TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL
retail&food Anno 11 • Numero 7/8 • LUGLIO/AGOSTO 2016 • € 5,00
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Gare in autostrada: il food rilancia ASPI: parola di Giorgio Moroni L’esordio di Eataly con Autogrill
Analisi mercato
e-commerce
Centri commerciali
Abbigliamento donna
Banzai
Parma Urban District
NEWS PRIMAE NOCTIS TRE BUONE NOTIZIE
L’OPINIONE LE PROSPETTIVE NELLA RISTORAZIONE AUTOSTRADALE Dopo anni di calo del traffico autostradale, all’inizio del 2016 abbiamo registrato finalmente un’inversione di tendenza, che si somma ai nuovi orientamenti nelle gare per l’assegnazione delle aree di servizio. Questi due fattori hanno riacceso l’interesse degli operatori per un mercato che, dopo la prima liberalizzazione nel 2003, sta ora attraversando una nuova fase di dinamismo, con significative opportunità. In questa cornice, contrassegnata chiaramente da prospettive di ritorni sugli investimenti, abbiamo varato un piano di espansione puntando su nuovi format, partnership e un marketing innovativo. Fulcro delle nostre aree è il nuovo “Chef Store”, fondato sull’idea di uno spazio di sosta, relax e di una nuova offerta. Niente a che vedere con un percorso forzato, è il cliente che deve decidere dove andare all’interno di un layout multipercorso. Oggi i consumatori sono più evoluti e sofisticati di quanto non si creda: ci sono nuovi trend nei consumi e occorre proporre nuovi format adeguati, anche sulle autostrade. Inoltre, la concorrenza sempre più spinta tra operatori porta a migliorare costantemente l’offerta, soprattutto sul fronte della qualità. Non a caso abbiamo siglato un’intesa con Coldiretti per portare nelle aree autostradali le eccellenze dei territori, una vera rete di oasi agricole in autostrada. Nello Chef Store appena inaugurato nell’area di Arno Ovest (A1 Incisa-Reggello) abbiamo quasi 200 referenze dei migliori prodotti toscani offerti in esclusiva e garantiti da Coldiretti. Da un lato abbiamo l’opportunità di fornire ai nostri clienti, tra cui moltissimi stranieri, prodotti eccellenti a km zero, dall’altra valorizziamo fortemente il territorio, con l’obiettivo di rendere meno anonima la sosta trasformandola in una esperienza da ripetere. Siamo convinti che questa sia la strada giusta e ogni operatore può percorrerla proponendo la propria offerta. E vinca il migliore.
Editoriale
Prima. Il Centro, la nuova realizzazione commerciale di Finiper sta avendo un successo straordinario. A più di due mesi dall’apertura tutti sono soddisfatti, la proprietà, la gestione, i brand, i clienti. Un centro commerciale, quello di Arese, che alza l’asticella qualitativa del mercato italiano e che ci riporta a pieno titolo nel contesto internazionale. Ora lo sguardo si può spostare sulla periferia est di Milano dove, pare, stanno finalmente cominciando i lavori per il primo Westfield del continente Europa. Seconda. Il traffico di passeggeri negli aeroporti italiani, nel primo trimestre del 2016, è aumentato complessivamente del 6,6 per cento. Un dato estremamente positivo con alcune “vittime”: è in corso, finalmente, uno sfoltimento fisiologico del numero di aerostazioni, a scapito delle più piccole e meno necessarie. Ne stanno approfittando i migliori: aeroporti medi e grandi con staff commerciali capaci, in grado di richiedere e valorizzare aree destinate a retail, food e duty free. Terza. Le stazioni ferroviarie stanno uscendo dal torpore e, finalmente, dimostrano di essere spazi commerciali di primo piano. Lo confermano la vendita delle attività retail di Grandi Stazioni ad Antin, Maurizio Borletti e Icamap per la cifra record di oltre 950 milioni di euro; il rinato attivismo di Centostazioni sotto la guida di Luca Preziosi e Marco Achilli. Dei segnali positivi relativi alle autostrade leggerete ampiamente nelle pagine dedicate alla cover story di questo numero. Buona lettura e buone vacanze.
Cristian Biasoni, AD Chef Express (Gruppo Cremonini)
retail&food - luglio/agosto 2016
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© Ph. Gruppo Cremonini
Anno 11 numero 7/8 luglio/agosto 2016 Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Stefano Masin - stefano.masin@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Fiorenza Auriemma, Alessandro Barzaghi, Antonio Bisci, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Stefano Gardini, David Jarach, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Dante Marro, Jerome Massiani, David Montorsi, Roberta Motta, Enrico Pazzali, Mario Resca, Leopoldo Resta, James Ross Impaginazione Claudio Rossi Oldrati Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Pubblicità dircom@edifis.it Traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it
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SOMMARIO
n°7/8 lug/ago 2016
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NEWS PRIMAE NOCTIS Tre buone notizie
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SCIENZE&RETAIL 40 Oltre la razionalità il ruolo del neuromarketing
GREEN RETAILER 58 Share: abbigliamento usato con grande dignità
L’OPINIONE di Cristian Biasoni Le prospettive nella ristorazione autostradale
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R&F NEWS
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DOSSIER AEROPORTI 42 Ancona, porte aperte all’Oriente Le potenzialità ci sono; ciò che manca al Falconara sono i fondi per crescere, ma questa condizione potrebbe presto fare un'inversione di rotta grazie a un investitore privato americano. Ciò che serve da parte della Regione, invece, è un po' più di intraprendenza nella sponsorizzazione del territorio non solo in Italia ma anche, e soprattutto, all'estero.
ANALISI MERCATO 61 Le donne fanno di nuovo shopping La moda donna secondo i dati preconsuntivi del 2015 di Sistema Moda Italia dovrebbe crescere del 2,8%, a 12,8 miliardi di euro. L'export aumenta del 4,7% su base annua con Francia, Regno Unito, Spagna, USA e Hong Kong che crescono a doppia cifra. Migliora il mercato interno con il tasso di decremento del sellout che passa da -3,7% a -2,1%.
AIRPORT ANALYSIS Aeroporto di Praga Václav Havel
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PIATTAFORME WEB Banzai, e-commerce all'italiana
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WORLD TRAVEL RETAIL
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TECH&ARREDO
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INTERNATIONAL
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VETRINA
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LA FOTO
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LA PULCE NELL’ORECCHIO Italo, un treno in autostrada
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R&F NEWS OPENING
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COVER STORY Gare in autostrada: il food rilancia
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COVER STORY - PAROLA DI… GIORGIO MORONI ASPI: «Aree di servizio come aeroporti. E atterrano le royalties»
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COVER STORY - CASE HISTORY 32 Eataly a Secchia Ovest con Autogrill Distribuita su due piani da 1.700 mq ognuno e collocata lungo l’A1, la nuova area di servizio nata dalla partnership tra Oscar Farinetti e la multinazionale di Milanofiori è stata presentata lo scorso 30 maggio. L’obiettivo è di portarvi 1,3 milioni di visitatori l’anno. Non sono escluse ulteriori collaborazioni. COVER STORY - OSSERVATORIO PREZZI 34 Poker sulla A14 Tramezzini, patatine Pringles e pasta sono le referenze con le variazioni di prezzo più marcate di questo osservatorio prezzi fatto sull'autostrada Adriatica in quattro aree di sosta. Gli altrettanti operatori coinvolti però, sono tutti d'accordo su caffè e cappuccino. STAR TREK FASHION OVS spa
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BRAND ANALYSIS NYX Cosmetics, il nuovo volto del make-up
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RESOCONTO FIERA 48 Mapic Italy, oltre le aspettative Chi era scettico, italiano e non, circa la buona riuscita della prima edizione di Mapic Italy si è dovuto ricredere. Oltre alla percezione molto chiara del grande volume di attività che ha caratterizzato la due giorni milanese (24-25 maggio presso il SuperstudioPiù di via Tortona), i numeri parlano chiaro: 1.400 partecipanti registrati provenienti da 35 paesi di cui 402 retailer nazionali e internazionali. Dati ben oltre le aspettative… DOSSIER SHOPPING MALL PRIMA PIETRA 52 Parma Urban District, prossimo al groundbreaking In portfolio a Sviluppi Immobiliari Parmensi (Gruppo Pizzarotti) il futuro complesso retail da circa 75mila mq di Gla e 170 negozi vedrà l’avvio dei lavori a ottobre, con una prospettiva di taglio nastro compresa tra il 2018 e l’inizio del 2019. L’obiettivo di CBRE: portarvi tutti i big, a partire dai newcomer brand. L’EVENTO Retailer (day) sotto i riflettori di Arese
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RUBRICHE STOCK OPTION NEW MARKETS OUTLOOK COSA OCCORRE SAPERE PER... INVIATO SPECIALE
retail&food - luglio/agosto 2016
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r&f News DEBUTTO MONOMARCA DI HARIBO, A VICOLUNGO
A WESTFIELD MILAN IL FLAGSHIP DI UCI CINEMAS
I Il 13 dicembre 1920 Hans Riegel registra l'azienda Haribo nell’elenco delle imprese della città di Bonn come acronimo di HAns RIegel BOnn. Da questo momento l'azienda dolciaria famosa per la produzione di orsetti gommosi ha iniziato la scalata che l'ha portata a essere famosa in tutto il mondo. Oggi, per gli amanti dell'orsetto, ha inaugurato in Italia il primo negozio monomarca all'interno di Vicolungo The Style Outlets. Qui è possibile trovare l'assortimento completo di tutte le caramelle Haribo, ma anche simpatici gadget e merchandising del famoso orsetto. Il negozio va così ad ampliare l'offerta dell'outlet di Vicolungo (gestito dalla società Neinver) in provincia di Novara, che con i suoi 150 negozi si posiziona tra i principali FOC del Paese.
l progetto di Westfiled Milan, dopo aver affrontato un lungo iter burocratico, sta finalmente prendendo slancio. E se il cantiere dovrebbe iniziare nel 2017, con una prospettiva di fine lavori stimata per la fine del 2019, sul fronte commerciale si registra l’accordo con UCI Cinemas. La principale catena di multisale cinematografiche in Italia, che sarà partner chiave per l’entertainment, vi aprirà 16 sale dotate delle più innovative tecnologie digitali per un totale di 2.500 posti a sedere e inoltre vi porterà un servizio esclusivo di ristorazione fronte schermo denominato “The Lounge”, che si caratterizzerà per un’ampia offerta di cibo e bevande. UCI Cinemas stima di attrarre oltre 1 milione di spettatori ogni anno, validando così la proposta di intrattenimento e tempo libero insita nel progetto e rappresentando un’ulteriore attrazione per quanto riguarda l’offerta retail e dining di Westfield Milan. Tale accordo rappresenta il secondo importante tassello nello sviluppo del maxi progetto di Segrate, successivo all’accordo con Galeries Lafayette che vi svilupperà 18mila mq di vendita.
Stock option
GRUPPO TEDDY OBIETTIVO 100 Prosegue nel proprio percorso di crescita il Gruppo Teddy, con la previsione per l’anno in corso di arrivare a quasi 100 nuove aperture complessive. Nel 2015 è stato raggiunto il traguardo di 83 operazioni di opening in 21 nazioni. Nel periodo gennaio – aprile sono stati avviati 26 negozi in 10 nazioni mentre entro luglio verranno inaugurati ulteriori 22 store in 6 Paesi. La parte iniziale dell’anno ha visto un focus verso il Medio e l’Estremo Oriente che proseguirà anche nei prossimi tre mesi con aperture previste in Arabia Saudita, Mongolia, Filippine e altre aree. In Arabia verranno in particolare inaugurati quattro punti vendita: tre negozi Terranova nella capitale Riyadh e ad Arar, ai confini con l’Iraq, e uno shop Calliope ad Al Rass. In questi mesi è l’Italia a essere al centro delle iniziative del Gruppo Teddy. Sono infatti previste 12 nuove aperture che abbracciano tutto il territorio nazionale.
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Luxottica I risultati del 2015 hanno visto crescere il fatturato di Luxottica del 17%, il patron Del Vecchio ha così deciso di ritoccare all’insù il premio per i suoi dipendenti. Quest’anno si partirà da una base lorda di 1.892 euro a cui potrà aggiungersi un massimo di 500 euro per chi in un anno non ha fatto assenze.
Grandi Stazioni I CdA di Ferrovie dello Stato italiane e di Eurostazioni hanno deliberato la cessione delle rispettive quote del capitale di Grandi Stazioni Retail al prezzo di 953 milioni di euro ad Antin Infrastructures, insieme a Icamap e a Borletti Group.
DentalPro Il gruppo medico italiano specializzato nelle cure dentali DentalPro si è fuso con il gruppo Giovanni Bona Cliniche dentali dando vita al più grande gruppo privato del settore odontoiatrico in Italia. DentalPro passa ora da 46 a 80 cliniche e altre 20 saranno aperte entro l'anno in dieci regioni.
Swatch Il gruppo elvetico orologiero spinge sull'espansione retail per il 2016 progettando nuovi store e shop in shop tra Italia, Europa e Stati Uniti. A Basilea ha inoltre svelato un progetto creativo in tandem con l'artista Tobias Rehberger che ha disegnato lo Swatch Art Special Kuckoolus, un orologio celebrativo in edizione limitata.
Alibaba Jack Ma, fondatore del colosso dell'e-commerce Alibaba ha dichiarato che si aspetta di raddoppiare il volume delle vendite fino a raggiungere il trilione (mille miliardi) di dollari entro il 2020. L'ultimo esercizio al 31 marzo ha chiuso a 476 miliardi di dollari.
Hugo Boss Le holding della famiglia Marzotto, Zignago Holding e Pfc, hanno aumentato la quota nell’azienda di moda Hugo Boss dal 7% circa a più del 10%. Nell’agosto 2015 i titoli del gruppo valevano circa 100 euro, lo scorso febbraio erano scesi a 50 euro.
H&M Il colosso svedese del fast fashion ha archiviato i sei mesi al 31 maggio con utili netti in calo da 10 a 7,9 miliardi di corone svedesi (circa 847 milioni di euro). Nel secondo trimestre dell’anno fiscale che termina a novembre i profitti del gruppo sono scesi del 17% a 575 milioni di euro. Clarks Crollano nel 2015 i profitti di Clarks. Nell'ultimo esercizio gli utili operativi del marchio di calzature sono passati da 112,7 milioni di sterline a 45,8 milioni e l'utile ante imposte è passato da 98,9 milioni di sterline a 35 milioni. Vending Con oltre 100 milioni di euro, l'Antitrust ha sanzionato i principali operatori del vending e la loro associazione di categoria. L'Autorità ha accertato l'esistenza di un'intesa anticoncorrenziale volta a mantenere alto il livello dei prezzi e a preservare la redditività delle imprese di gestione.
News COGEST RETAIL ACQUISITA DUBL E PIANOFORTE, DA CUSHMAN & WAKEFIELD GLI ASSI DI CAPODICHINO
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l know how e soprattutto l’ampio portfolio di Cogest Retail, composto di ben 51 centri commerciali – tra cui Globo di Busnago (MB), Fiumara (GE) e Le Fornaci di Beinasco (TO) – oltre 1,5 milioni di mq di spazi in gestione, confluiscono in Cushman & Wakefield. La multinazionale guidata nel Belpaese da Joachim Sandberg, amministratore delegato Italia e responsabile dell’Area del Sud Europa di Cushman & Wakefield, ha comunicato che “l’aggiunta di 150 professionisti raddoppia la dimensione della società in Italia e conferma la possibilità di offrire ai propri clienti il miglior profilo di servizi di consulenza immobiliare. Cogest Retail, si apprende, sarà integrata nel business Asset Services di Cushman & Wakefield dell’area EMEA, rafforzando in modo complementare una piattaforma che già vanta una significativa presenza nel settore direzionale e della logistica”. A seguito dell’acquisizione, C&W avrà in gestione oltre 3 milioni di mq distribuiti sul territorio nazionale.
I
naugurato il primo luglio 2014, il wine bar Dubl dell'aeroporto internazionale di Napoli Capodichino si è aggiudicato il premio come retailer dell'anno al Forum ATRI 2015 ed è finito nella short list dell'edizione 2016 del FAB (The airport food & beverage awards) come miglior wine bar aeroportuale. Dubl è uno dei progetti dell'azienda vitivinicola Feudi di San Gregorio, in provincia di Avellino, guidata da Antonio Capaldo che ha saputo dare un'impronta originale, fatta da vini del sud Italia spumantizzati col Metodo Classico e abbinati a una cucina mediterranea sfiziosa ma veloce, quasi finger food; il tutto in un locale dal design veramente internazionale. Una grande soddisfazione non solo per Dubl e Feudi di San Gregorio ma anche per l'aeroporto di Napoli che ha creduto fin dall'inizio in questo progetto originale e non solo. Ha recentemente inaugurato infatti, sempre nello scalo campano, il primo store multibrand del Gruppo Pianoforte Holding, con i marchi Yamamay, Carpisa (borse, valigie e accessori) e Jaked (abbigliamento sportivo tecnico e activewear).
NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING
www.strabranding.com
LA CRESCITA DEL CONCEPT MULTIBRAND IN CINA Una recente ricerca del Fortune Character Institute, “How luxury will fare this year”, ci dà la possibilità di riprendere alcuni spunti circa gli ultimi trend dei consumi in Cina e, allo stesso tempo, di evidenziare un fenomeno recente che offre argomenti ricorrenti in questi giorni in cui le aziende della moda italiane stanno vivendo le intense attività relative alle campagne vendita della primavera/estate 2017. La ricerca (fig.1) infatti, come già sottolineato in alcuni nostri articoli nei mesi precedenti, evidenzia come il 39% dei cinesi benestanti, non considerando più il logo come una priorità, approcci ora i marchi della moda internazionale più per soddisfazione personale che come modo per apparire, per ostentare il proprio status symbol. Di conseguenza, i marchi di nicchia o emergenti, espressione di design e di qualità, e i prodotti su misura stanno diventando i nuovi drivers di consumo. In quest’ottica, si stanno affermando i multi-brand store che fanno ricerca, propongono una selezione mirata di marchi a livello internazionale e, come valore aggiunto, offrono un modo più trasversale di vivere il proprio lifestyle. Il cliente cinese sta diventando molto più globale e si assiste ad una vera e propria sete di novità. Questi negozi sono diventati un punto fermo dei principali shopping mall che arricchiscono il proprio brand mix con concept store o multi-brand store al fine di attrarre un target di clienti sempre più ampio, offrendo continue novità. La crescita di quest’ultimi è iniziata nel 2010 e il numero di nuove aperture nel periodo 2010-2013 è stato di quattro volte superiore rispetto a quello registrato nei 14 anni precedenti, soprattutto nelle principali città (Pechino, Shanghai, Guangzhou e Hangzhou). Attualmente, in Cina Mainland, si contano ben 183 location che offrono in vendita più di 820 marchi e affianco ai ben conosciuti concept internazionali importati dall’Europa, da Hong Kong o da Taiwan, quali
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Fig.1: Fortune Character Institute – How luxury will fare this year
ad esempio Lane Crawford, Galeries Lafayette, 10 Corso Como, I.T., Tuan Tuan, sono nate molte realtà locali con posizionamento diverso che hanno iniziato ad espandere la loro presenza anche alle città di seconda e terza fascia, come ad esempio P-Plus, Luxemporium, O’Blu, Zuma, etc. Oggi, il 56% dei Multi-brand in Cina è di origine cinese. Luca Esposito
News ANCORA SHOPPING ITALIANO PER L'ARABIA SAUDITA Secondo rumors sempre più insistenti il gruppo Saudita di real estate Fawaz Al Hokair ha firmato il preliminare per aggiudicarsi Merlata Mall Spa, che ha in portafoglio il quadrante commerciale della maxi ristrutturazione (530.000 mq in tutto) di Cascina Merlata, nell’ex area di Expo 2015. Il progetto retail, fino a questo momento, era nelle mani di Euro Milano, società mista formata da banche, come Intesa San Paolo, investitori immobiliari, come gruppo Cabassi, assicurazioni, come Unipol e altri. Si tratterà di uno dei maggiori mall del capoluogo lombardo, con 45.000 mq previsti nella fase uno, in apertura nel 2019, destinati a passare a 65.000 nella fase due. In totale la superficie sarà di 145.000 mq, di cui 100.000 destinati a parcheggi, servizi e infrastrutture. La progettazione è in capo all’impresa di ingegneristica Ariatta, mentre l'architettura è stata affidata allo studio Antonio Citterio-Patricia Viel and Partners. Fawaz Al Hokair è un gigante internazionale, presente, per quanto concerne il ramo retail, in 16 nazioni, con altrettanti centri commerciali gestiti (2.100 negozi totali).
NEW LOOK E PIÙ FOOD PER L’AUCHAN DI CESANO BOSCONE
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opo il rilancio a gennaio del nuovo ipermercato Auchan City al piano terra, il restyling del primo piano della galleria del Centro Commerciale Auchan Cesano Boscone si è concretizzato negli ultimi mesi con l’arrivo delle insegne Scarpe&Scarpe, OVS, Cotton&Silk e con le recenti inaugurazioni di Carpisa e del nuovo store di fast fashion Alcott. L’offerta merceologica complessiva raggiunge così un totale di 57 negozi e 3 medie superfici. Ma la rivoluzione del primo piano del mall interessa soprattutto l’area della nuova food court, e ai quattro Rioni di Cesano Boscone, che concorrono al “Palio del Cinghiale”, si aggiunge il nuovo Rione Goloso. Aperto ogni giorno fino alle ore 23.00 e collegato con un percorso diretto al parcheggio, è la nuova piazza della ristorazione realizzata in una cornice di colori e luminosità. Tra le novità il ristorante al nastro Mishi-Mishi, la steak house italiana Old Wild West, il noto brand meneghino di pizzeria Spontini, Chicchiricchi con i risotti firmati Riso Gallo e la pasticceria siciliana Dolce Capriccio, insegne che si aggiungono ai già presenti McDonald’s e La Piadineria.
ARIA DI NOVITÀ IN CASA ALITALIA
LA RINASCENTE PREMIATA E MONTENAPOLEONE AL TOP
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naugurate le lounge Casa Alitalia di Roma Fiumicino e Milano Malpensa. Le sale sono state completamente rinnovate nello stile e nei servizi per rappresentare un nuovo concept di ospitalità all’insegna dell’eccellenza e del made in Italy, con l’introduzione di un esclusivo servizio di live cooking. Le cerimonie di apertura si sono svolte presso l’aeroporto romano e quello milanese alla presenza di Luca Cordero di Montezemolo e di Cramer Ball, presidente e amministratore delegato della Compagnia italiana. Casa Alitalia a Roma Fiumicino rinasce nella location della lounge “Giotto”, nell’area di imbarco G dell’aeroporto romano – dedicata ai voli di lungo e medio raggio extra-Schengen – e si sviluppa su una superficie di circa 800 mq offrendo oltre 115 sedute per gli ospiti. A Milano Malpensa Casa Alitalia si trova in un nuovo spazio all’interno dell’area di imbarco Satellite Nord, si estende su una superficie di circa 500 mq e offre oltre 90 sedute. Queste inaugurazioni vanno ad aggiungersi a un’altra importante novità su Roma Fiumicino. Da giugno, infatti, il check-in per chi vola con Alitalia dallo scalo romano è diventato più tecnologico, comodo e veloce. Presso il Terminal 1 la compagnia italiana ha introdotto 40 nuovi chioschi self check-in e, novità assoluta per l’Italia, 10 nuove postazioni Self Bag Drop Off per la consegna automatica del bagaglio da stiva.
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ntercontinental Group of Department Stores (IGDS), la più autorevole associazione di department store, si è riunita a Zurigo per il Global Department Store Summit 2016, durante il quale La Rinascente è stata premiata come "The best department store in the world". Un vero e proprio tributo allo stile italiano e alla capacità di offrire una customer experience capace di attrarre clienti da tutto il mondo. Ed è sempre Milano a confermarsi location prime nel retail di lusso, come risulta dall’ultima edizione del report “Fashion High-Street 2016”, realizzato a cura del dipartimento di ricerca di World Capital. Milano e Roma infatti si collocano ai vertici della top 20 delle High Street più costose in Italia da un campione rilevato di circa 100 vie. A primeggiare su tutte naturalmente è via Montenapoleone a Milano con un canone di locazione massimo di 8.700 euro/mq/anno, seguita da via Condotti a Roma con un canone di 8.000 euro/mq/anno, mentre al terzo posto si classifica la meneghina via della Spiga con un canone di 6.500 euro/mq/anno.
News VENDITA GS RETAIL: SEMAFORO ELIOR: SHOPPING IN PATRIA VERDE DA FS ED EUROSTAZIONI E NUOVO CONCEPT A MILANO
H P
ochi giorni dopo l’apertura delle buste a inizio giugno, è finalmente arrivato il via libera alla maxi offerta da 953 milioni di euro. Come si apprende da una nota, i consigli di amministrazione di Ferrovie dello Stato italiane e di Eurostazioni hanno deliberato la cessione delle rispettive quote del capitale di Grandi Stazioni Retail ad Antin Infrastructures, insieme a Icamap e a Borletti Group. Si tratta della società che ha in gestione gli spazi commerciali e pubblicitari dei 14 maggiori scali ferroviari italiani. La cordata ha presentato la migliore offerta al termine della gara bandita lo scorso novembre dai due azionisti della società. La conclusione della procedura avverrà con il perfezionamento dell'operazione societaria di scissione e il successivo passaggio delle azioni.
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olding de Participations Autogrill, controllata di Autogrill, ha perfezionato l’operazione di cessione in favore del Gruppo Elior dell’intera partecipazione in Autogrill Restauration Service che gestisce attività di ristorazione dell’azienda facente capo alla famiglia Benetton in alcune stazioni ferroviarie in Francia, con ricavi annuali per circa 50 milioni di euro. Il prezzo pattuito è di 27,5 milioni di euro. Al di qua delle Alpi, invece, il gruppo francese ha inaugurato a Milano presso il Bodio Center il primo ZestEat: il moderno spazio multifunzionale targato Elior che individua un nuovo concept di ristorazione pensato anche per lavorare, organizzare meeting e trascorrere momenti di relax in un’atmosfera dal sapore casual. La location, dallo stile contemporaneo, mette a disposizione 200 posti a sedere di cui 90 in una terrazza coperta. Il ristorante offre piatti preparati al momento attingendo anche da proposte vegane, vegetariane e senza glutine. La caffetteria è caratterizzata da un’offerta classica all’italiana ma anche da snack e centrifughe di frutta e verdura. Per chi va di fretta, un servizio di take away. Presto sarà implementato l’office delivery.
