TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL
retail&food Anno 11 • Numero 1/2 • GENNAIO/FEBBRAIO 2016 • € 5,00
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Cover story autostrade
Il momento delle buste Rumors: calendario fitto e royalty alte Ma in primavera il nuovo risiko dei servizi
Parola di...
Foodservice Award
Reportage
Lagardère
And the winner is...
Mall of Scandinavia
NEWS PRIMAE NOCTIS QUO VADIS, AUTOSTRADA?
L’OPINIONE
Editoriale
Anno nuovo, problemi vecchi. Vecchissimi. Problemi che un anno e mezzo di concertazione tra le parti e i ministeri avrebbero dovuto risolvere. Ma alla prova dei fatti, con tutti i bandi di gara avviati, i nodi sono ancora lì, irrisolti: in primis le royalty alte (a detta degli operatori), poi la mancata razionalizzazione delle aree, cui si somma la sovrapposizione delle gare stesse. In sintesi quasi nessuno dei parametri emanati dal Governo sembra recepito. Di certo, in questa fase di incertezza, c’è la mini proroga tecnica decisa dai ministeri che porta al 30 giugno 2016 la data di scadenza per assegnare le gare e far entrare nelle aree di servizio i nuovi gestori. Nel frattempo questi, relativamente a tale periodo, possono chiedere ai concessionari di contrattare fee più bassi. A guadagnarci da questa situazione sono ancora una volta i super concessionari, liberi di poter applicare ingenti rincari agli automobilisti al casello. Vedi il +6,5% della tariffa tra Milano e Torino imposto da SATAP Tronco A4 S.p.A a partire dal 1° gennaio scorso. Tratta che da oltre 10 anni è costellata di lavori per realizzare la terza corsia. E liberi anche di dettare condizioni economiche sia food sia oil antistoriche se pensiamo a un mercato, quello autostradale, che fatica a ripartire. Non è un caso se i numeri dei consumi lungo le highway italiane sono merce rara, pesata con il bilancino da ristoratori e società petrolifere per calcolare le migliori strategie in ottica di gare. Eppure anche i concessionari, come si apprende in data 31/12/2015 da Aiscat, sono sul piede di guerra perché “il Governo ha concesso gli adeguamenti previsti contrattualmente solo a sei società su ventisette”. Verrebbe da chiedersi, scimmiottando il titolo della pellicola campione di incassi al botteghino, dove stia andando il comparto italiano delle autostrade, che a parte qualche eccezione sembra aggrappato su rendite di posizione anziché alimentato da uno scenario altamente competitivo.
IL MERCATO FUORI CASA IN ITALIA E LE PROSPETTIVE PER IL FUTURO Il mercato dei consumi food e beverage in Italia chiude il 2014 a quota 225 miliardi di euro: i consumi fuori casa valgono 74,7 miliardi, il 33,1% del totale, sviluppati da oltre 300.000 punti di consumo. Le previsioni per il 2015 sono di un +1% che, secondo le stime TradeLab, salirà nel 2016 a +1,5%, portando i consumi fuori casa a quota 76,5 miliardi. Un mercato importante (il 3° in Europa), in crescita, che ha ben tenuto durante la crisi iniziata nel 2007 che ha colpito duramente tutti i settori/consumi (ad eccezione di telefonia e tempo libero/cultura): solo nel 2012 e nel 2013 si sono registrati nel fuori casa dati di poco negativi. E ci sono buoni spazi di crescita per il futuro. Lo dimostrano il confronto con paesi europei in cui il peso del fuori casa è maggiore (Regno Unito 43,5% e Spagna 50,1%), i cambiamenti demografici (aumento di single e coppie senza figli, dell’occupazione femminile e degli stranieri), ma anche nuovi stili di vita legati al bisogno di socialità e di evasione, maggior ricorso ai servizi rispetto all’acquisto di beni. Se il mercato fuori casa ha retto la crisi, il consumatore però è cambiato: più informato, esigente, mobile, attento al rapporto qualità prezzo e a tutte le componenti del servizio, ma anche a nuovi valori quali cibo sano, sostenibilità, esperienzialità. Bar e ristoranti in catena sviluppano 4 miliardi di euro, poco rispetto ad altri paesi europei ma in crescita. Tali format sono spesso localizzati in luoghi di traffico (stazioni, aeroporti, aree di servizio, centri commerciali, luoghi di svago) che, a fine 2015, si confermano essere, dopo il bar tradizionale e il ristorante/pizzeria, il canale maggiormente frequentato dagli italiani. Se a questo si aggiunge l’incremento della spesa per intrattenimento, della mobilità e del turismo, con la ripresa economica, l’impatto per l’offerta fuori casa in queste location sarà certamente positivo! Angela Borghi, responsabile sviluppo TradeLab
retail&food - gennaio/febbraio 2016
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Anno 11 numero 1/2 gen/feb 2016
© Ph. Marco Varisco
Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Stefano Masin - stefano.masin@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Fiorenza Auriemma, Alessandro Barzaghi, Antonio Bisci, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Stefano Gardini, David Jarach, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Dante Marro, Jerome Massiani, David Montorsi, Roberta Motta, Enrico Pazzali, Mario Resca, Leopoldo Resta, James Ross Impaginazione Claudio Rossi Oldrati Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Pubblicità dircom@edifis.it Traffico pubblicitario Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 – 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 – Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it
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retail&food una rivista edita da: Edifis spa Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 02 3451230 - Fax +39 02 3451231 www.edifis.it
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retail&food - gennaio/febbraio 2016
SOMMARIO
n°1/2 gen/feb 2016
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42 NEWS PRIMAE NOCTIS Quo vadis, Autostrada?
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L’OPINIONE di Angela Borghi Il mercato fuori casa in Italia e le prospettive per il futuro
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R&F NEWS
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R&F NEWS OPENING
COVER STORY - PAROLA DI… LUCIO ROSSETTO Lagardère: «Autostrade in ripresa, ma aeroporti e stazioni più dinamici»
STAR TREK PET CARE Arcaplanet
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BRAND ANALYSIS O bag: dal gioco al successo
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SCENARI La food r-evolution a stelle e strisce
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FOODSERVICE AWARD ITALY 2015 20 And the winner is... Il nostro award ha fatto centro alla prima edizione. Ha catturato l’interesse di concorrenti, sponsor, associazioni di categoria e coinvolto autorevoli giurie ma, soprattutto, avviato un virtuoso meccanismo di networking fra investitori, sviluppatori e fornitori di servizi di foodservice. COVER STORY Autostrade, il momento delle buste
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COVER STORY - OSSERVATORIO PREZZI 34 Autostrade, il dolce è servito Analizzando i listini food lungo la A26 e l’A7, stante la tendenza al rialzo di Chef Express, è uno dei dolci tipici del Natale a fare la differenza: su 15 referenze confrontabili, 9 dei 10 euro che separano complessivamente l’operatore più caro da quello più economico sono dovuti al pandoro.
RESOCONTO FIERA 42 Mapic 2015 on the tape La 21° edizione della kermesse di Cannes (18-20 novembre) ha mantenuto le attese, soprattutto in termini di contenuti. Una maggiore visibilità, a fronte di una crescente e riconosciuta affidabilità, ha dato lustro alla folta compagine italiana. A STOCCOLMA L'OPENING DI UNIBAIL-RODAMCO Mall of Scandinavia, il gigante nordico
ARREDI & PROGETTAZIONE 58 Parola d’ordine: design e praticità Le aziende italiane rappresentano un'eccellenza nel settore del design, degli arredi e della progettazione. Le grandi catene retail, ma non solo, si avvalgono della consulenza e dei servizi di molte di esse, che grazie al know how creano progetti sempre più creativi e innovativi conciliando estetica, rispetto delle normative ed esigenze del cliente. MYSTERY ON BOARD Malpensa-Tokyo, promossa la business Alitalia
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TECH&ARREDO
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INTERNATIONAL
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WORLD TRAVEL RETAIL
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LA FOTO
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LA PULCE NELL’ORECCHIO Delist Cremonini, dilemma giudiziario in punto di diritto
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DOSSIER AEROPORTI 52 Il Catania Fontanarossa ribolle di novità Nuove aperture, molto food del territorio, uno spazio polifunzionale, un nuovo duty free, restyling per migliorare i flussi e un progetto di ampliamento in fase di approvazione che porterà a una capienza di dieci milioni di passeggeri. Lo scalo catanese all'ombra dell'Etna è un vulcano di programmi. AIRPORT ANALYSIS 56 Airport Analysis: la nuova rubrica sul travel retail Flughafen Zürich
RUBRICHE STOCK OPTION NEW MARKETS OUTLOOK INVIATO SPECIALE COSA OCCORRE SAPERE PER...
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r&f News GIRO DI POLTRONE IN PERCASSI
SONAE SIERRA PROGETTA LO SHOPPING DI CITYLIFE
G Percassi ha annunciato due nuove nomine ai vertici di Odissea (la holding di Percassi) e Kiko Milano, per rafforzare la struttura manageriale e accelerare la crescita delle attività del Gruppo, in particolare della divisione cosmetica. Massimo Dell'Acqua lascia l'incarico di direttore generale di Kiko dopo 11 anni per passare al ruolo di amministratore delegato e direttore generale di Odissea. A ricoprire la carica di direttore generale di Kiko e della divisione cosmetica sarà Jan Heere, olandese con una forte esperienza retail maturata in aziende come Marks & Spencer e Inditex.
enerali Real Estate, proprietaria di Citylife, il quartiere che sta sorgendo nell'ex area milanese della fiera campionaria ha commissionato a Sonae Sierra, società specializzata in centri commerciali (con in portafoglio il Freccia Rossa di Brescia, Gli Orsi di Biella e le Terrazze di La Spezia) la realizzazione di uno shopping district proprio a Citylife, la cui progettazione è stata realizzata dalla milanese One Works. Questo nuovo progetto si va ad aggiungere a un ampio lavoro di riqualifica urbana che comprende tre grattacieli destinati a uffici, di cui uno (la torre Isozaki) già ultimato e destinato ad Allianz Assicurazioni, e il secondo attualmente in fase di realizzazione; 530 unità residenziali, oltre ad aree verdi e parchi. Lo shopping district si svilupperà alla base delle tre torri, e ospiterà diversi marchi del fashion, ma anche servizi, un cinema, un centro benessere ed esercizi per la ristorazione. Il tutto, diviso in tre parti: la prima sarà una galleria commerciale all’aperto con negozi e servizi. La seconda sarà una piazza sotto le torri, con spazi retail, e infine ci sarà un mall chiuso, su due piani, con all’interno un cinema da 1.200 posti. Il posizionamento della nuova area sarà su un livello premium, ma accessibile, in linea con il target di persone che occuperanno gli uffici e le residenze del quartiere.
Stock option
MCDONALD’S: MARIELLA ELIA DIRETTORE OPERATIVO McDonald’s Italia annuncia la nomina di Mariella Elia a chief operations officer. Entrata nel gruppo nel 2008, nel nuovo ruolo, operativo dal 1° gennaio di quest’anno, Mariella continuerà a seguire l’intera struttura operativa delle business units sia per i ristoranti di proprietà sia per quelli in franchising, supportata dalla funzione di controlling di cui già era responsabile. A questo va ad aggiungersi la responsabilità dei processi centrali dell'area Operations e delle attività riguardanti il mondo dei sistemi informativi e della supply chain. Il colosso americano del fast food, che da diverso tempo ha rallentato la propria crescita come conseguenza di una tendenza salutista e la nascita di hamburgerie gourmet, sta progettando cambiamenti sia estetici sia di offerta nei propri ristoranti per fronteggiare il momento difficile.
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Zara La leggenda narra di un ex garzone figlio di ferroviere che ha iniziato la propria attività in un garage. Oggi, l'azienda di Amancio Ortega Gaona (patrimonio personale 74 miliardi di dollari) è sempre più globale, con un utile netto balzato del 20% e 14,7 miliardi di euro di fatturato.
Antony Morato L'azienda campana Essedi che produce il marchio di abbigliamento casual maschile Antony Morato aderisce al programma Elite di Borsa Italiana. Ancora nulla per quanto riguarda la linea donna, mentre le aperture previste per il 2016 sono una ventina.
Pandora Più che un vaso un sogno che diventa realtà, quello di Pandora. Il gruppo danese di gioielleria di largo mercato, infatti, ha chiuso il 2015 superando di gran lunga le previsioni, con vendite decollate a +40% e ricavi a 2,24 miliardi di euro. Complimenti!
Unieuro Dopo Fnac e Darty, un'altra catena di elettronica è in procinto di cambiare padrone. Unieuro (1,3 miliardi di ricavi nel 2013) fondata dal patro di Eataly Oscar Farinetti dovrebbe passare al fondo danese North Sea Capital per un importo di circa 250 milioni di euro.
Braccialini L'azienda di Scandicci di borse e pelletteria, dove sono impiegati 176 lavoratori, ha chiesto la cassa integrazione per un numero limitato di dipendenti avendo registrato dati di fatturato in calo a causa delle contrazioni subite in mercati quali Cina e Russia.
Stroili Genova in via XX settembre, centro commerciale Acquario di Vignate, shopping centre Le Colonne a Brindisi e a San Giovanni La Punta a Catania. Il brand di gioielli Stroili, che già conta 374 negozi di proprietà, inaugura in altre quattro location… strategiche.
Moleskine Nel 2013 il marchio di taccuini è stato quotato a piazza Affari a 2,3 euro ad azione, paragonato a Cuccinelli, Ferragamo e Yoox. Oggi, a distanza di tre anni, i proprietari del brand, Appunti e Pentavest, sono costretti a svendere a 1,7 euro. Troppa ambizione.
Ovs L'allievo che supera il maestro. Ovs, il cui 52% è controllato da Gruppo Coin, ha chiuso i primi nove mesi del 2015 con ricavi in crescita dell'8% a 948,7 milioni di euro, grazie anche al potenziamento della rete che nel medesimo periodo è cresciuta di 28 full format a gestione diretta.
retail&food - gennaio/febbraio 2016
McDonald's Il periodo negativo per il re del fast food non accenna a finire. McDonald's, infatti, dopo un calo nelle performance, ha ricevuto una denuncia alla Commissione Ue per violazione della concorrenza e abuso di posizione dominante nel mercato europeo da parte di un gruppo di associazioni italiane di consumatori.
News APPROVATO IL MASTER PLAN DEL CATULLO DI VERONA
SERVIZI E SHOPPING ALL’OSPEDALE SANT’ANNA DI COMO
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l nuovo master plan dell’Aeroporto di Verona Valerio Catullo, che definisce il potenziamento e ampliamento dell’infrastruttura fino al 2030, è stato approvato da Enac. L’analisi tecnica fissa a 5,6 milioni di passeggeri la crescita di traffico entro il 2030. L’investimento per la realizzazione degli interventi si attesta sui 134 milioni di euro. A questo valore, si deve aggiungere la spesa in capo a Enav per la realizzazione della nuova torre di controllo, su un’area già acquisita dal Catullo. La realizzazione delle opere è articolata secondo tre fasi successive di attuazione, con orizzonte temporale al 2020, 2025 e 2030. Già entro quest’anno è prevista la riconfigurazione del piazzale aeromobili, la riqualifica delle sale di imbarco e di parte delle infrastrutture di volo. La progettazione del master plan è stata realizzata da One Works.
el solco dell’esperienza maturata al Niguarda di Milano, con Niguarda Shopping Gallery inaugurata in due tranche nel 2010 e nel febbraio 2015, Cogest Retail completa anche la nuova area di servizi e shopping all’Ospedale Sant’Anna di Como. Su una Gla 1.395 mq, la società specializzata nella gestione e commercializzazione di shopping mall ha ampliato la gamma di prodotti e servizi dedicati a un pubblico composto da degenti, personale medico e paramedico, e visitatori a vario titolo. Oggi l’offerta della galleria include lavanderia, ottica, ortopedia, bar e self-service, piadineria, yogurteria, abbigliamento bambini, parafarmacia, fiorista, parrucchiere, banca ed edicola. I brand in questione sono 10 decimi, YO Yogurt, La Piadineria, Blu e Magenta (abbigliamento bambini) e Alpi San Marco (bar). Cogest Retail è inoltre impegnata al nuovo San Gerardo di Monza, dove porterà a termine entro il 2016 il suo terzo progetto retail all’interno di un ospedale.
NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING
www.strabranding.com
MERCATI ASEAN: UNA VALIDA ALTERNATIVA
Fonte: Economist Intelligence Unit
La crescita delle economie dei Paesi ASEAN (AssoOvviamente, nonostante la crescente integrazione ciation of South-East Asian Nations, che comprende della regione, i paesi dell’ASEAN sono molto Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia, diversi tra loro per molti aspetti, come sviluppo Vietnam, Birmania, Cambogia, Laos e Brunei) rapeconomico, pratiche commerciali, preferenze dei presenta per le aziende esportatrici del vecchio consumatori, lingua, religione e cultura. continente un'opportunità alternativa al ristagno Ad esempio, il PIL pro capite di Singapore è più di della domanda nelle economie più sviluppate. 30 volte superiore a quello del Laos e della CamIl mercato ASEAN ha una popolazione complessiva bogia. Le Filippine (ma anche Indonesia e Malesia) di 628 milioni di persone e un PIL nominale hanno una popolazione molto più giovane di Sinprevisto in forte espansione (superiore ai 2,5 gapore, i musulmani costituiscono la maggioranza miliardi di dollari nel 2015). Infatti, secondo le della popolazione in Indonesia e Malesia mentre i ultime previsioni del Fondo Monetario Internaziofilippini sono prevalentemente cristiani. nale, esso crescerà del 5,5% all’anno nel periodo In tale contesto, le grandi aziende internazionali 2016-2020 rispetto all’1,9% previsto per le hanno da diverso tempo stabilito la loro presenza principali economie avanzate del G7. Inoltre, la Fig.1: Vendite Retail dei paesi ASEAN (escluse sales tax locali) e tasso di crescita a Singapore per gestire le diverse attività nei paesi classe media emergente lo rende un mercato di annuale composto dell’ASEAN, sfruttando gli incentivi offerti dal goconsumo molto attraente: secondo Euromonitor verno locale e l’ottimizzazione dei benefici fiscali. International, il valore delle vendite Retail avrà una crescita annua composta del 6,8% a Singapore, rappresentando l’hub distributivo e logistico del Sud-Est asiatico, un trampolino partire dal 2015 per raggiungere circa 657 miliardi di dollari nel 2019 (Fig. 1). di lancio per gli altri mercati, è la base di molti operatori commerciali che estendono le Quest’ultimo aspetto rappresenta un’importante opportunità per le aziende italiane. In proprie attività a tutta la regione, agendo da distributori o da master franchisee. Pertanto, primo luogo, in quanto la classe media richiede prodotti di buona qualità a prezzi per le aziende di dimensioni più ridotte con poca o nessuna esperienza in questi mercati, accessibili che si posizionano nel crescente mercato mid-to-high-end e le nostre produzioni un’alternativa a stabilire una presenza diretta a Singapore è rappresentata dalla possibilità sono in grado di soddisfare questa domanda. In secondo luogo, il conseguente aumento di collaborare con un operatore locale che sia in grado di gestire la distribuzione della spesa sugli articoli discrezionali, come la ristorazione, il tempo libero, l’intrattenimento, regionale, dove il franchising rappresenta il modello distributivo dominante, riducendo l’istruzione, la sanità e altri servizi, crea aperture per gli operatori food & beverage e i anche i rischi di operare nelle economie meno sviluppate. fornitori di servizi (anche ad alto valore aggiunto come il design e il marketing) che si rivolgono alle esigenze e agli stili di vita della classe media. Luca Esposito
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News ASSOCIATI CONFIMPRESE: APERTURE +18% NEL 2016
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ltre 900 aperture nel 2016, per la precisione 904, per un totale di 4.942 nuovi addetti impiegati. Questi i dati emersi nell’annuale Rapporto Confimprese, relativi ai numeri dei propri associati. Nel merito dei singoli brand, Yamamay e Carpisa crescono del 10% e prevedono oltre 100 aperture sia di negozi monomarca sia di shop in shop. Il travel retail e l’internazionalizzazione giocano un ruolo fondamentale nel 2016 di Camomilla Italia, che conta di avviare una quindicina di punti vendita. Piazza Italia apre 40 store. Miniconf prevede otto opening a marchio Ido e quattro Sarabanda; Del Mare 1911 nel 2016 attende il taglio nastro di Arese Shopping Center. Sono 40, invece, i punti vendita che apriranno a marchio Primadonna. Nel segmento dell’abbigliamento bambino continua a crescere Original Marines, che avvierà cinque punti vendita per lo più concentrati nei centri commerciali, mentre saranno 36 i nuovi locali per Bimbo Store. Le calzature completano il portfolio non food/abbigliamento: Pittarosso apre 40 negozi con una metratura di circa 1.500 mq; Gruppo Bata 10 negozi a marchio Bata e 20 a marchio AW Lab. Passando a food e ristorazione, il Gruppo La Piadineria, che nel 2015 è stato acquisito dal fondo Taste of Italy, per il nuovo anno prevede almeno 10 nuovi negozi, mentre Lagardère Travel Retail ha in preventivo una decina di opening in tutte e tre le business line food&beverage, travel essentials e duty free: da segnalare a Mestre il primo locale in franchising della catena americana di caffe chock full o’ nuts di proprietà di Segafredo e il lancio in Italia del format di travel essential Relay con le prime aperture negli aeroporti di Fiumicino e Bologna. 100 Montaditos apre 16 locali, EcorNaturasì 33 nuovi supermercati, KFC 6 ristoranti in luoghi di grande attrattiva commerciale orientati al format drive su strade di grande traffico e comunicazione. Sempre nel food franchising da registrare i piani di espansione di Fry Chicken & Chips, che conta di aprire 14 nuovi locali all’insegna dello street food, soprattutto nei centri commerciali, e l’espansione in Italia per Rossopomodoro, che di ristoranti ne aprirà 10 tra tutti i brand del gruppo Sebeto. Inarrestabile, continua lo sviluppo di Roadhouse Grill con 20 steakhouse in opening soon mentre altri cinque punti vendita a marchio Lindt andranno ad arricchire lo scacchiere di Select-Trade. Altrettanto interessante il segmento delle yogurterie: La Yogurteria, di proprietà del gruppo italiano Penta, ha programmato 14 aperture e sono 25 i punti vendita che inaugurerà Yogorino. Il piano industriale di Le Botteghe di Leonardo prevede quattro nuovi negozi. Lo street food rappresenta la tendenza del momento e a questo proposito Queen’s Chips ha in pipeline 50 opening.
AUTOGRILL NELLA TERRA DEI TULIPANI
WESTFIELD MILAN, QUALCOSA SI MUOVE
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reno diretto Milano-Utrecht per il colosso della ristorazione Autogrill, che attraverso la propria divisione HMSHost International si prepara a conquistare il mercato olandese delle stazioni ferroviarie. Il gruppo di Milanofiori ha siglato un accordo costituito da due distinti contratti con Nederlandse Spoorwegen (NS), il principale operatore ferroviario del Paese, per la gestione di 20 punti vendita distribuiti in diverse stazioni. Il primo prevede la gestione di 17 locali Burger King, già operativi, che nei 10 anni di durata della concessione genereranno ricavi complessivi stimati in 290 milioni di euro. Il secondo prevede, invece, la gestione di tre ristoranti La Place, già presenti in altrettanti scali, che nei 5 anni di durata della concessione genereranno un fatturato totale stimato in 15 milioni di euro. Grazie a questo accordo il Gruppo rafforza la propria presenza nel canale ferroviario olandese, un anno dopo la firma, sempre con Nederlandse Spoorwegen (NS), per la gestione di tre locali nella stazione di Utrecht Centraal. Proprio a Utrecht, Autogrill ha inaugurato a fine 2015 “Bistrot Utrecht Centrale”, la formula di ristorazione sviluppata in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (UNISG) che, dopo la realizzazione a Milano Centrale nel 2013, è stata esportata in varie location tra cui Francoforte, Düsseldorf, Helsinki e Montreal.
he sia la volta buona per il progetto di Westfield a Segrate (MI)? Evidentemente è presto per dirlo ma qualcosa si muove: a inizio anno si è tenuta presso la sede della Città Metropolitana la prima riunione strategica per la nuova stazione di Segrate, un progetto inserito nei mesi scorsi anche dal piano della mobilità sostenibile del Comune di Milano. Protagonisti del tavolo, oltre alla consigliera metropolitana Arianna Censi, delegata ai trasporti dell’hinterland, gli emissari di Westfield e i referenti delle tre città interessate: Segrate, Pioltello e Milano. Il progetto prevede la realizzazione di un hub di interscambio dei trasporti pubblici all’ex dogana. Nel sito dove dovrebbe sorgere il maxi centro commerciale, che verrebbe finanziato con gli oneri di urbanizzazione di Westfield Milan. L’accelerazione dell’iter amministrativo impartito di recente dagli enti locali potrebbe avvicinare la data di inizio cantiere del mall, dopo anni di inesorabili rinvii.
