retail&food ANNO 6 NUMERO 7/8 LUG/AGO 2011 • e 3,00
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LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI
Le autostrade alla prova estiva
Chi si ferma è perduto Il traffico soffre, i consumi non crescono. Come affrontare il picco stagionale? E le nuove gare? La parola ai protagonisti.
Star Trek Landlord Grandi Stazioni
Parola di... McDonald’s
Analisi Mercato Intimo & Mare
NEWS PRIMAE NOCTIS Ti piace vincere facile?
L'OPINIONE Produttori, nel retail non si improvvisa Gran parte dei produttori ha alle spalle un’esperienza retail e sa che “Retailer non ci si improvvisa, ma si diventa”. Da ciò scaturisce un percorso strategico che porta ad essere presenti sul mercato applicando metodologie distributive che coinvolgono fattori diversi rispetto alle dinamiche legate alla produzione. Una variabile importante per chi approccia il retail è la pressione competitiva che deve essere analizzata per applicare misure cautelari ed evitare fallimenti nelle sfide che il settore richiede. Una delle migliori strategie consigliate è di affacciarsi al mercato con la disponibilità di un'ampia gamma. Regola valida per tutte le merceologie: ciò che può essere di successo in uno store multimarca può non soddisfare le esigenze di un negozio monomarca, risultando insufficiente alla rotazione di prodotto richiesta e per lo sviluppo della clientela. Per inserirsi in questo mercato sono necessari studi di settore che analizzino l’arena competitiva osservando fattori vincenti e punti di debolezza degli altri retailer, fino alla definizione del prodotto, della gamma, del development strategic plan, della rete distributiva/logistica nonché di un piano di in-store marketing&management che definisca una forte retail brand identity e che selezioni al meglio il personale. Avendo ogni impresa una caratterizzazione specifica, non esiste la formula del perfetto retailer, è necessario esaltare il negozio stesso con lo studio di un layout che identifichi e renda univoco il marchio. Un consiglio che vorrei dare è evitare l’errore di confondere "Cultura di Prodotto" con "Cultura cliente" che deve essere continuamente conquistato, affascinato e fidelizzato attraverso la creazione di un punto vendita che si adatti e si trasformi in base alle sue esigenze.
Editoriale
I poveri austro-tedeschi di DB-ÖBB sono entrati in Italia in sordina, con i loro lindi convogli Eurocity, immediatamente silenziati. Viaggiano sulle linee ferroviarie del nord-est ma ai passeggeri non vengono annunciati al binario né venduti in biglietteria. E guai a chi fiata. L'ex capostazione Giuseppe Arena, dopo un'incredibile carriera in varie compagnie ferroviarie, fonda e lancia la prima società privata dedicata al trasporto pendolare. Ma arriva il divieto: impossibile fare fermate intermedie. E guai a chi fiata. Ma la partita più ricca, e combattuta, è quella per l'Alta Velocità dove a breve dovrebbe debuttare la NTV di Sciarrone, Montezemolo e Della Valle. Ed ecco spuntare in finanziaria il sovracanone per l'esercizio dei treni ad Alta velocità. Il più classico degli sgambetti sulla linea di partenza. E guai a chi fiata. Noi alla concorrenza light (cioè inesistente) siamo abituati, per esempio in ambito aereo, con la tratta più redditizia d'Europa, la Roma-Milano, "affidata" a un'unica compagnia privata. Ma basta fare i recalcitranti, gli idealisti, i liberali e i liberisti... insomma basta polemiche e basta mercato: siamo nel Paese del "ti piace vincere facile", non in quello della dura e leale competizione.
Gian Enrico Buso, General Manager di Reno
retail&food - luglio/agosto 2011 1
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Anno 6 numero 7/8 lug/ago 2011 Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Fabrizio Patti, Andrea Penazzi Hanno collaborato Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Giuseppe Bonomi, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Stefano Gardini, Paolo Prota Giurleo, Massimo Guacci, Antonio Intiglietta, David Jarach, Paolo Lombardi, Filippo Maffioli, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Dante Marro, David Montorsi, Giorgio Moroni, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Enrico Pazzali, POLI. design, Alessio Quaranta, Mario Resca, Leopoldo Resta, Vito Riggio, Kevin Rozario, Paolo Simioni, Vittorio Valenza Foto Archivio Gesto Editore, Flickr, Fotolia, Imagoeconomica, iStockphoto
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Lettori di Retail&Food
Diffusione regionale (aree Nielsen)
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20% Gestori aree
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AREA 4 Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna
Toscana Marche Umbria Lazio
32% Retail
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28% Ristorazione
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Trentino Friuli Ven. Giulia Veneto Emilia Romagna
AREA 2
INDIRIZZO ______________________________ CAP ____________ LOCALITà __________________________ PROVINCIA __________
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SOCIETà _________________ FUNZIONE _____________________
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n° 7/8 lug/ago 2011
SOMMARIO
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44 54 24 news primae noctis Ti piace vincere facile?
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l'opinione di Gian Enrico Buso Produttori, nel retail non si improvvisa
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R&f news
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sono tantissimi, ma il nuovo complesso promosso dal Gruppo Cualbu si distingue per l’attrattività dei brand e per la piacevolezza della struttura. Il leisure arriva tra un anno, con un multisala nel parco commerciale Speciale autostrade Aree di sosta, la gara è servita Autovie Venete, Autocamionale della Cisa, e ancora Serenissima e Autostrade per L’Italia, con sullo sfondo Autostrade Lombarde. Da qui sino alla data ultima dell’Expo, nel 2015, gli operatori della ristorazione e dell’oil attivi in questo mercato si daranno battaglia a colpi di investimenti e servizi.
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Il caffè espresso per un concept retail Espressamente Illy, col franchising nel core
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indice retail
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osservatorio prezzi Cisa, conviene Autogrill Nelle aree di sosta dell’Autocamionale da Parma a La Spezia le aree di sosta (in via di rinnovo) sono piccole come il tracciato. Al loro interno i prezzi dei diversi operatori sono piuttosto allineati. Autogrill risulta il meno caro, mentre Finifast ha listini più alti
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star trek Landlord Obiettivo Grandi Stazioni
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Resoconto fiera Eire, la strada resta in salita La fiera milanese dedicata al settore real estate conferma i numeri dello scorso anno, ma la percezione è di una minore affluenza nelle giornate di apertura e chiusura. Il segmento retail perde qualche nome di rilievo e i nuovi progetti latitano. Incoraggiante è il numero di aperture fissate per il secondo semestre
Prima pietra Venezia, da industrial a Lifestyle Center Le fabbriche, abbandonate, lasciano spazio alla città che avanza. Su questo solco si inserisce il progetto multifunzionale di Nova Marghera Spa nell’area di Porto Marghera. All’interno del complesso, composto da due edifici attorno a una piazza, troveranno posto negozi e uffici
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PArola di... Roberto Masi McDonald’s: autostrade? Meglio ai margini
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Taglio nastro Centro Sicilia, marchi al top Verrebbe da dire “last but not least”. I mall a Catania
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Dossier aeroporti Pisa, eppur si muove Due anni difficili sono alle spalle. Ora l’aeroporto Galileo Galilei ha un traffico che cresce a due cifre e pensa al futuro: arriveranno il people mover e un albergo con centro congressi e si libererà l’attuale terminal dai cargo. Sempre con un occhio di riguardo ai clienti-cittadini
analisi mercato Mare, fast fashion pigliatutto Poche catene controllano il 90% dei negozi dei centri commerciali, e la loro avanzata continua anche in città e nel canale travel. Non a caso i due player più orientati al commercio, Calzedonia e Yamamay, hanno passato indenni anche il duro 2009. Mentre Oysho e Triumph si fanno sotto.
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Dossier aree di servizio Sirio
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international
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stazionario
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Ferry porti
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Vetrina
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LA pulce nell'orecchio
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LA foto
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LAst but not least
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Rubriche Stock option Orient express Aviation outlook Obiettivo personale Retail station Mercati in fiera
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r&f news Enac, il Rapporto 2010
P
Retail domenicale a prova di iPhone
Centro commerciale aperto o chiuso di domenica? A rispondere è la nuova App per Iphone. “iApertoDomenica” interagisce con i sistemi satellitari, TomTom o Navigon, caricati sul melafonino o in alternativa scambia informazioni con le Mappe. Grazie a questa funzionalità il software può individuare i punti vendita aperti ed elencarli all’utente in ordine di distanza, può trovare i negozi aperti nella provincia, le aperture di una specifica catena o di un centro commerciale. Per ogni shop è indicata una tabella con indirizzo, numero di telefono, link web, data e orario di attività.
resentato il 4 luglio a Roma presso la Sala degli Atti Parlamentari del Senato il Rapporto 2010 dell’Enac. Concepito come un focus sugli aeroporti, il Rapporto presenta un’ampia selezione di dati tecnici, economici e statistici, per dare un’idea della consistenza dell’intero comparto dell’aviazione civile in Italia. In netto aumento (+7%) il traffico nel 2010 che ha sfiorato i 139 milioni di passeggeri, nonostante la totale chiusura dei cieli in Europa ad aprile 2010 per la nube vulcanica islandese. «Un tasso di crescita così alto pone un problema previsionale quanto mai urgente riguardo alla capacità degli aeroporti – ha dichiarato il direttore generale Alessio Quaranta –. Nei prossimi venti anni il numero di passeggeri in Italia crescerà di 100 milioni. Nel futuro dovremo puntare su una specializzazione degli scali per tipologia, per attirare i capitali necessari al loro adeguamento a una domanda in forte crescita». Alla presentazione del Rapporto sono intervenuti tra gli altri il Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, Luigi Grillo (Presidente della Commissione Lavori Pubblici del Senato), Fabrizio Palenzona (Assaeroporti) e Lupo Rattazzi (Assaereo). •
Stock option BUY
NEUTRAL
SELL
Inizia il divertimento a Rainbow Magic Land
Dopo il retail anche il divertimento è di casa a Valmontone. Lo scorso 26 maggio ha inaugurato alle porte di Roma il Rainbow Magic Land, ubicato nel polo turistico integrato a sud della Capitale che comprende il Fashion District Valmontone Outlet. L’ultima opera della società bresciana Alfa Park, controllata dal Gruppo Draco, si estende su 600mila mq di superficie territoriale, per circa 50.000 mq di slp coperta, e ha visto un investimento complessivo di 300 milioni di euro. Una volta a regime comprenderà circa 1.200 dipendenti diretti, impegnati nel far divertire un pubblico stimato in 3milioni di visitatori all’anno. Grandi e piccini possono cimentarsi in 35 attrazioni, di cui due uniche nel loro genere. La ristorazione comprende invece 11 punti dedicati, di cui quattro ristoranti e sette bar.
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Ferragamo «La Ferragamo è tutta Made in Italy. Ci sentiamo italiani riteniamo sia un dovere essere presenti in Italia e quotati alla Borsa Italiana», così ha dichiarato Ferruccio Ferragamo a Class Tv per raccontare l'imminente sbarco in Borsa. Bonduelle Nel febbraio 2008 è andato a fuoco lo stabilimento bergamasco, dopo poco più di tre anni, tante perdite e 30 milioni di investimenti Bonduelle ha inaugurato la nuova unità produttiva che ha assorbito un centinaio di lavoratori più del previsto. Bene così. ViaMilano Dopo una fase di test, SEA Aeroporti Milano ha lanciato ViaMilano. Un nuovo servizio gratuito volto a stimolare e favorire il transito tra compagnie aeree diverse attraverso lo scalo di Malpensa. Ai viaggiatori verranno offerti voucher da 10 euro per stimolare gli acquisti in aeroporto.
Tirrenia L'italia è una penisola, con migliaia di chilometri di costa, decine di isole, qualche arcipelago. Aveva una compagnia di navigazione pubblica, cronicamente in perdita. Da anni si parla di privatizzazione, siamo arrivati a un passo. Ce la faremo? Armani Tra i due litiganti il terzo gode? Non si sa, ma di certo non le manda a dire. In merito alla quotazione di Prada presso la Borsa di Hong Kong, Re Giorgio (Armani) scende in campo contro un certo tipo di fare moda: poco stile e troppa volgarità. Se lo dice lui... Fashion Valley A fine ottobre verranno inaugurati i 5.500 mq del nuovo outlet del lusso in costruzione a Reggello, non lontano da The Mall, analogo polo commerciale promosso dallo stesso imprenditore e a breve distanza dall'outlet di Barberino del Mugello. Tutti contenti?
Prada A differenza dei “colleghi” di Ferragamo, è Hong Kong la piazza scelta per la quotazione Prada. Calcolo, strategia, segnali... o semplicemente una differenza di stile? Giovanni Castellucci Intervistato da “la Repubblica”, l'amministratore delegato di Autostrade (principale concessionaria italiana), afferma che «I principali danneggiati dai ritardi (negli investimenti, ndr) siamo noi». Perché non prova a dirlo anche ai suoi clienti mentre pagano il pedaggio? Comiso Nell'aprile del 2007 atterrava a Comiso l'Airbus 319 della Presidenza del Consiglio con a bordo Massimo D'Alema, giunto ad inaugurare il nuovo aeroporto. Da allora nessun jet è più atterrato o decollato. Ma 36 milioni di euro sono volati via...
Il farmers’ market fa sosta in autostrada
Da JetPark.it, nuovo parcheggio per Malpensa
I
nizialmente su cinque location, ma con la possibilità di essere ampliata, l’iniziativa “Mercati di Campagna Amica in Area di Servizio” ha caratterizzato il mese di giugno lungo alcune tratte di Autostrade per l’Italia. Viaggiatori e contadini si sono ritrovati faccia a faccia nei cosiddetti farmers’ market per cinque weekend nelle zone di Roma, Firenze e Bologna. I primi si sono avvantaggiati dei prezzi ridotti, garantiti nella filiera a km zero, i secondi hanno potuto promuovere le eccellenze dei territorio. I prodotti commercializzati sono stati essenzialmente frutta, ortaggi e verdure di stagione, ma anche soluzioni particolari come il kit per la tintarella naturale. Le location di Mercato di Campagna Amica sono state messe a disposizione gratuitamente da Autostrade per l’Italia. L’iniziativa ha visto anche la collaborazione di Autogrill, Chef Express e Codacons. In caso di successo Mercato di Campagna Amica potrebbe essere esteso entro l’autunno a una cinquantina di area di servizio nella rete di Autostrade per l’Italia. •
I viaggiatori in partenza da Malpensa possono avvalersi di un nuovo parcheggio dove lasciare l’autovettura. La struttura in forza a JetPark.it si trova nelle immediate vicinanze sia del T1 che del T2 e presenta posti auto al coperto e allo scoper-
Roadhouse Grill fa gola a Mirabilandia
V
icino al parco di divertimenti romagnolo, nel ravennate, Roadhouse Grill ha posizionato la sua 26esima bandierina. L’inaugurazione della steakhouse in forza a Gruppo Cremonini ha avuto luogo lo scorso 8 giugno. Il locale si estende su una superficie di 630 mq, con 150 sedute e un parcheggio da 150 posti. Per intercettare i flussi provenienti da Mirabilandia, e non solo, il nuovo Roadhouse Grill ha programmato 7 giorni di apertura la settimana, con orari dalle 12 alle 14,30 e dalle 19 alle 23,30. Le previsioni parlano di 85mila pasti e di 1,5milioni di euro di fatturato all’anno. Saranno 30 i dipendenti una volta a regime. Particolare attenzione è stata data al fattore “green”: un impianto fotovoltaico garantisce 8,36 kWh di potenza. Le prossime aperture della catena sono programmate a San Lazzaro (Bo), Roma Testaccio, Milano Melegnano e Milano Stazione Centrale. •
to, con tariffe definite dal gestore come competitive. Il JetPark Malpensa è dotato di una serie di servizi quali l’area riservata a vetture top class, car valet, car moving, lavaggio auto, tagliando e cambio gomme, carrozzeria, sistema di protezione bagagli e servizio di noleggio auto con conducente. Compreso nel servizio si annoverano l’accoglienza con caffè, brioche, bevande calde, giornale gratuito, servizio navetta 24 ore al giorno e 365 giorni l’anno, vigilanza 24 ore e assicurazione incendio e furto. A Orio al Serio, intanto, è entrato in funzione il "parcheggio low cost convenzionato tour operator". Gestito da SkyPark, è di fronte all'AeroClub Bergamo ed è collegato da un bus navetta. I posti sono 1.500, una settimana costa 29,90 euro.
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r&f news Aeroporti: il Fact Book ICCSAI 2011
Lo scorso 14 giugno, presso l'Aeroporto G. Marconi di Bologna, è stata presentata l'edizione 2011 del Fact Book di ICCSAI (International Center for Competitiveness Studies in Aviation Industry). In rilievo la notizia che il nostro Paese ha superato la Francia per numero di passeggeri facendo registrare un aumento netto della propensione al volo, che rimane però sotto la media europea. Il 2010 rappresenta per il trasporto aereo europeo l'anno di uscita dalla crisi anche se il traffico passeggeri non ha ancora recuperato il livello record del 2007-2008. La nutrita e prestigiosa platea di relatori (tra cui Vito Riggio – Enac, Giuseppe Bonomi – SEA, Giuseppina Gualtieri – SAB, Stefano Baronci – Assaeroporti) ha sottolineato all'unanimità la necessità impellente di adeguare il sistema aeroportuale italiano alle prossime, imminenti, necessità di "capacità". Sulle ricette per raggiungere questo obiettivo si sono invece riscontrate alcune affinità e tante differenze: tra "grandi" e "piccoli", tra Stato e mercato, tra pubblico e privato... Info: www.iccsai.eu
H&M e Media World conquistano Le Terrazze
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ue colossi, uno di abbigliamento e l’altro di elettronica, si aggiungono al parterre di marchi del costruendo centro commerciale Le Terrazze. L’annuncio dell’ingresso di H&M e Media World è stato dato in un comunicato congiunto da Sonae Sierra e Ing Real Estate Development, sviluppatori di Le Terrazze in joint venture paritetica. Per Hennes & Mauritz il locale in questione sarà il terzo della catena in Liguria e occuperà una superficie di circa 1.800 metri quadrati. Per Media World il futuro punto vendita sarà il secondo nella regione e si svilupperà su circa 3mila metri quadrati. Il centro commerciale Le Terrazze, attualmente affittato per il 75% della gla, dovrebbe aprire nel primo trimestre del 2012. •
Il Vending Confida nella ripresa
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Lucio Pinetti
Orient Express
ati in crescita per il comparto italiano della distribuzione automatica, ma preoccupa il calo della marginalità per le imprese. Dall’associazione di categoria, Confida, arrivano messaggi in chiaroscuro in occasione dell’Assemblea generale annuale. Lo studio di settore relativo al 2010, elaborato da Accenture, mette in evidenza tra i vari aspetti la crescita del fatturato complessivo, passato da 2,2 a 2,4 miliardi di euro, l’aumento delle consumazioni, passate da 5,9 a 6,3 miliardi (+7,8%) e l’incremento del parco macchine, passate da 2,2 milioni di pezzi a 2,4 milioni (+6,73%). Di contro fanno eco le dichiarazioni del presidente di Confida, Lucio Pinetti, relative ai profitti per lo società. «Preoccupa moltissimo il continuo calo delle marginalità per le imprese, dovuto al costante incremento dei costi e fronte di un prezzo immobile da praticamente un decennio. A peggiorare ulteriormente le cose è la pessima consuetudine, in particolare da parte delle pubbliche amministrazioni, di chiedere alle aziende di vending un ristorno sugli incassi a fronte dello svolgimento del servizio. Consuetudine a cui è ora di dire basta». •
a cura di Stra_branding - www.strabranding.com
Licensing in Cina, i fattori di successo Come abbiamo sottolineato nei precedenti numeri della nostra rubrica, la Cina è un continente con forti specificità regionali (culturali, morfologiche, climatiche e di consumo) ed i driver dell’acquisto dei consumatori cinesi (prezzo, materie prime, qualità, colore, design) sono spesso differenti da quelli propri dei mercati occidentali. Inoltre, la vendita dei prodotti tramite il canale retail, che come detto rappresenta il principale canale distributivo in Cina, costringe le aziende ad affrontare direttamente con il proprio concept (brand, format e prodotto) tali specificità, facendo emergere l’esigenza di un merchandising dedicato. La progettazione e la realizzazione di quest’ultimo può essere più agevolmente affrontata prendendo in considerazione un rapporto di licenza con un partner locale (o una formula mista di licenza/distribuzione). Prima di intraprendere progetti di Licensing, l’azienda deve tenere presente i seguenti aspetti chiave molto importanti nella selezione del licenziatario: • Capacità di marketing e coinvolgimento emotivo/passionale sul prodotto e sul marchio al fine di garantire il loro corretto posizionamento sul mercato; • Disponibilità di un network retail e quindi comprovate esperienze nella gestione di questo canale; • Ottimi rapporti e relazioni con i landlords locali, depositari del potere di allocazione degli spazi di vendita, fondamentali per il corretto posizionamento del marchio e per le sue possibilità di successo • Know-how produttivo e di sviluppo prodotto • Disponibilità di infrastrutture locali per la gestione della logistica regionale • Capacità nella gestione della comunicazione e P.R. locali • Equilibrio e complementarietà nel portafoglio marchi gestito dal partner cinese • Organizzazione aziendale L’azienda, inoltre, deve studiare accuratamente il business plan con un approccio organizzato, condividendone i punti di attenzione con il partner in modo da favorire un dialogo tra le caratteristiche dell’azienda e le specificità del mercato locale.
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Gli aspetti importanti da considerare nello studio e nella messa a punto del business plan sono i seguenti: • Capire il DNA del Marchio (posizionamento sul mercato, clientela finale target, gestione del prodotto rispetto alle specificità locali) • Strategia di marketing mix (pricing per categoria di prodotto; peso dello sportswear in collezione, mix per categoria di prodotto in funzione della città/location, mix del “made in” per segmentare l’offerta) • Piano di roll-out (opzioni di Format, selezione delle locations e timing delle aperture, massa critica della presenza retail per visibilità a livello regionale e delle singole città, equilibrio tra i volumi di acquisto e le scelte di immagine/marketing funzionali alla brand awareness, verifica della redditività di conto economico di ogni singolo punto vendita) • Strategia di comunicazione e promozione locale (pubblicità a mezzo stampa, eventi, product placement, PR con VIP & TV appearences). Infine, nel business plan va considerato il phasing progressivo del marketing mix al fine di costruire la notorietà e l’immagine del marchio su basi solide. Luca Esposito
r&f news Mid, decolla l’outlet di Fiumicino Presentato in occasione della settima edizione di Eire, Mid sarà il nuovo outlet di Roma, a due passi da Fiumicino. La location strizzerà l’occhio ai flussi turistici provenienti dall’Aeroporto Leonardo Da Vinci, che conta oltre 36 milioni di passeggeri all’anno, e dal Porto di Civitavecchia, che con due milioni di crocieristi è il primo scalo marittimo in Italia e il secondo in Europa. I numeri parlano chiaro sul potenziale di Mid: 29mila mq di gla, circa 130 negozi, 2.500 posti auto e oltre 5 milioni di abitanti nell’isocrona dei 90 minuti. La commercializzazione è stata affidata a Larry Smith Italia da Uni.One Srl. Partner del progetto saranno anche Hcg Heuristic nel ruolo di coordinatore, Merlino Progetti come progettista e Gruppo Maltauro in veste di general contractor.
Tris di aperture per Daniela Fargion
I primi due tagli nastro saranno quest’anno, il terzo è fissato nel 2012. Forte del successo ottenuto dal Luxory Mall di Olbia, inaugurato nel 2009, Daniela Fargion si appresta a inaugurare altre
due cittadelle dello shopping. La terza iniziativa solcherà letteralmente i mari. Il prossimo 30 luglio sarà la volta del complesso in Sicilia, ad Agira (EN), con oltre 800 mq di superficie di vendita e 50 corner di brand. Il secondo complesso sarà aperto a Soratte (Roma) il 1° di ottobre e godrà di un servizio navetta quotidiano con il centro della Capitale. Il prossimo anno salperà la Luxury Boat: il primo outlet galleggiante al mondo, con una lunghezza di 120 metri e una superficie di vendita di circa 2.500 metri quadrati. Quest’ultimo progetto è stato realizzato in partnership con Ubaldo De Vincentis, ceo di Europ Invest.
8 retail&food - luglio/agosto 2011
Gap sceglie l’outlet di Vicolungo
I
l noto marchio americano Gap ha scelto la location piemontese di Vicolungo (No) per la sua prima apertura in un outlet italiano. L’ingresso in questo canale è stato realizzato presso il Vicolungo The Style Outlets, struttura in forza alla società Neinver. Il punto vendita, inaugurato lo scorso 2 giugno, è esteso oltre 700 mq, presenta un’offerta uomo, donna e bambino e sorge nella fase tre del foc, a sua volta aperta al pubblico da neanche un anno. In virtù di questa apertura il Vicolungo The Style Outlets conta 150 shop, estesi su 34mila mq di gla. •
Quindicesima edizione per Infobirra Italia
L
’annuario settoriale della Berverfood Srl arriva alla quindicesima edizione. Infobirra Italia 2011/12 si compone di 440 pagine nei quali delinea lo scenario nazionale e internazionale, dando luce ai produttori italiani e stranieri attivi nel nostro Paese, agli importatori, ai micro birrai artigianali, alle birroteche e i beershops, ai fornitori specializzati, ai gruppi della distribuzione moderna e tradizionale e ai grossisti del bevarage. La parte più ampia è dedicata alla sezione produttori, con le schede informative aggiornate di circa 350 operatori tra nazionali ed esteri. Una speciale sezione è dedicata all’emergente realtà dei microbirrifici e brew-pub artigianale. Complessivamente sono 3mila le aziende segnalate. Infobirra Italia 2011/12 è disponibile in versione digitale Pdf e cartacea, può essere consultato per indici e ordinato attraverso il portale www.beverfood.com . •
Aviation outlook
Lufthansa Italia, ragione e pentimento Nelle scorse settimane Lufthansa ha annunciato la chiusura delle operazioni della sua sussidiaria italiana, Lufthansa Italia. Data la coincidenza dell’annuncio con il periodo elettorale sulla piazza milanese, una parte della stampa non ha mancato di dare connotazioni ed enfasi peculiari a questo annuncio, correlandolo come un fallimento della progettualità su Malpensa. Anche numerosi soloni e pseudo esperti del settore hanno contribuito con una litania di spiegazioni e sottolineato come “l’improvviso e repentino” cambiamento di rotta del vettore su Malpensa poteva far presagire orizzonti foschi per l’hub della Brughiera. Forse appare opportuno, in queste poche righe, cercare di ricondurre ad una lettura più razionale l’episodio dell’uscita dal mercato di Lufthansa Italia. In primo luogo, niente di inatteso per i veri addetti ai lavori del settore. Era da circa un anno che sulla stampa specializzata internazionale erano state riprese numerose dichiarazioni di membri del board del carrier tedesco, secondo i quali era necessario riorganizzare ed efficientare il network europeo, generatore di circa 200 milioni di Euro di perdite l’anno. Nella fattispecie, tra i principali sostenitori di una necessaria attenzione alla redditività d’impresa si poneva l’allora CEO di Swiss Christoph Franz, a cui faceva da contraltare la visione espansionistica del CEO di Lufthansa, Mayrubher. Quest’ultimo, nel giro di un biennio, aveva acquisito Austrian, BMI e Brussels Airlines, tutte in forti criticità reddituali ed aveva sposato l’idea di una sussidiaria italiana di Lufthansa su Malpensa dopo essere stato bloccato dal suo board nell’acquisto di Alitalia. Ai primi di maggio Franz diveniva il nuovo CEO di Lufthansa e portava con sé una nuova visione strategica, subito tradotta nella decisione di chiusura di Lufthansa Italia. In secondo luogo, l’esperimento di Lufthansa Italia era a forte rischio fin dal suo avvio, dato che per la prima volta un vettore di un Paese terzo insediava una sua controllata in un altro Paese. Qui il problema di fondo risiede da sempre nella capacità della forza vendita del vettore nuovo entrante di porre in campo uno straordinario sforzo commerciale
per spostare preferenze e quote di mercato che tradizionalmente tengono a convergere sul vettore nazionale. In questo senso, è probabile che anche Lufthansa non sia riuscita a conseguire questo risultato, come forse visibile anche da alcuni avvicendamenti manageriali degli ultimi mesi e ulteriormente corroborato da load factor del vettore intorno al 50% e a fronte peraltro di tariffe medie fortemente ribassate. E nemmeno sia riuscita a scalfire il successo proprio su Malpensa di Easyjet. Infine, dopo il dehubbing di Alitalia, Malpensa deve essere posizionato solo ed unicamente come grande aeroporto internazionale a vocazione “punto a punto”. Tale scelta appare sia meno onerosa in termini di contributi economici/sussidi da concedere ad un eventuale hub carrier, sia più coerente con lo scenario di mercato, che vede sia una concentrazione del numero di hub primari, sia in certi casi addirittura un superamento dello stesso modello di operazioni hub. Su Malpensa Lufthansa Italia contava per il 3% del trasportato: un dato non trascurabile ma generato in overlapping con altra capacità sia legacy, che low cost. Gli annunci di aumento di capacità sulle rotte abbandonate da Lufthansa Italia da parte dei suoi competitor testimoniano un impatto neutro della decisione del player tedesco. Elemento, questo, tanto più importante alla luce della privatizzazione di SEA. Tuttavia, a parere di chi scrive, essa dovrebbe vedere l’elemento commerciale delle attività non-avio, e non la nota più a carattere politico del contesto aviation, quale fulcro per la creazione di interesse da parte degli investitori. Prof. David Jarach www.diciottofebbraio.it
Primo foc di Fingen in Cina
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a società fiorentina di real estate, Fingen, ha inaugurato lo scorso giugno il suo primo outlet in Cina. Il complesso si chiama Florentia Village-Jingjin Designer Outlets ed è ubicato nei pressi di Jingjin a 90 km da Pechino, davanti alla stazione del treno ad alta velocità. La prima tranche di aperture ha coinvolto una cinquantina di shop con brand internazionali del calibro di Prada, Fendi, Giorgio Armani, Tod’s, Salvatore Ferragamo, Bulgari e Versace. Italiana è la ristorazione con il ristorante Bella Vita: locale di target elevato che garantisce ingredienti freschi. Entro fine anno l’offerta dovrebbe arricchirsi di ulteriori 150 marchi. La superficie complessiva è di 45.000 mq mentre la superficie di vendita arriva a quota 34.500 metri quadrati. A livello architettonico il progetto mira a riprodurre i simboli del Bel Paese: la piazza del Colosseo, il canale con il Ponte di Rialto e l'ingresso della piazza del Lusso che si rifà a Firenze. I quattro quartieri, rappresentanti ciascuno un’area dello shopping (lusso, premium internazionale, sport e divertimento), sono accessibili attraverso ponti e gondole lungo il canale.
