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retail&food ANNO 6 NUMERO 11 novembre 2011 • e 3,00

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LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI

Il mercato dei mall riparte dal Mapic

Le scelte del retail RE Greenfield, riqualificazioni, rilanci... Dove conviene indirizzare investimenti e aperture? Uno SPECIALE, le prime risposte.

Analisi mercato Borse & Valigie

Parola di...

Mario Boselli

Dossier aeroporti Paris CDG



NEWS PRIMAE NOCTIS Dopo il Mapic, che ne sarà di noi?

L'OPINIONE Perché investire in Italia Il mercato italiano sconta, in termini di dimensioni, una maggiore lentezza nella risposta ai trend economici internazionali, non solo per quanto riguarda il settore immobiliare. Tuttavia, esistono alcuni fattori endogeni che caratterizzano il nostro Paese e che rappresentano interessanti opportunità di crescita. In primo luogo, l’attività di vendita e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, che si sta concretizzando in questi anni e che rappresenterà certamente un volano per la crescita del settore immobiliare e, più in generale, del Paese. Questa attività pubblica di valorizzazione metterà a disposizione location molto interessanti per gli investitori che torneranno ad investire non appena le condizioni finanziarie lo permetteranno. Il secondo volano di crescita è legato alla dotazione infrastrutturale, che in Italia è ancora limitata. La richiesta di nuove infrastrutture dovrebbe sollecitare investimenti in grado di riattivare il settore immobiliare, con particolare riguardo al settore turistico. Il terzo elemento è legato al fatto che gran parte del patrimonio immobiliare italiano è datato e necessita di riqualificazione per rispondere ai nuovi standard qualitativi dettati dalle regolamentazioni, ma anche dal mercato. La richiesta da parte degli utilizzatori di immobili di qualità, mirata a una maggiore efficienza anche dal punto di vista energetico, genererà opportunità per il settore soprattutto nelle grandi città come Milano e Roma. Infine, si possono individuare interessanti opportunità di crescita in quei segmenti specializzati, come ad esempio gli immobili retail, per i quali è necessario rendere più capillare l’offerta commerciale, che è ancora ridotta in alcune aree del Paese, e ammodernare le strutture esistenti che ormai datano in media 20-30 anni.

Editoriale

Chiudiamo questo numero di r&f a un mesetto circa dall’inizio dell’edizione 2011 di Mapic, la più importante fiera europea del retail RE o come si diceva un tempo dei centri commerciali. Saremo presenti in forze e non possiamo non chiederci che cosa ci aspetta. Sicuramente qualche espositore in più (o in meno), una bella serie di conferenze e tanta attenzione al nostro Paese che quest’anno è “Country of honour”. E poi? Nuovi progetti? Partnership innovative? Lancio di nuovi formati? Difficile che l’edizione 2011 rappresenti una svolta in positivo, il rilancio per il settore, la scossa. Il sentiment tra gli operatori pare essere orientato a un sano realismo: puntare basso per cercare di non scendere ancora più sotto. Eppure qualcosa continua a muoversi: la crisi c’è, e si sente, ma il crollo dei consumi non pare dietro l’angolo e anzi i clienti sembrano orientati alla spesa ma naturalmente in modo più oculato. Potremmo riassumere dicendo che si spende un po’ meno ma forse meglio, per qualcosa di diverso, ma non per forza a meno. Ecco perché il settore dei centri commerciali deve promuovere uno sforzo straordinario di innovazione: questi incredibili contenitori di merce e socialità devono continuare a offrire marchi e prodotti costantemente adeguati alla richiesta del mercato, ma anche servizi veri e necessari, oltre a spazi e momenti di intrattenimento di qualità. Vinceranno i migliori.

Alberto Albertazzi, Head of Property per l’Italia di Henderson Global Investors e Direttore Generale di Henderson Global Investors SGR SpA

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Anno 6 numero 11 novembre 2011 Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Fabrizio Patti, Andrea Penazzi Hanno collaborato

Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Giuseppe Bonomi, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Stefano Gardini, Paolo Prota Giurleo, Massimo Guacci, Antonio Intiglietta, David Jarach, Paolo Lombardi, Filippo Maffioli, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Dante Marro, David Montorsi, Giorgio Moroni, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Enrico Pazzali, POLI.design, Alessio Quaranta, Mario Resca, Leopoldo Resta, Vito Riggio, Kevin Rozario, Paolo Simioni, Vittorio Valenza  Foto Archivio Gesto Editore, Flickr, Fotolia, Imagoeconomica, iStockphoto Segreteria Antonella Ferraraccio Pubblicità dircom@edifis.it

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5% Enti e Ministeri 15% Servizi

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Toscana Marche Umbria Lazio

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48%

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25%

28% Ristorazione

2 2 retail&food - settembre ottobre 2010 2010

Trentino Friuli Ven. Giulia Veneto Emilia Romagna

AREA 2

INDIRIZZO ______________________________ CAP ____________ LOCALITà __________________________ PROVINCIA __________

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SOCIETà _________________ FUNZIONE _____________________

Piemonte Liguria Valle d’Aosta Lombardia

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n° 11 novembre 2011

SOMMARIO

36

46

24

22 54 53

72 28 42 do, sul mercato interno

news primae noctis Dopo il Mapic, che ne sarà di noi?

1

Speciale Mapic Mapic, riflettori puntati sull'Italia

28

l'opinione di Alberto Albertazzi Perché Investire in Italia

1

36

R&f news

4

Progetti che contano esclusivo Il vero mood di Stoccolma Osservatorio fiere Quello che pochi dicono (ma i numeri non nascondono)

38

40

La pulce nell'orecchio 70 Tra Frecciarossa e Italo è competition by litigation La foto

71

Last but not least Il momento magico del lusso

72

Cosa occorre saper per... Condizioni risolutive e clausole risolutive espresse

12

indice retail Italiani indietro tutta. L'estero tiene la barra

21

parola di... Mario Boselli La moda e i luoghi di viaggio

42

osservatorio prezzi Centri commerciali urbani... a tutto servizio Dotati di uffici postali, studi ambulatoriali, farmacie, sartorie, lavanderie e chi più ne ha più ne metta, gli shopping center cittadini dispongono ormai di tutte le facility tipiche dei centri storici. Con il vantaggio che gli orari di apertura coprono anche la pausa pranzo. Ma occhio al parcheggio, prima o poi si paga

22

Resoconto fiere: Tfwa world exhibition 2011 Duty free e travel retail... Est Est Est! Dossier aeroporti Paris Cdg, ambizione e visione

46

Mystery on board Thalys, il treno freddo e perfetto

53 54

star trek retail Obiettivo Thun

24

Analisi Mercato Partire è facile (fare risultati meno) Consumi interni +0,1%, esportazioni +28 per cento. Se c’è un mercato che è specchio dell’industria italiana è la pelletteria. Dove però c’è chi ha scommesso, vincen-

International

58

Stazionario

62

Ferry Porti

66

Vetrina

68

Rubriche stock option Orient express Atri informa Obiettivo personale Retail 3.0 Aviation outlook Retail station Mercati in fiera

4 6 8 11 14 16 63 72

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3


r&f news La Reggia fa il pieno di firme

Sono 25 i nuovi negozi che da fine settembre hanno arricchito l’offerta di La Reggia Designer Outlet. Il F.O.C. di McArthurGlen, inaugurato il 18 febbraio 2010 in località Marcianise (Ce), ha visto l’apertura di un’ulteriore area di 4.500 mq di superficie retail. In virtù di questo ampliamento il numero di punti vendita è salito a 148, mentre la superficie complessiva è arrivata a quota 26.300 metri quadrati. Tra le firme che hanno fatto il loro ingresso in questa fase si annoverano quelle di Desigual, Marlboro Classic, Twin Set, Ivy Oxford e Historic Research. La commercializzazione è operativa sulle unità non ancora allocate.

Tata Italia, altra bandierina a Bari

Tata Italia lo scorso 12 ottobre ha aperto un punto vendita di 500 mq nel centro commerciale Mongolfiera di Bari Japigia. Per il marchio pugliese di calzature si tratta del negozio numero 34 in nove regioni, di cui 29 in shopping center.

Lavazza in Italia parte da Malpensa

A

ll’inizio di ottobre ha aperto a Malpensa il primo bar Lavazza Espression in un aeroporto italiano. Si estende per 40 mq nel T1, airside, area Schengen, al Satellite. «Si tratta di un format che si propone di offrire ai clienti il caffè in tutte le sue varianti, dalla tazzina base alle versioni con crema di latte, fino a prodotti diversi dal caffè, come gli smoothies a base di frutta – spiega Giancarlo Kuunders, direttore generale di Sea Services, società che ha in gestione il locale -. È uno spazio completamente “brandizzato” Lavazza ed è il primo locale a sfoggiare il nuovo concept, che vede un cambiamento cromatico: meno rosso e più panna», i due colori che dominano l’arredo. Il caffè si prende in piedi o su dei divanetti in pelle. Lavazza Espression è inoltre negli aeroporti di Bucarest, Belfast e Dublino. In Italia è presente anche a Torino, su strada, e nel

centro commerciale Forum Palermo. Accanto alla caffetteria Lavazza, Sea Services sta anche installando il primo wine bar Pane, Vino e San Daniele in un aeroporto. •

Stock option BUY

NEUTRAL

SELL

Nel 2012 tre aree di sosta di McDonald’s

Stanno arrivando quattro nuovi locali di McDonald’s sulla rete autostradale. Lo ha confermato a r&f Roberto Masi, ad di McDonald’s Development Italy, a margine dell’evento per la presentazione dei panini realizzati in

collaborazione con lo chef Gualtiero Marchesi. Nel 2012 saranno operativi i ristoranti nelle aree di Chef Express: La Pioppa Est, Chienti Est (entrambe sulla A14) e San Martino Ovest (A1). La catena di fast food entrerà anche a La Pioppa Ovest, con MyChef, nonostante sembrava che l’accordo fosse lontano (si veda r&f di luglio/agosto 2011).

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L’Occitane In tempi di crisi si può continuare a crescere, basta avere il prodotto giusto. L’Occitane, catena di cosmetica francese a base di prodotti naturali, punta ad aprire decine di punti vendita monomarca in Italia, passando dai 26 attuali a 60 e oltre nei prossimi tre anni.

Autogrill-Aldeasa Gilberto Benetton annuncia di essere pronto a cedere fino al 40% di Aldeasa a un socio industriale. Si fanno i nomi di Dufry o Nuance. Aldeasa, controllata da Autogrill, è attiva nella gestione di duty free aeroportuali, da poco anche in Italia (Napoli e Catania).

Gucci Il brand del lusso inciampa in una piccola ma brutta storiaccia in Cina, a Shenzhen, dove sono stati rimossi manager e responsabili, dopo che alcuni addetti alle vendite hanno lamentato condizioni di lavoro inaccettabili. Attenti ai partner locali!

Geox La suola che respira non basta più e Polegato decide un passo in avanti. Per farlo ci si concentrerà sui mercati core (Europa) e si cambia la squadra. Presto vedremo cosa uscirà dal cilindro di mister Geox…

Bangkok Airport Cosa occorre a un grande hub internazionale per passare da 45 milioni di passeggeri/anno a 65 milioni? 300 milioni di USD, o poco più. Ecco quanto stimano di spendere in tre anni nella capitale thai per assecondare la crescita.

I carrelli di Fiumicino In tanti aeroporti stranieri il carrello portabagagli è disponibile gratuitamente. In Italia spesso si paga, al Leonardo da Vinci di Roma è divenuto un lusso: 2 euro a giro. E bisogna pure spingere…

Aeroporto Torino Il mese di settembre è entrato negli annali di Sagat, la società che gestisce l’aeroporto di Torino. Infatti è stato stabilito il record assoluto di passeggeri, superando quota 338mila. La parte del leone spetta ad Alitalia.

Grandi Stazioni Mauro Moretti annuncia che la sua “gallina dalle uova d’oro” e cioè Grandi Stazioni è in vendita. Interessati all’acquisto i soci di minoranza: Benetton e/o Caltagirone. Però – sottolinea Moretti – il prezzo deve essere adeguato. Per chi vende, o per chi compra?

Compagnie low cost Ormai c’è chi li considera al pari della polizia politica delle peggiori dittature. Gli operatori delle compagnie low cost applicano regolamenti da postilla alla lettera e costringono i clienti a pratiche che rasentano l’umiliazione per potersi imbarcare. Va bene così?



r&f news A22, la concessione dei veleni

P

Benetton e Stefanel, rotta Est Europa…

Le catene italiane di abbigliamento guardano all’Est Europa. Benetton ha di recente aperto due nuovi store in Polonia: a Varsavia, nel centro commerciale Zlote Tarasy (280 mq) e a Cracovia, nella Galleria Krakow (180 mq). Benetton ha circa 300 negozi nell’Est Europeo. Stefanel, intanto, ha aperto i battenti in tre capitali dell’area: a Budapest (85 mq) nella galleria commerciale Mom Park; a Bucarest, all’interno di una villa, e a Praga, nella centrale via Parizska.

… e a Tokyo arriva Valextra

Il marchio di pelletteria Valextra ha aperto uno shop in shop di 110 mq a Tokyo, nel department store Takashimaya. In Italia è anche nel nuovo Coin Excelsior di Milano. Per Coccinelle, intanto, primo monobrand a Bangkok, Thailandia, nel “The Emporium Shopping Complex”.

Orient Express

rima fermata per il bando per l’autostrada A22 (del Brennero): il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di sospensiva per il bando Anas che mette in gara la concessione dell’Autostrada. Slitta dunque la scadenza prevista per il 28 ottobre. La decisione del Tar, dopo la richiesta dei legali dell’Autobrennero spa, è stata presa «sino alla trattazione dell’istanza cautelare in sede collegiale», in calendario il 2 novembre. La vicenda è delicata: quello per la concessione dell’A22 è il primo bando europeo del genere da anni. I presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano, Lorenzo Dellai e Luis Durnwalder, chiedevano invece la gestione in house. Dietro alla decisione del governo di indire un bando europeo ci sono diverse spiegazioni. La più semplice: la fretta del Tesoro di iscrivere nel bilancio dello Stato i 568 milioni (70 all’anno) di valore minimo della concessione, più 34 milioni all’anno per la costruzione del tunnel del Brennero. La più complessa: una ritorsione politica contro Dellai e Durnwalder. I due presidenti, riporta l’Espresso, hanno «detto no al prolungamento dell’Autostrada

Trapani, quest’estate si cresce L’Enac ha informato che l’Aeronautica Militare ha dato il via libera all’incremento dei movimenti aerei civili nell’aeroporto di Trapani Birgi per la stagione “Summer 2012”. Sarà possibile un aumento (da verificare ovviamente con le compagnie) dei movimenti del 10% rispetto a quelli programmati per la Summer 2011, poi non operati per le necessità della Difesa. «È il minimo che ci potessimo aspettare», commenta Giancarlo Guarrera, dg della società di gestione Airgest. Intanto non ci sono notizie dei risarcimenti promessi allo scalo: 10 milioni statali (da dividere tra le province danneggiate dall’uso militare degli aeroporti) e 2 milioni dalla Regione Sicilia.

a cura di Stra_branding - www.strabranding.com

Retail delle meraviglie, il Dubai Mall Il Dubai Mall, aperto nel Novembre del 2008 a Dubai, è il più grande centro commerciale del mondo per numero di negozi presenti. Edificata su un area di 1,1 milioni di metri quadrati con 16.000 posti auto e collegata con la nuova metropolitana, la Mall ospita infatti 1.200 negozi e 5 department stores, tra cui Galeries Lafayette, Bloomingdale’s e Marks & Spencer. Oltre a 3 Hotel di categoria superiore direttamente collegati, completano l’offerta diverse attività e proposte legate al mondo dell’entertaiment quali, ad esempio, il Dubai Acquarium che con 33.000 specie marine vanta il più grande pannello di vetro acrilico del mondo, il Dubai Ice Ring, un palazzo del ghiaccio con la disponibilità di 1.800 paia di pattini a noleggio, e le Dubai Fountain, con getti d’acqua alti più di 150 metri per una larghezza di 300 metri. Nel 2010, il Dubai Mall ha ospitato 47 milioni di visitatori con presenze giornaliere durante il week end di quasi 1 milione di clienti, numeri che testimoniano il successo commerciale di questo format. Di recente abbiamo avuto l’occasione di valutare le potenzialità del Dubai Mall per la selezione di una location nella Fashion Avenue per un brand del luxury food nostro cliente e, al fine di fornire utili informazioni sulla composizione dell’offerta, riteniamo interessante focalizzarci sul brand mix proposto per settore merceologico. Il settore Fashion ha un ruolo da protagonista con il 45% dei negozi mentre Cosmesi/ Gioielli e Arredo/Elettronica rappresentano rispettivamente il 15%. Il rimanente 25% è destinato alla proposta Food & Beverage. In particolare, il Fashion è rappresentato per il 70% dall’abbigliamento mentre accessori pelletteria e calzature si spartiscono equamente il rimanente 30%. E’ molto importante anche considerare la composizione dei marchi dell’abbigliamento in funzione delle linee di prodotto che quest’ultimi offrono. Si conferma il ruolo centrale della donna nella shopping experience. Infatti, i marchi Donna con il 30% del brand mix

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Valdastico a nord (A31), necessario perché l’Autostrada Serenissima, presieduta dal leghista Attilio Schneck possa ottenere il rinnovo della concessione Anas. Prolungamento voluto dalla Regione Veneto, da Pdl e Lega». Tra i possibili acquirenti della concessione sull’A22 si fanno i nomi, visti gli alti requisiti del bando, delle stesse province autonome con l’aiuto di una cordata e di banche; dei Gavio; della Serenissima; o di gruppi internazionali. •

IL BRAND MIX DELL’ABBIGLIAMENTO PER LINEE DI PRODOTTO Bambino 21%

Intimo 6% Total Look 35%

Uomo 8% Donna 30%

e quelli relativi al Bambino con il 21% rivestono un'importanza maggiore rispetto all’incidenza dei marchi Uomo. Quest’ultimo aspetto anche a testimonianza dei diversi tassi di crescita demografici in oriente rispetto al vecchio continente. E’ infine interessante analizzare il Floor Mix che può essere sintetizzato come segue: - il Ground Floor, visto l’enorme afflusso di traffico, dedicato al Fashion Lusso, ai Gioielli, agli Orologi ed allo Sport; - il primo piano con il Fashion Sportswear e seconde linee, l’Arredamento e, contrariamente a quanto si osserva in Europa, la Cosmesi (ad eccezione, dei reparti cosmesi dei department stores locati al ground floor); - il secondo piano infine, più destination, con i marchi del Bambino e dell’Elettronica Luca Esposito



r&f news Roadhouse Grill ne fa 29 al Testaccio

Per Cremonini si tratta del ristorante steakhouse numero 29 a marchio Roadhouse Grill. La nuova apertura ha avuto luogo lo scorso 6 otto-

bre a Roma nel quartiere di Testaccio. Il ristorante, esteso su una superficie di 570 mq e con 160 posti a sedere, si inserisce nell’area del centro commerciale adiacente il nuovo Mercato Comunale. La zona è sottoposta dal Comune di Roma a un’importante opera di riqualificazione che prevede anche l’apertura di un museo dell’area archeologica, di una residenza per studenti e di un ampio parcheggio. Il locale è aperto sette giorni su sette e dà lavoro a 30 persone.

ATRI Informa

Tabacci spinge la Sea da Gamberale

S

i allontana la quotazione di Sea, si avvicina il fondo per le infrastrutture di Vito Gamberale, F2i. Questo dicono le cronache di ottobre. Il problema è principalmente uno: il pessimo momento per quotarsi. Da mesi in Europa non c’è una matricola nelle borse e a Milano si è quotata da gennaio solo

ordinario dalla Sea al momento della quotazione. Il vero tema è capire se non si rischia di svendere, causa fretta, una società che con la firma del tanto agognato contratto di programma (e aumento delle tariffe) avrebbe visto il proprio valore lievitare del 30 per cento. Su questi aumenti i vettori (per cui sarebbero previsti rincari tra il 20 e il 30%) sono intanto scesi sul piede di guerra: le associazioni Ibar e Assaereo hanno bollato l’accordo come “inaccettabile”, “sia nella forma che nella sostanza”. •

Errata Corrige

Ferragamo. L’assessore al bilancio del Comune di Milano, Bruno Tabacci, starebbe quindi pensando a vendere in blocco fuori dalla Borsa il 20% della Sea e tutto il 18,6% posseduto dal Comune nell’autostrada Serravalle. Gamberale sarebbe quindi pronto a rilevare le quote. Il Comune è tentato dalla mossa perché nel bilancio previsionale 2011 la giunta precedente, targata Letizia Moratti, aveva contabilizzato l’incasso di 128 milioni da realizzare tramite un dividendo stra-

Fulvio Fassone, Presidente dell'Associazione Travel Retail Italia (ATRI)

Settembre, sezione news: l’Obikà di Malpensa non è gestito da Autogrill ma da Sea Services. Settembre, articolo “Centro che vai, scarpa che trovi”: Miss Roberta (e non Missis) non ha 6 punti vendita in centri commerciali; in questo canale ha 6 dei 10 negozi diretti e 14 dei 49 punti vendita affiliati. Tata Italia non ha 23 punti vendita nei centri commerciali, ma 29. Ottobre, articolo “Profumi, vince il green”: i negozi di ITSTYLE nei centri commerciali sono 21 (su 47 totali) e non 12 come indicato.

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Bilanci e prospettive per l’Associazione… peggio per chi non c’è!

L

’ultima parte del 2011 vede la chiusura di un ciclo triennale di lavoro dell’attuale Consiglio Direttivo di ATRI. Il 4 Novembre infatti si tiene a Milano, ospitata da Autogrill, l’Assemblea elettiva che dovrà eleggere il nuovo direttivo per il triennio 2012-2014. Numerosi sono stati i temi affrontati in questo periodo contraddistinto da una delle crisi economiche di maggiori dimensioni nel panorama degli ultimi 100 anni. Tra il 2008 e il 2010 la crescita del Travel Retail europeo nella sua dimensione aeroportuale è stata 0 (zero), similmente al traffico passeggeri continentale. Così è stato anche per il duty free a bordo delle compagnie aeree, mentre il comparto dei Ferries è arretrato di circa il 5 per cento. Non tutte le categorie merceologiche hanno avuto lo stesso comportamento. In questo periodo le vendite di alcune sono diminuite: la Profumeria dell’1%, le categorie merceologiche più legate alla moda e agli accessori di oltre il 10%, i Prodotti del Tabacco ben del 15%, mentre alcune, in controtendenza, sono cresciute: il comparto dei Liquori, presumibilmente sempre più sostenuto dal settore dei Vini e sempre meno dai Super alcolici, di oltre il 2%, i Dolciumi e lo Specialty Food del 5,5 per cento.

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In qualche modo si conferma dunque la tendenza che vede spostarsi il mondo del Duty Free europeo sempre di più verso quello del Travel Retail, ove gli equilibri tra i prodotti cambiano a favore della produzione più locale rispetto a quella dei prodotti più internazionali. Prodotti apprezzati anche dai nuovi viaggiatori siano essi passeggeri che all’interno del mercato europeo utilizzano di più i vettori Low Cost, o passeggeri internazionali che provengono sempre di più dall’Asia e dal Medio Oriente e fanno scalo nei nostri paesi. In questo senso l’Italia, con le sue produzioni di eccellenza, dalla Moda in tutte le sue forme, ai prodotti Alimentari e Vitivinicoli, alla Ristorazione quando, senza essere necessariamente di alta gamma, utilizza prodotti tipici e di grande qualità, dovrebbe puntare sullo sviluppo di questi settori che da sempre caratterizzano la nostra economia e il nostro mercato del lavoro. Anche il Travel Retail nella sua specifica funzione di vetrina della produzione italiana, testimonia dunque il fenomeno di un paese definitivamente non industriale che emerge e si afferma verso i passeggeri-consumatori di tutto il mondo grazie alle sue produzioni di eccellenza. Quest’ultima ritengo

sia una delle ragioni più importanti per continuare con impegno il lavoro svolto in questi ultimi 25 anni da ATRI insieme ad ETRC: la difesa e lo sviluppo di un mercato che genera benefici in termini di conoscenza dei nostri prodotti e quindi di export, che genera occupazione in tutta la filiera: dalle aziende che non c’erano e che grazie al Travel Retail sono cresciute a quelle che c’erano e che sono state in grado di coglierne sempre le opportunità e di specializzarsi. Un mercato in cui tra gli attori principali non possiamo dimenticare coloro che grazie alla loro intermediazione sono stati in grado di aiutare produttori e buyer a meglio definire le proprie strategie; un mercato in cui gli operatori piccoli e grandi assieme alle società di gestione aeroportuale, ognuno con le proprie forze, rappresentano la prima linea dello sviluppo. Grazie dunque a tutti coloro che ci sono stati, che ci sono e che ci saranno in futuro mentre a chi pensa che non partecipare e non essere nell’Associazione voglia dire comunque goderne i benefici non mi resta che dire che non ha capito nulla e che in fondo la sua presunzione è la miglior arma contro se stesso e a favore dei suoi concorrenti.




r&f news Eataly NY, il format più innovativo del mondo

L

’Italia esce a testa alta dal World Retail Congress 2011 di Berlino, il più importante premio internazionale sul retail: Eataly New York ha vinto il premio nella categoria “Format Innovation”. Ha battuto gente come Carrefour, Disney Store e American Eagles. Il premio più ambito di tutti, “retailer of the year”, è andato a Burberry; quello per il miglior retailer internazionale a Inditex, mentre Roger N. Farah di Ralph Lauren è stato premiato come “Outstanding Leader”. Dentro l’Eataly di Torino, intanto, ha fatto il suo ingresso un coffee shop di Caffè Vergnano, prototipo di un restyling che interesserà i 40 punti vendita della catena. •

Nordsee, sbarco nel segno degli outlet…

L’hamburger napoletano è a Milano

(con carne piemontese)

S

i chiama Ham – Holy Burger il nuovo locale della partenopea Vesevo spa (Rossopomodoro, Anema e Cozze, Rossosapore). È dedicato all’hamburger e ha aperto a Milano, in via Palermo, zona Brera. Le sue caratteristiche salienti: carne bovina piemontese di alta qualità, presidio slow food; arredi dal gusto americano-retrò firmati da Costa Group; ampio ricorso alle tecnologie, con un iPad in ogni tavolo per ordinare e personalizzare i piatti; un menù che gira tutto intorno al numero 5, considerato fortunato nel mondo arabo. Altini i prezzi: da 9 a 13 euro per ogni hamburger, escluse le patate (4 euro). Per queste caratteristiche dovrebbe essere replicato in poche selezionate location. Rossopomodoro, intanto, è entrato con Costa Group nel famoso centro commerciale Selfridges, a Birmingham. •

Obiettivo Personale A cura di Excursus. Spazio di formazione partecipata – www.studioexcursus.com

Valutate gente, valutate…

I

l risultato di un’azione innovativa così come l’impatto di un nuovo progetto si misurano attraverso differenti fattori, in primis il profitto. Una buona azione (replicabile e sostenibile) è tale nel momento in cui ha un’incidenza positiva sul fatturato di un’impresa e diviene generatrice di sviluppo. Tuttavia, la bontà di tale azione o progetto non può limitarsi esclusivamente alla sua rendicontazione ma necessita di una valutazione attenta dell’intero processo (proprio per garantirne la replicabilità nel tempo e in altri contesti organizzativi). La valutazione, ridotta a rendicontazione, è considerata accessoria, non generativa di meccanismi di cambiamento e di sviluppo economico nelle organizzazioni e nei gruppi di lavoro. Il percorso valutativo è invece da intendersi come parte integrante della progettazione e della produzione fin dal suo avvio, e deve accompagnare metodicamente ogni processo, divenendo fondamentale per l’evoluzione dell’impresa (piccola o grande che sia). La valutazione diventa così una procedura strutturata in più tempi (e non solo un monitoraggio): in itinere (quando nello svolgimento del processo, a fronte di una finalità e di un mandato espliciti, vengono definiti gli step di verifica); finale (quando, al termine del processo, viene riletta l’intera prassi attivata) e distanziata

nel tempo (quando, dopo aver lasciato trascorrere un adeguato periodo, si valutano l’efficacia e gli effetti concreti del processo su tutti gli stakeholder coinvolti). Considerando la valutazione dei processi organizzativi come complessa ma non opzionale, imprescindibile per la vita dell’organizzazione, è possibile ritarare strategicamente di volta in volta gli strumenti necessari per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, evitando – come spesso avviene – di investire eccessivo tempo e ingenti risorse economiche in azioni che si rivelano inadeguate e inefficaci e che richiedono degli sforzi che spesso le aziende non possono permettersi. È in tempi di crisi, come quelli che stiamo vivendo, che le organizzazioni devono avviare processi valutativi al proprio interno, attraverso i quali rileggere le proprie procedure, ritarare i propri obiettivi e dare risposta a quelle questioni che da criticità possono divenire potenzialità e positività di sviluppo economico, sociale e organizzativo.