News cosa occorre sapere per...
a cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano
Gli outlet: regolati solo in alcune Regioni
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ochissime Regioni italiane hanno disciplinato gli outlet, ma considerata l’importanza che questo canale di vendita ha rivestito negli anni passati e continua ad avere oggi, vale la pena di passare in rassegna alcuni casi in cui ciò ha avuto luogo, a cominciare dalle regioni Toscana e Piemonte, che hanno disciplinato gli outlet rispettivamente con Legge Regionale numero 63 del 2011 e 15 del 2012. Queste due Regioni adottano una definizione di outlet pressoché identica ricomprendendo, oltre agli spacci adiacenti ai locali di produzione aziendale, “gli esercizi di vendita al dettaglio da parte dei titolari del marchio o imprese commerciali che vendono al dettaglio prodotti non alimentari che siano stati prodotti almeno dodici mesi prima dell’inizio della vendita, dimostrabile da idonea documentazione relativa alla merce, che siano di fine serie, in eccedenza di magazzino, o prototipi, o che presentino lievi difetti non occulti di produzione”. Dunque l’individuazione di ciò che può essere venduto all’interno degli outlet è piuttosto precisa: rimane vietata la vendita di articoli che non rientrassero nelle categorie citate nonché produzioni che fossero effettuate dai brand ad hoc per il mercato degli outlet. Le sanzioni per l’utilizzo improprio del termine “outlet” vanno da euro 6.000 a 30.000 in Piemonte (da 2.500 a 15.000 in Toscana); quelle per la vendita all’interno dell’outlet di prodotti diversi da quelli indicati nelle leggi sono comprese tra euro 4.000 e 30.000 in Piemonte (da 500 a 3.000 in Toscana) con la più grave sanzione della sospensione, in entrambi
i casi, dell’attività sino a trenta giorni in caso di reiterazione. Meno dettagliata la legislazione della Regione Veneto, che con Legge Regionale numero 50 del 2012 stabilisce che outlet è la “forma di vendita al dettaglio secondo cui le aziende produttive, in locali diversi dal luogo di produzione, pongono in vendita direttamente o indirettamente l’invenduto, la produzione in eccesso, la fine serie, i prodotti fallati, i campionari o apposita linea di produzione”. Già da una prima lettura appare chiara una prima importante differenza: per il Veneto sono possibili “apposite linee di produzione”, che talora le aziende destinano a questo particolare canale. La sanzione, tuttavia, può essere ancora più importante: immediata chiusura dell’attività, ritiro dell’autorizzazione nonché applicazione della sanzione pecuniaria da 2.500 a 15.000 euro. Come si vede dunque le norme sono presidiate da sanzioni non trascurabili. Se forse a preoccupare meno potrebbero essere le sanzioni pecuniarie, comunque non irrisorie, la minaccia della sospensione o chiusura dell’attività consiglia di effettuare le debite valutazioni prima di procedere ad aprire punti vendita in outlet nelle Regioni specificate. Avv. Alessandro Barzaghi
LA PIADINERIA NEL TRAVEL RETAIL A TORINO PORTA NUOVA La stazione di Torino Porta Nuova, forte di 70 milioni di viaggiatori l’anno, è la location che La Piadineria ha scelto per il proprio debutto nel canale del travel retail. Il locale, inaugurato lo scorso 3 giugno, è direttamente affacciato sui binari, con un ingresso anche su piazza Carlo Felice, oggetto di un importante intervento di riqualificazione urbana. La superfice complessiva a disposizione della clientela è di 45 mq con circa 20 sedute interne. Un corner caffè attivo sin dall’orario della colazione completa il servizio. Guardando ai numeri della catena, sono 108 i punti vendita aperti a metà 2016, oltre 6,5 milioni di piadine vendute nel 2015 e una media di 25.000 clienti serviti ogni giorno. Nel primo trimestre 2016 i ricavi consolidati di Gruppo La Piadineria hanno registrato un incremento del 55% rispetto allo stesso periodo del 2015, principalmente per effetto delle nuove aperture dei punti vendita. Oltre al locale di Torino, il piano di espansione ha visto anche i nuovi punti vendita al Gigante Villasanta e a Castelletto Ticino, sulla strada del Sempione, mentre per luglio e agosto sono in programma le aperture nei centri commerciali Area12 Juventus Stadium, Metropoli, Bicocca Village, L’Airone di Bellinzago Novarese e San Martino2, cui si aggiungeranno un paio di negozi su strada in tra Milano e Roma.
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News OSSERVATORIO NON FOOD 2016: CONSUMI SU DELL’1,4% Vale +1,4% la crescita dei consumi non alimentari monitorati dall’Osservatorio Non Food di GS1 Italy nel 2015. I canali fisici continuano a essere preferiti rispetto a quelli digitali lungo il percorso di acquisto del consumatore, in modo particolare legati al servizio e al supporto pre e post vendita. Questi i principali trend esplorati in occasione della 14° edizione dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy: lo studio realizzato in collaborazione con TradeLab. Se oggi il mondo dei consumi non alimentari così come calcola l’Istat vale circa 149,4 miliardi di euro, che rappresentano il 14,8% del totale consumi delle famiglie italiane, l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, che esclude i servizi e alcuni comparti minori compresi dall’istituto nazionale di statistica, monitora oggi consumi per un totale di circa 101 miliardi di euro. Rispetto ai canali, anche durante il 2015 la rete moderna specializzata ha continuato a contrarsi, sebbene in modo meno accentuato: si parla di circa 4 mila unità in meno con un bilancio pari al -0,8% in un anno.
IMMOBILIARE RETAIL: US IN CRESCITA, RALLENTANO UE E ASIA Nel suo ultimo report TH Real Estate offre una panoramica globale sull’andamento del ciclo immobiliare e sui trend nel real estate commerciale negli Stati Uniti, in Europa e nell’Asia-Pacifico per l’anno in corso. Guardando oltreoceano, i mall regionali di fascia alta e i complessi immobiliari a prezzi di mercato accessibili spiccano come opportunità di investimento per la seconda metà del 2016. Opportunità di investimento nel Vecchio Continente si possono trovare fra asset secondari in mercati di locazione in ripresa, in particolar modo nelle economie del Sud Europa. Spostando infine l’attenzione sull’AsiaPacifico, dopo la crisi finanziaria del 2008, la politica globale coordinata di easing monetario e di stimoli fiscali ha contribuito a rivitalizzare la situazione economica a livello locale e a rilanciare la domanda industriale e l’export. Questo ha anche portato il pricing degli asset a livelli vicini ai record più alti. Tuttavia, la Cina sta rallentando: dai dati della Oxford Economics si prevede che l’Asia-Pacifico crescerà del 4,1% nel 2016, registrando il sesto rallentamento consecutivo.
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Inviato speciale
MALL = Shopping Resort Qualcuno una volta pose questa domanda: “Chi si ricorda qualcosa di ordinario?”. In effetti la nostra memoria è sollecitata da eventi ed esperienze straordinarie, spesso definibili, per l’appunto, “memorabili”. La persona che formulò quella domanda, ne fece il DNA della propria azienda. Era la Apple, guidata da Steve Jobs.
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educe da un’interessante tavola rotonda organizzata da Paola Lunghini all’evento RE Italy intitolata “Hotel e Retail: mercato italiano, i segnali del New Normal”, è emerso, tra i tanti temi discussi, quanto sia il mondo del retail sia il mondo dell’hotellerie abbiano come comun denominatore l’unicità dell’esperienza offerta ai propri ospiti. Airbnb, ad esempio, non potrebbe che essere considerata una tra le migliori testimonianze di quanto sopra affermato. Nacque nel 2007, quando i fondatori Joe Gebbia e Brian Chesky, allora entrambi 27enni, non riuscirono a pagare l’affitto di casa ed ebbero l’idea di comprare tre materassi ad aria e affittarli a ospiti sconosciuti che non trovarono camere d’albergo libere a causa di una grande fiera programmata a San Francisco in quei giorni. Scoprirono quasi accidentalmente che gli ospiti erano felici di “sentirsi a casa” e vivere un’esperienza nuova, negli usi e costumi del proprio oste. Oggi Airbnb, con un valore stimato di oltre 1,2 miliardi di euro, ha venduto olte 10 millioni di notti (da una casa sull’albero a un castello in Scozia a ville con piscina a Bali) in oltre 19,000 località in 192 paesi, per la maggior parte europei. È curioso constatare che grandi gruppi quali IHG, Marriott & Starwood stiano contemplando la creazione di piattaforme simili. Strutture commerciali quali i designer factory outlet, che lavorano con circa
il 30% del footfall legato al turismo internazionale, prevedono la creazione di una o più strutture alberghiere, prolungando così la permanenza dei propri ospiti e spostando il peso della bilancia dello sviluppo – a detta di Luca De Ambrosis Ortigara, membro del board di Value Retail – da un approccio tipicamente real-estate a un più ampio concetto di hospitality business. Uno degli aspetti più importanti per costruire un’esperienza unica trova le proprie radici proprio nel servizio al cliente. Tornando ad Airbnb, è il rapporto personale con il “padrone di casa” e le attenzioni che egli presta in prima persona che rendono l’esperienza piacevole, comfortevole, amichevole e inesorabilmente unica. Come nel campo alberghiero, Unibail Rodamco ha aggiunto Mall of Scandinavia – 100.000 mq di GLA aperto nel novembre 2015 - alla collezione dei propri mall denominati 4 Star Label, dove il servizio e l’esperienza personalizzata sono posti sempre in primo piano. Mall of Scandinavia è un progetto integrato ad uso misto, con 40.000 mq di uffici, ristoranti, cinema, il primo Imax in Scandinavia. L’ingresso in Italia del gruppo Alhokair, con i recenti acquisti di primarie location, cambierà certamente l’approccio allo sviluppo dei mall (aperti, chiusi o ibridi), che sempre più saranno paragonati a veri e propri resort dello shopping, dove l’offerta commerciale sarà integrata a tanto intrattenimento per le famiglie e funzioni legate all’hospitality. Mall e resort hanno entrambi nel proprio formato la condivisione dell’esperienza o ‘collaborative consumption’, che è stata definita da Rachel Botsman – studiosa in materia – come un ritorno allo spirito del vecchio mercato, basato sullo scambio, la condivisione, il prestito e l’acquisto. Davide Padoa, CEO di Design International www.designinternational.com
News BRUGNATO 5TERRE OUTLET VILLAGE A TUTTO OPENING
A HMSHOST LE ATTIVITÀ FOOD DI CMS NEGLI AEROPORTI USA
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uove aperture nell’immediato e ulteriori opening tra la fine dell’anno in corso e il primo semestre del 2017 nella già costruita fase 2. Mentre, guardando ai numeri, dal taglio nastro, avvenuto nell’aprile del 2014, oltre 3,5 milioni di persone hanno visitato Brugnato 5Terre Outlet Village, con un obiettivo sul 2016 stimato in 1,8/2 milioni di visitatori; infine, il primo trimestre del 2016 si è chiuso con un incremento del footFall pari al 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e una crescita del fatturato pari al 35% (+15% a parità di negozi). Questi i dati presentati alla stampa da Cesare Nonnis Marzano, managing director e partner Italia di Ros Retail Outlet Shopping. La società, che ha ricevuto il mandato di gestione in un secondo momento, vanta un portfolio tra progetti già realizzati e altri in fase di sviluppo che include strutture in Austria, Croazia, Germania, Polonia e Portogallo. Nel merito dei marchi entrati di recente o prossimi ad aprire si annoverano due shop Benetton, Stefanel, Cromia, Triumph, Custo Barcelona e a metà giugno è stata la volta di Twin-Set. «A metà luglio farà poi il suo ingresso un primario operatore del fashion italiano», annuncia il manager.
MSHost acquisirà le concessioni per le attività di ristorazione gestite da Concession Management Services in due aeroporti USA. La transazione riguarda 16 nuovi punti vendita negli scali di Los Angeles e Las Vegas. A dare l’annuncio la stessa Autogrill che, tramite la controllata americana HMSHost, ha stretto un accordo con la società concessionaria Concession Management Services per acquisirne le attività di ristorazione aeroportuale, con ricavi annuali che nel 2015 sono stati pari a circa 40 milioni di dollari e si stimano ricavi per il 2016 nell’ordine di 50 milioni di dollari. HMSHost rileverà in particolare 16 punti vendita: 12 al Los Angeles International Airport e 4 al McCarran International Airport di Las Vegas. Si prevede che l’operazione si perfezioni entro l’estate una volta ottenute le necessarie autorizzazioni da parte dei concedenti. L’iniziativa rientra nella strategia di HMSHost di rafforzare la propria posizione di leader dei servizi di ristorazione aeroportuale nel Nord America. «L’acquisizione delle attività di CMS permetterà a HMSHost di ampliare la propria presenza e proporre un’offerta ancora più vasta ai viaggiatori del Los Angeles International Airport e del McCarran International Airport di Las Vegas», ha commentato il presidente e AD di HMSHost Steve Johnson.
Techno-Area srl - Via del Maccabreccia 9 - 40012 Calderara di Reno (Bo) ITALY
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DUE CANDELINE PER CARMILA E CRESCITE A DOPPIA CIFRA
UN HANGAR IN SAN BABILA PER AERONAUTICA MILITARE
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ata nel 2014 da Carrefour e dai suoi investitori partner, Carmila conta un patrimonio di 189 centri commerciali nei quali si trovano gli ipermercati a marchio Carrefour in Francia, Italia e Spagna. Il valore patrimoniale netto è oggi di 4,5 miliardi di euro, aumentato del 24,4% nel corso del primo biennio, e il dividendo pagato per l’anno 2015 è stato pari al 5,5% del valore del patrimonio netto al 31 dicembre 2014. Questi sono i primi di una serie di dati, positivi, diramati durante la conferenza stampa tenutasi a Parigi lo scorso 31 maggio. Nel merito delle attività commerciali, dal 2014 sono stati sottoscritti 1.309 contratti di locazione, sono state avviate 19 operazioni di sviluppo (3 delle quali saranno completate entro il 2017, come “I Viali” di Nichelino) e sono state effettuate 1,5 miliardi di euro di acquisizioni. E il mercato ha risposto con fiducia, come testimoniato dal successo delle due emissioni obbligazionarie da 600 milioni di euro ciascuna, che hanno generato un aumento della durata media del debito a 6,4 anni e un abbassamento del costo medio del debito di circa il 2 per cento.
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eronautica Militare, brand di moda sportswear, ha inaugurato il primo concept store milanese, in Galleria San Babila, in un’atmosfera da vero hangar militare che rispecchia appieno la filosofia del brand. Un concept store suggestivo ed evocativo di circa 200 mq creato e studiato ad hoc per immergersi nel mondo Aeronautica Militare. Qui si possono trovare tutte le collezioni di abbigliamento uomo, donna e kids e il vasto repertorio degli accessori del brand che spazia dalle calzature alla pelletteria, dai caschi agli orologi. Il flagship store di Milano si va ad aggiungere ai 10 store monomarca in Italia e agli oltre 600 punti vendita in selezionati shopping mall e negozi multibrand. Altri obiettivi per il 2016 per la Cristiano di Thiene Spa sono di consolidare la presenza del brand nelle grandi capitali europee, in Estremo Oriente e sul mercato americano, e di aprire a breve il terzo monomarca in Sud Africa.
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r&f News opening OLD WILD WEST ANCHE IN GEORGIA Dopo Belgio, Svizzera e Croazia, Old Wild West fa il suo ingresso anche in Georgia, superando complessivamente quota 130 locali. Lo scorso 2 giugno, infatti, la nota insegna italiana di steak house sviluppata da Cigierre, Compagnia Generale Ristorazione SpA, ha avviato un punto ristoro di oltre 750 mq con quasi 300 posti a sedere all’interno di un parco commerciale, dotato di cinema multisala, nella capitale Tbilisi. L’apertura è affidata a International Corporation ICR Ltd, uno dei principali player della Georgia, impegnato da oltre vent’anni nello sviluppo sul territorio di punti vendita in franchising di noti brand internazionali. Seguendo un programma di crescita che prevede l’opening di 30 ristoranti all’anno, in futuro Cigierre espanderà ulteriormente la propria attività nel Paese dell’ex Unione Sovietica ed entrerà in altri mercati esteri.
KIKO Milano, a Oriocenter firmato Kengo Kuma
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Oriocenter KIKO Milano è di casa, e proprio nel mall bergamasco ha inaugurato un concept di negozio targato Kengo Kuma, tra i più importanti architetti giapponesi contemporanei. Il nuovo punto vendita del marchio di make up, che insiste su 150 mq al primo piano del maxi shopping centre, si fonda su quattro parole d’ordine: sostenibilità, smart technology, design e social community. A ispirare l’architetto sono stati uno spiccato senso di libertà e purezza che lo ha portato, tra le altre cose, alla scelta del bianco, il colore che incorpora tutti gli altri. Gli elementi decorativi enfatizzano il carattere dello store: il monogramma KK, ad esempio, è stato utilizzato a firma degli interni e per creare un elegante disegno che contraddistingue il soffitto. Guardando alla parte high tech, in negozio è possibile accedere a una molteplicità di iPad dotati di un’applicazione ad hoc che offre suggerimenti per individuare il prodotto più adatto alle proprie
esigenze e realizzare diversi tipi di make up. Mentre sul lato della sostenibilità, lo shop è stato progettato secondo i requisiti necessari per ottenere la certificazione LEED.
Tris di Chef Express a Malpensa
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ccanto a JuiceBar e Mokà, anche il wine bar Gourmé & Bottega, sviluppato in collaborazione con Bottega S.p.A. Chef Express, la società che gestisce tutte le attività di ristorazione del Gruppo Cremonini, prosegue lo
PAUL & SHARK ALL'HAIKOU MEILAN Ha inaugurato a maggio nella lounge area partenze dei voli domestici dell'Haikou Meilan Airport nella provincia di Hainan Island in Cina un negozio Paul & Shark, brand italiano della moda e lifestyle apprezzato in tutto il mondo per il suo stile. L'apertura, avvenuta in collaborazione con Hna Group, è strategica data la location. Hainan è infatti uno dei più popolari luoghi di vacanza del Paese e mecca del duty free shopping. Quella di Haikou Meilan è la quarta apertura dell'anno per il brand varesino in Cina che sale così a otto store tra aeroporti e duty free cittadini. Catherine Bonelli, travel retail worldwide director di Paul & Shark ha affermato che l'Asia continua a essere un territorio importante e di forte crescita per il brand e che sono in corso trattative per nuove aperture.
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sviluppo della ristorazione in concessione negli aeroporti con l’apertura di tre nuovi punti vendita a Milano Malpensa, nel Terminal 1, area arrivi: il format di healthy food JuiceBar, il bar caffetteria Mokà e il nuovissimo concept Gourmé & Bottega. Quest’ultimo, nato dalla collaborazione con l’azienda vinicola veneta Bottega S.p.A., è stato concepito per un'offerta di ristorazione che combini qualità e rapidità di consumo, in abbinamento con una selezione di vini e liquori. I nuovi locali sono stati presentati lo scorso 8 giugno nel corso di una conferenza stampa che ha visto protagonisti Luigi Battuello, direttore commerciale non aviation del Gruppo Sea, Cristian Biasoni, amministratore delegato di Chef Express, e Sandro Bottega, presidente di Bottega. Chef Express è già presente a Malpensa dal 2011 con vari locali di ristorazione e ha complessivamente 68 punti vendita in altri 8 aeroporti italiani, oltre a Malpensa: Milano Linate, Roma Fiumicino, Roma Ciampino, Pisa, Bergamo Orio al Serio, Cagliari e Parma.
Con Cioccolatitaliani, Il Centro è più dolce In attesa di aprirvi la prima pizzeria della nuova catena P.I.E. (Pizza Italiana Espressa), a Il Centro di Arese il team di Cioccolatitaliani ha avviato il noto format di gelateria. Posizionato davanti alla fashion court, in posizione sopraelevata, il locale esalta al massimo il concept in cui nessuna fase della preparazione viene nascosta all’occhio del cliente. Il layout scelto per il locale ha portato a un progetto esecutivo degli arredi unici rispetto alle realizzazioni già fatte dall’azienda. Augusto è il general contractor partner di Cioccolatitaliani che ha reso esecutivo e realizzato ogni componente degli arredi oltre a gestire e installare attrezzature, impianti e luci in un progetto “chiavi in mano” con una tempistica “da record”.
Délifrance, la prima a Milano Già presente nella Penisola con un’ampia gamma di prodotti, Délifrance ha avviato a Milano il suo primo locale in Italia. In via Amerigo Vespucci 12, a pochi passi dai due grattacieli del bosco verticale di Milano, la realtà francese specializzata nei settori caffè, ristoranti, panetterie e pasticcerie sbarca nel capoluogo meneghino per proporre una combinazione di ricette francesi e italiane interpretate da grandi chef del calibro di Michel Roth, tra l’altro partner di Délifrance dal 2013. All’inaugurazione lo scorso 8 giugno erano presenti, oltre allo stellato Michel Roth, anche gli chef Gianfranco Vissani e Simone Rugiati che hanno deliziati gli ospiti con showcooking e dimostrazioni. «Siamo orgogliosi dell’apertura di un punto vendita Délifrance a Milano – ha dichiarato Fabrice Herlax, direttore marketing internazionale Délifrance – Un raffinato connubio fra il know-how artigianale francese e la gastronomia italiana». I 160 mq, per un totale di 46 coperti, offriranno ai futuri clienti la possibilità di consumare colazioni, pranzi e aperitivi in perfetto stile Délifrance, grazie a una selezione di prodotti di qualità. La boutique propone inoltre servizio al tavolo, self service, takeaway, oltre alla possibilità di prenotare il servizio a domicilio.
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News opening Italy Loves Food a Orio al Serio
Lagardère al Marconi con BeerCode
Ha inaugurato in piazzetta Ilario Testa, nel terminal partenze dell’aeroporto di Orio al Serio la nuova area Italy loves food tutta dedicata alle eccellenze del made in Italy agroalimentare, che vanta la presenza di marchi di tutto rispetto dell’enogastronomia italiana. Il winegate11 Franciacorta, che vede la collaborazione tra il consorzio Franciacorta e Parmigiano reggiano, è presidio di Slow Food e di East lombardy, il nuovo marchio della enogastronomia delle province di Bergamo, Brescia, Mantova, Cremona, presentato dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori presente all’inaugurazione. In questo contesto “le tre province hanno dato vita a una operazione di promozione di alto profilo, come ha raccontato il sindaco, per valorizzare il meglio della enogastronomia di questa importante parte della Lombardia, ottenendo il riconoscimento di regione europea della enogastronomia per il 2017”. Novità all’interno, quindi, ma anche all’esterno. È diventata operativa infatti la nuova area di piazzale aeromobili realizzata su lato ovest su una superficie di 27mila mq (17mila in calcestruzzo e 10mila in asfalto). I lavori, da tempo programmati ed eseguiti con un investimento di circa 5 milioni, hanno consentito di aggiungere tre piazzole per aeromobili classe Charlie (del tipo Boeing 737 e Airbus 320) e due nuove torri faro.
Il gruppo francese Lagardère ha recentemente inaugurato BeerCode, un bar-birreria che offre ai viaggiatori un’atmosfera calda e rilassante nell’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna. Si tratta di un nuovo format, che coniuga le peculiarità della cucina, del prodotto, del design e dei materiali tipici della cultura italiana, in un contesto di viaggiatori, prevalentemente internazionali. Situato al piano partenze, BeerCode è stato progettato per comunicare al viaggiatore la qualità e la varietà dei possibili momenti di sosta all’interno di un aeroporto. Lo spazio si suddivide in tre aree: una lounge, una dining&coffee e infine una beer&kitchen, con la zona di mescita al centro vicino alla cucina a vista. BeerCode, infatti, affianca al classico servizio da bar, un’interessante offerta di birre che ben si sposa con gli hamburger preparati al momento, davanti ai clienti. A realizzare il progetto ci ha pensato Costa Group, che ha saputo dare un'impronta calda e rilassante attraverso una miscela di legno, trame e tessuti artigianali. Visto il successo, presto il format verrà replicato, nel terminal internazionale di Fiumicino.
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Comunicazione pubblicitaria
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alla banda dei TIR, che sulle autostrade del nord depredava i camion telonati nelle ore notturne (700mila euro di refurtiva), ai furti di rame al di sotto del piano pedonale (dove sono peraltro allocati i cavi di alimentazione dell’illuminazione del tunnel e dei sistemi di sicurezza delle gallerie), fino alle più comuni rapine alle aree di sosta, ai borseggi o ai furti d'auto. Le autostrade italiane non sono un luogo sicuro. Oltre alla sicurezza stradale, occorre anche studiare soluzioni per porre fine agli atti della criminalità predatoria, che si fa sempre più pericolosa e aggressiva. Soprattutto nelle stazioni di rifornimento carburante.
Pompe di benzina Secondo il Rapporto intersettoriale 2015 sulla criminalità predatoria, nel 2014 sarebbero stati ben 1.180 (+20,3% rispetto al 2013) i furti di contanti da accettatori di banconote esterni nelle aree di distribuzione del carburante. E non si tratta di un fenomeno isolato: negli ultimi quattro anni si sarebbe infatti verificata una vera escalation di attacchi, che hanno fatto schizzare l'indice di rischio dei distributori da 5,4 attacchi ogni 100 distributori nel 2011 a ben 10,5 attacchi ogni 100 distributori nel 2014. Tanto per avere un parametro di riferimento: le banche presentano un indice di rischio del 2,5 e le farmacie del 6,3. Succede soprattutto di notte e nei week-end,
spesso ai danni delle stazioni di rifornimento non assistite. I malviventi sradicano l'accettatore di banconote e lo portano via alla velocità della luce oppure lo incidono per aspirarne poi le banconote dall'interno. Il risultato è sempre lo stesso: danni alle strutture per decine di migliaia di euro (fino a 50.000 euro se sono coinvolte anche le strutture di piazzale), a fronte di bottini che spesso non superano nemmeno la manciata di euro. Il tutto senza contare il mancato guadagno derivante dall'interruzione del servizio imposto dalle riparazioni. Il moltiplicarsi di episodi criminosi, in un contesto economico genericamente poco felice e in un segmento che di per sé marginalizza in media sul prezzo fi-
viene in genere macchiato in caso di forzatura della macchina, come accade invece nei più comuni bancomat, quindi si rende ancor più appetibile). Ma i benzinai possono soprattutto mettere in campo una serie di misure di natura tecnologica, con la videosorveglianza al primo posto. Perché però una soluzione di sicurezza sia realmente efficace, proporzionata allo scopo, utile a ripristinare legalità – quindi sicurezza, produttività e redditività aziendale – occorre affidarsi a partner tecnologici all'alPrevenire è meglio che curare Per contrastare i furti, i benzinai tezza della situazione. Hikvision è il possono in primo luogo mettere in primo produttore al mondo di soluatto delle buone prassi di ottimizza- zioni di videosorveglianza. zione del contante presente sia in cassa che nell'accettatore di banco- Hikvision per i distributori note (dove peraltro il contante non La videosorveglianza può svolgere nale del carburante solo 3,5 centesimi di euro al litro, rappresenta una vera sciagura. Stiamo parlando, secondo i dati 2015 di AISCAT (Associazione Italiana Società Concessionari Autostrade e Trafori), di almeno 408 aree di servizio e 395 distributori di benzina e gasolio, 34 di metano e 225 di GPL su 5988,9 km di rete in esercizio, dove nel solo anno di riferimento sono stati percorsi 79.352.200.000 km.