Original Marines debutta in Svizzera Prima bandierina Oltralpe per Il marchio campano Orginal Marines. La catena di abbigliamento casual e sportivo, che fa capo a Imap Export, ha aperto a Lugano un familystore da 170 metri quadrati e circa 10 metri di vetrina. Lo shop si colloca all’interno del centro commerciale Lugano Sud. In virtù di questa iniziativa tra Europa, Asia, Africa e America del Sud sono 77 i negozi della catena. Sempre sul fronte estero il brand prevede di realizzare 10 opening tra Austria e Grecia e di riorganizzare la struttura commerciale di Repubblica Ceca ed ex Jugoslavia seguendo il modello italiano.
Giunti al Punto arriva a 158
La catena di librerie Giunti al Punto è arrivata a quota 158 shop in Italia e 33 nella sola Lombardia. L’ultimo nato è stato allestito all’interno del centro commerciale La Fontana a Cinisello Balsamo (MI). La libreria, in forza alla società Giunti&Messaggerie che detiene il marchio Giunti al Punto, è aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 22 e il sabato dalle 8,30 alle 21. La location prescelta si inserisce nella strategia di sviluppo aziendale, che predilige i luoghi di grande affluenza come centri storici, outlet, aeroporti, cinema multisala e appunto centri commerciali. Per il primo mese di apertura il punto vendita in oggetto ha lanciato l’iniziativa promozionale di regalare a tutti i clienti una Giunticard.
retail&food - luglio/agosto 2011 9
r&f news Fiorella Rubino taglia i 200
Circa 150 metri quadrati con un sapore del tutto particolare. Grazie all’apertura presso il centro commerciale Aurelia Antica a Grosseto il marchio Fiorella Rubino, nato solo nel 2003, arriva a quota 200 punti vendita. Continua a crescere, dunque, il portafoglio negozi di Gruppo Miroglio, che ha superato la soglia dei 550 shop con il brand Motivi e quella dei 300 con Oltre. Complessivamente sono oltre 1.100 i negozi della divisione Fast Fashion nel mondo per la società di Alba.
Ducati shop in griglia di partenza
S
i è spento il semaforo rosso per il Ducati Shop nel Leonardo da Vinci di Fiumicino. Lo scorso 23 giugno, presso il Terminal 3, ha aperto i battenti il secondo shop nel canale aeroportuale per il prestigioso marchio di moto bolognese. Il primo è operativo all’interno del Guglielmo Marconi di Bologna. L’iniziativa romana ha un ulte-
riore valore perché segna l’inizio della collaborazione fra Ducati e Meridian Duty Free, specialista del retail aeroportuale: lo shop pilota a Fiumicino si inserisce infatti in nuovo programma di retail che le due aziende intendono diffondere in altri aeroporti europei ed extra-continentali. «Contiamo che a questa apertura ne seguiranno molte altre nel breve e medio termine per poter
offrire alla grande comunità di appassionati Ducati la possibilità di acquisto dei prodotti di abbigliamento e di merchandising», ha annunciato Lucio Attinà, direttore della BU Apparel & Brand Development di Ducati. Oltre agli articoli della casa bolognese, all’interno del nuovo store trovano spazio quelli dei brand partner, fra cui Oakley e Puma. •
Un passo per Ancona
Si allarga il numero di punti vendita ospitati nell’aeroporto delle Marche, di Ancona-Falconara. Il 20
Da sinistra Lucio Attinà (General Manager B.U. Apparel & Brand Development di Ducati); Elia Pistola (Direttore Aviation & Security di Aeroporti di Roma); Marco Passoni (CEO di MDF Travel Shops concessionario del Ducati Store); Marco Treggiari (Direttore Commerciale di Aeroporti di Roma).
Obiettivo Personale A cura di Excursus. Spazio di formazione partecipata – www.studioexcursus.com
giugno ha aperto i battenti una profumeria, chiamata Beauty & Fashion. Si trova presso il terminal partenze. Lo scalo, per cui è in discussione un piano di estensione ambizioso, conta oggi al suo interno tre bar, un duty free e altri quattro negozi, oltre alle attività di noleggio auto e alla banca.
Il Tfwa anticipa a settembre
Quest’anno la fiera Tfwa di Cannes, dedicata al comparto del duty free & travel retail, si terrà a settembre, da lunedì 19 a venerdì 23, e non a novembre come nelle precedenti edizioni. Invariata la sede, il Palais des Festivals. Dall’organizzazione fanno sapere che tra i 433 stand confermati, ci sono 27 operatori nuovi o tornati in fiera dopo un’assenza: tra questi Fratelli Rossetti, Safilo e Tommy Hilfiger. Lo scorso anno i visitatori furono 5.398, l’8% in più del 2009.
10 retail&food - luglio/agosto 2011
Il clima di lavoro: chi ben comincia…
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li scaffali, in parecchie organizzazioni, debordano per la presenza di volumi sulla comunicazione. Sappiamo e crediamo - ma mai abbastanza - che una buona comunicazione fra tutti coloro che lavorano all’interno della stessa realtà è funzionale alla produttività della medesima, alla crescita professionale di ciascuno, al raggiungimento degli obiettivi di un gruppo di lavoro così come di un singolo. Una comunicazione chiara ed efficace favorisce un clima di lavoro sereno ma la retorica, a tal proposito, rischia di essere in agguato. Un buon clima di lavoro si fonda sul dialogo e previene il rischio che le tensioni e le incomprensioni (normali e non necessariamente patologiche) si trasformino in conflitto, sottraendo così energie alla capacità produttiva. La comunicazione necessita dunque di un profondo e metodico ascolto. L’ascolto attivo è il fondamento di una comunicazione generativa e di un clima di lavoro creativo e innovativo; richiede tempi e spazi adeguati, non sottratti all’operosità ma incre-
mentanti la stessa. L’ascolto profondo permette di cogliere le aspirazioni ma anche le capacità di ciascuno, rileggendo così le differenti professionalità all’interno di un progetto complesso: quello dell’organizzazione. Ogni ente vede al proprio interno spazi che, se ben strutturati, possono divenire luogo di ascolto e di comunicazione efficace, fra questi le équipe di lavoro, spesso vissute come arene che favoriscono, più che un buon clima di lavoro, tensioni e incomprensioni. L’équipe di lavoro, per generare confronto e progettazione, deve prevedere dei tempi contingentati e condivisi, dei contenuti chiari e precedentemente definiti (attraverso un ordine del giorno coerente con i tempi e la mission aziendale) e deve tutelare uno spazio di ascolto attivo perché capace di far interagire, di produrre pensiero e, soprattutto, di valorizzare differenti punti di vista e prospettive di lavoro.
Eugenia Montagnini eugeniamontagnini@studioexcursus.com
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r&f news cosa occorre sapere per... A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano
I Pro e i Contro delle Side Letters A Torino nuovi negozi…
N
on è infrequente che le parti di un contratto, avente ad oggetto l’utilizzo da parte del retailer di spazi commerciali (ad esempio, locazione e affitto di azienda o di un suo ramo), ricorrano allo strumento delle side letters per disciplinare alcuni profili del loro rapporto che solitamente una delle parti intende mantenere riservati. Le side letters vengono utilizzate di frequente per integrare il contenuto delle pattuizioni presenti nel contratto (ad esempio, per introdurre obblighi/ diritti aggiuntivi per una delle parti contraenti etc..) o anche per inserire delle pattuizioni in contrasto con quanto ivi previsto (ad esempio, per limitare le responsabilità a favore di una delle parti etc..). Un caso tipico è l’inserimento nella side letter del diritto di recesso dal contratto a favore del retailer a partire da una certa data o, qualora si verifichino certi eventi, nella vigenza del contratto medesimo. La denominazione di tali documenti come side letters, è dovuto al fatto che esse vengono per l’appunto sottoscritte tra le parti a latere del contratto di locazione o di affitto di azienda/ramo di azienda, pur essendo il relativo contenuto, nell’intenzione delle parti stesse, elemento integrante del contratto medesimo. Le side letters rappresentano assai spesso un utile strumento per riequilibrare i rapporti contrattuali troppo sbilanciati a favore di una delle parti. Generalmente, però, le parti tendono nella prassi operativa a non curarsi troppo dei requisiti di forma delle side letters, trattandole come semplici “accordi privati”. Ma ciò talvolta può essere un errore. Ed infatti i contratti cui le side letters si riferiscono sono soggetti a precisi vincoli di forma e/o di registrazione. Il contratto di affitto deve essere concluso innanzi a notaio per atto pubblico o per scrittura privata autenticata. Tale formalità è prevista dal nostro codice civile ai soli fini della prova dell’atto e non ai fini della validità dello stesso. In aggiunta, il contratto di affitto deve essere registrato a cura del notaio presso il registro delle imprese. Per la locazione invece non è previsto alcun onere di forma scritta: tuttavia è obbligatoria anche per la locazione la registrazione dell’atto a pena di nullità del contratto medesimo. E’ pertanto consigliabile che anche per le locazioni si utilizzi sempre la forma scritta. In aggiunta a quanto sopra, sia l’affitto che la locazione aventi durata ultranovennale devono essere tra-
scritti presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari ai fini di poter essere opponibili ai terzi acquirenti dell’immobile concesso in godimento con i rispettivi contratti. In tal caso anche la locazione andrà sottoscritta innanzi a notaio che ne curerà poi la trascrizione. Gli oneri di forma e di registrazione previsti in caso di affitto e di locazione sono chiaramente posti in primo luogo a tutela dei terzi di buona fede. Ne consegue che le pattuizioni aggiuntive o derogatorie di un contratto di affitto o di locazione contenute in una side letter, in linea di principio, non possono essere fatte valere nei confronti del terzo subentrante nel contratto cui la side letter si riferisce, a meno che la parte a beneficio della quale tali pattuizioni sono state concordate non riesca a dimostrare che il terzo subentrante ne era a conoscenza. L’onere della prova grava pertanto sulla parte che ha interesse a far valere le pattuizioni contenute nella side letter e si tratta, a ben vedere, di una prova non facile. In aggiunta, occorre anche considerare che il terzo subentrante potrebbe eccepire che la side letter non ha data certa, non essendo stata registrata, o addirittura che è nulla, essendo prevista la registrazione a pena di nullità del contratto di locazione, come sopra indicato. A questo proposito è infine opportuno non sottovalutare che quest’ultima eccezione (ndr. nullità di una side letter sottoscritta a latere di una locazione per assenza di registrazione) potrebbe essere rilevata anche dallo stesso contraente che l’ha sottoscritta, dal momento che la nullità può essere fatta valere da chiunque vi abbia interesse.
Avv. Giulia Comparini Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.
Feltrinelli-Antica Focacceria, 50 locali in 5 anni Cominciano a trapelare dettagli sul piano di sviluppo di Feltrinelli e Antica Focacceria S. Francesco, dopo che la catena di librerie ha acquistato il 49% dello storico locale palermitano, già presente a Milano e nell’aeroporto di Fiumicino. Come anticipa il mensile Ristorando (Edifis editore), il progetto prevede di sviluppare due format: il primo sarà ospitato nelle librerie e si chiamerà “Caffè Feltrinelli powered by Antica Focacceria S. Francesco”. Il secondo sarà invece a marchio Antica Focacceria San Francesco e sarà presente su strada in diverse città (sono allo studio aperture a Torino, Roma, Firenze, Bologna e Milano). Il ritmo di aperture sarà di 5 all’anno in entrambi i canali, per arrivare a 50 in un lustro. I locali nelle librerie spazieranno dal semplice corner-bar fino al ristorante con servizio al tavolo. Il primo locale sarà aperto nel quarto piano del nuovo megastore nella Stazione Centrale di Milano.
Novità nel retail dell’aeroporto di Torino Caselle: a giugno hanno aperto, rinnovati, i punti vendita di Harmont&Blaine e Conte of Florence. I nuovi negozi, adiacenti, si trovano nella sala Imbarchi, a poca distanza dal nuovo bar Piazza Castello by Autogrill. Accanto a loro aprirà presto il negozio soggetto a restyling di Watch Studio. Alla fine del mese ha anche aperto i battenti, sempre in airside, lo Sky Lounge di Autogrill.
…e giro di poltrone per gli ad
Fausto Palombelli è il nuovo amministratore delegato di Sagat, società che gestisce lo scalo di Torino Caselle, di cui era direttore generale. Il suo predecessore, Biagio Marinò, è invece diventato ad dell’aeroporto di Firenze, sempre della galassia Benetton. Sagat controlla infatti Aeroporti Holding, che ha quote in Adf e
Fausto Palombelli nell’Aeroporto Marconi di Bologna. A Torino intanto la società di gestione ha approvato il bilancio 2010, con un utile di 4,4 milioni di euro. Sarà distribuito un dividendo di 1,60 euro per azione, come chiesto dal principale azionista, il Comune di Torino, a secco di soldi. La Regione Piemonte, invece, si opponeva alla distribuzione e chiedeva di investire i soldi magari per acquistare la Geac, la società che gestisce l’aeroporto di Cuneo Levaldigi.
retail&food - luglio/agosto 2011 13
r&f news Assofranchising, 40 candeline in crescita
I
Marconi, gratis il parcheggio per lo shopper
Si chiama P4, nome non dei più felici in questo momento, il parcheggio dell’Aeroporto Marconi di Bologna al centro di un’iniziativa, questa sì, felice e innovativa. Grazie a “Park 4 You”, infatti, i passeggeri che lasceranno l’automobile nel parcheggio P4 per almeno 7 giorni avranno diritto a uno sconto di 30 euro sul costo del parcheggio. La condizione è che al momento del ritiro del mezzo presentino uno scontrino di almeno 30 euro per acquisti effettuati nei 28 negozi dello scalo aderenti all’iniziativa, riconoscibili da apposita vetrofania. Di fatto si ha diritto a 7 giorni di parcheggio gratuito, perché 7 giorni di parcheggio al P4 costano 30 euro. L’iniziativa è valida fino al 15 agosto compreso. Il budget stanziato per l’iniziativa è di poco più di 70mila euro. Un’iniziativa simile nello spirito è stata promossa anche dall’Aeroporto di Torino: in quel caso la promozione è stata di due ore di sosta gratis in tutti i parcheggi per chi porta uno scontrino relativo ad acquisti effettuati in aeroporto. L’iniziativa è stata valida dal 14 marzo al 30 giugno.
Gabriela Rivieccio al marketing di PepsiCo Italia
Laureata con Mba in Business Administration and Foreign Affairs e forte di un’esperienza di 11 anni nel settore dei beni di largo consumo, nonostante i soli 33 anni, Gabriela Rivieccio è stata nominata direttore marketing di Pepsico Beverages Italia. La manager italo messicana avrà la responsabilità della strategia di marketing per l’intero portfolio aziendale che comprende i marchi Pepsi Cola, Gatorade, Lipton Ice Tea, Pepsi Twist, Pepsi Light, Pepsi Boom, 7up, Slam, Tropicana, Looza, Acqua Eva e Cereali Quaker.
14 retail&food - luglio/agosto 2011
l franchising cresce, questa è la notizia. E le cifre sono di tutto rispetto, come dimostrano i dati sciorinati durante la 6a Conferenza Nazionale del Franchising, tenutasi a Milano lo scorso 15 giugno. Assofranchising, l'associazione di categoria che ha promosso l'iniziativa e che quest'anno celebra i 40 anni di attività, ha illustrato per bocca del suo presidente Graziano Fiorelli una situazione ricca di spunti e opportunità. Il giro d'affari complessivo del settore si attesta oltre i 22 miliardi di euro, realizzati da 883 insegne (+1,6% sul 2009) con oltre 54.000 punti vendita. Il settore che concentra il maggior numero di reti – secondo il rapporto presentato dall'Osservatorio permanente sul Franchising – è quello dei "servizi", seguito dagli "articoli per la persona". Per quanto riguarda invece il giro d'affari è il settore della GDO Food – Alimentari a trainare il comparto con un fatturato di quasi 6 miliardi di euro, oltre il 26,44% del totale. Altra novità di rilievo è l’accordo tra Assofranchising e Ubi Banca, che prevede la realizzazione di un’offerta di servizi bancari e di una linea di credito dedicata agli operatori del settore. Per leggere atti e rapporto: www.assofranchising.it . •
Verona, addio amaro per Bortolazzi
N
essuna riconferma per Fabio Bortolazzi, presidente uscente della Catullo spa, società che gestisce gli aeroporti di Verona e Brescia. Al suo posto è stato nominato all’unanimità Paolo Arena, espressione della Camera di Commercio e sostenuto dal sindaco di Verona Flavio Tosi. Il candidato alternativo era Giancarlo Conta, voluto dal Pdl e dal sottosegretario veronese Alberto Giorgetti. Pierluigi Angeli è invece stato confermato vicepresidente, al terzo mandato consecutivo. Bortolazzi non ha nascosto l’amarezza per la mancata conferma: «Sono arrivato qui che
mancava la macchina, io l’ho messa in piedi e ho messo pure gli ingranaggi interni», ha detto alla stampa lo scorso 17 giugno. «In quattro anni – ha continuato – ho ottenuto molto, tra cui il low cost. Forse il mio errore è sempre stato quello di chiedere pochi soldi, se ne chiedi tanti allora pensano che vali di più». L’occasione era la presentazione del nuovo volo easyJet che collega la città scaligera a Parigi-Charles de Gaulle. Il 3 giugno il vettore low cost aveva invece inaugurato il volo per Londra Gatwick, con un’aspettativa di 30mila passeggeri trasportati all’anno. •
Al via il progetto pilota di Meltin’Pot
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all’inizio dell’estate il marchio di jeans wear Meltin’Pot diventa insegna di un monomarca pilota a Riccione, presso il palazzo dei Congressi. Il punto vendita, concepito dallo studio di architettura Bam Design, si estende su 300 mq distribuiti su due livelli. L’iniziativa si inserisce nell’avveniristico Palariccione, che già ospita altri brand di lustro. Chiara la volontà del marchio di avvicinarsi ulteriormente all’universo giovanile scegliendo una città dalla forte vocazione turistica. Come riporta fashionmagazine.it nell’intervista al ceo, Augusto Romano, in prospettiva appare fondamentale il mercato estero: «Il progetto mira allo sviluppo internazionale della label, ad approfondire i rapporti con Medio Oriente, Cina, Giappone e Sudamerica. Nel frattempo stiamo posizionando l’etichetta anche a New York, Miami e Los Angeles. A oggi Meltin’Pot conta una presenza in circa 800 punti vendita plurigriffe in Italia e circa 300 in Europa, in particolare Francia e Germania. L’idea non è di far nascere una
catena ma piuttosto di sviluppare una collaborazione con alcuni nostri clienti, che potranno aprire un negozio Meltin’Pot secondo un modello più articolato rispetto al franchising tradizionale». •
Il caffè espresso per un concept retail
espressamente illy, col franchising nel core I
ncontriamo Christophe Reale, classe 1968, con uffici a Trieste e a Parigi, laureato in economia e commercio alla HEC Paris e alla Bocconi. Da circa quattro anni è Managing Director di “espressamente illy”, la catena di autentici caffè italiani, dopo esperienze specialistiche nel settore della ristorazione maturate in aziende quali Eni, Autogrill, Fini e Airport Elite in giro per l’Europa. Quando è cominciato il progetto “espressamente illy” e in quali paesi/città? Il ‘progetto’ nasce nel 2003: trae origine dalla riflessione che il ‘caffè’, oltre che luogo di consumo, è uno spazio di socializzazione; da questo convincimento (molto triestino, n.d.r.) è partita la creazione di uno spazio nuovo e moderno, dal design e dallo stile tipicamente italiani. Oggi, con più di 230 locali in 34 paesi, un format originale ed una formula esclusiva – quella del boutique bar – “espressamente illy” è il concept retail di illycaffè. Una catena internazionale che porta nel mondo l’autentica esperienza del caffè
italiano, attraverso la realizzazione di luoghi unici, icona della cultura del caffè, in cui è possibile degustare oltre ad un ottimo espresso anche cibi freschi e delicati per una pausa completa in un ambiente gradevole. Un luogo dove la forza del marchio illy incontra la magia dello stile di vita italiano. Quali previsioni di sviluppo e quali i canali/luoghi di viaggio più interessanti? Fra i paesi in cui stiamo rafforzando la nostra presenza, spicca la Francia e, in particolare, Parigi dove a ottobre apriremo il secondo boutique bar gestito direttamente da illycaffè quale locale pilota e centro d’eccellenza per l’intera catena. Detto ciò, il core business rimane il franchising: partnerships consolidate con aziende leader nel mondo della ristorazione ci permettono di guardare all’espansione senza pregiudicare la qualità, elemento che la nostra azienda ritiene non negoziabile. I principali mercati, oltre a Italia e Francia, sono il Giappone, la Corea, gli Stati Uniti nonché il Sud Est asiatico, dove operiamo in 9 paesi. Oltre a questi mercati, per noi in fase di consolidamento, puntiamo ad alcuni mercati emergenti quali Cina e Brasile. I canali distributivi di riferimento sono i principali luoghi di transito (aeroporti, stazioni dell’alta velocità), gli alberghi, i centri fieristici e i mall, che – specialmente nei paesi emergenti – rappresentano i centri di maggior socializzazione.
Il progetto “espressamente illy” è semplice ambasciatore del caffè italiano (e traino al consumo retail) o reale opportunità di business? “espressamente illy” è una rete in franchisng che fonda la propria filosofia di business sulla ricerca della qualità. Forniamo ai nostri partners tutti gli strumenti necessari alla valorizzazione del format e dei prodotti dell’azienda, un insieme di contenuti Christophe Reale che sappiano durare nel tempo e siano esclusivi. Continuità ed esclusività sono i concetti chiave che sostengono la logica di sviluppo di un modello chiaro, realistico e, soprattutto, redditizio. Quale l’interazione tra lo sviluppo delle Università del Caffè (Trieste, Seoul, Shanghai, Il Cairo, Amsterdam, San Paolo, Bangalore) e lo sviluppo in loco di “espressamente illy”? Quando si parla di ricerca della qualità in ogni aspetto non si può prescindere da un programma di formazione capillare volto a garantire un prodotto ed un servizio sempre impeccabili. L’Università del Caffè è il centro di eccellenza per la divulgazione della cultura del caffè creato da illycaffè, ed interviene sempre a supporto della nostra rete di autentici caffè italiani offrendo una preparazione completa – teorica e pratica – su tutte le tematiche attinenti al bar, alla bevanda caffè ed alle tecniche per la sua preparazione. Nei paesi dove l’Università del Caffè è presente con una dei suoi spazi le sinergie sono sempre molto forti. In particolare, grazie ad un sistema di qualità - che in questi anni abbiamo diffuso a livello internazionale - e ad un nuovo programma di aggiornamenti online lavoriamo per garantire la stessa apprezzata qualità ovunque ci sia un “espressamente illy”. Bar illy, Artisti del Gusto e “espressamente illy”: quale la filosofia di comunicazione nelle tre modalità di consumo proposte al pubblico degli intenditori? Sono tutti e tre luoghi di illy: gli ultimi due sono inoltre luoghi speciali. Si va dal consumo di un prodotto, che è sempre un espresso illy perfettamente servito, alla fruizione di una esperienza. Artisti del Gusto è un programma che guida i baristi più esperti nella preparazione di un espresso sempre perfetto, servito in maniera impeccabile. “espressamente”, in quanto luogo di eccellenza e di introduzione al mondo illy, offre un’esperienza completa, rappresentando programmaticamente la vera e propria “casa” dell’azienda. Il Bar in generale è un pezzo dell’immagine dell’Italia nel mondo, della sua cultura e della sua professionalità: con le proprie iniziative illycaffè si propone di sviluppare l’industria del bar-caffè, valorizzando la cultura del caffè italiano e la figura del barista simbolo di questa professionalità. Gennaro Esposito
retail&food - luglio/agosto 2011 15
indice retail 2011 Le borse arretrano, ma noi teniamo le posizioni I
l mese di giugno segna indubbiamente una battuta d'arresto generalizzata: arretrano vistosamente i nostri indici di riferimento, vale a dire sia l'indice della borsa italiana (FTSMIB nel mese perde 12 punti) sia quello delle borse mondiali (MSC perde 7 punti). Ma il nostro settore non ne risente in maniera così ampia: l'indice passa infatti da 117,38 a 116, 87, perdendo quindi soltanto mezzo punto. Merito in particolare dei titoli italiani, che sono addirittura in controtendenza; tra i migliori del mese, la solita Aeffe cui si aggiunge Stefanel, che evidentemente trae vantaggio dalla vendita di Nuance. Nel comparto estero i cali, anche se non vistosi, sono generalizzati, con le eccezioni di Richemont, Fossil e Tiffany. Non possiamo tuttavia non sottolineare che l'indice generale del nostro comparto ha pur sempre guadagnato, al termine del primo semestre, il 16,87%: chi ha fiducia nel settore del lusso accessibile continua a guadagnare.
PRINCIPALI SOCIETA’ MARCHI POSSEDUTI
HOLDING Aeffe Bulgari Damiani Geox Luxottica Safilo Group Stefanel Tod's INDICE ITALIA Adidas C.F.Richemont Dufry Fossil Hugo Boss Inditex LVHM Nike Polo Ralph Laureen PPR Puma Swatch Group Tiffany & Co
QUOTAZIONI AL
MERCATO 03/01/11
Alberta Ferretti • Moschino • Pollini Hogan • Fay
Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia Italia
Reebok Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill Zara • Pull and Bear • Massimo Dutti Louis Vuitton • Moet Chandon • Hennessy • Fendi • Dior • Zenith • Guerlain Puma • Fnac • Gucci • Redcats • Conforama Omega • Longines • Tissot Valentina • Elsa Ferretti • Paloma Picasso
Xetra Xetra Svizzera Nasdaq Xetra Xetra
47,51 44,32 125,80 72,69 50,00 56,17
Francia Nyse Nyse Francia Xetra Xetra Nyse
20/06 /11
indice
0,84 12,27 1,06 4,74 23,16 12,93 0,51 95,15
1,13 12,17 1,07 4,05 20,93 11,13 0,61 82,80
226,00% 148,96% 124,42% 118,08% 92,41% 81,90% 122,00% 112,20%
100,00 125,99
128,20
128,20
53,20 44,84 104,90 105,97 62,50 60,38
50,97 50,75 99,83 106,73 56,59 60,63
107,28% 114,51% 79,36% 146,83% 113,18% 107,94%
118,66
123,70
112,15
94,51%
85,59 111,65 118,83 237,76 313,96 62,11
83,50 132,69 123,75 227,65 339,95 69,35
81,11 124,04 114,25 201,80 322,75 73,80
94,77% 111,10% 96,15% 84,88% 102,80% 118,82%
100,00 108,80
105,54
105,54
INDICE RETAIL ALL COUNTRY
100,00 117,38
116,87
116,87
FTSEMIB MSCI ALL COUNTRY
19.645 313.750
96,13 100,01
INDICE RESTO DEL MONDO
L’indice Generale Retail è ponderato nella misura di 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.
