retail&food
TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL
Anno 8 • Numero 10 • OTTOBRE 2013 • e 5,00
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Storie col segno +
Edutainment e Multiplex: avanti tutta! Parola di Beppe Costa, The Space Cinema, UCI...
Analisi mercato
Sicurezza & Co
Taglio nastro
Città Sant’Angelo
Speciale
Foodservice Usa
NEWS PRIMAE NOCTIS MONOPOLI, SIETE CIRCONDATI… ARRENDETEVI!
L'OPINIONE
LA MODERNITÀ DEL FARE FRONTE COMUNE
Fare impresa oggi è più difficile di quanto lo fosse 25 anni fa, quando ho iniziato io; ciò non toglie che creda che come sistema Paese si possano e si debbano ritrovare entusiasmo, energie e risorse per un rilancio culturale ed economico solido e duraturo. Vedo la necessità di una mobilitazione, a livello nazionale, che veda allineate verso un obiettivo comune tutte le forze sociali in campo; per esempio, in Provincia di La Spezia, coordinando Confesercenti, Confcommercio, CNA e Confartigianato, abbiamo creato un sistema di credito agevolato, una rete di fidi come consorzio d’impresa. Vorrei banche che riscoprissero il rapporto con il territorio, dando, com’era una volta, al direttore di filiale gli strumenti e la responsabilità per stabilire l’erogazione del credito, così come una semplificazione delle procedure burocratiche, che alleggerirebbe i conti delle imprese liberando energie produttive: ancor oggi i tempi dell’Amministrazione sono più lunghi di quelli dell’economia reale. Lavorando molto nei centri commerciali ho maturato la convinzione che i centri storici dovrebbero mutuarne i modelli di gestione. A Londra, ad esempio, le strade sono il regno del merchandising, con la figura del landlord responsabile di “gestire” l’offerta merceologica delle singole arterie. Anche da noi servirebbero consorzi di operatori che si muovano in modo coordinato, beneficiando della straordinaria bellezza dei centri storici, con professionisti che gestiscano attività comuni di entertainment. In questo modo il singolo commerciante sosterrebbe, insieme ai colleghi, costi per veicolare un unico, coerente messaggio verso l’esterno. La rete si potrebbe quindi ampliare, garantendo, col supporto delle municipalità, attività culturali e servizi per le famiglie. Non ci manca la qualità, ma la qualità del fare assieme.
Editoriale
Nell’immobilismo italico è facile adagiarsi sugli… adagi. Un esempio? Il gattopardesco “cambiare tutto per non cambiare nulla” che da decenni pare adattarsi a qualunque ambito della vita pubblica. Ma per fortuna la realtà supera la fantasia e talvolta brucia anche i monopoli, o le tradizioni polverose e sterili. Prendiamo il – ben poco mobile – settore dei trasporti: negli ultimi 10 anni abbiamo assistito al crollo delle compagnie di bandiera, grazie al trionfo di quelle low cost; alla nascita dell’alta velocità ferroviaria, operata da aziende pubbliche e private e, dulcis in fundo, pare stia girando il vento anche per i taxi. Lo scontro con la corporazione degli autisti di taxi, forte di alcune legittime posizioni (la licenza pagata a caro prezzo, chi la rimborsa?), ha sempre visto soccombere l’azione legislativa e la libera iniziativa. Ora succede che nel giro di poche settimane, a Milano, si siano affacciati due servizi ipertecnologici (basati su app, web e gps) che, di fatto, hanno creato nuove formule di trasporto pubblico/privato: una Uber, americana, più tradizionale (con conducente), finanziata da Google. L’altra Car2Go, tedesca, basata sull’idea del car sharing, spinta da Daimler (Mercedes) e basata su una rete, crescente, di centinaia di Smart sparse per la città. Un cambiamento silenzioso, privato, anti-burocratico ma efficiente. Un’ennesima, piccola dimostrazione che, fortunatamente, cambiare è possibile. Anche in Italia. Anche nei settori più chiusi e complessi.
Alessandro Ravecca, presidente Cibiamo Group
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Anno 8 numero 10 ottobre 2013 Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Claudio Francesco Merlo - claudio.merlo@edifis.it Massimo Andreis - massimo.andreis@edifis.it Hanno collaborato
Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Giuseppe Bonomi, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Stefano Gardini, Paolo Prota Giurleo, Massimo Guacci, Antonio Intiglietta, David Jarach, Paolo Lombardi, Filippo Maffioli, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Dante Marro, David Montorsi, Giorgio Moroni, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Enrico Pazzali, POLI.design, Alessio Quaranta, Mario Resca, Leopoldo Resta, Vito Riggio, Kevin Rozario, Paolo Simioni, Vittorio Valenza Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Segreteria Antonella Ferraraccio Pubblicità dircom@edifis.it Progetto grafico e impaginazione Quality A&M Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. Via Milano 3/5 – 20068 Peschiera Borromeo (MI) Redazione Viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano - Italy Prezzo di una copia _ 5,00 – Arretrati _ 10,00 Abbonamento Italia: _ 50,00 Europa: _ 90,00 Resto del mondo: _ 110,00 Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 15972 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna, 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima.
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SOMMARIO
n° 10 ottobre 2013 24
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NEWS PRIMAE NOCTIS Monopoli, siete circondati… arrendetevi!
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L'OPINIONE di Alessandro Ravecca La modernità del fare fronte comune
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R&F NEWS
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DOSSIER AEROPORTI Genova: lasciate che nuovi soci vengano a me Il futuro del Cristoforo Colombo passa per un progetto avanzato d’intermodalità e per l’avviamento dei cantieri del tanto ritardato potenziamento dello scalo. Ora manca (solo) un nuovo assetto proprietario
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MULTISALA È di scena la ripresa Dopo un biennio di contrazione, il box office torna a sorridere: nei primi otto mesi del 2013 il mercato italiano del cinema è aumentato del 4,3%. Ma i ricavi dei retailer non arrivano più solo dal botteghino: crescono food e altre attività di marketing
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PAROLA DI... BEPPE COSTA Costa Edutainment: nel mirino altre acquisizioni e partecipazioni nei beni culturali
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SPECIALE FOODSERVICE USA I primi (cento) della classe
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R&F NEWS OPENING
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INDICE R&F Gonfie vele per il lusso accessibile e per il retail
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OSSERVATORIO PREZZI Listini in alta definizione A differenza che in altri contesti dove è il centesimo a fare la differenza, sono significative le forchette di costo dei prodotti food&beverage offerti dai cinema italiani, con una sala “indipendente” di Milano a battere la concorrenza di alcuni multiplex meneghini e romani
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STAR TREK FOOD Destinazione Princi
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MYSTERY IN SHOP Trader Joe’s Wine Shop conquista la Grande Mela
TAGLIO NASTRO Città Sant’Angelo Village, ora è Fashionable Outlet Il rilancio della struttura commerciale nei pressi di Pescara è culminato con l’inaugurazione a giugno della prima parte della Fase 2. L’ingresso di Cbre nella gestione, avvenuto a inizio 2012, ha portato al consolidamento dell’offerta, arrivata a 80 negozi. Il rinnovo ha coinvolto anche il claim
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50 ANALISI DI MERCATO Sicurezza & hi-tech: infinite applicazioni a portata di mano Premesso che la sicurezza nelle strutture commerciali vede al centro la persona, i retailer investono sempre di più in soluzioni che diminuiscano i furti, i quali incidono dallo 0,5 al 3 per cento sui fatturati. Determinante, su questo fronte, è lo sviluppo tecnologico, che corre verso soluzioni mobile e multifunzione
LONG LIFE Freccia Rossa, precursore dei tempi Inaugurato a Brescia nel 2008, il Freccia Rossa rappresenta in Italia uno dei primi centri commerciali situati in contesto cittadino, nonché un importante esempio di riqualificazione urbanistica. L'offerta, con un piccolo ipermercato e una ricca selezione di ristorazione e intrattenimento, funge da benchmark per i nuovi progetti
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CRISI & FOOD, RIFLESSIONI DI FINE ANNO Gdo: AAA cercasi ripresa Nella grande distribuzione c’è chi migliora le proprie performance, come Esselunga e Gruppo Selex. Tuttavia dal “Rapporto Coop, consumi e distribuzione 2013” emerge un quadro di forte sofferenza per le famiglie, che congela i tiepidi segnali di ripresa estivi
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58 PROSSIMAMENTE Gli atout dell’affiliazione in fiera In cartello dall’8 all’11 novembre, il 28° Salone del Franchising di Milano si propone quale luogo di incontro ideale per gli operatori che utilizzano una formula anticiclica rispetto alla crisi generale MONOPOLI AEROPORTUALE Tra Regno di Sardegna e Repubblica di Venezia Save alla fine metterà le sue insegne su Verona (e Brescia), F2i ragionevolmente completerà il network del Nord Ovest con Genova: nel day after ciò che farà la differenza sarà avere idee chiare sui ruoli da attribuire alle singole controllate
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NEWS ARREDO
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NEWS TECNOLOGIA
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INTERNATIONAL
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LA FOTO
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LA PULCE NELL'ORECCHIO L’Italia vola con gli emiri dei cieli
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RUBRICHE STOCK OPTION 4 OBIETTIVO PERSONALE 5 RETAIL INNOVATION 360° 6 COSA OCCORRE PER SAPERE... 8 NEW MARKETS OUTLOOK 11 COMUNICAZIONE DI SERVIZIO 12 ABC FRANCHISING 14 MERCATI IN FIERA 72
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News
MERCATONE UNO, QUATTRO RESTYLING NEL 2013
Prosegue il progetto di rilancio delle rete di negozi per l’insegna di arredamento Mercatone Uno. Entro la fine dell’anno, infatti, saranno quattro i punti vendita freschi di restyling: quello di San Cesario (Lecce) è stato il primo a essere ammodernato, poi è stata la volta a settembre degli store a Trecate e a Palermo, mentre per il 10 di ottobre è prevista la riapertura a Noventa Padovana. Come sempre il tema base su cui verte il maxistore è “Tutto per la tua casa”: i vari reparti e le aree espositive proiettano il cliente in una shopping experience coinvolgente, grazie soprattutto a un’esposizione chiara delle varie categorie merceologiche, dando priorità ai prodotti appartenenti ai “mondi casa”.
DIXONS SACRIFICA UNIEURO?
Al di là della Manica si dà per certa un’uscita prossima ventura di UniEuro dal novero delle attività di Dixons Retail, al secondo tentativo di disimpegno dopo il mancato matrimonio con Expert. Secondo il quotidiano The Times, la catena italiana di elettronica rientra in un piano di dismissioni del gruppo britannico, dopo le cessioni della controllata turca e del portale di
KARTELL IN MEDIO ORIENTE CON CHALHOUB
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ccordo quinquennale tra Kartell e il gruppo Chalhoub per l’approdo nei mercati del Golfo: l’operatore arabo, specializzato dal 1966 nello sviluppo retail, nella distribuzione e nel marketing di marchi di lusso, forte di circa 400 vetrine commerciali in 14 mercati del Medio Oriente, si appresta ad individuare i partner più idonei per l’apertura di 12 flagship store nei mercati di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar,
Stock option BUY
Burger King E quota 100 sia! La catena americana di hamburger ha inaugurato a Bagno a Ripoli (FI) il suo centesimo ristorante italiano, superando una soglia significativa sia in termini di fatturato che psicologici. Un traguardo significativo raggiunto… polpetta dopo polpetta. e-commerce Pixmania, per liberarsi del quale ha dovuto riconoscere una buona uscita di 69 milioni di euro. «Si tratta di un business valido ma sottodimensionato. E al momento non siamo interessati ad acquisizioni internazionali», ha precisato alla stampa Seb James, ceo di Dixons Retail, che ha sottolineato inoltre come il mercato italiano sia diventato più complesso dopo la campagna acquisti di DPS, con l’acquisizione delle reti commerciali di Darty e FNAC.
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Oman e Iran, con la prospettiva di acquisire quindi concessioni per la grande distribuzione. Dal canto suo Kartell mira a quadruplicare il suo volume d’affari puntando sul comparto contract, sulle vendite al dettaglio e sull’aumento della brand awareness. L’obiettivo passa per un massiccio sviluppo nei mercati sensibili, a partire da quello cinese dove, dopo l’esordio a Pechino, mira a tagliare il nastro a 50 vetrine nell’arco di un quinquennio.•
Emirates La compagnia aerea degli EAU rompe il muro della cosiddetta Quinta Libertà che consente ad aerolinee straniere di fare tappa nei nostri aeroporti verso altre destinazioni. E il volo Dubai-Malpensa-NewYork promette bene (vedasi La Pulce a pag. 72) Lusso on line Secondo una recente indagine di Google e Ipsos, il 7% dei beni di lusso in Italia viene acquistato on line. I clienti spendono in media 905 euro per l’abbigliamento e sfiorano i 4.000 euro per gioielli e orologi. Mica male ‘sto web…
NEUTRAL
Autostrade Confimprese, in rappresentanza dei principali operatori di ristorazione autostradale, si schiera contro l’imminente, straordinaria, tornata di gare per l’assegnazione di aree di sosta (74). Partecipare a tutte le competizioni è impossibile, per chiunque. Forza ragazzi. Westfield Milan Il colosso australiano dei mega mall ha in cantiere da tempo un’apertura a Milano, ma i dettagli sfuggono ai più. Il centro dovrebbe essere simile a quelli aperti a Londra, per dimensione e qualità e aprire 2015-2016. Chi avesse novità batta un colpo. Leclerc «Divergenze inconciliabili» sono alla base della scelta di Conad (Italia), Clruyt (Belgio) e Coop (Svizzera), che hanno deciso di mollare i francesi di Leclerc, in vista di una prossima futura alleanza a livello europeo. In bocca al lupo.
SELL
Roberto Maroni Il Governatore è stato sconfitto dal Tar che ha bocciato la sua moratoria di sei mesi per l’apertura di medie-grandi superfici in Lombardia. Maroni non demorde e promette di andare avanti, ma Federdistribuzione è pronta a contrattaccare. Micam Si è chiusa a Milano la 76a edizione di Micam, fiera internazionale della calzatura e della pelletteria. 38.621 i visitatori, -6% rispetto all’edizione precedente. Ma è cresciuta dell’1% la presenza di operatori stranieri. Consoliamoci così. Serrande abbassate Secondo Confesercenti nei primi otto mesi del 2013 hanno aperto 18.209 nuovi negozi mentre ne sono stati chiusi 32.454. Il saldo è negativo per 14.245 unità. Cose da pazzi. O da poveri?
AUTOGRILL FA ROTTA SU MOSCA...
...E WDF SI PREPARA AL LISTING
A
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utogrill entra ufficialmente nel mercato russo: la controllata HMSHost International ha infatti siglato un accordo commerciale con due partner industriali del calibro di Novikov Group e Ginza Project, entrambi votati a formule casual dining e fine food, per la creazione della newco Autogrill Russia, di cui la multinazionale italiana mantiene una quota di controllo del 60% e i soci il rimanente 40% equamente diviso. Tale compagine si è assicurata il tender dell’aeroporto internazionale Pulkovo di San Pietroburgo per la gestione di 8 punti di ristoro, con una previsione di turnover complessivo da 130 milioni di euro nei 7 anni di durata contrattuale. Nel terzo scalo di Russia, che vanta un traffico di oltre 11 milioni di passeggeri all’anno, l’offerta interesserà il Terminal A e il nuovo North Pier e sarà caratterizzata da format russi e brand internazionali: Autogrill, dal canto suo, ha inserito il campione locale Kamchatka, il pub irlandese O’Really’s, il coffee shop all’italiana Puro Gusto e il lounge bar Ice Bar. •
ronto all’esordio a Piazza Affari: World Duty Free, già gamba duty free/duty paid del gruppo Autogrill, ha fatto ufficialmente domanda di ammissione alla quotazione delle azioni ordinarie sul Mercato Telematico Azionario di Borsa Italiana, con Banca IMI nei panni di sponsor. L’esordio a Palazzo Mezzanotte è atteso per ottobre. Nel mentre, quale naturale esito della procedura di scissione tra le due linee di business, la controllata statunitense HMSHost ha provveduto a trasferire le attività di travel retail a WDF: il prezzo stabilito dalle parti per il primo passaggio delle consegne è di 105 milioni di dollari, pari all’87,8% dell’importo complessivo pattuito in 120 milioni. Last but not least, il segno della continuità tra le due controllate della famiglia Benetton sarà assicurato dal ruolo di Mario Tondato Da Ruos (nella foto), amministratore delegato di Autogrill e prossimo presidente di World Duty Free, la cui guida resterà nelle mani di José Maria Palencia. • Gianmario Tondato Da Ruos
Obiettivo Personale A cura di OD&M (a Gi Group Company)
La scelta dei nuovi talenti attraverso l’Apprendistato
I
l contratto di apprendistato, a seguito dell’entrata in vigore del Testo Unico D.lgs. n. 167/2011, è stato modificato in alcune parti con lo scopo di promuovere questo strumento presso le aziende e favorire l’occupazione giovanile, che ancora oggi soffre mostrando statistiche preoccupanti. Nel Testo Unico, in materia di apprendistato, sono indicate tre tipologie contrattuali differenti: • Apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale (Art. 3); • Apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere (Art. 4); • Apprendistato di alta formazione e ricerca (Art. 5). Ciò che le accomuna è la forte correlazione tra l’aspetto formativo e quello professionale, con l’obiettivo ben preciso di trasmettere all’apprendista competenze e conoscenze inerenti all’attività lavorativa per la quale è stato assunto. Questo contratto, se viene considerato da entrambe le parti come una reale esperienza di apprendimento, è da considerarsi un’opportunità sia per l’azienda, che può inserire nuovi talenti e formarli secondo le proprie esigenze, sia per i giovani, che possono così colmare quelle competenze pratiche che la scuola difficilmente può fornire. Un’azienda, infatti, non deve assumere un giovane in apprendistato solo per risparmiare sul costo del lavoro, ma riporre maggiore attenzione nei confronti della componente formativa, che consenta ai giovani di esprimere le proprie potenzialità per progredire all’interno dell’organizzazione aziendale, conferendo allo stesso tempo valore all’azienda. L’apprendistato di tipo professionalizzante, ad esempio, prevede che al contratto di lavoro debba essere allegato il Piano Formativo Individuale. Tale Piano rappresenta il punto focale del contratto, grazie al quale l’Azienda diventa
protagonista della formazione, attraverso il ricorso a metodologie formative come l’On The Job, che vede l’apprendista affidato a un Tutor aziendale il quale gli trasferirà il proprio know how. Investire sulla formazione dei giovani attraverso questo strumento può contribuire a far uscire dalla crisi non solo le grandi aziende, ma anche quelle più piccole e di nicchia, che in questo momento storico si trovano in una condizione particolarmente difficoltosa.
Antonio Mellone Senior Consultant Asset Management a Gi Group Company apptoyou@assetmgmt.it
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News
A22, SEMESTRE DI SOFFERENZA
L’Autostrada del Brennero fa i conti con la crisi: la prima semestrale 2013 della società di gestione della A22 registra una contrazione dell’utile netto dell’1,28% (da 29,18 a 28,81 milioni di euro), per un valore della produzione in calo dell’1,55%, da 160,95 a 158,46 milioni. Se al casello il pedaggio paga dazio (-1,24%, da 143,29 a 141,52 milioni di euro), fatte le debite proporzioni va decisamente peggio nelle aree di servizio: le royalty delle attività oil e non oil crollano del 7,67%, da 13,06 a 12,06 milioni. Dati Aiscat alla mano, peraltro, al 31 agosto il traffico sulla A22 cala dell’1,47% contro un dato d’insieme del network italiano del -3,07 per cento. E i riscontri alla barriera del Brennero fanno ben sperare, con le entrate in rialzo del 2,38% e le uscite dell’1,05 per cento.
EDENRED ITALIA SCEGLIE KELLER
C
ambio al vertice in Edenred Italia: il primo operatore europeo di emissione di titoli di servizio ha provveduto a nominare Andrea Keller neo amministratore delegato e direttore generale della filiale italiana. Laureato in Ingegneria gestionale al Politecnico di Milano, forte di un MBA all’ESCP Europe di Parigi e di un diploma del General Management Program della Harvard Business School di Boston, Keller inizia la sua carriera nel Gruppo Accor nel 1997, per il quale ricopre via via il ruolo di direttore ricerca e sviluppo e quindi di responsabile del progetto di e-government per la pubblica amministrazione in Accor Services Francia. Torna in Italia nel 2008 in qualità di direttore della business unit Smart Solutions, che si occupa dei progetti di voucher elettronici. Il manager raccoglie il testimone lasciato dopo 11 mesi da Maria Grazia Filippini.
RETAIL INNOVATION 360°
Andrea Keller, ad e dg di Edenred Italia
A cura di Kiki Lab - www.kikilab.it
TOTT – TOOLS OF THE TRADE – SINGAPORE
Un nuovo concept che svela per la prima volta in Asia i segreti del mondo della cucina professionale e la rende accessibile al grande pubblico con dimostrazioni, corsi e un approccio esperienziale attento anche alle cucine di nicchia
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ott, acronimo di Tools of the Trade (Accessori dei professionisti), è un negozio di Singapore di 3.400 mq, che avvicina il grande pubblico ai segreti della cucina di importanti professionisti. Concept lanciato non da esperti retailer, ma da operatori che lavorano nell’ambito della ristorazione da più di 50 anni, si rivolge a clienti interessati alla cucina, sia quelli totalmente inesperti, sia quelli già con un po’ di esperienza, interessati a migliorare. L’assortimento di 9.000 referenze offre un’ampia gamma di prodotti per la tavola e per la cucina, da quelli più semplici a quelli professionali, fino alle ultime novità dedicate a cucine innovative, come ad esempio quella molecolare. Le marche trattate vanno da brand conosciuti come Jamie Oliver, De Buyer e Royal Bone China, a marche di qualità ancora poco note, soprattutto cinesi, giapponesi e coreane. Il negozio è diviso in tre mondi: cucinare, infornare e ospitare. Sono inoltre presenti numerose aree esperienziali, dove provare i prodotti prima di acquistarli, tra cui l’angolo Bake & Go dove sperimentare le cotture al forno, con il vantaggio per il negozio di essere spesso invaso da invitanti profumi. Sono presenti corner dedicati alle informazioni utili sui prodotti per la cucina e la tavola, e particolarmente apprezzata dai clienti è l’area workshop, con 12 forni a induzione e una capienza di
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70 posti, con un costante programma di lezioni e corsi tenuti da chef professionisti. L’area può anche essere riservata da chi volesse cucinare per amici o familiari. Tendenza: Storytelling. Chiavi innovazioni: qualità anti-snob; assortimento esteso anche a cucine di nicchia; multi-sensorialità Fabrizio Valente fabrizio.valente@kikilab.it caso tratto dalla ricerca Retail Innovations 8
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News
cosa occorre sapere per... A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano
Creare e gestire una rete di distribuzione all’estero
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nternazionalizzazione. La parola è sulla bocca di tutti, il concetto è chiaro: potrebbe essere questa la chiave per rilanciare e far crescere i retailer italiani che nel nostro Paese sono giunti a saturazione ma ambiscono a portare il buon nome dell’Italia e la sua produzione migliore in giro per il mondo. Tuttavia molto spesso allo sviluppo di una rete di vendita internazionale non si accompagna una comprensione e un utilizzo corretto dei contratti del commercio internazionale. Le forme contrattuali sono diverse: per citarne alcune, la concessione di vendita (comunemente detta “distribuzione”), l’agenzia, il procacciamento di affari, il franchising. Ciascuna di queste forme contrattuali presenta vantaggi e svantaggi e può meglio prestarsi alle concrete esigenze di ciascun retailer. In estrema sintesi: - Il contratto di concessione di vendita permette un controllo del rivenditore senza impegnare al pagamento di indennità alla risoluzione del rapporto (sempre che certe cautele siano rispettate in sede di redazione ed esecuzione del contratto); - Il contratto di agenzia, noto alle imprese italiane, permette una grande flessibilità anche per gli oneri limitati in capo all’agente ma prevede il pagamento di indennità allo scioglimento del rapporto (tutelato come norma di applicazione necessaria in tutta Europa e anche in parecchie legislazioni extraeuropee); - Il procacciamento d’affari, per sua natura saltuario e che pertanto, pur non prevedendo obblighi, di fatto non si presta a disciplinare un rapporto continuativo; - Il franchising, che presuppone l’apertura di punti vendita
EL CORTE INGLÉS PRONTO PER MILANO El Corte Inglés si appresta ad aprire la sua prima flagship italiana nella capitale della moda: la catena spagnola di department store ha individuato nel cuore di Milano, in via Tommaso Grossi, a pochi passi da La Rinascente e da Excelsior Milano, la location più idonea per l’esordio nel Belpaese, previsto per il 2014. Tutto ciò mentre per la società spagnola si avvicina l’appuntamento con l’ingresso nell’assetto societario della Qatar Investment Authority, fondo sovrano dell’omonimo stato del Golfo che ha già fatto incetta del best of delle catene di grandi magazzini europei, da Harrods (in posizione di controllante) a Printemps (da azionista di minoranza). Il gruppo El Corte Inglés ha in pancia tre linee di business, ovvero i grandi magazzini, gli ipermercati e le agenzie di viaggio per un fatturato complessivo 2012 di 14,55 miliardi di euro (-7,76%): i soli department store assicurano un consolidato da 8,52 miliardi di euro.
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monomarca e in molti paesi prevede obblighi di informazione a carico dell’affiliante. Il commercio internazionale prevede una comprensione di base delle norme sovranazionali che regolano la materia e che si possono sintetizzare come segue. - Scelta della legge applicabile al contratto: le parti sono in genere libere di scegliere, ma questa libertà incontra limiti concreti. La scelta della legge italiana per un brand del nostro paese potrebbe non essere la migliore (a seconda della convenienza in sede di eventuale contenzioso contrattuale); - Scelta del tribunale competente o arbitrato: è fondamentale compiere una designazione corretta, che può variare a seconda della posizione e forza contrattuale; - Tecnica redazionale: è bene che il contratto sia esaustivo e possibilmente self-regulatory, contenga cioè in sè la disciplina del rapporto e delle situazioni patologiche che potrebbero crearsi. All’estero sì, ma con le dovute cautele!
Avv. Alessandro Barzaghi Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.