HIKVISION per proteggere le pompe di benzina in autostrada
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un ruolo deterrente efficace e concorrere in misura anche determinante all'identificazione dei criminali, purché garantisca delle non comuni caratteristiche prestazionali. Hikvision ha studiato delle soluzioni di videosorveglianza specificatamente dedicate alle aree a rischio delle stazioni di servizio: dal piazzale, al chiosco, all'autolavaggio, all'accettatore di banconote. Considerata l'incidenza di effrazioni e furti in queste aree nelle ore notturne, Hikvision offre immagini di elevata nitidezza e in grado di riprendere dettagli – come volti o targhe – in qualsiasi condizione ambientale o di luce. Per rivelare chiaramente targhe, volti e comportamenti dolosi anche in condizioni critiche di luce, ad esempio in controluce o in situazioni di scarsa luminosità, le soluzioni di videosorveglianza Hikvision forniscono riprese ad alta definizione
dotate di innovative tecnologie, rappresentando così un efficace strumento forensico per gli inquirenti e fungendo al contempo da deterrente contro azioni vandaliche o criminali. La ripresa e la registrazione continue, infatti, assieme alla possibilità tenere sotto controllo l'intero impianto dovunque ci si trovi via smartphone o tablet, aggiungono un deciso valore deterrente. Per qualunque necessità Hikvision ha messo a punto una serie di soluzioni tecnologiche-tipo in base alla tipologia di stazione di rifornimento e all'area da proteggere: dall'area di rifornimento medio-piccola (una colonnina su due corsie) a quella medio-grande (due colonnine su due corsie), dalle soluzioni per il controllo del piazzale (autolavaggio o altra area aperta) al controllo del chiosco. Hikvision
offre soluzioni personalizzate per tutte le necessità e che partono anche da un piccolo investimento. Tutto è sotto controllo a 360°, giorno e notte, con le telecamere a cupola di Hikvision dotate di illuminatori a infrarossi, che uniscono alla nitidezza delle immagini delle straordinarie prestazioni anche nella totale oscurità. Sono la scelta più indicata per la ripresa del piazzale e delle zone perimetrali. La robusta scocca antivandalismo, la rotazione comandabile a distanza e un doppio faro infrarosso per medie e lunghe distanze, che illumina la scena fino a 150 metri, ne fanno uno strumento di sicurezza assolutamente inattaccabile. Le telecamere compatte ad alta risoluzione di Hikvision si prestano invece alla sorveglianza del chiosco e dei luoghi dove avvengono delle transazioni di denaro, per un controllo
discreto ma che non lascia nulla al caso. Varie tecnologie combinate garantiscono riprese ad elevata nitidezza anche nelle complesse condizioni di luce mista che si presentano in area vendita o nelle casse. Per le casse e gli accettatori di banconote, la telecamera nascosta di Hikvision - dall'installazione particolarmente discreta a finalità antimanomissione - garantisce un'eccellente qualità di ripresa e il migliore posizionamento dell'immagine per identificare i volti. La sicurezza, ma anche la massima fruibilità dell'esercizio e al contempo il rispetto della privacy dei clienti, sono obiettivi da perseguire con estrema serietà. I videoregistratori Hikvision memorizzano i dati in diverse modalità e su vari supporti, permettendo una doppia scrittura dei filmati su vari supporti, per consentire – in caso di necessità –
che le autorità competenti possano analizzare il materiale video senza però interrompere il monitoraggio del sito. Il tutto nel pieno rispetto delle normative sulla tutela della riservatezza poste dal nostro ordinamento, tanto in termini di modalità di ripresa, quanto in termini di durata e tipologie di registrazione e conservazione dei dati. Il partner giusto Per salvaguardare un investimento in sicurezza, in una logica e con un approccio del lungo periodo, è necessario costruire delle partnership tecnologiche solide. Ciò significa scegliere fornitori robusti, affidabili, votati all'innovazione, con elevata capacità produttiva, ampiezza di gamma, time to market, solidità finanziaria, presenza sul territorio. Hikvision è il produttore numero 1 al mondo: nulla è lasciato al caso.
r&f Cover story
GARE IN AUTOSTRADA: P
remesso che si tratta di un mercato, quello del food in autostrada, che vale quasi 1,2 miliardi di euro. Con una manciata di operatori che se lo contendono. Non stupiscono le bocche cucite negli ultimi giorni di giugno, poco prima che fossero aggiudicate ufficialmente le gare per le aree di servizio che hanno caratterizzato il primo semestre del 2016: circa 150 tra ristorazione e integrate food-oil – più quelle oil e oil driven –, indette dalle concessionarie in seguito alle nuove direttive e al tentativo di razionalizzazione della rete messi in campo dai ministeri competenti. Pro-
Area a ponte Novara Nord Sulla propria pagina web SATAP conferma che ormai l’ex feudo di Autogrill è stato conquistato da Chef Express (Gruppo Cremonini).
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retail&food - luglio/agosto 2016
IL FOOD RILANCIA prio dal MIT e dal MISE era arrivata a fine 2015 l’ulteriore proroga di sei mesi, dopo uno stop durato circa un anno, che serviva ai concessionari per fissare i parametri dei bandi sulla scorta di quanto stabilito dal Governo. Sul numero di gennaio/febbraio 2016 di r&f abbiamo pubblicato, con un’ampia tabella, il quadro completo delle location in competizione, mentre nei mesi precedenti avevamo seguito le decisioni dei ministeri e le varie trattative coinvolgendo tra i nostri interlocutori soprattutto Aigrim (Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate) e le aziende della ristorazione. Ma a giochi fatti, anche se i riscontri sono ancora ufficiosi, la moral suasion del governo rivolta ai concessionari per indurli a calmierare la richiesta di royalties e di investimenti non sembra aver sortito gli
effetti sperati: oltre a percentuali ancora alte sugli incassi, molti concessionari avrebbero preteso ingenti investimenti per ammodernare strutture ormai obsolete. Tuttavia a dispetto di richieste spesso elevate, anche se non mancano eccezioni, sono pervenuti ulteriori forti rilanci, segno che alcuni operatori del food sono tornati a credere nella ripresa del canale autostradale. E gli esempi non mancano: le recenti inaugurazione di Cremonini nell’area romana e di Autogrill sia con il format Bistrot a Fiorenzuola d’Arda sia in partnership con Eataly (vedi articolo a pag 32). Lato concessionarie, abbiamo parlato di tutti questi elementi con Giorgio Moroni, responsabile sviluppo e gestione aree di servizio di Autostrade per l'Italia (vedi Parola di, pag 28). Proprio Aspi, sottolineia-
mo, ha già emanato i bandi per ulteriori 10 aree di servizio, che non fanno parte del maxi stock in scadenza al 30 giugno ma che si riferiscono a contratti in scadenza in parte a fine dicembre 2016 e in parte a fine 2017 (vedi tabella). Tornando sulle gare già concluse (o prossime ad esserlo rispetto alla stesura dell’articolo - 20 giugno), fonti autorevoli parlano di due grandi protagonisti in seno al comparto food: Autogrill, impegnata a puntellare la propria gestione nelle aree di servizio più importanti, e Chef Express, concentrata a conquistare nuovi spazi e a incrementare le proprie quote di mercato. Tra le varie location dove avrebbero prevalso i due colossi si annoverano rispettivamente i due ponti Liminella e Scaligera, ubicati lungo l’A4 nel tratto gestito dall’Autostrada Bre-
Autostrade per L'Italia - bandi per aree in scadenza 2016/2017 TIPOLOGIA DI SERVIZIO
SCADENZA DELL'AFFIDAMENTO
FATTURATO 2015 (EURO M)
Badia Al Pino Ovest
Ristoro
31.12.2028
4,52
Casilina Ovest
Ristoro
31.12.2028
5,84
Castel Bentivoglio Ovest
Ristoro
31.12.2028
3,16
Conero Est
Ristoro
31.12.2029
2,06
Lario Ovest
Ristoro
31.12.2029
2,75
Peretola Sud
Ristoro
31.12.2028
0,71
Stura Ovest
Ristoro
31.12.2029
4,97
Teano Est
Ristoro
31.12.2028
3,32
Agogna Est
Unitario Food-driven
31.12.2025
1,13 (erogato Litri M 2,25)
Agogna Ovest
Unitario Food-driven
31.12.2025
1,25 (erogato Litri M 2,60)
AREA DI SERVIZIO
scia Verona Vicenza Padova S.p.A., e Novara. Su quest’ultimo, che vede Cremonini strappare ad Autogrill un’area storica a ovest di Milano, non vi sono dubbi sull’assegnazione come pubblica sul proprio sito la Satap (società autostradale che gestisce in regime di concessione le tratte Torino-Milano e Torino-Piacenza). All’interno di questo ponte ipotizziamo che la società del gruppo con sede a Castelvetro (MO) riproporrà quanto realizzato – e che abbiamo documentato sul numero di aprile nell’articolo “Cremonini: più Gusto sui ponti di Roma” – a Frascati e Feronia, dove ha introdotto tra le varie innovazioni il nuovo market Chef Store e il concept della pizza Pomodoro&Mozzarella, annunciando anche il futuro ingresso in autostrada del brand di healthy food Juicebar. Se i Benetton e i Cremonini si sarebbero sfidati a suon di offerte, altri attori avrebbero mantenuto un profilo più prudente. Tra questi Sarni avrebbe partecipato soprattutto alla gare integrate con l’oil mentre MyChef avrebbe ritenuto troppo alto il valore delle royalties e degli investimenti richiesti rispetto alle dinamiche di mercato, optando per una minor esposizione in questo canale. In sintesi nella competition tra le varie aziende del food si sarebbero visti sia forti rilanci, non solo in termini di rolyaties ma anche di investimenti sulla demolizione e il rifacimento di immobili, con conseguenti ammortamenti molto elevati nei 9-10 anni di contratto di subconcessione, sia alcune gare andate deserte per le piccolissime aree a gestione integrata. Il tutto in un periodo caratterizzato da una leggera ripresa dei consumi food, nell’ordine dell’1% (fonti di mercato): dato che certifica la fine della decrescita ma che in termini di Borsa non può ancora definirsi un rimbalzo.
fonte www.rbadvisory.com
Andrea Penazzi
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r&f Parola di Giorgio Moroni
Giorgio Moroni, responsabile sviluppo e gestione aree di servizio di ASPI. Laureato in economia, sposato con due figli, prima di entrare nel Gruppo Atlantia/Autostrade per l'Italia ha lavorato sia in Italia sia all'estero per tre multinazionali straniere (operanti nel settore petrolifero e in quello dei beni di largo consumo). Successivamente è stato responsabile sviluppo retail e advertising in AdR (Fiumicino). 28
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Cover story
ASPI: «Aree di servizio come aeroporti. E atterrano le royalties»
C
on circa 53 gare food bandite dopo l’emanazione del decreto interministeriale, di cui 35 a gestione unitaria con la parte oil, a cui se n’è aggiunta una decina relativa ai contratti in scadenza a fine anno, Autostrade per l’Italia durante il 2016 ha visto e vedrà un profondo rinnovamento dei gestori delle aree di servizio lungo le direttrici di propria competenza. Contando anche i bandi esclusivamente oil, il dato delle gare sale addirittura a circa 150. Il tutto in un periodo caratterizzato dalla crescita dei flussi al casello e, lato mercato, dall’inaugurazione di importanti format di ristorazione portati a compimento dai principali operatori. In coda alle ultime assegnazioni, a giochi ormai conclusi, abbiamo affrontato assieme a Giorgio Moroni, responsabile sviluppo e gestione aree di servizio di ASPI, l’intera evoluzione del mercato autostradale italiano: dagli atti di indirizzo del Governo nel 2015 sino agli odierni risultati dei bandi.
Con la fine di giugno si chiude un lungo periodo di gare per rinnovare i servizi oil e non oil. Il tutto dopo che il Governo, avendo consultato i vari attori del mercato, nel 2015 ha dato nuove disposizioni. Partendo dai risultati attuali: quali le sono state le vostre principali aree a gara per fatturato e quali operatori del food se le sono aggiudicate? Vedendo come si sono comportati gli operatori, direi che molte aree sono state considerate importanti: le grandi, superiori ai 7-8 milioni di euro di fatturato, le medie e per la prima volta anche le piccole in virtù delle gestioni integrate. Ad oggi (20 giugno, ndr)ne contiamo 17 food già affidate: Autogrill ne ha vinte 8 e perse 3, ne aveva 11 in scadenza; Chef Express ha confermato le proprie 2 e se ne è aggiudicate altre 3, che sono ex Autogrill; Sarni ne ha conquistata una oltre alle due che aveva in scadenza; MyChef ne aveva una in scadenza che ha confermato e un’altra ancora in gara. Rispetto ai bandi unitari a guida ristoro ne hanno vinti 11 Sarni e 9 Autogrill, mentre un paio sono ancora da assegnare, così come quelli oil driven che sono partiti dopo. Sottolineo che alle gare food driven hanno partecipato anche altri operatori oltre a due citati. In tema di royalties: dopo anni in cui gli operatori del food, e non solo, hanno chiesto delle riduzioni, durante le gare i
rilanci sono stati particolarmente alti. Qual è il suo punto di vista circa la sostenibilità delle stesse? Quali principi avete adottato per definire i termini economici dei bandi e questi come sono cambiati rispetto alle tornate di gare precedenti/ ante crisi? Innanzitutto specifico che noi siamo usciti con richieste di royalties molto basse. Facendo un passo indietro di un anno, cioè all’iter che ha portato alle linee guida emanate dai ministeri, veniamo da un quadro regolatorio confuso che si inseriva in uno scenario di divergenza di interessi tra le società di ristorazione, che avevano a loro volta posizioni polarizzate tra i grandi e i piccoli operatori, gli obiettivi polverizzati nel mondo oil rispetto sia all’Unione Petrolifera sia ai sindacati, e le concessionarie autostradali le cui necessità erano sostanzialmente di svolgere le gare in tempi congrui e di non avere interruzioni di servizio quantomeno diffuse. Il decreto interministeriale, avendo ascoltato tutte le posizioni e dovendo trovare una sintesi, a mio avviso è riuscito nell’obiettivo e lo dico guardando da una parte i risultati, la partecipazione, le offerte ricevute, la qualità dei progetti e l’interesse che è tornato sul canale forte anche della ripresa del traffico, dall’altro avendo abbassato di molto quelle che il mercato impropriamente chiamava “pretese”: le royalties. E mi riferisco sia al settore food sia a quello oil. Ma i rilanci vi hanno premiato… Le nostre basi d’asta erano ben lontane dalle dichiarazioni del 18-20-22% come punto di partenza che abbiamo letto su vari organi di stampa; il mercato si è posto nella forchetta massima di quelle che riteniamo percentuali sostenibili. Non abbiamo fatto gare con una preponderante parte economica, ma abbiamo anche inserito meccanismi per un’autoregolamentazione del sistema sia nell’oil sia nel ristoro. E abbiamo inoltre accolto una richiesta del mercato che era di non avere i corrispettivi fissi più quelli variabili ma di avere una royalty variabile con un minimo garantito. Il nostro obiettivo era di vendere gli spazi e non di tenere il punto su posizione aprioristiche. Ma è accaduto che i rilanci siano stati comunque nell’ordine del 60-70%: se gli operatori hanno quotato le nostre aree, e non solo le nostre da quanto mi risulta, vuol dire che credono nella ripresa. E i riscontri si vedono anche dal traffico: i dati sono molto incoraggianti. Così
le royalties hanno seguito e forse addirittura superato le nostre più rosee aspettative. Ciò che si è verificato in questa tornata di gare è una vera competizione. Negli ultimi mesi abbiamo visto inaugurare i nuovi ponti di Cremonini, con proposte completamente rinnovate, e le nuove soluzioni di Autogrill, dal Bistrot di Fiorenzuola d’Arda a Eataly x Autogrill di Secchia Ovest. Negli anni precedenti erano sorti i grandi mall, un esempio su tutti La Pioppa Ovest gestito da MyChef. Qual è la sua opinione su queste soluzioni che stanno riportando investimenti nel canale autostradale? In passato abbiamo provato a far sì che quello che adesso stanno finalmente realizzando fosse in qualche modo indicato nelle gare. Questo perché ritenevamo che i formati tradizionali della ristorazione autostradale, che pure avevano consentito la costruzione di un modello di business che a sua volta ha permesso la crescita di campioni nazionali come Autogrill e di operatori nuovi come Sarni e Cremonini e che poi ha spinto operatori internazionali come Elior e Lagardère ad acquisire in Italia, mostrassero stanchezza nella capacità di catturare, stupire e soddisfare i clienti. Avevamo provato soprattutto nel 2008 a consigliare dei formati, condividendo analisi con i nostri operatori sia sulla customer satisfaction sia proponendo benchmark internazionali, anche se poi proprio il mercato italiano viene spesso indicato come benchmark internazionale per le performance soprattutto nel food. In particolare credevamo in pochi e semplici concetti: il superamento del vecchio percorso obbligato con qualcosa che fosse un po’ più subliminale; un’attenzione ai trend evidenti soprattutto nel cosiddetto away from home; la possibilità di intercettare i flussi più attenti al prezzo e al menu fisso e questo ha portato all’inserimento anche in autostrada di format del fast food; la polarizzazione degli operatori, per esempio attraverso le aree piccole con una caratterizzazione di “snackizzazione” rispetto a quelle più complesse che possono essere Eataly o il Bistrot di Fiorenzuola d’Arda, piuttosto che le recenti inaugurazioni di Chef Express sui vecchi ponti e anche le cosiddette mall che abbiamo realizzato con Cremonini e MyChef in tempi non sospetti, senza scordare Villoresi. Tutte queste operazioni hanno portato a capire che laddove ci sono volumi di flussi che assomigliano
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Parola di Giorgio Moroni
Variante di Valico
molto a un aeroporto italiano di medie dimensioni, forse anche a un terminal di un aeroporto internazionale, specie in estate, lo sforzo va nella giusta direzione. Nelle ultime gare non abbiamo imposto nulla, anzi, abbiamo lasciato carta bianca ma evidentemente abbiamo seminato bene in passato: dopo aver assistito a qualcosa già nel 2008, adesso stiamo vedendo con soddisfazione che questi formati stanno per essere implementati o lo sono già stati. Facendo un passo indietro, prima abbiamo cercato anche di svolgere un lavoro di “sbottigliamento”, come si dice in gergo: vale a dire che avevamo anche un problema di rapporto metro quadro/cliente, ritenuto inadeguato. Ormai gli spazi ci sono e bisogna far sì che i clienti prolunghino la permanenza e aumentino, intercettando la crescita del traffico. Con le ultime gare, in base ai progetti che avete visto, ci saranno nuove implementazioni di questi formati? Assolutamente sì. Ci sono stati proposti. Faccio anche notare che il primo Carrefour h24 in Italia è stato aperto a La Pioppa ovest e che adesso è un format che nei grandi centri il player francese sta esportando. Spesso si sente dire che l’innovazione in autostrada non c’è stata; a mio avviso si è faticato molto a prendere la misura giusta, ci sono stati tentativi e non tutti sono andati a buon fine. Mi aspetto che qualcosa venga declinato anche sulle piccole aree in virtù delle novità apportate dalla gestione unitaria e dalle relative sinergie non solo operative ma anche commerciali. Per esempio quando vedremo un marchio magari della ristorazione occuparsi della benzina proponendo prezzi competitivi e un’offerta incrociata nello stesso punto vendita tra la parte ristoro e quella oil, anche quella sarà una grande innovazione.
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Rispetto a temi ampiamente dibattuti negli ultimi due anni, ad esempio la razionalizzazione “light” della rete. Qual è il suo punto di vista? Crede che le scelte adottate dal Governo siano andate nella direzione giusta o che si sarebbe potuto/dovuto osare di più? Effettivamente qualche gara andata deserta c’è stata… Riceviamo segnali di interesse anche sulle pochissime gare che in prima battuta sono andate deserte. Rispetto alla razionalizzazione, pur sapendo che non è una regola che vale sempre e su ogni tratta, riteniamo che i valori sulla nostra rete rispetto alla tipologia di penetrazione sul traffico, all’erogato medio per fatturato e scontrino medio ci consentano di tenere un numero di punti vendita superiore a quello medio estero. La propensione ad effettuare soste e all’acquisto in Italia è superiore, e questo è un dato storico non confutabile da qualunque benchmark venga individuato. Tuttavia immaginare o fare paragoni, considerando anche il tipo di traffico che noi abbiamo, con la Germania e la Francia mi può anche trovare d’accordo nella misura in cui ci sia una simmetria con quello che accade fuori dall’autostrada. In Italia abbiamo, rispetto al carburante, una situazione che non solo non recede ma addirittura incrementa punti vendita, che sono concorrenziali all’autostrada. Nel concreto quante aree avete chiuso? Per ora 11 sulle 15 previste dal decreto. La ristrutturazione della rete, che stiamo ancora portando avanti, è stata fatta sulle autostrade dove comunque le dimensioni del business sono più a livello europeo in termini di erogato medio per location. Quindi nonostante una diffusione doppia dei nostri punti vendita rispetto a Francia, Germania e a paesi assimilabili, come la stessa Spagna, noi abbiamo un
erogato medio che è allo stesso livello di quello transalpino e prima era anche superiore o uguagliava quello tedesca; a fronte di questo abbiamo poi un fatturato F&B retail che tuttora viaggia su un buon 70-80% in più. Lungo tratte come la Milano - Bologna non vedo la necessità di razionalizzare, mentre sicuramente ci sono zone di traffico minore con una densità sproporzionata. E infatti lì abbiamo razionalizzato. Forse noi avremmo osato di più, e infatti abbiamo proposto qualcosa in più, ma questo non avrebbe da solo risolto il problema. Il fatto che praticamente non si siano verificate gare deserte è la misura che sul mercato qualcuno interessato c’è. E non ci sono stati ingressi di player sconosciuti: sono tutti operatori quantomeno strutturati che riteniamo diano garanzie di affidabilità. La vera domanda che ci si dovrebbe porre rispetto al carburante è: “quando ci sarà la razionalizzazione della rete ordinaria?”. Diverso è il discorso per le attività food: le aree non profittevoli si contano sulle dita di una mano. Crediamo che una prima risposta a questo problema siano le gestioni unitarie e quindi le sinergie tra ristoro e oil, che dovrebbero permettere di fare business e allo stesso tempo di erogare servizi. Infine, lato infrastrutture, quali progetti state portando aventi per potenziare ed efficientare la rete? Di investimenti ne abbiamo sempre fatti e ne continueremo a fare. A fine 2015 è stata completata la Variante di Valico, dove tra l’altro abbiamo aperto una nuova area di servizio che oggi opera con prefabbricati provvisori e che, assieme a nostri partner, vorremmo completare entro l’anno. In questo modo abbiamo anche creato le condizioni affinché non ci fosse un impatto negativo sull’occupazione nelle aree interessate dal vecchio tracciato, che oggi si chiama “panoramica” mentre il nuovo ha preso il nome di “direttissima”. Lato aree di servizio, come ai partner chiediamo di concentrarsi soprattutto su interior design, concept e sul riempimento delle strutture che ad oggi sono come dimensioni più che adeguate, il nostro sforzo è di aumentare il comfort nelle parti esterne dei piazzali. A tal proposito abbiamo già lanciato e stiamo implementando progetti di landscaping, come creare zone d’ombra non solo mediante la piantumazione di alberi ma anche con stalli ombreggiati. Inoltre stiamo offrendo il wi-fi gratuito sia sul piazzale sia, assieme ai partner, all’interno dei locali, e stiamo aumentando il livello di servizio con il lancio di App: per esempio abbiamo lanciato di recente MyWay. Nel complesso pensiamo di lavorare più sui dettagli che sull’ulteriore ampliamento delle aree di servizio, nella logica della modernizzazione del retail che in tutto il mondo sta già avvenendo. Andrea Penazzi
r&f Case history
Eataly a Secchia Ovest con Autogrill Distribuita su due piani da 1.700 mq ognuno e collocata lungo l’A1, la nuova area di servizio nata dalla partnership tra Oscar Farinetti e la multinazionale di Milanofiori è stata presentata lo scorso 30 maggio. L’obiettivo è di portarvi 1,3 milioni di visitatori l’anno. Non sono escluse ulteriori collaborazioni
D
opo una gestazione lunga un paio d’anni, cioè da quando, nel 2014, Oscar Farinetti ne aveva annunciato il progetto, Eataly ha finalmente debuttato in autostrada. Insieme ad Autogrill a Secchia Ovest (MO), lungo l’A1 tra l’allacciamento con l’A22 e il casello di Modena Nord. Per la multinazionale di Milanofiori questo è il secondo taglio nastro di rilievo nel giro di poche settimane, dopo quello di Bistrot nell’area a ponte di Fiorenzuola d’Arda (PC). Tornando a Secchia Ovest, i lavori, come abbiamo documentato sul sito di r&f già a gennaio, sono partiti alla fine del 2015 con l’allestimento del primo piano, mentre il livello terreno, che tra i vari servizi annovera il classico bar-caffetteria, è stato riorganizzato più di recente. Presentato alla stampa lo scorso 30 maggio, ma operativo già da qualche settimana, il primo punto vendita di Oscar Farinetti lungo le highway italiane accoglie il meglio della propria proposta, declinata in versione travel. Nel dettaglio, l’offerta al piano terra comprende una caffetteria a marchio Eataly e Kimbo, partner storico di Autogrill, aperta h24; il banco dolci con la pasticceria “Golosi di salu-
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te” di Luca Montersino; le insalate di Ortobra; il pastificio artigianale Michelis, tramite cui Eataly x Autogrill inaugura una collaborazione con il pastificio Rossi di Modena per la fornitura dei tipici tortellini di Modena (quelli del Consorzio) e dei passatelli con Parmigiano Reggiano; le carni dell’azienda La Granda razza Piemontese, presidio Slow Food; la piadina artigianale dei Fratelli Maioli di Cervia; il gelato Lait e la panetteria con forno a legna. Il primo piano è destinato invece alla ristorazione con servizio al tavolo per un totale di 350 posti a sedere, dove opera il ristorante: la Pasta, La Pizza e La Sosta, dedicato al pen-
siero di Tonino Guerra, concepito sul concetto del piacere della sosta e del rallentare i ritmi di vita. Nel nuovo Eataly a Secchia Ovest, che impiega 115 collaboratori con picchi di 80 addetti a turno, sono attesi nei prossimi 12 mesi circa 1 milione e 300 mila clienti. L’inaugurazione è stata presenziata dall’amministratore delegato di Autogrill, Gianmario Tondato Da Ruos, e dal fondatore di Eataly Oscar Farinetti, il quale ha dichiarato che «parte vitale del viaggio è la sosta, il piacere del fermarsi. Con Autogrill abbiamo progettato un luogo per la sosta in linea con i nostri principi. Finalmente potremo fermarci in un'area di servizio che offre pane sfornato al momento e fatto con lievito madre e farine biologiche macinate a pietra, pizza napoletana, cotture in forni a legna e un ristorante con servizio al tavolo. Tutto questo su una delle tratte autostradali più trafficate d'Italia, nella direzio-
Cover story
AREA DI SOSTA LIVELLI COMMERCIALI SUPERFICIE GESTIONE INAUGURAZIONE NUMERO DI VISITATORI PREVISTO ANNO FORZA LAVORO
SECCHIA OVEST SULL’A1 2 (PIANO TERRA E PRIMO) 1.702 MQ PER CIASCUN PIANO FRANCHISING 30 MAGGIO 2016 CIRCA 1,3 MILIONI 115 COLLABORATORI (NEI PERIODI DI PICCO 80 ADDETTI PER TURNO)
ne sud: una digressione gastronomica dal nostro consueto andare di fretta». Ad oggi l’obiettivo di Eataly x Autogrill è quello, quindi, di intercettare un ampio bacino di viaggiatori, convincendoli con la qualità del proprio prodotto a modificare i propri piani e tempi di sosta in autostrada.
