retail&food ANNO 7 NUMERO 6 GIUGNO 2012 • € 3,00
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LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI
Tra sostenibilità e refurbishment
PROGETTARE IL RETAIL I centri commerciali aprono col contagocce. Ma l’industria resiste
Analisi fiere
Crisi in mostra
Taglio nastro DO.it
Dossier aeroporti Manchester
NEWS PRIMAE NOCTIS euro, pensare positivo
L'OPINIONE i Mall sono ancora i luoghi ideali per il coMMercio (a certe condizioni) In un momento di crisi come quello che sta attraversando il nostro Paese, in cui lo spread ci dà il tormento e “austerity” è la parola più ascoltata, poter acquistare in tutta sicurezza e serenità fa davvero la differenza. E i centri commerciali sono in assoluto il luogo ideale. Di fatto si confermano un’opportunità anche per lo sviluppo del franchising. Tra l’altro, questi aggregatori di negozi sono diventati un’importante frontiera per l’applicazione delle strategie aziendali. Il retail è di fatto passato da forma di commercio passivo ad attivo. Nei centri commerciali il cliente viene continuamente stimolato attraverso iniziative sempre più efficaci. Stabilire quindi una relazione forte con il consumatore è un elemento imprescindibile. A differenza dei negozi situati su strada, in questi centri esiste una direzione commerciale dove le società di gestione – con personale altamente qualificato – elaborano e realizzano strategie di marketing con l’obiettivo di soddisfare e fidelizzare il compratore. Tutto questo, unito al divertimento proposto dagli eventi collaterali e alla praticità, trasforma l’acquisto in un momento piacevole, magari da passare in famiglia. L’aspettativa di vita dei centri commerciali dipende, però, da un adeguamento dei costi per l’uso degli spazi, troppo spesso fuori mercato. Inoltre è importante una selezione dei retailer sulla base non solo della pura redditività, ma anche degli altri valori che apporta come marca al centro commerciale, quali affidabilità e attrattiva.
editoriale
Io penso positivo perché son vivo, cantava Jovanotti. Una rima facile ma un bel concetto. Se non credessimo nel nostro futuro, anche in mezzo alla tempesta, probabilmente avremmo fatto la fine dei dinosauri. Siamo tutti positivi (o negativi) uguali? No. Ci sono quelli che sul pensare positivo impiantano fior di tranelli, per nascondere difficoltà più o meno oggettive. O più semplicemente per non darsi la briga di affrontare (e risolvere!) criticità e inefficienze. E forse anche a causa di costoro ci si ritrova oggi in brache di tela in mezzo ai marosi tra spread, future e allegorie assortite. Sul fronte opposto ci sono invece i pessimisti cosmici, amici d’infanzia dei nichilisti, per cui tutto è talmente e orribilmente compromesso che non vale più la pena di muovere un dito. Mentre godono sempre di una certa fortuna i critici efferati, categoria ampia e complessa, dove risiedono coscienziosi giornalisti, abili analisti, illustri accademici, ma anche screditati politici e giustizialisti fanatici di populismo. E poi ci siamo noi. Preparati, professionali, fiduciosi ma tanto disorientati. Oggi ci troviamo a riflettere sull’euro, la moneta unica. Da cui forse alcuni saranno espulsi e che altri invece vorrebbero lasciare. Eppure l’euro non dovrebbe essere solo uno strumento finanziario, ma anche il simbolo di un’unione, di un’unità che rafforza. Oggi a questo nessuno accenna più e nemmeno al fatto che se l’Europa si sforzasse di parlare con una sola voce qualcosa da dire al Far East ma anche alle Americhe l’avrebbe ancora.
antonio di vincenzo Vice Presidente Imap Export, Gruppo Original Marines
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anno 7 numero 6 giugno 2012 Direttore responsabile Andrea Aiello - andrea.aiello@edifis.it In redazione Fabrizio Patti - fabrizio.patti@retailfood.it Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Hanno collaborato
Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Giuseppe Bonomi, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Stefano Gardini, Paolo Prota Giurleo, Massimo Guacci, Antonio Intiglietta, David Jarach, Paolo Lombardi, Filippo Maffioli, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Dante Marro, David Montorsi, Giorgio Moroni, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Enrico Pazzali, POLI.design, Alessio Quaranta, Mario Resca, Leopoldo Resta, Vito Riggio, Kevin Rozario, Paolo Simioni, Vittorio Valenza Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Segreteria Antonella Ferraraccio Pubblicità dircom@edifis.it Progetto grafico e impaginazione Quality A&M Stampa A.G.F. – Peschiera Borromeo (Mi) Redazione Viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano - Italy Prezzo di una copia € 3,00 – Arretrati € 5,00 Abbonamento Italia: € 30,00 Europa: € 40,00 Resto del mondo: € 50,00 Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 15972 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima.
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32 news PrImae noctIs euro, pensare positivo
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l'oPInIone di Antonio Di Vincenzo I mall sono ancora i luoghi ideali per il commercio
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r&f news
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cosa occore saPere Per... Sviluppare! Qualche considerazione
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IndIce r&f Tiene il comparto, ma crolla Fossil
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osservatorIo PrezzI Campania, food per tutte le tasche Ben 25 locali compongo la food court del centro commerciale ubicato in provincia di Caserta, offrendo al consumatore un ampio ventaglio di soluzioni sia in termini di format che di prodotto. Per questo motivo abbiamo segmentato l’analisi dei prezzi in tre categorie: pizzeria/focacceria, bar/gelateria e ristorante
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star treK food Destinazione California Bakery
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advertorIal Mall System - un modello di commercializzazione unico, che nasce dal gruppo
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focus eXPo ItalIa real estate eire 2012: cura dimagrante, effetto rigenerante? La rassegna dell’immobiliare, che si terrà nel complesso di Fieramilano Rho tra il 5 e il 7 giugno, arriva all’ottava edizione. Nonostante la giovane età è già tempo di scelte coraggiose:
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spazi essenziali e maggiore operatività. Sono attesi circa 100 operatori internazionali, sui quali si concentreranno tutti i riflettori PrIma PIetra Molfetta Fashion District, l’outlet si trasforma Il concetto di foc fa un passo avanti verso il format ibrido del parco commerciale. Entro il 2012 all’interno del complesso gestito dalla società bresciana listini full price si alterneranno a quelli scontati. Ma il mix merceologico non sarà quello presente nei normali canali distributivi
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taglIo nastro DO.It – Santhià, il mobile italiano fa squadra Lo scorso 20 aprile ha aperto in provincia di Vercelli il primo foc tematizzato sulla casa con all’interno marchi esclusivamente nazionali. Italianità e design sono gli elementi fondanti, veicolati sul mercato attraverso la formula outlet. Altri punti vendita DO.It saranno avviati dalla fine del 2012
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Parola dI... edoardo favro Gallerie Commerciali Italia: «Pronti 400 milioni per lo sviluppo»
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dossIer aeroPortI Brand new Manchester Si può essere commercialmente innovativi e attenti ai servizi anche senza essere un grande hub. Lo dimostra il caso dell’aeroporto di Manchester, che dopo il restyling ha ripensato tutto il suo retail e f&b. Lavorando a stretto contatto con World Duty Free Group per creare un duty all’avanguardia
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sPecIale analIsI fIere Saloni e quartieri: una ne fanno mille ne tentano
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storIe d’ImPresa nuance, da zurigo la sfida europea
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analIsI mercato Costruttori di retail Siamo la terza nazione in Europa per stock di centri commerciali. Ma la crisi è nera e ben lungi dall’essere finita – e forse anche compresa. Ma nei bilanci delle società di costruzioni si colgono anche opportunità, come lo sviluppo all’estero
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mystery shoPPIng Lungo la Motorway 4 corre la nostalgia di casa
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InternatIonal
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stazIonarIo
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ferry PortI
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vetrIna
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la foto
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la Pulce nell'orecchIo La seconda vita di Arenaways
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Rubriche stocK oPtIon retaIl 3.0 orIent eXPress comunIcazIone dI servIzIo obIettIvo Personale mercatI In fIera
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News
Il 12 la conferenza sul franchising
Mandarina Duck ora nel travel retail fa sul serio
La settima Conferenza nazionale sul franchising, organizzata da Assofranchising, si terrà il 12 giugno a Milano, presso la sede della Camera di Commercio. I tre temi attorno a cui si articoleranno i lavori della giornata sono: “Il posto fisso non c’è più. Un paradosso da analizzare. Una soluzione possibile: il franchising”; “sviluppo del business e valore d’impresa”; “la fidelizzazione, uno strumento per la rete”.
Larry Smith al lavoro su Verona Porta Sud
È la fiera milanese Eire il palcoscenico designato per avviare la commercializzazione del progetto urbano Verona Porta Sud. Ad annunciarlo
Christopher Bizzio
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i chiama Flying Duck la nuova collezione di Mandarina Duck, dedicata al canale duty free. Il marchio, da poco comprato dal fondo coreano E-Land, ha partecipato dal 13 al 17 maggio per la prima volta alla Fiera Tfwa Asia Pacific di Singapore. Per
Christopher Bizzio, ad di Mandarina Duck, il travel retail è «un segmento di business molto interessante per un brand come il nostro, che ha una awareness internazionale molto elevata. Rispetto al retail tradizionale, il travel retail ha delle connotazioni particolari e richiede prodotti diversi; per questo abbiamo creato questa linea ad hoc». La linea comprende portafogli, portachiavi, porta passaporti, porta carte di credito, astucci per i-Phone e i-Pod e piccoli accessori. •
Stock option BUY
è stata la stessa società incaricata di questa operazione, Larry Smith Italia. Il planning prevede la realizzazione entro il 2014 di uno shopping centre con un posizionamento medio-alto della galleria, una gla di circa 40.000 mq, 125 punti vendita, un ipermercato Famila, sette grandi superfici, un multiplex e una vasta area dedicata ai bambini. Verona Porta Sud è sviluppato dall’omonima Spa formata da una cordata di imprenditori veneti: Brendolan, Lonardi e Mazzi.
Cos by H&M assaggia l’Italia
Milano è stata la prima città italiana in cui è approdato Cos, il negozio di fascia alta del gruppo di H&M. Si trova in corso Venezia 5 ed è di 400 mq su tre livelli. Seguiranno altre location in diverse città, a partire da Roma e Firenze. Cos, che sta per Collection of Style, è un progetto nato nel 2007 e conta 49 punti vendita in dieci Paesi. Nel 2013 dovrebbe essere lanciata da H&M un’altra insegna, di fascia ancora superiore, “& other storie”. A quel punto sarà battaglia con le griffe milanesi.
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NEUTRAL
Aeroporto di Pisa In una trimestrale positiva per Sat, vola il non avio: +10,7 per cento. Food +61,8% per il nuovo Panperfocaccia nel landside e per la trasformazione in wine bar di uno shop di enogastronomia. Tiene il retail (+0,9%), anche grazie ad Heinemann. Su l’autonoleggio, +22%, e la pubblicità.
Lumberjack Un altro pezzo d’Italia va all’estero, ma senza drammi. Lumberjack è stata venduta dalla 3A Antonini al colosso turco Ziylan. La testa rimarrà in Italia, non più a Verona ma a Milano, e al vertice resterà Massimiliano Rossi. Nei piani ci sono investimenti sia sui prodotti sia sul retail.
Autogrill La sua controllata HmsHost rinnova per dieci anni i 31 contratti f&b e per sette anni i 13 del retail nell’aeroporto di Atlanta. Valore: 1,2 miliardi di dollari. Sospiro di sollievo, viste le recenti incursioni di Áreas nel mercato nordamericano.
Aeroporto di Forlì Sfuma l’ipotesi di una gestione unica dei tre scali di Bologna, Rimini e Forlì e quest’ultimo va verso la chiusura, salvo un bando per attirare privati che scadrà il 30 giugno. Spiace per chi ci lavora, ma è un passo che aiuta il Piano (fantasma) nazionale aeroporti.
Segafredo Con il locale nell’aeroporto di Xi'an Xianyang, la catena di caffetterie bolognese entra nel travel retail cinese e annuncia un’ulteriore espansione nel Dragone. Nella foto di gruppo neanche un italiano, segno di un’azienda sempre più globale.
Authority Trasporti A proposito di fantasmi: il 30 aprile la sede della nuova Authority Trasporti ed entro maggio la nomina del presidente. Così scrisse Mario Monti. Ma per ora tutto tace.
SELL
Berlino Brandeburgo Motivi di sicurezza, magari sacrosanti. Ma lo slittamento dell’avvio dell’aeroporto di Berlino Brandeburgo da giugno al 2013 è una figura magrissima per l’efficienza teutonica. E uno smacco per i retailer che ci hanno investito. Gruppo Benetton Trimestrale critica: ricavi -5,5%, a 428 milioni di euro, con picchi negativi nel sud Europa e Italia. Dimezzato l’utile, di 10 milioni, mentre i debiti aumentano. Dal 31 maggio delisting in Borsa e poi una strada che, per il gruppo, «non sarà semplice». Tem A giugno finalmente al via i lavori per la Tangenziale Esterna di Milano. Meglio tardi che mai, ma la Regione Lombardia avverte: per l’inizio dell’Expo «magari non arriveremo con tutti i lavori conclusi». Ci guarda solo tutto il mondo.
traffico: ancora dolori per i piccoli…
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eno 1,4%: è il verdetto di marzo per il traffico degli aeroporti italiani. Ma il dato generale dice ben poco. Gli scali piccoli sono infatti andati a picco. Questi i peggiori del mese: Foggia -90,9%, Forlì -46,2% (verso la chiusura), Parma -40,8%, Grosseto -37,7%, Perugia -26,7%, Bolzano -22,6%, Crotone -20,9%, Palermo -14,7%, Trieste -13,7%, Olbia -12,8%, Treviso -10,1 per cento. Brillano invece Genova, +6,6, Trapani, +8,4%, Brindisi, +9,3%, Lamezia Terme, +10,8%, Pescara, +18,9%, Siena, +54,8% e Rimini, con un sonoro +87,4% (ma un discreto indebitamento). Tra i big ancora male Malpensa (-4,6%, ma Linate cresce), Bologna, -5,3%, Catania, -3%, Firenze, -1,9% e Fiumicino, -1,6 per cento. •
…Ma la Puglia sorride
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ssieme a Pisa (vedi la rubrica “Stock Option”), tra i pochi scali a sorridere ci sono quelli pugliesi. L’assemblea degli azionisti di Aeroporti di Puglia ha approvato il bilancio del 2011: l’utile è stato di 921.908 euro, +30% rispetto al 2010. Sono saliti anche il Mol, +22%, e i ricavi (+9%, a quota 93 milioni), soprattutto, si nota nel bilancio, per l’«aumento dei ricavi aviation direttamente correlati all’incremento del traffico registrato e all’attivazione dei Contratti di programma di Bari e Brindisi». Ma sono in ascesa anche diverse voci sul fronte non aviation: canoni da sub concessioni +12,7%, canoni da spazi pubblicitari +11,8%, parcheggi +2,6 per cento. Negativa solo la sala vip, -6 per cento. •
Con Camicissima si vola in Europa Retail e travel, connubio sempre più forte per Camicissima. Già presente in sette aeroporti (Verona, Fiumicino, Linate, Malpensa T1, Orio al Serio, Venezia e Firenze) e nella stazione di Roma Termini, l’insegna di Fenicia spa ha lanciato la promozione “pack viaggio”. Ogni 149,80 euro di acquisto viene regalato un cofanetto contenente un volo di andata e ritorno con partenza dall’Italia per una destinazione europea a scelta del cliente, passando per la pagina web www.camicissima.volagratis.it . Impossibile, però, arrivare in aeroporto e partire subito con il pack: dopo l’acquisto bisogna aspettare 24 ore per la prenotazione.
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News
A Serravalle si dà Pan per Focaccia
C’è molto dello stile di Costa Group nel nuovo punto ristoro “Pan per Focaccia”, inaugurato nell’outlet di Serravalle Scrivia e progettato dallo studio guidato da Franco Costa. Tra i punti fermi: il pane come elemento centrale, le pizze in evidenza, le scritte in corsivo che
richiamano quelle sulle lavagne, e più in generale il mix tra oggetti di design moderni ad altri dal sapore retrò (dalle sedie in ferro battuto al pavimento a nido d’ape, fino a una stufa antica). Il locale è un self service focalizzato sulla cucina italiana: pane, pizza, piatti freddi a base di pesce e carne.
Per Miroglio Mol a -40%
Il Gruppo Miroglio, big italiano nel tessile-abbigliamento, ha chiuso il 2011 con un fatturato consolidato di 1.042 milioni di euro (+4,5%) e con un margine operativo lordo di 63,5 milioni (-40 per cento). Lo comunica il gruppo di Alba, titolare tra gli altri dei marchi Mötivi, Caractère ed Elena Mirò, precisando di aver «mantenuto la tradizione di liquidità e autosufficienza consolidando la posizione finanziaria netta». Nel 2011 Miroglio ha effettuato investimenti per 70,3 milioni, di cui 53,8 nel settore moda, prevalentemente finalizzati alla crescita dei punti vendita.
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Anche Expofranquicia 2012 chiude con un bilancio molto positivo
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i è tenuto il 19-21 aprile presso Feria de Madrid, Expofranquicia 2012, la fiera del franchising spagnola, organizzata da IFEMA: nonostante la crisi che anche in Spagna impera, abbiamo visto stand importanti e ben curati , molti visitatori e in genere uno spirito più positivo rispetto all’anno passato. Ma a parte i numeri è bene leggere le interviste rilasciate dai responsabili sviluppo Franchising di alcune tra le aziende presenti e sottolineiamo, per esempio, il commento di José Manuel Arroyo, country manager in Spagna di GEOX, il quale ha dichiarato che Expofranquicia è risultata essere «…una fiera molto professionale, dove ho fatto un sacco di affari. Mi ha colpito per il numero di visitatori stranieri». Ci sono altri commenti positivi da parte di Yolanda Martínez, membro fondatore di llaollao, che ha detto: «Abbiamo notato un gran numero di persone, ben al di sopra delle nostre aspettative, interessati ad essere lavoratori autonomi con il nostro franchise», mentre Beatriz Juárez, direttore marketing di NO + Vello ha riferito che «è stata una fiera eccezionale, non abbiamo mai smesso di parlare alle persone interessate da tutta la Spagna, e abbiamo notato anche numerosi investitori stranieri.
I numeri: 15.000 professionisti 30 paesi tra cui Portogallo, Venezuela, Germania, Italia e Colombia 300 franchisor 15% dei visitatori alla ricerca di un lavoro autonomo: • il 56% alla ricerca di una formula di investimento e opportunità di business. • il 7% erano già titolari di franchising che desiderano ampliare i loro quasi l'80% dei visitatori EXPOFRANQUICIA 2012 ha avuto un chiaro intento di acquisire una franchise il 36% dei professionisti ha dichiarato una capacità di investimento non inferiore a € 30.000 il 45% era pronto ad investire di più, ma con un limite massimo a 120.000 € il restante 19% ha dichiarato capacità d’investimento superiore al di sopra di 120mila euro il 4,6% - ha dichiarato che potrebbe tranquillamente investire oltre 300.000 €, qualora vi sia un business con caratteristiche interessanti
Le aziende Italiane o direttamente con un proprio stand o rappresentate da società di consulenza erano maggiormente presenti che a Parigi: un segnale in controtendenza oppure una maggior vicinanza alla lingua e alla cultura spagnola?
Federico Fiorentini Managing Director BRD Consulting - www.brdconsulting.it
Retail 3.0 Basta uno scatto e il retailer si fa social Una immagine vale più di mille parole, e così i retailer stanno seducendo i propri clienti sul web. E grazie al nuovo social network Pinterest una sola fotografia cool può generare migliaia di contatti…
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social network si stanno evolvendo e i consumatori ne sono al centro: commentano, scelgono e, cosa più importante, consigliano i prodotti da comprare. Il settore della moda è protagonista delle interazioni tra gli utenti dei social network, soprattutto grazie alle immagini perché sono facili da condividere e molto più virali di qualsiasi articolo. Non è un caso che diversi siti e-commerce di abbigliamento invitino gli utenti a pubblicare le foto di abiti, calzature e accessori comprati sul sito stesso: da sempre i clienti sono i migliori canali promozionali e il web facilità enormemente il loro coinvolgimento. Si tratta di una grande opportunità che i brand del mondo del fashion hanno capito e stanno tentando di sfruttare a proprio favore. Tra i primi a muoversi in questa direzione c’è ZARA che ha istituto sul proprio sito la sezione PEOPLE!, un’interessante iniziativa che invita i fan a inviare le proprie foto mente indossano
capi della collezione primavera/autunno, e ogni settimana lo scatto più glamour riceve un premio 300 euro. Le immagini migliori pubblicate sul sito di Zara possono essere poi facilmente condivise sui principali social network: non solo sugli utilizzatissimi Facebook e Twitter, ma anche su Pinterest, la nuova piattaforma sociale che da qualche tempo sta scalando le preferenze del pubblico di Internet, soprattutto quello femminile (In Usa l’80% degli utenti è donna). Si tratta di un social network dove vengono condivise immagini dei più svariati interessi, dal giardinaggio alla cucina, dall’intimo all’arredamento casa: proprio come su una bacheca reale si attaccano le foto trovate in giro per il web. Ogni immagine portata su Pinterest è visionabile e condivisibile da qualsiasi utente ed è associata, tramite un link cliccabile, al sito che ha generato l’immagine. Niente di più facile per indirizzare le fashion victim al proprio store on-line di moda.
Massimo Colzani
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News
Roma: ancora politica spot contro la GD
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a politica degli spot a Roma non manca di farsi sentire, neanche in un periodo dove c’è bisogno di meno parole e di più fatti. Risale a metà maggio l’annuncio del blocco di nuovi centri commerciali nella città eterna, valido anche per quelli già approvati. A proclamarlo è stata Giovanna Marchese Bellaroto, responsabile della Cna commercio, al termine dell’incontro avvenuto in Campidoglio con tema "Il piano del commercio". La Bellaroto ha subito indicato i due bersagli da colpire: il megastore su cinque piani in via Flaminia e quello di Valle Aurelia, con protagonisti Cds Group e Multi Development-C Italia, quest’ultimo nel ruolo di promotore. L’esperienza insegna che una volta approvati i progetti vanno avanti, e che poco possono fare le amministrazioni locali, se non provare a rallentarli. Aspettiamo la giunta Alemanno sui fatti. Giunta che sarà presente con un intervento proprio del sindaco alla prossima edizione di Eire. •
Orient Express
Progetto di Forum Valle Aurelia
Save punta a Cracovia
La Save, la società che gestisce gli aeroporti di Venezia, si è candidata per la gara della privatizzazione dell’aeroporto di Cracovia, in Polonia. Non sarebbe la prima uscita all’estero, dato che ha già una quota nello scalo belga di Charleroi, destinata quest’anno a salire al 49 per cento. Né potrebbe essere l’unica, dato che il presidente Enrico Marchi ha detto: «Stiamo guardando alcuni dossier europei anche in partnership con investitori per il finanziamento, contando anche sulle garanzie in relazione alla capacità di gestire l’infrastruttura aeroportuale». Prima però devono arrivare i soldi, assicurati in teoria dal contratto di programma, predisposto dall’Enac ma mai approvato dal governo. Tanto che Marchi il 18 maggio ha convocato una conferenza stampa per denunciare lo stallo.
a cura di Stra_branding - www.strabranding.com
L’Avenue Shanghai Verrà ultimato dopo l’estate di quest’anno a Shanghai il primo progetto immobiliare del Gruppo LVMH in Cina. Infatti, aprirà nel distretto di Hongqiao la luxury shopping mall L’AVENUE SHANGHAI, costruita su un area di 140.000 mq. con 28 piani che comprendono anche prestigiosi uffici oltre ai 31.000 mq. destinati allo shopping e all’entertaiment. Un progetto avveniristico che ricorda guarda caso una grande “L” (fig.1), ideato dall’architetto giapponese Jun Aoki, un protagonista della scena architettonica internazionale noto soprattutto per la realizzazione di diversi negozi della maison francese Louis Vuitton e del “museo d’arte di Aomori”. Considerando le principali aree di Shanghai destinate allo shopping, L’Avenue
Shanghai viene reputata, unitamente al Plaza 66 ed a Nanjing Road, quella con il più alto livello di posizionamento in termini di brand presenti (fig.2). La Mall rappresenterà, quindi, una delle principali location per lo shopping di Shanghai ma anche una lifestyle destination per i facoltosi residenti della zona, il terzo luogo dove socializzare dopo la casa e il lavoro. Questo progetto, che come dicevamo è stato realizzato da una joint venture tra
Fig.2: Luxury Level (LDM Limited)
la società L Development & Management, appartenente al gruppo di Bernard Arnault, e la società STDM di proprietà del miliardario di Hong Long Stanley Ho, che ha diversi interessi nei settori dell’immobiliare, dell’entertaiment, dei casinò e dello shopping, sarà il primo di uno sviluppo importante in molte altre città cinesi. Infatti, grazie all’apporto di tutti i marchi del Gruppo LVMH, tra i quali Louis Vuitton, Dior, Fendi, Celine, Loewe, Tag Heuer, De Beers, Bulgari ecc., viene facilmente superata la più grossa difficoltà che incontrano gli innumerevoli centri commerciali che stanno spuntando in tutta la Cina: creare una massa critica di marchi capace di attrarne altri ed essere così forti catalizzatori di traffico commerciale. Fig.1: L’Avenue Shanghai
Luca Esposito
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News
Retail, il canone è più leggero
Calano a maggio i prezzi medi di vendita degli immobili del settore retail. A dirlo è un’analisi di Scenari Immobiliari per Casa24 del Sole 24
Ore. «Il mercato del retail viaggia in contrazione in quasi tutti i segmenti. Esclusi i piccoli spazi nelle zone più commerciali» vi si legge. La vacancy rate (tasso di sfitto) è in aumento ovunque, anche nelle gallerie della Gdo. Saldo negativo per l’abbigliamento, mentre solo la telefonia e l’elettronica sono in aumento. «I canoni d’affitto – continua – risultano in calo, anche significativo nelle zone meno valide. Rimane tuttora scarsa la domanda di investimento».
Da Vinci Center, presto negozi e food
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a formula è quella del business center, o più semplicemente del centro direzionale, che poco alla volta sta attecchendo anche in Italia. Parliamo del Da Vinci Center, complesso architettonico inaugurato a metà maggio con 40mila mq di uffici e con 20mila mq di servizi, ubicato alla porte di Roma in prossimità dell’aeroporto di Fiumicino. La struttura, progettata dall’architetto Marco Tamino di Ingenium Re, si distingue per la predisposizione a ospitare un’ampia offerta di utilities, a vantaggio dei lavoratori. Una volta a regime l’area servizi vanterà un fitness center, una Spa, un kinderheim, ristoranti e negozi. In particolare la ristorazione è prevista sue due unità distinte, per una superficie totale di circa 2.000 mq distribuiti su tre livelli, ai quali si aggiungono 300 mq di aree allestite all’aperto. Al momento la commercializzazione degli spazi è in fase avanzata, per cui non è ancora possibile indicare i futuri tenant. Il progetto si distingue anche sotto il profilo della ecocompatibilità: gli accorgimenti tecnologici e progettuali hanno permesso di inserirlo in Classe energetica A+: “il primo e unico a Roma”, recita il comunicato stampa. •
Profondo rosso in autostrada I primi due mesi del 2012 hanno visto crollare il traffico in autostrada di auto (-10,8%) e camion (-8%). Dati che fanno seguito alla discesa complessiva dell'1,1% nel 2011 rispetto al 2010. Pesano le nevicate di febbraio, ma soprattutto l’aumento della benzina e dei pedaggi, uniti alla recessione. Le previsioni sono quindi di un calo per tutto il 2012 del 9-10%, dice Il Sole 24 Ore. Il tutto non può che riflettersi sulle società di ristorazione. Parla per tutti Valentino Fabbian, ad di Chef Express, Gruppo Cremonini: a febbraio è stato «drammatico – ha detto sempre al Sole – il calo delle vendite nei nostri bar, ristoranti e market: abbiamo registrato punte del -20 per cento».
