retail&food ANNO 7 NUMERO 4 aprile 2012 • e 3,00
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI
Esclusi
va
Olinda s cegli Parola e JLL Pierre M di arin
Il mercato del catering (che) si muove
Welcome on board
Panorama, player, prospettive: la torta si restringe, il business in mano ai migliori
Analisi mercato Shoes & Outlet
Star trek
Coccinelle
Taglio nastro Area 12
NEWS PRIMAE NOCTIS Parliamo di noi
Andrea Aiello - andrea.aiello@retailfood.it
L'OPINIONE Alla crociera non si rinuncia Gli ultimi fatti di cronaca hanno scosso l’intero comparto crocieristico, provocando un rallentamento di prenotazioni e vendite. Tuttavia i volumi sono ormai tornati ai livelli normali. La crociera, infatti, resta uno dei viaggi preferiti nell’immaginario collettivo dei vacanzieri e, dati alla mano, posso affermare che, in seguito agli incidenti avvenuti a due navi di un nostro competitor, la percezione sulla sicurezza a bordo non è cambiata in modo significativo. Secondo un sondaggio commissionato da MSC Crociere – condotto via web tra il 3 e il 14 febbraio dalla società di ricerche Interactive su un campione di 2.524 intervistati in Italia, Germania, Francia e Spagna – il 78,5% dei vacanzieri ritiene che il viaggio in crociera sia sicuro. Per quanto riguarda il mercato italiano la percentuale sale all’84%, con la punta del 98% tra coloro che hanno già fatto almeno una crociera. Altro dato confortante: il 55% dei vacanzieri italiani si è detto pronto a partire in crociera entro i prossimi 12 mesi, cifra che sale all’83% se consideriamo chi ha già fatto una crociera. Tutti questi dati sono in linea con gli ultimi obiettivi registrati dalla Compagnia: durante la stagione invernale 2011/2012 i volumi raggiunti dalla Compagnia, nel mercato italiano, sono cresciuti del 19%. Per la stagione estiva 2012 siamo convinti di essere definitivamente usciti dalla fase di rallentamento delle prenotazioni verificatasi alla fine di gennaio, che possiamo classificare quindi come un rinvio della decisione di acquisto e non certo la rinuncia del viaggio. MSC Crociere è fiduciosa che il mercato crocieristico a livello globale nei prossimi anni continuerà a crescere ancora. Per questa ragione il 26 maggio a Marsiglia sarà varata MSC Divina ed entro marzo 2013 sarà pronta MSC Preziosa. Leonardo Massa Country Manager Mercato Italia MSC Crociere
Editoriale
Scriviamo a chi ci legge da tanto, a chi lo fa con passione, a chi ci snobba ma ci sbircia, a chi ci ha appena scoperto e a chi lo farà a breve. Scriviamo per parlare di noi, una volta tanto. Anche quest’anno, con i primi numeri, vi abbiamo trasmesso la nostra infinita voglia di nuovo. A cominciare dal formato, quasi un quadrato, differente e originale come sempre, ma con una pagina più ampia, pronta “a prendere il largo”, a testimoniare il nostro infinito desiderio di seguire e raccontare storie, carriere e risultati. Ma l’innovazione di r&f per questo 2012 punta con decisione anche sull’on line, che sta crescendo grazie alla versione sfogliabile della rivista, alle newsletter e soprattutto ai social network, linkedin, facebook e twitter, dove molti di voi hanno già cominciato a seguirci. Il nostro intento è quello di creare la più importante e innovativa business community italiana dedicata a tutto quello che ruota attorno al retail. E per questo mettiamo a vostra disposizione tutti i nostri spazi (su carta e in digitale), le nostre competenze e le nostre conoscenze. A voi, cari lettori, chiediamo consigli, notizie, spunti e critiche, anche quelle cattive quando lo ritenete opportuno, perché una rivista vive quando viene letta, criticata, commentata. Anche “in pubblico”. Per questo vi invito a scriverci, ogniqualvolta lo desideriate, per farci sapere come la pensate. D’ora in poi ci sarà ancora più spazio per le vostre riflessioni, sul vostro giornale.
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Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Fabrizio Patti, Andrea Penazzi fabrizio.patti@retailfood.it andrea.penazzi@retailfood.it
Hanno collaborato
Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Giuseppe Bonomi, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Stefano Gardini, Paolo Prota Giurleo, Massimo Guacci, Antonio Intiglietta, David Jarach, Paolo Lombardi, Filippo Maffioli, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Dante Marro, David Montorsi, Giorgio Moroni, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Enrico Pazzali, POLI.design, Alessio Quaranta, Mario Resca, Leopoldo Resta, Vito Riggio, Kevin Rozario, Paolo Simioni, Vittorio Valenza Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Segreteria Antonella Ferraraccio Pubblicità dircom@edifis.it Progetto grafico e impaginazione Quality A&M Stampa A.G.F. – Peschiera Borromeo (Mi) Redazione Viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano - Italy Prezzo di una copia _ 3,00 – Arretrati _ 5,00 Abbonamento Italia: _ 30,00 Europa: _ 40,00 Resto del mondo: _ 50,00 Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 15972 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. retail&food è media partner ufficiale di
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Anno 7 numero 4 aprile 2012
SOMMARIO
n° 4 aprile 2012
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22 NEWS PRIMAE NOCTIS Parliamo di noi
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si stanno incontrando per definire strategie finalizzate ad alimentare flussi e consumi.
L'opinione Alla crociera non si rinuncia
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R&f News
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Parola di... Pierre marin Jones Lang Lasalle, siglato l'accordo con Prelios SgrOlinda
Cosa occore sapere per... Acquisire una catena di punti vendita o ristoranti
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Dossier aeroporti Linate, usato sicuro
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le grandi inchieste di r&f Liberalizzazioni, centri commerciali senza frontiere La possibilità, dal primo di gennaio, di aprire tutti i giorni senza vincoli di orari ha ottenuto il placet degli operatori che gravitano attorno ai grandi mall. Ma sulla nuova normativa pesa il ricorso alla Corte Costituzionale. L’approfondimento mira a fare il punto sugli effetti, nel breve e nel medio termine Inflight e onboard catering Aerei e treni, cambiare per vincere La torta si restringe, gli operatori di inflight catering sono sempre di meno, ma cogliendo nuove opportunità di business riescono a togliersi delle soddisfazioni. Intanto sui treni, tra Ntv e Trenitalia, grandi cambiamenti sono alle porte
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Mondi Retail Chi domina nei cieli del mondo
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Analisi mercato Calzature, chi cammina negli outlet Mentre torna il bel tempo per produzione ed export, i consumi sono ancora affannosi. Ma non si possono lamentare gli outlet, dove il settore delle scarpe ringrazia, sentitamente, le donne e gli stranieri dell’Est Europa.
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Dossier Concessionarie Autostradali Autovie Venete, sviluppo bloccato
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Indice R&f Il lusso accessibile va di bene in meglio
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Osservatorio prezzi Toscana, Firenze vince ai punti Guardando i listini degli scali del capoluogo toscano e dell’ex Repubblica marinara, il primo è risultato meno caro. Ma si tratta di centesimi. Gli esercizi di Firenze sono stati più allineati
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star trek retail Obiettivo Coccinelle
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prima pietra Shopinn: le 5 Terre del retail Non sarà un outlet e neanche un centro commerciale. Il progetto di Brugnato (Sp), promosso da San Mauro Spa, vedrà un mix di soluzioni full price e low cost a gestione diretta da parte delle aziende. Il legame con il territorio si traduce nell’ampia offerta enogastronomica e di edutainment a vocazione ambientale
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taglio nastro Area 12, il tifo non scalda il retail Esaurito l'effetto curiosità, il nuovo centro commerciale adiacente all'altrettanto nuovo stadio della Juventus stenta a 'entrare in partita'. In queste settimane la direzione e i retailer
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Food r-evolution A Catania la Dogana è un food store
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Mystery in stazione St Pancras International
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Brand trend Tutti i retailer alla conquista del Belpaese
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International
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stazionario
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ferry porti
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vetrina
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la foto
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la pulce nell'orecchio Infrastrutture: l’era Passera non passerà inosservata
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Rubriche stock option Comunicazione di servizio Aviation outlook Orient express Retail 3.0 Mercati in fiera
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retail&food - aprile 2012
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r&f News Fontanarossa, il rebus dei negozi
Si è in attesa delle determinazioni della Sac, la società che gestisce l’aeroporto di Catania Fontanarossa, sull’assegnazione degli spazi com-
merciali in scadenza nel 2012. Si tratta di 19 punti vendita, tra retail e food&beverage, su 32 totali, più un ventesimo punto nuovo. Il 28 marzo (dopo la stampa del numero) si riunirà il cda dello scalo per deliberare come procedere. Per molte attività le concessioni scadranno in prossimità dell’estate.
Forum Atri, appuntamento a Torino
Outlet di Occhiobello, sì dal Consiglio di Stato
L
a controversia legale è finita: l’outlet di Occhiobello potrà essere inaugurato. Questa, di fatto, è la sentenza definitiva emessa dal Consiglio di Stato, che stravolge il verdetto del Tar del Veneto pronunciato nel
maggio del 2011. La vicenda ha visto come protagonisti da una parte Occhiobello Outlet Village e dall’altra il centro commerciale La Fattoria, Ascom, Confesercenti e alcuni commercianti locali. Il ricorso è stato presentato da quest’ultimo fronte nel 2010, due anni dopo l’inizio del cantiere dell’outlet. In virtù del pronunciamento del Consiglio di Stato si profila una veloce fase interlocutoria che porterà al taglio del nastro del foc in provincia di Rovigo. Occhiobello Outlet Village, già costruito, vanta una superficie commerciale di 20mila mq ed è in grado di ospitare 74 negozi. La posizione strategica al confine tra Emilia Romagna e Veneto, lungo l’autostrada A 13, gli consente di insistere su un bacino stimabile tra i 3 e i 5 milioni di persone. •
Stock option BUY
NEUTRAL
SELL
Il primo Forum Atri dell'anno si terrà il prossimo 31 maggio presso la Reggia di Venaria Reale (TO) e sarà intitolato "Aeroporti 3.0: le nuove sfide del retail aeroportuale". Dopo il saluto di Fausto Palombelli e le keynote speech introduttive di David Jarach e Fulvio Fassone, la trattazione del tema sarà declinata attraverso tre tavole rotonde, tese a raccogliere i pareri di fornitori del Travel Retail, società di gestione aeroportuale e operatori del
settore. Ogni tavola rotonda sarà introdotta e presentata dal rispettivo Vice-Presidente ATRI delegato al tema: Francesco Parmegiani (fornitori), Stefano Gardini (aeroporti) e Luigi Troiani (operatori).
4 retail&food - aprile 2012
Piazza Italia Il “distretto” di Nola continua a sfornare miracoli, e tra questi c’è il brand Piazza Italia: 120 punti vendita, 245 milioni di fatturato, la normalità come concetto portante. Un’alternativa italiana ai big player del fast fashion.
Uniqlo Se ne parla da tempo e finalmente pare che le danze siano iniziate. Il fashion brand giapponese, del gruppo Fast Retailing guidato da Tadashi Yanai, sarebbe pronto a sbarcare in Italia, partendo da Milano. È caccia alla location…
Stefanel Nonostante gli sforzi, creativi e finanziari, il retailer veneto non ha ancora trovato un approdo sicuro. La situazione del debito è nettamente migliorata, ma il riposizionamento del brand e il restyling della rete devono ancora portare i benefici sperati.
Autogrill Utile 2011 alle stelle per il colosso guidato da Tondato da Ruos che distribuirà dividendi coi fiocchi. Le formiche gridano alle cicale, pensando all’andamento del traffico, soprattutto autostradale. Ma intanto dalle parti di Rozzano ci si gode il bel risultato.
Adr Retail Alcuni l’hanno già ribattezzata “la madre di tutte le gare”, di certo la sfida per conquistare tutti i punti vendita duty free-paid degli aeroporti romani sarà all’ultimo sangue, giocata tra i grandi del settore. Ne vedremo delle belle.
Easyjet La compagnia arancione lancia con una massiccia campagna adv la nuova tariffa Flexi, per accreditarsi in grande stile come un vettore business. Servizi scontati, nel senso di banali, a prezzo non scontati, nel senso di cari.
Geox Dopo un 2011 brillante, ma non come al solito, per Geox si è aperta una nuova stagione di successi, sostenuta – manco a dirsi – dai mercati lontani. È la Russia a regalare grandi soddisfazioni in questo periodo. Ma sarà la Cina l’obiettivo futuro: 100 negozi entro il 2015.
Sea Dopo gli indiani e le intercettazioni, il futuro della società che gestisce gli aeroporti milanesi è nuovamente di fronte al bivio: quotazione o cessione di altre quote. Il pallino è in mano al sindaco Pisapia e alla sua giunta. Speriamo bene….
Sacbo Il presidente dell’aeroporto di Bergamo, Miro Radici, se la prende con Sea per aver convinto Wizz Air a trasferire tutti i propri voli su Malpensa. In un mercato iper competitivo, chi si appoggia sul vettore low cost più aggressivo non dovrebbe essere più sportivo?
Caselle, il ristorante ti prende in aeroporto
McDonald’s-Gamestop, patto d’avanguardia
S
i tratta di una novità, se non mondiale, in Italia: McDonald’s ospita altro un marchio in un proprio locale. Succede a Treviso, in via della Repubblica, e il marchio coinvolto è Gamestop, anch’esso statunitense. A raccontare di che si tratta a r&f è Maurizio Oprandi, real estate director presso Gamestop Italy: «Abbiamo intrapreso da tre anni un dialogo con McDonald’s, perché la clintela è simile. Abbiamo quindi deciso di provare l’esperimento, certi che entrambi i marchi siano attrattori di traffico». Quando la multinazionale della ristorazione ha rilevato una precedente concessionaria della Skoda, ha ricavato uno spazio da 190 mq, affittato a Gamestop. Un'operazione, precisano da McDonald's, destinata a rimanere eccezionale. I negozi non comuni-
cano ma sono sulla stessa piazza. «Questo è un esperimento italiano – commenta Oprandi – ma sia io che il dipartimento di real estate di McDonald’s siamo stati supportati dalle rispettive case madri. Erano curiosi di vedere cosa potesse succedere». McDonald’s ha aperto lo scorso novembre, Gamestop il 28 gennaio, dopo il via libera dell’Asl. «Il punto vendita da 190 mq è molto più grande dei negozi tipo – spiega – abbiamo quindi sperimentato delle soluzioni nuove, come delle aree per il gaming». Gamestop in Italia dal 2005 al 2011 ha aperto una media di 50 punti vendita all’anno. Per il 2012 ne sono previsti 20, con una verifica a giugno per valutare l’apertura di ulteriori locali. •
Centri commerciali: aprono grandi e piccini
La patria dello slow food prova a sfruttare i tempi morti dell’aeroporto. Presso lo scalo di TorinoCaselle è da poco partito il servizio “La Credenza Eat and Fly”: una navetta del ristorante La Credenza di San Maurizio Canavese (una stella Michelin) aspetterà i viaggiatori che si saranno prenotati e li riporterà, a pasto finito, in aeroporto. Per loro (è necessaria la carta d’imbarco) è previsto un meno con piatti tipici del Piemonte a 40 euro, acqua e vino inclusi.
Wok Eat, la prima in un mall
È il centro commerciale Valecenter di Marcon (Venezia) il banco di prova per il nuovo format di ristorazione asiatica Wok Eat. È stato messo a punto dalla Taste Lab srl, con sede a Modena. Dopo il primo test è prevista un’espansione nel nord Italia, anche attraverso il franchising. Il locale, di 140 mq, ha un design “nord-europeo”, caratterizzato dall’uso di materie naturali combinate ad acciaio inox ossidato o spazzolato, di legno, di fibre naturali e di ferro. La cucina è a vista, come nella migliore tradizione del genere (vedi Wagamama). Vengono riempiti al momento dei box di design a seconda dei propri gusti, da consumare al tavolo o da portare via.
Igd: in arrivo 30 milioni
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ris di aperture per la grande distribuzione a marzo. Nelle ultime settimane del mese scorso hanno tagliato il nastro Le Officine a Savona, Le Terrazze a La Spezia e Conca d’Oro a Palermo. Segnaliamo, inoltre, l’apertura del piccolo shopping center a Gualtieri (Re). Sul fronte dei big, il centro polifunzionale Le Officine si segnala per il forte intervento di riqualificazione urbana esteso su 35mila metri quadrati. Laddove erano presenti gli stabilimenti ex Metalmetron ora trovano posto 17.500 mq di spazi commerciali, una struttura ricettiva, un’area artigianale e un parcheggio da 1.600 posti gratuiti. Tra i retailer si segnalano Brico Center, Pittarello, Euronics, Maisons du Monde e MdDonald’s, mentre l’ancora alimentare porta l’insegna di Conad. Il complesso è stato realizzato da New.Co Savona, società costituita da Unieco e Alfa Costruzioni Edili.
Spostandoci nella Liguria di Levante, nel contesto urbano di La Spezia, si segnala il nuovo centro Le Terrazze, con protagonisti al 50% Ing e Sonae Sierra. L’intervento si inserisce anch’esso nel solco della riqualificazione urbana: al posto degli stabilimenti ex Ip sorge ora un centro commerciale da 38.600 mq di gla, con circa 100 negozi, 13 unità di grande dimensione, 16 tra ristoranti e bar e un Fitness Club Tonic con piscina coperta. L’ancora alimentare è un Ipercoop di 11.700 mq in portafoglio a Coop Liguria. Completa il tris il nuovo centro di Maurizio Zamparini, ubicato nel quartiere San Filippo Neri allo Zen di Palermo. Conca d’Oro è dotato di 55mila mq dedicati a shopping e servizi, con ancora Auchan. Tra i marchi si annoverano Zara e Bershka (Gruppo Inditex), Stradivarius, Pull&Bear, il gruppo catanese di elettronica Expert Papino, Piazza Italia, Conbipel, Ovs Kids, Burger King e Old Wild West. •
Pronta a partire con diversi progetti in portafoglio, soprattutto per restyling di centri commerciali, Igd Siiq Spa ha sottoscritto un finanziamento pari a 30 milioni di euro con Intesa Sanpaolo. L’operazione, stipulata in data 16 marzo, consiste in un Finanziamento in conto corrente ipotecario indicizzato al tasso Euribor a tre mesi maggiorato di un margine pari a 310 bps, della durata di 5 anni. Il finanziamento prevede disposizioni usuali per operazioni di finanziamento similari. «Tale linea di credito – ha reso noto Claudio Albertini, amministratore delegato di Igd Siiq Spa – sarà finalizzata al finanziamento di oltre il 60% degli investimenti previsti per l’anno 2012».
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r&f News Il Catullo aspetta il suo “Marchionne” È italo-canadese, come Sergio Marchionne, e come il manager della Fiat viene da un’esperienza all’estero, precisamente al vertice del secondo sistema aeroportuale di Istanbul e il terzo della Turchia, il Sabiha Gökçen. Stiamo parlando di Carmine Bassetti, indicato come il futuro direttore generale dell’aeroporto Catullo di Verona. Secondo L’Arena, il cda dell’aeroporto ha valutato il suo curriculum e lo ha considerato la prima scelta. Dovrà sostituire Massimo Soppani, che a dicembre si è dimesso, per divergenze di vedute con il nuovo presidente Paolo Arena. I fronti caldi per Verona sono diversi e sono soprattutto due: il definitivo chiarimento, non più rinviabile, sul futuro dei rapporti con Brescia e con i soci bresciani; e la possibile entrata nell’azionariato del fondo F2i di Vito Gamberale, interessato a creare un fronte del Nord che va da Torino a Verona, con al centro il sistema milanese.
cosa occorre sapere per... A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano
A Roncadelle Ikea tutta d’un pezzo
Non più aree separate da una strada ma un unico complesso di oltre 100mila metri quadrati di superficie commerciale. Così sarà la nuova area dell’Ikea di Roncadelle (Bs), dopo l’approvazione della variante al piano integrato di intervento, del 2003, da parte del comune bresciano. Attualmente è presente un’Ikea da 54mila mq di slp. I lavori sui lotti “B” e “C”, autorizzati nel 2003, erano cominciati nel 2008 a cura del Gruppo Mella 2000, ma l’iter si era rallentato causa crisi. Ora si passa alla nuova versione, in cui la strada che divide i lotti sarà spostata e si creerà un blocco unico da 101mila mq di slp. Nella galleria commerciale sono previsti negozi di diverse categorie, ma non un ipermercato alimentare. Ora manca la Valutazione di impatto ambientale, nelle mani della Regione. Sperando, aggiungiamo noi, che le cose siano gestite in maniera più trasparente che nell’affaire Boni, indagato per i permessi di un centro commerciale di Albuzzano (Pv).
La Rinascente non lascia Padova
Secca smentita della Rinascente sull’uscita di scena a Padova. Il Corriere del Veneto aveva parlato di “diverse e qualificate conferme” sulla cessione dell’edificio che corre lungo il “Liston” e via Calvi alla spagnola Inditex. Secondo l’articolo il gruppo avrebbe portato lì tutti i suoi marchi, da Zara a Oysho, da Massimo Dutti a Bershka, creando un superstore e abbandonando le attuali vetrine cittadine. Ma da Milano replicano: «La Rinascente ha un contratto di locazione in scadenza nel 2020. La Società non ha mai avuto e non ha in corso alcuna trattativa per la cessione dell’attività». Forse, oltre alle “voci raccolte tra gli addetti ai lavori”, sarebbe stato meglio sentire anche le due aziende.
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Acquisire una catena di punti vendita o ristoranti
L
’acquisizione di catene di punti vendita o ristoranti mette in luce l’importanza dei contratti di locazione o affitto di azienda sottostanti. Ecco alcune cose da tenere in considerazione, sia per chi sviluppa una catena (che in un domani può diventare un asset in caso di vendita), sia per chi lo acquista (che giustamente se ne preoccupa in fase di due diligence). Tre sono le cose che più contano: le location, i rapporti con i dipendenti, e last but not least i contratti di godimento degli spazi. Tra tutte queste, le prime due possono sembrare evidenti: è infatti regola ben nota nel mondo del retail che i punti vendita si trovino rigorosamente nel posto giusto per il target che si vuole raggiungere, e non è detto che la location adatta al brand acquisito sia quella ottimale anche per il cessionario. I rapporti con i dipendenti, si sa, sono di assoluta importanza ed è bene tenere a mente che i dipendenti di un punto vendita si trasferiscono al cessionario di un ramo di azienda (spesso la forma prescelta per l’acquisto di punti di vendita), qualunque sia la formula utilizzata per il passaggio. È forse però il punto relativo ai contratti di locazione che spesso viene sottovalutato, con risultati devastanti sul valore di ciò che si è acquistato o che si vuole vendere. Possiamo fare alcuni esempi. Durata. La durata dei contratti di locazione è fissata dalla legge (non quella dei contratti di affitto di azienda, però). Tuttavia la legge sulle locazioni ad uso non abitativo fissa una durata minima (6 anni) e un rinnovo minimo (ulteriori 6 anni). Il locatore alla fine dei primi 6 anni ha diritto di recedere dal contratto in particolari casi, e non è affatto detto che ciò non accada. I contratti più “preziosi” pertanto sono quelli ove il locatore ha già rinunciato previamente al proprio diritto di disdettare il contratto alla prima scadenza. Ancora migliori sono quei contratti che prevedono, oltre a quanto innanzi detto, una prima durata anche più lunga (fino, per esempio, ai 12 anni: essi si possono trasformare in contratti validi sino a 18 anni). Canone. Il tema del canone è strettamente con-
nesso a quello della durata: il canone pattuito per il primo anno diverrà obsoleto con il passare del tempo: è pertanto importante che la clausola sul canone sia ben formulata se strutturata per resistere al tempo: essa infatti deve essere legittima (particolare cura è necessaria a questo fine nelle locazioni). Recesso. La clausola di libero recesso apporta valore per il conduttore di qualsiasi contratto, sia esso locazione o affitto di ramo di azienda. Essa permette di lasciare i locali per qualsivoglia motivo (apertura di un concorrente nelle vicinanze, andamento economico generale o specifico negativo, modifica della strategia aziendale). Il recesso vale una negoziazione strenua in sede di stipula: vero e proprio “jolly”, è il miglior amico del conduttore. I fondi immobiliari proprietari resisteranno a concedere questi diritti in quanto prediligono strutturalmente la certezza dei canoni nel tempo. Clausola lavori. Un buon contratto di locazione o affitto di azienda contiene una clausola che permette al brand di eseguire lavori di ristrutturazione. Ciò consente non solo di esser certi di poter riorganizzare il punto di vendita secondo le proprie esigenze, ma anche in certi casi di poter “rivendere” il contratto ad altro brand assieme al ramo di azienda.
Avv. Alessandro Barzaghi Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.
r&f News Popai racconta il rinascimento del retail
Si terrà in una sola giornata il convegno annuale Ordine & Extravaganze di Popai, filiale italiana dell’associazione internazionale per il marketing nel retail. Il titolo dell’evento dell’8 maggio a Milano è “Retail Renaissance: how the best
retailers strike back at doom and gloom scenarios”. Il nuovo format prevede «non più solo dibattiti e confronto tra realtà di eccellenza ma formazione che entra nel vivo delle problematiche interne alle aziende per analizzarle e migliorarle». Dopo la conferenza plenaria del mattino, al pomeriggio ci saranno sei seminari in contemporanea di due ore l’uno sui temi di maggiore interesse per il mondo attuale del retail.