0,50 8,17 0,86 3,43 22,65 13,59 0,50 73,80
11/05/11
20.436 313.611
22.121 334.752
© Edifis Intelligence
retail&food - luglio/agosto 2011 17
osservatorio prezzi
Cisa,
conviene Autogrill
Lungo l’Autocamionale da Parma a La Spezia le aree di sosta (in via di rinnovo) sono piccole come il tracciato. Al loro interno i prezzi dei diversi operatori sono piuttosto allineati. Autogrill risulta il meno caro, mentre Finifast ha listini più alti
L
a Cisa, l’autocamionale da Parma a La Spezia, è un’autostrada con un fascino particolare. Immersa nell’Appennino ToscoEmiliano, attraversa boschi che all’inizio dell’estate, periodo della nostra rilevazione prezzi, sono rigogliosi e mettono di buonumore, così come le roccaforti che vi si affacciano. È anche un’autostrada mininale, a due corsie, con tanti tratti in cui si va a 80 o 60 chilometri orari, a causa di curve più proprie di una superstrada. Queste stesse strade d’inverno sono impervie e le ghiacciate frequenti impongono continui interventi di manutenzione: da qui l’interruzione di ampi tratti, e la conseguente circolazione su corsia singola nella carreggiata opposta. In questo contesto anche le aree di sosta sono in formato mignon. A prevalere è il concept autobar, con l’eccezione dell’area di Medesano Est, la più prossima
alla A1, dove Autogrill gestisce un edificio grande con ristorante e market. Sempre a eccezione di quest’ultima area, i parcheggi per le auto si contano sulle dita di due mani. Per l’assegnazione di tutte queste aree di sosta è stata indetta una gara dalla società Autocamionale della Cisa spa. Il termine per la presentazione delle prime manifestazioni di interesse è scaduto il 15 dicembre del 2010. Vediamo che cosa ci si lascia alle spalle, attraverso l’analisi dei prezzi di cinque esercizi, gestiti da Autogrill (che ha 5 aree su 8 e quindi è stata visitata due volte), Finifast, Sarni e Chef Express.
La caffetteria
Sul fronte dei caffè è calma piatta: tutti i cinque esercizi visionati vendono la tazzina semplice a un euro. Quasi tutti allineati sono anche i listini del cappuccino, che costa 1,30 in quattro esercizi e 1,40 nel solo locale di Montaio Est, gestito da Finifast. Un po’ più di movimento si riscontra invece nel caffè decaffeinato: Chef Express lo vende a 1 euro tondo, mentre per gli altri si va dall’euro e dieci di Autogrill all’euro e venti dei Sarni e Finifast. Chiude la caffetteria il croissant base. Qui è Sarni a spuntare il prezzo migliore: solo un euro, contro l’1,10 di Chef Express e Autogrill e l’1,20 di Finifast.
Sui panini occhio ai prezzi
Enormi differenze per la verità non si riscontrano neanche nel cibo. I panini base sono in generale cari: quello che costa meno da Autogrill e Chef Express si trova a 3,90, cifra che sale a 3,95 per Sarni e a 4,00 euro per Finifast. La rilevazione tiene conto dei prezzi dei panini effettivamente esposti (un martedì dalle 18 alle 20). Se ci si limitasse ai listini appesi alle pareti, si vedrebbero valori più distanti: a Tugo Est, gestione Autogrill, il panino più economico è segnato a 2,90 euro, così come a San Benedetto Est, gestione Chef Express, dove però il sandwich al solo prosciutto cotto, quindi base, in vetrina si trovava a 3,90 euro. Dai listini anche a Medesano Est (Autogrill) il panino più economico dovrebbe costare 3,20 euro. Tale discrasia si è vista anche nell’indicazione dei panini più cari. Nei casi di Montaio Est (Finifast), Tugo Est e Medesano Est (Autogrill) il prezzo sulla lista era maggiore di quello del panino più caro effettivamente esposto. Limitandoci a quanto abbiamo potuto osservare direttamente, il sandwich maggiormente costoso si trovava a San Benedetto
18 retail&food - luglio/agosto 2011
Area di sosta Insegna
SAN BENEDETTO EST
MONTAIO OVEST
MONTAIO EST
TUGO EST
MEDESANO EST
Chef Express
Sarni
Finifast
Autogrill
Autogrill
1,00 1,30 1,00 1,10 3,90 4,90 3,50 3,60 n.d. 1,20 0,50 2,50 3,40 2,80 1,90 3,10 n.d. 2,00 2,00
1,00 1,30 1,20 1,00 3,95 3,95 3,95 3,55 12,90 1,00 n.r. 2,40 2,50 2,90 1,95 2,99 11,99* n.d. 2,00
1,00 1,40 1,20 1,20 4,00 4,30 3,50 n.d. 11,20 1,30 0,60 2,60 3,50 2,80 2,30 3,30 7,00 2,10 2,20
1,00 1,30 1,10 1,10 3,90 4,40 n.d. n.d. n.d. 1,20 0,50 2,50 3,10 2,70 1,95 2,95 9,90** 2,00 1,95
1,00 1,30 1,10 1,10 3,90 4,40 3,20 n.d. 8,40 1,20 0,50 2,50 3,10 2,70 1,95 2,95 3,00 2,10 1,95
Caffè espresso Cappuccino Caffè d'orzo Croissant Panino (base) Panino (top) Toast (base) Pizza (trancio base) Pasto (1° + 2° più economici) Acqua (50 cl) Bicchiere d'acqua Coca Cola (Pet 50 cl.) Birra (bottiglia 33 cl) Red Bull (lattina) Chewing-gum (astuccio più economico) Piringles Classic (confezione grande) Bottiglia vino rosso (più economico - market) Ringo biscotti (classic) Magnum Classico Prezzo più alto
Prezzo più basso
n.d. = non disponibile
* 4 bottiglie
** 3 bottiglie
euro per un pasto equivalente da Finifast e oltre quattro da Sarni. La pizza, invece, è praticamente assente da queste aree di sosta, probabilmente in ragione della loro dimensione limitata. Si trova solo da Sarni (3,55 euro il trancio) e da Chef Express, dove però è
Finifast di 3,50, passando per i 3,10 dei due punti Autogrill e i 3,40 di Chef Express. Anche sugli altri prodotti del market si riscontra la dinamica fin qui descritta, con il punto vendita Finifast che ha i prezzi maggiori, anche di parecchi punti percentuali, rispetto ai concorrenti. Così l’astuccio di chewing-gum più economico viene venduto a 2,30 euro (negli altri punti vendita da 1,90 a 1,95), le Pringles classiche a 3,30 euro (2,95-3,10 negli altri), il Magnum classico a 2,20 (1,95-2,00 presso le altre aree). Quanto al vino, il confronto è più difficile: la singola bottiglia si trova in vendita solo da Finifast (7 euro) e nell’Autogrill di Medesano Est (3 euro la più economica). Altrove sono presenti solo le offerte di tre o quattro bottiglie, dal prezzo unitario sui circa 3 euro.
Conclusioni
Est (Chef Express), mentre il più abbordabile da Sarni nell’area di Montaio Ovest. Qui il listino per i panini è fisso a 3,95, cifra richiesta anche per il toast. Per le due fette di pan carrè imbottite le tariffe sono abbastanza differenziate: si parte dai 3,20 di Autogrill a Medesano Est ai 3,95 di Sarni, passando per i 3,50 chiesti presso le aree di Finifast e Chef Express. Più interessante è l’offerta sul pasto composto da primo e secondo, venduti solo in tre delle cinque aree visitate. La proposta più conveniente è di gran lunga quella di Autogrill, che a Medesano Est nella sua composizione più basilare costa 8,40 euro: 3,80 il primo e 4,60 il secondo, un hamburger alla griglia. Bisogna invece aggiungere quasi tre
sotto forma di pizzetta tonda posizionata tra i panini (3,60 euro).
Bibite e market, Finifast non fa sconti
Piuttosto elevati, in valore assoluto, sono anche i prezzi per le bottigliette d’acqua: solo Sarni le vende a 1 euro tondo, mentre per gli altri si va da 1,20 a 1,30 euro (Finifast). Più allineati sono invece i listini sulla bibita in bottiglia da 50 cl (Sarni il più economico con 2,40 euro, Finifast il più caro a 2,60), e sulla lattina di drink energetico (dai 2,70 euro di Autogrill ai 2,90 di Sarni). Per la birra le differenze sono invece evidenti: da Sarni il prezzo base per la bottiglia da 33 cl è di 2,50 euro, da
Tirando le somme, il punto vendita Autogrill di Medesano Est si aggiudica la palma della convenienza: 9 prodotti sono risultati meno cari degli altri (in solitaria o a pari merito), solo uno il più costoso (biscotti Ringo). Seguono nella classifica l’Autogrill di Tugo Est (7 economici, 1 caro), il Sarni di Montaio Ovest (7 economici, 4 cari) e lo Chef Express di San Benedetto Est (6 economici, due cari). Ultimo si posiziona il Finifast di Montaio Est: 12 beni sono risultati i maggiormente costosi e nessuno il più conveniente. Tali livelli di costi non riguardano solo il cibo, dove una qualità più elevata della media potrebbe influenzare i prezzi, come ha sottolineato il gentile addetto al bancone; anche i prodotti del market, come mostrato, avevano livelli delle tariffe superiori. Per tutti, infine, un po’ di attenzione all’aggiornamento dei listini in generale non guasterebbe. Non c’è solo il caso già segnalato dei panini: in alcuni punti vendita (e in particolare Tugo Est e San Benedetto Est) i prezzi sui menu di alcuni beni, come i cornetti, non erano giusti. Per questo motivo si è tenuto conto nelle tabelle dei prezzi sopra i prodotti esposti. Anche per i prodotti del market, d’altra parte, la trasparenza non è risultata eccezionale: in più di un caso (in particolare presso l’area di Montaio Est, ma non solo) è stato necessario chiedere i prezzi alla cassa. F. P.
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I LISTINI NELLE AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI
Star Trek Landlord
I
l business del travel retail è uno di quelli in maggiore espansione, anche in un periodo di ristagno economico come questo. Noi di retail&food lo scriviamo da tempo sulle pagine del nostro giornale. Il progetto Grandi Stazioni, uno dei più grandi e importanti del settore, fu varato proprio per rispondere alla necessità di valorizzare i principali scali ferroviari italiani, che in
rato di riqualificare e gestire, anche commercialmente, le 13 maggiori stazioni italiane. Un canale, quindi, che vive una importante fase di rinnovamento, soprattutto per quel che riguarda la società capitolina: basti pensare che la superficie lorda affittabile ad attività commerciali per le 13 stazioni italiane controllate dalla company romana passerà dai circa 40mila
epocale delle nostre principali stazioni si aggirano intorno ai 900 milioni di euro si capisce bene come in tempi recenti l'azienda alla cui presidenza siede Mauro Moretti (amministratore delegato anche di Ferrovie) sia considerata golosa da molti investitori privati, primi fra tutti proprio quelli che già possiedono quote di minoranza del capitale sociale attraverso la holding
Fabio Battaggia, più vicino alla componente privata (e in particolare ai Benetton) a provare a tenere insieme un binomio pubblico e privato che è stato in questi anni fonte di non poche tensioni. Infatti, se è vero che l'amore non è bello se non è litigarello, è anche vero che il denaro aiuta a pacificare gli animi. E dando un occhio ai conti positivi, si può tranquillamente dire
obiettivo
Grandi Stazioni
parallelo con lo sviluppo dell'Alta Velocità sarebbero diventati sempre più snodi di passaggio, sviluppando di conseguenza nuove opportunità di consumi e di affari redditizi. Ecco allora Grandi Stazioni spa, una società con sede nella capitale, a controllo pubblico (il 60% è in mano a Ferrovie) e con una minoranza importante nel capitale sociale di privati: obiettivo dichia-
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mq a 106mila, quasi triplicando la possibilità di business. Senza contare che il dato non comprende Roma Termini, già completata da una decina d'anni, in occasione del Giubileo, e che non è calcolabile la valorizzazione commerciale di cui le aree godranno anche grazie alle opere di ammodernamento. Ma non basta: se gli investimenti complessivi per questo restyling
Eurostazioni. Già, perchè nel 40% della gallina dalle uova d'oro dei binari c'è tutto il gotha della finanza del Belpaese: Edizioni srl (Gruppo Benetton), Vianini lavori (Gruppo Caltagirone), Pirelli &C (tutti a parità di quote) e, per finire, la francese Sncf (circa il 2%). Nella stanza dei bottoni, ad affiancare Mauro Moretti, manager 'statale', siede come amministratore delegato
che su questo Grandi Stazioni è una garanzia.
Dopo Milano, Torino e Napoli, inaugurata Praga
Infatti, bisogna ammettere che in quanto a guadagni l'azienda romana non fa certo difetto, soprattutto recentemente. Primo di tutto sono da leccarsi i baffi le entrate imme-
Gruppo GRANDI STAZIONI in pillole
Data di nascita Proprietà Sede Management Business Network di stazioni in Italia Network di stazioni Fonte aziendale
1998 60% Ferrovie dello Stato spa, 40% Eurostazioni (1,87% SNCF Partecipations SA, 32,7% Edizione srl – Benetton, 32,7% Vianini spa – Calatgirone Group, 32,7% Pirelli & C Apa – Pirelli Group Roma Presidente Mauro Moretti; amministratore delegato Fabio Battaggia Valorizzazione e commercializzazione delle aree ristrutturate delle principali stazioni italiane Bari Centrale, Bologna Centrale, Firenze Santa Maria Novella, Genova Brignole, Genova Piazza Principe, Napoli Centrale, Milano Centrale, Palermo Centrale, Roma Termini, Torino Porta Nuova, Venezia Mestre, Venezia Santa Lucia, Verona Porta Nuova. Nel novembre 2002 l’azienda si è aggiudicata la gara indetta dalle ferrovie ceche Ceské dràhy per la riqualificazione e gestione trentennale di Praga Centrale e delle due principali stazioni della Boemia, Karlovy Vary e Marianske Lazne.
diate, visto che Grandi Stazioni ha chiuso il 2010 un utile di 19,7 milioni di euro, più o meno il 10% dei ricavi, in un momento in cui il quadro congiunturale è stagnante con un tasso di crescita nello scorso anno pari all'1% per l'Italia (nel 2009 -5% che ha segnato l'apice della crisi). Ma ancora più golose potranno essere le entrate future, con l'inaugurazione avvenuta ad aprile della Stazione
Centrale di Praga (35 milioni di viaggiatori l'anno e 700 treni giornalieri), alla cui cerimonia hanno partecipato insieme a Moretti e Battaggia anche il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano e quello ceco Vaclav Klaus. Infatti la company romana controlla per il 51% anche Grandi Stazioni Ceska Republika, che si è occupata della valorizzazione dello scalo ferroviario della capitale ceca: un bel giocattolo, che ha conseguito l'anno scorso un utile di netto di 0,6 milioni di euro (12,5% dei ricavi), nonostante fosse operativa soltanto metà della New Hall di Praga Centrale rinnovata e la stazione boema di Maranske Lanske. Si parla di quasi una cinquantina di milioni di investimenti nel paese ceco (dove la società italiana è presente dal 2002) negli ultimi tre anni (12 nel 2010), ma i frutti si vedranno presto grazie alla riqualificazione dei 30mila mq complessivi della stazione di Praga, dei 10mila di servizi commerciali e di oltre 60 punti vendita. Un altro bel risultato (soprattutto redditizio) per l'azienda (circa 260 addetti l'anno scorso), che ha praticamente finito i lavori di ristrutturazione a Milano Centrale, Torino Porta Nuova e Napoli Centrale in Italia. Il capoluogo meneghino ha visto nello scorso inverno l'inaugurazione della galleria commerciale con decine di punti vendita di importanti brand internazionali, insieme ai 2.500 mq della Libreria Feltrinelli, la più grande della catena. Subito di seguito Torino Porta Nuova (dove le Librerie Feltrinelli hanno uno spazio di “soli” 1.300 mq) e un numero consistente di negozi che a fine dell'anno si attestava intorno alla quarantina. Per finire con Napoli, l'ultima di quelle che possono dirsi concluse, che ha visto un rinnovamento notevole della propria struttura anche per scardinare il luogo comune della stazione come area insicura per detta-
glianti, passeggeri e consumatori. Infatti, proprio sulla commercializzazione e contrattualizzazione degli spazi resisi disponibili negli scali ferroviari riqualificati di Milano, Torino e Napoli si è concentrata l'attenzione dei manager di Grandi Stazioni e una buona parte dei quasi 40 milioni investiti (meno del 2009, però)
Ferrovie dello stato spa
l'anno scorso dal gruppo (oltre al 51% della controllata ceca, Grandi Stazioni detiene il 100% di Grandi Stazioni Ingegneria srl, per la progettazione e gestione dei lavori del gruppo). Un focus che ha portato un aumento del 12% dei ricavi da locazioni e del 16% delle attività dei servizi ai clienti: in generale una attività media in crescita del 25% (in un mercato in leggera ripresa al +2,8%). Risultati da brindisi a champagne, se non fosse che a fronte di queste tre eccellenze (i cui cantieri hanno comunque avuto ritardi sulle tabelle di marcia), i lavori per le restanti stazioni procedono con il freno a mano tirato. Infatti, se il treno era partito benone ed era arri-
EuroStazioni Spa 1,87% • Sncf Participations SA 32,7% • Edizioni Srl - Benetton Group 32,7% • Vianini Lavori SpA - Caltagirone Group 32,7% • Pirelli & C. Apa - Pirelli Group
retail&food - luglio/agosto 2011 21
Star Trek Landlord Grandi stazioni: dati economico Finanziario (Importi in milioni di euro)
2009 Ricavi operativi Costi operativi MOL Risultato netto Posizione finanziaria netta
206 142 64 40 136
2010 196 147 49 20 142
NB: I risultati e gli indici del 2009 sono influenzati dai ricavi per la cessione di un immobile e dai proventi di una cessione di una partecipazione. A perimetro costante gli indici sarebbero:
2009 ROE ROI Grado di indebitamento finanz.
2010
18,00% 18,00% 11,00% 11,00% 1,7 160,00%
vato in perfetto orario alla stazione di Roma, pronta in tempo record, i ritardi si sono accumulati poi negli altri scali. A partire da Bologna che dovrebbe essere conclusa per la fine dell'anno ed è intorno alla metà dei lavori. Per passare da Firenze, a poco più di un terzo, per finire a Genova a un quarto circa, mentre ancora indietro sono gli investimenti in infrastrutture complementari (vedi articolo di Alessandra Carini pubblicato da “la Repubblica” il 23 maggio
2011). Il tutto, come si è visto, nonostante il tempo sia per questo tipo di affari, una variabile di business importantissima: prima riqualifico gli spazi, prima posso commercializzarli e guadagnarci sopra, soprattutto se, facendo due conti, parliamo di 600 milioni di potenziali clienti l'anno con 1,5 milioni mq di beni immobiliari. In più non possiamo dimenticarci delle amministrazioni locali sul piede di guerra per gli evidenti disagi che i cantieri portano ai loro cittadini.
Nonostante tutto, affari d'oro
Insomma una bella gatta da pelare che ha portato nel recente passato strascichi complicati da gestire anche a livello legale. Sulle cronache di qualche tempo fa è emerso il
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braccio di ferro con la BTP (il cui presidente è stato coinvolto nell'inchiesta fiorentina sui grandi eventi), accusata da Grandi Stazioni di inadempienze, ritardi e variabili dei progetti non richieste, presumibilmente per aumentare i costi nella
gestione degli appalti commissionati dalla società controllata da Ferrovie (quattro stazioni tra cui Santa Maria Novella). Dell'anno scorso è la vicenda della vendita del palazzo delle Ferrovie a Venezia alla Regione, “il più grande acquisto fatto dalla Regione Veneto nella sua storia” come ha dichiarato l'allora presidente Galan: un immobile che fa entrare nelle casse di Grandi Stazioni 25 milioni di euro. E poi ci sono i rilievi del Ministero delle Infrastrutture, presieduto da Altero Matteoli sui ritardi dei cantieri, sulle troppe varianti sui progetti iniziali, sui costi non esattamente sotto controllo e su alcune procedure prese un po' troppo alla leggera, soprattutto sul piano di investimenti finanziato dal Cipe nel 2006. Una
querelle che ha fatto volare gli stracci in casa Grandi Stazioni, spingendo Moretti – poco più di un anno fa – a catechizzare Battaggia per dare un taglio ai ritardi e dichiarando comunque, indirettamente, la propria difficoltà a gestire il momento. Ma se la situazione gestionale è stata così complicata, oggi le cose sembrano andare meglio. Quantomeno per quanto riguarda i dati del bilancio del 2010, che ci raccontano di un'azienda che macina affari a ritmi sostenuti: 196 milioni di euro di ricavi operativi, una decina di milioni in meno sul 2009. Ma non ci si deve far trarre di inganno perché bisogna contare la vendita del palazzo veneziano che ha “arricchito” il giro d'affari dello scorso esercizio. A perimetro costante, cioè senza i proventi di natura straordinaria dell'anno scorso, Grandi Stazioni cresce sul MOL consolidato: dai 40 milioni del 2009 ai 49 di quest'anno con un balzo del +23%; va benone sui ricavi con un +8% sui 178 milioni del 2009, rimane redditizia con un ROE stabile al 18% e un ROI all'11% e un risultato netto di quasi 20 milioni quest'anno. Meno bene va la posizione finanziaria, in crescita sul precedente esercizio (180 milioni nel 2010, +15 sull'anno prima), mentre più o meno costante rimane il grado di indebitamento finanziario che però segna un 1,6 (rapporto tra debiti finanziari e mezzi propri) che non fa dormire sonni tranquillissimi.
In viaggio verso i privati?
Un piatto ricco che fa gola a molti, quello di Grandi Stazioni, soprattutto in un momento di ristrettezze economiche delle casse statali. In
particolar modo se l'obiettivo è fare cassa valorizzando asset inutilizzati o anche dare in mano a chi li sa gestire servizi diversi sul core business ferroviario. Anche perché le grandi stazioni, con lo sviluppo dell'alta velocità, sono sempre meno piattaforme di traffico di merci, e sempre più centri commerciali con tutte le dinamiche a loro proprie. Certo non è il massimo per un'azienda vendere quello che rende, anche se sarebbe, nel caso di Grandi Stazioni, assai facile trovare un acquirente. Senza contare che oltre alle stazioni nel portfolio della società romana, sparse per l'Italia ci sono centinaia di aree molto vaste che potrebbero essere riutilizzate, valorizzate e diventare fonte di business. Quindi altri possibili guadagni. In più Ferrovie dello Stato, socio di maggioranza della gallina dalle uova d'oro che gestisce le principali stazioni italiane, ha qualche problema di debiti e liquidità, proprio quando servirebbe investire di più per accelerare i lavori su fronti più strettamente ferroviari. Senza contare che la concorrenza sull'Alta velocità si fa dura con la prossima discesa in campo di NTV, Nuovo Trasporto Ferroviario, la società di Montezemolo e Della Valle (ma partecipata anche da SNCF, il fanalino di coda tra i soci di Grandi Stazioni). Insomma: privatizzare o non privatizzare Grandi Stazioni? Un dubbio amletico che ogni anno, con la presentazione del bilancio delle Ferrovie si ripresenta insistente. Ora più che mai con la presentazione del piano industriale 2011-2015 di FS, la società presieduta da Lamberto Cardia. Tutto fa supporre che il 2011 sarà l'anno della chiarezza, almeno su questo punto. David Montorsi
prima pietra
Le fabbriche, abbandonate, lasciano spazio alla città che avanza. Su questo solco si inserisce il progetto multifunzionale di Nova Marghera Spa nell’area di Porto Marghera. All’interno del complesso, composto da due edifici attorno a una piazza, troveranno posto negozi e uffici
Venezia , da industrial a Lifestyle Center L
a riconversione edilizia è un requisito sempre più importante per ottenere le licenze sui progetti retail real estate. È la sintesi virtuosa tra la necessità di sviluppo del territorio e la tutela degli spazi verdi. Su questo fronte si stanno spendendo da una parte alcune amministrazioni pubbliche (la rotta pare faticosamente tracciata) dall’altra un crescente numero di operatori specializzati nel mondo dei centri commerciali e polivalenti. Tra questi si annovera la società Nova Marghera Spa, impegnata nel ruolo di promotore e commercializzatore del progetto Venezia Livestyle Center: un esempio di recupero e di ristrutturazione funzionale a Venezia Marghera. L’intervento si propone inoltre con un mix che coniuga funzioni dedicate alla qualità della vita, in uno spazio in cui attività diverse possono svolgersi in maniera complementare e dove si riproducono varietà di esperienze che sono normalmente disponibili in un centro cittadino. Formati di retail e spazi di relazione alternano attività nelle varie fasce orarie del giorno e della notte con ristorazione, spazi commerciali di vendita ed esposizione, negozi di vicinato, uffici, servizi alla persona, iniziative culturali e di intrattenimento,
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fitness e spa. Ai piani superiori sono previsti spazi versatili e creativi per loft e uffici con vista su Venezia e sulla Laguna. Il Venezia Lifestyle Center si articola in due strutture e una piazza. L’Edificio A, così denominato dal promotore, presenta una slp (superficie lorda di pavimento) di 9.700 mq, ripartiti in due corpi di fabbrica disposti a T. Uno ha tre piani fuori terra, l’altro quattro compreso l'attico. L’Edificio B ha una slp di 1.136 mq, distribuiti in un unico corpo di fabbrica su di un solo piano fuori terra. La Piazza Arena, da 1.650 mq, è lastricata in pietra e dotata delle predisposizioni necessarie per l’allestimento di eventi, spettacoli e manifestazioni all’aperto. Spazi verdi, viabilità e parcheggi completano l’intervento di riqualificazione. Complessivamente la superficie lorda di pavimento si estende su oltre 10mila mq, 10.800 per la precisione, mentre l’area esterna supera i 9.200 metri quadrati. Nel materiale fornito da Nova Marghera per l’articolo di Prima Pietra, la società specifica che «gli spazi aperti, verdi o lastricati costituiscono parte integrante del progetto e il sistema distri-
butivo delle funzioni valorizza le aree destinate a intrattenimento e tempo libero perché diventino il nucleo pulsante di un intero settore della città che ne risulta privo». L’apertura è prevista tra pochi mesi, nell’autunno del 2011.
L’obiettivo: individuare i servizi
Il numero contenuto di unità commerciali, 15-20, necessita di un’accurata selezione di tipo soprattutto qualitativo. Per questo motivo e per l’apertura fissata in tempi relativamente brevi, il Venezia Lifestyle Center vive la fase più intensa della commercializzazione. Sono diverse le trattative in corso, sulle quali la società ha mantenuto il più stretto riserbo. Le indicazioni fornite a r&f riguardano quindi la configurazione del mix merceologico e i costi spazio. Le unità di retail/commerciale verranno concentrate per lo più al piano terra e al primo piano. La food court principale sarà posizionata all’interno dell’Edificio B, direttamente affacciato su via delle Industrie. Aree destinate alla ristorazione, ma di dimensioni più ridotte, saranno presenti anche
esistente e al contempo la distinzione, senza contaminazioni, dalla struttura di archeologia industriale. L’esterno, caratterizzato dal sistema di piazze (la piazza alberata, la piazza d’ingresso, la piazza Arena), è disegnato nel dettaglio per quanto riguarda la pavimentazione in pietra, l’illuminazione diffusa ma discreta, e l’arredo urbano affidato a pochi elementi di design. Non secondo è l’elemento di impatto ambientale. Caldo e freddo vengono erogati tramite un impianto ad anello geotermico che utilizza acqua industriale. Il rivestimento in vetro speciale garantisce la trasmittanza della luce del 56%, la trasmissione raggi UV dello 0% e la trasmissione solare termica del 26 per cento. Con tutto ciò si ha un
all’interno dell’Edificio A. Nonostante la parte retail non sia l’unica a caratterizzare l’intervento, Nova Marghera punta molto su questo aspetto: «La sfida – ha reso noto la società – è quella di portare il maggior numero di servizi alla persona, quindi negozi, ristorazione di qualità, ufficio postale, parafarmacia, un piccolo supermercato e attività di svago e divertimento come un fitness center o un centro wellness più beauty, in un’area fortemente sviluppata dal punto di vista direzionale e oggetto di un grande sviluppo ma, al momento, completamente priva e bisognosa di tutto ciò che riguarda i servizi. Per il direzionale viene proposto un concept di loft con piccola foresteria». Un dato sensibile viene fornito sui costi di vendita e locazione: «il valore degli spazi commerciali è di 3.000/3.200 euro al mq, per l’ipotesi dell’affitto viene considerato un rendimento del 7% annuo».
Struttura, tra passato e futuro
Data la particolarità dell’intervento, Nova Marghera ha sottolineato alcuni aspetti di riguardo sul fronte architettonico. Tra questi, in primis, l’applicazione di tecnologie avanzate nel recupero del manufatto
Il progetto in pillole Apertura prevista investimento Promotore Commercializzazione progettazione Località Localizzazione Tipologia Gla Parcheggi Livelli commerciali Medie superfici Unità ristorazione totale unità (piccole, medie e grandi superfici)
Autunno 2011 30 milioni di euro Nova Marghera Spa Nova Marghera Spa Arch. prof. Armardo Dal Fabbro Porto Marghera, Venezia Periferica Centro multifunzionale 9.816 mq 500 4 2 (obiettivo) 3 (obiettivo) 15/20
Indice di innovazione Architetto, Gerardo Sannella associate director di Chapman Taylor Architetti Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca Redazione r&f (Andrea Penazzi)
risparmio energetico del 30 per certo. L’immobile non aggiunge nuova cubatura e non copre altro suolo rispetto l'esistente. A servizio di Venezia Lifestyle Center sono previsti in totale circa 500 parcheggi, distribuiti a raso in tutta l’area.
