Anno 9 • Numero 11 • NOVEMBRE 2014
TRAVEL TRAVEL RETAIL RETAIL SHOPPING SHOPPING MALL MALL
retail&food Anno 9 • Numero 11 • NOVEMBRE 2014 • € 5,00
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
ARESE Shopping Center Milano - Arese
Mapic 2014
Retail RE, l’era dei Colossi
retail&food
I piccoli soffrono, i grandi si preoccupano Sono in arrivo Arese, Westfield e altri giganti
Dossier Aeroporti
Analisi mercato
Parola di…
Dublino
Retail hi-tech
Moretti (CNCC)
Destination mall Una grandezza di pensiero, e non solo di dimensione. Sul modello dei principali mall internazionali, il progetto di Arese Shopping Center vive di più anime. Tre in particolare. L’anima fashion sarà affiancata da quella alimentare ed enogastronomica, completata da un unicum nel panorama mondiale dei centri commerciali: un nastro di asfalto da 1,6 km, sul quale e intorno al quale prenderà vita il mondo dei motori. Promosso da Finiper e commercializzato da Studio Conte, Arese Shopping Center conta 92mila mq di Gla e oltre 220 negozi distribuiti su due livelli. I parcheggi sono oltre 6mila, metà dei quali coperti. Serviranno un bacino stimato in 7,8 milioni di abitanti nell’isocrona di un’ora, a cui si aggiungeranno i flussi turistici e business che gravitano su Milano attraverso Malpensa e l’articolata rete autostradale. L’accessibilità è garantita dalla prossimità alla A8, con collegamenti diretti dai caselli di Arese e Lainate, e dalla Varesina. Arese Shopping Center sarà soprattutto una nuova destinazione, un luogo di incontro e di benessere ricco di stimoli, caratterizzato da una compenetrazione di spazi interni ed esterni, di proposte commerciali fisse e temporanee: una nuova città alle porte di Milano, che proietterà i visitatori in una high-street della moda, sino a farli approdare in una food court dove degustare i sapori della tradizione italiana e della cucina internazionale.
pochi
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Retail RE, l’era dei Colossi
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I piccoli soffrono, i grandi si preoccupano Sono in arrivo Arese, Westfield e altri giganti
Dossier Aeroporti
Analisi mercato
Parola di…
Dublino
Retail hi-tech
Moretti (CNCC)
Destination mall Una grandezza di pensiero, e non solo di dimensione. Sul modello dei principali mall internazionali, il progetto di Arese Shopping Center vive di più anime. Tre in particolare. L’anima fashion sarà affiancata da quella alimentare ed enogastronomica, completata da un unicum nel panorama mondiale dei centri commerciali: un nastro di asfalto da 1,6 km, sul quale e intorno al quale prenderà vita il mondo dei motori. Promosso da Finiper e commercializzato da Studio Conte, Arese Shopping Center conta 92mila mq di Gla e oltre 220 negozi distribuiti su due livelli. I parcheggi sono oltre 6mila, metà dei quali coperti. Serviranno un bacino stimato in 7,8 milioni di abitanti nell’isocrona di un’ora, a cui si aggiungeranno i flussi turistici e business che gravitano su Milano attraverso Malpensa e l’articolata rete autostradale. L’accessibilità è garantita dalla prossimità alla A8, con collegamenti diretti dai caselli di Arese e Lainate, e dalla Varesina. Arese Shopping Center sarà soprattutto una nuova destinazione, un luogo di incontro e di benessere ricco di stimoli, caratterizzato da una compenetrazione di spazi interni ed esterni, di proposte commerciali fisse e temporanee: una nuova città alle porte di Milano, che proietterà i visitatori in una high-street della moda, sino a farli approdare in una food court dove degustare i sapori della tradizione italiana e della cucina internazionale.
Fashion&Food
Cars&Motors
Per dare sostanza al concetto moda è stata progettata una vera fashion court su un lato del piano terra. Da qui si dipana una sorta di viale con attività dedicate a vari mondi tra cui la famiglia e il bambino. La passeggiata, movimentata su entrambi i livelli con un particolare gioco di vetrine, balconate e veri e propri “building nel building”, confluisce in una food court che coinvolge l’innovativa offerta dei freschi di Iper, La grande i. Quest’area, in particolare, emanerà lo stesso fascino di quella destinata alla moda: disporrà di una grande scala elicoidale, che si aprirà nella piazza dove ci saranno sia le piccole che le medie superfici di ristorazione. Di forte suggestione sarà poi l’elemento centrale: una wine-tower, espressione della produzione vitivinicola italiana, dotata di migliaia di bottiglie e proposte che a rotazione potranno essere selezionate per la vendita, la mescita o anche per una verticale con esposizione delle etichette sulla torre! Gli elementi a cui ci si richiama sono quelli dei mercati e delle città, in chiave contemporanea e con una vivacità che è data dalla struttura architettonica e dalla sequenza delle merceologie proposte. All’esterno del mall, lungo il fronte dell’edificio, si sviluppa una passeggiata esterna, un’alternativa e un completamento en plein air della galleria, una sorta di strada cittadina che scorre fra le attività che si affacciano all’esterno del building, e una teoria di strutture leggere che propongono un’offerta commerciale sia fissa, sia temporanea a carattere stagionale, dove ognuno si ritroverà un po’ flaneur.
Il terzo elemento e forse il più distintivo di Arese Shopping Center è il Mondo Motori, caratterizzato iconicamente dalla pista, viva testimonianza dell’ex insediamento industriale Alfa Romeo. Tale elemento diventerà strategico anche in ambito di comunicazione, in quanto sarà il primo centro commerciale al mondo con una pista. Questa vedrà una serie di declinazioni legate ai tipi di utilizzo e di fruitori: due e quattro ruote, ragazzi e adulti, corsi professionali e iniziative ludiche, eventi, presentazioni e animazioni legate al tema dei motori. Inoltre, forte di una lunghezza di 1,6 km, potrà essere una location ideale per ospitare test, esposizioni, proposte, borse di scambio tra collezionisti da tutto il mondo. A supporto di tali attività, il percorso tra lo shopping center e il tracciato sarà caratterizzato dalla presenza di alcuni elementi architettonici particolari, che rompono la linearità del mall attraverso una serie di forme arrotondate e trasparenti. All’interno sarà sviluppata un’articolata e mirata offerta commerciale, artigianale e di servizio, sempre e comunque legata al mondo delle due e quattro ruote.
Green building&Design Con Arese Shopping Center non si attua un semplice intervento di recupero industriale laddove sorgevano gli stabilimenti Alfa Romeo. Le strutture esistenti sono state demolite e il nuovo building esprime la sua vocazione “naturale”, privilegiando materiali come il legno e il vetro che garantiscono leggerezza e trasparenza fisica alla galleria, oltreché citando apertamente elementi architettonici tipici della cascina lombarda. All’esterno, nel parco, è prevista la costruzione di una sponda dell’alveo del torrente Lura e il ripristino a verde dell’area che collega la pista. L’intero complesso è stato progettato secondo rigidi criteri di risparmio energetico e bio-sostenibilità, in linea con gli stardard promossi dal U.S. Green Building Council per ottenere la prestigiosa certificazione LEED® di livello Gold.
Catchment area La fitta rete autostradale consente di raggiungere Arese Shopping Center con tempi di percorrenza ragionevolmente brevi da tutte le direzioni. A questa si aggiungono, oltre alla viabilità locale che innerva capillarmente il territorio, la Varesina e la statale del Sempione. E se l’isocrona dei 45 minuti arriva sino a Lugano, in tempi più ristretti si annoverano in primis l’area metropolitana di Milano, che ogni anno conta 11,6 milioni di presenze turistiche, e il complesso di Rho Fiera, che vanta 5 milioni di visitatori l’anno. Percorrendo verso nord la A8, che da sola conta 35 milioni di transiti annui, si arriva in 25 minuti all’aeroporto di Malpensa (18,5 milioni di passeggeri l’anno), mentre in 30 si giunge a Varese. Prendendo la A9, invece, si arriva in mezz’ora a Como. La catchment area si contraddistingue inoltre per una densità abitativa tra le più alte d’Italia, che tradotta in numeri significa 4,2 milioni di abitanti nell’isocrona dei 30 minuti, e soprattutto per un Pil pro capite del 20% superiore rispetto alla media europea. Il tutto determina un bacino primario estremamente ricco, la cui capacità reddituale unita a una consolidata propensione al consumo evidenza potenzialità uniche nel panorama nazionale.
Fashion&Food
Cars&Motors
Per dare sostanza al concetto moda è stata progettata una vera fashion court su un lato del piano terra. Da qui si dipana una sorta di viale con attività dedicate a vari mondi tra cui la famiglia e il bambino. La passeggiata, movimentata su entrambi i livelli con un particolare gioco di vetrine, balconate e veri e propri “building nel building”, confluisce in una food court che coinvolge l’innovativa offerta dei freschi di Iper, La grande i. Quest’area, in particolare, emanerà lo stesso fascino di quella destinata alla moda: disporrà di una grande scala elicoidale, che si aprirà nella piazza dove ci saranno sia le piccole che le medie superfici di ristorazione. Di forte suggestione sarà poi l’elemento centrale: una wine-tower, espressione della produzione vitivinicola italiana, dotata di migliaia di bottiglie e proposte che a rotazione potranno essere selezionate per la vendita, la mescita o anche per una verticale con esposizione delle etichette sulla torre! Gli elementi a cui ci si richiama sono quelli dei mercati e delle città, in chiave contemporanea e con una vivacità che è data dalla struttura architettonica e dalla sequenza delle merceologie proposte. All’esterno del mall, lungo il fronte dell’edificio, si sviluppa una passeggiata esterna, un’alternativa e un completamento en plein air della galleria, una sorta di strada cittadina che scorre fra le attività che si affacciano all’esterno del building, e una teoria di strutture leggere che propongono un’offerta commerciale sia fissa, sia temporanea a carattere stagionale, dove ognuno si ritroverà un po’ flaneur.
Il terzo elemento e forse il più distintivo di Arese Shopping Center è il Mondo Motori, caratterizzato iconicamente dalla pista, viva testimonianza dell’ex insediamento industriale Alfa Romeo. Tale elemento diventerà strategico anche in ambito di comunicazione, in quanto sarà il primo centro commerciale al mondo con una pista. Questa vedrà una serie di declinazioni legate ai tipi di utilizzo e di fruitori: due e quattro ruote, ragazzi e adulti, corsi professionali e iniziative ludiche, eventi, presentazioni e animazioni legate al tema dei motori. Inoltre, forte di una lunghezza di 1,6 km, potrà essere una location ideale per ospitare test, esposizioni, proposte, borse di scambio tra collezionisti da tutto il mondo. A supporto di tali attività, il percorso tra lo shopping center e il tracciato sarà caratterizzato dalla presenza di alcuni elementi architettonici particolari, che rompono la linearità del mall attraverso una serie di forme arrotondate e trasparenti. All’interno sarà sviluppata un’articolata e mirata offerta commerciale, artigianale e di servizio, sempre e comunque legata al mondo delle due e quattro ruote.
Green building&Design Con Arese Shopping Center non si attua un semplice intervento di recupero industriale laddove sorgevano gli stabilimenti Alfa Romeo. Le strutture esistenti sono state demolite e il nuovo building esprime la sua vocazione “naturale”, privilegiando materiali come il legno e il vetro che garantiscono leggerezza e trasparenza fisica alla galleria, oltreché citando apertamente elementi architettonici tipici della cascina lombarda. All’esterno, nel parco, è prevista la costruzione di una sponda dell’alveo del torrente Lura e il ripristino a verde dell’area che collega la pista. L’intero complesso è stato progettato secondo rigidi criteri di risparmio energetico e bio-sostenibilità, in linea con gli stardard promossi dal U.S. Green Building Council per ottenere la prestigiosa certificazione LEED® di livello Gold.
Catchment area La fitta rete autostradale consente di raggiungere Arese Shopping Center con tempi di percorrenza ragionevolmente brevi da tutte le direzioni. A questa si aggiungono, oltre alla viabilità locale che innerva capillarmente il territorio, la Varesina e la statale del Sempione. E se l’isocrona dei 45 minuti arriva sino a Lugano, in tempi più ristretti si annoverano in primis l’area metropolitana di Milano, che ogni anno conta 11,6 milioni di presenze turistiche, e il complesso di Rho Fiera, che vanta 5 milioni di visitatori l’anno. Percorrendo verso nord la A8, che da sola conta 35 milioni di transiti annui, si arriva in 25 minuti all’aeroporto di Malpensa (18,5 milioni di passeggeri l’anno), mentre in 30 si giunge a Varese. Prendendo la A9, invece, si arriva in mezz’ora a Como. La catchment area si contraddistingue inoltre per una densità abitativa tra le più alte d’Italia, che tradotta in numeri significa 4,2 milioni di abitanti nell’isocrona dei 30 minuti, e soprattutto per un Pil pro capite del 20% superiore rispetto alla media europea. Il tutto determina un bacino primario estremamente ricco, la cui capacità reddituale unita a una consolidata propensione al consumo evidenza potenzialità uniche nel panorama nazionale.
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NEWS PRIMAE NOCTIS MA QUALI CENTRI COMMERCIALI?
L’OPINIONE
Editoriale
Ed eccoci a novembre, con il numero per Mapic, l’evento internazionale più importante per i centri commerciali europei e di una buona fetta di mondo. Fino a pochi anni fa alla fiera di Cannes si decidevano le sorti del retail RE italiano e della maggior parte dei brand interessati a questo canale. Oggi la musica è cambiata. Cannes rimane imprescindibile ma non più così importante. Il mercato nazionale tende al saturo, la crisi morde e quindi si sviluppano pochi nuovi progetti, ma questi sono forse più belli (e grandi) che mai. Il retail è sempre meno fisico e sempre più omnichannel e frammentato (vedi articolo sul World Retail Congress pubblicato a pag. 46). Però ha, e avrà, sempre bisogno di brick&mortar con una tendenza abbastanza chiara, i nuovi centri commerciali dovranno essere vere destination: grandi, ricchi di attività leisure, connotati da una forte food experience, da decine di servizi (reception, wi-fi, personal shopper, mediateche, ecc) da uno zoning che consenta esperienze calibrate per tutti i target, dalle famiglie con bambini fino agli amanti del lusso. Intanto i centri commerciali “tradizionali”, anche i grandi campioni dell’ultimo decennio, si riqualificano, ampliano e si concentrano su iniziative entertainment di ogni tipo come il primo matrimonio celebrato a metà ottobre presso la galleria del Carosello di Carugate (Milano). Basterà tutto questo per sopravvivere nell’era dei nuovi colossi del retail?
CONSUMATORE DIGITALE: NUOVE OPPORTUNITÀ PER I RETAILER Il consumatore finale rappresenta l’elemento centrale nella strategia commerciale dei Retailer per creare e mantenere l’attrattività della propria rete di vendita, in un contesto di sviluppo internazionale. I trend di mercato ci dimostrano come il cliente sia sempre più digitale, ovvero propenso a un’esperienza di acquisto multicanale con diversi touchpoint integrati tra canali tradizionali come lo store fisico e canali digitali più evoluti (siti web, social network, mobile app, ecc.). La recente ricerca Accenture Digital Consumer Survey 2014 mostra l’alta diffusione in Italia dei device di ultima generazione (il 77% del campione ha dichiarato di possedere uno smartphone, il 5% in più rispetto alla media globale). Gli italiani inoltre si considerano dei veri e propri innovatori: il 23% ha dichiarato di considerarsi un early adopter, con un’attitudine all’innovazione molto più alta rispetto alla media globale (18%). Proprio per questo, la maggior parte dei Top Retailer presenti nel contesto nazionale si sta focalizzando sulla definizione di una strategia digitale distintiva ed efficace. L’obiettivo è quello di poter interagire in modi nuovi con questa generazione emergente di consumatori e di mantenere alta la vitalità commerciale dei propri negozi tradizionali. In particolare è cruciale ragionare “out of the box”, ripensando la customer experience dalla fase precedente l’acquisto fino al post vendita, quando servizio al cliente e fidelizzazione diventano leve per la creazione di un rapporto di lungo termine. L’innovazione e l’integrazione on line/off line consentono di trovare nuove formule commerciali di attrazione e fidelizzazione dei propri clienti. Abilitatori di questo approccio sono la creazione di una cultura digitale diffusa in tutta l’azienda e l’implementazione di modelli operativi in cui ogni business unit aziendale abbia un ruolo e un obiettivo rispetto alla strategia digitale definita. Alberto Pozzi, retail IGEM managing director di Accenture
retail&food - novembre 2014
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Anno 9 numero 11 novembre 2014 Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Stefano Masin - stefano.masin@retailfood.it Contatti info@retailfood.it - www.retailfood.it Hanno collaborato Massimo Luigi Andreis, Fiorenza Auriemma, Alessandro Barzaghi, Antonio Bisci, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Stefano Gardini, David Jarach, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Dante Marro, David Montorsi, Roberta Motta, Enrico Pazzali, Mario Resca, Leopoldo Resta Impaginazione Claudio Rossi Oldrati Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Pubblicità dircom@edifis.it Traffico pubblicitario Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it Stampa Aziende Grafiche Printing S.r.l. - Via Milano 3/5 – 20068 Peschiera Borromeo (MI) Prezzo di una copia € 5,00 – Arretrati € 10,00 Abbonamento Italia: € 50,00 Europa: € 90,00 Resto del mondo: € 110,00 abbonamenti@edifis.it Amministrazione amministrazione@edifis.it
Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna, 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. retail&food è media partner ufficiale di:
www.travelretail.it
retail&food una rivista edita da: Edifis spa Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 02 3451230 - Fax +39 02 3451231 www.edifis.it
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retail&food - novembre 2014
SOMMARIO
n°11 novembre 2014 54
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NEWS PRIMAE NOCTIS Ma quali centri commerciali?
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court, con circa 20 ristoranti, e le recenti operazioni di Gruppo Inditex e Apple.
MYSTERY IN RESTAURANT Sapurì, mozzarella in tutte le salse
L’OPINIONE di Alberto Pozzi Consumatore digitale: nuove opportunità per i retailer
1
R&F NEWS
4
LA FIERA VENTESIMA EDIZIONE 40 Mapic 2014, Usa e Cina sotto i riflettori Torna l’appuntamento di Cannes per il comparto del retail real estate. Al Palais des Festivals tra il 19 e il 21 novembre sono attesi 8.300 partecipanti, 2.300 developer, 2.400 retailer e complessivamente 685 aziende espositrici. La pattuglia italiana si riunirà al convegno del 20 organizzato dal Cncc.
ANALISI MERCATO 62 Contante, carta o smartphone? “A pagare e morire c'è sempre tempo”. Così recita un vecchio adagio che mai come oggi gli italiani cercano di far proprio, almeno per quanto riguarda il “pagare”. Ma di fatto, come si sta evolvendo il settore dei pagamenti nel nostro quotidiano? La tecnologia incombe, il contante resiste.
DOSSIER AEROPORTI 42 Dublin Airport: retail, food e servizi ad alta quota Protagonista nel 2010 con il completamento del nuovo T2, l’aeroporto di Dublino conta oltre 20 milioni di passeggeri l’anno (+6% nel 2013). Altrettanto significativa è l’offerta retail&food, declinata tra proposte locali, internazionali e di servizi al passeggero. Autogrill svetta nella ristorazione, con 10 milioni di giro d’affari.
NEWSTECH&ARREDO
69
INTERNATIONAL
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VETRINA
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LA FOTO
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LA PULCE NELL’ORECCHIO Benetton lascia o raddoppia?
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R&F NEWS OPENING
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INDICE R&F È arrivata la bufera, è arrivato il temporale...
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OSSERVATORIO PREZZI 22 Shopping al Fiordaliso Oggi risparmiare non è importante, è necessario. Siamo quindi andati a vedere quanto può costare acquistare alcuni capi d'abbigliamento da uomo, donna e bambino in cinque negozi nel centro commerciale Fiordaliso, alle porte di Milano. COSA OCCORRE SAPERE PER... SPECIALE Le grandi locazioni
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PRIMA PIETRA 30 Centro Esp Ravenna: la galleria raddoppia Dopo quasi dieci anni di gestazione entra nel vivo il progetto di ampliamento. Ottenute le licenze, IGD Siiq ha avviato la commercializzazione: la Gla aumenterà di 19mila mq e il numero di negozi di oltre 40 unità. L’investimento è di circa 51 milioni di euro. Lo shopping centre romagnolo ha già visto un restyling nel 2012. LONG LIFE 34 Tutte le strade portano a Piazza Campania Inaugurato nel 2007, il complesso commerciale di proprietà Corio e Piazza degli Svaghi è una destinazione per lo sviluppo retail nel Sud Italia. Costato 220 milioni di euro, ospita 180 punti vendita su una Gla di 122mila mq. Tra i plus la food-
WORLD RETAIL CONGRESS 2014 Retail disrupting, è l'ora dei Millennials
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RESOCONTO RISTORAZIONE 2014 48 Ristorazione e nuovi format, obiettivo differenziazione VADEMECUM Retail Trends, parola agli esperti
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TRAVEL RETAIL Customer experience on the move
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PAROLA DI… MASSIMO MORETTI 54 CNCC: «Un nuovo corso per rilanciare il mercato. Noi non ci tiriamo indietro». RETAIL MANAGEMENT SPECIALIST Sviluppo della catena nei mercati emergenti
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RUBRICHE STOCK OPTION COMUNICAZIONE DI SERVIZIO NEW MARKETS OUTLOOK INVIATO SPECIALE
retail&food - novembre 2014
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r&f News GARA A CAPODICHINO PER SPAZI EX AUTOGRILL
EIRE AL CAPOLINEA
E
Gesac (Gestione servizi aeroporti campani) ha indetto una gara informale per l'affidamento in sub concessione della gestione di punti vendita nell'Aeroporto internazionale di Capodichino. Le attività in questione sono di food&beverage e la gara nasce dalla necessità di Gesac di evitare disservizi ai fruitori dello scalo, conseguenza della cessazione di attività da parte di Autogrill che ha rilasciato i locali il 30 settembre scorso anticipando le scadenze previste dal contratto di sub concessione. Le location oggetto di gara, nello specifico, ospitavano Obikà (222 mq), Bar Tentazioni (271 mq), Bar Galleria (253 mq), Ristorante Ciao (488 mq), oltre a 303 mq di aree logistiche.
xpo Italia Real Estate 2015 non ci sarà. La notizia è arrivata per mano dello stesso presidente di Ge.Fi – Gestione Fiere, Antonio Intiglietta, attraverso una lettera che ha inviato a tutta la community legata alla kermesse. La crisi ha certamente contribuito in modo determinante a invertire il trend positivo che aveva contraddistinto la rassegna nei primi anni, quando grandi e sfarzosi stand occupavano per intero i due padiglioni nel complesso di Rho-Pero. Ma, come sovente capita, dalle stelle alle stalle il passo è stato molto breve, anche perché, dal nostro punto di vista e da quello di molte aziende, troppo poco è stato fatto per andare incontro alle esigenze degli espositori. La mancanza di massa critica denunciata da Intiglietta nella missiva, che ha determinato di fatto la chiusura dei battenti, è il drammatico risultato di una miope politica gestionale: da un lato, infatti, non ha pagato la scelta di portare avanti una fiera despecializzata, alimentata da tante anime che poco avevano in comune. Il residenziale con il retail, giusto per fare un esempio. Dall’altro, quando è scoppiata la crisi, i listini al mq e dei servizi a valore aggiunto sono rimasti troppo alti. Questo era il sentiment di molte aziende, come abbiamo sempre riportato nei vari resoconti post evento.
Stock option
PROGETTI IN CASA KABI La società Kabi guidata da Dietelmo Pavoncelli e dalla moglie Gabriella ha lanciato un nuovo marchio di proprietà che va ad affiancare il brand +Mini e la licenza di Andrea Incontri. Il nuovo brand di abbigliamento donna Tiziana Pavoncelli è stato creato con la consulenza stilistica di Tiziana Crociani, già amministratore delegato dello Studio Roscini, e nasce proprio dall'unione tra il nome della stilista e il cognome della famiglia titolare dell'azienda. Inoltre, da pochi mesi è stato siglato un contratto con la società fashion cinese ZhuOou per aprire 150 negozi nei prossimi 3 anni. Già in primavera verranno aperti due shop a Pechino e Shanghai, mentre entro il 2015 ne inaugureranno altri cinque, facendo crescere il fatturato che nel 2014 è previsto intorno ai 4 milioni di euro.
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retail&food - novembre 2014
Burger King Nella lotta tra i colossi del fast food è fondamentale essere un passo avanti. Burger King così in Giappone propone il burger total black con pane e formaggio preparati con cenere di bambù e carne di manzo cotta con grani di pepe nero e una salsa al nero di seppia. Palla all'avversario! TotalErg La compagnia petrolifera e Inpost insieme per Lockers, un sistema di consegna e spedizione 24 ore su 24 di merce acquistata e venduta online all'interno di stazioni di servizio carburante. Il primo sistema nel distributore TotalErg di viale Marche a Milano. Diversificazione. Fashion über halles Gli opening di moda nel 2013 hanno rappresentato il 68% del totale delle aperture di tutti i settori in 61 Paesi analizzati da uno studio Cbre. La crescita è stata del 30% e i brand italiani seguono quelli americani come opening. Argento all'Italia!
Autogrill È stato assegnato ad Autogrill il Marchio di Qualità design for All per l'area di servizio Villoresi Est, sull'autostrada Milano-Laghi. Il premio è stato attribuito per la correttezza del progetto processuale e la coerenza fra progetto e offerta della struttura.
Converse Il brand americano nato nel 1932 ha fatto causa a 31 aziende per aver copiato alcune caratteristiche delle sue sneakers Chuck Taylor. La lista include brand globali e compagnie meno conosciute con sede in Cina o Giappone. Esagerati!
Import export Dicono che i reciproci scambi commerciali tra Russia e Italia non abbiano subito alcuna limitazione in seguito alla crisi Ucraina. In compenso sono aumentate le esportazioni verso paesi confinanti senza blocchi alle frontiere. Fatta la legge trovato l'inganno!
Luxottica Il patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio dopo aver “perso” l'ad ha perso anche 146 milioni di euro chiudendo il contenzioso con l’Erario e la Procura di Milano con un accordo sui dividendi maturati nel 2006 in Lussemburgo ma non ancora incassati. Venti di burrasca.
Airberlin Dal 26 ottobre Airberlin ha trasferito da Milano Malpensa a Milano Linate i tre voli giornalieri verso Dusseldorf e i due collegamenti quotidiani per Berlino-Tegel. Verranno trasferiti a Linate anche i tre voli giornalieri verso Vienna operati da Niki, la compagnia aerea austriaca che fa parte del gruppo Airberlin. Troppi galli nello stesso pollaio.
Jimmy Choo Debutto senza il botto per la matricola Jimmy Choo. Il marchio di scarpe ha avviato le negoziazioni questa mattina alla Borsa di Londra con un primo piccolo rimbalzo sul prezzo di quotazione di 140 pence per azione, per poi attestarsi verso la quota iniziale. Meglio pensare alle scarpe!
