retail&food
ANNO 7 NUMERO 7/8 LUGLIO/AGOSTO 2012 • e 3,00
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI
ESCLUSIVO
chicago, retail capital Straordinario reportage dalla “Windy City” tra aeroporti e città, c’è spazio per tutti
Milano Food
Photo Contest
Taglio nastro
MyChef La Pioppa
Star Trek Conbipel
NEWS PRIMAE NOCTIS Il piacere di essere entusiasti
Editoriale
Mamma mia quanto siamo depressi. Non ne siamo consapevoli, esattamente consapevoli, finché non ci confrontiamo con il nostro opposto: un essere umano entusiasta. Felice di quello che fa, delle persone con cui trascorre il suo tempo, del luogo in cui vive. Ce ne siamo resi conto durante la nostra recente e breve missione a Chicago (resoconto da pagina 32): un pazzesco turbinio di incontri con persone felici di vivere la loro vita, professionale e non solo. Intendiamoci, non si tratta del proverbiale “ben vivere” nordeuropeo. Fatto di welfare, compostezza, tasse pagate fino all’ultimo cent e pochissimi sorrisi. Quello che abbiamo incontrato nella capitale dell’Illinois è la felicità vera: un mix di allegria, concretezza, semplicità e, forse la cosa più importante, un forte e laico senso di appartenenza alla propria comunità. Dal più alto dei dirigenti all’ultimo dei retailer. Il diritto alla felicità è presente nella dichiarazione di indipendenza americana del 1776. Ma non basta un articolo di legge per cambiare l’umore di un popolo (se non ci credete provate a chiedere a D’Alema e Berlusconi di avviare una nuova Bicamerale). Nel nostro piccolo non possiamo che testimoniare che un altro umore è possibile. Non ci resta che invitarvi a sperimentarlo, per il bene del vostro essere umani e, perché no, dei vostri affari.
retail&food - luglio - agosto 2012 1
Anno 7 numero 7/8 luglio/agosto 2012
retail&food
ANNO 7 NUMERO 7/8 LUGLIO/AGOSTO 2012 • € 3,00
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LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI
Direttore responsabile Andrea Aiello - andrea.aiello@edifis.it In redazione Fabrizio Patti - fabrizio.patti@retailfood.it Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it
ESCLUSIVO
CHICAGO, RETAIL CAPITAL Straordinario reportage dalla “Windy City” tra aeroporti e città, c’è spazio per tutti
Milano Food
Photo Contest
Taglio nastro
MyChef La Pioppa
Hanno collaborato
Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Giuseppe Bonomi, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Stefano Gardini, Paolo Prota Giurleo, Massimo Guacci, Antonio Intiglietta, David Jarach, Paolo Lombardi, Filippo Maffioli, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Dante Marro, David Montorsi, Giorgio Moroni, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Enrico Pazzali, POLI.design, Alessio Quaranta, Mario Resca, Leopoldo Resta, Vito Riggio, Kevin Rozario, Paolo Simioni, Vittorio Valenza Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Segreteria Antonella Ferraraccio Pubblicità dircom@edifis.it Progetto grafico e impaginazione Quality A&M Stampa A.G.F. – Peschiera Borromeo (Mi) Redazione Viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano - Italy Prezzo di una copia _ 3,00 – Arretrati _ 5,00 Abbonamento Italia: _ 30,00 Europa: _ 40,00 Resto del mondo: _ 50,00 Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 15972 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima.
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è una rivista edita da Edifis spa Viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano - Italy Tel. 02 3451230 - Fax 02 3451231 info@retailfood.it www.retailfood.it
Star Trek Conbibel
n° 7/8 lug/ago 2012
SOMMARIO
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32 52
26
46
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NEWS PRIMAE NOCTIS Il piacere di essere entusiasti
1
R&f News
4
Cosa occore sapere per... Vendite tramite internet e promozioni commerciali
8
Indice R&f Tiene il comparto, ma crolla Fossil
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Osservatorio prezzi A1, da Milano a Bologna caffetteria allineata I prodotti da banco analizzati nelle sei aree di servizio sotto la lente hanno un prezzo complessivo praticamente identico...
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star trek retail Destinazione Conbipel
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prima pietra Caserta Spedizione «non sarà un centro commerciale» A breve partiranno i lavori per riconsegnare l’area ex Saint Gobain alla città di Caserta. La commercializzione del futuro complesso multifunzionale è affidata ad Arcoretail, mentre nel ruolo di promotore si annovera Tecnocampus...
26
taglio nastro La Pioppa, il nuovo mall Una grande food court rotonda con caffetteria di alto livello, self-service, fast food, un negozio di intimo e borse e il primo supermercato italiano aperto 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, con prezzi da città...
30
Dossier aeroporti Chicago, dentro la leggenda È il terzo aeroporto più trafficato al mondo, dopo essere stato a lungo il primo...
32
Chicago retail Dove il commercio è Magnificent Abbiamo girato per tre dei più importanti distretti commerciali di Chicago, città con il 17% delle vendite al dettaglio degli Usa...
36
Esperienza da cucina: come apprendere tra i fornelli Uno spicchio alla volta (un’altra formazione è possibile)
54
Forum Atri Il mondo non finisce nel 2012 E meno male: oggi infatti il traffico cala e i pochi che viaggiano spendono meno di prima, evitano i parcheggi, sono – negli aeroporti come altrove – con la testa nella crisi...
38
Mystery in shop Media World: servizio inadeguato, cliente mancato
56
Dossier concessionarie autostradali Strada dei parchi, quattro aree in arrivo
59
parola di... mario rinaldi Mcs: tutto pronto, o quasi, per il nuovo marchio
42
international
60
stazionario
64
infrastrutture Brasile, mille opportunità e mille rischi Autostrade, ferrovie, metro, aeroporti. È tempo di grandi opportunità in Brasile, ma le aziende devono essere attente e sapere che corruzione e protezionismo non sono ancora stati sconfitti
44
ferry porti
66
vetrina
68
la foto
71
resoconto eire “Arrivederci a Eire 2013”, ne siamo sicuri? Perdere il 50% degli spazi, con due giorni davvero operativi sui tre disponibili, è la prova di come stia soffrendo il modello organizzativo adottato da Ge.Fi...
45
la pulce nell'orecchio Limoni a Coin? Il succo potrebbe essere aspro…
72
milano food photo concept Tabula Nova
46
La parola ai Presidenti Ristorazione in fiera, tra servizio e revenue
48
Focus Retail Business Forum Spiragli di crescita ai tempi della crisi Lo scenario macroeconomico negativo, specialmente per il sud Europa, non preclude alle catene opportunità di crescita anche nel Belpaese...
52
Rubriche stock option 4 Retail 3.0 6 obiettivo personale 10 Comunicazione di servizio 12 Orient express 14 Mercati in fiera 72
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News
Hollister in controtendenza a Marcon
Negli Stati Uniti Abercrombie & Fitch ha disposto la chiusura nei prossimi anni di 180 negozi poco redditizi. Fa quindi ancora più notizia l’arrivo dell’insegna di moda giovanile americana Hollister, marchio appartenente ad Abercrombie
& Fitch, nel centro commerciale Valecenter di Marcon (Venezia), lo scorso 23 giugno. Il negozio è di 850 metri quadrati e all’inaugurazione non potevano mancare i cosiddetti “bagnini”, commessimodelli a dorso nudo che contraddistinguono la catena. Hollister replicherà in agosto con uno shop di 500 mq nello shopping center I Gigli di Campi Bisenzio (Firenze).
La Cartiera a Pompei: finalmente il taglio del nastro
R
etail di qualità e riqualificazione ambientale: le due leve su cui ha puntato il nuovo centro commerciale La Cartiera per partire con il botto. A metà giugno, dopo due anni di lavori, è stato inaugurato lo shopping center che sorge sull’area industriale dell’ex cartiera Aticarta di Pompei. Con una superficie commerciale di poco superiore ai 30mila mq, la struttura ospita su due livelli 120 unità di cui dieci medie superfici, undici punti di ristorazione e una ludoteca. L’ancora alimentare è un super store a insegna Conad mentre gli altri anchor store sono Media World, Toys, H&M, Tata Italia, Scarpamondo, Conbipel, Piazza Italia, Alcott, Grillo Sport e Artecasa. Il tutto servito da un parcheggio di 2.100 posti auto. La promozione e la realizzazione di La Cartiera sono state curate da Coopsette Soc Coop e Fingiochi, quest’ultima
mediante la controllata Fergos, mentre la progettazione è firmata dallo studio Corvino+Muntari, in collaborazione con Design Internation di Londra. La scelta del mix, e quindi la commercializzazione, è opera di Cbre e di Sogeprim Real Estate. A quest'ultima è affidata anche la gestione. •
Stock option BUY
NEUTRAL
SELL
Piazza Maggiore, a Bologna Autogrill è un po’ locale
Dopo il wine bar “Piazza Castello” a Torino Caselle, Autogrill ha replicato all’aeroporto Marconi di Bologna con “Piazza Maggiore”. Come nel primo caso, la multinazionale di Milanofiori ha portato in aeroporto un punto vendita con una connotazione fortemente locale. Vi si possono infatti trovare prodotti tipici emiliano-romagnoli, dalle piadine alle tigelle modenesi. Si estende su 100 mq al piano terra (landside), ed è stato aperto alla fine di febbraio. La tipicità è comunque meno
accentuata che a Torino, dove il locale è gestito in collaborazione con la cioccolateria torinese Baratti & Milano.
4 retail&food - luglio/agosto 2012
Boots & Walgreens Stefano Pessina ne ha messa a segno un’altra delle sue, forse quella definitiva, avviando la fusione tra i colossi UK e USA del pharmacy retail: store che vanno dai farmaci da banco al market generalista. Un segmento che sta esplodendo anche in Italia…
I commessi Apple Sono circa 30.000 su 43.000 dipendenti della mela, gli addetti alle vendite degli Apple Store. Alcuni arrivano a sviluppare vendite per 750.000 dollari all’anno. E il New York Times ha raccontato che guadagnano nella media. Cioè molto poco. A quando l’aumento?
Hermès Apre un nuovo shop a Malpensa e i risultati sono subito entusiasmanti. Qualità, prodotti, storia, tradizione, location, brand… chiamateli come volete ma gli ingredienti che fanno forte Hermès paiono davvero imbattibili.
Blockbuster Ingloriosamente conclusa l’avventura italiana di una delle catene più innovative del retail moderno. Blockbuster ha regalato serate a base di cinema e pop corn a milioni di italiani, prima di essere massacrata da pay tv e web streaming. è la tecnologia, bellezza.
Eataly A Roma apre il più grande store dell’apprezzatissima catena di foodstore fondata da Oscar Farinetti. Dove? In uno degli edifici più brutti della splendida Città Eterna: l’Air Terminal Ostiense. Se entra anche questo colpo… Oscar è da Oscar.
Cina-Fiumicino Due milioni di biglietti falsi per il Leonardo Express, la navetta che porta dalla stazione Termini al Leonardo da Vinci. Fabbricati in Cina, pronti per essere venduti a Roma. Ma con tutto quel di bello che abbiamo da falsificare, non si poteva scegliere di meglio?
Ministro Passera A giorni si va in vacanza. E ancora non si è capito cosa ha concluso il potentissimo ministro Passera. Tra Authority mancate e riforme promesse, spicca l’attivismo finanziario del Premier Monti, e l’assenza clamorosa dello Sviluppo targato Passera. Italo Poltrone Frau e soci importanti non bastano a garantire l’efficienza delle motrici. E così gli Italo passano dall’alta velocità al blocco totale con sorprendente facilità. Un brutto danno a chi punta tanto sull’immagine. Corriere-Benetton Le interviste di Daniele Manca, responsabile dell’informazione economica del Corrierone, ai fratelli Benetton (22/04 Luciano – 25/06 Gilberto) sono un bell’esempio di giornalismo da cui non prendere esempio.
Grandi fiere e grandi differenze
A
BF San Paulo Brasil ed IFE New York se non sono le più grandi fiere franchising del mondo sono comunque sul podio. C’è poi da stabilire quale tra Città del Messico, Parigi e Delhi possa avere la seconda o la terza piazza sino al 5° posto. Queste sono comunque le migliori manifestazioni in assoluto. La differenza che realmente intercorre tra loro è che alcune sono espressione diretta delle associazioni locali, altre invece sono di proprietà di società strutturate ed infine una tra le altre vede nella propria compagine anche una holding capace di fare propri investimenti e quindi di essere master franchisor. Stand belli e piacevoli, tanta, tanta, gente, tanti potenziali franchisee… com’è tutto diverso dall’Italia. Stamane leggevo un post di Luigi de Falco, il proprietario di H2biz. Il mercato del lavoro si sta avvitando su se stesso: le aziende hanno bisogno di commerciali, ma nessuno vuol fare l'agente (e lavorare a provvigione). Tutti vogliono il posto fisso ma senza venditori le aziende non aumentano il loro fatturato e non hanno le risorse per assumere personale "a stipendio fisso". è un cane che si morde la coda. In Brasile gli stand costano più dell’Italia, forse anche un po’ più di Parigi , la fiera regina Europea. I convegni sono di qualità e i progetti sono molto buoni, ovviamente, essendo la maggioranza di provenienza statunitense. E invece assisto al convegno pre-fiera di NY (si addirittura pre-fiera perché la fiera non basta più): Private equity and Franchise (non franchisor, nota bene) finance bonus session, con i maggiori esperti a livello statunitense. E che l’evento sia importante lo dimostra il fatto che è a
Le aree di sosta per camion diventano realtà
E
ntro la fine del 2012 aprirà i battenti la prima area di sosta per camionisti del progetto Tirhotel. Sorgerà vicino al casello di Santa Maria Capua Venere (Caserta), sull’A1 in direzione sud. Ne sono previste altre due in quattro anni, allo svincolo di Bologna-Modena e a Valdichiana, in Toscana. Come spiega “Market Road”, il progetto sarà a cura di una newco composta al 45% da
pagamento (!). Non ricordo in Italia di aver assistito ad un evento a pagamento dedicato al franchising… sarà un caso? Oggi per lo sviluppo del franchising (quanto meno in Italia) servono due cose: internazionalizzazione e finanza. Sulla prima, a parte i proclami, vedo poco o niente tranne qualche raro caso, sì, perché per fare internazionalizzazione servono competenze e volontà; mentre le prime si acquisiscono, la volontà non la si compra. Riguardo alla finanza sono davvero pochi, e vanno sicuramente premiati, gli istituti Italiani che ancora finanziano la start up (il franchisee). Ma cosa dire dell’America dove addirittura i fondi di private equity, oltre a guardare con estrema attenzione al franchisor, finanziano i franchisee nelle loro start up ma anche nelle compravendite e nel riposizionamento di mercato e strategico? Lo scorso anno è iniziata una polemica in America sulla qualità del Franchisor che era data dall’assoluta necessità di innovazione e di finanza per il Franchise. Eppure i nostri prodotti, i nostri progetti, le nostre qualità e skill personali sono assolutamente i più performanti rispetto agli altri Franchisor: proprio perché siamo italiani e da sempre siamo costretti ad uno sviluppo non solo verticale ma anche orizzontale (per i problemi legati a burocrazia, fisco, finanza, i regolamenti e chi ne ha più ne metta…). Quindi perché non riusciamo a fare questo salto di qualità e troviamo sempre e solamente i soliti noti?
Federico Fiorentini Managing Director BRD Consulting - www.brdconsulting.it
Irgenre (immobiliare commerciale) e al 55% da Fai Service (servizi per l’autotrasporto). Le aree saranno di 45-55mila mq, avranno circa 100 parcheggi per camion e servizi ad hoc come ristoranti, market, aree relax, camere, tintoria, postazioni internet e wi-fi e una pompa bianca, oltre alla sorveglianza dei mezzi. Il progetto colma un vuoto. Diffuse in Germania, tali aree sono assenti in Italia, tranne che per l’Autoparco di Brescia Est. E proprio in tale autoparco Autogrill ha appena acquistato il ramo d’azienda dedicato alla ristorazione di S. Giulia Truck Center srl. Curerà bar, ristorante e market, senza però i marchi Autogrill. •
Stefanel in profondo rosso Continuano ad andare male gli affari in casa Stefanel, costretta a deliberare la copertura delle perdite con azioni piuttosto drastiche. Il buco da appianare ammonta a 53 milioni di euro, costituito da perdite per 10 milioni e riserve negative per 43 milioni, come risulta dalla situazione patrimoniale al 31 marzo scorso. Per risolvere la situazione l’assemblea dei soci ha deciso di dimezzare, o quasi, il capitale sociale e azzerare sia la riserva di sovrapprezzo azioni sia il risultato dell’esercizio 2011. In particolare saranno utilizzati oltre 11 milioni della riserva sovrapprezzo azioni e poco meno di 11 milioni del risultato dell'esercizio precedente, oltre a circa 42,3 milioni di euro di capitale sociale, che passa da 97.547.866,94 a 55.180.436,64 euro.
Fratelli La Bufala, a Capodichino debutto in aeroporto
La prima pizzeria di Fratelli La Bufala aprirà all’aeroporto di Napoli Capodichino, uno scalo che, mozzarelle a parte, finora aveva poco valorizzato l’eccellenza culinaria locale. Il ristorante si estenderà per 180 mq agli arrivi e sarà dotato di “cottura a legna” delle pizze. Avrà probabilmente anche un corner innovativo, che dovrebbe chiamarsi Latteria La Bufala e offrirà prodotti per la colazione, il light lunch e l’aperitivo. Quello di Capodichino non è solo il primo locale della catena del gruppo Emme Sei in aeroporto, ma è anche la prima pizzeria con servizio al tavolo nel canale. Secondo rumors un secondo locale del gruppo dovrebbe aprire all’aeroporto di Bologna.
Kocca scommette sull’estero
Negozi tradizionali e non solo. Lo sviluppo del marchio di Nola, Kocca (Gruppo Germani), punta a penetrare diversi mercati esteri sfruttando la leva della multicanalità. Il progetto di opening è stato reso noto dal direttore esecutivo del brand, Arturo De Luca, in occasione di Pitti
Immagine a Firenze. In particolare le aree interessate sono quelle del Sud America con in testa il Messico, dove si sta chiudendo un accordo per aprire 11 negozi, la Colombia e l’Argentina. Un altro punto vendita verrà avviato ad agosto a Rovstod sul Don in Russia. Nell’era di internet non può mancare un servizio di e-commerce. Attraverso questo canale Kocca mira a crescere in Australia e Canada.
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News
Showroom Ducati 222: Piazza Portello per centauri
Passione, potenza e design motociclistico entrano nel centro commerciale Piazza Portello a Milano. Risale al 2 di giugno l’inaugurazione dello showroom Ducati 222,
della società 222 srl di proprietà di Salvatore Giglio, all’interno del complesso retail sito in via Grosotto 7. All’interno del negozio, esteso circa 130 mq, sono presenti tutti i modelli dalla gamma 2012 della casa di Borgo Panigale. Al momento l’attività offerta è circoscritta all’esposizione dei modelli, ma la società non esclude che in futuro si possa fornire servizio di vendita. Il nodo da risolvere è quello della licenza. La scelta della location, precisa 222 Srl, è dovuta all’ampia visibilità che offre il centro commerciale Piazza Portello.
Liquidi a bordo, via libera da aprile 2013
I regolamenti europei prevedono che dal 29 aprile 2013 i liquidi potranno di nuovo essere portati a bordo degli aerei, dopo essere stati sottoposti a controlli altamente specializzati nell’individuazione di liquidi pericolosi. Con la data che si avvicina, l’Enac ha avviato consultazioni sul tema con Assoaeroporti, Assaereo e Ibar. Nell’incontro, dell’11 giugno, si è deciso di adottare percorsi sperimentali, presso aeroporti che saranno presto individuati, per testare sia le tecnologie sia l’efficacia delle procedure. La prossima riunione è prevista per i primi di luglio. Se i liquidi tornassero a bordo sarebbe una nuova rivoluzione per il retail aeroportuale, con un rafforzamento delle rivendite di vini e liquori prima dei controlli.
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A Roma raffica di gare
D
iverse gare per la ristorazione e il retail stanno interessando l’aeroporto di Roma Fiumicino. È entrata nel vivo la gara per la gestione degli otto negozi duty free gestiti dall’appena creata Adr Retail. All’advisor Lazard sono arrivate quattro offerte, da aziende non ufficialmente note. Il Sole 24 Ore aveva parlato di Autogrill, attraverso la controllata World Duty Free Group, Dufry, Lagardère Services (LS travel retail) e la coreana Lotte Duty Free. Quest’ultima ha però smentito. Si fa il nome di The Nuance Group, che non ha comunque confermato. Sul fronte f&b, Aeroporti di Roma ha messo in gara diversi locali con subconcessioni di sei anni, a partire dal gennaio 2013. Due sono wine-bar attualmente gestiti da Dei Frescobaldi, nell’area d’imbarco C8-C16 (voli Schengen, 45 mq) e B (voli nazionali Alitalia, 65 mq). La royalty minima richiesta è del 25%, con un minimo annuo garantito di 390mila euro nel primo caso e di 490mila nel secondo, e un fisso una tantum di 100mila euro. All’imbarco D, voli Schengen, va in gara un’area di 207 mq ad oggi affidata a Chef Express – Wine & Truffles Bar: è uno snack bar con pizza al taglio e corner gelati, per cui si richiede una royalty minima del 25%, un minimo garantito annuo di 755mila euro e un fisso una
tantum di 185mila. Il piatto grosso è però la foodcourt del mezzanino partenze del T1, di circa 1.100 mq, che andrà a comprendere un bar caffetteria, un fast food a tema hamburger, un ristorante free flow, un ristorante con servizio al tavolo e una formula di pizza al taglio (oggi è presidiata da MyChef con McDonald’s, GranCafè, PizzaChef, GrandChef, San Crispino Gelateria e Wine & Food Restaurant). L’offerta economica prevede royalty minima al 25%, minimo annuo garantito da 1,5 milioni di euro e una tantum da 350mila. C’è infine un’area al T2 presso gli imbarchi C1-7, composta da un locale di 246 mq per bar caffetteria con pizza al taglio e gelati e da 60 mq prospicenti adibiti a giornalaio, tabaccheria e un nuovo spazio adibito a market. La royalty minima è di 1,5% per i tabacchi, 5% per i giornali e 25% per il food, minimo garantito da 270mila euro e una tantum da 70mila. Il termine per presentare le offerte è il 9 luglio 2012, alle ore 15, mentre sono già scaduti i termini per le richieste di chiarimenti. •
Retail 3.0 I treni italiani? In ritardo anche sulle app Il mercato delle applicazioni delle compagnie ferroviarie in Italia langue: dalla neonata NTV a Trenitalia, i servizi dedicati interamente al mobile sono pochi e, se ci sono, non sono per tutti.