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La Pioppa, mall a tutta innovazione
A
nche MyChef debutta nei mall autostradali. Lo ha fatto lo scorso 15 marzo con l’inaugurazione dell’area di sosta La Pioppa Ovest, sull’A14 all’altezza dell’uscita di Borgo Panigale. La vicinanza a Bologna assicura un’importante presenza di pendolari. Questi i dati: tremila mq di estensione, di cui duemila al piano terra per il cliente e mille al piano di sopra per i locali tecnici. Il layout non è a galleria ma circolare: c’è una piazza centrale dove si trovano le sedute e su cui si affacciano tutti i formati. Per la ristorazione si tratta di Briciole, che per la prima volta avrà la nuova pizza in teglia; l’Antica Locanda; il primo McDonald’s autostradale gestito da MyChef, con Drive thru e GyM&Fun. Ci sono poi i negozi Carpisa e Yamamay, oltre a un supermercato Carrefour express, dotato anche di gastronomia. Già presente in Francia, è al suo debutto autostradale in Italia e promette l’assortimento e i prezzi della città. Diversi i servizi gratuiti: wifi, spazzola lucida scarpe elettrica, area gioco bimbi, docce sia per uomo che per donna, il bagno per la famiglia con nursery e il wc formato bimbo. Sul fronte ambientale sono vari i punti di forza: fotovoltaico sul tetto, solare termico, recupero delle acque piovane, piastrelle con materiale riciclato,
freddo di frigo e celle centralizzato con risparmio del 34%, luci e attrezzature a basso consumo, raccolta differenziata dei rifiuti. Una curiosità: all’ingresso si è accolti da un ologramma con una persona dell’area stessa che presenta tutte le novità presenti. Una soluzione che va di moda a Bologna: negli stessi giorni un sistema simile è stato installato all’aeroporto Marconi del capoluogo emiliano. •
Franchising: bene la fiera sul Web…
N
umeri positivi per Web Franchising Expo. La prima edizione della fiera interamente online, organizzata da Assofranchising, ha totalizzato al termine della fase interattiva (8-10 marzo) oltre 90mila accessi e quasi 66mila visitatori unici, per un totale di 7.200 utenti registrati che hanno potuto verificare la loro compatibilità con i brand espositori. Il canale Youtube della fiera ha totalizzato 11mila visualizzazioni per i 215 video disponibili. Tutti i dati si riferiscono al periodo compreso tra il 18 di febbraio – giorno di apertura degli stand online – alla fine della fase interattiva. Importante è stato soprattutto il numero del retailer che hanno allestito il loro spazio espositivo virtuale: ben 81 franchisor attivi dai comparti dell’abbigliamento all’immobiliare, dal turismo al settore dei servizi . Web Franchising Expo sarà visitabile su internet sino al 30 di settembre. •
… e previsti oltre 5mila posti nel 2012
M
entre l’offerta di lavoro in Italia continua a calare, dal terzo studio sull’occupazione che Confimprese ha condotto sui propri soci arrivano buone notizie. Come si evince, il franchising si confermerebbe una soluzione anticrisi, in grado di generare nel 2012 almeno 5mila posti di lavoro grazie all’apertura di 1.400 nuove realtà commerciali. Il fatturato generato dal settore dell’affiliazione, come dichiarato dal presidente di Confimprese, Mario Resca, ha raggiunto il traguardo di 21,7 miliardi di euro. Ad alimentare le performance nel 2011 è stata la crescita del 28,2% di esercizi avviati rispetto al 2010 (+1.200). Fra i soci dell’associazione si segnalano le 30 aperture previste nel 2012 a marchio Bata, Athletes World e Geox. L’asticella arriva a 35 per Original Marines e Thun. •
L’Enac passa la palla a Passera Forse è la volta buona: dopo mesi di dibattiti alcune questioni fondamentali per il settore aereo sono state affrontate dall’Enac, nel cda del 15 marzo, impacchettate e spedite al governo. Primo punto: i contratti di programma. È stata presentata una relazione sullo stato di avanzamento di quelli di Roma e Venezia. Per Adr si parla di aumenti tariffari di 7 euro, di cui 5 a carico dei passeggeri e 2 delle compagnie. Il nodo sono i 400 milioni di euro chiesti da Adr per i mancati adeguamenti delle tariffe dal 2001 al 2010. La patata bollente è stata passata al ministro Corrado Passera. Parola al governo anche per il contratto di Cagliari e per il nuovo regolamento sulle tariffe dell’Enac. Last but not least: è stata illustrata la proposta per il nuovo Piano nazionale aeroporti, ora inviato ufficialmente a Passera, che già aveva avuto incontri informali. Ora non resta che capire che sarà dell’Enac stesso, dato che nei prossimi mesi la nascitura Autorità dei Trasporti è destinata a rilevare dall’Ente importanti funzioni di regolamentazione. Il testo rimanda poi la decisione sulla sede dell’Authority a un decreto del Presidente del Consiglio. Le voci dicono: sarà a Milano.
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r&f News Save, giù autostrade e stazioni
Dati non entusiasmanti per il food&beverage del Gruppo Save (che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso). Airest, che di ristorazione si occupa, è stata azzoppata dal calo delle autostrade, delle stazioni ferroviarie, dalle location urbane e dagli “altri ricavi”. Nel bilancio 2011 appena rilasciato sale solo il food&beverage degli aeroporti, di 7,8 milioni di euro; principalmente, riporta la società, “a causa delle nuove aperture e della crescita del traffico e di migliori performance di vendita in Italia, a Praga e in Austria». Vanno invece peggio la Slovenia e la Cina, dove si sconta il confronto con l’anno dell’Expo di Shanghai e dove è stato chiuso un punto vendita in una stazione ferroviaria. In questo canale sono stati chiusi anche due locali diretti in Italia, mentre per le autostrade si parla genericamente della scadenza di “alcune” concessioni. Prosegue invece lo sviluppo complessivo dei punti vendita (tra ristorazione e negozi): nel 2011 sono saliti di 18 unità, per un totale di 170, di cui 112 negli aeroporti. Tirate le somme: ricavi di Airest +0,7%, Ebitda +20%. I ricavi totali del gruppo sono saliti del 2,9 per cento.
Adr stacca il duty free e lo mette su piazza
C
’è l’obiettivo ufficiale, quello di “tendere ai migliori standard europei e internazionali”, e quello ufficioso: un debito di Aeroporti di Roma rilevante, di circa 1,25 miliardi di euro. Soldi che servono, visto che deve partire il Piano di Sviluppo 2012-2044 da 12,1 miliardi di euro, di cui 2,5 nei prossimi dieci anni. Fatto sta che Adr ha annunciato l’avvio del progetto di “societarizzazione delle attività di Direct Retail”, per la gestione dei negozi Duty Free e Duty Paid di Fiumicino e Ciampino. ADR Retail, controllata direttamente dalla società di gestione, opererà sugli otto negozi Good Buy Roma: in totale 3.100 mq, destinati a salire fino a circa 5.000 mq entro l’anno (+50%). Nel 2011 le attività di Direct Retail hanno generato un fatturato di 92 milioni con un margine operativo lordo di 37 milioni. In una seconda fase ADR Retail potrà essere ceduta ad operatori specializzati, con una gara aperta ai maggiori operatori Duty Free / Duty Paid aeroportuale a livello internazionale. Si è già fatta avanti World Duty Free Group (marchi World Duty Free e Aldeasa), di proprietà
di Autogrill. Particolare non da poco, visto che in Adr un azionista di riferimento è la famiglia Benetton, proprietaria anche di Autogrill, sebbene con società diverse. •
Ntv: si parte dopo Pasqua Smentita la notizia circolata sul web riguardo all’avvio del servizio in data 8 aprile: la partenza di Italo avverrà con un po’ di ritardo, solo dopo Pasqua. Ntv intanto ha aperto la quarta Casa Italo nelle stazioni ferroviarie. Dopo le inaugurazioni di Milano Garibaldi, Milano Rogoredo e Napoli Centrale, lo scorso 22 marzo è stata la volta di Bologna Centrale. Nell’ampia superficie della Casa, i passeggeri possono ricevere informazioni e assistenza personalizzata dallo staff Ntv, rilassarsi nelle aree di sosta, connettersi alla rete wi-fi gratuita e acquistare o modificare i biglietti Italo, non appena saranno aperte le vendite.
Comunicazione di servizio
Nuova casa Italo a Bologna Centrale
A cura di Acqua Group – www.acquagroup.it
Il marketing ambientale, non puoi sbagliare
è
ufficiale, diverse sono le fonti che le confermano. Lo stesso Censis, nel nono rapporto sulla comunicazione del 2011, evidenzia come i media tradizionali stiano perdendo efficacia: sia televisione che carta stampata non raggiungono la sufficienza in termini di reputazione. La comunicazione “unilaterale” non funziona più come una volta. Siamo assuefatti e sfiduciati. In un contesto come quello attuale, le strade che le aziende hanno di fronte convergono sempre più verso la necessità di creare un legame emotivo con i potenziali clienti, coinvolgerli e stupirli con strumenti di marketing non convenzionale. Ecco quindi che anche la comunicazione nei grandi luoghi di passaggio, siano essi centri commerciali, aeroporti, stazioni, ecc., deve essere adattata a questa logica: sorprendere dove non ci si aspetta di essere sorpresi. La comunicazione si trasferisce in luoghi inattesi, colpisce i passanti in modo innovativo, originale e senza nessuna imposizione, ribaltando quello che invece è il normale rapporto tra media tradizionali e target. Magari, come già avviene da alcuni anni, con operazioni di ambient marketing. L’aeroporto Marco Polo di Venezia ha trasformato il nastro trasportatore della consegna bagagli in una grande roulette, per promuovere un noto casinò della zona. Ikea ha tramutato le stazioni della metropolitana di Parigi in veri e propri salotti di attesa, con diva-
10 retail&food - aprile 2012
ni e lampade. Le nuove tecnologie possono inoltre contribuire a diffondere il messaggio, in sinergia con i social media: una buona campagna di marketing ambientale può infatti essere oggetto di “tag”, e, con il “word of mouse”, trasmettersi vitalmente anche nel new media. Davide Arduini e Andrea Cimenti
r&f News Scrittura e moda al Vulcano Buono
Moda, letteratura, sconti al centro commerciale: cos’hanno in comune queste cose? Ben poco. Ma nel “Vulcano Buono” di Nola (Napoli) hanno provato ad avvicinarle. Lo scorso 15 marzo un negozio, chiamato Giorgia & Johns, ha organiz-
zato un incontro di scrittura creativa di un’ora tenuto dalla blogger di moda Patrizia Finucci Gallo. C’è stato anche un concorso, chiamato WriteWear: in 20 righe si dovevano raccontare le proprie emozioni attorno al tema “Le parole tra noi leggere”. Intanto a tutti i prodotti veniva applicato uno sconto del 10 per cento. Le 20 “fashion blogger” vincitrici sfileranno il 20 aprile nel quartier generale di Giorgia & Johns, a Nola.
Volotea, il 5 aprile si decolla
Sta scaldando i motori Volotea, la nuova compagnia low cost che vuole collegare città piccole e medie spesso sotto servite. In Italia partirà dal 5 aprile e avrà nel Marco Polo di Venezia la sua base operativa. Da lì si potranno raggiungere 24 delle 42 destinazioni della compagnia. All’inizio saranno 14, di cui 9 inedite per Venezia. Gli altri aeroporti toccati sono Ancona, Bergamo, Brindisi, Cagliari, Genova, Lampedusa, Olbia, Palermo, Reggio Calabria e Trieste. Per quanto si annunci come low cost, la compagnia ha tratti “ibridi”: i posti a sedere saranno assegnati, in cabina si potrà portare un bagaglio a mano più un pc portatile o una borsetta, in futuro i biglietti si compreranno anche nelle agenzie. Gli aerei in dotazione sono Boeing 717, con cinque posti per fila (3+2). Volotea è stata creata da Carlos Muñoz (Ceo) e Lázaro Ros (dg), già fondatori di Vueling Airlines. Hanno il 26% del capitale, mentre il resto appartiene a fondi di private equity: il 25% ad Axis + Corpfin e il 49% a Ccmp Capital.
12 retail&food - aprile 2012
Ancona si lancia sul tipico
P
rima, nello scorso ottobre, ha inaugurato il box «Marche & Tour Expo». Poi, a fine marzo (dopo la stampa del numero) ha aperto due punti vendita che puntano sulla tradizione alimentare. È decisamente quello del “tipico” il concetto su cui sta puntando l’aeroporto di Ancona-Falconara. Il box Marche & Tour Expo è più di un centro di informazione turistica: ha la funzione di galleria per le mostre d’arte, fotografia e cultura in generale, grazie a prestiti dalle gallerie dei centri storici urbani. È anche un punto d’appoggio per le aziende turistiche ed enogastronomiche marchigiane. Queste possono ora vendere i prodotti nel punto vendita “Gusto&Marche”, in area partenze prima delle barriere doganali. La “selezione all’ingresso” dei marchi viene presentata come severa e basata su eccellenza degli ingredienti, filiera e packaging. Il secondo punto
© Alessandro Accorroni Photo Art opere di "Bruno D'Àrcevia"
vendita aperto a fine marzo è invece la pizzeria al taglio “Gusto & Marche Pizza”, con layout volu-
tamente più simile a quello delle pizzerie tradizionali che non a quelle in franchising. •
Manager Sviluppo e Gestione catene Retail Franchising e Diretti 20 anni di esperienza in realtà multinazionali e italiane Inglese Francese Spagnolo fluenti Esperienze in Francia , UK e Italia Interessato ad entrare in contatto con aziende che intendono lanciare o sviluppare la propria distribuzione nel canale Retail Per contatti:
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Aviation outlook
Gli aeroporti e il modello inglese Secondo l’autorevole settimanale The Economist, in Gran Bretagna sono presenti 54 aeroporti, di cui la metà opera con un traffico superiore a 300.000 passeggeri su base annua. Il fenomeno della proliferazione degli scali ha qui assunto, a partire dagli anni ’90, una forte accelerazione, tanto che oggi il 90% della popolazione britannica vive entro due ore di viaggio da due scali internazionali e circa il 70% entro un’ora da uno di questi. La competizione tra scali per il presidio della domanda intermedia e finale ha peraltro mutato profondamente il perimetro reddituale del business, con molti scali in regime di perdita economica. La risposta a questa condizione? La soppressione di alcuni aeroporti: Plymouth ha recentemente chiuso i battenti, mentre eguale sorte era toccata nel 2009 allo scalo di Coventry. Ancora, i sedimi di Exeter e Newquay hanno visto il loro status ridotto ai soli servizi domestici, mentre nuovi tagli e razionalizzazioni riguarderanno Durham Tree Valley - alle prese con la feroce concorrenza con Newcastle - e Blackpool, schiacciato tra Leeds, Liverpool e Manchester. A fronte di tale apparente razionalizzazione sistemica si registra tuttavia la recente crescita dello scalo di Southend, con l’avvio delle operazioni della nuova base di Easyjet. Quanto descritto finora non vi sembra un panorama molto similare al contesto italiano? In effetti anche il nostro settore aeroportuale viene additato di sovra capacità produttiva, legata a sua volta ad un’eccessiva frammentazione, a cui si abbina una strutturale subalternità allo sviluppo delle operazioni low-cost, con una conseguente distruzione di valore in molti bilanci di strutture nazionali. Ancora, è facile pensare al fantomatico “piano aeroportuale nazionale”, da tempo immemore in gestazione presso gli organismi pubblici, più volte emendato - e non solo a causa dei
lobbysmi dei territori locali, diciamo la verità -, nonché alle recenti esternazioni del ministro Passera a favore di un numero minore di scali. A ben vedere, la differenza sostanziale è che, mentre in Italia si affronta il problema con un approccio dirigistico centralizzato, in Gran Bretagna si tende più a far prevalere un modello di pieno laissez faire. Vale a dire, chi non è in grado di sostenere la sua autonomia gestionale deve chiudere o ridimensionare le sue ambizioni. Anche in Gran Bretagna infuriano proteste e pressioni localistiche perché ciò non avvenga, ma, a differenza di quanti accade in Italia, vi è forse una maggiore coscienza di come una concorrenza eccessiva sia, in ultima istanza, contraria all’interesse del consumatore. Peraltro, si esercita alla fonte un maggior controllo sulle uscite delle amministrazioni pubbliche con, questa volta sì, incisive legislazioni salva-sprechi che impediscono di ricapitalizzare sine die strutture in perdita cronica o senza valenza strategica, tanto più nel caso di fungibilità di servizio da opzioni infrastrutturali vicine. Si conferma peraltro il chiaro trend per cui l’avvento delle operazioni low-cost abbia pesantemente spostato verso l’alto, forse ben sopra il tradizionale tetto del milione di passeggeri/annuo, il break-even operativo della struttura aeroportuale. E come, ma questa non è certamente una novità, la contribuzione delle attività non-avio alla sostenibilità del conto economico d’aeroporto abbia assunto una dimensione strategica nettamente crescente, in questo caso anche per scali medio-grandi. Salute a tutti!
r&f News Piquadro, outlet nel mirino Il marchio di pelletteria Piquadro sta per aprire negozi negli outlet di Castel Romano e Serravalle, entrambi di McArthurGlen. Si tratta dei primi due colpi di un’espansione nel canale degli outlet per la società emiliana, già presente negli altri tre f.o.c. di McArthurGlen: Barberino di Mugello, Marcianise e Noventa di Piave. Oltre a questi, punti vendita si trovano nel Sicilia Outlet Village di Agira, nel Fidenza Village, nel Valmontone Outlet e nel Valdichiana Outlet Village. Piquadro nel dicembre 2011 ha anche aperto un negozio nel centro commerciale Milanofiori di Assago, con il nuovo concept adottato da settembre con l’apertura nel punto vendita di Corso Buenos Aires a Milano.
Orient Express
a cura di Stra_branding - www.strabranding.com
È in Cina il più grande aeroporto del mondo Dopo il crollo senza precedenti causato dalla crisi finanziaria globale del 2008, il mercato retail in ambito aeroportuale su scala mondiale si attesta ora come uno dei più performanti nel settore delle vendite al dettaglio e si prevede che crescerà di oltre il 60% entro il 2015 (rispetto al 2010), raggiungendo un giro di affari pari a 44 miliardi di dollari. Un buon esempio ci viene fornito dal Beijing Capital International Airport, il cui fatturato retail ha raggiunto 744 milioni di yuan nel 2011 (circa 89,8 milioni di euro), pari al 38% delle sue entrati totali. Il traffico in quest’ultimo aeroporto l’anno scorso ha raggiunto 73 milioni di passeggeri, per lo più cinesi su tratte nazionali, a fronte di una capacità totale di 78 milioni. Questa situazione vicino alla saturazione ha fatto emergere l’esigenza di programmare la costruzione di uno scalo alternativo. Infatti, secondo quanto riportato in questi giorni dai media locali, il governo cinese ha in programma la realizzazione di un nuovo aeroporto a Pechino, la cui costruzione verrà avviata quest’anno ed ultimata nell’ Ottobre del 2017, con un investimento totale di circa trenta miliardi di yuan, pari a circa 3,5 miliardi di euro. Il nuovo scalo sorgerà nell’attuale area rurale di Daxing, situata a 46 km a sud di piazza Tienanmen, il centro politico di Pechino, su una superficie di circa 2.700 ettari e, come detto, sarà il terzo della città, oltre al Beijing Nanyuan Airport ed al Beijing Capital International Airport (fig.1). Quest’ultimo ospita il famoso il terminal 3, il più grande edificio al mondo in ambito aereoportuale, costruito prima delle ultime Olimpiadi di Pechino e progettato dall’architetto britannico Norman Foster, che da solo è più grande dell’aeroporto di Heathrow a Londra.
14 retail&food - aprile 2012
Beijing Capital International Airport
Con nove piste (otto per l’aviazione civile ed una dedicata ad uso militare), il nuovo aeroporto è stato progettato per essere in grado di gestire 120-200 milioni di passeggeri l’anno con una capacità di 5,5 milioni di tonnellate di merci. Con tali numeri sarà lo scalo più trafficato al mondo, superando così l’Hartsfield-Jackson Atlanta International Airport negli Stati Uniti che l’anno scorso ha fatto registrare circa 93 milioni di passeggeri. Un servizio ferroviario ad alta velocità collegherà il nuovo aeroporto con il centro di Pechino così come le altre città di Tianjin, Shenyang e Shanghai. Luca Esposito
Napoli col turbo: servizi, negozi e pizzeria
C
’è movimento nell’aeroporto di Capodichino: entro Pasqua saranno aperte due nuove Vip Lounge, nella sala imbarchi da 2.500 mq realizzata nella primavera del 2011. Si tratta della Sala Vip Alitalia e della Lounge Gesac. Hanno un design moderno, con complementi d’arredo di Frau, grandi vetrate e dei lucernari sul soffitto che permettono di guardare gli aerei. Si può entrare con biglietto business ma è allo studio anche un ticket “universale”, da circa 20 euro. Per chi entra ci sono wi-fi gratuito, snack e altri servizi esclusivi. Lo scalo sta anche lanciando il nuovo “fast track”: gratis per chi viaggia in business, costa 4 euro per gli altri. Durante la primavera partirà anche il pre-booking online per parcheggi, sale vip fast track. Le novità di Capodichino sono diverse: nel retail, dopo la doppia apertura di Aldeasa, stanno per arrivare in airside, nella galleria commerciale del primo piano, Harmont & Blaine (abbigliamento maschile) e Nannini (calzature, borse e accessori). Nel food, dopo McDonald’s, con MyChef, sono in arrivo due punti vendita di Venchi: uno in airside e uno nel landside, con il laboratorio. Ma soprattutto in zona arrivi, dove ora ci sono gli autonoleggi, sarà presto disponibile un’area di 180 mq che sarà destinata a una food court. In essa troverà “massimo spazio” la pizza napoletana. Il nome del marchio è ancora coperto ma è di quelli noti. Nell’aeroporto c’è ancora qualche spazio disponibile: tre negozi nella nuova galleria commerciale al piano superiore, due al piano inferiore vicino ai gate e uno nel landside. •
Confida lancia Venditalia Self Expo
A
i piedi del palcoscenico milanese di Ipak-Ima, dove Riso Scotti Snack ha vinto con Chiccolat Sprint Riso Drink al Cacao il concorso “Packaging for Vending” messo in palio da Confida, Lucio Pinetti (presidente di Confida) ha introdotto a r&f la prossima edizione di Lucio Pinetti Venditalia e soprattutto Venditalia Self Expo: lo spin-off di Venditalia Servizi che verrà inaugurato in occasione di Cibus. Su questa ultima iniziativa in particolare il presidente Pinetti ha espresso tutte le potenzialità. «Il vending si sta trasformando da canale di somministrazione, prevalentemente nel mondo del lavoro, a tecnologia disponibile: di facile accesso, fortemente innovativa, che può essere introdotta in ogni ambito della distribuzione. Organizzare quindi una manifestazione che andasse incontro a questa direzione era fondamentale. Venditalia è visitata dagli operatori classici, le imprese di gestione, mentre Venditalia Self Expo si rivolge ad altri operatori, come negozianti, piccoli supermercati e grande distribuzione organizzata. Questo è un mondo completamente diverso che non vede il vending come core business ma come tecnologia da introdurre, accessoria e complementare». •
retail&food - aprile 2012 15
r&f News Conad lancia la gelateria da iper
Si chiama “Cremeria Sapori&Dintorni” la nuova catena di gelateria per ipermercati che Conad ha appena lanciato. Il primo punto vendita è stato aperto il 15 marzo nel centro commerciale Le Befane di Rimini, a fianco all’ipermercato E.Leclerc-Conad. A fine marzo (dopo la stampa del numero) era atteso il bis, a Faenza, a cui seguiranno un’altra decina di locali in tutta Italia. Non è escluso uno sviluppo anche in Francia, nei centri di Leclerc. Caratteristiche della gelateria sono: produzione del gelato a vista; ricette sviluppate con la MEC3, azienda della Val Conca leader nella produzione di ingredienti per il gelato artigianale e la pasticceria; arredi a cura della Ifi di Tavullia (Pesaro e Urbino). L’investimento per il primo locale è stato di 170mila euro più 100mila per il personale.
Loriblu: Go East!
Le radici, anche produttive, sono nelle Marche, a Fermo, ma i rami di Loriblu sono sparsi per il mondo, soprattutto a Oriente. La società di Porto S. Elpidio ha infatti annunciato l’apertura di nuovi monomarca nel mondo: nel City Mall di Pechino, nei centri Okhotny Ryad Shopping Center e Khabarivsk di Mosca, e a Parigi, in rue de Faubourg Saint Honorè. Alle spalle ci sono le boutique già aperte a S. Pietroburgo, Doha, Godno e Dubai. In Italia, dopo Bari, Montecatini Terme, Roma, Milano e S. Benedetto del Tronto, sono in arrivo insegne a Porto Rotondo e Forte dei Marmi. L’80% dei monomarca sarà diretto. Nel 2011 il fatturato è stato di 33,9 milioni di euro, il 26% in più dell’anno prima.
Crc, il food in tre linee
Sono la panetteria, l’enoteca - wine bar e la gastronomia le tre declinazioni della nuova linea food “R/evolution” della società di arredamenti per il retail Crc. La linea vuole definirsi “elegante e funzionale, ricca di arredi modulari, componibili e personalizzabili, dove la produzione di natura industriale incontra il su-misura dal sapore artigianale”. Nella panetteria, immagini di campi di grano sono sullo sfondo, mentre predomina il legno naturale, esplicitando un legame fra la materia prima e il prodotto finito. CRC progetta arredamento realizzati «su misura», con 12 laboratori esterni.
16 retail&food - aprile 2012
Affitti, il mall conviene
Q
uanto costa un affitto in un centro commerciale di maggiore richiamo milanese? Secondo l’ultimo rapporto sul mercato immobiliare dei negozi redatto da Bcre e ripreso dal Corriere della Sera, nel 2011 il valore era di 760 all’anno al metro quadrato. Nel 2007 era di 700 euro. A Roma, invece, la cifra passa a 800 euro. Sono canoni abbordabili rispetto alle altre città europee: a Parigi si arriva a 1.600 euro, a Varsavia a 1.050, a Lisbona e Praga a 1.000, a Barcellona 950 e a Madrid 900. Sono anche inferiori rispetto alle “high
streets” principali: a Milano in corso Buenos Aires si arriva a 1.000 euro al mq, mentre in corso Vittorio Emanuele a 1.500 euro. La differenza è anche dovuta al fatto che il canone nelle vie cittadine è cristallizzato per 12 anni, mentre nei mall è dinamico e composto da un minimo garantito e da un extra commisurato al fatturato. Nel 2011 sono state completate 26 strutture: 17 shopping center, due outlet e sette parchi commerciali, per un totale di 507mila mq e 2,33 miliardi di euro di investimenti, il 67% in più dell’anno nero 2010. •
Retail 3.0 Dagli aeroporti agli shopping mall: Google Maps ora guarda dentro agli edifici Dalla fine del 2011 Google ha iniziato a scandagliare l’interno di terminal e centri commerciali per realizzare le mappe degli ambienti indoor e orientare gli utenti nei labirinti dei mall.
L
a compagine Google-Android ha segnato un importante punto a proprio favore nella lunga battaglia con Apple per il dominio nel settore mobile. Se iPhone e iPad possono vantare numerose applicazioni, molte delle quali in ambito travel, dedicate esclusivamente agli ambienti Mac-iOS, gli smartphone che adottano sistema operativo Android possono invece approfittare di alcuni servizi esclusivi che Google mette a disposizione per loro. Il recente upgrade di Google Maps potrebbe infatti essere un vantaggio competitivo difficile da colmare per la casa di Cupertino: la versione 6.0 del più utilizzato programma di mappe per l’individuazione di attività commerciali sul web è ora dotata della funzione indoor maps che permette di visualizzare l’interno degli edifici. Questa funzione ideata unicamente per i dispositivi Android è per ora utilizzabile in centinaia di edifici situati tra Stati Uniti, Canada e Giappone: tra questi ci sono gli aeroporti Hartsfield-Jackson di Atlanta, Chicago
O’Hare, San Francisco International, Narita International di Tokyo, i department stores Macy’s e Bloomingdale’s e, da qualche settimana, anche il West Edmont Mall di Alberta, il più grande centro commerciale del Nord America, famoso per annoverare al proprio interno un parco acquatico. Tramite questa particolare funzione Google Maps è infatti in grado di “sezionare” il centro commerciale, o l’aeroporto in questione, e indicarci esattamente a che piano siamo e la disposizione di negozi e servizi all’interno dell’edificio. Le prossime strutture interessate riguarderanno anche alcuni paesi del Vecchio Continente (Uk in testa), ci sono quindi buone speranze di utilizzare a breve indoor maps in qualche terminal o centro commerciale italiano. Per scalzare tutti gli avversari nella delle funzioni mobile a Google non resta altro che implementare adeguatamente le proprie applicazioni Places, per recensire negozi e ristoranti dove siamo stati, e Latitude, per informare i propri amici dove ci si trova. La conquista di Google ai servizi di geolocalizzazione sembra essere solo all’inizio.
Massimo Colzani
Indice r&f Il lusso accessibile va di bene in meglio l mese di marzo conferma il Itrend più che positivo per il nostro settore. Per dire la verità sia la Borsa italiana sia quelle mondiali stanno comportandosi molto bene, come dimostra l'andamento dei rispettivi indici: ma il mercato del lusso accessibile sta performando in maniera sensibilmente migliore, mantenendosi sei punti percentuali al di sopra della prima e otto punti al di sopra delle seconde. Tra i titoli che "tirano la volata" segnaliamo questo mese, nell'ordine, Fossil ed Hugo Boss (Tod's per l'Italia) mentre i "peggiori", ma pur sempre positivi, sono Richemont e Swatch Group.
