Anno 11 • Numero 5 • MAGGIO 2016
TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL
retail&food Anno 11 • Numero 5 • MAGGIO 2016 • € 5,00
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Cover story centri commerciali
Da Arese a Mapic Italy
retail&food
Primark, Lego e altri brand fanno il loro ingresso in Italia
Parola di...
Reportage esclusivo
Star Trek
CDS Holding
IKEA Centres - Russia
Cigierre
NEWS PRIMAE NOCTIS SCACCO MATTO A MILANO
L’OPINIONE FLIGHT TO HIGH STREET La volatilità dei primi mesi dell’anno ha rallentato la corsa degli investimenti immobiliari in tutta Europa e in Italia. Ciò si è riflesso in un volume nel primo trimestre pari a 1,8 miliardi di euro: -42% rispetto al trimestre precedente e -7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il settore retail è in controtendenza e con quasi 600 milioni di euro investiti in Italia ha messo in evidenza un +13% sul trimestre precedente, oltre il doppio sullo stesso periodo del 2015. La maggior parte degli investimenti in retail (oltre il 60%) ha interessato il settore high street, confermando una tendenza in atto dallo scorso anno. Da una recente indagine condotta da CBRE Italia, è emerso inoltre che nel 2016 l’high street sarà il settore più attraente per gli investitori (20%), davanti agli uffici (18%) e ai centri commerciali (13%). In realtà il graduale miglioramento dell’economia, con i consumi e le vendite in leggera crescita, sta rafforzando la fiducia degli investitori in tutti i segmenti del settore retail, che si conferma più anticiclico rispetto ad altri. A questo si unisce un leggero cambio di strategia degli investitori emerso per il 2016. Infatti, rispetto a dicembre scorso, oggi si osserva una diminuzione nella propensione al rischio da parte di alcuni investitori con un maggiore bilanciamento tra strategie core e value add. Gli investitori value add continuano comunque a manifestare solido interesse per le opportunità che potrebbero arrivare dalle grandi riqualificazioni di aree dismesse oppure dalle riconversioni o riqualificazioni degli spazi lasciati liberi con altre destinazioni d’uso. Pur se più lentamente, anche per la maggiore complessità delle operazioni, il settore dei centri commerciali beneficerà di queste nuove tendenze, soprattutto i centri dominanti e considerati core. Stanno ripartendo alcuni selettivi sviluppi immobiliari, stanno entrando nuovi retailer e anche nuovi developers-investitori, elementi che contribuiranno a creare un prodotto nuovo e più in linea con gli standard internazionali.
Editoriale
Alfiere in D4, un’apertura classica negli scacchi. Una mossa, tutt’altro che classica, Marco Brunelli di Finiper l’ha eseguita ad Arese, con Il Centro, che obbliga tutti i pedoni, le torri, i cavalli, gli alfieri, le regine e persino i re a muoversi di conseguenza. Perché la mossa successiva è inesorabile. Scalo, Westfield, Cascina Merlata e il futuro centro commerciale di Cinisello, laddove contestualmente alla chiusura Auchan ha annunciato un maxi progetto, ma non possono ritenersi fuori dai giochi il Carosello, che mira a incrementare la Gla, Metropoli, Sarca, Il Vulcano, Galleria Borromea, San Giuliano, Fiordaliso, Milanofiori, sino ad arrivare, spingendoci a nord-est, al Carrefour di Limbiate e a Oriocenter. Escludendo forse il Bicocca Village per la ristorazione e Il Portello per la location urbana, proprio tutti – scusateci se qualche nome è rimasto fuori - andranno a contendersi il bacino del Gran Milan. Nelle settimane scorse abbiamo assistito a file chilometriche per uscire ad Arese: cittadini che prima andavano in altri centri commerciali, poi hanno visto il nuovo mall per la curiosità dei grandi sconti e dei grandi marchi (Primark in primis), e quindi dove andranno? Se Il Centro confermerà le previsioni, oltre 15 milioni di clienti all’anno troveranno (anche) ad Arese i propri negozi preferiti, soprattutto se IKEA confermerà il proprio interesse. Oltre all’ennesimo Apple Store. Nei prossimi mesi vedremo quindi quali saranno i nuovi equilibri a nord di Milano, ma entro la fine dell’anno sarà la volta di Scalo e poi a est, magari già nel 2019: sembra infatti che a breve parta il cantiere di Segrate. In sintesi nulla sarà più come prima e tutto sarà da raccontare, a partire dal prossimo appuntamento di Mapic Italy.
Raffaella Pinto, head of research and marketing at CBRE
retail&food - maggio 2016
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Anno 11 numero 5 maggio 2016 © Ph. Andrea Penazzi
Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Stefano Masin - stefano.masin@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Fiorenza Auriemma, Alessandro Barzaghi, Antonio Bisci, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Stefano Gardini, David Jarach, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Dante Marro, Jerome Massiani, David Montorsi, Roberta Motta, Enrico Pazzali, Mario Resca, Leopoldo Resta, James Ross Impaginazione Claudio Rossi Oldrati Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Pubblicità dircom@edifis.it Traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it
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n°5 maggio 2016
SOMMARIO
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36 NEWS PRIMAE NOCTIS Scacco matto a Milano
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L’OPINIONE di Raffaella Pinto Flight to high street
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R&F NEWS
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R&F NEWS OPENING
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COVER STORY Milan l'è (tornà) on gran Milan
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COVER STORY - L’EVENTO È di scena Mapic Italy
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COVER STORY - PAROLA DI… ENRICO BIFFI CDS Holding: «Nel mirino gli investitori internazionali»
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DOSSIER SHOPPING MALL TAGLIO NASTRO 42 Il Centro ad Arese: è iniziata l’era dei giganti Sotto i riflettori da Mapic 2014, l’ex Arese Shopping Center è stato aperto al pubblico lo scorso 14 aprile. Numeri (quasi) da record per una delle strutture retail più grandi d’Italia e d’Europa: 93mila mq di Gla e 200 negozi. Protagonista Finiper con un investimento da circa 350 milioni di euro.
E-COMMERCE Tally Weijl, dal garage al web
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TECH&ARREDO
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INTERNATIONAL
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VETRINA
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LA FOTO
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LA PULCE NELL’ORECCHIO Il caso Trenord. Buoni aeroporti, infrastrutture lente
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COVER STORY - REPORTAGE ESCLUSIVO 49 A Mosca, IKEA Centres lancia “Taste Boulevard” STAR TREK FOOD Cigierre
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BRAND ANALYSIS Lovable: il cuore rosso della lingerie
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COVER STORY - CASE HISTORY KFC mette la Freccia e arriva ad Arese
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DOSSIER AEROPORTI 56 Treviso Antonio Canova piccolo ma grintoso Quasi due milioni e mezzo di passeggeri e l'obiettivo di incrementarli ancora nel 2016. Lo scalo di Treviso cresce e, nei suoi numeri comunque contenuti, si dimostra un ottimo alleato dell'aeroporto Marco Polo, con cui forma dal 1996 il sistema aeroportuale di Venezia-Treviso.
COVER STORY - OSSERVATORIO PREZZI In Laguna si parla francese
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AIRPORT ANALYSIS Flughafen München
CASE HISTORY LANDLORD ECE, da Verona a Pompei
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ANALISI MERCATO 65 Scarpe, gioie e dolori del made in Italy Il mercato riprova ad alzare la testa. L'Italia è sempre un terreno difficile, ma le cose iniziano a muoversi. Bene Germania, Svizzera, Stati Uniti, Sud Corea e Hong Kong, mentre crollano i Paesi dell'ex Unione Sovietica.
IL CONVEGNO Travel retail: da non luogo a sesto continente
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RUBRICHE
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STOCK OPTION NEW MARKETS OUTLOOK INVIATO SPECIALE COSA OCCORRE SAPERE PER...
retail&food - maggio 2016
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r&f News PARMA URBAN DISTRICT AL POSTO DELL'EX SALVARANI
È TH REAL ESTATE IL FUND MANAGER OF THE YEAR
T Più di cento negozi, un cinema multisala, venti tra bar e ristoranti, un supermercato da 4.500 metri quadrati. Un centro commerciale capace di ricevere 20mila persone al giorno, cioè sette milioni di presenze all’anno. È il progetto, denominato Parma Urban District, di riqualificazione dell’area industriale ex Salvarani, oggi area dismessa, della società Sviluppo Immobiliare, controllata del Gruppo Pizzarotti. "È sicuramente il più grosso investimento commerciale fatto in Italia dal nostro gruppo e sono orgoglioso di finanziare un intervento che in una città di 180mila abitanti porterà 1.500 nuovi posti di lavoro, senza contare le 700-800 persone che lavoreranno nel cantiere", afferma Michele Pizzarotti, vicepresidente di Impresa Pizzarotti al Sole24Ore. Una vicenda di cui si parla dal 2009, ma ora tornata alla ribalta, visto che il cantiere dovrebbe partire a breve e l'inaugurazione è prevista nell'autunno 2018. Un investimento da 200 milioni di euro. La ricerca dei brand a cui affittare gli spazi è stata affidata a CBRE.
H Real Estate, società di gestione di investimenti specializzata in investimenti in titoli azionari e strumenti di debito nel comparto immobiliare a livello mondiale, è stato eletto ‘Fund Manager of the Year’ ai Property Week Awards. Più di 1.300 professionisti del real estate hanno partecipato alla cerimonia che si è tenuta lo scorso 19 aprile al Grosvenor House Hotel a Londra. In una short list che includeva altre otto società, tra cui AEW Europe, Legal and General Investment Management – Real Assets, Patron Capital, Brockton Capital e M&G Investments, per la categoria Fund Manager of the Year è stata scelta la società che meglio ha saputo dimostrare ottime performance dei fondi, focus sui clienti, risultati positivi nella raccolta e chiaro indirizzo strategico, supportati da un approccio innovativo alla ricerca. Di pochi giorni dopo la notizia che TH Real Estate, per conto di un Fondo real estate gestito da War- burg HIH Invest Real Estate GmbH, ha acquistato le Unità 2 e 3 al 44-48 di Argyle Street a Glasgow per 1,9 milioni di Sterline. Tale operazione fa seguito all’acquisto del 38-48 di Argyle Street a luglio 2014. Il valore globale dell’investimento immobiliare è superiore a 23,5 milioni di Sterline.
Stock option
COIN CEDE UN PO’ DI OVS Il gruppo Coin ha annunciato il collocamento sul mercato, attraverso un meccanismo di accelerated book building, di 22,7 milioni di azioni ordinarie Ovs, rappresentanti circa il 10% delle azioni Ovs in circolazione, e collocate presso investitori istituzionali internazionali a un prezzo di 5,68 euro per azione. I proventi lordi derivanti da questa operazione ammontano a 129 milioni di euro circa. La quota di partecipazione di Coin in Ovs, a seguito del collocamento accelerato, è scesa dal 52,1% del capitale sociale a circa il 42,1 per cento. Il secondo azionista di rilievo, con una quota poco superiore al 2%, è JPMorgan Asset Management. Secondo quanto comunicato in via ufficiale, il gruppo Coin, che è indirettamente controllato da fondi gestiti da Bc Partners, si è impegnato a non compiere atti di disposizione di ulteriori azioni Ovs per almeno 90 giorni dal regolamento dell’offerta.
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Calzedonia Calzedonia supera il traguardo dei 2 miliardi. Il gruppo veneto ha archiviato lo scorso esercizio a 2.018 milioni di ricavi, in aumento del 9,3% rispetto al 2014. Alla crescita complessiva hanno contribuito tutti i marchi di proprietà: Calzedonia, Intimissimi, Tezenis, Falconeri e Signorvino.
ADR Addio amaro. Fabrizio Palenzona, presidente della società di gestione degli scali aeroportuali romani, lascia la poltrona, occupata per quasi un decennio. Nella sua lettera di commiato ad Adr, ha ricordato tutte le tappe dal 2005 al 2015 e ringraziato i collaboratori. Nessun cenno ai vertici di Edizione.
Trenord Da un'inchiesta di Report su Rai 3 sono emerse scommesse sportive, pranzi e cene in giorni festivi in località di villeggiatura, biglietti per lo stadio e viaggi a New York in week-end di vacanza. In totale più di 350 mila euro, a solo vantaggio dei manager e a carico di Ferrovie Nord Milano.
IKEA IKEA Italia ha presentato a Cagliari il primo pick-up & order point a marchio del Paese: un progetto che coniuga l’esperienza di acquisto in negozio all’e-commerce. Cagliari è stata scelta per testare un format che avvicina il punto vendita ai centri cittadini.
Fnac vs Conforama per Darty Giochi di Borsa: Fnac ha alzato la sua offerta, valutando circa 900 milioni di sterline Darty, dopo che il secondo maggiore retailer europeo del fai-da-te aveva migliorato la sua proposta da 138 a 160 pence per azione.
Fast Retailing Semestre a due velocità per Fast Retailing, colosso giapponese della catena Uniqlo, che ha registrato ricavi in crescita del 6,5% e utili in picchiata del 55%. Ad incidere sul calo dei profitti, secondo l'azienda, è stato il rafforzamento dello yen.
Amazon Sempre più veloce. Nel quartiere di Charlottenburg, a Berlino, aprirà a maggio il primo centro di smistamento urbano di Amazon all’interno di un centro commerciale, il Ku’Damm Karree. Mentre a Ovest procedono le trattative per l’acquisizione dello scalo aereo di Francoforte-Hahn.
Arese A dieci giorni dall'inaugurazione, nel nuovo centro commerciale di Arese arriva la pioggia. A testimoniarlo il video fatto con un telefonino. Al passaggio di un temporale è cominciata a cadere acqua piovana dal soffitto nella zona della food court in corrispondenza del ristorante KFC. Centro bagnato…
Mittel Mittel mette in liquidazione Fashion District Group, la società che gestiva gli outlet di Molfetta, Valmontone e Mantova. L’ultimo bilancio di Fashion District Group segnava un drastico calo dei ricavi passati da 16,8 a 4 milioni di euro. I dati trovano spiegazione nella cessione degli asset nel 2014.
News RETAILNOW: RIFLETTORI SU “IL PUNTO VENDITA COME MEDIA. OPPORTUNITÀ E STRATEGIE DI MARKETING”
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ella location dell’Art Hotel Navigli di Milano, lo scorso aprile il circuito di eventi RetailNow ha puntato i riflettori sul tema "Il punto vendita come media. Opportunità e strategie di marketing”. L’incontro, organizzato dalla Paola Gallas Networking Srl, ha esplorato l’argomento da molteplici punti di vista, espressi da altrettanti relatori. Tra i contributi più interessanti quello di Fabrizio Valente, founder partner Kiki LabEbeltoft Italy, che ha parlato di “punto vendita come iper-media. Tendenze e casi dall’Osservatorio globale Kiki Lab – Ebeltoft Group”: attingendo dall’edizione numero 11 di Retail Innovation, Valente ha insistito sulla tendenza a innovare portata avanti non solo dai marchi emergenti ma anche e soprattutto da quelli più diffusi e affermati. Come nel caso di Starbucks, che nel 2014 ha avviato una torrefazione chiamata Reserve Roastery all’interno di un locale, per rifocalizzare l’attenzione del cliente sul prodotto principale: il caffè. Da allora l’ha portata con successo in 1.500 punti vendita. E ancora ha citato i casi di La fabrique de lunettes, un’ottica con prodotti vintage anni ’50 che ha lanciato il servizio di noleggio, con cui genera il 13% del proprio fatturato; di Muji e del relativo flagship a Tokyo, di Orange Romania ecc. Il convegno è proseguito con gli interventi di Patrizia Amantini, account manager TNS sul tema “influenzare lo shopper nel punto vendita”; di Romeo Quartiero, consigliere Adico, che si è pronunciato su “Innovazione digitale nel punto vendita”; di Roberta Contini, Business Consultant In Store FM Vision, che ha parlato de “La formazione dell’addetto vendita per valorizzare la marca e il sell out”; di Giorgio Porro, responsabile commerciale market knowledge, e Luca Cesari, responsabile vendite GDO Italia di Dr.Schaer, intervenuti circa “L’importanza del presidio del punto vendita per lo sviluppo del sell out nella GDO”, di Fabio Siciliano, analista e formatore presso Adiconsum, sul tema “Le attività promozionali e il consumatore finale: comportamento, fidelizzazione, consapevolezza”; di Massimo Costa, segretario generale Assotemporary, che ha parlato di “Quello strumento multitasking chiamato Temporary Shop”; e infine di Nicola Augello, presidente Anasfim, che ha completato il programma della giornata testimoniando sui “Contratti di secondo livello e istituti di lavoro: rischi e attenzioni per committenti e retailer”.
NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING
www.strabranding.com
HOW WE SHOP NOW: WHAT’S NEXT? La Westfield Corporation, uno dei principali operatori di centri luoghi dello shopping ma anche come aule dove poter apprendere commerciali, nello scorso mese di febbraio ha promosso una innuove competenze e costruire i propri rapporti sociali. Il 35% teressante ricerca di settore, denominata “how we shop now: degli intervistati è interessato a partecipare a lezioni su temi what’s next?”, con l’obiettivo di individuare quali fossero le inerenti il Lifestyle (salute, forma fisica, cucina creativa, ecc.) orcinque tendenze chiave che caratterizzeranno il settore Retail di ganizzate nel proprio negozio preferito che quindi viene reinterdomani. La ricerca (Fig.1), oltre 13.000 interviste ad esperti di pretato come un club, un luogo di aggregazione; settore in UK e USA, paesi tradizionalmente all’avanguardia 3) LIFESTYLE LOYALTY: c’è una nuova domanda dei consumatori negli aspetti legati al Retail, è stata recentemente presentata da per sistemi di fidelizzazione che premino buone scelte o comWestfield ai propri tenant con l’incoraggiamento ad abbracciare portamenti di vita (recycling, stare in forma, dormire a sufficienza, queste tendenze. Citando quanto dichiarato dall’ufficio marketing attività di volontariato o caritatevoli, ecc.). In particolare, il 30% di Westfield, un negozio fashion nel prossimo futuro potrebbe dei più giovani (16-24 anni) desidera avere ricompense per il apparire molto diverso dall’attuale: ricevendo i clienti nei negozi fatto di condurre una vita equilibrata trascorrendo del tempo per frequentare corsi di apprendimento, premiandoli finanziariacon i propri cari. mente per il riciclaggio dei loro vecchi vestiti, aiutandoli a 4) ENHANCED ASSISTENCE: il report prevede che la realtà scegliere un nuovo vestito con la realtà virtuale ed infine prestarvirtuale diverrà omnipresente nei prossimi anni e i consumatori glielo per la festa durante il fine settimana. desiderano che tale tecnologia contribuisca a portare l’offerta Ecco quindi quali sono le cinque principali tendenze emerse retail più vicino alla loro vita quotidiana. In UK, più del 40% dalla ricerca: degli intervistati grazie alla realtà virtuale vorrebbe sperimentare 1) PAY AS YOU GO: pagamento al consumo; i consumatori, già i prodotti nella propria casa o vedere indossati i vestiti scelti. abituati al concetto della “sharing economy” utilizzando Uber per 5) INSIDE-OUT RETAIL: l’esperienza sensoriale nella vendita al il trasporto o Airbnb per l’alloggio, guardano con molta attenzione dettaglio è sempre più importante per i consumatori. Non solo a questa possibilità. Una persona su cinque nel Regno Unito è inte- Fig.1: Westfield Corporation – How we shop: What’s next? ad esempio sentire il profumo di fiori all’interno del negozio ressata a poter affittare i prodotti del negozio preferito (il rapporto ma essi desiderano sovraccaricare i sensi con esperienze straordinarie sale a 1/3 nell’area di Londra) e questa tendenza sale al 46% se si analizzano i desideri dei capaci di risvegliarli tutti in una volta. cosiddetti Millennials (25-34 anni). In cima alla lista dei prodotti ricercati troviamo: le attrezzature Sono richiesti Il tatto, la vista ma anche l’olfatto e l’udito, tutti desideri che questo canale può per palestra (19%), l’elettronica di consumo (15%), le biciclette (14%) e l’abbigliamento (10%); soddisfare in modo naturale rispetto alla concorrenza online. 2) CLASS ROOM RETAIL: gli acquirenti vedono sempre più gli spazi Retail non solo come Luca Esposito
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News STOPPATO L’ANTITRUST SU MYCHEF E CHEF EXPRESS La Sezione Prima del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, con sentenza depositata il 01.04.2016, ha annullato il provvedimento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) emesso il 22 aprile 2015, con il quale era stato contestato a MyChef e Chef Express di aver posto in essere un’intesa orizzontale per il coordinamento delle proprie condotte in merito all’attuazione di 16 gare indette da Autostrade per l’Italia nel 2013 per l’assegnazione della gestione dei servizi di ristorazione in altrettante aree autostradali; alle due Società l’Antitrust aveva di conseguenza irrogato una ingente sanzione pecuniaria. La prima sezione del Tar ha ritenuto che “…la ricostruzione operata dall’Autorità non è... motivata e rispondente ai fatti come risultanti dalla istruttoria, sicché nella fattispecie non è configurabile un’intesa vietata… né risulta in ogni caso provata la partecipazione (delle due Società) ad un’intesa restrittiva della concorrenza”.
SEA FA SALTARE IL BANCO
I
l Consiglio di amministrazione di SEA ha esaminato e approvato il progetto di bilancio dell’esercizio 2015 di SEA S.p.A. e il bilancio consolidato 2015 del Gruppo SEA. «Il 2015 è stato un anno positivo per il Gruppo – ha commentato il presidente di SEA, Pietro Modiano – lo testimoniano i dati di conto economico e di stato patrimoniale, con un margine operativo che ha raggiunto il suo massimo storico arrivando a 219,8 milioni di euro, in crescita del 6,8% rispetto al 2014. L’utile netto consolidato raggiungendo gli 83,8 milioni di euro, ha fatto registrare un incremento del 52,8%, anch’esso al massimo storico. Anche la posizione finanziaria netta è migliorata di 32,9 milioni di euro, passando dai 571,2 milioni del 31 dicembre 2014 ai 538,3 milioni del 31 dicembre 2015». Nell’esercizio 2015 i ricavi, al netto della componente relativa ai lavori per beni in concessione, sono pari a euro 642,4 milioni e risultano in aumento di 20,8 milioni rispetto all’esercizio precedente (+3,3%). In particolare, i ricavi non aviation hanno raggiunto 214,9 milioni di euro (203,4 milioni nel 2014), crescita determinata dalla buona performance degli shop e del comparto food & beverage, grazie alla nuova offerta commerciale conseguente al restyling del Terminal 1 di Malpensa. L’EBITDA si è attestato a 219,8 milioni euro, a fronte di 205,9 milioni al 31 dicembre 2014, segnando un incremento del 6,8% (+13,9 milioni). Il risultato operativo è pari a 146,1 milioni in crescita del 12,6% rispetto ai 129,7 milioni di euro del 2014 mentre il risultato netto di competenza del Gruppo SEA ammonta a 83,8 milioni di euro, in crescita di 29 milioni (+52,8% rispetto all’esercizio precedente). Per quanto riguarda i dati di traffico nel 2015, dal sistema aeroportuale milanese sono transitati oltre 28 milioni di passeggeri, con una crescita dell’1,6% rispetto all’anno precedente. L’esercizio 2015, inoltre, ha evidenziato una crescita del 4,8% dei passeggeri intercontinentali. Tale segmento di mercato, scorporando il dato relativo all’area nord africana influenzata da eventi di carattere geopolitico, evidenzia una crescita del 12,4% rispetto al 2014.
MITTEL: IN LIQUIDAZIONE HARMONT & BLAINE SI RAFFORZA SU TORINO FASHION DISTRICT GROUP
I
l processo di crescita di Harmont & Blaine guarda anche oltre confine: sono infatti state costituite le società H&B Spagna e H&B France, propedeutiche a supportare il già avviato sviluppo del bassotto sul mercato spagnolo e francese. Nel frattempo non si ferma la marcia sull'Italia con l'apertura a Torino, in via Lagrange, della rinnovata boutique frutto di un importante progetto di restyling che riprende la nuova immagine dei punti vendita che accompagnerà lo sviluppo retail del bassotto nei prossimi anni. Nei circa 300 mq disposti su due livelli saranno esposte le collezioni uomo e donna di Harmont & Blaine. Al primo piano, collegato al pianterreno da una scala interamente rivestiva in rovere massello, i visitatori potranno inoltre apprezzare una rilassante zona “salottino”. L’ambientazione della boutique trae ispirazione dal mondo luminoso e solare della costa mediterranea che si fonde a elementi del design italiano degli anni sessanta reinterpretati in chiave moderna. «Il nuovo concept della boutique di Torino – ha commentato l’Amministratore Delegato Giulio Guasco – consente di valorizzare al meglio il mood mediterraneo che caratterizza l’universo Harmont & Blaine».
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retail&food - maggio 2016
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ittel mette in liquidazione Fashion District Group, la società che gestiva gli outlet di Molfetta, Valmontone e Mantova, prima che le strutture fossero cedute ad altre realtà. L’ultimo bilancio della società immobiliare controllata da Mittel, chiuso al 30 settembre 2015, segnava un drastico calo dei ricavi passati da 16,8 a 4 milioni di euro, con una perdita di 4,64 milioni (erano 37,8 milioni nel 2014). I dati trovano spiegazione nella cessione di tutti gli asset del gruppo avvenuti nel 2014. Il piano strategico di Mittel al 2019 infatti prevede uno sfoltimento delle società controllate, una riduzione dei costi e il ritorno agli investimenti con l'obiettivo di acquisire la maggioranza di società non quotate. Prima è stata la volta delle strutture di Mantova e Molfetta acquisite dal fondo internazionale Blackstone per 124 milioni di euro. Poi è toccato a Valmontone Outlet, passato nelle mani dei tedeschi di Rreef che operano per conto del fondo comune di investimento immobiliare di tipo aperto di diritto tedesco chiamato Grundbesitz Europa ed è ora gestito da Promos.