N
onostante sia appena partita, la compagnia ferroviaria NTV accumula già ritardi sui dispositivi mobile: fino ad ora non si rileva infatti traccia di sue applicazioni dedicate ai servizi per i passeggeri (es. orari, tariffe treni e acquisto biglietti online) su iTunes e Google Play, i due market ufficiali dei dispositivi iOS-Apple e Android. Ma se la società guidata da Montezemolo è appena nata e ha tutto il tempo per posizionarsi anche sui binari del web, la situazione per la principale compagnia ferroviaria italiana è migliore solo in parte: Trenitalia ha rilasciato ben due applicazioni destinate ai dispositivi iPhone, iPad e iPod. Si tratta dell’applicazione gratuita ProntoTreno alla quale è stata aggiunta la versione HD destinata esclusivamente agli iPad con notevoli miglioramenti all’usabilità grazie al display più grande fornito dal supporto: la ricerca dei treni, oltreché degli orari e delle tariffe, può essere effettuata attraverso una mappa interattiva che segnala anche i luoghi d’interesse attorno alle stazioni.
La carenza di Trenitalia si riscontra invece nella totale assenza delle proprie applicazioni per i dispositivi Android che, secondo i dati di dati IDC Worldwide mobile phone tracker, è il sistema operativo per smartphone più utilizzato al mondo con il 59% di quota di mercato raggiunta nel primo quadrimestre 2012. Si attendono dunque da Trenitalia sviluppi per non far diventare i tanti utenti Andorid viaggiatori di seconda classe. Magari si può prendere spunto dai vicini svizzeri: la compagnia FFS-Ferrovie Federali Svizzere ha prodotto per IOS e Android ben quattro applicazioni gratuite, disponibili anche in italiano, dedicate ai viaggi sui due binari: oltre alla classica Mobile App che consente di consultare gli orari dei treni di tutta Europa, è disponibile anche una versione Business per l’acquisto di biglietti, la social app binario7 per effettuare check-in sui treni e accumulare punti e anche il gioco Jumpidoo dedicato al passatempo durante il viaggio.
Massimo Colzani
r&f
News
Via libera al Monopolys Life Center
Il nulla osta dalla conferenza dei servizi è arrivato, ora si aspetta l’avvio del cantiere. Parliamo del centro commerciale Monopolys Life Center, che verrà realizzato nell’area dell’ex Tognana di Monopoli (Bari) a opera del Gruppo Morosi. Il complesso dovrà essere costruito improrogabilmente, almeno così è indicato in una nota del coordinatore cittadino di Sel, Giuseppe Galanto, entro il 31 dicembre del 2012, quando scadranno le licenze commerciali. «L’autorizzazione all’ampliamento del progetto iniziale della regione Puglia – prosegue la nota – fa chiarezza e pone fine a una lunga telenovela, fatta di scarico di responsabilità e di perdita di tempo dell’amministrazione Romani».
A Orio al Serio 14mila mq in più
Lavori dalla primavera 2013 alla fine del 2014 sono previsti all’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo). Il cda di Sacbo (aeroporto di Orio al Serio) ha infatti approvato le linee guida della gara per l’ampliamento del piano terra dell’area arrivi e del primo piano dell’area partenze dell’aerostazione di Orio al Serio. Non ci sono ancora dettagli relativi alle aree per attività commerciali. Si sa che i lavori interesseranno 14mila
mq, di cui 10.400 di nuove superfici e 3.600 da ristrutturare. L’importo complessivo dei lavori è stimato in circa 24 milioni. Le opere vanno ad aggiungersi ai lavori di restyling della galleria commerciale nel landside, area check-in (per 1,5 milioni di euro), che saranno eseguiti dalla metà settembre 2012 al febbraio 2013, e a quelli previsti per il rifacimento della pista di volo, la cui prima fase è in calendario per settembre 2013. Nel complesso si tratta di interventi per valori tra 70 e 80 milioni.
8 retail&food - luglio/agosto 2012
Gallerie Commerciale fa il pieno di milioni L’intesa con Bnp Paribas Reim per la costituzione di un fondo immobiliare chiuso dovrebbe portare centinaia di milioni di euro nelle tasche di Gallerie Commerciali Italia. La società controllata al 100% da Auchan ha ufficializzato l’accordo con l’istituto di credito per costituire il fondo “Prime Shopping Value”, nel quale apporterà asset per un valore stimato in 700 milioni di euro. I centri commerciali coinvolti saranno una quindicina, di cui al momento non si conosce il nome. Tuttavia le indicazioni parlano di asset situati a Torino, Brescia e Ancona. L’operazione verrà perfezionata al termine del collocamento del quote del fondo immobiliare a investitori istituzionali. Il fondo, della durata di 10 anni e con rendimento di oltre l’8%, vedrà la partecipazione della stessa Gallerie Commerciali, che quindi manterrà in casa la gestione delle strutture apportate.
cosa occorre sapere per... A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano
Vendite tramite internet e promozioni commerciali
L
o sviluppo di internet e del commercio elettronico nonché dei siti specializzati nelle vendite on line sta determinando un forte cambiamento nelle abitudini del pubblico dei consumatori i quali sono sempre più informati sui prodotti, sui relativi prezzi e sono costantemente alla ricerca delle offerte più vantaggiose. Gli operatori del settore si stanno quindi interrogando su come affrontare al meglio il crescente fenomeno dell’e-commerce ma anche dell’m-commerce (il cd. mobile commerce) per evitare che il ricorso ad internet generi, nella sostanza, una minore frequentazione e quindi una drastica riduzione dei fatturati dei negozi e dei centri commerciali. E ciò anche in quanto l’attività commerciale svolta nella rete internet mediante l’utilizzo di un sito web non sempre è soggetta alle medesime limitazioni previste per la vendita negli gli esercizi commerciali. L’attività commerciale svolta tramite internet se diretta ai consumatori finali è soggetta alla disciplina dell’art. 18 della L. 114/98 (Legge Bersani) e pertanto: (i) deve essere previamente comunicata al comune nel quale l’esercente ha residenza (se persona fisica) o sede legale (se società); (ii) tale attività può essere iniziata soltanto dopo trenta giorni dal ricevimento da parte del Comune della suddetta comunicazione. Inoltre l’art. 68 del Codice del Consumo stabilisce che alle vendite on line ai consumatori, si applicano le disposizioni del decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70, che ha implementato in Italia la direttiva 2000/31/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’8 giugno 2000, relativa a taluni aspetti giuridici dei servizi della società dell’informazione, in particolare il commercio elettronico, nel mercato interno. Tale decreto stabilisce che le comunicazioni commerciali devono prevedere chiaramente una informativa volta ad evidenziare al pubblico: a. che si tratta di comunicazione commerciale; b. la persona fisica o giuridica per conto della quale è effettuata la comunicazione commerciale; c. che si tratta di un'offerta promozionale come
sconti, premi, o omaggi e le relative condizioni di accesso; d. che si tratta di concorsi o giochi promozionali, se consentiti, e le relative condizioni di partecipazione. E proprio con riferimento alle vendite promozionali on line che così frequentemente vengono proposte su siti internet vale la pena chiedersi se si applichino o meno le medesime limitazioni a tutt’oggi previste, per le vendite promozionali effettuate all’interno degli esercizi commerciali, dalla legislazione sia nazionale che regionale in materia di commercio. è noto infatti che la L. 248/2006 (cd. Bersani bis), sebbene abbia liberalizzato le vendite promozionali in nome del principio di libera concorrenza eliminando i divieti ad effettuare tali tipi di vendite a meno che non siano prescritti dal diritto comunitario, ha tuttavia mantenuto il principio secondo il quale le vendite promozionali effettuate all’interno degli esercizi commerciali possono subire limitazioni di ordine sia temporale che quantitativo. A livello regionale restano quindi fermi per il momento i limiti previsti dalle singole leggi, che impediscono, le vendite promozionali nel periodo immediatamente precedente alle vendite di fine stagione e per i prodotti oggetto di tali vendite. Tale disciplina tuttavia non si applica alle vendite promozionali effettuate on line le quali restano comunque soggette alle disposizioni a tutela dei consumatori sopra richiamate.
Avv. Giulia Comparini Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.
come variante strutturale perché riferita a un'area di grandi dimensioni. Altra contestazione in essere: il progetto si estenderebbe su 13mila mq contro i 6mila previsti nella zona, in cambio di “compensazioni forzate”. La prossima mossa del Comune è quella del ricorso al Consiglio di Stato, ma qualunque sia la strategia dell’ente pubblico e delle varie società impegnate si prospetta una lunga battaglia legale. •
… Intanto Corio si rifà con Le Gru
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Palazzo del Lavoro shock: bloccato il progetto del centro commerciale…
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l Mapic 2011 era stato uno dei progetti di punta del mercato italiano, oggi rischia seriamente di rimanere sulla carta. Questa è la situazione in cui versa la trasformazione in centro commerciale urbano del Palazzo del Lavoro di Torino, opera di Luigi Nervi simbolo di Italia '61. Se pochi mesi fa il cantiere sembrava prossimo a partire, avendo incassato il permesso del Comune e della Soprintendenza, la recente decisione del Tar del Piemonte ha stravolto i piani di Corio, la società di commercializzazione e di gestione, e dello stesso Comune di Torino, che avrebbe già incassato parte degli oneri di urbanizzazione. In particolare la decisione del giudice accoglie il ricorso presentato dal vicino shopping center 8Gallery sulla variante 190, che prevede la realizzazione dell'opera. Secondo il Tar la variante al piano regolatore avrebbe dovuto essere sottoposta a Valutazione ambientale strategica ed essere approvata
ncassato il duro colpo sul progetto del Palazzo del Lavoro a Torino, Corio Italia si rifà aggiudicandosi il Gold Award nella categoria Digital Media in occasione degli Icsc Solal Marketing Awards. Il progetto che ha permesso alla società di gestione di ottenere questo premio prende il nome di “GRUkey apre nuovi mondi” e coinvolge il noto centro commerciale Le Gru di Grugliasco (To). L’iniziativa vincitrice verte sul Crp (Customer Relationship Platform) che, grazie a diversi collegamenti digitali come sms, e-mail, newsletter, notifiche push, instant message, permette di rimanere in contatto con i clienti sia durante che dopo i loro acquisti. In virtù di questo riconoscimento Corio Italia parteciperà ai Global ISCS Awards, che si terranno a Las Vegas in autunno. •
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News
Original Marines atterra in Turchia
È partito il progetto di sviluppo internazionale in franchising del noto brand campano Original Marines. La prima apertura in affiliazione è avvenuta presso il Trump
Towers Shopping Center a Istanbul: complesso retail da 400mila mq distribuiti su una torre di 40 piani. Il punto vendita di abbigliamento si estende su 100 mq e vanta un affaccio sulla galleria di due vetrine. Il piano di aperture prevede come prossime tappe la Francia e l’Ucraina.
Venezia-San Paolo: presto un volo diretto Lo sviluppo in Brasile interessa anche a Venezia e in generale a tutta la Regione Veneto, che sta lavorando per istituire una linea diretta tra lo scalo di Venezia e
quello di San Paolo. «Stiamo chiudendo un accordo con l'aeroporto di Venezia per istituire un collegamento con San Paolo – ha dichiarato recentemente Marino Finozzi, assessore al Turismo della Regione Veneto –. Due le ipotesi: una con Tam e l'altra con Alitalia. Una terza alternativa, invece, potrebbe essere un'intesa con Tap via Lisbona, da dove il vettore veicola molto traffico verso il Brasile». L’operazione potrebbe essere definita entro la fine dell’anno in corso.
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Sicilia, Catania parte, Comiso no
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l 7 giugno è stato firmato il contratto di programma tra l’Enac e la Sac per l’aeroporto di Catania. Firma definitiva, arrivata dopo il via libera di governo e Cipe. Il contratto prevede tra il 2012 e il 2015 investimenti infrastrutturali per oltre 90 milioni di euro. Musica malinconica, invece, serve per parlare dell’aeroporto di Comiso, gestito dalla Soaco, controllata dalla catanese Sac. Si registrano scioperi della fame, sit-in sotto il temibile sole estivo ragusano, minacce di occupare l’aeroporto di Fiumicino (azione prevista il 30 giugno). Motivo? Il governo non ha intenzione di mettere i soldi. La Regione Siciliana metterà quelli per vigili del fuoco e controllori di volo per due anni e sperava che poi subentrasse lo Stato.
Ma i tempi sono duri, il Piano aeroporti incombe e il governo sembra sordo. Anche perché ci vorranno molte altre risorse per attirare le compagnie. Come finirà? Male, con l’aggravio dei tanti milioni spesi finora. Anche l’aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo non ride. Il neosindaco (si fa per dire) Leoluca Orlando ha detto di aver evitato la svendita dell’aeroporto ai privati, perché “lo statuto consente a piccoli soci privati di mettere le mani sulle quote a prezzi vantaggiosissimi qualora Comune e Provincia non fanno in tempo a ricapitalizzare”. Ora si attende quindi una ricapitalizzazione? Domande che si è posto anche l’Enac, che ha convocato l’accountable manager della società di gestione dell’aeroporto, Gesap. •
Obiettivo Personale A cura di Excursus. Spazio di formazione partecipata – www.studioexcursus.com
Chiamale se vuoi emozioni... Una riflessione sul clima di lavoro
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uante volte vi è capitato di dire che vi trovate proprio bene nel vostro luogo di lavoro? Avete mai riflettuto sul fatto che le emozioni, il modo in cui viviamo il nostro ambiente di lavoro, può influenzare il nostro modo di lavorare? Oggi introduciamo il tema del clima aziendale, che riguarda proprio il modo in cui i collaboratori percepiscono l’organizzazione: tutto quello che ha a che fare con i bisogni, le sensazioni e le emozioni sul luogo di lavoro. Il clima all’interno di un’organizzazione di lavoro dipende dal modo in cui vengono trattate le persone, o meglio da come le persone percepiscono ed interpretano il modo in cui vengono trattate. Questo è un aspetto molto importante, che i dirigenti di un’organizzazione devono tenere in considerazione. Considerare il clima di lavoro, comprenderlo e tenerne conto è un’azione fondamentale che significa che l’azienda cura i suoi dipendenti, la relazione con loro e il loro benessere. Un’analisi del clima, di come i dipendenti percepiscono il luogo di lavoro e il ruolo che ricoprono è inoltre punto di partenza per un cambiamento, perché l’azienda possa farsi carico dei nodi critici che emergono dall’ascolto di chi contribuisce al funzionamento dell’azienda. Come si può facilmente immaginare la sensazione di benessere o malessere ha un grande impatto sull’azienda perché influenza il comportamento e lo stato d'animo delle persone e esercita un effetto non trascurabile sulla motivazione al lavoro e sugli obiettivi aziendali. Infatti è stato dimostrato che
il clima ha effetti all’interno dell’organizzazione: un buon clima motiva le persone a lavorare di più e meglio e facilita l’identificazione delle persone con la cultura e gli obiettivi aziendali; non solo: è anche documentato che il clima aziendale ha un impatto all’esterno perché la percezione da parte dei clienti di un’atmosfera di lavoro negativa è un fattore che può portare alla riduzione dei rapporti con l’azienda. Un ruolo importante nel garantire un buon clima di lavoro è ricoperto in primis dalle figure dirigenziali che, nell’esercitare la loro funzione di leadership, devono essere garanti della qualità delle relazioni all’interno dell’azienda e del riconoscimento professionale di ogni singolo lavoratore. Ma come migliorare un clima di lavoro? Due gli aspetti fondamentali che vogliamo accennare in questa sede: la comunicazione e il riconoscimento dei ruoli. Una buona comunicazione - aperta e franca - facilita l’espressione di eventuali conflitti e la mediazione delle posizioni; il riconoscimento dei ruoli aumenta il senso di responsabilità e di appartenenza dei dipendenti che si traduce in un contributo più efficace e positivo al raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Maria Chiara Cremona mariachiaracremona@studioexcursus.com
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Finalmente i nomi dell’Authority trasporti
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Il ritardo è conclamato, ma finalmente l’Authority dei Trasporti fa dei passi avanti. L’8 giugno il Consiglio dei ministri ha designato Mario Sebastiani presidente e Pasquale De Lise e Barbara Marinali come membri della stessa Autorità. Sebastiani è ordinario di Economia politica a Tor Vergata e ha lavorato in passato con tre ministri del centro-sinistra (Burlando, Treu e Bersani). Non c’è ancora invece una decisione sulla sede (sono in pole position Torino, Bologna e Roma), anche se il ministro Passera aveva promesso la scelta entro aprile. Il ritardo sui nomi si deve al fatto Sebastiani che al vertice era stato designato (con tanto di firma di Napolitano) in un primo tempo De Lise (già presidente del Consiglio di Stato e più vicino al centro-destra). La nomina era stata bloccata però dalla Corte dei Conti perché De Lise ha superato a febbraio la soglia-limite dei 75 anni. L’importante è che ora l’iter vada avanti, perché l’agenzia, prevista inizialmente nel 1995, da 17 anni viene bloccata per la resistenza delle varie concessionarie autostradali, autorità portuali e tassisti.
A Larry Smith la gestione di Le Piazze di Orzinuovi…
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on solo gestione ma anche ricommercializzione del centro commerciale Le Piazze di Orzinuovi (BS). Questo è l’incarico affidato da Metalmark alla società italiana Larry Smith, che ora vanta un portfolio gestionale di 18 shopping center. Il complesso in provincia di Brescia si caratterizza per una gla di 36.200 mq, con all’interno 44 punti vendita tra cui cinque ancore:
… e del nuovo retail park a Campi Bisenzio
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Carrefour, Centro Arredi Metalmark, Trony, Toys Center e Punto Legno Bricolage. Nei prossimi mesi il negozio di arredamenti sarà oggetto di un restyling per 5mila mq, che permetterà l’inserimento di nuove attività commerciali. •
Comunicazione di servizio
l complesso commerciale di I Gigli a Campi Bisenzio (Fi) si arricchisce del retail park, inaugurato lo scorso 7 giugno. La nuova struttura, così come quella dello shopping center, è di proprietà di Eurcommercial Properties ed è gestita da Larry Smith. L’area si completa con il cinema multisala a insegna Uci. Il retail park vanta una gla di 5mila mq su 2 livelli, con cinque unità di cui una grande attività ristorativa. I marchi presenti sono Original Marines, Rifle, Scarpe & Scarpe e Terranova per l’offerta non food e Roadhouse Grill per quella food. Particolare attenzione è stata riservata alla qualità architettonica grazie al rivestimento in Tecu Gold: una lega di rame e alluminio che conferisce una morbida tonalità dorata a tutta la struttura. •
A cura di Acqua Group – www.acquagroup.it
Contaminare i Fashion Outlet, una nuova sfida
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li outlet village ci hanno conquistato. Dalla casalinga non “disperata” ai fashion addicted alla ricerca di capi firmati a prezzi ridotti, i clienti di queste nuove cattedrali del consumo si sono moltiplicati anno dopo anno e tengono anche in tempi di crisi. Di più, i grandi villaggi della moda, disseminati per tutta Italia, hanno cambiato il nostro modo di fare acquisti e di vivere il tempo libero. Sì, perché anche negli outlet ormai fioccano le più svariate iniziative come mostre, sfilate, eventi enogastronomici e aperture notturne. I creativi della comunicazione si ritrovano così a confrontarsi con l’opportunità di interpretare nuove espressioni di divertimento e intrattenimento. E visto che è proprio nei tempi di crisi che la creatività deve farsi più attenta e propositiva, occorre sbizzarrirsi per creare nuovi eventi in grado di solleticare l’immaginazione del visitatore e fargli vivere nuove esperienze. Allora ci domandiamo: perché non sfruttare tali eventi come palcoscenico per promuovere marchi non legati direttamente al mondo della moda, ma altrettanto stylish e di tendenza? Pensiamo a brand operanti in settori diversi e immaginiamo frigoriferi pieni di vestiti, disseminati nell'outlet, che promuovono i prezzi congelati dei saldi oppure contest a premi, su console di videogiochi, in diretta e a distanza tra
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diversi outlet della stessa catena. Pensiamo a quale richiamo potrebbe avere per il pubblico più giovane una vera e propria dance floor notturna dove coinvolgere i “clubber” e i DJ del momento per sponsorizzare le notti firmate da rinomate bevande alcoliche e non. Sono solo delle prime idee, ma non sarebbe interessante pensarci meglio? Delineare nuove opportunità di business tramite la sinergia e la contaminazione di marchi di categorie merceologiche completamente differenti, una bella sfida per gli outlet di oggi. Massimo Del Monaco Direttore Creativo Key Adv – agenzia di Comunicazione Integrata di Acqua Group
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Il perugino tra negozi e servizi
Commercio, uffici e servizi, soprattutto poliambulatoriali. Così si presenta il nuovo complesso polifunzionale Il Perugino, inaugurato lo scorso 12 giugno in località San Sisto (Pg). La struttura, di proprietà della società Edilgrifo srl, è disposta su tre piani e vanta una superficie di 11mila metri quadrati. Al piano terreno è presente l’offerta retail, dove spiccano un superstore Conad di circa 1.500 mq e la superficie di Pittarello. Completano l’area commerciale una parafarmacia, un bar, un’ottica e un salone Jean Louis David.
Orient Express
Colombo strategico, privatizzazione più vicina
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’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova è stato promosso a “strategico”. Lo si è appreso ufficialmente durante la presentazione del Rapporto 2011 dell’Enac, a Roma. La classificazione di “strategico”, prevista dallo studio preliminare al Piano nazionale aeroporti, condotto da tre società di consulenza per l’Enac, rende possibile ricevere finanziamenti statali. Gli scali “primari” possono accedere solo a finanziamenti regionali e locali e quelli “complementari” ne dovrebbero
a cura di Stra_branding - www.strabranding.com
Il potenziale per il Made in Italy nei paese Bric-N11 Durante il Primo Forum del Legno Arredo tenutosi di recente a Milano a cura di Federlegnoarredo, sono stati trattati interessanti temi sull’evoluzione dello scenario distributivo mondiale e sul potenziale internazionale delle aziende italiane nei mercati emergenti. Con specifico riferimento all’andamento del settore dell’arredamento nei cosìddetti Paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina che si stima nel 2030 supereranno in termini di PIL i paesi del G7), è interessante notare la leadership delle aziende italiane in Russia (con tassi medi di crescita degli acquisti del 6% all’anno nel prossimo quinquennio). Si stima che nel 2017 la Russia e la Germania acquisteranno lo stesso ammontare di arredi dall’Italia. Mentre Cina e India, i mercati più dinamici a livello mondiale, sono per ora raggiunti solo in modo marginale dagli esportatori italiani di prodotti d’arredamento. Tuttavia, questi ultimi hanno aumentato del 50% la propria quota di mercato in Cina nel corso dell’ultimo biennio. Il valore del mercato cinese dell’arredo nel 2011 valeva la metà di quello russo (circa un miliardo di euro) ma negli ultimi sette anni è cresciuto mediamente del 30 per cento. Nello stesso periodo la quota italiana sul mercato cinese è progressivamente aumentata fino a raggiungere circa il 15%, a conferma di una crescente predisposizione della classe emergente cinese ad acquistare prodotti autentici e di qualità. Infine, prendendo atto che il mercato brasiliano rimane ancora marginale a causa degli alti dazi sulle importazioni, si stima che nei prossimi sette anni l’India scalerà ben 12 posizioni e diventerà il 17° mercato di sbocco. Uscendo dal contesto distributivo del settore dell’arredamento e parlando di potenzialità dell’export del made in Italy in generale, pensiamo sia interessante ampliare l’ottica di analisi e considerare, oltre ai paesi BRIC, anche i cosi detti paesi NEXT 11, termine coniato da Goldman Sachs (Corea del Sud, Turchia, Messico, Iran, Indonesia, Egitto, Filippine, Nigeria, Vietnam, Pakistan, Bangladesh). Le potenzialità di questi paesi si basano su condizioni di crescita solide o in via di miglioramento, unite a dinamiche demografiche favorevoli (gli N-11 rappresentano attualmente il 19% della popolazione mondiale). Tali condizioni favorevoli daranno impulso alla crescita economica e condurranno a 14 retail&food - luglio/agosto 2012
essere esclusi. Lo scalo di Genova, da quando era stato avviato lo studio, nel 2009, ha avviato la fase progettuale dell’ampliamento dell’aerostazione, con la possibilità di collegamento diretto con la ferrovia. Chissà che ora non si riapra qualche spiraglio per la privatizzazione del 60% della società di gestione. Una prima gara, a febbraio, è stata disertata dai due soggetti interessati, il fondo F2i e Corporación América, per le scarse informazioni sulla società in vendita contenute nel bando. •
un incremento significativo della quota del PIL mondiale generata dagli N-11 che dovrebbe salire da circa il 12% del decennio in corso al 17% nel 2040-2049 (fonte GSAM, 2011). Inoltre, questi paesi hanno popolazioni la cui età media è, nella maggior parte dei casi, inferiore ai 30 anni (contro ad esempio, ai 43 in Italia): un vantaggio demografico che implica un potenziale straordinario in termini di futura espansione della base dei consumatori (Grafico 1). Ciò, infatti, implica un numero più elevato di persone in età lavorativa e,
conseguentemente, un maggior numero di individui con capacità di guadagno e di spesa e un minor numero di soggetti a carico. Da ultimo, in base a quanto riscontriamo nelle aziende vincenti sui mercati esteri, possiamo delineare le seguenti regole su come affrontare l’internazionalizzazione: investire sulla conoscenza del consumatore finale, attingere al knowhow locale, ragionare su ritorni a medio-lungo termine e adattare la propria offerta alle caratteristiche locali. Mentre, sul fronte interno aziendale: avere un approccio al mercato in termini di organizzazione aziendale e curare tutti gli Luca Esposito aspetti relativi alla supply chain.