News MOVIMENTI IN CASA COIN
TAGLIO NASTRO AL BLUE GARDEN
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oin, sotto la cui egida campeggiano marchi come Excelsior, Eat's e Ovs, e dal 2011 in pancia al fondo internazionale di private equity BC Partners, sta facendo una serie di movimenti conseguenza forse di risultati non troppo buoni. La notizia più recente riguarda la chiusura di Excelsior Verona che, dopo i saldi di gennaio, a meno di tre anni dal taglio nastro cessa l'attività sia della boutique sia di Eat's, il reparto dedicato al fine food. Spostandoci su Milano, invece, lo storico Coin di piazza Loreto, verso la fine di gennaio chiuderà i battenti, lasciando spazio al colosso svedese H&M che porterebbe così a sette i punti vendita sotto alla Madonnina, dopo la recente apertura di corso Vercelli. Nei 1.800 mq distribuiti su cinque piani troveranno spazio le collezioni uomo, donna e bambino. Infine, Ovs, controllata al 52% dal gruppo Coin, ha sottoscritto un accordo quadro per l'affitto ed eventuale acquisto di cinque punti vendita attualmente gestiti da Coin, appunto.
a una riqualificazione edilizia, l’area ex Gentilini, è nato il nuovo centro commerciale Blue Garden. Il mall, situato a Riva del Garda (TN), è stato progettato dallo studio Fontana & Lotti Lorenzi, mentre la realizzazione è stata portata avanti dall’azienda Lape, che detiene la proprietà dell’immobile. Guardando alle specifiche del progetto, per cui sono stati necessari 18 mesi di cantiere, Blue Garden sorge su un lotto di 12.500 mq: nei tre livelli fuori terra si contano oltre 30 punti vendita, mentre i parcheggi sono concentrati nei 10mila mq del piano interrato. L’offerta commerciale include in primis un supermercato Coop, che ha optato per trasferire nel nuovo polo commerciale un negozio già presente in zona, e numerosi marchi nazionali e internazionali: Sarni Gioielli che è al debutto in Trentino, Salmoiraghi&Viganò, Tally Weijl, Rinascimento, Piazza Italia, Lindt e il giapponese Sushiko. Proprio la ristorazione vanta un ruolo primario, in virtù di uno spazio complessivo di 1.500 mq sugli 11mila totali. I locali sono in affitto tranne l’àncora alimentare e la filiale della Cassa Rurale, che sono di proprietà. Al piano superiore, infine, è stata creata una terrazza che dovrebbe ospitare uno skatepark.
FINANZIAMENTO DA 70 MILIONI GEOX: ALTRI 350 PUNTI VENDITA IN CINA ENTRO 5 ANNI PER SALMOIRAGHI&VIGANÒ
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uova liquidità per proseguire nello sviluppo della rete, che ad oggi conta 450 punti vendita. Il Gruppo Salmoiraghi & Viganò ha perfezionato un accordo, della durata di sette anni, per l’erogazione di un finanziamento con un pool qualificato di banche (Banca Popolare di Milano, Banca Intesa San Paolo e Banca Popolare dell’Emilia Romagna) per un valore complessivo di 70 milioni di euro. «Abbiamo chiuso l’esercizio al 30 settembre 2015 con un importante incremento delle vendite del 13%, un raddoppio dell’EBITDA e una generazione di cassa superiore ai 14 milioni di euro che ci ha consentito di ridurre il debito – dichiara Edoardo Tabacchi, vice presidente del Gruppo Salmoiraghi & Viganò - Questo nuovo accordo finanziario getta le basi per lo sviluppo della rete vendita dei prossimi sette anni. Abbiamo oggi la disponibilità di oltre 20 milioni per operazioni straordinarie e pensiamo di continuare a mantenere il trend di crescita dell’anno passato. Il nostro primo trimestre dell’esercizio 2016, infatti, sta per chiudersi con una crescita superiore alle previsioni, nell’ordine del 15 per cento».
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l cambio di partner per la distribuzione in Cina giova a Geox, che grazie al deal con il Gruppo Pou Sheng International punta ad avviare 350 nuovi punti vendita nei prossimi cinque anni nel paese del Dragone, superando quota 400 compresi quelli attuali. In particolare l’accordo prevede l’apertura sia di monomarca sia di shop in shop nei più importanti shopping mall e department store locali, mentre la società veneta continuerà a gestire direttamente i 67 negozi monomarca aperti a Shanghai, Pechino e Macao, oltre ai 20 di Hong Kong. «Siamo soddisfatti di questo importante accordo - ha dichiarato Mario Moretti Polegato, fondatore e presidente di Geox - attraverso il quale l’azienda prosegue il suo sviluppo nel mercato cinese dove, nei negozi gestiti direttamente a Shanghai e Pechino, il nostro marchio ha già dimostrato enormi potenzialità di crescita». Rispetto ai dati economici resi noti pochi giorni prima dell’accordo, Geox ha chiuso i primi nove mesi del 2015 con ricavi a quota 708,9 milioni di euro (+6,1% a cambi correnti e +3,9% a cambi costanti), Ebitda a 59,5 milioni (+28,4%) e utile netto a 17,1 milioni: quasi il quadruplo rispetto ai 4,5 registrati nell’analogo periodo del 2014.
News CONVEGNO: NUOVI FORMAT COMMERCIALI Il 3 febrbaio a Milano all'Hotel Scala si svolgerà il convegno Nuovi Format Commerciali, verso il digital retail: l'evoluzione di luoghi e modelli di consumo, organizzato da CDV Conference Management. Si parlerà di alternanza tra online e offline, di come i nuovi processi di acquisto impattano su dimensioni, localizzazione, redditività e gestione logistica degli spazi di vendita, mentre shopping experience inedite, generate dall’integrazione tra fisico e virtuale, trasformano e moltiplicano ruoli e funzionalità del negozio tradizionale. Potenziamento e personalizzazione del servizio sono gli elementi chiave di una nuova relazione con il cliente, mentre diventa imperativa l’accessibilità immediata al prodotto e alle informazioni che lo riguardano. Saranno analizzati i nuovi consumi, la trasformazione del settore retail e i nuovi format commerciali, oltre a un approfondimento sui centri commerciali e sulle tecnologie digitali come strumento per creare nuove relazioni col cliente. Per informazioni e iscrizioni online consultare il sito www.cdvconference.it.
MCARTHURGLEN: 50 MILIONI PER IL NOVENTA DI PIAVE Altri venticinque negozi, su una superficie di 6mila mq di nuova realizzazione, per l’outlet veneziano di McArthurGlen. Con una previsione di fine lavori stimata per la primavera del 2017. Il cantiere, invece, è partito ufficialmente nelle settimane scorse. Il colosso del settore dei Foc ha reso noto che il nuovo sviluppo del Designer Outlet Noventa di Piave, su cui investirà 50 milioni di euro, è la conseguenza delle forti performance finanziarie del centro. Durante gli scorsi tre anni il villaggio dello shopping ha registrato infatti un incremento del 59% del numero di visitatori, arrivato a quota 3 milioni di persone l’anno, e il 69% di incremento delle vendite. Al momento il Designer Outlet Noventa di Piave conta 132 negozi e 8 punti ristoro, su una superficie retail di 26mila mq, cresciuta dal 2008 ad oggi in virtù di tre precedenti ampliamenti.
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Inviato speciale
Edutainment, Hospitality, Customer Engagement Spesso ho paragonato la progettazione e lo sviluppo di real estate all’attività che si svolge in un ristorante nel cucinare e servire. Mi sono laureato nel 1994 ma, come successo a tanti neo-architetti di quel periodo, il mio primo lavoro non è stato nell’architettura ma nella cucina di un ristorante a Londra. Qui imparai che l’unione di ambiente, servizio e cibo creano un’esperienza. ell’estate del 1998 tornai a Londra – questa volta per fare l’architetto – consapevole che lo tsunami culinario, turistico e commerciale che avevo vissuto in Indonesia nei quattro anni precedenti avrebbe prima o poi invaso le sponde della capitale britannica. Per tsunami intendo la miscela di ospitalitá + shopping + intrattenimento: la chiave di successo di un centro commerciale di ultima generazione che passa dall’essere una semplice “fabbrica del commercio” a una “fabbrica di esperienze”. Lo stesso principio vale per aeroporti, stazioni, alberghi, ristoranti e negozi di ogni tipo. Prendiamo KidZania come esempio. Questo parco a tema di intrattenimento educativo – una vera e propria città in miniatura con edifici e mestieri popolata da bambini tra i 4 e i 12 anni – ha grande successo nei centri commerciali di grandi dimensioni, generando 5 ore di gioco educativo dove i bimbi fanno i mestieri dei grandi in un ambiente sicuro, caratteristico e al contempo realistico. 600 bambini circa in una città di 7.000 mq (incluso mezzanini) praticano oltre 100 mestieri, dal dottore al pompiere o al produttore televisivo, guadagnando soldini (chiamati KidZos) che possono depositare in banca (dopo aver aperto un conto personale!). Fortemente sponsorizzato da compagnie reali, KidZania diventa un must-visit per tutte le scuole a due ore di autobus o treno. KidZania attualmente opera, attraverso licenze, in 20 location al mondo, inclusa la più recente apertura a Westfield London nel giugno 2015. ‘Divertirsi’ sta velocemente diventando sinonimo di ‘imparare’ nel percepito del consumatore e questo non si addice soltanto al mondo dei più piccoli. Basti pensare a programmi quali MasterChef, in cui imparare e migliorarsi in cucina sono il perno di questo spettacolo televisivo. Un altro elemento che penso crescerà in futuro sarà la presenza di veri e propri alberghi, oltre che lounge e spa, in tutte le strutture che prevedono commercio in grandi quantità.
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The Address
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Gli alberghi, così come la ristorazione di gamma più alta con servizio al tavolo, sono tipologie legate al servizio al cliente che sanno come intrattenere ospiti per periodi lunghi. Un aspetto importante, essendo quest’ultimo elemento (il tempo di permanenza) uno dei KidZania principali obiettivi di qualsiasi attività legata al commercio. Kempinski al Mall of the Emirates, The Address al Dubai Mall, Intercontinental presso Bugis Junction a Singapore sono alcuni esempi di strutture ricettive legate a consolidati centri commerciali, in cui i servizi sono integrati attraverso un sistema di comunicazione, sconti offerti ai clienti comuni e tessere di fidelizzazione. Compagnie quali DayUse offrono la possibilità di affittare una camera di giorno per poche ore e sempre più catene si stanno legando a questa concreta possibilità di aumentare il tasso di occupazione delle proprie strutture. Edutainment e ospitalità basano il proprio successo sul coinvolgimento degli utenti o customer engagement. Un ottimo esempio di engagement è stato ideato da Windows on Europe che ha creato Copernico 38 a Milano - un polo del business che, oltre a offrire spazio per uffici flessibili (sia per utilizzo dello spazio fisico, sia per i contratti di affitto), ha creato una sorta di comunità, con spazi di aggregazione con tanto di bar, palestra, teatro e lounge. Nel momento in cui l’ospite interagisce, impara, gusta e in generale si rilassa (espandendo il tempo che ha a disposizione), oltre che condividere le proprie esperienze – oggi più che mai attraverso i social media – lo stesso ospite sarà portato a godersi l’esperienza e a volerla ripetere in futuro. Food for thoughts. Buon 2016 a tutti. Davide Padoa, CEO di Design International www.designinternational.com
News cosa occorre sapere per...
a cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano
Le premesse contrattuali e la presupposizione
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e premesse contrattuali non godono di grande popolarità, né tra i legali che le devono predisporre né tra chi i contratti li deve negoziare. Nei testi standard vengono spesso copiate e incollate; a volte risultano imprecise, altre volte gravemente carenti. Ma che funzione hanno esattamente le premesse contrattuali e come mai in realtà è di centrale importanza che esse siano veritiere, puntuali e complete? In primo luogo, come è ovvio, le premesse rivestono l’indispensabile funzione di rappresentare il background in cui si inserisce il contratto. Esse “raccontano la storia” che ha portato alla sottoscrizione di quel determinato accordo, a beneficio delle parti stesse per guidarne l’esecuzione, oppure dei terzi, o del giudice qualora ne scaturisse un contenzioso. Considerato che un buon contratto risulta relativamente asciutto nelle sue disposizioni, non potendosi e non dovendosi far riferimento, all’interno di ciascuna clausola, alla genesi di quella determinata pattuizione, le premesse costituiscono a buon titolo l’unica occasione per farlo. Chiunque prenda in mano quel determinato documento potrà pertanto, lette le premesse, meglio comprendere l’origine e il motivo di determinate pattuizioni. In sede di premesse si coglie inoltre spesso l’occasione di fornire definizioni, così che una determinata parola, ripresa poi in maiuscolo nel testo del contratto, rivesta esattamente quel significato senza che vi sia la necessità di specificare nuovamente quale esso sia, con grande risparmio di inchiostro. Ma in aggiunta a quanto sopra vi è ancora un motivo ulteriore per redigere diligentemente le premesse: si tratta di una teoria giuridica relegata un po’ a margine dei manuali di diritto civile, ma di immediata utilità in determinate circostanze: la cosiddetta “presupposizione”. Nel contratto i motivi (cioè le ragioni concrete per cui un soggetto decida di concludere un contratto) non rilevano, sempre che, naturalmente, essi non entrino espressamente a far parte del tessuto contrattuale. Ciò significa che le parti possono pretendere di trarre dal contratto solo e unicamente le utilità che risultano dal testo, a nulla rilevando finalità ulteriori. Ciò a vantaggio della certezza dei negozi giuridici, principio cardine del nostro ordinamento: chiunque contragga deve poter fare affidamento su quanto sottoscritto, al riparo dal rischio che la sua controparte faccia “saltare” il contratto adducendo il mancato verificarsi di circostanze soggettivamente attese. In generale è opportuno pertanto che se una parte si attende qualcosa di specifico che è per essa essenziale, lo specifichi chiaramente nel testo. Per fare un esempio, nel mondo dei centri commerciali, spesso i tenant chiedono l’inserimento nel contratto del subentro nella
licenza commerciale quale condizione contrattuale, così che in mancanza, il contratto rimarrebbe privo di effetti (o li perderebbe nel caso di condizione risolutiva). In questo modo la motivazione soggettiva viene incorporata nel contratto. Vi sono casi in cui tuttavia non è possibile od opportuno esplicitare in modo così netto i motivi, eppure dottrina e giurisprudenza trovano il modo, in certi casi, di farli riemergere. Si tratta della teoria della presupposizione (su cui tuttavia esiste diversità di vedute sia in dottrina sia in giurisprudenza) che conferisce rilevanza alla rappresentazione mentale non esplicitata in contratto, accertabile in sede interpretativa, che costituisce tuttavia chiaramente il fondamento contrattuale. È necessario che un determinato fatto, indipendente dalla volontà delle parti, sia sottinteso e deducibile dal contesto del negozio. Possono così confluire nella presupposizione sia valutazioni comuni a entrambi le parti, sia di uno solo dei contraenti, a patto però che esse siano conosciute o conoscibili dalla controparte. Per riprendere l’esempio fatto sopra, anche nel silenzio delle parti, una sentenza – piuttosto risalente – della corte di appello di Milano ha concesso a un operatore di supermercati di svincolarsi da un contratto di locazione per mancato ottenimento della licenza commerciale in quanto tale fatto – a parere della Corte – ne costituiva evidentemente presupposizione. Quanto detto ci riporta a quanto più sopra notato in tema di premesse. Infatti, esse rappresentano, all’interno del contratto, il luogo naturale ove far confluire i presupposti che, ove non realizzati, farebbero venir meno l’interesse all’esecuzione del contratto. Ecco dunque che le premesse recuperano una funzione centrale nell’economia contrattuale, e frasi del tipo “Le premesse e gli allegati formano parte integrante e vincolante del presente contratto” non saranno solo clausole di stile, ma veri e propri indici della volontà che quanto indicato in premessa regoli effettivamente i rapporti tra i contraenti in seno a quel determinato accordo. In conclusione, è importante non dimenticare che, ove possibile, l’esplicitazione della circostanza fondante in condizione od obbligazione rimane certamente l’opzione preferibile in quanto decisamente più sicura. Avv. Alessandro Barzaghi
RETAILIZATION SFIDE, SCENARI E STRATEGIE DEL RETAIL NEL LUSSO-MODA La vera sfida del retail sarà sempre sugli aspetti hard, ma gli aspetti soft diventeranno sempre più importanti da governare e saranno sempre più rilevanti per imporre una vera esclusività. Emanuele Sacerdote descrive gli aspetti più rilevanti che contraddistinguono il retail nel lusso-moda partendo dalle sfide attuali e potenziali per poi delineare possibili soluzioni strategiche e operative. Retailization si propone come testo di approfondimento per operatori ed esperti dell'ambito retail e per tutti coloro che vogliano formarsi una visione complessiva del mercato lusso-moda. I temi trattati spaziano dall'esperienza nel punto vendita alla cerimonia di vendita, alla multicanalità e all'omnichannel, al CRM e al clienteling, all'internazionalizzazione e alla rete vendita, alla misurazione delle performance e alla gestione del personale.
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News IL PALMANOVA OUTLET VILLAGE PARLA OLANDESE Multi Outlet Management Italy, filiale italiana del gruppo olandese Momi, dal 2 gennaio scorso ha ufficialmente in gestione l’outlet a pochi chilometri da Palmanova in provincia di Udine. Multi, fondata nel 1982 e dal 2013 sotto l’egida del fondo d’investimento americano Blackstone, in Italia è diventata uno dei principali network del settore shopping centre raggiungendo una superficie commerciale di 150mila mq con circa 650 negozi e 15 milioni di visitatori l’anno. Il Palmanova Outlet Village va quindi ad aggiungersi agli outlet di Franciacorta, Valdichiana, Puglia e Mantova. Con i suoi 22mila mq e oltre 90 negozi di marca, attira visitatori non solo dalla regione, ma anche dall’estero, con una stima di tre milioni l’anno, grazie alla vicinanza con Austria, Slovenia e Croazia. L’amministratore delegato di Momi, Dario Pistone, considera strategica l’operazione, grazie alla quale salgono a cinque gli outlet in gestione.
MEYER BERGMAN: SHOPPING IN BUENOS AIRES
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opo le operazioni lungo gli Champs Elysées, a Piccadilly, Grensen e Købmagergade, il fondo immobiliare di Meyer Bergman ha scelto Corso Buenos Aires, a Milano, dove ha acquisito quattro immobili per un totale di 26mila mq di superficie. L’obiettivo è di realizzare luoghi a uso misto residenziale e commerciale. In particolare il fondo ha comprato il palazzo di Corso Buenos Aires, 59 e quelli ai civici 2, 4 e 6 di via Enrico Petrella, da Stardust e Carpathia Real Estate, società partecipate da investitori istituzionali. «Questo investimento si sposa con la strategia del fondo di puntare su proprietà situate nelle vie principali delle maggiori destinazioni retail di grandi città europee – dichiara Paulo Sarmento, principal di Meyer Bergman – Offrendo un'ampia facciata su Corso Buenos Aires». I termini dell'operazione non sono stati resi noti, tuttavia il valore stimato degli immobili è di circa 90 milioni di euro.
CIA-CONAD: 200 MILIONI PER APERTURE E RISTRUTTURAZIONI Ingenti investimenti nei prossimi 24 mesi per espandere e ammodernare la rete dei punti vendita, nonché per costruire strutture commerciali dedicate all’extra alimentare. Da qui al 2017 CIA-Conad mette sul piatto 200 milioni di euro e gli interventi principali avranno luogo in Romagna, con aperture a Forlì, presso il quartiere Cava (1.400 mq), Savignano sul Rubicone (1.200 mq), Rimini ex fiera (2.500 mq) e Morciano di Romagna (2.500 mq). Nuovi negozi anche a Padova e Pesaro, oltre a 30 ristrutturazioni tra Romagna e Marche. In particolare, entro il 2016 a Forlì partirà il grande cantiere del centro direzionale di via dei Mercanti, per un investimento di circa 25 milioni di euro, con spazio uffici per 8mila mq e un magazzino per 20mila metri quadrati. L’apertura è prevista per il 2017.
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r&f News opening POKER DI APERTURE AL PERTINI DI TORINO L'aeroporto di Torino ha chiuso il 2015 con l'apertura di quattro nuove attività commerciali in zona airside: i'Amme, di fattorie Garofalo, produttore campano di mozzarelle entrato per la prima volta nel settore della ristorazione, in particolare nel travel retail all'aeroporto internazionale di Napoli Capodichino, che ha deciso di replicare il format a Torino. È stata poi la volta di Weekend Max Mara, abbigliamento, così come del marchio torinese di maglieria e intimo Oscalito, e a chiudere StG pelletteria. Heinemann, inoltre, ha finito i lavori di ampliamento e restyling, quindi il duty free è ora nel suo assetto definitivo di walk through per tutti i passeggeri in partenza. Infine, Autogrill Sky Lounge ha rinnovato locale e offerta. Tutto questo si inserisce nelle nuova gestione dei flussi che, in seguito alle modifiche, intercetta non solo i passeggeri che si imbarcano, ma anche quelli che atterrano dai fingers, per aumentare il volume di contatti alle attività commerciali.
La campagna d’Italia di 100 Montaditos
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a catena spagnola 100 Montaditos ha aperto la sua quindicesima location italiana a Milano. Precisamente in zona Navigli, dove ha alzato la saracinesca a inizio dicembre un locale con affaccio su quello pavese, una piccola vetrina che “nasconde” uno spazio da 250 posti a sedere dove, nel primo giorno dell’apertura al pubblico, sono stati serviti 2.500 montaditos, accompagnati da oltre 500 boccali di birra. Conquistata la terra natia dove sono circa 400 i locali aperti, il brand è arrivato in Usa, Messico, Colombia, Cile, Guatemala, Portogallo e Belgio, con oltre 40 location in tutto. Ma la prima vera grande campagna in terra straniera vede proprio il Belpaese quale meta preferita. Tre i presupposti di questa scelta: le molte analogie tra i mercati dei due paesi mediterranei, spazi di penetrazione per la ristorazione organizzata ancora ampi lungo lo Stivale e la consapevolezza che “agli italiani piace la cucina spagnola”, come ha sottolineato Ángel Sandoval, europe manager di 100 Montaditos, società parte del Gruppo Restalia.
Il gourmet burger di Steak N’Shake debutta al Bicocca Village
U TATA ITALIA FA SETTANTA
n altro campione del food made in Usa debutta nel nostro Paese. Dopo KFC, arrivato in Italia nel 2014 scegliendo come primissima location il centro commerciale Romaest, è la volta di Steak N’Shake, marchio americano di gourmet burger che ha aperto nel Bicocca Village di Milano con la formula del franchising. Il locale inaugurato nel mall gestito da Cogest Retail è il primo in uno shopping center
Tata Italia, uno dei brand italiani più fiorenti nel settore calzature e accessori per uomo, donna e bambino, capitanato da Giuseppe Tatarella, ha chiuso il 2015 accendendo la settantesima insegna. Grazie a tre nuovi store, infatti, il marchio, che nel 2000 è passato dalla distribuzione alla produzione e al retail, ha portato a 70 i propri punti vendita e una previsione di fatturato di 50 milioni di euro. Nello specifico, le opening riguardano il centro commerciale Peguy di Cinquefrondi (RC), con un negozio di 200 mq che diventano 300 a Galatina (LE) e 130 a Siena. Tutti i tre store nascono con la formula del franchising, portando così a 26 le insegne del gruppo gestite in affiliazione, contro le 44 in gestione diretta.
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europeo. Con questa apertura la società guidata da Carmen Chieregato punta ad attrarre soprattutto un pubblico giovane, oltre a rendere ancora più ampia l’offerta del Bicocca Village, che rappresenta una delle principali case history legate al food nel panorama nazionale dei centri commerciali. A conferma, sempre nel Village dovrebbe entrare a stretto giro un altro colosso della ristorazione internazionale.
CHOCK FULL O’NUTS: LAGARDÈRE NELLE GRANDI STAZIONI Con il format Chock Full O’Nuts, Lagardère Travel Retail sbarca nel circuito di Grandi Stazioni, in particolare nello scalo di Venezia Mestre. Aperto in franchising, il nuovo locale Chock Full O’Nuts si presenta su 30 mq e propone una varietà di coffee beverages di alta qualità. Il tutto viene accompagnato da un’offerta di fresh baked goods che possono essere consumati in loco o in modalità take away. Inoltre il nuovo punto vendita all’interno di Venezia Mestre è il primo nel canale ferroviario, nonché il primo sul territorio nazionale.
Malpensa e Linate tra moda, arredi e bollicine
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l gruppo spagnolo Inditex ha inaugurato nella nuova galleria commerciale accanto al duty free del Terminal 1 dell'aeroporto di Milano Malpensa due negozi rispettivamente con i marchi Zara Home e Massimo Dutti. Gli spazi sono caratterizzati da ampie metrature, considerando il canale travel aeroportuale che si presta a superfici più contenute. L'abbigliamento uomo/ donna di Massimo Dutti occupa 180 mq con una facciata lineare di 35 metri. Zara Home, marchio dedicato alla decorazione d'interni, si estende su 140 mq e una vetrina di 25 metri lineari. A Linate, invece, si brinda. Dopo il successo del Ferrari Spazio Bollicine di Roma Fiumicino, aperto nel 2013, e di quello di Malpensa nel 2014, anche lo scalo di Linate ha infatti uno spazio firmato Ferrari. Il progetto anche in questo caso nasce dalla partnership con MyChef Emotion, la divisione di MyChef dedicata a iniziative di particolare pregio, e in collaborazione con SEA Aeroporti di Milano.
Esordio di Stroili nel canale Victoria’s Secrect ferma factory outlet center a Milano Centrale
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orte di una presenza consolidata nel canale urban e in quello dei centri commerciali, Stroli ha avviato il suo primo punto vendita in un factory outlet center. Il debutto è stato al Valmontone Outlet gestito, dal primo gennaio 2015, dalla bresciana Promos. «L’apertura dello store Stroili all’interno del nostro village romano è prima nel suo genere e rappresenta un’opportunità di acquisto per i nostri clienti – ha commentato Tomaso Maffioli, amministratore delegato di Promos – In un negozio di ben 139 mq concessi in affitto, Stroili propone l’applicazione del prezzo outlet su gran parte della merce e delle collezioni, spostandosi così dall’offerta solitamente proposta all’interno dei centri commerciali e nei centro città». L’operazione si inserisce in un ampio quadro di aperture per la catena di gioiellerie made in Italy, che vanta una rete vendita superiore ai 370 negozi.
