retail&food 09 2016

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TRAVEL RETAIL SHOPPING MALL

retail&food Anno 11 • Numero 9 • SETTEMBRE 2016 • € 5,00

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Factory outlet centre è sempre tempo di extension A due player metà del mercato Parola di Joan Jove

Star Trek

Dossier aeroporti

Analisi mercato

Boggi Milano

Bari-Palese

Healthy food




Anno 11 numero 9 settembre 2016 © Ph. Andrea Penazzi

Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Stefano Masin - stefano.masin@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Fiorenza Auriemma, Alessandro Barzaghi, Antonio Bisci, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Stefano Gardini, David Jarach, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Dante Marro, Jerome Massiani, David Montorsi, Roberta Motta, Enrico Pazzali, Mario Resca, Leopoldo Resta, James Ross Impaginazione Claudio Rossi Oldrati Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Pubblicità dircom@edifis.it Traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it

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SOMMARIO

n°9 settembre 2016

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R&F NEWS OPENING

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COVER STORY Factory outlet center: tutti i big in campo

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COVER STORY - PAROLA DI… JOAN JOVE Gruppo McArthurGlen cala il settebello COVER STORY - CASE HISTORY Ca’puccino: un all day dining

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COVER STORY - OSSERVATORIO PREZZI 30 Outlet: i roventi sconti dei saldi Nei factory outlet center gli sconti, dal 30 al 70%, si stagliano sulle vetrine dei negozi tutto l’anno, ma nel periodo dei saldi – estivi o invernali qualsivoglia – i listini vengo bistrattati con ulteriori riduzioni a doppia cifra, redendo “democratici” soprattutto brand esclusivi del segmento premium… STAR TREK FASHION Boggi Milano

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BRAND ANALYSIS Accessorize, lo scrigno delle donne

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SCIENZE&RETAIL Emozioni, comunicazione e neuroscienze: la nuova frontiera

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DOSSIER AEROPORTI 38 Bari Palese: avanguardia e territorio Moderno, attento all'ambiente e con forti richiami alla regione, l'aeroporto del capoluogo pugliese è bello fuori e curato all'interno, con un buon retail mix e un'offerta food di qualità. AIRPORT ANALYSIS Flughafen Düsseldorf

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WORLD TRAVEL RETAIL

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RAPPORTO ENAC Aeroporti: la macchina funziona

SPECIALE FORNITORI 63 In-store marketing, strategia del punto vendita MYSTERY IN RESTAURANT L’esordio di PIE: Pizza Italiana Espressa

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TECH&ARREDO

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INTERNATIONAL

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VETRINA

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LA FOTO

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LA PULCE NELL’ORECCHIO Frecciarossa 1000 manca il bersaglio

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FOOD TRAVEL RETAIL 46 Aeroporto di Bologna, entra Lagardère, ridimensionato Autogrill Attraverso un progetto di spin-off guidato da Aeroporto di Bologna viene ridefinita parte dell'offerta commerciale nello scalo bolognese attraverso nuovi format e soprattutto elevando il servizio senza creare esuberi. DOSSIER SHOPPING MALL LONG LIFE 49 Auchan Cesano Boscone, il restyling si fa goloso A un passo dalla chiusura a metà 2015, il centro commerciale situato nel comune a sud ovest di Milano è stato oggetto di un profondo rilancio da parte del gruppo Auchan, che ne ha ridotto l’ipermercato per aprirvi nuove medie superfici, un’ampia food court e potenziarne i servizi. E altri interventi sono già pianificati. IL PROGETTO Adigeo: cantiere al 50%, Gla affittata al 70%

ANALISI MERCATO 57 Biologico, vegan, healthy, biodinamico, super, natural, raw, tutto tranne junk...food Un mercato che vale il 3% - in crescita - della spesa delle famiglie. E a cui la ristorazione si sta allineando, dal momento che il valore complessivo del settore ha raggiunto ormai i 4,3 miliardi di euro.

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RUBRICHE STOCK OPTION NEW MARKETS OUTLOOK COSA OCCORRE SAPERE PER...

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r&f News L'ANTICORRUZIONE PUNTA IL DITO SU ADR L'Anticorruzione mette nel mirino le concessioni degli spazi per la ristorazione all'aeroporto di Fiumicino. Aeroporti di Roma (AdR), la società che ha in gestione il sistema aeroportuale capitolino, dovrebbe - secondo l’Anac - mettere a gara l'affido delle subconcessioni per i servizi commerciali e di ristorazione: l'attuale procedura di affido, infatti, "assicura ad AdR amplissimi spazi di discrezionalità sia nella scelta dei soggetti sia nella scelta dei criteri selettivi", osserva Anac in una delibera. Dal canto suo, AdR ribadisce che "le procedure di selezione adottate per l'affidamento delle aree commerciali sono state legittimate dalla magistratura amministrativa e civile". Sempre AdR afferma che "queste procedure, preventivamente valutate anche dall'Autorità Antitrust, sono in linea con quelle adottate dai principali aeroporti sia italiani sia europei". Diversi punti di ristorazione e bar presenti a Fiumicino fanno capo alla società Autogrill, che è controllata dal Gruppo Benetton che tramite Atlantia controlla AdR detenendo il 95,9% del capitale. Secondo l'Anac, questa particolare struttura azionaria si inquadra in un assetto in base al quale AdR beneficia di una concessione molto estesa: fissata inizialmente in 35 anni, è stata successivamente prorogata fino al 30 giugno 2044, arrivando sostanzialmente a 70 anni. Una questione spinosa che certamente apre un ampio dibattito.

STARBUCKS PORTA IL PANE DI PRINCI NEL MONDO

A

luglio la firma a Londra che porterà il marchio Princi in giro per il mondo, all’interno delle caffetterie Starbucks. E non solo, favorirà anche lo sviluppo di locali Princi a livello internazionale. Come riporta il Corriere della Sera, è stato siglato un accordo commerciale suggellato dalla costituzione di una joint venture internazionale che vede tra i soci, oltre ai protagonisti Starbucks e Princi, anche il fondo di venture capital AngelLab di Angelo Moratti che a Starbucks ha aperto le porte del mercato italiano creando il collegamento con il gruppo del retail Percassi, a cui il colosso Usa ha affidato la regia dello sbarco a Milano. La nuova società ha due obiettivi: farà di Princi il fornitore esclusivo degli store di più alto livello in portafoglio a Starbucks, sostenendone gli investimenti. E il debutto del marchio italiano è atteso nel 2017 a New York e Shanghai dove il Gruppo inaugurerà uno Starbucks Reserve Roastery e una Tasting room. I panini di Princi, si sottolinea, saranno serviti nei locali e nelle città dove si affaccia la clientela più esigente e incline alla spesa. Il secondo obiettivo: la nuova società promuoverà la crescita all’estero del brand milanese attraverso l’apertura di locali con l’insegna Princi, che al momento vanta già un punto vendita proprio nel cuore di Londra.

Stock option

STROILI ORO PASSA AI FRANCESI DI HISTOIRE D’OR Il colosso francese della gioielleria Histoire d'Or dopo una trattativa durata diversi mesi, ha chiuso l'operazione che, attraverso l'acquisizione dell'italiana Stroili Oro, porterà alla creazione di uno dei maggiori player europei della gioielleria accessibile. Nel dettaglio, Accesible Luxury (società controllata da Investindustrial e partecipata da 21Investimenti, Wise e NB Renaissance, L Catterton-gruppo LVMH e altri azionisti di minoranza), ha raggiunto un accordo per la vendita di Stroili, brand con un network di 369 punti vendita. L'acquisizione dell'intero capitale di Stroili è stata realizzata da Thom Europe, holding di Histoire d'Or, retailer nella gioielleria in Francia con 572 punti vendita, che ne sosterrà le ambizioni di espansione in Europa. La valutazione dell'azienda sarebbe vicina ai 300 milioni di euro. Dal 2006, anno in cui Investindustrial ha investito in Stroili, a oggi, Stroili ha raggiunto un Ebitda di 34 milioni di euro e 230-240 milioni di fatturato.

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Amazon Raddoppio sui centri logistici in Italia per Amazon che annuncia l’apertura di un nuovo centro sviluppo a Torino e l’avvio della realizzazione di un nuovo centro di distribuzione a Passo Corese, frazione del Comune di Fara in Sabina (RI), a 30 km da Roma. Dfs A Venezia il colosso del travel retail Dfs inaugurerà il primo di ottobre il «T Fondaco dei tedeschi», un polo del lusso da 7mila metri quadri in un edificio del sedicesimo secolo a due passi dal Ponte di Rialto, e genererà 500 posti di lavoro. TH Real Estate TH Real Estate annuncia il primo closing di 500 milioni di euro per il suo European Cities Fund. Il Fondo, lanciato a Marzo 2016, ha avviato il suo programma di investimento assicurandosi come primo asset il Meraville Retail Park a Bologna.

Ryanair Il primo trimestre dell'esercizio 20162017 è stato chiuso dalla compagnia irlandese con un utile netto in crescita a 256 milioni di euro col fatturato che sale del 2% a 1,68 miliardi di euro e ricavi in aumento appena del 4%.

Apple Apple Watch non convince i consumatori. Nel secondo trimestre dell’anno, infatti, lo smartwatch del colosso di Cupertino ha visto diminuire le vendite del 55% a circa 1,6 milioni di unità. Apple detiene il 47% delle quote di mercato del settore.

Levi Strauss Il gruppo Levi Strauss ha chiuso il secondo trimestre al 29 maggio con ricavi invariati poco sopra il miliardo di dollari. I profitti invece sono schizzati al +163% (da 12 a 31 milioni di dollari) in seguito al taglio dei costi e all'estinzione di alcuni debiti.

Terravision Trovati illeciti nella gestione della società Terravision che assicura il trasporto su gomma da e per gli aeroporti di Roma, Milano, Firenze e Pisa. I soci con manovre elusive occultavano denaro così da evitare di far fronte alla situazione debitoria.

Luxottica Nel primo semestre dell'anno Luxottica ha registrato un utile a cambi costanti di 498 milioni, in calo dell'1,4% rispetto allo stesso periodo del 2015. I ricavi consolidati crescono a 4.828 milioni (+3,5%), con una generazione di cassa record a 403 milioni.

Jeckerson Via libera del Tribunale di Bologna al concordato in continuità di Jeckerson. Il gruppo ha precisato che sarà effettuata una ripatrimonializzazione attraverso nuovi investitori per la revisione del debito e per nuovi investimenti per lo sviluppo aziendale.



News AUTOGRILL E TIM IL MAKE UP PER IL WI-FI IN AUTOSTRADA MADE IN ITALY CRESCE

G

razie all’accordo tra Autogrill e Tim, a partire dal mese di luglio è stato attivato il servizio che porterà la copertura internet Wi-Fi gratuita in circa 350 aree di sosta Autogrill con connettività basata sulle reti ultrabroadband di Tim 4G, 4G Plus (dove già disponibile) e NGN, erogata attraverso oltre 600 access point forniti da Cisco, partner tecnologico dell’iniziativa, e basati su soluzioni Cisco Meraki. Tutti i viaggiatori potranno avvalersi gratuitamente della connessione Wi-Fi grazie alle potenzialità delle reti di nuova generazione di Tim che consentono elevatissime velocità di trasmissione dati. In questo modo l’esperienza della sosta si potrà trasformare in un momento dedicato anche allo svago e alle attività professionali, migliorando l’esperienza della navigazione Internet e la fruizione di contenuti in video streaming, secondo il modello della digital life. L’accesso al servizio avverrà in modo semplice e immediato tramite un portale di autenticazione reso disponibile grazie alle tecnologie cloud di Tim.

C

osmetica Italia e Associazione nazionale delle imprese cosmetiche hanno diffuso i dati dell’indagine congiunturale riguardo l'andamento dell'industria.«I segnali sono positivi sia sul fronte interno sia su quello estero: dovremmo chiudere il 2016 con export a +11,5% e, dato ancor più rilevante, una bilancia commerciale positiva per 2,1 miliardi di euro», ha commentato Fabio Rossello, presidente di Cosmetica Italia. A fine anno il fatturato globale della cosmetica italiana supererà i 10,5 miliardi di euro con una crescita del 5% rispetto al 2015. A trainare i conti, ancora una volta, sono i Paesi stranieri. Dopo il record di crescita delle esportazioni registrato nel 2015 (+14,5% sul 2014), quest’anno dovrebbe chiudersi con export in aumento dell'11,5%, pari a oltre 4,2 miliardi di euro in valore. I primi cinque mercati di destinazione dei prodotti cosmetici italiani nel 2015 sono stati Francia, Germania, Usa, Regno Unito e Spagna. In particolare gli Usa avevano registrato un aumento di oltre il 31%: per un totale di 326 milioni di euro di prodotti in valore. Il 2016 sarà anche caratterizzato da una crescita, seppur molto leggera (+0,7%) del mercato interno.

NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING

www.strabranding.com

SHANGHAI VILLAGE, UNO CHIC OUTLET SHOPPING Lo scorso 19 maggio, il Shanghai Village ha ufficialmente aperto al pubblico (Fig.1), l’ultimo in ordine di tempo dei mega outlet di Value Retail è sorto in Cina in partnership con il gruppo Shanghai Shendi che ha in gestione l’area in cui è ubicato (la Shanghai International Tourism and Resort Zone): un vasto territorio commerciale con destinazione turistica situato nella cosiddetta Pudong New Area. In tale area, si trova anche, con previsioni di affluenza di oltre 15 milioni di visitatori all’anno, il “Shanghai Disney Resort” (aperto al pubblico appena un mese dopo, il 16 giugno), il primo in Cina continentale essendo l’altro sull’isola di Lantau ad Hong Kong.

Fig.1: Shanghai Village

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Il Shanghai Village, con una connotazione Art Deco che prende spunto dall’architettura anni 20 di alcune importanti città, tra cui New York, Parigi, Vienna e Milano, è strategicamente posizionato nella regione dello Yangtze River Delta Region che vanta una popolazione di 140 milioni di residenti (25 nella sola Shanghai), a cui ne vanno aggiunti, in base a dati 2015, circa 240 e 10 milioni rispettivamente di turisti domestici e visitatori overseas (i due principali aeroporti, Pudong e Hongqiao, con una capacità annua di 110 milioni di viaggiatori, Fig.2: Shanghai Village: map directions sono collocati infatti a pochi chilometri) (Fig.2). Su un’area di circa parte della catena di Villaggi Chic Outlet Shopping, creata da 55mila metri quadri, l’outlet ospita 140 marValue Retail, società britannica specializzata nello sviluppo e chi internazionali e ha un posizionamento nella gestione di destinazioni outlet di lusso (11 nel mondo, medio/medio-alto con i marchi appartenenti tra cui il Fidenza Village in Italia). Prima del flagship Store di al cosiddetto segmento Affordable Luxury Shanghai, Value Retail ha testato con successo il mercato che dominano la scena (Coach, Michael cinese aprendo nel 2014 il “Suzhou Village” a Suzhou: una Kors, Kate Spade, Cole Haan, Coccinelle, storica città appartenente al 2 tier a 80 chilometri circa da Sandro, Repetto, solo per citarne alcuni). Shanghai. Suzhou Village nel primo anno pieno di attività ha L’offerta Retail si spinge fino al 70% di avuto un footfall di 4 milioni di visitatori e uno scontrino sconto rispetto al prezzo pieno dei prodotti medio di 700 US$, più del doppio rispetto a quello registrato in-season, tutti elementi esplicativi del target presso il “Bicester Village” di Londra. di riferimento: l’emergente classe media cinese. Come detto, il Shanghai Village fa Luca Esposito



News TAGLIO NASTRO AL FALCONE BORSELLINO

A CAGLIARI IL PRIMO PICK-UP & ORDER POINT IKEA

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o scorso anno lo scalo di Palermo ha vissuto momenti difficili, tra tentativi di concussione da parte degli allora vertici Gesap ai danni della pasticceria Palazzolo, e una situazione di gestione dello scalo e delle attività retail piuttosto scadente. Oggi, la situazione pare aver preso un'altra piega. Taglio nastro, infatti, per la nuova hall arrivi dell'aeroporto Falcone Borsellino di Palermo. La sala, racchiusa dalla grande vetrata fronte mare, sorge in un'area di circa 3mila mq, con format moderno e colorato, ed è stata realizzata utilizzando materiali e componenti tecnici innovativi, a cominciare dagli impianti antincendio, di climatizzazione e illuminazione. Tante le novità illustrate alla presenza del presidente dell'Enac Vito Riggio, del sindaco Leoluca Orlando e dei vertici di Gesap, società di gestione dello scalo. Si parte dal posizionamento di dodici box rent a car, prima installati nella vecchia aerostazione. A breve inoltre, anche i posti auto riservati agli autonoleggiatori saranno trasferiti di fronte al Terminal. Presente anche una'area Kids. Realizzato un info-point dove saranno ospitati sia i servizi informativi sia quelli a supporto turistico e biglietterie turistiche (Bus, Treni, Aliscafi, taxi). Il grande spazio messo a disposizione dei passeggeri in arrivo ha permesso di creare tre uscite da sfruttare a seconda dei servizi che si vogliono utilizzare.

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KEA entra in città, sfruttando le potenzialità del web: il colosso svedese ha aperto a Cagliari il primo Pick-Up & Order Point d’Italia. «Il Gruppo IKEA ha scelto la Sardegna, un mercato di oltre un milione di abitanti da tempo all’avanguardia su temi come web e connettività, per testare un format commerciale che si avvicina sempre di più al centro della città», ha dichiarato l’amministratore delegato di IKEA Italia, Belen Frau. Come sottolinea ancora l’azienda, si tratta di un format di prossimità che risponde alle nuove esigenze d’acquisto dei consumatori e che scommette sull’e-commerce, offrendo punti di ritiro metropolitani con una selezione mirata di prodotti. Una strategia commerciale che vedrà prossimamente anche l’apertura di un Pick-Up & Order Point a Roma al quartiere Collatino, dove saranno presenti anche un’area food e un reparto di vendita diretta. Il Pick-Up & Order Point di Cagliari rappresenta inoltre il primo passo del piano di espansione di IKEA in Sardegna, dove aprirà un punto vendita sempre nell’area metropolitana del capoluogo isolano.



News CNCC: LE OPPORTUNITÀ DELLA DEEP RENOVATION «In questo momento storico, la Deep Renovation rappresenta una grande opportunità per gli Asset Commerciali. Dare una nuova vita a strutture esistenti permette infatti di valorizzare delle risorse e di non consumare nuovo suolo, rispettando così l’esigenza più che mai attuale di condurre delle attività sostenibili, che rispettino l’ambiente e ottimizzino le risorse». Queste le dichiarazioni di Massimo Moretti, presidente del CNCC, rispetto al dibattito promosso e organizzato proprio dal CNCC e tenutosi presso Il Centro Sarca lo scorso luglio. Tra i temi della giornata, intitolata CNCC “DEEP RENOVATION Nuove opportunità per il patrimonio degli asset commerciali: strategie di valorizzazione e rilancio in ottica green”, la riqualificazione radicale, privilegiando in primis l’aspetto architettonico, attraverso l’analisi di casi che hanno attuato o stanno attuando strategie di rinnovamento delle strutture esistenti. E si è parlato di come questa strategia permetta di costruire nuovi centri commerciali senza sfruttare nuovo suolo e offra l’opportunità di rivitalizzare l’area in questione, sia dal punto di vista ambientale sia sociale ed economico.

ROMA TERMINI: DOPO LA TERRAZZA, A SETTEMBRE IL MERCATO CENTRALE

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l food è sempre più al centro del progetto di riqualificazione della principale stazione capitolina portato avanti da Grandi Stazioni. Dopo l’inaugurazione, lo scorso 28 giugno, della prima metà di Terrazza Termini – circa 3mila mq realizzati ex novo sopra la barriera binari – dove hanno trovato posto le novità della Crostaceria, Mozzarella Bistrot, Fresco, Freetto ed Eccellenze della Costiera, cui è seguito a luglio Ham del Gruppo Sebeto, presto farà il suo ingresso Il Mercato Centrale. E i lavori sono già iniziati, come ha dichiarato alla stampa Umberto Montano, ideatore del format per il Mercato Centrale di Firenze. In ordine, a fine giugno è stata la volta del taglio nastro della prima parte della nuova Piastra Servizi di 6mila mq in costruzione nell’area fronte binari. Tra le varie soluzioni pensate per rendere più gradevole l’attesa si annoverano l’area di accoglienza attrezzata con sedute e tavoli, free wi-fi, aree per la ricarica dei cellulari, display informativi, climatizzazione e toilette. Rispetto a Mercato Duomo, “ora in Cappa Mazzoniana il cantiere è aperto. Il mercato dev'essere una situazione dinamica. Noi ci auguriamo che possa esprimere un'identità culturale forte fondata sul valore degli artigiani del gusto, che sono l'anima vera del progetto – ha illustrato Umberto Montano – Firmando il nostro disciplinare di qualità ci si impegna a rispettare e mantenere gli standard qualitativi che il mercato si prefigge. Periodicamente i nostri biologi vigileranno che l'accordo sia rispettato. D'altronde sono gli stessi artigiani da noi contattati a prefiggersi standard di qualità particolarmente rigorosi, e il matrimonio non può che funzionare”. L’apertura è prevista per metà settembre.

HMSHOST INSISTE AL EXCELSIOR AI CINESI NORFOLK AIRPORT VIRGINIA DI CANUDILO

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rolungata di altri cinque anni, sino al 2026, la gestione dei ristoranti al Norfolk International Airport, in Virginia. Autogrill ha annunciato di aver ottenuto, tramite la controllata HMSHost, in partnership con FDY Inc., un’estensione del contratto con ricavi aggiuntivi previsti per circa 60 milioni di dollari. Il contratto prevede inoltre che HMSHost apra tre nuovi ristoranti oltre ai sette già operativi (i tre punti vendita Starbucks, Burger King, Back Bay Bistro, James River Grille e Great American Bagel). I nuovi ristoranti che verranno aperti da HMSHost includono The Local@ORF, un gastropub che proporrà prodotti delle fattorie e dei birrifici locali per offrire il meglio della gastronomia regionale; il nuovo ORF MKT, che presenta piatti preparati al momento utilizzando ingredienti freschi, biologici, locali e sostenibili; e, creato insieme al partner AB InBev, un ristorante denominato Here’s To Heroes, in onore di tutte le forze armate degli Stati Uniti. Il Norfolk International Airport è il maggiore aeroporto che serve la zona costiera della Virginia e il Nord-Est della Carolina del Nord: nel 2015 ha registrato tre milioni di passeggeri e 70mila voli.

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econdo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, i cinesi di Guangzhou Canudilo, quotati a Shenzhen, hanno raggiunto l’accordo con Coin-Ovs, per la cessione del multimarca di lusso Excelsior Milano, aperto nel 2011, e del relativo format per 21,3 milioni di euro. I primi contatti tra Coin-Ovs e Canudilo e i rispettivi amministratori delegati, Stefano Beraldo e Lin Yongfei, erano iniziati un anno fa. Una volta siglato l’accordo, Excelsior Milano (che porta la firma dell’archistar Jean Nouvel) passerà alla controllata di Canudilo Modern Avenue. D’ora in poi saranno quindi i cinesi a gestire il negozio e il brand fuori dall’Italia, con un piano di cinque aperture in Cina entro il 2020, partendo da Macao. «I due punti vendita a insegna Coin-Excelsior di Roma e Venezia – precisa Stefano Beraldo, ceo del gruppo italiano – resteranno nostri. Il format è vincente, come dimostrano le ottime vendite nel 2016, nonostante il rallentamento dei flussi turistici. Ma per noi in questo momento è più importante concentrarci sullo sviluppo delle insegne Coin, Ovs e Upim». L'azienda ha posto come condizione che le cinque aperture vengano seguite nella selezione dei brand da Antonia Giacinti, che a Milano è conosciuta per l’omonima boutique, una case history di successo del retail di lusso “alternativo” ai monomarca dei grandi brand.



News cosa occorre sapere per...

a cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano

Gli effetti della Brexit sui contratti l 23 giugno 2016, i cittadini inglesi hanno votato per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. I negoziati fra l’UE ed il Regno Unito non saranno certamente brevi e il relativo esito è ancora tutto da definire. È opportuno tuttavia che sin da subito gli operatori italiani che hanno rapporti commerciali con partner operanti nel Regno Unito inizino a prefigurarsi i possibili scenari al fine di introdurre - ove possibile - gli opportuni correttivi nei contratti esistenti e impostare con maggiore cautela i rapporti futuri.

