retail&food 09 2015

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TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

retail&food Anno 10 • Numero 9 • SETTEMBRE 2015 • € 5,00

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Cover story outlet village

Il Risiko degli outlet Una sfida tra colossi internazionali. McArthurGlen, Blackstone, Neinver, Value Retail...

Parola di...

Dossier Aeroporti

Brand Analysis

MOMI

Bergamo

Brums



NEWS PRIMAE NOCTIS ANOMALIA MILANO

L’OPINIONE COOP @ EXPO: CI SIAMO DIMENTICATI I CLIENTI REALI? Ho visitato due volte il Supermercato del Futuro Coop in Expo e purtroppo mi sembra un progetto che, alla luce degli ingenti investimenti (15 milioni di euro), risulta debole rispetto alla reale retail experience dei clienti finali: un vero test dovrebbe partire da questo aspetto. Molte delle innovazioni si comprendono solo con una visita guidata o leggendo il comunicato stampa. E il concept di base risulta scentrato. I visitatori Expo certo non pensano di fare lì la spesa per riempire il frigo: sono interessati a bevande e piatti pronti per un consumo immediato (e sono pochi), e al massimo a qualche ‘souvenir’ alimentare, piccolo e semplice da portar via. Ha senso vendere anche la carne fresca che davvero saranno in pochi a comprare? Non è un tema centrale per Expo e per Coop lo spreco alimentare? Bella l’idea di ampliare le conoscenze sui prodotti tramite le etichette intelligenti: info su provenienze, allergeni, impatto ambientale, tutto attivato sugli schermi grazie a un gesto della mano (ma non è ben spiegato e non sempre funziona). Il layout è accattivante, sviluppato in orizzontale, però non è stato possibile realizzare il rivoluzionario progetto della logistica con il magazzino interrato automatico. Lo storytelling del cibo è legato molto anche alle ricette: non ne troviamo traccia a scaffale e il corner libreria è dietro le casse. L’interessante progetto del plotter sulla facciata risulta oscuro alla maggior parte dei clienti. Il robot che manipola le mele è simpatico, ma non si capisce quello che fa e che potrebbe fare. Nuovi cibi del futuro (i famosi insetti) e packaging intelligenti sono presenti, ma poco raccontati. E l’idea di accorpare in un’area pasta, biscotti e birra, perché sono tutte categorie che nascono dai cereali, è lontana dai clienti. Da ‘clienti misteriosi’ in cassa scopriamo che lo scontrino del reparto ha segnato 11 euro per una brioche. Motivo: le casse del futuro sono troppo veloci per gli addetti di oggi. Basta lasciare il dito un microsecondo in più sul touch screen che un 1 diventa 11…

Editoriale

Negli ultimi mesi abbiamo intercettato alcuni forti segnali sulla rinascita di interesse da parte di investitori stranieri verso il mercato italiano retail e RE. Un fatto atteso, e quasi insperato, dopo anni di sonno e marginalizzazione del mercato Italia. Il maxi progetto di Westfield a Segrate (Milano), l’apertura milanese dei primi store cittadini di Victoria’s Secret (dopo quelli aeroportuali), l’ufficializzazione del prossimo opening di Primark nel mega mall di Arese (Milano). Ma anche, naturalmente, il grande interesse legato allo scorporo dell’attività retail di Grandi Stazioni per cui si stanno muovendo grandi fondi americani. E ancora l’ingresso di Ethiad in Alitalia, o quello di gruppi cinesi nel capitale del fondo F2i che punta anche sugli aeroporti. Una fase nuova, dopo quella in cui i capitali stranieri si sono limitati a fare shopping di brand italiani, per “rivenderseli” nel mondo. Una fase in cui si torna a credere nel Paese e nelle sue potenzialità. Anche se forse dire Paese non è corretto perché spesso i grandi investimenti puntano sull’area milanese. Complice, probabilmente, la vetrina di Expo. La sensazione, inquietante a dire il vero, è che Milano sia sempre più isolata dal resto dello stivale, sempre più aderente a standard europei e internazionali. Mentre sono tante le aree d’Italia ad arrancare, frenate da mille difficoltà: basti pensare al dissesto di Roma, ormai ultima tra le grandi capitali europee, o alla “questione meridionale” perennemente ignorata se non in fotofinish di campagna elettorale. Se questa analisi è sensata, Milano riuscirà a trainare lo stivale verso l’alto? O come già accaduto nel recente passato sarà inghiottita negli abissi con il resto? Speriamo la prima, l’energia non manca. Purtroppo, a preoccupare, è la politica: sempre e comunque in deficit. Centrosinistra ammalato di “annuncite” renziana, centrodestra disintegrato, Lega e M5S forti solo di un populismo sterile. Ecco perché sarà interessante e cruciale la campagna per l’elezione del nuovo sindaco milanese. Le energie non mancano.

Fabrizio Valente, Kiki Lab – Ebeltoft Italy

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Value Retail - Fidenza Village

Anno 10 numero 9 settembre 2015 Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Stefano Masin - stefano.masin@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Fiorenza Auriemma, Alessandro Barzaghi, Antonio Bisci, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Stefano Gardini, David Jarach, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Dante Marro, David Montorsi, Roberta Motta, Enrico Pazzali, Mario Resca, Leopoldo Resta Impaginazione Claudio Rossi Oldrati Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Pubblicità dircom@edifis.it Traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 – 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 – Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it

Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna, 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. retail&food è media partner ufficiale di:

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retail&food una rivista edita da: Edifis spa Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 02 3451230 - Fax +39 02 3451231 www.edifis.it

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SOMMARIO

n°9 settembre 2015 51

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32 NEWS PRIMAE NOCTIS Anomalia Milano

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L’OPINIONE di Fabrizio Valente 1 Coop @ EXPO: ci siamo dimenticati i clienti reali? R&F NEWS

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COVER STORY Il Risiko degli outlet

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COVER STORY - CASE HISTORY SelecTTrade - Lindt: 10 anni in outlet

ampliato area partenze e arrivi, e probabilmente il 2015 segnerà il sorpasso su Linate e sul muro dei 10 milioni di passeggeri. RESOCONTO TRAVEL RETAIL Forum Atri 2015: valore al Made in Italy

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RESOCONTO AVIATION Fact Book ICCSAI 2015: si vola sempre di più

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MYSTERY IN AIRPORT Catania Fontanarossa: bello, ma poco più di quello

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R&F NEWS OPENING

COVER STORY - PAROLA DI… DARIO PISTONE MOMI: «con Blackstone/Multi la possibilità di nuove acquisizioni è all'ordine del giorno»

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COVER STORY - OSSERVATORIO PREZZI 34 Outlet + saldi, big a confronto In pieno periodo di sconti estivi, lo scorso 15 di luglio siamo andati nei Foc di Serravalle (AL), Vicolungo (NO) e Franciacorta (BS) a verificare i listini food e non food di importanti brand nazionali e internazionali. Il lusso, neanche a dirlo, fa saltare gli equilibri. STAR TREK KIDS Destinazione Quore

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BRAND ANALYSIS Brums, da 60 anni al servizio dei bambini

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DOSSIER AEROPORTI 40 Bergamo Orio al Serio: da crisalide a farfalla In meno di dieci anni, gli investimenti sono stati di 154 milioni di euro. Recentemente è stata inaugurata la nuova ala che ha

DOSSIER SHOPPING MALL / TAGLIO NASTRO 51 Ri-prendono forma iPortali del retail La galleria modenese in forza dal 2009 a Eurocommercial Properties ha festeggiato il completamento del restyling lo scorso 13 giugno. Con la progettazione dello studio milanese One Works, il mall sorto nel 1988 ha visto rinnovate le parti comuni e gli elementi esterni. Molti retailer hanno colto l’occasione per aggiornare il layout. L’EVENTO Mapic fa il suo ingresso in Italia

l'80% prende la decisione finale in negozio. Queste sono le due tracce su cui devono lavorare i retailer per intercettare e convincere i propri clienti all'acquisto. Un lavoro non semplice, ma necessario. RETAIL MANAGEMENT SPECIALIST Il Benchmarking

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NEWSTECH&ARREDO

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INTERNATIONAL

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VETRINA

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LA FOTO

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LA PULCE NELL’ORECCHIO Grom, se l’eccellenza è industriale…

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ANALISI MERCATO 59 Si riparte dal food I consumi fuori casa in Italia stanno dando segnali di ripresa, segno che forse si sta veramente uscendo dalla crisi degli scorsi anni. Certamente la ristorazione classica è quella che ha subito di più, a differenza dei format nuovi e innovativi che hanno saputo intercettare e assecondare le necessità dei clienti, assumendo un ruolo di primo piano nei settori travel retail e centri commerciali. OMNICHANNEL RETAILING 64 Tecnologia e store fisico: unione di fatto Il 70% delle persone oggi si informa online sui prodotti, ma

RUBRICHE STOCK OPTION NEW MARKETS OUTLOOK INVIATO SPECIALE COSA OCCORRE SAPERE PER...

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r&f News

ALLA CORTE DI GRANDI STAZIONI RETAIL Approvato il progetto che porterà alla divisione di Grandi Stazioni in tre società. L’operazione dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno. La struttura dell’operazione prevede la suddivisione delle attività attualmente collocate in Grandi Stazioni, con la creazione di due nuove società e il cambio di denominazione di Grandi Stazioni spa. Grandi Stazioni Rail (oggi Grandi Stazioni), focalizzata su attività infrastrutturali e sul completamento del piano di investimenti, per garantire il presidio dei business chiave di stazione. Qui il Gruppo FS Italiane sale al 100 per cento. Grandi Stazioni Immobiliare, focalizzata sulla valorizzazione degli immobili di proprietà, attualmente detenuti da Grandi Stazioni e che con l’operazione passerà al 60% nelle mani di FS e il rimanente 40% a Eurostazioni. Infine, la “gallina dalle uova d’oro”, Grandi Stazioni Retail, focalizzata sulle attività commerciali delle stazioni del network (incluse le due stazioni nella Repubblica Ceca) in particolare sulle locazioni commerciali, sui media & advertising e sui servizi ai viaggiatori. Questa divisione è identificata come la società da privatizzare. Tra i pretendenti di Grandi Stazioni Retail, durante l’estate sono emersi vari nomi, tra cui quelli di colossi a stelle e strisce quali Gruppo Blackstone e il fondo Lone Star.

ARAV RIPOSIZIONA SILVIAN HEACH E SH

AMAZON VENDERÀ IL “FRESCO”… E LA GDO TREMA Il colosso internazionale dell’e-commerce, Amazon, sembra intenzionato a lanciarsi anche in Italia nel campo dei cosiddetti “freschi”: frutta, verdura, cibi pronti. Una decisione che vedrà scendere in campo la grande rete della casa di Seattle, a tutto discapito non solo dei concorrenti sul web ma anche della Gdo e dei take-away. L’intenzione di sfidare i gruppi nostrani quindi c’è, come confessa Francois Nuyts, nuovo amministratore delegato Italia, anche se non specifica quando esattamente avverrà. Più chiaro, invece, il come: sulla scia di una sperimentazione che nella città della sede principale va avanti da qualche anno con successo, infatti, è stato lanciato negli Stati Uniti AmazonFresh, cioè una sottosezione con la vendita online e la consegna a domicilio del cosiddetto “fresco”: frutta e verdura in primis, ma anche cibi confezionati e addirittura piatti precotti. Attualmente attivo nelle aree di Seattle, San Francisco, Los Angeles e New York, presto si espanderà ad altri Paesi inclusa, evidentemente, l’Italia.

A EMENDATORI IL 30% DI AMERICA GRAFFITI

Riposizionamento in corso per i marchi Silvian Heach e Sh, in portfolio al Gruppo Arav. Con un obiettivo di fatturato che entro cinque anni si attesta sui 113 milioni di euro, partendo dai 77 del 2014. La nuova strategia del Gruppo partenopeo ruota quindi intorno al riposizionamento dei due brand, e alla conseguente riorganizzazione della rete retail, con il lancio di due concept distinti. Silvian Heach, destinato a un target femminile medio-alto, accoglierà le clienti in uno spazio d’ispirazione luxury. Sh, invece, è pensato soprattutto per le giovani tra i 18 e i 25 anni e l’ambiente degli store sarà più fresco e informale, in linea con le collezioni. In arrivo, poi, nuove aperture di negozi rigorosamente di proprietà. A marchio Silvian Heach, nei prossimi tre anni saranno aperti 19 punti vendita in location chiave: in primis a Milano, in via Dante, tra dicembre e gennaio. Quanto all’estero, i mercati principali saranno la Cina e il Medio Oriente. Per Sh, invece, sono in programma 48 aperture soprattutto in Italia.

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uovi capitali con cui finanziare lo sviluppo retail, soprattutto all’estero. Questo il progetto che segue l’acquisizione da parte della famiglia Emendatori del 30% della nota insegna di ristorazione in tema anni ‘50 America Graffiti, che al momento conta 40 ristoranti, di cui 5 a gestione diretta, e presenta un fatturato aggregato di 80 milioni di euro con un Ebitda di 8 milioni. L’operazione economica, di cui non si conosce l’importo, ha quindi l’obiettivo di accelerare la crescita della catena oltre i confini nazionali, specialmente nell’Est europeo e nei Paesi Arabi. Anche se è già stato firmato un contratto di master franchising con un gruppo tedesco. Durante la transazione la famiglia Emendatori è stata assistita da Active Scuoting, dal partner Carlo Conti, recentemente passato in EY, dall’avvocato Roberto Ludergnani dello studio legale Blf e da Giovanni Bilancioni; mentre i soci di America Graffiti dallo studio dell’avvocato Roberto Pinza e da Aride Missiroli di Forlì.

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News SEA E SACBO STUDIANO IL “POLO LOMBARDO”...

…INTANTO MALPENSA SI AGGIUDICA L’ACI BEST AIRPORT AWARDS

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n unico polo da quasi 40 milioni di passeggeri. Questo è quanto potrebbe accadere qualora prendesse forma l'analisi avviata dall'Università degli studi di Bergamo sulla possibile integrazione tra SEA (società che gestisce gli aeroporti di Milano Malpensa e Milano Linate) e SACBO (società di gestione dell'aeroporto di Bergamo Orio al Serio), le quali hanno commissionato lo studio. L'ateneo bergamasco è chiamato a valutare lo scenario di riferimento macro e microeconomico; il contesto normativo nazionale e comunitario; le condizioni di miglior sviluppo sostenibile, ambientale e territoriale; gli elementi di autonomia gestionale rispetto all'attuale configurazione; gli assetti azionari, pubblici e privati; gli elementi di convenienza economico-finanziaria; le potenzialità di posizionamento di mercato; infine il piano industriale. «È un passo importante da cui può scaturire, e io me lo auguro, quel processo di integrazione del sistema aeroportuale lombardo che mi pare quanto mai necessario per valorizzare le rispettive infrastrutture nel rispetto dei territori» ha commentato il presidente SEA, Pietro Modiano. E in effetti, l'operazione farebbe del polo lombardo un sistema aeroportuale simile a quelli di Londra e Parigi, con tre aeroporti di cui due a una quarantina di chilometri da Milano e uno – Linate – a meno di dieci.

ilano Malpensa si è aggiudicato il premio come miglior aeroporto europeo nella categoria tra i 10 e i 25 milioni di passeggeri durante l’evento Best Airport Awards, giunto ormai all'undicesima edizione, organizzato da ACI Europe. Lo scalo lombardo ha ottenuto il riconoscimento per le ottime performance in tutte le aree operative, eccellendo soprattutto per la qualità dei suoi servizi e delle sue infrastrutture e per i traguardi raggiunti nella customer service, nella security, nello shopping e nell’accoglienza dei passeggeri internazionali, come l’iniziativa Chinese Friendly Airport. Dai pontili mobili per l’imbarco dei passeggeri dell’A380, passando per la nuova area dei controlli di sicurezza arrivando alle nuove Piazze del Gusto e del Lusso fino a tutti quei servizi digitali sempre più irrinunciabili, le App, i Virtual Desk, una connessione Wi-Fi gratuita e senza limiti di tempo. «Abbiamo mantenuto sempre ferma la convinzione che continuare a investire su Malpensa per un aeroporto migliore, in vista di Expo ma non solo, fosse il presupposto per guardare al futuro» ha commentato Pietro Modiano, presidente di SEA.

NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING

www.strabranding.com

Dopo Hong Kong, di cui abbiamo già analizzato la leadership come destinazione dei turisti cinesi (47,2 milioni all’anno su un totale di 60,8), bisogna senza dubbio evidenziare l’importanza di Macao come metà preferita dei flussi turistici provenienti dalla Mailand China, dove questi ultimi rappresentano i 2/3 degli arrivi nel Paese (nel 2014, 21,3 milioni su un totale di 32, pari al 67%). Tale fenomeno ha fortemente contribuito a far raddoppiare il numero totale di visitatori nel Paese durante l’ultimo decennio, da 16 milioni nel 2004 ad appunto 32 nel 2014 (Fig.1) Grazie alla tradizione legata alla legalizzazione del gioco d’azzardo, il profilo medio del turista cinese è rappresentato da ricchi con elevata capacità di spesa (doppia rispetto ai turisti cinesi che, ad esempio, frequentano i paesi europei) e con una forte propensione allo shopping (la quota parte del budget di spesa allocata a quest’ultimo supera il 50%, contro il 15% destinato dai visitatori cinesi a Hong Kong e il relativo 12% in Europa). Macao, nonostante le piccole dimensioni, rappresenta il 5% della spesa totale dei cinesi in beni di lusso, ponendosi come importanza alla pari della Corea del Sud e addirittura superiore al Giappone. Più di recente, Macao ha vissuto negativamente le politiche di anticorruzione della nuova leadership cinese. Infatti, la crescita del numero di visitatori, specie di quelli legati al mondo politico, ha iniziato a rallentare sin dallo scorso anno con forti ripercussioni negative sulle vendite di orologi e gioielli, categorie che rappresentato circa il 30% del totale delle vendite. Tale fenomeno è stato, però, compensato dalla crescita dei visitatori appartenenti alla classe media cinese emergente, i cui acquisti hanno generato ricavi in crescita del 14% sempre nel 2014. Di conseguenza, l’interesse degli operatori di Casinò si è spostato verso il mercato del gioco di azzardo di massa e, come già avvenuto in passato a Las Vegas, questi ultimi stanno cercando di attirare i clienti della classe media integrando la propria offerta con servizi di “entertaiment e conferences”. In questa direzione si stanno anche muovendo i maggiori department stores del Paese, come DFS Group e New Yaohan Fashion, che stanno proponendo una differenziazione dell’offerta a favore di marchi e prodotti con un posizionamento più accessibile, introducendo

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Fonte: Exane BNP Paribas

WELCOME TO MACAU

Fig.1: Numero totale di visitatori annui a Macao (milioni)

nuovi marchi ed evitando potenziali cannibalizzazioni proponendo ciò che è già presente ad Hong Kong. Inoltre, va ricordato che l’espansione del network ferroviario ad alta velocità e la costruzione del ponte che unisce Macao, Hong Kong e la regione dello Zhuhai sulla Mailand China ridurranno molto i tempi per raggiungere Macao, favorendone la sua accessibilità a masse allargate di popolazione. Luca Esposito



News NASCE COOP 3.0: COLOSSO DA 5 MILIARDI DI EURO La santa alleanza tra Coop Estense, Coop Consumatori Nordest e Coop Adriatica dal 1° gennaio 2016 darà vita a Coop 3.0: la più grande cooperativa italiana ed europea ha ora anche un nome. La nuova realtà sarà forte di 2,7 milioni di soci, 22mila dipendenti, un fatturato annuo di quasi 5 miliardi di euro, e 419 punti vendita. “Un nome che unisce il richiamo alle radici, ai valori e alla secolare storia del movimento cooperativo (con la parola “Alleanza”); ma anche che rimanda al futuro, alle relazioni interattive e in costante evoluzione dei mondi digitali e della rete (evidenziate dal termine “3.0”)” si legge nella rivista per i soci Coop Consumatori Nordest. Pubblicato anche lo statuto della nuova cooperativa. La durata della società è stabilita fino al giorno 31 dicembre del 2100 e la sede legale e amministrativa sarà a Bologna. L’atto di fusione è previsto a fine settembre 2015.

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CHEF STORE, IL NUOVO MARKET AUTOSTRADALE DI CHEF EXPRESS

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ebutta a Santerno Ovest, lungo l’A14 tra Imola e Faenza, Chef Store: il nuovo concept di market autostradale ideato da Chef Express (vedi intervista a Valentino Fabbian, amministratore delegato di Chef Express, su r&f di luglio/agosto). Tale concetto, che verrà gradualmente esteso ad altre aree di servizio gestiste dalla società del Gruppo Cremonini sulla rete di Autostrade per l’Italia – Feronia (A1-Roma Nord), Frascati (A1-Roma Sud), Arno Ovest (A1-Incisa), e San Martino (A1-Parma) – si estende su una superficie di circa 155 mq e i prodotti sono distribuiti in scaffali e isole secondo cinque aree ordinate sulla base di moduli estremamente flessibili: promozioni, tecnologia e giochi, market “d’impulso”, prodotti regionali e novità del mese. Particolare enfasi è stata dedicata all’isola dei prodotti regionali, denominata “Buoni&Vicini: eccellenze gastronomiche del territorio”. Chef Express e Coldiretti hanno siglato infatti un accordo per offrire ai viaggiatori prodotti di alta qualità del territorio circostante garantiti dal marchio Fai-Firmato Agricoltori Italiani. Chef Express Spa, che nel 2014 ha realizzato ricavi totali consolidati per 493,6 milioni di euro, di cui il 51,5% derivante dalle attività in concessione (stazioni, aeroporti e autostrade), gestisce 43 aree di ristoro sulla rete autostradale italiana e sulle strade di grande comunicazione, con 117 punti vendita a marchio Chef Express, Mokà, Mr. Panino, Gourmé, Gusto Ristorante, McDonald’s e RossoSapore.



News “TRAVEL” NAU! CI VEDE LONTANO

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punto vendita di Firenze - Santa Maria Novella

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ispetto all’anno precedente, il 2014 di NAU! si è chiuso con un aumento del 34% sul fatturato, che ha raggiunto i 19 milioni di euro e una crescita dell’EBITDA pari al 43 per cento. Alle 17 nuove aperture del 2014, se ne sommano altre 9 nel primo semestre del 2015, per un totale complessivo di 84 negozi sul territorio nazionale, distribuiti tra i centri commerciali, i centri storici e il fortunato canale del travel retail, con sette punti vendita monomarca negli scali aeroportuali di Milano Malpensa e Linate, Bergamo, Bari e Torino. Questo sviluppo ha portato le vendite a registrare un incremento del 19% verso il primo semestre dell’anno precedente. Guardando all’espansione, va rilevato che da maggio 2015 il marchio creato da Fabrizio Brogi ha intrapreso la strada dei mercati internazionali con l’apertura del primo negozio monomarca a Barcellona, cui seguirà un investimento sul mercato indiano – in rapida espansione, insieme a Cina e Russia, seguite da Brasile, Messico, Repubblica Ceca, Emirati Arabi, Turchia, Tailandia e Polonia – ritenuto strategico per il settore. Nel frattempo, a inizio luglio, il marchio di occhialeria ha aperto uno store all’interno della Stazione di Santa Maria Novella a Firenze: terminal di primaria importanza dell’Alta Velocità e non solo, con circa 59 milioni di viaggiatori l’anno.

F2I: CI SONO UN CINESE, UN COREANO E UN FRANCESE... Cic (China investment Co, fondo sovrano cinese), Nps (National pension, fondo pensionistico coreano) ed Edf (Edf investment, colosso francese dell'energia) sono venuti in Italia a fare un po' di investimenti. Le fortunate tasche che hanno ricevuto questa iniezione di liquidità sono quelle di F2i, il fondo privato con partecipazioni nel settore idrico, rifiuti e soprattutto nella gestione di aeroporti con importanti quote in SEA (aeroporti milanesi) SAGAT (Torino) e GESAC (Napoli). Cic (che gestisce 600 miliardi di dollari) e il fondo pensionistico coreano, Nps (che gestisce solo – si fa per dire – 200 miliardi), attraverso i rispettivi investimenti, non ancora comunicati, entreranno come soci. Con un aumento di capitale loro riservato andranno infatti a prendere circa il 10% della Sgr, la cabina di regia dove si prendono le decisioni di investimento. Per quanto riguarda Edf, invece, ha deciso di partecipare con 50 milioni di euro alla raccolta del secondo fondo, dimostrandosi disponibile a portare liquidità fino a 100 milioni nei prossimi mesi.



News CAMICISSIMA DEBUTTA IN ALBANIA È il Tirana East Gate Mall, il principale centro commerciale della capitale in virtù dei suoi 94mila metri quadrati di superfice progettati dallo studio di architettura Laguarda Low, la location scelta da Gruppo Fenicia per aprire il primo store Camicissima in Albania. In particolare lo shop, esteso su 60 mq, si trova al primo piano della struttura e presenta un allestimento caratterizzato da materiali tipici di un’abitazione italiana tra cui un parquet scuro e le boiserie in legno laccato bianco con finiture e modanature rivisitate in chiave moderna. Lo store ospita il total look del marchio, dalle camicie ai pantaloni passando per i maglioni girocollo, cravatte e pochette e i giubbotti. Oggi il Gruppo è presente in Italia, negli Stati Uniti – con la società Camicissima Inc. – negli Emirati Arabi, in Libano, Grecia, Cina, Giappone, Austria, Svizzera, Panama, Reunion, Kazakistan e Gibuti, e ha in previsione di continuare l’espansione a livello internazionale.

RISORGE IL MALL: GUADAGNA È .COM

Inviato speciale

IL PERCORSO Vitruvio scrisse che il piacere non è dato dal raggiungimento del traguardo quanto dal percorso che bisogna fare per raggiungerlo.