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News
GARE AUTOSTRADALI, VINCONO I TENDER INTEGRATI
L
a stagione dei tender competitivi per l’affidamento dei servizi non oil sta raggiungendo il suo zenit, nel bel mezzo peraltro di una crisi inarrestabile dei consumi autostradali. Facciamo l’appello delle gare più recenti. Autovie Venete opta per una soluzione mista: carburanti e ristorazione vanno separati in alcune aree (Gonars Nord e Sud, Fratta Nord e Sud e Calstorta Sud sulla A4, Bazzera Nord e Sud sulla A57) e fanno bando unico in altre (Duino Nord e Sud, Calstorta Nord sulla A4, Zugliano Est e Ovest, Lumignacco Est sulla A23, Gruaro Est e Ovest, Porcia Nord e Brugnera Sud sulla A28). Durata contrattuale non inferiore ai 7 anni per aziende con almeno 5 milioni di
NEW MARKETS OUTLOOK
35 NUOVI SHOP AL FOC DI BARBERINO
Tra ottobre e la prossima primavera apriranno 35 negozi, per 300 posti di lavoro assicurati che si andranno ad aggiungere ai 700 già esistenti: è la portata dell’ampliamento del Barberino Designer Outlet, il centro McArthurGlen di Barberino del Mugello. Diversi i momenti in cui verranno aperti i nuovi store. Ad ottobre saranno alzate intanto le saracinesche sui primi punti vendita: spicca tra tutti il nuovo Polo Ralph Lauren, su una superficie di 1.000 metri quadri. Nello stesso mese, apre anche la boutique di Michael
fatturato medio e da 1 a 3 concessioni autostradali già in essere. Stesso approccio per l’Autostrada dei Fiori: sulla A10, oil e non oil vanno a braccetto nelle piazzole di Rio Rinovo, Castellaro, Bordighera Nord, Rio Conioli, Valle Chiappa e Borsana; separate a Ceriale Sud. Requisiti di accesso 8 licenze pregresse a portfolio e un fatturato medio di 15 milioni di euro nell’ultimo triennio per un affidamento di 7 anni. Sulla A15, da ultimo, l’Autocamionale della Cisa mette in gara Montaio Ovest e San Benedetto Est con bando unico e separa i servizi a San Benedetto Ovest: stessa durata contrattuale e paletti d’ingresso delle aree di servizio dell’Autostrada dei Fiori. • a cura di STRA_BRANDING
COME CAMBIANO L’ESIGENZE DEL TURISTA CINESE Secondo un recente documento dell’Organizzazione Mondiale delle Nazioni Unite, i visitatori cinesi all’estero nel 2013 saranno circa 90 milioni (con una spesa record di 80 miliardi di euro, per dare un'idea della vertiginosa crescita, nell’anno 2000, tale spesa era di 8 miliardi) e, secondo le previsioni, nel 2015 supereranno i 100 milioni (risultato precedentemente previsto per il 2020). L’Europa nello scorso anno è stata la meta favorita dei visitatori cinesi (traffico di quattro volte superiore a quello registrato negli Stati Uniti) con l’Italia subito dopo la Francia in questa speciale classifica (dati Global Blu, giugno 2013). Più in generale, a livello mondiale, l’Italia è la sesta tra le mete favorite dai cinesi dopo, come detto, Francia, Stati Uniti, Singapore, Svizzera e Regno Unito. È naturale che se i cinesi cerchino mete culturali e shopping costoso, l’Italia rappresenti una destinazione privilegiata (sempre secondo Global Blu, l’80% dei turisti cinesi considerano lo shopping come una parte vitale del loro viaggio e gioielli, orologi e marchi fashion giocano un ruolo predominante). Ci sono però importanti segnali di attenzione da considerare per non trovarsi fuori dai giochi, cullandosi nel successo. Nel tempo, infatti, le caratteristiche e le motivazioni del turismo cinese stanno cambiando e, di conseguenza, dovranno adeguarsi velocemente anche le strutture turistiche e le logiche di accoglienza dei paesi ospitanti. Vediamo allora quali sono i principali segni di questo cambiamento. Innanzitutto, i cinesi che appartengono alla classe media (un ceto in espansione che è previsto possa raggiungere il 40% della popolazione nazionale entro
Kors. Nel frattempo, altri marchi si sono rinnovati contribuendo all’ammodernamento del Foc. Obiettivo: accrescere il numero dei visitatori, attirando specialmente quelli provenienti dall’est Europa. www.strabranding.com
una decina di anni) sono persone che hanno una certa cultura e che hanno già viaggiato: dai tour organizzati (otto capitali europee in 10 giorni) si passa a una esplorazione indipendente e autonoma. Infatti, secondo il Boston Consulting Group, entro il 2020 le spese sostenute dai turisti individuali cinesi all’estero (alberghi, ristoranti, mezzi di trasporto, shopping) avranno superato quelle riguardanti i gruppi organizzati, che attualmente continuano a dominare la scena. Di conseguenza, cambiano le modalità di acquisto dei viaggi (maggiore utilizzo di internet) e le esigenze del turista. Un problema, ad esempio riscontrato in Italia, è quello della barriera linguistica, con informazioni turistiche, siti internet brochure senza la versione in lingua cinese. In tal senso, il rapporto annuale CITM (Chinese International Travel Monitor) di Hotels.com, sito per la prenotazione alberghiera on-line, basato su un sondaggio effettuato su più di 3.000 viaggiatori cinesi ed oltre 1.500 strutture alberghiere in tutto il mondo, evidenzia come il 62% di tali turisti preferisce tour indipendenti (al di fuori di gruppi organizzati), il 72% richiede che il servizio alberghiero sia completato con l’offerta di materiali tradotti in cinese e il 42% vorrebbe che lo staff parlasse tale lingua. Un altro aspetto da considerare è il crescente numero dei repeater, coloro che sono al secondo o al terzo itinerario in Europa. Questo fenomeno condizionerà i volumi di spesa nei prossimi anni in quanto i viaggi successivi al primo sono meno costosi (oggi il 43% dei cinesi spende circa 5.000 a euro viaggio e l’11% supera i 10.000 euro). Infine, l’inarrestabile espansione dell’ecommerce in Cina, offrendo i prodotti di lusso a prezzi più accessibili sul territorio nazionale, riduce il differenziale di prezzo (in Cina i marchi del lusso continuano ad essere molto più cari che all’estero, da 30 al 70% in più) e rende meno impellente la necessità di acquistare altrove tali prodotti.
Luca Esposito
retail&food - ottobre 2013 11
r&f
News
NEROGIARDINI: OBIETTIVO 100 STORE
Il piano retail di NeroGiardini non conosce sosta. Annunciata la partnership in Cina con Nanjing vallet garment co. che prevede l’apertura di 100 negozi in 10 anni nella Repubblica popolare, il brand della Bag Spa di Enrico Bracalente, si rafforza anche nel Vecchio Continente, precisamente a Zurigo e Francoforte dove sono stati inaugurati due monomarca. In particolare, in taglio nastro in Svizzera rientra nel progetto franchising con uno spazio in Altstetterstrasse 121 mentre l’inaugurazione in terra tedesca rappresenta il primo negozio monomarca a gestione diretta all’estero. La scelta è caduta sul nuovo centro commerciale Skyline Plaza. Un passo importante sulla via dell’internazionalizzazione del marchio, che punta a 500 milioni di euro di fatturato entro il 2018. Obiettivo finale: arrivare a 100 store entro il 2020 dai 20 attuali.
12 retail&food - ottobre 2013
Comunicazione di servizio
A cura di Acqua Group – www.acquagroup.it
LA GAMIFICATION NEL RETAIL
Quando le leve ludiche cambiano le abitudini dei consumatori
L
a gamification è l'utilizzo di meccaniche ludiche in contesti non convenzionali, con l'obiettivo di stimolare l'interesse e il coinvolgimento del consumatore. Gli ambiti di intervento della gamification sono molteplici e il nuovo settore in cui si affaccia questa logica è il retail. Sono sempre più i colossi dell'ambito che cercano di fidelizzare o catturare consumatori attraverso l’uso di punti, di premi o di avanzamenti di livello, puntando sull'innato senso di competizione e di collezionismo degli uomini. La logica, ridotta all'osso, è molto semplice: a ogni azioni del consumatore (acquisto, condivisione di contenuti o creazioni di contenuti propri come i “commenti” alle news) corrisponde un punteggio. Al raggiungimento di determinate soglie di punteggio il consumatore riceve un premio, che possa essere virtuale, come i badge da collezionare, o reale, come un buono sconto. I risultati vengono spesso condivisi e organizzati in classifiche pubbliche aggiornate in tempo reale. La connessione con i canali social è la naturale estensione di questa meccanica, sia
in ottica di amplificazioni della comunicazione che di accumulo punti. Ad esempio, la condivisone su Facebook delle promozioni di un negozio può far vincere buoni sconto in quel negozio stesso. Il consumatore si ritrova quindi a vivere in maniera nuova vecchie abitudini, riscoprendo il piacere del gioco anche nel fare la spesa! Davide Arduini e Andrea Cimenti Presidente e Amministratore Delegato di Acqua Group
FRANCIACORTA OUTLET: LA PROPRIETÀ A BLACKSTONE
R
umors di fine estate parlavano di possibili cessioni per il portafoglio di Aberdeen, e non solo. Dalle parole si è passati ai fatti, con la vendita del Franciacorta Outlet Village. Il Foc situato in provincia di Brescia è passato nella mani di Blackstone, che lo ha rilevato dal fondo aperto tedesco Degi Europa di proprietà Aberdeen, che ne ha curato la gestione. Il closing dell’operazione, secondo quanto si apprende da Radiocor, prevede un prezzo di 126milioni di euro con
COGEST RETAIL PUNTA ALLE HIGH STREET Non più solo shopping center ma anche high street: questa è la principale sfida intrapresa da Cogest Retail, ex Cogest Italia, come annunciato dall’amministratore delegato Carmen Chieregato. Responsabile del leasing nelle principali vie del commercio sarà Diego Valazza, specialista di commercializzazione e ricommercializzazione; i primi contratti in high street, attualmente in via di definizione, riguarderanno Buenos Aires e corso Vittorio Emanuele. Ulteriori driver promossi da Cogest Retail includono studi di mercato e due diligenze, in virtù di un portfolio da 1,25 milioni di mq di gla per un giro d’affari di circa 3 miliardi di euro, e attività di facility management per gli uffici, in sinergia con Cogito System. Da segnalare l’accordo di co-agency con Jones Lang LaSalle per la commercializzazione di alcuni immobili retail. Si punterà infine sui nuovi format, come il secondo blocco della Niguarda Shopping Gallery, e su formule legate al leisure, che troveranno spazio a novembre con l’inaugurazione del Pr Parma Retail. Non manca uno sbocco sull’estero, con attività già avviate in Croazia e in Russia, dove sta lavorando su 4mila mq di gla presso Sbs Megamall di Krasnodar.
un rendimento atteso dal nuovo proprietario leggermente sotto il 10 per cento. Degi ha deciso quindi di uscire dall’investimento realizzato sei anni fa, nel 2007. La vendita del Franciacorta Outlet Village, che conta 160 negozi e una gla di circa 32mila mq, si inserisce in un contesto caratterizzato da diverse transazioni a prezzo di mercato inferiore rispetto alle valutazioni, ancora troppo alte. Fonti autorevoli escludono altre trattative in essere per Aberdeen, mentre per conoscere eventuali novità sul gestione operativa dell’outlet lombardo bisogna attendere le prossime mosse di Blackstone. •
retail&food - ottobre 2013 13
r&f
News
LA PIADINERIA A TUTTA GALLERIA
Allungo autunnale per La Piadineria. Il format lombardo, che da inizio anno ha aggiunto sette vetrine alla sua rete commerciale, tra Parma città e sei gallerie commerciali (Fiumara di Genova, Gli Orsi di Biella, Il Globo di Busnago, Fuentes di Piantedo, Le Befane di Rimini e la Galleria Auchan di Rescaldina), ha un piano d’azione per altre sei aperture da qui a Natale. Il concetto monoprodotto metterà piede anche nella Galleria Auchan di Vimodrone, al CC Leonardo di Imola, all’Affi Shopping Center, al Parma Retail Park, nell’Interikea di Villesse e a Roma, col quinto taglio nastro dell’Urbe al Cinecittadue. Lanciata a Brescia nel 1994, La Piadineria ha raggiunto una massa critica complessiva di 70 punti vendita nel mercato domestico, distribuiti principalmente nel Nord Italia e a Roma, con una forte accentazione in tempi recenti per lo sviluppo in galleria e un mix equilibrato di aperture in gestione diretta e vetrine in affiliazione.
ABC franchising a cura di Assofranchising
Royalties
L
a royalty è il diritto di un titolare di un brevetto, o di una proprietà intellettuale, a ottenere una somma di denaro da parte di terzi che utilizzino tali beni per poterli sfruttare a fini commerciali. Nel franchising le royalties sono evidenziate come canoni periodici che l’affiliato versa all’affiliante per tutte le prestazioni e l’assistenza che l’affiliante fornisce per tutta la durata del contratto. Esse possono essere di natura tecnica, informatica, gestionale, commerciale, formativa. Le royalties del franchising sono comunemente identificate con un importo commisurato al volume d’affari in una quota fissa o eventualmente in percentuale. È bene far notare come all’interno della legge 129/2004 all’articolo 3 sia specificato come il calcolo delle
Italo Bussoli, segretario generale di Assofranchising
royalties deve essere espressamente indicato nel contratto di franchising assieme all’eventuale indicazione di un incasso minimo da realizzare da parte dell’affiliato.
A cura di BRD Consulting - www.brdconsulting.it
14 retail&food - ottobre 2013
News opening APPLE STORE, La Feltrinelli, anche Milano si tinge di Red DALLA RIVIERA
r&f
ALLA CAPITALE
Gli ultimi spiccioli d’estate hanno regalato due nuovi punti vendita ai fan della Mela: prima a Rimini, presso il centro commerciale Le Befane, poi a Roma, all’interno dello shopping center Euroma2. Lo store capitolino, avviato il
U
n anno dopo il battesimo di Red a Roma, il nuovo concept di Feltrinelli ha aperto i battenti lo scorso 12 settembre nel complesso di Porta Nuova, a Milano. Situato ai piedi dei grattacieli Unicredit, attorno alla futuristica cornice di piazza Gau Aulenti, lo store si propone come un perfetto mix tra libreria e presidio slow food. Con i suoi 500 mq di superficie di vendita, Red di Milano presenta un assortimento di titoli di 5.000
e i 2,5 milioni di euro l’anno, nei quali la componente food avrà una quota rilevante, in proporzione maggiore rispetto a quella del più esteso Red capitolino. «Sarà un luogo di incontro e socializzazione a vocazione culturale, dove al libro si affianca il cibo», ha esordito Stefano Sardo, amministratore delegato di Librerie Feltrinelli, durante l’incontro con la stampa –. La ridotta ampiezza dell’offerta di libri sarà compensata
unità, decisamente ridotto rispetto a quello delle librerie specializzate, 1.500 referenze tra cartoleria, accessori da viaggio e da cucina, ma con il valore aggiunto del ristorante, che conta 130 coperti (100 interni e 30 nel dehors). Le composizioni dello chef Fabian D’Ulisse puntano a soddisfare i palati più fini senza tralasciare il fattore prezzo, che per una cena completa si aggira attorno ai 35-40 euro. Il tutto con una previsione di fatturato compresa tra i 2
da una forte rotazione settimanale, con la possibilità per i clienti di ordinare i testi mancanti e di averli a disposizione in 24/36 ore». Terzo asset di Red sono gli eventi, ben tre già a settembre, che mirano a trasformare la permanenza nel negozio in un “sogno” , in linea con il claim “Read, Eat, Dream…”, anche in virtù di un layout molto accattivante. Il prossimo punto vendita Red vedrà la luce in primavera a Firenze nell’ex libreria Edison. •
31 agosto, rappresenta la terza bandierina di Apple in città dopo quelle nei mall Porta di Roma e RomaEst. Non è mancato, ovviamente, il classico rito di apertura, con il regalo della maglietta ai primi ospiti del negozio.
ORIGINAL MARINES SULLA VIA DI VARSAVIA
Sono diventati 86, con la recente apertura a Varsavia, i negozi di Original Marines. E altri 13 sono previsti all’estero entro la fine dell’anno, con un forte accento sull’est europeo. Il nuovo shop si estende su una superficie di 150 mq all’interno del centro commerciale Blue City: punto di riferimento dello shopping nella capitale polacca con i suoi 186mila mq dedicati alla vendita. Gli interni del flagship, in legno colorato a tinte vivaci, fanno risaltare le collezioni esposte e rendono l’atmosfera accogliente.
16 retail&food - ottobre 2013
News opening MORELLATO, National Geographic, di casa a Fiumicino UN ANGOLO DI
r&f
VENEZIA IN CINA
La caratterizzazione del nuovo punto vendita, e non solo, è fortemente improntata nel ricordo della Serenissima, città natale del brand. Parliamo della recente apertura di Morellato a Shezen, nella Cina Meridionale, all’interno dell’Holiday Plaza. Le decorazioni degli interni riprendono gli ornamenti architettonici di Palazzo Ducale a Venezia, così come le recenti collezioni di monili e preziosi si ispirano alla città lagunare. Le vetrine di Shenzen si aggiungono agli oltre 400 store, tra shop in shop e monomarca, che il Gruppo gestisce nell’ex Celeste Impero.
N
ell’area d’imbarco D del Terminal 3 del Leonardo da Vinci ADR ha tagliato il nastro al primo National Geographic Store d’Italia, vetrina della più grande organizzazione no profit del globo che si occupa di finanziare programmi e progetti di ricerca, conservazione ed educazione ambientale. La prima location è licenziata da Global Retailer (newco nata dall'incontro tra Safe Bag International e MDF Travel Shops) che ha l'esclusiva di canale nel Belpaese. Lo sviluppo retail ha portato sino ad oggi all’apertura di 5 negozi: 3 urbani (Londra, Madrid e Singapore) e 2 aeroportuali (al T3 di Malaga e al T16/T17 di Kuala Lumpur). L’iniziativa coincide con le celebrazioni per i 125 anni dell’organizzazione ed è il primo passo per la creazione di un network di vetrine su scala mondiale. A Fiumicino, così come negli altri store, convive uno spazio espositivo con un marketplace dedicato ad abbigliamento, libri, accessori e attrezzatura da viaggio. •
CARREFOUR FA TRIS A LINATE
Il terzo Carrefour Express del circuito aeroportuale vedrà la luce entro fine mese a Linate, dopo l’esordio nel network di SEA con il market di Malpensa (vetrina landside al T1 con superfice di 200 mq, gestita da SEA Services), e il recente bis al Marconi di Bologna, con una gla di 245 mq agli Arrivi. Il taglio nastro s’inserisce in un più ampio piano di riqualificazione dell’offerta commerciale degli scali milanesi che ha consentito nel primo semestre dell’anno, a fronte di un calo del traffico del 3,5%, di registrare un incremento del fatturato delle attività commerciali dell’1,8%, con una spesa media in crescita del 5,5 per cento.
18 retail&food - ottobre 2013
MARCOPOLO EXPERT RADDOPPIA A PARMA
Un bagno di folla ha caratterizzato la giornata di inaugurazione del nuovo Marcopolo Expert presso il centro commerciale Centro Torri
Scarpe & Scarpe a quota 112
A
ltra bandierina per la nota insegna di calzature Scarpe&Scarpe. L’ultima apertura, la numero 112 per la catena, è stata il 14 settembre presso il Centro commerciale Brugherio su una superficie di 1.150 metri quadrati. All’interno del negozio è disponibile la proposta del prossimo autunno/inverno per la donna, l’uomo, il bambino e lo sport, oltre agli accessori. Nel dettaglio l’assortimento è composto di calzature eleganti, moda e classiche, di calzature da ginnastica, di borse donna, di valige e, appunto, di accessori. In occasione
dell’inaugurazione si è tenuto un fashion evento con aperitivo e sorpresa finale. Per tutte le partecipanti è stato organizzato un concorso di portamento tacco 12” curato da Veronica Benini, titolare di StilettoAcademy.com. •
a Parma. Il maxistore, attivo dallo scorso 7 di settembre, raddoppia la presenza della catena nella città ducale affiancandosi a quello presso lo shopping center Eurosia. Il negozio si articola su una superficie di 1.250 mq, con tre casse e 15 dipendenti. In linea con il format dell’insegna, che mira a garantire un rapporto immediato e dinamico con la tecnologia, i prodotti sono disponibili a libero tocco, con ampi spazi espositivi che mettono in rilievo tutte le innovazioni, dalla tecnologia all'entertainment, con grandi aree dedicate all'informatica, alla fotografia digitale, alla telefonia, al gaming e ai grandi e piccoli elettrodomestici.
CONTE OF FLORENCE SBARCA A LE MAIOLICHE
Dopo Pescara, ecco Faenza e Treviso (previsto per fine settembre), a conferma che l’ingresso del gruppo
D&K ha dato nuova linfa al piano di sviluppo in Italia del brand Conte of Florence. Lo shop romagnolo si articola su 60 mq, all’interno del centro commerciale Le Maioliche, con un format che rispecchia la filosofia del marchio, in equilibrio tra sport e tempo libero. L’arredo vede l’impiego di bianco e grigio, che crea un'atmosfera di relax, mentre il verde ricorda il legame con il golf. Completano la scenografia mobili dalle linee essenziali e luci soft.
retail&food - ottobre 2013 19
Indice r&f
a cura di Edifis Intelligence
Gonfie vele per il lusso accessibile e per il retail l nostro indice, dopo la relativa battuta d'arresto dell'estate, torna a crescere Ivigorosamente, portando al 18,4% il guadagno da inizio anno; i titoli che perdevano terreno stanno recuperando, mentre quelli che andavano bene, a settembre vanno ancor meglio. Tra i listini migliori ne segnaliamo tre, e precisamente Safilo, Tod's e Tiffany, che presentano incrementi superiori perfino all'indice Nikkei, che misura la straordinaria performance della borsa di Tokio (attenzione però ai rapporti di cambio!), favorita dalla nuova politica monetraria del governo locale. In sintesi, l'unico titolo che presenta un lieve arretramento rispetto all'ultima rilevazione è Puma, mentre l'unico che ha perso valore in maniera sensibile rispetto a inizio anno resta Safilo Group. Una buona performance, non vi pare?
AZIONI Aeffe
ALCUNI MARCHI DI PROPRIETÀ Alberta Ferretti, Moschino, Pollini
Mercato
Quotazioni al 02.01.2013
Indice al
18.09.2013
18.09.2013
Italia
0,56
0,63
112,5%
Damiani
Italia
0,92
1,20
130,4%
Geox
Italia
2,17
2,01
92,6%
Luxottica
Italia
31,07
40,50
130,4%
Safilo Group
Italia
6,66
14,16
212,6%
Stefanel
Italia
0,41
0,26
63,4%
Tod's
Hogan, Fay
Italia
96,1
139,90
145,6%
Adidas
Reebok
Xetra
67,33
78,94
117,2%
C.F.Richemont
Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill
Vtx
71,5
75,64
105,8%
Dufry
Svizzera
119,60
135,40
113,2%
Fossil
Nasdaq
94,04
117,15
124,6%
Xetra
81,36
94,74
116,4%
Mce
105,50
110,35
104,6%
Francia
138,80
144,55
104,1%
Nike
Nyse
51,84
68,13
131,4%
Polo Ralph Lauren
Nyse
152,11
167,26
110,0%
Francia
142,69
172,15
120,6%
Xetra
224,85
218,05
97,0%
Vtx
461,20
461,15
100,0%
Nyse
58,93
80,08
135,9%
Hugo Boss Inditex
Zara, Pull and Bear, Massimo Dutti
LVHM
Louis Vuitton, Moet Chandon, Hennessy, Fendi, Dior, Zenith, Guerlain
PPR
Puma, Fnac, Gucci, Redcats, Conforama
Puma Swatch Group
Omega, Longines, Tissot
Tiffany & Co
Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso
INDICE RETAIL&FOOD FTSEMIB DAX NASDAQ NIKKEI
100,00
118,4%
16.893,40
17.731,81
105,0%
7.778,78
8.613,00
110,7%
3.741,40
3.736,00
99,9%
10.688,11
14.404,00
L’indice Generale r&f è ponderato nella misura di 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.
134,8% © Edifis Intelligence
retail&food - ottobre 2013 21
Osservatorio prezzi
Listini in
alta definizione
A differenza che in altri contesti dove è il centesimo a fare la differenza, sono significative le forchette di costo dei prodotti food&beverage offerti dai cinema italiani, con una sala “indipendente” di Milano a battere la concorrenza di alcuni multiplex meneghini e romani
P
iccolo è bello? Ciò che non vale probabilmente per il conto economico – dacché da un pezzo solo i cinema multisala, sfruttando economie di scala, riescono a far fronte al calo inesorabile dei biglietti staccati e a budget per svago e divertimenti sempre più esangui – pare valere invece quando gli spettatori devono mettere mano al portafoglio per assistere a una proiezione sgranocchiando del cibo e sorseggiando una bevanda. Il risultato della nostra osservazione
22 retail&food - ottobre 2013
dei prezzi di prodotti f&b che possono essere acquistati in alcuni cinema milanesi e romani non lascia dubbi: quanto a convenienza, quelli “indipendenti” hanno la meglio rispetto ai big. Sia a Milano che a Roma sono infatti due storiche strutture fuori dai circuiti più grandi a permettere al pubblico di accompagnare la visione di una pellicola con qualche prodotto senza spendere troppo, non di rado più di quanto non costi lo stesso ticket d’ingresso (che in
Italia, checché se ne dica, è più basso rispetto a molti altri paesi…).
Chi vince e chi perde
In particolare, l’Orfeo di viale Coni Zugna, tre sale collocate nella zona sud del capoluogo meneghino, si aggiudica la palma del prezzo meno caro in ben 9 casi sui 14 prodotti considerati mentre il Savoy di via Bergamo, a Roma, condivide il medesimo primato relativamente a quattro referenze prese in esame.