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In che modo potrebbero essere influenzati i contratti in corso e quelli futuri da questo evento? La risposta a questa domanda dipende per lo più dai futuri accordi che la Gran Bretagna concluderà con l’Unione Europea e di ciò si dovrà tenere conto. Tuttavia, è possibile sin d’ora affermare che con molta probabilità la legge inglese in materia di contratti non sarà particolarmente influenzata dalla Brexit, posto che la materia contrattuale è principalmente governata dai principi di common law e dal principio cardine che vige nel Regno Unito del “freedom of contract”, che dà la prevalenza all’accordo raggiunto dalle parti. Alcuni aspetti del contratto verranno tuttavia inevitabilmente inficiati dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea come ad esempio nell’ipotesi in cui le parti abbiano impostato il contratto facendo particolare affidamento su una determinata legislazione Europea, sebbene sia poco probabile che nel breve periodo vengano eliminate tutte quelle norme emanate a livello dell’Unione Europea e incorporate nelle norme inglesi. In questa sede ci limiteremo ad analizzare brevemente alcuni profili del rapporto che rivestono maggiore importanza: - Clausole relative alla legge applicabile al contratto I Regolamenti Roma I (legge applicabile alle obbligazioni contrattuali) e Roma II (legge applicabile alle obbligazioni non derivanti da contratto), che impongono al giudice di un qualsiasi Stato membro di rispettare la scelta della legge applicabile al contratto effettuata dalle parti, saranno inevitabilmente disapplicati. Per quanto riguarda la legge applicabile ad obbligazioni contrattuali, non dovrebbero esserci tuttavia significativi cambiamenti, posto che i principi stabiliti dal common law inglese in materia sono molto simili a quelli presenti nel Regolamento Roma I. Diverso discorso deve invece farsi per la responsabilità extracontrattuale, in quanto la common law inglese in materia diverge molto dal Regolamento Roma II. In particolare, non viene ritenuto possibile per le parti negoziare 12

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la legge applicabile a questo tipo di responsabilità, a differenza di quanto previsto dall’art. 14 del Regolamento Roma II. - Clausole che indicano l’Unione Europea come campo di applicazione del contratto Tali clausole dovranno necessariamente essere rimodulate scorporando il Regno Unito dall’Unione Europea. Ciò è particolarmente importante per quei contratti quali il franchising, la distribuzione e l’agenzia nei quali solitamente l’indicazione dell’ambito di applicazione rappresenta un aspetto essenziale. Inoltre, in tali contratti dovranno essere rivalutati anche i costi relativi agli spostamenti delle persone e di beni, dal momento che il Regno Unito non farà più parte dello spazio di libera circolazione delle persone, delle merci, servizi e capitali. - Clausole di proroga della giurisdizione a favore di un giudice inglese Come noto fra gli Stati dell’Unione europea è attualmente in vigore il Regolamento Bruxelles 1bis che prevede un regime di pieno riconoscimento e libera circolazione delle sentenze ottenute in uno Stato dell’UE in tutti gli altri Stati che ne fanno parte. Una importante conseguenza dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea sarà dunque che le parti di un contratto non potranno fare più affidamento su tale regime (salvo ovviamente un diverso accordo nella negoziazione in uscita). Così, chi abbia concluso un accordo di giurisdizione in favore del giudice inglese, gallese, scozzese e nord irlandese, contando sulla validità ed efficacia dell'accordo, nonché sulla circolazione della sentenza eventualmente emanata dal giudice del Regno Unito, sarà costretto a riconsiderare l'opportunità della sua scelta. - Nuovi contratti Infine sarà necessario stipulare con grande attenzione nuovi contratti, in quanto, come sopra sottolineato, vi sono diverse incertezze per il futuro, delle quali bisogna tenere conto già in sede di stipulazione. In particolare, è possibile che la normativa inglese e quella europea finiscano per divergere in materie fondamentali, quali le norme in materia di concorrenza, di privacy e trattamento dei dati personali, di protezione del consumatore, di antiriciclaggio. Avv. Giulia Comparini



News HÄAGEN-DAZS: UN TEMPORARY A MILANO CADORNA

Westfield Milan

Häagen-Dazs premium brand di General Mills, distribuito in Italia dal gruppo Eurofood, rafforza la presenza sul mercato nazionale puntando sul proximity marketing, con l’inaugurazione del suo primo temporary store proprio nel cuore di Milano, all’interno della Stazione Cadorna. Per oltre un mese, dal 29 giugno al 31 luglio, viaggiatori e appassionati del celebre gelato newyorkese hanno avuto la possibilità di immergersi completamente nel mondo Häagen-Dazs, regalandosi in ogni momento della giornata una pausa di fresco e gustoso benessere. Il flagship, situato proprio al centro della stazione ferroviaria, ha lavorato 7 giorni su 7, dalle 11 alle 21.30, proponendo un’ampia selezione di prodotti, dalle inconfondibili pinte alle minicups, in versione singola o multipack, fino alla novità 2016: i golosi stecchi.

COMPRAVENDITE DI NEGOZI E MALL POSITIVE NEL PRIMO TRIMESTRE Le transazioni immobiliari sono in aumento, oltre che nel comparto residenziale anche in quello degli immobili per l’impresa. In particolare il settore commerciale ha registrato un numero di compravendite pari a 6.774, con un aumento del 14,5% rispetto allo stesso periodo del 2015. Questi i valori del primo trimestre 2016 prodotti dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa su dati Agenzia delle Entrate. Limitandoci alle sole compravendite di negozi e di centri commerciali, la città che ha avuto l’andamento migliore è Palermo, dove sono incrementate del 27,6 per cento. Aumenti significativi anche a Verona (+23,3%) e a Firenze (+19,2%), mentre Torino (-2,2%) e Bologna (-0,9%) sono le uniche due città in controtendenza. Roma e Milano si confermano ai primi posti per numero di scambi.

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SEGRATE (MI) - area ex-Dogana luglio 2016 Come documentato, il 4 luglio sono iniziate le demolizioni e le lavorazioni attinenti. La durata dei lavori è di 5 mesi. Il committente è Antonio Percassi e l’investimento supera i 3 milioni di Euro.




News LA BREXIT FA TREMARE L’IMMOBILIARE

CHINA EXCELLENT OUTLETS, LA “CITTÀ” DEL MADE IN ITALY

Q

N

uali implicazioni per il mercato immobiliare UK nel breve e medio termine in virtù del terremoto Brexit? Una risposta, o meglio alcune ipotesi prova a delinearle proprio dalla City il Ceo di JLL UK, Chris Ireland. «Il voto per la Brexit apre un nuovo scenario per la Gran Bretagna, che prevede un’incertezza senza precedenti nel prossimo futuro. Anche se per il Regno Unito effettivamente si andrà avanti come sempre in termini di commercio e legislazione fino al 2018, un cambiamento così importante creerà inevitabilmente incertezza nell’economia e nei mercati immobiliari. Nel caso di un'uscita ben gestita, però, l’effetto potrà essere in gran parte limitato al Regno Unito. Nel breve termine – continua il Ceo – probabilmente vedremo un indebolimento nella domanda degli utilizzatori finali. Mentre l'impatto sui canoni di locazione potrebbe essere limitato dalla scarsità dell'offerta, l’attività sarà colpita negativamente a causa dell’incertezza iniziale circa la direzione da seguire e la relativa tempistica. Anche il sentiment degli investitori potrebbe rimanere debole nel breve-medio termine. Per i mercati immobiliari, la correzione iniziale potrebbe essere più severa, ma dovrebbe essere seguita da una ripresa quando riemergeranno opportunità nei mercati core del Regno Unito e i benefici di una sterlina debole saranno riconosciuti. Il sentiment e il relativo pricing saranno elementi chiave. Molto dipenderà dalla velocità della negoziazione e dal quadro politico più ampio».

ella città di Shijazhuang, capitale della provincia di Hebei, nascerà il China Excellent Outlets, una città di circa 63mila mq in un'area di 2 milioni di mq, dedicata alle grandi firme dello Stivale. Attorno a questo tempio dello shopping e del lusso, inoltre, un'area di oltre 200mila mq, sarà realizzato il Lewa Park, una sorta di Disneyland cinese. Sorgeranno anche scuole internazionali, comunità per la terza età, una città della salute, un'area dedicata al wedding e Food Expo City, uno spazio riservato al cibo dove la cultura enogastronomica italiana farà da padrona. Il prestigio del progetto è stato riconosciuto a marzo quando è stato qualificato key construction project (progetto chiave della provincia di Hebei). Il complesso prevede un investimento totale di 1,3 miliardi di euro e dovrebbe essere ultimato nel 2019. Bisognerà aspettare meno, invece, per l'Outlet che sarà completato nel 2017 e raccoglierà brand di alto profilo. «Questa è una grande opportunità anche per l'Italia - ha commentato Mario Boselli, presidente onorario della Camera Nazionale della Moda Italiana - per tutte quelle aziende che vorrebbero arrivare in Cina con il proprio business o che ci sono già e vogliono rafforzare la loro presenza».

retail&food - settembre 2016

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r&f News opening DFS AD ANGKOR IN CAMBOGIA Il Gruppo Dfs ha aperto il suo primo mega duty free in Cambogia: T Galleria by Dfs Angkor. La società fondata a Hong Kong nel 1960 oggi vende oltre 700 dei marchi tra i più desiderati attraverso 420 punti vendita in tre continenti, e la maggioranza delle quote della proprietà è detenuta dal Gruppo francese del lusso Lvmh al fianco del co-fondatore e socio Robert Miller. All’evento hanno partecipato oltre 300 ospiti, tra cui Philippe Schaus presidente e ceo del Gruppo Dfs, Robert Miller e Aun Pornmoniroth, ministro dell’Economia e Finanza della Cambogia. Situato a Siem Reap, famosa località turistica e capoluogo di provincia in prossimità del tempio di Angkor Wat, T Galleria by Dfs Angkor è il più grande duty free luxury department store in Cambogia, con 170 marchi concentrati su 8mila metri quadrati. Entro il 2016 il travel reatil Dfs sbarcherà anche in Italia, a Venezia.

Aeroporti: nuove aperture a Milano e Torino

E

state di novità per gli scali meneghini e antonelliani. A Linate, in area checkin ha aperto un negozio United Colors of Benetton, mentre superati i controlli ha inaugurato un punto Yamamay. Al Terminal 1 di Malpensa nell'area imbarchi A hanno aperto i battenti Hudson, Venchi 1878, Wolford e Sunglass Hut; al Terminal 2, infine, è stato spostato il controllo passaporti inglobando in airside la pizzeria Rossosapore e Burger King. Due aperture, invece, all’Aeroporto di Torino: la nuova edicola a marchio Relay, format di Lagardère, posta in area landside presso la sala checkin partenze. Uno spazio dove acquistare giornali e riviste internazionali e nazionali, piccoli accessori elettronici, giocattoli, snack. E per i tifosi più appassionati, lo Juventus Store, presenza ufficiale del merchandising Juventus Football Club, che offre una selezione di maglie, gadget, idee regalo tinte di bianconero. Il box, presidiato da personale Juventus, è posto dopo i controlli di sicurezza di fronte allo Sky Lounge di Autogrill.

Aeroporto di Torino-Caselle

Debutto milanese di KFC al Bicocca Gate

N POLO RALPH LAUREN: FLAGSHIP DA 1.600 MQ NELLA CITY Oltre 1.600 mq distribuiti su tre piani, in apertura il 15 di settembre a Londra in Regent Street: parliamo del primo flagship store Polo Ralph Lauren in Europa a proporre le collezioni maschili, femminili e kidswear. Da quanto si apprende, tra i servizi offerti nel punto vendita anche quello di customizzazione e la presenza della linea femminile Polo Sport. Polo Ralph Lauren si affianca a Kate Spade, Karl Lagerfeld e Michael Kors, brand che hanno recentemente inaugurato i propri shop nella medesima strada e saranno presto raggiunti da Coach e Stuart Weitzman.

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retail&food - settembre 2016

on è il primo locale KFC per i milanesi, i quali hanno conosciuto il pollo fritto del Kentucky ad Arese nella food court del nuovo mall Il Centro – e con il taglio nastro del maxi shopping centre di Finiper sono emerse all’onore della cronaca le lunghe code di giovani e famiglie per assaggiare le ricette del Colonnello – ma è il primo KFC all’interno del Comune di Milano. E trova spazio ai piedi del Bicocca Village, nell’avancorpo ubicato davanti all’ingresso denominato Bicocca Gate. Il locale si estende quindi su una superficie più ampia che nelle tradizionali food court, ben 500 mq con 160 posti a sedere, e vi lavorano 30 persone. Il calendario settimanale fissa l’apertura 7 giorni su 7 dalle 12 alle 24, con il venerdì e il sabato che vedono postici-

pata la chiusura serale. Come da business model, anche il nuovo locale milanese è gestito in affiliazione, nel caso specifico dal franchisee Filippo Caravatti.


Grom Gourmet al Carrefour Market Dopo varie vicissitudini, che vanno dal declassamento da gelato artigianale a gelato industriale, all'acquisizione da parte di Unilever, la gelateria Grom torna a far parlare di sé grazie a un nuovo progetto in collaborazione con Carrefour: Grom Gourmet, la gelateria per Carrefour Market, il format che privilegia l’offerta di prodotti ricercati e di qualità. Grom proporrà il gelato fresco in vaschette da asporto, preparate al momento e confezionate in un pacchetto ispirato alla tradizione delle storiche gastronomie italiane. I corner, aperti nei punti vendita Gourmet di viale Bezzi a Milano e di viale XXI Aprile a Roma, offriranno inoltre i ghiaccioli realizzati con frutta fresca di stagione e i biscotti senza glutine. Con Grom Gourmet debutta un nuovo concept distributivo “shop in shop” che si affianca ai 75 punti vendita Grom in Italia e nel mondo. L’iconico bancone in noce delle gelaterie, proposto in una versione rivisitata, si integra con l’ambiente caldo e naturale dei Market Gourmet e presenta uno spazio per la degustazione di creme e sorbetti. I ghiaccioli, nei gusti fragola, lampone, pesca, albicocca e limone, portano nel negozio i colori e il sapore della frutta di stagione.

Arnold Coffee a Milano Centrale La catena di caffetterie all’americana Arnold Coffee, fondata nel 2009 da Alfio Bardolla, ha inaugurato il quinto punto vendita italiano, che va ad aggiungersi ai tre già attivi nel centro di Milano, in via Festa del Perdono, in via Nirone, in via Orefici, e a quello di Firenze. Il negozio si trova in piazza Luigi di Savoia a Milano, precisamente all’uscita est della Stazione Centrale, fronte pensiline taxi e a pochi metri dalle partenze degli autobus per gli aeroporti milanesi. Questo punto vendita è il primo sviluppato con un nuovo concept, dove i nuovi codici colore del visual (rosso e grigio), così come l’insegna più moderna, nonché i moodboard di prodotto e le immagini appese alle pareti si fondono con i valori dell'‘americanità’: libertà, energia, ironia, praticità e mobility. Il tutto in una vera esperienza di caffetteria americana, durante la quale il cliente è libero di trascorrere del tempo chiacchierando, rilassandosi, leggendo un libro o lavorando al computer. L’apertura milanese fa parte di un piano di sviluppo che prevede l’inaugurazione di altri tre punti vendita entro il 2016, di cui uno in zona Pantheon a Roma e uno in piazza Duomo a Firenze.

retail&food - settembre 2016

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News opening POKER DI ROADHOUSE Tre locali avviati a luglio: uno sotto la Mole, uno a Giussano (MB) e uno a Rubiera (RE); un altro a Collegno (TO) a settembre. Quest’ultimo si inserirà nel parco commerciale all’interno dell’area di riqualificazione “La Stazionetta”, in via Musinè, nei pressi dell’Ikea e del Carrefour, vicino allo svincolo sulla Tangenziale Nord di Torino. I ristoranti Roadhouse (Gruppo Cremonini) continuano quindi a crescere nella città piemontese e nella relativa cintura: dopo i tagli nastro a Moncalieri e a Settimo Torinese, è stato inaugurato un ristorante all’interno di “8 Gallery”: il Centro Commerciale del Lingotto. Il nuovo locale è situato al piano terra, a fianco dell’ingresso Nord del Centro, e dispone di 160 posti a sedere interni e di un’area con sedute esterna.

Roncato nelle grandi stazioni con Retail Group

I

n occasione della presentazione della nuova linea, la Rv Roncato Double, pensata per un target business, la società veneta specializzata in prodotti da viaggio ha annunciato un cambio di marcia rispetto alle proprie strategie distributive. Oltre agli store multimarca, canale ampiamente presidiato con circa 800 location in Italia e la presenza in department store all’estero, Roncato intende approcciare lo sviluppo monomarca, partendo proprio dai luoghi del travel retail. A darne annuncio Francesca Revelant, responsabile marketing e comunicazione del brand: “A breve apriremo i nostri primi tre monomarca, a Milano, Roma e Firenze, all’interno delle stazioni ferroviarie. Si tratterà di tre temporary store di un anno, con l’opportunità di tenerli per due anni: sarà un test molto importante”. In particolare tali operazioni, che si tradurranno da settembre in negozi da 60-70 mq, saranno portate avanti in

partnership con Retail Group, che gestisce numerose unità retail nelle Grandi Stazioni italiane. Roncato sarà inoltre venduto sul catalogo di Lufthansa sempre a partire da settembre.

Il secondo semestre 2016 di KIABI CAMICISSIMA ATTERRA ANCHE IN ISRAELE Dopo lo sbarco in Iran lo scorso marzo, con un negozio monomarca a Teheran, e prima ancora l’ingresso in Messico e Albania, Camicissima ha avviato un piano di espansione sul mercato israeliano, che prevede l'opening di 40 punti vendita sul territorio nel giro di cinque anni. Al momento della stesura dell’articolo, a fine luglio erano già finalizzate tre aperture nei department store Hamashbir di Gerusalemme, Haifa e Rishon LeZion, a Sud di Tel Aviv. Tale operazione è stata possibile in virtù del contratto siglato tra Fenicia, cui fa capo il brand di camiceria, e il gruppo Hamashbir Lazarchan. “Israele è un Paese con un Pil interessante, nonché fortemente sviluppato – ha dichiarato Fabio Candido, amministratore delegato di Fenicia – Siamo certi che gli oltre 8 milioni di abitanti ci potranno offrire un bacino di utenza più che adeguato per garantire la redditività dei 40 negozi programmati».

20

retail&food - settembre 2016

I

naugurato ad Arese in primavera il concept store KIABI Free, il colosso del fast fashion francese ha fissato le prossime aperture che porteranno a 29 store la rete vendita KIABI nella Penisola. A partire da settembre, sarà avviato in primis un nuovo locale da 1.400 mq presso il centro commerciale Parco Dora, all’interno del quale troveranno impiego 29 addetti. A stretto giro gli opening nei mall di Marcianise (CE) e di Busselengo (VR), previsti rispettivamente per l’1-2 ottobre e l’8-9 dello stesso mese, mentre altri store saranno progressivamente

adattati al nuovo concept, tra cui quelli di Collegno (TO) e Olgiate Olona (VA). «Per il secondo semestre 2016 abbiamo programmato quattro nuove aperture con il nostro format più recente, il KIABI Free, che abbiamo inaugurato ad aprile ne “Il Centro” di Arese, con ottimi risultati di apprezzamento dei clienti e di vendite realizzate – ha dichiarato Massimo Pozzi della Direzione Sviluppo e Servizi tecnici KIABI Italia – Due aperture avverranno in settembre a Torino, città nella quale siamo storicamente presenti con quattro punti vendita. Nel retail park di Collegno nei pressi del centro commerciale La Certosa effettueremo la prima, in sostituzione di un punto vendita aperto nel 2009 che aveva urgenza di essere ampliato. Il nuovo negozio consentirà su una superficie di oltre 1.700 mq una shopping experience di qualità per tutta la famiglia nostra cliente. La seconda apertura, di pari superficie, nella galleria commerciale del Parco Dora a pochi passi dal centro cittadino. Successivamente sarà la volta di Verona, più precisamente a Bussolengo presso il rinnovato Centro Commerciale Auchan. Questa apertura ci consentirà finalmente di ultimare lo sviluppo sull’asse strategico Torino-Venezia. Poi sarà la volta di Marcianise, presso il Campania: il nostro primo punto vendita, di circa 2.000 mq, nell’area di Napoli».



r&f Cover story

FACTORY OUTLET CENTER: U

VALMONTONE OUTLET Mezzo milione di visitatori nei primi quindici giorni di saldi. Per novembre, confermata l’apertura della Food Court 22

retail&food - settembre 2016

na rondine non fa prima primavera, recita un noto proverbio che fonda le proprie origini nella celebre opera di Aristotele “Etica Nicomachea”. Allo stesso modo per i saldi estivi, i riscontri del primo giorno non sono sufficienti per trarre dei giudizi, anche se sono indicativi di un trend a lungo favorevole per il canale dei Factory Outlet Center. In particolare, una prima istantanea sulla nuova stagione di vendite a prezzi scontati è stata scattata dal Codacons, che ha reso noto come ci siano stati “tanti consumatori per le vie dello shopping e i centri commerciali ma che tra gli utenti sia regnata la prudenza. Anche quest'anno si gira, si osservano le vetrine e si confrontano i prezzi, ma senza alcuna corsa all'acquisto. Le affluenze maggiori, nella prima mattinata di saldi, si sono registrate presso gli outlet presenti sul nostro territorio, alcuni dei quali sono stati letteralmente presi d'assalto. Lunghe file anche davanti alle boutique d'alta moda delle grandi città come Roma ma, in questo caso, in prevalenza costituite da turisti stranieri”. Un esempio concreto, in casa Blackstone, arriva dal Mantova Outlet Village, che nel primo fine settimana di saldi ha registrato un’impennata del 34% rispetto agli stessi giorni dell’anno precedente. Nel Foc lombardo si segnala inoltre l’apertura del punto vendita Rossignol: brand francese per gli amanti dello sci e della montagna che ha scelto il MOV per inaugurare il suo primo store in un outlet. Questo trend positivo, che durante gli anni di crisi ha valso al canale degli outlet l’aggettivo di anticiclico, ha permesso al panorama italiano dei Factory Outlet Center di guadagnarsi in 15 anni di vita la leadership europea, per volume d’affari com-


TUTTI I BIG IN CAMPO plessivo, superficie, operatori e qualità dei brand rappresentati. E, come sottolinea nel proprio resoconto annuale la commissione consultiva FOC del CNCC, guidata da Filippo Maffioli che è anche amministratore delegato di Promos Group, “anche se il 2015 non ha visto nuovi sviluppi e i risultati aggregati - in termini di fatturati e visitatori annui - non hanno registrato variazioni rilevanti rispetto all’anno precedente, il mercato è stato tutt’altro che fermo, evidenziando, in alcuni casi, un certo divario tra centri e operatori primari e realtà minori. Sul fronte delle proprietà immobiliari, il Gruppo Blackstone ha acquisito, dopo gli outlet di Franciacorta, Valdichiana, Mantova e Molfetta, anche il Palmanova Outlet Village, consolidando un portfolio che oggi conta quasi 650 negozi, 150mila mq di Gla e 15 milioni di visitatori annui. Il mercato vede dunque due leader comprimari – il new comer Blackstone, appunto, e lo storico McArthurGlen che controllano il 48% dei mq di Gla e il 50% dei punti vendita attivi – seguiti a distanza dai gruppi multinazionali Neinver, che vanta il 10% del mercato con due strutture (Vicolungo The Style Outlets e Castel Guelfo The Style Outlets, ndr) e Value Retail, che gestisce il 4% dei mq e il 3% dei negozi con una struttura (Fidenza Village, ndr)”. Rispetto ai due centri in forza a Neinver e in particolare a Vicolungo, Laura Andreoletti, country manager della sede italiana, ci ha segnalato tra le tante aperture del 2016 quelle di Haribo, primo negozio monomarca nel Belpaese del famoso brand di caramelle, di Patrizia Pepe e di Il Lanificio per quanto riguarda il settore dell’abbigliamento, mentre sul food si è di-

stinto l’ingresso di Signorvino. “Ancora rilevante – prosegue la disamina del CNCC – è il peso dei centri indipendenti, con fortune alterne ma non privi di casi d’eccellenza. Ne sono esempio il Sicilia Outlet Village, nel portfolio di Arcus Real Estate/Gruppo Percassi, che spicca per un brand mix che spazia da Armani, Gucci e Tod’s a Polo Ralph Lauren e Abercrombie & Fitch, e il Valmontone Outlet, gestito da Promos e capace di attrarre, lo scorso anno, il numero record di 6,2 milioni di visitatori”. Sul fronte delle gestioni, particolarmente evidenti sono gli in-

F.o.c.

terventi di re-merchandising che stanno interessando i centri più maturi recentemente passati di mano. “Il Franciacorta Outlet Village ha, ad esempio, visto l’apertura di 13 nuove insegne negli ultimi 12 mesi, con particolare focus sui comparti casual (da Vans a The North Face e Pepe Jeans) e donna (con l’inserimento di insegne nuove al mercato Foc, quali L’Autre Chose, Via delle Perle e Gotha) – prosegue la nota del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali – Lo stesso Valmontone ha accolto, nello stesso arco temporale, ben 25 nuove insegne e molti sono stati i re-fitting di

Apertura Area

Regione

punti vendita storici. Complessivamente i mq movimentati sono stati quasi 10 mila”. Al Mapic 2015 è stato inoltre presentato ufficialmente il progetto di una nuova Food Court, primo esempio in un outlet italiano. «Il progetto della nuova food court del Valmontone Outlet di Roma è in dirittura d’arrivo, stimiamo il completamento dell’area di 3mila mq entro il 2016 – ha dichiarato a retail&food Filippo Maffioli – La food court, primo esempio in un outlet italiano, è parte di un più ampio piano di restyling dell’outlet che stiamo implementando e si concentra sulle tre

Località

Mq GLA Negozi

1

Designer Outlet Serravalle

2000

NO

Piemonte

Serravalle Scrivia (AL)

38.000

2

The Mall

2001

C

Toscana

Leccio Reggello (FI)

10.000

180 30

3

Valmontone Outlet

2003

C

Lazio

Valmontone (RM)

40.000

180

4

Fidenza Village

2003

NO

Emilia Romagna

Fidenza (PR)

25.000

90

5

Franciacorta Outlet Village

2003

NO

Lombardia

Rodengo Saiano (BS)

33.000

160

6

Mantova Outlet Village

2003

NE

Lombardia

Bagnolo San Vito (MN)

25.000

120

7

Designer Outlet Castel Romano

2003

C

Lazio

Castel Romano (RM)

30.000

160

8

Castel Guelfo The Style Outlets

2004

NE

Emilia Romagna

Castel Guelfo (BO)

24.300

110

9

Vicolungo The Style Outlets

2004

NO

Piemonte

Vicolungo (NO)

34.000

150

10

Valdichiana Outlet Village

2005

C

Toscana

Foiano della Chiana (AR)

31.000

130

11

Puglia Outlet Village

2005

SI

Puglia

Molfetta (BA)

38.000

140

12

Designer Outlet Barberino

2006

C

Toscana

Barberino Di Mugello (FI)

27.000

130

13

Sardinia Outlet Village

2006

SI

Sardegna

Sestu (CA)