Consumi, la partita in pochi minuti
Il Lifestyle Center si propone come la nuova piazza urbana, cerniera fra Venezia e la terraferma retrostante. Il complesso è posizionato su via delle Industrie, strada parallela alla direttrice principale da e verso la Serenissima, via della Libertà. Inoltre sono in corso modifiche alla viabilità, che renderanno la stessa via delle Industrie una delle principali arterie
7,1
7 6 8 7,5
Valutazione da 1 a 10
per raggiungere il capoluogo. Venezia Lifestyle Center sarà servito anche da una linea di tram in collegamento diretto con Venezia Piazzale Roma, Mestre centro e aeroporto. La location vede attorno 65.000 mq di uffici già realizzati, dove ad oggi lavorano 2.000 persone. A distanza pedonale, cinque minuti, il numero dei lavoratori sale a quota 10mila. Nel medesimo lasso di tempo, ma in macchina, si arriva alle autostrade. Dai 6 ai 15 minuti di bus o treno (3 fermate di bus sull’area e una di treno, servizio SFMR) si raggiungono Mestre, Venezia, Marghera, le stazioni ferroviarie e i centri storici. Fra i 20 e i 30 minuti di percorrenza si arriva agli aeroporti di Venezia e Treviso e nella città di Padova. Secondo i calcoli di Nova Marghera, il bacino di utenza nell’isocrona dei 20 minuti comprende 77.300 persone, delle
retail&food - luglio/agosto 2011 25
prima pietra Player per le fasce isocrone della localizzazione: via industrie - mestre - venezia Accesibilità: 20 minuti, con autostrade, traffico medio Fasce Isocrone
00' - 05'
05' - 10'
Format
Insegna
Provincia
Comune
Indirizzo
Distanza (minuti)
Centro Commerciale LE BARCHE VE VENEZIA Piazza XXVII Ottobre 1 - Loc. Mestre
13.257
7,9
Centro Commerciale LA PIAZZA VE VENEZIA Via Triestina 50 - Loc. Favaro Veneto
10.500
9,7
10' - 15'
Centro Commerciale PANORAMA VE VENEZIA Via Sertorio Orsato 13/15 - Loc. Marghera
17.200
10,3
Centro Commerciale
30.322
11,6
9.000
13,2
AUCHAN VE VENEZIA Via Don F. Tosatto in Mestre 22 - Loc. Mestre
Parco Commerciale RETAIL PARK VE VENEZIA Via Don L. Peron ang. Via Pionara - Loc. Mestre Fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it
Superficie (mq)
Parco Commerciale RETAIL PARK VE VENEZIA
Via Don L. Peron ang. Via R. Zandonai - Loc. Mestre
11.900
13,3
Centro Commerciale POLO VE VENEZIA
Via Ettore Tito 20 ang. Via Castellana - Loc. Zelarino
7.800
14,0
15' - 20' Parco Commerciale PARCO COMMERCIALE MIRA VE
Parco Commerciale RETAIL PARK VE
MIRA Via Romea ang. Via Bastiette - Loc. Gambarare
21.156
15,2
MARCON Via Enrico Mattei
15.000
15,5
58.152
16,5
Centro Commerciale VALECENTER VE
MARCON Via Enrico Mattei 1
Parco Commerciale PORTA EST VE
MARCON
Centro Commerciale
MOGLIANO TV
Parco Commerciale LA PIAZZA TV
Via Porta Est
18.500
17,2
MOGLIANO VENETO Via Ronzinella 162
7.300
18,9
MOGLIANO VENETO Via Niccolo' Machiavelli 5
7.000
19,3
quali 27mila risiedono a Marghera e oltre 50mila a Mestre. Il Comune di Venezia racchiude un totale di 270.000 persone.
Fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it
L’analisi di geomarketing
Fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it
Inquadramento territoriale: Via Industrie - Mestre - Venezia
26 retail&food - luglio/agosto 2011
Come per le analisi già realizzate in questa rubrica, con il contributo fornito da Sincron Inova, manteniamo per il centro commerciale in oggetto un bacino di attrazione dato dai 20 minuti di percorrenza in auto, con autostrade e traffico medio. Considerate le dimensioni ridotte della struttura e la configurazione del bacino, caratterizzata dalla particolarità di Venezia, pare evidente che i potenziali consumatori proverranno soprattutto dalla città. Valutando i dati dell’inquadramento territoriale notiamo alcune peculiarità nella composizione demografica del comune rispetto alla media nazionale, ma anche provinciale e regionale. Anzitutto un numero di componenti medi della famiglia più basso: 2,08 rispetto ai 2,36 provinciali, 2,45 regionali e 2,42 nazionali. Poi una percentuale inferiore di giovani minori di 25 anni e una maggiore di over 64, mentre l’età media degli abitanti del bacino è di oltre 4 anni maggiore di quella nazionale e regionale e di quasi di 3 rispetto a quella provinciale. La percentuale degli stranieri presenti nel territorio è superiore di quasi tre punti rispetto al 7% nazionale. Valutando i dati economici balza all’occhio come sia un comune particolarmente ricco dal punto di vista del reddito e dei consumi, con Numeri Indice maggiori del 30% rispetto della media nazionale, anche meglio della media regionale e provinciale. La mappa mostra infine chiaramente la particolarità del bacino, che nella parte sud-orientale confina con il mare, gli altri player sono quindi disposti nella parte nord-occidentale. Relativamente alla composizione dell’offerta commerciale si può notare che 6 delle 13 strutture presenti sono parchi commerciali, pari al 46,15% del totale dei punti vendita e al 36,35% della Gla. I centri commerciali sono tutti di medio/grandi dimensioni, dai 7.300 mq di Mogliano ai 30.332 mq dell’Auchan di Venezia. Fa eccezione il Valecenter di Marcon con 58.152 mq di Gla. A. P.
taglio nastro
Centro Sicilia , marchi al top Verrebbe da dire “last but not least”. I mall a Catania sono tantissimi, ma il nuovo complesso promosso dal Gruppo Cualbu si distingue per l’attrattività dei brand e per la piacevolezza della struttura. Il leisure arriva tra un anno, con un multisala nel parco commerciale
L
a storia del Centro Sicilia poteva essere una brutta vicenda di mafia, politici corrotti, terreni sequestrati e scheletri di capannoni abbandonati. Invece oggi del Centro Sicilia di Misterbianco (Catania) si parla come del maggiore e probabilmente migliore complesso commerciale dell’isola. È stato inaugurato lo scorso 10 giugno, prima con una presentazione alla stampa e alle autorità, poi con l’afflusso in massa dei primi clienti. «Ci chiedevamo se sarebbe rimasta un’eterna incompiuta», ha detto con franchezza a nome dei cittadini catanesi il presentatore sul palco dell’inaugurazione. La storia del centro commerciale, infatti, noto in precedenza come “La Tenutella” dalla contrada dove è ubicato, è iniziata dieci anni fa, ma con costruttori diversi. Ci sono stati ritardi, passaggi di proprietà e nel 2010 anche
Il progetto in Data di apertura Investimento Promotore Proprietà Commercializzazione Gestore PROGETTAZIONE Località Localizzazione Tipologia Gla Totale Gla retail Parcheggi Livelli commerciali Medie superfici Grandi superfici Unità ristorazione Totale unità (piccole, medie e grandi superfici) Àncora alimentare
28 retail&food - luglio/agosto 2011
un’inchiesta della Procura di Catania, l’operazione Iblis. Secondo l’accusa un avvocato avrebbe avuto un ruolo di collegamento tra alcuni imprenditori ed esponenti di Cosa Nostra nel capoluogo etneo nell’acquisto del parco commerciale La Tenutella. Nell’ambito dell’inchiesta, la Procura aveva chiesto anche il sequestro del cantiere, ma il gip lo rigettò perché era di proprietà di persone completamente estranee all’inchiesta. Nel frattempo, infatti, è stata girata pagina. La nuova proprietà è il Gruppo Cualbu di Cagliari, tra i più affidabili costruttori di centri commerciali d’Italia, che in due anni ha completato la costruzione del complesso. L’investimento è stato ingente: contando anche il parco commerciale si parla di 180 milioni di euro. La commercializzazione è invece stata curata da Cushman & Wakefield. La progettazione da Design International. «Siamo stati veloci e quello che abbiamo fatto qua rienpillole tra nel nostro modo di operare, all’insegna 10-06-2011 180 milioni di euro dell’efficienza, efficaGruppo Cualbu cia e della trasparenza Gruppo Cualbu assoluta – ha dichiarato Cushman & Wakefield alla conferenza stamCushman & Wakefield pa Gualtiero Cualbu Design International Misterbianco (Ct) –. Pochi imprenditoExtraurbana ri vogliono investire al Complesso commerciale Sud. Operazioni di quedi grandi dimensioni sto tipo sono importan96.000 mq ti per lo sviluppo del 80.000 mq (40.000 mall e 40.000 parco commerciale) Mezzogiorno, perché 5.000, di cui 800 coperti vengono studiate dalle 1 banche internazionali». 11 3 12 140 Iperspar
Il centro
Situato all’uscita San Giorgio della tangenziale Ovest di Catania, il
Centro Sicilia è formato da uno shopping center composto da una superficie (Slp) di 56.000 metri quadrati e da un parco commerciale di 40.000 metri quadrati distribuiti su 12 medie e grandi superfici. Il centro commerciale conta 140 negozi e si sviluppa su un unico livello. Questa scelta, spiega a r&f Francesco Della Cioppa, head of property management & retail leasing Italy di Cushman & Wakefield, deriva dal fatto che nei centri strutturati su due piani si nota una diminuzione dei flussi nell’ordine del 30 per cento. Per evitare una dispersione eccessiva all’interno, gli shop sono stati divisi in cinque mall tematiche: Fashion, Young, House, Family e l’area con la Food Court. Oltre a queste c’è l’ipermercato, a insegna IperSpar. Quest’ultima è una dei marchi più sviluppati, assieme all’Auchan, in Sicilia. La commercializzazione è almeno al 95%, ha sottolineato Della Cioppa, e la metà dei negozi è in franchising. Il dato non è da poco, perché si tratta di negozi dalla superficie maggiore rispetto alla media dei centri commerciali. Le vetrine, in particolare, sono “fuori scala” e mettono in risalto i marchi ospitati. Le insegne presenti sono di tutto rispetto, anzi sono il punto che dà risalto all'intero centro commerciale. «Ogni negozio qui potrebbe stare in via Condotti a Roma o in corso Vittorio Emanuele a Milano, ne siamo orgogliosi» ha detto Della Cioppa in conferenza stampa. A sbarcare per la prima volta in Sicilia sono stati The Disney Store, Pittarello e Iperceramica (questi ultimi due nel parco commerciale); per la prima volta a Catania aprono Tommy Hilfiger e Sephora. Un elemento di distinzione è la presenza in contemporanea di Zara e H&M, Timberland e Harmont & Blaine. La suddivisione per aree tematiche pone i competitor fianco a fianco. È il caso di Zara e H&M, che peraltro hanno due shop estesi e molto curati dal
zie a lucernari che costituiscono oltre 60% delle Sicilia, che con Cushman ha aperto anche in altri coperture sulle aree comuni. L’impianto di illumicentri commerciali. nazione è inoltre dotato di un sistema di controllo La maggior parte dei punti di ristoro si trova nella della luce artificiale che, grazie all’uso di sensori, è food court, posizionata presso l’ingresso C. Di in grado di ridurre del 60% l’energia elettrica utiforma circolare, è particolarmente piacevole grazie lizzata. Una nota di merito va data anche ai bagni, alla luce naturale che filtra dai lucernari del tetto. dallo stile minimalista. Al centro si trovano circa 300 posti a sedere comuni. Uno affianco all’altro ci sono AmoreMio, fast food siciliano con arancini e panini; Villa Pizza, La concorrenza catena statunitense presente anche presso il viciUn aspetto che invece non può che sollevare perno Le Porte di Catania; Old Wild West Express, plessità è, al di là della pregevolezza del centro, l’opportunità di costruire un ennesimo centro al secondo centro commerciale dopo il Sarca di Sesto San Giovanni (Milano); la birreria Heineken commerciale nel territorio di Catania e dintorni. Un elenco non esaustivo dei mall presenti comprende Beer Corner; Da Giovanni, marchio di pasta il Ciclope di Acireale, Le Zagare e I Portali di San di Giovanni Rana; Soshusi & Wine; il bar-caffetteria C-House, molto presente nei mall. Poco distante c’è un piccolo punto di Yo-Yogurt. Fuori dalla food court ci Architetto, Gerardo Sannella sono un bar Segafredo, 8 associate director di Chapman Taylor Architetti un Lino’s Coffee e il Bar San Giorgio. Urbanista, Tiziana Bardi
Indice di innovazione
La struttura
A rendere attrattivo Centrosicilia non ci sono però solo i marchi. L’estetica è particolarmente curata e dà un’idea di modernità. All’esterno la lunga fac-
titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca Redazione r&f (Fabrizio Patti)
7,4
7
7 7,5 Valutazione da 1 a 10
punto di vista estetico. Allo stesso modo, sono vicini Yamamay e Lo’ by Lovable e poco lontano Oysho (intimo), Kasanova e Re Sole (casalinghi), il grande Ovs CoMMENTO VALUTAZIONE Kids vicino a Original Marines, Chicco e al Disney Store e molti Struttura e design Moderno e dal limitato impatto ambientale. Convincente altri. I marchi hanno accettato, spiega Della Cioppa, proprio per la presenza Comode l'uscita dalla tangenziale e le rotatorie all'interno del di un parterre di nomi importanti. Tra parco commerciale. Abbondanti sembrano i parcheggi. Tra Accesso e parcheggio gli altri si segnalano, per rimanere ai quelli sottoterra alcuni sono riservati alle donne. più noti, Swarovski, Geox, Carpisa, Marchi di prima qualità. Se arriverà l'Apple Store il richiamo Offerta commerciale La Feltrinelli, Lumberjack, Lindt, sarà ancora maggiore Motivi, Pull&Bear, Rifle, Footlocker Giudizio sospeso. Per il momento si attende l'area giochi, poi e Guess. Spazi comuni ci saranno 5.000 mq di leisure con il cinema multisala. Fino al e attrattive Nel parco commerciale si trovano 2012 divertimento quasi assente invece i “big box” di Piazza Italia, Pittarello, Iperceramica e la casetta di McDonald’s. Prossimamente apriindice valutazione a cura di r&f: ranno Euronics (con Bruno, che avrà = migliorabile = sufficiente = apprezzabile = molto buono = ottimo qui il suo flagship store), Semeraro, Ovvio, Toy Planet, Bricoman, e uno store Calzedonia-IntimissimiGiovanni La Punta, Le Porte di Catania nei pressi ciata è di colore grigio, con una tonalità scura che Tezenis. Soprattutto ci sarà un cinema da sette dell’aeroporto Fontanarossa, Etnapolis di Belpasso, richiama la pietra lavica dell’Etna e ha lo scopo sale. Finora nei dintorini di Catania ne era presente gli Auchan di Misterbianco e La Rena, l’Ikea da di limitare l’impatto visivo. Per renderla dinamica uno solo, presso il centro commerciale Etnapolis poco aperta e altri ancora in costruzione. Una ci sono alcune strisce bianche a zig-zag che l’atdi Belpasso. tale concentrazione ha spinto la Confcommercio traversano. Anche la disposizione dei big box del I 5.000 metri quadrati del cinema saranno pronti Sicilia a fare ricorso al Tar per chiedere di non far parco commerciale è stata studiata in modo da tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 e daranno aprire il Centro Sicilia, con un’udienza che avveninon deturpare più di tanto il paesaggio. All’interno un altro valore al centro, perché il leisure diventerà va nelle stesse ore dell’inaugurazione. Dal palco, da segnalare in positivo ci sono diversi aspetti: la una parte fondamentale dell’offerta. All’interno presenza di spazi curvilinei (in particolare nel cordurante la conferenza stampa, è stato fatto più del mall, intanto, è in fase di ultimazione un’area ridoio con Zara e H&M) che rendono piacevole la volte notare come si tratti di un centro «unico nel di circa mille mq dedicata all’intrattenimento dei camminata; l’ampiezza dei corridoi, il cui scopo è suo genere», che non è confrontabile con gli altri bambini. di ricreare un effetto urbano; le comode panche perché il livello è superiore, un benchmark a livello Non c’è invece, per ora, uno store di elettronica di plastica dalla forma irregolare e arrotondata; la italiano ed europeo. Va anche detto che dieci anni all’interno del centro (escludendo quindi l’Europresenza di lucernari che si alternano alle lampafa, partiti i lavori, i concorrenti erano molto meno. nics nel parco). A r&f Della Cioppa ha anticipato de, di cui hanno la stessa forma rotonda. Rimane però la perplessità sulla concentrazione che dovrebbe arrivare a breve un negozio anche Il pregio principale è quello dell’ecosostenibilità. I di centri e marchi, che probabilmente finirà col all’interno. Sulla Rete, intanto, siti specializzati materiali utilizzati hanno un alto potere isolante e tempo col creare una selezione dei mall esistenti. stanno da settimane dando l’indiscrezione che le gallerie sono illuminate in modo naturale graa installarsi sarà un Apple Store, il primo della F. P.
retail&food - luglio/agosto 2011 29
Speciale Autostrade
Aree di sosta la gara è servita Autovie Venete, Autocamionale della Cisa, e ancora Serenissima e Autostrade per L’Italia, sullo sfondo Autostrade Lombarde. Da qui sino alla data ultima dell’Expo, nel 2015, gli operatori della ristorazione e dell’oil attivi in questo mercato si daranno battaglia a colpi di investimenti e servizi.
è
tempo di dossier sui tavoli degli operatori autostradali. Poco tempo fa Autovie Venete ha pubblicato i bandi per le 16 aree di servizio comprese nella tratta Venezia – Trieste. Attualmente sono in stand by in attesa che si pronunci il Tar, ma l’aspettativa è che si sblocchino a fine estate. Nelle settimane scorse è entrata nel vivo la gara indetta da Autocamionale della Cisa per gli otto siti che servono la direttrice tra Parma e La Spezia. Sempre nel mese di maggio sono stati pubblicati altri bandi da Autostrada del Brennero, tra cui quello per la gestione dell'area di servizio Sciliar (BZ). Nel breve termine usciranno i primi bandi per le 18 aree di servizio in forza a Serenissima (vedi intervista a seguire a Serenissima Trading, ndr). In un secondo momento sarà il turno delle gare indette da Autostrade per l’Italia. Entro il 2015 sarà a regime anche il sistema di Autostrade Lombarde, con la Brebemi, La Pedemontana e la TEM Tangenziale Est Esterna di Milano che rappresenteranno nuove occasioni si sviluppo. Per quest’ultime l’Expo è un appuntamento irrinunciabile. Dai concessionari le richieste vanno nella direzione di ammodernare le strutture, ampliarle nel caso dei nuovi mall, implementare i servizi e realizzare talvolta hotel autostradali. Sul fronte opposto, impegnati da una parte nel difendere le posizioni e dall’altra a strappare location ai competitor, ci sono gli operatori oil e di ristorazione. Su quest’ultimi si è focalizzato lo speciale di retail&food, con le interviste ad Autogrill, MyChef, Chef Express, Ristop (brand di Airest-SAVE) e Sirio. Complessivamente i player citati rappresentano gran parte del mercato del retail non oil autostradale, nel quale si annoverano tra i principali anche i marchi Finifast e Sarni. L’attenzione degli operatori è rivolta da una parte alle strategie commerciali, con l’arrivo delle stagione estiva, dall’altra alla pubblicazione dei bandi di gara. Proprio sulle gare è bocciato dai player il sistema che prevede alleanze obbligatorie tra gli operatori oil e food. La separazione di questi ambiti e il rapporto tra l’investimento richiesto e la durata della sub concessione sono i principali fattori che determinano le strategie e la sostenibilità economica. •
30 retail&food - luglio/agosto 2011
Serenissima Trading, tutto sui bandi
Al centro dell’attenzione mediatica per il completamento dell’A31, Serenissima si trova impegnata attraverso la controllata Serenissima Trading nell’indire i bandi per le aree di servizio e di sosta incluse nelle tratte di competenza. La naturale scadenza è fissata al 30 giugno 2013. A tal proposito abbiamo parlato con l’amministratore delegato di Serenissima Trading, Massimo Guacci. Partiamo dalla cronaca. La questione legata al futuro di Serenissima influisce sul vostro operato? Non ritengo che il futuro di Serenissima, in quanto concessionaria, influisca in alcun modo sulla gestione delle aree di servizio e quindi sul processo di gare che sarà avviato per tempo in modo da garantire che alla naturale scadenza del 30 giugno 2013 il servizio di utenza autostradale sia garantito. Recentemente accennava al 2011 come data probabile per l’assegnazione delle prime quattro aree di sosta sulle 18 complessive. A che punto siete arrivati? È stato già pubblicato il bando per il servizio oil dell’area Limenella ovest, abbiamo ricevuto le offerte ed è stata nominata la commissione. Ci troviamo nella
fase di analisi dell’offerte, per procedere all’aggiudicazione che avverrà entro il mese di giugno. A seguire usciremo con i bandi delle quattro aree di servizio della Valdastico Sud A31. Vale la pena che le chiarisca che i tratti funzionali di quel tratto saranno aperti entro il 31 dicembre del 2012 e coerentemente dovrà essere garantita all’utenza anche parte delle aree di servizio. Se non quattro almeno due aree saranno up and running. Le altre gare a seguire? Per il 2012 Serenissima Trading ha finito di elaborare un progetto di riqualificazione di tutte le aree di servizio dell’A4 e dell’A31. Sull’A4 abbiamo 12 aree di servizio e 6 di sosta, sull’A31 esistente abbiamo Postumia sud e nord. Al momento il progetto è stato presentato ai vertici della concessionaria e ragionevolmente nelle settimane successive, ma a brevissimo termine, sarà condiviso con Anas. In tema di diversificazione dell’offerta e dei ser-
a cura di Andrea Penazzi
Autogrill Giuseppe Cerroni, direttore generale comunicazione e affari istituzionali di Gruppo Come si presenta il comparto autostradale negli anni della crisi? Tra il 2008 e 2009 si è avuto un giro di boa, la fine di una lunga fase connotata dalla tendenza espansiva. La sfida oggi è quella di coniugare la qualità dei servizi al consumatore con una sufficiente redditività in condizioni meno dinamiche. Molto della struttura delle gare, in particolare la durata delle concessioni, le basi d’asta e quant'altro influisce sull'efficienza e sulla qualità dei servizi andrebbe rivisto. Un ciclo è finito e tutti insieme, concedenti e concessionari, dobbiamo affrontare il nuovo. I bandi di Autovie Venete e quelli di Autocamionale della Cisa sono di stretta attualità. Quali sono le vostre posizioni? Rivolgiamo grande attenzione ad Autovie Venete e nutriamo la massima fiducia verso la gestione della Società. A proposito dei bandi abbiamo manifestato però, assieme ad altri operatori del settore, alcune perplessità, auspicando che si apra un confronto con la Società teso a risolvere i problemi aperti. Siamo sempre dell’idea che il contenuto prevalga sulla forma. Quanto ai bandi su Autocisa li stiamo esaminando: ci sembra rientrino nello standard degli impianti di gara. Quali novità state inserendo nei vostri format autostradali? Nella ristorazione come nel market diamo spazio al meglio del localismo italiano, alla sua ricchezza e alla sua specificità. Egualmente non ci sottraiamo alla sperimentazione e avviamo test con nuovi brand per format innovativi, anche complessi. Un esempio per tutti: il corner Asia dedicato alla cucina etnica a Secchia est. Quali iniziative lancerete per la stagione estiva? Il nostro impegno sarà rivolto alla sicurezza del viaggiare, alla tutela della salute in autostrada soprattutto per specifici target di consumatori e all'offerta dell'alimentazione più corretta per l'estate. Particolare attenzione sarà riservata al turista internazionale. Ci aspettiamo un forte aumento dell'incoming dall'Europa. •
vizi, cosa ci può anticipare? Oggi il cliente è più attento ai consumi e alla qualità del servizio prestato. Laddove il prezzo non coincida con la qualità del servizio bisogna fare in modo che si arrivi a una stretta correlazione. Il tentativo sarà quello di introdurre royalty variabili decrescenti all’aumentare dei volumi, per incentivare il partner titolare della sub concessione a calmierare i listini. È chiaro questo concetto dovrà essere recepito anche da chi sottoscrive la sub concessione. Da questo punto di vista mi riferisco più alle petrolifere che alle società di ristorazione. Gli operatori pensano alla sostenibilità economica nel rapporto investimenti-durata del contratto… I tempi saranno consoni. Se non c’è una richiesta di investimenti l’interlocutore deve aspettarsi una durata minore della sub concessione. Qualora i tempi degli ammortamenti dovessero andare oltre i limiti delle convenzioni occorre il supporto di Anas per valutare l’estensione oltre il 2026. … e temono una formula unica tra oil e ristorazione. Non è il nostro caso. Mall autostradali: saranno inclusi? Coloro che ci hanno preceduto facendo delle esperienze in questo senso non mi pare che a consuntivo possano aver tratto significativi risultati. È più uno sforzo nella direzione dell’innovazione che un risultato concreto. Il nostro intendimento è di non perseguire quella strada. •
MyChef (Gruppo Elior) Leopoldo Resta, direttore commerciale In primis i dati sul vostro network e gli obiettivi di crescita… Siamo attivi su 19 aree di servizio. Sul canale autostradale concentriamo la maggior parte dei nostri obiettivi, ma è difficile dare numeri precisi. Parliamo di bandi. Come vedete quelli di Autovie Venete? Prima sono usciti e poi sono stati interrotti. Ci hanno sorpreso molto perché prevedevano una gara congiunta oil più ristoro: caratteristica che mette in difficoltà tutto il mercato. L’altro grosso difetto, a nostro avviso, era la sproporzione tra la durata del contratto e l’investimento. Addirittura in due lotti era richiesto che si costruisse o si trovasse un partner che edificasse un albergo. Questo avrebbe comportato un terzo business per il ristoratore con conseguenti oneri addizionali. Passerete quindi l’estate a studiare la Cisa? Guardiamo con grande attenzione ai bandi di Autocisa, anche perché non siamo presenti sulla tratta. In ordine di tempo le prossime gare saranno quelle di Serenissima e Autostrade per l’Italia, a scadenza nel 2013. In questo caso parliamo di tante gare che partiranno con il dovuto anticipo. Tra la fine del 2011 e l’inizio 2012 credo che inizieremo a vedere i primi bandi. Come andrete a innovare il vostro format? Stiamo concependo la nostra prima mall, che sarà a Bologna sull’area di Servizio La Pioppa ovest lungo l’A14. Su questa stiamo concentrando diversi sforzi concettuali, è presto per svelarli ma ci aspettiamo di stupire il mercato. Quando sarà effettiva? I lavori inizieranno quest’inverno e nella primavera prossima ci sarà l’apertura. Per l’estate, invece, quali strategie commerciali adotterete? Alcune le realizziamo in collaborazione con i fornitori. Per esempio lo scorso anno abbiamo inaugurato la nuova stagione con Coca Cola: l’iniziativa ha previsto dall’allestimento del punto vendita a concorsi, iniziative di drink & food e di vendite aggregate. Ha dato molti frutti e l’abbiamo replicata. Un’operazione simile è stata organizzata con Ferrero, legata al prodotto Grand Soleil. •
retail&food - luglio/agosto 2011 31
Speciale Autostrade Chef Express (Gruppo Cremonini) Alberto Colombo, responsabile marketing Su quante aree siete operativi e quale fatturato generate? Al momento siamo presenti in 36 aree di servizio, dove sviluppiamo circa 150 milioni di euro. In questo dato rientra anche la quota ottenuta con la gestione della parte petrolifera. Circa 50 milioni di euro sono generati dalla vendita di carbolubrificanti. Quali sono i vostri obiettivi per i bandi in essere? Per quanto riguarda quelli di Autocisa dobbiamo riconfermare San Benedetto Est e capire se c’è
Ristop (Airest – Gruppo SAVE) Rocco Di Bari, managing director In quanti punti autostradali siete operativi? Complessivamente i punti vendita sono 22, dei quali 14 sono autobar e otto sono grandi grill con ristorante. Il nostro obiettivo per i prossimi anni è di crescere a due cifre, ma è difficile stilare previsioni. Con l’arrivo della bella stagione, su quali leve commerciali vi state orientando? Lanciamo un menu estivo innovativo, con un’offerta concentrata sul prodotto fresco, di qualità e certificato dop. Tra questi si annoverano insalate, pasta fresca, salumi, mozzarelle e latticini, dolci fatti a mano e smoothies di frutta fresca. Quali sono i criteri di questa scelta? Abbiamo realizzato studi mirati sul profilo del viaggiatore autostradale, dai quali emerge che l’offerta non
Sirio Stefania Atzori, amministratore delegato Al momento quante e quali aree autostradali gestite? Sirio gestisce quattro aree di servizio autostradali, tre con le Autostrade del Brennero e una con l’Autostrada Brescia-Padova, oltre a un market autostradale. Il fatturato 2010 è stato pari a circa 10 milioni di euro. Quali sono le vostre strategie di espansione in questo canale? Il nostro interesse principale è riservato alla gestione di aree di servizio di media grandezza mentre non è rilevante la presenza di aree foodcourt. La partecipazione effettiva viene decisa dopo una valutazione preliminare che interessa la durata della concessione, il prezzo della medesima, gli investimenti necessari per l’avvio dell’attività.