Al contrario, il poco invidiabile primato dell’offerta più costosa se lo aggiudica l’Odeon di Milano, facente parte del circuito The Space Cinema, benché possiamo imputare almeno in parte tale risultato ai supponibili alti costi di gestione di una struttura che è letteralmente all’ombra della Madonnina. Ma andiamo con ordine, e cominciamo con una precisazione: a determinare le differenze di costo di alcune referenze similari concorre anche la varietà delle
quantità di prodotto: ad esempio, la confezione “piccola” di pop corn offerta dal cinema Uci Cinemas di Assago (periferia sud di Milano) costa 3,60 euro, ma pesa 65 grammi, contro i “soli” 2 euro che il contenitore definito nella stessa maniera impone di sborsare all’acquirente all’Orfeo. Ma la cosa più curiosa è che lo stesso identico formato costa invece “solo” 3 euro e 20 centesimi presso il multisala nella Capitale della stessa catena: l’Uci nel centro commerciale Porta di Roma! Nella città eterna il pop corn base torna a costare 2 euro al Savoy di zona Porta Pia, sale a 2,50 al Lux di via Massaciuccoli, fino a toccare quota 3,30 al The Space di piazza della Repubblica: niente del resto rispetto ai 4,90 euro necessari al The Space Cinema milanese per sgranocchiare la stessa identica quantità di pop corn! Andando ad analizzare i formati medio e grande, è sempre l’Odeon ad avere i prezzi più “salati”, rispettivamente 5,60 e 6,10 euro, laddove all’Orfeo costano 3 e 4 euro mentre con 5,50 si può avere la confezione gigante. Con 5,80 euro è possibile acquistare il formato maxi presso l’Uci di Assago e con 20 centesimi in meno pure nel locale della stessa catena nell’Urbe: qui il peso è anche specificato, ed è pari a 250 grammi.
L’hot dog è venduto a 3 euro all’Orfeo, a 3,90 al The Space e presso l’Uci di Milano, così come in quello collocato all’interno del Porta di Roma. Per i gelati, a 1,80 euro se ne può avere uno confezionato (varie qui le tipologie e le marche offerte dai differenti cinema considerati) al The Space capitolino mentre sul versante opposto viene 2,50 al Lux, ed è l’esborso maggiore tra tutti i multisala analizzati. Un altro classico: le caramelle. Per una busta con 100 grammi di prodotto si spendono 2,10 euro all’Uci Cinemas di Assago mentre stavolta è il cinema campione di risparmio della nostra analisi a praticare il costo più elevato: 3 euro per rendere più dolce la visione di una pellicola.
Come ti placo la sete
Passando ad osservare l’offerta beverage, la bibita alla spina più cara costa 3,70 euro all’Uci di Assago contro i 2 euro necessari all’Orfeo, che salgono a 2,50 al Savoy e a 3 al Lux di Roma. La bevanda di dimensione media meno conveniente la si trova al The Space nel centro di Milano, a 4,20 euro, stesso prezzo all’Uci di Assago mentre ancora una volta con 2,50 è l’Orfeo di viale Coni Zugna il cinema meno caro, che si conferma tale anche per quanto attiene al bicchiere grande: viene venduto a
LA RISTORAZIONE NEI MULTIPLEX PRODOTTO
Pop corn piccolo Pop corn medio Pop corn grande Pop corn gigante Bibita piccola (spina) Bibita media (spina) Bibita grande (spina) Bibite in bottiglia (50 cl) Birra bottiglia (33 cl) Acqua minerale (50 cl) Hot dog Gelato confezionato Menu combo base (pop corn + bibita) Caramelle (confezione base)
THE SPACE CINEMA - ODEON Milano
UCI CINEMAS Assago Milano
ORFEO via Coni Zugna Milano
SAVOY via Bergamo Roma
4,90 5,60 6,10 nd
3,60 (1) 4,30 (2) 5,40 (3) 5,80 (4)
2,00 3,00 4,00 5,50
2,00 3,00 5,00 nd
THE SPACE CINEMA P.za della Repubblica Roma 3,30 4,20 5,50 nd
3,50
3,70
2,00
2,50 (5)
4,20
4,20
2,50
4,60
4,70
3,50
UCI CINEMAS c/c Porta di Roma
LUX via Massaciuccoli Roma
3,20 (1) 3,70 (2) 4,70 (3) 5,60 (4)
2,50 3,50 5,50 7,00
3,10
3,30
3,00
3,00
4,10
3,90
nd
3,00
4,00
4,80
4,20
nd
3,70
3,00
2,50 (6)
3,10
3,30
2,50
3,50
3,70
3,00
nd
2,60
3,60
nd
1,80
2,10 (7)
1,50
1,50
1,50
2,10 (7)
1,50
3,90 2,00
3,90 2,40
3,00 2,00
nd 2,00
3,10 1,80
3,90 2,20
nd 2,50
7,20
7,50
6,00
nd
6,50
4,90
7,50
2,50 (8)
2,10 (8)
3,00
nd
2,5 (8)
2,10
2,50
Leggenda: Prezzo più alto Prezzo più basso note: (1) 65 gr, (2) 125 gr, (3) 190 gr, (4) 250 gr, (5) Coca Cola, (6) lattina, (7) 0,75 cl, (8) 100 gr
3 euro contro i 4,70 dell’Uci milanese, struttura in cui troviamo anche il prezzo più elevato per la bibita in bottiglia da 50 cl mentre la bibita in listino più “light” la si trova al Lux e al Savoy: 2,50 euro. Per la birra in bottiglia invece il costo più competitivo è quello del The Space Cinema di piazza della Repubblica nell’Urbe, pari a 2,60 euro, mentre la più dispendiosa è la Nastro Azzurro venduta nel multisala di Assago a 3,70. L’acqua minerale da 50 cl costa 1,50 all’Orfeo, al Savoy e al Lux: è la cifra inferiore riscontrata. La più elevata, corrispondente a 2,10 è praticata dai due Uci, ma occorre precisare che qui la bottiglia è da 75 cl. Venendo quindi a considerare le offerte congiunte di una confezione di pop corn e una bibita, la combinazione più a buon mercato è quella dell’Uci nel Porta di Roma: con 4,90 euro si possono avere 65 grammi di patatine, una bibita da 50 cl e in aggiunta un ovetto Kinder. È all’Uci Cinemas di Assago, infine, che incontriamo la proposta combo più dispendiosa: 7,50 euro ma va detto che con tale somma si possono avere 125 grammi di pop corn e una bibita da 75 centilitri. M. A.
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Star Trek food
P
er una “Milano da bere” ci vuole un “Armani del pane”. Che nel capoluogo meneghino in continua evoluzione tra fashion, imprenditoria, finanza e modernità, ma anche con un forte attaccamento alla tradizione, non potesse mancare un panettiere moderno è stata la brillante intuizione di Rocco Princi, ex ragazzo di Calabria, panettiere, approdato a Milano a metà degli anni Ottanta. Così Princi, che della qualità dei prodotti e delle location centrali ha fatto i propri asset, è diventato in una ventina d'anni un imprenditore di successo, con quattro locali nel cuore di Milano e uno a Londra. Chiamarli panetterie sarebbe limitativo, in quanto vi si può gustare non solo pane, ma anche focacce, pizze, dolci e prodotti di gastronomia per un servizio completo, compresa la sera tarda per il popolo della notte, tra arredamenti di design progettati da architetti di grido. Rocco, classe 1960, comincia da un panificio a Villa San Giovanni, vicino alla nativa Fiumara (RC), e approda a Milano, inizialmente per imparare a fare la “ciabatta milanese bucata”. Affascinato dal capoluogo lombardo, vi si traferisce e apre nel dicembre del 1986 una panetteria in piazzale Istria, nella zona nord di Milano, con la vendita di pane e prodotti da forno rigorosamente autoprodotti. L’attività si espande velocemente fino all’acquisto, una decina d’anni dopo, dei locali in via Speronari, dietro piazza Duomo, un investimento rischioso che, tuttavia, risulta vincente. Oggi i negozi Princi sono quattro a Milano, tutti in centro (l’ultima inaugurazione risale a metà dello scorso decennio con il vero e proprio flagship store di piazza XXV Aprile): via Ponte Vetero, zona corso Garibaldi, via Speronari, largo la Foppa e piazza XXV Aprile, alle porte di corso Como, mentre è stato ceduto il locale di piazzale Istria.
Prodotti bio e fashion: la rivoluzione della tradizione
I negozi sono localizzati in punti strategici del capoluogo meneghino, in aree con alta densità di popolazione residente o con intenso traffico di persone determinato da importanti punti di attrazione: la prossimità al centro di Milano, con i suoi uffici e le sue vie dello shopping (via Torino, Brera e corso Garibaldi), la vicinanza a cinema o teatri (Anteo, Teatro Streheler), a zone con uffici (Moscova e piazza Duomo) o a luoghi della vita notturna (corso Garibaldi e corso Como). Ma il successo di Princi non è certamente determinato solo da un’intelligente
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ubicazione delle vetrine. Dietro l’espansione del marchio del panettiere calabro c’è prima di tutto un impegno costante nel raggiungimento di un elevato livello qualitativo dei prodotti, a cui si unisce una continua ricerca e selezione degli ingredienti. Il pane di Princi, realizzato con farine bise biologica macinata a pietra, prima di essere infornato ha una fermentazione lunga (circa 12 ore), con lievito naturale, e viene lavorato nella fase finale a mano. Il forno di via Speronari, visibile dalla clientela del negozio, dove viene prodotto il pane che poi viene distribuito negli altri locali (le pizze sono invece prodotte in loco nei negozi, mentre il laboratorio di pasticcieria è in via Ponte Vetero) sembra sia l’unico a legna per pane di tutta Milano.
Destinazione
Princi
Altro elemento da non sottovalutare è la "completezza" dell’offerta del format delle bakery milanesi: l’assortimento è sempre vario e il bancone cambia nella giornata con le diverse necessità della clientela, passando dalla colazione al pranzo fino all’happy hour, con il rito milanese dell’aperitivo, arrivando ai locali aperti fino a tardi nelle zone della movida, agli spuntini serali e notturni nei punti vendita di XXV Aprile (aperto praticamente 24 ore su 24) e di largo la Foppa. Lo studio del format dei negozi è poi una prerogativa del marchio: i locali, pur mantenendo saldi gli elementi denotativi dell’insegna e alcuni principi
PRINCI (Bakery Princi srl) in pillole Data di nascita Proprietà Sede Management Business Negozi
Prima panetteria aperta a Milano nel 1986 in piazzale Istria Famiglia Princi (Rocco Princi, il fondatore, e la moglie Giuseppa) Milano Rocco Princi, amministratore delegato Panetteria, gastronomia, pasticceria e bar 4 negozi nel centro di Milano a insegna Princi e uno a Londra, quartiere Soho fonte aziendale
fondamentali nell’arredamento, nell’offerta dei prodotti e nell’ambiente, tendono ad adattarsi alla clientela, alla localizzazione, alla funzione primaria che soddisfano in una sorta di osmosi con la piazza che servono. Ma la vera intuizione di Rocco Princi è un nuovo concept di panetteria perfettamente adattabile a Milano, capitale del fashion: prodotti di qualità da gustare in ambienti curatissimi e di design in modo che il cliente, sollecitato da una concorrenza agguerrita, possa scegliere non solo in base alla bontà, ma anche in base all’accoglienza del luogo e alla scelta dei prodotti. Così il suggestivo e teatrale panificio di via Speronari, un vero e proprio tempio del pane, con la lavorazione e il forno a vista, è stato progettato a metà dello scorso decennio da Claudio Silvestrin, architetto di
grido dei negozi di Giorgio Armani, che ha disegnato le divise dei commessi dello scenografico locale di piazza XXV Aprile, anch’esso in una prima fase con design di Silvestrin (ora in ristrutturazione per ampliamento). Sempre per la personalizzazione dei format, solo nella "panetteria" di via Ponte Vetero sono previsti tavolini all’interno per la clientela (tavolini all’esterno ci sono in Ponte Vetero, largo la Foppa e XXV Aprile), specifici per la tipologia di clientela dell’ora di pranzo in una zona densamente popolata da uffici, mentre per gli altri la consumazione è possibile in piedi sui banconi.
Negozi: gestione diretta della famiglia
La gestione dei negozi è assolutamente diretta e i membri della famiglia Princi,
che rifiutano categoricamente di cedere alle sirene del franchising, lavorano in prima persona nell’azienda, la Bakery Princi srl (70% di Rocco Princi e il restante alla moglie Giuseppa), curando la produzione con Ettore, uno dei due figli, che si occupa del forno del pane di via Speronari, mentre il fratello, Pietro, lavora al laboratorio di pasticceria. Invece, il padre e fondatore Rocco, noto per essere perfezionista ed esigente, supervisiona sia la parte produttiva che gestionale. Infatti, nonostante l’atmosfera glamour e fashion, è il prodotto, il pane, nella sua eccellenza e semplicità, il protagonista nei negozi Princi, che, come ogni panetteria che si rispetti, lavora sul numero delle vendite, anche per mantenere prezzi compatibili con il mercato. Per questo
intervista ETTORE PRINCI, figlio del fondatore Rocco e attuale responsabile della produzione del pane
«DEDIZIONE E PASSIONE: LE RAGIONI DEL NOSTRO SUCCESSO» Le Panetterie Princi sono nel centro di metropoli internazionali come Milano e Londra. State pensando a un'espansione anche in altri mercati e con altre location? Sicuramente il marchio Princi è in espansione. Siamo molto attenti a dove aprire nuovi punti vendita e stiamo investendo in questo senso, anche nella ristrutturazione continua dei locali "storici" come piazza XXV Aprile e Ponte Vetero. L'ambito, per ora, è sempre quello milanese. Inoltre non ci interessano altre location legate al travel o ai centri commerciali. Il nostro è un format che non funzionerebbe ovunque, oltre che per ragioni di tipologia di locale, anche per ragioni di qualità di prodotto che vogliamo tenere attentamente monitorata nei nostri due laboratori di Milano. Quindi niente franchising nel futuro? Esatto. Il franchising è una formula che non risponde alle nostra filosofia, che è tutta centrata sulla qualità e sull’attenzione al prodotto e alla piacevolezza del luogo in cui viene consumato. Dovremmo cambiare modo di produrre e di distribuire il pane, adottando magari metodi industriali e venendo a compromessi sui fornitori di materia prima. Tutto questo è lontano dalla nostra tradizione, che insieme all'innovazione costante è il motivo del nostro successo. Perderemmo il controllo della qualità e ci snatureremmo, mentre vogliamo rimanere assolutamente fedeli a noi stessi. Come va l'esperienza all'estero con il negozio di Londra? Molto bene. Prima di tutto il negozio è situato a Soho, un quartiere centrale e di moda, con una clientela internazionale e molto esigente. È più grande della media dei Princi milanesi (circa 90 addetti). Poi, è diventato un locale di riferimento sia di giorno che di sera. Per questo la parte gastronomia/ristorazione è più ampia e varia del format milanese e per la produzione del pane e delle pizze, oltre che per i prodotti tipici che vendiamo, usiamo le stesse materie prime di alta qualità made in Italy che utilizziamo qui a Milano. Come ci si sente a 26 anni a essere parte diretta di un'azienda in così rapida espansione? È una bella responsabilità, ma anche motivo di crescita. Bisogna fare sacrifici e ci vuole molta dedizione. Devi dare sempre il doppio, per la tua famiglia e per i tuoi colleghi: sei il figlio del fondatore e il futuro sarà di mio fratello e mio. Mio padre è molto esigente e mi sprona a dare sempre il meglio, perché è così che si fanno le cose bene. Io tutti i giorni lavoro direttamente al forno del pane nel laboratorio di via Speronari, perché è da lì che parte tutto. Ma questa è la mia vita, da quando "giocavo al panettiere" impastando il pane nel forno di Piazzale Istria, il primo Princi a Milano, situato sotto l’appartamento dove abitavamo. Come si arriva al successo e come si mantiene? Penso sia difficilissimo arrivare al successo per chi si fa da solo come mio padre. Io sto cercando di imparare come si può mantenere e magari crescere ancora. Gli ingredienti sono la conoscenza diretta e la passione per il proprio lavoro, il perfezionismo, il non sentirsi mai arrivati e l'attenzione ai particolari, anche quelli apparentemente più insignificanti.
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Star Trek food l’attenzione alla parte organizzativa, alla velocità di servizio, al personale e al packaging sono fondamentali e seguiti direttamente dal fondatore. La presenza costante della famiglia proprietaria, forte della conoscenza diretta nel prodotto, in tutte le fasi della lavorazione e della commercializzazione, è uno dei caratteri distintivi per un’azienda famigliare che in Italia conta quasi ottanta dipendenti, e che nel 2008 ha esportato adattando il modello oltremanica.
Londra: Princi esporta lo spirito di Milano
Nell’autunno del 2008, infatti, Princi inaugura il suo nuovo place a Londra (il design è sempre di Claudio Silvestrin),
intitolandolo “lo spirito di Milano. Princi” a Soho, quartiere glamour per eccellenza della capitale inglese, a cinque minuti a piedi da Trafalgar Square. Il locale (più di 90 dipendenti, con quasi mille mq di laboratorio), aperto in joint venture con Alan Yau, noto imprenditore della ristorazione con una strutturata esperienza nella città del Big Ben, richiama come atmosfera quello di XXV Aprile, con uno spazio di gastronomia più importante, per adattarsi alle esigenze di una clientela straniera che cerca nelle insegne italiane il "taste of Italy": nei seminterrati ci sono le cucine, mentre sui banconi si commercializzano prodotti rigorosamente made in Italy, gli stessi, ci tiene a fare sapere la famiglia, che si
FATTURATO (euro) vendono in Italia, nei Princi di "casa", perché la qualità del marchio non si deve snaturare.
Gli affari a gonfie vele e non si smette di investire
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 fonte: dati Cerved Group
MARGINE DI C/E IN % DEL VALORE DI PRODUZIONE
fonte: dati Cerved Group
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Se si va a vedere i bilanci della Bakery Princi srl (che escludono però il locale londinese), la macchina guidata dal panettiere di Fiumara macina chilometri alla grande: il 2012 si è chiuso con un utile di 150mila euro, di poco inferiore a quello dell’anno prima (171mila) e in linea con i risultati degli ultimi quattro anni, sempre reinvestiti per lo sviluppo della società, come dimostra la crescita costante del patrimonio netto (+17,6% l’anno scorso sul precedente, ad esempio). Stesso discorso per il MOL, che arretra con i suoi 761,5mila euro rispetto a un ottimo 2011 (918mila euro), mentre cresce il fatturato, che si attesta a 7,4 milioni di euro con un netto 500mila euro in più sul 2011 (+6,6%), aumentando di quasi un milione negli ultimi 5 anni di gestione. Le buone notizie riguardano anche la redditività, caratteristica che ha registrato valori positivi nell’ultimo quinquennio con una punta massima nel 2011 (11,3% di ROI), mentre l’ultimo esercizio si è fermato a due punti sotto, in linea con il 2010. È sempre elevato il rapporto MOL/ricavi e in crescita il rapporto Valore aggiunto/ fatturato, che passa dal 40,1% del 2008 al 45,2% del 2012. Insomma numeri da leccarsi i baffi, considerato anche che il rapporto di indebitamento è in riduzione su livelli più contenuti: 77,6% nel 2012, dieci punti in meno di cinque anni prima. Il tallone d’Achille della società guidata da Rocco Princi potrebbe sembrare il basso rapporto tra mezzi propri e capitale investito, comunque in
crescita (22,4% nell’ultimo esercizio, quando era al 12,3% nel 2008) e un indice di liquidità immediata (acid test) intorno al 30%, sotto alla soglia di galleggiamento. C'è da dire, però, che Bakery Princi non ha problemi di capitalizzazione con un totale di riserve nel 2012, oltre al capitale sociale (tra riserve straordinarie e versamenti in conto capitale) di più di 825mila euro, in netta crescita sui 654mila dell’anno precedente, e che i coniugi Princi sono i proprietari dell’Immobiliare Princi srl. Questo, con i suoi 571mila euro di immobilizzazioni materiali (ovvero negozi che affitta alla Bakery Princi srl), dà ampie garanzie patrimoniali. (Fonte dati Cerved Group). In chiusura, i numeri benedicono l’attività dell’Armani del pane, che con il suo perfezionismo maniacale e con il controllo diretto della sua azienda nei minimi particolari ha messo in atto un vero e proprio miracolo italiano da self made man, investendo e crescendo in un momento di recessione. Il legame con il lavoro di tutta la famiglia, a partire da un ancora giovane fondatore ai suoi figli, impegnati direttamente sul campo, sembra comunque una garanzia per il futuro. Anche perché gli investimenti, soprattutto nelle ristrutturazioni dei negozi, hanno avuto ottimi ritorni e il passo non è stato mai fatto più lungo della gamba, soprattutto in termini di espansione della propria presenza sul territorio. Espansione che se non governata e controllata direttamente può fare rima con svalutazione, concetto decisamente estraneo alla filosofia che ha animato il perfezionista Princi nel suo progetto imprenditoriale, tutto imperniato sul concetto di esclusività. David Montorsi
Taglio nastro
CITTÀ SANT’ANGELO VILLAGE, ora è Fashionable Outlet Il rilancio della struttura commerciale nei pressi di Pescara è culminato con l’inaugurazione a giugno della prima parte della Fase 2. L’ingresso di Cbre nella gestione, avvenuto a inizio 2012, ha portato al consolidamento dell’offerta, arrivata a 80 negozi. Il rinnovo ha coinvolto anche il claim
N
ell’ottobre del 2009 la mappa dettagliata del Città Sant’Angelo Village, posta davanti l’ingresso principale, annunciava entro l’anno in corso l’inaugurazione del primo ampliamento, mentre il completamento era calendarizzato per la primavera del 2010. Nell’articolo di Taglio nastro, uscito sul numero di dicembre 2009 di r&f, lo avevamo idealmente posizionato su un trampolino di lancio, descrivendo un borgo finemente costruito e aperto al pubblico per buona parte, con
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evidenti potenzialità di bacino e un importante percorso di consolidamento commerciale da traguardare nel breve e medio termine. Iter fisiologico per un nuovo outlet. Ma i programmi sono stati stravolti e i tempi dilatati, sino a quando la situazione di stallo ha imposto un vero e proprio rilancio. Spartiacque è stato l’affidamento della gestione e della commercializzazione a Cbre, multinazionale di riferimento nel settore dei centri commerciali e al primo progetto nel comparto degli
outlet, avvenuto nel gennaio 2012. Precedentemente, la compagine della società veicolo Città Sant’Angelo Village Spa ha visto Unieco portarsi al 40%, sulla stessa quota di La Castelnuovese, mentre il restante 20% è rimasto a Europ Invest. In occasione del taglio del nastro della prima parte della Fase2, avvenuto lo scorso 20 giugno, siamo quindi tornati a visitare il FOC abruzzese non solo per vedere la nuova piazza ma anche, e soprattutto, per verificare insieme
a Cbre il consolidamento dell’offerta commerciale in Fase 1. Nel corso del 2014, stando ai piani del gestore, sarà avviata anche la Fase 2/B, già costruita e delimitata da una paratia.
La nuova piazza
Con l’apertura della nuova piazza e il relativo ingresso, la shopping experience all’interno dell’outlet è finalmente completa. Per shopping experience intendiamo la possibilità per il visitatore di passeggiare lungo tutto il borgo,
Il progetto in pillole INDIRIZZO LOCALIZZAZIONE APERTURA FASE1 APERTURA FASE 2/A APERTURA FASE 2/B PROPRIETÀ GESTORE GLA TOTALE UNITÀ TIPOLOGIA UNITÀ RISTORAZIONE N. VISITATORI/ANNO POSTI AUTO
realizzato a forma di ferro di cavallo, sfruttando pienamente gli ingressi posti agli estremi della struttura. La nuova area porta in dote 4mila mq di gla e nove negozi, che si sommano ai 19mila mq di gla e ai circa 70 shop già operativi, mentre il novero dei brand commercializzati si attesta a circa 110 unità. I numeri finali di Città Sant’Angelo Village vedranno la Gla intorno ai 30mila mq e il totale negozi a quota 130. I parcheggi sono 3.500. Osservando quindi la nuova piazza e la passeggiata di congiunzione con l’area preesistente si incontrano marchi nazionali e internazionali come Navigare, Levi’s, Timberland, Desigual, Versace Jeans, Byblos, Who’s Who e Ferrante. Contestualmente hanno aperto in Fase 1 Harmont&Blaine, Harmont&Blaine Junior, Datch, Giorgia&Johns (total look da donna) e Marina Mlitare Kids. Alcuni dei nuovi marchi inseriti si caratterizzano per metrature tra i 300 e 400 mq, come Levi's, Timberland e Desigual, che durante la commercializzazione hanno palesato la necessità di location più
grandi. In particolare segnaliamo il posizionamento del brand statunitense di calzature e abbigliamento che domina la nuova piazza con le sue vetrine. Al contrario gli shop di Who's
INDICE DI INNOVAZIONE
6,25
Architetto, Alessandro Stroligo Associate Director di Chapman Taylor Urbanista, Tiziana Bardi Titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, Professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca
6,5
Redazione r&f (Andrea Penazzi)
6,5
6
6
Who, Navigare e Swinger International si sviluppano su circa 100 metri quadrati. Segnaliamo inoltre che Navigare era già presente in Fase1, nell’unità in cui ha trovato posto Harmont&Blaine, e che la ristorazione a brand Bagaria Ristorante Pizzeria è stata spostata da Fase 1, dove si trovava in un primo piano sulla piazza principale dell'outlet, alla nuova piazza di Fase 2, al piano terra. Qui dispone di un dehors esterno, con possibilità di essere chiuso e riscaldato in inverno, e di alcuni divanetti con tavolini sotto il porticato. A motivare il trasloco dell'operatore di ristorazione abruzzese, che al Città Sant'Angelo Village conta altri due locali (Bagaria Caffetteria e Caffè Vergnano), è stata la maggiore difficoltà nel gestire i picchi di flusso nei weekend in una location rialzata. Inoltre, ci ha spiegato il gestore, il posizionamento in Fase 2 favorisce la sosta e la presenza di visitatori nel nuovo spazio. Altre operazioni che hanno
VIA MOSCAROLA, CITTÀ SANT'ANGELO (PE) EXTRAURBANA SETTEMBRE 2009 GIUGNO 2013 2014 CITTÀ SANT’ANGELO VILLAGE SPA CBRE 23MILA MQ 100 FACTORY OUTLET CENTER 4 CIRCA DUE MILIONI 3.500
caratterizzato i mesi estivi dopo la nostra visita sono l’apertura di Freddy in Fase 1 e in corso di definizione lo spostamento di Marina Militare Kids da Fase 1, dove aveva aperto uno shop temporaneo di due mesi, a Fase 2, nel quale invece ha un punto vendita fisso. La scelta del temporary store è stata funzionale a far conoscere il prodotto e a veicolare il marchio. Sempre Marina Militare vedrà ampliato il proprio store, accorpando un’altra unità dove commercializzerà il marchio Aviazione Navale. Esternamente le due insegne saranno separate, dando l’idea di shop distinti, mentre internamente sarà evidente l’unione dei due spazi. Facendo un passo indietro, le aperture che hanno contraddistinto la gestione di Cbre nell’ultimo anno e mezzo riguardano Seven Invicta, Diadora (subentrata a Mariella Burani dopo il noto fallimento), Datch e Sushiko. Quest’ultimo, operatore giapponese attivo con la diffusa formula del KaitenSushi, è ubicato nella piazza speculare, sul lato opposto, rispetto al nuovo posizionamento di Bagaria. Entrambi i locali di ristorazione sono dotati di numerosi ingressi, in virtù dei quali possono adottare orari di apertura più lunghi rispetto a quelli dell’outlet. Da segnalare anche lo spostamento del brand di streetwear De Kuba dal “confine” tra Fase 1 e 2, laddove in quel momento era posta la paratia di separazione, alla piazza principale in Fase 1, con un incremento dei fatturati. L’ampliamento della nuova fase ha rappresentato anche un’occasione di aggiornamento in termini di layout per alcuni brand, tra cui Bottega del Sarto. Per il futuro si sta lavorando su circa 20-22 unità che andranno a ospitare brand di posizionamento allineato agli ultimi arrivi. Sul fronte delle categorie merceologiche, pensando alla Fase 2/B e alle location ancora da allocare in Fase2/A, nel mirino di Cbre ci sono
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Taglio nastro
ulteriori brand di calzature uomo e donna, un concetto outlet di gioielleria e uno di ottica. Tra i nomi papabili quello di Nau!. Si sta inoltre valutando la fattibilità tecnica ed economica per realizzare, nella location lasciata vuota da Bagaria al piano primo della piazza principale, una formula di area wellness collegata alla palestra attualmente presente sul medesimo livello, dove inserire, attorno alla terrazza panoramica, una sauna, percorsi termali, docce aromatiche, bagno turco e massaggi. Nei piani per la Fase 2/B c’è un’ulteriore articolazione f&b, da tradursi in un’offerta bar articolata.