HOLDING
QUOTAZIONI AL
MERCATO
ALCUNI MARCHI DI PROPRIETA'
30.12.2011
Aeffe Alberta Ferretti, Moschino, Pollini Italia 0,58 Damiani Italia 0,91 Geox Italia 2,16 Luxottica Italia 21,70 Safilo Group Italia 4,88 Stefanel Italia 0,31 Tod's Hogan, Fay Italia 63,05 Adidas Reebok Xetra 50,26 C.F.Richemont Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill Vtx 47,51 Dufry Svizzera 86,45 Fossil Nasdaq 79,36 Hugo Boss Xetra 55,19 Inditex Zara, Pull and Bear, Massimo Dutti Mce 63,28 Louis Vuitton, Moet Chandon,Hennessy, LVHM Francia 109,40 Fendi, Dior, Zenith, Guerlain Nike Nyse 96,37 Polo Ralph Lauren Nyse 138,08 PPR Puma, Fnac, Gucci, Redcats, Conforama Francia 110,65 Puma Xetra 225,10 Swatch Group Omega, Longines, Tissot Vtx 351,50 Tiffany & Co Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso Nyse 66,26 INDICE RETAIL 100,0 FTSEMIB 15.089 MSCI WORLD INDEX 1182,59 L’indice Generale r&f è ponderato nella misura di 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.
indice
20.02.2012
19.03.2012
0,68 0,86 2,77 26,06 5,51 0,33 75,70 60,49 44,99 111,10 118,19 73,03 69,24
0,70 0,96 2,73 27,47 5,13 0,33 84,25 59,15 48,40 117,80 125,62 82,92 71,82
120,7 105,5 126,4 126,6 105,1 106,5 133,6 117,7 101,9 136,3 158,3 150,2 113,5
127,05
134,55
123,0
106,68 174,47 121,80 263,25 343,10 66,28
113,9
111,22 177,75 134,30 265,45 358,30 68,03
115,4 128,7 121,4 117,9 101,9 102,7
119,32 119,32
16.701 1288,05
17.080 1320,96
113,19 111,71
© Edifis Intelligence
retail&food - aprile 2012 19
osservatorio prezzi
Aeroporti Toscani,
Firenze vince ai punti Guardando i listini degli scali del capoluogo toscano e dell’ex Repubblica marinara, il primo è risultato meno caro. Ma si tratta di centesimi. Gli esercizi di Firenze sono stati più allineati
A
metà marzo sono stati pubblicati i dati di bilancio degli aeroporti di Firenze (Adf) e Pisa (Sat), entrambe quotate ed entrambe in salute. Adf ha chiuso il 2011 con un utile netto di 3,3 milioni di euro (+7,4%), Sat con un utile netto di 4,4 milioni, in crescita del 23% rispetto al 2010. Le società hanno distribuito dividendi e i due scali hanno avuto un incremento di passeggeri attorno al 10% (+9,7% Firenze e +11,3 Pisa). Numeri così positivi hanno rilanciato fortemente l’ipotesi di un’integrazione tra i due aeroporti, idea che sta a cuore soprattutto al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Intanto la Regione ha acquistato il 4,9% del capitale di Adf dalla
20 retail&food - aprile 2012
banca Mps. L’ad di Sat, Gina Giani, non si è espressa sul tema, ma ha detto che l’integrazione ha potenzialità enormi. Sembrano lontani i tempi in cui l’Enac aveva provocato i mal di pancia di Pisa ribadendo, solo qualche mese fa, che il prossimo Piano nazionale aeroporti prevede che lo sviluppo dei due scali è “correlabile”. Quindi, che se Firenze non avesse realizzato la nuova e dibattuta pista, anche Pisa avrebbe visto in pericolo il proprio status di aeroporto “primario”. Se l’integrazione societaria è ancora da realizzarsi, sul piano dei prezzi nei bar una convergenza c’è già stata. Facendo una media dei prezzi di Firenze e di quelli di Pisa, il risultato finale è quasi identico: 45,35 euro a
Firenze e 46,70 euro a Pisa. Si tratta però di medie tra pochi numeri: anche se i bar e ristoranti sono numerosi nei due aeroporti, fanno capo a poche società. A Firenze sono Autogrill, che gestisce A Café e Spizzico, e MyChef, che ha Gran Café, Pizza Chef (qui analizzate), più un Pasta Chef e un wine bar. A Pisa, invece, sono presenti le attività di Servair Airchef, con i marchi (indicati dalla società Sat) Bar/Pizza Vasari, Bar/Pizza Partenze, Caffetteria Salza. C’è poi il bar Red Baron, gestito da un’omonima srl. Sono inoltre presenti due piccoli bar gestiti dalla società Pro.Du.Co. (partenze 1° Piano e Terminal Autonoleggi)
I listini negli aeroporti aeroporto
Firenze
Firenze
Pisa
Pisa
società
Autogrill
MyChef
Servair Airchef Srl
Red Baron srl
A Café - Spizzico
Gran Café - Pizza Chef
Bar/Pizza Vasari - Bar/ Pizza Partenze Caffetteria Salza
Red Baron
Media Firenze
Media Pisa
Caffè espresso
1,00
1,00
1,10
1,00
1,00
1,05
Cappuccino
1,50
1,50
1,50
1,50
1,50
1,50
Caffè decaffeinato
1,10
1,10
1,20
1,00
1,10
1,10
Croissant (base)
1,10
1,10
1,20
1,10
1,10
1,15
Spremuta d'arancia
2,80
3,00
3,50
3,00
2,90
3,25
Acqua (Pet 50 cl.)
1,50
1,50
1,50
1,50
1,50
1,50
Coca Cola (Pet 50 cl)
2,80
3,00
3,20
3,10
2,90
3,15
Coca Cola (33 cl lattina)
n.d.
2,50
2,50
n.d.
2,50
2,50
Panino più economico
3,60
3,50
4,00
3,00
3,55
3,50
Panino più caro
5,20
4,60
4,00
4,50
4,90
4,25
Toast (base)
3,10
2,60
4,00
3,50
2,85
3,75
Pizza (trancio base)
3,80
3,70
4,00
n.d.
3,75
4,00
Birra (lattina/bottiglia 33 cl.)
3,50
3,20
3,00
4,50
3,35
3,75
Birra (spina piccola 20 cl.)
n.d.
3,00
3,00
2,50
3,00
2,75
Chewing-gum (astuccio + economico)
2,10
n.p.
2,00
Red Bull lattina
3,10
n.p.
Magnum Algida Classic
2,30
n.p.
Patatine confezionate (più economica)
1,95
n.p.
insegna
2,10
2,10
2,05
3,50
3,10
3,50
2,50
2,10
2,30
2,30
1,30
2,00
1,95
1,65
45,35
46,70
tot. fonte: Edifis Intelligence sui dati forniti da Adf e Sat e dagli operatori n.d.: non disponibile; n.p.: non pervenuto
Prezzo più basso
Prezzo più alto
a quella che si ritrova per il croissant base. Per la spremuta d’arancia i prezzi sono invece più movimentati, dal più basso, i 2,80 euro di Autogrill a Firenze, ai 3,50 di Servair Airchef a Pisa.
Bibite
Anche per quanto riguarda le bibite, i prezzi sono abbastanza allineati: le lattine da 33 cl costano 2,50 euro sia nei punti vendita di MyChef a Firenze sia in quelli di Servair a Pisa. Un prezzo neanche eccessivo, a differenza dell’euro e 50 richiesto da tutti quanti per la bottiglia di minerale da mezzo litro. I 50 Cl della bibita in bottiglia sono invece l’occasione per riproporre lo schema visto poco sopra per la spremuta: Autogrill a differenziarsi per il prezzo minore e i tre punti pisani Vasari/Pizza Partenze/ Caffetteria Salza per quello maggiore. La rivincita questi locali la trovano nella birra in lattina: i 3 euro del loro listino li fanno risultare i più convenienti, rispetto agli esercizi fiorentini e ai 4,50 euro chiesti da Red Baron. Ma sulla birra piccola alla spina piccola le parti si invertono nuovamente e Servair, con MyChef, torna in vetta ai prezzi, con 3 euro, mentre Red Baron si ferma a 2,50.
Panini
che, fanno sapere dalla Sat, effettuano aperture stagionali con prezzi allineati a quelli di Servair. Sono stati esclusi dalla rilevazione i ristoranti "Mastro Bistecca", il Ristorante Mascagni e Self Service Puccini.
Caffetteria
Come di consueto, il caffè nelle sue varianti costa più o meno lo stesso nei luoghi di viaggio in concessione: la tazzina normale costa un euro come standard. Lo stesso si può dire nei due aeroporti esaminati, con l’eccezione dei bar di Servair Airchef di Pisa, dove si trova a dieci centesimi in più. Prezzo pari per tutti a 1,50 euro per il cappuccino (quindi sui 20-30 centesimi più che in città), mentre per il decaffeinato i valori si distanziano. Sono pari a 1,10 in tutti gli esercizi di Firenze, mentre a Pisa ci sono i due estremi opposti: 1 euro tondo da Red Baron e 1,20 da Servair Airchef. Una dinamica identica
Se a Pisa non volete spendere troppo per un panino base, Red Baron vi soddisferà: pagherete 3 euro, contro i 4 del trio concorrente. Però in quest’ultimo caso, allo stesso prezzo, potrete prendere anche panini più elaborati, mentre dal barone rosso servirebbero 50 centesimi in più. Nello scalo fiorentino la lotta per il panino più economico è vinta per soli 10 centesimi da MyChef contro Autogrill, i cui bar hanno anche un tetto superiore al costo del sandwich più caro: 5,20 euro. Stesso verdetto per i prezzi del toast e della pizza. Il toast base dal Gran Café di MyChef costa 2,60 euro, valore che sale a 3,10 euro nell’ACafé di Autogrill e, a Pisa, ai 3,50 euro di Red Baron e ai 4 euro tondi di Servair. Per il trancio di pizza base le distanze sono ridotte e la partita si gioca in 30 centesimi: 3,70 da Pizza Chef, 3,80 da Spizzico, 4 delle due pizzerie al trancio di Servair a Pisa.
Prodotti confezionati
Sull’ultimo fronte, quello dei prodotti confezionati, mancano i dati di MyChef. Si ragiona quindi solo su tre fonti: l’astuccio di chewing-gum costa 10 centesimi in meno nei bar di Servair. In questi posti si trovano anche le patatine confezionate più economiche: 1,30 euro contro i 2 di Red Baron e 1,95 dell’ACafé fiorentino. Servair è più cara invece sul gelato confezionato: 2,50 contro i 2,10 di Red Baron. Per riprendere energia, dopo aver letto tutti questi dati, meglio prendere una Red Bull da Autogrill: costa 40 centesimi in meno dei 3,50 euro del Red Baron, l’unico che la vende negli scali toscani. F. P.
retail&food - aprile 2012 21
Star Trek Retail
obiettivo
Coccinelle N
on sappiamo se Giacomo Mazzieri, fondatore di Coccinelle nel 1978, nota azienda italiana di borse e pelletteria per donne, abbia tratto ispirazione per il nome del marchio dai simpatici insetti maculati o dalle chiassose bambine scout. Di certo oggi è uno dei brand italiani tra i più conosciuti nel suo settore. Design, progettazione Made in Italy, un occhio alla moda, legame con le aziende della moda del distretto emiliano (l'azienda nasce e ancora oggi ha la sede a Sala Baganza, provincia di Parma) e alta qualità dei prodotti portano Coccinelle a ritagliarsi un buono spazio nel mercato e a farsi un nome nel segmento del ”lusso accessibile”.
Vento in poppa nonostante il naufragio Burani
Nel febbraio 2006 l’azienda entra ufficialmente nella galassia Antichi Pellettieri (che raggruppa anche i marchi Braccialini, Baldinini e Biasia Francesco), il nuovo polo italiano della pelletteria costituito Mariella Burani Fashion Group (già all'epoca, a Piazza Affari da sei anni). AP, subito quotato in Borsa, ha, all’estate 2006, una rete distributiva di più di 130 negozi, di cui un terzo circa a gestione diretta: in questa realtà Coccinelle è, assieme a Baldinini, il pezzo forte del Gruppo con le sue 45 boutique (12 DOS, le altre in franchising), di cui quasi 30 in Italia le altre nel mercato Ue, Russia, Europa dell'Est, Medio Oriente e Giappone. La famiglia fondatrice, nonostante il passaggio di proprietà (il 51% è di
22 retail&food - aprile 2012
Coccinelle spa in pillole
Data di nascita Proprietà Sede Management Business Punti vendita Giro d'affari
1978 a Sala Baganza (PR) fondata dalla famiglia Mazzieri Da marzo di quest'anno 100% E-Land Europe. Prima controllata da Antichi Pellettieri attraverso sub holding Mosaicon. Sala Baganza (PR) Angelo Mazzieri, amministratore delegato Borse e articoli di pelletteria per donna Circa 90 insegne monomarca nel mondo (18 a gestione diretta, gli altri in franchising) più 1150 nel canale multibrand Nel 2011 fatturato 52 milioni di euro, nel 2010 50,3 milioni Fonte aziendale
Mosaicon, la subholding che fa riferimento ad Antichi Pellettieri) mantiene il suo impegno in azienda con il rampollo Angelo nella sala dei bottoni come a.d. e con una importante quota di minoranza nella società. Le montagne russe dell'avventura finanziaria del gruppo fondato da Walter Burani, concluse con il fallimento della holding due anni fa, risparmiano il marchio parmense, che rimane defilato rispetto alle difficoltà finanziarie della controllante, impegnata in un difficile processo di ristrutturazione del gruppo e della proprietà. Coccinelle, infatti, cresce proprio negli anni di massima tensione del suo gruppo di riferimento, quasi raddoppiando la sua presenza come punti vendita rispetto all'ingresso in AP (sono 81 a fine anno scorso). Ma anche dal punto di vista patrimoniale l’azienda fondata dai Mazzieri rimane
solida, a dispetto dei debiti della capofila, come ci confermano i dati di bilancio. Con i piedi ben ancorati per terra dal punto di vista finanziario, in questi anni tempestosi, a Sala Baganza sono arrivati nel 2012 alla produzione di sei collezioni l’anno, di cui le borse rappresentano sempre il core business, alle quali si aggiungono, con un ampliamento della gamma dei prodotti, scarpe, piccola pelletteria, cinture, orologi, occhiali, bijoux, guanti, sciarpe e vari accessori di moda per donne (target 35/40 anni) con l’obiettivo di proporre alla clientela soprattutto del canale retail un brand total look, fino ad arrivare alla commercializzazione di oltre un milione di articoli l’anno. Il ”gioiellino” non sfugge all'attenzione di E-Land Europe, colosso coreano del retail (7 miliardi di dollari
Una bella sfida di internazionalizzazione per Margine di C/e in % del valore di produzione l’azienda parmense, che ha sempre mantenuto forti radici nel suo territorio: Coccinelle, infatti, ad oggi distribuisce i suoi prodotti per il 64% nel mercato italiano, per il 27% in Europa, per il 7% in Asia e per il 2% nel resto del mondo. Per quanto riguarda gli store,la parte del leone la fa l’Italia (lo showroom del brand emilano è a Milano, nel quartiere Brera) con quasi una trentina di punti vendita. Ben sette sono nella capitale, tre a Milano e due a Cagliari, e la copertura del territorio è complessivamente buona. Per quanto riguarda l’estero la presenza maggiore è quella nell’Europa dell'Est (tre insegne a Varsavia e due a Mosca, seguite da tutte le capitali dell'ex area 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Comintern), mercato già strategico anche Valore aggiunto MOL Risultato operativo per il gruppo Antichi Pellettieri. Per finire, ci Equilibrio finanziario (milioni di euro) sono basi interessanti in Medio Oriente (Jeddah con due insegne, addirittura Theran, Beirut, Doha e Tel Aviv, tra le altre), in Estremo Oriente (Hong Kong, due store, Bankok, Ulan Bator, Macao e Manila) e in Centro America (Mexico city, due punti vendita e Acapulaco).
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Crediti
di consolidato, con giro d’affari prevalentemente nel Far East, 7mila monomarca e una sessantina di brand asiatici), che, definito l’acquisto della ”cugina” Mandarina Duck, rileva interamente il pacchetto azionario di Coccinelle spa da Mosaicon e dalla famiglia fondatrice, lasciando Angelo Mazzieri nel ruolo di amministratore delegato, dopo ormai un decennio alla guida dell'azienda di Sala Baganza. Un passaggio anticipato alla fine dell’anno scorso, che ha visto una riorganizzazione della società nel reparto stile, retail e commerciale: così Coccinelle store (la controllata che gestiva parte dei i negozi monomarca) è confluita nella controllante Coccinelle spa, che ha di conseguenza riunito tutta la filiera commerciale del brand (la produzione è all’80% in Cina e Europa dell'Est, mentre il resto in Italia), con l’idea di migliorare e semplificare i processi organizzativi e per aumentare l’attenzione al retail di tutta l’azienda.
Mosaicon lascia, i coreani vogliono raddoppiare
L'obiettivo del nuovo azionista è di raddoppiare nel prossimo quinquennio il network distributivo che attualmente conta circa 90 insegne monomarca (18 sono gestite direttamente, mentre gli altri in franchising) e una rete di 1150 negozi multimarca per il canale wholesale, in contrazione negli ultimi anni, proprio per lo sviluppo di quello retail. Si punta in particolar modo al mercato asiatico con 70 aperture.
Debiti
Rapporto di indebitamento (%)
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Fonte Cerved Group
La strategia di espansione parte dal consolidamento delle aree storiche per conquistare i mercati emergenti e in questo senso vanno anche i recenti investimenti in progetti speciali delle capsule collection in collaborazione con importanti fashion designer dell'Europa dell'Est come la polacca Barbara Hulaniki o il russo Alexander Terekhov. Coccinelle si muove con una strategia distributiva flessibile: piede sull’acceleratore sullo sviluppo del brand attraverso negozi monomarca o con flagship store; al
retail&food - aprile 2012 23
Star Trek Retail contempo, però, si mantiene una buona fetta di mercato con il canale multibrand, comunque centrale per la crescita, a detta del management. Così, la rete monobrand è crescita l’anno scorso con 13 aperture (erano state meno nel 2010, nonostante i nuovi quattro outlet), con un investimento particolare proprio nelle aree-target con quattro insegne nuove in Polonia, due in Ucrania, una nel mall Europeysky di Mosca, oltre a Manila, Tel Aviv e Hong Kong, e a Taormina, l’unica nel mercato domestico. Per la location, poi, nel Belpaese si predilige il centro storico delle città, dove è collocata la maggior parte delle vetrine. Secondaria, nonostante un discreto numero di corner, la presenza nei centri commerciali con solo Euroma 2, nel quartiere Eur, per ora (si sta lavorando per l'ingresso in Torino Le Gru) e nei luoghi di transito (Aeroporto Fiumicino), mentre ci sono ben sei insegne in factory outlet center tricolori. Nel Vecchio Continente si assiste a un modello misto, dove le insegne Coccinelle, ad esempio, sono presenti nei multistore di Salisburgo,
L'intervista
Alle spalle gli anni difficili di Antichi Pellettieri, il futuro è la crescita nell'Est Intervista con Angelo Mazzieri, Amministratore delegato di Coccinelle. Com’è andato il 2011? Il 2011 è stato un anno importante per Coccinelle: abbiamo chiuso l’esercizio con un fatturato di circa 52 milioni di euro e abbiamo aperto 13 nuovi negozi monomarca. Abbiamo lavorato per consolidare il mercato italiano e per l’espansione abbiamo puntato sui mercati dell’Europa dell’Est, che rappresentano delle aree particolarmente interessanti per i nostri prodotti. Abbiamo implementato il progetto di sviluppo della distribuzione cercando di essere più vicini alle esigenze della nostra rete vendita con un nuovo store concept per il retail, in grado di valorizzare anche dal punto di vista espositivo i prodotti. La crisi globale che negli ultimi anni ha colpito l’economia mondiale ha richiesto anche da parte di aziende come la nostra una maggiore attenzione alla gestione, imponendo un rigido controllo dei costi. Nonostante ciò, non abbiamo sacrificato gli investimenti in marketing e comunicazione, perché li riteniamo fondamentali per il risultato globale dell’azienda. Oltre che sul fronte marketing e distribuzione, inoltre, abbiamo lavorato molto sul prodotto, rinnovando il team stilistico per ringiovanire la nostra offerta con prodotti più freschi, più nuovi e con una propria personalità. Che 2012 ci dobbiamo aspettare per Coccinelle? Un 2012 orientato alla crescita. Dopo la recente riorganizzazione del reparto stile, retail e commerciale, il nostro nuovo azionista, E-Land, intende infatti investire per consolidare ed espandere ulteriormente il mercato europeo (in particolare Italia, Germania e Russia), ma anche e soprattutto per allargare la presenza del marchio nei mercati asiatici, in Cina e in Corea. L’obiettivo è di incrementare la presenza nel retail con l’apertura di 90 negozi monomarca (di cui circa 70 in Asia) entro i prossimi 5 anni. In questo panorama, come si inseriscono le novità societarie per Coccinelle? Lo scorso 7 marzo è avvenuto il passaggio del pacchetto azionario dell’azienda (detenuto per il 49% da Mosaicon, per il 49% da me, che avevo anche il 2% in nuda proprietà in usufrutto a Mosaicon) al Gruppo coreano E-Land, che negli ultimi anni ha consolidato la sua presenza sul mercato europeo attraverso l’acquisizione di importanti marchi del settore abbigliamento e calzature. E-Land ha voluto che rimanessi alla guida di Coccinelle, dato che negli ultimi quindici anni avevo portato avanti il processo di crescita e di affermazione del marchio sui mercati internazionali. Ho accettato volentieri di restare come Amministratore Delegato perché credo in Coccinelle e nel suo progetto di crescita, e perché intendo garantire continuità al programma di sviluppo avviato negli ultimi anni. Ritengo infatti che E-Land sia il partner ideale per una crescita veloce e consolidata. Gli ultimi anni, vissuti pericolosamente con i problemi societari di Antichi Pellettieri, come sono stati vissuti all'interno di Coccinelle? Sono stati anni di duro lavoro, in cui - nonostante tutto - Coccinelle ha continuato ad essere un’azienda sana e in crescita. Anni in cui, nonostante i bilanci in crescita, abbiamo dovuto confrontarci quotidianamente con clienti e fornitori per spiegare che la nostra situazione era diversa rispetto a quella di uno dei nostri azionisti. Adesso, per fortuna, il problema è alle spalle e possiamo focalizzare le nostre energie sulla crescita e lo sviluppo ulteriore del brand.
Berlino Tegel, Dresda, Dusseldorf, Francoforte, Colonia, Copenaghen, Monaco e Stoccarda. Diversa è la situazione fuori dall’area Euro, per la differente tipologia della distribuzione: in Russia, in Asia e in Medio Oriente l'investimento in vetrine negli shopping mall la fa da padrone.
Solidi, ma anche liquidi: insomma sani
Se si vanno a leggere i dati di bilancio depositato del 2010 (l'ultimo disponibile) ci si rende conto della diversità di situazione economico finanziaria di Coccinelle, rispetto al gruppo che la controllava. L’azienda parmense, intanto, negli ultimi 5 esercizi ha sempre chiuso in
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utile: 2,7 milioni nel 2010, 2,3 l’anno prima con il punto più basso nel 2007 (+1,45 milioni), a fronte di un valore della produzione che da 56,6 milioni nel 2006 è in contrazione (48,3 milioni nel 2009, l’anno peggiore per questo indice), fino ai circa 50,3 milioni nell’ultimo bilancio. Vanno bene anche gli indici di redditività, con un ROI che nel 2011 segna un buon +6,5%, in miglioramento di due punti sull’anno precedente, ma non ancora al livello del 2006 con il suo +10,6 per cento. Il MOL sui ricavi dimostra che il motore funziona: 9,2% nel 2010, in leggera crescita sugli ultimi esercizi, anche se il valore aggiunto, pur rimanendo su livelli positivi, è in leggera contrazione: 11.5 milioni nell'ultimo esercizio disponibile a fronte dei 12,1 dell'anno prima e dei 13,8 del 2007, il picco massimo negli ultimi 5 anni raggiunto da questo indice. Se poi si vanno a vedere i dati finanziari, Coccinelle spa ha sempre registrato buoni indici di liquidità, con un acid test (indice di liquidità immediata) a 1,63 nel 2010,
1,52 due anni prima, mantenendo un basso rapporto di indebitamento (39,6% nel 2010, in miglioramento dal 49,4% del 2007). Buona e in crescita risulta la capacità di autofinanziamento, con un 60,4% di rapporto tra mezzi propri e capitale investito (era 50,7% nel 2007). La società, poi, ha un notevole patrimonio netto con i 26,5 milioni nel 2010, in crescita dai 20 nel 2006. I debiti si assestano a 14,8 milioni nell'ultimo bilancio, dopo aver toccato un massimo nel 2007 con 18 milioni. (Dati Cerved Group) Sono numeri che dimostrano una solidità invidiabile, oltre che una buona capacità di produrre fatturato e utili, doppiamente sorprendente se ci si rapporta al dissesto finanziario del Gruppo Burani con le sue holding come AP, ex controllante. Vista da questa prospettiva, di sicuro E-Land sembra aver fatto un affare. È da capire poi che spazio si ritaglierà nel colosso coreano l’azienda emiliana, la cui forza sembra essere stata, oltre che una gestione oculata in un momento burrascoso, anche una forte identità, legata al territorio e alla famiglia fondatrice, che ha sempre detenuto fino a questo marzo una importante quota nel capitale, ora al 100% in mano al nuovo proDavid Montorsi prietario.
prima pietra
Shopinn: le 5 Terre del retail
Non sarà un outlet e neanche un centro commerciale. Il progetto di Brugnato (Sp), promosso da San Mauro Spa, vedrà un mix di soluzioni full price e low cost a gestione diretta da parte delle aziende. Il legame con il territorio si traduce nell’ampia offerta enogastronomica e di edutainment a vocazione ambientale
E
vocando le Cinque Terre balzano in mente due pensieri in particolare: un frastagliato, affascinante, tratto di costa nella provincia di La Spezia, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’umanità nel 1997, e la tragica alluvione dello scorso 25 ottobre, a dimostrazione del fragile equilibrio ambientale che contraddistingue questo territorio. A pochi, pochissimi chilometri di distanza, si inserisce il progetto Shopinn Brugnato 5Terre, che di recente ha visto l’inizio del cantiere. «Shopinn sorge tra la Val di Vara, “Valle dei borghi rotondi” e “del biologico”, e Portofino, tra la Versilia e le Cinque Terre», si legge nella brochure informativa. L’iter dell’iniziativa ha ovviamente attraversato il lungo periodo di polemiche post alluvione, quando è stato messo in discussione il consumo di suolo che contraddistingue anche quella parte di Liguria. Tuttavia le polemiche, di cui non entriamo nel merito, non hanno fermato l’inizio dei lavori. Promotore del progetto immobiliare a vocazione retail è la società con sede a Sarzana (Sp) San Mauro Spa, mentre la commercializzazione prosegue a quattro mani grazie alla joint venture tra la stessa azienda spezzina e Freeport Retail, società del portafoglio immobiliare Carlyle Group. Freeport Retail, che ha anche sottoscritto un accordo per la gestione di Shopinn Brugnato 5Terre, è attiva nella realizzazione, nella commercializzazione e nella gestione di outlet in Europa e nel mondo, vantando 20 anni di esperienza con progetti in Portogallo, Repubblica Ceca, Svezia, Danimarca, Germania e Francia, culminati con la realizzazione di tre foc in Cina superiori ai 100.000 mq in Guangzhou, Beijing e Shangai. Le matite che hanno disegnato il futuro complesso retail in oggetto sono quel-
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le dell’architetto Marco Tognone e dell’ingegnere Marco Traversone. Archiviate le presentazioni, il nuovo progetto si configura nello schema del “company stores”, e non in quello comunemente divulgato di outlet. I 70 milioni di euro di investimento dichiarato porteranno a una gla di 22.200 mq, con 2mila parcheggi a raso dedicati. Di fondamentale importanza sarà la location: la struttura sarà ubicata, con ampio fronte autostradale, a soli 100 metri dal casello dell’A12 di Brugnato. Questa posizione permetterà a Shopinn 5Terre di rivolgersi a un flusso turistico stimato complessivamente in 18 milioni di persone l’anno, di cui 3 milioni che gravitano nelle Cinque Terre e circa 10 che alloggiano in Versilia. Altri numeri sui flussi di viaggiatori: su quel
Il progetto in pillole apertura prevista Inizio dei lavori Investimento Promotore Commercializzazione Progettazione Località Localizzazione Tipologia Gla parcheggi Livelli commerciali Medie superfici Unità ristorazione Totale unità
2° semestre del 2013 Lavori in corso Superiore a 70 milioni di euro San Mauro SpA San Mauro Retail in joint venture con Freeport Retail I responsabili del progetto sono l’architetto Marco Tognetti e l’ingegnere Marco Traversone Provincia della Spezia – Casello Autostradale di Brugnato Extraurbana Company Store/outlet 22.200 2.000 1 5 5 + 1.000 mq di Padiglione del Gusto dedicato alle eccellenze enogastronomiche del territorio 110
tratto di A12, poco a nord rispetto a La Spezia, transitano ogni anno 55 milioni di autoveicoli, mentre i crocieristi indicati nella zona sono 800mila. Evidentemente proprio la leva del turismo rappresenta il vero motore del progetto, che tuttavia potrà attingere dai bacini primari di La Spezia e Massa Carrara. Entro 60 minuti di spostamento in automobile sono comprese inoltre Genova, Lucca, Pistoia, Pisa e Livorno (tutti i dati sopraelencati sono stati forniti a r&f da San Mauro Spa).