20.000

70

14

Outlet Center Brenner

2007

NE

Trentino Alto Adige

Brennero (BZ)

10.000

40

15

Mondovicino Outlet Village

2008

NO

Piemonte

Mondovì (CN)

24.500

105

16

Palmanova Outlet Village

2008

NE

Friuli Venezia Giulia

Aiello del Friuli (UD)

22.000

90

17

Designer Outlet Veneto

2008

NE

Veneto

Noventa di Piave (VE)

26.000

132

18

Soratte Outlet Shopping

2008

C

Lazio

Sant’Oreste (RM)

35.000

160

19

Città Sant'Angelo Village

2009

C

Abruzzo

Città Sant'Angelo (PE)

23.000

100

20

Designer Outlet La Reggia

2010

SI

Campania

Marcianise (CE)

26.300

148

21

Sicilia Fashion Village

2010

SI

Sicilia

Agira (EN)

30.000

140

22

Cilento Outlet Village

2012

SI

Campania

Eboli (SA)

24.000

80

23

Shopinn Brugnato

2014

NO

Liguria

Brugnato (SP)

19.000

100

© Promos / Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali

retail&food - settembre 2016

23


Cover story macro aree: property, marketing e commerciale. In questo ambito, dal gennaio 2015 Promos ha siglato contratti con oltre 20 nuovi brand e da poco l’offerta del centro è stata arricchita con le aperture di Imperial, Pupa e Boutique Nespresso. Gli altri brand che da inizio anno ad oggi hanno aperto un loro store presso il Valmontone Outlet spaziano da Liviana Conti e Braccialini a Sandro Ferrone e Melluso, da Jeep e Diadora a O Bag e Rebel Queen by Liu Jo, da Hangar Eighteen a Delsey Paris. Stroili Oro ha inoltre aperto presso la struttura il suo primo punto vendita in un outlet». Sempre guardando al futuro, McArthurGlen e Value Retail hanno annunciato importanti ampliamenti per il biennio 2016-2017, con rispettivi 26mila e 3mila mq di nuova superficie commerciale lorda. In particolare McArthurGlen (vedi articolo Parola di, pag 28) investirà sulla strutture di Serravalle Scrivia (+12.500 mq), Noventa di Piave e Marcianise (rispettivamente +6mila e +7.500 mq). “Il nuovo parcheggio è solo la prima tappa di un intervento in tre fasi che riguarda l’intero Outlet – ha spiegato ai giornalisti a fine giugno il direttore di Noventa di Piave Designer Outlet, Enrico Biancato – ed è compreso in un piano di sviluppo per circa 50 milioni di euro di investimento che porterà a un ampliamento di ulteriori 6mila

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retail&food - settembre 2016

Quota di mercato (marzo 2016) Mq GLA

Altri 38%

Value Retail 4%

McArthurGlen 24%

N° negozi

Neinver 10%

Value Retail 3%

Altri 37%

The Blackstone Group 24%

McArthurGlen 27%

Neinver 10%

The Blackstone Group 23%

© Promos / Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali

mq di superficie di vendita entro la primavera del 2017. Una parte dell’intervento sarà ultimata già prima di Natale, con l’apertura dei primi 16 negozi. Con la primavera ne verranno aperti altri”. Inaugurato nel 2008, McArthurGlen Noventa di Piave Designer Outlet accoglie annualmente oltre 3 milioni di visitatori, attratti dall'offerta di brand di lusso, inclusi Armani, Blumarine, Brioni, Salvatore Ferragamo, Ermene-

gildo Zegna, Fratelli Rossetti, Hugo Boss, Zadig & Voltaire e molti altri. Durante gli scorsi tre anni, la struttura ha registrato un incremento del 59% del numero di visitatori e del 69% delle vendite. Una destinazione particolarmente amata dai viaggiatori internazionali, con una quota vendite dei turisti a lungo raggio pari al 25% del fatturato complessivo. Già completato, invece, l’ampliamento di Foc di Barberino, che ha consentito l’apertura di 30 nuovi punti vendita per una Gla complessiva che è arrivata a 27mila metri quadrati. Tale sviluppo ha comportato la crescita del volume d’affari: nell’anno fiscale chiuso il 31 marzo 2016 il fatturato registra un incremento del 9% rispetto all’esercizio precedente, mentre quello dei visitatori si attesta al +4 per cento. Ancor più marcato il dato delle vendite Tax free, che salgono del 12%, portando la percentuale di consumatori extra-UE a rappresentare il 15% degli acquisti totali. Le provenienze geografiche più significative del Tax Free sono Cina, Corea e paesi del Sud Est Asiatico, che incidono per circa circa il 44%, mentre Russia e Ucraina si fermano al 24 per cento.

Nonostante uno storico di breve corso, data la sua inaugurazione nel 2014, anche lo Shopinn Brugnato 5 Terre Outlet Village si sta distinguendo per performance e opening di primo livello, forte anche del recente incarico di gestione a Ros Retail Outlet Shopping, società che vanta altri progetti all’estero. Oltre alle ultime aperture di Benetton, Stefanel, Cromia, Triumph, Custo Barcelona, TwinSet e, da ultimo a metà luglio, di Pinko, il Foc ha registrato nel primo trimestre 2016 un +30% di footfall e un +35% di fatturato (+15% a parità di negozi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Inoltre nei primi mesi del 2017 saranno avviati tutti i negozi presenti nella seconda fase di sviluppo, già costruita. Infine in pipeline compaiono tre tagli nastro, con tempi più incerti: DeltaPo Outlet di Occhiobello (circa 70 negozi e 19mila mq di Gla), rispetto al quale le ultime pubblicazioni fissano l’opening al marzo del 2017; il Torino Outlet Village (90 negozi e 19.500 mq) e il San Pellegrino Outlet Village (50 negozi e 13mila mq). Andrea Penazzi



r&f Parola di Joan Jove Joan Jove, laureato in ingegneria industriale nella sua cittĂ natale, Barcellona, e forte del MBA conseguito presso la Harvard Business School, attualmente ricopre la carica di managing director Southern Europe di McArthurGlen, dove opera dal 2008. La sua mansione consiste nel supervisionare i cinque designer outlet in Italia e sarĂ responsabile del primo centro in Spagna, a Malaga; inoltre supervisiona il McArthurGlen Designer Outlet Vancouver Airport: il primo del Gruppo in Nord America. In precedenza ha ricoperto il ruolo di development director. Prima di approdare in McArthurGlen ha lavorato in Accenture e in Boston Consulting Group.

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retail&food - settembre 2016


Cover story

Gruppo McArthurGlen cala il settebello

M

cArthurGlen Group, il principale proprietario, sviluppatore e operatore di designer outlet in Europa, è stato fondato da Kaempfer Partners nel 1993. Pioniera del designer outlet retail nell’area europea, l’azienda da allora ha sviluppato 600mila mq di spazio retail e gestisce attualmente 22 Designer Outlet in nove paesi: Austria, Belgio, Canada, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda e Regno Unito. I centri ospitano i marchi più richiesti del lusso e offrono ai clienti saldi annuali in un ambiente per lo shopping di indiscussa qualità. Dell’ulteriore sviluppo in Italia, avviato nel 2000 a Serravalle, abbiamo parlato con Joan Jove, McArthurGlen’s Managing Director, Southern Europe.

Il mercato italiano dei FOC è fortemente competitivo: 23 centri sopra i 10mila mq di Gla. McArthurGlen e il new comer Blackstone ne controllano il 48% dei mq/Gla e il 50% dei punti vendita attivi (fonte CNCC). Come vede la crescita in Italia di un player come Blackstone e in generale la presenza di concorrenti sempre più strutturati? L’Italia è il nostro mercato principale: gli outlet McArthurGlen a Serravalle Scrivia, Noventa di Piave, Castel Romano, Barberino del Mugello e La Reggia (a Marcianise, ndr) sono delle rinomate fashion destination. Al momento ci stiamo concentrando sull’espansione dei nostri centri esistenti, anche se siamo sempre attenti all’opportunità di acquistare nuovi outlet che rispecchino i nostri principali valori. Quali sono le vostre performance in Italia sia like for like sia tenendo conto degli ampliamenti e delle aperture che state portando avanti? Quale l’andamento dei flussi? Credete

che ci siano ulteriori margini di crescita? Nel corso dei prossimi tre anni espanderemo tre McArthurGlen Designer Outlet in Italia: Serravalle, Noventa di Piave e La Reggia. Nel 2015 abbiamo accolto oltre 50 nuovi brand nel portfolio di McArthurGlen, inclusi Ermanno Scervino, Casadei, Dondup e Pandora. L’espansione di Serravalle e Noventa offrirà una sempre migliore shopping experience, con servizi migliorati per i turisti, che rappresentano il 50% dei nostri clienti, e naturalmente anche per gli shopper italiani grazie a nuovi ristoranti, eventi e iniziative. Guardando ai visitatori/turisti extra-Ue: quali nazionalità sono più frequenti nei vostri outlet? qual è il loro scontrino medio e quanto pesano i loro acquisti sulle vendite complessive? I due mercati internazionali più importanti sono la Cina e la Russia. Abbiamo effettuato ingenti investimenti in personale e marketing per intercettare potenziali turisti/clienti prima ancora che lascino la propria casa. Possiamo confermare che McArthurGlen ha quadruplicato le proprie vendite da turisti tra il 2010 e il 2014 e che la Cina si conferma il nostro principale mercato turistico internazionale, generando più di un terzo delle vendite tax free nei nostri centri. All’interno del nostro portfolio, la spesa media per cliente internazionale rappresenta più di sei volte la spesa media del cliente locale. Siamo riusciti ad attrarre un consistente bacino da Cina, Russia e Corea del Sud, ma anche i turisti provenienti da Sud Est asiatico, Medio Oriente e Turchia rappresentano una fetta consistente dei nostri clienti extra UE in termini di vendite. Durante il periodo estivo, le nostre fashion destination sono visitate frequentemente anche da europei, principalmente provenienti da Germania, Francia e Austria. Guardando ai singoli sviluppi - gli ampliamenti di Serravalle, Barberino e Marcianise – può descrivere per ognuno i punti salienti (GLA, numero di punti vendita, investimenti) e anticiparci i tempi di fine lavori? Le nuove fasi 5 e 6 a Serravalle espanderanno il centro di 12mila mq entro la fine del 2016, raggiungendo la superficie retail totale di 50mila mq e 250 negozi, oltre a contribuire alla creazione di 550

nuovi posti di lavoro. Noventa di Piave Designer Outlet è attualmente la casa di 139 designer store e del lusso, oltre a otto tra caffè e ristoranti, in 26mila mq di superficie retail. L’inizio dei lavori per la nuova espansione (fase 4) è previsto per i primi mesi del 2017 e aggiungeranno ulteriori 6mila mq per ospitare 27 nuovi negozi insieme a 300 nuovi posti di lavoro. All’inizio di questo mese (luglio, ndr) abbiamo inaugurato 1.300 posti auto ulteriori presso il centro. La Reggia Designer Outlet inaugurerà la fase 3 nel 2018, con cui aggiungerà circa 5mila mq all’attuale superficie retail. La ristorazione al momento quanto pesa in percentuale nei vostri Foc sia per mq sia per fatturato? Avete progetti per potenziarla e con quali obiettivi? Rafforziamo continuamente il brand mix nei nostri centri e l’offerta F&B non fa eccezione. Puntiamo a offrire una grande proposta gastronomica per i nostri clienti, con un mix che spazia da caffè a ristoranti di appeal per tutte le età e tutti i bisogni. Crediamo che il F&B sia una parte molto importante della shopping experience nel suo complesso. Guardando all’estero, come valuta l’apertura del McArthurGlen Designer Outlet Vancouver Airport? Quali sono i numeri dell’outlet al momento e i suoi progetti di crescita? Inaugurato nel luglio 2015, il McArthurGlen Designer Outlet Vancouver Airport è l’unico designer outlet a servire il mercato dell’area metropolitana di Vancouver. Situato a 5 minuti dal Vancouver International Airport e a 30 minuti, di treno o di auto, dal cuore della città, il centro attrae un bacino di circa 3 milioni di residenti, 9 milioni di turisti annuali e 20 milioni di passeggeri all’anno in transito dal Vancouver Airport. Nel nostro primo anno, abbiamo accolto oltre 3 milioni di visitatori e ci siamo aggiudicati il prestigioso MAPIC Best Outlet Centre Award. Sulla scia di questo successo, stiamo attualmente sviluppando la seconda fase per fornire un totale di 125 negozi dal 2018. Infine, allargando lo spettro di analisi, come si compone la pipeline di McArthurGlen nel suo complesso e quali investimenti prevede? Come parte della propria espansione in atto, McArthurGlen è attualmente impegnata nella pianificazione di sette nuovi designer outlet: apriremo la prossima primavera in Provenza, dove sorgerà il primo outlet del sud della Francia. Abbiamo anche pianificato l’apertura di nuovi centri a Malaga, Istanbul, Remscheid, Ghent e in Normandia. A.P.

retail&food - settembre 2016

27


r&f Case history

Ca’puccino: un all day dining I

l primo locale Ca’puccino è stato aperto nel 2006 all’interno del Barberino Designer Outlet. Ma la società è presente in questo canale fin dall'apertura del Foc McArthurGlen a Serravalle Scrivia nel 2000, con tre locali indipendenti. Proprio da questa esperienza matura l’idea di creare un format replicabile. Della case history Ca’Puccino nel canale outlet, dove l’insegna conta otto punti vendita, abbiamo parlato con il CEO Giacomo Moncalvo.

Giacomo Moncalvo Iniziamo dai numeri: a quanto ammontano il vostro giro d’affari e lo scontrino medio negli outlet? In totale fatturiamo 22 milioni di euro. Lo scontrino medio negli outlet è di 3,70 euro al take away e di 23 al table service, che equivale circa a 8,25 euro di spesa media a persona. Parlando ancora di scontrino medio, quanto cambia in valori assoluti e/o in percentuale rispetto ai punti vendita urbani? In Italia abbiamo gli stessi prezzi sia su high street sia all'interno dei mall. Le variazioni sullo scontrino dipendono quindi dal sales mix. Nel locale di piazza Diaz a Milano, ad esempio, la spesa media a persona è di 9 euro. Arriviamo quindi alla vostra

28

retail&food - settembre 2016

proposta. Come si presentava inizialmente e come si è evoluto nel tempo il format Ca’puccino? Il format si è evoluto in questi 10 anni, pur mantenendo intatta l'idea iniziale e i caratteri distintivi del brand. Nel 2006 Ca'puccino si presentava come una 'Caffetteria e pasticceria allargata', pensata per una pausa veloce ma di qualità: una coccola per i clienti. Da allora la proposta si è estesa fino a diventare quello che viene definito nel mondo anglosassone un 'All day dining': dalla colazione fino alla sera, passando per il pranzo e il pomeriggio. Anche dal punto di vista del servizio il format si è evoluto: oggi uno dei nostri punti di forza è il servizio al tavolo che è andato ad affiancarsi al take away. Come si struttura oggi e come si è arricchita nel tempo la vostra offerta food? Distinguiamo appunto tra i prodotti take away da banco (panificati, pasticceria, cornetti dolci e salati, ecc) e un menu per il pranzo che segue la stagionalità e offre insalate, paste, burger, focacce e molto altro. Da sempre a guidare la creazione del menu e di tutti i prodotti è la selezione degli ingredienti, che oggi più che mai è centrale come dimostra anche

il titolo del menu: Fresh • Healthy • Italian. Tutto parte proprio dalla ricerca delle eccellenze del territorio italiano, con particolare attenzione a ingredienti freschi, sani, biologici e di qualità, combinati in ricette creative. Inoltre, accanto ai piatti ‘evergreen’, lo chef Riccardo Carugati ha studiato un piccolo menu che cambia ogni due mesi per portare in tavola novità e freschezza. Ogni menu stagionale ha un titolo e un concept: ad aprile il Very Green menu con le primizie di primavera, a giugno il menu di Fresca Estate. Al momento contate otto locali all’interno dei FOC italiani; quali

criteri avete adottato nella scelta dei village da presidiare? Fattori importanti nella scelta sono sicuramente la posizione geografica dell’outlet, i brand presenti, il numero di visitatori e soprattutto la location che ci viene offerta al suo interno. Avete altre aperture in programma? Con quali investimenti? Negli ultimi due anni lo sviluppo si è concentrato su location cittadine, che ci stanno dando grandissime soddisfazioni, sia a Milano sia a Londra. Sono queste che ci piacerebbe sviluppare in futuro. Abbiamo inoltre iniziato il percorso di franchising. Per 10 anni abbiamo detto no al franchising perché volevamo consolidare il nostro business e il brand. Dal 2014 abbiamo iniziato a lavorare a questo nuovo progetto, decidendo da subito di fare affiliazione solo al di fuori dell’Italia. Abbiamo quindi firmato il primo contratto in UAE dove entro fine anno apriranno le prime tre location delle dieci previste. Come è accaduto e sta tuttora accadendo nei centri commerciali, anche negli outlet il food sta acquisendo sempre più importanza. Voi riscontrate un maggiore interesse da parte dei visitatori nel consumare pasti durante le pause dallo


Cover story

shopping? Parallelamente i volumi d’affari e lo scontrino medio sono cresciuti? Sì, si sta verificando quello che nei paesi anglosassoni succede da una quindicina d’anni. L'interesse verso il mondo food è cresciuto e anche i centri commerciali hanno iniziato a dedicare a questo tema un'attenzione particolare. Da semplici servizi al visitatore i punti food possono diventare destination, soprattutto quando si studia una strategia di comunicazione insieme al mall. Inoltre i centri si stanno rendendo conto che il food aiuta ad allungare il tempo di permanenza all’interno della struttura e a dare valore all’esperienza del visitatore. Più che una crescita dello scontrino

medio stiamo osservando un cambiamento del cliente: è più preparato, sa quello che vuole a livello sia di prodotto sia di servizio. Gli outlet sono frequentati da molti stranieri, che oltretutto garantiscono una maggiore capacità di spesa. Come assecondate le loro necessità e aspettative? La cucina italiana è molto amata dagli stranieri e questo è un buon punto a favore del nostro brand e della nostra offerta, che è volutamente ampia proprio per andare incontro alle necessità di clienti molto diversi tra loro. Insieme alla varietà dell'offerta, il servizio al tavolo è sicuramente un elemento apprezzato dagli stranieri che nelle

loro visite ai centri commerciali si concedono pause pranzo o caffè prolungate (a differenza del veloce espresso al banco a cui siamo abituati). La nostra esperienza a Londra ci ha sicuramente insegnato molto sulle diversità di cultura del cliente: fin dal 2008 (anno di apertura del primo Ca’puccino nella City, all’interno di Harrods) abbiamo imparato quanto sia importante considerare le differenti religioni, così come le scelte di alimentazione del cliente, includendo nel menu piatti che possano andare incontro a molteplici esigenze. Parlando di travel retail, siete interessati a sviluppare questo canale? Pochi in Italia lo sanno perché non abbiamo fatto una grande comunicazione, ma Ca’puccino ha un punto vendita di 350 mq all’interno dell’aeroporto di Heathrow, nel T2 dedicato alla regina (è stata la regina stessa ad inaugurarlo ed è stata una grande emozione immortalare il suo passaggio davanti al nostro locale). Possiamo quindi dire con orgoglio di essere entrati dalla porta principale nel canale

travel retail! È sicuramente un canale interessante anche se molto difficile per la parte operativa. In ultimo, l’ingresso nel vostro capitale sociale di B4 Investimenti quale impulso ha dato? Il fondo B4 è entrato nel 2013 con una quota del 23% ed è salito al 45% nel 2015. Questo significa che ha creduto nel progetto. Da parte nostra, dopo 3 anni possiamo dire con assoluta tranquillità che è una collaborazione straordinariamente positiva. B4 è gestita da Fabrizio Baroni, che una persona capace, seria e di spessore. Quando il fondo è entrato fatturavamo 12 milioni e oggi siamo a 20, con progetti di crescita importanti. A.P.

retail&food - settembre 2016

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r&f Osservatorio prezzi

OUTLET: I ROVENTI SCONTI DEI SALDI Nei factory outlet centre gli sconti, dal 30 al 70%, si stagliano sulle vetrine dei negozi tutto l’anno, ma nel periodo dei saldi – estivi o invernali qualsivoglia – i listini vengo bistrattati con ulteriori riduzioni a doppia cifra, redendo “democratici” soprattutto brand esclusivi del segmento premium… Articoli non food

Castel Guelfo The Style Outlets

Make up / Ombretto

Mantova Outlet Village Fidenza Village Shopinn Brugnato 5Terre Barberino Designer Outlet

Intimo / Reggiseno + slip

Castel Guelfo The Style Outlets Mantova Outlet Village Fidenza Village Shopinn Brugnato 5Terre Barberino Designer Outlet

Calzature / Sneaker sportive uomo

Castel Guelfo The Style Outlets Mantova Outlet Village Fidenza Village Shopinn Brugnato 5Terre Barberino Designer Outlet

Trolley bagaglio a mano

Castel Guelfo The Style Outlets Mantova Outlet Village Fidenza Village Shopinn Brugnato 5Terre

Legenda: n.b. tutti i prodotti sono da interndersi come primo prezzo disponibile in negozio

30

retail&food - settembre 2016

Pupa 2,45 L'Erbolario 16

Parah 43,55 Triumph 18

Lovable 14,70

Diadora 18

Samsonite 75,95 Samsonite 62,30 Delsey 33,81 Ferrari 98

© Edifis Intelligence

Barberino Designer Outlet

Bottega Verde Douglas Loreal 6,99 3,98 2 Kiko Make Up Douglas Deborah 1,90 7,95 3 Bottega Verde Kiko Make up La Gardenia 6,99 1,40 6,99 The Cosmetic Company Store Modus 13,80 8 Deborah Modus 1 8 Yamamay CK Underwear Calzedonia Intimissimi 11,98 22,40 9 Goldenpoint Pompea Calzedonia Intimissimi 7,98 10,43 9 Goldenpoint Calzedonia Intimissimi 7,08 11,45 La Perla Calvin Klein Guess 44,40 23,10 25,50 Pompea Triumph Bisbigli 10,43 19,60 10,90 Adidas Nike Puma 26 35 25 Adidas Nike Asics 26,20 28 30 Adidas Nike Champion 29 30 19,90 Asics 25 Puma Nike 25 30 Piquadro Mercedes-Benz Carpisa 119 168 27,90 Piquadro Roncato Bags 103,60 38,50 34,90 Piquadro Miriade Carpisa 103,60 39,10 27,90 Piquadro Samsonite Timberland 103,60 76,30 65,40 n.d. n.d.


Cover story Baccanale Firenze

W.O.K.

Ca'puccino

Caffè Mediceo

Lindt

1,10

1

1

1,50

2**

Caffè espresso Cappuccino

2

1,30

1,40

1,80

2**

Croissant

1,30

1

1,20

1,20

n.d.

Acqua (pet 50 cl)

1,50

1,50

1,30

1,20

1,30

Coca Cola (pet 50 cl)

3,50

2,30*

2,80

2,50

n.d.

5

4,50

4,20

4

n.d.

Panino più economico

© Edifis Intelligence

Barberino Designer Outlet

FOOD

Legenda: ´lattina da 33 cl; ´´con cioccolato

FOOD

Castelguelfo The Syle Outlets

Caffè espresso

Lindt

1

1

1

2*

Cappuccino

1,50

1,50

1,30

2*

Croissant

1,20

1,20

1,10

n.d.

Acqua (pet 50 cl)

1,20

1,30

1,20

1,30

Coca Cola (pet 50 cl)

2,80

2,80

2,80

n.d.

Panino più economico

3,60

4,10

3,90

n.d.

Legenda: ´con cioccolato

Fidenza Village

FOOD

Osteria delle Terre Verdiane

Barlumeria

Illy

Ca'puccino

2*

1

1

1,20

1

Cappuccino

2*

1,50

1,40

1,70

1,40

Croissant

n.d.

1,20

1

1,50

1,20

Acqua (pet 50 cl)

1,30

1,20

1

1,30

1,30

Coca Cola (pet 50 cl)

n.d.

3,50

3

3**

n.d.

Panino più economico

n.d.

4

3

6

4,20

© Edifis Intelligence

Lindt Caffè espresso

Legenda: ´con cioccolato; ´´lattina 33 cl

Mantova Outlet Village

FOOD Panepiero Pizza e Focaccia

Sosta Fashion Cafè

Caffè espresso

1,10

1,10

1

Cappuccino

1,50

1,40

1,50

1

1,20

1,20

Acqua (pet 50 cl)

1,30

1,10

Coca Cola (pet 50 cl)

2,90

2,90

Panino più economico

4,90*

4,40

Croissant

Tentazioni Cafè Spizzico- Autogrill

La Piadineria

Rustichelli & Mangione

Lindt

1

1

2***

1,40

1,30

2***

1,10

1,20

n.d.

1,30

1

1,20

1,30

2,90

2,40

2,40

n.d.

4,10

5**

4,90

n.d.

© Edifis Intelligence

La nostra analisi di Osservatorio prezzi, inserita nel focus outlet che caratterizza la cover story di r&f di settembre, prende in considerazione un mix di centri dislocati tra Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Liguria, ognuno appartenente a una differente società di gestione: Barberino Designer Outlet in portfolio a McArthurGlen, Mantova Outlet Village a Blackstone; Castel Guelfo The Style Outlets a Neinver; Fidenza Village a Value Retail; Shopinn Brugnato 5Stelle a ROS. I numeri delle due tabelle, che non hanno valenza statistica, rappresentano i primi prezzi esposti al pubblico al netto delle riduzioni outlet e dei saldi, e sono riferiti allo specifico assortimento disponibile nel punto vendita al momento delle nostra visita. In particolare abbiamo visitato i cinque Foc in oggetto nella prima metà di luglio, chiedendo indicazioni agli addetti alle vendite quando il prodotto entry level in scaffale non era facilmente individuabile. In aggiunta alle tabelle possiamo fissare pochi concetti, sempre riferiti ai listini e non alla qualità delle referenze: rispetto al comparto food, la proposta di Shopinn Brugnato 5Terre si smarca per i prezzi più contenuti, mentre i Foc di Barberino e Fidenza sono al contrario i più expensive. Sul comparto non food colpisce l’assenza nell’outlet ligure di negozi che commercializzino il trolley bagaglio a mano. E restando su questo item segnaliamo la soluzione di Carpisa con il prodotto entry level a 27,90 euro, pensata per soddisfare le stringenti misure imposte dal vettore low cost Wizz Air. A.P.