Forse li avrete visti, nel centro e nord Europa: i panini di Nordsee, tipicamente con dentro un’aringa, un merluzzo o un salmone. Da luglio il marchio è arrivato in Italia, con un locale nell’outlet di Vicolungo. Scelta non casuale: il master franchisee Seayou srl ha seguito i consigli di Gabetti Corporate e proprio sui f.o.c. baserà la sua espansione. Seayou ha ottenuto la concessione di master per l’Italia centro settentrionale lo scorso gennaio, dopo una lunga trattativa. Ora potrà aprire nuovi sub-franchisee previa autorizzazione di Nordsee International e nell’espansione non esclude anche locali in città. Il punto vendita standard è di 180-200 metri quadrati.

…e Pollo Campero comincia dai mall

È nato in Guatemala nel 1971 e negli ultimi anni è andato parecchio bene negli States. Ora Pollo Campero ha stretto una partnership con Commercialunione (che ha i ristoranti a insegna Amodomio). Risultato: il primo ottobre un locale ha aperto i battenti nel centro commerciale Torri Bianche di Vimercate (Mb) e una replica è attesa nel centro commerciale La Fontana di Cinisello Balsamo (Mi). Di che stiamo parlando? Della più grande catena latinoamericana al mondo, con ristoranti a base di pollo, che opera in 13 paesi con 350 locali. Vende pollo in versione tradizionale (cotto a pressione), nella versione crispy, oltre a insalate e burritos sempre a base dell’appiedato pennuto.

Eugenia Montagnini eugeniamontagnini@studioexcursus.com

retail&food - novembre 2011 11


r&f news cosa occorre sapere per... A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano

Ristorazione e moda in gara a Firenze

L’Aeroporto di Firenze mette in gara alcune aree commerciali: ristorazione landside (171 mq da portare a 216, oggi Autogrill), ristorazione airside (310 mq, oggi MyChef), edicola-libreriatabacchi in landside (87 mq, oggi Giunti al Punto) e un punto moda e accessori in airside (38 mq, oggi Marina Militare). La gara è divisa in due fasi: nella prima vanno fatte pervenire le manifestazioni di interesse (termine scaduto il 26 ottobre); le aziende che hanno i requisiti accederanno alla seconda fase. Per tutte le sub concessioni la durata è di 5 anni.

Neinver: vendite a doppia cifra

Crisi o no, la crescita delle vendite negli outlet di Neinver prosegue a doppia cifre. Il dato, +15%, si riferisce alle vendite in Europa nel primo semestre del 2011. Sempre su scala europea aumenta del 7%, invece, il numero dei visitatori, arrivato a quota 14,5 milioni nel medesimo lasso di tempo. Da sottolineare è l’andamento in Italia: gli Style Outlets di Vicolungo e Castel Guelfo sono stati visitati da 3 milioni di persone nel primo semestre (+5%), generando vendite per 93,5 milioni di euro. La crescita delle vendite in questo caso è stata addirittura del 18%, superando il dato di Spagna (+10% a quota 80 milioni di euro), Polonia (+5% con 49 milioni) e Portogallo (+10% con 30 milioni).

Moda bimbi, Iana va a Coin

Forte della recente acquisizione da parte del fondo Bc Partners, il Gruppo Coin ha acquistato la catena di abbigliamento per bambini Iana, 450 negozi di cui una parte consistente nei centri commerciali. Il fondo inglese sembra non abbia voglia di fermarsi, approfittando dell’attuale debolezza delle piccole catene.

12 retail&food - novembre 2011

Condizioni risolutive e clausole risolutive espresse

S

pesso gli spazi in centri commerciali, aeroporti o stazioni non vengono concessi in affitto, concessione o locazione con effetti immediati, ma formano oggetto di contratti preliminari che obbligano alla stipula di un futuro contratto (il definitivo). Il motivo per cui si ricorre ai preliminari in questi casi è generalmente collegato al fatto che non tutte le condizioni per la stipula di un accordo definitivo si sono già avverate. Alcuni esempi: un altro operatore sta ancora occupando gli spazi promessi, la licenza commerciale deve essere rimodulata, il centro commerciale sta costruendo un ampliamento ecc. Il fenomeno è ancora più evidente per gli spazi di nuova costruzione: è chiaro che se l’unità promessa non è nemmeno stata costruita non sarebbe possibile stipulare un contratto definitivo di affitto di ramo di azienda, per il semplice motivo che un’azienda non esiste alla data di stipula del preliminare. Tuttavia da un lato le proprietà hanno interesse a procedere alla commercializzazione con largo anticipo rispetto al verificarsi dei presupposti, e dall’altro gli operatori hanno convenienza a “bloccare” una operazione che rientra a buon titolo nei propri piani di sviluppo. Del resto un contratto preliminare può a buon diritto essere considerato come un affare chiuso, in quanto obbliga chi l’ha sottoscritto a stipulare il contratto definitivo nei tempi previsti. Un eventuale inadempimento a tale obbligazione può infatti comportare la richiesta giudiziale di una sentenza che tenga luogo del definitivo. Tuttavia, a tutela di ambedue le parti nel preliminare si inseriscono due tipi di clausole tese a garantire la stipula del contratto solo subordinatamente al verificarsi di determinate circostanze. Si tratta delle condizioni risolutive e delle clausole risolutive espresse. La differenza tra le due, di carattere giuridico, attiene al fatto che l’evento dedotto in condizione risolutiva dipende da un terzo (per esempio, l’ottenimento di un permesso a costruire), mentre l’evento sottoposto a clausola risolutiva espressa con-

siste nell’adempimento ad una specifica obbligazione di una delle parti ed è pertanto da questa controllabile (per esempio, il completamento dei lavori a seguito del citato permesso di costruire). La struttura tipica dei contratti preliminari di cui sopra, pertanto, prevede spesso una combinazione dei due strumenti, dove le condizioni rappresentano eventi che dipendono da terzi mentre le clausole risolutive espresse presidiano il corretto adempimento di determinate obbligazioni. Un contratto nell’esempio di cui sopra, pertanto, statuirà: “Il presente contratto preliminare si risolverà in caso di mancato rilascio del permesso di costruire e le parti addiverranno alla stipula del definitivo subordinatamente al corretto svolgimento dei lavori da parte di XY”. Le conseguenze del mancato verificarsi di una o dell’altra clausola non sono senza conseguenze: infatti mentre la condizione risolutiva fa venire meno il contratto senza addebito ad una delle parti, l’inadempimento soggetto a clausola risolutiva espressa obbliga al risarcimento del danno. Può capitare che alle condizioni risolutive si preferiscano condizioni sospensive, che cioè subordinano gli effetti del contratto ad eventi futuri. Nelle operazioni di retail real estate queste condizioni sono tuttavia spesso fuori luogo, in quanto i contratti preliminari producono già da subito effetti rilevanti per le parti (in alcuni casi per esempio si addiviene alla consegna dei locali prima della stipula del definitivo).

Avv. Alessandro Barzaghi Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.

Meridiana e co., asse di ferro con Verona Si è conclusa anche formalmente l’acquisizione da parte di Meridiana fly di Air Italy, che ha dato vita al nuovo gruppo italiano del trasporto aereo Meridiana fly-Air Italy. L’operazione è stata realizzata tramite l’acquisto del 100% di Air Italy Holding srl, per 82,65 milioni di euro, oltre a un earn-out pari a massimi 7,25 milioni. Cinque sono le basi: Cagliari, Olbia, Milano, Napoli e Verona. Proprio nell’aeroporto scaligero il neo costituito gruppo ha incrementato la propria presenza, prevedendo nella stagione “winter” quattro nuove rotte: Mauritius, L’Avana, Holguin e Cancun. Meridiana fly e Air Italy erano già la prima e la seconda compagnia a Verona per passeggeri, pari al 41% del totale. La nuova compagnia ha anche organizzato, con i tour operator collegati, un servizio di trasporto in pullman verso l’aeroporto di Villafranca da Pordenone, Milano Linate, Bologna e Bolzano.



r&f news Servair a Genova e Ancona

Le attività di bar di Marcopolo Food negli aeroporti di Genova e Ancona sono state rilevate da Servair Airchef, a seguito di una cessione di ramo d’azienda di Marcopolo Food. La società era entrata nel canale aeroportuale quattro anni fa vincendo alcune gare, ma ha deciso di uscirne per concentrarsi su attività più vicine al proprio core business. Per Servair Air Chef si tratta di un ritorno a Genova: prima dell’arrivo della Marcopolo gestiva uno dei due bar che le sono stati affidati con assegnazione diretta (uno nel landside e uno in airside area extraSchengen, entrambi di circa 40 mq). Aperti il 7 ottobre, useranno il marchio Air Café. Situazione del tutto simile ad Ancona. L’unica differenza è che questi due bar si aggiungono al bar già gestito da Servair Airchef. I locali nello scalo marchigiano sono stati aperti il primo ottobre.

Continente Mapello, la gestione è di Cogest

A pochi giorni dall’apertura, avvenuta lo scorso 27 ottobre, la gestione del nuovo centro commerciale Continente Mapello è stata affidata a Cogest Italia. La società guidata da Carmen Chieregato è stata incaricata da Gruppo Lombardini, dopo che Mall System ha curato la fase di commercializzazione. Lo shopping center bergamasco vanta una gla di 24mila mq, con 64 negozi e un ipermercato a insegna Pellicano, e si inserisce in un bacino di 300mila abitanti nei 20 minuti di percorrenza in automobile. La posizione è strategica: lungo la S.S. Briantea, all’altezza dello snodo tra il lecchese, la Valle Brembana e l’area di Bergamo. La forza del complesso commerciale del centro sarà rafforzata con l’entrata in funzione de Il Parco Commerciale di Ambivere, anch’esso sviluppato da Gruppo Lombardini e commercializzato da Mall System.

14 retail&food - novembre 2011

Le Terrazze, ci siamo quasi…

M

ancano pochi mesi ormai all’inaugurazione di Le Terrazze, il primo centro commerciale a servire la città di La Spezia. L’iniziativa si inserisce in un ambizioso piano di riqualificazione delle aree ex Ip, che prevede anche abitazioni e verde pubblico. Il progetto dello shopping center, promosso in joint venture paritetica da Ing real Estate Development e Sonae Sierra, vedrà il taglio del nastro tra fine febbraio e inizio marzo 2012 a fronte di un investimento di circa 125 milioni di euro. Sulla consistenza dell’iniziativa i numeri parlano chiaro: gla di oltre 38mila mq, 106 unità retail inclusi un Ipercoop da 11.700 mq, 8 mediograndi superfici, 15 tra ristoranti e bar, una sala giochi e un Fitness Club Tonic. Duemila saranno i posti auto e 700 i posti di lavoro. In avanzata fase di realizzazione e con la commercializzazione arrivata all’80%, lo scorso settembre siamo andati a visitare il cantiere. Nella gallerie ancora da rivestire, ma già perfettamente delineate, la nostra curiosità si è concentrata soprattutto sui cartelli con i nomi dei brand posizionati davanti alle unità retail. Molti dei marchi già contrattualizzati faranno il loro ingresso sul bacino di La Spezia. H&M, Scarpamondo, Cisalfa Sport, Den Store, Deichmann, Kiko, Yamamay, Nara Camice, Game Stop, Salmoiraghi&Viganò, Motivi, Oltre, Fiorella Rubino, Geox, Guess, Swarovscki, Z, Golden Point, Limoni, Celio, Abruzzese, Le Firme In sono alcuni dei brand presenti. Media World rappresenta una novità importante, dopo che in un primo momento era stato speso il nome di Euronics. Tra la ristorazione spiccano McDonald’s, Rosso Sapore e Old Wild

West. «Solo una delle medie superfici è rimasta da commercializzare, stiamo valutando diverse soluzioni nel settore del fashion – ha spiegato a R&F Jerry Boschi, responsabile sviluppo per l’Italia di Sonae Sierra –. Per quanto riguarda l’ancora hi-tech, Media World ci aveva contattato per avere una posizione importante dato che punta molto sullo sviluppo. Di qui la scelta di inserirli a Le Terrazze. Con il loro ingresso la metratura di quell’unità è stata aumentata, arrivando intorno ai 3mila metri quadrati. Guardando alla galleria: nella food court mancano un paio di unità da commercializzare, lo stesso vale per i servizi. In generale stiamo colmando gli spazi rimasti vuoti. Importante è il tema della certificazione ambientale e della sicurezza: Le Terrazze è il primo centro commerciale al mondo ad aver ricevuto le certificazioni Iso 14001 e Ohsas 18001 durante la fase di costruzione». •

Retail 3.0 Converged retailing: quando web e negozi diventano complici I consumatori sono sempre più propensi a utilizzare entrambi i canali per i propri acquisti, ma la strada della convergenza online-offline è ancora lunga.

U

na piccola grande rivoluzione per l’ecommerce italiano: la Dacia, brand del gruppo Renault, ha deciso di lanciare in Italia il primo sito europeo per l’acquisto online delle proprie vetture. Mai prima d’ora in Italia una casa automobilistica aveva dato la possibilità di acquistare un’auto direttamente da Internet. Sarà quindi l’industria dell’automotive a trainare il retail verso la convergenza onlineoffline? Probabile, ma qualche cosa si è già mosso nel panorama nazionale. Secondo alcune indagini commissionate da NCR, società attiva nei servizi di transazione commerciale, il 67% degli italiani rimangono fedeli agli acquisti in store ma cambia il modo di sfruttare il punto vendita e, soprattutto, di raccogliere le informazioni su ciò che si vuole comprare. La survey conferma, infatti, che in Italia il 63% degli acquirenti visita uno shop online prima di comprare un prodotto ma solo il 12% trova coerenza tra le informazioni sul

sito e quelle ricevute in negozio, a tutto vantaggio di quest’ultimo naturalmente. Insomma, la diffidenza verso i pagamenti sul web la fa ancora da padrone ma è certo che il primo passo verso una piena converged retailing potrebbe essere quello di sfruttare i punti di forza offerti dai due canali: l’online è perfetto per comparare prodotti e prezzi, ricevere informazioni e sfruttare sconti e promozioni (soprattutto per i prodotti di lancio), mentre i punti vendita rimangono imbattibili per l’interazione umana, l’esperienza di acquisto e il vantaggio di ottenere immediatamente la merce. In Italia è soprattutto il comparto elettronico ad aver unito i vantaggi delle due realtà: MediaWorld, ad esempio, ha da tempo dato la possibilità ai visitatori online di approfittare di prodotti, anche in esclusiva, a prezzi più bassi rispetto al canale tradizionale, mentre i negozi Marco Polo Shop (Gruppo Expert Italia) danno la possibilità di prenotare sul sito merce a prezzo d’offerta e ritirarla in negozio pagando direttamente in negozio e bypassando così le spese di spedizione. Massimo Colzani



r&f news Il checkin automatico (finalmente!) a Bologna

Finora li si invidiava agli aeroporti tedeschi. Ora la Divisione Mobility di Siemens installerà nell’Aeroporto Marconi di Bologna, il primo in Italia, 14 chioschi di self check-in che permettono la registrazione del passeggero e soprattutto l’imbarco immediato del bagaglio. Si chiamano Sicheck Full Auto Check In e sono utilizzabili da tutte le compagnie aeree. Ciascuna potrà configurare i chioschi a seconda delle proprie esigenze su misure e pesi dei bagagli. I primi quattro saranno installati entro la fine dell’estate, gli altri 10 entro la fine di luglio 2013. Tra le caratteristiche ce n’è una per la sicurezza (e anti furbi): il bagaglio è controllato più volte per evitare l’inserimento di eventuali oggetti a operazioni terminate. Sarà anche possibile pagare l’eventuale extra-peso. Evidenti i vantaggi promessi: velocizzare i servizi, incrementare la produttività e contenere i costi.

16 retail&food - novembre 2011

Aviation outlook

Retail aeroportuale, il segreto del successo Come reiterato in decine di occasioni, non la chimera degli aumenti tariffari, ma un significativo sviluppo della componente reddituale da attività non-avio è l’unico possibile driver di sviluppo per la redditività di un’impresa aeroportuale. Seppure si parli tecnicamente di “attività non regolamentate”, prevale tuttavia nella mente di molti manager del settore una visione monopolistica anche nella gestione di questo business. Si parla in questo caso di “captivity” del passeggero nelle mura del terminal e dunque di assenza di altre alternative per l’intercettazione dei suoi acquisti commerciali, prevalentemente a logica d’impulso. Non vi è dubbio che si tratti, ancora una volta, di sterili quanto obsolete visioni gestionali, che sottovalutano la dinamicità presente dell’industria del trasporto aereo. Con riferimento all’offerta non-avio, gli aeroporti sperimentano in primo luogo una upstream competition, legata all’offerta degli stessi prodotti presso i punti vendita ubicati nella città di origine del volo. Ciò ben testimonia come sarà difficile stimolare un acquisto del cliente, se non in condizione di necessità, se l’aeroporto non saprà distinguersi in chiave di innovazione su format e sul processo di erogazione del servizio. Ancora, vi è quella che io chiamo direct competition, che in realtà impatta forse più la domanda di residenti locali e meeters&greeters rispetto alla platea dei viaggiatori. Faccio qui riferimento alla presenza di centri commerciali di varia natura e dimensione sorti nella immediate prossimità di un aeroporto, sfruttando l’effetto catalizzatore generato dallo scalo. Tale concorrenza andrà tipicamente ad agire sulle stesse categorie merceologiche e spesso attaccherà con profili tariffari scontati e prezzi civetta, al fine di attrarre un volano di traffico addizionale presso le mura del suo centro commerciale.

Esiste, infine, una downstream competition, rappresentata dall’offerta duty free/duty paid a bordo degli aeromobili. E’ bene qui ricordare il caso dei vettori low-cost e della loro politica “one bag only”, che viene utilizzata anche per sostenere gli acquisti a bordo dei propri velivoli, spesso con caratteristiche tariffarie molto scontate. è curioso notare come gli aeroporti supportino economicamente lo start-up e il mantenimento di connessioni LCC e poi traggano da questi operatori una formidabile forma di competizione sul loro unico business – le attività non-avio appunto – in grado di produrre reddito e flussi di cassa! Detto ciò, siamo ancora sicuri che gli aeroporti possano valorizzare una posizione monopolistica per le attività non-avio? Come sempre il confronto dovrebbe essere letto in misura estesa, non focalizzandosi solo sugli elementi di processo (check-in, security, dwell time, etc.), che pur sono caratteristici dell’impresa aeroportuale, ma in base alla soddisfazione in misura differenziale del bisogno del cliente. In questo senso, la sua propensione al consumo dovrà essere stimolata da elementi dinamici e non replicativi. Poiché l’aeroporto, come visto, si trova nel mezzo di una filiera competitiva, la percezione di differenze generate dai suoi punti vendita potrà posticipare la scelta d’acquisto del cliente rispetto all’offerta downtown, o anticipare quella a bordo del velivolo. Per fare questo, una parola d’ordine: forward thinking, vale a dire sfida alle convenzioni ed ortodossie, anche regolamentative. Una caratteristica, ahimè, ancora rara tra il management aeroportuale. Salute a tutti! Prof. David Jarach www.diciottofebbraio.it



r&f news

DO.It Santhià: nasce a marzo l’anti-Ikea

P

ochi mesi e aprirà il primo Design Outlet Italiano dedicato al mondo dell’arredo. I marchi, ancora top secret, saranno rigorosamente espressivi del Made in Italy. Il progetto pilota del network Do.It, che coinvolgerà l’Italia da nord a sud, sarà inaugurato nella sua prima parte il prossimo 9 marzo a Santhià (Vc), nei pressi del casello Santhià sull’A4 e non distante dall’A5 e dall’A26. In virtù di questa location il bacino di utenza nell’arco di 60 minuti ammonta a quasi 8,5 milioni di residenti, ai quali si aggiungono i 19 milioni di turisti che annualmente transitano lungo la rete viaria. La struttura si svilupperà inizialmente su un’area complessiva di 30mila mq, con circa 15mila mq di vendita distribuiti su due piani e una quarantina di unità retail. In futuro il villaggio dell’arredamento potrebbe crescere sino a 40mila mq di vendita, all’interno di un’area di 240mila metri quadrati. Come ha spiegato Mario Esposito, presidente di Retail in Progress, in occasione della presentazione del progetto di Santhià lo scorso ottobre alla Triennale di Milano: «La formula outlet è stata scelta in quanto offre un piccolo vantaggio economico ai consumatori senza svilire il brand». L’obiettivo, non è un mistero, è quello di fare concorrenza a Ikea offrendo un prodotto di qualità maggiore ma a prezzi accessibili. Gli sconti partono dal 30 per cento. Il mix merceologico sarà composto di arredo esterno, arredo, complemento, casalingo e tessile. Non mancheranno la ristorazione, anch’essa rigorosamente italiana, e una serie di servizi. •

Il mall del lusso è anche a Soratte

D

opo Olbia (2009) e l’outlet di Agira (luglio 2011), il Luxury Mall ideato dall’imprenditrice anglo-fiorentina Daniela Fargion è arrivato anche nell’outlet di Soratte, a nord di Roma. Esteso su 800 mq, è stato inaugurato il primo ottobre. Al suo interno si trovano abbigliamento, accessori, moda, intimo, pelletteria e calzature. Una quindicina i marchi ospitati, da Versace a Moschino, da Cavalli a D&G. «Il fatturato dovrebbe arrivare a 1,5 milioni di euro il primo anno», dice Gigi Gelmetti, presidente di Consedil SA, la società che gestisce il Soratte Outlet Shopping. Si tratta di una svolta, per un outlet (aperto 3 anni fa e in ripresa dopo un avvio stentato) che un anno fa aveva detto di voler essere “spumante e non champagne”: «La metafora è tutt’ora attuale – scherza Gelmetti -, tagliamo il prosecco con lo champagne e arriviamo prima allo spumante». L’investimento per realizzare il Luxury Mall rientra nei 5 milioni di euro stanziati per lo sviluppo strutturale dell’Outlet Soratte. Parte delle risorse sono già state impiegate per arricchire il centro di aree verdi e di zone per bambini, per rafforzare la segnaletica stradale e le coperture con cui dare zone di ombra nelle giornate estive. •

18 retail&food - novembre 2011


Modica, la Fortezza abbassa il ponte levatoio

Aprirà a fine novembre il centro commerciale La Fortezza, a Modica (Ragusa), in contrada Michelina. Il nuovo centro commerciale dovrebbe creare 400 posti di lavoro. Sono previste 75 unità commerciali, tra cui 9 medie superfici, 6 tra bar e ristoranti, 59 negozi e un ipermercato. I metri quadrati sono 21.000 su due piani, 1.800 i posti auto (coperti e non). Il superstore Conad, da 2.700 mq, offrirà lavoro a 40 persone.

Adr: salta Maleci, ecco Lo Presti Cambia ancora il vertice di Aeroporti di Roma: Giulio Maleci, amministratore delegato da un anno e mezzo, è stato sostituito da Lorenzo Lo Presti, ex direttore dei servizi ai clienti di Autostrade per l’Italia. Arriva quindi un uomo della scuderia Benetton e proveniente dal mondo del travel retail. Prima di entrare in Aspi (dove è stato anche direttore aree di servizio e direttore commerciale) nel 2001, Lo Presti si è occupato di non oil per Agip ed è stato ad di Finifast. Sostituisce un esperto di retail come Maleci, con un passato tra Electrolux, Upim, Castorama Italia e Porto Antico di Genova. La causa della sostituzione è l’insoddisfazione dei Benetton (65% di Sintonia, che controlla Gemina e Adr) sulle strategie da realizzare per il rilancio dell’aeroporto. Lo Presti è il quarto ad in tre anni, dopo Maurizio Basile, Guido Angiolini e Maleci stesso.

Il Gallo canta all’Auchan di Cesano

Ristorante a tema, con un occhio alla velocità senza trascurare la qualità. Riso Gallo ha aperto il primo “Chicchiricchi” store nella food court del centro com-

merciale Auchan di Cesano Boscone, nei pressi di Milano. Il menu prevede il riso declinato in tutte le sue sfaccettature, dalla Cucina Italiana alle ricette di Grandi Risi dal Mondo. Il locale si presenta come un luogo caldo e accogliente e dal design curato, dove è possibile consumare un pasto veloce ma dove tutti i procedimenti per la preparazione delle pietanze avvengono al momento. Il tutto è servito con piatti di ceramica e vassoio di legno. Chi lo desidera può anche optare per un comodo take way.

Euronics diventa XXL

Cinquemila metri quadrati di hi-tech: il primo store XXL di Euronics è stato aperto a Roma lo scorso 1 ottobre. Il mega negozio del Gruppo Nova si colloca in una zona strategica della Capitale per l'ampio bacino di utenza. In occasione dell’apertura, inoltre, è stato caratterizzato da una forte promozionalità. Interessante, per gli sviluppatori di parchi commerciali, se il nuovo format XXL trovasse posto anche nei retail park di nuova concezione.

retail&food - novembre 2011 19



indice retail 2011 Italiani indietro tutta. L'estero tiene la barra A nche questo mese è continuata, seppur in forma più lieve, l'erosione dei margini accumulati dalle azioni del nostro comparto nel primo semestre. I titoli italiani perdono nel mese 4 punti, e tornano praticamente ai livelli di inizio anno. I titoli esteri accusano una perdita ben più lieve, e riescono a mantenere 4 punti di vantaggio rispetto al primo gennaio. Il merito di questa "tenuta" va a un manipolo di titoli, tra i quali Bulgari (di cui diamo la quotazione al 27 settembre, ultimo giorno di trattazione), Adidas, Inditex, Nike e Polo, che, in controtendenza, riescono a guadagnare nel mese qualche punto. In totale, su 21 titoli, ne abbiamo 10 in guadagno rispetto all'inizio dell'anno, e 11 in negativo: un bilancio ancora accettabile, che però deve essere confermato dalle prossime scadenze, e cioè dalla presentazione delle relazioni semestrali.

PRINCIPALI SOCIETA’ MARCHI POSSEDUTI

HOLDING

QUOTAZIONI AL

MERCATO 03/01/11

15/09/11

13/10/11

0,50 8,17 0,86 3,43 22,65 13,59 0,50 73,80

0,84 12,25 1,02 2,69 19,72 8,28 0,34 76,30

0,70 12,73 0,98 2,97 20,96 6,04 0,37 69,50

indice

Aeffe Bulgari Damiani Geox Luxottica Safilo Group Stefanel Tod's

Alberta Ferretti • Moschino • Pollini Hogan • Fay

Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia

INDICE ITALIA

Adidas C.F.Richemont Dufry Fossil Hugo Boss Inditex LVHM Nike Polo Ralph Laureen PPR Puma Swatch Group Tiffany & Co

Reebok Vacheron Constantin • Cartier • Dunhill Zara • Pull and Bear • Massimo Dutti Louis Vuitton • Moet Chandon • Hennessy • Fendi • Dior • Zenith • Guerlain Puma • Fnac • Gucci • Redcats • Conforama Omega • Longines • Tissot Valentina • Elsa Ferretti • Paloma Picasso

Xetra Xetra Svizzera Nasdaq Xetra Xetra

47,51 44,32 125,80 72,69 50,00 56,17

48,96 40,60 80,70 98,99 65,12 61,65

50,31 37,05 87,85 93,91 61,80 66,31

105,89% 83,60% 69,83% 129,19% 123,60% 118,05%

Francia

118,66

113,70

114,20

96,24%

Nyse Nyse Francia Xetra Xetra Nyse

85,59 111,65 118,83 237,76 313,96 62,11

87,94 143,22 109,20 251,20 306,15 73,99

92,06 145,51 106,20 226,40 289,40 72,05

107,56% 130,33% 89,37% 95,22% 92,18% 116,00%

INDICE R&F ESTERO

100,00

140,00% 155,81% 113,95% 86,59% 92,54% 44,44% 74,00% 94,17%

104,30 100,18 100,18%

100,00

105,84 104,39 104,39%

INDICE R&F ALL COUNTRY

100,00

105,70 102,29 102,29%

FTSEMIB MSCI WORLD INDEX

20.436 1280,23

L’indice Generale Retail è ponderato nella misura di 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.

14.435 1169,47

16.241 1175,71

79,47% 91,84%

© Edifis Intelligence

retail&food - novembre 2011 21


osservatorio prezzi

Centri commerciali urbani… a tutto servizio Dotati di uffici postali, studi ambulatoriali, farmacie, sartorie, lavanderie e chi più ne ha più ne metta, gli shopping center cittadini dispongono ormai di tutte le facility tipiche dei centri storici. Con il vantaggio che gli orari di apertura coprono anche la pausa pranzo. Ma occhio al parcheggio, prima o poi si paga

L

a bicicletteria per riparare la vecchia due ruote, o prenderne una nuova. Lo studio ambulatoriale o il centro di fisioterapia per curare il corpo. La farmacia per acquistare medicinali ed effettuare le autoanalisi. Ma anche il distributore di carburante, per non restare a secco né di benzina né di soldi, grazie ai prezzi calmierati. Tutto questo, oltre a un’ampia offerta food, rappresenta il cuore dei centri commerciali situati all’interno delle città. I tre classici di Milano, Bonola, Piazza Lodi e Piazza Portello, li abbiamo visitati lo scorso 23 settembre con lo scopo di confrontare i listini dei servizi base e della ristorazione.