La Curiosità Il logo di Shopinn racconta il forte legame tra il progetto e il territorio. Il susino, infatti, è una pianta che cresce spontanea nella pianura di Brugnato ed è rappresentato sullo stemma araldico del Comune. È il primo albero a fiorire ancora nel cuore dell’inverno ed è l’albero da frutta a vivere più a lungo. Per i letterati cinesi e giapponesi rappresenta l’ideale di purezza. In molti paesi si crede che ogni desiderio espresso vicino a un susino selvatico venga esaudito e, per questo motivo, è piantato quale portafortuna. Per tutti questi motivi il susino è stato scelto quale marchio di Shopinn.
Indice di innovazione Architetto, Gerardo Sannella associate director di Chapman Taylor Architetti Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca Redazione r&f (Andrea Penazzi)
7,12 7 6 8 7,5
L’apertura di Shopinn Brugnato, pianificata in due fasi, è stimata per il secondo semestre del 2013.
Tra negozi e sapori
I promotori di Shopinn Brugnato 5Terre hanno puntato su una shopping experience particolare, che non si esaurisce nell’ampia offerta di negozi. «Shopinn Brugnato 5Terre è un innovativo format commerciale – ha reso noto San Mauro – che coniuga la migliore risto-
razione, laboratori creativi e formativi, un padiglione del gusto, un'area verde, un orto botanico e un kindergarten per i più piccoli, l'area fitness, wellness e la beauty farm con eventi culturali, concerti, manifestazioni e visite guidate alla scoperta del territorio circostante». Nello specifico dell’offerta troviamo 110 unità commerciali, già commercializzate al 50%, anche se nulla è possibile anticipare in termini di futuri tenant. Cinque saranno le medie superfici e altrettante
retail&food - aprile 2012 27
prima pietra
Player per le fasce isocrone della localizzazione (Accesibilità: 20 minuti, con autostrade, traffico medio) Fasce Superficie Distanza Format Insegna Comune Indirizzo Prov. Isocrone (mq) (minuti) 10' - 20'
saranno le unità destinate alla ristorazione. Il tutto distribuito su un unico piano commerciale. Top secret sono anche le informazioni che riguardano i costi di locazione, sia fissi che variabili. Al momento possiamo accennare che i retailer potranno vendere nei propri monomarca sia prodotti scontati, con prezzi outlet, sia le nuove collezioni a prezzi interi. Ecco perché la struttura non sarà il classico outlet ma un company stores. «Uno studio specifico della Bocconi ha permesso di creare un format assolutamente innovativo che si propone l’obiettivo di trasformare Shopinn Brugnato 5Terre in una destination e quindi di poter parlare di shoptainment»,
Centro Commerciale
LA FABBRICA
SP
SANTO STEFANO DI MAGRA
Via Cisa Sud ang. Via Giovanni Baruzzo
12.000
16,7
Centro Commerciale
KENNEDY
SP
LA SPEZIA
Piazza John Fitzgerald Kennedy 34
18.000
22,6
Centro Commerciale
CENTROLUNA
SP
SARZANA
Via Variante Cisa 40
14.383
23,4
Centro Commerciale
LE TERRAZZE
SP
LA SPEZIA
Via Fontevivo
38.600
23,8
5.000
25,9
20' - 30'
Centro Commerciale
IL FARO
SP
LA SPEZIA
Viale Giovanni Amendola 220
Centro Commerciale
LA MINIERA
SP
CASTELNUOVO MAGRA
Traversa Seconda Via della Pace Loc. Colombiera
6.492
28,0
Centro Commerciale
AVENZA
MS
CARRARA
Via Campo d'Appio Loc. Avenza
9.000
28,6
Centro Commerciale
MARE MONTI
MS
MASSA
Via Massa Avenza 32
17.465
32,0
Centro Commerciale
I LEUDI
GE
CARASCO
Via Mulinetti 5
12.130
32,7
4.100
34,3
4.500
35,5
30' - 40'
Centro Commerciale
LA PERLA
MS
CARRARA
Via Bonascola 35 Loc. San Luca
Parco Commerciale
RETAIL PARK
MS
MASSA
Via Marina Vecchia 5
dice una nota dell’azienda. Il Padiglione del Gusto, di mille metri quadrati, sarà punto per la ristorazione, la vendita e la degustazione dei prodotti enogastronomici del territorio circostante. L’intrattenimento troverà sfogo in 1.700 mq di spazi interni e 5.000 mq di aree all’aperto. «Il cuore di Shopinn sarà una grande piazza, di oltre 2.800 mq, nella quale si svolgeranno molti degli eventi culturali, artistici e di intrattenimento in programma – ha aggiunto la società spezzina –. Inoltre saranno presenti aree verdi per 3.500 mq e un orto botanico per i più piccoli. Gli spazi al chiuso sono soprattutto dedicati ai laboratori creativi e formativi. Spa e Beauty Center troveranno posto su 700 metri quadrati.
La politica per l’ambiente
«Il primo valore aggiuntivo del progetto
Fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it
I centri commerciali presenti nel territorio
28 retail&food - aprile 2012
Inquadramento Territoriale
rappresentata dal centro commerciale Le Terrazze, inaugurato lo scorso 21 marzo. Lo shopping center gestito da Sonae Sierra presidia il bacino di La Spezia con una gla di quasi 40mila mq e oltre 100 negozi. Altro fattore degno di nota è la presenza del foc di Serravalle Scrivia a una distanza di circa 82 minuti di percorrenza autostradale, con traffico medio, in grado di intercettare i possibili clienti provenienti dalle zone di Genova. Per quanto concerne i dati socio economici si evince che sono quasi in linea con la media italiana. A. P. è certamente il territorio in cui esso è pensato e la scelta di condividerne principi e filosofia – ha specificato San Mauro nel materiale fornito a retail&food –. La sostenibilità ambientale deve rimanere un obiettivo prioritario da perseguire mediante l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili (è previsto un impianto di pannelli solari da 1,5 megawatt all’anno, ndr), il riutilizzo delle acque piovane, la raccolta differenziata, la mobilità sostenibile, i materiali riciclati e la forestazione a compensare le emissioni di CO2. Le Cinque Terre, la Val di Vara e la Riviera in generale sono luoghi con splendidi borghi veri e vivi da poter visitare, per questo motivo abbiamo scelto di non riprodurre un finto villaggio (format tipico dell’outlet, ndr), ma di rispettare il territorio su cui nasce, sposando uno stile architettonico elegante e dalle linee pulite con ampio utilizzo di materiali riciclati ed ecocompatibili». A sostegno di questo intento San Mauro Spa ha intenzione di investire oltre 6 milioni di euro in tecnologie per abbattere l’impatto ambientale. Sotto il profilo green, anche in ambito di cantiere, la società di Sarzana ha dichiarato che saranno utilizzati materiali di costruzione da fornitori locali, a chilometro zero, materiali riciclati per realizzare gli arredi urbani e illuminazione a led per ridurre i consumi di energia elettrica. Sul fronte della mobilità sarà reso disponibile il noleggio di biciclette a pedalata assistita e bus navetta a basso impatto.
Concorrenza ai minimi termini
Trattandosi di un format company stores/outlet, che generalmente vanta una maggiore capacità attrattiva rispetto al classico centro commerciale, Sincron Inova nella propria analisi ha mantenuto lo stesso numero di isocrone (4) ma ha aumentato i minuti di percorrenza fino a 40 (0-10, 10-20, 20-30, 30-40). Anche allargando l’area di analisi non emergono strutture commerciali di particolari rilevanza. L'unica eccezione è
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taglio nastro
Area 12, il tifo non scalda il retail
Esaurito l'effetto curiosità, il nuovo centro commerciale adiacente all'altrettanto nuovo stadio della Juventus stenta a 'entrare in partita'. Durante la nostra visita è emerso il malcontento di alcuni operatori
I
l progetto architettonico particolare e la pressione altissima di media, operatori e di un’intera città hanno sicuramente innalzato il coefficiente di difficoltà nell’assemblare e far funzionare la 'macchina' del retail. E come talvolta accade in questi casi, l’esito non sembra all’altezza delle aspettative. Il centro commerciale in questione è Area 12, realizzato contestualmente al nuovo stadio della Juventus a Torino. Inaugurato lo scorso ottobre, alcune settimane dopo l'arena sportiva, lo shopping center rappresenta un unicum nel suo genere in quanto è parte integrante del primo progetto in Italia che mette insieme la destinazione sportiva per una società di Serie A e il retail. Un caso simile, con le debite proporzioni, si trova a Reggio Emilia con lo Stadio Giglio e di fianco il centro commerciale I Petali. Lo Juventus Stadium e Area 12 vedono protagonisti di assoluto livello: la società bianconera e un operatore della grande distribuzione come E-Leclerc – Conad, gestito da Nordiconad. L’accordo tra quest’ultimo, Unieco e Cmb, ha permesso la nascita della società San Sisto, che ha realizzato lo shopping center. La commercializzazione e la gestione sono state affidate a Cbre Srl. I lavori sono finiti al concludersi dell’estate per quanto riguarda lo stadio e nel mese di ottobre per il centro commerciale. Ma l’effetto novità di Area 12, come ci ha raccontato qualche operatore durante la nostra visita, è durato poco, pochissimo: c’è chi dice addirittura una sola settimana. La nostra visita è stata effettuata in data 1 marzo, nelle ore pomeridiane, durante le quali abbiamo avuto modo di incontrare il neo-direttore del centro e, in via del tutto
informale, alcuni addetti alle vendite di altrettanti negozi. Lo scambio di opinioni con i retailer ha confermato la nostra impressione. Con questo articolo abbiamo voluto completare la descrizione del progetto, affrontata in modo approfondito nella rubrica Prima pietra (vedi r&f di ottobre 2010), verificando sul campo l’andamento del centro commerciale. Per questo motivo è stata riservata maggiore importanza all’esperienza empirica rispetto ai dati tecnici.
Alto potenziale ancora da sfruttare
Oltre all’idea, fortemente innovativa sul panorama nazionale, anche i numeri sembrano deporre a favore del nuovo centro commerciale Area 12. La gla di 30mila
CoMMENTO Struttura e design
Accesso e parcheggio
Parcheggi sia interrati che a raso. Accessibilità elevata
Offerta commerciale Mix da completare, ristorazione da rinforzare. Non aspettare che i buoi siano scappati
Spazi comuni La partita di calcio. Punto e attrattive indice valutazione a cura di r&f:
= migliorabile = sufficiente = apprezzabile = molto buono = ottimo
Il progetto in pillole Ottobre 2011 apertura Investimento complessivo 90 milioni di Euro Nordiconad, Cmb, Unieco Promotore CBRE srl Commercializzazione Studio Rolla (per la parte commerciale) Progettazione Torino (area ex stadio Delle Alpi) località Urbana Localizzazione Centro commerciale Tipologia Gla 30.000 mq 2.000 (di cui 800 interrati) parcheggi Medie superfici 8 Unità ristorazione 5 in totale (4 al momento dell’apertura) Totale unità (piccole e grandi superfici) 60 E.Leclerc-Conad Àncora alimentare
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Di forte appeal, ma di dubbia funzionalità.
VALUTAZIONE
Indice di innovazione Architetto, Gerardo Sannella associate director di Chapman Taylor Architetti Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca
5,25 4 6 6 5
Redazione r&f (Andrea Penazzi)
formule di intrattenimento, di food court, di servizi alle famiglie con area bimbi e neanche di relax. Le poche sedute presenti sono state installate, come raccontato dai retailer, solo pochi giorni prima rispetto alla nostra visita. Infine, come evidenziato da alcuni addetti alle vendite, sono sotto accusa l’attività di promozione del centro – per esempio non viene pubblicizzata con debito anticipo la presenza dei calciatori all’interno dello shopping center – e l’orario di apertura nei giorni infrasettimanali. Alle 8,30 di mattina i flussi sarebbero troppo bassi per coprire i costi di gestione. Su questo punto in particolare si starebbe creando un fronte interno di retailer pronto a chiudere i battenti nel caso che non si ottenessero cambiamenti. Noi confermiamo una bassa affluenza anche nell’orario pomeridiano, ma potrebbe essere una coincidenza.
Struttura accattivante, ma funzionale?
mq, all’interno di un contesto urbano ben servito in termini di viabilità, è un primo punto positivo. Il bacino d’utenza nei 15 minuti ammonta a oltre 700mila residenti. Altro elemento virtuoso: con i suoi circa 60 punti vendita Area 12 vanta una galleria più ricca rispetto ai competitor. Entro i 10 minuti di isocrona si trovano un centro con ipermercato Auchan da 23mila di gla e oltre 20 shop e lo shopping center La Certosa, con ancora alimentare Carrefour, una gla da 21mila mq e circa 40 punti vendita. Ma andando a visitare il centro commerciale adiacente allo stadio della Juventus scopriamo una realtà meno rosea. è ovviamente confermata l’ancora alimentare: il primo punto in Italia a insegna E-Leclerc – Conad, posizionato nel comparto centrale sul lato sinistro. Indiscrezioni parlano di una capacità attrattiva inferiore alle aspettative. Le due maggiori superfici non food portano i marchi Euronics, ubicato nel comparto uno, e Obi, situato nel blocco numero tre. Tra le maggiori superfici interne alla galleria (comparto due) si annoverano H&M, Juventus Store e Game 7. Non mancano poi altre insegne di caratura nazionale e internazionale quali Benetton, Conbipel Uomo (secondo punto in Italia nel canale dei centri commerciali), Zuiki (primo negozio nel capoluogo piemontese), Tege Calzature (prima apertura nel nord Italia), C&A Kids (primo shop nell’area torinese) e ancora in ordine sparso Bata,
Den Store, Thun e Swarovski. Ma la lista potrebbe continuare. Sebbene sia apprezzabile la volontà di differenziare la proposta commerciale dalla concorrenza, come comunicato proprio da Cbre a ridosso del taglio nastro, il giocattolo non sembrerebbe funzionare ancora a dovere. Innanzitutto abbiamo contato sette vetrine chiuse, non poche dato che superano numericamente il 10% dei negozi in galleria e sono passati oltre 4 mesi dall’apertura. Come sottolineato da alcuni operatori, mancano poi servizi essenziali come la tabaccheria e l’edicola. In secondo luogo la ristorazione non appare sufficientemente strutturata, specialmente pensando alla possibile sinergia con lo stadio. Nel blocco centrale, a ridosso dell’ancora food, è presente un punto Sapori & Dintorni (marchio in forza a Conad), mentre sulla destra c’è solo un bar C-House. Nel blocco uno, a ridosso di Euronics, sono operativi la steak house Old Wild West e il ristorante giapponese Mishi Mishi. In prossima apertura, ci ha confermato il direttore, un ristorante italiano. Va sottolineato che sia Mishi Mishi sia Old Wild West sono operativi solo in precisi orari della giornata, soprattutto la sera, per cui nel pomeriggio tutta l’offerta food del centro commerciale è limitata a Sapori & Dintorni e a un bar. Al 1° marzo nessun marchio di food era identificato per esempio con la pizza (che tuttavia viene servita presso Sapori & Dintorni). Non esistono poi
Due parole vanno spese anche sulla struttura di Area 12, certamente non un contenitore tradizionale. Sebbene sia positiva la volontà di innovare l’architettura, il nostro dubbio verte sulla sua reale funzionalità in ottica retail. Nessun appunto sulla dotazione tecnologica atta a diminuire l’impatto ambientale, documentata e apprezzata nell’articolo di prima pietra di ottobre 2010, ma il fronte stradale dà l’idea di una struttura ermeticamente chiusa, che non stimola l’ingresso per fare shopping ma piuttosto la fantasia di un tifoso nell’immaginare un complesso sportivo futuristico. Ottimo per lo stadio, meno per il centro commerciale. Totem a parte, pochissima visibilità è garantita ai brand. Un esempio abbastanza eclatante è quello di Euronics: una persona deve camminare per circa 30 metri parallelamente al negozio di hi-tech prima che possa accorgersi di quale marchio sia presente nell’involucro di cemento e acciaio. La vetrina e l’ingresso, troppo piccoli, sono un collo di bottiglia. Un altro collo di bottiglia è, per esempio, la “porticina” che conduce nel punto vendita Benetton. Altro aspetto problematico, soprattutto se prendiamo come riferimento i nuovi centri commerciali, è quello della luce. Le piccole feritoie nel soffitto della galleria non garantiscono un sufficiente apporto di luce naturale: nonostante la giornata di sole in data 1° marzo non era possibile fare a meno della luce artificiale, a tal punto che gli stessi commessi lamentavano la difficoltà di lavorare molte ore al giorno in un contesto privo della luce del sole. Passa in secondo piano, a questo punto, la mancanza di materiali "nobili" in galleria. Siamo abituati a vedere marmi (o similari) lucidi per terra, l’occhio vuole la sua parte. A. P.
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Parola di Pierre Marin
Pierre Marin è nato a Parigi nel 1960, si è laureato in Economia presso l’Università Paris II ed è iscritto all’Albo degli Agenti di Affari in Mediazione presso la Camera di Commercio di Milano. È inoltre membro della Royal Institution of Chartered Surveyors. Vanta oltre 20 anni di esperienza nel campo immobiliare, specialmente nei settori Agency e Corporate. Prima del suo arrivo in Jones Lang LaSalle nel 1997, Marin è stato responsabile di transazioni importanti per CB Richard Ellis dal 1994 al 1997.
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Jones Lang LaSalle,
siglato l'accordo con Prelios Sgr-Olinda
L
a commercializzazione degli spazi retail, ma anche della ristorazione e dei servizi, è sempre più un lavoro di precisione che necessita di professionisti qualificati. A un coefficiente di difficoltà ancora superiore, perché è vietato sbagliare in contesti delicati, consideriamo l’attività di ri-commercializzazione dei centri avviati. Operazione, quest’ultima, spesso lontana dai riflettori ma destinata a essere nobilitata. In quest’ottica raccontiamo, in esclusiva, il mandato ricevuto da pochissimi giorni da Jones Lang LaSalle. Il mittente è nientemeno che Prelios Sgr, che gestisce il fondo immobiliare Olinda. Per conoscere tutti i particolari dell’operazione abbiamo sentito l’amministratore delegato – Italia di Jones Lang LaSalle, Pierre Marin, a cui abbiamo chiesto di scattare dal suo punto di vista una fotografia del mercato italiano ed estero. Ci introduca, innanzitutto, il professionista Pierre Marin… Opero nel settore della consulenza da 25 anni, ho cominciato in Francia in una filiale della “Caisse des Dépots et Consignations”. Quando è entrato in JLL e perché ha scelto l’Italia? Nel 1997 sono entrato in Jones Lang LaSalle e dopo cinque anni nel mercato real estate parigino ho voluto affrontare una carriera internazionale. Mi è stata offerta l’opportunità di venire in Italia per rilanciare le attività soprattutto del dipartimento Agency. Ho portato con me l’esperienza fatta in un mercato più maturo quale quello parigino, l’ho adattata alla realtà locale per far crescere Jones Lang LaSalle in Italia e per aiutare a crescere il mercato italiano del real estate. Forte dell’esperienza estera, come vede, in un flash, il mercato europeo oggi? Non vedo molti paesi dove la situazione sia migliore o più semplice rispetto a quella italiana. La crisi economica rallenta ovunque i consumi e solo la Germania mantiene un andamento positivo. Spagna, Portogallo e i paesi dell’Est sono ancora condizionati dalla situazione economica e dai loro mercati retail non ci si aspetta grande dinamicità per quest’anno. Guardando all’Italia, qual è la sua impressione? In questo particolare momento tutti hanno paura di fare nuovi investimenti: i proprietari e gli sviluppatori per le difficoltà nel reperire i finanziamenti sul mercato, i commercianti per gli incassi sottotono di questi ultimi mesi. Jones Lang LaSalle quali ricette mette in campo? Per essere a supporto delle attività dei nostri clienti, quindi per facilitare le decisioni di retailer e investitori, puntiamo moltissimo sulla nostra ricerca, settore in cui investiamo molto. Abbiamo anche deciso di aprire in Italia una filiale della nostra controllata Tètris, società di general contractor, che offre un servizio di fit-out per negozi (ma anche per uffici) chiavi in mano. Arriviamo alla cronaca di questi giorni. Come è
Vista di Bicocca Village Gate a Milano
stata portata avanti la trattativa con Prelios Sgr? Nel mese di novembre 2011 Prelios SGR ha indetto una procedura competitiva gestita dalla società esterna Arthur D.Little S.P.A. con l’obiettivo di conferire il mandato per l’attività di locazione per gli spazi degli immobili del Fondo immobiliare Olinda. Nella gara sono state coinvolte le aziende leader del mercato, e grazie a un mix di fattori, tra i quali l’internazionalità della rete, JLL si è aggiudicata il mandato. È il primo mandato che siglate con il cliente o c’è un rapporto consolidato? Abbiamo già collaborato in passato ma è il primo mandato in esclusiva per il nostro team Retail Agency. L’attività retail è una componente fondamentale della strategia di Jones Lang LaSalle e Prelios SGR rappresenta, nel real estate italiano, uno degli attori principali. Per noi era veramente importante riuscire a ottenere questo incarico, per poter iniziare quella che ci auguriamo sia una lunga e proficua collaborazione. Cosa prevede l’accordo nel dettaglio? Il mandato ha come oggetto la commercializzazione di due nuovi progetti, il Bicocca Village Gate a Milano e il centro commerciale Le Grotte Center a Camerano (AN), e la ri-commercializzazione del Bicocca Village e dell'entertainment center 45° Nord a Moncalieri-Torino. Ai questi si aggiunge la locazione di alcuni immobili commerciali a Milano, Roma e Bologna. In termini economici quanto vale l’operazione? Al momento non è possibile valutare l’investimento. Quali sono le vostre strategie per i progetti acquisiti? Per quanto concerne le ri-commercializzazioni, l'obiettivo condiviso con i gestori di Olinda Fondo Shops è quello di integrare il merchandising mix esistente intro-
ducendo insegne che possano aumentare l'attrattività di questi centri. Le Grotte Center, la cui apertura è prevista entro la fine del 2012, riqualificherà commercialmente l'area ex Conforama con un intervento importante che ha comportato la completa ristrutturazione dell'immobile esistente e la creazione di una galleria commerciale che si integra con l'esistente ipermercato adiacente. L’obiettivo per Il Bicocca Village Gate è di locare quattro nuove medie superfici e circa 20 punti vendita, andando così a completare la struttura del Bicocca Village. A quanti altri progetti retail state lavorando in JLL? Il nostro dipartimento Retail Agency sta commercializzando Le Fornaci Shopping Center di Urbino, che aprirà nell'autunno del 2013, il Giolli Retail Park a Fano, la cui apertura è prevista per settembre 2012, e lavora al completamento del Serravalle Retail Park. Con il supporto del nostro paneuropean team siamo inoltre impegnati nello sviluppo di alcuni brand internazionali, tra cui Hollister e Deutsche Bank. Per concludere: siete molto forti nel mercato delle ri-commercializzazioni, come vede per il futuro questa specifica attività? Tre dei nostri sette progetti sono delle ri-commercializzazioni. In generale, visto il continuo slittamento di nuovi sviluppi in pipeline e la necessità per i retailer di ridurre i rischi, le ri-commercializzazioni hanno assunto sempre maggiore importanza. Il mercato richiede moderne strutture commerciali, ristrutturate dal punto di vista architettonico e aggiornate con le insegne più dinamiche, in molti casi internazionali. Trend che già da diversi anni abbiamo notato negli altri paesi europei più evoluti rispetto al nostro. Andrea Penazzi
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dossier aeroporti
Linate , usato sicuro
el 2011 Linate ha avuto una crescita del 9% del traffico, l’aumento di voli di Air France e Klm e un rinnovato slancio anche sul fronte commerciale non aviation. Lo scalo milanese cresce, anche se dal 2001 i movimenti orari sono contingentati (18 all’ora contro una capacità di 32) per effetto del decreto Bersani Bis. Il limite era pensato per far crescere Malpensa. Se questo è il fronte avio, quello del retail e del food registra avanzi ancora maggiori. Nel 2001 è stata aperta una nuova area commerciale in airside,
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ricavando gli spazi in precedenza occupati da postazioni tecniche, come i banchi per la “waiting list”. Sono quindi arrivati 500 mq di spazio aggiuntivo, che hanno incrementato del 35% la superficie commerciale precedente. I ricavi non aviation sono andati ancora meglio, perché si è assistito a una crescita del 40%, segno che anche lo scontrino medio si è innalzato. I nomi presenti in questa zona sono Piquadro (spostato da una precedente location), Kiko Make Up Milano, Tosca Blu, Parah e Dixons Travel. Quest’ultimo sta avendo, a quanto
pare, risultati ottimi, dimostrando che il settore dell’elettronica è stato sottovalutato eccessivamente in passato negli aeroporti. Sta per aprire, affianco a Piquadro, anche un punto vendita de L’Erbolario, mentre è ancora top secret il nome dell’ultimo brand che aprirà i battenti nell’area. Sul sito internet di Linate è segnato un “opening soon” relativo ad Harmont & Blaine (già presente a Torino-Caselle e in arrivo anche a Napoli-Capodichino), ma non si specifica dove. Inoltre in questa e in altre aree dell’airside, compresa la zona di riconsegna
Nella pagina a sinistra: il format sperimentale di Gran Café di MyChef ai gate A01-16 e il Tentazioni di Autogrill nell’area check-in. In questa pagina: in alto, la food court di MyChef (gate A17-21), con dettaglio del Panino Giusto; al centro Camicissima (check-in), Tosca Blu (gate A01-16), Thun (Imbarchi); in basso: fast track Milano-Roma e dettaglio del duty free Dufry
bagagli, è già stato completato anche il restyling di pavimenti, controsoffitti e colonne. Il tipico aspetto degli anni ’80, contraddistinto da pavimenti scuri e cartellonistica gialla e nera (in parte già superato da un intervento degli anni ’90), ora è completamente alle spalle ed entro la fine del 2012 dovrebbe essere sostituito in tutto il terminal. Al suo posto predomina ora il color argento, per pavimenti, controsoffitti e colonne, mentre i cartelli sono azzurri con scritte bianche. Quando il layout dei negozi si sposa bene con quello del contesto, i risultati sono notevoli: forse l’esempio
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dossier aeroporti
In alto: Be Relax (gates A17-2) e il Motta di Autogrill (Imbarchi); al centro Piquadro e Dixons Travel, entrambi nell’area ristrutturata dei gate A01-16 (500 nuovi mq), così come Kiko, in basso a destra; in basso a sinistra, il duty free Dufry con il corner di Armani Jeans. Nella pagina a destra, la food court di MyChef con McDonald’s e Pizza Chef.