Comunicazione di servizio
A cura di Acqua Group – www.acquagroup.it
Le nuove tendenze del mall advertising
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o shopping mall è l’ambiente ideale per integrare i diversi media adottando un molteplicità di strategie di marketing convenzionali e non, come l’experiential marketing. È il luogo dove poter instaurare un rapporto diretto ed interagire con il proprio cliente stimolando la sua curiosità ed aumentando il grado di fedeltà. A tale proposito grande sviluppo sta vivendo la locazione temporanea, grazie alla quale i Brand diventano experience provider, focalizzati sulla creazione di esperienze, che non si limitino a intrattenere, ma che siano anche in grado di educare, coinvolgere e entusiasmare il Consumatore sfruttando ogni momento di contatto: prima, durante e dopo l’atto di acquisto, per mezzo della comunicazione. Nel mall advertising si fa sempre più strada la scelta di tecnologie digitali per comunicare con i clienti. Tale opzione non significa necessariamente il non utilizzo dei media tradizionali, bensì la loro evoluzione ed integrazione con le nuove tecnologie. Ne è un esempio il digital signage nel mall advertising, che integra in sé la televisione e l’affissione. Questo new media emerge come un sistema di comunicazione efficace e innovativo, il cui obiettivo è di influenzare le scelte dei consumatori, che sembrano essere più ricettivi quando sono fuori casa, facendo leva sulla loro emotività attraverso messaggi mirati nel momento dell’acquisto. L’adozione di nuove tecnologie e la loro integrazione con i
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media tradizionali è principalmente finalizzata a migliorare l'esperienza di acquisto e ad attrarre nuovi visitatori veicolando un’immagine moderna, attraente, emozionale del mall. La centralità del consumatore e il suo costante coinvolgimento porta alla necessità di attribuire alla comunicazione anche una funzioDavide Arduini (Presidente di Acqua Group) ne di servizio. e Andrea Cimenti (AD di Acqua Group) Da qui nasce l’opportunità di mettere a disposizione un nuovo strumento digitale, quale è l’App, che soddisfa il bisogno di informazioni del consumatore nei luoghi e nei tempi di fruizione da lui preferiti. È stata questa la scelta ad esempio del Centro Commerciale i Gigli che ha messo a disposizione dei suoi clienti una App che consente all’utente di interagire con il Centro, di visualizzare orari, servizi, offerte e promozioni.
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FoxTown: restyling con tris di aperture
Nuovo look ma soprattutto nuovi negozi. Il FoxTown di Mendrisio si prepara all’estate indossando l’abito leggero e implementando l’offerta con tre punti vendita e il ristorante espressione del Made in Switzerland, Chalet Suisse. A fronte di questa operazione sono oltre 250 i brand rappresentati, per un totale di 160 punti vendita. Tra i nuovi arrivati c’è il marchio americano di casual-wear Timberland, presente con un assortimento di
Adr: l’Antitrust indaga sullo sgarbo a Hertz
L
’Autorità garante della concorrenza ha aperto un dossier su Aeroporti di Roma per abuso di posizione dominante nel mercato dei servizi commerciali all’interno dell’aeroporto. Secondo la denuncia dell’associazione nazionale fornitori trasporti, Adr avrebbe più volte minacciato Hertz Italia (autonoleggio) di rescindere la convezione di sub-concessione all’interno dello scalo, se questa non avesse corrisposto una percentuale sui ricavi per attività di autonoleggio svolte fuori dal sedime aeroportuale. Si tratta in particolare dell’attività svolta con il marchio “advantage-rent-a-car”, che si prenota via internet. Adr ha risposto che ritiene di aver operato correttamente e si è dichiarata disponibile a collaborare con l’Antitrust. Intanto a Fiumicino il 15 maggio si è chiuso il termine per le manifestazioni d’interesse per cinque aree di ristora-
zione, tra cui una grande food court. Si attendono ancora, inoltre, i nomi delle società internazionali che hanno manifestato interesse al bando per gestire i duty free degli scali di Fiumicino e Ciampino, in quella che è una delle maggiori gare al mondo nel settore. •
Obiettivo Personale A cura di Excursus. Spazio di formazione partecipata – www.studioexcursus.com
Clicca su Mi piace. L’importanza della valutazione del personale
abbigliamento uomo, donna e bambino e con uno spazio dedicato alle calzature. Restando sulle calzature si annovera l’ingresso del brand Sebastian, di origine emiliana e orientato sul mondo della donna. Completa il tris di aperture il punto vendita Miriade, che propone accessori firmati Lancetti, RoccoBarocco, Mario Valentino e Kriziapoi. Il restyling del centro vede la firma dell’architetto Ettore Mocchetti, che ha supervisionato il progetto.
Yogurtlandia conquista Corte Ingles
Da Musile di Piave (Ve), a uno dei templi del retail europeo: Yogurtlandia Espana SL, master franchisee delle yogurterie Yogurtlandia nella penisola iberica, ha raggiunto un accordo con la catena El Corte Inglés come partner privilegiato. Il primo punto vendita è stato inaugurato nel department store di Valencia e a breve arriverà il raddoppio in uno dei Corte Inglés di Madrid. Yogurtlandia ha 12 locali in terra spagnola e prevede di arrivare a 20 entro la fine dell’anno. El Corte Inglés è il maggiore operatore nel settore retail/shopping mall in Spagna e uno dei principali in Europa.
12 retail&food - giugno 2012
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i è mai capitato di scoprire solo nel momento del colloquio di fine anno quali sono i criteri di valutazione e quali i vostri comportamenti valutati? Avete mai pensato che la performance di un dipendente possa dipendere non solo dal raggiungere gli obiettivi di produzione ma anche da altre capacità? Esplicitare e comunicare in modo trasparente i criteri del processo valutativo e i suoi risultati, raccogliere i feedback del dipendente valutato, sono elementi spesso trascurati all’interno delle aziende; per questo di solito la valutazione non piace a nessuno e mette a disagio. Vorremmo provare a raccontare la valutazione del personale come un momento e un processo positivo. Per un’azienda la valutazione del personale ha un alto valore strategico per il miglioramento delle performance e dell’efficienza e, di conseguenza, per l’aumento del fatturato. È, infatti, fondamentale per un responsabile (di qualunque livello) conoscere le persone con cui lavora sia da un punto di vista produttivo e delle modalità di lavoro, sia sotto il profilo dei comportamenti e del carattere: questo gli permette di avere consapevolezza di quali risorse può mettere in gioco nelle varie situazioni che deve affrontare nella quotidianità del lavoro. Ma come valutare? Strumento fondamentale per la gestione sistematica e la trasparenza del rapporto tra l’azienda e il lavoratore è la scheda di valutazione: un documento dove vengono esplicitati – a partire dalla job description che ogni lavoratore conosce fin dalla
sua assunzione – le aree di valutazione, i criteri e gli indicatori. Questi elementi fanno riferimento da una parte alla vision dell’organizzazione e dall’altra agli obiettivi di produzione di un determinato periodo di tempo (di solito un anno). È necessario che oggetto della valutazione siano non soltanto i risultati operativi (che si rifanno agli obiettivi di produzione), ma anche altri tipi di competenze: le abilità relazionali, la capacità di lavorare in gruppo laddove necessario, la creatività, l’attaccamento al lavoro, le abilità relazionali, la capacità di far fronte agli imprevisti, di rispettare i tempi e le scadenze. Una possibilità interessante è quella di individuare criteri e indicatori della valutazione in un processo partecipato in cui coinvolgere anche i lavoratori dell’azienda; questo permette una maggior chiarezza tra azienda e lavoratori sulle reciproche aspettative. È inoltre importante curare il momento della comunicazione ai lavoratori dei risultati della valutazione: il confronto che ne deriva permette un potenziamento delle capacità di giudizio del valutatore e una crescita professionale del valutato; in questo modo la valutazione viene vissuta in modo costruttivo e positivo e lo sviluppo delle risorse umane va di pari passo con una migliore performance aziendale.
Maria Chiara Cremona mariachiaracremona@studioexcursus.com
r&f
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A Catania finalmente è bando È stato finalmente pubblicato il bando per attività commerciali nell'aeroporto di Catania Fontanarossa: la gara riguarda 23 attività commerciali per 2.092 mq complessivi. I maggiori spazi a disposizione sono: un bar-ristorante-self service in airside da 880 mq più un’edicola da 172 mq e un bar in airside da 172 metri quadrati. Le offerte devono pervenire entro il 27 giugno, e i nuovi esercizi entreranno quindi con tutta probabilità in funzione dopo l’estate. Attenzione, però: c’è sopralluogo obbligatorio da richiedere entro il 4 giugno. Informazioni su http://www.aeroporto.catania.it/, nella sezione “bandi”. Per l'aeroporto, intanto, il contratto di programma tra Enac e Sac per la gestione dell'aeroporto di Catania approvato dal Cipe il 30 aprile prevede un piano di investimenti privati di 90 milioni di euro, nel periodo 2012-2015, per l'ammodernamento infrastrutturale.
A Fidenza debutto di Castañer e Havaianas
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re monomarca alla loro prima volta in Italia sono stati aperti nel Fidenza Village – Chic Outlet Shopping. Venerdì 18 maggio è stato inaugurato il punto vendita di Castañer, marchio spagnolo noto soprattutto per le scarpe “Espadrilles”. Negozi monomarca, oltre che in Spagna, finora erano
presenti solo in Francia e Giappone. Il giorno successivo è stata la volta di Havaianas, conosciuto invece per le infradito. Negli stessi giorni ha aperto i battenti nel f.o.c. anche il primo negozio in Italia della gioielleria statunitense Hearts on Fire. I tre punti vendita, di superficie medio-piccola, seguono quelli di Belstaff, di metratura molto grande, di aprile. Sempre ad aprile, il giorno 3, aveva aperto i battenti Venchi, nella versione gelateria. •
Airest apre Bottega anche a Brindisi
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ambio della guardia per l’enogastronomia nell’aeroporto di Brindisi. L’Enoteca Delizie Anelli sarà sostituita dal primo luglio dal punto vendita di Airest, La Bottega dei Sapori, già presente nello scalo di Bari, anch’esso gestito da Aeroporti di Puglia. Non sono mancate le proteste del mondo economico (e anche politico) locale, per la perdita di un operatore dal valore riconosciuto. Intanto Airest segue l’esempio di Starbucks e McDonald’s e annuncia l’introduzione in alcuni punti vendita del servizio WiFi “Guglielmo”, una rete wireless gratuita. Negli store romani di Rustichelli & Mangione di via Tomacelli e piazzale Sturzo, aperti negli scorsi mesi, e nelle aree di servizio Ristop di San Giacomo (BS) e Calstorta (TV) è già possibile navigare gratis per un’ora al giorno. •
14 retail&food - giugno 2012
Sbloccata Singapore, Malpensa prova il rilancio
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a quinta libertà, tanto invocata, arriverà. L’Enac ha fatto sapere che «tenuto conto degli indirizzi ricevuti dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha comunicato la disponibilità al rilascio di autorizzazioni per l’esercizio di servizi aerei in V libertà (diritto di imbarcare e sbarcare passeggeri o merci tra due Stati terzi partendo dallo Stato che gli ha rilasciato la licenza) sulla tratta Milano Malpensa – New York. Tali collegamenti potranno essere operati da parte della Singapore Airlines». Per il presidente di Sea, Giuseppe Bonomi, Malpensa potrà ora «diventare un ponte tra le aree più dinamiche del mondo – i Paesi del Golfo e l’Estremo Oriente – e gli Stati Uniti». Una buona notizia, dopo quella funesta dell’iscrizione di Vito Gamberale, fondo F2i, nel registro degli indagati della Procura di Milano per turbativa d’asta, in relazione all’acquisto a dicembre del 29,75% di Sea. •
Pandora, a Venezia parte la corsa monobrand Aveva debuttato in Italia con un negozio nel T1 di Malpensa. Ora Pandora, marchio di gioielleria danese in forte espansione, è partita con lo sviluppo di monomarca in Italia. Prima tappa: piazza San Marco a Venezia (5 giugno), con un punto vendita che sarà presto
Miu Miu e un doppio Prada nel Morocco Mall Altri ingressi di marchi italiani nel recente e prestigioso Morocco Mall di Casablanca. A metà maggio è stata la volta sia di un punto vendita di Miu Miu, al suo primo flagship store in Marocco, che di due boutique di Prada, una per la moda femminile e una per quella maschile. Il negozio di Miu Miu si estende su 185 mq; Prada donna su 380 mq e Prada uomo su 200 metri quadrati. Tutti e tre hanno messo a punto per l’occasione vetrine e allestimenti particolarmente ricercati.
affiancato da boutique a Milano e Roma. L’Italia è uno delle quattro regioni su cui il marchio dichiara di voler investire di più, assieme a Francia, Russia e l’area asiatica. Anche se metà del fatturato arriva dagli Usa. Pandora ha 670 monomarca ed è venduto in 10.500 multimarca in 65 Paesi.
retail&food - giugno 2012 15
r&f
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Randazzo, 2011 in rampa di lancio Il gruppo Randazzo, catena di ottica con sede a Palermo, ha chiuso il 2011 con ricavi in crescita del 3,7% a quota 111,1 milioni di euro, mantenendo l’utile a 3,76 milioni e l’Ebitda a 13,9 milioni. Si riduce del 16,9% l'indebitamento finanziario netto. «Gli investimenti sulla rete e
sul cliente hanno dato buoni frutti e riteniamo sia questa la ricetta giusta per il futuro» dice Agostino Randazzo, presidente del gruppo. «Ha continuato – prosegue - il nostro piano di 10 nuove aperture l’anno per i prossimi 10 anni puntando ai centri città e ai negozi eco-sostenibili». L’azienda ha da poco completato il processo di unificazione dei tre marchi Optissimo, Randazzo e Ottica Romani nell’unica insegna Optissimo – Gruppo Randazzo, 182 punti vendita in Italia.
Savona, in arrivo McDonald’s
Il primo Big Mac a Savona è stato servito lo scorso 23 maggio, presso il centro polifunzionale Le Officine. Dopo l’inaugurazione a marzo dell’ala commerciale, con la contestuale apertura di vari esercizi tra cui Conad, Euronics, Pittarello e Brico, due mesi dopo è stata la
volta di McDonald's. Il locale si compone di una sala interna, da oltre 150 sedute, e di una struttura McDrive. L'orario d'apertura vede il McCafè, dotato di un'area riservata alla colazione e al coffee break, operativo dalle 7 nei giorni feriali. La ristorazione parte invece dalle 11 e prosegue sino alle 02.00. Con questa apertura McDonald's vola a quota 442 ristoranti in Italia.
16 retail&food - giugno 2012
Alitalia: amara la prima trimestrale di Ragnetti
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algono i ricavi e il coefficiente di riempimento degli aerei, ma i conti sono tutt’altro che a posto. È la sintesi della prima trimestrale di Alitalia sotto la guida del nuovo ad Andrea Ragnetti. Le entrate sono salite da 684 a 776 milioni di euro, soprattutto per lo sviluppo delle attività charter di lungo raggio e dei ricavi ancillari. Il load factor è salito di 5 punti percentuali. Ma il risultato operativo è sceso a -109 milioni di euro, in flessione di 23 rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, e il risultato netto è stato di -131 milioni, in calo di 43 milioni. Niente di più lontano dai propositi di pareggio del risultato operativo espressi un anno fa dal predecessore di Ragnetti, Rocco Sabelli. «Il primo trimestre si chiude con un risultato in peggioramento rispetto a quello dello stesso trimestre del 2011 - ha commentato Ragnetti -, ma mostra la buona
Andrea Ragnetti reattività dell’azienda, che è riuscita a limitare l’impatto negativo della congiuntura grazie alla qualità della sua gestione operativa e soprattutto grazie alla ottimizzazione della capacità offerta». Una cosa è certa: dopo la pronuncia dell’Antitrust sulla necessità di porre fine al regime protetto per Alitalia sulla linea Linate-Fiumicino, i prossimi mesi saranno durissimi, vista la battaglia già annunciata soprattutto da easyJet su quella tratta. •
cosa occorre sapere per... A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano
Sviluppare! Qualche considerazione
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er chi ancora sviluppa o pianifica uno sviluppo in Italia, forse si possono riassumere così le caratteristiche che fanno di uno sviluppo retail un vero successo: conoscenza, rapidità, pazienza. Quanto segue vale ovviamente in prevalenza per i centri storici, ma in alcuni casi si confà anche al mondo dei centri commerciali. Conoscenza Conoscere il mercato significa prima di tutto essere informati sui luoghi ed essere al corrente dei valori delle varie location. Come è noto, il marciapiede (o la galleria del centro commerciale) cambia il valore dei punti vendita. Il footfall è infatti spesso influenzato da molti fattori concomitanti (come è noto esistono studi che esaminano questi aspetti nel dettaglio). La prudenza è d’obbligo quando vengono prospettati flussi solo potenziali (come nel caso di nuovi sviluppi cittadini o centri commerciali in costruzione). La conoscenza delle proprietà, dei broker e dei vari consulenti di settore è necessaria per essere informati immediatamente delle disponibilità delle migliori location non appena si liberano (e spesso ben prima). La capacità di presentare il proprio progetto retail in modo convincente si rivela un vantaggio competitivo nelle mall ma anche nelle high streets, unitamente a una conoscenza delle esigenze tecniche legate al progetto di punto vendita, per esser consci della fattibilità di un certo progetto. Ciò permette di accantonare da subito ipotesi non adatte al proprio concept. Rapidità Le posizioni migliori sono scarse e rimangono sul mercato per breve tempo: una volta individuata quella giusta è necessario essere molto rapidi nel
predisporre l’accordo preliminare, sia esso solo parzialmente vincolante (ed ecco i vari Head of Terms, puntuazioni e lettere di intenti, si veda questa rivista sul numero di aprile 2009) oppure vincolante (contratto preliminare o addirittura definitivo). La conoscenza delle regole giuridiche del settore è necessaria (in particolare l’utilizzo di accordi preliminari dove siano ben dettagliate le singole condizioni del deal, per poter essere vincolati ma solo al verificarsi di certe precise condizioni). Pazienza La pazienza è poi necessaria in quanto le trattative potrebbero prolungarsi e le proprietà immobiliari mostrarsi sensibili a proposte di concorrenti. La presenza sul campo, costante, è d’obbligo, in quanto le trattative migliori richiedono - è un dato di fatto - tempo e impegno ma soprattutto il costante contatto con tutte le parti coinvolte, per essere certi di tenere la trattativa in carreggiata qualora minacciasse di uscire dai binari.
Avv. Alessandro Barzaghi Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.
r&f
News
merIdIana fly, a salvarla sarà Il qatar?
Si moltiplicano le voci di un interessamento di qatar holding, fondo sovrano dell’emirato arabo, per meridiana fly e per l’aeroporto di olbia costa smeralda. I due destini potrebbero essere anche distinti. Sia la compagnia che lo scalo fanno capo a Meridiana Holding (di proprietà del principe Aga Khan), ma l’aeroporto non è più controllato dal vettore aereo. La Qatar Holding sembra quindi voler procedere nella sua “campagna sarda”. Ad aprile ha infatti acquistato dalla Colony Capital di Tom Barrack la Smeralda Holding, proprietaria del polo alberghiero sardo creato dall’Aga Khan negli anni ‘60. L’acquisto di Meridiana fly sarebbe motivato dai debiti del gruppo, 130 milioni di euro, di cui 54 derivati da Air Italy, da poco acquisita. L’ultima trimestrale del gruppo, tuttavia, ha portato dei segnali positivi. Dall’aeroporto fanno sapere di essere al corrente delle voci ma che l’attività prosegue secondo il nuovo piano industriale. È anzi ancora sul terreno l’ipotesi di un acquisto dello scalo di Cagliari, anche se la gara sta subendo continui ritardi.
18 retail&food - giugno 2012
francia, ristorazione ok nel 2011, Ma rischi in vista
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econdo uno studio di gira conseil, il 2011 per la ristorazione francese è stato uno degli anni migliori dello scorso decennio: il giro d’affari è salito complessivamente del 4,17%, per effetto di un aumento dei pasti/prestazioni del 2,81% e della spesa media dell’1,32 per cento. A spingere le vendite è stata l’innovazione, e in particolare l’ibridazione delle formule di vendita: la vendita al banco aggiunge il servizio al tavolo, il servizio al tavolo
aggiunge l’asporto, la ristorazione di strada si propaga, i prodotti di massa si alzano di livello. Ma lo studio vede anche diversi rischi: tra questi, ha detto a NeoRestauration il direttore di Gira Conseil boutboul bernard, ci sono l’aumento probabile dell’Iva nel settore, la pianificazione di nuovi obblighi in materia di salute e sicurezza, le nuove formule di concorrenza diretta o indiretta, lo sviluppo di ristoranti abusivi, le insegne straniere nuovamente attratte dalla Francia. •
Investimenti giù, ma qualcosa si muove
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iversi sono gli osservatori che misurano gli investimenti diretti nel retail real estate italiano, ma simile è il risultato che si evince. Ci riferiamo ai documenti stilati da Jones Lang LaSalle e da Cbre sul primo trimestre del 2012. In entrambi i casi si registra una contrazione rispetto ai primi tre mesi del 2011. In particolare fanno fede sia per Jll che per Cbre i circa 70 milioni di euro investiti sul settore retail italiano, a fronte dei 440/463 (stima Jones Lang LaSalle/stima Cbre) milioni di investimento complessivo cross border. Lo scorso anno il dato complessivo era di circa 1 miliardo di euro. Va però sottolineato, specifica Jll, «che nel primo trimestre 2011 era stato incluso il deal della Rinascente di Milano, che da solo valeva circa metà degli investimenti. Escludendo questa importante transazione, il volume totale di investimenti su
Partnership tra Henderson e Investire Immobiliare Sviluppo e distribuzione di fondi immobiliari: questo è l’obiettivo dell’accordo siglato tra Investire Immobiliare SGR, società di gestione di fondi immobiliari appartenente al gruppo Banca Finnat Euramerica, e Henderson Property, business immobiliare di Henderson Global Investors. L’intesa è focalizzata su fondi rispondenti a due diverse tipologie. I fondi immobiliari italiani, dedicati a investitori italiani che vogliano investire nei mercati immobiliari all’estero, saranno costituiti e gestiti da Investire Immobiliare. I fondi immobiliari dedicati a investitori internazionali, che investano direttamente o indirettamente principalmente nel mercato immobiliare italiano, saranno costituiti e gestiti da Henderson SGR. In entrambi i casi le società agiranno da advisor per i settori di competenza altrui, seguendo una strategia di complementarietà. Il lancio del primo fondo della partnership è previsto entro l’estate 2012: si tratterà di un fondo paneuropeo, destinato in un primo momento a clienti italiani interessati a investire sui mercati internazionali, con un profilo d’investimento Core.
Galleria di Le Terrazze a La Spezia tutti i settori risulterebbe vicino a quello dell’anno scorso». In parziale compensazione c’è il dato di Cbre sull’aumento della gla completata nel 2012. Se il numero di aperture è rimasto invariato sul 3, tuttavia quest’anno la gla completata tocca quota 120mila mq circa contro i 38mila mq circa del 2011. I centri aperti nel 2012 sono Le Officine a Savona, Le Terrazze a La Spezia e Conca d’Oro a Palermo. •
retail&food - giugno 2012 19
Indice r&f
a cura di Edifis Intelligence
TIENE IL COMPARTO, MA CROLLA FOSSIL on possiamo dire che maggio sia stato un mese positivo per il Nnostro comparto; possiamo però affermare che, nel panorama della depressione generale, esso è andato molto meglio del resto dell'economia. Vediamo gli indici: quello delle borse mondiali ha perso più di tre punti, ed il FTSEMIB, relativo alla borsa di Milano, è arretrato leggermente meno di tre punti. Il comparto del lusso accessibile e del travel retail ha invece perso "solo" un punto e mezzo, confermandosi quindi come uno dei settori-roccia dell'economia mondiale."Io speriamo che me la cavo", dicevamo il mese scorso: per il momento ce la siamo cavata. In attesa comunque di tempi migliori, che dovrebbero arrivare (speriamo) nel secondo semestre. Intanto, registriamo il progresso di alcuni titoli, come Dufry, Adidas, Luxottica e Damiani, mentre dobbiamo evidenziare il crollo di Fossil, che ha perso più di 50 dollari per azione rispetto al mese precedente, in seguito a notizie, peraltro neppure pessime, diffuse con la trimestrale: un aumento delle vendite del 10% contro l'atteso 14%, e una leggera correzione al ribasso delle stime sul profitto 2012.
HOLDING
30.12.2011
Aeffe Alberta Ferretti, Moschino, Pollini Damiani Geox Luxottica Safilo Group Stefanel Tod's Hogan, Fay Adidas Reebok C.F.Richemont Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill Dufry Fossil Hugo Boss Inditex Zara, Pull and Bear, Massimo Dutti Louis Vuitton, Moet Chandon, Hennessy, Fendi, Dior, LVHM Zenith, Guerlain Nike Polo Ralph Lauren PPR Puma, Fnac, Gucci, Redcats, Conforama Puma Swatch Group Omega, Longines, Tissot Tiffany & Co Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso
13.04.2012
11.05.2012
indice
Italia 0,58 0,59 0,60 103,45 Italia 0,91 0,96 0,99 108,79 Italia 2,16 2,26 1,94 89,81 Italia 21,70 26,59 27,38 126,18 Italia 4,88 4,83 4,90 100,41 Italia 0,31 0,28 0,26 83,87 Italia 63,05 83,15 81,15 128,71 Xetra 50,26 58,29 60,91 121,19 Vtx 47,51 46,5 45,25 95,24 Svizzera 86,45 109,7 119,00 137,65 Nasdaq 79,36 130,57 78,70 99,17 Xetra 55,19 85,33 77,70 140,79 Mce 63,28 68,7 67,82 107,17 Francia 109,40 127,15 122,90 112,34 Nyse 96,37 108,79 107,56 111,61 Nyse 138,08 172,01 158,47 114,77 Francia 110,65 122,3 122,15 110,39 Xetra 225,10 264,9 265,00 117,73 Vtx 351,50 348,7 398,60 113,40 Nyse 66,26 66,7 63,63 96,03
INDICE RETAIL&FOOD
FTSEMIB MSCI WORLD INDEX L’indice Generale r&f è ponderato nella misura di 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.
QUOTAZIONI AL
MERCATO
ALCUNI MARCHI DI PROPRIETA'
100,0 116,23 114,74 114,74
15.089 14.359 13.984 92,68 1.182,59 1.284,25 1.245,04 105,28 © Edifis Intelligence
retail&food - giugno 2012 21
osservatorio prezzi
Campania,
food per tutte le tasche Ben 25 locali compongo la food court del centro commerciale in provincia di Caserta, offrendo al consumatore un ampio ventaglio di soluzioni sia in termini di format che di prodotto. Per questo motivo abbiamo segmentato l’analisi dei prezzi in tre categorie: pizzeria/focacceria, bar/gelateria e ristorante
T
utto ruota attorno al food al Centro Commerciale Campania di Marcianise (Ce), è evidente al primo sguardo e in qualsiasi orario di visita. Dalla colazione alla cena, passando per il brunch, il pranzo e l’aperitivo, l’offerta gastronomica attira pubblico e invoglia all’intrattenimento e alla socializzazione in struttura. Su 180 negozi di livello medio alto e marchi nazionali e internazionali ben venticinque sono ristoranti e bar. Si spazia dalla cucina etnica con l’Arabian Kebab, al ristorante tradizionale campano, come Fratelli la Bufala, dalla tipica birreria Gold Blond alla pizza mordi e fuggi di Spizzico, dal bar di tendenza come Tropicana Cafè a Espressamente Illy, specializzato per il caffè al banco. Una proposta ampia per chi desidera mangiare velocemente al bar o per chi ha più tempo e preferisce un vero e proprio ristorante, con offerta gastronomica che inizia dall’antipasto e si conclude con il dolce o l’ammazzacaffè. I locali di ristoro sono posizionati principalmente nella zona Piazza
Campania, l’area dedicata interamente alla ristorazione, all’intrattenimento e al tempo libero. Il Centro Commerciale è un’elegante struttura, spaziosa e luminosa, su due livelli collegati da ascensori e scale mobili, dove in Piazza Campania prendono vita eventi spettacolo, concerti e varie attività ricreative, fino a tarda sera. D’altronde con 1 km di galleria commerciale, aperta dalle 9 alle 22, 11 sale cinematografiche, 1 area bambini, 7.000 posti auto, 4 vie di accesso e una raggiungibilità diretta dal casello autostradale di Caserta Sud- Marcianise, il Centro Commerciale Campania è stato immaginato come luogo ideale dove trascorrere il proprio tempo in tutta serenità, lavorando su una filosofia che ha portato a trasformare lo shopping center in un’area polifunzionale, un laboratorio di iniziative sociali, culturali e di intrattenimento. In quest’ottica tutti i punti ristoro, dal bar al ristorante, la pizzeria e la gelateria, offrono prodotti differenziati e target vari per esigenze e tipologie di scelta di un pubblico ete-
rogeneo. Così avviene per i prezzi anch’essi molto vari (rilevati in loco in data 3 maggio). Singolare è notare come il listino dell’acqua in bottiglietta da 50 cl oscilli a seconda del punto vendita, spaziando da 1 euro a 1,20 nelle pizzerie e focaccerie, a un massimo di 1,60 tra i ristoranti. Come d’altronde avviene all’esterno per il libero mercato, dove la concorrenza non sempre appiattisce i prezzi. I locali presenti al Campania sono Brek Focacceria e Ristorante, Cucina & Campagna, Gold Blond, Eat&dream, Frittolini, Fratelli la Bufala, MaMa, Don Peppe, Spizzico, Antica Gelateria del Corso, La Scimmietta 2, Tropicana Cafè, Caffè di Roma, Nero Infuso, Espressamente Illy, The Cofee Shop, Arabian Kebab, Farinella Restaurant, McDonald’s, Old Wild West, Quick Bite, 16 Libbre, Wiener Haus e Art Cafè, che offrono varietà di cibi e tipologie di cucine, che si raggruppano in un’unica offerta e menu solo in occasione dei concerti classica, jazz e rock del programma “Non luoghi musicali” in Piazza Campania, con programma a frequente cadenza. Tra le tipologie di negozi food, individuate in
Pizzeria/Focacceria Prodotto Pizza Margherita Focaccia trancio base Acqua (pet. 50 cl) Coca Cola (Pet 50 Cl) caffè Birra (bott. 33 cl)
Brek/focc.