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oiché il retail da sempre si basa sulla distribuzione organizzata o spontanea - di prodotti lungo un percorso, mi sono chiesto quali siano i punti di vendita e i luoghi che, più di altri, facciano del percorso (e della storia che da esso ne scaturisce) il proprio punto di forza. Primo fra tutti è il marchio Hermès. A Seul ho visitato un punto di vendita Hermès con un museo incorporato. Disegnato come una foresta con inserite nei fusti di acero delle bacheche con bozzetti ispirati alla caccia a cavallo e ai tratti tipici che sono diligentemente riprodotti su accessori e vestiti. Il cliente di Hermès non compra un prodotto ma un pezzo della sua storia. Un altro brand che ha basato tutto il suo appeal sul percorso è The East India Company, la più antica società di import/export al mondo che, fondata nell'epoca Elisabettiana, ha costituito le basi dell'impero britannico e del successivo Commonwealth. Sanjiv Mehta, presidente e CEO del gruppo, ha acquistato i diritti globali del nome e ha lavorato nei primi quattro anni ripercorrendo quattro secoli di crescita della compagnia,

pubblicando due libri che descrivono lo sviluppo dell'Impero attraverso le rotte del thè. La storia del gruppo mi ha colpito così come la cura che Sanjiv ha nel raccontarla. Il thè si beve con calma, pensando al luogo di provenienza, al viaggio, alla scoperta, tutti elementi definiti da Sanjiv come "remarkable connections". Al contrario dell'e-commerce, che basa il proprio successo più sulla velocità dell'acquisto, lo spazio fisico di un percorso commerciale basa la propria identità e unicità sull'esperienza e sul racconto, che sono fatti su misura per ogni ospite. Pop-up, cucina e cultura faranno sempre più parte del percorso commerciale di cui noi tutti Hermès Museum - Seul ci occupiamo... con la passione di sempre. Davide Padoa, CEO di Design International www.designinternational.com

Nato dalle ceneri, o meglio dal crac di Aligrup, il nuovo centro commerciale Guadagna.com - prima “solo” Guadagna ha aperto i battenti a fine giugno. Il mall palermitano presenta una veste rinnovata, curata da Angelo Agnello e Mimì Di Giuseppe del gruppo Ad Progetti, che hanno ideato un prospetto e interni in alluminio, acciaio, cristalli e contaminazione artistiche. Lo shopping centre si estende su 12mila mq coperti e 20mila tra piazzali, viabilità e aree per impianti. Al suo interno un ipermercato Conad dei fratelli Abbate da 4mila mq, un punto vendita Expert Pistone, che si estende su 3.500 mq, e, come riportato sulla stampa locale, i marchi Original Marines, KoKo, V65 pelletteria, Zoo-Service, Z & H, Blooker uomo, Sarah Cole donna, Winner giocattoli e Marina Romano scarpe.

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retail&food - settembre 2015 The East India Company - Londra



News cosa occorre sapere per...

a cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano

Side letter e opponibilità a terzi: non solo una questione di forma!

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uò capitare che quando si negoziano contratti di locazione o affitto di rami di azienda una parte richieda di inserire determinate pattuizioni in un documento a parte, la cosiddetta “side letter”. Questo genere di prassi, apparentemente innocua, comporta però conseguenze importanti, che per contratti di durata aventi a oggetto beni immobili è bene ricordare. Indubbiamente tra le parti che l’hanno sottoscritta la scrittura a latere rispetto ai contratti che abbiamo citato vale a tutti gli effetti, come e quanto il contratto principale. Infatti per le locazioni immobiliari a uso non abitativo, se è pur vero che con norma avente finalità fiscale ma portata civilistica emessa nel 2004 è stata dettata la nullità dei contratti non registrati quando ne ricorrono i presupposti, sembra che possa ragionevolmente sostenersi la validità di pattuizioni a latere di un contratto debitamente registrato, anche ove non registrate, sempre tuttavia che esse non contengano impegni finanziari e costituiscano pertanto elusione di imposta. Per i contratti di affitto di ramo di azienda la forma della scrittura privata autenticata da notaio non è prescritta dalla legge per la validità, ma ai sensi dell’art. 2556 c.c. essi “devono essere depositati per l'iscrizione nel registro delle imprese, nel termine di trenta giorni, a cura del notaio rogante o autenticante”. La mancata iscrizione, a mente dell’art. 2193 c.c., comporta l’inopponibilità ai terzi che non ne fossero a conoscenza. Nel mondo dei centri commerciali, stazioni, aeroporti e outlet normalmente sono le proprietà a formulare la richiesta della “side letter” motivandola con la necessità di mantenere privacy su pattuizioni che deroghino alle condizioni generali e agli standard contrattuali che regolano i rapporti con tutti gli operatori. Si tratta certamente di una motivazione importante, tuttavia forse una cautela persino eccessiva, in quanto in realtà a ben guardare in pratica non è per nulla facile accedere a contratti intercorrenti tra terze parti, qualora non si abbia un interesse documentabile a prenderne visione. Le pattuizioni in side letter, come si diceva, presentano una contropartita piuttosto importante e cioè l’inopponibilità a eventuali terzi delle pattuizioni ivi contenute. Tuttavia, quali potrebbero essere i terzi in una situazione di questo tipo? Tralasciando casi di scuola in cui i terzi fossero altri conduttori a cui la proprietà avesse dato in locazione/affitto lo stesso

bene, concentriamoci su un caso più reale e anzi piuttosto frequente nella pratica: che terzo sia l’acquirente dell’immobile in locazione/ affitto. Per quanto riguarda il contratto d’affitto di ramo di azienda si ha l’inopponibilità ai terzi ai sensi del citato articolo 2193 c.c. di ciò che non sia inserito nell’atto notarile. Per quanto riguarda il contratto di locazione, bisogna distinguere i contratti aventi durata inferiore ai nove anni da quelli aventi durata superiore. Per i primi, vale l’art. 1599 c.c. e pertanto i patti sono opponibili al terzo se hanno data certa anteriore alla cessione dell’immobile. Per i secondi, i quali avrebbero dovuto essere trascritti, essi sono opponibili ove trascritti, e lo sono solo sino a nove anni negli altri casi. Pertanto, qualora il contratto di locazione ultranovennale (come spesso avviene nella pratica) non dovesse essere stato trascritto, esso sarà opponibile al terzo acquirente (nuovo proprietario) solo per nove anni dalla sottoscrizione. Come estendere qualche tutela in più a un conduttore o un affittuario che desiderino cautelarsi anche nei confronti di una nuova eventuale proprietà e cercare di far sì che anche la pattuizione separata sia rispettata dal terzo acquirente? È possibile pattuire nella side letter stessa che il locatore/concedente dia notizia dell’esistenza della side letter al proprio avente causa, con un obbligo di informazione al conduttore/affittuario che tale obbligazione è stata adempiuta; tale obbligo potrà farsi coincidere, nel caso della locazione, per esempio, con l’invio dell’informativa al conduttore ai fini della prelazione. Come sempre nelle negoziazioni immobiliari, è opportuno intendersi: se la finalità è effettivamente quella di mantenere privacy rispetto ad altri conduttori, allora non dovrebbero incontrarsi difficoltà a pattuire il rispetto delle pattuizioni a latere nel caso di cessione dell’immobile a terzi. Avv. Alessandro Barzaghi Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.

ALL’AUCHAN DI CESANO BOSCONE (MI) È INIZIATA L’ERA DEI LOCKER Dopo l’introduzione del Car Pooling e del Car Sharing, è la volta dei Locker. Il Centro commerciale Auchan di Cesano Boscone mette a disposizione degli abitanti del territorio e dei suoi clienti il sistema di consegna e ritiro di acquisti online grazie alla collaborazione con InPost. Il Locker, distributore automatico di nuova generazione, permette il ritiro in pochi secondi dei pacchi ordinati on-line da e-shop convenzionati. Il sistema informa il cliente dell’arrivo del pacco tramite il servizio di notifiche inviate per mail e SMS, si può anche effettuare il pagamento dei prodotti acquistati direttamente al Locker, tramite bancomat o carta di credito. Dal momento della notifica dell’arrivo del pacco si hanno 3 giorni di tempo per ritirarlo e si possono anche effettuare resi. Il ritiro avviene in 7 secondi al massimo senza code e vincoli di orario.

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News PERLA DELLO STRETTO IN HARMONT&BLAINE AI PORTFOLIO A COGEST RETAIL PIEDI DELLA TOUR EIFFEL

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ogest Retail sale a 51 centri commerciali gestiti in Italia; e a 4 in Calabria: oltre a Carrefour Zumpano (CS), Due Mari a Maida (CZ) e Porto Bolaro (RC), la società guidata da Carmen Chieregato arricchisce il proprio portfolio con Perla dello Stretto (RC). Lo shopping mall sito in Villa San Giovanni conta 50 negozi, per una Gla di 13.600 metri quadrati. Il centro, dopo una prima apertura nel 2004, è stato sottoposto a un esteso restyling che ha interessato tanto la struttura, e in particolare l’interno della galleria, quanto l’offerta commerciale. Il mandato consulenziale prevede, tra l’altro, il riposizionamento strategico del mall e un piano di rilancio, a partire dall’inaugurazione a breve di Conad ed Euronics, e progressivamente di altri punti vendita. «Abbiamo già identificato alcune interessanti opportunità e insegne innovative, che ci permetteranno nel breve termine di integrare l’offerta e incrementare la quota di mercato – ha dichiarato Roberto Marchetti, direttore commerciale e sviluppo di Cogest Retail – Oltre a due nuove ancore fortemente attrattive, il centro può contare su un bacino di prossimità esclusivo: nei primi 15 minuti di percorrenza non esistono strutture concorrenti e la popolazione residente supera i 90mila abitanti. A questo si aggiunge il transito pedonale e automobilistico generato dall’area portuale, nelle immediate vicinanze, che registra una media di 216mila persone/giorno in viaggio tra Reggio Calabria e Messina».

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L‘

insegna del Bassotto dà il via allo sviluppo Oltralpe, partendo dall’opening della prima boutique a Parigi. Il debutto in Francia di Harmont&Blaine avverrà nella prossima stagione autunno-inverno in una location di 350 mq al 35 di Boulevard des Capucines: quattro vetrine su una delle principali vie dello shopping parigino, tra Place de la Madeleine e l’Opera, all’incrocio con Rue Scribe. Lo store concept, sviluppato in collaborazione con gli architetti Perini e Losanno di PLS Design, rimanderà ad atmosfere mediterranee con richiami al design italiano degli anni sessanta. «La Francia è un mercato di altissima importanza strategica per il progetto di internazionalizzazione del marchio, sia per il potenziale del mercato in sé, sia per la sua visibilità internazionale – afferma l’amministratore delegato di Harmont&Blaine, Giulio Guasco – L’azienda prevede l’apertura di un secondo punto vendita a Parigi e altri due in Costa Azzurra, dove il marchio, per il proprio DNA e interpretazione del Mediterranean lifestyle, trova la sua collocazione più naturale». Nello specifico il progetto di espansione seguirà una duplice direzione: retail diretto, concentrato in particolare su Parigi e Costa Azzurra, e distribuzione nel canale wholesale.



News IL SALONE DEL FRANCHISING A BRACCETTO CON EXPO E HOST Il Salone del Franchising punta sull’effetto Expo (e su Host) per incrementare la propria visibilità e affluenza, trasferendo i propri stand nel complesso di Rho-Pero. Ma non solo, la 30° edizione della fiera organizzata da Rds & Company in collaborazione con Fiera Milano cambia anche le date: si terrà dal 23 al 26 ottobre. “Trenta volte futuro” è il claim di questa edizione speciale, in cui saranno favoriti l’arrivo di operatori professionali anche dall’estero, tenendo conto che il numero dei franchisor italiani che hanno aperto reti al di fuori dei confini nazionali ha fatto segnare un +4% rispetto allo scorso anno, e sul totale Italia sono ormai il 17% i franchisor che hanno avviato progetti di internazionalizzazione, dato più che raddoppiato negli ultimi 7 anni. Guardando all’edizione 2014, il Salone del Franchising ha avuto 200 insegne espositrici e 13.700 visitatori, divisi principalmente tra il 52% di aspiranti franchisee e il 20% di commercianti.

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DA CARREFOUR PROPERTY E CARMILA, IL VIA AL RESTYLING DEL CENTRO DI THIENE

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on l’avvio del restyling del centro commerciale Carrefour di Thiene, in provincia di Vicenza, trova una prima attuazione il progetto di investimenti messo a punto da Carrefour Property e Carmila Italia. Entro novembre, periodo indicato per la conclusione dell’intervento, lo shopping mall presenterà diverse novità sia esterne sia interne alla galleria: in particolare saranno realizzate facciate personalizzate, dallo stile moderno e in armonia con il contesto circostante, sarà rinnovata l’area parcheggi da 1.370 posti auto, mentre la galleria sarà resa più accogliente e le piazze maggiormente luminose, inoltre ci saranno nuovi servizi alla clientela come aree relax e wifi. Alcuni lavori di ristrutturazione degli spazi interni hanno già preso avvio qualche mese fa con l’ideazione della nuova area in prossimità dell’ingresso numero 3, in cui ha trovato posto lo store OVS. Come spesso capita in questi contesti, nell’ottica di non interferire con l’operatività dei negozi e minimizzare il disagio per i clienti, i lavori saranno portati avanti in orari notturni per quanto concerne l’interno della galleria, mentre per l’area esterna e i parcheggi saranno attivi anche di giorno.



ELENCO DEGLI ISCRITTI 100 Montaditos 101caffè - America Graffiti Autogrill - Bacio Nero - BEFeD Briscola - Burbee - Burger King Ca’puccino - Caffè Vergnano - California Bakery - Chef Express - Chef Store - Chiccotosto ci gusta! The Italian Food Experience - Cioccolatitaliani Coffee Fruit - COQ - Da30polenta - DeCanto - Dispensa Emilia Espressamente Illy - EXKi - Fratelli la Bufala - Gourmè - Ham Holy Burger - Homeburger - Hopera Italian Style Caffè - Il Giusto Gusto - Juice Bar - Kevin&Victory’s Bakery - La Bottega del caffé - La Piadineria - Let’s Toast Lindt - Lowengrube - Macinata Sarti di Burger - Magnum Pleasure Store - Mariù McDonald’s Italia - MiSTERLiNO - Mokà Café - Moyè - MyChef - Old Wild West Pans&Company - Paolino l’arte dello spiedo - Patata Shop - Ristorante Gusto - Roadhouse Grill - Rossopomodoro - Rustichelli e Mangione - Sirio - Spontini - That’s Vapore - The Bagel Factory - Tracce - Universo Vegano - Viavai - Viva - Vyta - We Love Puro - Yogorino® - Zzino

Le associazioni partner

www.foodserviceaward.it

Ristorando

retail&food

TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL


Premiazione e gala dinner

Diventa sponsor del

3 dicembre 2015 - ore 19 Salone d’Onore della Triennale Viale Alemagna, 6 20121 Milano

Foodservice Award Il Foodservice Award è sostenuto da aziende interessate a promuovere lo sviluppo di moderne catene di ristorazione, grazie alla fornitura di prodotti e servizi dedicati a questo tipo di attività. Per sponsorizzare i Foodservice Award 2015 è possibile aderire secondo tre modalità: Silver, Gold e Platinum con costi e visibilità del proprio brand crescenti Per ulteriori informazioni e quotazioni info@foodserviceaward.it Gold sponsor

Silver sponsor

Info sponsorizzazioni dircom@edifis.it


r&f News opening

Burger King: la doppia sfida

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ontrastare la crisi e raggiungere in 5 anni il principale competitor del mercato: ecco gli obiettivi del piano di sviluppo da 340 milioni di euro e 350 nuovi locali di Burger King. Raddoppiare il numero dei locali nei prossimi due-tre anni e arrivare ad averne come il principale competitor McDonald’s, che ne gestisce oltre 500, in cinque: non si nasconde certo Joaquìn Salvo Puebla, general manager di BK restaurants Italia a margine della inaugurazione del primo locale del re del whopper in conduzione diretta lungo lo Stivale, il 127° di una catena sviluppata sinora tutta in franchising. Approdato nel Belpaese nel 1999, il marchio USA nel 2013 ha inaugurato la 100° location tricolore ma adesso punta «a uno sviluppo aggressivo, dopo anni di assenza di un motore che spingesse sull’acceleratore di una crescita che cambierà il passo e sarà costante e uniforme», assicura il manager 35enne. Il locale aperto a San Martino Siccomario, in provincia di Pavia, si sviluppa per oltre 400 mq su due piani, ha 200 posti a sedere, due playground, il servizio drive through, e dà lavoro a 26 persone. E c’è un’altra interessante novità: le bibite analcoliche sono a libero consumo. Sì esatto: come nei locali di molte catene f&b americane, anche in Italia BK permette ai consumatori di riempire i bicchieri della bevanda preferita senza limiti (una fiducia e una cura verso il cliente già testata peraltro in altri locali della rete).

Crescita a tutto campo Collocato sulla strada statale dei Giovi, a poche centinaia di metri da un ristorante del colosso della polpetta di Oak Brook e da un Roadhouse Grill (la costola steakhouse del Gruppo Cremonini che fornisce anche la carne per confezionare i suoi whopper), il locale non teme la vicinanza di due competitor dal nome consolidato, neppure di questi tempi: «La crisi non ci ha tolto né dato nulla. La qualità del nostro prodotto (hamburger cotti alla griglia, prodotti freschi, refill delle bibite, cortesia del personale) e la forza dell’investimento che sta dietro al nostro piano di sviluppo (si parla di 340 milioni di euro messi sul piatto dal partner finanziario dell’operazione, una joint venture denominata Burger King south europe east tra la casa madre BK corporation e un fondo di investimenti, che interessa oltre all’Italia i mercati di Polonia, Grecia e Romania ndr) ci fa essere ottimisti circa gli esiti dell’operazione: quello italiano è un mercato di grandissime opportunità. Ecco perché continueremo ad aprire con i nostri franchisee ma puntiamo a consolidarci soprattutto con la gestione diretta». Il che, oltre che in centinaia di nuove aperture, si tradurrà in 5.000 posti di lavoro diretti e indiretti, oltre i 2.500 già in forza ai locali e al quartier generale del brand in Italia. Peraltro, mentre il principale concorrente nel mondo del fast food è alle prese con

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la crisi più grave della sua storia recente, con numerose chiusure di punti ristoro in patria e in diversi mercati internazionali, Salvo Puebla sottolinea come BK stia conoscendo una fase di crescita ininterrotta da quasi due anni. Quanto ai canali e alle aree di sviluppo in Italia, con un progetto tanto ambizioso è giocoforza puntare a una espansione su tutto il territorio nazionale e in tutti i segmenti della ristorazione: «Partiremo all’inizio con la Lombardia e il nord del Paese aprendo sia su arterie stradali di grande passaggio con una

corsia anche per le auto come in questa location, sia locali senza King drive nei centri città, sia corner in foodcourt con sedute comuni e metrature più piccole». Lo sviluppo in conduzione diretta sarà come detto preponderante e «focalizzato al Centro Nord mentre al Sud l’azienda punterà ancora sull’affiliazione», specifica a sua volta Massimo Barbieri, operation, franchising & training director dell’azienda. Certo, il progetto di penetrazione in Italia arriva in un momento difficile per i consumi fuoricasa nella Penisola, anche “veloci”: secondo Npd sono calati dell’1,7% nel 2014 e anche nel primo trimestre 2015 si è verificata un’ulteriore limatura dello 0,6%. Nondimeno, ad essere in sofferenza sono i ristoranti indipendenti mentre le catene organizzate,

che rappresentano il 25% dell’offerta, si difendono assai meglio. Di qui l’espansione preannunciata anche da McDonald’s, che punta a incrementare a quota 800 entro il 2020 il numero dei suoi ristoranti sul territorio nazionale. Un obiettivo che si accompagna come noto all’italianizzazione spinta dell’offerta, una strada che anche BK sta seguendo: l’80% della carne che cuoce alla griglia è di origine nazionale, così come i dolci (Perugina), e panini, frutta e verdura (mercati locali). A ciò si sommano i sandwich con parmigiano reggiano o phila-

delphia e il previsto incremento delle eccellenze italiane, unitamente alla introduzione di proposte vegetariane, sulla scorta di quanto viene testato all’estero (negli Stati Uniti e in altri Paesi è già presente il Morning Star Veggie Burger e a breve le opzioni vegetariane verranno estese, prendendo spunto dall'offerta dei propri ristoranti in India, che include già diverse proposte di questo tipo, tra cui anelli di cipolla e bastoncini di verdure). Fondata nel 1954, BK fa capo a Restaurant Brands International Inc., che possiede anche Tim Hortons (catena canadese di caffetterie), risultando una delle più grandi aziende del mondo della ristorante con circa 23 miliardi di dollari nel sistema di vendita e oltre 18.000 ristoranti in oltre 100 paesi. In particolare, quella del re del wohpper è la seconda più grande rete di fast food a livello globale: ha circa 14.000 sedi che servono più di 11 milioni di persone ogni giorno in un centinaio di mercati. Molti ristoranti sono gestiti da affiliati indipendenti, parecchi dei quali da decenni. «In Italia i 127 ristoranti di Burger King fatturano tra 1-1,5 milioni ciascuno e impiegano 2.500 addetti», riprende Barbieri. Che conclude: «All’aspirante franchisee si chiede di coprire il 40% delle spese di avvio di un ristorante, pari a 800/900mila euro». Massimo L. Andreis


WELLDONE BURGER: IL PANINO “MADE IN ITALY” IN SARDEGNA

Victoria’s Secret atterra a Milano

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er il piacere delle donne, ma anche dei loro uomini, gli angeli di Victoria atterrano in Italia nel centro cittadino della capitale della moda italiana: Milano. Victoria’s Secret, brand americano specializzato nella vendita e distribuzione di prodotti di lingerie e beauty, ha fatto il suo ingresso aprendo i primi Beauty & Accessories Stores all'ombra della Madonnina in partnership con Percassi. Due i negozi: uno in via Torino 13, che ha aperto il 21 luglio, e l’altro in Corso Vercelli 20, inaugurato qualche giorno dopo. Nei nuovi store, i consumatori possono trovare una gamma dei prodotti cosmetici di maggiore successo, e una collezione unica di accessori di lusso, che comprende porta trucchi, borse e valigeria, piccoli oggetti di pelletteria e occhiali da sole, oltre a una selezione di prodotti di lingerie. Questa operazione segue il fortunato ingresso del brand nel travel retail italiano che già da tempo ha negozi e corner in alcuni dei principali aeroporti tra cui quelli milanesi, Bologna, Napoli, in fase di apertura a Bergamo e Fiumicino.

Dalle pagine del Wall Street Journal alla Sardegna, in particolare a Cagliari e sulla panoramica per Porto Cervo a Cugnana. L’insegna bolognese Welldone Burger arriva quindi al suo sesto locale: ai primi due nel capoluogo emiliano si sono aggiunti i gourmet restaurant di Milano Marittima e Modena. Fedele ai suoi principi, anche in Sardegna Welldone Burger propone panini preparati con pane artigianale prodotto con farine biologiche italiane e lievito madre naturale attivo in polvere panificati da Welldone, carni provenienti da allevamenti locali e non intensivi, ingredienti selezionati e primizie di stagione. Le proposte si rivolgono anche ai vegetariani e ai vegani, e agli amanti del pesce protagonisti di alcuni piatti e soluzioni, dall'insalata Baia fino al Fish'n chips della tradizione inglese. “Welldone Burger” è un progetto nato nel 2013 e firmato dalla società bolognese You Can Group.

100 Montaditos, terza volta a Roma

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n feeling con Roma che ha portato il noto brand di cucina spagnola, 100 Montaditos, ad aprirvi il terzo locale nel giro di un anno. L’opening interessa il centro commerciale Anagnina e segue i ristoranti di piazza di Ponte Milvio e di via Tiburtina. Il modello di sviluppo adottato è sempre quello dell’affiliazione, che ha portato oggi l’insegna del Gruppo Restalia a vantare oltre 350 locali in Spagna e altri 40 all’estero. Questo in virtù di una combinazione basata su un investimento ridotto il cui ritorno è previsto entro un lasso di tempo medio di 2 anni, per cui l’attività commerciale di 100 Montaditos – sottolinea l’azienda – offre notevoli prospettive di redditività. «Siamo davvero soddisfatti di aprire le porte del terzo locale romano che conferma il consenso delle persone nei confronti dei nostri prodotti e consolida ulteriormente la nostra presenza in Italia, che si configura come il primo Paese in Europa dove il Gruppo ha deciso d’investire», ha dichiarato Ángel Sandoval, 100 Montaditos Europe Manager.

Tata Italia ne fa quattro

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tutto opening l’inizio d’estate per il noto brand di calzature e accessori, Tata Italia. Il filotto di aperture è iniziato lo scorso 18 giugno con l’avvio di un locale sul Gargano, a Vieste, in uno spazio di 50 mq che ospita il meglio della collezione uomo-donna. Una settimana dopo, il 25 giugno, pochi km più a sud nel comune di Cerignola è stata la volta del reopening di un negozio storico per l’insegna, che ha completato i lavori di restyling. Lo store si trova in via Roma 3, in una superficie di 180 mq: rivisitato in linea con il nuovo format, è incorniciato da 6 grandi vetrine angolari all’interno delle quali l’immagine e il prodotto sono protagonisti. Il giorno dopo, in Campania all’interno del centro commerciale Auchan di Giugliano, è stata la volta del sesto locale Tata Italia nella regione, in un’unità di 250 mq dedicati alla collezione uomo, donna e bambino. In ordine di tempo la quarta e ultima operazione è stata lo scorso 1 luglio a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, sotto i portici della centralissima via Carducci, in una location da 170 metri quadrati. In virtù di queste quattro aperture i punti vendita Tata Italia salgono a quota 56.

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News opening TRIS DI OPENING AL VULCANO BUONO Harmont&Blaine e Pittarosso, preceduti da Camicissima, hanno fatto il loro ingresso al Centro Servizi Vulcano Buono di Nola. Le aperture di queste tre insegne, di cui le prime due superano i 1.500 mq, si inseriscono in un piano di crescita del Centro Servizi che, conferma Larry Smith Italia, “sta riscontrando, a livello di affluenze e coinvolgimento della clientela, risultati in linea con le attese”. Inoltre, nell’ottica di riqualificazione e diversificazione dell’offerta del complesso commerciale, sono già state commercializzate altre sei unità con retailer nazionali e internazionali, per una superficie complessiva di oltre 1.300 mq, che saranno aperte nell’arco dei prossimi tre mesi.