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li angeli della nota maison americana di abbigliamento femminile e di bellezza sbarcano a Milano Centrale con Gruppo Percassi. L’apertura a dicembre di Victoria’s Secret nella stazione meneghina si colloca nella rinnovata location di Gallerie delle Carrozze, esattamente di fianco alla boutique di Liu Jo, all’interno delle strutture in vetro progettate da Giugiaro. L’apertura a Milano Centrale rappresenta il debutto assoluto di Victoria’s Secret nel canale del travel retail delle stazioni ferroviarie, mentre in quello aeroportuale ha già fatto il suo ingresso negli scali milanesi e a Bergamo Orio al Serio. Per Grandi Stazioni, che si avvicina a grandi passi alla cessione del ramo retail, questa apertura rappresenta un ulteriore asset da far valere nei confronti di possibili investitori. Grandi Stazioni conferma che l’accordo con Percassi Group include, oltre al punto vendita meneghino, l’avvio di una boutique nelle stazioni di Roma Termini e Firenze Santa Maria Novella, con una previsione di apertura stimata per il 2016.
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And the WINNER IS... Il nostro award ha fatto centro alla prima edizione. Ha catturato l’interesse di concorrenti, sponsor, associazioni di categoria e coinvolto autorevoli giurie ma, soprattutto, avviato un virtuoso meccanismo di networking fra investitori, sviluppatori e fornitori di servizi di foodservice
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a ristorazione commerciale moderna italiana ha un nuovo progatonista: il nostro concorso. Ideato, organizzato e promosso da Ristorando e retail&food, il Foodservice award Italy ha avuto innanzitutto il pregio di creare una formidabile occasione di confronto culminata con la premiazione dello scorso dicembre consumata davanti a una platea di più di 200 qualificati manager. Onore ai primi di ogni singola categoria in gara, che troveranno nelle prossime pagine ampio spazio per mettersi in mostra, ma a vincere è stato soprattutto il nostro foodser-
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vice, fatto di dinamiche realtà nostrane e solide proposte straniere. L’evento ha sottolineato (e ce ne era bisogno), che le catene di ristorazione attive in Italia sono tante, molto diverse per storia, numeri, prodotti e sono in grado di coprire ogni tipo di canale (da quello urbano, ai centri commerciali, fino al travel) con professionalità, serietà, grande attenzione all’igiene, alle tecnologie e all’ambiente. All’evento hanno preso parte anche alcuni VIP guest internazionali che hanno raccolto il notevole interesse di alcune delle catene presenti per lo sviluppo della propria rete di punti vendita oltre i confini nazionali.
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L’evento è stato sostenuto dalle più rappresentative associazioni di categoria (AIGRIM, ATRI, CNCC, Confimprese, Assofranchising, Assotemporary ecc.), e ha visto la partecipazione tra i giurati di alcuni autorevoli esponenti ‘esterni’ al settore come lo chef stellato Davide Oldani (D’O), il Vice direttore di Legambiente Andrea Poggio, Antonio Cellie a.d. di Fiere di Parma, Davide Padoa Ceo di Design International. All’evento hanno partecipato titolari e manager delle oltre 50 catene di ristorazione in gara ma anche i manager dei più importanti aeroporti italiani (Roma, Milano, Venezia, Bologna, Napoli, Bergamo)
delle più rappresentative società di gestione di centri commerciali (Cogest Retail, Eurocommercial Properties, Gallerie Commerciali Auchan, Jones Lang LaSalle, Promos) e delle stazioni ferroviarie (Grandi Stazioni, Centostazioni), oltre ad alcuni importanti ospiti internazionali. Nel salutare la prima edizione del nostro Foodservice Award Italy, ringraziamo ancora una volta tutti i partecipanti e i sostenitori che hanno creduto in questo nuovo evento con l’augurio che la prossima edizione possa ripetere, e perché no, superare il successo della precedente. Alberto Anderloni
NUMBERS I format finalisti in gara
Le categorie in concorso I giurati (3 per categoria)
Le domande espresse dagli 8 questionari elaborati dai giurati
I Silver sponsor I Gold sponsor I top manager presenti alla premiazione
Le associazioni di categoria partner del concorso
Sono stati i destinatari di ogni newsletter
Ăˆ il sito internet a supporto dell’evento www.foodserviceaward.it
Sono le visite ricevute dal sito* *(periodo febbraio- dicembre 2015)
Sono le newsletter inviate a supporto dell’evento (periodo aprile-dicembre 2015) retail&food - gennaio/febbraio 2016
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Magnum Pleasure Store di Unilever Italia Mkt. Operations S.r.l.
Ferrari Spazio Bollicine di Ferrari F.lli Lunelli S.p.A. Con la seguente motivazione: Per avere concepito un format capace di valorizzare al meglio - in chiave moderna e innovativa - la centralità del prodotto italiano, esprimendo con competenza e attenzione ai dettagli l’essenza stessa dell’italianità. Il format rappresenta indiscutibilmente un luogo-simbolo dell’alta qualità, bene evidenziata dall’offerta di prodotti (food e beverage) ai massimi livelli di coerenza.
Food Experience
Format
Foodservice Award Italy 2015
Con la seguente motivazione: Per la capacità di personalizzare il prodotto, di aver creato un ambiente informale e accogliente e aver mantenuto il concept di base adattandolo a location molto diverse tra loro.
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Ham Holy Burger di Sebeto S.p.a.
Con la seguente motivazione: Per la particolare sensibilità dimostrata nell'utilizzo di tecnologie e processi atti a ridurre al minimo oggi consentito l'impatto ambientale in tutte le fasi operative: dalla scelta dei fornitori, all’ottimizzazione della gestione degli imballaggi a quella degli scarti. In particolare si sottolinea l'impegno profuso nella gestione degli impianti di trattamento dell’aria ai fini di minimizzare le emissioni in atmosfera con l'utilizzo di sistemi molto sofisticati, a quattro livelli differenziati progressivi, di depurazione.
Con la seguente motivazione: Con un'ampia gamma di offerta alimentare la rete in franchising dell’azienda premiata si propone a un’utenza allargata, con un’apprezzabile attenzione alla sostenibilità e alle preoccupazioni salutiste a 360 gradi che va dalla scelta delle materie prime, a quella dei materiali di uso e consumo, fino alle caratteristiche e alla scelta degli arredi. La comunicazione rivolta all'utente finale, facilitata anche dalla scelta identitaria, è completa e coinvolgente.
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Utilizzo della tecnologia
Offerta bio-sostenibile
Universo Vegano di Qualitaste S.r.l.
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Appeal Internazionale
Con la seguente motivazione: Format urbano innovativo, di qualità, a basso impatto ambientale con forti caratteristiche di replicabilità e di integrazione con il contesto di prossimità, con una ricca offerta di servizi a valore aggiunto come le facilities informatiche, la scontistica sul take away serale e il bike delivery gratuito nel bacino primario.
Con la seguente motivazione: Per l’apprezzabile equilibrio fra la funzionalità, la ricercatezza e lo stile degli spazi, l’offerta enogastronomica di qualità che attinge dalla tradizione ma con un occhio attento alle tendenze emergenti e l’efficiente servizio costantemente tarato sui flussi della clientela.
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Viva di Vivafruit S.r.l.
R
S
Autogrill
Format Urban
Vyta Santa Margherita di Retail Food S.r.l.
Il “Premio Speciale delle Redazioni” è stato conferito a Bistrot Milano Centrale, concept di Autogrill.
Briciole di MyChef S.p.a.
Con la seguente motivazione: Per la scelta di mantenere, anche dentro al centro commerciale, la rilettura in chiave moderna dell’offerta tradizionale, esplicitata attraverso la trasparenza dei processi produttivi dall’origine dei prodotti fino alla loro preparazione a vista. Per una adeguata gestione degli spazi per i visitatori dei centri commerciali, resa possibile da un arredamento moderno e minimalista. Per la capacità dell’offerta ristorativa di attrarre un target di consumatori ampio e variegato tipico dei centri commerciali. Per il contributo che il concetto dà alla vita e al successo del centro commerciale attraverso iniziative volte a generare traffico. Per le soluzioni trovate in termini di flessibilità e ampiezza dell’offerta, arricchite da soluzioni take away e di vendita al dettaglio espressione degli attuali trend di consumo. Tutto questo fa sì che l’azienda da noi scelta ben si integri con la realtà in cui si colloca in termini di momenti e modi di consumo, garantendo un’occasione complementare e allo stesso tempo integrata all’esperienza del consumatore nel centro commerciale.
Con la seguente motivazione: Il format che abbiamo individuato è consolidato e diffuso nel settore Travel. È gestito da una primaria azienda con grande esperienza nel F&B in Italia e all’estero e in particolare nel canale Travel. Nel corso del tempo il suo restyling ha portato a migliorare sia le performance sia la gestione riuscendo a coniugare il servizio al cliente e l’offerta prodotto adeguata ai diversi profili del consumatore. Il format da noi scelto è uno di quelli maggiormente in grado di garantire adattabilità nella continuità del risultato in funzione dei diversi contesti in cui è inserito. Questa caratteristica è uno dei punti di forza che determinano il suo successo nel settore Travel.
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Format Travel
Format centro commerciale
Rossopomodoro di Sebeto S.p.a.
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Foodservice Award Italy 2015
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r&f Cover story autostrade
AUTOSTRADE, IL MOMENTO DELLE BUSTE È
finalmente arrivata l’ora di aprire le buste e posizionare le bandierine degli operatori food e oil nella cartina delle autostrade italiane. Nel momento in cui stiamo scrivendo, a partire da Autostrade per l’Italia per arrivare alla Brescia-Padova, passando per i 1.400 km in portfolio a Gruppo Gavio, tutti o quasi i concessionari stanno lavorando all’assegnazione delle aree di servizio (vedi tabella nelle pagine a seguire). Con tempi leggermente diversi, nei primi mesi del 2016 i giochi dovrebbero essere chiusi: in ritardo, quindi, rispetto al 31 dicembre 2015, data in cui è scaduta la proroga voluta dai miniGruppo Gavio steri, con il placet dell’Antitrust, che ha perIl gruppo di Tortona, che in Italia gestisce 1.400 messo al MISE e al MIT di ridefinire insieme ai chilometri, entra nelle autostrade brasiliane: investe sono stati in primis i rappresentanti del mer529 milioni per il 41% di EcoRodovias. bandi per l’offerta cato e degli enti regiooil emanati da Aunali le linee guida per il tostrade per l’Italia rilancio del settore - poco e in seguito il ricorso al Tar del Lazio della ristorazione possono misurarsi prima di fine anno è stata decisa presentato dall’Unione Petrolifera in un sistema concorrenziale sul food; un’ulteriore mini proroga di sei mesi. e in particolare da TotalErg e Tamoil, mentre quelle più piccole sono state La razionalizzazione della aree di sosta, divise tra food driven e oil driven. En- che hanno impugnato il decreto emale royalties e la somministrazione del nato dal Governo criticando in partitrambe a gestione integrata, le prime food “sottopensilina” sono stati i temi colare la mancata razionalizzazione sono condotte dall’operatore non oil, di maggiore rilevanza. La piattaforma della rete. Dopo aver visto i primi che si troverà quindi a gestire anche condivisa, raggiunta dopo un anno le pompe di benzina, mentre le se- bandi di Aspi i colossi dell’oil hanno di confronto, ha visto un sostanziale chiesto, inoltre, una sospensiva immeconde vedranno i gestori delle pompe nulla di fatto sul fronte delle aree abilitati a somministrare anche la ri- diata in attesa della sentenza sul non sostenibili: tra quelle chiuse e merito che sarà ad aprile 2016, ma il storazione. Con gli operatori oil che quelle riaperte solo una decina o poco giudice in data 20 ottobre 2015 ha per nove anni, sia nelle grandi aree più resterà definitivamente inattiva. sia in quelle oil driven, si vedono rico- dato il via libera al regolare svolgimento Mentre in ambito di royalties, fermo nosciuti la continuità gestionale attra- delle operazioni. Questa decisione ha restando che il mercato si autoregola, la moral suasion dei ministeri sui con- verso un contratto di comodato alli- sbloccato il mercato, con le concessionarie che a stretto giro hanno pubblicessionari va verso una logica di so- neato alla scadenza della concessione cato i propri bandi. Allo stato dell’arte stenibilità. Anche il cosiddetto “sotto- petrolifera, mentre in quelle food driven vengono liquidati economica- sono in fase di assegnazione circa 70 pensilina” ha trovato una soluzione: gare ristoro, e altrettante sia per la gemente. Ma sin qui nulla di nuovo. A nelle aree grandi, che giustificano una stione unitaria sia per quella solo oil, dettare i tempi dell’autunno/inverno pluralità di attori, i gestori oil e quelli
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con i bandi appannaggio di Autostrade per l’Italia più avanti nel processo di assegnazione. Nel merito del ricorso al Tar, Aigrim (Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate) si è costituita per contrastarlo, mantenendo quindi una posizione coerente rispetto all’accordo formulato in sede ministeriale. Contestualmente, l’Associazione ha espresso una riserva sulle royalties, in attesa di verificare le richieste formulate dai concessionari. Proprio le royalties rappresentano la variabile in grado di far ripartire il settore, o di affossarlo, ma rumors di inizio 2016 evidenziano richieste economiche da parte dei concessionari ancora alte per la maggior parte delle aree a gara. Prima dell’apertura delle buste tutti i player, dai concessionari ai sub concessionari, hanno manifestato il massimo riserbo sulle dinamiche in seno alle gare medesime. A.P.
Il monopoli delle aree di servizio Area di Servizio
Tipologia di Servizio
AUTOSTRADE PER L'ITALIA (fonte: Roland Berger) ´ Adige Ovest - A13 - Km 65+300 - Dir.Sud Bormida Est - A26 - Km 52+900 - Dir.Nord Calaggio Nord - A16 - Km 106+500 - Dir.Ovest Cervada Est - A27 - Km 49+700 - Dir.Nord Dolmen di Bisceglie Ovest - A14 - Km 644+406 - Dir.Sud Fella Est - A23 - Km 96+900 - Dir.Nord Firenze Nord - Racc A1 -A11 Firenze Nord - Km 4+600 Gargano Est - A14 - Km 542+230 - Dir.Nord Giovi Est - A7 - Km 106+100 - Dir.Nord Le Fonti Est - A14 - Km 697+617 - Dir.Nord Le Saline Ovest - A14 - Km 587+169 - Dir.Sud Ledra Est - A23 - Km 37+100 - Dir.Nord Monferrato Est - A26 - Km 83+500 - Dir.Nord Ofanto Sud - A16 - Km 153+100 - Dir.Est Rio Vivo Est - A14 - Km 473+600 - Dir.Nord S. Cristoforo Nord - A10 - Km 42+300 - Dir.Ovest S. Trifone Ovest - A14 - Km 517+514 - Dir.Sud Sangro Ovest - A14 - Km 428+800 - Dir.Sud Sesia Ovest - A26 - Km 108+200 - Dir.Sud Torre Fantine Est - A14 - Km 493+500 - Dir.Nord Tre Ponti Est - A30 - Km 16+400 - Dir.Nord Trigno Ovest - A14 - Km 458+600 - Dir.Sud Angioina Ovest - A30 - Km 33+400 - Dir.Sud Arrone Est - A12 - Km 8+500 - Dir.Nord Arrone Ovest - A12 - Km 8+500 - Dir.Sud Cittadella - A1 - Km 755+700 - Dir.Sud Ledra Ovest - A23 - Km 36+900 - Dir.Sud Migliarino Nord - A11 - Km 79+000 - Dir.Ovest Murge Ovest - A14 - Km 671+444 - Dir.Sud Piave Ovest - A27 - Km 25+600 - Dir.Sud S. Eufemia Est - Diram A14-Ravenna - Km 19+900 - Dir.Nord S. Eufemia Ovest - Diram A14-Ravenna - Km 19+900 - Dir.Sud Tolfa Est - A12 - Km 59+500 - Dir.Nord Torre Fantine Ovest - A14 - Km 493+500 - Dir.Sud Vesuvio Nord - A16 - Km 4+500 - Dir.Ovest Aurelia Sud - Racc. A10-A6 - Km 44+800 - Dir.Est Brughiera Ovest - A8 - Km 40+700 - Dir.Sud Castel Bentivoglio Est - A13 - Km 11+700 - Dir.Nord Dolmen di Bisceglie Est - A14 - Km 644+406 - Dir.Nord Fabro Est - A1 - Km 427+800 - Dir.Nord
Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Food-driven Unitario Oil-driven Unitario Oil-driven Unitario Oil-driven Unitario Oil-driven Unitario Oil-driven Unitario Oil-driven Unitario Oil-driven Unitario Oil-driven Unitario Oil-driven Unitario Oil-driven Unitario Oil-driven Unitario Oil-driven Unitario Oil-driven Ristoro Ristoro Ristoro Ristoro Ristoro
Foglia Est - A14 - Km 158+900 - Dir.Nord La Macchia Ovest - A1 - Km 610+900 - Dir.Sud Lucignano Est - A1 - Km 380+700 - Dir.Nord Mascherone Est - A1 - Km 535+600 - Dir.Nord Mascherone Ovest - A1 - Km 535+600 - Dir.Sud Riviera Sud - A12 - Km 48+700 - Dir.Est Roncobilaccio Est - A1 - Km 242+600 - Dir.Nord Rubicone Est - A14 - Km 111+300 - Dir.Nord S. Ilario Nord - A12 - Km 14+500 - Dir.Ovest Sillaro Ovest - A14 - Km 37+400 - Dir.Sud Tirreno Ovest - A12 - Km 39+200 - Dir.Sud Tortoreto Ovest - A14 - Km 323+700 - Dir.Sud Vomano Ovest - A14 - Km 340+300 - Dir.Sud
Ristoro Ristoro Ristoro Ristoro Ristoro Ristoro Ristoro Ristoro Ristoro Ristoro Ristoro Ristoro Ristoro
AUTOSTRADA BRESCIA VERONA VICENZA PADOVA S.p.A.´´ San Giacomo Est - A4 km 227+100 San Giacomo Ovest - A4 km 227+100 Monte Alto Est - A4 km 244+900 Monte Alto Ovest - A4 km 244+900 Monte Baldo Ovest - A4 km 274+900 Monte Baldo Est - A4 km 272+200 Villa Morosini Ovest - A4 km 325+400 Tesina Est - A4 km 336+500 Scaligera Est - A4 km 301+600 Scaligera Ovest - A4 km 301+600 Limenella Est - A4 km 355+200 Raccordo Vicenza Est - Viale della Serenissima San Giacomo Est - A4 km 227+100 San Giacomo Ovest - A4 km 227+100 Monte Alto Est- A4 km 244+900 Monte Alto Ovest - A4 km 244+900 Monte Baldo Ovest - A4 km 274+900 Villa Morosini Ovest - A4 km 325+400 Tesina Est - A4 km 336+500 Scaligera Est-Ovest - A4 km 301+600 Limenella Est-Ovest - A4 km 355+200 Campagnola Est - A4 km 232+700 Campagnola Ovest - A4 km 232+700 Val di Sona Est - A4 km 268+900 Val di Sona Ovest - A4 km 268+900 San Lorenzo Est - A4 km 304+300 San Lorenzo Ovest - A4 km 310+100 Postumia Sud - A31 km 63+300 Postumia Nord - A31 km 63+300
Oil Oil Oil Oil Oil Oil Oil Oil Oil Oil Oil Oil Non Oil Non Oil Non Oil Non Oil Non Oil Non Oil Non Oil Non Oil Non Oil Non Oil Non Oil Non Oil Non Oil Non Oil Non Oil Non Oil + Oil Non Oil + Oil
´Non disponibile la durata contrattuale; ´´La durata contrattuale non è inferiore ai 9 anni.
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r&f Cover story autostrade STRADA DEI PARCHI S.p.A. Colle Tasso Sud - Aut. A.24 Civita Sud - Aut. A24 Montevelino Nord - Aut. A25 Civita Nord - Aut A24 Colle Tasso Nord - Aut. A24 Valle Aterno Ovest Aut. A24 Accorpameento AdS prospicenti: Brecciarola Nord - Brecciarola Sud - Aut. A25
SAV S.p.A. - AUTOSTRADA A5 Quincinetto – Aosta - Gruppo SIAS
Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil Oil driven Food driven
12 anni 9 anni 12 anni 5 anni 9 anni 9 anni
Food driven
12 anni
S.A.T.A.P. S.p.A. – Gruppo SIAS San Rocco Sud Villarboit Sud Rho Sud Pero Nord Novara Nord Villarboit Nord Novara Sud Crocetta Sud Stradella Sud Cigliano Nord
Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil Oil + Non Oil Non Oil Food driven
9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 10 anni/9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni
AUTOCAMIONALE DELLA CISA S.p.A. - GRUPPO SIAS Tugo Ovest San Benedetto Ovest Montaio Ovest San Benedetto Est
Oil Non Oil Food driven Oil driven
9 anni 12 anni 12 anni 12 anni
SOCIETÀ AUTOSTRADA LIGURE TOSCANA p.a. - GRUPPO SIAS Magra Ovest Versilia Ovest Versilia Est Magra Est Brugnato Est Montequiesa Castagnolo Est Melara Brugnato Ovest
Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil driven Oil driven Food driven
9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni
Châtillon – Saint-Vincent Nord Châtillon – Saint-Vincent Sud
Food driven Food driven
9 anni 9 anni
AUTOSTRADA DEL BRENNERO S.p.A. Plose Est Plose Ovest Isarco Est Sciliar Ovest Garda Ovest Po Ovest Po Est Laimburg Ovest Laimburg Est Nogaredo Est Nogaredo Ovest Adige Est Adige Ovest Garda Est Povegliano Est Povegliano Ovest Paganella Est Paganella Ovest Campogalliano Est Campogalliano Ovest
Gestione Accorpata Gestione Accorpata Gestione Accorpata Gestione Accorpata Gestione Unitaria Gestione Unitaria Gestione Unitaria NON OIL/ Oil con presidio NON OIL/Oil con presidio NON OIL/Oil con presidio NON OIL/Oil con presidio NON OIL/Oil con presidio NON OIL/Oil con presidio NON OIL/Oil con presidio NON OIL/Oil con presidio NON OIL/Oil con presidio Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil + Non Oil
9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni
AUTOVIE VENETE S.p.A. Bazzera Nord Bazzera Sud Calstorta Nord Fratta Nord Fratta Sud Gonars Nord Gonars Sud Duino Sud Calstorta Sud Duino Nord Zugliano Est / Ovest (accorpamento) Gruaro Sud / Ovest (accorpamento) Porcia Nord / Brugnera (accorpamento)
Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil + Non Oil Oil + Non Oil Food driven Food driven Food driven Food driven Oil driven
9 anni 12 anni 9 anni 12 anni 12 anni 12 anni 9 anni 12 anni 12 anni 12 anni 12 anni 9 anni 9 anni
ADF - AUTOSTRADA DEI FIORI - GRUPPO SIAS SOCIETÀ TANGENZIALE EST ESTERNA S.p.A.
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Oil + Non Oil Oil + Non Oil Food driven Food driven Food driven Food driven Food driven Oil driven
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9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni 9 anni
Muzza Ovest - Aut. A58 TEEM Muzza Est - Aut. A58 TEEM
Integrata Oil - Non Oil Integrata Oil - Non Oil
TANGENZIALE DI NAPOLI S.p.A. Antica Campana Ovest - A56 - Km 3+400 Agnano Est - A56 - Km 7+820
Unitario Oil driven Unitario Food driven
© Edifis Intelligence
Ceriale Sud Ceriale Nord Rio Conioli Borsana Rio Rinovo Castellaro Bordighera Nord Valle Chiappa
Eataly a Secchia Ovest con Autogrill: ad aprile il taglio nastro? Sdoganato il canale dei centri commerciali, all’estero è attivo per esempio al Dubai Mall, Eataly entra anche in quello delle autostrade. Il progetto a gestione Autogrill a Secchia Ovest (A1), finito nel dimenticatoio dopo una prima fase di lancio, ha subito un’accelerazione con l’avvio dei lavori a dicembre 2015. Il taglio nastro dovrebbe invece essere ad aprile, come ci siamo fatti raccontare da qualche addetto alle vendite nell’area di sosta. Al momento della nostra visita, il 20 di gennaio, i lavori per il nuovo store di Oscar Farinetti si concentravano al piano superiore della struttura, mentre il logo di Eataly dominava l’area antistante il bancone al livello zero. I lavori, per come ci è stato raccontato, sarebbero proseguiti proprio in quello spazio comportando lo spostamento del bar. L’ingresso di Eataly nelle autostrade dimostra da un lato una ripresa del canale, su cui si torna a investire, e dall’altro rappresenta una scommessa per il marchio di Farinetti nonché una prima collaborazione con la società di Milanofiori, che a sua volta dimostra di voler diversificare la propria offerta nelle highway italiane. A.P.
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r&f Parola di Lucio Rossetto Lucio Rossetto, ingegnere aeronautico, ha lavorato in Germania per BMW Rolls-Royce Aeroengines e Roland Berger nella consulenza ad aeroporti e compagnie aeree, poi in McKinsey in Italia. Negli ultimi dieci anni ha militato in Coop, prima come direttore del Canale ipermercati e non food di Coop Italia e poi come amministratore delegato in Coop Sicilia. Da settembre 2015 è Ceo Italia di Lagardère Travel Retail.