Il rilancio
Durante il 2011 il Città Sant’Angelo Village ha attraversato una fase di
utile per favorire l’accessibilità, soprattutto per i turisti, è il servizio di navetta, che quattro volte al giorno collega l’outlet alla stazione di Pescara Centrale, con tappa intermedia a Montesilvano e arrivo davanti al negozio Nike. Si sta inoltre pensando ad inserire un’area wi-fi. Il tutto ha contribuito ad aumentare il numero dei visitatori, che nel 2012 furono 1,8 milioni, con un obiettivo 2013 di oltre 2 milioni, che dovrebbe successivamente arrivare ad almeno 3 milioni, quando l’offerta sarà a regime. Per ora l’estate ha portato buoni risultati: una crescita dichiarata del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso
uno sconto ulteriore del 20 per cento. Ad oggi ha già raggiunto le 12mila sottoscrizioni. Significativi vantaggi sono legati anche alla newsletter: in occasione di particolari ricorrenze e festività i visitatori che si presentano con la stampa dell’e-mail ricevono un braccialettino che assicura il 20% di sconto sul prezzo outlet. Altrettanto
anno sia in termini di footfall che di vendite. Nessun intervento è stato apportato sul fronte strutturale, dato che non sono stati riscontrati problemi impiantistici. L’unica opzione al vaglio è l’introduzione di coperture sulle piazze, inserendo delle vele, con lo scopo di aumentare le aree ombrate. A. P.
empasse. La mancata apertura di un’ala già costruita e ampiamente visibile ha creato un effetto depressivo sull’immagine dell’outlet, sia a livello di retailer che di consumatori. Nello specifico questo ha impedito il consolidamento dell’offerta e ha portato a un diffuso malcontento dei tenant, ai quali, in fase di commercializzazione, sarebbe stata prospettata l’apertura in tempi brevi dei due ampliamenti. Il sentiment dei retailer costituiva un elemento ancora più urgente da affrontare rispetto al vacancy che in quel momento interessava 10-12 unità sulle 70 complessive. Per riavviare la commercializzazione si è ricorso anche a formule di locazione temporanea, mentre attualmente la
COMMENTO
VALUTAZIONE
STRUTTURA E DESIGN
Il classico borgo, con una pavimentazione in marmi di pregio. A breve zone relax, nuovi tendoni e più verde
ACCESSO E PARCHEGGIO
Poco distante dall'austostrada e dalla città. Parcheggio ampio.
OFFERTA COMMERCIALE
Il target è chiaro, di posizionamento intermedio. Le nuove aperture fanno massa critica... e danno appeal!
SPAZI COMUNI E ATTRATTIVE
Ristorazione, anche etnica, diversificata nella proposta e nelle location. Zone wi-fi, palestra e centro benessere!
indice valutazione a cura di r&f: Leggenda: = migliorabile = sufficiente = apprezzabile = molto buono = ottimo
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proprietà e il gestore convergono nel non riproporre tali soluzioni. Tema affrontato da subito è stato anche il nome della struttura, che non trasmetteva un messaggio chiaro e immediato al consumatore. L’aggiunta del claim “Fashionable Outlet” è servito a comunicare due elementi fondanti: la presenza di fashion e la formula a prezzi scontati. Altro driver su cui è stata posta attenzione è la personal card, implementata con nuove promozioni: valida solo di martedì, quando dà diritto a ribassi supplementari del 10%, e nel primo martedì del mese, quando garantisce in tre negozi a rotazione
Long life
Freccia Rossa,
PRECURSORE DEI TEMPI
Inaugurato a Brescia nel 2008, il Freccia Rossa rappresenta in Italia uno dei primi centri commerciali situati in contesto cittadino, nonché un importante esempio di riqualificazione urbanistica. L'offerta, con un piccolo ipermercato e una ricca selezione di ristorazione e intrattenimento, funge da benchmark per i nuovi progetti
Il centro in pillole
I
n un mercato maturo come quello attuale, e nello specifico di Brescia caratterizzato da una Gla per abitante doppia rispetto alla media italiana, cinque anni di vita rappresentano un lasso di tempo significativo per capire non solo la bontà del progetto iniziale, ma anche per intuirne lo sviluppo futuro. A maggior ragione perché vanno in scadenza i primi contratti di locazione. Spente le cinque candeline lo scorso aprile, abbiamo puntato i riflettori sul centro commerciale Freccia Rossa, gestito da Sonae Sierra e di proprietà al 50% della stessa società iberica, al 40% di Aig e al 10% del costruttore locale Coimpredil. Lo shopping center lombardo, che non solo nel nome ma anche in parte
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degli arredi si ispira alle gloriose Mille Miglia, rappresenta una case history di particolare interesse in quanto è tra i primi in Italia a essere stato realizzato in un contesto cittadino, a fronte di un’importante opera di riqualificazione urbanistica. Freccia Rossa si colloca, infatti, su una porzione di un maxi lotto da 500mila mq dove sorgevano le ex Acciaierie e i Tubifici Bresciani (Atb), in zona sud-est rispetto al centro storico. Il progetto di riqualificazione risale addirittura alla fine degli anni Ottanta, mentre la variante al piano regolatore per la zona industriale, che ha posto le basi del successivo insediamento edilizio commerciale e residenziale, è avvenuta nel 2004. «Un collocamento che diviene fondamentale per la creazione di sinergie con le amministrazioni
PRIMO GESTORE GESTORE ATTUALE PROPRIETÀ DATA DI APERTURA INVESTIMENTO INIZIALE GLA NUMERO INIZIALE DI PUNTI VENDITA NUMERO ATTUALE DI PUNTI VENDITA ANCORA ALIMENTARE/GLA NUMERO DI MEDIE SUPERFICI NUMERO DI UNITÀ DI RISTORAZIONE CENTRO FITNESS CINEMA AREA DIVERTIMENTO NUMERO DI VISITATORI INIZIALE ANNO 2009 NUMERO DI VISITATORI ATTUALE ANNO 2012 FATTURATO DEL CENTRO COMMERCIALE ESCLUSA ANCORA ALIMENTARE POSTI AUTO CLASSE ENERGETICA/CERTIFICAZIONE
locali e le associazioni dei commerciali – sottolinea Sonae Sierra – il cui fine comune è quello di riequilibrare il flusso dei consumatori, restituendo alla città il ruolo di riferimento commerciale». Altro plus che lo rende estremamente
SMI (SIERRA MANAGEMENT ITALY) SONAE SIERRA SONAE SIERRA (50%), AIG (40%), COIMPREDIL (10%) APRILE 2008 144 MILIONI EURO 29.456 MQ 116 113 ITALMARK 3.311,09 MQ 8 22 VIRGIN ACTIVE MULTISALA WIZ LUCKY VILLE 5.286.539 7.135.257 N/A 2.500 LEED F
moderno e competitivo, se pensiamo alla progressiva riduzione dei formati degli ipermercati e alla crescita della ristorazione (unico settore insieme ai servizi in segno positivo) e dell’intrattenimento, è la presenza di
un piccolo ipermercato al piano terreno (cambiato di insegna tra Natale 2010 e Pasqua 2011), di una food court con oltre venti ristoranti al piano primo e di un multisala. Senza dimenticare l’area di divertimento Lucky Ville e la palestra Virgin Active (strutturalmente indipendente). Il tutto ha inciso poco alla volta sulle abitudini di consumo dei bresciani, passando dai circa 5,8 milioni di visitatori nel 2009 agli oltre 7,1 lo scorso anno (la rilevazione è stata effettuata con il sistema Footfal). E così, al netto della prima tornata di ricommercializzioni, il vacancy rate è fermo a quota 0,7% in termini di Gla e corrisponde al 2,3% sul totale delle unità.
Altri numeri dello shopping center interessano invece la struttura: i parcheggi (a pagamento se non si è fatto shopping) sono distribuiti su due livelli interrati e su un multipiano, per un totale di circa 2.500 posti auto. Gli accessi alla galleria sono 10.
Offerta commerciale, ieri e oggi
Dotato di una gla di quasi 30mila mq distribuita su due livelli, il Freccia Rossa vanta oltre 110 negozi, tra cui un ipermercato Italmark (ha preso il posto di Pam) di 3.300 mq gla, otto medie superfici e 22 attività di ristorazione, il Multisala Wiz e il già citato centro fitness.
Ripercorrendo la logica sottesa all’offerta commerciale dal taglio nastro a oggi, come ci ha spiegato Sonae Sierra, il mix merceologico iniziale era dettato dalle indagini svolte nel periodo di pre-apertura e attraverso le rilevazioni provenienti dalle periodiche indagini di mercato effettuate su base annuale da società specializzate. Nel tempo si è adattato rispondendo alle esigenze del target del centro: il normale turn over e i recenti rinnovi contrattuali, seguiti alle prime scadenze quinquennali, sono stati sfruttati quale opportunità per tarare e rinnovare ulteriormente il mix, che oggi si rivolge a un pubblico giovane sempre più attento alle mode del momento ed esigente da un punto di vista qualitativo. Negli ultimi anni tale pubblico è divenuto un punto di riferimento molto importate, anche se continua ad avere una posizione di rilievo la fascia merceologica dedicata al target famiglia. Nel concreto, le medie superfici sono appannaggio di Zara, H&M, Mondadori Multicenter, Supermedia, Virgin Active, Multisala Wiz e Area divertimento Lucky Ville, mentre tra gli altri marchi di rilievo food e non food spiccano McDonald’s e Foot Locker. Nel corso del 2013 hanno aperto i battenti ZooPlanet (negozio per animali domestici), Tokuno Shima (abbigliamento e calzature), Stella Z (accessori), Calliope (abbigliamento), Primadonna Collection (calzature e accessori moda) e il ristorante Da Giovanni Rana. Proprio la ristorazione, dislocata soprattutto al primo piano all’interno della food court, annovera oltre venti locali, che si avvalgono di diversi orari di apertura, alcuni dei quali funzionali alla sera e quindi al pubblico del cinema. Di particolare rilievo, per comprendere l’incidenza della ristorazione sul giro d’affari totale del Freccia Rossa, sono i dati messi a disposizione da Sonae Sierra: nel corso degli anni l’incidenza del fatturato prodotto dagli operatori del settore food rispetto al fatturato
retail&food - ottobre 2013 33
Long life dell’intero centro è rimasta stabile attorno al 14%, variando di poche cifre decimali (14,6% nel 2009 e 14,3% nel 2012). «Ciò è indice del buon bilanciamento merceologico – ha commentato il gestore –, soprattutto se si considera che detto fatturato in termini numerici è cresciuto nel tempo di oltre 2,5 milioni di euro, pari al 27%».
Eventi & servizi
Il centro commerciale, oltre a luogo destinato agli acquisti, è sempre di più un'occasione di incontro e di aggregazione: termine, quest’ultimo, divenuto un dogma tra gli addetti ai lavori. L’offerta di Freccia Rossa, sotto questo profilo, si è adeguata alle richieste del pubblico affiancando proposte che incontrino i gusti dei vari target. Nell’anno in corso è stato proposto un calendario trimestrale (“Succede domenica” tra marzo e maggio) di eventi: cabaret, iniziative per bambini, eventi musicali e spettacolo in genere. Ognuno con protagonisti di forte richiamo. Per l’autunno è previsto un concorso a premi legato alle vendite
(Clicca & Vinci), con in palio buoni spesa e premi tecnologici. Numerose, poi, le iniziative spalmate nei dodici mesi, in collaborazione con enti, scuole, associazioni locali o direttamente con i negozi della galleria. «Inizialmente venivano organizzati eventi itineranti, mostre e concorsi a premi legati alle vendite – ha precisato ancora l’azienda di gestione –. A partire dall’ottenimento della certificazione prevenzione incendi (CPI 2011), il Freccia Rossa propone iniziative di intrattenimento di forte richiamo per un pubblico eterogeneo. Una sempre maggiore attenzione viene rivolta al target famiglia (un esempio è il concorso/mostra Era Glaciale, realizzato nell’autunno del 2012 in concomitanza con l’uscita del film ICE AGE 4), che registra un elevato grado di interessamento. Proprio la famiglia, secondo le ultime ricerche di mercato, emerge rispetto al target “giovane”, che da sempre caratterizza la fruizione di questo centro». Completano l’offerta di Freccia Rossa i servizi, con un’ampia proposta che varia
PLAYER PER LE FASCE ISOCRONE DELLA LOCALIZZAZIONE (Accessibilità: 20 minuti, con autostrade, traffico medio) Fasce isocrone 00' - 05'
Format Centro Commerciale
Insegna FLAMINIA
Prov.
Comune
Indirizzo
Superf. Dist. (mq) (min.)
Anno apertura
BS
BRESCIA
Via Corsica 305
9.430
4,8
1987
BS
BRESCIA
Via Mantova 102
12.000
5,6
2003
BS
BRESCIA
Via Arcangelo Tadini
22.500
8,0
1998
BS
BRESCIA
Via Genova 76 Via Valcamonica 17 Loc. Badia
7.524
8,3
2001
14.000
9,3
1996
Via Giorgione 7 Via Enrico Mattei 37/39 Via Europa 8 ang. Via Triumplina
14.832 36.684
11,3 12,0
1987 1996
18.000
13,8
1972
05' - 10'
Centro Commerciale
PARCO COMMERCIALE COOP PARCO COMMERCIALE CAMPO GRANDE BRESCIA
Centro Commerciale
SANT'ANNA
BS
BRESCIA
Centro Commerciale Centro Commerciale
MARGHERITA D'ESTE LE RONDINELLE
BS BS
BRESCIA RONCADELLE
Centro Commerciale
AUCHAN
BS
CONCESIO
Centro Commerciale
ITALMARK OSPITALETTO
BS
OSPITALETTO
Via Padana Superiore 1
14.000
14,8
1992
BS
CASTENEDOLO
8.000
15,6
/
BS
BRESCIA
7.500
16,6
1987
BS
RODENGO SAIANO
Via Brescia 65/67 Viale Sant'Eufemia 108/F Piazza Cascina Moie 1 Loc. Moie di Sotto Via Don Filippo Bassi 5/A Via Don Francesco Mestrini Via Rovato 44 Via Padana Superiore 70 - Loc. Molinetto di Ciliverghe Via Paolo Richiedei 59 Via Mazzini 97
36.000
16,8
2003
6.300
17,4
/
12.000
17,5
2011
48.000
18,7
1998
4.000
19,1
2012
5.400 15.275
19,1 19,5
1989 1988
Parco Commerciale Parco Commerciale
10' - 15'
15' - 20' IPER SIMPLY ITALMARK Centro Commerciale SANT'EUFEMIA FRANCIACORTA Factory Outlet Village OUTLET VILLAGE Centro Commerciale
Centro Commerciale
CENTRO SAN MARCO
BS
NAVE
Centro Commerciale
LE SORGIVE
BS
FLERO
Centro Commerciale
LE PORTE FRANCHE
BS
ERBUSCO
Parco Commerciale
LE DUE PORTE
BS
MAZZANO
Centro Commerciale Centro Commerciale
ITALMARK GUSSAGO CONTINENTE
BS BS
GUSSAGO REZZATO
34 retail&food - ottobre 2013
dallo sportello bancomat, allo studio dentistico Dentalpro e dalla sartoria al parrucchiere. Giusto per citarne alcuni. Da segnalare, invece, la disponibilità del wi-fi gratuito in tutta la galleria, la presenza di due nursery con area allattamento/scalda biberon, e ancora defibrillatori, noleggio passeggini, noleggio carrozzina anziani, percorso ipovedenti e insegne negozi in braille, kiddie rides/Boobaloo.
Location urbana, fattore prossimità
Considerando le tradizionali fasce isocrone ed escludendo l’uso delle
Rossa deve fare i conti però con un bacino altamente conteso. Oltre al centro storico, primo competitor in assoluto, rivaleggia con 10 shopping center superiori ai 10mila mq, che contribuiscono a rendere lo stock di Gla nei 20 minuti pari a circa 220mila mq, con una densità di 523 mq per mille abitanti, tra le più alte nell’area del Nord-est e di gran lunga superiore alla media Italiana, di circa 250 mq/1.000 abitanti. «Questo dato – aggiunge Sonae – giustifica come lo scenario competitivo nel bacino d’utenza sia rimasto sostanzialmente invariato negli ultimi sei anni, nonostante diversi progetti siano stati annunciati e/o apriranno nel medio termine, andando ad intensificare l’offerta commerciale».
Bacino di utenza: gli artigli della Leonessa
autostrade, il Freccia Rossa conta circa 223mila abitanti fino a 10 minuti e circa altri 197mila abitanti fino a 20 minuti di percorrenza in automobile, per un totale di 420mila persone (fonte Sonae Sierra). Inoltre il centro commerciale beneficia della posizione urbana nei pressi della stazione ferroviaria, con forte accessibilità pedonale e tramite mezzi pubblici. In virtù di tali premesse, comunica il gestore, i bacini risultano fortemente incentrati sulla città e sulla provincia di Brescia, da cui provengono circa il 75% dei visitatori. Forte di una location centrale, e di un’offerta ritagliata su misura, Freccia
Consideriamo come sempre l’isocrona dei 20 minuti di percorrenza automobilistica, con condizioni di traffico medie, e analizziamo i dati della popolazione residente e dei competitor forniti da Sincron Inova. Il bacino in termini di residenti abbraccia nella fascia dei 10 minuti l’interno comune di Brescia, che conta circa 189mila abitanti, mentre nei 20 minuti si estende sulla provincia. Quindi focalizziamo l’analisi su entrambi gli ambiti territoriali. Dal punto di vista socio-demografico, rispetto alla media nazionale, emergono diversi valori. Tra questi la percentuale di stranieri, che è di gran lunga superiore (rispettivamente 16,6% e 12,5% contro 6,8%), e quella relativa all’età: se gli under 25 sono pressoché in linea con il dato italiano, rispettivamente il 22,7% e il 24,8% contro il 24%, gli over 64 sono il 24,4% a Brescia (e il 19,1% in provincia) contro il 20,8% italiano; l’età media è quindi leggermente più alta nel comune capoluogo (45,1) e più bassa in quelli limitrofi (42,1). Il buon tenore di vita mantenuto nel bacino di utenza è alimentato dal basso tasso di disoccupazione, fermo al 7% in città e al 5,8% in provincia contro l’8,4% del Belpaese, dai Numero Indice Reddito e Numero Indice Consumo del capoluogo, rispettivamente a quota 138 e 136, fatto 100 il dato nazionale. A quota 117 sono sia il Nir che il Nic della provincia. Di tutt’altro tenore è la valutazione dell’area competitiva nell’isocrona dei 20 minuti, come già anticipato, che evidenzia addirittura 18 complessi retail, tra cui l’outlet di Franciacorta. Di questi solo due, per la precisione, sono stati inaugurati dopo il Freccia Rossa. A. P.
retail&food - ottobre 2013 35
Dossier aeroporti
GENOVA: LASCIATE CHE NUOVI SOCI VENGANO A ME L a prudenza non è mai troppa, ma la fase di stallo che interessa l’Aeroporto di Genova potrebbe presto essere alle spalle: la comunicazione da parte di Enac dell’avvio della procedura per la definizione del nuovo contratto di programma, in attesa del nihil obstat da parte del Ministero delle Infrastrutture e dell’Economia, assicura semaforo verde all’adeguamento tariffario e quindi permette di poter ragionare sin da oggi in una nuova chiave prospettica sui destini dello scalo ligure. Il passaggio riveste una duplice valenza strategica: da un lato va ad assicurare l’avvio, possibilmente già dal 2014, di un ambizioso piano d’investimenti infrastrutturali in regime di autofinanziamento; dall’altro assicura un inedito appeal al Cristoforo Colombo, inserito peraltro nel novero dei 10 scali strategici dal piano Passera. In Riviera si spera che favorisca a breve la riapertura della pratica per l’ingresso di un nuovo socio di riferimento nell’assetto societario, con l’Autorità Portuale di Genova (60%) che scalpita per uscire di scena, seguita o meno dalla Camera di Commercio di Genova (25%) e da Aeroporti di Roma (15%). Nel bel mezzo di una delicata partita per il controllo del mercato aviation del Nord Italia, tornano più che mai d’attualità le avance da parte di F2i e l’occhio lungo sulle opportunità del Belpaese da parte di Corporacion America. Si tratta innegabilmente di una bella boccata d’ossigeno per l’aerostazione ligure che, dopo un biennio 2010/2011 all’insegna di una crescita sostenuta (+24%, sfiorando quota 1,4 milioni di euro di passeggeri), sta pagando un prezzo particolarmente alto alla congiuntura economica: l’aggravante è quella di non aver ancora consolidato a sufficienza i frutti di una forte accentazione turistica dell’offerta aviation, da scalo prettamente outgoing
36 retail&food - ottobre 2013
che era negli anni d’oro del polo industriale genovese. Se nel 2012 Aeroporto di Genova registrava infatti una flessione passeggeri nell’ordine dell’1,7%, nel 2013, dopo un inizio drammatico (-20% tra gennaio e maggio), solo l’alta stagione ha permesso di arginare la falla: «Oggi ci assestiamo su un -5%, con luglio che registra addirittura un saldo positivo anno su anno. Ciò detto, al saldo dei mesi invernali, pensiamo di chiudere il 2013 con un decremento di 6/7 punti percentuale, in linea con il dato complessivo del network italiano», spiega Paolo Sirigu, dal 2008 direttore generale di Aeroporto di Genova. Non aiuta poi il quadro d’insieme il recente annuncio da parte di Royal Caribbean di voler lasciare Genova col 2014, spostando l’home port su Civitavecchia e Venezia, con un’emorragia di circa 130mila crocieristi all’anno. «C’è da dire che la fase d’imbarco/sbarco dei giganti del mare è ormai gestita su una pluralità di stazioni marittime e scali aeroportuali, cosa che ha consentito nel tempo di rendere più popolare la vacanza crocieristica stessa. Da parte nostra, siamo sbocco naturale per due porti quali quelli di Genova e Savona, che ospitano le flotte di MSC e Costa Crociere: si tratta di partner commerciali strategici che vantano sale dedicate nello scalo di Genova e che assicurano un apporto nell’ordine del 6% al flusso complessivo dei passeggeri in entrata ed uscita», sottolinea il manager.