Fedon anche negli aeroporti SEA

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na doppia apertura con cui Fedon conquista gli aeroporti milanesi gestiti da SEA. Dopo l’ingresso in primavera a Bergamo Orio al Serio, la sua vocazione sempre più travel ha portato il marchio di pelletteria a presidiare sia Linate sia Malpensa, rispettivamente con uno store nell’area partenze e uno al Terminal 1, sempre oltre i filtri di sicurezza. «Al momento – dichiara il presidente, Callisto Fedon – ci sentiamo di privilegiare le aeree a forte frequentazione di viaggiatori. Nel corso del 2015, abbiamo aperto Orio al Serio (BG), Ciampino, Linate, Malpensa, ai quali, a breve, si aggiungerà Napoli. Il piano prevede di arrivare a una cinquantina di punti vendita nei prossimi 4/5 anni». Rispetto ai due nuovi store negli scali meneghini, linee e prodotti si focalizzano sempre di più sulle esigenze dei travellers. «Cerchiamo di soddisfare al meglio le esigenze dell’uomo e della donna che lavorano e viaggiano – prosegue Callisto Fedon – C’è sempre più voglia di informalità e di leggerezza, e le nostre collezioni si stanno focalizzando su un offerta accattivante e leggibile, all'interno dei nostri ne-

gozi, con 3 principali aree: l'area borse, l'area accessori e l'area travel. Per quest’ultima stiamo rafforzando l'offerta dei trolley, che accompagnano oramai la quotidianità. Ultimo nato è Marco Polo, il nuovo travel system Fedon che unisce la maneggevolezza di un trolley cabinabile alla capienza di una spaziosa valigia».

Idea Bellezza, 5 store in Abruzzo

C OLD WILD WEST A LE GRU E… Da nord a sud, con focus sui principali centri commerciali del Paese e non solo: lo sviluppo di Old Wild West ha interessato a inizio estate il noto shopping center Le Gru di Grugliasco (TO), dove ha aperto su una superficie di 520 metri quadri, per un totale di 230 posti a sedere di cui 40 in un luminoso e ampio dehor. Sul portale web dell’insegna di steak house in portfolio a Cigierre si notavano anche al momento della stesura dell’articolo i successivi opening a Roma in via Tiberina km 17, a Reggio Calabria in corso Vittorio Emanuele III, a Beinasco (TO) in via Torino, al Gran Shopping Mongolfiera di Molfetta (BA) e al centro polifunzionale Le Officine di Savona. Il piano di opening copriva da luglio sino al mese di settembre in corso.

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on 60 punti vendita, concentrati nel centro sud nella Penisola, Idea Bellezza si consolida tra le insegne italiane di profumeria maggiormente diffuse. A incrementare la presenza sul territorio sono 5 nuove aperture in Abruzzo, portate avanti da Gargiulo & Maiello S.p.A., impresa mandante di Gruppo VéGé, che ha annunciato l’allargamento della propria rete vendita attraverso la controllata Europrogetto S.r.l. proprietaria dell’insegna Idea Bellezza. L’ingresso nella cosiddetta “Regione Verde d'Europa”, in virtù dei suoi tre parchi nazionali e delle numerose aree protette, si è articolato con gli opening in location urbane a Ortona, Sulmona, Giulianova, Chieti e Teramo. «Negli ultimi mesi abbiamo lavorato tanto affinché potessimo presentarci in una nuova regione come l’Abruzzo con un progetto commerciale ampio, che possa andare a prendersi quote di mercato come quelle che esprimiamo nelle altre zone da noi presidiate», dichiara Alessandro Maiello, amministratore delegato di Gargiulo & Maiello. Lo sviluppo nel canale urban è coerente con le strategie dell’azienda, che tuttavia presenta alcuni punti vendita anche in primari centri commerciali.





r&f Cover story

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Serravalle Designer Outlet Ulteriori 70 negozi saranno avviati nel Foc di McArthurGlen, in virtù del prossimo ampliamento da 12.500 metri quadri. L’opening nel 2016.

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on i suoi circa 640mila mq di Gla, il mercato italiano dei Factory outlet center è pressoché saturo. Anche per questo motivo, ma soprattutto per le vendite trainate dai turisti extra Ue, i 23 village (Centri attivi con Gla a partire da 10.000 mq) che presidiano l’Italia da nord a sud e da ovest a est risultano sempre più ambiti, attirando cospicui investimenti stranieri. E infatti quasi tutto il nostro stock appartiene al portfolio di società estere. Sugli scudi McArthurGlen, che di recente ha avviato il suo primo village in nord America a Vancouver (22.500 mq di Gla a poca distanza dall’aeroporto, con cui ha portato avanti l’iniziativa in joint venture), gestisce 5 tra i principali Foc del Belpaese: in particolare il Serravalle Designer Outlet, primo ad essere aperto nella Penisola nel lontano 2000, è al centro di un importante progetto di ampliamento che lo porterà a ospitare in due fasi fino a 70 nuovi negozi, per complessivi 12.500 mq (3.500 mq + 9mila mq) di nuovi spazi retail, che spingeranno la Gla totale a 51.500 metri quadrati. L’apertura dell’estensione è prevista per l’autunno del 2016, mentre i lavori di restyling della porzione attuale sono stati avviati lo scorso giugno. Nonostante a fine 2014 la società guidata dal country manager Roberto Meneghesso non abbia comunicato i dati aggregati, le vendite dei 5 asset dovrebbero sfiorare il miliardo di euro. Ma ad aggiudicarsi da un paio d’anni l’onore delle cronache per la sua strategia aggressiva nel nostro Paese è il fondo americano di investimento Blackstone: dopo le acquisizioni di Franciacorta Outlet Village, Mantova Outlet Village, Puglia Outlet Village e Valdichiana Outlet Village, a giugno è stata la volta del Foc di Palmanova. Il network raggiunge così i 150.000 mq, con circa 650 negozi, e accoglie 15 milioni di visitatori l'anno, per vendite complessive che si avvicinano ai 400 milioni di


IL RISIKO DEGLI OUTLET euro. Contestualmente, Blackstone attraverso Multi ha annunciato anche l'acquisizione di Added Value Management Srl (AVM), società italiana specializzata nella gestione di centri outlet. Fondata nel 2009, AVM ha finora gestito dall’esterno i centri outlet di proprietà Blackstone. La nuova filiale italiana ha preso il marchio Multi Outlet Management Italy ed è guidata da Dario Pistone, fondatore di AVM (vedi Parola di, pagg. 30-31). La vivacità del settore in termini di acquisizioni immobiliari ha visto poi un’altra operazione di primaria importanza all’inizio del 2014, quando Neinver e TH Real Estate, per conto di TIAACREF, hanno siglato una partnership strategica mirata alla creazione di una piattaforma leader in Europa nel segmento dei designer outlet. La joint

di natura burocratica e finanziaria, si è notato un crescente dinamismo, sia dal punto di vista dell’innovazione dei progetti sia per quanto riguarda il processo di consolidamento in corso già da tempo. Abbiamo registrato due significativi ampliamenti, del Barberino Designer Outlet e del Sicilia Outlet Village per un totale di 50 negozi e 8.000 mq di nuova Gla, e una inaugurazione, dello Shopinn Brugnato 5 Terre, con 22.000 mq di Gla e 100 negozi. Il percorso di razionalizzazione da tempo in corso sul mercato ha subito un’ulteriore accelerazione durante il 2014, che ha visto gli investitori esteri protagonisti. Già nel 2013 avevamo assistito a importanti operazioni, tra le quali quella riguardante il Franciacorta Outlet Village, ad opera di Blackstone Group; nel

venture investirà in numerosi outlet mall, concentrandosi inizialmente sul portafoglio esistente di Neinver e sulla sua pipeline di sviluppo in ambito europeo. Neinver, che in Italia vanta Vicolungo The Style Outlets e Castel Guelfo The Style Outlets, continua a garantire le proprie competenze specialistiche e dedicate di gestione e operative all’intero portafoglio. Complessivamente, citando un recente intervento di Filippo Maffioli, amministratore delegato del Gruppo Promos e presidente della Commissione Consultiva FOC del CNCC, «il 2014 ha rappresentato un anno di sostanziale tenuta, in termini di visitatori e giro d’affari, per il mercato italiano dei Factory Outlet. Nonostante l’avanzato grado di maturità del settore e il perdurare di difficoltà

Centri attivi con GLA a partire da 10.000 mq (dati marzo 2015) F.o.c.

Apertura

Regione

Località

Mq GLA

Negozi

Designer Outlet Serravalle

2000

Piemonte

Serravalle Scrivia (AL)

38.000

180

The Mall

2001

Toscana

Leccio Reggello (FI)

10.000

20

Fashion District Valmontone

2003

Lazio

Valmontone (RM)

45.000

180

Fidenza Village

2003

Emilia Romagna

Fidenza (PR)

25.000

90

Franciacorta Outlet Village

2003

Lombardia

Rodengo Saiano (BS)

36.000

160

Fashion District Mantova

2003

Lombardia

Bagnolo San Vito (MN)

35.000

130

Designer Outlet Castel Romano

2003

Lazio

Castel Romano (RM)

31.200

160

Castel Guelfo The Style Outlets

2004

Emilia Romagna

Castel Guelfo (BO)

24.300

110

Vicolungo The Style Outlets

2004

Piemonte

Vicolungo (NO)

34.000

150

Valdichiana Outlet Village

2005

Toscana

Foiano della Chiana (AR)

32.000

140

Fashion District Molfetta

2005

Puglia

Molfetta (BA)

40.000

135

Designer Outlet Barberino

2006

Toscana

Barberino Di Mugello (FI)

27.000

130

Sardinia Outlet Village

2006

Sardegna

Sestu (CA)

20.000

70

Outlet Center Brenner

2007

Trentino Alto Adige

Brennero (BZ)

10.000

40

Mondovicino Outlet Village

2008

Piemonte

Mondovì (CN)

24.500

105

Palmanova Outlet Village

2008

Friuli Venezia Giulia

Aiello del Friuli (UD)

24.000

100

Designer Outlet Veneto

2008

Veneto

Noventa di Piave (VE)

26.500

140

Soratte Outlet Shopping

2008

Lazio

Sant’Oreste (RM)

35.000

160

Città Sant'Angelo Village

2009

Abruzzo

Città Sant'Angelo (PE)

23.000

100

Designer Outlet La Reggia

2010

Campania

Marcianise (CE)

26.300

148

Sicilia Fashion Village

2010

Sicilia

Agira (EN)

30.000

140

Cilento Outlet Village

2012

Campania

Eboli (SA)

24.000

80

Shopinn Brugnato

2014

Liguria

Brugnato (SP)

22.000

100

maggio 2014, Blackstone ha acquisito da Aberdeen Italia anche la proprietà immobiliare del Valdichiana Outlet Village. Durante l'estate 2014 è stato poi annunciato il passaggio di mano degli outlet di Mantova e Molfetta: Fashion District Group ha siglato un contratto di compravendita del complesso immobiliare in cui operano le due strutture con IDeA Fimit Sgr, società di gestione del fondo immobiliare chiuso Moma, interamente sottoscritto da entità riconducibili ai fondi gestiti da Blackstone Real Estate Partners IV. A dicembre 2014, infine, Fashion District Roma Srl ha ceduto a RREEF Investment GmbH la proprietà del ramo d'azienda connesso alle licenze commerciali dell'outlet di Valmontone, già di proprietà del fondo aperto Grundbesitz Europa of Deutsche Asset & Wealth; conseguentemente, dal 1 gennaio 2015, la gestione dell'outlet è passata da Fashion District a Promos». Sul fronte dell’innovazione dei progetti esistenti e futuri, sono proseguiti gli sforzi degli operatori sia per quanto riguarda l’ottimizzazione dei mix merceologici, sempre più orientati alle proposte gastronomiche di qualità e all’offerta a tema leisure, sia per quanto concerne la localizzazione geografica dei progetti in pipeline, frutto di studi sempre più selettivi. «Il mercato sta gradualmente evolvendo e l’obiettivo è riuscire a stimolare l’interesse di importanti nuovi top brand internazionali, con centri dinamici, in luoghi facilmente accessibili e dalla vivibilità eccellente – ha proseguito Maffioli – Importante, in questo senso, è stato ad esempio l’ingresso, nel Designer Outlet di Castel Romano e al The Mall di Leccio, del brand Coach, uno dei big mondiali dell’accessorio». Per il biennio 2015-2016 sono previsti degli ampliamenti, presso le strutture di Brugnato 5 Terre, Noventa di Piave, Serravalle Designer Outlet, Sicilia Outlet Village e The Mall. A.P.

Fonte: Commissione Consultiva FOC del CNCC

retail&food - settembre 2015

29


r&f Parola di Dario Pistone

Dario Pistone, milanese di nascita, si laurea in Ingegneria Civile al Politecnico e subito dopo inizia a lavorare nei cantieri di Impregilo in Libia. Passa poi in Sasib (ora Alstom) dove segue progetti di Metropolitane e Sistemi di Trasporto Leggeri. Successivamente diventa per alcuni anni Responsabile Tecnico e Sviluppo in Kuwait Petroleum Italia. Alla fine degli anni ‘90 entra nel settore immobiliare di IBM, per poi da lì entrare in Cushman&Wakefield, dove fonda il dipartimento di Property Management. Vi rimane quasi 10 anni, diventando Partner nel 2004 e membro del Board Italiano un paio di anni dopo. Dal 2007 inizia a seguire la gestione del patrimonio Cushman a livello europeo. Nel 2009 decide di affrontare una nuova sfida imprenditoriale e fonda Added Value Management. L'11 Giugno del 2015, Multi annuncia l’acquisizione di Added Value Management Srl (“AVM”), che prende il nome di Multi Outlet Management Italy (“MOMI”). La leadership è di Dario Pistone, che prende il titolo di Managing Director. 30

retail&food - settembre 2015


Cover story

MOMI: «con Blackstone/Multi la possibilità di nuove acquisizioni è all’ordine del giorno»

L‘

11 Giugno del 2015, Multi annuncia l’acquisizione di Added Value Management Srl (“AVM”) che prende il nome di Multi Outlet Management Italy (“MOMI”). Sotto la leadership di Dario Pistone, MOMI diventa la business unit di Multi Italy con un team specializzato nella gestione degli outlet e focalizzato alla creazione di valore aggiunto per i factory outlet del portfolio di Blackstone in Italia, alcuni dei quali precedentemente gestiti da AVM. Proprio da Dario Pistone ci siamo fatti spiegare quali tappe abbiano contraddistinto questa fase e soprattutto con quali obiettivi si appresta ad affrontare questa nuova sfida, alla guida di una realtà che è già diventata un punto di riferimento nel settore dei Foc.

Con quali obiettivi e aspettative inizia questa nuova avventura professionale? Gli obiettivi sono molteplici, a livello strategico e operativo, e sono relativi sia all’azienda sia al portafoglio in gestione. Relativamente a Multi Outlet Management Italy l’obiettivo primario è una strutturazione importante (sono previste oltre 30 assunzioni) che porti in azienda le migliori figure del panorama immobiliare Italiano, a tutti i livelli. Il portafoglio Outlet rappresenta invece il focus operativo. Seguendo le linee guida concordate sia con la casa madre olandese sia con Blackstone e Kryalos (partner operativo in Italia di Blackstone), l’obiettivo è infatti quello di creare un polo di eccellenza outlet in Italia. Sicuramente fare parte di una struttura internazionale come Multi e sapere di avere alle spalle un fondo come Blackstone ti dà la carica necessaria per affrontare con il dovuto ottimismo e la necessaria energia il futuro. Come giudica, invece, la sua esperienza in AVM dalla costituzione della società all’acquisizione da parte di Blackstone e Multi? La creazione di una società ex novo è per definizione una grande esperienza umana e professionale, come lo è la relativa gestione successiva. Essere soci e imprenditori ti dà una nuova visione del mondo del lavoro e ti aiuta a capire i problemi, i rischi e i sacrifici che ci sono dietro scelte imprenditoriali. Anche oggi, quando mi interfaccio con tanti franchisee all’interno degli outlet, faccio tesoro dell’esperienza di questi 6 anni per confrontarmi con loro, leggerne i conti economici, capirne eventuali titubanze e aiutarli nelle scelte migliori. Inoltre la consapevolezza di avere fondato una società in piena crisi e non solo averla passata indenne - ma alla fine essere approdati nell’universo Blackstone/Multi è motivo di grande orgoglio e sprone ulteriore a migliorarsi continuamente nella ricerca dell’eccellenza che società così blasonate si aspettano.

Ci può raccontare quando sono avvenuti i primi contatti e come è stata condotta la trattiva che ha portato all’acquisizione di AVM e al suo nuovo incarico? I primi contatti sono avvenuti durante l’acquisizione da parte di Blackstone del Franciacorta Outlet Village. Fin dalla fase di due diligence è emerso un gran feeling con tutte le figure di Blackstone con cui ci siamo interfacciati, feeling che si è poi concretizzato nell’affidamento della gestione stessa dell’outlet. È emerso fin da subito che AVM era in grado di seguire i vorticosi ritmi imposti da Blackstone, sotto tutti i punti di vista, non ultimo quello di tramutare in una reportistica adeguata le innumerevoli attività poste in essere nella gestione. L’acquisto del Valdichiana Outlet Village pochi mesi dopo ha ulteriormente consolidato questo legame, permettendo a Blackstone una ancora più approfondita conoscenza della struttura e del modo di operare di AVM. Credo che quello che più ha colpito Blackstone sia stata la grande dedizione di ogni singolo componente di AVM, sia nei confronti dell’outlet sia del cliente finale. Da parte nostra ci siamo invece trovati davanti a una grandissima dinamicità di pensiero che si tramutava in azione, una sorta di adrenalina professionale non comune nel panorama retail Italiano. E credo che i numeri degli investimenti di Blackstone in Italia mi diano ragione. Come vede ad oggi il mercato italiano degli outlet? al momento state valutando ulteriori village da acquisire e/o lavorate a iniziative di futura realizzazione? Il mercato degli outlet è sicuramente molto competitivo e solo chi saprà intraprendere la strada dell'eccellenza, indipendentemente dal livello dell'outlet stesso, potrà continuare a crescere. Relativamente a nuovi progetti ne vedo pochi, la strada che secondo me va intrapresa è la valorizzazione dei progetti attuali magari andando – laddove se ne ravvedono le possibilità – ad ampliare gli outlet esistenti. Non a caso Blackstone sta studiando l’ampliamento del Franciacorta Outlet Village con la creazione di una terza fase che possa incrementarne le già ottime performance. Riguardo all'ultima domanda, con Blackstone/Multi la possibilità di nuove acquisizioni è all'ordine del giorno. Per l’estero avete progetti di crescita? Assolutamente sì. Il suffisso I (Italy) all'acronimo MOM (Multi Outlet Management) non è casuale... In termini di sell out, vede una ripresa da parte della clientela italiana o gli outlet conti-

nueranno a correre soprattutto grazie all’arrivo di facoltosi turisti stranieri? Il cliente italiano c'è e rimane secondo me il fulcro dell'economia in generale e dell’outlet stesso. Sicuramente non avrà in molti casi la capacità di spesa del turista straniero, ma sta a noi “portarlo” nei nostri village, farlo sentire a proprio agio e dargli il prodotto che cerca. L'acquisto verrà di conseguenza. La visita a un outlet è a tutti gli effetti un momento esperienziale e la gestione deve avere come target principale non solo quello di attirare il cliente ma quello di fidelizzarlo, situazione possibile principalmente con il cliente italiano. Ovviamente non va dimenticato il cliente straniero, intendendo anche lo stesso cliente Italiano in vacanza, e pensare ad azioni mirate nei suoi confronti. Ad oggi 10 village italiani, quasi la metà del totale, sono in portfolio per metà a voi e per metà a McArthurGlen. Come differenziate e come intendete differenziare per il futuro la vostra proposta commerciale da quella del principale competitor? Noi andiamo avanti per la nostra strada. Chiaramente guardiamo con estrema attenzione tutto quello che succede ai nostri competitor, ma abbiamo una strategia ben precisa sia a livello di portafoglio sia a livello del singolo outlet. Complessivamente su quali cardini, soprattutto per la parte commerciale, impostate e imposterete la vostra attività di gestione degli outlet? Grande focus sul merchandising mix, attenzione al dettaglio da un punto di vista retail, cura dell’immagine e uniformità dal punto di vista del marketing, pulizia, cura del verde e dell’outlet in generale dal punto di vista gestionale: sembrano banalità ma sono convinto che tante volte vengono date per scontate e non adeguatamente implementate. Menzione a parte il discorso del territorio, che è per noi un leitmotiv per l’intero nostro portafoglio. Abbiamo la grande fortuna di avere degli outlet con una location strategica e dobbiamo continuare a far sì che siano un punto di riferimento nel proprio territorio, diventandone sempre più parte integrante e offrendo al cliente un reale viaggio esperienziale che vada al di là del semplice acquisto. L’aver creato il claim “Land of Fashion”, che accomuna l’intero portafoglio, è la testimonianza della nostra volontà di differenziare e caratterizzare sempre più fortemente i nostri outlet. Andrea Penazzi

retail&food - settembre 2015

31


r&f Case history

SelecTTrade - Lindt: 10 anni in outlet D

a circa 10 anni SelecTTrade è retail partner del Gruppo Lindt, per cui ha realizzato una rete costituita da 42 punti vendita in importanti contesti commerciali organizzati, in grado di generare un fatturato consolidato superiore ai 35 milioni di euro. Più recentemente è stata avviata una partnership con Beiersdorf per l’apertura di monomarca Nivea, già arrivata a quota 3 negozi. Minimo comun denominatore di entrambi i progetti di sviluppo retail è il canale outlet, preceduto da esperienze temporanee in contesti travel. Di questo percorso abbiamo parlato assieme a Pierenrico Barbesino, direttore commerciale di SelecTTrade ed ex manager

Flagship Lindt a Roma, via della Maddalena 12

32

retail&food - settembre 2015

di Lindt & Sprungli Italia. Come si compone, ad oggi, la vostra rete di negozi? Oggi gestiamo 42 negozi Lindt, di cui 23 in outlet, 16 in centri commerciali, due in downtown e un factory store a Cassano Magnago (VA); 3 negozi Nivea, tutti in outlet, più Pierenrico Barbesino

una pasticceria a Varese con il marchio Zamberletti. Come è nato il vostro rapporto con Lindt e il relativo progetto di sviluppo retail? L’avventura nasce 10 anni fa, quando Lindt decide di approcciare il canale dei negozi monomarca non direttamente ma dando la gestione a un partner. Tale decisione segue un test positivo portato avanti con formule temporanee all’interno di alcune stazioni ferroviarie. La strategia di convergere sugli outlet si basa invece su tre assiomi: questo canale era meno presidiato rispetto a quello dei centri commerciali, dove Lindt era già presente negli iper e nei supermercati; mostrava maggiori po-

tenzialità, specialmente per un prodotto che nel 70% dei casi, mi riferisco a dati forniti dalla GDO, rientra tra gli acquisti di impulso; e ancora perché era un canale distributivo nuovo che andava ad affermarsi proprio in quel periodo. E nel tempo questa scelta ci ha dato ragione: un negozio outlet fattura di più di un punto vendita in un centro commerciale. Nonostante numericamente superino di poco il 50%, gli shop Lindt nei village generano più del 65% del giro d’affari. Questo anche dopo le liberalizzazioni sul commercio volute dal governo Monti, che di fatto hanno dato il via libera alle aperture domenicali: se prima la domenica era appannaggio degli outlet, quasi sempre ubicati in luoghi turistici, ora la concorrenza dei centri commerciali si sente. Ma rimane una questione di mood con cui il potenziale cliente entra nelle due strutture: nell’outlet è maggiormente propenso a un acquisto di impulso, mentre nel centro commerciale la motivazione principale rimane la spesa alimentare, che è più programmata. Come nasce il format Lindt? I primi due negozi sono quelli nei village di Franciacorta (2005) e Castel Romano, su cui era già stato effettuato un test temporaneo nel Natale precedente. Sin da subito il progetto ha funzionato, anche perché 10 anni fa era la prima volta che la gente assisteva a tutto l’assortimento Lindt – in un monomarca durante l’anno si alternano 750 referenze, cosa che negli altri canali non è possibile replicare – provocando spesso quello che chiamiamo “effetto wow”. L’altra chiave di successo, nella fase di start up, fu di mettere il cioccolato a disposizione dei clienti senza barriere: la modalità self service, che a sua


Cover story Come è cambiato nel tempo, sino ad arrivare ai giorni nostri? Nel tempo abbiamo imparato che i comportamenti di acquisto, la frequenza di visita e anche la fruibilità cambiano in base al canale, per questo utilizziamo tre modelli diversi di negozi: sull’outlet abbiamo dimensioni più elevate, circa 250-300 mq, perché dobbiamo far fronte ai picchi del weekend e ancor più a quelli dei saldi; nel centro commerciale, dove la frequenza è più omogenea, ci servono meno mq, tra i 100 e i 130 con punte minime di 85. Sull’offerta di servizio, con le adeguate

volta era stata testata in alcuni punti vendita, con l’avvio del progetto retail venne totalmente sdoganata.

dimensioni, i format outlet e centro commerciale rimangono sostanzialmente uguali: c’è un’area market,

che è quella preponderante, e una di bar somministrazione. Quest’ultima nasce due anni dopo rispetto all’avvio del progetto retail, quando si palesa che d’estate il fatturato della vendita di cioccolato scende. Il format cambia invece all’interno del centro città perché c’è una componente di visibilità e di enfasi sul brand superiore a quella che si verifica nell’outlet e nel centro commerciale. Per questo motivo viene introdotta la figura del Maître Chocolatier, che personalizza i prodotti in base ai desiderata del cliente. Il negozio pilota in città fu aperto a Firenze quattro anni fa, ma ancora non pre-

vedeva il maître, mentre quello di Roma, avviato un anno e mezzo fa, ospita il nuovo format (vedi foto in pagina). A fine settembre, a Torino, apriremo il terzo negozio downtown, in attesa di ristrutturare quello di Firenze per renderlo omogeneo agli altri. Un ulteriore elemento che ha caratterizzato lo sviluppo negli ultimi anni è il cambio del codice colori: il format è partito con i colori basici di Lindt, che sono blu e oro, ma da quattro anni i nuovi negozi e quelli sottoposti a refitting sono caratterizzati da marrone e oro, per rendere

l’atmosfera più calda e accogliente. Oltre a Torino città, quali sono gli obiettivi di aperture per quest’anno? L’unica location certa è quella di Torino, poi abbiamo elaborato un’altra apertura in un centro commerciale. Ma è da confermare. Vi è anche il fronte dei temporary store, su cui stiamo lavorando da due o tre anni: stiamo avviando negozi temporanei sia nei centri città, lo scorso anno a Milano in corso Garibaldi, sia nei centri commerciali, affittando lo spazio da ottobre a Pasqua. Per esempio, con Gallerie Commerciali Italia – Auchan apriremo per la seconda volta nel mall di Mestre (VE). Guardando al 2016, siete interessati a Scalo Milano? Certamente sì, è nella nostra pipeline. Affrontando quindi il progetto Nivea, dove siete e quali progetti avete? Nivea ha testato dei negozi temporanei con Retail Group nelle stazioni. Il successo del test ha convinto Beiersdorf a cercare un partner che potesse sviluppare negozi monomarca. Quindi siamo stati contattati e lo scorso anno abbiamo gestito un punto vendita pilota di 9 mesi nel Foc di Vicolungo, con esito positivo. Di conseguenza è partito il progetto per aprire dei punti vendita, ma solo negli outlet: a novembre è stata la volta di Castelguelfo e Marcianise e nelle settimane scorse ha riaperto lo store a Vicolungo. L’obiettivo è di arrivare a 5 shop Nivea entro il 2015. A. P.

retail&food - settembre 2015

33


r&f Osservatorio prezzi

OUTLET + SALDI BIG A CONFRONTO In pieno periodo di sconti estivi, lo scorso 15 luglio siamo andati nei Foc di Vicolungo (NO), Serravalle (AL) e Franciacorta (BS) a verificare i listini food e non food di importanti brand nazionali e internazionali. Articoli non food

Intimo / Reggiseno (primo prezzo)

Articoli sportivi / Scarpa da running (primo prezzo)

Trolley bagaglio a mano (primo prezzo)

Kiko Make Up

L'Erbolario

Modus

1,40

15

4,20

Pupa 3,90

Serravalle Designer Outlet

KIKO Make Up

L'Oreal

Modus

Pupa

Bottega Verde

2,90

2,99

4,20

2,40

3,99

Franciacorta Outlet Village

KIKO Make Up

L'Oreal

Modus

Pupa

Bottega Verde

L'Erbolario

La Gardenia

1

2,99

4,20

1,70

5

16

1,99

Vicolungo The Sytle Outlets

Calzedonia

Golden Lady

Ck Underwear

Yamamay

Ragno

7

4,99

9

4,90

14

Serravalle Designer Outlet

Calzedonia

Golden Lady

Ck Underwear

La Perla

7

4,99

9

16

Franciacorta Outlet Village

Pompea

Golden Lady

CK

Yamamay

Parah

Triumph

5

4,99

5*

4,90

27

24

Vicolungo The Style Outlets

Adidas

Asics

Kappa

Nike

Puma

New Balance

Salomon

39

27,30

29,90

31

29

36,40

59

Serravalle Designer Outlet

Adidas

Asics

Freddy

Nike

Puma

59

19

23,50

31,50

35

Franciacorta Outlet Village

Adidas

Asics

Kappa

Nike

Puma

Skerchers

n.d.