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Cover story
LAGARDÈRE: «Autostrade in ripresa, ma aeroporti e stazioni più dinamici»
I
l 2015 di Lagardère Travel Retail ha visto due grandi operazioni in ambito internazionale: l’acquisizione dell’americana Paradies, con tutti i suoi 550 negozi dislocati in 75 tra i principali scali del Paese, e poco prima di Natale l’aggiudicazione di un tender per la gestione del duty free e di numerose attività commerciali nel futuro Terminal di Abu Dhabi, che diventerà uno dei principali hub del Medio Oriente. Al di qua delle Alpi, in settembre la multinazionale francese ha nominato Ceo di Lagardère Italia Lucio Rossetto, che abbiamo intervistato sui progetti dell’azienda nei tre core business: aeroporti, stazioni ferroviarie e autostrade.
«Ci sono state due importanti notizie nel 2015 per Lagardère Travel Retail: l’acquisizione di Paradies e la vittoria di un importante tender per il nuovo terminal dell’aeroporto di Abu Dhabi. La prima ci porta a essere il secondo retailer aeroportuale negli Stati Uniti e, fusa all’attività che Lagardère già vantava in Nord America, spinge il fatturato in quell’area a circa 800 milioni di dollari. Tra l’altro Paradies è famosa per la qualità del proprio servizio e questo è perfettamente in linea con il posizionamento di Lagardère. La seconda riguarda il principale tender dello scorso anno a livello internazionale: esserci aggiudicati una grande parte dell’attività di duty free nel nuovo terminal in apertura a fine 2017/inizio 2018 è motivo di orgoglio e ci consente di diventare protagonisti nella regione mediorientale. Alla luce dell’operazione americana, il volume complessivo di fatturato che gestisce Lagardère ammonta a circa 3,6 miliardi di euro, che ci colloca tra i primi quattro operatori di travel retail al mondo e soprattutto l’unico che ha un’attività integrata tra duty free (con il marchio Aelia Duty Free, ndr), food e travel essentials» Arriviamo all’Italia e alla sua nomina ad amministratore delegato. Quale apporto vuole dare, con quali strategie e obiettivi? Sono arrivato per mettere assieme e sviluppare l’attività di Lagardère in Italia, che vi è approdata nel 2012 con l’aggiudicazione dell’attività retail di Aeroporti di Roma e poi nel 2014 con l’acquisizione di Airest. Gestire queste due aziende significa coordinare un’attività, che complessivamente è fra le principali nell’ambito del travel retail e la numero uno in quello aeroportuale. L’acquisizione di Airest è stata perfezionata nel maggio del 2015 e io sono arrivato a settembre: da allora è partito un reale processo di coordinamento delle due società. A fine anno è stata definita sulla carta la nuova or-
ganizzazione integrata, che adesso bisogna realizzare operativamente. Così potrà esprimersi il potenziale nel mercato italiano: un’operazione che non è finalizzata a una logica di risparmio bensì mira a unire un portafoglio di attività e di competenze, integrandolo con l’esperienza e il peso internazionale di Lagardère. Il mio obiettivo, in sintesi, è sviluppare in Italia un gruppo che dia risposte alle esigenze del travel retail: un mercato estremamente dinamico e sofisticato, che richiede innovazione e qualità nel più breve tempo possibile. Inoltre la sede italiana è strategica per Lagardère relativamente ai tender internazionali a destinazione food… Lagardère è una struttura estremamente decentrata, quindi per prima cosa c’è da dire che Lagardère Italia agirà in gran parte come un retailer italiano. Secondo elemento, a livello di Gruppo l’Italia viene vista, per cultura e competenza gastronomica, come punto di riferimento per lo sviluppo nell’ambito del food. Quindi molti tender vengono gestiti con il nostro supporto, non ultimi quelli in Medio Oriente. Arriviamo al vostro business nella Penisola. In Italia siete presenti nel travel retail delle stazioni, degli aeroporti e delle autostrade. Quali sono, al momento, le principali dinamiche di questi tre canali? In ambito stazioni e aeroporti evidenzio grande dinamicità e soprattutto tassi di crescita decisamente superiori rispetto al resto del mondo retail, in particolare di quello autostradale, che tuttavia si sta riprendendo. L’Italia è un grande Paese di destinazione, gli aeroporti sono il luogo in cui diamo il benvenuto e ci congediamo dai visitatori, nell’ambito retail questo si concretizza in volumi e previsioni di sviluppo molto interessanti. Sulle stazioni le percentuali di incremento sono superiori alla media ma in particolare ci interessa la possibilità di stabilire nuove logiche commerciali. Questa è un’area di grande sperimentazione nel prossimo futuro. Rispetto alle autostrade dipenderà molto dalla direzione che prenderà il mercato: la nostra strategia è di essere un operatore di qualità e innovativo in particolare nell’ambito del food, se ci sarà spazio per questo tipo di offerta noi siamo e saremo molto interessati. Restando in autostrada, alcuni operatori food lamentano richieste di royalty alte nelle gare in corso… Per quanto riguarda le attese economiche sarà
d’aiuto fare chiarezza su alcuni elementi legati al traffico, alle dinamiche competitive e al ciclo economico in generale. La sensazione è che abbiamo attraversato un periodo di difficoltà, ma l’ultimo anno ha evidenziato un cambiamento. Credo che adesso vedremo verso quali logiche si muoverà il mercato e quali opportunità emergeranno: dipenderà molto da come andranno queste gare. ...oltre a un’eccessiva sovrapposizione temporale delle gare stesse La sovrapposizione non aiuta da un punto di vista di analisi. Io però vedo le autostrade come uno dei grandi tavoli su cui dobbiamo giocare in coerenza con le altre opportunità che si presentano. Sicuramente gli altri due evidenziano elementi di stabilità e di affinità con il posizionamento di Lagardère indiscutibili, quindi quanto andremo a scommettere sulle autostrade dipenderà molto da come evolverà questo mercato. Sbarcando nelle stazioni, di recente siete entrati nella Grandi Stazioni a Venezia Mestre con il brand Chock Full O’Nuts. Quali sono i primi riscontri? Il fatto che arrivino nuovi marchi e che ci sia l’interesse per introdurre brand terzi è legato a un’esigenza di innovazione. È strumentale, quindi, e non è fine a sé stesso, il fatto di lavorare con nuovi brand. Il caso di Chock Full O’Nuts è esemplificativo: noi riteniamo che si debba sperimentare un modello di american coffee nel contesto nazionale in quanto è necessario valutarne il potenziale. Sperimentare significa andare a vedere, capire e imparare a cosa possa essere funzionale un tipo di format. I primi risultati sono estremamente positivi e quindi sicuramente andremo avanti. Avete già avviato contatti con GS per nuovi opening? Ci sono discussioni in corso. Ma non è il momento di fare grandi pianificazioni, bensì è quello di sperimentare. Procediamo con un passo alla volta. L’innovazione nel food, e non solo evidentemente, si conferma quindi il vostro mantra… Il nostro obiettivo è di innovare nel mondo aeroportuale e soprattutto in quello delle stazioni. Per innovare occorre prendere dei rischi e vedere cosa funziona e cosa no. Di conseguenza decideremo quali concept del nostro portafoglio portare avanti.
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Parola di Lucio Rossetto Credo che i luoghi del food dedicati ai viaggiatori, ma dobbiamo includere anche gli shop che fanno parte del travel essentials - quindi negozi di giornali, libri, cibo d’asporto, souvenir, articoli da regalo e tecnologia - siano da ridisegnare. Guardiamo i formati di convenience store che Lagardère ha sviluppato in gran parte delle stazioni e delle metropolitane europee, partendo da questa esperienza penso esista un’opportunità per creare una proposta che risponda alle esigenze specifiche del viaggiatore in Italia. La sfida è creare quindi qualcosa di nuovo e noi siamo qui per fare esperienza e portare avanti un percorso di innovazione.
in vista dell’ampliamento dello scalo capitolino… Il 2015 è stato un anno durissimo che ha dato però grandi soddisfazioni. Dover far fronte a tutte le difficoltà ci ha fatto fare esperienza e valuto il lavoro che stiamo portando avanti insieme con Aeroporti di Roma estremamente proficuo. I risultati di fine anno sono positivi, quindi siamo molto fiduciosi per il futuro. Relativamente al progetto dell’Avancorpo, è l’attività su cui siamo maggiormente impegnati perché consentirà di realizzare una grande parte del nostro potenziale nell’ambito aeroportuale.
merciali. Può raccontarci qualche dettaglio? Innanzitutto per noi era importante entrare in relazione con lo scalo di Bologna perché riteniamo che avrà un forte sviluppo nel prossimo futuro. Nel concreto si è presentata un’opportunità e abbiamo lavorato, in tempi estremamente ridotti, per coglierla e realizzarla al meglio. Aprirà quindi in questi giorni, in via preliminare, il primo negozio al piano terra: saranno a tendere due Relay e un ristorante.
State infatti per introdurre Relay in Italia. Dove e quando le prime aperture? Il primo Relay aprirà a febbraio a Roma Fiumicino nel Molo B e l’obiettivo è di aprirne almeno una decina entro l’anno nell’ambito aeroportuale. Poi, immediatamente successiva, è la strategia nelle stazioni, dove il profilo del negozio andrà adattato ma la logica di base del formato è perfettamente compatibile.
Può darci qualche indicazione sul progetto che andrete a inserire in quel terminal? Per noi significherà la riapertura del nostro maggiore store e ridisegnare completamente l’attività duty free sull’aeroporto di Fiumicino; sarà un grande negozio di quasi 2.000 mq che farà da riferimento per il mondo duty free sia italiano, sia europeo. Poi ci saranno tutti gli shop specializzati sul food, sulla moda, ecc, in cui speriamo di essere presenti e giocare un ruolo significativo.
Dulcis in fundo, quali sono i numeri di Lagardère in Italia? Come si è chiuso il 2015 e quali gli obiettivi di crescita per il 2016? Come fatturato siamo intorno ai 300 milioni di euro, con un incremento previsto nel 2016 intorno al 7 per cento. Tale crescita, per i duty free è legata alla nostra capacità di vendere di più nelle piattaforme esistenti mentre nell’ambito delle autostrade e delle stazioni sarà legata più che altro alle nuove aperture nel food. Il canale invece che avrà i maggiori tassi di crescita sarà il travel essentials con l’introduzione del marchio Relay sul mercato Italia.
Ha citato Roma Fiumicino: dopo le peripezie dello scorso anno legate all’aeroporto, qual è il vostro andamento e quali i progetti di sviluppo in quel contesto? Anche
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Di recente avete chiuso anche un importante accordo con il Guglielmo Marconi di Bologna, dove aprirete più unità com-
L’investimento? Più di mezzo milione di euro.
Andrea Penazzi
r&f Osservatorio prezzi
AUTOSTRADE, IL DOLCE È SERVITO Analizzando i listini food lungo l’A26 e l’A7, stante la tendenza al rialzo di Chef Express, è uno dei dolci tipici del Natale a fare la differenza: su 15 referenze confrontabili, 9 dei 10 euro che separano complessivamente l’operatore più caro da quello più economico sono dovuti al pandoro
D
ue elementi, più uno, si evincono dall’analisi dei listini food effettuata lo scorso 23 dicembre lungo la tratta che collega Milano e l’alto Piemonte con Genova e la Liguria, in particolare lungo l’A26 dove operano Chef Express (Monferrato Ovest) e MyChef (Bormida Ovest) e l’A7 su cui insistono Autogrill (Bettole Novi Ligure Est)
e Sarni (Valle Scrivia Ovest). In primis la tendenza di Chef Express (Gruppo Cremonini) a imporre i listini più cari, con ben 10 referenze in rosso – talvolta in coabitazione con altri operatori – sulle 18 che compongono il paniere (vedi tabella). Tuttavia, escludendo i tre prodotti (tramezzini confezionati, Mikado da 75 gr, tavoletta di cioccolato da
100 gr) non presenti in tutte le quattro aree di servizio prese a riferimento, i 10 euro complessivi che all’incirca separano la proposta di Chef Express da quella di Sarni - il più economico - sono dovuti per il 90% al costo del pandoro: a Monferrato Ovest, la confezione incartata a mano della G.Cova & C., società fondata nel 1930 a Milano dai pa-
Autostrade A26 - A7 (Milano - Genova) Chef Express Monferrato Ovest (A26)
MyChef Bormida Ovest (A26)
Autogrill Bettole Novi Ligure Est (A7)
Sarni Valle Scrivia Ovest (A7)
Caffè Espresso
1,10
1
1,10
1
Cappuccino
1,40
1,40
1,40
1,35
1
1,20
1,20
1,30
Caffè decaffeinato
1,20
1,15
1,20
1,30
Croissant
1,10
1,10
1,20
1,05
Panino (primo prezzo)
4,20
3,60
3,80
4,95
Panino (top di gamma)
5,90
5,90
5,20
4,95
Toast
3,80
3
3,40
3,10
Acqua naturale (Pet da 50 cl)
1,30
1,20
1,30
1
Coca Cola (Pet da 50 cl)
2,65
2,60
2,60
2,70
Red Bull (lattina da 250 ml)
2,90
2,90
2,80
2,99
Caffè d'orzo (tazza piccola)
Spremuta d'arancia
3
3
3
2,90
Tramezzini (confezione da due/primo prezzo)
4,30
3
3,20
n.d.
Astuccio chewingum (astuccio primo prezzo)
1,70
2,10
2,10
1,99
Pringles
3,30
3,10
2
2,99
Mikado (astuccio da 75 gr)
2,80
3,50
2
n.d.
Pandoro (primo prezzo)
19,90
16,90
12
10,50
Cioccolato (tavoletta 100 gr/primo prezzo)
2,80
2
1,95
n.d.
Tutti i prezzi sono espressi in € - Legenda: Prezzo più alto in euro • Prezzo più basso in euro • n.d. = non disponibile La rilevazione è stata effettuata in data 23 dicembre 2015
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© Edifis Intelligence
Cover story
sticceri Agostino Panigada e Giovanni Cova, è proposta a 19,90 euro (così come il panettone), mentre il dolce di un’altra marca commercializzato a Valle Scrivia Ovest costa 10,50 euro. Gli altri due competitor, MyChef e Autogrill, si posizionano con la propria soluzione a 16,90 e 12 euro. Terzo elemento, esterno alla rilevazione food ma indicativo delle criticità che caratterizzano il settore Oil nel canale autostradale, TotalErg, tra i protagonisti del recente ricorso al Tar finalizzato a bloccare i bandi di gara per l’assegnazione dei servizi Oil (vedi Cover intro a pag 26), fa
segnare presso il distributore di Sesia Ovest prezzi al litro ben 20-30 centesimi superiori a quelli degli altri operatori in autostrada. Il dato, variabile, è indicato anche sul sito di Autostrade per l’Italia, che gestisce la tratta. Tornando in ambito food, come sempre i listini della caffetteria si differenziano tra un player e l’altro nell’ordine di pochi centesimi: innanzitutto resiste la monetina da un 1 euro per il caffè da MyChef e Sarni, mentre bisogna aggiungerne un’altra
da 10 centesimi da Chef Express e Autogrill. Ancora più allineato il prezzo del cappuccino, imposto ovunque a quota 1,40 euro, con un piccolo risparmio di 5 centesimi a Valle Scrivia Ovest. Sarni si dimostra invece il più caro sul caffè d’orzo e sul de-
caffeinato, rispetto ai quali chiede ben 1,30 euro e cioè sino a 30 centesimi in più dei competitor, mentre torna ad essere il più vantaggioso per il croissant (1,05 euro). La politica di prezzo aggressiva adottata da Sarni, conveniente sui prodotti di più largo consumo e orientata a creare margini sugli altri, si evince ancora una volta per la Pet di acqua da 50 Cl: il prezzo di un solo euro è più basso di circa 30 centesimi rispetto a quello praticato da Chef Express e Autogrill. Al contrario la can di Red Bull da 250 ml a 2,99 euro è la più cara, seppur di poco. La sfida a colpi di cents si consuma anche sulla spremuta d’arancia, rispetto a cui tre operatori su quattro si posizionano sui 3 euro, mentre a Valle Scrivia Ovest ne servono 2,90. Sul fronte del cibo confezionato, a partire dalla coppia di tramezzini, passando per gli astucci di chewingum e Mikado (da 75 mg), il tubetto classico di Pringles, sino ad arrivare alla tavoletta di cioccolato da 100 gr e ovviamente al pandoro, si evincono le principali distanze di prezzo. Iniziando dai tramezzini la differenza è sensibile tra i 3 euro e i 4,30 chiesti rispettivamente da MyChef e Chef Express. Stesso gap di 1,30 euro per i Pringles tra Chef Express, che impone un listino di 3,30 euro, e Autogrill, che si “accontenta” di 2. La società di Milanofiori si conferma la più economica anche per i Mikado, commercializzati a 2 euro rispetto ai 3,50 di MyChef, e per la tavoletta da 100 gr di cioccolata, che segna come primo prezzo 1,95 euro. L’assortimento del market nella “casetta” di Novi Ligure Est si presenta ampio per diverse merceologie e soprattutto è caratterizzato da numerosi corner dedicati ai prodotti della tradizione alimentare italiana, dalla pasta all’olio extravergine d’oliva, sino ai vini e alla già citata cioccolata. Inoltre al momento della nostra visita molte referenze erano scontate sino al 50 per cento. Al contrario si presentava davvero essenziale la location di Sarni a Valle Scrivia Ovest, che non era fronteggiata da nessun operatore in quanto l’area di Valle Scrivia Est era chiusa. A.P.
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r&f star trek PET CARE
Destinazione
Arcaplanet P
er i nostri amici a quattro zampe e per tutti gli animali domestici la famosa frase ‘vita da cani’ non è più sinonimo di condizione disagiata e di stenti. Infatti da qualche anno in Italia sono cresciute catene di negozi specializzati nel pet care e tra le varie insegne, la ligure Arcaplanet (nata a Santa Margherita Ligure, con il quartier generale a Carasco – GE) ha conquistato ampie quote in questo mercato in continua espansione. Nata a metà degli anni ’90 come società specializzata nella distribuzione di mangimi per cani e gatti, Agrifarma Spa (company proprietaria del brand) apre nel 1997 il primo punto vendita ad Alessandria. L’idea di creare un vero e proprio supermercato dedicato esclusivamente agli animali domestici (food e accessori) prende velocemente piede e, dopo il secondo store a Chiavari, in appena due anni la rete tocca già sei insegne. Supportata dalla passione per i cani del fondatore e attualmente amministratore delegato Michele Foppiani e dalla intuizione di importare in Italia un modello distributivo simile alle grandi catene specializzate in USA e UK, la società in otto
anni vede uno sviluppo esponenziale con 20 punti vendita e un fatturato che arriva ai 10 milioni di euro. È del 2005 l’ingresso del fondo di equity Credem Venture Capital che rileva il 60% delle quote azionarie, con l’inaugurazione successiva di oltre 50 negozi nei successivi tre anni. Dal 2010 Motion Equity Partners detiene la maggioranza, mentre Credem è rimasto con una quota di minoranza insieme al management interno, tra cui il fondatore. In questi anni la crescita (oggi quasi 150 negozi con più di 135 milioni di fatturato) è stata favorita dall’apporto di nuovi fondi di equity, ma anche dalle condizioni di un mercato molto ricettivo, contraddistinto ancora da singoli punti vendita al dettaglio o da corner presenti nella GDO e a volte nelle farmacie. Un supermarket anche per gli amici a quattro zampe Il modello distributivo di Arcaplanet, invece, si basa su un canale specializzato come il pet care ed è interamente dedicato a questo specifico segmento, adattando le logiche della grande distribuzione alimentare al settore degli
animali domestici. Arcaplanet funziona come un normale supermercato (con assistenza specializzata) caratterizzato per spazi variabili di medie dimensioni (dai 110 agli oltre mille mq) dal layout semplice e ordinato con un ricco assortimento di prodotti disponibili sugli scaffali, in un percorso intuitivo legato alle varie specie di animali domestici. Le location preferite sono i big box autonomi, sia nei parchi commerciali sia in zone cittadine facilmente accessibili dalle automobili. Sempre più in-
ARCAPLANET in pillole Data di nascita Azienda Proprietà Sede Management Business Retail Referenze trattate nei pv
1995 a Santa Margherita Ligure (GE). Primo negozio 1997 ad Alessandria Agrifarma spa Motion Equity Partners, socio di maggioranza. Credem Venture Capital + Management interno, soci di minoranza Sede legale: Chiavari (GE), sede operativa: Carasco (GE) Michele Foppiani, fondatore e amministratore delegato Catena di distribuzione specializzata in prodotti (alimentare e accessori) per animali da compagnia 149 in Italia, tutti di proprietà in 13 regioni + e-commerce Oltre 10mila con 160 brand e private label Fonte aziendale
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teressanti, a detta del management, si stanno facendo le gallerie dei centri commerciali, con shop più ridotti, che si rendono disponibili anche a causa della crisi. Anche perché i negozi del brand ligure sembrano ben visti negli shopping mall: considerato il settore ‘di nicchia’ non sono concorrenziali su altri marchi e avvicinano le famiglie con animali domestici. Intanto, i brand disponibili sugli scaffali sono oltre 160 sia nel campo alimentare sia degli accessori e spaziano in maniera trasversale da quelli storici a quelli di altissima gamma con anche private label. Attualmente i marchi interni, valida alternativa per il rapporto qualità/prezzo alle insegne industriali, presidiano (con un peso sul fatturato che si aggira intorno al 13%) le parti del mercato più importanti come l’entry level o il superpremium. Da notare che, nonostante la stagnazione dei consumi, è proprio il settore premium quello traiFonte aziendale nante con margini di sviluppo notevoli:
lore quando coprono solo il 5,5% dei volumi e l’8,9% del valore in un mercato ancora legato al pet shop tradizionale o alla grande distribuzione. A dimostrazione delle potenzialità di crescita del settore sta l’espansione del network del gruppo italiano: 149 negozi (gestione diretta) nel Belpaese, concentrati nel Centro-Nord. Nello specifico, la Lombardia è in testa con una quarantina di negozi, poi Piemonte e Val d’Aosta con 24, seguiti da Toscana, Lazio, Liguria ed Emilia Romagna con un numero di insegne che varia tra 16 e 13.
nanziaria netta di 1,8 milioni, un indebitamento (in aumento) di 15,6 milioni (9 l’anno prima) e un EBITDA a 10,6% sul fatturato in leggera crescita sul 2013. Nel 2015 gli investimenti dovrebbero essersi attestati sui 12,5 milioni, di cui 8,5 strutturali per le varie aperture e 4 in marketing e comunicazione (circa 2,5 in pubblicità). Budget confermato nell’ordine del 7/8% anche per il 2016. Questi numeri dicono che Arcaplanet ha tutte le carte in regola per competere con i colossi del settore, da quelli italiani come l’Isola dei Tesori (che opera però in formula mista:
intervista
Obiettivo: centri commerciali e internazionalizzazione i proprietari infatti sono sempre più interessati alla salute e al benessere del proprio animale e puntano sempre sulla qualità. Intanto la presenza costante delle oltre 10mila referenze è garantita per ogni punto vendita da un programma di servizio espletato due volte alla settimana da due piattaforme distributive: la più grande a Tortona (20mila mq), mentre l’altra (6mila mq) a Castel Romano. Se si va a vedere uno spaccato nei negozi delle insegne di Foppiani il food rappresenta il 69% del venduto, mentre gli accessori coprono una fetta del 31 per cento. Rapporto ribaltato nell’assortimento dove il non food la fa da padrone con il 70 per cento. Da non sottovalutare anche il canale dell’e-commerce lanciato nel 2015. Cresce il network per diventare una big in Europa Numeri importanti per una società che punta a essere tra 5 anni il terzo gruppo in Europa per dimensione, con il primo step fissato a 200 punti vendita (con 210 milioni di fatturato e mille addetti) nel 2017, anno in cui è previsto lo sbarco in Europa in uno o più paesi limitrofi all’Italia (si parla
Michele Foppiani, fondatore e amministratore delegato di Arcaplanet Avete in progetto di varcare i confini nazionali a breve? Arcaplanet - forte del suo layout moderno e ordinato, un percorso comodo e semplice e la vasta gamma di prodotti per la cura e nutrimento dei pet - è diventato leader in Italia tra i supermercati specializzati per gli animali da compagnia con oltre 140 punti di vendita di proprietà. Sono attualmente al vaglio studi di internazionalizzazione della società con sbocchi nei paesi limitrofi a quello italiano, a partire da quei mercati facilmente raggiungibili inizialmente attraverso uno dei due nostri poli logistici sito nel nord Italia. Così come la nostra insegna è iniziata in Basso Piemonte / Liguria per poi diffondersi nelle regioni vicine
di Francia e Spagna, dove non ci sono ‘pesi massimi’ come competitor), fino ai 400 nel 2020. I dati recenti sembrano rafforzare questo obiettivo con 149 negozi a fine 2015 in 13 regioni italiane, 700 addetti e 135 milioni di giro d’affari che significa una crescita sempre superiore al 20% sull’anno precedente. Il mercato di riferimento aiuta, visto che continua a presentare dinamiche positive con 1,83 miliardi di euro e 544 tonnellate commercializzate per il segmento alimentare per cani e gatti e un trend del +2,4% per il pet food. Le catene specializzate (come Arcaplanet) registrano performance del +16,2% a va-
fino a servirne oggi 13 con punti vendita e potenzialmente tutte attraverso il nostro nuovo canale e-commerce, allo stesso modo ci piacerebbe espanderci in Europa, continuando a giocare un ruolo da protagonista nel settore del pet care la cui cultura sta crescendo. Nonostante il vostro format preveda negozi con dimensioni significative, avete approcciato anche il canale dei centri commerciali… Sì, parallelamente al formato large ed extra large (fino ad oltre mille mq che comprendono oltre allo spazio espositivo, anche aree dedicate all’agility dog) abbiamo dato il via, già nel corso del 2015, ad aperture all’interno delle gallerie commerciali con formati più contenuti (da 150 mq) e con esposizione di prodotti più mirata a quella tipologia di clientela.