News AEROPORTO DI BOLOGNA: CIR FOOD PUNTA IN ALTO PASSENGER EXPERIENCE AL TOP S
A
ttori travestiti da passeggeri, modelle in abito da sera, danzatori, musicisti e uno chef stellato: sono gli ingredienti del gustoso flash mob andato in scena nella sala imbarchi extra Schengen dell’Aeroporto di Bologna e intitolato “Winged” (alato). L’evento a sorpresa è stato ideato ed organizzato dal ristorante La Ghiotta (Sirio Spa), che ha voluto così offrire ai passeggeri in partenza un’esperienza di viaggio davvero unica: il volo che diventa parola, musica, ballo, ma anche profumi, sapori e colori. Momenti di qualità nell’attesa della partenza, che sono culminati nel light lunch a base di pesce realizzato per l’occasione dallo chef Marcello Leoni. Le performance artistiche, accompagnate dalla musica dal vivo di sassofono, contrabbasso e clarinetto, si sono ripetute più volte durante l’arco della giornata animando la sala imbarchi, con degustazioni gratuite per i passeggeri, che hanno gradito l’inaspettato intrattenimento.
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retail&food - maggio 2016
ono 75 i milioni di euro che Cir Food, il colosso cooperativo reggiano della ristorazione, investirà da qui al 2020, per crescere sui mercati europei e diversificare il business. E che si misurano con il piano di investimenti 2016, annunciato poche settimane fa, da 25 milioni di euro per rinnovare le strutture produttive e aprire nuovi locali in giro per lo Stivale. Il nuovo piano strategico 2016-2020 del player indica la rotta: «Per continuare a crescere, puntiamo a raggiungere gli 800 milioni di fatturato nei prossimi cinque anni. Stiamo valutando alcune operazioni che si potrebbero concretizzare a breve tra Spagna, Olanda, Belgio, Austria», precisa Chiara Nasi, dal 2013 presidente di Cir Food. Da qui al 2020, su 250 milioni di ricavi aggiuntivi messi nero su bianco nel piano strategico tutto autofinanziato, una settantina dovrebbero arrivare dall’estero, altri 20 milioni dalla diversificazione del business. «Puntiamo invece a raddoppiare il peso del ramo commerciale dove intravediamo maggiori potenzialità per il lancio di nuovi modelli ristorativi, ispirati a quanto sperimentato con successo a Expo 2015», aggiunge il presidente.
News LARRY SMITH ENTRA NEL NUOVO STADIO DI CAGLIARI Larry Smith Italia, in partnerhip con B Futura, la piattaforma di sviluppo infrastrutturale della Lega B di Calcio, ha partecipato, nella prima fase propedeutica all’ottenimento della dichiarazione di pubblico interesse, alla realizzazione dello studio di fattibilità, del piano di merchandising e della definizione dei ricavi del contesto retail del nuovo stadio di Cagliari. Il progetto, quindi, ha definitivamente preso concretezza e si appresta a seguire velocemente l’iter verso l’esecutività della realizzazione. Il nuovo stadio, che verrà costruito dove adesso sorge il Sant’Elia, costerà circa 55 milioni di euro, sarà caratterizzato da 21mila posti coperti e sarà inaugurato per la stagione 2019/2020. Tra le altre peculiarità, la certificazione Uefa 4 per poter ospitare gare di Champions ed Europa League, qualificazioni a Mondiali, Europei e Olimpiadi.
IL NORD EST TRAINA IL COMMERCIO Il Nord-Est d’Italia è un’area strategica per lo sviluppo del commercio nel 2016. All’attivo ha 3.450 negozi in Veneto, 980 in Friuli e 536 in Trentino. In gennaio i dati Confimprese Lab-Nielsen hanno registrato una crescita a valore del +1,1% sia in Veneto sia in Trentino sullo stesso mese 2015, mentre in Friuli restano ancora sotto lo zero (-0,2%). Segno più, invece, per i centri commerciali che, sempre nello stesso periodo, hanno segnato un leggero incremento dello 0,1 per cento. «Ad attirare nel Triveneto – spiega Mario Resca, presidente Confimprese – sono soprattutto le grandi città a vocazione turistica, rispettivamente Verona e Venezia, Udine e Gorizia, Bolzano e Trento».
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Inviato speciale
Tranquillità, servizio, spazio e comfort Sono seduto al posto 21c di un volo easyJet che mi sta portando, come spesso ho fatto negli ultimi 2 anni, dalla mia città natia (Milano) alla mia città adottiva (Londra). Sono emozionato, al termine di un cantiere complesso, trasformato in un luogo finalmente confortevole: Il Centro, ultimo prodotto della categoria 'Mall' aperto ad Arese, in provincia di Milano.
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rese è la cittadina dove sono cresciuto, con tanti amici che ancora frequento. Difficile definire Il Centro come un mero progetto commerciale, penso piuttosto che sia un progetto urbano, con lo svago del pubblico in mente e con l'umiltà di chi sa e sente nel cuore che i veri protagonisti di una struttura commerciale di successo sono i retailer e i momenti di pausa (le terrazze e le piazze) tra di loro, come le note musicali con il silenzio che le divide. Capofila nell'innovazione è stata la grande Iper di Marco Brunelli, patron di Finiper e sviluppatore di tutta la struttura, con - parere personale - la creazione di uno degli ipermercati più belli al mondo, un luogo fatto di emozioni e di prodotti esposti. Un tripudio di mozzarelle fatte sul momento (tutto a vista), nel banco della macelleria o del pesce puoi scegliere se assaggiarli sul momento, magari abbinandoli a un vino, proprio accanto alla scuola di cucina con relativa biblioteca, pasticceria fresca ed esclusiva, una ristorazione diffusa
che spazia dal pollo fritto KFC alle specialità regionali del ristorante Dispensa Emilia e poi bar, paninerie e cioccolaterie d’ogni tipo, seguendo (il vero segreto di questo luogo) il filo conduttore della ristorazione diffusa lungo tutto il percorso interno ed esterno. La media di permanenza del pubblico della prima settimana supera le 4 ore poiché questo pezzo di città è stato studiato per offrire pause e relax, con panchine, alberi veri, illuminazione naturale e giochi per bambini. Gli uffici del personale dell'Iper sono stati posizionati su un mezzanino aperto: lasciano filtrare il “sussurro della gente” perché per avere successo “bisogna saper ascoltare”. Grazie Arese. Da un tuo cittadino.
Davide Padoa, CEO di Design International www.designinternational.com
News cosa occorre sapere per...
a cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano
La prestazione lavorativa nelle giornate festive può essere richiesta e pretesa dal datore di lavoro, in subordine a un nuovo accordo tra le parti
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olto scalpore ha destato la pronuncia del Tribunale di Rovereto, resa ai primi di marzo 2016, nell’ambito di una controversia presentata contro Aspiag Service da alcune lavoratrici, sanzionate per non aver prestato servizio in giornate “festive”. Il tema, oggetto di continuo dibattito, ha già formato oggetto di un interessante intervento giurisprudenziale nel mese di agosto 2015, allorquando la Suprema Corte di Cassazione, ha affermato che nelle c. d.” festività” civili e religiose ogni dipendente può legittimamente, astenersi dal lavoro, salve le ipotesi correlate ai servizi essenziali. La controversia sottoposta al giudizio del Tribunale di Rovereto riguardava tuttavia una fattispecie differente, vale a dire “se il consenso prestato nei contratti individuali di lavoro al lavoro domenicale, vincoli il lavoratore per tutta la durata del rapporto ed autorizzi il datore di lavoro a pretendere la prestazione lavorativa nelle giornate festive infrasettimanali celebrative di ricorrenze civili o religiose”. La risposta del giudice è stata, come prevedibile, negativa in quanto una clausola contrattuale di tale generalissimo tenore, se ritenuta valida ed efficace, finirebbe per vanificare tutte le leggi e le tutele dettate in materia di riposi e festività.
Il Tribunale ha quindi affermato che la prestazione lavorativa nelle giornate festive potrà comunque essere richiesta e pretesa dal datore di lavoro, subordinatamente ad un nuovo accordo tra le parti. Alla luce di quanto precede non ci sembra che la sentenza contenga rilevanti novità. Sul punto infatti, continuano a trovare applicazione i principi di legge nonché quanto statuito dal Ministero del Lavoro in risposta all’interpello n. 60/2009 avanzato da Confcommercio, secondo cui “deve escludersi che il diritto [all’astensione dalla prestazione lavorativa nei giorni previsti come festività] possa essere posto nel nulla unilateralmente dal datore di lavoro, essendo la relativa rinunciabilità rimessa esclusivamente all’accordo tra datore di lavoro e lavoratore, accordo che – si ritiene – può essere raggiunto anche in sede di contrattazione collettiva”. Avv. Domenica Cotroneo
INVESTINDUSTRIAL ENTRA IN ARTSANA Investindustrial si compra una grossa fetta di Chicco. La società di investimento guidata da Andrea Bonomi ha infatti annunciato la firma di un accordo con la famiglia Catelli per acquisire il 60% di Artsana, titolare del marchio per l’infanzia Chicco e dei brand per la cura della persona Pic Solution, Lycia e Control. Bonomi aveva ribadito il proprio interesse per le aziende italiane “che sono già internazionali e che vogliono internazionalizzarsi ancora di più” perché “ora ci sono imprenditori che hanno voglia di rivincita, insieme in molti casi a un ricambio generazionale che un fondo di private equity può affiancare. Per questo scelgono un azionista solido, con un approccio industriale”. La famiglia Catelli resterà socia con una quota del 40% e continuerà a guidarne lo sviluppo al fianco di Investindustrial. Michele Catelli sarà presidente e Claudio De Conto continuerà a fare l’AD. Artsana ha registrato nel 2015 ricavi consolidati per 1,42 miliardi e un ebitda di 126 milioni. Secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, la società comasca è stata valutata nel suo complesso 1,3 miliardi. “Artsana – ha dichiarato il presidente Michele Catelli – è un gruppo multinazionale con un presenza in circa 100 paesi, e siamo convinti del suo ulteriore potenziale di crescita. Con il supporto dei nuovi azionisti i piani di espansione del gruppo saranno accelerati e rimarrà costante la focalizzazione sulla ricerca e sviluppo che è da sempre la chiave del successo dei nostri prodotti”.
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News RENT-A-CAR NEGLI AEROPORTI: SU IL FLUSSO, GIÙ IL PREZZO Nel 2015 il settore del noleggio veicoli a breve termine ha registrato una solida crescita del giro d’affari (+5,4%) e del numero di noleggi (+5,7%) realizzati presso gli aeroporti, confermandosi strumento strategico a supporto della mobilità turistica e aziendale del Paese. Presso queste location lo sviluppo delle attività di locazione è andato ben al di là dell’aumento del flusso di passeggeri registrato lo scorso anno (+4%) e si è verificato in condizioni logistiche fornite dai gestori aeroportuali a volte totalmente inadeguate, con prezzi in calo per la clientela (-4% vs 2014). Sono questi i principali dati che emergono da un’analisi sullo stato di salute delle attività di rent-a-car nel 2015 e sulle dinamiche del business presso i principali 37 aeroporti nazionali realizzata da ANIASA l’Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici di Confindustria. Complessivamente i dati del 2015 hanno confermato l’andamento positivo delle attività di noleggio a breve termine presso gli aeroporti, con un fatturato di circa 724 milioni di euro.
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MADE IN ITALY A SORPRESA IN RUSSIA
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e sanzioni e la situazione economica e geopolitica in Russia hanno fatto crollare nel 2015 le esportazioni di calzature e pelletteria made in Italy nel Paese. Ma in realtà l’Italia, a sorpresa, registra una performance migliore di altri Stati europei ed extra europei come la Cina, tanto da far aumentare, seppur leggermente, la sua quota di mercato. È quanto emerge da un'analisi dell’ufficio Ice di Mosca, elaborata e diffusa in occasione dell’ultima edizione di Obuv Mir Kozhi, la manifestazione dedicata al settore della calzature e della pelletteria di livello medio e medio-alto che si è tenuta a Mosca dal 22 al 25 marzo scorsi e alla quale hanno partecipato 127 aziende italiane all’interno del padiglione italiano organizzato da Assocalzaturifici con il supporto dell’Agenzia Ice. Secondo i dati delle dogane russe, nel 2015 le importazioni russe di calzature e pelletteria italiane sono state rispettivamente di 221 milioni e 82 milioni di euro, in calo del 21,2% e del 14,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, segnala la nota di Ice, “sia l’Ue 28 sia la Cina nei due comparti hanno registrato decrementi maggiori di valori di export nel periodo analizzato: rispettivamente -29 e -24,1% per le calzature; -15,9 e -27,4% per la pelletteria”. In questo modo, l’Italia conferma la seconda posizione nella classifica dei principali Paesi esportatori dopo la Cina, con una quota di mercato rispettivamente del 10,4% per le calzature, in lieve aumento rispetto al 10,2% dello stesso periodo del 2014, e del 14,1% per la pelletteria che rimane costante.
News SEA - IRAN AIRPORT COMPANY ROBERTO FRATICELLI AL VERTICE INTESASUL MEHRABAD DI TEHERAN DI EUROCOMMERCIAL ITALIA
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l presidente di SEA, Pietro Modiano, ha firmato il Memorandum d’Intesa con i vertici di IAC, Iran Airport Company, per il progetto di sviluppo dell’aeroporto Mehrabad di Teheran, il più grande aeroporto del Paese per passeggeri. «Le autorità aeroportuali iraniane hanno apprezzato il nostro progetto per lo sviluppo del primo aeroporto del Paese – ha dichiarato Pietro Modiano, presidente SEA – Adesso lavoreremo insieme per metterlo a punto e definirlo in termini operativi. Per SEA è un impegno significativo, ma anche il riconoscimento di competenze e know how che intendiamo valorizzare». Il Memorandum nasce dalla volontà della società di gestione dello scalo iraniano di rinnovare e modernizzare il Mehrabad Airport di Teheran, innalzandone la qualità e i servizi ai massimi standard internazionali, oltre che per aumentare il numero dei passeggeri in transito sullo scalo ogni anno e i ricavi dei settori aviation e non aviation. SEA, come da accordi di fine febbraio, ha già realizzato un primo concept del progetto.
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pprodato in Eurocommercial Properties nel 1998, dove ha ricoperto un ruolo fondamentale nell’acquisizione della maggior parte dei centri commerciali italiani e nella strutturazione dei relativi finanziamenti, Roberto Fraticelli è stato promosso a Director of Italian Operations, in sostituzione di Tim Santini, il quale, dopo 21 anni, lascerà la società a fine giugno. Roberto Fraticelli, che si trasferirà a Milano dove Eurocommercial ha un team di 30 persone per la gestione di 12 shopping mall, si è laureato in Economia presso l’Università LUISS di Roma, in Scienze Politiche presso l’Università di Amsterdam e ha ottenuto un master (“Executive MBA”) alla Rotterdam School of Management. È inoltre “chartered surveyor” RICS, membro di commissione del CNCC (Consiglio nazionale dei Centri Commerciali) e dell’EPRA (European Public Real Estate Association) e Presidente della Commissione per le relazioni con l’Unione Europea per Assoimmobiliare (Associazione Italiana Immobiliare).
News DA IRUS FUND, RIFINANZIAMENTO ALITALIA SI RINNOVA DI 55 MLN PER CASTEL GUELFO ANCHE NELL’ON-BOARD
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RUS European Retail Property Fund (Fondo IRUS), fondo di investimento specializzato in centri outlet, magazzini retail e immobili commerciali indipendenti, gestito da Neinver, ha annunciato un rifinanziamento di Castel Guelfo The Style Outlets, situato in provincia di Bologna, per un totale di 55 milioni di euro. L'operazione, assistita dallo studio legale internazionale DLA, è finanziata da UBI S.p.A. e UniCredit S.p.A., con UBI in qualità di Bookrunner, Mandated Lead Arranger e Agente. Il prestito si estende sulla durata di cinque anni e consentirà a Castel Guelfo The Style Outlets di ottimizzare la struttura del capitale. Il FOC è stato sviluppato in tre diverse fasi e vanta un totale di 110 unità di vendita al dettaglio con un’estensione di circa 24.200 metri quadrati. IRUS comprende un totale di 11 centri outlet e uno spazio retail indipendente distribuiti in cinque diversi Paesi europei (Spagna, Portogallo, Germania, Italia e Polonia), con un'estensione complessiva di 266mila mq e un valore stimato di 1,3 miliardi di euro al 31 dicembre 2015.
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litalia lancia la nuova edizione di Griffair. Il catalogo della boutique di bordo della compagnia, vetrina riservata alle griffe nazionali e internazionali più prestigiose e alle tendenze di stagione, si rinnova in stile e contenuti. La stagione 2016 di Griffair porta con sé lo stile inconfondibile del Made in Italy, presentando ai propri viaggiatori una selezione di prodotti esclusivi a prezzi più convenienti e competitivi rispetto ai punti vendita tradizionali. Disponibile su tutta la flotta, la brochure di bordo ha recepito il completo restyling che Alitalia sta portando avanti, in linea con il rinnovamento di stile degli interni e del disegno della livrea che è stato completato nel mese di aprile. Oltre a 60 nuovi prodotti a disposizione dei viaggiatori, tutti rigorosamente in linea con le ultime tendenze del fashion worldwide, la novità è l’introduzione del supplemento The Collection, una vera e propria mini-brochure contenente una selezione di marchi prestigiosi per i passeggeri particolarmente attenti al trend del momento.
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ree non è solo il mood con cui la famiglia fa shopping in un negozio KIABI, FREE è soprattutto il nuovo concept store con cui il brand francese ha rinnovato se stesso, il proprio punto vendita. Anni di studi sulle necessità e le aspirazioni del consumatore hanno trovato forme, colori e dinamicità nel negozio da 1.500 metri quadrati avviato lo scorso 14 aprile a nord di Milano, ad Arese, all’interno dello shopping mall Il Centro. «Circa 40 anni fa KIABI ha inventato il primo concetto di moda a piccoli prezzi per tutta la famiglia e siamo contenti di presentare in questa location l’evoluzione KIABI FREE – ha annunciato Patrick Stassi, amministratore delegato di Kiabi Italia, in occasione del taglio nastro – Siamo il primo gruppo francese di fast fashion e compiamo 20 anni in Italia proprio nel 2016. Negli ultimi tre abbiamo deciso di accelerare sullo sviluppo nella Penisola perché
KIABI ad Arese, ed abbiamo individuato il modello economico vincente e questo si riflette sui fatturati, arrivati a quota 110 milioni di euro. Con questo concept puntiamo inoltre a incrementare le performance del 20% a metro quadrato: un dato che possiamo spendere in virtù di test effettati con successo. D'altronde conosciamo bene la nostra clientela: oltre il 70% di chi fa shopping nei nostri negozi dispone della carta fedeltà». In particolare, per KIABI il Belpaese è il terzo mercato per numero di punti vendita, dopo Francia (353) e Spagna (53), e riveste un ruolo fondamentale per la crescita del marchio, che nel mese di aprile ha visto anche le aperture di Barcellona e Mosca. La cornice prestigiosa de Il Centro pone KIABI nel cuore della moda italiana, insieme ai principali marchi del fast fashion, riservandogli al contempo il ruolo, unico, di interlocutore ideale per la famiglia e nello specifico per una cliente di 30-45 anni che pensa al proprio look e a quello dei propri figli. L’offerta dedicata al bambino occupa infatti la metà dello spazio del nuovo flagship KIABI, che si rivolge anche alle mamme in stato interessante, all’uomo e ancora alle persone con tagli forti. Il know how dell’azienda leader nel mercato francese dell’abbigliamento, con un giro d’affari di oltre 1,6 miliardi di euro, ha portato a realizzare un format suddiviso per aree merceologiche contraddistinte da diversi colori, tra cui spiccano il rosa per la donna e la bambina e l’azzurro per il maschietto. Proprio i colori, intrinseci nella mission di KIABI – che colora la vita – risaltano sullo sfondo bianco del nuovo KIABI FREE, riscaldato da un sapiente uso del legno e di altri materiali. «Oltre a conferire eleganza al negozio, il bianco fa risaltare i nostri prodotti
che sono pensati e disegnati da circa 60 stilisti in Francia – prosegue l’amministratore delegato – Il nostro Design Lab monitora costantemente l’evoluzione nei gusti dei consumatori a livello internazionale e le inserisce nelle collezioni successive». Ma lo store numero 26 di KIABI, ad Arese, significa anche una forte spinta sullo sviluppo di nuovi negozi nella Penisola, che dovrebbero crescere a un ritmo di 6/8 all’anno, sino a coprire idealmente tutte le province e a presidiare con maggiore forza le città metropolitane. Puntando al canale dei centri commerciali, selezionando quelli con flussi superiori ai 4 milioni di visitatori l’anno, dopo Milano e Roma nel 2016 è la volta di Napoli, con l’obiettivo di estendere al Sud Italia l’area di penetrazione del marchio con store fisici. «Noi rappresentiamo la differenza – sottolinea Patrick Stassi – siamo gli unici nei mall, dove si incontrano i vari player italiani e spagnoli, a generare traffico in virtù di alti investimenti in comunicazione, pari a oltre il 5% del nostro fatturato». Mentre kiabi.it è una realtà già in grado di servire tutto il territorio, con tante persone che digitano i propri acquisti anche nelle isole. «Molti conoscono KIABI proprio per il sito Web – sottolinea il top manager – Per esempio in occasione dell’opening a Livorno abbiamo servito numerosi
Patrick Stassi
clienti che erano già in possesso della carta fedeltà presa online. Complessivamente in Italia l’eCommerce pesa circa il 15% delle nostre vendite: un numero molto alto, soprattutto se contestualizzato alla realtà nazionale. E quando apriamo in una città per la prima volta il dato
dell’online cresce ulteriormente, in virtù dell’approccio cross canale che rende il negozio una vetrina per l’eCommerce e viceversa». Utilizzando pannelli touch screen presenti nello spazio dei camerini, il consumatore può ordinare prodotti nel ne-
gozio che ha già provato e ritararli direttamente o farseli spedire; oppure da casa o in mobilità può creare un proprio carrello virtuale, da ritirare e provare nello store e, solo a quel punto, decidere quali capi acquistare ed effettuare il pagamento.
Massimo Pozzi, direttore sviluppo Kiabi Italia Quali sono i vostri progetti per il futuro? ne aprirete altri di KIABI FREE e qual è l’identikit dello spazio ideale per proporre un concept di questo tipo? KIABI FREE rappresenta il nostro nuovo standard qualitativo, tutte le prossime aperture, e ce ne saranno, diventeranno la naturale evoluzione di questo concetto. Abbiamo in programma di aprire superfici tra 2.000 e 2.500 mq di SLP, e comunque non meno di 1.500 mq di vendita. Questo negozio è di 1.500 mq e riteniamo che al di sotto non ci sia la possibilità di offrire a tutti i componenti della famiglia, che è il nostro target di riferimento, un’offerta adeguata. Apriremo in top location, idealmente un negozio per capoluogo di provincia ad eccezione delle quattro grandi città metropolitane, Roma, Milano, Torino e prossimamente Napoli, dove abbiamo già più negozi e altri ne apriremo. Nello stesso tempo intendiamo spingere sui nostri punti di forza che sono la shopping experience, un rapporto qualità prezzo di altissimo livello, la capacità di sviluppare delle politiche di marketing sia in chiave nazionale sia in chiave locale, l’omnicanalità con l’unione di negozio digitale e fisico e, da ultimo ma non meno importante, il servizio al cliente. Cerchiamo top location perché crediamo che in futuro la vera competizione si svilupperà non già tra le insegne che operano all’interno dello stesso centro commerciale ma tra i differenti shopping center che insistono sullo stesso bacino. In questi vogliamo rappresentare il family store di riferimento.
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L’intervista
r&f News opening AUTOGRILL: BISTROT A FIORENZUOLA D’ARDA Autogrill lancia, per la prima volta in autostrada a Fiorenzuola d'Arda “Bistrot”, la nuova formula di ristorazione realizzata insieme all'Univeristà di Pollenzo, destinata a diventare il format mondiale nel futuro del gruppo. Bistrot è un concept pensato per fare grandi numeri, da usare per concessioni che «possano sostenere alti fatturati», ha spiegato Gianmario Tondato all'inaugurazione. Dopo il "ponte" di Fiorenzuola D'Arda, il prossimo Bistrot sarà in Nordamerica, a Montreal. La scelta non è causale e sarà «un centro pilota per la regione» nelle intenzioni di Tondato che, dopo l'addio ai Duty Free di Wdf (venduti a Dufry), ha ridisegnato il business focalizzandosi sull'America: il giro d'affari in Stati Uniti e Canada è tre volte tanto quello italiano. L'apertura in Quebec «è l'inizio di un percorso molto importante in Nordamerica» ha illustrato il manager.
Ad Arese, l’esordio di Primark…
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rimark, catena di abbigliamento con 300 punti vendita nel mondo, è arrivata in Italia all’interno del nuovo centro commerciale Il Centro di Arese (MI), con una posizione di forte visibilità sulla piazza del fashion. Inaugurato ufficialmente procedendo al taglio del nastro con le celebri forbici blu, il primo negozio Primark italiano, che si estende su due piani, lungo una superficie di 5.088 mq, ospita fin dall’apertura tutte le cinque categorie merceologiche dell’insegna irlandese: moda donna, uomo, bambino, oltre alle proposte home e beauty. Lo store di Arese presenta anche una selezione di Primarket: una linea di prodotti speciali che comprende cancelleria, accessori travel, tech e articoli da regalo. A discrezione del management italiano la possibilità di scegliere quali prodotti proporre nel negozio, per seguire i trend e i gusti locali. Nel 2017, l’insegna guidata da Paul Marchant, chief executive, aprirà un punto vendita a Firenze, presso il centro commerciale I Gigli.