24,50

29,90

21,70

29

74,99

Samsonite

La Compagnia delle Pelli

Piquadro

Baldinini

Vicolungo The Style Outlets Serravalle Designer Outlet Franciacorta Outlet Village Vicolungo The Style Outlets

Abbigliamento Jeans Serravalle bambino 8-12 Designer Outlet (primo prezzo) Franciacorta Outlet Village

Roncato 48,30

59,50

31,90

98,70

129

The Bridge

Samsonite

Mandarina Duck

Pollini

Baldinini

Gucci

Burberry

Bric's

Segue

85

99,40

63

322

109

1.195

599

61,50

24,90

Roncato

Carpisa

Del Mare 1911

Pollini

Sisley

Piquadro

48,30

34,90

252

n.d.

45,15

105,70

Kid Space

Junior Store 0-16

Gap

Marina Militare

23,10

30,80

Benetton

Brums

Primigi

Harmont&Blaine Junior

9,05

8

14,99

34,60

U.S. POLO ASSN Pepe Jeans 40,53

45

19,60

10 Tommy Hilfiger 36,60

Benetton

Brums

Primigi

Il Gufo

Petit Bateau

K.I.D.S

Diesel Kids

Store House 4-14

13,20**

13,20

18,99

41,50

22,20

45

21

Benetton

Levi's

Primigi

Harmont&Blaine

Yes-Zee

18,16

15

14,99

20,90

31,36

23,10 Marina Militare Kids 30,80

Legenda: ´ il prezzo non è stato confermato da un addetto alle vendite; ´´prezzo arrotondato • tutti i prezzi sono espressi in € - Prezzo più alto - Prezzo più basso • n.d. = non disponibile

34

retail&food - settembre 2015

© Edifis Intelligence

Make up / Ombretto (primo prezzo)

Vicolungo The Style Outlets


Cover story Vicolungo The Style Outlets Botega Caffè espresso Cappuccino Croissant Spremuta d'arancia Acqua (pet 50 cl) Coca Cola (pet 50 Cl)

A.P.

Panino più economico Pizza trancio base Birra (bottiglia 33 cl) Toast base

People

Puro Gusto

Autogrill *

Lindt

1

1

1

1

1

1

2**

1,40

1,50

1,50

1,50

1,50

1,50

2**

1

1

1

1,20

1,10

1,10

1,50

2,70

3

n.d.

3,50

3

3

n.d.

1

1,30

1

1,20

1,30

1,30

1,30

2,70***

3,50

2,50

1,90***

2,90

2,90

n.d.

2,90

4,50

5

3

4

3,70

n.d.

3

3,50

n.d.

2,90

4,10

3,70

n.d.

4

4

3

4

3,90

3,70

n.d.

3,90

4,60

4

4,90

3,70

n.d.

n.d.

Legenda: ´presente con i marchi: Spizzico, Tentazioni Cafè; ´´soluzione solo in parte assimilabile al classico caffè/cappuccino; ´´´lattina da 33 cl

Serravalle Designer Outlet

RISTORAZIONE

Farinella

Gazebo Bistrot

Gelateria Blu Bar

Lindt

Panperfocaccia

Ca’puccino

1

1

1,10

1

2****

1

1

Cappuccino

1,60

1,50

1,50

1,30

2****

1,30

1,30

Croissant

1,10

1,20

1,20

1,10

1,50

1,20

1,10

3

3,50

3,80

n.d.

n.d.

3,50

3,50

Acqua (pet 50 cl)

1,30

1,20

1,30

1,20

1,30

1,20

1,20

Coca Cola (pet 50 Cl)

2,90

3

2,50

2,80

n.d.

2,80

2,80

0,90**

2

5

4

n.d.

4,50

4,20

Pizza trancio base

3,70

3

3,70

3,50

n.d.

n.d.

2,50

Birra (bottiglia 33 cl)

3,70

3,50

3 ***

3,50

n.d.

3,50

3,50

Toast base

n.d.

n.d.

4

4,50

n.d.

4,50

n.d.

Caffè espresso

Spremuta d'arancia

Panino più economico

© Edifis Intelligence

Autogrill*

Legenda: ´presente con i marchi Burger King e Spizzico; ´´hamburger di BK; ´´´bottiglia da 50 cl; ´´´´soluzione solo in parte assimilabile al classico caffè/cappuccino

Franciacorta Outlet Village

RISTORAZIONE

Autogrill* Witor's Bar Coffea Caffè espresso

EspressaMcDonald's La Piadineria mente Illy

Lindt

Pablito

Venchi

1

1

1

1

0,90

n.d.

2****

1

1

Cappuccino

1,50

1,40

1,40

1,70

1,20

n.d.

2****

1,40

1,40

Croissant

1,10

1

1

1,50

1

n.d.

n.d.

1

1

3

2,50

3

4

2,50

n.d.

n.d.

3

3

Acqua (pet 50 cl)

1,30

1,30

1,20

1,30

1

1

1,30

1,20

1,30

Coca Cola (pet 50 Cl)

2,80

2,50**

3

3**

2,45***

2,40

n.d.

3

n.d.

Panino più economico

4,10

n.d.

3,30

6

1

4,10

n.d.

3,80

n.d.

Pizza trancio base

3,70

n.d.

4,50

n.d.

n.d.

n.d.

n.d.

n.d.

n.d.

Birra (bottiglia 33 cl)

3,70

n.d.

4

4

2,65

2,70

n.d.

4

n.d.

Toast base

3,70

n.d.

3,30

5

1,30

n.d.

n.d.

2,80

n.d.

Spremuta d'arancia

Legenda: ´presente con i marchi Acafè e Spizzico; ´´lattina da33 cl; ´´´50 cl alla spina; ´´´´soluzione solo in parte assimilabile al classico caffè/cappuccino

retail&food - settembre 2015

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R

ussi e cinesi in primis affollano i factory outlet center italiani nel periodo dei saldi estivi. Se mai occorresse una testimonianza in tal senso, la nostra visita lo scorso 15 luglio a Vicolungo, Serravalle e Franciacorta sicuramente la è. Stupisce che i parcheggi fossero pieni dalla mattina alle 10 sino alla sera alle 20 di un giorno feriale, nonostante il termometro segnasse 36 gradi. Ma arriviamo alla rilevazione prezzi, vero obiettivo di questo articolo, che specifichiamo non ha valore statistico: sul fronte non food, il nostro lavoro è stato condotto chiedendo agli addetti alle vendite, laddove possibile, il primo prezzo, al netto degli sconti, per uno specifico item presente in ogni negozio citato in tabella; sul fronte food, invece, ci siamo documentati leggendo i listini esposti al pubblico e chiedendo informazioni al personale qualificato. Specifichiamo inoltre che, come nel caso di Adidas per la scarpa da running uomo, l’importo chiesto nello store di Serravalle è più alto di quello imposto nel medesimo shop di Vicolungo in quanto non era previsto un ulteriore sconto sul modello primo prezzo. Pochi euro di differenza, in seno alla stessa insegna, si sono verificati anche per l’ombretto più economico di L’Erbolario a Vicolungo (15€) e Franciacorta (16€), da Kiko e Pupa, solo per restare nel segmento make up, ma gli esempi sono numerosi in tutte le merceologie. Gli altri prodotti non food su cui abbiamo concentrato la nostra analisi sono il reggiseno; il jeans bambino 8 anni e il trolley bagaglio a mano. Sottolineiamo che i tre Foc sono espressione delle principali aziende di gestione di outlet nello scenario italiano ed europeo: Neinver, McArthurGlen e la neo costituita Multi Outlet Management Italy, ex AVM, in portfolio a Blackstone (vedi Parola di, pag. 30).

Caffè Costadoro I partenopei

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RISTORAZIONE


r&f star trek kids

Destinazione

Quore C

uore con la C o Quore con la Q? Il correttore automatico di Word, mentre scrivo non ha dubbi. Ma il PC forse non conosce l’insegna dei negozi per bambini (0-16) che stanno diffondendosi in Italia negli ultimi quattro anni. Dietro i punti vendita Quore, con tanto di logo con un cuore (questo con la C) stilizzato c’è la Mafrat, società pugliese attiva nel mercato da ormai settant’anni. Quella di Mafrat è una storia lunga iniziata nel 1929 quando i tre fratelli Totaro avviano un’attività produttiva. Il 1945 è l’anno di nascita dell’azienda che si orienta sulla produzione tessile con un’attenzione fin da subito per i mercati esteri (ad oggi l’export è il 70% del fatturato) e si specializza nella maglieria d’alta gamma. Negli anni ’60 introduce il total look da bambino, espandendosi sempre più fuori dal Belpaese fino ad arrivare nei primi anni del nuovo millennio ad affacciarsi nel mondo delle licenze concludendo partnership con importanti brand. Ad oggi la società di Putignano (BA) gestisce un marchio di proprietà, My Collections, e altri in licenza: Ferrari Junior

Barletta Collection, Gianfranco Ferrè, Laura Biagiotti Dolls, Beverly Hills Polo Club, Billionaire, Via delle Perle, Ducati e Baldinini. Un elenco di marchi che copre differenti fasce di prezzo, mentre le tipologie di prodotto spaziano dall’abbigliamento young sportivo fino alla cerimonia: tutto rigorosamente per bambini/adolescenti dalla culla fino ai 16 anni. L’ufficio stile è in-

terno all’azienda, dove vengono realizzati anche i prototipi con ovviamente un coinvolgimento di ogni singola maison, mentre la produzione è prevalentemente appaltata a fornitori esterni selezionati soprattutto in Italia e Albania. Retail+export: ecco la ricetta per l’espansione Da qualche anno a questa parte sono

QUORE in pillole (Mafrat spa) Data di nascita Azienda di riferimento Proprietà Business Management Retail Brand di proprietà Brand in licenza

Mafrat nasce nel 1945, inizio progetto Quore nel 2009 Mafrat spa, con sede a Putignano (BA) Famiglia Totaro Produzione e distribuzione abbigliamento junior 0-16 con brand di proprietà e in licenza Mario Totaro, general manager, e Nicola Fusillo, direttore commerciale 52 negozi in Italia (di cui 32 in franchising), uno all'estero a insegna Quore. Peso del canale sul bilancio aziendale stimato per il 2015 al 40% My Collections Ferrari Junior Collection, Gianfranco Ferrè, Laura Biagiotti Dolls, Beverly Hills Polo Club, Billionaire, Via delle Perle, Ducati e Baldinini Fonte aziendale

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stati varati, anche per rispondere alla stagnazione del mercato domestico, la diversificazione dell’attività con la produzione e commercializzazione di una linea scarpe 0-14 anni e, soprattutto, il progetto retail con l’apertura dei negozi multibrand a insegna Quore, veri e propri ‘factory store’ in cui sono presenti i marchi che l’azienda produce e distribuisce anche per il canale wholesale. Un passaggio che, attraverso la vendita diretta nel canale, permette un contenimento dei prezzi, accorciando la filiera, e che in pochi anni ha portato ad aprire ben 52 negozi Quore in Italia (32 in franchising e 20 diretti). All’estero il marchio è presente con un’insegna a Baku (Azerbaijan) da due anni e a Putignano hanno in cantiere un’apertura a Mosca entro l’estate, a testimonianza dell’importanza del mercato dell’area ex URSS nell’export dell’azienda della famiglia Totaro (circa il 30% del fatturato della società). A sottolineare il legame con il mercato dell’ex Repubblica Sovietica, nonostante le difficoltà legate al panorama geopolitico internazionale, sono i prossimi opening in agenda anche a Machackala e San Pietroburgo ˇ (sempre Russia), mentre a Jedda (Arabia Saudita) sono presenti 2 shop in shop. Il network di negozi Quore nel Belpaese copre più o meno tutto lo stivale (escluse però per ora regioni importanti come Toscana e Veneto), con una presenza Fonte aziendale superiore in Meridione, dove la Puglia,


nel 2012) e gli indici di redditività rimangono comunque positivi (+4,9% l’anno scorso con un -1% sul 2013). Con un quoziente primario di struttura stabile intorno allo 0,88 e uno secondario che l’anno scorso ha sfiorato il 2, l’azienda risulta solida per affrontare i progetti in calendario. La vera sfida sarà comunque riuscire a ritagliarsi quote di mercato importanti in un settore dove le fasce più alte sono in

calo rispetto al fast fashion (-12,1% sul 2013), con quelle intermedie in difficoltà da tempo (dal 4,3% al 7,8% in meno). Puntare molto sul retail aiuterà non poco a mantenere marginalità, fatturato e identità, con una ovvia contrazione dei costi, e l’estero, soprattutto i mercati emergenti, potrebbe essere la risposta. David Montorsi

intervista

Manduria ovviamente, la fa da padrona con 24 punti vendita, seguita a distanza dalla Sicilia con 6, mentre sul gradino più basso del podio si collocano la Calabria con 3, a pari merito con la Lombardia, nel cui capoluogo, Milano, c’è il secondo showroom del marchio pugliese, dopo quello di Putignano. La location indicata è quella dei centri cittadini, preferiti agli shopping mall (solo 6 negozi per un esiguo 12% del network), mentre lo sviluppo della rete procede a ritmi in doppia cifra, con 10 opening l’anno scorso e 10 quest’anno (l’ultima inaugurazione a Riccione a luglio) con l’obiettivo di raggiungere le 65 insegne a Capodanno 2015 per arrivare a 100 a fine 2017. I negozi sono caratterizzati da un concept architettonico curato e funzionale, con uno stile sobrio ed essenziale, stemperato da elementi briosi e irriverenti come il logo scelto con quella Q che colpisce. Per i franchisee è previsto un investimento iniziale di 35mila euro, ma non fee d’ingresso, né royalties, né minimi garantiti o contributi pubblicità, mentre la merce è in conto vendita (pagamento solo del venduto), con uno scontrino medio, per gli amanti delle statistiche, di 55 euro. Più retail e meno wholesale per mantenere i volumi Dietro a questo network (retail che per quest’anno si stima peserà il 40% sul giro d’affari aziendale), si trova

un’azienda di 160 addetti, al cui timone c’è Mario Totaro, rappresentante delle terza generazione della famiglia fondatrice (che detiene la proprietà della spa), aiutato nella cabina di pilotaggio da Nicola Fusillo, direttore commerciale. E se i numeri del retail dell’azienda barese di childrenswear ci parlano di una importante crescita, i numeri complessivi dei bilanci della Mafrat sono più prudenti con un rallentamento del fatturato, stabile ormai da qualche anno, dopo un incremento notevole che ha portato a raddoppiare il giro d’affari tra i primi anni del nuovo millennio e il 2009. Il rallentamento (-6,9% di fatturato del 2014 sull’anno prima) indica uno spostamento di risorse e prospettive sul canale retail da quello wholesale, particolarmente colpito dalla crisi dei consumi soprattutto nel mercato domestico, con una minore predisposizione all’acquisto di articoli di fascia medio alta, proprio quelli commercializzati dall’azienda dei Totaro. La creazione di un sistema distributivo indipendente sta modificando le modalità di presenza in Italia, recuperando quote di mercato. E nonostante le difficoltà italiane e il problema geopolitico della Russia, la Mafrat ha chiuso l’ultimo bilancio con un utile di 125mila euro (era +200mila circa l’anno prima) con 25 milioni di ricavi (in trend negativo rispetto ai 29,5 del 2010, con anche un picco di 30,5

Convenienza del franchising con il prestigio dei multibrand: la ricetta di Quore per l’espansione anche all’estero Nicola Fusillo, direttore commerciale di Mafrat spa Per voi l’export è molto importante: a breve vedremo una presenza consistente di negozi Quore all’estero? Ad oggi il format Quore è impostato soprattutto per il mercato italiano ed europeo, stiamo progettando delle aperture anche in aree diverse e a breve apriremo dei negozi in Russia e nel Middle East. Ovviamente vi saranno delle differenze in termini di format, layout e assortimento marchi. Non è pensabile avere una formula adatta per tutti i mercati, ma con i dovuti accorgimenti possiamo ampliare il nostro raggio d’azione nel retail nel giro di pochi anni Perché per le location preferite centri cittadini agli shopping mall? A mio personale avviso il centro città, tranne per qualche rarissima eccezione, rimane sempre punto di riferimento della distribuzione di livello medio alto. I mall possono godere periodi con fortune alterne in base allo sviluppo circostante. Basta poco perché un centro commerciale passi in secondo piano, trascinando con se anche i negozi all’interno. Il centro città in Italia è e rimarrà “centro città” sempre. Poi, il nostro prodotto si avvicina di più a un prodotto da boutique (anche se con un prezzo concorrenziale) e di solito questo genere di referenza non viene acquistato nei centri commerciali, almeno in Italia e per ora. Una differenza, la più importante per voi, tra i negozi Quore e i loro prodotti e la concorrenza? La differenza principale sta proprio nel prodotto proposto. Noi abbiamo un format franchising con un prezzo “franchising”, ma il nostro assortimento fino a qualche stagione fa era venduto nelle migliori boutique multibrand. Oggi accorciando la filiera riusciamo a garantire lo stesso prodotto a un prezzo inferiore, senza però rinunciare alle nostre caratteristiche, se per concorrenza intendiamo le altre catene in franchising. Se invece intendiamo i multibrand, la prima differenza sta nel prezzo al pubblico: il nostro format coniuga la convenienza del franchising con il prestigio del multibrand.

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r&f Brand analysis

Brums, da 60 anni al servizio dei bambini N

ata nel 1951 dall’intuizione di Giovanni Prevosti, Preca Brummel oggi è tra le aziende più note in Italia in ambito di children’s wear grazie ai suoi tre brand di proprietà: Brums, Bimbus, Mek e alle licenze MCS e Santoro’s Gorjuss recentemente acquisite. In particolare, Brums ricopre il ruolo di marchio premium, e da 60 anni si prende “cura” del bambino con un abbigliamento 016 anni, confortevole e pratico, ma con lo sguardo rivolto sempre a look e abbinamenti che permettono di trovare la soluzione ideale per ogni situazione: dalla cerimonia al tempo libero, passando per i momenti più fashion. Abbiamo parlato con Carola Prevosti, direttore generale di Preca Brummel, per fare un'analisi di questo brand che è riuscito negli anni a fidelizzare i bambini che una volta cresciuti sono diventati clienti per i propri figli.

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Quali sono i vostri format di punto vendita e le loro caratteristiche più importanti (metratura, assortimento, esposizione dei prodotti, ecc)? Per quanto riguarda le metrature dei punti vendita ci orientiamo su superfici dai 90 ai 150 mq, posizionati in vie commerciali (centro storico o importanti direttrici di traffico) oppure in centri commerciali con almeno 2 vetrine. I punti vendita trattano l'assortimento completo a livello di linee (fasce di età) e un assortimento tarato sulle potenzialità e le richieste della clientela. Declinate i format in base al canale (centri commerciali, outlet, aeroporti, stazioni ferroviarie, high street)? Il layout espositivo e la dimensione del punto vendita vengono tarati in relazione alla specifica location (centro storico, centro commerciale...) con la finalità di massimizzare la resa al metro quadro e soddisfare le esigenze della clientela. E all'estero mantenete il medesimo format? Sì, il format viene mantenuto anche oltre confine. Cambiano i vostri format se la gestione del negozio è diretta o in franchising? No, non sono previsti format differenti tra punti vendita DOS e franchising. Preferite sviluppare la vostra rete con pdv diretti o in franchising? Secondo quali logiche vi orientate per gli uni o per gli altri?

Attualmente preferiamo uno sviluppo dimensionale orientato sull'affiliazione, consapevoli che un partner motivato che garantisce il presidio del punto vendita costituisce la miglior risposta alle richieste del mercato e alle esigenze della nostra clientela. I punti vendita diretti sono presenti in location di prestigio – ad esempio Milano Corso Buenos Aires – o in posizioni caratterizzate da un investimento e costi elevati, come i centri commerciali di primo livello. Quali tecnologie (sistemi di pagamento contactless, illuminazione a Led, sistemi di videosor-

veglianza, wi-fi, digital mirror, ecc) inserite nei vostri punti vendita? Tutti i negozi sono dotati di un sistema informatico completo per la gestione delle vendite, mentre altri dispositivi, ad esempio l'antitaccheggio, possono essere inseriti in relazione a specifiche esigenze. L'illuminazione a Led, invece, si sta sempre più affermando come standard luci all'interno dei punti vendita sia per la diminuzione dei prezzi dei materiali sia per il miglioramento dello standard qualitativo di resa cromatica. Come è cambiata negli anni la

Il brand in pillole Anno di nascita del brand Proprietà Core business Headquarter Giro d’affari Paesi di sviluppo

Canali di sviluppo Numero di punti vendita in Italia e complessivo

Numero di punti vendita diretti in Italia e complessivo Numero di punti vendita in franchising in Italia e complessivo Numero di corner nei negozi multimarca in Italia e complessivo Numero di aperture nel 2014

1955 Famiglia Prevosti Abbigliamento bambini 0-16 anni Carnago, in provincia di Varese Il 2014 si è chiuso con un fatturato compreso tra 85 e 90 milioni di € Oltre all’Italia, che rimane quello principale, i mercati che funzionano meglio sono Russia e Grecia ma anche Repubblica Ceca e Slovacchia e, in fase di crescita, gli Stati Uniti dove a oggi abbiamo 2 punti vendita a Brooklyn Centri commerciali, negli outlet, high street Considerando multimarca, DOS, franchising e concessions il numero totale di punti vendita Brums in Italia è di circa 280 e complessivamente si aggira intorno ai 295 I punti vendita Brums diretti sono 33 considerando le imminenti e prossime aperture Ad oggi i punti vendita aperti con la formula del franchising sono 191 in Italia e complessivamente 200 2 corner e 20 rivenditori autorizzati in Italia 8 Fonte aziendale


Milano - Corso Buenos Aires

Carola Prevosti vostra strategia di sviluppo? Bisogna distinguere tra quella che è la proposta commerciale rivolta al potenziale affiliato e la nostra modalità di selezione di nuovi potenziali affiliati. Per

quanto riguarda la prima vengono apportati continui miglioramenti (tuning) perché possa risultare appetibile dal mercato e garantire il successo del punto vendita aperto. A questo proposito diventa sempre più importante trasferire l'adeguato know how alla nuova gestione affiancandola nel primo importantissimo periodo di attività. Circa la selezione del candidato ideale invece utilizziamo diversi canali di marketing mirati a entrare in contatto sia con imprenditori che conoscono già il settore,

sia con figure (in particolare donne) entusiaste del nostro marchio e della possibilità di mettersi in gioco affiancati da un'azienda sul mercato da decenni. Stiamo inoltre investendo nella formazione e nel servizio di vendita per garantire ai nostri consumatori, sempre più al centro dei nostri progetti, una migliore shopping experience in negozio. Quali sono le ultime e le prossime aperture? L’ultimo punto vendita Brums aperto è stato Castelletto Ticino (NO), mentre

le ormai prossime e imminenti opening riguardano Romagnano Sesia (NO), Orio al Serio (BG) e Foligno (PG). Disponete di un canale e-commerce? Come approcciate le vendite online e con quali riscontri? Come si affiancano tali strategie con il più classico “brick & mortar”? Da aprile Brums.com è diventato ecommerce dove i clienti possono direttamente acquistare la merce e scegliere se riceverla a domicilio o ritirarla gratuitamente nei negozi diretti (store pick-up). Anche se virtuale, Brums.com è uno store a tutti gli effetti che segue il medesimo piano commerciale dei negozi. Come il punto vendita tradizionale, anche sul sito è possibile utilizzare gift card e fidelity card. Non solo uno store online ma anche un luogo dove poter vivere un’esperienza e sapere tutto sul brand. Brums.com è in linea con il progetto di multicanalità intrapreso per collegare tutti i canali di contatto e di acquisto possibili del consumatore (sito web, dispositivi mobile, punti vendita, profili social, customer service, ecc.). S.M.