La città in miniatura

L’impegn el se faa dedré la cà (la commissione si fa dietro casa). In quel di Milano un esempio su tutti è il centro commerciale Bonola, che dispone di sportello bancomat, farmacia, agenzia di viaggio, sviluppo foto, lavanderia, sartoria, parrucchiere, solarium, ottico, tacco e chiavi, distributore di carburante e parcheggio coperto. Non da meno è il complesso Piazza Portello, dove oltre ai servizi di base se ne segnalano alcuni particolari: con 10 euro nel locale Nail Passion è possibile farsi riparare un’unghia, 90 euro costa la ricostruzione naturale completa, mentre sono sufficienti 6 euro presso la parafarmacia per un’autoanalisi di colesterolo o glicemia. Per riparare la vecchia bicicletta nella Bicicletteria basta recarsi al primo livello commerciale. Lo scorso 24 settembre, inoltre, ha aperto la fisioterapia. Più basilare, anche per gli spazi contenuti, si presenta l’offerta di servizi al centro Piazza Lodi.

Rilevazione prezzi food - centri commerciali milano PIAZZA LODI Lino's Coffee

Insegna Caffè Cappuccino Croissant Panino (più economico) Toast (base) Primo Secondo Menu pranzo Acqua (50cl) Coca Cola (50 cl) Birra (33cl)*** Red Bull/Burn lattina Macedonia Aperitivo alcolico * Donut (ciambella americana) Prezzo più alto

0,85 1,20 0,95 3,50 2,50 3,50 5 n.d. 1 2 3 n.d. n.d. 4,50 ** 0,4 l

*** Lattina o bottiglia

Prezzo più basso

22 retail&food - novembre 2011

PIAZZA PORTELLO

BONOLA

Tobia Café

Portello Café

Ristò

Bar Centrale

0,90 1,20 0,80 3,50 2 3,50 6,50 n.d. 0,90 2 2,10 3,50 2,90 4,50

0,90 1,20 0,90 2 2 n.d. n.d. n.d. 1 2 2,80 3 1,50 2,50

0,90 1,20 n.d. n.d. n.d. 2,70 4,90 6,90 0,90 2,20 2 n.d. 2,90 n.d.

0,90 1,20 0,90 3,50 2,50 4,50 7,50 n.d. 1 2,70 2,50 3 n.d. 4,50

Bar del Corso

È arrivato Paolino

Antiche fattorie riunite

MyChef

Pizza Chef

Pimpinella

0,90 1,30 90 3 2,50 5 9 5,20 1 2 3 3 n.d. 3

n.d. n.d. n.d. 3 n.d. n.d. n.d. n.d. 1,05 1,60 1,60 n.d. n.d. n.d.

n.d. n.d. n.d. 3 n.d. 4 5 5 0,80 1,30 1,30 n.d. n.d. n.d.

0,60 n.d. n.d. n.d. n.d. 3,10 4,90 10 1 2 2 n.d. n.d. n.d.

n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 1 2 2,20 n.d. 2 n.d.

0,80 1,20 1 2,90 2 n.d. n.d. 5 0,80 2 2 2,50 n.d. n.d.


Rilevazione prezzi servizi - centri commerciali milano Piazza Lodi

I centesimi fanno la differenza

Il novero di servizi confrontabili tra i tre centri commerciali campione si riduce a otto voci. Pochi centesimi fanno la differenza sulla stampa delle fotografie, il lavaggio giacca e pantalone, la sistemazione dell’orlo jeans e pantalone e la duplicazione delle chiavi. In particolare per stampare 100 fotografie in formato 10 x 14 e 13 x 17 sono necessari da un minimo di 24 e 32 centesimi a foto al centro Bonola a un massimo di 37 e 45 centesimi a Piazza Portello. Per la lavanderia è il complesso di Piazza Lodi a offrire il prezzo più vantaggioso, pari a 2,30 euro al pezzo, contro i 2,65 al pezzo richiesti nel più caro Piazza Portello. Nel segmento lavanderia la sfida vede ancora una volta più competitiva l’offerta di Piazza Lodi, dove sistemare l’orlo jeans e pantalone costa rispettivamente 5,90 e 7,90 euro, mentre Piazza Portello si conferma la più cara con 7 e 8 euro. Assente il servizio di duplicazione chiavi a Piazza Lodi, il negozio Tacco Express a Bonola chiede 1,50 euro per ogni unità, contro il Presto Service Fotonet di Piazza Portello, che ne chiede ben 2,30. La forbice di prezzo si allarga per gli altri servizi, ma non cambia il trend. Il centro Bonola è più economico sul servizio di piega capelli donna e shampoo taglio uomo, dove sono necessari 13 e 19 euro, mentre a Piazza Portello presso Jean Louis David vengono richiesti 20 e 26 euro. Agenzia viaggi e ottica completano il paniere analizzato. Un viaggio sul Mar Rosso in periodo autunnale di 7 notti e 8 giorni con formula all inclusive costa dai 499 euro di Piazza Lodi ai 599 di Bonola. Un occhiale da vista donna, lenti più montatura, costa dagli 89 euro in promozione a Bonola ai 150 euro presso lo shop Salmoiraghi&Vigano a Piazza Portello.

Pizzeria Castel dell'Ovo

Yun Quick

McDonald's

n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 1,10 2,30 2,50 n.d. n.d. n.d.

n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 3 4,10 10 0,80 1,50 2,50 n.d. n.d. n.d.

0,70 n.d. 1,20* 1 1,20 n.d. n.d. 5,90 1 2,10** 2,60 n.d. n.d. n.d.

© Edifis Intelligence

Bonola

Sviluppo 100 fotografie Kodak Espress (formati 10 x 14 - 13 x 17 cm) 0,35 - 0,40 € a foto Piega capelli donna - Hair Cambiamenti shampoo e taglio uomo 18,50 - 19 € 1° Clean Lavaggio giacca e pantalone 2,30 + 2,30 € Sistemazione orlo Rapida Xo' jeans e pantalone 5,90 - 7,90 € Mar Rosso, Bonola Tours 7 notti 8 giorni, formula all inclusive 499 € Montatura donna + lenti Salmoiraghi&Viganò (primo prezzo) 90 € * Tacco donna - tacco uomo n.d. Duplicazione chiave commerciale base n.d. Parcheggio Gratis tre ore

Piazza portello

Foto ottica InVista Prest Service Fotonet 0,24 - 0,32 € a foto 0,37 - 0,45 € a foto Enzo Caiola Jean Luis Davis 13 - 19 € 20 - 26 € 1° Clean Iperclean 2,50 + 2,50 € 2,65 + 2,65 € Orlo Espress L'arte dell'Ago 6 - 8 € 7 - 8 € Bonola Tours Bluvacanze 599 € 549 € Foto ottica InVista Salmoiraghi&Viganò 89 € 150 € Tacco Express Presto Service fotonet 4,50 - 8 € 6 - 9,90 € Tacco Express Presto Service fotonet 1,50 € 2,30 € Gratis due ore Gratis

* In promozione Prezzo più alto

Prezzo più basso

Food, a Bonola l’imbarazzo della scelta

Sono oltre la decina, presso il centro commerciale Bonola, gli esercizi attivi nella ristorazione, distribuiti prevalentemente in due aree distinte. Le soluzioni variano dal fast food, al self service, passando per ristorante sia italiano che straniero, bar e gastronomia, fornaio ecc. Piazza Portello e Piazza Lodi garantiscono invece un’offerta ristretta, con qualche tipicità come ad esempio la degustazioni di formaggi proposta a 10 euro dalla Fattoria del Garda al Portello. La battaglia dei prezzi è per buona parte, quindi, intestina al centro Bonola. Ma non mancano le sorprese. La caffetteria vede i listini decisamente economici per il caffè: sotto l’euro in tutti i casi con punte low cost al ristorante self service MyChef a Bonola, dove è commercializzato a soli 60 centesimi. A Piazza Portello sono necessari 90 centesimi mentre

© Edifis Intelligence

a Piazza Lodi ne possono bastare 85. Il cappuccino si conferma un prodotto a prezzo praticamente bloccato su quota 1,20 euro, la sola eccezione si trova al bar del Corso nel centro Bonola (1,30 euro). Nel segmento snack, i panini e i toast al miglior prezzo sono venduti dal McDonald’s di Bonola. Un euro costa l’hamburger e 1,20 il toast. La palma del più caro spetta a Lino’s Coffee di Piazza Lodi, dove servono rispettivamente 3,50 e 2,50 euro. Per un menu all’ora di pranzo si passa dai 5 euro di Antiche Fattorie Riunite nel centro Bonola ai 10 euro richiesti presso il medesimo shopping center da MyChef e dal Fusion Cusine Yun Quick. Da notare come presso la salumeria Antiche Fattorie Riunite l’offerta menu si posizioni a 5 euro, esattamente come una singola porzione di secondo piatto presso lo stesso locale. Acqua, Coca Cola, birra e Red Bull: la concorrenza in due euro. Per l’acqua la forbice varia di appena 30 centesimi, tra gli 80 centesimi chiesti da Pimpinella e l’1,10 euro imposto da Pizzeria Castel dell’Ovo. Al contrario il gap maggiore si individua per la birra da 33 cl, ai poli opposti si posizionano Antiche Fattorie Riunite con il listino di 1,30 euro e Lino’s Coffee (Piazza Lodi) e Bar del Corso (Centro Bonola) con 3 euro. La macedonia rimane poco diffusa: il prezzo varia da 1,50 euro (Portello Café) e 2,90 euro (Tobia Café a Piazza Lodi e Ristò a Piazza Portello). Chi volesse mangiare della frutta può andare anche al McDonald’s, dove la mela tagliata costa 1 euro, oppure presso Yun Quick, dove la frutta fritta costa 2,50 euro.

Conclusioni

La forte concorrenza all’interno del centro commerciale Bonola mantiene i prezzi calmierati soprattutto per quanto riguarda i servizi. Sul fronte della ristorazione, invece, è necessario operare due distinguo: Bar Centrale e Bar del Corso espongono i listini più cari rispettivamente per 4 e 6 prodotti. Piazza Portello si segnala per i prezzi più alti in quasi tutte le voci dei servizi. Al contrario Piazza Lodi si presenta morigerata nei listini per i servizi ed expensive in quella della ristorazione. Tobia Café conta ben 5 risultati in rosso. Capitolo parcheggi. A differenza che nei centri commerciali extraurbani, in quelli urbani il parcheggio si paga. Nel caso di Piazza Lodi sono gratuite le prime tre ore mentre a Bonola “solo” le prime due. I clienti di Portello possono fare shopping senza guardare l’orologio. A. P.

retail&food - novembre 2011 23


Star Trek Retail

obiettivo Thun

A

lzi la mano chi non conosce l'angelo laudante, icona di Thun, azienda altoatesina leader del regalo e dell'oggettistica. Immagino ci saranno poche braccia alzate. Proprio per questa ragione, una cosa di cui vanno fieri a Bolzano è l'ottimo dato sulla brand awareness (64% nel 2009) del marchio che nella seconda metà dello scorso decennio ha iniziato un notevole sviluppo della sua rete commerciale puntando molto sul retail. Anche fuori dall'Italia. Infatti, le ceramiche prodotte dalla società guidata dall'amministratore delegato Paolo Denti e presieduta da Peter Thun, figlio dei fondatori Otmar e Lene Thun sono diventate assai popolari non solo nel Belpaese, supportate da un network di distribuzione di tutto rispetto, ma anche in Germania, Svizzera, Lussemburgo, Spagna e Austria (e da poco anche in Cina). Forse grazie alla storia di questa azienda che, soprattutto agli esordi, richiama alla mente le fiabe. Forse per l'origine aristocratica dei fondatori, il conte Otmar e la contessa Lene. Forse per la sede del primo laboratorio ceramico aperto negli anni '50 nello scantinato del castello Klebenstein (BZ). Forse per l'angelo laudante, il simbolo del marchio altoatesino, che ha il volto dolce di un bambino addormentato e si racconta sia ispirato all'espressione beata dei figli della contessa durante il sonno (Peter, futuro presidente, e Matteo). Sta di fatto che sembra proprio che le radici della società sudtirolese si confondano con il mondo delle fiabe da cui i creatori dei prodotti

24 retail&food - novembre 2011

traggono spesso ispirazione. Ma, intanto, Thun oggi è un'importante realtà imprenditoriale, con un giro d'affari complessivo di 195 milioni di euro (compresivo di tutte le aziende collegate) e quasi 1.700 negozi in Europa (1.200 in Italia), nei cui scaffali si possono trovare i prodotti del marchio di Bolzano. Di acqua sotto i ponti ne è passata dal laboratorio nella cantina del castello e Peter Thun non è più il bambino che ispirava con il fratellino la creazione dell'angelo laudante: dal 1978, nonostante la giovane età, è al timone dell'azienda di famiglia, e, puntando sui valori di qualità, creatività e tradizione, l'ha portata a un ruolo di primo piano nel settore di riferimento del mercato nazionale, arrivando nel 2005 a vincere il premio “Imprenditore dell'anno” assegnato da Ernst & Young. In mezzo sessant'anni di ceramiche, sempre prodotte con attenzione artigianale: negli anni 60' dal laboratorio del castello, l'azienda si trasferisce in un maso storico dell'800 e la manifattura si allarga anche a oggetti decorativi per la casa. Dal 1992, poi, la produzione è sviluppata nella zona industriale di Bolzano dove la società ha oggi la sede. Nei primi anni '90 Thun cresce e il marchio è sempre più conosciuto: è un periodo in cui il fatturato aumenta del 180% in un quadriennio e a fine millennio viene fondato il Thun club (ad oggi circa 100mila soci) per riunire i sempre più numerosi appassionati che seguono il marchio e i suoi prodotti. Il nuovo millennio inizia sotto i

migliori auspici: nel 2002 ecco l'inaugurazione del Thuniversum, store multisensoriale a Bolzano, totalmente dedicato ai prodotti del brand altoatesino. Due anni dopo parte il franchising con l'apertura dei primi negozi a insegna Thun in Italia, e il 2008 è l'anno in cui vede la luce il centro logistico Thun di Mantova (35mila mq) con a pochi metri di distanza le vetrine del nuovo grande Thun store, fratello gemello del Thuniversum bolzanino.

Fondamenta solide e investimenti contro la crisi

Da 109 milioni di euro di fatturato nel 2006 si è passati ai 120 circa dei due anni successivi, con risultati d’esercizio sempre ottimi e accompagnati dalla crescita esponenziale dei monomarca. Ciò ha portato a inaugurare il 250° in Italia nel dicembre 2009, nel Centro commerciale Euroma2. Nel pieno dell'espansione, ecco la crisi internazionale farsi sentire in Val d’Adige, proprio quando la società sta per festeggiare i suoi 60 anni d'età. Dagli 8,5 milioni di utile del 2006 si passa ai -2 milioni del 2009 (finisce peggio l’anno dopo con un secco -2,9 milioni). Il valore della produzione da 121 milioni nel 2007, all’apice del business, scende ai 105 di due anni dopo (sono 110 lo scorso esercizio con una ripresa del +2%). Non va bene neanche sull’Ebitda, che nel 2010 segna rosso (in flessione di quasi 9mila euro, era +884mila dodici mesi prima). Stesso discorso per gli indici di redditività, che virano tutti al segno meno: il ROI, ad esempio,


tocca il -6% nel 2009 dal +23,1% di tre anni prima, così come il MOL sui ricavi che si contrae dal +18,4% dell’anno d’oro 2006 al –1,3% dell’esercizio di due anni fa (il MOL passa dagli oltre +17,5 milioni del 2006 ai -1,3 dell’anno scorso, in risalita comunque sui dodici mesi prima). Nonostante il brutto trend dei risultati economici, la società di cui il presidente è anche unico proprietario ha mantenuto la sua solidità finanziaria, con un rapporto di indebitamento non elevato, anche se in peggioramento (era intorno al 50% sei anni fa, oggi sfiora il 70%) e con una struttura finanziaria che riesce a autofinanziarsi, reggendo la tensione del momento storico (Mezzi propri/Capitale investito in discesa dal 49,2% del 2006 al 31,1% dell’ultimo bilancio). Stesso discorso per la liquidità con un rapporto corrente in buon equilibrio nell’ultimo triennio, mentre, addirittura, sale qualche indice di produttività con il fatturato per dipendente (circa

Thun in pillole

1950, nel castello Klebenstein (BZ), fondata da Otmar e Lene Thun Peter Thun, figlio dei fondatori, socio unico Bolzano (BZ) Peter Thun, presidente e Paolo Denti, amministratore delegato Articoli natalizi e da regalo, ceramiche per usi ornamentali, accessori per la casa, bijoux e accessori donna, giochi, prodotti vari e vestiti per bambini. Canale retail: 305 store in Italia + 2 flagship store. Punti vendita nel mondo Canale multimarca: diffusione in circa 1700 negozi circa in Italia, Germania, Svizzera, Austria, Spagna e da poco anche Cina. Fatturato 106 milioni bilancio aziendale 2010, (195 milioni stimati con le aziende collegate al marchio) Data di nascita Proprietà Sede Management Business

Fonte aziendale

fine dell’estate, compresi i 2 flagship store, con una netta prevalenza del franchising (solo 15 a gestione diretta) e ai complessivi 1.200 negozi multimarca in Italia dove si possono trovare i prodotti dell’azienda altoatesina (più di 470 sono all’estero in Germania, Austria, Spagna, Lussemburgo e Svizzera). Una rete che copre capillarmente il territorio nazionale, in maniera anche equilibrata. Da segnalare una buona presenza al Sud con il 26,1% dei negozi aperti in meridione. Più o meno alla pari intorno al 20% il Nord-Ovest, le Isole e il Centro, mentre il Nord-Est

si attesta al 15% circa sul totale delle insegne della società di Bolzano. Per le location, la diffusione dei punti vendita monomarca risponde abbastanza fedelmente alle caratteristiche di mercato del territorio: al Nord c’è una pari presenza tra centri commerciali e centri storici, mentre scendendo verso Sud, diminuisce la percentuale delle insegne Thun negli shopping mall. Il futuro per l'azienda dell'angelo laudante, quindi, sembra sempre di più il monobrand, ma già da oggi il fatturato del canale retail si piazza su un indicativo 50/50 su quello wholesale, e nei progetti è di accrescere il peso specifico della gestione diret-

L'intervista 180 l'anno scorso) che va dai 409mila di sei anni fa ai 586mila del 2010. Altro dato interessante è il costo del personale non in aumento nell’ultimo quinquennio (dagli 11,5 milioni cinque anni fa agli 11 dell’ultimo esercizio), ma che pesa poco sul fatturato (10% circa): un buon segnale di accortezza gestionale, senza dubbio. Insomma, la crisi s’è sentita, come lo sforzo per gli investimenti in un momento difficile del mercato (vedi accelerazione sul retail), ma le fondamenta societarie sembrano decisamente resistenti: Thun, oltre al milione di euro di capitale sociale, ha una riserva facoltativa di ben 25milioni per coprire eventuali perdite o aumenti di capitale, un dato di solidità decisamente raro per le società italiane e che fa dormire sonni tranquilli dalle parti della Val d’Adige, in questi momenti di volatilità dei mercati e delle aziende.

Il futuro è il retail: superati i 300 monobrand

A Bolzano, poi, non sembrano proprio lasciarsi prendere dallo sconforto, come si può leggere anche nell’intervista a Paolo Denti, l’amministratore delegato, pubblicata qui di seguito: l’obiettivo è una crescita di almeno il 9% del giro d’affari globale delle aziende legate a Thun che si era attestato a 195 milioni l’anno scorso. Se tutto va bene però lo sviluppo sarà a due cifre, mentre, considerati gli investimenti in marketing e comunicazione, ancora il management non chiude alla possibilità di chiudere in utile il 2011. Gli investimenti, infatti, non mancano. Sul campo, nel 2010 sono stati aperti altri 10 negozi monomarca a gestione diretta in Italia, mentre quest’anno il numero delle inaugurazioni è salito a 45 (compresi gli indiretti), portando il network a contare 305 monobrand in Italia alla

Tanta innovazione senza però dimenticare la tradizione Intervista a Paolo Denti, amministratore delegato di Thun La crisi globale ha colpito anche Thun: quali sono i punti di debolezza e di forza su cui lavorare per ritornare in attivo? È vero che negli ultimi due anni abbiamo presentato una leggera perdita, ma da un punto di vista di indicatori economici (sell-out, nuovi punti vendita, novità lanciate sul mercato) siamo cresciuti. Con la crisi, poi, ci siamo concentrati sulle nostre aree di miglioramento. Il dato di bilancio negativo, inoltre, va ricondotto anche agli investimenti: in questi 3 anni abbiamo aperto in media 45 nuovi negozi monomarca all'anno, senza tasso di sostituzione, quindi senza chiusure, un dato di grande prestigio nel settore del retail. Abbiamo introdotto il nuovo concept di arredamento per i negozi “Salotto della Contessa". Abbiamo sviluppato due nuovi mondi prodotto, che si sono aggiunti alla Casa e al regalo: la Donna e il Bimbo già in forte sviluppo. Infine, per noi è importantissimo "Thuniversity", programma di formazione della nostra rete retail, messo in pista 3 anni fa per consolidare il nostro punto di forza, il legame emotivo che abbiamo con il nostro consumatore, e renderlo patrimonio consapevole di tutto i collaboratori di Thun. Per combattere la crisi oltre al restyling dei punti vendita, all’investimento in comunicazione e al progetto licensing, avete qualche altro asso nella manica? Continueremo a puntare con creatività e impegno su tutti questi elementi. Al momento, è evidente che il mondo Donna e il mondo Bimbo si stanno rafforzando a tal punto che per certi aspetti iniziano ad avere vita propria all'interno dei nostri punti vendita… e fuori, chissà?

E poi, il nostro asso ancora da giocare sarà la continuazione della presenza in televisione: la prima campagna televisiva, per Thun, è stata contemporaneamente un importante investimento e un successo molto rassicurante. Grazie al format scelto - la campagna è fatta da veri "tele-racconti" davvero emozionanti - continueremo a trasmettere al pubblico l'immagine, i valori e il lifestyle del marchio invece di promuovere soltanto un prodotto: chi vuole crescere, oggi, deve puntare sullo stile di vita. In un futuro prossimo puntate ad altri mercati oltre a quelli in cui è già presente? Abbiamo appena mosso i primi passi sul mercato cinese, aprendo due shop-in-shop all'interno di department stores di alto livello, e il nostro piano strategico prevede altre aperture. La Cina è un mercato con una forza di sviluppo futuro immensa. Per quanto riguarda il progetto licensing, l'espansione del brand prevede lo sviluppo con altre aziende e in altri segmenti di mercato? Siamo solo all'inizio del nostro ambizioso progetto di licensing: progetto che per noi comunque è altamente strategico. Il nostro obiettivo non è quello di vendere licenze Thun a destra e a sinistra, perché non è l'income delle royalty che ci interessa. Prestando le nostre icone a produttori fidati e di qualità, con regole di brand identity ben definite come appunto già iniziato con Italbimbi, Ravensburger e Micuna, metteremo in cantiere delle licenze che via via andranno a completare un puzzle strategico basato sul concetto di stile di vita che Thun vuole continuare a portare sul mercato attraverso l'assetto della competenza del marchio nei tre mondi Casa, Donna e Bimbo.

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Star Trek Retail fatturato (euro)

Fonte: Cerved Group

120.000.000 100.000.000 80.000.000 60.000.000 40.000.000 20.000.000 0 2001

2002

2009 2010 2007 2008 2005 2006 2003 2004

equilibrio finanziario (euro) 60.000.000 50.000.000

Crediti

40.000.000

Debiti

30.000.000 20.000.000 10.000.000 0

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Fonte: Cerved Group

Rapporto di indebitamento (%)

Fonte: Cerved Group

95 90 85 80 75 70 65 60 55 50 45 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

ta (in questo senso sono andati gli investimenti nel 2010) sul franchising fino ad arrivare a un equilibrio del 20/25% di negozi diretti sul canale totale (oggi al 5%). In più, va ricordato che il multimarca Thun è diverso da quello tradizionale, perché è costituito da una catena di 850 shop-in–shop con superfici vicinissime a quelle degli store monobrand, assomigliando di fatto a un vero e proprio negozio con la sua autonomia. Tra l'altro all'inizio dell'anno scorso è stato inaugurato un punto vendita all'interno dell'area partenze dell'aeroporto Milano Linate ampliando la rete del canale travel retail, dove il marchio altoatesino era totalmente assente sia nei monomarca che multimarca. Insomma una bella sfida in un momento non proprio facile, anche perchè ha significato, oltre all'investimento, provare a raggiungere un nuovo target, più maschile e internazionale, rispetto a quello tradizionale femminile storicamente vicino al marchio. L'esperimento sta dando i suoi frutti e sembra abbia possibilità di replica presso altri scali l'anno prossimo a quanto ci dice Paolo Denti, che guarda con interesse anche alle location legate alle crociere e al progetto Stazioni. Ma gli investimenti non finiscono qui, perchè oltre all'ampliamento del network di negozi, la crescita del peso specifico del monobrand e i nuovi canali di vendita, Thun sta investendo nel restyling dei

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propri store con il nuovo concept “il salotto della Contessa”, un ambiente caldo ed elegante, con arredi in materiali naturali (20 realizzazioni l’anno scorso) e, soprattutto, con il progetto Thuniversity, in formazione della rete retail, che comprende tutta la catena di imprenditori, shop manager e commesse dei franchisee per rafforzare il legame emotivo e affettivo tra il marchio e il cliente, uno dei maggiori punti di forza del marchio di Bolzano. Non va dimenticata, in termini di importanza di investimenti, anche la nuova campagna di comunicazione che prevede, per la prima volta, una serie di filmati pubblicitari sulla TV nazionale: un'iniziativa che nei piani aziendali porterà un'ulteriore crescita della brand awareness del 20 per cento.

Per il futuro: brand extension e licensing

La novità più importante però è la più recente e si chiama brand extension e licensing, che fa parte del progetto di espansione del marchio su cui l'azienda punta molto per conquistare nuovi mercati e raggiungere target diversi da quelli tradizionali: insomma, per proporre ai clienti un marchio non più 'settoriale', ma che copra trasversalmente le sue esigenze, un vero e proprio brand lifestyle, per intenderci. Così sono state poste le fondamenta con la riorganizzazione della gamma prodotto nei

segmenti Casa, Donna e Bimbo per raggiungere il target “classico” del marchio, la donna, nelle diverse dimensioni, proponendo e sviluppando prodotti al di fuori dai soliti articoli Thun, come collezioni di bijoux, accessori in pelle o vestitini per bambini. Questa scelta inevitabilmente comporta un certo allontanamento dal proprio core business, che è la lavorazione della ceramica, disciplina in cui l'azienda vanta più di 60 anni di esperienza. Per replicare la stessa qualità nelle nuove gamme di prodotto Thun ha preferito affidare le nuove linee Donna e Bimbo (giochi e abbigliamento, accessori moda) ad altre società che hanno un buon patrimonio di esperienza nel settore, in un percorso distribuito nei prossimi 3 anni incentrato sul modello di business del licensing. Da qui la collaborazione con Ravensburger, casa produttrice tedesca di giochi, per lo sviluppo di puzzle e giochi educativi, o con Italbimbi per una collezione di vestitini da cerimonia zero-dodici o con la spagnola Micuna, produttrice di camerette per bambini. E se l'obiettivo è quello di sviluppare “lo stile di vita Thun” è evidente che la casa bolzanina farà molta attenzione non solo alla selezione dei licenziatari ideali, ma anche alla scelta dei prodotti, nei quali dovrà essere percepibile la filosofia aziendale, legata alla tradizione, ma come abbiamo visto, ben proiettata nel futuro per creatività e innovazione. David Montorsi



SPECIALE

MAPIC

Mapic,

riflettori puntati sull’Italia

C

i siamo lasciati a Eire, lo scorso giugno, in un contesto caratterizzato da una lenta ripresa e da un diffuso moderato ottimismo. In pochi mesi lo scenario economico è cambiato, complici un evidente stallo politico sia italiano che internazionale e la crisi di Euro e mercati finanziari. Oggi, ancora più di prima, è quanto mai complesso stilare previsioni su ripresa economica ed evoluzioni di settore, per cui è necessario focalizzare le energie su progetti di qualità con budget sostenibili. In questo senso il luogo per eccellenza dove si mixano idee e competenze si conferma il Mapic, la fiera di Cannes organizzata da Reed Midem che si terrà tra il 16 e il 18 novembre al Palais del Festivals. L’edizione 2011, la diciassettesima, sarà particolarmente importante per il nostro comparto nazionale, dal momento che l’Italia è stata nominata “Paese ospite d’onore”. Presentato con una conferenza a Milano lo scorso settembre, Mapic sciorina numeri e iniziative interessanti, quest’ultime volte a facilitare sempre di più il rapporto diretto tra gli operatori. L’affluenza è l’elemento di maggiore impatto: ben 7.400 sono stati i partecipanti lo scorso anno tra cui circa 2.000 retailer. Allora furono 100 le città e gli enti locali, 750 gli investitori, 67 i paesi rappresentati e 646 le società espositrici. La quota italiana, tra le più consistenti, contava oltre mille partecipanti, 356 società accreditate e 267 retailer. Per quest’anno le stime parlano di 8.000 operatori locali, quindi l’8% in più, e di 2.200 retailer. Al momento della presentazione alla stampa

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e agli operatori, lo scorso 29 settembre, il numero di partecipanti registrati segnava un +53% rispetto alla stessa data del 2010. La crescita è significativa per l’Italia, che conta un +45% dei partecipanti registrati, ma non solo. Germania, Spagna, Russia e Turchia registrano rispettivamente +49,5%, +60%, +113% e più 317 per cento. Al 29 settembre sono cresciuti anche i retailer registrati e le società espositrici, rispettivamente del 25% e del 12 per cento.In termini di progetti, il numero finale delle iniziative esposte dovrebbe arrivare a quota 400.