L’intervista Ezio Balarini, group chief marketing officer Autogrill «Puntiamo su territorialità, stagionalità e tecniche di produzione il più artigianali possibili» Con quale obiettivo nasce il progetto Eataly x Autogrill? Eataly per Autogrill nasce dalla visione comune di queste due grandi aziende, leader nei rispettivi settori. Se ci pensiamo, infatti, l’ambizione di Eataly potrebbe essere assimilabile a quella di Autogrill, specie in questa nostra fase di crescita e rinnovamento. Eataly,
infatti, è l'azienda che valorizza il meglio delle produzioni artigianali Made in Italy nel mondo. È quanto Autogrill sta facendo da tempo, grazie a partner d’eccellenza: con Eataly, oggi certo, ma anche l’Università di Pollenzo, ad esempio, l’Università del movimento Slow Food con la quale nel 2013 abbiamo sviluppato l’innovativo concept Bistrot, che tanto successo ha riscosso in Italia e sta riscuotendo all’estero, da Düsseldorf ad Helsinki. Ecco, direi che Eataly per Autogrill è un’ulteriore tappa nel percorso di cambiamento intrapreso per cambiare la ristorazione in viaggio. Non mi stanco di dire che Autogrill conduce una costante attività di ricerca: nel nostro laboratorio Spazio Fucina, infatti, testiamo prodotti e concept prima di portarli ai nostri clienti. Siamo in grado di intercettare i bisogni dei nostri consumatori e di adeguare la nostra offerta alle loro richieste, grazie all’attività di studio costante che facciamo con enti come Magenta Bureau, ad esempio.
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Il progetto in pillole
Quest’anno infatti avete preso parte, per la prima volta, a Identità Golose: il primo convegno di chef stellati in Italia organizzato proprio da Magenta… È stato possibile perché abbiamo trovato la chiave di volta per legare la ristorazione in viaggio a un’offerta di qualità. Oggi, il consumatore, non solo in viaggio, è alla ricerca di prodotti sani, di qualità appunto, di cui può conoscere la filiera produttiva e magari anche l’impatto ambientale. Poniamo particolare attenzione ai concetti di territorialità, stagionalità e tecniche di produzione il più artigianali possibili. Dunque, per questo progetto ambizioso, quale Secchia è, credo che il partner migliore non poteva che essere Eataly. Quali sono i punti salienti dell’accordo di gestione del locale tra le due aziende? Eataly x Autogrill è un franchising a tutti gli effetti, del resto Autogrill gestisce già molti marchi in licenza, accanto a quelli di proprietà. Mi piace
dire, però, che questa con Eataly è un’alleanza che ci rende particolarmente orgogliosi. Come già detto, siamo in grado di avviare partnership importanti, con player di rilievo, in Italia ma anche all’estero. Fare questo tipo di collaborazione, unendo i rispettivi know how – Autogrill come primario operatore food & beverage per le persone “on the move” e Eataly come retailer – è alla base della capacità di innovare continuamente e meglio rispondere alle esigenze della nostra clientela. Ed è espressione del percorso di cambiamento intrapreso dall’azienda per rivoluzionare la ristorazione in viaggio, per tornare a consegnare ai viaggiatori una sosta di qualità, una sosta che sia di ristoro per la ripresa del viaggio, di lavoro o piacere che sia. L’ambizione è rendere queste location, come Eataly x Autogrill, meta dei consumatori e non una semplice tappa. Quali sono gli obiettivi in termini di aumento di fatturato e di visitatori? Ci aspettiamo circa 1 milione e 300 mila visitatori. Va tenuto conto che Il nuovo punto vendita si trova lungo l’A1 tra l’allacciamento con l’A22 e il casello di Modena Nord, un’area di snodo tra significativi flussi di viaggiatori italiani e stranieri. È inoltre situato in una delle aree nazionali con maggiore connotazione gastronomica, considerando che l’Emilia-Romagna è una delle regioni leader in Europa nell’agroalimentare e detiene il primo posto per numero di prodotti Dop e Igp. Ci sono trattative o margini per replicare questa realizzazione in altre aree di servizio in Italia e all’estero? È un’ipotesi al momento non allo studio. Facciamo il tifo per Secchia Ovest, confidiamo che questo progetto abbia un buon riscontro di clientela e poi valuteremo se e dove.
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A.P.
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r&f Osservatorio prezzi
POKER SULLA A14 Tramezzini, patatine Pringles e pasta sono le referenze con le variazioni di prezzo più marcate di questo osservatorio prezzi fatto sull'autostrada Adriatica in quattro aree di sosta. Gli altrettanti operatori coinvolti però, sono tutti d'accordo su caffè e cappuccino
I
Pioppa Ovest, gestita da MyChef, è sulla bretella di Bologna che collega la A1 con l'A14. L'altra area di sosta a scendere è Santerno Ovest di Chef Express, posizionata nel tratto iniziale dell'Adriatica. Risalendo da Ancona, ci siamo fermati a Esino Est da Sarni e a Bevano Est da Autogrill. Il paniere è composto dai classici prodotti da bar (caffè, brioche, panini, ecc), a cui abbiamo aggiunto dei confezionati da frigo, nello specifico il tramezzino e la vaschetta di prosciutto cotto, le patatine Pringles, il Toblerone, prodotto più da duty free aeroportuale che da area di sosta (infatti è presente solo da MyChef), il cornetto, e poi abbiamo selezionato per la prima volta della pasta corta, il pacco da
n occasione dello speciale autostrade di questo numero di retail&food abbiamo portato l'Osservatorio prezzi sulla A14, detta anche autostrada Adriatica, secondo asse meridiano della penisola: 743,4 chilometri (interamente gestiti da Autostrade per l'Italia) che collegano Bologna a Taranto. Lungo questa tratta ci sono 52 aree di sosta, 26 per ciascuna direzione, ossia una media di un'area ogni trenta chilometri circa. In particolare ci siamo soffermati su quattro aree nel tratto compreso tra Bologna e Ancona, prendendo in esame i quattro principali operatori presenti sul territorio nazionale: MyChef, Chef Express, Sarni e Autogrill. A onor del vero, l'area di servizio La
La Pioppa Ovest MyChef
Santerno Ovest Chef Express
Esino Est Sarni
Bevano Est Autogrill
caffè
1,10
1,10
1,10
1,10
cappuccino
1,40
1,40
1,40
1,40
decaffeinato
1,30
1,40
1,30
1,20
brioche vuota
1,05
1,10
1,30
1,10
coca-cola
2,60
2,65
2,70
2,60
toast base
2,60
4,00
4,95
n.d.
panino base
3,20
4,00
4,95
3,10
panino più costoso
5,90
5,90
4,95
4,90
trancio di pizza base
3,80
4,50
3,95
n.d.
vaschetta di prosciutto cotto
4,20
n.d.
2,99
2,99
tramezzino confezionato
3,30
4,30
1,49
3,49
Pringles
3,30
3,30
2,99
2,00
Toblerone
3,30
n.d.
n.d.
n.d.
gelato cornetto
2,20
2,40
2,50
2,50
pacco di pasta corta 500 gr
3,90
2,00
2,80
3,30
bottiglia di vino rosso
4,20
6,50
5,00
3,99
rasoi da barba
5,90
4,80
n.d.
4,99
schiuma da barba
5,90
5,30
2,50
4,70
Tutti i prezzi sono espressi in € - Legenda: Prezzo più alto in euro • Prezzo più basso in euro • n.d. = non disponibile
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© Edifis Intelligence
mezzo chilo, e del vino rosso. Pensando agli autotrasportatori, sempre in viaggio, abbiamo infine incluso nel nostro paniere dei rasoi e della schiuma da barba. Esaminando la tabella dei prezzi, in cui abbiamo segnato in blu i prezzi più bassi e in rosso quelli più alti, la prima cosa che salta all'occhio è che Autogrill ha ben sette voci con i prezzi più bassi e una sola con il prezzo più alto, nello specifico il gelato cornetto che costa 2,50 euro come da Sarni. Gli altri tre gestori hanno invece tra le cinque e le sei referenze con prezzi più elevati. Bisogna tuttavia tenere in considerazione il fatto che per prodotti come la schiuma da barba, in alcuni casi è disponibile un solo marchio e la confezione può essere grande o piccola da viaggio. A essere perfettamente allineati in tutte e quattro le aree di sosta sono il caffè a 1,10 euro e il cappuccino a 1,40 euro. Quasi un euro di differenza, invece, per il
Cover story
canto suo applica una politica dei prezzi diversa dai suoi competitor, nel senso che i panini non hanno un primo prezzo e un prezzo massimo. Costano, come il toast, tutti 4,95 euro. La pasta ha variazioni di listino piuttosto elevate. Si passa da 2 euro per un pacco da 500 grammi di pasta corta da Chef Express a 3,90 euro da MyChef. Stessa cosa per le Pringles, che Autogrill vende a 2 euro, mentre MyChef e Chef Express a 3,30 euro. Ultimo prodotto ad avere una notevole oscillazione nel costo è il tramezzino confezionato, che da 1,49 euro di Sarni sale fino a 4,30 euro da Chef Express.
panino più costoso che MyChef e Chef Express propongono a 5,90 euro contro i 4,95 di Sarni e i 4,90 di Autogrill. Non sappiamo, però, se Autogrill propone un panino ancora più costoso, perchè al momento della nostra rilevazione c'era scarsità di offerta, forse vista la fascia oraria pomeridiana, tant'è vero che non c'era nemmeno il toast, prodotto che non è mai mancato in questa insegna, e non erano quindi nemmeno esposti i prezzi. Sarni dal
Conclusioni Prima di tirare le somme di questo osservatorio è doveroso ricordare che non ha valore statistico, anche perchè, soprattutto sui prodotti confezionati, i costi possono variare in funzione del brand che li commercializza e degli accordi tra esso e il gestore. I prodotti più allineati sono certamente quelli della caffetteria. Per quanto riguarda l'offerta, La Pioppa Ovest di MyChef ospita al suo interno un Carrefour quindi è una situazione chiaramente più strutturata rispetto agli altri operatori, in particolare Sarni che ha spazi molto ampi ma poco sfruttati e un'offerta market con poche referenze, in grande quantità.
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r&f star trek FASHION
Destinazione
OVS spa ‘C
hi ben inizia è a metà dell’opera’ recita un noto proverbio. A leggere i numeri del bilancio di OVS spa (a cui fanno capo il marchio omonimo di negozi di abbigliamento e la storica catena UPIM), al primo anno di quotazione in Piazza Affari (marzo 2015), la società veneta con sede nel capoluogo lagunare è ben avviata verso il successo. Nell'ultimo esercizio vendite nette in aumento del 7,5% (a 1,3 miliardi di euro) e utili più che triplicati (81 milioni) per la gioia degli investitori (circa 34 milioni di dividendi con 0,15 euro per azione), 180 milioni di EBITDA (+14% sull’anno prima e un'incidenza del 13,6% sulle vendite nette) e udite udite un Net Debit più che dimezzato a 235 milioni dai 624 dell’anno precedente con un peso sull’EBITDA che passa da 4 punti a 1,3. A questi dati va aggiunto un aumento di capitale netto di quasi 350 milioni e il patrimonio netto più che raddoppiato da 408 milioni nel 2014 agli 825,1 del gennaio 2016. Cresce il fatturato, cresce la rete con quasi 190
store in più dell'anno scorso di cui 45 DOS, 102 in affiliazione e 42 in somministrazione con la prospettiva di inaugurare quest’anno altri 35 punti vendita DOS OVS, altri 4 o 5 UPIM più una cinquantina di shop in franchising. Non sono escluse poi opportunità di crescita esterna sia in Italia (i rumors ripetono Conbipel) sia all’estero (Svizzera, Spa-
gna e Balcani, dove il marchio veneto è già presente). A sottolineare le buone performance non va dimenticato che il settore lo scorso anno ha segnato una contrazione del 2% e che il comparto dell'abbigliamento italiano è molto frammentato: in Svezia ad esempio H&M ha quasi il 20% del mercato e in Spagna Zara è intorno al 15%,
OVS spa in pillole Anno di nascita Società Proprietà Sede Management Business Brand/insegne Negozi Altri numeri
OVS nel 1972 (Coinette 1968), UPIM nel 1928 OVS spa Quotata in Borsa di Milano dal marzo 2015 Venezia CEO Stefano Beraldo Grande distribuzione di abbigliamento a marchio OVS con catena retail; UPIM departement store con articoli vari multibrand OVS, UPIM, Blue Kids e OVS Kids 1.273 prevalentemente in Italia di cui la maggior parte a insegna OVS 779mila mq di vendita, 6.500 dipendenti complessivamente. Solo OVS: 15 milioni di clienti/anno e 130 milioni pezzi venduti/anno Fonte aziendale
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mentre la quota di OVS, primo brand di abbigliamento in Italia, ha superato a fine 2015 il 5%, arrivando al 7% con il fratello minore UPIM (insieme in crescita di quasi un punto sull'anno prima) e l'obiettivo è quello di raddoppiare nel medio-lungo periodo. Numeri che hanno dell’incredibile se confrontati col passato anche recente: negli ultimi tre esercizi prima del 2014 (anno dello scorporo di OVS spa) il Gruppo ha sempre ottenuto risultati molto negativi. Ma la crisi sembra superata. Da 'outlet' di Coin a leader nel value fashion retail OVS nacque nel 1968 con il nome Coinette, insegna lanciata come 'antesignano' degli outlet per le rimanenze delle boutique Coin. Da Coinette si passò a Organizzazione Vendite Speciali, da cui a brevissimo OVS, veri e propri supermercati di abbigliamento per un target medio-basso con lo slogan 'Tutto per tutti'. Negli anni '80 OVS divenne un variety store con la vendita di altri prodotti oltre i vestiti. L'insegna principale del Gruppo, Coin, rimaneva stabile sulla fascia medio alta, mentre OVS diventava una delle principali catene della fascia economica. Negli anni '90 OVS si indiFonte aziendale rizzò verso il modello dello speciality
proprietà ai fondi di private equity, mentre OVS iniziava l'avventura del franchising, insieme al piano di ristrutturazione dei punti vendita (nel 2004 erano 250). Furono gli anni delle aperture all'estero (specialmente in Europa dell'Est) e di acquisizioni di catene di negozi come Melablu, DEM, ma soprattutto nel 2009 della storica UPIM (fondata nel lontano 1928) dai concorrenti la Rinascente: operazioni che hanno potenziato il network del Gruppo con il taglio del nastro dei 500 negozi nel dicembre 2010. Negli anni successivi è stata la volta delle acquisizioni di IANA (marchio di abbigliamento per bambini), con i suoi quasi 400 negozi diventati poi OVS Kids e Blu Kids, e nel 2012 di Bernardi con oltre 100 insegne. Dal 2011 fino alla quotazione OVS è posseduto, attraverso alcune società, dal fondo di investimento BC Partners che anche dopo l'ingresso in Borsa man-
store, con solo abbigliamento e profumi. Poi, nel 1998 il Gruppo Coin comprò i grandi magazzini del ramo non alimentare della Standa, rafforzando non poco la sua rete. OVS e Coin divennero due società indipendenti controllate al 100% dal Gruppo che venne quotato in Borsa l'anno dopo in una operazione che durò 4 anni e significò un’importante crescita di fatturato. Nel 2007, con la sfida di portare la catena al livello della concorrenza internazionale, da speciality store si passò al concept store. Intanto due anni prima la famiglia Coin uscì definitivamente dal Gruppo passando la
tiene una quota importante di azioni. Propedeutica all'Ipo, nel 2014, è stata la riorganizzazione societaria che ha visto lo scorporo dal Gruppo del ramo d'azienda OVS-UPIM diventata poi OVS spa, quotata in Borsa a Milano il marzo dell'anno seguente. Oggi le insegne sono OVS, la maggiore, catena di negozi di abbigliamento donna, uomo e bambino, poi UPIM, con un target più familiare e con un'offerta che spazia dall'abbigliamento alla cura della persona e alla casa (schema Departement store every day low price), e Blu Kids con OVS Kids, solo bambino.
Primi in Italia: ogni città o paese ha i suoi OVS o UPIM A inizio 2016 la società veneta (vincitrice del premio Asso del franchising per l'anno in corso) significa complessivamente 779mila mq di superficie di vendita, quasi 6.500 dipendenti e 1.273 negozi di cui 659 diretti, 530 affiliati (di cui 139 all'estero), 13 diretti all'estero e 71 somministrati (di cui 35 all'estero). Di questi la quota del brand OVS, la gallina dalle uova d'oro, è la maggiore con quasi 800 negozi a settembre dell'anno scorso con l'inaugurazione del nuovo flagship store di Milano in corso Buenos Aires (2.860 mq con un restyling complessivo del format), di cui più di 500 DOS e 15 milioni di clienti, oltre 150 milioni di visite e 130 milioni di pezzi venduti all'anno. Il network è capillare soprattutto nel territorio nazionale e la rete dei punti vendita è figlia anche della localizzazione delle catene acquisite: UPIM lo troviamo in tutto lo Stivale, ma la concentrazione è notevole soprattutto nel Nord Est e nella capitale. Blu Kids, l'insegna per bambini, ha una importante presenza nel milanese, in Brianza, nella zona Laghi e nel Nord Est e qualche negozio anche all'estero, soprattutto nei Balcani. La ex Jugoslavia è un mercato importante anche per il brand 'capofila' OVS (9 insegne in Slovenia, 8 in Croazia, 8 in Montenegro e 8 in Serbia, ad esempio), ma in Europa spicca il mercato spagnolo con una quarantina di negozi e fuori dall'Europa il Perù con circa venti insegne e l'Arabia Saudita che si avvicina alla decina. In Italia OVS è molto diffuso in Lombardia con quasi 120 insegne, poi in Campania con un centinaio, in Lazio con quasi 80, in Piemonte con più di 60, di seguito Puglia, Sicilia e Toscana che superano 50. Le nuove aperture del 2016, Pisa, Ravenna, Pordenone, Torino e soprattutto quella di Arese (MI), testimoniano come OVS prediliga location sia nelle vie dello shopping dei centri urbani sia nei centri commerciali, perfette per un marchio che è diventato leader in Italia nel value fashion retail. Da segnalare poi il canale e-commerce che, in virtù dell'accordo
con Zalando (vendita in 14 Paesi europei), avrà sicuramente un impatto positivo sulle vendite complessive. Passata la tempesta è l'ora di investire per crescere ancora Il Gruppo, guidato da ormai una decina d'anni da Stefano Beraldo (classe 1957 con un passato in Benetton, De Longhi, Gs Euromercato), opera con un modello di business tipico dei retailer verticalmente integrati: dallo sviluppo del prodotto al livello fashion, dalla scelta di produzioni esterne alla presentazione sugli scaffali dei punti vendita. A mettere il naso dentro i numeri il franchising pesa complessivamente l'11,4% delle vendite totali, mentre la parte del leone la fanno le vendite del brand OVS (84% del complessivo), anche se è UPIM (rinnovata profondamente dal 2012 nel format di vendita) a performare meglio con un +12,9% sul 2014 (OVS +7,3%) e un EBITDA che segna addirittura +80,7%. 'Roma non è stata costruita in un giorno' diceva un altro famoso proverbio e sicuramente il percorso per riorganizzare e rilanciare il ticket OVS-UPIM ha radici lontane e la quotazione in Borsa è stata fondamentale per dare nuova linfa alla società veneta. C'è da dire però che per arrivare a questi ottimi risultati OVS ha attraversato mari tempestosi con gli anni di crisi (negli ultimi 5 anni i consumi nazionali di abbigliamento si sono ridotti di un quinto) e con l'ingresso della concorrenza nel mercato domestico dei colossi Zara e H&M, ma sembrano ormai lontani i tempi in cui si spendevano 250 milioni solo di oneri finanziari (5 anni prima dell'Ipo). La società sembra avere fatto tesoro dell'esperienza e con più risorse da investire con l'autofinanziamento guarda al futuro: all'estero con i nuovi mercati del Medio Oriente, in particolar modo l'Iran, con un occhio particolare alle reti distributive, più che ai marchi. In cantiere, per finire, anche una diversificazione dell'offerta con la possibilità di un posizionamento anche più alto, seguendo l'esempio di maggiori player internazionali del settore. David Montorsi
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r&f Brand analysis
NYX Cosmetics, il nuovo volto del make-up N
yx Cosmetics approda in Italia nel 2015 con l’obiettivo di importare un fenomeno di successo globale e digitale nel nostro Paese. Un fenomeno partito nel 1999 da Los Angeles, California, la terra del makeup e delle trasformazioni. Fondata dall’imprenditrice coreana Toni Ko – allora venticinquenne – come linea di cosmesi professionale a prezzo accessibile, in breve è diventata un’icona e un successo commerciale nel retail. E dal Nord America, il fenomeno Nyx Cosmetics ha travolto e stravolto il settore beauty nel mondo. Dal 2015 infatti – a seguito dell’acquisizione da parte del Gruppo L’Oréal - ha preso l’avvio una strategia di espansione in Europa che coinvolge Paesi tra cui Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Portogallo, Danimarca e Paesi nordici. Ciascuno di essi sceglie la propria linea di sviluppo a seconda delle caratteristiche del mercato e del livello di maturità delle consumatrici. Oggi Nyx Cosmetics è presente in 70 Paesi con negozi monomarca, corner in
Next opening a Milano Centrale
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Il brand in pillole Anno di nascita del brand Proprietà Core business Headquarter Giro d’affari Paesi di sviluppo Canali di sviluppo Numero di punti vendita in Italia e complessivo Numero di corner nei negozi multimarca in Italia e complessivo Numero di aperture nel 2016
1999 acquisito dal Gruppo L’Oréal nel 2014 make-up professionale e strumenti di applicazione per make-up artist e appassionati di beauty la sede della marca è a Los Angeles (Stati Uniti) i dati non sono disponibili Stati Uniti, Canada, Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Portogallo, Danimarca, paesi nordici centri commerciali, e-commerce, stazioni ferroviarie, department stores 4 in Italia,10 in USA, 2 in Francia , 4 in Spagna 2 in Italia con Coin, altri in Germania con Douglas, Regno Unito con Boots e da Corte Inglès in Spagna 15 Fonte aziendale
catene multibrand e e-commerce. Abbiamo parlato del progetto Nyx Cosmetics con Alexis Clement-Fromentel brand director Italia. In quali canali si inserisce Nyx? In Italia il marchio ha deciso di svilupparsi attraverso due canali principali: il negozio monomarca e l’e-commerce. Le location
scelte per i negozi Nyx Cosmetics coprono in egual misura i centri commerciali e le high street, in tutta Italia da nord a sud. L’obiettivo è essere dove le nostre beauty junkies, cioè le consumatrici appassionate di cosmetica, abitano o fanno shopping. Oggi in Italia sono 4 i negozi monomarca e altri 4 arriveranno entro l’estate; e abbiamo 2 corners Nyx Cosmetics all’interno di Coin a Bergamo e Bari. Il primo punto vendita è stato inaugurato a Milano lo scorso 11 dicembre in Galleria Passerella, e da lì a breve ha fatto seguito la seconda apertura sempre a Milano in Corso Buenos Aires. Dopo due aperture in centro città a Milano si è scelto Il Centro ad Arese come la prima apertura in una galleria commerciale extra-urbana, che ha anticipato il nuovo monomarca presso il Centro Commerciale Campania a Marcianise in provincia di Caserta. Qual è il posizionamento e quale clientela si rivolge? La mission del brand è condividere con
Alexis Clement-Fromentel il consumatore la passione per il makeup e offrirgli – in negozio come on line – prodotti e strumenti di qualità professionale che lo aiutino a esprimere la propria personale interpretazione della bellezza. Il cliente Nyx Cosmetics ama il make-up e cerca un look non essenziale ma che emerga. Nyx Cosmetics si rivolge soprattutto ai Millennials: un consumatore giovane digitalmente connesso, appassionato di make-up, spesso autodi-
datta in tema di bellezza ma già all’avanguardia, abituato ad acquistare sia online sia in negozio e che apprezza in Nyx Cosmetics l’ampia offerta di colori, i prodotti super professionali ma a un prezzo accessibile. Quali sono le caratteristiche più importanti dei vostri format di punto vendita? L’ampiezza di gamma è uno dei suoi punti di forza della marca. I negozi a insegna Nyx possono variare in metratura e grandezza, ma ovviamente devono garantire di poter esporre e proporre alla clientela tutte le categorie e i prodotti Nyx Cosmetics, spaziando dai prodotti occhi, a quelli labbra e viso, e completando l’offerta con gli strumenti di applicazione e una serie di tools che il nostro target professionale apprezza e ricerca molto: organizer, trolley, valige, fino alle sedie e le make-up station portatili. Ma quello che caratterizza il format dei negozi Nyx Cosmetics è l’utilizzo delle tecnologie digitali con l’obiettivo di proporre alla clientela stimoli digitali e interazioni. Guardando ancora ai canali di sviluppo: oltre ai centri città, siete interessati ai luoghi di viaggio come stazioni e aeroporti? Si, anche queste location sono in fase di studio e analisi. Una delle prossime opening, ad esempio, sarà proprio nella Stazione Centrale di Milano. Peraltro,
come dichiara il Gruppo L’Oréal, il travel retail rappresenta il sesto continente al mondo e una divisione del Gruppo è dedicata a questo mercato globale. Declinate i format in base al canale? Ogni location viene studiata e analizzata per valorizzare l'aspetto, ma è importante per noi mantenerci fedeli al DNA del brand, che deve risultare forte e coerente in ogni punto vendita e garantire la stessa shopping experience ovunque si trovi. Utilizzate anche la formula del franchising? Non prevediamo lo sviluppo in franchising per il breve o medio periodo. Il Centro ad Arese e il CC Campania a Caserta sono due centri commerciali di primissima categoria. Il vostro sviluppo nei mall prevede l'ingresso solo nei principali centri commerciali o vi orienterete anche su quelli di seconda fascia? È essenziale per noi selezionare i centri commerciali più importanti, dove sappiamo che la nostra consumatrice trascorre del tempo, da sola o con le amiche. Quali tecnologie inserite all'interno dei punti vendita per incrementare la customer experience e come integrate la rete fisica dei negozi con le oppor-
tunità del web e della cross-canalità? Entrare in un punto vendita Nyx Cosmetics è una esperienza interattiva e totalizzante: non è solo un negozio, è un ambiente digitale dove la cliente si muove anche in maniera autonoma, circondata da stimoli, idee, esperienze e device digitali. Già dall’esterno colpiscono le vetrine digitali, dove immagini e video accolgono i clienti e li stimolano a entrare. Colpisce poi la quasi totale assenza di comunicazione cartacea, a fronte di un forte investimento in schermi, video wall, Ipad: ogni supporto di comunicazione è digitale e permette un aggiornamento più rapido e una maggiore connessione con i trend emergenti. Vogliamo essere trending by the second, perché in pochi minuti possiamo portare anche in negozio l’ultima moda beauty che spopola in rete. Quindi anche blog e tutorial? Sì. Vicino alle novità di prodotto il cliente trova sempre un Ipad - integrato nei mobili e negli espositori - su cui scoprire in touch screen un minimo di 3 tutorial, in cui una beauty influencer famosa mostra come applicare il prodotto e creare un look completo. Giochiamo molto anche sul Before&After, mostrando la blogger struccata e in seguito con il look completo. Utilizzate nuove tecnologie? Sì, ad esempio gli scanner, uno stru-
mento davvero innovativo in Italia. La gamma dei prodotti Nyx è davvero estesissima, oltre 1.200, e con l’aiuto degli scanner i clienti possono orientarsi attraverso le tante nuance e tipologie di prodotto. E se il cliente ha qualche dubbio rispetto all’applicazione o alle caratteristiche di un prodotto, può avvicinarlo a uno dei Digital Scanner a portata di mano, scoprirne i segreti e ricevere beauty tips in esclusiva. Insomma, gli scanner guidano ogni cliente in maniera autonoma e divertente - a vivere la propria Nyx Cosmetics shopping experience. E il rapporto coi social? È molto importante per Nyx Cosmetics nutrire costantemente i rapporti con il mondo social media per cui rappresenta una vera icona: Instagram, YouTube, Facebook, Twitter, Snapchat. Abbiamo da poco festeggiato i 62.000 follower in Instagram, anche grazie al sostegno delle beauty blogger e dei make-up artist più noti in Italia che usano i nostri prodotti. In ogni punto vendita, grande spazio è dedicato al community wall: uno schermo molto grande, connesso a Instagram, dove scorrono in real time gli scatti creati dalla nostra community e taggati #nyxitalia. E le consumatrici apprezzano e partecipano. Quanti pdv intendete aprire nel 2016, dove e a fronte di quali investimenti? Arriveremo a circa 15 punti vendita entro la fine dell’anno, e puntiamo ad avere 70 negozi in 3 anni.