…e del primo mattoncino LEGO
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ll'insegna del motto “Only the best is good enough”, LEGO, azienda danese impegnata nello sviluppo della creatività dei bambini ha inaugurato il primo store in Italia nel nuovo shopping centre Il Centro ad Arese
THE ATHLETE’S FOOT SBARCA IN ITALIA Centoventi metri quadri in Via Targetti angolo piazza Alberti a Firenze. Questo è il debutto assoluto del marchio americano di calzature e abbigliamento sportivi di tendenza The Athlete’s Foot (Taf). Come per la maggior parte dei 450 negozi presenti in 25 Paesi, la formula è quella del franchising. Nel corso del 2016 si prevedono in tutto 12 aperture tra le quali: Ischia, Avola, Città di Castello, Grosseto, Piazza Armerina, Vallo, Taranto e Benevento. Il marchio, nato nel 1971 a Pittsburgh, arriva con l’obiettivo di farsi conoscere anche al mercato italiano appassionato di prodotti sportivi che uniscono performance, stile e qualità attraverso un focus sulle sneakers. Taf, da ormai quattro anni, fa parte del gruppo Intersport International Corporation (colosso da 10 miliardi e mezzo di euro di ricavi) e la sua organizzazione distributiva oggi è nelle mani di Intersport Italia che conta circa 360 punti vendita sul territorio.
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in provincia di Milano. Il punto vendita sarà il primo di una serie di negozi, gestiti dalla business company Percassi, che saranno aperti nei prossimi anni su tutto il territorio nazionale. All’interno del LEGO store, bambini e adulti potranno vivere una esperienza unica, ricca di grandi novità e sorprese esclusive. Con “Pick a Brick”, per esempio, sarà possibile acquistare mattoncini sfusi tra una vasta scelta di pezzi disponibili. Un’altra grande novità, disponibile a breve, sarà “Build a mini”: tutti potranno costruire, personalizzare e acquistare la propria minifigure LEGO. Le novità non finiscono qui: oltre al completo assortimento di prodotti LEGO, saranno disponibili in anteprima prodotti della linea Creator Expert e prodotti esclusivi.
News opening La prima di Tiger nelle Silvian Heach Centostazioni, a Padova inaugura a Milano ”Primo step di una proficua collaborazione”, con questo auspicio Centostazioni e Tiger danno il via al progetto di sviluppo che ha visto il primo opening della catena danese di design low cost nello scalo ferroviario di Padova. All’apertura che si è tenuta lo scorso 19 aprile si aggiungerà presto quella all’interno della stazione di Milano Porta Garibaldi: la location più importante per flussi e metri quadri dell’intero circuito gestito dalla società in forza a Gruppo FS. «Siamo felici di questa nuova collaborazione con Centostazioni – ha dichiarato Javier Gomez, amministratore delegato di Tiger Italia 1 – La stazione è un punto nevralgico di forte passaggio. Ci piace l’idea che i viaggiatori possano passare un po’ di tempo in allegria e spensieratezza nel nostro negozio durante l’attesa del treno o prima di rientrare a casa dopo il viaggio. In questo momento la nostra azienda sta vivendo un periodo di grande crescita e la collaborazione con Centostazioni è per noi una bellissima sfida».
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Silvian Heach ha inaugurato il primo punto vendita milanese di via Dante. Progettato dagli architetti Fabio Marano e Fabio Caselli. Il nuovo negozio si estende su una superficie di 700 metri quadrati, su due livelli. Lo spazio è caratterizzato anche da piccole vetrine pop-up che accolgono un’esclusiva selezione di proposte vintage di griffe del lusso. «Il negozio è una vera e propria impresa - ha spiegato all'inaugurazione la fondatrice del marchio, Mena Marano - una vetrina sul mondo, data la location. Ci dà anche visibilità nei confronti dei nostri partner internazionali. Spiega le potenzialità del progetto e del brand Sivian Heach. Il progetto non si ferma a Milano: ci sono tutte le premesse per un approccio internazionale». Marchio ammiraglio del gruppo Arav Fashion, Silvian Heach è distribuito in oltre 40 Paesi attraverso 90 punti vendita monomarca (di cui 70 in Italia e 20 all’estero) e 1.500 rivenditori multibrand, 65 corner, 3 travel flagship store negli aeroporti di Milano Linate, Milano Malpensa e Napoli Capodichino, e un canale e-commerce esteso a tutti i mercati europei.
Bershka a Milano con Stage Riapre Bershka a Milano, con il suo negozio più grande al mondo allestito secondo il nuovo concept “Stage”. Si tratta di 1.943 mq su due livelli, in Corso Vittorio Emanuele, a pochi passi da Piazza Duomo. Circa 600 mq in più rispetto agli spazi precedenti alla ristrutturazione. Tutti i materiali utilizzati provengono da agglomerati riciclati, i parquet da boschi sostenibili ripopolati con meno di 15 anni di vita. Il brand low cost sta lavorando sulle nuove apertura attenendosi ai criteri del certificato Leed Platinum che indicano il processo più sostenibile nell’utilizzo di materiali eco-friendly. Bershka, marchio lanciato dal Guppo Inditex nel 1998, è oggi guidato dal CEO italiano Marco Agnolin e conta 1.044 store in 70 Paesi. Alcune delle nuove boutique “Stage” sono già state inaugurate in Portogallo, Spagna, Taiwan e Francia. Lo store online del brand è presente in 26 Paesi.
VyTa a Firenze S. Maria Novella Settebello per Retail Group nel circuito di Grandi Stazioni con l’apertura di VyTa Santa Margherita a Firenze Santa Maria Novella. Gli altri gourmet bar della società guidata da Nicolò Marzotto nelle GS sono a Roma, Napoli, Milano, Torino, Venezia e Bologna. Il nuovo VyTa Bar di Firenze, con una superficie di 80 mq, è collocato nell’atrio fronte binari 12 e 13 ed è aperto tutti i giorni dalle 6 alle 21. Per quanto concerne l’offerta gastronomica, affiancano i tradizionali croissant, muffin, pain au chocolat, krapfen, frolle, sfoglie napoletane e macarons, pizze e panini mignon super farciti, i prodotti tipici del territorio toscano: dai fegatini di cinta senese alla finocchiona e alle specialità di carne chianina. Il tutto accompagnato dalle migliori etichette del mosaico enologico del gruppo vinicolo Santa Margherita. La strada di consolidamento e di sviluppo del brand VyTa di Retail Group passa però al di fuori dei confini nazionali con l’obiettivo per il 2017 di mettere la prima bandierina VyTa in una delle grandi capitali europee, precisamente, all’interno della cornice londinese di Covent Garden.
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r&f Cover story
MILAN L‘
IL CENTRO Non solo rumors, IKEA e Apple Store potrebbero sbarcare presto ad Arese.
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apertura de Il Centro ad Arese, l’ICSC European Conference 2016 e Mapic Italy rappresentano i tre momenti apicali che hanno reso e rendono Milano protagonista a livello internazionale nel settore immobiliare commerciale durante la prima parte dell’anno. Indiscutibilmente Expo 2015 ha fatto da volano per lo sviluppo e la rinascita della città meneghina, con riflessi anche su questo specifico mercato, basti pensare alle opere infrastrutturali che sono state realizzate e la riqualificazione di aree divenute o prossime a diventare dei centri direzionali (Gae Aulenti e CityLife) in grado di attrarre capitali da ogni parte del mondo. E la seconda parte del 2016 sarà altrettanto ricca con l’apertura a Locate Triulzi di Scalo Milano, altro colosso con centinaia di negozi, espressione di retail, design e food. Pare inoltre che si stia sbloccando l’iter che ha ritardato il progetto di Westfield Milan a Segrate, per cui anche il terzo gigante potrebbe vedere l’avvio del cantiere. Intanto Milano è diventata la prima piazza su cui si è affacciato Primark in Italia, oltre al marchio Lego che, neanche a dirlo, ha aperto con Gruppo Percassi. Sul fronte dei retailer la società bergamasca (giusto qualche km a est della city lombarda) si è accreditata negli ultimi anni come partner affidabile in grado di attrarre e traghettare nel Belpaese brand internazionali: prima di Lego ricordiamo Victoria’s Secret e nel prossimo futuro Starbucks, il quale aprirà a Milano ovviamente. Oltre ad approfondire su questo numero sia la recente apertura de Il Centro (vedi Dossier Shopping mall, pag. 42-46), attraverso le parole di un protagonista, Davide Padoa ceo di Design International, e ad anticipare i contenuti di Mapic Italy (vedi pag. 32), vi testimoniamo
L'È (TORNÀ) ON GRAN MILAN l’importanza dell’evento organizzato dall’International Council of Shopping Centers nella location di Milano Congressi. Parallelamente ai contenuti dall’afflato decisamente internazionale, cui hanno contribuito a rappresentanza del mercato italiano Massimo Moretti, presidente del CNCC; Luca Cappuccitti, head of global business development di Design International, e Corrado ViNOME WESTFIELD MILAN - MALL OF ITALY PESCACCIO CASELLE-TORINO EXPERIENCE AUCHAN CINISELLO BALSAMO BRESCIA SHOPPING CENTER PARMA URBAN DISTRICT IKEA CERRO MAGGIORE MEDUSA PARK MAXIMO SCALO MILANO CITY STYLE MONDOJUVE AURELIA CASAMASSIMA POWER CENTER MONOPOLIS LIFESTYLE CENTER MERLATA MALL VERONA PORTA SUD I VIALI ADIGE CITY GRANDAPULIA JESOLO MAGICA SETTIMO CIELO SHOPPING CENTER GROSSETO SHOPPING CENTER GRANROMA CITYLIFE LE COTONIERE PALAZZO DEL LAVORO MIRO' RETAIL PARK PERLE DI FAENZA LIFESTYLE VILLAGE RETAIL PARK TORINO AUCHAN SELVA CANDIDA TORINO OUTLET VILLAGE SCALO VANCHIGLIA SANT'ELPIDO RETAIL PARK DELTAPO OUTLET VALLE AURELIA VEVERI RETAIL PARK
smara, managing director di Larry Smith, oltre ad Andrea Illy, presidente e CEO di illycaffè S.p.A., Umberto Montano, presidente di Mercato Centrale Firenze, e Gianmario Tondato Da Ruos, group chief executive officer di Autogrill S.p.A., che hanno dato testimonianza dei propri sviluppi, l’attività di acquisizione di nuovi contatti e di pubbliche relazioni fa la differen-
COMUNE Segrate (MI) Roma (RM) Caselle Torinese (TO) Cinisello Balsamo (MI) Brescia (BS) Parma (PR) Cerro Maggiore (MI) Foggia (FG) Roma (RM) Locate di Triulzi (MI) Vinovo (TO) Roma (RM) Casamassima (BA) Monopoli (FG) Milano (MI) Verona (VR) Nichelino (TO) Verona (VR) Foggia (FG) Jesolo (VE) Settimo Torinese (TO) Grosseto (GR) Roma (RM) Milano (MI) Salerno (SA) Torino (TO) Chieti (CH) Faenza (RA) Torino (TO) Roma (RM) Settimo Torinese (TO) Torino (TO) Porto Sant'Elpidio (FM) Occhiobello (RO) Roma (RM) Novara (NO)
GLA (sqm) 170.000 135.000 120.000 90.000 88.000 75.000 70.000 64.100 60.595 60.000 58.000 50.000 49.828 45.000 44.300 42.400 42.000 42.000 40.364 38.000 33.720 32.396 32.256 32.000 28.049 28.000 28.000 26.800 24.700 21.000 19.500 19.436 18.400 18.158 18.000 16.000
za: in questa fase di ripresa le occasioni di incontro generano opportunità e sinergie straordinarie, nell’accezione primaria del termine, tra i vari attori del mercato. La pipeline A completamento dell’ampia disamina sul mondo del retail real estate elaborata in questa cover story, che include interviste con sviluppatori e
CATEGORIA Shopping Centre Shopping Centre Shopping Centre Shopping Centre & Retail Park Shopping Centre Shopping Centre & Retail Park Shopping Centre Shopping Centre Shopping Centre Hybrid Shopping Centre & Retail Park Shopping Centre Hybrid Hybrid Shopping Centre Shopping Centre Shopping Centre & Retail Park Shopping Centre Shopping Centre Shopping Centre Shopping Centre Shopping Centre & Retail Park Shopping Centre Hybrid Shopping Centre Shopping Centre Retail Park Hybrid Retail Park Shopping Centre Factory Outlet Shopping Centre Retail Park Factory Outlet Shopping Centre Retail Park
SHOPVILLE GRAN RENO RETAIL PARK Casalecchio di Reno (BO)
15.000 Retail Park
CITTA' FIERA FASHION HOME OUTLET Martignacco (UD) GALLERIA BORROMEA RETAIL PARK Peschiera Borromeo (MI)
14.547 Factory Outlet 11.853 Retail Park
retailer e un punto di vista qualificato sul tema degli investimenti (vedi L’Opinione a pag 1), mettiamo in evidenza la pipeline del mercato italiano dei centri commerciali elaborata per r&f da Urbistat, società specializzata nell’ambito del geomarketing e delle ricerche di mercato sul retail inerenti all’Italia e complessivamente a una ventina di paesi europei. «Nella tabella abbiamo incluso tutti i progetti
APERTURA PDV PKG PROMOTORE 2020 350 13.500 WESTFIELD / ARCVS RE n.d. PARSITALIA RE 2018 250 AEDES / JLL 2016/2017 350 7.000 GALLERIE COMMERCIALI ITALIA Natale 2016 165 3.900 IICG 2019 170 3.600 SVILUPPI IMMOBILIARI PARMENSI / CBRE 2017/2018 IICG 2018/2020 90 GENERA CONSULTING / MAS RE 2017/2018 160 3.000 PARSITALIA RE / CUSHMAN & WAKEFIELD autunno 2016 300 4.000 LOCATE DISTRICT / PROMOS fine 2016 100 4.000 CAMPI DI VINOVO / GALLERIE COMMERCIALI BENNET n.d. SECI RE 2016/2020 SUD COMMERCI estate 2017 75 2.500 CENTER / SVICOM 2019 135 2.500 EUROMILANO / JLL / ARABIAN CENTRES 2018/2019 125 2.200 VERONA PORTA SUD / LARRY SMITH 2016/2017 60 2.950 CARMILA / LARRY SMITH primavera 2017 130 2.500 ECE / STUDIO CONTE 2016/2017 130 4.120 FINSUD / SVICOM n.d. 70 HOME GROUP / STUDIO CONTE primavera 2017 60 4.400 PROMOCENTRO ITALIA / COGEST RETAIL autunno 2016 56 3.000 UNICOOP TIRRENO / IGD autunno 2018 56 2.000 GRUPPO FEDERICI 2017 100 900 GENERALI RE / SONAE SIERRA autunno 2016 93 2.750 LE COTONIERE / CBRE 2018/2020 137 1.500 KLEPIERRE 2017 20 1.500 MERLINO PROGETTI / CENTER 2017/2018 125 2.500 FONDO SATOR 2017/2018 9 1.450 GALLERIE COMMERCIALI ITALIA / CCI 2016/2017 70 RINNOVAMENTO COMMERCIALE / CST 2017 90 2.000 TORINO FASHION VILLAGE / ARCVS REAL ESTATE 2018/2020 IMMOBILIARE REGIO PARCO - LABIDEAS 2016/2017 14 800 SECI RE / COLLIERS INTERNATIONAL settembre 2016 74 1.640 OCCHIOBELLO OUTLET VILLAGE / ARCORETAIL 2017 63 746 ORION / CDS / JLL fine 2016 10 SVILUPPO NOVARA / AMTECO REAL STATION / SHOPVILLE GRAN RENO / 2016/2017 CARREFOUR PROPERTY ITALIA / KLEPIERRE 2016/2017 60 B. HOLDING / ARCORETAIL 2016/2017 7 600 PROMOCENTRO ITALIA / COGEST RETAIL Fonte Urbistat
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Cover story
più rilevanti, anche quelli in stand by da diversi anni, per offrire una panoramica completa degli sviluppi – spiega Lucio Orsini, data bank senior analyst di Urbistat – Confermo in rosso quelli che dovrebbero vedere la luce entro fine anno, riguardo agli altri si notano numerose date comprese tra il 2018 e il 2020. Molte stime sono prudenziali poiché i promotori, che talvolta si sono avvicendati nel corso del tempo, rimangono restii a sbilanciarsi. Complessivamente i progetti in apertura a breve termine appartengono a uno
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DeltaPo Outlet a Occhiobello (RO), un altro progetto che è stato bloccato per diversi anni. Quanto agli ampliamenti dei centri esistenti (non in tabella, ndr) il più atteso riguarda Oriocenter, mentre gli altri di un certo rilievo sono l'Auchan di Cinisello Balsamo e I Viali di Nichelino - entrambi nella tabella delle nuove strutture poiché di fatto hanno comportato la chiusura temporanea per un completo rifacimento - Come tendenstock pensato prima Lucio Orsini za generale Auchan della crisi, che ne ha e Carrefour sono gli rallentato lo sviluppo. Dopo il taglio nastro de Il Centro ad operatori più attivi sul piano di restyling Arese l’altra novità del 2016, se ven- e ampliamento dei propri centri. Il prigono rispettate le previsioni, è il mall mo, oltre che a Cinisello, ha in prodi IKEA Centres a Roncadelle gramma di intervenire nei prossimi (BS). Poi si annoverano MondoJuve, due/tre anni sulle strutture di Rescalche appartiene a un filone legato allo dina e Bussolengo, per le quali sport e al calcio, e Scalo Milano, prevede quasi un raddoppio di superun format lifestyle di cui sarà interes- ficie e di numero di negozi, e in masante vedere, una volta inaugurato, niera più limitata a Taranto. Carrefour, come è stato coniugato. A settembre attraverso Carmila, oltre a I Viali di dovrebbe essere la volta buona per Nichelino sta lavorando anche a Thiene,
Vercelli, Burolo, Massa e Giussano. Inoltre segnalo il raddoppio del centro ESP a Ravenna, fissato da IGD SIIQ per il 2017, e due interventi previsti nei prossimi due/tre anni e simili per tipologia: rispetto a Shopville Gran Reno di Casalecchio e a Galleria Borromea di Peschiera Borromeo si tratta di affiancare ai centri esistenti un parco commerciale composto di grandi e medie superfici per un totale di Gla compresa tra i 10mila e i 15mila mq ciascuno. Per concludere con gli ampliamenti degli outlet - specifica Orsini - Palmanova Outlet Village ha bloccato gli sviluppi futuri, mentre La Reggia Designer Outlet ha approvato di recente un ampliamento da 7.500 mq e ci vorranno due o tre anni affinché sia completato. Entro la fine del 2016 invece dovrebbero inaugurare gli ultimi ampliamenti dell’Outlet Center Brenner (+1.500 mq e 10 pdv), del Fidenza Village (+3mila mq) e soprattutto del Serravalle Designer Outlet (+15mila mq e 70 pdv)». A.P.
r&f L’evento
Cover story
È di scena Mapic Italy P
resentato il nuovo marketplace milanese circa un anno fa, ora Mapic Italy è realtà. Il 24 e 25 maggio, nella location del Superstudio Più di via Tortona, il comparto del retail real estate si riunirà una due giorni fitta di incontri, molto orientati al business, scanditi da alcuni eventi plenari di approfondimento. Durante i convegni vari opinion leader - a partire da Massimo Moretti, presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (CNCC), Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, e ancora Pierre Marin, ceo di Jll Italia, e Alessandro Mazzanti, ceo di CBRE Italia - faranno il punto sullo stato dell’arte, sulle prospettive di crescita del retail, sulle dinamiche del mercato immobiliare commerciale nazionale e ancora sui nuovi concept che si affacciano sul canale dei centri commerciali e non solo. Tutti i principali canali di sviluppo, infatti, saranno al centro del dibattito: shopping center, factory outlet center, luoghi di viaggio, department store e high street. Mapic Italy, organizzato da Reed
Midem con il sostegno del CNCC, si pone innanzitutto l’obiettivo di intercettare retailer e broker che non scelgono la piattaforma di Cannes perché gravitano su mercati regionali e ancora di ricevere una forte adesione da parte degli investitori e delle grandi aziende di commercializzazione, nonché dei brand più strutturati, per sviluppare verticalmente i progetti e le potenzialità del comparto italiano. Ma la kermesse vedrà anche una
buona presenza di player internazionali non ancora attivi nel Belpaese, a partire da Fast Retailing con il brand Uniqlo, sino ad Aeropostale, passando per American Vintage e Kik. I numeri della fiera, presentati ai giornalisti da Nathalie Depetro, Mapic director, in un incontro dedicato alla stampa lo scorso 5 aprile a Milano, vedono a quella data 500 delegati già registrati provenienti da 16 paesi, con aspettative
che salgono a quota 800, e ancora 250 retailer, di cui il 40% è internazionale, con l’asticella finale che si posiziona sulla soglia dei 300. Sul fronte degli espositori, invece, tutti gli spazi sono stati assegnati mesi prima l’avvio della rassegna, per cui si avranno 33 stand. Questi, in una logica di contenimento dei costi, sono stati pensati su dimensioni di 9 e 18 metri quadrati. Tra gli espositori tutti i big del comparto, tra loro Carrefour, Gallerie Commerciali Italia, IGD, Larry Smith, Sonae Sierra, CBRE, Cogest Retail, JLL, Eurocommercial Properties, Multi, McArthurGlen, Promos, ECE, Generali, Grandi Stazioni e GVA Redilco. «Lato internazionale, Mapic Italy permetterà a retailer e investitori di avere un giorno e mezzo dedicati solo all’Italia. Lato interno, invece, porta due vantaggi: consente alle aziende che vengono anche a Cannes di essere presenti con uno staff più numeroso e ai brand locali o regionali, che ancora non presidiano Mapic, di farsi conoscere da una platea nazionale e internazionale spiega Francesco Pupillo, senior sales director - Real Estate Division presso Reed Midem - Tra i valori aggiunti di questa piattaforma vi è proprio la presentazione al mercato di nuovi concept, che in particolare appartengono al comparto food. Quest’ultimo, oltre a essere un asset che dobbiamo vendere all’estero al pari del fashion, rappresenta una tendenza forte nei centri commerciali italiani, i quali, a livello di Gla delle foodcourt, sono ancora sottodimensionati rispetto alla media di altri paesi europei». In particolare di nuovi concept, una decina di operatori a forte potenziale, si parlerà mercoledì 25 maggio dalle 14,30 alle 15,30 nella sessione “Scopri i retailer di successo di domani”, moderata da retail&food. A.P.
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r&f Parola di Enrico Biffi Enrico Biffi, nato a Milano nel 1962, si diploma nel 1982 all’istituto Feltrinelli (MI) come perito industriale. Inizia la propria attività lavorativa come dipendente presso una società di costruzioni e successivamente sviluppa la propria esperienza nell’immobiliare commerciale in qualità di construction manager di IKEA Italia e in Gruppo Semeraro. Nel 2000 inizia l’attività di imprenditore entrando in CDS Holding SpA, dove ad oggi ricopre il ruolo di COO.
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Cover story
CDS HOLDING: «Nel mirino gli investitori internazionali»
I
mpegnata sui progetti di Adige Verona e Roma Valle Aurelia, CDS Holding rappresenta una delle realtà imprenditoriali più attive in Italia in termini di nuovi sviluppi di centri commerciali. Attrarre investitori, soprattutto internazionali, individuare studi di architettura per la realizzazione dei layout, affidare la gestione e la commercializzazione dei mall a partner specializzati, orchestrare le varie professionalità, oltre ovviamente a portare avanti i cantieri e a scandagliare il mercato per individuare nuove location, sono la mission dell’azienda con sede a Erbusco (BS). A pochi giorni dall’ICSC European Conference di Milano e a poco più di un mese da Mapic Italy, abbiamo fatto il punto sul mercato italiano del retail real estate con Enrico Biffi, chief operating officer di CDS Holding.