Reed Midem aumenta i servizi

Motore della fiera è Reed Midem, che per alimentare le presenze ha spinto ulteriormente sui servizi. In particolare ha lanciato il concept More e promosso format di networking interattivi, come ad esempio i Power Meeting. Il primo si declina in due assi, More Vision e More Pavilion. More Vision apre il dibattito online su vari temi e ha un’uscita bimestrale. More Pavilion consiste in un padiglione all’interno delle hall di esposizione del Mapic dove verranno assemblati spazi di presentazione. Quattro saranno i macro temi affrontati: “Slow food, slow shopping, slow fashion”. “il punto vendita reale contrapposto a quello virtuale”, “cultura e shopping” e “conciliare il digitale ed il reale”. Il faccia a faccia tra gli operatori sarà alimentato da tre sessioni di Power Meeting e dagli Speed Matching. La prima formula metterà in relazio-


A cura di Andrea Penazzi

su oltre 960 centri commerciali. Nel 2010 si sono aggiunti circa 15 shopping center, per 300mila mq, mentre nel 2011 contiamo ad oggi 12 nuove aperture, pari a oltre 200mila metri quadrati. In virtù di questo trend si conferma il tasso di crescita del 2010. In pipeline, secondo un’indagine di inizio anno a firma CNCC, ci sono 115 progetti annunciati per oltre 2 milioni di mq di gla. Oltre 700mila mq erano davvero in cantiere nei primi mesi del 2011». A fronte, dunque, di un mercato complesso ma ancora dinamico e di una congiuntura certamente sfavorevole, la qualità dei prodotti appare l’unico driver in grado di dare prospettive sul medio-lungo periodo. «L’Italia resterà interessante per gli investitori internazionali a condizione che si faccia un grosso passo avanti nella qualità di prodotto – ha spiegato Pietro Malaspina, presidente del CNCC –. In realtà il nostro Paese offre oggi interessanti opportunità sia perché i prodotti "prime" sono disponibili a prezzi competitivi sia perché c’è ancora spazio per operazioni di sviluppo di notevole dimensioni e di qualità appunto. Un esempio su tutti è il progetto Westfield Milan, portato avanti dalla società australiana Westfield. Altra area di potenziale interesse è il recupero di strutture nei centri storici: un caso importante è quello del Palazzo del Lavoro a Torino». A dimostrazione di questa tesi si pone una ricerca, effettuata sotto l’autorevole cappello di CNCC, che dimostra la tenuta delle vendite nel periodo aprile/marzo 2010-2011 rispetto ad aprile/marzo 2009-2010. Il campione analizzato include circa 1,3 milioni di mq di gla. «Il reddito generato dagli asset italiani è rimasto sostanzialmente stabile, con una limitatissima riduzione delle vendite – ha precisato Malaspina –. A dimostrazione che il formato ha resistito benissimo. È probabile che gli italiani abbiano finanziato questa stabilità riducendo la propensione al risparmio o attingendo da risparmi precedenti. Non è un trend che può proseguire per anni e anni, ma non vedo alcuna ragione di prevedere una drastica riduzione nelle vendite al dettaglio e delle entrate da locazione negli immobili commerciali, purché si tratti di prime asset». A. P.

L'intervista L’investitore ai Raggi X Davide Dalmiglio, national director capital markets di Jones Lang LaSalle

ne 10 “venditori” e 10 “acquirenti” con incontri di 3 minuti circa. La seconda prevede la partecipazione di 15 retailer e 5 sviluppatori, che avranno a disposizione 7 minuti ognuno per promuovere brand o progetti. Novità assoluta, permessa dalla coincidenza del calendario, sarà un dibattito in collegamento diretto con il Mipim Asia ad Hong Kong. Specifiche per l’Italia saranno le sessioni “Great projcects for great players”, organizzata dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (CNCC) dove verranno presentate le più importanti iniziative in corso di sviluppo nel Belpaese, e l’incontro dal tema “Come penetrare il mercato italiano”. Di particolare risonanza sarà la testimonianza di Mario Moretti Polegato sul successo del proprio brand. Il fondatore e presidente di gruppo Geox è stato eletto Personalità dell’anno del Mapic 2011.

Belpaese: spazio alla qualità

«Con circa 1,3 milioni di mq di gla i ritardi nel Mezzogiorno sono stati recuperati. Per questo motivo l’Italia si può considerare a pieno titolo un mercato maturo». Il punto di vista è quello di Corrado Vismara, managing director di Larry Smith, relatore alla conferenza di presentazione della 17esima edizione del Mapic. «Il nostro Paese si colloca pienamente tra i paesi più sviluppati, con l’8,8% dei consumi nella zona Euro. Il fatturato nel settore retail è pari a 244 miliardi di euro e la gla è arrivata a quota 14,3 milioni di mq, distribuiti

Che profilo ha l’investitore? Il panorama degli investitori è abbastanza variegato e passa da quelli opportunistici a core. La situazione è cambiata a ridosso delle vacanze estive, quando vigeva un sistema dominato soprattutto da Third party managed funds con profili definiti core plus e che comunque ambivano a ritorni ottenibili unicamente attraverso finanziamento bancario. Ora poco ottenibile. In generale possiamo dire che l'identikit dell'investitore retail è internazionale con poca propensione al rischio. Quanto investe? Normalmente i fondi core o comunque quelli denominati equity buyers sono alla ricerca di massa critica e pertanto di volumi superiori ai 100 milioni di euro. Discorso a parte invece per i fondi opportunistici o i core plus che vedono di buon occhio volumi oscillanti tra i 30 ed i 70 milioni di euro. Dove si concentra? Il Nord dell'Italia e in parte il Centro sono al momento le aree geografiche che suscitano interesse nei fondi attivi. Vi sono tuttavia regioni del Sud come Abruzzo e Puglia che riescono a essere percepite diversamente rispetto al resto del Meridione. Questo grazie a un livello di maturità retail conseguita nel corso degli ultimi anni. Tuttavia più che l'area macro sono le caratteristiche micro a interessare maggiormente i fondi. Le aree con infrastrutture moderne, facilmente accessibili, con bacini d'utenza numerosi, con forte propensione al consumo e in ultimo con un limitato contesto competitivo sono considerate premiate. Per quale tipologia di prodotto retail? I centri commerciali tradizionali regionali o sub regionali ma con forte consolidamento sul territorio sono gli unici asset appetibili per la stragrande maggioranza dei fondi. Questo non implica che per le altre tipologie non vi sia mercato, ma solamente che il prodotto centro commerciale in questa fase critica ha saputo mantenere il proprio valore e non è stato penalizzato come altri prodotti dalla mancanza di capitali esteri.

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SPECIALE

MAPIC

Dati tecnici technical Data Apertura prevista Promotore Commercializzazione Località Localizzazione Tipologia Gla Parcheggi Livelli commerciali Medie superfici Punti vendita sito internet

primo semestre 2012 PROMOS PROMOS San Nicola Varco - Eboli (SA) extraurbana Factory Outlet Center 34.000 mq 3.000 1 n. d. 140 www.promosbrescia.it

CILENTO OUTLET VILLAGE lungo la S.S. 18, nei pressi dell’uscita Battipaglia dell’A3 Il Cilento Outlet Village potrà beneficiare di un vasto bacino d’utenza che include la Campania centro-meridionale e la Basilicata occidentale, con oltre 2,5 milioni di residenti nell’isocrona dei 60 minuti. Inoltre, grazie alla vicinanza delle città d’arte, dei siti archeologici e delle località balneari della costa cilentana, la struttura intercetterà un grande flusso turistico. Nel progetto è stata presa come riferimento l’architettura rurale cilentana, con materiali e forme caratteristici dell’area mediterranea. Il villaggio comprenderà piazze animate da grandi fontane e circondate da spazi porticati, mentre le strade che si snodano all’interno saranno valorizzate da pergolati e tende sospese. Una ricca vegetazione ornerà i percorsi del centro ed è previsto anche un orto botanico. Il villaggio ospiterà infine un’area a misura di bambino, dove i più piccoli potranno imparare divertendosi.

Cilento Outlet Village will be able to benefit by a vast pool of users, including central-southern Campania and western Basilicata, with over 2.5 million residents within the range of the 60 minute isochron. The complex will also be able to tap onto a substantial flow of tourists thanks to the nearby cities of art, archaeological sites and beach resorts along the costa cilentana. Rural Cilento architecture was used as a reference for the project, with configurations and materials typical of the Mediterranean area. The village will include squares enlivened by fountains and surrounded by porticoes, whilst the roads winding their way inside will be enhanced by pergolas and suspended awnings. Lush vegetation will decorate the paths in the centre and there will also be a botanical garden. Lastly, the village will have an area made to measure for children, where the little ones will be able to learn whilst enjoying themselves.

Dati tecnici technical Data Apertura prevista Promotore Commercializzazione Progettazione Località Localizzazione Tipologia Gla Parcheggi Livelli commerciali Medie superfici PUNTI VENDITA SITO INTERNET

settembre 2012 PROMOS PROMOS Alessandro Bucci Architetti Faenza (RA) Extraurbana Lifestyle Village 26.800 mq 2.500 1 n .d. 125 www.perledifaenza.it

PERLE DI FAENZA LIFESTYLE VILLAGE via Bisaura, in prossimità dell’uscita Faenza dell’A14 Il Lifestyle Village Perle di Faenza sarà caratterizzato da uno stile architettonico innovativo, capace di coniugare le caratteristiche funzionali di una struttura commerciale pianificata con la piacevolezza di un centro cittadino. L’offerta comprende boutique e negozi monomarca di alto livello, con prezzi tradizionali. Nella realizzazione della struttura si terrà conto di soluzioni volte a garantire un ridotto impatto ambientale. Tra queste l’installazione di pannelli fotovoltaici, l’adozione di sistemi di riciclo delle acque e l’impiego di ampie vetrate. Cura dei dettagli, spazi verdi e giochi d’acqua faranno del Lifestyle Village Perle di Faenza un luogo dove trascorrere piacevoli momenti di relax e concedersi qualche ora di shopping. La posizione strategica, in un’area densamente popolata, molto transitata e in prossimità della Riviera romagnola, garantirà un ampio bacino d’utenza.

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The architectural style of the Lifestyle Village Perle di Faenza will be distinctly innovative, having the capacity to combine the functional purposes of a planned commercial complex with the charm of a small town centre. The proposal comprises top quality boutiques and designer outlets, with standard prices. Environment-friendly solutions will be taken into account whilst building the village. These include installing photovoltaic panels, water recycling systems and picture windows. With its attention to detail, green areas, fountains and watercourses Lifestyle Village Perle di Faenza will be a place to spend time for relaxing pleasantly and treating oneself to some shopping. Its strategic position, in a densely populated area with a lot of through traffic and vicinity to the Romagnola Riviera, will ensure an extensive pool of users.



SPECIALE

MAPIC

La Fornace Shopping Center

Dati tecnici technical Data

Il progetto di La Fornace Shopping Center si inserisce con i suoi 8mila mq di Gla alle pendici di Urbino, lungo la S.S. 73 proveniente da Fano. Lo sviluppo, da 10mila mq complessivi, prevede un supermercato da 2.500 mq, quattro medie superfici, una galleria da 20 negozi e un’area con ristorazione e libreria. A servizio della struttura saranno costruiti un parcheggio da 800 posti auto, una nuova viabilità che consentirà un comodo accesso dalla strada principale, e un impianto di risalita collegato al capolinea degli autobus. Massima attenzione verrà prestata all’integrazione del progetto nel contesto paesaggistico e culturale di riferimento, attraverso il recupero della storica fornace. Le dimensioni del iniziativa retail appaiono adeguate al contesto: come sostiene la società di commercializzazione, Jones Lang LaSalle, nell’isocrona dei 20 minuti il bacino di utenza conta oltre 30mila residenti, che salgono a 70mila nei 30 minuti. Gli studenti universitari, circa 20mila tra residenti e pendolari, completano il target dei potenziali consumatori.

Apertura prevista fine 2012 Promotore edilmix srl Commercializzazione jones lang lasalle spa Località urbino (pu) Localizzazione urbana Tipologia galleria commerciale Gla 7.900 mq circa Parcheggi circa 800 posti auto Livelli commerciali 1 + piano superiore fornace Medie superfici supermercato + 2 ms Unità ristorazione da definire Totale unità 27 + fornace

Variabili socio-demografiche Numero Indice Reddito (NIR) Numero Indice Consumo (NIC)

The La Fornace Shopping Center project, with its 8 thousand sq m of Gla, stands on the slopes of Urbino along the main road S.S. 73 coming from Fano. The development scheme, for a total of 10 thousand sq m will include a 2,500 sq m supermarket, four of average size, a shopping mall with 20 shops, a catering area and bookshop. A private car park with 800 slots, a new road leading off from the main road giving handy access and a lift connecting up to the bus station will be built for the complex. Full attention will be reserved to integrate the project with the surrounding countryside and its cultural background by restoring the ancient kiln. The size of the retail project appears to be scaled to its surroundings: as the estate agents Jones Lang LaSalle maintain, the 20 minute isochron comprises a pool of users numbering over 30 thousand residents, rising to 70 thousand within the 30 minutes. About 20 thousand students, between residents and commuters, complete the target of potential consumers.

32 retail&food - novembre 2011

00' - 20'

Provincia PESARO e URBINO

Regione MARCHE

Italia

93 102

96 103

99 100

100 100

Fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it

Lungo la S.S. 73, all'ingresso di Urbino



SPECIALE

MAPIC

Outlet, l’Italia supera la maturità La tappa milanese dell’Outlet Conference di Icsc ha visto coinvolti numerosi operatori italiani, oltre a una fitta schiera di società di sviluppo internazionali. Rispetto all’Europa, il mercato nostrano si pone ai vertici per numero di foc dietro al Regno Unito. Nel presente spiccano i fatturati in crescita ma per il futuro si pone il tema “saturazione”

I

l comparto anticiclico per eccellenza, quello degli outlet, conferma tutta la propria efficacia in tempi di crisi. Intervistati da r&f in occasione dell’European Outlet Conference, organizzata da Icsc a metà ottobre a Milano, gli operatori italiani sfoggiano numeri in crescita a doppia cifra e progetti di ampio respiro anche per strutture ex novo. «È ancora il nostro momento e questo trend continuerà per almeno qualche anno», è la convinzione che si respira. Ma se i dati sui flussi e soprattutto sui fatturati rappresentano una certezza importante, altrettanto forte è la consapevolezza che si stanno assottigliando i margini per realizzare nuovi progetti al netto di quelli già in essere. Sempre più numerosi saranno quindi gli ampliamenti di centri esistenti. Tra il 2012 e il 2014 sono nove le espansioni previste a livello europeo, per un totale di quasi 85mila mq, tra cui ben quattro interessano il nostro Paese. In particolare riguardano i foc a marchio McArthurGlen: Veneto Designer Outlet con 6.500 mq di nuova gla, Castel Romano Designer Outlet con 8.000 mq e Barberino Designer Outlet con 6.000 mq previsti nel 2012. La Reggia Designer Outlet con 6.000 mq nel 2013 (fonte Value Retail news/International Outlet Journal). L’Italia si può considerare quindi un mercato maturo, con 25 outlet di dimensioni significative, secondo soltanto a quello UK. Ma rispetto alla media europea vanta almeno due valori

Fonte: ICSC

Mercato Europa - nuove aperture nel 2011 Centro

Location

Developer

Mese

Gla (mq)

Adana Optimum Outlet Center

Adana, Turchia

Renaissance/ Amstar Global partners

Aprile

56.000

Corûna The Stile Outlets

La Corûna, Spagna

Neinver

Maggio

12.815

Designer Outlet Athens

Yalou, Spagna

McArthurGlen

Giugno

21.018

Melilli Outlet

Siracusa, Italia

Promos

Settembre

24.026

Nailloux Fashion Village

Nailloux, Francia

Sanoux Sci

Novembre

30.897

Mercato Europa - espansioni nel 2011 Designer Outlet Roermond, terza fase

Roermond, Olanda

McArthurGlen

Agosto

7.200

Designer Outlet Parndorf, quarta fase

Parndorf, Austria

McArthurGlen

Settembre

5.300

La Reggia Designer Outlet, fase 2B

Napoli, Italia

McArthurGlen

Settembre

4.500

Riccardo Fiori, leasing manager di Larry Smith Larry Smith è impegnata sul progetto di Fiumicino, il Mid, per il quale siamo prossimi a ottenere le autorizzazioni. Ora siamo operativi nella pre-commercializzazione. Nel prossimo anno è previsto l’inizio dei lavori, mentre l’apertura al pubblico dovrebbe avvenire entro la fine del 2013. Contestualmente all’avvio del cantiere inizierà la commercializzazione vera e propria. Al Mapic contiamo di dare risalto a questa iniziativa che nei numeri è molto importante: 130 negozi realizzati in due fasi. La prima tranche conterà un’ottantina di punti vendita. L’area totale è di oltre 26mila mq, con 2mila parcheggi di cui una buona parte interrati.

tante per l’affluenza turistica, con quasi il 40% di stranieri: uno dei livelli più alti in assoluto del nostro settore. Per stranieri intendo quelli del bacino primario, sloveni e austriaci, ma anche i croati e i serbi che si fanno 7/8 ore di viaggio. Ciò ha contribuito a registrare performance sopra le aspettative: nel primo semestre l’affluenza è salita del 7% e il fatturato del 15 per cento. Segnalo la recente apertura dell’outlet a Melilli: una grande sfida.

Luigi Maurizio Villa, retail operation director di ProManagement L’outlet di Palmanova ha aperto nel 2008 e in tre anni e mezzo ci ha dato molte soddisfazioni. Siamo nella full occupancy con 90 negozi operativi. Il periodo estivo è stato molto impor-

Matteo Gallieri, responsabile retail di Fashion District e direttore di Valmontone Outlet Il mercato italiano degli outlet sta diventando maturo perché ha registrato uno sviluppo molto veloce. Dal 2003 al 2010 è passato da una dimensione quasi familiare a una dimensione

34 34 retail&food - novembre 2011

aggiunti in grado di dare prospettive nel medio e lungo termine: l’elevata qualità delle strutture e la presenza di marchi di alto livello, espressione del Made in Italy. Una prova è il crescente numero di stranieri che vengono a fare shopping nei factory outlet center del Belpaese: i russi sono in testa con il 35% delle vendite agli stranieri, seguono i cinesi con il 14%, poi i turisti di Hong Kong e Corea del Sud. I giapponesi rimangono i top spender nonostante la loro spesa nel 2010 sia diminuita del 4 per cento. Particolarmente importante è quindi il settore del travel: i dati forniti da Dea (vedi intervista in pagina) dimostrano che il 50% della vendita dei beni di lusso è riconducibile al travelling e che l’Italia si posiziona al secondo posto ex aequo con l’Inghilterra, con una quota del 15%, dietro soltanto alla Francia (19%). A. P.

importante diventando il secondo in Europa per sviluppo immobiliare. Ma rispetto al resto d’Europa abbiamo la fortuna di avere molti brand che sono già operanti in Italia, per questo abbiamo contatti molto forti sul territorio. Ciò facilità i progetti. Pensando a nuove iniziative ci sono alcune zone d’Italia dove è possibile fare sviluppo, per esempio la costa adriatica, ma dal mio punto di vista la dimensione dei futuri outlet non dovrebbe più superare i 100-120 negozi.

Luca de Ambrosis Ortigara, managing partner di Dea Real Estate Advisor Il mercato italiano con 25 outlet è quasi al punto di saturazione, paragonabile a quello dell’Inghilterra. Molto diversa è la situazione tedesca: la Germania con 82milioni di abitanti conta 6 outlet, il nostro Paese con 60 milioni ne conta 25. Punto di forza del nostro mercato è lo sviluppo qualitativo dei progetti: grande importanza è stata data al design. Non immagino ci siano possibilità di sviluppare outlet a livello “regio-

nal”. Ce ne sono però per pochi, ma buoni, di piccola dimensione. Penso a una massa critica di 10-15mila mq con un posizionamento in nicchie geografiche non coperte. Ad esempio in Toscana, Liguria e qualcosa in Campania. Non in Sicilia.

Alvaro Valiente – Direttore Generale Neinver Italia Tre milioni di persone hanno visitato i due centri italiani nei primi sei mesi dell’anno (+5%). Nello stesso periodo le vendite sono salite del 18%, pari a 93,5 milioni di euro in totale. Tra le prossime aperture a Castel Guelfo si segna l'arrivo di Gap. Per Vicolungo le novità saranno The North Face, Brooksfield, Armani Outlet. L’Italia è un mercato chiave per noi, stiamo perciò continuando a esplorare opportunità di rafforzamento. La crisi ha modificato l’atteggiamento dei consumatori: più sensibili al risparmio ma non disposti a rinunciare alla qualità dei propri acquisti. L’outlet rappresenta perciò una soluzione perfetta in questo momento.



Progetti che contano - Esclusivo

Il vero MOOD di Stoccolma STOCCOLMA - La linea del telefono rosso della redazione è bollente, dopo il Westfield tour londinese (vedi r&f lug/ago 2011). Questa volta la chiamata annuncia un progetto di sviluppo a Stoccolma, in pieno centro città, territorio non abituale per le analisi del nostro giornale. Ma analizzati i dettagli dell'iniziativa e compresi gli aspetti originali e innovativi decidiamo di volare verso nord per raccontare - sempre e solo in esclusiva per i lettori di r&f - questa bella opportunità. Cominciamo con i dati salienti del progetto MOOD Stockholm. Si tratta di una riqualificazione di uno stabile esistente, la cui apertura è prevista nella primavera 2012: tre piani di un palazzo del centro, nella City della capitale svedese (con i 6 piani superiori che continueranno ad ospitare uffici), tre aree shopping tematiche, per un totale di 60 negozi e 10.400 mq, un'offerta di ristorazione di alto livello, grande cura per arredi e interior design. L'iniziativa è promossa da AMF Fastighter (AMF), una delle più grandi società svedesi di investimento e sviluppo immobiliare (controllata dal fondo pensioni AMF Pension), specializzata in premises di spazi retail e direzionali principalmente nelle aree di Stoccolma e Göteborg. Attualmente AMF gestisce circa 560.000 mq di retail real estate, per un valore stimato in 2,27 miliardi di euro. Da segnalare infine che per MOOD Stockholm, AMF si avvale della consulenza di John Lang LaSalle per la commercializzazione retail.

Svezia, economia florida. Stoccolma, città under-shopped

A raccontarlo oggi non sembra vero, ma la Svezia non ha affatto risentito della crisi economica che negli ultimi anni ha travolto le economie di mezzo mondo. Anzi, gli ultimi anni hanno visto al rialzo tutti i principali indicatori. Ampie quote di export, valori di produzione industriale in crescita, così

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come progrediscono i consumi privati di beni e prodotti indicativi (auto, elettronica...). Inoltre nel 2010 la Svezia è balzata dal quarto al secondo posto della classifica redatta dal Karolin Forsling World Economic Forum, per classificare i paesi con sistemi economici maggiormente competitivi. In questo contesto da sogno, per noi italiani ma non solo, si inserisce Stoccolma, la capitale, che come se non bastasse, ha un'offerta retail del tutto inadeguata rispetto alla domanda, in modo particolare per ciò che concerne la limitata presenza di brand internazionali. L'ultimo vero grande progetto di sviluppo dedicato al retail in città, Sturegallerian, risale a 22 anni fa (!). Ecco perché MOOD Stockholm rappresenta una valida opportunità per retailer e brand interessati a fare un serio sviluppo internazionale.

Il progetto: tre "shopping zone, beyond retail"

MOOD Stockholm non vuole essere un centro commerciale in senso classico, con il quale AMF è già impegnata con successo nella gestione del vicinissimo Gallerian, probabilmente il centro commerciale più performante di tutta la Svezia. Per comprendere le linee guida del progetto abbiamo incontrato Karolin Forsling, Head of Retail di AMF Fastigheter, che ci ha anche guidato nella visita del cantiere di MOOD. Innanzitutto Karolin trasmette una passione e un coinvolgimento immediati, che “inondano” il pro-

getto di entusiasmo e creatività. Non solo nella ricerca di brand e formati (che possono essere anche di grandi retailer ma che devono avere una formula presente esclusivamente qui), e nel retail mix che spazierà dal fashion al design, passando per food e accessori. Il "nocciolo ideale" di MOOD Stockholm deriva infatti dalla sua ubicazione, tra strade molto importanti del centro, utilizzate come "corridoi" di passaggio tra poli commerciali e direzionali già esistenti. Da qui la spinta a intercettare questi flussi, realizzando qualcosa di diverso, sorprendente e... utile. E quindi oltre alle 60 attività commerciali, sarà ricca e molto curata l’offerta di servizi, tradizionali e innovativi. Toilette simili ad atelier di moda, un servizio di concierge in stile grand hotel, vending machine con prodotti utili sempre disponibili... Per fare questo Karolina e il suo staff, ristretto ed efficiente, hanno valutato e visitato location diverse (aeroporti, hotels ecc.) analizzando flussi, dinamiche di vendita, comportanti e richieste dei clienti. La stessa attenzione è stata posta nel ricercare formule adeguate per il layout degli spazi, che beneficeranno anche della presenza di opere e installazioni di artisti svedesi, passando dalle arti figurative agli schermi led. Il progetto si articola in tre aree: “Everyday” dove sono concentrati marchi esclusivi ma “abbordabili”; “Wishing” per i brand di fascia alta; “Desire” per marchi del lusso davvero esclusivi, nel senso che per la Svezia saranno disponibili esclusivamente qui. La ristorazione andrà di pari passo, con un coinvolgimento diretto di alcuni tra i più noti e celebrati chef svedesi, oltre a formule più “semplici” ma comunque originali. Se il Nord vi ha sempre lasciati freddi, dalla prossima primavera avrete una valida ragione per programmare un viaggio-studio a Stoccolma. Andrea Aiello



Osservatorio Fiere

Quello che pochi dicono (ma i numeri non nascondono)

L

o scorso 14 settembre al convegno annuale Sistema Fiere, promosso a Milano dalle due principali associazioni di categoria (Cfi, Comitato Fiere Industria, e, Aefi Associazione Esposizioni e Fiere Italiane) in collaborazione con Il Sole 24 Ore, i relatori susseguitisi al podio e sulle poltrone dei talk show in programma hanno complessivamente ostentato l’ottimismo di chi ritiene di aver attraversato un ciclone. La sintesi del complesso degli interventi potrebbe essere: “Il 2009 è stato un anno di profonda crisi ma il 2010 ha visto una decisa reazione per ridurre costi, recuperare fatturato, innovare modelli di business; siamo ancora qui numerosi e andiamo avanti”. In realtà tutti gli interventi hanno sottolineato la fatica di operare in un mercato falcidiato dalla crisi globale, dai problemi determinati dalla mancanza in Italia di una visione di politica industriale per la promozione dei settori produttivi e dell’incoming fieristico; il progetto di creare un Tavolo ministeriale di coordinamento delle fiere non è più in agenda al Ministero dello Sviluppo, l’Istituto Commercio Estero è stato soppresso senza aver predisposto un meccanismo alternativo di sostegno alle esportazioni, l’accordo tra Cfi e Aefi per costituire un organismo di rappresentanza unitaria si firmerà ma non si sa ancora quando. Inoltre i relatori del convegno hanno polemizzato tra loro a più riprese riguardo ai termini delle concorrenza senza regole fra quartieri ed organizzatori impegnati a prendere il controllo dei settori più importanti: in particolare alimentare, la filiera che ha visto ridotta l’attività produttiva meno della media nazionale, con la lotta tra Parma (Cibus) e Milano (Tuttofood); edilizia, il volano strutturale del sistema produttivo, con la sovrapposizione di date lo scorso ottobre tra Milano (Made Expo) e Bologna (Saie) nel

Fiere italiane: risultati 2010 (consolidato di gruppo) milioni e RISULTATO NETTO FATTURATO EBIDTA FIERA 2010 2009 2010 2009 2010 2009

Milano Bologna Verona Rimini Totale

248,3 109,6 90,3 79 527,2

297,1 106,2 83 78,6 564,9

20,4 10,4 12 13,1 55,9

20,4 16,7 11,6 13,2 61,9

2,07 0,5 2,3 2,2 7,07

-3,6 -1,1 1,5 -0,6 -3,8

tentativo titanico di Milano di divenire l’unico evento di riferimento nel calendario nazionale. Al di là delle parole conviene riflettere sui risultati di gestione per orientarsi sullo stato di salute effettivo del sistema delle fiere. Nel nostro paese sono censiti almeno 64 quartieri fieristici operanti in modo continuativo, concentrati prevalentemente nello storico triangolo industriale; alcune strutture versano in grave difficoltà, e solo le sovvenzioni pubbliche hanno consentito finora la loro sopravvivenza; neppure la crisi crea selezione ed anzi è di queste settimane la notizia che in Lombardia (già al vertice della classifica con 11 quartieri) aprirà il cantiere presto una nuova struttura esposi-

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tiva a Monza (neoprovincia a 15-20 km. da Milano) per le esigenze degli artigiani di Brianza. In realtà in Italia i quartieri di valenza almeno nazionale sono solo 8 (12% del totale): nel 2010 hanno fatturato complessivamente 640,5 milioni di euro, mentre la somma algebrica dei loro risultati d’esercizio è stata negativa per circa 6 milioni di euro. Il confronto con i quattro esercizi precedenti evidenzia che nel 2006 il fatturato era arrivato a 743 milioni; più

preoccupante ancora la serie dei risultati d’esercizio che ogni anno ha registrato somma negativa (nel 2006 il rosso della sola Milano superò i pareggi e gli utili delle altre sette fiere, nel 2007/08 il segno meno accomunò quattro quartieri, nel 2009 furono sei e l’anno scorso “soltanto” tre). In realtà hanno standing internazionale soltanto quattro organizzazioni, che non a caso si caratterizzano per essere costituite in forma di gruppo e per sviluppare (le prime tre) iniziative anche all’estero: Milano, Bologna, Verona, Rimini. La tabella riporta i loro principali risultati nell’ultimo biennio: tutte hanno chiuso in utile ma solo due hanno aumentato fatturato ed ebitda (margine operativo lordo); nel complesso hanno fatturato 527,2 milioni (-6,7% sul 2009): per chiarire il contesto conviene considerare che queste quattro fiere da un lato realizzano oltre l’80% del totale degli otto quartieri primari italiani citati sopra ma che nel 2006 avevano sommato 650 milioni di produzione; d’altra parte in Europa ci sono almeno due organizzazioni ognuna delle quali da sola nel 2010 ha fatturato di più dei nostri quattro leader nazionali. Tra un paio di mesi i dati di preconsuntivo del 2011 chiariranno se la ripresa è proseguita e se il controllo dei business più ricchi sarà consolidato. P. L.