Ca'puccino

Legenda: ´focaccia; ´´piadina; ´´´con cioccolato

Shopinn Brugnato 5terre

FOOD Lindt

Caffè Balilla

Bottega del Caffè Il forno di Germano

Undici

Caffè espresso

2*

1

1

1

1

Cappuccino

2*

1,30

1,30

1,20

1,50

Croissant

n.d.

1

1

0,90

n.d.

Acqua (pet 50 cl)

1,30

1

1

1

1

Coca Cola (pet 50 cl)

n.d.

2,50**

2,50***

2,50**

n.d.

Panino più economico

n.d.

3,50

3,50

2,50

n.d.

© Edifis Intelligence

...

Design Bistrot - Autogrill

© Edifis Intelligence

Farinella café

Legenda: ´con cioccolato; ´´lattina 33 cl; ´´´bottiglia in vetro 33 cl

retail&food - settembre 2016

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r&f star trek FASHION

Destinazione

Boggi Milano C

on la Brexit sembra che le strade tra Inghilterra e Europa si debbano dividere, ma i rapporti tra gli inglesi e il Vecchio Continente hanno radici forti e molto radicate. Nella moda ad esempio l’influenza britannica sull’eleganza continentale è un dato di fatto: il “taglio all’inglese” è quello in voga alla fine degli anni ’30 in Europa, influenzando le sartorie di mezzo continente. Infatti sull’onda della moda anglosassone nel 1939 apre a Salerno il primo negozio Boggi, ma è nel 1964, nel pieno del boom economico, che Paolo Boggi, il fondatore, si trasferisce a Milano, la nuova capitale industriale d’Italia, per vestire i professionisti e gli esponenti della nascente business class meneghina. In breve tempo Boggi conquista il capoluogo lombardo con i suoi tessuti inglesi, le lane scozzesi, il cashmere, il madras, il lino e la seta, ma anche con accessori per il lavoro e il tempo libero insieme ai classici del guardaroba come i blazer blu e le camicie Oxford. Negli anni ’80 della Milano da bere e degli yuppie si amplia la rete dei negozi anche a livello nazionale con il suo mix di abbigliamento classico e di qualità a prezzi ragionevoli. È al-

l’inizio del nuovo millennio che il brand Boggi Milano, ormai uno dei player italiani più importanti nella produzione e commercializzazione di abbigliamento maschile, incrocia la strada dei tre fratelli brianzoli Zaccardi (il nonno Pietro aveva una boutique a Monza dal 1924) proprietari di Brian&Barry, catena di negozi multimarca di stile anglo-americano di alta gamma nata nel 1986 e ampliata con le nuove insegne DoubleB e con l’apertura di boutique per la donna. Nel 2003 i tre Zaccardi sono alla testa di una cordata che acquista per 13,2 milioni di euro la catena di store Boggi. Il Gruppo, la società capofila è la BBB spa, controllata a sua volta da una finanziaria, la Tristars spa, che fa capo a una società lussemburghese, possiede il brand Boggi e le insegne Brian&Barry: da una parte la storica catena monomarca meneghina di abbigliamento classico, uno dei primi retailer di abbigliamento uomo in Italia, dall’altra una realtà dinamica del multibrand nel settore luxury. Nella cabina di pilotaggio della BBB (con sede a Monza), siedono i tre fratelli Zaccardi: il timone operativo lo tiene Carlo, amministratore delegato, mentre Claudio,

presidente del consiglio di amministrazione, è l’esperto del prodotto e Roberto si occupa di logistica. Asia, Middle East e Europa: il migliore spot è la vetrina Sono passati una dozzina d’anni dall’ingresso della famiglia brianzola nella proprietà e i negozi a marchio Boggi Milano sono passati da 22 a circa 150 in 27 paesi nel mondo. Boggi è presente direttamente anche a Hong Kong, Singapore, Macao e in Europa, mentre in 13 paesi (prevalentemente nell’area mediorientale) opera attraverso partner,

BOGGI MILANO in pillole Anno di nascita Società Proprietà Sede Management Business Retail Altri marchi del Gruppo

1939 a Salerno. Trasferimento a Milano nel 1964 BBB spa Fratelli Zaccardi Monza Carlo Zaccardi, amministratore delegato; Claudio Zaccardi, presidente; Roberto Zaccardi, consigliere Produzione e commercializzazione di abbigliamento Uomo classico attraverso catena monobrand 150 circa worldwide in 27 paesi (di cui una cinquantina in Italia) Brian&Barry, catena italiana negozi multibrand segmento premium Fonte aziendale

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retail&food - settembre 2016

con un bel balzo in avanti negli ultimi anni, visto che nel 2010 era stato inaugurato il centesimo negozio, a Roma. Se il target è la business community internazionale, la scelta dei negozi è conseguente: in Italia e Europa il marchio brianzolo è presente nei centri storici delle principali città, mentre fuori dall’Europa nei più importanti centri commerciali, luogo di shopping delle classi dirigenti di quei paesi. Non va dimenticato il canale travel che, fedele allo slogan del fondatore Paolo Boggi ‘il migliore spot è la vetrina’, è un’importantissima pubblicità per l’estero con le insegne negli aeroporti di Milano Malpensa (ben tre store), Linate (due), Roma Fiumicino (due), Venezia Marco Polo, Bergamo Orio al Serio, Atene, Francoforte e Monaco, il più recente. Un ottimo viatico per la conquista di mercati, come quello cinese e americano, che sono nei progetti di espansione della maison brianzola (gli headquarter sono a Monza, cosa di cui la proprietà sembra andare molto fiera), insieme a un prodotto Made in Italy, disegnato in Italia, e in buona parte anche realizzato nel nostro Paese, soprattutto per la linea classica. Lo stile delle creazioni è il Reloaded tailoring, ossia la creazione di un classico sempre attuale, rivisitato secondo le esigenze della contemporaneità, per coniugare praticità (tipica virtù meneghina) e stile (radici anglosassoni). Tutti punti di forza su cui puntare per un’espansione che in Asia (ad oggi una dozzina di punti vendita) è Fonte aziendale partita da Hong Kong nel 2013, per ar-


rivare a Kuala Lumpur sotto le Tetronas Twin Towers l’anno scorso, Singapore e Macao (importante vetrina grazie al turismo per il mercato cinese), dove il marchio è percepito come premium (vicino a Hugo Boss, per capirci), mentre nel mercato domestico il target alto è coperto da Brian&Barry (8 negozi concentrati nel Nord Italia), mentre Boggi Milano è rivolto a una fascia media, ma con prezzi ragionevoli e una componente di italianità (più di un terzo dei collaboratori del brand all’estero sono italiani) che è un plus per il settore. Ma anche l’Europa è un importante gataway per i mercati asiatici: il recente accordo per i corner nelle Galeries Lafayette, oltre ad aumentare la presenza del brand in Francia (con la Germania - 5 boutique e la presenza nei due principali aeroporti - sul podio più alto per l’export) va proprio in questa direzione, insieme ai punti vendita di

Saint Germain e Boulevard des Italiens nella capitale, e alle vetrine delle località turistiche di Cannes e Saint-Tropez. Nel Vecchio Continente (complessivamente più di una cinquantina di negozi, esclusi quelli in Italia) vanno segnalati le recenti opening a Bucarest, Amsterdam e Stoccolma (l’anno scorso), per una copertura abbastanza capillare delle principali città europee, tra cui Londra, con due negozi, quasi un ritorno alle origini per

Da sinistra: Roberto Zaccardi, Oscar Farinetti (Eataly), Claudio e Carlo Zaccardi

lo stile del marchio. C’è poi il mercato del Middle East (una ventina di shop) con insegne in Libano (ben quattro store a Beirut), Dubai, Qatar, Kuwait, Giordania, Bahrein e perfino Iran. Il mercato domestico, che risulta ancora la fetta più grande nel giro d’affari complessivo del Gruppo, con una cinquantina di negozi ha una diffusione capillare nel Nord Italia (soprattutto nel capoluogo lombardo, ovviamente), ma con una presenza importante anche a Roma (cinque insegne), mentre per il Meridione rimane il presidio di Catania, non per niente chiamata ‘la Milano del Sud’. Da segnalare l’attenzione per il canale travel sui binari con la presenza nelle stazioni di Milano Centrale, Venezia Santa Lucia e Torino Porta nuova, e la tipologia dei ‘Resort stores’ nelle principali località turistiche italiane (Forte dei Marmi, Milano Marittima, Santa Margherita Ligure, Alassio, Lido di Jesolo), sempre in quell’ottica di vetrina del marchio sul mondo. Obiettivo Borsa per rafforzare l’internazionalizzazione? Se la situazione è questa non stupiscono, anche in un momento complicato per le vendite, i risultati economici della BBB spa (quasi 500 addetti), la proprietaria dal marchio Boggi Milano, che ha chiuso il bilancio dell’anno scorso con un +7% di fatturato superando l’asticella dei 100 milioni di euro: 107,4 di ricavi, mentre l’azienda dichiara un giro d’affari del Gruppo worldwide di circa 170 milioni, consolidando un trend di crescita di +18 mln sul 2013 (che già segnava un netto +10,6% sull’anno prima). Ed è il marchio Boggi Milano la gallina dalle uova d’oro per gli Zaccardi: la Prima linea Boggi da sola genera il 53% del giro d’affari, lasciando alla Prima linea Brian&Barry il 13,3%, superata anche dai ricavi outlet Boggi, mentre il Boggi travel si avvicina al 10 per cento.

Ma se il 2014 è stato un anno da ricordare per il Gruppo con l’inaugurazione del Brian & Barry building all’angolo tra San Babila e via Durini (12 piani di negozi, moda, high tech, ristoranti, bar e food con l’inclusione del corner di Eataly), il 2015 è stato un anno ugualmente importante per Boggi: gli affari infatti vanno a gonfie vele con un utile di 1,66 milioni decuplicato rispetto ai 150mila euro dell’anno prima, un MOL di 6,4 mln sui 4,4 mln del 2014, mentre anche gli indici reddituali tornano positivi con il ROI a 1,35% (quasi + 3 punti sull’esercizio precedente) e un patrimonio netto a +26,6 per cento. La macchina va bella spedita e i conti del bilancio economico sono da leccarsi i baffi: strategia ed energia risultano vincenti. Tuttavia, gli investimenti negli anni precedenti soprattutto nell’ampiamento del network retail a gestione diretta (considerati anche i prezzi per le location di alta gamma previste dal target del marchio) pesano necessariamente sulla situazione finanziaria del gruppo: l’Acid Test a 0,22 non è certo alto, come non sono positivi gli indici di indebitamento (0,22 quello totale a dicembre 2015 con una posizione finanziaria netta in passivo di 3 mln in netta crescita sull’esercizio precedente). Risulta infatti complicata una crescita proporzionale del patrimonio netto rispetto alle passività correnti e consolidate, per cui l’indice di struttura secco allo 0,46 indica che la società ha finanziato le immobilizzazioni anche tramite il ricorso a capitale terzi. Ma la cultura del lavoro degli Zaccardi, insieme al loro ottimismo, sembra inflessibile quasi quanto la loro riservatezza (veramente un’impresa riuscire a mettersi in contatto con il management monzese) e, a fronte della diffidenza verso partner finanziari anche importanti, sembrano non escludere un prossimo sbarco in Borsa, per rafforzare la potenza e la sicurezza del motore aziendale, anche in previsione di una penetrazione in mercati importanti come quello USA, Giappone e Cina che richiedono un ingente impegno di energie, ma anche soprattutto di risorse finanziarie. David Montorsi

retail&food - settembre 2016

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r&f Brand analysis

Accessorize, lo scrigno delle donne A

ccessorize è un marchio di accessori moda con oltre 900 punti vendita in 60 Paesi e una forte presenza sul web. Nasce a Londra nel 1984 dalla volontà del fondatore Peter Simon di regalare a tutte le donne un’esperienza d’acquisto unica nel primo vero paradiso di accessori moda. Accessorize arriva in Italia nel 2003 lanciando un concetto di punto vendita e di offerta commerciale completamente nuovi e mai visti prima. Il negozio si presenta come un guardaroba, a disposizione di ogni donna. Seguendo una coerenza di stile che si sviluppa in senso verticale, la cliente può scegliere quale look indossare, passando da quello romantico a quello etnico, ricevendo suggerimenti ed essendo libera di spaziare con la propria fantasia. Protagonista indiscusso del brand è poi il prodotto, estremamente originale, disegnato e creato in esclusiva. Nel corso degli anni il brand ha sviluppato una forte identità: la bellezza dei tessuti, delle lavorazioni e dei colori, la tecnica e il design sempre più ricercati hanno contribuito a creare di stagione in stagione collezioni sempre nuove, di tendenza, “vibranti”, per soddisfare il gusto delle donne di ogni età, dalle giovanissime alle più mature, e offrendo un ottimo rapporto di qualità-prezzo. In Italia attualmente ci sono 60 negozi, gestiti da due società. Abbiamo parlato del marchio con Nicola Mangini, direttore generale Accessorize Nord Italia. Come è strutturata la vostra rete societaria? La rete societaria di Accessorize è divisa in due: la gestione dei punti vendita situati nel Nord Italia è diretta da Acces-

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Nicola Mangini sorize Nord Italia srl – di cui sono direttore generale. I punti vendita situati nel Centro Sud d’Italia sono invece di competenza della società Jacaranda srl. Quali sono le caratteristiche più importanti dei vostri format

di punto vendita? I nostri punti vendita sono di piccola metratura, con un’esposizione della merce verticale e suddivisa per temi, questo per facilitare il consumatore nella ricerca e scelta del prodotto desiderato. Su una stessa parete, per portare un esempio, la nostra cliente può comporre il proprio look partendo dalla selezione dei cappelli, passando per la bigiotteria (orecchini, collane e bracciali) arrivando fino alle borse, tutto nel rispetto di uno stesso stile che faciliti l’acquirente nell’abbinamento e nell’acquisto combinato degli accessori. Declinate i format in base al canale (centri commerciali, outlet, aeroporti, stazioni ferroviarie, high street)? No, assolutamente. Il punto di forza del nostro brand è proprio il format dei suoi punti vendita, unico e distintivo. Esso non varia né in base al canale di vendita, né in base alla gestione diretta

Galleria Passarella - Milano o in franchising. L’obiettivo di Accessorize è proprio quello di agevolare l’acquisto del cliente offrendogli sempre, ovunque si trovi, la medesima esperienza di shopping. Crediamo che questa scelta sia vincente per stabilire una relazione duratura con i nostri clienti: in qualsiasi negozio verranno a trovarci si sentiranno sempre come a casa. Gli allestimenti interni così come le vetrine, per portare

Il brand in pillole Anno di nascita del brand Proprietà

È nato a Londra nel 1984 ed è approdato in Italia nel 2003 Accessorize Nord Italia srl (regioni del Nord Italia), Jacaranda srl (regioni del Centro Sud Italia) Core business Accessori moda Headquarter Londra, UK Paesi di sviluppo Nessuna limitazione geografica Canali di sviluppo In Italia, in particolare, high street e centri commerciali, aeroporti e stazioni ferroviarie Numero di punti vendita in nord Italia e complessivo 36 negozi per la rete nord Italia, 60 sull’intero territorio nazionale Numero di punti vendita diretti in nord Italia e complessivo 22 per il nord Italia, 36 per l’intero territorio nazionale Numero di punti vendita in franchising in nord Italia e complessivo 14 negozi per il nord Italia, 24 sull’intero territorio nazionale Numero di corner nei negozi multimarca in Italia e complessivo È presente in 29 centri commerciali distribuiti sul territorio nazionale e in 2 stazioni ferroviarie Numero di aperture nel 2015 e nel 2016 6 Fonte aziendale


Il Centro - Arese due esempi, cambiano contemporaneamente in ogni singolo punto vendita d’Italia, questo anche per mantenere un’immagine coerente e sempre fresca del brand. Detto questo, è possibile che nei flagship store Accessorize ci sia una maggiore ampiezza di gamma di

prodotti. Preferite sviluppare la vostra rete con pdv diretti o in franchising? Secondo quali logiche vi orientate per gli uni o per gli altri? Non abbiamo alcuna preferenza e non

facciamo alcuna distinzione. Siamo comunque sensibili a promuovere lo sviluppo imprenditoriale. Quante referenze avete mediamente per pdv e ogni quanto cambiano? Circa 10.000 referenze all’anno con cambio stagionale (autunno/inverno – primavera/estate). Quali tecnologie (sistemi di pagamento contactless, illuminazione a Led, sistemi di videosorveglianza, wi-fi, digital mirror, ecc) inserite nei vostri punti vendita? Abbiamo sistemi di videosorveglianza, contactless e altri strumenti di teasing per la clientela. Come è cambiata negli anni la vostra strategia di sviluppo? Rispetto al passato, dove potevamo sviluppare il format partendo dai 30 mq di superficie di vendita, oggi Accessorize necessita di una metratura di vendita minima di 50 mq. Attualmente, infatti, i nostri store più performanti, come

resa al mq, sono questi ultimi. Quali sono le ultime e le prossime aperture? Una delle più recenti aperture nel Nord Italia è ad Arese, presso il nuovo shopping center Il Centro. Attualmente siamo in fase di definizione per 10 nuove aperture nei prossimi 12 mesi. Disponete di un canale e-commerce? Come approcciate le vendite online e con quali riscontri? Come si affiancano tali strategie con il più classico brick & mortar? Sì, abbiamo un canale e-commerce. Sul mercato italiano, però, la vendita online non ha lo stesso peso che per gli altri paesi d'Europa. Abbiamo un buon riscontro, comunque il canale delle prime location resta la nostra priorità. Detto questo l’e-commerce è importante tanto quanto la vendita brick&mortar per cui l’azienda continua a investire rendendo l’esperienza di shopping online sempre originale e differente dai competitor. S.M.

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r&f Scienze & retail

Emozioni, comunicazione e neuroscienze: la nuova frontiera I l marketing emozionale funziona. Tutto ciò che è in grado di provocare un’emozione viene facilmente memorizzato e guida il comportamento di acquisto. Le neuroscienze hanno dimostrato che l’emozione non può essere considerata una variabile interveniente nel processo decisionale, né tanto meno un elemento disturbante. L’emozione funge da guida nelle scelte. Ci permette di essere flessibili e veloci, aiutandoci a decidere quando non abbiamo particolari competenze tecniche per risolvere un problema. In un contesto in cui il consumatore ha un’ampia varietà di alternative appartenenti alla medesima categoria merceologica occorre prestare particolare attenzione alla progettazione del design del prodotto e al suo packaging. Un significativo numero di studi, molti dei quali condotti con un misuratore di movimento oculare (Eye Tracking), ha evidenziato come la lucentezza, il colore o la forma possono modificare e guidare la visione e la durata delle fissazioni di

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un consumatore di fronte a uno scaffale o a una vending machine, influenzandone i comportamenti di acquisto. Per questo è importante valutare la capacità del prodotto di attivare emotivamente e di attrarre visivamente in uno scaffale. Occorre ricordare che l’emozione e la comunicazione a essa correlata può anche modificare il modo di percepire la realtà. Sappiamo, infatti, che la percezione è sempre un processo di ricostruzione di ciò che i sensi ci trasmettono e che le aspettative, nonché le emozioni a esse correlate, possono profondamente modificare l’esperienza del consumatore. Lo dimostrano numerosi studi neuroscientifici. Uno tra tanti è quello realizzato da Plassmann e suoi collaboratori (2008), i quali fecero valutare la gradevolezza di due bicchieri di vino a un gruppo di consumatori chiedendo di indicarne la preferenza e la qualità. Ai consumatori fu comunicato che uno dei due vini aveva un costo di 5$ e l’altro di 45$. In realtà, il vino era lo stesso. Il dato interessante è che il vino presentato a un prezzo dichiarato di 45$ venne percepito più buono rispetto allo stesso vino proposto al prezzo di 5$. La cosa che più colpisce, tuttavia, è che, a fronte della medesima stimolazione sensoriale, la Risonanza Magnetica (fRMI) con cui si è valutata l’attivazione cerebrale durante la fase di assaggio, mise in evidenza una diversa attivazione dell’area del cervello deputata alla gradevolezza e al piacere. Nel primo caso, quando i consumatori erano convinti di assaggiare un vino poco costoso si è registrata una mediocre attivazione della Corteccia OrbitoFrontale e della Corteccia Prefrontale Ventromediale, strettamente legate alla percezione del piacere. Invece sapendo di assaggiare un vino molto costoso l’attivazione delle due aree fu nettamente più alta. Eppure il vino era lo stesso. La comunicazione del prezzo e l’emozione a essa correlata ha creato delle aspettative in grado di fare percepire in maniera del tutto diversa lo stesso stimolo gustativo. Secondo LeDoux, un noto neuroscienziato esperto nello studio delle emozioni, è ormai tempo di abbandonare l’errata e artificiosa separazione tra cognizione ed emozione. In questa prospettiva la mente cognitiva sembrerebbe svolgere un ruolo importante, ma residuale nel processo di acquisto:

ritarda e razionalizza scelte che possono essere maturate a livello emotivo e in maniera inconsapevole. Le ricerche neuroscientifiche sul cervello ci hanno, infatti, dimostrato che la prima reazione alle stimolazioni ambientali attiva una parte del cervello espressamente dedicata alle emozioni, ovvero il Sistema Limbico (che si trova nella parte più antica e profonda del cervello), quella che LeDoux chiama la via bassa talamica. Solo successivamente viene attivata la parte più razionale, ovvero la più nobile corteccia cerebrale (via alta corticale). Ecco perché possiamo affermare che siamo dei razionalizzatori, piuttosto che decisori razionali e che ciò che percepiamo non è l’esito di una precisa valutazione oggettiva della realtà, ma il risultato di un complesso processo in cui l’emozione e le aspettative giocano un ruolo determinante. Da qui l’esigenza del marketing di misurare efficacemente, e direttamente, l’emozione provocata dalle stimolazioni pubblicitarie, dal packaging, dal posizionamento di un prodotto, così come dall’organizzazione degli spazi, attraverso il neuromarketing e con gli strumenti in grado di rilevare direttamente la presenza dell’emozione, come per esempio l’attivazione di alcune aree cerebrali con elettroencefalogramma, il battito cardiaco, la conduttanza cutanea (sudorazione), la dilatazione pupillare, il respiro, le espressioni facciali e il movimento del volto. Vincenzo Russo professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing presso lo IULM di Milano vincenzo.russo@iulm.it



r&f

Dossier aeroporti

Bari Palese: avanguardia e territorio Moderno, attento all'ambiente e con forti richiami alla regione, l'aeroporto del capoluogo pugliese è bello fuori e curato all'interno, con un buon retail mix e un'offerta food di qualità.

L

a Puglia è una regione che da oltre un decennio cresce sia nel turismo, sempre più internazionale, sia nelle aziende, con un made in Italy che prende la via verso molte destinazioni nel mondo, oltre a eccellenze dell’industria, come il polo di Grottaglie dove Leonardo costruisce le sezioni centrali di fusoliera del Boeing 787, il Centro ricerca e test drive di Porsche, gli stabilimenti della Bosch, di Getrag, la Blackshape, la Sitael o ancora la Natuzzi, che produce poltrone e divani. La si potrebbe definire la più “settentrionale” tra le regioni del Mezzogiorno, col valore aggiunto di un territorio unico. Una solida rete In questo contesto, si inserisce una rete aeroportuale gestita da Aeroporti di Puglia SpA in regime di concessione totale quarantennale,

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costituita dagli scali di Bari, Brindisi, Foggia e Grottaglie. Quale gestore unico della rete aeroportuale regionale, la società ha dato grande impulso allo sviluppo delle infrastrutture, alla crescita dei collegamenti, del traffico, e al costante miglioramento degli standard di qualità dei servizi erogati. Nel 2015 negli aeroporti di Bari e Brindisi sono transitati più di 6,2 milioni di passeggeri (il +6,5% rispetto al precedente anno) su numerose destinazioni nazionali e internazionali, merito dell'impegno che Aeroporti di Puglia ha dedicato allo sviluppo dei voli che oggi collegano la regione con tutte le più importanti aree mercato d'Europa. In particolare, il Karol Wojtyla di Bari ha intercettato poco meno di quattro milioni di passeggeri nel 2015, realizzando un più 7,9% sul


Utilizza questo QR code per visualizzare le immagini dell’aeroporto.

vata qualità dell’offerta turistica e ricettiva della Puglia nel principale tra gli aeroporti del sistema pugliese. L’attuale aerostazione ha sviluppato la propria architettura d’interni ispirandosi agli elementi naturali terra, aria e acqua. Particolare attenzione è stata dedicata alla qualità e alla gradevolezza estetica degli spazi che conferiscono all’aerostazione un forte richiamo alla Puglia come i pilastri rivestiti di pietra locale, a forma ottagonale a evocare il sito Unesco di Castel del Monte, ad Andria, piuttosto che un percorso realizzato con pavimento in resina trasparente al cui interno ci sono sabbia e conchiglie del mare di Puglia. Nella nuova ala è stata collocata l’installazione artistica “Quando una goccia cade”, opera multimediale interattiva che sintetizza il valore dell’acqua come bene comune dell’umanità, focalizzando l’attenzione sulla goccia quale elemento iconico fondamentale. Ma non è l'unica opera presente all'interno dello scalo.