Vigevano: il Ducale si espande a caro prezzo
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Vigevano il Comune ha dato il via libera all’ampliamento di 1.500 mq dell’area commerciale dello shopping center Il Ducale (senza espansione esterna). La superficie salirà quindi a 16.500 mq, di cui 12.300 non food e 4.200 per l’alimentare. La società Promocentro Italia ha ottenuto l’incremento in cambio di tantissime compensazioni: 153mila euro per interventi di riqualificazione e mitigazione ambientale, 100mila euro per opere di compensazione di lavori pubblici (manutenzione stradale e di rotatorie); 35mila euro per la valorizzazione delle attività commerciali; per tre anni 2mila euro per iniziative ed eventi di promozione del territorio e mille euro per studi sull’impatto del centro commerciale
In vendita la maison di Valentino… …E Miss Sixty trasloca a Singapore Le voci si rincorrevano da tempo ma, dopo la conferma a Pitti dell’amministratore delegato Stefano Sassi, i pochi dubbi sulla messa in vendita della società di Valentino sono stati dissipati. Ecco quindi che un altro tassello del Made in Italy potrebbe passare di mano a qualche fondo internazionale. Al momento, precisa il top manager, «ci sono molti gruppi interessati al marchio anche per i risultati raggiunti dall'azienda Valentino che, nella prima parte del 2012, ha realizzato +25% di fatturato, dopo aver fatto +20% l'anno scorso». Sassi ha negato, tuttavia, l’esistenza di trattative in corso.
Dopo 25 anni di attività il Gruppo Sixty fa le valige, passando di proprietà alla società di investimento panasiatica Crescent Hydepark. A nulla è valso quindi il recente aumento di capitale da 40 milioni di euro, compiuto dai due fondatori nel dicembre del 2011. I conti in rosso degli ultimi anni, con la voce debiti lievitata a quasi 300 milioni di euro e quella del fatturato scesa da 542 milioni nel 2008 a 293 milioni nel 2011, hanno impedito l’accordo con le banche per la ristrutturazione del debito. A farne le spese sono i 1.500 dipendenti del quartier generale di Chieti.
esistente. Per quanto riguarda il lavoro il Comune ha ottenuto la conferma del personale in servizio; l’assunzione dei nuovi addetti almeno al 40% a tempo indeterminato (full o part time); che la metà delle future assunzioni fossero riservate al Comune e l’altra metà ai comuni confinanti e che in buona parte riguardassero lavoratori in cassa integrazione. Gli accordi prevedono anche la valorizzazione delle produzioni lombarde, la promozione di iniziative culturali, due infopoint per servizi pubblici, oltre a spazi per eventi di associazioni. •
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News
Ad Alghero Giunti al Punto fa il bis
La catena di librerie Giunti al Punto conferma il suo legame con il canale aeroportuale: alla fine di giugno ha aperto il suo secondo punto vendita nello scalo di Alghero. Si trova in airside, occupa circa 40 metri quadrati e funge anche da edicola. Giunti ha punti vendita anche in altri sette aeroporti italiani: Firenze, Bari (2 librerie nelle zone landside e airside), Brindisi, Trapani e Fiumicino e Torino Caselle. Un passo in più per il piccolo scalo di Alghero, che per il resto conta un bar Air Cafè, un tabacchi, due negozi (enogastronomia e souvenir) e due servizi (cambiavalute e biglietteria).
Vento ancora in poppa per Inditex e H&M
La Spagna sarà pure in ambasce, ma il suo campione nazionale del retail galoppa. Inditex (Zara, Massimo Dutti, Bershka e Pull&Bear) ha aumentato i ricavi del 15% nel primo trimestre (terminato il 30 aprile), portandoli a 3,4 miliardi di euro. Salgono anche l’utile (+30%), l’Ebitda (+27% a 764 milioni) e l’Ebit (+34%). A trainare l’espansione sono le tante nuove aperture: 91 in
La Valdastico Nord al Cipe
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ntro fine luglio dovrebbe arrivare al Cipe, dopo decenni di discussioni, la pratica per la costruzione dell’autostrada A31-Valdastico Nord, da Vicenza a Piovene. Entro fine giugno è infatti attesa la fine della Conferenza dei servizi relativa al progetto, presentato da A4 Holding spa (già Autostrada Brescia-Padova spa). Finita la Conferenza dei servizi servono 30 giorni ai tecnici della Brescia-Padova per replicare alle osservazioni degli enti locali. Nonostante i passi avanti, rimane secco il “no”, che perdura da anni per motivi ambientali, della Provincia autonoma di Trento. Il quotidiano “l’Adige” ha anche parlato di un’offerta di Serenissima di fusione tra A4 Holding e l’A22, che avrebbe permesso (dopo un passaggio in Parlamento) di accorpare le due concessioni e quindi evitare ai proprietari dell’A22 (province autonome di Trento e Bolzano) di partecipare alla gara per la nuova concessione della stessa autostrada. Non sarebbe stata cosa da poco, perché il bando è da 3 miliardi per 50 anni di concessione. Ma la Provincia di Trento, con il presidente Lorenzo Dellai, ha confermato l’opposizione. •
Fine della corsa per CO.Import
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’11 giugno scorso, al tribunale fallimentare di Savona, è arrivata la dichiarazione di fallimento per CO.Import, catena di casalinghi e articoli da regalo diffusa nei centri commerciali. Negli shopping center erano infatti 35 dei 39 store totali in Italia, soprattutto nel Nord. CO.Import, si legge sul sito ufficiale, era arrivata come concessionaria del marchio “Pier Import Europe”, diffuso in Francia. Tra i punti distintivi: il vasto assortimento di prodotti dall’immagine esotica e orientale e un buon rapporto qualità prezzo. Il primo punto vendita in Italia apre a Savona nel 1997, come Pier Import, nome con cui approda anche a Milano in piazza Diaz. Alla fine del 2001 viene interrotto il rapporto di concessione di marchio con Pier Import Europe e viene registrato in sede internazionale il marchio CO.Import, con target medio- alto. Vengono riconvertiti col nuovo marchio tutti i negozi. Poco si sa dei motivi specifici del fallimento. Anche i 270 dipendenti rimasti a casa hanno detto di aver appreso la notizia solo da un asettico comunicato dell’ufficio del personale. I lavoratori hanno fatto un’occupazione del negozio di Milano-piazza Diaz, per protestare «contro la mancanza di qualsiasi notizia e di trasparenza sul futuro del personale – si legge in una nota -: nulla si sa, ad oggi, su eventuali compratori e quali potranno essere le tutele da attuare in difesa del reddito dei lavoratori». •
Eolico in autostrada, parte la Serenissima
tre mesi. Vola anche H&M: +15% delle vendite e +23% degli utili nel suo secondo trimestre. La catena vuole aggiungere 275 stores nel suo anno fiscale, che termina a novembre, tra cui dieci nuovi concetti di alta gamma “& Other Stories”. Tra i Paesi target ci sono Germania, Francia e Italia.
16 retail&food - luglio/agosto 2012
Una turbina verticale altra 3,20 metri per la produzione di energia eolica è stata installata sull’autostrada Brescia-Padova, in direzione Venezia, tra Brescia Est e Desenzano del Garda (km 118). Si tratta di una sperimentazione messa in atto da Serenissima Trading (società del gruppo A4 Holding) in collaborazione con Atea srl, con sede a La Spezia, attiva nel settore delle energie rinnovabili. Non ci sono ancora dati sui ritorni economici, perché a oggi si stanno ancora facendo le rilevazioni sulla capacità produttiva dell’unica turbina installata. Quello che è certo è che rispetto all’eolico in autostrada (per cui ci sono progetti molto ambiziosi che intendono sfruttare le nuove tecnologie a film sottile) non c’è il problema della pulizia costante dei depositi delle particelle. Ma i confronti andranno fatti dati alla mano.
Dufry cambia pelle e avvia il decentramento
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iù responsabilità e agilità alle sedi “regionali” e contemporaneamente maggiore accentramento degli approvvigionamenti e della logistica. È il succo della nuova organizzazione di Dufry, gigante svizzero del travel retail che negli anni si è ingrandito nel mondo, soprattutto in Sud America. Dal 2003 a oggi ha quintuplicato i ricavi e i punti vendita e proprio per questo ha messo mano all’organigramma, mettendo a capo delle quattro sedi regionali (Europa. Africa e Asia; America Latina; Brasile; Nord America) dirigenti di lungo corso. Per l’Europa, Africa e Asia il responsabile è Xavier Rossinyol. Cambia anche l’organizzazione centrale, ma il ceo rimane Juliàn Diaz. Dufry, attraverso la controllata al 60% Dufrital (il 40% è di Sea spa), è presente in Italia negli scali di Milano Malpensa e Linate, Bergamo, Napoli, Brescia, Verona e Genova. •
Mirandola non si ferma, centro commerciale nei container L'amministrazione comunale di Mirandola (Modena), uno dei paesi più colpiti dal sisma di fine maggio in Emilia, ha proposto ai commercianti del paese di tornare al lavoro in alcuni container, in una sorta di centro commerciale temporaneo con dei moduli in una delle piazze centrali della cittadina. L’idea, oltre che del Comune, è delle associazioni dei commercianti. Quasi ottanta negozianti della zona rossa di Mirandola e una ventina i professionisti a metà giugno avevano già dato la loro disponibilità a ricollocare le loro attività nell’area.
Logo, McDonald’s punto sul Vivo
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cDonald’s torna alla guerra del logo, aggressiva come sempre nella difesa del suo marchio. Dopo il recente caso di Mac Bun, lo “slowfastfood” di Torino e Rivoli costretto a trasformarsi in M** Bun, ora sono alcuni bar piemontesi ad aver ricevuto una minaccia di causa. L’imprenditore Giuseppe Damiano (nel Bar Toscano di Novara e in alcuni chioschi con distributore di carburante sulle autostrade del Piemonte) ha infatti usato il marchio ViVocaffè, che secondo la multinazionale riproduce, nelle due VV del logo, i celebri due archi di McDonald’s rovesciati. Da qui la richiesta di un “accordo bonario” che prevede la cessazione dell’uso del logo e la distruzione di tutto il materiale che lo riproduce. La Regione Piemonte si è detta «disponibile ad aiutare un imprenditore novarese e piemontese ad evitare un contenzioso inutile per tutti, soprattutto in un periodo in cui le imprese sono in difficoltà». •
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Indice r&f
a cura di Edifis Intelligence
Un mese da dimenticare Lè stato generalizzato e uniforme: l'indice ha 'arretramento dei titoli del nostro comparto
perso 12 punti. Un brutto colpo per il mercato, anche se dobbiamo rilevare che siamo ancora superiori all'indice delle borse mondiali, e anche rispetto al livello del primo gennaio. Tuttavia dobbiamo essere ben lontani dalla tranquillità, e sorvegliare ben da vicino quello che succederà nei prossimi mesi, o addirittura nelle prossime settimane. Infatti, la velocità dei cambiamenti è impressionante, e la connessione dell'economia con i fatti politici internazionali (vedi elezioni in Grecia), è sempre più stretta e per ciò stesso più imprevedibile. Stiamo per entrare, probabilmente, in una fase di ulteriore turbolenza, dalla quale comunque usciremo prima e meglio degli altri. Come sempre.
HOLDING
QUOTAZIONI AL
MERCATO
ALCUNI MARCHI DI PROPRIETA'
30.12.2011
11.05.2012
15.06.2012
indice
Aeffe Alberta Ferretti, Moschino, Pollini Italia 0,58 0,60 0,62 103,3% Damiani Italia 0,91 0,99 0,90 90,9% Geox Italia 2,16 1,94 1,72 88,7% Luxottica Italia 21,70 27,38 26,61 97,2% Safilo Group Italia 4,88 4,90 4,15 84,7% Stefanel Italia 0,31 0,26 0,17 65,4% Tod's Hogan, Fay Italia 63,05 81,15 77,80 95,9% Adidas Reebok Xetra 50,26 60,91 57,57 94,5% C.F.Richemont Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill Vtx 47,51 45,25 43,44 96,0% Dufry Svizzera 86,45 119,00 111,60 93,8% Fossil Nasdaq 79,36 78,70 73,29 93,1% Hugo Boss Xetra 55,19 77,70 77,21 99,4% Inditex Zara, Pull and Bear, Massimo Dutti Mce 63,28 67,82 75,93 112,0% Louis Vuitton, Moet Chandon, Hennessy, LVHM Francia 109,40 122,90 118,84 96,7% Fendi, Dior, Zenith, Guerlain Nike Nyse 96,37 107,56 100,02 93,0% Polo Ralph Lauren Nyse 138,08 158,47 142,72 90,1% PPR Puma, Fnac, Gucci, Redcats,Conforama Francia 110,65 122,15 111,20 91,0% Puma Xetra 225,10 265,00 235,05 88,7% Swatch Group Omega, Longines, Tissot Vtx 351,50 398,60 303,60 76,2% Tiffany & Co Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso Nyse 66,26 63,63 53,54 84,1% INDICE RETAIL&FOOD 100,0 114,74 102,73 102,73% FTSEMIB 15.089 13.984 13.354 95,49% MSCI WORLD INDEX 1.182,59 1.245,04 1.196,00 96,06% L’indice Generale r&f è ponderato nella misura di 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.
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retail&food - luglio/agosto 2012 19
osservatorio prezzi
A1, da Milano a Bologna caffetteria allineata
I prodotti da banco analizzati nelle sei aree di servizio sotto la lente hanno un prezzo complessivo praticamente identico. Ma nei format più innovativi si può risparmiare. Soprattutto nel market, dove è arrivata Carrefour
P
ochi centesimi di differenza nella somma dei panieri della caffetteria. Molti euro di differenza per i prodotti di necessità nel market. Sono alcuni dei responsi emersi dall’Osservatorio prezzi che lo scorso 7 giugno ha interessato le aree di servizio autostradali di Arda Ovest (Autogrill), San Martino Ovest (Chef Express), San Martino Est (MyChef), Secchia Est (Autogrill + FiniFast) e i nuovi mall autostradali di La Pioppa Ovest (MyChef) e La Pioppa Est (Chef Express). Si trovano tutti sull’A1, tranne le due aree La Pioppa, che sono invece situate all’inizio dell’A14.
La caffetteria
Cominciamo dal caffè: sono pochissime le variazioni di prezzo per la tazzina semplice e per le sue varianti. Per caffè normale, decaffeinato e cappuccino, le differenze sono al massimo di cinque centesimi (si veda la tabella per i dettagli), mentre per l’orzo in tazza piccola c’è un allineamento totale su 1,20 euro, tranne nel caso di Chef Express, che a La Pioppa Est si ferma a un euro tondo. Riguardo al croissant, MyChef ha sia il prezzo più basso, 1,05 euro a San Martino Ovest (a pari merito con il dirimpettaio Chef Express) sia quello più alto, nella formula “premium” del croissant alla francese di Briciole Bar, venduto a 1,30 euro. Tra i prodotti da banco, qualche movimento in più si ha tra i panini. Autogrill brilla per i prezzi inferiori del panino base e di quello top. Ciò avviene anche nella stazione di Arda (ponte), che fa parte del progetto “Territorio” promosso dalla Provincia di Piacenza. Pur avendo panini con materia prima locale di qualità, il sandwich monosalume parte da 3,60 euro (comunque in assoluto non un prezzo stracciato) e arriva fino a 4,40. Segue per convenienza il prezzo di partenza di Gourmé, format innovativo di Chef Express anch’esso dedicato alle eccellenze regionali: 3,80 euro, mentre il prodotto top – panino con culatello di Zibello – vola fino a 6,80 euro. Negli altri posti visitati, invece, un panino base costa più di 4 euro, con MyChef a San Martino Est che parte da 4,20. Ricordiamo che i prezzi riportati si riferiscono ai cartellini sui prodotti effettivamente esposti al momento della visita. Sono in ordine sparso i listini per i toast, a causa del fatto che in alcuni casi si è considerato il prezzo del “maxitoast”, non essendo presente la versione normale. Si oscilla così dai 2,60 euro di Chef Express e MyChef Briciole ai 3,60 di Autogrill. Il listino di riferimento per la macedonia al banco è di 2,90 euro, con punte verso l’alto nei due format di La Pioppa: da Briciole Bar di MyChef è 3,50 euro e da Chef Express è 4 euro. Capitolo bevande: per l’acqua in entrambe le aree di MyChef e presso il Mokà di Chef Express di La Pioppa Est la Pet da 50 cl costa 1,05 euro, mentre in quelli di Autogrill 1,20 euro. Nota di demerito per Chef
20 retail&food - luglio/agosto 2012
Express, che a San Martino Ovest vende – per quanto abbiamo potuto osservare – solo la bottiglietta da 75 cl, a 1,90 euro. Abbiamo deciso di confrontarla con le altre da 50 cl perché consideriamo la spesa minima che deve affrontare un viaggiatore per comprare l’acqua. Più risicati sono gli scostamenti per le bibite e birre: la Pet da 50 cl di Coca Cola ha un costo di 2,60 ovunque
tranne che da MyChef a La Pioppa (2,50 euro); la birra oscilla tra i 3,50 euro dei punti vendita Chef Express e i 3,80 di MyChef. Parti invertite per la Red Bull, venduta a 2,70 da MyChef e a 2,90 da Chef Express. Arrivando alle casse, l’astuccio base di gomme da masticare è più economico da Autogrill e meno da MyChef, con Chef Express in posizione mediana. A questo punto si fanno le somme e si ha una sorpre-
San Martino San Martino Secchia Ovest Est Est Chef Autogrill + MyChef Express FiniFast
La Pioppa Ovest
A Café (Territorio) 1,00 1,40 1,10 1,20 1,10 3,60 4,40 3,60 2,90 1,20 2,60 3,60 2,80
Mokà (+Mr. Panino) 1,05 1,35 1,10 1,20 1,05 4,10 4,90 2,60 2,90 1,90** 2,60 3,50 2,90
Gran Café
A Café
Briciole Bar
1,05 1,35 1,15 1,20 1,05 4,20 4,90 3,00 2,90 1,05 2,60 3,80 2,70
1,00 1,40 1,10 1,20 1,10 3,60 4,80 3,60 2,90 1,20 2,60 3,60 2,80
1,00 1,35 1,15 1,20 1,30 4,10 5,20 2,60 3,50 1,05 2,50 3,80 2,70
Mokà (+ Gourmé) 1,05 1,35 1,10 1,00 1,10 3,80 6,80 2,60 4,00 1,05 2,60 3,50 2,90
2,10
2,30
2,50
2,10
2,50
2,30
28,20
28,50
28,55
28,20 Burger King
28,75 McDonald's
28,35 McDonald's
2,50
1,00
1,00
Spizzico 3,70 Fini
Briciole Bar 3,90 Antica Locanda 5,40 5,00 Carrefour Express
Rossosapore 2,50 Gusto
Arda Ovest Autogrill
MyChef
La Pioppa Est Chef Express
Articolo Bar/Caffetteria Caffè espresso Cappuccino Caffè decaffeinato Caffè d'orzo tazza piccola Croissant Panino (base) Panino (top) Toast (base) Macedonia Acqua (50 cl) Coca Cola (Pet 50 cl.) Birra (bottiglia 33 cl) Red Bull (lattina) Chewing-gum (astuccio più economico) totale bar/caffetteria Fast Food Panino Hamburger Fast Food Format Pizza Pizza (trancio base) Format Ristorante Primo Secondo Market Pringles Classic (confezione grande) Bottiglia vino rosso (più economico - market) Grancereale Classico Magnum Classic Prezzo più basso
Sorpresa Market
sa: a dispetto delle differenze tra singoli prodotti, il totale delle referenze esaminate (escluso il panino top, che non rientra nella logica del minor prezzo disponibile) è praticamente identico. Lo scostamento è di soli 55 centesimi tra i 28,20 euro totali dei locali Autogrill e i 28,75 euro di Briciole Bar di MyChef. Si tratta per la precisione di una differenza dell’1,95 per cento.
Spesso il market non riserva grandi oscillazioni nei listini, ma a sparigliare le carte ci ha pensato il Carrefour Express nel nuovo mall di La Pioppa Ovest (si veda l’articolo a pagina 30). I vertici del marchio di gdo francese dicono che hanno un prezzo del 15% inferiore alla media autostradale. Nei prodotti analizzati la distanza è stata spesso maggiore. Si prenda l’olio: il pendolare che ha necessità di comperarne una bottiglia (magari di sera, con gli altri negozi chiusi) spesso si trova di fronte prodotti di fascia alta molto cari o latte da almeno 3 o 5 litri. Qualche esempio: a San Martino Ovest e La Pioppa Est nei market di Chef Express l’offerta base è la confezione da due bottiglie da 75 cl venduta in saldo a 12,90 euro. Da MyChef a San Martino Est l’extravergine meno caro costa 12,90 euro, da Autogrill a 14,95, per tre litri. Nel Carrefour Express c’è un ben più comodo extravergine da mezzo litro a 2,79 euro. Poco di più si spende nel mercatino di Fini a Secchia Est (con l’offerta di Maglione – famiglia Sarni, che ha acquisito da poco il marchio modenese), dove un Dop di Bari da mezzo litro si trova a 4,99 euro. Un discorso simile si può fare per il vino. Da Carrefour per un rosso da 75 cl si parte da 3,50, per un Barbera d’Asti Doc. Altrove si comincia dai 4,90 euro del market di Autogrill e si arriva agli 8,50 di Fini, per un rosso molisano Doc. Come sopra vale per il Grancereale, venduto da Carrefour abbondantemente a meno che altrove. Sono nell’ordine di 40 centesimi le differenze per un gelato Magnum Classico della Algida, con meno cari Autogrill e Chef Express e più cara MyChef, mentre per il tubo delle Pringles le differenze sono maggiori. Sbaraglia la concorrenza l’offerta a 2 euro di Autogrill, mentre nel confronto esce svantaggiata MyChef, che ha solo la versione XXL da 3,90 euro.