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Giusto, che sta dando buoni risultati, e si allargherà anche il wine bar Wine & Food Restaurant. Fine dell’esperimento, senza promozione, invece, per Caviar House. Il resto del food è abbastanza stabile, con una gestione che è divisa tra MyChef e Autogrill. MyChef ha qui tra gli altri un punto vendita Briciole con Briciole Bar, dagli ottimi risultati. Gestisce inoltre il ristorante panoramico con servizio al tavolo, a cui si accede dal landside ma con vista sulla pista, e una serie di fast food e pizzerie al taglio, compreso il McDonald’s.
Autogrill ha invece installato qui il primo locale Motta, poi replicato in Stazione Centrale, molto elegante nel layout. Di recente il gruppo di Milanofiori ha anche cambiato un ACafé nel brand di fascia superiore Tentazioni, ha allargato le sedute di un Puro Gusto agli arrivi, di fianco al quale ha rinnovato il layout di Spizzico. Nel ristorante free flow Ciao è anche stato installato un corner di cucina thailandese. Linate è quindi questo: un terminal da tutti i giorni, forse non esaltante ma pratico, comodo e ben servito. F. P.
di migliore integrazione con l’ambiente è quello di Kiko. In vista dell’Expo 2015 il sogno, spiega Luigi Battuello, direttore commerciale non aviation di Sea, è di riuscire a ricavare nella struttura esistente altri 500 mq dedicati al lusso. «Abbiamo richieste da diversi luxury brands anche a Linate» precisa. Il fronte retail, sempre in airside, vede anche altre novità: dall’inizio del 2010 a oggi è stato quasi completamente rivisitato un corridoio situato poco dopo i controlli di sicurezza. Oggi vi sono presenti Brooks Brothers, che con 90 mq ha sostituito i precedenti I Santi e Football Corner; Swarovski; Thun, in un punto vendita più piccolo rispetto alla prima collocazione sperimentale; Moreschi (calzature), con un negozio in via di apertura al momento della visita; 3 Store, Napapijri e Swatch. Quest’ultimo marchio sarà presto raggiunto, a pochi metri di distanza, da Hour Passion, negozio del gruppo Swatch dedicato ai marchi di fascia alta. Già presente a Venezia con un corner, qui si estenderà su 100 metri quadrati. Tra le altre novità sul fronte del retail e dei servizi, si segnala il distributore di oro “Gold to Go”, oggi in airside ma di cui è probabile uno spostamento in landside, come già avvenuto a Orio al Serio. A poca distanza c’è Be Relax, dove è possibile farsi fare un massaggio anche espresso, da 10 minuti. L’ora di punta è intorno alle 16 o alle 19, ci spiegano. Questo genere di servizi è però più adatto per aeroporti di transito. Nel landside si registrano nuovi arrivi: tra questi Camicissima, Guess Accessories e Tim. L’elenco completo delle attività commerciali si trova sul sito della Sea dedicato a Linate. Il fronte food vede come prossima novità un cambiamento della food court in airside gestita da MyChef. Lo snack bar Gran Café, ora nel piano rialzato dove è installata la food court, scenderà al piano inferiore. Al suo posto, al piano superiore, si estenderà Panino
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Le grandi inchieste di r&f
Liberalizzazioni,
centri commerciali senza frontiere La possibilità, dal primo di gennaio, di aprire tutti i giorni senza vincoli di orari ha ottenuto il placet degli operatori che gravitano attorno ai grandi mall. Ma sulla nuova normativa pesa il ricorso alla Corte Costituzionale. L’approfondimento mira a fare il punto sugli effetti, nel breve e nel medio termine
D
al primo di gennaio, come ben noto agli operatori specializzati nel comparto del retail, è entrata in vigore la normativa che liberalizza le aperture degli esercizi commerciali. Una parte del decreto Salva Italia ha ridisegnato il mondo della distribuzione nel nostro Paese, uniformando il tema dei giorni e degli orari di apertura, prima lasciato a discrezione degli enti locali. Se la materia del commercio compete tuttora alle Regioni, per diritto sancito dalla Costituzione, quello della concorrenza spetta invece al Governo. Proprio nel solco della concorrenza si è quindi attivato l’esecutivo tecnico guidato da Monti, con l’obiettivo di dare nuova linfa a un settore penalizzato dalla forte contrazione dei consumi. Questa mossa, in bilico sul delicato equilibrio delle competenze, ha provocato la reazione di numerose regioni, che hanno presentato ricorso alla Corte Costituzionale. In attesa del pronunciamento, possiamo dire addio a localismi e a dubbie interpretazioni sui comuni definiti turistici, che permettevano agli esercizi commerciali compresi
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in quel territorio di tenere aperto la domenica. E addio a una normativa che rendeva l’Italia un puzzle di difficile comprensione per i player internazionali. Non che tutto si sia risolto con il decreto Salva Italia, ovviamente, ma un primo passo in avanti verso la trasparenza del mercato è stato compiuto. Questa, almeno, è la linea espressa dagli operatori e dalle associazioni che abbiamo intervistato in occasione dell'approfondimento. Si tratta di attori specializzati nel comparto dei centri commerciali sotto diversi ambiti. Ma non manchiamo di sottolineare, sintetizzando, la posizione di altre importanti associazioni di categoria come, ad esempio, Confimprese e Confcommercio. La prima, attraverso dichiarazioni rese note dal presidente Mario Resca, si è espressa favorevolmente, anche se avrebbe auspicato maggiore intraprendenza da parte del Legislatore. In direzione opposta si sono mossi Confcommercio, che vede nella liberalizzazione di orari e giorni di apertura una seria minaccia per il commercio al dettaglio a vantaggio della grande distribuzione, e alcuni sindacati, che partendo dalla prospettiva dei lavoratori si sono detti contrari a trasformare la domenica in un giorno lavorativo. Tuttavia l’obiettivo di r&f non è raccontare le posizioni delle diverse sigle sindacali e delle varie associazioni di categoria, ma definire come questa normativa andrà a incidere concretamente sulle dinamiche interne ai grandi mall commerciali. Intanto possiamo accennare alcuni trend riscontrati da Reno nei primi due mesi circa dell'anno. In termini di flussi le domeniche di apertura portano a un incremento del 20% del dato complessivo, a fronte di un leggero calo durante la settimana stimato nel 5 per cento. Il saldo sarebbe quindi positivo, con un +15% netto. Se la domenica porta un alto numero di visitatori, al contrario il lunedì fa registrare le performance peggiori. Andrea Penazzi
Pietro Malaspina, presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (Cncc) Come Cncc sosteniamo da tantissimo tempo che non esiste motivazione razionale per una limitazione degli orari di esercizio. Ogni operatore dovrebbe essere nella facoltà di stabilire gli orari che ritiene più utili per la propria attività. Per questo la nostra valutazione
su questa normativa è largamente positiva: è un intervento concorrenziale e legittimo del governo. Ovviamente sarà la Corte Costituzionale a decidere nel merito, per ora e fino a quando non ci sarà una pronuncia della Corte noi resteremo aperti in base alle ordinanze dei Tar che hanno sospeso le ordinanze
dei sindaci nelle città dove è stato fatto ricorso. Negare che l’orario di apertura sia un elemento concorrenziale richiederebbe delle acrobazie non giuridiche ma mentali di notevole livello. Noi aspettiamo fiduciosi. Siamo convinti, inoltre, che questo provvedimento vada nella direzione di un miglior utilizzo degli impianti. Per adesso abbiamo dimensionato tutte le infrastrutture di accesso e di parcheggio in funzione delle punte di affluenza, con gli orari disponibili prima della riforma avevamo la massima concentrazione nel pomeriggio del sabato e nella mattina della domenica, quando ci era consentito essere aperti. Se le vendite, anche nell’ipotesi che rimangano uguali, si spalmeranno nell’arco della settimana in modo più equilibrato, otterremo un risparmio di territorio e di investimento nella realizzazione del parcheggio. Al momento credo che l’80% dei centri commerciali stia utilizzando la possibilità di aprire la domenica, probabilmente anche il 90 per cento. Quanto agli orari di apertura, nessuno ha aperto 24 ore su 24 e nessuno non lo farà mai. Mentre l’apertura domenicale ha orari simili a quella dei giorni feriali, per cui è una soluzione che si mette in cantiere rapidamente, capire quale modifica apportare all’orario di apertura, senza avere un’esperienza diretta, è difficile. Mi aspetto che i vari centri lo modificheranno cautamente, in base all’affluenza di pubblico. In termini di catene, a mio parere beneficerebbero maggiormente di una modifica degli orari, con estensione serale, quelle legate alla ristorazione, che oggi in molti centri funzionano su un turno solo. Non mi scandalizzerei se nell’ambito di un singolo centro commerciale, in caso di ampliamento significativo dell’orario di apertura, ci fossero differenziazioni tra i singoli negozi. Come capitava per esempio negli Usa negli anni ’70. È logico che si deve avere una quantità di negozi aperti sufficiente a rendere il centro attrattivo. Ad oggi va ripensato il concetto di gestione: è necessario stabilire orari che siano funzionali allo specifico centro prendendo come riferimento la struttura, la posizione, la clientela e le capacità operative dei tenant. L’effetto magari non sarà immediato. Italo Bussoli, direttore generale di Assofranchising Sui temi delle liberalizzazioni, e quindi delle aperture domenicali e nei giorni festivi, siamo in linea con Federdistribuzione, di cui facciamo parte. Il segnale dai nostri franchisor, che rappresentano 30mila punti vendita
sul territorio, e che noi diamo come posizione, è quello di liberalizzare, con aperture domenicali laddove dove ci stanno le condizioni e nei giorni festivi cum grano salis (con un pizzico di buon senso, ndr). Non vediamo possibilità per chi opera nei centri commerciali o in zone specifiche di andare contro il tema delle liberalizzazioni, anche da parte dei franchisee. Per le grandi catene c’è maggiore facilità ad adeguarsi a questa opportunità, mentre per quanto riguarda le piccole catene riscontriamo da
parte dei franchisor stessi la volontà di dare una mano ai franchisee a sfruttare questa opportunità. Parlando di prospettive, recentemente sono stato a Bruxelles, nell’ambito della nostra federazione europea, a discutere di norme, e in quella sede ho rilevato dai colleghi di altre associazioni che oggi l’Italia è diventato un territorio interessante per le catene e per i brand. Adesso non c’è più ragione per non pensarlo. Secondo me ci sarà una notevole possibilità d'ingresso da parte di nuovi marchi validi, che producano consumi. Alessandro Barzaghi e Giulia Comparini di Studio Legale Cocuzza & Associati La nuova normativa consiste nella liberalizzazione totale degli orari di apertura e ha validità dal 1 gennaio 2012. Alcune regioni ritengono che la materia sia di competenza regionale, per cui hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale, adducendo che quella parte del decreto Salva Italia è incostituzionale in quanto va a ledere la competenza regionale in tema di commercio.
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Le grandi inchieste di r&f
Esiste tuttavia un precedente recente nel quale la Corte Costituzionale ha stabilito che una legge di questo tipo non va a ledere tale competenza perché non attiene al commercio ma alla concorrenza, materia invece riservata allo Stato. A questo punto l’interrogativo è: questa normativa attiene al commercio o alla concorrenza? In realtà attiene a entrambe, certamente è pro-concorrenziale ma tocca anche un argomento che ha a che fare con il commercio: gli orari e i giorni di apertura. Prima di questa normativa i centri commerciali potevano restare aperti solo per alcune domeniche l’anno, tranne nel caso si trovassero all'interno di comuni definiti turistici. Sullo status di turistico si sono verificati veri e
propri paradossi, con casi borderline. Al momento i comuni hanno un residuo potere nell’impedire le aperture adducendo motivi di ordine pubblico. Qualora riescano a dimostrarlo, l’ordinanza è legittima. Ci sono comuni che hanno utilizzato questo argomento, ma una volta impugnati questi provvedimenti sono stati cancellati. In questi casi un retailer può fare ricorso al Tar o fare una segnalazione all’Autorità garante della concorrenza e restare aperto in barba all’ordinanza di chiusura. Altro tema importante, specialmente in questa fase, è il rapporto tra i gestori di centri commerciali e i retailer. L’obbligo, per quest’ultimi, di restare aperti quando il centro è operativo mette in luce l’importanza di negoziare un contratto prima di firmarlo. Noi seguiamo retailer abbastanza grossi che si leggono e negoziano tutto il contratto, ma non tutte le catene si comportano così. Un tempo i retailer si organizzavano sulle otto aperture domenicali e sottovalutavano diverse clausole, con il cambio della legge questo ragionamento non è più valido. Il consiglio che possiamo dare in questi casi è di incontrare la proprietà e chiedere una negoziazione. Carmen Chieregato, amministratore delegato di Cogest Italia Siamo a favore della normativa. Come
al solito è arrivata di colpo creando un po’ di confusione generale. Nelle prime settimane qualcuno non ci credeva,
qualcun altro ha seguito le direttive delle amministrazioni comunali e regionali. Poco alla volta, dopo alcuni ricorsi, tutti si sono adeguati alla normativa nazionale. Nel tempo ogni singolo centro commerciale stabilirà cosa è opportuno fare sia in termini di domeniche che di orari. Ora c’è la volontà di aprire il più possibile, ovviamente festività e domeniche comprese. Noi abbiamo riscontrato che dopo una prima fase in cui le domeniche erano davvero colme di visitatori, le ultime (quelle di febbraio,
ndr) hanno goduto di minor affluenza. Altra caratteristica evidenziata: nelle domeniche la gente si dimostra maggiormente disposta a effettuare acquisti e a trascorrere tempo nel visitare il cen-
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vederne i primi risultati nel medio periodo, nella seconda parte dell’anno, ma in realtà siamo particolarmente sorpresi perché da subito abbiamo ottenuto ottimi riscontri, anche sulle domeniche successive all’effetto saldi. Inoltre abbiamo ampliato l’orario, anticipando l’apertura del lunedì mattina dalle 12 alle 9 e posticipando quella serale alle 22. La campagna di comunicazione, realizzata a febbraio, per divulgare questa novità ha visto la buona risposta dei clienti: le ricerche di mercato interne hanno evidenziato la presenza di tanti
nuovi visitatori. Altre indagini, di stampo qualitativo, per capire il giudizio della clientela sulle aperture domenicali hanno dimostrato che il 75-76% delle risposte sono positive. Nelle domeniche registriamo circa 50-55mila presenze e non abbiamo subito cali né di lunedì né di sabato. Anche i commercianti che erano un po’ critici sulla giornata aggiuntiva si sono ricreduti già a febbraio, per cui non abbiamo più voci fuori dal coro. Le prime comunicazioni sui fatturati sono molto positive, con crescite anche a due cifre per importanti superfici.
tro commerciale. Tutto questo ha portato nel mese di gennaio a un incremento dei visitatori. A mio parere il 2012 sarà un anno di sperimentazione, nel quale capire i flussi della clientela durante l’arco di tutta la settimana, dal lunedì alla domenica. Sulla base di questa analisi ogni singola realtà si adeguerà per scegliere il miglior orario in funzione sia della struttura che dei propri fruitori. Ai retailer chiediamo di tenere duro per completare l’anno di sperimentazione. Qualche défaillance ci potrà essere. Riteniamo che questa sia una grande opportunità, cercata e richiesta tante volte, per cui non dobbiamo farcela scappare. Alessandro Gaffuri, direttore del centro commerciale Shopville Le Gru di Grugliasco A Shopville Le Gru siamo convinti che la liberalizzazione abbia livellato una realtà distonica. A pochi minuti di strada da noi ci sono due centri commerciali che sono aperti sempre di domenica: l’8 Gallery, vicino alla zona fieristica, e Le Due Valli di Pinerolo, in una zona turistica. A 30-40 minuti ci sono poi gli outlet. Noi facevamo circa 21-22 domeniche di apertura all’anno. A fronte di ciò, in passato, abbiamo vissuto una situazione di conflitto in termini di medesime possibilità per tutti, quindi appena si è presentata questa possibilità l’abbiamo colta. La nostra idea era di
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Inflight e onboard catering
Aerei e treni, cambiare per vincere La torta si restringe, gli operatori di inflight catering sono sempre di meno, ma cogliendo nuove opportunità di business riescono a togliersi delle soddisfazioni. Intanto sui treni, tra Ntv e Trenitalia, grandi cambiamenti sono alle porte
I
pranzi completi a bordo degli aerei sono un ricordo sbiadito per chi da una decina d’anni usa regolarmente le compagnie low cost o quelle tradizionali per brevi tratti. Ovviamente nei voli intercontinentali è ancora vivo e vegeto il modello del vassoio con più portate, ma per capire com’è cambiato il mercato della ristorazione a bordo basta considerare un numero: nel 2001 in Italia operavano 19 società di “inflight catering”, oggi sono principalmente tre. Si tratta di LSG Sky Chefs spa (121,1 milioni di euro di fatturato nel 2010), società italiana del colosso tedesco di proprietà della Lufthansa. Segue Servair Airchef, joint-venture al 50% tra la francese Servair e l’inglese Alpha Flight Services, insegna passata nel 2010 da Autogrill al gruppo di Dubai Dnata. Servair Airchef ha chiuso il 2010 a quota 91 milioni di euro di ricavi. La terza società internazionale a operare in Italia è l’austriaca Do&Co, che però non è riuscita a radicarsi nel territorio, essendo presente nella sola Malpensa, dove si stima abbia ricavi per poco meno di 10 milioni di euro, su un fatturato consolidato di 428 milioni.
Michele Mezzatesta 42 retail&food - aprile 2012
Su scala locale operano comunque altri piccoli caterer: Cortesa a Olbia, dove si occupa anche dell’aviazione generale, la più sviluppata in Italia, con numerosi approdi di sceicchi arabi. A Pescara c’è D’Angelo e a Catania Mediterranea Catering (controllata da Servair Airchef).
I problemi: crisi e pressione sui costi
«La tendenza per l’inflight catering nel mercato italiano è negativa, nel senso che la situazione economicamente difficile delle varie compagnie aeree si ripercuote immediatamente sui loro servizi – afferma Michele Mezzatesta, ad di Servair Airchef –. Il fatturato del settore è in leggero ma costante calo. Esistono rarissime eccezioni, fra queste la Neos, che ha capito che comunque il fatto di offrire un servizio di una certa qualità ai passeggeri alla fine prende». Anche se il traffico aereo nel 2011 è cresciuto del 6,4% in tutta Italia, continua Mezzatesta, «si tratta soltanto di quello delle low cost: la crescita non si è riverberata su quella degli operatori di inflight catering che vivono viceversa una situazione di ulteriore diminuzione delle attività. Basti pensare che l’anno scorso la chiusura di Lufthansa Italia ha provocato delle conseguenze pessime anche per il catering aereo». Quanto alle compagnie extra-europee, quelle americane «vengono con tutti i cibi a bordo, tranne che per i viaggi business», mentre le asiatiche «sono meno severe delle americane ma sono poche». C’è poi stata la svolta “minimalista” di Alitalia sui voli nazionali: «la decisione di ridurre al minimo gli alimenti di Alitalia – ragiona l’ad di Servair Airchef – ha ovviamente avuto conseguenze negative per tutti, noi compresi, essendo i fornitori di Alitalia in tutta Italia fatta eccezione per Roma. Su questo punto va comunque segnalato che dal 16 marzo siamo gli unici fornitori di Milano Linate in quanto il nostro concorrente su Linate ha deciso di consolidarsi su altri scali». Il concorrente in questione, LSG Sky Chefs, che preferisce non commentare l’uscita da Linate, concorda sull’analisi dei problemi. Il primo, spiega l’ad della società Silvana Rossetti, è la diminuzione del traffico, sia leisure che business, dovuto alla crisi economica, soprattutto di Italia, Grecia e Spagna, e ai cambiamenti politici nel Nord Africa. Accanto a questi fattori c’è il crescente pressing delle compagnie aeree per la riduzione dei costi. «Il consolidamento nel mercato dell’inflight catering non è un fenomeno solo italiano, ma può essere osservato su scala globale – spiega Silvana
Rossetti –. Dopo l’11 Settembre, i livelli del servizio di catering sono declinati e hanno portato a una significativa sovracapacità nel settore. Allo stesso tempo, durante lo scorso decennio la pressione sui costi da parte delle compagnie aeree, che hanno subito diverse crisi, è aumentata continuamente».
Le soluzioni
Chi è rimasto sul mercato lo ha fatto grazie a nuovi modelli di business. Innanzitutto ampliando i servizi offerti oltre la semplice ristorazione: «Siamo nel business della ristorazione a bordo aereo da 60 anni e abbiamo acquisito un’esperienza su tutti i servizi “onboard”, incluse la gestione dell’inflight equipment, la logistica e l’inflight management – spiega Silvana Rossetti -. Stiamo anche offrendo ai nostri clienti servizi per le sale vip aeroportuali e servizi a terra addizionali a richiesta». Una strategia che è stata perseguita
Silvana Rossetti
anche da Servair Airchef: «Le attività non legate all’inflight catering pesano circa un 30% del nostro fatturato e sono la nostra salvezza», spiega Mezzatesta. Ci sono poi le innovazioni sul fronte “core”. «Per incontrare i desideri delle compagnie e permettere loro di stare un passo avanti alle richieste e alle aspettative – continua Silvana Rossetti di LSG Sky Chefs – sviluppiamo opzioni di menu innovative che permettono alle nostre compagnie aeree partner di soddisfare i passeggeri mentre aiutano a ridurre sia le complessità che i costi. Per raggiungere questo, attingiamo sia dalle risorse sia dall’esperienza del nostro network mondiale». I tre punti di forza della società sono: le diverse strutture specializzate nel cibo congelato presenti in Europa, Nord America e Asia; l’alta qualità della logistica per l’approvvigionamento degli alimenti; lo sviluppo di programmi di gestione dell’equipment e della logistica per ottimizzare l’intera supply chain delle attrezzature, a partire dalla loro progettazione. Un passo avanti agli altri è anche il motto di Servair Airchef: «noi siamo le iniziative innovative – dice Mezzatesta –, nel senso che la nostra società è l’unica che abbia iniziative continue e innovative. Facciamo il servizio di vendite dirette ai passeggeri a bordo, siamo gli unici a effettuare il servizio a bordo delle
Compagnie straniere low cost che operano in Italia (EasyJet e Ryanair), siamo gli unici ad avere iniziato effettivamente il servizio di prenotazione dei pasti e messa a bordo, cosa che in Italia non fa nessuno e che all’estero molti dicono di fare ma pochi fanno realmente». Sull’innovazione per l’inflight catering ha delle idee radicali Antonio Mirigliano, amministratore unico di Air Food, società che rifornisce alimenti, tra cui panini e snack, ai tre principali inflight caterer italiani e Tsi-Wagons Lits per i treni. «Air Food opera sui treni da più di 20 anni e sugli aerei da 15. Al di là della situazione economica contingente, ritengo che l’offerta vada radicalmente cambiata – spiega –. La mia riflessione è questa: considerando che le compagnie aree hanno voluto tagliare i costi senza rinunciare al numero di portate e attrezzature; che il 75% del costo di un vassoio è dato dal lavoro e dall’handling, mentre il food pesa solo per il 25%; che la maggior parte dei cibi si butta - lo verifico con una società di pulizia che gestisco -, non sarebbe meglio offrire degli snack di alta qualità in un packaging bellissimo?» Il vantaggio è presto spiegato: «Se avessimo un vassoietto con uno o più snack di qualità, come un panino con il salmone o con un prestigioso salume italiano, più un dolcetto, avremmo una qualità eccellente al 50% di costi. Noi, per esempio, sui treni vendiamo il 100% dei panini “freschissimi”». Qualche compagnia ci è già arrivata: «ci ha pensato easyJet, e ha fatto bingo – continua Mirigliano –. E a questo riguardo, a marzo Air Food ha vinto la gara, a Londra, contro 3 o 4 grossi competitor, per la fornitura di panini sui voli da Milano». easyJet affida gli acquisti a una società internazionale con sede a Londra.