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r&f

Dossier aeroporti

Bergamo

Orio al Serio: da crisalide a farfalla

In meno di dieci anni, gli investimenti sono stati di 154 milioni di euro. Recentemente è stata inaugurata la nuova ala che ha ampliato area partenze e arrivi, e probabilmente il 2015 segnerà il sorpasso su Linate e sul muro dei 10 milioni di passeggeri

O

re 9.00 di un venerdì mattina di inizio luglio; fuori la temperatura ha già superato 30 gradi, e il via vai di pullman, pulmini e macchine è incessante. Una volta entrati, a parte tirare un sospiro di sollievo grazie all'aria condizionata, il colpo d'occhio è quello che vorrebbe qualunque operatore commerciale aviation e non di un aeroporto: viaggiatori, molti viaggiatori. È vero, l'Aeroporto di Bergamo Orio al Serio non ha una struttura particolarmente grande, nonostante sia stato recentemente ampliato, quindi la sensazione percepita è certamente di maggiore congestione, ma i numeri non mentono, e dicono che nel 2014 quasi 8,8 milioni di persone hanno volato su Bergamo (e bisogna tener

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conto di 20 giorni di chiusura per il rifacimento della pista). Questo pone lo scalo al quarto posto per traffico passeggeri dopo Fiumicino, Malpensa e Linate, che potrebbe verosimilmente essere superato nel 2015. Come sempre il nostro compito è raccontare l'evoluzione del comparto commerciale non aviation degli aeroporti e quest'aerostazione, a metà strada tra Milano e Brescia, base Ryanair, ha recentemente ultimato importanti lavori strutturali dando ossigeno e nuove aree commerciali alla parte airside, oltre a tutta l'area arrivi. L'investimento Ma facciamo un passo indietro, per dovere di cronaca. Nel 2002 SACBO, la società di gestione dello scalo, ha


ricevuto la concessione quarantennale. A partire dal 2007 ha intrapreso un importante piano di potenziamento delle infrastrutture di terra e di volo che si è concluso a maggio 2015 con l’intervento di ampliamento del terminal passeggeri. Tale percorso di potenziamento ha interessato di fatto tutti i sottosistemi funzionali dello scalo aeroportuale a partire, nel biennio 2007-2008, dalla realizzazione di aree dedicate alle operazioni di check-in di circa 2.400 metri quadri. A seguire, nel triennio 2008-2010, è stato effettuato l’ampliamento delle sale imbarchi Schengen ed Extra Schengen, per una superficie complessiva di circa 9mila metri quadri. Gli stessi stilemi architettonici sono stati successivamente

adottati per il restyling completo della galleria landside del terminal, opera completata nel 2013, e soprattutto per l’ampliamento del terminal sul lato ovest, commessa ultimata nel mese di maggio 2015, ap-

punto, con l'implementazione di nuove aree arrivi, nuovi imbarchi e importanti piazze commerciali per una superficie di circa 11mila mq di nuova edificazione. Su un arco temporale di circa 9 anni, SACBO ha riqualificato l’intero terminal con un investimento globale di 154 milioni di euro, incrementando la superficie complessiva

l’offerta complessiva. Infine, nel biennio 2014-2015, è stata riqualificata e ottimizzata la viabilità esterna dell’aeroporto, con la formazione di un nuovo accesso e la creazione, su terreno di recente acquisizione, di un nuovo parcheggio a raso da 5mila posti per la lunga sosta dei passeggeri in partenza.

dell'aerostazione di circa 22.400 metri quadri. L'operazione ha portato ad avere nel terminal partenze 38 attività commerciali retail e 15 attività legate alla somministrazione, tra bar e ristoranti, con una crescita del 60% del-

Da Est a Ovest Entrando dal lato Est dell'aeroporto, accompagnati da Matteo Baù, non aviation commercial manager di SACBO - troviamo due aree check-in, quasi interamente occupate da Ryanair, e la caffetteria Espressamente illy. Poco più avanti Gnam Green il gusto giusto, di un operatore locale che, oltre all'offerta bar, propone anche centrifugati di frutta e verdura fresca. Per chi preferisce il gelato, c'è uno spazio Algida con i grandi classici e tutte le novità. Proseguendo verso i controlli, in una piccola piazza ci sono uno store Milano outlet e St.G italian style (borse e pelletteria). Di fronte, per chi vuole sfidare la fortuna, Vinci e vola permette di acquistare tutto ciò che riguarda gratta e vinci, superenalotto e simili. Poi, sempre

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Dossier aeroporti lungo il corridoio centrale, un make up Kiko, un negozio Wind, La Marianna (bar di un operatore locale, presente qui dal 2003 ma nato nella città alta nel 1952 e ancora una farmacia, un giornalaio sportelli bancomat, il Briciole bar di MyChef, Motta, e tutta una parte dedicata ai rent car, con i marchi più noti sul mercato, oltre alle biglietterie dei pullman e un change. Al termine del lungo corridoio, sul lato ovest, in prossimità degli arrivi, è posizionato un altro bar Gnam, un tourist info per la regione Lombardia e una cappella. Due cose destano particolare interesse in questa parte di landside: il Vicook Bistrot, un locale aperto in collaborazione con il tristellato Chicco Cerea del ristorante Da Vittorio a Brusaporto (BG), posizionato nella galleria al primo piano e già ai vertici delle classifiche dei migliori ristoranti aeroportuali al mondo; e il wi-fi rental, un piccolo negozio dove i turisti in entrata possono noleggiare un congegno che permette durante la loro permanenza in Italia di connettere alla rete fino a dieci device.

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Airside premium Superati i controlli, si sale al piano superiore in airside dove ci sono i gate per i voli Schengen. Qui le attività commerciali, con l'inaugurazione dell'ampliamento a maggio, oltre a essere aumentate hanno anche subito alcuni spostamenti. Si comincia con una piccola enoteca Fontana di Sant'Agata, poi vari brand della moda come Timberland, Boggi, Saldarini 1882 e Armani Jeans. Quello che un tempo era il duty free, è diventato un Dif store: 300 mq di giornali libri e piccoli gadget. Tentazioni cafè di Autogrill ha mantenuto la posizione, poi c'è Conte of Florence, Carpisa, Aeronautica Militare, Legami Milano (un corner

di gadget) e Camomilla Italia. Da qui, si entra nella parte nuova airside. Il Duty Free è stato traslato nel cuore di questa nuova area commerciale, con una superficie disponibile più che raddoppiata, passando da 300 a 800 metri quadri, e diventando un walkthrough alla stregua dei più importanti aeroporti internazionali, lasciando invariati il gestore: Dufry, e l’offerta merceologica composta in prevalenza da tabacchi, liquori e profumeria. Ma prima di giungere al duty free, un corridoio ospita un grande negozio multibrand, con novità quali Pinko, Max Mara, Liu Jo e Furla. Ma di recente inaugurazione ci sono anche altre note griffe nel panorama internazionale della moda: Desigual, Nau, Fedon, Jadea, Trussardi

Jeans e gli angeli di Victoria’s Secret. E ancora, dopo il duty free, i negozi Save my bag, Perofil, e Barbieri you b'jou. Nella nuova area commerciale, dove trovano posto marchi già presenti quali Cavalleri pasticceria, la Bottega dei Sapori e Akai per l’elettronica di consumo, è stato creato uno spazio completamente dedicato al food, in cui sono ospitati i format Santa Cristina e Rosso Sapore gestito da Chef Express, il più grande insediamento aeroportuale di McDonald’s, gestito da MyChef, con ben 400 mq a disposizione, il format milanese di Panino Giusto, e la new entry Delice Maison, proposta formato “backery” in stile francese del gruppo Autogrill. Tra le altre novità, la presenza del parrucchiere The beauty gate con tanto di servizio prenotabile via App, e la creazione di uno spazio dedicato alle famiglie con bambini, che mette a disposizione nursery e servizi igienici specifici per i più piccoli. In quella che un tempo era la food court, ci racconta Baù, è imminente l'apertura di una piazza dedicata sempre all'enogastronomia, ma con la presenza sul campo di consorzi e produttori, per dare una vera


massaggio incorporato, a pagamento, presenti nell'area. Conclusioni Conoscendo l'aeroporto di Bergamo Orio al Serio da anni, perchè come tanti ho volato e volo low cost quando possibile, bisogna rendere atto che la metamorfosi è notevole. Brand premium, enogastronomia, parquet, servizi, vip lounge. Insomma, da aeroporto low cost, in cui era

impronta del territorio (non solo lombardo) ma nazionale, con prodotti provenienti da diverse regioni. Un wine bar centrale gestito dal Consorzio Franciacorta potrà somministrare i prodotti che potranno essere acquistati nei rispettivi punti vendita. E dopo un tagliere di salumi e una flut di bollicine nostrane, è possibile rilassarsi su una delle poltrone con

importante arrivare e partire il più velocemente possibile, si è trasformato in un luogo in cui è piacevole trascorrere del Utilizza questo QR tempo in attesa code per visualizzadel proprio volo, re le immagini deltra shopping e l’aeroporto. cibo. Certamente, girando per i corridoi si può vedere qualche gruppo di giovani al bivacco, in attesa di una coincidenza o di un volo in ritardo, ma passano decisamente in secondo piano di fronte alla vista che il nuovo blocco offre sulla meravigliosa città alta. Bergamo Orio al Serio ha certamente le carte in regola per crescere ancora e magari considerare destinazioni al momento impensabili. In fin dei conti, qualora dovesse prendere forma l'unione al vaglio degli esperti tra SACBO e SEA, entrerebbe a far parte di un sistema da 40 milioni di passeggeri. Stefano Masin

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r&f Resoconto travel retail

Forum Atri 2015: valore al Made in Italy M

ilano Malpensa Center – 1 luglio 2015. Travel Retail: opportunità strategica per il Made in Italy. Questo il titolo dell'edizione 2015 del forum organizzato dall'Associazione Travel Retail Italia (seguito in esclusiva da retail&food) che ha visto la partecipazione, oltre al presidente Fulvio Fassone e l’assessore al Comune di Milano Franco D’Alfonso, di esperti e addetti ai lavori che, dopo aver relazionato il pubblico sul settore, si sono confrontati in due tavole rotonde. L’evoluzione dell'offerta commerciale del travel retail si è distinta nel corso del tempo rispetto a quella del mercato tradizionale e si è via via adattata alle caratteristiche del cliente viaggiatore, diventato suo principale riferimento. «Oggi, le attività non aviation (travel retail, parcheggi, pubblicità, servizi commerciali, ndr) nel mercato aeroportuale europeo pesano il 50% dei ricavi realizzati dalle società di gestione – spiega Fassone – toccando i 16 mi-

liardi di euro. Di questi, il travel retail ne intercetta 5 miliardi, più altri 5 miliardi di indotto». L'importanza di tale dato risiede nel fatto che «più si crea valore, più si riesce a generare finanza per investimenti nelle strutture e crescere» afferma Giulio De Metrio, chief operating SEA. Da qui, si intuisce il ruolo del travel retail. Ruolo che, se esaminato dal punto di vista del viaggiatore, dimostra di avere un peso molto rilevante. Come racconta Renzo Iorio, presi-

Fulvio Fassone premia Lucio Murru, direttore commerciale Geasar (Olbia)

Al termine del forum, il presidente Fassone ha consegnato i premi ATRI 2015. Ad aggiudicarsi il riconoscimento sono stati: Safe Bag Italia per il miglior servizio commerciale dell'anno; Geasar Aeroporto di Olbia come gestore aeroportuale dell'anno; SAB Aeroporto di Bologna come associato dell'anno; Feudi di San Gregorio come nuovo retailer dell'anno; infine Bottega come produttore dell'anno.

dente di Federturismo: «L'acquisto fa parte del viaggio, ed è importante rendere viva e bella questa parte, in quanto serve a integrare un momento che dia un senso al contesto in cui si trova il viaggiatore». Inoltre, oggi, secondo i dati Ocse esposti da Armando Peres, presidente del comitato turismo Ocse, il turismo internazionale ha superato il miliardo di persone, a cui si devono aggiungere 7 miliardi di viaggiatori interni. E le stime parlano di un aumento della componente internazionale da qui al 2030 del 4-5 per cento. Di fatto, il numero di turisti (inteso come chi si sposta dalla propria città e dor-

Global DF & TR Sales 2013-2020 - Actual (A) - Preliminary (P) - Forecast (F) Sales in US$ millions

94.800 87.530

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60.000

62.567

2013 (A)

2014 (P)

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66.509

71.318

2015 (F)

2016 (F)

76.524

81.865

2017 (F)

2018 (F)

Nel 2015 la previsione di crescita del settore è di circa il 6%. Nei prossimi 5 anni il mercato del Travel Retail a livello mondiale è previsto aumentare di quasi il 50%

2019 (F)

2020 (F)

me fuori almeno una notte) è in continua crescita, e assieme a esso, cresce lo shopping, con una forte componente (soprattutto in Italia) legata al food & wine. Nel Paese, infatti, i volumi di fatturato del travel retail aeroportuale hanno raggiunto 618 milioni di euro di cui 427 milioni fatturati nei tre aeroporti intercontinentali di Roma, Milano e Venezia; mentre il settore food & beverage pesa 289 milioni di euro. Quello che è emerso dal forum è che si è fatto tanto, ma si può fare di più. Oltre il 50% del turismo mondiale (circa 600 milioni di persone) è concentrato in Europa, e l'Italia è al quinto posto sugli arrivi internazionali. È necessario quindi sfruttare le potenzialità sia del Paese sia dei brand Made in Italy in quanto, sempre secondo l'Ocse, entro il 2030 il turismo sposterà il baricentro verso Est, quindi Tailandia, Vietnam, Cina, Medio Oriente ecc. È quindi importante riuscire ad attirare i flussi di denaro che entrano in Europa, ed essere pronti a intercettarli quando sposteranno l'ago della bilancia. Anche perchè le previsioni sono più che positive. Si stima, infatti, che nel 2015 il travel retail avrà una crescita del 6%, ma nei prossimi 5 anni arriverà al 50 per cento. E alla luce di questi numeri, è d'obbligo partecipare al banchetto.

Fonte: Generation

S.M.



r&f Resoconto aviation

Fact Book ICCSAI 2015: si vola sempre di più F

settore dell'aviazione civile i quali si sono confrontati in una tavola rotonda moderata dal direttore scientifico ICCSAI, nonché docente e rettore dell'università di Bergamo, Stefano Paleari. Molti gli aspetti positivi scaturiti dall'analisi del trasporto aereo europeo, che rafforzano ulteriormente il valore del travel retail aeroportuale. Innanzitutto la propensione al volo degli italiani ha superato quella della Francia, posizionandosi sui livelli della Germania. Si fa ancora un po' di fatica sulla mobilità intercontinentale diretta, ma l'alleanza Alitalia – Etihad potrebbe portare un'inversione di tendenza nel biennio 2015-2016. Quasi il 71% degli scali europei ha aumentato il volume di passeggeri e per quanto riguarda l'Italia, il 2014 ha segnato una netta ripresa anche negli aeroporti maggiori. Nel 2015, la crescita accelera soprattutto a Bergamo Orio al Serio, Fiumicino, Ciampino, Pisa, Treviso e Genova. Tiene l'aeroporto di Venezia, e cala Verona. Ma il dato interessante è che nel primo quadrimestre del 2015 crescono maggiormente gli aeroporti con vettori low-cost. E queCrescita progressiva trimestrale sto spiega la performance dell'aeroporto 1° 2° 3° 4° 1° di Bergamo Orio al trimestre trimestre trimestre trimestre trimestre Serio (con Ryanair 14 vs 13 14 vs 13 14 vs 13 14 vs 13 15 vs 14 oggi primo vettore 3,03% 5,17% 3,79% 5,21% 7,46% negli scali italiani) 1,68% 2,25% 3,92% 3,43% 3,91% che, nel 2014, si è 1,79% 5,81% 5,20% 4,29% 6,20% piazzato al quarto po2,69% 3,62% -0,72% 2,54% 2,09% sto come traffico, die2,34% 3,72% 4,97% 5,44% 5,85% tro Fiumicino, Malpen5,24% 4,80% 5,11% 5,96% 4,43% sa e Linate, nonostan2,82% 4,69% 4,23% 4,69% 5,15% te la chiusura per una ventina di giorni a Fonte: ICCSAI causa del rifacimento

inalmente, Italia ed Europa non viaggiano più a due velocità. Il mercato italiano del traffico passeggeri è cresciuto come la media europea, e negli ultimi 5 anni con un +15,4% si è allineato a quello della Germania e della Francia. Questo è il primo di una lunga serie di dati emersi dalla presentazione del Fact Book ICCSAI 2015 esposti da Renato Redondi, professore al dipartimento di ingegneria meccanica e industriale all'Università degli studi di Brescia e membro del comitato scientifico ICCSAI. Il convegno per la presentazione del volume ha avuto luogo all'Unicredit Tower Hall, nel prestigioso centro direzionale di Milano Porta Nuova, e ha visto la partecipazione di importanti nomi del

Paesi

Regno Unito Germania Spagna Francia Italia Olanda Totale

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Traffico passeggeri negli aeroporti italiani Rank Aeroporto Passeggeri % CAGR % 1Q/14pax 2014 13-14 09-14 1Q/15 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25

Roma FCO 38.506.908 Milano MXP 18.851.238 Milano LIN 9.031.855 Bergamo 8.774.256 Venezia 8.475.188 Catania 7.304.012 Bologna 6.580.481 Napoli 5.960.035 Roma CIA 5.018.289 Pisa 4.683.811 Palermo 4.569.550 Bari 3.677.160 Cagliari 3.639.631 Torino 3.431.986 Verona 2.775.616 Lamezia T. 2.411.486 Firenze 2.251.994 Treviso 2.248.254 Brindisi 2.163.742 Olbia 2.127.718 Alghero 1.639.374 Trapani 1.598.571 Genova 1.268.650 Trieste 740.403 Pescara 556.679 Tot. Italia 150.505.465

6,5% 2,6% 5,0% 1,4% 0,0% 1,7% -2,1% 4,2% 0,8% 4,8% 14,1% 4,2% 6,2% 6,6% 9,5% 2,3% 5,7% 0,9% 4,6% 3,1% 5,1% 0,9% 2,1% 5,4% 1,4% 1,8% 8,6% 1,2% 2,1% -2,0% 10,4% 7,9% 13,5% 5,9% 3,3% 4,8% 8,6% 14,7% 7,9% 4,7% 4,8% 1,7% -14,9% 8,4% -2,7% 2,2% -13,3% 1,1% 1,5% 6,4% 4,4% 2,9%

8,7% -2,9% 2,9% 18,2% 0,8% 0,9% 2,9% 7,1% 11,5% 11,6% 4,7% 11,3% 1,2% 6,8% -11,3% 2,4% 8,7% 14,9% 7,1% -10,1% 12,4% 3,7% 19,5% 3,7% 10,9% 5,4%

Fonte: ICCSAI

della pista. È verosimile ipotizzare che nel 2015 l'aeroporto bergamasco supererà Linate balzando al terzo posto. Tirando le somme, il risultato è una ripresa omogenea del traffico sia a livello di tipologia sia a livello di Paese. È importante quindi che i comparti aviation e non aviation in Italia facciano sistema per mantenere e aumentare quote di mercato e crescere sia a livello strutturale sia commerciale, facendo attenzione, come emerso nel corso della tavola rotonda, a non soccombere al crescente potere delle compagnie aeree, in particolare quelle low-cost. S.M.



r&f Mystery in airport

Catania Fontanarossa: bello, ma poco più di quello A

ll'ombra dell'Etna, uno dei vulcani più affascinanti al mondo, l'aeroporto Fontanarossa di Catania è una sorta di microcosmo. Ricalca alla perfezione pregi e difetti dell'isola, le opportunità ma anche i limiti di una terra potenzialmente ricca, ma di fatto povera e sempre in bilico tra paese sviluppato e paese in via di sviluppo. L'aeroporto, sesto scalo italiano per passeggeri, ha una struttura relativamente nuova, inaugurata nel 2007, tutta in vetro e acciaio. Piccolo, ma funzionale e con un layout efficiente. Le procedure di check-in e varchi sono veloci. Non ci sono code. Si perde un po' di tempo ai varchi per il controllo dei bagagli a mano. Ma solo perché alcuni degli addetti stanno amabilmente chiacchierando. Insufficiente a nostro avviso l'offerta retail e food. La Sicilia, e Catania in particolare, sono una regione ricchissima di sapori, di prodotti unici e squisiti. Ma nell'area commerciale c'è il minimo e a caro prezzo. La cosa stride ancor di più se comparata con il livello dell'aeroporto, il primo scalo siciliano per passeggeri, e di recente restyling. Abbiamo contato tre negozi di souvenir, di cui due della stessa marca Sicilò. Uno ha il cartello “Torno subito”: sono le 20.45 con l'aeroporto affollato di chi lascia l'isola a fine weekend. Sta per imbarcare il volo per Milano, ultimo della domenica sera, senza posti liberi. Non proprio il tempismo migliore per chiudere il negozio, anche se temporaneamente. Il duty free è di buon livello, affidato a Heinemann, big player tedesco di questo comparto, presente anche negli scali di Bologna e Pisa. Il negozio più affollato è sicuramente Nonna Vincenza, filiale aeroportuale di una pasticceria di Piazza Duomo, la principale della città. Dolci, cannoli e marzapane sono in bella vista. Tutto è ben confezionato, forse troppo. Ancora più invitante il bancone del fresco che vende cannoli (già riempiti, piccolo sacrilegio) e cassate dall'ottimo aspetto. I prezzi, tuttavia, sono da boutique milanese: 7 euro

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per un sacchettino di biscottini dolci alle mandorle. Interessante il negozio di ceramiche, Alessi, forse il miglior negozio in aeroporto. Ma anche qui prezzi molto alti. Stranamente però non c'è niente legato all'Etna. Eppure il vulcano attrae milioni di turisti e appassionati di montagna, trekking e vulcanologia. Gente che arriva a Catania solo per scalare i 3mila metri del vulcano attivo più grande dell'Europa continentale e mediterranea (per trovarne altri, bisogna volare fino all'Islanda, una meta non proprio dietro l'angolo). Eppure manca totalmente un'offerta commerciale legata alla montagna. Mancano anche power station, postazioni di ricarica per pc e smartphone, servizio ormai essenziale per

chi viaggia. L'edicola e i tre negozi di souvenir vendono cartoline. Peccato che, in tutto l'aeroporto, non ci siano cassette postali per spedirle. E siccome nella zona gate si trovano solo persone che stanno per imbarcarsi, si presume che se gli vendi una cartolina, al suddetto viaggiatore devi anche dare la possibilità di inviarla. Fortunatamente l’addetto dell'edicola si offre gentilmente di spedirle. Gesto di cui siamo lieti, nell’attesa che venga installata una buca. Ultima nota dolente sui collegamenti con la città, peraltro molto vicina all'aeroporto, meno di 10 chilometri. C'è un servizio di mezzi pubblici, Alibus: ma prenderli è un'impresa. A Catania città, la fermata più vicina al nostro hotel è segnalata da un palo color arancio mezzo storto con un cartello scritto nella direzione sbagliata. Figuriamoci se c'è una tabella con gli orari. Aspettiamo quasi 30 minuti per il primo bus. Costo di una corsa sola andata: 4 euro. Era 1,7 euro nel 2013. Per fare 10 minuti di tragitto. Il bus poi ti lascia agli arrivi e non alla partenze. E non se ne capisce il motivo: chi va all'aeroporto si presume debba partire, e non arrivare. Lasciamo l'affascinante Sicilia tra luci e ombre: l'aeroporto è uno specchio fedele della regione. Bella e impossibile. S.F.




r&f

Dossier shopping mall taglio nastro

Ri-prendono forma iPortali del retail La galleria modenese in forza dal 2009 a Eurocommercial Properties ha festeggiato il completamento del restyling lo scorso 13 giugno. Con la progettazione dello studio milanese One Works, il mall sorto nel 1988 ha visto rinnovate le parti comuni e gli elementi esterni. Molti retailer hanno colto l’occasione per aggiornare il layout

U

n giorno sul calendario, il 13 di giugno, destinato a rimanere nella storia del centro commerciale iPortali di Modena. In quella data nel 1988 fu completata la struttura iniziale, che vide poi un ampliamento esattamente sette anni dopo, nel 1995, e ancora l’inaugurazione del restyling pochi mesi fa. La location, visibile dalla tangenziale, è ubicata nella zona est in prossimità del centro di Modena, accanto al PalaPanini. Il principale competitor, Il Grandemilia, si trova invece dall’altra parte della città, vicino ai caselli di Modena