Spazi angusti per il non aviation
Nel 2012, Aeroporto di Genova ha prodotto un valore complessivo alla produzione pari a 22,9 milioni di euro, in calo del 3% sui 23,6 milioni del 2011, con le attività non aeronautiche a contribuire per il 36,8% del valore complessivo (circa 8,4 milioni di euro)
Il futuro del Cristoforo Colombo passa per un progetto avanzato d’intermodalità e per l’avviamento dei cantieri del tanto ritardato potenziamento dello scalo. Ora manca (solo) un nuovo assetto proprietario
TAB. 2 - L’OFFERTA COMMERCIALE DI SCALO INSEGNA
AREA
UBICAZIONE
LIVELLO
TIPOLOGIA
Bar Airchef
Landside
Sala arrivi
0
food & beverage
Chef Express/ Pizza & Vizi
Landside
Sala partenze
1
food & beverage
Giglio Bagnara
Landside
Sala partenze
1
abbigliamento
Marina Militare
Landside
Sala partenze
1
abbigliamento
Itineris
Landside
Sala partenze
1
bookshop
Gusto
Landside
Area sopraelevata
2
food & beverage
Dufry Shops
Airside
Area sterile
1
duty free/duty paid
Mokà
Airside
Sala imbarchi nazionali
1
food & beverage
Airside
Sala imbarchi internazionali
1
food & beverage
Wine bar
Più grande, più connesso col territorio
dipendenti. La scala mobile ci porta al primo livello, dove le vetrine sono concentrate tutte nell’area est: in primis c’è lo snack bar Chef Express con corner Pizza & Vizi (tra i pochi rimasti, dopo il progressivo inserimento di Rossosapore), con relative sedute di pertinenza, quindi l’edicola/bookshop Itineris, la vetrina sportswear di Marina Militare (unica ad oggi aperta nel capoluogo ligure) e il negozio Giglio Bagnara, succursale aeroportuale di uno store d’abbigliamento multimarca di Genova Sestri; al secondo livello,
I progetti di ampliamento della struttura, dopo l’approvazione del 2010 da parte di Enac, rimasti lettera morta per la fase d’interregno che ha preceduto la formazione dell’authority dei trasporti, interessano da vicino lo sviluppo di una moderna e sinergica offerta di scalo. Grazie ad un ampliamento complessivo da 15mila a 23mila mq, le attività commerciali potranno beneficiare di una superficie pressoché doppia rispetto a quella attuale, con un sviluppo dell’offerta fortemente sbilanciato in area airside. A fronte di uno stanziamento totalmente autofinanziato di 45 milioni di euro, la torta verrà equamente divisa tra il ripensamento del terminal e il miglioramento delle strutture di servizio dei veivoli (dalla centrale termica alle officine, passando
condivide la terrazza sulla pista con la sala MSC il self-service Gusto Ristorante, sempre in gestione Chef Express. Nell’area sterile, subito dopo i controlli, c’è il dutyfree/duty paid Dufry Shops di Dufrital, contraddistinto da un’offerta generalista di abbigliamento, P&C e prodotti alimentari. Chiudono la nostra rapida carrellata i due corner bar agli imbarchi: Cremonini gestisce il Mokà nella sala per i voli nazionali, mentre Servair ha ereditato da Marco Polo Food il wine bar agli
per le piazzole di sosta e gli hangar), con la prospettiva di aprire i cantieri nel 2014. Un secondo progetto, invece, vedrà la luce in regime di project financing, col coinvolgimento di tutto il territorio genovese: Aeroporto di Genova, assieme ad Enac, alla Regione Liguria, al Comune di Genova, a Trenitalia e RFI, ha perorato in sede comunitaria la causa di un collegamento tramite cabinovia del Cristoforo Colombo con la rete ferroviaria, posta a circa 600 metri dallo scalo, e quindi, in seconda battuta, con
fonte: Edifis Intelligence
in calo, a loro volta, del 4%. Crescono, in controtendenza, le royalty incassate per le attività commerciali di scalo: quelle della ristorazione passano da 364 a 373mila euro, mentre quelle del travel retail da 426 a 440mila euro. Lo scontrino medio, incluso il pedaggio per il parcheggio, oscilla intorno a 5,20 euro per passeggero partente: numeri esigui, legati a doppio filo ai limiti infrastrutturali dello scalo. L’attuale terminal, con i suoi 15mila mq sviluppati su tre livelli, risale al 1986 e risente di una concezione del trasporto anni Settanta: l’inserimento successivo dei controlli radiogeni ha quindi contribuito ulteriormente a comprimere gli spazi, creando criticità TAB. 1 - I PASSEGGERI DI GENOVA soprattutto sul versante airside. Nel plesso del Cristoforo TRAFFICO VAR. % ANNO ANNO Colombo le attività COMMERCIALE PRECEDENTE commerciali hanno 2000 1.051.494 +0,3 a disposizione 2001 990.198 -5,8 poco più di 1.500 2002 1.032.862 +4,3 mq, metà dei quali dedicati all’offerta 2003 1.050.610 +1,7 food & beverage. 2004 1.051.494 +0.3 L’appello delle attività 2005 1.004.638 -5,8 di scalo è quindi 2006 1.070.563 +6,5 quanto mai breve: 2007 1.116.211 +4,3 al pian terreno, nella sala arrivi, tra uno 2008 1.191.338 +6,7 sportello di Banca 2009 1.126.504 -5,4 Carige e 7 sigle 2010 1.278.037 +13,5 dell’autonoleggio 2011 1.397.022 +9,3 (Auto Europa, Avis, 2012 1.373.190 -1,7 Budget, Sixt Rent a Car, Europcar, 2013 (GEN-LUG) 748.139 -6,4 Hertz e Maggiore) fonte: Assaeroporti fa capolino un bar no brand di Servair che opta a mò d’insegna per una composizione di marchi (fornitori) dell’industry alimentare; la controllata di dnata è uno dei due partner ristorativi di scalo, nonché fornitore unico di soluzioni inflight e gestore della mensa per
internazionali. In quest’area, peraltro, è in fase avanzata di progettazione un ripensamento degli spazi che prevede l’inserimento di un temporary store dedicato ai prodotti enogastronomici di Liguria, in accordo con Coldiretti: a seconda del responso, potrebbe diventare un punto vendita stabile o stagionale, con possibili rotazioni a carattere espositivo.
retail&food - ottobre 2013 37
Dossier aeroporti TAB. 3 - VOCI DI RICAVO DEI BILANCI 2011/2012 VALORE DELLA PRODUZIONE
2012
2011
Diritti aeroportuali
7.551.963
7.558.114
-6.151
Assistenza
6.971.241
7.257.018
-285.777
Totale proventi aviation
14.523.204
14.815.132
-291.928
Subconcessioni aree e attività
5.597.240
5.748.047
-150.807
Attività svolte in proprio
2.866.914
3.076.133
-209.219
Totale proventi non aviation
8.464.154
8.824.180
-360.026
Totale proventi
22.987.358
23.639.312
-651.954
Altri ricavi
1.938.330
1.256.255
628.075
Totale
24.925.688
24.895.567
DIFFERENZA
30.121
fonte: bilancio 2012 Aeroporto di Genova
la collina degli Erzelli, sede del parco tecnologico e scientifico di Genova. Oltre al vettore, verrà realizzata una stazione intermodale, sinergica con la
38 retail&food - ottobre 2013
rete ferroviaria regionale (e quindi con quella del nord Italia, attraverso gli snodi di Genova Brignole e Porta Principe), con la rete metropolitana ed automobilistica
locale, dotata di un parcheggio multilivello da 1.500 posti auto. Poche settimane fa è giunto l’agognato placet: l’Agenzia TEN-T (Trans-European Transport Network) ha espresso parere positivo e concesso l’intera somma del cofinanziamento richiesto; il passo successivo, a breve, è quello dell’affidamento della progettazione.
«L’Europa ci concede due anni per realizzare tale progetto: in questo lasso di tempo metteremo in cantiere il bando del progetto esecutivo e quello per l’affidamento dei lavori», chiosa Sirigu. La palla passa ora nel campo dei privati: non si vive d’altronde solo di canoni, ma anche di oneri e rischi d’impresa. Claudio Francesco Merlo
Multisala
È DI SCENA LA RIPRESA Dopo un biennio di contrazione, il box office torna a sorridere: nei primi otto mesi del 2013 il mercato italiano del cinema è aumentato del 4,3%. Ma i ricavi dei retailer non arrivano più solo dal botteghino: crescono food e altre attività di marketing
L
’emorragia si è arrestata. Il calo dei biglietti staccati dai cinema italiani che si era registrato nel 2012 (-9,88% in termini di presenze) e in misura ancor più eclatante rispetto all’anno record 2010 (-17,02%) si è fermato. Nei primi otto mesi del 2013 la crescita delle presenze è significativa: +4,3 per cento. Certo, il fatturato nello stesso lasso di tempo è ancora leggermente negativo (-1,1%) ma se si considera che nel calcolo finale ci sarà anche il periodo natalizio, tradizionalmente trainante (come dimostra anche il parziale 2012 relativo alla seconda parte dell’anno: dal primo agosto a fine dicem-
bre le presenze erano aumentate infatti del 3,21% e gli incassi del 5,51% sullo stesso periodo del 2011), il trend pare segnato. Lo scostamento rispetto ai dati di presenze peraltro è dovuto alla minore incidenza delle presenze alle proiezioni di film in 3D, valorizzate ad un prezzo più elevato, rispetto allo scorso anno. Ciò pone il mercato in una posizione molto particolare, a dimostrazione del potenziale di sviluppo ancora presente e della capacità degli operatori di reagire ai momenti di crisi con soluzioni innovative. Basti dire come i retailer hanno saputo smentire le Cassandre che prevedevano
CINELANDIA Quali sono i numeri del vostro circuito? Il nostro circuito, che ha il suo quartier generale a Cantù (CO), conta su una sessantina di schermi
CINELANDIA in pillole Multisala Cinelandia in Italia Sale totali Posti a sedere totali Presenze 2012 Previsioni 2013 Giro d’affari 2012 (in euro)
10 53 10.500 2.093.746 2.200.000 20 milioni
ubicati in 10 multiplex collocati in Piemonte, Lombardia e Val d'Aosta. La nostra politica di sviluppo non è fondata su acquisizioni ma sulla crescita diretta, con risultati soddisfacenti soprattutto in termini di redditività. Ci siamo concentrati in città medio-grandi dove il multiplex ha una funzione di aggregazione, dando in gestione diretta gli spazi dedicati al food&beverage. Quanto pesano le voci diverse dalla vendita di biglietti? Il food è decisamente importante nel nostro conto economico, mentre risultano marginali gli introiti derivanti da pubblicità o dall’affitto delle sale.
una inesorabile agonia per il settore con la diffusione incipiente della banda larga casalinga: i numeri dell’anno d’oro 2010 lo testimoniano, con 110 milioni di ticket venduti e 735 milioni di euro di incasso totale.
Non solo box office
Del resto, ormai da tempo gli esercenti si sono strutturati per differenziare la loro offerta rendendo più gratificante l’esperienza cinema per lo spettatore e più remunerativa la sua visita per le loro casse. L’offerta food diventa allora di primaria importanza, con percentuali dei ricavi che
PAOLO PETAZZI, Ceo La formula compleanni invece funziona egregiamente. Quali i principali problemi del settore? Le agevolazioni fiscali per il prodotto italiano non sono equiparabili a quelle di altri paesi, Francia in testa, dove l'attenzione del governo per la cultura è massima. Si può e si deve fare di più contro la pirateria che mette in crisi tutta la filiera, non solo i retailer.
retail&food - ottobre 2013 39
Multisala UCI ITALIA
In Italia, UCI Cinemas ha inaugurato il primo multiplex a Curno (BG) nel dicembre 1999. Da allora, il circuito ha portato a 42 il numero dei multisala presenti sul territorio italiano, per un totale di 438 schermi. UCI Italia fa parte del Gruppo Odeon & UCI Cinemas, il più importante circuito cinematografico europeo con 237 multiplex e un totale di 2.182 schermi (dati al 30 giugno 2013). Il Gruppo fa capo alla società di private equity londinese Terra Firma Capital Partners ed è presente, oltre che in Italia, anche in Gran Bretagna, Spagna, Germania, Irlanda, Portogallo e Austria. Qual è l'andamento del vostro business in questa fase di contrazione generale dei consumi? Le presenze nel 2013 sono in aumento rispetto al 2012: chiuderemo l’anno con 18,1 milioni di spettatori contro i 17,5 milioni dell’anno passato. Tuttavia, i ricavi sono in calo proprio perché i prezzi sono scesi per via delle iniziative promozionali messe in atto quest’anno. Quali iniziative avete assunto o assumerete per conquistare nuovi spettatori? Per ampliare il nostro target di riferimento proponiamo non solo film, ma anche contenuti alternativi “live” e preregistrati, come concerti musicali, eventi sportivi, opere liriche, cult movies rimasterizzati, puntando quindi sulla multiprogrammazione. La nostra mission è di offrire il prodotto giusto per ogni tipo di cliente in uno specifico giorno della settimana, con agevolazioni sul prezzo del biglietto: ecco quindi l’apertura domenicale alle 11 della mattina di 12 multisala con film dedicati alle famiglie, la rassegna “Ricomincio da 3” al martedì con un blockbuster al prezzo di 3 euro, gli sconti per le donne con la promozione “Femmine contro Maschi” un giorno alla settimana. A ciò si sommano le tre versioni della SKIN Ucicard e le tessere prepagate Cinefans, con 5 ingressi a un prezzo agevolato anche nei periodi natalizio, pasquale ed estivo.
40 retail&food - ottobre 2013
STEFANO SALVISCHIANI, Deputy managing director Quali le novità emergenti nel settore in termini di tecnologia? Siamo il primo circuito in Italia ad essere completamente digitalizzato: un vantaggio competitivo nell’ambito della multiprogrammazione. Nel 2011 abbiamo lanciato poi la prima sala digitale italiana IMAX e abbiamo introdotto sei sale iSens: un impianto sonoro con 52 altoparlanti. Molti dei nostri multiplex sono inoltre Digital Signage. L’innovazione passa anche dai Social Network: “Michela”, la prima live chat di Facebook consente di acquistare i biglietti dalla Fan Page del circuito. Si affianca alla prevendita sul sito internet, al call-center, alle biglietterie automatiche self-service sul posto, ai servizio di acquisto biglietti tramite App di UCI Cinemas per iPhone, iPod Touch e per iPad. Quale percentuale sul business complessivo è riferibile alla voce food&beverage? La vendita di prodotti f&b rappresenta tra il 27% e il 30% del provento box office e, in termini di profitti, raggiunge una percentuale ancor maggiore. Nel nostro circuito, la spesa media per cliente in questi prodotti è una delle più alte a livello europeo, grazie al grande orientamento che ci caratterizza su questa area di business.
UCI CINEMAS in pillole Multisala Uci in Italia Sale totali Posti a sedere totali Presenze 2012 Previsioni per il 2013 Numero collaboratori Numero film all’anno Giro d’affari 2012 (in €)
42 438 87.662 17,5 milioni 18,1 milioni 1.500 220 165 milioni
THE SPACE CINEMA FRANCESCO DI COLA, Responsabile centrale marketing, contenuti, comunicazione e nuovi progetti The Space Cinema è nata nel 2009 dalla fusione di Warner Village Cinema e Medusa Multicinema. Per il 51% è di proprietà di 21 Investimenti – società di private equity guidata da Alessandro Benetton – e per il restante 49% da Mediaset RTI. Negli anni successivi siamo cresciuti grazie alle acquisizioni dei gruppi Planet e Cinecity, del cinema situato nel Porto Antico di Genova e di nuove aperture a Firenze e Catanzaro. Nei prossimi mesi apriremo a Palermo. L’obiettivo di The Space è di far crescere il mercato offrendo un’ampia offerta di esperienze di intrattenimento e svago che comprende musica, teatro ed eventi sportivi. Di qui la realizzazione del progetto The Space Extra: un palinsesto di eventi offerti al pubblico del circuito e ridistribuiti anche ad altri esercenti. Qual è l'andamento del vostro business in questa fase di contrazione generale dei consumi? Nonostante il periodo di crisi economica, il mercato del cinema ha tenuto e nel 2013 è in ripresa. Al 31 agosto 2013 i dati segnano infatti un significativo +4,3% delle presenze rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In questo contesto, grazie ad attività di comunicazione e promozione mirate, nuovi progetti, un’attenzione particolare alla cura del cliente e alla diversificazione dell’offerta, le performance The Space superano quelle del settore, registrando un importante +11% (+5,4% in termini di incassi). Di fatto, pur con una quota di mercato pari a circa il 21%, metà di tale crescita è riferibile al nostro circuito.
oscilla tra il 15 e il 30% rispettivamente per i due principali player italiani: UCI Cinemas e The Space Cinema. Per quanto attiene al target, il mercato è giovane, ma non giovanissimo: il 50% degli spettatori ha tra i 25 e i 44 anni. Si tratta di clienti che devono potersi muovere con mezzi propri raggiungendo strutture che spesso sono in zone periferiche o in provincia e devono avere tempo libero in orari serali. In questo ambito, lo zoccolo duro di chi va al cinema più spesso, 20 volte all’anno, è
A quali iniziative pensate per conquistare nuovi spettatori e/o fruitori di servizi collaterali (ristoranti, shop, librerie, etc)? Le nostre strategie di marketing e di differenziazione si muovono lungo due direttrici ben precise: ampliamento dell’offerta, sia di contenuti – realizzata attraverso il progetto Extra – sia di prodotti e servizi, con lo scopo di distinguerci rispetto ai competitor e di valorizzare il nostro marchio; per altro verso l’obiettivo è quello di rispondere al meglio alle esigenze di ogni singolo cliente: a questo fine stiamo per avviare un progetto di CRM che ci consentirà di conoscere meglio le preferenze dei singoli cluster, così da delineare offerte sulle caratteristiche degli spettatori e da comunicare a ciascuno in maniera più efficace. Quali le novità emergenti nel settore in termini di tecnologia? Nel campo delle infrastrutture riguardano l’utilizzo della tecnologia digitale per la trasmissione e la proiezione dei contenuti. Ciò consente di ridurre i costi di duplicazione e di trasmissione di film e contenuti diversi; inoltre, sotto il profilo gestionale, permette una grande flessibilità nella programmazione degli spettacoli. Per quanto riguarda il rapporto con i clienti, durante la stagione 2013/14 ci impegneremo per migliorare la comunicazione digitale: stiamo per rilasciare una nuova versione dell’app e per ampliare la nostra presenza sui social media. Quali sono le problematiche fiscali del comparto e i provvedimenti urgenti per sostenerlo? Per ragioni legate all’architettura del business gli esercenti cinematografici si trovano ad essere in costante credito IVA. Nel tempo circuiti come il nostro hanno accumulato un credito molto rilevante, nei fatti inesigibile. Un problema cronico, ostacolo allo sviluppo del business. Non chiediamo finanziamenti, solo di poter sbloccare pagamenti che immobilizzano somme rilevanti. Quale percentuale sul business complessivo è riferibile alla voce food&beverage e alle attività collaterali per le aziende? Le aree food generano circa il 15% del nostro fatturato complessivo. Si tratta di un contributo rilevante al nostro fatturato, ma anche in questo settore abbiamo già integrato l’offerta con prodotti nuovi e continueremo a testare nuove soluzioni. Inoltre, ad oggi il totale delle attività legate al B2B vale circa il 10% del nostro fatturato.
costituito da “soli” 1,8 milioni di spettatori, che tuttavia generano il 40% del business dei cinema italiani. Dati molto importanti sotto il profilo della pianificazione e dell’erogazione dei servizi. Anche perché si tratta di persone di cultura medio alta, che si informano attraverso canali non del tutto convenzionali, come passaparola e recensioni, sui quali l’impatto dell’advertising, in tutte le sue forme, non è molto significativo. In questo contesto, il retail ha diverse priorità: fornire informazioni aggiornate, puntuali, utili; essere sempre disponibile; consentire l'acquisto rapido, semplice, sicuro dei biglietti; raccogliere feedback e indicazioni dai clienti; premiare la fedeltà.
THE SPACE CINEMA in pillole Multisala The Space in Italia Sale totali Posti a sedere totali Quota di mercato in Italia Crescita presenze al 31/08 (sul 2012) Quota giro d’affari area Food
36 362 79.126 21% +11% 15%
Insomma: solo un forte orientamento al cliente porta a capire quale tipo di prodotto e di offerta siano i più adatti. Naturalmente conta anche il prezzo del biglietto. Su questo fronte, va detto che nel 2012 è aumentato in media dello 0,7% rispetto al 2011, a fronte di un incremento dell’inflazione del 3%, ed è persino diminuito del 2,3% rispetto al 2010, rispetto a un aumento dell’inflazione del 5,7 per cento. Per finire, tutti gli operatori evidenziano come il settore abbia un temibile concorrente sleale, ovvero la pirateria, contro il quale, manco a dirlo, hanno il coltello tra i denti. Massimo Andreis
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Parola di Beppe Costa Nato a Genova nel 1956, Beppe Costa si è laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Genova. La sua esperienza professionale, iniziata nel 1981 in Spagna come a.d. dell’impresa olearia Minerva, si connota dal 1997 per le numerose esperienze nella filiera dei parchi a tema e dei musei: Costa Edutainment, Civita Servizi e Civita Group, Festival della Scienza e Palazzo Ducale di Genova, Opera Laboratori Fiorentini. Continua nel tempo anche l’attività di rappresentanza imprenditoriale in Confindustria, dove è attualmente membro di Giunta a Roma e presidente della Sezione Terminalisti Portuali a Genova.
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COSTA EDUTAINMENT: nel mirino altre acquisizioni e partecipazioni nei beni culturali
C
osta Edutainment è oggi l’azienda leader in Italia nella gestione di strutture pubbliche e private dedicate ad attività ricreative, culturali, didattiche, di studio e di ricerca scientifica. Il primato dell’impresa affonda le radici nello spirito imprenditoriale originario, legato al nome della famiglia Costa, che nasce nel settore del turismo crocieristico per affermarsi come brand di qualità in Italia e nel mondo. Dello sviluppo dell’azienda di “famiglia” ne abbiamo parlato con il presidente, Beppe Costa. Quale l’idea strategica alla base della decisione di entrare nella filiera dei parchi a tema e quale il bilancio complessivo dopo diciotto anni di attività? Nel 1995 Costa Crociere costituisce Costa Aquarium spa, che vince la gara pubblicata da Porto Antico (la società immobiliare dedicata alla conduzione delle aree e delle strutture prospicienti il mare nel centro cittadino) per la gestione decennale dell’Acquario di Genova. Nel 1997, mentre la famiglia Costa vende Costa Crociere al gruppo Carnival, alcuni dei suoi membri decidono di acquisire Costa Aquarium e di trasformarla in Costa Edutainment. Il know how, acquisito inizialmente con attività improntate maggiormente all’entertainment, si è diversificato nel tempo attraverso l’esperienza della gestione dell’Acquario, consentendo di consolidare le competenze, di renderle trasversali e coerenti con una serie di settori (turistico, culturale, scientifico) e di metterle con successo al servizio della divulgazione presso un pubblico sempre più ampio e attento. Il bilancio di quasi vent’anni d’attività d’impegno è molto soddisfacente e offre prospettive positive per il futuro. Quale l’andamento del settore nel suo insieme? Nei diversi comparti in cui siamo impegnati a livello italiano, l’andamento è piuttosto vario. I parchi a tema negli ultimi anni hanno sofferto molto, con una riduzione significativa in termini di affluenza di pubblico. Il settore degli acquari, invece, ha mantenuto una sostanziale stabilità. Il 2012 è stato per noi un anno particolare sotto vari aspetti, non ultimo la decisione di allinearci alla stagionalità dei parchi anticipando la chiusura dell’esercizio al 31 ottobre. Il fatturato consolidato dell’azienda, comprendente Costa Edutainment, il tour operator Incoming Liguria e Parco Navi spa (la società di cui siamo proprietari e che gestisce l’Acquario di Cattolica), è stato
di circa 24,5 milioni di euro (21,5 milioni al 31 ottobre). Rispetto all’omologo periodo del 2011 il calo è intorno al 12%: un dato che va letto all’interno di un quadro economico che risulta forse il più difficile a livello italiano e anche internazionale. Uno scenario che ha visto non poche imprese della filiera registrare cali addirittura nell’ordine del 30 per cento. Il gruppo nel suo insieme ha saputo confermare i circa due milioni di visitatori annui.
Quali le vostre prospettive? Con il nuovo Padiglione Cetacei, presentato lo scorso 26 luglio dopo un percorso di realizzazione complesso e perseguito con determinazione, prevediamo di recuperare in misura sostanziale gli investimenti profusi, migliorando sia il fatturato sia il margine operativo lordo. Lo sviluppo di Costa Edutainment per i prossimi anni vede possibili acquisizioni nell’ambito di strutture nel settore del divertimento, il rafforzamento delle sinergie all’interno del gruppo e l’ulteriore crescita della presenza nel comparto dei beni culturali attraverso la partecipazione come soci al 24% in Civita Group. Quali spazi di crescita esistono per il settore e per i suoi singoli segmenti: ristorazione, offerta retail specialistica, accoglienza alberghiera? Come gruppo implementeremo l’offerta nell’ambito dei bookshop e delle proposte didattiche. Inoltre ci concentreremo sullo sviluppo dell’attività turistica sia in Liguria sia in altre regioni d’Italia, a partire dalla Toscana tramite il nostro tour operator CWay.
Quali le best practices di settore in Italia e non solo? Esistono molti esempi di parchi e strutture per il divertimento, in Europa e nel mondo, in cui sono inseriti degli acquari. Ritengo tuttavia che il modello di “parco” che abbiamo creato a Genova attraverso il nostro Acquario Village sia realmente innovativo e unico nel suo genere. Grazie alla varietà dei temi trattati all’interno delle singole strutture, alle connessioni create tra loro e all’alto livello dell’offerta “entertainment”, questo modello è riuscito a contenere il calo anche nel prolungato periodo di crisi economica che stiamo sperimentando. Quali invece le criticità tipiche del comparto complessivo? In realtà nel nostro settore i fattori critici sono opportunità e stimoli a trovare contromisure tempestive all’inevitabile appannamento delle proposte. Come in qualunque altro contesto, l’andamento economico generale condiziona il funzionamento delle strutture e la resa degli investimenti. Operando nel settore culturale e turistico, per noi sono estremamente importanti anche i servizi che non rientrano nella nostra diretta gestione: trasporti, accoglienza cittadina, sistema turistico locale, ristorazione e ricettività. Questo significa che uno dei nostri strumenti di lavoro fondamentali è la rete di interconnessioni con gli altri operatori che contribuiscono a mantenere alto il livello della nostra offerta. Quali le maggiori soddisfazioni in termini di risultati raggiunti? Ne colloco al primo posto, a pari merito, almeno due: aver creato un gruppo presente in più siti nel territorio italiano e le sfide che ci hanno portato a “raddrizzare” alcune situazioni di sofferenza, segnatamente l’Acquario di Cattolica, la Città dei bambini e dei ragazzi e il Galata Museo del Mare. Ultimo libro letto? Ultimo film visto? Il viaggio dei sogni? Le motivazioni personali dell’imprenditore Beppe Costa? L’ultimo libro letto è “La guerra di mio padre” di Luca Borzani, l’ultimo film “Lincoln”. Il viaggio sognato è il giro del mondo in barca a vela. La motivazione principale che mi guida da sempre è la volontà di creare valore e lavoro attraverso qualcosa che unisca l’aspetto imprenditoriale con la responsabilità sociale, che possa durare nel tempo ed essere tramandato alle generazioni future. P. L.
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Speciale Foodservice USA
I PRIMI (cento) DELLA CLASSE Anno di consolidamento per la ristorazione commerciale statunitense: nel 2012 il comparto ha segnato una progressione delle vendite del 3,5%, grazie al traino dei big di settore (+5,3%). Ecco chi sale e chi scende nel primo mercato del pianeta
L
a grande recessione è finalmente alle spalle, almeno per loro. Nel 2012 l’industry della ristorazione commerciale statunitense ha conosciuto un anno di robusta crescita: secondo i numeri raccolti dalla National Restaurant Association, la principale lobby degli operatori di foodservice d’America con circa mezzo milione di associati tra catene e indipendenti, le vendite complessive di comparto hanno raggiunto quota 631,8 miliardi di dollari (+3,5%), con oltre 10mila esercizi commerciali in più in attività, per una massa critica di 970mila punti di ristoro nel mercato domestico. E il forecast per il 2013 volge ulteriormente al bello: la stima complessiva a saldo dell’anno in corso è nell’ordine dei 660,5 miliardi di dollari di sales (circa 1,8 miliardi di vendite al
giorno), per una progressione del 3,8%. Tale volume rappresenta circa il 4% del prodotto interno lordo degli States e il 47% delle spese alimentari dei cittadini americani; il tutto condito, tanto per gradire, da 13,1 milioni di posti di lavoro, circa il 10% dell’intera manodopera statunitense, con la prospettiva di raggiungere entro il 2022 quota 14,2 milioni d’occupati.