Treni, la gara è prossima
Su un modello simile, d’altra parte, si sta orientando anche il servizio ferroviario, in particolare quello di Ntv. Sui treni Italo, la cui partenza è prossima (a fine marzo, dopo la stampa del numero) la ristorazione sarà gestita da Eataly. La società guidata da Oscar Farinetti ha un modello di business nuovo, senza carrozza ristorante e con servizio al posto di cibi in vasetti di vetro. Così Piero Alciati, responsabile ristorazione Eataly, descrive l’origine del progetto. «Italo è un treno speciale: non ha né carrozza ristorante né cucina né possibilità di conservazione. L’unico modo per far mangiare sul treno era quello di inventarsi un nuovo sistema. E abbiamo trovato il concetto di “bento”, o “matrioska”, ossia una scatola che contiene delle scatole. Il nome non è ancora ufficiale, potrebbe chiamarsi Italo Box». Ma di che si tratta? «Non sono pasti veri e propri ma spuntini che hanno tre declinazioni gastronomiche: la prima è quella chiamata “Tagliere”, che riprende salumi e formaggi di tradizione italiana, più un piccolo dolce, del pane e dei grissini diversi a seconda degli abbinamenti, una bottiglia d’acqua
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Inflight e onboard catering Aeroporto
e forchette biodegradabili. La seconda opzione sarà chiamata “Vegetariana” o “L’Orto” e vedrà un piatto principale di verdure, uno stuzzichino, per esempio con formaggio o crema di verdura, e della pasticceria secca, come anellini al cacao. La terza possibilità è quella “Gustosa”: prevede ricette come i bocconcini di pollo al pomodoro, l’anatra all’arancia e le seppioline ai piselli». Per arrivare a queste scelte, racconta, sono stati necessari due anni di ricerca. I barattoli saranno di vetro, per dare l’idea di trasparenza. I pasti sono serviti al posto a temperatura ambiente, ma i viaggiatori possono farseli scaldare, soprattutto d’inverno. «Si tratta di cibi che scadono dopo circa due mesi dalla produzione – precisa Alciati – ma contiamo di avere un ricambio molto più veloce». Sono serviti nelle classi Club e Prima, dove c’è anche un welcome drink. Nella classe Smart, dove è previsto il vending, è possibile comprare anche i prodotti di Eataly. I piatti vengono preparati nello stabilimento centrale di Monticello d’Alba (Cuneo) e poi spediti in due centri logistici a
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LSG
Servair Air Chef
ALGHERO ANCONA BARI BERGAMO BOLOGNA BRINDISI CAGLIARI CATANIA FIRENZE GENOVA LAMEZIA MILANO LINATE MILANO MALPENSA NAPOLI PALERMO PISA ROMA CIAMPINO ROMA FIUMICINO TORINO TREVISO VENEZIA VERONA
Milano e Roma, per poi raggiungere le stazioni. Non si sa se la logica del “box” sarà estesa in futuro anche a Trenitalia, sui cui Frecciarossa c’è la carrozza ristorante. Quello che è certo è che un cambiamento è in arrivo. Tsi-Treno Servizi Integrati – filiale della francese Compagnie des Wagons-Lits – nel 2009 è subentrata al Gruppo Cremonini per la ristorazione a bordo dei Frecciarossa. Ma, come si legge anche nell’ultimo bilancio di Newrest – il gruppo francese che possiede il 60% di Wagons Lits e dal 2013 potrebbe rilevare anche il 40% restante al gruppo Accor – l’esperienza italiana si sta concludendo. Nel bilancio 2011 si dice che Newrest avrebbe chiuso Newrest Wagons-Lits Italy nel dicembre 2011. Le ragioni: il fatturato è stato oltre il budget, ma il Pbit (profitto prima degli interessi e tasse, assimilabile all’Ebit) è rimasto al di sotto degli obiettivi, a causa delle “social actions” e penalità dovute al taglio dei treni a lunga percorrenza dal Sud da parte di Trenitalia
(a cui sono seguite le azioni di protesta dei lavoratori). In realtà il contratto è valido fino alla fine del prossimo luglio e pare che Trenitalia voglia esercitare l’opzione di proroga per i successivi sei mesi. Pare che già ad aprile sarà indetta una nuova gara, il cui vincitore sarà operativo dunque dal febbraio 2013. Tra i concorrenti logica vuole che ci sarà il Gruppo Cremonini, presente in diversi mercati europei e deciso a tornare in Italia. Oggi il Catering on board del gruppo vale 360 milioni di euro, i treni serviti sono mille e i passeggeri 36 milioni. I contratti maggiori sono con i Tgv in Francia (19,5 milioni di passeggeri) e con gli Ave spagnoli (10 milioni). Ma anche la risposta di LSG Sky Chefs, che gestisce il servizio a bordo dei treni in Svezia, lascia aperta questa possibilità. «Con il know how acquisito in Svezia dal 2004 – racconta Silvana Rossetti – abbiamo cominciato con successo a servire i treni notturni Thello, una joint venture tra Veolia e Trenitalia, nel dicembre 2011. Dato che i treni notturni Thello connettono Parigi, Milano e Venezia, in verità siamo già entrati in qualche modo nel mercato italiano». E potrebbero non fermarsi: «guardando ai treni ad alta velocità – continua – il mercato italiano è il primo in Europa ad agire in concorrenza, e noi abbiamo certamente messo a fuoco questo mercato al fine di cogliere ciò che noi chiamiamo il "cambiamento di paradigma" nel servizio. Naturalmente il sistema italiano di gare d'appalto dovrebbe tradursi in modello maggiormente innovativo, scegliendo partner invece di fornitori tradizionali, creando così un rapporto winwin per entrambe le parti. Siamo in grado di suggerire modelli di servizio completamente nuovi semplicemente portando la nostra vasta esperienza dalle compagnie aeree ai treni ad alta velocità, che non sono molto diversi da velivoli. L'unica differenza è che non decollano». Fabrizio Patti
mondi retail
Chi domina nei cieli del mondo S
ono europee le principali società globali della ristorazione aeroportuale. Ma rimarrà ancora a lungo così? L’ascesa di Dnata (di Emirates Group, Dubai), che nel 2010 ha acquisito la britannica Alpha Flight Catering dal gruppo Autogrill, è una spia del possibile spostamento futuro degli equilibri mondiali. Così come la crescita della Sats di Singapore, dopo l’acquisizione, sempre nel 2010, del 50,7% della giapponese Tfk Corporation. A oggi, comunque, i numeri parlano chiaro: i due giganti dell’inflight catering nel mondo si chiamano gategroup (Svizzera) e Lsg Sky Chefs (Germania). Vantano entrambi un fatturato superiore ai due miliardi di euro e sono appaiati in testa. La prima posizione di gategroup potrebbe essere messa in discussione dall’acquisto – per ora solo annunciato – di Finnair Catering Ltd. e Finncatering Ltd. da parte di Lsg. D’altra parte anche gategroup ha messo a segno importanti colpi: nel 2010 ha preso Cara Airlines Solutions in Canada; nel febbraio 2012 è passata al 100% dell’indiana Skygourmet. Nella classifica segue la francese Servair. Dopo la già citata Dnata ci sono Newrest, altra società francese, e l’austriaca Do&Co. Di questa si segnala la joint venture in Turchia con Turkish Airlines, che ha dato vita a Turkish Do&Co (si veda l’articolo in proposito su r&f di marzo). F. P.
gategroup Fatturato: 2,688 miliardi di franchi svizzeri (2,23 miliardi di euro), -0,4%; +12,6% a cambi costanti Ebitda: 201,7 milioni di CHF (167,4 milioni di euro) Profitti: 58,7 milioni di CHF (48,7 milioni di euro), +17,6% Paesi in cui è presente: 35 Aerolinee servite: 270, tra cui American Airlines, Delta Air Lines, easyJet, British Airways/Iberia e United Continental. Aeroporti serviti: 20 Siti produttivi: 170 strutture in 130 location Aziende del gruppo: 11, di cui 6 legate alle “airline solutions”. La maggiore è Gate Gourmet Dipendenti: 27mila Sede centrale: Zurigo, Svizzera Vicende societarie: Nel 1992 Gate Gourmet viene fondata con l’acquisizione di Aero.Chef da parte di Swissair Catering, che poi ha venduto. Il 70% delle azioni è stato comprato da Iber-Swiss Catering. Nel frattempo acquisito SAS Service Partner (1994) e fusione con Dobbs (1999). Nel 2010 gategroup (creato nel 2008) ha acquistato Cara Airlines Solutions in Canada e il 74% dell’indiana Skygourmet, nel febbraio 2012 salito al 100%. Quota di mercato globale: circa 30% dati 2011
Servair
Lsg Sky Chefs
Fatturato: 761,5 milioni di euro (+0,9% su 20092010), di cui il 74% per airline catering Pasti serviti: 230mila al giorno, 83,9 milioni all’anno Paesi in cui è presente: 19 Aerolinee servite: più di 100 Aeroporti serviti: 60 Siti produttivi: 75 Aziende del gruppo: n.d. Dipendenti: 9.150 Sede centrale: Parigi, Francia Vicende societarie: Fondata nel 1971 da Air France, di cui è ancora controllata, è operativa dal 1974. Negli anni recenti, Servair è cresciuta in Italia (50% di Servair Airchef) e Africa, dove è il primo operatore. Acquisizioni importanti sono state nel 2008: Abidjan Catering in Africa, SkyFlavour a Parigi (dedicato alle compagnie asiatiche) e Catering Newrest Servair al London City airport; acquisizione di una partecipazione in Nanland Catering di Canton in Cina. Quota di mercato: 9% mondiale, terzo operatore globale
Fatturato: 2,2 miliardi di euro Pasti serviti: 460 milioni/anno Paesi in cui è presente: 50 Aerolinee servite: 300 Aeroporti serviti: 199 Aziende del gruppo: 130 Dipendenti: 28mila Sede centrale: Neu-Isenburg. Germania Vicende societarie: è nata nel 1993, dopo l’acquisto di una quota di minoranza di Sky Chefs (Americana, fondata nel 1942) da parte di LSG Lufthansa Service GmbH, fondata nel 1966 dalla compagnia di bandiera tedesca. L’espansione prosegue da allora in tutto il mondo. Ultimi fatti salienti: nel febbraio 2011 memorandum d’intesa per creare una joint venture per il solo Regno Unito con Alpha Flight Group Ltd. Nel gennaio 2012 la società è entrata nel mercato di San Pietroburgo con una joint venture con Aeromar. In Scandinavia ha un accordo con Swedish Railways per i servizi a bordo treno. Quota di mercato globale: circa 30%. In America ed Europa 35-40%
dati 2010-2011
dati 2010
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Dnata Fatturato: 4.406 milioni di Aed – dinari degli Emirati Arabi Uniti (904 milioni di euro); +39,4% rispetto al 2009-2010. Il 13% riguarda il catering; il 45,8% gli “airport services”; il 20% il cargo. Profitto attribuibile al proprietario: 560 milioni di Aed (115 milioni di euro); -8% rispetto al 2009-2010. Pasti serviti: 46,7 milioni (128mila al giorno) Paesi in cui è presente: 12 (solo catering) Aerolinee servite: maggiori clienti, ereditati da Alpha: American Airlines, Emirates, Monarch, United Airlines, British Airways, Jetstar, Air New Zealand, Etihad e Thai Airways. Aeroporti serviti: 62 (solo catering) Siti produttivi: i siti sono distribuiti nel Regno Unito, Europa continentale, Medio Oriente, Australia, più un’unità negli Usa. Dipendenti: 20mila (di cui 4.600 da Alpha Flight Catering) Sede centrale: Dubai Vicende societarie: nasce nel 1959 come piccola società di handling. È di proprietà di Emirates Group. Nel dicembre 2010 acquisita Alpha Flight Catering (Uk) dal gruppo Autogrill. Quattro le linee di business: groung handling; cargo; travel; flight catering. Quota di mercato: quarto operatore mondiale dopo l’acquisto di Alpha dati 2010-2011
Do&Co Fatturato: 428 milioni di euro, di cui 327 per airline catering (+26% sul 2009-2010). Ebitda: 45,8 milioni di euro, di cui 69,9 per airline catering Pasti serviti: circa 35 milioni all’anno Paesi in cui è presente: 7 Aerolinee servite: 60 Siti produttivi: 19 Aziende del gruppo: 29 Dipendenti: 5mila Sede centrale: Vienna, Austria Vicende societarie: Fondata nel 1981, comincia l’airline catering nel 1987 per Lauda Air. Il legame con la Formula Uno è ancora forte, dato che Do&Co è caterer per l’intero campionato F1. Dal 1995 a Malpensa. Nel 2007 joint venture con Turkish Airlines, chiamata Turkish Do&Co. Tutt’oggi la presenza in Turchia è radicata (9 siti produttivi). Il maggior azionista di Do&Co è infatti il turco Attila Dogudan. Quota di mercato: n.d. dati 2010-2011
Newsrest Group
Sats (Singapore) Fatturato: per tutto il gruppo 1,729 miliardi di dollari (1,304 miliardi di euro). Per la divisione “Food solutions” 551 milioni di dollari (415,6 milioni di euro), pari al 31,9% del totale. Profitti netti: 191,8 milioni di dollari (144,7 milioni di euro) Pasti serviti: 25,06 milioni, esclusa Tfk Paesi in cui è presente: 10 (tutto il gruppo) Aerolinee servite: 51 per gateway services; 21 per il food service Aeroporti serviti: 35 (tutto il gruppo) Dipendenti: 13.250 (tutto il gruppo) Sede centrale: Singapore Vicende societarie: Nasce nel 1947 come gestore dei servizi di handling dell’aeroporto di Singapore. Nel dicembre 2010 Sats ha acquistato il 50,7% di Tfk Corporation (colosso da 200 milioni di euro di fatturato), cosa che le ha permetto si entrare nel mercato dell’inflight catering giapponese. Ha due divisioni: Gateway Services e Food Solutions. A quest’ultima afferiscono i servizi di inflight catering. Nel dicembre 2011 ha vinto la gara per gestire il nuovo International Cruise Terminal Marina South di Singapore. dati 2011-2012
Ffg (Flying food group) Fatturato: 333 milioni di dollari (251,2 milioni di euro), +11% sul 2009 Pasti serviti: 270mila al giorno (circa 98 milioni all’anno) tra pasti e snack Paesi in cui è presente: 2, Usa e Cina Aerolinee servite: 70, tra cui Air France, Air India, ANA, British Airways, China Airlines,Hawaiian Airlines, JAL, Lufthansa, Qantas, SWISS e Singapore Airlines. Siti produttivi: 19 Dipendenti: 3.300 Sede centrale: Chicago, Usa Vicende societarie: Fondata nel 1983 da Sue Ling Gin, figlia di immigrati cinesi ad Aurora, dove lavorava nel ristorante dei genitori. Si è trasferita a Chicago da sola a 19 anni, costruendo negli anni la propria fortuna investendo in ristoranti e immobiliare. L’ingresso nell’inflight è stato all’aeroporto O’Hare, in collaborazione con Servair, con la quale ancora oggi ha partnership in cinque scali. dati 2010
Fatturato: 593,5 milioni di euro per le sei linee di business del gruppo, +29% sul 2010. A questi vanno aggiunti 383 milioni di Saudia Catering (di cui il 72% da Airlines catering), +22% sul 2010. L’inflight catering di Newrest è salito del 9,04%. Ebitda: 48,3 milioni di euro Pasti serviti: 750mila al giorno per l’intero gruppo Paesi in cui è presente: 46, 18 per inflight catering. Aerolinee servite: 20 segnalate sul sito: Singapore Airlines, United Airlines, Thai, Saudi Arabian Airlines, Royal Jordanian, Royal Air Maroc, Lufthansa, Korean Air, Klm. Iberia, Etihad, Emirates, Delta, Asiana Airlines, American Airlines, Air Tahiti Nui, Air France, Air Europa, Aegean Airlines, Air Caraibes. Dipendenti: 17.500 per tutto il gruppo, esclusa Saudia Catering Sede centrale: Tolosa, Francia; corporate head office a Palma de Mallorca, Spagna Vicende societarie: Nel 1996 nasce a Tolosa Catair. Il gruppo diventa Newrest nel 2005, da un “management buy out” guidato dagli attuali presidenti Olivier Sadran e Jonathan Stent-Torriani. Nel dicembre 2009 AXA Private Equity compra il 22,5% del capitale, BNP Private Equity il 3% e Natixis il 7%. Il management ha il 67.5% delle azioni. dati 2011
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analisi mercato
Calzature, negli outlet a passo spedito Mentre torna il bel tempo per produzione ed export, i consumi sono ancora affannosi. Ma non si possono lamentare gli outlet, dove il settore delle scarpe ringrazia, sentitamente, le donne e gli stranieri dell’Est Europa
è
per una volta orientato all’ottimismo il mondo dei calzaturifici italiani: lo Shoe Report 2012 dell’Anci (Associazione nazionale calzaturifici italiani), presentato il 21 febbraio, mostra tanti segnali positivi. Il più eclatante: l’export è salito dell’14% a valore, anche se solo del 6,2% in volume. Le nostre scarpe, dunque, si vendono bene nel mondo, segno che il Made in Italy ha ancora valore. Anche se pure l’import sale a due cifre, il saldo commerciale è cresciuto nei primi 9 mesi dello scorso anno di quasi venti punti percentuali. A conti fatti il fatturato della produzione nei primi tre trimestri dello scorso anno è salito del 5,3 per cento. E poi finalmente una buona notizia per i lavoratori: anche se il calo di aziende è proseguito, c’è stata una prima inversione di tendenza dopo tanti anni. Solo il +0,8% di addetti in più rispetto al dicembre 2010, ma è comunque un segnale non scontato. Che però sarà difficilissimo confermare visto come si preannuncia il 2012. Di certo dovremo ancora sperare nell’estero, perché i consumi interni quest’anno dovranno lottare con i portafogli vuoti, con l’Iva rialzata (in attesa dell’ulteriore prossimo ritocco), e con un’eredità già pesante. Perché se tutto è salito, lo scorso anno, lo stesso non si può dire dei consumi interni: i paia di scarpe venduti, secondo Sita Ricerca, sono stati nei primi 9 mesi del 2011 il 2% in meno dello stesso periodo dell’anno prima: per la cronaca, sono circa 190 milioni di paia. In termini di valore, invece, c’è stato un piccolo aumento, +0,5%, per un totale di poco superiore ai 3,5 miliardi di euro (i dati sono riferiti ai soli consumi delle famiglie).
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Il richiamo degli outlet
Quando le vacche sono magre, i consumatori i conti li fanno molto meglio: e se a trovarsi in salute sono i rivenditori di scarpe discrete a basso prezzo, anche i gestori degli outlet non si possono troppo lamentare. Uno di questi è Gianluca Rubaga, direttore del Franciacorta Outlet Village di Rodengo Saiano (BS): «nel 2011 le calzature sono state decisamente in crescita. Lo scorso dicembre, in cui il retail ha sofferto la difficile congiuntura economica, ha visto il Franciacorta in controtendenza». Dati non ne vengono forniti, ma il meccanismo di attrazione dei clienti, sì: «il vantaggio dell’outlet è che agisce sia sul fronte del risparmio, sia sul “fattore moda”, che per le scarpe è molto importante: questi centri valorizzano l’esperienza visiva, tanto che in riferimento a loro si parla di “esperienza iperturistica”. La clientela arriva, si rilassa e trova dei marchi stimolanti: in questo modo trova sia l’utilità che un’esperienza d'acquisto piacevole e appagante». Parlando di scarpe, i target perfetti di clien-
ti sono due: le donne e gli stranieri. Spiega ancora Rubaga: «nel nostro centro gli stranieri sono circa il 12% del totale dei clienti e quest’anno si sta muovendo tantissimo il turista russo: abbiamo avuto un aumento della loro presenza del 90 per cento. Agli stranieri deve tantissimo anche, e ancor di più, il Palmanova Outlet Village (gestione Promanagement), non lontano da Udine. «Il 40% del nostro pubblico è straniero – racconta il direttore del centro, Maurizio Villa –. Si tratta soprattutto di austriaci, sloveni, croati e serbi, ma anche russi, che ovviamente crescono moltissimo in
L'intervista «Ora tutti gli sforzi sul retail» Enrico Bracalente, patron di Nero Giardini Un obiettivo molto ambizioso: passare dai 50 negozi attuali, di cui una quindicina di proprietà, a 400 nel giro di non più di cinque anni. È la missione di Nero Giardini, produttore 100% Made in Italy che da qualche tempo ha capito che l’era dei multimarca è tramontata. r&f ha intervistato sul tema Enrico Bracalente, amministratore unico di Bag spa e titolare del marchio Nero Giardini. Qual è stato il percorso di Nero Giardini? Come marchio aziendale nasciamo a metà anni ‘80. Realizzavamo prodotti un po’ per conto nostro, un po’ per conto terzi. Tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 abbiamo deciso di avere una rete vendita e di fare un prodotto commerciale. Che tipo di prodotto avete sviluppato? Decidemmo di stare su un target medio: scarpe da 90–100mila lire e stivali da 150–200mila lire. Intanto, fu stabilita anche la politica sul Made in Italy. Come avvenne la scelta? All’inizio degli anni ‘90 cominciavano le delocalizzazioni. Noi preferimmo evitare perché credevamo nel Made in Italy, anche se non con una consapevolezza eccessiva. Quando però nel 1999–2000 tutti decantavano le delocalizzazioni intelligenti, decidemmo definitivamente, come scelta strategica, di rimanere in Italia. Come si rimane a produrre qui? Per competere nel mercato globale bisogna contenere i costi, avere un giusto rapporto qualità/prezzo, offrire un adeguato servizio al retail e investire tantissimo in comunicazione. Noi dal 2000 investiamo tra il 5 e il 7% del fatturato. Questo ci ha permesso di diventare un marchio leader. Quando è arrivata invece la svolta nel retail? Fino al 2007 abbiamo creduto tantissimo nei multimarca. Ma nel 2003 avevamo comunque aperto il primo negozietto in corso Venezia, a Milano. Per rafforzare l’immagine ci installammo nelle vie più importanti delle grandi città, come Firenze e Roma. Ma presto capimmo che se si aprono negozi, va fatta una gestione del retail: i negozi lasciati a se stessi sono tutt’altro che redditizi.
estate. E con gli stranieri a farla da padrona in Italia sono le calzature, siamo molto soddisfatti». E se verso un marchio tradizionale come Pollini subiscono il richiamo soprattutto gli austriaci, per le scarpe di Roberto Botticelli, più appariscenti (sono noti gli stivali di coccodrillo colorati), impazziscono i clienti dell’Est. A spiegare il perché di questo interesse è la stessa maison marchigiana Roberto Botticelli, attraverso il coordinatore retail Roberta Galli: «tra i nostri clienti ci sono russi, kazaki, ucraini, moldavi, sloveni,
serbi e croati. Gli outlet sono però solo in Italia. Nell’outlet di Palmanova arrivano soprattutto serbi, croati e sloveni, perché i gestori sono stati bravi a farli portare dai tour operator». L’altro target di riferimento, si è detto, sono le donne. Così le celebra Matteo Gallieri, direttore del Valmontone Outlet (Roma) di Fashion District: «quello delle calzature è un comparto solido, non è soggetto a grossissimi sbalzi di anno in anno. Questo è legato al fatto che il consumo femminile è più soli-
E poi? Nel 2007–2008 ci siamo chiesti: “che cosa vogliamo fare?” Capimmo che dovevamo ideare un metodo per arrivare al break even. Abbiamo deciso di investire in software e di fare ricerche di mercato, per capire come funziona il retail, come gestire i saldi, come capire i gusti dei consumatori finali. Abbiamo speso 250mila euro in un lavoro con una società di consulenza, coinvolgendo anche l’Istao di Ancona. Questo studio ci ha dato dei grandissimi risultati. Quali sono i vostri progetti per il retail? Da poco abbiamo lanciato un modello di shop in shop. Lo stiamo proponendo alle grandi superfici di calzature. Per ora siamo nei negozi di Scarpa Mondo ad Arezzo, Fiumicino, Terni, Ravenna, e in questi giorni stiamo aprendo a La Spezia. Siamo posti all’entrata, per attirare i consumatori, che magari non sarebbero entrati nelle grandi superfici. Come stanno andando? Molto bene. Le faccio un esempio: nello shop in shop nel centro commerciale Da Vinci di Fiumicino siamo passati da un ordine iniziale di 80mila euro a uno effettivo da 280mila euro, per effetto dei continui riassortimenti. Abbiamo venduto il 97% dei prodotti. I ricavi sono stati di 470mila euro, con un margine lordo di 170mila euro. Sul fronte dei negozi monomarca, invece? Nei prossimi cinque anni il maggiore investimento sarà nel retail. Lo scopo è controllare il 50% della distribuzione, mentre ora la percentuale è tra il 7 e l’8 per cento. Ci può dare qualche numero? Ora abbiamo circa 50 negozi, di cui circa 15 di proprietà, che fruttano circa 10 milioni di euro, e 33–34 in franchising, che ne portano 10–12. Vogliamo essere o nei centri cittadini o nei grandi centri commerciali, come Le Gru, Città Fiera, La Bufalotta. Intendiamo avere 300 punti vendita in franchising e 100 diretti, nei prossimi 3–5 anni, al massimo sei. Dobbiamo recuperare tempo perso. Ora abbiamo messo a punto un metodo e possiamo garantire al franchisee una buona percentuale di successo, purché rispetti certi parametri che suggeriamo in termini di numero del personale e affitti. Dove avverrà lo sviluppo? Lo sviluppo sarà in tutta Italia. In Puglia, però, ci muoveremo con un grosso partner locale.
do. Tutto il contrario dell’abbigliamento formale maschile: negli anni di crisi gli uomini usano l’abito dell’anno prima. Le donne, invece, al paio di scarpe non rinunciano». La solidità del comparto è dimostrata dalla crescita, che è perfettamente in linea con quella del centro, pari a circa il 5 per cento. L’incidenza dei 12 negozi di calzature sul fatturato totale del comparto è di circa il 6 per cento. Ma i dati possono essere molto variabili: se dai punti vendita dove si trovano solo calzature si passa ad analizzare quelli che vendono anche abbigliamento o accessori, l’incidenza sale al 10–15 per cento. Le cose certe sono due: la prima è che c’è una progressiva ibridazione, con i marchi di abbigliamento, accessori e pelletteria che sempre più spesso hanno scarpe in vetrina. La seconda è che «in generale la calzatura funziona – spiega Gallieri –. Da noi vanno bene sia le scarpe di “massa”, sia quelle di qualità. Il nostro pubblico è anche abbastanza maturo, quindi sono richieste anche scarpe “comode” come Valleverde e Stonefly».
Ragionando con i numeri, vale la pena di citare quelli dell’outlet di Franciacorta: «Da noi le calzature rappresentano il 12% dei negozi in termini di unità, l’8,5% in termini di gla (superficie affittabile lorda) e circa l'11% in termini di fatturato», dice Rubaga. La resa per metro quadro è quindi superiore alla media. Il numero di questi negozi, nel centro bresciano, è destinato a crescere: sta per entrare Ixos Malloni, già presente a Palmanova e a Serravalle, e un altro marchio ancora coperto da segreto che inaugurerà prima di Pasqua. Tra le aperture recenti nel settore, ci sono quelle di Alexander Nicolette e Lumberjack, marchi entrambi in espansione nel retail.
Quelli dei villaggi
Ma quali sono i marchi più affezionati ai villaggi commerciali? Da una rilevazione di r&f sui siti dei primi 21 factory outlet italiani, è emerso che il brand più assiduo è Baldinini, con ben 14 shop. Lo seguono Corso Roma, con 11, e Pollini con 10. Quest’ultimo marchio potrebbe espandersi anche in altri villaggi a prezzi
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analisi mercato monitorati, e di Dear Design, con 11. Quest’ultima insegna viene indicata dai gestori dei centri come “l’ex Pancaldi”. In effetti ora i marchi distribuiti sono quattro: Stefano Pancaldi, Aeros, Malina
scontati. Tra i marchi più presenti, vale la pena di citarne almeno due che non vendono solo scarpe, ma nelle quali le calzature hanno un peso rilevante: si tratta di Arfango, presente in ben 13 degli outlet
e DD 1968. Tra i punti vendita più “puri”, vanno poi annoverati Dockstep’s, che distribuisce, oltre al marchio da cui prende il nome, anche Harley Davidson, Merrell,
Alexander Nicolette Allen Edmonds Bagatt Baldinini Bata Betty Flowers Botticelli Bruno Magli Campanile Camper Church's Cinti Clark's Corso Roma Dockstep's Dr. Scholl Fabi Fly Flot Geox Gianfranco Pini Kallisté Lumberjack Mercante di Fiori Merrell Moreschi Nannini Osklen e Crocs Pakerson Pollini Romanelli Skechers Stonefly Tod's Valleverde Vicini Walk Safari subtotale
B Ou arbe tle rin t oD esi C gn The astel er Sty Gu le elfo Ou C Desastel tlet ign Ro s er ma Ou no Cit tle tà t Sa nt’ A n Fid gel enz o Vi a Vi lla lla ge Fra ge Vil nci lag ac e ort aO La utl R Ou eg et tle gia t De s ign Ma nto er va Ou tle Me t lil li O utl et Mo lfe tta Ou M t Vil ondo let lag vici e no Ou P tle Vil alma t lag no e va O utl Sa et Vil rdin lag ia e Out let S Deserra v ign all er e Sici Out le lia Fas t hio So n Vi ra lla tte ge Ou tle The t Sh Ma op ll pin g Val Vil dic lag hia e na Ou Val tle mo t nto ne Ven Ou tle eto t Des ign er Ou tle t Vic Ou olu tle ng ts o T he
Negozi di calzature
Sty le
outlet
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13 6 11 6 5 6 3 2 1 1 2 6 6 68
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Arfango Coccinelle Dear Design Fornarina Fratelli Rossetti Guess Accessories Ixos Malloni Kickers Less is more Pirelli Pzero Salvatore Ferragamo Timberland Tosca Blu subtotale
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Negozi sportwear con calzature Asics Adidas Diadora Freddy Lotto Nike Puma Reebok-Lotto Robe di Kappa subtotale totale
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fonte: Edifis intelligence sui siti dei principali Factory Outlet Center
Negozi con presenza rilevante di calzature
Bikkembergs e altre sette etichette. Seguono i monomarca Geox (che in verità ha anche capospalla), Bata (il “re” dei centri commerciali”) e il già citato Roberto Botticelli. Altri nomi noti sono Bruno Magli e Cinti, seguiti dalle insegne per un pubblico maturo Stonefly e Valleverde. Vale la pena di citare anche Lumberjack e Alexander Nicolette, entrambi in fase di espansione; Skechers, che sta testando i suoi punti vendita retail proprio nel canale degli outlet; Ixos Malloni; Timberland e Fornarina, entrambi divisi tra scarpe e abbigliamento.
