dal direttore di retail&food Andrea Aiello, questa formula ristorazione” ha testimoniato Riccardo offre dei vantaggi per i brand, in termini Fiori, Leasing director di Grandi Staziodi capacità di far crescere rapidamenni Retail, nel corso di uno degli speech te la rete e di maggior accuratezza nelle dedicato all’immobiliare. “Nel nostro operazioni e nel controllo di gestione. portafoglio di 60 centri commerciali in Ne hanno discusso protagonisti del gestione, bisogna ammettere che oggi mercato come Davide Canavesio, preil food vola” ha affermato Pier Luigi Pasidente di Blooming Group (Alice Pizza, olettoni - Head of Retail Out of Town di Rossompodoro e altri), Francesco ChiCBRE in Italia. Diego Valazza (Business rillo, Ceo di Good Life (Mango, Lovable development director di Lendlease) e e altri), Marco Uboldi, Ceo di Sigma Davide Lardera (Ceo di Scalo Milano) (Lino’s Coffee, Old Wild West e altri) hanno rispettivamente raccontato l’ee Alessandro Romano, imprenditore/ voluzione di grandi progetti dell’area franchisee di McDonald’s Italia. milanese come Mind e la particolarità di un outlet a ridosso del centro cittadino, come appunto Scalo Milano.

I NUMERI DELL’AFFILIAZIONE

All’insegna della sostenibilità

Le tematiche Esg non potevano che essere al centro “La sostenibilità è un importante driver di crescita per ogni azienda che opera in franchising” ha ricordato Alberto Cogliati, segretario generale di Assofranchising. “Ma questo non è soltanto uno slogan, perché è proprio l’evidenza dei numeri che fa emergere sempre di più quanto i temi della responsabilità sociale e ambientale siano rilevanti per lo sviluppo delle stra-

tegie future aziendali”. Dai dati che Roberta Gabrielli, Head of Marketing and Business Processes di Nomisma ha presentato sul Main Stage del Salone, emerge come il 62% delle imprese abbia già messo in atto iniziative dedicate, mentre il 18% sia in procinto di attivarle. Le azioni più sostanziose riguardano in primis l’adozione di packaging sostenibili, scelta adottata nel 55% dei casi. Il 42% del campione afferma anche di coinvolgere fornitori capaci di offrire garanzie di salvaguardia ambientale e nel 56% delle risposte si ricerca l’ottimizzazione nella gestione dei rifiuti. Il 28% delle imprese ritiene fondamentale il tema dell’efficientamento energetico degli edifici.

Per il 43% è un settore al femminile Secondo un’elaborazione dell’ufficio studi di Confesercenti, in Italia le imprese con una forte partecipazione femminile sono circa il 27% del totale. Stando a uno spaccato del rapporto Assofranchising/Nomisma 2023, l’affiliazione fa molto meglio, con il 43%, definendo l’impresa femminile quella in cui almeno il 60% dei soci è donna, o dove le quote e componenti del cda siano almeno per i due terzi donne, includendo anche ditte individuali e autonome. Come emerso durante l’evento, la formazione e la meritocrazia favoriscono le imprenditrici. Ne hanno discusso Barbara Quaresmini, Licence Partner di Engel&Völkers e presidente di Impresa Donna; Magdalena Neuman, Field service director Regione Nord di McDonalds Italia; Rana Edwards, CoFounder & VP di I Love Pokè; Maria Luisa Castiglioni, del Direttivo Ubri.

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A cura di Beatrice Ramazzotti

Alberto Cancemi, Ceo Leroy Merlin Italia Ci sono negozi dove entri con una lista precisa per rifare tutto il battiscopa in casa ed esci con un tappeto giallo, decorato con delle ananas. In pochi anni Leroy Merlin è passata dall’essere uno store per hobbisti e addetti ai lavori, a punto di riferimento per arredare in modo creativo stanze, uffici, giardini. Azienda multispecialista, Leroy Merlin è arrivata in Italia nel 1996 e oggi ha 53 punti vendita su tutto il territorio nazionale. A guidarla c’è Alberto Cancemi: una carriera tutta costruita in azienda, parten-

do dai punti vendita, poi alle risorse umane, alla centrale acquisti, direzione regionale del Sud, direttore acquisti e oggi Ceo. A 44 anni Cancemi guida un team di 8.500 collaboratori. Il suo mantra è che il successo non può essere misurato solo in numeri, ma anche nell’impatto positivo che l’azienda genera sulle persone, le comunità e l’ambiente. Noi lo ringraziamo per averci raccontato di sé con estrema trasparenza, e facendo nomi e cognomi.

Il mio primo grazie è rivolto a una persona che oggi non lavora più in Leroy Merlin Italia. Si chiama Silvia Campani ed era la responsabile Risorse Umane del negozio di Firenze in un’epoca in cui avevamo solo cinque negozi in

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Italia. Silvia voleva farmi crescere nelle risorse umane, e così, fresco di laurea e appassionato di diritto, non avevo altro in testa che un posto di lavoro nella gestione del personale. È grazie a Silvia che sono entrato in Leroy Merlin Italia, facendo quello che più mi piaceva. Il mio secondo grazie non è rivolto a un singolo, ma ad un collettivo, visto che tutte le persone di Leroy Merlin fanno parte di una bellissima community. Vorrei ringraziare tutti coloro – e sono tanti, non è possibile nominarli senza dimenticare qualcuno – che in questi anni mi sono stati accanto. Ho trovato persone gentili e collaborative nonostante, a volte, avessi atteggiamenti impulsivi, tipici di chi è all’inizio della propria carriera. Ho avuto la fortuna di incontrare interlocutori che mi hanno arricchito di “pezzi” importanti per fare bene questo mestiere e che mi hanno fatto crescere personalmente. Il mio ultimo grazie è per Luca Freddi, la persona che mi ha consigliato il percorso per continuare ad apprendere e a crescere. Dopo il periodo nelle risorse umane, desideravo passare al commercio e fare lo store leader (il direttore di negozio) senza però fermarmi a considerare le altre opportunità presenti. Luca mi ha motivato a fare diverse esperienze, sottolineando quanto fosse importante coltivare una cultura aziendale trasversale e avere uno sguardo di insieme sul business. Il mio primo scusa è per tutti i collaboratori con cui non ho avuto tempo di parlare. Per una mera questione di tempo, non sempre mi è possibile. Sono consapevole di quanto possa essere importante per un collega avere un confronto con me, per questo mantengo sempre l’impegno di rispondere a ogni mail e messaggio che ricevo. Sempre. E quando vado in visita in negozio mi fermo a salutare tutti i collaboratori che incontro. Il mio invito è quello di continuare a scrivermi, per me è un piacere rispondere. Un grande scusa va alla mia famiglia. Vivendo a Bologna e lavorando a Milano non è sempre semplice conciliare il lavoro con la vita privata e spesso gli impegni mi tengono lontano per giorni. Per questo quando torno a casa faccio di tutto per non perdere neanche un minuto con i miei familiari. Forse anche troppo, visto che già dopo qualche ora mi chiedono: “Papà, quand’è che torni a lavorare?”.

ALBERTO CANCEMI


CENTRI COMMERCIALI | Eventi

e permette la reiterazione del messaggio. Due elementi distintivi di grande forza che lo differenziano dagli altri media, tradizionali e digitali”, dice il Ceo. “Nel 2008, anno che ha rappresentato l’apice per gli investimenti pubblicitari in Italia, si investiva soprattutto in televisione. Gli altri media si dividevano il 50% del mercato. Oggi invece il 90% è rappresentato da tv e internet, mentre nel rimanente 10% sono compresi anche i centri commerciali. Una fetta ancora troppo piccola, che può crescere se il settore impara ad aggregare e a condividere più dati (affluenza, tempi di permanenza) e a usare il linguaggio e la grammatica dei grandi mezzi di comunicazione”, conclude Ravetta.

RETAILER DAY: “POP-UP E MEDIA POTENZIALITÀ DA NON DISPERDERE Gestori, brand e agenzie a confronto nel tradizionale appuntamento organizzato dal CNCC, che ha messo in luce alcuni trend e necessità del momento, dalla condivisione dei dati allo specialty leasing

Lo scorso 28 settembre, la comunità dei centri commerciali si è ritrovata al cinema UCI del Bicocca Village per il consueto appuntamento del Retailer Day, il convegno annuale organizzato dal CNCC-Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali. I lavori si sono concentrati su tre tavole rotonde che hanno coinvolto i rappresentanti di diverse Commissioni del CNCC (Specialty Leasing, Food&Leisure e Retail) assieme ad alcuni dei protagonisti del retail.