Spalle larghe per la competizione internazionale Nel 2015 la catena è cresciuta di una trentina di punti vendita, più del doppio rispetto all’anno precedente: un ritmo incalzante se dieci anni prima Foppiani contava 16 insegne e un fatturato di quasi 10 milioni di euro, a fronte dei 135 milioni previsti in chiusura 2015, in crescita sui 112,1 del 2012 (+25,5% sul 2013). Nel 2014 rimane stabile il margine commerciale (quasi 44% sul fatturato), mentre si rafforzano i margini di struttura (il quoziente primario è praticamente a 1, mentre il secondario si avvicina al 2, in netta crescita sugli anni precedenti) con una posizione fi-
franchising e proprietà) o stranieri, come la tedesca Maxi Zoo con il suo centinaio di negozi in patria, ma che in Italia ha la metà delle insegne del player ligure. Anche perchè il mercato domestico vede ampie zone ancora da esplorare come il Meridione, e anche quello europeo può essere molto interessante per la società ligure, che intanto ha strutturato la compagine societaria con una quota di controllo dei Fondi internazionali (non è prevista a breve la quotazione in Borsa), per non essere impreparata e gestire la crescita nel modo più solido possibile. David Montorsi
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r&f Brand analysis
O bag: dal gioco al successo c.c. Nave de Vero - Mestre (VE)
L
a società Full Spot nasce a Padova nel 2009 e fin da subito si orienta verso un mercato internazionale fortemente influenzato dal fashion design. Oggi è presente in tutta Italia e in molti paesi nel mondo con il marchio O bag e grazie al know how acquisito continua a progettare prodotti esclusivi, offrendo qualità e stile dal design Made in Italy. Nasce così O clock, l'orologio in silicone con cover intercambiabile, seguito da O chive, O click e dagli occhiali componibili O sun. Successivamente, grazie alla continua voglia di rinnovarsi, sono nate le borse O bag in esclusiva gomma EVA, O bag mini, O pocket, O basket, le limited edition O split, le nuove O folder e O chic. Nel 2014 l’avanzata di Full Spot ha proseguito con un importante sviluppo retail,
Michele Zanella
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Il brand in pillole Anno di nascita del brand Core business Headquarter Giro d’affari Paesi di sviluppo Canali di sviluppo Numero di punti vendita in Italia e complessivo Numero di punti vendita diretti in Italia e complessivo Numero di punti vendita in franchising in Italia e complessivo Numero di corner nei negozi multimarca in Italia e complessivo Numero di aperture nel 2015
2009 borse in Eva con accessori, orologi e occhiali Padova 2014: 20,5 milioni di euro - 2015: 50 milioni di euro globale centri commerciali, outlet, aeroporti, stazioni ferroviarie, high street 142 Italia e 70 estero (monomarca) 54 Italia e 4 estero 88 Italia e 66 estero 700 multimarca in Italia e una rete di distributori all’estero 130 tra Italia ed estero Fonte aziendale
con un grande progetto di aperture sul territorio sia nazionale sia internazionale. A oggi il marchio O bag è infatti distribuito in più di 50 nazioni, oltre a tutta l’Europa, anche Giappone, Corea del Sud, Emirati Arabi, Stati Uniti, Canada, Messico, Argentina, Cile, Colombia, Australia e Sud Africa. Abbiamo parlato delle caratteristiche del brand con il direttore generale Michele Zanella. Quali sono le caratteristiche più importanti dei vostri format di punto vendita (metratura, assortimento, esposizione dei prodotti)? La metratura media dei nostri negozi è di 50 mq di vendita più magazzino e due vetrine. Il nostro assortimento è improntato su più linee di borse componibili - O bag - con scocche (6 colori continuativi e 14 colori moda per stagione) e un’ampia gamma di accessori quali manici, bordi e sacche interne. Con lo stesso concetto presentiamo più tipologie di orologi: il classico O clock da polso componibile nella scelta di cinturini e
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meccanismi, l’originale orologio da collo O click e una simpatica rivisitazione dell’orologio da taschino O chive. Successo e peculiarità di tutti i nostri prodotti sono dati dalla possibilità di personalizzarli creando per ogni singolo cliente uno stile nuovo particolare e originale. Questo ben si mixa con l’utilizzo di materiali innovativi e versatili, la forte presenza del colore e linee semplici e pulite. La nostra filosofia di prodotto si rispecchia anche nei punti vendita O bag store: è stato progettato un concept incentrato sull’utilizzo di materiali in legno componibili e adattabili a diverse tipologie di superficie. Le tinte della conifera e del bianco aiutano a enfatizzare la molteplicità di colori che caratterizzano tutti i nostri prodotti. Declinate i format in base al canale (centri c o m m e rc i a l i , outlet, aeropor-
ti, stazioni ferroviarie, high street)? I nostri format sono trasversali nei vari canali di vendita eccetto per gli outlet dove le metrature sono più ampie. Cambiano i vostri format se la gestione del negozio è diretta o in franchising? I nostri format sono uguali sia che si tratti di negozi diretti sia in franchising. Preferite sviluppare la vostra rete con pdv diretti o in franchising? Secondo quali logiche vi orientate per gli uni o per gli altri? Lo sviluppo retail avviene secondo le lo-
Innsbruck giche di importanza della città e in base al prestigio delle singole location, mentre lo sviluppo franchising avviene secondo un nostro piano di distribuzione realizzato per nazione, con lo scopo di non inflazionare troppo il prodotto. Quali tecnologie (sistemi di pagamento contactless, illuminazione a Led, sistemi di videosorveglianza, wi-fi, digital mirror) inserite nei vostri punti vendita? Tutti i negozi vengono dotati di un software e hardware integrato con i nostri sistemi di gestione aziendale; questo permette di monitorare tutte le attività commerciali e gestionali del punto vendita nonché di effettuare diverse tipologie di analisi sia a livello di piazza sia a livello di area. Esiste poi un software dedicato al prodotto all’interno del quale è possibile eseguire gli ordini settimanali, creare gli ordini di impianto stagionale per le nuove collezioni e accedere a tre differenti tipologie di catalogo: uno puramente tecnico, uno dedicato esclusivamente alla vendita, infine emozionale pensato per promuovere e
incentivare l’acquisto del prodotto. Gli obiettivi del 2016 in materia di implementazione informatica sono legati alla comunicazione multimediale tra PdV, a una app di interazione tra store e cliente finale e a nuove tipologie di cataloghi. Come è cambiata negli anni la vostra strategia di sviluppo? In seguito al successo ottenuto abbiamo deciso di trasformare il prodotto O bag in un brand attraverso l’apertura di negozi monomarca, quasi per gioco; in soli quattro anni abbiamo aperto oltre duecento O bag store. Nel 2016 abbiamo l’obiettivo di consolidare ulteriormente il mercato italiano e di accelerare la spinta espansionistica in Europa (soprattutto in Francia, Spagna e Belgio) e in USA, Cina e Paesi Arabi. Quali sono le ultime e le prossime aperture? In Italia, a dicembre, abbiamo aperto nelle principali vie commerciali a Bari,
Padova Vicenza e a Bologna, il quinto a Roma e a Milano mentre all’estero abbiamo aperto a Barcellona, Miami, Boston e Washington. Nel primo trimestre del 2016 abbiamo calendarizzato circa trenta aperture; tra le piazze più importanti segnaliamo: Madrid, Barcellona, Bruxelles e in Italia Verona. Disponete di un canale e-commerce? Come approcciate le vendite online e con quali riscontri? Come si affiancano tali strategie con il più classico brick & mortar? Abbiamo il nostro canale e-commerce gestito aziendalmente che finora ci sta dando un ottimo riscontro, non
solo in Italia ma anche all’estero. Non vediamo contrasto di strategie in quanto il consumatore che acquista presso il nostro punto vendita vive una shopping experience diversa rispetto all’acquisto via web: all’interno di un nostro store il cliente viene seguito, vengono fatte proposte differenti e viene illustrato in maniera esplicita tutto il brand (in media la durata dell’acquisto in negozio s’aggira sui 15 – 17 minuti). L’acquirente on line ha un approccio diretto più intimistico e basato esclusivamente alle sue personali esigenze e non alle tendenze del marchio O bag.
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S.M.
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r&f Scenari
La food r-evolution a stelle e strisce L
a ristorazione organizzata in Italia vale 10,4 miliardi di euro: il peso maggiore è appannaggio di quella collettiva, mentre bar e ristoranti in catena (la cosiddetta ristorazione commerciale) hanno un peso meno rilevante rispetto ad altri paesi europei. Residuale la componente della ristorazione a bordo treno, aereo e nave. Ma il ruolo della ristorazione a catena è destinato a crescere con l’aumento dei consumi fuori casa, arrivati a quota 72 miliardi di euro con un’incidenza del 32% sui consumi F&B totali, rispetto al 12% del 1970. E i locali indipendenti fanno ancora la parte del leone, con una quota dell’80 per cento. Questi i numeri, firmati TradeLab, diramati in previsione dell’ultima edizione di Host: la fiera milanese dedicata all’ospitalità professionale. Il cambiamento nello stile di vita degli italiani, sommato alla globalizzazione dei consumi, pone il nostro Paese al centro di una nuova strategia espansionistica da parte di numerosi marchi internazionali del food service, con una prevalenza di quelli a matrice USA. Di recente abbiamo assistito infatti all’arrivo di veri e propri colossi, in ordine cronologico 100 Montaditos, Kentucky Fried Chicken, Domino’s Pizza, Steak ‘n Shake e, da ultimo, Chock full o'Nuts. Il brand spagnolo in portfolio a Gruppo Restalia, arrivato in Italia nel secondo semestre del 2013, ha già aperto una decina di locali nel Belpaese, con l’esordio a Roma in piazzale di Ponte Milvio e il suo ingresso a Milano il 6 dicembre scorso in zona Navigli. José Manuel Martinez, re-
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sponsabile dello sviluppo internazionale, ha fissato l’obiettivo di 50/60 locali, rigorosamente in franchising, entro il 2016 e il traguardo dei 100 nel 2017. La via maestra del franchising è quella battuta anche dal marchio del pollo fritto del Kentucky: l’insegna americana, forte di oltre 19mila locali in 119 paesi, ha scelto il centro commerciale Romaest come primissima location in Italia nel 2014 e ha già portato a termine cinque aperture, mentre il suo amministratore delegato, Corrado Cagnola, ha indicato quota 100 come obiettivo nella Penisola entro cinque anni. Ospitato nel “salottino” tematico di retail&food all’interno del CNCC Christmas meeting lo scorso 16 dicembre, il manager ha confermato la presenza nei più importanti progetti di sviluppo di shop-
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ping mall, oltre all’avvio del primo punto vendita in un Factory Outlet Center nella futura foodcourt di Valmontone Outlet. Per Domino’s Pizza, altro colosso USA con vendite worldwide pari a 4,8 miliardi di dollari nel 2014, la prima location in Italia è in via della Martinella a Milano, dove ha aperto lo scorso ottobre. Lo sviluppo, prima diretto e successivamente in franchising, vede protagonista come master franchisee per l’Italia Alessandro Lazzaroni, amministratore delegato di Domino's Pizza Italia. L’obiettivo nel Belpaese per la catena di pizzerie presente in più di 80 mercati con 12mila punti vendita è di arrivare a 10 locali tra Milano e hinterland entro la fine di quest’anno. L’offerta food del Bicocca Village, già punto di riferimento per il settore dei centri commerciali, ha visto l’ingresso a metà dicembre di Steak ‘n Shake: ancora un campione del foodservice d’Oltreoceano che ha scelto il mall gestito da Cogest Retail per inaugurare il primo ristorante in uno shopping centre europeo. Il locale del brand di preCFON
mium burgers e di milk shakes è sviluppato da Lucia Viti e Diana Rusconi, amministratrici di Meneghina Ristorazione Srl, master franchisee di Steak ‘n Shake per la Lombardia. Il periodo prenatalizio ha visto, inoltre, il debutto di Lagardère Travel Retail nel circuito delle Grandi Stazioni a Venezia Mestre, portando in dote il primo punto di vendita in Italia (fatta eccezione per quattro location in basi Nato) del marchio Chock full o’Nuts: formula di coffe shop nata nella Grande Mela che nello scalo di Mestre si articola su una superficie di 30 metri quadrati. Al momento non è previsto un immediato sviluppo. Per tutti questi marchi i centri commerciali, all’interno delle foodcourt piuttosto che nelle casette drive, rappresentano un canale di forte interesse: come ci ha confermato nell’evento CNCC del 16 dicembre Raffaella Pinto, head of research & marketing at Cbre, in futuro gli shopping mall con un’offerta di ristorazione inferiore al 10% della Gla totale non saranno sostenibili. In Italia le aree destinate al food sono ancora modeste, con pochi punti percentuali allocati, ma la food r-evolution è tra i principali interessi dei promotori. E i big internazionali, tra cui il grande atteso del 2016, Starbucks (by Percassi Group), potrebbero conquistare la scena. Di fine gennaio poco prima di andare in stampa - la notizia dell’esordio in Italia e in Europa di Hurricane Grill & Wings: la catena di fastfood, con 80 ristoranti negli USA, ha scelto Olgiate Olona (VA) come prima location. A.P.
r&f Resoconto fiera
Mapic 2015 on the tape La 21esima edizione della kermesse di Cannes (18-20 novembre) ha mantenuto le attese, soprattutto in termini di contenuti. Una maggiore visibilità, a fronte di una crescente e riconosciuta affidabilità, ha dato lustro alla folta compagine italiana
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A
pochi giorni dagli attentati di Parigi, durante una delle caccie all’uomo più imponenti e vaste della recente storia europea, partire per il Mapic di Cannes, quest’edizione, è stato meno sereno del solito. Ma preoccupazione e dubbi sono svaniti una volta arrivati sulla Croisette e riscontrati da una parte l’incremento delle misure di sicurezza per accedere al Palais des Festivals e dall’altra la serenità della cittadina costiera e dei suoi abitanti. In effetti, a sentire gli organizzatori della fiera sono state davvero poche le defezioni per paura di attentati. Qualche operatore asiatico e qualche statunitense. Ciò non toglie che tra i corridoi dell’edizione 2015 del Mapic, si misurasse meno ressa
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degli anni scorsi. Eppure per l’ampia compagine italiana presente in fiera – seconda solo a quella francese, comme d’habitude – quella appena trascorsa è stata un’edizione buona, in alcuni casi ottima. Il nostro Paese sembra essere tornato sotto la lente degli investitori internazionali. Ma ancor prima è il settore retail nel suo insieme a rappresentare un prodotto interessante per fondi di investimento. In un periodo di grandi incertezze e di difficili previsioni, brand performanti e spazi retail dagli andamenti costantemente positivi sono molto richiesti da chi maneggia denaro da investire. I fondi istituzionali ma anche quelli aperti. Rendimenti non alti ma comunque testati, anche in anni di crisi, e quindi garantiti.
Il caso della privatizzanda Grandi Stazioni retail, contesa tra almeno cinque grossi investitori internazionali (Lonestar, Blackstone, Bc Partners, Carlyle e Antin), quello del building di Poste Italiane in piazza Cordusio a Milano, sono solo due esempi di questo. Ed ecco allora che il valore del mercato italiano, raccontato nella conferenza di mercoledì 18 intitolata “Shopping centers: the italian way!”, è rappresentato da un’ampia fascia di centri commerciali di dimensioni medio-piccole, che hanno sostanzialmente tenuto negli anni, che sono tornati a crescere e che oggi possono risultare interessanti, proprio per la loro stabilità come ha sottolineato Valeria Di Nisio, group leasing director di Eurocom-
Numeri, come da copione I numeri si confermano, ancora una volta, la vera forza di Mapic. La ventunesima edizione della fiera sul retail real estate organizzata da Reed Midem ha centrato gli obiettivi della vigilia incassando oltre 8mila partecipanti, provenienti da 74 paesi, ben 2mila retailer, 470 new brands e 700 espositori distribuiti su circa 12mila mq di spazio. I riflettori del Palais des Festivals di Cannes hanno illuminato in particolare i protagonisti del comparto Usa, Paese ospite d’onore che all’interno del proprio pavilion ha ospitato molteplici eventi e occasioni di incontro. Ma il palinsesto ha visto rappresentata anche tanta Italia, in virtù delle quattro iniziative organizzate dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali: “Shopping Centers: the Italian way!” in cui si è parlato del modello ita-
Valeria Di Nisio mercial Properties, una delle personalità più ascoltate e influenti della rappresentanza italiana a Mapic. E a proposito dei segnali di ripresa e di interesse per i centri commerciali italiani, è Massimo Moretti, presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (CNCC), a consegnare un dato molto positivo, a margine della stessa tavola: il terzo quarter 2015 ha fatto registrare un risultato medio del settore del +4,6% di affluenza nei nostri centri. Attenzione a non commettere passi falsi però, sollecitata dal moderatore della tavola rotonda, suggestionato da immagini folcloristiche di un passato ormai lontano, Di Nisio è chiara nell’affermare che non esiste una via italiana per connotare i
centri commerciali. Anzi la parola d’ordine è quella di avvicinare sempre più i centri italiani agli (alti) standard internazionali richiesti dal mercato. Il rischio dell’omologazione nel brand mix è dietro l’angolo, è vero, ma se si desidera tenerli sul mercato occorre essere attrattivi per i brand e non chiusi su posizioni localistiche ormai antistoriche. Il terreno su cui si deve agire, per dare una connotazione local, è invece quello del food. In cui un’offerta tipica è quanto mai richiesta. Il che significa infondere grandi energie nella ricerca di nuovi format, facendo scouting tra gli operatori del territorio. Ma l’italian way sta ormai avvicinandosi sempre più. A.A.
liano di centro commerciale; “Retail Real Estate: cantieri avanti tutta!”, il tradizionale appuntamento legato ai progetti in fase di sviluppo, cui ha partecipato anche Roberto Reggi, direttore dell’Agenzia del Demanio; “Meetaly”, business lunch a inviti, dai sapori nostrani, durante il quale gli operatori italiani hanno potuto presentare il mercato a interlocutori internazionali; e ancora un workshop a porte chiuse finalizzato a favorire l’ingresso nel Belpaese di nuovi retailer. I tradizionali Awards hanno consegnato la scena a Primark (Best fashion & footwear retail concept); Five Guys (Best food&beverage retail concept); Tanya Heath (Best new retail design concept); Vapiano (Best retail global expansion); Ece Future Labs
(Best retail digital strategy); Magnum Pleasure Store – Covent Garden, London (Best Pop-up shop); Milaneo (Best new shopping centre); Alegro Setúbal (Best redeveloped shopping centre); McArthurGlen Designer Outlet Vancouver Airport (Best outlet centre); Marthal Rotterdam (Best retail urban project); La rue HopShop (Special Jury Award); e a Melissa Gliatta, Thor executive vice president (Personality of the Year). Il mercato Italia: trend… Guardando al business nei patri confini, la tavola rotonda CNCC del 18 novembre ha messo a fuoco i principali trend in atto sia attraverso i numeri, forniti da Raffaella Pinto, head of research and marketing CBRE, che ha presentato la ricerca “Italian retail real estate: What’s going on?”, sia attraverso testimonianze dirette apportate da Massimo Moretti, presidente del CNCC nonché head of business unit portfolio retail di Beni Stabili SIIQ; Roberto Zoia, direttore sviluppo e gestione patrimonio di IGD SIIQ; Jerry Boschi, managing director – development di ECE Projektmanagement Italia; e Valeria Di Nisio, group leasing director di Eurocommercial Properties. Nel merito dell’incontro, la ricerca certifica come lo stock di centri commerciali in Italia sia attribuibile per il 41% a strutture di piccole dimensioni (inferiori a 20mila mq di Gla), per il 39% a strutture di medie dimensioni (tra 20mila e 39.999 mq di Gla), per il 15% a grandi (tra 40mila e 59.999 mq di Gla) e solo per il 4% a molto grandi (superiori a 60mila
Massimo Moretti
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Resoconto fiera mq di Gla). I dati si discostano sensibilmente da quelli relativi ai vicini mercati di Francia e Spagna, che esibiscono uno stock composto soprattutto da mall di medie e grandi dimensioni: rispettivamente 42% + 24% in Francia e 29% + 32% in Spagna. L’identikit del centro commerciale italiano fornito da Raffaella Pinto si adatta perfettamente al contesto di piccole/medie città, tutte o quasi con un importante centro storico, che costellano la Penisola: città a misura d’uomo e centri commerciali a misura di città, potremmo così riassumere. Ma non per questo le performance sono inferiori: «I nostri centri commerciali, a differenza di quelli in altri paesi, nascono dalla volontà dei distributori di andarsi a collocare in tutti i territori a prescindere dall’operazione immobiliare classica – spiega Roberto Zoia – Se guardiamo al nostro sviluppo in Italia è stato fatto all’80% da società di distribuzione: inizialmente hanno realizzato l’ipermercato e poi ci hanno unito la galleria. Il taglio nasce dal fatto che in molte zone del Paese non è possibile pensare a un classico centro regionale con 300 negozi, perché non ci sono i bacini di attrazione che li possano supportare. Ma credo che il centro commerciale in Italia abbia offerto un servizio a tutte le comunità e ancora oggi, i dati del 2015 lo dimostrano, possiamo dire che il prodotto stia funzionando. Credo inoltre che non ci sia un problema di taglia ma di posizionamento, di location rispetto a dei bacini: il cosiddetto prime riteniamo che sia il principale shopping mall all’interno del proprio bacino».
Jerry Boschi
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Shopping Centers the Italian way!