Cucina&Camp
Gold Blond
Eat&dream
Frittolini
4,00 n.d. 1,00 2,50 0,80 2,50
n.d. n.d. 1,00 n.d. n.d. 3,20
4,50 1,50 1,00 n.d. 1,00 n.d.
2,00 2,00 1,00 2,50 0,70 2,50
2,00 2,00 1,20 n.d. n.d. n.d.
Fratelli la Bufala 4,50 n.d. 1,20 n.d. 0,90 2,00
MaMa
Don Peppe
Spizzico
n.d. n.d. 1,00 n.d. n.d. 3,00
4,50 2,00 1,00 1,50 0,90 2,00
2,90 n.d. 1,00 2,25 n.d. n.d.
Bar/gelateria Prodotto Caffè cappuccino Croissant Spremuta d'arancia Acqua (pet. 50 cl) Coca Cola (Pet 50 Cl) Panino più economico Birra (bottiglietta da 33 cl) Cono gelato 2 gusti Prezzo più basso
Antica Gelateria n.d. n.d. n.d. n.d. 1,00 n.d.
La Scimmietta2
Tropicana Caffè
Caffè di Roma
Nero Infuso
Cofee Shop
Espressamente
Art Cafè
n.d. n.d. n.d. n.d. 1,00 n.d.
0,90 1,20 1,00 2,50 1,00 2,50
0,90 1,20 0,90 2,00 1,00 n.d.
0,90 1,30 1,00 2,50 1,00 1,50
0,90 1,20 0,90 2,00 1,00 1,70
1,00 1,30 1,00 2,00 1,00 n.d.
0,90 1,20 1,00 n.d. 1,00 n.d.
n.d.
n.d.
5,00
2,50
n.d.
n.d.
3,50
n.d.
n.d.
n.d.
3,50
2,00
1,50
2,00
1,50
n.d.
2,00
2,00
2,00
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
Prezzo più alto
22 retail&food - giugno 2012
n.d. © Edifis Intelligence
Prodotto caffè espresso Primo piatto menu completo secondo Acqua (pet. 50 cl) Coca Cola (Pet 50 Cl) Birra bott 33 Prezzo più basso
Arabian Kebab
Farinella
Mc Donald's
Brek
Fratelli la Bufala
Old WildWest
1,00 5,50 5,50 4,50 1,00 2,50 3,50
0,80 5,00 8,50 5,00 1,00 2,50 2,50
0,90 n.d. 6,70 1,00 1,00 2,50 n.d.
n.d. 3,80 6,70 6,90 1,00 2,50 2,50
0,90 6,00 6,00 7,00 1,20 n.d. 2,00
1,00 n.d. n.d. 7,00 1,30 n.d. 4,00
GoldBlond Don Peppe 1,00 7,00 8,00 8,00 1,00 n.d. n.d.
0,90 3,50 7,50 3,00 1,00 n.d. 2,00
QuickBite
16 Libbbre
Wiener Haus
n.d. n.d. 6,99 7,50 1,00 2,50 nd
1,20 5,80 11,80 5,80 1,60 3,30 4,00
1,00 5,20 8,50 6,40 1,30 n.d. 3,20
Prezzo più alto
pizzeria/focacceria, bar/gelateria e ristorante la differenza di prezzo è evidente soprattutto tra locali dove si consuma al banco o al tavolo, ma non è così ovvio e semplice. Una Coca Cola ad esempio al bar oscilla tra 1,50 euro e 2,50. Mentre seduti al ristorante varia tra i 2,50 euro e i 3,30. Notevole dunque la differenza, da accreditare sembrerebbe solo alla tipologia del locale, più curato, più esclusivo, più accogliente. Tra i ristoranti del Campania, il più caro per tipologia di prodotto selezionato risulta il 16 Libbre, dove la birra più economica in bottiglietta ha un costo di 4 euro e la Coca Cola, nella pet da 50 cl, di 3,30. Sempre dall’analisi dei prezzi, varia di molto il prezzo della pizza margherita a seconda dei locali, ma è facilmente giustificabile, considerando che in alcuni casi è al taglio e servita al banco, come da Spizzico al costo di 2,90 o da Eat&Dream a 2 euro, mentre da Don Peppe, Fratelli la Bufala e Gold Blond al costo di 4,50 è servita al tavolo. Tra i prodotti più venduti il caffè si mantiene su un prezzo più o meno standard, con il listino in tutti i bar di 0,90 e di 1 euro solo da
Espressamente Illy. Mentre al ristorante il prezzo del caffè spazia da 0,80 da Farinella a 1,20 da 16 Libbre. Ancora da notare il prezzo del cono gelato due gusti, allo stesso costo di 2 euro sia da Antica Gelateria del Corso che a La Scimmietta 2 e Tropicana Caffè. Mentre il panino più economico spazia dai 2,50 euro del Caffè di Roma ai 3,50 di Espressamente Illy ai 5 euro di Tropicana caffè. Va detto però che, sebbene catalogato tra i ristoranti, McDonald’s offre il panino più economico a 1 euro. Invogliano alla scelta i menu completi, escluse le bevande, che molti ristoranti offrono, spesso meno cari di un secondo, spaziando dai 5,50 euro dell’Arabian Kebab agli 11,80 del 16 Libbre, durante i giorni infrasettimanali con un rincaro di circa 4 euro nel corso del fine settimana. Piazza Campania in tutte le sue sfaccettature e offerte varie è comunque un luogo appetibile, il centro del centro, con i suoi ristoranti, fast food e bar, un’area concepita nell’ottica di creare un nuovo luogo di aggregazione, di incontro di socialità. È aperta tutti i giorni fino alle ore 24 e offre
occasioni di divertimento attraverso un ricco calendario di eventi. Ogni settimana, infatti, propone appuntamenti d’intrattenimento culturale, trasformandosi in un laboratorio di ricerca di nuovi talenti, in teatro d’animazione per bambini, oltre a proporre incontri dedicati al gusto e alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche italiane. Spettacolo, colori, musica sono gli ingredienti delle serate dedicate alla live music, in una programmazione che vede protagonisti artisti di successo e nuovi talenti. Le serate di cabaret divenute un appuntamento fisso per la clientela, regalano il piacere di trascorrere una serata in allegria in compagnia dei protagonisti di famose trasmissioni tv, come Zelig, Colorado Cafè o talenti made in Sud. Luogo ideale per condividere occasioni di relax e divertimento, dare spazio alle idee, sostenere e promuovere il territorio, organizzando progetti e occasioni d’incontro con e per il pubblico. Qui in piazza, tra l’altro è presente un info point EPT per la promozione turistica del territorio, in collaborazione con l’Ente Provinciale del Turismo di Caserta. Annalisa Tirrito
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© Edifis Intelligence
Ristoranti
Star Trek food
DESTINAZIONE
CALIFORNIA BAKERy a
d aprile in occasione del Salone del mobile è stato inaugurato in via Tortona, nel cuore del quadrilatero del design e della moda milanese, un nuovo california bakery, insegna ben conosciuta dai giovani meneghini amanti dei dolci. Con questa, a Milano, sono cinque le caffetterie/pasticcerie del marchio (aperte 7 giorni su 7) dal format american style, ma di proprietà tutta italiana. L'offerta, oltre a un ambiente tematico decisamente curato, comprende una buona selezione di panetteria e pasticceria americana di qualità (caffè nero, cheesecake, muffin e torte al cioccolato, per intenderci), prodotti da un team guidato da un pastry chef stelle e strisce. Il gruppo California Bakery opera a Milano dal 1996, quando marco d'arrigo, allora con ruoli di dirigenza nella pubblicità, si butta nel settore della ristorazione fuori casa, rilevando da una signora americana la gestione di una caffetteria/pasticceria in corso Concordia a Milano. Un'esperienza che finisce per entusiasmarlo, visto che dopo un viaggio di aggiornamento negli States, in tre anni apre alcuni piccoli store California Bakery a Milano, con format take away, ma dove era anche possi-
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bile la consumazione in loco, grazie al servizio caffetteria. Poi la decisione di rinnovare l'immagine del marchio e l'incontro con caroline denti, la titolare dell'agenzia pubblicitaria a cui si era rivolto, con cui diventa coppia fissa nel business e, poi, nella vita, mettendo su famiglia. Se il passato sembra più dolce delle cheescake servite nei locali della coppia D'Arrigo&Denti e il presente va benone, il futuro promette ancora meglio con due aperture
entro l'anno (Corso Como e piazza S. Ambrogio) e una (zona Garibaldi) nei primi mesi del 2013, tutte in zone centrali del capoluogo meneghino, attrattive e di tendenza. Così l'anno prossimo i locali di California Bakery arriveranno a sette, quasi raddoppiando il network in 12 mesi, i quattro nuovi, più gli altrettanti storici in via Larga, in piazza S. Eustorgio e viale Premuda, perchè quello in Largo Augusto cambierà l'insegna con The Bagel Factory.
GruPPO CaLifOrnia BaKerY in pillole Data di nascita Proprietà Sede Management Insegne Business Punti ristoro
1996 a Milano Marco d'arrigo, fondatore con la moglie Caroline denti Milano Marco d'arrigo ad; Caroline denti, strategist e direttore marketing; rosalia Bello, respondabile retail e Caterina di Bert, direttore generale. California Bakery e the Bagel factory California Bakery: pasticceria e caffetteria ma anche pranzo e cena con format american style. the Bagel factory: bagel farciti take away o in loco. 5 insegne California Bakery, 2 insegne the Bagel factory a maggio 2012 (tutti gestione diretta e a Milano).
Ma le novità per l'azienda milanese non sono finite: a febbraio di quest'anno, a supporto della crescita della rete retail, è stato reso operativo un laboratorio di produzione centralizzato (3mila mq a Rozzano, nella periferia sud di Milano). Un investimento di 800mila euro effettuato per supportare adeguatamente (oltre che a razionalizzare ed efficientare la struttura, semplificando l'attività delle cucine nelle singole caffetterie/pasticcerie) il network delle bakery del gruppo, tutte, ad oggi, a gestione diretta. Il laboratorio, poi, in linea con il trend della ristorazione tematica di qualità, ospiterà anche una “scuola di formazione california bakery” per preparare il personale. Dal quartier generale milanese fanno sapere che gli investimenti per questa fase di crescita interna possono essere quantificati intorno ai 1,7 milioni di euro, ai quali devono essere aggiunti quelli dell'anno scorso (complessivamente un milione) per l'allestimento del centro di produzione e per il potenziamento della struttura organizzativa e amministrativa.
Dai muffin ai bagel: l'america a Milano
Un bello sforzo finanziario e organizzativo che si aggiunge al lancio e alla crescita della collegata the bagel factory (per il 2011 più di 300mila euro di investimenti): l'anno scorso è stato aperto in piazza XXIV Maggio, nel cuore del quartiere Ticinese, sfondo principale della movida milanese, il primo locale della collegata a california bakery srl dove davanti ai clienti vengono preparati a mano i bagel (le ciambelle di pane della tradizione yiddish) da farcire con ingredienti dolci o salati, per essere consumati in loco o take away. La nuova scommessa sul made in Usa non sembra proprio andare male, tanto che le insegne dopo qualche mese di vita del marchio sono raddoppiate con l'inaugurazione
del locale in zona Tribunale questa primavera ed entro l'inverno l'obiettivo è arrivare a quattro punti vendita (aperti 7 giorni su 7 fino a tardi per sfamare i nottambuli) in centro a Milano, oltre a un co-branding con un corner nel California Bakery di via Tortona. Il fatturato conseguito dalla società (calcolato un solo punto vendita) nei suoi primi 7 mesi di vita si attesta sui 330mila euro, chiudendo così in pareggio il suo primo bilancio. Il progetto di sviluppo per il marchio delle ciambelle di pane ebraiche farcite prevede, oltre all'ampliamento dell'offerta dei prodotti sull'esempio newyorkese (insalate e zuppe), soprattutto il franchising (solo per Bagel, non per California) a partire dal prossimo inverno. Il programma di affiliazione sarà comunque particolare perché manterrà un forte legame produttivo con la casa madre: a fronte di una fee di ingresso e di royalities annuali, l'azienda di D'Arrigo allestirà interamente il negozio (che rimarrà di proprietà aziendale), lasciando al franchisee solo la parte gestionale del locale, anche perché i bagel continueranno ad essere prodotti nel laboratorio di XXIV Maggio e da lì spediti nei punti vendita. Intanto, anche a fronte di questi recenti sviluppi, la società si è trasformata in un vero e proprio gruppo alla cui testa c'è la holding California Bakery srl (a cui fa capo anche la divisione showcooking con laboratori di cucina: più di mille allievi l'anno scorso) che controlla california bakery farm srl (catering, banqueting ed eventi, tutto di alto posizionamento), tutti i punti vendita del brand e la nuova the bagel factory srl a cui fanno riferimento i locali del marchio omonimo. Al timone Marco D'Arrigo, fondatore, proprietario e amministratore unico del gruppo, che, perfettamente in linea con il target delle bakery si è circondato di una squadra tutta al femminile: in prima linea la compagna Caroline Denti, strategist e direttore marketing, poi Rosalia Bello, respondabile retail e Caterina Di Bert, direttore generale.
L'intervista NessUN compromesso sULLa QUaLitÀ: La sFida per crescere. CaroLine Denti, titolare e fondatrice di California Bakery insieme al marito, Marco D'arrigo. Nonostante la crisi, il 2011 è stato un anno di investimenti importanti per California Bakery: non la spaventa un po' questa sfida? Quest’anno abbiamo lavorato tutti tanto, tantissimo. A volte mi sono chiesta se ce l’avremmo fatta, visti i grossi obiettivi che c’eravamo posti; il più alto, fra tutti, quello di dare una struttura più solida all’azienda nella sua consapevole ma ambiziosa crescita, tenendo saldi i nostri valori: alta qualità del prodotto, valorizzazione e rispetto delle singole risorse umane, passione, serietà, tutela dell’ambiente. Tre nuove aperture California Bakery sono previste nel corso del 2012 e le premesse perché questo potesse avvenire sono state poste durante questi mesi, con un percorso di ottimizzazione dei processi produttivi e di razionalizzazione dell’intera macchina aziendale. Abbiamo aperto un laboratorio centrale con l’obiettivo di facilitare il lavoro nelle cucine degli store, garantendo più spazi di lavoro, nuove tecnologie di cura dei prodotti e processi virtuosi nell’ottica di una espansione sana e coerente con le nostre attività. Corso Como sarà aperto entro giugno. California Bakery occuperà la sede di una ex legatoria (i lavori sono già in fase avanzata). Poi California Bakery arriverà anche in zona Garibaldi ed è appena sbarcato nella vivacissima via Tortona. Dato il grande successo dei laboratori Showcooking stiamo meditando, con la responsabile Michela, di strutturare l’attività dei corsi di cucina come una vera e propria scuola, e dunque stiamo ipotizzando di aprire una sede anche per questo. Ma siamo scaramantici, non diciamo nulla di più!
Nel 2012 ci saranno tre nuove sedi milanesi anche per The Bagel Factory. La prima in corso di Porta Vittoria, a pochi passi dal Tribunale di Milano. Al momento oltre 130 persone sono con noi e con il 2012 arriveremo a 160. Una grande responsabilità, in un momento di difficoltà economica e di contrazione dei consumi. Affrontiamo ogni sfida con la certezza del valore e dell’unicità del nostro format e della forza con cui crediamo nella proposta di un’idea di benessere in senso ampio, che passa dal cibo, all’ambiente, alle nostre iniziative di mobilità sostenibile. Per The Bagel Factory è in agenda un futuro anche in franchising, mentre California Bakery sarà solo a gestione diretta. Perchè questa differenza? Perché California Bakery ha una serie di criticità legate al format che preferiamo gestire direttamente, mentre TBF è un modello più facilmente replicabile. Cosa rispondete alle critiche di chi, pur riconoscendo la qualità dei vostri prodotti, sostiene che avete dei prezzi comunque un po' alti? Siamo aperti e attenti alle critiche e ai commenti dei clienti di cui spesso siamo i primi a chiedere il parere attraverso i nostri canali social o in store. Il posizionamento di prezzo in fascia alta di California Bakery è motivato dalla voglia di non accettare compromessi in fatto di qualità delle materie prime e selezione dei fornitori, perché siamo convinti che sia questo il valore aggiunto che i clienti ci riconoscono. Specie ora che la concorrenza, sulla piazza milanese, aumenta. Stiamo lavorando per incrementare le nostre azioni di comunicazione, sia sui canali social che sui media tradizionali, in modo da tenere sempre più aggiornati i nostri clienti sull’origine dei prodotti che mangiano da noi, e sulla loro unicità.
retail&food - giugno 2012 25
Star Trek food Fatturat0 (euro) 4.000.000 3.500.000 3.000.000 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0
2004
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fonte: Dati Cerved Group
MARGINE DI C/E IN % DEL VALORE DI PRODUZIONE
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fonte: Dati Cerved Group
Cheesecake e redditività da leccarsi i baffi
Se si va a mettere il naso nei bilanci d'esercizio della capogruppo, anche i numeri mostrano una trend assolutamente positivo negli ultimi anni: i ricavi nel 2006 si attestavano a 534mila euro circa, mentre quattro anni dopo si è arrivati a quasi 3,6 milioni, con una crescita del fatturato di sette volte. Ancora meglio va il valore aggiunto che nel 2010 è di 960mila euro, a fronte dei 103 del 2006 per un +932% in 4 anni, mentre il MOL
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per gli stessi esercizi segna 424,5 (quasi il 12% di MOL/ ricavi) nel più recente e quasi 45mila nel 2006 (8,4% MOL/ricavi). Numeri la leccarsi i baffi che hanno sempre garantito un buon utile: 155mila euro nel 2010, con un balzo in avanti rispetto ai precedenti che si attestavano intorno ai 20mila. Ma sono gli indici di redditività a stupire, certamente in positivo: il ROE del 2010 sfiora il 60%, e non scende mai sotto il 22,6% dell'anno prima, anno maglia nera (si fa per dire). Sopra il 20% nell'ultimo bilancio disponibile anche il ROI (tra il 6% e il 10% nei quattro esercizi precedenti). A testimonianza di un'azienda in buono stato di efficienza produttiva ed efficacia gestionale sta il 272,8% di Rotazione Capitale investito del 2010 (138,1% nel 2007, il livello più basso del quinquiennio). Il rapporto di indebitamento, da abbastanza elevato va in contenimento a livelli in media di settore: era il 91,2% nel 2006 e scende all'80 per cento. Sale la percentuale Mezzi propri/capitale investito, comunque non certo alta, fissandosi al 20% nell'ultimo esercizio disponibile, mentre era 11,2 punti in meno quattro anni
prima. In controtendenza gli indici di liquidità con un trend negativo del Rapporto corrente e un Acid Test (solvibilità immediata) che si dimezza nel 2010 rispetto all'anno precedente, mentre il trend è in calo (144% nel 2006). (Dati Cerved Group) La fotografia mostra un'azienda che fa ottimi risultati e che investe molto sulla crescita, anche se la parte finanziaria va tenuta sott'occhio per evitare stress da sforzo. Nell'ultimo esercizio il trend degli investimenti non è certo diminuito e i risultati, almeno per quello che riguarda The Bagel Factory, stanno dando ragione alla sfida della coppia D'Arrigo&Denti, anche se nell'immediato futuro le stime aziendali si basano su scenari di tipo conservativo con un incremento massimo degli incassi/ medi per locale del 5%. Dopo l'espansione del network su Milano, l'obiettivo è concentrarsi su altre città italiane ed europee e rendersi sempre più riconoscibili (magari arricchendo l'offerta di eventi con partnership con realtà socio-culturali nei propri store) rispetto alla concorrenza emergente nel ramo bakery con un posizionamento su un livello alto. Il tutto mantenendo il rapporto qualità/prezzo, che comunque è già posizionato per un target con disponibilità economiche di fascia medio/alta, tipiche di una metropoli ricca e trendy come Milano. Città dove la formula va a gonfie vele, visto i locali sono sempre pieni. La nuova scommessa sarà l'esportare questo format in location diverse dalla capitale della moda e del business italiano: le energie non sembrano mancare. David Montorsi
MALL SYSTEM X RETAIL&FOOD
Mall System
Un modello di commercializzazione unico, che nasce dal gruppo
M
ALL SYSTEM, società specializzata nella commercializzazione di centri commerciali e complessi polifunzionali, completa e valorizza il meglio delle esperienze di tre grandi partner: Cogest Italia (gestione di centri commerciali), Promocentro Italia (promotore) e La Policentro (promotore). Operando in sinergia, il Gruppo è in grado di presidiare l’intera filiera del retail real estate; ed è proprio grazie a un patrimonio unico di competenze e contatti, che Mall System si è affermata rapidamente nel settore, proponendosi come interlocutore privilegiato non solo delle proprietà e degli investitori, ma anche dei retailer italiani e internazionali. Capacità di analisi e lettura del mercato; definizione
dell’offerta in funzione del bacino di riferimento, dello scenario competitivo, della vocazione della struttura; ricerca e selezione dei brand. Sono questi gli elementi portanti di Mall System e del suo modello operativo. La mission: ottimizzare il rendimento del centro commerciale, promuovendo il momento di incontro tra domanda e offerta. Oltre al leasing dei nuovi progetti, Mall System è responsabile delle ricommercializzazioni all’interno dei 45 centri gestiti da Cogest. Questo garantisce una conoscenza approfondita e puntuale del territorio, delle dinamiche e delle quotazioni delle location. E mette a disposizione delle catene un circuito esclusivo di location, in contesti avviati e in bacini fidelizzati.
"Ogni partner ha la propria autonomia e un know-how esclusivo, ma condivide con il Gruppo la vocazione alla qualità e la visione del business."
www.mallsystem.it
MALL SYSTEM X RETAIL&FOOD
«I NUOVI FORMATI DEL RETAIL»
I
numeri contano sempre, ma in tempo di crisi ancora di più. Tre, in particolare, sono i dati che meritano l’attenzione di operatori nazionali e internazionali. nell’ultimo anno Mall System ha aperto 3 tra centri e parchi commerciali, per una gla complessiva di oltre 80.000 metri quadrati, con un tasso di superficie allocata pari al 98% per cento. Questo ha permesso all’azienda con sede a Cinisello Balsamo (Mi) di consolidare il proprio ruolo di leader nel settore del retail real estate italiano. Al timone della società dal 2007, in veste di direttore generale, intervistiamo roberto Marchetti, che abbiamo incontrato in previsione di eire.
“
siamo arrivati all’ottava edizione di eire, forse quella più delicata tra quelle viste sino ad ora. Quali sono le vostre aspettative? siamo ad eire con l’intento concreto di rendere questi tre giorni un’occasione di lavoro, di confronto con gli operatori che già conosciamo e magari di apertura a nuove opportunità di sviluppo. Ma il retail è solo una componente di eire, così come il leasing è uno dei rami di business del nostro gruppo, che abbraccia tutta la filiera dallo sviluppo all’en-
gineering e dal leasing alla gestione dei centri commerciali. la nostra presenza è quindi finalizzata a promuovere al target degli investitori alcuni prodotti “prime”, centri già esistenti o in fase di realizzazione, facenti capo a società di scopo del gruppo. siamo certi che tali progetti riceveranno la dovuta attenzione per le particolari caratteristiche. se la sente di suggerire agli organizzatori qualche ricetta per dare ulteriore slancio a eire? È doveroso sottolineare che ge.Fi. si è sempre dimostrata attenta. Più volte abbiamo collaborato con gli organizzatori, con l’obiettivo di attrarre in maniera più efficace de-
www.mallsystem.it
terminate tipologie di visitatori. l’operazione “investors’ days”, realizzata quest’anno, va incontro all’esigenza fortemente sentita dal retail real estate di richiamare l’attenzione degli investitori internazionali sull’offerta italiana. Un altro obiettivo a tendere potrebbe essere quello di potenziare la presenza di enti finanziatori (penso al presidio massiccio delle banche e dei fondi, presenti con grandi stand al expo real di Monaco). o ancora, la creazione di spazi di lavoro a cui
partecipino operatori diversi (developer, proprietà, investitori) che oggi sembrano incontrarsi ancora per caso o per canali clientelari. Può farci un esempio concreto? esiste un patrimonio di strutture parastatali che potrebbe essere messo a reddito con una riconversione ispirata a reali criteri commerciali. Il beneficio sarebbe immediato e diffuso, a favore della proprietà, della popolazione che potrebbe godere di nuovi servizi, dei retailer, di tutte le aziende coinvolte nel progetto, in fase di realizzazione e gestione. oggi tutto questo avviene in circostanze eccezionali, su un numero troppo limitato di progetti, e
all’interno di gabbie di interesse che soffocano la libera competizione. in termini di format, catene, servizi, offerta di intrattenimento e ancora di sostenibilità ambientale, quali novità volete introdurre sul mercato nel 2012? Premettiamo che ormai tutti i nuovi progetti sono concepiti per ridurre al massimo l’impatto ambientale, a partire dalla progettazione (scelta dei materiali e delle tecnologie), durante tutta la fase di realizzazione e poi con una gestione “illuminata”. e questo vale tanto per i mall, quanto per i parchi commerciali. Per quanto riguarda i format, crediamo molto nelle strutture “aperte” a diverse tipologie di fruizione. PR Parma Retail sarà un lifestyle centre che propone un modello di leisure innovativo. Una spettacolare conchiglia di acciaio e cristallo ripara il mall senza occluderlo, eliminando quindi i costi di climatizzazione. Ma l’innovazione si estende anche all’offerta: ben oltre il solito binomio cinema-sala giochi, offre pista go kart, campi calcetto, percorso vita, luna park, palestra… anche per Settimo Cielo Retail Park a Settimo Torinese si annuncia uno sviluppo ulteriore. Ultimata la fase tre nel prossimo biennio, con uno shopping & entertainment centre con ipermercato, Hi-Fi, multisala e un’importante piazza ristorazione, il polo si completerà con una fitness spa e un palazzetto per concerti ed eventi, unico nel suo genere nel panorama nazionale. e poi c’è l’ulteriore sviluppo commerciale dell’ospedale Niguarda di Milano. la galleria nel blocco sud è stata un successo. ora si parla del raddoppio nel blocco nord. Ma non sarà una duplicazione: per l’area attigua ai reparti maternità e pediatria proporremo un mix del tutto nuovo, in linea con le aspettative dell’utenza. il calo dei consumi negli ipermercati come cambia gli equilibri tra ancora alimentare e galleria? se è per questo, sono in calo anche l’abbigliamento e l’elettronica… e se l’iper cala, tiene il super. in ogni caso, gli equilibri stavano già cambiando e sono stati solo accelerati
dalla crisi. in alcune delle nostre gallerie si è sentito meno, perché erano state concepite come propulsori, integrati ma autosufficienti rispetto alla locomotiva alimentare. Pensiamo per esempio a centri come la grande Mela (aperto nel 1996) o le PorteFranche (1998). il ridimensionamento da parte di ipermercati , a favore della galleria, potrebbe essere un’opportunità di sviluppo? lo è già stato e continua ad esserlo, un trend in crescita, se si considera che persino iper “piccoli” di 6.000 mq sono talvolta soggetti al ridimensionamento a 4.000. stiamo ormai lavorando da tempo su queste situazioni, che spesso hanno dato l’occasione per una rivisitazione commerciale dei mall attraverso l’introduzione di nuove medie superfici o di porzioni di galleria con piccoli punti vendita. Dopo queste considerazioni, quale futuro vede per il settore dei centri commerciali in italia? con lo scenario economico politico in mutazione, qualsiasi previsione ha grandi margini di alea. credo ma non mi auguro - che le liberalizzazioni vedranno confluire nuovi progetti su bacini già saturi, con l’effetto di far soccombere le strutture più “deboli” e creare l’esigenza di una riqualificazione, sulla falsariga di quello che sta accadendo da anni negli Usa. E poi c’è l’e-commerce: la fine del mondo come lo conosciamo e un’opportunità rivoluzionaria che probabilmente il retailer e il consumatore italiano devono ancora imparare a gestire.