L’importo complessivo dei lavori è stato di quasi 17 milioni di euro. La nuova ala si sviluppa sul lato est, appunto, come prolungamento del corpo già esistente e comprende: il piano interrato di 3.200 mq dedicati a impianti e logistica; il piano terra

2014. E nei primi sei mesi del 2016 ha sfiorato di poco i due milioni a più 7,79% sul 2015. Merito questo anche degli importanti lavori di ampliamento con la realizzazione della nuova ala est. L'innovazione guarda a est Il progetto nasce con l’obiettivo di migliorare ulteriormente gli standard di servizio rivolto ai passeggeri, caratterizzando in modo tangibile l’ele-

di 2.200 mq riservati ad area partenze (Schengen) con 6 gate; il mezzanino total white di 1.700 mq per lo sbarco passeggeri dai finger; il primo piano di 3.200 mq riservato ad area partenze (Schengen) con 2 gate, infine il secondo piano utilizzato come spazio polifunzionale dedicato a eventi, conferenze, convegni e attività. L’ala est naturalmente ha portato nuova linfa in termini di

metri quadri da dedicare agli spazi commerciali a vantaggio dei viaggiatori che ora possono usufruire di un’ampia offerta. Landside o... Ma procediamo con ordine. Dopo l’atterraggio siamo passati attraverso l’area arrivi, al piano terra della struttura originale. Il salone è grande. Verso il lato est ci sono tutte le attività di noleggio auto per chi è appena atterrato, oltre a un cambio valuta e alcune vending machine. Verso il lato ovest, invece, c’è un info point, mentre le attività commerciali di rilievo sono una di ristorazione, Briciole di MyChef, e la gioielleria Mossa. Sull’angolo ovest c’è un locale di un centinaio di mq utilizzato per la promozione della Regione. Al centro della sala una scala mobile conduce al piano superiore area partenze landside. Nel grande atrio ci sono due isole checkin e ai lati attività commerciali per oltre mille metri quadri. Partendo dal lato ovest in senso orario c’è il format di Lagardère De Canto, un ristorante wine bar molto frequentato che confina con una libreria Giunti al Punto. Sul lato est, invece, sempre Lagardère propone un altro format interessante: Homburger, qui in formato extra large nei suoi 400 metri quadri. Sul lato lungo, alla destra dei controlli di polizia, in un unico blocco ci sono un negozio di abbigliamento Camomilla Italia; Montevago, un negozio di orologi di livello luxury

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Dossier aeroporti (da Cartier, a Patek Philippe, Rolex e altri importanti marchi), e infine la vip lounge dell’aviazione generale. ...airside... questo è il dilemma Superati i controlli si apre lo scenario airside. La parte della struttura originale ospita circa 800 mq di attività commerciali. Il food & beverage è presidiato da MyChef sia qui, sia nella nuova ala est. Per quanto riguarda il retail, sono presenti marchi italiani molto inseriti nel canale travel: Marina Militare e Nau; poi c’è l’enogastronomia Bottega dei Sapori; Nabu, un brand multimarca di gioielli che ha stretto un accordo con Mont Blanc e commercializza i prodotti della casa francese; il duty free Traveller’s world di Lagardère, un piccolo negozio di un operatore locale di costumi da bagno a marchio “4Giveness”, e poi il food & beverage con il format MyChef, Peroni e Trulleria che unisce in un solo locale due tradizioni della regione, i trulli, con i prodotti tipici pugliesi e la birra Peroni che nasce proprio qui a Bari. Da qui in avanti inizia l’ala est, un lungo corridoio con altri 515 mq di atti-

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vità. Nel dettaglio si parla di Relay, l’ultimo format di Lagardère in tema di libri, edicola, souvenir, gadget, ecc; e di fronte N’derre a la lanze, «ultimo sforzo di MyChef in tema di prodotti innovativi, per il quale è stata fondamentale la collaborazione con Sergio Castelli, amministratore delegato dell’azienda che fa capo al Gruppo Elior» ci ha confessato Maurizia Bizzarro, responsabile commerciale sviluppo extra aviation. Si tratta di un ristorante/bar che propone prodotti tipici in un arredamento dal design molto curato e in linea con i luoghi e i colori chiari dell’entroterra pugliese, a cui si aggiunge una terrazza con un lungo tavolo in legno chiaro con sedute bianche e una sorta di limonaia. Infine una gioielleria Pandora e la parafarmacia chiudono

Brindisi segue a ruota Anche l’aeroporto di Brindisi è in fase di restyling, o meglio, di ampliamento. Sono infatti in corso i lavori per ingrandire la zona imbarchi. Parte dell’opera è stata completata e messa in esercizio a inizio luglio con l’apertura di due nuovi gate al primo piano, accessibili superati i controlli di polizia, con una scala mobile. Entro novembre, con l’ampliamento del piano terra, termineranno definitivamente i lavori, grazie ai quali la zona imbarchi sarà implementata di ulteriori 3.500 mq. Nelle suddette aree saranno previsti inoltre nuovi spazi commerciali.

il cerchio. Tuttavia l’ala est prosegue con molte sedute e almeno 400 mq di superficie che potrebbero essere dedicati ad attività retail. Il secondo piano, inoltre, ha una galleria che gira tutto attorno al salone landside dove attualmente è presente una mostra delle macchine di Leonardo da Vinci. Verso il lato est c’è un altro bar che nonostante la posizione defilata riscuote molto successo: Bernardi, un marchio molto noto nella regione, soprattutto per il cioccolato. Accanto c’è l’ingresso agli uffici e proseguendo sull’ala est, questo secondo piano è stato trasformato in una grande centro congressi con terrazza per eventi e conferenze non a uso esclusivo dell’aeroporto ma con la possibilità di essere affittato a privati, grazie a un ingresso dedicato

che non richiede l’espletamento delle procedure di controllo per l’accesso. Conclusioni L’aeroporto internazionale di Bari Palese è uno scalo moderno. La struttura originale è stata realizzata nel 2005 ed è costata 30 milioni di euro a cui si aggiungono, come accennato in precedenza, 17 milioni per la realizzazione dell’ala est. Sono quindi due costruzioni differenti ma che ben si combinano. Nel primo blocco sulla parte est adiacente a quella nuova è stata realizzata una parete terrazzata su cui sono state posizionate decine di piante della macchia mediterranea le quali una volta cresciute, forniranno un impatto visivo molto rilassante oltre a coibentare la cubatura. La parete perpendicolare dell’ala est che dà verso l’interno è stata completamene ricoperta da pannelli solari, tranne in corrispondenza dalla terrazza di MyChef. L’unione di questi due elementi, unito al cogeneratore, fanno parte del progetto di efficientamento il cui obiettivo è l’autosufficienza ener-


PRIMO PIANO

fuori dagli arrivi, c’è un sottopasso che conduce alla fermata della stazione che in appena dodici minuti porta in centro città. A conti fatti, se si utilizza la “strada ferrata” è comodo esattamente quanto un aeroporto cit-

getica dello scalo. Dista dieci chilometri dal centro di Bari, quindi non si può definire un city airport, ma di fatto è accessibile a una comunità molto numerosa, perché è posizionato a un chilometro dal mare con alle spalle il quartiere residenziale San Paolo. Inoltre, appena

tadino. A pochi metri è presente anche un asilo nido per le famiglie dell’airport community e, in caso di disponibilità, anche per le altre famiglie

della zona. Per questi motivi anche la parte landside ha un’offerta molto curata. Un esempio su tutti, l’orologeria Montevago che, come ci hanno spiegato, può contare, oltre che sui clienti viaggiatori, su una clientela fissa che viene appositamente in aeroporto. E a conferma della qualità dell’offerta, c’è l’indecisione che ci ha colti quando, dopo aver visitato tutto l’aeroporto, ci siamo trovati a dover decidere dove trascorrere il tempo che ci separava dal volo per tornare a Milano, segno dell’ottimo equilibrio tra airside e landside. Da un certo punto di vista, potrebbe essere condivisibile anche la scelta di non creare un duty free walk through per non strozzare l’ampio corridoio superati i controlli e non isolare l’area extra Schengen che si trova sul lato ovest airside, mentre tutto il resto delle attività retail vanno verso l’ala est. Tuttavia, è doveroso il condizionale poiché è ormai assodato che la formula del walk through è più profittevole. Stefano Masin

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r&f Airport analysis

Flughafen Düsseldorf L‘

aeroporto di Düsseldorf (codice IATA: DUS), con 22,5 milioni di passeggeri nel 2015 è il terzo aeroporto in Germania. È composto da 3 terminal (A: voli extra-Schengen e Schengen, B: voli domestici C: voli extra-Schengen e a lungo raggio), è collegato con 199 destinazioni in 54 Paesi, attraverso 69 compagnie aeree.

Retail Environment Le tabelle successive riportano il brand mix presente nei tre terminal:

La crescita anno su anno nel 2015 è stata pari al 2,9% e il forecast per il 2016 è di un ulteriore 2%. Le principali destinazioni sono gli USA, il Far East e gli Emirati Arabi: Dubai, Abu Dhabi, Tokio, Pechino, Hong Kong, New York, Atlanta, Chicago. Tutte destinazioni servite con voli diretti in partenza dal Terminal C.

Facts & Figures • Tempo medio di attesa: 120 minuti • Composizione per sesso: 54% uomini, 46% donne • Età media: 42 anni (28,5% < 30anni; 24,5% > 50 anni) • Reddito per famiglia: da medio ad alto Mentre per quanto riguarda le rotte più trafficate, sono riportate nella tabella seguente:

Il terminal C, con un flusso di passeggeri in partenza nel 2015 pari a 3,1 milioni, è l’unico terminal attrezzato per gli Airbus A380 e, durante il periodo estivo, sono previsti 2 voli giornalieri. Fabio Bernardini fabio.bernardini@due-puntozero.com www.due-puntozero.com

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r&f World Travel Retail Dufry prolunga a Cancun

Tallink Group fatica sul mare

LTR punta al West Kowloon Terminus

PAESI BALTICI - Tallink Group, la compagnia da crociera e traghetti, ha visto crescere nel primo trimestre il traffico del 2,8% a 2,42 milioni di passeggeri. Tuttavia la tratta Finlandia - Svezia, fondamentale per il proprio business duty free, ha registrato un calo del 4,5% a 0,71 milioni nel periodo da aprile a giugno. MESSICO - Dufry ha siglato l'accordo con Aeropuertos del Sureste per l'estensione della concessione al Cancun airport, in Messico, di dieci anni per la gestione del duty free e dei duty paid shop ai terminal 2, 3 e 4. Il contratto copre spazi retail per più di 6mila mq inclusi 1.500 mq nel nuovo T4 che dovrebbe inaugurare nel 2017. Oltre all'aeroporto di Cancun, che registra circa 20 milioni di passeggeri l'anno, l'accordo comprende anche lo scalo di Cozumel.

Il Porto Airport cresce nel retail

Oslo Airport, in aprile 2017 piena operatività NORVEGIA - L'Oslo International Airport inaugurerà a settembre il nuovo duty free shop nell'area arrivi. Il negozio, preceduto dall'apertura a dicembre scorso del duty free area partenze, sarà grande il doppio rispetto all'attuale. Altre aree apriranno un po' alla volta entro aprile 2017, mese in cui lo scalo sarà completamente operativo.

Un nuovo settebello per Costa Crociere

PORTOGALLO - Aeroports de Portugal ha rinnovato l'area commerciale airside al Porto Airport aggiungendo 1.500 mq di spazi retail e ingrandendo il duty free di 949 metri quadri. L'investimento è stato di 1,6 milioni di euro e l'azienda si aspetta un ritorno pari a un incremento delle vendite del 26 per cento. Nelle nuove aree trovano spazio brand come Victoria's Secret, i multibrand Attitude e Fashion Gate, Ale Hop e altri ancora.

Dublino rinnova l'area arrivi

Il nuovo colosso del Dragone

IRLANDA - Dieci milioni di euro, tanto vale l'investimento del Dublin airport per il rinnovo dell'area arrivi e della facciata del Termianl 1. Una volta completati i lavori, l'area sarà più luminosa e spaziosa, con un taglio moderno in cui tutti i ristoranti saranno posizionati in un'unica zona, così come saranno avvicinati gli uffici dedicati alle informazioni, ai bus, ai viaggi, ecc.

CINA - China International Travel Service, capogruppo di China Duty Free Group, si è fusa con China National Travel Service. L'operazione potrebbe creare un nuovo super gruppo del turismo in Cina del valore di 18 miliardi di dollari.

A Schiphol la nuova lounge 2

Aelia inaugura a Luton REGNO UNITO - il London Luton Airport (quinto aeroporto britannico per traffico) sta vivendo il più imponente rinnovamento della propria storia. A dimostrarlo, l'inaugurazione del nuovo Aelia duty free walkthrough di Lagardère Travel Retail. Sono più di 12 milioni i passeggeri che passeranno attraverso questo open plan shop, l'ultima novità in tema di concept da parte di Aelia. Digitalizzazione, pop up, store map e altre ancora le novità di questo format da next generation.

HONG KONG - Emmanuel de Place, Coo di Lagardère Travel retail Asia Pacific, ha confermato a Mass Transit Railway (MTR), la concessionaria ferroviaria di Hong Kong, l'interesse di LTR nei confronti del West Kowloon Terminus che una volta ultimato collegherà Hong Kong alla terra ferma. Per Lagardère il progetto della stazione potrebbe essere un'ottima combinazione tra foodservice, gift souvenir, e duty free; per questo motivo, è opinione di de Place che LTR farà un'interessante proposta.

ITALIA - Sette nuove navi per un investimento complessivo di 5 miliardi di euro. Questo è il nuovo guanto della sfida lanciato da Costa Crociere per rafforzare la propria presenza in Asia e confermare il peso in Europa. Per Costa Asia saranno due le navi che si aggiungeranno alla flotta composta attualmente da Allegra e Via della Seta. Per tutte le altre destinazioni le nuove navi saranno anche concettualmente diverse, con spazi di bordo completamente ridisegnati rispetto agli attuali.

OLANDA - Amsterdam Airport Schiphol ha inaugurato ufficialmente la nuova departure lounge 2, un'area con una serie di spazi a tema con al centro un duty free. I lavori sono durati circa 18 mesi e rientrano nel master plan finalizzato al miglioramento della capacità, del comfort e dell'efficienza dello scalo. Sono circa 15 milioni i passeggeri che transitano attraverso questa lounge, e grazie ai lavori di ampliamento, potranno godere di un 20% in più di spazi dedicati al retail e al food. L'area, infatti, tra il primo e il secondo livello è arrivata a 16mila metri quadri.

DFASS a Ottawa CANADA - L'Ottawa International Airport Authority ha annunciato che DFASS Group of Companies è stata selezionata come operatore esclusivo per i duty free dello scalo. Le aree prima erano gestite da Aer Rianta International, il cui contratto si è concluso a maggio. DFASS ha iniziato i lavori il primo di settembre, assumendo la gestione dei due duty free, di cui uno nell'area voli internazionali.

Heinemann prolunga con TUI Cruises GERMANIA - Heinemann ha esteso la concessione travel retail con TUI Cruises fino al 2024. Il travel retailer seguirà l'attività retail sulle navi già in attività oltre a quelle in fase di realizzazione.

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r&f Rapporto ENAC

AEROPORTI: La macchina funziona I

l 23 giugno 2016 è stato presentato presso il Senato della Repubblica il Rapporto e Bilancio Sociale dell’ENAC relativo alle attività svolte dall’Ente nel corso del 2015. Positivi i dati di Traffico del 2015 che hanno consolidato la ripresa del settore: sono stati 156.965.253 i passeggeri transitati negli aeroporti nazionali con un aumento del 4,5% rispetto al 2014. Per quanto riguarda gli scali col maggior numero di viaggiatori, a fare la parte del leone ci pensa sempre Roma Fiumicino che supera i 40 milioni con una variazione del +5,1%, seguito da Milano Malpensa a quasi 18,5 milioni e Bergamo Orio al Serio che si conferma definitivamente scalo low cost per eccellenza in Italia. E ora è proprio il settore

low cost che va tenuto sotto controllo. Forse non tanto per Ryanair che fa base a Bergamo e ha la propria sede legale a Dublino, quanto per EasyJet, che presidia il T2 di Malpensa, oltre a volare su altri scali nazionali, in vista della Brexit e di tutto quello che comporterà per le aziende con sede nel Regno Unito, tra cui EasyJet, appunto. Tuttavia, il sistema aeroportuale italiano, come riportano i dati e le tabelle ENAC, è in continuo work in progress per crescere e sviluppare gli scali. Al 31 dicembre 2015, l'Ente ha completato positivamente l'istruttoria su 14 scali, per 795,9 milioni di euro di investimenti a carico dei gestori, e 220 milioni con finanziamento pubblico. S.M.

Traffico commerciale complessivo internazionale e nazionale 2015 (servizi di linea e non di linea) 2015

2014

variazione

Passeggeri

156.965.253

150.243.142

4,5%

Movimenti

1.336.610

1.335.684

0,1%

941.107

901.976

4,3%

Cargo

Scali con maggior numero passeggeri 2014

variazione

Roma Fiumicino

40.233.507

38.291.989

5,1%

Milano Malpensa Bergamo Orio al Serio

18.444.778

18.669.740

1,2%

8.696.085

18,5%

Gestore

Piano/Progetto

SO.GE.AL SpA

Master Plan al 2025

SACBO SpA

Master Plan al 2030

Taranto

Aeroporti di Puglia SpA

Master Plan al 2025

Trapani

AirGest SpA

Master Plan al 2025

Treviso

AerTre SpA

Master Plan al 2030

Alghero Bergamo

Aeroporti per i quali l'ENAC ha completato positivamente l'istruttoria al 31/12 Investimenti a carico Investimenti con finanziadel gestore (mln di euro) mento pubblico (mln di euro)

Aeroporto Ancona Bergamo Bologna Cagliari Catania Firenze Genova Lamezia Terme Napoli Olbia Palermo Pisa Verona

Irlanda

29.706.675

Italia

22.987.134

Gran Bretagna

14.363.022

6,5

5,6

77,8 112,4 28,4 215,4 33,1 12,7 31,5 44,3 30 61,2 52,3

22,1 71,3 32,5 65,5 13 10

25,3

-

65

-

Tra i progetti più significativi si segnalano: Aeroporto

Tipologia di intervento

Importo (in euro)

Sistema Terminal Molo C/Avancorpo

300.000.000,00

Riqualifica delle infrastrutture di volo Ampliamento Terminal Stazione aeroporto, people mover di collegamento con la stazione ferroviaria di Bologna People mover di collegamento nuovi parcheggi scambiatori di Pisa sud con il centro cittadino

76.000.000,00 300.000.000,00

Roma Fiumicino

Graduatoria dei primi vettori operanti in Italia Ryanair Alitalia Gruppo SAI Easyjet

Aeroporto

Torino

2015

10.305.158

Master Plan in corso di istruttorua ENAC

Venezia Bologna Pisa

1.868.992,16 45.870.000,00

Master Plan con nulla osta tecnico ENAC Aeroporto

Gestore

Piano/Progetto

Importo Opere (mln di euro)

Roma Ciampino

Aeroporti di Roma SpA

Master Plan al 2044

80,6 (avviata la procedura di VIA in data 04/02/2016)

Crotone

Aeroporto S. Anna SpA

Master Plan al 2025

96,5

Roma Fiumicino (lungo periodo)

Aeroporti di Roma SpA

Master Plan al 2044

6.400

Milano Malpensa

SEA SpA

Master Plan al 2030

2.036

Aeroporto di Salerno SpA

Master Plan al 2025

39,8

Trieste

Consorzio Aeroporto Friuli Venezia Giulia SpA

Master Plan al 2024

34,2

Verona

Aeroporto Valerio Catullo SpA

Master Plan al 2030

134 (avviata la procedura di VIA in data 15/01/2016)

Salerno

© ENAC - Ente Nazionale per l'Aviazione Civile

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r&f Food travel retail

Aeroporto di Bologna, entra Lagardère, ridimensionato Autogrill Attraverso un progetto di spin-off guidato da Aeroporto di Bologna viene ridefinita parte dell’offerta commerciale nello scalo bolognese attraverso nuovi format e soprattutto elevando il servizio senza creare esuberi

A

eroporto di Bologna, da sempre attento alle crescenti necessità del passeggero e ai nuovi trend del mercato, ha guidato un processo di riconfigurazione commerciale all’interno dello scalo emiliano attraverso la ridefinizione del perimetro di alcuni contratti e l’ingresso di un nuovo operatore. Questo obiettivo strategico è stato concretizzato, da un lato, attraverso lo sviluppo di alcuni dei punti vendita gestiti da Autogrill in termini di qualità, offerta e varietà di prodotto e superfici a disposizione e parallelamente attraverso la chiusura della food court situata al piano secondo landside dell’Aeroporto di Bologna. Tale ampio spazio che racchiudeva, oltre a un piccolo bar, un Ciao e uno Spizzico, risultava, oramai, commercialmente poco appetibile al pari, peraltro, di format similari. Questo processo di consolidamento ha portato quindi un importante allargamento del punto vendita Piazza Maggiore (area arrivi landside) che, con la nuova area tavoli e l’ampliata offerta commerciale, è in grado di offrire un servizio più ricco. Parallelamente anche il punto vendita Tentazioni (area accettazione) e lo Sky Lounge (sala imabrchi Schengen) sono stati caratterizzati da importanti modifiche in grado di renderli ancora più performanti. Il processo di ridefinizione del perimetro contrattuale con Autogrill non si è fermato unicamente alla Food Court, ma ha caratterizzato anche le tabaccherie presenti (due punti di vendita localizzati in landside) e il news Caffè che risultava inscindibile da uno dei punti vendita tabaccherie che Autogrill gestiva nello scalo. In tale contesto la spinta innovativa nei format e nelle soluzioni è arrivata da Lagardère Travel Retail che è stata in grado di cogliere la sfida proponendo format internazionali capaci di soddisfare le esigenze del passeggero. Con il format Relay, peraltro in fortissima ascesa nel comparto del travel retail nazionale, Lagardère si è posta l’obiettivo di innovare profondamente l’offerta merceologica e l’estetica dei punti vendita preesistenti, mentre con il Beer Code, primo in Italia ad aprire a cui seguirà entro l’inverno un punto vendita all’interno dell’avancorpo

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di Fiumicino, ci si è posto l’obiettivo di offrire al passeggero un ulteriore elemento di diversificazione gastronomica. Nella sostanza, quindi, le parti hanno aderito alla proposta di Aeroporto di Bologna concordando cessione e ricezione dei tre punti vendita; si è trattato, quindi, di uno spin off delle attività direttamente tra Autogrill e Lagardère che non ha avuto ripercussioni sul personale dipendente, garantendo continuità dell’occupazione e nei confronti dei passeggeri in quanto l’offerta merceologica è stata sempre mantenuta. In sostanza quindi si può parlare di miglioramento dell’offerta commerciale, miglioramento della qualità verso standard più elevati, incremento della differenziazione del prodotto, introduzione di nuovi format internazionali e, cosa ancora più importante, Aeroporto di Bologna ha lavorato con le parti affinché non si generassero esuberi. In merito all'operazione hanno dichiarato:

Stefano Gardini Direttore business non aviation Aeroporto di Bologna «Abbiamo proposto ai partner commerciali un processo complicato ma perseguibile. Siamo molto soddisfatti dell’andamento dell’intera operazione, abbiamo aumentato la differenziazione del prodotto eno-gastronomico di eccellenza presente all’interno dello scalo e contestualmente abbiamo migliorato la qualità e l’offerta sugli spazi Autogrill esistenti. Siamo inoltre molto orgogliosi di aver inaugurato il primo punto vendita a format Beer Code che peraltro completa in maniera eccellente la già ampia offerta eno-gastronomica presente in aeroporto. Crediamo infine che i nuovi punti vendita e la ridefinizione del perimetro di Autogrill siano elementi molto importanti per l’incremento nei fatturati».

Massimo Mezzanotte Direttore canale travel retail Autogrill «Siamo molto soddisfatti dell’intera operazione e per questa ragione ci sentiamo di ringraziare Aeroporto di Bologna per la precisa regia. La focalizzazione nei punti vendita maggiormente performanti, nonché le modifiche introdotte stanno dando i risultati sperati e benchè parziali, sono buoni. Siamo contenti di proseguire, in questo contesto, il rapporto commerciale con l’Aeroporto di Bologna che, da sempre, ha rappresentato per noi un punto fermo nella strategia aeroportuale italiana».

Lucio Rossetto Ceo Italia di Lagardère Travel Retail «Essere entrati nell’Aeroporto di Bologna rappresenta un grande orgoglio. Si tratta infatti di uno scalo contraddistinto da un elevato tasso di crescita e da un passeggero particolarmente interessante per il Travel Retail. In quest’ottica ci fa molto piacere aver aperto il primo punto vendita Beer Code in uno scalo che ha fatto della ristorazione il fiore all’occhiello della propria strategia commerciale. Riteniamo inoltre molto importante l’aver continuato il processo di diffusione del format Relay in ambito di travel retail. Dopo la prima apertura del Terminal B di Fiumicino siamo certi che le due aperture di Bologna consolideranno un trend di sviluppo che vogliamo dare a questo format passando proprio da un aeroporto con straordinarie capacità di crescita». S.M.




r&f

Dossier shopping mall long life

Auchan Cesano Boscone, il restyling si fa goloso A un passo dalla chiusura a metà 2015, il centro commerciale situato nel comune a sud ovest di Milano è stato oggetto di un profondo rilancio da parte del gruppo Auchan, che ne ha ridotto l’ipermercato per aprirvi nuove medie superfici, un’ampia food court e potenziarne i servizi. E altri interventi sono già pianificati

P

ronto al sacrificio sull’altare della crisi, a causa di conti in deficit e di un contenzioso tra la proprietà dell’immobile, Nuova Cesano Spa, e il gruppo Auchan che lo gestisce in locazione, il Centro Commerciale Auchan Cesano Boscone nell’ultimo anno è passato da vittima predestinata a precursore di nuovi format, con prospettive di ulteriori interventi sia nell’offerta di servizi sia nell’aggiornamento tecnologico che dovrebbero completarne il profondo rilancio voluto dalla società francese. A depennare il mall situato alle porte di Milano dalla lista delle chiusure – l’ultimo giorno di attività era stato fissato per il 31 luglio 2015 – la firma del nuovo contratto di affitto: dopo l’agreement, Auchan e Gallerie Commerciali Italia han-

no avviato un totale ripensamento dell’offerta iniziato con la riduzione dell’ipermercato e l’inaugurazione del primo format Auchan City nel nostro Paese; passato per l’apertura di tre medie superfici al primo livello; e concluso lo scorso 18 giugno con il taglio nastro della nuova food court denominata Rione Goloso. “L’intesa ha previsto una ridefinizione degli spazi commerciali con un miglior utilizzo delle superfici disponibili – dichiara Carlo Crivelli, responsabile Property Area Nord di GCI – Tale riorganizzazione ha permesso sia l’ingresso di nuovi operatori per rafforzare l’attrattività del centro sia la realizzazione di un nuovo format commerciale di ipermercato Auchan più moderno e conveniente per i clienti e con un miglior livello di servizio”.