Raffaella Pinto Sulla stessa linea Moretti: «i centri commerciali di provincia possono fare performance più rassicuranti di alcuni regional». Di prodotto, a prescindere dalla posizione geografica, ha parlato Jerry Boschi, ricordando come ECE in Italia abbia acquisito due centri che non sono nelle regioni settentrionali: «Il profilo di rischio viene incluso nel prezzo di acquisto, ma non è determinante. Determinanti sono le performance del centro, i fatturati dei negozi, i tipi di negozio e il footfall. Ciò ci permette di comperare, per esempio, un mall in Campania. Il focus è il prodotto, più che la location». Un’ulteriore testimonianza, arricchita da una prospettiva
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internazionale, è quella di Valeria Di Nisio, che con Eurocommercial Properties conta 11 centri commerciali in Italia. «I nostri centri vantano delle prestazioni interessanti a prescindere dal fatto che siano piccoli, medi o grandi. A dimostrazione dell’importanza che conferiamo a tutti i nostri mall, indipendentemente dalla loro grandezza, su I Portali di Modena, centro di medie dimensioni, lo scorso anno (2014, ndr) abbiamo investito 5 milioni di euro nella ristrutturazione, così come su CremonaPo abbiamo speso 400mila euro per realizzare un baby parking. Per noi è sempre fondamentale il tenant mix e curare il rapporto con i nostri
Roberto Zoia
conduttori retailer. Ormai da due anni effettuiamo una tenant survey, per cui intervistiamo tutti i 700 retailer dei nostri centri commerciali italiani, con lo scopo di comprendere le loro esigenze». Restando in tema retailer, Di Nisio ha poi sottolineato un trend preoccupante: «con tristezza ho notato che i retailer italiani negli ultimi due anni hanno ridotto lo sviluppo e l’apertura di punti vendita. Purtroppo siamo costretti, quindi, ad andare a vedere oltre i confini per attrarne di nuovi, altrimenti non potremmo mantenere i dati di vacancy vicini allo zero. Per esempio constatiamo un deficit nel segmento dell’abbigliamento donna, con alcuni gruppi che stanno riducendo i propri negozi». …progetti… Spostandoci invece sui grandi progetti retail real estate in fase sviluppo si annovera quello di IKEA Centres a Roncadelle (BS), commercializzato da Cushman&Wakefield: nel proprio speech Fracesco Della Cioppa, MRICS Partner, head of property & asset management & retail leasing di Cushman&Wakefield, ha sottolineato come la strategia di commercializzazione miri a fare la differenza
mos, nella persona del proprio amministratore delegato Filippo Maffioli, ha radunato al proprio stand la stampa e gli operatori per parlare ovviamente di Scalo Milano – maxi progetto prossimo al taglio del nastro in cui sarà inserito un Design District da 18mila mq con 40 unità a metratura variabile dedicato alle eccellenze italiane del design e del lifestyle – e della nuova foodcourt di Valmontone Outlet, villaggio dello shopping da oltre 6 milioni di visitatori annui, con 180 negozi distribuiti su 40mila mq di Gla. Nel Foc di proprietà del fondo aperto Grundbesitz Europa gestito da Deutsche Asset & Wealth Management, rappresentato a Cannes da Luigi Oliva, responsabile di Alternatives and Real Assets Italy di Deutsche Asset & Wealth Management, verrà realizzata un’area di 3mila mq dedicata al food, con all’interno una decina di ristoranti. «Oggi Valmontone Outlet vanta un ingresso centrale e uno laterale,
Francesco Della Cioppa sui contenuti senza orientarsi su logiche speculative, che sia finalizzata quindi a rendere attrattiva ogni parte del centro inserendo delle medie superfici. Particolare importanza è data anche alla foodcourt: «sarà introdotta una logica di piazza per favorire l’aggregazione. I ristoranti saranno dei chioschi, con un layout e delle caratteristiche meno omogenei rispetto a quelli che siamo soliti vedere in giro per l’Europa. Abbiamo impiegato del tempo a metterla sul mercato ma riteniamo che si rivelerà una scelta premiante». Della Cioppa ha anche accennato all’altro centro di Ikea Centres in Italia, a Villesse (GO): «Il centro di Tiare ha caratteristiche di
Filippo Maffioli bacino diverse da quelle di Roncadelle; nel 2016 e 2017 apporteremo gli opportuni inserimenti commerciali per far diventare anche questo un progetto vincente. Nello specifico sarà necessario fidelizzare il bacino secondario, terziario e anche quello oltre confine, aumentando in primis le medie superfici. Va sottolineato che il 33% dei clienti di Tiare proviene da circa un’ora di distanza in automobile. In generale per i retailer entrare in un centro commerciale regionale è ormai una scelta obbligata, sia che il risultato sia immediato sia che si riveli più lento». La ristorazione ormai ha fatto breccia anche negli outlet: la bresciana Pro-
l’obiettivo è di creare un nuovo varco che servirà la foodcourt, mentre gli operatori attuali verranno o spostati o dismessi – illustra Maffioli – Tutti i ristoranti graviteranno in questa zona creando un magnete verso i consumatori. Anche dal punto di vista architettonico ci sarà una rottura con l’esistente, con la creazione di nuove “casette” e l’utilizzo di vetro. Per la progettazione della foodcourt, che parlerà un linguaggio comune, ci siamo affidati a Lombardini22. Esternamente sarà poi installato un totem dedicato. Il nuovo varco e la disponibilità di parcheggi favoriranno una sinergia con il parco a tema adiacente e permetteranno ai ristoratori di la-
vorare anche la sera. Tale sinergia non è possibile ad oggi con la ristorazione diffusa. Rispetto alla commercializzazione della foodcourt Promos seguirà tre driver: l’inserimento di gestori locali, che faranno presa sul turista; l’inclusione di player in grado di gestire i grossi flussi, dato che Valmontone Outlet ospita fino a 150mila persone nei weekend; la presenza di un paio di operatori che siano trasversalmente riconosciuti dal mercato per la loro qualità. L’opening avverrà tutto insieme, entro un anno». Dalla Campania alla Liguria, ma sempre in tema outlet, a Cannes abbiamo incontrato la nuova gestione di Shopinn Brugnato 5Terre: ROS Retail Outlet Shopping, società di property management indipendente e specializzata in designer outlet con uffici a Vienna e Roma, dal 1 settembre ha ricevuto l’incarico per il FOC ubicato in provincia di Spezia. «Abbiamo creato un team dedicato per l’Italia e ora abbiamo intenzione di valorizzare meglio l’outlet, oltre che sul fronte del turismo anche su quello della ristorazione, dato che include tipicità locali. Il consumatore apprezza tantissimo queste soluzioni. In un’ottica di espansione vorremmo prendere la gestione di altri outlet già esistenti e stiamo lavorando al pre-leasing di una nuova struttura», hanno raccontato Cesare Nonnis Marzano e Mireia Rodriguez Burguera, i managing director di ROS Italy. …e investimenti Un’ulteriore conferma sulla ripresa del mercato retail real estate italiano, anche sul fronte degli investimenti, arriva da Roberto Limetti, managing director at Pradera: fund asset
Cesare Nonnis Marzano
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Resoconto fiera
Simon Wilcock
Mall of Arabia Riyadh - Arabian Centres
In piedi: a sinistra Davide Padoa al centro Marcello Larizza management company internazionale specializzata sul retail. «Nella Penisola al momento gestiamo asset per oltre mezzo miliardo di euro: 16 centri tra quelli in proprietà e quelli per conto di terzi. Nel 2015 l’Italia è il Paese cresciuto di più insieme con quello
Roberto Limetti
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UK, perché vi abbiamo riversato investimenti per quasi 200 milioni tramite Tristan, fund manager inglese che gestisce alcuni miliardi di dollari e gran parte dei propri investitori sono americani. Noi lo abbiamo intercettato sia per UK sia per l’Italia, su cui ci sta mettendo a disposizione altri capitali in quanto vorrebbe investirci complessivamente 3/400 milioni. Stiamo quindi lavorando su altri tre o quattro asset. Oltre che per Tristan stiamo cercando opportunità anche per il fondo tedesco, Pradera OpenEnded Retail Fund. Non siamo ancora riusciti, invece, a occuparci in Italia della fase di development, ma ci stiamo arrivando». Il mondo arabo Esplorando da ultimo l’estero, un esempio di come il know how italiano
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sia apprezzato in giro per il mondo arriva con Davide Padoa, ceo di Design International, e con Marcello Larizza, general manager of Line investments & property di LuLu Group International, che abbiamo incontrato per parlare di due nuovi progetti in fase di sviluppo: Avenues Mall, Sillicon Oasis, destinazione da 72mila mq di premium retail e leisure, e di Avenues Mall, Sharjah, centro commerciale da 43mila mq con un’importante componente di F&B, leisure ed entertainment. «Il primo è a Dubai in una parte della città chiamata Silicon Oasis, una smart city vicino la costa, lungo una strada parallela a quella del mare dove transitano 300mila autoveicoli al giorno. L’obiettivo è quello di creare una struttura regional con le qualità di un centro super regional – precisa Davide Padoa – Nella progettazione molto lavoro è stato dedicato pensando non solo alla quantità di visitatori da portare ma anche al loro tempo di permanenza all’interno della struttura, offrendo dall’intrattenimento passivo come il cinema a quello più attivo come lo sport sino a quello educativo. Quest’ultimo si lega poi alla funzione del centro, per cui è ipotizzabile una parte educativa connessa al fashion, con cui spiegare agli avventori come vengono
creati certi capi. Tutto ciò ci spinge a fare shopping di retailer italiani, perché esprimono molta storia e cultura di prodotto. E lo stesso si può applicare al food». Una testimonianza diretta sul recente e soprattutto sul prossimo sviluppo di Dubai ce l’ha fornita Marcello Larizza, che da anni opera nella Penisola Araba: «Dubai attualmente conta oltre 2 milioni di residenti, mentre supera i 3 milioni con le persone che ogni giorno vi si recano per lavoro. La popolazione cresce del 5% ogni anno e si prevede che entro 10 anni raddoppi, anche grazie all’accelerazione che sarà impressa da Expo 2020. Al momento è in costruzione quello che sarà l’aeroporto più grande del mondo». Il Medio Oriente si conferma un’area di primario interesse con il maxi progetto Mall of Arabia Riyadh, in portfolio ad Arabian Centres, presentato al Palais des Festivals dal Ceo Simon Wilcock: «Ad oggi contiamo 17 property, che abbiamo sviluppato negli ultimi 14 anni, per un totale di un milione di mq di Gla. Nei prossimi cinque anni abbiamo in pipeline 12 nuovi progetti, tra cui Mall of Arabia Riyadh, che ospiterà oltre 330 negozi tra cui una significativa componente luxury su una superficie lorda affittabile di 163mila metri quadrati. L’apertura è fissata per il 2018». Il sito, che coprirà una superficie di quasi 260mila mq, includerà un hotel a 5 stelle. Complessivamente, rende noto la società, i centri commerciali di Arabian Centres attraggono ogni anno 131 milioni di visitatori, con un occupancy rate del 97 per cento. Andrea Penazzi
r&f
A Stoccolma l'opening di Unibail-Rodamco
Mall of Scandinavia, il gigante nordico S
TOCCOLMA – Non siamo abituati a credere nelle promesse. Delusi dalla politica, dalle istituzione finanziarie, dal mondo degli affari. E non è strano che prudenza, se non pura diffidenza, orientino buona parte dei nostri rapporti, soprattutto con gli sconosciuti. Ma la storia che stiamo per raccontare, o meglio per riprendere, non ha nulla a che vedere con tutto questo, anzi riporta di una promessa mantenuta appieno. Era la metà di febbraio del 2013 quando fummo convocati a Londra per la presentazione di un nuovo grande progetto retail che avrebbe aperto entro novembre 2015 a Stoccolma, il Mall of Scandinavia (vedi r&f Aprile 2013). In parole povere il più grande centro commerciale dei cosiddetti Nordics, i paesi scandinavi, promosso dal Gruppo francese Unibail-Rodamco.
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Il progetto, storia e realtà Ebbene quanto ci fu presentato allora, nell’elegante sala di un hotel di lusso del centro di Londra, abbiamo visto coi nostri occhi durante l’opening del Mall, lo scorso 26 novembre nella località di Solna, a 10 minuti dal centro di Stoccolma. Si tratta dell’investimento più ingente mai stanziato da Unibail-Rodamco, ci spiega Lars Åke Tollemark, Managing Director Nordic di Unibail-Rodamco, durante un lunch riservato ad un ristretto gruppo di rappresentanti della stampa internazionale, tra cui unica testata italiana invitata r&f, a poche ore dall’inaugurazione del centro. Ma è un investimento giustificato perché l’economia svedese corre, e non ha mai smesso di farlo durante tutti gli anni di crisi, attraversati dall’Europa ma anche dalla vicina Russia. E perché la logica della società fran-
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cese non è quella di investire su singoli Paesi ma su region e nella regione scandinava mancava nel portafoglio Unibail un centro… regional. Inoltre Stoccolma è sicuramente una piazza interessante sia per retailer nazionali sia internazionali, che però in centro città si trovano a dover affrontare canoni di locazione molto elevati. Nell’area di Stoccolma Unibail ha investito più di 1 miliardo di euro, di cui circa un terzo per il solo Mall of Scandinavia. Un progetto che oltre al centro commerciale ha visto sorgere uno stadio coperto – il clima svedese non concede sconti – utilizzato anche come arena, sala concerti, palazzo dello sport, la Friends Arena, che può accogliere fino a 60.000 spettatori, aperta circa tre anni fa, ormai ampiamento testata (la sera dopo l'opening del Mall avrebbe ospitato il turno di qualificazione per i campionati euro-
Lars Åke Tollemark pei di calcio 2016 con il match tra Svezia e Danimarca). E che con l’apertura del centro commerciale beneficerà anche dell’area food principale del centro posta proprio di fronte
SUPERFICIE TOTALE GLA GLA THE DINING PLAZA ATTIVITÀ COMMERCIALI UNITÀ DI RISTORAZIONE POSTI AUTO STIMA ROTATION RATE NUOVI BRAND ALLO SCANDINAVIA CINEMA SUPERMERCATI STORE DI ALCOLICI OBIETTIVO NUOVI POSTI DI LAVORO CON L'INDOTTO DATA DI APERTURA DEL CENTRO
350.000 MQ 101.048 MQ 10.000 MQ 224 (SHOPS, RISTORANTI, INTRATTENIMENTO) 22, 10% SUPERFICIE E 3.000 POSTI A SEDERE 3.700 10% PER YEAR 14 BRAND TRA CUI NIKE, INTIMISSIMI, KIKO MILANO, DISNEY, PULL&BEAR, LEGO IMAX MULTISALA (15 SCHERMI) 2 (SOTTOPOSTI A SISTEMA MONOPOLISTICO): 1 DA 10.000 MQ (PRIMA VOLTA IN UN C.C.) 12.8 MILIONI DI VISITATORI/ANNO 4.000 6.30-24 (FOOD E SERVIZI), SHOPS 10-20
© Edifis Intelligence
Il progetto in pillole
no investito con noi su questo progetto, più che in qualunque altro mall scandinavo, ci hanno creduto. Il contratto tipo prevede un minimo garantito e una percentuale sul fatturato. Ovviamente abbiamo un riporto mensile del fatturato dei tenants. Fare retail in centro città è comunque più costoso".
alla main entrance dell’Arena. Molto rilevante anche il centro direzionale: dove è stato stabilito l’headquarter di Telia (la Telecom svedese) con 3.500 impiegati, solo per fare un esempio. Senza dimenticare l’hotel, realizzato tra l’Arena e il Mall, dotati di 400 stanze. Unibail infatti finanzia, progetta e costruisce direttamente uffici, hotel, centri commerciali. Anche se i mall costituiscono il business principale. “Siamo una company solida e non chiediamo prestiti alle banche per i nostri investimenti” dichiara sereno Lars Åke Tollemark che poi aggiunge con soddisfazione “Con Mall of Scandinavia si torna, dopo diversi anni, ad aprire un centro fully let”. E continua: “Abbiamo stipulato contratti con scadenze molto variabili, da 3 fino a 25 anni, ma la media è di 6. La durata dei contratti è stata valutata caso per caso. I retailer han-
Opening! Ma arriviamo al vero e proprio opening. L’evento di apertura è stato predisposto nei dettagli e suddiviso in due momenti, uno per VIP e uno per il pubblico. Tralasciando i dettagli sulla parte VIP, molto suggestiva e affollata, quello che ci ha colpito è stato l’assalto da parte del pubblico. Decine di migliaia di persone si sono riversate a partire dalle 20.00 lungo gli spazi della galleria fino a riempire ogni angolo, un entusiasmo davvero impensabile per una fredda e umida serata di fine novembre. I negozi sono stati letteralmente presi d’assalto, così come gli oltre venti locali food. Un successo che lascia sicuramente ben sperare e che ha superato le aspettative del team di Tollemark. Evidenziando anche qualche problema alla circolazione stradale, lunghe code per accedere al parking, visibili fino a tarda sera. Forse la circolazione va governata con maggiore efficacia. The Design Gallery Concetto molto importante del Mall of Scandinavia è la Design Gallery, così come nel centro Unibail
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A Stoccolma l'opening di Unibail-Rodamco Polygone Riviera di Nizza, visitato da r&f, prima dell’apertura, durante Mapic 2014 (vedi r&f Gennaio 2015). Design Gallery è un concept multibrand, oltre che un marchio registrato. Un'area pensata per i fashionistas, ideata e progettata da Unibail Lab, una sezione creativa della company con sede "trendy" autonoma nel cuore di Paris. Si compone di unit e pop-up store che possono essere presidiati per un massimo di dodici mesi, ma l'ambizione è di lanciare brand che occupino gli spazi pop-up per 6 mesi circa per poi andare ad aprire shop nella galleria vera e propria. Responsabile della Design Gallery è una editor-in-chief che come la direttrice di un fashion magazine deve curare la linea editoriale, il retail mix, della Design Gallery. La proprietà offre merchandising e location, per un totale di 5.000 mq. Tra i debuttanti trovano però posto anche brand affermati ma all’esordio nel mercato svedese, come Michael Kors oppure celebrità locali come Philippa K. A regime si prevede l'introduzione di un nuovo brand ogni due settimane, perché la Design Gallery deve divenire un polo di attrazione per chi cerca novità continue nell'area più creativa del fashion retail. Design Gallery comprende servizi dedicati come una lounge, un'area eventi/mostre/presentazioni, personal shopper.
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Conclusioni Come tutti i centri Unibail-Rodamco di nuova concezione anche Mall of Scandinavia offre il concetto di 4* Service: non un posizionamento lusso, effettivamente non rappresentato dai brand, ma alto e curato. Inoltre i clienti possono disporre di free wi-fi in tutta la struttura, App dedicata, servizio buy on line & spazio pick up nel centro (dotato di reception, camerini, servizio resi... molto suggestivo). Qualche perplessità relativa ai collegamenti: la stazione ferroviaria per i treni locali è accanto all'accesso principale, la metro invece è più distante, nel centro della località di Solna, raggiungibile via tram. Di certo il Mall of Scandinavia è entrato di ruolo come benchmark sia per valutare l’andamento del mercato retail scandinavo, sia per parametrare quest’area al resto d’Europa. Il nostro consiglio è di visitare questo centro e di seguire le prossime aperture di UnibailRodamco. La pipeline ha diversi progetti in consegna e le promesse… si mantengono. A.A.
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r&f
Dossier aeroporti
Il Catania Fontanarossa ribolle di novità Nuove aperture, molto food del territorio, uno spazio polifunzionale, un nuovo duty free, restyling per migliorare i flussi e un progetto di ampliamento in fase di approvazione che porterà a una capienza di dieci milioni di passeggeri. Lo scalo catanese all'ombra dell'Etna è un vulcano di programmi
L‘
atterraggio all'Aeroporto internazionale di Catania Fontanarossa non è dei più dolci. Tuttavia, considerando che la pista è situata su un'isola, a pochi metri dal mare e con accanto un vulcano ancora attivo, l'Etna, le raffiche di vento sono l'ultimo dei problemi. Certamente il panorama è tra i più affascinanti che si possano vedere in fase di landing, così come, una volta usciti dall'aerostazione, respirando a pieni polmoni si sente il profumo del mare (a meno di due chilometri di distanza), e si vede la città che si arrampica dolcemente sulle pendici dell'Etna che nelle giornate di cielo terso come quella che è capitata a noi, si mostra in tutta la sua imponenza.
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Da Morandi a Fontanarossa E così, il primo Dossier aeroporti del 2016 ci ha portati a Catania Fontanarossa, il principale scalo siciliano per numero di passeggeri. I dati Assaeroporti a novembre 2015 parlano di quasi 6 milioni e 700mila passeggeri. Un numero che se confrontato col medesimo periodo del 2014 risulta in calo del 2,8%, ma non è che un calo fisiologico dettato da una crescita del 14,5% del 2014 sul 2013. Possiamo quindi iniziare scrivendo: bene! Dal punto di vista commerciale aviation il team capitanato da Daniele Casale responsabile marketing e commerciale SAC - Società Aeroporto Catania sta lavorando nel mondo giusto. Ma la crescita di passeggeri richiede un adeguato livello di servizi non
box a pagina 54) dove non solo si possono acquistare eccellenze del territorio ma si possono seguire anche corsi di cucina e seguire convegni al centro congressi. Tanto food molto local Oggi, l'aeroporto catanese nonostante sia relativamente giovane, è già in fase di restyling. L'obiettivo è quello di migliorare i flussi in entrata e in uscita favorendo un sistema di walk trought una volta in airside. La distribuzione delle attività commerciali è piuttosto equa tra airside e landside, ma salta subito all'occhio una notevole presenza di esercizi nell'area arrivi. Caratteristica piuttosto tipica dei city airport, molto vicini alla città. Per quanto riguarda il food, l'offerta è ampia, ma non si segnalano operatori di livello nazionale. Sono tutti operatori locali, eccetto naturalmente l'area duty free presidiata da Heinemann. La prima attività legata al food si incontra nel sedime aeroportuale, a pochi metri dall'ingresso in un'area verde: il Caffè Bellini, dell'operatore SicilyShop, un bar con piccola ristorazione e sedute sia all'interno sia all'esterno, certamente avvantaggiato da un clima mite e
avio da poter offrire a chi staziona in attesa del proprio volo o chi semplicemente attende l'arrivo di qualcuno, e questo livello ha iniziato a crescere già nel 2007, anno che ha segnato il primo punto di svolta quando, dismesso il vecchio terminal Morandi (dal nome del progettista), è stato inaugurato l'attuale scalo, adiacente al precedente, ancora orfano di nome e conosciuto quindi come Fontanarossa, dal quartiere
in cui è situato. L'aeroporto si presenta come un parallelepipedo stretto e lungo. Esternamente sia dal lato ingresso sia dal piazzale dove sostano gli aeromobili, dominano grandi vetrate che portano molta luminosità naturale all'interno della struttura. Nell'analisi delle attività commerciali, merita un occhio di riguardo Norma, l'Officina delle eccellenze: uno spazio polifunzionale ricavato dall'ex area arrivi del terminal Morandi (vedi
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Dossier aeroporti che ripete in un altro blocco con la parte dedicata a orologi, gioielli, borse e occhiali da sole; e per quanto riguarda il retail, i brand Camomilla Italia e Aeronautica Militare. Ceramiche Alessi propone dell'artigianato locale, mentre Goodbuy Sicily vende giornali e tabacchi. Poi si passa al food. Le insegne nuove appartengono entrambe all'operatore Promozione e Sviluppo Sicilia e sono: Wine Bar Sicilia's, un bar, enoteca con vendita di prodotti tipici e Sicilia's Shop che commercializza prodotti enogastronomici regionali. Si ritrovano anche Sapori di Sicilia, i Dolci di Nonna Vincenza e Ciano, che confina con quello in landside ma qui offre solo servizio di bar caffetteria ed edicola. Conclusioni La parte airside del Fontanarossa è molto ampia e spaziosa, al punto temperato. Percorrendo l'area dall'ingresso est una volta entrati si comincia con I Dolci di Nonna Vincenza, che vende dolciumi, gelati e liquori con una forte connotazione territoriale e che si ritrova anche in airside. In realtà l'impronta regionale, in particolar modo per il food, è molto presente. Cannoli siciliani e arancine di riso si trovano un po' ovunque, oltre a tante altre prelibatezze locali. A seguire una parafarmacia, il cambio valuta, poi si torna al cibo con Sfizio Pizzeria Rusticheria Gelateria gestito da un operatore locale (Le Antiche Delizie) e da cui, già alle 9.30 di mattina, si diffondeva un delizioso profumo di pizza calda. Poi è la volta di Sicilia's, un bar tabacchi che replica, in versione più grande con offerta più ampia e con sedute, in airside. Ripete nuovamente Sfizio con un altro locale e in fondo un'area è dedicata alle agenzie di noleggio auto e un Info point. La porta degli arrivi è collocata nella parte centrale dal lato opposto rispetto ai negozi appena descritti e proprio su questo lato sono in corso i lavori per la riorganizzazione dei flussi come accennato in precedenza. L'area partenze landside con le aree check-in si trova al piano superiore. Il salone è molto ampio e ospita un piccolo bar di re-
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cente apertura: Cafe's, anch'esso dell'operatore SicilyShop, che oltre al servizio bar vende prodotti tipici siciliani. Dal lato est del salone, una scala mobile porta a un grande spazio, circa 800 mq tra magazzino e area aperta al pubblico, che ospita Ciano, dell'operatore Ciano Trading & Services, specializzato nella ristorazione collettiva, ma che ha deciso di confrontarsi con il mondo del travel retail aeroportuale realizzando un bar tavola calda con cucina espressa in loco e piccola edicola/libreria. Airside quasi internazionale Nella parte centrale di questo salone c'è il controllo passaporti che introduce in airside, dove l'area commerciale si espande a destra e a sinistra. Qui ci sono un duty free Heinemann
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Norma l’Officina delle eccellenze Dalla riqualificazione dell'ex terminal arrivi T4 dell'aeroporto di Catania è nata Norma: una location unica, dove i passeggeri e chi vive già il territorio possono assaporare il “gusto della Sicilia”, in un centro polifunzionale dedicato alle eccellenze del made in Sicily e alle specialità della cucina regionale. Un punto di riferimento importante per gli operatori, per i turisti in transito e per i cittadini. All'interno, infatti, ci sono: uno spazio eventi per la promozione delle aziende, una scuola di cucina per corsi amatoriali e seminari professionali, un temporary restaurant per pranzi e cene su prenotazione con chef d'eccezione o short break di lavoro, tre sale meeting da 20 a 200 posti attrezzate per conferenze e convegni o per piccole manifestazioni fieristiche e, aspetto più interessante per chi viaggia, un market di 1.300 mq in cui acquistare solo prodotti agroalimentari siciliani d’eccellenza. Inoltre, il vantaggio è che gli stessi prodotti esposti sono stoccati anche in un magazzino in airside, quindi chi è in partenza acquista da Norma, ma ritira in area partenze potendo così imbarcare i prodotti acquistati senza doverli stivare.
che potrebbe ospitare qualche altra attività commerciale, ma più importante adesso è la conclusione dei lavori di restyling. Entrando centralmente in area partenze, infatti, non si crea quel percorso “obbligato” che è ormai alla base della gestione dei flussi degli aeroporti internazionali di nuova generazione. Una volta terminati i lavori e spostato il controllo passaporti, l'area commerciale avrà spazi molto più fluidi, studiati secondo il concetto di walk through. Superati i varchi il cliente verrà accolto da un ampio corridoio di transito affiancato da aree retail. Il layout avrà
forme arrotondate che inviteranno il passeggero a transitarvi attraverso senza perdere di vista gli spazi ope-
rativi di riferimento. Tre sono gli obiettivi primari come ci ha spiegato Casale: ampliamento della superficie
dedicata ai punti vendita e massimizzazione dello spazio commerciale; creazione di spazi fluidi e aperti grazie a camminamenti che invitano a percorrere tutta l'area; predisposizione di spazi temporary, di comunicazione e di aree lounge. Lo step successivo è l'ampliamento dell'aeroporto. È infatti in fase di riqualifica anche il blocco Morandi il quale, una volta ultimato, sarà collegato all'attuale e allo spazio polifunzionale Norma. Un'unica struttura rettangolare, insomma, come ormai moltissimi aeroporti nel mondo, sommamente funzionale, ma anche con una particolare attenzione all'estetica. Secondo le previsioni, una volta inaugurato l'aeroporto del domani dovrebbe agilmente accogliere oltre dieci milioni di passeggeri l'anno. Stefano Masin
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r&f Airport analysis
Airport Analysis: la nuova rubrica sul travel retail
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on l'inizio del 2016 retail&food dà il via a una nuova rubrica: Airport analysis, dedicata a tutti gli operatori retail food e non food interessati al canale del travel retail aeroportuale. Il contributo è di 2.0 & Partners, società nata nel 2014 dalla fusione delle esperienze di professionisti del mondo travel retail, che si prefigge di diventare il punto di riferimento per i brand che vogliono entrare o rafforzare la propria presenza in questo mercato sempre più importante. 2.0 & Partners, grazie al suo team di senior manager con esperienza diretta sia nel campo della consulenza sia della gestione operativa, copre tutti gli aspetti della gestione commerciale, dalla pianificazione strategica a quella finanziaria, dal business development al marketing, dalla formazione del personale alla gestione del punto vendita. 2.0 & Partners, World Business Partner di ACI Europe, tra i propri servizi Fabio Bernardini offre la mappatura del mercato per specifico ae-
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roporto, tagliata su misura per ogni cliente. Da questo numero, ogni mese sarà presentata la sintesi dell'analisi di un aeroporto. Per chi fosse invece interessato a un servizio più dettagliato e tagliato su specifiche esigenze, troverà sul sito aziendale disponibile per il download una demo aggiornata al primo semestre 2015, dell'aeroporto di Zurigo. Il 2015 è stato l'anno che ha permesso a 2.0 & Partners di farsi conoscere e, ci auguriamo, apprezzare sul mercato e per il 2016 sono già pronti nuovi progetti che prevedono, tra gli altri, il lancio di un "incubatore di brand" che consentirà anche a marchi non ancora conosciuti di iniziare a incrementare la propria brand awareness nel mondo del travel retail.