”
MALL SYSTEM X RETAIL&FOOD
11 progetti in cantiere Nome centro
Località
Promotore
Gla (mq/sqm)
Totale unità
Settimo Cielo Retail Park + Shopping & Entertainment Centre
Settimo Torinese TO
Promocentro Italia
80.000
120
Parco Ambivere
Ambivere BG
Gruppo Lombardini
10.000
9
Galleria Borromea Retail Park
Peschiera Borromeo MI
Promocentro Italia spa
18.000 (+27.500 centro comm.)
10 (+90 centro)
Partynico Shopping Village (centro commerciale + outlet + retail park)
Partinico PA
La Policentro
33.251 (solo centro comm.)
108 (solo centro)
Busnago / Cornate d’Adda MB
Mercurio spa
11.450 (+54.283 di centro + parco esistenti)
10 (+175 esistenti)
Macerata
Promocentro Italia
6.300 (+24.800 esistenti)
43 (+ 41 esistenti)
Afragola NA
La Policentro spa
43.362
97
Castelli Calepio BG
La Policentro spa
25.528
80
PR Parma Retail
Parma
La Policentro spa
42.455
84
Città sul Mare
Savona
Meraviglia spa
4.300
27
Shopping Gallery Niguarda (blocco nord)
Milano
Progeni spa
1.200
13
Globo parco commerciale (ampliamento) Centro Commerciale Valdichienti (ampliamento) Policentro Afragola centro commerciale
A
nche quest’anno Mall System è presente all’Eire con un ricco programma di lavoro. Allo stand (P27-P29, padiglione 4) condiviso con i partner del Gruppo – Cogest, La Policentro e Promocentro Italia – la società di commercializzazione presenta un totale di 11 progetti ben diversificati per localizzazione, bacino, dimensioni e format. Due è meglio di uno La simbiosi tra format complementari funziona; sempre più spesso i developer concepiscono le nuove realizzazioni come complessi integrati. Settimo Cielo Retail Park – che poteva già contare sulla capacità attrattiva di 10 insegne leader – si potenzierà dalla fine di quest’anno con l’ingresso di due player come Maison du Monde e Mondo Convenienza. É iniziata di pari passo la commercializzazione dello Shopping & Entertainment Centre, in calendario per il 2014. L’attività di leasing riguarda anche Parco Ambivere, che con 9 medie superfici rappresenta il complemento ideale di Continente Mapello in provincia di Bergamo. Mentre Galleria Borromea Retail Park andrà a rafforzare il presidio del mall omonimo, alle porte di Milano. Sul piatto c’è infine il tris di Partynico Shopping Village: centro commerciale più outlet più parco, in provincia di Palermo.
Policentro Castelli
Rendite di posizione Un bacino radicato è uno degli asset più preziosi del centro. Ma per mantenere nel tempo l’appeal sul territorio la struttura deve rinnovarsi e arricchire l’offerta. È il caso di Globo e del suo retail park: ampliato in più fasi, diventerà il polo commerciale più esteso di Italia. Anche Valdichienti, uno dei primi centri commerciali marchigiani, premia un bacino super-fidelizzato con un ampliamento da 6.300 mq di gla. Innovazione, sì grazie! In tempi di crisi, il format del centro commerciale è quello che ha tenuto meglio. A fare la differenza però è il contenuto di innovazione. Nella categoria degli shopping centre di ultima generazione si segnalano i progetti di Policentro Afragola e Policentro Castelli. Il primo è destinato a catalizzare gli acquisti di un’area importante come quella napoletana, il secondo è calibrato sui consumi di una porzione della provincia bergamasca ancora scoperta da servizi di retail moderno. É ormai quasi al completo PR Parma Retail, avveniristico lifestyle centre che integra lo shopping al tempo libero per tutta la famiglia. Nuovi contesti per lo shopping Lo sviluppo commerciale può essere un fattore di qualificazione per strutture dismesse o contesti caratterizzati da alte presenze, luoghi in cui il cliente c’è ma mancano l’offerta e i servizi. Rientra nel primo caso, la riqualificazione di una vecchia centrale Enel a Savona. Città sul Mare porterà a nuova vita un’area urbana, trasformandosi in una shopping gallery di vicinato e valorizzando una struttura architettonica di grande pregio storico ed estetico. Shopping Gallery Niguarda è invece un esempio di ibridazione di spazi a diversa funzione d’uso. La galleria inaugurata nel 2010, all’interno del più grande ospedale milanese, ha ricevuto il prestigioso “innovation index” di retail&food. Ora si prepara al raddoppio.
Focus Expo Italia Real Estate
Eire 2012: cura dimagrante, effetto rigenerante?
La rassegna dell’immobiliare, che si terrà nel complesso di Fieramilano Rho tra il 5 e il 7 giugno, arriva all’ottava edizione. Nonostante la giovane età è già tempo di scelte coraggiose: spazi essenziali e maggiore operatività. Sono attesi circa 100 operatori internazionali, sui quali si concentreranno tutti i riflettori
I
nutile nascondersi dietro a un dito: la crisi c’è e si vede chiaramente, anche nel padiglione superstite di Eire. Giusta la decisione di Ge.Fi. di eliminare i costi accessori e delle aziende di rinunciare, quando non indispensabili, a stand mastodontici. Ancora meglio – unica via da percorrere – è stato accelerare sull’ingresso di operatori internazionali e sui servizi volti a favorire l’incontro tra espositori e visitatori. Toni talvolta catastrofici
32 retail&food - giugno 2012
hanno accompagnato la campagna di comunicazione istituzionale nelle settimane precedenti la rassegna. Davvero poco edificanti. Considerazione pragmatica: se in fiera non si lavora è meglio non esserci o comunque non strafare, perché non costa poco – dicono gli operatori – affittare gli spazi. Di qui la scelta di non partecipare presa da alcuni player di primo livello, dei quali non facciamo i nomi
Pietro Malaspina, presidente di Cncc
«La riqualificazione urbana è la nuova frontiera» Eire ha perso qualche operatore e qualche metro quadrato, ma prosegue sul lungo sentiero dell’internazionalizzazione. Come vede questa edizione per i player del comparto retail real estate? In un mercato critico l’ampliamento dell’ottica di Eire allo scenario globale, obiettivo comunque perseguito sin dalle prime edizioni, era un passo obbligato. È logico che l’interesse si concentri sui mercati con maggiore potenziale, come il Brasile dove la crescita del comparto retail real estate è impressionante, o di cross-development, come la Cina, da cui potrebbero provenire importanti flussi di investimento nel real estate italiano. Rivolgendosi agli investitori internazionali, quali consigli si sente di dare? Di non fermarsi ai dati generali dell’economia italiana, ma di esplorare in dettaglio i dati relativi ai singoli comparti di attività e ai singoli progetti di sviluppo. Questo modo di procedere è tipico degli operatori del settore retail real estate e non è un caso che proprio questo settore continui, molto più degli altri, ad attrarre l’interesse degli sviluppatori e degli investitori. In tempi di crisi le responsabilità aumentano e il Cncc assume un ruolo progressivamente più importante. Quali iniziative metterete in campo a Eire per dare prospettiva agli operatori?
visti i possibili ripensamenti ma che sono già noti tra gli addetti ai lavori da diverse settimane. Di qui la scelta presa da molti altri operatori di partecipare, perché esserci è un valore in quanto tale e a maggior ragione lo è quando si hanno progetti da promuovere. Sappiamo per certo che nei primi mesi dell’anno c’è stato un frenetico tam tam tra le aziende – noi abbiamo interpellato quelle del retail real estate – per valutare la partecipazione a fronte di opportunità, costi, presenze e defaillance dei competitor. Ci sentiamo di anticipare che lo zoccolo duro alla fine ha retto, per buona parte. I progetti interessanti, lo diamo per certo, ci saranno. Soprattutto se pensiamo alle piazze di Milano e Roma, ma anche a quelle di Napoli, Torino, Palermo, Bergamo, Venezia e Gorizia. Tra questi menzioniamo, senza voler fare torto a nessuno, la piastra commerciale di Citylife (Mi), il progetto di Cascina Merlata con 45mila mq di commerciale (Mi), il centro commerciale Valle Aurelia (Roma), la nuova centralità Romanina (misto residenziale-commerciale a Roma), il Mid Fiumicino Outlet (Roma), Settimo Cielo Retail Park e Shopping Entertainment Center (To), il centro commerciale Villesse Shopping (Go), il complesso polifunzionale Partynico (Pa) e Policentro Afragola (Na). Non mancano poi le novità assolute in termini di format, come l’outlet delle eccellenze alimentari Agricity, in via Rubattino nella città meneghina. Il punto forte, su cui spinge l’organizzazione della fiera, è la presenza di un centinaio di operatori internazionali. Brasile e Cina saranno i paesi maggiormente rappresentati, per ovvi motivi, ma sarà consistente la delegazione proveniente dai Balcani e ancora da Repubblica Ceca, Polonia, Malta e Azerbaijan. Ai visitatori stranieri è rivolta la presentazione “The Best Of Italy: Book of Investment Opportunities, Projects and Qualified Professionals”. Va specificato che solo una parte di queste opportunità interesserà direttamente gli operatori del retail, dato che Eire abbraccia vari settori dell’immobiliare.
Continueremo nell’azione svolta fino ad ora, cercando di far comprendere anche alle pubbliche amministrazioni italiane, centrali e locali, che la creazione di nuovi luoghi del commercio, soprattutto nel tessuto urbano delle nostre città, è un fattore di crescita non solo per l’industria immobiliare, ma anche per la rete commerciale e per le comunità locali. Quello che serve ora è la definitiva rimozione di un pregiudizio immotivato che ha sempre ostacolato una razionale diffusione degli aggregati commerciali. Arriviamo quindi al vostro convegno, intitolato “L’immobiliare commerciale e la riqualificazione delle zone urbane”. Questo tema rappresenta la nuova frontiera di sviluppo? Il recupero a uso commerciale di strutture esistenti e l’inserimento di nuovi aggregati commerciali nelle operazioni di riqualificazione di vaste zone urbane offre agli operatori dell’industria immobiliare nuove concrete opportunità e agli operatori commerciali nuove localizzazioni per il loro sviluppo, pensate sin dalla fase progettuale per realizzare le condizioni ideali per l’incontro tra domanda e offerta. La vitalità commerciale dei contesti urbani non si ottiene attraverso il congelamento dello status quo, ma attraverso la crescita dell’attrattività dell’intero sistema città, prodotta anche da nuovi luoghi del commercio.
Specifici per il comparto retail saranno i due convegni organizzati dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali: L’Immobiliare commerciale e la riqualificazione delle zone urbane (vedi intervista in pagina a Pietro Malaspina), che si terrà tra le 9,45 e le 13 presso la Blue Conference Room, e Marketing Immobiliare per la valorizzazione degli asset, dalle 14,30 alle 16 presso la Orange Conference Room. Entrambi in data 6 giugno. Di più ampio respiro sul settore immobiliare
sarà l’evento inaugurale, Il real estate condizione per lo sviluppo del Paese, che si terrà il 5 giugno dalle 10,30 alle 12.45 presso la Blue Conferenze Room. L’obiettivo, in questo contesto, è quello di fare il punto sull’industria immobiliare in Italia a un anno di distanza dagli Stati Generali del Real Estate. Momento forte di Eire 2011. Per conoscere in tempo reale l’andamento della fiera vi invitiamo a trovarci allo stand di retail&food. Andrea Penazzi
retail&food - giugno 2012 33 33
prima pietra
MOLFETTA FASHION DISTRICT, l’outlet si trasforma
Il concetto di foc fa un passo avanti verso il format ibrido del parco commerciale. Entro il 2012 all’interno del complesso gestito dalla società bresciana listini full price si alterneranno a quelli scontati. Ma il mix merceologico non sarà quello presente nei normali canali distributivi
o
utlet di seconda generazione, anzi no. Parco commerciale è la denominazione più appropriata per definire il progetto che cambierà anima e corpo del Molfetta Outlet di Fashion District. Il nome della struttura, una volta a regime entro la primavera del 2013, sarà The Fashion District. Il complesso sarà composto di varie isole merceologiche, denominate con sottobrand come Fashion Outlet e Italian Loft. A spiegarci tutti i dettagli dell’iniziativa è stato il nuovo amministratore delegato di fashion district group, angelo facchinetti. Lo strumento dell’intervista, in genere non contemplato nella rubrica Prima Pietra, è stato adottato per comprendere al meglio un’iniziativa che si caratterizza non solo dal punto di vista real estate, attraverso un restyling e la costruzione di un corpo centrale, ma che trova il suo valore aggiunto nel superamento di un format commerciale. Al momento l’outlet in oggetto vanta un’estensione di circa 40-42mila mq, con all’interno circa 140 negozi. L’offerta merceologica si struttura in base ai canoni tradizionali dell’outlet, dall’abbigliamento uomo, donna e bambino, passando per l’assortimento sportivo e intimo, sino alle calzature, ai cosmetici, agli accessori, e poi alla casa e all’elettronicamusica-editoria. Non manca la ristorazione e, cosa non da poco, un multiplex a insegna Uci. La presenza del cinema è sicuramente distintiva rispetto ad altri foc nazionali.
Struttura: tra antico e moderno
L’investimento sarà di «parecchi milioni di euro», ma l’amministratore delegato non si sbilancia sul numero preciso, dato che ci sono «alcune attività ancora soggette all’approvazione del board». Tra i lavori che giustificano un importo
34 retail&food - giugno 2012
di un certo livello ci sono il rifacimento del corpo centrale e il restyling di tutto l’outlet. Le opere in programma riguardano la tematizzazione, il rifacimento degli arredi urbani (già portato a termine), «la creazione di una componente moderna fatta di pietra, acciaio cor-ten e materiali innovativi, e di una componente più tradizionale che si ispira ai paesaggi di Otranto, Peschici e in generale a quelli della Puglia, con l’utilizzo di tufo bianco». Non sono previsti ampliamenti del parcheggio, mentre «qualche piccolo intervento di ottimizzazione, ma nulla di molto importante, potrebbe riguardare la viabilità». Il calendario prevede l’opening in due tappe: una prima inaugurazione entro la fine del 2012 e il completamento nei primi mesi del 2013. «Le opere vengono appaltate la prossima settimana (tra il 14 il 20 maggio, ndr). Abbiamo già fatto le gare con i fornitori e i progetti sono stati depositati, per questo motivo le attività dovrebbero iniziare entro la fine del mese (maggio, ndr). Durante il periodo di cantiere l’obiettivo è di rendere la
struttura più fruibile possibile. Da un certo punto di vista i lavori diventeranno delle scenografie che i visitatori potranno vedere. Vorremmo rendere un concetto di cantiere non necessariamente nascosto, ma visibile, che dia l’idea del cambiamento».
arriva il full price
Entrando nel cuore dell’iniziativa, la caratterizzazione sarà la nascita del parco commerciale sugli attuali 40-42mila mq di gla. Non è previsto quindi un ampliamento del perimetro. Un volta a regime il complesso di Molfetta vedrà l’offerta outlet ridotta al 60-70% rispetto all'attuale gla, mentre il restante 30-40% sarà adibito a format diversi. Di questi ultimi «una parte sarà assolutamente full price – ci ha spiegato Angelo Facchinetti – e collocata nel format Street High & Loft: un corpo centrale, con una superficie di 5-10mila mq, diviso in tre aree tematiche. Nella dimensione Street ci saranno tutti quei prodotti legati all’underground e all’urban lifestyle, che tanto stanno muovendo i consumatori soprattutto nel nord Europa. Spazio sarà riservato al
concetto di tavola, quindi sia da snowboard che da skateboard che da surf, con referenze tra loro contigue che rappresentano un nuovo modo di vestirsi e di comportarsi. Ci sarà poi la dimensione Loft, composta di complementi di arredo, con oggetti di design, funzionali allo spazio domestico in stile metropolitano
Il progetto in pillole e moderno. La terza dimensione sarà quella dell’Innovation, della tecnologia al servizio dell’uomo. Ci saranno prodotti tecnologici, come tablet, smartphone e sistemi audio-video molto evoluti, ma anche ad esempio strumenti da palestra. Queste tre dimensioni caratterizzano un
parco di consumatori molto omogeneo: sono tre dimensioni di un unico mondo. Sulla superficie rimanente saranno inseriti altri format, altrettanto distintivi, su cui stiamo ragionando. Per questi l’idea è di intercettare specifici target di consumatori. A titolo esemplificativo, pro-
IndIce dI InnoVazIone architetto, Gerardo Sannella associate director di Chapman Taylor Architetti urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 sociologo, Gianmarco navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca redazione r&f (Andrea Penazzi)
6,5 5 6,5 7,5 7
apertUra preViSta faSe 1 apertUra preViSta CoMpLeMento iniZio Dei LaVori proMotore CoMMerCiaLiZZaZione proGettaZione LoCaLitÀ LoCaLiZZaZione tipoLoGia GLa parCheGGi UnitÀ riStoraZione totaLe UnitÀ (piCCoLe, MeDie e GranDi SUperfiCi)
babilmente colpiremo il settore del wedding, quindi il mondo della sposa, molto importante in quell’area geografica. Non lo faremo solo con l’abito, ma anche con l’agenzia viaggio, il wedding planner e la lista nozze. Lo scopo è rendere sia la dimensione prodotto che quella servizio molto forti. Un altro esempio può riguardare il vintage. In generale riserveremo a queste merceologie nicchie di spazio molto specifiche e distintive, accorpate in aree sufficientemente rappresentative. Stiamo già lavorando alla commercializzazione degli spazi». Tuttavia l’obiettivo di Fashion District
dicembre 2012 primavera 2013 maggio 2012 fashion district Group fashion district Group sciuto design molfetta (ba) extraurbana parco commerciale - outlet 40mila mq 2500 6 140
mira a coinvolgere anche la componente outlet: «Qualche tenant si sta spostando e ricollocando in zone più corrette rispetto ai nuovi format. Chi si sposta generalmente coglie l’occasione per riqualificare, migliorare, o ri-tarare il layout. Altri negozi rimangono nella posizione attuale. Noi cerchiamo, laddove possibile, di stimolare tutti affinché questo progetto possa portare novità ovunque. Vorremmo infatti che anche la parte outlet sia più “attractive” in fase di lancio. Da parte dei retailer, soprattutto di quelli già presenti, riscontriamo segnali confortanti e positivi».
retail&food - giugno 2012 35
prima pietra Accelerano servizi e ristorazione
Nel superamento del tradizionale format dell’outlet troveranno maggiore spazio anche i servizi. «Abbiamo già aperto, ma non inaugurato, una fashion art: una sala espositiva permanente dove periodicamente verranno esposte opere d’arte. In questo momento è presente una mostra di arte contemporanea organizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bari. Disporremo di una kinder house, quindi di una zona bimbi assistita, di 400-500 metri quadrati. Ci saranno poi lo Skate Park più grande d’Italia e delle zone
dedicate agli street sport, più uno show room. Quest’ultimo sarà una specie di zona convention dove presentare nuovi prodotti, progetti e dove fare formazione. Contestualmente stiamo rifacendo tutte le attività di food: abbiamo un accordo quadro con il Gruppo Airest che sta aprendo le nuove ristorazioni. Anche su questo fronte potrebbero esserci novità». Nella brochure informativa si evidenziano le aperture del secondo sportello bancomat e dell’area Baby Parking, rispettivamente nei mesi di maggio e giugno 2012.
Player per le fasce isocrone della localizzazione (Accesibilità: 40 minuti, con autostrade, traffico medio) Fasce Superficie Distanza Format Insegna Comune Indirizzo Prov. Isocrone (mq) (minuti) 00' - 10' Factory Outlet
MOLFETTA FASHION DISTRICT OUTLET
BA
MOLFETTA
Via dei Portuali - S.S. 16 Bis 220
40.000
0,0
Centro Commerciale
GRAN SHOPPING MONGOLFIERA
BA
MOLFETTA
Via Adriano Olivetti ang. Strada Vicinale Coppe
35.000
3,1
Parco Commerciale
RETAIL PARK
BA
MOLFETTA
Via Oliere e Saponiere Meridionali
8.500
3,1
Centro Commerciale
PAVILLON
BA
CORATO
Via Gravina 30
6.500
23,9
Centro Commerciale
MONGOLFIERA
BT
BARLETTA
Via Trani 19
17.407
24,3
Centro Commerciale
AUCHAN
BA
MODUGNO
Contrada Mater Gratiae 38
27.285
26,0
Centro Commerciale
MONGOLFIERA
BT
ANDRIA
Contrada Barba d'Angelo - S.S. 170
29.920
26,2
Centro Commerciale
MONGOLFIERA
BA
BARI
Strada Santa Caterina 19
26.723
28,7
Parco Commerciale
RETAIL PARK
BA
BARI
Strada Santa Caterina 17
17.500
28,7
Parco Commerciale
BARI MAX
BA
BARI
Viale Francesco De Blasio ang. Viale Lorenzo Larocca
21.954
31,1
Centro Commerciale
MONGOLFIERA
BA
BARI
Viale Louis Pasteur 6
18.568
32,2
Centro Commerciale
MONGOLFIERA
BA
BARI
Via Natale Loiacono 20 - Loc. Japigia
24.456
38,3
10' - 20' —
20' - 30'
30' - 40'
Fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it
Inquadramento Territoriale
36 retail&food - giugno 2012
Le prossime tappe
Il circuito di Fashion District conta complessivamente tre outlet. Oltre a quello di Molfetta sono operativi quelli di Mantova e Valmontone. Un quarto outlet a marchio Fashion District si trova a Melilli (Sr), ma la gestione è affidata a un’altra società bresciana, Promanagement. Il foc siciliano vede un contratto di licenza del marchio per cinque anni. Abbiamo quindi chiesto all’ad Facchinetti se ci saranno interventi sugli altri due outlet in gestione: «Siamo partiti da Molfetta perché riteniamo che in questa struttura ci siano le condizioni migliori e che il
I centri commerciali presenti nel territorio
za in macchina con autostrade e traffico medio, suddivisa in quattro fasce isocrone (0’-10, 10’-20’, 20’-30’, 30’-40’). Il bacino comprende comuni nella provincia di Bari e in quella di Andria-BarlettaTrani, quindi sono particolarmente indicativi i valori regionali della tabella, che andiamo a commentare. Dal punto di vista demografico la suddivisione tra maschi e femmine è perfettamente in linea con quella nazionale, mentre decisamente inferiore è la percentuale di stranieri presenti. Leggermente diversa è invece la composizione per età: percentuale maggiore
per gli under 25 e inferiore per gli over 64 e un’età media della popolazione residente di quasi 2 anni inferiore: 40,6 rispetto ai 42,5 nazionali. Relativamente ai dati socio-economici, invece, si può notare una minor percentuale di forza lavoro e una maggiore di non forze lavoro. La percentuale dei disoccupati è più alta rispetto a quella del Belpaese: 13,5% rispetto all'8,4 per cento. I dati di sintesi dei Numeri Indice di Reddito (Nir) e Consumo (Nic) mostrano redditi e consumi inferiori di circa un 30%, fatte 100 le medie nazionali. Non
deve invece stupire se il Nir (67) è inferiore al Nic (75) perché gli indici fanno riferimento sempre al confronto con i valori monetari della media nazionale, non significa quindi che si consumi più di quanto si guadagni. Il confronto con altri player equivalenti non è possibile poiché i Factory Outlet più vicini sono a Caserta e Pescara. Ci limitiamo quindi a proporre la mappa e l’elenco che vede nei 40’ altre 11 strutture: 8 centri commerciali (5 di medie e 3 di piccole dimensioni) e 3 parchi commerciali. Andrea Penazzi
timing sia corretto. Ma pensiamo che il progetto possa essere replicato negli altri centri, quindi anche a Mantova e a Valmontone. Ovviamente il format verrà tarato sulle diverse posizioni geografiche. L’idea di completare l’outlet con delle soluzioni full price aggiuntive ci intriga molto».
Re delle Puglie
Come già successo per il Prima Pietra dedicato a Shoppin, nel caso del progetto legato al Molfetta Fashion District Outlet consideriamo come zona di attrazione un’area di 40 minuti di percorren-
retail&food - giugno 2012 37
taglio nastro
DO.It-Santhià,
il mobile italiano fa squadra Lo scorso 20 aprile ha aperto in provincia di Vercelli il primo foc tematizzato sulla casa con all’interno marchi esclusivamente nazionali. Italianità e design sono gli elementi fondanti, veicolati sul mercato attraverso la formula outlet. Altri punti vendita DO.It saranno avviati dalla fine del 2012
scorso 20 aprile – volutamente in contemporanea con il Salone del Mobile a Milano –, è il progetto pilota di un circuito con potenzialità di sviluppo in Italia e all’estero, come ci ha confermato il direttore del centro, Andrea Scacchi, incontrato durante la nostra visita lo scorso 27 aprile. La prossima apertura in calendario di DO.It sarà a Colonnella, in provincia di Teramo, entro la fine dell’anno. Poi si parla di Brescia, più generalmente di Veneto, di Roma e Catania. Il numero di siti in Italia dovrebbe oscillare tra otto e nove. Ma la struttura di Santhià già prevede un ampliamento, in particolare il raddoppio, sfruttando i terreni di proprietà in direzione autostrada. La logica sarà quella di mantenere invariate le proporzioni di spazio riservate alle varie categorie merceologiche, inserendo eventuali ambiti non ancora esplorati. Per il parcheggio è in fase di studio una copertura in fotovoltaico.