Gli altri alimenti
Conclusioni
Spizzico 4,30* Ciao (Territorio) 3,90 4,60
Mr. Panino 3,80 Gusto 4,20 7,00
Pizza Chef 3,90 Antica Locanda 5,20 5,30
Market
Mercatino
MyMarket
Market
2,00
3,30
3,90***
2,99
2,59
3,30
4,90
5,30
5,90
8,50
3,50
n.d.
2,20 2,10
2,30 2,10
3,30 2,50
n.d. 2,10
1,78 2,50
2,30 2,10
Prezzo più alto
Esaminando l’offerta dei ristoranti self-service, Autogrill risulta il più economico sia per il primo (3,90) che per il secondo (4,60). Ma a Secchia Est, che divide con Fini, le cose cambiano. Il self service di Fini è infatti il più caro, con primi a non meno di 6,10 euro e secondi al prezzo fisso di 8,10 euro. Alla sera, dice un cartello, è applicato uno sconto del 30 per cento. Ben tre dei locali esaminati hanno al loro interno dei fast food di hamburger, vera rarità nel panorama della ristorazione autostradale italiana. L’analisi ha messo a confronto solo l’hamburger di primo prezzo e su questo non c’è partita: i McDonald’s ospitati a La Pioppa Ovest (da MyChef) e a La Pioppa Est (da Chef Express) sono venduti a 1 euro, mentre nel Burger King di Secchia Est (Autogrill+Fini) a 2,50 euro.
6,10 8,10
4,20 7,00 Mercatino
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n.d. = non disponibile
note: * Pizza Pala Ligure; ** disponinibile solo bottiglia da 75 cl; *** disponibile solo confezione XXL
Fuori dai principali banchi di caffetteria si osservano differenze più sostanziali. Sulla pizza Rossosapore, il format del gruppo Sebeto da poco partner di Chef Express, si distingue per convenienza: il suo trancio quadrato di pizza margherita si può acquistare con 2,50 euro. Lontanissimi tutti gli altri, dai 3,70 euro da Spizzico di Autogrill a Secchia fino ai 4,30 dello stesso Spizzico ad Arda Ovest, passando per i 3,80 di Chef Express a San Martino e ai 3,90 euro di entrambi i locali di MyChef.
Abbiamo assistito a tante novità, sia per l’aggiunta di progetti – come “Territorio” – a format consolidati sia per l’entrata di nuovi concetti di ristorazione e market. Ciò crea una varietà nell’offerta sicuramente positiva per il consumatore. La cosa più interessante è però che all’ingresso di nuovi formati non è seguito un incremento di prezzi. Anzi, i casi di Territorio, McDonald’s, Rossosapore e soprattutto di Carrefour Express dicono che ci può essere l’effetto opposto. La tendenza va quindi incoraggiata. F. P.
retail&food - luglio/agosto 2012 21
Star Trek retail
Destinazione
Conbipel S
ono passati un po' di anni dallo slogan “Conbipel: speciale, specialissimo. Non solo nel prezzo”, tanto in voga negli anni '80, quando il gruppo astigiano controllato dalla famiglia Massa era tra i più assidui inserzionisti delle reti Fininvest e uno dei pochissimi a realizzare 'spot areali', cioè pubblicità che andavano in onda solo in alcune zone del paese. Erano gli anni d'oro della casa di Cocconato d'Asti, tuttora sede principale del gruppo, fondata alla fine degli anni '50 da Franco Massa (lo stabilimento nell'astigiano è stato aperto una decina d'anni dopo): da una realtà artigianale alla produzione industriale di indumenti in pelle il fondatore arriva, sulla soglia dei ruggenti anni '80, al commercio al dettaglio, aprendo nel 1978 il suo primo punto vendita con insegna Conbipel. Alla crescita della rete di distribuzione (150 insegne al 2007 con copertura capillare del territorio nazionale) fa il paio l'ampliamento della gamma di prodotto ai capi in tessuto con collezioni donna, uomo e bambino. La crescita sostenuta porta Conbipel a diventare in quegli anni un marchio molto noto nel Belpaese con un'offerta a tutto tondo nel settore della moda accessibile. All'inizio del nuovo millennio, però, il gruppo dei Massa inizia ad accusare difficoltà con l'ingresso sul mercato dei grandi marchi del fast fashion, che fanno perdere competitività all'azienda (-45% di fatturato dal 2002 al 2007). Poi, cinque anni fa l'uscita di scena della famiglia fondatrice con l'acquisizione di tutto il pacchetto azionario dell'azienda (prima al 100% della Bima, holding familiare dei Massa con la maggioranza delle azioni al fondatore e il restante diviso tra la moglie e i 3 figli) da parte del fondo di private equity stelle e strisce Oaktree.
22 retail&food - luglio/agosto 2012
Gruppo Conbipel in pillole
Data di nascita Fondatore Proprietà Sede Management Business Insegne Negozi
Fine anni '50 a Cocconato d'Asti. Nel 1978 primo negozio a marchio Conbipel Franco Massa, proprietario della società, attraverso la finanziaria di famiglia Bima fino al 2007 Oaktree, fondo private equity americano Cocconato d'Asti (AT) Amministratore delegato Jeff Fardell, presidente Laurence Cooklin e Nicolas Girotto il direttore finanziario Vendita di abbigliamento nel settore del fashion accessibile per tutta la famiglia Conbipel Circa 150 in tutta Italia
Gli americani cambiano pelle a Conbipel
Il fondo americano (che controlla l'intero pacchetto azionario dell'azienda di Cocconato) inizia un complicato, soprattutto a causa dell'esplosione della crisi internazionale dei consumi, lavoro di riorganizzazione della società, rinnovando il management, il prodotto, la strategia di souricing per migliorare i margini, e anche la rete aziendale con nuovi format per i punti vendita con un nuovo store concept. Gli americani si trovano alle prese con una realtà importante, con una buona rete immobiliare, un marchio riconosciuto dal consumatore per il buon rapporto qualità/prezzo, ma con una struttura da rivedere e con un modello di business non allineato alle mutate situazioni di mercato. Nuova proprietà e straniera e nuove facce, non più solo italiane nella stanza dei bottoni del gruppo astigiano
fonte aziendale
(1700 dipendenti): al timone come amministratore delegato c'è da un anno l'australiano Jeff Fardell, presidente è Laurence Cooklin, mentre Nicolas Girotto è il direttore finanziario. La rete commerciale ad oggi si conferma nelle dimensioni della cessione al fondo Oaktree da parte di Bima: quasi 150 punti vendita, tutti gestiti direttamente, la metà dei quali (una settantina) negli shopping mall, per seguire con quasi quaranta nei parchi commerciali, più o meno una trentina stand alone e la rimanente dozzina nei centri cittadini. Le insegne del marchio sono soprattutto nel Nord Italia: la Lombardia è sul gradino del podio più alto con i suoi 32 negozi, seguono il Piemonte con 24, il Veneto con 16 e poi l'Emilia, il Lazio e la Sicilia con 10. Liguria, Campania e Puglia con 6 ciascuna e sotto le altre regioni. Procede il piano di razionalizzazione della rete, una delle
principali linee strategiche definite dal management del gruppo nel business plan 2011-2014, che prevede l'apertura di nuovi punti vendita e il rinnovamento di quelli esistenti, di pari passo a nuove partnership di sourcing per migliorare l'efficienza operativa e a un processo di riposizionamento del marchio. Da aprile 2011, mese in cui è iniziato il nuovo esercizio sotto la conduzione del manager australiano, sono stati inaugurati 4 nuovi store (Torino, Novate Milanese, Modica e Palermo), la chiusura di 11 negozi non profittevoli e la realizzazione del restyling di 14 punti vendita con il nuovo concept store che prova a coniugare il livello di servizio da negozio indipendente ai prezzi e all'assortimento di una catena, il 2012 vedrà l'apertura dei negozi Pompei e Varese. La modernizzazione dei punti vendita (quasi la metà dei complessivi dall'ingresso degli americani nella proprietà) insieme alla strategia di ridefinizione del target e di riposizionamento del brand inizia a dare risultati con una crescita del fatturato nei punti vendita nuovi del 15 per cento. Si punta poi a 40 nuove aperture entro il 2014, con un'ulteriore implementazione della presenza
neo e si caratterizza definitivamente come brand total look: il giro d'affari della pelle è ormai meno del 10%, mentre per i tessuti si arriva al 75% del complessivo (in tutto 11 milioni di capi venduti all'anno, 60mila mq di magazzini e la possibilità di movimentare 550mila pezzi a settimana). Ad arricchire la linea abbigliamento da segnalare le collezioni di borse e accessori. In più, ultima news, c'è la nuova partnership tra Conbipel e Bimbus, brand di Preca Brummel, azienda leader dell'abbigliamento 0-14 anni con l'apertura di 60 corner Bimbus nei negozi del marchio di Cocconato d'Asti.
La crisi zavorra la crescita
Tante novità che però devono fare i conti con la lunga recessione che ha pesato non poco sul rilancio del marchio operata fin dal fondo statunitense avvenuto appena un anno prima dell'esplosione della crisi. In questo senso nel corso dell’ultimo esercizio, si è avuta una forte accelerazione, non solo nel retail, nel sourcing e nel marketing, ma anche e soprattutto nel rafforzamento
linee di credito in essere col sistema bancario e nuove linee di credito per 25 milioni. I risultati hanno cominciato a fare capolino nell’esercizio 2010/2011 Conbipel (chiuso a fine marzo del 2011 come ogni anno) con i primi segnali di ripresa, con vendite in aumento (+4,3% sul 2009/2010 e fatturato intorno ai 242 milioni di euro) e un miglioramento della marginalità: L’EBITDA torna al segno positivo per 6,6 milioni di euro, dopo il -1,2 milioni nell'esercizio precedente. Ancora negativo (6 milioni) il risultato operativo, ma meglio dei -17,8 milioni del bilancio prima. Va meglio, anche se non fa certo dormire sonni tranquilli, l’indebitamento finanziario netto: 41,2 milioni, quando erano 15 di più nel 2009/2010. Se poi si va a vedere il trend degli ultimi anni si vede bene come la crisi abbia impattato sull'azienda di Cocconato proprio durante una difficilissima ristrutturazione per rimanere competitiva su un mercato radicalmente mutato nell'ultimo decennio. Gli indici di redditività e di produttività da valori moderatamente negativi nel 2006/2007, anno dell'entrata di Oaktree, sono scesi molto negli anni
Fatturat0 (milioni euro)
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 MARGINE DI C/E IN % DEL VALORE DI PRODUZIONE
2004
2005
Valore aggiunto
nei centri commerciali e nei retail park. Cambia il retail concept, curato da Hangar Retail Group con una attenzione particolare al target maschile con un nuovo shop format uomo, cambia il logo e cambiano i format dei negozi (in tutto 15000 mq): dal regolare per l'intera collezione sui 700/900 mq al ridotto 450/650 mq, a quello solo uomo 185/180 mq. Resta la barra dritta sul target: Conbipel rimane un marchio di abbigliamento casual per tutta a famiglia (uomo, donna e bambino) centrato sul classico e contempora-
della struttura patrimoniale e finanziaria della società, provata da diversi anni in apnea, stretta tra la ristrutturazione societaria e la contrazione dei consumi (-2,3% 2011 sul 2009 per il mercato dell’abbigliamento italiano con una contrazione generale dei volumi e riduzione dei prezzi medi). Così, per sostenere la crescita (previsti nel piano industriale investimenti quinquennali di marketing per 45 milioni di euro) l'azionista ha già effettuato iniezione di nuove risorse per 20 milioni e ha rimodulato la propria situazioni finanziaria con la conferma delle
2006
2009 2007 2008 MOL
2010
Risultato operativo
seguenti per ritornare più o meno sui livelli iniziali, pur rimanendo sotto lo zero, l'anno scorso: il ROI e il Valore aggiunto operativo per dipendente erano rispettivamente -0,8% e 36.216 euro nel 2006/2007, tre anni dopo segnano -5,83 e 36.149 euro, risalendo dai dati pessimi del 2008. Una U che testimonia lo sforzo e gli investimenti della nuova proprietà, ma non può nascondere le difficoltà di rendere il marchio profittevole in un mercato inflazionato e in contrazione come quello italiano in un momento di drammatica crisi dei consumi
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Star Trek retail indice di liquidità immediata (%)
2004
2005
Rapporto di indebitamento (%)
2006
2007
2008 2009
2010
come l'attuale. Un impegno pagato con un basso rapporto tra Mezzi propri/capitale investito che segna 2,1% nel 2010 in discesa dal 26,4% del 2007 dopo aver toccato il – 4% due anni fa e quindi un alto rapporto di indebitamento con il 97,9% nell'ultimo esercizio, in discesa comunque dal 104% nell'esercizio precedente. Buoni e in controtendenza gli indici di liquidità che nel Rapporto corrente arrivano al 113,7% nell'ultimo esercizio disponibile mentre erano 72,8% circa 4 anni prima. In crescita l'indice di liquidità immediata (Acid Test) che supera nell'ultimo bilancio il 60% mentre partiva da un 27,7%: segno che la nuova proprietà garantisce capitali. (Dati fonte Cerved Group) Sull'esercizio 2011, che si è chiuso d'abitudine a fine marzo, bocche cucite dal management. La sterzata positiva non ci sembra essere stata completamente,
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anche per colpa dell'anno terribile tra l'inverno caldo e le gelate di febbraio che hanno confuso il consumo, ma nel management sembra prevalere comunque l'ottimismo. Di certo l'aereo stenta a decollare, anche se l'anno scorso con i nuovi investimenti ha fatto il pieno di nafta: che il momento non aiuti è sicuro, ma la proprietà sembra credere molto nel progetto, nonostante i risultati non certo soddisfacenti nel breve. Nel lungo periodo, bisognerà capire la volontà degli americani, che hanno le spalle molto larghe: il sacrificio iniziale è consistente, ma se serve a gettare fondamenta solide, può risultare necessario per una ristrutturazione duratura. Di certo la crisi non aiuta, anzi aumenta esponenzialmente le difficoltà ma questo è tutto un altro discorso e non vale certamente solo per l'azienda di Cocconato d'Asti. David Montorsi
L'intervista La sfida di cambiare pelle, nonostante la crisi Come è andato il 2011? Il 2011 è iniziato bene ed è stato un anno buono sul fronte delle vendite fino ai mesi di agosto e settembre, quando il clima di crisi si è fatto sentire. In più l’anomalo andamento stagionale, con temperature elevate fino a inverno inoltrato, ha contribuito a far sì che i consumatori rinviassero i propri acquisti. Per mitigare l’impatto di questa situazione abbiamo adeguato le politiche di marketing per migliorare la nostra già forte “value proposition”, sostenendola con una più intensa attività promozionale. Fino a gennaio la situazione è andata discretamente, ma ai saldi c'è stata una flessione dei consumi. Il freddo di febbraio, poi, ha portato un nuovo rallentamento, mentre a marzo e aprile 2012 abbiamo registrato dei segnali di ripresa. In definitiva le attività di marketing e di comunicazione che abbiamo messo in atto ci permettono di chiudere l’esercizio con perdite abbastanza contenute, considerato anche il fatto che il mercato dell’abbigliamento ha registrato un calo del 2,3 per cento. (il bilancio di Conbipel si è chiuso il 31 marzo e sarà approvato dal CdA a settembre, ndr).
il portafoglio dei prodotti; per incrementare l’offerta attraverso la proposta di una collezione che rappresentasse un vero e proprio stile di vita, e sta lavorando per aumentare l'efficienza operativa, oltre a investire nelle infrastrutture e nell’organizzazione per sostenere gli obbiettivi di crescita. è stata effettuata una revisione completa non solo del portafoglio prodotti, ma anche dei punti vendita. Da luglio dello scorso anno Armando Ballarini è il nuovo direttore prodotto, e stiamo lavorando per incrementare ulteriormente l'offerta e la qualità delle proposte Conbipel. Abbiamo aumentato la quota di prodotto nazionale, lavorando molto per migliorare il rapporto qualità/prezzo e per offrire ai nostri clienti un effettivo valore per una collezione su misura per le loro esigenze. Infine, abbiamo rafforzato il quartier generale e la struttura di vendita, investendo in organizzazione, competenze e migliorando il sistema di controllo. Oggi Conbipel è un retailer più forte, con un marchio lifestyle rafforzato, distribuito in oltre 145 negozi. Nonostante la volatilità del mercato italiano sono soddisfatto dei progressi che siamo riusciti ad ottenere dopo l’acquisizione e confido che riusciremo a raggiungere gli obiettivi che Oaktree aveva individuato nelle potenzialità di Conbipel.
Cosa ha spinto Oaktree nel 2007 a credere nel rilancio di Conbipel? Oaktree ha deciso di rilevare Conbipel perché ha visto nel marchio delle ottime potenzialità di crescita e di espansione. Conbipel si era affermata come attore importante sul mercato italiano dell’abbigliamento, ma l’arrivo dei grandi competitor internazionali avrebbe richiesto un deciso aumento di investimenti e un adattamento del modello di business. Dopo l’acquisizione, il nuovo azionista ha messo in atto un piano per migliorare e ampliare
Perchè preferite la gestione diretta degli store al franchising? La gestione diretta ci offre l’opportunità di gestire con maggiore elasticità e con una tempistica abbastanza stretta tutte le attività. Il successo di un retailer nel mercato competitivo di oggi si basa sull’assunto che deve capire le esigenze dei propri clienti e cercare di soddisfarle nel modo più rapido possibile. La flessibilità e l’abilità di reagire in tempo reale alle richieste del consumatore sono la chiave del nostro successo.
Intervista a Jeff Fardell, ad di Conbipel
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prima pietra
Caserta Spedizione «non sarà un centro commerciale» A breve partiranno i lavori per riconsegnare l’area ex Saint Gobain alla città di Caserta. La commercializzione del futuro complesso multifunzionale è affidata ad Arcoretail, mentre nel ruolo di promotore si annovera Tecnocampus. Le unità retail saranno 64, con un mix rivolto alla clientela urbana
L
a riconversione del patrimonio immobiliare dismesso non è soltanto una scelta eticamente responsabile, perché il consumo del territorio è un problema non più rimandabile, ma anche un’importante occasione di sviluppo e di riqualificazione in location di pregio. Non a caso le amministrazioni pubbliche si dicono più concilianti nel concedere le autorizzazioni per questa tipologia di interventi, anche se l'iter burocratico rimane lungo. Calandoci nell’attualità il solco della riqualificazione urbana è stato tracciato dal Cncc (Consiglio nazionale dei centri commerciali) e battuto da diverse aziende di sviluppo e commercializzazione in occasione dell’ultima edizione di Eire. Tra i progetti presentati durante la kermesse milanese si inserisce il completamento della riqualifica dell’area ex Saint Gobain a Caserta, fabbrica dismessa nel lontano 1989. L'iniziativa, da 80 milioni di investimento, sarà cantierizzata nel primo semestre del 2013. Descritto con enfasi da Luca Bastagli Ferrari, managing director di Arcoretail Agorà, Caserta Spedizione si presenta come un’area di intervento di 56mila mq
con una gla di 32mila mq, dove sorgeranno 64 unità retail. Il tutto servito da 1.800 posti auto distribuiti su due livelli. A completamento dei dati si evidenzia un bacino di oltre 273mila persone nell’isocrona dei 15 minuti e di oltre 2,2 milioni nei 30 minuti, grazie soprattutto alla vicinanza di Napoli. I numeri sono forniti direttamente da Arcoretail. Sito nei pressi del centro urbano e della stazione ferroviaria, Caserta Spedizione sorgerà a ridosso di residenze, strutture alberghiere, polisportive e monumenti storici. La Reggia di Caserta, simbolo della città, dista solo 3 km e richiama, secondo l’Ente del Turismo, oltre 600.000 visitatori annui. L’area è facilmente raggiungibile da tutte le direttrici attraverso Viale delle Industrie, variante della SS7 Appia.
Il progetto
Caserta Spedizione si integra nel territorio circostante, urbano residenziale e industriale, diventando una grande piazza coperta, dove è possibile ospitare diversi eventi di intrattenimento. Il centro è inserito in un contesto polifunzionale che si pone come polo di attrazione
Indice di innovazione Architetto, Gerardo Sannella associate director di Chapman Taylor Architetti Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca Redazione r&f (Andrea Penazzi)
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Il progetto in pillole
7 Indirizzo
7 6,5 7 7,5
Inizio dei lavori Investimento Promotore Commercializzazione Progettazione Località Localizzazione Tipologia Gla Parcheggi Livelli commerciali Medie superfici Unità ristorazione Totale unità
Viale delle industrie - Viale Lamberti, Caserta (Area ex Saint Gobain) Primo semestre 2013 Circa 80 milioni di euro Tecnocampus, Gruppo Coppola Arcoretail Arcoretail Caserta Urbana Complesso multifunzionale 32.500 mq 1.800 2 18 (su 14.277 mq) 7 (su 1.247 mq) 64
Chicago di Dan Kiley, il Palazzo del lavoro a Torino disegnato da Pier Luigi Nervi e ancora il Mercato di Santa Caterina a Barcellona, che ha visto protagonisti gli architetti Enric Miralles e Benedetta Tagliabue. La strategia di intervento ha definito fin da subito una netta separazione tra il livello pedonale e quello carrabile. I due piani interrati di parcheggio risultano completamente isolati rispetto al resto del complesso, pur rimanendo accessibili in maniera immediata. L’area è facilmente raggiungibile da tutte le direttrici principali, la viabilità del comparto commerciale si integra con l’esistente sfruttando i diversi livelli. Il progetto prevede inoltre, attraverso un passaggio interrato, di abolire il limite costituito dai binari ferroviari. Una volta parcheggiata la propria automobile l’utente, per mezzo di rampe
mobili, viene condotto in uno spazio inatteso: la piazza centrale, cuore pulsante del complesso. Un vasto spazio aperto, coperto da lamine semitrasparenti sfalsate in modo da lasciare filtrare aria e luce, garantisce notevoli performance in termini di illuminazione e raffrescamento. Grandi isole verdi su cui potersi sedere e rilassare rendono il luogo istintivamente piacevole. La vegetazione, gli alti pilastri di forma organica e le lamine che filtrano la luce ricordano le atmosfere di un giardino botanico. Scatole in vetro e cemento attrezzate a bar arricchiscono ulteriormente la piazza, ponendo l’accento sul carattere sociale dell’intervento. La grande piazza coperta non è fine a se stessa ma è parte integrante, nonché punto di passaggio, di un percorso esclusivamente pedonale, sollevato rispetto al piano della strada, che dalla stazione
della metropolitana Circumvesuviana si snoda fino all’area ex fornace, anch’essa oggetto di progettazione. In quest’ultima è prevista la realizzazione di una area fieristica e di un cinema multisala. «In questo modo l’intervento si propone di dialogare con il tessuto urbano e di interagire con le dinamiche della vita cittadina», rende noto l’azienda di commercializzazione. Il secondo livello commerciale crea un percorso pedonale ad anello, facilmente accessibile dalla piazza inferiore, che consente all’utente di fare un salto di prospettiva aumentando la percezione dello spazio. Un volume dedicato agli uffici è posizionato a ponte in testa all’edificio, creando il portale di accesso settentrionale. La scelta dei materiali, così come delle forme architettoniche, è volta a rispettare il valore storico delle preesistenze
per il cittadino casertano attraverso la presenza di hotel (Grand Plaza da 450 stanze), centro congressi, area fitness e cinema multisala. Le coperture sono piccole terrazze tecnologicamente avanzate che riparano dalla pioggia, catturano energia elettrica e ricreano l’atmosfera delle piazze mediterranee. Nel formulare il progetto architettonico, realizzato internamente da Arcoretail, sono stati presi come fonte di ispirazione alcuni modelli di rilevanza mondiale, tra cui “la Città Ideale” di Leonardo da Vinci, il quartiere Les Halles a Parigi, l’High Line a New York di James Corner Field Operation & DillerScofidio-Renfro, la California Academy of Sciences a San Francisco di Renzo Piano, il South Garden dell’Art Institute a
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prima pietra arricchendole con elementi moderni che evidenzino i connotati tecnologici e performanti dell’intervento. La ripetizione, quasi ossessiva, del tema ad arco delle vetrine dialoga con la forma organica dei pilastri in acciaio e la semitrasparenza delle lamine fotovoltaiche.