32 retail&food - luglio/agosto 2011
l’opportunità di strappare qualche location ai competitor. Qual è la vostra posizione sulle altre gare? Per quanto riguarda quelle di Autovie Venete l’impianto di gara è molto difficoltoso, soprattutto per chi gestisce la ristorazione e per chi non è già presente in quel contesto. La difficoltà sta soprattutto negli obblighi di presentarsi alleandosi con un partner oil e di decidere cosa scartare qualora si vinca la gestione di più di due aree. Sul tratto gestito da Serenissima fondamentalmente non siamo presenti per cui tutto quello che accadrà rappresenta un’opportunità. Si parla spesso di innovazione. Quali novità andrete a inserire nel vostro format? Siamo impegnati nel ristrutturare le grandi aree nei tratti gestiti da Autostrade per l’Italia. Una è già in
è più adeguata soprattutto per gli uomini dai 35 ai 50 anni. Questa clientela è specialmente business, con una forte consapevolezza e cultura gastronomica e dal potere d’acquisto elevato. Cerca quindi la qualità e quando non la trova in molti casi non consuma. Come promuoverete quindi il concetto di qualità? Sostanzialmente attraverso il riposizionamento dei marchi e dell’offerta verso l’alto. Introduciamo prodotti di livello superiore, per cui non andiamo a sosti-
A quali bandi state partecipando o avete intenzione di partecipare? Abbiamo in corso la partecipazione alla gara promossa da Autobrennero per l’Area di sosta Sciliar e, sempre con il medesimo interlocutore, stiamo valutando altre realtà. Per quanto riguarda le prospettive va detto che Sirio, una volta verificato il possesso dei necessari requisiti di partecipazione, è intenzionata a valutare le caratteristiche di ogni singolo bando, sia esso promosso da A.S.P.I., Autobrennero e Serenissima. Come vedete le gare nel tratto gestito da Serenissima? Valutiamo con grande attenzione le prospettive di collaborazione con Serenissima anche se la partecipazione ad ogni gara viene subordinata a serie verifiche sulle condizioni intrinseche. Al momento gestiamo da più di tre anni e con buoni risultati l’Area di servizio di Campagnola Ovest (BS). Quali novità state inserendo nel vostro format?
corso, quella di Arno in direzione sud. Per l’inizio del prossimo anno avremo tre mall di dimensioni elevate, San Martino dopo Parma, La Pioppa est in direzione Nord, e appunto Arno. Più Lusignano, posizionato appena dopo Arno. Saranno opere gigantesche da 2000 mq, in tutti metteremo il McDonald’s e, dove possibile, andremo anche a posizionare il drive through. In queste aree e in altre che abbiamo già identificato andremo a introdurre un nuovo importante brand italiano di pizza. Tra le altre novità, in ambito musicale lavoreremo sul download, nel market porteremo il concetto dello shop in shop. Ad esempio l’angolo del cioccolato, che stiamo realizzando con Lindt, e quello con merceologie innovative, già attivato con tre corner importanti, in collaborazione con Mediashopping. •
tuire ma a implementare. Questa strategia prende il via con l’inizio dell’estate su tutta la rete, compatibilmente con le strutture. Parliamo di bandi. Su quali vi state concentrando? Quelli attuali sono di Autovie Venete, Autocisa e Serenissima, ma partecipiamo se vi sono le condizioni economiche. In merito a quelli di Autovie Venete i tempi per rientrare sugli investimenti sono brevi e non è previsto il rimborso della quota ammortizzata. Per quanto riguarda Serenissima siamo in attesa di conoscere gli sviluppi, non faremo investimenti prima di capire cosa succede. Più a lungo termine si aprirà il nodo di Autostrade Lombarde. Che idea vi state facendo? Sono molto interessanti ma vanno affrontate in modo diverso. Le tratte in questione saranno contraddistinte da un maggior numero di pendolari rispetto all’autostrada tradizionale. Per questo motivo l’offerta andrà ade• guata con soluzioni ad hoc.
Stiamo agendo principalmente su due versanti. Il primo riguarda la creazione di spazi relax per il ristoro delle persone, il secondo la necessità di rendere più fruibile l’area retail che pare troppo rigida e standardizzata. Pensiamo così di apportare modifiche alla zona market con la creazione di modelli “Shop in Shop” che dovrebbero, tra l’altro, consentirci di ridurre i costi • di gestione.
Resoconto fiera
Eire, la strada resta in salita
La fiera milanese dedicata al settore real estate conferma i numeri dello scorso anno, ma la percezione è di una minore affluenza nelle giornate di apertura e chiusura. Il segmento retail perde qualche nome di rilievo e i nuovi progetti latitano. Incoraggiante è il numero di aperture fissate per il secondo semestre
L
a convocazione degli Stati Generali del settore real estate ad Eire, indetta dalla società di gestione Ge.Fi, suona come un grido di allarme. La crisi non sta nei numeri ufficiali della settima edizione della fiera, che ricalcano sostanzialmente quelli dello scorso anno, con 14mila operatori e 504 tra imprese e istituzioni presenti. Ma si evince dall’assenza di qualche big player, dallo scarso flusso di operatori nei giorni di apertura e chiusura, dallo spazio espositivo parzialmente ridotto e soprattutto dalle tematiche affrontate nei vari convegni. Gli enti pubblici e le banche rimangono nel mirino. I primi sono accusati di adottare normative confuse che penalizzano gli operatori già attivi e allontanano gli investitori, di ritardare e rendere incerti gli iter
Riccardo Fiori, leasing manager di Larry Smith ITALIA Puntiamo soprattutto su due progetti, lo Shopping Center Stožice a Lubiana e il Mid a Fiumicino. Il complesso sloveno si inserisce nel lotto dove sorgono lo stadio nazionale e il palazzetto dello sport, che hanno generato in pochi mesi di attività oltre mezzo milione di spettatori. La superficie prevista è di 69mila mq, distribuiti su due piani di cui uno dedicato alla casa. I negozi saranno 140, tra cui un ipermercato e un’an-
di approvazione e di addossare agli imprenditori oneri eccessivi. Le seconde di aver ristretto eccessivamente la leva del credito. A delineare un quadro più ottimista per il segmento retail è stato Pietro Malaspina, intervenuto nel convegno di apertura dedicato alla convocazione degli Stati Generali del Real Estate. Il presidente di Cncc ha puntato sulla tenuta dei consumi all’interno dei centri commerciali, specificando che le gallerie hanno evidenziato un trend di crescita, in controtendenza rispetto alle performance negative delle piattaforme alimentari. Guardando agli aspetti positivi, da un lato si annoverano numerosi mall in apertura nel secondo semestre 2011 e successivamente nel 2012, come precisato dagli stessi operatori (vedi interviste a
seguire, ndr), dall’altro la progressiva differenziazione dei concept, che ha dato valore aggiunto ai progetti. In questa direzione trovano maggiore spazio i complessi polifunzionali, con la tematizzazione sullo sport e sugli stadi in particolare, la ristorazione e il leisure. La bandiera della sostenibilità ambientale ha continuato a sventolare. L’internazionalizzazione è stato un ulteriore valore aggiunto, come anticipato prima della kermesse dal presidente di Ge.Fi, Antonio Intiglietta. Ad Eire hanno partecipato infatti Istituzioni e operatori privati di paesi dell’area europea – mediterranea come Austria, Egitto, Francia, Grecia, Malta e dell’area balcanica - est europea come Bulgaria, Montenegro, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. A. P. 2mila mq di sedute. Il Mid è un factory outlet con una location importante perché in grado di abbracciare il flusso da Fiumicino verso Roma e dal porto di Civitavecchia. A fine lavori si estenderà su 28mila mq, con 130 negozi sviluppati in due fasi. La prima tranche ne prevede una settantina su 16mila metri quadrati.
cora sportiva. Circa 4mila mq saranno destinati al leisure mentre la food court potrà contare su
Gianluca Benini, ufficio sviluppo di Seci Real Estate Per la prima volta partecipiamo a Eire, dove por-
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Resoconto fiera
tiamo quattro progetti commerciali. Lo shopping village di Castel Romano, vicino all’outlet di McArthurGlen, Il centro commerciale Aurelia, posizionato nella nuova centralità di Massimina (Roma), lo shopping center di Budrio (Bo) e il retail park a Porto Sant’Elpidio (Fm). Del primo, già in cantiere, abbiamo affidato la commercializzazione delle medie superfici a Cushman&Wakefield mentre per le piccole metrature ci siamo appoggiati ad agenzie locali. In particolare le medie unità saranno otto, più un supermercato. Il secondo in pipeline è quello emiliano. La superficie di vendita sarà di 14.500 mq, dei quali 4.500 destinati all’iper e 10mila all’offerta no food. Saranno 11 le medie superfici, 55 i negozi ed è prevista una foodcourt. L’apertura è fissata tra il 2013 e il 2014.
Roberto Marchetti, direttore generale di Mall System Sul fronte della commercializzazione abbiamo progetti in apertura nel 2012: in primavera è previsto PR Parma Retail, lifestyle park alle porte di Parma. A seguire, Partynico (Pa) complesso con centro commerciale, outlet, retail park e un multiplex da 13 sale. Il nuovo shopping center Policentro Afragola sarà un punto di riferimento per Napoli, con 5 medie superfici, alimentare e oltre 100 punti vendita. Altre iniziative sono Policentro Castelli a Castelli Calepio (Bg), La Fucina Retail Park a Imola. Di Promocentro Italia segnalo il centro commerciale a Settimo Torinese, previsto nel 2013, e l’ampliamento di Val di Chienti a Macerata. Infine, i progetti già commercializzati e in apertura nell’anno: il retail park Settimo Cielo a Settimo Torinese, Galleria Borromea nella zona sud di Milano - entrambi di Promocentro Italia, il Continente di Mapello sulla Bergamo-Lecco e il Sipario a Monte Forte Irpino (Av).
Pasquale Iamele, amministratore delegato di Sircom Presentiamo un’iniziativa trasversale ai settori la
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cui natura è sempre real estate. La neo costituita Fondazione Sircom è un ente no profit con la finalità sociale di promuovere il territorio e i progetti a vocazione retail, turistica e direzionale. La modalità è quella di affiancare le attività degli enti, che fanno marketing territoriale generico, con azioni di marketing territoriale specifico. Quindi da un lato viene fatta la selezione delle vocazioni locali, non solamente descrittive del territorio ma comprensive di una selezione di progetti, dall’altro si facilitano gli investitori nel conoscere le indicazioni di base. Ne deriva il collegamento, stimolato dalla Fondazione, tra chi ha avuto l’idea e chi potrà collaborare alla realizzazione. È previsto l’allestimento di un portale dove convogliare tutti i progetti.
Giacomo Maccarone, development manager di Asset-Re Sports & Leisure Consortium raggruppa aziende operative in vari settori: Asset Re, che si occupa dell’aspetto commerciale, Construct, Gruppo Vona, G.A.&Partners, Peverelli, Staring, Studio Altieri e Studio Legale Ferola & Marone. Inoltre coinvolge alcuni partner tecnici esterni. La mission è realizzare strutture polifunzionali tematizzate sullo sport, in particolare gli stadi. Il progetto pilota, presentato lo scorso anno, coinvolgeva l’Albinoleffe. Quest’anno presentiamo il progetto di Foggia: un complesso con stadio da 20/25mila posti e strutture a destinazione commerciale, residenziale e ricettivo. Inoltre abbiamo incluso impianti sportivi in sinergia con lo stadio come campi di allenamento per la squadra locale e una foresteria per i team ospiti. Lo scopo è generare dallo stadio una redditività differente rispetto a quella che attualmente offre alle società sportive.
Anna Paltrinieri, executive director leasing di Cbre-Espansione Commerciale Nel planning 2011 si collocano progetti già inaugurati e altri in apertura. Abbiamo iniziato a Parma, a marzo, con l’avvio di Eurosia. Nel mese successivo abbiamo aperto a Forlì uno shopping center con circa 100 negozi. Prossimamente sarà il turno di Faenza, mentre a ottobre avrà luogo l’opening dello shopping center adiacente al nuovo stadio della Juventus. Quest’ultimo vede la presenza di partner quali Leclerc, Euronics e
Obi. La commercializzazione, arrivata al 60%, mira a differenziarsi e ad avere i format più aggiornati o esclusivi. Finiremo il 2011 con l’apertura a Modica, per la quale stiamo concludendo con diverse medie superfici. Per il 2012 lavoriamo ai progetto di Pompei, commercializzato al 50%, e al centro le Cotoniere di Salerno. Si segnalano anche le iniziative di Caltanissetta, Kalt Center, e il Parma Urban Style.
Marco Casciaro, sviluppo progetti immobiliari di Unieco Eire rappresenta per noi una vetrina semi istituzionale, perché ci vede impegnati su più business: retail, residenziale e logistico. Tra i progetti cardine in ambito commerciale si segnalano una start up e un’iniziativa di prossima apertura. La prima è costituita da Le Piazze di Castel Maggiore, dove lavoriamo per inserire nuovi servizi. La seconda è l’apertura, a ottobre, del centro commerciale dello stadio di Torino, in collaborazione con Cmb e Nordiconad. Il cantiere è quasi ultimato e sono già in consegna i vari negozi. L’ipermercato ha incominciato l’iter di allestimento sulla parte impiantistica. Siamo in linea con il crono programma dei lavori. Un ulteriore progetto dove abbiamo iniziato da poco l’attività cantieristica è Le Perle di Faenza. È un life style center con novità dal punto di vista architettonico e commerciale.
Roberto Folgori, amministratore delegato di Dedem Automatica Abbiamo portato a Eire 2011 il progetto 20.20 20 perché è sostenibile e compatibile con il trend dei centri e parchi commerciali. L’obiettivo è dare sempre più spazio alle esperienze, alle relazioni e alle emozioni. Tale denominazione indica l’apertura in tre anni di 20 grandi locali leisure con un ambiente piacevole e fresco nell’immagine, dove far giocare insieme grandi e piccini, e anche dei baby care. Sono veri anchor di 1.500 mq che daranno ai 20 centri commerciali molti spunti di comunicazione ed eventi nel territorio. Il terzo 20, l'estensione, si motiva con l'apertura dei centri ai 20 territori interessati. L’investimento complessivo si posiziona intorno ai 30 milioni di euro, per questo ad Eire abbiamo presentato un business plan di massima e la sintesi delle risultanze economiche, che vedono un EBITDA positivo già dal secondo o terzo anno.
Parola di Roberto Masi
Roberto Masi, Amministratore delegato di McDonald’s Italia dal 2008, ha 47 anni. È laureato in Business Administration alla University of Hertford, Connecticut. Prima del suo ingresso in McDonald’s, ha diretto la divisione Ipermercati di Carrefour Italia. Dopo un inizio nel business di famiglia, nel settore retail, è stato auditor presso Pricewatershouse Coopers. È stato CFO per Continente, gruppo Carrefour, per poi trasferirsi in Spagna come direttore di alcuni ipermercati della catena, rientrando in seguito in Italia come direttore operativo.
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McDonald’s: autostrade? Meglio starne fuori...
T
imidezza non è una parola che si vede associata spesso a McDonald’s. Eppure nel business autostradale «siamo timidi», dice Roberto Masi, numero uno del colosso del fast food americano, che nel canale entra con cinque aree e un evidente scetticismo. Oggi infatti le priorità, spiega, sono le casette vicino alle autostrade. Anche se aeroporti e stazioni si mantengono strategici. Lo scorso gennaio lei aveva parlato di un possibile accordo per aprire due locali con Chef Express e due con MyChef in aree di sosta autostradali. A che punto è il progetto? Al momento abbiamo firmato accordi con Chef Express, Gruppo Cremonini, per cinque aree da Bologna a dopo Firenze, sulla A1 e A14, che si aggiungono a quella di Castelnuovo Scrivia, sulla A7. Stiamo definendo i dettagli sul layout, sulla dimensione, sulla tipologia, cioè se ci sarà il drive o no. Ci sarà sicuramente in due, mentre in tre probabilmente per problemi di spazi non ce la faremo. Sulle autostrade non siamo riusciti ad aprire con MyChef, con la quale proseguiamo di più sul canale aeroportuale. Con loro apriremo a Napoli, anche se ancora non abbiamo firmato. Come mai il ritorno in autostrada? Le condizioni sono diventate meno onerose? No, sono più onerose e per questo siamo scettici. Quello delle autostrade non è il nostro asse di sviluppo principale, perché preferiamo centri commerciali, strade di periferia e centri urbani. Nell’ultimo triennio abbiamo aperto in media 25 ristoranti all’anno e nel prossimo alzeremo il ritmo a 32-34 all’anno. Le aperture in autostrada saranno quindi solo il 5 per cento del totale. Più che una discesa in campo è una prova per vedere se il canale possa essere un’opportunità per il prossimo decennio, non certo per questo. Le perplessità riguardano anche gli altri canali del travel in concessione, stazioni e aeroporti? A differenza delle autostrade, su cui siamo ancora timidi, su aeroporti e stazioni siamo invece estremamente convinti. Qui la formula fast-food funziona e il nostro marchio è molto richiesto. Nella stazione di Firenze abbiamo due locali, di cui uno interno. A Roma Termini tre punti, due dentro e uno sull’apertura laterale, che vanno uno meglio dell’altro. A Milano Centrale i giochi sono ancora aperti, vedremo. Negli aeroporti, invece, siamo presenti nei primi 6-7 scali, tranne Catania e Venezia. Ora stiamo entrando a Napoli, dove stanno creando nuovi spazi. La vostra destinazione preferita rimane quella appena fuori dalle autostrade? Le aree appena fuori dalle autostrade, su un asse viario principale di grande flusso parallelo, sono quelle per noi oggi prioritarie. Per il prossimo triennio ne abbiamo opzionate già una quarantina. Tra la visibilità garantita dalla vicinanza all’autostrada e il passaggio automo-
bilistico, la gente si ferma. Ormai infatti anche in Italia siamo diventati una destinazione. Non era così 15 anni fa, quando avevamo bisogno di vivere all'interno dei flussi dei mall o dei centri città. In queste location possiamo inoltre inserire la formula drive, che ci genera dei fatturati addizionali nell’ordine del 30-35 per cento. Non è cosa da poco ed è possibile perché andiamo a soddisfare clienti diversi. Il più noto di questi locali è a Lainate e ha un’impronta “green”, con pannelli solari, ricariche per le auto elettriche e riciclo degli oli usati. Ci saranno delle repliche? Lainate è stata la somma di tecnologie che abbiamo voluto sperimentare, ha svolto una funzione di laboratorio. Molte di quelle innovazioni le abbiamo inserite in altri ristoranti e le stiamo sviluppando nella maggioranza delle nuove aperture. Lainate sta funzionando molto bene, oltre le nostre aspettative anche in termini di risparmio energetico, perché la bolletta elettrica sta solo salendo. Altrimenti forse ci saremmo pentiti. Anche nei centri commerciali è chiara la vostra strategia di puntare su casette esterne. È prevista l'uscita dall'interno dei mall dove siete presenti? Quando ci proponiamo nei nuovi mall o in quelli esistenti dove non siamo presenti, chiediamo un’area esterna per la casetta. Siamo però attualmente dentro circa 120 centri commerciali e la strategia non è quella di uscire. Lo facciamo solo se ce lo propongono gli stessi promotori. C'è poi una seconda fase a cui stiamo lavorando in maniera chirurgica: nei grandi mall vogliamo mettere locali sia dentro che fuori. Per ora ne abbiamo tre o quattro di questo tipo, con ottimi fatturati. Uno è a Marcon, e stiamo lavorando in questa direzione a Mestre. Gli stadi vi interessano, come il nuovo Comunale di Torino? Ahimé, la risposta è negativa. Abbiamo lavorato a lungo per lo stadio comunale di Torino quando ce l'hanno proposto, due anni fa. Ma all’interno gli orari di funzionamento sarebbero stati talmente ristretti durante la settimana che non saremmo riusciti a sopravvivere con i costi fissi. Quello che stiamo valutando ancora una volta è di stare fuori dallo stadio. In città, e in particolare a Milano, dopo il locale di piazza Cordusio chiude anche quello in Galleria Vittorio Emanuele. Ve lo aspettavate? Che il proprietario, ossia il Comune di Milano
(giunta Moratti, ndr), ci sfrattasse dopo 18 anni era del tutto inatteso. Anche perché si è trattato di un provvedimento che ha riguardato solo noi. Le motivazioni sono difficili da capire, chi dice per questioni di immagine, chi per la clientela non all’altezza della galleria. Ma se gli assessori avessero voluto parlare con noi, avremmo spiegato che possiamo mettere senza problemi parquet e luci di Artemide. Se il problema è che pensano che da noi vengano solo extracomunitari e homeless, sappiano che il 50% dei clienti sono giovani e che il 45% turisti. A proposito di arredi, a che punto è il progetto di restyling dei locali, in “stile Starbucks”? Il 50% dei locali esistenti è stato riammodernato, sia all’interno che all’esterno. Questo fa parte di una strategia iniziata in Italia tre anni fa, grazie alla quale ci vorremmo smarcare dalla formula fast-food e riposizionarci come casual restaurant in cui la gente passi il suo tempo più serenamente. Vorremmo farlo attraverso locali più spaziosi, più accoglienti, con un design più moderno, materiali di qualità superiore, più posti a sedere, divanetti, più servizi quali il wi-fi gratuito e la caffetteria. I social network, che hanno condizionato le ultime tornate elettorali, vi spaventano? Come tutte le aziende stiamo monitorando i social network. È un fenomeno mai visto nella storia, che ha rapidamente riequilibrato i pesi nella comunicazione di aziende e consumatori. Il primo passo è stato quello di monitorare le aggregazioni che si generano attorno al nostro marchio e rispondere, partecipare al dibattito. Penso però che in una seconda fase dovremo finalmente scendere in campo con nostre pagine, come fanno i colleghi all’estero. Temiamo questo strumento? No, nel senso che non saremmo il quarto marchio del mondo se non ci fossimo sempre posti con un approccio di trasparenza, di full safety, di qualità. Deve preoccuparsi di più chi lavora borderline. F. P. retail&food - luglio/agosto 2011 39
dossier aeroporti
D
ell’aeroporto di Pisa negli ultimi mesi sulle cronache si è parlato soprattutto per un aspetto: la possibile integrazione con lo scalo di Firenze, chiesta dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Da segnalare, invece, ci sarebbero state molte più cose: innanzitutto la realizzazione di un nuovo terminal dedicato ai cargo, che permetterà di liberare una parte importante dell’attuale aerostazione passeggeri e di toccare una capacità di sei milioni di viaggiatori, dagli attuali quattro. In seguito il progetto di restyling della stessa aerostazione, per cui sta per partire un concorso di idee. E ancora, la realizzazione del people mover, una navetta su binario dedicato che collegherà la vicina città finalmente senza dover dare precedenza agli altri treni. Infine, del progetto di costruire, nell’area adiacente al sedime aeroportuale, un hotel e forse un centro congressi, pensati come tutto il resto dell’aeroporto sia per i turisti-passeggeri che per i pisani. Non saranno traditi, in tutti i casi, i due capisaldi della filosofia commerciale del Galilei: la predominanza dell’area landside e l’originalità dei marchi, rigorosamente toscani e praticamente mai appartenenti a catene nazionali o internazionali.
Pisa, eppur si muove
Lo stato dell’arte
L’aeroporto Galileo Galilei, gestito dalla quotata Sat, è il sesto scalo italiano per passeggeri e il primo per numero di visitatori della Toscana, pari a 4,067 milioni nel 2010. A differenza dell’aeroporto di Firenze, Pisa si rivolge soprattutto a un’utenza low cost (68% del traffico) e in particolare a Ryanair, compagnia che sbarcò nel lontanissimo (in rapporto alla storia del vettore) 1997 e che attualmente trasporta il 62% dei viaggiatori. Chi raggiunge lo scalo è nei tre quarti dei casi straniero. Lo sviluppo dell’aeroporto dal 1997 al 2007 è stato dirompente, con un traffico che è corso quasi sempre a due cifre, passando da poco più di un milione a 3,7. Da allora, complice la crisi dell’economia mondiale, la galoppata è diventata prima trotto (+6% nel 2008) e poi passo (+1,4% nel 2009 e +1,2% nel 2010). Il 2011 però ha tutte le carte in regola per essere ricordato come l’anno del cambio di passo. Nei primi cinque mesi l’incremento è stato del 15% e tale incremento si è riverberato sui conti dello scalo: nel primo trimestre di quest’anno i ricavi operativi sono saliti del 7,6%, l’Ebitda del 253%, il risultato netto di periodo del 66,9 per cento. Mentre i ricavi aviation del primo trimestre sono saliti (+12%), quelli non aviation sono scesi (1,2%), dopo un 2010 in ascesa. Nel primo trimestre, la lieve flessione delle attività date in sub-concessione, in particolare il retail airside, è riconducibile alla riduzione di un negozio e alla rinegoziazione al ribasso per il duty paid, parzialmente compensata dal buon andamento delle vendite del retail in area landside. Quest’ultima zona ha visto l’apertura di nuove gestioni e la ridefinizione di alcuni contratti con i più importanti negozi presenti in tale area. Anche il settore “food” ha visto una flessione, del 21,7%, dovuta però al fatto che nel primo trimestre del 2010 tale segmento aveva beneficiato della fatturazione di un canone d’ingresso (one off) previsto dall’accordo commerciale per un nuovo punto di ristorazione in area landside. Al netto di tale effetto, i ricavi “food” sono incrementati del 12,6 per cento.
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Il non avio: solo Made in Tuscany
Il primo dei due punti fermi di Sat, la predominanza del landside, si spiega con la posizione del tutto particolare dell’aeroporto: l’aerostazione è a solo due chilometri a sud del centro città, dista dalla stazione centrale di Pisa e 800 metri dall’uscita della superstrada per la Torre Pendente. Se a questo si aggiunge che il territorio non vede una forte concentrazione di centri commerciali e che il centro cittadino ha un traffico congestionato e spesso chiuso alle automobili, si capisce come mai l’aeroporto sia diventato un punto di riferimento per lo shopping urbano. Che non si tratti di slogan lo dicono i dati: il 30% del fatturato non aviation deriva dalla città. Per questo dentro l’aeroporto si trovano cose inusuali, come la scuola di danza classica e moderna “E. Ghezzi”, 260 allievi, una delle più prestigiose in Italia. Oggi il landside conta 13 negozi non food e 7 attività di ristorazione, mentre l’airside 9 shop e due bar. «Tutta l’area landside è al servizio della città – spiega Renzo Banchellini, dirigente della funzione commerciale non aviation di Sat -. Abbiamo fatto una campagna di promozione importante per la città, puntando sugli orari di apertura di alcuni dei nostri servizi come la farmacia e la banca. Quest’ultima crediamo sia l’unica realtà in Italia a essere aperta 366 giorni all’anno, quando l’anno è bisestile, fino alle 19.30 di sera. C’è un popolo, composto da cittadini e dai 1.500 dipendenti dell’aeroporto, che la mattina affluisce e usufruisce dei servizi dello scalo. Lo fanno anche perché hanno parcheggi gratis per la prima mezz’ora». In quest’ottica dal 5 luglio aprirà i bat-
L'ad di Sat, Gina Giani, e il dirigente dell'area commerciale non avio, Renzo Banchellini tenti un negozio di parrucchieri. Lo spazio è stato assegnato alla società toscana Mitos, a patto che garantisse un orario di apertura che si estendesse dalle 10 del mattino alle 21.30-22 della sera. La seconda stella polare del non aviation è quella della connotazione fortemente toscana delle attività commerciali. A spiegarlo è l’amministratore delegato di Sat, Gina Giani: «La nostra strategia è di essere la vetrina dei prodotti toscani. È una scelta in linea con la nostra mission, “comunicare che la Toscana è cultura ed economia”. Ma soprattutto a noi non interessa essere anonimi, avere i marchi che si trovano ovunque». La vocazione culturale si è concretizzata nell’esposizione di una serie di sculture del maestro Giovanni Maria Manganelli sia all’esterno dell’aeroporto, sul suggestivo prato che d’estate è uno dei punti più gettonati dai passeggeri in attesa, sia all’interno. Altre opere di diversi artisti italiani e internazionali sono presenti nello scalo. La vocazione commerciale, invece, ha come effetto la presenza nelle vetrine di prodotti dalla distribuzione limi-
tata: nel landside la camiceria semi-artigianale Poggianti, gli shop di pelletterie MyWalit e Kontessa; nell’airside i cashmere di Leopolda, la pelletteria St.G.-Italian Style Distilled, la camiceria artigianale Ateseta e gli accessori moda di Rossella Carrara. Sono prodotti rivolti prevalentemente a turisti stranieri esigenti. «Anche a Londra o a Parigi si trovano delle boutique di queste eccellenze toscane – continua Giani –, ma qui hanno prezzi migliori» con risparmi che arrivano al 40% rispetto ai cartellini nelle capitali citate. I negozi con marchi più diffusi, anche di fascia alta, sono invece rivolti soprattutto al pubblico cittadino. Tra questi ci sono il New Fashion Gate e lo shop di calzature Rossi, nome noto in città. Tra le catene, si trovano solo Conte of Florence, Aeronautica Militare, l’ottica Salmoiraghi & Viganò (landside) e Marina Militare (airside).