C’è poi il capitolo degli shop di sportwear, che per tanti anni sono stati identificati come calzature e ora sono per lo più etichettati come abbigliamento sportivo: i più diffusi sono Nike e Puma, entrambi con 6 punti vendita (la Puma ne ha uno a marchio Puma Lazio Style nel Soratte Outlet Shopping. Ci sono poi Freddy, Adidas, Asics, e con uno ciascuno Diadora, Lotto, Reebok–Lotto e Robe di Kappa. Marchi tra quelli che maggiormente portano i giovani ad acquistare nei villaggi commerciali. F. P
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dossier concessionarie autostradali
a cura di Fabrizio Patti
Autovie Venete, sviluppo bloccato
I progetti relativi alle aree di servizio
Q
uattro punti esclamativi segnalano sul sito della concessionaria Autovie Venete lo stop delle gare sulle 16 aree di sosta: «ATTENZIONE!!!! A seguito dei numerosi ricorsi d’appello la S.p.A. Autovie Venete ritiene opportuno sospendere in via cautelativa, fino a data da destinarsi, la procedura di gara di cui all’oggetto». Le domande sarebbero dovute arrivare entro lo scorso 31 ottobre, ma praticamente tutti i
S.p.A. Autovie Venete I numeri del 2011
Fig. 1
Numero aree di sosta Bar Ristoranti Negozi Superficie complessiva (mq * 1000) Superficie commerciale (mq * 1000) Hotel Wi-fi Fax Sportelli Bancomat Spazi attrezzati per camper Aree dedicate agli animali Aree giochi per i bambini Baby corner Spazi dedicati ai camionisti Servizi igienici accessibili ai disabili Sale riunioni e sale viabilità TV con info viabilità, meteo, news Hi-point - Information Point Officine Parcheggi per autovetture Parcheggi per tir e bus
16 12 7 0 776 50 1 2 32 3 4 0 1 8 0 27 1 1 0 0 829 299
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partecipanti hanno fatto ricorso. Un bel pasticcio. Soprattutto perché le aree sui tracciati avrebbero bisogno di aria nuova: dai dati forniti dalla società concessionaria a r&f emerge che su 16 aree di servizio solo due hanno il servizio di wi-fi, una sola giochi per i bambini, una la sala riu-
Fig. 2
Tutte le aree saranno dotate entro il 2012 di info point con wi-fi e messaggi su mobile di informazioni sul traffico e la viabilità di Autovie In elaborazione progetto di "area dedicata agli animali" in un'area di servizio. è in atto uno studio per incrementare i servizi per i camper nelle aree attrezzate. Sulla rete di competenza sono presenti anche 2 aree di sosta verdi dotate di servizi igienici e zona pic-nic
nione, una la tv con le informazioni sul traffico, mentre non ci sono spazi dedicati ai camionisti né le aree attrezzate per gli animali. I bandi per le nuove gare, spiegano dalla società, prevedono invece di potenziare tutti i servizi per le persone, così come per gli animali. Intanto, nel 2012 tutte le
aree di servizio saranno dotate di un sistema di informazione sul traffico che comunicherà via wi-fi o bluetooth con i viaggiatori. Quando questi entreranno nelle strutture, riceveranno un messaggio in cui si chiederà il consenso per ricevere le comunicazioni sul traffico. Autovie Venete S.p.A. fu costituita nel 1928 e il maggiore azionista è la Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia. Le tratte sono: l’A4 Torino - Trieste, dall'interconnessione est con la tangenziale di Mestre fino alla fine; l’A57-tangenziale di Mestre dal km 16,2 al km 26,7; l’A23 da Palmanova a Udine sud; l’A28, PortogruaroPordenone-Conegliano; il raccordo autostradale 17 Villesse-Gorizia. •
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Food r-evolution
Il progetto in pillole
A Catania la Dogana è un food store
C
ome ogni città costiera, Catania è legata al suo porto, e al recente progetto Vecchia Dogana, che ha rivitalizzato un’area di passaggio rendendola punto di aggregazione, e motivo di interesse con appuntamenti diversificati per orario e tipologia, nell’arco della settimana. Vecchia Dogana è un singolare centro commerciale, di diecimila metri quadri su tre livelli, specializzato nel food&beverage, nato dalla scommessa di un consorzio di privati che ha deciso di puntare sull’eccellenza enogastronomica. Passaggio obbligato dei crocieristi, sede dell’info point turistico della Provincia di Catania, è a soli 500 metri dal Duomo, in un imponente stabilimento storico di fine ‘800, ristrutturato coniugando armoniosamente la tradizione con l’innovazione. Oggi è un edificio all’avanguardia dal design futuristico che ospita, sotto tubi di acciaio e lucernari di vetro, la più grande officina di sapori ai piedi dell’Etna. Una fabbrica di eventi specializzata in uno stabile hitech, dall’impianto simmetrico e su due corti interne quadrate destinate a caffè concerto, spettacoli jazz, cabaret, e servizi di ogni genere, illuminate da un’am-
SUPERFICIE: AZIENDE COINVOLTE NEL CANTIERE: COSTO TOTALE OPERAZIONE: POSTI DI LAVORO: BOTTEGHE: COPERTI (ristorazione): PASSAGGI DI CROCIERISTI STIMATI PER IL 2012: DISTANZA DALL'AEROPORTO: DISTANZA DAL LIOTRO (PIAZZA DUOMO): DISTANZA DAL MARE:
pia copertura vetrata, su cui si affacciano la quasi totalità degli ambienti. Focacceria del Sole, Nero Maialino, Forchetta Libera Cucina Tipica Siciliana, Marullo Sicilian Pistachio Specialities, Lemon City e I Pircanti Wine Shop sono solo alcune delle settanta botteghe artigianali, dove la ristorazione è al primo posto per numeri e varietà di offerta. Sede del Gambero Rosso, con la Città del Gusto e i suoi migliori chef, del primo cinema 6D della Sicilia dedicato al produttore cinematografico e regista Francesco Alliata, e del museo e il teatro dei Fratelli Napoli, che celebra la tradizione immortale dell’Opera dei Pupi, dichiarata “Capolavoro del patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità” dall’UNESCO. Open space dove gustare stuzzicherie e leccornie, piatti golosi, calici di ottimo vino, ma anche sede di appuntamenti fissi e gratuiti per tutta la settimana, dal lunedì con il tango, alla domenica mattina con animazione, giochi e magia per i più piccoli. C’è solo una regola per chi entra a Vecchia Dogana: il
10.000 mq 50 15 milioni di euro 280 70 1.900 400.000 5 KM 500 mt 10 mt
piacere di cedere alle tentazioni, tra profumi di zucchero e paste di mandorla, pistacchi ricoperti di cioccolato, praline al Nero d’Avola, focacce appena sfornate, confetture di frutta indorata dal sole, miele alla sulla, gustosi patè da spalmare sui crostini caldi. Dolcetti alle mandorle, al pistacchio e al cioccolato, torte di mele e alla crema fatta in casa, biscotti preparati con antiche ricette, focacce calde al rosmarino, olio biologico, pizza con ingredienti naturali, pesce freschissimo, tempure di gamberoni croccanti, gustose selezioni di carni e insaccati locali, calici di profumato vino rosso. Tutto in città, nel quartiere Civita, il più antico di Catania, a due passi dal Duomo e dallo splendido barocco del centro storico, punto di partenza per scoprire i suoi monumenti più antichi e le mete più belle e conosciute della Sicilia Orientale. Annalisa Tirrito
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Mystery in stazione
St Pancras International LONDRA – Un posto pulito, illuminato bene e… facile da raggiungere e da lasciare. Una stazione che dà questa impressione è certamente un caso di studio, praticamente introvabile nel Belpaese. Infatti ci riferiamo al terminal londinese, in funzione dal 2007, degli Eurostar che collegano il Regno Unito a Parigi, Bruxelles e Lille attraverso il Tunnel della Manica. La piattaforma operativa dei collegamenti ferroviari con l’Europa è collocata nella vittoriana stazione di St Pancras, ristrutturata in base al progetto generale di sir Norman Foster. In stazione si arriva, e si va in città, restando sempre al coperto attraverso sei metropolitane, in auto o in bicicletta che si lasciano in custodia nel parcheggio multipiano collocato tra St Pancras e Kings Cross, o grazie ai taxi, numerosi, parcheggiati ai due lati della struttura. All’interno si è guidati alla meta dall’abbondante segnaletica blu, facilmente leggibile grazie alla retroillu-
minazione dei caratteri bianchi; per le informazioni di dettaglio sono presenti numerosi totem pubblicitari (gestione JP Decaux; l’altro gestore di affissioni è CBS) consultabili interattivamente con orari e mappe della stazione e del quartiere. La stazione nel suo complesso (somma della parte ottocentesca e di quella costruita a partire dal 2000) serve con fasci di binari distinti l’estero e l’interno del paese: i flussi dei viaggiatori al suo interno sono completamente liberi con la conseguenza che i numerosi punti commerciali e gli sportelli di servizio sono distribuiti in tutta l’area. Il cuore operativo dell’Eurostar è concentrato al piano terra della storica stazione vittoriana in mattoni a vista, affacciata su Euston Road. Le biglietterie (vetro e acciaio) e il controllo bagagli e passaporti sono piazzati in una galleria, decorata nell’originale stile neogotico, ricavata di traverso nel volume della piattaforma sopraelevata dei binari e raggiungibile da ogni punto della stazione. Passati i controlli, i viaggiatori salgono con scale mobili ai binari che sono separati rispetto al resto da alte paratie in vetro antisfondamento. Prima di salire in treno il pubblico ha ampie, gratificanti occasioni di svago; tra ristorazione, prodotti alimentari (“compra in stazione gli ingredienti per il prossimo pranzo”), moda e regali i marchi esposti in modo ordinato sono una cinquantina e alcune vetrine annunciano “coming soon London 2012”, ovvero “apriremo entro agosto per le Olimpiadi”. Il mix dell’offerta è quello tipico degli aeroporti britannici, con l’esclusione dei marchi luxury. Qui – ovvia conseguenza di origini e destinazioni prevalenti dei passeggeri: Francia e Benelux – prevale una combinazione di prodotti tipici britannici e di marchi d’Oltre Canale; d’altra parte il sonoro delle conversazioni di chi passa ha i connotati del franglais (non si ascoltano spagnolo e italiano, diffusissimi invece negli identici negozi a Heathrow o in centro).
Brand retail & food a St Pancras International F&B AMT Benugo Caffe Nero Camden Food Carluccio's Costa Coffee desVins Cafè&Wine Bar Fine Burger Company Gelato Mio Le Pain Quotidien M&S symply food Paul Peyton & Byrne Pret a Manger Sourced Market St Pancras Grand St Pancras Grand&Champagne bar Starbucks The Betjeman Arms The Booking Office Bar The Gilbert Scott West Cornwall Pasty Company YO! Sushi
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Fashion Accessorize Fat Face Fossil L.K. Bennet M&S Monsoon Oliver Bonas Rituals Th. Pinks Regalistica Cath Kidston Hamsley Isle of Flowers Links of London London 2012 Shop Neuhaus The White Company Bookstore Foyle's Paperchase WHSmith
Beauty Body shop Boot's Melogy Neals Yard Remedies St Pancras spa Servizi Farmacia Bancomat Oggetti smarriti Deposito bagagli Cambio valute Free wi.fi Station Reception Bagagli al seguito Totem interattivi
St Pancras > Varietà offerta numero pv attrattività marchi internaz. attrattività marchi locali
> Location food ubicazione Posti a sedere presenza tavolini in comune chiarezza segnaletica
> Layout punti vendita Originalità design Omogeneità e armonia qualità materiali&arredo Ordine e pulizia Comfort Segnaletica Prezzi/cartellini numero bagni pulizia bagni
> Sicurezza gestione controllo filtri tempi controllo filtri
> Valutazioni generali qualità/prezzo ambiente adeguatezza alla location
Legenda: = migliorabile = sufficiente = apprezzabile = molto buono = ottimo
Spazi ampi per passeggio e sosta, con abbondante disponibilità di posti a sedere, prezzi allineati con quelli delle zone di turismo londinese, servizio veloce e cortesia. Al livello superiore, fuori dall’area transennata si trova lo champagne bar (frequentatissimo) di decoro anni ’30 e, colpo di teatro per solleticare i bon vivants, si accede al St Pancras Renaissance Hotel, restaurato secondo l’originale e dotato di ristorante e bar degni dei fasti dell’Impero. Apprezzabili in generale il livello della Customer Assistance, che comprende il servizio per le mobilità limitate, la Station Reception e la Customer Comment Card. Assolutamente da implementare la disponibilità di toilette; solo due strutture e di dimensioni limitate, per cui anche in ore non di punta si registrano lunghe file di ladies imbronciate. Paolo Lombardi
Brand trend
C a n a d a
Aldo • Mac Cosmetics
Tutti i retailer alla conquista del Belpaese
Le dieci destinazioni europee più attraenti per i retailer cross border
U S A Abercrombie & Fitch • American Apparel • American Eagle Outfitters • Apple • Banana Republic • Bose • Calvin Klein • Claire’s • Coach • Crocs • Foot Locker • Forever 21 • Fossil • Gap • Hollister • La Senza • Marc Jacobs • Nike • Ralph Lauren • Starbucks • The Disney Store • Timberland • Tommy Hilfiger • Urban Outfitters
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Q
uali sono le dieci città europee che più attraggono retailer internazionali? Nell’ordine sono Londra, Parigi, Mosca, Madrid, Milano, Praga, Monaco, Istanbul, Barcellona e Roma. Lo dice una ricerca di Jones Lang LaSalle che ha analizzato la presenza di 150 top retailer in 55 mercati europei. Secondo lo studio, inoltre, gli Stati Uniti sono il maggior “esportatore” di insegne in Europa, grazie a brand come Starbucks, Timberland e Gap, ma anche Fover 21, Hollister, Apple, Disney e Abercrombie & Fitch. Seguono in classifica l’Inghilterra e la Germania, mentre l’Italia è sesta. Classifiche a parte, dalla ricerca emerge un mercato polarizzato, dove c’è sempre più pressione per entrare nelle grandi vie dello shopping, mentre le location secondarie stanno registrando tassi di “vacancy” più alti e una minore domanda di spazi.
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Londra Parigi Mosca Madrid Milano Praga Monaco, Istanbul, Barcellona Roma
Svezia
Agent Provocateur • Ben Sherman • Burberry • Cath Kidston • Church’s • Debenhams • Fred Perry • Habitat • Hackett • Hamleys • Jaeger • Jimmy Choo • Karen Millen • Lush • Marks & Spencer • New Look • Next • Oasis • Paul Smith • Peacocks • Primark • River Island • Superdry • Ted Baker • The Body Shop • Topshop • Wagamama • Warehouse
C&A • G-Star • The Sting
Regno Unito
1
Cacharel • Camaieu • Cartier • Chanel • Chloe • Christian Dior • Escada • Etam • FNAC • Galeries Lafayette • Kiabi • Louis Vuitton • Okaidi • Petit Bateau • Princesse Tam Tam • Quiksilver • Sephora • Tally Weijl • Yves Saint Laurent
Portogallo
Adidas • Bijou Brigitte • Deichmann • Douglas • Esprit • Humanic • Hunkemuller / Bodiqu • Marc O’Polo • Media Markt • Media Saturn • Müller • New Yorker • Peek & Cloppenburg • Puma • S.Oliver • Tchibo • Tom Tailor • Triumph • Vapiano
Germania
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Bally
6
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Svizzera
Jack Jones • Only • Vero Moda
3
Olanda
Francia
Worten
Danimarca
Austria
Frey Wille • Palmers • Van Graaf
5 Italia
7
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Spagna
7 Koton
Turchia
Bershka • Blanco • Camper • Cortefiel • Desigual • Hoss Intropia • Mango • Massimo Dutti • Oysho • Pull & Bear • Springfield • Stradivarius • Uterque • Zara • Zara Home
Intanto l'Italia va in Europa
Fonte: Jones Lang LaSalle Regno Unito
Ucraina
Turchia
Svizzera
Svezia
Spagna
Russia
Romania
Portogallo
Polonia
Norvegia
Olanda
Lussemburgo
Irlanda
Ungheria
Grecia
Germania
Francia
Finlandia
Danimarca
Repub. Ceca
Croazia
Belgio
Austria Bottega Veneta Calzedonia Carpisa Dolce & Gabbana Emporio Armani Fendi Geox Guess Marlboro Classics Max & Co Max Mara Miss Sixty Moschino Oviesse Tezenis Tod’s Trussardi Jeans
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Quality design
Acne • Björn Borg • Clas Ohlson • Cos • Flippa K. • Gant • Gina Tricot • H&M • Lindex • Tiger of Sweden
International Rewe group, uno store da stazione
Il gruppo Rewe (che in Italia ha Billa, Penny Market e altri marchi) starebbe pianificando di aprire i propri negozi “Rewe To Go” in due stazioni ferroviarie tedesche. Il format, già sperimentato nel centro di Colonia, vende piatti pronti e vuole fare concorrenza ai fast food.
BK, niente Francia nel 2012
Ormai è anche un caso di comunicazione ai tempi di Twitter. Da mesi si rincorrono voci di un ritorno di Burger King in Francia dopo anni di assenza, nel nuovo centro commerciale della stazione Saint-Lazare, a Parigi. Alla fine di febbraio c’è stata una nuova ondata di messaggini,
poi ripresi da grandi quotidiani. Ma Autogrill, che gestisce il food nella stazione, ha smentito che ci sarà un’apertura, almeno nel 2012. E dopo?
Desigual, numeri da fenomeno
I vestiti sgargianti di Desigual hanno colto nel segno: nel 2011 il marchio spagnolo ha visto crescere il fatturato del 30%, a quota 560 milioni di euro. Ancora meglio l’Italia, salita del 40% a quota 60 milioni, con previsioni di crescita nel 2012 di un altro 30-40%, come riportato da fashionmagazine. it . Tra i progetti: la linea di prodotti tessili per casa; l’espansione nel Nord e Sud America e in Asia. Oggi solo il 10% dei ricavi arriva da fuori Europa. In Italia a giugno apre uno store nella Stazione Termini di Roma.
60 retail&food - aprile 2012
duty free world
By Kevin Rozario - London
Building BRICs Costruire i BRIC With another Greek crisis averted – but for how long no-one really knows – Europe, and the Eurozone in particular, is breathing a sigh of relief. However, so much uncertainty still exists that consumers are not exactly filled with confidence. The latest retail data from Eurostat, the statistical office of the European Union, indicate that January seasonallyadjusted retail turnover in the Euro areas (the so-called EA17) is at the level of mid-2005. There is some good news in that in the entire European Union (EU27) retail sales are about 5% better, although those sales have been bouncing along at this level since the spring of 2010 with no change. In short retail spending has flatlined, but there is one market where this is not the case – far from it in fact. Airport retail is booming and more brands are taking notice of the channel because it offers an offset to mainstream market woes. And the main reason is thanks to BRIC nationals (Brazilians, Russians, Indians and Chinese) whose spending is now so valuable that companies are analysing their buyer behaviour and adapting to it as fast as they can. At London Heathrow, for example, retailers enjoyed growth of +8.8% in gross turnover in 2011, led by a boom in luxury spending from emerging markets which helped pushed up net retail income per passenger by +5.3% to £4.35 (2010: £4.13). Gross retail sales at Heathrow are now £1.7bn and the airport is attributing the growth to BRIC nationals. Their average spend is more than 10 times the norm at £45.50 in 2011 and rising fast (it was £37.22 in 2010). Their penchant for luxury brands means that Heathrow is introducing more; it already has boutiques from the likes of Burberry, Chanel, Hermès, Mulberry, and Prada, and added Miu Miu last autumn and a vast Chanel Espace beauty boutique. The airport says it saw total clothing and accessories sales rise by +17.7% last year; growth rates domestic retailers can only dream about. Some of the airport’s retailers have also introduced payment facilities to allow China UnionPay cards to be used in stores. According to Retail Banking Research, in 2010 China UnionPay overtook Visa to become the most widely circulated payment card with 29.2% of the eight billion in circulation globally. It is therefore a must-have for unlocking sales from Chinese travellers. Heathrow’s retail results are a factor of its global route connections and cannot be duplicated in all European airports. But wherever BRIC tourists are present, be it airport or downtown, the opportunity is there!
Con un'altra crisi greca scongiurata - ma per quanto tempo nessuno lo sa davvero – l’Europa e l'Eurozona in particolare tirano un sospiro di sollievo. Tuttavia, l'incertezza è ancora così tanta che i consumatori non sono esattamente pieni di fiducia. Gli ultimi dati sul retail forniti da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea, indicano che gennaio i fatturati del commercio al dettaglio destagionalizzati nelle zone di Euro (il cosiddetto EA17) è a livello della metà del 2005. C'è qualche buona notizia in quanto in tutta l’Unione Europea (EU27) le vendite al dettaglio sono circa il 5% in più, anche se le vendite sono andate rimbalzando lungo a questo livello a partire dalla primavera del 2010, senza alcun cambiamento. In breve, la spesa al dettaglio ha una linea piatta, ma c'è un mercato in cui questo non è il caso - anzi in realtà ne è lontano. Il retail aeroportuale è in piena espansione e altri marchi stanno tenendo sotto osservazione il canale perché offre una contropartita alla noia del mercato mainstream. E la ragione principale è dovuta ai cittadini Bric (brasiliani, russi, indiani e cinesi), la cui spesa è ora così preziosa che le aziende stanno analizzando il loro comportamento d'acquisto e di adattamento ad esso il più velocemente possibile. A Londra Heathrow, per esempio, i rivenditori hanno registrato una crescita dell’8,8% del fatturato lordo nel 2011, guidato da un boom della spesa di lusso dai mercati emergenti, che hanno contribuito a spingere verso l'alto il ricavo netto di vendita per passeggero del +5,3% a 4,35 £ (2010: £ 4.13). Le vendite lorde al dettaglio a Heathrow sono ora pari a 1,7 miliardi di sterline e l'aeroporto lo attribuisce alla crescita dei cittadini Bric. La loro spesa media è oltre 10 volte superiore alla norma, a quota £ 45,50 nel 2011 e in rapida crescita (era £ 37,22 nel 2010). La loro predilezione per i marchi di lusso vuol dire che Heathrow ne introdurrà di più; ha già negozi del calibro di Burberry, Chanel, Hermès, Mulberry e Prada, e ha aggiunto lo scorso autunno Miu Miu e una vasta boutique di beauty Chanel Espace. L'aeroporto dice che ha visto le vendite totali di abbigliamento e accessori crescere del 17,7% lo scorso anno, tassi di crescita che i negozianti nel mercato domestico possono solo sognare. Alcuni dei retailer dell'aeroporto hanno anche introdotto servizi di pagamento per consentire di utilizzare le carte China UnionPay nei negozi. Secondo Retail Banking Research, nel 2010 la China UnionPay ha superato Visa, per diventare la carta di pagamento più diffusa con una quota del 29,2% delle otto miliardi di circolazione a livello mondiale. È quindi un obbligo per sbloccare le vendite da viaggiatori cinesi. I risultati di vendita di Heathrow sono un frutto delle sue rotte mondiali e non possono essere duplicati in tutti gli aeroporti europei. Ma ovunque i turisti Bric sono presenti, siano in aeroporto o in centro, lì ci sono opportunità!
aeroporti, la top ten dei "freebies"
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igliorare l’esperienza di viaggio, e magari mettere i passeggeri nella migliore disposizione d’animo per acquistare. A questo, tra l’altro, servono i servizi omaggio negli aeroporti. Usa Today, con l’aiuto della rivista di turismo Frommers.com, ha trovato i dieci migliori aeroporti statunitensi e i dieci nel mondo per i “freebies” offerti.
• Washington Dulles: Il museo dell’aviazione. Anzi, il museo dell’aviazione più famoso al mondo. Lo si raggiunge con una corsa in bus da 50 centesimi. Nei suoi hangar giganteschi, per dire, ci sono lo Space Shuttle della Nasa e il lugubre B-29 Enola Gay, che sganciò la bomba di Hiroshima.
Aeroporti Usa: • Chicago O'Hare: area giochi per bambini. Chiamata “Kids on the Fly”, è di circa 185 mq, a tema aeroporto, ed è stata progettata dal Chicago Children’s Museum. Ci si trovano aerei ed elicotteri giocattolo, banchi chek-in in scala e Lego. • Fort Wayne, Ind.: biscotti. Sono offerti, sfornati di fresco, ai passeggeri da albergatori locali volontari. È uno dei modi con cui questo piccolo e comodo scalo attrae passeggeri da Indianapolis e Detroit. • Honolulu: giardini esterni. Ne ha ben tre: uno cinese, uno giapponese e uno hawaiano. Quest’ultimo vanta lagune tranquille, sorgenti gorgoglianti e cascate. Di notte è illuminato da torce. • Los Angeles: lucidatura scarpe. Ci sono cinque postazioni, in altrettanti terminal. Il servizio è gratuito, ma le mance sono ben accette. • New York JFK: iPad. Delta ha installato 200 iPad nei ristoranti vicino ai gate nei terminal 2 e 3. Si possono usare per ordinare cibo, navigare online, controllare le email, guardare video o controllare il meteo. • New York LaGuardia: Giornali e riviste. Nel terminal Marine Air ce ne sono diversi. Anche gli iPad sono disponibili, nel terminal Delta. • Reno-Tahoe: Telefonate locali. C’è anche il wi-fi gratuito. • San Francisco: La stanza dello Yoga. Caso unico negli Usa, ha sedie, materassini e specchi. • St. Louis: Libri da colorare e pastelli. I libri sono a tema aeroportuale. Presso i controlli di sicurezza c’è anche appeso un aeroplano anni Trenta.
Aeroporti mondiali: • Amsterdam Schiphol: La biblioteca. È incentrata soprattutto sulla cultura olandese e ospita 25 iPad (si veda r&f di maggio 2005). • Copenaghen: Passeggini. Sono gratis e si lasciano al momento dell’imbarco. • Hong Kong: Videogame. Ci sono piattaforme della PlayStation diffuse in tutto lo scalo. Lo stesso, per la verità, avviene anche a Parigi Charles de Gaulle. • London Heathrow: Libri da colorare e pastelli. Anche in questo caso a tema aeroportuale, così come gli adesivi. • Monaco di Baviera: Docce e caffè. Entrambi buoni per svegliarsi. Il caffè, in particolare, si può trovare in varie stazioni nel Terminal 2. • Seoul Incheon: Cultura. L’aeroporto è pieno di attrazioni culturali: un museo di storia e cultura coreana, una sala dove provare vestiti tradizionali e una dove seguire un corso di artigianato coreano. • Singapore: Film. Nel Terminal 3 c’è un cinema con pellicole hollywoodiane 24 ore al giorno. C’è anche il wi-fi, gratis come 500 chioschi di internet. • Taipei Taoyuan: Tour della città. Al mattino e al pomeriggio con partenza dall’aeroporto, li cura il Taiwan Tourism Bureau. • Tallinn, Estonia: chiamate con Skype. Sono gratuite dall’aprile 2011. Ci sono anche chioschi internet e wi-fi gratuiti. • Toronto City Airport: Sala passeggeri. Hub di Porter Airlines, quest’aeroporto ha una sala, la Porter’s Lounge, dove tutti i passeggeri della compagnia, non importa quale sia il loro tipo di biglietto, hanno diritto a caffè, tè, bibite, snack, wi-fi e sedie comode.