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r&f Scienze & retail
Oltre la razionalità il ruolo del neuromarketing “N
on siamo macchine pensanti che si emozionano, ma macchine emotive che pensano”. Lo affermano ormai numerose ricerche neuroscientifiche, dimostrando come il radicato paradigma che attribuiva alla razionalità un ruolo determinante nei processi decisionali debba, ormai, lasciare spazio all’emozione come variabile guida delle decisioni. Oggi sappiamo che le scelte non sono solo frutto di calcoli e previsioni logiche, ma l’esito di un complesso processo in cui i processi cognitivi automatici e l’emozione giocano un ruolo importante. Per questo occorre trovare nuove soluzioni di marketing in grado di convincere emotivamente i consumatori, misurandone opportunamente l’efficacia. Purtroppo non è cosi facile misurare l’emozione e i processi automatici inconsapevoli. Non a caso già negli anni ’50 il più noto pubblicitario del secolo, David Ogilvy, dichiarò che “uno dei più grossi problemi nel campo delle ricerche di mercato è che le persone non pensano ciò che sentono, non dicono ciò che pensano e soprattutto non fanno ciò che dicono”. Non pensano a ciò che sentono, ovvero non hanno consapevolezza a volte delle stimolazioni in grado di attivarle emotivamente. Si pensi per esempio all’attrazione
che alcuni profumi o aromi hanno sui comportamenti dei consumatori senza che questi ne riconoscano il ruolo nelle loro scelte. In questo ambito gli studi sono tanti. Citiamo solo quello di Doucè e colleghi (2013) che dimostrarono come la diffusione di profumo di cioccolato in un bookstore abbia contribuito a incrementare le vendite di prodotti coerenti con il profumo di circa il 40%, come per esempio libri di cucina e romanzi d’amore. Il profumo di cioccolato, oltre a modificare l’umore (Parker et al. 2006), diventa una sorta di “priming olfattivo”, ovvero uno stimolo in grado di facilitare l’accesso di certi schemi comportamentali senza che il consumatore ne sia consapevole. Come si fa quindi a misurare ciò di cui non si è consapevoli? A ciò si aggiunga il problema della desiderabilità sociale (non dicono ciò che pensano): a volte i consumatori non dicono ciò che pensano al fine di dare un’immagine positiva di sé agli altri e forse anche a se stessi. Infine, non fanno quello che dicono perché sappiamo che solo se l’emozione è coerente con la scelta razionale potremo avere un’azione in grado di coincidere con ciò che è stato dichiarato. In questo panorama il neuromarketing si offre come una nuova strategia per lo studio dell’efficacia
La rubrica Si inaugura con questo articolo un contributo dedicato allo studio dei comportamenti dei consumatori con tecniche neuroscientifiche e di neuromarketing. La rubrica riporterà mensilmente una sintesi dei principali studi del Centro di Ricerche di Neuromarketing dell’Università IULM, diretto dal prof. Vincenzo Russo, arricchite da una sintesi dei più stimolanti studi offerti dalla letteratura scientifica.
comunicativa di un prodotto, del suo packaging o del suo posizionamento in scaffale. Attraverso tecnologie in grado di misurare direttamente l’emozione è possibile misurare qualsiasi attivazione, anche quella inconsapevole e avere un’oggettiva valutazione dell’efficacia comunicativa ed emozionale di uno stimolo. Attraverso l’uso di un Eye Tracker portatile è possibile misurare il movimento oculare e il numero di fissazioni durante la fase di esplorazione dello spazio di vendita o di un prodotto. Con un Elettroencefalogramma (EEG) si può valutare la valenza (positiva o negativa) dell’attivazione emozionale e lo stress cognitivo provato nel guardare una particolare area del campo visivo. Al contempo la misura della sudorazione delle mani e del battito cardiaco ci permette di valutare l’intensità emozionale provocata dalla stimolazione. La sincronizzazione dei dati provenienti dai diversi strumenti permette di avere una chiara misurazione dell’emozione provata dal consumatore e, quindi, la valutazione dell’efficacia comunicativa. Così se nel lontano fine Ottocento, John Wanamaker, pioniere nel mondo del marketing, aveva ragione nel dire che “Metà dei soldi che spendo in pubblicità sono del tutto sprecati… ma non so quale sia quella metà”, oggi il neuromarketing contribuisce a confutare questa frase, offrendo informazioni molto più precise sull’efficacia della comunicazione, riducendo il rischio di sprecare gli investimenti pubblicitari con soluzioni di comunicazione poco efficaci o progettando spazi e ambienti poco funzionali all’esperienza di acquisto. Vincenzo Russo professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing presso lo IULM di Milano vincenzo.russo@iulm.it
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r&f
Dossier aeroporti
Ancona, porte aperte all’Oriente Le potenzialità ci sono; ciò che manca al Falconara sono i fondi per crescere, ma questa condizione potrebbe presto fare un'inversione di rotta grazie a un investitore privato americano. Ciò che serve da parte della Regione, invece, è un po' più di intraprendenza nella sponsorizzazione del territorio non solo in Italia ma anche, e soprattutto, all'estero
P
orta di accesso all'Europa dell'Est, ai Balcani, e all'EMEA sud orientale. Questo è il ruolo cui aspira l'Aeroporto delle Marche Raffaello Sanzio di Ancona. Uno scalo la cui struttura è stata completamente ricostruita ex novo e inaugurata nel 2004; caratterizzata da ampie vetrate e acciaio e soffitti molto alti. Parlando sempre delle cubature, sarebbe tuttavia interessante capire le logiche che hanno spinto l'architetto che ha realizzato il progetto a posizionare il nuovo blocco partenze a destra della vecchia struttura (in disuso) a cui è collegato e l'area arrivi alla sinistra di quest'ultima, completamente scollegata. La gestione dell'aeroporto è in capo ad Aerdorica spa, mentre l'azionista di riferimento è la regione Marche
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con l'87,87% delle azioni. Da dicembre 2015 l'amministratore delegato è Andrea Delvecchio, che dopo un'esperienza decennale in Russia alla Novaport, società proprietaria di 10 aeroporti in Russia, è tornato in Italia per affrontare una nuova sfida e portare il Falconara a essere un aeroporto di livello internazionale. Retail locale Attualmente dal punto di vista commerciale non avio le attività sono poche, ma funzionali al traffico aereo. Il flusso passeggeri bisogna dire che ha avuto un'evoluzione particolare rispetto ad altri scali nazionali in quanto nel 2007 ha registrato 500mila unità, scese l'anno successivo a circa 400mila, per poi crescere fino al picco nel 2011 di
Shop, un negozio che vende tabacchi, giornali, riviste, gadget vari e su un lato i prodotti di pelletteria a marchio Roberto Casacci. Di fronte, in sequenza, ci sono Gusto e Marche, un bar pizzeria al trancio e Gusto e Marche tipicità regionali. Accanto alla tabaccheria, poi, Bar fox, un insegna che ripete in landside, in airside e agli arrivi. Sul lato est, dalla parte opposta alla Kid zone, una struttura identica ospita Free Fly Shop, un negozio di gadget legati allo sport. Questo è il quadro in landside. Superati i controlli, si apre uno spazio grande circa quanto l'atrio appena descritto. A dividere le due aree, infatti, c'è una costruzione centrale i cui piani superiori sono occuparti dagli uffici. Il duty free è atipico perché gestito da Provvedinavi, società che gestisce gli spazi commerciali del porto turistico. Comunque nelle sue dimensioni contenute ha un'offerta abbastanza completa. Poi, come accennato in precedenza, un altro Bar fox, e un Prosit Bar (medesimo operatore che gestisce lo shop in landside), ed Essentia, un piccolo negozio di prodotti tipici della regione.
610mila passeggeri. Da qui è ricominciata una lieve ripresa per arrivare al 2015 nuovamente a 520mila passeggeri. Nell'atrio centrale sul lato ovest una sala vetrata è in procinto di diventare una Kid zone e sponsorizzata dalla Città del Sole, un famoso brand di giochi creativi per bambini con sede ad Ancona e negozi su tutto il territorio nazionale. Di fronte ci sono una biglietteria, un ufficio informazioni e un paio di check-in. In tutto sono una dozzina e la maggior parte sono sul lato est. Sempre all'interno di una struttura vetrata c'è Prosit
Dalla Nato ai Carabinieri a... Le attività commerciali a conti fatti sono in tutto una decina e arrivano a una quindicina con gli autonoleggi. Ma come ci ha spiegato Delvecchio, la potenzialità della struttura aeroportuale è enorme. C'è un sedime di 190 ettari, due basi militari abbandonate, una dei Carabinieri e una dell'Aeronautica Militare e soprattutto la vecchia struttura da riportare in vita e sfruttare a livello commerciale. «Volendo portare questo aeroporto nel mondo, non si può più rimanere statici e accontentarsi dei risultati ottenuti. Non si resta più sul mercato, si perde potere contrattuale con i vettori. Bisogna quindi intervenire in maniera importante, prima di tutto ristrutturando il blocco centrale, ossia il vecchio edificio, in modo da dare all'aeroporto ciò che attualmente manca, cioè un'area retail con negozi, ristoranti, bar e servizi ai passeggeri - afferma l'amministratore delegato Ancona storicamente e geograficamente è la porta d'accesso dell'Oriente. Perciò dovrebbe essere la porta dell'Italia da e per il mondo orientale, quindi la Russia, la Cina, l'India, gli Emirati, i Balcani; oltretutto qui possono atterrare e decollare tutti gli aeromobili, dai più grandi 747 a venire in giù, e fare un point to point, perché la pista è di una ex base militare Nato, ed è lunga tre chilometri». Le idee dunque ci sono, così come c'è un progetto approvato dall'Enac, ciò che manca a oggi sono i fondi per procedere nell'operazione; fondi che tuttavia potrebbero arrivare da Oltreoceano, da New York per l'esattezza. È giunta infatti una richiesta da un advisor della Grande Mela, la Soriano Group (italiani di terza generazione) per conto di un investitore americano. L'operazione inoltre procede a buon ritmo. Al 31 maggio, infatti, si è conclusa la due diligence dopo tre commissioni ispettive. Mentre andiamo in stampa, potrebbe essere in corso il closing dell'accordo che darebbe il via a iniezioni di capitale per procedere con i lavori. «La ristrutturazione del vecchio blocco modificherebbe naturalmente anche i flussi. Sarebbero spostati lì i controlli passaporti e verrebbe creata una grand area air-
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Dossier aeroporti Conclusioni Territorio, bel mare, enogastronomia e industria da una parte; casello autostradale a 1,5 km, stazione ferroviaria di Castelferretti con la linea che va a Roma a cento metri di distanza, l'interporto delle Marche a 10 km, il porto di Ancona a 15 km, una pista di tre chilometri, e un'area cargo tra le più grandi in Italia in fase di ampliamento dall'altra. Con queste premesse il Raffaello Sanzio potrebbe fare grandi cose. Tutto dipende dall'ingresso di capitali per dar luce ai progetti approvati. Va da sé che i settori avio e non avio devono lavorare in sinergia per aumentare le tratte e in questo anche la Regione deve fare la sua parte rendendosi appetibile agli occhi dei Paesi stranieri che molto spesso non solo non sanno dove sono le Marche, ma non le associano nemmeno all'Italia. La struttura dello scalo, nella sua stranezza architettonica è comunque moderna e ampia. I soffitti alti 13 metri potrebbero essere sfruttati convertendo la palazzina centrale degli uffici che separa l'area landside da quella airside in una area retail soppalcata che da-
side con duty free walk through sempre Delvecchio - Vorrei portare le attività retail a 7mila metri quadri». E per la cronaca, oggi le attività commerciali occupano circa un migliaio di metri quadri. Tra business e leisure Le Marche sono una regione molto bella, con risorse paesaggistiche di prim’ordine, dal mare all'entroterra, oltre a una forte tradizione culinaria, eppure a differenza di altre regioni, non ha mai puntato forte sul turismo che potrebbe essere una risorsa molto più redditizia per il commercio e di conseguenza per il Falconara. Oggi il traffico dello scalo si suddivide tra viaggiatori business (34%) e leisure (52%). La Regione, infatti, ha spinto su un'altra eccellenza, ossia il settore manifatturiero. C'è molta pelletteria, calzature, moda. In un simile contesto lo scalo è in sofferenza, perchè non riesce a sfruttare né un settore né l'altro nonostante le potenzialità. «Vorrei far entrare ope-
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ratori del food di alto livello con prodotti tipici. Le Marche hanno una forte tradizione culinaria, con importanti chef stellati. Naturalmente non pretendo di portare le stelle Michelin in aeroporto, ma il concetto è che c'è molta qualità. Stesso discorso per i brand della moda ad esempio. Qui c'è il gruppo Tod's di Della Valle che oltre a Tod's, appunto, possiede i marchi Hogan, Fay e Roger Vivier. Qua vicino produce anche Prada. Ma in generale sono molte le aziende nella Regione. L'idea sarebbe di portare quindi eccellenze del territorio riconosciute e apprezzate in tutto il mondo all'interno dell'aero-
porto per alzare al massimo l'asticella della passenger experience» confessa Delvecchio il quale conclude osservando che «il mare è a tre chilometri, Ancona a venti; chiaramente ragionando in termini di distanza dalla città non si può definire il Falconara un city airport, ma la zona è abitata perchè ci sono molti paesi, dove tuttavia gli esercizi chiudono presto. Un aeroporto con attività commerciali operative e aperte fino a tardi potrebbe diventare una risorsa utile».
rebbe ulteriore slancio e respiro alla struttura, in attesa di riportare in vita il vecchio scalo. Sarebbe poi importante, e non è solo una nostra opinione, ma è un pensiero espresso anche da Delvecchio, collegare tutto l'aeroporto, quindi anche la palazzina degli arrivi che nell'attuale formazione è totalmente isolata dal resto del Falconara, quindi difficilmente sfruttabile a livello commerciale. Stefano Masin
r&f Airport analysis
Aeroporto di Praga Václav Havel L‘
aeroporto di Praga Václav Havel (Codice IATA: PRG) è l'aeroporto internazionale di Praga, capitale della Repubblica Ceca, membro della comunità europea dal 2004 ma non dell'Euro Zona. Nel 2015 il traffico ha raggiunto i 12 milioni di passeggeri totali (+7,9% vs 2014). L'aeroporto ha 4 terminal, ma solo il terminal 1 (extra-Schengen) e il terminal 2 (Schengen) sono dedicati al traffico passeggeri (gli altri sono utilizzati per voli VIP o di rappresentanza).
La tabella di seguito invece il ranking per nazionalità dei passeggeri sia in arrivo che in partenza:
Traffico: l’incremento costante del traffico passeggeri registrato fino al 2008, si è interrotto in coincidenza con l'avvento della crisi globale. Dal 2013, tuttavia, il trend si è di nuovo invertito, mostrando una crescita media di poco inferiore al 3% anno su anno. Un dato interessante è che il traffico è praticamente In aeroporto sono disponibili 85 negozi, aperti dalle 7:00 alle 23:00. Il tenant mix è costituito da alcuni luxury brand presenti sia in shop in shop (e.g. Zegna/Ferragamo), che in negozi monobrand (Burberry, Emporio Armani) e diversi marchi del fashion. Il terminal in cui le attività retail sono più sviluppate è, naturalmente, quello extra-Schengen (T1). La tabella seguente mostra la composizione dell'offerta retail presso il T1:
composto da voli internazionali, infatti meno di 30mila passeggeri sugli oltre 11milioni hanno volato verso destinazioni nazionali. La crescita in termini di volume dei passeggeri è notevole e confermata dal trend registrato nel periodo gennaio-aprile 2016 (bassa stagione): 3,5 milioni di passeggeri (+10,3% vs gennaio-aprile 2015). Destinazioni: nel 2015, le prime 15 destinazioni sono state le seguenti: e presso il T2:
L'operatore aeroportuale principale è Dufry, tuttavia la gestione dei punti vendita presso l'aeroporto di Praga è prettamente in diretta. Il fattore che rende particolarmente interessante l'aeroporto è la crescita superiore alla media degli altri scali in Europa, oltre alla connotazione spiccatamente internazionale del traffico, soprattutto del T1 extra-Schengen. Fabio Bernardini fabio.bernardini@due-puntozero.com www.due-puntozero.com
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r&f World Travel Retail Tourvest sull'Ethiopian Airlines ETIOPIA - L'azienda Tourvest Inflight Retail Services ha vinto una gara per la gestione dell'inflight duty free programme e per fornire competenze tecniche sulla Ethiopian Airlines, la compagnia africana a oggi più profittevole e con la crescita maggiore. Tewolde Gebremariam, Ceo del gruppo etiope, ha dichiarato che il nuovo incarico rientra nel piano di crescita e sviluppo dell'azienda al 2025.
Dufry stile Ipanema BRASILE - Pavimenti colorati e soffitti curvi, che ricordano la passeggiata lungomare di Ipanema a Rio de Janeiro in Brasile. Questa è l'immagine che Design Solution, studio di architettura e retail design, ha dato ai 4.500 mq dello store di Dufry fuori dagli arrivi del RIOgaleao - Tom Jobim International Airport. Design e colori carioca in occasione delle Olimpiadi che si terranno in Brasile ad agosto.
Taglio nastro per Casa Alitalia
Francoforte-Hanh parlerà cinese GERMANIA - Il gruppo Shanghai Yiqian Trading Company - secondo la stampa accreditata - acquisirà dal land Renania-Palatinato una quota di controllo dello scalo di Francoforte-Hanh, situato a circa 120 chilometri dalla città tedesca. Yiqian Trading verserà una somma di poco superiore ai 10 milioni di euro per l'82,5% dell'aeroporto, che si trova a metà strada tra Francoforte e il Lussemburgo ed è utilizzato principalmente da Ryanair.
ITALIA - Parterre de roi (dal presidente Montezemolo all'ad Cramer Ball) per l'inaugurazione a Roma Fiumicino di Casa Alitalia, la nuova area lounge dedicata ai clienti business, ai membri del club Freccia Alata, di Sky Team o titolari di American Express. Lo spazio - 800 mq con il 50% di sedute in più rispetto a prima - è stato realizzato nell'ex lounge Giotto al T3. Oltre alla ricca offerta food, con menu a buffet ma anche cucina espressa con pizza e pasta preparate al momento, ci sono postazioni internet, toilette con doccia e altri utili servizi.
Lagardère porta Bottega in Bulgaria
MyDutyFree al Munich Airport GERMANIA - L'aeroporto di Monaco amplia l'offerta ai passeggeri attraverso un nuovo concept: MyDutyFree, sviluppato dalla società di gestione dello scalo. Il brand nasce per distinguersi dagli altri operatori sia in termini di offerta commerciale sia per creare affinità con la regione della Bavaria. MyDutyFree si sviluppa in tre aree e copre un totale di 2.600 metri quadri dove oltre ai brand classici del duty free se ne aggiungono di più ricercati e originali.
BULGARIA - Il brand trevigiano specializzato in vini e distillati ha inaugurato in partnership con Lagardère due Bottega prosecco bar negli aeroporti di Burgas e Varna in Bulgaria. I locali sono posizionati in prossimità delle aree duty free e propongono una selezione di vini e specialità della tradizione italiana fresche e salutari.
Atlantia alla conquista del Perù PERÙ - Altantia starebbe gareggiando per rilevare la concessione di 3 tronconi di autostrade in Perù. Si tratta di un’operazione da circa mezzo miliardo di dollari. La società guidata da Giovanni Castellucci vorrebbe infatti rafforzare la sua presenza sulla costa del Pacifico, dove da anni è già presente in Cile.
SSP al Vancouver Airport CANADA - SSP Canada ha vinto una gara per la gestione di sei unità di food & beverage al Vancouver Airport. Il contratto fa parte di una delle quattro fasi di refreshment del terminal internazionale dello scalo canadese. I ristoranti copriranno una superficie di oltre 4.300 metri quadri.
Gatwick apre la self-service bag drop REGNO UNITO - Il London Gatwick Airport ha inaugurato una nuova area del terminal nord dedicata al self-service bag drop. Il progetto, costato circa 45 milioni di euro, rientra nell'ambizioso piano dello scalo di eliminare le code. Gli investimenti in tecnologia e innovazione sono una delle chiavi della strategia di crescita di Gatwick. I nuovi check-in automatici, infatti, aumentano la capacità da 3.000 a 4.350 passeggeri/ora.
Città del Messico, aeroporto ecosotenibile
Mosca fa poker
HMSHost serve caffè a Portland
RUSSIA - ha inaugurato a Mosca l'aeroporto Zhukovskij, nella piccola città di Ramenskoe. Lo scalo ha la particolarità di essere l'unico della capitale russa ad appartenere a investitori stranieri, nello specifico la società Ramport Aero, controllata dal gruppo lituano Avia Solutions. Gli investitori contano di ammortizzare l'investimento di 27 milioni di dollari nell'arco di sette anni facendo leva su quattro milioni di passeggeri l'anno e sulle attività retail non avio.
USA - HMSHost in partnership con JV Ventures ha ottenuto una concessione decennale all'aeroporto di Protland per i locali Starbucks. In particolare in autunno aprirà nella lobby landside nell'ala sud; in programma anche un'apertura in landside nell'atrio C e un terzo negozio Starbucks la cui apertura è prevista quest'inverno, nell'atrio E. HMSHost, inoltre, continuerà nella gestione del Rouge Ales Pub, un locale che offre birra, spirits e cucina, nell'atrio D, e il già esistente Starbucks nell'area A.
MESSICO - Un unico rivestimento coprirà la gigantesca struttura che lascerà passare luce e aria, raccoglierà l’acqua piovana e permetterà di ammirare gli aerei che decollano e atterrano all’aeroporto. Quando tra quattro anni il nuovo aeroporto internazionale di Città del Messico sarà ultimato, sarà uno dei più grandi del mondo, coprendo una superficie di oltre mezzo milione di metri quadrati. Ma sarà soprattutto l’aeroporto più ecosostenibile mai costruito. Anziché un insieme di terminal, l’aeroporto sarà un’unica gigantesca struttura.