A metà aprile l’apertura di uno dei più grandi centri commerciali del Paese, pochi giorno il ritorno a Milano del principale evento ICSC, a maggio la prima edizione di Mapic Italy. Qual è la vostra opinione circa lo stato di salute del retail real estate in Italia? Lo stato di salute è sicuramente in ripresa. Lo abbiamo visto crescere nel 2015 e in questa prima parte del 2016 soprattutto grazie all’interesse dimostrato dagli investitori internazionali, anche da quelli cosiddetti non speculativi, mentre di nazionali ormai non ne vediamo più. Negli anni precedenti, dal 2012 al 2014, quando ci avvicinavamo a proposte o verificavamo situazioni constatavamo in ultimo un atteggiamento speculativo. E noi possiamo portare due esempi concreti, i nostri sviluppi a Verona e a Roma rispettivamente con ECE e Orion, che siamo riusciti a concretizzare nel 2015. Un significativo passo avanti, anche se lo scenario è lontano da quello pre-crisi… Oggi l’investitore per entrare in un’operazione immobiliare vuole che ci siano tutti i permessi e che i cantieri siano già iniziati o in procinto di partire. Tornando alle nostre due iniziative avevamo tutte le licenze, sia quella di costruire sia quella commerciale, per cui nel caso di Verona il giorno dopo il passaggio di proprietà abbiamo avviato i lavori mentre a Roma prima li abbiamo avviati e successivamente è entrato il fondo. Individuare prime location e ottenere finanziamenti dalle banche: parliamo quasi di utopie? L’investitore cerca prime location, che sono poche, e certamente rispetto a un tempo ci mette tanta equity:
dalle banche non riesce ad avere sostanzialmente nulla, nonostante queste si propongano. Per questo motivo vuole zero rischi e risultati concreti, non solo economici. Curate, in qualità di general contractor, tutte le fasi: dalle procedure burocratiche per l’ottenimento delle autorizzazioni sino al completamento dei lavori. Quali sono le criticità che tuttora permangono nella realizzazione di un progetto immobiliare commerciale? Ne cito tre, che sono poi le solite: identificare le prime location, che come ho già accennato ce ne sono disponibili ormai poche; i tempi incerti della burocrazia; il credito. Non sono tantissimi, per ovvi motivi, gli investitori che hanno riguardato con interesse all’Italia e che allo stesso tempo hanno equity a disposizione per entrare inizialmente anche in assenza di finanziamento bancario. Cosa vi aspettate dalla prima edizione di Mapic Italy? Può essere una buona vetrina e dare ulteriore impulso al retail real estate italiano in un momento di crescita come questo. Noi saremo presenti insieme a ECE e a Orion tramite JLL a cui abbiamo affidato la commercializzazione di Valle Aurelia. Sarà per voi un momento maggiormente focalizzato sui retailer o sugli investitori? Più sul fronte investitori, che sono il primo anello della catena. I retailer servono ovviamente, e siamo sempre alla ricerca di novità, però è l’investitore che dobbiamo attrarre in questa fase. Rispetto invece all’individuazione di partner che abbiano un know how specifico sulla commercializzazione e la gestione degli asset, quali criteri adottate? Non è semplice individuare il partner giusto per la commercializzazione e la gestione: ogni intervento richiede un’analisi specifica. Rispetto ai nostri progetti, abbiamo affidato Adige Verona a Studio Conte e Valle Aurelia a JLL. In generale i criteri che ci guidano nella selezione sono la conoscenza dello specifico mercato su cui insiste l’intervento, l’investitore di riferimento – perché il partner si sceglie anche in funzione dell’investitore – e l’evoluzione del mercato stesso e delle sue regole. Arrivando su un terreno più operativo: quali sono i tempi per arrivare al taglio del nastro di Adige Verona e Roma Valle Aure-
lia? State valutando altre iniziative? L’apertura di Adige Verona è prevista per aprile 2017 mentre quella di Valle Aurelia pochi mesi dopo, a novembre. Inoltre stiamo analizzando location e dialogando con gli investitori per capire cosa vorrebbero. Il nostro lavoro dei prossimi mesi e del 2017 sarà di individuare progetti sostenibili da proporre. E sottolineo “proporre” perché il nostro mestiere di costruttore e sviluppatore è cambiato radicalmente: prima arrivavamo a sviluppare determinati interventi sino a un certo punto, mentre oggi non è possibile se non si è già capito a priori chi è l’investitore con cui si può concretizzare il progetto, altrimenti il rischio di perdere tempo è enorme. Può illustrarmi una vostra case history di particolare successo completata di recente? In questi venti anni circa abbiamo costruito più di 60 strutture commerciali e nel 2015 abbiamo iniziato a realizzare questi due progetti, che stavamo portando avanti entrambi dal 2005: abbiamo impiegato 10 anni per poter avviare i lavori. E questo ci fa un po’ capire, guardando al futuro, le difficoltà che comportano archi temporali così ampi. Uno degli ultimi interventi completati è stato il parco commerciale e poi l’ampliamento e la ristrutturazione del Fiordaliso a Rozzano (MI): ci ha dato soddisfazione perché, al di là del retail park, l’ampliamento e la ristrutturazione costituiscono un filone che sarà in auge nei prossimi anni. È un percorso che ormai tutti gli attori del mercato hanno capito e che stanno iniziando ad affrontare. Tale realizzazione costituisce quindi per noi un biglietto da visita importante. Questo tema si accosta inoltre a quello delle riqualificazioni: rispetto a intervenire su un green field, è premiante lavorare su aree industriali laddove c’è la possibilità. I nostri due progetti insistono sul sito delle ex Officine Adige, in cui si costruivano rimorchi, a laddove si trova una ex fornace. Entrando infine nel cuore dei centri commerciali di ultima generazione, oggi si spinge molto sulla componente food. Percentualmente, quanti mq state riservando alla ristorazione? Sono dati in crescita? Vediamo un’evoluzione nel settore del food e quindi nelle foodcourt, che si stanno progressivamente ampliando. Guardando ancora ai nostri casi stiamo parlando di un peso che varia tra il 7 e il 9% della Gla totale. Sino a un anno fa si parlava ancora del 6%, poi del 7, dell’8, del 9 e da ultimo addirittura del 10 per cento. È un trend decisamente in crescita, favorito anche dall’arrivo in Italia di nuovi retailer. A.P.
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r&f Case history food
KFC mette la Freccia e arriva ad Arese C
on l’ingresso al Freccia Rossa di Brescia, avvenuto lo scorso 23 marzo, e soprattutto con l’apertura il 14 aprile scorso ad Arese nella foodcourt de Il Centro, KFC è arrivato a quota sei ristoranti nel Belpaese: tutti all’interno di centri commerciali, tutti in franchising. A curare lo sviluppo del marchio americano nella Penisola la società costituita nel 2014 KFC Italy, guidata dall’amministratore delegato Corrado Cagnola. Nel periodo compreso tra i due opening lombardi, lo abbiamo incontrato per farci raccontare l’approdo in Italia di KFC e soprattutto gli obiettivi di crescita nei prossimi anni.
Corrado Cagnola
Arese Shopping Center
A novembre 2014 la prima apertura in Italia, al centro commerciale Romaest. Quando nasce e quali caratteristiche ha il progetto di sviluppo di KFC nel Belpease? In realtà il progetto di sviluppo di KFC in Italia nasce molti anni prima, ma un tempo non c’erano quelle che considero le tre condizioni necessarie: la vera volontà della corporation, la location giusta per aprire il primo
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ristorante e l’imprenditore idoneo, in quanto il nostro è un sistema in franchising. Nel 2014 abbiamo trovato l’esatta commistione e messo in piedi una società, la KFC Italy, che dia sup-
porto sul territorio ai franchisee. Lo staff di KFC Italy di quante persone si compone? Oggi siamo in 9 e copriamo sostanzialmente i tre settori su cui vogliamo dare assistenza ai nostri franchisee: lo sviluppo, quindi il sostegno nella ricerca della location e nella realizzazione del piano di opening; il supporto operativo, con il training prima dell’apertura e poi con tutte le procedure da attuare nel corso della vita del ristorante; il marketing, da quello su scala nazionale a quello locale. Quest’ultimo, che consiste in promozione, affissione e volantinaggio è portato avanti direttamente dai nostri affiliati perché è legato al singolo punto vendita. Cercate imprenditori che potenzialmente possano aprire più punti vendita o anche uno solo? Cerchiamo imprenditori che abbiano
la capacità di svilupparne almeno 10. Non abbiamo optato per un master franchisee ma non vogliamo neanche frammentare troppo l’esperienza. Questo perché riteniamo da un lato che un certo numero di ristoranti sia necessario per mettere in piedi un’azienda strutturata e dall’altro che un imprenditore possa elaborare meglio la propria strategia di sviluppo se gestisce un territorio abbastanza ampio. Quanti sono al momento i vostri franchisee? In questo momento abbiamo 5 ristoranti per altrettanti franchisee. Abbiamo preferito far aprire ad ognuno il proprio primo locale affinché tutti e cinque capissero esattamente in cosa consiste il lavoro e ponessero le basi per lo sviluppo. Ne abbiamo altri 3 pronti a incominciare. Si parla di affiliati che vantano un’esperienza pregressa nella ristorazione oppure no? Ad oggi solamente uno di loro aveva esperienza pregressa. Noi cerchiamo l’imprenditore, perché la capacità imprenditoriale crediamo sia la più difficile da trasmettere, mentre le technicalities del nostro settore siamo bravi ad insegnarle. Quindi fate molta formazione… L’imprenditore che viene a lavorare da noi deve fare 12 settimane di training per imparare come funziona un ristorante e non semplicemente come si prepara il pollo. Capire come gestire il conto economico di un punto vendita è fondamentale soprattutto quando si progetta di averne una decina. Il business della ristorazione, si sa, è composto di piccoli numeri e grandi volumi, per cui anche minimi errori vengono moltiplicati molte volte. Quali sono le caratteristiche del vostro format e a quanto
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Roma
ammonta l’investimento medio per un ristorante? Noi apriamo sostanzialmente tre tipologie di ristoranti: una pari a circa 450/500 mq di cui 250 destinati alla cucina e altrettanti alla sala con 200 posti a sedere, che inseriamo ad esempio nei centri commerciali; il drive, quindi un edificio a sé stante, di solito ubicato lungo le strade di grande comunicazione; la terza è nella foodcourt. In questo caso il locale include la cucina e si ferma al bancone, mentre le sedute sono comuni: è il caso dell’apertura ad Arese. Tale soluzione ci impone qualche sacrificio perché noi utilizziamo la sala
Brescia per comunicare al cliente chi siamo e cosa facciamo. Di conseguenza cambiano gli investimenti: per la tipologia media è di circa un milione; per il drive, che comporta la sua corsia e il parcheggio, occorre anche un milione e mezzo, mentre per un’unità in foodcourt circa 400/500mila euro. Probabilmente ogni nostro franchisee avrà in portfolio un mix delle tre tipologie. Quanto vale, al momento, il vostro scontrino medio? Circa 11,50 euro ma varia molto da città a città. È un più alto a Roma, mentre lo è un po’ meno al Nord. Anche la tipologia di cliente è diversa: a Torino, dove siamo all’8 Gallery, serviamo tantissimi impiagati perché sopra abbiamo gli ex uffici della Fiat. Ovviamente nella pausa pranzo il ticket medio è più basso che di sera. Siete soddisfatti dell’andamento dei locali aperti? Siamo soddisfatti e soprattutto lo sono i nostri franchisee. I due ristoranti avviati per primi (Roma a Romaest e Torino all’8 Gallery, ndr) sono gli unici che hanno un anno completo alle spalle e posso dire che hanno superato di circa il 30% le aspettative. Il nostro obiettivo è di generare almeno due
milioni di euro in ogni apertura. Arrivando ai canali di sviluppo, per ora avete scelto sempre il centro commerciale. Quali le motivazioni di questa strategia? In realtà siamo partiti sia nei centri città, sia nei centri commerciali sia con le location per realizzare i drive. Ma da un punto di vista autorizzativo e burocratico è molto più semplice entrare in un mall e questo è il motivo per cui tutte le aperture ad oggi sono state all’interno di shopping center. Entro la fine del 2016 apriremo anche due ristoranti cittadini e l’anno prossimo sarà la volta dei drive. Completando il tema degli opening futuri, quali i vostri obiettivi nel breve e medio termine? Quest’anno dovremmo realizzare tra le 6 e le 8 aperture, per cui chiuderemo il 2016 sopra i 10 punti vendita. Quindi vorremmo proseguire con un ritmo più accelerato nei prossimi 3 anni sino ad arrivare al 2020 con un centinaio di ristoranti. Oggi con le prime cinque location siamo presenti in altrettante regioni e ci piacerebbe continuare a espanderci in nuove aree del Paese. Ad esempio non siamo in Meridione e questo è un peccato, per cui siamo alla ricerca di un imprenditore che possa sviluppare più regioni nel sud Italia. Nello speci-
fico delle singole opening sul 2016, oltre a Brescia (470 mq al Freccia Rossa) e ad Arese ne avremo due su Roma, entrambe in centri commerciali di cui una ad Happio. Come ha accennato, tra poco aprirete nel nuovo maxi mall di Arese. Quali sono le vostre aspettative? Abbiamo gli stessi obiettivi che per gli altri centri commerciali. Tuttavia Arese sarà uno degli shopping center più grandi d’Europa e quindi ci aspettiamo un numero di visitatori molto alto. Inoltre il concept del mall è ben progettato, anche dal punto di vista dei flussi, con la foodcourt in una posizione strategica al primo piano esattamente sopra l’ipermercato. Restando nei mall e nelle città, ma parlando di travel retail, vi interesserebbe sviluppare nelle grandi stazioni? Le grandi stazioni ci interessano molto, ma ci piacerebbe disporre di un programma organico di espansione. Questo perché tale canale presuppone un approccio al business leggermente diverso. La stazione è quindi un nostro importante obiettivo di sviluppo ma non ci entreremo sino a quando non saremo sicuri di entrarci bene. Vedremo che politiche commerciali vorranno applicare i nuovi proprietari di GS Retail. A.P.
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r&f Osservatorio prezzi
IN LAGUNA SI PARLA FRANCESE O
ltre 2 secoli dopo l’arrivo di Napoleone (1797), Venezia è ancora in mano ai francesi. Almeno per quanto riguarda lo shopping, presidiato da tre avamposti: Porte di Mestre, con ipermercato Auchan; Valecenter a Marcon, con protagonista Carrefour; Nave de Vero a Marghera, con àncora alimentare Coop ma di proprietà Klépierre (ex Corio). Posizionati lungo un asse viario nord - sud, i tre mall si contendono nell’arco di 20 km e a una distanza tra loro di altrettanti minuti in automobile - il bacino veneziano. In particolare per questo articolo di Osservatorio prezzi siamo andati a visitare lo scorso 14 aprile i due centri commerciali storici della Laguna: Valecenter, inaugurato nel
1993, ristrutturato nel 2007 e dotato di quasi 60mila mq di Gla; Porte di Mestre, inaugurato nel 1995, ampliato a fine 2013 e dotato di oltre 55mila mq di Gla. Molto più recente è il taglio nastro di Nave de Vero, effettuato nel 2014. E all’interno di questi mall la nostra attenzione si è focalizzata sulle cosiddette medie superfici. Gettiamo l’àncora Una battaglia sia intestina all’interno degli stessi centri commerciali sia tra uno shopping center e l’altro si consuma quotidianamente tra i marchi protagonisti dei due mall. Ma non solo, lo scontro è addirittura fratricida tra numerosi negozi appartenenti ai medesimi brand: basti
scorrere velocemente il Web per constatare che H&M e Scarpe & Scarpe sono presenti sia a Porte
di Mestre sia a Valecenter. Ma anche Zara e Conbipel tendono a cannibalizzarsi con le medesime insegne
Porte di Mestre categoria
target uomo
abbigliamento
donna
Valecenter
prodotto
H&M
Piazza Italia
Ovs
Terranova
Alcott
pantalone di cotone
19,99
15,95
19,99
29,99
camicia
12,99
9,95
14,99
gonna
4,99
12,95
maglioncino di cotone
9,99
jeans (8 anni) felpa (8 anni)
Scarpe &Scarpe
Conbipel
Zara
H&M
Hollister
15,99
29,99
25,95
19,99
39
29,99
8,99
29,99
29,95
12,99
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14,99
9,99
4,99
29,99
9,95
7,99
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8,95
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15,99
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17,95
9,99
9,99
9,95
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15,99
12,90
19,95
9,99
Scarpe &Scarpe
bambino
scarpa classica
26,95
scarpa sportiva
12,95
scarpa classica
29,95
scarpa sportiva
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scarpa (8 anni)
10,95
39,90
49,90
29,90
39,90
25
29,90
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29,90
22,90
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uomo
calzature donna
bambino
Tutti i prezzi sono espressi in € - Legenda: Prezzo più alto in euro • Prezzo più basso in euro Tutti i listini sono da ritenersi come primo prezzo
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retail&food - maggio 2016
19,99
© Edifis Intelligence
Cover story
nel centro di Marcon e a Nave de Vero, così come OVS, Alcott e Piazza Italia sono attivi sia nel mall di Mestre sia in quello targato Klépierre. Per questo motivo abbiamo scelto di mettere a confronto i listini di questi big del retail, focalizzandoci su più prodotti, sempre entry level, per ogni catena: nel segmento dell’abbigliamento abbiamo preso a riferimento il pantalone di cotone e la camicia per l’uomo, la gonna e il maglioncino di cotone
per la donna, i jeans e la felpa per il bambino di 8 anni; mentre per la
calzature abbiamo scelto la scarpa classica e sportiva sia per lui sia per lei, oltre allo “scarpino” adatto indicativamente a un bambino di otto anni. Per un totale di 11 prodotti che compongono il paniere, commercializzati da 9 brand e 11 negozi. Alla prova dei numeri Piazza Italia si conferma il marchio più economico con ben 7 item in blu, quindi con il primo prezzo più basso in tabella, distanziando H&M (e talvolta OVS e Alcott) di pochi centesimi, 5 per la precisione, per quanto riguarda i pantaloni uomo (15,95 contro 15,99 euro); i jeans e la felpa bambino da 8 anni (9,95 contro 9,99 in entrambi i casi). Tranne che nel già citato caso del pantalone uomo, il marchio napoletano di abbigliamento giovanile Alcott presenta i prezzi più convenienti per la camicia uomo (8,99 euro), la gonna (4,99 alla pari con H&M) e il ma-
glioncino di cotone donna (5,99). Di contro i listini in rosso (i più cari del paniere) sono distribuiti su più marchi, tutti molto attenti al fattore prezzo “tranne” Hollister, che si mantiene su un posizionamento più alto (non solo di listino però) sia nei due prodotti scelti per l’uomo sia sul maglioncino donna: in tutti i tre casi sono necessari 39 euro per comprare la merce. Anche per quanto concerne le calzature Piazza Italia fa la differenza al ribasso, mentre è interessante osservare la politica di pricing, dovuta con tutta probabilità alla specifica politica di assortimento, applicata da Scarpe & Scarpe a Porte di Mestre e a Valecenter, con il punto vendita di quest’ultimo che risulta visibilmente più caro dell’omologo in 4 casi su 5, anche di 10 euro per singolo prodotto. Allo stesso modo i listini di H&M non coincidono perfettamente: la gonna primo prezzo costa 4,99 euro a Porte di Mestre e 7,99 a Valecenter. Conclusioni Guardando agli anchor store, Valecenter risulta sicuramente più alto per prezzi e posizionamento di offerta. Conbipel, Zara e soprattutto Hollister sono più expensive dei diretti competitor di Porte di Mestre, ma come abbiamo visto anche le insegne che gravitano su entrambi i mall, Scarpe & Scarpe in primis e H&M limitatamente a un prodotto, si dimostrano più care nel complesso commerciale di Marcon. Specifichiamo tuttavia che questa analisi non ha valore statistico e che, essendo i negozi molto grandi per assortimento e metrature, abbiamo dovuto chiedere indicazioni al personale degli store. Solo in un caso, presentandoci sempre come giornalisti e non come clienti, ci è stata negata la collaborazione degli addetti alle vendite, per cui abbiamo dovuto effettuare una ricognizione empirica tra gli scaffali. E non è la prima volta che capita con Zara. A.P.
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r&f Case history landlord
Cover story
ECE, da Verona a Pompei
Tra l’operazione di Chieti e Jerry Boschi quelle di Verona e Pompei sono trascorsi alcuni anni. Quali i motivi di questo stallo? Il gap tra il 2011 e il 2015 è rappresentato dalla seconda ondata di crisi, con il congelamento del mercato immobiliare italiano e in parte europeo sino al 2013. Poi in quell’anno Blackstone per prima effettuò nuove acquisizioni, risvegliando di fatto il comparto, ma anche ECE era in fase di ricerca. Io sono entrato in azienda nel 2014 e nel 2015
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abbiamo comprato La Cartiera e avviato il progetto di Verona. Quali aspetti tenete maggiormente in considerazione quando valutate una nuova operazione? Noi come long-term investor ci concentriamo soprattutto sull’asset, sulle sue performance quando lo abbiamo in proprietà, mentre siamo meno condizionati dalla exit strategy, rispetto a cui la posizione geografica incide molto, penalizzando generalmente gli immobili nel Sud Italia. Nello specifico, prima effettuiamo considerazioni di mercato: guardiamo al bacino in termini sia demografici sia di presenza di competitor. Poi ci concentriamo appunto sull’asset: il layout, sia come efficienza sia come livello architettonico; il mix merceologico, quindi le performance degli operatori rispetto sia ai fatturati sia all’incidenza che hanno gli affitti sul loro volume d’affari; e quindi l’aspetto gestionale. Ma su quest’ultimo ambito abbiamo l’opportunità di fare entrare direttamente ECE. Quale fascia di prodotto cercate? In Italia il prime semplicemente non è in vendita, per cui la fascia a cui guardiamo è il secondary market, con prodotti core plus o value-add. Verona potrebbe diventare prime a mio avviso. Mentre l’ordine di grandezza che ci interessa è generalmente superiore ai 30mila mq di Gla. Arrivando a La Cartiera, quali obiettivi avete in termini di miglioramento di flussi, fatturati e brand mix? La Cartiera ha 7,6 milioni di visitatori, che è un dato estremamente alto per un centro commerciale di 30mila mq di Gla, quindi il nostro focus è più orientato a incrementarne il ticket medio, di conseguenza i fatturati, portando dei marchi che inducano il consumatore a effettuare maggiori acquisti nella stessa visita. Inoltre abbiamo intenzione di introdurre componenti leisure e nuove proposte di ristorazione per completare l’offerta. Qual è stato l’andamento di La Cartiera lo scorso anno? Si è registrato un incremento dei visitatori nell’ordine
L’azienda in pillole • Azienda famigliare: ECE è stata fondata nel 1965 da Werner Otto ed è al 100% in proprietà e in gestione della famiglia Otto; Alexander Otto è l’amministratore delegato. • Specialista di centri commerciali, con 3.600 dipendenti in 14 Paesi (Europa e Turchia), con HQ ad Amburgo. • 196 CC in gestione • 30 miliardi di euro di OMV complessivo • Gla: oltre 7,2 milioni di mq • Occupancy: oltre 99% • 4,5 milioni visitatori al giorno • 21mila contratti di affitto • Volume d’affari p.a.: 23 miliardi di euro Esperienza di sviluppo e ristrutturazione • 8 iniziative in progettazione o costruzione per complessivi 1,8 miliardi di euro • 17 proprietà in ristrutturazione
del 3% e del fatturato intorno al 9 per cento. Quest’ultimo dato è elevato perché il centro, che ha quattro anni, era in fase di consolidamento: doveva ancora andare a regime. Mi auguro che nel 2016 mantenga questa crescita. Parlando invece di Verona, perché lo sviluppo di un nuovo centro commerciale e come prosegue il cantiere? Innanzitutto per l’attrattività del progetto: vanta un bacino di utenza popoloso, con reddito alto e grande capacità di spesa, ed è l’opportunità di aprire il primo shopping centre nella città di Verona, con un’offerta moderna e all’avanguardia di negozi/insegne internazionali e nazionali e di punti di ristoro. Lo stato di avanzamento del cantiere annovera gli scavi e le opere preparatorie completati mentre il montaggio dei prefabbricati è in corso. La fine dei lavori è prevista per l’estate del 2016 e la consegna delle aree agli operatori avverrà a partire dall’autunno, con una stima di apertura al pubblico nella primavera del 2017. Ad oggi, circa il 60% della Gla è già stato commercializzato. Avete intenzione di investire su altri asset e/o progetti di sviluppo in Italia? L’obiettivo è sicuramente quello di allocare altri investimenti in Italia per il fondo (The ECE European Prime Shopping Centre Fund II, ndr), ma molto dipenderà dalle opportunità che si presenteranno, e di continuare sullo sviluppo. Oggi non è possibile tuttavia dare numeri ed effettuare previsioni. A.P.
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L‘
acquisizione del centro commerciale Megalò (Chieti) nel 2011 cui sono seguite, con il miglioramento della congiuntura economica, quelle nel 2015 di La Cartiera (Pompei) e dell’area con il conseguente inizio del cantiere del progetto Verona Adige. Questi gli investimenti in Italia di ECE, colosso da 7,2 milioni di mq di Gla fondato nel 1965 da Werner Otto. Per conoscerne i progetti nel Belpaese abbiamo parlato con Jerry Boschi, dal 2014 managing director, development di ECE Projektmanagement Italia.