Il target
La presenza di marchi di fascia alta non è vista dal management di Sat in contrasto con la connotazione low cost dello scalo. «Su molte delle nostre tratte la differenza tra la spesa dei viaggiatori low cost e quella delle compagnie Iata è di solo un euro nello scontrino medio», spiega Banchellini. La difficoltà sta piuttosto nel saper cogliere le esigenze di un pubblico che di certo non è formato da sprovveduti. Quasi la metà dei passeggeri, spiega l’ad Giani, è composta da giovani professionisti socialmente mobili, che viaggiano per 10-12 week end all’anno, usano internet con frequenza e sono poco interessati a prodotti come i profumi firmati. È un target difficile da
accontentare, che cerca prodotti ricercati. Il secondo “cluster”, che pesa per circa un quarto, è esemplificabile dal “dentista di Stoccarda”, cioè un signore con moglie e bambini che ha una capacità di spesa leggermente inferiore ai propri gusti e quindi allettabile dalle offerte. L’ultimo quarto di passeggeri è invece più tradizionale (“la professoressa di mezza età”) e cerca dei regalini più tradizionali.
Alla ricerca del duty paid
Puntare sul “lusso ragionevole” è stata una delle due gambe su cui si è retta la strategia commerciale seguita alle difficoltà economiche del biennio 2008-2009. La seconda gamba è stata la sostituzione di alcune realtà, una volta arrivate a fine concessione, con punti vendita food. L’operatore dominante nello scalo è Servair Airchef, (ma sono presenti anche Fly e Produco) e grazie ad esso sono stati realizzate le due attività più interessanti del landside: l’Antica Caffetteria Salza, storico locale acquistato anche nella location cittadina, e il ristorante con servizio al tavolo Mastro Bistecca. «Abbiamo cercato
con Mastro Bistecca di realizzare qualcosa di veramente toscano – commenta Banchellini –. Sta avendo un ottimo successo, grazie a Servair, che ha creduto nel progetto, mentre altri blasonati operatori toscani avevano rifiutato». Tra le ultime novità ci sono, nel landside, il bar-pub Red Baron, e una piadineria-yogurteria. Nell’airside l’offerta è più limitata: c’è un bar con pizzeria di Servair in area Schengen e un secondo bar in area extra-Schengen. La parte alimentare è completata dalla gastronomia Buoni & Belli, che funge da wine-bar e dalla boutique di enogastronomia Colline Toscane. Questo esercizio negli anni passati si trovava nel landside e aveva performance piuttosto ridotte (45 mq con punte di 1.400 euro di ricavi al giorno). Con le restrizioni di sicurezza imposte, per il trasporto dei liquidi a bordo, l’attività è stata trasferita in airside ed occupa oggi 100 mq con un incasso medio di 9.000 euro al giorno. Questa attività sarà presto spostata all’ingresso dell’airside. In questo modo si potranno liberare oltre 80 mq e rendere l’airside un po’ meno compresso di ora. Sempre nell’airside tra un anno, a metà 2012, sarà anche il momento di cambiare la gestione del duty paid, tramite una selezione che prenderà in considerazione operatori italiani e internazionali. Tale duty paid, infatti, era in gestione alla Linea Aeroportuale Sole (gruppo Ligabue) che però per le difficoltà finanziarie a cui è andata incontro ha dovuto interrompere l’attività con un anno di anticipo, nel 2010. La concessione è stata allora affidata per due anni a Servair Airchef con il marchio Touch&Go («Servair Airchef ci ha dato una grossa mano intervenendo nel giro di pochi giorni quasi senza interrompere le vendite», sottolinea Banchellini).
I progetti
La definizione dell’airside come di un’area “compressa”, nonostante sia stata messa mano alla zona un anno e mezzo fa, viene dagli stessi vertici di Sat. Per questo motivo con la demolizione del vecchio cargo e la realizzazione della nuova area arrivi nel 2015 sarà completato il progetto di “liberazione” dell’area della stazione ferroviaria e sarà terminato il restyling, ci sarà un ampliamento considerevole delle superfici landside e airside. A essere prevalente in termini di spazi, però, rimarrà il landside, perché la vocazione cittadina del terminal non è affatto messa in discussione. «Ora è finito lo studio di fattibilità – commenta Gina
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dossier aeroporti Passeggeri e ricavi commerciali non avio dell'aeroporto di pisa
Fig. 1
20000
18000 16000 14000 12000
10000 8000
6000
1994
1995
1996
4000
1997
Traffico passeggeri
1998
1999
2000
2000 2001 2002
2003
2004
0
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Ricavi Commerciali Non Aeronautici
Attività non aviation svolte in sub-concessione, I trimestre 2011
viaggiatori dello scalo, prevalentemente low cost. In aggiunta all’hotel ci potrebbe essere anche lo spazio per un grande centro congressi. Nell’altra area di terreno acquistato la società prevede la presenza di parcheggi remoti (tariffe low cost) peraltro già parzialmente realizzati nell’ultimo biennio (parcheggio P4 con 1.200 posti auto) e un’area per gli autonoleggi dove poter approntare le vetture prima del noleggio.
L’integrazione con Firenze
Un ultimo progetto per il futuro è ben più immateriale e consiste nella collaborazione con l’aeroporto di Firenze-Peretola. Il Piano Nazionale Aeroporti, preparato per conto dell’Enac da One Works-Nomisma-Kpmg e giacente da mesi nel cassetto del ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, prevede per i due scali uno “sviluppo correlato”. Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, si è spinto oltre e ha dichiarato che è necessario «dare vita a una forte integrazione per costituire una società unica di gestione degli
Fig. 2
(Euro/000)
31.03.2011
31.03.2010
Var. % 2011/2010
Retail (esercizi commerciali) Food (ristorazione) Autonoleggi Sub-concessioni di aree Altre sub-concessioni Ricavi straordinari Totale
431 283 659 323 183 33 1.913
501 362 690 286 200 6 2.044
-13,9% -21,7% -4,4% 12,8% -8,5% n.s. -6,4%
Fonte: Sat
Attività non aviation svolte in sub-concessione, esercizio 2010
Fig. 3
(Euro/000)
31.12.2010
31.12.2009
Var. % 2010/2009
Retail (esercizi commerciali) Food (ristorazione) Autonoleggi Sub-concessioni di aree Altre sub-concessioni Ricavi straordinari Totale
2.678 1.682 3.619 1.207 861 74 10.122
2.083 1.998 3.835 1.136 871 0 9.924
28,5% -15,8% -5,6% 6,2% -1,2% n.s. 2,0%
Fonte: Sat
Giani –. A giorni pubblicheremo un bando per un concorso di idee per il restyling. Io credo che in tutti i casi sarà bene fare qualcosa che integri l’attuale con il nuovo e di economico, senza tradire la vocazione al verde dello scalo». Nel futuro del Galileo Galilei ci sono però altri progetti: il primo si chiama “People Mover”, una navetta su rotaie che andrà a sostituire l’attuale collegamento ferroviario. Oggi, infatti, l’aeroporto è collegato con il centro cittadino sia da un bus con linea dedicata della Compagnia Pisana Trasporti, sia da un treno con 30 partenze e frequenza ogni 30 minuti. Dalla stazione Pisa Aeroporto partono anche cinque treni diretti per la stazione di Firenze Santa
42 retail&food - luglio/agosto 2011
Maria Novella che raggiungono il capoluogo di regione in 53 minuti. Il problema dell’attuale collegamento, spiegano da Sat, è che il binario non è dedicato e le corse non sono frequenti come potrebbero essere. Il nuovo progetto, da completare entro il 2015, prevede un sistema automatico, senza conducente a bordo, della lunghezza di 1,78 km che funzionerà con trazione a fune e farà poco rumore. Il tempo di percorrenza è di poco più di 4 minuti. È prevista una fermata intermedia a 650 metri da quella dell’aeroporto, in prossimità di due parcheggi scambiatori che saranno realizzati a servizio della cittadinanza. Il costo totale è di 83 milioni di euro, di cui 28 stanziati dalla Regione Toscana. Un terzo progetto è invece più lontano ed è di real estate. La Sat ha infatti acquistato due grandi aree di terreni agricoli adiacenti al sedime aeroportuale. Dopo la conversione delle aree dall’attuale destinazione agricola, in adiacenza al People Mover che attraversa i suddetti terreni, nelle previsioni c’è la progettazione di edifici, parcheggi e un albergo le cui caratteristiche dovranno essere in linea con i
aeroporti di Firenze e Pisa». Lo scopo sarebbe quello di evitare una concorrenza deleteria e costosa tra i due scali. «Sono d’accordo con la prospettiva dello sviluppo correlato – commenta Gina Giani –, anche perché il mercato ha già trovato una specializzazione: Firenze ha prevalentemente traffico Iata e fa margini, Pisa è soprattutto low cost e fa volumi. Ma sulle modalità di gestione il Piano Nazionale Aeroporti non dice nulla. Siamo entrambe società quotate, che producono utili. Un conto è dire che interagiscono, un altro che si integrano. Le società di gestione sono realtà complesse, sia dal punto di vista normativo, perché entrambe hanno una concessione ultratrentennale, sia perché hanno un azionariato composito. A decidere saranno comunque gli azionisti». Tra gli azionisti, peraltro, la Regione Toscana detiene il 16,9% e fa parte di un patto di sindacato di soggetti prevalentemente pubblici (ma ci sono anche la Camera di Commercio di Pisa e la Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa) che nel complesso detengono il 55,31% della società. C’è poi un 23,15% in mano all’imprenditore della concia Ivo Nuti, che secondo rumors vorrebbe raddoppiare la propria quota. I giochi, quindi, su questo fronte non sono ancora chiusi. Fabrizio Patti
analisi mercato
Mare, fast fashion pigliatutto
Poche catene controllano il 90% dei negozi dei centri commerciali, e la loro avanzata continua anche in città e nel canale travel. Non a caso i due player più orientati al commercio, Calzedonia e Yamamay, hanno passato indenni anche il duro 2009. Mentre Oysho e Triumph si fanno sotto.
B
ellezze al bagno, ma con un occhio al portafogli. È un mercato ancora in grande difficoltà quello dell’intimo e mare, dove i numeri sono ancora negativi e peggiori di quelli di altri settori, soprattutto per chi ha prodotti di fascia alta. È un mercato in cui crescono sempre più le catene e gli outlet delle marche prestigiose e in cui i produttori respirano solo grazie al buon andamento dei negozi monomarca. È soprattutto un mercato per grandi quello dell’intimo e mare. Grandi catene che, per esempio, nei centri commerciali occupano l’87% degli spazi di questa categoria merceologica. Le posizioni sono consolidate, ma qualche nuovo attore si affaccia.
beneficiarne sono state le catene monomarca, comprese quelle non specializzate solo nell’intimo, come Zara e H&M». Tra gli altri marchi del fast fashion non specializzato si sta lanciando nell’intimo anche la spagnola Desigual, che ultimamente si è ritrovata sui principali siti del mondo grazie a una furba azione di marketing: ha regalato i vestiti, nel suo negozio di Berlino, alle prime cento persone, in maggioranza ragazze, che si sono presentate in mutande e reggiseno
A tutto low cost
Se si guardano i trend di vendite dell’intimo e mare (che valgono rispettivamente il 78% e 22% del comparto) dal 2006 al 2010, se ne ricava un certo sconforto. I consumi in volumi sono sempre calati, con picchi negativi nel 2008 (-1,3%) e nel 2010 (-1%). Le italiane hanno bisticciato soprattutto con i collant, le cui vendite nel 2009 sono scese del 13%, continuando un calo che prosegue da anni. I valori hanno tenuto finché i prezzi dei capi hanno continuato a crescere, ma quando nel 2010 sono scesi di mezzo punto percentuale, il fatturato del comparto è calato di un punto e mezzo, attestandosi a poco più di 4 miliardi di euro. Così interpreta ciò che è successo Maurizio Castelli, analista di Sita Ricerca, che ha raccolto tali dati: «Una componente del declino è stato il “downgrading” dei prezzi. Sicuramente nella fascia alta c’è stato un indebolimento del mercato, soprattutto da parte delle griffe. A
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davanti al punto vendita. Anche per il segmento dei costumi da bagno il 2010 è stato tutt’altro che all’insegna dell’estiva spensieratezza (-4,9% in valore), anche perché il giugno 2010 non è stato particolarmente caldo. A giudicare dalle piogge che si sono viste quest’anno, c’è da storcere la bocca. Un’altra tendenza netta è la forza sempre crescente delle catene: per i costumi da mare (fonte Sita Ricerca) i negozi monomarca pesano ormai per il 35,9%, che sommato al dato
della grande distribuzione (15,3%) e degli outlet (4,3%), portano i canali tradizionali, in primis degli indipendenti (33%), a un ruolo minoritario.
Niente crisi per Calzedonia e Yamamay
Questo stato di fatto non poteva che influenzare l’andamento dei principali attori del mercato e le loro strategie, che in tutti i casi hanno visto l’accelerazione sulle vendite nei negozi a marchio proprio. Con la
collaborazione della società di consulenza MicroSectors, ne sono stati analizzati i bilanci, fermi al 2009. Le società sono state divise in tre gruppi: al primo appartiene Golden Lady Company spa, azienda prevalentemente produttiva e per questo più in difficoltà delle altre. Nel suo conto economico denuncia un calo del fatturato dell’11%, soprattutto per la contrazione del mercato russo, e una ancora maggiore discesa del Margine Operativo Lordo, -30%, per effetto di costi non modificabili nel breve periodo. Per assecondare il trend di mercato è proseguito lo sviluppo della catena Goldenpoint, giunta
I bilanci delle aziende dell'intimo Calzedonia spa
2008
2009
Fig. 1
Yamamay
2008
2009
Golden Lady Company spa
2008
2009
Branded Apparel Italia srl
2008
2009
Oysho Italia
2008
2009
Triumph International Rome spa
2008
2009
Ricavi 804.428 911.114 105.928 118.468 445.709 393.536 133.737 117.125 34.447 41.573 76.992 74.394 MOL 61.176 85.870 24.681 23.377 68.771 48.329 2.041 3.559 2.410 7.377 914 1.044 Risultato netto 10.887 30.866 8.576 9.390 16.381 2.163 8.040 -346 -3.196 1.649 -780 -962 Variazioni % ricavi 13,3 11,8 -11,7 -12,4 20,7 -3,4 MOL 40,4 -5,3 -29,7 74,4 206,1 14,3 magazzino 0,7 -2,7 -0,8 -18,8 22,6 -7,8 Dati in % RO/ricavi 2,8 4,2 17,8 13,9 6,9 2,6 0,3 1,3 -6,8 5,7 -1,2 -0,8 Acquisti/ricavi 61,7 58,8 37,9 33,9 30,4 27,6 35,9 41,1 44,8 41,7 73,4 66,5 Servizi/ricavi 20,5 19,0 27,5 26,4 34,2 36,8 28,5 25,4 10,7 8,5 19,8 17,5 personale/ricavi 5,1 4,7 11,4 12,8 18,3 18,1 21,2 21,4 20,7 17,1 10,8 11,2 Ricavi/addetto 608.033 686.597 283.230 272.340 159.410 144.576 210.610 172.497 n.d. 159.897 319.468 317.924 Costo lavoro/addetto 32.124 34.922 26.162 36.965 27.374 35.709 Durata crediti (gg) 58 58 118 102 57 60 78 79 4 1 134 134 Fonte: elaborazione MicroSectors
La distribuzione delle principali insegne nei mall
a fine 2009 a 635 punti vendita. Un’altra società prevalentemente produttrice, la Parah di Gallarate (Va), ha avuto un 2009 con cali di ricavi e un utile prossimo allo zero. A soffrire sono stati i mercati di Russia, Dubai, Grecia e Spagna. Ci sono state comunque nuove aperture, tra cui quelle negli outlet McArthurGlen di Noventa di Piave e di Barberino del Mugello e nella zona imbarchi dell’aeroporto di Milano Linate. Un secondo raggruppamento vede invece le due aziende italiane con la maggiore vocazione commerciale nel settore: Calzedonia e Yamamay. «I due attori – notano da MicroSectors – incrementano in misura significativa le vendite nel 2009. Per L'intimo nel canale travel
LO' by lovable 6%
Undercolors of Benetton 5%
Oysho 3%
Yamamay 16% Intimissimi 19%
Fonte: Reno
tamente o in franchising), nel suo bilancio mette l’accento sul sostegno al “rinnovo degli arredi e dei locali destinati alla vendita, per rendere i Fig. 4
Grandi Stazioni
Insegna
Stazione
Insegna
Benetton La Perla Calzedonia, Gallo, Intimissimi, Parah, Yamamay Gallo, Parah Yamamay Yamamay Yamamay Gallo, Yamamay Calzedonia, D&G, Intimissimi, Yamamay Golden Point
Milano Centrale Roma Termini
Calzedonia, Sloggi, Triumph, Yamamay Calzedonia, Coin, Etam lingerie, Golden Point, Intimissimi, United Colors of Benetton, Yamamay Calzedonia, Tezenis, Triumph
Yamamay la crescita del fatturato non ha trascinato un aumento del Mol», per l’incidenza degli investimenti e del costo del personale e perché alcune delle controllate acquisite sono ancora in fase di start up. «Calzedonia – continuano – è invece riuscita a recuperare redditività nel 2009, mantenendo contenuti i giorni di dilazione di pagamento della clientela e controllando il valore di magazzino». Sul fronte delle strategie, Calzedonia, che gestisce oltre 2.700 negozi (diret-
Indipendenti 10%
Fig. 3
Interregionali 3%
Calzedonia 20%
Aeroporto
Fonte: Edifis Intelligence
Goldenpoint 21%
La presenza nei mall per tipo di negozio di intimo
Tezenis 10%
Bari Bologna
Milano Linate Milano Malpensa T1 Milano Malpensa T2 Napoli Olbia Roma Fiumicino T 1-2 Roma Fiumicino T3 Verona
Fig. 2
dal fondo statunitense Sun Capital Partners. Il suo 2009 è stato particolarmente opaco e tra le priorità descritte nel bilancio c’è “l’accelerazione dello sviluppo di una propria catena di negozi diretti e in franchising”. Anche Triumph, parte del gruppo svizzero Triumph Universa, nel 2009 ha visto una certa difficoltà, ma ha avviato un processo di recupero, grazie alle performance dei monomarca e degli shop in shop nei department store (si veda l’intervista in queste pagine). Oysho, invece, fa parte del gruppo spagnolo Inditex, lo stesso di Zara, ed è in forte espansione: +20% di
Torino Porta Nuova
Centostazioni Stazione
Insegna
Milano PG Padova
Calzedonia, Intimissimi Calzedonia
negozi delle nostre catene sempre più belli, innovativi e accoglienti”. Il gruppo ha 1.259 punti Calzedonia, 1185 Intimissimi, 247 Tezenis, coprendo, con queste insegne, tre target molto diversi. Dopo aver acquistato una quota di controllo della Falconeri s.r.l., ha intrapreso la gestione di un quarto brand monomarca che commercializza magliera “fine” maschile e femminile. Tra le prossime aperture ci sarà quella di un “big box” nel parco commerciale del “Centro Sicilia” di
Nazionali 87%
Misterbianco (Ct, si veda servizio a pagina 28) dove saranno ospitate tutte e tre le insegne. Completano il quadro i 34 negozi classificati come outlet. La grande concorrente, Yamamay (Inticom spa), ha anch’essa continuato lo sviluppo dei suoi punti vendita, arrivati nella primavera/ estate del 2010 a 600, di cui 85 all’estero. La maggior parte è in franchising (76,7%), ma la quota dei negozi di proprietà è in crescita. Diretti sono stati tra gli altri lo shop nell’outlet di Marcianise (Ce), i punti vendita nell’aeroporto di Napoli Capodichino e quello all’interno dell’Ospedale Niguarda di Milano, dove c’è anche un Goldenpoint. Nel 2010 sono stati aperti inoltre circa 25 nuovi negozi internazionali. Per Yamamay, infine, va ricordato il processo di fusione con il brand di valigie Carpisa (Kuvera spa), di Nola (Na). L’operazione è stata agevolata dalla vendita del 50% di Inticom detenuto dalla famiglia varesina Garda alla famiglia Cimmino, che ha una quota del 25% in Kuvera. Il terzo gruppo di aziende analizzate è formato da società straniere presenti in Italia: Branded Apparel Italia (divisioni Lovable e Playtex), Triumph e Oysho. Branded Apparel Italia appartiene al gruppo industriale Dba, controllato
Fonte: Reno
fatturato e ritorno in utile dopo la perdita di oltre 3 milioni del 2008. Come per Zara, la società vede un “fattore di successo” la presenza sul territorio e per questo ha aperto svariati punti vendita sia al CentroNord, tra cui il flagship store di Corso Vittorio Emanuele, che al Sud.
Nei mall è affare di pochi
Un ruolo cruciale, nelle strategie delle catene, lo ricoprono i centri commerciali. In questo canale intimo e mare vedono, ancor più che in altri settori, una netta contrapposizione fra grandi catene estese e diffuse in tutta la Penisola e piccoli punti vendita indipendenti. Da un’analisi del database della società di consulenza Reno effettuata per r&f risultano, nei centri commerciali italiani, un totale di 89 insegne e 1129 punti vendita di cui solo 117 sono slegati da catene nazionali o interregionali. Il risultato è una quota di mercato pari al 10% contro lo schiacciante 90% dei player nazionali. In questo canale, spiega la società di consulenza, c’è un’elevata mobilità, perché molti indipendenti si trasformano in catene. Il secondo fattore che emerge «è la quasi totale assenza di catene di piccole dimensioni: i piccoli sono davvero piccoli, con al
retail&food - luglio/agosto 2011 45
analisi mercato massimo un paio di punti vendita in una stessa località e i grandi sono catene». Fra questi due estremi di “nani e giganti” troviamo solo tre insegne: Jolidon, Fruscio e Darjeeling che contano rispettivamente 17 punti vendita diffusi in 5 regioni prevalentemente al Nord la prima, 11 punti
›Milano, boom in Centrale intervista
e ora il megashop
Gennaro Bruno, country retail manager Triumph Nel 2009 Triumph, marchio di intimo e mare di fascia medio-alta, ha sofferto nelle vendite (-3,3%). Colpa del canale grossisti, mentre sono volati i numeri dei monomarca (+23% e +10% a parità di negozi). Una tendenza che è migliorata nel 2010, spiega il country manager Gennaro Bruno. Come si è chiuso il 2010? Parlando di negozi tra il 2010 e il 2009 siamo cresciuti del 13% nel like for like e del 40% contando le nuove aperture. È una tendenza che negli ultimi tre anni si è confermata. L’incremento è stato guidato dall’intimo e dal mare, grazie al nuovo segmento shaping. Sono andati particolarmente bene i centri commerciali. A Euroma2 abbiamo viaggiato attorno al 40% in più rispetto allo storico comparabile; a Torino Grugliasco la crescita è stata del 12%, a Roma Est del 34 per cento. Qual è la vostra strategia di crescita? Larga parte dello sviluppo a livello europeo di Triumph sarà fatto in Italia. Abbiamo acquisito 9 contratti. L’apertura più importante sarà quella, dopo 8 mesi di lavori, del nostro negozio più grande d’Europa: sarà a Milano in piazza Cordusio, su via Dante. Si tratterà di un flagship di 240 mq sul piano strada e 560 mq sul primo piano. Avrà anche la funzione di ospitare gli eventi più significativi. Sono negozi diretti o in franchising? Sono tutti negozi diretti. Finché uno sviluppo concreto della
catena non è stato compiuto e lo standard non è stato verificato in tutti i dettagli, uscire con un franchising non è corretto. Noi siamo già pronti, il modulo su carta funziona, lo dovremmo lanciare nel corso del 2012. Quanto pesano i monomarca e gli shop in shop? Il retail puro pesa per il 15% del business. Arriviamo al 18% con gli shop in shop nei department store. Ho preso il progetto nel marzo 2007 e allora incideva per il 3 per cento. Ora i negozi sono 34, più circa 80 porte shop in shop. Avete negozi nelle stazioni di Torino P. N. e Milano Centrale. Ci saranno altre aperture? A Milano e Torino i risultati sono stati sorprendenti: a Milano stiamo facendo il 49% in più del budget preventivato, a Torino il +14 per cento. La resa del negozio di Milano Centrale è la più elevata d’Europa a metro quadro. Abbiamo quindi dato la disponibilità a Grandi Stazioni ad aprire anche a Venezia, Firenze e Roma Termini. Vorremmo anche allargare il negozio di Milano. Si parlava dello spazio in mezzo ai due nostri negozi di Sloggy e Triumph. Abbiamo chiesto di fare “asap”. Gli aeroporti vi interessano? Siamo stati cauti finora, ma accertato che siamo in grado di fare negozi nel canale travel e che portano risultati, il prossimo passo è quello di presidiare anche gli aeroporti.
marittime di prestigio, e Sundek, che ha iniziato lo sviluppo dei propri monomarca in località marittime di alta levatura come Santa Margherita Ligure e Milano Marittima.
Travel, è corsa a due
vendita e 5 regioni del Nord e Isole la seconda, 10 punti vendita con un’espansione da Nord a Sud che copre 6 regioni l’ultima. Gli attori principali si dividono invece in 8 insegne, suddivise equamente in player (Goldenpoint, Calzedonia, Intimissimi, Yamamay) che detengono una quota di mercato dal 17% al 20%, e in follower (Tezenis, LO’ by Lovable, Undercolors of Benetton, Oysho) con una percentuale che varia dal 3% al 9 per cento. Leader nazionale per capillarità è Goldenpoint, con 220 negozi in 18 regioni e il 24% di quota mercato. Seguono Calzedonia e Intimissimi, rispettivamente con 214 e 202 punti vendita e diffusione in 18 regioni; ultimo, ma in forte sviluppo, Yamamay, stessa diffusione regionale e una percentuale del 16 per cento. Scendendo nella classifica troviamo Tezenis con 106 shop e LO’ by Lovable con 69 store in 16 regio-
46 retail&food - luglio/agosto 2011
ni; con 5 punti percentuali c’è Undercolors of Benetton, con una sessantina di punti vendita in 16 regioni. Ultima in termini numerici è Oysho (3% con 32 punti vendita in 11 regioni), che però è comparsa solo di recente sul nostro mercato e ha voglia di crescere. Fattore interessante da notare, spiegano gli analisti di Reno, è la scelta da parte dei marchi di diffondere il marchio trasversalmente e indifferentemente dall’importanza del centro commerciale, a differenza di quanto avviene per altre merceologie. Solo Oysho e Tezenis, fino ad adesso, sembra non abbiano ritenuto molto attraenti i centri di rating inferiori. La spiegazione è dovuta in primo luogo al fatto che è una merceologia rivolta a un pubblico multitarget. In secondo luogo centri commerciali di uguale grandezza hanno un numero diverso di negozi di intimo: sono per esempio 11 all’Oriocenter e 4 al Carosello di Carugate o all’Auchan
Casamassima di Bari (tutti classificati AAA nel rating Reno, ossia super-regionali, con più di 60mila mq di gla, più di 100 negozi, diverse ancore, un bacino di oltre 100 km e più di 8,5 milioni di clienti all’anno). La percentuale media si attesta, comunque, attorno al 4,5%, inferiore rispetto a categorie come la gioielleria (5%). Tra gli altri fenomeni da segnalare c’è poi Incanto, un’insegna russa con ambizioni italiane; conta 6 punti vendita distribuiti, per quanto concerne le strutture commerciali, in Piemonte (3 punti vendita), Lombardia (2 punti vendita) e Liguria (1 punto vendita) e mira a svilupparsi ulteriormente sul nostro territorio. Sono invece assenti negli shopping center le insegne di target medio alto, quali La Perla, Lejaby o Parah. Altri attori la cui gamma è dedicata solo al settore mare e impegnati nella conquista del palcoscenico italiano sono Vilbrequin, che sviluppa in città turistiche e località
Il canale del travel retail vede pochi nomi presenti, anche se qualche piccolo spiraglio per marchi di griffe si trova. L’insegna che più presidia gli scali italiani è Yamamay, che conta 5 punti vendita (Linate, Malpensa T2, Napoli, Olbia e Fiumicino T3). Segue Calzedonia, con due negozi dell’insegna omonima e due di Intimissimi. Goldenpoint c’è solo a Verona, a un’ora di auto dalla sede di Castiglione delle Stiviere (Mn). Tra le proposte più di nicchia, spunta il nome di Gallo (calze di fascia alta), installato a Linate, Malpensa e a Fiumicino. Gli scali di Sea sono anche presidiati dalla varesina Parah, mentre a Bologna trova spazio il marchio “premium” La Perla. Le stazioni hanno mediamente più negozi di intimo rispetto agli aeroporti. Roma Termini, in particolare, ne segnala sette: Calzedonia, Coin, Etam Goldenpoint, Intimissimi, United Colors of Benetton e Yamamay. Quattro sono invece a Milano Centrale e tre a Torino Porta Nuova. Tutto appannaggio di Calzedonia è invece il circuito di Centostazioni: il brand è presente a Padova e a Milano Porta Garibaldi. In quest'ultima location è accompagnato da Intimissimi. Fabrizio Patti
dossierareediservizio2011
A cura di Fabrizio Patti
Sirio
S
irio spa è l’oggetto della sesta puntata della rubrica dedicata ai formati della ristorazione e dei market in autostrada. La sua presenza in questo canale è molto ridotta, perché vi si trovano solo 4 locali sui 49 complessivi della società, la maggior parte dei quali è negli ospedali. Una caratteristica che distingue il marchio è la data recente sia della costituzione dei formati (2010 per bar, pizzeria al trancio e market, 2008 per il ristorante self service) sia del loro restyling, avvenuto per tutte le formule nel 2011. Le superfici di vendita non sono amplissime, anche in confronto alla concorrenza: per il bar vanno da 30 a 85 mq, per la pizzeria al trancio da 15 a 50, per il supermarket da 20 a 100. Più esteso il ristorante free flow (presente in due punti autostradali), che si estende in un caso fino a 400 metri quadrati. Tutti i formati prevedono sconti per i pendolari e il market è dotato di prodotti tipici regionali e di prodotti freschi, nei corner SIfruit e SIverdura. Tra le innovazioni segnalate vale la pena di ricordare il corner SIcucciolo, dedicato ai generi di prima necessità per animali domestici.