Parola di Mario Boselli

Mario Boselli, nato a Como nel 1941, Cavaliere del lavoro e Cavaliere di Gran Croce, tre figli, inizia l'attività nel 1959 nell’azienda paterna Carlo Boselli di Garbagnate Monastero, in uno stabilimento di produzione di seta attivo dal 1586. Nel 2005 lascia l’azienda di famiglia per i nuovi incarichi: è stato presidente di Federtessile, Fiera di Milano, Pitti Immagine, Centrobanca, per citare le maggiori. Oggi, oltre che della Camera della Moda, è presidente di vari enti, tra cui Setefi spa e Moneta spa (Gruppo Intesa SanPaolo) e l’Associazione Italia-Hong Kong.

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La moda e i luoghi di viaggio I

« l punto di riferimento fondamentale anche in questo caso è lo stile di vita italiano» premette con decisione Mario Boselli alle sue riflessioni sui rapporti e sulle prospettive di sviluppo tra moda e distribuzione nei luoghi di viaggio. «La qualità della vita espressa dal nostro paese attraverso l’eccellenza dei propri prodotti e dei punti vendita in filiere prestigiose è apprezzata e radicata nella fantasia dei consumatori di tutto il mondo. Nei mercati delle tre F – Food, Fashion, Furnishing – i marchi italiani presidiano solidamente l’alto di gamma e riverberano positivamente anche sugli altri segmenti il valore aggiunto dell’offerta di beni che vengono dall’Italia. Lo sviluppo della presenza nei luoghi di viaggio della nostra moda, del cibo, del design è una operazione certamente vincente per il sistema».

Negli ultimi anni la dilatazione degli spazi commerciali nei luoghi di viaggio, a cominciare dagli aeroporti, è esponenziale; come la percepisce lei, viaggiatore internazionale di lunga esperienza oltre che imprenditore impegnato in prima persona nella promozione di queste eccellenze? Nel mondo si viaggia sempre più e a raggio sempre più ampio; le procedure di imbarco sono time expensive e disincentivano l’arrivo all’ultimo momento, le coincidenze tra le tratte di un viaggio sono lunghe: il tempo passato in attesa di partire tende a dilatarsi; la disponibilità di spazi di sosta confortevoli e la disponibilità di punti vendita prestigiosi aiutano a non sentire la fatica del viaggio. Parlando di aeroporti, la presenza commerciale nei grandi hub dei paesi di più intenso sviluppo (e non solo in quelli) è funzionale alla vendita e alla affermazione del prestigio dei marchi. Per questo le imprese italiane sono così attive all’estero e in Italia: intercettare viaggiatori internazionali per turismo – di svago, d’affari, culturale, religioso – contribuisce a consolidare il circolo virtuoso della crescita delle singole imprese e del glamour dell’Italia. L’esperienza del viaggio esalta l’acquisto d’impulso; il ritorno a casa porta con sé magari qualche senso di colpa che uno shopping bag aiuta a sopire. Vale lo stesso giudizio anche per i viaggi in treno o per nave, dove registriamo un analogo sviluppo di attività commerciali? I meccanismi sono certamente simili ma lo stato dell’arte è molto diverso. Direi che le potenzialità che si possono esprimere sono ancora inesplorate. Le esigenze e le caratteristiche di chi viaggia sono molto differenziate; il contesto indicato per il viaggio aereo si ritrova soltanto in casi limitati: un esempio per tutti è il Venice Simplon Orient Express. Comunque è un’area dove si sta lavorando e lo sviluppo appare possibile per chi ha le idee chiare e punta alla qualità.

L’altro pilastro per lo sviluppo dell’attività in questi conte sti è la ristorazione. Qui la situazione necessita di grandi interventi d’innovazione e la ricerca della qualità deve essere addirittura spasmodica. Questo vale sia per i tempi di attesa sia per quelli di trasferimento; le esperienze positive non mancano ma rappresentano le eccezioni in un contesto complesso dove la priorità è innanzitutto garantire la continuità del servizio. Alcune novità sono annunciate o in fase di sperimentazione; gli operatori avvertiti sono consapevoli che accanto alla sicurezza e alla qualità occorre personalizzare l’offerta e il contesto dell’accoglienza. Anche qui due esempi tra i tanti: lo splendore belle epoque del ristorante Le Train Bleu alla Gare de Lyon di Parigi e la varietà delle proposte (menzione speciale per l’oyster bar) al terminal 5 di Heathrow a Londra. Lasciamo i viaggi e interessiamoci di Milano, la capitale italiana del Fashion, che ha registrato esiti brillanti in occasione delle sfilate della moda donna alla fine di settembre In effetti il consuntivo è positivo e dà ragione alla rivoluzione che Camera Nazionale della Moda ha intrapreso con coraggio dopo l’esito negativo registrato nel febbraio 2010, dovuto alle ostili iniziative dell’editoria americana con la sponda inglese. Il calendario è stato nuovamente programmato su sette giorni, dopo la compressione in un week end lungo, come è stato definito dai nostri detrattori. Il metodo di selezione delle case ha portato a escludere marchi ormai poco propositivi, sostituiti da nuove case innovative; l’hub operativo è stato portato in centro con l’affaccio sul Duomo; in sintesi più moda in un contesto gradevole ed efficiente, maggiore internazionalità e un’apertura alla città molto apprezzata dai nostri sponsor, dai milanesi e dai visitatori esteri. In effetti in centro a Milano, a ridosso del quadrilatero della moda, si assiste ormai da

tempo all’apertura di luoghi distributivi che appaiono progettati per la soddisfazione, più che dei meneghini, dei tanti stranieri amanti dello shopping. Ritorniamo al punto di partenza: all’estero è consolidato l’ideale dell’Italian way of life e Milano, forte del suo status di città della moda, è in modo naturale un ampio mercato, diffuso nei suoi quartieri secondo specializzazioni collaudate, capace di soddisfare le più diverse esigenze d’acquisto. Nella zona che ha corso Vittorio Emanuele come broad way si registrano diverse novità interessanti, caratterizzate in molti casi dall’idea di coniugare i marchi dell’alto di gamma con le grandi superfici di vendita. Vengono in mente la “nuova” Rinascente, Zara, H&M nell’antico multipiano di Fiorucci, Ferrari Store (subentrato allo storico Peter sport), Excelsior progettato da Jean Nouvel come department store completo di reparto food nella struttura dell’omonimo cinematografo, l’Upim di San Babila trasformata dalla nuova gestione Beraldo. E con loro tanti altri progetti concentrati in spazi piccoli e in un contesto con grandissima varietà d’offerta. Quello delle dimensioni non grandissime è un dato importante: Milano è piccola in confronto alle altre città capitali del lusso e preferisce empori non eccessivi; meglio investire nella funzionalità e nell’originalità dei particolari, molto apprezzati dai clienti, più che nell’estensione anonima del calpestabile. I marchi citati propongono prodotti e modelli di consumo disparati, non sono tra loro concorrenti; beneficiano della contiguità che permette di meglio soddisfare i desideri di una consumatrice che si caratterizza sempre più come trasversale nelle scelte e torna a casa soddisfatta dallo shopping portando al braccio buste appartenenti a segmenti diversi di mercato. Paolo Lombardi

Dal 21 al 27 settembre la Settimana della Moda, organizzata dalla Camera Nazionale della Moda, ha animato il centro di Milano attirando compratori professionisti da tutto il mondo e registrando numerose inaugurazioni di negozi e showroom nel quadrilatero di San Babila, Montenapoleone, Manzoni e Spiga. La manifestazione, dedicata alle collezioni donna della Primavera-Estate 2012, è stata incentrata come tradizione sul calendario delle sfilate che ha contato 72 presentazioni in passerella a cui si sono aggiunte 73 presentazioni statiche e 23 su appuntamento. Efficace la formula organizzativa che ha insediato il Fashion Hub nello storico Palazzo dei Giureconsulti, dove gli oltre 1.200 operatori della comunicazione provenienti da tutta Italia e da 37 paesi esteri hanno trovato sala stampa e la Vip Lounge con l’ampia terrazza affacciata su piazza Duomo. Le case che non hanno una propria sala sfilata in città hanno usufruito delle passerelle allestite nel tendone di piazza del Duomo e nei saloni di Palazzo Clerici e del Circolo Filologico a ridosso di piazza della Scala. Mario Borselli, storico presidente della Camera, ha tra l’altro dichiarato alla conclusione delle giornate: «non ricordo tante inaugurazioni di negozi e showroom come quest’anno. è un segnale importante, anche perché i nuovi buyer esteri, interessati alla moda italiana, sono a caccia di marchi con cui stringere partnership e ai quali proporre joint venture per una espansione alla distribuzione retail. Un marchio è per loro interessante se è inserito nel calendario di Milano Moda Donna e ha un negozio nel quadrilatero della moda».

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Resoconto fiere: Tfwa World Exhibition 2011

Duty free e travel retail… Est Est Est! U

na fiera a tutto Oriente, la Tfwa (Tax Free World Association) World Exhibition 2011 di Cannes. Le interviste pubblicate in queste pagine sono lo specchio di una litania che si è ripetuta in tutti gli stand, da parte di aziende che operano in settori diversi e che hanno taglie molto dissimili. La sintesi degli interventi è presto fatta: il mercato italiano è piatto, va bene mantenere quote di mercato ma niente di più, mentre il vero mercato è quello rappresentato da Cina, Hong Kong, Taiwan, Corea, Giappone (nonostante la terribile triade terremoto-tsunami-Fukushima) e altri paesi dell’area. Molto meno citati, rispetto agli scorsi anni, i Paesi del Medio Oriente. Primavera araba ha lasciato il segno, evidentemente. La Fiera, intanto, conferma i suoi punti di forza e di debolezza. È una manifestazione dove i corridoi sono poco affollati, dove gli incontri senza appuntamento sono l’eccezione e dove alcune aree sono realmente periferiche e deserte. Ma dove, come sottolinea Egisto Bertozzi di Erbario Toscano, basta un incontro per cambiare un’annata, dove si stringono accordi, o quanto meno si imbastiscono, non con negozianti ma con catene di negozi, gestori di aeroporti, fornitori di prodotti. Gli stand sono inoltre generalmente personalizzati. «Noi forniamo un environment unico, con supporto che credo non abbia eguali nell’ambito dell’exhibition» sottolinea Alessandra Visconti, vicepresidente italiana del Tfwa, in carica dal 2010 (in sostituzione di Alexandra Schimel-Fila di Zilli), e managing director di Reflecta Consulting, si veda l’intervista in queste pagine. L’edizione 2011 tuttavia, ha provocato qualche dissapore soprattutto per il suo anticipo a settembre (dal 18 al 23), invece dell’usuale periodo di fine ottobre. Causa di forza maggiore: nei giorni classici di ottobre il Palais des Festivals era occupato a causa del G20, la riunione dei Grandi del Pianeta. Alcuni espositori avrebbero voluto essere consultati sul merito, dato che l’anticipo di un mese ha provocato sovrapposizioni con altre fiere, un cambio di a tutti i mercati perché il prodotto da oltre 160 anni è presente in tutto il mondo. Il nostro focus nei prossimi mesi sarà l’espansione nei mercati asiatici e nell’Africa sub sahariana ed il consolidamento del trend positivo negli Usa. Manuela Savardi, Director Export Markets, Fratelli Branca Distillerie Come lo scorso anno abbiamo avuto più contatti delle aspettative. È un anno in ripresa per il comparto Duty Free, non siamo ritornati ai livelli pre-vulcano islandese ma si è invertita la tendenza: siamo fiduciosi di chiudere il 2011 in positivo. Siamo soddisfatti dei risultati nei duty free, un mercato non preponderante se confrontato al totale dell’export ma importante per la visibilità che assicura. Stiamo valutando l’ipotesi di sviluppare dei temporary shop, a partire da città nel mercato italiano. Noi guardiamo

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Egisto Bertozzi, general manager e art director Erbario Toscano La fiera non è di grande passaggio, ma qualitativamente parlando è molto alta, un cliente può fare davvero la differenza. Ci sono delle novità: entreremo in Brasile come distribuzione, poi in tutto il Sudamerica. Abbiamo fidelizzato qua il cliente l’anno scorso, ora dopo un

pianificazione di marketing e la difficoltà di programmare gli incontri durante agosto (le iscrizioni gratuite per i buyer chiudevano un mese prima dell’evento) invece di vedersi imposta la decisione. L’anno prossimo si torna a ottobre, dal 22 al 26. Malumori a parte, ci sono dati difficilmente contestabili: le presenze di delegati sono cresciute del 9%, toccando quota 5.868, quelle delle compagnie del 6% (2.737). Le società presenti come espositori sono state 457, con 37 nuovi arrivi e 41 cancellazioni rispetto allo scorso anno. Tra chi non è tornato ci sono anche sei società italiane : Portolano Guanti, Lanificio Luigi Colombo, Save The Queen (moda/accessori/pelletteria), Formia Luxury Glass (casalinghi), Sagatica e Santa Margherita (vini). Otto sono invece i nuovi marchi: Masserie di Sant’Eramo (fine lungo iter burocratico siamo pronti e per Natale saremo in Brasile. Nel canale duty free siamo negli aeroporti delle Filippine. Proprio in questa fiera stiamo chiudendo un contratto per gli aeroporti in Europa centrale e del nord, con un importante operatore che ci farà fare un test in un aeroporto italiano. Abbiamo 15 boutique al momento in Toscana e Emilia e stiamo lavorando per espanderci, ma preferiamo al momento concentrarci sull’estero.

Alessandra Visconti, managing director di Reflecta Consulting - Nomination Italy,

Ciclamini, Roccobarocco Nomination è attiva nel duty free dal 2007. Sul nostro cammino abbiamo incontrato subito la crisi che ci ha un pochino frenato. Abbiamo allora aperto un canale completamente nuovo e diverso, dove i risultati di vendita sono stati eccellenti: le linee aeree, dove hanno funzionato bene i nostri “extensions”, bracciali e anelli estensibili in acciaio e oro o pietre semipreziose. L’inflight dà visibilità e ha molti costi, variabili da vettore a vettore, è difficile ma possibile trovare un equilibrio. Le più recenti compagnie sono Thai e Nippon Airways, siamo anche su Finair, American Airlines, Cyprus Airways, Etihad Airways, Austrian Airways. In aeroporto abbiamo iniziato dopo, con risultati fantascientifici sul nuovo scalo di Larnaka, Cipro. A livello italiano non siamo ancora partiti in aeroporto, a parte Firenze, perché ci sono una serie di limiti dei


a cura di Fabrizio Patti

+18,2% sull’anno precedente e con un utile netto di 9,1 milioni di euro. Tutto il mercato asiatico ha influito molto in questa crescita, perché è salito del 30% e sta diventando veramente importante. Oggi abbiamo 19 negozi nell’area, dove al contrario di altre aziende abbiamo scelto di non avere un distributore o partner. È di qualche giorno fa l’inaugurazione del primo negozio

food), Follador Prosecco e Tenimenti Angelini (vini), Falorni Italia Le Borse, Fratelli Rossetti, Gattinoni-Marcorossi e Piana Clerico Since 1582 (moda/accessori/pelletteria) e Sirpea Spa (profumi). Tra i big internazionali, spicca l’arrivo degli stand di Tommy Hilfiger, Safilo Group (sede di Hong Kong) e Desigual, mentre tra i grandi assenti fanno rumore Hugo Boss e Adolfo Dominguez. I numeri sono stati ancora più positivi se si guarda ai soli delegati tra i “duty free operators and retailers”, saliti del 15% (1.818), appartenenti a 548 società (+9%). Tra le aree geografiche, neanche a dirlo, è l’Asia a fare il botto: +15%, seguita però dall’Africa (+13%), dall’Europa (+11%) e dalle Americhe (+4%). Crollo del Medio Oriente, -6%, e ancor di più dell’Oceania, le cui presenze calano di 12 punti percentuali. nostri concessionari. Ma comunque ci stiamo arrivando.

Eugenia Del Favero, sales manager Giorgio Fedon 1919 Questo è il secondo anno che siamo a Cannes e da tre anni invece esponiamo a Singapore. Le nostre energie sono infatti soprattutto nel mercato asiatico, l’Italia è meno centrale. Siamo contenti del periodo. Lavoriamo in particolare nel canale inflight, siamo presenti sulle due maggiori compagnie giapponesi, Jal (Japan Airlines) e Ana (All Nippon Airways), e su Singapore Airlines e Cathai Pacific. L’Asia è cruciale anche per il canale

degli aeroporti: siamo negli scali di Hong Kong, nell’Atrium di Nuance Watson, che è un negozio di riferimento nel settore, e a ChangiSingapore, però nell’ambito del bookshop. Il mercato asiatico è particolare: il concetto della cartoleria o del negozio di pelletteria multimarca non è molto diffuso. Ad esempio a Hong Kong abbiamo un punto vendita diretto, mentre in Cina abbiamo appena aperto tre negozi a Shanghai con un partner. A Singapore, in Taiwan e Corea abbiamo corner nei department store. Siamo però un’azienda di pelletteria italiana, con l’headquarter a 100 km a nord di Venezia. I prodotti sono per la buona parte Made in Italy. Pierpaolo Palmieri, sales director Piquadro Nel 2010, con la crisi mondiale che c’era, abbiamo chiuso con un

su strada, in Queen’s Road, una delle vie più importanti di Hong Kong. Abbiamo costruito una scenografia sul palazzo molto divertente. Per noi il travel retail è sicuramente un punto fondamentale. A novembre inaugureremo con Areas, già partner all’aeroporto di Barcellona, anche a Madrid. Abbiamo accordi con alcuni retailer per la realizzazione in aeroporti europei e asiatici di corner. Siamo entrati sull’onboard di alcune compagnie aeree: le cinesi Cathai e Dragonair e Lufthansa, dove siamo ora anche sul loro catalogo “per corrispondenza”.

Salvatore Ferragamo, proprietario Il Borro L’anticipo della fiera a settembre ha sicuramente scombussolato un po’ i programmi. È anche vero che chi partecipa a questa fiera non aspetta che passi il cliente, ma fissa degli appuntamenti prima, è un problema che si può superare. Sul fronte degli aeroporti, stiamo per incontrare un partner per sviluppare un progetto a Firenze. Sicuramente una vetrina in un aeroporto nazionale o internazionale rinforza molto il marchio. L’idea è di entrare con un wine bar, con i nostri prodotti e con cibo fresco. Saremo con dei gestori di professione, perché noi facciamo un altro mestiere. Chris Howell, proprietario e designer MyWalit L’anticipo a settembre non è stato affatto un problema. Questa è stata la nostra terza partecipazione

e ogni fiera è stata il doppio più importante della precedente. Quindi siamo molto felici della qualità degli incontri avuti qui. Nel canale aeroportuale, in Italia siamo in discussione con un altro scalo, in seguito al successo che abbiamo avuto nell’aeroporto di Pisa. Ora pianifichiamo di accrescere il business retail in Italia, specialmente negli aeroporti. Siamo in contatto con un hub per lo sci nel Nord, dove ci sono molti turisti anche d’estate. E ovviamente ci piacerebbe posizionarci a Roma. Nel duty free siamo in fermento e sembra che il prossimo anno apriremo a Singapore Changi, siamo eccitati dalla prospettiva di mettere il nostro marchio in un aeroporto internazionale di quel livello. Sarà un negozio monomarca.

Michele Maccapani, brand manager e travel retail manager Bric’s Abbiamo triplicato i nostri contatti rispetto all’anno scorso. Per questo il bilancio è positivo, anche se l’anticipo a settembre ha fatto coincidere la Fiera con altre due importanti manifestazioni. In questo momento stiamo concentrando le nostre energie sull’Asia, dove siamo presenti con monomarca (Kuala Lumpur, Singapore, Shanghai) e shop in shop nei department store di varie nazioni (Corea, Singapore, Cina). Abbiamo anche una presenza negli aeroporti, a Milano Malpensa, Roma, Monaco (D). Il travel retail è un settore cresciuto del 30% nell’ultimo anno. La principale novità che abbiamo presentato alla Fiera è la collezione di valigie realizzata in collaborazione con Missoni. La prima volta che due marchi leader nei propri settori si incontrano per creare una collezione di valigie molto fashion ma contemporaneamente estremamente performante. Maria Bizzoco – Supervisor attività promozionali Gruppo Dufre

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Resoconto fiere: Tfwa World Exhibition 2011 nalizzato all’aeroporto di Paphos, con Ctc e nel Fiesta Mall Compex, con Duty Free Philippines; presenza in negozi multibrand nell’aeroporto di Glasgow, con Airest Collezioni, all’aeroporto di Oslo, con Gebr. Heinemann, in quelli di East Midlands, Newcastle, Manchester T1 e T2 con World Duty Free, a Ekaterinburg con Gebr. Heinemann. Abbiamo anche un’apertura confermata per l’autunno-inverno 2012: uno shop in shop nel T3 di Las Vegas, con The Nuance Group North America.

Nel 2011 Dufre ha consolidato l’attività di introduzione e sviluppo di brand italiani - Distilleria Bottega, Caffarel, Manifatture Sigaro Toscano su tutti - nel mercato duty free & travel retail. Nel contempo ha avviato un ramo d’azienda specializzato nella consulenza e assistenza per l’apertura e gestione di punti vendita in concessione diretta, specialist retail, con Mdf Travel Shops per il marchio Ducati, che ha un negozio presso gli aeroporti di Roma. Nel corso dell’edizione del Tfwe 2011 abbiamo registrato l’usuale interesse dei brands italiani proposti all’interno dello stand Dufre, anche se avvertiamo la necessità di un rinnovamento dell’evento che ormai si propone con lo stesso schema da troppi anni.

Giorgio Brandazza, Business Development Boggi Milano Per noi è stata un’edizione positiva, lo sviluppo internazionale di questi ultimi anni ha creato visibilità e interesse nel brand. La presenza negli aeroporti italiani è consolidata, così come è in fase di sviluppo all’estero (Atene, New Dehli – 2 shop). Per questo motivo diversi potenziali partner ci hanno visitato per sapere di più di Boggi e discutere progetti

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di cooperazione. Direi che tutti gli operatori hanno riconosciuto il livello di qualità e di performance che Boggi ha raggiunto in questo canale: siamo confidenti in uno sviluppo importante a breve termine. Nei prossimi anni vogliamo innanzitutto aggiungere il canale aeroporto nei paesi in cui siamo già presenti, ma esclusivamente su strada. In particolare l’area Europea (Madrid, Monaco, Parigi e Londra), Russia e Medio Oriente sono i target su cui stiamo lavorando per garantire una presenza nel canale “travel” insieme a quella cittadina.

Furla. Abbiamo triplicato i nostri appuntamenti rispetto all'anno precedente e, di conseguenza, abbiamo assicurato 28 nuove location per il marchio. Abbiamo un programma molto pieno per il resto del 2011 con il restyiling dei

Geraldine Munday, head of Travel Retail Furla Europe srl Quest’anno la Fiera Tfwa World Exhibition è stata eccellente per

negozi di Malpensa T1 Schengen con Dufrital, Torino con Sagat e Monaco T2 con Eurotrade. Per il prossimo anno abbiamo le seguenti aperture pianificate: corner perso-

Alberto Tanzi, presidente Italart Co srl (marchio La Martina) L'edizione 2011 del Tfwa ha soddisfatto ampiamente le nostre aspettative sia in termini di numero di contatti che nella qualità degli stessi. L’anticipo di un mese credo che abbia favorito l’edizione e il business dandoci il tempo di evadere ordini entro la fine dell'anno. I nostri progetti per il 2011 e il 2012 prevedono il rafforzamento e il consolidamento nei mercati locali indispensabili per ottenere buoni risultati in termini di posizionamento e rotazione nel canale duty free/ travel retail.

Cesare Verona, presidente e Ceo di Aurora Rispetto alle precedenti edizioni ci sono state forse meno persone, causa anche la data che ha penalizzato forse le presenze: settembre invece che ottobre o novembre. Va detto però che i presenti erano sicuramente molto più interessanti e interessati oltre che maggiormente focalizzati nel settore. Buona anche la presenza di paesi nuovi come per esempio l’Africa e il Medio Oriente. Stiamo lavorando per sviluppare la distribuzione nei duty free e abbiamo presentato nuovi prodotti interessanti come Tu Oro Rosa. Stiamo inoltre studiando nuovi progetti per entrare in settori prilivegiati.



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Paris CDG , ambizione e visione

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asseggiando nell’aeroporto Charles de Gaulle (CDG) di Parigi, o per meglio dire alla quarta ora di passeggiata con l’infaticabile ufficio stampa Jérôme Landras, su uno schermo si vede la faccia di Steve Jobs. Una tv francese sta dando la notizia della sua scomparsa. Ambizione, creatività, strategia, comunicazione, spirito vincente, in poche parole: “stay hungry, stay foolish”, il motto con cui il padre della Apple sarà ricordato nei decenni. Poco dopo, durante l’intervista con il responsabile delle attività commerciali di Aéroports de Paris (Adp), Henry Cornillot, la grinta dell’azienda di Cupertino non può che tornare in mente. È davvero una società “affamata” quella che gestisce gli scali di Parigi, capace di darsi obiettivi ambiziosi e ottenerli, per poi rilanciare. «Nel 2004 eravamo molto indietro sul fronte dei negozi in aeroporto, nessuno avrebbe scommesso sulla nostra crescita. Ora vogliamo essere il miglior aeroporto d’Europa entro il 2015 per il travel retail, e siamo molto fiduciosi di riuscirci»,

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sono le prime parole di Cornillot, tanto per capirci. Da dove nasce questo ottimismo? Che cosa è successo negli ultimi anni? Cosa cambierà da qui al fatidico 2015? Per rispondere a queste domande retail & food ha dedicato la sua quarta spedizione nei principali aeroporti europei a Parigi, dopo Londra Heathrow, Barcellona e Amsterdam.