Nel dettaglio dei numeri, l’ipermercato è passato da circa 9.000 mq a quasi 5.800 mq mentre la Gla totale del centro da 17.600 mq a circa 19.600

metri quadri. Con il remodeling del primo piano, sono stati riconvertiti circa 6.000 mq di Gla, di cui circa 3.200 di area vendita dell'ipermerca-

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Dossier shopping mall long life

to, che nell'insieme hanno permesso di realizzare 3 nuove medie superfici e di ampliare l'area comune della food court, che passa da 350 a 990 mq per un totale di circa 400 posti a sedere in condivisione, e la ristorazione, che passa da circa 1.400 a circa 1.630 metri quadri. Ma altri interventi, in occasione della nostra visita avvenuta a stretto giro, erano ancora in corso d’opera, alcuni dei quali prevedevano sul breve termine l’apertura dell’area bambini Youngo, 300 mq allestiti da Dedem, e sul me-

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Il progetto in pillole PROPRIETÀ GESTIONE DATA DI APERTURA INVESTIMENTO RESTYLING GLA TOTALE INAUGURAZIONE NUOVA CONFIGURAZIONE NUMERO ATTUALE DI PUNTI VENDITA ÀNCORA ALIMENTARE NUMERO DI MEDIE SUPERFICI NUMERO DI UNITÀ DI RISTORAZIONE INTRATTENIMENTO POSTI AUTO FOZA LAVORO

Crivelli, non hanno tardato ad arrivare: nei primi weekend dopo il taglio nastro di Rione Goloso tutto lo shopping centre ha visto crescere i flussi con punte del +45%, sia nei giorni di weekend sia in settimana, superando le stesse aspettative dei gestori. A raccontarci l’evoluzione recente e prossima del Centro Commerciale Auchan Cesano Boscone, oltre a Carlo Crivelli anche Stefano Strazzer, property manager Cesano Boscone, Monza, San Rocco al Porto di Gallerie Commerciali Italia Spa.

NUOVA CESANO SPA AUCHAN E GALLERIE COMMERCIALI ITALIA 24 MAGGIO 2005 OLTRE 5 MILIONI DI EURO 25.907 MQ 18 GIUGNO 2016 CIRCA 60 AUCHAN CITY 4 7/8 YOUNGO/SPAZIO EVENTI/AREA RELAX CIRCA 2.500 CIRCA 400 PERSONE

Rinnovamento dell’offerta Forte di una Gla di circa 26mila mq, articolati su due livelli, il Centro Commerciale Auchan di Cesano Boscone conta complessivamente una sessantina di punti vendita, tra cui il nuovo Auchan City posizionato al piano terreno, tre medie superfici sopra i mille quadrati di Gla e una di circa 800, 7/8 punti di ristoro e numerosi servizi. Guardando in primis all’àncora alimentare, ab origine distribuita sui due piani con il food e la parte tech in quello terreno e il

© Edifis Intelligence

dio il relamping completo della galleria entro il prossimo anno nonché la sua digitalizzazione in virtù del progetto portato avanti da Gallerie Commerciali Italia con British Telecom che al momento coinvolge gli shopping mall pilota di Vimodrone, Nerviano e Rescaldina. Il valore dell'investimento sostenuto da Gallerie Commerciali Italia per il restyling è di oltre 5 milioni di euro. Alla base del ripensamento dell’offerta commerciale un ampio lavoro di profilazione della clientela e di ascolto dei rispettivi desiderata: da quest’analisi si evince che l’utenza del mall in oggetto è soprattutto di origine mediterranea e che vuol trovare nell’Auchan di Cesano Boscone spazi, colori e soluzioni che gli ricordino le proprie origini e che gli offrano occasioni non solo di shopping ma anche di socialità. Il bacino stimato nell’isocrona dei 10 minuti ammonta a 200mila residenti (fonte Auchan), cui si aggiungono nei giorni feriali e soprattutto in pausa pranzo i dipendenti delle numerose aziende che operano in zona Lorenteggio. E i risultati di questo rinnovo, a detta di


non food sopra, oggi si concentra al livello zero e vede un forte accento sul prodotto fresco e sul servizio, mentre la parte non food è stata sensibilmente ridotta. Come ci è stato specificato dal management di GCI, l’Auchan City mira infatti a svolgere la funzione di ipermercato di vicinato, mantenendo dimensioni grandi, e punta a inserirsi nel proprio bacino privilegiando il consumatore fidelizzato che si reca nel punto vendita più volte a settimana. Con il downsizing dell’iper, di fatto l’offerta non alimentare ha trovato posto nelle tre medie superfici specializzate che hanno aperto in primavera: Alcott occupa l’unità più grande, di circa 1.800 mq, mentre OVS e Scarpe & Scarpe avviati ad aprile si concentrano su circa 1.400/1.500 metri quadrati. La catena di calzature, contestualmente all’avvio del punto vendita nel mall, ha chiuso uno store posizionato a poche centinaia di metri di distanza, portandosi quindi una clientela già consolidata. L’altra media superficie, di poco inferiore ai mille mq e presente sin dalla nascita di Auchan

Cesano Boscone nel 2005, vede l’insegna Trony. Il terzo pilastro nella strategia di rilancio passa dal potenziamento della food court e in senso ampio dalle soluzioni per l’intrattenimento, il relax e la socialità. Nella nuova piazza della ristorazione hanno fatto il loro ingresso Spontini, nota insegna meneghina di pizza alta al trancio, Old Wild West in capo a Cigierre, il format di Riso Gallo Chicchiricchi, La Piadineria, già presente nel centro e che per l’occasione si è spostata e ha rinnovato il proprio layout, la pasticceria Dolce Salato e il ristorante al nastro Mishi Mishi, che ha preso il posto di un analogo operatore locale. Oltre a una maggiore dotazione di spazio e di insegne, l’area ha assunto il nome di Rione Goloso, sposandosi quindi con la divisione in rioni del territorio di Cesano Boscone che ogni anno si contendono il palio cittadino, e ha preso i colori tipici della

mediterraneità: il rosso e il giallo. Graficamente il tema del “tovagliato” accompagna vari spazi del centro, invitandone i frequentatori a scoprire questo nuovo ambiente. Inoltre quest’area è stata attrezzata con servizi al cliente e alla mamma in particolare, con la dotazione di biberon, forno a microonde, seggiolini, bavaglini, nonché di una zona allattamento all’interno dei bagni. Il tutto a fruizione gratuita. Per favorire l’attività degli operatori di ristorazione anche negli orari serali quando la galleria chiude al pubblico, quello che un tempo era un vano di servizio che collegava il magazzino e alcuni uffici dell’iper è stato trasformato in un passaggio diretto a Rione Goloso dotato di scale e ascensore. Tale passaggio è accessibile tramite un varco dedicato, identificato da un portale che riprende i colori della food court, posto sul lato della struttura che dà sul parcheggio in direzione di Cesano

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Dossier shopping mall long life ne dei clienti e caricare i propri pc, smartphone e tablet comodamente seduti. Il servizio wifi è stato inoltre potenziato ed esteso a tutta la galleria nonché all’interno dell’ipermercato. Come già accennato, è previsto

Boscone. In virtù di questo accesso e della possibilità di sezionare il mall, oggi Rione Goloso è aperto tutti i giorni sino alle 23, mentre le altre aree del centro chiudono alle 21. La piazza della ristorazione è infine attrezzata per ospitare piccoli eventi che accompagnano i pasti, oltre a includere un maxi schermo per la trasmissione in diretta degli eventi.

Sempre al primo piano, Auchan Cesano Boscone propone uno spazio eventi, dove si terranno spettacoli e iniziative per grandi e bambini, e una nuova area dedicata al relax e al business, dove è possibile navigare gratuitamente su tablet a disposizio-

l’arrivo di una rinnovata sala giochi e di una nuova area bimbi a insegna Youngo, la più grande presente nell’intera area milanese, con spazi de-

dicati ai laboratori interattivi. Oltre che per esigenze di spazi, la scelta di portare le nuove aree al primo livello commerciale è stata anche finalizzata a equilibrare i flussi rispetto al piano terra. In una logica di rinnovo delle insegne, si segnalano contestualmente ai lavori di restyling del mall l’aggiornamento del layout da parte di alcuni punti vendita tra cui, oltre a quello già citato di La Piadineria, dei negozi Thun, Carpisa e Primadonna Collections. Il tabaccaio è stato invece portato al piano terra. Tra le facilities dello shopping centre, una clinica dentale, il car sharing “e vai” avviato nel 2014, i locker per il ritiro della merce acquistata online e un info point costituito con il Comune di Cesano Boscone.

Techno-Area srl - Via del Maccabreccia 9 - 40012 Calderara di Reno (Bo) ITALY

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A.P.



r&f Il progetto

Adigeo: cantiere al 50%, Gla affittata al 70% Il progetto in pillole

Brand mix (parziale) Interspar (proprietario); Gruppo Inditex (Zara, Bershka, Pull&Bear, Stradivarius, Zara Home, Oysho); Piazza Italia; Pittarosso; C&A; Deichmann; Tally Weijl; Stroili Oro; DeN Store; Douglas; Snipes; Geox; Guess; Liu Jo Uomo; Piquadro; Carpisa; Original Marines; Max&Co; Okaidi; Bluespirit; Bialetti Home; Salmoiraghi & Viganò; Kasanova; Camicissima; L’Erbolario; Zuiki; Primadonna Collection; Pimkie; Boschini Pelletteria; Imperial; Nuvolari.

INIZIO LAVORI APERTURA PREVISTA INVESTIMENTO PROMOTORE GENERAL CONTRACTOR COMMERCIALIZZAZIONE LOCALITÀ LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA LIVELLI COMMERCIALI GLA TOTALE PUNTI VENDITA TOTALE MEDIE SUPERFICI TOTALE UNITÀ RISTORAZIONE POSTI AUTO

store, tra cui primeggerà per dimensioni Gruppo Inditex, la piazza della ristorazione, i negozi di vicinato e i parcheggi sotterranei. Sul fronte delle insegne, come ha dichiarato Christoph Augustin, l’obiettivo è di coinvolgere i principali marchi nazionali e internazionali presenti in Italia, portando anche brand non presenti sulla città di Verona all’interno di uno spazio architettonico di livello medio alto. Nello specifico si starebbe trattando

MAGGIO 2015 PRIMAVERA 2017 150 MILIONI DI EURO (COMPRESE OPERE DI URBANIZZAZIONE) ECE CDS HOLDING STUDIO CONTE VERONA URBANA CENTRO COMMERCIALE 2 42MILA MQ CIRCA 130 11 16 CIRCA 2MILA

per coinvolgere primari marchi che hanno caratterizzato la prima parte del 2016. Rispetto al tema della sostenibilità ambientale, gli sviluppatori mirano a ottenere la certificazione Leed, al livello Gold. Enrico Biffi, già intervenuto sul progetto con un’ampia intervista pubblicata sul numero di maggio 2016 di r&f (vedi articolo Parola di), ha confermato che entro pochi mesi sarà consegnata l’unità dell’ipermercato a Interspar e a seguire saranno rilasciati gli spazi per le medie superfici. Mentre parlando di scenario immobiliare commerciale nel suo complesso, il top manager di CDS Holding vede un rinnovato interesse da parte degli investitori internazionali, che ha coinvolto prima il Nord Italia, poi il Centro e di recente ha iniziato a penetrare il Sud, anche se le valutazioni si concentrano sempre sulla singole location. Infine Biffi ha sottolineato il modello di business adottato da CDS, impegnata anche su Roma con il progetto di Valle Aurelia, che prevede il coinvolgimento da subito di un forte partner finanziario, indispensabile per portare avanti iniziative come le due in cantiere in un periodo tuttora contraddistinto da uno scarso accesso al credito. A.P.

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© Edifis Intelligence

A

pprofondito con un articolo di Prima pietra a pochi mesi dall’avvio dei lavori (vedi Dossier shopping mall, r&f di ottobre 2015), sul finire di luglio siamo andati a Verona per documentare l’avanzamento del cantiere del Centro commerciale “Adigeo”. Promosso da Ece, con CDS Holding nel ruolo di general contractor e Studio Conte attiva sulla commercializzazione, allo stato dell’arte il progetto è arrivato al 50% per quanto concerne la costruzione e al 70% della Gla affittata, pari a circa 42mila metri quadrati dove troveranno posto oltre 130 punti vendita. Il taglio nastro, invece, è previsto entro la Pasqua del 2017, a fronte di un investimento di circa 150 milioni di euro che includono gli oneri di urbanizzazione. Per completare i numeri, il nuovo shopping mall di Verona darà lavoro a un migliaio di persone, compreso l’indotto, e i curricula saranno raccolti direttamente da ECE a partire dall’autunno. A presentare ai media i caratteri distintivi dell’opera Christoph Augustin, managing director international e project director di ECE Projektmanagement; Enrico Biffi, amministratore delegato di CDS Holding, e Jerry Boschi, amministratore delegato di ECE Projektmanagement Italia, che assieme al sindaco Flavio Tosi hanno prima dato corso a una conferenza stampa nel sito del cantiere e poi guidato i giornalisti nello scheletro del futuro mall, di cui si potevano già apprezzare gli spazi e i volumi che ospiteranno l’ipermercato (un Interspar di 4.500 mq), i cosiddetti anchor

Utilizza il QR code per visualizzare le immagini del cantiere.




r&f Analisi mercato

Biologico, vegan, healthy, biodinamico, super, natural, raw, tutto tranne junk...food Un mercato che vale il 3% - in crescita - della spesa delle famiglie. E a cui la ristorazione si sta allineando, dal momento che il valore complessivo del settore ha raggiunto ormai i 4,3 miliardi di euro.

Roberto Zanoni

L

a svolta salutista qualche anno fa fu vista come la solita moda e in quanto tale, passeggera. Oggi, anche i più scettici si sono arresi al fatto che «siamo di fronte a una tendenza acquisita da cui non si tornerà più indietro, perché le persone stanno maturando una consapevolezza non solo relativa alla propria salute connessa al mangiar sano, ma anche in ottica di salvaguardia del pianeta» ci ha spiegato Roberto Zanoni, presidente di Assobio, l'Associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici.

spesa alimentare delle famiglie italiane con una mezza dozzina di categorie in cui il biologico pesa per almeno il 30 per cento. Ben 4,5 milioni di famiglie (il 18% del totale) consumano abitualmente prodotti biologici con una crescita del 17%

solo in un anno, e ben 3,4 milioni di famiglie li consuma saltuariamente (+11% sull’anno precedente). Se si considerano i consumatori occasionali (11,9 milioni di famiglie) i prodotti biologici entrano nelle dispense di quasi 20 milioni di case.

Gdo da 3% Facendo un'incursione proprio nel mondo del bio, i dati Assobio indicano che nella Grande Distribuzione continua da 10 anni l’andamento positivo del biologico: i 12 mesi chiusi a maggio 2016 segnano un incredibile +21%,mentre il settore alimentare generale è del tutto statico. Nella media è biologico il 3% della

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Analisi mercato Il biologico vale oggi il 3% degli alimentari confezionati (I+S) Iper e Super – prodotti Biologici a peso imposto Vendite Valore Bio (milioni €)

Peso % Bio su Totale Alimentari

Il business è tale da coinvolgere ormai anche i colossi del web come Amazon, che nell'ultima generazione di vendite online (Amazon Prime Now, attivo per ora in alcune città nel mondo che promette la consegna normalmente entro due ore di 18mila referenze tra cui molte del food), ha siglato un accordo con la catena di prodotti bio NaturaSì per la consegna su Milano e in alcuni paesi dell'hinterland entro un'ora di prodotti dell'azienda veronese. E proprio NaturaSì è l'esempio lampante di una grande distribuzione che ha puntato sul biologico

Fonte: Nielsen Trade*Mis

I consumi non stanno crescendo solo nella grande distribuzione: nel canale specializzato (circa 1.200 punti vendita in cui è proposto un assortimento di quasi 5.000 referenze ottenute senza un grammo di pesticidi

chimici di sintesi) l’incremento è stato del 13,5 per cento. Aggiungendo vendite dirette degli agricoltori, gruppi di acquisto, vendite online e altri canali, si raggiungono 2,4 miliardi; con i 320 milioni nelle

mense scolastiche e nella ristorazione commerciale e con un export in crescita a 1,6 miliardi, il fatturato complessivo del settore biologico italiano nel 2015 è stato di ben 4,3 miliardi di euro.

«Offriamo un healthy food non confinato alle categorie bio o vegan» GIUSEPPE PAROLINI, amministratore unico di Viva buonofresconaturale Quando nasce Viva buonofresconaturale e con quale mission? Il progetto Viva buonofresconaturle nasce nel settembre 2012 con il primo negozio in via Cesare Correnti a Milano. Era un prototipo commerciale per capire le potenzialità della rete. Il progetto, infatti, era quello di creare una catena di negozi con un'offerta di prodotti buoni freschi e naturali. Un healthy food non confinato alle categorie bio o vegan, ma il più possibile sano e naturale. Oggi quanti locali avete? E con quali metrature? Attualmente sono quattro di cui uno a Il Centro di Arese. Le metrature vanno da 40 a 120 metri quadri.

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Come si declina la vostra offerta food? Nella nostra offerta cerchiamo di fare tutto al meglio privilegiando prodotti freschi e naturali come frutta, verdura, orzo. Le salse le facciamo noi su base vegana, i brodi sono vegetali granulari, gli yogurt probiotici. Non etichettiamo l'offerta ma cerchiamo di rispettare la mission. Come si completa il servizio? Anche questo è un aspetto interessante. Buona parte del servizio avviene con la formula del self service con prodotti porzionati e preconfezionati. La panineria, invece, è espressa. In questo modo eliminiamo lo stovigliame e, utilizzando prodotti usa e getta biodegradabili, riduciamo an-

che l'impatto ambientale. I concetti di self service e preconfezionato nella mentalità italiana sono ancora sinonimo di scarsa qualità. Noi abbiamo cercato di ribaltare il paradigma offrendo prodotti appunto di qualità e la risposta dei clienti ci ha dato ragione attribuendo al porzionato aspetti di praticità e valore aggiunto. Qual è il vostro cliente tipo? È abbastanza trasversale ma non giovanissimo. Inizialmente la frequentazione era più femminile, nel tempo la tendenza è cambiata e stanno aumentando gli uomini. Di base, comunque, si tratta di un cliente consapevole, attento al cibo sano e che non lo considera un lusso.

Che numeri fate? Il tasso di crescita è al 50% anno su anno, ma va visto in ottica delle nuove aperture. Per quanto riguarda il fatturato, nel 2015 abbiamo superato i 2 milioni di euro. Progetti per il futuro? Abbiamo in programma un'apertura al centro commerciale di Roncadelle. Utilizzate anche la formula del franchising? Attualmente no, sempre gestione diretta; il franchising è un possibile sviluppo ma il format è abbastanza complesso quindi richiede una particolare attenzione. Secondo voi l'healthy food è una tendenza destinata a svanire o uno stile consolidato? Ormai è una tendenza di sistema, è irreversibile. La gente vuole mangiare bene con prodotti freschi e sani.


e sul biodinamico con risultati molto importanti. Nata a Verona nel '93, nel 2009 si è fusa con Ecor, distributore all'ingrosso di prodotti biologici e biodinamici nel comparto specializzato, dando vita a Ecor NaturaSì. Un’operazione che ha consolidato due primarie realtà nel mercato biologico, risultato di una sinergia cresciuta negli anni. Il fatturato consolidato 2015 del gruppo Ecor NaturaSì si è attestato a 330 milioni di euro, con una crescita del 15% sull'anno precedente, mentre il fatturato della rete NaturaSì, che ad oggi conta 208 negozi di cui un centinaio in gestione diretta e gli altri in franchising, ha raggiunto quota 258 milioni, con una crescita superiore al 15 per cento. Sempre Ecor NautraSì gestisce Cuorebio: 300 store che si stanno accorpando a NaturaSì, entrando quindi in una rete più strutturata. Negli ultimi due anni sono stati già una cinquantina a entrare sotto l'egida dell'insegna veronese. Ma proprio il successo nella distribuzione ha spinto il gruppo a sperimentare la ristorazione, come ci ha raccontato sempre Roberto Zanoni questa volta in veste di direttore generale di NaturaSì: «Stiamo facendo un test in alcuni negozi, esattamente a Milano in Porta Ludovica, a Castelfranco Veneto e a Senigallia dove serviamo, a partire dalla mattina, le colazioni per poi arrivare all'ora di pranzo a piatti freddi o riscaldati. Abbiamo creato all'interno dei market delle cucine attrezzate, ma attualmente non per cibi caldi. Chiaramente tutti i prodotti utilizzati provengono dai nostri negozi. Sempre

«È tutto fresco, preparato da nostri artigiani dedicati» VALERIA PACE, marketing e communication manager di Exki Quando nasce EXKi e con quale spirito? EXKi nasce nel 2001 in Belgio con l’idea di creare un fast food in formula self service basato su ingredienti freschi e naturali di qualità, un’alternativa al concetto di ristorazione rapida spesso associata, soprattutto 15 anni fa, al cibo spazzatura, ipercalorico e grasso, dunque poco sano. L’idea è stata vincente e da allora siamo arrivati a 80 ristoranti in tutto il mondo, di cui, dal 2003, 8 in Italia (6 a Torino e 2 a Milano). Com'è strutturata la vostra offerta? Il format EXKi nasce per soddisfare la clientela urbana e i suoi tempi di consumo spesso brevi e in più momenti della giornata. Ecco perché da noi si può arrivare al mattino, come al pomeriggio tardi e si può scegliere tra primi, secondi piatti, insalate, dessert oppure semplicemente consumare qualcosa al nostro juice bar e caffetteria. La formula è self service: arrivi, scegli o chiedi quello che desideri, paghi e opti per consumare nel ristorante oppure per fare take away, formula peraltro più conveniente per i nostri clienti per cui abbiamo sviluppato una linea prezzi più bassa. È tutto fresco, preparato da nostri artigiani dedicati – che spadellano per noi! - e confezionato in monoporzioni in PET riciclabile che, a seconda del piatto, hanno 1-2 giorni di scadenza, eccezion fatta per i nostri piatti biologici che, in quanto tali e poiché confezionati in atmosfera protetta, garantiscono tempi di conservazione maggiori. Rispetto agli EXKi del resto del mondo, abbiamo una

gamma diversa di piatti in stile mediterraneo e inoltre, tenendo presente le abitudini del consumatore italiano, la nostra caffetteria è molto più variegata nell’offerta rispetto a un EXKi che si può trovare oltralpe, per non parlare del juice bar, dove prepariamo sul momento tutti i centrifugati, frullati e spremute. A Milano abbiamo inoltre avviato, da circa un anno, la produzione dei panini sul posto, con pane speciale a base di farine di alta qualità, integrali e con semi, che farciamo con ricette speciali. Avvieremo in autunno lo stesso progetto anche sui ristoranti di Torino, così da garantire panini ancor più fragranti. Siete un ristorante "naturale": in che senso? Nel senso che la natura è protagonista in cucina, da qui il nostro motto “Nature’s Kitchen”. I nostri piatti sono infatti tutti preparati con ingredienti freschi, di stagione e perlopiù locali (salvo alcuni tipi di frutta che integriamo nelle nostre macedonie o nei nostri centrifugati e frullati freschi). Utilizziamo verdure e poca carne, che in caso è quasi sempre bianca e magra. Quest’anno abbiamo moltissimi piatti a base di legumi e non mancano mai i cereali, infatti molta della nostra gamma è adatta a vegetariani e vegani. Qual è il vostro cliente tipo? Abbiamo una clientela mutevole a seconda del momento della giornata, ma indicativamente il nostro cliente medio

a Milano, invece, in via de Amicis, abbiamo un vero e proprio ristorante NaturaSì Cucina Biologica, con un un'offerta bio e vegetariana». La ristorazione cresce I dati in nostro possesso riguardano la distribuzione; ad oggi non esistono dati ufficiali sul giro d'affari del biologico nella ristorazione, anche perchè quando si passa dallo scaffale al ristorante, la dicitura "bio" quasi scompare. Questo perchè, sempre Zanoni «Per essere un ristorante certificato biologico è necessario