I formati della ristorazione e del market in autostrada Formato Bar nome mq min-max data creazione data ultimo restyling numero punti autostradali in cui è presente scontrino medio (solo autostrada) sedute min-max clienti serviti/anno (solo autostrada) presenza scontistica per pendolari elemento più innovativo del formato Pizzeria al trancio nome formato mq min-max data creazione data ultimo restyling numero punti autostradali in cui è presente scontrino medio (solo autostrada) sedute min-max clienti serviti/anno (solo autostrada) presenza scontistica per pendolari elemento più innovativo del formato Ristorante self service/free flow nome formato mq min-max data creazione data ultimo restyling numero punti autostradali in cui è presente scontrino medio (solo autostrada) sedute min-max clienti serviti/anno (solo autostrada) presenza scontistica per pendolari elemento più innovativo del formato Market
nome formato mq min-max data creazione data ultimo restyling numero punti autostradali in cui è presente scontrino medio (solo autostrada) clienti serviti/anno (solo autostrada) presenza di prodotti locali/regionali (della regione in cui è presente il punto vendita) presenza area con prodotti freschi per pendolari presenza scontistica per pendolari elemento più innovativo del formato
* Marchi registrati da Sirio S.p.A.
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Sicafé* 30 - 85 area cliente, 75 - 155 complessivi 2010 2011 4 n.d. 0-35 2.000.000 Menù Mattino, Menù Snack, SpremutaPiù, Immagine, vetrine SIpizza* 15-50 2010 2011 3 n.d. 0-25 n.d. sì Trancio ricco IL TAGLIERE 150-400 2008 2011 2 n.d. 50-200 800.000 Sì Scelta, varietà dei prodotti SImarket* 20-100 2010 2011 4 n.d. 600.000 Sì, in tutti i PdV ci sono prodotti tipici regionali Sì, nel corner "Sifruit"* e "Siverdura"* Sì Corner "SIcucciolo"* dedicato ai generi di prima necessità per animali domestici
© Edifis Intelligence
international Un Big Mac a Sarajevo
Come riporta Planet Retail, McDonald’s ha annunciato che aprirà il suo primo ristorante in Bosnia-Erzegovina nel terzo trimestre del 2011. Sarà nella capitale Sarajevo e sarà seguito da opening in altre città, tra cui Banja Luka, il capoluogo maggiore della parte serba del paese. Intanto la multinazionale ha fatto registrare un aumento delle vendite a parità di negozi del 3,1% a maggio. A trainare le crescite sono stati Asia, Medio Oriente e Africa (+4,3%) con la Cina in testa, mentre in Europa e negli Usa l’incremento si è fermato poco oltre i due punti percentuali. Negli Stati Uniti pare che l’avanzata sia dovuta al “frozen strawberry lemonade”, una sorta di granita con sciroppo di fragola e limone.
McArthurGlen scommette su Atene
Le manovre lacrime e sangue imposte al governo greco non scoraggiano gli investimenti di McArthurGlen. La società inglese alla fine di giugno ha aperto il suo primo designer outlet nel paese, ad Atene, nei pressi dell’aeroporto internazionale. Si tratta di un progetto da 100 milioni di euro e 21mila metri quadrati di spazio di vendita. I 110 marchi ospitati effettuano sconti tra il 35 e il 70 per cento sui listini. Il villaggio commerciale è su due livelli e conta di attrarre sia i turisti che i greci i quali, secondo una nota di McArthur, nonostante la crisi hanno una forte cultura dei marchi.
Clima da stadio al Jfk
Il travel retailer Ssp America ha aperto nel T4 dell’aeroporto Jfk di New York il bar a tema sportivo Stadium Club. Esteso per circa 220 mq, rende omaggio allo stile degli stadi e delle arene sportive di New York. Lo stile mescola elementi moderni, come i sei schermi al plasma che trasmettono sport, retro o gli sgabelli di design color ruggine, e retro. Si trovano quindi luci tonde pendenti sopra il lungo bancone, muri con mattoni a vista, pavimento di legno e soprattutto una collezione di foto in bianco e nero dei templi dello sport newyorchese. Anche il menù richiama il cibo da stadio e dei bar dello sport, con hot dog, panini artigianali e più di 20 birre servite. I posti a sedere sono 98. Il locale è stato sviluppato con la Jfk Iat, la società che gestisce il T4 dell’aeroporto.
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duty free world
By Kevin Rozario - London
TFWA's Singapore show – a beacon of hope La fiera TFWA di Singapore - un faro di speranza Uncertainty surrounding Greece's troubled economy continues to dampen sentiment across Europe and this extends to travel retail which is being affected by falling tourism, not only to Greece, but other bailed-out markets like Ireland and Portugal. Fortunately for global travel retailers, Asia is bounding ahead and Tax Free World Association's recent regional travel retail show, TFWA Asia Pacific, was a timely reminder as to where future fortunes might lie. The exhibition has taken a while to get its feet firmly on the ground with an uneven trajectory in terms of exhibitor numbers over the years. Just when things were looking up after the 2008 show sold out for the first time, the financial crisis hit. This year the event again reached a turning point with all the space taken and exhibitors rising from 177 in 2010 to 212, dominated by the beauty houses which have a 25% share. TFWA management are now considering whether to open up a new floor next year to accommodate more brands. Given that Asia easily outstripped global travel retail growth in 2010, led by beauty and luxury goods, there is little doubt that this show has strong potential for development. That will be largely governed by the Chinese market and Chinese travellers. Their appetite for prestige products seems insatiable, which is why it is difficult to find any luxury group today without a strategic plan for speedy expansion in China. Chinese traveller numbers are constantly rising: in 2010 they made 57.4 million outbound trips, up 20.4% on the previous year. Compare that to overseas visitors to Ireland in 2010 which, at just over six million were below those in 2003 (source: Central Statistics Office Ireland); or Portugal's declining annual tourism receipts since 2008 (source: Euromonitor International); or Greece where the Hellenic Statistical Authority's tourism turnover index puts 2010 at 95.1, significantly below the 2005 base year (valued at 100). It is not too difficult to see why looking east is an easy option. Asian travel retail also has the benefit of a preexisting mature market of high-spending nationals from South Korea and Japan, as well as many airport and tourism infrastructure projects in the pipeline across the region. The west may be buckling down, but austerity is a word with little resonance in this part of the world.
L’incertezza che circonda la travagliata economia della Grecia continua a smorzare gli entusiasmi di tutta Europa. Ciò si estende al travel retail, che è colpito dal turismo in calo, non solo in Grecia, ma anche in altri mercati soggetti a salvataggi, come l'Irlanda e il Portogallo. Fortunatamente per i travel retailer globali, l'Asia sta avendo un rimbalzo e la recente fiera regionale sul travel retail della Tax Free World’s Association, TFWA Asia-Pacifico, è stato un tempestivo promemoria su dove potrebbero risiedere le fortune future. La fiera ci ha messo un po’ a radicarsi fermamente, e ha avuto una traiettoria irregolare in termini di numero di espositori nel corso degli anni. Proprio quando le cose andavano bene dopo che lo show del 2008 aveva fatto il tutto esaurito per la prima volta, è scoppiata la crisi finanziaria. Quest'anno la manifestazione ha raggiunto di nuovo un punto di svolta con tutto lo spazio occupato e gli espositori in aumento dai 177 del 2010 a 212, dominati dalle società del settore della bellezza, che hanno una quota del 25 per cento. II management del TFWA sta ora valutando se aprire un nuovo piano il prossimo anno per accogliere più marchi. Dato che l'Asia ha facilmente superato la crescita globale del travel retail nel 2010, guidata dal settore beauty e dai beni di lusso, non c'è dubbio che questa fiera ha un forte potenziale di sviluppo. Questo sarà in gran parte governato dal mercato cinese e dai viaggiatori cinesi. Il loro appetito per i prodotti di prestigio sembra insaziabile, motivo per cui è difficile trovare un gruppo di lusso oggi senza un piano strategico per una veloce espansione in Cina. I numeri dei viaggiatori cinesi sono in costante aumento: nel 2010 hanno fatto 57,4 milioni viaggi verso l'estero, in crescita del 20,4% rispetto all'anno precedente. Comparate questo ai visitatori stranieri in Irlanda nel 2010 che, a quota poco più di sei milioni, sono stati inferiori a quelli del 2003 (fonte: Central Statistics Office Ireland); o agli incassi turistici annuali del Portogallo in calo dal 2008 (fonte: Euromonitor International); o alla Grecia, dove l'indice del fatturato del turismo dell’Autorità statistica greca mette il 2010 a quota 95,1, al di sotto in maniera significativa dell’anno base 2010 (valutato 100). Non è troppo difficile capire perché guardare a est è una scelta facile. Il travel retail asiatico ha anche il vantaggio di poggiare su un preesistente mercato maturo di alta spesa da parte dei cittadini della Corea del Sud e del Giappone, così come su molti progetti di infrastrutture aeroportuali e turistiche in cantiere in tutta la regione. L'Occidente può essere declinante, ma l'austerità è una parola con scarsa risonanza in questa parte del mondo.
Gatwick, lounge gratis per chi arriva in treno…
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ome rendere attrattivo il collegamento ferroviario di un aeroporto? La risposta dello scalo di Gatwick, Londra, è stata questa: offrire l’accesso gratuito a una sala d’attesa ai passeggeri che acquistano online un biglietto di andata e ritorno in prima classe sul Gatwick Express. Il biglietto di andata e ritorno in prima classe su Gatwick Express costa 50 sterline. L’ingresso a una delle due lounge chiamate “No. 1 Traveller”, situate nel terminal nord e sud, costa invece 20 sterline (25 col bicchiere di champagne incluso). La sala nel terminal sud ha aperto nel 2009, mentre quella a nord è stata appena inaugurata. Nei suoi poco meno di 1.000 mq, quest’ultima offre anche una spa con diversi percorsi benessere. La lounge sud, invece, si trova tra le altre cose un calcio balilla deluxe.
…Heathrow, al T5 nuovi spazi e il bar extra-lusso
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re milioni di nuovi passeggeri all’anno potranno affluire nel T5 C, la nuova area del Terminal 5 dell’aeroporto di Londra Heathrow. Nello spazio ci sono12 gate, otto dei quali in grado di gestire i 12 Airbus A380, gli aerei di linea più grandi al mondo, che dal 2013 voleranno con livrea British Airways. Nello stesso T5 di Heathrow la Diageo, ossia la più grande azienda al mondo nel settore degli alcolici, ha aperto il proprio “World Class Bar”, nella lounge della British Airways. Il locale, sviluppato in partnership con la compagnia aerea, fa parte di una strategia di comunicazione della Diageo rivolta ai viaggiatori per affari, prima del viaggio, in aeroporto e a bordo aereo. Nel bar sono serviti liquori ultra-premium e una serie di cocktail. Sarà aperto per un periodo limitato, durante il quale saranno raggiunti circa 160.000 passeggeri ad alta capacità di spesa.
C’è posto alla stazione St Pancras
Nella stazione ferroviaria londinese di St Pancras il gestore, HS1 Ltd, cerca società e marchi per completare il retail mix. In particolare sono disponibili quattro unità di retail al piano superiore della stazione, vicino al nuovo albergo 5 stelle Pancras Renaissance Hotel. Gli spazi totali dei quattro negozi sono attorno ai 370 mq. Nella stazione ci sono già spazi commerciali per quasi 9mila mq, distribuiti tra 40 negozi e 20 attività di ristorazione. La St Pancras è il terminal in cui arriva l’Eurostar per Parigi e Bruxelles e sarà il capolinea della navetta per il villaggio olimpico, in occasione dei giochi del 2012. È visitata ogni anno da 40 milioni di passeggeri, con un tempo di permanenza di 24 minuti. Chi acquista spende in media 10,81 sterline, «il doppio di quanto pensavano di fare», secondo la HS1.
La bellezza traina i mall francesi
Il flusso dei clienti nei centri commerciali francesi nel 2010 è sceso (-1,3%). Per questo è particolarmente positivo il dato diffuso dal Cncc sul fatturato, salito invece dello 0,7% lo scorso anno. Si tratta di un’inversione di tendenza dopo due anni di contrazione: -1,4% nel 2008 e -2,7% nel 2009. Sono andati bene in particolare gli shopping center intercomunali (+2,4%), ossia quelli in periferia, meno bene quelli regionali (+0,6%) e peggio quelli in centro città (-0,1%). Tra i comparti, exploit dei negozi specializzati in bellezza e salute (+21% e 15% di peso sul totale del giro d’affari) e buon andamento della categoria “cura della persona” (+2,9% e 35% del giro d’affari). Bene anche la profumeria (+3,8%) e la ristorazione-alimentari (+0,6%). Negativi invece i servizi (-0,5%), la cultura, i regali e il tempo libero (-1,4%) e i prodotti per la casa (-2,8%). C’è però da dire che tutte e quattro le categorie avevano avuto un 2009 ancora peggiore.
retail&food - luglio/agosto 2011 51
international Di Victoria’s Secret a Schiphol solo il profumo… Annunciato da tempo, ha aperto a giugno il primo negozio della marca di intimo Victoria’s Secret in Europa, all’interno dell’aeroporto di Schiphol. Il decimo punto vendita aeroportuale del brand si trova nella Lounge 3 e fa parte di un grande progetto di restyling dell’area (si veda r&f di maggio 2011). C’è però un piccolo particolare: il negozio non ha neanche un articolo di lingerie, a parte quelli nelle foto delle modelle, ma solo profumi e accessori.
…e a Oslo Starbucks debutta in aeroporto
Era successo in passato in altri paesi e la storia si ripete in Norvegia: Starbucks ha scelto un aeroporto, nello specifico quello di Oslo, come prima tappa di un piano di espansione nel paese scandinavo. La caffetteria aprirà all’inizio del 2012 e sarà gestita da Ssp, che già ne ha aperti 29 in sette paesi europei. L’aeroporto di Oslo serve 20 milioni di visitatori all’anno e ha un piano di ristrutturazione del Terminal 2, dove aprirà Starbucks, piuttosto ambizioso: durerà da quest’anno fino al 2017 e porterà la capacità a 28 milioni di passeggeri.
Massimo Dutti si presenta sulla Quinta Strada
Il gruppo spagnolo Inditex sta lanciando con sempre maggiore vigore il marchio Massimo Dutti. Fondata nel 1985 a Barcellona e acquistata da Inditex nel 1991, l’insegna di abiti per uomini che di italiano ha solo il nome ha aperto il suo primo negozio negli Stati Uniti. La location prescelta è la strada più famosa (e cara) al mondo per lo shopping: la Fifth Avenue di New York, in un complesso che ospitava in precedenza un punto vendita Zara, dello stesso gruppo Inditex. Per Massimo Dutti, già presente in 50 paesi, è anche prossimo lo sbarco nei paesi del Baltico, dove opererà il franchisee locale Apranga Group. Nel primo trimestre dell’anno Inditex ha visto crescere dell’11% i ricavi (2,96 miliardi di euro) e del 10% i profitti (a quota 332 milioni di euro).
52 retail&food - luglio/agosto 2011
Restyling da 210 milioni per il Chinook Centre
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l principale centro commerciale di Calgary, in Canada, ha appena concluso la sua operazione di restyling, iniziata nel 2008 e costata 300 milioni di dollari, pari a circa 210 milioni di euro. Il Chinook Centre, uno dei primi realizzati in città, ha aperto 60 nuovi negozi e conta 250 unità. È di proprietà della Cadillac Fairview Corporation. Un’altra operazione di restyling milionaria (150 milioni di sterline, pari a 134 milioni di euro) è stata invece pianificata dall’altra parte dell’Atlantico, a Shrewbury, non lontano da Birmingham. Anch’essa porterà a 60 nuovi negozi, unendo tre complessi esistenti, e terminerà nel 2015. L’italiana One Works, invece, concluderà a luglio i lavori di ristrutturazione degli interni del centro commerciale “Les Atlantes” di Tours, in Francia. Il progetto è ispirato al circostante territorio della Valle della Loira. Le forme e i colori proposti sono un chiaro riferimento agli edifici, ai palazzi e ai giardini dei castelli che popolano la regione. Grande rilevanza è stata data alla piazza centrale e alla nuova vasca d’acqua che vi si trova. Committente
è Euro Commercial Properties, lo stesso del Carosello di Carugate (Mi). Con la società Prelios One Worlks sta invece procedendo al restyling del fronte d’ingresso della Galleria Manzoni a Milano e del centro commerciale Noverasco di Opea (Mi). •
Missione Sudafrica per Bk e Yum!
L’economia del Sudafrica cresce e due grandi catene di fast-food si preparano a sbarcare sul suo territorio. Il sito sudafricano businessday.co.za, cita fonti interne di Burger King, secondo le quali il colosso con sede in Florida starebbe valutando l’approdo nel paese. Anche Yum! Brands avrebbe espresso entusiasmo verso il Sudafrica, a detta di analisti citati dal sito. L’unico ostacolo a questi progetti è la presenza in forze di due attori di primissimo piano: McDonald’s, che ha 132 ristoranti ed è attivo dal 1995, e soprattutto Steers (del gruppo Famous Brands), che conta 520 punti vendita. Stando su dati reali, Bk ha intanto nominato la società di private equity Vinci Partners come proprio master franchisee per il Brasile. Secondo il quotidiano finanziario locale Valor Economico, Bk investirà 570 milioni di dollari nei prossimi 5 anni, con l’obiettivo di arrivare a gestire 900 location.
Per il wi-fi il futuro è tra mall, ristoranti e stadi…
Il mercato del wi-fi negli aeroporti e negli hotel è (almeno negli Usa) saturo. Per questo la società fornitrice di servizi per il wi-fi Boingo Wireless, che ha importanti quote di mercato nei due canali citati, ha annunciato che i prossimi terreni di conquista saranno tre: i centri commerciali, gli stadi e le catene di fast-food. In tutte e tre i canali la differenza rispetto al passato è, come noto, il fatto che le persone navigano con gli smartphone. La Boingo ha siglato un accordo con lo stadio dei Bears di Chicago (Chicago’s Soldier Field) e il centro commerciale The Grove di Los Angeles. Più ardua sarà la battaglia nei ristoranti, dato che è in pole AT&T, che fornisce i servizi a McDonald’s e Starbucks. In tutti e tre i settori, secondo Forbes, Boingo punta a una quota di mercato paragonabile a quella negli altri canali, che va dal 43% del Nord America al 25% dell’Europa.
...e Hapag-Lloyd fa telefonare su altre due navi
Nelle crociere nelle regioni polari, nei Mari del Sud e in Amazzonia i passeggeri delle navi della compagnia HapagLloyd Cruises possono ora telefonare dai loro cellulari. La compagnia ha infatti fatto installare a bordo dei sistemi implementati dalla OnAir, società specializzata nelle telefonate a bordo degli aerei. Il servizio si è esteso alle due navi Ms Hanseatic e Ms Bremen, mentre da un anno era stato sperimentato sulla Ms Europe. Hapag-Lloyd è la principale compagnia di crociere di fascia premium tedesca, ed è controllata al 100% dalla Tui Ag.
Portogallo, il 555 rivoluziona il travel retail
Il modello 555 irrompe nel commercio aeroportuale portoghese. Non si tratta dello schema calcistico più famoso della commedia all’italiana ma di un piano ambiziosissimo (ma non tanto più chiaro di quello de L’Allenatore del Pallone) di sviluppo del travel retail. L’obiettivo è di far salire i ricavi dell’Ana, gestore degli scali lusitani, dagli attuali 48 a 75 milioni di euro nel 2016 (equivalenti a 366 milioni di euro di fatturato per i concessionari). Per arrivarci l’Ana vuole introdurre 5 concetti chiave in 5 aeroporti, nei prossimi 5 anni. Ecco l’elenco dei concetti chiave. Primo: area, layout, design e “sense of place”; secondo: concept sulla base dell’esperienza dei passeggeri; terzo: mix dei tenant e mix di prodotto; quarto: marketing/comunicazione/branding; quinto: gestione delle concessioni. Chiarisce Luìs Rodolfo, direttore retail di Ana, a Moodie Report: «Alla base del piano c’è un’intera nuova vision che favorisce l’esperienza del viaggiatore». E ancora: «i retailer devono essere più di retailer: devono raccontare storie, divertire e insegnare. Vogliamo investire in eccitazione per metro quadro, sorprendendo i nostri passeggeri e offrendo loro ciò di cui hanno bisogno veramente a un prezzo giusto».
Luìs Rodolfo
L’edicola virtuale in arrivo a Minneapolis
Arrivi in edicola, vedi un totem pieno zeppo di iPad esposti. Ne prendi uno, scarichi il materiale che ti interessa e lo prendi in affitto per la durata del viaggio. Una volta arrivato a destinazione usi un pacco postale pre-pagato ricevuto nel momento del noleggio. Fantascienza? Quasi. Di reale al momento non c’è niente, ma la società Otg ha annunciato che installerà l’”Otg Media Bar” nel 2012 nel Minneapolis-St Paul
International Airport, nell’ambito di una partnership con Delta Airlines per rammodernare i punti food&beverage nello scalo. Il comunicato aggiunge che il progetto fa parte di un investimento della Delta da 2 miliardi di dollari per migliorare l’esperienza di viaggio dei consumatori; che il totem virtuale sarà inserito in un’edicola tradizionale; che chi ha già un iPad potrà usare lo spazio per scaricare rapidamente i contenuti. Non una parola, però, sul rischio di furto dei tablet.
retail&food - luglio/agosto 2011 53
stazionario Al mare con Arenaways
Con l’arrivo della stagione calda Arenaways porta i torinesi al mare. Dallo scorso 18 giugno l’operatore privato ha attivato il servizio che collegherà per tutta l’estate Piemonte, Liguria e Toscana. Il tragitto, dal costo di 35 euro comprensivo di andata e ritorno, sarà percorso tutti i giorni della settimana con partenza da Torino Porta Susa e arrivo a Pisa. Le tappe intermedie sono Asti, Alessandria, Genova, Levanto, Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore e La Spezia. L’iniziativa include l’accordo di partnership con Rail Travel Italy, società dell’agenzia marittima Cambiaso & Risso, per l’organizzazione di un treno charter pensato per i crocieristi provenienti dal porto di Livorno, che permetterà loro di fare il tour delle Cinque Terre. Tra i vari servizi a bordo si annovera la novità dell’ufficio postale telematico all’interno della Carrozza Unica, che sarà portato presumibilmente a luglio anche sui convogli della tratta Torino - Milano.
Cremonini, altri tre anni sotto la Manica
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arà gestito fino al 31 maggio 2014 da Gruppo Cremonini, attraverso la controllata Momentum Services Ltd, il servizio di ristorazione a bordo dei 60 treni ad alta velocità che collegano Londra a Parigi e Bruxelles passando attraverso la Manica. La conferma della collaborazione, che prosegue ininterrotta dal 2000, è stata decisa dalla società inglese Eurostar Group ldt. Il prolungamento del contratto rappresenta il quarto incarico consecutivo sui treni inglesi Eurostar per la società modenese, dopo che ha vinto le gare internazionali nel 2000 e nel 2007 e ottenuto i due successivi rinnovi. Oltre alla gestione della ristorazione on
Ntv, via libera per fine anno
Disco verde per Ntv. L’operatore privato, che farà concorrenza al Frecciarossa di Trenitalia, potrà partire nel 2011 in virtù del nuovo Prospetto informativo della Rete di Rfi. La correzione al documento che regola i rapporti tra gestore dell’infrastruttura e imprese ferroviarie ha ripristinato le condizioni necessarie per l’avvio del servizio entro fine anno. La tempistica era stata messa in forte dubbio dalla precedente modifica della regola relativa alla presentazione del certificato di sicurezza da parte delle imprese ferroviarie. Soddisfazione è stata espressa dal vettore, nella persona dell’amministratore delegato Giuseppe Sciarrone, dopo che la stessa società aveva contestato le normative contenute nel Pir perché cambiavano le regole in corsa.
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Retail Group, prende Vyta la ristorazione
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iente vacanze nel calendario di Retail Group. In linea con la programmazione, già annunciata da r&f negli scorsi mesi, a luglio aprono i due locali a insegna Vyta. Dopo Milano Centrale il brand di ristorazione approda quindi a Torino Porta Nuova e a Napoli Centrale. Nel frattempo prosegue l’attività della società guidata da Nicolò Marzotto sul fronte dei termporary store, a conferma della vivacità di questa formula nel canale delle stazioni. L’ultimo ad essere avviato è stato il Temporary di Valsoia, aperto nel terminal piemontese e operativo fino a settembre. Nel merito dell’iniziativa, l’architetto Massimiliano Rubcich ha realizzato un concept che promuove la vita salutare e “green”, in linea con la vision di Valsoia, attraverso l’utilizzo del prato, dei giardini verticali, delle lampade Photosynthesis e della libreria in cartone riciclato. Il tutto racchiuso in uno stile pulito e luminoso. •
board, l’accordo comprende i servizi di accoglienza per i viaggiatori nelle Vip Lounge delle stazioni. Il fatturato complessivo nel prossimo triennio è stimato in circa 180 milioni di euro, gran parte dei quali generati dai circa 9,5 milioni di passeggeri che ogni anno utilizzano i treni Eurostar. In virtù di questo contratto Cremonini conferma la leadership sui treni ad alta velocità nel Vecchio Continente. Il Gruppo è oggi il primo player europeo del mercato della ristorazione a bordo treno, con oltre mille treni serviti quotidianamente in sei Paesi europei e 35 milioni di clienti all’anno. •
Centostazioni, cambia la guida ma la direzione è retail
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l timone di Centostazioni, con l’incarico di presidente, è stato nominato Paolo Torresani, che tra i vari incarichi ha ricoperto quello di capo ufficio stampa Rai e di condirettore generale Stet. Ma la barra della società, in forza a Ferrovie dello Stato e partecipata da Save, rimane dritta sull’ammodernamento del network e sullo sviluppo della componente retail e servizi. Tra i nuovi punti vendita si annoverano quello nella stazione di Milano Porta Garibaldi a insegna Fashion Rio, risto-bar con ampio dehors esterno per un totale di 200 metri quadrati, aperto nelle ore serali. Nella temporary station di Parma ha aperto un locale a brand Cibiamo, specializzato nella focacceria e piadineria. Nel terminal ferroviario di Piacenza ha preso il via il laboratorio artigianale di camiceria Giancarlo Domizi di Alessandro Annibale, esteso su 90 metri quadrati. •
Roma Tirburtina, lotto commerciale in gara
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isulta tra le novità del catalogo immobili in vendita pubblicato sul sito di Ferrovie dello Stato. Si tratta di un lotto edificabile di 7.335 mq circa, adiacente alla Nuova Stazione Alta Velocità di Roma Tiburtina. La capacità edificatoria è di 43.800 mq di superficie utile lorda (SUL) tra direzionale e commerciale, oltre ad autorimesse per 8.000 mq circa. Come specifica l’inserzione, il terreno di proprietà di Rfi, adiacente l'accesso lato Pietralata della Nuova Stazione Ponte, è il primo di un più ampio complesso sul quale è in atto il processo di riqualificazione urbanistica previsto dal “Piano di Assetto della Stazione Tiburtina” approvato l'8 marzo 2000. La base di gara è fissata poco oltre i 73 milioni di euro. •
Retail Station
Burger King Burger King cala il poker di aperture sul tavolo italiano, arrivando a quota 70 locali nel Bel Paese. Il numero 67, inaugurato lo scorso 8 giugno, si segnala per la particolare location in Stazione Centrale a Milano, sul piano binari. Il punto vendita sfoggia la nuova immagine 20/20, è gestito dal franchisee Sarf, conta 120 posti a sedere e una forza lavoro di 38 persone. Del ristorante meneghino abbiamo parlato con Vittorio Tuninetti, responsabile sviluppo franchising divisione mediterranea di Burger King. Perché avete scelto la Stazione Centrale e quali sono i primi riscontri? Stiamo sviluppando in maniera aggressiva il mercato italiano, focalizzandoci sulle posizioni ad alto traffico. Nel 2011 apriremo quindi molti drive through e location premium come questa. Nei primi giorni di attività il ristorante in Milano Centrale ha lavorato molto bene. Le nostre aspettative sono state rispettate sia dal punto di vista delle performance che da quello dei tempi. La consegna degli spazi è avvenuta ad aprile e in due mesi Sarf ha allestito il locale operando a stretto contatto con il nostro team. A quanto è ammontato l’investimento? L’investimento è interamente a carico del franchisee, in linea con il nostro modello di business. Per aprire un BK occorrono in genere dai 500mila euro per le metrature più piccole agli 8/900mila euro per un drive through. Un ristorante come questo ha un impatto economico un po’ più basso rispetto a un drive through perché gli spazi sono ridotti. È la vostra prima location nel circuito di Grandi Stazioni. Vi siete posti degli obiettivi di fatturato? È presto per parlarne, ma le aspettative sono importanti. Essendo la
prima apertura che facciamo in questo network consideriamo tale esperienza come un buon test. Come si articola il contratto con Sarf? Normalmente la durata dei contratti franchising è di 20 anni. In Italia facciamo un’eccezione per cui li equipariamo alla durata del contratto d’affatto: 12 o 18 anni. In questo caso sono previsti poco più di 12 anni. A Milano Centrale aprirà anche un McDonald’s, come immagina la futura concorrenza? Credo ci sia spazio per tutti, soprattutto in realtà come queste ad alto traffico. In altri paesi, ad esempio in Spagna, ci sono addirittura casi door to door in cui entrambi i ristoranti performano molto bene. Valutate l’ingresso in altre stazioni? Non siamo focalizzati solo sul captive market, come stazioni, aeroporti e autostrade, ma stiamo sviluppando a 360 gradi. Per dare un dato: nel 2011 apriremo 13 drive through. Al momento non abbiamo pianificato altre aperture in questa tipologia di location (nelle grandi stazioni, ndr), ma ci stiamo lavorando e prima o poi replicheremo. A. P.