Retail fisico, punto di contatto privilegiato

Grande attenzione ha ricevuto il panel dedicato allo specialty leasing, analizzato sia dal punto di vista del brand che del gestore. Il settore sta ricevendo grande attenzione da parte di tutti gli attori coinvolti. “Specialty leasing è tutto quello che va al di là dei ricavi generati dagli affitti dei negozi. Sotto questo macro-cappello i temporary shop rivestono un ruolo importante insieme alla comunicazione tradizionale e digitale”, ha spiegato Antonio Negri, Presidente Commissione Specialty Leasing CNCC, che ha aggiunto: “Il settore è up-to-date, di attualità, rappresenta un asset importante e in grande crescita. Purtroppo, figura ancora sotto la voce ‘unconventional’, ma avrebbe un potenziale enorme”. La gestione degli spazi temporanei è uno strumento dall’alto potenziale economico e strategico che permetterebbe ai centri commerciali di evolvere e trasformarsi in “retail media”,

P.O.

un fenomeno che ha visto la luce per la prima volta circa dieci anni fa negli Stati Uniti d’America (grazie all’operato di Amazon) e che sta prendendo sempre più piede anche in Italia. Sul potenziale dello specialty leasing è d’accordo anche Andrea Cimenti, Ceo dall’agenzia Different, scelta anche da Grandi Stazioni Retail per la campagna drive-to-store 2023: “Il retail è la piattaforma perfetta per testare nuovi prodotti, servizi, nuovi stili di comunicazione. Tra gli altri plus: un popup ha una permanenza di visione molto alta, superiore a quella di uno spot in tv. Inoltre, è l’unico media completamente polisensoriale” sottolinea Cimenti. Lo conferma il fatto, dice il Ceo, che “diversi digital brand hanno cominciato a chiedere presenze nel retail”. Nel corso del panel, tra gli elementi che possono favorire la trasformazione del centro commerciale in un vero e proprio “retail media” c’è la raccolta dei dati, elemento ormai imprescindibile per poter mettere a punto un efficace planning di comunicazione. “Il retail fisico è poco presente nei media mix e i dati per la pianificazione media sono pochi”, lamenta Marco Orlandi, Ceo di Pladway, “è necessario, quindi, costruire un pattern di comunicazione sul concetto di retail media che invogli a investire”. Il panel si è concluso con l’intervento di Marco Ravetta, Ceo di Exomedia, che ha portato al convegno il punto di vista di una concessionaria: “Il centro commerciale come “retail media” ha due grandi vantaggi: entra in contatto con il cliente

Nuove strategie per food&leisure

Il secondo dibattito ha indagato il binomio food & leisure come leve per l’innovazione dei centri commerciali, sempre più orientati al lifestyle, dove il commercio, nel senso classico del termine, pur mantenendo saldo il proprio ruolo, non rappresenta più l’attrattiva esclusiva. Tra i trend più interessanti a cui si sta assistendo è la nascita di complessi sportivi molto innovativi, ma l’intervento di Fabrizio Bolis (UCI Cinemas) ha posto una particolare attenzione al rafforzamento delle sale cinematografiche presenti in molte strutture. Per quanto riguarda il food si è confermato il suo ruolo strategico, vero e proprio attrattore e motivo di visita. Infine, nella sessione di chiusura del convegno si è affrontato il rapporto tra retailer e centri commerciali. Nel panel è emerso che la Corporate Social Responsibility (CSR) continua ad essere un tema centrale per i retailer quando valutano l’ingresso in un centro commerciale ed è necessario, quindi, un impegno comune per avviare rapporti più collaborativi tra il personale del centro e quello dei negozi. pag. 49 | retail&food | Novembre 2023


Focus Franchising a cura di Massimo Barbieri, titolare di SOFI Massimo Barbieri

Sviluppo in Franchising e soddisfazione degli affiliati Una domanda molto diffusa tra le catene che sfruttano il franchising è se sia meglio sviluppare con pochi affiliati grandi (i cosiddetti multi-unit, multi-brand e multi-sector franchisee) o con tanti, ma più piccoli: il cosiddetto autoimpiego. Anticipo subito che il parere di chi scrive è che sia preferibile una logica “sia sia” anziche “o o”: una categoria non deve necessariamente escludere l’altra, la scelta della modalità o del mix ideale dipende da situazione a situazione. In tutti i casi sarà importante avere affiliati soddisfatti. Per misurare il livello di soddisfazione dei franchisee esistono diversi strumenti. Il più semplice è la survey. Condotta con frequenza almeno annuale, spesso con una modalità che tutela l’anonimato di chi risponde, è uno strumento particolarmente utile quando ben strutturata e, soprattutto, quando utilizzata dal management per ascoltare gli affiliati, in modo da impostare piani d’azione sulle aree di miglioramento. Un KPI (Key Performance Indicator) legato alla soddisfazione dei franchisee è il numero di punti vendita per affiliato. Di norma, se i partner sono soddisfatti vorranno aprire più negozi. Quindi, un KPI elevato su questo terreno probabilmente indica che il clima è buono. Questa, però, è un’indicazione di massima, poiché il numero cva interpretato in funzione della fase di sviluppo dell’azienda. Vediamo alcuni esempi.

Cominciamo con un brand benchmark “classico” quando si parla di franchising: McDonald’s. Oggi questo KPI è di 4,2, in una realtà che in Italia chiuderà l’anno con circa 700 ristoranti (erano 40.031 nel mondo a fine 2022) e 150 affiliati. Per curiosità, i due affiliati più grandi (con la formula della joint venture) hanno più di 20 locali ciascuno. Nella “galassia” Cigierre, invece, il marchio più diffuso è Old Wild West, tra le più importanti catene in Italia con

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ben 231 locali: qui il KPI si avvicina a 3. A proposito di pizza, osserviamo che il KPI per Rossopomodoro è di 2, mentre per Alice Pizza è di 3 ed il valore è in aumento. Per un marchio legato alla carne quale Befed il valore è 3, mentre è intorno a 2 per Lowengrube (anche qui in crescita). I Love Poke, che nel complesso vanta 160 punti vendita, ha 9 Franchisee ognuno dei quali ha mediamente 6 store.

Un caso un po’ diverso ci permette di giungere alla conclusione. La Yogurteria, che ha 75 punti vendita, presenta un KPI di poco superiore ad 1. Il brand, per scelta, punta a franchisee mediamente più piccoli e basandosi su questo modello negli ultimi 8 mesi ha registrato ben 18 nuove aperture: quando una catena cresce rapidamente è più facile che il KPI numero di punti vendita/affiliato sia basso, per crescere poi al consolidarsi della catena. La conclusione è che non esista una sola strategia giusta, ma più strategie che possono variare in funzione del mercato e della fasi di vita della catena. La parola chiave è flessibilità. Per riprendere un concetto tratto dal libro “Lezioni di strategia” di John Lewis Gaddis (Mondadori): “La ricorrente supremazia è di chi ha saputo combinare la superiorità di una visione strategica ai vari aspetti della congiuntura, alla peculiarità del terreno d’azione e al bilanciamento di mezzi e fini ed è più incline alla flessibilità che alla dogmatica aderenza al piano originario e all’imperativo di realizzare, sempre e comunque, l’obiettivo prestabilito”. Segnalo, per concludere, la recente pubblicazione del libro “Franchising – quello che professionisti e imprese devono veramente sapere” di Mirco Comparini, Maggioli Editore.


FOOD | Eventi

Un momento del Convegno “Ritorno al futuro” organizzato da Aigrim lo scorso 18 ottobre 2022, nella sede di Confcommercio a Milano

MERCATO E CONSUMI, IL SETTORE A CONFRONTO INSIEME AD AIGRIM

Il 9 novembre torna l’appuntamento organizzato a Milano dalla sigla che raggruppa le principali catene. Una giornata di lavori, con la voce dei protagonisti del foodservice, dei centri commerciali e i numeri puntuali di Deloitte

A novembre, si torna a fare il punto della situazione sul foodservice italiano con un nuovo appuntamento organizzato da Aigrim (Associazione delle imprese di grande ristorazione e servizi multilocalizzate), che va a replicare il grande successo di partecipazione ottenuto lo scorso anno, con il convegno “Ritorno al futuro”. In questa occasione, presso la sede milanese di Confcommercio, la giornata di lavori prende il nome più semplice di Aigrim Day, ma il significato è lo stesso. Anzi, scorrendo il programma si nota come il contenuto sia stato arricchito, a beneficio dei partecipanti e di tutto il mercato.

vento di Tommaso Nastasi, partner dei Deloitte. La ristorazione, però, è connotata da valenze diverse, non solo quella di settore economico, ma anche specchio delle abitudini di consumo. Un elemento che vale soprattutto per la ristorazione intesa come consumo “fuori casa”, che sembra continuare a crescere nonostante una congiuntura difficile e una generale stasi dei consumi, tra inflazione alta e tassi di interesse che si sono impennati nel giro di un anno. Ecco perché, all’inizio dei lavori, un ampio intervento sarà riservato a Francesco Morace, docente di Social Innovation al Politecnico di Milano. Esperto che guiderà l’uditorio nel fotografare il settore, oggi, da un punto di vista sociologico ancor prima che economico. Dopo i saluti del presidente di Aigrim Cristian Biasoni e del managing director italiano di McDonald’s, Dario Baroni, la prima tavola rotonda restituirà lo scenario attuale del foodservice, grazie a un mix di operatori e protagonisti del settore, che vanno al di là dei singoli brand. Successivamente, ecco il confronto atteso tra il mondo della ristorazione e quello dei centri commerciali, mondi sempre più desiderosi (e in fondo obbligati) a trovare terreni comune di comprensione e di collaborazione. Proprio su questo fronte, sarà interessante ascoltare quali sono i passi avanti raggiunti nell’ambito dell’Osservatorio congiunto Aigrim-CNCC. Nelle immagini in pagina tutte le indicazioni utili per iscriversi, via mail o semplicemente inquadrando l’apposito Qr Code. Retail&food è media partner dell’evento.