La carica degli 80 brand
P
erché non prima? Questa è la domanda, solo in apparenza banale, che ci siamo posti dopo aver visitato il complesso commerciale di Santhià (Vc). Domanda dovuta non tanto alla qualità dell’iniziativa, che solo il consumatore finale potrà giudicare, ma perché tale iniziativa rappresenta la necessaria quanto complementare soluzione distributiva per il comparto della casa Made in Italy, che deve fare i conti con la crisi economica e con operatori internazionali molto agguerriti, sia per qualità che per prezzo. DO.It non è quindi la risposta italiana a Ikea, come scritto da parte della stampa, ma rappresenta in potenza la risposta dell’alta gamma del mobile italiano all’evoluzione del mercato globale. L’idea, nata dall’imprenditore Mario Esposito, presidente di Retail in Progress, consiste nella realizza-
38 retail&food - giugno 2012
zione di un vera e propria catena di outlet tematizzata sulla casa, dove le logiche campanilistiche lasciano spazio alle logiche di sistema. Con questo intendiamo strategie di co-marketing, servizi pre-vendita e postvendita chiavi in mano. Oltre, ovviamente, allo sconto del 30% o superiore praticato nei punti vendita anche per le soluzioni ordinate su misura. Il tutto dovrebbe garantire, per quanto concerne l’outlet di Santhià, un’isocrona di potenziale utenza allargata ai 90 minuti, che comprende a est Bergamo/Milano, a ovest e a nord i territori d’Oltralpe e a sud la Liguria, per un tempo di permanenza di 4 o 5 ore. La presenza di tanti marchi dell’arredo in un unico complesso permette quindi il vero salto di qualità: la nascita di un format che può essere replicato. Design Outlet Italiano a Santhià, inaugurato ufficialmente lo
Inizialmente sembrava che il primo taglio nastro di DO.It dovesse essere a Colonnella, ma il progetto di Santhià ha letteralmente messo il turbo, arrivando al taglio del nastro in pochissimo tempo. Entrambi i complessi si caratterizzano per la riconversione di strutture esistenti. Addirittura, nel caso dell’outlet piemontese, l’edificio originario era destinato a outlet dell’abbigliamento di alta gamma, per cui è stata sufficiente un’opera di «maquillage», come ci ha raccontato il direttore, da 40 milioni di euro di investimento complessivo. La proprietà dell’immobile e del terreno è rimasta la stessa: la società Svim, per il 50% della famiglia Sandretto e per il 50% dal Gruppo Bonsignore. Per tutti gli altri progetti DO.It si parla di immobili realizzati ex novo. La struttura di Santhià vede una superficie di oltre 13mila mq, con negozi e shop in shop che a pieno regime ospiteranno circa 80 marchi. Attualmente la gla commercializzata si aggira sul 70-80%, per cui specialmente tra le “piccole” unità si contano diverse vetrine chiuse. Tutt’attorno si dipana un parcheggio a raso da circa 1.500 posti auto. L’accessibilità è garantita dalla vicinanza al casello autostradale di Santhià sull’A4 Milano – Torino e allo svincolo dell’A5 che porta sino a Ivrea e poi in Val d’Aosta. All’ingresso si presentano tre edifici, dotati di due livelli. Lo stabile centrale è adibito all’accoglienza dei visitatori al pianoterra, mentre al primo piano ospita i box delle società che erogano servizi di pre-vendita e post-vendita. In quest’area il cliente che porta la
IndIce dI InnoVazIone architetto, Gerardo Sannella associate director di Chapman Taylor Architetti urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 sociologo, Gianmarco navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca
Il progetto in pillole
6,62 5 7 7
apertUra inVeStiMento CoMpLeSSiVo proMotore CoMMerCiaLiZZaZione proGettaZione LoCaLitÀ LoCaLiZZaZione tipoLoGia GLa parCheGGi UnitÀ riStoraZione totaLe MarChi
20 aprile 2012 40 milioni di euro sVIm retailinprogress architetto pier paolo maggiora santhià (Vc) extraurbana outlet 13mila mq (ampliabile a 22.000 mq) 1.500 3 oltre 80
7,5
redazione r&f (Andrea Penazzi)
planimetria di casa propria può farsi realizzare un progetto di arredo semplice, gratuito, o complesso, con listini decisamente abbordabili. La società specializzata in questo mestiere è la Interior Designers&Architects (I.D.& A.3). A curare la spedizione in tutta Europa è la Relo Services, mentre i finanziamenti, validi per ogni merceologia e brand presenti nell’outlet e “senza documenti” sino a 5mila euro, sono erogati da Fiditalia. Al momento della nostra visita era ancora da allestire lo sportello bancomat, di cui non è stato possibile conoscere l’operatore. Dal palazzo centrale, in alto, si raggiungono i piani superiori delle strutture ai lati. In quella di destra sono disponibili circa 1.200 mq dedicati alla cucina. Ogni punto vendita è accessibile dall’ingresso esterno o internamente attraverso il punto vendita precedente. Qui le soluzioni delle cucine possono variare, indicativamente, dai 2.500 euro ai 20mila euro, già scontati. Tra i brand troviamo: Del Tongo, Stone Italiana, Zanussi Professional, One, Hotpoint Ariston, Rex, Santamargherita, Abitare e Smeg. In quella di sinistra, invece, è presente un’area di esposizione e vendita dedicata ai designer emergenti, chiamata Officina 42. Nei circa mille mq disponibili si acquistano pezzi unici e spesso autoprodotti, ma non a prezzo outlet. Sempre nella struttura di sinistra si accede al punto di ristora-
zione oro rosso, chiuso al momento della nostra visita ma operativo nei giorni immediatamente successivi, che al livello superiore offre servizio di ristorante mentre a quello zero di bar. È garantita, anche in questo caso, l’italianità dei prodotti, con attenzione alle soluzioni locali, ad esempio i risotti di Vercelli, e ai piatti abruzzesi, territorio d’origine di Oro Rosso. Da segnalare: il ristorante, dotato di ingresso indipendente esterno al complesso, può restare operativo dopo le 20, orario di chiusura dell’outlet. Un secondo punto Oro Rosso, con servizio bar, è disponibile all’interno della passeggiata mentre in prossima apertura era indicata la gelateria Bio Bio, che completa l’offerta food. Scendendo al livello terreno, attraversando il palazzo centrale o imboccando i camminamenti
COMMENtO Struttura e design
Stile moderno, molto ricercato. Il rischio: diventare un po' "freddo"
accesso e parcheggio
Autostrada a 2 minuti, impossibile non vederlo. Parcheggio adeguato, a raso
offerta commerciale
Vetrine da completare. Non manca nulla per arredare casa, neanche la fantasia
Spazi comuni e attrattive
Ristorazione indipendente negli orari e di qualità. La piazzetta: da vitalizzare
VaLutaZIONE
indice valutazione a cura di r&f:
= migliorabile = sufficiente = apprezzabile = molto buono = ottimo
laterali, dove subito sulla sinistra è operativo il negozio di Emu, specializzato in soluzioni da esterno, si arriva alla galleria aperta, tipica degli outlet. La passeggiata è unica e si percorre avanti e indietro. Il design è moderno, ricco di vetro e di cromature rosse e bianche. I brand si presentano con caratteri neri, o talvolta bianchi, su pannelli grigi. Lo stile della struttura, visivamente, è dominante rispetto al nome dei marchi. I tagli dei negozi si presentano di due tipi: da 500 e da 250 mq, tutti con contratti di affitto di ramo d’azienda di 5 anni. Il posizionamento dei punti vendita segue la logica dell’isola merceologica: dall’esterno (emu e serralunga) si passa al reparto giorno (calligaris), divano/imbottito (sormani, divani & divani by natuzzi, doimo salotti), illuminazione (lumina), sino all’area notte (Permaflex, moretti compact) e all’arredo bagno (altamarea). In tutti i casi l’offerta dei marchi include soluzioni di design, dove la tipica logica del mobilificio viene invertita. Non è più il cliente a essere accompagnato dall’arredatore attraverso un percorso guidato, ma al contrario è il cliente che deve costruirsi il proprio spazio scegliendo soluzioni che variano dal classico rivisitato al design spinto. «Questo è uno dei concetti base – ci ha raccontato il direttore – che abbiamo voluto evidenziare con la scelta del nome Design Outlet Italiano. Non abbiamo inserito la parola casa o mobile per non confonderci con altre soluzioni presenti sul mercato». Di contro questa scelta ha portato, come ci ha raccontato qualche addetto alle vendite, a un po’ di confusione tra i curiosi che hanno visitato Do.It di Santhià nei giorni a ridosso dell’apertura: circa 25mila persone nel weekend di inaugurazione provenienti per lo più dai territori limitrofi. Ciò testimonianza quanto sia importante spingere sulla leva del marketing per far conoscere questo prodotto e attrarre un consumatore consapevole. La spazio per l’acquisto di impulso è riservato ai 1.600 mq del multimarca the Italian mall, posizionato in fondo alla passeggiata, davanti a una piccola piazza con sedute e spazi d’ombra, anch’essi originali nel design. In questo ambiente sono presenti numerosi shop in shop con prodotti del tessile, del complemento, dell’illuminazione e del casalingo. Qui il listino può variare notevolmente. Last but not least: notevole attenzione è stata riservata anche a iniziative di carattere sociale, come per i prodotti Ferro & Fuoco Jail Design, preparati all'interno della Casa di reclusione di Fossano (CN), e per quelli di Banda Biscotti, cucinati all’interno del carcere di Verbania e Saluzzo (Cn). Andrea Penazzi
retail&food - giugno 2012 39
Parola di Edoardo Favro
Edoardo Favro, nato a torino nel 1962, ha conseguito la laurea in scienze politiche nel 1989. dal 2011 è l’Amministratore delegato di Gallerie Commerciali Italia, società facente capo a Auchan (51%) e a simon Property (49%). la sua carriera debutta nel 1992 all’interno di société des Centres Commerciaux. Nel 1995 entra in Auchan e solo due anni dopo, a seguito dell’alleanza con il Gruppo Rinascente, è nominato responsabile divisione Gallerie Commerciali Gruppo Rinascente, carica che manterrà fino al 2003. In quell’anno Favro è uno dei promotori di GCI, di cui assume da subito la carica di direttore generale.
40 retail&food - giugno 2012
Gallerie Commerciali Italia: «Pronti 400 milioni per lo sviluppo»
F
orte di un’esperienza ventennale nel settore del retail real estate, Edoardo Favro traccia un bilancio del suo primo anno da amministratore delegato di CGI. Con 46 centri in gestione, e altri in fase di sviluppo, Gallerie Commerciali Italia è tra le società leader nella gestione di centri commerciali. La sua carriera in Auchan inizia nel 1995, ma la sua esperienza in questo comparto incomincia tre anni prima, nel 1993. Come giudica lo sviluppo della grande distribuzione in Italia in questi 20 anni? Negli ultimi 20 anni il settore italiano dei centri commerciali ha subito un’accelerazione impressionante, beneficiando dell’esperienza del mercato francese, nato nel 1962. Di contro, ahimè, questo ha portato anche a un invecchiamento precoce. A un certo punto si è pensato che il centro commerciale fosse una formula magica, sinonimo di successo, per cui investitori, promotori e insegne hanno perso un po’ di vista il mercato reale. Oggi questo lo paghiamo: ci sono centri commerciali che soffrono, bacini di utenza sovrappopolati di offerta e una clientela molto più esigente, selettiva e talvolta insofferente. Insofferente perché vede un proliferare abnorme di queste strutture, che percepisce non più come un servizio ma come una distonia del territorio. Quando vi siete accorti di questa inversione di tendenza? Verso il 2007-2008, con l’iniziare della grande crisi, dopo che tra il 2004 e il 2006 c’è stata una crescita impressionante. In quella fase c’erano proposte di centri commerciali ovunque, talvolta in posizioni che non giustificavano certe strutture. Ma una parte della finanza, quella creativa, ha continuato a investire… Oggi si sta arrivando a progetti di grandissima dimensione. Cosa ne pensa? Il centro commerciale segue le richieste dei clienti, per cui da mero luogo di shopping diventa sempre più un luogo di incontro. Tutto questo fa sì che le dimensioni siano ancora più importanti, grazie soprattutto all’introduzione di aree pubbliche e servizi. Ma c’è mercato per le soluzioni XXL? Il primo centro commerciale di ogni bacino di utenza è il centro città. In Italia tanti medio/piccoli comuni sono dotati di ottimi centri storici, quindi bisogna fare attenzione nell’arrivare a strutture con metrature significative. Non sempre grande è sinonimo di successo. Si parla anche di sviluppo in contesti urbani, percorrendo la strada della riqualificazione… Nel futuro ci saranno due tipi di centro commerciale. Quello della settimana, o anche urbano, di dimensioni medio/piccole, e quello del weekend, extraurbano, di dimensioni medio/grandi. Poi nasceranno i centri multiformato, dotati non solo di negozi ma anche di uffici, residenze, aree sportive, ecc. Penso che lavoreremo molto nei centri urbani, amministrazioni permettendo. A un anno dalla nomina di amministratore delegato di Gallerie Commerciali Italia, quale impronta ha dato al suo mandato?
Ero direttore generale di CGI già dal 2003, quindi l’impronta del mio operato è rimasta la medesima. La nostra prima attenzione è interpretare in anticipo i bisogni del cliente, inteso sia come consumatore finale che come catena operativa nei nostri centri commerciali. Un esempio: circa un mese fa abbiamo organizzato una giornata di incontri fuori Milano, nella quale abbiamo chiesto ai responsabili delle principali insegne presenti nei nostri shopping center come poter migliorare il nostro prodotto e cosa poter fare di più, insieme, per il cliente. Il riscontro è stato buono. Avete parlato anche dell’apertura domenicale? Sì, è un tema che ci vede favorevoli. La consideriamo un grande passo nella direzione della libera concorrenza, quindi verso il cliente. Ovviamente le aperture domenicali vanno decise con intelligenza, per cui in questa prima parte dell’anno stiamo svolgendo dei test. In alcuni casi i risultati sono molto positivi, in altri meno, in altri ancora riteniamo che miglioreranno con un orario differente. E qual è la posizione dei retailer? Dimostrano approcci differenti. I professionisti considerano l’apertura domenicale una grande opportunità, mentre i commercianti “alla vecchia maniera” la vivono come fonte di maggiori costi. Queste persone devono comprendere l’evoluzione, ormai molto veloce, del nostro mercato. La sua nomina garantisce a Gallerie Commerciali Italia un importante bagaglio di esperienza. Come la sta mettendo a frutto per fronteggiare la crisi? La regola principale è innovarsi e creare ogni giorno. Il mondo cambia continuamente e noi dobbiamo essere propositivi, proattivi. Un esempio concreto per i nostri centri commerciali è l’inserimento di nuovi servizi, come studi dentistici, uffici comunali, spazi di assistenza ai bambini e aree per le mamme in gravidanza. I vostri centri commerciali in gestione come stanno reagendo al calo dei consumi? Gestiamo dei centri che performano bene e altri meno bene. Generalizzando, il Sud risente maggiormente della crisi, ma non mancano i casi di eccellenza. Inoltre
nella stessa galleria, a prescindere dal fatto che funzioni bene o male, ci possono essere insegne con fatturati ottimi e altre che lavorano malissimo. La performance positiva o negativa dipende dall’imprenditore e in particolare dalla sua capacità di capire il messaggio della crisi e dare le giuste risposte al consumatore. Tra l'adeguamento dei canoni di affitto verso il basso, il restyling delle strutture obsolete e l'inserimento di nuovi servizi e marchi internazionali, quale ricetta indica come prioritaria per dare ossigeno al comparto? La risposta è il giusto mix. Cerchiamo di offrire maggiori soluzioni ai nostri clienti, con insegne sia internazionali che nazionali, andando a intercettare operatori di eccellenza per convincerli a entrare nei nostri centri commerciali. Sul fronte dei canoni di affitti, da un lato le confesso una profonda delusione per come si sono mossi molti retailer italiani, o anche stranieri, all’esplodere della crisi. Abbiamo ricevuto richieste di riduzione a pioggia anche per centri dove l’insegna otteneva ottimi risultati o addirittura per centri non nostri. Questo fa capire che il livello di imprenditorialità deve migliorare. Dall’altro lato noi siamo i primi a seguire gli operatori che ci fanno richieste misurate e dimostrate, accordando riduzioni temporanee di affitto se riteniamo che questo intervento aiuti. Altrimenti preferiamo trovare l’accordo per separarci. Gestite una cinquantina di centri commerciali. Quali sono i vostri progetti per ampliare la rete? Abbiamo investito 700 milioni di euro negli ultimi otto anni e ne investiremo altri 400 nei prossimi cinque. Una parte di questi 400 sarà rivolta a centri già esistenti, per riqualificazioni, ristrutturazioni e ampliamenti. A Natale sarà il turno di Casamassima a Bari, poi sarà la volta di Mestre, Bussolengo, Vimodrone e Taranto. Nel contempo valutiamo due iniziative importanti, una in Piemonte e l’altra in Lombardia. Infine stiamo guardando a nuove collaborazioni con Sma, per progetti di medio/piccola dimensione mirati alle esigenze di quartiere o di piccola città. Andrea Penazzi
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dossier aeroporti
Brand neW MANCHESTER
© Manchester Airport
Si può essere commercialmente innovativi e attenti ai servizi anche senza essere un grande hub. Lo dimostra il caso dell’aeroporto di Manchester, che dopo il restyling ha ripensato tutto il suo retail e f&b. Lavorando a stretto contatto con World Duty Free Group per creare un duty free all’avanguardia manchester – Ordinare un pranzo al ristorante free flow e nell’attesa farsi un giro, perché quando il piatto è pronto vibra un cercapersone appositamente distribuito. Prenotare un personal shopper per il duty free. Farsi una dormitina su una poltrona/letto nella lounge, protetti da delle tende. Comprare delle scarpe o un televisore e ritirarle al ritorno. Lasciar i bambini in un’area giochi e navigare gratis con il wi-fi per mezz’ora. Sono alcuni dei servizi di cui possono usufruire i passeggeri dell’aeroporto di Manchester, che è una dimostrazione di come anche senza essere un hub si può essere innovativi e creativi. L’aeroporto di Manchester, “the people airport” nei documenti, ha visto completare nell’estate del 2009 i lavori di “redevelopment” del Terminal 1 (lungo raggio ma anche easyJet) e nell’autunno dello stesso anno del Terminal 2 (storicamente per le vacanze, ma oggi usato anche da Continental e Qatar Airways). Ha avuto solo ritocchi il T3, nato per British Airways e oggi aperto a diverse compagnie. L’aeroporto ha piani ambiziosi: è il terzo del Regno Unito, dopo
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Londra Heathrow e Gatwick, ha 18 milioni di passeggeri, di cui circa il 40% su voli extraeuropei. Per lo più si tratta di passeggeri inglesi che viaggiano per lavoro o piacere, l’inbound è minore. Nonostante gli ultimi due anni abbiano visto i viaggiatori calare, la previsione è di arrivare nel 2030 a quota 50 milioni. Per allora si sarà sviluppata una “Airport city” da 600mila mq, la prima nel Regno Unito, il cui progetto da 659 milioni di sterline è appena stato presentato: nel giro di 15 anni avrà uffici per 140mila mq, industrie avanzate per 60mila mq, retail per 10mila mq, hotel e logistica. Nel 2016 arriverà il collegamento con la metrotranvia Metrolink verso la città.
tattica a zona
Il rinnovamento dei terminal è stato l’occasione per il completo ripensamento delle attività commerciali, ci spiega durante la nostra visita la direttrice delle attività commerciali del Manchester Airport Group, beth brewster. «Abbiamo fatto interviste e focus group – racconta nella nuova vip lounge escape nel T1 – ma soprattutto ci siamo
Dopo l’area di decompressione è il momento dei negozi “essenziali”, con i marchi Boots, presente in Uk da 160 anni, WHSmith e il Foreign Exchange. Vi si trovano i prodotti da farmacia (liberalizzati) e i Ctn, ossia confectionery-tobacco-news. Nell’area ci sono anche dei coffee shop per una tazzina veloce. «C’è tutto quello che serve senza complicazioni. Non si cannibalizza quello che c’è dopo perché l’offerta è basilare», precisa la responsabile del retail. Il “dopo” è rappresentato in primo luogo dai negozi duty free, rinnovati con l’insegna Biza di World Duty Free Group e un percorso “walk through” (si veda l’articolo più avanti).
Effetto high street
«Una volta passati i duty free – continua la Brewster – in entrambi i terminal quello che si trova è l’effetto “high street”, con i negozi specializzati. A quel
© Manchester Airport
Il f&b a Manchester Marchio Bar 8 Bar Mcr Broderick's Burger King Caffè Nero Caffè Ritazza Clancy's Costa Delice de France Epernay Frankie & Benny Giraffe Greggs Joe's Kitchen & Coffehouse The Medlock The Real Food Runway Bar Soho Coffe Co. Spar Starbucks Coffee Bollin River The Observatory Bar Trattoria Milano Wrapid
Operatore HmsHost Trg Trg Ssp Gest. diretta Ssp Gest. diretta Gest. diretta Ssp Gest. diretta Trg Trg Gest. diretta Trg Ssp Ssp Ssp Ssp Gest. diretta Gest. diretta Ssp Ssp HmsHost HmsHost
N. pdv e terminal 1 (T3) 1 (T1) 1 (T2) 2 (T1, T2) 2 (T2, T3) 2 (T1, T2) 1 (T2) 1 (T3) 1 (T3) 1 (T1) 1 (T2) 1 (T1) 1 (T1 1 (T1) 1 (T3) 2 (T1, T2) 1 (T1) 2 (T1, T2) 3 (T1, T2, T3) 1 (T1) 1 (T2) 1 (T2) 1 (T3 1 (T1)
fermati a guardare le persone. Ci è apparso subito chiaro che erano sempre più preoccupate dai controlli di sicurezza e avevano fretta di passarli. Solo dopo si rilassavano. I negozi nel landside erano quindi diventati ridondanti. Partendo da questo abbiamo spostato le attività da landside all’airside e poi abbiamo “rizonato” il retail». Non si è trattato infatti solo di spostare le attività, dal 55-60% di spazio in landside al 90% in airside per entrambi i terminal. La vera novità è stata la netta divisione in zone fonte: Manchester Airport Group delle loro aree airside. La sequenza delle punto vogliamo che la gente si diverta e zone è questa: controlli di sicurezza; cominci a spendere. Non è qualcosa che spazio di decompressione; area essenha a che fare con gli acquisti essenziali ziale; duty free; negozi da high street; ma con il lusso». food&beverage. Il primo tratto è senza I negozi in quest’area sono scelti, ci retail. «Le persone – dice Beth Brewster spiega, partendo da un’analisi delle cate– appena passano i controlli di sicurezza gorie merceologiche. Sulla base dei dati devono riprendere le valigie e controllare storici e degli studi sul retail su strada si i bambini. Abbiamo quindi lasciato uno decide quali categorie ci devono essere spazio vuoto», perché i passeggeri non e con quanto spazio. A quel punto parsono subito ben disposti all’acquisto.
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dossier aeroporti tono i colloqui con i brand. Non si segue un canovaccio fisso: i marchi possono essere contattati direttamente o attraverso retailer multibrand già presenti in aeroporto; possono essere incontrati per consultazioni oppure messi in competizione con delle gare. La stessa logica avviene per il food. In entrambi i casi si cerca di avere un mix di insegne internazionali, nazionali e locali. Nel retail ci sono quindi marchi (spesso con più shop) come Accessorize, Mango, Timberland,
F&b: dulcis in fundo
Il food and beverage è collocato in fondo al percorso, prima dei gate. «I ristoranti sono un’ancora – dice Beth Brewster –. Se si mettono troppo presto, le persone si fermano, e noi non vogliamo che si fermino». Questo è vero soprattutto nel T1: nella parte finale del piano terra si trovano Starbucks, Soho Coffee Co. (cibo fresco e biologico) e altre attività, tra cui il bar “champagne e ostriche” Epernay, pensato per essere messo in cima alla torre di controllo ma
Beth Brewster, direttore retail dell’aeroporto di Manchester Bar 8, circolare e posto al centro della food court, la Trattoria Milano, gestita da HmsHost e l’inglesissimo The Food Village. Nella tabella 1 si descrive chi gestisce le singole attività. Il 65% degli spazi circa è in mano a Ssp; segue l’inglese Trg e distanziata HmsHost (gruppo Autogrill). Le catene di caffetteria, come Starbucks, Caffè Nero e Clancy’s, gestiscono direttamente i locali, così come altri soggetti minori tra cui Epernay. Se nel landside delle partenze non ci sono attività, esse si ritrovano agli arrivi, dove ci sono tre negozi “convenience” della Spar. Claire’s (moda e accessori), Swatch (orologi) e The Body Shop (beauty), noti a livello internazionale. Campioni nazionali come Tie Rack (cravatte), Kurt Geiger (scarpe), SockShop (calze), Monsoon, T.M. Lewin, Next, Fat Face (tutti moda) e JD (sport wear). Fino a marchi specializzati nel travel, come Dixons Travel (elettronica di consumo) o Be Relax (massaggi) e multimarca presenti solo nello scalo di Manchester, come Attitude Tax Free (marchi come Superdry, Diesel e Animal) e Temptation Sunglasses + Watches.
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finito a terra. Al piano di sopra c’è invece una spettacolare food court, dominata da Giraffe e dall’esteso free flow Real Food. Il T2 ha una configurazione diversa: dopo i duty free si trovano, lungo un corridoio, i ristoranti sulla destra e i negozi sulla sinistra, in prossimità dei gate. Tra i ristoranti si segnalano Frankie&Benny, ispirato alle trattorie italoamericane di New York, e The Observatory Bar, con vista sulla pista. Anche il T3, ancora da rinnovare ma tutt’altro che vetusto, ha un f&b attraente. A colpire sono soprattutto il
I dettagli che contano
La disposizione e la scelta dei marchi sono importanti, ma non sono tutto. Contano i dettagli. Come gli schermi per i voli, onnipresenti – ce n’è almeno uno per ogni negozio. Lo scopo: togliere ansia alle persone che possono tenere la situazione voli sotto controllo. A onor del vero i gate sono svelati solo pochi minuti prima dell’imbarco, in modo da incoraggiare i passeggeri a rimanere nelle aree commerciali il più possibile, come avviene anche a Heathrow e in altri hub.
Il resto sono i servizi a cui si accennava all’inizio: ci sono due nuove lounge Escape molto curate dove si entra a pagamento (20 sterline, meno se si prenota prima e con variazioni a seconda del giorno e ora), presentandosi sul posto o prenotando su internet, nelle agenzie o tramite le compagnie aeree. Dalla lounge si può prenotare un personal shopper per i duty free. Si è poi molto lavorato sul concetto di “collect at return” e non sono rari i casi di donne in partenza per una vacanza che preferiscono ritirare le proprie scarpe di alta gamma al ritorno. Il wi-fi è gratuito per i primi 30 minuti, «perché le persone lo ritengono uno standard base» e in cambio forniscono informazioni dettagliate sul proprio profilo. L’attenzione al cliente passa infine dalla cura quotidiana delle pagine di Facebook e Twitter e dall’installazione di tre aree per i bambini. I risultati si vedono: a fronte di un calo dei passeggeri, dai 22 milioni del 2008 ai 17,7 del 2011, la spesa media a Manchester (non quindi del gruppo Mag) è salita dalle 5,4 sterline del 2008 alle 7,4 del 2011. Ora l’aeroporto si attende, una volta che tutto (a partire dai nuovi duty free Biza) andrà a regime,
Phil Shilsonk, store manager di Biza al T1
una forte crescita dei ricavi da retail. Intanto si gode i vari premi e riconoscimenti che gli stanno arrivando, a partire dal Best Uk Airport of the Year, davanti a quelli di Londra, assegnato da Ttg.