50 ANNI DI SELEX, CHE INVESTE EATALY SMERALDO TRA I PREMIATI ALTRI 135 MILIONI NEL 2015 DEL WORLD RETAIL CONGRESS «D
all'inizio del nostro cammino ci siamo posti come obiettivo un salto di qualità del commercio associato, sia nella professionalità delle imprese e degli uomini, sia nei rapporti di collaborazione con il settore industriale. E, passo dopo passo, il nostro Gruppo è diventato uno dei principali protagonisti della distribuzione nazionale». Queste le parole di Dario Brendolan, presidente del Gruppo Selex, pronunciate durante la convention svoltasi al Teatro degli Arcimboldi di Milano per festeggiare il 50° anniversario del Gruppo distributivo Selex. Tradotto in numeri, questo impegno ha prodotto al 20 giugno 2014 una rete di 2.690 punti vendita, di cui 21 ipermercati, 58 superstore e MiniIper, 268 supermercati integrati e 765 supermercati, per una superficie complessiva che sfiora i 2 milioni di metri quadrati. La quota di mercato, invece, si attesta al 10,7% (iper + super + superette + cash & carry). Ma in casa Selex si guarda soprattutto al futuro: per il 2015 è previsto un investimento di 135 milioni di euro, che porterà 47 aperture (22 dettaglio, 22 discount, 3 cash & carry) e 46 ristrutturazioni (29 dettaglio, 16 discount, 1 cash & carry).
I
SANTA MARIA NOVELLA RIPRENDONO I LAVORI
WI-FI: AEROPORTI ITALIANI TRA I PRIMI DELLA CLASSE
M
eta turistica di livello internazionale Firenze ha finalmente la possibilità di far ripartire i lavori della stazione Santa Maria Novella, con i suoi 59 milioni di passeggeri in transito ogni anno e la posizione strategica di collegamento nella tratta da nord a sud per i treni ad alta velocità ItaloTreno e Freccia Rossa. Il vertice tra il sindaco Nardella e il nuovo amministratore delegato di Grandi Stazioni, Paolo Gallo, ha portato con sé l'annuncio di una svolta nella fase di stallo che si era creata a seguito della difficile situazione in cui versava la società Satrel che aveva ereditato dal Gruppo Ics l'appalto da 27 milioni di euro per il restyling dello scalo ferroviario. «Galleria commerciale, parcheggio per le bici e nuova piazza saranno pronti per la fine dell’anno», garantisce Gallo. I primi negozi della galleria (telefonia e abbigliamento) saranno consegnati entro novembre, il resto (ristorazione, sport, altri shop di vestiti e la nuova suggestiva Feltrinelli a cui si accederà anche dal piano binari) in tempo per le feste.
big del retail si sono incontrati anche quest'anno a Parigi in occasione del World Retail Congress. Nel corso della manifestazione sono stati premiati i retailer più innovativi. Ad aggiudicarsi l'”International retailer of the year” è stata la catena svedese H&M. Mentre dal Giappone è arrivato il “retailer of the year”. Il vincitore, Fast Retailing, è il gruppo che detiene in portafoglio le catene Uniqlo, Comptoir des cotonniers e Princesse Tam Tam. Quest'anno un premio ha preso il volo anche per l'Italia, atterrando a Milano: Eataly Smeraldo infatti, il megastore di Oscar Farinetti, si è aggiudicato il premio nella categoria “innovative concept”. A Natalie Massenet e Mark Sebba, rispettivamente fondatrice e Ceo di Net-a-Porter, è andata la medaglia di “outstanding leadership award”. Mentre Starbucks ha vinto il “retail transformation and reinvention award”, per la capacità e la rapidità dimostrate nel reagire alle mutevoli condizioni del mercato. Tra gli altri riconoscimenti, due catene britanniche: John Lewis, che ha primeggiato nella categoria “omnichannel retailer of the year”, e Sainsbury’s, che ha vinto per la miglior pubblicità con la campagna “Christmas in a day”.
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embra incredibile, ma per una volta, invece di essere tra i primi in classifica per i disservizi, in Italia siamo tra i migliori per un servizio molto importante: Internet. Gli aeroporti italiani infatti, almeno quanto a disponibilità di connessione wi-fi, sono i primi della classe assieme alla Russia. Questo è quanto emerge da un’indagine firmata dal colosso dei viaggi Skyscanner. In entrambi i Paesi, i principali scali offrono una connessione illimitata e gratuita, cosa di non poco valore, dal momento che per il 96% dei viaggiatori europei è ormai una necessità. Anni luce da tariffe tipo quelle di Düsseldorf o Lisbona, gli scali più cari d’Europa, dove si devono sborsare ben 10 euro per 120 minuti. In Italia sono liberi e gratuiti gli aeroporti milanesi di Linate e Malpensa; quello di BergamoOrio Al Serio; l’hub di Roma Fiumicino e il Guglielmo Marconi di Bologna. A livello europeo, il 48% degli aeroporti più importanti (circa una cinquantina quelli selezionati) dispone dunque di un accesso illimitato, e nella maggior parte degli altri c'è un minutaggio gratuito prima che scatti la tariffa a pagamento.
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News L’ENAC APPROVA I 2.400 METRI DI ADF Nel corso del Consiglio di amministrazione Enac (Ente nazionale per l'aviazione civile), il direttore generale Alessio Quaranta ha presentato una relazione in merito alle ragioni della scelta operata dall’Ente sulla lunghezza che caratterizzerà la nuova pista di volo dell’aeroporto di Firenze Peretola, così come descritta nel master plan attualmente in corso di valutazione. Nella nota diffusa dal medesimo ente si legge che “Enac ha effettuato un approfondimento del tema definendo l’orientamento della nuova pista e individuando al contempo la lunghezza di 2.400 metri come quella ottimale sotto il profilo ambientale, infrastrutturale e delle performance degli aeromobili che saranno in uso, sia per motivi di sicurezza delle operazioni di volo sia per evitare limitazioni del numero di passeggeri da imbarcare sui voli o delle merci da trasportare”. Il presidente Enac, Vito Riggio, dovrà ora incontrare le istituzioni regionali e territoriali interessate al progetto e presentare formalmente quanto deciso, per mettere forse la parola fine a questa annosa questione.
CONAD IPERMERCATO DEBUTTA AL QUASAR VILLAGE
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ella rinata location del Quasar Village, ex discoteca a Corciano (Perugia) trasformata in uno dei più grandi centri commerciali dell’Umbria, debutta la nuova insegna Conad Ipermercato. Un’inaugurazione nell’inaugurazione che è stata portata a compimento da PAC 2000A, una delle otto cooperative associate a Conad. L’investimento complessivo per questa operazione ammonta a circa 100 milioni di euro, di cui 13 sono serviti per realizzare le infrastrutture e la viabilità, mentre il giro d’affari annuo è stato stimato in 80 milioni di euro. 2.200 sono i parcheggi auto, di cui 1.500 coperti. Guardando all’offerta commerciale, all’interno del Quasar Village trovano spazio 60 negozi, 50 dei quali nella galleria di 8.100 mq, assieme a bar e ristoranti, e alcune attività commerciali su grandi superfici: dall’alimentare all’abbigliamento, dai giocattoli all’elettronica. I marchi principali sono quelli di Conad, H&M, Ovs, PittaRosso, Piazza Italia, Maxi Toys e Euronics. L’àncora alimentare, in particolare, si sviluppa su una superficie di vendita di 5mila mq, vanta un assortimento con divisione tematica in “mondi” e a regime genererà un fatturato di 40 milioni di euro all’anno. In un tempo di percorrenza compreso in 30 minuti, si stima che siano oltre 150mila le persone che possono raggiungere il nuovo complesso commerciale di Corciano.
Comunicazione di servizio
A cura di Acqua Group - www.acquagrouo.it
IL SETTIMO MEDIA: LA PERCEZIONE DEI CONSUMATORI
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bbiamo sottolineato più volte quanto sia strategico per un brand il “settimo media”, ossia andare a comunicare negli shopping mall, là dove avvengono le decisioni d’acquisto, consce o inconsce che siano. Nessuno però aveva interpellato al riguardo i diretti interessati, ossia i consumatori. Ora Acqua Group (con le divisioni EMG-Acqua e Acqua Retail)
ha realizzato una ricerca di mercato ad hoc, proprio sull’argomento. I dati che emergono mettono chiaramente in luce come i visitatori abituali dei centri commerciali abbiano un vissuto positivo del “nuovo media”. La televisione domina ancora l’immaginario mediatico dei consumatori, con la sua capacità di attirare l’attenzione e stimolare – con immagini, suoni, musiche, ecc. – l’advertising recall. Perde però terreno nei confronti della comunicazione nei centri commerciali che, con la sua polisensorialità, si distingue in termini di capacità di creare familiarità, vicinanza e affinità con i marchi. Insomma i dati e le percentuali ci confermano che una reale brand activation può avvenire solo là dove il contatto con i potenziali clienti è diretto, fisico e non mediato.
Davide Arduini (a sx) e Andrea Cimenti (a dx) Presidente di Acqua Group e Amministratore Delegato di Acqua Group
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News BENETTON, ALTRI 40 SHOP IN RUSSIA IN TRE ANNI Taglio nastro e grande progetto di sviluppo per Benetton in Russia, dove è presente da oltre 20 anni. In occasione dell’inaugurazione del nuovo flagship store di Mosca, il marchio di moda ha annunciato che aprirà nel Paese degli Zar altri 40 shop nel prossimo triennio. Il primo passo di questo percorso è l’opening del monomarca di Tverskaya Street, nei pressi della Piazza Rossa, attivo da fine agosto ma festeggiato soltanto nelle scorse settimane. Il nuovo negozio è sviluppato su una superficie di oltre 1.600 mq e presenta il format avviato a Milano, denominato ‘On Canvas’: un omaggio alla maglieria United Colors of Benetton. Il medesimo format caratterizzerà anche gli altri tre punti vendita in pipeline in autunno, che vedranno la luce in altrettanti centri commerciali della Capitale e della sua regione.
IL CENTRO GHERLINDA A COGEST RETAIL
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a proprietà del Centro Gherlinda, aperto nel 2001 a Ellera di Corciano (PG), ha affidato a Cogest Retail l’incarico di commercializzare la galleria di negozi. Ad oggi Gherlinda comprende un multisala The Space da 11 sale, che svolge la funzione di “ancora”, e cinquanta esercizi tra cui Giunti al Punto, Motivi, Yamamay, Original Marines, Benetton, Athletes World, Guess, Salmoiraghi & Viganò, Med Store (Apple Store Reseller) e Carpisa, per una Gla complessiva di 16.238 mq distribuita su due livelli. «Il centro si appresta ad affrontare l’ingresso di un nuovo competitor nel suo bacino di utenza: un evento che deve e può essere gestito come un’occasione per consolidare la posizione conquistata nel tempo e per rafforzare il legame con il territorio», spiega Roberto Marchetti, direttore commerciale e sviluppo di Cogest Retail. Per farlo Gherlinda potrà contare su alcuni punti di forza, oltre alla componente ludica, una base di clienti fidelizzata e alcune insegne nazionali e internazionali. «L’obiettivo del nostro intervento – prosegue Marchetti – è integrare, ottimizzandolo, il mix merceologico; equilibrare l’offerta sui due piani e rivitalizzare la ristorazione, considerando le esigenze di un pubblico giovane e famigliare».
NEW MARKETS OUTLOOK a cura di STRA_BRANDING
www.strabranding.com
IL PRIMO PROGETTO DI MITZUI A TAIWAN Mitzui Fudosan, il colosso del real estate giapponese, sbarca a Taiwan con la costruzione del più grande Outlet Mall nel nord del Paese, situato a Linkou nell’area denominata New Taipei. Dopo il successo ottenuto in patria con il format Mitzui Outlet Park (12 Mall), la strategia del Gruppo ha preso la direzione dell’internazionalizzazione in Asia con l’apertura in Cina nel 2011 di un primo Outlet Mall a Ningbo nella provincia dello Zhejiang, seguito dall’apertura di un altro a Shanghai prevista nel 2017 e, appunto, dal progetto di Linkou a Taiwan (Fig.1). Quest’ultimo, che si estende su un’area di circa 67mila mq, di cui 45mila dedicati al retail, è situato a 30 minuti d’auto dal centro di Taipei, a circa 20
Linkou Outlet Mall Projetc, New Taipei City, Taiwan
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minuti dall’aeroporto internazionale di Taoyuan e sorge accanto alla Linkou Station della MRT (Mass Rapid Transit). In 60 minuti d’auto da Linkou si raggiungono 6,8 milioni di abitanti (20% tra i 30-40 anni e 20% sotto i 14 anni) in quanto a Taiwan la popolazione più giovane nelle aree suburbane a ridosso della capitale, Taipei, è aumentata di pari passo con lo sviluppo della rete dei trasporti. Anche il comportamento di acquisto dei consumatori sta cambiando, spostandosi dallo shopping caotico dei grandi department stores di Taipei (market share del 27% sul totale delle vendite retail) verso i centri commerciali delle aree periferiche. La proposta commerciale conterrà un cinema multisala, diversi supermercati, una food court con una grande varietà di ristoranti (30) e più di 200 negozi con un mix equilibrato tra marchi internazionali, anche del lusso, europei, giapponesi, taiwanesi e asiatici in generale. L’Outlet Mall di Linkou verrà aperto al pubblico nel settembre del 2015 e la nostra società ha avuto l’incarico di gestirne la proposta commerciale dell’area retail per i principali marchi del lusso. Da un punto di vista più generale, mi sembra infine interessante sottolineare come Taiwan rappresenti un mercato prospero e ricettivo nei confronti dei marchi internazionali, dove le vendite retail sono raddoppiate negli ultimi quindici anni e sempre in crescita. Infine, in base al recente Global Competitiveness Report 2013-2014 del Word Economic Forum, questo Paese si attesta al 14° posto (l’Italia è al 49°) confermando alcuni punti di forza, quali capacità di innovazione (10° posto), efficienza del mercato dei beni (11° posto), infrastrutture (11° posto) ed educazione e formazione (12° posto). Luca Esposito
News CONAD DIVORZIA DA E. LECLERC IL QUALE...
Inviato speciale
ENTERTAINMENT, EDUTAINMENT E SHOPPERTAINMENT Dopo il divorzio da E Leclerc, Conad stringe un'alleanza quinquennale con il Gruppo Finiper a partire dal 2015, rinnovabile automaticamente per ulteriori cinque anni. La catena commerciale di Marco Brunelli, quando l'iter sarà concluso, potrà contare su acquisti aggregati superiore ai 14 miliardi. L'obiettivo è di collaborare nei prodotti non-food, nei servizi e negli assortimenti con particolare attenzione agli ipermercati. L'asse tra i due gruppi italiani verterà dallo sviluppo della logistica ai nuovi prodotti, fino ai settori a più alto tasso di innovazione (gastronomia, pescheria, affettati) e a strategie di marchio coordinate. Ma la collaborazione si svilupperà soprattutto nella negoziazione in comune degli acquisti. «Conad e Finiper hanno risorse e capacità adeguate per poter cogliere le opportunità offerte dalla crisi proponendo convenienza e servizi sempre più vicini alle esigenze dei cittadini» ha commentato l'amministratore delegato di Conad, Francesco Pugliese.
Ultimamente si sono realizzati innumerevoli studi sull’importanza dell’intrattenimento come fattore di successo per gli shopping mall. E il risultato sembra definitivo: le strutture d’intrattenimento sono essenziali. L’esperienza insegna che i progetti vincenti vengono organizzati secondo la regola dei ‘terzi’: un terzo dello spazio dedicato al retail, uno allo svago e divertimento e uno al food&beverage.
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li architetti hanno dunque bisogno di lavorare a stretto contatto con gli sviluppatori per considerare i diversi tipi di entertainment richiesti fino dalla fase iniziale del progetto. Allo stesso tempo, gli sviluppatori devono avere un’idea di base del mix ideale di intrattenimento da inserire prima di chiedere i servizi di un architetto. I futuri mall dovranno però valutare nuove forme, diverse da quelle classiche attualmente in funzione: la creazione della perfetta fusione tra retail, istruzione e divertimento
… SI CONSOLA CON COOP E DELHAIZE Coop si è alleata con i francesi di E. Leclerc e i belgi di Delhaize entrando nella cooperativa europea Coopernic. Gli effetti dell'accordo decorrono da gennaio 2015. I tre Gruppi metteranno in comune le proprie competenze su tre aree principali: l'ottimizzazione con i fornitori internazionali; il miglioramento delle performance nella produzione delle marche del distributore; la ricerca di sinergie per migliorare l'offerta di prodotti ai consumatori. Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, ha commentato: «È un accordo strategico paritario e di natura cooperativa che si focalizza sui temi dell'innovazione commerciale a vantaggio dei consumatori dei rispettivi Paesi. Per Coop si chiude una fase iniziata nel 2005 che metteva al centro le alleanze nazionali e si apre una nuova fase di respiro internazionale, maggiormente adatta a sostenere le imprese cooperative in mercati di alta e globale competizione».
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è ciò che creerà il vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti. Ad esempio, oltre ai servizi di intrattenimento tradizionale come piste di ghiaccio e cinema, Ski Dubai e iFly, entrambi a Dubai, hanno dato grande spinta nell’attrarre i clienti di Mall of the Emirates e di City Centre Midriff, rendendoli di diritto “destination mall”. Con le nuove stelle emergenti dell’edutainment come Kidzania,
vera e propria ‘mini-città’ dei bambini, lo sviluppatore dovrà necessariamente considerare i ricavi rispetto ai costi nell’includere simili tenant nel design iniziale del nuovo mall. Kidzania a Westfield London coprirà un’area di quasi 7.500 mq e un costo di 20 milioni di sterline, ma la sua presenza aumenterà in modo esponenziale il footfall incrementando i ricavi dei tenant retail e food esistenti. L'emergere del nuovo "shoppertainment", dove gli acquirenti adulti possono provare i loro prodotti in modo interattivo, richiede anche un considerevole sforzo di progettazione. Camp5 Climbing Gym in Malesia occupa 2mila mq e dispone di una parete di arrampicata dove i clienti possono provare i loro attrezzi prima di comprarli. Questo concetto è ancora relativamente nuovo, ma vi anticipo che guadagnerà molta popolarità nell’immediato futuro. La prossima realizzazione di Design International, Cleopatra Mall, sarà caratterizzata da 8.000 mq "edutainment", anchor chiave a una estremità del progetto, e da 10.000 mq di "shoppertainment", all'estremità opposta con circa 70 ristoranti. Nella nostra recente partecipazione all’iniziativa di Arese, in Italia, la pista on-site di collaudo dell’Alfa Romeo è integrata con le vie dello shopping esterne e interne e con strutture all'interno dell'edificio principale, consentendo ai clienti di sperimentare un’emozionante "esperienza di guida" in una nuova città dello shopping. Davide Padoa, CEO di Design International www.designinternational.com
News JLL: BUONE PROSPETTIVE PER IL RETAIL REAL ESTATE
FOOD, WINE&SPIRITS CRESCONO NEL LUXURY
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li investimenti globali in immobili commerciali (non residenziali) nel terzo trimestre del 2014 hanno raggiunto la cifra di 165 miliardi di dollari, +4% rispetto al secondo semestre e +13% rispetto allo stesso periodo del 2013. Anche nel nostro Paese il 2014 conferma risultati solidi in termini di investimenti nel real estate, con volumi ad oggi ancora stabili rispetto al 2013. I dati riflettono infatti operazioni nate alla fine del 2013 o nella prima metà del 2014, che sono quindi ancora in lavorazione ma con chiusura attesa nell’arco dei prossimi 3-6 mesi. Nei primi nove mesi del 2014 i volumi si sono attestati attorno ai 2,7 miliardi di euro, in linea con lo stesso periodo del 2013. Sui volumi totali al Q3 è ancora il settore retail a fare la parte del leone: da solo ha attirato circa il 50% dei volumi investiti. Il settore uffici rappresenta un terzo dei volumi totali, ma la pipeline di transazioni per i prossimi 3-6 mesi è notevole; come anche per il settore alberghiero, per il quale sono previste alcune grosse operazioni da parte di investitori primari internazionali entro la fine di quest’anno nelle principali città turistiche.
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ell'anno in corso i settori food e wines&spirits hanno registrato una crescita interessante nell'ambito del mercato del lusso. Secondo la ricerca effettuata da Bain&Co per Altagamma, in particolare, cresce del 5% il segmento del luxury wines&spirits e del 2% quello del cibo. In questo caso, grande impatto ha il gourmet food, «anche se popolato da aziende piccole e piccolissime» ha spiegato Claudia D'Arpizio, partner dell'ufficio di Milano di Bain. In particolare, nel travel retail aeroportuale, il gourmet food sta prendendo sempre più spazio, diventando un dono alternativo agli alcolici. I ristoranti di lusso sono abbastanza in sofferenza, mentre per quanto riguarda il vino, si assiste a una forte crescita dei liquori. «Anche se nel 2014 il Governo cinese ha ulteriormente ristretto alcuni controlli sull'utilizzo di alcolici come doni 'corporate' (era tipico dopo la chiusura di un deal regalare alcolici) – ha concluso D'Arpizio – C'è molto controllo e dunque sta crescendo molto di più la parte vini per consumo personale mentre il gifting è in riduzione».
News WALK THROUGH IN AIRSIDE ALL’AEREOPORTO DI OLBIA
METRO ITALIA, CLAUDE SARRAILH È IL NUOVO AMMINISTRATORE DELEGATO
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aeroporto di Olbia si è rifatto un po' il look. È stato introdotto, infatti, il concetto di walk through in airside. Sono stati modificati i flussi di accesso all'airside incanalandoli verso la sala vip e le nuove aree commerciali. Attraverso un operatore locale Ambrosio FlyShop, in partnership con Heinmann, è stato aperto a giugno scorso un walk through di circa 200 mq, accanto a un nuovo format di typical products bar denominato Cosas Bonas, per finire con un secondo walk through di 150 mq a marchio Kara Italy, gestito dalla controllata Cortesa e dedicato alle squisitezze dell'enogastronomia Italiana. Altra novità ha riguardato il ridisegno di tutti gli store airside già esistenti. Sono stati introdotti format più moderni con utilizzo di materiali pregiati come vetro e acciaio e portato a termine studi di illuminotecnica ad hoc; infine anche l'area food&beverage è stata migliorata con ampliamento di sedute e delle aree di servizio.
al primo di ottobre Claude Sarrailh è il nuovo amministratore delegato di METRO Italia Cash and Carry. Il manager succede a Philippe Palazzi, che dopo tre anni e mezzo trascorsi al vertice della filiale si dedicherà a nuove sfide internazionali all’interno di Gruppo METRO. Ma il cambio al vertice non è l’unica novità in casa METRO Italia. I punti vendita di Roma La Rustica, di Roma Laurentina, di Firenze e di Cesano Boscone (MI) sono stati rinnovati per essere ancora più vicino ai clienti, agevolandone scelte e modalità di approvvigionamento. METRO Italia prosegue quindi il piano di ammodernamento e innovazione avviato su scala nazionale lo scorso anno, segmentando le diverse tipologie di punti vendita per introdurre le iniziative più adatte alle specifiche piazze. Negli store più storici, con una superficie di almeno 10mila mq, sono stati rinnovati alcuni aspetti tipici del formato distributivo Cash & Carry, rafforzando il tono professionale dell’ambiente, migliorando la funzionalità degli spazi e l’espressività della comunicazione.
LA CRISI RUSSO-UCRAINA COLPISCE LE SCARPE ITALIANE
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econdo i dati Istat elaborati da Assocalzaturifici, nel primo semestre 2014 le esportazioni verso i Paesi dell’Est sono scese del 20% circa in valore, passando da 400 a 321 milioni di euro, e del 17,7% in quantità (da 5,6 a 4,6 milioni di paia) rispetto allo stesso periodo del 2013. Sembrava troppo bello per essere vero. Il mercato, letteralmente esploso dal 2000 al 2013 con una crescita al netto dell’inflazione del 152%, pari al 74% in termini di volume, risente oggi della grave crisi politica tra Russia e Ucraina. A fine 2013 la Russia era il nostro quinto mercato di destinazione in valore e il settimo in volume, oggi è scesa del 21,7 per cento. Ucraina e Kazakistan, gli altri due principali acquirenti dell’area, che occupavano il sedicesimo e il ventisettesimo posto nella graduatoria valore, hanno ridotto gli ordini rispettivamente del 18,3% e del 10,2 per cento. Il peso dell’intera Csi (Comunità stati indipendenti) sulle vendite estere di calzature italiane superava il 10% in valore; cifra che nel 2000 era ferma al 3,7 per cento.
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r&f News opening LOACKER POINT ALL’ORIOCENTER Loacker sceglie di recuperare le proprie radici, ripristinando l‘idea originale della combinazione fra punto di vendita (Loacker BrandStore) e degustazione (Loacker Moccaria) dei suoi prodotti dolciari, con il Loacker Point. Ultima apertura in ordine di tempo è stata quella all'Oriocenter di Orio al Serio (BG). Qui il Loacker Point si sviluppa su uno spazio di 188 mq, in cui è possibile trovare la più ampia scelta dei prodotti Loacker, inclusi quelli destinati al mercato estero e le confezioni speciali. Loacker Moccaria è il cuore del Loacker Point, un locale adibito a CaféPasticceria dove sperimentare il piacere delle specialità fatte a mano, utilizzando ingredienti naturali e di prima scelta.
Deborah, Moleskine, Pinko e... novità in casa Sea
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li aeroporti di Milano Linate e Malpensa sono in continua evoluzione, per offrire ai passeggeri una shopping experience sempre più completa e piacevole. In particolare tra le recenti aperture a Malpensa, la più dolce è senza dubbio la Happiness station Algida che al satellite A del terminal 1 offre momenti di vero piacere prima di imbarcarsi sul proprio volo. Coloro che partono dal satellite B invece avranno la possibilità di vedere altre novità: l’apertura di Ops!Objects, brand molto apprezzato dalle più giovani per gli accessori alla moda che fanno tendenza, e Deborah, azienda di make up dove scoprire i nuovi colori per l’autunno/inverno. Agli imbarchi Schengen, invece, è approdata Moleskine dove si possono acquistare i diari che fanno tendenza, ma anche penne e custodie iPad. Anche a Linate si segnalano importanti new entry: mentre ci si imbarca, infatti, si può fare shopping nel nuovo store di Pinko, abbigliamento da donna dallo stile moderno e dinamico con capi che vanno dallo stile sportivo al più classico. Per l'uomo d'affari che ama lo stile, invece, sempre agli imbarchi, è arrivato il brand tedesco Hugo Boss.
Camicissima apre a Panama Montblanc e Pandora taglio nastro a Fiumicino
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el Terminal1 dell'aeroporto Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino hanno inaugurato due nuove boutique: Montblanc e Pandora. Sessanta metri quadrati dove sono esposte le collezioni di strumenti da scrittura, orologi, pelletteria e gioielli da uomo per Montblanc; 31 mq allestiti con elementi di arredo del brand Evolution, invece, per Pandora, il famoso marchio di gioielli danese. La gestione di entrambi gli spazi è stata affidata a Lagardère Service Travel Retail che collabora con Pandora per la prima volta in Europa dopo diverse partnership in Asia. A partecipare al taglio nastro dei due negozi c'erano (da sinistra) Fulvio Fassone, direttore commerciale di Aeroporti di Roma; Séverine Lanthier, ceo di LS Travel Retail Roma; Frank Passmann, presidente di Travel Retail International Montblanc; Julian Mullins, vice presidente di Travel Retail Pandora.
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l brand appartenente alla società Fenicia Spa, fondata nel 1931 da Giovanni Candido e che detiene anche il marchio Feni Uomo, ha scelto Panama per il proprio debutto in Centro America. Camicissima ha inaugurato il nuovo monomarca, 77 metri quadrati e due vetrine, all’interno di Multiplaza, il centro commerciale di proprietà del Grupo Roble e che vanta la distribuzione di numerosi marchi internazionali. Il brand è presente, oltre che in Italia, negli Stati Uniti – con la società Camicissima Inc. – negli Emirati Arabi, in Libano, in Grecia. Ma anche in Cina, Giappone, Austria, Germania, Ucraina e Svizzera. E si prevede un’ampia espansione a livello internazionale. Il presidente di Fenicia Spa, Fabio Candido, si è detto molto soddisfatto di questa apertura definendola “una porta fra Centro e Sud America”.