Valore economico e sociale

Secondo Deloitte il foodservice vale 75 miliardi di euro in Italia (dato di fine 2022), più dei 72 del Regno Unito, dei 46 della Francia, dei 42 della Germania, ma indietro rispetto agli 84 miliardi della Spagna. Il nostro mercato presenta ancora una quota del 50% appannaggio delle attività “full service” e un 31% di tipo “quick service”. Tutti dettagli che verranno approfonditi durante l’interpag. 51 | retail&food | Novembre 2023


GDO | Protagonisti

L’ESSELUNGA DI CAPROTTI È UNA SOLA… Le ossa dei Caprotti (Una storia italiana di Giuseppe Caprotti) è un libro sicuramente da leggere. È la storia di una grande impresa familiare e dei suoi protagonisti raccontata per quello che è stata. Leggendola tutta di un fiato mi è venuto in mente Fabrizio De André. “Cominciò con la luna sul posto e finì con un fiume di inchiostro è una storia un poco scontata, una storia sbagliata”… Probabilmente non serviva un libro per sapere che Bernardo Caprotti non fu uno stinco di santo e che Giuseppe Caprotti era una persona per bene. Se ci si potesse fermare qui, si prenderebbe atto della verità di un protagonista di quella famiglia che per oltre vent’anni ha cercato di emergere in una situazione oggettivamente difficile. Sottolineando, ovviamente, la mancanza di un diritto di replica del bersaglio principale del libro, Bernardo Caprotti, che non può esserci per ovvie ragioni. Fatti raccontati e spiegati meticolosamente che hanno sconvolto la vita e il percorso professionale del primogenito dei Caprotti e che meritano rispetto da parte di chi legge. pag. 52 | retail&food | Novembre 2023

di Mario Sassi, senior advisor e blogger

La spregiudicatezza del padre

L’Espresso già il 13 dicembre 2012 aveva descritto “una saga familiare, tra risse, tradimenti e drammi attraverso tre generazioni per il controllo di un gruppo da sei miliardi di euro” (oggi 8,5 miliardi ndr). Il libro riprende quel racconto proponendo ulteriori dettagli, particolari inediti, istantanee familiari che coinvolgono soprattutto una parte degli eredi e il loro complesso rapporto con il padre Bernardo. I confini tra interessi familiari, profili caratteriali e vicende personali, quando colpiscono gli interessi economici dei singoli familiari e si catapultano nelle aziende, ne minacciano quasi sempre stabilità e prospettive. Almeno fino a quando non si individua un percorso chiaro. Non è un tema che coinvolge solo l’azienda di Pioltello. Va sottolineato, per evitare equivoci. Io penso che nessun imprenditore della GDO (e non solo) sia arrivato a costruire una sua realtà economica importante rispettando semplicemente le regole del gioco. Nella migliore delle ipotesi le ha interpretate, forzate, piegate a proprio favore. Su que-

Giuseppe Caprotti (foto Linkedin)

sto Caprotti senior è solo uno dei tanti. La spregiudicatezza ben descritta dal libro è un tratto caratteristico rintracciabile in molte situazioni. La differenza è che la sua è testimoniata e raccontata dal figlio. Un fatto senza precedenti. E questo agire, fotografato quasi ossessivamente nel libro, consegna alla solitudine il titolare di questi comportamenti circondato spesso da yes men interessati e adulatori. Ma an-


che da ottimi professionisti ad ogni livello dell’organizzazione aziendale. Esselunga li ha sempre avuti. Non è diventata quello che è, immeritatamente.

Passaggio generazionale, eterno dilemma

Vittorio Merloni, che per un lungo periodo non aveva voluto i figli in azienda, diceva che un padre non deve mai trovarsi nella condizione tragica di dover licenziare un figlio. Caprotti senior lo ha fatto ma non lo ha mai voluto ammettere. L’incompatibilità e la competizione tra padre e figlio, però, erano assolute. E non era solo un problema caratteriale. Era anche di visione dell’azienda e del suo futuro. Problema che travalica il caso in sé. Superata una certa età del fondatore, i figli rischiano di essere plagiati o schiacciati dalla personalità e dalla credibilità conquistata del genitore. Sembra cinico affermarlo ma solo quando il passaggio generazionale avviene per tempo o per eventi traumatici che coinvolgono il fondatore in età meno avanzata, i passaggi generazionali sembrano funzionare. Oppure, come in questo caso, dove la seconda moglie di Caprotti, Giuliana, ha tenuto con lungimiranza la figlia lontana dall’epicentro dello scontro familiare proteggendola e agevolandola così nel perseguire i suoi obiettivi. Difficile non giudicare, questa, una strategia molto più efficace rispetto a quella adottata dall’altro ramo della famiglia. È l’eterno dilemma della successione delle grandi e medie imprese a proprietà familiare, su cui pesano le ambizioni e i desideri degli eredi. Esselunga purtroppo non è diversa da tutte le altre che l’hanno preceduta. È non è la sola nella GDO. E anche quando, come ad esempio in Conad, si trova il modo di aggirare il problema attraverso lo strumento del consorzio tra cooperative, l’egocentrismo e l’incapacità a farsi da parte del singolo imprenditore, superata una certa età, rischia di minare alla radice anche i progetti più avanzati.

La parte debole del volume Esselunga resta un caso per la sua dimensione. Venuto meno il fondatore, il passaggio generazionale c’è comunque stato. Ritenuto penalizzante per una parte degli eredi ma accettato e condiviso con entusiasmo da chi ne ha beneficiato. L’altra parte, quella a cui è stata assegnata l’azienda, finisce così sotto i riflettori, non per quello che ha fatto o non ha fatto per farsi assegnare l’azienda, su quello c’è addirittura un accordo tra gli eredi, ma per quello che sarà in grado di fare dell’azienda stessa. Una grande responsabilità. Non solo per il contesto economico e geopolitico, difficile per tutti, ma per il paragone costante con la gestione del fondatore e con le performance realizzate dal fratello in un determinato momento storico. Dal “quando c’era LUI” di antica memoria al quando c’erano “LORO”… Un ombra che accompagnerà l’attuale gestione per lungo tempo. L’attribuirsi meriti aziendali esclusivi è però la parte che mi convince meno del libro. Non perché non ci siano stati. I risultati raggiunti, i progetti realizzati, le difficoltà incontrate per far passare le proprie idee fanno parte del percorso manageriale di chiunque. Esselunga, nonostante le tensioni storiche, ben descritte nel libro, ha trovato, seppur con tempi più laschi rispetto alle aspettative, quasi sempre le sintesi necessarie dal punto di vista della gestione aziendale. E questo va anche a merito di Bernardo Caprotti e del suo entourage che, pur con grande fatica, si sono fatti convincere. Qualunque top manager può raccontare le difficoltà incontrate con le rispettive proprietà aziendali per far passare idee innovative. Capisco che per un figlio questo può essere diverso e ancora più difficile da digerire. Soprattutto se ci si sente messo sotto accusa costantemente per cose che ritiene ingiuste. Come, d’altra parte, posso capire che per un padre, pur di quel tipo, quando, ad un capolinea che sente ormai vicino, trova sul tavolo una proposta di acquisto della “sua” Esselunga da parte di una cordata con a capo il proprio figlio credo si certifichi come assolutamente inutile qualsiasi possibilità di dialogo.