I tre pilastri

Dal ritardo del 2004 agli obiettivi di grandeur del 2011, quella che è rimasta costante è la strategia, basata su alcuni punti fermi. Tre sono i “pilastri”, secondo il manager: primo, lo sviluppo dei metri quadrati dedicati alle attività commerciali, e contemporaneamente lo spostamento delle stesse verso le parti centrali degli edifici. I metri quadrati ad esse dedicati sono passati dai 37mila del 2006 a 50mila. Entro il 2015 saliranno di un ulteriore 21%, ma in maniera diversa: negli spazi oltre i controlli dedicati ai voli internazionali la crescita

sarà del 35%, confermando una tendenza che si è rafforzata negli ultimi anni. Il secondo pilastro è dato dall’aumento dei brand riconoscibili, anche e soprattutto nel food. Basti pensare all’annuncio di rinnovo di 50 punti vendita per la ristorazione da attuare con nuove realizzazioni e restyling, entro il 2013, fatto lo scorso maggio. L’investimento specifico è di 18 milioni di euro. Tra i marchi arrivati più di recente ci sono, al Charles de Gaulle, Bert’s (panini, wrap, dessert), Brioche Dorée (dolci e panini) e Starbucks (la più diffusa caffetteria al mondo). A Orly (il secondo scalo parigino, controllato da ADP) invece sono giunti Daily Monop ed Exki (prodotti freschi) e Illy (caffetteria italiana). Il terzo pilastro è la soddisfazione dei clienti. «Non sono solo parole», ribadisce più volte Cornillot, e per chiarire aggiunge: abbiamo cinque mystery shoppers solo per la ristorazione, che girano in continuazione e garantiscono che ogni locale sia visitato una volta alla settimana. Le visite annuali sono 5mila.


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Nella pagina a sinistra, la hall partenze del Terminal 2E, crollato nel 2004 e ricostruito: in primo piano il bar Exkì (fresh food), sullo sfondo l’area giochi Gulli, un totem PS3 e un internet point. In questa pagina, in senso orario dall’alto a sinistra: 1) la Oenothèque, che ospita vini di alta fascia; 2) Henry Cornillot, responsabile delle operazioni e direttore commerciale di Adp; 3) un negozio Cartier nel T2E; 4) il maggiore duty free shop Buy Paris Duty Free, da 600 mq; 5) l’area partenze T2F; 6) l’insegna Buy Paris Duty Free.

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L’offerta Tra i nomi più ricorrenti presso l’aeroporto CdG, ci sono, tra i bar: Caffè Ritazza, Café Select, Illy Café, Comptoir quotidien, Vins et compagnie, Bill Bentley Pub, Taste’n’fly, La Terrasse. Tra la ristorazione rapida: Brioche Dorée, Le Grand Comptoir, McDonald’s, Exki, Paul e Miyou (che ha lo zampino dello chef Guy Martin). Tra i ristoranti più “slow”, Hippopotamus (carne), Le Marchés de Paris, Salmon House, Méli-Mélo, Brasserie Flo e Maxim’s Bar. Tra i marchi non food, nomi appariscenti sono: Hermès, Dior, Cartier, Yves-Saint-Laurent, Prada, Chaumet, Van Cleef & Arples, Rolex, Ladurée, La Maison du Chocolat e Pétrossian. Di rilievo è lo spazio Enotheque, con vini di elevata qualità, ordinati anche con settimane d’anticipo dagli appassionati.

I progetti: S4 e connessione 2A-2C Due sono i principali progetti di espansione dell’aeroporto Charles de Gaulle: il satellite 4 (o S4) e la connessione tra le aree A e C del Terminal 2. L’S4, dirimpettaio dell’attuale S3, aprirà nel 2012, dopo un investimento di 500 milioni. Avrà 16 gate (capacità 7,8 milioni di passeggeri) e ospiterà anche gli A380. Dei suoi 120mila mq, 5mila saranno dedicati a shop e f&b, di cui 4mila in una grande shopping area illuminata da luce naturale. Il collegamento 2A-2C nel T2, suggestivo per via delle lamine di metallo orizzontali ondulate che ne contraddistingueranno la facciata, aprirà nella seconda metà del 2012. Dei 16.600 mq di spazio, 2.300 saranno dedicati a bar e negozi (tutti al livello 1), mentre il livello 2 vedrà 3.300 mq riservati a lounge con vista sulle piste.

Le joint-venture

Ma ci sono altri aspetti della strategia, che saltano anche più all’occhio di un osservatore esterno. Il più evidente si chiama “joint-venture”: per gestire tutti gli articoli da duty free e duty paid, sono state create delle società controllate al 50% da Adp (di proprietà statale) e al 50% da società private. Fino a pochi mesi fa una di queste società, Duty Free Paris, era controllata per metà da The Nuance Group e si occupava della vendita di prodotti di moda e accessori; una seconda, Societé de Distribution Aéroportuaire, curava invece i prodotti di alcol, tabacchi e bellezza

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ed era gestita da Aelia. Dal 26 luglio scorso, Aelia ha rilevato tutte le azioni di The Nuance Group, e si sta organizzando per creare una sola società sotto il nome di Societé de Distribution Aéroportuaire. Il marchio usato è Buy Paris Duty Free. La nuova entità conta quindi 115 negozi tra CDG e Orly, di cui 70 dedicati ad alcol, tabacco, profumo, cosmetici e fine food (il core) e 45 alla moda e accessori. Da qui al 2015 gli spazi dedicati al “core” saliranno del 38% e quelli a moda e accessori del 29 per cento. Ad agosto è stata creata una terza joint-venture, la Relay@Adp, volta ad aprire negozi di giornali, libri, bibite, panini e souvenir. È posseduta al 49% da Adp, al 49% da Lagardère Services e al 2% da Societé de Distribution Aéroportuaire. Una quarta joint-venture è ancora in fase di progetto e sarà paritaria tra Adp e JCDecaux, per la pubblicità. Questo progetto dovrebbe portare a un rapido aumento degli spazi pubblicitari (il maggiore nei pressi dei controlli del T2-E) e all’arrivo in massa di schermi di digital signage. Il senso di questi accordi lo spiega Cornillot: «Con il sistema delle joint-venture l’aeroporto mette

In alto a sinistra, il Maxim’s Bar, uno dei ristoranti più caratteristici del CdG; a destra, un’area relax “cheap and chic” nel Terminal 2B; in basso, la sala cinema di Sony nella Galerie Parisienne, nel T2-E, dove si vedono gratis film e serie tv nuovi

nei negozi la propria visione. Garantisce inoltre che le realizzazioni siano completate rapidamente e può dare la propria opinione. Ai nostri partner chiediamo invece che ci portino idee». Un esempio di questo controllo e possibilità di intervento è dato dalle politiche di pricing. Per una serie di prodotti (qualche profumo, o alcolico, o dolce) i prezzi duty free o duty paid sono equiparati, assicurando in questo modo uno sconto anche a chi non viaggia fuori dall’Europa. Al di fuori di queste categorie, ci sono diversi negozi gestiti direttamente dai brand, come per esempio tutti quelli di alta moda.

Parigi è un’idea fissa

Altro concetto chiaro è quello della “idea di Parigi” che deve essere sviluppata nell’offerta commerciale retail. Parigi ha delle eccellenze nella moda, nei profumi e nel cibo di qualità (gourmet food) e su queste categorie vanno concentrati tutti gli sforzi. Una conseguenza è che il livello

delle boutique è sempre piuttosto alto. «Prima dobbiamo puntare ad avere marchi di livello alto, poi possiamo anche averne di livello medio o medio-alto. La nostra considerazione è che in un ambiente dove ci sono marchi di livello alto, anche gli altri punti vanno meglio», spiega Cornillot. Una seconda conseguenza è che i marchi sono sempre più francesi. «Nella moda abbiamo brand del lusso come Prada e Hugo Boss, ma la tendenza è di preferire nomi francesi», continua. Nel food non c’è invece una gestione in prima persona da parte di ADP. C’è invece il sistema delle gare pubbliche, con una regola aurea: in ogni area dell’aeroporto ci devono essere sempre almeno due gestori, per stimolare la concorrenza. Oltre agli operatori specializzati nel travel (i principali sono Elior-Eliance e SSP), ci sono poi locali gestiti direttamente dai marchi, come McDonald’s e Ladurée. Anche sugli effetti della concorrenza viene subito portato un esempio: in una zona di transiti la società aveva chiesto di aprire i locali alle 5 del mattino. Gli operatori si erano rifiutati. Finché McDonald’s non ha deciso di aprire, essendo seguito poco dopo da tutti gli altri. Nella ristorazione i marchi sono ancora relativamente pochi, ma adatti a pubblici diversi. Si parte dalle soluzioni grab & go, fino a terminare con i grandi ristoranti unici, come il Maxim’s Bar e la Brasserie Flo (gestione Elior-Eliance). Eccezione all’unicità sulla fascia alta sono i locali di Caviar House & Prunier che saranno sviluppati in più punti del CDG. Tra le nuove entrate di cui i gestori vanno più orgogliosi ci sono i ristoranti della catena belga Exki, incentrati sul tema del fresco. «Abbiamo calcolato che un quinto delle persone che passano da quest’area prendono qualcosa in questo locale. È incredibile, abbiamo aumentato di molto gli spazi ma è sempre pieno», il commento entusiasta del direttore delle attività commerciali.

Dalla playstation al cinema

Un aspetto di tutto rilievo è la quantità e qualità dei servizi offerti. Non c’è forse la fantasia che dimostra l’aeroporto di Schiphol ma la strada è quella buona. L’esempio più appariscente è la

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La suddivisione dei ricavi non avio (CDG e Orly)

dossier aeroporti

2010

I conti di Adp nel primo semestre 2011 Ricavi di cui non avio di cui retail & food Ebitda Reddito operativo da attività ordinarie Reddito Operativo Costi finanziari netti Reddito netto attribuibile al Gruppo

1° sem. 1° sem. 2011 2010

2011 2010

1.343 479 217 459

1.318 451 196 432

1,8% 6,3% 11,1% 6,3%

269 313 -49 180

245 245 -43 138

9,8% 27,7% 15,9% 30,6%

fonte: Adp

Dettaglio affitti (mil. di euro): negozi in airside negozi in landside bar e ristoranti pubblicità banche e cambiavalute autonoleggi altro

%2010/2009

2010 196 10 26,8 18,2 11,3 11,9 8,2

2009 168,9 9,5 24,1 17,6 11,6 10,9 8

8,5 13,6

12,7 15,9 16,6 4,8 0,9 -8,4 13,3 % 2010/2009 16,1 4,7 10,9 3,6 -2,8 9,4 3,1

fonte: Adp

Fig. 1

presenza di decine di postazioni con videogiochi Playstation 3. Si tratta di totem con tre-quattro schermi l’uno, i teenager apprezzano molto. La Sony ha di recente rilanciato, installando una sorta di sala cinema, con 5-6 schermi di circa 36 pollici, dove sono proiettati film e serie tv nuovi di zecca del catalogo della multinazionale giapponese. Si trova nella Galerie Parisienne (nell’airside del T2-E, transiti internazionali), una zona che presto sarà arricchita da un’ampia offerta di centri benessere, con hotel interno da 80 camere (altri hotel sono interni al terminal e all’esterno ma nel sedime). Da quest’area si guarda (e abbiamo visto) anche la Tour Eiffel. In tema di intrattenimento, divertenti anche nelle sale d’attesa i divani a forma di cerchio (Soundcorner, realizzati da Samsung), nei quali si può ascoltare della musica trasmessa da tablet collegati (e manovrabili). I tavolini “digital corner” hanno incorporati dei grandi schermi touch screen con caricati giochi per bambini e altre

Sviluppo della superficie dedicata al retail

2009

Ricavi non avio totali (mil. di euro) 943,7 869,7 Retail e f&b 426,4 375,4 di cui: Affitti 282,4 250,7 Quota di ricavi da joint ventures 223,4 192,9 Eliminazioni -79,5 -68,2 Parcheggi e strade di accesso 150,3 143,4 Servizi industriali 65 64,4 Autonoleggi 95,4 104,1 Altri ricavi 206,7 182,4

Fig. 2

A sinistra, i divani Soundcorner realizzati da Samsung, dove si ascolta musica trasmessa da tablet; a destra, La Maison du Chocolat, uno dei punti di riferimento del fine food nel CdG, con Ladurée e Fauchon.

applicazioni. I bambini hanno a diposizione una serie di piccole aree giochi (sette al Charles de Gaulle e due a Orly), con scivoli e altre giostre, in tanti punti dell’aeroporto. Si chiamano Gulli. Infine: dal gusto retrò, ci sono anche giochi a monetine per grandi, come i calcio balilla. Chi si vuole connettere a internet ha due strade: usare il wi-fi, che è gratuito per i primi 15 minuti e poi diventa a pagamento, oppure usare le decine di totem arancioni (Multimedia terminals) o le più comode postazioni con computer e sedute (Atlanteam Cyber café). Servizi negli aeroporti fa sempre più rima con wellness: al CdG sono quindi presenti sia una spa (nel T2-E) sia sette chioschi più piccoli, tutti sotto il marchio Be-Relax. Innumerevoli sono le poltrone massaggianti. Recente e degno di nota è il servizio “concierge”: permette di avvalersi di un po’ di comodità su misura, dal trasporto dei bagagli al servizio di lavanderia, dal fax alla cura degli animali trasportati.

La struttura e i collegamenti

Negozi in arside di cui airside extra Schengen

Negozi in Landside Bar e ristoranti

di cui airside Schengen fonte: Adp

50 retail&food - novembre 2011

Fig. 3

Muoversi all’interno dell’aeroporto non è l’operazione più agevole possibile. Ci sono 6-7 chilometri tra la punta del Terminal 2 e il Terminal 1, con in mezzo il T3, dedicato soprattutto ai charter. Il tempo di spostamento da un estremo all’altro si è ridotto da 20-25 minuti con l’auto o i bus (a causa del traffico) fino a 8, da quando è entrata in servizio la navetta su ferro senza pilota. Ma anche negli stessi terminal la

strada da fare è tanta. Il Terminal 2, il più grande, inaugurato nel 1998 (con gli U2 nel ruolo di celebratori), è formato da sette sotto-terminal contrassegnati dalle lettere dalla A alla G. Ognuno di questi spazi è sviluppato per il lungo, una modalità che finisce per penalizzare un po’ il retail. Ben più vecchio il Terminal 1, datato 1974. Di forma rotonda su dieci piani, è stato messo a punto negli scorsi anni con un sistema “a torta”: a turno veniva messa a nuovo una delle quattro fette in cui è stato diviso. Oltre che con

una ripulitura che ha portato la sua facciata da grigio scuro a grigio e basta, l’aspetto esterno è stato migliorato con tre linee di luci (attualmente arancioni, ma ogni tanto si cambia) che rendono l’edificio spettacolare soprattutto alla sera. Nel T1 il cambiamento più significativo si vede nei suoi sette satelliti. Sei sono ancora abbastanza vetusti, mentre il Settimo Satellite, il primo a essere soggetto a restyling, sfoggia i più moderni colori chiari e grandi vetrate.

I risultati: balzi a due cifre

Come sempre, senza i numeri i giudizi esterni e le valutazioni e autovalutazioni sarebbero solo parole. Invece i dati permettono di dare un senso ai progressi. Nel 2010 (l’anno del vulcano islandese) i ricavi delle voci retail e servizi sono arrivati a 943,7 milioni di euro, in crescita dell’8,5% rispetto all’anno prima. Tra questi, la sezione retail ha toccato quota 426,4 milioni (+13,6%), somma di affitti (282,4, +12,7%) e quota dei ricavi delle joint-venture (223,4, +15,9%) e della voce negativa delle cancellazioni, pari a 79,5 milioni. Tra le altre attività non avio i progressi sono stati ovunque tranne che nel noleggio auto (-8,4%). All’interno della voce “affitti” delle attività commerciali, si segnala la crescita veloce dei negozi in airside (+16,1%, pari a 196 milioni) e della ristorazione (+10,9%, 26,8 milioni), mentre sono deliberatamente più lenti i progressi nelle aree accessibili a tutti (+4,7%, 10 milioni). I negozi hanno continuato a correre anche nel primo trimestre 2011, +11%, con una certa omogeneità nella crescita tra spazi affittati e gestiti in joint-venture, nonostante si sia sentita la discesa di arrivi dal Medio Oriente, conseguenza della Primavera Araba. In ripresa è anche l’autonoleggio. Ma per non la pagina riempire eccessivamente di dati, ne basti uno: Aelia ha aumentato i propri ricavi di 100 milioni di euro in due anni. Chi può vantare questi incrementi in altri aeroporti? Fabrizio Patti




r&f Mystery On Board

Thalys,

il treno freddo e perfetto

è

possibile attraversare l'Europa senza accorgersene? Lavorando, ascoltando musica, navigando wi-fi, facendo merenda e godendo di una cena più che discreta? E magari a prezzi accettabili? Partiamo da Colonia in Germania, poco prima delle diciassette di un giorno feriale, a bordo di un treno ad alta velocità Thalys (società internazionale con quote detenute al 62% dalla francese SNCF, per il 28% dalla belga SNCB e al 10% dalla tedesca DB). Il nostro itinerario prevede di arrivare al confine, attraversare il Belgio, per poi giungere a Parigi poco dopo le 20.00. Il convoglio parte in perfetto orario da Colonia, viaggiamo in prima classe, ma a bordo non ci accoglie nessuno. Poco male, la partenza avviene senza problemi, anche per due passeggeri in sedia a rotelle che salgono sulla nostra stessa carrozza, rapidamente e senza intoppi. La poltrona è davvero comoda e ampia, dotata di presa elettrica, tavolino e illuminazione personale. Non ci sono annunci se non per comunicare l'arrivo nelle stazioni previste. Il volume dell'altoparlante è appropriato e la qualità dell'audio impeccabile, come a dire tanta sostanza e poche manfrine. "Smoove", la tariffa che abbiamo prenotato via web (ottimo sito, chiaro e funzionale, peccato non sia tradotto anche in italiano), prevede il viaggio in prima classe (comfort 1), wi-fi costante e gratuito, servizio di bevande e snack al posto per merenda, quotidiani in omaggio e cena servita al posto, il tutto a 69 euro (!). Per un viaggio della durata di 3 ore e e 17 minuti. Il viaggio ha un grosso difetto, diciamolo subito: la climatizzazione della carrozza. In questo folle inizio d’autunno che ha insolitamente riscaldato tutta Europa, i conduttori del Thalys su cui viaggiamo hanno deciso di mantenere attivata l'aria

condizionata durante tutto il percorso, causando un terribile effetto gelo verso il finale... davvero da brivido. Per il resto un viaggio pressoché impeccabile. L'offerta f&b inclusa è davvero sorprendente (gestione Gruppo Cremonini). Poco dopo la partenza ci viene proposta una sorta di merenda con snack dolci e salti (torte, pasticcini, piccoli panini imbottiti), accompagnata dalla classica offerta di bevande calde e fredde. E con questo credevamo di aver concluso. Ma invece no. Verso le 19 tra Bruxelles e Parigi viene distribuito il menu della cena e poco dopo un'efficiente operatrice attraversa il corridoio spingendo un carrello ricolmo di "vassoi pasto": sgombro in crosta di sesamo, accompagnato da riso (bio), formaggio fresco, mostarda e broccoli al miele e per dessert composta di prugne. Il pane viene proposto al momento della posa del vassoio ma anche in un momento successivo. Così come the e caffè. Ma le bevande comprendono cinque tipi di vino, birra, bibite... Dopo tanta abbondanza segnaliamo l'altra pecca: durante il viaggio non vengono distribuiti i giornali (previsti dalla tariffa e segnalati al momento dell’acquisto). C'è una sorta di espositore per i quotidiani vicino alla porta della carrozza. Ma qui sono abbandonate copie lette e malconce di riviste e giornali; sarà questa l'edicola? Insomma nonostante il clima e la mancanza dei quotidiani, possiamo dire a ragione di aver goduto di un viaggio di livello eccellente, con un servizio paragonabile a quello erogato in classe business dai migliori vettori aerei continentali. Ma in più favorito da una connessione wi-fi non eccellente ma costante e sufficiente a ricevere e inviare email e navigare sul web. Se poi consideriamo il costo del biglietto (69

euro) e paragoniamo il tutto al servizio offerto per tratte di analoga durata sui treni ad alta velocità che attraversano lo stivale… ecco, ci siamo capiti. A questo punto attendiamo curiosi di testare il nuovo servizio Executive, annunciato dall’ad di FSI e Trenitalia, che verrà lanciato a dicembre sul Frecciarossa. A. A.

Thalys > Accoglienza a bordo Saluto, benvenuto Spazio bagaglio Ordine/pulizia poltrona

  

> In viaggio

Annunci Qualità segnale wifi Climatizzazione Ordine e pulizia toilette Cordialità e professionalità controllo biglietti Wellcome: assortimento Wellcome: qualità prodotti Wellcome: servizio Quotidiani/magazine Merenda: assortimento Merenda: qualità prodotti Merenda: servizio Cena: assortimento Cena: qualità prodotti Cena: servizio > Arrivo Puntualità Commiato

        n.d      

 

Legenda:  = migliorabile  = sufficiente = apprezzabile  = molto buono  = ottimo

© Edifis Intelligence

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analisi mercato

Borse e valigie, partire è facile (fare risultati meno) Consumi interni +0,1%, esportazioni +28 per cento. Se c’è un comparto che è specchio dell’industria italiana è la pelletteria. Dove però c’è chi ha scommesso, vincendo, sul mercato interno

L

o si è capito dai discorsi di tutti gli operatori della pelletteria e valigeria che erano presenti alla fiera Tfwa di Cannes (si veda l’articolo a pagina 42) e se ne è avuta una chiara conferma dai dati sul primo semestre della pelletteria italiana distribuiti dall’associazione dei produttori Aimpes in occasione della fiera Mipel: il 2011 è un anno positivo per il comparto, ma solo per l’effetto traino dell’export. La ripresa del settore, secondo la nota dell’Aimpes, è innescata dalle griffes, sospinte a loro volta dalla domanda trainante dei mercati emergenti, tra i quali la Cina sta giocando un ruolo sempre più importante. Spunti molto positivi ci sono per l’alta gamma griffata e per i brand meno noti che operano nelle nicchie del lusso accessibile. È quindi stato un anno buono anche per l’indotto, soprattutto per quello toscano. Ma è una crescita a due velocità, che nasconde un risvolto della medaglia ben poco entusiasmante: fuori dalle imprese dinamiche e competitive della fascia alta, ci sono quelle con offerta “unbranding” o con una debole connotazione di immagine. Per loro la sofferenza è quasi scontata, perché si innesta una competizione diretta con i prodotti di importazione. Qualche selezionato numero rende l’idea: l’export sale del 28% tra gennaio e maggio, per un valore finale di 1,6 miliardi di euro. Il prezzo medio è salito del 21%, segno che a essere esportati sono sempre più prodotti di moda. Tra i prodotti destinati all’estero corrono le borse da donna (+31% in valore e +11% in volume) e la piccola pelletteria (+29%, +21% in volume). Bene anche le cartelle da lavoro e gli articoli da viaggio in generale. A dare fiato ai nostri produttori sono: Stati Uniti, Giappone, Russia, e soprattutto Cina (+78%), Hong Kong, Singapore, Corea del Sud ed Emirati Arabi. Il paese che presenterà le maggiori opportunità nei prossimi anni è sempre la Cina. Passiamo alle dolenti note: la spesa delle famiglie italiane da gennaio e giugno è incrementata di un modesto +1,2%, pari a 800 milioni di euro, dovuto soprattutto al leggero aumento di prezzo, per-

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ché i volumi sono rimasti al palo: +0,1 per cento. Nel complesso, spiega l’Aimpes, vanno benino le borse da donna, mentre sono dolori per borsoni da viaggio, cinture e piccola pelletteria, a eccezione dei portafogli. Per alcuni segmenti produttivi come la valigeria e le cartelle da lavoro, l’aumento delle importazioni ha determinato una flessione della spesa e dei rispettivi prezzi medi. Per la fine dell’anno si prevede un rafforzamento delle tendenze descritte, compreso un aumento delle importazioni per soddisfare la fascia economica della domanda, «che sarà prevalente e destinata ad aumentare, con acquisti effettuati sempre più direttamente da grossisti e soprattutto dalle catene della moda giovane», si legge nel documento.

Bilanci in chiaroscuro

Come abbiamo imparato dall’analisi di altri settori, sono le catene a uscire rafforzate dai momenti di crisi, a causa della migliore efficienza nella logistica, forza negoziale negli acquisti, liquidità alle spalle, possibilità di ricorrere al franchising e quindi a risorse esterne per lo sviluppo. Questo vale anche per un settore, come quello della pelletteria, che in Italia ha avuto una distribuzione del tutto peculiare, imperniata sui negozi multimarca, molto meno diffusi all’estero (e praticamente assenti nel Far East, dove la collocazione naturale sono i department store). Dall’analisi di cinque operatori primari del settore realizzata in collaborazione con la società di consulenza Microsectors (si veda la tabella a pagina 56), emerge che ci sono dei soggetti che hanno saputo cogliere, seguendo questa tendenza, grandi opportunità in Italia. In salute sono soprattutto due: Carpisa (Kuvera spa) e Piquadro.

Di Carpisa a colpire sono i debiti estremamente bassi, soprattutto a medio/lungo termine. Salgono i ricavi, il Mol e il risultato netto; è molto alto il fatturato per dipendente ed è basso il costo del lavoro per addetto: parametri su cui incide l’alta incidenza del franchising. In Italia i punti vendita indiretti sono infatti 401 su 437, mentre all’estero sono 37 su 40. Kuvera spa, con sede a Nola (Na), è stata interessata da un importante cambio di assetto societario: nel febbraio 2011 la famiglia Cimmino, azionista di Inticom spa (marchio Yamamay), e la famiglia Carlino, entrambi soci di Kuvera, hanno acquistato tramite altra società il 50% delle azioni di Inticom con l’obiettivo finale di riunire in un solo gruppo le due differenti realtà aziendali. Pertanto Carlino e Cimmino controllano pariteticamente la società Pianoforte Holding srl, che a sua volta controlla il 100% di Inticom e Kuvera. Molto positivo anche l’andamento di Piquadro: il bilancio chiuso il 31 marzo 2011 parla di ricavi in salita del 18%, Mol del 19% e utili del 25%, a quota 9 milioni. Sono saliti soprattutto grazie alle vendite dei negozi diretti (+29%) e al mercato extra-europeo (+66% e peso dell’8,5%). Anche Europa (+32%) e Italia (+12%) hanno comunque segnato andamenti migliori del mercato. Nell’esercizio i nuovi negozi diretti sono stati 14, di cui 8 in Estremo Oriente e tre in Italia (Riminicentro commerciale Le Befane, Agira Sicilia Fashion Outlet e Roma - Aeroporto di Fiumicino Terminal 3). Tra le aperture successive, si segnala quella in corso Buenos Aires a Milano, con un flagship store. Meno rosei i conti per altre catene: Fergi, per esempio, nel 2010 ha 12 milioni di ricavi e 16 milioni di costi per le sole materie prime. Anche Accessories Bags &


Cosmetics spa, che ha tra gli altri il marchio Segue…, nel suo bilancio non consolidato mostra ricavi in contrazione di 3 milioni di euro, anche se con decisi miglioramenti sul fronte dell’utile e soprattutto del Mol. Brutto il bilancio 2010 di Mandarina Duck, il cui patrimonio netto diventa negativo per le perdite accumulate. Non a caso l’azienda, fondata nel 1977, è stata ceduta dal Gruppo Mosaicon al Gruppo E-Land Europe, che negli ultimi anni ha consolidato la sua presenza sul mercato europeo attraverso l’acquisizione di importanti marchi del settore abbigliamento e calzature. E-Land promette il rilancio del marchio sui mercati di tutto il mondo e ha nominato il nuovo ad, Christopher Bizzio, già nello stesso ruolo in Mosaicon e Mandarina Duck dal 2008 al 2010.