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r&f Resoconto fiera
Mapic Italy, oltre le aspettative Chi era scettico, italiano e non, circa la buona riuscita della prima edizione di Mapic Italy si è dovuto ricredere. Oltre alla percezione molto chiara del grande volume di attività che ha caratterizzato la due giorni milanese (24-25 maggio presso il SuperstudioPiù di via Tortona), i numeri parlano chiaro: 1.400 partecipanti registrati provenienti da 35 paesi di cui 402 retailer nazionali e internazionali. Dati ben oltre le aspettative…
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ome da premesse, invece, illustrate nei mesi precedenti l’evento da Reed Midem, coadiuvata nell’organizzazione dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, Mapic Italy è stato un forte acceleratore di business. E se la ritrovata dinamicità del mercato italiano del retail real estate è il primo risultato da segnalare, dagli speech dei pro-
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tagonisti sono emersi contenuti e proposte che nei prossimi mesi troveranno forma attraverso nuovi sviluppi. «Il fatto che 402 retailer, provenienti da 35 Paesi, abbiano partecipato a Mapic Italy è la testimonianza dell’interesse internazionale che l’Italia può suscitare, se stimolato – afferma in una nota Massimo Moretti, presidente del CNCC – Abbiamo brand italiani, in particolar
modo nel campo della moda e del food, desiderati in tutto il mondo e Mapic Italy è stata un’opportunità straordinaria per mettere in luce le nostre eccellenze. Abbiamo creato infine una fortissima attenzione sul portafoglio del retail real estate italiano, esistente e in pipeline: Mapic Italy è stata una vetrina eccezionale per mostrarlo a investitori già presenti in Italia e ai molti interessati a investire in futuro». Il prossimo appuntamento per il comparto del retail real estate sarà al Mapic di Cannes (16-18 novembre), mentre l’appuntamento meneghino tornerà a maggio del 2017. Parola ai protagonisti: “big” retailer… Nella sala conferenze del Superstudio Più, sotto i riflettori, si sono alternati top manager di primarie catene na-
zionali e internazionali, cosi come di realtà distributive emergenti, di player specializzati nella gestione e commercializzazione di shopping mall nonché di società di investimento. Seguendo il palinsesto dell’evento, segnaliamo in primis la sessione dedicata ai retailer: «MAC conta 550 negozi in 79 Paesi, con superfici che oscillano tra 50 e 250 mq. Il target è composto dalle donne di 25 - 45 anni, con un potere d’ac-
quisto medio e medio/alto, e dai professionisti del settore – ha spiegato Gianluca Maffoni, corporate retail development manager, visual merchandising manager di Estee Lauder Italia – Il primo negozio in Italia è stato aperto nel 1997; nel 2012 siamo arrivati a quota 22; oggi inclusi i department store le presenze sono 62 e l’obiettivo è di arrivare a 100 entro il 2019». Cento punti vendita, ma entro il
2017, è l’obiettivo anche di Fabrizio Barale, expansion manager di Tiger Italia: «Il marchio danese conta 620 negozi in 28 nazioni con superfici che variano dai 250 ai 350 mq, per un fatturato di 480 milioni di euro. In Italia dal 2011, annovera 70 negozi tutti diretti (di cui l’ultimo in ordine cronologico aperto ad Arese)
con un turnover di 78 milioni di euro nel 2015. L’obiettivo è di arrivare a 100 shop entro il 2017 e – sottolinea il manager – per il momento non facciamo e-commerce». Ancora più alta l’asticella per Tally Weijl: «Abbiamo raggiunto quasi 800 negozi nel mondo, dislocati in 38 Paesi, per un fatturato di circa 400 milioni di euro. Il nostro format di punto vendita si orienta sui 150 250 mq. Nel 2014 abbiamo lanciato l’ecommerce a livello worldwide. Il brand si rivolge alla donna con un’età compresa tra i 15 e i 30 anni, molto attenta alla moda e al budget – ha spiegato Marco Dellapiana, country general manager del marchio svizzero – In Italia festeggiamo i 10 anni: nel 2006 abbiamo avviato lo sviluppo in partnership, mentre nel 2009 l’espansione diretta. Ad oggi contiamo 200 punti vendita, di cui 44 Dos, e proprio nel 2016 introduciamo il nuovo concept store. L’obiettivo è di arrivare a 400 entro il 2025». Mentre Parfois,
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sulla scia di quanto fatto all’estero, mira a una crescita estremamente rapida: «Siamo presenti in circa 50 Paesi con oltre 650 punti vendita, per un turnover di 250 milioni di euro – spiega Marco Almeida, senior international expansion manager di Parfois – In Italia siamo arrivati nel 2014 perché è un mercato che offre molte opportunità ma al contempo è difficile: al momento vi contiamo 12 negozi diretti, 2 corner all’interno di Coin e 6 franchising. L’obiettivo è di arrivare a 300 store entro il 2021, seguendo il ritmo adottato in Spagna, dove ne abbiamo aperti 250 negli ultimi due anni». …Il centro commerciale… Il Centro e Francesco Ioppi, responsabile sviluppo di Finiper, sono stati protagonisti anche a Mapic Italy. Sul palco, il manager ha sottolineato non solo come brand già noti alle gallerie commerciali abbiano portato ad Arese (MI) progetti architettonici diversi, ma anche come la nuova galleria ospiti operatori italiani, storici, come Bianchi Biciclette, o ancora marchi esclusivi come Locman che «ha aperto 9 negozi in giro per il mondo e ha scelto Il Centro per fare il decimo», piuttosto che Nespresso, al debutto in uno shopping mall. Senza contare le prime assolute per l’Italia, come l’opening di Primark e Lego. E i dati parlano chiaro: 1 milione di visitatori nei primi 17 giorni.
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…Gestori, commercializzatori… «Nonostante con la crisi si siano toccati i livelli più bassi tra il 2012 e il 2013, il prodotto centro commerciale italiano ha mantenuto una certa sta-
bilità. E nel 2015 si è tornati su valori leggermente più alti del 2012», ha spiegato Alessandro Mazzanti, ceo di CBRE Italia, durante la sessione Italy: land of opportunities. Determinanti «il dialogo continuo tra proprietà e conduttori per favorire la gestione delle gallerie; quindi la diminuzione dei canoni di affitto e la risalita dei valori nel 2016, parallelamente alla risalita dei fatturati. I centri primari, con le migliori location, sono quelli che hanno mantenuto
le performance migliori». Mazzanti ha poi sottolineato come manchi nuovo prodotto: «si è passati dai 4,8 milioni di mq del quinquennio 2003-2007 agli 1,4 di quello 2011-
2015». Sullo stesso tema ha insistito Massimo Moretti: «Dobbiamo lavorare sugli sviluppi post crisi per creare mall di nuova generazione e il tavolo con l’Agenzia del Demanio è foriero di qualcosa di positivo: dobbiamo portare i centri commerciali all’interno delle città, creando quindi valore aggiunto per tutti». E se qualcuno avesse dubbi sul futuro del cosiddetto brick&mortar, Pierre Marin, ceo di JLL Italia, ha confermato che «lo spazio fisico resterà. Il lusso e i prime brand continueranno ad abitare i centri storici delle città, almeno in Italia». Riferendosi alle gallerie commerciali, il top manager ha poi elencato una serie di fattori da tenere in considerazione per restare competitivi sul mercato: tra questi i fondamentali economici, la connettività, la diversità di offerta, la presenza di food&beverage, la responsabilità ambientale e gli aspetti culturali. Sono seguiti gli interventi di Claudia Boni, head of real estate di OVS, che ha spiegato come il Gruppo abbia aperto lo scorso anno 150 negozi, coprendo anche mercati meno noti o meno abitualmente frequentati dagli investitori istituzionali, e di Edoardo Favro, managing director di Gallerie Commerciali Italia, che ha parlato di restyling e ampliamenti già completati, con ottimi risultati sulle performance come nel caso degli Auchan di Mestre (VE), Casamassima (BA) e Vimodrone (MI), e di altri pianificati, tra cui Bussolengo (VR) e Fano (PU). Fabio Porreca,
di sviluppo che include format più piccoli come chioschi e soluzioni mobili; Fiorito, franchising dall’investimento contenuto improntato su fiori e piante, con 14 locali e l’obiettivo di arrivare a 20 entro fine anno, presente sia nei centri città sia nella gallerie; i’amme, sviluppato da Gruppo Garofalo, partendo dalla mozzarella di bufala campana Dop propone soprattutto pizza, pasta e insalate. Partito nel travel retail con format superiori ai 100 mq, da ultimo lo store di Torino Caselle, punta alle stazioni – next stop Roma Termini – e ai centri commerciali; Indipendent State of Coffee, che serve non solo la bevanda nera ma anche pasti veloci e di qualità in spazi di relazione, grazie all’accordo con Gabetti punta ad avere 100 locali entro il 2026 con uno sviluppo all’estero a partire dal 2020; Out of Gluten, che ha lo scopo di creare la prima catena di gastronomia e bistrot senza glutine dando molta importanza alla si-
ceo di Svicom, adducendo esempi concreti ha insistito su un tema fondamentale a Mapic Italy: le performance dei mall nel Sud Italia, non sempre inferiori a quelle dei centri a Nord, e la necessità di avvicinarvi investitori internazionali. …nuovi concept… Accanto allo sviluppo delle grandi catene, la ripresa passa anche attraverso la nascita di nuovi retailer, che più facilmente possono accogliere le innovazioni tecnologiche e fare propria la grande sfida della multicanalità. A Mapic Italy ne sono stati presentati dieci, otto dei quali inerenti al comparto food. In ordine di presentazione: Chiedilo al Far-
macista, che al momento conta 4 punti vendita presenti sia nei centri città sia negli shopping mall con metrature comprese tra i 60 e i 90 mq, il cui obiettivo è di crescere con altrettanti store attraverso un progetto in franchising; Dulcis, caffetteria siciliana contemporanea, annovera 3 locali a Milano, di cui il primo avviato nel 2013, con metrature dai 60 ai 90 mq e un progetto
curezza e alla qualità delle materie prime, ha aperto il suo locale pilota nel 2013 ed è pronta per espandersi sia in Italia sia all’estero; PIE Pizza Italiana Espressa, contando sull’esperienza della stessa proprietà di Cioccolatitaliani, fa il suo esordio a Il Centro di Arese su una location di 400 mq proponendo valori legati all’artigianalità, all’autenticità e al made in; That’s Pro-
sciutto, che si prefigge di colmare una lacuna di prodotto nel panorama della ristorazione italiana, ha aperto un primo locale a Milano pensando di entrare in un secondo momento in shopping mall e stazioni con una proposta ampia e veloce; That’s Vapore, con al centro il cestino e un metodo di cottura sano che non produce grassi, ha un format adattabile che varia dai 70-80 mq per le foodcourt ai 120130 mq per i locali tradizionali, mentre il target è composto soprattutto da donne e colletti bianchi; Visibilio, gelateria che fa leva sulla preparazione a vista ottenuta grazie a un particolare macchinario e su un prodotto con il 40% di zuccheri in meno, presenta un format chiosco e uno più ampio che include caffetteria, per uno sviluppo nato nel 2015 e che ha tra gli obiettivi Milano, Roma e il Bahrein. …e investitori In uno scenario nazionale caratterizzato dalla mancanza di nuovo prodotto, come anticipato, valorizzare il Sud è determinante per attrarre l’interesse di investitori internazionali. E a tal proposito il messaggio è chiaro: «Per gli operatori che cercano di monetizzare attraverso exit strategy il Sud non è il primo mercato – ha spiegato Paulo Sarmento, principal di Meyer Bergman – mentre se il portfolio è esteso allora non ci sono problemi, dato che il rendimento sull’investimento è di solito molto elevato». Sandro Campora, country manager Italy di CBRE Global Investors, tra i vari ambiti ha toccato anche quello delle ristrutturazioni «che hanno rigenerato alcuni centri commerciali i quali ora vengono riproposti sul mercato» e delle necessità di seguire le evoluzioni del comparto potenziando l’offerta food&beverage e riducendo le metrature degli ipermercati. Tuttavia se da una parte «lo sviluppo sta ripartendo, e alcune grandi iniziative in pipeline lo dimostrano, talvolta mancano le dimensioni. Perché il mercato chiede progetti “giganteschi”», chiosa Mario Pello, head of investment, Italy, di TH Real Estate.
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Dossier shopping mall prima pietra
Parma Urban District,
prossimo al groundbreaking
In portfolio a Sviluppi Immobiliari Parmensi (Gruppo Pizzarotti) il futuro complesso retail da circa 75mila mq di Gla e 170 negozi vedrà l’avvio dei lavori entro l’anno, con una prospettiva di taglio nastro compresa tra il 2018 e l’inizio del 2019. L’obiettivo di CBRE: portarvi tutti i big, a partire dai newcomer brand
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a ripresa del comparto italiano del retail real estate passa anche e soprattutto attraverso lo sblocco degli sviluppi che durante la crisi erano finiti in stand by per i motivi più noti: contrazione dei consumi, stretta del credito, mancanza di equity o solamente tanta prudenza e diffidenza da parte di developer, investitori e retailer. In attesa che vengano portati sul mercato prodotti realizzati ex novo, ma ci vorrà ancora un po’ di tempo, le migliori iniziative pre-crisi dotate di licenze commerciali e spinte da promotori solidi conquistano la scena, riproponendosi con elementi con-
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temporanei e innovativi. Una di queste è Parma Urban District promosso da Sviluppi Immobiliari Parmensi: accreditato di tutti i permessi, sia edilizi sia commerciali, il progetto dopo una lunga gestazione ha ripreso slancio in virtù dell’acquisizione da parte di Gruppo Pizzarotti delle quote in possesso a Coopsette. L’investimento totale, che comprende anche la realizzazione della strada che gira attorno le strutture e ancora del silos parcheggi multipiano, è quantificato in circa 280 milioni di euro. Proseguendo sui numeri, il complesso si compone di due corpi: uno shop-
ping centre da 52.500 mq di Gla e un parco commerciale, che potrebbe essere costruito in due step, da 22.500 mq complessivi. Il primo conta tre livelli, con quello più elevato dedicato a intrattenimento e ristorazione, mentre il retail park sarà solo parzialmente distribuito su due piani, con il secondo anch’esso destinato a food e intrattenimento. Il nuovo concept, disegnato da Design International e dallo studio Di Gregorio Associati, prevede una piazza esterna per spettacoli all’aperto circondata da ristoranti e una strada urbana interna protetta da una copertura vetrata leggera. Le linee
fluide del master plan legano visivamente le facciate con i percorsi disegnati sulle pavimentazioni e mettono un complesso sistema di parcheggi in contatto tra di loro. Un fil rouge che collega spazi interni e spazi esterni. Il progetto presenta inoltre tre facciate: una verso l’A1, lungo cui Parma Urban District godrà di un lungo fronte, una sul lato verso il casello autostradale e una perpendicolare alla viabilità che conduce a Le Fiere di Parma (via delle Esposizioni). Inoltre la struttura poggerà interamente sul livello terreno e vanterà più ingressi, mentre i parcheggi (5.148) saranno distribuiti a raso at-
Pier Luigi Paolettoni
torno al building e nel silos multipiano posto sull’unico “retro” – nel lato che guarda l’ente fieristico – che servirà tutti i livelli del centro, rendendo indipendente l’area della foodcourt e dell’intrattenimento nelle ore serali.
Rispetto agli interni, l’idea è realizzare pozzi di luce, piazze e percorsi con alberi e scale mobili: tutti elementi scenografici che, intrecciandosi, produrranno un effetto teatro rivolto soprattutto a coloro che passeggiano
NOME PROMOTORE COMMERCIALIZZAZIONE PROGETTAZIONE INVESTIMENTO TIPOLOGIA LOCALIZZAZIONE GLA/MQ LIVELLI COMMERCIALI TOTALE UNITÀ TOTALE MEDIE E GRANDI SUPERFICI UNITÀ FOOD ÀNCORA ALIMENTARE/GLA INTRATTENIMENTO POSTI AUTO
PARMA URBAN DISTRICT SVILUPPI IMMOBILIARI PARMENSI (GRUPPO PIZZAROTTI) CBRE DESIGN INTERNATIONAL – DI GREGORIO ASSOCIATI CIRCA 280 MILIONI DI EURO CENTRO COMMERCIALE + RETAIL PARK EXTRA URBANA 75MILA (52.500 MQ IL CC - 22.500 MQ IL RP) 3 CIRCA 170 15 (CENTRO COMMERCIALE) 27 SUPERSTORE IN DEFINIZIONE DA CIRCA 3MILA MQ PIAZZA EVENTI, FEC, BOWLING 5.148
© Edifis Intelligence
Il progetto in pillole
al piano terreno, i quali avranno sempre la visibilità sui negozi posizionati al livello superiore. Sul fronte dell’ecosostenibilità, si punta alla certificazione Leed. La configurazione originaria prevedeva invece che la struttura del centro commerciale fosse rialzata, con sotto i parcheggi, e che disponesse di un’unica facciata rivolta verso il retail park, il quale a sua volta sarebbe stato distribuito lungo i lati del mall, con al centro un lago. Ridefinito dunque l’assetto proprietario, in un contesto macroeconomico più favorevole, e il layout, il progetto a nord di Parma nell’area Ex Salvarani dovrebbe vedere l’inizio del cantiere già a fine anno, dopo che il Comune di Parma avrà dato l’ultimo via libera. Da allora si stimano circa 24 mesi di lavori. Contemporaneamente ha preso forza la commercializzazione, portata avanti in esclusiva da CBRE sin dalla presentazione del progetto diversi anni fa. Proprio con Pier Luigi Paolettoni, senior leasor nonché head of development projects di CBRE, abbiamo parlato per informarci sulle ultime novità. Obiettivo medie superfici, più una grande Entro ottobre CBRE vorrebbe completare l’assegnazione delle principali insegne, 14 di dimensioni non superiori ai 2.500 mq di vendita e una di 6.400 di Gla, appena sotto i 5mila mq di vendita. Tra queste anche l’àncora alimentare, probabilmente un marchio italiano di grande appeal sul territorio, che dovrebbe posizionarsi al livello terreno su una metratura non superiore ai 3mila metri quadri. L’unità dedicata all’alimentare resterà in quota a Sviluppi Immobiliari Parmensi, che sarà quindi proprietaria
al 100% sia del mall sia del parco commerciale, favorendo di fatto una possibile vendita futura dell’asset. Rispetto alle principali posizioni in seno alla galleria, nonostante la planimetria sia ancora soggetta a piccole variazioni, al ground floor si avranno sicuramente l’alimentare e due medie superfici laterali. Al piano di sopra, speculari come posizioni, altre due medie – con possibilità di collegamenti interni – e ulteriori due medie nell’unità esattamente sopra il superstore. Ma soprattutto si annovera la grande unità su tre livelli. Questi i cardini su cui poggia l’attività di leasing nel breve termine: «Da fine gennaio abbiamo avviato la commercializzazione e stiamo trattando con tutte le principali realtà nazionali e internazionali dell’abbigliamento, delle calzature e dell’elettronica. L’obiettivo è avere non tante novità per il mercato Italia ma di comporre una galleria molto qualificata in termini di insegne, cercando di selezionarle di livello medio e medio/alto, con una forte riconoscibilità del marchio e con un buon rapporto qualità prezzo. Non vogliamo infatti realizzare l’ennesimo centro commerciale ma il centro commerciale dell’Emilia Occidentale – ci illustra Pier Luigi Paolettoni – In questo momento lo spazio è ragionato con 14 medie superfici, tutte inferiori ai 2.500 mq di vendita, conducendo un preciso lavoro di taglia e cuci, e con una sola grande unità. Rispetto a quest’ultima l’intenzione è di portarla sui 6.400 mq di Gla, in tre livelli. È da qualche mese che ci stiamo lavorando per arrivare a una maggiore definizione della trattativa. Entro l’anno dovrebbero essere definite le medie superfici e vorremmo utilizzare il Mapic di Cannes per mettere sul mercato il centro commerciale nelle piccole strutture di vendita». Altrettanto interessante, ma ancora presto per trarre considerazioni, la parte dedicata alla ristorazione: complessivamente il Parma Urban District ospiterà 27 unità food, circa il 15% rispetto al numero totale dei negozi e il 13% guardando alla Gla. Un dato, quest’ultimo, che recepisce le nuove tendenze legate all’incremento del food nei centri commerciali, che vedono l’asticella superare il 10% della su-
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Dossier shopping mall prima pietra perficie lorda affittabile. E sarà tutta all’interno, senza che vi sia la possibilità di realizzare una casetta drive sul parcheggio esterno, «perché la foodcourt dovrà essere volano per irrorare tutti e tre i livelli – ha specificato Paolettoni – ci saranno sia ristoranti con servizio al tavolo di 400/500 mq sia spazi di ristorazione promiscua, quindi aree comuni dove far mangiare il cliente. Abbiamo già ricevuto proposte in linea con le nostre aspettative da qualche catena». Nel merito delle posizioni della ristorazione, si pensa di inserire al piano terra 2 o 3 bar/gelateria, al primo piano del retail park del leisure e 5/6 attività di fast food, mentre tutte le altre saranno comprese nella foodcourt al secondo piano. Tra le varie soluzioni legate all’intrattenimento si ipotizzano un Fec e un bowling, ma anche su questo fronte le decisioni saranno prese in un secondo momento. Tra i servizi, ci sarà spazio per una clinica dentale. Dominante nel bacino «Sono tante 27 ristorazioni su Parma, ma valutiamo con interesse i flussi
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autostradali, verso cui, sfruttando l’ampia visibilità sull’A1, vorremmo comunicare una proposta food legata al territorio immediatamente raggiungibile uscendo dal casello», ha puntualizzato Paolettoni. Seppur rappresenti un’interessante opportunità in termini di flussi aggiuntivi, non è ovviamente l’autostrada il punto di riferimento per calcolare il bacino d’utenza: «Dall’analisi realizzata da Sincron Inova emerge che nei 45 minuti di percorrenza in automobile vivono 764mila residenti, che si caratterizzano per un reddito pro-capite e una predisposizione alla spesa superiori alla media nazionale». Sfruttando la location in prossimità delle fiere e soprattutto dell’A1, nonostante le metrature non siano equiparabili a quelle di altri mall in via di sviluppo o di recente inaugurazione, l’obiettivo di CBRE è intercettare flussi anche dalle province limitrofe, come Piacenza, Cremona, Mantova e Reggio Emilia, che a Parma Urban District potranno trovare in un’unica location marchi non presenti sul territorio o ubicati in vari punti nei
centri storici delle città. Rispetto al bacino di Parma, invece, l’unico competitor paragonabile per dimensioni, ancorché inferiori, è il Pr Parma Retail, che conta oltre 40mila mq di Gla ma manca al momento di un’àncora alimentare; mentre i più consolidati Centro Torri (16.531 mq) ed Eurotorri (17.500 mq), seppur meglio localizzati in quanto affacciati direttamente sulla tangenziale nord, scontano me-
trature ridotte oltre a un layout datato. L’Eurosia, infine, insiste su un bacino di prossimità nel quadrante sud della città. «Le insegne cercano un centro che sia dominate nel territorio – ha chiosato il manager – per cui non è escluso che alcune di loro possano candidarsi per spostarsi ed entrare nel nuovo Parma Urban District». la redazione
r&f L’evento
Retailer (day) sotto i riflettori di Arese L‘
attesa era tutta per Primark, il brand irlandese di fast fashion che all’estero e da due mesi anche in Italia, ad Arese, sta segnando numeri da record. La defezione all’ultimo momento ha tolto sì “metri quadrati” ai contenuti ma non la qualità dei relatori e delle aziende rappresentate: i marchi presentati alla scorsa edizione del Retailer Day (16 giugno presso Il Centro) spaziavano da imprese storiche italiane come Bianchi Biciclette, al debutto nel canale degli shopping center, a eccellenze del food made in Italy come Cioccolatitaliani, anch’esso alla prima nei mall, passando per i fiori e le soluzioni per il giardinaggio di Viridea, sino a un campione del fast food americano, KFC, e addirittura a un gruppo ospedaliero privato, Humanitas. Tutti hanno in comune il loro ingresso presso il gigante sviluppato da Finiper, che in soli 17 giorni dall’apertura aveva già raggiunto il milione di visitatori per poi superare i 2 milioni nel giro di qualche settimana. Ma se i primi quattro citati sono retailer esperti, anche se nuovi o quasi per il canale italiano dei centri commerciali, l’ultimo rappresenta una vera innovazione: “una boutique” che eroga servizi sanitari studiati per un cliente, non per un paziente, con un concept creato ex novo. In realtà il concetto di benessere ha già fatto breccia da anni nei centri commerciali, a partire dalle numerosissime cliniche dentali sino ad arrivare per esempio al Corpore Sano Smart Clinic: struttura sanitaria italiana all'interno de "Le Due Torri" di Stezzano (BG), nata dall'iniziativa del Gruppo Ospedaliero San Donato (18 ospedali, 17 in Lombardia, tra i quali l'IRCCS Ospedale San Raffaele). Ma facciamo un passo indietro: la giornata di lavori organizzata dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali si è aperta con l’introduzione di Massimo Moretti, presidente del CNCC, che tra i vari temi ha toccato quelli del dialogo tra proprietari e gestori con i tenant, non solo per fini contrattuali ma anche e soprattutto di contenuto rispetto alla singole proposte, e della necessità di sviluppare sempre nuove formule commerciali. La mattinata ha alternato momenti - a parer nostro interessanti ad altri meno incisivi, pensando a un auditorio specializzato, e si è conclusa con l’intervista
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al padrone di casa, Francesco Ioppi di Finiper. Il manager, oltre a ribadire concetti già emersi nel turbinio mediatico delle settimane precedenti e successive il taglio nastro del complesso di Arese, si è soffermato sugli aspetti innovativi de Il Centro: l’iper affianca alla vendita la produzione e la somministrazione, per un’esperienza di acquisto totalmente rinnovata, e lascia alla galleria il ruolo di protagonista, diventandone una delle varie anime, come può essere Primark per il non food; il mall e la pista insistono su un’area di 800mila mq, il 40% circa rispetto a una disponibilità di 2 milioni di mq, per cui in futuro non si escludono nuove evoluzioni. Arrivando quindi alla sessione pomeridiana, risalta lo scontrino medio comunicato da Corrado Cagnola, ad di KFC, rispetto al locale di Arese: 15 euro, molto più alto degli 11,50 euro medi che si registrano negli altri punti della catena in Italia, per un target di consumatori che spazia dalle famiglie ai gruppi di amici. Ottime performance anche per lo store dello storico marchio di biciclette,
che a Il Centro su una superficie di 150 mq fattura come nel proprio flagship di Bergamo; tra le difficoltà iniziali, invece, la gestione degli orari di apertura e dei turni, oltre a un flusso di visitatori decisamente più elevato che negli altri negozi. La location nella terrazza del mezzanino che dà sulla fashion court è stata la scommessa di Cioccolatitaliani: la posizione, una destination, ha imposto la definizione di un layout specifico. L’elaborazione di un layout ad hoc è stato un fattore fondante anche per Viridea, che rispetto ad altri punti vendita ha dovuto individuare una soluzione di compromesso riducendo il vivaio esterno e gli spazi in generale: dopo una partenza caratterizzata da uno scontrino medio molto più basso che negli altri store, le performance sono salite sino a 25 euro a battuta, oltre a evidenziarsi dinamiche merceologiche differenti tra cui la vendita di prodotti alimentari che ben si legano con il concetto di natura. E per tornare a Humanitas, la prima rivoluzione è stata quella di portare un’hostess all’accettazione al posto dell’infermiera. Sullo sfondo, in questi casi e in tutti gli altri di Arese, la regia di Finiper attraverso il già citato e sempre più auspicato dialogo con il retailer. A.P.