è donna, 25-55 anni, studentessa universitaria o professionista, con spending habits medioalti e con tendenze alimentari ricercate, salutiste. Molta nostra clientela è fissa, proveniente ogni giorno dagli uffici e abitazioni circostanti ai vari EXKi, e di essa è fatto il nostro “zoccolo duro” che si aggira sui 5.000 clienti abituali possessori della nostra fidelity card. Qual è il tasso di crescita degli ultimi anni? E il fatturato 2015 su 2014? Malgrado il calo dei consumi fuori casa, registriamo un incremento medio del 3% del fatturato negli ultimi sette anni. Il 2015 si è chiuso con 3.604.381 euro, segnando una crescita del + 8,12% rispetto al 2014. Attualmente avete una decina di ristoranti su strada nelle zone centrali di Torino e Milano: avete mai pensato di entrare in altri canali (centri commerciali, travel retail)? Abbiamo 7 ristoranti di cui uno presso il centro commerciale 8Gallery a Torino e 1 take away (in corso Magenta a Milano, che non prevede bar e buffet caldo). Stiamo attuando un piano di espansione in cui nel breve periodo rientra la nuova apertura in autunno a Milano in centro, zona tribunale: qui abbiamo a disposizione il profilo del nostro cliente tipo perfettamente centrato e concentrato in momenti della giornata. Sarà il nono EXKi presente in Italia.

utilizzare il 100% delle materie prime provenienti dalla filiera del bio. Il procedimento, in tema di ristorazione è già complicato per un solo locale, se si parla di ristorazione commerciale e catene diventa quasi impossibile. È molto più semplice, al contrario, utilizzare prodotti bio per alcuni piatti e inserirli nei menu, in questo modo il cliente è informato, libero di scegliere e non è ingannato da una definizione che di fatto non è veritiera». Tuttavia l'acquirente di prodotti bio è attratto da una ristorazione che il

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Analisi mercato «Il nostro menù è basato su prodotti 100% vegetali» LUCIO PALUMBO, fondatore di Universo Vegano Quando nasce Universo Vegano e con quale spirito? Da anni ho sposato la filosofia di vita vegan e, come tanti, facevo fatica a conciliare la mia scelta con aspetti quotidiani come un pranzo di lavoro o una cena con amici. Così nel 2012 ho deciso di creare Universo Vegano, un “fast good” che potesse offrire una possibilità a chi ha fatto una scelta di vita come la mia e, al contempo, con l’obiettivo di diffondere l’alimentazione vegan anche dove non sarebbe mai arrivata. Inizialmente siamo partiti proponendo panini e piadine senza derivati animali, dopodiché abbiamo aggiunto anche prelibati piatti, pizze, zuppe e dolci, tutti rigorosamente 100% cruelty-free. Dopo l’apertura del primo store nella provincia di Varese ho incontrato i miei attuali soci (i fratelli Johy e Alfonso Frenda), che hanno subito creduto nel progetto e unito le loro capacità imprenditoriali, consentendo ad

Universo Vegano di diventare un vero franchising presente su tutto il territorio italiano. Avete una ventina di locali di cui uno in un centro commerciale: pensate ad altre aperture in questo canale? e il Travel retail? Sì, al momento abbiamo un punto vendita all’interno del centro commerciale Freccia Rossa di Brescia e ad agosto ne abbiamo aperto un altro a Savona, nel centro Il Gabbiano. Un’altra novità im-

portante riguarda il settore street food: abbiamo da poco creato UV Street Burger, un minivan per la vendita di panini 100% vegetali all’interno delle più importanti fiere italiane del cibo da strada. L’iniziativa ha riscosso subito un enorme successo e stiamo sviluppando un franchising anche in questa direzione. Per quanto riguarda il travel retail abbiamo ricevuto alcune richieste e stiamo lavorando per aprire presto qualche negozio in questo canale che offre sicuramente molte opportunità. Qual è il tasso di crescita degli ultimi anni? e il fatturato 2015 su 2014? Dal lancio del franchising nel 2013, il giro d’affari del gruppo ha visto una crescita esponenziale anno dopo anno. In particolare nel 2015 abbiamo registrato un fatturato di quasi due milioni di euro, il 55% in più rispetto a quello del 2014. Utilizzate prodotti biologici? Sì, il nostro menù è basato su prodotti 100% vegetali e comprende alcuni ingredienti e alimenti biologici. Abbiamo recentemente ottenuto anche la Certifi-

sce, come nel caso dei ristoranti vegetariani e vegani, e soprattutto con una filiera di materie prime rispettosa dell'ambiente. Quindi marchi come Exki, Viva buonofresconaturale, Universo Vegano, That's Vapore, Juice Bar per citarne alcuni, ma in realtà è sufficiente inserire su un motore di ricerca "ristoranti naturali" che c'è solo l'imbarazzo della scelta.

Burger vegano di Universo Vegano più possibile rispecchi le proprie tendenze alimentari, e qui entra in gioco anche la ristorazione commerciale che nel tempo è riuscita a creare un'offerta in grado di allinearsi a tale richiesta. Sono nati brand

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che puntano tutto sul salutare, naturale, fresco, healthy, vegano, e che promettono una ristorazione il più possibile attenta alla qualità e alla scelta di prodotti sani, poca se non addirittura niente carne nè pe-

I grandi player ai primi passi Diverso è il discorso per la ristorazione proposta dai colossi del food i quali per questioni di volumi e costi faticano a recepire questo cambiamento. Le prime avvisaglie tuttavia arrivano da Autogrill con Bistrot, il nuovo concept della ristorazione “on the move”, sviluppato internamente dall'azienda di Milanofiori in partnership con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Il brand propone un nuovo modo di fare ristorazione attraverso la valorizzazione dei prodotti locali e a filiera corta, e il recupero di pra-

cazione Biologica per la produzione dei primi piatti. Il costo delle materie prime che utilizzate è superiore alla media? Provengono da aziende italiane? In molti casi le nostre materie prime hanno un costo superiore alla media poichè utilizziamo sempre ingredienti di alta qualità provenienti da fornitori selezionati, quasi tutte aziende italiane. Inoltre, tutti i nostri punti vendita acquistano i prodotti del fresco (quindi frutta e verdura) da fornitori locali e il più possibile a km 0. Qual è il vostro cliente tipo? Inizialmente pensavamo che il nostro target sarebbe stato composto quasi esclusivamente da vegani e vegetariani, ma dopo poco tempo ci siamo accorti che i nostri prodotti vengono scelti sempre di più dagli onnivori, che hanno trovato in Universo Vegano una valida alternativa alimentare sana e responsabile (senza rinunciare al gusto). Oggi possiamo finalmente dire che i nostri prodotti sono adatti a tutti!

tiche di lavorazione artigianale. In questo contesto, è inserito in menu il pollo biologico Fileni certificato. Ma Bistrot è un esempio, sempre Autogrill ha recentemente inaugurato a Secchia Ovest lungo la A1 in corrispondenza di Modena il primo Eataly x Autogrill, un format appositamente realizzato dall'azienda di Oscar Farinetti che oltre a essere riferimento e portavoce della qualità dei prodotti italiani nel mondo è anche attento alla provenienza. Il percorso a certi livelli è ancora lungo quindi, ma presto potremmo vedere insegne salutiste penetrare canali diversi da quelli cittadini. Il brand Juice Bar, ad esempio, che propone succhi, spremute e centrifugati freschi, superfood, organic, healthy e raw food è già presente, oltre alle aree metropolitane, all'interno di shopping centre, aeroporti e stazioni; e se McDonald's ha fatto il McVeggie (panino vegano), un motivo ci sarà. S.M.




r&f Speciale fornitori

In-store marketing,

strategia del punto vendita

L‘

in store marketing è una strategia che, interagendo direttamente con il consumatore al momento della scelta d'acquisto nel punto vendita, risulta essere uno strumento di direct marketing essenziale nelle fasi di lancio o consolidamento di un prodotto/servizio. Le aziende investono sempre di più in questa direzione e proprio di ciò abbiamo parlato con due realtà specializzate in questa forma di marketing. Ma prima, la parola all'esperto: Karin Zaghi.

KARIN ZAGHI, professoressa presso il dipartimento di marketing dell’Università L. Bocconi di Milano

e farmacia, mentre Promomarketing opera nel settore food & beverage e giochi. Quali sono le ultime tendenze dell'in-store marketing? Oggi esserci non basta. Se in passato le campagne di marketing si prefiggevano Alice Bernieri l’obiettivo di prendendo il sopravvento. Schermi inteaumentare rattivi, touch screen, monitor. Il problema la visibilità delle aziende tramite la attualmente è ancora l'utilizzo. Non è semplice attività di presidio del punto detto che un cliente sappia o abbia vendita, le ultime tendenze ci rivelavoglia di usare un Ipad. no che, oggi, ciò che davvero conta Il mondo del digitale può essere usato è il raggiungimento degli obiettivi in molti modi. Il rischio è che se si tenda di vendita. troppo al ludico, al gioco, per poi perdere Quali sono gli aspetti chiave il focus sul prodotto. Se sono contenuti di una strategia di marketing che aggiungono valore va bene, se vincente nel punto vendita? fanno vedere solo immagini in loop Per la buona riuscita di un progetto, perde un po' di utilità. oltre alla qualità del prodotto o serviMi può fare alcuni esempi? zio, servono le risorse umane. I proIl classico specchio interattivo che mi promoter devono essere preparati, sia ietta con cinque tonalità dello stesso dal punto di vista tecnico sia dal vestito serve ad attirare il cliente sul propunto di vista commerciale. Bisogna dotto. È chiaro che difficilmente proverò interagire con il cliente, captare i suoi lo stesso abito in cinque colori diversi. bisogni, coinvolgerlo e trasmettere Quello può essere un valido escamotage. passione, ovvero far vivere al consuMi viene in mente ad esempio Bloominmatore l’esperienza del prodotto. gdale's che ha fatto una vetrina interattiva Che ruolo ha la tecnologia neldi occhiali Marc Jacobs dove veniva scattata l'in-store marketing? una foto al viso e la foto successivamente La tecnologia ha notevolmente miindossava virtualmente i vari modelli di gliorato il mondo dell’in-store markeocchiali. Anche qui è una sorta di gioco, ting. L’utilizzo di App ad hoc ci conma funzionale a provare una quantità di sente, per esempio, di ridurre i tempi modelli che fisicamente si farebbe fatica di raccolta delle informazioni e, di a testare. Anche la Adidas ha fatto dei conseguenza, ridurre i tempi di conwall interattivi con le scarpe. Chiaramente divisione dei risultati. il primo pensiero è che le scarpe vadano Come si evolverà secondo lei provate, ma lo schermo interattivo ne moil settore? stra le caratteristiche, proietta video, tutorial Il mondo del marketing diventerà più e altre cose che semplicemente provando social. Gli eventi fisici in-store verranno la scarpa non si possono sapere. Dopo supportati da campagne web mirate, deve venire la vendita che è comunque a diretto sostegno dell’evento. Il punto l'aspetto più importante e scopo ultimo di vendita rimane il luogo di acquisto queste tecnologie. per eccellenza, il ruolo del web è di creare infinite connessioni, aumentan-

Alice Bernieri, sales account manager di In-Store Quali sono i settori in cui operate? Siamo un gruppo di tre agenzie consociate che agiscono in settori differenti tra loro. In-Store è un operatore di riferimento in Italia e in Europa per le attività di field marketing nel settore dell’information technology ed elettronica di consumo. Retail Care è orientata al settore del lusso, beauty

non solo evidenziazione con flag, cartellonistica, ecc., ma aggiungere un investimento all'esterno del reparto ad esempio attraverso extra display e shop in shop per rafforzare la presenza della Cos'è l'in-store marketing? marca e valorizzarne le caratteristiche A parte le definizioni accademiche, l'in- distintive. Questo naturalmente per quanstore marketing mi fa venire in mente l'at- to riguarda i negozi multimarca. Lo sforzo tenzione crescente del mondo dell'industria dell'industria è anche nei confronti delnel gestire il punto vendita; la reinterpretazione del ruolo del negozio che fino a oggi è stato gestito come semplice macchina di vendita in ottica di sell in, ossia vendita di prodotti alla distribuzione che poi si occupa a sua volta di venderli al consumatore finale assumendo un ruolo quasi logistico. Oggi invece si è passati al sell out; l'industria si è resa conto che è molto importante supportare la marca e il prodotto nel punto vendita che molto spesso non lo fa per questioni di tempo e soldi. A fronte di questo l'industria sta trasferendo parte degli investimenti dalla comunicazione esterna al punto vendita e a tutto quel che vuol dire comunicare all'interno. Quindi non basta più "essere presenti" l'interazione col cliente il quale una volta in negozio? avvicinato si tenta di far entrare nel Direi di no, non è detto che il cliente mondo valoriale della marca, quindi veveda il prodotto, che ci entri in contatto dere, toccare, provare il prodotto. Le o, più banalmente ancora, che entri in aziende si impegnano a proporre una un reparto. Oggi se parliamo di in-store serie di attività eterogenee e flessibili marketing tutta l'attività è svolta per in modo che il retailer possa poi scegliere rafforzare soprattutto la visibilità del pro- quella che si adatta meglio al canale, dotto. È importante che anche se il bene alle metrature, alla clientela, ecc. non viene acquistato ci sia la consapevo- E per quanto riguarda la tecnologia? lezza della sua presenza. Questo significa Oggi è il mondo del digitale che sta

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r&f Speciale fornitori do esponenzialmente le opportunità di raggiungere il target di clientela desiderato nel momento prescelto. Come cambia a seconda dei vari canali retail? Nel settore food il promoter, per essere efficace, deve uniformarsi al consumatore risultando credibile e affidabile. Nel mondo del beauty e del fashion i consulenti devono prestare grande attenzione ai dettagli, coinvolgere emotivamente i clienti facendo vivere l'esperienza del prodotto. Nel settore delle tecnologie è fondamentale la preparazione tecnica e la capacità di stimolare nel consumatore il bisogno di essere all'avanguardia. Negli shopping mall invece si predilige un approccio energico, il promoter si distingue per propensione all’ingaggio massivo e capacità di chiusura della vendita. Può raccontarmi una case history di successo a cui avete lavorato? Per il cliente Google gestiamo un team di experience manager a supporto del canale retail tramite attività di training qualificato, ottimizzazione dei display, rotazioni di prodotto al fine di implementare il sell out. Confrontando i risultati ottenuti sui punti vendita presidiati dal team si registra un incisivo aumento del sell out che va dal 40% all’80% in su. Paolo Zanardi, titolare di XT Retail

Paolo Zanardi Quali sono i settori in cui operate? XT retail opera nel settore dal marzo del 1998, in questi anni abbiamo lavorato in tutti gli ambiti retail a eccezione del settore food. La nostra esperienza viene da un pregresso

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professionale vissuto in prima persona nei punti vendita. Negli ultimi anni le maggiori richieste arrivano dal comparto casalinghi, dall’abbigliamento e dal canale outlet. Come sta cambiando il punto vendita? Come anche riscontrato dall’ultima fiera di Londra, l’RBTE, il punto vendita sarà sempre più show e la presenza di schermi e monitor prenderà il sopravvento sui tradizionali materiali POP semidurevoli o durevoli in cartotecnica o plastici. Cosa attirerà quindi i consumatori? In tal senso sono in arrivo alcune tecnologie disponibili su smartphone e tablet che forniscono informazioni sul comportamento del consumatore davanti a una vetrina o all’interno del negozio. Su ciò esistono già App che forniscono informazioni tecniche o di provenienza dei prodotti in vendita. Come si evolverà secondo lei il settore? È inutile nascondersi, il retail sta soffrendo in maniera determinante le vendita sul web. I negozi accusano il calo degli ingressi e a gravare sulla

situazione, a mio parere, c’è il fatto dell’offerta che in questo momento è superiore rispetto alla domanda. Il futuro? Probabilmente chi riuscirà ad avere un giusto mix tra immagine, prodotto e prezzo. È necessario trovare un modo per contrastare o convivere col web. Sicuramente il fattore umano sul punto vendita e conseguentemente il servizio di qualità sarà un’arma a favore del retail. Quali sono gli aspetti chiave di una strategia di marketing vincente nel punto vendita? Nell’era delle App non si può pensare di essere statici, massificati e prolissi. La gente è abituata a ottenere tutto e subito. Velocità, turnover dell’immagine e servizio al cliente sono le uniche armi oltre chiaramente al prodotto e alla location che i retailer hanno a disposizione. Negli ultimi due anni abbiamo avuto una richiesta sempre più frequente di corsi di formazione, a dimostrazione che molti hanno già capito. Come cambia a seconda dei vari canali? Le dinamiche visual sono molto simili nei vari settori merceologici, diciamo

per almeno un 60-70 per cento. Per la restante parte dipende se si opera con la così detta “merce fredda” o “merce calda”. Ovvero con prodotti non plasmabili o plasmabili. In tutti i due ambiti i concetti fondamentali del visual quali di focus point, bilanciamento, simmetrie, colori e ripetizione sono applicabili. Può raccontarmi una case history di successo a cui avete lavorato? Un case history di rilievo del primo semestre 2016 è la rivisitazione delle concessionarie BMW Motorrad che ci ha visto impegnati nell’ambizioso progetto di educazione dello staff del punto vendita e di miglioramento dell’esposizione dei prodotti. Abbigliamento e accessori della casa bavarese sono prodotti ad alto livello tecnologico e quindi costosi, andava perciò innalzato il livello di percezione del valore del prodotto e contemporaneamente realizzato un corso di formazione allo staff della concessionaria al fine di mantenere nel tempo il livello d’immagine. S.M.



r&f Mystery in restaurant

L’esordio di P.I.E.: Pizza Italiana Espressa L

anciato dal palcoscenico di Mapic Italy a Milano lo scorso maggio, P.I.E., format di pizza ingegnerizzato dalla stessa azienda di Cioccolatitaliani, ha fatto il suo esordio. E la location è quella annunciata, prestigiosa, de IL CENTRO: il nuovo mall di Arese (MI) sviluppato da Finiper. Il battesimo con un flagship da 500 mq nello shopping centre per eccellenza alza l’asticella delle aspettative sia del consumatore e anche di noi addetti ai lavori che lo abbiamo provato a pochi giorni dall’apertura - sia di chi lo promuove, inoltre dimostra l’ennesima sfida raccolta dal Gruppo guidato da Francesco Ioppi. Il manager anche in questo caso conferma di voler puntare sul connubio qualità/novità, enfatizzato da una buona dose di metri quadrati. Anche se, per quanto ci è dato sapere, P.I.E. - ARESE (MI)

SERVIZIO Velocità Cortesia Professionalità

LAYOUT Aspetto esterno Originalità design Omogeneità e armonia Qualità materiali e arredi Ordine e pulizia Comfort

PRODOTTO Assortimento Presentazione

VALUTAZIONI GENERALI Qualità/prezzo Ambiente Adeguatezza alla location Innovatività

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Legenda: ´= migliorabile; ´´= sufficiente; ´´´= apprezzabile; ´´´´= molto buono; ´´´´´= ottimo

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Utilizza il QR code per visualizzare le immagini del locale.

gante allo stesso tempo: spiccano il consistente uso di legno e di metallo, comprese le posate, color rame; i tavolini “classici” da due persone non sono molti, mentre si apprezzano ampie tavolate per adulti e sedute per single. Linee essenziali, pietra e metallo color rame conferiscono un’eleganza contemporanea anche ai servizi igienici. Arriviamo al prodotto: qui P.I.E. esprime il meglio del proprio repertorio offrendo un’esperienza che non solo premia il palato ma che suscita un senso di sazietà senza l’indesiderato gonfiore di stomaco. Merito certamente della già citata lievitazione naturale e di ingredienti freschi.

Conclusioni per la società che fa del gelato un’eccellenza non sarebbe stato facile convincere la proprietà del mall a riservarle uno spazio così ampio e ciò avrebbe portato o contribuito ad aprire la pizzeria/boutique in un secondo momento rispetto al taglio nastro de Il Centro ad aprile. Ma ora il locale è aperto e noi lo siamo andati a testare lo scorso luglio, in una sera di un giorno feriale. Pur non volendo raccontare la cronistoria della nostra visita a P.I.E., vale la pena sottolineare coma la ricerca del particolare abbia portato la gestione a posizionare una persona già all’ingresso con l’unico scopo di illustrare agli avventori l’anima e il funzionamento del format. Idea corretta perché non è un format di immediata lettura. L’esperienza da P.I.E. trova subito forma e colore un paio di metri più avanti, quando il cliente si dirige davanti al bancone, in una sorta di percorso obbligato, per scegliere in successione la base della pizza (bianca, rossa o verde), gli ingredienti da aggiungere, sino al beverage. In fondo la cassa, presso cui paga prima di sedersi al tavolo. Una volta onorato il conto viene fornito di tecnologia di localizzazione e (nel nostro caso) accompagnato al tavolo. Prima ancora di parlare di prodotto nel suo sapore, la modalità di scelta degli ingredienti che andranno a guarnire la pizza sino al raggiungimento della cassa sono essi stessi il risultato - ancora in fase sperimentale - dell’innovazione di P.I.E.: un format di healthy food che include tutte le dinamiche attuali, dalla lievitazione naturale, al coinvolgimento del cliente nel crearsi un prodotto su misura, passando per l’uso della tecnologia e infine l’arredo. Quest’ultimo, realizzato da Augusto, società specializzata di Jesi, è caldo, moderno ed ele-

P.I.E. regala un’esperienza che va oltre la tradizionale pizzeria. Questa è dovuta principalmente alla qualità del prodotto e al coinvolgimento della clientela nel “costruirselo” passo dopo passo lungo il bancone degli ingredienti. Pur tuttavia nei momenti di picchi avvertiamo un forte rischio “code” all’ingresso del locale perché lo stesso percorso obbligato lungo il bancone può dimostrarsi un imbuto, mal digerito soprattutto da una clientela di livello medio/alto, che crediamo sia il target cui ambisce P.I.E. anche in virtù del valore dello scontrino. Inoltre la chiusura dello scontrino prima ancora di sedersi al tavolo, oltre a rappresentare potenzialmente un effetto di disturbo rispetto all’esperienza nel locale, provoca inevitabilmente una contrazione del numero di item battuti: il cliente, infatti, non può sapere in anticipo se vorrà due calici di vino piuttosto che due birre e più difficilmente sarà portato ad effettuare una seconda ordinazione, questa volta al tavolo, che comporterà un secondo scontrino. Come è successo nel nostro caso, ad esempio. Capitolo delicato, il dolce: al momento viene offerto solo un’impasto di pizza con sopra della Nutella e si starebbero valutando varie opzioni, tra cui introdurre il tiramisù. Urge trovare una soluzione perché l’esperienza di consumo della pizza porta a immaginare nella clientela un dolce altrettanto sofisticato, o almeno una coppa di gelato come Cioccolatitaliani sa fare, ma che al momento viene disattesa, contribuendo con ciò ad accorciare ulteriormente lo scontrino medio. A.P.




r&f Newstech&arredo TESSUTI NATURALI PERSONALIZZATI BY PIXARTPRINTING

S

ono otto le new entry nella gamma di tessuti naturali by Pixartprinting pensate per donare un’immagine distintiva al punto vendita: dai tendaggi ai cuscini, dai paralumi alle divise per il personale. I protagonisti sono cotone e seta: filati accuratamente selezionati che donano alle stoffe morbidezza e consistenza. L’offerta spazia da texture 100% cotone (Mussola 60, Popeline 50/50 e Drill) a 100% seta (Habutai 8mm) per arrivare al misto cotone/seta (Habutai), disponibili in grammature diverse per la realizzazione di capi specifici. Stampati con colori reattivi in digitale, che consente di ottenere molteplici sfumature e metrature ridotte, sono sottoposti a finissaggio, un insieme di trattamenti che ne nobilitano l’aspetto, le proprietà e la tenuta del colore. Con Pixartprinting è possibile personalizzare il tessuto con la propria grafica per dare vita a inedite soluzioni, scegliendo le dimensioni di stampa del pattern e determinando il tipo di ripetizione. Inoltre grazie alla tecnologia dell’azienda veneziana si possono ordinare tutti i tessuti al metro, a partire dalla lunghezza minima pari a uno. Un altro plus è la facilità di fruizione dell’e-shop: sulla pagina dedicata si può selezionare il numero di metri lineari desiderati per avere un preventivo gratuito.

IPER, LA GRANDE i ARESE SCEGLIE LA TECNOLOGIA NCR

N

CR Corporation ha reso noto che Iper, La grande i ha adottato le soluzioni NCR Retail di ultima generazione presso il nuovo punto vendita di Arese. I 9mila mq dell’Ipermercato Iper, situati all’interno de “Il Centro”, offrono una food experience unica in Italia, grazie alla straordinaria offerta in termini di qualità, in un ambiente pensato con attenzione per il consumatore. NCR ha portato le proprie soluzioni tecnologiche per l’automazione di tutti i servizi transazionali e di cassa, dove il cliente può effettuare il checkout in modo semplice e veloce, sia in modalità assistita, sia in modalità self-service. Iper ha selezionato le casse NCR RealPOS XR7 per realizzare una innovativa postazione di cassa assistita, con caratteristiche di ergonomia, estetica ed efficienza operativa. L’ipermercato ha scelto inoltre di offrire numerosi servizi di cassa in self-service; la soluzione NCR SelfServ Checkout per le spese medio piccole, laddove, in totale autonomia, il cliente effettua la scansione degli articoli e poi il pagamento; la soluzione NCR Self-Serv Pay Station per il pagamento di tutte le spese effettuate con il terminale sul carrello; le postazioni Carrello vs Carrello, realizzate con NCR Self-Serv 90 e configurate per il solo pagamento elettronico.

DA HIKVISION, LA PRIMA DOME PANORAMICA DELLA LINEA PANOVU NEC SEMPLIFICA IL DIGITAL SIGNAGE CON GLI SLOT-IN PCS

È

stata rilasciata dagli headquarters cinesi ed è già disponibile a listino per il mercato italiano. Parliamo della prima dome camera panoramica a 180° orizzontale della linea PanoVu, che apre la strada alla rivoluzionaria gamma panoramica messa in cantiere da Hikvision. Si chiama DS-2CD6986F-(H) e offre una qualità dell'immagine con risoluzione fino a 7.3 megapixel (4096×1800) e un sensore CMOS a scan progressivo 1/1.8" eccellente anche per la sua sensibilità Ultra-low light e il Wide Dynamic Range digitale. Ottima inoltre per riprese in condizioni di illuminazione ridotta ai minimi (0.002 Lux) e notturne grazie al filtro IR con auto switch, la dome DS-2CD6986F-(H) di Hikvision supporta anche uno storage di 128G incorporato. Compliant allo standard ONVIF (Profilo S e G), come pure PSIA, CGI e ISAPI, questa dome è certificata IP66 per operare in esterni anche a temperature estreme (-30 °C ~ 60 °C) e con umidità del 95% senza generare condensa. Con alimentazione DC12V/PoE, vanta dimensioni compatte e pesa meno di 3 chilogrammi.