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Dossier shopping mall taglio nastro
Il Centro ad Arese, è iniziata l’era dei giganti Sotto i riflettori da Mapic 2014, l’ex Arese Shopping Center è stato aperto al pubblico lo scorso 14 aprile. Numeri (quasi) da record per una delle strutture retail più grandi d’Italia e d’Europa: 93mila mq di Gla e 200 negozi. Protagonista Finiper con un investimento da circa 350 milioni di euro
N
ella cornice di Mapic 2014, al tradizionale evento organizzato dal CNCC sugli sviluppi in Italia, Francesco Ioppi ha rubato la scena descrivendo un imponente progetto a nord di Milano, nell’evocativa location degli stabilimenti ex Alfa Romeo ad Arese. Il sito dove sorgeva la fabbrica di uno
dei marchi sportivi che hanno fatto la storia del nostro Paese e la relativa pista di collaudo: tutto poteva rinascere, in chiave moderna, portando il commercio moderno. Compresi i posti di lavoro, oltre 2.000 una volta che la struttura sarebbe andata a regime. E ancora parlava di risorse sul territorio, ingenti, vicino al sito
Al microfono Marco Brunelli
di Expo, in un periodo che lasciava solo intravedere una luce in fondo al tunnel della crisi. Con il vento in poppa - la ripresa degli investimenti, soprattutto in Europa ma anche in Italia ancorché speculativi, e il segno “+” sui consumi - con la forza dei numeri, l’affidabilità di uno specialista del retail real estate, Gruppo Finiper, e la caratura di un partner internazionale come Design International, il progetto di Arese Shopping Center iniziò a correre. Altro particolare da non trascurare, i lavori erano già partiti. Il 2015 è stato un tripudio di rumors, novità, fotografie del cantiere in rapida evoluzione, con l’apice nella conferma dello sbarco in Italia di Primark: il colosso irlandese dell’abbigliamento a prezzi democratici,
che da tempo stava guardando con interesse al nostro Paese, avrebbe aperto un maxi negozio da migliaia e migliaia di metri quadrati nel super mall di Arese. Il tam tam mediatico ha visto accostarsi al progetto di Finiper i principali retailer nazionali e internazionali presenti nella Penisola, dal fashion alla ristorazione, quest’ultima sempre più in fermento con l’arrivo in Italia di big principalmente a Stelle e Strisce. Milano, nel frattempo, tornata al centro del mondo con Expo 2015, è ridiventata una destinazione privilegiata anche per il retail real estate, con il progetto di Arese in pole position, seguito a ruota da Scalo Milano e sullo sfondo da Westfield Milan. Il mall dei record Il nuovo shopping mall di Arese, ri-
Cover story battezzato Il Centro a pochi giorni dal taglio nastro, ha tutti i numeri per essere definito un progetto faraonico: a partire dall’investimento, circa 350 milioni di euro di cui la metà immessi direttamente da Gruppo Finiper; passando per l’ampiezza degli spazi, con i suoi 120mila mq totali; sino alla galleria, che si snoda su una Gla di 93mila mq (di cui il
di punto vendita, offrendo un’esperienza unica e talvolta interattiva: è il caso dei marchi del gruppo Zara, di Mondadori, di Media World, di Mango, di Disney e di Tiger, giusto per citarne alcuni. Il Centro, infine, si colloca su un importante crocevia di direttrici: situato alle porte di Milano, si affaccia sulla Milano-Laghi, sula Torino-Venezia e
lungo l’asse provinciale Monza-Rho. Manca, invece, una viabilità pubblica su ferro. La struttura Il progetto di design prende vita dalle idee gli architetti Michele De Lucchi, che ha tratto ispirazione dalle corti lombarde, Davide Padoa, ceo di Design International, e Arnaldo Zappa. Il risultato è stata la creazione di un vero e proprio centro cittadino: le sei corti si susseguono creando una sinergia tra lo shopping e la gradevolezza di una promenade distensiva. Per la prima volta una struttura del genere
è candidata alla certificazione LEED Gold che risponde a severi parametri. Le facciate ricche di legno - così come il soffitto del mall, da cui penetra un forte irraggiamento di luce naturale - progettate da De Lucchi, sono ispirate alle cascine lombarde mentre Davide Padoa ha contribuito a conferire vivacità agli spazi dove prodotti e brand si miscelano in un ambiente autentico e dove l’esperienza dei visitatori è posizionata al centro, appunto, creando di fatto una trama e un concept che unissero le varie anime del mall. Da non dimenticare la grande area esterna caratterizzata dal recupero della pista
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piano terra 55mila e il primo piano 38mila). A questi dati si sommano gli oltre mille metri di porticati esterni per un accesso multiplo e agevole alla maggior parte dei punti vendita. Guardando invece ai contenuti, il mall integra oltre 200 insegne complessive di cui 20 dedicate alla ristorazione e alla caffetteria, dispone di 6mila posti auto per accogliere un bacino di utenza potenziale stimato dai promotori in 13 milioni di persone. Sei diverse ‘Corti’ animano la struttura, luxury, children, green, fashion e due dedicate al food, con l’obiettivo di ricreare un centro cittadino. Guardando ad alcune novità del brand mix, il già citato Primark, Lego e H&M Home hanno scelto Arese per sbarcare sul mercato italiano, così come Superdry ha aperto per la prima volta con la gestitone diretta e marchi come Nespresso, Signorvino, Cioccolati Italiani e Bianchi Biciclette hanno debuttato in un centro commerciale, fino a trovare il Centro Medico a firma Humanitas, la clinica della medicina preventiva. Inoltre, tutti (o quasi) i brand propongono nuovi concept
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Dossier shopping mall taglio nastro concomitanza di Expo, nel 2015. Io prendendo coraggio risposi che sarebbe stato un sogno irraggiungibile aprirlo in così poco tempo, soprattutto perché, e in questo sono stati lungimiranti Davide e capaci nel condivider- Padoa lo, il progetto doveva ripartire da un concept: aveva bisogno di trovare una sua storia. In quel momento a che punto era il cantiere? Il sito aveva le fondazioni dei pilastri e più o meno una dozzina di pilastri eretti. In sintesi il cantiere era appena partito con le elevazioni ed era stato
L’esordio di Lego in Italia automobilistica dell’Alfa Romeo realizzata nel corso del 2015 e che attualmente è dedicata alla scuola per la guida sicura di ACI Vallelunga e ad altre iniziative che gravitano nel mondo automotive. Intervista all’architetto Davide Padoa, Ceo di Design International Come e quando nasce l’accordo tra Gruppo Finiper e Design International per la rea-
lizzazione de Il Centro? Nel luglio del 2014 fui prima contattato telefonicamente e poi invitato a cena da Marco Brunelli, patron di Finiper. Cena a cui partecipò anche Francesco Ioppi. Di quel frangente ricordo che erano molto preparati sulla storia di Design International e sui principali progetti che aveva realizzato, in particolare su quello di Galeries Lafayette al Marocco Mall. Mi fu chiesto se sarebbe stato possibile aprire il mall di Arese in
L’esordio di Primark in Italia Piazza del fashion
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avviato da qualche mese per le fondazioni e le movimentazioni terra. Mentre la ristrutturazione della pista automobilistica era in fase molta avanzata. Nel complesso la mia risposta a Brunelli e Ioppi fu di confermare l’apertura della pista per Expo, di posticipare l’apertura di tutta la struttura commerciale ed eventualmente di considerare l’apertura anticipata per la parte Iper. Questa soluzione a lui (Brunelli, ndr) piacque ma poi, in maniera corretta, decise di aprire tutta insieme la componente com-
Cover story merciale e la pista per Expo. Quando avete sottoscritto il contratto? Quella cena, molto cordiale, fu importante per trovare la sintonia tra persone, capire se si poteva lavorare insieme. L’intesa è stata reciproca e ha visto grande fiducia in Design International e in me che la rappresentavo. Ufficialmente abbiamo sottoscritto il nostro incarico con Finiper nello stesso mese di luglio. In cosa è consistito, quindi, il vostro intervento? L’impresa, ardua, fu di creare una storia, di fare da regista nel ricucire le ottime componenti che erano state impostate: il layout progettato dall’architetto interno a Finiper, Arnaldo Zappa, molto capace e soprattutto molto consapevole delle aspettative del Gruppo; il lavoro di facciata realizzato dall’architetto Michele De Lucchi, che ha portato molto materiale naturale, soprattutto legno, che benissimo si sposava con la copertura verde, sostenibile e di
bassissima manutenzione. Io l’ho dichiarato a Marco Brunelli, e lui ha condiviso, altrimenti non avrei sottoscritto l’incarico, che serviva una regia per incollare questi “pezzi” che trovavo seppur intelligenti e validi ancora slegati tra loro. Come si presentava il layout in quella fase? Il layout vedeva una forma a L e un percorso unico. Negli ultimi anni sono stati sviluppati in Italia e in Europa mall definiti a cerchio, in cui dare la possibilità al visitatore di camminare e non tornare a vedere sempre lo stesso negozio. Questo principio era in parte soddisfatto dai due livelli commerciali, previsti da subito e dotati intelligentemente di un grande quantitativo di scale mobili, che non necessariamente erano posizionate però nei punti ideali del mall. Le scale mobili devono lasciare spazio alle piazze, così che lo spazio pubblico delle gallerie possa vivere, anche in base alle stagioni e alle festività, con eventi e zone di relax. Tornando
all’impostazione generale, le intuizioni che mi hanno colpito erano due. La prima è data dai grandi volumi, molto aperti, addirittura troppo grandi per come erano stati impostati originariamente. I volumi ampi sono ottimi per la visibilità ma possono diventare controproducenti se le insegne sono eccessivamente distanti l’una dall’altra, per cui non invogliano il cliente a passare dalla vetrina preferita a quella successiva. Tali volumi ci hanno dato l’opportunità di edificare palazzi interni alla galleria che, posizionati a scacchiera, con una sequenza di palazzo - scale mobili piazze, creavano un percorso molto più vivo e articolato, ispirato a una vera e propria strada di città. I palazzi sono poi diventati dei flagship voluti da tantissimi brand per essere centrali e avere negozi con quattro facciate.
Il progetto in pillole INAUGURAZIONE AL PUBBLICO INVESTIMENTO PROPRIETÀ GENERAL CONTRACTOR GESTIONE COMMERCIALIZZAZIONE PROGETTAZIONE
14 APRILE 2016 300/350 MILIONI DI EURO GRUPPO FINIPER ITINERA TEA SPA (GRUPPO FINIPER) STUDIO CONTE - CUSHMAN & WAKEFIELD ARCH. MICHELE DE LUCCHI; ARCH. E CEO DI DESIGN INTERNATIONAL, DAVIDE PADOA; ARCH. ARNALDO ZAPPA PILOTAGE TECNICO SPAZIO FUTURO TIPOLOGIA SHOPPING MALL LOCALITÀ ARESE (MI) - STABILIMENTO EX ALFA ROMEO LOCALIZZAZIONE EXTRAURBANA LIVELLI COMMERCIALI 2 GLA TOTALE 93.000 MQ GLA PIANO TERRA 55.000 MQ GLA PIANO PRIMO 38.000 MQ TOTALE PUNTI VENDITA 200 TOTALE RISTORANTI/CAFFETTERIE 20 POSTI AUTO 6.000 ÀNCORA ALIMENTARE/GLA IPER LA GRANDE i / 12.000 MQ
Questo ha portato anche a un altro elemento particolare: molti retailer che in genere vogliono disporre di un fronte e di un retro, in questo caso erano ben felici di essere nel mezzo della galleria. La seconda intuizione consisteva nel poter avere un porticato esterno con negozi, ancorché questi erano stati posizionati troppo ristretti, poco o troppo profondi. La nostra idea è stata di raddoppiare i negozi con altri chioschi anche sul lato dei parcheggi e di creare quindi una passeggiata esterna come un vero mall all’aperto, ispirandoci ai centri commerciali che ho visto in Messico e in America nel New Jersey: tale soluzione ha il pregio di bloccare la visibilità costante e diretta sul parcheggio. Poi, introducendo, soprattutto per i negozi legati alla ristorazione come Ristò - che è di proprietà e gestito dal gruppo Finiper - la possibilità di avere l’ingresso sia dall’interno sia dall’esterno, in pratica sono stati raddoppiati i varchi del centro che già erano tanti: da quattro sono diventati oltre una decina e sono più di sei i ristoranti interessati. Questo rende la struttura molto più porosa. Pochi mesi dopo il lancio a Cannes… Dopo appena 3 mesi di lavoro siamo arrivati al lancio commerciale del progetto a Mapic, in un momento
molto fortunato in cui il mercato del retail real estate in Italia stava cambiando: c’era una ripresa netta. La fortuna dicono che bacia gli audaci ed è stata una fortuna rilanciare il progetto come una vera struttura commerciale interna-esterna, con una sua trama, una sua anima, una sua storia da raccontare, tutta basata sulla diversificazione dei fronti vetrina, dei fuochi visivi, del posizionamento delle scale mobili, che rendeva quindi ogni retailer protagonista.
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Dossier shopping mall taglio nastro Guardando oggi Il Centro, un elemento di spicco è la piazza dove confluisce l’ipermercato. Come l’avete progettata? Abbiamo creato una grande rampa circolare, nella piazza esagonale, con uno scalone imperiale che porta al piano terra per chiudere in maniera omogenea il percorso, fermandosi su un mezzanino che si affaccia sia sulla piazza sia sull’Iper; e poi abbiamo convinto i creativi, partendo da Marco Brunelli, nel portare il prodotto dell’Iper in piazza con i chioschi che vendono dai fiori alle spremute, dalle verdure al pane. Il tutto in un continuum con l’àncora alimentare che ha posizionato vicino a quell'area la parte dei freschi, creando un vero e proprio gourmet home. Questa commistione ci ha indotto a spostare la food court al primo piano, immediatamente a ridosso dell’ipermercato stesso, e al piano terra è stato inserito Signorvino, che presenta un allestimento di oltre un migliaio di bottiglie visibile attraverso la vetrina alta 6 metri. Tutto ciò porta il cliente ad avare un’esperienza che nasce con il prodotto, il food, il ter-
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ritorio, il fresco: da consumare sul posto o da portare a casa. Approfondiamo il tema delle vetrine e dei fuochi visivi… Creare varietà di fuochi visivi con l’inserimento di palazzi al centro della galleria comporta un triplice beneficio: innanzitutto tanti fuochi visivi invogliano ad andare alla prossima insegna; il secondo è dare la possibilità ad alcuni brand di diventare protagonisti; il terzo è di riproporzionare lo spazio del mall, oltretutto con un importante risvolto economico. In questo caso abbiamo tolto la superficie di Gla presente in spazi esterni tra la struttura commerciale
e la pista automobilistica, 6mila mq destinati a retail park, e l’abbiamo inserita in parte in mezzo alla galleria con tagli molto più piccoli e in parte oltre i fili vetrina dei negozi pensati in origine. Altro particolare, tale intervento ci ha consentito di creare insegne alte e basse, verticali e orizzontali. Nel contesto di fiducia tra i vari attori abbiamo portato nel team Spazio Futuro, con cui abbiamo aperto il centro commerciale Campania e più di recente Nave de Vero a Marghera. Per concludere, quali negozi ti hanno impressionato maggiormente?
Sicuramente Bianchi Bike Store, che si inserisce molto bene nel concetto di Arese sulle piste ciclabili; Alcott, creativo, coraggioso, sempre vivace che in questo caso ha posizionato un grande albero di legno in mezzo al punto di vendita che si arrampica sul soffitto; Dispensa Emilia, che ha portato il prodotto in primo piano, è molto materica ed esperienziale; l’Iper, che penso sia uno dei più belli visti nella mia vita; e Swarovski, che ha avuto il coraggio di presentarsi con quattro vetrine. E tra i nuovi arrivi? Primark strappa la scena; noi abbiamo avuto la fortuna di aprirne il primo store in Spagna, il primo in Francia e ora il primo in Italia: con loro abbiamo impiegato “solo” tre mesi per approvare il fronte vetrina perché pensavano a un approccio low profile e noi, con tutto il tatto del caso, li abbiamo convinti a portare una soluzione un po’ più prestigiosa, con un’insegna più importante. E Lego, che è molto semplice, un mattonino in pratica, e lo abbiamo approvato al primo colpo. Andrea Penazzi
r&f Reportage esclusivo
Cover story
A Mosca, IKEA Centres lancia “Taste Boulevard” Abbiamo visitato in esclusiva il nuovo concept per le food court che IKEA Centres Russia promuove per i suoi MEGA, i centri commerciali costruiti e gestiti da IKEA, accorpati ai propri store. Pur nelle difficoltà dell’economia locale, le performance dei centri Ikea in Russia sono decisamente lusinghiere. Ma nel food spicca l’assenza di operatori italiani, nonostante la nostra cucina sia la più apprezzata
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OSCA – Storicamente la Russia è stata rappresentata con un animale, l’orso: possente, forte, isolato, capace di lunghi letarghi, ma anche di attacchi fulminei e letali. Pensando agli ultimi secoli di storia russa, la scelta appare quanto mai azzeccata. Ma anche riflettendo sugli ultimi anni, quelli della crisi economica mondiale, del conflitto siriano e della crisi politica ucraina con le conseguenti sanzioni imposte dai paesi UE al governo di Vladimir Putin (la cui proroga scadrà il prossimo 31 luglio). Di fatto Mosca rivendica da sempre una propria indipendenza politica, militare ed economica, non priva di difficoltà, ma perseguita dall’attuale leadership con un forte sostegno popolare. Un atteggiamento misurato anche nel corso del nostro recente viaggio, durante il quale numerosi nostri interlocutori, pur senza nascondere le difficoltà della situazione attuale, hanno considerato inevitabile una direzione “forte” del Paese, inevitabile e necessaria per passare dal sistema dirigista del ‘900, all’economia di mercato, in una nazione di incredibile vastità, ricca di interessi privati, come pubblici e non ultimo, di risorse naturali. Gli indicatori macro economici per il prossimo futuro riportano ancora il segno meno, ma la realtà non è mai uniforme,
Utilizza questo QR code per visualizzare le immagini del centro commerciale.
specie in uno stato grande e complesso come quello russo. Stringendo il focus su Mosca, la città viene oggi stimata attorno ai 13 milioni di abitanti, ma non ufficialmente la si dà ormai attorno ai 20 milioni. Una situazione analoga dunque a quella di Istanbul, che nel corso del 2015 abbiamo visitato per riportare sulle pagine di retail&food dati sui principali centri commerciali. E come Istanbul, anche Mosca vede nei centri commerciali (e nei magazzini IKEA) nuove piazze di incontro e intrattenimento, climatizzate ma non solo. A Mosca l’edilizia residenziale per la middle class è in continua espansione, l’inurbamento progressivo va
assecondato da ogni punto di vista, e non stupisce quindi che quello che abbiamo visitato durante il nostro breve soggiorno moscovita sia lo store IKEA con i maggiori volumi di vendita al mondo. D’altra parte in Russia la popolazione totale sfiora i 150 milioni di abitanti ma ci sono quindici città con una popolazione superiore a 1 milione, e venticinque città con oltre 500.000 abitanti. La Russia è il mercato europeo con il maggior volume di vendite retail, secondo il servizio statistico nazionale nel 2015 il fatturato retail complessivo ha superato i 322 miliardi di euro. Oggetto del nostro viaggio è stata la visita a MEGA Teply Stan, il primo centro aperto da IKEA Centres Russia, recentemente coinvolto dal restyling della food court che da inizio aprile si presenta sotto l’innovativa veste di ‘Taste Boulevard’. Ma diamo pri-
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Reportage esclusivo
ma qualche elemento per meglio comprendere la presenza di IKEA in Russia e la galassia degli IKEA Centres. IKEA Centres IKEA Centres è il nome della società di IKEA Group che possiede e gestisce 41 centri commerciali e 25 retail park, in 14 paesi. Per un totale di più di 3,2 milioni di mq di Gla e circa 400 milioni di visitatori all’anno. In Italia al momento è attivo il centro Tiare Shopping a Gorizia-Villesse. Attualmente ci sono 20 progetti in pipeline, tra la Cina e il Portogallo, di cui uno in Italia, a Brescia-Roncadelle con apertura prevista entro l’anno. In Russia, IKEA Centres opera tramite la società IKEA Centres Russia che possiede e gestisce 14 centri, sotto il brand MEGA. Il primo mall aperto, nel 2002, è MEGA Teply Stan a Mosca, quello da noi visitato a inizio aprile. Nell’area moscovita ci sono altri due MEGA. Per i centri russi è previsto un investimento di 2 miliardi di euro di qui al 2020. Nel 2015 i presidi di IKEA Centres Russia hanno totalizzato 275 milioni di visitatori, mentre le vendite dei tenant presenti nei mall hanno raggiunto i 5,6 miliardi di euro con una vacancy rate dell’1,4 per cento. Ogni centro MEGA si attesta attorno ai 130mila mq di Gla con circa 200 retail units, oltre allo store IKEA, an-
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cora di primaria importanza per il mercato russo (in Russia non esistono store IKEA stand alone). I MEGA costituiscono inevitabilmente una piattaforma unica per retailer internazionali interessati a fare sviluppo nel mercato russo. Attualmente le gallerie IKEA ospitano oltre 50 brand USA, 40 tedeschi, 35 italiani (Armani Exchange, Benetton, Falconeri, Furla, Intimissimi, Marella, Piquadro, Sisley, ecc). Il management di IKEA Centres Russia che abbiamo avuto occasione di incontrare si è dimostrato estremamente aperto e disponibile nell’illustrare la situazione attuale e i progetti futuri, con quello spirito smart e tipico di IKEA, ben rappresentato dalla direttrice commerciale Olga Shetsova e dal direttore generale Milen Genchev che con grande simpatia si sono tuffati nell’evento di lancio ufficiale della nuova food court, affiancando una famosissima star tv locale, celebre per programmi in stile Masterchef.
MEGA Teply Stan Anche in Russia l’offerta di ristorazione è divenuta una delle ancore di maggiore attrazione per gli shopping mall. E il lavoro svolto nel centro di Teply Stan testimonia l’attenzione che il management IKEA ha rivolto al settore food. Il nuovo brand per la food court, denominato “Taste Boulevard” vuole rappresentare la possibilità di sperimentare cucine di diversa provenienza e tradizione, orientate a target o momenti della giornata differenti ma anche un’area, il boulevard appunto, ampia, ariosa e godibile. Con arena per eventi e presentazioni. Il risultato è notevole, superiore a quello di centri analoghi per numero di units e visitatori, presenti nei paesi occidentali dell’Europa. L’area è strutturata su due livelli, il progetto è di Design International la design firm londinese il cui Ceo Davide Padoa i lettori di r&f ben conoscono, con un mix vario sia al primo che al secondo livello: offerte fast o ricercate in entrambi i piani. Il formato sicuramente
più innovativo e interessante è “super local”, il farmer market Lavkalavka – di cui abbiamo incontrato il managing partner Dmitry Akishkin – importato dal centro città in chiave sperimentale, con ottime premesse. Un concetto di grande attualità nei centri commerciali dei Paesi anglosassoni, e russi, ancora poco rappresentato in quelli italiani. Al livello inferiore il farmer market vero e proprio con possibilità di consumo, sopra il restaurant davvero molto invitante. L’introduzione di format come Lavkalavka o l’altro moscovita Correa’s rappresenta la disponibilità del management IKEA a scommettere sulle novità, su chi ancora non ha aperto vetrine nei centri commerciali, su imprenditori giovani, con un forte e concreto sostegno (un solo format propone ricette italiane, ma la proprietà e la gestione è russa). Imprescindibile la presenza del gruppo pubblico Rosinter che nei centri città, in aeroporti, nei centri MEGA gestisce in licenza numerosi brand internazionali, come ci ha confermato Alesxander Mekhrishvili, vice-president of strategic development di Rosinter. Il nostro modesto suggerimento per gli operatori italiani del food (e non solo) è di studiare il dossier Russia, la richiesta di italian food è davvero altissima e piattaforme come quella dei centri MEGA possono consentire di fare in breve tempo passi da giganti, anzi… da orsi. Andrea Aiello
r&f star trek FOOD
Destinazione
Cigierre F
orse non incontrerete Tex Willer o non vi mangerete una bistecca a fianco di Calamity Jane, ma a Old Wild West l’atmosfera è proprio quella di un vecchio saloon. Di quelli dove nei film western si entra ordinando birra perché si ha ‘la gola secca’ dopo una lunga cavalcata sotto il sole del Texas o dove Kit Carson può gustarsi la sua bistecca con le patatine fritte, il suo piatto preferito. Old Wild West, la catena di steakhouse più grande d’Italia (hamburger, Tex-Mex, carne argentina e irlandese alla griglia in ambientazione western), è una insegna della friulana Cigierre (Compagnia Generale di Ristorazione fondata nel 1995 a Tavagnacco, provincia di Udine), leader italiano nella ristorazione multietnica nel segmento casual dining, insieme agli altri marchi Wiener Haus, birreria-trattoria ispirata ai sapori della Mitteleuropa, Cantina Mariachi, con piatti tipici della tradizione messicana, Arabian Kebab, legati ai sapori mediorientale e le caffetterie Kukkuma Cafè. La società friulana, guidata dal fondatore Marco Di Giusto, sviluppa i suoi primi format nel centro commerciale Città Fiera di Torreano di Marti-
gnacco (UD), dove inaugura nel 2002 il primo Old Wild West che, visto l’immediato successo, viene replicato un paio d’anni più tardi a Milano al Bicocca Village con un importante progetto franchising che nel giro di qualche tempo porta allo sviluppo degli altri marchi del Gruppo. Oggi Cigierre (4mila collaboratori, di cui 1.500 diretti) è un peso massimo nel suo settore: grazie all’intuizione di costruire la sua catena di punti ristoro sul foodtainment (ovvero il modo di mangiare e divertirsi in una ambientazione che astrae il cliente dalla normale routine per regalare momenti di spensieratezza) e con un buon rapporto qualità/prezzo per tutta la famiglia, l’azienda friulana arriva a contare a marzo di quest’anno (diretti e franchisee) 191 ristoranti. Nel complesso la stragrande maggioranza dei locali del Gruppo è OWW (circa il 75%), ma ci sono anche una trentina di Wiener Haus, dieci Arabian Kebab, oltre a 4 caffetterie Kukkuma. In rampa di lancio altri due format a testimonianza della vitalità del Gruppo: Shi’s, insegna di cucina giapponese fusion appena acquistata, e Romeo, classica cucina italiana.