Flughafen Zürich L‘
aeroporto di Zurigo (codice IATA: ZRH) è il principale aeroporto internazionale svizzero e hub di Swiss International Air Lines. Con oltre 25 milioni di passeggeri nel 2014, l'Aeroporto è il 15° in Europa (+2,5% vs 2013).
La tabella seguente mostra i dati di traffico aggiornati a gennaio 2015. Il 68,7% dei passeggeri è "Origin&Destination", il 33% dei quali risiede in Svizzera.
Nel 2014, circa un terzo dei voli è stato verso Germania e Regno Unito. L'aeroporto è prettamente continentale, con oltre l'85% di collegamenti tra Paesi europei (73,1% tra Paesi dell'Unione Europea). I voli da/per i Paesi del medio ed estremo oriente rappresentano il 6,2%, mentre quelli da/per il Sudamerica sono inferiori allo 0,5%. Il grafico di seguito mostra i principali driver e indicatori relativi al fatturato non aviation e ai volumi di traffico dal 2001 al 2014:
La spesa media per passeggero in partenza è uno dei driver principali per valutare il potenziale retail di un aeroporto.
La crescita ha riguardato, oltre ai volumi di traffico registrati, anche i fatturati generati dalle attività "non aviation". La tabella seguente mostra la composizione attuale dell'offerta retail nell'aeroporto:
Nel 2018, inoltre, è prevista l'apertura del nuovo spazio direzionale e commerciale "The Circle" (http://www.thecircle.ch/de/) Volendo fare un confronto con un aeroporto internazionale, si consideri che nel 2013 a Roma Fiumicino, la spesa media per persona in partenza è stata di euro 8,86 (euro 13,14 retail e euro 4,58 Food&Beverage). A Zurigo la media per persona in partenza è di 43,2 CHF (euro 40,2, cambio a 1,068).
Fabio Bernardini fabio.bernardini@due-puntozero.com www.due-puntozero.com
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r&f Arredi& progettazione
Accademia Barilla - Grottini
Parola d’ordine:
design e praticità Le aziende italiane rappresentano un'eccellenza nel settore del design, degli arredi e della progettazione. Le grandi catene retail, ma non solo, si avvalgono della consulenza e dei servizi di molte di esse, che grazie al know how creano progetti sempre più creativi e innovativi conciliando estetica, rispetto delle normative ed esigenze del cliente
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I
l comparto della ristorazione commerciale in Italia vale 3,5 miliardi di euro (fonte Edifis intelligence). Se prendiamo in esame, invece, il comparto retail non food limitatamente ad abbigliamento e calzature il dato sale a 26 miliardi di euro (fonte GS1 Italy in collaborazione con TradeLab). Possiamo quindi affermare che solo in Italia, i principali settori retail valgono quasi 30 miliardi di euro. In questo contesto, quasi tutti i brand già consolidati presenti sul mercato, e quasi tutti quelli emergenti, hanno bisogno di appoggiarsi ad aziende che si occupano di arredi e progettazione. Nel primo caso perché di tanto in tanto è necessario un refitting del marchio piuttosto che dei locali; nel secondo caso, perché volendo entrare in un mercato altamente competitivo, è necessario essere immediatamente riconoscibili, e questa qualità può arrivare solo da chi conosce a fondo il settore. Come sottolinea Gianpietro Sacchi, progettista d’interni e designer nell’ambito food e retail e direttore dei corsi di alta formazione presso POLI.design Consorzio del Politecnico di Milano, secondo gli ultimi studi che coin-
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Gianpietro Sacchi
volgono sia l'interior design sia il marketing «è fondamentale che ogni progetto sia fortemente caratterizzato, sia nel caso di brand con pochi negozi, sia nel caso di catene». In sostanza è finito il tempo di fare tutti i negozi in serie, con il medesimo arredo, magari cambiando semplicemente i colori. A seconda dei canali in cui è inserito (travel retail, centri commerciali, high street), lo store deve essere progettato in modo da avere caratteristiche funzionali al contesto sia in termini di posizione sia di tipologia di cliente.
Un committente collaborativo è metà dell'opera La progettazione di uno spazio retail, sia esso food sia non food, parte sempre da un'analisi approfondita dell'attività, per fare la quale è necessaria un'importante collaborazione da parte del committente il quale deve fornire tutte le informazioni di cui dispone riguardo il proprio business. «Da questo punto di vista – prosegue Sacchi – il cliente ideale è quello che ha le idee chiare, che mette nelle condizioni di avere tutte le informazioni necessarie e che spiega anche quanto vende, come vende, se è una prima apertura, oppure è un refitting. Questo perché ogni progetto deve rispettare chiaramente le esigenze del committente, ma deve essere in qualche modo piacevole e accattivante in modo da prolungare la permanenza del cliente e di conseguenza le occasioni di vendita». In prima apertura è necessario avere accorgimenti che rendano riconoscibili, quindi il classico effetto wow. Se invece è un refitting bisogna stare attenti a non perdere la clientela storica, quindi fare un passaggio un po' più morbido pur rinnovando. Questo avviene anche tramite un'analisi
Arredi& progettazione della zona in cui sarà aperta l'attività verificando quindi se si tratta di centro storico, periferia, centro commerciale, aeroporto, stazione e così via. Una volta esaminata la zona si devono esaminare i competitor per cercare di differenziarsi, senza snaturare la propria mission. Progettazione: nulla è scontato Per quanto riguarda la progettazione, gli studi condotti sul settore hanno portato a determinare alcuni fattori ormai riconosciuti dalla maggior parte delle aziende come base per la realizzazione di spazi retail. In primo luogo, e questo si nota facilmente, non esistono praticamente più negozi in cui i prodotti sono collocati o esposti a un'altezza che richieda l'intervento di commessi e scale. Seconda cosa, chiaramente anche in base agli spazi di cui si dispone, è fondamentale lo studio dei flussi. Quindi, a differenza per esempio di stazioni di servizio autostradali e duty free aeroportuali, non bisogna creare un percorso obbligato. È meglio, per quanto possibile, avere uno spazio aperto, che permetta
«A oggi abbiamo realizzato 5mila ristoranti nel mondo» Franco Costa, presidente di Costagroup Qual è il vostro core business? Siamo specializzati nel settore food e tocchiamo tutti i canali. Come cambia il settore nei vari canali? La differenza principale è il pubblico a cui ti rivolgi. Il centro commerciale ne ha uno, il centro cittadino un altro, un aeroporto un altro ancora. La nostra mission è di creare un vestito su misura del cliente e dell'ambiente che lo circonda in modo da contestualizzarlo e renderlo riconoscibile. Solo in questo modo il cliente torna. I grossi player arrivano con un progetto o create tutto voi? Noi siamo nati costruttori e per esperienza acquisita cerchiamo di trasmettere il bello. Abbiamo 24 architetti interni e collaboriamo con architetti indipendenti con cui realizziamo progetti sempre differenti. In questo modo, il grosso cliente non rischia di avere un prodotto finito simile a un altro. A oggi abbiamo realizzato 5mila ristoranti nel mondo. Abbiamo ormai una visione a 360 gradi che ci permette di interpretare le esigenze sia della grande azienda sia di un piccolo operatore. Cosa richiede oggi il cliente? Il cliente richiede di tutto. Nel momento in cui riusciamo ad avere il confronto chiaro esce la positività del lavoro. Chi conosce questo mestiere sa che è un campo con linee ben tracciate. Le aziende si confrontano con noi e accettano i nostri suggerimenti. Il problema è che fino a qualche anno fa non si parlava mai di budget, ma si procedeva. Oggi, invece, se ne parla e si vuole sapere in quanto tempo si può rientrare nell'investimento stando attenti ai costi. Rinnovo locali ogni quanto? La mia filosofia è che un locale va fatto bene perché non va mai rinnovato da capo ma ogni giorno. Piccoli accorgimenti che modificano leggermente il locale senza stravolgere mai il prodotto originale. Come si struttura la vostra azienda? Che numeri fate?
Eataly - Monaco
una comoda circolazione e con un colpo d'occhio di individuare le aree d'interesse. Qualora la planimetria dovesse presentare una parte più “nascosta” allora lì può essere strategico mettere i prodotti di punta e renderli visibili con un'illuminazione
diversa dal resto del locale. E proprio l'illuminazione è uno degli aspetti più innovativi in tema di arredi e progettazione. Grazie alle nuove tecnologie a Led, infatti, si possono addirittura modificare o programmare da tablet, facendole cambiare nel
La sede è a La Spezia. Abbiamo 120 dipendenti diretti e altrettanti in giro per il mondo. Tra i vari stabilimenti, due sono dedicati a show room dove vengono pre montati i locali. I clienti vengono da tutto il mondo, guardano, valutano modifiche, poi smontiamo e spediamo. Il fatturato 2015 è di 24 milioni di euro. Negli ultimi anni siamo stati nettamente in crescita. Certamente il merito è stato anche della grande passione con cui lavoriamo e i servizi che offriamo. Ci siamo impegnati molto nel coinvolgere la grande industria che prima non si era mai mossa. A oggi abbiamo clienti come Barilla a cui curiamo i tre ristoranti negli Stati Uniti, ed Eataly. Come si distribuisce il vostro lavoro tra Italia ed estero? Il 60% del nostro fatturato è all'estero. Filippine, Australia, Stati Uniti, Giappone e altri Paesi. In particolare il 60% delle aziende con cui lavoriamo sono straniere per progetti all'estero. Case history particolarmente interessanti? Gli Eataly sono ogni volta una soddisfazione perché innovativi e originali. Gli ultimi sono stati Monaco, San Paolo in Brasile e Seoul. Abbiamo realizzato una copia del mercato centrale di Firenze nel nuovo mercato di San Juan di Porto Rico. Però a dire il vero il locale a cui sono più affezionato si chiama Dolce Vita ed è una gelateria che abbiamo aperto a Tripoli, in piena guerra. Sta andando molto bene e sapere che i bambini possono godersi un gelato nonostante la difficile situazione del Paese mi rende molto orgoglioso.
corso della giornata. Altra cosa importante, racconta sempre Sacchi, sono le nuove tecnologie. Per esempio un QR code su un'etichetta permette di ottenere informazioni su un prodotto senza l'intervento di una commessa, e andrebbe a sfruttare un oggetto – lo smartphone – che è ormai di uso comune e viene già utilizzato per svolgere molte attività che esulano dalle semplici telefonate. Anche il negozio deve essere friendly per queste tecnologie e non essere avulso a queste dinamiche. In generale la comunicazione deve essere veloce, quindi attraverso fotografie piuttosto che schermi che riproducono videomessaggi che indichino le zone del negozio in maniera semplice e rapida, ma anche attrattiva in modo che se il cliente ha fretta va direttamente dove ha bisogno. E da questo
punto di vista ci sono aziende come Grottini che con la divisione Grottini Lab studiano proprio soluzioni di questo genere da offrire ai propri clienti oltre alla più classica progettazione degli arredi. Food: inizia la progettazione integrata Il food è un mix di design, tipologia di cucina e normative più rigide. Per quanto riguarda il design, a eccezion fatta per quei casi in cui si vuole essere provocatori per scelta, quindi contrasto tra arredi e tipologia di cucina, è molto importante che ambiente e proposta siano in linea tra loro. Prima ancora, tuttavia, dell'aspetto estetico, ci sono una serie di attività che dovrebbero essere seguite da professionisti perché le normative in Italia sono molto rigide e non c'è spazio per chi improvvisa. Si parla quindi di
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Arredi& progettazione «Intrattenere, informare ed educare lo shopper» Francesco Grottini sales & marketing director di Grottini Su cosa si concentra la vostra attività? La Grottini Retail Environment, che a marzo compie 40 anni, si occupa di store, concept, produzione di arredi e installazioni chiavi in mano e lavora in tutto il mondo. Abbiamo uffici di rappresentanza in diversi paesi, e gestiamo principalmente clienti esteri. Quindi lavorate di più su mercati stranieri? Dovendo dare dei numeri, facciamo 60% estero e 40% Italia. Però è difficile oggi parlare di un mercato. Lavoriamo più che altro per dei brand. Per esempio curiamo le aperture in tutto il mondo per il brand di calzature Steve Madden. Ci occupiamo della progettazione e realizzazione di tutti i suoi negozi, ma paradossalmente non abbiamo mai aperto un suo punto vendita negli Stati Uniti. Come va il fatturato? La crisi del 2008 l'abbiamo vissuta, ma ormai è superata, e oggi cresciamo a doppia cifra con un fatturato di 18 mi-
tecnologi alimentari, esperti di insonorizzazione, di qualità dell'aria, di progettisti per le cucine. Tutti aspetti che possono essere scontati per gli avventori, ma non possono esserlo
lioni di euro e un +12% nel 2014 sul 2013. Lavorate maggiormente col retail o col food? Noi lavoriamo principalmente sul retail, però nel mondo del food in questo momento stiamo facendo un lavoro per Barilla all'interno di Accademia Barilla. Abbiamo creato il customer collaboration centre. È un progetto b2b dove invitano i loro principali clienti a livello mondiale per spiegare il mondo Barilla e come interviene all'interno degli spazi. Il progetto è un percorso guidato nel mondo dell'azienda dove abbiamo realizzato questi ambienti in cui attraverso un'applicazione realizzata da Grottini Lab – la divisione che si occupa di tecnologia applicata al nostro settore – la persona che accompagna i clienti Barilla può inviare messaggi contenuti e musica nei vari video wall presenti personalizzando il percorso. Come si sta evolvendo il settore in Italia? E come vi
per i retailer. Un luogo in cui si consuma un pasto, quindi non semplice somministrazione, ma seduti al tavolo, deve badare anche al benessere della persona, che deve sentirsi a proprio
adeguate? Il concetto classico di negozio va sempre più scomparendo. In Italia e nel mondo con la vendita online il modo di fare acquisti è cambiato. Quindi per giustificare il fatto che un cliente si muova, con la macchina, con i mezzi o a piedi, e dedichi del tempo a venire nel tuo negozio per acquistare qualcosa che probabilmente potrebbe comodamente acquistare online in meno di 5 minuti, bisogna creare punti vendita che possano intrattenere, informare ed educare lo shopper. Dal nostro punto di vista, oggi è importante la tecnologia. Con la divisione Grottini Lab, realizziamo anche telecamere e software con cui studiamo i comportamenti dei clienti, in modo da poter modificare e plasmare il negozio in base alle preferenze, aumentando così il tempo di permanenza all'interno dello store e di conseguenza aumentando le probabilità di acquisto. Noi facciamo store concept con i creativi interni ma spesso lavoriamo con esterni. Dipende anche dalla tipologia di investimento. Con le nuove divisioni poi, integriamo la parte fisica con quella tecnologica.
agio in quel contesto. Quindi un ambiente con sedute scomode, piuttosto che troppo rumoroso o con un'acustica fastidiosa, troppo caldo o troppo freddo, perde appeal anche se il pro-
«Rigore realizzativo e flessibilità» Maria Rita Notari, titolare di Augusto Quali sono i settori in cui operate? Augusto Contract opera come general contractor e/o fornitore di arredi e attrezzature nei settori bancario, per cui curiamo sia filiali sia uffici; la ristorazione commerciale, con ristoranti e bar; l'hotellerie limitatamente a spazi comuni e camere; infine i negozi per il retail. Quali servizi offrite al cliente? Noi ci occupiamo della gestione a 360° della realizzazione di un locale, quindi progettazione, pratiche autorizzative, produzione di arredi esclusivi, realizzazione di opere edili e impiantistiche, forniture arredi di serie e manutenzioni. Come procedono i mercati retail e food in Italia? Il mercato Food Italia è stato molto positivo per Augusto negli ultimi anni, anche per effetto dei lavori realizzati per due importanti clienti della ristorazione commerciale quali Rossopomodoro di Seberto e Cioccolati Italiani. Quali sono le principali esigenze dei clienti italiani? Noi riscontriamo la necessità di coniugare rigore realizzativo (qualità, tempi, costi) e flessibilità operativa. In secondo luogo, poter contare su un fornitore che possa suggerire soluzioni miglio-
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rative sulla base della propria esperienza specifica di settore. E dei clienti stranieri? In realtà non cambia molto, ma il livello di servizio richiesto e la necessità di accompagnare passo passo ogni fase del lavoro sono superiori. Come sta cambiando secondo voi il settore? Si sta andando verso una professionalizzazione sempre maggiore degli operatori e un ampliamento della gamma di servizi offerti. I budget, invece, sono sempre più contenuti, visto che la vita media dei locaCioccolati Italiani - Tirana li si è accorciata. Questo crea difficoltà nel settore in quanto la competizione sul prezzo portata da operatori con minore esperienza specifica di settore, tendenzialmente provenienti dal settore dell’edilizia, penalizza le aziende più consolidate e di fatto danneggia anche il cliente che spesso ha un prodotto finito non di qualità.
dotto venduto è di qualità. Molto importante è la progettazione delle cucine, che cambia a seconda delle pietanze servite. Il pesce ad esempio richiede una zona di preparazione separata. Quindi il cliente ancor più che nel retail non food deve avere le idee molto chiare su cosa vuole fare. Come conclude Sacchi, il cliente deve capire che, soprattutto nel food, dovrebbe fare uno sforzo economico in più ma contornarsi di team di professionisti che lavorino facendo quella che oggi è definita progettazione integrata, che consenta loro di studiare qualsiasi problematica e prevenirla, a tutto vantaggio del cliente stesso. S.M.
r&f Mystery on board
Malpensa-Tokyo, promossa la business Alitalia
C
on 35 milioni di abitanti, Tokyo è la megalopoli più grande del mondo. Una sola singola città, che ha più della metà degli abitanti di tutta l'Italia. Chi l'ha visita, rimane stupito per l'ordine e la pulizia; per l'assenza di caos e per il traffico quasi inesistente; per la contemporanea e suggestiva esistenza di antico e moderno; per le futuristiche metropolitane che sembrano Legoland e le secolari viuzze con trattorie in legno che sembrano uscite direttamente dall'epoca degli Shogun. Tokyo è la quintessenza del Giappone, Paese di record ed eccessi (i suoi abitanti mangiano le più strane varietà di cibo al mondo, come lo Shirako, il liquido seminale dei pesci, ma sono anche i più longevi; il mercato ittico di Tokyo smercia ogni giorno l'inimmaginabile quantità di 2.400 tonnellate di pesce; e i negozi di souvenir per turisti vendono liberamente sex toys). Anche per arrivarci si batte un record: il volo Alitalia da Milano a Tokyo è il più distante che la compagnia svolge sul lungo raggio, tra quelli senza scalo: 12 ore filate di viaggio ininterrotto sorvolando mezzo globo terrestre. Da Milano non c'è altro volo diretto così lontano, servito dalla (ex) compagnia di bandiera. Ecco il resoconto di questo interminabile volo, provato in business class, come un qualsiasi passeggero: si parte dalla nuovo Terminal intercontinentale di Malpensa, recentemente rinnovato (adesso l'aeroporto assomiglia a un vero scalo internazionale, alla pari di altri scali europei, con boutique di livello e ristorazione griffata; anche se quei corridoi vuoti e lunghissimi potrebbero essere decorati con qualche foto dell'Italia). Il volo AZ 786 è pieno e pure la business class completamente esaurita, con ospiti d'eccezione come il vip Lapo Elkann, assalito da fan e curiosi in cerca di selfie da postare e farsi belli con gli amici. Si decolla alle 14.55 e se, colpa del fuso, si perde un giorno, perché si atterra la mattina seguente, l'orario è funzionale: arrivando la mattina non si è troppo sballottati e si comincia subito con i ritmi locali. La comodità è la prima esigenza di un volo in business così lungo ed estenuante (10 ore di differenza in avanti, con l'Italia): la classe Magnifica si fa subito apprezzare perché offre postazioni singole. Ogni poltroncina è autonoma, una sorta di "ovetto", ognuna con accesso diretto al corridoio: questo assicura comodità e molta privacy per chi viaggia da solo: i posti affiancati sono sfalsati, cosicché non si vede il vicino di viaggio, tranne i posti centrali che però sono riservati a coppie o famiglie. L'accesso diretto al corridoio non è una banale comodità. Specie
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su voli così lunghi, dove magari si ha necessità di alzarsi frequentemente. Ancora oggi molte compagnie, anche in business class, hanno poltrone appaiate e chi sta lato finestrino spesso si trova impossibilitato ad alzarsi per colpa del passeggero accanto. L'aeromobile non è, a dire il vero, nuovissimo: si nota qualche
segno di usura qua e là sulle poltroncine, ma nel complesso l'ambiente è assolutamente accogliente. È un Boeing 777, manca della First Class e c'è però la Economy Premium. All'ingresso si è accolti con un welcome drink da parte dello staff di bordo (dove c'è anche un hostess nipponica perfettamente bi-lingue): un frizzante Franciacorta e una trousse da viaggio griffata Salvatore Ferragamo (molto ricca di accessori per il viaggio). Completano la dotazione di viaggio, ciabatte, cuscino ricamato e una trapunta anch'essa griffata Frette. C'è il Wi-Fi a bordo (utile per chi deve lavorare e mandare email), ma è a pagamento. Le postazioni sono dotate di presa per la corrente, ma mancano purtroppo prese USB (che altre compagnie hanno e che oggi sono indispensabili). L'intrattenimento a bordo è ormai sugli standard internazionali: la postazione multi-mediale consente di vedere film e serie tv (tutto on demand, ce ne sono decine divisi tra novità, classici e cinema italiano), di ascoltare musica (album e compilation), di giocare ai videogames, di visualizzare le info sul volo; e anche di sfogliare il catalogo duty free e fare shopping on line. Il punto forte della Magnifica è il servizio ristorante, per la quale Alitalia da cinque anni di fila vince il premio come Best Airline Cuisine (Saveur Culinary Travel), per la cucina di bordo e per gli abbinamenti dei vini: due ele-
ganti librini, in carta pregiata e in 3 lingue (Italiano, inglese e giapponese), presentano il menu e i vini. Ampia scelta tra tre diversi menu à la carte di carne, pesce o vegetariano: i piatti possono essere serviti tutto il giorno e a qualsiasi ora, un nuovo servizio decisamente interessante e utile. All'andata ci sono stati problemi con alcuni piatti: quelli che avevamo ordinato non erano disponibili per colpa dell'aereo sovraffollato (con passeggeri in overbooking) ma il personale di bordo si è dimostrato molto gentile e cortese. La qualità del cibo è alta, considerando che si mangia dentro un velivolo a 10mila metri di altitudine e che non esiste una cucina, e le quantità abbondano. Apprezzabile anche l'idea di servire la pasta non su piatti con porzioni già pronte, ma da un carrello che passa lungo il corridoio. Il fiore all'occhiello, però, è decisamente la carta dei vini: praticamente una cantina volante. Otto vini tra cui scegliere (bianchi, rossi, moscati, spumanti), tutti selezionatissimi; più quattro birre nazionali e i super-alcolici tradizionali. Curiosità: tra le usuali riviste di bordo spunta un catalogo, solo in lingua giapponese, di prodotti tipici italiani: dal vino al formaggio, dall'olio ai salumi. I turisti possono ordinare in volo e il tutto viene spedito a casa loro, senza portarsi pesi. Il viaggio fila via liscio e spedito. La poltroncina si può configurare in varie posizioni: la modalità letto è decisamente comoda anche per chi, come scrive, è alto e spesso sta scomodo pure in business. La postazione si appiattisce completamente, i braccioli si abbassano e diventa un piccolo lettino. Così si riesce a dormire, le 12 ore di viaggio non incidono e si atterra all'aeroporto Narita riposati e senza la pesantezza da jet lag. Arigatò, Alitalia. S.F.
r&f Newstech&arredo CON CEFLA, IL NUOVO MODELLO DI NOVACOOP Continua la collaborazione tra Cefla e Coop, dopo quella che ha portato al Supermercato del Futuro in Expo Milano 2015. Il nuovo concept store di NovaCoop, all’interno della galleria San Federico di Torino, vanta la firma dell’architetto Paolo Lucchetta di Retail Design, che collabora da tempo con Cefla-Zenith Shop Design nella realizzazione dei format Librerie.coop. Lo store di Torino è stato infatti arredato da Cefla e Zenith Shop Design, società del gruppo, specializzata in concept espositivi e allestimenti su misura. Nel nome lo store dichiara i suoi intenti: “FiorFood, cibo ed emozioni” richiama una sfera di valori che va oltre il semplice acquisto di beni primari. Valori a cui si ispira la linea di prodotti FiorFiore Coop, che sono qui declinati in diverse forme, dall’area vendita al ristorante, dall’enoteca alla libreria, dalla sala eventi al bistrot. La selezione dei prodotti e la possibilità di accedere a modelli di comunicazione innovativi, grazie a monitor, tablet interattivi e libri degli ingredienti digitali, per i quali Cefla ha fornito tutti i supporti per i sistemi di comunicazione Hi-Tech, mirano a stimolare nel cliente la curiosità e ad appagare il bisogno di informazioni. L’area di vendita FiorShop si estende su 1.300 mq e su due piani, e offre più di 2.000 prodotti.