Il tunnel senza uscita del paragone

Alcuni top manager, in Esselunga, vicini o lontani dalle bizze del proprietario, sono stati messi alla porta o hanno dovuto andarsene perché il “dissenso in azienda si manifesta solo con le dimissioni”. Caprotti senior, come Brunelli e molti altri impren-

Le ossa dei Caprotti, edito da Feltrinelli (foto giuseppecaprotti.com)

ditori hanno fatto del “dividi et impera” un tratto caratteristico delle loro gestioni aziendali. Niente di nuovo sotto il sole, quindi. Infine occorre tornare in Esselunga che vive una fase di transizione e dove c’è sicuramente tensione. Inutile negarlo. La nuova proprietà sta cercando di impostare e di mettere a terra la propria visione del business. E questo crea fughe in avanti, reazioni, errori di valutazione sulle persone e avvicendamenti che ho già raccontato. Questo libro, che alcuni commentatori tenteranno (per ragioni evidenti) di tenere fuori dal contesto attuale dell’azienda, peserà, al contrario, su di essa come un macigno. È l’elemento costante di paragone tra un erede mancato che non ha mai potuto dimostrare di poter guidare l’azienda in assenza del padre, pur ritenendosene all’altezza, e una erede legittimata dal padre che deve però ancora dimostrare di esserne in grado. In questo, Bernardo Caprotti ha realizzato il suo capolavoro finale. In un caso o nell’altro, Esselunga, quella che abbiamo tutti apprezzato, era la “sua” e di nessun altro. Quella di oggi, come quella propugnata dal primogenito sarebbe stata comunque un’altra cosa. Per l’anziano leader il paradosso nella sua testa era chiaro da molto tempo: “Senza “il dottor Caprotti”, Esselunga non va da nessuna parte. E, con altri Caprotti, non arriva da nessuna parte”. Se aveva ragione o meno, lo scopriremo presto. pag. 53 | retail&food | Novembre 2023


Osservatorio Collaborations e Co-Branding a cura di BRAND JAM di Paolo Lucci

Fashion Inside, vent’anni di moda italiana di McArthurGlen Italia in una ricerca Brand Jam osserva il mondo della brand innovation, sezionando con il suo Osservatorio Collaborations più di 300 casi innovativi ogni trimestre. Nella rubrica di questo numero di Retail & Food parliamo di un caso in cui la comunicazione di un progetto celebrativo retail diventa storytelling grazie ad una ricerca. Fashion Inside è il titolo dell’evento che McArthurGlen Italia ha ideato per il Designer Outlet di Castel Romano, così da festeggiare il suo ventesimo compleanno. Ideato dall’agenzia TheTeachers, Fashion Inside si distingue per una peculiarità che si è rivelata estremamente efficace nella comunicazione, sia B2B che consumer: ha unito, in una narrativa che parla di stile italiano e di vent’anni di moda, una mostra fotografica di immagini di Claudio Porcarelli, famoso per i suoi ritratti di attrici, attori e cantanti italiani, a una ricerca di mercato di BVA Doxa. Il potere iconografico delle foto di Claudia Gerini, Patty Pravo, Paolo Sorrentino e di tutti gli altri big immortalati da Porcarelli, la cui grande capacità risiede nel cristallizzare stile e personalità del soggetto, è forse di facile presa. È stato infatti l’ingrediente dell’evento più riportato dai media, così come lo è stato il ruolo di WWF Italia, entrata nel progetto grazie alla donazione da parte di McArthurGlen Italia dell’area circostante l’outlet all’istituzione del panda, per farne un’area di biodiversità protetta. Ma non è scontato che i dati di una ricerca di mercato, sugli atteggiamenti riguardo allo shopping e all’abbigliamento, risveglino l’interesse del pubblico. Ricerca che oltretutto deve sapere allineare un messaggio posto su tre livelli apparentemente non coerenti tra loro: cosa sono moda, bellezza e stile basati su una serie di ritratti fotografici, e la sostenibilità. I giornalisti di tutta Italia hanno potuto dare il giusto risalto ai dati di questo osservatorio delle piccole ma-

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nie italiane nei confronti del proprio armadio, della sostenibilità, dell’estetica e delle tendenze stilistiche in modo equilibrato, grazie ad un messaggio organico e interessante, capace di risuonare senza proble-

mi tra la sociologia e il costume. Sintetizzare concetti astratti come l’“Armadio Conflittuale” degli italiani, analizzare la dialettica tra emozionalità e razionalità dello shopping, definire il “Minimal Chic”, la “Femme Fatale”, la “Material Girl” e gli altri 10 archetipi di stile, tutti ispirati alle immagini di Porcarelli, o anche identificare con “Calciatori & Veline” ,“Sex & the City” e con gli altri 8 mood i trend che hanno segnato i nostri 20 anni di moda, ha costituito il tessuto narrativo di Fashion Inside, arma che si è rivelata vincente nella comunicazione.

McArthurGlen Italia quindi, con una ricerca ben raccontata, ha dimostrato l’efficacia della lezione di Chris Kocec, autore di “Any Insights Yet?”: “Insights are like unicorns””.


NEWS | ESG

Neinver (Neptune) e Sonae Sierra premiati al GRESB 2023

Neptune, joint venture tra Neinver e Nuveen Real Estate, ha ottenuto per il quarto anno consecutivo il punteggio più elevato, pari a 5 stelle, nell’edizione 2023 del Global Real Estate Sustainability Benchmark (GRESB). Neptune si è classificata tra le prime tre aziende nella categoria “Southern Europe, Retail Centres” per la performance ESG complessiva. Una delle principali iniziative lanciate dal gruppo nel 2022 è stata la nuova policy Zero Waste, grazie alla quale il 94% dei suoi asset immobiliari ha potuto ottenere la certificazione Zero Waste. Oltre a Neinver, per il 14esimo anno consecutivo, anche Sonae Sierra è stata riconosciuta dal GRESB Real Estate Assessment come Green Star, raggiungendo così il massimo punteggio di 5 stelle per i fondi Sierra Prime e Iberia Coop nel 2022. Il fondo Sierra Prime continua a occupare il secondo posto nella categoria principale dei centri commerciali in Europa meridionale e Iberia Coop è attualmente al terzo posto nella stessa categoria a livello europeo.

Takko Fashion pubblica il primo rapporto di sostenibilità

Takko Fashion ha pubblicato il suo primo rapporto di sostenibilità con una panoramica delle attività sociali e ambientali dell’azienda a partire dall’esercizio finanziario 2022/2023 terminato lo scorso 31 gennaio 2023. Nell’ultimo esercizio finanziario 2022/2023, il marchio ha utilizzato il 55% di cotone sostenibile attraverso la Better Cotton Initiative. In futuro, entro il 2030, il 90% dei prodotti verrà realizzato con materiali sostenibili o riciclati. Inoltre, l’azienda ha recentemente ottenuto la certificazione per il Global Recycled Standard (GRS) e il Recycled Claim Standard (RCS). “Dal rapporto ESG emerge che Takko Fashion è già molto avanti riguardo la sostenibilità. Già da dodici anni collaboriamo con la Fair Wear Foundation per migliorare le condizioni di lavoro nei paesi di produzione. Vogliamo continuare ed espandere queste attività, mentre in futuro incrementeremo ulteriormente le nostre misure a sostegno dell’ambiente, ponendoci obiettivi ambiziosi” ha dichiarato Dirk Stolz, responsabile ESG di Takko Fashion.

La logistica Lidl sempre più “green” grazie al biometano

La catena di supermercati Lidl Italia continua a investire nello sviluppo di una logistica sostenibile portando il biometano liquefatto (bio LNG) per autotrazione al Centro-Sud Italia, in collaborazione con Greenture, società controllata al 100% da Snam, e LC3 (carburanti alternativi). I vettori Lidl alimentati con bio LNG verranno impiegati presso il polo logistico di Anagni (FR), contribuendo alla consegna quotidiana delle merci ai supermercati di Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Campania. “Già a partire dal 2020, sempre in collaborazione con LC3, siamo stati la prima realtà retail italiana a impiegare mezzi alimentati a biometano, iniziando così il nostro graduale passaggio da un trasporto principalmente basato su carburanti fossili, a combustibili alternativi”, ha commentato Luca Ros, direttore Logistica Lidl Italia. “Il progetto in 3 anni ci ha portati a una flotta di 18 mezzi operativi nel Nord Italia. Oggi arriviamo complessivamente a 23 mezzi”.

CBRE lancia un’app per la gestione della community del Bodio Center

CBRE lancia Host, l’app per la gestione della community di Bodio Center a Milano. Il sistema permette la gestione ottimale del tempo e delle relazioni degli “occupier”, semplificando la loro vita di tutti i giorni e migliorando l’esperienza all’interno dell’asset. Attraverso una profonda conoscenza del territorio e analisi dedicate, il Community Manager di Bodio Center può far fronte alle esigenze di chi vive gli spazi e proporre servizi, momenti di condivisione e svago per la community. L’app permette di avere, in un’unica piattaforma, tutte le informazioni dedicate a chi lavora all’interno del centro direzionale: l’utente ha la possibilità di prenotare corsi, pranzi e servizi e accedere alle convenzioni e alle iniziative dedicate. “Si tratta di un progetto in linea con le più attuali disposizioni ESG che si adatta perfettamente alla vision di CBRE”, ha detto Alessandra Finazzi, Head of Office, Logistics & Living Property Management. pag. 55 | retail&food | Novembre 2023


World Travel Retail

Falcone Borsellino, doppia novità food&beverage

PALERMO – L’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo ha inaugurato di recente nuove attività di ristorazione. Agli Arrivi, è stato aperto un caffè Vergnano, che ospita al suo interno un corner per la vendita delle arancine di “Ke Palle”, noto marchio di street food palermitano. Al piano dei check-in, invece, è arrivato un punto vendita a marchio Sanlorenzo Mercato, anche questo un format locale che in città ospita diverse botteghe, mentre in aeroporto è essenzialmente improntato al bar-forneria. Entrambe le aperture sono state effettuate dalla Rti formata da My Chef e Chef Express, nell’ambito della gara conclusa lo scorso dicembre, che aveva assegnato due importanti lotti di food&beverage (l’altro era andato ad Autogrill).