Biza, il fiore all’occhiello
Se l’aeroporto di Manchester ha diversi aspetti interessanti, il fiore all’occhiello è il duty free Biza del T1, inaugurato lo scorso febbraio. Il suo fratello, più piccolo ma altrettanto spettacolare, si trova nel T2, mentre presso il T3 stanno per cominciare i lavori per mutare l’attuale negozio Alpha nella nuova veste Biza. A gestire tutti i punti vendita è World Duty Free Group, di proprietà di Autogrill. È il marchio che unisce le insegne del travel retailer spagnolo Aldeasa e di World Duty Free, britannico. Il nome Biza, però, è un’esclusiva degli aeroporti del Manchester Airport Group, «perché a noi piace essere diversi», ci scherza su la direttrice retail di Mag, Beth Brewster. Ma una fierezza tutta speciale di Manchester esiste, e lo ribadisce chiaramente lo store manager di Biza T1 Phil Shilsonk, secondo cui gli attuali punti di forza di Biza vengono da lontano. Come
la “champagne tower”, esposizione circolare di champagne di alto livello, preesistente e confermata dopo il restyling. Perché fiore all’occhiello? Qualche esempio: primo perché in base ai voli in arrivo si cambiano gli scaffali. Businessmen da Singapore o dal Medio Oriente, piuttosto che americani o tedeschi, hanno gusti diversi. E qui, come nel negozio “fratello maggiore” del T5 di Heathrow, sempre di Wdfg, si fa un enorme lavoro per profilare i clienti con il massimo dettaglio possibile. Non si arriva al punto di mettere personale “native speaker” nelle ore giuste, come a Londra, ma si va molto vicino. Per esempio, non mancano i pos per la carta di credito China UnionPay, senza plafond, vero propulsore degli acquisti cinesi. Un tratto comune, nei nuovi negozi, si chiama “Contentainment”. In pratica, si tratta di intrattenere le persone e veicolare le informazioni. A questo serve per esempio il grande videowall, composto da una ventina di schermi disposti in maniera fantasiosa, su cui sono trasmessi sia messaggi promozionali sia grandi eventi. Uno su tutti: il royal wedding dello scorso anno. A Heathrow si arriva al punto di
allestire dei palchi e ospitare concerti (e alla fine delle Olimpiadi ci saranno i saltimbanchi). Altra freccia all’arco è il grande numero di consulenti, non dipendenti del negozio, che assistono i consumatori: a Manchester ce ne sono ben 43 solo per il beauty. Così pullulano le postazioni per le prove dei profumi, il make up e perfino per i massaggi alle braccia con i prodotti venduti. È quanto avviene nello spazio stand alone dei marchi Jo Malone e Bobby Brown di Estée Lauder, che ha affidato la gestione a Wdfg del negozio, a pochi metri dallo shop principale. Anche all’interno del duty free store (che è aperto 24 ore su 24) ci sono degli spazi con una loro connotazione. Così avviene per esempio per il World of Whiskies, progettato con la collaborazione della nota distilleria William Grant & Sons. Il layout è caldo, con perline di legno e una volta a botte – che d’altra parte vuole ricordare. Ci sono oltre 300 referenze e una selezione di prodotti “rare&vintage”, che costano 1.500 sterline e più. Non si arriva alle follie di Heathrow, ci vogliono 163mila pound per le collezioni uniche (da una decina di bottiglie) numero 1 e 8 di Dallmore di Dallmore. Ma a Manchester
ricordano una signora cinese che uscì con uno scontrino da 6.500 sterline solo per whisky. Lo stesso concetto ad hoc per il travel si ritrova nei profumi. Con il restyling i marchi sono più valorizzati (rispetto al tradizionale Alpha al T3) perché hanno degli scaffali dedicati, a volte molto raffinati. È il caso del corner di Créme de la Mer (cosmesi), dove è addirittura presente un acquario. Tra le aree che sono state rifatte c’è quella degli occhiali, che oggi nel solo negozio del T1 conta ben 1.800 referenze. E le vendite sono esplose: +40% circa per la categoria nei primi mesi di attività; stesse vette per i whisky. Merito dei buoni ricavi è anche il passaggio alla logica walk through, prima assente. Nella risistemazione sono stati sacrificati circa 300 mq su 2.000 (ora sono infatti circa 1.700), ma le vendite non ne hanno risentito. Il passaggio, spiegano, non è troppo stretto, perché bisogna dare modo a chi non ha voglia di comprare di non essere infastidito. E anche le offerte non sono strillate, con il risultato di dare un’immagine elegante, anche se con l’inconveniente che non parla a tutte le tasche. Fabrizio Patti
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speciale analisi fiere
Saloni e quartieri:
una ne fanno mille ne tentano
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a somma dei primi consuntivi delle fiere italiane per il 2011 mostrano che anche in questo settore la caduta rovinosa provocata dalla crisi finanziaria esplosa nel 2008 finalmente ha rallentato. Rispetto al 2008 il campione costituito dagli otto principali quartieri italiani ha registrato cali vistosi su tutta la linea: -10% fatturato, metri quadrati venduti e visitatori; -15% fiere organizzate (208 contro 254) e espositori. Invece il confronto del 2011 con il 2010 mostra una situazione quasi stabile, al netto delle fiere biennali, per fatturato, numero di eventi, metri quadri venduti e pareggio complessivo. Spia di disagio strutturale è il permanere del rosso per la somma dei risultati d’esercizio dei quartieri. Le fiere sono strumento di amplificazione del sistema economico generale e inevitabilmente evolvono in modo simile al megatrend economico. Così nei maggiori quartieri il 2011 è stato un anno a due facce: a un primo semestre di ripresa degli scambi e dei contratti ha fatto seguito la frenata repentina e
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pesante dei livelli d’attività a partire dall’estate, per cui alla fine dell’anno le tabelle mostrano ancora molti segni negativi. A conferma del perdurante malessere, il primo quadrimestre del 2012 ha registrato ulteriori risultati deludenti, determinati dalla prevalenza del calo di domanda del mercato italiano rispetto alla dinamica positiva dei mercati esteri, soprattutto extra UE. Al di là dei dati, sono interessanti i comportamenti degli operatori; essi rivelano sia la consapevolezza che le difficoltà richiedono interventi di portata straordinaria per tornare all’equilibrio economico aziendale, sia l’inasprirsi della competizione a tutto campo in un comparto che, per svariati motivi, era abituato a dinamiche meno accese e a logiche di mediazione tra gli interessi in gioco. La necessità di ristrutturare l’attività ha portato nel triennio 2010-2012 molti quartieri a intervenire, con priorità diverse, sugli organici di personale e sui contratti di lavoro aziendali, sull’ammodernamento degli impianti espositivi e dei relativi servizi, sul numero di fiere e sulle merceologie trattate.
Sulle dimensioni, l’organizzazione e il costo complessivo dell’organico si sono registrate principalmente le iniziative di Milano e di Bologna ma anche in altre fiere si raccolgono segnali di interventi imminenti. L’ammodernamento dei padiglioni ha visto negli ultimi anni tutte le fiere molto attive. Al di là del nuovo quartiere a Rho Pero aperto nel 2005, Milano attiva quest’anno il nuovo Centro Congressi MI CO, il più ampio in Europa, che a sua volta potrebbe ospitare anche mostre convegno di nicchia. Bologna - che ha inaugurato nel 2009 una nuova ala, un casello e un parcheggio di pertinenza - annuncia il progetto di dotarsi entro il 2016 di un nuovo immobile polivalente e di aggiornare le aree d’accesso. Verona ha sviluppato numero di padiglioni e parcheggi di contorno. Parma ha aggiornato e razionalizzato l’insieme dei padiglioni e beneficia di un nuovo sistema viario, mentre Genova ha sostituito il padiglione maggiore fronte mare, triplicato le strutture espositive in acqua e si prepara a rinnovare i portali d’accesso. Rimini ha avviato l’attività per il nuovo centro congressi ricavato nell’area
del vecchio quartiere abbattuto alla fine degli anni ’90. Vicenza ha deliberato lo scorso gennaio la costruzione di un nuovo padiglione affiancato da un parcheggio multipiano. Fiera di Roma opera con un quartiere aperto nei pressi di Fiumicino nel 2006. Appare a tutti gli organizzatori sempre più indispensabile disporre di strutture moderne per attirare un flusso d’affari che nell’ultimo quadriennio si è ridotto ininterrottamente; in termini complessivi però l’offerta appare esuberante rispetto alla domanda e “la selezione della specie” aleggia minacciosa. La sostanza della crisi si tocca con mano se si esamina l’offerta di fiere. Il numero dei marchi si assottiglia e con esso il totale dei metri affittati; i ricavi sono taglieggiati, oltre che dalla minore vendita di spazi, dalla riduzione delle tariffe: parola d’ordine è “non perdere clienti”. A fronte di queste tensioni si osserva un superattivismo commerciale sviluppato con l’intento di sostituire gli eventi cancellati con nuove manifestazioni e di integrare l’attività fieristica con altre iniziative. I risultati per ora sono in gran parte deludenti; la maggior parte delle nuove fiere, ideate per rimpiazzare quelle perse, in quanto start up hanno dimensioni inferiori e si riferiscono comunque a platee di operatori più ristrette; in molti casi le merceologie dei tradizionali settori-pilastro dell’economia (esempio emblematico il sistema dell’edilizia) sono spezzettate tra diverse manifestazioni, in concorrenza tra loro e quindi meno performanti; in altri casi lo spostamento dell’attività
Fiere contese La crisi dei mercati, che dura da quattro anni, e la liberalizzazione dell’attività fieristica acuiscono anche nel nostro Paese la concorrenza con la conseguenza di aumentare il numero dei settori in cui più quartieri e organizzatori competono per il primato. La tabella individua i casi più importanti; in realtà i settori con fiere affini sono più numerosi ma la competizione non è significativa in quanto si tratta di eventi con obiettivi dimensionali diversi (un salone internazionale ed eventi al massimo sovraregionali) ovvero di merceologie che hanno bacini d’utenza fieristici di corto raggio e quindi più fiere convivono senza entrare in conflitto. Qualche esempio per chiarire. Oltre al Salone Internazionale di Genova la nautica da diporto annovera a calendario altri eventi di richiamo: Bigblu a Roma e Nauticshow a Venezia i più citati; la nautica non rientra nella nostra tabella in quanto, mentre Genova è protagonista del circuito degli eventi di portata mondiale, gli altri due svolgono ognuno un utile ruolo di servizio per aree delimitate del mercato nazionale. Stessa logica vale per il settore cavalli: anche Roma ha lanciato un evento che può servire egregiamente il mercato del Centro Sud; qui citiamo solo la competizione tra Milano e Verona in quanto le due piazze distano giusto 100 km. QUARTIERI SETTORE
BOLOGNA
Alimentare Cavalli Edilizia
PARMA
Tuttofood
Cibus
RIMINI
Cavalli SAIE
Macchine - Imballaggio - Lavor. Legno Serramenti
MILANO
SAIE 3
VERONA Cavalli
MADEexpo
Tecnodomus
Xylexpo
Tecnodomus
MADEexpo
Tecnodomus
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speciale analisi fiere industriale di massa dall’Europa verso le nuove “fabbriche del mondo” orientali (esempio i settori della meccanica e delle macchine per produzione industriale) ha ridimensionato in varia misura, quando non chiuso del tutto, eventi di portata internazionale che riempivano regolarmente i maggiori quartieri italiani o erano alla base di ricchi road-show a ciclo pluriennale (basta citare ITMA, che ogni cinque anni riempiva il vecchio quartiere di Milano di tutte le macchine e le tecnologie delle filiere tessili). Le tabelle allegate danno conto dei frenetici passaggi di fiere da un quartiere all’altro, registrati in Italia negli ultimi dodici mesi, e dei contenziosi accumulati tra i quartieri e tra gli organizzatori per casi di marchi immessi sul mercato per esporre merceologie tradizionalmente già presenti in altri quartieri. Il fenomeno sta accelerando e quest’anno i cambiamenti avvengono addirittura in corso d’esercizio, in un settore economico dove per tradizione consolidata i calendari si confermavano con anticipo di anni e duravano intoccabili. L’altra ricetta per risalire la china è, per chi dispone ancora di risorse adeguate,
FIERE: IN & OUT L’attività per mettere a calendario fiere nuove (progettate in modo originale o sottratte ad altri quartieri) è in accelerazione dalla seconda metà del 2011, a conferma che tagliare costi e razionalizzare l’offerta in essere non è sufficiente per sopravvivere in tempo di crisi. Al netto del passaggio di quattro da marchi tra Bologna, Milano e Verona, il campione degli otto quartieri considerati ha annunciato da gennaio 2011 ad aprile 2012 la cessazione o il rinvio di 34 eventi in programma e il lancio di 45 nuove iniziative (di esse 9 debutteranno nel 2013). Senza questo sforzo commerciale il numero delle fiere in programma nel 2012 sarebbe precipitato a quota 172 rispetto alle 208 oggi in calendario e alle 246 realizzate nel lontano 2008. Salvo sorprese, nel 2013 saranno almeno 217, non molte di meno di quelle del 2010. Per misurare la validità dello sforzo occorrerà comunque attendere la prova del mercato, pesando se all’aumento del numero dei marchi corrisponde un analogo incremento dei mq. venduti e del numero di operatori coinvolti. Al momento si può solo osservare che le merceologie trattate appartengono in prevalenza a realtà di nicchia e ad ambiti innovativi. Probabilmente si tratta di modelli nuovi di fiere che poco hanno da condividere con gli eventi di grandi dimensioni richiesti in passato dall’industria manifatturiera trainata dall’export del made in Italy.
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Bologna 2012 2013 Genova 2012 Milano
2012
2013 Parma 2012 Rimini 2012 2013 Verona
2012
2013 Vicenza 2012
IN NGV Show way Smart City Univercity Saie 3 IN Expo Deco Hospitality IN Autoclassica Eudishow Fruitech
FrameArt Made in Steel SolarExpo IN Gotha MercanteNatale IN AB Tech Night Show Internet IN Canina ClassicMusic ClassicaMotori EICA Metef Transpotec IN Energy D Motor Classic
OUT Fruitech Music Italy Show
OUT Energethica OUT Abitami Chemlife-Med EICA Forwedding Matching Photoshow
OUT Cibus Tour Tam Tam OUT DanceSport
OUT Bus & Bus Countrylife Golf Luxury Yacht
SolarExpo OUT Antiquaria ARTT Bené ContattoNatura
speciale analisi fiere lo sviluppo delle attività all’estero. In realtà questo approccio è alla portata di pochi, offre ritorni bassi e a rischio elevato (operare in trasferta comporta costi e rischi di insuccesso elevati), implica la rinuncia a priori di continuare ad attrarre nel quartiere d’origine clienti e manifestazioni di valenza mondiale; andare dove portano i megatrend di mercato porta fatalmente dove la concorrenza è più elevata. Probabilmente non si può far altro in un paese che, attualmente e per il prossimo futuro, non è in grado di sviluppare una politica industriale originale e a proprio beneficio: per l’industria nazionale in genere e, in termini generali, per quel grande strumento di promozione economica e territoriale che sono le fiere ben fatte. Paolo Lombardi
Verso nuovi mercati
Secondo UFI, l’associazione mondiale dei quartieri fieristici, nel 2010 il totale dei metri quadrati netti locati è stato nel mondo pari a 103 milioni. In Europa (comprese Russia e Turchia) la somma si è fermata a 47,7 milioni (46%) mentre Asia + Oceania (20,6 milioni) e le Americhe ( Nord: 26, 3; Sud: 4,4) hanno superato complessivamente 61 milioni (60% del mondo); completano la classifica i Paesi Arabi con 2,5 milioni e l’Africa con 1 milione. Il messaggio è chiaro: i nuovi mercati continuano a svilupparsi e utilizzano lo strumento fieristico con convinzione, mentre la vecchia Europa (con Italia e Germania in testa) si trova con strutture espositive sovradimensionate rispetto all’effettivo volume degli scambi economici e ristagna. Giocoforza quindi per i quartieri e gli organizzatori proiettarsi fuori dal vecchio continente, purchè dispongano delle risorse economiche e professionali. In Italia l’apertura all’estero è sviluppata da tempo con impegno crescente, e con modelli operativi diversificati, da tre quartieri oltre che da una dozzina di associazioni industriali del made in Italy. Negli ultimi esercizi si registra l’intensificazione degli investimenti e l’aggiornamento delle strategie proprio per effetto della trasformazione determinata dalla globalizzazione. In particolare Fiera Milano spa nell’ultimo triennio ha realizzato una profonda ristrutturazione della propria attività estera, che nel bilancio del 2011 ha fornito il 17% del MOL totale attraverso 33 manifestazioni (quasi il doppio del 2010) in Cina, India, Brasile; il calendario degli eventi 2012 arriva a 34 e comprende anche la Russia. Milano dichiara priorità strategica l’espansione verso nuovi mercati e altre mete sono allo studio a partire dal 2013. Le merceologie trattate riguardano prevalentemente prodotti e tecnologie industriali (edilizia, metalmeccanica, energia) ma non mancano i settori ”leggeri” caratteristici dell’offerta italiana, quali alimentari, ospitalità, articoli da regalo e bigiotteria.. La struttura gestionale si ispira al solido “modello tedesco” caratterizzato da società proprie (FieraMilano India, a New Delhi, e
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OOO FieraMilano, a Mosca) o in joint venture (segnatamente: con Deutsche Messe, società proprietaria del quartiere di Hannover, per l’Asia - Cina e India - e con Cipa FM per Brasile). Ad esse si è aggiunta lo scorso dicembre Milan International Exhibitions srl (joint venture 20/80 % con Parcam srl di Camera di Commercio di Milano) per sviluppare l’incoming di espositori esteri agli eventi milanesi. BolognaFiere è a sua volta proiettata all’estero con quattro dei settori e dei marchi di punta del suo calendario italiano: cosmesi/ Cosmoprof, editoria per l’infanzia/ Children’s Book Fair, pelli e cuoio/Lineapelle, arte contemporanea/Artefiera, oltre che con i comparti calzature e pelletterie, ambiente casa e articoli per regalo. Si tratta in tutto di otto marchi che hanno dato vita a dieci eventi nel 2011, mentre puntano a undici quest’anno, in cinque paesi: Cina, Hong Kong, Giappone, Russia e Usa. Logica similare è applicata da VeronaFiere che promuove all’estero l’offerta italiana e le sue fiere per i settori marmo e pietre, vino, tecnologie alimentari. Nel complesso le sue “missioni”- dodici realizzate nel 2011 e nove in corso nel 2012 raggiungono nove paesi in quattro continenti Russia, Paesi arabi (Arabia Saudita e Qatar), India, Cina, Hong Kong, Giappone, Brasile, Stati Uniti. Fiere di Parma si è alleata con Koeln Messe e con Federalimentare per confermare Cibus e Anuga appuntamento di riferimento internazionale per l’industria alimentare, rispettivamente negli anni pari e in quelli dispari, e per presentare dal 2013 una collettiva Anuga&Cibus al Thaifex, evento leader nell’ASEAN. Fiera Vicenza, quartiere primario per l’oreficeria, “accompagna” da tempo una collettiva di 150/200 orafi al JCK Show di Las Vegas. Si affiancano al lavoro dei quartieri e rappresentano una tradizione nobile e un servizio apprezzato dagli associati, le attività di promozione all’estero sviluppate dalle associazioni industriali di categoria, in via autonoma o in collaborazione con ICE, Mincomes e Unioncamere ovvero con fiere dei paesi destinatari. Nel tempo l’attività si è strutturata e, con modalità organizzative ed economiche diversificate, promuove l’attività dei settori caratterizzati da ampio numero di PMI e più proiettati all’export; tra loro si evidenziano: alimentare, arredo e design, nautica, ceramica, macchine industriali.
Storie d'Impresa
Nuance,
da Zurigo la sfida europea ZURIGO – Una realtà originale quella di Zurigo, città che conta circa 400.000 abitanti che a loro volta dispongono di un aeroporto da 20 milioni di passeggeri. E proprio l’aeroporto di Zurigo-Kloten, gestito dalla Flughafen Zürich AG, ha fatto da sfondo al nostro incontro con Andrea Belardini, Ceo Europe di The Nuance Group, uno dei principali player worldwide di travel retail, compartecipato dall’italiano Gruppo Pam e dal fondo Pai. Belardini è figura ben nota nel “mondo che viaggia” e vanta una carriera ventennale nel settore, che lo ha visto impegnato in Accor e poi, prima di atterrare in Nuance, per quasi un decennio in Aeroporti di Roma. Dal 2009 è a Zurigo, headquarter mondiale di Nuance, la sede da cui vengono impostate le strategie per la regione europea, che probabilmente sempre più assomiglierà all’Emea (Europe, Middle East, Africa) dei grandi gruppi multinazionali. Ma restringiamo il focus all’obiettivo della nostra visita, farci raccontare il nuovo volto e la nuova strategia di Nuance per l’Europa. Dal cuore dell’Europa, come se la passa il travel retail? In Europa il travel retail fa i conti con tassi di crescita risicati, mentre a metà anni ’90 si viaggiava a doppia cifra. Soffriamo la competizione coi mercati asiatici, e i retailer consolidati avvertono la competizione con gli aeroporti più piccoli che hanno cominciato ad investire in modo adeguato sul retail. E quindi come avete reagito? Due anni fa ci siamo rimessi alla lavagna e abbiamo fatto esercizio: una prima fase è stata dedicata a cercare di rileggere ancora una volta cosa è evoluto nei clienti e nelle loro esperienze di viaggio. Abbiamo condotto una ricerca di mercato molto ampia su cinque nostre sedi in Europa, intervistando circa 7.000
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passeggeri, sia tra chi compra che tra chi non lo fa. E abbiamo utilizzato uno strumento molto importante, il data mining, derivante dalle nostre 30 milioni di transazioni/anno. Quindi? Con queste informazioni in mente abbiamo iniziato a creare il ridisegno non solo del layout degli store, punta dell’iceberg del nostro esercizio, ma abbiamo rivisitato tutte le componenti della strategia commerciale: range, touch point, promozione… sono emerse tendenze molto chiare. Qualche esempio che ci aiuti a capire? Il viaggio rappresenta stress e quello che i clienti chiedono al negozio è di avere un’esperienza gradevole. Nessuno vuole essere “bombardato” da prodotti e informazioni ma si cerca piuttosto di capire l’offerta, selezionare in maniera semplice le differenti categorie. E questo, in pratica, cosa ha portato al disegno degli store? Abbiamo applicato principi “scientifici” al layout, come l’adozione di scaffali ed espositori non più alti di un metro e mezzo che consentono l’esplorazione di più di tre diverse categorie con un solo colpo d’occhio. Inoltre gli spazi di circolazione sono ampi: lo store dev’essere un’oasi in cui ci si può disintossicare. Visibilità delle categorie, agevolezza della circolazione all’interno del negozio, soluzioni di comunicazione con materiali e colori diversi che consentono immediata distinzione delle categorie. Di chi vi siete avvalsi per il progetto? La progettazione del layout è stata fatta con Design Solution. E per quanto riguarda la segmentazione della clientela? Oggi in aeroporto la classificazione dei passeggeri per nazionalità è molto diffusa e per certi versi ancora molto importante, ma per chi opera in un aeroporto
Andrea Belardini, Ceo Europe come Zurigo con 80 destinazioni e 40 paesi raggiunti, è importante estrapolare anche attitudini e motivazioni d’acquisto. Abbiamo individuato due fondamentali modalità d’acquisto: il gifting e chi invece compra per sé in ottica di self indulgence. Con una ripartizione del 50% circa tra le due. E come avete operato? Sul tema della price perception abbiamo realizzato formule di comunicazione con spazi per special offer efficaci ma non aggressivi, ma anche comunicazioni frequenti ma non invasive sul saving. Quindi abbiamo sviluppato una visibilità del brand molto importante, per chi è attento a questo aspetto, e poi abbiamo introdotto la costante presenza di eventi, intesi come occasioni di acquisto, adattati ai singoli paesi. Per questo occorre molto lavoro: range, creatività, rapporti con le autorità aeroportuali locali. Con eventi che cambiano indicativamente ogni otto settimane. In tutti gli aeroporti dove siamo presenti. E in fascia alta? Per il cliente che cerca self indulgence, meno guidato dalla variabile prezzo, è ora rilevante la disponibilità di
spazi importanti per il lancio di nuovi prodotti da parte dei brand. E poi non dobbiamo dimenticare il prodotto premium che, nonostante la crisi, è un importante driver per un consistente gruppo di passeggeri: asiatici, sudamericani e anche africani. E quindi poter presentare prodotti esclusivi è un elemento molto importante. Altro elemento molto rilevante è divenuta la comunicazione in store… Sì e abbiamo fatto un passo avanti importantissimo con l’utilizzo di digital screen che ci consentono di inviare messaggi targettizzati a seconda dell’ora del giorno, della partenza di voli significativi, in differenti lingue, sulle diverse aree del negozio. In tutti i nostri store, in remoto, con lo stesso applicativo. Category, digitale, abbiamo sentito molti racconti sulla nuova offerta. È vero, c’è un livello di approccio della gestione della categoria fondato su obiettivi chiari: come rendere l’esperienza interessante. Da un lato abbiamo salvaguardato la visibilità del brand, dall’altro però poiché ci sono tanti clienti che o acquistano d’impulso o sono più attratti dalla categoria, abbiamo creato un vero e proprio category journey: se vuoi comprare whiskey ora puoi sceglierlo anche in base a caratteristiche di gusto. Un passo avanti notevole che ci ha spinti a creare units all’interno della categoria che supportiamo sia con materiale cartaceo che con tecnologia digitale interattiva: app fruibili da tablet presenti in apposite zone del negozio (foto IMG_1319). L’interattività sta diventando modus operandi abituale dello shopper: metà degli acquisti fatti in negozio sono anticipati da un’esplorazione digitale, e viceversa. Mentre ai servizi che attenzione avete dedicato? Abbiamo lavorato molto intensamente su alcuni aspetti come lo “shop & drop” che consente di ritirare gli acquisti effettuati in partenza alla conclusione del viaggio di ritorno, direttamente ai negozi degli arrivi (duty free veri e propri, caso unico in Europa). Poi supportiamo il gifting con corner dove è possibile realizzare in autonomia delle confezioni regalo. Risultati? Quello che ho raccontato rappresenta una fase di partenza. Dopo lo studio alla lavagna siamo passati alla delivery, sia a Zurigo che ad Antalya dove la spesa passeggero sta crescendo a due cifre anche perché la Turchia vive un momento davvero magico. Ma anche Lisbona va molto bene. Ora stiamo studiando alcune
Nuance Europe Numero di store e superficie retail: 209 store per 36.065 mq di superficie retail (dic. 2011) Location: 41 aeroporti in 9 paesi Dipendenti: 2.029 Punti chiave dello sviluppo 2011: - Febbraio: nuovo store Swarovski a Zurigo - Marzo: espansione dell’attivita a Toulose-Hall D (5 store) - Aprile: nuovo Sound & Vision ad Amburgo - Maggio: lancio del nuovo concept Duty Free ad Antalya T1 + shop arrivi + 5 specialty store - Giugno: primi “Arrivals Stores” (duty free) aperti a Zurigo e Ginevra - Luglio: il primo concept aeroportuale Lindt apre a Zurigo, dove viene aperto il secondo ”ArrivalsStore”. - Ottobre: apre lo store Bally/Burberry - Dicembre: nuovo walk-through duty free store a Zurigo L1 & L2 + 2 gate shop nel Dock B Sviluppo 2012: - A Zurigo apre il primo concept Suncatcher per sunglasses - Michael Kors shop-in-shop all’aeroporto di Amburgo - nuovo walkthrough duty free store e 4 mono-brand shop a Lisbona - Al T2 di Antalya apre il principale duty free store e 7 specialty store - A Zurigo L2 La Prairie shop-in-shop - In giugno è prevista l’apertura di uno shop in shop Apple a Zurigo L1
The Nuance Group Numero di store e superficie retail: 343 store per 75.801 mq di superficie retail Location: 59 in 17 paesi di 4 continenti 2011 Group revenue: 1.867.534 (CHF ‘000) Dipendenti: 4.663 2011 transazioni: 31 milioni di clienti
nuovi store in altri aeroporti, i cui risultati si vedranno a fine anno. Ma Nuance è attiva anche nella gestione dello specialty retail. Anche se nel 2011 siamo usciti da Parigi, abbiamo continuato a investire grande energia sullo specialty retail business, che prenderà una parte importante nel canale del retail aeroportuale. Gli aeroporti investono in capacità e prediligono le core categories, ma siccome lo spazio cresce più che proporzionalmente rispetto ai passeggeri, assegnata la ristorazione, tutta la superficie addizionale verrà affidata allo specialty retail. E noi siamo pronti anche a questo: qui a Zurigo, per fare qualche esempio, gestiamo Hermès, Bulgari, Gucci, Bally, Mont Blanc. Ma stiamo anche sviluppando soluzioni multibrand adatte per alcuni aeroporti o per location particolari con limiti di spazio,
questo vale ad esempio per gli occhiali da sole, la pelletteria e gli orologi. E la tipicità? In ogni aeroporto costruiamo una storia su quelli che sono i prodotti locali, che a Zurigo vuole dire Davidoff (sigari, ndr), vini svizzeri ecc. Un punto di spicco della nostra offerta è rappresentato poi dal concept Lindt, che oltre a una selezione di prodotti top propone un chocolate bar, un corner gelateria ma soprattutto la presenza costante di un maitre chocolatier che prepara composizioni, praline e prodotti artigianali di fronte ai clienti. Progetti e prospettive di crescita a breve? Stiamo partecipando alla gara per i duty free di Adr, e poi a fine anno speriamo di mettere mano su un nuovo contratto a cui stiamo lavorando… Andrea Aiello
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analisi mercato
Costruttori di RETAIL c
hi sono i costruttori dei centri commerciali, delle aree di sosta e degli aeroporti italiani e che momento vivono? La nostra indagine – che prova a dare risposte a queste domande – dà il via alla nuova serie di “Analisi di mercato”, dedicata non più solo alle insegne presenti in centri commerciali e aeroporti, ma a tutto quello che sta dietro le quinte.
Lo scenario
«Gli investimenti retail in Europa hanno raggiunto i 3,8 miliardi di euro, nel primo trimestre del 2012, -60% rispetto al primo trimestre 2011». A dirlo è la società Jones lang lasalle, con un comunicato da far gelare i polsi. A poco rincuora la precisazione successiva che il calo segue i volumi eccezionali registrati nel 2011. Il trimestre è stato caratterizza-
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Siamo la terza nazione in Europa per stock di centri commerciali. Ma la crisi è nera e ben lungi dall’essere finita – e forse anche compresa. Ma nei bilanci delle società di costruzioni si colgono anche opportunità, come lo sviluppo all’estero to dalla mancanza di grandi transazioni, che avevano sostenuto i volumi nel Q1 2011 e nel Q4 2011. Come se la cava l’Italia in questo cupo scenario? I dati congiunturali non fanno ben sperare. Così se lo Stivale è al terzo posto per stock di superficie affittabile lorda nei centri commerciali tra 22 Paesi dell’area europea, e ha continuato a crescere più di Regno Unito, Francia e Spagna tra il 2010 e il 2011, nel 20122013 lo stock è destinato a rimanere
quasi immobile. Salirà solo del 3% circa, contro una media del +9,5%, così che il sorpasso della Russia è questione di pochissimo tempo.