Grandi, grandissimi
A suffragio di un anno di svolta per il settore (così come per l’intera economia americana), giunge l’appuntamento immancabile con i numeri del Top 100, il censimento stilato con cadenza annuale dal periodico Nation’s Restaurant News che, sintetizzando risultati ufficiali, stime e proiezioni delle performance domestiche, ricostruisce
La rivelazione dell'anno, Firehouse Subs (fondata da pompieri)
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l’andamento dei big del foodservice statunitense. L’edizione 2013 è ancor più ghiotta, già che cade in occasione della quarantesima rilevazione consecutiva di un settore che, attraverso la lente dei suoi best performer, è passato da 6,6 miliardi di vendite del 1973, quando le catene censite erano solo le prime 50, ai 213,7 miliardi realizzati dai 100 best performer del 2013 (su bilanci 2012), che rappresentano, dunque circa il 34% dei volumi espressi dall’intero comparto (tab. 5). Il risultato di tappa è il migliore dal 2007 ad oggi, quando alla cassa si era registrato un avanzamento complessivo del 5,2%: i 213,7 miliardi in cassa rappresentano infatti una progressione del 5,3% sui 205,7 dell’anno passato, frutto a loro volta di una crescita del 4,4% sui 196,9 miliardi del 2010; i primi 10 della classe cannibalizzano il 47,9% delle vendite totali dei 100 best performer, in linea con l’anno passato (47,5%). Dalla prima alla centesima posizione
TAB. 2 - TOP 100: I PRIMI 50 OPERATORI PER VENDITE
TAB. 1 - TOP 100: I NUMERI DEL 2012 Vendite complessive 2012: 213,7 miliardi di dollari Vendite complessive 2011: 205,7 miliardi di dollari Crescita delle vendite: +5,3% Numero locali 2012: 184.595 Numero locali 2011: 181.639 Crescita complessiva punti di ristoro: +1,9% Numero 1 per vendite: McDonald’s (35,5 miliardi di dollari) Numero 100 per vendite: Firehouse Subs (380 milioni di dollari) Numero 1 per rete commerciale: Subway (25.549) Numero 100 per rete commerciale: Maggiano’s Little Italy (44) Fonte: Edifis Intelligence su dati Nation’s Restaurant News Top 100
Posizione
Catena
Segmento
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50
McDonald’s Subway Starbucks Coffee Burger King Wendy’s Taco Bell Dunkin’ Donuts Pizza Hut Chick-fil-A Applebee’s KFC Sonic Drive-In Olive Garden Panera Bread Chili’s Grill & Bar Domino’s Pizza Jack in the Box Arby’s Little Caesars Pizza Dairy Queen Chipotle Mexican Grill IHOP Red Lobster Buffalo Wild Wings Grill & Bar Papa John’s Pizza Outback Steakhouse Denny’s Cracker Barrel Popeyes Hardee’s 7-Eleven T.G.I. Friday’s Golden Corral Panda Express The Cheesecake Factory Texas Roadhouse Whataburger Carl’s Jr. Ruby Tuesday Red Robin Jimmy John’s Gourmet Sandwiches LongHorn Steakhouse Wawa Five Guys Burgers and Fries Waffle House Bob Evans Restaurants Zaxby’s P.F. Chang’s China Bistrot Church’s Chicken Bojangle’s
Hamburger Sandwich Beverage/snack Hamburger Hamburger Messicano Beverage/snack Pizza Pollo Casual dining Pollo Hamburger Casual dining Bakery/café Casual dining Pizza Hamburger Sandwich Pizza Hamburger Messicano Family diner Casual dining Casual dining Pizza Casual dining Family diner Family diner Pollo Hamburger C-store Casual dining Buffet Cinese Casual dining Casual dining Hamburger Hamburger Casual dining Casual dining Sandwich Casual dining C-store Hamburger Family diner Family diner Pollo Casual dining Pollo Pollo
Fonte: Edifis Intelligence su dati Nation’s Restaurant News Top 100
il range oscilla tra le 25.549 vetrine all’attivo di Subway e i 44 ristoranti di Maggiano’s Little Italy, format casual dining all’italiana dell’Illinois del gruppo Brinker (che controlla anche Chili’s Grill Bar), oppure tra i 35,5 miliardi di dollari realizzati da McDonald’s e i 380 milioni prodotti da Firehouse Subs, catena
fast casual della Florida dedicata ai sandwich, all’esordio in classifica, fondata dai fratelli Sorensen, entrambi ex pompieri (da cui il nome del format). Propria quest’ultima, assieme a Jimmy John’s Gourmet Sandwiches, Cheddar’s, Buffalo Wild Wings Grill & Bar e Wingstop, compone
Vendite 2012* 35.592 12.123 9.276 8.585 8.215 7.500 6.264 5.700 4.560 4.503 4.500 3.790 3.648 3.629 3.560 3.550 3.084 2.992 2.900 2.840 2.717 2.650 2.538 2.463 2.401 2.392 2.379 2.012 1.931 1.897 1.889 1.816 1.783 1.779 1.603 1.533 1.476 1.406 1.333 1.304 1.264 1.215 1.132 1.082 1.007 980 979 924 869 864
Vendite 2011* 34.172 11.434 8.490 8.341 8.108 7.000 5.931 5.500 3.992 4.428 4.600 3.689 3.561 3.216 3.556 3.437 2.946 2.940 2.450 2.660 2.264 2.618 2.599 2.040 2.204 2.327 2.332 1.934 1.704 1.818 1.771 1.816 1.683 1.531 1.545 1.363 1.311 1.341 1.377 1.232 1.014 1.116 1.003 950 969 964 840 931 864 767
Vendite 2010* 32.395 10.633 7.955 8.625 7.943 6.900 5.420 5.400 3.526 4.317 4.700 3.619 3.471 2.905 3.513 3.316 2.934 2.857 2.130 2.660 1.832 2.575 2.453 1.703 2.097 2.256 2.186 1.911 1.607 1.752 1.647 1.794 1.639 1.370 1.448 1.243 1.225 1.328 1.445 1.143 780 983 931 721 946 957 777 939 872 712
Locali 2012 14.157 25.549 11.013 7.183 5.817 5.695 7.306 7.756 1.669 1.885 4.618 3.556 817 1.534 1.268 4.928 2.250 3.354 3.673 4.462 1.398 1.537 681 884 3.131 770 1.590 616 1.679 1.703 6.800 543 488 1.514 162 388 740 1.124 746 455 1.561 422 606 1.105 565 565 207 1.202 536
* = risultati ufficiali, stime o proiezioni in milioni di dollari
il quintetto delle catene che hanno ottenuto il miglior risultato di tappa in fatto di crescita delle vendite (vedi Fig.3), per una progressione media del 24,8%. Sono invece 14 i brand che presentano un saldo negativo rispetto al 2011, contro i 13 dell’anno passato (e i 37 del 2010): si contendono ai punti
l’ultima piazza Quiznos Sub (-27,3%) e Romano’s Macaroni Grill (-24,6%). Veniamo alla rete commerciale: calcolatrice alla mano, il novero delle unità domestiche dei Top 100, al netto delle chiusure, compone un network complessivo di 184.595 punti di ristoro - 138.757 dei quali affidati in licenza
retail&food - ottobre 2013 45
Speciale Foodservice USA nella Top 10 interessano, ironia della sorte, due formule avicole in diretta concorrenza, ovvero Chick-fil-A, che balza dall’undicesima alla nona posizione grazia ad un incremento annuo delle vendite del 14,2, per un totale di 4.560 milioni di dollari, e KFC, in costante caduta libera da un triennio a questa parte (-2,17%, 4.500 milioni di dollari), scivolata dalla nona
Unico scossone al vertice, quello di Chick-fil-A che sostituisce KFC in nona posizione
TAB. 3 - TOP 100: I 5 MIGLIORI RISULTATI DELL’ANNO Catena
Posizione 2012/2011
Segmento (in milioni di dollari)
Vendite
Unità 569 (+19,3%)
Firehouse Subs
100 (-)
Sandwich
380 (+33,6%)
Jimmy John’s Gourmet Sandwiches
41 (42)
Sandwich
1.300 (+24,7%) 1.561 (+17,5%)
Cheddar’s
72 (85)
Casual dining
545,8 (+24,5%)
129 (+21,7%)
Buffalo Wild Wings Grill & Bar
24 (27)
Casual dining
2.500 (+20,8%)
884 (+8,7%)
Wingstop
88 (98)
Pollo
450,9 (+20,5%)
533 (+9%)
Fonte: Edifis Intelligence su dati Nation’s Restaurant News Top 100
TAB. 4 - TOP 100: QUOTE DI MERCATO PER SEGMENTO VENDITE (IN MILIARDI DI DOLLARI)
C-STORE 2,1% (4.679,0 $)
BAKERY/CAFÉ 2,1% (4.623,0 $)
ALTRO 2,9% (6.258,2 $)
HAMBURGER 35,5%
FAMILY DINER 4,9%
(71.679,9 $)
(10.531,9 $)
MESSICANO 5,5% (11.860,8 $)
POLLO 7,1% (15.321,7 $)
CASUAL DINING 17,1% (36.673,8 $)
PIZZA 7,5% (16.148,9 $)
BEVERAGE/SNACK 8,1% (17.502,8 $)
SANDWICH 8,6% (18.374,5 $) Fonte: Nation’s Restaurant News Top 100
46 retail&food - ottobre 2013
e 45.838 gestiti in diretta -, per una crescita anno su anno di 3.478 unità, pari ad un incremento dell’1,9%, ancora lontano dai tassi di crescita pre-crisi, che oscillavano tra il 2% e il 4% annuo, ma pur sempre meglio dell’1,4% registrato nel 2011.
Un club per pochi eletti
Diamo un occhio, da ultimo, alle performance del Gotha di settore (tab. 2). Premessa d’obbligo: nulla cambia al vertice: la leadership di McDonald’s (+4,1%, 35,5 miliardi di dollari) è un fatto acclarato che non desta più alcuna sorpresa: se non bastasse, anzi, l’abisso che la separa dalla seconda classificata (Subway, +6%, 12,1 miliardi) si è ulteriormente ampliato anno su anno di 731 milioni di dollari, per un gap totale di 23,4 miliardi. D’altronde, in 40 anni di rilevazioni della testata, il re del quick service è sempre stato il primo della classe, ad eccezione della prima edizione, quella del 1973, quando a tirare la volata era KFC con 1,2 miliardi di vendite. E’ utile ricordare, peraltro, che McDonald’s e il suo primo competitor di canale, Burger King, sono le uniche due catene ad essere sempre state presenti nella Top 10. Una partita più alla pari si gioca invece tra la terza e la quinta posizione: Starbucks Coffee (+9,2%, 9,2 miliardi) si conferma con allungo medaglia di bronzo, dopo il sorpasso effettuato due anni fa ai danni di Burger King, mentre la battaglia dell’hamburger tra Burger King (+2,9%, 8,5 miliardi) e Wendy’s (+1,33%, 8,2 miliardi) continua con un’incollatura di poche centinaia di milioni, benché la forbice si stia allargando. Le uniche variazioni
Subway è prima per rete commerciale (ma le sue vendite sono quasi un terzo di quelle di McDonald's) all’undicesima. In mezzo, mantiene la decima piazza la prima realtà casual dining del mercato americano, Applebee’s, con 4.503 milioni di dollari (+1,7%).
Segmento per segmento
Last but not least, diamo una rapida occhiata alle dinamiche che hanno interessato le principali “famiglie” gastronomiche del mercato domestico americano (vedi tab. 4). Partiamo dall’insieme del limited service, ovvero delle formule di ristorazione a tema senza servizio al tavolo: da anni l’azionista di maggioranza relativa del mercato è il segmento hamburger che oggi rappresenta il 35,5% delle vendite dei Top 100, per un valore complessivo pari a 71,6 miliardi di dollari (la sola rete commerciale di McDonald’s ne produce in solitaria il 49,7%) e il
24,2% della rete commerciale. Subway, invece, rappresenta il 66,1% delle vendite del segmento sandwich, che pesa a sua volta l’8,6% delle vendite dei best performer, con un cumulo di 18,3 miliardi di dollari e il 18,1% delle location in attività. In generale, invece, il gruppo del limited service (che include anche le formule messicane, cinesi, italiane e ittiche), cumula sales
numero dei locali a tema, grazie ad una progressione del 3,3%, raggiunge quota 22.792 unità. Chiudiamo il nostro excursus con pizza e pollo: l’orgoglio di Napoli è prodotto qualificante di 7 catene su 100 che realizzano 16,1 miliardi di dollari (+6,2%), a fronte di 21.871 punti di ristoro (+2,4%), con un peso specifico pari al 7,5% del Gotha del foodservice.
TAB. 5 - TOP 100: 40 ANNI IN NUMERI Anno
Vendite totali (in miliardi di dollari)
Unità complessive
complessive per 105,3 miliardi (+5,1%), pari al 1973* 6,6 28.659 49,3% del novero totale, con 1983 50,4 95.280 90.380 vetrine (+1,4%) e 32 1993 101,8 128.841 brand tra i Top 100. 2003 152,5 177.355 Veniamo, quindi, ai numeri del casual dining: le formule 2013 213,7 184.595 con servizio al tavolo: le Fonte: Edifis Intelligence su dati Nation’s Restaurant News Top 100 27 catene in classifica *= solo le prime 50 catene assommano vendite per 36,6 miliardi di dollari (+3,4%), pari ad una fetta di mercato del 17,1%, La leadership di Pizza Hut poggia su 5,7 e un cumulo di 11.767 ristoranti miliardi di vendite, pari al 35,4% del (+2%). La sua leadership è quanto mai totale di gruppo. polverizzata, con Applebee’s al 12,2% e L’offerta avicola, da ultimo, è ben Olive Garden al 9,8%. rappresentata ai vertici da 9 brand Con soli 6 marchi ai vertici, il gruppo che assicurano 15,3 miliardi di dollari Beverage/snack fa rima soprattutto con (+7,7%), grazie a 11.669 vetrine Starbucks Coffee: la catena di Seattle, all’attivo (+0,4%), pari al 7,2% della con 9,3 miliardi di dollari, rappresenta torta dei Top 100. Chick-fil-A, con 4,6 il 53,1% dei 17,5 miliardi complessivi miliardi in vendite, guida il gruppo forte di un gruppo (+7,5%) che assicura di una quota di mercato del 30%. l’8,1% delle vendite in classifica. Il C. F. M.
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Mystery in shop
TRADER JOE’S WINE SHOP conquista la Grande Mela
A
Manhattan chi cerca vino, con competenza e gusto per il confronto, passa regolarmente da Trader Joe’s Wine Shop sulla 14th street (tra Union Square e 3rd Avenue): specialty store situato accanto a uno dei quasi 500 supermarket grocery dell’omonima catena creata da Joe Coulombe nel 1958 in California. L’insegna del primo punto vendita di Coulombe a Los Angeles era Pronto Market convenience store, che sul mercato si confrontava con la consolidata 7-Eleven. Nel tempo la rete, riorientata verso qualità e assortimento, ha raggiunto altri stati del West fino a diffondersi anche lungo la East Coast e, appunto, a New York. Dopo vent’anni di sviluppo la proprietà fu acquisita da ALDI Nord e il comando delle operazioni fu assunto da Theo Albrecht, allora al ventesimo posto nella classifica Forbes degli uomini più ricchi al mondo. Le caratteristiche di questo wine shop fanno prevedere
TRADER JOE'S WINE SHOP
L’offerta e il servizio
• SERVIZIO Velocità Cortesia Professionalità
• LAYOUT Aspetto esterno Originalità design Omogeneità e armonia Qualità materiali e arredi Ordine e pulizia Comfort
• PRODOTTO Assortimento Esposizione Promozioni
• VALUTAZIONI GENERALI Qualità/prezzo Ambiente Adeguatezza alla location Innovazione
Legenda: = migliorabile; = sufficiente; = apprezzabile; = molto buono; = ottimo
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la sua diffusione in altre città ovvero la nascita di marchi concorrenti capaci di riprodurre gli ingredienti alla base del suo solido successo. I principali criteri che regolano l’offerta sono: l’abbondanza calibrata nel numero di vini rossi e di vini bianchi; la presentazione dei principali vitigni con un ampio spettro di case vinicole; il sostanzioso presidio di vini americani, in prevalenza californiani, compresa una rappresentanza di vini dello stato di New York; il giro del mondo in ordine di ampiezza di proposte (Francia, Italia, Australia, Nuova Zelanda, Spagna, Sud America, Sudafrica, Asia e in pratica il solo Giappone, Austria e Ungheria). Completano l’assortimento vini organici e kasher, dolci e da dessert. Consistente al centro del negozio anche l’offerta di bollicine, separata in due distinte isole: champagne e spumanti, in prevalenza italiani con il prosecco a farla da padrone, seguiti a distanza da spagnoli e californiani. Due focus importanti sono il Top Shelf Gifts e il Market low prices. I prezzi si aprono a ventaglio e, pur con frequenti picchi di spesa, mostrano una decisa competitività. Il cavallo di battaglia della casa, non riconosciuto ufficialmente ma molto apprezzato dalla maggioranza dei clienti, è il cosiddetto three buck chuck (tre bottiglie a tre dollari), dove la fanno da padroni le etichette Trader Joe’s (il mio personale test di un merlot è stato positivo). Niente prodotti alimentari da accompagnare al vino (per quelli basta trasferirsi alla rifornitissima e adiacente grocery Trader Joe’s). La qualità del servizio è un altro punto forte del successo dell’insegna: numeroso personale in maglietta aziendale con badge nominativo, giovane e proattivo con i clienti, nei corridoi e alle casse, tutti efficienti e sorridenti, con i maschi in leggera prevalenza. Al cliente è richiesto di scegliere sacchetti di plastica o di carta grezza, che vengono forniti doppiati per contenere tre bottiglie, a loro volta inserite in sacchetti di carta.
Anche al mattino i clienti sono numerosi e rilassati e colpisce l’assenza di code nelle rush hours a negozio pieno. Il locale è aperto sette giorni su sette dalle 9 del mattino alle 10 di sera, tranne la domenica quando riduce l’orario da mezzogiorno alle 21.
Arredo, design e sicurezza
Lo spazio del negozio è limitato (attorno ai 1.500 sqf) ma sfruttato in modo assolutamente intensivo. Una porta d’ingresso e una d’uscita (acciaio e cristallo), con fotocellula per azionamento senza contatto, abbinate a una bussola (legno e cristallo) che funziona da disimpegno dove si trovano i cestini per la merce (niente carrelli) e su cui si aprono la porta automatica d’accesso al negozio e una laterale per uscire dopo le casse. Pavimento in resina rossiccia (come tutti i negozi della catena), illuminazione con grandi plafoniere in vetro. Lungo tutte le tre pareti ci sono scaffali continui in legno povero, alti circa 2 metri e stipati all’inverosimile di bottiglie con segnaletica in cartone e lettering tipo manuale, costituita da etichette affisse ai ripiani e da palline appese a antenne metalliche che sporgono ortogonali dal ripiano più alto. Niente scaffali refrigerati. La fascia di muro sopra gli scaffali è decorata con immagini giocose a tema enologico. Il tutto ha un aspetto vagamente “Germania anni ‘60”: rustico, minimalista e solido. Nell’area centrale due corte gondole uguali agli scaffali sono occupate da prodotti diversi rispetto ai semplici vini (bollicine, porto, kasher). Il corridoio, verso l’uscita, ha sui due lati i desk delle casse, cinque per parte; nello stesso legno degli scaffali, ogni desk è sormontato da una canalina di metallo contenente i cavi elettrici per l’alimentazione dei registratori. La sicurezza non è invasiva ma capillare, attraverso la presenza continua del personale in movimento che monitora i clienti. Alla fine del corridoio la vetrata su strada è in realtà una grande porta d’emergenza a due antoni e allarmata. P. L.
Analisi mercato
SICUREZZA & HI-TECH:
infinite applicazioni a portata di mano Premesso che la sicurezza nelle strutture commerciali vede al centro la persona, i retailer investono sempre di più in soluzioni che diminuiscano i furti, i quali incidono dallo 0,5 al 3 per cento sui fatturati. Determinante, su questo fronte, è lo sviluppo tecnologico, che corre verso soluzioni mobile e multifunzione
P
ur risentendo della crisi, che penalizza soprattutto le commesse nel mercato interno, il comparto italiano della sicurezza ed automazioni edifici si mantiene in segno positivo, con un giro d’affari che nel 2012 si è attestato sui due miliardi di euro. Il dato complessivo, diramato dall’associazione di categoria Anie Sicurezza, è cresciuto rispetto al 2011 dell’1,31%, mentre considerando i vari segmenti merceologici si evince che il settore dell’antincendio ha segnato un +0,79%, quello dell’antintrusione un +1,68% (rispettivamente -7,65% per la categoria antintrusione e sistemi di monitoraggio centralizzati, +0,54% per il controllo accessi, +5,24% per le TV.CC.) e quello del building automation un +0,87 per cento. Al contrario il primo trimestre del 2013 ha evidenziato una flessione, complice l’acuirsi della crisi e la conseguente chiusura di molti
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esercizi commerciali, compensata tuttavia dalla crescita del canale estero. «Il retail è uno dei settori più attrattivi, in virtù di un utilizzo costante e intensivo soprattutto degli impianti di videosorveglianza – illustra Andrea Natale, CoCoordinatore del Gruppo TVCC di Anie Sicurezza – . A spanne posso dire che il retail pesa tra il 10 e il 20% sul mercato totale della sicurezza. Un dato specifico per il settore del commercio al dettaglio è quello dell’antitaccheggio, che nel 2012 valeva circa 60 milioni di euro. Nei due miliardi di euro rientrano, oltre al prodotto, l’installazione, la manutenzione e i servizi di monitoraggio». A trainare il settore è quindi la videosorveglianza, in quanto caratterizzata da un alto tasso di innovazione: oltre a novità di prodotto con maggiore risoluzione di immagine, ci sono applicazioni che permettono alle telecamere di raccogliere informazioni sui comportamen-
Andrea Natale, Co-Coordinatore del Gruppo TVCC di Anie Sicurezza
ti del consumatore, non solo sul furto ma anche sui suoi spostamenti nei mall e all’interno dei punti vendita. «I retailer chiedono all’industria una tecnologia più intelligente, in grado di analizzare i flussi e di segnalare in tempo reale le criticità – prosegue Natale –. Tra queste attività rientrano, oltre alla security, la loss prevention, la traffic intelligence e l’inventory intelligence. Un ulteriore trend è quello della mobilità: l’operatore sul campo ha bisogno di dati in tempo reale e a portata di mano. Ciò è possibile grazie ad applicazioni create ad hoc per gli smartphone. Guardando ai margini per i produttori, i guadagni sulle installazioni sono bassissimi, mentre paga la capacità di erogare servizi, come la reportistica. Oggi il fornitore vive nel punto vendita: è quasi un consulente». Dopo l’overview sul mercato sicurezza pubblicata a settembre del 2012, nella
quale abbiamo presentato l’intera filiera, quest’anno abbiamo approfondito il mondo dei produttori e delle relative proposte. Questo per assecondare i desiderata dei retailer che, spiega il titolare di Prix Italia, Paolo Filippi, «hanno l’esigenza di salvaguardare al massimo il profitto, ora più che mai ridotto a causa del perdurare della crisi economica e di una concorrenza elevata, riducendo al minimo le differenze inventariali e nello stesso tempo esponendo i prodotti a libero tocco per far aumentare le vendite». Ma come si compone il mercato dell’antitaccheggio? «Dalla lunga esperienza maturata negli anni di attività di Prix Italia – aggiunge Filippi –, abbiamo visto una crescita e una diversificazione dei vari settori che vanno a comporre questa voce. Oggi si può dire che il valore è dato dalla sommatoria, più o meno importante, di tante linee di prodotto che vengono commercializzate. Parliamo di apparecchiature hardware, software e servizi che hanno diversificato il mercato con l’evolversi delle esigenze e della cultura dei clienti. Oltre alle soluzioni di sicurezza standard quali antenne, accessori e
«CON IL RFID, INVENTARIATO PIÙ ACCURATO DEL 99%» ALBERTO CORRADINI,
sales director di Checkpoint Systems Quali sono le performance di Checkpoint System nel 2013? A dispetto dell’attuale stagnazione che ha colpito molti operatori, possiamo contare su dati decisamente incoraggianti. Nei primi tre mesi del 2013, infatti, l’azienda ha raggiunto un fatturato intorno ai 148 milioni di dollari, in crescita del 3,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo trend è strettamente correlato al nuovo posizionamento: Merchandise Availability Program, attraverso il quale Checkpoint si propone di supportare i retailer nell’aumentare le vendite, migliorando la disponibilità della merce a scaffale, a favore dei clienti e di una shopping experience più soddisfacente. Quali sono le principali esigenze dei retailer? Aumentare le vendite e massimizzare i profitti è il principale obiettivo sia che si parli del grande operatore, sia del piccolo negozio specializzato. Partendo da questa esigenza, Checkpoint propone una serie di soluzioni volte a ridurre le differenze inventariali, migliorare la gestione della supply chain e garantire una costante disponibilità dei prodotti a scaffale. Nel primo segmento troviamo tutti i prodotti per la deterrenza e i sistemi antitaccheggio, come le antenne della gamma Evolve o Metalpoint HyperGuard, studiato per contrastare la criminalità organizzata. Nel secondo, invece, rientrano le tecnologie basate su RFID (Identificazione a Radio Frequenza), che assicurano tramite
semplici tag che l’articolo desiderato si trovi nel posto giusto e al momento giusto. Infatti, quando i clienti non trovano l’articolo desiderato, non soltanto dichiarano di aver vissuto una pessima esperienza d’acquisto, ma ben il 50% si rivolge a un altro punto vendita. Come differenziate la vostra offerta per le diverse tipologie merceologiche e di store? Per il fashion, la cui cura del dettaglio e dell’estetica è essenziale, Checkpoint propone antenne antitaccheggio personalizzabili, come la nuova Evolve Exclusive E10. Per il food, invece, sono stati messi a punto metodi di protezione che permettono di etichettare gli alimenti alla fonte, per un’efficacia totale, in massima sicurezza. Inoltre, Checkpoint prevede diversi gradi di implementazione, ovvero soluzioni di deterrenza visibile o invisibile in store, oppure programmi di protezione, dalla produzione al punto vendita. La ricerca tecnologica è in continua evoluzione, verso quali soluzioni si andrà nei prossimi anni? Sempre all’avanguardia dal punto di vista delle nuove tecnologie, in questi ultimi anni ci stiamo concentrando soprattutto sul RFID, ambito nel quale Checkpoint Systems è leader di settore. Questa tecnologia permette, infatti, di rendere l’inventario più accurato di oltre il 99% e di aumentare le vendite del 5 per cento.