Arlanda, market hall e duty free in arrivo al Terminal 5

STOCCOLMA – All’aeroporto internazionale Arlanda, il più importante della Svezia, la società di gestione Swedavia AB ha inaugurato un’importante novità al Terminale. È aperta la nuova “market hall”, che si svilupperà a partire da fine anno, per arrivare a regime con tutte le attività nella primavera del 2025. Alla fine del percorso, ci saranno 40 nuove attività tra negozi e ristorazione. Nel complesso, si tratta di 11mila metri quadrati di superficie, che comprendono brand locali e internazionali (tra cui InMotion) ed è in arrivo il nuovo Stockholm Duty Free, da circa 2.500 metri quadrati. Alle novità contribuisce anche Avolta, nuova denominazione del conglomerato Dufry-Autogrill.

Heathrow, inizia la gestione del ceo Thomas Woldbye

LONDRA – Importante cambio della guardia nel panorama aeroportuale. A metà ottobre, è iniziata ufficialmente l’era della gestione di Thomas Woldbye, nuovo amministratore delegato dell’aeroporto di Heathrow, il più grande hub inglese. Il manager, che fino alla scorsa estate guidava lo scalo di Copenaghen, prende il posto di John Holland-Kaye, il cui mandato era durato nove anni. “In qualità di nuovo Ceo, Thomas supervisionerà i piani di investimento pluri miliardari dell’aeroporto, concentrati soprattutto nella riqualificazione triennale delle strutture esistenti, nel programma di sicurezza di prossima generazione e nel nuovo sistema bagagli per il Terminal 2” si legge in una nota ufficiale. “Il nostro hub è già un’eccellenza mondiale” ha commentato il nuovo Ceo. “Lavoreremo per renderlo ancora migliore, sia per i consumatori inglesi, sia per tutta l’economia nazionale”.

Avolta in joint venture per lo scalo cinese dell’Hubei

WHUAN – Dufry-Avolta ha formato una joint venture con Hubei Airport Group, la società di gestione del grande scalo cinese Tianhe di Whuan (provincia dell’Hubei), che nel 2019 aveva registrato 27 milioni di passeggeri. La joint venture riguarda una concessione per il Terminal 2, che ha per oggetto 77 attività retail tra negozi, servizi e ristorazione, in un mix tra brand locali e internazionali che il gruppo svizzero è chiamato a implementare. “Si tratta di un nuovo step entusiasmante e coraggioso per il gruppo” ha affermato il ceo di Avolta, Xavier Rossinyol. Dopo una prima fase preliminare, tra novembre e dicembre, i primi nuovi negozi saranno aperti a partire dal 2024. Lo scalo di Whuan non è tra i principali, essendo il 14esimo come traffico in Cina, ma l’operazione è rilevante secondo la nota di Avolta, anche per la modalità operativa della joint venture.

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Joint venture in arrivo per Smartseller (Gebr Heinemann)

NORIMBERGA – Ha preso avvio una joint venture tra Smartseller e la società di gestione dell’aeroporto di Norimberga, per la gestione delle attività di f&b e dei convenience store presso lo scalo tedesco. Smartseller è a sua volta una joint venture, formata nel 2020, tra Gebr-Heinemann e l’operatore specializzato casualfood. L’accordo relativo al travel retail nello scalo (che attualmente è gestito in house) partirà dal gennaio 2024 e prevede un rinnovamento dei brand, ma anche l’ampliamento con circa 1.200 metri quadrati di spazio in più. Smartseller è una jv creata appositamente per proporre i servizi negli scali di dimensione medio/piccola e sta già operando con successo in alcuni aeroporti tra cui Lubiana (in Slovenia), Lipsia e Munster, entrambe in Germania.

duty free world | by Kevin Rozario | London kevin_rozario@yahoo.com

TFWA BACK ON TRACK BUT WARNS OF INDUSTRY PITFALLS IL TFWA TORNA AI FASTI, MA EMERGE CAUTELA SULLE INSIDIE DEL SETTORE It was congratulations all round at the 38th Tax Free World Association (TFWA) World Exhibition & Conference which took place in Cannes at the beginning of October. The show space was sold-out and buyer/landlord numbers were up by 15% versus 2019 setting new records.

Solo complimenti, per la 38esima edizione del Tax Free World Association (TFWA) World Exhibition & Conference, che si è svolta a Cannes all’inizio di ottobre. Lo spazio espositivo era sold-out e il numero di buyer/landlord è stato del 15% più alto rispetto al 2019, toccando così nuovi record per la manifestazione.

The atmosphere at the event was very upbeat after the doom and gloom of the Covid pandemic. “We thought that the mood was great in 2022, but the atmosphere this year reached another level,” said Erik Juul-Mortensen, President of TFWA. “It is particularly gratifying to be able to welcome delegates from all parts of the world again.”

L’atmosfera durante l’evento è stata euforica, dopo il period grigio della pandemia. “Pensavamo che il clima fosse positivo già nel 2022, ma quest’anno abbiamo toccata un livello superior” ha dichiarato Erik Juul-Mortensen, presidente di TFWA. “È particolarmente gratificante poter accogliere di nuovo delegati provenienti da tutte le parti del mondo”.

Last year, attendees from the important Asia-Pacific region were sparse but their numbers were boosted in 2023. Nevertheless, overall visitor numbers are yet to match those from 2019, with 7,385 this year compared to 7,531 in 2019.

Barajas accoglie la gdo con Lidl

MADRID – Un punto vendita del noto discount Lidl sta per essere aperto nel principale aeroporto della capitale spagnola, Barajas. È la prima volta che un marchio di supermercati apre un punto vendita all’interno di un aeroporto spagnolo, ma in Europa ci sono già numerosi esempi del genere tra cui Amsterdam, Monaco e Copenaghen. Il negozio Lidl a Madrid si estenderà su circa 6.000 metri quadrati di superficie di vendita (più altri per logistica/magazzino) e il valore del contratto, stando alla gara della società di gestione, è di circa 14 milioni di euro. Lidl ha battute le offerte dei concorrenti Aldi e Ahorramas. L’apertura è prevista entro 36 mesi dalla chiusura del contratto e l’accordo parte con una durata trentennale.

A total of 450 exhibiting companies showcasing their products and services across 25,212 square meters of exhibition space led by the beauty category and followed by wine and spirits. According to the organiser, the show hosted larger stands than in previous years.

L’anno scorso, i partecipanti provenienti dalla regione strategica dell’Asia-Pacifico erano scarsi, ma il loro numero è aumentato nel 2023. Tuttavia, il numero complessivo di visitatori non è ancora pari a quello del 2019, con 7.385 quest’anno rispetto a 7.531. Un totale di 450 aziende espositrici, che hanno presentato i loro prodotti e servizi su 25.212 metri quadrati di spazio espositivo, guidate dalla categoria beauty e seguite da vino e liquori. Secondo l’organizzazione, la fiera ha ospitato stand più grandi rispetto agli anni precedenti.

But it wasn’t all backslapping. At the firstday conference, Juul-Mortensen warned that the duty-free industry was lacking credible data in a post-pandemic world where buyer behaviour has changed. He said: “I cannot think of any other sector that doesn’t have reliable data. The ETRC Index is a model that we need in each region, and it’s only made possible by data from retailers.

Ma in realtà, non sono state solo “pacche sulle spalle”. Alla conferenza del primo giorno, Juul-Mortensen ha avvertito che l’industria duty-free manca di dati credibili in un mondo post-pandemia in cui il comportamento degli acquirenti è cambiato. “Non riesco a pensare a nessun altro settore che non abbia dati affidabili. L’indice ETRC è un modello di cui abbiamo bisogno in ogni regione ed è possibile solo tramite dati condivisi dai retailer” ha affermato.

“Surely we should be able to agree to some parameters for sharing industry data at global and regional levels. If it can’t be this year’s data because of competition concerns, then let’s agree to provide data at region, channel, and category level with a three-year lag”.

“Sicuramente dovremmo concordare alcuni parametri circa i dati da condividere sia a livello globale, sia regionale. Se non possono essere i dati di quest’anno, per paura della concorrenza, allora accettiamo di fornire dati a livello di regione, canale e categoria su un period di tre anni”.