I protagonisti
In Italia a dominare il settore di chi costruisce fisicamente (non quindi chi progetta) i centri commerciali sono le società cooperative, soprattutto nel nord Italia. Vediamo in dettaglio queste società, partendo da quanto scritto nei loro
bilanci 2010. Il gruppo unieco è uno degli attori più importanti. Nasce nel 1904 come Cooperativa Muratori di Campagnola, a Reggio Emilia. Oggi è tra i primi dieci general contractor italiani. Nel 2010 ha avuto ricavi per 705 milioni di euro (+35,6% su base annua). L’Ebitda è invece sceso di otto milioni, da 71 a 63. Nel bilancio 2010 si legge: «Pure in presenza di uno scenario di mercato estremamente complesso e di una accresciuta pressione competitiva registrata per effetto della crisi globale che non accenna a diminuire la tendenza, la redditività si conferma su buoni livelli». Numerosi sono i progetti recenti in campo commerciale. Il complesso polifunzionale “le officine” di Savona, aperto il 23 marzo 2012, è il risultato della riqualificazione dell’area industria-
le ex Metalmetron (44 milioni di investimento). Nell’ottobre scorso è stata la volta dello Shopping Center Area 12, presso il nuovo Juventus Stadium di Torino. Al 2010 datano le inaugurazioni del centro commerciale Le Piazze di Castelmaggiore (Bo), 40 milioni di investimento, de Le Serre di Albenga e del parco commerciale Fidenza Shopping Park, con il completamento della seconda fase. Il “lifestyle village” Le Perle di Faenza risulta tra i contratti acquisiti nel 2010. Molteplici sono anche le opere infrastrutturali in cui è coinvolta. Anche la società cooperativa Cmc di Ravenna nacque ai primi del ‘900, nel marzo del 1901, da 35 muratori locali. Nel 2010 il gruppo ha avuto un volume della produzione pari a 805,8 milioni di euro (di cui 753,5 nel core business delle produzioni), con una variazione positiva di 90,1 milioni rispetto al 2009. L’Ebitda era pari a 77 milioni e l’utile netto a 12,6 milioni, in linea con l’anno precedente. Anche nel primo semestre del 2011 i dati sono stati positivi, con un +23% nei volumi rispetto allo stesso
L'intervista «Non c’è crisi per i grandi impianti» Stefano Forti, B2B National Account – Lg Electronics Italia, divisione Air Conditioning Come si struttura il mercato del condizionamento aria per i centri commerciali? Le grandi catene commerciali affidano la realizzazione degli ipermercati a contractors che realizzano gli impianti di aria condizionata per l’area commerciale “principale”, per i locali di servizio e per la “galleria” mentre per i negozi a corredo vengono normalmente realizzate solamente le linee di distribuzione dei fluidi e i canali per rinnovo aria ai quali ogni attività commerciale si dovrà collegare. Ogni brand affida successivamente a un team di società di propria fiducia la realizzazione del proprio negozio, compreso l’impianto di condizionamento il cui layout si adeguerà al design del negozio tipo di ogni catena. Alcuni negozi richiedono al centro commerciale la possibilità di integrare l’impianto di condizionamento con un secondo impianto per gestire i carichi termici eccezionali dovuti ad affollamento e illuminazione. Questo secondo aspetto in futuro sarà sempre meno rilevante con l’introduzione delle lampade a Led sempre più richieste dal mercato. Voi a quale delle due categorie appartenete? LG Electronics come fornitore di macchine di condizionamento si relaziona sia con le singole catene commerciali che con i loro progettisti e installatori di fiducia garantendo loro massimo supporto sia in fase di pre-vendita che di installazione con il supporto diretto in cantiere dei nostri centri assistenza. Come giudicate l’attuale situazione del mercato? La gamma prodotti che LG Electronics propone al mercato è molto ampia. Il mercato della gamma residenziale (Mono e Multi Split) riflette per alcuni prodotti il momento economico che stiamo attraversando. I sistemi a volume di refrigerante variabile sono rivolti al settore commerciale e del terziario i cui progetti oggi sono caratterizzati da tempi per l’approvazione e la realzizazione dei lavori molto più lunghi che in passato. Per entrambi i settori, oggi più di ieri, qualità e il giusto rapporto con il prezzo riducono le incertezze del momento.
periodo del 2010. Per questo – si legge nella relazione semestrale – la società guarda al futuro «con un cauto ottimismo». Sul fronte commerciale, il principale progetto nel 2011 è il Kalt Center di Caltanissetta, assieme ad altre società che costituiscono il promotore Sviluppo Palermo srl. In via di conclusione erano anche i lavori a Riccione di un centro commerciale intermedio e uffici in via Berlinguer (23,2 milioni di investimento). Cifre ben maggiori ci sono nel settore delle infrastrutture. Molto fitta è anche l’attività all’estero, tra Singapore (due lotti della metropolitana), Mozambico, Angola, Bulgaria e Cina. La Cmb Carpi è più chiara nel descrivere la situazione grave del settore delle costruzioni, che, si legge nel bilancio 2010, «continua a convivere con una crisi senza precedenti: i volumi sono tornati ai livelli di fine anni Novanta». Di conseguenza, «la crisi sta producendo effetti pesantissimi anche sulle cooperative di costruzione», anche se, con riguardo alla propria situazione si legge: «un bilancio che ancora una volta presenta risultati di tutto rilievo,
in linea con le previsioni del budget, in un contesto di mercato difficilissimo». I ricavi sono scesi dai 632 milioni del 2009 ai 565 del 2010, l’utile di esercizio da 13 a 7 milioni. Strutture commerciali che hanno visto impegnata la cooperativa sono state, nel 2010, lo shopping center presso lo Juventus Stadium di Torino (vedi sopra), tramite la Cosalp Scarl, partecipata al 50% da Cmb, e il centro commerciale Galleria Borromea di Peschiera Borromeo (Milano), tra i più apprezzati dai retailer interpellati da r&f negli scorsi mesi. Il settore delle costruzioni di edilizia commerciale e direzionale vede tra le recenti realizzazioni quella della nuova sede della Regione Lombardia, a Milano, e i lotti 1 e 2 del progetto Porta Nuova – Varesine, relativi a edifici e negozi. Il versante infrastrutturale vede 14 opere in costruzione nel 2010, sette autostradali e sette tra ferrovie e metropolitane, tra cui la Stazione Centrale di Napoli. Tra gli obiettivi segnalati per il 2011 e seguenti c’è stato l’allargamento delle operazioni all’estero. Anche per Coopsette «quella che chia-
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analisi mercato miamo semplicemente “la crisi” è ben lungi dall’essere stata compresa, metabolizzata e superata», si legge nel bilancio 2010, dove si aggiunge: «Abbiamo conseguito alcuni importanti risultati in termini di riduzione del capitale investito nell’ambito dello sviluppo immobiliare, con conseguente calo dell’indebitamento finanziario, ma ciò è avvenuto con livelli insoddisfacenti di marginalità. In tale contesto abbiamo rallentato, e circoscritto a poche iniziative, l’attività di sviluppo immobiliare». In questo modo «va evidenziato come il valore della produzione di 438 milioni di euro, esattamente in linea con il dato del 2009, sia significativamente inferiore alle previsioni del budget». Tra le opere del 2010 c’è il riavvio del cantiere del centro commerciale Punta di Ferro di Forlì, poi ultimato nel 2011, e l’avvio dei lavori per il nuovo centro commerciale di Pompei e della fase 2 dell’intervento di Sestri Ponente, oltre a numerose opere infrastrutturali. Ci sono state dismissioni di asset immobiliari, come Eurosia a Parma e Punta di Ferro a Forlì. Anche per Coopsette si sta intensificando l’attività all’estero. Tra i vari Paesi è la Turchia, in piena fase espansiva, quella su cui si pone il maggiore accento. Tra le altre società, non cooperative, si segnalano il Gruppo Cualbu di Cagliari (71 milioni di euro di fatturto nel 2010 e utile netto di 2,4 milioni), che si è distinto per la realizzazione del Centro Sicilia, a Misterbianco (Catania). Promocentro e La Policentro, società dello stesso gruppo che agiscono da promotori e capofila dei costruttori, sono state coinvolte in alcuni tra i progetti più importanti degli ultimi anni. Di
Promocentro in corso sono i lavori per il Settimo Cielo Retail Park (fine 2012) e Shopping Center (2013) di Settimo Torinese (To), la Galleria Borromea Retail Park (2014), il Volni Shopping Centre di Novgorod (Russia, nel corso del 2012) e gli ampliamenti del Val di Chienti (2014) di Macerata e del Porto Bolaro Shopping Center (Natale 202), a Reggio Calabria. La Policentro ha alle spalle numerose realizzazioni. In corso ci sono quelle del Partynico Shopping Village di Partinico (Pa), di un parco commerciale a Olbia, del Pr Parma Retail, di Policentro Afragola (Napoli) e di Policentro Castelli, a Castelli Calepio (Bg). La Cogei Costruzioni di Bologna ha recentemente inaugurato a Palermo il nuovo centro commerciale “La Torre” e ha consegnato il nuovo Auchan di Napoli. Altre realizzazioni sono state lo Shopville Gran Reno di Casalecchio di Reno, dove ha costruito anche l’Ikea, e l’intervento al Parco commerciale Romagna di Savignano sul Rubicone. Cds Holding è un altro tra i principali general contractor italiani nell’immobiliare commerciale. Fondata nel 1993, progetta e realizza strutture commerciali. Ha completato in meno di 20 anni oltre 60 strutture commerciali, per 610mila metri quadrati. Tra i progetti realizzati si contano il recente Forum Palermo e il Retail Park di Collegno (To). In fase di sviluppo ci sono tra gli altri il Forum Valle Aurelia di Roma, il Retail Park Franciacorta di Rovato (Bs) e il retail park I Papiri di Siracusa. Nel novero delle commesse rientra il centro Le Cotoniere di Salerno.
La galassia degli impianti Una volta costruiti, i centri commerciali e le altre strutture di cui si è parlato, hanno bisogno degli impianti. Di tutti i tipi. Si pensi alle porte automatiche, cancelli e automazioni. Qui i nomi ricorrenti sono quelli di Faac, Ditec, i brand più noti al grande pubblico, ma anche Doormatic, Scaligera Automazioni, Ponzi, Hörmann Italia (quest’ultima specializzata in portoni, serrande avvolgibili, tecnologia di carico e scarico). Un altro mondo è quello delle scale mobili e ascensori, con in testa la Thyssenkrupp Elevator Italia, la Schindler, la Otis Servizi e la Kone. Ancora più lungo è l’elenco di chi si occupa di condizionamento termico, settore noto in gergo come “hevac” (heating, ventilation and air conditioning). Per una descrizione del mercato si rimanda all’intervista in pagina a LG Electronics Italia, che con la sua divisione di air conditioning è tra i principali operatori nel settore, con una forte presenza nelle gallerie commerciali. Altri nomi sono i seguenti: Carel, Saet Group, Aermec, Atr Group Air Conditioning, Climaveneta, Daikin Italia, Fait Aeraulica (che tra i clienti conta il Gruppo Benetton, McDonald’s e l’aeroporto Marco Polo di Venezia), Ferroli, Fujitsu Technology Solutions, Lennox Italia, P3, Panasonic Italia, Samsung Electronics Italia, Schneider Electric, Tecnocasa srl e Vortice Elettrosociali.
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Gli aeroporti
Molto più frammentario è lo scenario degli aeroporti. Come spiega Mario Messuri, Business Director di BravoSolution, numerose società di gestione aereoportuale tra le quali come Sea (Milano), Adr (Roma), Gesac (Napoli), Sacbo (Orio al Serio), gestiscono le gare in via telematica. Questo grazie a soluzioni di e-procurement che permettono la gestione degli acquisti su apposite piattaforme, tecnologie sulle quale BravoSolution detiene la leadership in Italia. Dall’indagine realizzata da retail&food, ad aggiudicarsi le singole gare sono spesso società locali. A Firenze, per esempio, i lavori di riqualificazione del terminal sono stati affidati con gara all’Ati tra Italiana Costruzioni (capogruppo) e Bit spa. L’Italiana Costruzioni ha lavorato, tra le altre cose, al riassetto della Stazione di Torino Porta Nuova. A Bologna l’esecuzione dei lavori per il restyling del Marconi, a seguito di bando di gara europeo, è stata affidata al raggruppamento temporaneo d’impresa Carron Costruzioni Generali – Fiorin Impianti. Recenti lavori sono stati effettuati dalla Maltauro nello scalo di Pantelleria e dalla Sigenco spa a Lampedusa. Andando indietro nel tempo i lavori dell’aerostazione di Venezia (2001) erano stati effettuati dalla Grandi Lavori Fincosit, specializzata in edilizia civile (tra cui il Cis di Nola, Napoli, dove è stato realizzato anche il Vulcano Buono) infrastrutture e lavori marittimi.
dine dei 20 milioni all’anno. Quanto al numero dei soggetti, sono 35-50 le imprese specializzate in questo tipo di costruzioni. Il giro d’affari annuo per la costruzione dei punti vendita della ristorazione in autostrada dai dati della nostra ricerca sembra stimabile nell’ordine dei 140-150 milioni di euro. Una grande distinzione, in questo settore, si deve fare tra chi progetta gli edifici in muratura e chi le pensiline per le aree di rifornimento e i fabbricati in metallo. A quest’ultima categoria appartiene per esempio la società leader Pancaldi. Questa nicchia, spiega l’ad Dario Pancaldi, può valere
circa 50 milioni all’anno (prima della crisi erano qualcosa di più), esclusi i cosiddetti “monoliti” e prezziari con illuminazione a led, che portano il totale a 70/80 milioni. Oltre alla Pancaldi ci sono alcune altre società medio-grandi, come la Girelli, la Neon di Bassano e la Geav, e 10-15 aziende più piccole. Piccole sono anche solitamente le società che si occupano dell’impiantistica dei fabbricati. I committenti, continua Pancaldi, sono di due tipi: le compagnie petrolifere, che prima erano dominanti e ora investono sempre meno, e i “retisti”, ossia i proprietari di pompe bian-
che. Lecompagnie sono solite fare delle gare spot per singole realizzazioni, con l’eccezione dell’eni, che organizza gare nazionali e contratti per un paio d’anni. «Nelle ultime gare sono stati selezionati due soli fornitori, noi e una società più piccola per il sud Italia». Tra gli operatori del mondo legato alle stazioni di servizio si segnalano, mettendo insieme grandi e piccoli operatori, Cds Holding; Ciani Arredamenti/Costruzioni di Forlì; Bernardini Impianti; Oil Service; Penta Servizi & Progetti; Petrol Gamma; Orec Cantieri e Arredoline Costruzioni. Fabrizio Patti
Le aree di sosta
Anche le aree di sosta vedono il frequente ricorso a gare gestite attraverso piattaforme telematiche. Così fanno, spiega ancora Messuri di BravoSolution, infatti alcuni dei i principali operatori di questo settore (Autogrill, Chef Express e McDonald’s) si avvalgono di queste soluzioni per rendere efficiente ed efficace il processo di affidamento dei lavori. Dal sondaggio svolto da retail&food si evince che tipicamente gli appalti prevedono in genere tre lotti per altrettante macrostrutture: la parte edile, gli impianti meccanici e idraulici e gli impianti elettrici. In via predominante le stazioni appaltanti (cioè le società di ristorazione) affidano l’intero appalto a un general contractor, che poi subappalta le singole parti a varie società. Nei casi, non frequenti, in cui il valore degli appalti è elevato le stazioni appaltanti tendono a farsi esse stesse general contractor portando anche a scorporo parte delle forniture. Il mercato di fornitura è contraddistinto da imprese medie o piccole. Se un’azienda in questo ramo ha 100 milioni di fatturato si può considerare di dimensione elevata ma più frequentemente hanno ricavi nell’or-
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Mystery shopping Lungo la Motorway 4 corre la nostalgia di casa
A
utogrill in salsa inglese. La M4 (sigla che sta per Motorway 4, ogni tratta è numerata progressivamente) è un’arteria che collega Londra con il sud del Galles e attraverso un territorio di campagna prevalentemente agricolo. L’area di servizio Membury (su entrambi i lati dell’autostrada) si trova nel West Berkshire ed è gestita dalla Welcome Break, un concessionario che non opera con marchi propri ma fa da landlord puro. Balza subito all’occhio che le aree di servizio, nel Regno Unito, non affacciano direttamente sull’autostrada ma sono più distanti (e nel caso specifico è anche immersa nel verde): una soluzione che offre un maggiore comfort per chi viaggia come silenzio e tranquillità. Già ancor prima di parcheggiare l’auto si coglie lo spirito
commerciale della ristorazione in autostrada: creare un luogo attento ai bisogni del viaggiatore e un clima che lo stimoli all’acquisto. Colpisce l’assenza di tir che affollano solitamente le piazzole delle autostrade italiane (in Inghilterra le merci viaggiano più via treno e nave, non come in Italia, schiava del trasporto su gomma). Membury non si presenta solo come ristorazione, più o meno fornita, ma come un vero e proprio centro com-
merciale in miniatura: l’area di servizio offre negozi, caffè, ristoranti, supermarket e anche intrattenimento. Assomiglia a un piccolo aeroporto dove più brand e tipologie di negozi convivono. Contrasta l’arretratezza dell’Italia dove l’offerta è sostanzialmente ancora monomarca e poco diversificata commercialmente. Entrando, si nota una divisione per funzioni e servizi. Il piano terra è dedicato al retail, con una serie di catene, in parte con offerte commerciali concorrenti: c’è Starbucks, ossia snack e bevande calde per lo più take away (anche se nella nostra occasione di visita i tavolini, comunque presenti in numero adeguato, erano tutti pieni). E un WhSmith (catena inglese di drugstore), un mix tra supermercato-cartoleria-edicola che vende cibi pronti (sandwich, panini) e intrattenimento (libri, giornali, musica, film). Non ci sono finestre, la luce è solo artificiale, il che conferisce un’atmosfera un po’ tetra e grigia. La ristorazione seduta con pasti caldi si trova al secondo piano (dove almeno ci sono delle finestre e si gode di un minimo di panorama), con addirittura tre diversi brand: Burger King, Kfc e Eat In. Viene subito in mente il paragone con gli Autogrill a ponte di casa nostra. Completano l’offerta commerciale un piccolo negozio di ricambi e riparazioni di telefoni cellulari (Fone Bitz) e addirittura un Motel, il Days Inn, che ricorda i vecchi MotelAgip praticamente scomparsi in Italia (uno dei pochi rimasti è l’albergo, ora della catena Holidays Inn, nell’area Secchia Est sulla A1). Ma il pezzo forte è il casinò in miniatura. Una piccola saletta è interamente dedicata alle slot machine e video-lotteries. La nuova frontiera della ristorazione nelle autostrade inglesi è il gioco d’azzardo legalizzato. Al momento della nostra visita, non c’erano però clienti. Tra Italia e Inghilterra c’è molta differenza nell’offerta retail: il modello inglese è più avanzato commercialmente e orientato a creare un’esperienza di shopping e di consumo completa, per indurre il viaggiatore a spendere il più possibile. Cosa che in Italia è ancora solo a una fase embrionale. A vantaggio della ristorazione autostradale del nostro Paese c’è un approccio ancora “casereccio” e genuino. L’industrializzazione e la serializzazione non giova certo alla qualità del cibo e la presenza solo e soltanto di multinazionali e catene regala un senso di
Mistery in Shop – Bar > Servizio banco Saluto, benvenuto Coda Velocità Cortesia Professionalità
> Layout Aspetto esterno Originalità design Omogeneità e armonia Qualità materiali e arredi Ordine e pulizia Comfort Segnaletica prezzi/cartellini numero bagni pulizia bagni
> Prodotto Aspetto Freschezza Assortimento
> Valutazioni generali Qualità/prezzo Ambiente Adeguatezza alla location
Legenda: = migliorabile = sufficiente = apprezzabile = molto buono = ottimo
minor calore rispetto agli impianti italiani. La freddezza è però compensata da servizi altamente efficienti e orientati al consumatore. I ristoranti seduti al secondo piano chiudono alle 23, addirittura più tardi che in Italia dove spesso già alle 21.30 è tutto chiuso. Mentre il mini-market WhSmith al piano terra è aperto 24 ore su 24. C’è uno sportello del bancomat per prelevare denaro (senza commissioni del gestore), sul modello americano dove i bancomat sono privati e ogni esercizio commerciale ne ha uno. Un ponte pedonale collega le due aree di servizio sui lati opposti dell’autostrada. Un’area picnic è disponibile e gratuita, così come un’area gioco per i bambini. Il parcheggio è gratuito per le prime due ore. Poi diventa a pagamento. Usciamo dalla piazzola con sensazioni contrastanti: i tanti ed efficienti servizi fanno risaltare il ritardo dell’Italia sia sul versante dell’attenzione al cliente sia su quello commerciale. Ma c’è anche con un pizzico di nostalgia per il calore e i colori dei nostri ristoranti autostradali. S. F.
retail&food - giugno 2012 59
International starbucKs, PrImo trImestre quasI da IncornIcIare
La chiusura di mille locali negli Usa durante la recessione degli scorsi anni è un ricordo lontano. starbucks, forte della crescita del 18% dell’utile netto nel secondo trimestre dell’anno fiscale, ha annunciato alla fine di aprile di aver alzato da 800 a 1.000 l’obiettivo di aperture nell’anno fiscale in corso. Di queste, 500 saranno nella sola area delle “Americas”. Gli Stati Uniti sono in ripresa, e in espansione sono anche il Brasile, l’Argentina e il Messico. In Cina, inoltre, si è passati da una previsione di 300 a 400 inaugurazioni pianificate quest’anno. Dolori invece dall’Europa, dove i buoni risultati nel Regno Unito e Francia non hanno compensato le perdite in Germania e Irlanda.
sorPresa, Il traffIco sale, anche In euroPa
Mentre i dati sugli aeroporti italiani sono negativi, dalla Iata (International Air Transport Association) ne arrivano di positivi per il Vecchio Continente. A marzo in Europa i passeggeri sono saliti dell’8,8% rispetto allo stesso mese dell’anno prima. Questa crescita, si
spiega, è in parte dovuta al rafforzamento delle esportazioni europee verso le economie asiatiche e al conseguente aumento di viaggi di lavoro. Salgono anche tutti gli altri continenti: Asia Pacifico +8,1%; Nord America +5,3%; America Latina +7,7%; Africa +14,3% e Medio Oriente +20,9 per cento. Le ultime due aree hanno avuto un rimbalzo a un anno dalla “Primavera araba”. La crescita mondiale è stata del 7,6 per cento.
60 retail&food - giugno 2012
duty free world
By Kevin Rozario - london
Lessons from the Baltic Lezioni dal Baltico Brands rarely consider travel retail as a channel for distribution if they do not have a presence in the local market. They say that by getting exposure through domestic stores first, consumers will be more aware of their brands when they travel, and therefore are more likely to buy. The argument makes sense, but the logic does not always stack up. In early May, the ferry company Tallink Group, which operates Tallink and Silja lines in the Baltic, held its third duty-free sales fair for its ship staff to show them the latest new products going onboard from the key product sectors: beauty, liquor, confectionery and tobacco. Among them was a product created especially for the company about a year ago: an organic tea brand called Cha. It has been so popular that a number of taste variations have been produced and it is now in distribution in local markets. A spokesperson for Tallink says: “We very seldom ask for exclusive brands like this but, in the case of teas, we do enormous volumes in our onboard restaurants and cafes. There is a whole jungle of teas on the market so we found a partner that was willing to create one just for us.” In another category of jewellery and accessories, which is a growing one for the ferry group, the brand Ti Sento Milano – in fact an Amsterdambased jewellery house despite the name – has also been very well received by passengers and it has also ‘gone domestic’ as a result of its ferry listings on the Baltic Sea. A crucial point often forgotten by suppliers is that travel retail locations often have the power to put a brand in the path of a consumer profile that is not only the correct target, but one that is present in high volumes most of the time. For example, Talling Group transported more than nine million passengers in the year ending August 2011, which is more than the populations of Estonia and Finland combined – the two main markets it serves, while the third biggest, Sweden, has a population that is only slightly larger at 9.4 million. So it seems that brands willing to think a little more outof-the-box can potentially have a lot to gain by looking at travel retail first – rather than as an afterthought.
I marchi considerano raramente il travel retail come un canale distributivo se non sono già presenti nei mercati locali. Dicono che se sono esposti nei negozi nazionali i consumatori saranno più consapevoli dei loro marchi quando viaggiano, e quindi saranno più propensi ad acquistare. L'argomento ha un senso, ma la logica non sempre ha la meglio. All'inizio di maggio, la società di traghetti Tallink Group, che gestisce le linee Tallink e Silja nel Baltico, ha tenuto la terza fiera delle vendite duty-free per il suo personale a bordo delle navi, per mostrare loro gli ultimi prodotti che andranno a bordo, tra i settori merceologici chiave: beauty, liquori, dolciumi e tabacco. Tra questi c'era un prodotto creato appositamente per la compagnia circa un anno fa: un marchio di tè biologico chiamato Cha. Si è dimostrato così di successo che ne sono state prodotte diverse variazioni di gusti e ora è in distribuzione nei mercati locali. Un portavoce di Tallink dice: «Molto raramente richiediamo marchi esclusivi come questo ma, nel caso del tè, facciamo enormi volumi nei nostri ristoranti e caffè a bordo. Vi è tutta una giungla di tè sul mercato, quindi abbiamo trovato un partner che fosse disposto a crearne uno solo per noi». Nella categoria dei gioielli e accessori, una di quelle in crescita per il gruppo di traghetti, anche il marchio Ti Sento Milano - in realtà una casa produttrice di gioielli con sede ad Amsterdam, nonostante il nome - è stato molto ben accolto dai passeggeri e anch’esso è andato sul mercato nazionale come risultato della sua presenza nei traghetti sul Mar Baltico. Un punto cruciale dimenticato dai fornitori è che le location del travel retail hanno spesso il potere di mettere un marchio di fronte a un tipo di consumatore che non è solo il destinatario corretto, ma è presente in grandi volumi la maggior parte del tempo. Ad esempio, Talling Group ha trasportato più di nove milioni di passeggeri nei dodici mesi terminanti nell’agosto del 2011, che sono più delle popolazioni di Estonia e Finlandia insieme - i due principali mercati in cui opera, mentre il terzo più grande, la Svezia, ha una popolazione che è solo leggermente superiore a 9,4 milioni. Così sembra che i marchi che vogliono pensare un po' più in maniera non convenzionale possono potenzialmente avere molto da guadagnare guardando al travel retail per primo piuttosto che come un’aggiunta.
Monaco: via al satellite, con 9.000 mq di retail…
P
rima pietra posata. Ora bisognerà aspettare il 2015 per vedere inaugurato il nuovo satellite del Terminal 2 dell’aeroporto di Monaco. In pillole: 9mila mq, sui 125mila previsti, saranno dedicati ai negozi e ai ristoranti. Ci saranno anche cinque vip lounge della Lufthansa. L’opera vede infatti la partecipazione del vettore tedesco per il 40% degli investimenti, mentre il 60% rimanente è a carico dell’aeroporto. In totale fanno 650 milioni di euro, per un’opera che aggiungerà 11 milioni di passeggeri di capacità allo scalo. Lo studio di architettura che cura il progetto è Koch + Partner. Bombardier costruirà invece il Pts, “personal transport system”: una navetta automatizzata che collegherà il satellite al T2 grazie a un tunnel di 400 m sotto il piazzale.