Attenzione all’ambiente
Le tecnologie che verranno impiegate per abbattere l’impatto ambientale dell’edificio ammonteranno circa al 10% del costo complessivo dell’opera. «Un intervento di riqualificazione urbana di tali proporzioni – specifica l’azienda
– merita indubbiamente l’adozione di sistemi e tecnologie efficienti in termini di consumi e di costi». Nell’ottica di ottimizzare la funzionalità dell’edificio è previsto un sistema di climatizzazione ad anello d’acqua denominato Water Loop Heat Pump. «I pregi di questo impianto si possono riassumere in semplicità, flessibilità d’uso ed alta efficienza energetica». Inoltre le piastre saranno costituite da cellule fotovoltaiche che, producendo energia, consentiranno al complesso di autoalimentarsi. Alle coperture del secondo livello verrà applicato un sistema di verde estensivo:
uno strato di vegetazione a bassa manutenzione. Questo sistema crea uno strato di protezione e isolamento termico all’edificio dando la certezza di una minor dispersione del calore durante la stagione invernale e soprattutto di un elevato raffrescamento nel periodo estivo. Green saranno anche i collegamenti di trasporto pubblico: «il piano urbano per l’implementazione delle infrastrutture locali ipotizza la collocazione della nuova stazione della linea Circumvesuviana nelle immediate vicinanze di Caserta Spedizione».
Inquadramento Territoriale
Player per le fasce isocrone della localizzazione (Accesibilità: 20 minuti, con autostrade, traffico medio)
Fasce Isocrone
Format
Insegna
Prov.
Comune
Indirizzo
Superficie (mq)
Distanza (minuti)
00' - 05' Centro Commerciale
IPERION
CE
CASERTA
Via Borsellino ang. Via Sant'Augusto
16.000
4,2
Centro Commerciale
I GIARDINI DEL SOLE
CE
CAPODRISE
Via Retella 1
18.997
7,6
Centro Commerciale
APOLLO
CE
CASAPULLA
Via Nazionale Appia 5
22.500
7,8
Factory Outlet
LA REGGIA DESIGNER OUTLET
CE
MARCIANISE
S.P. 336 Sannitica
26.300
13,2
Centro Commerciale
CAMPANIA
CE
MARCIANISE
S.S. 87 - Loc. Aurno
52.500
14,8
Parco Commerciale
CAMPANIA RETAIL PARK
CE
MARCIANISE
S.S. 87 - Loc. Aurno
50.000
14,8
05' - 10'
Fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it
10' - 15'
15' - 20' – I centri commerciali presenti nel territorio
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L’anima retail
«Non sarà un centro commerciale, per come normalmente vengono identificati i centri commerciali – ha spiegato Ferrari, solleticando volutamente la platea della Blue Conference Room di Eire –. Sarà un distretto urbano di servizio e commercio, per integrarsi nell’ambiente ed essere vissuto come un logico completamento di un’area di lavoro, svago e ritrovo per gli abitanti di Caserta e per i lavoratori della Saint Gobain». Arrivando finalmente al cuore dell’iniziativa, l’anima retail, Caserta Spedizione sarà un polo su due livelli nei quali si alterneranno unità commerciali, servizi, chioschi e spazi di ristorazione. Saranno luoghi unicamente pedonali, dove aggregarsi, mangiare e svagarsi ma anche dove trovare i servizi alla persona consentendo di convogliare le commissioni da sbrigare in un’unica esperienza. Il “centro commerciale” è stato concepito come una grande corte coperta, dove le singole attività retail si affacciano in modo costante e ordinato. «In questo modo – specifica in una nota Arcoretail – abbiamo voluto creare un forte legame con il resto del comparto esistente – uffici pubblici – e un percorso pedonale che attraversi il comparto unendo la struttura commerciale – area spedizione – e il nuovo cinema multisala – area fornace –. Lo spazio così ricreato si articola su due punti focali posti sullo stesso livello, collegati tra loro in modo armonioso. La forma a corte dà la possibilità agli utenti di trovarsi in uno spazio avvolgente, sensorialmente aperto, protetto, accogliente, nel quale si possono ritrovare le caratteristiche delle grandi
Caserta. Ci soffermeremo quindi sull’analisi dei dati provinciali, mantenendo comunque un confronto con quelli a livello comunale, regionale e nazionale. I numeri sono forniti come sempre da Sincron Inova. Dal punto di vista socio demografico possiamo notare famiglie mediamente più numerose rispetto alla media nazionale (2,77 a fronte di 2,41), una suddivisione tra maschi e femmine in linea con quella del Belpaese, mentre la presenza di stranieri è decisamente più ridotta: 3,2% contro 7,0 per cento. Relativamente alle fasce di età è maggio-
re la percentuale degli under 25 e minore quella degli over 64 (rispettivamente 30,4% e 14,3% a fronte del 23,8% e 19,7% nazionale), con una età media di quasi 5 anni inferiore: 38 anni nella provincia di Caserta contro 42,5 a livello nazionale. Dal punto di vista economico, invece, notiamo una percentuale inferiore di forze lavoro e una maggiore di non forze lavoro, con un tasso di disoccupazione di due punti superiore alla media dello Stivale. I numeri indice Reddito e Consumo forniscono un dato sintetico della capacità di generare reddito e spesa, inferiore di quasi un 40% rispetto
al livello nazionale. Va evidenziato, però, che in ambito comunale questi numeri sono maggiori. Nella mappa e in tabella sono poi evidenziati i competitor: nei primi 10 minuti sono presenti tre centri commerciali di dimensioni inferiori, mentre a 15 minuti si trova la struttura del Campania, oltre 100.000 mq di Gla generati da un centro commerciale e da un retail park. Vale la pena di menzionare, pur essendo una tipologia diversa, La Reggia Designer Outlet a Marcianise, l’unico Foc presente nella regione. Andrea Penazzi
Fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it
hall pubbliche abbinate a quelle dei retail park e a quelle più cittadine degli esercizi di vicinato». Le medie superfici di vendita saranno composte da 18 unità, che rappresentano circa il 44% della superficie a disposizione. L’offerta di ristorazione sarà articolata in sei locali al piano primo e in uno piccolo al centro delle aree comuni. «Intendiamo inserire negozi di vicinato, alimentari specializzati, un superette di massimo 1500-2000 mq – ha specificato Ferrari –. Vorremmo che il futuro operatore di food comprendesse che se gli posizioniamo vicino una grande cioccolateria e un’enoteca con dei vini di pregio non gli stiamo portando via mercato. Inseriremo inoltre dei multimarca, per valorizzare il know how del negoziante, e cerchiamo di portare quei marchi meno presenti nei centri commerciali. Ci sarà poi una grande libreria con servizi ed eventi culturali, non solo uno spazio di vendita. Troveranno posto anche aree per il designer artistico, per il piccolo arredo da interno, per antiquari, per negozi brocante. La ristorazione sarà composta di locali con degustazione e gelateria. Non la classica food court. Infine spiccheranno i servizi come la parafarmacia, la lavanderia, la sartoria e l’ufficio postale. Un ulteriore asset è l’impegno: a Caserta daremo spazio a Libera, daremo spazio alla loro forza e alla loro tenacia».
Analisi di bacino
Il bacino della struttura, considerato come l’area di attrazione dei 20 minuti in automobile e con traffico medio, ricade quasi totalmente nella provincia di
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taglio nastro
La Pioppa , il nuovo mall
h24, 365 giorni all’anno nel nostro Paese. Briciole Bar è la caffetteria di MyChef di alto livello, già introdotta da un paio d’anni in contesti aeroportuali. La versione autostradale è più grande (75 mq) ma non ha rinunciato ad alcuni elementi chiave: la focaccia ligure, i panini gourmet e la patisserie francese, dai macarons ai croissant di posizionamento premium. La qualità si traduce in un livello di prezzi leggermente superiore alla media (meno però del 2% sommando un paniere di prodotti di caffetteria, si veda l’articolo Osservatorio Prezzi). Il punto vendita successivo, Antica Locanda è un “format locale” della stessa società di ristorazione che si adatta alle caratteristiche del territorio dove si installa. Accanto al menù classico offre infatti una serie di “piatti e prodotti del territorio”, inteso come zona specifica, compresa in un raggio di 20 chilometri dal ristorante. Dal locale al globale, McDonald’s (dove è franchisee MyChef) ha il pregio di garantire un’alternativa economica a chi non è attratto dalle raffinatezze fin qui elencate. Un esempio su tutti: il classico hamburger a un euro. Il locale, di complessivi 320 mq, oltre a tavolini e a un layout di ultima generazione ha un’area per bambini Gym&Fun. La sua presenza è significativa, perché la multinazionale di Oak Brook non crede troppo nel canale autostradale (si veda Parola di…Roberto Masi, r&f luglio/ agosto 2011) e sta cominciando a presidiare alcune aree (cinque saranno con Chef Express, di cui la prima è la dirimpettaia La Pioppa Est) a guisa di test.
Non food d’avanguardia
E
ntrando nella nuova area di servizio di La Pioppa Ovest, gestita da MyChef, si avverte subito un senso di novità. È molto diversa da tutte le strutture di ristorazione autostradali fin qui progettate in Italia. È un (o una) mall, ossia un’area di servizio con diversi punti vendita, ultimo tassello del progetto di Autostrade per l’Italia che lanciò questo formato a metà dello scorso decennio. Ma rispetto ai precendenti mall ci sono differenze. La struttura, intanto: l’interno è a forma circolare. In mezzo c’è una grande food court con tavolini e sedie in comune. Lungo il perimetro si susseguono, partendo da destra: Briciole Bar, il free flow Antica Locanda, un McDonald’s, un negozio congiunto di Carpisa e Yamamay e il primo supermercato Carrefour Express presente in un’area di servizio autostradale italiana, oltre che il primo supermercato aperto
Una grande food court rotonda con caffetteria di alto livello, self-service, fast food, un negozio di intimo e borse e il primo supermercato italiano aperto 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, con prezzi da città. Sono le novità di La Pioppa Ovest, con cui MyChef rilancia il concetto di mall autostradale
Il progetto in pillole apertura Investimento complessivo Concessionaria autostradale Promotore e commercializzatore Progettazione località Localizzazione Tipologia Superficie complessiva parcheggi Unità ristorazione totale marchi Sedute ristoranti Toilettes
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Aprile 2012 9 milioni di Euro Autostrade per l'Italia MyChef MyChef (architetto interno) Autostrada A14 BO-AN, Km 3 in direzione sud - Zola Predosa (Bo) Extraurbana Mall autostradale 2700 mq 163 per auto + 114 per camion 3 5 324 40
Il negozio di Carpisa e Yamamay (gestito da un franchisee locale) è un doppio inedito. È il primo in autostrada ed è il primo congiunto tra i due marchi, la cui proprietà è unificata ma i cui punti vendita finora erano stati al massimo affiancati. Nello shop, di 95 mq, la parte destra è occupata da Yamamay e quella sinistra da Carpisa. Su un podio a metà strada c’è un manichino con costume da bagno e valigia. I clienti, ci spiega una commessa, sono soprattutto persone che arrivano da nord diretti alla Riviera romagnola. Non è un acquisto “di necessità” ma per moda e i prezzi sono pari a quelli dei negozi in città. La frase “prezzi pari a quelli cittadini” vale anche per Carrefour Express (franchisee MyChef), ma con tutt’altro peso. Quello che è avvenuto nel punto vendita di La Pioppa Ovest è, nel piccolo mondo del retail autostradale, una rivoluzione. Rimandiamo ancora all’articolo Osservatorio Prezzi per i dettagli. Ma basti dire che il risparmio del 15% rispetto alla media dei market
Indice di innovazione Architetto, Gerardo Sannella associate director di Chapman Taylor Architetti Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca Redazione r&f (Fabrizio Patti)
6 4 7,5 5 7,5
I protagonisti biare completamente il mercato della ristorazione autostradale».
Sergio Castelli, ad My Chef «Abbiamo progettato quest’area di servizio pensando con la testa del cliente. Siamo partiti dalle toilette, belle e spaziose. Abbiamo cercato di vedere il dettaglio per il cliente: il poggia borse, il portacellulare, la mensola nella cabina toilette, il pulisci scarpe, il phon per i capelli, il bagno per le famiglie, le lavatrici per i camionisti. L’innovazione c’è in termini di prodotto e di format ristorativi. Briciole è ad esempio un format di bar alto finora previsto solo negli aeroporti. E infine c’è un supermercato con prezzi di città, per battere la crisi e cam-
Giuseppe Brambilla di Civesio, ad Carrefour Italia «Carrefour è un’azienda multicanale, quindi vogliamo essere dove sono i nostri clienti. Abbiamo adattato un format di piccolo super-
mercato con un’offerta che risponde ai bisogni di tutti i giorni ed è particolarmente competitiva rispetto al pricing attuale delle iniziative in autostrada. La Pioppa Ovest è il primo esempio di punto vendita in autostrada.
autostradali, dichiarato dai vertici di Carrefour presenti all’inaugurazione ufficiale dell’area di sosta (lo scorso 7 giugno), è risultato realistico a un’osservazione empirica. L’offerta è stata modulata per l’autostrada (niente detersivi, ad emepio) e per i tre clienti di riferimento: turisti, pendolari e camionisti. Gli autotrasportatori sono tra i maggiori frequentatori del banco del fresco posto affianco all’ingresso, dove si vendono salumi, formaggi ma anche piatti pronti da mangiare fuori (dai
Serviamo sia clienti turistici sia clienti che per commuting passano in quest’area. Questa è solo una prima iniziativa che intenderemmo sviluppare in futuro e sta già dando dei buoni risultati. E sulla stessa linea prossimamente apriremo anche un Carrefour Express all’aeroporto di Bologna». Giorgio Moroni, Director Business Unit Retail, Autostrade per l´Italia «Questa è finalmente la prima mall che contiene un concetto a 360 gradi innovativo. Perché non si è limitata a innovare i formati di ristorazione e a creare, come hanno fatto anche le altre mall, uno spazio di diminuzione dello stress da viaggio. Oltre a questo credevamo nella convenienza del prezzo e nell’innovazione anche di formati tradizionali, come il market. La competenza di Carrefour sta dimostrando che si può innovare anche
nell’attività tradizionalmente retail. La Pioppa Ovest è l’ultima realtà e come tutte le ultime tiene conto
esporsti su corner all’ingresso. Con lo scopo di orientare i tre pubblici diversi è stata pensata la cartellonistica (di colore marrone e arancione), che non ha le tradizionali indicazioni sulla tipologia di prodotti (snack, dolci etc) ma frasi come “Gli indispensabili”, “La bontà del forno”, “Il buongiorno più buono”. Per Autostrade per l’Italia (si veda l’intervista in pagina) il supermercato è molto importante e può rappresentare uno strumento addirittura per la ripresa delle aree di servizio. Non è infatti un mistero che il traffico in autostrada nel 2012 è in forte calo e ancora maggiore è la contrazione dei consumi nelle aree di servizio, dato che i viaggiatori tagliano il più possibile il superfluo (complice anche il caro benzina e il caro pedaggi).
La struttura
anche delle esperienze precedenti. Queste hanno sofferto, forse anche per una certa corsa durante le procedure di gara, nelle dimensioni e non solo nei rilanci sulle royalty. Ma gli operatori finalmente oggi stanno sviluppando qualcosa che possa stare dal punto di visto economico in piedi. Possiamo dire che oggi forse è l’inizio di un nuovo percorso che aiuterà a riprendersi questo canale».
prezzi competitivi con Antica Locanda, sebbene non bassissimi). Perfetti per i pendolari sono, oltre ai vari prodotti alimentari confezionati, i cibi freschi. Altri market autostradali avevano introdotto latte altre referenze da ultimo minuto, ma qui si è di fronte a un vero banco frigo da superette, con verdure, yogurt, tramezzini, prosciutti e molto altro. Nei 250 mq complessivi l’offerta è di 3.000 referenze. Per i turisti sono invece pensati i prodotti alimentari Igp e Dop, della linea Terre d’Italia,
Uno dei punti forti dell’edificio è la l’illuminazione in parte naturale, grazie alla luce che entra dalle finestre sul tetto. La pavimentazione, bianca e nera, è semplice ma dà un’impressione di pulizia. Nel negozio di Carrefour diventa invece color legno, tanto che le piastrelle si possono confondere con un parquet. L’altezza dei soffitti è maggiore che in alcuni mall precedenti, e l’ariosità ne guadagna. Si intuisce che qualche problema lo si è dovuto superare. Ora c’è un ingresso e un’uscita, ma sentiamo dire che era prevista inizialmente una seconda uscita, deleteria per i flussi degli utenti/clienti. All’ingresso c’è un ologramma, con il video di una signorina che spiega cosa si trova nel locale. Qualcosa di simile è stato installato anche all’aeroporto di Bologna, sull’esempio dello scalo di Manchester (dove però è stato rapidamente eliminato). Da segnalare è anche il wi-fi gratuito e, last but not least, i bagni: a sentire la società MyChef si è cominciato a progettare gli spazi proprio dai servizi igienici, con la convinzione che siano fondamentali per l’esperienza di viaggio dei clienti. Ci sono quindi una serie di accorgimenti, dalle macchina lustra-scarpe agli asciugamani a getto d’aria sopra ciascun lavandino, presi a questo scopo. Fabrizio Patti
Per Carrefour ancora travel: a gennaio al Marconi di Bologna
La notizia non è ancora ufficiale, ma non ci sono dubbi: nel gennaio 2013 aprirà all’aeroporto Marconi di Bologna il primo Carrefour Express in uno scalo aereo italiano. Si estenderà per 300 mq nell’area arrivi, con una veCoMMENTO VALUTAZIONE trina di 20 metri. «Nel processo di ristrutturazione in corso nello scalo – spiega Stefano Note positive per luce in parte naturale, struttura circolare, Gardini, Commercial Non-Aviation Director soffitti alti. L'esterno non comunica tutto ciò Struttura e design di Sab Aeroporto di Bologna – era importante rinnovare l’offerta e andare incontro alle Accesso e parcheggio Accessibilità chiara, parcheggio nuovo esigenze non solo dei passeggeri ma anche della business community. La scelta è infatOfferta commerciale ti maturata dopo una ricerca di mercato». L'innovazione è massima: la caffetteria premium, il McDonald's, il negozio di intimo e borse e soprattutto il supermercato Carrefour è stata scelta dopo una selezione competitiva, ovvero una gara informale. Il Spazi comuni La food court è comoda, il fast food assicura l'area giochi per negozio avrà un’offerta tipicamente da su e attrattive bambini. L'ologramma all'ingresso può incuriosire i più piccoli permercato, rispondendo sia alle esigenze dei passeggeri d’affari o in vacanza sia alla indice valutazione a cura di r&f: business community.
= migliorabile = sufficiente = apprezzabile = molto buono = ottimo
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dossier aeroporti
Chicago, dentro la leggenda È il terzo aeroporto più trafficato al mondo, dopo essere stato a lungo il primo. Lo scalo di Chicago O’Hare è un punto di riferimento globale per il food nel travel retail e per l’intrattenimento. Ma offre opportunità per i retailer, anche italiani, perché la moda è praticamente assente chicago – Martedì 12 giugno, ore 16, terminal 3 dell’aeroporto O’Hare di Chicago. Si sta per tagliare il nastro di un nuovo “vodka bar” di HmsHost, l’Ice Bar. Prende la parola la “commissioner” dei due scali della metropoli del Midwest, Rosemarie Andolino. Tailleur viola, poco più di quarant’anni, sorriso ed entusiasmo contagiosi, ringrazia il capo del Dipartimento dell’aviazione della città di Chicago (proprietaria dello scalo), il presidente e ceo di HmsHost per il Nord America, Thomas Fricke, e due giornalisti arrivati dall’Italia, «con i
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quali abbiamo scambiato delle idee interessanti». È il culmine di una giornata in cui retail&food ha potuto effettuare in esclusiva un giro guidato di entrambi gli aeroporti di Chicago, l’hub O’Hare (67 milioni di passeggeri, il terzo al mondo per traffico) e il cittadino Midway (18 milioni), nell’ambito di un press tour organizzato dalla città di Chicago (si vedano anche gli articoli nelle pagine seguenti). Tra la mattina e il pomeriggio sono stati coinvolti i massimi rappresentanti sia dall’aeroporto sia della divisione
Nord America di HmsHost (la principale società di ristorazione partecipata da Autogrill), per un totale di una quindicina di persone. Al termine della giornata le indicazioni sono state principalmente due: la ristorazione, per entrambi gli scali, è un punto di riferimento a livello mondiale per il settore aeroportuale. Il retail è invece ancora poco sviluppato, dato che i negozi presenti sono in maggioranza edicole/ librerie con offerta di articoli da regalo. Ma c’è una notizia, data dal commissioner Andolino in persona: l’aeroporto vuole incrementare gli spazi dedicati al retail, dagli accessori alla moda, sul modello dei grandi hub europei. E i marchi italiani sono invitati a farsi avanti, perché dall’altra parte dell’Oceano il Made in Italy è più che mai sinonimo di alta qualità e stile.