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News opening TIGER APRE ALL’AEROPORTO DI TORINO CASELLE
La catena danese di design low cost ha portato a ventiquattro i negozi aperti in Italia: 5 proprio a Torino, 4 a Milano, 2 a Genova, Piacenza, Alessandria, Bergamo, Cremona, Siena, Verona, Como, Trieste, Firenze, Livorno, nel centro commerciale di Marghera “Nave de Vero”, Viareggio e Bologna. Ogni mese i negozi Tiger si rinnovano con l’arrivo di circa 400 prodotti nuovi, caratteristici della stagione, che affiancano i circa 2.500 articoli che invece sono sempre disponibili. Roberto Barbieri, amministratore delegato SAGAT ha così commentato il nuovo store: «Sono felice che Tiger ci abbia scelto per aprire il primo punto vendita aeroportuale in Italia e il secondo in Europa, l’altro store si trova nell’aeroporto di Copenghen. Questo operatore internazionale in forte espansione arricchisce l’offerta commerciale dell’Aeroporto di Torino con un negozio vivace e curato nei minimi dettagli, rivolgendosi a un target dinamico e proponendo un assortimento di assoluta novità».
KUADRIFOGLIO, OVS E RIZZATO CALZATURE AL CENTRO SIRA Tris di opening, per un totale di oltre 3mila mq, all’interno del centro commerciale Sira di Treviso. Ad aprire i battenti sono stati i brand OVS Outlet, Rizzato Calzature e Kuadrifoglio, su dimensioni che si attestano rispettivamente su mille, 1.700 e 500 metri quadrati. Lo shopping centre a Fossalunga di Vedelago ospita complessivamente dieci esercizi commerciali, per un totale di 12mila di Gla articolati su un unico livello. I parcheggi a disposizione sono 600. Oltre alle nuove insegne, a trainare l’attiva del complesso retail è l’ancora Sira, che propone un’offerta abbigliamento-casa-outlet su una Gla di 7.500 metri quadrati. A completamento si annoverano i servizi di hair beauty, estetica e un’area di ristorazione. La commercializzazione è curata da TrebilaRetail.
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Mondo Convenienza sbarca in Campania
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rima assoluta per Mondo Convenienza a Napoli e in Campania: la location è quella dello shopping centre Campania di Marcianise. L’opening dell’insegna che commercializza mobili e complementi di arredo a un costo accessibile è avvenuta a inizio ottobre e per darne visibilità, oltre che per veicolare i valori del brand, è stato organizzato un maxi programma di eventi che ha coinvolto circa 300 tra piazze, strade e mercati delle principali città della regione. In occasione di questi momenti sono stati distribuiti shopper, card sconto, palloni di cuoio, portachiavi, taralli, coni gelato con sottoconi e tanto altro. L’appuntamento principale, tuttavia, non poteva che essere in Piazza Campania, nel cuore del centro commerciale gestito da Corio: direttamente da “Made in Sud”, il noto spettacolo di cabaret di Rai2, i comici Gigi & Ross e Gino Fastidio sono stati protagonisti di un divertente spettacolo.
Bianchi Cafè & Cycles, a Milano Bianchi torna a Milano. A pochi mesi dall 130esimo anniversario della fondazione (1885), l'azienda produttrice di biciclette ha inaugurato il primo “Bianchi Cafè & Cycles” in Italia, in via Felice Cavallotti a Milano, città in cui è nata grazie al meccanico Edoardo Bianchi, a due passi dal Duomo. Si tratta di un concept store in cui si fondono ristorazione, alta cucina e, naturalmente, uno showroom ciclistico che offre tutta la gamma di bici Bianchi. Il progetto Bianchi Cafè & Cycles è partito in Svezia, a Stoccolma, nel 2010, per mano del proprietario italo-svedese Salvatore Grimaldi, per poi arrivare a Tokyo, Sälen, Malmö e Vasteras. Lo spazio, di circa 600 mq, è sviluppato su quattro livelli ed è aperto dalle ore 6.30 a mezzanotte, no-stop 7 giorni su 7. Da sottolineare, la collaborazione dello chef Davide Oldani, appassionato di sport e ciclismo, che apporterà il suo personale tocco culinario. «Quello di Milano è il nostro sesto Cafè – ha raccontato il patron Grimaldi – a cui ne seguiranno altri sia in Italia sia nel mondo. Stiamo già pensando di sbarcare a Londra, New York, Roma e magari una seconda una volta a Milano».
Re Giorgio all’Haitang Bay Per Alcott, esordio in Austria International Shopping Complex Armani Group ha inaugurato 4 negozi all'Haitang Bay International Shopping Complex, uno dei più grandi “paradisi fiscali” dello shopping, inaugurato a settembre sull'isola di Hainan e di proprietà di China Duty Free Group. Gli 865 mq occupati dallo stilista italiano sono suddivisi in 390 mq per Giorgio Armani, dove è possibile acquistare, oltre all'abbigliamento, accessori, profumi e occhiali da sole. Emporio Armani, invece, nei suoi 335 mq propone l'intera collezione di abbigliamento e, in più, orologi, gioielli e occhiali da sole. Armani Jeans si estende su 140 mq di abbigliamento ready-to-wear, scarpe e pelletteria. Infine 40 mq sono dedicati ad Armani Junior. Gli spazi sono tutti diversi tra loro e progettati per attirare ed emozionare il cliente. Oggi la rete retail di Giorgio Armani comprende 2.473 negozi distribuiti in oltre 60 Paesi.
Prima assoluta per Alcott al di la della Alpi, in Austria. L’azienda italiana di abbigliamento fast fashion, che fa capo al Gruppo Capri con sede presso il Cis di Nola, avvia il flagship store a Vienna nella cornice del centro commerciale Scs. Nei 400 metri quadrati del nuovo monomarca sono esposte le linee Alcott e Alcott Los Angeles. Il debutto rappresenta un traguardo significativo per Gruppo Capri, che ha archiviato il 2013 a quota 155 milioni di euro di fatturato, in crescita del 35% rispetto all’anno precedente, con una previsione altrettanto positiva per la fine dell’anno in corso. Questi risultati sono frutto soprattutto del progetto di sviluppo della rete retail in Italia e in Europa.
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r&f Indice r&f
a cura di Edifis Intelligence
È arrivata la bufera, è arrivato il temporale... ... e chi sta male è sicuramente il nostro comparto, penalizzato a più riprese da molteplici fattori: le crisi geopolitiche, il rallentamento delle economie mondiali, anche di quelle apparentemente più solide e di quelle dei paesi un tempo detti "emergenti", a cui si aggiunge la scarsa propensione a consumare dovuta all'incertezza che regna sovrana... Fatto sta che i mercati mondiali stanno bruciando ricchezza a un ritmo impressionante. E questa occulta tassa si riversa, a quanto pare, preferibilmente sul "lusso". In un solo mese abbiamo perso 7 punti e non ci consola il fatto che tutti gli indici, ad eccezione del Nyse, sono andati peggio del nostro. Insomma, che dire? La situazione è ben riassunta dalla constatazione che solo due titoli su venti sono in progressione rispetto all'inizio dell'anno, mentre altri due hanno quasi dimezzato il loro valore. Speriamo nel botto di Natale!
Quotazioni al AZIONI
Alcuni marchi di proprietà
Indice al
Mercato 31.12.2013 14.10.2014 14.10.2014
Adidas
Reebok
Xetra
92,64
55,36
59,8 %
Aeffe
Alberta Ferretti, Moschino, Pollini
Italia
0,70
1,90
271,4 %
C.F.Richemont
Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill
88,60
75,90
85,7 %
1,23
1,18
95,9 %
Damiani
Vtx Italia
Dufry
Svizzera
156,60
128,21
81,9 %
Fossil
Nasdaq
120,30
101,29
84,2 %
Geox
Italia
2,64
2,32
87,9 %
Hugo Boss
Xetra
103,50
97,15
93,9 %
Mce
23,90
20,73
86,7 %
153,90
151,66
98,5 %
38,95
36,20
92,9 %
132,60
125,35
94,5 %
Inditex
Zara, Pull and Bear, Massimo Dutti
Kering PPR
Puma, Fnac, Gucci, Redcats, Conforama
Luxottica LVHM
Francia Italia
Louis Vuitton, Moet Chandon, Hennessy, Fendi, Dior, Zenith, Guerlain
Francia
Nike
Nyse
78,64
85,51
108,7 %
Polo Ralph Lauren
Nyse
176,34
158,37
89,8 %
Puma
Xetra
235,15
158,00
67,2 %
Safilo Group
Italia
17,00
9,90
58,2 %
Stefanel
Italia
0,36
0,27
75,0 %
477,90
361,25
75,6 %
Swatch Group
Omega, Longines, Tissot
Tiffany & Co
Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso
Nyse
92,09
89,36
97,0 %
Tod's
Hogan, Fay
Italia
121,40
70,54
58,1 %
INDICE RETAIL&FOOD FTSEMIB
Vtx
100,00
93,2 %
18.967
19.171
101,1%
DAX
9.552
8.825
92,4 %
NYSE
10.400,00
10.278,96
98,8 %
NIKKEI
16.291,31
14.936,00
91,7 % © Edifis Intelligence
20
retail&food - novembre 2014
r&f Osservatorio prezzi
SHOPPING AL FIORDALISO Oggi risparmiare non è importante, è necessario. Siamo quindi andati a vedere quanto può costare acquistare alcuni capi d'abbigliamento da uomo, donna e bambino in cinque negozi nel centro commerciale Fiordaliso, alle porte di Milano
R
ozzano (MI) – 26 settembre. Il centro commerciale Fiordaliso di Rozzano, di proprietà della francese Klépierre, rappresenta uno dei principali shopping centre a sud ovest di Milano. Inaugurato nel '92 e ampliato nel 2010 ha un'offerta oggi di 130 negozi con importanti marchi nei settori abbigliamento, elettronica, beni per la casa, oltre alla presenza del grande ipermercato a insegna Iper. È inoltre uno dei pochi centri a ospitare un negozio Apple, preso “d'assalto” durante il giorno della nostra visita, effettuata in concomitanza con l'uscita del nuovo iPhone 6.
Shopping famigliare Questo mese l'Osservatorio prezzi è
stato incentrato sui brand del fast fashion presenti al Fiordaliso e abbiamo pensato a marchi che nel medesimo negozio fossero in grado di soddisfare richieste per tutta la famiglia, quindi uomo, donna e bambino. La scelta, dunque, è ricaduta sull'americana Gap, sulla svedese H&M, sulla spagnola Zara e sulle due aziende italiane Ovs (gruppo Coin) e Piazza Italia, brand campano piuttosto giovane ma che da alcuni anni si sta facendo strada a suon di numeri nel settore retail. Entrando dall'ingresso principale del centro commerciale, girando verso sinistra si incontrano in sequenza: Gap, Piazza Italia, H&M e Zara; superando, poi, il lungo corridoio che costeggia l'ipermercato Iper La grande i, appena dopo
H&M. Il paniere di prodotti considerato per quest'osservatorio prezzi consiste in tre capi d'abbigliamento a persona: camicetta, jeans e cappottino da donna; boxer, pantaloni casual e maglione da uomo; felpa con cappuccio, jeans e piumino da bambino tra 8 e 12 anni.
Simili ma diversi
Carpisa c'è OVS. Per quanto riguarda le dimensioni, si parla di location con metrature importanti: Piazza Italia, Gap e OVS, infatti, si posizionano in un range che va dai 400 mq ai mille mq, mentre con Zara si sale oltre i mille fino ai duemila mq di
Prima di lanciarci nella battaglia dei prezzi, tuttavia, è importante fare una serie di riflessioni in merito ai brand esaminati. Partendo dal presupposto che si tratta di linee fast fashion, è anche vero che esiste una sorta di graduatoria virtuale di questi marchi, frutto di qualità delle materie prime, manifattura, legame con la moda dettata dalle sfilate e dalle col-
FIORDALISO ROZZANO GAP
prodotti DONNA
prodotti UOMO
prodotti BAMBINO 8-12
ZARA
OVS
PIAZZA ITALIA
min
max
min
max
min
max
min
max
min
max
Camicetta
34,95
44,95
14,99
24,99
29,95
49,95
14,99
34,99
9,95
*
Jeans
39,95
64,95
9,99
39,99
25,95
49,95
9,99
29,99
9,95
24,95
Cappottino
49,95
109,95
19,99
49,99
59,95
99,95
59,99
79,99
24,95
59,95
Pantaloni casual
39,95
69,95
14,99
34,99
29,95
39,95
17,99
29,99
15,95
24,95
Boxer
11,95
*
9,99
14,99
9,95
*
**
**
**
**
Maglione
34,95
44,95
9,99
24,99
25,95
59,95
12,99
34,99
12,95
15,95
Felpa con cappuccio
29,95
34,95
9,99
19,99
16,95
*
9,99
16,99
9,95
15,95
Piumino
39,95
74,95
19,99
24,99
22,95
49,95
19,99
39,99
19,95
39,95
Jeans
19,95
29,95
7,99
19,99
18,95
23,95
9,99
24,99
9,95
19,95
*unico prezzo ** prodotto non venduto nel negozio
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H&M
retail&food - novembre 2014
© Edifis Intelligence
il medesimo articolo si può acquistare col massimo risparmio rispettivamente a 14,99, 17,99 e 15,95 euro. La camicetta da donna più cara, invece, la propone Zara a 49,95 euro, così come il maglione da uomo a 59,95. La foggia, in questo caso, è più di tendenza. La camicetta è in seta e il maglione (decisamente ricercato) ha il collo in pelo. Entrando da Zara, a differenza di Gap, si respira un'aria decisamente più fashion. La metratura, abbondantemente sopra i mille metri quadri, è sfruttata in modo da non congestionare lo spazio. I reparti sono ben distribuiti; quasi tutto l'assortimento è esposto lungo le pareti, o su stend da sfilata, limitando notevolmente la presenza di espositori. Un layout molto semplice e lineare, quindi, che dà respiro e che rende piacevole guardare i capi. Spazi maggiormente sfruttati si trovano da OVS, H&M e Piazza Italia. Qui i primi prezzi sono decisamente accessibili. Un maglioncino da uomo, ad esempio, si trova a 9,99 euro da H&M, anche se per lo spessore, difficilmente si indosserebbe in montagna a gennaio, ma probabilmente nemmeno uno dell'OVS a 12,99 euro o di Piazza Italia 12,95 euro. Possiamo dire che in questi casi forse sono più da stagione autunnale.
Bimbi alla moda Il reparto bambini, per ogni brand, è grande, molto ben fornito e con un'ampia scelta. Bisogna dire che anche in questo caso Gap batte tutti lezioni ma non solo. Anche la cura con cui sono arredati i negozi stessi, le dimensioni, il numero di dipendenti per punto vendita. Tutti fattori che inevitabilmente vanno a incidere sul prezzo finale del prodotto acquistato. In questo panorama di insegne, se ne possono verosimilmente individuare due il cui posizionamento è più alto, per quanto non siano molto assimilabili come prodotti: Gap e Zara. Una è più legata a un abbigliamento casual in stile americano, con collezioni che si rinnovano nel tempo mantenendo sempre un leitmotiv costante. Più legato alle tendenze della moda, invece, è il marchio spagnolo, che propone linee a tratti più eleganti e ricercate. Entrando da Gap, infatti, si
Nota metodologica La tabella riporta il primo prezzo e il prezzo più alto di ogni prodotto per ciascun negozio visitato. In rosso è indicato il listino più alto in assoluto rilevato tra i cinque brand, mentre in blu il più basso.
in quanto a prezzi, con le felpe con cappuccio che arrivano fino a 34,95 euro, i piumini a 74,95 e i jeans a 29,95 euro. Di contro, chi desidera risparmiare per i bimbi che tanto crescono, ma vogliono comunque vestirli in modo carino, da H&M, OVS e Piazza Italia possono acquistare una felpa e dei jeans a meno di 10 euro, e un piumino a meno di 20 euro. In sostanza con una cifra che oscilla tra 37,97 euro e 39,85 euro (scegliendo ovviamente i primi prezzi) questi tre brand sono in grado di coprire un bambino per circa il 50% del proprio fabbisogno, forse anche di più se si considera che escludendo le scarpe che possono essere più costose, a mancare all'appello sono maglietta, biancheria intima e calze. Certamente è necessario distinguere tanti fattori, come ad esempio la differenza tra un piumino sintetico e uno di piuma d'oca, ma se non si sta a guardare il capello, al Fiordaliso ce n'è un po' per tutti i gusti e tutte le tasche! S. M.
percepisce la semplicità dello stile Usa; molte t-shirt e felpe, pantaloni sportivi, poche se non nessuna linea “modaiola”, ma in compenso i materiali sono belli e resistenti. Un cappottino da donna, infatti, qui si può pagare anche 109,95 euro, un jeans 64,95 e un pantalone da uomo sportivo 69,95 euro. Il marchio di San Francisco, di fatto, è quello che presenta la maggior parte dei valori più alti sia tra i primi prezzi sia tra i più costosi, ma come si accennava in precedenza, sono giustificati da qualità dei materiali e delle finiture. Un pantalone casual da uomo, infatti, entry level costa 39,95 euro che corrisponde al listino più alto per un pantalone da Zara. Da H&M, OVS e Piazza Italia,
retail&food - novembre 2014
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RETAIL BUSINESS IN POLONIA Overview del mercato e opportunità per i retailer italiani 28 novembre 2014 ore 9.00-13.30 Sede UniCredit-Fineco - Milano, Via Marco D'Aviano n. 5 L’incontro è rivolto alle imprese retail italiane interessate a cogliere le opportunità di sviluppo che questo mercato offre, con l'obiettivo di condividere know how ed esperienze concrete a supporto del processo di internazionalizzazione.
Programma 9.00 10.00
Registrazione partecipanti e incontri B2B Saluto di benvenuto Mario RESCA, Presidente Confimprese Michal GORSKI, Consigliere e Capo Ufficio di Promozione del Commercio e degli Investimenti dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia a Roma Marinella LODDO, Direttore ICE Milano Apertura dei lavori Francesco MONTUOLO, Executive Vice President Confimprese
10.30
Il mercato Polacco: trend e prospettive di sviluppo per le aziende retail Dibattito con: Marco CUGLIANICH, Director Business Development HMSHost International Autogrill Massimo DEGAN, International Manager Imap Export Original Marines e altri top retailer italiani sui temi: Overview macroeconomica Andrea CARRARA, Senior Partner GEA Consulenti di Direzione Consumer Confidence: trend dei consumi e indice di fiducia Roberto PEDRETTI, Managing Director Nielsen Il mercato del lavoro Alina GIZEJOWSKA, Partner Studio Legale Polacco Sobczyk & Wspolpracownicy Retail real estate: centri commerciali e strade principali Radosław KNAP, Deputy General Manager Polish Council of Shopping Centers Ptak Fashion City: le opportunità per i retailer italiani Antony PTAK*, Presidente Ptak Group Moderatore: Andrea AIELLO, Direttore retail&food
13.30
Chiusura lavori * Relatore invitato in attesa di conferma Partecipazione gratuita con obbligo di registrazione. Per informazioni e iscrizioni: 02.89013233 oppure segreteriagenerale@confimprese.it Sponsor:
In collaborazione con:
COGEST RETAIL x retail&food
a ripresa c’è, ma bisogna saperla comprendere e intercettare In chiusura di un anno ancora difficile, segnato dallo stallo dei consumi e, di riflesso, anche di molti settori incluso quello del retail real estate, Cogest Retail fa il punto e illustra la propria strategia per il 2015
“
Il 2014 è iniziato nel segno della ripresa, almeno a quanto si andava affermando nei convegni e negli studi più autorevoli. Eppure molti operatori del settore non se ne sono accorti. Al contrario, hanno continuato a registrare valori in calo e temperature di mercato rigide. In realtà i segnali di un cambiamento in positivo ci sono stati, nell’arco di questi mesi. Forse non vistosi, ma inequivocabili. La difficoltà di lettura deriva dal fatto che gli operatori continuano a cercare la ripresa là dove è sempre stata e secondo parametri di un’altra era. Oggi chi vuole sviluppare, commercializzare, gestire e valorizzare centri commerciali e leisure deve tarare le proprie attese e strategie su uno scenario del tutto nuovo, così come sono nuovi gli orizzonti, i rischi e le opportunità. LO SVILUPPO. Ecco quali sono gli elementi di ripresa così come emergono dall’osservatorio esclusivo di Cogest Retail. Sviluppo di nuovi progetti: dopo l’exploit del 2011 – che ci aveva visto aprire 4 nuovi complessi (tra i quali Settimo Cielo Retail Park vicino a Torino e Galleria Borromea alle porte di Milano) – e la bonaccia dei due anni successivi (con la sola apertura di Parma Retail, nel 2013), il 2014 ci ha visto inaugurare due tra le cinque strutture più importanti aperte in totale in Italia. La prima è stata Il Cuore Adriatico a Civitanova Marche, ad aprile, mentre il Blocco Nord di Niguarda Shopping Gallery è annunciato per il 24 novembre.
Alcuni importanti progetti sono fermi in attesa di un disgelo immobiliare, ma in realtà quello che cambia nella pipe line è il profilo delle committenze. Al posto delle nuove realizzazioni, che faticano a trovare investitori e bacini congrui, si sostituiscono i progetti di rilancio e riqualificazione di gallerie esistenti. È un vero filone emergente, che nasce dall’esigenza delle Proprietà di valorizzare i propri asset per motivi diversi. Oltre alla ristrutturazione, più o meno profonda, prende piede una tipologia di intervento “light”, che parte da una revisione dell’oggetto commerciale, per passare dal layout al re-letting e culminare in un riposizionamento di immagine e di offerta. IL METODO DI LAVORO. L’approccio di Cogest Retail a questi incarichi è multidisciplinare: per ogni progetto costituiamo una squadra di professionisti con esperienze e conoscenze complementari, che spaziano dalla ricerca e analisi al
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commerciale, dall’area tecnica a quella legale e al marketing. Quando poi l’incarico si estende comprendendo anche la gestione, Cogest può monitorare i risultati nel tempo e costruire iniziative di marketing o di promozione funzionali al nuovo assetto della gallerie. L’aggiornamento e la formazione sono fondamentali: non per caso l’investimento in corsi specialistici resta strategico, così come l’inserimento di nuove competenze e figure professionali. SERVIZI TECNICI. Un’altra componente della nostra offerta consulenziale è rappresentata dai servizi tecnici. Nell’arco del 2014 Cogest Retail si è strutturata per costituire un’area specializzata nella due diligence degli immobili (esaminati dal punto di vista degli impianti, della struttura e delle performance energetiche), nell’efficientamento e nella ristrutturazione. Abbiamo spesso operato in collaborazione con una società partner, che resta un referente strategico per molti progetti, ma il fatto di disporre anche di risorse interne ci permette sin dalle fasi preliminari della consulenza di valutare lo stato dell’arte di una determinata struttura, prefigurando interventi e costi a venire. Anche i SERVIZI LEGALI acquistano di peso in una congiuntura in cui tutte le fasi di stipula e poi di gestione e monitoraggio degli affitti sono sempre più complesse. Su entrambi i fronti delle Proprietà e dei Tenant, Cogest Retail assume un ruolo di consulente, mediatore e supervisore, per il quale serve, oltre alle competenze giuridiche e formative, una conoscenza puntuale delle dinamiche del retail e dell’andamento del mercato. Per questo motivo abbiamo recentemente potenziato il nostro ufficio legale, che si avvale di professionisti che hanno maturato specifiche esperienze nell’immobiliare commerciale. Per affrontare la sfida del mercato Cogest Retail continua a investire in QUALITÀ, presidiando attentamente tutti i processi riferibili alla valutazione, implementazione, leasing, gestione e valorizzazione di complessi commerciali e polifunzionali. Sul fronte della (ri)qualificazione si può concretizzare la ripresa, e Cogest Retail è già presente e pronta a coglierne le opportunità, sotto forma dei grandi interventi o dei piccoli passi quotidiani che possono fare di un immobile un asset a valore aggiunto.
Carmen Chieregato, Amministratore Delegato di Cogest Retail
”
Restyling commerciale per restituire valore agli asset Nel corso del 2014 Cogest Retail è stata incaricata da diversi Fondi e Proprietà di analizzare in chiave prospettica lo status e le possibilità di miglioramento di singoli o gruppi di asset a carattere commerciale e misto. Si tratta di una tipologia di studio nata a partire dalle verifiche che la nostra società ha sempre svolto preliminarmente a qualsiasi incarico di leasing o gestione. Nel caso, tuttavia, di una valorizzazione degli immobili, spesso propedeutica a una cessione o acquisizione, Cogest ha allargato il campo di analisi, coinvolgendo professionisti di diversa formazione e offrendo al cliente una valutazione a tutto tondo. Il plus che Cogest Retail può offrire, rispetto alle valutazioni immobiliari classiche, è proprio nella proiezione delle performance potenziali, per le quali l’osservatorio dei 40 centri in gestione su tutto il territorio rappresenta un benchmark insostituibile. Come si collocano la rent collection e i tassi di sforzo di un determinato centro rispetto a strutture comparabili per dimensioni, posizionamento e area geografica? E come performano i brand al suo interno rispetto ai concorrenti o persino ai negozi della stessa insegna in altre realtà? Quali e quanti sono i contratti a rischio? E le prospettive di miglioramento a fronte di un intervento sul mix merceologico, sulle insegne, sulla viabilità o persino sulla gestione e il marketing? Quali sono i margini di efficientamento, non solo connesso al miglioramento strutturale, ma alla razionalizzazione degli orari, dell’operatività, dell’allocazione di risorse? E quanto impatta il contesto competitivo, analizzando il bacino di utenza in termini di
trend ed eventuali nuovi ingressi di operatori nazionali e internazionali? Poter contare su un patrimonio di informazioni costruito in oltre 20 anni ci permette di rispondere a domande cruciali per la valutazione di un asset, e soprattutto di fornire indicazioni strategiche per la sua futura ottimizzazione. E il fatto che un incarico di valutazione si trasformi spesso in un contratto di leasing e/o gestione è una delle prove più evidenti del successo di un metodo di lavoro perfezionato sul campo. Le aree di analisi: Analisi del territorio, del bacino e sue sovrapposizioni/interferenze con bacini di strutture concorrenti, classifica dei competitor con analisi dei punti di forza/debolezza dell’offerta di prodotti/servizi, ma anche del marketing e delle attività promozionali, analisi della viabilità e accessibilità anche rispetto a modifiche previste, analisi dell’offerta del centro rispetto al suo posizionamento, analisi delle performance commerciali e degli affitti, due diligence tecnica, possibilità di miglioramento a livello strutturale e commerciale, indicazioni strategiche e operative per la valorizzazione dell’asset, progettazione del restyling commerciale.
L’osservatorio Cogest Retail Un punto di forza per tutti gli incarichi di consulenza, come per il property management e la gestione ordinaria, è rappresentato dall’area ricerca e analisi che conta su una squadra di analisti esperti e su procedure consolidate per la raccolta e comparazione dei dati in arrivo da tutti i centri gestiti. Ad oggi l’osservatorio di Cogest Retail si basa sul flusso informativo generato da oltre 40 centri in gestione (per un totale di 1.186.000 di mq di gla, 3.000 tenant, 70 milioni di affitti e 71 milioni di spese comuni gestite/anno) oltre che sui dati storici, raccolti in 20 anni di attività su più di 90 centri commerciali. Anche sui comportamenti di acquisto, le preferenze, le aspettative e la capacità di risposta (redemption) dei clienti finali abbiamo una visione esclusiva, grazie alle ricerche condotte nelle gallerie (indicativamente una volta ogni due anni), ai dati raccolti per concorsi e programmi di fidelizzazione, e alla content analysis dei social network.