DATALOGIC E BIZERBA: PARTNERSHIP RETAIL ORIENTED
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inizio del 2016 ha sancito l’avvio della collaborazione tra Datalogic e Bizerba Spa, filiale italiana della multinazionale tedesca Bizerba GmbH & Co. KG, società specializzata nel settore della pesatura, con soluzioni per gli operatori dei settori industria, commercio e artigianato. L’accordo ha lo scopo di rafforzare l’offerta di entrambi i vendor nel settore retail e prevede la commercializzazione degli scanner da banco biottici della linea Magellan™ di Datalogic (Magellan 8400, 9400i e 9800i) con la bilancia Bizerba integrata. La nuova soluzione personalizzata è ideale per i retailer che necessitano di un sistema di pesatura direttamente in cassa, necessariamente durante la fase di checkout. La tecnologia di lettura Digital Imager degli scanner da banco Datalogic Serie Magellan, che garantisce letture immediate anche in presenza di codici a barre rovinati o stampati a bassa risoluzione, e le bilance Bizerba, integrate con il sistema ScaleSentry di Datalogic che individua quando gli articoli non sono correttamente posizionati all’interno dell’area di pesatura e avvisa il cassiere sospendendo la trasmissione dei dati relativi al peso, rendono il sistema di checkout ancora più affidabile, riducendo al tempo stesso le perdite.
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NEC DISPLAY SOLUTIONS A ISE 2016
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resso la fiera di Amsterdam (2-12 febbraio) NEC offre ai visitatori un percorso visual attraverso diversi scenari, nei quali le informazioni sono presentate, condivise, modificate, controllate e analizzate. Una serie di soluzioni display integrate mirano a trasformare ciascuna di queste esperienze in modo tale che le informazioni diventino uno strumento, preciso e affidabile, pur rimanendo semplici da usufruire e d’immediata condivisione. Ai visitatori è mostrato quanto la tecnologia aumenti il livello di interazione grazie all’informazione visuale negli scenari quotidiani e professionali. Il percorso visual di NEC a ISE 2016 prevede un vasto portfolio di proiettori laser (fino a 35.000 Lumen), che utilizzano la tecnologia Solid State Light Source e la nuova gamma di moduli LED, inclusi il nuovo LED a passo fine di 1,5 mm. È inoltre possibile constatare la differenza di qualità delle immagini ottenuta con lo standard UHD 4K e le potenzialità del nuovo portfolio di display high brightness, oggi esteso ai modelli da 55” e 75”. Infine è offerto un preview dei nuovi display video wall con cornice di 1,8 mm. Ci sono poi le applicazioni touch avanzate e interattive, che utilizzano la tecnologia touch ShadowSense™, una parete interattiva con proiettori ultra-short-throw e il software Leafengine.
IL NUOVO CONCEPT STORE BELMONTE A LE BEFANE
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i apre a Rimini un nuovo capitolo della storia del brand Belmonte. Il design rinnovato del nuovo store, sito presso il centro commerciale Le Befane, fa dialogare lo stile italiano dei suoi capi con lo spirito libero e rivoluzionario delle avanguardie artistiche del Novecento. Ad oggi il marchio padovano, specializzato sul mondo della camicia, conta 100 punti di vendita. La direzione artistica dei nuovi concept store è affidata ad Andrea Burroni, collezionista, critico d’arte e interior designer. L’approccio curioso e olistico nei confronti delle diverse arti ha portato nel tempo l’artista a ricercare, in particolare, il rapporto tra arte e architettura, ribaltandone i rapporti per comporre autonomamente la propria opera. In particolare l’ispirazione del design rinnovato dei monomarca Belmonte va ricercata nelle avanguardie russe del Novecento, nella sperimentazione e nel rinnovamento operato da artisti quali Kazimir Malevič e Vasilij Kandinskij. I capi Belmonte si inseriscono in modo naturale all’interno del nuovo progetto conversando con colori accesi, contrasti e peculiari astrazioni geometriche.
r&f International A MILANO ICSC EUROPEAN CONFERENCE Manca poco alla due giorni dell’ICSC European Conference, che quest’anno si terrà a Milano il 18 e 19 aprile. L’evento, intitolato Authenticity: differentiating retail, porterà nella medesima location i principali nomi dell’industria dei centri commerciali per discutere sui trend che caratterizzano questo mercato in ambito internazionale. A introdurre l’incontro, nella prima giornata, Luca Cappuccitti, head of global business development di Design International; Corrado Vismara, managing director di Larry Smith, e Massimo Moretti, presidente del CNCC nonché head of Business Unit Portfolio Retail di Beni Stabili S.P.A. SIIQ. Nel programma, anche un momento dedicato al comparto italiano, intitolato The Italian Economy and the Impact on the Industry.
H&M: NUOVO CONCEPT A HONG KONG
Nel distretto di Mongkok, nell'area urbana di Kowloon, a Hong Kong, precisamente a Gala Place, H&M ha inaugurato un nuovo full concept flagship store. Sarà il più grande della zona, particolarmente attrattiva per chi cerca uno shopping giovane e trendy. Il negozio propone un'ampia offerta di prodotti per uomo, donna, teenager e bambino, oltre a una gamma di prodotti per la casa che vanno dagli accessori per la camera da letto alla tavola e decorazioni varie. Il giorno dell'inaugurazione, avvenuta il 29 gennaio, i primi cento clienti hanno ricevuto in omaggio una gift card da 100 dollari e un regalo in edizione limitata. Inoltre, l'orario di apertura è stato prolungato fino a mezzanotte con l'apertura fissata sempre alle 11 del mattino.
duty free world
by James Ross - London
Will terrorism slowly kill off tourism? Il terrorismo ucciderà lentamente il turismo? The rising tide of Islamic fundamentalist terrorism in Europe is now a major worry for the tourism business and, therefore also for the airport duty free channel. The coordinated Paris atrocities on 13 November – the second murderous attack on the French capital following the Charlie Hebdo killings in January 2015 – were not only shocking, they marked a realisation across Europe that any tourism location could be a target. In January, this was confirmed in Turkey when a suicide bomber killed at least 10 people – of whom eight were from Germany – in one of Istanbul’s core visitor areas close to the Blue Mosque. Germany is Turkey’s top inbound tourist market, but the effect of this event is likely to drive German traffic down rapidly. Evidence of this reaction is clear from the aftermath of the Paris attacks when second half of November traffic to the airports of Charles de Gaulle and Orly were heavily down. Aéroports de Paris noted: “While passenger traffic continued to grow by +3.6% between 1-13 November, the events that occurred in Paris had an impact in the second half of November which saw a decrease of around -6% compared to the same period last year.” In early December, Air France-KLM reported lost revenue of €50m due to the Paris attacks while Japan Airlines said it would suspend daily flights from Tokyo’s Narita International to Paris from 12 January due a sharp fall in demand. Asian travellers – among the biggest spenders in airport shops – are very sensitive to such incidents, and an escalation of attacks in Europe could deter them from the whole continent, not just in cities that have been hit. Tourist locations have been targeted more regularly by Islamic State: Tunisia saw the bloody evidence of that on its beaches last summer, while Egypt has suffered the most with a bomb blowing up a Russian passenger plane that was leaving the resort of Sharm el-Sheikh, while in early January there were attempted murders of tourists at another red sea resort: Hurgada. The result has been a tourism industry lying in tatters. It is a sad fact that fundamentalist terrorism is probably something that Europe will have to adapt to in 2016.
La crescente ondata di terrorismo fondamentalista islamico in Europa è ormai una preoccupazione importante per il business del turismo e, quindi, anche per il canale duty free aeroportuale. Le atrocità di Parigi del 13 dicembre scorso – il secondo attacco alla capitale francese dopo le uccisioni di Charlie Hebdo a gennaio 2015 – non hanno solamente shoccato l'Europa, ma hanno anche dimostrato che qualsiasi sito turistico può essere un obiettivo. E la dimostrazione è arrivata a gennaio quando in Turchia un attentatore suicida ha ucciso almeno 10 persone – di cui otto provenienti dalla Germania – in una delle principali aree turistiche di Istanbul, nei pressi della Moschea Blu. La Germania rappresenta la principale fonte di turismo straniero per la Turchia, ma la conseguenza di questo evento causerà probabilmente un drastico calo del traffico tedesco. La conferma di questa possibile reazione deriva dal fatto che all'indomani degli attentati di Parigi, ad esempio, il traffico della seconda metà di novembre negli aeroporti Charles de Gaulle e Orly ha subito un drastico calo. Aéroports de Paris ha dichiarato: “Mentre il traffico passeggeri tra l'1 e il 13 novembre ha continuato a crescere del 3,6%, gli eventi di Parigi hanno avuto un impatto nella seconda metà del mese che ha portato a un calo del 6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente”. A inizio dicembre, Air France-KLM ha registrato un calo del fatturato di 50 milioni di euro a causa degli attentati di Parigi, mentre la Japan Airlines ha dichiarato di voler sospendere in voli giornalieri per Parigi a partire dal 12 gennaio causa un forte calo della domanda. I viaggiatori asiatici – che sono tra i top spender nel travel retail aeroportuale – sono molto sensibili a tali accadimenti, e un'escalation di attentati in Europa potrebbe dissuaderli dal viaggiare in tutto il continente, non solo nelle città colpite. Le località turistiche sono quelle maggiormente prese di mira dallo Stato Islamico: la Tunisia ha vissuto il sanguinario attacco sulle proprie spiagge la scorsa estate, mentre l'Egitto è quello che ha patito di più con la bomba che ha fatto esplodere l'aereo russo di ritorno da Sharm el-Sheikh, e sempre ai primi di gennaio c'è stato un altro attentato in un resort sempre nel Mar Rosso, a Hurgada. Il risultato è un'industria del turismo a brandelli. Il fatto triste è che l'Europa, nel 2016, dovrà probabilmente adattarsi al terrorismo fondamentalista.
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International TOYS R US NUMERO 100 IN CINA Il retailer specializzato nella vendita di giocattoli e prodotti per bambini Toys R Us ha inaugurato il negozio numero 100 in Cina. A distanza di appena dieci anni dall'ingresso nel mercato cinese, il brand americano ha tirato su la centesima saracinesca nell'APM Shopping Mall in Wang Fu Jing a Beijing. Solamente l'anno scorso le aperture erano state 27, coprendo ben 44 città, e per quest'anno si parla di altri 30 opening. «L'espansione su mercati stranieri, in particolare Cina e Sudest asiatico, continuano a essere parte importante delle strategie di crescita a lungo termine» ha dichiarato il chairman/ceo di Toys R Us, Dave Brandon, il quale, durante l'inaugurazione dello store ha sottolineato quanto stia crescendo la richiesta di prodotti per bambini di qualità. Il negozio, inoltre, è dotato delle più moderne tecnologie digitali e di interazione con i clienti, e propone inoltre un'esclusiva linea di referenze, indisponibili su altri mercati.
LAGARDÈRE AL NUOVO AEROPORTO DI ABU DHABI Lagardère Capital, una joint venture tra Lagardère Travel Retail e Abu Dhabi Capital Group, ha siglato un contratto per una serie di attività all'interno del nuovo Midfield Terminal Complex (MTC) dell'Abu Dhabi International Airport. Dopo una lunga e fitta serie di gare, il 21 dicembre scorso è stato firmato il contratto che permetterà a Lagardère Capital di gestire le categorie duty free dei profumi e cosmetici, dolciumi, tabacco e liquori, regali e souvenirs. In tutto l'operazione riguarderà 3mila mq di spazi retail nel salone delle partenze, agli arrivi e nei quattro moli del nuovo terminal. L'MTC, che dovrebbe essere inaugurato nel 2017 con una capacità di 30 milioni di passeggeri e sarà l'hub di Etihad Airways, fa parte del progetto degli Emirati di trasformare Abu Dhabi in una importante destinazione per business e turismo.
AEROPORTO DI NIZZA: LOOK DA COSTA AZZURRA
HONG KONG SPERIMENTA MCDONALD’S NEXT
Mentre si parla di privatizzare il 60% dello scalo, il cui valore è stimato intorno a 1,5 miliardi di euro e per il quale pare ci sia un forte interesse da parte di Atlantia, la holding che fa capo alla famiglia Benetton, l’aeroporto di Nice Côte d’Azur si sta rifacendo il look. Entrambi i terminal sono stati ampliati, ed è attualmente in corso il completamento del T1, che sarà ultimato a maggio 2016. Negli 11mila mq di superficie, la parte dedicata al retail crescerà del 160 per cento. Nei 23mila mq del T2 invece, pronto a maggio del 2017, gli spazi commerciali cresceranno del 110 per cento. Il progetto di restyling dello scalo, come ha raccontato Filip Soete, direttore commerciale non avio, punta a creare un ambiente totalmente unico, e a offrire un’esperienza commerciale sorprendente. L’aeroporto ha stretto partnership con i principali operatori del settore tra cui Aelia, con cui ha realizzato il duty free walkthrough; Dufry che segue il settore fashion, infine Relay e SSP per il food & beverage.
Dopo 40 anni di onorata presenza, McDonald's ha portato a Hong Kong il nuovo concept McDonald's Next. Si inizia col digital ordering, ossia la possibilità, seduti intorno al bancone, di personalizzare gli ordini e inoltrarli attraverso un menu touch e completamente digitale. Parola d’ordine dell’esperimento McDonald’s Next è personalizzare. Va in questa direzione Create your Taste, la possibilità di comporre come meglio si desidera ogni portata del proprio pasto scegliendo tra gli ingredienti disponibili. Cambiano anche la varietà e (almeno a parole) la qualità degli alimenti. Di sicuro la scelta è ampia: più verdure, più piatti vegetariani, più frutta serviti in vassoi di legno chiaro. Il packaging delle pietanze è rinnovato, moderno, e mette al centro il prodotto finito. Per gli amanti del caffè, il McCafè integrato nel McDonald’s Next propone miscele di caffè etiopi pregiati come il Sidamo, confezionate in incarti raffinati e invitanti. Spariscono le plastiche e i colori accesi rimpiazzati dai toni neri e grigi, così come le divise del personale.
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r&f World Travel Retail Warsaw Chopin punta a 20 mln
ELRA sale a 27
Phoenix Airport avvia le gare
POLONIA - L'aeroporto di Varsavia, che assorbe il 40% dei voli aerei sulla Polonia, ha inaugurato il nuovo terminal con una capacità di 20 milioni di passeggeri. Nei 60mila mq dello scalo, il comparto travel retail (cresciuto del 25/30% sul 2014) è aumentato di 3mila mq con 15 nuovi negozi e 10 nuovi locali food & beverage.
AUSTRALIA - Emirates Leisure Retail Australia (ELRA) ha inaugurato due nuovi locali nel terminal dedicato ai voli nazionali dell'aeroporto di Brisbane portando a 27 i locali nei principali scali del continente: il Glasshouse Bar ispirato allo spirito delle iconiche Glasshouse Mountains del Sud-Est del Queensland, e l'Aviation Pier Café & Bar, nuovo punto di riferimento del food in quest'area dello scalo.
STATI UNITI - Il City of Phoenix Aviation Department ha indetto una gara per attività retail, food & beverage e servizi al T3 del Phoenix Sky Harbour International airport. Il termine per consegnare la documentazione e accedere alla selezione sarà fissato ad autunno di quest'anno e i primi contratti potrebbero partire già nel 2017. In totale sono stati messi in gara 21mila mq di spazi dedicati al retail e al food & beverage.
Nuova lounge al Bristol Airport
Pininfarina firma la torre TURCHIA - Il nuovo aeroporto di Istanbul, che sorgerà vicino al Mar Nero e con una capacità iniziale di 90 milioni di passeggeri, avrà un tocco tutto italiano. La torre di controllo, infatti, porterà la firma di Pininfarina. Il progetto, a forma di tulipano, simbolo della città, si presenta come la punta di una freccia che prende il volo, unendo le dimensioni dello spazio e del tempo.
Aelia inaugura al Lux-Airport LUSSEMBURGO - Aelia Duty Free Store, oggi parte del gruppo Lagardère Travel Retail, ha inaugurato a inizio anno il nuovo duty free all'aeroporto di Lussemburgo. Distribuito su una superficie di 959 mq, il nuovo duty free rientra in un progetto di riorganizzazione aeroportuale che modificherà i flussi, e ottimizzerà gli spazi aumentando le superfici da dedicare al retail del 20% superando i 2mila metri quadri.
INGHILTERRA - Fa parte dei lavori di ampliamento la nuova lounge inaugurata nello scalo inglese. Nuove sedute, vending machine, postazioni di ricarica dei device, work station e free WiFi saranno a disposizione dei passeggeri. Continuano invece i lavori di ampliamento del terminal ovest iniziati nel 2010 con un preventivo di 170 milioni di euro.
Helsinki: parte la fase 2 dell'ampliamento
Il franco penalizza Zurigo SVIZZERA - Da quando il franco svizzero è soggetto alle normali oscillazioni del mercato, l'aeroporto di Zurigo ha riscontrato numeri negativi sul travel retail. Il 2015 sul 2014 ha registrato un -1,4% portando i ricavi a 530 milioni di dollari. Le vendite in airside sono calate del 5% mentre sono cresciute del 3,6% quelle in landside.
Lagardère rinnova Relay HONG KONG - L'operatore francese Lagardère ha prolungato all'interno dell'aeroporto internazionale di Hong Kong il contratto per il format Relay. Presente in oltre 120 aeroporti e 700 stazioni, Relay offre ai viaggiatori una selezione di libri, magazine, prodotti di cartoleria, souvenir e regali.
Furla rinnova a Taipei TAIWAN - Il brand italiano di borse e pelletterie ha iniziato il 2016 annunciando il rinnovo dello spazio all'interno dell'aeroporto di Taipei Songhan. Il negozio adesso vanta 12 mq indipendenti aperti in partnership con Everrich D.F.S. Corporation a dicembre 2015 con le linee SS16 e AW15 main collection, in linea con lo spirito internazionale del brand.
FINLANDIA - Lo scalo finlandese, strategico per i collegamenti tra Europa e Asia, sta iniziando la seconda fase di lavori di ampliamento per cui sono stati preventivati 900 milioni di euro. Il progetto, una volta terminato, porterà la capacità dello scalo a 20 milioni di passeggeri (sono stati 16 milioni nel 2014). In questa seconda fase, 400 milioni di euro saranno utilizzati per l'espansione del terminal, per i nuovi ponti d'imbarco, nuovi sistemi di trasporto bagagli e altri aspetti logistici.
Oslo-Gardermoen punta sul f&b
ADP: grandi progetti al 2020
NORVEGIA - Ad aprile dovrebbe ufficialmente inaugurare il nuovo Aeroporto di Oslo e in questo contesto, la direzione ha selezionato cinque operatori che si occuperanno delle attività food & beverage e minimarket. Si tratta di SSP, HMSHostUMOE F&B Company, Reitan Convenience Norway, Joe & The Juice e BIT. I locali food & beverage passeranno così da 20 a 37, mentre i minimarket da sei saliranno a dieci. L'obiettivo dello scalo norvegese è di avere un'offerta food & beverage il più ampia possibile nell'ottica di apertura dello scalo che avrà dimensioni doppie rispetto all'attuale e un notevole aumento di passeggeri.
FRANCIA - Aeroports de Paris, la società cui fanno capo gli scali francesi di Paris-Orly e di Paris-Charles-deGaulle ha preventivato 4,6 miliardi di euro di investimenti per lo sviluppo dei due aeroporti da qui al 2020. I lavori verteranno su ampliamenti strutturali, nuove aree retail, miglioramento dei servizi e molto altro. Gli scali sono in netta crescita come numero di passeggeri: si parla di +3,9% al Charles-de-Gaulle con 50,5 milioni di passeggeri e +3,5% al Paris-Orly con 22,7 milioni di passeggeri. Anche le attività commerciali festeggiano grazie a una spesa media di 19 euro a biglietto, con una previsione a 23 euro entro il 2020.
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La potenza dei social Su LinkedIn abbiamo intercettato un dibattito che dimostra cosa può accadere in periodo di saldi
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r&f La pulce nell’orecchio
di Simone Filippetti
Delist Cremonini, dilemma giudiziario in punto di diritto
Q
ualcuno si ricorda della Cremonini a Piazza Affari? Il più grande produttore italiano di carni era quotato in Borsa, a Milano. Poi, nel 2008, Vincenzo Cremonini, il figlio del patron Luigi (fondatore del gruppo alimentare emiliano che fornisce gli hamburger a McDonald's in Italia e in Russia), decise che, dopo dieci anni in Borsa, era arrivato il momento di andarsene. Quell'operazione, che nel mondo dell'alta finanza si chiama delisting, rischia di diventare un caso giuridico e finanziario mondiale. Padre e figlio Cremonini sono stati, infatti, condannati, in primo grado a 2 anni di prigione e a pagare una multa di 150mila euro. La “colpa”? Aver fatto Insider Trading, speculando sul delisting. L'Insider è il reato più grave nella finanza, da codice penale. Gioverà ripercorrere la storia di una tormentata vicenda: a fine marzo di otto anni fa, dagli uffici di Castelvetro Modenese annunciano che ritireranno la loro storica azienda dalla Borsa, dove era sbarcato nel lontano 1998. La mossa ha un suo senso (finanziario). I Cremonini avevano nel frattempo già quotato la parte più ricca del gruppo (quella coi margini più alti e migliori prospettive di crescita): la Marr, ristorazione e forniture per alberghi e comunità, che era stata scorporata da Cremonini tempo prima. Avere due aziende, di cui una controllata dall'altra, entrambe quotate, non era decisamente efficiente. Tutto fila liscio, secondo copione: i Cremonini lanciano un'Opa per ritirare le azioni, come richiede la normativa di Borsa. L'operazione si chiude con successo e, senza troppi rimpianti da parte di Vincenzo, il Gruppo Cremonini
dice addio a Piazza Affari. Ma, si scopre in seguito, a inizio dello stesso anno, pochi mesi prima del delisting, la famiglia Cremonini aveva comprato azioni della propria società: 1,8 milioni. Prezzo: 2,27 euro ad azione, per una spesa di 4 milioni di euro. Tutto alla luce del sole. Ma, pochi mesi dopo, quando la stessa famiglia lanciò l'Opa per portare via dal mercato il prezzo era decisamente più alto di quello pagato dai medesimi Cremonini mesi prima: 3 euro. Da quel pacchetto di 1,8 milioni di azioni, la famiglia ottiene un guadagno di circa 130mila euro. Il caso del delisting aveva fin da subito scatenato le ire della Consob, gli “sceriffi” della Borsa, che multò i Cremonini, per 600mila euro. La famiglia si era appellata al Tar e i giudici amministrativi di secondo grado avevano annullato la multa. La sentenza aveva fatto scalpore perché aveva teorizzato l'impossibilità del reato di «auto-insider». Questo accadeva nel 2012. Sembrava tutto ormai archiviato e finito nel dimenticatoio. E invece, sul finire del 2015, è arrivata la doccia fredda, con un conto salatissimo per i Cremonini: il processo penale, partito sulla scia delle indagini del
Vincenzo e Luigi Cremonini
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pubblico ministero Fusco e dove la Consob si era costituita parte civile, ha condannato padre e figlio al carcere e a una multa equivalente al supposto guadagno illecito. Quello del delist un caso unico al mondo, destinato a scrivere la storia della finanza. Se Cremonini dovesse essere condannato anche in appello, verrebbe punito, per la prima volta, il reato di autospeculazione. E su questo punto si gioca la difesa della famiglia, che ha già fatto ricorso in Appello e si attende a breve la sentenza. Probabile che i Cremonini, quando a inizio 2008 comprarono loro stessi titoli, sapessero esattamente che cosa avrebbero fatto di lì a poco e che ci avrebbe gua-
dagnato. Fare speculazione perché in possesso di informazioni riservate in merito a un titolo quotato, è un’attività che coinvolge generalmente 3 soggetti diversi: lo speculatore che commette reato, chi passa la notizia riservata e il soggetto (passivo) oggetto della speculazione. Nel caso di Cremonini, invece, i 3 soggetti coincidono. Può il proprietario di un'azienda essere condannato per aver fatto "speculazione" su sé stesso? Il dilemma, a Piazza Affari e nelle aule giudiziarie, è affascinante. Perché aprirebbe scenari inediti e il caso farebbe giurisprudenza in tutto il mondo. Tutto si gioca sul sottile filo del diritto e la famiglia ha già detto che è disposta ad arrivare fino alla Corte di Strasburgo per far valere le proprie ragioni. Per ora, l'auto-insider è stato ritenuto un reato dal Tribunale di Milano. Vedremo cosa deciderà la giustizia italiana in via definitiva.