Nord dell’autostrada A1 e Fiera della circonvallazione. Il mall de iPortali, acquisito nel 2009 da Eurocommercial Properties, vanta una Gla di circa 8mila mq, che lavora in sinergia con l’àncora alimentare: un Ipercoop gestito da Coop Estense. La superficie lorda affittabile totale supera i 22mila metri quadrati. I lavori di ammodernamento della galleria, decisi già nel 2012 dalla società quotata ad Amsterdam e Parigi, sono iniziati nel maggio del 2014 e sono durati circa 8/9 mesi: i primi sei, sino a dicembre, sono stati ne-

cessari per realizzare le parti strutturali e impiantistiche più rilevanti, gli ultimi due/tre per completare gli elementi interni. Il tutto è stato progettato in seguito a una gara cui hanno partecipato tre aziende, vinta dallo studio milanese One Works, che con Eurocommercial Properties ha già portato a termine altri progetti di ampliamento/restyling: in primis quelli per il centro commerciale Carosello di Carugate (MI) e Les Atlantes a Tours, in Francia. L’intervento nel mall modenese ha comportato per la proprietà un in-

vestimento di 5 milioni di euro, che tuttavia potrebbe non essere l’ultimo nel medio/lungo termine, al fine di potenziare l’offerta commerciale che al momento conta 49 unità, di cui 2 medie superfici OVS e Cisalfa Sport, cui si somma la quasi media superficie di Bata, “ferma” a quota 386 mq di Gla. Mentre non è presente un anchor store di elettronica di consumo: settore ben presidiato dall’Iper. Eurocommercial Proprerties non esclude infatti un ampliamento in futuro, che difficilmente farà leva su un ridimensionamento dell’àncora alimen-

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Dossier shopping mall taglio nastro tare, in quanto l’Ipercoop di Modena è tra i best performer di quelli in portfolio a Coop Estense in virtù di un fatturato annuo dichiarato da Vittorio Varone, direttore marketing Coop Estense & direttore di Area Divisione Ipermercati Emilia, in circa 94 milioni di euro. In crescita. Il Restyling del mall Il centro commerciale iPortali è stato interessato da una rilevante opera di ristrutturazione: i lavori, che hanno coinvolto complessivamente 29 aziende, hanno comportato importanti modifiche delle altezze di tutti i controsoffitti e dell’illuminazione sia naturale sia artificiale. Sono stati, infatti, ampliati i lucernari delle piazze principali e installati nuovi apparecchi illuminanti a led. Le nuove altezze hanno consentito una modifica di tutti i fronti vetrina, in modo da garantire maggiore visibilità ai brand presenti. Vi sono stati interventi anche sulle facciate esterne, che in particolar modo hanno riguardato i tre portali d’ingresso, simbolo del centro, introducendo delle pensiline in grado di accogliere la clientela e regalare un maggior riparo in caso di sosta. Inoltre, è stato potenziato il sistema antincendio, con la realizzazione di un nuovo impianto nella galleria, ed è stato realizzato un nuovo sistema di videosorveglianza per garanti-

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re una maggiore sicurezza. Tutta l’impiantistica di raffrescamento e riscaldamento è stata collegata a un altrettanto nuovo sistema di controllo elettronico in ottica di risparmio energetico. Infine, i nuovi servizi igienici e la nursery sono stati realizzati secondo necessità di igienizzazione e sanificazione descritti dai progettisti come all'avanguardia. Questa, in sintesi, la carrellata degli interventi, di cui abbiamo approfondito i dettagli lo scorso 10 giugno, ai margini della conferenza di presentazione alla stampa, insieme con Fabrizio Aquilina, asset manager di Eurocommercial Properties; Stefano De Robertis, responsabile marketing di Eurocommercial Properties; Erio

Baraldi, direttore del centro commerciale in quota a CBRE, e Giuliana Ledda, design leader senior associate di One works. «Per cercare di uniformare un edificio che era già stato oggetto di un ampliamento, abbiamo lavorato soprattutto sui controsoffitti innalzando le quote, laddove le altezze ce lo consentivano, e creando aperture per far entrare luce naturale, specialmente in corrispondenza delle piazze – ci ha spiegato la manager di One Works – Di conseguenza all’innalzamento del controsoffitto abbiamo potuto innalzare tutti i fronti vetrina e rinnovare i rivestimenti, sostituendo dei paramenti ormai obsoleti di marmo con soluzioni in vetro laccato e finiture di alucobond, che ci hanno consentito di modificarne il look. In questo modo, percorrendo la galleria e attraversando le piazze, si percepisce una sensazione di maggiore respiro. Soprattutto nella piazza est, dove c’è la tigelleria Dispensa Emilia, abbiamo am-

pliato il lucernario centrale, la piccola porzione di vetro è stata quasi raddoppiata, e abbiamo modificato tutti i controsoffitti e i fronti vetrina portandoli dalla quota di 3 metri e 20 cm sino a quella di 5,60. Allo stesso modo le vetrine, soprattutto quelle delle medie superfici, sono migliorate notevolmente e l’ambiente ha acquisito un altro aspetto. Focalizzandoci ancora sulle piazze, in un primo momento avevamo pensato anche alla sostituzione dei pavimenti, poi abbiamo deciso di introdurre del parquet solo in alcune aree dove abbiamo inserito del verde e delle panche dotate di presa di corrente elettrica per ricaricare i device, creando quindi delle zone relax». L’inserimento del verde, pronunciato nello spazio antistante l’ingresso dell’ipermercato dove è stato realizzato un piccolo giardino verticale, abbinato alla maggiore presenza di luce naturale, riduce lo stacco tra gli spazi interni e quelli esterni al mall ottenendo una sorta di continuità visiva. Continuità che inizia (o finisce) al di fuori della struttura: «abbiamo mantenuto i portali, che sono il simbolo oltre che il nome del centro, ma li abbiamo prima svestiti – ha proseguito Giuliana Ledda


PROPRIETÀ DEL MALL VALORE ATTUALE DELLA GALLERIA PROPRIETÀ IPERMERCATO GESTIONE GALLERIA COMMERCIALIZZAZIONE TIPOLOGIA LOCALIZZAZIONE DATA DI APERTURA AMPLIAMENTO RESTYLING INVESTIMENTO RESTYLING GLA UNITÀ RISTORAZIONE MEDIA SUPERFICI NUMERO TOTALE DI PDV ÀNCORA ALIMENTARE POSTI AUTO FOOTFALL FORZA LAVORO

– Di fatto due su tre erano delle strutture in cemento che esistevano sin dal primo impianto. Quindi li abbiamo rivestiti con un trattamento particolare, usando un intonaco chiamato Sto-Verotec – quello utilizzato

EUROCOMMERCIAL PROPERTIES (DAL 2009) 40,8 MILIONI DI EURO SERENISSIMA SGR CBRE EUROCOMMERCIAL PROPERTIES CENTRO COMMERCIALE PERIFERICA 13/6/1988 13/6/1995 13/6/2015 5 MILIONI DI EURO 22.310 MQ (DI CUI CIRCA 8.000 LA GALLERIA) 5 2 (OVS CIRCA 1.800 MQ, CISALFA 680 MQ + BATA 386 MQ) 49 IPERCOOP (AREA VENDITA 8.500 MQ) 2.200 4,1 MILIONI (3,7 MILIONI NEL 2010) CIRCA 600 PERSONE

anche da Richard Meier a Roma all’ara Pacis – e infine abbiamo ricalibrato la figura: ciò ci ha consentito di agganciare la pensilina che raccorda l’edificio vero e proprio al portale. In questo modo abbiamo dato alla

© Edifis Intelligence

Il progetto in pillole

gente un’area in cui ripararsi in caso di pioggia». Ovviamente i lavori sul controsoffitto nascondono un intervento sulla parte impiantistica e strutturale altrettanto significativo: «strutturale perché Mo-

dena, e l’Emilia Romagna in generale, dopo il terremo ha delle normative antisismiche più stringenti, in virtù delle quali abbiamo inserito dei rinforzi e anche l’apertura dei lucernari è andata in questa direzione. La

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parte impiantistica e antincendio è stata rinnovata sia nell’ottica dei risparmio energetico sia, anche in questo caso, dell’adeguamento alla normativa vigente sulla sicurezza. Per ultimo, la nuova illuminazione a led ripercorre il disegno architettonico: c’è una linea luminosa che segue tutto il percorso dei mall e laddove incontra le piazza si trasforma in gocce che segnalano la diversa caratterizzazione dello spazio». Retail a ruota… Partendo dal presupposto che il restyling non ha interessato l’Ipercoop,

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vera àncora del centro con i suoi 8.500 mq circa di vendita, contestualmente ai lavori l’offerta retail de iPortali ha visto una forte tensione al rinnovamento, soprattutto in termini di layout degli shop. «A seguito del restyling – ha affermato Fabrizio Aquilina sia in sede di conferenza stampa sia nell’intervista successiva con r&f – importanti insegne hanno manifestato interesse per il progetto e ci sono state numerose aperture di nuovi punti vendita, ma il dato rilevante è stata la grande collaborazione con gli operatori: oltre la metà ha prov-

veduto a modifiche parziali o totali del negozio contribuendo a migliorare l’immagine complessiva del centro. Il progetto è così riuscito a restituire una galleria più moderna e luminosa, che risponde alle richieste di una clientela che ambisce a ritrovare spazi in cui l’esperienza e il servizio sono al primo posto». Nello specifico dei nuovi inserimenti, il manager ha citato le aperture della formula uomo di Conpibel, di Anika Make Up e di uno store di telefonia, mentre le

principali insegne che hanno rinnovato il proprio store sono OVS, Bata, McDonald’s, Bijou Brigitte, Dispensa Emilia, Cisalfa Sport e la farmacia. Quest’ultima, nell’ottica di un centro commerciale di vicinato che spinge sui servizi, ha anche adeguato i propri orari di apertura a quelli del mall. «Contestualmente al restyling si è intensificata sul nostro centro l’attenzione di alcuni brand, sia nazionali sia internazionali – ha proseguito Aquilina – rispetto ai quali ci sono dei ragionamenti in corso. La nostra funzione è quella di verificare gli andamenti e di procedere con delle sostituzioni qualora ci fossero delle merceologie meno interessanti. Un esempio è quello di Casa Dolce Casa: un operatore di tessile che ha dovuto fare i conti con il cambiamento significativo del comportamento d’acquisto del consumatore». Tra i benefit che la proprietà ha messo a disposizione dei propri clienti c’è anche un servizio wifi allargato a tutta la galleria, mentre prevede di inserire dei totem interattivi per favorire la comunicazione dei brand e ipotizza l’installazione di looker per il ritiro delle merci acquistate on line. A proposito di Internet: anche il sito e le pagine social del centro, su Youtube e Facebook, sono state rilanciate, così come il logo iPortali è stato rivisitato. In un’ottica di collaborazione con il territorio, la nuova comunicazione ha visto protagonisti i ragazzi dell’Istituto Superiore d’Arte Venturi di Modena, con il coordinamento dell’agenzia di marketing e comunicazione Proxima Spa di Modena. A. P.



r&f L’evento

Mapic fa il suo ingresso in Italia A

rchiviata l’esperienza di Eire, evento organizzato per dieci anni da Ge.FI - Gestione Fiere S.p.A e incentrato sull’intero settore immobiliare italiano, nel maggio del 2016 arriva a Milano Mapic Italy: esposizione dedicata al retail real estate del nostro Paese. L’iniziativa, fortemente voluta dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, è promossa da un colosso del settore fieristico europeo e mondiale, Reed MIDEM, che tra i vari momenti espositivi B2B organizza ogni anno a Cannes il Mapic. L’annuncio del nuovo progetto, su cui sono in corso di definizione i dettagli rispetto alla data e alla location, è arrivato lo scorso 30 giugno nella cornice milanese del Museo Diocesano: il consueto evento di presentazione alla platea italiana della kermesse francese – che nel 2015 vedrà sotto i riflettori il mercato Usa, darà ampio spazio ai temi del leisure e dell’entertainment e spingerà ancora di più sull’internazionalizzazione e sul retail omnichannel – è stato dunque l’occasione per annunciare Mapic Italy. Mentre Nathalie Depetro, Mapic director, si è soffermata soprattutto sull’appuntamento del prossimo novembre a Cannes, l’iniziativa italiana è stata delineata da Filippo Rean, direttore della divisione Real estate

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di Reed MIDEM, che comprende MI- brand e 520 new brand. Di questi, PIM e MAPIC: «Mapic a Cannes con- 672 delegati, 384 aziende, 68 espositori, 367 retailer e 170 brand provetinuerà a essere l’evento di riferimento a livello internazionale per i profes- nivano dal Belpaese. Mapic Italy ha trovato entusiasta il sionisti del retail real estate. Al tempo presidente del CNCC, Massimo Mostesso, ci appare evidente che alcuni retti, che incassa così un altro risulterritori leader nel mercato retail, come l’Italia, meritino un evento na- tato dopo aver portato l’associazione zionale dedicato. Per questo, nel 2016, Mapic arriverà in Italia con un evento complementare mirato a intercettare anche quegli operatori che generalmente non frequentano il Palais des Festivals. Mapic Italy sarà aperto ai proprietari e ai gestori degli immobili, alle insegne nazionali e internazionali, e chiaramente agli investitori. Sarà focalizzato sugli incontri: un acceleratore di business». Tra le caratteristiche dell’iniziativa enumerate da Rean si annoverano anche i costi conMassimo Moretti - Filippo Rean tenuti per le aziende, in virtù di una parte espositiva semplificata. a Londra in occasione del Retail ConOltre al vuoto da colmare verificatosi nections, aver ottenuto che ICSC scecon l’uscita di scena di Eire, ma questa gliesse l’Italia, dopo 12 anni, e nello è una nostra deduzione, a motivare specifico Milano, per il suo convegno l’impegno di Reed MIDEM nel nostro annuale e, infine, per il recente lancio Paese vi sono innanzitutto i numeri dei Retailer Awards 2015, che si tercon cui la compagine italiana, seconda ranno a dicembre. L’incontro presso solo a quella francese per quantità, il Museo Diocesano ha visto numerosi “affolla” ogni anno la Croisette: nel 2014 il Mapic ha accolto 8.400 par- altri interventi, a partire proprio da quello di Massimo Moretti, che ha tecipanti totali, 2.400 retailer, 1.480

sottolineato l’impegno del CNCC nell’aprire l’associazione a realtà sempre più internazionali. Al microfono si sono poi alternati esperti nell’ambito della ricerca/consulenza, retailer e società di sviluppo e commercializzazione. Queste ultime hanno presentato alcuni tra i principali progetti in essere che si inseriscono nel filone della “Rigenerazione Urbana attraverso nuovi format commerciali”, tema di stretta attualità nel panorama nazionale e non solo: Milano Sesto e Valle Aurelia in forza a Jones Lang LaSalle; Milano Santa Giulia della Risanamento Spa; l’ampliamento di ESP Ravenna portato avanti da IGD SiiQ; e Verona Adige sviluppato da CDS Holding e promosso da ECE. Una case history particolarmente apprezzata dalla platea, già realizzata da circa un anno, è stata il Mercato Centrale Firenze: progetto legato al food e all’artigianalità, esteso su 3.500 mq all’interno dello storico edificio disegnato dall’architetto Giuseppe Mengoni all’epoca di Firenze Capitale, che in un anno ha totalizzato quasi due milioni di visitatori. Superando anche gli Uffizi. A.P.




r&f Analisi mercato

Si riparte dal food L‘

indicatore sintetico sul clima di fiducia cresce di oltre 12 punti percentuali rispetto a un anno fa e consolida il trend positivo degli ultimi tre trimestri. Questo è forse il dato più significativo della nota informativa diffusa da Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi riguardo l'indagine congiunturale sulla ristorazione commerciale nel secondo trimestre del 2015. Insomma, la ripresa dell'economia in Italia, se di ripresa si può parlare, sembra passare anche e soprattutto dallo stomaco degli italiani. Sempre secondo un'elaborazione di Fipe su dati Eurostat, l'Italia è il terzo paese in Europa per incidenza percentuale sui consumi in ambito della ristorazione con (fatto 100% l'Europa) il 14,3 per cento. Più di noi, solo gli spagnoli, con 17,7% e gli inglesi con il 19,6%, due Paesi storicamente propensi a consumare fuori casa. Per quanto riguarda la composizione percentuale dei consumi per voce

di spesa delle famiglie nel 2013, in Italia è stato speso il 7,3% del budget per servizi di ristorazione. Ed è interessante notare che in tema di variazione assoluta pro capite, nel quinquennio 2008-2015, la riduzione della spesa nei consumi ha toccato maggiormente l'alimentare e le bevande non alcoliche, con -371 euro, contro i -95 euro per i consumi fuori casa. Segno,

Stefano Greco

Insegna

P.V.

McDonald’s Old Wild West La Piadineria Burger King Rossopomodoro Yoyogurt Alice Pizza paolino Mishi Mishi Cibiamo La bottega del caffè C-House Giovanni Rana Portello Caffè Fratelli La Bufala Spizzico Ristò Roadhouse Grill

67 41 28 20 20 20 17 16 15 15 15 14 13 12 11 11 10 10

Analisi campione dei 150 centri commerciali in Italia con presenze uguali o superiori a 4 milioni di visitatori /’anno

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Fonte: WR Consulting

I consumi fuori casa in Italia stanno dando segnali di ripresa, segno che forse si sta veramente uscendo dalla crisi degli scorsi anni. Certamente la ristorazione classica è quella che ha subito di più, a differenza dei format nuovi e innovativi che hanno saputo intercettare e assecondare le necessità dei clienti, assumendo un ruolo di primo piano nei settori travel retail e centri commerciali


Analisi mercato «I CENTRI COMMERCIALI SONO IL NOSTRO CANALE STRATEGICO» ANTONIO MILANI, amministratore delegato La Piadineria Quando nasce La Piadineria? Come è avvenuto il vostro sviluppo negli anni? Siamo partiti con un negozio nel 1994 e per i primi anni siamo cresciuti lentamente, soprattutto in franchising in ambito provinciale. La crescita vera e propria, di una decina o più di negozi all'anno, per lo più in gestione diretta, è partita nel 2010. Oggi abbiamo 90 locali e altri 6 o 7 in apertura nel secondo semestre. E in quali canali? Ci stiamo sviluppando principalmente nei centri commerciali: sono il canale con maggiore potenzialità perché si sono trasformati in poli accentratori per la spesa, lo shopping, il divertimento e i servizi. Dallo scorso anno siamo partiti anche negli outlet con il Franciacorta; prossime aperture in Val di Chiana, e a Mantova. Il canale travel sarebbe interessante ma per ora non è così strategico. Geograficamente siamo posizionati nel nord Italia e nell’area di Roma, ma puntiamo sicuramente ad ampliare la nostra presenza anche in altre aree del Paese. Quanto pesa il franchising? Dal punto di vista numerico i negozi in franchising

sono il 65% della rete, ma rappresentano il 35% come volume di vendite. E come procede il mercato? Il mercato procede bene. Cresciamo anno su anno a rete costante. Nel 2014 il fatturato aggregato del gruppo si attesta sui 20 milioni di euro. Se teniamo conto della rete in affiliazione arriviamo a circa 30-35 milioni. Che layout utilizzate? Abbiamo una metratura che parte da 50 mq dove ci affacciamo sulla food court con sedute comuni, e che arriva a 70/100 mq in contesti che necessitano di sedute di proprietà. Il visual è stato rinnovato completamente dal 2012 con un investimento consistente nel restyling di tutti i punti vendita della rete. Oggi stiamo studiando un concept un po’ diverso dedicato ai punti vendita più prestigiosi (flagship store), collocati all'interno degli outlet o dei centri cittadini. E il mercato estero? Al momento abbiamo numerose richieste tra le quali alcune molto qualificate, ma per i prossimi tre anni il piano strategico di sviluppo mira ad ampliare la nostra presenza sul mercato domestico. Non escludiamo tuttavia la possibilità di aprire anche i mercati esteri appetibili per la penetrazione del nostro brand.

Come vi orientate sul web? Quest'anno stiamo investendo molto nel mondo social: avendo quasi 20.000 clienti al giorno, da sempre la miglior pubblicità è il passaparola, anche per favorire la nostra brand awareness. Lo sviluppo di strumenti che consentano di ordinare e prepagare la piada online è nei progetti, ma al momento siamo in fase di studio.

«L’ESORDIO È NEL 1969 COME ATTIVITÀ AMBULANTE» BRUNO CAFFI, responsabile sviluppo paolino Quando e come nasce paolino? Paolino rappresenta un brand storico della ristorazione italiana, e di fatto la catena di punti vendita nasce e si sviluppa con i centri commerciali; nel 1972 nasce in Italia il primo centro Commerciale (Carrefour, Carugate) con 13 punti vendita, uno dei quali era paolino. Come procede per il vostro brand il mercato? E in termini di fatturato? Dopo un 2014 non semplice, il 2015 sta dando segnali positivi e di vivacità, abbiamo già aperto nuovi punti vendita e altri sono in apertura; negli ultimi anni, pur in presenza di una rilevante crisi economica, il fatturato complessivo della rete è sempre risultato in sostanziale pareggio con quello dell’anno precedente, o in crescita. Quanti negozi ci sono in totale? Quanto pesa il franchising in termini di numeri e fatturato? Attualmente ci sono 42 punti vendita, di cui 1 punto vendita diretto e 41 in franchising. Quali canali penetrate? Continuiamo a sviluppare la nostra rete all’interno di centri commerciali di successo, ma stiamo sviluppando in maniera decisamente crescente l’apertura di punti vendita in aree urbane con forte flusso pedonale e/o automobilistico.

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Paolino esiste quindi da tanti anni, qual è stata la sua forza? Paolino è un franchising decisamente “ortodosso” e ha seguito un percorso altrettanto “ortodosso”: siamo dotati di un format esclusivo, unico e fortemente caratterizzante che abbiamo sperimentato per tanti anni in maniera diretta, correggendo gli errori e mettendo a punto fin nei dettagli “la formula”; solo successivamente abbiamo sviluppato il franchising stando attenti a una crescita graduale. Seguire questa strategia ha premiato, il risultato è un format veramente solido e concreto che perdura da oltre 46 anni. Avete mai pensato all'estero? Sì, abbiamo intenzione di sviluppare il mercato estero prevalentemente attraverso la ricerca di master franchisee, e attualmente stiamo esplorando il mercato londinese con un partner per l’apertura di un primo punto vendita in UK. Quali progetti avete per il futuro? Per quanto riguarda i progetti futuri c’è molta carne al fuoco, e cercheremo come sempre di implementare gradatamente i diversi progetti. In primo luogo segnalo che abbiamo recentemente rivisitato il marchio e l’immagine dei punti vendita; sicuramente in futuro implementeremo lo sviluppo nelle aree urbane e sui mercati esteri; siamo poi in fase di realizzazione di un “ritorno al futuro”, con la creazione di un mezzo mobile molto accattivante e la realizzazione di primo punto vendita “drive”, ovvero dedicato prevalentemente all’asporto veloce tramite il mezzo automobilistico.


gare proprio al recupero di consumatori. Il saldo guadagna sedici punti percentuali rispetto allo stesso periodo di un anno fa.

questo, che comunque gli italiani non hanno rinunciato, nemmeno nei momenti più acuti della crisi, a usufruire dei servizi di ristorazione. In particolare, risulta che la spesa delle famiglie italiane per il "fuori casa" sia stata nel 2014 di 73 miliardi di euro, di cui 18 miliardi di euro hanno riguardato i bar nelle loro diverse tipologie. Ad avere la meglio, infatti, sono stati i nuovi format in grado di integrare vendite e intrattenimento. Oggi, le valuta-

zioni sui flussi di clientela sono in linea con quelle sul fatturato a conferma di un miglioramento da colle-

Centri commerciali Anche in questo numero, WR Consulting ci ha fornito un'analisi del settore ristorazione delimitando il campo di osservazione sui primi 150 centri commerciali italiani per flussi annui. Il dato emerso è che su 11.852 punti vendita totali la ristorazione pesa il 10,5% con 1.233 unità e un fatturato complessivo di poco inferiore ai 700 milioni di euro, dimostrando di essere uno dei canali, quello dei centri commerciali, tra i più dinamici per la ristorazione. Evidente la forte penetrazione e leadership di McDonald’s con 67 strutture. Si conferma un format

100 Montaditos

molto efficace nell’ambito della food court anche Old Wild West con 41 strutture. Va rilevato che la politica di sviluppo di questi due marchi si sta rivolgendo sempre più significativamente a strutture esterne, stand alone o parchi commerciali piuttosto che a centri di seconda e terza fascia. Tornando alle gallerie, soprattutto quelle di più recente concezione, la food court ha ormai acquisito una centralità nel merchandising mix arrivando ad incassare nei centri primari fino a 10-15 milioni di euro e posizionandosi al livello di una buona àncora. «La qualità dell’offerta è quindi in grado di determinare e spostare i flussi a favore delle gallerie che offrono un più ampio ventaglio di proposte – spiega Stefano Greco, di-

«IL MERCATO ITALIANO STA RISPONDENDO MOLTO BENE ALLA NOSTRA OFFERTA» ÁNGEL SANDOVAL, europe manager di 100 Montaditos Come nasce 100 Montaditos? come si struttura l'azienda? che numeri fa in termini di fatturato? 100 Montaditos fa parte dello spagnolo Gruppo Restalia. La nostra storia inizia nel 2000 con un solo locale. Nel tempo ci siamo trasformati in una tra le reti di franchising più estese della Spagna. Il nostro Gruppo oggi vanta ben 3 diversi brand – 100 Montaditos, Cervecería La Sureña e The Good Burger – e ha fatturato l’anno scorso 220 milioni di euro (di cui più dell’80% dovuto a 100 Montaditos). Per il 2015 il Gruppo prevede un aumento del fatturato del 5% a parità di rete e del 20% con le nuove aperture. Quanti negozi avete e quali i Paesi principali? Il brand ha oggi al suo attivo oltre 350 ristoranti in Spagna e più di 40 al di fuori dei confini iberici, in paesi quali Italia, Portogallo, Belgio, Stati Uniti, Messico, Colombia, Cile e Guatemala. Nel 2014 l’intero Gruppo ha aperto 140 nuovi ristoranti a livello globale ed è

presente in tutto il mondo con una rete in franchising che conta oltre 500 stabilimenti attivi. In Italia quanti negozi ci sono in quali canali? Abbiamo cominciato ad aprire nelle grandi città, come Roma, nei dintorni di Milano, Napoli, a Torino, con l’obiettivo di espanderci con i nostri locali in franchising in tutta la Penisola. Nell’ambito delle aree urbane, le location che privilegiamo sono i principali centri commerciali e le zone cittadine più centrali e prestigiose. Come sta rispondendo il mercato italiano al vostro format, cosa lo attira? Il mercato italiano sta rispondendo molto bene alla nostra offerta e ai nostri famosi Montaditos. L’Italia è il paese che ha più somiglianze e punti di contatto con il mondo iberico. Grazie ai molti italiani che vivono in Spagna e viceversa il brand è già conosciuto. Inoltre piace la formula casual food: cibo accessibile di qualità e divertimento per tutti, a prescindere

dall’età e dal potere di acquisto. Come sono strutturati i vostri negozi a livello di layout, metrature ecc? I nostro locali sono in genere tra i 150 e i 220 metri quadri. Per noi è fondamentale che ci sia anche uno spazio all’esterno, perché fa parte di uno stile di vita mediterraneo, che vogliamo trasmettere, legato al marchio, nato nel Sud della Spagna, dove si fa molta vita all’aperto. All’interno il format è quello di una taverna, ispirato a un locale dell’inizio anni 20 in Andalusia. Quali progetti avete per il mercato italiano in futuro? L’Italia si configura come il primo Paese a livello europeo dove il Gruppo ha deciso di investire, con un obiettivo sfidante da conseguire: 20 locali all’attivo entro la fine del 2015 sull’intero territorio nazionale.