La creatività fa la differenza Cogest Retail si avvale di una squadra giovane e altamente specializzata per coordinare le attività di promozione e animazione delle gallerie. Poter contare su un’unica cabina di regia permette ai centri di beneficiare
Niguarda Shopping Gallery - Il 24 novembre apre il Blocco Nord, seconda fase di uno dei più innovativi progetti retail in Italia: una galleria commerciale all’interno del più grande ospedale milanese
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COGEST RETAIL x retail&food
I servizi tecnici per valorizzare l’asset
Galleria Borromea - alle porte di Milano di economie di scala altrimenti irrealizzabili e di condividere le migliori best practice. È un laboratorio creativo sempre aperto, aggiornato sulle ultime tendenze e tecnologie, attento alle esigenze del territorio e alle opportunità di co-marketing. Sono i numeri a fare la differenza: 37 premi vinti a livello nazionale e internazionale; 500 eventi organizzati all’anno di cui 50 concorsi/promozioni, 20 campagne sociali, 200 campagne di web/social marketing; 10 fidelity card per un totale di 338.000 clienti registrati, 150.000 newsletter distribuite; 1.600 servizi giornalistici generati.
L’efficientamento è una concreta opportunità alla portata anche di realtà piccole e medie che non possano disporre di grandi investimenti infrastrutturali, ma naturalmente è necessario che si verifichino delle condizioni precise. In primo luogo è essenziale poter contare su una regia integrata e unitaria della gestione. Spesso nelle sovrapposizioni o nelle cesure tra le diverse competenze si generano problemi e inefficienze che possono diventare anche gravi. È essenziale disporre di un punto di osservazione unitario, per vedere in prospettiva le opportunità di miglioramento, e al contempo avere una conoscenza sufficientemente specialistica, per individuare le criticità delle singole aree. Per questo la due diligence tecnica è il primo passo che Cogest Retail compie all’inizio di ogni accordo di collaborazione, per definire lo stato dell’arte e redigere una strategia manutentiva per il primo anno. Una volta individuati i margini di miglioramento per ogni realtà, il passo successivo è la contrattazione di condizioni favorevoli delle fonti di energia. Potendo fare leva sulla massa critica dei centri gestiti, i responsabili tecnici di Cogest Retail possono condurre le trattative in posizione di vantaggio ottenendo significativi risparmi per le strutture. Evidentemente l’adeguamento strutturale e/o impiantistico continua a essere centrale per la valorizzazione degli asset, e Cogest Retail ha maturato un’esperienza completa nel coordinamento di importanti progetti di ristrutturazione. Tuttavia l’attuale scenario economico ha impattato significativamente sui grandi investimenti. Per tutti i casi, per il refurbishment profondo come per la manutenzione ordinaria, il metodo Cogest si basa su obiettivi quantificabili (quanto possiamo spendere in quanti anni), concertazione delle aspettative (della proprietà, dei tenant, della comunità), un’efficiente distribuzione dei ruoli e delle responsabilità, e soprattutto su una visione fortemente integrata e capace di affrontare tutti i temi che intervengono nel governo di un asset.
Cuore Adriatico Inaugurato ad aprile a Civitanova Marche, registra ottimi risultati di fatturato e presenze. È parte di un parco commerciale e del nuovo polo fieristico e sportivo della città
r&f Cosa occorre sapere per... speciale
Le grandi locazioni I l Decreto Legge “Sblocca – Italia”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 12 settembre 2014 ed entrato in vigore il 13 settembre 2014 contiene un gran numero di disposizioni, molte delle quali in tema di edilizia, ed è oggi all’esame del Parlamento. Il decreto deve infatti essere convertito in legge entro il 11 novembre 2014, pena la sua decadenza, e pertanto pochi giorni dopo che la presente pubblicazione va in stampa. Non è dato sapere nel momento in cui si scrive quale parte del decreto verrà convertita e l’entità di eventuali modifiche. Tuttavia mette conto di discutere già in questa sede
all’iter di approvazione della norma, che si chiariranno comunque a metà novembre.
Le tutele cancellabili: cosa potrebbe cambiare in concreto Nei lavori preparatori del Decreto Sblocca Italia si legge: “L’evoluzione del sistema economico ha portato a constatare come le originarie esigenze di tutela che vedevano aprioristicamente nel conduttore il “contraente debole” risultino largamente superate…” Sempre nei lavori preparatori si legge che lo scopo della nuova normativa è quello di “…eliminare le rigidità che
Via Montenapoleone - Milano una disposizione potenzialmente rivoluzionaria delle locazioni commerciali: l’articolo 18, che permette alle parti di un contratto di locazione con canone superiore ai 150mila euro annui di derogare a tutte le disposizioni oggi poste dalla l. 392/78 a protezione del conduttore. Ricordiamo che alla luce del criterio del canone annuo “grandi locazioni” non sono necessariamente locazioni di grandi spazi ma includono locazioni di spazi anche piccoli ma così centrali ed ambiti da comportare canoni importanti. Analizzeremo in questa sede alcuni aspetti di particolare interesse, valutando i possibili scenari relativi
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retail&food - novembre 2014
rendono meno appetibili gli investimenti nel mercato italiano rispetto ai mercati esteri e costituiscono un freno allo sviluppo del mercato delle locazioni commerciali…” È dunque opportuno interrogarsi sui cambiamenti che la nuova norma sulle Grandi Locazioni sarà in grado di determinare (ove convertita) nei rapporti locatore-conduttore. Come detto, nell’attuale formulazione, essa permette alle parti di un contratto di locazione con un canone annuale superiore a 150mila euro annui di derogare completamente alla legge sulle locazioni non abitative, spazzando via,
con un colpo di spugna, tutti i vincoli previsti dall’attuale normativa. In buona sostanza diventano “derogabili” le seguenti tutele del conduttore: (i) la durata contrattuale fissa di almeno sei anni; (ii) la quasi certa possibilità di rinnovo automatico per altri sei anni (essendo assai limitate, ai sensi della Legge Equo Canone, le possibilità per il locatore di recedere dal contratto al termine del primo sessennio di durata); (ii) la possibilità di recedere dal contratto in ogni momento purché per gravi motivi; (iii) il diritto di ricevere dal locatore l’indennità a fine locazione a tutela dell’avviamento commerciale creato, in misura pari a 18 mensilità (21 per locazioni alberghiere) eventualmente incrementabili a certe condizioni a 36 mensilità (42 per locazioni alberghiere); (iv) la possibilità di trasferire il contratto di locazione unitamente all’azienda e/o ad un suo ramo; (v) la prelazione nell’acquisto dei locali; (vi) la prelazione per una nuova locazione. Si tratta a ben vedere di deroghe di “sostanza”. È evidente che l’entità delle deroghe che nei singoli casi concreti verranno implementate, dipenderà dalla forza contrattuale delle parti che, di volta in volta, si troveranno a negoziare i contratti. Si ritiene pertanto che il contratto di locazione, nei confronti del quale era maturata una certa sfiducia da parte delle proprietà, possa diventare oggetto di un rinnovato interesse da parte di queste ultime, in quanto strumento più idoneo a regolare i rapporti con i conduttori più importanti i cui canoni andranno a superare la soglia che verrà definitivamente indicata nella assai probabile legge di conversione.
Dov’è finito il mio key-money? Alcuni scenari possibili La nuova norma sulle Grandi Locazioni potrebbe avere conseguenze importanti anche sul sistema - in uso da anni delle buone entrate. Prima di vedere perchè, giova riassumere come funziona in concreto oggi il subentro in posi-
zioni retail e in cosa consista esattamente il key-money, un corrispettivo di fatto in uso in Italia e poco noto all’estero. Il sistema è comune per i centri storici, ma non è nemmeno sconosciuto al mondo dei centri commerciali. Un brand interessato a subentrare in una posizione retail viene messo in contatto da un agente immobiliare con un altro brand che invece desidera uscire. Quest’ultimo pretende la corresponsione di una somma a titolo di “buona entrata” (sinonimo di key-money) a fondo perduto per lasciare la posizione, da pagarsi al rilascio dei locali. Contabilmente la somma viene configurata come immobilizzazione immateriale e civilisticamente come indennità per anticipata risoluzione del contratto di locazione, se questo è il caso, o corrispettivo per la cessione di ramo di azienda (costituito dal negozio e dall’associato avviamento) o di contratto. Come mai il brand uscente è nella condizione di richiedere il pagamento di tale corrispettivo? In gran parte il motivo è giuridico: ciò è infatti conseguenza dell’attuale legge sulle locazioni commerciali, la l. 392/78 che come sappiamo contiene varie tutele inderogabili a favore del conduttore. Infatti il conduttore uscente: • è titolare di un contratto di locazione con durata – sostanziale – di almeno 12 anni. Spesso viene perciò “venduta” una posizione garantita da un contratto con una lunga durata residua a un canone divenuto, nel tempo, piuttosto conveniente; • lasciando la posizione prima della scadenza del contratto perde l’indennità di fine locazione pari a 18 o 36 mensilità, che il locatore sarebbe tenuto a corrispondergli a fine locazione. Tale somma
a cura di Giulia Comparini ed Alessandro Barzaghi, Cocuzza & Associati Studio Legale
è di fatto trasferita al nuovo conduttore che se ne gioverà. È chiaro che tale somma deve perciò essere pagata; • può comunque cedere il contratto di locazione se assieme cede anche l’azienda o un ramo di essa. Il locatore si può opporre solo per “gravi motivi”; • è protetto anche a fine locazione in quanto ha un diritto di prelazione per la nuova locazione. L’operatore uscente si giova oggi pertanto di una posizione di forza, in quanto in pratica controlla la location in luogo della proprietà. Oggi è perciò l’operatore uscente che può “fare il mercato” decidendo a chi lasciare la posizione (al miglior offerente). La scelta sarà solo se procedere al subentro a mezzo cessione di ramo di azienda o di contratto oppure favorendo l’incontro tra operatore entrante e proprietà che prenderanno accordi separati (prevedendo per esempio un nuovo contratto) a fronte della liberazione della location. La nuova disposizione potrebbe far piazza pulita di tutto questo per le Grandi Locazioni. Infatti, nell’ordine di cui sopra: • la durata dei nuovi contratti proposti potrebbe essere in concreto molto più breve, consentendo alla proprietà di riottenere la disponibilità dei propri locali con cadenze brevi anzichè dopo un dodicennio; • l’indennità di fine locazione potrebbe essere in concreto totalmente esclusa; • il diritto di cessione del contratto in uno con il ramo di azienda potrebbe essere escluso. La trasferibilità in concreto del contratto di locazione seguirebbe perciò le norme generali sui trasferimenti di ramo di azienda (art. 2558 c.c.), sarebbe perciò assai più complessa;
• la prelazione potrebbe del pari essere esclusa. Come si vede si tratta di un ribaltamento totale di fronte, che toglie potere di azione al conduttore e rinforza quello delle proprietà. Intendiamoci: non è impossibile mantenere le stesse protezioni oggi garantite dalla l. 392/78, ma ciò sarà oggetto di negoziazione e il punto di incontro sarà dato dalla forza delle parti contrattuali, non sarà più un dato di fatto. Questo per il futuro. Ma ciò che sta preoccupando non poco i brand è cosa accadrà a chi ha pagato il key-money e si troverà a voler “cedere le posizioni” dopo che la normativa sarà passata: potrà pretendere il pagamento del key-money e rientrare così dell’investimento? Oppure questo investimento sarà perso per sempre? Allo stato non è facile immaginare come si orienterà il mercato e quale effetto avranno le nuove norme su questo delicato argomento. Una cosa è certa però: il rischio che gli ultimi ad aver pagato il key-money lo perdano per sempre esiste ed è concreto. Grandi locazioni: un’opportunità per i centri commerciali (e per i retailer). Vediamo perché Il regime vincolistico delle locazioni non abitative ha ormai da tempo determinato le proprietà dei Centri Commerciali a regolare i loro rapporti con i retailer attraverso i contratti di affitto di ramo d’azienda. Tale soluzione garantisce infatti una maggiore flessibilità essendo il contratto di affitto di azienda molto meno regolamentato rispetto alla locazione non abitativa. L’affitto di azienda non prevede, ad esempio, vincoli di durata, ipotesi inderogabili di recesso dell’affittuario, limitazioni alla possibilità di prevedere revisioni del canone, ipotesi inderogabili di prelazione a favore dell’affittuario, l’obbligo inderogabile per la concedente di pagare l’indennità di avviamento all’affittuario al termine del rapporto. D’altro canto, se è vero che l’affitto di azienda garantisce una maggiore flessibilità è altrettanto vero che esso può presentare dei rischi sotto il profilo del corretto inquadramento giuridico della fattispecie. È
dunque importante che il relativo contratto sia ben redatto per limitare la possibilità di contestazioni da parte del retailer volte a far valere la diversa qualificazione giuridica del rapporto come locazione con le inevitabili conseguenze in termini di tutela del conduttore. Inoltre, con l’affitto di azienda la proprietà che vuole liberarsi di un retailer moroso non può far ricorso allo strumento processuale tipico della convalida di sfratto, la quale si applica soltanto in presenza di un contratto di locazione. Ma la normativa sulle Grandi Locazioni potrebbe risultare utile anche ai retailer oltre che alla proprietà. Si pensi al trasferimento automatico dei dipendenti (art. 2112 del codice civile) in caso di trasferimento d’azienda ai sensi del quale il rapporto di lavoro continua con il cessionario e il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano. Tale disposizione si applica anche all’affitto di azienda mentre non trova applicazione in caso di locazioni. Un ulteriore vantaggio per il retailer è rappresentato dal fatto che la locazione non necessita la forma notarile. Tale vantaggio va visto in una duplice prospettiva: da un lato, consente di risparmiare i costi del notaio, dall’altro, forse più interessante, impedisce alla proprietà di dar corso immediato all’esecuzione nei confronti del conduttore, nell’ipotesi in cui questo sia moroso o sorgano contestazioni sul pagamento dei canoni, in forza di un atto no-
tarile che di per sé rappresenta già titolo esecutivo. Tre scenari possibili per il decreto legge: bocciatura, conversione pura, conversione con modifiche Per l’art. 18 del decreto legge “Sblocca-Italia” si possono ipotizzare i seguenti tre scenari: a) l’articolo viene convertito così come è, nella sua formulazione letterale; b) l’articolo viene stralciato; c) l’articolo viene convertito con modifiche. In quest’ultimo caso, le modifiche potrebbero astrattamente attenere, in pura ipotesi: - al criterio che permette la deroga (sostituzione del criterio del canone con altro, per esempio la solidità finanziaria del conduttore, data per esempio dal fatturato o dal patrimonio netto); - al tipo di immobili per cui la deroga è possibile; - alla soglia di canone che permette la deroga, abbassandola o alzandola; - al numero e tipo di deroghe possibili (mantenendo per esempio l’inderogabilità per alcune norme a protezione del conduttore).
retail&food - novembre 2014
29
r&f
Prima pietra
Centro Esp Ravenna: la galleria raddoppia Ottenute le licenze, IGD Siiq ha avviato la commercializzazione: la Gla aumenterà di 19mila mq e il numero di negozi di oltre 40 unità. L’investimento è di circa 51 milioni di euro. Lo shopping centre romagnolo ha già visto un restyling nel 2012
I
l progetto di ampliamento del centro commerciale Esp Ravenna è arrivato alla fase esecutiva. La gestazione è durata circa dieci anni: da quando cioè il primo proprietario, Coop Adriatica, ha comprato i terreni nel 2003. Nel 2006 è arrivata l’acquisizione del mall e dei medesimi terreni da parte di IGD Siiq, che nello stesso anno ha avviato l’iter autorizzativo. Il conferimento delle licenze è avvenuto nei mesi scorsi. Nel frattempo, tra il 2012 e il 2013, ha avuto luogo il restyling della galleria esistente, orchestrato affinché il mall inaugurato nel 1998 e la futura area si integrassero perfettamente. La “fase due” di Esp
30
retail&food - novembre 2014
Ravenna dovrebbe completarsi entro il primo semestre del 2016, circa un anno dopo l’avvio dei cantieri previsto per l’inizio del 2015, a fronte di un investimento di 51,2 milioni di euro. A questo importo, che include il potenziamento della viabilità e la realizzazione di un parco urbano attrezzato, si sommano ulteriori stanziamenti per le opere di adattamento della galleria attuale. L’impatto dell’intervento immobiliare sull’offerta commerciale dello shopping centre romagnolo vedrà sostanzialmente il raddoppio del mall, con la realizzazione di 19mila mq di nuova Gla. A fronte di una Gross leasable area che diventerà di 47mila
Il progetto di ampliamento L’idea che sottende il progetto di ampliamento è di creare un'architettura dinamica, in grado di stimolare il movimento delle persone fuori e dentro di essa e di accompagnare il cliente durante la sua visita generando un conti-
mq, compreso l’Ipercoop di 16.500 mq di Gla, il numero dei negozi supererà le 80 unità. Ma a fare la differenza saranno soprattutto le future medie/ grandi superfici, l’inserimento di una foodcourt e la realizzazione di un contiguo parco commerciale su un’area ora adibita a parcheggio. Proprio quest’ultimo sarà implementato di oltre mille posti, arrivando a ospitare sino a 3.600 autovetture. «Una volta completato l’ampliamento prevediamo il raddoppio del giro d’affari, in quanto la nuova area dovrebbe registrare performance equivalenti a quelle odierne – spiega Roberto Zoia, direttore sviluppo e gestione patrimonio di IGD Siiq – Questo perché Centro Esp è riconosciuto come ipermercato di tutto il bacino, presso il quale vanta una grande notorietà, ma la galleria non
nuo effetto sorpresa lungo il percorso. Dalle isole pedonali attrezzate si entrerà in galleria attraversando un’ampia vetrata che elimina la distinzione interno /esterno e nelle piazze si troveranno pilastri con la forma di albero che sostengono la copertura. I volumi generati da fasce orizzontali sinuose daranno vita a viste molteplici sia verso l’alto sia lungo i percorsi orizzontali. Il legame con l’edificio esistente sarà rafforzato utilizzando lo stesso disegno della pavimentazione e il punto di raccordo sarà ubicato laddove oggi sono presenti due negozi, che verranno spostati nella nuova area. «Io sono arrivato nel 2006 e da subito abbiamo incominciato a richiedere le autorizzazioni, che si sono sbloccate da due mesi – prosegue Zoia – La lunga gestazione, durata quasi dieci anni, ha fatto sì che non
Il progetto in pillole DATA DI APERTURA DATA DI APERTURA AMPLIAMENTO PREVISTA INIZIO DEI LAVORI INVESTIMENTO AMPLIAMENTO PROMOTORE / COMMERCIALIZZAZIONE PROGETTAZIONE LOCALITÀ LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA GLA AMPLIAMENTO / GLA COMPLESSIVA LIVELLI COMMERCIALI MEDIE SUPERFICI AMPLIAMENTO / TOTALI UNITÀ RISTORAZIONE AMPLIAMENTO / TOTALI TOTALE UNITÀ AMPLIAMENTO TOTALE UNITÀ SHOPPING CENTRE ÀNCORA ALIMENTARE PARCHEGGI COMPLESSIVI
potessimo aspettare per fare il restyling. In caso contrario avremmo ritardato di altri 3 anni il completamento del centro commerciale. Nel 2012 abbiamo quindi dovuto immaginare come sarebbe stato l’ampliamento di modo che ci fosse unitarietà di architettura e di modello merceologico. Il progetto è rimasto fedele alle linee che abbiamo lanciato nei centri commerciali di Napoli, Pescara e Roma Guidonia: il tentativo di connotare le nostre proprietà con alcune idee che si ripetono per alimentare un senso di uniformità. Inoltre, in occasione del restyling abbiamo cambiato tutti i corpi illuminanti con quelli a led e, a quasi due anni di distanza, ne vediamo i benefici in termini di consumi elettrici, che vanno nell’ordine del 4-5 per cento. Lo stesso sistema di lighting lo abbiamo previsto nell’ampliamento. Il medesimo discorso vale per il fotovoltaico, già presente sul
1998 (RESTYLING 2012) PRIMO SEMESTRE 2016 GENNAIO 2015 51,2 MILIONI DI EURO IGD SIIQ SPA INRES RAVENNA, VIA MARCO BUSSAT EXTRA-URBANA GRANDE CENTRO COMMERCIALE 19.000 MQ / 47.000 MQ 1 7 / 14 5/8 42 OLTRE 80 IPERCOOP GLA 16.500 MQ (9.500 DI VENDITA) 3.610 (PIÙ 645 POSTI MOTO)
tetto dell’ipermercato: grazie al nuovo impianto contiamo di far sì che almeno l’illuminazione e parte della climatizzazione della futura galleria funzionino con energia pulita». Altro tema cruciale è il potenziamento delle infrastrutture a supporto del nuovo centro commerciale. «La viabilità avrà modifiche che abbiamo recentemente concordato con Anas e che riguardano la creazione di tre rotonde di smaltimento in aggiunta a quella presente e una diversa corsia di accumulo sulla strada statale Classicana – commenta Zoia – In più il parcheggio avrà una viabilità dedicata e disporrà di due uscite e altrettante entrate rispetto all’unica uscita ed entrata odierna. I 51 milioni di investimento sono comprensivi anche di un parco urbano dotato di giochi per i bambini e di altre aree di conforto che cederemo all’amministrazione comunale, ma di cui manterremo la gestione».
INDICE DI INNOVAZIONE 7,38 Architetto, Alessandro Stroligo Associate Director di Chapman Taylor
8
Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38
7
Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca
7
Redazione r&f (Andrea Penazzi)
7,5
retail&food - novembre 2014
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© Edifis Intelligence
è ancora percepita come big: calcoliamo che raddoppiandola si allarghi la zona di attrazione della clientela, anche grazie alle medie/grandi superfici che hanno valori di vendita al metro quadro superiori a quelli dei piccoli negozi». Ad oggi il centro commerciale Esp Ravenna conta 4,5 milioni di visitatori l’anno (dato 2013, fonte IGD Siiq), in virtù di un bacino d’utenza (vedi tabelle Sincron Inova) stimato dalla stessa società di sviluppo e di commercializzazione in oltre 210mila abitanti nell’isocrona dei 20 minuti, che salgono a 600mila nei 40 minuti.
Prima pietra PLAYER PER FASCE ISOCRONE DELLA LOCALIZZAZIONE (Accessibilità: 20 minuti, con autostrade, traffico medio) Fasce isocrone 00' - 05'
Format
Insegna
Provincia
Comune
Indirizzo
Superficie (mq)
Distanza (minuti)
29.770
0,0
Centro Commerciale
ESP
RA
RAVENNA
Via Marco Bussato 74
Centro Commerciale
GALLERY
RA
RAVENNA
Viale Antonio Gramsci 88
4.493
6,0
Parco Commerciale
LA FAENTINA
RA
RAVENNA
Via Faentina 147
13.474
6,2
Centro Commerciale
SAN BIAGIO
RA
RAVENNA
Via Faentina 21
6.000
7,4
Centro Commerciale
LA FONTANA
RA
RAVENNA
Vicolo Tacchini 33
3.800
9,9
Parco Commerciale
TEODORA
RA
RAVENNA
Via M. Travaglini 22
10.100
11,3
Centro Commerciale
LA FORNACE
RA
RAVENNA
Via Argirocastro ang. Via Dubrovnik
5.900
12,8
Centro Commerciale
EUROLANDIA
RA
RAVENNA
Via Standiana 54 - Loc. Mirabilandia
3.000
13,4
Centro Commerciale
LA PIEVE
RA
BAGNACAVALLO Via Fossa 3
3.055
19,3
Centro Commerciale
LA FONTE DI TIBERIO RA
BAGNACAVALLO Via Albergone
3.500
19,8
05' - 10'
10' - 15'
Materiale fornito da Sincron Inova, www.sincron-inova.it
15' - 20'
32
retail&food - settembre 2014
Offerta retail La conformazione del progetto di ampliamento, che prevede sia medie superfici esterne – ma collegate al centro commerciale da un porticato – sia una galleria di negozi di vicinato e ulteriori medie superfici interne, permette di sviluppare un mix merceologico più ampio e profondo. L’offerta rimarrà su un unico livello commerciale. Ci saranno, in esterno, strutture specializzate che trovano la loro collocazione ideale in una logica di sostenibilità dei costi e di offerta; mentre all’interno IGD lavora per inserire un’ampia area dedicata al fashion e alla ristorazione tipica del territorio. “Ci preme soffermarci su entrambi i settori merceologici poiché è su questi che stiamo ponendo la massima attenzione”, sottolinea l’azienda con una nota. L’idea è quella di individuare un mix di marchi nazionali e internazionali, non ancora presenti sul territorio, che sperimentino anche format di ampie dimensioni. A ciò si aggiunge il contributo degli operatori locali che in centro storico vantano boutique di alto livello e che soddisfano appieno le esigenze del pubblico ravennate e del turista che frequenta la struttura. «Il totale dell’ampliamento è di 19.035 mq di Gla, di cui circa 8mila sono occupati dalle quattro medie e grande superfici esterne. Queste, seppur dotate di accesso autonomo, sono attaccate alla struttura principale – illustra Zoia, che precisa – Abbiamo una richiesta da parte di un brand di abbigliamento che attualmente occupa una media superficie nella “vecchia” galleria di passare a quella nuova; e allo stesso modo un brand di calzature, ad oggi presente in una delle due location che diventeranno galleria, verrà portato nel mall di prossima realizzazione. Al momento i marchi principali attivi al Centro ESP sono Piazza Italia, Unieuro, Deichmann e Game7: l’interesse che abbiamo ricevuto rispetto all’ampliamento è soprattutto quello dei big dell’abbigliamento. Tuttavia, siccome la galleria attuale va molto bene e non vogliamo svilirla, l’obiettivo di IGD è di creare un equilibrio tra la parte storica, dove vogliamo mantenere del tessile e dell’elettronica, e quella futura, dove inseriremo qualche media superficie». Entrando ulteriormente nelle dinami-
che commerciali, Esp rappresenta un’eccezione perché conta circa 25 shop, presenti sin dall’apertura, che sono gestiti da operatori locali. «C’è ancora qualcosa da sfruttare sotto questo aspetto, individuando le insegne più note in città che possano aprire un altro negozio – prosegue il manager – Poi è chiaro che chi ha maggiore velocità nella decisione di sviluppo e maggiore capacità di investimento sono le catene internazionali. Quindi è possibile il loro ingresso». Sul fronte della ristorazione, l’assunto
di partenza su cui poggia la commercializzazione è quello che in Emilia Romagna l’attenzione per la cucina del territorio e per le proprie eccellenze è molto radicata. In virtù di ciò, a cui si aggiunge l’analisi degli ultimi trend, si è deciso di lavorare su un mix di operatori del luogo che porti il prodotto e la tipicità romagnola all’interno della struttura. Ciò permetterebbe da un lato di allargare la tipologia di clienti, dall’altro di non creare una sovrapposizione interna. «Sempre con una logica di equilibrio abbiamo concentrato la nuova ristorazione nella futura galleria, ma quella presente ad oggi non cambia location – conclude Zoia – Complessivamente, in virtù dell’inserimento di offerta fashion e food, a cui si sommano i nuovi mille parcheggi sull’altrettanto nuovo ingresso, è chiaro che i flussi si sbilanceranno in parte sull’area di ampliamento. Questo è inevitabile ed è anche un nostro obiettivo, in quanto la galleria attuale vanta l’ipermercato che genera un flusso molto forte». A. P.
INQUADRAMENTO TERRITORIALE Variabili socio-demografiche
Comune Provincia ITALIA RAVENNA RAVENNA
Abitanti (n.)
154.288
386.111
59.685.227
Famiglie (n.)