Dopo il cinema o in pausa shopping è la regina delle food court Proprio per la tipologia del progetto i format sono pensati per uno sviluppo importante nei centri commerciali o nei multisala (realtà con notevoli flussi di visitatori a garanzia di grande visibilità e rapidi tempi di risposta): dei quasi duecento punti di ristoro, 28 sono nei cinema, 46 negli shopping mall, 55 in centri commerciali con cinema, 46 su strada e 16 su strada in prossimità di un’area
CIGIERRE in pillole Anno di nascita Proprietà Sede Management Business Insegne Retail Location
1995. Primo Old Wild West a Udine nel 2002 Acquisizione della maggioranza da parte dei fondi di private equity di BC Partners Tavagnacco (UD) Marco Di Giusto, fondatore e amministratore delegato Ristorazione multietnica casual dining con catene e format tematiche Old Wild West, Wiener Haus, Cantina Mariachi, Arabian Kebab, Kukkuma Cafè, Shi's e Romeo 191 punti ristoro (75% Old Wild West) di cui 60% franchising Centro commerciale, cinema e, da poco, centri urbani Fonte aziendale
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commerciale. Visto il successo dei ristoranti, però, si sta esplorando il nuovo format come l’Express, più vicino al fast food classico (per ora meno di una decina di insegne) e da un paio d’anni c’è anche la location urbana, come testimoniano l’Old Wild West aperto a Milano nel Ticinese o in Corso Sempione (zone della movida meneghina). Quest’ultima decisione è un ulteriore passo nella crescita dell’identità del progetto, anche perché indica la scelta delle catene come meta di un’esperienza gastronomica e di divertimento non subordinata allo shopping o al cinema. Si veda a questo riguardo il nuovo format Shi’s, di cucina giapponese fusion, su cui dopo l’apertura di Pordenone, si sta lavorando per un flagship in centro a Milano. I punti ristoro sono prevalentemente in franchising (circa il 60%), a parte i tre OWW recentemente aperti all’estero: il primo, avviato nel 2013 nell’outlet Fonte aziendale Fox Town di Mendrisio in Svizzera, l’altro
Nuova proprietà per espandersi anche all’estero
INTERVISTA MARCO DI GIUSTO Amministratore delegato e fondatore di Cigierre
QUALITÀ SENZA SVUOTARE IL PORTAFOGLIO, IN UN FORMAT DA ‘CINEMA’
Shi’s
a Bruxelles, e l’ultimo inaugurato poche settimane fa a Zagabria in Croazia (600 mq con 300 coperti). Il ritmo di opening è decisamente sostenuto con i 26 ristoranti aperti l’anno scorso, 5 nei primi tre mesi di quest’anno, ma con ben 37 aperture pianificate per il 2016 (più del 70% OWW, gli altri soprattutto dedicati alla cucina giapponese). Basti pensare che nel febbraio 2014 a Venezia tagliava il nastro dei 100 ristoranti western. Sull’espansione all’estero, in agenda ci sono 5 opening per il 2016 prevalentemente in Europa, mentre l’amministratore delegato del Gruppo Marco di Giusto, in un’intervista rilasciata a gennaio, indicava l’intenzione di acquistare una catena di ristorazione straniera. Tutte ragioni che spiegano il perché la società friulana è stata premiata recentemente con il CNCC Retailer Award nella categoria sviluppo e con il titolo Retailer of the year nel 2013 e ancora nel 2015 come migliore catena italiana nella ristorazione servita. Poi, le insegne del Gruppo friulano coprono capillarmente tutto lo Stivale: la Lombardia conta più del 30% dei locali, seguita dal Lazio con una ventina di punti ristoro e sul gradino più basso del podio dall’Emilia-Romagna leggermente staccata, poi praticamente a pari merito Veneto,
Come è andato il 2015? Per Cigierre il 2015 è stato un anno positivo a tutti gli effetti e siamo cresciuti molto in diversi ambiti. Abbiamo avviato 26 nuovi ristoranti in Italia e aumentato il fatturato del 14% sul 2014. Inoltre, in risposta ai segnali del mercato, abbiamo acquisito il ristorante di cucina giapponese fusion Shi’s, facendolo diventare un format con il quale prevediamo di soddisfare un numero sempre maggiore di consumatori. Ma per noi, la performance positiva si misura soprattutto in termini di know-how e di qualità dei prodotti e dei servizi offerti. Per questo abbiamo investito molto su Academy, il nuovo progetto di formazione continua interno all’azienda rivolto ai collaboratori, che si pone l’obiettivo di mantenere ai massimi livelli la qualità del servizio nei nostri ristoranti. Come sempre, grandissima attenzione è stata rivolta anche alla scelta delle materie prime per i nostri piatti, come il Black Angus irlandese (allevato al pascolo) per la preparazione di tutti gli hamburger di Old Wild West. Un impegno che ci è valso l’apprezzamento di oltre 17 milioni di clienti e grazie al quale abbiamo ricevuto due prestigiosi riconoscimenti, il Retailer of the year 2015 nel settore della ristorazione servita e il CNCC Retailer Award 2015, nella cate-
Friuli-Venezia Giulia, Campania e Piemonte, tutte tra i 10 e i 15 ristoranti. Ma le catene Cigierre le troviamo anche
Marco Di Giusto goria Sviluppo, entrambi ottenuti con il format Old Wild West. Che plus garantisce per le vostre insegne una location nei centri commerciali? I centri commerciali, così come i cinema multisala, ci assicurano una buona affluenza di pubblico. Inoltre, il target al quale ci rivolgiamo, la proposta di food experience, il posizionamento di prezzo e l’atmosfera ludica e rilassata che Cigierre propone attraverso i propri format sono perfettamente allineati con l’identità dei mall, motivo per cui l’attività di sviluppo in essi è costante e rappresenta sempre una scelta vincente. Cosa cambierà per Cigierre con l'ingresso nella compagine societaria di una private equity come BC Partners? Prevediamo, nei prossimi 5 anni, un ulteriore rafforzamento della leadership nel campo della ristorazione servita in Italia e l’espansione nei mercati esteri che avverrà anche attraverso nuove acquisizioni.
nelle isole (in Sicilia 8, nei pressi delle grandi città, e in Sardegna 4) e in altre regioni come Toscana (6), Liguria (5).
Insomma, l’attività dei ristoranti multietnici a prezzi accessibili (lo scontrino medio di un OWW è di 15 euro e un punto ristoro fattura all’anno tra gli 1,5 e gli 1,9 milioni), anche grazie alla standardizzazione dei prodotti con un occhio di riguardo sempre presente alla qualità delle materie prime, oltre a una forte riconoscibilità del format, sembra andare a gonfie vele, permettendo a Cigierre invidiabili risultati economici. Il 2015 ha registrato un giro d’affari consolidato di 263 mln (il 70% legato a OWW), mentre per il 2016 ci si aspetta un +20 per cento. Senza contare 70 opening negli ultimi 4 anni con una crescita dei ricavi e Ebitda pari al 40% annuo. I dati dell’ultimo bilancio economico disponibile della società (2014) indicano una costante crescita con un +23% di fatturato sul 2013. Poi, pare che i ricavi del 2015 supereranno i 120 milioni anche grazie a una nuova strutturazione della catena retail con una crescita delle insegne gestite direttamente. Nel 2014 va benone anche l’Ebitda con un +38% e uno strabiliante +95% di Risultato netto, mentre sale leggermente l’indebitamento finanziario netto, ma scende in quota proporzionale per la crescita del fatturato: insomma roba da leccarsi i baffi. Questi numeri, confermati come sembra anche per l’ultimo esercizio, hanno fatto gola ai fondi di private equity. Cigierre infatti dal 2012 aveva aperto alla partecipazione di prestigiosi fondi di investimento come Lvmh e Paladin Capital Partners (azionista di maggioranza dei tortellini FINI), lasciando a Marco Di Giusto, con il ruolo di Ad una quota di minoranza (insieme ad altri soci) attraverso la Camelot Holding. È dello scorso inverno la notizia dell’acquisto della maggioranza della società friulana da parte di BC Partners (OVS e nel settore Cote Restaurants) con closing a inizio di quest’anno con i suoi fondi anche in un'ottica di ulteriore espansione del mercato, anche all’estero con l’inserimento di nuove risorse. David Montorsi
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r&f Brand analysis
Lovable il cuore rosso della lingerie E
ra il 1962 quando un imprenditore bergamasco decise di investire e creare un marchio di lingerie dallo stile tutto italiano: Lovable. Il piccolo cuore rosso, tuttora simbolo del brand, conquistò in pochi anni le donne grazie all'ampia gamma di corsetteria, integrata poi negli anni '90 dalla pigiameria e dalla maglieria intima, per essere poi completata dalla linea di swimwear e beachwear. Nel 1994 Lovable è entrato a far parte del gruppo DBApparel, società europea specializzata nel settore dell'abbigliamento intimo. Dopo 50 anni al servizio delle donne, nel 2013 il marchio si è lanciato in una nuova avventura con una linea dedicata all'uomo: Lovable Man. Infine, nel 2015 il grande salto, con l'acquisizione del gruppo da parte del colosso americano HanesBrands Inc. Ma il cuore rosso mantiene lo stile italiano, senza mai perdere di vista l'attenzione per il cliente. Ne abbiamo parlato con Francesco Burei amministratore delegato di Hanes Italy.
Quali sono le caratteristiche più importanti dei vostri format di punto vendita (metratura, assortimento, esposizione dei
prodotti, ecc)? Il concept dei negozi Lovable si ispira all’home feeling, dove spazio e luce valorizzano emozione e seduzione. La luminosità e la raffinatezza degli spazi ricreano l'atmosfera di una elegante casa confortevole dove sentirsi perfettamente a proprio agio e scoprirsi ancora più belle.
Francesco Burei
Il camerino è il luogo più importante dei nostri negozi e, per questo, è studiato in ogni dettaglio per avvolgere in un abbraccio la cliente al momento della prova prodotto: tappetino, gancio per la borsa e anche salviette rinfrescanti. La comunicazione in-store è studiata per parlare al cuore delle donne e valorizzare i benefit distintivi dei nostri prodotti. La nostra formula vincente, infatti, passa attraverso la ricerca costante e l’innovazione, che traduciamo in modelli all’avanguardia, tessuti e dettagli per rispondere alle esigenze delle consumatrici, come ad esempio Lovable Tonic Lift, il rivoluzionario reggiseno lanciato nel 2014 che rassoda la pelle del seno in soli 28 giorni. È nel design center di Grassobbio – cuore pulsante della R&D aziendale – che nascono sia le innovazioni tecnologiche, sia quelle stilistiche. In ogni collezione, il team design Lovable traduce le ultime tendenze moda in prodotti ad alto valore aggiunto in termini di seduzione, vestibilità e performance.
Declinate i format in base al canale (centri commerciali, outlet, aeroporti, stazioni ferroviarie, high street)? Il format è medesimo a partire dall’ambiente studiato per accogliere al meglio le nostre clienti. A variare sono unicamente le dimensioni: per i centri commerciali sono leggermente ridotte mentre per i punti vendita presenti nelle high street la dimensione dei negozi cresce fino a raggiungere anche i 90 mq come per il flagship store di via Dante a Milano. Cambiano i vostri format se la gestione del negozio è diretta o in franchising? Crediamo molto nella uniformità della catena, soprattutto per dare un’immagine sempre coerente alle nostre clienti. Per questo i format sono gli stessi sia per gestione diretta che per franchising. Per mantenere lo stesso standard di servizio elevato in tutta la catena, agli affiliati viene garantito lo stesso livello di forma-
Il brand in pillole Anno di nascita del brand Proprietà Core business Headquarter Paesi di sviluppo Canali di sviluppo Numero di punti vendita in Italia e complessivo Numero di punti vendita diretti in Italia e complessivo Numero di punti vendita in franchising in Italia e complessivo Numero di corner nei negozi multimarca in Italia e complessivo Numero di aperture nel 2015
1962 dal 2015 Hanes Brands Inc abbigliamento intimo. L’offerta Lovable comprende, oltre a intimo e mare donna e uomo, un vasto assortimento di pigiameria, maglieria, collants e accessori Grassobbio (BG) Italia high street, centri commerciali, outlet 132 punti vendita in Italia 77 punti vendita diretti in Italia 55 punti vendita affiliati in Italia abbiamo una distribuzione capillare sul territorio italiano con la presenza del brand Lovable in circa sei mila negozi multimarca 6 Fonte aziendale
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zione del personale di vendita diretto. Preferite sviluppare la vostra rete con pdv diretti o in franchising? Secondo quali logiche vi orientate per gli uni o per gli altri? Entrambe le formule sono importanti per noi la scelta viene operata di volta in volta. Quali tecnologie (sistemi di pagamento contactless, illuminazione a Led, sistemi di videosorveglianza, wi-fi, digital mirror, ecc) inserite nei vostri punti vendita? Tutti i negozi sono dotati di impianti di illuminazione a LED nella più com-
pleta garanzia di risparmio energetico e sposando la filosofia del rispetto ambientale. Da qualche mese la catena è dotata di un nuovo gestionale di cassa estremamente moderno e dinamico, CBR di CEGID, che ha consentito molteplici facilitazioni lato negozio (gestione approvvigionamento merce) e lato cliente (implementazione di promozioni su misura per il cliente e, grande novità, l’introduzione della circolarità nel programma fedeltà di Lovable, da febbraio 2016 fruibile su tutti i 132 negozi della catena). Come è cambiata negli anni la vostra strategia di sviluppo? Lo sviluppo della catena retail costituisce
una parte importante per la crescita della nostra azienda. La catena Lovable è nata nel 1998 dal successo e dalla notorietà del marchio. La nostra formula vincente passa attraverso la ricerca costante e l’innovazione dei nostri prodotti. Oltre ai prodotti distintivi, il plus della nostra catena è e sarà sempre di più il servizio al cliente. Negli anni ci siamo focalizzati sulla formazione del personale presente in tutti i punti vendita per offrire ad ogni donna il fitting perfetto che segue le sue curve durante l’intera giornata, con un total look che valorizza la personalità della donna che lo indossa. Ci guida il pensiero che la shopping experience sia l’asse portante della vendita, perché ogni donna nei nostri negozi non compra solo un capo di abbigliamento ma uno stato d’animo. Consideriamo perciò i negozi Lovable dei veri e propri beauty consulting centre. La catena Lovable è in crescita da anni sia dal punto di
vista strutturale sia da quello del fatturato a parità: ottimo risultato se consideriamo il contesto macroeconomico poco favorevole. Questo conferma che qualità, innovazione e servizio sono i punti di forza che decretano il successo verso la consumatrice. Quali sono le ultime e le prossime aperture? Dall’inizio del 2016 abbiamo avuto 4 nuove aperture, nei centri storici di Lecce e Montecatini e centri commerciali Asti Nuovo Borgo e Napoli centro commerciale Azzurro, che hanno contribuito a rendere la presenza dell'insegna sul territorio nazionale ancora più capillare e incisiva. Prevediamo di essere presenti in tutti i più importanti progetti in arrivo e nelle maggiori città italiane. Disponete di un canale e-commerce? Come approcciate le vendite online e con quali riscontri? Come si affiancano tali strategie con il più classico brick & mortar? Ci stiamo lavorando. S.M.
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r&f
Dossier aeroporti
Treviso Antonio Canova piccolo ma grintoso Quasi due milioni e mezzo di passeggeri e l’obiettivo di incrementarli ancora nel 2016. Lo scalo di Treviso cresce e, nei suoi numeri comunque contenuti, si dimostra un ottimo alleato dell'aeroporto Marco Polo, con cui forma dal 1996 il sistema aeroportuale di Venezia-Treviso
D
al 2014, quando SAVE è entrata nel capitale di Aeroporto Valerio Catullo di Verona S.p.A. che gestisce gli aeroporti di Verona e Brescia di cui oggi detiene il 40,3%, gli aeroporti di Venezia, Treviso, Verona e Brescia costituiscono il polo aeroportuale del Nord Est. Un sistema che sta trovando la propria dimensione, e che lavora con logiche funzionali alla crescita dei quattro scali senza che si ostacolino tra loro. Nel 2015, retail&food ha realizzato il dossier aeroporti sia su Venezia (n. 3 marzo), sia su Verona (n. 10 ottobre), mostrando due realtà molto dinamiche con in corso operazioni di ampliamento importanti, in particolare al Marco Polo, il cui masterplan al 2021 evidenzia interventi infrastrutturali per au-
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mentarne la capacità. Attualmente nessun ampliamento per Verona (anche se in masterplan) ma trasformazione e riqualifica degli spazi interni e una nuova organizzazione dei flussi. Questo mese è stata la volta del terzo scalo passeggeri del sistema del Nord Est: l'Aeroporto Antonio Canova di Treviso Sant'Angelo, che assieme al Marco Polo di Venezia forma dal 1996 il sistema Venezia-Treviso. Il modello gestionale applicato si basa su una strategia di utilizzo sinergico e complementare dei due scali. L'Aeroporto di Treviso, per caratteristiche geografiche, strutturali e operative, è dedicato a voli di linea domestici ed europei per un ampio ventaglio di destinazioni (ad oggi 36), in particolare low-cost. I vettori che lo presidiano, infatti, sono
Ryanair con l'85/87% dei voli e Wizz air la compagnia low cost ungherese. Da Treviso nel 2015 sono passati circa 2milioni e 400mila passeggeri, registrando un +6% sul 2014. Così il sistema aeroportuale Venezia-Treviso ha chiuso il 2015 con risultati di traffico positivi: +3,8% in totale i passeggeri, +5% i movimenti degli aeromobili. I due scali hanno registrato complessivamente 11.134.335 passeggeri. Quanto al Canova, i mercati con maggiore indice di sviluppo sono stati quello inglese (+21%) e quello spagnolo (+16%).
Nella botte piccola... L'aeroporto a livello strutturale è piuttosto contenuto: circa 13mila metri quadri. E di conseguenza le attività retail sono essenziali ma funzionali. La direzione commerciale è la medesima di Venezia e Verona, e il food è ovviamente presidiato da Airest spa, la controllata di Save che opera nel settore del food & beverage e travel retail e oggi partecipata al 50% da Lagardère. L'ingresso, che coincide con gli arrivi landside, colpisce per la presenza di numerosi box di soluzioni per il noleggio auto e trasporto. Ovviamente la vicinanza con Venezia ha il suo peso in questa ampia offerta. Al centro della sala c'è un bar Culto di circa 30 mq, alle spalle del quale una scala mobile conduce al piano superiore dove ci sono le aree check-in, portate da 16 a 9, poiché essendo un terminal low cost la maggior parte dei passeggeri viaggia con bagaglio a mano e fa il check-in online. Inoltre Save attraverso i suoi progettisti ha realizzato e utilizza un sistema in alcuni banchi innovativo e brevettato: il self bag drop, che permette di fare il check-in autonomamente. Uno scanner registra il biglietto, il bagaglio si pesa sul rullo ed esce l'etichetta da applicare. In caso di problemi, ad esempio un peso eccessivo, il display lo comunica e invita a recarsi a un banco con il personale addetto. Alla destra dell'area check-in c'è Hub tobacco, books & gifts e annesso Bricco cafè di circa 280 metri quadri. Duty free in grande stile Da qui, alla sinistra dei desk si accede in area airside (circa 600 mq) dove è stato recentemente inaugurato Relay, il format di convenience store di Lagardère da poco entrato in Italia ma formula vin-
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Dossier aeroporti
cente da tempo all'estero e un Aelya duty free. Sono circa 175 mq strutturati come walkthrough con una distribuzione dei prodotti ben orchestrata, al punto da avere un'offerta molto ampia che va dall'editoria con riviste libri e giornali ai classici prodotti duty free confectionery e tutta una parte dedicata a profumi e cosmesi molto curata nella scelta dei brand. Una volta entrati nella sala di attesa c'è subito un altro bar Culto, e dalla parte opposta della sala World of Venice, un negozio di souvenir. Sulla destra, posizionato sul lato lungo, c'è uno spazio di 230 mq che sarà interamente dedicato al food, con un format Airest in fase di definizione. Con questo si esaurisce la lista delle attività retail all'interno del Canova di Treviso. Conclusioni Può sembrare poco, ma è tutto quello che serve per i viaggiatori che passano da questo scalo che dista appena tre chilometri dal centro di Treviso e non è in una zona
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metropolitana trafficata, il che permette di calcolare i tempi di arrivo riducendo al minimo l'attesa in aeroporto. Di fatto, il tempo ha spiegato alla direzione dello scalo le logiche da seguire, e Andrea Geretto, direttore commerciale e marketing non avio di Save le ha spiegate a noi. Era stato fatto un
tentativo ad esempio di inserire un brand di abbigliamento ma non ha funzionato proprio per la velocità di passaggio dei viaggiatori. Era tuttavia necessario, come ci ha raccontato appunto Geretto, razionalizzare gli spazi per poter offrire ai passeggeri il giusto intrattenimento in attesa del proprio
volo e la possibilità di acquistare qualcosa. Il terminal rimane sostanzialmente immutato nel perimetro dal 2007 (anno dell'inaugurazione al posto del vecchio terminal), ma sono stati ridisegnati molti spazi per sfruttare al massimo e in maniera funzionale quelli già esistenti. È nato così Relay come walkthrough al pari di aeroporti decisamente più grandi, ed è in fase di realizzazione un punto di food & beverage in airside che prenderà il posto del precedente convenience store. L'aeroporto si sviluppa in sinergia con Venezia che dista appena 20 chilometri e funge da point to point per molte destinazioni europee, grazie soprattutto a Ryanair che non vola su Venezia, mentre qui arriva all'87% dei voli ed è presente dal 1998, coprendo molte delle 36 destinazioni. I due aeroporti sono pertanto complementari e lavorano nell'ottica di una corretta specializzazione del traffico, che porta sostanzialmente l'aeroporto Canova di Treviso a essere una sorta di “Terminal 2” del Marco Polo di Venezia. Stefano Masin
r&f Airport analysis
Flughafen München L‘
aeroporto di Monaco (codice IATA: MUC), con oltre 40 milioni di passeggeri nel 2015, è il 2° aeroporto in Germania (dopo Francoforte) e il 34° al mondo per traffico passeggeri.
Traffico: il numero di passeggeri presso l'aeroporto di Monaco ha visto nel 2015 una crescita di circa il 3% rispetto al 2014 (stesso trend dell'anno precedente), con un totale di passeggeri che ha superato i 40 milioni. La tabella precedente mostra i dati storici di traffico aggiornati al 2015. Destinazioni e tipologia dei passeggeri
L'aeroporto è composto da due terminal, collegati da un'area ad accesso pubblico (landside) e conosciuta con l'acronimo MAC (Munich Airport Center). Nel 2012 è iniziata inoltre la costruzione di un nuovo satellite al terminal 2 che ha visto l'inizio delle operazioni a partire dal 26 aprile di quest'anno. Il Terminal 1, con una capacità di 25 milioni di pax, è diviso in 5 moduli (da A ad E), di cui l'ultimo (E) non ha la struttura necessaria per gestire voli in partenza ed è quindi dedicato solo ai voli in arrivo. Il Terminal 2, in funzione dal 2003 e con una capacità pari a quella del Terminal 1, è il terminal dedicato alla compagnia di bandiera Lufthansa e ai membri di Star Alliance, ad eccezione dei voli Turkish Airlines e di Germanwings che invece fanno base al Terminal 1. Contrariamente al Terminal 1, è organizzato non in moduli ma intorno ad una struttura centrale. Outlook: le previsioni di crescita del turnover non-aviation per il 2016 seguono quelle dell'economia tedesca, la cui crescita è prevista attestarsi intorno all'1,2%, con uno sviluppo del mercato retail globale che gli "Economic Research Institutes" tedesco stima oltre il 4%. La costruzione del nuovo satellite al Terminal 2 permetterà di aumentare la capacità dello scalo tra 9 ed 11 milioni di passeggeri.
Retailers: I principali retailers si trovano presso il Terminal 2, dislocati tra i livelli 4 (Schengen e Domestici) e 5 (extra-Schengen). Tra questi, al Livello 4: Hugo Boss, Burberry/Ralph Lauren, Desigual, Fabriano, Ferragamo/Agner, Jo Malone, mentre al Livello 5: Emporio Armani, Bottega Veneta, Ermenegildo Zegna, Hermès, Versace, Tumi e Picard. Al Terminal 1 è possibile trovare un'offerta molto limitata, perlopiù rappresentata da un punto vendita multibrand Carrera y Carrera, Versace, Porsche Design, Montblanc e un mono brand Desigual. L'area pubblica (MAC) ospita invece solo un limitato numero di brand importanti su un totale di 9 attività di categoria "fashion&accessories" tra cui: Benetton, Hugo Boss, MaxMara, Victoria's Secret, Picard. Il nuovo Satellite del Terminal 2 ospiterà 16 retail stores e 7 food&drinks location, tra marchi locali e internazionali, tra i quali: Steiff, Parfois, Picard, Victoria's Secret e Val Laack. Per approfondire l'analisi strategica dell'aeroporto di Monaco e avere un mappatura retail dettagliata, 2.0 & Partners vi invita a visitare il proprio sito web www.due-puntozero.com e ad accedere alla pagina di contatto dedicata. Fabio Bernardini fabio.bernardini@due-puntozero.com www.due-puntozero.com
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r&f Il convegno
Travel retail:
da non luogo a sesto continente
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li anni passati era definito non luogo. Oggi, i guru del settore lo definiscono sesto continente. Resta il fatto che, a prescindere da qualsiasi classificazione, il travel retail è un mondo in continua crescita, che offre ogni giorno nuove e importanti occasioni di business per i retailer. Di questo e altri topic si è parlato in occasione della 4a edizione del Convegno Popai sul travel retail moderati dalla redazione di retail&food. Assieme ai relatori abbiamo quindi indagato i nuovi trend del settore e l'evoluzione dell'offerta commerciale con un focus particolare sulle nuove tecnologie e sulla necessità dell'aggiornamento dei format da parte dei singoli brand. A portare la propria esperienza, due landlord: Valentina Rocco, direttore marketing di Grandi Stazioni, e Tomaso De Abbondi, responsabile marketing non aviation di Sea, società di gestione degli aeroporti di Milano Linate e Malpensa, e tre retailer: Alberto Rivolta, chief operating officer di Gruppo Feltrinelli, Silvia Santin, travel retail manager worldwide di Etro e Roberto Valvo, amministratore delegato di Tiger Italy 2 (centro Italia).
Stazione Centrale di Milano
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Con il landlord evoluto... Dalla testimonianza dei landlord è emerso il grande lavoro che è stato fatto per portare aeroporti e stazioni da aree di passaggio legate esclusivamente al viaggio a luoghi piacevoli da vivere e frequentare. Profilatura del viaggiatore e conoscenza delle abitudini di acquisto sono certamente il punto di partenza per offrire una customer experience di livello la quale, però, necessita di innovazione, intrattenimento e offerta commerciale diversificata. Da qui, il lavoro fatto da Grandi Stazioni, che ponendo al centro il viaggiatore, ha messo in atto la riqualificazione e valorizzazione degli spazi (ad esempio la Galleria delle Carrozze a Milano, l'Ala Giolitti a Roma Termini o la Galleria piazza Garibaldi a Napoli Centrale); ha modificato l'offerta retail
come un luogo di intrattenimento. Anche Sea a Malpensa dal canto suo ha fatto un lavoro notevole. Dal 2013, infatti, sono stati fatti interventi infrastrutturali che hanno reso più elegante, moderno e di design lo scalo; sono stati inseriti nuovi concept commerciali in linea con tutte le tipologie di passeggero, da affordable a luxury, con attività di marketing dedicate, e interventi tecnologici attraverso nuovi strumenti funzionali al miglioramento della passenger experience. Attraverso delle applicazioni ad esempio è possibile conoscere gate, orari, eventuali ritardi. Una tecnologia trasversale che “rassicura” il passeggero e gli permette di spendere il tempo a disposizione godendo, come accade al T1, delle quattro piazze dedicate allo shopping: la piazza del gusto, la piazza del lusso, il duty free shop e la piazza del pop. Il risultato, oggi, è che il tempo dedicato a shopping e food & drink è aumentato del 25 per cento.