He also revealed details of a new report from management consulting firm Kearney titled Travel Retail Faces Its Moment of Truth that did not paint the best picture. While ‘revenge spending’ pushed up per-head spends during the Covid years, it didn’t last. According to the study, spend per traveller in 2022 slipped below that of 2019 and also below the average for 20092018. This is definitely a trend that needs reversing.

Juul-Mortensen ha anche rivelato i dettagli di un nuovo report della società di consulenza Kearney intitolato Travel Retail Faces Its Moment of Truth che in effetti non ha dipinto un quadro roseo. Sebbene il cosiddetto revenge spending abbia fatto lievitare la spesa pro capite, durante gli anni del Covid, questo effetto non è durato in seguito. Secondo lo studio, la spesa per viaggiatore nel 2022 è scesa al di sotto di quella del 2019 e anche al di sotto della media del 2009-2018. Questa è sicuramente una tendenza che deve essere invertita.

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NEWS | International

New Travel Markets | a cura di Luca Esposito luca.esposito@layline-consulting.it

FRANCHISING, SEMPRE PIÙ OPPORTUNITÀ IN ASIA Dopo il boom in termini di presenze all’International Licensing & Franchising Show 2023, tenutosi ad Hong Kong nello scorso aprile, il Franchising & Licensing Asia (FLAsia) 2023, tenutosi a Singapore in agosto, ha anch’esso suscitato grande soddisfazione per gli operatori, interessati ad entrare in contatto con gli oltre 250 marchi pronti a livello globale e desiderosi di svilupparsi in Asia Pacifico. Questi risultati positivi riflettono la notevole crescita che l’industria del franchising sta vivendo in Asia negli ultimi anni. Infatti, coadiuvato dalla crescente facilità nelle comunicazioni globali e dallo sviluppo tecnologico, il franchising internazionale sta diventando una tendenza chiave in Asia a causa della crescita continua della classe di reddito medio che crea consumatori con maggiori disponibilità economiche, sempre più alla ricerca di servizi di maggiore qualità. Oltre a quello del retail, settori come il food & beverage, l’istruzione e la cura della persona offrono un alto potenziale al suo sviluppo. Questo fenomeno abbraccia tutti i principali paesi. Ad Hong Kong, dagli anni ’70, da quando cioè McDonald’s e KFC hanno iniziato ad aprire i primi ristoranti, il mercato del franchising si è sviluppato costantemente e non solo attraverso i big internazionali come Pizza Hut, 7-Eleven, Subway, Starbucks, Five Guys e QB House, ma anche grazie ad operatori di dimensioni più contenute, basti pensare che il 44% dei brand in franchising è straniero. In termini di mix per settore, il food & beverage è predominante (43%) rispetto al retail (20%) ma si assiste ad una continua crescita del settore dei servizi commerciali (37%). Quest’ultimo comprende le lavanderie o i servizi di mini-stoccaggio con operatori locali emergenti quali rispettivamente Quality Dryclean e StoreFriendly Self Storage, ma soprattutto il fitness. Oltre alle palestre di grandi dimensioni, i consumatori mostrano forte interesse anche ai marchi specializzati, come ad esempio nella boxe, nel pilates e nello spinning. Al riguardo, F45 Training, un franchising australiano specializzato in allenamenti di gruppo ad alta intensità, ha ora circa 150 palestre in franchising in Asia, tra cui Hong Kong, Cina, Corea del Sud, paesi ASEAN e India. Altri esempi di franchising di fitness con presenza in Asia sono Anytime Fitness, Snap Fitness e Orangetheory Fitness. Nel settore retail, alcuni operatori locali hanno varcato i confini per accrescere il proprio sviluppo. È il

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caso, ad esempio, di Chow Tai Fook Jewellery con circa 6.000 punti vendita nella Cina continentale. Esistono poi aziende locali di grosse dimensioni con grande esperienza nella gestione del franchising, ad esempio Dairy Farm Group, che vengono preferite come master franchising dai grossi marchi internazionali, come Ikea, 7-Eleven e Starbucks. Allo stesso modo, in Cina, secondo la China Chain Store & Franchise Association (CCFA), le vendite totali dei primi 100 franchising del Paese hanno superato i 600 miliardi di RMB con un numero totale di negozi di circa 366.000. Con classe media in crescita e la popolazione urbana in espansione, il paese può essere considerato ancora il principale mercato potenziale per il franchising internazionale, seppur con le difficoltà rappresentate dalla ricerca di affiliati qualificati e dalla competizione crescente coi marchi locali, argomento che ci promettiamo di affrontare in futuro. Infine, anche nel sud-est asiatico, il franchising è un modello di business molto popolare, spinto, come già detto, dall’aumento dei redditi disponibili e dall’evoluzione delle preferenze dei consumatori. Alcuni paesi emergenti che stanno vivendo una rapida crescita economica, offrono un potenziale di sviluppo in tal senso ancora inespresso, come l’ Indonesia, le Filippine ed il Vietnam, quest’ultimo da solo ha visto l’ingresso negli ultimi anni di 262 brand internazionali in franchising, tra cui la catena americana di fast food Popeyes e il minimarket giapponese Family Mart. Chiaramente, con Singapore che, rimanendo protagonista negli studi di riferimento come il rapporto Ease of Doing Business della World Bank Group, funge da trampolino naturale di lancio e hub della regione. Il settore food & beverage rimane quello predominante ma, anche in questo caso, l’istruzione, il fitness e il benessere stanno guadagnato terreno.


NEWS | International

Pret A Manger punta a 300 negozi negli Stati Uniti entro il 2029 La catena britannica Pret a Manger, che attualmente conta circa 58 locali negli Stati Uniti, punta a 300 negozi negli USA entro il 2029. Per accelerare la crescita, Pret ha stretto una partnership con l’attuale affiliato Dallas International al quale è affidato il controllo operativo di circa 50 negozi Pret a New York, Pennsylvania e Washington, DC, e i diritti esclusivi per aprire nuovi negozi in questi mercati. Dallas, da parte sua, intende ristrutturare alcuni store e collaborare con Pret per lo sviluppo di nuovi format, compresi i drive-thru. Il gruppo ha inoltre annunciato l’apertura di almeno 10 nuovi store sulla costa orientale entro il 2026. Pret, ad oggi, conta più di 600 store in 15 Paesi. “Abbiamo assistito a una crescita significativa in Europa e in Asia e questo ha consentito a Pret di anticipare il suo obiettivo di raddoppiare le dimensioni dell’azienda entro il 2026. Non vediamo l’ora di replicare questi risultati anche negli Stati Uniti, grazie alla partnership con Dallas International” ha affermato Pano Christou, CEO di Pret A Manger.

Le Galeries Lafayette lasciano Berlino, il gruppo accelera in Asia Dopo 28 anni di attività, Galeries Lafayette chiuderà lo store di Berlino in Friedrichstrasse. L’insegna francese ha deciso di abbandonare la capitale tedesca approfittando della scadenza del contratto prevista per la fine del 2024. Secondo quando è riportato dalla stampa locale, le Galeries Lafayette attribuiscono la decisione al cambiamento delle abitudini dei consumatori in Germania e ai grandi cambiamenti nel retail in Germania. L’edificio è stato una delle prime filiali ad aprire fuori dalla Francia. Oltre alla Francia, attualmente la catena ha ancora negozi a Pechino, Doha, Dubai, Giakarta, Lussemburgo, Shanghai e (da luglio) sbarcherà anche a Shenzhen. Entro il 2025, infatti, la catena di negozi si espanderà ulteriormente in Cina e Medio Oriente, dove ha spostato il suo focus. Probabilmente, al posto del celebre department store berlinese (che occupa una superficie di oltre 8.000 mq) arriverà la Biblioteca Centrale di Berlino.

Paul & Shark sbarca in Regent Street e prepara nuovi flasghip verso Est

Annunciata prima del Covid, è finalmente arrivata l’apertura del monomarca di Paul & Shark a Londra, nel cuore di Regent Street. Per il marchio italiano si tratta ora del primo negozio nel Regno Unito, su una rete di circa 400 store nel mondo fra diretti, in franchising e in store. Il negozio londinese (foto tratta dal canale Linkedin della società), su due piani per 240 metri quadrati di superficie, è stato costruito secondo gli ultimi dettami impressi dal marchio, ispirati all’efficienza energetica e al riuso, che hanno caratterizzato anche il restyling della boutique milanese di via Montenapoleone. Secondo l’azienda - proprietà di Dama spa, con al timone Andrea Dini come amministratore delegato - almeno l’80% dei materiali utilizzati proviene dal riciclo. Il brand proseguirà nell’espansione all’estero e sono in programma altri monomarca, di cui almeno altri cinque in Cina e due in India. La società aveva chiuso il 2022 con circa 150 milioni di euro di ricavi e il 2023 starebbe procedendo con una crescita almeno del 10%.