74.398
178.637
25.872.613
Componenti medi della famiglia (n)
2,07
2,16
2,31
Femmine (%)
51,9
51,7
51,6
Maschi (%)
48,1
48,3
48,4
Stranieri (%)
10,4
10,9
7,4
Meno di 25 anni (%)
20,9
21,0
23,9
Piu' di 64 anni (%)
23,6
24,2
21,2
Eta' media (anni)
45,5
45,6
43,5
Forze lavoro (%)
47,6
47,2
42,4
Non forze lavoro (%)
52,4
52,8
57,6
Tasso disoccupazione
7,3
6,9
10,7
Auto per abitante (n.)
0,662
0,656
0,621
Auto > 2000cc per abitante (n.)
0,046
0,045
0,044
Numero Indice Reddito (NIR)
113,0
111,4
100,0
Numero Indice Consumo (NIC)
123,0
122,5
100,0
retail&food - settembre 2014
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r&f Long life
Tutte le strade portano a
Piazza Campania INAUGURATO NEL 2007, IL COMPLESSO COMMERCIALE DI MARCIANISE (CE) È UNA DESTINAZIONE PER LO SHOPPING NEL SUD ITALIA. COSTATO 220 MILIONI DI EURO, OSPITA 180 PUNTI VENDITA SU UNA GLA DI 122MILA MQ. TRA I PLUS LA FOODCOURT, CON CIRCA 20 RISTORANTI, E LE RECENTI OPERAZIONI DI GRUPPO INDITEX E APPLE
P
recursore di modelli di consumo e di organizzazione di eventi che avrebbero trasformato la percezione dei centri commerciali da destinazioni per lo shopping a luoghi di incontro, il Campania di Marcianise (CE) è diventato in soli sette anni di vita un punto di riferimento per il retail food e non food del Belpaese. Avamposto nel Mezzogiorno italiano, con i suoi 122mila mq di Gla e 180 negozi, fa parte del più ampio progetto di sviluppo del-
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retail&food - novembre 2014
l’Interporto Sud Europa, che ha visto come protagonista Gruppo Barletta. Nel 2003 si registra l’ingresso di Corio, quando circa l’80% delle strutture di cemento armato del centro era già stato costruito. La divisione italiana della società olandese ha sparigliato le carte in tavola, avviando in corso d’opera una riprogettazione completa: demolizioni e costruzione di nuove aree hanno cambiato completamente il percorso dei flussi interni, ritenuto inadeguato per un
mall di queste dimensioni e portata. «Del centro commerciale Nave de Vero (vedi r&f di giugno 2014, ndr) siamo riusciti a studiare anche la maglia strutturale, in quanto siamo intervenuti all’inizio dell’operazione, per cui il layout è morbido e le strutture vanno a sparire quasi completamente – ci spiega Gino Antonacci, coo di Corio Italia – Nel progetto di Marcianise, invece, siamo arrivati in un secondo momento per cui la struttura presenta qualche invasività in
più e meno morbidezza nelle curve». Ma il risultato è altrettanto impattante: «Il Campania si sviluppa in maniera organica (su due livelli commerciali, ndr), con una dimensione che è allo stesso tempo ampia e a misura d’uomo – prosegue Antonacci – La larghezza del mall al piano terra, di otto metri, è quella minima per uno shopping centre che ha questa capienza: consente una buona fruibilità sia quando c’è poca gente sia quando ce n’è tanta. Di giorno, poi, vi è un
forte irraggiamento di luce naturale, che di sera si trasforma in luce scenica grazie ai traxon Led con colori RGB variabili posizionati sulle strutture metalliche che sostengono la copertura». Soffermandoci sull’organizzazione degli spazi, grandi superfici sono posizionate in “testa di mall” e altre sono ubicate sul lato parcheggio. I collegamenti con tapis roulant sono presenti in tutte le tre piazze e in due mall, mentre da quasi tutte le gallerie si arriva in Piazza Campania, dove si concentra l’offerta di ristorazione. Il multisala Cinepolis (11 sale per 2.500 posti), originariamente pensato nel satellite dove
Il progetto in pillole APERTURA GESTIONE/COMMERCIALIZZAZIONE PROPRIETÀ INVESTIMENTO INIZIALE TIPOLOGIA LOCALIZZAZIONE GLA NUMERO TOTALE DI NEGOZI FOODCOURT PIAZZA CAMPANIA LIVELLI COMMERCIALI POSTI AUTO VISITATORI ATTUALI
lungo quella est-ovest, in virtù dell’Asse mediano. Questo contribuisce nei weekend a dilatare il bacino di utenza sino a distanze di circa 100 km, con flussi provenienti dal basso Lazio, dal Molise e dalle altre province della Campania. Determinante, sul fronte progettuale, è stato quindi il potenziamento della viabilità dell’ultimo miglio, che confluisce in un parcheggio a raso da 7mila posti auto (di cui 6mila in facciata). «La parte infrastrutturale è notevole – prosegue il coo di Corio Italia – Un road network al servizio di un polo intermodale come quello in oggetto deve garantire facilità di accesso, strade larghe e soprattutto tante corsie di accumulo. E noi possiamo accumulare tante vetture prima che queste arrivino nella parking area, consentendoci di sostenere i picchi di frequentazione del sabato e della domenica senza gravare sull’A1. Tuttavia ci sono sempre migliorie da apportare, soprattutto da quando ha aperto la Reggia Designer
2007 CORIO ITALIA CORIO ITALIA (100% DEL MALL) E PIAZZA DEGLI SVAGHI 220 MILIONI DI EURO CENTRO + PARCO COMMERCIALE EXTRAURBANA 122MILA MQ 180 OLTRE 20 RISTORANTI 2 7MILA 12,5 MILIONI
© Edifis Intelligence
oggi è ubicato Centro Convenienza, è accessibile dal livello superiore della foodcourt: «Abbiamo preferito far demolire una parte di centro e trasformare quell’area nel cinema», puntualizza Antonacci. Gli ingressi sono tre: due a servizio dei mall commerciali e dell’ipermercato; uno dedicato a Piazza Campania, che ne permette di prolungare l’orario di apertura serale. L’assetto proprietario annovera sia Corio, che ha in portfolio il mall interno e alcune medie superfici esterne per 75mila mq di Gla, sia Piazza degli Svaghi, emanazione della società costruttrice e detentrice dei rimanenti big box esterni nonché del multisala e del silos esterno destinato a parcheggio in fase di costruzione. Carrefour vanta la proprietà dell’ipermercato, che si estende su 8mila mq di superficie di vendita, così come Decathlon è proprietario della propria superficie. Oltre ai numeri intrinseci alla struttura, a rendere
Outlet di McArthurGlen. Proprio con questo obiettivo è stato istituito un tavolo di lavoro permanente in cui sono coinvolti la Provincia di Caserta, la prefettura e il comune di Marcianise: le soluzioni al vaglio contemplano l’implementazione della segnaletica e il potenziamento infrastrutturale. Ma grossi problemi non ce ne sono: la gestione è stata molto complessa solo nel periodo successivo all’inaugurazione, quando arrivavano anche 80mila persone al giorno». Ad oggi il footfall supera le 12 milioni di unità all’anno, con una media di 20mila presenze nei giorni feriali e una forbice tra i 50 e gli 80mila in quelli del weekend, contro i circa 8,5 milioni di visitatori iniziali. La forza lavoro, invece, si attesta sulle 2mila unità. Un’ulteriore anima del centro commerciale, non meno importante, è l’intensa attività di eventi all’interno di Piazza Campania, che da luogo di ristorazione e relax si trasforma in una platea in grado di ospitare oltre
da subito attrattivo il progetto è stata la location, ampiamente visibile e immediatamente raggiungibile dal tratto di autostrada A1 che collega Napoli a Caserta. Se il bacino primario rimane dunque circoscritto al comune di Marcianise e ai paesi limitrofi, che tuttavia ospitano una forte presenza di industrie e terziario e quindi di lavoratori, quello compreso tra i 15 e i 30 minuti abbraccia i due capoluoghi, mentre quello intorno ai 60 arriva a contare ben 5 milioni di abitanti (fonte Corio Italia). Inoltre il Campania è baricentrico rispetto alla regione: facilmente accessibile non solo in direzione nordsud, grazie all’autostrada, ma anche
retail&food - novembre 2014
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Long life Fasce isocrone
PLAYER PER FASCE ISOCRONE DELLA LOCALIZZAZIONE
APERTURA
(Accessibilità: 20 minuti, con autostrade, traffico medio)
CAMPANIA 2007
Format
Insegna
Provincia
Comune
Indirizzo
Superficie Distanza (mq) (minuti)
Anno apertura
00' - 05' Parco Commerciale
CAMPANIA RETAIL PARK
CE
MARCIANISE
S.S. 87 - Loc. Aurno
50.000
3,6
2007
Factory Outlet
LA REGGIA DESIGNER OUTLET
CE
MARCIANISE
S.P. 336 Sannitica
26.300
8,1
2010
Centro Commerciale I GIARDINI DEL SOLE
CE
CAPODRISE
Via Retella 1
18.997
11,2
1992
Centro Commerciale MEDI'
CE
TEVEROLA
S.S. Appia 7 Bis - Zona A.S.I.
31.950
14,6
2004
Centro Commerciale APPIA CENTER
CE
TEVEROLA
S.S. Appia 7 Bis km 10.800
10.670
16,0
1993
Centro Commerciale APOLLO
CE
CASAPULLA
Via Nazionale Appia 5
22.500
16,2
2006
Centro Commerciale LA MASSERIA
NA
CARDITO
Quarta Traversa Viale Primo Maggio
6.000
16,2
2002
Centro Commerciale FABULAE
CE
ORTA DI ATELLA
Via Salvatore Lanzano 3 ang. Via Arturo Toscanini
20.000
17,0
2006
Centro Commerciale IPERION
CE
CASERTA
Via Borsellino ang. Via Sant'Augusto
16.000
17,3
2001
Centro Commerciale I PINI
NA
CASORIA
S.S. 87 Sannitica km 9
5.000
18,0
1994
Centro Commerciale MULTIBIT
NA
CASORIA
Via San Salvatore 1
13.500
18,0
2003
05' - 10' 10' - 15'
15' - 20'
3mila persone e 600 posti a sedere. Il calendario contempla circa 200 iniziative all’anno, tutte autoprodotte, di cui è possibile ammirare le performance in alta definizione sulla pagina YouTube del centro commerciale.
Materiale fornito da Sincron Inova, www.sincron-inova.it
Retail muscolare e grandi firme L’impronta Corio si può notare in ogni angolo del centro commerciale Campania: «C’è un piano di merchandising abbastanza spinto dal punto di vista del pensiero e della realizzazione – illustra Antonacci – Abbiamo dedicato il mall più lungo alla moda e al fashion, con un’offerta più basica al piano terra e una più sofisticata a quello superiore. Il reparto bambini è in un mall trasversale mentre una zona “fronte casse” e le aree vicine agli ingressi sono riservate ai servizi. La ristorazione è concentrata in Piazza Campania: un intervento abbastanza unico nel suo genere in quanto si posiziona come “testa di mall” di quasi tutte le gallerie del centro, per cui il pubblico è invitato ad arrivarci, ma allo stesso tempo è in un’appendice, e quindi non interrompe l’offerta retail». Nella nostra descrizione, per ovvie esigenze di spazio, vi raccontiamo solo gli interventi più qualificanti che hanno contraddistinto la vita dello shopping centre casertano, presso cui ci siamo recati in visita lo scorso 29 settembre. «Sin da subito la proposta commerciale è stata molto qualificata, con un’ottima presenza di catene nazionali e internazionali e con un profilo qualitativo abbastanza
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retail&food - novembre 2014
INQUADRAMENTO TERRITORIALE Comune MARCIANISE
Provincia CASERTA
Regione CAMPANIA
ITALIA
Abitanti (n.)
40.047
908.784
5.769.750
59.685.227
Famiglie (n.)
13.917
341.687
2.155.772
25.872.613
Componenti medi della famiglia (n)
2,88
2,66
2,68
2,31
Femmine (%)
51,1
51,3
51,5
51,6
Maschi (%)
48,9
48,7
48,5
48,4
Stranieri (%)
2,2
3,7
3,0
7,4
Meno di 25 anni (%)
32,3
29,3
28,5
23,9
Più di 64 anni (%)
13,3
15,7
17,0
21,2
Età media (anni)
37,6
39,5
40,4
43,5
Forze lavoro (%)
28,9
31,3
33,8
42,4
Non forze lavoro (%)
71,1
68,7
66,2
57,6
Tasso disoccupazione
17,2
14,0
19,3
10,7
Auto per abitante (n.)
0,598
0,598
0,585
0,621
Auto > 2000cc per abitante (n.)
0,031
0,036
0,031
0,044
Numero Indice Reddito (NIR)
65,0
67,6
70,3
100,0
Numero Indice Consumo (NIC)
66,0
69,1
69,7
100,0
Variabili socio-demografiche
elevato che nel tempo è ulteriormente migliorato. Normalmente, il percorso è inverso – spiega Antonacci – Partendo dalla prima apertura di H&M nella regione, avvenuta in concomitanza con l’inaugurazione, una delle principali operazioni portate a termine successivamente è stata quella di Apple, che nel 2010 ha avviato al Campania il primo Apple Store nel
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Long life sud Italia». Dopo la commercializzazione iniziale ha deciso di aprire un punto vendita anche Hollister, mentre Gruppo Inditex lo scorso anno ha raddoppiato la superficie di tutte le proprie catene, arrivando a coprire un’area complessiva di circa 8.500 mq: Zara, nello specifico, è passato da una location di 2.000 mq su due livelli nella piazza nord a uno spazio su un unico piano di 4.500 mq sul lato parcheggi, portandovi il proprio format da centro città; nella location precedente, trasformata in due unità distinte, hanno trovato posto Bershka e Pull&Bear. È stata un’operazione “win-win” – prosegue il coo di Corio Italia – Con lo spostamento di Zara dalla vecchia alla nuova location abbiamo subito avuto un incremento anche delle attività di ristorazione, che è rimasto costante nel
tempo». Le altre ancore del centro, oltre a Gruppo Inditex, sono la foodcourt e Carrefour, che si è ridotto da 12mila a 8mila mq di vendita. L’area liberata è stata oggetto di un’acquisizione da parte di Corio e di una trasformazione: «Avevamo uno store Eldo da 4.500 mq con necessità di ridursi – continua il manager – lo abbiamo spostato nella superficie ricavata dall’ipermercato, che a sua volta è stata divisa a metà. Nell’altra parte ha trovato posto Cisalfa Sport. Questo ci ha permesso di dare spazio a Zara. Tra le altre grandi superfici in quota a Corio spiccano Mediaworld, compreso nel parco commerciale, e Scarpe&Scarpe, che proprio in queste settimane si trasferisce all’interno prendendo il posto di Eldo. Esternamente ha appena inaugurato un maxi store Mon-
“Il building nel building” di Coscia do Convenienza nella location dove era ubicato Bricocenter. Complessivamente sono dodici le ancore della galleria superiori ai mille mq, mentre sono quasi 40 quelle in quota a Corio sopra i 400 metri quadrati. Foodcourt, un concerto di sapori «Abbiamo sempre pensato che la ristorazione fosse uno dei magneti più interessanti dei centri commerciali di questo tipo e dimensione. Una buona offerta in tal senso li rende delle destinazioni per motivi anche extra shopping – spiega Gino Antonacci – Inoltre la zona di Marcianise è di alta densità industriale e di terziario, per cui rappresenta un enorme potenziale di pasti fuori casa. Questi sono i motivi che ci hanno convinto a impostare una zona di ristorazione con oltre 20 proposte, che all’epoca rappresentava una novità per il settore degli shopping centre». La strategia di Corio si è orientata a inserire un ampio numero di ristoranti con servizio al tavolo, con un prezzo contenuto e con una proposta tematizzata. Questi locali hanno trovato posto al piano superiore, mentre quelli a libero servizio sono stati posizionati a livello terreno, dove ci sono più sedute legate alla foodcourt. «È stato complesso inserire tante soluzioni diverse, quando si lavora su questi numeri bisogna inventare qualche operatore valutando uno a uno i progetti che arrivano sul tavolo – prosegue Antonacci – Questo è il caso di Gold Blond: l’ideatore è l’ex direttore di produzione di Peroni,
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che ha lasciato il proprio lavoro per realizzare un micro birrificio con ristorazione». Complessivamente la presenza di player locali bilancia quella delle insegne di food nazionali e internazionali: sul primo fronte troviamo ancora Don Peppe e catene nate in questa zona, come Farinella e Anema e Cozze; sul secondo spiccano McDonald’s, Old Wild West, che di recente ha raddoppiato la propria superficie, e l’altro format di Cigierre, Wiener Haus. Prossimamente, entro Natale, aprirà Tiger. A livello architettonico Piazza Campania vede al centro una fontana, progettata per non lasciare spazi vuoti, che durante gli eventi viene coperta e si trasforma in platea. Guardando in alto, invece, si può apprezzare una cupola in vetro con una circonferenza di 50 metri. Questa è dotata di “trappole sonore” in barrisol che ne migliorano l’acustica. La location, fornita di regia audio-video professionale e di personale di sicurezza, è diventata una tappa importante per musicisti, artisti e sportivi: da qualche anno, ad esempio, si trasforma in un ring dove si disputano le finali nazionali sia maschili che femminili di boxe, disciplina fortemente legata al territorio locale. Proprio il legame con il territorio è il fil rouge che unisce tutte le attività organizzate dallo staff del centro, con lo scopo di esaltare le eccellenze della zona e di dare un esempio virtuoso rispetto, invece, alle criticità. Andrea Penazzi
r&f La fiera ventesima edizione
MAPIC, USA E CINA SOTTO I RIFLETTORI Torna l’appuntamento di Cannes per il comparto del retail real estate. Al Palais des Festivals tra il 19 e il 21 novembre sono attesi 8.300 partecipanti, 2.300 developer, 2.400 retailer e complessivamente 685 aziende espositrici. La pattuglia italiana si riunirà al convegno del 20 organizzato dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali
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0 years back – 20 years forward, questo il titolo del convegno che non a caso il 20 di novembre celebrerà la storia del Mapic, nonché i progetti che hanno caratterizzato gli scorsi due decenni e quelli che determineranno il comparto retail real estate nei prossimi anni. Una fiera di riferimento per gli operatori, quella organizzata da Reed Midem, che anche quest’anno vedrà numeri di assoluto rispetto: 8.300 partecipanti, 2.300 developer, 2.400 retailer, 334 società di investimento, 90 enti locali e 685 aziende espositrici. Non mancheranno ovviamente i focus su alcuni dei principali mercati mondiali, dopo quelli emergenti in risalto nel 2013 nella prossima tre giorni di Cannes si parlerà di Usa e Cina, che si declineranno in convegni e appuntamenti dedicati. Su quello a stelle e strisce si partirà dal “Global Shopping Center Development Report” redatto da Cushman&Wakefield, che sti-
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ma in 738 i nuovi centri commerciali in pipeline entro il 2016. Mentre dal Paese asiatico arriveranno due importanti operatori: Wanda Group, che ha pianificato l’apertura all’interno dei confini nazionali di 110 Wanda Plaza per la fine del 2014, e Jihua Group, che presenterà il proprio portfolio di location in cui realizzerà shopping e leisure center con lo scopo di attirare i retailer europei. Altri momenti di approfondimento saranno incentrati sui mercati di Russia, Brasile e Turchia. Mapic 2014 punterà i riflettori anche sul tema del digital commerce, che sarà affrontato al Digital summit previsto il giorno prima che inizi l’evento. Per l’occasione saranno riuniti esperti in ambito retail e web, che dovranno esplorare le possibili interazioni tra questi due mondi. Non mancherà inoltre la consegna degli award, che si terrà il 19 novembre presso il Grand Hyatt Cannes Hotel Martinez. Come sempre sono dieci le categorie
esaminate: best fashion&footwear retail concept; best food&beverage retail concept; best retail digital strategy; most innovative shopping centre; most innovative mega shopping centre; best factory outlet centre; best refurbishment shopping centre e best retail-led urban regeneration. Il giorno 20, dalle 17 e alle 18,30 all’interno della Champs-Élysées room, avrà luogo il convegno dedicato al comparto italiano. L’incontro, intitolato “Retail real estate in Italy: welcome back!” vedrà come sempre protagonista il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (CNCC), che quest’anno introdurrà alla communty internazionale il nuovo presidente, Massimo Moretti. Il manager di Beni Stabili Siiq (vedi intervista pag 55), alla guida dell’associazione dallo scorso luglio, è chiamato a iniziare un nuovo corso dopo la lunga presidenza di Pietro Malaspina. A.P.
r&f
Dossier aeroporti
Dublin Airport:
retail, food e servizi ad alta quota
Protagonista nel 2010 con il completamento del nuovo T2, l’aeroporto di Dublino conta oltre 20 milioni di passeggeri l’anno (+6% nel 2013). Altrettanto significativa è l’offerta retail&food, declinata tra proposte locali, internazionali e di servizi al passeggero. Autogrill svetta nella ristorazione, con 10 milioni di giro d’affari
C
ostruito alla fine degli anni ’30 a 10 km a nord della Capitale e avviato concretamente nel 1940 con il volo inaugurale verso Liverpool, il Dublin Airport rappresenta un ponte privilegiato tra la capitale irlandese e Londra (una delle rotte più trafficate al mondo); collega il Paese di James Joyce con il Vecchio Continente e con il Medio Oriente, oltre a disporre di rotte a lungo raggio. Sul fronte low cost spicca la presenza di Ryanair, che vi ha instaurato la propria sede. Con oltre 20 milioni di passeggeri nel 2013 (+6% rispetto all’anno precedente), l’aeroporto di Dublino, gestito dalla Dublin Airport Authority (DAA), è il principale scalo nazionale per flussi di traffico ed è dotato di due Terminal: il T1, dove si concentrano la maggior parte dei voli verso l’Europa conti-
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nentale e mediterannea; e il T2, dedicato invece alle rotte verso i Paesi Nord-europei, gli Stati Uniti e il Medio Oriente. Il T2, in particolare, è stato realizzato in seguito a un progetto di ampliamento orientato a rendere più efficiente la gestione dei flussi e a supportare la crescita del traffico attesa per i prossimi 10 anni. Anche la dotazione dei servizi al viaggiatore, per varietà e tecnologia, sembra pronta ad abbracciare il futuro, staccando di gran lunga l’offerta di numerosi scali italiani. Oltre al wi-fi gratuito e facilmente accessibile, alla business lounge e al fast track per la clientela business e le famiglie, vi sono vere e proprie postazioni internet, numerose prese per la corrente elettrica in cui i viaggiatori possono caricare i propri device e ancora spazi colorati e dalle linee fantasiose per i bambini. Nel
bagno delle signore è disponibile perfino la piastra per i capelli auto-igienizzante. In ottica retail&food annotiamo anche una piccola plancia dove i viaggiatori possono giudicare positivamente o negativamente l’offerta di shopping. Dal gusto retrò, invece, il servizio The Buff Stop, per farsi lu-
strare le scarpe. La nostra visita presso il Dublin Airport è avvenuta lo scorso 24 agosto, in pieno periodo turistico, e in particolare siamo transitati al Terminal 1, area partenze, da dove abbiamo preso un volo Ryanair in direzione Orio al Serio.
The Loop shopping area & servizi Superati i controlli di sicurezza, si dipana un mondo di shopping, ristorazione e servizi che unisce all’anima irlandese uno stile internazionale, con alti standard qualitativi. Complessivamente l’offerta travel retail & duty free si caratterizza per una forte presenza delle principali insegne inglesi come WHSmith, Jo Malone ed LK Bennet, a cui si accompagnano marchi di successo del retail internazionale come Tom Ford, Victoria’s Secret e Lâncome. Nonostante al momento della nostra visita fossero numerose le vetrofanie nel T1 che indicavano la prossima apertura di nuovi negozi, per cui il brand mix non è ancora al top delle proprie possibilità, l’area denominata The Loop si connota in termini sia architettonici sia di brand come un vero e proprio mall commerciale. Prima di entrarvi vi è una lunga galleria, dominata dal maxi orologio della Raymond Weil e da coperture in vetro che lasciano filtrare una piacevole luce naturale, che vede su entrambi i lati noti operatori del retail internazionale. Gli store in questione portano le insegne di: Dixons, che nella formula Travel ospita al proprio interno uno spazio piuttosto ampio con brand del calibro di Sony, Beats, Apple, Nikon, Canon, Panasonic, Samsung e Bose; Boots, che propone su una location ancora più estesa prodotti per la salute e la bellezza; VHSmith, con libri, riviste, giochi per bambini, software e anche un corner dedicato alla vendita food; e ancora Sunglass Hut, Hour Passion e Butlers Chcolate Cafe. Una volta varcata l’insegna The Loop si entra nel vivo dello shopping duty free, con la grande area sulla sinistra dove si trovano corner dedicati a marchi della profumeria e della cosmesi: tra i vari compaiono Dior, L’Occitane, Benefit, Kalvin Klein, Bobbi Brown. Non manca, poi, uno spazio con il merchandise della Guinness. Lungo la passeggiata verso i gate si incontrano altre insegne, inserite in unità di dimensioni standard: House of Ireland, Superdry, Pandora, Irish Memories, Parfois e National Geografic. Una nota di cronaca: all’interno della The Loop shopping
area del Terminal 2 ha aperto a settembre un punto vendita Pinko. Ristorazione La food & beverage experience è garantita da oltre 30 diversi concept che rendono quello di Dublino uno tra gli aeroporti europei più interessanti sotto il profilo della ristorazione, con uno spettro di formule che vanno dal quick service restaurant al wine bar, dal casual dining alla caffetteria italiana. Al T1, superata The Loop shopping area, si dipana una piazza illuminata da luce naturale. Qui dominano la scena Sturbucks Coffee, che può sfruttare un’ampia presenza di sedute comuni, e, al piano di sopra, il fast food americano Burger
King, posizionato su un’ampia terrazza. A completamento, sempre al primo piano troviamo The Garden Terrace: insegna dalla forte impronta locale che propone un’ampia offerta di birre. Attore protagonista in questo settore è Autogril, che ha fatto il suo ingresso nell’aeroporto di Dublino nel 2007. Attualmente il Gruppo di Milanofiori, attraverso la divisione HMSHost International, gestisce nello scalo sei punti vendita: 1 all’interno del T1 e 5 all’interno del T2. Le attività hanno generato nel 2013 un giro d’affari pari a circa 10 milioni di euro, un dato sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente, nonostante l’avversa congiuntura economica. «I risultati raggiunti nell’aeroporto di Dublino confermano la capacità del Gruppo di bilanciare efficacemente le esigenze del landlord
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Dossier aeroporti I CONCEPT BY AUTOGRILL - Harvest Market, T2 In un’atmosfera da mercato rionale, Harvest Market propone ai viaggiatori autentici sapori irlandesi. Il layout infatti si ispira ai mercati urbani più famosi di Dublino: Moore Street, Smithfield e Temple Bar. Il ristorante propone una selezione delle eccellenze culinarie d’Irlanda in un ambiente contemporaneo, caratterizzato dall’utilizzo di materiali naturali e impreziosito da elementi decorativi tipici irlandesi. La cucina è interamente a vista e offre l’opportunità ai viaggiatori di conoscere da vicino ricette e metodi della tradizione locale. Il menù, sviluppato con ingredienti freschi e a km 0, propone una serie di specialità come la tagliata di manzo irlandese, il Flahavans porridge, nonché l’immancabile Irish Breakfast. - Lavazza Espression, T2 Lavazza è il concept di caffetteria della tradizione dell’espresso basato sulla miscela dell’omonimo brand italiano. Pensato per un consumo veloce prima di imbarcarsi al gate, nella versione proposta a Dublino è arricchito anche di un’offerta brewery con una selezione di birre locali, tra cui la nota Guinness, la birra irlandese per antonomasia. - Puro Gusto, T2 Puro Gusto è un moderno Coffe, Bakery & Fine Food Shop che propone un’ibridazione tra il modello del bar all’italiana con il coffe shop della tradizione angloamericana. Il concept è stato interamente sviluppato da Autogrill per una clientela cosmopolita e multiculturale tipica dei luoghi di transito internazionale come l’aeroporto di Dublino. Il locale presenta un’offerta premium di caffetteria cui si accompagna una selezione di specialità dolci e salate. - Java Republic, T2 Java Republic è un’insegna di coffee & tea house molto nota in Irlanda, caratterizzata da un assortimento di prodotti equo e solidali. Particolare distintivo del concept è la grande varietà di miscele di tè e caffè disponibili che vengono serviti da personale esperto in un ambiente smart e accogliente. - Irish Meadows, T2 Irish Meadows è un concept di coffe & bakery a base di ricette tipiche della tradizione irlandese. Collocato in prossimità dei gate, offre ai viaggiatori l’opportunità di fare uno spuntino veloce prima dell’imbarco, scegliendo tra un’ampia varietà di specialità locali tra cui pancakes alle fragole, chocolate muffin e dolci al cucchiaio. - Starbucks Coffe, T1 Il locale propone l’intera gamma delle bevande Starbucks, le preferite dei viaggiatori, tra cui il caffè espresso, il caffè lungo, il latte aromatizzato e l’ormai celebre Frappuccino. Completa l’assortimento un’ampia selezione di prodotti freschi quali torte, tartine e insalate, tutti preparati secondo gli standard qualitativi Starbucks.