… il retailer ci guadagna
con un posizionamento high street; ha creato una food court dall'offerta diversificata e distintiva; ha implementato l'advertising tradizionale con quello digital; ha messo a disposizione dei viaggiatori il free Wi-Fi, creato App e social, e dato spazio anche a eventi con danza, musica, moda e cultura. Con queste operazioni il cliente ha aumentato il tempo di permanenza in stazione, vivendola anche
Anche i retailer nel comparto travel sono molto attenti al passeggero. Feltrinelli ad esempio punta molto sulla visibilità dall'esterno, con grandi vetrate che permettono di vedere l'interno; particolar attenzione è per l'esposizione, funzionale all'acquisto d'impulso che nel travel coinvolge il viaggiatore business e quello leisure. Visibilità del prodotto e acquisto d'impulso sono al centro della strategia anche di Tiger, che con le sue oltre duemila referenze ha un turnover di prodotti ogni due settimane. Il brand ha un successo notevole sia per i negozi cittadini sia per il travel grazie a prezzi assolutamente competitivi e a una grande quantità di prodotti frutto della creatività dei designer. Dal convegno è anche emerso che l'unico comparto che patisce, o meglio, ha meno necessità di tecnologia nel travel retail e in generale è il luxury, dove l'acquisto è ancora studiato, personale e difficilmente è frutto di una ricerca su web o di un'offerta tramite beacon ad esempio. S.M.
r&f Analisi mercato
Scarpe, Il mercato riprova ad alzare la testa. L'Italia è sempre un terreno difficile, ma le cose iniziano a muoversi. Bene Germania, Svizzera, Stati Uniti, Sud Corea e Hong Kong, mentre crollano i Paesi dell'ex Unione Sovietica
I
l settore calzaturiero, uno dei must del made in Italy, ha sofferto in questi ultimi anni la crisi non solo del Paese, ma anche quella di mercati esteri un tempo capisaldi del business. Il 2015 ha visto scendere la produzione, secondo il preconsuntivo tracciato da Assocalzaturifici, del 2,9% in volume (a 191,2 milioni di paia) e dello 0,7% in valore. Tuttavia la luce si vede, e se il 2015 si è chiuso con risultati inferiori alle attese e la ripresa forte è evidentemente ancora di là da venire, il settore è comunque riuscito a contenere la flessione dei livelli produttivi, nonostante i molteplici ostacoli sia sui mercati esteri sia su quello nazionale. Ha inoltre stabilito un nuovo record nelle vendite all’estero, cresciute lo scorso anno del 2% malgrado una contrazione del 4,8% in volume e il rallentamento dei mercati extra-
UE. I consumi asfittici in Italia e in Europa, la frenata del Far East (per la crisi economica giapponese e le turbolenze finanziarie in Cina) e, soprattutto, il crollo della domanda in Russia e nei Paesi dell’area CSI, sono le dinamiche chiave dell’attuale complessa fase di mercato.
Fonte: WR Consulting
gioie e dolori del made in Italy Calzature - Brand Boutique Geox Primadonna Collection Cinti NeroGiardini Melluso Clarks Via Maestra Docksteps
64 38 17 13 8 7 7 7
Calzature - Medie Specializzate Bata Scarpe & Scarpe Tata Italia Deichmann Pittarosso
41 36 20 13 12
Calzature - Sport Footlocker AW LAB Vans Superga
Stefano Greco
56 44 10 9
Ranking calcolato su n.100 principali centri commerciali per dimensioni di GLA e presenze annue.
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Analisi mercato Agli italiani piace il centro commerciale Nel 2015 i consumi di calzature delle famiglie italiane, elaborati da Assocalzaturifici sulla base del Fashion Consumer Panel di Sita Ricerca, evidenziano flessioni dell’1,2% in quantità e del 2,4% in spesa, con prezzi medi in ribasso dell’1,3 per cento. Per l’ottavo anno consecutivo gli acquisti delle famiglie registrano dunque un segno negativo in volu-
me, benché la flessione sia decisamente meno rilevante rispetto al triennio precedente e non siano mancati durante l’anno i primi segnali di rallentamento della caduta a favore di una ripartenza dei consumi. E a trainare questo trend ci sono i numeri positivi dei brand che seguono le tendenze della moda ma a prezzi accessibili. Dall'abituale analisi del settore calzature fornita
«Siamo un brand accessibile per chi segue la moda» SERENA TORRISI, brand manager di Cinti Qual è il target a cui vi rivolgete? Il target del marchio Cinti è la donna sopra ai 30 anni, aggiornata nel gusto, che segue le tendenze con interesse ma che non nè schiava. È attenta nella scelta e cerca un prodotto di qualità, contemporaneo a un prezzo accessibile. Quanto pesa la linea uomo e quanto quella donna? La collezione e il fatturato si aggirano intorno all'80% per la donna e al 20% per l'uomo. Quanti negozi avete, quali canali penetrate e qual è il più redditizio? Attualmente abbiamo 38 negozi e 7 outlet. I nostri canali sono retail monomarca e web. Al momento il retail è il canale prevalente con una presenza
da nord a sud (isole comprese) che presidia il territorio italiano. Avete mai pensato al travel retail e al mercato estero? Sì certo, ma ci siamo concentrati sul consolidamento del mercato italiano, dove siamo forti e riconosciuti grazie ai nostri 60 anni di storia. Che fatturato avete fatto nel 2015? 24 milioni di euro. Avete in programma nuove aperture? Sì, stiamo valutando in quali città è più interessante sia per questioni di immagine che di fatturabilità, ma non abbiamo ancora un piano aperture definito. Su cosa si basa la vostra strategia? Siamo un brand di calzature di fascia media per un target che segue la moda. Abbiamo lavorato nelle ultime stagioni per rendere più riconoscibile il marchio Cinti, aumentare la brand awareness e mettere nuova energia nell'immagine del negozio e della collezione.
«Arese rappresenta il nuovo corso» MARCO FARNETANI, retail & marketing director di Compar spa (Bata) Come procede il mercato calzature per la vostra azienda? Abbiamo chiuso il primo trimestre in linea con le aspettative. Soprattutto abbiamo registrato un miglioramento del gross margin dato dal buon andamento di gennaio e febbraio. Marzo per condizioni climatiche e di mercato è stato invece leggermente sotto le aspettative. Gestiamo il mercato italiano e spagnolo con retail e franchising e i paesi dell’ex area Urss con i franchising, mentre non vengono gestiti da noi altri mercati europei come Francia e Svizzera che sono indipendenti. Che numeri avete fatto nel 2015? Il fatturato 2015 della società è cresciuto del 7% rispetto a quello del 2014 e si attesta sui 364 milioni di euro contro i 340 del 2014. A che tipologia di cliente si rivolge il vostro prodotto? Il nostro prodotto si rivolge a un’ampia clientela. Bata è un brand con più di 120 anni di storia. Proponiamo l’area shoemaker con prodotto made in Italy sempre dal buon rapporto qualità prezzo. L’area Technology
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offre prodotti con marchio distintivo; l’alta tecnologia, l’esclusivo design a raggiera e il sistema antishock garantiscono massimo confort. Proponiamo inoltre collezioni più fashion, in linea con i trend del momento, oltre ad un’ampia proposta di articoli bambino e sport dei più famosi marchi a livello internazionale. Completano l’offerta borse e accessori. Quali canali penetrate maggiormente? e quali danno i risultati migliori? avete mai pensato al travel retail? Siamo capillarmente presenti sul mercato nel canale retail. Abbiamo una forte presenza anche sul franchising sia in Italia sia in molte nazioni estere. Stiamo anche entrando sul mercato wholesale. Il travel retail è sicuramente di nostro interesse e si addice al nostro brand presente in quasi tutto il mondo. Siete stati tra i primi a portare il franchising nel settore calzaturiero, quanto pesa oggi in azienda questa formula?
Pesa circa un 20% del nostro business totale. Quali sono i punti cardine della vostra strategia di business? L’apertura del negozio vendita nel centro commerciale di Arese rappresenta il nuovo corso. Come dicevo prima Bata è uno dei pochi brand con più di 120 anni di storia. Il progetto Bata plus caratterizza il punto vendita di Arese e verrà a breve replicato su altri store strategici. In tale negozio il cliente potrà trovare il prodotto più alto e qualitativo di Bata, un’area “shoemaker” caratterizzata dal made in Italy e un’area dedicata alla collezione Technology. L’area bambino è caratterizzata dal mondo “Bata monster”, personaggi da noi creati che diventano parte di una storia oltre che il soggetto di alcuni prodotti. L’area sport conterrà solo referenze adatte al punto vendita, su questo stiamo dialogando con partner idonei al livello del negozio. Tutte le principali leve del retail e del marketing sono rispettate. Profumo dedicato che entro due mesi circa verrà messo in vendita, vetrine speciali, musica selezionata, personale specializzato.
Preconsuntivo
«Dal 2017 punteremo ai mercati esteri» GIUSEPPE TATARELLA, amministratore unico di Tata Italia Come procede il mercato calzature per la vostra azienda? Siamo più che soddisfatti dei risultati che stiamo ottenendo e del feedback dei nostri clienti sulle nostre collezioni. Ogni stagione registriamo un incremento medio del 30 per cento. Contestualmente cresce anche il numero di imprenditori interessati al progetto franchising Tata Italia, progetto che nei soli ultimi mesi del 2015 ha visto l’apertura di oltre 10 punti vendita in affiliazione. Che numeri avete fatto nel 2015? Tata Italia ha chiuso il 2015 con oltre 50 milioni di euro di sell out. Il 2016 è iniziato in maniera positiva, con una crescita mensile costante del 20%, quindi direi che possiamo ritenerci soddisfatti. I vostri negozi sono concentrati maggiormente al centro sud. C'è l'intenzione di incrementare al nord? Siamo un 'azienda del sud, ed è da qui che è partito il nostro sviluppo. Ma gli ultimi anni ci hanno visto crescere in tutta Italia e anche al Nord: ne sono un esempio i punti vendita di Novara, Udine, Mestre, Thiene nonché l'imminente apertura presso Il Centro ad Arese. Il Nord è per noi una terra da conquistare c'è dunque sicuramente l'intenzione nella nostra strategia di sviluppo di rendere la nostra presenza più capillare. Quali canali penetrate maggiormente? e quali danno i risultati migliori? I centri commerciali di primaria importanza sono il canale che prediligiamo, d’altro canto i centri storici di città come Siena, Bari, Lecce, Taranto rappresentano un’importante vetrina per il nostro brand
2014
2015
Var %
Milioni di Euro
7.531,19
7.481,53
-0,70%
Milioni di paia
197,0
191,2
-2,90%
Milioni di Euro
8.389,11
8.559,14 °
2,00%
Milioni di paia
215,0
204,6 °
-4,80%
Milioni di Euro
4.144,01
4.477,99 °
8,10%
Milioni di paia
329,7
325,5 °
-1,30%
Milioni di Euro
4.245,09
4.081,16 °
-3,90%
5.031
4.936
-1,90%
76.610
77.042
0,60%
PRODUZIONE*
EXPORT (comprensivo delle riesportazioni) IMPORT (comprensivo delle reimportazioni) SALDO COMMERCIALE N° AZIENDE (calzaturifici) e quindi anche questo è un canale che continueremo a coltivare e sviluppare. La risposta del cliente è ottima in entrambi i casi. A questi canali si aggiunge il nostro shop online che ci permette di arrivare al consumatore finale anche in tutte quelle aree al momento non presidiate da uno store fisico Tata Italia. Quali sono i punti cardine della vostra strategia di business? Immagine, comunicazione e marketing, uniti a un prodotto sempre fashion e attuale, frutto di continue ricerche nel settore moda, sono gli elementi che rendono vincente il progetto Tata Italia. Non avete mai pensato al travel retail e ai mercati esteri? Al momento il nostro focus è l’Italia, con l’obiettivo nel medio periodo di raggiungere una copertura capillare dell’intero territorio continuando in maniera parallela lo sviluppo diretto e lo sviluppo in affiliazione. Il travel retail è in corso di valutazione mentre i mercati esteri saranno la nostra priorità a partire dal 2017: stiamo definendo la giusta business strategy per penetrare anche in questi mercati.
N° ADDETTI diretti Fonte: Stime Assocalzaturifici
* Produzione 2015 = Stime di preconsuntivo sulla base dei risultati dell'indagine a campione svolta tra gli Associati. ° Export e Import: stime e proiezioni Assocalzaturifici a 12 mesi sulla base dei dati ISTAT disponibili.
a retail&food da Stefano Greco, executive sales manager di WR Consulting e Linker, sui 100 principali centri commerciali per dimensioni di gla e presenze annue, verificando la presenza dei player del settore divisi nelle categorie: "calzature-brand boutique", "calzature-medie specializzate" e "calzature-sport" non emergono particolari novità. Tra le brand boutique si conferma l'ormai conclamata leadership di Geox con 64 punti vendita nei primi 100 centri cui segue Primadonna Collection, presente in 38 centri. Da se-
gnalare che questi 2 marchi rappresentano una best practice non solo in quanto diffusione e performance ma anche in quanto significativi e consolidati progetti franchising. In crescita la diffusione di NeroGiardini che, già da qualche anno, ha affiancato alla distribuzione wholesale un'interessante esperienza retail. Tra le medie superfici specializzate il Gruppo Bata e Scarpe & Scarpe detengono il primato per numero di punti vendita, rispettivamente con 41 e 36 strutture. Mentre nei negozi di vicinato la situazione del
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Analisi mercato «Già confermate Parigi, Düsseldorf e Bilbao» STEFANO PERUZZI, consigliere delegato di CafèNoir
Importanti aperture si affacciano nel prossimo futuro sia in Italia sia all'estero, per le Come va il settore calzaturiero per CafèNoir? Ci può dare dei prossime stagioni si prevede dati sul 2015? di mantenere un ritmo di aperIl settore risente ancora di una fase di stagnazione dei consumi; ture di 5/6 negozi monomarca CafèNoir tuttavia, in virtù della propria offerta, sta raccogliendo a stagione (Parigi 2 punti venimportanti consensi. Il 2015 è stato chiuso in sostanziale pareggio dita, Düsseldorf e Bilbao le rispetto all'anno precedente che è un grandissimo risultato visto prossime aperture già conferla situazione globale. mate). Quanto pesa il settore maschile sul femminile? Pensate di aprirvi al travel CafèNoir fino a ora è stato un marchio principalmente dedicato retail? al mercato femminile, per il 2016 però abbiamo fatto un Al momento stiamo valutando alcune location ma non abbiamo grande investimento sullo stile e sul marketing sul settore contratti in mano. maschile per aumentare il nostro fatturato in questo compar- Quali sono i punti cardine della vostra strategia di sviluppo? timento che fino ad oggi rappresenta un 15% del totale. A In quest’ultimo anno abbiamo spostato moltissimo la nostra atpartire dal 2016 lanceremo infatti una linea chiamata Man Se- tenzione al mondo del digitale. Per questo motivo ci siamo lection composta da alcuni modelli maschili realizzati con ma- inventati la formula del Full Collection Shop: un metodo innovativo teriali e pellami particolarmente pregiati pensate per l’uomo che permette ai negozianti di offrire ai loro clienti l’intero camattento ai dettagli. Oltre al prodotto, anche la presentazione pionario CafèNoir, in qualsiasi numero, semplicemente ordinandolo sarà molto curata, con segni distintivi molto caratterizzanti e al nostro magazzino, che provvede immediatamente a spedirlo riconoscibili, dal packaging personalizzato a delle targhette presso il loro punto vendita e anche al cliente finale se lo distintive. Infine stiamo lanciando anche una linea eyewear desidera. Abbiamo inoltre introdotto il dropshipping, che permette sia femminile sia maschile che verrà venduta nei negozi di al negoziante in possesso di un suo e-commerce di poter caricare ottica specializzati. sul suo portale tutto il nostro magazzino in modo da offrire un Eventuali progetti di aperture sul futuro? servizio completo al suo cliente.
settore è piuttosto definita e tutto sommato poco dinamica, le medie superfici registrano un ulteriore aumento; segno che, nei centri commerciali, il peso dei grandi player specializzati cresce a scapito del dettaglio tradizionale, sia esso monomarca o multi-brand. Anche nel segmento sport non ci sono novità interessanti ai primi posti del ranking, dove primeggiano tuttora i due competitor che si dividono sostanzialmente il mercato: Foot Locker e AW Lab. Da segnalare la crescita del marchio VANS che ha raggiunto 10 punti vendita nel panel considerato, con un'attenta selezione dei centri commerciali di fascia più alta. Estero, segnali positivi Per quanto riguarda le vendite di calzature all’estero, i dati Istat per i primi 10 mesi 2015 evidenziano un incremento delle esportazioni dell’1,5% in valore, accompagnato però da un arretramento del 5,2% in volume, con un prezzo medio salito a 40,79 euro/paio (+7,1%). Le
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principali macro-aree geografiche di destinazione hanno registrato un segno positivo in valore, con le sole ma rilevanti eccezioni di Unione Europea (-1,2%), cui sono dirette sette scarpe italiane su dieci vendute oltre confine, e Paesi dell’Est Europa e CSI (-31,6%). I flussi verso l’Unione
Europea sono scesi del 5,3% in quantità, con andamento contrastante nei due storici mercati di riferimento: recupero in Germania (+0,9% valore e +4,8% volume); battuta d’arresto in Francia, (-4,4% in valore e -10,7% in quantità). L’export a 10 mesi verso i mercati
extra-UE, pur in calo globalmente del 5,2% in volume, mostra una crescita del 4,7% in valore, con prezzi medi in aumento di oltre 10 punti percentuali. Note positive vengono dalla Svizzera (+14,5% in valore e +3,1% in quantità), dal Medio Oriente (+7,4%, benché stabile in volume), e dagli Stati Uniti (+16,4% e +5,1% rispettivamente). Risultati altalenanti nel Far East, che sconta gli effetti della recessione giapponese (-13,3% quantità) e del rallentamento della Cina (-4,5% in volume, ma +16% in valore), una frenata destinata peraltro ad accentuarsi, secondo gli imprenditori presenti sul mercato cinese raggiunti dall’indagine di Assocalzaturifici. Hong Kong (+17% in valore) e Sud Corea (+32,6%) evidenziano invece performance decisamente premianti, con crescite anche in volume. La situazione più critica si è rivelata – come nel 2014 – quella relativa ai mercati dell’exUnione Sovietica, dove le vendite si sono ridotte nel complesso di circa un terzo, sia in quantità sia in valore: in Russia il decremento è stato del 32% in volume, in Ucraina del 44,6%, in Kazakistan del 23,6 per cento. Da TheMICAM ventata di ottimismo Annarita Pilotti, presidente di Assocalzaturifici, in occasione di TheMicam ha dichiarato: «Siamo molto soddisfatti, theMICAM si è confermato il più importante appuntamento al mondo per il settore calzaturiero e un’occasione unica per fare business a livello internazionale. Siamo partiti con tanta incertezza, avendo alle spalle anni difficili e un 2015 che, pur tenendo nel complesso le posizioni, ha pagato la caduta della domanda interna e l’arretramento di alcuni importanti mercati esteri, a cominciare da quello russo e dell’area CSI. I risultati invece sono stati decisamente buoni e abbiamo registrato, tra l’altro, un ritorno dei clienti italiani, che avevano subito un’importante flessione. Ci piace pensare che la vitalità che abbiamo visto in questi giorni sia la prima conferma di un 2016 in ripresa». S.M.
r&f e-commerce
Tally Weijl dal garage al web C
ome tante altre storie di successo, anche quella di Tally Weijl è iniziata in un garage. Era il 1984 quando Tally ElfassiWeijl disegna e realizza la sua prima collezione e insieme al suo partner in affari, Beat Grüring, iniziano a consegnare i capi ai grandi magazzini e boutique svizzere. Abbastanza velocemente, arriva l’idea di aprire i primi negozi per avere una relazione più diretta col consumatore. Nel 1987, Tally Elfassi-Weijl e Beat Grüring aprono il primo punto vendita Tally Weijl a Friburgo, Svizzera. Poi, nel 1993, il piccolo business si espande rapidamente per tutta la Svizzera con i primi franchising. Nel 1997 apre il primo negozio in Germania e solo 3 anni dopo si aprono anche le porte di quello polacco. Nel 2000 possiede più di 50 punti vendita in Europa e continua a espandersi. Negli anni seguenti, Tally Weijl guadagna sempre più terreno, aprendo oltre 100 negozi all’anno. Oggi è uno dei player globali nel mondo del fashion, con circa 800 shop in 38 Paesi in tutto il mondo. Anche il successo di questo brand, relativamente giovane, è nato quindi con una diffusione e distribuzione che potremmo definire “classica”, ossia all'interno di store fisici. Ma oggi, come tanti altri marchi, si sta adattando ai metodi di vendita dettati dalle nuove
tecnologie. E proprio con Marco Dellapiana, general manager di Tally Weijl, abbiamo parlato del comparto e-commerce e di come si sta sviluppando in Italia. A che tipo di cliente si rivolge Tally Weijl? Tally Weijl disegna, produce e commercializza abbigliamento e accessori per la donna dai 15 ai 25 anni. È una clientela molto giovane che vuole seguire la moda. Il brand ha un alto contenuto fashion a un prezzo accessibile; siamo nell’arena del fast fashion. Da quanto siete in Italia? In Italia siamo presenti da 10 anni. Inizialmente si è partiti con qualche negozio in franchising soprattutto nel Nord-est per testare il marchio. Sei anni fa abbiamo iniziato lo sviluppo di negozi diretti. Ad oggi abbiamo circa 185 punti vendita in Italia, oltre 850 nel mondo soprattutto Europa; 60% centri commerciali, 40% high street. 45 i negozi diretti e il resto franchising. Nel 2015 abbiamo aperto 25 punti vendita e nel 2016 pensiamo di superare i 200. E con l'e-commerce quando siete partiti? A luglio 2014. La partenza è stata soft, senza forte pubblicizzazione. A settembre abbiamo iniziato con una
Marco Dellapiana
comunicazione attraverso internet, i social network, blog, facebook e in parte anche nei negozi. Per l'indicizzazione iniziale ci siamo appoggiati a Google. Come gestite il sito web? La gestione è fatta tutta in house. Abbiamo fatto un importante investimento. La piattaforma è stata sviluppata internamente su webSphere, un application server molto strutturato con cui lavoriamo bene. Abbiamo iniziato dalla Svizzera 5 anni fa. La centrale logistica è in Germania mentre il supporto web è a Basilea. Il sito è fedele al modello originale o è stato modificato
nel tempo? Al sito abbiamo lavorato nel tempo. La nostra cliente è molto friendly e attiva sull’online quindi dobbiamo darle un prodotto che sia accattivante. Per questo motivo abbiamo fatto diverse customizzazioni e una delle ultime riguarda proprio l’adattamento alla piattaforma mobile che è lo strumento più utilizzato dalle nostre clienti. Per quanto riguarda i prodotti commercializzati sul sito, tutti gli shooting avvengono in uno studio fotografico appositamente realizzato a Parigi. In che modo capite quando e come intervenire sul sito per eventuali modifiche? Ci sono metriche complesse e dettagliate che permettono di vedere i tassi di conversione, di abbandono e molto altro. È possibile capire in quale passaggio della navigazione viene interrotta la ricerca e da questo dato possiamo capire e intervenire sul determinato passaggio migliorandolo. Abbiamo anche un customer service attivo in grado di intercettare queste problematiche. Tutto è delocalizzato in Polonia. L’azienda avendo investito molto sulla piattaforma è altrettanto attenta alla risoluzione delle problematiche che si possono presentare in modo da migliorare nel tempo l'ecommerce.
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e-commerce di conversione siamo invece più bassi della Germania, sul 2%, perché in Italia c’è ancora molto il piacere di fare acquisti nello store fisico. C’è molto web rooming per vedere il prodotto, le taglie, i colori, ma poi l'acquisto si perfeziona in negozio.
Parlando di numeri e conversione? L’e-commerce in Italia ha raggiunto il numero di visite della Germania, partita due anni prima. Questo vuol dire che il nostro è un Paese molto attivo e frizzante. La cliente italiana ha nella media meno di 18 anni – infatti stiamo riposizionando un po’ il brand alzando l’asticella verso una cliente sui 25 con un potere di spesa un po’ più elevato – A livello
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Di quante referenze si compone il vostro assortimento online e quello nel punto vendita?