Pepco Group chiude l’anno a doppia cifra (+17,7%) e “rallenta” l’espansione retail Nel corso dell’anno fiscale, chiuso il 30 settembre 2023, Pepco Group ha registrato un aumento del fatturato a + 17,7% raggiungendo la cifra record di 5.649 milioni di euro su base valutaria costante. I numeri positivi arrivano da una forte crescita del 24,8% per il marchio Pepco e dell’8,4% per Poundland. Mentre i ricavi nel quarto trimestre sono aumentati del 12,5% su base annua, i ricavi del gruppo su base comparabile nel periodo sono rimasti stabili, ma in crescita del 6% nell’intero anno. Il margine Ebtidta, previsionale, si dovrebbe attestare a 750 milioni di euro, rispetto ai 731 del 2022, toccando il livello più alto di sempre. Considerato il contesto difficile in cui opera il Gruppo, soprattutto nell’Europa Centrale e Orientale, Pepco ha annunciato che rallenterà l’espansione retail per concentrarsi sulla ricostruzione della redditività. Il prossimo anno aprirà circa 400 nuovi negozi, in calo rispetto ai 668 del 2022/23. pag. 59 | retail&food | Novembre 2023


NEWS | International

Toy R Us annuncia il suo ritorno negli USA, aprirà anche in aeroporti e navi da crociera

La catena di giocattoli Toys R Us sta programmando un ritorno negli Stati Uniti. Il piano prevede di espandere la rete fisica con 24 nuovi negozi monomarca e un lancio negli aeroporti e sulle navi da crociera. La società madre del retailer, WHP Global ha definito il nuovo progetto di espansione “Air, Land and Sea”. Toys R Us aprirà 24 flagship store in “prime cities” già nel 2024 in collaborazione con Go! Retail Group. Lo sbarco nel travel inizierà, invece, già a novembre 2023, in tempo per le festività natalizie, nel Terminal A dell’aeroporto internazionale di Dallas/Fort Worth. Toys R Us ha dichiarato fallimento nel 2017. All’epoca, l’azienda gestiva quasi 1.700 negozi. Il marchio ha ripreso le aperture nel 2021. Attualmente il retailer di giocattoli conta oltre 1.400 negozi in 31 paesi.

Il brand Next continua a fare shopping e rileva anche il retailer FatFace

Il marchio di abbigliamento britannico Next ha rilevato il retailer FatFace per 115,2 milioni di sterline (circa 133 milioni di euro). Il closing dovrebbe avvenire nelle prossime settimane. Next deterrà il 97% del capitale, mentre FatFace conserverà il 3% dell’azienda. FatFace, con sede nell’Hampshire, “manterrà la propria autonomia gestionale e indipendenza creativa” e Will Crumbie continuerà a guidare l’azienda. L’insegna conta oltre 200 negozi nel Regno Unito e in Irlanda, oltre ad alcuni store negli Stati Uniti e in Canada. Next, presente in oltre 70 Paesi, nel corso del 2023 ha rilevato il marchio Cath Kidston e aumentato (al 72%) la sua partecipazione nella catena fashion Reiss. Nel 2022, il gruppo ha acquisito il rivenditore di moda Joules, il furniture brand Made.com e una quota di minoranza nel player del kidswear JoJo Maman BéBé.

Il fondo Apollo acquisisce il proprietario di wagamama (TRG), il deal vale 500 milioni di sterline

Il fondo americano Apollo ha lanciato un’offerta per l’acquisto di The Restaurant Group, proprietario della catena di ristorazione asiatica Wagamama. Il valore dell’acquisizione è di 506 milioni di sterline. La finalizzazione dell’operazione è prevista all’inizio del 2024. TRG gestisce circa 400 tra ristoranti e pub nel mondo. Il suo principale brand è la catena Wagamama. Il gruppo ha registrato nel 2022 una perdita di 86,8 milioni di sterline in aumento dal rosso di 35,2 milioni del 2021, con un fatturato di 883 milioni da 636 milioni. Il mese scorso, il gruppo ha ceduto le insegne Frankie and Benny’s e Chiquito al gruppo Big Table, proprietario del Cafe Rouge. Wagamama ha esordito in Italia nel 2017 e oggi conta 10 locali (tra centri urbani, centri commerciali, otlet e travel). Il brand ha da poco aperto il secondo ristorante a Roma, alla Stazione Termini, negli spazi dell’Ala Mazzoniana, accessibile sia dall’interno, sia dall’esterno della stazione. Le aperture in Italia sono guidate dal gruppo Chef Express e Percassi.

È scontro tra i franchisee di McDonald’s in Medio Oriente, la “casa madre” non prende posizione

La guerra in Medio Oriente infiamma anche i franchisee di McDonald’s presenti sul territorio. In Israele, un operatore locale della catena di fast food ha offerto sconti a soldati e forze di sicurezza israeliane distribuendo oltre 100.000 pasti gratuiti. Alcuni affiliati della stessa area si sono affrettati a prendere le distanze, dicendo di non avere nulla a che fare con questa scelta. Alcuni di questi hanno avviato, al contrario, campagne di donazioni in supporto alle popolazioni palestinesi. In seguito a queste vicende, diversi ristoranti della catena in Turchia, Libano ed Egitto sono stati vandalizzati. Come sottolineato dalla CNN, i locali sono gestiti in licenza e assumono decisioni separatamente dall’azienda, ma i clienti potrebbero non essere consapevoli di questa distinzione, attribuendo queste scelte alla casa-madre USA. La McDonald’s Corporation non ha preso posizione a riguardo, dichiarando che la priorità dell’azienda è semplicemente quella di garantire la sicurezza dei suoi team nelle aree del conflitto.

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PRODOTTI E FORNITORI

retail&food con Amani per garantire casa, scuola, salute e supporto ai bambini, alle bambine e alle famiglie che vivono in strada a Nairobi, in Kenya, e Lusaka, in Zambia. YOUTH è il calendario di Amani 2024: tredici magnifici scatti del fotogiornalista Luca Catalano Gonzaga. Immagini di una gioventù che, nonostante tutto e tutti, si ostina ad esistere, trasudando vita e chiedendo futuro.

Per ricevere questo calendario Associazione Amani Onlus Via Tortona 86, 20144 Milano tel. +39 02 48951149 bottega@amaniforafrica.it www.amaniforafrica.it

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PRODOTTI E FORNITORI

Si diffonde l’antitaccheggio intelligente di Veesion

Liu Jo allestisce i negozi con la realtà virtuale di TeamViewer Liu Jo ha scelto il servizio di TeamViewer Frontline xAssist per gestire l’allestimento dei negozi con la realtà virtuale. Il brand, che opera in un contesto internazionale, già utilizzava alcune soluzioni TeamViewer. Liu Jo si trovava di fronte ad alcune necessità: ottimizzare gli interventi in presenza presso gli store da parte della casa madre e soprattutto dei visual; diminuire i viaggi; avere un presidio continuo delle attività che possono essere svolte nei punti vendita, al di là delle visite in presenza periodiche. A fronte di ciò è sorto questo progetto di impiego della realtà virtuale. Grazie all’interazione e allo scambio in tempo reale di informazioni con la persona on-site che si occupa dell’allestimento, la casa madre riesce ad esercitare un ruolo sui negozi molto più efficiente e puntuale, garantendo al contempo il completo rispetto delle policy dell’utilizzo del brand.

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Si diffondono anche sul nostro mercato le soluzioni digitali anti taccheggio di Veesion, azienda francese lanciata nel 2021 e che, già oggi, protegge circa duemila punti vendita in 20 Paesi. Veesion si propone con un funzionamento semplice. Il software si collega al sistema di videosorveglianza già presente in negozio. Quando rileva un furto, invia una notifica ai dispositivi abilitati (pc, tablet e cellulari) in possesso delle guardie di sicurezza. La tecnologia ad “apprendimento continuo” memorizza gesti e situazioni anomali man mano che si verificano, così da migliorare le prestazioni costantemente. Veesion non identifica i tratti sensibili a livello di privacy (volto, altezza…) ma solo i gesti sospetti. La società conta di chiudere il 2023 con almeno 600 negozi serviti nel nostro Paese.

Augusto Contract firma due store Myke Burger & Bowl Augusto Contract, general contractor che opera specialmente con i settori hospitality e foodservice, ha firmato insieme ad Antitetico l’arredamento dei due nuovi punti vendita di Myke Burger & Bowl, concept innovativo che abbina la salubrità del cibo al servizio in stile fast food. I due punti vendita sono stati inaugurati in estate al centro commerciale Le Due Torri di Stezzano (Bg) e al Centro Sarca di Sesto San Giovanni. Entrambi godono del banco costruito con la modalità Pop Up cafè, brevettata da Augusto Contract, che permette diverse configurazioni sia per spazi temporanei sia permanenti, grazie agli elementi modulabili di cui è formato. Gli arredi sono colorati, realizzati in materiali ecosostenibili, in modo particolare grazie all’utilizzo di legno certificato Fsc. Questi due progetti vanno ad aggiungersi al portafoglio di realizzazioni di Augusto Contract, che conta già oltre 200 punti tra negozi e hotellerie.