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Analisi mercato «LA SICUREZZA ELETTRONICA ANTINTRUSIONE LA FA DA PADRONE»
quanto riguarda il supporto alle sue attività; tanto che, pur in presenza di un’innegabile flessione generalizzata del mercato, abbiamo incrementato gli investimenti, in modo da poter avere i prodotti e le risorse opportune per cavalcare l’inversione di tendenza.
GIORGIO LUCANO,
bank security & cash handling safes agents coordinator di Gunnebo Gunnebo è una realtà mondiale nel settore della sicurezza. Quanto vale per voi il mercato italiano? Il gruppo Gunnebo è presente in tutto il mondo, e a livello globale è una realtà in crescita. Il fatturato totale nel 2012 è aumentato del 5%, anche se questo aumento può in parte essere attribuito all’acquisizione di alcuni produttori (come Hamilton Safes). L’incremento al netto delle acquisizioni è derivato soprattutto dall’espansione nei paesi BRICS: il fatto che Gunnebo riesca ad aumentare le vendite in Cina, data la concorrenza dei produttori del gigante asiatico, dimostra che la qualità ha ancora un suo mercato. L’Italia, con un fatturato di 20 milioni di euro, rappresenta circa il 3,5% del nostro fatturato totale. Il trend degli investimenti nel nostro Paese è in aumento o in flessione? L’appartenenza a un grande gruppo permette a Gunnebo Italia di beneficiare della crescita globale per
La vostra offerta varia dal cash handling alle casseforti, dal controllo accessi alla sicurezza elettronica. Quali di queste soluzioni sono maggiormente richieste? Certamente i sistemi di sicurezza elettronica antintrusione la fanno da padrone, ma si stanno evolvendo prepotentemente i sistemi di videosorveglianza. Uno dei maggiori punti di forza di Gunnebo è comunque la possibilità di fornire soluzioni complete e integrate. Quali sono le vostre novità di prodotto? Il gruppo Gunnebo sta rafforzando gli investimenti nello sviluppo di soluzioni per il deposito sicuro del denaro contante. Per il mercato italiano è stata sviluppata una soluzione atta a salvaguardare l’investimento già effettuato dai clienti per il mezzo forte: siamo in grado, infatti, di intervenire sulla cassaforte antirapina Gunnebo esistente e, tramite l’applicazione in loco di un dispositivo di versamento certificato, consentire il conteggio e la validazione delle banconote versate, oltreché permettere la condivisione delle informazioni con istituti di trasporto valori o banche. Le soluzioni per il retail comprendono anche sistemi studiati per realtà di ogni dimensione, come le innovative soluzioni SCRD (SafeCash Retail Deposit) per la custodia e il deposito certificato del denaro, o la nuova cassaforte Omega, perfetta per i punti vendita al dettaglio. Sul fronte del controllo accessi, tornelli e varchi per il controllo degli accessi sono stati sottoposti a restyling in tempi recenti.
«PROTEZIONE CON IL LIBERO TOCCO, +15% DELLE VENDITE» PAOLO FILIPPI,
titolare di Prix Italia A 40 anni dalla sua fondazione, Prix Italia è una realtà internazionale. Quali sono i principali mercati in cui è attiva? I principali mercati europei in cui abbiamo sviluppato sono Regno Unito, Francia, Germania, Romania e Ucraina. Quelli extraeuropei sono Marocco, Emirati Arabi, Tailandia, Cina, Indonesia e Vietnam. Solo per citarne alcuni. Quanto pesa il fatturato generato in Italia rispetto al giro d’affari totale? L’Italia è senz’altro il nostro mercato principale, avendo anche la possibilità di rappresentare ditte straniere che offrono in esclusiva i loro prodotti tramite la nostra organizzazione di vendita. Oggi l’80% del volume d’affari arriva da commesse interne. Ovviamente nell’ultimo periodo abbiamo visto una contrazione della domanda, ma, grazie all’introduzione di nuovi prodotti, il fatturato Prix è rimasto invariato negli ultimi tre anni. Per quest’anno si prevede un aumento del 10 per cento. Come si struttura la vostra offerta? Prix Italia riesce, da una parte, a evitare il taccheggio con sistemi tradizio-
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tvcc, sono nati nuovi mercati come, ad esempio, quelli del libero tocco e della protezione alla fonte».
Troppi furti, effetto stock out
A dimostrazione dell’importanza di queste soluzioni spiccano alcuni dati, a partire da quello elaborato dal Barometro Mondiale dei Furti, secondo il quale il costo derivante dai taccheggi, nel Retail, si aggira attorno ai 2.970 milioni di euro l’anno. «La recessione che ha interessato gran parte del
nali quali safers, placche, protezioni per bottiglie, etichette e protezioni avvolgenti; dall’altra presenta nuove soluzioni hi-tech, e non solo, con protezioni quasi invisibili che permettono al possibile acquirente di sperimentare la merce esposta senza bisogno di chiedere aiuto al personale di servizio. I risultati sono immediati e i prodotti protetti con il libero tocco registrano vendite del 15% superiori rispetto a quelli esposti in vetrine chiuse. In quanto tempo mediamente si ammortizzano gli investimenti? Generalmente i costi sostenuti per l’EAS (Electronical Article Survaillance), vale a dire per la sicurezza al taccheggio, vengono ammortizzati in tempi molto brevi ma sempre proporzionali al tipo di attività di vendita svolta. Ovvio che negozi con fatturati maggiori ammortizzeranno tale spesa in minor tempo. Ad ogni modo si può dire che la media da considerarsi è di due anni. Lo sviluppo tecnologico su quali binari corre e quali a soluzioni porterà nei prossimi anni? La tecnologia nel retail corre a incredibile velocità. Crediamo che in un prossimo futuro le etichette intelligenti RFID (Radio Frequency Identification) aiuteranno la GDO nel tracciare la filiera dalla produzione alla vendita al consumatore, con grandi vantaggi nel rispettare garanzia e qualità. Sistemi di sicurezza antitaccheggio sempre più efficienti e meno d’impatto (nostra linea Metalguard), muniti di rilevatori di metallo, di calamite o di distaccatori per placche antitaccheggio prenderanno piede a discapito degli attuali. I safers (custodie in plastica) per il settore Health & Beauty continueranno a proteggere profumi e prodotti di cosmesi senza aumentare lo spazio espositivo o limitare le referenze abbassando drasticamente il taccheggio.
Analisi mercato «TELECAMERA: STRUMENTO DI MARKETING, CONTEGGIO E CONTROLLO» ALBERTO VASTA,
business development manager Italia di Mobotix Come opera Mobotix? Mobotix è presente sul mercato della videosorveglianza su IP dal 2001. Talvolta è vista erroneamente come un’azienda di telecamere, mentre invece è una software-house. Il nostro processo tecnologico non è volto a creare nuovi modelli di telecamere ma le applicazioni che vengono via via aggiunte alle telecamere presenti nel nostro catalogo. Ciò significa che se il cliente ha comprato una videocamere diversi anni fa, con l’aggiornamento dei firmware può ottenere tutte le nuove applicazioni. Un po’ come funziona lo smartphone. Quali sono le vostre attuali performance in Italia e all’estero? Nell’ultimo trimestre il fatturato è stato di circa 22 milioni di euro a livello globale e nell’arco del 2013 siamo intorno ai 90 milioni. In Italia registriamo una forte crescita, anche grazie all’introduzione di un partner program che ha visto l’avvio di una struttura commerciale a ottobre. Quali sono i vostri interlocutori? Nel 2013 ci siamo concentrati sulla video-analisi perché c'è stata una forte richiesta da parte di pubbliche amministrazioni, ospedali, alberghi e musei: luoghi in cui la videosorveglianza non è esclusivamente di visione ma dove sono necessarie applicazioni aggiuntive. Anche per il centro commerciale vale questo ragionamento, ad esempio con l'applicazione del conta-persone che tramite una mappa di calore riesce a visualizzare i flussi e valutarne l'intensità. La telecamera quindi diventa strumento di marketing, conteggio e controllo.
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Quali le soluzioni per aeroporti e luoghi di viaggio? Per gli aeroporti la necessità base è l’alta definizione, con cui avere il riconoscimento del dettaglio, che può essere di un oggetto e soprattutto di un viso. Alcuni aerodromi si sono rivolti a noi per le zone interne, quindi per il riconoscimento facciale, il conteggio persone e l’analisi delle direzioni, mentre per le zone esterne, i parcheggi, abbiamo un cliente importante: nei parcheggi di Parktofly sono state istallate le nostre soluzioni soprattutto per l'alta qualità delle loro immagini. Nelle stazioni utilizziamo un tipo di telecamera, con ottica emisferica, che può vedere a 180 gradi con un’unica inquadratura. In questo modo abbiamo alta definizione e meno telecamere, con la certezza che nessuna zona sia scoperta. Stesso discordo a bordo treno, dove lavoriamo con Trenitalia. E per i singoli punti di vendita? La necessità all’interno del punto vendita è di avere la visibilità di tutto il negozio. Se nel passato la difficoltà era di dover installare un gran numero di telecamere per uno spazio in proporzione molto piccolo, con la telecamera emisferica, messa in alto al centro del negozio, ne basta una o due per avere una visione completa. Inoltre tale soluzione occupa pochissima banda e questo può essere utile laddove ce n’è poca. Tra le nostre case history più recenti annoveriamo quella dei supermercati Sidis, nel Lazio, e della catena di gelaterie Grom.
mondo Occidentale, a partire dal 2008, ha inciso notevolmente sull’aumento dei fenomeni di taccheggio – spiega Alberto Corradini, sales director di Checkpoint Systems –. Secondo i dati della ricerca “I cambiamenti nel Retail e nella prevenzione delle perdite”, il 35,9% dei Retailer, ha registrato, in un solo anno, un aumento considerevole dei furti tentati o andati a buon fine. Se parliamo in termini di differenze inventariali, a livello mondiale, la cifra si aggira intorno ai 119 miliardi di dollari e ha un peso complessivo, per famiglia, pari a 184,44 dollari l’anno, nei 43
garantire completa sicurezza nei nostri centri commerciali – spiega José Maria Robles –: ci concentriamo sulla sicurezza passiva, che non prevede alcun tipo di intervento da parte dell’uomo e che è predisposta già in fase di progettazione e di sviluppo del centro commerciale; su quella attiva, concepita e sviluppata sia nella fase di progettazione che di gestione del centro stesso; infine su quella proattiva, che consiste in una misura per prevenire gli incidenti attraverso la diffusione della cultura della sicurezza. Per agevolare questo processo abbiamo istituito il PerSonae Tenant
Award». Sui primi due fronti Sonae si affida a società di facilty management per curare la manutenzione dei sistemi tecnici, mentre per i servizi di security si affida a società specializzate in questa tipologia di servizio. «In entrambi i casi – prosegue – operiamo istituendo gare d’appalto da cui selezioniamo il fornitore che si dimostra maggiormente in linea con le nostre richieste e i nostri elevati standard». Abbiamo quindi provato a quantificare la spesa annuale legata alla sicurezza, tenendo presente che ogni shopping center fa storia a sé. «Se prendiamo
come riferimento un centro commerciale di 40mila mq di Gla – commenta il top manager – è possibile quantificare l’investimento annuale medio in spese di manutenzione e di security in un range compreso tra 300mila e 500mila euro. Quanto ai singoli retailer non è possibile definire gli investimenti che effettuano, ma posso con certezza affermare che sono tutti tenuti a rispettare e apportare gli interventi che Sonae Sierra attua per garantire la sicurezza nei propri centri commerciali». Andrea Penazzi
Paesi oggetto dello studio, fra cui anche l’Italia». Dati specifici sul nostro Paese arrivano ancora da Anie Sicurezza: «i furti sono in costante aumento – precisa Natale –, perché si ruba non solo per necessità ma anche per rivendita, e pesano dallo 0,5% del fatturato per le aziende più protette al 3 per cento. Da uno studio sullo scorso Natale, elaborato dal Centro di Ricerca per il Retail, sono emersi danni per 690 milioni di euro complessivi, causati da taccheggio (427 milioni), furto dall’interno (210 milioni) e perdite subite nella catena di distribuzione (51 milioni). Inoltre l’ammanco del prodotto è legato alla perdita dell’opportunità di vendita, che è il danno più sensibile».
Grandi centri commerciali, la prospettiva del gestore
Per capire quali sono le esigenze dei gestori di grandi centri commerciali, in termini di sicurezza, ci siamo rivolti a José Maria Robles, property manager di Sonae Sierra Italia. La multinazionale iberica, infatti, è particolarmente sensibile a questo tema, come dimostra l’istituzione del PerSonae Tenant Award: premio destinato al tenant che ha messo in atto le migliori misure per la prevenzione degli incidenti sul lavoro. «Adottiamo un triplice approccio per
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Crisi & food, riflessioni di fine anno
GDO: AAA cercasi ripresa
Nella grande distribuzione c’è chi migliora le proprie performance, come Esselunga e Gruppo Selex. Tuttavia dal “Rapporto Coop, consumi e distribuzione 2013” emerge un quadro di forte sofferenza per le famiglie, che congela i tiepidi segnali di ripresa estivi
S
e durante l’estate un allentamento della crisi c’è stato, tuttavia il dato sui consumi resta in terreno negativo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il quadro dipinto dal "Rapporto Coop, consumi e distribuzione 2013" non lascia adito a previsioni ottimistiche: il progressivo da gennaio a fine agosto segna infatti un complessivo -1% sul food e addirittura un -6,1% sul non food (fonte Nielsen). In particolare, solo il dato a rete corrente dei supermercati è in terreno positivo, con un +1,1%, mentre gli ipermercati flettono del 2,7% e il segmento iper+super è pressoché stabile al -0,1 per cento. A rete omogenea i super arretrano meno degli altri formati, perdendo l'1,2%, contro il 4,3% degli iper e il 2,1% del segmento iper+super. Al contrario continuano a crescere gli specialisti (+1,9%) e i discount (+3,2%). Prendendo in considerazione le quattro aree Nielsen, le differenze sulle performance appaiono ancora più sensibili: il dato like for like sui primi otto mesi dell’anno fotografa una gap di oltre 3,5 punti tra il canale iper+super+Is in Area 1 (-1,64%) e quello in Area 4 (-5,29%). Discount e specialisti crescono ovunque, tranne in Area 2 dove i secondi perdono poco più di 2 punti percentuali. A riportare dunque il settore con i piedi per terra, dopo gli annunci politici su una possibile ripresa dal 2014, ci pensano i dati elaborati da Coop sulla condizione economica e sulla propensione alla spesa delle famiglie italiane. Tra i tanti numeri pubblicati nel Rapporto 2013 due sono quelli particolarmente sensibili: la percentuale dei consumatori che punta su prodotti naturali e locali, in discesa del 6% a quota 66%, e
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quella che vuol difendere la qualità, precipitata di ben 10 punti a quota 54 per cento. Inoltre va segnalato che il 30% dei consumatori dichiara di comprare meno in assoluto, una percentuale salita di 3 punti rispetto al 2012.
Non solo Coop
Ma in questo scenario l’andamento dei singoli distributori mostra dinamiche differenti. A completamento dei dati riportati nell’Analisi di mercato Gdo, pubblicata sul numero di settembre di r&f, è interessante constatare le performance comunicate da Coop, Esselunga e Gruppo Selex sul finire dell’estate. Il primo marchio, leader di mercato con una quota del 18,5% (+0,1%) a gennaio 2013 nel segmento grocery, freschissimo e non food (fonte Nielsen GNLC), ha contenuto le perdite rispetto alla media di settore sul fronte degli ipermercati, nel quale ha perso l’1,1% a rete corrente e l’1,9% a rete omogenea. Al contrario nel segmento “super” ha perso lo 0,1% a rete corrente e l’1,4% a rete omogenea. Su valori mediani è il settore “super + iper”, fermo al -0,5% a rete corrente e al -1,6% a rete omogenea. Di tutt’altro tenore è lo spaccato economico dichiarato in casa Esselunga. Il bilancio consolidato 2012 della holding Supermarkets Italiani è arrivato a 6,84 miliardi
di euro, pari al 3,2% in più rispetto al 2011, per un utile netto salito dai 209 milioni dell’esercizio 2011 ai 238 di quello recentemente approvato. A questo si aggiunge un calo dei debiti finanziari di 93 milioni di euro, nonostante gli investimenti sul potenziamento e sull’ammodernamento della rete si siano mantenuti sui valori dell’anno precedente: 380 milioni di euro. Tra i big della grande distribuzione spicca anche il piano di sviluppo portato avanti da Gruppo Selex, che per il 2013 ha previsto 225 milioni di euro di investimento. Questi hanno già portato a 12 aperture di nuovi punti vendita e a numerose ristrutturazione di store già avviati, con un incremento della forza lavoro di oltre 1.150 persone. Ma a far ben sperare è l’aumento delle vendite, pari al 2,65% nei primi quattro mesi dell’anno. A. P.
Prossimamente
GLI ATOUT DELL’AFFILIAZIONE IN
FIERA
In cartello dall’8 all’11 novembre, il 28° Salone del Franchising di Milano si propone quale luogo di incontro ideale per gli operatori che utilizzano una formula anticiclica rispetto alla crisi generale
C
on 28 anni di storia alle spalle, circa 200 marchi presenti e 13.000 visitatori nel corso dell’edizione 2012, il Salone Franchising Milano, che si terrà dall’8 all’11 novembre prossimi, intende presentarsi ancora una volta al mercato come una, anzi, come “la” fiera professionale della distribuzione, un appuntamento imprescindibile per il settore, orientato allo sviluppo dell’innovazione nella filiera del commercio. Dall’e-commerce al franchising, dal retail ai comportamenti d’acquisto, dalle reti ai servizi, fino alle tecnologie e al marketing: la kermesse meneghina, organizzata da RDS&Company con Fiera Milano, che si svolgerà negli spazi di FieraMilanoCity, toccherà tutti gli aspetti e tutti i segmenti di un mercato anticiclico rispetto alla perdurante crisi. Lo dicono i numeri, emersi tra le altre cose durante l’8ª Conferenza Nazionale del Franchising, svoltasi nel giugno scorso presso la Camera
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di Commercio di Milano: l’affiliazione, negli ultimi 4 anni “orribili” per il commercio italiano, ha mantenuto il segno positivo sia in termini di giro d’affari (+4,4%) che di punti vendita (+1,6%) e di insegne operative da nord a sud della Penisola (+14,1%). Ma il dato forse più eclatante in questo momento è quello relativo al saldo occupazionale: non solo vede un incremento del 4,6%, ma registra un indice molto alto per ciò che attiene a due fasce critiche della popolazione attiva, i giovani e le donne. Basti dire che il 38% di tutti i negozi in franchising sono aperti da imprenditrici appartenenti all'altra metà del cielo. L’edizione 2013 del Salone vede attualmente la presenza di 200 marchi. Non solo: sono numerose le iniziative previste nel corso della manifestazione: oltre alla Franchising Factory, un laboratorio di sviluppo e consulenza, e al Find Franchising, la fiera permanente online, spicca il Franchising delle Idee, con una serie di convegni utili a delineare lo stato dell’arte del settore e a indicarne le tendenze. Tra gli altri, venerdì 8 è previsto l’incontro avente per oggetto “I distretti urbani commerciali e il franchising”, a cura di FIF in collaborazione con Sfm e Fiera Milano. Il giorno dopo sarà la volta del convegno “Salone Franchising goes international” a cura di Sfm in collaborazione con Food Hospitality World. Di particolare interesse poi l’incontro in cartello domenica 10 denominato “Temporary Shop e Franchising, una nuova frontiera”: a cura di Assotemporary, sarà l’occasione per fare il punto su un fenomeno che sta prendendo sempre più piede, analizzando punti di forza e criticità di una formula che pare destinata a farsi strada nell’immediato futuro, non solo in ambiente urbano ma anche all’interno di spazi strutturati dedicati al retail. Il Salone gode del Patrocinio della Direzione Commercio, Turismo e Servizi della Regione Lombardia e vede la presenza, tra gli altri, di AssoFranchising, Federazione Italiana Franchising, Confimprese, Assotemporary e Iolavoro. Con il potenziamento dell’attenzione ai mercati internazionali, sono nate altresì proprio quest’anno le partnership con Food Hospitality World e con l’International Franchise Exhibition BuyBrand Expo di Mosca. M. A.
ITALIA FRANCHISING YEARBOOK Mai come in questa occasione agli operatori che presenzieranno alla fiera milanese dedicata al franchising tornerà utile una delle ultime pubblicazioni nata in casa EDIFIS. Italia Franchising Yearbook 2013, edita pochi mesi or sono, è la guida in inglese dedicata al mondo dell’affiliazione in Italia pensata per i grandi investitori e sviluppatori internazionali interessati ai migliori brand e concept del Belpaese. Nelle sue pagine si possono facilmente trovare tutte le informazioni utili per cogliere e mettere a frutto le potenzialità del mercato italiano, con le schede dei principali player che in esso operano. EDIFIS, che pubblica sia Ristorando sia retail&food, è stata scelta quale partner ideale per promuovere lo sviluppo all’estero di catene del food e del retail da Reed Expositions France, società organizzatrice di fiere come Franchise Expo Paris e Mapic. Distribuita nel corso del Franchise Expo di Parigi nel marzo scorso, prossimamente al Mapic di Cannes e appunto al Salone del Franchising di Milano (nonché nel corso di altri eventi, fiere e appuntamenti del settore), la guida si rivolge a un target mirato di operatori specializzati, master franchisee e investitori. Per informazioni e prenotazioni: dircom@edifis.it
Monopoli aeroportuale
Tra Regno di Sardegna e Repubblica di Venezia Save alla fine metterà le sue insegne su Verona (e Brescia), F2i ragionevolmente completerà il network del Nord Ovest con Genova: nel day after ciò che farà la differenza sarà avere idee chiare sui ruoli da attribuire alle singole controllate
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Nessuno si aspetta l’Inquisizione spagnola» era un tormentone d’annata dei Monty Python ai tempi del Flying Circus della BBC. Eppure, anche senza evocarlo o attenderlo al varco, l’imprevisto fa giustamente capolino quando meno è atteso. Accade così sporadicamente (sempre meno, invero, vista la crisi di liquidità del nostro sistema impresa) anche nel Belpaese: abituati come siamo a gestire le acquisizioni come passaggi di quote tra soliti noti e a privatizzare con partecipate del sottobosco pubblico, ci facciamo trovare in mutande quando irrompe il mercato, sic et simpliciter. Basti pensare al corifeo di reazioni, dal premier Letta in giù, quando è circolata l’indiscrezione che Fraport sarebbe interessata alla scalata della Save: a colpi di grancassa, coi "barbari" alle porte, si è gridato all’attentato all’italianità degli asset, manco si cedesse il Marco Polo, non il contratto di gestione. Se non ci conoscono già a sufficienza, a Francoforte non riusciranno a comprendere il motivo di tale scarso apprezzamento: l’ente di gestione del primo hub di Germania, al secolo Fraport AG Frankfurt Airport Services Worldwide, è un panzer divisionen della gestione aviation con
Enrico Marchi, presidente Save
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le carte in regola, con contratti o quote societarie in un portfolio ragionato di aeroporti strategici, dal Pulkovo di San Pietroburgo all’Indira Ghandi di Nuova Delhi, passando per Antalya, Jeddah, X’ian, Il Cairo, Dakar, Lima e Varna. Il fulmine a ciel sereno piomba nel bel mezzo delle grandi manovre di Save e F2i, che stanno spostando pedine nel network aeroportuale del Nord Italia.
Si dispiegano le truppe
Partiamo da Enrico Marchi, presidente di Save, e soci (più futuri che attuali,
vista la decisione delle Generali di uscire dal pacchetto di mischia) che stanno dando un’accelerata al progetto del polo aeroportuale del Nord Est: mancata per un soffio la presa di Ronchi dei Legionari, nella misura dell’80% delle quote di Aeroporto Fvg, per l’opposizione all’ultimo minuto della neo governatrice Serracchiani, i veneziani hanno rivolto le loro attenzioni alla Catullo, società di gestione degli scali di Verona e Brescia Montichiari. A fronte della manifestazione d’interesse da parte di tre realtà industriali di settore (oltre a Save, si erano fatti vivi sia la bergamasca Sacbo che gli argentini di Corporacion America), il management veronese opta per la trattativa privata solo con la Serenissima Repubblica: la formula proposta è quella dello scambio parziale di partecipazioni societarie e dell’immissione di liquidità nelle casse veronesi, per una quota del 35% valutata in 25 milioni di euro. Gli esclusi si appellano all’Enac, che ancora non si è espressa, chiedendo una gara ad evidenza pubblica, visto che le parti in causa sono partecipate da enti pubblici locali; Save, dal canto suo, ricorda come un modello analogo sia già stato adottato per l’acquisizione dello scalo di Treviso. Nel mentre finalizza la trattativa con
LS Travel Retail (gruppo Lagardere) per la cessione del 50% delle attività di Airest, business unit dedicata a food & beverage e travel retail, e guarda con interesse al processo di privatizzazione dello scalo di Lubiana, possibile nuovo boccone oltre confine dopo quello belga di Charleroi. Sullo sfondo, risulta difficile ad oggi immaginare la quadratura del cerchio dei ruoli da attribuire ai singoli anelli di un network così territorialmente concentrato, con il rischio di VeneziaCrono che mangia i suoi figli. F2i, il fondo guidato da Vito Gamberale, invece, non sembra particolarmente convinto di voler combattere la battaglia sull’Adige (già che Sacbo è partecipata al 31% da SEA e quest’ultima è controllata al 44% da F2i, appunto). Ci sono sul tavolo due dossier da valutare con attenzione: in primis quello di Aeroporto di Genova (vedi il Dossier Aeroporti a pagina 36) che assicurerebbe il dominio nei cieli del Nord Ovest; quindi quello di Sogaer, andando a vedere le carte della Camera di Commercio di Cagliari, che ne controlla il 40 per cento. Oppure atterrare sull’asfalto e bussare alla porta della Provincia di Milano che valuterà a breve se mettere sul mercato il suo 52% nella Serravalle... C. F. M.
newsarredo FOSCARINI ILLUMINA BRERA
IL NUOVO CONCEPT CALEFFI A CASTEL GUELFO
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n tuffo nel passato reinterpretato per il consumatore di oggi: al Castel Guelfo The Style Outlets è di scena il restyling del concept store “Casa Caleffi, la Casa dei Sogni”, lo storico brand fondato nel 1962 da Camillo Caleffi. Il punto vendita completa, con la rinnovata veste, il portfolio dei 9 monomarca Caleffi Outlet, che vedrà prossimamente anche l’apertura di Caleffi Shopping Brugnato 5Terre, cui seguiranno i nuovi outlet in Franciacorta e in Slovacchia. Tre invece i concept store presenti a Milano, Reggello (FI) e Viadana (MN), a pochi passi dalla sede dell’azienda. Il nuovo concept interpreta e valorizza la mission aziendale, accogliendo il cliente nella “casa dei
Presso Foscarini Spazio Brera, nel cuore dello storico quartiere meneghino dove il celebre produttore di lampade di design ha trovato casa ad aprile, è di scena un’installazione a cura di Ferruccio Laviani. L’allestimento si concentra su Twiggy, la sofisticata lampada firmata da Marc Sadler che si presenta ora in un sorprendente cambio d’abito: sette nuovi colori (azzurro, verde, arancio, giallo, rosso, viola e petrolio) in una speciale edizione presentata per l’occasione negli spazi dello showroom Foscarini, in un’installazione che sorprende con infinite possibilità di giochi
sogni” in un percorso di shopping innovativo. L’idea di fondo del progetto è far rivivere al visitatore le aree domestiche in maniera reale, grazie all’inserimento di complementi come letti, consolle, tavoli e sedie, unitamente ad altri accessori homewear e nightwear. Il concept prevede inoltre un’accurata scelta delle luci e l’inserimento di fragranze e accessori kitchen come bicchieri, piatti e posate brandizzati. Il format, lanciato dal flagship store in via Turati a Milano, punta a sedurre la clientela accogliendola in una camera da letto sovrastata da un punto luce blu da cui pendono infinite rocchette di filo multicolor, metafora della tradizione sartoriale Caleffi. •
GIADA, MILANO CHIAMA MONDO
Una immagine forte e impattante: è ciò che contraddistingue il primo flagship store europeo di Giada, al 15 di via Montenapoleone, nel cuore dello shopping district milanese. Lo store, sviluppato su due livelli per un totale di circa 200 metri quadri, è firmato dall’architetto Claudio Silvestrin. Lungi dall’essere una riproposizione, il nuovo monomarca Giada, brand made in Italy disegnato da Rosanna Daolio che fa capo alla cinese RedStone Haute Couture, si contraddistingue per la spiccata personalità, fondata su una eleganza essenziale, connaturata alla griffe, che la stilista definisce “minimale, ma non noiosa; moderna, ma non da fashion victim”. “Ho pensato a uno spazio senza arredamento, con un’importante presenza di elementi materici in cui i segni architettonici danno emozione e un senso di durevolezza nel tempo. In perfetta sintonia con i valori di Giada”, ha spiegato Silvestrin. A caratterizzare lo spazio, accanto ai materiali adoperati, è la comparsa inattesa di “totem” in pietra senape a spacco naturale, allineati in modo da suggerire un colonnato classico. Dopo Milano, i prossimi opening riguarderanno le altre tre capitali internazionali mondiali: New York, Londra e Parigi. E non è tutto: dal 2016 Giada occuperà l’intero edificio di via Montenapoleone, con i primi quattro piani dedicati alla vendita, mentre l’attico sarà destinato a showroom.