Online e offline hanno lo stesso assortimento seguendo l’omnichannel strategy aziendale. Le collezioni, che si affiancano a prodotti continuativi come denim e basici, sono rinnovate su base mensile facendo di Tally Weijl un autentico fast fashion retailer Qual è lo scontrino medio delle vendite online? Quanto cambia rispetto allo scontrino medio in negozio? Lo scontrino medio online sul sito italiano è del 30% superiore allo scontrino dei negozi tradizionali. I prodotti più venduti nei negozi sono gli stessi più venduti anche su internet? In linea generale, se guardiamo alle diverse categorie merceologiche, sì. In che modo integrate store fisico e virtuale? L’idea è creare sinergia tra online e offline. Attualmente circa il 10% degli ordini online delle nostre clienti italiane è ritirato in negozio
con il sistema click&collect. C’è da sottolineare però che attualmente offriamo questo servizio solo nei negozi di nostra proprietà e non in quelli in franchising. Click&collect è stato attivato fin da subito e ci crediamo molto proprio perché ci permette in primo luogo di azzerare le spese di spedizione. In secondo luogo il cliente che viene in negozio è un patrimonio per l’azienda che va curato, quindi non solo consegna del prodotto ordinato online, ma un momento per proporre un acquisto da abbinare a quanto già comprato. E ancora il negozio può essere punto di scambio con altri negozi. Proprio per questo ci stiamo organizzando per dotare i dipendenti di tablet per poter completare la vendita in senso inverso, ossia verificare e far arrivre nello store una taglia o un colore non presente al momento. La sfida sarà quella di applicare queste logiche di integrazione anche con gli affiliati in modo che il sistema nella sua interezza diventi redditizio per tutti. S.M.
r&f Newstech&arredo LARRY SMITH COMPLETA IL CASTLES TECHNOLOGY RELAMPGREEN A IL GIULIA EUROPE S.R.L A VENDITALIA Si è concluso l’intervento di “RelampGreen” del centro commerciale Il Giulia, gestito e ricommercializzato da Larry Smith Italia, ovvero l’opera-
zione di analisi e sostituzione di oltre mille lampade tradizionali con altrettante a tecnologia LED. Numerosi i vantaggi post-intervento generati sia per l’ambiente sia per lo
shopping center: +50% di luminosità media in galleria rispetto all’impianto precedente; 45 tonnellate di CO2 di emissioni annue in meno; consumo energetico annuale (KWh) per illuminazione ridotto di circa il 55%; sostanzioso risparmio economico, relativamente ai costi energetici d’illuminazione, per i tenant; azzeramento dei costi di manutenzione/sostituzione delle lampade grazie alle 50mila ore di vita utile del LED rispetto alle 8.000 dei precedenti corpi illuminanti. «Quanto svolto a Il Giulia non solo riqualifica la qualità, l’immagine e l’esperienza di visita della galleria, ma offre anche ai retailer risparmi considerevoli sulle relative voci di costo», ha commentato Ermanno Tetta, head of property management di Larry Smith Italia.
Castles Technology Europe S.r.l., headquarters europeo di Castles Technology Co., Ltd, uno dei principali produttori a livello globale nel settore dei pagamenti, parteciperà a Venditalia, evento principale nel mondo della tecnologia per il vending, che si svolgerà a Fieramilanocity, dal 4 al 7 maggio. Questa fiera ha ospitato nell’ultima edizione più di 20mila visitatori e operatori di settore a livello internazionale con 250 espositori. Castles Technology, quale membro di EVA (European Vending Association) e Confida (Associazione Italiana Distribuzione Automatica) pone particolare attenzione in questo segmento, offrendo i più avanzati strumenti tecnologici per abilitare i pagamenti elettronici nelle vending machine. Nel Padiglione 4, Castles Technology Europe S.r.l scoprirà in particolare il MARS1000, dispositivo unattended all in one, anche in versione touch screen, con lettore contactless integrato. Questo dispositivo sicuro, resistente e compatto permette ai merchant di accettare tutti i tipi di pagamento.
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Newstech&arredo PANASONIC: AL NAB LE NUOVE TELECAMERE DA STUDIO
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anasonic sceglie la cornice del NAB 2016 per annunciare l’ampliamento della gamma di telecamere da studio. Già disponibili sul mercato, le nuove 4K AK-UC3000 e AK-HC5000 si distinguono per prestazioni 1080p a 240fps. La telecamera a singolo sensore MOS AK-UC3000 fornisce un segnale UHD in uscita fino a 50p, oltre a una qualità dell'immagine HD superiore. L'attacco B4 della telecamera consente l'utilizzo dell'intera gamma di obiettivi da 2/3 pollici già in commercio, garantendo massimo ROI sulle ottiche già in dotazione. Il modello UC3000 permette inoltre riprese ad alta sensibilità, rumore operativo ridotto, risoluzione elevata e ampia gamma dinamica del 600%. AK-HC5000 è destinata a diventare il modello di punta tra le telecamere da studio di Panasonic. Il nuovo camcorder, infatti, oltre a fornire un'uscita ad alta velocità fino a 1080/240p, integra i nuovi sensori 3-CMOS da 2/3" 2,2M ad alta sensibilità, basso rumore operativo e risoluzione misurata a 1.100 linee TV. Il modello HC5000 condivide molte funzioni della UC3000, compresi il supporto per la messa a fuoco avanzata, la velocità variabile a prova di vibrazione, l'impostazione personalizzata della gamma, la base di monitoraggio della correzione dei livelli di nero, la riduzione del rumore digitale multifase (DNR), un'inclinazione ridotta e il Dynamic Range Stretch (DRS).
JUSP: NON SOLO UNO SMART POS A HELLA LA MAGGIORANZA DI FRAMA Jusp, società italiana specializzata nel mobile commerce, presenta uno Smart Pos all’avanguardia per gli incassi con carte di credito e debito attraverso smartphone, tablet e PC. Tale soluzione si contraddistingue per i piani tariffari convenienti e trasparenti con la totale libertà di collegare il servizio al conto corrente bancario o postale che si desidera, senza costi di attivazione o dismissione. Offrendo al tempo stesso i più alti standard di sicurezza disponibili sia per l’esercente sia per il cliente. Jusp non è solo un lettore di carte ma una soluzione che fornisce servizi a valore aggiunto per ottimizzare la gestione di qualsiasi attività, mettendo a disposizione le stesse funzionalità di un tradizionale registratore di cassa. Jusp, tramite il portale web, infatti, eroga servizi gratuiti quali: rendicontazione evoluta, consultazione delle operazioni effettuate, esportazione di report dettagliati, creazione utenti aggiuntivi per l’utilizzo del servizio, impostazione dei permessi di ciascun utente, gestione di un catalogo prodotti e personalizzazione della ricevuta. Infine permette di accettare i pagamenti con le carte di credito dei circuiti Visa e Mastercard e con le carte dei circuiti di debito internazionale V-Pay, Maestro/Cirrus e del circuito di debito nazionale Pagobancomat. È compatibile con i sistemi operativi Apple, Android e Windows.
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ella, gruppo austriaco specializzato nella costruzione di sistemi per la protezione solare, completa la propria offerta con l’acquisizione della storica azienda modenese, Frama, produttrice di coperture per l’outdoor, divenendo un interlocutore unico nell’individuazione di soluzioni per l’interno, l’esterno e gli spazi aperti di un edificio. Per la volontà di completare la propria offerta e diventare il riferimento europeo in tema di schermature solari, Hella aggiunge l’outdoor alla protezione in facciata, grazie all’expertise e allo stile di Frama, sinonimo di design, manifattura e gusto italiano. Hella, con oltre 55 anni di storia, 1.350 dipendenti, sede principale in Austria e altri stabilimenti produttivi in Europa, ha chiuso il 2015 con 175 milioni di euro di fatturato. Nel settore delle tende da sole dal 1975, Frama è un'impresa specializzata che opera con professionalità elevate del personale al proprio interno, che si distingue per l'alta qualità della manifattura e nella confezione dei teli, ed è tra le principali aziende di settore sia sul territorio nazionale che a livello mondiale.
r&f International SSP AMPLIA L'OFFERTA NELLO SCALO DI FRANCOFORTE SSP, azienda specializzata nel settore food & beverage nel travel retail, ha vinto una gara per la gestione di nove punti vendita di prodotti da forno e snack all'interno dell'aeroporto di Francoforte. Il valore del contratto è stimato intorno a 41 milioni di sterline (oltre 51 milioni di euro) e le nove unità (che saranno presenti sia in landside sia in airside dovrebbero aprire tra il 2016 e il 2018. Sette negozi avranno insegne già note in Germania, come Ditsch, Heberer, Wiener Feinbäcker Heberer, e due marchi nuovi, invece, faranno il loro ingresso per la prima volta nello scalo tedesco: Backwerk e Le Crobag (di ispirazione francese). Contestualmente continueranno a operare i due cafè & bakery Kamps Backstube.
BATA FRANCE, PRONTE TRE OFFERTE Bata France, dopo aver presentato istanza di fallimento, è riuscita a rimanere in piedi grazie all'offerta presentata dallo stesso ceo della società François Le Ménahèze. Ora il Tribunale del commercio di Nanterre valuterà tre offerte per il risanamento della realtà da 72 punti vendita e 355 dipendenti. La prima è quella presentata da un consorzio di rivenditori che include, tra gli altri, Courir France, Etam e Yves Rocher France, che hanno proposto di rilevare 48 store e 267 dipendenti per 8 milioni di euro. Si sono mossi insieme anche Vivarte, re-commerce Spartoo e JD sport, pronti a spendere 5 milioni per 60 punti vendita e 254 impiegati. Infine la spagnola Yorga, interessata a 50 negozi e 234 dipendenti con un’offerta da un milione.
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duty free world
by James Ross - London
Europe moves forward despite bombings L'Europa va avanti nonostante le bombe The duty free and travel retail lanIl mondo dei duty free e del travel redscape in Europe can be regarded potail nel 2016 può essere visto positivasitively or negatively in 2016 – but mente o negativamentie. Ma ciascun whichever your viewpoint, it always punto di vista merita di essere esamipays to see the other side. Trafficnato. L'Europa lo scorso anno ha avuwise Europe is on an upsurge, reaching 1.95bn passen- to uno slancio e il traffico ha raggiunto 1,95 miliardi di gers last year. Based on numbers in the first couple of passeggeri. Basandosi sui numeri dei primi due mesi delmonths of this year, airports body ACI Europe takes a l'anno in corso, ACI Europe prende posizione in positibuoyant stance. Speaking at the Airport Commercial vo. Parlando all'Airport Commercial Retail Conference Retail Conference in Helsinki in April, the organisadi Helsinki ad aprile, il direttore generale dell'organizzation’s Director General, Olivier Jankovec, said: “It’s loozione Olivier Jankovec ha dichiarato: “sembra andar king good – we’re a bit surprised ourselves at how bene, noi stessi siamo sorpresi di quanto va bene”. Lo good.” Last year, for the first time since the global fiscorso anno, per la prima volta dalla crisi finanziaria del nancial crisis in 2008, EU airports led growth of 2008, gli scali europei hanno registrato una crescita del +5.6% ahead of non-EU airport at +3.9%. The impact 5,6% contro quella del 3,9% degli extraeuropei. L'imof economic crises in Russia and Ukraine were a big patto della crisi economica di Russia e Ucraina è stato factor, but the overall picture for Europe is strong. un fattore decisivo, ma il quadro generale per l'Europa Against that are a number of intra-EU and extra-EU è buono. A remare contro questa rotta positiva ci sono risks that could take the region off its rising trajectory. una serie di fattori europei ed extraeuropei che potrebRussia remains mired in problems, the migration crisis bero essere destabilizzanti: la Russia che rimane impanis ever-present, and the possible UK exit from the EU tanata nella crisi, il problema della migrazione e la possiwill be destabilising. bilità che il Regno Unito esca dall'Europa. Add to that the fact that winter traffic showed it was A ciò si aggiunge il fatto che i dati di traffico dell'inverintra-European growth no dimostrano che a far sa(+10%), and not extra-Eulire i numeri è stata la crerope (+3%), that kept scita intra-europea (10%), numbers up. In fact trafe non quella extraeuropea fic to/from Asia was (3%). Infatti il traffico da e down by -1.8%, and for per l'Asia è sceso Africa it was worse at dell'1,8%, e peggio ancora 4.1%. North America per l'Africa con -4,1%. a compensated with compensare ci ha pensato +5.6% growth. il Nord America con This nevertheless shows +5,6%. Questo dimostra, the impact that terrorism tuttavia, l'impatto che il teris having on bookings. rorismo sta avendo sulle Aeroporto Charles De Gaulle di Parigi Asian traffic would have prenotazioni. Il traffico asiaonly been impacted by tico sarebbe stato influenthe Paris event. With the Brussels bombings following, zato solo dagli attacchi di Parigi. Con gli attentati di Brua wider effect is expected. xelles ci si attende un effetto più ampio. I primi dati sulEarly data from ForwardKeys show that forward loolo scenario possibile riguardo gli arrivi internazionali nelking international arrivals to 11 top European cities (in- le undici principali città europee (compresa Bruxelles) cluding Brussels) are expected to drop from -1% to parlano di un calo dall'1% al 5% dopo gli attacchi terro5% after the attacks (in the period 14 April to 31 Auristici (nel periodo tra il 14 aprile e il 31 agosto). Parigi, gust). Paris, Istanbul and Brussels – all having had terIstanbul e Bruxelles (che hanno subito attacchi ) subiranrorist incidents – are taking the biggest hits, while Amno il colpo più duro, mentre Amsterdam, Madrid e Barsterdam, Madrid and Barcelona are still showing positi- cellona mostrano ancora una crescita positiva. ve growth. While there are many ways of objectively Mentre ci sono molti modi di vedere ed interpretare ogseeing and interpreting these data, duty free and tragettivamente questi dati, gli operatori duty free e travel vel retailers should aim to take some bold – rather retail dovrebbero essere più audaci – piuttosto che prothan timid steps – based on them if they want to infucedere a piccoli passi – se vogliono infondere un po' di se some confidence in the market. fiducia nel mercato.
AEROPORTI: ATLANTA SFONDA LA BARRIERA DEI 100 MILIONI
ECCO I VINCITORI DELL’EUROPEAN SHOPPING CENTRE AWARDS 2016
Secondo i dati di traffico stilati dall'Airports Council International (ACI), su un campione di 1.144 aeroporti nel mondo, l'aeroporto più affollato nel 2015 è stato l'Hartsfield Jackson di Atlanta con un aumento del 5,5% rispetto al 2014. Il primato di Atlanta è stato favorito dalla sua posizione strategica, considerata la porta d'ingresso per il Nord America, dalla quale in un anno sono passati più di 100 milioni di passeggeri. Pechino mantiene la sua posizione al secondo posto come l'anno precedente, mentre Dubai è salita dal sesto al terzo posto, gestendo una crescita di traffico del 10,7% e scalzando dal podio Londra, che scende al sesto posto. Nella top ten gli Stati Uniti occupano ben quattro posti: oltre ad Atlanta, al quarto posto c'è l'aeroporto di Chicago O'Hare che risale dalla settima posizione del 2014, al settimo posto c'è l'International Airport di Los Angeles e al decimo il Fort-Worth International di Dallas. In Europa, Parigi perde una posizione passando dall'ottavo al nono posto, mentre Amsterdam è stazionario al quattordicesimo posto. Se si va a guardare i passeggeri internazionali, tuttavia, Dubai mantiene la vetta, mentre il secondo scalino spetta a Londra, il terzo a Hong Kong, al quarto e al quinto ci sono Parigi e Amsterdam.
ICSC International Council of Shopping Centers ha annunciato i sei vincitori dell'European Shopping Centre Awards 2016 (giunto alla 40esima edizione). L'evento, che si è svolto a Milano, ha premiato i migliori centri commerciali suddivisi in cinque categorie. Nella sezione new developments - large/extra large hanno primeggiato Mall of Istanbul e Zorlu Center entrambi a Istanbul in Turkey. Nella medesima categoria ma dimensioni small/medium è stata la volta di Markthal Rotterdam a Rotterdam in Olanda. In tema di refurbishment/expansion sono stati premiati il Frederiksberg Centret di Copenhagen in Denmark per le dimensioni medium, e l'Ülemiste Shopping Centre a Tallinn in Estonia per le dimensioni large. Nella sezione established centre, invece, il vincitore è stato il Bullring in Birmingham, UK.
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International SUL CONTINENTE COMPLETELY PROMOD TAGLIA NEGOZI E PERSONALE RETAIL MARKETPLACE La francese Promod, presente in 44 Paesi con 997 punti vendita e con il proprio eCompletely Group, società di marketing britannica ha annunciato il primo Completely Retail Marketplace europeo che si terrà ad Amsterdam il 6 settembre. La prima kermesse è stata a Londra nel 2012 e da allora si ripete con cadenza biennale. Forte di 5mila presenze nelle edizioni UK, quella continentale, che si svolgerà nello storico Beurs Van Berlage nel cuore del distretto retail della capitale olandese, punta ad attrarre più di 800 senior retail e leisure tenants, landlords e agenti di tutta Europa. Sarà un appuntamento unico per creare nuove occasioni di business e consolidare quelle già esistenti. L'aspetto caratteristico della kermesse sta nel fatto che gli stand degli espositori hanno le stesse dimensioni così come per la grafica dei brand in modo da creare un ambiente uniforme posizionando tutti allo stesso livello. Ad aprile, invece, si è svolta l'edizione 2016 del Completely Retail Marketplace di Londra, all’Old Billingsgate Market.
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shop, ha annunciato la chiusura di 180 vetrine nel mondo e il taglio di 133 posti di lavoro nel nord della Francia, dove si trovano la sede e diversi depositi logistici del brand, entro il 2017. Al via un piano di ristrutturazione aziendale che punta “a far fronte a una difficile situazione di mercato e all’elevato livello di concorrenza”. Promod intende inoltre chiudere circa 180 negozi all’estero per “concentrarsi sui punti vendita più redditizi”. Queste chiusure, si legge nella nota ufficiale, “non rimettono in discussione le ambizioni internazionali del brand”, ma puntano “a riconvertire la rete su basi solide in termini di redditività”. In parallelo, il gruppo nato nel 1975 continuerà a “sviluppare la rete di negozi in Francia”, oggi mercato di riferimento, “effettuando da 15 a 20 aperture all’anno”.
r&f Vetrina Luppoli Le Bollicine Rosé, by Birrificio Angelo Poretti
Fanta PET 50 Cl: packaging, logo e gusto nuovi Fanta presenta una nuova bottiglia (PET da 50 Cl) dal packaging asimmetrico e fortemente distintivo, una nuova identità grafica su tutti i formati con un nuovo logo dai tratti grafici più decisi e moderni. E il nuovo gusto Limone e Fiori di Sambuco per arricchire la gamma.
Ha un perlage fine ed elegante, è rosata e deve essere bevuta rigorosamente in flûte. Dalla creatività ed esperienza dei Mastri Birrai di Birrificio Angelo Poretti nasce 10 Luppoli Le Bollicine Rosé, una birra realizzata unicamente con malto di frumento, carota violetta e rifermentata con lievito Saccharomyces bayanus, lo stesso adottato per la produzione delle bollicine più famose.
Lotus Biscoff: la specialità belga anche al bar Zerbinati: l’arancione per i nuovi pack di IV gamma
Una pausa rigenerante, quella del caffè, che diventa golosa quando nel bar viene accompagnato con un ottimo Biscoff di Lotus, un gesto cortese che rende ancora più piacevole il nostro momento di relax. Una formula vincente grazie alla pratica confezione disponibile per l’ho.re.ca.: 50 pezzi incartati singolarmente per preservarne tutta la bontà.
Zerbinati si rifà il look con i nuovi pack per le offerte di IV gamma. E sceglie l’arancione, il colore simbolo dell’azienda: sul fronte della confezione viene enfatizzato attraverso un tag in posizione evidente che le verdure sono già lavate, le immagini completano il film rappresentando i prodotti, il loro nome specifico e rendendoli immediatamente riconoscibili.
Sotto il marchio Sadia, BRF amplia l'offerta BRF ha lanciato nuovi prodotti per il mercato italiano della ristorazione all’interno della gamma Classic Line del marchio Sadia. La nuova linea, che include Straccetti di petto di pollo arrosto, Chicken Nuggets, Filetti di pollo impanati, Cotoletta di pollo e Petto di pollo, è disponibile in diversi mercati europei quali Portogallo, Spagna, Italia, Francia e Grecia.
Le novità di Bussy per il retail al Cibus Bussy, l’azienda milanese specialista delle cialde per gelato e pasticceria, sarà presente quest’anno all’edizione 2016 di Cibus con tutta la gamma di prodotti dedicati al retail e all’ho.re.ca. Si parte dalle confezioni della linea Vintage, declinate in sei varianti, si passa poi a Le Cialdissime, per arrivare alle monoporzioni presenti nelle migliori pasticcerie e gelaterie.
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Retail su misura www.retailfood.it
[La foto[
AEROPORTO INTERNAZIONALE DI DUBAI RossoVivo il format di Artisan Pizza nella riproduzione di un tipico tram milanese
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r&f La pulce nell’orecchio
Il caso Trenord
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e siete in partenza dall'aeroporto di Malpensa, potrebbe capitarvi, in questi giorni, di vedere delle persone con la divisa di Trenord che si aggirano tra i gate, alle partenze. Stanno facendo dei sondaggi tra i viaggiatori sul gradimento del Malpensa Express. La notizia, una buona, è che finalmente dalla prossima estate, il trenino che collega Milano e Malpensa sarà prolungato anche al Terminal 2, ormai regno incontrastato e affollato delle low cost. Il Malpensa Express è partito 20 anni fa, con l'inaugurazione dell'aeroporto Malpensa 2000 (il Terminal 1 e il 2) destinato a essere l'hub intercontinentale di Milano e della ricca Lombardia. Ma, come sempre accade in Italia dove le cose sono sempre fatte a metà, la navetta treno dalla stazione di Cadorna, in pieno centro a Milano, arrivava solo fino al T1. Per spostarsi da un terminal all'altro c'è una scomodissimo e inaffidabile bus. Bisogna aspettare in piedi all'aperto che passi una navetta senza panchine, senza orari. E così è dal 1998, anno di inaugurazione. In questi 20 anni, con l'aeroporto rimasto monco del collegamento ferroviario, è successo però che nel frattempo il T1 ha man mano perso viaggiatori (anche per l'abbandono di Alitalia e Lufthansa come compagnie con base a Malpensa), mentre il T2, che altro non è che il vecchio aeroporto di Varese che doveva diventare un terminal minore e secondario, è invece esploso. Grazie alle compagnie low cost e soprattutto EasyJet che ne ha fatto il suo hub
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per il nord Italia e che oggi ha in Malpensa la più grossa base aerea nell'Europa continentale, la seconda in assoluto dopo l’headquarter inglese di Luton. Oggi se Malpensa conta 19 milioni di passeggeri, secondo scalo italiano dopo Roma Fiumicino, è proprio grazie a EasyJet e al terminal 2 dove transitano 7,5 milioni di persone (metà di tutto il traffico Sea). Meglio tardi che mai per la nuova stazione ferroviaria, dunque. Ma sono pur sempre 20 anni di ritardo, intollerabili e autolesionisti nel mondo globale di oggi. Peraltro, con pure il solito teatrino tipicamente italiano dei continui slittamenti: il nuovo collegamento, che costa 115 milioni ed è finanziato in parte dalla stessa EasyJet (un privato inglese che contribuisce a un'opera pubblica italiana) e dalla Sea, era stato annunciato in pompa magna a settembre del 2014. Ma già alla conferenza stampa avevano messo le mani avanti: la nuova infrastruttura non sarebbe stata pronta per l'inizio di Expo, ma l'inaugurazione era stata fissata per la fine del 2015. Come se non bastasse, poi, e in perfetto costume italico, la nuova stazione non è partita nemmeno alla data prevista, ma prima è stato posticipato a febbraio 2016 e ora a giugno 2016. Speriamo sia davvero la volta buona, e in tempo per l'estate. Però vien da pensare che un paese che vuole rilanciarsi e ha un disperato bisogno di infrastrutture non può viaggiare su questi binari burocratici lenti e disorganizzati. È stato stimato che la nuova stazione trasporterà il 25% dei passeggeri diretti al Terminal
di Simone Filippetti
Buoni aeroporti, infrastrutture lente
2, riducendo traffico e inquinamento, ma il Malpensa Express rimane purtroppo un servizio ancora largamente sotto standard che si possano definire vagamente europei. Il biglietto si può fare solo a terra e non a bordo; a Londra sull’Heathrow Express, l'equivalente del Malpensa Express, i biglietti si possono fare a bordo senza sovrapprezzo e si può pagare in contanti, bancomat o carte. Sul trenino milanese "Pos" è una parola ancora sconosciuta. Bontà loro, però, c'è una App con cui si può fare il biglietto (ma sui social molti ne parlano male perché il più delle volte si "impalla"). A Londra potete scegliere se viaggiare in 1 classe, con quotidiani gratuiti e bevande di cortesia, oppure in economica. Ci sono varie fasce di prezzo a seconda delle offerte. Sul Malpensa Express, niente di tutto ciò: una sola tariffa, 12 euro, e una sola classe. A un certo punto, Trenord aveva migliorato il servizio: aveva aumentato i treni a 3 ogni ora, uno ogni 20 minuti, di cui uno diretto senza fermate. Molto bello e molto utile. Da Cadorna in aeroporto in meno di 30
minuti. Chissà perché, forse troppo pochi passeggeri o costi alti, il collegamento diretto è stato abolito. Il passo del gambero: siamo tornati a soli 2 treni all'ora (molto scomodo, spesso per pochi minuti si è costretti a prendere il treno precedente allungando di molto i tempi per chi deve imbarcarsi). E come se non bastasse, fanno tutte le fermate. Gli annunci in inglese sono una volta sì e tre volte no. Il taglio dei treni, poi, ciliegina sulla torta, è stato fatto mentre Milano si preparava a ospitare Expo. Un tempismo non proprio geniale, anche perché uno si aspetterebbe che in occasione dell'evento più atteso in Italia da decenni, Trenord avesse potenziato le corse, invece hanno fatto il contrario. Il servizio è peggiorato ma nel frattempo è aumentato il prezzo, 12 euro, quasi il doppio rispetto al bus. Ci si potrà consolare con il WiFi gratis mentre si viaggia. Nemmeno per sogno: WiFi è un'altra parola sconosciuta nel vocabolario del Malpensa Express. In compenso, però, ci sono le prese elettriche per ricaricare cellulari e tablet. Chi si accontenta…