N

EC Display Solutions Europe ha lanciato la nuova serie di Slot-In PCs in formato OPS (Open Pluggable Specification) per display di grande formato e proiettori che migliora ulteriormente la riproduzione di contenuti digital signage. La sesta generazione di processori Intel® Core™ i garantisce una risoluzione UHD perfettamente nitida e brillante, ideale per applicazioni nel settore aeroportuale (informazioni sui voli), retail signage (contenuti media), fast-food (tabelloni menù) o aziendale (video-conferenze). Negozi, ristoranti e aeroporti possono utilizzare gli Slot-In PCs integrati a seconda delle loro necessità, scegliendo tra una vasta gamma di drive solid-state, RAM, sistemi operativi, TMP per la sicurezza, G3.75 per mobile data, oppure per aggiungere il Wi-Fi. Questo approccio di soluzioni display targetizzate sul cliente aumenta l’efficienza e il ritorno dell’investimento sul lungo termine.

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Newstech&arredo CHEF STORE ARNO FIRMATO LIGHTING: PARTNERSHIP ZENITH SHOP DESIGN C-LED E YAMAHA

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opo un radicale restyling negli arredi, curato da Zenith Shop Design, società di Cefla specializzata nei concept espositivi su misura, ha inaugurato lunedì 4 luglio il punto vendita Chef Store Arno: market autostradale di Chef Express, nell’area di servizio Arno Ovest, sull’A1. Un’immagine nuova, quella scelta dalla società del Gruppo Cremonini, un format marcatamente personalizzato con un’idea centrale: creare uno spazio di sosta, non una via d’uscita con un percorso forzato. Un mix unico, ottenuto mettendo in campo la capacità di Zenith Shop Design nell’immagine e nell’armonia dei punti vendita e disponendo del potenziale industriale di Cefla, in grado di assicurare gestioni complesse dei cantieri, delle tempistiche e di fornire strutture e componenti di elevata qualità e performance, dal punto di vista dimensionale, ergonomico e della conduzione del punto vendita. Superfici ed elementi in legno caratterizzano la qualità di questo format e una notevole forza comunicativa è determinata dall’illuminazione, costituita da soluzioni flessibili a tecnologia LED.

PANASONIC POTENZA LA GAMMA DI DISPLAY

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anasonic annuncia la disponibilità dei nuovi display per digital signage EF1, presentati in anteprima a ISE 2016, che arricchisce con nuovi modelli da 84, 75 e 32" la nota serie LFE8. La serie EF1 si distingue per alta qualità delle immagini, affidabilità delle prestazioni e funzionalità tecniche, qualità racchiuse in eleganti pannelli IPS. Ogni display è dotato di un lettore multimediale USB integrato e ciò consente di utilizzare le funzioni di base senza dover collegare decoder o PC e di riprodurre contenuti in modo sincronizzato su diversi schermi, semplicemente tramite rete LAN e hub. La serie EF1 offre inoltre diverse opzioni di connettività, tra cui due ingressi HDMI, DVI-D, USB, PC/componente e video per collegare dispositivi esterni via LAN, RS-232C e IR. Sono supportati in totale 59 tipi di segnale PC. La gamma è compatibile con il software gratuito "Multi Monitoring and Control" di Panasonic. Ciò consente di aumentare la capacità di rete e di rendere automatici accensione/spegnimento, oppure di passare agilmente a file pesanti su chiavetta USB e riprodurre contenuti in base a una specifica programmazione.

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efla, azienda specializzata in illuminazione industriale e pubblica outdoor, visual merchandising, interior design, ha individuato il colosso giapponese Yamaha Motor IM come partner per la tecnologia di assemblaggio. In particolare due stazioni per l'assemblaggio SMT (surface mount technology, ovvero tecnologia per il montaggio che non prevede la necessità di fori) di componenti elettronici ad alta velocità e precisione e una per l'ispezione ottica, unica nel suo genere, fornite da Yamaha Motor IM, sono state installate nello stabilimento di C-LED. La società creata ad aprile 2016 da Cefla e specializzata nella produzione di tecnologie per l'illuminazione a Led, di ultima generazione, si rivolge ai mercati del retail e visual merchandising, dell'interior design e dell'illuminazione industriale e per outdoor. C-LED è nata come spin-off di Elca Technologies, altra azienda di Cefla, operante nelle tecnologie per il settore medicale. Nel business di C-LED non figurano soltanto installazioni Led avanzate e personalizzate, ma anche soluzioni quali sistemi governati da sensori di prossimità e controllo wireless per un'illuminazione intelligente, nonché sistemi per la geolocalizzazione in interni.

GTN SCEGLIE GETYOURBILL PER LA FATTURA “SMART”

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a friulana GTN ha stretto un accordo di partnership con Ultroneo, la start-up nata da uno spin-off dell’Università di Udine, per la distribuzione di Get Your Bill, innovativo sistema per la compilazione automatica, l’emissione immediata e la conservazione in cloud delle fatture. Si tratta di una soluzione efficace, ideale per ristoranti, pizzerie e locali che possono velocizzare l’inserimento dei dati ed emissioni delle fatture. Anche l’archiviazione diventa immediata e sicura sia per l’esercente sia per il cliente, perché utilizza uno spazio cloud dedicato sul sito www.getyourbill.com. L’applicazione si installa sul POS o sulla cassa, comunica direttamente con data center sicuri bancari e non memorizza alcuna informazione bancaria legata alla carta di pagamento. Al momento del pagamento alla cassa, è sufficiente inserire la partita IVA o il codice fiscale e il sistema recupera tutti i dati esatti e aggiornati per l’intestazione della fattura, eliminando gli errori di compilazione, riducendo drasticamente i tempi di emissione ed evitando così il formarsi di code negli orari di punta dell’esercizio. Se il cliente si registra tramite il sito www.getyourbill.com, associando al proprio profilo una o più carte di credito/debito, sarà sufficiente strisciare la carta stessa nel POS per il recupero automatico di tutti i dati necessari alla compilazione del documento fiscale.



r&f International OXFORD STREET: STOP AD AUTO E BUS ENTRO IL 2020 Con i suoi oltre trecento punti vendita, Oxford Street, a Londra, è una delle più famose e attive strade commerciali del mondo e si attesta come la passeggiata commerciale più lunga della capitale, lungo la quale numerose aziende hanno aperto il proprio flagship store. E fin qui nulla di nuovo. La novità, invece, è che Oxford Street si appresta a diventare un’aera pedonale. Lo ha annunciato Sadiq Aman Khan, nuovo sindaco della città, che intende chiudere la strada al traffico entro il 2020 proibendo ai veicoli di circolare da Tottenham Court Road fino all’ingresso della metropolitana di Bond Street. Il progetto rientra nel piano per combattere l’elevato tasso di inquinamento della capitale inglese e sarà messo in pratica gradualmente partendo da giorni car-free e weekend a piedi prima di passare alla chiusura definitiva.

MEYER BERGMAN RIQUALIFICA VINOPOLIS L’operatore inglese real estate Meyer Bergman ha ottenuto la concessione per la riqualificazione di oltre 18mila mq un tempo appartenenti alla fiera permanente Vinopolis, dedicata al mondo del vino, a Bankside, vicino alla cattedrale di Southwark. La ex cittadella del vino, che sorge lungo il Tamigi, avrà circa 10mila mq dedicati ad attività retail, mille mq dedicati al tempo libero tra gli archi oltre a un nuovo edificio adibito a uffici, di quasi 6mila metri quadri. Ci saranno aree pedonali, una pista ciclabile e parcheggi per le biciclette e molto verde per creare uno spazio a prova di cittadino, attrattivo dove potersi rilassare e godere il tratto di fiume. Il progetto punta a una riqualifica dell’area come avvenuto ai tempi per la Tate Modern e Borough Market, trasformandola in una destinazione per lo shopping, il divertimento e gli amanti del food.

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duty free world

by James Ross - London

Brexit challenges for European travel retail Brexit: la sfida per il travel retail europeo Britain is on course to exit the European Union: its so-called Brexit. The country voted by 52% to 48% through a public referendum on 23 June to leave, sending shock waves around the world, especially in Europe. The UK has, so far, paid the price with a crash in the value of pound sterling: on 15 July it was worth €1.19, well below the €1.28 on 23 June. But the stock market has performed well: the FTSE 100, dipped sharply to below 6,000 on 24 June, but then swiftly improved and is now close to a 12-month high. EU stocks markets such as Italy have fared far worse. A weak and exposed banking sector initially pushed Milan’s FTSE MIB to a 15,100 low, not seen since July 2012, though it had recovered somewhat by mid-July. The UK must now invoke Article 50 of the Lisbon Treaty after which it has two years to extricate itself from its formal EU ties – an enormous headache on both sides. What does it all mean for duty free and travel retailers? There is no predicting what the landscape will look like after this two-year period. Before that, however, currency will be the main influence on duty free spending – and EU tourist market must therefore brace for a difficult summer. Some 80% of all UK outbound travel – which stood at 65.7m in 2015 – is to the EU (source: ONS). Spain is the most popular destination, attracting 20% of all visits, followed by France (13%), and Italy (5%). In terms of spending, these markets benefited by £6.5bn, £3.7bn and £2bn respectively (source: ONS). The weak UK pound will hit travel retail spending immediately. While preplanned summer vacations can’t easily be cancelled, Brits in Europe will spend less. Further ahead, holiday bookings themselves are likely to be cut back. GfK’s one-off ‘consumer confidence barometer’ to assess post-referendum sentiment shows its sharpest drop for 21 years. This does not bode well for spending on discretionary items such as holidays and, in turn, on duty free, for travelling UK nationals.

La Gran Bretagna si sta preparando a uscire dall'Unione Europea con la cosiddetta Brexit. Il Paese ha votato con referendum pubblico il 23 giugno con risultato 52% contro 48% per l'uscita, lanciando un'onda d'urto in tutto il mondo, specialmente in Europa. Il Regno Unito, finora, ne ha pagato il prezzo con una caduta del valore della sterlina: il 15 luglio valeva 1,19 euro, ben al di sotto dell'1,28 del 23 giugno. Ma il mercato azionario ha ottenuto buoni risultati: il FTSE 100, è sceso nettamente al di sotto di 6.000 il 24 giugno, ma poi è rapidamente migliorato ed è ora vicino al valore più alto degli ultimi 12 mesi. Il mercato azionario europeo, così come quello italiano se la sono cavata molto peggio. Il settore, debole ed esposto alle banche, ha spinto il FTSE MIB di Milano a 15.100, un dato che non si vedeva da luglio 2012, anche se aveva recuperato parzialmente a metà luglio. Il Regno Unito deve invocare l'articolo 50 del Trattato di Lisbona dopo di che ha due anni per districarsi dai propri legami formali con l'UE - un enorme grattacapo per entrambe le parti. Cosa comporta tutto questo per gli operatori duty free e travel retail? Non c'è nessun modo di prevedere come sarà lo scenario alla fine di questi due anni. Prima di allora, comunque, sarà la valuta a influenzare gli acquisti duty free, e il mercato europeo deve prepararsi a un'estate difficile. Circa l'80% del turismo britannico in uscita - circa 75,5 milioni nel 2015 - è verso l'Europa (fonte: ONS). La Spagna è la destinazione più popolare, e attira il 20% dei viaggiatori, seguita da Francia (13%) e Italia (5%). In termini di spesa questi mercati beneficiano rispettivamente di 6,5 miliardi, 3,7 miliardi e 2 miliardi di sterline. La sterlina debole ha colpito subito la spesa nel travel retail. Mentre le vacanze organizzate non si possono cancellare facilmente, gli inglesi in Europa spenderanno meno. Avanti nel tempo, anche le prenotazioni stesse delle vacanze saranno tagliate. Il barometro sulla fiducia dei consumatori di GfK per valutare il sentiment post referendum indica che è scesa a livello minimo degli ultimi 21 anni. Questo non fa ben sperare per la spesa su beni discrezionali come vacanze e di conseguenza per i duty free da parte dei viaggiatori britannici.


BREXIT VS LOW COST Se ne sono dette molte in queste settimane sulle possibili conseguenze della Brexit sul travel retail e sulle linee aeree low cost. È difficile in realtà fare previsioni sullo scenario possibile da qui ai prossimi due anni quando, di fatto, la Gran Bretagna dovrà uscire ufficialmente dall'Unione Europea. Vero è, tuttavia, che inevitabilmente ci saranno delle conseguenze per le compagnie aeree che fanno base nel Regno Unito, su tutte EasyJet, ma anche Ryanair nonostante abbia il quartier generale a Dublino. Intanto bisogna sottolineare che nel 2015, per la prima volta nella storia, la quota di mercato delle compagnie low cost sulle tratte intra-europee è scesa, scivolando dal 41% al 39 per cento. Il risultato del referendum non ha fatto altro che complicare le cose. EasyJet potrebbe essere costretta a chiedere una nuova licenza di volo a un paese della Ue per evitare di pagare un pedaggio salatissimo all'uscita della Gran Bretagna dall'Unione. E i suoi titoli sono crollati del 25% alla City. Ryanair ha messo in stand by il lancio di nuovi voli dal Regno Unito - oggi il suo principale mercato - per almeno 12-24 mesi mentre le azioni anno avuto un crollo in Borsa del 20 per cento. Secondo gli addetti ai lavori, questo terremoto potrebbe essere l'occasione per ridisegnare la mappa del comparto, avvicinando il lancio dei voli transcontinentali a basso prezzo. Un altro rischio è il calo del 5,5% di passeggeri britannici legato al crollo della sterlina e ai guai dell'economia e l'effetto domino che la Brexit potrebbe avere su tutto il pil continentale e sulla coesione della Ue. Solo il 43% dei voli della Easyjet non prevede il coinvolgimento di un aeroporto del Regno Unito e su numeri simili si attesta anche Ryanair. Infine, a tenere alto il livello di attenzione degli addetti ai lavori c'è anche l'incognita sul tipo di nuovo accordo che verrà siglato tra Londra e Bruxelles in vista dell'uscita dalla Ue. EasyJet, per ora, non intende spostare la sua sede dall'aeroporto londinese di Luton. Ma è evidente che non può permettersi di aspettare con le mani in mano l'esito dei negoziati sulla libera circolazione nei cieli continentali con Bruxelles. A fronte di questo stallo, i vertici della compagnia hanno chiesto una nuova licenza di volo in un altro paese della Ue (non è stato precisato quale) per lasciarsi aperta la porta a un trasloco il più indolore possibile. In tutto questo, comunque, i conti delle low cost tornano e anche alla grande: Ryanair ha chiuso il bilancio al 31 marzo 2016 con profitti in crescita del 43% a 1,2 miliardi e con un aumento dei passeggeri oltre quota 100 milioni. EasyJet ha guadagnato 686 milioni trasportando 68 milioni di persone (+6%).

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International TROPPA VODKA E POBEDA ALZA LE TARIFFE

La compagnia aerea russa low cost Pobeda (Vittoria) che fa capo all’Aeroflot, ha triplicato la tariffa per portare a bordo i pacchi acquistati nei duty free. La nuova è salita da 10 a 35 euro, per tutti i passeggeri di ritorno in Russia. I motivi sono due: a causa della crisi i russi all’estero fanno incetta di beni che costano meno e che ora sono anche introvabili sul mercato interno per i divieti imposti da Putin. Di conseguenza, la quantità di pacchi duty free portati a bordo è aumentata, incrementando i tempi di imbarco e sbarco previsti per le compagnie low cost. Il motivo principale è però un altro: sono aumentati i casi di ubriachezza a bordo, spesso accompagnati da risse.

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PARKLAKE: TUTTO PRONTO PER IL TAGLIO NASTRO È stata fissata per il primo di settembre l’inaugurazione di ParkLake, il centro commerciale da 70mila mq di Gla posizionato nel cuore di Bucharest che vede protagonisti Sanae Sierre e Caelum Development. Il mall sarà caratterizzato da un design esclusivo ed ecosostenibile, e offrirà un mix di attività di intrattenimento e sport connesse al vicino parco Titan. Sonae Sierra e Caelum Development hanno finanziato l'investimento da 180 milioni di euro che vedeva già a inizio luglio più del 97% della Gla assegnata, con oltre 200 punti vendita. Tra i brand che lo shopping center lancerà nel mercato rumeno vi sono Forever 21, Play Park, Lanidor e Lynne. Inoltre, ParkLake ospiterà un cinema Multiplex con 14 sale, gestito da Cinema City, ed altre insegne di punta come H&M, tutti i brand Inditex presenti in Romania (Zara, Massimo Dutti, Zara Home, Oysho, Bershka, Stradivarius e Pull & Bear), Debenhams, Koton, LPP Group con i suoi cinque marchi (Reserved, Mohito, Sinsay, House e Cropp), WorldClass, Altex, Hervis, IPB, Lem’s. Tra gli altri che vanno a completare l'offerta per lo shopping e il tempo libero Collective, Levi’s, Motivi, Tommy Hilfiger, Gant & Lacoste, CCC, Springfield, Lee Cooper, KVL, TimeOut, Geox, Il Passo, Aldo, Desigual, Swarovski, Khulto, Fossil, Teilor, Douglas, Sephora, Mac, Yves Rocher e Kendra. È confermata anche l'offerta di articoli per la casa, elettrodomestici e dispositivi elettronici, grazie a Zara Home, Bonsai, Altex e Arsis. Con MaxiToys, Smyk, Mothercare, Lego e Carturesti non mancheranno i giocattoli e una grande libreria. ParkLake offrirà inoltre una vasta gamma di marchi sportswear, quali Hervis, Intersport, Nike, Adidas e Sketchers. Sul fronte food si annoverano KFC, Pizza Hut, Paul, Wu Xing, Brioche Dorée, Starbucks, Gloria Jean’s Coffees, K-Grill, Oro Toro (by OSHO), Bistrot du Paris, La Cerdac, Chopstix, SaladBox e molti altri.



r&f Vetrina Lay’s 100% Olio di oliva, 100% autentico piacere Arrivano le Lay’s 100% Olio di Oliva, le patatine preparate esclusivamente con olio di oliva per sottolineare il sapore e la croccantezza tipiche del brand. Perfette per accompagnare ogni momento della giornata, sono una risposta per chi è alla ricerca di un gusto delicato e per i consumatori attenti nella scelta dei sapori più tradizionali.

Tropical Collection Capsule spring / summer 16 La Tropical Collection - Capsule SS16 è composta da tre diverse Urban Bottles da 500 ml in acciaio inossidabile, con stampa all-over ispirata agli elementi iconici dell’estate nei tropici. L’edizione limitata viene messa in risalto da una tecnica di stampa a mano utilizzata per ottenere una finitura brillante e lucida, che rende unica ogni singola bottiglia.

Da Dolcon, il primo latte di mandorla in bottiglia Latte di Mandorla Dolcon è un prodotto 100% Vegetale, che può essere consumato e bevuto a colazione, per un break o come una fresca e dissetante bevanda. Dolcon produce da sempre un latte di mandorla poco dolce con un'alta concentrazione di mandorla pari all'11%. Il prodotto è privo di glutine, colesterolo e lattosio.

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Zuegg porta in tavola “100% da Frutta”

Le birre CISK sbarcano in Italia

Zuegg crede in sane abitudini di vita e nell’importanza di un’alimentazione ricca di frutta, per grandi e piccini. È proprio per questo che promuove la 100% da Frutta: solo tanta buona frutta spalmabile, naturalmente dolce, e un po’ di zucchero d’uva. Ogni cucchiaino regala il perfetto connubio di sapori e profumi, avvolgenti e naturali.

Le birre CISK, dello storico birrificio maltese fondato nel 1929, oggi vengono prodotte dal birrificio Farsons Brewery ed esportate dalla Simonds Farsons Cisk plc. In un’ottica di espansione, la birreria Farsons considera come naturale obiettivo l’Italia, dove sono già presenti: Cisk Export Premium Lager, Cisk Pilsner e Cisk Strong Lager.

Le tortillas “gourmet” di Manomasa A differenza delle tortillas industriali, le Tortillas Chips di Manomasa, giovane azienda inglese produttrice di tortillas senza glutine e artigianali, sono preparate utilizzando la “masa de mais”: l’impasto base ottenuto essiccando e macinando i chicchi di mais che dopo la stesura viene passato in olio di girasole per ottenere una maggiore croccantezza.

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Retail su misura www.retailfood.it


[La foto[

AMPLIAMENTO FIDENZA VILLAGE Svettano le gru di Unieco. I lavori iniziati nel 2015 porteranno 3.000 mq di nuova GLA

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r&f La pulce nell’orecchio

di Simone Filippetti

Frecciarossa 1000 manca il bersaglio

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recciarossa 1000, così bello, che non vorresti mai scendere. O forse perché, anche volendo, non è possibile farlo. Resoconto di un viaggio sul nuovissimo e scintillante convoglio, sbandierato a suon di fanfara in tv dalla compagnia ferroviaria di Stato. La seconda parte della doppia Pulce ferroviaria (dopo il focus su Italo dello scorso numero) è dedicata, non foss’altro che per par condicio, a Trenitalia e al suo mirabolante convoglio. Domenica 23 maggio: un treno nuovo di zecca che si pianta in mezzo alle campagne e riesce ad arrivare a destinazione con 1 ora di ritardo (alla faccia dell'Alta Velocità): l'altoparlante, con colpevole ritardo dopo aver lasciato per 20 minuti i passeggeri all'oscuro, informa che c'è un problema sulla linea ferroviaria. Peccato, però, che gli altri treni sfrecciassero tranquillamente sulla medesima linea (e quindi forse il problema era del treno). Al di là dello sfortunato episodio che come tale non ha una rilevanza statistica o di sistema, il viaggio sul Frecciarossa 1000 si rivela assai deludente. Bello, il Frecciarossa 1000 è bello, per carità. Su questo l'incalzante spot televisivo ha ragione. Esaurita la parte estetica, però, una serie di difetti affliggono un treno che peraltro è destinato a rimanere in servizio per i prossimi 15 anni almeno. E che quindi questi difetti se li porterà dietro per molto, molto tempo. La prima per-

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plessità è sulla durata e sulla velocità: il nuovo Frecciarossa 1000 impiega 2 ore e 55 minuti per fare Milano-Roma senza soste. Esattamente lo stesso tempo dei vecchi Frecciarossa (che però ora fanno tutti la stessa tratta con le fermate a Reggio Emilia o Bologna o Firenze e quindi un confronto cronometrico col nuovo treno è impossibile). Quando fu presentato a Milano, esposto in Piazza Duomo, al Frecciarossa 1000 venne pure affibbiato il nomignolo di Mennea, in onore del famoso atleta italiano, recordman di velocità. E dire che la stessa Trenitalia, per bocca dell'ormai ex amministratore delegato Elia, aveva promesso di percorrere Milano-Roma in appena 2.20 minuti, 30 in meno di prima. Il nuovo Treno, invece, fa esattamente lo stesso tempo che facevano i vecchi. Perché? Perché il Frecciarossa 1000 tocca i 400 chilometri all'ora, sulla carta, ma poi in pratica, in base alle leggi italiane, non può superare i 300 km/h. Allora viene da chiedersi, come mai lo Stato compra un treno che va a 400 km/h se tanto poi quella velocità lo Stato medesimo la vieta? Misteri d'Italia. A bordo, poi, le cose non migliorano. Le poltrone, almeno in Economy e Business, sono scomode, fattore che per un treno non è proprio un dettaglio. La cosa è particolarmente evidente in classe economica, dove peraltro sono scomparsi i posti singoli che sono invece una

bella comodità del vecchio Frecciarossa. La carrozza silenzio, poi, tocca l'apice dell'ironia involontaria. Non è una carrozza dedicata a chi vuole viaggiare senza i fastidiosi telefonini. Ma si tratta solo di alcuni posti separati in una carrozza mista. A “separare”, a metà vagone, una porta, che però non è automatica e spesso quando il treno è in curva si apre da sola. Con tutto il fastidio che ne consegue visto che arriva il rumore dalla carrozza (ma uno non aveva pagato per stare in silenzio?). Il bello, o meglio, il brutto arriva però sui servizi. Con molta sorpresa e anche sdegno, si scopre che non esistono prese Usb. Ma come? Ormai tutti i telefonini, tablet e pc hanno prese Usb. Pure sugli aerei ormai stanno diventando la normalità. Invece in Italia per un treno nuovo, costato 1,6 miliardi a Trenitalia, nessuno ha pensato che fosse utile avere delle prese elettriche secondo gli standard attuali? In compenso,

però, i bagni (nota positiva: hanno finalmente, come Italo, i pulsanti per chiudere e aprire le porte) offrono la presa elettrica a voltaggio ridotto per i rasoi elettrici. Ora, viene da chiedersi: ma c'è qualcuno che si è mai fatto la barba col rasoio elettrico in treno? Ma perché continuano a offrire servizi inutili per la gente, mentre mancano quelli che tutti usano? È rimasta almeno la presa elettrica tradizionale. Ma anche qui peggio di prima perché, altrettanto inspiegabilmente, qualcuno ha pensato bene di collocarla sotto la poltrona. Non si vede, bisogna arrivarci a tastoni, o fare contorsionismi: molto scomodo specie per le persone anziane. Un posto più scomodo non si poteva trovare. La connessione WiFi, eterna croce e delizia, è rimasta sempre uguale: funziona a tratti, sono più le volte che cade di quelle che funziona. Se questo è il futuro, ridateci il passato. Ci viaggiavamo meglio.




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