Un infinito ristorante
«Cerchiamo di creare le condizioni ideali per fare business», ci dice l’assistant commissioner dell’aeroporto, Glen Ryniewski, mostrandoci la zona per i
magazzini situata sotto una nuova area destinata al food&beverage nello scalo di Midway. «Ponendo i magazzini a un piano inferiore rispetto ai punti vendita, evitiamo il brutto effetto di vedere carrelli di rifornimenti in giro per l’aeroporto», spiega. Facciamo un giro di sopra e vediamo il cantiere, piuttosto lindo e pronto per essere arredato, del nuovo spazio. Ospiterà quattro locali f&b e fa parte del cosiddetto “lotto 8”. Si tratta dell’ultimo tassello del lungo percorso di ristrutturazione dello scalo, che ha visto l’apertura della maggior parte delle aree attorno al 2002, poco dopo gli attacchi dell’11 settembre. Oggi molte delle aree f&b nello scalo sono prossime a cambiare gestione, grazie a un super-bando indetto nel settembre 2011, con termine per le offerte nel gennaio 2012. In quell’occasione sono stati messi a gara otto lotti di concessioni per la ristorazione, di cui sette relativi alla grande food court chiamata Triangle e l’ottavo riferito invece alla nuova area (ma con aggiunto anche un wine bar nel Triangle).
Leggendo l’invito alla gara per lo spazio (chiamato Rfp, o Request for proposal), si capisce come poco sia lasciato al caso e lo sforzo per «creare le condizioni per il business» non sia solo a parole. Nel testo si specificano in dettaglio i dati economici delle attività commerciali dell’aeroporto e si mettono nero su bianco i costi d’affitto base più i minimi garantiti e le royalty sul fatturato richiesto. È quindi indicata la categoria, come “Chicago Themed Fast Food” o “Better Burger & Limited Bar” e si dice che tipo di cibi possono essere venduti, così come quelli assolutamente preclusi. Per esempio, alla voce “Chicago Themed Bar” è prevista una limitata selezione di “small-plate food items” ma sono esclusi panini da fast food, panini “sub-style”, hot dog, insalate, pizze, hamburger, cibo grigliato, snack o concetti di catene di caffetterie. Dopo circa due-tre settimane dalla pubblicazione di ogni bando si effettua un incontro di pre-proposta, non vincolante. A visionare le aree del “lotto 8”, ci
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dossier aeroporti spiega la responsabile dei bandi, Diana Miller (che lavora per la società di consulenza Unison Property Management), si sono presentate circa 300 persone. Un numero alto di partecipanti può anche essere dovuto al fatto che negli Usa un programma federale chiamato Airport Concessions Disadvantage Business Enterprise (ACDBE) prevede dei vantaggi in sede di bando per le imprese di proprietà di persone svantaggiate. Il risultato di tale cura nei bandi è un’offerta piuttosto variegata, tra l’alto e il basso, che soddisfa ogni palato, come ribadiscono dall’aeroporto. In teoria questo vale anche per i portafogli, anche se a una prova sul campo i prezzi sono risultati abbastanza gonfiati, rispetto alla media dei listini in città. Obiettivo del prossimo giro: trovare una birra da 33 Cl a meno di 7,50 dollari. A Midway su 46 attività commerciali ci sono 25 locali f&b, di cui 13 affidati al master concessionaire MAC One Midway Premier Restaurant Group. Tra i concetti portati vale la pena di citarne alcuni: Tuscany Café, ispirato come si intuisce a una trattoria toscana; Manny’s Deli, riproduzioni in aeroporto di un’istituzione locale in termini di sandwich; i salutisti Red Mango (frozen smoothies e yogurt) e Sprigs (insalate e smoothies), i cittadini Miller’s Pub e Oak Street Beach
Café e l’Harry Caray’s Seventh Inning Stretch. Se il termine “inning” non vi dice niente, sta per ciascuna delle nove riprese di una partita di baseball, e non a caso Harry Caray era un leggendario commentatore di partite dello sport più amato dagli americani. E lo stretch? Be’, per esercitare la voce affaticata, a ogni settima ripresa canticchiava una canzoncina, che ancora oggi nello stadio dei Chicago Cubs viene eseguita dal pubblico in piedi in quella fase della partita. Ne siamo testimoni oculari, peraltro. Se questi sono i numeri dello scalo di Midway – così chiamato perché fu decisivo nell’omonima battaglia della Seconda Guerra Mondiale -, quelli di O’Hare sono tutt’altra cosa. Ci sono 111 locali tra bar e ristoranti, organizzati in 11 sottocategorie. Qua l’impressione, soprattutto per chi gira tutti i quattro i terminal, è quella di essere in un enorme ristorante visitato ogni anno da 67 milioni di persone. I locali sono nelle food court, ma soprattutto lungo gli estesi concourse che caratterizzano i terminal, così allungati perché ogni imbarco avviene (beati loro) via finger. Presso l’O’Hare il dominus indiscusso è invece HmsHost. Ci ha portato dentro il diavolo e l’acquasanta: 17 caffetterie Starbucks, tra cui un format innova-
tivo molto teso alla eco-compatibilità (luci basse, riciclo rifiuti e altro). Ma anche format di primo livello, dal sushi bar Wicker Park ai panini di lusso di Tortas Frontera (si veda il box dedicato a HmsHost). Un’ultima nota: locali f&b sono presenti anche nei pressi dell’area del ritiro bagagli, che è accessibile anche ai “meeters and greeters”. Pare che le valigie non spariscano nel nulla, per lo stupore di noi abituati a pensare male.
Retail all’osso
Ben minori sono i numeri dei negozi non-food presso l’aeroporto, di cui una buona parte dedicati a news & gift. A questa categoria appartengono 8 punti vendita a Midway, gestiti sia da Hudson
News sia da Relay (marchi di LS travel retail North America, gruppo Lagardère Services), contro gli 11 specialty shop. Anche questi hanno tuttavia un’offerta prevalentemente composta dai souvenir, venduti ad esempio da Discover Chicago e House of Blues – che sfoggia alcune statue dei Blues Brothers, unico riferimento al film culto di Chicago nei due scali. A Midway non ci sono invece duty free, perché lo scalo ospita solo voli interni. Presso lo scalo di O’Hare le cifre sono maggiori, ma le proporzioni non cambiano: 111 locali f&b, 29 news&gift, 28 specialty retail e 4 duty free. Quest’ultimi, spiega Diana Miller, hanno visto crescere nel 2011 i propri ricavi del 50 per cento. Ciò che impressiona,
HmsHost, da Starbucks al top del sushi Il sushi bar Wicker Park è uno dei simboli di come HmsHost abbia alzato il livello dei propri punti vendita all’interno dell’aeroporto O’Hare di Chicago. Lo spazio nel T2 era in precedenza occupato da un corner di vendita di hot dog. Oggi è un raffinato sushi e wine bar che non ha nulla da invidiare alle migliori realizzazioni nel T5 di Londra Heathrow. Lo abbiamo provato a pranzo e la qualità è effettivamente molto alta. Ma non è l’unico pezzo pregiato della società controllata da Autogrill nell’hub. Ha fatto molto discutere lo scorso anno l’arrivo, poi replicato, del punto vendita Tortas Frontera, specializzato in panini di alta qualità e premiato ai recenti F.a.b. Awards di Amsterdam. A visionare il tutto c’è il noto chef Rick Bayless, il cui nome campeggia nell’insegna e le cui foto sui libri sono copiose. Anche in questo caso abbiamo provato e certificato la qualità, notando che anche in quel punto vendita (come a Manchester, si veda r&f di giugno) è presente un “buzzer”, ossia un apparecchio simile a un cercapersone che vibra quando il piatto o panino sono pronti (ci vogliono circa 10 minuti). Non è l’unico strumento tecnologico all’avanguardia. Va citato anche il servizio “B4 you board”. Di che si tratta? Di un’applicazione per smartphone che permette di ordinare prima di arrivare in aeroporto (tipicamente in taxi), ricevendo l’ordinazione da uno dei tanti punti vendita di HmsHost direttamente al gate. Anche in questo caso il servizio è stato testato e il prodotto è arrivato in una quindicina di minuti. In fatto di innovazione, citiamo poi l’O’Hare Aeroponic Garden
34 retail&food - luglio/agosto 2012
(2011). È un orto al chiuso, nel quale sono coltivate una serie di piante i cui frutti o le cui foglie sono utilizzate negli alimenti dei vari locali di HmsHost (per ciascuna pianta è segnato su un cartellino il locale di destinazione). È chiaramente un’operazione simbolica, ma è un segno di attenzione all’ambiente che piacerebbe molto a Michelle Obama, patita dell’orto e qui di casa. Tra i tanti concetti attraverso cui siamo stati accompagnati da Thomas Fricke, presidente e ceo di HmsHost North America, Steven Johnson, executive vice president e Harry Lu, senior director operation per l’aeroporto di O’Hare, ci sono alcuni wine bar recenti. Si tratta del Beaudevin Wine Bar (presente anche a Bruxelles, Miami e al Carrousel du Louvre) e di Bubbles (presente ad Amsterdam Schiphol), entrambi caratterizzati dalla presenza di un piano, oltre al già citato Ice Bar, incentrato sul tema della vidka. Suona in genere da solo, ma ogni tanto arriva un pianista. Più popolare è poi lo Stanley’s Blackhawks Bar (anch’esso del 2011) dedicato alla locale squadra di hockey. A proposito, perché non pensarne uno simile per i nostri team calcistici? Infine, le caffetterie. Ci sono i locali da tè Argo Tea e soprattutto 18 (!) Starbucks, il che ne fa il luogo al mondo con la maggiore concentrazione.
Le attività commerciali negli aeroporti di Chicago O'HARE Negozi
Area (piedi quadrati)
Area (metri quadrati)
Vendite ($000)
Vendite (€000)
Food & Beverage
Vendite $ € per piede Vendite € per mq quad.
110*
88.472
8.219
224.899
177.647
2.542
21.614
News & Gift
29
18.552
1.723
47.163
37.254
2.542
21.622
Specialty Retail
28
16.312
1.515
32.825
25.928
2.012
17.114
Duty Free
4
3.159
293
25.276
19.965
8.001
68.140
Servizi
6
729
68
813
642
1.115
9.441
Totale
177
127.224
11.818
330.976
261.436
2.602
22.122
Negozi
Area (piedi quadrati)
Area (metri quadrati)
Vendite ($000)
Vendite (€000)
Food & Beverage
25
27.986
2.600
53.653
42.381
1.917
16.301
News & Gift
8
7.413
689
13.869
10.955
1.871
15.908
Specialty Retail
11
7.501
697
7.144
5.643
952
8.098
Servizi
2
120
11
72
57
600
5.102
Totale
46
43.460**
4.037
74.738
59.036
1.737
14.624
* manca Ice Bar
MIDWAY
guardando i dati dell’aeroporto, è la resa estremamente alta di questi spazi: 8mila dollari a piede quadrato. Prendendo la calcolatrice, si tratta di 68mila euro all’anno a metro quadrato! Per fare un confronto, a O’Hare il food&beverage e le news&gift hanno entrambi 2.542 dollari a piede quadrato, quindi 21.613 euro a mq, e gli specialty retail poco meno (2012 $/sf, pari a 17.107 euro a mq). I duty free sono però cosa ben diversa da quelli degli scali europei: i quattro punti vendita nell’hub occupano complessivamente meno di 300 metri quadrati (il Biza del T1 di Manchester, per fare un confronto, sfiora i 2mila mq). Rispetto agli scali europei, inoltre, manca completamente un’offerta di brand di moda, come si trovano a Fiumicino, Malpensa o Parigi Charles de Gaulle. «Stiamo lavorando per espandere il retail, per questo siamo interessati a sapere se i marchi, anche italiani ed europei, hanno delle proposte» fa però sapere Rosemarie Andolino, durante il pranzo di lavoro presso il sushi bar Wicker Park. I negozi presenti sono comunque in qualche caso assolutamente degni di nota. Qualche esempio: il punto vendita di occhiali Oakley, che pare abbia una
redditività record; il punto vendita di Montblanc; il negozio di oggettistica artigianale HoyPoloi, che vende oggetti scovati in tutto il mondo cercando di coinvolgere i cinque sensi, come prevede lo Zen; Vosges Haut Chocolat (presente anche in città a Lincoln Park), dove si trovano cioccolatini artigianali di alta gamma. Tra i punti vendita spicca inoltre il bookshop del museo di scienze naturali di Chicago, The Field Museum. Nel T1 è accompagnato da una riproduzione in grandezza naturale di uno scheletro di dinosauro (un brachiosauro, e per la precisione quello che campeggia fuori dall’istituzione culturale).
Struttura e progetti
A parte le attività commerciali, gli aeroporti hanno anche altri aspetti che possono insegnare qualcosa ai nostri. Intanto, la tantissima luce naturale che filtra dalle ampie finestre lungo i corridoi e che rende l’esperienza del viaggio (e il lavoro agli operatori) decisamente più piacevole rispetto a quella in uno spazio illuminato artificialmente, oltre a comportare minori spese per elettricità. In secondo luogo, le numerose opere d’arte che lo compongono. Sono in genere situate lungo gli estesi
I prossimi bandi: cento locali in palio questo inverno Il Chicago Department of Aviation (CDA) pianifica di pubblicare una “request for proposal” (Rfp) per locali food&beverage nell’aeroporto O’Hare, per approssimativamente 100 punti vendita questo inverno. Sta anche pianificando di pubblicare una Rfp per il food&beverage per lo scalo Midway nel 2013, che includerà approssimativamente 16 location. Sono invece stati assegnati lo scorso autunno 13 locali food&beverage a Midway e nel 2010 una serie di punti vendita News&Gift nello stesso terminal.
Vendite $ € per piede Vendite € per mq quad.
** non coincidente con la somma
fonte: Edifis Intelligence su dati Chicago Department of Aviation
corridoi di collegamento, dove sono presenti serie con variazioni su un tema (dalle panchine colorate con fantasia a riproduzioni di finestre). Il più spettacolare dei passaggi, quello tra i concourse B e C del T1, è attraversato per intero da un’opera d’arte. Si tratta della “scultura cinetica” “Sky is the limit”, realizzata nel 1987 dall’artista Michael Hayden: è un lungo tunnel sul cui tetto sono installati una serie di tubi di neon contorti, illuminati a intermittenza, mentre ai lati pannelli colorati prendono luce al ritmo della musica, la Rhapsody in Blue di George Gershwin. Il brano è infatti il tema della compagnia aerea United, che commissionò l’opera. Ci sono poi spazi molto grandi per i bambini, sul tema dell’aviazione, una clinica medica per emergenze e soprattutto una gran quantità di eventi. Racconta Karen Pride, l’efficientissima ufficio stampa, che gli spettacoli si susseguono senza sosta. In occasione di Halloween girano persone in maschera, a Natale in tanti angoli si organizzano dei Christmas carol, di recente ci sono stati balli di tip tap e di samba e danze irlandesi per il Sain Patrick Day. Su alcuni palchi fissi ci sono poi spettacoli musicali. Gli ultimi sono stati i concerti eseguiti in occasione del Chicago Blues Festival dei primi di giugno. Meriterebbe un articolo a parte il sistema di best practice implementate per quanto riguarda i progetti ambientali e sociali. Basti la pena citare i “tetti verdi”, coperti di vegetazione per rinfrescare gli edifici, l’ottenimento del certificato Leed Silver per il risparmio energetico, il riuso dei materiali di scarto dei lavori, il ricorso ad auto e trattori ibridi, oltre a una serie di progetti sociali, come il miele realizzato da ex detenuti nell’area verde del sedime
aeroportuale. Fuori da O’Hare, ma anche da Midway, c’è una metropolitana, che con 2,50 dollari (e non gli 11 euro chiesti, per esempio, dal Malpensa Express per Milano) permette di raggiungere in circa 40 minuti (meno dal più centrale Midway) il Loop, ossia il centro città. Tra i progetti futuri, quello più importante riguarda a O’Hare il passaggio dall’attuale sistema di piste perpendicolari a uno a sei piste parallele. Questo permetterà di ridurre i ritardi nell’aeroporto, a causa dei quali lo scalo è stato ridimensionato dai 75 milioni del 2005 ai 67 milioni attuali, perdendo il primato mondiale fino ad allora mantenuto. C'è anche la possibilità che si costruisca un nuovo terminal a ovest, ma è un piano strettamente legato alla domanda da parte delle compagnie aeree. I lavori del “Modernization Plan”, le cui prime fasi sono già iniziate, dureranno ancora diversi anni, per un costo complessivo di 6 miliardi di euro. Tutto in scala, d’altra parte. Fabrizio Patti
retail&food - luglio/agosto 2012 35
Chicago retail
Dove il commercio è
Magnificent
Abbiamo girato per tre dei più importanti distretti commerciali di Chicago, città con il 17% delle vendite al dettaglio degli Usa. Dal “Miglio magnifico” e la sua alta moda al Loop, per businessmen e studenti, fino alla creatività di Lincoln Park. Dove le associazioni di commercianti hanno molto da insegnare
C
hicago si può considerare la capitale, oltre che dell’Illinois, del Midwest, dove si crea un terzo del Pil Usa. Attraversata da 42 linee ferroviarie, dai due aeroporti descritti nelle pagine precedenti (circa 90 milioni di passeggeri in due, 148 città nordamericane 68 capitali mondiali raggiunte) e da due delle tre autostrade che fanno coast-to-coast, è considerata il fulcro nordamericano per la distribuzione. Alcuni dati: 12,5 milioni di containers che vi transitano ogni anno, 46 milioni di visitatori, il 17% delle vendite Usa al dettaglio e il terzo posto americano per il turismo, soprattutto interno e di affari. Il commercio vede la presenza di alcune aree ben distinte, di cui tre sono state da noi visitate, con l’aiuto dell’avvocato d’affari italoamericano Charles Bernardini, dello studio Ungaretti & Harris. Si tratta del Magnificent Mile, del distretto
36 retail&food - luglio/agosto 2012
di State Street e dell’area di Lincoln Park. Bernardini, già presidente della Camera di Commercio italiana di Chicago e della Camera di Commercio statunitense di Milano, si occupa di agevolare l’arrivo nell’area delle imprese italiane, e di assisterle una volta insediatesi. Non ha dubbi sulla convenienza per i marchi nostrani a operare nel Midwest, per la demografia in crescita, per un mercato del lavoro competitivo in termini di costi e flessibilità, per i diffusi incentivi, per i bassi costi di trasporti ed energia e soprattutto perché l’Italia mantiene un’immagine conosciuta. Da un’indagine dell’Istituto Piepoli presso decision maker statunitensi è emerso che i prodotti italiani conosciuti sono alimentari, vino, calzature, automobili, abbigliamento, accessori, moda, arredamento, con immagine di qualità, design, originalità, alto prezzo, status symbol. E secondo uno studio di Investar-Unicredit, il 90% degli americani aumenterebbe la percentuale di acquisti di prodotti italiani a fronte di una maggiore affidabilità dei servizi post vendita.
La North Michigan Avenue
John Chikow si presenta con una maglietta in mano. La distribuiscono alcuni ragazzi dello staff del comico Conan O’Brien, che realizza per qualche giorno il suo show nella zona. Prende la maglietta per la figlia e parla con tutti, perché questa è la sua zona. È il presidente e ceo della Greater North Michigan Avenue Association, e la zona è nota nel mondo come il “Magnificent Mile”. Si potrebbe paragonare
al Quadrilatero della Moda di Milano, ma ha qualcosa di diverso. Per i numeri: 460 negozi, 275 ristoranti, 60 hotel e 20 milioni di visitatori all’anno. Per il contesto: la successione di grattacieli sorti attorno alla “Water Tower”, unico edificio rimasto intatto dopo il grande incendio del 1871 che rase al suolo la città. E appunto per la sua storia. Il quartiere a nord del Chicago River era una successione di complessi residenziali con un’incerta nomea, finché negli anni Dieci non si costituì un’associazione che rappresentava proprietari di immobili, negozianti, ristoratori. La svolta si ha nel 1920 con l’apertura del Michigan Avenue Bridge, il ponte davanti a cui ci aspetta John John Chikow Chikow, che di quell’associazione è oggi presidente. Dal 1920 alla crisi del 1929, ci spiega, moltissime case furono buttate giù per fare posto a palazzi moderni. Nel tempo sono arrivate decine di grattacieli, di cui il più noto è il John Hancock Center. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il distretto prese una nuova forza, grazie allo sviluppatore immobiliare Arthur Rubloff, che con il suo piano pose le basi per la costituzione di un vero “Magnficent Mile”, con lo scopo di farlo diventare una delle grandi destinazioni mondiali del turismo e dello shopping. Tra i punti vendita presenti oggi ci sono il più grande department store Nordstrom degli Usa e l’innovativo flagship di Crate & Barrel, catena di arredamento e design, che negli anni ’80 spiazzò tutti creando grandissime vetrate a sostituzione dei muri. Anche se Apple (poco distante con un Apple Store) non lo ammetterebbe mai, spiega John Chikow, è stata molto ispirata da quel punto vendita. Non è la sola: il negozio Nike a qualche decina di metri è in fase di ristrutturazione e sarà tutto a vetrata. La zona è d’altra parte luogo ideale per le sperimentazioni. AT&T, colosso della telefonia, e Garmin, navigatori per auto, stanno ciascuna per aprire un negozio esperienziale sulla via. Saranno volti non tanto a vendere prodotti, ma a comunicare il senso e
sull’economia del Loop, evidenziando ad esempio il tasso di spazi vacanti (sceso al 7% dopo il 12% toccato nel 2010), i trend di affitti, occupazione, flussi turistici e attività dei “visitor”. Tra i negozi del Loop ci sono, più che grandi nomi di moda, delle catene di livello medio (può essere paragonata a corso Buenos Aires a Milano o corso Vittorio Emanuele), come Sephora o Puma. Il motivo è anche la forte presenza di studenti, soprattutto dopo che un programma del Comune ha portato in centro ben sette università.
Lincoln Park
Se nel Magnificent Mile e nel Loop, pur passeggiando sempre a bocca aperta, non si può che constatare la presenza di marchi che si troverebbero anche in
l’utilità degli stessi. Altri, come Victoria’s Secret (intimo) hanno invece usato lo store nel Magnificent Mile per azioni di viral marketing, e altri ancora, come Ann Taylor, testano qui i loro nuovi concept store a livello mondiale. I grandi nomi dell’alta moda internazionale, compresi quelli italiani, sono tutti presenti. L’area, ci spiega Chikow, si sta allargando verso nord. La ristorazione non è poi moltissima, perché i prezzi degli affitti sono proibitivi, ma ci sono delle eccezioni: nel mezzanino del grattacielo che ospita il centro commerciale Water Tower Place (su 7 piani, il primo mall urbano degli Usa) c’è una grande food court con caffetterie, self-service, hamburger restaurant di buon livello. Si distingue per la qualità (testata in prima persona). Nel suo cammino, il presidente dell’associazione ci racconta la sua attività a partire dalle aiuole. Qui hanno una manutenzione speciale e spesso prevedono installazioni artistiche. Questo perché ciascun proprietario di immobile se ne cura. L’associazione raccoglie delle tasse volontarie con le quali finanzia operazioni di marketing ma anche una pulizia extra delle strade (non c’è un graffito) e la sicurezza. Non si occupa della commercializzazione degli spazi ma indirizza le aziende interessate verso i broker che curano la zona.