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e quelle dei consumatori – ha dichiarato Walter Seib, ceo di HMSHost International – I feedback che riceviamo sull’offerta nello scalo sono infatti molto positivi al punto che, in locali come Harvest Market, oltre il 50% della clientela è composta da frequent-consumer che vi fanno regolarmente ritorno». L’offerta di ristorazione di Autogrill, completamente rinnovata nel 2010, in corrispondenza dell’inaugurazione
del nuovo T2 dedicato ai voli nordeuropei e intercontinentali, si caratterizza per una combinazione di brand internazionali e di proprietà del Gruppo, declinati in chiave locale per esaltare la cultura culinaria irlandese. Un’attenzione particolare nella composizione del concept mix è stata dedicata alle formule di caffetteria, dall’espresso di tradizione italiana al tipico irish coffe. A.P.
r&f World Retail Congress 2014
Retail disrupting, è l’ora dei Millennials P ARIS - Ormai ci siamo abituati, ogni edizione del World Retail Congress ha le sue parole d'ordine, tag che battono il tempo presente ma che - almeno per quanto riguarda l'Italia illuminano la strada verso il prossimo futuro. E allora partiamo dalle espressioni più ripetute a fine settembre al CNIT di Parigi, dove si è svolta anche questa edizione del WRC, dopo quella del 2013. Il
primo termine interessante è sicuramente disruption (smembramento, frammentazione, disgregazione). Il secondo è millennials, parola che sta a indicare gli appartenenti alla generazione Y, quella dei nati tra gli i primi anni '80 e l'inizio del nuovo millennio, quella dei cosiddetti nativi digitali. I consumatori di oggi e domani. Pensando a loro, gli schemi, i modelli, le matrici cioè tutto quanto tende a classificare e incasellare, a riprodurre e moltiplicare, non ha più senso, perché si riferisce a uno scenario idealizzato e non più attuale. Siamo ormai oltre. Oltre la multicanalità, la crosscanalità e addirittura oltre la prospettiva tanto suggestiva quanto convincente - dell'omnicanalità. Siamo cittadini del globo, facilitati nel visitare il mondo grazie a connessioni (aeree e ferroviarie) sempre più efficienti e rapide. Siamo cittadini della
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rete, abituati a navigare nel web dall'alba al tramonto, dallo smartphone al desktop, per continuare fino a notte fonda, tablet in mano a pochi metri dai led di una flat tv sempre più tematizzata che lancia spunti da approfondire on line. E quindi, le nostre abitudini e prospettive di vita e di consumi sono quelle di tutti e di nessuno. Sono e saranno sempre più customizzate su noi stessi. Possiamo cominciare sullo smartphone e terminare in store, o viceversa. Oppure partire cliccando dal notebook e passare per un collect in negozio. La regola è semplice: tutto, sempre, ovunque… Ma soprattutto “come piace a me”. Questa è forse la logica del consumatore evoluto, sempre più diffusa tra noi nati prima degli anni '80, ma sicuramente è l'indentikit dei millenials. Che però non si accontentano di consumare passivamente, perché grazie alla condivisione "regalata" dai social network, pretendono informazioni sui prodotti e i servizi, poco scritto e molta immagine, pochi concetti e un mare di visual... e pretendono trasparenza. Tolleranza zero verso gli inghippi, le clausole, i passaggi farraginosi per arrivare al buy, per la pubblicità camuffata da editorial, per la scarsa qualità visuale. Il millennial vuole vedere (foto, video), sapere (giudizi altrui), comparare (caratteristiche, prezzi) e se convinto comprare al volo (vedi l'app push for pizza: un click e mangi). Attenzione però: i millennials sono sì individualità, ma iperconnesse tra loro grazie alla rete. Se sentono puzza di bruciato possono soffiare sul fuoco fino a bruciare in poche ore grandi e costosi progetti: negli States campagne, boicot-
taggi, video virali (negativi) sono sempre più all’ordine del giorno, anche in ambito retail. Anche la comunicazione è disrupted ma le “lamentele” dei clienti sono sempre più potenti. A Parigi novità anche sulla battaglia tra brick&mortar ed e-commerce. Emergono le prime criticità sul fronte digitale: i costi ingenti, ammessi candidamente e finalmente dai giovani e brillanti retailer pure digital del panel "Learning from disruptors" come KupiVIP.ru, e-commerce attivo sul mercato russo, e Zalora - rappresentato da uno dei pochissimi (forse l’unico) speaker italiano di questa edizione Tito Costa – che è divenuto un riferimento per il fashion online nel sudest asiatico. Secondo questi “giovani” player, oggi come oggi, fare e-commerce con prodotti sotto ai 20 euro/dollari vuol dire sostenere solo dei costi (produzione: foto, implementazione db; gestione: magazzino; spedizione, logistica) e andare incontro a una perdita. E allora, volendo sintetizzare brutalmente qualche decina di ore di discussione, il brick&mortar torna di grande attualità ma con funzioni diverse, promozionali o addirittura ribaltate: dagli shop di Amazon, allo showroom This is Story. Ci fermiamo qui, sul sito di WRC per i più curiosi, ampia sintesi degli eventi o presentazioni complete disponibili per il download. Il nostro consiglio è di organizzarsi per seguire l’evento dal vivo, ne vale sempre la pena. L’anno prossimo si terrà a Milano (29 settembre – 1 ottobre), grazie a Expo il nostro Paese torna attraente – se non per lo sbarco di retailer stranieri – almeno per queste iniziative. Andrea Aiello
r&f
Resoconto Ristorazione 2014
RISTORAZIONE E NUOVI FORMAT, OBIETTIVO DIFFERENZIAZIONE “C
hi si ferma è perduto”, recitava Totò nella famosa pellicola del 1960 girata da Sergio Corbucci. Declinata nel mondo della ristorazione commerciale, la strada da percorrere è quella tortuosa dell'innovazione e della differenziazione, che parte dal prodotto e arriva “all'abito con cui si vestono i locali”. Al contrario, la standardizzazione e l’omologazione diventerebbero un dogma da sfatare, soprattutto nell’immaginario del cliente. Lo spettro da allontanare, in questo caso, è quello della crisi americana. Case history di successo a parte, nel convegno intitolato "Ristorazione e nuovi format" è emersa la forte tensione al cambiamento portata avanti in primis dagli stessi operatori della ristorazione, seguiti dagli altri protagonisti del mercato: sviluppatori, commercializzatori, progettisti e associazioni. L’evento organizzato dal magazine Ristorando, edito dalla casa editrice Edifis (che pubblica anche r&f), si è trasformato quindi da salotto buono a laboratorio di idee, con protagoniste società del calibro di Autogrill, rappresentata da Alessandra de Gaetano (chief operating officer Autogrill Italia), e Gruppo Sebeto, con l'amministratore delegato Franco Manna. I due manager si sono “sfidati” a colpi di realizzazioni, su tutte spiccano
quelle di Bistrò Milano Centrale e Villoresi Est per l’azienda di Milanofiori, e di opinioni sui trend del mercato, come quella di mettere al centro delle strategie aziendali il prodotto, e non il marketing, promossa da Manna. Porto Bianco, neonato brand con un primo locale al centro commerciale Nave de Vero (VE), è stato portato come caso tangibile di innovazione sul prodotto: tra i primissimi, esprime un’offerta focalizzata sul pesce. Costa Group e Design International, presenti rispettivamente con il presidente Franco Costa e con l’architetto nonché amministratore delegato David Padoa, hanno addotto alcuni esempi in un'ottica di differenziazione: il primo ha enunciato le realizzazioni sia per le big company sia per le piccole realtà imprenditoriali, il coinvolgimento in Fico - Eataly World Bologna e il progetto per Expo; il secondo ha citato il maxi centro commerciale Cleopatra Mall al Cairo, in cui sono stati inseriti ben 70 ristoranti. Filippo Maffioli, sales and marketing director di Gruppo Promos e presidente della commissione outlet del Cncc, dopo aver snocciolato alcuni numeri sul comparto italiano dei Foc (secondo in Europa, dopo quello inglese, con 23 strutture all’attivo sopra i 10mila mq di Gla) ha fissato le linee guida del progetto Scalo Milano: alla
componente fashion sarà affiancata una proposta di ristorazione da 5mila mq, con la presenza di eccellenze locali, che farà da collante alla seconda anima dello sviluppo, il design. A portare il proprio saluto, ma soprattutto ad anticipare il cambio di marcia che investirà nel prossimo futuro il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, è stato il nuovo presidente dell'associazione, Massimo Moretti: dal manager di Beni Stabili Siiq sono giunte le indicazione verso uno sviluppo che deve orientarsi sui regional mall, affiancato da progetti di ampliamento e di restyling, con un’attenzione par-
ticolare alla riqualificazione e a alla riconversione delle aree industriali dismesse. La regia dell’incontro, invece, è stata affidata all’esperienza e alla passione di Roberto Bramati, presidente di Spazio Futuro e membro della commissione Food & Food Court del CNCC. A nostro avviso è stato di minor impatto l’intervento di Roberto Folgori, consigliere di amministrazione di Dedem Automatica. Ciò non toglie che il rapporto tra leisure, settore in cui è attiva Dedem, e ristorazione sia sempre più stretto e con margini di sviluppo via via più ampi. A.P.
I protagonisti del convegno Da sinistra a destra: Filippo Maffioli (Gruppo Promos) Franco Costa (Costa Group) Massimo Moretti (CNCC) Roberto Bramati (Spazio Futuro) Davide Padoa (Design International) Alessandra de Gaetano (Autogrill) Aldo Alderigi (Porto Bianco) Franco Manna (Gruppo Sebeto)
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retail&food - novembre 2014
r&f vademecum
RETAIL TRENDS: PAROLA AGLI ESPERTI L
o Studio legale Cocuzza & Associati, già presente su r&f con la rubrica 'cosa occorre sapere per...' ha deciso di continuare su base annua la pubblicazione Retail Trends, una ricerca incentrata sul 'sentiment' dei principali operatori del settore in grado di offrire degli spunti interessanti per meglio comprendere alcune dinamiche di mercato. Nel corso del convegno di presentazione (tenutosi al Circolo della Stampa di Milano), attraverso il contributo dei principali advisor operanti nel settore in Italia sono emerse alcune indicazioni; una serie di valutazioni qualitative su un mercato che sta ritrovando un modello di crescita. Di seguito riportiamo una breve sintesi dei trend del mercato retail in Italia secondo alcuni player, oltre ad alcune novità legislative, con particolare attenzione alle criticità burocratiche e amministrative che troppo spesso le aziende e gli investitori debbono affrontare nel nostro Paese.
Prima di tutto: selezione Partendo dal presupposto che il mercato è sempre più selettivo in termini di asset ricercati dai retailer, il 2014 è stato l'apice di questa tendenza, con transazioni su immobili di qualità o in grado di distinguersi per particolari caratteristiche. Per quanto riguarda gli investimenti da parte dei retailer, si conferma ancora la preferenza per Milano, seguita da Roma e dalle grandi città turistiche come Venezia, Firenze e Verona. Anche Bologna e i centri provinciali del Nord Italia sono entrati in una fase di recupero per location di particolare pregio, così come cresce l'interesse per Palermo e Catania; mentre faticano sempre il Sud e le Isole. Il mondo degli outlet continua a essere un mercato interessante ma congestionato. E l'appunto di Simone Burasanis di Jones Lang LaSalle infatti è che ci sono
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solo 3 progetti: San Pellegrino a nord di Bergamo, Torino Outlet Village e Scalo Milano a Opera, a testimonianza del fatto che il mercato probabilmente si sta saturando. E per quelli già esistenti, se si escludono i grandi, dislocati in posizioni strategiche e in grado di fare buoni risultati, quelli di medie e piccole dimensioni faticano. Per loro la parola d'ordine è: offrire una nuova shopping experience. Ma per fortuna c'è l'Asia, verrebbe da dire, che rappresenta una delle maggiori novità di questi ultimi anni negli investimenti legati ai brand della moda e del lusso. E proprio quest'ultimo non demorde; in tutto il mondo la richiesta di location premium nelle vie della moda è in costante aumento con la conseguente crescita dei prezzi. La Grande distribuzione affronta una fase di ridefinizione della strategia di sviluppo con una riduzione delle dimensioni dei punti vendita e una concentrazione nel reparto alimentare. Format di massimo 10mila mq sulla scorta dei superstore Esselunga. Il franchising scricchiola Il modello di franchising classico e utilizzato per molti anni è entrato in crisi, e ciò soprattutto nel caso di franchisee meno strutturati e
pertanto finanziariamente più fragili. Si sta assistendo tuttora al fenomeno del buyout dei franchisee: il fine dell’operazione è sempre di far subentrare il brand nella gestione dei negozi, evitando quindi il danno di immagine derivante dalla chiusura di uno o più punti vendita. Stanno nascendo così nuove soluzioni, una su tutte la commissione alla vendita (concession). In questo caso il commissionario alla vendita vende beni o servizi ai clienti per conto di un altro
soggetto (il committente) effettivo titolare dei medesimi, ma in nome proprio. I vantaggi sono evidenti: il negoziante può concentrarsi sulle vendite di un marchio che, sulla base delle performance degli anni precedenti, sia risultato trainante, andando incontro alle esigenze della clientela ed eventualmente continuando a vendere altri prodotti comunque performanti. Il brand acquisisce posizioni su strada senza sostenerne l’investimento (e pertanto in assenza di keymoney, canoni di locazione e oneri per opere interne), continuando a lavorare con un operatore già conosciuto e con cui ha instaurato una pratica commerciale consolidata. Giuridicamente il rapporto si avvicina al franchising, con tutte le obbligazioni tipiche di questo contratto. Tra gli argomenti dibattuti, inoltre, si è parlato di Attestato di prestazione energetica (Ape), che sta mettendo non poco in difficoltà gli addetti ai lavori; e di 'temporary shop' e dei relativi paletti posti dalle regioni, il cui risultato è ostacolare questa formula di vendita sempre più apprezzata. S.M.
r&f Travel Retail
CUSTOMER EXPERIENCE ON THE MOVE I
luoghi di viaggio stanno assumendo un ruolo sempre più centrale per i retailer. Certamente, e questa non è una notizia, i costi per gli spazi sono elevati, ma una volta individuata la giusta formula, capace di sfruttare le potenzialità del contesto, sia esso aeroportuale piuttosto che ferroviario, si può arrivare a registrare entrate decisamente importanti. Questo e altri aspetti sono emersi nel corso del terzo convegno sul travel retail dal titolo “Shopper on the move. Il cliente dei non luoghi”, organizzato da Popai con la partecipazione in veste di moderatore di Andrea Aiello, direttore di retail&food. Il primo intervento è giunto da Remo Lucchini, presidente onorario di GfK Eurisko, il quale ha sintetizzato il modo in cui negli ultimi anni è cambiato il rapporto tra cliente e offerta. A influire principalmente su questa “relazione” ci sarebbero, secondo quanto ha spiegato Lucchini, pochi punti cardine: il crescente livello di istruzione che ha insegnato all'acquirente a informarsi, conoscere, sviluppare un forte senso critico e a certi livelli anche etico; il mondo di Internet 2.0, che ha consentito di uscire dalla comunicazione standard verticale e di entrare in una comunicazione paritetica, orizzontale, in cui tutti possono essere protagonisti con il proprio pensiero; infine la crisi, che ha portato le aziende a investire secondo una politica dei ri-
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cavi nel medio periodo. Un retailer, tuttavia, non può più avere solo un buon prodotto (condizione necessaria per il successo di un brand), ma deve anche continuare a investire nello sviluppo di quel prodotto a instaurare relazioni che creino un'empatia col
cliente e che stimolino l'effetto “wow”. E proprio questa voglia di stupire è alla base del lavoro sia dei landlord sia dei gestori di spazi commerciali come hanno raccontato Tomaso De Abbondi, responsabile marketing non aviation di Sea Aeroporti Milano, e Stefano Mereu, sales and media director di Grandi Stazioni. Suddette realtà, anche se focalizzate su due tipologie differenti di clientela, puntano proprio a questo, ossia all'emozionare. Oggi il passeggero non è più tale. Non va più interpretato come un semplice viaggiatore, ma come un cliente, pertanto bisogna offrirgli una customer experience che lo sappia catturare. E i progetti del T1 di Malpensa, chiamato “terzo terzo”, così come quello della Stazione Centrale milanese del “chilometro e mezzo”, che una volta ultimato avrà coinvolto 60mila mq di spazi, hanno come fine ultimo l'emozionare e il far vivere pienamente il luogo di viaggio. In questo contesto, però, i re-
tailer devono mettere in campo la propria esperienza per far fruttare gli spazi locati, per trasformare in luogo un “non luogo”. Due esempi efficaci sono stati portati da Paolo Deponti, brand manager di Mac Cosmetics, azienda del Gruppo Estée Lauder, e da Gennaro Bruno, country manager di Celio, azienda francese di abbigliamento maschile. Mac è molto forte nel settore make-up, grazie ad anni trascorsi al servizio dei professionisti, che ne hanno reso il marchio appetibile a tutti i livelli. Il brand ha saputo sfruttare la crisi (come spiega il lipstick index secondo cui l'aumento delle vendite dei prodotti make-up è inversamente proporzionale al trend dell'economia), e la velocità del travel retail. Nelle stazioni come Milano Centrale, ad esempio, ha trasformato in punti di forza le criticità giocando sulla pendolarità dei passeggeri, o sfruttando il poco tempo a disposizione con servizi express. Ma anche l'uscita dalla stazione è diventata un momento di contatto, attraverso la possibilità di un trucco veloce prima di arrivare in ufficio o a un appuntamento. Altro caso interessante è Celio che negli scali di Milano Centrale, Roma Tiburtina, Bologna Centrale (e prossime aperture Roma Termini e Firenze Santa Maria Novella) ha puntato su capi semplici da acquistare, che non devono essere necessariamente provati. Di fatto l'azienda ha creato un vero e proprio team per selezionare l'assortimento nelle stazioni che, unito a formazione e tecniche di vendita, ha portato a risultati addirittura inaspettati. Le metrature, in Italia, sono anche abbastanza elevate (si pensi che la prossima apertura a Roma Termini è di circa 200 mq), ma non sono fondamentali come spiega Bruno, che ha concluso l'intervento portando a esempio il negozio della stazione di Parigi St. Lazare: nonostante i suoi 98 mq che, eliminato il magazzino diventano appena una settantina, fattura fino a 2 milioni di euro l'anno. S.M.
r&f Parola di Massimo Moretti
Massimo Moretti, dal 2008 lavora presso Beni Stabili SIIQ, dove attualmente è direttore Portafoglio Retail, e dallo scorso giugno è presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali. Nel 1994 si è laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano mentre tra le sue precedenti esperienze lavorative si annoverano gli incarichi di responsabile Asset Management Retail di Aedes SpA; responsabile delle Attività di Locazione di Carrefour Italia; membro del Property Team di Carrefour Italia e del Team di Revisione dei Conti presso Reconta Ernst & Young.
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CNCC: «Un nuovo corso per rilanciare il mercato. Non ci tiriamo indietro»
L
o scorso 30 giugno ha avuto luogo il passaggio di consegne al timone del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali: dopo otto anni all’insegna di Pietro Malaspina, giunto al termine del secondo mandato, il neo Consiglio Direttivo ha eletto a presidente Massimo Moretti di Beni Stabili S.p.A. SIIQ. La nuova squadra include Renato Cavalli (Prassi Coop) nel ruolo di vicepresidente e Marco De Vincenzi (Corio Italia S.p.A.) in quello di tesoriere. Partendo da una maggiore partecipazione e collegialità, i tre obiettivi di Moretti per cambiare marcia all’Associazione sono quelli di lanciare nuovi progetti e servizi; aumentare la rappresentatività e la visibilità; spingere e aprire il settore verso player internazionali. La prima tappa di questo cambiamento passa dal Mapic di Cannes, rimasta l’unica fiera di riferimento dopo l’addio di Eire.
Quando e come è nata la sua candidatura a presidente del Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali? Pietro Malaspina dopo 8 anni di presidenza aveva deciso di non ricandidarsi: l’Associazione, suo malgrado, stava affrontando un passaggio storico dei suoi 30 anni d’attività. C’era una volontà diffusa di rinnovamento e di rilancio ma anche il desiderio di collegialità. Mi piace ricordare il momento veramente democratico nel quale è nato il nuovo corso: un’assemblea fortemente partecipata il 30 giugno scorso, alla presenza di un notaio, ha eletto il Consiglio Direttivo. Quest’ultimo, come prima azione, ha cooptato dei membri e votato l’Ufficio di Presidenza: con la presenza di 29 consiglieri su 30 si è proceduto, dopo il necessario dibattito, all’elezione. In sole quattro ore siamo riusciti a espletare tutti i passaggi statutari e a trovare una sintesi forte. Ritengo la cronaca riportata un segnale plastico di grande forza e coesione dell’Associazione. Rispetto al tema della collegialità, che ha dichiarato più volte essere molto importante, come intende favorirla? La nostra Associazione si rivolge ai player che ruotano intorno ai prodotti centri commerciali, retail park e outlet. Le sue anime possono essere identificate nelle property, nei service provider e nei retailer. Tutti questi soggetti sono ben rappresentati nel nostro Consiglio Direttivo. Il tema della collegialità mi sta molto a cuore: le organizzazioni prosperano se riescono a far interagire al meglio le diverse componenti, ad agire come un organismo. In tal senso in
tre mesi di attività abbiamo rilanciato il ruolo del Consiglio Direttivo, avviato il progetto del nuovo statuto definendo un gruppo di lavoro dedicato e, in ultimo, abbiamo attivato tre iniziative (scuola CNCC; e-learning e Retailer Awards), anche in questo caso eleggendo project leader e chiedendo la partecipazione ai nostri soci. Qual è il principale obiettivo dei suo mandato? Oltre alla collegialità e partecipazione, l’obiettivo è lanciare nuovi progetti e servizi. Per esempio, grande spazio verrà dato all’ampliamento delle informazioni fornite dagli associati sull’andamento del settore: oltre ai dati brandizzati CNCC – fra l’altro abbiamo appena lanciato l’indice mensile delle affluenze nei nostri centri commerciali, un vero e proprio “indice Istat” – diversi nostri associati metteranno a disposizione report specialistici. Il tutto all’interno di un nuovo sito internet, che dovremmo mettere online a cavallo dell’anno. Oltre a questo, come già anticipato abbiamo appena fatto il kick off di tre importanti progetti: Scuola Cncc; e-Learning e Retailer Awards. Il primo ha come fine quello di fornire una formazione con standard internazionali, mantenendo saldi i valori della nostra Associazione. Il secondo mira a creare una library, sempre sul nostro sito, strutturata con singoli corsi sulle più svariate tematiche, per costituire
un flessibile e approfondito strumento formativo al passo coi tempi. Il terzo, il Retailer Awards, sarà una pietra miliare del CNCC: vuole premiare i retailer più meritevoli, in termini di nuova immagine, sviluppo e newcomer; si propone di costituire un benchmark che la nostra community vuole darsi di anno in anno, nonché un riconoscimento che diventi uno sprone a creare effetti emulativi. Ulteriori obiettivi? Aumentare la nostra rappresentatività e visibilità: troppo a lungo siamo stati un gigante che si è nascosto, prestando il fianco a volte a critiche ingiuste e irrazionali e subendo normative vessatorie. E spingere/aprire il nostro settore ai nuovi player internazionali (in primis retailer e investitori), cercando di far superare pregiudizi verso il mercato e il sistema Italia e favorire i contatti con i nostri associati. Il Mapic rappresenta una delle primissime tappe del suo mandato, soprattutto in campo internazionale. Quale messaggio cercherà di veicolare ai grandi player mondiali per rendere appetibile il retail real estate italiano? Con lo stop – purtroppo – di Eire abbiamo ancor più bisogno di piattaforme dove incontrarci, confrontarci e conoscerci. Quindi abbiamo aperto un tavolo effervescente con Mapic e credo che i risultati si vedranno
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Parola di Massimo Moretti l’anno prossimo. Siamo la seconda presenza alla fiera di Cannes, ma non come ritorni in termini di sistema e di presidio: manca un momento forte e istituzionale del sistema Italia e un’altrettanto forte presenza negli eventi/giurie ecc. Ma non voglio sbilanciarmi oltre, il tavolo è aperto. L’Associazione si pone su questi eventi due macro obiettivi: veicolare l’immagine Italia e spingere nuovi player (in primis investitori e retailer internazionali) verso il nostro mercato. In Italia ci sono circa 900 centri commerciali. In base ai vostri dati, quanti di questi sono prime e quanti, invece, quelli destinati a chiudere i battenti?
una regola uguale per tutti e spesso è accompagnato da una razionalizzazione del layout, un incremento delle superfici e/o un miglioramento della viabilità (di cui beneficia sempre tutto l’assetto viario). Su questi ultimi due aspetti, molto importanti, sovente si incontrano le montagne da scalare… Recentemente ha citato la necessità, per il comparto del Retail Real Estate italiano, di realizzare centri commerciali regionali. Sviluppare super mall in questa condizione di mercato è un rischio accettabile per cavalcare la futura ripresa o un suicidio economico?
Sugli orari/chiusure domenicali evitiamo il solito approccio ideologico. Sottolineo solo che le domeniche vogliono dire maggiori consumi (o quantomeno consumi non persi). E a proposito di consumi, ma non vogliamo rilanciarli? Inoltre le domeniche portano a maggiore occupazione, perché l’allungamento degli orari richiede necessariamente una copertura – fra l’altro, sottolineo, con un aspetto retributivo fortemente incentivato – e anche questo oggi non è un problema? In ultimo, un aspetto di costume: i frequentatori dei centri commerciali di domenica sono famiglie al completo, che trovano un luogo e l’occasione per passare qualche ora insieme in tranquillità, pranzando o cenando con costi bassissimi. Ha detto poi bene, il mondo corre veloce. Signori, lo shopping su internet non si ferma! Ci lascino lavorare al meglio e trovare l’equilibrio necessario per i nostri clienti e le nostre attività. Ha intenzione quindi di portare il CNCC al tavolo delle Istituzioni? I centri commerciali producono un fatturato di circa 51 miliardi di euro netto Iva e valgono il 3,2% del Pil. La risposta diamocela da soli: ma se l’incontro con le Istituzioni vuol dire farsi un giro a Roma e scattarci una foto allora non ci interessa. Fortunatamente credo che i tempi stiano cambiando. A noi interessa poter discutere, con fatti e basi concrete, di burocrazia asfissiante, di vincoli normativi locali anacronistici e di rilancio dei consumi.