r&f Green retailer
Share: abbigliamento usato con grande dignità
“Q
uanto meno abbiamo più diamo. Sembra assurdo però questa è la logica dell'amore". Madre Teresa di Calcutta. Questa è una delle frasi importanti che appaiono sulle pareti del primo negozio italiano di abbigliamento dedicato all'usato progettato e diretto dalla cooperativa Vestisolidale e dal loro nuovo brand Share. Il progetto, con già tre punti di vendita aperti a Milano, Varese e prossimamente a Lecco e Napoli, è finalizzato al recupero di indumenti, scarpe e borse usati attraverso i cassonetti per la raccolta di questo materiale. I capi provengono anche da tutta Europa e sono pezzi unici e di alta qualità. L'identità della cooperativa si manifesta attraverso
lavoro dignitoso può aiutare. Qui si vive la necessità di valorizzare beni inutilizzati che sovrabbondano nelle nostre case, come gli abiti usati, a volte mai messi e la ricerca di opportunità lavorative per persone provenienti da settori della società meno fortunati che nel lavoro possono trovare una nuova speranza di vita. Gli obiettivi del progetto che mi ha esposto Carmine Guanci, presidente di Vestisolidale, sono un'occasione immediata e gratuita di educazione contro il consumismo usa e getta, con particolare attenzione al riciclaggio come trasformazione dello spreco in risorsa, una seria e concreta opportunità per creare nuovi posti di lavoro per persone svantaggiate e una valida proposta alla co-
la tutela dell'ambiente creando nuova occupazione per fasce deboli di popolazione italiana e straniera e anche, come avviene in Inghilterra e in USA, rivolgendosi a tutti i ceti della popolazione che vogliono sfidare le convenzioni e vestirsi con pochi soldi con capi usati ma perfettamente selezionati e bene esposti nei negozi; negozi che, per la loro bellezza e per la loro cura di immagine, capi, etichette ed espositori, possono essere paragonati ai migliori retailer della moda per bellezza, ordine, immagine e presentazione. In ogni shop operano un professionista e una persona da recuperare tra quelle che vivono in un disagio sociale che un
munità cristiana e civile di partecipazione a progetti di solidarietà che da sempre caratterizzano e qualificano la Caritas Ambrosiana. Il brand Share – condividere – si propone di usare la moda per donare. Share è un’iniziativa totalmente no profit, che destina i ricavi a progetti di solidarietà di Consorzio Farsi Prossimo Onlus. Share ti chiede di condividere il rispetto per l'ambiente e l'attenzione a chi è in difficoltà. I prezzi dei capi vanno perlopiù da 1 a 12,50 euro e l'abbigliamento bambino da 3 a 5 euro. Bellissime le camicie uomo a 5,90 euro. Ordinate, pulite, stirate e ben esposte. A Milano troviamo
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Share in viale Umbria 52 e uno più piccolo in via Padova 36. Il concept design non ha niente da invidiare ai grandi brand della moda: i colori sono vivaci, le frasi celebri selezionate con cura, gli espositori con carrelli ferroviari perfettamente in linea con l'idea del riciclo come pure una grande pesa con sacchi di iuta che ne abbellisce lo spazio. Facile da girare, una segnaletica chiara, la divisione dei settori, uomo-donna-bambino, è comprensibile, immediata e riconoscibile al primo sguardo. Ogni capo è etichettato con il suo giusto prezzo e ogni complemento d'arredo è ben scelto e originale. Share ha tutte le carte in regola per diventare un negozio di riferimento per i suoi capi e per lo spirito che lo anima. Su 100 Kg di raccolta solo 3 Kg vengono selezionati per qualità e originalità e questo già nei primi mesi ha dato i suoi risultati con ingressi giornalieri che vanno dalle 180 alle 200 persone al giorno. Il personale è assunto regolarmente e l'iniziativa è stata supportata dalle fondazioni Unicredit e Cariplo che hanno dato fiducia a un piano intelligente e coraggioso che potrebbe presto espandersi in tutta Italia e anche in altri Paesi se il progetto avrà il successo che si merita. Share risponde in pieno a tutte le regole che detta il mondo del fashion: eleganza, semplicità, visibilità dei capi, camerini semplici ma comodi, prodotti ben ordinati, prezzi dettagliati e chiari, vetrine accattivanti, stagionalità regolata dal ritmo di avvicendamento costante degli abiti, colori di environmental graphics appropriati e un visual merchandising in linea con il senso del passato e dell’usato, ma rifatto seguendone tutti i dettagli in modo creativo e materico. Un progetto pensato da un architetto, Stefano Cellerino, capace di interpretare nello spazio tutte le logiche e le aspettative del fashion retail, mantenendo per sé un basso profilo, ma donando al concept quello spirito e quell’anima del brand che solo chi sa disegnare retail sa fare. Alberto Pasquini chairman & founder di Crea International
r&f Analisi mercato
Le donne fanno di nuovo shopping La moda donna secondo i dati preconsuntivi del 2015 di Sistema Moda Italia dovrebbe crescere del 2,8%, a 12,8 miliardi di euro. L'export aumenta del 4,7% su base annua con Francia, Regno Unito, Spagna, USA e Hong Kong che crescono a doppia cifra. Migliora il mercato interno con il tasso di decremento del sell-out che passa da -3,7% a -2,1%
P
er il secondo anno consecutivo l’industria italiana della moda femminile (nella presente accezione comprensiva di vestiario esterno, maglieria, camiceria e abbigliamento in pelle) risulta caratterizzata da una dinamica di segno positivo, riconducibile in larga parte alle performance oltreconfine. Secondo le stime preliminari elaborate da SMI, il giro d’affari settoriale dovrebbe raggiungere un incremento pari al 2,8% salendo a oltre 12,8 miliardi di euro. E se da un lato il mercato estero è risultato favorevole durante tutto l’anno portando le vendite estere a coprire il 60% del turnover di comparto, dall’altro il mercato interno palesa un deciso miglioramento rispetto ai gravosi risultati del più recente passato. Relativamente al mercato italiano la moda femminile presenta, infatti, un nuovo miglioramento del tasso di decremento del sell-out che tuttavia resta in territorio negativo: dal -3,7% del 2014 passerebbe infatti
L’industria della Moda Femminile italiana (2009-2015*) (Milioni di euro correnti) 2009
Fatturato
Consumi finali(*)
2014 2015(*) 12.819
0,0
-1,0
2,5
2,8
7.523
7.646
7.846
7.816
7.710
7.682
0,3
1,6
2,6
-0,4
-1,4
-0,4
6.039
6.677
6.828
7.024
7.354
7.683
10,6
10,6
2,3
2,9
4,7
4,5
3.420
3.791
4.100
3.792
3.677
4.013
4.297
10,6
8,2
-7,5
-3,0
9,1
7,1
2.041
2.247
2.576
3.037
3.347
3.341
3.387
13.650 13.188 12.675 12.024 11.173 10.760
10.539
7.501
5.461
Var. % Saldo commerciale
2013
4,1
Var. % Importazioni
2012
2,9
Var. % Esportazioni
2011
11.464 11.801 12.286 12.292 12.170 12.473
Var. % Valore della produzione
2010
Var. %
-3,4
-3,9
-5,1
-7,1
-3,7
-2,1
Indicatori strutturali (%) Esportazioni/Fatturato
47,6
51,2
54,3
55,6
57,7
59,0
59,9
Importazioni/Consumi alla prod.
40,1
46,0
51,8
50,5
52,7
59,7
65,2
Fonte: Stime SMI su dati ISTAT, Sita Ricerca e Indagini interne (*) - Stime
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Analisi mercato La struttura distributiva: analisi per canale (% sui consumi complessivi in valore) 44% 2% 4% 5% 5%
14%
26%
Totale dettaglio
Catene/Franchising
GDO
Ambulante
Outlet/Negozio stokkista
Sito Internet/On-line shop
al -2,1 per cento. Guardando ai mercati esteri, come accennato in precedenza, l’export della moda femminile italiana ha sperimentato una prosecuzione del trend positivo, sapendo peraltro mantenere il di-
Altri canali
Fonte: SMI su dati Sita Ricerca
screto ritmo evidenziato già nel 2014: su base annua, il fatturato estero dovrebbe infatti archiviare una crescita del 4,5%, avvicinandosi complessivamente a quota 7,7 miliardi di euro. Anche l’import di
moda donna resta sempre caratterizzato da una variazione positiva, facendo segnare una crescita stimata nell’ordine del 7%; l’import di comparto si porta, quindi, sui 4,3 miliardi.
«Nel 2016 circa 100 nuove aperture in oltre 20 Paesi» Intervista rilasciata dal management di Gruppo Teddy Come procede il mercato per il Gruppo Teddy? Il 2016 sarà un anno in cui l’azienda continuerà la sua espansione. Prevediamo di realizzare nel corso dell’anno circa 100 nuove aperture in oltre 20 paesi. Il Medio Oriente e l’Asia sono al centro dello sviluppo di Teddy con il mercato italiano che rimane comunque sempre molto importante. Tra le nuove aperture possiamo citare 4 nuovi negozi in Francia che arriveranno entro la fine del 2016. Con i vostri brand: Terranova, Rinascimento, Calliope e Miss Miss quali canali penetrate? Qual è il più redditizio? Terranova e Calliope sono distribuiti in centri commerciali, parchi commerciali e centri storici. Rinascimento a livello retail in centri storici e centri commerciali. Il criterio comune è che devono essere sempre location con un buon passaggio pedonale o di veicoli. Rinascimento e Miss Miss sono distribuiti anche all’ingrosso in boutique e department store. Il travel retail non c’è non per scelta, ma per la mancanza ad oggi delle giuste opportunità.
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Utilizzate anche la formula del franchising? Per tutti i marchi? Prediligete la formula del franchising o della gestione diretta? Il Gruppo Teddy si distingue per avere definito un modello nell’organizzazione retail e wholesale, basando il proprio business sulla partnership, una modalità che nasce dalla nostra cultura di impresa. Da un lato c’è il franchising in conto vendita dove è fondamentale la relazione con l’imprenditore e che prevede il conto vendita, un margine costante e garantito sull’incasso del punto vendita e servizi a 360°. Dall’altro c’è la distribuzione wholesale realizzata in partnership con i distributori. Riguardo al franchising noi diciamo che non è solo una formula di business, ma identità del nostro gruppo. Che clientela intercettate con i vostri marchi? Il Gruppo Teddy si rivolge con Terranova a una clientela giovane a cui propone uno stile fresco e solare. Calliope è pensato per una donna tra i 25 e 40 anni e
propone uno stile glamour light, per un uomo e una donna che vogliono vestire alla moda, ma senza eccessi. Rinascimento e Miss Miss sono il vero pronto moda made in Italy: Rinascimento è un marchio chic e rock allo stesso tempo, femminile ma con grinta. Miss Miss si rivolge invece a una donna versatile, che si diverte a mixare gli stili ottenendo un look trendy ma sempre con un tocco personale. Parlando di fatturati, che numeri fate? Nel 2014 il gruppo ha fatturato 550 milioni di euro, con una crescita del 9% rispetto al 2013. I bilanci del 2015 registrano un leggero incremento del fatturato e risultati estremamente positivi in termini di redditività. Quali sono secondo voi le logiche da adottare oggi per costruire un brand di successo e che sia redditizio nel tempo? Potrebbe sembrare banale ma sicuramente mettere al centro di ogni obiettivo, decisione e azione il cliente.
L'export traina... Secondo i dati ISTAT ad oggi disponibili, relativi al periodo gennaio-novembre 2015, l’interscambio con l’estero di moda donna vede ancora, come nel 2014, import ed export muoversi in area positiva. L’export, proseguendo nel trend favorevole già sperimentato a partire dal biennio 2013-2014, accelera al +4,7% su base annua, superando nel periodo in esame i 7,4 miliardi di euro. Contestualmente l’import si mantiene in crescita, pur su ritmi lievemente inferiori a quelli dello scorso anno, archiviando una variazione del +7,5% e portandosi così a quota 4,5 miliardi. Analizzando le performance per macro-area geografica, si rileva una crescita delle esportazioni con riferimento alla UE, che nei primi undici mesi del 2015 chiude con un’accelerazione al +8,7% (concorrendo così al 52% del totale di comparto venduto oltreconfine),
«Un negozio I am può fatturare fino a 2 milioni di euro» MICHELE VARISCO, retail manager di I am A quale clientela si rivolge il brand I AM? Ci rivolgiamo a un target giovane ma che arriva tranquillamente ai quarant'anni, anche cinquanta se portati bene. È uno stile essenziale, pulito, con un posizionamento fast fashion con prezzo medio di 28 euro. Ogni settimana abbiamo nuove collezioni e produciamo quasi tutto in Italia. In questo range, qual è la vostra cliente tipo? Sulla base di ricerche effettuate internamente, abbiamo individuato la nostra cliente tipo in una una 35/40enne attenta, curata, abbastanza sobria, e che utilizza colori di stagione. Quanti negozi avete a oggi e quali canali penetrate?
A settembre arriveremo a quota dieci. Operiamo sui centri commerciali, centri storici e qualcosa fuori dai centri. Per quanto riguarda i centri commerciali siamo a Il Centro ad Aerese, a Euroma2 e presto sarà la volta di Brescia Ikea Roncadelle. Tutti i nostri negozi sono di circa di 120/140 metri quadri. Avete mai pensato al travel retail? Per ora non ci abbiamo ancora pensato. Siamo un brand piuttosto giovane, nato nel 2010, quindi per ora ci muoviamo nei canali più semplici. Il travel retail richiede una presenza consolidata nel settore. Utilizzate la formula del franchising? A oggi no. È tuttavia un pensiero che abbiamo, ma è uno sviluppo che potrà avvenire in futuro, non adesso. Come procede il settore delle vendite? Bene, il nostro trend è positivo dal 2010,
ed è stato proprio questo a spingerci ad aprire altri monomarca. Abbiamo chiuso il 2015 con quasi il 38% in più di fatturato sul 2014, frutto anche delle nuove aperture. Diciamo che un nostro negozio può arrivare a fatturare 2 milioni di euro. Come fidelizzate la cliente? A parte i corsi in academy I am a Roma per insegnare ai dipendenti il miglior servizio alla clientela, abbiamo newsletter, shop online e una particolare attenzione nei confronti delle clienti affezionate. Per quanto riguarda la multicanalità? Innanzitutto c'è parallelismo tra l'uscita delle collezioni nello store fisico e su quello online; inoltre, molte clienti acquistano online e vanno a ritirare i vestiti in negozio. Progetti futuri? In futuro apriremo a Piacenza e a Brescia al centro commerciale. A inizio 2017 sarà la volta di Verona al centro commerciale Adige poi città storiche come Torino, Firenze, Venezia, ecc...
mentre l’export extra-UE non va oltre al +0,7%. Nel caso dell’import, l’approvvigionamento extra-europeo, che assicura il 56,9% del totale, cresce del 10,6%, mentre quello intraUE presenta un aumento più moderato, pari al 3,6 per cento. In ambito UE, la Francia, primo mercato di sbocco della moda femminile made in Italy con una quota dell’11,4%, cresce del 3%, mentre la Germania del 7,5 per cento. Il Regno Unito conferma i ritmi double-digit del 2014, archiviando un +14,4%. La Spagna, invece, accelera in maniera significativa con un +21,7 per cento. Uscendo dal Vecchio Continente mostrano una crescita superiore al 20% sia gli Stati Uniti sia Hong Kong; in termini assoluti, il loro incremento (+199 milioni di euro) permette di compensare le perdite accusate dalla Russia (-32,6%, corrispondente a -202 milioni di euro). Bene anche gli altri mercati asiatici, pur su livelli ben più contenuti: il Giappone inverte finalmente il trend e cresce del +2,8%, mentre Cina e
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Analisi mercato «Piazza Italia è il brand della gente comune» GIANCARLO ARCELLA, responsabile commerciale di Piazza Italia
un tasso di crescita del 2% like for like rispetto alla scorsa primavera/estate. Le collezioni hanno una costruzione complessa Come procedono le vendite del settore ripartendosi all’interno dei mood che idendonna? tificano il cliente target (o la destinazione Il settore donna resta quello più dinamico d’uso) tra componente basic e quella di e dalle performance più altalenanti. Dopo pronto moda. alcune stagioni dove la cliente sembrava Qual è il profilo della vostra miglior interessata primariamente al prezzo e cliente? quindi le referenze basiche erano prioritarie La donna sposata con figli che trova nei nel paniere d’acquisto, nelle ultime i feno- nostri family store il prodotto adatto non meni moda sono tornati protagonisti con solo a se stessa ma anche per i figli e peruna accelerazione nella rotazione delle ché no anche per il marito. tendenze in forte crescita: captare in Quanti negozi avete tra Italia ed estero? ritardo, di anche soli 15 giorni, una ten- Come sono dislocati sul territorio? denza o un fenomeno moda è come non I punti vendita in Italia sono 250 tra store averlo captato. diretti e in franchising (totale inclusivo Che numeri fate? (fatturato, tasso di della formula dei punti vendita KIDS). Alcrescita ecc.) e quanto pesa il settore l’estero Piazza Italia è presente in 16 Paesi donna sul fatturato complessivo? con 45 punti vendita. Il settore donna incide sul fatturato com- Quali canali penetrate? (travel retail, plessivo Piazza Italia per circa il 42% con centri commerciali, high street)
Corea del Sud superano entrambe il 20 per cento. Passando all’analisi dei principali supplier, la Cina, tornata a crescere nel corso del 2014, accelera al +7,3% e copre il 25,6% dell’import totale di comparto, staccando peraltro di oltre 700 milioni di euro gli altri principali fornitori. Disaggregando il dato per linea di prodotto, il vestiario esterno femminile registra un incremento dell’export pari al 2,8%, cui si accompagna un aumento dell'8,1% nel caso dell’import. La maglieria risulta best performer, crescendo all’estero del 7,8%, mentre l’import presenta un tono più debole, pari al +5,5%. La camiceria sperimenta invece lo stesso ritmo di crescita, 18% circa, sia sul fronte import, sia sul fronte export (quest’ultimo però è significativamente più alto in termini di valore assoluto). ...un mercato interno in ripresa Per quanto riguarda il mercato interno, i dati consuntivi relativi alla collezione autunno/inverno stagione 2014-2015 mostrano una tendenza all’assestamento dei livelli di sellout a fronte della profonda ristrut-
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turazione cui ha assistito questo settore nel più recente passato. In termini di spesa corrente, secondo le rilevazioni di Sita Ricerca effettuate per conto di SMI, l’autunno/inverno 2014-15 ha registrato un rallentamento del tasso di decremento, contabilizzato nel -1,6% per il complesso dei prodotti di tessile-abbigliamento, ma soprattutto nel +0,2% in termini di spesa costante. La penultima stagione invernale è stata, così, caratterizzata da un vero e proprio ritorno
a brand con una griglia prezzi superiore. Le clienti sono incentivate Principalmente i centri sia dall’aspetto convecommerciali, pur avennienza sia dalla contido una presenza nelle nua variazione dell’ofhigh street di alcuni ferta: i nostri store riprincipali centri storici cevono capsule collec(Roma, Verona, Bolotion di pronto moda gna, Torino, Reggio con cadenza settimaCalabria, Napoli, Messina, Catania, Firen- nale che si integrano con la componente ze). Non abbiamo ancora sviluppato pro- basic della nostra collezione. getti di store in aereoporti o stazioni. Come vi relazionate con la crosscanalità? Qual è l'area geografica più redditizia? Gestire la crosscanalità è un nostro target E il canale? che perseguiremo progressivamente ma In generale le aree metropolitane sono si- con sempre maggior intensità, garantendo curamente quelle più redditizie e con i al cliente, sempre più nel tempo, la posmaggiori volumi, indipendentemente dal sibilità di essere “contattato” sul canale canale in cui lo store incide. che preferisce fornendo le medesime inStrategicamente come fidelizzate la formazioni che otterrebbe frequentando cliente? lo store fisico. La notorietà del brand è il Il must Piazza Italia è essere il brand 1° target ma in futuro anche i fatturati della gente comune, quindi il prezzo è la che si svilupperanno al di fuori dei canali nostra prima leva strategica nel connubio canonici saranno sempre più rilevanti e a una qualità che non ha nulla da invidiare Piazza Italia si farà trovare pronta.
del favore per alcuni comparti, che registrano delle variazioni positive, anche piuttosto vivaci. In tale contesto, tuttavia, proprio la moda donna è risultata tra i settori meno favoriti dai consumatori italiani, anche se si registra un discreto miglioramento rispetto al passato. La stagione autunno/inverno 2014-2015 viene archiviata, infatti, con un calo delle vendite a valore, pari al -2,3% e vede quindi più che dimezzare le gravose perdite (-5,8%) registrate
nell’autunno/inverno 2013-14. Per quanto riguarda le linee di prodotto, la camiceria è in crescita del 4,5%, e la confezione in pelle del 16,2 per cento. Il segmento preponderante ovvero il vestiario (58% del sell-out di comparto) presenta un significativo rallentamento del tasso di caduta, che viene contenuto al 2,1 per cento. Di contro, la maglieria cala del 4,5 per cento. Sul fronte retail le dinamiche positive interessano due soli canali, ovvero le catene e l’e-commerce. Le prime raggiungono uno share del 44% grazie a un incremento del sell-out intermediato pari al +5,4 per cento. Le vendite on-line archiviano, invece, una variazione pari al +31,2% e coprono il 4,2% del mercato. Tutti gli altri canali vedono, invece, confermare il trend riflessivo. Il dettaglio indipendente, sceso a quota 26% nel comparto donna in calo di due punti percentuali accusa, ancora una volta, perdite piuttosto accentuate, nella misura del -9,3 per cento. Sia l’ambulante sia l’outlet evidenziano contrazioni prossime al -12%, mentre la GDO cede il -6,6 per cento. S.M.
r&f piattaforme web
Banzai
e-commerce all’italiana C
on i marchi ePRICE e Saldiprivati, quotato sul segmento STAR di Borsa Italiana, Banzai è il principale operatore nazionale di e-commerce. ePRICE è un negozio online di prodotti tecnologici e grandi elettrodomestici, grazie a una gamma completa di servizi di consegna, installazione e ritiro dell’usato, attraverso una rete di tecnici professionisti. Saldiprivati è un outlet online che ogni giorno offre nuovi saldi di marche di abbigliamento, scarpe, accessori, prodotti per la casa e la famiglia. I due marchi condividono una piattaforma operativa e distributiva che include oltre 100 punti fisici in Italia chiamati Pick&Pay, dove è possibile ritirare e pagare – anche in contanti – i prodotti acquistati online, oltre a effettuare i resi. Inoltre, i clienti possono ritirare h24 7giorni su 7 presso i locker automatici. Abbiamo parlato di tutto questo con Edoardo Giorgetti, managing director e-commerce di Banzai.
Quando e come nasce Banzai? Banzai è nata nel 2007 su iniziativa di Paolo Ainio, già fondatore di Virgilio agli inizi di Internet in Italia, e insieme ad altri manager e imprenditori esperti di business online. Nel tempo ha sviluppato due business, e-commerce e vertical media, e molti marchi di suc-
della nostra azienda sono stati dedicati a costruire la macchina operativa, a testare, a capire. Nel nostro percorso abbiamo fatto tanti errori, ma sono serviti per imparare e accelerare. Con la quotazione del 2015, abbiamo ulteriormente accelerato, sapendo di avere una macchina in grado di scalare. In sintesi, la sfida è stata mettere in sequenza corretta le cose, farle
Edoardo Giorgetti
cesso: oltre a ePRICE e Saldiprivati, anche Giallo Zafferano, Pianeta Donna, Studenti, IlPost. Nel 2015 si è quotata sulla Borsa Italiana e nel 2016 ha ceduto le attività media a Mondadori per concentrarsi ulteriormente sulle attività e-commerce. Quali sono state le problematiche più impegnative che avete affrontato in fase di start up? La fase di start up è sempre un esercizio di equilibrismo tra idee, risorse disponibili ed execution. I primi anni
bene e nel momento giusto. Non ci ha aiuto il contesto macro economico molto difficile, ma siamo contenti di essere oggi una grande realtà industriale nel settore digitale. Quali sono le logiche che vi hanno spinto a tenere separate
le due categorie su e-commerce differenti? ePRICE è un marketplace con 1 milione e mezzo di prodotti di migliaia di categorie diverse: è una destinazione per chi ha bisogno di tecnologia e servizi per sé, per la famiglia o per la casa. Saldiprivati invece invita i clienti a valutare offerte super scontate, che durano solo qualche ora: impulse shopping. Si tratta quindi di due modelli complementari: uno guidato dal bisogno, l’altro dall’impulso. Quale piattaforma utilizzate? Dove viene gestita? Abbiamo sviluppato una piattaforma tecnologica proprietaria, che viene gestita in Italia. Gli investimenti sono stati molto consistenti, ma oggi disponiamo di soluzioni evolute, disegnate specificatamente per il mercato italiano. Parlando di prodotto, come nasce il rapporto con i brand che commercializzate? Come vengono individuati e scelti? Abbiamo un rapporto molto stretto con migliaia di brand, con i quali lavoriamo quotidianamente sia su un
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piattaforme web piano commerciale sia su uno più strategico. Ad esempio, collaboriamo per migliorare costantemente i contenuti collegati ai prodotti: bisogna considerare che l’info-commerce (mi informo online, ma poi compro offline) è un fenomeno che vale 10 volte l’ecommerce vero e proprio. Per i brand siti come ePRICE o Saldiprivati sono canali di informazione fondamentali, non solo di vendita. Di quante referenze stiamo parlando? ePRICE ha oltre 1 milione e mezzo di prodotti, grazie anche al contributo di oltre 500 merchant che vendono attraverso la piattaforma (marketplace). Saldiprivati propone ogni giorno migliaia di nuovi prodotti, che però sono disponibili solo per qualche giorno. L’offerta complessiva è enormemente superiore a quella di un negozio tradizionale, anche di grandi dimensioni. Avete uno o più poli di stoccaggio? Dove? Abbiamo un impianto logistico a Caleppio di Settala, a est di Milano, molto vicino a Linate, anche se nei prossimi mesi ci trasferiremo, a Trucazzano, in un nuovo impianto progettato intorno alle nostre esigenze e che ci permetterà di servire in maniera ancora più efficace i nostri clienti. È stato disegnato per consentire rapidità e flessibilità operativa, oltre che una gestione integrata dei Pick&Pay, che rappresentano un’estensione distribuita in tutta Italia della nostra logistica centrale. Come vengono gestite le consegne? Tra quali tipologie può scegliere un vostro cliente? Uno dei nostri tratti distintivi è la vicinanza alle esigenze del cliente italiano, che spesso sono difficili da soddisfare da parte di operatori internazionali. Oltre alla classica consegna con corriere espresso in 24-48 ore, offriamo il ritiro e pagamento alla consegna nei Pick&Pay. A chi acquista un frigorifero, una lavatrice o altri prodotti voluminosi offriamo un servizio unico: un tecnico professionista che consegna, installa, configura il nuovo elettrodomestico e ritira quello usato, che viene smaltito secondo la legge. Come affrontate la multicanalità? Per noi la multicanalità è una cosa naturale, nativa: il cliente compra online
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(su desktop o smartphone) e può scegliere il canale di servizio che preferisce: corriere, Pick&Pay o tecnico professionista per i grandi elettrodomestici. Il cliente può anche scegliere se pagare con carta di credito, PayPal, contanti, bonifico o assegno. Abbiamo davvero combinato il meglio dell’online e dell’offline. Non avete mai pensato a uno store fisico Banzai? ePRICE ha già oltre 100 Pick&Pay col proprio marchio: sono il nostro modo di interpretare la fisicità e in questo siamo stati pionieri anche rispetto ad altri mercati più maturi. I clienti amano la formula perché risparmiano, hanno
più scelta, ma non dipendono dagli orari del corriere (che non sono comodi per chi lavora e non ha il portinaio) o vuole pagare alla consegna (magari in contanti). I Pick&Pay servono anche i clienti di Saldiprivati e di altri merchant esterni al nostro gruppo. Come avviene la gestione dei resi? I clienti hanno 15 giorni di tempo per restituire senza costi i prodotti che hanno acquistato, naturalmente senza dover specificare il motivo. È possibile restituire sia tramite corriere che presso i Pick&Pay e i lockers automatici. Quali sono i fatturati 2015? E i tassi di crescita? Con 210,6 milioni di euro di ricavi nel 2015, in crescita del 28,5% sul FY14, la divisione e-Commerce si con-
ferma il principale driver di crescita del Gruppo, trainata dalle categorie core. La divisione e-commerce ha registrato un incremento del 33% dei ricavi nelle categorie core (elettronica ed elettrodomestici, abbigliamento / altro) rispetto al 2014. In particolare i ricavi della categoria elettronica ed elettrodomestici, pari a 147,6 milioni di euro, registrano un incremento del 38% attribuibile principalmente all’ampliamento della gamma di prodotti offerti e allo sviluppo dei servizi premium (consegna, installazione e ritiro dell’usato), oltre allo sviluppo della rete di Pick&Pay e Lockers, che al 31 dicembre 2015 erano pari rispettivamente a 100 e 305 unità. Per quanto riguarda il 2016, i ricavi del primo trimestre del gruppo sono pari a 59,5 milioni di euro, +19,7% rispetto ai
49,7 milioni del 2015 (+21,2% rispetto all’anno scorso nelle categorie core dell’e-Commerce). Quali sono le vostre strategie di marketing? Come vi differenziate dalla concorrenza? Il nostro obiettivo è offrire la migliore esperienza possibile ai nostri clienti. Per farlo, stiamo lavorando a tutto campo: automazione dei processi di marketing, uso di bigdata, innovazione continua a livello di interfaccia utente, ecc. La sfida è rendere sempre più efficiente il funnel di conversione, a partire dalla generazione di traffico fino all’effettiva conversione in ordine e poi all’utilizzo dei dati di ritorno in ottica di engagement e fidelizzazione del cliente. Come immaginate l'evoluzione della vostra azienda? Quali progetti avete per il futuro? Abbiamo tanti progetti, purtroppo non possiamo raccontarli tutti. Sicuramente continueremo a sviluppare i nostri punti di forza, come i Pick&Pay, i servizi per i grandi elettrodomestici, il marketplace di merchant terzi. Ci sono naturalmente molti altri fronti aperti, anche perché l’Italia è il Paese del G7 con la minor penetrazione di e-commerce sul totale retail: noi la leggiamo come una grandissima opportunità, specialmente per chi, come noi, è italiano al 100 per cento. S.M.