MY, FORMATO SU MISURA TRUDI
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rudi presenta il suo nuovo concept store “My Trudi”, il negozio che consente al cliente di creare il proprio peluche personalizzato. Presentato a Milano in corso Cristoforo Colombo, è il risultato del lavoro di un team, interno ed esterno all’azienda: un pool di artigiani che, insieme allo staff di Trudi, ha realizzato un progetto che unisce l'artigianalità all'innovazione e alla tecnologia. Il layout prevede la presenza di alcuni elementi che puntano a coinvolgere il consumatore. Tra gli altri, un mobile 190x110 cm, alto un metro e quaranta centimetri, che evoca il tradizionale banco da lavoro: nella migliore tradizione, è realizzato in legno di abete, ma è poi decorato modernamente da writer. Il manufatto, che è il cuore del corner, mostra infatti decorazioni tridimensionali realizzate con materiali misti (cartone e poli-
visivi, di effetti grafici ed intrecci del suo caratteristico arco. Un intreccio di lampade svetta dunque a diverse altezze, incrociando i diffusori e formando una sorta di scenografica galleria luminosa. Con questa iniziativa, Foscarini prosegue la serie di appuntamenti all'insegna dell'arte e della creatività: installazioni site-specific, scenografie ed eventi speciali per raccontare ad un pubblico ampio ed eterogeneo i valori dell’azienda.
sitirolo) impreziosite da grafiche emozionali. Sulla sommità, corre un trenino dai vagoni di colore rosso, giallo e viola. E non è tutto: le suggestioni di artigianalità suggerite dal banco di legno abbracciano anche la tecnologia, attraverso una versione tutta inedita di peluche che potremmo definire 2.0. In particolare, da un pannello touch screen compare e saluta il visitatore un allegro orsetto che agita le manine. Dappresso, un percorso di immagini, suoni e scritte guida alla creazione dell’orsetto, dalla scelta del soggetto alla vestizione personalizzata, passando per suoni, colori e profumi. •
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newstecnologia INTERROLL E DOLE FOOD: PIÙ EFFICIENZA, MENO CONSUMI
Interroll, azienda che opera nel settore della logistica e della movimentazione, annuncia che il proprio sistema di Push Back è stato implementato con successo in uno degli stabilimenti della Dole Food in Corea. Grazie a questa soluzione, la mulinazionale delle Hawaii che opera in 90 paesi del mondo, sarà in grado di aumentare la propria capacità di stoccaggio del 30% e di ridurre contestualmente il consumo di energia del 20%. Il mercato coreano del Food ha un valore di 45,7 miliardi dollari e per il 2013 è prevista una crescita ulteriore del 5,6%, fino a quota 53,5 miliardi dollari. Il sistema Push Back Interroll è stato progettato come un sistema Lifo dedicato: per le operazioni di scarico il prodotto è disponibile in posizione anteriore, e l’operatore non ha alcuna necessità di entrare nella corsia, contribuendo così alla massima sicurezza.
LA SICUREZZA TARGATA OMEGA
Prodotto da Chubbsafes, storico marchio del settore dei mezzi forti, è arrivato Omega, una soluzione ideale per la sicurezza dei piccoli esercizi commerciali: la cassaforte è stata infatti progettata per depositare contanti e valori rapidamente e con facilità senza che sia necessario aprire il battente ogni volta. Dotata di struttura sorprendentemente robusta per un manufatto di queste dimensioni, Omega offre una notevole protezione dall’effrazione grazie al battente in acciaio spesso 10 mm, al corpo spesso 6 mm, ai catenacci dal diametro di 20 mm e al movimento in triplice espansione. Le casseforti Omega sono anche dotate di dispositivo antiripescaggio: una vota inseriti, i contanti sono e restano al sicuro fino al trasferimento in banca. Proposta con tre diversi tipi di serratura (a chiave a doppia mappa e 8 leve, a chiave ed elettronica, o solamente elettronica), Omega viene fornita con un kit di ancoraggio per il fissaggio su base o schienale.
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DA PITECO UN’APP MULTIDEVICE
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na gestione efficiente e automatica dei flussi autorizzativi delle aziende verso il sistema bancario nazionale e internazionale: è ciò che permette di fare la soluzione CBC – Corporate Banking Communication – di Piteco, ora disponibile su piattaforma mobile. Ideata per dematerializzare, delocalizzare, semplificare e migliorare la gestione dei processi di autorizzazione dei pagamenti che ogni giorno le imprese inviano verso gli istituti finanziari, CBC è pienamente indipendente e integrabile con tutti i principali ERP. Grazie all’utilizzo dei più moderni sistemi di comunicazione, garantisce infatti l’automazione completa dei workflow autorizzativi e il pieno rispetto dei processi e delle organizzazioni aziendali, semplificando e velocizzando le procedure tradizionali. La gestione dei flussi avviene in totale sicurezza. Per ogni disposizione di pagamento ricevuta, il sistema genera automaticamente un hash, ovvero un codice che identifica in modo univoco i dati e che viene controllato al termine del processo autorizzativo, garantendo l’in-
tegrità e l’impossibilità di apportare modifiche al flusso durante l’intera procedura. L’applicazione è scaricabile gratuitamente da AppStore e Google Play Store. •
KALTER: IL FREDDO PER L’HORECA SI FA COSÌ
Ottenere “il freddo” senza usare ghiaccio e mantenere le basse temperature per un tempo decisamente alto: tutto questo è possibile grazie a Kalter, una macchina – brevettata dal suo ideatore, il bergamasco Adriano Ferrari – completamente made in Italy, un’intuizione pronta a cambiare le procedure del mondo della ristorazione, dei bar e del catering. Grazie all'utilizzo dell'anidride carbonica infatti, l’apparecchio genera freddo controllato nel giro di pochi secondi. Pensato, progettato e realizzato in Italia, Kalter nasce dall'esigenza di migliorare e ottimizzare il servizio al tavolo degli operatori del settore Horeca: bevande, vini, spumanti e piatti freddi possono essere serviti al tavolo su appositi supporti, rapidamente portati a temperatura di esercizio e mantenuti fino a un massimo di 90 minuti. Il tutto con un impatto sull'ambiente pari a zero perchè il dispendio di energia è minimo e l'anidride carbonica è un gas naturale presente nell'aria.
UNO SCANNER DA BANCO INNOVATIVO
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i chiama Magellan™ 9800i il nuovo scanner da banco ideato da Datalogic, azienda che opera nel campo delle soluzioni di checkout scanning per il settore retail. Si tratta di una soluzione per i punti vendita tecnologicamente all’avanguardia. Il dispositivo è stato concepito per essere utilizzato negli ambienti con alti volumi di transazione in fase di checkout. Grazie alla tecnologia Digital Imaging su tutti i piani di lettura, l’ultimo modello della serie è in grado di leggere sia i codici 1D che 2D senza che gli operatori di cassa debbano orientare gli articoli. Questo consente una maggiore velocità delle operazioni ed una migliore esperienza d’acquisto per i clienti. In particolare, grazie all’innovativo Top Down Reader (TDR), il Magellan 9800i diventa un prodotto unico nel suo genere riuscendo ad acquisire i bar code anche dall’alto se un prodotto, ad esempio, è posizionato con il codice verso alto, senza la necessità che questo venga orientato verso la finestra di lettura dello scanner. •
International PROFONDO ROSSO ESPRIT
Esprit va peggio del previsto: nell’esercizio fiscale 2013, terminato il 30 di giugno, il brand quotato alla Borsa di Hong Kong ha messo a nudo perdite per 4,39 miliardi di dollari di
Hong Kong (circa 428 milioni di euro), contro un arretramento di 3,1 miliardi precedentemente stimato da analisti indipendenti. Male il fatturato, che scivola dell’11,5% toccando quota 25,9 miliardi di dollari di Hong Kong (nell’ordine dei 2,5 miliardi di euro). L’azienda giustifica il passo indietro con “un calo delle performance di business, e con la decisione strategica di cedere le attività in Nord America chiudendo alcuni negozi in perdita”. Jose Manuel Martinez, ceo di Esprit, ha già annunciato un progetto di ripensamento della supply chain e di ulteriore taglio dei costi operativi per riportare galla i conti aziendali.
LSG SENZA RIVALI IN BELGIO
Intesa tra diretti competitor: Gate Gourmet passa la mano nello scalo aeroportuale di Bruxelles e cede la controllata Gate Gourmet Brussels a LSG Sky Chefs, primo operatore globale di servizi inflight. L’operazione avrà effetto a partire dal mese di novembre e comporterà un semestre di assestamento per integrare le due entità. La società del gruppo Lufthansa rafforza in tal modo il suo avamposto nell’hub del Belgio, dov’è di casa dal 2002, quando aveva a sua volta rilevato le attività di catering della compagnia di bandiera Brussels Airline (già SN Brussels). Oggi LSG Sky Chefs Belgium ha in portfolio circa 30 linee aeree internazionali e di recente ha iniziato a fornire supporto logistico anche per i servizi a bordo treno. Gategroup, dal canto suo, segnala che il disinvestimento non avrà effetti di sorta sui numeri del gruppo e che il passaggio consente d’investire nuove risorse in scali a maggior tasso di crescita.
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duty free world
By James Ross - London
Chinese still holds sway Ancora dominio cinese Anyone who thought that the China influence on the duty free and travel retail business might be waning due to the cooling of its economy should think again. According to China’s state statistics bureau, growth slowed to +7.5% in the second quarter, down from +7.7% in the first quarter, making it the ninth deceleration in the past 10 quarters. But this has failed to dampen spending in travel retail. Data from Global Blue – the organisation that tracks the international shopping and spending habits of all nationalities through the tax refunds that they make – indicate that the Chinese have consolidated their position as the number one nation of tax free spenders. While other major shopping nations such as Japan and Brazil have seen falls in their tax free purchasing in the second quarter of 2013 (in Japan’s case the drop is severe at more than -25% because of its weak currency) Chinese visitors, says Global Blue, “have continued to spend in record amounts”, growing their tax free shopping by +22% in the same quarter. The Chinese have long been ranked as the Switzerland-based company’s top customers for tax free refunds, but in the second quarter they extended their lead over the Russians, whose spending also grew by a commendable +16%. “Together, China and Russia now account for almost half of all tax free shopping,” says Global Blue which put these two nations’ share last year at 41%. Furthermore, the Chinese influence is widening. In Europe, fast-track tours to Germany, France and Italy are giving way to the exploration of countries in more detail, with visits to unusual destinations in Eastern Europe, while travel to Spain and the UK is also rising. In the second quarter, global tax free shopping grew the fastest in Spain (+38%), and in South Korea (+33%), mainly attributed to the Chinese. “Spain has benefitted from being in the Schengen Zone as Chinese and Russian tourists venture beyond traditional first-time destinations,” says Global Blue. Meanwhile South Korea has received a boost from Chinese visitors, often on shopping-focused holidays. China’s yuan has also increased by +30.7% against the won which has considerably boosted spending. In the same period, the yuan has only risen by +1.5% against the euro.
Chiunque abbia pensato che l’influenza cinese sul business dei duty free e del travel retail potesse essere indebolita dal rallentamento della prima economia d’Asia è destinato a ricredersi. Secondo l’istituto statale di statistica cinese, la crescita è rallentata ad un +7,5% nel secondo trimestre dell’anno, contro un +7,7% del primo quarto, mettendo a segno la nona decellerazione degli ultimi 10 trimestri. Ma ciò non è riuscito a frenare la spesa nel settore del travel retail. I dati raccolti da Global Blue – organizzazione che si occupa di registrare lo shopping a livello internazionale e le abitudini di spesa di tutte le nazionalità attraverso i rimborsi fiscali richiesti – indicano che i cinesi hanno consolidato la loro posizione come la nazione numero uno tra i tax spender. Mentre altre grandi nazioni come il Giappone e il Brasile hanno visto scivolare i loro acquisti tax free nel secondo trimestre del 2013 (nel caso del Giappone il calo è preoccupante con un -25 % a causa della moneta debole) i visitatori cinesi, sostiene Global Blue, “hanno continuato a spendere in quantità record", facendo lievitare la loro spesa tax free del +22% nello stesso trimestre . I cinesi sono stati a lungo classificati come i migliori clienti dalla società Svizzera in termini di rimborsi tax free, ma nel secondo trimestre hanno addirittura allungato il loro vantaggio sui russi, la cui spesa è cresciuta di un pur lodevole 16% . "Insieme, Cina e Russia oggi rappresentano quasi la metà di tutto lo shopping tax free globale", dice Global Blue, che nel 2012 attribuiva loro già una quota complessiva del 41%. Inoltre, l'influenza cinese si sta allargando. In Europa, i tour mordi e fuggi in Germania, Francia e Italia stanno cedendo il passo a viaggi più approfonditi in questi paesi, con visite a mete insolite in Europa orientale e viaggi in aumento in Spagna e Regno Unito. Nel secondo trimestre, a livello mondiale lo shopping tax free è cresciuto più velocemente in Spagna (+38 %) e in Corea del Sud (+33%), con un contributo attribuibile principalmente ai viaggiatori cinesi . "La Spagna ha beneficiato di essere nell’area Schengen, con i turisti cinesi e russi desiderosi di avventurarsi per la prima volta in mete non tradizionali", dice Global Blue . Nel frattempo la Corea del Sud ha ricevuto una forte spinta da parte dei visitatori cinesi, perlopiù sull’onda di viaggi dedicati allo shopping. La quotazione dello Yuan cinese, d’altronde, nel trimestre ha conosciuto un +30,7% sullo Won coreano, assicurando un grande volano alle vendite, contro una crescita dell’1,5% rispetto all’Euro.
DUFRY FA IL PIENO IN BRASILE
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ufry non fa prigionieri nel mercato carioca del travel retail, dove sta rinnovando ed espandendo progressivamente tutte le concessioni negli scali privatizzati. L’ultima tranche ha interessato formule duty paid/duty free negli aeroporti di San Paolo, Brasilia e Natal, in partnership con il gruppo industriale Brasif: il contratto, di durata decennale, garantisce complessivamente una superficie commerciale di 19.702 mq (+324% rispetto agli originari 6.076). Nello specifico, al Guarulhos di San Paolo Dufry aggiungerà 6.860 mq di attività commerciali con walk-through sia agli arrivi che alle partenze e, per la prima volta nel network brasiliano, una selezione di vetrine stand alone, per un totale di 15 spazi commerciali (tra cui un Hudson da 204 mq). Un secondo contratto siglato con Inframerica Group consentirà quindi al travel retailer di ridisegnare integralmente gli spazi commerciali al Juscelino Kubitschek International Airport di Brasilia e al São Gonçalo do Amarante International Airport di Natal: i piani includono complessivamente 1.685 mq di duty free e 2.917 mq di duty paid.
DUNKIN’ DONUTS PARLA COCKNEY
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unkin’ Donuts si appresta a fare il suo ingresso nel mercato britannico: la catena statunitense, votata ai prodotti da forno e di caffetteria, ha siglato un accordo con due gruppi imprenditoriali (The Court Group e DDMG) per lo sviluppo in franchising di almeno 50 vetrine nell’area metropolitana di Londra nell’arco del prossimo quinquennio. Per allargare il raggio d’azione, sono inoltre in fase avanzata colloqui con altri potenziali licenziatari per garantire a livello nazionale una massa critica iniziale di non meno di 150 punti vendita. Dunkin’ Donuts e Baskin-Robbins sono insegne di Dunkin’ Brands Group che cumula circa 17.400 vetrine a livello globale, quasi interamente affidate in franchising, in 60 mercati internazionali per vendite complessive pari a 8,8 miliardi di dollari. In Europa, la sola Dunkin’ Donuts annovera circa 100 vetrine in 4 mercati (Spagna, Russia, Germania e Bulgaria). Dal 2012 a guidare Dunkin’ Brands International è l’italiano Giorgio Minardi, che vanta un’esperienza pluridecennale nel top management di Burger King, McDonald’s e Autogrill.
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International ÁREAS ALLA FIRA DE BARCELONA
Áreas consolida la sua presenza all’interno del circuito di Fira de Barcelona, principale recinto fieristico di Spagna con 400mila mq di esposizione in due poli (Montjuïc e Gran Via). La società madrilena, specializzata in servizi di ristorazione per le strutture di movimento, ha vinto due lotti su tre in gara e quindi
aggiunto 18 nuovi punti di ristoro ai 24 già in attività in loco, per una previsione complessiva di fatturato nell’arco di un triennio di 6 milioni di euro. Le new entry saranno perlopiù collocate nel polo di Gran Via per una superficie commerciale complessiva di 5.200 mq: 8 le formule coinvolte nell’impresa (Natural Break, Vinea, Ready to eat, Leo Boeck , La Pausa, Caffricio, La Piazzetta e Antara), con riflettori puntati sul ristorante Antara che occupa da solo circa 2mila metri quadri e si prefigge d’intercettare un pubblico composto da grandi gruppi.
IN 20 PER SIAM CENTER
Siam Center, porta commerciale della Tailandia: lo storico shopping mall di Bangkok, che ospita 400 vetrine, è stato recentemente ripensato dalla proprietà (Siam Piwat) grazie ad un investimento da 15,7 milioni di dollari con l’inserimento di un’inedita foodcourt e di un fashion market dedicato ai teenager. Si apprestano a fare il loro ingresso 20 nuovi brand internazionali: tra i primi a varcare la soglia si segnalano Sephora, Victoria’s Secret Beauty & Accessories e Pull & Bear.
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NUANCE, PROFUMO DI SUCCESSO
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uance ha recentemente squarciato il velo sulla sua nuova formula P&C integrata chiamata Deluxe Fragances: il modulo, pensato per ospitare una selezione di profumi d’alto profilo (tra i partner ecco Xerjoff, l’Artisan Parfumeur, Penhaligon’s, Rallet, Tiziana Terenzi, Bond N°9 e Tom Ford
ha deciso di giocare nuovamente la carta Furla, inserendo un corner di 12mq all’interno di Atelier, store dedicato agli accessori in pelle per donna ubicato nell’area sterile dello scalo di Zurigo. Nel 2014 sarà poi la volta di tre aeroporti russi, ovvero il Pulkovo di San Pietroburgo, lo Sheremetyevo di Mosca
Private Blend), ha già fatto il suo esordio nel novero dell’offerta duty free del T2 dello scalo turco di Antalya, con la prospettiva a medio raggio di replicare a Ginevra, Lisbona, Stoccolma, San Pietroburgo e Zurigo. Last but not least, il travel retailer elvetico
e l’Adler/Sochi. Con i buoni uffici dell’azienda svizzera, Furla ha già fatto capolino sia nel network aeroportuale di Germania (ad Amburgo e Dusseldorf) che in quello di Bulgaria (Burgas e Varna).
VIAGGIO IN AFRICA PER H&M
Doppia mossa nel Continente Nero per H&M: la griffe svedese ha recentemente reso nota la sua intenzione di approdare in Sud Africa col 2015, tagliando il nastro ad una vetrina in un mega store. Secondo indiscrezioni, la flagship dovrebbe trovare spazio nella galleria Mall of Africa di Johannesburg, struttura da 120mila metri quadri sviluppata da Atterbury che dovrebbe essere ultimata per tappe nel 2016. Ad oggi i soli store H&M all’attivo in Africa sono in Egitto e in Marocco. La mossa segue d’appresso la decisione dell’azienda scandinava di trasferire larga parte della produzione tessile dal Bangladesh all’Etiopia, con il passaggio delle consegne previsto per fine 2013.
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La foto
Hamburger gourmet L’hamburger di qualità impazza con decine di nuovi locali in mezza Europa. Moda o fenomeno duraturo?
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La pulce nell’orecchio
di Simone Filippetti
L’Italia vola con gli emiri dei cieli M amma li arabi. I signori dei petrodollari non solo comprano ormai a pezzi l’Italia (dalla griffe Valentino alla Costa Smeralda), ma iniziano anche dare battaglia sul mercato. La Emirates, compagnia di bandiera di Dubai, sferra un attacco mica da poco sull’asfittico (e, ahinoi, sempre più marginale) mercato italiano. Dopo un lungo braccio di ferro esce vittoriosa contro Alitalia e dal 1 ottobre debutta con un volo diretto da Milano a New York, fuori dai confini di casa (finora ha solo servito l’Italia con gli Emirati). Un bel colpo per la Sea che porta a casa una nuova tratta con una compagnia di primissimo livello. E una brutta, bruttissima, notizia per Alitalia. Nonostante l’addio a Malpensa, come hub, per l'ex compagnia di bandiera, la Milano-New York rimane uno degli asset di pregio. Perché è una delle poche tratte intercontinentali dirette, dove guadagna tanto (seppur debba condividerla in code sharing con Delta). E che la Grande Mela sia un gioiello prezioso lo dimostra il fatto che Alitalia ha cercato con le mani e coi piedi di fermare Emirates: ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato per bloccare gli arabi. Ma così non sarà. Mal comune, mezzo gaudio? Alitalia-Delta non sono i soli a vedersi rubare spazio da un concor-
rente: sulla Malpensa-Nyc, con volo diretto, ci sono anche United (ossia la Star Alliance di Lufthansa) e American Airlines (che è entrata nell’orbita di British Airways-Iberia). Ma lo sbarco in forza dei “musulmani volanti” non è una questione che si limita al mero braccio di ferro tra compagnie in competizione tra loro. Apre soprattutto uno scenario totalmente inedito: la concorrenza nell’industria aerea non solo dal basso, ma anche dall’alto. La prima rivoluzione nel mercato dei viaggi aerei sono state le low cost. Le varie Ryanair hanno “distrutto” il mercato del corto e medio raggio, abbassando i prezzi così tanto da costringere le grandi a vendere in perdita le tratte o uscirne totalmente. Alle compagnie di bandiera full price
MERCATI IN FIERA NOME
COSA
era però rimasto il lungo raggio come nicchia di mercato. Lì i viaggi a 1,99 euro non sono possibili. Ma ora, lo spauracchio delle low cost è nulla rispetto al terremoto che potrebbe causare politiche selvagge di marketing di un colosso come Emirates. Emirates ha i ricchissimi sceicchi alle spalle, aerei nuovi e moderni, un forte appeal sulla clientela come marchio. Dove prima c’era una sorta di cartello del “lungo raggio”, ora inizia la guerra tra i big e le compagnie di bandiera. E’ forse l’inizio di una nuova era dove non ci sono più isole felici. Gli arabi schiereranno i Boeing 777 dei colossi dell’aria da 340 posti. Un numero che presuppone due strategie: o un mercato in espansione, difficile però in un paese in piena recessione, o rubare
le quote agli altri. In realtà Emirates ha messo in atto una mossa di formidabile astuzia. Quello che parte a ottobre non è un volo che parte da Milano e va a Nyc, ma un prolungamento di un volo che nasce a Dubai, si ferma a Milano e poi riparte per l’America. Geniale. Così Emirates prende i classici due piccioni con una fava: porta gli sceicchi e il turismo arabo a Milano e poi i milanesi (e magari anche qualche arabo) a New York. Ovvio che il load factor sarà altissimo. Buone notizie, però, per chi viaggia. La concorrenza fa sempre bene. Primo, perché abbassa i prezzi. Secondo, costringe a migliorare i servizi. E l’arrivo di un concorrente del calibro di Emirates alza l’asticella a livelli impensabili. La cabina economica ha degli standard altissimi per essere, appunto, la classe di servizio più “sgrausa”. Di fatto è l’equivalente di una economy plus di Delta e Alitalia. In più Emirates offre anche la first class, un servizio che nessun altra compagnia che vola da Malpensa su Nyc è oggi in grado di offrire. Ce la farà Alitalia a tenere testa a Emirates? Per ora la compagnia ha risposto con una mossa di marketing. Tariffe promo per New York sotto i 500 euro. Basterà per contenere l’avanzata degli “infedeli” dei cieli? •
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72 retail&food - ottobre 2013