Quasi in 600 nei mall

La fotografia dei negozi di borse e valigie nei centri commerciali fornita in esclusiva a r&f dalla società di consulenza Reno permette di capire quali siano i protagonisti del canale. È un mercato particolare, spiega Reno, che si sviluppa attorno a tre matrici principali: multibrand e monomarca di alto livello; monobrand di livello medio-alto; e monobrand di target medio-basso che si sono diffusi nel nostro mercato negli ultimi anni. Su un totale di circa 350 centri commerciali analizzati si contano 594 punti vendita di pelletteria di cui i negozi indipendenti e le piccole catene sono la maggioranza con una percentuale del 56 per cento. In questo panorama sono quasi del tutto assenti le catene regionali e quelle che focalizzano la loro offerta sulla valigeria. La classificazione riserva invece un ruolo del tutto residuale all’etichetta “valigeria”, dove si considera solo un marchio: Samsonite che, con una distribuzione sia attraverso monomarca sia attraverso negozi multibrand, conta un punto vendita in centro commerciale di rating Reno AAA e 7 in outlet. «I primi punti vendita a nascere e svilupparsi sono stati i multibrand di livello medio-alto e le catene di target alto – spiega la società di consulenza –. Oggi, prima fra tutte in centro commerciale troviamo Piquadro con 12 shop, seguita da Kathy Van Zeeland con 11. Al terzo posto si posiziona Mandarina Duck il cui network è costituito da 8. Caratteristica comune a queste insegne è il posizionamento in centri commerciali di rating Reno alto: Piquadro in strutture A/AA/AAA, le altre due da BB a AAA». Gli altri marchi famosi detengono quote di mercato trascurabili per

L'intervista ma non primaria. Siamo sempre «Presto in altri aeroporti importante molto attenti alle nuove iniziative che ci venin Italia ed estero» gono proposte ma stiamo lavorando anche sugli Sergio Ubaldo, franchising development director Carpisa In un mercato interno stagnante dal 2009 al 2010 siete passati da 424 a 437 punti vendita. Ci sarà spazio per un’ulteriore crescita in Italia o il futuro sarà all’estero? Siamo fiduciosi che, nonostante la situazione attuale, potremo crescere ancora. La nostra è una realtà giovane e in espansione. Prevediamo di aumentare la nostra presenza in Italia e continueremo a svilupparci sempre più all’estero. Quante saranno le aperture nel 2011 e 2012? Quante nei centri commerciali e aeroporti? Le aperture nel 2011 sono 52, di cui 16 in centri commerciali e 19 all’estero, e stiamo valutando ancora alcune posizioni in aeroporti Italiani. Nel 2012 contiamo di raggiungere lo stesso numero di aperture tra Italia ed estero. La vostra presenza nei centri commerciali sembra maggioritaria. È un canale ancora in salute e strategico? La nostra presenza nei centri commerciali è

quanto riguarda i centri commerciali: tendenzialmente si può affermare che le grandi marche, fra le strutture commerciali, preferiscono gli outlet: Nannini, ad esempio, ha aperto 7 punti vendita in queste strutture e nessuno in centro commerciale. Scendendo di livello, fra le catene di target medioalto Segue… (considerata in questa fascia pur avendo un prezzo di ingresso molto basso) con 56 punti vendita è la più diffusa sul nostro territorio; Guess Accesories ha costruito una rete di 12 negozi e a seguire Particolari, Keshia e Tosca Blu con rispettivamente 6 punti vendita la prima, 4 la seconda e la terza in centro commerciale. «Recentemente – continua la nota – si sono diffuse catene di target medio-basso, più competitivo con i negozi di abbigliamento e calzature che hanno implementato la loro gamma attraverso l’offerta di accessori quali borse e portafogli da abbinare ai capi d’acquisto». Primo fra tutti troviamo Carpisa che, con i suoi 176 punti vendita in centro commerciale, ha una presenza sul territorio decisamente importante;

ampliamenti di superficie che ci stanno portando ottimi risultati Malpensa T2, Linate, Olbia, Fiumicino T3, Torino. La vostra è l’insegna più diffusa negli aeroporti tra le valigerie e deve parte della sua popolarità alla comunicazione negli aeroporti. C’è spazio per uno sviluppo ulteriore? Abbiamo aperto a Bergamo Orio al Serio, Napoli Capodichino, Venezia Marco Polo e come già detto stiamo valutando ancora qualcosa in Italia. Sugli aeroporti esteri siamo in work in progress e presto contiamo di essere presenti in due scali molto importanti. L’integrazione con Yamamay è sempre maggiore. Già oggi le due insegne aprono spesso in tandem. In questi casi il franchisee è unico? Si sta pensando a negozi unici con doppia funzione? Non abbiamo una regola, a volte è lo stesso cliente che avvia le due attività, altre volte sono clienti diversi. In futuro, vista la fusione che c’è stata tra le due aziende, sarà probabile che i due marchi saranno sempre di più affiancati. Negozi unici con doppia funzione sono da escludere.

segue Fergi con 53. In una nota la società parla invece di 150 punti vendita in Italia e 10 all’estero, di cui l’80% nei centri commerciali. Cinque aperture sono previste entro la fine del 2011, e nel lungo termine la catena punta sul canale travel e sull’estero. Infine, in questa categoria si trova Borsissime, che conta 16 negozi in sei regioni. Per quanto riguarda le catene multibrand nazionali due sono i principali attori delle strutture commerciali: Caleidos con 22 punti vendita in 6 regioni e Chic Accent con 19 negozi in 7 regioni del Centro-Nord. L’analisi rileva due catene interregionali italiane: Il Pellicano che ha 8 punti vendita di cui 5 in Lombardia, 2 in Veneto e 1 in Friuli Venezia Giulia e Victory con 8 store nell’area del Triveneto. Catene regionali multibrand sono Aranciviola, 4 punti vendita in Puglia, Boschini (6) e Pelletteria Luisa (4) in Lombardia. I dati, è bene ricordarlo, si riferiscono ai negozi nei soli centri commerciali e non hanno un valore scientifico, perché sono il risultato di un’elabora-

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analisi mercato Research, ha avuto nel 2010 un grande rimbalzo: +22% di fatturato, a CARPISA Mandarina Duck spa Piquadro spa Fergi spa Segue… quota 1,82 miliardi di dollari e una (Kuvera spa, cons.) (Accessories Bags & (cons.) Cosmetics spa, non cons.) quota di mercato del 4,7% sul tota2009 2010 2010 2009 2010 2009 2010 2009 2010 2009 (31/03/2011) (31/03/2010) le delle vendite duty free. Sono in pdv diretti estero 3 3 0 0 Oriente le roccaforti: basti pensare che pdv diretti Italia 36 29 51 22 48* 34* Incheon-Seul, il secondo aeroporto pdv indiretti estero 37 28 61 14 al mondo per vendite, ottiene dai pdv indiretti Italia 401 395 114 14 56* 45* “leather goods” il 17% dei suoi ricavi, Totale pdv estero 40 31 61 14 la seconda voce dopo i profumi. Negli Totale pdv Italia 437 424 165 36 scali italiani i nomi ricorrenti sono quelTOTALE 477 455 n.d. n.d. 226 50 104 79 li di Carpisa (6), Tosca Blu e Piquadro (4) e i Santi (2). Tosca Blu è un brand in Ricavi (X 1000) 132.770 112.320 12.077 0 62.955 65.778 42.421 39.518 61.814 52.218 espansione, perché dopo l’esperimenvar. % ricavi 18,2 ns -4,3 7,3 18,4 1,0 to di Orio al Serio si è estesa a Milano MOL (X 1000) 29.915 25.402 -66 0 6.640 1.550 -11.352 -7.356 16.450 13.986 Malpensa T2 e Linate e a Venezia. I var. % MOL 17,8 ns 328,4 54,3 19,1 -2,3 Santi ha invece abbandonato lo storico Risultato netto (X 1000) 15.319 12.152 48 -1 713 -618 -19.942 -12.181 9.097 7.123 negozio a Malpensa T1, conservando i presidi di Venezia e Treviso. Molto mark up netta è la differenza tra i due maggiori fatturato/costo mp 2,2 2,5 0,7 2,0 1,9 1,9 2,6 6,6 6,5 aeroporti (Malpensa e Fiumicino) e gli MOL/ricavi 22,5 22,6 -0,5 10,5 2,4 -26,8 -18,6 26,6 26,8 altri, per numero di punti vendita e RO/ricavi 18,9 18,8 1,9 5,5 -2,2 -33,2 -23,5 23,6 22,6 livello dei marchi: fuori dai grandi scali la fascia di prezzo si abbassa. Fa ecceFatturato/dipendente 292.445 301.935 301.925 255.915 227.606 248.076 253.321 90.239 96.343 zione Bologna, dove si trovano Furla, Costo lavoro/addetto 27.740 28.645 11.175 31.008 28.737 42.404 44.667 12.339 14.797 Mandarina Duck e Piquadro. Ci sono Fatt Italia/totale 92,9 92,2 81,0 75,7 79,9 poi dei casi interessanti: Tramontano Note: * Italia più estero fonte: elaborazione Microsectors ed Edifis Intelligence su bilanci delle aziende a Capodichino è un marchio “made in Naples” di grande richiamo. Pisa, Le tipologie di negozi nei centri commerciali I canali d'acquisto della pelletteria in Italia invece, ha deciso anni fa di puntare su MyWalit, Regionali Indipendenti marchio toscano-inglese di pelletteria contrad2% Catene Target CANALI D'ACQUISTO QUOTE % DI SPESA e piccole catene distinta dai colori pastello, che sulla scorta della medio-basso 56% 35% positiva esperienza pisana è prossimo ad aprire in Dettaglio indipendente 39,4 un altro aeroporto del Nord. -specializzati pelletteria 25,3 -abbigliamento,calzature, sport 14,1 Anche nelle stazioni, infine, le valigie trovano uno Catene monomarca e plurimarca 40 spazio: a Milano Centrale e Roma Termini c’è ad Grande Distribuzione 4,6 esempio Carpisa, e nel terminal romano anche Ambulante 5,3 Segue… F. P. Fig. 1

I Bilanci dei principali operatori

Altri Canali

fonte: Sita Ricerca

Catene Target medio-alto 7%

Fig. 2 fonte: Reno

zione delle informazioni fornite dai siti internet delle società su un campione di 350 shopping center. Come si accennava sopra, molte griffe preferiscono gli outlet ai centri commerciali. Guardando (elaborazione r&f) i siti delle venti principali strutture italiane, tra quelli presenti negli outlet e non nei centri commerciali, spiccano Samsonite e Bric’s (8 punti vendita), Coccinelle (7), Saldarini (6), Roncato, Zippo e La Compagnia delle Pelli (4), e poi Furla e Bags (3), Borbonese e The Bridge (2). Presidiano sia outlet che centri commerciali, invece, Kathy Van Zeeland (10 negozi nei f.o.c.), Segue… e Guess Accessories (8), Piquadro (6), Tosca Blu (5) e Mandarina Duck, con due. Nei principali villaggi commerciali si arriva a oltre 15 shop in questa categoria, anche se non è sempre agevole distinguere tra marchi prevalentemente di pelletteria e quelli di calzature e moda femminile.

I presidi nel travel

Il travel retail è per certi versi il canale ideale per comperare valigie, ma anche le borse, meno funzionali, hanno una discreta presenza. Il settore a livello mondiale, secondo i dati di Generation

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10,7

Fig. 3



international Aldeasa sotto l’ombrello di World Duty Free

Le fasce resteranno divise: Aldeasa, World Duty Free e Biza. Ma la società alle spalle ha cambiato nome, da Aldeasa-Wdf a World Duty Free Group. Nomen omen: significato della nuova denominazione è una maggiore integrazione tra le due realtà, acquistate dal gruppo Autogrill (Aldeasa in una prima tranche nel 2005 e per il resto nel 2008, Wdf nel 2008).

Anche Bulgari nell’isola senza tasse

L’isola turistica di Hainan, sud della Cina, è sempre più preda di turisti avidi di acquistare beni di consumo, soprattutto di lusso, in regime di duty free. Lo spazio

di 7.000 mq di China Duty Free Group ha visto a settembre una media di 11mila clienti al giorno (3.103 transazioni). Così nomi sempre maggiori fanno la loro comparsa: ad agosto è stato il turno dei negozi di Armani Jeans ed Emporio Armani. A dicembre arriva Bulgari, all’ingresso della Fashion Galleria di 3.600 metri quadrati.

Dubai Airports a caccia di ristorazione

Bar e ristoranti per il nuovo Concourse 3 del Dubai International Airport. Li sta selezionando la nuova direzione commerciale dell’aeroporto, in vista dell’apertura dell’area, alla fine del 2012. Il termine per la manifestazione di interesse è scaduto lo scorso 16 ottobre. Parte del Terminal 3 dedicato a Emirates, il Concourse 3 farà salire la capacità annuale da 60 a 75 milioni di passeggeri. La superficie: 528mila metri quadrati, di cui 8.200 dedicati al negozio tax free di Dubai Duty Free.

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duty free world

By Kevin Rozario - London

East or West? Est o Ovest? China may be the country on everyone’s hit list for travel retail expansion, but companies should not forget that, while the US is suffering the same fate of flat-lining economic growth as Europe, Latin American is extremely buoyant – and Brazilian travellers are the driving force. The recent strength of the Brazilian Real – from October 2008 until early September it had risen by +31.5% against the US Dollar – coupled with the country’s high taxes on imported luxury goods and pent-up consumer demand, have resulted in a travel and duty free shopping boom. The Asociación Sudamericana de Tiendas Libres which represents the duty free business in the Latin region reports duty free sales in the first quarter of 2011 were up by +38.2%, double the rise in passenger numbers of +19.4%. And estimated spending data from Swedish duty free researcher Generation Research indicate South American travel retail sales grew in the first half by just under +30%, double the global duty free average of +14.8%. The strong Brazilian economy has allowed its middle class to expand fast and companies expect this underlying trend to continue – helped by the fact that Brazil is hosting the World Cup in 2014 and the Olympics in 2016 which means investment will be a government priority, and Brazil will be the focus of the world. In travel terms, the United Nations World Tourism Organization (UNWTO) put growth of tourist arrivals in South America at +15% in the first half of 2011, better than anywhere else in the world including any Asia sub-region. At the core of this growth has been intra-regional travel by Brazilians. In the US, a popular destination for them, a Department of Commerce survey shows that they now spend close to $6,000 per trip, more than double the figure from 10 years ago. In August Miami International Airport, the US gateway to Latin America, completed a luxury retail area – the first of its kind in a US airport – featuring Coach, Emporio Armani, Montblanc and Thomas Pink, all operated by travel retailer, Duty Free Americas. In South America itself, the top duty free operator there, Switzerland-based Dufry, has seen sales from the region rise from a 25% share of its total sales in the first half of 2009, to 30% in the first half of 2011, with the majority coming from the Brazilian market. The region’s profit contribution is even higher at 40.4%. In August, Dufry bought Interbaires, Argentina’s top airport retailer, suggesting that it has great confidence in the future of the region, and of the continuing ability of Brazilian travellers to spend, spend, spend!

La Cina potrà anche essere il paese sulla lista di tutti per l'espansione nel travel retail, ma le aziende non dovrebbero dimenticare che, mentre gli Stati Uniti stanno subendo la stessa sorte di crescita economica piatta dell’Europa, l’America Latina è estremamente vivace - e viaggiatori brasiliani sono la forza trainante. Il recente rafforzamento del Real brasiliano - da ottobre 2008 fino ai primi di settembre era cresciuto del 31,5% contro il dollaro Usa - accoppiato con le alte tasse del paese in beni di lusso importati e la domanda dei consumatori repressa, hanno portato a un boom negli acquisti travel e duty free. La Asociación Sudamericana de Libres Tiendas, che rappresenta il business duty free nella regione Latina, riferisce che le vendite duty free nel primo trimestre del 2011 sono cresciute del 38,2%, il doppio della crescita del numero di passeggeri, pari al 19,4 per cento. E i dati sulla spesa stimata provenienti dalla società di ricerca svedese sul duty free Generation Research indicano che le vendite nel travel retail del Sud America sono cresciute nel primo semestre di poco meno del 30%, il doppio della media mondiale per il duty free, pari al 14,8 per cento. La forte economia brasiliana ha permesso alla sua classe media di espandersi velocemente e le aziende si aspettano che questa tendenza di fondo continui - aiutata dal fatto che il Brasile ospiterà la Coppa del Mondo nel 2014 e le Olimpiadi nel 2016, il che significa che gli investimenti saranno una priorità del governo, e il Brasile sarà il centro del mondo. In termini di viaggi, delle l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite (Unwto) ha predetto una crescita degli arrivi turistici in Sud America del 15% nel primo semestre del 2011, meglio di qualsiasi altra parte del mondo, inclusa ogni sub-regione asiatica. Al centro di questa crescita ci sono stati i viaggi intra-regionali dei brasiliani. Negli Stati Uniti, una destinazione popolare per loro, un sondaggio del Dipartimento de Commercio dimostra che essi spendono oggi quasi 6.000 dollari per viaggio, più del doppio della cifra di 10 anni fa. Nel mese di agosto l’Aeroporto Internazionale di Miami, la porta d’ingresso degli Stati Uniti verso l’America Latina, ha completato un’area di retail destinata al lusso – la prima del genere in un aeroporto degli Stati Uniti – nella quale figurano Coach, Emporio Armani, Montblanc e Thomas Pink, tutte gestite dal travel retailer Duty Free Americas. Nello stesso Sud America, il primario operatore duty free sul posto, la società basata in Svizzera Dufry, ha visto salire le vendite dalla regione da una quota del 25% delle sue vendite totali nel primo semestre del 2009, al 30% della prima metà del 2011, la maggioranza delle quali provenienti dal mercato brasiliano. Ma il contributo alla profitto della regione oggi è ancora più alto, al 40,4 per cento. Nel mese di agosto Dufry ha acquistato Interbaires, il primo retailer aeroportuale dell’Argentina, lasciando intendere che ha grande fiducia nel futuro della regione e della capacità continua di viaggiatori brasiliani da spendere, spendere, spendere!


Singapore e Giappone regine del lusso

N

on tutta l’Asia è uguale quando si parla di lusso. Qualche esempio? Metà dei libanesi che acquista beni di almeno 500 dollari lo fa d’impulso, così come un terzo degli indiani. Infinitamente più riflessivi i giapponesi: quattro su dieci ci mettono da due a sei mesi prima di comprare, e lo stesso fanno il 39% degli indonesiani e il 29% degli abitanti di Singapore. Lo dice una ricerca di Mastercard, sulle abitudini riguardo al lusso in otto mercati asiatici. A Singapore, in Giappone e India c’è la maggiore quota di persone che posseggono beni di lusso (57, 50 e 49% rispettivamente). Molto meno affascinati dai lustrini sono in Indonesia (8%), Malaysia (22%) e Filippine (23%). I giapponesi, con 4.000 dollari in media da indirizzare verso beni di lusso nel prossimo anno, sono di gran lunga i più spendaccioni.

Starbucks, salto triplo in Germania…

Raddoppiare o triplicare il numero di locali in Germania negli anni a venire: è stato l’annuncio del Ceo di Starbucks, Howard Schultz, in un’intervista a un settimanale tedesco. Oggi sono 150 i punti vendita in Germania, rispetto ai 700 nel Regno Unito e ai 900 in Giappone. Ma la nuova strategia di Starbucks, esposta a luglio, punta a crescere molto di più fuori dagli States (da cui arriva l’80% del fatturato). Da qui l’annuncio in Germania, dove peraltro saranno potenziati i prodotti locali.

La stazione si compra il suo mall

Alla Victoria Station di Londra il centro commerciale era d’impiccio. Per questo Network Rail, la società statale britannica che gestisce i 16 terminal principali (una sorta di Grandi Stazioni d’Oltremanica) ha comprato la galleria commerciale per 91,8 milioni di sterline (106,6 milioni di euro) dall’investitore immobiliare William Ewart. Network Rail dice di voler ridurre la congestione riconfigurando lo spazio retail e i collegamenti con lo shopping center, e al contempo aumentare l’offerta con nuovi negozi, ristoranti e bar. Ora ci sono 35 unità e 11 chioschi permanenti. I viaggiatori all’anno sono 70 milioni.

Nuovi centri, l’Italia tira la ripresa

…e Yum! in India vede quota mille

Un investimento di 150 milioni di dollari sarà messo sul piatto da Yum! Brands, colosso americano del fast food e casual dining, per portare entro il 2015 i punti vendita a quota mille. Oggi sono circa 400. Yum! intanto taglia rami secchi: John Long Silver’s sarà venduto a Ljs Partner, un consorzio di franchisee altri investitori; A&W Restaurants sarà invece ceduto al franchisee A Great American Brand. Rimarranno Kfc, Pizza Hut e Taco Bell, più fast e meno casual.

Se le previsioni di Cushman & Wakefield saranno rispettate, alla fine del 2011 i metri quadrati per nuovi centri commerciali (90%) ed estensioni di centri esistenti (10%) saranno superiori del 26% rispetto al 2010. Lo scorso anno era stato nero da questo punto di vista: calo del 29% rispetto al 2009. Chi guida la ripresa? Nel primo semestre 2011 l’Europa Centrale e Orientale, con in testa Russia, Turchia e Polonia. Nell’Europa Occidentale le maggiori realizzazioni si sono avute in Italia e Spagna. E il 2012? Per ora sono in programma 5,8 milioni di metri quadrati, dei quali il 41% tra Russia e Turchia. Italia sempre in prima fila (malgrado l’incertezza per i continui ritardi), questa volta in compagnia della Francia. Nel Regno Unito, invece, le costruzioni di shopping center scenderanno al livello del 1950, 18mila mq per i due centri previsti.

Chipotle, il messicano asiatico

La prima premessa: nel 2010 i ristoranti con servizio limitato a tema asiatico sono cresciuti negli Usa del 5,9%, più velocemente di ogni altra categoria. La seconda premessa: la catena Chipotle Mexican Grill è già riuscita in passato a rendere “mainstream” un cibo di nicchia come quello Tex-Mex (oggi ha più di 1.100 ristoranti). La conclusione: la società ha aperto a Washington D.C. un pilota di ShopHouse Southeast Asian Kitchen, ristorante asiatico anch’esso nella fascia fast-casual. Per una ciotola di riso o noodles sormontata da carne e verdure si pagano da 6,50 a 7,50 dollari. Non che il mercato del cibo asiatico sia privo di concorrenti: Panda Express ha poco meno di 1.400 locali. Ma il secondo operatore, Pei Wei è molto distante, contandone circa 200. Da qui, probabilmente, la scelta di Chipotle di diventare terzo incomodo.

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international Lo shop di Google non incanta…

Mentre gli Apple Store ci hanno abituato a scene di isteria collettiva (anche un po’ stucchevole) al momento delle loro aperture (sette solo a settembre, tra cui quella nel Centro Sicilia di Misterbianco), il nuovo negozio di Google non ha registrato alcun fenomeno del genere. In realtà si tratta di poca cosa: uno shop in shop temporaneo, aperto fino a Natale, chiamato Chrome Zone e ospitato nel superstore The Currys and PC World, a Londra, Tottenham Court road.

…e Microsoft lancia Airport Maps

In tema di big dell’informatica, Microsoft ha appena lanciato “Airport Maps”, servizio fruibile attraverso Bing Mappe. Permette agli utenti di visualizzare le mappe interne degli aeroporti, ma non solo: mostra i negozi, i ristoranti e le aree ricreative, aiuta a trovare i parcheggi e a calcolarne il costo e aiuta chi abbia perso i bagagli a mettersi in contatto con chi di dovere. Sugli smartphone il sistema dialoga con il Gps. Per ora il servizio è attivo per 42 aeroporti degli Stati Uniti.

Westfield, un milione in 7 giorni

Capogiro: lo fanno venire i numeri del centro commerciale Westfield Startford City Shopping Centre di Londra. Nel giorno della sua apertura, lo scorso 13 settembre, sono affluite 220mila persone, contro una previsione di 100mila. Battuto il record del mall fratello Westfield Shepherd’s Bush, a Londra Ovest (150.000 all’inaugurazione). In una settimana le persone che hanno raggiunto i 300 negozi sono state un milione e hanno speso 20 milioni di sterline. I tanti passaggi al centro portano energia non solo metaforicamente al settore del mall, in forte difficoltà nel Regno Unito: nei centro è stato installato, per la prima volta in uno spazio commerciale, un sistema della Pavegen Systems per produrre energia elettrica dai passi dei visitatori (2,1 watt per ora da ciascuna piastrella).

A Düsseldorf il meglio del digital signage Mall of America, il gigante dà ancora lezioni

È il centro commerciale per antonomasia: il Mall of America è stato il complesso più grande del mondo, prima che lo scalzassero gli agguerriti concorrenti asiatici (tavolta con tonfi clamorosi, come nel caso del South China Mall di Dongguan). Ma anche se ha perso il primato, il centro di Bloomington dà ancora lezioni: fino ad agosto le vendite dei suoi negozi sono cresciute del 9,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, quando pure il bilancio era stato egregio: +7,5% e incassi superiori a 1 miliardo di dollari. Nessuna sorpresa: anche nei terribili 2008 e 2009 i ricavi sono sempre stati positivi di 2 e 1,5 punticini rispettivamente. La tenuta e successiva galoppata si devono a due fattori chiave: il rafforzamento dei marchi di alta gamma (soprattutto Nordstrom e Macy’s) e l’effetto calamita del parco di divertimenti Nickelodeon, il più grande al coperto degli States (8,5 milioni di corse all’anno in media). Sono inoltre attesi una pista da skating e un teatro da 4.000 posti, che si aggiungerà al cinema multisala.

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Tra i finalisti al Digital Signage Best Practice Award 2011 a Düsseldorf ci sono anche tre progetti nella categoria “retail signage”, tutti tedeschi. Il primo riguarda il circuito CinemaxX, nei cui foyer i poster pubblicitari sono stati sostituiti da schermi e proiettori (già da tre anni su schermi giravano i trailer dei film). Ci sono poi gli schermi usati dalle agenzie di viaggio Tvg, i quali fanno venire l’acquolina in bocca ai potenziali turisti proiettando foto e filmati delle destinazioni. è in finale anche il configuratore interattivo di cucine a grandezza naturale, usato dalla Miele & Cie nel suo flagship store. Tra finalisti in altre categorie c’è un totem che guida in maniera personalizzata i clienti all’interno di un centro commerciale e un sistema di ordinazione per ristoranti in cui i piatti si possono guardare su terminal touchscreen.

Iata: nel 2012 profitti col contagocce

Prima la buona notizia: nel 2011 le compagnie aeree a livello globale non avranno profitti per 4 miliardi di dollari, come previsto a giugno, ma per 6,9 miliardi. Merito del numero maggiore del previsto di viaggiatori a luglio e della “residura fiducia derivante dall’ottimismo economico della prima parte dell’anno”, inquietante formula usata dalla Iata che porta alla brutta notizia: la seconda parte dell’anno vedrà una crescita più debole e il 2012 sarà fiacco. Non tanto per la crescita dei ricavi del 4,6% (inferiore al 5,9% proiettato per il 2011), ma perché l’alto prezzo del petrolio abbasserà i rendimenti. Risultato: i profitti attesi per il 2012 scendono a 4,9 miliardi di dollari, lo 0,8% dei ricavi.



stazionario Trenitalia ai piedi della Tour Eiffel

Sarà la prima società ferroviaria privata autorizzata a operare in Francia per il trasporto passeggeri. Parliamo di Tvt, acronimo di Trenitalia e Veolia Transdev, nata dalla partnership tra Gruppo Fs Italiane e Veolia Transdev, primo gruppo privato al mondo nel trasporto pubblico. Veolia Transdev, a sua volta, è sorta dalla fusione perfezionata a marzo 2011 tra Veolia Transport e Transdev. Il servizio di Tvt si chiama Thello e servirà la rotta notturna Parigi – Milano – Venezia. Il primo viaggio sarà l’11 di dicembre con un prezzo a partire da 35 euro. I tempi di percorrenza: circa 9 ore da Parigi Gare de Lyon a Milano Centrale e oltre 11 ore dalla capitale francese a Venezia Mestre. Lsg Sky Chefs gestirà l’accoglienza e la ristorazione. Durante il lungo tragitto sarà possibile infatti cenare nella carrozza ristorante, che conta 36 posti a sedere, e consumare la colazione al tavolo. Non mancherà una spazio bar con panini, bevande e altri prodotti alimentari.