r&f Newstech&arredo CEFLA CURA IL PETSTORE DI CONAD
IMOON ILLUMINA LA GRANDE i DE IL CENTRO
Cefla Shopfitting ha fornito a Conad le strutture espositive per i suoi PetStore, un format di negozi specializzati nella cura degli animali domestici, di superfici contenute (da 250 a 500 mq per ospitare fino a 5.000 referenze), che le cooperative del consorzio stanno allestendo un po' in tutto il Paese, in prossimità dei supermercati e ipermercati. Sono già quatto le aperture mentre altre sono in programma nei prossimi mesi, in totale sarebbero 15 previste per il 2016, che dovrebbero arrivare a un centinaio entro il 2019. Cefla Shopfitting ha curato il layouttipo, l'organizzazione del negozio e la comunicazione al cliente. In questo format Cefla ha utilizzato il proprio prodotto in una logica di massima ottimizzazione per l'esposizione della merce, facendo ampio uso di schienali in filo e schienale unico EvoUp, in lamiera, bancarelle in filo e ripiani System10: le scaffalature ultra sottili progettate per soddisfare tutte le esigenze del visual merchandising. Spiccano le casse Futura Proxi Compact, i cui ingombri consentono, nelle metrature più contenute, di disporre di più punti per il pagamento, che avviene in modalità frontale, tra cliente e operatore di cassa.
A Il Centro di Arese, in un ambiente di design ecologico, realizzato con materiali naturali di qualità, ha preso vita il 27° ipermercato della Grande i che ne conferma la cura per la qualità e per i dettagli alla quale si aggiungono aspetti innovativi. Innovazione che si ritrova anche nel progetto di illuminazione che Imoon ha pensato per l’ipermercato: un concept totalmente nuovo che vede protagonista la merce lungo un percorso visivo ideale, illuminato solo con proiettori; grazie a un gioco di chiaro scuri vengono valorizzati i prodotti esposti; meno luce sulle zone di passaggio, dove si hanno 700 lux, maggiore enfasi sugli scaffali, nell’area vendita, e sui freschi, nell’area specialistica, dove si raggiungono i 2000 lux. La luce accompagna la sequenza visiva ideale, realizzata dal posizionamento delle aree di vendita che passano dai toni ambrati del pane, ai trionfi di colore di frutta e verdura fino alla pescheria e al reparto carni; la temperatura di colore della luce, scelta in base alla tipologia di merce esposta, e la tecnologia LED permettono di rendere vivi i colori senza alterare al contempo la freschezza dei cibi.
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GROTTINI RETAIL ENVIRONMENTS CELSIUS H760, LA WORKSTATION RINNOVA PIAZZA ITALIA TARGATA FUJITSU Piazza Italia, forte di 260 negozi nello Stivale e 40 in Paesi stranieri, da 13 anni collabora con Grottini Retail Environments nel suo processo di rinnovo costante, progettando insieme e realizzando format sempre nuovi. Una collaborazione che si riconferma con il progetto per il nuovo format di Piazza Italia, inaugurato con l'apertura dello store di Riva del Garda, all'interno del Centro Commerciale Blue Garden. Dopo quattro anni Piazza Italia si rinnova con uno stile più contemporaneo; sono state mantenute le stesse essenze cromatiche, ma sono stati utilizzati materiali ricercati come l'acciaio con verniciatura effetto sabbiato, l'acciaio inox micro-satinato, il legno naturale e il vetro retro-verniciato. Anche la pavimentazione è stata resa più neutra dando un tocco più attuale e contemporaneo all'ambiente di vendita. La filosofia minimal ed essenziale si ritrova anche negli arredi per dare maggiore risalto alle collezioni in vendita. Il progetto illuminotecnico in linea con le esigenze di declinare uno stile più contemporaneo, ha messo in campo soluzioni di illuminazione a LED ricucendo al minimo la presenza di binari, tagli o gole nei soffitti, oltre a un importante risparmio energetico.
La workstation mobile CELSIUS H760 da 15.6 pollici (36.9 cm) è la più potente mai prodotta da Fujitsu, l’unica veramente in grado di uguagliare le performance base di un computer desktop. La nuova postazione di lavoro è potente in viaggio come in ufficio, indipendentemente dall’utilizzo che ne viene fatto. Ulrike Rueger, head of category management for client computing devices and Internet of Things di Fujitsu EMEIA, ha dichiarato: "Finora, gli utenti che utilizzavano workstation mobili sono dovuti scendere a compromessi dato che, in quanto a performance, queste non erano all’altezza delle loro controparti desktop. Ora, invece, Fujitsu è riuscita a racchiudere tutte le tecnologie e il massimo livello di sicurezza in un portatile da 15.6 pollici. Con CELSIUS H760 ha inizio una nuova era per Fujitsu, che sviluppa workstation mobile da quasi 20 anni. Da oggi, sarà possibile godere di una mobilità illimitata grazie a una workstation che non ammette compromessi".
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r&f International ALIBABA, ASPIRAZIONI TRILIONARIE Nell’ultimo esercizio chiuso al 31 marzo le vendite sono state pari a circa 476 miliardi di dollari. Numeri così metterbbero la voglia di rilassarsi a qualsiasi imprenditore, ma non a Jack Ma, fondatore del colosso dell’ecommerce cinese Alibaba, il quale continua ad alzare i suoi obiettivi. Infatti, Ma ha dichiarato, durante una riunione con gli analisti nel quartier generale di Hangzhou, che si aspetta di raddoppiare il volume delle vendite (gross merchandise volume) fino a raggiungere il trilione (mille miliardi) di dollari entro il 2020. Inoltre, il presidente ha dichiarato anche “che l’obiettivo della società è quello di arrivare a 423 milioni di clienti in tutto il mondo entro la fine del 2016 e aumentare il numero a 2 miliardi entro il 2036”.
DUFRY RINNOVA ALL'EUROAIRPORT BASEL MULHOUSE FREIBURG
È stato inaugurato all'aeroporto di Basilea il nuovo duty free di Dufry, ampliato di 200 mq a 1.032 metri quadri. Un walkthrough che porta la shopping experience a un livello superiore. Il refurbishment infatti, iniziato a novembre 2015, è stato organizzato sulla base dei feedback forniti dai passeggeri stessi. Il design più moderno e una luminosità più accentuata offrono una maggiore visibilità e sense of place. Sono stati introdotti inoltre nuovi brand come La Prairie, Tom Ford, e Nuxe nel beauty e Alexander McQueen, Miu Miu e Wenger nel luxury oltre agli altri già presenti. Questo duty free si va ad aggiungere agli altri quattro (più un duty paid) nell'area partenze dello scalo per un totale di 1.632 metri quadri. Altri 300 mq circa sono impiegati per un Hudson shop, un multibrand di abbigliamento e un terzo negozio nel settore svizzero degli arrivi. Nella foto da sinistra: Julian Diaz (CEO Dufry Group), Matthias Suhr (Director of Basel-Mulhouse Airport) and Werner Parini, (Head of Passenger Terminal Department).
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duty free world
by James Ross - London
The conundrum of more shopping but falling sales L'enigma dello shopping che cresce e le vendite che calano There is some nervousness in the travel retail industry at the moment as more figures come out about the spending habits of travellers. Last month this column reported that 2015 sales in the channel fell by -2.3% to $62.1bn according to preliminary data from Generation Research. That contraction was the first since the global financial crisis but 2016 is not yet showing signs of a recovery. Tax-free refund specialist, Global Blue, has revealed that transaction data for April was negative for the second consecutive month, with both Europe and Asia down year-on-year by -16% and -10% respectively. The company – which bases its numbers on the shopping tax refunds it processes in markets around the world – says that the declines are partly due to tough comparisons with April 2015, which saw strong performances of +40% for Europe and +92% for Asia YoY. However, it is clear that among the top travel shopping nations there are some fundamental shifts taking place given that global tourist arrivals continue to rise – and so do shopping transactions. For example in Asia, transactions increased by +15% YoY in April, driven by the Chinese – with some markets like Japan up by +19%. On the face of it that is very healthy, but the fact that the region overall saw sales down by -10% confirms that spend-perhead is dropping and shoppers are being cautious. Travel retailers will therefore have to work harder at persuading them to part with their money. Europe meanwhile was negative for the second month running. While it still attracts big spending nationalities like the Chinese, Americans and Middle East residents, there are signs that terrorist fears after the Paris and Brussels attacks have put off some travellers. Airport body, ACI Europe, acknowledged this when it announced weak passenger growth for April at just +3%. The travel retail landscape remains difficult, but Global Blue is cautiously optimistic. “We expect a challenging H1 followed by a more positive outlook for H2 if pockets of spending growth and favourable exchange rates continue for key globe shoppers such as those from the Middle East and the US.”
Vi è un certo nervosismo nel settore travel retail al momento come risulta da diversi soggetti che hanno illustrato le abitudini di spesa dei viaggiatori. Il mese scorso questo servizio ha riferito che nel 2015 le vendite nel canale sono diminuite del -2,3% a 62,1miliardi di dollari secondo i dati preliminari di Generation Research. Che è stata la prima contrazione dai tempi della crisi finanziaria globale, ma il 2016 non sta ancora mostrando segni di ripresa. Global Blue, specialista del Tax Free Refund, ha rilevato che le transazioni del mese di aprile sono state negative per il secondo mese consecutivo, con Europa e Asia in calo rispettivamente del 16% e del 10% anno su anno. L'azienda - che basa i propri numeri sul tax refund e opera in tutto il mondo, sostiene che il calo sia in parte dovuto alla comparazione con aprile 2015, che ha registrato performance molto elevate sul 2014 con un +40% in Europa e +92% in Asia. È chiaro che per le principali nazioni meta del travel shopping sono in corso dei cambiamenti, perchè gli arrivi di turisti continuano a crescere, così come le transazioni commerciali. Per esempio in Asia le transazioni sono cresciute ad aprile del 15% anno su anno, guidate dai cinesi, con alcuni mercati come il Giappone in crescita del 19%. Alla luce di questo, il dato è positivo, ma il fatto che la regione registri un calo del 10% significa che la spesa pro capite sta calando e che i compratori sono più cauti. L'Europa nel frattempo è in negativo per il secondo mese consecutivo. Mentre attira ancora viaggiatori di nazioni altospendenti come Cina, America e Medio Oriente, ci sono segni che il timore del terrorismo dopo gli attentati di Parigi e di Bruxelles ha messo fuori gioco alcuni viaggiatori. ACI Europe ha realizzato questo fatto quando ha annunciato una crescita dei passeggeri debole ad aprile, pari al 3%. Lo scenario del travel retail rimane difficoltoso, ma Global Blue è cautamente ottimista. "Ci aspettiamo un primo semestre impegnativo seguita da una prospettiva più positiva per il secondo, se continueranno momenti di crescita della spesa e tassi di cambio favorevoli per gli acquirenti chiave, come quelli del Medio Oriente e degli Stati Uniti".
PRIMARK IN TRASFERTA BATTE ZARA TESCO FA CASSA CON DOBBIES Il quotidiano El Mundo ha ri- GARDEN CENTRES, KIPA E GIRAFFE portato la notizia secondo cui Primark, a dieci anni dallo sviluppo in Spagna, è diventata la principale catena di abbigliamento per numero di clienti, battendo, in casa propria, il simbolo spagnolo del low cost: Zara. Il gruppo irlandese di fast fashion, controllato dalla londinese Associated British Foods, in Spagna ha oltre 5mila dipendenti, 41 punti vendita e 150mila metri quadrati di spazio espositivo. “La nostra offerta e il nostro modello di business si adattano alle necessità del mercato spagnolo, i cui consumatori hanno un profilo affine a quello degli irlandesi”, ha spiegato al quotidiano di Madrid Alejandra de la Riva, product manager di Primark, precisando come la Penisola Iberica registri la maggior percentuale di incidenza sulle vendite dell’insegna dopo l’Irlanda. Al via anche una nuova fase di espansione retail, con aperture previste a Palma de Mallorca, Tarragona, Bilbao e Valencia, per un investimento che supera i 50 milioni di euro. La catena guidata da Paul Marchant ha archiviato i primi sei mesi al 27 febbraio scorso con ricavi per 2,66 miliardi di sterline (circa 3,4 miliardi di euro), in aumento del 5% (+7% a cambi costanti) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il gruppo di distribuzione britannico attivo a livello internazionale, con più di duemila punti vendita, ha confermato di avere raggiunto l'accordo per la cessione di Dobbies Garden Centres, catena di prodotti e attrezzature da giardino, a una cordata di investitori guidata da Midlothian Capital Partners e da Hattington Capital per 217 milioni di sterline (274 milioni di euro) in contanti. Il colosso britannico della grande distribuzione aveva acquisito Dobbies nel 2007, e la società da allora era cresciuta fino a diventare il secondo maggiore retailer di giardinaggio nel Paese, con 35 punti vendita tra Scozia, Inghilterra e Irlanda del Nord. Sempre Tesco, ha confermato la cessione del 95,5% delle quote di Kipa in Turchia a Migros. La vendita dovrebbe comportare un incasso in contanti di 30 milioni di sterline e ridurre di circa 110 milioni di sterline l'indebitamento. Tesco ha anche annunciato la cessione della catena da 54 ristoranti Giraffe a Boparan Restaurants Holdings Limited.
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International BALDININI A STELLE E STRISCE Il brand di calzature Baldinini, presente in America da 5 anni, ha tracciato un piano di aperture nel Paese, previste per il biennio 201617. Diversi gli opening in pipeline, con boutique dislocate tra New York, Florida e New Jersey. “Gli Stati Uniti sono un mercato importante per Baldinini, ad oggi generano il 5% del fatturato e crediamo che grazie alla crescita retail possano arrivare a una fetta del 20%”, ha spiegato Gimmi Baldinini, presidente e CEO della società, pronto a inaugurare i punti vendita di Long Island, Short Hills nel New Jersey e Miami entro la fine della prossima estate, per poi dedicarsi al rafforzamento del brand sul mercato Cinese. Al via anche un ampliamento dell’offerta produttiva, con il lancio di fragranze per la persona e per la casa. La linea di profumi uomo e donna, che arriverà sul mercato nel 2017, sarà disponibile nei punti vendita Baldinini.
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ZALANDO E ADIDAS SVILUPPANO LA MULTICANALITÀ Zalando e Adidas hanno siglato una partnership dando il via al servizio Integrated Commerce del portale guidato da Robert Gentz e David Schneider, grazie al quale sarà possibile acquistare i prodotti Adidas indifferentemente dallo store di Zalando o nei negozi fisici del brand di sportswear, con consegna gratuita in giornata. Il primo punto vendita di Adidas coinvolto sarà quello in Tauentzienstraße a Berlino. «Questo Integrated Commerce è un’evoluzione molto importante del nostro partner program, perché per la prima volta si parla di integrazione con negozi fisici. Siamo molto fiduciosi, anche se siamo ancora in fase di test, in cui il servizio è accessibile solo tramite una speciale app, ZipCart», ha spiegato a Il Sole 24 Ore Christoph Lange, vicepresidente brand solutions di Zalando. Negli scorsi giorni Zalando ha inoltre lanciato sul mercato italiano il proprio sito di vendite private, Zalando Privé, servizio che permette ai clienti di accedere a campagne con sconti fino al 75% su oltre 2.500 brand.
r&f Vetrina Bonduelle Food Service presenta I Grigliati
Dreher Tè, un po' birra un po' tè
La linea I Grigliati di Bonduelle Food Service è composta da 7 referenze, tra cui le novità Tris di verdure (mix di zucchine, melanzane e peperoni rossi) e Zucchine tagliate: ingredienti ideali per arricchire panini, piadine, insalate, ma anche perfetti come contorno. Tutte le referenze della gamma I Grigliati sono sottoposte a un processo di grigliatura unico, seguito da una rapida surgelazione.
Dreher propone un nuovo mix a base di birra Dreher e infuso di tè. Con il 2,3% di alcol, Dreher Tè è una bevanda esclusiva, nata dall’incontro tra birra Dreher, infusione di tè e succo di limone, pensata per tutti coloro che non rinunciano a una bevanda da gustare in ogni momento della giornata.
Concorso Coca-Cola, Fanta, Sprite Scegli la gamma di bottiglie in vetro Coca-Cola, Fanta e Sprite. Ogni bottiglia regala una canzone ai tuoi clienti e in più la possibilità di vincere un concerto con la star preferita. Scopri come vincere sul retro dell’etichetta.
Due più due per Zerbinati Due novità per Zerbinati: la Zuppa con Grano Saraceno, dal sapore rustico e dall’elevato valore nutrizionale e la Minestra con Pomodori secchi e Basilico che evoca gusti tipicamente mediterranei. Doppia innovazione anche per Le Monoporzioni Zerbinati, il formato per una persona da 310 grammi, che presentano il Minestrone Estivo dal carattere intenso e vivace e la Zuppa Estiva con Cereali dal gusto genuino, come fatta in casa.
Con Náttúra sandwich e tramezzini sfiziosi Le nuove referenze della linea Náttúra (distribuita in italia da Eurofood), Pane Morbido Bauletto e Pane Tramezzino sono l’ideale per preparare gustosi sandwich e sfiziosi tramezzini, per un pranzo al volo o un pomeriggio fuori casa. In più sono biologici al 100% e realizzati con ingredienti sani, nel rispetto della cultura del cibo vegetale e biologico.
Eataly sceglie Novamont Per l’asporto merci, per il confezionamento dei prodotti alimentari e per il consumo dei pasti con le stoviglie usa e getta, ogni negozio a gestione diretta di Eataly utilizzerà le soluzioni disponibili in bioplastica MATER-BI, smaltibili con la raccolta differenziata dell’organico di Novamont. I consumatori attenti e consapevoli che hanno a cuore la cura del pianeta avranno un motivo in più per scegliere la qualità di Eataly.
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Retail su misura www.retailfood.it
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EATALY PER AUTOGRILL ll pane è un elemento base della cucina italiana e della proposta di Farinetti, anche in autostrada (Secchia Ovest)
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r&f La pulce nell’orecchio
di Simone Filippetti
Italo, un treno in autostrada
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un uccello? È un aereo? No, è Italo. La vecchia réclame del fumetto Superman calza a pennello agli unici treni privati italiani. Fuori dalla stazione dell'Alta Velocità di Reggio Emilia, una fantasmagorica costruzione bianca dell'archistar Santiago Calatrava in mezzo al nulla delle campagne emiliane, ci sono parcheggiati numerosi pullman: nuovissimi, scintillanti, nel classico rosso di Italo. Hanno anche il logo della (ancora per quanto?) compagnia ferroviaria. Nata come concorrente del colosso pubblico Trenitalia sull'Alta Velocità, oggi Italo è una sorta di ibrido: non si capisce più se sia una compagnia di treni o di autobus. Forse entrambe le cose: Italo è un centauro. Metà ferrovie (dove peraltro ha fatto un'inversione di rotta, puntando non più sulla Tav, ma sulle tratte dei "pendolari"), metà asfalto. Se questo aiuti i conti (tutt'altro che brillanti dopo 7 anni di perdite, anche se il 2015 ha segnato per la prima volta un bilancio in utile) di Italo, aumentando il bacino di clienti, oppure generi solo confusione nei viaggiatori, raddoppiando i costi fissi (del fare due mestieri diversi) non si sa ancora. La diversificazione è una buona idea: si può obiettare che in un Paese dove la Tav è ridotta, di fatto, a una sola dorsale (la Torino Salerno) e la provincia profonda è tagliata fuori dai grandi assi di collegamento, questa formula ibrida binari + gomma apre il mercato
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a qualche milione di potenziali clienti delle città minori. Solo che con una sola dorsale e una manciata di tratte (su Venezia da Milano e Roma; e Milano-Rimini ma solo d'estate), il rischio è che i bus, che non hanno i limiti delle ferrovie, diventino il grosso del business. Già oggi i torpedoni servono oltre 10 destinazioni (con l'arrivo dell'estate è stato inaugurato anche il Sud d'Italia, partendo da Salerno, capolinea della Tav nel Meridione: la valle del Cilento con Paestum fino ai capoluoghi di Potenza, Matera e Taranto): 13 città servite su gomma, con circa 50 collegamenti giornalieri contro i circa 40 sulla Milano - Roma, la tratta principe di Italo Treno. Allora ecco la domanda: Italo è ancora una compagnia ferroviaria o sta surrettiziamente diventando un operatore di autobus? I puristi della gestione aziendale si possono chiedere se per un'azienda che solo l'anno scorso ha chiuso un primo bilancio in utile dopo 7 anni (ma nel frattempo è già dovuta ricorrere agli ammortizzatori sociali per i suoi giovani dipendenti assunti da pochi anni) non sia meglio cercare di diventare profittevole nel suo core business invece che buttarsi a fare un altro mestiere (peraltro dove c'è storicamente una forte concorrenza). Ntv, la giovane società messa in piedi dal trio Luca di Montezemolo, Diego Della Valle, Mario Punzo (attraverso la holding Mdp che ha il 33%) ha un disperato bisogno
di fare ricavi (anche perché la concorrenza tiene, con gran soddisfazione dei clienti, i prezzi così bassi che molte tratte sono sottocosto o addirittura in perdita). Oltre ai costi della start-up (grossissimi investimenti iniziali per comprare i treni, circa 600 milioni, assumere persone e costruire da zero una compagnia ferroviaria), Ntv ha dovuto pure superare tutta una serie di paletti messi dal concorrente Trenitalia (che è in conflitto di interesse visto che Trenitalia e Rfi, il gestore della rete dei binari, hanno lo stesso azionista) che hanno reso i binari di Italo molto lenti e tortuosi: appena un anno e mezzo fa era arrivato da Terna il manager Flavio Cattaneo in un momento critico e delicato. L'azienda era appesa alle banche, a cui era stato chiesto di allungare i tempi di rimborso dei debiti (quasi 700 milioni, riscadenziati al 2028); e aveva bisogno di capitali per andare avanti. I soci fondatori (tutti imprenditori, il socio industriale Sncf, le Fs francesi (entrate in sordina con intento di fare concorrenza al monopolista italiano) si sono impegnati a versare 100 milioni (60 subito e 40 più avanti). Cattaneo ha lasciato improvvisamente per
traslocare in Telecom Italia. L'idea del treno+bus, di offrire un servizio integrato a chi viaggia e puntare sui clienti che vivono lontano dall'Alta Velocità, è a suo modo geniale, visto che la concorrente Trenitalia la sta copiando pari pari: di recente la compagnia statale dei Frecciarossa ha inaugurato un servizio analogo, chiamato FrecciaLink (che collega con bus alcuni capoluoghi non serviti dall'Alta Velocità). Il successo di questa formula ibrida (che non ha molti esempi all'estero) è però tutto da dimostrare. Il treno offre velocità, puntualità e comodità; i bus hanno più flessibilità e soprattutto la capillarità di destinazioni. Ma insieme possono convivere? I pullman peraltro stanno conoscendo una nuova stagione di successo in Italia, grazie a FlixBus, ma di sicuro raddoppiano per Italo i costi fissi di fare due business diversi. Il viaggiatore avrà voglia di farsi viaggi misti, una parte in treno e una in bus, con tutti gli inconvenienti e scomodità del caso? Già oggi sull'Alta Velocità, ritardi e disguidi sono diventati un fastidio quotidiano: sommarci pure quelli del traffico stradale italiano è una scommessa non da poco.