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Analisi mercato «LA FORMAZIONE DI UN NOSTRO DIPENDENTE DURA TRE MESI» DOMENICO GIOVANNINI, fondatore di Alice Pizza Come è nato il progetto Alice Pizza? Alice pizza nasce nel duemila anche se in realtà è dal 1990 che con la mia famiglia mi occupo di pizza. Tuttavia, proprio a cavallo del millennio ho guardato avanti pensando alla possibilità di realizzare una catena. Abbiamo, quindi, registrato il marchio e chiamato i tre punti punti vendita che avevamo all'epoca, Alice Pizza. Perché il nome Alice Pizza? Alice Pizza è un nome di convenienza. Ho pensato a un nome che si potesse spendere in diverse lingue, ma non solo. Alice richiama anche la favola Alice nel paese delle meraviglie, richiamando un concetto di divertimento. Fate pizza al trancio? No. Noi non vediamo al trancio, vendiamo a peso. Abbiamo delle bilance con cui si controlla, appunto, il quantitativo di prodotto. In questo modo il cliente può scegliere diverse farciture. Arriviamo, infatti, fino a 50 referenze e il cliente abituale sceglie 3-4 tipi differenti di pizza. Come è organizzata la catena? Abbiamo immaginato una cosa replicabile ma dal punto

rettore commerciale WR Consulting – Scendendo più nel dettaglio si osserva che l’offerta è molto polarizzata tra strutture medio-grandi quali i citati McDonald’s e Old Wild West, ma anche Rossopomodoro, Burger King, Roadhouse Grill, in grado di realizzare performance largamente superiori al milione di euro ma con strutture e spazi molto impegnativi in termini di investimento, a strutture al di sotto dei 100 mq (bar, caffetterie, piccola ristorazione specializzata, gelaterie, yogurterie), con fatturati medi però più vicini ai 400/500mila euro che, nei centri

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di vista artigianale. Volevo che rimanesse l'impronta del mio modello professionale. A un imprenditore di un format di una grossa catena serve un sistema a “prova di stupido”. In questi casi, la preparazione di un dipendente avviene in 8/10 ore. Un nostro dipendente, invece, deve fare un corso di una settimana per poi dedicarsi a 3 mesi di tirocinio. Fondamentalmente creiamo dei piccoli imprenditori artigiani. Come si strutturano i vostri negozi? I negozi sono mediamente di 50/70 mq, quasi sempre take away con tavoli d'appoggio, tranne in alcuni casi in, quando le dimensioni del locale lo permettono, in cui abbiamo la somministrazione. Quando è nato il progetto del franchising? In realtà fin da subito ci siamo proposti come franchising ma non abbiamo riscosso molto successo. Abbiamo quindi deciso di cambiare tattica, aprendo una ventina di

primari, in considerazione degli elevati costi di presidio, restano una soglia critica e non sempre garantisce la sostenibilità del business». A fronte di questi grossi investitori, mancano proposte che riescano a valorizzare superfici da 100-150 mq che potrebbero offrire un buon equilibrio in termini di rapporto costi-ricavi. A ogni modo la ristorazione rappresenta in assoluto il comparto più dinamico nella distribuzione in termini di numero di insegne che si affacciano sul mercato; vanno certo con-

punti vendita con parenti ed ex dipendenti interessati a portare avanti il progetto. Così, nel 2012 abbiamo iniziato ad avere i primi veri affiliati. Da allora abbiamo iniziato a registrare una forte crescita. Oggi abbiamo una sessantina di punti vendita e pensiamo di aprirne un'altra ventina entro fine anno. Quali sono i canali che penetrate maggiormente? I canali più battuti sono oltre ai centri cittadini i centri commerciali. Il primo è stato la Porta di Roma. Oggi siamo in 4 gallerie commerciali capitoline, e nel nord Italia, tra Lombardia ed Emilia Romagna, presidiamo altri 14 centri commerciali, che portano, tra l'altro, i fatturati maggiori. Sull'estero? Dall'estero abbiamo diverse richieste. Attualmente stiamo concretizzando un accordo in Russia, e con grandi catene di distribuzione come Auchan e Carrefour stiamo trattando.

Alice Pizza

siderate le complessità legate all’industrializzazione dei format, elemento centrale per un’ampia diffusione della rete. Dove questo elemento viene affrontato e risolto, i format emergenti nella ristorazione rappresentano un’ottima opportunità di

sviluppo del franchising grazie a marginalità superiori rispetto ad altri settori e valorizzando il controllo fisico del punto vendita e l’apporto alla gestione da parte dell’affiliato. S. M.



r&f Omichannel retailing

Tecnologia e store fisico: unione di fatto Il 70% delle persone oggi si informa online sui prodotti, ma l'80% prende la decisione finale in negozio. Queste sono le due tracce su cui devono lavorare i retailer per intercettare e convincere i propri clienti all'acquisto. Un lavoro non semplice, ma necessario

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a digital trasformation è la principale sfida che le aziende italiane, di qualsiasi dimensione e settore, dovranno affrontare nei prossimi anni per restare competitive. Questo è quanto emerge dal rapporto Assinform (Associazione italiana per l'information technology) 2015: Mercati, settori e dinamiche dell'information & communication technology in Italia. Tuttavia digital transformation non significa solamente fare investimenti in tecnologie digitali, ma innovare il modello di business intraprendendo un percorso di revisione dei processi, dell'organizzazione e della cultura aziendale. Il percorso si declina in tre step finalizzati a portare un cambiamento coerente: ridefinire il percorso della customer experience in logica digitale, perchè le aspettative dei clienti sono più elevate; ridisegnare i processi organizzativi tramite le tecnologie digitali per renderli più flessibili, veloci e aumentare la produttività; infine, ripensare in chiave digitale il modello di business per far evolvere l'offerta, creare nuovi prodotti e servizi digitali per nuovi clienti e nuovi mercati. Ognuno di questi step può essere sviluppato in una miriade di modi. Ormai l'unico limite

è l'immaginazione di chi crea tecnologia a supporto delle aziende. Tuttavia, di tutto ciò che è stato creato a oggi, se epurato da quelle tecnologie “esotiche” e divertenti che fanno da contorno al mondo dell'omnichannel retail, gli aspetti su cui le aziende si devono concentrare, come ci spiega Alessandro Zanotti, executive director digital di The Boston Consulting Group (BCG), sono due: «Il primo è che si è capita la necessità di influenzare il cliente quando è già dentro il negozio. Questo perché è un po' che si sente dire che l'omnichannel retail è in grado di offrire la medesima esperienza del negozio ovunque ci si trovi ma in realtà, soprattutto nei nostri mercati, succede molto di rado. Invece,

il tema che si è capito è che sì, è vero che il 70% delle persone oggi si informa online su un prodotto, ma è altresì vero che la decisione finale sull'acquisto, il cosiddetto “ultimo miglio”, viene presa per l'80% dei casi (dato POPAI) nello store fisico. Quindi, questo primo punto su cui i retailer, ma non solo, stanno lavorando, è la capacità di coinvolgere il cliente sia attraverso il web, sia attraverso una tecnologia mirata, oggi rappresentata al meglio dal dispositivo elettronico Beacon». Ossia una tecnologia che permette di inviare, entro un range di 70 m delle notifiche o dei messaggi che successivamente lo smartphone codificherà e tradurrà in offerte, sconti, abbonamenti, ecc. Le applicazioni di queste soluzioni sono svariate e personalizzabili in base alle specifiche esigenze

Alessandro Zanotti


Ma veniamo al secondo aspetto indicato da Zanotti come punto su cui le aziende devono focalizzarsi: il click and collect, difficile da realizzare in modo funzionale, ma di grande appeal sui clienti. «Abbiamo fatto uno studio con un grosso retailer il quale stava perdendo flusso sui negozi. E se da una parte, con la crescita dell'e-commerce è stato registrato un calo fisiologico di clienti nello store fisico, dall'altro lato si è cercato di capire come recuperare i clienti. La soluzione è stata usare i negozi come canale di raccolta degli ordini fatti online, offrendo una consegna gratuita se il pacco viene ritirato nello store. Questo ha più che compensato il calo di traffico nel negozio». È chiaro che questa è la seconda frontiera da superare, ma non è facile perchè bisogna

Carrefour insegna la spesa in mobilità

aziendali e utilizzabili in tutti i settori merceologici. Di fatto, grazie al marketing di prossimità, è possibile creare un vero e proprio digital customer journey all'interno dello store, ma che può addirittura iniziare quando il cliente vi transita davanti, invitandolo ad entrare con una logica di gamification o couponing. «Il nuovo vincitore è colui il quale diventa cancello d'ingresso del mondo digitale. Con la tecnologia Beacon e le App i player possono

mandare messaggi ai clienti coinvolgendoli così sia lontano, sia vicino o dentro il negozio – prosegue Zanotti – Negli stati uniti, ad esempio, il mercato è in mano a Shop Kick, una start-up che ha installato circa 8mila Beacon nel mercato americano tra cui anche i negozi di Macy's. Hanno creato una piattaforma che consente di avere in mano il cliente e di essere pagati in base al traffico che portano al singolo store».

Anche la Gdo è un settore molto fertile per lo sviluppo e l'applicazione di prodotti tecnologici. Uno dei player più attivi in questo senso è Carrefour, che attraverso una serie di campagne promozionali e di marketing, sta abilmente integrando attività offline e online. Un esempio è lo spazio visual lungo 200 metri nella stazione metropolitana di Milano Loreto. «Il progetto si chiama cliccaeritira, ed è il primo esempio di negozio virtuale con più di 1.000 prodotti della grande distribuzione, ordinabili semplicemente scansionandoli con il proprio cellulare – ci spiega Gian Maria Gentile, responsabile digital di Carrefour – L'obiettivo, ovviamente, non è spingere le persone a fare la spesa in metropolitana, ma stimolarle a fare la spesa in mobilità. Scansionando il qr code di un prodotto, infatti, si viene trasferiti automaticamente sulla pagina per fare la spesa online. È quindi possibile acquistare altri prodotti, e attraverso il sistema cliccaeritira, si può scegliere di farsi recapitare la spesa in un luogo stabilito oppure passarla a ritirare in uno dei punti vendita Carrefour». Il progetto è stato comunicato attraverso diverse campagne promozionali, compreso su alcuni treni. «Il servizio è attivo attual-

Gian Maria Gentile mente su 120 punti vendita tra Milano, Roma, Genova, Firenze, Bologna e le principali città della Lombardia e verrà presto esteso al resto d'Italia. La spesa può essere ritirata nel negozio già 1 ora dopo l’ordine, saltando la fila grazie a una cassa dedicata. In alternativa il cliente può scegliere il servizio di consegna a domicilio, già disponibile 3 ore dopo l'ordine» conclude Gentile. Anche questo è un esempio di come un'attività online – in questo caso di acquisto – si perfeziona successivamente offline attraverso il ritiro in store o la consegna a casa.

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Omichannel retailing Vodafone Retail Experience: tutto a portata di click Mobile Apps, iBeacons, Big Data sono solo alcune delle soluzioni che Vodafone ha introdotto in ambito retail, con l’obiettivo di semplificare e automatizzare le attività, riducendo i costi e i tempi di svolgimento delle operazioni. Tali soluzioni sono progettate per fornire alle aziende tecnologie e servizi che offrano una migliore esperienza di acquisto, massimizzando il ritorno sull'investimento e creando nuove opportunità di vendita. «I consumatori oggi utilizzano diversi canali: on-line, in-store e mobile, per informarsi su ciò che vogliono acquistare e per questo richiedono un'esperienza multicanale più ampia e flessibile – commenta Alessandro Canzian, direttore marketing corporate di Vodafone Italia – Vodafone è da sempre riconosciuta per la propria capacità di innovare i processi di vendita e di supporto al cliente, ponendosi come il migliore partner per

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Alessandro Canzian le tutte le esigenze di comunicazione e di digitalizzazione delle aziende». Le novità proposte sono MyCompanyApp, Mobile App “V-Mdc, BigData e Analytics, marketing di prossimità, People Counting Evoluto, People Counting Evoluto integrato in un manichino, Lettore RFID, Digital Dressing Room e Mobile Pos.

ristrutturare i negozi, modificare la gestione merci e i sistemi informativi. Tuttavia è una delle due opzioni cui vanno incontro i retailer, in quanto l'alternativa è la razionalizzazione della rete. Ci sono settori, come l'elettronica, in cui ormai il 25% del business è online, e il dato è in crescita, tuttavia i negozi sono rimasti invariati, e i retailer, prima o poi, dovranno fare i conti con questi numeri. Per mantenere le

rese al metro quadro le superfici dovrebbero calare, oppure essere impiegate per vendere altro, fare servizi o piccoli depositi e-commerce, appunto. Il retailer deve volgere a proprio favore la crescita dell'omnicanalità senza mettersi a lottare contro le grosse piattaforme contro cui perderà sempre, ma al contrario mettersi “in scia” sfruttandone la forza. S.M.



r&f Retail management specialist

Il Benchmarking S in dalle prime esperienze a scuola, impariamo quanto è importante rapportarsi con il compagno di banco, quello bravo, su come fare un compito, su come prepararsi al meglio all’interrogazione di storia.

Confrontarsi è molto importante. Avere dei riferimenti è utilissimo. Nel primo caso è un atteggiamento personale, culturale, di curiosità e di voglia di non smettere di apprendere e crescere. Nel secondo caso, si tratta di raffrontarsi per modificare in meglio le nostre esperienze. Questo accade nella vita personale ma lo stesso tema può e deve essere traslato anche nella vita dell’organizzazione aziendale. Confrontare le proprie attività e risultati con quelli delle aziende ritenute autorevoli. Tale attività funzionale è definita con il termine inglese di benchmarking e si tratta di un vero e proprio metodo di lavoro, che fa dell’osservazione delle best practice (organizzative, di processo e di performance) di altre aziende reputate, un modello per migliorare le proprie prassi e progredire migliorandosi. Questa pratica di analisi interna è fondamentale a valutare la propria posizione, le proprie attività, i propri risultati, proprio dal confronto ri-

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spetto agli altri. Comprendere e apprendere nuove modalità per raggiungere migliori risultati o in alternativa, gli stessi risultati ma in maniera più efficiente. È importante scegliere bene le aziende con cui effettuare il benchmark.

Queste possono essere selezionate tra competitor, oppure tra catene non direttamente in concorrenza per superficie di vendita o per prodotto o per target di riferimento ma a cui si riconosce il merito di Best Performer. Cosa confrontare dipende dalle aree

di migliorabilità che si vogliono focalizzare all’interno. Il focus potrebbe essere sul livello di servizio offerto al cliente, sulle attività di post vendita oppure sui criteri espositivi o sui sistemi informatici utilizzati nel negozio, sul modello di comunicazione utilizzato in e out store. Ma spesso ci si confronta anche sui tempi e i metodi di approvvigionamento, logistica e riordino, sul tasso di rinnovo delle collezioni. E, naturalmente, sui risultati di performance (i KPI di cui abbiamo già scritto su questa rubrica). Insomma ogni area funzionale può essere oggetto di osservazione benchmark. L’importante è che, al fine di attivare un sistema efficace di confronto, è opportuno che le rilevazioni benchmark siano raccolte e raffrontate con una scansione di tempo regolare, per verificare nel continuo gli scostamenti rispetto al “riferimento”. I dati devono prima essere raccolti, poi normalizzati e resi confrontabili, usando la stessa unità di misura. Nella maggior parte dei casi le informazioni possono essere acquistate sul mercato o in alternativa raggiunte attraverso una più lunga e difficile osservazione diretta. Al tema del benchmark normalmente in azienda si dedica la funzione della direzione generale o nelle aziende

dimensionate e più strutturate è a cura della ricerca e sviluppo. Sono frequenti, tuttavia, i casi in cui il lavoro non risulta semplice, per i motivi sopradescritti, che attengono alla raccolta dei dati di confronto e alle metodiche di normalizzazione di essi. In questi casi viene incontro il contributo esterno di un consulente avvezzo e specializzato, che dall’esterno coinvolge le figure interne delegate. Lo stesso può contribuire alla reingegnerizzazione dei processi individuati come migliorabili. Infatti, a seguito del processo di benchmarking, vi deve essere una fase di individuazione delle best practice da imitare e conseguentemente la revisione dei processi e prassi da adottare, riscrivendo i valori obiettivo di prestazione da raggiungere. Non sempre, tuttavia, questo risulta fattibile o semplice, poiché, come noto, il cambiamento si scontra con le inerzie, i vincoli, le resistenze e la cultura della propria azienda. Ma le difficoltà possono essere superate con il massimo coinvolgimento professionale ed emotivo di tutta la squadra di collaboratori, opportunamente motivati nell’apprendere un nuovo modo di fare le cose, accrescendo anche il loro personalissimo know-how. Antonio Bisci CEO Moresco Consulting bisciantonio@gmail.com



r&f Newstech&arredo NEWTON, IL TOTEM MULTIFORME LE DUE ANIME DI BIF, BY COSTA GROUP

Caratterizzato da un design elegante e compatto, adatto dai ristoranti agli showroom sino agli spazi aziendali, il totem newTon ha fatto il suo debutto in esclusiva sullo shop online DominoDisplay.com. Progettato dal reparto R&D di Domino Sistemi – società del Gruppo Masserdotti, newTon si distingue tra le soluzioni tecnologiche per la comunicazione visiva offrendo ampio spazio alla personalizzazione. «Abbiamo realizzato una soluzione evoluta rispetto ai classici totem in commercio mettendo in campo i nostri skill in ambito di digital signage e

digital decoration – commenta Alberto Masserdotti, fondatore di DominoDisplay – newTon coniuga un ottimo rapporto prezzo/prestazioni a versatilità spinta». Grazie a pellicole adesive e pannelli progettati ad hoc, infatti, questo totem può essere vestito e rivestito infinite volte, in base alle specifiche esigenze di comunicazione e alle caratteristiche della location. newTon presenta una forma monolitica che si compone di base, struttura e monitor. Il blocco costituito da struttura e base è costruito da Domino Sistemi in ferro, atto a contenere monitor LED di diversi formati (40", 48" e 55"), disponibili anche in versione touchscreen. L’hardware interno, composto dai più recenti prodotti professionali Samsung, è realizzato in vetro temperato dello spessore di 6 millimetri.

IL COMFORT PRENDE FORMA CON PEDRALI

SPACE PLAYER DI PANASONIC: ILLUMINAZIONE E PROIEZIONE INSIEME

C Il comfort è un elemento essenziale per accogliere al meglio l’ospite. Ed ecco che le sedute si ampliano, si abbassano leggermente e diventano lounge. Ara Lounge, Log Lounge e Zippo Lounge sono i nuovi scenari d'arredo lounging proposti da Pedrali. In particolare la collezione in polipropilene Ara si contraddistingue per la maniglia posta all’estremità dello schienale, elemento funzionale ed espressivo. Progettata per un uso trasversale, è in grado di coesistere in diversi spazi architettonici, privilegiando gli esterni. La versione lounge è la naturale estensione della poltrona: la si può immaginare accanto a una piscina, nei dehor dei bar contemporanei e nelle sale d'attesa.

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I format dei due locali, comunicanti tra loro, sono diametralmente opposti: il primo richiama le tipiche steak house americane, il secondo vuole ricreare l’atmosfera e i colori della Versilia. Un unico acronimo, BIF, che sta rispettivamente per Burger Italian Factory e per Best Italian Fish. Due proposte fuori dalle righe, progettate e inaugurate nel centro della Spezia da Costa Group. Nel ‘primo’ dei due BIF il mondo agricolo è il tema dominante del locale. L’ambiente è caratterizzato da colori scuri che richiamano quelli della terra, intramezzati da pareti rivestite in ceramica bianca. Le lampade, disposte per il locale, sono state studiate sfruttando il recupero di pale agricole e gli ampi tavoli sono realizzati in legno bruciato. L’unica macchia di colore è rappresentata dalla grafica, realizzata in rosso acceso. Uno speciale forno a carbone di legna permette di rendere la carne croccante all’esterno mantenendola morbida all’interno. La cucina è a vista. Completamente diversa l’atmosfera che si respira appena varcata la soglia del “vicino di casa”. Il bianco e il turchese richiamano l’idea del mare, in piena estate. Il tetto in lamiera, il pavimento realizzato con il legno appartenente a un vecchio pontile e le doghe a parete, tipicamente usate nella costruzione dei gozzi liguri, completano l’ambiente. Un’ampia vetrata separa la sala dalla cucina a vista, dove vengono preparati manicaretti liguri.

on Space Player, Panasonic presenta una nuova soluzione che integra le funzioni di proiezione a quelle di illuminazione. E in particolare la serie PT-JW130 è stata concepita per rispondere alle diverse esigenze di applicazione in ambito retail, museale e nel settore della ristorazione. Space Player supporta la proiezione in tutte le direzioni sotto il proprio asse orizzontale e presenta una vasta gamma di ingressi video tra cui SD, HDMI, Lan cablate e Wireless per la riproduzione di contenuti. La presenza di una sorgente di luce laser integrata consente fino a 20.000 ore di funzionamento senza necessità di manutenzione. Space Palyer si candida quindi ad avere successo in particolare nel retail, dove, ad esempio, potrà illuminare prodotti specifici e, allo stesso tempo, proiettare video o immagini fisse direttamente sulle superfici desiderate o intorno a esse. «Panasonic desidera creare un nuovo mercato, basato sul concetto di "illuminazione tramite la proiezione", ovvero sull'uso dei video a scopo di illuminazione – commenta Daniela Karakaci, junior product manager della divisione Visual System Solutions di Panasonic – Grazie a Space Player si potranno allestire esposizioni di grande impatto nei musei, animandole tramite l'uso di filmati che sostituiranno la grafica statica, oppure si potranno creare atmosfere suggestive nei ristoranti, proiettando il menu sulle pareti o sui tavoli».


AXIS, AXITEA E CITEL: VIDEO- EPTA SI RAFFORZA SORVEGLIANZA IN CLOUD CON KNUDSEN KØLING Axis Communications, Axitea e Citel hanno sviluppato insieme una soluzione di videosorveglianza in cloud dedicata alle piccole installazioni e agli small systems, adatta a soddisfare non solo le esigenze di sicurezza ma anche di video analisi per finalità di marketing. Questa soluzione si avvale delle telecamere IP di Axis, contiene i costi finali non dovendo ricorrere ai dispositivi di registrazione come DVR (Digital Video Recorder) o NVR (Network Video Recorder) e assicura semplicità di installazione, con il comodo plug & play, e di utilizzo. Il funzionamento è lineare: ogni volta che viene rilevato un allarme, questo viene inviato alla centrale operativa di Axitea dotata di software di centralizzazione di Citel. La piattaforma di governo Citel connette e gestisce, tramite un service provider integrato con la

piattaforma stessa, tutti i dispositivi che vengono utilizzati nel sistema, tra cui le telecamere di rete. La nuova soluzione elimina i problemi di connettività, che normalmente si verificano tra dispositivi differenti, attraverso un dispositivo denominato “one click”, che permette di individuare e gestire la singola telecamera una volta connessa. Un servizio di sicurezza completo che ci avvale della possibilità di operare in mobilità con la app sviluppata per Axitea.

Epta, già presente nel Nord Europa con società consociate in Finlandia e Norvegia, ha acquisito Knudsen Køling, azienda danese specializzata nella progettazione, installazione e manutenzione di sistemi chiavi in mano a CO2 per la refrigerazione. Un’operazione strategica grazie a cui Epta rafforza la sua posizione nel mercato Nord Europeo, che si connota per un’elevata domanda di soluzioni eco-friendly ed energeticamente efficienti. Con sede a Køge, città vicina a Copenhagen, Knudsen Køling collabora con i retailer e le aziende del settore della refrigerazione offrendo, da oltre 50 anni, banchi refrigerati remoti, plug-in e soluzioni chiavi in mano, unitamente al supporto qualificato di una capillare rete di vendita e centri di assistenza tecnica. Nello specifico, Knudsen Køling vanta una posizione competitiva consolidata e bilanciata sul territorio danese, distinguendosi per i suoi prodotti di alta gamma, per le soluzioni customizzate e la fornitura di servizi dedicati alle maggiori insegne della Grande Distribuzione, quali, ad esempio, Coop Group, Dansk Supermarked, Dagrofa/Norgesgruppen e Reitan.