PRODOTTI E FORNITORI

Vestaboard, il messaging display a regola d’arte Vestaboard propone alla ristorazione e all’hospitality un display di messaggeria brevettato, composto dalla bellezza di 132 caselle, abbinate a oltre 8mila alette che si muovono, in modo da creare una piacevole combinazione tra vista e udito. Ogni casella permette di scegliere tra 64 caratteri diversi e le scritte possono essere immesse e gestite facilmente da remoto, tramite una app. Questo prodotto è stato presentato per la prima volta in Italia nel corso della recente fiera Host. Negli Stati Uniti, dove viene commercializzato dal 2021, ha già creato una sorta di community da quasi 10mila proprietari. Il display misura 1,046 metri di lunghezza, 56,1 di altezza e occupa appena una profondità di 81,5 millimetri. Dunque si caratterizza per una dimensione media che rende leggibile la scritta, ma permette un uso versatile e non troppo ingombrante in bar, ristoranti, negozi e alberghi.

Anche in Italia la piattaforma iF Returns per gestire i resi If Returns è una piattaforma SaaS che aiuta i negozianti a ridurre i rimborsi degli acquisti online, trasformandoli in cambi e nuove vendite. Già utilizzata da oltre 300 brand in Spagna e Portogallo, la società sta lanciando il suo servizio in Italia. Il succo della proposta consiste nell’offrire al consumatore altre alternative, che non siano la semplice richiesta di reso, per lo più diffusa nel settore fashion. Le principali sono il cambio con un altro prodotto o la generazione di store credit. Oltre a questo, attraverso la collaborazione con più di 50 corrieri a livello globale, il sistema favorisce l’utilizzo dei punti di ritiro, al posto del ritiro a domicilio. Sono tutte misure che producono un duplice vantaggio, ossia il recupero di valore per il brand e la riduzione degli sprechi e dell’inquinamento. Secondo dati diffusi dall’azienda, infatti, le merci restituite coprono addirittura una quota del 20% sul totale delle vendite in Italia effettuate a distanza. La piattaforma è personalizzabile con centinaia di configurazioni.

Emplate crea la app ufficiale di Maximall Pompeii Irgen Retail Management ha affidato a Emplate lo sviluppo della futura app ufficiale di Maximall Pompeii, il centro commerciale campano che, secondo l’ultimo aggiornamento di calendario, dovrebbe essere terminato nell’autunno del 2024. L’applicazione offrirà agli utenti una serie di servizi tra cui un programma di loyalty, offerte specializzate, agevolazioni sul parcheggio e persino la prenotazione di hotel. “Vogliamo che l’esperienza di Maximall Pompeii cominci ancor prima di recarsi al centro commerciale e che non finisca all’uscita” ha spiegato Felicita Merlino, responsabile marketing del gruppo Irgen. Emplate è uno sviluppatore di app danese, attivo in tutta Europa e specializzato nel retail, con all’attivo diverse esperienze di collaborazione per lo più con centri commerciali del Nord e dell’Est del continente.

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CAMBI DI POLTRONA

TOMMASO BRUSÒ Ceo di Eataly Nord America Tommaso Brusò è il nuovo amministratore delegato di Eataly North America. Brusò è un manager con all’attivo almeno due decenni di carriera nel retail, con molto tempo speso negli Stati Uniti, a partire dagli esordi in Benetton Group. In seguito ha lavorato per Fedon, Furla, Diesel, ancora Benetton. Dal 2021 al 2023 è stato presidente per l’Italia di Kiabi e per breve tempo Ceo di Colorful Standard. “Sono onorato di entrare a far parte di Eataly. Vivendo a New York da molti anni, sono sempre stato un grande fan di questo marchio. Il cibo, insieme alla moda, sono specialità italiane riconosciute a livello globale e credo che la mia significativa esperienza nel settore della moda darà un forte contributo per portare il marchio Eataly a un livello superiore” ha commentato lo stesso Brusò.

MASSIMILIANO ROSSI Head of Capital Advisors di Cbre Italy

Massimiliano Rossi è stato nominato Head of capital advisors di Cbre Italy, parte del team di Capital markets guidato da Silvia Gandellini. Rossi avrà il compito di offrire ai clienti una consulenza finanziaria a 360 gradi e un supporto per accedere a strumenti di equity e debito facendo leva sul network globale di Cbre. Con oltre 25 anni di esperienza nel settore bancario e finanziario a livello nazionale e internazionale, Rossi vanta un solido track record nell’avviamento e nella gestione di attività bancarie nel Commercial Real Estate, Leasing, Corporate e Investment Banking. Prima di entrare in Cbre, aveva speso oltre 18 anni presso il gruppo bancario ING, con ruoli di crescente importanza. pag. 64 | retail&food | Novembre 2023

AN CLAES Vp Supply Chain Opeations Emea di VF Corporation

MARCO PIARULLI Amministratore delegato Green Pea

An Claes è la nuova Vice president, Supply chains operations per l’area Emea di Vf Corporation, il colosso del fashion sportivo che comprende marchi come Vans, Timberland, The North Face. Claes prende il posto di Stuart Pond. La manager vanta una lunga esperienza internazionale, iniziata in Accenture e proseguita in Nike e in Johnson&Johnson, dove era senior Vp per le “Deliver operations” prima di passare in Vf Corp. “Il suo track record, unito alle doti di leadership e all’impegno verso innovazione, sostenibilità e diversità, fanno di An una scelta eccellente per questo ruolo” ha commentato Martino Scabbia Guerrini, Executive Vp e presidente di Vf per Emea, Apac e brand emergenti.

Marco Piarulli è stato nominato amministratore delegato di Green Pea, il progetto imprenditoriale lanciato da Oscar Farinetti a fine 2020, che si è presentato come primo mercato dedicato al sostenibile e al riciclo. Green Pea ha sede a Torino. Fino a questo momento lo sviluppo di Green Pea era affidato a Francesco Farinetti, che resta in azienda come presidente esecutivo. Piarulli, 34enne, ingegnere laureato al Politecnico di Torino, aveva lavorato per oltre dieci anni in Eataly fino all’ottobre del 2022, anno in cui ricopriva il ruolo di Head per l’eCommerce nell’area Emea. Dopo un breve passaggio in Mediaworld, a capo della Sostenibilità, ritorno ora sotto l’ombrello di casa Farinetti (mentre Eataly è oggi controllata da Investindustrial).

ALFIO SCHIATTI Chief Commercial Officer di Fattorie Garofalo

UMBERTO TRUSSONI Chief Investment Officer di Klépierre

Alfio Schiatti è il nuovo Chief commercial officer di Fattorie Garofalo. Schiatti, con esperienza trentennale nell’industria alimentare italiana, avrà il compito di guidare l’intera divisione commerciale del marchio campano, per i mercati business e consumer nazionali ed esteri. Milanese di nascita ma napoletano di adozione, il manager arriva in Fattorie Garofalo dopo aver ricoperto per 10 anni l’analogo ruolo in Fresystem, azienda specializzata nella produzione e commercializzazione di gastronomia italiana surgelata. In precedenza, Schiatti ha maturato un’esperienza ventennale in Bonduelle Italia, dove negli anni ha ricoperto i ruoli di direttore generale, direttore commerciale e marketing.

Umberto Trussoni è il nuovo Chief investment officer di Klépierre. Trussoni, già in azienda dal 2018, ha ricoperto prima l’incarico di capo dell’asset management e poi quello di Chief financial officer. Nel nuovo ruolo, riporterà direttamente al presidente del board esecutivo ed entra a far parte dell’Executive Committee di gruppo. Trussoni ha iniziato la sua carriera in Morgan Stanley nel 2006 dove ha lavorato a diverse transazioni per i fondi MSREF, per poi entrare in Quantum Global nel 2012 con l’obiettivo di implementare la strategia di hospitality in Africa, mentre nel 2016 era passato a Fosun in qualità di Executive director. È laureato all’Università Bocconi.


NOVITÁ


AREAS Italia PAUL ROMA TERMINI PAUL MILANO CENTRALE Opening Soon La storica catena di bakery francese PAUL ha aperto il suo primo locale in Italia, presso la Terrazza della Stazione Roma Termini, in collaborazione con Areas. Il concept del locale e l’arredamento si rifanno l’iconico stile PAUL che caratterizza il brand sin dal 1889. PAUL rappresenta il meglio della tradizione della boulangerie e patisserie francese, con tutti i prodotti più identificativi della cultura transalpina come pain au chocolat, eclair e baguettes.

it.areas.com


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