Il Loop
Funzioni e composizione simili ha la Chicago Loop Alliance, che sovrintende invece la zona centrale del Loop, ossia l’anello ferroviario sopraelevato che è uno dei simboli di Chicago. Fondata oltre 70 anni fa, l’associazione senza scopo di lucro ha 250 membri che rappresentano la comunità business e non profit della zona. Come ci spiega l’associate director dell’associazione, Laura Jones, l’ente organizza eventi di networking, pianifica operazioni comuni di marketing, fa "advocacy" presso il Comune per permessi, segnaletica, ordinanze e tutto quello che ha effetti sulle attività commerciali. Organizza soprattutto Laura Jones uno studio annuale
un concetto simile, sempre sul tema delle borse, che si compongono in tre passaggi spiegati molto chiaramente da dei cartelli. Il giro prosegue con i cioccolati artigianali di Vosges Haut Chocolate (presente anche nell’aeroporto O’Hare con un corner) e il geniale punto vendita Paper Source, specializzato in carte da regalo e da lettere. C’è spazio anche per l’alta moda di nicchia (Cinthya Rowley) e per qualche catena di moda nazionale (Intermix, da New York) e internazionale (come Benetton, che qui ha un posizionamento superiore che in Italia), ma ci sono soprattutto idee originali create da ragazzi. Come quelli di Lululemon, di alcuni giovani canadesi appassionati di yoga che qualche anno fa hanno pensato di realizzare una linea di abbigliamento specifica, oggi estesa anche ad altri sport. O i due amici
Paper Source
Cynthia Rowley
1154 LILL Studio
Butcher and The Burger Benetton
Topics
Tabula tua
Europa e Italia, la visita lungo Armitage Street, nel quartiere residenziale di Lincoln Park, è una vera scoperta. Qui abbiamo effettuato un giro per 12 negozi, accompagnati da una folta delegazione. Erano presenti la “alderman” (consigliere comunale) del quartiere, Michele Smith, il rappresentante della camera di commercio Loren Dinneen, oltre a una broker, a una negoziante (Laura Kofoid di Laudi Vidni) e a un’interprete. Nel tour abbiamo visto una quantità di nuovi concetti e parlato con i proprietari. Si comincia con l’hamburger restaurant Butcher & the Burger e con Tabula Tua, oggetti di artigianato dal mondo (dal 1994). Seguono le borse in cuoio fatte su misura partendo da una serie di modelli di Laudi Vidni: «Vogliamo passare dal sentire la frase “mi piace quella borsa ma” a: mi piace quella borsa”» ci dice la titolare Laura Kofoid. Anche Lill Studio, poco più avanti, ha
Laudi Vidni
Lululemon
Intermix
Vosges della caffetteria Topics, che ospita diverse installazioni artistiche e ha tra i suoi punti d’innovazione la possibilità di affittare per riunioni due salette, a prezzi modici. La socialità è d’altra parte uno dei punti forti del quartiere, confermata dall’affluenza che hanno i workshop organizzati dai negozi Paper Source e Lululemon. «Forniamo assistenza alle persone che vogliono aprire nel quartiere – ci racconta l’alderman Michele Smith – mettendole in contatto con i proprietari di immobili. Noi vogliamo favorire la creazione di punti vendita unici che diano un’identità al quartiere», che è benestante e vanta anche «il miglior teatro di Chicago». Uno dei mezzi per aiutare i potenziali negozianti sono i tempi brevi per le licenze. Se non ci sono condizioni particolari, per esempio per un negozio di abbigliamento, bastano un paio di settimane. F. P.
retail&food - luglio/agosto 2012 37
Forum Associazione Travel Retail Italia (Atri)
Il mondo non finisce nel
2012
E meno male: oggi infatti il traffico cala e i pochi che viaggiano spendono meno di prima, evitano i parcheggi, sono – negli aeroporti come altrove – con la testa nella crisi. Ma il traffico salirà ancora e tanto fino al 2029 e gli aeroporti italiani ce la possono fare. A certe condizioni
N
iente panico, anche se quel segno meno del traffico aeroportuale non può far stare tranquilli. Per non scoraggiarsi basta ricordare alcuni punti fermi: primo, da qua al 2029 il traffico mondiale, europeo e pure quello italiano cresceranno costantemente. Secondo: al crescere del traffico è ragionevole pensare che il “travel retail” aumenterà con un coefficiente di circa l’1,5 per cento. Terzo: che migliorando l’esperienza di viaggio c’è la possibilità di crescere anche a parità di viaggiatori. Sono questi i segnali di fiducia che sono emersi dal Forum Atri 2012, che lo scorso 31 maggio si è svolto nella cornice – entusiasmante per il fascino che emana – della Reggia di Venaria Reale di Torino. Fiducia non vuol dire però – affatto – assenza di pro-
38 retail&food - luglio/agosto 2012
blemi. Si tratta di sfide, da cui si può, a certe condizioni, uscire vincitori. I problemi sul piatto sono stati descritti da Fausto Palombelli, ad di Sagat-Aeroporto di Torino, nello speech introduttivo. «Il contesto vede una crisi dei vettori, un calo dei passeggeri e una propensione all’acquisto tra chi viaggia in forte diminuzione, con in particolare una crisi dei parcheggi – ha detto -. Tra i problemi ci sono la forte pressione dei vettori sui costi e le pressioni di sistema, ossia il continuo slittamento della firma dei contratti di programma degli aeroporti (da parte del governo, ndr), che penalizza gli investimenti. La sfida in questo contesto è quella di essere attivi». La risposta di Sagat, ha aggiunto, è arrivata su diversi fronti. Sul piano societario, il Comune di Torino
ha annunciato l’intenzione di scendere dal 38% al 16% dell’azionariato. Sul piano aviation, a luglio sarà completata la ristrutturazione della pista. Sul piano commerciale, le novità sono due: a luglio finirà il progetto – da due milioni di euro – di ristrutturazione dei flussi, riallocazione delle aree commerciali in airside e ingresso di nuovi marchi. Uno degli ultimi tasselli è stato appena apposto: il punto vendita Wine & Food. La seconda novità è la nuova organizzazione dell’ufficio commerciale: cambio di uomini nello staff, enfasi sull’analisi dei passeggeri e sui rapporti più diretti con le aziende investitrici, con i tour operator e con le agenzie di viaggio.
Airport Engineering
Occorre però, come si diceva, guardare avanti. Una bussola l’ha data, come da tradizione, la relazione del professor David Jarach, presidente della società di consulenza Diciottofebbraio e docente all’Università e alla Sda Bocconi. L’analisi è partita dallo scenario attuale: nel primo trimestre del 2012 negli scali europei il traffico è salito dell’1,7 per cento. Hanno sofferto soprattutto gli
trolli di sicurezza; annunciare i gate d’imbarco all’ultimo, in modo da trattenere le persone nella “waiting lounge” («forse un aeroporto italiano finalmente lo fara» anticipa Jarach); ideare nuove ancore per attrarre le persone, anche con servizi non commerciali come una biblioteca; cercare accordi sulla “one bag rule” con le compagnie, senza attendere gli interventi delle istituzioni europee; sviluppare molto di più i social network e guidare i passeggeri tra le offerte; puntare anche su forme di vendita temporanee e su una “targetizzazione” dei passeggeri molto spinta. Sulla base di queste analisi e seguendo una “road map” (che prevede ad esempio l’uso di indici finanziari come il Ros e il Roe in luogo del semplice fatturato) gli aeroporti possono passare da un retail 2.0 a uno 3.0, è la conclusione.
La corsa al 2029
© eric borda
Se il tempo si fosse fermato al 31 dicembre scorso, non ci sarebbero preoccupazioni per gli aeroporti: in Europa lo scorso anno il traffico è salito del 7% rispetto all’anno prima e il travel retail del 9%, come ha spiegato il presidente di Atri, Fulvio Fassone. Si sono rafforzati soprattutto l’abbigliamento e gli accessori, i liquori e la bellezza, meno i dolciumi e fine food, i tabacchi e i gioielli. La spesa media aveva proseguito il suo irrobustimento, dai 4,59 euro a passeggero del 2006 ai 4,74 del 2011, tra alti e bassi. Poi, però, è arrivata la gelata del 2012. La buona notizia è che il mondo non si fermerà nel 2012, con buona pace di profezie esotiche. Secondo le stime Aci/Dkma sul traffico mondiale al 2029, la media di crescita annua sarà del 4,1%, con una velocità decrescente negli anni. E se Asia, America Latina, Medio Oriente e Asia saranno più slanciati (con medie annue tra il +4,5% e il +6,5%), l’Europa terrà comunque una media del 3 per cento. A sorpresa l’Italia non sarà affatto messa male e avrà anch’essa un 3% di crescita media. Il traffico internazionale crescerà più di quello nazionale, e questo per il travel retail è un’ottima notizia, visto che i passeggeri intercontinentali hanno una propensione di spesa maggiore. Altra buona notizia: si prevede che ci sarà un effetto molti-
plicatore dell’1,5% per travel retail. In altre parole, se il traffico salirà di 100, il travel retail lo farà di 150. Tutto questo ovviamente non pioverà dal cielo. Uno dei problemi da superare, secondo Fassone, è «la mancanza da parte delle società di gestione aeroportuale e degli aeroporti di una visione più ampia in grado di traguardare il futuro». Per avere una visione non banale del retail futuro, continua, bisogna tenere a mente tre parole chiave: “cittadinanza”, intesa come valori positivi e responsabili della vita quotidiana; “rete e risonanza”, ossia la capacità di creare interesse condiviso, per esempio attraverso negozi temporanei o azioni di guerrilla marketing; infine il “rispetto” per i cittadini. Bisognerà tradurre le visioni in progetti concreti, come i seguenti. I punti vendita dovranno riprodurre le logiche del mercato tradizionale; bisognerà passare «da un’offerta come elemento di attrazione del punto vendita all’offerta commerciale che diventa un luogo in cui convergono eventi, interessi e temi che vanno oltre l’atto di acquisto». Il brand mix, infine, dovrà tenere conto del “nuovo lusso”, più “discreto” e basato «più sul valore intrinseco che mette in primo piano l’alta qualità della “tradizione”» che sul «prestigio e il valore economico tout court».
Le tavole rotonde 1/I brand
Con che format entrare negli aeroporti e nelle stazioni? E come si affronta l’irreversibile ascesa del traffico “low cost”? Sono alcuni dei temi della tavola rotonda “Brand e travel retail: sfide attuali e opportunità da cogliere”, introdotta dal vicepresidente di Atri Francesco Parmigiani. Marco Gadola (29 anni), per Desigual, ha ricordato la corsa del proprio marchio di abbigliamento nel travel retail. Assente fino al 2011, a fine 2012 arriverà a 60 presenze nel mondo, tra monomarca (soprattutto in hub) e shop in shop, la formula scelta negli scali italiani di Napoli, Venezia, Bari e Torino. I fattori chiave per lo sviluppo nel canale sono tre: capire le esigenze degli aeroporti, essere flessibili nel modello da seguire ed essere molto rapidi nell’esecuzione. Pierpaolo Palmieri, direttore commerciale di
scali regionali, cresciuti solo dello 0,6% dopo anni di performance lusinghiere, mentre gli hub hanno visto il traffico incrementarsi del 4,2 per cento. Nel caso dell’Italia, il primo trimestre segnala un “calo sistemico” dell’1,3%, perché non regge più il modello low cost fin qui attuato. Il contesto aeroportuale italiano (pure migliore di Spagna e Grecia) vede una riduzione dei voli domestici, non necessariamente legato alla Tav ma al taglio dei viaggi non indispensabili. Si contrae non a caso il valore medio bigliettaio generato anche dal traffico business, a causa di policy sui viaggi restrittive da parte delle aziende. C’è – soprattutto – un effetto riduttivo più che proporzionale del calo dei ricavi nonavio rispetto al business aviation. Per questo, sulla base di elaborazioni confidenziali di Diciottofebbraio su un campione di scali regionali, è risultato un calo nei ricavi da parcheggio del 9% e del 13% del retail, nel mese di febbraio. A fronte di questi scenari, gli aeroporti devono cambiare attraverso un «Airport retail reenginering», che secondo il professore si basa su quattro pilastri: airport experience, retail mix, governance e marketing support. Qualche esempio: migliorare l’esperienza dei con-
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Forum Atri Piquadro, ha sottolineato come nel rapporto con gli aeroporti sia «fondamentale trovare la magia: essere contenti noi e far contenti loro. Se la soddisfazione non è reciproca siamo consapevoli di poter essere buttati fuori dopo tre anni». E a proposito di durata contrattuale, Palmieri invoca tempi maggiori, per poter rientrare da investimenti alti, perché l’immagine degli shop aeroportuali deve essere al top. Dei cinque negozi di Piquadro in quattro aeroporti italiani (Fiumicino, Malpensa, Linate e Bologna), quello romano ha volumi paragonabili ai negozi negli altri scali europei, ma all’estero lo scontrino medio è del 20% superiore, segno che l’ambiente degli aeroporti condiziona le abitudini d’acquisto. Non sono comunque previste ulteriori aperture in scali italiani, salvo accordi per distribuzione wholesale. Anche per Massimo La Greca, responsabile retail di Swarovski, negli aeroporti esteri la resa è maggiore, tanto da giustificare e ripagare costi superiori. Quanto all’aumento dei viaggiatori low cost, non è un problema per Swarovski né per Desigual, se non per la “one bag rule” imposta da Ryanair. «Prendo spesso voli low cost per spostarmi, anche per lavoro – ha detto invece Palmieri –. Ma l’aumento di viaggiatori low cost in un aeroporto a Piquadro non porta alcun risultato».
2/L’esempio estero
Porto, Dubrovnik, Atene e Riga. Sono i quattro aeroporti ospitati nella tavola rotonda “Low cost e retail: l’adat-
tamento del retail al nuovo mix di traffico passeggeri», introdotta dal vicepresidente di Atri e direttore del business non aviation del’aeroporto di Bologna, Stefano Gardini. L’incontro è stato un modo per spiegare le leve mosse in ciascun caso per arrivare al successo commerciale. Porto, per esempio, ha vinto vari premi dell’associazione di aeroporti Aci e ha raddoppiato i passeggeri (ora 6 milioni), dopo la decisione di diventare base di Ryanair e ripensare il terminal. Fattore di successo, ha detto il marketing manager Alvaro Leite, sono stati soprattutto i dettagli, inseriti in un piano di marketing coerente. È stato per esempio aperto un hotel low cost, sono stati sviluppati servizi per bambini, organizzati spettacoli dal vivo ed è stata cambiata la dislocazione dei negozi. Ad Atene, invece, gioiello nonostante la crisi in atto, si è lavorato soprattutto sul marketing e in particolare attraverso il progetto “We Care”, basato sui contatti diretti tra personale e passeggeri. Nel 2011,
ha spiegato Danae Voyatzi, dell’ufficio commerciale, si sono contati 56mila contatti, di cui la maggior parte, 40mila, per indagini sui passeggeri. Il caso di Riga, divenuto con 1,5 milioni di passeggeri una sorta di “hub del Baltico”, deve la crescita a tre fattori: il dimezzamento delle tasse aeroportuali nel 2004; i forti investimenti nel non-avio, che ora pesa per oltre il 50% dei ricavi; e il cambiamento del layout. L’abolizione di un “cratere” dopo i controlli, intuizione artistica di un architetto, ha portato in un anno a un aumento del 100% delle entrate commerciali, ha spiegato il direttore del dipartimento commerciale Arturs Savelijevs. Dubrovnik, infine, secondo il racconto del general manager Roko Tolic, si è distinto soprattutto per la capacità di incrementare la spesa media per passeggero e in questo modo contrastare i problemi derivanti da una forte stagionalità. F. P.
I volti Desigual - Marco Gadola, head of travel retail «Nel travel investiamo, ma per guadagnare»
Qual è il bilancio del primo anno nel travel retail? Bilancio molto positivo. Nel 2011 abbiamo aperto 35 punti vendita e pensiamo di chiudere il 2012 con 60. Desigual è una brand che si sta espandendo a livello mondiale già da diversi anni e il travel retail è un canale addizionale per rafforzare questa strategia. Lo sviluppo del canale è iniziato in Europa ed è continuato nelle Americhe. Da quest’anno si sta concentrando anche sull’Asia, dove a livello domestico abbiamo aperto la prima filiale e dove abbiamo intenzione di fare grandi investimenti. I negozi in questo canale sono solo un investimento o sono redditizi? La redditività per Desigual è un elemento chiave in qualsiasi punto vendita. Noi non apriamo punti vendita e corner se non generano redditività.
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Il viaggiatore-consumatore low cost per voi è meno importante di quello tradizionale? Non è meno importante, perché viaggiatore low cost non significa necessariamente con meno potere d’acquisto. Non è necessariamente strategico per due motivi: il primo è che le compagnie low cost viaggiano soprattutto per aeroporti minori. E poi perché alcune limitazioni come la “one bag rule” complicano la vendita dei nostri accessori e di ready to wear. JetPark - Malpensa Service srl Augusto Lotorto, titolare «Crisi e concorrenza, periodo nero»
anno fino a maggio. Le persone tendono a non andare più in macchina e a risparmiare come possono. Quindi a mio avviso utilizzano l’autobus piuttosto che il treno, almeno a Linate e Malpensa che sono ben collegati. Che cosa state pensando per risollevarvi? Online, promozioni, cartellonistica? Ormai l’online penso che sia il futuro per qualsiasi settore merceologico. Promozioni se ne fanno tante per riempire gli spazi, anche se ci siamo accorti che un maggior fatturato fatto con promozioni a volte non copre neanche i costi. Si sta analizzando, con l’Apai l’associazione dei parcheggi aeroportuali, come comportarsi. Il problema, oltre alla crisi, è la concorrenza. Io sono stato uno dei precursori del settore dei parcheggi, nel 1995, ed eravamo cinque operatori. Oggi siamo 25. E il primo aspetto su cui si fa concorrenza è il prezzo. Il problema è che così si lavora tutti poco. Aeroporto di Porto Alvaro Leite – direttore marketing
La situazione dei parcheggi ufficiali è molto negativa. Come vanno invece i parcheggi privati esterni? Anche i parcheggi privati esterni subiscono questa crisi. Noi siamo a un -17% rispetto allo stesso periodo dello scorso
«Tanti servizi per superare l’anno “speciale”» Che impressioni sulla prima volta a un forum Atri? È un momento molto interessante, perché c’è l’incontro di aeroporti e marchi e si crea uno spirito di networking. Perché
se uno si chiude nella propria casa non va lontano. I servizi migliorano la airport experience. Questo vale anche nei momenti di crisi? Ancora di più. Il nostro apporto è sempre quello del miglioramento dell’esperienza del passeggero. Se si è in un momento in cui le cose forse non vanno così bene come nel passato, l’esperienza in aeroporto deve essere ancora migliore perché le persone psicologicamente sono in uno stato delicato. Vedete quindi anche il 2012 in crescita? È un anno veramente “speciale”, non siamo fortunati in questo momento. Però noi siamo cresciuti nel 2010 del 17% e nel 2011 del 14 per cento. Dopo queste salite serve sempre un anno in cui si cresce zero, di consolidamento. Per questo il 2012 risulta ancora più speciale: perché avevamo già l’obiettivo di arrivare a crescita zero, sono passati i 4 mesi peggiori dell’anno e avevamo maggio con una crescita dello 0,1%, per quello va ancora bene.
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Parola di Mario Rinaldi
Mario Rinaldi, nato a Padova il 5 dicembre 1967, con due figli, è laureato in Scienze Politiche. Durante la sua carriera ha ricoperto ruoli di rilievo in importanti aziende del tessileabbigliamento. Il suo percorso è cominciato in Marzotto sulle linee Gianfranco Ferrè e M Missoni, è proseguito nel Gruppo Benetton come direttore commerciale Sisley, per poi approdare come direttore marketing e commerciale del Gruppo Lineapiù e direttore di divisione in Lotto Sport. Da marzo 2012 è direttore della Divisione MCS Marlboro Classics.
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Mcs: tutto pronto, o quasi, per il nuovo marchio M
ancano pochi mesi alla scadenza della licenza per il marchio Marlboro Classics, fissata al 31 gennaio 2013, in previsione della quale Valentino Fashion Group sta completando il progetto Mcs. Il nuovo brand, che attualmente affianca lo storico marchio legato al lifestyle americano, dal prossimo anno camminerà da solo. L’anima rimarrà la stessa di Mcs Marlboro Classics, così come il target di clientela, ma i valori saranno reinterpretati in chiave più moderna. Anche sul fronte della distribuzione sono in arrivo delle novità. A raccontarci questo work in progress è stato il direttore generale delle divisione Mcs Marlboro Classics, Mario Rinaldi, che abbiamo incontrato nella cornice di Retail Business Forum.
A un anno dalla nomina a direttore generale della divisione Mcs Marlboro Classics di Valentino Fashion Gruop, ci può svelare cosa l’ha convita ad aderire a questo progetto? In realtà il mio è un rientro, ho lavorato all’interno del Gruppo dal 1999 al 2004, quando si chiamava prima Marzotto e poi Valentino Fashion Group. Allora facevo parte della divisione per i marchi Ferrè e M Missoni. Successivamente ho avuto altre esperienze, sino a quando un anno fa sono stato contattato per coprire la posizione di direttore generale della divisione Mcs Marlboro Classics. Il progetto rappresentava un’avventura sfidante e allo stesso tempo molto entusiasmante, in un contesto che già conoscevo. Ho fatto la mia scelta senza avere dubbi, accettando con entusiasmo. Questo periodo di transizione per il marchio in cosa consiste? Fino al 31 gennaio 2013 il nostro marchio è Mcs Marlboro Classics. Il 1° febbraio scadrà la licenza con Marlboro Classics, per cui il progetto a cui lavoro consiste nel traghettare un marchio nostro, Mcs, in una forma e con concetti di distribuzione nuovi. I valori identificativi rimarranno gli stessi, quelli cioè legati al titolo della nostra comunicazione attuale che è We The People – le prime tre parole della costituzione americana –, ma il modo in cui saranno veicolati sarà più libero, autonomo e diretto. L’ulteriore sfida, infatti, sarà quella di internalizzare una serie di competenze che prima erano in capo al licenziante, in modo da essere completamente autosufficienti. Il target del consumatore sarà quindi lo stesso, ma ha anticipato dei cambiamenti nella strategie di distribuzione. Ci può raccontare in cosa consistono? Veniamo da alcune stagioni in cui il nostro marchio si è un po’ appannato per tante motivazioni. Rimanendo nel segmento premium, l’obiettivo è diventarne protagonisti e non solo di farne parte. Per raggiungerlo si parla di prodotto e di distribuzione, quindi di arredamento
dei negozi e di concetti di lifestyle, e di territori. Con la licenza avevamo dei limiti territoriali previsti dal contratto. Una volta che questo sarà scaduto potremo guardare il mondo con maggiore interesse e libertà. Siete presenti in centri commerciali di primo livello. Continuerete a investire in questo canale? Premetto che in Italia abbiamo circa un’ottantina di boutique monomarca, di cui un terzo abbondante è presente nei centri commerciali. Il dato si aggira intorno alla trentina di unità. Arrivando alla sua domanda, il centro commerciale, se di livello e se in grado di essere un po’ più internazionale rispetto a molti complessi italiani che sono piccoli, che non offrono tanti servizi e che non presentano un ambiente corretto per far trascorrere tempo alle famiglie, credo sia molto importante.