PAVIMENTI: LE INNOVAZIONI SAPORI E DINTORNI CONAD A MILANO CON DESIGN CEFLA DI REFIN PER IL RETAIL Creata da Studio FM Milano per DesignTaleStudio, laboratorio creativo di Ceramiche Refin, la collezione Frame propone una nuova interpretazione delle superfici pavimentali destinate agli spazi commerciali, con una visione rivolta alla ricerca e all’innovazione. Frame esprime il connubio tra il linguaggio grafico delle moderne tecnologie digitali e il gres porcellanato, attraverso superfici decorative che traggono la loro ispirazione da materie e suggestioni dei tempi passati ma che per la prima volta danno vita a un prodotto nuovo, che evolve il concetto di pavimento ceramico. La collezione offre diversi motivi decorativi connotati da chiavi interpretative quali la frammentazione del disegno e il cambio scala del decoro e propone texture in grado di divenire strumento creativo per l’architetto e il progettista e di valorizzare sia gli ambienti commerciali che quelli residenziali. Per queste caratteristiche le ceramiche Frame di Refin sono già state utilizzate in diversi progetti di interior nell’ambito del retail e della ristorazione.

Cefla Shopfitting Solutions ha arredato il punto vendita di Conad “Sapori e Dintorni”, in piazza Duca d’Aosta a Milano, nei pressi della Stazione Centrale. Il punto vendita, realizzato nel 2015, si sviluppa su una superficie di 800 mq: è caratterizzato da scaffali in filo Wireplus e barriera casse della linea Futura Proxi. In particolare Wireplus è il nuovo sistema espositivo modulare in filo metallico made in Cefla, personalizzabile e adatto a qualsiasi tipo di spazio e di conformazione del punto vendita. Wireplus propone scaffali e schienali in filo, testate stondate, isole, mini rack e cesti, tutti contraddistinti da leggerezza, solidità e resa estetica. Futura Proxi è invece un’ergonomica barriera casse che ridimensiona gli spazi ed esalta l’ingegnerizzazione, assicurando allo stesso tempo flessibilità, affidabilità e integrazione IT. Il punto vendita Sapori e Dintorni Conad è stato allestito inoltre con scaffalature in colore nero, sia perimetrali sia in centro area, sui quali trovano posto oltre 4mila referenze. Il risultato d’insieme è un ambiente accogliente, ordinato e curato nei dettagli, dalla zona dei freschi ben assortita, alle testate di gondola in plexiglass trasparente.

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r&f International FOREVER 21 PORTA UN NUOVO CONCEPT IN ARIZONA Il fashion retailer Forever 21 sta espandendo il brand in Arizona introducendo il nuovo concept store a Tempe e Phoenix. F21 Red aprirà al Town & Country centre tra la 20th e Camelback Road a Phoenix. Il concept offre molti prodotti in comune con la linea Forever 21, ma con un focus su articoli come jeans, corpetti e t-shirt, al medesimo prezzo, ma con una maggiore scelta. Non si tratterà, quindi, di un discount. La nuova location avrà una superficie di oltre 1,700 metri quadri. L'espansione del brand ha coinvolto anche la città di Tempe, appunto, sempre attraverso il marchio F21 Red. Con base a Los Angeles, Forever 21 ha oltre 400 negozi negli Stati Uniti, e ha intenzione di arrivare a 600 nei prossimi tre anni.

Q2: LE TRANSAZIONI IMMOBILIARI WORLDWIDE TENGONO Nel secondo quarter i mercati immobiliari globali sono rimasti saldi nonostante la crisi del debito in Europa e la volatilità nei mercati azionari in Cina. Questo emerge dai dati preliminari comunicati da JLL, secondo cui i volumi delle transazioni, pari a 161 miliardi di US dollar, sono invariati rispetto a un anno fa. E gli Stati Uniti conducono la classifica degli investimenti nel real estate commerciale nel secondo trimestre del 2015, dopo un aumento del 30% in termini di volume delle transazioni, per le quali è previsto che raggiungano per l’intero anno i 750-760 miliardi. Nell'area EMEA, i volumi delle transazioni sono aumentati dell’11 per cento. L’Europa meridionale ha registrato una crescita del 47% nei primi sei mesi. In Regno Unito, Francia e Germania i volumi sono aumentati del 15% rispetto allo stesso periodo, mentre il livello degli investimenti del nord Europa è cresciuto del 38 per cento.

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duty free world

by James Ross - London

Far from a Greek tragedy Lontano dalla tragedia greca The unfolding debt drama in Greece has been in the headlines since June and has looked – in almost every scenario imaginable – a tragedy for the Greek people. Suffering large GDP contractions in four of the past five years to 2014; unemployment hovering at 26% (50% for under 25s); and debt to GDP in the final quarter of 2014 standing at an unsustainable 176% (a rising percentage that seemed inevitable given the economic contraction), Greece has had a very rough ride. But amid all the doom and gloom there have been some positive developments; and when it comes to Athens International Airport, for example, the picture has been, contrary to expectation, a very bright one. Throughout the first half of 2015, AIA sustained growth rates that were the envy of Europe. In every month the rates were more than +20%, and the June year-todate increase was +23.2% to reach almost eight million passengers. Furthermore, it has been possible thanks to both domestic passengers (+27.3%) and international passengers (+21.0%). Greek travellers themselves also showed resilience with a rise of +18%, while foreign visitors grew by +28%. One might expect that these growth rates are high due to a comparison with a weak 2014, but this is not the case. In 2014 AIA also generated high growth of +21.2%. The gains have been made through a combination of route development and promoting Athens as a place to visit. By being proactive on traffic, AIA’s management has also ensured high footfall into its retail and F&B stores, thereby keeping commercial revenue buoyant at € 42.5m, a +6% increase. This does not come anywhere near to the passenger growth rate in 2014, because it reflects the Greeks’ much-reduced propensity to spend in the airport shops. However the +28% rise in foreign visitors has taken up some of the retail slack to give AIA a commendable result in the face of a crisis of epic proportions.

Il dramma del debito greco è sulle prime pagine da giugno e risulta – sotto ogni punto di vista – una vera tragedia per il popolo greco. A causa della forte contrazione del PIL registrata negli ultimi cinque anni al 2014; della disoccupazione che oscilla intorno al 26% (al 50% per gli under 25); e di un rapporto debito / PIL salito nell'ultimo trimestre del 2014 al 176% (dato inevitabile a causa della contrazione economica), la Grecia ha avuto grossi problemi. Ma in mezzo a questo momento buio e tempestoso ci sono stati sviluppi positivi; parlando dell'aeroporto internazionale di Atene, ad esempio, lo scenario, contrariamente alle aspettative, è decisamente brillante. Per la prima metà del 2015, AIA ha avuto un tasso di crescita invidiabile in Europa. I tassi mese su mese sono stati del 20%, mentre nel mese di giugno, rispetto al medesimo periodo del 2014, è stato raggiunto il +23,2%, arrivando a quasi 8 milioni di passeggeri. Ciò è stato possibile sia grazie ai passeggeri nazionali (+27,3%) sia a quelli internazionali (+21%). E gli stessi viaggiatori greci hanno mostrato una ripresa crescendo del 18%, a fronte di un 28% di aumento di visitatori stranieri. Si potrebbe attribuire tale crescita a un 2014 debole, ma non è così. Nel 2014 AIA ha generato una crescita del 21,2 per cento. Gli incrementi sono dovuti a una combinazione di sviluppo e promozione di Atene come luogo da visitare. Grazie alla propensione al traffico, l'AIA's management ha predisposto passaggi per assicurare un'elevata affluenza sia al retail food, sia al non food, mantenendo importanti entrate commerciali, in crescita del 6 per cento. Questo dato, comunque, non si avvicina al tasso di crescita passeggeri del 2014, riflettendo la minor propensione dei greci a spendere in aeroporto. Tuttavia, l'aumento del 28% di passeggeri stranieri ha fatto gioco allo scalo ateniese che in questo modo ha registrato un risultato encomiabile, a fronte di una crisi di proporzioni epiche.


MCARTHURGLEN: JOINT VENTURE CON DESIGUAL BALLA IL VANCOUVER INTERNATIONAL AIRPORT LATINO AMERICANO Potremmo essere agli albori di una nuova era: quella in cui l'outlet incontra il travel retail. È successo in Canada, dove è nato il McArthurGlen Designer Outlet Vancouver Airport, 22mila mq dedicati allo shopping. Nello specifico, si tratta di una joint venture tra McArthurGlen, proprietario, sviluppatore e operatore di designer outlet in Europa, e la Vancouver Airport Authority, organizzazione no profit di carattere comunitario che gestisce il Vancouver International Airport (YVR), secondo scalo del Canada per traffico, con 19 milioni di passeggeri nel 2014. Si tratta di una struttura adiacente l'aeroporto. Gli shopper in movimento da Vancouver potranno giungere all'outlet in soli 20 minuti; mentre coloro i quali si sposteranno dall’aeroporto arriveranno in appena 3 minuti. Il centro presenta alcuni dei brand più iconici, inclusi Armani, Calvin Klein, Coach, Cole Haan, Hugo Boss, Ports 1961, Tommy Hilfiger, Nike, Polo Ralph Lauren e Tumi, con ulteriori grandi firme che seguiranno nel corso dei prossimi mesi e che offriranno risparmi fino al 70% per tutto l’anno. Saranno presenti, inoltre, alcuni famosi esercizi commerciali della città, come il lifestyle concept store SL e la caffetteria in stile italiano Caffè Artigiano, e l'Hawker’s Market, il mercato gastronomico sociale, che aprirà nei mesi estivi il temporary Hawkers Mercado.

Desigual punta a raggiungere 450 store in America Latina nei prossimi due anni, con un focus particolare in Messico. Alla fine del 2015 saranno in totale 298, poi l’accelerazione nel biennio, che porterà a un network dei monomarca all’80% di proprietà, il resto in franchising. «Quest’anno apriremo 5 monomarca e 5 shop-in-shop in Messico, un mercato nuovo per il brand dove ci aspettiamo una forte crescita», ha dichiarato Horacio Broggi a capo della filiale dell’America Latina. Altri negozi verranno aperti in America Centrale, Colombia, Cile, Perù e Uruguay. Inoltre, Broggi ha aggiunto che il Brasile non sarà un obiettivo a breve termine. «Siamo presenti, ma il mercato brasiliano è complesso», ha sottolineato il manager. L’America Latina e Asia costituiscono buone opportunità di crescita per la catena spagnola, dove le vendite sono cresciute di circa il 20% lo scorso anno raggiungendo quota 964 milioni di euro.

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International SHOWROOMPRIVE SI FA BRAND L'E-commerce continua a rinnovarsi e l'ultimo progetto lo ha messo in cantiere il portale francese di vendite-evento ShowroomPrive che ha deciso di lanciare una collezione a marchio proprio #CollectionIRL, in vendita dal prossimo mese di novembre. Abbinata allo slogan “Fashion for Women In Real Life”, la collezione sarà composta soprattutto da gonne e top, ma si integrerà di ulteriori capi nel corso delle vendite. Sono già stati annunciati i lanci delle linee #PartyIRL, che proporrà abiti da sera, #MaternityIRL realizzata in partnership con Avisdemaman.com e, infine, #SportIRL che debutterà nel gennaio del 2016. La società, le cui vendite legate alla moda rappresentano il 65% del totale, ha registrato nel 2014 un giro d’affari di 480 milioni di euro, in crescita del 40% sull’anno precedente. Con il lancio del marchio l'azienda punta a riaffermare il posizionamento nel settore moda, a conquistare nuovi brand e ad ampliare il numero di membri.

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FILOTTO DI HEINEMANN AL SYDNEY AIRPORT L'Aeroporto Internazionale Kingsford Smith, meglio conosciuto come Sydney airpot (Australia) e Heinemann hanno svelato il primo di sei duty free che apriranno i battenti nello scalo. Questo primo step di 1.200 mq inaugurerà all'interno del terminal 1 a metà del 2016, come parte di di un progetto di sviluppo e di miglioramento del terminal volto a offrire una passenger experience di alto livello. Collocato nel molo C degli arrivi, lo store offre un'ampia gamma di profumi, cosmetici, vini, liquori e dolciumi. Il layout, disegnato dai designer interni di Heinemann in collaborazione con lo studio australiano Geyer, è ispirato agli scenari più caratteristici della città: dalla natura ai sobborghi della città, fino al mare, offrendo ai passeggeri uno scenario tipicamente australiano mentre procedono attraverso il negozio. I materiali scelti vanno dal legno alle piastrelle di cemento, con un importante utilizzo di illuminazione a Led per ridurre i consumi energetici.


NEW LOOK PUNTA SULL’UOMO Con una rete distributiva di oltre 800 punti vendita in 21 Paesi, e un fatturato di 1,4 miliardi di sterline, il gruppo britannico New Look guarda al pubblico maschile. Ha infatti deciso di rafforzare la propria linea da uomo con l’apertura in Inghilterra dei primi tre negozi dedicati esclusivamente all'abbigliamento maschile. I nuovi store saranno collocati nelle città di Portsmouth, Wigan e nel Trafford Centre, centro commerciale di Manchester. Il men's wear rappresenta oggi il 4% del fatturato di New Look, ma l’obiettivo della società, secondo il Ceo Anders Kristiansen, sarebbe quello di aumentare le vendite di abbigliamento uomo del 25% nel corso dei prossimi 12 mesi. Nel maggio di quest’anno, la società di investimento Brait, di proprietà del sudafricano Christo Wiese, ha acquistato dai fondi Permira e Apax Partner il 90% di New Look per circa 780 milioni di sterline. La famiglia Singh fondatrice di New Look e l’attuale management mantengono il restante 10 per cento.

TYCO RETAIL SOLUTIONS ACQUISISCE FOOTFALL Tyco Retail Solutions, azienda specializzata nella fornitura di soluzioni di sicurezza e retail performance, ha annunciato l'acquisizione per 60 milioni di dollari di FootFall, player nei servizi di retail intelligence, dall'azienda Experian PLC. Con sede nel Regno Unito, FootFall offre tecnologie, servizi e soluzioni di traffic intelligence chiavi in mano per il settore retail, in grado di acquisire, misurare e analizzare il traffico di clienti nei loro punti vendita. FootFall controlla più di 50mila dispositivi installati in circa 13mila punti vendita, che registrano oltre 15 miliardi di visite di acquirenti in 11 mercati di Europa, Asia Pacifico e Nord America. FootFall, da due decenni, è un consulente affidabile e un esperto di retail intelligence con risultati comprovati nell'implementazione di soluzioni scalabili e integrate per retailer globali. Grazie a questa acquisizione FootFall e Tyco Retail Solutions potranno implementare l’offerta di soluzioni di analisi degli acquirenti e di traffic intelligence per i retailer di tutto il mondo.

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r&f Vetrina Tic Tac Pop Corn, un gusto rivoluzionario Stanco di ungerti le mani per assaporare il gusto dei pop corn? Tic Tac ha pensato a una soluzione: sono disponibili Tic Tac Pop Corn, edizione speciale dei confetti più amati d’Italia. Oltre alla confezione classica da 18 g, Tic Tac Pop Corn saranno disponibili nel formato da 100 confetti e nella confezione scorta da 200 pezzi, caratterizzata da linee arrotondate e armoniose che richiamano ancora di più il sacchetto di pop corn con cui si è soliti assistere a uno spettacolo al cinema.

Lay’s lancia le patatine al Gusto Bacon La gamma Lay’s si arricchisce con le patatine al Gusto Bacon, una gustosa ricetta per stupire i palati più curiosi. In Italia da un anno, il marchio Lay’s si distingue per le sue patatine croccanti, dorate e saporite e per un packaging accattivante. Il nuovo Gusto Bacon, perfetto per un brunch domenicale tra amici e per un aperitivo con stile, è disponibile nei punti vendita e implementa un’ampia gamma che offre ai consumatori già cinque varianti di prodotto.

New Look per la linea Dadini di Rovagnati Rovagnati presenta il nuovo packaging della linea Dadini. Il layout grafico, dalle linee semplici, è caratterizzato dalla predominanza del colore rosso, identificativo del brand Rovagnati. Alle referenze già esistenti si aggiungono inoltre due novità: una ricetta, ancora più gustosa, per i Dadini di prosciutto cotto a marchio Rovagnati disponibili nella confezione da 90 gr, e la new entry Dadini di prosciutto cotto Snello da 90 gr, tanto sapore unito a genuinità con solo il 3% di grassi.

Caffè Motta la Crème, dal sapore pregiato Il gusto vellutato, pieno e intenso dei chicchi di caffè provenienti dalle floride piantagioni delle migliori regioni brasiliane, e un pack dal design ricercato ed elegante sono gli elementi che caratterizzano Caffè Motta la Crème. Perché la degustazione del caffè sia sempre sorprendente e fresca al primo assaggio, Caffè Motta la Crème propone due versioni di packaging salva aroma: a casa, il macinato in lattina da 250 grammi con tappo a vite, e al bar, in grani in busta da 1 kg con valvola.

La Linea Madre di Cupiello si arricchisce con la gamma Madre Vegana Cupiello presenta la Gamma Vegana della Linea Madre, composta da due prodotti per la prima colazione: un Cornetto vuoto rifinito con zucchero di canna e un Cornetto con confettura di albicocca con zucchero Carrare. L'elemento distintivo è l'utilizzo di lievito Madrecupiello fresco, custodito e rinfrescato nella Casa Madrecupiello con oltre 36 ore di lievitazione naturale, che dona fragranza e longevità ai prodotti, nonché alta digeribilità. Non sono contenuti grassi idrogenati.

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Red Bull Lime Edition e Red Bull Yellow Edition: l’energia ha due gusti in più… Red Bull propone due gusti nuovissimi, “due paia di ali” in più, due nuovi modi per ricaricare l’energia in qualsiasi momento della giornata. Arrivano in Italia le referenze Red Bull Yellow Edition e Red Bull Lime Edition, che si aggiungono alla precedente Red Bull Red Edition, un gusto fatto apposta per gli italiani, e alle Red Bull Energy Drink e Red Bull Sugarfree. Le due nuove Red Bull Edition saranno apprezzate dai palati di chiunque ricerchi un energy drink dal sapore fresco e fruttato.


Per un’estate rovente, Liefmans Fruitesse “on the rocks”

Nuove 1936 antica ricetta: la patatina che ha fatto la storia

Come coniugare la passione per la tradizione birraria belga con la voglia di un aperitivo fresco e dissetante? Liefmans Fruitesse è la scelta giusta! La Fruit Beer belga è diventata un vero trend dell’estate, specialmente gustata in un ampio bicchiere colmo di ghiaccio, “on the rocks”. La maniera migliore per godersi la magia dei succhi naturali di frutta rossa e della birra Kriek alle ciliegie di Liefmans. Fruttata, dolce e briosa, la Fruitesse diventa protagonista dell’aperitivo servita anche come ingrediente di cocktail.

San Carlo torna alle origini con la 1936 Antica Ricetta. Patate di prima qualità, arricciate e croccanti, tagliate sottili e cotte lentamente a temperature diverse in olio di girasole alto oleico e infine spolverate con un pizzico di sale marino. Un nuovo prodotto che ha il sapore di una storia vera e richiama l’originale preparazione di una volta. Anche il pack della 1936 Antica Ricetta, disponibile per il Canale Impulso e quello Moderno nel formato 150 gr, rende onore alla tradizione.

Da Olibar: Foodness - Caffè d’orzo biologico senza glutine L’unica bevanda d’orzo senza glutine, riconosciuta dal Ministero della Salute. Grazie all’attività di ricerca dei tecnici di Olibar e del supporto di un importante laboratorio accreditato, sono stati eseguiti diversi studi per stabilire l’effettivo contenuto di glutine presente nel Caffè d’orzo Foodness. Dalle ricerche è emerso che la bevanda pronta per il consumo, semplicemente miscelata con acqua, può essere definita senza glutine, in quanto una volta diluito, il contenuto di glutine risulta inferiore ai 20 PPM.

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[La foto[

VICTORIA’S SECRET Gli angeli della lingerie arrivano a Milano, in via Torino 13 e in corso Vercelli 20. By Percassi Group

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r&f La pulce nell’orecchio

di Simone Filippetti

Grom, se l’eccellenza è industriale… V

enerdì sera di un fine settimana di luglio di un'estate africana: la gelateria Grom vicino al Teatro della Scala di Milano, in pieno quadrilatero della moda e dello shopping di lusso, è stracolma di persone anche a mezzanotte. Turisti e milanesi in cerca di refrigerio. Lo scontrino reca il numero progressivo 1118. E Grom non è pure economico: 7 euro per una coppetta e una granita. Buone, per carità. Ma caro. Il problema è che forse non è nemmeno così buono. O perlomeno non buono come Grom promette. “Il gelato come una volta” recita con la forza delle frasi ellittiche, il claim della catena di gelaterie. Ma pare che invece sia un gelato industriale: dal Codacons è caduta una grossa tegola. L’associazione dei consumatori ha vinto un esposto. Altro che artigianale: Grom serve un gelato industriale, come Algida. L’accusa: è prodotto in un unico stabilimento e poi sciolto e mantecato nei vari negozi. Che dunque sarebbero solo vetrine e non laboratori dove il gelato viene prodotto. La notizia avrebbe rattristato anche Giacomo Leopardi, il poeta dell’800, golosissimo, si dice, di gelati. Ma per ora non sembra aver rattristato i clienti di Grom, che se ne infischiano del Codacons e continuano a fare la fila in gelateria. Eppure lo scivolone estivo potrebbe aver conseguenze pesanti per un gruppo che ha grandi ambizioni. E che ha fatto della qualità il suo tratto distintivo: usa ingredienti “km 0” e di presidi Slow Food, solo frutta di stagione. Un danno di immagine non banale. Forse al consumatore occasionale se scomparirà la scritta artigianale dalle insegne non importerà nulla. Ma vendere all’estero un prodotto Made in Italy che però in realtà è un prodotto industriale diventa molto più difficile. Come sempre accade in Italia, a monte c’è un problema giuridico: nel paese di leggi e leggine e migliaia di decreti, quello dei gelati è una sorta di far west normativo. La definizione di artigianale è legalmente molto labile e non definita. Così proli-

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ferano le zone grigie. E chiunque può vantare di produrre un gelato artigianale. Che lo sia o no. Il “Caso Grom” rischia di allargarsi e far saltare una diga. Proprio il gruppo piemontese ha lanciato la "moda" delle gelaterie con qualità premium. In pochi anni hanno soppiantato le vecchie gelaterie di quartiere a conduzione familiare, che facevano molto Italia post boom anni '60. Al loro posto catene “fighette” in pieno stile Zara o H&M. E sempre a Milano, nella medesima via Santa Margherita, di cui si è scritto sopra, salta all’occhio l’anomalia: una gelateria Grom e, la vetrina dopo, attaccata, un’altra gelateria, chiamata, con un greve gioco di parole, Lato G. Il concorrente ha aperto a fianco col solo scopo di fare azione di disturbo e togliere clienti. C'è di più: Grom è uno dei marchi ormai internazionali dell'italian lifestyle, nel cibo. Una sorta di Eataly del gelato: un prodotto percepito come premium. Negozi Grom sono sorti ovunque da New York a Tokyo: 7 all'estero e quasi 60 in Italia. Un franchising modello McDonald's. Un'idea che vale 30 milioni di ricavi e con molte ambizioni: aprire altri 35 negozi soprattutto nei ricchi, e soprattutto caldissimi, Emirati. Il primo a Dubai. Ma per la coppia Federico Grom - Guido Martinetti non è tutto oro quel che luccica: nel 2012 la società che è partita 10 anni fa ha chiuso in perdita, per la prima volta. L'espansione ha costi alti e la recessione economica ha colpito anche i gelati, nonostante i prezzi di Grom siano tutt'altro che economici. Sarà vera gloria? Secondo le statistiche, ogni anno una famiglia italiana spende in media 2mila euro per il gelato. È la Lombardia, poi, a vantare il maggior numero di gelaterie artigiane, più di 5.800, e a detenere il record dei consumi (392

milioni di euro l'anno, equivalente al 19,4% del totale nazionale). Insomma, il mercato c’è e pare pure ricco. Sembra che tutti gli italiani siano diventati come Leopardi e mangino solo gelato. Ma a guardare meglio i numeri si scopre che il consumo complessivo di gelato è

Via Santa Margherita - Milano

in realtà rimasto fermo negli anni recenti per calare in questi ultimi periodi di crisi. E, insegna il manuale delle giovani marmotte dell’economia, che se la domanda (ossia il consumo di gelato) è stabile e aumenta l’offerta (il numero di negozi), ciascun venditore incassa meno. Chi conosce il business spiega che l’affare sta nei margini. La materia prima, il latte (di cui l’Italia ha una sovrapproduzione rispetto alle quote latte Ue e quindi molto viene buttato), costa davvero poco. E ogni cono ha un guadagno altissimo, in proporzione al prezzo. C’è un però: i costi extra. L’affitto del negozio è un onere (in relazione al costo unitario di

ogni singolo pezzo e soprattutto nelle grandi città, dove la location è fondamentale e i posti migliori sono costosissimi). C’è poi il personale che, come ogni attività retail, ha costi fissi molto alti. E quindi il grasso margine iniziale si assottiglia. Con in più l’aggravante il gelato, come tutta la catena del freddo, è un prodotto dalla vita breve. Chiunque abbia messo piede in una di queste nuove gelaterie, ha l’impressione di entrare in una boutique di via Monte Napoleone. Ambiente lussuoso, arredamento di design, persino le scatole per il gelato da asporto (una volta tristi contenitori di polistirolo) sono così belle che spiace buttarle. In un periodo di banche che non danno credito o lo danno col contagocce, ci sono imprenditori che riescono a spendere come nababbi, per inaugurare gelaterie che farebbero invidia a Tiffany. Il tutto con un cono da 2 euro?




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