Rispetto a quelli prime, sul piano meramente dimensionale sono circa 20. Per fatturati, forza competitiva, e affitti in crescita e/o stabilmente alti ritengo invece che ce ne siano oltre 100. Sulle chiusure credo, se ci saranno, che costituiranno fenomeni assolutamente episodici e marginali, dovuti dal combinato disposto di tre elementi: location/progetto sbagliato ab origine; proprietà non professionali; fornitori di servizi non all’altezza della sfida. A spanne, a quanto ammonterebbe l’investimento per ammodernare il portfolio italiano dei centri commerciali? Per un refurbishment di un centro commerciale l’investimento equivale al 10/30% del suo valore, ovviamente questa forchetta dipende molto dalle scelte architettoniche e impiantistiche che si attuano, e andrebbe fatto ogni 15/20 anni. Ovviamente non c’è
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Le aperture di nuovi shopping centre godono oggi di un forte approccio scientifico di pre-analisi, con dati storici ormai ampiamente consolidati. Di suicidi non ne ho visti… Sono le statistiche prima e le tendenze internazionali poi, a dirci che ci sono spazi per i mega mall, per i centri commerciali di vicinato e per le nuove proposte commerciali (ad esempio lifestyle center). Ovviamente gli spazi di sviluppo variano notevolmente da regione a regione, con maggiore enfasi sulle grandi aree metropolitane. Non dimentichiamo infine che un regional mall può nascere come ampliamento di un centro commerciale esistente. In Italia si parla ancora di ridurre le giornate di aperture dei negozi. Mentre il mondo corre sempre più veloce, nel nostro Paese si discute se fare un considerevole passo indietro…
Come vede l’attività del Governo a partire dagli 80 euro, sino ad arrivare alla discussa riforma del lavoro? Il comparto dei Centri commerciali, come lei stesso ha dichiarato di recente, conta circa 300/350mila posti di lavoro… Tutto ciò che può favorire il rilancio dei consumi è benvenuto, oggi è meglio fare che non fare e fare velocemente. Io sono molto preoccupato da un aspetto più basic: da una burocrazia che ha interpretazioni normative all’interno dei propri uffici spesso contraddittorie; di tempi di risposta non più tollerabili, anche dai service provider pubblici o parapubblici – di un allaccio all’acquedotto o di un cambio di potenza di fornitura elettrica, come mai non è possibile conoscerne gli esiti e i tempi? –; dove le Usl e i Vigili del Fuoco sono i campi di aleatorietà e dove il funzionario fa centro di potere a sé. Il commercio si deve confrontare con le norme create dalle proprie Regioni e dai propri Comuni, tutte diverse, in un florilegio di folle creatività normativa. Come si fa impresa così? Come lo spieghiamo ai tanti investitori e retailer stranieri? Credo che questa sia una grande sfida, anche culturale, per il nostro Paese, che non si può risolvere solo con un decreto legge. Credo soprattutto che necessiti di un nuovo impegno e senso civico in primis dell’amministratore locale e del funzionario pubblico. Ma noi non ci tiriamo indietro. Andrea Penazzi
r&f Retail management specialist
SVILUPPO DELLA CATENA NEI MERCATI EMERGENTI S
crivere sul numero di novembre rappresenta un’opportunità rara per affrontare, da queste pagine, il tema dello sviluppo delle catene all’estero. Questo mese per i retailer è importantissimo. È il periodo in cui si definisce il piano di sviluppo per l’esercizio successivo e si devono pianificare gli investimenti destinati alle nuove aperture, laddove possibili. Un mese in cui ci si concentra sui piani futuri. A venire incontro, al momento giusto, arriva il Mapic. La Fiera internazionale dell’immobiliare commerciale, che si tiene a Cannes una volta all’anno, guarda caso proprio nel mese di novembre. E dunque i retailer, i developers e tutto quello che gira intorno al nostro mondo, si incontra a Cannes. In una tre giorni fittissima di meeting e di incontri, all’interno del Salone e fuori, a cena, davanti a un caffè, nei corridoi affollati. A volte degli speed date solo per salutarsi e scambiarsi il sentiment sul business, le recenti esperienze e le aspettative per il futuro. In questa kermesse si concentrano oltre 8mila persone che arrivano da quasi 70 Paesi. E le sollecitazioni sono tante, quanti sono i progetti che vengono presentati. Centri Commerciali, Outlet, Retail Park, progetti nuovi o già noti, ampliamenti, che si spera possano sbloccarsi dopo un rallentamento dettato dal credit crunch. Per le aziende italiane un insieme di stimoli. Tra i più interessanti ci sono quelli che vengono dall’estero, perché rappresentano un modo per diversificare e fare nuove esperienze. Alcune catene hanno già preso la via dell’internazionalizzazione, molte altre sono tentate, senza ancora però aver intrapreso alcuna iniziativa. La contrazione dei consumi interni fa sì che guardare all’estero sia quasi una via obbligata. Non è trascurabile il fatto che l’italianità sia molto riconosciuta e apprezzata all’estero e questo determina che, normalmente, le nostre catene partano con un alto livello per-
cepito sui mercati. Ciò rappresenta un ottimo viatico all’internazionalizzazione. Le aziende italiane in generale, non necessariamente le catene retail che soffrono meno del calo dei volumi e dei margini, sono quelle che hanno trovato fuori dai confini nazionali delle aree di sviluppo alle loro vendite. In questo modo hanno mediato i segni meno registrati nei mercati domestici. Quanto più alta è la quota di
e rischiare di essere dispersivi. Anche in questo caso sono necessari metodo di lavoro e organizzazione. Certamente i mercati maturi pongono dei limiti: sono già molto presidiati da catene internazionali e mostrano livelli di complessità elevata, in cui lo sforzo di start up e successiva gestione sono superiori ai possibili benefici. Vale la pena guardare ai Paesi emergenti in cui l’esperienza e la capacità delle ca-
Antonio Bisci opera da oltre 15 anni nel mondo del retail ed ha ricoperto ruoli di Manager e di Consulente per diverse insegne nazionali e internazionali. In esclusiva per R&F cura questa rubrica nella quale propone una serie di esperienze dirette e riflessioni sui temi del Retail Management.
volumi esteri tanto meno si è esposti alla caduta dei consumi interni. Questo non significa lasciare il Belpaese, assolutamente no, ma indirizzare almeno una parte degli investimenti laddove, in questa fase storica, possono essere maggiormente remunerativi. Fare business all’estero rafforza il tessuto economico nazionale, perché riporta in patria le economie guadagnate fuori. Una volta fatta la scelta di guardare oltre i confini nazionali, per i retailer si pongono due differenti aree di lavoro: la scelta dei Paesi obiettivo e successivamente l’organizzazione per presidiarlo con la massima efficacia. Riguardo il primo quesito, certamente è opportuno concentrarsi su non più di un paio di Paesi. Meglio conoscere un solo nuovo mercato ma approfonditamente, che essere su troppi tavoli
tene italiane hanno un valore potenziale elevatissimo. Paesi in cui la crescita economica è straordinaria. Nella scelta del 'mercato obiettivo' sarebbe opportuno verificare tutti gli indicatori macroeconomici. In modo non esaustivo, citiamo il tasso di crescita del PIL, gli indicatori dei consumi e la loro evoluzione, il numero di occupati, gli investimenti privati e pubblici, il livello di competizione, ecc. Un altro elemento da osservare è la distanza. Alcuni Paesi mostrano consumi potenziali davvero invitanti ma dislocati a molte ore di volo. In questo caso la fase preparatoria deve necessariamente passare attraverso la costituzione di una solida e controllabile organizzazione in loco, che comporta l’aumento della complessità dell’operazione e dei costi. Diversamente
alcuni mercati, emergenti e interessanti, si trovano a poche ore di viaggio, così da poter gestire il business in maniera più snella e con minori costi di avviamento, e con una possibilità di controllo più semplice. Naturalmente, per internazionalizzare è necessario approcciare al new business con un preciso metodo di lavoro. Ci si confronta con realtà spesso molto diverse, per livello di economia raggiunta, differente legislazione locale, modelli differenti di distribuzione, location tipo, gestione della rete, formazione del personale, contrattualistica e rapporti con le Istituzioni. È necessario quindi un accurato studio preliminare, evitando errori anche solo per aver sottovalutato le caratteristiche tipiche del Paese ospitante. Internazionalizzare sì, ma con giudizio. Antonio Bisci CEO Moresco Consulting bisciantonio@gmail.com
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r&f Mystery in restaurant
Sapurì, mozzarella in tutte le salse A Milano, in via De Amicis 49, all'angolo con via Ausonio, nella circonvallazione interna a pochi passi dall'Università Cattolica del Sacro Cuore ha recentemente aperto i battenti Sapurì, un nuovo format dedicato al food e che mette al centro di tutto la mozzarella. Il locale (il cui layout è stato realizzato da Costa Group) ha tre ampie vetrine che si affacciano sulla strada principale e due più piccole su via Ausonio. Il negozio, almeno considerando la parte aperta al pubblico, è piuttosto stretto e lungo. Entrando, dalla vetrina centrale, in un paio di passi si arriva al bancone con la cassa dove si fanno le ordinazioni e si possono vedere, dietro a una teca di vetro, alcuni piatti freddi già pronti e piccoli dolci. Guardando la cassa, a destra c'è uno spazio dedicato alla pizza, con con un forno elettrico doppio e un piano per tirare la pasta. Tutto a sinistra, invece, a ridosso di una delle due vetrine SAPURÌ - MILANO SANT’AMBROGIO
SERVIZIO
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Velocità Cortesia Professionalità
LAYOUT Aspetto esterno Originalità design Qualità materiali e arredi Ordine e pulizia Comfort
PRODOTTO Assortimento Presentazione
VALUTAZIONI GENERALI Qualità/prezzo Ambiente Adeguatezza alla location Innovatività
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Legenda: ´= migliorabile; ´´= sufficiente; ´´´= apprezzabile; ´´´´= molto buono; ´´´´´= ottimo
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di via Ausonio, c'è una stanza con una parete vetrata che dà sull'interno del locale, dentro a cui c'è tutta l'attrezzatura necessaria per preparare la mozzarella che viene puntualmente prodotta ogni mattina.
Prodotto e servizio da rivedere E proprio attorno a questo formaggio ruota il concept del locale, ossia servire la mozzarella fresca nelle declinazioni più classiche. Quindi sulla pizza, piuttosto che come farcitura assieme a salumi e insaccati per pane arabo o focacce, fino al più classico piatto di mozzarella e prosciutto crudo (ma si può chiedere anche con altri prodotti). E poi una serie di insalate e piatti del giorno. Le pizze sono di due formati, piccola, servita su taglieri di legno del diametro di circa 20/30 centimetri, e maxi, che però non abbiamo visto preparare. Dal momento che il format punta sulla mozzarella che viene preparata ogni mattina fresca, abbiamo optato per una porzione di prosciutto crudo di Parma e mozzarella, appunto, che ci è stata servita su un piatto usa e getta in polpa di cellulosa, guarnito con una foglia di lattuga (verosimilmente di quelle più esterne, poiché molto verde e piuttosto rovinata), e quattro pomodorini tagliati a metà. Ma facciamo un passo indietro. Quando abbiamo ordinato alla cassa c'è stato un momento di incomprensione poiché non si è capito se il piatto dovevamo prenderlo noi, o sederci e aspettare di essere serviti. Alla fine ci è stato detto di accomodarci e che ci avrebbero avvertito quando andarci a prendere il piatto al bancone. La gestione delle comande, quindi, ci è parsa confusa. È vero che in totale ci saranno una trentina di posti, quindi non è impossibile ricordare chi ha ordinato cosa, ma è altresì vero che questo sistema obbliga i clienti a
tenere sempre un occhio su cosa succede dietro al bancone per controllare l'arrivo del proprio turno. I posti a sedere sono distribuiti su tre tavoli alti con sgabelli dalla seduta in sughero che ricordano il tappo delle bottiglie di spumante; un piccolo tavolo rotondo da circa quattro/sei persone e tre banconi, uno lungo una vetrata, uno sul lato corto del muro interno vicino ai forni e l'altro attaccato alla parete interna che separa dal locale dove preparano la mozzarella. In questi casi gli sgabelli sono in legno con poggiaschiena. Una volta preso il nostro piatto e le posate in plastica a disposizione dei clienti ci siamo seduti per il test più importante, ossia la qualità del cibo. Il prosciutto era il classico crudo di Parma, ma la mozzarella, che ci aspettavamo fosse eccezionale in quanto prodotto su cui è stato costruito il format, ci è parsa nella norma. Il che fa pensare a un concept più scenografico che di sostanza. Tuttavia, dal momento che l'intenzione dei titolari è esportare il prodotto in Asia, dove dovrebbero inaugurare il primo negozio a fine 2015, il progetto potrebbe risultare vincente. Una mozzarella politically correct per gli italiani, in Cina potrebbe essere considerata eccezionale. Agli asiatici l'ardua sentenza. S. M.
r&f Analisi di mercato
Contante, carta o smartphone? “A pagare e morire c'è sempre tempo”. Così recita un vecchio adagio che mai come oggi gli italiani cercano di far proprio, almeno per quanto riguarda il “pagare”. Ma di fatto, come si sta evolvendo il settore dei pagamenti nel nostro quotidiano? La tecnologia incombe, il contante resiste
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a redazione di r&f si è occupata degli sviluppi di questo mercato a dicembre dello scorso anno, e già all'epoca si parlava di confronto/ scontro tra Pos e Nfc. In realtà impropriamente, in quanto uno non esclude l'altro, anzi. Lo sviluppo delle funzioni del Point of sale non fa che agevolare i nuovi metodi di pagamento contactless siano essi carte di credito, smartphone o tablet, e un domani chissà cos'altro. Rimane il fatto che l'Italia, come molti altri Paesi dell'Europa occidentale, è estremamente frammentata per quanto riguarda i pagamenti. Più ci si sposta nelle grandi città del Nord e maggiore è il numero di transazioni con strumenti elettronici. Una regione come la Lombardia, e in particolare la provincia di Milano, può accostarsi a città come Parigi, Londra
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e Berlino per il numero di operazioni. Più si va a Sud, invece, più si arrivano a registrare zone in cui i pagamenti con sistemi elettronici possono scendere al 2 per cento. Lo sterco del diavolo Il contante infatti è ancora uno strumento molto utilizzato, soprattutto per importi ridotti. In Europa, oltre il 50% delle transazioni avviene ancora oggi in contanti mentre il volume dei pagamenti cash è in lenta diminuzione. Sono invece in forte crescita i numeri relativi alle carte di credito e ancor di più quelle prepagate/ricaricabili, ormai strumenti chiave per portare a termine la fase di acquisto di prodotti e servizi. La prima ragione è da ricercare nella riorganizzazione dell’offerta in logica di contenimento
del rischio che ha portato all’introduzione di strumenti più sicuri e con platfond di spesa più contenuti rispetto al passato che consentono inoltre di avere pieno controllo e visibilità delle transazioni effettuate. Altro fattore chiave è sicuramente l’ampliamento del target di clientela: complice l’evo-
luzione tecnologica, l’utilizzo delle carte di pagamento è sempre più diffuso tra i giovani. Il contactless ha portato un’ulteriore spinta alla semplificazione di utilizzo e quindi alla diffusione dei sistemi di pagamento elettronici. Esaminando i dati a livello nazionale, risulta che anche nel 2013
in Italia è proseguito il costante trend di crescita della diffusione degli strumenti di pagamento alternativi al contante, con un +5,4% rispetto al +2.4% registrato nell’anno precedente. Questa dinamica non si è però riflessa sull’andamento del volume complessivo delle transazioni effettuate (che è risultato sostanzialmente stabile rispetto al 2012): l’importo medio annuo nel 2013 è dunque diminuito del 5,1%, passando a 2.176 euro dai 2.292 euro del 2012. Secondo la dodicesima edizione dell’Osservatorio sulle carte di credito realizzato da Assofin, Crif Decision Solutions e GfK Eurisko, nel corso del 2013 le carte di credito in circolazione hanno continuato a diminuire (-3,2% rispetto al 2012) in maniera comunque più contenuta rispetto al -4,5% registrato l’anno precedente. Malgrado ciò, il numero delle transazioni effettuate, dopo il calo di oltre otto punti percentuali del 2012, ha fatto registrare un incremento del 9,3%, tornando sui livelli del 2010. Il valore medio delle transazioni effettuate con carta di credito si è attestato nel 2013 intorno agli 87 euro, contro i 93 euro del 2012 e i 95 euro del
LA CRISI HA INCENTIVATO L'UTILIZZO DI CARTE DI CREDITO GIANMARIO BIANCHESSI, retail marketing manager Winkor Nixdorf Il trend dei pagamenti elettronici è in crescita: quale può essere il motivo? Il trend dei pagamenti elettronici in Italia è in aumento perché partiamo da numeri molto bassi. È ovvio, quindi, che il minimo incremento sembra rilevante. Nel Paese è fortemente a macchia di leopardo l'utilizzo dei sistemi elettronici di pagamento. Bisogna tuttavia considerare anche il momento storico e il relativo impatto psicologico. Con la carta di credito si è in credito; è un sistema di pagamento che preleva i soldi più in là nel tempo quindi psicologicamente invoglia ad acquistare poiché alleggerisce dal peso di un pagamento immediato. Non c'è bisogno di avere quell'importo nel preciso momento della transazione. L'ultima crisi, quindi, ha portato a un aumento dell'utilizzo delle carte di credito con questo spirito. Ma è anche incrementato l'uso di denaro contante che permette di sapere sempre quanti soldi si possiedono in quella ciorcostanza; così come le carte di credito prepagate, che oltre a permettere pagamenti
su internet in modo più “sereno” avendo nel quantitativo di denaro caricato una barriera per eventuali truffe telematiche, consentono anche di limitare e limitarsi nelle spese. Quali sono quindi i nuovi sistemi in uso oggi per il settore retail? Il panorama al momento è ampio e i retailer spingono per sfruttare l'equipement personale del consumatore, ma devono naturalmente attrezzarsi per poter ricevere pagamenti in tutte le forme disponibili, proprio per far fronte alla frammentazione del Paese. Ci sono persone abituate ancora a utilizzare contanti, mentre altre si trovano a proprio agio con carte di credito e debito e le nuove generazioni si avvicinano alle tecnologie contactless sia per carte di credito sia per smartphone. Un metodo di pagamento che prende piede anche se lentamente è attraverso il QRcode. Fotografando il codice stampato da palmare arriva la richiesta di pagamento
2011. Questa riduzione, unitamente a quella dell’importo medio delle transazioni su Pos con carte di debito, mette in luce una maggiore predisposizione degli italiani, rispetto al passato, all’utilizzo della moneta elettronica anche per acquisti più contenuti. Nel 2013 continua a crescere, invece, il numero di carte di debito in circolazione (+10,9% rispetto all’anno precedente); così come le carte prepagate (+5,5% nel 2013 rispetto al 2012, anno in cui la crescita era stata addirittura del 32,4%). Tale diffusione è stata accompagnata anche da un aumento nell’utilizzo, con un +30,9% del numero di transazioni e un +19,8% del valore delle operazioni. Generazione millennial Tutti questi numeri con segno positivo non fanno altro che dimostrare la crescente tendenza degli italiani a pagare con strumenti elettronici. Specie tra i giovani, quelli definiti dai sociologi generazione Y o “millennial”, nati tra gli anni '80 e '90 in poi e che hanno un rapporto sempre più stretto con le tecnologie digitali come l'Nfc (Near field communication). Questo sistema, che consente di effettuare
direttamente sullo schermo del telefono e deve essere solo confermata. Quale idea vi siete fatti della normativa sul Pos e i pagamenti sopra i 30 euro? Sono assolutamente d'accordo. Ritengo che bisognerebbe poter pagare con sistemi elettronici sia dal carrozziere sia dal gelataio. È ovviamente ridicolo il fatto che non ci siano sanzioni per chi non si è dotato di Pos per la propria attività. Inoltre se continua il provvedimento secondo cui dal prossimo anno i modelli 730 e 740 saranno elettronici e registreranno automaticamente le transazioni effettuate con carte di credito o debito, i pagamenti dei servizi scaricabili converrà effettuarli ovviamente attraverso sistemi telematici. Certamente l'elettronica mette tutti sotto la lente d'ingrandimento dello Stato, ma per chi non ha nulla da nascondere rappresenterà sempre di più un vantaggio e una comodità.
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Analisi di mercato
IL MOBILE PAYMENT AL 25 PER CENTO ENTRO IL 2020 LUCA SPINA, marketing & communications manager CTS electronics Quali sono le novità nel settore retail che si possono trovare oggi in Italia? E un domani? Il settore retail in Italia è tutt’altro che statico. Artigiani, negozianti, responsabili di catene di negozi e supermercati sono attivi su vari fronti per individuare nuovi modi per sfruttare la tecnologia e migliorare le prestazioni. Chi predilige migliorare l’efficienza dei processi con strumenti avanzati di controllo e gestione, chi si affida a tecniche di Crm per migliorare la propria strategia di business o chi ancora cerca di far convergere il mondo virtuale dei social network e del commercio elettronico con il negozio vero e proprio. Gli scenari sono molteplici e nel settore retail di domani assisteremo sempre più alla nascita di nuovi formati secondo logiche multicanale applicabili sia ai negozi fisici sia su web. Come si potrebbe arrivare a pagare in futuro? Su cosa stanno lavorando le aziende? Il mercato dei pagamenti elettronici è destinato a evolvere grazie a strumenti innovativi come le carte contactless e il mobile payment. Se la rivoluzione della carte con tecnologia Rfid è già avviata da tempo, la tecnologia Nfc è invece un fenomeno tutto da scoprire, ma che non faticherà a prendere piede se consideriamo il numero di smartphone presenti nelle tasche dei consumatori. Per il 2020 si prevede che il 25% delle transazioni non-cash saranno effettuate con strumenti innovativi come il mobile payment. Un’ulteriore evoluzione al sistema dei pagamenti potrebbe essere garantita dall’avvento delle criptovalute. Il bitcoin, è solo il primo esempio di valuta che non è regolamentata da un ente centrale ma utilizza un database distribuito tra i nodi della rete; dal 2009, anno di creazione, ad oggi il controvalore dell’economia Bitcoin è cresciuto sino a 6 miliardi di dollari. I retailer dovranno
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prepararsi a questa nuova rivoluzione e c’è già chi si sta muovendo: svariati e-commerce della rete accettano pagamenti effettuati tramite bitcoin o altre criptovalute e anche in Italia si possono già trovare hotel, ristoranti, tennis club che accettano bitcoin come forma di pagamento; il portale coinmap.org ne segnala alcuni. Che novità proponete per i retailer? L’offerta tecnologica di Cts per il mercato retail è stata concepita per rispondere alle esigenze di settori merceologici differenti e punti vendita di formati e dimensioni svariate. I nostri clienti possono scegliere tra prodotti che differiscono per grandezza e prestazioni, ma che dialogano allo stesso modo tramite la piattaforma software Cts denominata Cash Control. La gamma per il mercato retail spazia oggi dalle soluzioni di completa automazione delle procedure di gestione del contante in back office fino a soluzioni per migliorare i processi di pagamento al punto cassa. I sistemi di deposito per il back office, oltre ad aver incrementato i livelli di sicurezza nel riconoscimento delle banconote false, hanno introdotto un nuovo modello di deposito, la busta di sicurezza impilata, un sistema che permette il prelievo del contante in totale sicurezza limitando notevolmente i costi di gestione. Novità di quest’anno è stata l’introduzione di un innovativo sistema di cash management per postazioni cassa: un dispositivo compatto, collocabile in un banco cassa tradizionale o integrabile in una postazione di self-checkout, costituito da due moduli per la gestione simultanea di banconote e monete per effettuare operazioni di pagamento in contanti ed emissione resto in maniera completamente automatica.
pagamenti avvicinando al Pos lo smartphone o le nuove carte di credito, attualmente in Italia è presente in molti esercizi, ma è avvolto ancora da una nebbia di diffidenza (almeno per quanto riguarda le generazioni precedenti) dovuta alla scarsa conoscenza del prodotto e ai dubbi sulla sicurezza. Dubbi peraltro infondati perché le transazioni ormai hanno un livello di protezione tale, che eventuali frodi puntano ad aggredire il denaro direttamente attraverso gli istituti di credito. Le nuove generazioni invece, abituate a sfruttare al massimo la tecnologia offerta dagli smartphone, avranno sempre più dimestichezza nell'utilizzare nuovi metodi di pagamento. Questo stimolerà il mercato a studiare soluzioni più veloci e tecnologiche come ad esempio le criptovalute e la loro evoluzione, i bitcoin, ossia forme di moneta elettronica alternative e più sicure (certamente ancora lontane da un utilizzo quotidiano). Più vicino, invece, è ciò che a breve potrebbe accadere in Francia (il Paese europeo che meglio recepisce le nuove tecnologie in tema di pagamenti) dove oltre a pensieri, link e foto, gli utenti di Twitter potranno cinguettare anche denaro. Il nuovo servizio sarà svelato ufficialmente a Parigi ma le indiscrezioni su siti e blog specializzati si moltiplicano: si baserà su S-Money, la piattaforma di Bpce (Groupe des banques populaires et des caisses d'epargne con cui è stato stretto l'accordo), che consente i trasferimenti di denaro via sms, e sarà a disposizione di tutti i francesi che hanno un account Twitter e un conto corrente bancario. Chi invia denaro non avrà bisogno di conoscere il numero di conto del destinatario. Ed è in fase di imminente debutto Apple Pay, il sistema di pagamento dell’azienda di Cupertino che punta a trasformare il nuovo iPhone in un “portafogli”.
Analisi di mercato CUSTOMER EXPERIENCE IN GDO GIAN MARIA GENTILE, responsabile digital Carrefour Italia In cosa consistono le nuove tecnologie da voi messe al servizio dei clienti nello store di Piazza Gramsci? Il punto di vendita di Piazza Gramsci rappresenta per Carrefour Market un esercizio di rottura rispetto ai modelli di supermercato classici. In quest'ottica abbiamo ritenuto opportuno introdurre alcune innovazioni tecnologiche a supporto di una customer experience già rivoluzionata dalle nuove attrezzature, dai nuovi prodotti e dai nuovi servizi. In particolare nel punto di vendita è possibile usufruire di un servizio di Wi-Fi gratuito, di un'applicazione per smartphone, il Passarapido Mobile, con cui effettuare la scansione della spesa durante il percorso d'acquisto in modo da velocizzare la fase di checkout, e di video interattivi a controllo remoto. Tutti i prezzi sono esposti con etichette elettroniche già abilitate per comunicazioni Nfc. In aggiunta all'innovazione in-store sono attivi sul punto vendita i servizi di clicca&ritira e di indabox. Lato casse che tecnologia avete sviluppato? Le innovazione sulla barriera casse hanno riguardato il rilancio dell'isola del self checkout molto gradita dai nostri clienti; l'in-
stallazione della tecnologia abilitante i pagamenti con smartphone e carte di credito contactless; e lettori di e-coupon su schermi digitali e di QRcode. A supporto di un più rapido servizio nella fase di checkout, nel punto di vendita sono installate tastiere touchscreen che consentono la contestualizzazione delle funzioni disponibili in base alla specifica fase del processo. Stiamo infine lanciando il pilota per la validazione online dei ticket restaurant al fine di eliminare l'accettazione di quelli rubati, scaduti o riciclati. Queste innovazioni saranno presenti in tutti i Carrefour o solo in alcuni? Alcune tecnologie sono già disponibili in diversi Carrefour Market. È in corso l'estensione su tutti i punti di vendita di proprietà dei Pos abilitanti sistemi contactless; i touch screen sono sulla metà dei punti di vendita e vengono installati nei remodelling e in base all'obsolescenza tecnologica. Nel 2015 prevediamo l'estensione dell'e-couponing e dell'app Passarapido ad altri store della rete.