…ma a Berlino il taglio nastro è rimandato
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ermi tutti: è stata rinviata al marzo 2013 l’inaugurazione del nuovo aeroporto di Berlino Brandeburgo, che sostituirà gli attuali due scali di Schoenefeld e Tegel. A meno di un mese dell’apertura, fissata per il 3 giugno, «motivi tecnici riguardanti le installazioni anti-incendio» hanno costretto Berlin Airports ad annunciare il rinvio a dopo l’estate. Un duro colpo per i tanti retailer che puntavano sulla stagione estiva. Il nuovo scalo ospiterà infatti 150 attività commerciali, tra cui 39 concessioni per bar e ristoranti e 20 unità di servizio. Il principale punto vendita è un duty free shop da 1.800 mq di Gebr Heinemann, i cui vertici, pur definendosi “sorpresi” non si sono scomposti, annunciando che continueranno l’attività su Tegel e Schoenefeld.
retail&food - giugno 2012 61
International Domodedovo, 3 miliardi per diventare grandi
Q
ual è quell’aeroporto che nel 1998 aveva 3,8 milioni di passeggeri, nel 2011 25 e nel 2020 punta ad averne più di 60? Facile: Mosca Domodedovo, che per questo beneficerà di 3,5 miliardi di dollari di investimenti governativi. La cifra tiene conto di nuove infrastrutture aeroportuali e di trasporto su rotaia e dei servizi commerciali. Le prime realizzazioni si vedranno nei prossimi mesi.
Osaka, il terminal low cost svela il duty free
Ci saranno di sicuro un negozio duty free da 700 mq e uno dedicato ai souvenir giapponesi, da 300 mq, nel nuovo terminal low cost di OsakaKansai, in Giappone. Il duty free sarà gestito dalla Kiac, società di gestione dello scalo. Le altre attività, dicono dalla Kiac, sono in corso di pianificazione. Il nuovo terminal per vettori a basso costo sarà il primo nel suo genere in Giappone e sarà base per la compagnia Peach. Sarà terminato entro la fine dell’anno fiscale 2012. L’aeroporto è situato su due isole principali, ciascuna con una pista. Il terminal low cost si troverà sulla seconda isola, finita di costruire nel 2007.
62 retail&food - giugno 2012
Nel T1 (che ha già 90 attività commerciali) nel terzo trimestre del 2012 terminerà l’espansione da 100mila a 200mila mq di superficie. Il nuovo T2 sarà solo per traffico internazionale e alla metà del 2012 vedrà aperta la prima fase da 70mila mq, che nel 2017 diventeranno 440mila. Oltre al retail e al f&b avrà vip lounge, un “capsule hotel”, due alberghi poco distanti (di cui uno da 4 stelle e 350 stanze), un business center, un supermercato gourmet e una biblioteca. Ci sarà anche un T3 per voli domestici (2015-2017) e forse un T4. Tra i vari progetti suggestivi c’è anche l’airport city Domodedovo Aerotropolis, da realizzare attorno allo scalo.
Unibail-Rodamco, super shopping in Portogallo
Il principale proprietario europeo di centri commerciali, il francese Unibail-Rodamco, starebbe comprando due mall in Portogallo dal fondo Cg Malls Europe, controllato dalla Commerzbank AG di Francoforte, per 500 milioni di euro. Il condizionale è d’obbligo perché la notizia, data da Bloomberg News che cita fonti impegnate dall’operazione, non è stata confermata dalle parti in causa. I due centri, non lontano da Lisbona, sono l’Almanda Forum (262 negozi) e il Forum Montijo, che conta 160 negozi, 22 ristoranti e bar, un ipermercato e un cinema da sei sale. L’operazione rientrerebbe nella strategia di Unibail-Rodamco di dismissione dei centri minori e investimento su grandi strutture in regioni dove vede un potenziale di crescita. L’economia del Portogallo, in recessione, dovrebbe riprendersi nel 2013. A ottobre il gruppo francese aveva comprato il mall Splau di Barcellona per 189 milioni.
Desigual verso le 60 presenze in 35 aeroporti
Dufry, per ora niente accordo con Autogrill
Ben 8mila mq di spazi retail da aprire entro il 2012: è l’obiettivo del travel retailer svizzero Dufry. Il grosso delle aperture sarà in “Eurasia”(3.087 mq) e nel Nord America (3.538). Tra i maggiori sviluppi ci sono 47 edicole Hudson News nella metropolitana di New Dehli e le aperture o ammodernamenti negli aeroporti Brasiliani e del Messico. Negli Usa le novità sono soprattutto nel Jfk di New York e nel Dallas Love Field Airport. Il ceo Juliàn Diaz ha annunciato la volontà di pensare dei formati più adatti ai passeggeri di voli low-cost e ha smentito, almeno “nel breve periodo”, le voci di un’alleanza tra Dufry e Autogrill. Ha però notato come «ci potrebbero essere sinergie», aggiungendo: «non sto dicendo che non parleremo di una tale alleanza in futuro, ma oggi il focus della società è molto differente».
Grandi piani per il marchio spagnolo di fast fashion Desigual. Alla vigilia della fiera Tfwa Asia Pacific, a cui ha partecipato per la prima volta, la società ha annunciato di voler essere presente con 60 punti vendita in 35 grandi aeroporti entro la fine del 2012. Presenza significa corner in duty free shop, soprattutto di Aelia, World Duty Free Group e Dufry. Oltre allo sbarco in grandi terminal dell’Asia e del Sud America, il marchio sta pianificando l’apertura di un negozio nel T3 di Singapore Changi. Dal primo aprile delle collezioni ad hoc sono anche vendute a bordo di Iberia e Alitalia e altre negoziazioni sono in corso con altre grandi compagnie in Europa e America. Fuori dal canale travel, oltre ai quattro negozi in Giappone (dove ha anche 18 corner in department store) e ai due a Singapore, Desigual sta pianificando l’apertura del primo negozio in Cina.
Simon Property compra il 28% di Klépierre
Colpo grosso nel settore immobiliare commerciale europeo: Simon Property, il più grande possessore di mall negli Usa, ha comprato da Pbn Paribas il 28,7% del gruppo francese Klépierre SA, il secondo operatore europeo per valore degli asset immobiliari dopo Unibail-Rodamco. In questo modo è diventato il primo azionista di Klépierre e il suo ceo David Simon ne è divenuto presidente del cda. Valore dell’operazione: 2 miliardi di dollari, pari a 1,5 miliardi di euro. Simon Property ha visto crescere il dividendo trimestrale e le previsioni sui profitti annuali, grazie al ritorno alla crescita delle vendite nei negozi statunitensi (+4,1%) e le operazioni in Cina e Brasile, dove ha stretto accordi con società locali per lo sviluppo di outlet center in entrambi i Paesi.
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stazionario Roma Termini: fucina di nuovi concept
L
a stazione capitolina conferma il ruolo di capofila nello sviluppo retail di Grandi Stazioni. Numerose sono state le iniziative anche nel mese di aprile, quando tra nuove aperture e restyling sono stati coinvolti ben sei punti vendita. Tra questi si annovera lo shop di Kiko Milano, esteso su una superficie di circa 40 mq e ubicato al Forum Termini lato via Giolitti. Per il brand di make-up si tratta della prima apertura all’interno delle Stazioni Ferroviarie Italiane. Le altre news vedono protagonisti Blue Spirit, che ha rinnovato il punto vendita implementando il
suo ultimo format studiato ad hoc per la location di Termini, Despar, per il restyling dello store ubicato sul lato via Giolitti, dove ha inserito un concept luminoso e colorato, e Forexchange, che ha rinnovato il locale con un format moderno e più accogliente. Sul fronte della ristorazione sono stati modificati i concept di due gelaterie, al piano Forum e al piano binari, con l’inserimento di due nuove insegne: Happiness Station e Algida Store. Guardando alle prossime aperture si contano ben cinque novità. In pipe line compaiono i marchi Euronics, che si inserirà su una superficie di circa 350 mq, Swarovski su circa 75 mq, Adidas su circa 100 mq e Desigual su ben 400 metri quadrati. Tutti i quattro brand troveranno posto al Forum Termini. Sarà inoltre la volta della caffetteria ad insegna Bianco & Nero, del gruppo Chef Express, al piano forum della stazione. •
Le altre aperture del network Grandi Stazioni Aperture ad aprile Stazione Milano Centrale Torino P.N.
Marchio Nike Geox Old Wild West*
M2 800 n.d. 1.300
Peculiarità Piano interrato Restyling Mezzanino
Napoli Centrale Muji To Go**
120
Formato travel retail
Venezia S.L.
Verona P.N.
Marchio Bianco & Nero
Prossime aperture M2 40
Benetton NiYo&Co** Alcott Triumph Nike Mango Sephora Autogrill
500 30 450 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.
N.D.
n.d.
Triumph Desigual Kiko Sephora Feltrinelli Nike Mango Autogrill
n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.
Peculiarità Piano interrato
2 livelli, piano binari Piano binari Piano interrato Piano binari Nuovo Nuovo Nuovo Nuovo Nuov/Ristorante lounge/bar Nuovo Nuovo Nuovo Nuovo Nuovo Nuovo Nuovo Nuovo
* Sviluppato da Gruppo Autogrill ** Nuovo format di Make-up appartenente al Gruppo Bauty Point *** Prima apertura in Italia, seconda in Europa
Retail Station
Nau! Dopo una lunga contrattazione, la catena di ottica monomarca Nau! ha fatto il suo ingresso nel canale delle stazioni, con un poker di aperture: a fine aprile a Milano Centrale, l’8 maggio a Napoli Centrale, il 18 maggio a Roma Termini e successivamente a Torino Porta Nuova. Tutte vicino ai binari. Quattro presenze – seppure temporanee – che si aggiungono ai 44 punti vendita già presenti e alle 24 aperture già annunciate per il 2012. Ne abbiamo parlato con il fondatore e presidente di Nau!, Fabrizio Brogi. In che contesto si è arrivati a queste aperture? In passato lei aveva parlato delle difficoltà ad aprire nel circuito di Grandi Stazioni. Si sono abbassati gli affitti o ha deciso che il gioco valeva la candela? Diciamo che siamo stati entrambi più flessibili. Ciò che conta è il valore assoluto per tutti. In parte credo che ci sia stato il riconoscimento della crescita della notorietà del brand. Questo vale sia per Retail Group, con cui siamo entrati, che per Grandi Stazioni. Ci può dare un’idea dell’investimento e dei ricavi di questa operazione? Non posso rivelarli. Posso dire che non lo vediamo come un modo per fare soldi. Qual è l’obiettivo di questi negozi? È un ottimo mezzo per aiutare lo sviluppo in Italia. Sia per creare notorietà di marca, sia per affiliare nuovi franchisee. Che caratteristiche hanno questi negozi?
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Sono tutti tra i 30 e i 40 metri quadrati, meno dei 100-110 di un punto vendita standard. Rispetto a questi non si vendono occhiali da vista, ma solo occhiali da sole e da lettura, oltre alle lenti a contatto. Sono inoltre negozi temporanei, che saranno aperti durante la stagione del sole, fino a settembre/ottobre. Come mai la scelta della formula temporary? Rientra nell’accordo con Retail Group, che ha molti spazi temporanei. A Roma si è trattato di un ritorno, dopo una presenza nella primavera del 2006. In futuro escludete una presenza con negozi fissi? Assolutamente no. Nel 2012 avete in programma 24 aperture. È l’anno del salto di qualità per diventare un “big player” italiano? No, continueremo a essere i più piccoli. Ma non è il numero dei punti vendita a fare la differenza. Come marca, percezione, valori, abbiamo un crescente riconoscimento, soprattutto da parte delle donne. Ci sono programmi per gli aeroporti? Abbiamo aperto il terzo negozio a Malpensa e a giugno inaugureremo un punto vendita a Torino Caselle, dove siamo stati invitati a essere presenti. Contando anche l’aeroporto di Verona, siamo a cinque nel canale aeroportuale. Fuori dal travel, intanto, a giugno probabilmente apriremo anche il primo negozio in Puglia. F. P.
stazionario Le aperture di Retail Group
Retail Group:
CITTA’
TIPOLOGIA
MQ
BRAND
PERIODO
ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA ROMA MILANO MILANO MILANO NAPOLI NAPOLI TORINO P.N.
TEMPORAY TEMPORARY PDV TEMPORARY TEMPORARY PDV TEMPORARY TEMPORARY TEMPORARY TEMPORARY TEMPORARY TEMPORARY TEMPORARY
36 36 65 50 35 40 72 25 20 20 30 30 30
FULL SPOT NAU! BOTTEGA VERDE MOTTA DOVE MOLESKINE SUNDEK SUNDEK MOLESKINE MOTTA FULL SPOT NAU! NAU!
MAGGIO - SETTEMBRE MAGGIO - SETTEMBRE DA MAGGIO MAGGIO - SETTEMBRE LUGLIO - SETTEMBRE DA GIUGNO MAGGIO - SETTEMBRE MAGGIO - SETTEMBRE GIUGNO - OTTOBRE MAGGIO - SETTEMBRE MAGGIO - SETTEMBRE MAGGIO - SETTEMBRE GIUGNO - OTTOBRE
è l’ora di Nike
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n’altra pedina importante nello scacchiere di Milano Centrale è stata collocata. Dopo mesi di annunci anche Nike ha fatto il suo ingresso nella stazione meneghina, in particolare al piano metropolitana, sfoggiando il nuovo concept. Lo shop, gestito da Retail Group, vanta una superficie di oltre 600 mq con all’interno prodotti che spaziano dall’abbigliamento alle calzature, dagli accessori per il football al running, al training, al tennis e alle linee sport wear. Particolare attenzione è stata riservata al mondo del basket, presidiato con un’area di 30 mq in cui sono commercializzati articoli sia tecnici che non delle collezioni Jordan, LeBron e Kobe. Tra i servizi per il pubblico si segnala la personalizzazione delle maglie e delle scarpe. L’attività di Retail Group all’interno della grandi stazioni italiane è proseguita con altre aperture, sia in formula temporanea che permanente. Tra quelle “fisse” si annoverano l’opening di Bottega Verde su 65 mq e di Moleskine su 40 mq, entrambi a Roma Termini. Temporary Shop sono stati avviati a Roma Termini, Milano Centrale e Napoli Centrale. •
Centostazioni accelera sui servizi
S
alute e ambiente: questo è l’indirizzo scelto da Centostazioni per completare l’offerta dei servizi nel proprio network. Nelle ultime settimane le novità hanno riguardato i terminal di Padova, Gallarate e Barletta, con l’inserimento rispettivamente di una parafarmacia Qualifarma, di un poliambulatorio specialistico a marchio Athena e di un autonoleggio di veicoli elettrici denominato Qui Nolo. C’è spazio anche per una nuova attività di ristorazione: nella stazione di Chieti è stato aperto un esercizio bar, edicola e tabacchi di Caffè del Sole. •
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ferry porti Saremar nel mirino dell’Antitrust
Porti verso l’autonomia finanziaria
La Cina target anche per le crociere
Costa non lascia, raddoppia
Il ricorso di Grandi Navi Veloci contro Saremar, presentato a inizio anno, mirava dritto al presunto utilizzo di soldi pubblici per effettuare i collegamenti Savona-Porto Torres e Civitavecchia-Golfo Aranci. Sono passati pochi mesi e l’Antitrust ha deciso di vederci chiaro. L’accusa mossa dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato nei confronti della compagnia gestita dalla Regione Sardegna è di «non aver operato mediante società separata, nello svolgimento dei collegamenti marittimi per passeggeri, veicoli e merci». Il procedimento «per un eventuale irrogazione di una sanzione pecuniaria» dovrebbe concludersi entro il 9 di agosto.
Il mercato turistico “outbound” cinese è più che raddoppiato in sei anni ed è diventato il maggiore al mondo, con 70 milioni di persone in uscita dal Paese all’anno. Il comparto delle crociere è però ancora modesto: 300mila passeggeri cinesi sui 750mila che ogni anno visitano i porti del Paese a bordo di navi da crociera. Per la Ccyia, China Cruise and Yatch Industry Association, tuttavia, il potenziale di lungo termine è enorme e sono ben 300 milioni i possibili futuri crocieristi cinesi. A motivare questo ottimismo è il fatto che quest’anno per la prima volta il numero di toccate “homeporting” (cioè in porti da cui iniziano o finiscono le crociere) ha superato quelle di transito. Lo riporta l’ultimo studio “Seatrade Research Report”, dal titolo “Cruising through the Perfect Storm”, pubblicato il 31 maggio.
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Q
uattro mosse del ministro Corrado Passera per sbloccare il settore dei porti. Gli interventi del ministro, sostenuti anche dal presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato, Luigi Grillo, riguardano innanzitutto il tema dell’autonomia finanziaria dei porti. Le altre tre mosse sono le obbligazioni di scopo, la defiscalizzazione per le imprese che investono nelle opere pubbliche e i project bond. In particolare le obbligazioni di scopo mancano solo del regolamento applicativo per essere pienamente operative. La leva della defiscalizzazione, invece, sarebbe strategica perché permetterebbe allo Stato di compartecipare alla realizzazione di grandi opere, senza intervenire direttamente con capitali oggi non disponibili. Lo strumento adottato dal governo per imporre questa scelta potrebbe essere quello del decreto legge, ma poi la palla passerebbe inevitabilmente al Parlamento. A quasi vent’anni dall’introduzione della legge “84-94”, gli operatori del settore si aspettano un cambio di rotta risolutivo. •
U
n segnale forte, in Italia, e una strategia a lungo raggio, in Asia. Dopo la tragedia del Giglio il marchio genovese Costa Crociere ha rialzato la testa, con il varo di un nuovo gioiello da oltre 114mila tonnellate di stazza e il raddoppio della presenza in Estremo Oriente. Non mancano inoltre i dettagli sul futuro recupero della Concordia, per il quale la società appartenente al Gruppo Carnival dovrebbe spendere circa 300 milioni di euro. Tornando al taglio del nastro, la tredicesima nave della flotta con la grande C ha visto la luce lo scorso 5 maggio. A realizzare Costa Fascinosa è stata Fincantieri di Porto Marghera, in virtù di una commessa da 510 milioni di euro. Il nuovo gigante dei mari vanta una lunghezza di 290 metri e una larghezza di oltre 35. I ponti sono 17, le cabine oltre 1.500, per una capacità di 3.800 ospiti e di 1.100 persone di equipaggio. Tra i servizi a bordo segnaliamo i cinque ristoranti, il cinema 4D e il teatro su tre piani. Tra i progetti in Asia c’è quello di portarvi entro il 2013 due super navi, che prenderanno il posto della piccola Costa Classica. La prima a salpare da Shanghai è stata lo scorso 17 maggio Costa Victoria (75.200 tonnellate e 2.394 ospiti), che sarà affiancata nel prossimo anno da Costa Atlantica (85.700 tonnellate per 2.680 ospiti). •
ferry porti Cagliari homeport per Royal Caribbean
Un colpo da migliaia di turisti a stagione per il porto e in generale per la città di Cagliari. A fare la differenza è l’arrivo del colosso Royal Caribbean, che insieme a Terminal
Tirrenia: Cin pronta a salpare
E
ntro il 21 di giugno tutto sarà risolto, in teoria. Per quel giorno il lungo processo di privatizzazione di Tirrenia dovrebbe concludersi con il passaggio di proprietà a Cin, Compagnia Italiana di Navigazione. Come già anticipato di recente, l’assetto azionario di Cin è cambiato per scongiurare il rischio che l’Antitrust europeo bloccasse l’operazione a causa dell’eccessiva concentrazione. Proprio sulla nuova compagine di azionisti si sono risolti gli ultimi nodi nella prima metà di maggio. In virtù di tali cambiamenti Vincenzo Onorato, patron di Moby, passa dal 33,3% iniziale al 40%, il fondo Clessidra detiene il 30%, la Gip di Luigi Negri il 20% e l’imprenditore napoletano Francesco Izzo il rimanente 10 per cento. In que-
sto modo il compito dell’Antitrust italiano, e non più di quello europeo, sarà quello di verificare le sovrapposizioni, definite limitate, tra i servizi erogati da Moby e Tirrenia. Nel frattempo Cin ha stabilito la rotta da intraprendere immediatamente dopo la presa in consegna della flotta. Saranno rottamate tre navi della classe “Strade Romane” e i traghetti Lazio e Toscana. Al loro posto saranno inserite tre unità moderne, che saranno prese a noleggio a scafo nudo, con una capacità di carico di 2mila passeggeri. Inoltre sarà rimessa in funzione la Florio. Sul fronte delle linee saranno riprese la Civitavecchia-ArbataxCagliari e la Napoli-Cagliari-Palermo. Infine sarà potenziato il collegamento, con cadenza giornaliera, Genova-Olbia-Arbatax. •
Venezia e a diverse agenzie marittime ha presentato una proposta per la gestione del nuovo terminal crociere di Cagliari. L’obiettivo è rendere il Molo Rinascita dello scalo isolano homeport della compagnia navale. Il veicolo societario attraverso cui è stata presentata le proposta vede la presenza di un’associazione temporanea di imprese. La notizia è stata divulgata direttamente dall’Autorità Portuale della città sarda a metà di maggio.
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Vetrina VeriFone, il taxi a portata di mano
Red Bull vola nel travel
Esperta nel fornire sistemi elettronici di pagamento, VeriFone Italia ha presentato la soluzione “Chiamata Taxi”, dedicata ai Taxi della cooperativa Autoradio Taxi 8585 di Milano. Per applicarla è previsto l’utilizzo del terminale portatile VX 680 come “modem di chiamata” taxi per la propria struttura
Energia allo stato puro per ogni situazione. La bevanda energetica presenta nei grill autostradali un pratico pack apri e chiudi per l’elegante Pet da 330 millilitri. Nel mondo del retail Red Bull arriva con la serigrafia di Sebastian Vettel, disponibile nella versione da 473 ml Champions Limited Edition
Riso Scotti Snack a misura di Vending Un pasto sano, in mobilità. Riso Scotti Snack punta sul vending con una gamma di prodotti monoporzione secchi, salati e dolci. Rigorosamente a base di riso. I plus nutrizionali sono l’elevato valore biologico, l’assenza di glutine, il ridotto contenuto di grassi: non vegetali idrogenati ma solo vegetali di qualità
Zini porta Le Coccinelle nel retail
Divertenti da mangiare e facili da preparare, sono in arrivo sul canale retail Le Coccinelle di Zini Prodotti Alimentari. Le nuove proposte di pasta fresca surgelata vedono la scelta di format e ripieni a misura di bambino, abbinata al rigore nella selezione delle materie prime. Disponibile anche la versione senza glutine
De Nigris scommette sulle 3C
Da Lennox un taglio ai consumi
Sino al 50% in meno in bolletta con Baltic III Classe A di Lennox. La nuova soluzione di condizionamento e riscaldamento per il terziario offre una gestione intelligente dell’aria di rinnovo e del free cooling, circuiti frigoriferi ad alta efficienza e il sistema eDriveTM per ventilazione a velocità variabile e trasmissione diretta
68 retail&food - giugno 2012
Cultura, Category e Consumatore. De Nigris individua i tre fattori per espandere l’utilizzo di Aceto Balsamico I.G.P. «È il mosto d’uva che fa la differenza nell’aceto Balsamico di Modena», recita la campagna stampa De Nigris. Il 35% di mosto d’uva è indicato per i cibi freddi, il 55% per quelli caldi, il 65% per i dessert
[La foto[
L’esotico che c’è in noi Amazzonia? Louisiana? Thailand? Ticino, atterrando a Malpensa. Maggio 2012
retail&food - giugno 2012 71
La pulce nell’orecchio
di simone Filippetti
La seconda vita di ARENAWAyS
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inita sul binario morto, arenaways prova a rimettere in moto il convoglio. La seconda volta sarà più fortunata? Mentre Italo sfreccia lungo i binari della Tav tra Milano e Napoli, i treni privati per i pendolari rischiano l’estinzione e l’unica speranza di rilancio è legata a un calzaturificio marchigiano. Ironia della sorte, nei giorni in cui il debutto di Italo monopolizzava l’attenzione di giornali e tv, la società ferroviaria sorta sulla Torino-Milano veniva assegnata dal Tribunale di Torino al gruppo Del Gatto nella speranza di un salvataggio. È durata dunque meno di un anno l’avventura dell’imprenditore Giuseppe Arena, ex ferroviere e manager (fu lui a inventare il Cisalpino): all’inizio del 2010 lancia Arenaways con l’idea di sfidare il monopolio di Trenitalia tra Milano e Torino. Il progetto era quella di collegare, ad anello (con due sensi di marcia, orario e antiorario) Milano Porta Garibaldi, Rho Fiera Milano, Novara, Vercelli, Santhià, Torino Porta Susa sotterranea, Torino Lingotto, Alessandria, Asti, Pavia, Milano Rogoredo, tornando quindi a Milano Porta Garibaldi. Il debutto del concorrente di Moretti era previsto per l’autunno di quell’anno. L’idea sembra vincente e ad Arenaways non fa difetto l’inventiva: a partire dallo slogan “Rail Different” che richiama spudoratamente, e furbescamente, il famoso e vincente “Think different” di Steve Jobs per il computer Mac della Apple. Ma qualcosa va subito storto: nei primi giorni di novembre del 2010 arriva l’inaspettata doccia fredda del ministero dei Trasporti che boccia il servizio proposto da Arenaways, sostenendo che quello che la società avrebbe voluto espletare tra Milano e Torino fosse più simile a un servizio regionale, piuttosto che a uno InterCity. Burocratismi che però di fatto stringono Arenawyas a dover sopprimere le fermate intermedie fra i due capoluoghi e a utilizzare solo il percorso settentrionale dell’anello, quello passante per Novara. I treni arancioni debuttano il 15 di novembre, ma vistosamente azzoppato e privato del bacino di utenza del mercato dei pendolari, la strada si fa subito tutta in salita. Già a inizio 2011, le prime rilevazioni del volume di passeggeri sono allarmanti. Una media giornaliera di circa centodieci passeggeri (sì e no due carrozze) e una media settimanale oscillante tra gli ottocento e i millecento. Un flop pauroso. Si capisce che il destino
è segnato: infatti pochi mesi dopo, ad agosto, il servizio cessa. Alcuni creditori hanno chiesto il fallimento perché Arenaways non paga. L’azienda porta i libri in Tribunale e finisce sotto un curatore fallimentare. Il fallimento dura quattro mesi perché lo scorso dicembre, all’asta indetta dal Tribunale, si fa avanti il gruppo Del Gatto, azienda di calzature. La Pulce di questa rubrica ama spesso puntare il dito contro gli insuccessi o sbugiardare i facili proclami: nel caso di Arenaways, però, il flop è un brutto segnale. Per il mercato. Perché il fallimento della società è anche il fallimento del libero mercato in Italia. La tanto sbandierata concorrenza fatica a prendere piede, i monopoli sono refrattari all’apertura e le liberalizzazioni, in questo Paese, sono sempre un po’ finte (o a metà): che il cammino sarebbe stato in salita per la piccola Arenaways contro il colosso Trenitalia lo si era intuito subito. Il grosso del mercato per Arenaways era infatti il popolo dei pendolari delle città di provincia che gravitano su Torino e Milano e non tanto i businessman che si spostano tra le due città, già ampiamente serviti dall’offerta Fs. Ai pendolari Arena dava treni nuovi e confortevoli dove Trenitalia mette su rotaia treni vecchi e fatiscenti e sovraffollati e in perenne ritardo. Ma il
MErCatI IN FIEra Nome eire digitaL sigNage eXpo pitti immagiNe Uomo aci eUrope airport Food & BeVerage Bread & BUtter micam rapid & resto sHoW WorLd retaiL coNgress
72 retail&food - giugno 2012
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divieto del ministero ha tolto la terra da sotto i piedi alla società e finendo col favorire, intenzionalmente o meno, il già monopolista Trenitalia. La lezione è semplice: se non ti chiami Montezemolo o Della Valle, il mercato del trasporto ferroviario è off-limits per un imprenditore qualsiasi. Figuriamoci per un eventuale straniero che voglia entrare nel Paese e investire. La vera concorrenza sul mercato delle ferrovie in Italia non la si misura, purtroppo, su Italo, il cui parterre di azionisti di grosso calibro difficilmente troverebbe ostacoli (al di là delle schermaglie di facciata con Trenitalia). Ora Arenaways ci riprova, ma di fatto fa un altro mestiere. Niente treni per i pendolari sulla Torino-Milano, ma convogli notturni sulle lunghe distanze tra Nord e Sud per gli emigrati dal Meridione. Anch’esso un servizio lasciato marcire, oggi servito da Trenitalia con vagoni vecchi e maleodoranti. Dopo il flop della prima, la seconda volta sarà quella buona? Si spera che i nuovi proprietari (che peraltro dovrebbero confermare Arena alla guida della società) siano più fortunati. In ogni caso il calzaturificio Del Gatto può sempre provare a bussare alla porta del loro vicino di casa Della Valle, per chiedere consigli su come trattare con Moretti e Trenitalia. •
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