All’asta le sorti di ArenaWays

N

on è arrivato all’anno di vita il vettore Arenaways, che secondo le intenzioni del fondatore Giuseppe Arena avrebbe dovuto fare concorrenza a Trenitalia lungo la tratta Torino – Milano. Determinanti sono state le limitazioni imposte ad Arenaways pochi giorni prima l’avvio del servizio, a causa delle quali le fu impedito di effettuare fermate intermedie tra le due città. Ciò le precluse di fatto di intercettare il traffico pendolare. L’epilogo ha avuto luogo lo scorso 26 settembre, quando il Tribunale di Torino ha autorizzato la procedura di vendita all’asta della compagnia. L’iter ha previsto la consegna delle buste entro il 19 ottobre, con la prospettiva da parte del curatore fallimentare di concludere la vendita entro il 31 ottobre. Al momento della stesura dell’articolo si contavano due probabili compratori. Uno è la cordata guidata dallo stesso Arena, che contempla partner italiani e, con una partecipazione minoritaria, anche un operatore ferroviario. L’altra vede i britannici di Arriva, società controllata delle ferrovie tedesche Deutsche Bahn, già da tempo operativa in Piemonte e Val D’Aosta . •

A Brignole e Bologna i temporary di Retail Group

N

on solo le solite note, le aperture di Retail Group coinvolgono anche le stazioni di Genova Brignole e Bologna. Gli opening saranno a marchio H20 a novembre e Guru a dicembre, rispettivamente nello scalo ligure e in quello emiliano. Altri negozi temporanei aprono questo mese a Roma Termini, Milano Centrale e Napoli Centrale. Nel terminal capitolino è la volta di Mango Touch, attivo su 90 mq nel solo mese di novembre, e di Olio Dante, operativo anche a dicembre. Stessa formula per Olio Dante a Napoli, dove però è presente nella formula shop in shop, e a Milano. Sempre nella città meneghina è attivo a novembre su 40 mq il temporary a marchio Campo Marzio. Prosegue nel frattempo il negozio temporaneo di Perugina a Roma, aperto in una location di 35 mq lo scorso ottobre e operativo sino a marzo 2012. •

Centostazioni sul binario della pubblicità

L’accordo vale tre anni e prevede la gestione in esclusiva. Questi sono i termini del contratto, stipulato con Trenitalia, in virtù del quale Centostazioni si è aggiudicata l’advertising a bordo treno. A partire dallo scorso ottobre la società guidata da Paolo Simioni promuove e realizza progetti di comunicazione sull’intera flotta del Gruppo, compresa l’Alta Velocità. L’accordo prevede anche la gestione, sempre in esclusiva, delle iniziative di engagement e di distribuzione a bordo di tutti i convogli. L’attività è realizzata in partnership con Exomedia, specializzata nel marketing e vendita sul target “Moving People”. Nel frattempo, sul fronte retail, Centostazioni ha annunciato per novembre l’apertura di un locale di make up a Padova a brand Be Up, di un negozio temporaneo di gadget e articoli da regalo a Brescia, e di un altro di motorini elettrici dal brand Impatto zero a Monza. Quest’ultimo vanta la seconda esperienza nella città brianzola.

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Isole Self Shop, prima tappa a Pescara

I

l vending raddoppia nelle stazioni italiane con le nuove “Isole Self Shop”, che si affiancano alle “Self Bar” già presenti da 12 anni lungo i binari. Il progetto pilota è stato attivato a Pescara lo scorso 30 settembre, ma entro 5 mesi il nuovo servizio toccherà 32 terminal del circuito di Centostazioni. Le tappe successive sono state a Brescia il 13 ottobre, mentre tra la fine di ottobre e i primi di novembre sarà la volta di Milano Garibaldi, Rogoredo, Lambrate e Monza. Protagonista dell’iniziativa è Fast Service Italia, nata dalla collaborazione tra Ivs Italia e Sogeda Srl. Le Isole Self Shop si compongono di tre distributori automatici e commercializzano prodotti sostanzialmente utili per il viaggio: dalla parafarmacia all’igiene personale, sino ai collant, piccoli giochi, batterie e accessori per computer e telefonia di dimensioni ridotte. Uno dei distributori è dedicato al Promo Food: si tratta della distribuzione di un unico prodotto a fini promozionali. In futuro è prevista la sponsorizzazione da parte dei fornitori. Al momento è prevista la presenza di Thè San Benedetto e dei Tuc Saiwa, successivamente sarà la volta di Lindt e Ferrero. •


­­­Retail Station

Desigual Il fashion ha conquistato le gallerie delle stazioni ferroviarie, con brand di forte appeal che sino a poco tempo fa avrebbero scelto solo location high street. Un esempio significativo è quello del marchio Desigual, fresco di apertura in Corso Buenos Aires a Milano, che punta a quota 11 negozi di proprietà in Italia entro la fine dell’anno. Tra questi si annovera lo shop in Milano Centrale, ma in pipeline compaiono altre iniziative nel circuito di Grandi Stazioni. Per conoscere le strategie del marchio spagnolo in questo canale abbiamo interpellato il "Desigual Team" con una serie di domande. Prima uno spaccato sul mercato italiano: quanto pesa per Desigual in termini di fatturato e di punti vendita? L'Italia rappresenta attualmente oltre il 19% del fatturato globale Desigual ed è uno dei principali mercati europei, insieme a Spagna, Francia e Germania. Il marchio è presente con negozi propri a Bologna, Fidenza, Milano, Napoli, Roma e Venezia. Nel 2010 Desigual ha venduto oltre 15 milioni di capi in tutti i suoi punti vendita, di cui 1.250.000 nel mercato italiano. Perché avete scelto di entrare nelle stazioni ferroviarie delle Penisola per sviluppare il marchio? Innanzitutto per l'importanza strategica del mercato specifico. Inoltre perché il network delle stazioni ferroviarie italiane offre un elevato footfall in un ambiente di acquisto interessante. Parliamo di Milano Centrale: quali sono le performance e gli obiettivi per questo negozio? Le vendite sono soddisfacenti, in linea con i migliori negozi al detta-

Interno del punto vendita Desigual in Milano Centrale glio di Desigual European nel canale del travel. Un obiettivo è incrementare la brand awareness in Italia, dato che Desigual sta intensificando la sua espansione in questo mercato. L'azienda attribuisce un grande valore ai risultati che il negozio sta ottenendo in termini di esposizione del marchio e di percezione dei clienti italiani. Avete intenzione di aprire altri punti vendita in questo canale? Si può dire dove? Sì, la società aprirà a Torino Porta Nuova e a Napoli Centrale prima di Natale. Opening in altre due stazioni sono pianificati per la prima metà del 2012. Si possono accennare i termini generali dell’accordo con Grandi Stazioni? L’accordo è confidenziale. A. P.

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stazionario Grandi Stazioni, retail sopra il 70%

M

anca davvero poco, ormai, perché le gallerie commerciali di Milano Centrale, Torino Porta Nuova e Napoli Centrale vadano a regime. Esclusa Roma Termini, già al completo ma con una forte alternanza di negozi, gli scali citati superano il 70% del loro potenziale. Quello di Milano tocca quota 80 per cento. In tutti i casi la previsione di Grandi Stazioni, che cura la gestione e la commercializzazione, è di completare il portafoglio negozi nei primi mesi del 2012.

Qui Milano Centrale La stazione meneghina arriverà a contare un centinaio di shop, distribuiti lungo i cinque livelli su cui si articola lo storico edificio. A un anno di distanza dall’inaugurazione del centro commerciale di Milano Centrale non mancano le novità. Al piano interrato o piano metropolitana l’offerta si compone di prodotti di abbigliamento, di accessori, unitamente ad attività di servizio e food&beverage. All’ingresso, attraverso la metropolitana, è presente un’attività di tabacchi, a cui si affiancherà per fine anno una nuova gelateria e cioccolateria a insegna Bianco e Nero, del Gruppo Cremonini. Le future aperture saranno quelle di Nike e del cambio valute a insegna Forexchange. Al piano terra nei prossimi mesi aprirà un negozio di elettronica, che si svilupperà sino a quello binari. Fonti non ufficiali parlano da tempo di Media World. Nelle aree esterne verrà sviluppata la presenza dei Rent A Car. Al livello ammezzato il presidio di ristorazione è assicurato dal bar Segafredo, a cui si affiancherà nei prossimi mesi un fast food di una notissima insegna. Dovrebbe essere l’atteso McDonald’s. Al piano ferro e a quello mezzanino, nella parte della galleria, è previsto l’ingresso al futuro negozio di elettronica. Sono inoltre calendarizzate le apertura del Villaggio della Salute che, oltre alla tradizionale farmacia, fornirà servizi evoluti di medicina e diagnostica, e di un ristorante, il Bistrot Milano gestito da Autogrill. L’offerta del piano mezzanino, fronte binari, è completamente dedicata alla ristorazione. Ai già aperti Sky Lounge Bar e alla caffetteria Mokà si affiancheranno Roadhouse Grill e Rossopomodoro.

Qui Torino Porta Nuova L’offerta commerciale della stazione si distribuisce su due livelli: il piano terra, punto d’arrivo e partenza dei treni, e il mezzanino. All’ingresso

centrale sono presenti una farmacia, un bar a insegna Segafredo e una Boulangerie a insegna Vyta. Nei primi mesi del 2012 si aggiungerà un nuovo store di elettronica a marchio Trony, che si svilupperà su due livelli. Sempre al piano terreno apriranno Desigual, Solissimo, una parafarmacia a insegna Benessere di Francesca Angelini, Mango e Nike. L’offerta del piano ammezzato, al netto della sala giochi Game Express e del secondo livello della libreria Feltrinelli Express, è dedicata alla ristorazione. E’ già presente un’attività Fresh&Good, vicino alla quale sorgerà un ristorante di Autogrill.

Qui Napoli Centrale L’offerta retail, a regime con 65 attività, si articola lungo tre livelli principali: il piano interrato, il piano binari e il piano Ammezzato, con superfici che hanno affaccio diretto sul piano binari. Nella parte sottostante sono previsti entro l’anno gli opening di Desigual, di Alcott e di una sala giochi Game Express. Al piano terra e ammezzato saranno avviati un shop di abbigliamento e accessori uomo Gutteridge e un punto vendita United Colors of Benetton. È allo studio, inoltre, la creazione di un’area di complessivi 5.000 mq, distribuita su due livelli tra loro interconnessi, destinata a uno shop di abbigliamento con una variegata offerta di accessori, mentre al piano ammezzato verrà creata una food court. L’area si affaccerà sia all’interno della Galleria Centrale del piano binari sia all’esterno. Last but not least. Napoli Centrale si inserisce nel più ampio progetto di riqualifica di Piazza Garibaldi, seguito da Dominique Perrault, che prevede la costruzione di una galleria commerciale ipogea direttamente interconnessa con il terminal, anch’essa gestita da Grandi Stazioni.

Qui Roma Termini Dall’inizio del 2011 hanno aperto numerose insegne. Tra queste troviamo il punto vendita de L’Occitane En Provence, situato in area biglietteria, lo shop Wind e il negozio Guess Accessories. Di queste settimane è l’apertura di un presidio Geox. Quest’ultimi tre negozi sono collocati in area Forum. Da non trascurare, quest’anno, l’avvio del department store Coin, nell’area precedentemente occupata da Upim.

retail&food - novembre 2011 65 65


ai ferry porti Sardegna, passeggeri in fuga…

I dati ufficiali confermano le previsioni. La prima parte dell’anno, e in particolare l’estate, ha registrato record negativi per i porti di Olbia e Golfo Aranci sul fronte passeggeri. Il traffico di viaggiatori nei primi otto mesi del 2011 è sceso del 24%, pari a 900mila persone in meno, mentre ancora peggio è andata ad agosto. Nel mese turistico per eccellenza la flessione ha toccato quota 27%, pari a 360mile unità in meno rispetto allo stesso periodo del 2010. Tra i principali responsabili spicca il caro biglietti e l’incertezza sul caso Tirrenia.

… si punta sulle crociere

Ma a salvare i conti potrebbero essere i colossi dei mari con il loro prezioso carico di turisti. Costa Crociere ha deciso infatti di puntare per l’inverno 2011 e il 2012 su Cagliari e Olbia come porti di imbarco. Dal capoluogo di regione salperà Costa Concordia, da 114mila tonnellate di stazza e dotata di ben cinque ristoranti, centro benessere, due piscine e numerose attrazioni. Inoltre per le feste di Natale e per la primavera saranno attive con minicrociere Costa Deliziosa e Costa Luminosa. Novità anche per Olbia: dal 5 giugno al 4 agosto 2012 Costa Serena partirà per Ibiza, Palma di Maiorca, Marsiglia e per tappe in Provenza, Savona e Civitavecchia.

Royal Carebbean, shopping con amore Il legame tra il mondo del retail e le crociere è sempre più forte. Un esempio è il concorso “I love shopping with Royal”, indetto da Royal Caribbean International. L’iniziativa premia gli agenti delle agenzie di viaggio che effettuano le prime mille prenotazioni entro il 31 gennaio 2012 sulle crociere in Mediterraneo con partenza dall’Italia e in Nord Europa. Alla fine del periodo, le prime mille prenotazioni saranno premiate con shopping card da utilizzare in circa 1.500 negozi su tutto il territorio nazionale. Alcuni dei marchi coinvolti sono Coin, Chicco, Bennet, Cisalfa, Salmoraghi&Vigano’ e Upim.

66 retail&food - novembre 2011

Porta a Mare, al via la fase retail

L

'avvio è stato nel 2008, con previsione di fine lavori per il 2018, ma la fase più importante sul fronte retail sta per iniziare. Parliamo di Porta a Mare: progetto da 200 milioni di euro che prevede lo sviluppo e la riqualificazione in due step di un’area in corrispondenza dei moli attorno alla Nuova Darsena e al Molo Mediceo di Livorno. Protagonista è Gruppo Igd attraverso la società controllata al 60%, Porta Medicea. Gli altri operatori, con quote paritarie del 20%, sono Cmb e Cooperare spa. La progettazione è affidata all’architetto Isola e allo studio EEt di Cobolli Gigli Monico. La notizia, due anni dopo l'inizio del cantiere della parte commerciale, è l'avvio della fase di pre-letting in occasione della prossima edizione del Mapic. Sui 70mila mq

dell'area di intervento, ben 20.500 mq saranno a destinazione commerciale, 14.700 residenziale, 7.600 per il terziario, 15.500 per alberghi, 9.500 per residenze turistiche e alberghiere con formula residence. Sono inoltre previsti 700 nuovi posti barca e le relative infrastrutture. I negozi, posti a piano terra e caratterizzati dai tipici bastioni nello stile delle fortezze medicee, saranno ospitati in parte nelle antiche officine e in parte al piano terra del “sub-ambito” Mazzini, con affaccio sul canale e sulla stessa piazza Mazzini. La previsione di fine lavori per le aree retail si attesta alla fine del 2015. Al momento è stata completato il recupero dell’ottocentesco Palazzo Orlando, in massima parte riservato a uffici. •

Genova pensa in grande

G

rande, anzi grandissima, la nuova banchina da 340 metri in grado di ospitare le super navi da crociera. Grande il progetto di riqualificazione del porto, che prevede il recupero di aree con soluzioni anche retail. Grande il numero di passeggeri che Luigi Merlo, presidente dell’Autorità Portuale, punta a movimentare per il prossimo anno: un milione contro gli 800mila attuali. Il porto di Genova guarda al futuro forte del taglio nastro della nuova banchina di Ponte dei Mille avvenuto a fine settembre. L’opera, da 13 milioni di euro e due anni di lavori, ha compreso anche il dragaggio dei fondali sino a una profondità di dieci metri. Il progetto di ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture prevede inoltre il completamento entro la primavera dell’accosto di Ponte Parodi, che consentirà l’approdo in contemporanea di cinque navi da crociera, e

il restauro dell’Hennebique. In virtù di questo sviluppo lo scalo ligure si allinea ai maggiori porti italiani, Civitavecchia e Venezia, che contano rispettivamente sei e cinque approdi per le navi da crociera. •


Ragusa, 118 milioni sul porto

D

opo l’aeroporto di Comiso, collaudato nel 2007 ma non ancora operativo, Ragusa punta a cambiare volto al porto di Pozzallo. Il progetto, approvato all’unanimità dal consiglio comunale di Pozzallo, prevede un maxi investimento da 118 milioni di euro in grado di trasformare radicalmente lo scalo, oggi di piccole dimensioni. Gli interventi riguardano sia il terminal commerciale che quello turistico. Nel primo saranno realizzati 1.148 metri di nuove banchine, che si aggiungono agli attuali 675 metri. Nel secondo è

prevista la costruzione di banchine per 390 metri a servizio dei pescherecci, di 531 metri per navi traghetto e passeggeri, di 622 metri per navi da crociera e di oltre 850 metri per nautica da diporto. Il progetto sarà presto vagliato dalla Sovrintendenza per i Beni culturali e ambientali del Mare e dal Genio Civile Opere marittime di Palermo. In questa sede sarà preso in esame il carteggio per la definitiva approvazione e relativo stanziamento di fondi. Successivamente sarà il comune di Pozzallo, in qualità di stazione appaltante, a decidere con quali interlocutori interfacciarsi. •

Tirrenia-Cin a fari spenti

T

utto tace, tranne la stampa, sulla cessione di Tirrenia a Compagnia Italiana di Navigazione. In attesa che si pronunci la Commissione Europea la procedura è congelata. «Per fare le assegnazioni aspettiamo il via libera dell’Antitrust (europea, ndr)», ha dichiarato nei primi giorni di ottobre il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli. Nel mirino dei commissari Ue ci sono diversi aspetti. In primis alcune misure di sostegno pubblico che l’Italia ha adottato a favore delle società dell’ex Gruppo Marittimo per garantire la continuità territoriale tra il continente e

le isole. «La Commissione… deve anche garantire che la privatizzazione di Tirrenia e Siremar non abbia comportato sovvenzioni indebite», ha chiarito Joaquin Almunia, commissario Ue alla concorrenza. In questo filone sono finite anche le altre tre società regionali, Caremar, Saremar e Toremar. Altro capitolo: stabilire se alcuni provvedimenti adottati a favore di Tirrenia e Siremar nel contesto della loro privatizzazione, principalmente di natura finanziaria per coprire spese correnti e vantaggi fiscali, siano tali da «procurare loro indebito vantaggio economico sui loro concorrenti». Ultimo, ma non per importanza, è il tema della trasparenza. Eloquente è il comunicato stampa diramato in sede europea: «Le informazioni di cui dispone in questo momento non consentono alla Commissione di escludere che, se i criteri di selezione fossero stati più trasparenti e la procedura non soggetta a condizioni, altri offerenti sarebbero stati interessati a partecipare alla gara». •

retail&food - novembre 2011 67


r&f vetrina

Il bitter aiuta l’amore

Venghino siori: Sanpellegrino e Sanbittèr hanno creato dieci “love drink”, cocktail analcolici che promettono un effetto afrodisiaco. Ha collaborato il collettivo di designer al femminile Arabeschi di Latte. Tra i risultati: Bitter Basilico, ispirato al Decameron; Love Forever, con aranciata, maggiorana e liquirizia; Ginger Chinò, con chinotto, zenzero e limone.

La crema dell’amaro

Si chiama Averna Cream, è soprannominato il “cremamaro” e come avrete intuito è una crema al gusto di amaro, ultimo prodotto del marchio Averna. Bassa gradazione (17%), sapore in equilibrio tra la dolcezza della crema e l'energia dell’amaro, viene consigliato per dopocena, magari natalizi, ma anche per aperitivi. Prezzo consigliato: 8,90 euro.

Piatti pronti senza sorprese

Nella Gdo/Do sono sempre più richiesti i prodotti “ready to eat”. In questa prospettiva Electrolux Professional propone il forno air-o-steam Touchline. Il forno è «ideale per le installazioni dove il “turnover” del personale è elevato, dove è richiesto un alto standard qualitativo e ripetibile e dove la sicurezza alimentare è un must», spiegano da Electrolux.

La birra del Natale

Ci sono due panettoni, Glassato e Delice, il Pandoro Classico, il distillato di birra Bierbrand e una speciale Birra d’Inverno tra le proposte natalizie di Hausbrandt. In una veste moderna, la birra ha una ricetta centenaria, con «profumo inconfondibile di frutta secca, corpo rotondo che abbraccia il palato, gusto leggermente speziato».

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Aeroporti 2012

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retail&food 68 retail&food - novembre 2011



La pulce nell’orecchio

Tra Frecciarossa e Italo è competition by litigation

I

l nome è altisonante ed evocatore. Italo ricorda il nome di coraggiosi avventurieri e un’epoca di ambizioni internazionali del Paese. Eppure di vintage, il nuovo treno superveloce italiano ha solo il nome perché Nuovo Trasporto Viaggiatori (Ntv), la società nata per fare concorrenza a Trenitalia, vuol fare della modernità e dei servizi all’avanguardia la sua carta vincente. Ma tutto è ancora sulla carta, o quasi. Esattamente un anno fa da queste colonne scrivevamo che Italo non aveva percorso nemmeno un chilometro e che quella tra il Frecciarossa di Trenitalia e il nuovo treno di Ntv era una sfida ancora tutta da scrivere. Dopo dodici mesi nulla è cambiato: di Italo non c’è traccia nelle stazioni ferroviarie. A maggio dell’anno scorso, Luca Cordero di Montezemolo in persona, il fondatore di Ntv insieme a Diego Della Valle e Gianni Punzo, annunciava alla stampa che Italo sarebbe partito a settembre 2011. Settembre è oramai alle spalle. Le ultime notizie ufficiali risalgono allo scorso luglio quando, si apprende dal sito dell’azienda, è stato dato il via libera al centro di manutenzione di Ntv e firmato l’accordo coi sindacati. Ma da allora niente più aggiornamenti e in teoria tra due mesi e mezzo il servizio dovrebbe ufficialmente partire (il 2012 era sta indicata come data per il debutto). Ntv ha finora investito circa un miliardo di euro, il grosso usato per mettere in piedi la flotta, 25 treni superveloci fabbricati dal colosso franco-elvetico Alstom (quelli Frecciarossa in arrivo e destinati a far concorrenza a Italo li produrrà invece la cordata Bombardier - Ansaldo Breda). Di recente i manager di Ntv si sono limitati a dire che Italo partirà quando tutta l’azienda potrà offrire servizi di qualità elevata almeno quanto Trenitalia. Ma quando? Non si sa. È evidente che Ntv mette le mani avanti e non dando più dettagli sulla tempistica, ammette implicitamente ritardi. Per colpa di chi? Di Trenitalia, ça va sans dire. Le Ferrovie dello Stato starebbero facendo di tutto per mettere i bastoni tra le ruote di Italo, spaventate dall’arrivo della concorrenza.

70 retail&food - novembre 2011

di Simone Filippetti

Fin da subito, tra Ntv e Trenitalia sono state scintille e un continuo scambio di accuse. Dove sta la verità? Come spesso accade, probabilmente nel mezzo. È senz’altro vero che Trenitalia probabilmente fa ostruzionismo per ostacolare Ntv (una prassi legittima, entro i limiti di legge, e se lo sia o meno dovrà essere un giudice a stabilirlo); ma è anche vero che per Ntv i supposti ostacoli di Trenitalia siano un ottimo casus belli e uno scudo

tore: la concorrenza viene sempre osannata come la divinità in grado di risolvere qualsiasi problema. Solo che Italo porterà la concorrenza dove la concorrenza, di fatto, c’è già: Ntv si concentrerà sull’Alta Velocità, quindi le tratte da Torino-MilanoRoma-Napoli, dove il Frecciarossa compete con l’aereo. L’imprenditore, è un suo diritto, persegue giustamente il profitto: per questo Ntv se ne sta alla larga dalle tratte minori del paese, dove si perdono soldi. Solo che i collegamenti MilanoRoma non sono la priorità del Paese, mentre i problemi veri sono i collegamenti pendolari verso le metropoli, o quelli tra il Nord e il Sud, esclusi a priori dai privati. E sempre più trascurati anche da Trenitalia che taglia di continuo i servizi e la manutenzione per

per giustificare i ritardi che sta accumulando. Accusarsi l’un l’altro, però, rischia di essere un leitmotiv che continuerà anche dopo l’esordio di Italo. E nel continuo rinfaccio di accuse e scarico di responsabilità sarà difficile capire chi ha davvero ragione con il viaggiatore in mezzo candidato a rimanere col classico cerino in mano. In Inghilterra la chiamerebbero competition by litigation, ossia concorrenza non sui servizi e sui prodotti, l’unica cosa che invece interessa al cliente, ma sui contenziosi legali. Una notazione proprio sul versante del consuma-

risparmiare. E questo va al cuore del problema delle privatizzazioni: davvero i privati migliorano i servizi di un Paese? In Italia avremo l’imbarazzo della scelta per andare da Milano a Roma o a Napoli: Freccia Rossa, Italo, Alitalia, Ryanair, Lufthansa ed Easyjet. Ma da Venezia a Bari, da Firenze a Perugia, da Reggio Calabria a Roma, la nostra sarà una ferrovia da paese sottosviluppato e arretrato. È di questo che il Paese ha bisogno o va a finire che i privati si spartiscono la parte ricca della torta, mentre il resto va in rovina? •


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La foto

Angela Merkel, cancelliere tedesco. Non sarà bella, non sarà simpatica, non è particolarmente amata dai suoi compatrioti ed è stata beccata ad indossare lo stesso abito in più occasioni ufficiali. Ma a noi andrebbe benissimo così, si può fare cambio?

retail&food - novembre 2011 71


r&f last but not least Il momento magico del lusso

I

l lusso tira, come e più di prima, e l’Italia è uno dei principali mercati, oltre che produttori. Una notizia apparentemente clamorosa, soprattutto per quanto riguarda il consumo interno di beni di lusso. I dati più freschi in materia sono stati presentati durante l’Osservatorio Altagamma 2011, tenutosi a metà ottobre a Milano. In base ai bilanci delle aziende “elette” a rappresentare i beni di lusso, fino a quelli esclusivi, i dati relativi al 2010 risultano positivi per «tutti i settori e in tutti i mercati e certificano la validità di un modello di business basato sull’innovazione, sulla

Financial highlights

qualità e sull’export». Ma non solo, le attese per 2011 sono ancora superiori con una crescita per il comparto lusso nel suo complesso, stimata a doppia cifra. Dunque per chi produce e vende i beni più preziosi e cari la crisi può dirsi superata (in Europa, Usa e, con più difficoltà causa tsunami, Giappone) o non c’è mai stata (BRIC & Co.).

I dati del F&L Insight

Se analizziamo i numeri, a partire da quelli elaborati da Altagamma e SDA Bocconi per il Fashion & Luxury Insight (FY 2010), si può osservare il Fig. 1

Fonte: Fashion Luxory Insight: Altagamma-SDA Bocconi

(Overall sample) 2005 Sales Growth Return on Investments (ROI) 16.6% Return on Equity (ROE) 19.6% EBIT Margin 13.2% Asset Turnover 1.29 EBITDA Margin 16.4%

2006 10.3% 15.5% 19.5% 12.5% 1.30 15.7%

2007 9.4% 14.7% 16.2% 12.2% 1.28 15.7%

2008 3.7% 9.9% 1.4% 8.8% 1.31 13.2%

Personal Luxory Goods - Ranking by Country (2010, BE)

2009 -5,3% 8.3% 3.5% 7.0% 1.24 11.1%

2010 10.9% 12.4% 16.5% 10.0% 1.25 13.6%

Fig. 2 Fonte: Bain & Company

ritorno a un trend decisamente positivo per quanto riguarda le vendite (10,9%); un incremento della redditività degli assets (ROI) che raggiunge complessivamente il 12,4%; un incremento significativo del ROE che arriva fino al 16,5%; e infine una crescita tanto dell’EBITDA 13,6%, quanto dell’EBIT 10 per cento. Insomma, risultati davvero lusinghieri, da “scampato pericolo” (fig.1). Per quanto riguarda i canali di vendita, il retail che ha confermato una crescita positiva, benché limitata, nel 2009, torna a galoppare nel 2010 mentre il canale wholesale dimostra ancora qualche segno di fatica. Interessante infine considerare la forte relazione tra le dimensioni dell’azienda e redditività da una parte e cash flow dall’altra, grande è decisamente meglio.

La geografia del lusso

Ma i dati più sorprendenti, per chi di lusso non vive, vengono dalla distribuzione geografica dei consumi. Grazie alle informazioni proposte da Bain & Company è infatti possibile apprendere che gli Stati Uniti continuano a essere di gran lunga il primo mercato per consumo di beni di lusso con una spesa di oltre 48 miliardi di euro nel 2010. La Cina è ormai in top five, al quinto posto con più di 9 miliardi di spesa, preceduta dalla Francia, dall’Italia e dal Giappone che sicuramente

48.1

New York ~ 15 €B

Milan ~ 4 €B

18.1

Paris ~ 8,5 €B

17.5

London ~ 6 €B

13.3 9.6

Growth 09-10

Moscow ~ 3,5 €B

9.0

8.3

6.3

US

Japan

Italy

France

China

UK

Germany

Korea

15%

0%

13%

12%

35%

9%

9%

25%

5.3

Middle East Hong Kong 12%

Mercati in fiera NOME

SALONE FRANCHISING MILANO MAPIC SIA GUEST PITTI UOMO MARCA BREAD & BUTTER PITTI BIMBO

72 retail&food - novembre 2011

COSA

Retail Retail Real Estate Accoglienza Fashion Gdo Streetwear Kids fashion

4.8

30%

4.7

Russia 4%

nel 2011 presenterà dati meno favorevoli per gli effetti subiti dopo il terremoto, tsunami e fughe radioattive. Più in dettaglio il nostro Paese nel 2010 ha consumato beni di lusso per 17,5 miliardi di euro, di cui 4 concentrati nella sola Milano. Un dato in linea con quanto raccontato da Presadiretta (Rai 3) a ottobre riguardo a un modello di borsa Hermes in vendita presso la boutique di via Condotti, a più di 6.000 euro. Per aggiudicarsela occorre entrare in lista d’attesa, e prima ancora in pre-lista d’attesa… A. A.

CALENDARIO NOVEMBRE 2011 - GENNAIO 2012 DOVE

QUANDO

WEB

Milano Cannes Rimini Firenze Bologna Berlino Firenze

4-7/11 16-18/11 26-29/11 10-13/01 18-19/01 18-20/01 19-21/01

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