E in Gdo... I pagamenti “social” e con i dispositivi mobili sono quindi il nuovo terreno di sfida dei big della tecnologia, ma in questo contesto non verranno certamente a mancare per molti anni ancora i contanti, che in settori soprattutto come la Gdo continuano ad avere un ruolo centrale. Vero è che sempre più spesso si assiste alla presenza di barriere casse miste
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dove postazioni tradizionali con cassiere sono affiancate da postazioni di self-payment in cui il personale conduce le normali operazioni di scansione, ma il pagamento viene effettuato in autonomia dal consumatore su sistemi automatici; fino alle casse self-checkout dove è il consumatore l’unico responsabile dell’intero processo di scansione e pagamento. Tutte queste postazioni sono ovviamente equipaggiate con la tecnologia atta a effettuare transazioni con moneta elettronica, ma sempre più spesso integrano anche sistemi automatici per la gestione dei pagamenti cash. Tali dispositivi vanno a sostituire il tradizionale cassetto del contante introducendo elevati livelli di efficienza e sicurezza: il contante viene verificato immediatamente evitando così l’accettazione di valuta contraffatta, è conteggiato, messo in sicurezza e allo stesso tempo viene erogato l’esatto importo del resto per il cliente. Esistono poi nuove realtà e applicazioni per smartphone che facilitano le operazioni
di pagamento, come accade per il nuovo negozio Carrefour di Milano piazza Gramsci (vedi intervista a Gian Maria Gentile). Si può quindi affermare che la tecnologia è al servizio del cliente, ma per fidelizzare il cliente stesso bisogna permettergli di poter scegliere il metodo di pagamento a lui più congeniale. Stefano Masin
r&f Newstech&arredo CAMILLO BENSO, IL NUOVO DA COSTAN, I BANCHI VERTICALI RISTORANTE DI FRESCO & ELEPHANT UP E COMBINATI CIMMINO. BY COSTA GROUP CAYMAN UP Il locale è in piazza Cavour, nella cornice milanese di Palazzo dell'Informazione, e la cucina è quella di Fresco & Cimmino. Parliamo di Camillo Benso, l’ultimo progetto dei due soci napoletani della ristorazione, Antonio Fantini e Massimo Sanità. Gli interni sono curati da Costa Group, in collaborazione con la scenografa Silvia Tramparulo. Il risultato è elegante e dal sapore retrò, che gioca con le importanti altezze della sala e con le grandi vetrate. Ad attenuare la solennità razionalista dello spazio, pochi mirati interventi di colore, con il velluto sgargiante dei lunghi divani e le boiserie con intarsi in ottone. Per il resto, elegante marmo a pavimento e originali vetrate d'epoca, quattro colonne di marmo che accompagnano l'andamento monumentale della sala, due oblò che incorniciano la vista sulla cucina e la scala di marmo che collega sala e cucina. Nella zona bar, il banco retrò nero con bordatura ottone si allinea allo stile circostante, con un piglio decisamente internazionale, per un aperitivo esclusivo. Infine, al piano inferiore, è stato ricavato un caveau per eventi e cene private.
La “Global Frozen Food Market - Global Industry Analysis, Size, Share, Growth, Trends and Forecast 2013 - 2019", l’ultima analisi di mercato del settore pubblicata da Transparency Market Research, evidenzia come la categoria surgelati stia registrando un forte tasso di crescita delle vendite (+5,2% nel periodo tra il 2013 e il 2019) e stima che raggiungerà i 15,9 miliardi di dollari entro il 2019. Creare un’atmosfera accogliente, migliorando il visual display degli articoli è dunque un must per i retailer. In tal senso, Costan propone al mercato la nuova gamma Frozen, sviluppata sulla base della nuova REV UP technology. Caratterizzati da ampie vetrate a tutt’altezza e assenza di cornice, Elephant UP e Cayman UP sono studiati per enfatizzare l’appeal degli articoli ed eliminare, al contempo, ogni barriera all’acquisto. Ulteriore must di questa gamma Costan è l’efficienza energetica, potenziata dalla nuova architettura elettrica BTH che, proposta in due versioni, garantisce una riduzione dei consumi dal 30 al 50 per cento. Anche l’illuminazione è stata oggetto di un attento studio sia per Elephant UP sia per Cayman UP, per offrire la migliore soluzione espositiva.
INGENICO – BIEDRONKA: KASANOVA+, TRA APERTURE ACCORDO PER PAGAMENTI E NUOVO LAYOUT CONTACTLESS IN 2.400 STORE
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ngenico ha installato i terminali PIN Pad iPP350 con lettore contactless in tutti i negozi della catena Biedronka in Polonia, abilitando, così, all’accettazione delle nuove carte contactless oltre 2.400 grandi magazzini (circa 17mila punti cassa), distribuiti su tutto il territorio nazionale. Biedronka, la maggiore catena di retail polacca, ha deciso di installare i dispositivi Ingenico iPP350 per la loro ergonomicità, le dimensioni contenute, che consentono un’agevole e facile collocazione sul banco cassa e, soprattutto, per la loro interfaccia grafica a colori che permette l’invio di informazioni chiare e intuitive agli utenti. Con la PIN Pad iPP350 i clienti possono anche operare autonomamente, eseguendo tutte le operazioni necessarie per effettuare il pagamento senza il rischio di errore, anche da parte delle persone meno esperte. iPP350 è un terminale certificato nel rispetto delle ultime normative di sicurezza PCI-PTS 3.x ed è programmato per operare in funzione dei protocolli adottati localmente nei singoli Paesi. È una PIN Pad largamente diffusa in Europa e anche in Italia.
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uovi punti vendite e soprattutto un layout rinnovato e più accattivante. In particolare sono state due le recenti operazioni di Kasanova+, brand specializzato su casalinghi, liste nozze e articoli per la casa. Livorno in primis, nella centralissima vasca dello shopping di via Ricasoli: un progetto post industriale, dal chiaro sapore provenzale, dotato di dehors interno e spazi relax per i clienti che, tra un'occhiata e l'altra all’esposizione, possono distrarsi giocando a carte o scacchi, o semplicemente respirare un clima accogliente. Non è da meno il punto vendita di Savignano sul Rubicone: un up-grade di uno store già innovativo per grande superficie e soluzioni ricercate e di tendenza. Situato all'interno del noto centro commerciale Romagna Shopping Valley, vanta soluzioni originali come l'architettonica postazione "demo", che accoglie all'ingresso i visitatori e li "attrae" da subito con una presentazione di pentole "Petra", esclusiva produzione di Kasanova.
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Newstech&arredo POINT OF SERVICE FUJITSU AI DA CRC, UN CORNER PER QUATTRO ANGOLI DEL MONDO I CENTRI COMMERCIALI Fujitsu ha annunciato che il Point of Service (PoS) omnicanale, applicazione che permette ai retailer di incrementare il proprio business riducendo i costi IT, è disponibile in tutto il mondo. FUJITSU Retail solution Market Place è una soluzione che supporta le transazioni e le procedure di evasione ordini all’interno di tutta l’azienda retail, offrendo ai clienti finali un’esperienza d’acquisto omogenea e trasparente attraverso ogni canale, dal Point of Service (PoS) tradizionale, fino all’online e al mobile. FUJITSU Market Place abbatte infatti le barriere esistenti tra ordini e shopping in-store, combinando entrambi in un'unica transazione. Per il cliente questo significa uniformità di prezzi, promozioni ed esperienze di acquisto sia online sia presso il punto vendita o utilizzando un dispositivo mobile. Per l’addetto vendite significa poter effettuare la transazione con il cliente attraverso un'unica applicazione, anziché dover continuamente passare dal sistema di evasione ordini per il PoS a quello online, rendendo tutta l'operazione più rapida, semplice da imparare e più precisa. Per il rivenditore, infine, significa una maggiore redditività grazie alla diminuzione di processi d’acquisto interrotti, i cosiddetti dropped baskets.
CRC Arredamenti propone una soluzione di arredo originale, studiata ad hoc per ambienti dedicati alla distribuzione organizzata come quella dei centri commerciali e dei supermarket. Nato in sinergia con “L’Officina dei Sapori” e il “Caffè-Club”, tale progetto è idoneo per spazi polifunzionali dalle linee molteplici, che sposano le esigenze pratiche di funzionalità e organizzazione. L’armonia tra i materiali usati (metallo e legno) e le piacevoli finiture dai colori caldi ricordano la natura e gli aromi del caffè naturale. È una soluzione personalizzata nei dettagli per offrire nuove potenzialità espositive alle aziende e ai loro retailer. Tutto ciò, al fine di creare ambienti dedicati alla distribuzione organizzata come sistema sempre più sofisticato per gusto ed esperienza. Inoltre, creatività progettuale e design degli spazi creano opportunità d’arredo personalizzate, flessibili, intercambiabili, garantendo un’elevata visibilità ai prodotti esposti, una perfetta rifinitura, una corretta funzionalità e una maggiore durata nel tempo.
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r&f International GRUPO ZENA AD ALIA CAPITAL PARTNERS PER 270 MILIONI Alia Capital Partners si è aggiudicata la catena di ristoranti spagnoli, Grupo Zena, per 270 milioni di euro. A cedere la proprietà è stata la società finanziaria britannica CVC Capital Partners. L’assetto proprietario di Grupo Zena ha visto diversi assestamenti negli ultimi quindici anni: nel 2001 CVC assieme a Inveralia ne acquisì il 60%, la parte di debito fornita da Rabobank e CVC pagò circa 93 milioni di euro; nel 2009 Inveralia ha venduto la sua partecipazione del 29% a Britania Investment, per un affare stimato in 53 milioni di euro. Il finanziamento per l’operazione, pari a circa 19 milioni, è stato gestito dalla filiale londinese di ING Group.
APPLE ATTERRA AL BEN-GURION AIRPORT
I fan israeliani della mela potranno festeggiare il capodanno ebraico con ancora più gioia. Il gigante di Cupertino, infatti, aprirà il primo store in Israele, al Ben-Gurion Airport di Tel-Aviv. Rumors parlano anche dell'apertura di un ufficio vendite e marketing locale, guidato da Nir Ayalon, che, negli ultimi anni, è stato responsabile delle operazioni israeliane dal loro quartier generale di Londra. Questa operazione fa ben sperare per l'azienda, in particolare per le vendite di laptop, che non hanno riscosso un grande successo a causa dei prezzi relativamente alti, dei pochi negozi presenti sul territorio e della mancanza di centri di assistenza qualificati. Pare, inoltre, che Apple abbia individuato una location nella Riviera Francese per aprire un nuovo Apple Store. Si tratta del complesso commerciale (in costruzione) Polygone Riviera, vicino a Cagnes-surMer, zona nota per l’ippodromo, il museo Renoir e altre attrazioni.
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duty free world
by James Ross - London
Ebola casts a long and painful shadow La lunga e dolorosa ombra dell'ebola The scale of the deadly Ebola Virus Disease (EVD) epidemic that is now sweeping through three West African nations took on a new dimension in early October with the first cases in Europe and the US being reported. This was despite airport screening checks in place in Guinea, Liberia and Sierra Leone. The aviation industry is now braced for a difficult period as infection rates in Africa soar and where the death toll had exceeded 4,000 by 10 October, according to the US Centers for Disease Control & Prevention. Based on the SARS experience a decade ago, the ripple effect of localised transmission of EVD to other markets – particularly in Asia – could have a high impact on aviation-reliant businesses. While EVD is currently contained in West Africa, the case in Texas, USA confirms that airport screening – which can only detect symptoms of EVD – is not effective against passengers who have the virus but are not displaying symptoms (which can take up to three weeks to develop). Infection rates are approaching 1,000 new cases a week in Africa and local capacity to deal with, and contain, the outbreak has been overwhelmed. The European Centre for Disease Prevention & Control says: “As the number of new cases continues to rise in Guinea, Liberia and Sierra Leone, there is an increasing possibility that infected persons will travel to the European Union.” Containment in developed markets is much more likely but the issue for aviation is the media hysteria which could lead to fall in air travel if the fear factor engendered in the public is heightened. Even though it was short-lived, the 2003 SARS outbreak in Hong Kong had a big impact on travel and movement, partly because it was an airborne infection. SARS was contained within nine weeks with 8,000 cases reported and less than 1,000 fatalities. EVD infections had reached 8400 cases with 4,033 deaths by 10 October. Despite being far less infectious, the high mortality rate has already triggered public anxiety, so without containment the implications for aviation will be serious.
L'epidemia mortale Ebola Virus Disease (EVD), che sta dilagando in tre nazioni dell'Africa occidentale, ha assunto una nuova portata quando, ai primi di ottobre, si sono manifestati i primi casi in Europa e negli Stati Uniti. E ciò è avvenuto nonostante i controlli di screening in atto negli aeroporti in Guinea, Liberia e Sierra Leone. L'industria aeronautica si sta attrezzando per affrontare un periodo difficile con il tasso di infezione che cresce in Africa dove il numero dei morti, secondo lo US Centers for Disease Control & Prevention ha superato le 4mila unità al 10 ottobre. Sulla base del caso SARS di un decennio fa, l'effetto a catena della trasmissione della malattia potrebbe allargarsi ad altri Paesi - soprattutto in Asia – e potrebbe avere un forte impatto sulle imprese di trasporto aereo. Mentre l'EVD è attualmente circoscritta all'Africa occidentale, il caso degli Stati Uniti in Texas, ha confermato che lo screening in aeroporto - in grado di rilevare solo i sintomi di EVD - non è efficace nei confronti dei passeggeri che hanno il virus (che può richiedere fino a tre settimane di incubazione), ma di cui non vengono visualizzati i sintomi. Il livello di contagio in Africa si sta avvicinando a mille nuovi casi alla settimana e la capacità di affrontare e contenere il focolaio è stata ormai sopraffatta. Dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie hanno dichiarato che: "Più il numero di nuovi casi continuerà ad aumentare in Guinea, Liberia e Sierra Leone, e più ci sarà la possibilità che vengano infettate persone dirette in Europa". Nei Paesi sviluppati il contenimento del virus è molto più gestibile, ma il problema per il settore aeroportuale è l'isteria dei media che potrebbe portare a un crollo del mercato, se dovesse aumentare la paura dei viaggiatori. Anche se è durata poco, la SARS nel 2003 a Hong Kong ha avuto un grande impatto sul settore del travel, anche perché era un'infezione aerobica. È stata comunque controllata in nove settimane, con 8mila casi segnalati e meno di mille decessi. Gli infetti di EVD al 10 ottobre hanno raggiunto quota 8.400 casi, con 4.033 decessi. Pur essendo molto meno contagiosa, l'elevato tasso di mortalità ha già innescato ansia e psicosi tra le persone quindi, senza un'adeguata gestione, le implicazioni per l'aviazione potrebbero essere gravi.
WORLD DUTY FREE AGLI ONORI DELLA CRONACA World Duty Free ha firmato con l'aeroporto londinese di Heathrow un accordo che estende di sei anni e sei mesi la concessione per i punti vendita. Nel 2013 lo scalo più importante all'ombra del Big Ben ha permesso a Wdf di fatturare 455,6 milioni di euro, cifra record, pari al 46,7% delle vendite complessive di gruppo in Gran Bretagna. Il gestore dei negozi travel retail è nell'aeroporto londinese di Heathrow dal 1997, e oggi opera in 38 negozi, 25 negozi core category e 13 punti vendita specializzati, con una superficie di vendita complessiva di oltre 13mila metri quadrati. L'altra notizia riguardante l'azienda del Gruppo Autogrill è l'uscita di scena di José Maria Palencia, che lascia il posto di amministratore delegato con una liquidazione che unita a vari benefit è quantificabile in circa 3,5 milioni di euro, ma non è tutto. Il titolo World Duty Free è stato recentemente sospeso in Borsa per eccesso di ribasso a causa del rimbalzo degli affitti negli aeroporti spagnoli.
DUFRY CRESCE IN CAMBOGIA Il Phnom Penh International Airport e il Siem Reap International Airport sono i due scali principali della Cambogia. Il primo, quello della capitale del Paese, è cresciuto del 15% rispetto al 2012 con 2,3 milioni di passeggeri; il secondo è un importante aeroporto turistico, vicino al sito Unesco di Angkor Wat, il cui flusso nel 2013 è stato di 2,5 milioni di passeggeri, con una crescita del 20 per cento. In questo contesto di sviluppo, Dufry, presente dal 2002 in entrambi gli scali, ha recentemente rinnovato i contratti per i propri spazi fino al 2020 con in più la clausola di poter allargare l'attività di altri 1.670 metri quadri. Phnom Penh quindi passerà da 773 mq a 1.550 mq, mentre Siem Reap triplicherà quasi la superficie passando da 571 mq a 1.465 metri quadri. Julian Diaz, Ceo di Dufry, si è detto soddisfatto per questo nuovo accordo che non solo prolunga il rapporto, ma che include anche l'ampliamento e lo sviluppo degli spazi di due importanti aeroporti per il portfolio aziendale.
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International & OTHER STORIES SBARCA NEGLI USA
LA JOINT VENTURE KKR - NEINVER FA SHOPPING IN SPAGNA
Il brand più alla moda del Gruppo H&M fa il suo ingresso nel mercato a stelle e strisce aprendo un punto vendita nel quartiere newyorchese di SoHo. Il nuovo spazio di & Other Stories, che si estende su una superficie di circa 600 mq al 575 di Broadway, gode di un doppio ingresso: da una parte su Broadway, strada di grande flusso turistico; dall’altra su Mercer Street, popolata da designer e presidiata da brand di lusso. Lo store «è focalizzato sul personal styling», ha detto il direttore creativo, Sara Hildén Bengtsson. L’ingresso di & Other Stories nel mercato italiano risale invece allo scorso anno, quando ad aprile ha avviato una boutique su quattro piani in Corso Vittorio Emanuele 1.
Il centro Nassica (50mile mq), destinazione ludo-commerciale a sud di Madrid, e quello di Vista Alegre (16mila mq), parco commerciale sito a Zamora, nella regione settentrionale di Castiglia e Leon, sono stati acquisiti dalla joint venture composta da KKR e Neinver. Quest’ultima si occuperà della gestione. Sul fronte opposto, a cedere gli asset è stato il Pillar Retail Europark Fund (PREF), la cui quota di maggioranza e gestione è in capo a British Land. KKR e Neinver si sono avvalsi della consulenza di Retail Partners Europe, Freshfields Bruckhaus Deringer e Deloitte, mentre British Land/PREF è stato assistito da Internos, CBRE, Uria Menendez e PWC. I particolari finanziari della transazione non sono stati resi noti. Sin dal lancio di una piattaforma immobiliare dedicata nel 2011, KKR ha assunto impegni finanziari per oltre 1,6 miliardi di dollari in 26 operazioni fra Stati Uniti, Europa e Asia.
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r&f Vetrina Da Bauli i nuovi frollini classici: Dolcipetali, Milleraggi, Nuvobelle
Bavaria lancia 8.6 Red, la birra speciale rossa ad alta gradazione
Stesso concept di gamma dei frollini ricchi. Buoni da soli, perfetti in coppia perché uniti creano una forma originale e complementare, diversa per ogni referenza e suggerita dal nome che gioca con quest’ambivalenza. Il segreto di questi frollini è lo zucchero a velo nell’impasto che rende la frolla particolarmente friabile.
Il brand di birra olandese rinnova la lattina nel formato 50 cl, ora caratterizzata da un colore rosso intenso che richiama il suo contenuto. 8.6 Red si distingue per l’insolito mix di note dolci e amare unite a gradevoli sfumature di malto e caramello. Il suo gusto inconfondibile nasce da una miscela di quattro diversi tipi di malto.
Debutta sull’e-shop DominoDisplay la Samsung Serie D Caratterizzati dall’esclusiva tecnologia D-Led, i nuovi monitor Samsung Serie D incrementano ulteriormente le già ottime prestazioni della precedente Serie C. Tra le innovazioni più significative in termini di prestazioni: l’ampliamento della memoria, la nuova CPU 4 Core, il rinnovato player integrato e la Wi Fi inclusa.
Più sicurezza con AXIS Q6000, by Axis Communication La nuova telecamera di rete a 360° per esterni che si integra perfettamente con le telecamere PTZ a cupola della serie AXIS Q60-E formando un'unica soluzione di sorveglianza. Con un solo clic, gli operatori possono eseguire uno zoom ottico ad alta precisione sui dettagli di interesse e, al tempo stesso, mantenere la panoramica su una vasta area fino a 20mila metri quadri.
Brema Ice Makers presenta G e Muster
Havana Club Gran Reserva Añejo 15 Años Un’edizione limitata che nasce dalla ripetuta miscelazione, in soli 58 fusti di quercia, delle migliori riserve custodite nelle cantine Havana Club e invecchiate almeno 15 anni. Frutta secca, prugna e uva passa sono gli aromi in primo piano. In bocca frutti dolci, cioccolato, caffè, tabacco e spezie si bilanciano per riunirsi in una struttura rotonda e morbida.
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Due nuove gamme compatibili con impianti a CO2 transcritici e a cascata, concepite per soddisfare le richieste provenienti dal settore Gdo. Utilizzati dai retailer, per la produzione di ghiaccio granulare e a scaglie piatte sottoraffreddate, assicurano una perfetta conservazione e valorizzare di piatti gastronomici e prodotti freschi come il pesce.
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ph. © dbox Foster + Partners
La foto
AEROPUERTO INTERNACIONAL DE LA CIUDAD DE MÉXICO. Il progetto sarà inaugurato nel 2018
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r&f La pulce nell’orecchio
di Simone Filippetti
Benetton lascia o raddoppia?
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uoi vedere che, quasi quasi, alla famiglia veneta convenga vendere Wdf, il colosso dei negozi “senza tasse” in aeroporto? Paradossale, visto che da anni si dice il contrario, ossia che i Benetton vogliono cercare un partner per i duty free per celebrare un matrimonio che crei un big del settore. Tutto nasce dal divorzio spagnolo tra la famiglia veneta e il manager iberico Jose Maria Palencia. È il secondo addio in casa di veneti (dopo la clamorosa separazione tra Leonardo Del Vecchio e Andrea Guerra in Luxottica). Colpisce la brevità, in questo caso: Guerra se n‘è andato (o sarebbe stato cacciato) dopo 10 anni. Il meno famoso Palencia è durato meno di un anno. I conoscitori del gruppo Autogrill sanno bene che Palencia era un manager di lungo corso: aveva lavorato 8 anni nella società Aldeasa (dalla cui fusione con Wdf è nata la società attuale). Ma dopo aver atteso anni che Autogrill separasse i duty free (con la nascita di Wdf), operazione che da tempo il mercato auspicava e chiedeva, l’addio del numero uno dopo nemmeno dodici mesi, stona. Formalmente dimissioni, ma c’è forte odore di “cacciata”. E se il mercato ha sempre ragione, allora ha fatto bene la famiglia ad accettare le dimissioni di Palencia. Non a caso la Borsa ha brindato alla notizia. Il manager, evidentemente, era stato percepito come un tappo ai piani della famiglia. Piani che al mercato piacciono. D'altronde la separazione di Autogrill e Wdf era stata fatta proprio per quello,
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per facilitare il matrimonio nei duty free. E invece, in un anno, Palencia non aveva fatto mezzo passo avanti. Troppo tempo per i Benetton. Che, al di là delle motivazioni ufficiali, pare abbiano dato il benservito al manager, vistosi costretto a rassegnare le dimissioni. Gilberto Benetton da anni accarezza l’idea di una grande aggregazione nei duty free, per creare quel gigante mondiale che la madre-sorella Autogrill è analogamente diventata sotto la guida di Gian Mario Tondato. Ne parlò la prima volta nell’autunno di tre anni fa. La mente finanziaria della famiglia era a Madrid per ritirare il Premio Tiepolo e se ne uscì con l’idea di maritare i duty free, anche rinunciando alla maggioranza. Ecco che il mancato fidanzamento deve aver infastidito i Benetton. Tanto più che Wdf si è vista sfilare un’opportunità da sotto il naso: l’eterna rivale Dufry di recente ha comprato Nuance (ironia della sorte il precedente proprietario del gruppo di duty free erano i rivali-conterranei di Stefanel). Ma non c'è solo quel motivo. Una seconda verità è che Wdf non sta esattamente brillando. Anzi. A metà anno ha lanciato una sorta di profit warning: il margine operativo a fine anno sarà di 260 milioni, il 10% in meno delle stime. E pensare che la separazione Autogrill-Wdf è stata fatta anche per estrarre valore. Ma di creazione di valore nell’anno della gestione Palencia se n'è visto poco. Si potrebbe replicare che basti guardare alla Borsa per affermare il contrario: Wdf è salita a razzo
dallo sbarco in Borsa (+55% da ottobre a inizio 2014, poi un calo e oggi guadagna comunque un sostanzioso 10% dal debutto). Vero, ma Wdf è salita più per attese speculative di un matrimonio o di un aggregazione, che per i fondamentali. Quelli infatti stanno deludendo: non bastasse il profit warning, proprio nei giorni scorsi Wdf è affondata in Borsa, crollando del 10% in una sola seduta, dopo che si sono venuti a sapere dei dettagli sulle concessioni degli aeroporti in Spagna. Il contratto contiene alcune clausole penalizzanti: minimo garantito al proprietario e costi degli affitti crescenti. E siccome in casa Benetton sono stati abituati, almeno sul versante Autogrill, a vedere sempre dei risultati soddisfacenti ecco che il cambio di panchina in Wdf era ormai divenuto un passo necessario. Per rilanciare l’azienda e trovare l’agognato partner. Eppure c’è chi fantastica sull’esatto opposto. Ossia vendere. Idea solo apparentemente contro-intuitiva: per i Benetton potrebbero essere più redditizio cedere la società che cercare il famoso “marito”. Alcuni ragionamenti circolavano tra le banche d’affari a Milano: ora che ci vuole un nuovo amministratore delegato in Wdf, i tempi di una fusione si allungano ancor di più. Primo perché va trovato il manager (al momento delle dimissioni i Benetton non avevano in mano il sostituto tanto che Palencia di fatto rimarrà a traghettare fino a fine anno). Poi, il nuovo conducador dovrà prendere confidenza con la macchina. Del fantomatico part-
Josè Maria Palencia ner non se ne riparlerà in tempi brevi secondo gli analisti finanziari. E il candidato ideale è un gruppo di dimensioni analoghe o inferiori (attorno al miliardo di fatturato). Ragionando per assurdo, ai Benetton converrebbe più vendere (con un guadagno immediato) che aspettare che maturino i tempi di una maxi-aggregazione. Wdf potrebbe andare sul mercato a un multiplo di circa 14 volte il Mol, a prender per buone le stime degli analisti: vorrebbe dire un prezzo di 4,3 miliardi di euro (ossia 14,5 euro per azione, quasi il doppio di quanto vale oggi in Borsa). I Benetton se c'è da fare cassa non si fanno (giustamente) troppi scrupoli, lo si è visto l’anno scorso, a pochi giorni dal debutto di Wdf a Piazza Affari. Dopo sole tre settimane dallo spin-off vendettero (tramite collocamento) un pacchetto del 9% di Wdf, con un incasso stimato di circa 190 milioni. Mossa impeccabile, che dimostra fiuto, tempismo e opportunismo, le doti del vero imprenditore. E allora ecco la provocazione: per i Benetton sarebbe più conveniente vendere che aspettare anni per celebrare le agognate nozze. Fantafinanza? Forse. O forse no.