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stazionario Presentato il nuovo piano industriale: destinazione Piazza Affari?
FS, una Freccia chiamata desiderio
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i internazionalizzano e cambiano nome dopo 106 anni le FS. “Ferrovie dello Stato Italiane”, perché s’intenda anche all’estero che anima e core business sono tricolori, ton sur ton con il 150° dell’Unità d’Italia. Accelera l’Alta velocità sul Roma Milano: 2 ore e venti. Non ora, non subito: servono i sottopassi di Firenze e Bologna. Se ne riparla nel 2015 almeno. Infatti per limare quaranta minuti rispetto ad oggi si deve attendere l’entrata in funzione dei due tunnel – 2012 per Bologna e 2015 per Firenze – e l’ingresso in flotta di 50 nuovi Etr 1000, capaci di viaggiare a 360 all’ora su binari progettati per i 300 chilometri orari. Un miracolo tutto italiano, annunciato senza enfasi e senza fremiti dall’ad delle ferrovie Mauro Moretti. L’occasione è la presentazione del piano industriale 2011-2015 delle Ferrovie dello Stato Italiane, avvenuta alla stazione Termini di Roma il 22 giugno, alla presenza dei vertici del gruppo e del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli. Non c’è Tremonti, impegnato con la fiducia alla Camera, assente giustificato. Manda i saluti. Investimenti per 27 miliardi nei prossimi 5 anni, di cui oltre 6 miliardi per ammodernare la flotta nazionale e regionale. Taglio dei costi operativi di 300 milioni in cinque anni. Risanamento del settore merci entro il 2013. Completamento entro il 2015 delle nuove stazioni dell’alta velocità. È un piano industriale che nelle intenzioni punta al consolidamento del Gruppo e a una progressiva espansione sui mercati internazionali. Forte di «un’imponente opera di risanamento» che ha recuperato negli ultimi cinque anni 2,2 miliardi di disavanzo. Che si pensi a una quotazione in borsa? «È una discussione che non abbiamo ancora completato con l’azionista» dichiara Moretti. Ma il ministro Matteoli si dice “certo” della volontà del Governo di far quotare in borsa il gruppo, e aggiunge che anche Tremonti «vorrebbe che le Ferrovie gli restituissero qualche soldo». Del resto è lo stesso Giulio Tremonti a dire nel messaggio di saluto inviato «prima o poi, sono certo, qualcuno si presenterà comunque alla vostra assemblea per staccare una ricca cedola dividendo». Prima di andare a Piazza Affari bisogna mettere i conti a posto. C’è il peso dei nove miliardi di indebitamento, che diventeranno 11 a fine anno. Si stringe la cinghia con una ricapitalizzazione in contanti di 900 milioni di euro che attinge a ris orse interne. Nel 2012 avverrà quindi l’emissione di un’obbligazione per 3-5 miliardi di euro. Non è da escludere per sbarcare in borsa la separazione delle attività del Gruppo, quotando solo l’Alta Velocità, la parte più appetibile per il mercato, e aprire ai privati sul settore merci. La valorizzazione finanziaria delle Ferrovie italiane passerà anche – sostiene Moretti - «mettendo a disposizione tutti quei beni non strumentali per il core business». Fuori dai denti: i beni immobiliari non più necessari potrebbero essere ceduti o entrare in un fondo immobiliare. Nei prossimi cinque anni, dei 6 miliardi previsti per i nuovi treni 2,7 verranno investiti in 50 convogli ad
Mauro Moretti alta velocità e nella ristrutturazione di 59 treni veloci; 2,5 miliardi saranno destinati invece all’acquisto di 90 treni metropolitani, 300 nuove locomotive e alla ristrutturazione del parco esistente. Tutto ciò mentre perdurano i problemi cronici del servizio universale (i treni a lunga percorrenza) e locale (i treni per i pendolari); e su una norma che reinvesta parte degli utili dell’alta velocità nel restante 90% del traffico ferroviario non si trova l’accordo.Per ammissione dello stesso ministro Matteoli «non c’è un ordine di priorità per le infrastrutture» come la Torino-Lione o il terzo valico, quando gli si fa notare che il piano degli investimenti procede
Altero Matteoli a rilento. Ma rassicura che per la Torino-Lione «il ministro Maroni ha dato garanzie che l’opera partirà nei prossimi giorni» (come effettivamente avvenuto a costo degli scontri in Val di Susa, ndr), mentre «il terzo valico è una di quelle opere che questo governo vuole assolutamente». Sulla decisione dell’Autorità dei lavori pubblici di non riconoscere a Grandi Stazioni il diritto di prelazione sulla gara per la gestione della nuova staziona AV di Roma Tiburtina, Moretti si limita a prenderne atto: «al momento si va a gara libera». Salvo ricorsi, aggiunge. Adolfo Marino
La Replica: Panzera e la Centrale Pubblichiamo la lettera in risposta al “Mystery in shop” del numero di maggio di r&f Spettabile redazione, prima di tutto vi ringrazio per le parole di apprezzamento sulla qualità dei nostri prodotti (…). E ringrazio anche per le osservazioni un po’ meno piacevoli, che terremo attentamente in considerazione e che ci faranno sicuramente crescere ancora; riteniamo l'episodio del tutto isolato e assolutamente non linea con la nostra filosofia imprenditoriale, che pone ovviamente al centro il cliente, sotto ogni aspetto compreso quello della cortesia del personale. Per quanto riguarda il confronto con un altro locale situato vicino al nostro, ci permettiamo soltanto un commento che non vuole avere alcuno tono polemico. Gli spazi disponibili dall’altro locale sono nettamente superiori ai nostri con tutti i conseguenti vantaggi “logistici” per la clientela. Noi offriamo comunque al cliente la duplice possibilità di servirsi da solo o di essere servito, mettendo a disposizione anche i tavoli esterni sul marciapiede (opportunità molto gradita (…) ma che non è stata evidenziata nell'articolo). Scusandomi ancora per lo sgradevole episodio con cui purtroppo ha inizio l’articolo, permettetemi di ritenere la valutazione del nostro ambiente un po' ingenerosa, soprattutto se confrontata con l'indulgenza verso l'altra parte, pur rispettando assolutamente le sue idee e i suoi gusti. Il nostro locale è stato realizzato da un'azienda leader i cui architetti studiano locali mai uguali gli uni agli altri; certe soluzioni sono volute alla pari del senso di vuoto che ha riscontrato altrove. Noi abbiamo fatto sempre del nostro meglio e continueremo a farlo per essere competitivi sotto tutti gli aspetti, credendo fortemente che si debba migliorare continuamente, giorno dopo giorno, anche grazie alle critiche che giustamente ci vengono mosse. Con i migliori saluti, Ing. Lorenzo Panzera
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ai ferry porti Msc alla conquista di Civitavecchia
Porto strategico per il settore crocieristico italiano, quest’anno il terminal di Civitavecchia si appresta a ricevere l’11% di traffico in più grazie al maggior numero di scali di Msc Crociere.
Tirrenia, privatizzazione a picco
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l primo tentativo di privatizzazione è fallito, il secondo segue la medesima rotta. Il destino di Tirrenia sembra portare al fallimento, dopo che anche Compagnia Italiana di Navigazione (Cin) non si è presentata al tavolo del commissario speciale Giancarlo D’Andrea per firmare il contratto di acquisto. Lo stesso incubo materializzato lo scorso anno, quando fu la compagnia partecipata dalla Regione Sicilia, Mediterranea Holding, a mancare l’appuntamento decisivo. In entrambi i casi il fallimento sembra soprattutto politico, dato che Governo e Regioni, Sicilia prima e Sardegna poi, non hanno saputo portare avanti un progetto di rilancio per Tirrenia (e le ex controllate), che conta oltre mille lavoratori e che rischia di pesare ulteriormente sulle spalle dei contri-
buenti. Al momento della stesura dell’articolo, lo scorso fine giugno, la situazione si presentava aperta a ogni soluzione. Dopo la mancata firma da parte di Aponte & soci, prevista intorno al 20 giugno, la Cin sembra intenzionata ad appellarsi a Bruxelles contro la decisione della Regione Sardegna guidata da Ugo Cappellacci, accusato di concorrenza sleale per aver fatto della Saremar una compagnia low cost con soldi pubblici. La decisione del presidente della Regione Sardegna è stata presa in seguito al forte aumento dei listini imposto dalle altre compagnie di navigazione, le stesse in pratica che costituiscono Cin. Nel frattempo Saremar ha inaugurato il proprio servizio, attivo per tutta l’estate, con le tratte Golfo Aranci - Civitavecchia e Porto Torres - Vado Ligure. •
Rispetto al 2010 la compagnia ha aumentato di quattro unità gli scali sul terminal laziale, portandoli da 86 a 90, con una stima di passeggeri movimentati che passa da circa 277mila a oltre 308mila. A dimostrazione del forte impatto economico generato sul territorio dal settore delle crociere e in particolare da Msc Crociere, secondo uno studio condotto dall’università Ca’ Foscari, nel 2009 Msc ha generato nel Lazio un impatto economico pari a 16 milioni di euro ed ha coinvolto 73 fornitori.
Costa diventa Favolosa
Un’altra bottiglia di prosecco Aneri per la flotta di Costa Crociere, questa volta per suggellare il battesimo di Costa Favolosa. La cerimonia si è tenuta lo scorso 2 luglio nella cornice di Piazza Unità d’Italia a Trieste. La nuova ammiraglia del Gruppo vanta una stazza di 114mila tonnellate e una capacità totale di 3.800 ospiti. Il debutto è avvenuto con una minicrociera di 3 giorni, in partenza da Venezia il 4 luglio con scali a Dubrovnik (Croazia) e Koper (Slovenia). La grande crociera inaugurale, di 11 giorni complessivi, è prevista con partenza dalla città lagunare il 7 luglio e include tappe a Bari, Smirne, Istanbul (Turchia), Mykonos, Pireo, Olimpia (Grecia) e Dubrovnik (Croazia). Da dicembre Costa Favolosa navigherà alla volta di Dubai.
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Deserti i porti del Nord Sardegna
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entre la politica nazionale arranca sulla questione Tirrenia e le maggiori compagnie fanno a gara per alzare i prezzi, i porti del Nord Sardegna prestano il fianco. Il sistema che comprende gli scali di Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres nei primi cinque mesi dell’anno ha perso 176mila passeggeri, pari al 18 per cento rispetto al 2010. Secondo i dati diffusi dall’Autorità portuale del Nord Sardegna il terminal più sofferente è quello di Olbia, che
dall’inizio dell’anno a maggio ha visto un calo del 22%, pari a circa 132mila passeggeri. La perdita include anche il numero dei movimenti nave, ridotti di circa 690 unità. Anche i dati di Golfo Aranci e Porto Torres sono negativi: il primo evidenzia un trend in perdita del 15,33% sul fronte passeggeri e del 12,82% su quello delle corse nave, il secondo perde il 10% di passeggeri, con un -15,33% solo a maggio. Le corse sono diminuite di 30 unità. •
Crociere a gonfie vele
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razie a un crescita a due cifre su scala europea, il settore dello shipping si conferma strategico per la ripresa economica. Gli ultimi dati, comunicati dall’European Cruise Council di Bruxellles nel sesto rapporto annuale European Cruise Contribution, evidenziano l’aumento di passeggeri di 10 punti percentuali rispetto al 2009 nel Vecchio Continente. I viaggiatori nel 2010 sono stati 5,5 milioni e rappresentano circa il 30% del mercato mondiale delle crociere, arrivato a quota 18,8 milioni. In ambito continentale l’Italia vanta la terza posizione, con 890mila unità, preceduta da Gran Bretagna (1,6 milioni) e Germania (1,2 milioni). L’Europa è cresciuta anche come punti di imbarco per le crociere, con 5,2 milioni di passeggeri (+7,2%) Ancora più marcato è il dato sull’impatto economico
complessivo, sia diretto che indiretto, che supera i 35 miliardi di euro, di cui 14 ascrivibili alla spesa diretta. Proprio la spesa diretta ha premiato soprattutto l’Italia, con 4,5 miliardi di euro. Seguono Regno Unito (circa 2,6 miliardi) e Germania (2,3 miliardi). Tra gli operatori, il Gruppo Costa Crociere si conferma primo in Europa, con un impatto sull'economia italiana di oltre 2,2 miliardi di euro. •
Un terminal anche a Ravenna
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a riviera romagnola fa festa anche con i crocieristi. Lo scorso 20 giugno ha avuto luogo l’inaugurazione del nuovo terminal di Ravenna che ospiterà i giganti dei mari. Il progetto prevede che l'area adiacente, di circa 14 ettari,
sia urbanizzata e ospiti tra le varie cose uno spazio dedicato ad uffici, un'area residenziale, aree verdi e un hotel di lusso. L’evento di inaugurazione si è svolto all’ombra del Voyager of the Seas di Royal Carebbean, che nella stagione in corso farà scalo oltre 20 volte nel porto romagnolo, movimentando circa 77mila persone. La compagnia di navigazione, che quest’anno ha incrementato sino a 689 gli scali complessivi in Italia, approderà sul litorale adriatico con altre due navi della flotta, portando nel terminal ravennate quasi 90mila passeggeri grazie a complessivi 25 scali. •
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r&f vetrina Il sapone sostenibile
Igiene, semplicità d’uso, sostenibilità, riduzione dei consumi e sicurezza. Sono i punti di forza della nuova linea di sapone in schiuma Tork Premium. Nelle versioni Delicato, Extra delicato e Antimicrobico, ha ottenuto la doppia certificazione EU Ecolabel e Nordic Swan Ecolabel.
Bicchieri da brivido
Dire basta all’on the rocks o al ghiaccio tritato che rende i cocktail una poltiglia. Lo promette Icydrink, della Invent srl di Venezia. È una macchina che consente di realizzare calici di ghiaccio, adagiati su coppe dal design accattivante, per servire cocktail, dessert, macedonie e antipasti.
Pepsi chiude il cerchio, con l'acqua
E finalmente arrivò l'acqua, minimamente mineralizzata e a basso contenuto di sodio. Si chiama Eva, viene dal Monviso e verrà distribuita da Pepsi a completare un portafoglio di prodotti già forte della cola, di Gatorade, the e succhi. Eva (acqua in dialetto piemontese) sarà inizialmente disponibile per i canali del foodservice e grocery.
Anche lo sgombro è a vapore Si allarga la gamma VeroSapore di Mareblu: dopo i Tranci di Tonno arrivano i Filetti di Sgombro. Sono lavoratati a mano e cotti con uno speciale procedimento al vapore, e conditi con un filo di olio extravergine. I vantaggi: digeribilità, sapore autentico, ricchezza di principi nutritivi come gli Omega3.
Lo scanner è a 360 gradi
Wincor Nixdorf ha presentato l’innovativo sistema scanner a tunnel “360 Scan Portal”, che consente di leggere i codici a barre in modo automatico. Rewe Group lo sta testando nel supermercato di Zülpich, in Germania. Sono i clienti a disporre i prodotti sul nastro trasportatore, al ritmo di 60 al minuto.
Alla spremuta fresca, DimmidiSì!
Nasce la versione monoporzione della Spremuta Fresca DimmidiSì. Il concetto alla base del prodotto è: 100% arancia di Sicilia spremuta pronta da bere. Disponibile nelle versioni rossa e bionda, la bevanda ha una consistenza polposa che ne esalta le proprietà organolettiche.
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La pulce nell’orecchio
di Simone Filippetti
Autostrade, il risiko milanese
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ifficile trovare in tutto il mondo un’autostrada così contesa come la MilanoMare. Da anni la politica e i privati brigano per metterci le mani sopra, per comprarla o venderla in un perenne risiko senza soluzione. Sull’autostrada che collega la ricca Lombardia con la riviera ligure, ambita meta turistica ma anche primario asse commerciale, spadroneggia la politica che ne detiene il controllo suddiviso tra la Provincia e il Comune di Milano. E proprio la politica è anche il fardello dell’infrastruttura: a seconda del colore in voga, delle esigenze del momento, si oscilla tra liberismo spinto, e allora via alle privatizzazioni, o tentazioni dirigiste (che in realtà nascondono molto spesso il mantenimento di feudi e lottizzazione di poltrone). La Milano Mare è un centauro, mezzo cavallo (l’azionista, o meglio gli azionisti pubblici, Provincia, Comune e Camera di Commercio) e mezzo uomo (l’azionista privato, il gruppo Gavio). Una coabitazione forzata perché, com’è logico che sia, un’amministrazione locale ha interessi e priorità differenti da un imprenditore privato. Ora poi con la dicotomia lombarda di una Provincia azzurra-Pdl e un Comune di Milano color rosso alternativo-Pisapia, i delicati e quanto mai instabili equilibri rischiano di complicarsi ulteriormente. Il nuovo primo cittadino di Milano ha già lasciato intendere che andrà avanti sulla strada voluta dall’ex sindaco berlusconiano Letizia Moratti (a dimostrazione che gli interessi economici travalicano sempre la politi-
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ca): la Moratti aveva messo in vendita la quota della Milano Mare, perché il bilancio di Palazzo Marino ha sempre il fiatone: cedere quel 18,6% ha l’unico e palese obiettivo di fare cassa. L'operazione dovrebbe fruttare, secondo i contabili di Palazzo Marino, circa 170 milioni di euro. C'è però un'incognita: lo statuto della ex Serravalle, che in pratica non riserva alcun potere al futuro socio. Ecco perché: l’attuale consiglio di amministrazione della società è composto da sette consiglieri, di cui quattro nominati dalla Provincia di Milano, azionista di maggioranza con il 53% delle quote; i restanti tre consiglieri sono espressione, rispettivamente, del Comune di Milano, del gruppo Gavio e della Camera di commercio. Quindi, chi acquista la quota del Comune sborsa 170 milioni, ma come contropartita avrà solo un consigliere su sette nel cda e nessuna voce in capitolo sulle decisioni strategiche. L’uscita del Comune dalla ex Serravalle sembra già tutta in salita. Anche perché modificare lo statuto non è un’operazione indolore: è necessario convocare un'assemblea straordinaria e soprattutto è necessaria la volontà dell’azionista di maggioranza e difficilmente la giunta di destra darà una mano a quella di sinistra. Chi è dunque disposto a farsi avanti per subentrare al posto della città di Milano nell’autostrada? Ci aveva provato anni fa il gruppo Gavio a tentare la scalata, arrivando a oltre il 25%, ma poi vendette alla Provincia. Ora fa il socio di minoranza, senza troppa voglia di volersi gettare nel nuovo risiko.
Il pasticciaccio pubblico-privato della Milano Mare è replicato pari pari anche a livello più basso perchè attorno alla Serravalle ruotano anche altri progetti infrastrutturali strategici, come la Tem (tangenziale est milanese). La Provincia di Milano, tramite la ex Serravalle e Asam, è di fatto il socio di maggioranza di Tem; seguono Autostrade per l'Italia, ancora il gruppo Gavio e Intesa Sanpaolo. E al piano più basso si riprongono analoghi dissidi: lì è il privato Autostrade a sparigliare le carte. Benché la partecipazione nella Tem sia scesa dal 32 al 25% dopo il recente aumento di capitale sottoscritto solo in parte, la società dei Benetton resta tra i maggiori azionisti della società promotrice dell'opera. Ma di recente ha votato contro il progetto definitivo dell’infrastruttura, lamentando che non sono state intraprese tutte le iniziative necessarie per ottimizzare i costi di un’opera faraonica che richiede un investimento di circa 1,7 miliardi di euro (tutti spesati in project finance, ossia da ripagare con gli incassi futuri dei pedaggi). E subito si è parlato di una possibile uscita di Autostrade dall'azionariato della Tem.
Ma le parole grosse e gli annunci non devono spaventare più di tanto chi naviga nel mondo delle infrastrutture e delle grandi opere in Italia: tre anni fa fu proprio la stessa Autostrade a lanciare l’idea di una maxi holding per la realizzazione delle autostrade lombarde. Dopo tre anni siamo ancora al punto di partenza: finanziamenti ancora tutti da reperire e grandi opere che restano tali solo sulla carta, mentre l’idea della super holding rispunta. Stavolta è il comune di Milano a proporla, per raggruppare tutte le partecipate del Comune. Il tesoretto comunale è composto da una galassia di 93 società, con 13mila dipendenti e un valore patrimoniale pari a circa tre miliardi. Nell’elenco è compresa anche la Milano Mare, che pure però dovrebbe essere in vendita. Misteri della politica. Qualcosa, però, è anche cambiato: da un anno e mezzo alla guida dell’autostrada non c’è un politico, ma un manager puro, Federico Giordano, più attento al business che alle spartizioni partitocratiche: un ex banchiere d’affari, prelevato da Unicredit. Che sia l’inizio di una gestione più efficiente e meno clientelare? Tutti se lo augurano. •
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La foto
Il ponte più alto d'Europa Il Viaduct Millau (277 mt di altezza massima), è il ponte più alto d'Europa, il 12° al mondo. Il record assoluto spetta allo Siduhe River Bridge, realizzato in Cina nel 2009 (472 mt). L'Italia si piazza al 17° posto con il Viadotto Italia, realizzato nel lontano 1974 lungo la Salerno-RC. Forse ci siamo persi qualcosa?
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r&f last but not least
Low cost,
croce e delizia dell’aviazione italiana
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’aereo alla portata di tutti, ma anche balzelli da sommare a tariffe di partenza non proprio basse, una rete di collegamenti in tutta Europa però con aeroporti spesso scomodi e fuori mano. Per non parlare delle continue scaramucce tra il presidente di Enac Vito Riggio e l’ad di Ryanair O’Leary, rituale civettuolo divenuto routine tra i due, adusi a scambiarsi carinerie a distanza. Resta il fatto che già nel 2009 in Europa un biglietto aereo su tre era di una compagnia low cost, a riprova del fatto che con un tasso medio di crescita del 18% il fenomeno ha acquisito una rilevanza centrale nel traffico complessivo continentale. I vettori low cost, in Europa come in Italia, hanno contribuito con il loro flusso di passeggeri ad un aumento del traffico aereo e a una variazione sull’economia dei territori. L’aeroporto e le attività ed esso collegate generano valore per la capacità di incrementare domanda di lavoro, di beni e servizi, oltre che come infrastruttura di trasporto in grado di consentire collegamenti rapidi per i residenti dei bacini di utenza, per i viaggiatori business e per i
turisti. Vista l’importanza assunta dai vettori low cost nell’ambito dello sviluppo degli aeroporti europei e nazionali, l’Enac ha realizzato un’indagine volta a valutare l’effettivo impatto di questa tipologia di traffico sul comparto e sul territorio. Commissionato a Kpmg, lo studio intitolato “Evoluzione del traffico low cost a livello europeo e nazionale” è stato presentato lo scorso 18 maggio a Roma nella sede centrale dell’Enac, dal presidente Vito Riggio e dal direttore generale Alessio Quaranta. Concepito per dare un quadro d’insieme del sistema in generale, con un focus su alcune particolari realtà, la ricerca mantiene anonimi e riservati i dati relativi all’identificazione degli aeroporti presi in esame, così come i dati numerici emersi delle relative indagini. Cinque i Paesi europei sui quali è stata effettuata l’analisi del fenomeno low cost (Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e Italia), selezionando i principali vettori europei e facendo un focus su quelli economici. Il criterio utilizzato per individuare questi
Mercati in fiera NOME
COSA
BREAD & BUTTER Streetwear MICAM Calzature Duty free TFWA & Travel retail ICSC EUROPEAN Retail OUTLET CONFERENCE CIBUS TEC Tecn. aliment. Ristorazione, HOST Horeca, Alberghi ITCA DUBAI EXHIBITION Ristor. on board
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ultimi è una griglia con sei punti: operatività su aeroporti secondari, turnaround veloce, voli point to point, flotta standardizzata (con un solo tipo di aereo), vendita dei biglietti attraverso canali diretti (internet), servizi aggiuntivi a pagamento (catering, bagaglio da stiva, ecc.). Ad eccezione della Francia solidamente presidiata dalla compagnia di bandiera, tutti gli altri Paesi europei presi in considerazione utilizzano i voli low cost anche per i voli interni. Nei voli nazionali nel quinquennio 2004-2009 è l’Italia ad avere conosciuto il più alto tasso di crescita delle low cost (+80%) seguita dalla Spagna (+47%) e con gli altri Paesi su valori decisamente più bassi (Germania +12%, Regno Unito +7%). Questo è uno dei contraccolpi della ristrutturazione di Alitalia, che ha favorito la penetrazione di vettori con strutture aziendali leggere, venuti a operare su singole rotte in aeroporti periferici di aree scarsamente collegate, catturando così un segmento di crescita importante. Tra le tante ricadute positive che il fenomeno ha sugli aeroporti c’è anche l’imposizione di un grande fattore di efficienza da parte di vettori con un forte turnaround. Restano, tuttavia, da valutare le effettive ricadute economiche sui gestori aeroportuali che a fronte di un sensibile aumento del numero dei passeggeri in alcuni casi denunciano un pesante deficit di bilancio. Anche perciò l’Enac, con lo studio di Kpmg, vuole proporre una riflessione coordinata sul crescente fenomeno low cost, sulle implicazioni che l’aumento di questo segmento di traffico determina sugli aeroporti interessati, soprattutto su scali grandi che gestiscono principalmente movimenti di vettori tradizionali. È emersa, infatti, la necessità di avviare l’elaborazione di una apposita regolamentazione che permetta la convivenza senza problemi per le due tipologie di traffico aereo. A margine della presentazione Vito Riggio è ritornato sul ruolo di regolatore dell’Enac: «Sarebbe meglio che fosse l'Antitrust a decidere sulle tariffe dei trasporti aerei» dicendosi poi «perfettamente d'accordo con Catricalà». «La regolamentazione delle tariffe - ha aggiunto - andrebbe gestita da un'autorità indipendente dal Governo. In un sistema privatistico le tariffe sono fondamentali per gli investimenti. Se si bloccano le tariffe si bloccano gli investimenti». Esclusa da Riggio, infine, la possibilità di voli low cost a Fiumicino: dopo Ciampino sarà la volta di Viterbo. Adolfo Marino
CALENDARIO LUGLIO 2011 - OTTOBRE 2011 DOVE
QUANDO
WEB
Berlino Milano
6-8/07 18-21/09
www.breadandbutter.com www.micamonline.com
Cannes
18-23/09
www.tfwa.com
Milano
12-13/10
www.icsc.org
Parma
18-21/10
www.cibustec.it
Milano
21-25/10
www.host.fieramilano.it
Dubai
25-27/10
www.itcadubai.com