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International
One-Bag Policy, la Ue mette un freno
La Commissione Trasporti del Parlamento europeo ha richiamato la Ue a proteggere i diritti dei passeggeri a portare a bordo gli acquisti fatti in aeroporto. La commissione ha infatti approvato la proposta dell’europarlamentare Keith Taylor, che suggeriva diverse revisioni dei diritti dei passeggeri. L’emendamento 100 al Regolamento Ce sui Diritti dei Passeggeri (261/2004) sarà votato in seduta plenaria il prossimo 28 marzo (dopo la stampa di questo numero).
Ikea, in Croazia formato kolossal
Entro il 2014 la Croazia avrà un nuovo centro commerciale Ikea, a est di Zagabria (si chiamerà appunto Zagreb East). Nello spazio commerciale, da oltre 105 mila mq, ci saranno 187 punti vendita, che daranno
Londra, un aeroporto tira l’altro
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n vista delle prossime Olimpiadi, Londra ha inaugurato il nuovo terminal dell’aeroporto di Southend. Utilizzato pochissimo negli ultimi anni, ora punta a far transitare 10 milioni di passeggeri, che potrebbero salire a 20 milioni entro il 2020. Ma la capitale britannica non si fermerà dopo il 2012: il 29 febbraio sono partiti i lavori per il rinnovo del Terminal 2 di Heathrow. Il progetto è da tre miliardi di euro per la sola prima fase e promette di ripetere le faville del T5, diventato dall’apertura nel 2008 un punto di riferimento in Europa. Quando sarà
Starbucks e McDo i re dei social network
lavoro a duemila persone. Le due società partner del nuovo complesso (la Ikea Hratska e la Inter Ikea Centre Hrvatska) sono responsabili del progetto di costruzione, valutato intorno ai 2 miliardi di corone croate (circa 265 milioni di euro). Ikea Hrvatska coprirà il ruolo di investitore primario nel progetto, mentre la Inter Ikea Centre Hrvatska si occuperà prevalentemente della gestione del centro.
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Starbucks, McDonald’s e Wendy’s risultate nell’ordine le prime tre catene americane nella classifica Restaurant Social Media Index (Rsmi), in collaborazione con National Restaurant News. Si tratta di un rilevazione che monitora l’attenzione dei social network per tali catene. E dato che questi strumenti sono per natura “livellatori”, capita che minuscole insegne battano giganti. Così al numero 8 si trova Peet’s Coffe & Tea e al numero 14 Mooyah Burgers & Fries, un gradino sopra Pizza Hut. Vanno decisamente peggio, in quanto a visibilità, Subway (46° posto), Burger King (42°), Taco Bell (33°) e Dunkin’ Donuts (31°).
finito, nel 2014, il nuovo T2 potrà ospitare 20 milioni di passeggeri. Una seconda fase, da completarsi probabilmente nel 2019 per un investimento da 5,3 miliardi di euro, estenderà il T2 a nord verso il sito del T1 esistente e creerà un nuovo satellite, chiamato T2C. Se ne sta occupando lo studio di Norman Forster, il celebre architetto che, peraltro, è già stato selezionato per il progetto del nuovo Thames Estuary Airport, a Est di Londra, sponsorizzato dal sindaco Boris Johnson.
La città aeroportuale è a Varsavia
Mentre in Italia il consiglio comunale di Venezia riduceva ai minimi termini il progetto di Tessera City, a Varsavia veniva annunciato il progetto Chopin Airport City. Nei prossimi dieci anni un’area di 22,5 ettari posta a sud di Varsavia, lungo la principale strada di accesso all’aeroporto Chopin, sarà trasformata in un moderno “business park”. Sono previsti uffici di alto livello, un centro congressi con grande aula magna, hotel di lusso, servizi ricreativi e spazi verdi. Un nuovo collegamento ferroviario collegherà l’area con il centro di Varsavia e le altre città polacche. A Venezia, intanto, veniva bocciato anche l’arrivo della Tav in aeroporto.
Stazionario Centostazioni verso il completamento degli spazi Il grosso del lavoro è stato completato, ma non mancano gli interventi di rifinitura. Si parla di Centostazioni e dell’offerta commerciale presente nel suo network. La stazione di punta, Porta Garibaldi a Milano, ha visto l’aper-
Grandi Stazioni festeggia Santa Lucia
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tura di un punto di telefonia Wind e di un’edicola in locali ristrutturati al piano interrato. Un altro presidio dell’operatore telefonico è stato avviato nello scalo ferroviario di Lecce. A Sondrio è la volta del negozio finanziario “Prestito Felice” e a Brescia del negozio temporaneo di fiori Rose&Rose, Un’altra edicola ristrutturata, a insegna D&D, si trova a Vercelli. Nella stazione di Foggia si parla della biglietteria per Ferrovie del Gargano e in quella di Napoli Campi Flegrei di un autonoleggio Rent Line.
ontinua lo sviluppo di nuovi punti vendita all’interno delle Grandi Stazioni italiane già riqualificate, con Venezia Santa Lucia e Verona Porta Nuova pronte ad aprire i primi negozi. In pipeline nel breve termine si segnalano le iniziative a Napoli Centrale, Roma Termini e Milano Centrale. Nel terminal partenopeo è la volta di Triumph, su una superficie di circa 30 mq al piano binari, e di Alcott, su un’ampia superficie di circa 450 mq situata nella galleria commerciale del piano interrato. Nello scalo capitolino al Piano Forum arrivano Kiko, con uno spazio di circa 40 mq, Desigual, su circa 400 mq, e Adidas, su 100 metri quadrati. Sul fronte della ristorazione è indicata come prossima apertura il punto a insegna Bianco & Nero, che si ripete anche nello storico scalo milanese al piano interrato con una superficie di 40 metri quadrati. Ma a fare notizia è soprattutto il completamento della riqualificazione dell’area compartimentale di Venezia Santa Lucia, ubicata accanto al Ponte di Calatrava con affaccio sul Canal
Retail Group al sapore d’estate
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on l’arrivo della bella stagione si definiscono le iniziative legate all’estate. Motta e Sundek hanno proseguito la collaborazione con Retail Group e riproporranno il prodotto gelato e il prodotto beach wear sia a Roma che a Milano. Lipton, dopo la collaborazione con Vyta Boulangerie Italiana, aprirà il suo primo temporary a Torino Porta Nuova. Il concept studiato da Retail Group richiama la natura e il tè. Due sono le iniziative non food previste: Full Spot, marchio colorato di orologi e accessori, che avvia il suo primo temporary a Milano Centrale, e Nike, la cui apertura è programmata per aprile. Nel frattempo Retail Group ha reso noto l’andamento e i progetti sul marchio Vyta Boulangerie Italiana. Dopo la messa online del nuovo sito e la stabilizzazione del format sia a livello di scelta gastronomica che di look dei locali, è stata pianificata l’espansione del brand con la consegna dei locali nelle stazioni riqualificate del circuito Grandi Stazioni a Bologna Centrale e a Venezia Santa Lucia. Sono inoltre allo studio ulteriori aperture nei centri della bella provincia italiana con la previsione di raggiungere in totale circa 20 punti vendita entro il prossimo anno.
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Grande. Qui troverà posto Muji, con il suo format dedicato al travel retail a insegna Muji to go. Questo punto vendita costituisce la prima apertura in Italia del format e la seconda in Europa. Accanto sono previsti un negozio di articoli sportivi a insegna Nike, un punto vendita di abbigliamento e accessori a insegna Mango e una profumeria Sephora. Nell’area saranno presenti due aree di ristorazione: una gestita da Autogrill e l’altra dedicata a ristorante/lounge Bar. La riqualificazione del compartimentale rappresenta la prima fase del progetto su Venezia Santa Lucia, mentre per l’inizio del 2013 sono previste le aperture delle aree riqualificate del fabbricato viaggiatori, che ospiterà varie attività tra retail, servizi e ristorazione. L’impegno di Grandi Stazioni vede inoltre i primi opening su Verona Porta Nuova. Oltre alle attività attualmente presenti, tra cui Banca Intesa-S.Paolo, McDonald’s, Edicola Hudson News e il cambio Forexchange, sono programmate le aperture di Triumph, Desigual, Kiko, Sephora, Feltrinelli, Autogrill, Nike e Mango.
I numeri di Vyta, nel frattempo, vedono l’esercizio 2011 chiudersi con un incremento di fatturato del 121%, dovuto soprattutto alle nuove aperture di Torino e Napoli, avviate ad agosto 2011. I punti vendita di Roma e Milano hanno visto un incremento di circa il 30 per cento.
Stazionario Bergamo, finalmente si parte
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opo numerose peripezie, il progetto di ammodernamento della stazione di Bergamo si è finalmente sbloccato. Il piano è stato presentato a febbraio a Palazzo Frizzoni e risulta di prossimo avvio. L’edificio, frequentato da oltre 10 milioni di viaggiatori e cittadini ogni anno, è al centro di un ampio progetto di riqualificazione del valore di circa 3 milioni di euro, cofinanziati da Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) ed enti locali, mirato all’incremento della funzionalità, del comfort e dei servizi per i clienti. Come illustrato da Centostazioni, i lavori di riqualificazione sono stati assegnati, tramite gara d’appalto, a una ditta specializzata che sta terminando la redazione della progettazione esecutiva di tipo integrato. Una volta concluso il progetto verrà attivato il cantiere, con durata di circa 18 mesi. La società appartenente a Gruppo Fs ha reso noto, inoltre, che la riqualificazione consentirà di ricavare una maggiore superficie commerciale, pari a circa il 30% in più. In particolare, il servizio di bar-ristorazione da poco riattivato con il gestore Buffet srl, una volta terminati i lavori di ristrutturazione, amplierà la propria attività avviando un market e una caffetteria su una superficie di 450 metri quadrati. Nella stazione ristrutturata resteranno attivi l’edicola, anch’essa su una superficie più estesa, e il tabaccaio. Tra gli interventi strutturali annoveriamo quello sulla facciata principale, l’ampliamento dell’atrio centrale, l’ottimizzazione dei percorsi di transito da e per i treni, l'inserimento e sviluppo di nuovi servizi e attività commerciali per i clienti. •
Retail Station
Triumph Operativi a Milano Centrale e a Torino Porta Nuova, i marchi Triumph e Sloggi continuano insieme lo sviluppo nel canale delle stazioni ferroviarie. Di recente sono stati annunciati i prossimi ingressi a Napoli Centrale, Verona Porta Nuova e Roma Termini. Di presente e futuro per i due brand in portfolio a Triumph International abbiamo parlato con Gennaro Bruno, retail director Triumph Italy. Come valuta l’esperienza nelle Grandi Stazioni? Quello in Milano Centrale è stato il primo negozio in Europa per Triumph nel canale delle stazioni. Il test è continuato con Torino, dove abbiamo avuto necessità di aprire su una metratura più ampia (circa 100 mq ndr) per valutare meglio l’assortimento travel, che è dedicato. I due punti vendita hanno superato le più rosee aspettative, chiudendo al +25% del nostro budget sullo shop di Milano e al +13% su quello di Torino. Questi dati sono nettamente al di sopra anche della nostra performance annuale, che a parità di negozi è al +9 per cento. Non solo visibilità, quindi, ma anche fatturati… Su Milano abbiamo punti vendita molto piccoli, di 40 metri quadrati, con una resa di quasi 10mila euro al metro quadrato. Tale performance ha fatto comprendere alla casa madre che questo è un canale di assoluto interesse, per cui abbiamo spinto molto per incrementare il numero di aperture e integrare il business plan. E cosi è stato: abbiamo partecipato e vinto alle gare per l’assegnazione di un punto vendita a Roma Termini, a Napoli Centrale e a Verona Porta Nuova. Con che tempi di apertura? Abbastanza ravvicinati. La location di Napoli è disponibile, il progetto è approvato e inizieremo i lavori tra pochissimi giorni. Nel mese di aprile ci sarà l’apertura. A Verona ci sarà consegnato lo spazio entro aprile, per cui l’opening è stimato a maggio. Per Roma Termini, invece, dovremo aspettare il mese di agosto. Quali sono le aspettative su Roma Termini?
Si parla di una redditività di circa 15mila al mq, quindi di un buon 40-50% superiore rispetto a quella di Milano. Tuttavia la nostra programmazione è abbastanza conservativa, intendiamo partire con serenità dando 11mila euro al mq come obiettivo per il punto vendita. Questo ci consentirà di arrivare a 15mila nell’arco di 2-3 anni di attività. Il contratto di lungo respiro, di 12 anni, ci consente di sviluppare il format. Centostazioni rientra nei vostri piani? A Centostazioni ho fatto richiesta formale per conoscere tutte le location disponibili con la formula temporary, dando la disponibilità ad aprire Triumph. La mia strategia è inizialmente quella di coprire il maggior numero di terminal nel circuito di Centostazioni, successivamente di investire una parte delle plusvalenze generate lo scorso anno per mappare in modo capillare le stazioni, e infine valutare insieme a Centostazioni, magari con dei diritti di opzione, l’apertura di punti vendita permanenti. Ci sono progetti di sviluppo anche su scali esteri? Il nostro headquarter sta valutando l’ingresso in Francia e in Germania. Praga può essere un’idea, seguendo la gestione di Grandi Stazioni? Sì, può esserlo. A. P.
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ferry porti La sfida di Trieste
Il guanto della sfida ai porti limitrofi è stato lanciato. In occasione dell’evento a Miami il presidente dell’Autorità portuale di Trieste, Marina Monassi, ha dichiarato
Privatizzazione Tirrenia: fuori Aponte?
Marina Monassi senza mezzi termini che «Trieste punta a diventare il porto di riferimento dell’Adriatico e uno tra i primi del Mediterraneo». Altrettanto forte è stata la presenza in Florida dell’imprenditoria friulana: c’erano ben nove aziende e la camera di commercio.
Acqua Marcia a Imperia
Il tappo è saltato al porto di Imperia. Questa, almeno, è l’impressione dopo che il presidente di Acqua Marcia, Francesco Caltagirone Bellavista, è stato condotto in cella con l’accusa di truffa. L’imprenditore, dimessosi subito dopo l’arresto, secondo la Procura avrebbe truffato lo Stato, portando a termine con operazioni poco trasparenti la costruzione del nuovo porto turistico. All’arresto, avvenuto a inizio marzo, sono seguite altre ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari e altri avvisi
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i avvicina, inesorabile, il giudizio dell’Antitrust europea sulla privatizzazione di Tirrenia. Il responso quasi certamente negativo, previsto per giugno, ha obbligato Cin e il governo ad agire subito per correre ai ripari. A determinare la probabile bocciatura dell’operazione sarebbe l’eccessiva concentrazione, dal momento che i tre armatori proprietari di Cin controllano già ora gran parte del mercato. Il rischio, molto concreto, sarebbe il fallimento della compagnia dopo l’estate, la vendita delle singole rotte e la perdita occupazionale. Una soluzione ventilata nelle scorse settimane, ma tutt’altro che scontata, porta alla fuoriuscita di Aponte dalla compagine di Cin. Proprio la quota di Aponte, proprietario di Marinvest che controlla Grandi Navi Veloci e Snav, sarebbe determinante nel creare l’eccesso di concentrazione. In particolare la rotta nel mirino di Bruxelles sarebbe quella
tra Napoli e Palermo. L’eventuale fuoriuscita di Aponte costringerebbe gli altri due protagonisti di Cin, Onorato e Grimaldi, a coprirne la quota, circa 10 milioni di euro. Il problema, tuttavia, non sarebbe economico ma piuttosto quello di far digerire ad Aponte il proprio passo indietro. Al momento della stesura dell’articolo questo aspetto rimane l’ennesimo punto interrogativo di una vicenda sempre più intricata che vede addirittura il possibile ingresso della Regione Sardegna in Compagnia Italiana di Navigazione. Nel frattempo, passando dalle parole ai fatti, il commissario di Tirrenia ha annunciato il potenziamento del servizio sulla tratta Genova – Olbia – Arbatax. A partire dal 2 giugno sarà operativa su quella rotta una nave moderna del tipo Bithia, che raddoppia capacità e velocità. •
Altro gioiello per Msc
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Francesco Caltagirone Bellavista di garanzia. Inoltre sono in corso accertamenti sulle opere che lo stesso Caltagirone ha portato avanti a Fiumicino con la realizzazione de Il porto della Concordia, per il quale i lavori sono attualmente bloccati da vari contenziosi.
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aranno 13, tra un anno esatto, le navi della flotta Msc Crociere. La compagnia ha perfezionato l’acquisto con STX France, per un investimento di 550 milioni di euro, di un’unità che prenderà il nome di Msc Preziosa e che farà parte della Classe Fantasia. L’esito della trattativa, annunciato nel prestigioso contesto del Seatrade Cruise Shipping, ha visto la firma della compagnia di crociere per rilevare una nave da 140.000 tonnellate, a seguito della rescissione dell’accordo con il committente originale. Msc Preziosa vanterà numeri e servizi da primato. Lunga 333 metri e larga 38, disporrà di 1.751 cabine, 26 ascensori e 18 ponti, 14 dei quali riservati ai passeggeri. A bordo ci saranno sei ristoranti, 21 bar, un casinò, quattro piscine, 12 vasche idromassaggio, una pista da bowling, campi sportivi, un centro fitness, un’area per bambini e un centro benessere balinese. Caratteristica tipica della classe Fantasia,
l’Msc Yacht Club sarà una lussuosa “nave nella nave” con 69 suite, bar privato, solarium, vasche idromassaggio e il Top Sail Lounge con una vetrata panoramica sul mare. Ad oggi è stato costruito il 45% della struttura di MSC Preziosa e il 70% della parte meccanica. •
ferry porti Crociere, mare mosso nel 2012
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icchiere mezzo pieno per le crociere italiane. L’ottimismo deriva dai numeri positivi del 2011 e dal fatto che il Belpaese si conferma destinazione leader in Europa. Meno positive, invece, sono le proiezioni sul 2012, che vedono una leggera flessione di passeggeri movimentati e una più sensibile contrazione di approdi. Tutto questo emerge dal Seatrade Cruise Shipping, il più grande salone al mondo sul comparto crociere che si è tenuto lo scorso mese a Miami. La fonte dei dati a livello continentale sul 2011 è il segretario generale di European Cruise Council, Tim Making, che nell’ambito della Cruise Shipping Miami Tradeshow and Conferecence ha rivelato un aumento del 9% dei passeggeri rispetto al 2010. Il dato assoluto ha quindi infranto il muro dei 6 milioni di persone. I viaggiatori più assidui sono stati i britannici (1,7milioni, +5%), seguiti dai tedeschi e dai francesi. Gli italiani ad aver scelto una crociera sono stati 900mila, in crescita del 9%, davanti a Spagna e Svizzera. Nel paese elvetico si è registrata la crescita maggiore, pari al 33 per cento. Meno bene andranno le prenotazioni quest’anno. In base alle previsioni di Cemar Agency Network il numero dei viaggiatori in Italia si fermerà a quota 10.748.000 (-0,76%), mentre quello degli approdi calerà del 5,59%, per un valore di 4.891 unità. Civitavecchia si confermerà porto leader, con 2,4 milio-
Carnival rilancia Costa
Pericolo scampato per il marchio Costa? Da quanto si apprende, sì. Sulle pagine del Miami Herald il presidente di Carnival, Micky Arison, ha riconfermato la fiducia all’amministratore delegato di Costa Crociere, Pier Luigi Foschi, escludendo di voler elimi-
Micky Arison
ni di crocieristi, seguito da Venezia (1,8 milioni) e Napoli (1,2 milioni). Per il 2013 si torna a parlare di crescita. Nota di cronaca: Roberto Martinoli, amministratore delegato di Grandi Navi Veloci, è stato nominato delegato ufficiale per l'Italia da European Cruise Council (ECC) e da Cruise Lines International Association (CLIA), le principali sigle internazionali del settore. •
nare il marchio che nel 2010 ha fatturato quasi 3 miliardi di euro. L’operazione di rilancio, il cui compito, si apprende da MF, spetterebbe a McKinsey&Company, dovrebbe passare attraverso l’organizzazione di un team operativo che lavorerà per 16 settimane a stretto contatto con il top management della compagnia. Il piano prevede tre linee di intervento: ricostruzione della riputazione e della fiducia, aumento delle vendite e definizione di nuovi standard di sicurezza.
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Vetrina Pop Channel rivoluziona i media in-store
Presentato da Riccardo Majrani, fondatore di Majrani Group, Pop Channel è la soluzione ideale per la promozione in-store. Il sensore “shopper tracking” decodifica il profilo del consumatore trasformando i dati in informazioni utili per adattare il messaggio trasmesso in tempo reale tramite digital signage.
Cryovac Alu Bag, un sacco di vantaggi
Basato sul know how di Sealed Air, il sacco Cryovac Alu Bag è un sistema di confezionamento studiato per la pastorizzazione sottovuoto di prosciutti cotti, notevolmente più sostenibile del sistema tradizionale e più sicuro. I vantaggi: eliminazione della lamina di alluminio, minor peso e risparmio di materie prime.
Da VeriFone, l’acchiappa-firma digitale
Per la prima volta all’Iperal di Civate (Lc), la firma digitale arriva anche nelle casse tradizionali. La soluzione WinEPTS di NCR comunica con la PINpad VeriFone VX820 installata e, attraverso un pennino, permette al cliente di firmare direttamente sul dispositivo e non più sullo scontrino cartaceo.
Melinda: lo snack è ciocco-frutta
Frutta e cioccolato insieme: ecco il nuovo snack di Melinda. La linea Melamangio vede croccanti bastoncini di mela essiccata proposti, oltre che nella versione classica 100% mela, anche nella variante golosa con velatura di cioccolato fondente, cioccolato bianco al gusto banana e cioccolato bianco al gusto fragola.
Comenda: un taglio a ingombri e consumi
La nuova serie di Lavastoviglie AC2E di Comenda si segnala per gli ingombri ottimizzati e i consumi ridotti. Ogni modello è formato da singoli moduli che possono essere assemblati secondo le esigenze di produttività e le disponibilità di spazio. Per il risciacquo cala il fabbisogno di acqua ed energia.
Giunti al Punto Giftcardesign: più colore al regalo
Ideate e realizzate da Giunti al Punto, le carte regalo sono in realtà oggetti coloratissimi. Le Giftcardesign, disponibili nelle fasce da 15, 20 e 25 euro, sono a tutti gli effetti portamonete in silicone, specchietti da borsetta dal design vintage, porta carte e penne utilizzabili anche per il touch screen dei tablet.
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[La foto[ London 2015 Tutto (quasi) pronto per le prossime Olimpiadi
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La pulce nell’orecchio
di Simone Filippetti
Corrado Passera
Infrastrutture: l’era Passera non passerà inosservata
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hiamarlo “Premier ombra” è azzardato. Ma di sicuro Corrado Passera è il numero due del Super-Governo tecnico di Mario Monti. L’ex rettore della Bocconi, colui che ha messo in riga una super-multinazionale come Microsoft nei suoi cinque anni a Bruxelles nei panni di Commissario Ue alla concorrenza, sarà pure l’uomo della battaglia per lo Spread e la faccia rispettabile per trattare con l’Europa di Angela Merkel e di Nicolas Sarkozy, ma la vera partita di potere e soldi (tanti, tantissimi), che si gioca lontano dai riflettori e dall’attenzione di giornali e tv, è quella sulle infrastrutture: e lì Passera è il dominus. Narrano gli uscieri del Palazzo che quando Monti ha offerto la poltrona di ministro all’allora potente numero uno di Intesa Sanpaolo, la più grande banca del Paese, lui abbia posto come condizione che oltre
all’Industria (che il Governo Berlusconi ha pomposamente ribattezzato Sviluppo Economico) avesse anche il ministero dei Trasporti: una delega di quelle pesanti. Non si sa se siano solo chiacchiericci da salotti romani o no, ma di sicuro oggi Passera si ritrova in mano un potere enorme. L’Italia soffre di un ritardo cronico nelle infrastrutture e, al netto delle turbolenze finanziarie, del debito pubblico monstre e delle aste dei Bot, il vero volano dell’economia reale sono le opere pubbliche in grado di creare lavoro, occupazione, muovere l’indotto e rimettere in moto il Paese. La presenza di Intesa Sanpaolo aleggia sul lavoro che attende il ministro. Ministro che, in 25 anni di carriera, è passato attraverso un cursus honorum esemplare e formidabile: mai una sbavatura, mai un passo sbagliato. Enfant prodige, a 36 anni è capo del gruppo L’Espresso: è l’uomo di Carlo
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72 retail&food - aprile 2012
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De Benedetti che va alla Guerra di Segrate contro Silvio Berlusconi per il controllo della Mondadori. Vicino alla sinistra, nel 2007 ha votato per le primarie del Pd, Passera negli anni è diventato trasversale ed ecumenico: apprezzato dai tecnici (tanto che il governo Ciampi lo chiama a risanare le Poste, prima palestra per entrare nell’agone politico), si fa apprezzare anche da Berlusconi a cui risolve più di un problema (uno su tutti il caso Alitalia). E ora sul suo tavolo giacciono dossier strategici per il Paese. Dossier che conosce bene perché lui stesso li ha messi in piedi quando ancora non era ministro. Il salvataggio di Alitalia, per esempio, è stato orchestrato da Intesa Sanpaolo, che era il principale creditore di AirOne e adesso il rebus della ex compagnia di bandiera è uno dei prossimi nodi che il Governo dovrà affrontare. Ed era sempre Passera a capo di Intesa quando la banca, cui Passera piaceva cucire l’abito di banca di sistema e banca per il Paese, è entrata come azionista in Italo, il nuovo treno ad alta velocità di Luca Cordero di Montezemolo e Diego Della Valle. Ma soprattutto Passera ha finanziato buona parte delle opere pubbliche in cantiere. A partire dal progetto del Ponte sullo Stretto, faraonica e controversa opera che forse si farà, ma forse no. La sola regione Lazio ha ottenuto 2,5 miliardi. Tutte le future autostrade lombarde, dalla attesa Pedemontana (maxi-opera da 4 miliardi) alla BreBeMi (che costerà 1,9 miliardi, un project-finance dove Intesa è azionista col 33%), il contestato Terzo Valico ferroviario per la Tav Milano-Genova. E ancora il Quadrilatero stradale tra Umbria e Marche e decine di opere minori, come il porto di Trieste, gli acquedotti in Sicilia e termovalorizzatori (il nuovo nome politically correct degli inceneritori). In totale 33 miliardi di euro sono piovuti da Biis, il braccio operativo di Intesa per le infrastrutture. E chi c’era alla guida di Biis, la banca costruita apposta per dare credito alle grandi opere? Il 64enne romano Mario Ciaccia che oggi troviamo proprio a Palazzo Chigi. Una delle prime scelte di Passera appena nominato ministro è stata quella di chiamare Ciaccia come viceministro. Serpeggia un latente conflitto di interesse? Qualche anno fa lo stesso Ciaccia ebbe a dire che il problema della carenza di infrastrutture del Pease non erano i soldi. «Quelli ci sono, manca la certezza operativa che solo la politica può dare». Oggi forse il problema è risolto. •
CALENDARIO aprile 2012 - giugno 2012 DOVE
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