Sicuramente bisogna andare laddove c’è il traffico e non sempre la via cittadina o il centro città garantiscono un flusso maggiore rispetto a un buon shopping center. Nei buoni centri commerciali ci sono tutti i marchi, grande professionalità e un'importante visibilità dei punti vendita. A conferma di ciò, nel giro di qualche settimana apriremo nel nuovo shopping center di Pompei (La Cartiera, ndr). Parliamo del format outlet, che presidiate con partner prestigiosi come McArthurGlen. Quali sono le vostre performance in questo canale? Il factory è davvero a prova di crisi? Di sicuro, come fatturato, il canale outlet per noi è importante. In generale è importante per le aziende che vantano una grossa diffusione monomarca in quanto permette una gestione delle rimanenze fluida e reddituale. Tuttavia negli ultimi mesi la crisi ha intaccato anche il fatturato degli outlet, soprattutto per i marchi come il nostro che non sono griffe di alta moda. Se le grandi firme del lusso riescono a sfruttare l’indotto degli stranieri, che stanno tenendo botta e portano fatturati
anche incrementali, i marchi hanno un bacino di utenza molto più italiano e legato quindi al territorio. In ogni caso noi rimaniamo molto contenti e soddisfatti. Arriviamo al mondo del travel, quindi agli aeroporti e alle stazioni ferroviarie. Ci state facendo un pensierino? Nel canale aeroportuale non siamo presenti come Mcs ma lo siamo come Gruppo con il marchio Valentino. Al momento come Mcs non lo stiamo guardando perché per affrontare un settore così specializzato è necessario innanzitutto implementare l’organizzazione interna. E noi non facciamo mai il passo più lungo della gamba. Al contrario stiamo osservando con una certa attenzione il circuito di Grandi Stazioni. I nuovi terminal sono molto belli, con un servizio di negozi molto vicino a quello di un centro commerciale. Se pensiamo a come erano un tempo Roma Termini e Milano Centrale nessuno si sarebbe aspettato tali risultati. Con Grandi Stazioni avete quindi già allacciato contatti o trattative? Per ora ci siamo approcciati in modo interessante con Retail Group, spostando l’obiettivo sul 2013. Pensiamo che entrare con Retail Group, anche con un pop up store, possa essere un modo efficace per veicolare il nuovo marchio, sia da un punto di vista di fatturato che di immagine. Oggi con Grandi Stazioni siamo attivi con una forte presenza di comunicazione. Come nel caso del semestre scorso su Milano Centrale, Roma Termini e Napoli Centrale, spesso ci prendiamo per tre settimane o un mese tutta la cartellonistica all’entrata. Entrando nel cuore del punto vendita, quali saranno le novità? Ad oggi effettuare investimenti impegnativi per cambiare il layout di tutti i punti vendita non è in programma. Sicuramente il nuovo marchio beneficia di un intervento sostanzioso e sostanziale sul prodotto e sulle varie famiglie. Se prima Mcs Marlboro Classics vedeva una forte offerta legata al mondo maschile, oggi siamo in grado di offrire una collezione donna e accessori di tutto rispetto. Di conseguenza se prima le metrature erano tarate per vendere uomo, con i prossimi partner stiamo cercando di allargare un po’ lo spazio. Inoltre, dato che l’atmosfera nel punto vendita è il primo veicolo di comunicazione del brand, stiamo progettando dei nuovi concept, con nuovi arredi. Oggi è tutto in divenire. Per esempio stiamo riprogettando il negozio di Parigi, che abbiamo raddoppiato come superficie. Dulcis in fundo: quante saranno le aperture nel corso del 2012 in Europa e in Italia? Cinque o sei a livello europeo, mentre in Italia saranno tre nel secondo semestre più quella di Pompei. Andrea Penazzi
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Infrastrutture
Brasile , mille opportunità e mille rischi Autostrade, ferrovie, metro, aeroporti. È tempo di grandi opportunità in Brasile, ma le aziende devono essere attente e sapere che corruzione e protezionismo non sono ancora stati sconfitti
Contratti per "Public Concessions" e "PPP (Public-Private-Partnership)" 2012/2015 - solo settore trasporti Opera
Valore (mld Reales)
Valore (mld di euro)
Contractor
Modello legale
Pubblicazione bando
Treno alta velocità TAV Rio de Janeiro-San Paolo
33,2
13,18
Antt
Public Concession
Aprile 2012 (prorogato)
Linea 3 metropolitana Rio de Janeiro
1,4
0,56
Setrans/RJ
PPP
ott-12
Bandeirantes Express Train/Sao Paulo
2,7
1,07
Cptm
PPP
non definito
Sao Paulo "Ironrail"
2
0,79
Mt/Antt
Public Concession
2014
Autostrada SP-99 (Tamoios) e Contour roads
4,7
1,87
Artesp/Dersa
PPP
non definito
Autostrada Br-040/DF/GO/MG (Pac)
2,9
1,15
Antt
Public Concession
2012 2012
Autostrada BR-116/MG (Pac)
3,5
1,39
Antt
Public Concession
Manaus Port / AM
1,4
0,56
Antaq
Public Concession
2012
2,38
Seplan
Public Concession
non definito
West Road System / Bahia
6
Contratti per "Public Constructions" 2012/2015 - solo settore trasporti Opera
Valore (mld Reales)
Valore (mld di euro)
Contractor
Modello legale
Pubblicazione bando
Midwest integration railroad
3,9
1,55
Valec
Bidding Procedure
2013
Pantanal Railroad
1,5
0,6
Valec
Bidding Procedure
ott-13
Dnit
Bidding Procedure
gen-13
Autostrada BR-101/ Rio de Janeiro
1,4
0,56
fonte: elaborazione su dati studio Aroeira Salles
U
na pioggia di miliardi di euro di investimenti pubblici in energia, immobiliare e trasporti. Così si presenta il Brasile oggi, in pieno boom economico e con davanti la doppia occasione dei Mondiali di Calcio del 2014 e delle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016. Quanti miliardi? Nel piano per lo sviluppo 2011-2014 (chiamato Pac) sono previsti 958,9 miliardi di real, pari a 386,4 miliardi di euro. Di questi, l’equivalente di 42 miliardi di euro è destinato ai soli trasporti. Dopo il 2014 sono già previsti altri 250 miliardi di euro su diversi fronti. Gli italiani stanno puntando sul “nuovo Eldorado”, tanto che la Sace (l’agenzia che accompagna le aziende italiane all’estero) ha annunciato che il Brasile è diventato il quarto mercato estero in portafoglio, con una crescita del 46% rispetto al 2010. A raccontare tutte le opportunità che il Brasile oggi offre agli investitori italiani sono stati il 22 maggio due avvocati dello studio legale Aroeira Salles, uno dei più attivi nel Paese nel settore delle infrastrutture, nella sede dello studio legale milanese Cba, con cui vige una partnership.
Le infrastrutture
Nelle due tabelle pubblicate in pagina sono riportate alcune delle opere più importanti previste a breve nei trasporti. Tra tutte spicca la realizzazione della Tav ferroviaria tra Campinas, San Paolo e Rio de Janeiro, dal valore di oltre 13 miliardi di euro. La scadenza originaria è stata più volte rinviata. L’alta velocità ridurrà i
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tempi da San Paolo a Rio a 93 minuti, contro gli oltre 300 in auto. La linea fermerà presso gli aeroporti internazionali di Viracopos-Campinas, San Paolo-Guarulhos e di Rio de Janeiro-Galeão. Altre linee ferroviarie ad alta velocità annunciate sono quelle Brasília/Goiânia, Belo Horizonte/Curitiba e Ribeirão Preto/Uberlândia. La Linea 3 della metropolitana di Rio è un’altra delle opere su ferro più interessanti, dal valore di poco più di mezzo miliardo di euro. Diversi sono anche i bandi previsti per affidare ai privati le concessioni di autostrade, con annessi obblighi di costruzioni (si veda la tabella). Sul fronte degli aeroporti, negli scorsi mesi sono state aggiudicate le gare per la privatizzazione al 51% di tre grandi scali: San PaoloGuarulhos, Campinas-Viracopos e Brasilia (costruzione di un nuovo terminal). Le gare sono state vinte da tre consorzi, con rialzi molto consistenti rispetto alla base d’asta (a Brasilia +673%), per una cifra complessiva da 14,2 miliardi di dollari. Anche in questo caso, però, non mancano i problemi, perché i vincitori (tra cui ci sono il francese Egis Airport Operation e la sudafricana Acsa) si stanno trovando a fronteggiare costi inattesi, soprattutto per strutture temporanee da allestire in vista dei Mondiali.
I problemi
La presentazione, d’altra parte, non ha nascosto i problemi. «La cosa incredibile è che il governo ha moltissimi soldi ora, ma non sa come spenderli», ha detto l’avvocato Alexandre Aroeira Salles. Un esempio su tutti: a fine maggio il 40% delle opere per i Mondiali di calcio del 2014 non è ancora iniziato e solo il 5% dei progetti è finito.
Le difficoltà, per chi viene da fuori, sono l’iperprotezionismo e la corruzione. Su entrambi i fronti ci sono però passi avanti. «Qualche anno fa – ha ricordato Aroeira Salles – Impregilo provò a partecipare a delle gare, ma perse perché le società brasiliane cambiarono tutte le carte in tavola. Ma negli ultimi anni la situazione è cambiata e importante commesse sono state affidate ad aziende straniere». Sul fronte della corruzione la novità è stata la creazione di sei organismi di controllo (public sector auditing) tra loro indipendenti. Questo ha portato a una diminuzione della corruzione, anche se il problema rimane a livello locale.
Le formule
Sul piano tecnico, sono tre le modalità in cui una società straniera può investire in Brasile: public contract, finanziato attraverso fondi governativi; le “public services concession”, ovvero la concessione di gestione di un servizio pubblico anche attraverso il meccanismo delle Private Public Partnership (PPP) e infine con una formula ibrida, valida soprattutto nel settore dell’energia. «La PPP è la star del momento» ha detto l’avvocato Mariana Barbosa Miraglia. Si basa sull’iniziativa privata: se una società vede un’opportunità di sviluppo in un servizio che manca, può proporsi direttamente all’amministrazione, soprattutto locale. «Se fossi un investitore – ha continuato Aroeira Salles – investirei senz’altro con questa formula, anche se c’è il rischio d’impresa, per lo sviluppo delle città, dove serve tutto, dalle strade alle fogne ai trasporti pubblici». Le società straniere non autorizzare a operare in Brasile possono partecipare solamente a gare d’appalto internazionali, mentre per l’accesso alle gare d’appalto domestiche hanno due opzioni: richiedere l’autorizzazione a operare nel Paese o costituire una società brasiliana. F. P.
Resoconto fiera
“Arrivederci a Eire 2013”,
ne siamo sicuri? Perdere il 50% degli spazi, con due giorni davvero operativi sui tre disponibili, è la prova di come stia soffrendo il modello organizzativo adottato da Ge.Fi. Solo una manciata, o poco più, gli operatori del settore retail real estate presenti con un proprio stand. Eppure il retail è il comparto che tiene meglio, insieme a quello turistico
S
iamo sicuri che ci sarà una nona edizione di Eire nel 2013? È evidentemente una provocazione, ma nasce dal fatto che alcuni operatori del settore retail ci hanno confidato forti dubbi sulla loro presenza il prossimo anno. La dinamica del fuggifuggi in questa edizione ha già portato ad assenze eccellenti (e a numerosi metri quadrati in meno), tra cui quelle di
Cushman&Wakefield e di Jones Lang LaSalle, senza dimenticare Segècè. Non a caso tutti operatori internazionali. L’auspicio, ovviamente, è che nel prossimo anno si verifichi un’inversione di tendenza. La svolta potrà avvenire se la Fiera concederà qualcosa in primis sui costi di partecipazione e dei servizi, al momento definiti troppo alti. Per capire come si è svolta l’ottava
edizione della rassegna meneghina dedicata all’immobiliare partiamo dai numeri ufficiali diramati da Ge.Fi, ripresi acriticamente da autorevoli testate economiche. Gli operatori presenti sono stati 454, rispetto ai 504 dell’edizione precedente, suddivisi tra enti e società specializzate in tutta la filiera del settore. Oltre un centinaio sono stati gli investitori internazionali e 349 i giornalisti accreditati. Sul versante dei visitatori, il dato diramato supera le 10mila unità nell’arco delle tre giornate, contro le 14mila dichiarate lo scorso anno. Per chi mastica retail, i visitatori dichiarati al Mapic erano 8mila nel 2011 e 7.400 nel 2010, ma tutti specializzati su questo settore. A completamento, gli appuntamenti tra gli investitori e gli sviluppatori presentati nel book digitale “The Best of Italy” sono stati circa 180, mentre sono stati 79 i convegni/eventi negli stand. Calandoci nella realtà percepita, Eire si è confermato un momento utile per le aziende attive con progetti in fase operativa, anche se si è lavorato prettamente su appuntamento. Le presenze in calo si sono avvertite, così come si è percepito il dimezzamento degli spazi dovuto alla perdita di uno dei due padiglioni che sino allo scorso anno ospitavano la kermesse. Come anticipato alla vigilia, il filo conduttore dei nuovi progetti è stato quello della riconversione e dell’ammodernamento di strutture urbane preesistenti. Su questo solco si inseriscono le tre iniziative esposte durante il convegno organizzato dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, con tema “L’immobiliare commerciale e la riqualificazione delle zone urbane”. Diverse per location, format e posizionamento di prodotto, ma entrambe
inaugurate recentemente, sono quelle di Coin Excelsior alla Galleria del Corso a Milano e di Le Terrazze a La Spezia. Sono rispettivamente nel portfolio di Beni Stabili Siiq e di Sonae Sierra. In fase di sviluppo, invece, è la riconversione della vecchia area Saint Gobain a Caserta, commercializzata da Arcoretail Agorà. Proseguendo sul il filo rosso della riconversione, altrettanta visibilità ha conquistato il progetto del centro commerciale Verona Porta Sud in forza a Larry Smith. Iniziativa che si affianca nel portfolio aziendale di Larry Smith a quella di Mid, Fiumicino Outlet. Altro sviluppo in evidenza è stato quello di “Milano – Progetto Agricittà. La nuova frontiera urbana”, con protagonista Aedes nel ruolo di advisor, Arcoretail nella commercializzazione e Chapman Taylor Architetti nella progettazione. Non manchiamo di segnalare le numerose iniziative in fase di commercializzazione di Mall System, Cbre, Svicom, Parsec, Finsud e le novità che riguardano la proposta immobiliare di InterIkea a Brescia, che da continuità allo sviluppo del brand svedese dopo la presentazione lo scorso anno del progetto di Villesse (Go). Nota di colore: Giovanni Cobolli Gigli, in qualità di presidente di Federdistribuzione, ha partecipato al convegno di Cncc parlando a favore delle liberalizzazioni, motivo che di fatto ha determinato la recente uscita di Federdistribuzione da Confocommercio. Ficcante è stato il suo affondo sulle amministrazioni locali e in particolare sul sindaco di Roma, Gianni Alemanno, reo di voler bloccare i progetti sulla Capitale per cavalcare miopi motivi politici. Tra questi progetti ricordiamo in particolare Forum Valle Aurelia. A. P.
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Milano Food Photo Contest
Foto di Alberto Anderloni
Tabula nova C’è la crisi? Non si direbbe. Quanto meno a Milano, per quel che concerne i nuovi concept food. Una vera invasione di formati: moderni, innovati, orginali, scopiazzati, ma sicuramente necessari. Cambiano le abitudini, lo stile di vita, le diete, le possibilità e le necessità di assunzione di cibi e bevande. E, finalmente, anche a Milano tra commuters e impiegati, creativi e trend setter, si assiste a una rivoluzione di formati e proposte. Ne abbiamo selezionati alcuni, in ordine sparso. Mini catene, o punti singoli. Speriamo utili per ispirare chi si appresta a preparare nuove gare o ricerche per aeroporti, centri commerciali, outlet, stazioni… Cioccolati Italiani - Via De Amicis
Fluid - Via San Giovanni Sul Muro
Insalate Italiane - Via Vittor Pisani
YouPizza - Piazza Diaz 46 retail&food - luglio/agosto 2012
Ham Holy Burger - Via Palermo
Agua&Food Agua&more - via Correnti
Teh Bagel Factory - Piazza XXIV Maggio
Arnold Coffee - via Orefici
Bianco Latte - via Turati
Van Bol & Feste - Largo Cairoli
Soupercups - Via Casati
Zen Zen - Via Correnti (chiuso)
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La parola ai Presidenti
Ristorazione in fiera, La ristorazione nell’ambiente fieristico si sta rivelando sempre più un fattore influente per il successo economico e di immagine dei singoli eventi e del quartiere nel suo complesso. Da semplice servizio di base (alla stregua delle biglietterie, dei tornelli, della segnaletica e delle toilettes) si è trasformato nel corso degli anni in strumento di marketing e di fidelizzazione nei confronti di espositori e visitatori e offre solidi spunti per motivare la partecipazione ovvero per creare differenziale competitivo nel confronto con gli altri quartieri. Per questo abbiamo rivolto alcune semplici domande ai Presidenti delle principali Fiere italiane. Le loro risposte evidenziano approcci diversi rispetto all’esigenza di soddisfare le attese della clientela sempre più esigente e internazionale e mostrano coesione nel progettare soluzioni che lascino un “buon ricordo” nel bacino d’utenza che si desidera sempre più ampio e radicato.
Bologna
1) Come è gestita la ristorazione in Fiera? 2) Nell'ultimo esercizio qual è stato il ricavo generato dalla ristorazione e quale la % sul valore totale prodotto da Fiera? 3) Quale il ruolo della ristorazione per il successo del quartiere nell'attuale situazione di mercato? 4) Ci sono progetti innovativi a medio termine in tema di formule e contenuti del servizio, selezione dei fornitori, personalizzazione dell'offerta?
Genova
Duccio Campagnoli
Sara Armella
Società
BolognaFiere spa
Società
Fiera di Genova spa
Presidente
Duccio Campagnoli
Presidente
Sara Armella
Fatturato mio e 58,7 Fiere in Italia 27 Espositori 13.300
Fatturato mio e Fiere in Italia
29
Espositori
4.300
Visitatori mio
Visitatori mio
1,2
1,7
1) Dal 2005 la gestione dei servizi di ristorazione e di catering all’interno del quartiere è affidata a Convivia srl joint venture societaria tra BolognaFiere e Camst 2) L’attuale contratto di affitto del ramo di azienda relativo alle attività di ristorazione e gestione dei punti bar e ristoro in fiera ha portato alla fatturazione nei confronti di Convivia S.r.l. nel 2011, di un valore corrispondente a circa l’8% del valore della produzione totale di BolognaFiere S.p.A. 3) La ristorazione – come gli altri servizi che vanno a completare l’offerta espositiva dei grandi quartieri (dalla logistica alla convegnistica, dai servizi di allestimento a quelli di marketing) – rappresenta una delle chiavi di successo delle manifestazioni, a maggior ragione nell’attuale situazione di mercato e in uno scenario in cui le abitudini alimentari evidenziano una progressiva attenzione alla qualità del cibo. 4) Si prevede la conferma dell’attuale organizzazione sulla base degli impegni contrattuali vigenti. Si prevede, inoltre, una sempre maggiore attenzione in chiave di riposta alle esigenze della domanda. Ovviamente privilegiando la grande tradizione eno-gastronomica del nostro Paese e con standard che valorizzino i prodotti locali e le numerose tipicità che ci caratterizzano internazionalmente e che rappresentano uno dei punti di forza del made in Italy. A completamento si registra la crescente attenzione, già posta in essere nella pratica quotidiana, alle aspettative circa una ristorazione multietnica.
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1) Nel quartiere fieristico di Genova la ristorazione è gestita da operatori terzi sulla base di contratti d’affitto di ramo d’azienda. Nel 2011 hanno operato nel quartiere tre gruppi: Ristofiera srl, Ristoqui! e Ristorazione Mediterranea srl “Ristorante la Marina” 2) Il ricavo complessivo generato per Fiera dalla ristorazione - per quanto riguarda sia i punti fissi sia i punti temporanei, allestiti durante le manifestazioni che registrano una maggiore presenza di espositori e un più elevato afflusso di visitatori – è stato nel 2011 (anno di Euroflora, manifestazione quinquennale che supera i 430.000 visitatori paganti su 11 giorni di apertura) pari a 822.000 euro. La cifra rappresenta circa il 3% del fatturato totale, in linea con il risultato del 2010 quando fu pari al 2,8% (i risultati nei due anni sono confrontabili in quanto Euroflora incide su entrambe le variabili a confronto: ricavi da ristorazione e fatturato totale) 3) Il ruolo dei servizi ha una valenza sempre più determinante nell’offerta fieristica e la ristorazione è uno dei punti certamente più sensibili. Le eccellenze eno-gastronomiche sono oggi un elemento qualificante e per questo ci siamo posti l’obiettivo di raggiungere uno standard qualitativo elevato che tenga conto delle specificità del territorio per rafforzare l’identità della Fiera. è un cammino complesso che contiamo di realizzare nell’arco di un paio d’anni. 4) I nostri progetti si concentrano anzitutto sulla diversificazione dell’offerta; essa va definita in base alle caratteristiche dei visitatori e alla specifica tipologia dei diversi eventi, deve essere flessibile, capace di adattarsi ai diversi contesti, attenta alla qualità e ai costi. Per l’avvio della stagione fieristica autunnale presenteremo già alcune novità tangibili, frutto di una selezione dei fornitori che ha considerato anche forme di ristorazione di nuova tendenza e una significativa rivisitazione dell’esistente. Il 2013 rappresenterà una tappa fondamentale verso il rinnovamento nella direzione di una offerta sempre più cucita su misura.
a cura di Paolo Lombardi
tra servizio e revenue Milano
Parma Franco Boni
Michele Perini Società
Fiera Milano spa
Società
Fiere di Parma spa
Presidente
Michele Perini
Presidente
Franco Boni
Fatturato mio e Fiere in Italia
278
30
62
Fatturato mio e Fiere in Italia
Espositori
26.856
Espositori
6.300
Visitatori mio
5
Visitatori mio
n.d.
14
1) Fiera Milano gestisce la ristorazione in via indiretta, sulla base di convenzione con società specializzate. Collaborano con noi sia multinazionali (Autogrill, Compass, Qui group) sia piccoli gestori locali indipendenti. I rapporti sono regolati attraverso contratti di appalto pluriennali in base ai quali gli appaltatori operano in nome e per conto di Fiera Milano, riconoscendole una percentuale sugli incassi. 2) Nel 2011 il ricavo generato dalla ristorazione è stato pari a 20,3 milioni di euro, ossia il 7,3% del fatturato consolidato del gruppo Fiera Milano. 3) La ristorazione di Fiera Milano si propone come un servizio completo e di qualità, in grado di rendere l’esperienza vissuta in Fiera il più appagante e positiva possibile. Fiera Milano è oggi a livello europeo il quartiere espositivo con la più ampia varietà di ristorazione e continua a proporre formule innovative e accattivanti. 4) Abbiamo da poco inaugurato la “bottega delle delizie” dove il visitatore può degustare prodotti artigianali tipici nazionali, potendoli poi ordinare e ricevere direttamente a casa propria. Abbiamo sviluppato un albo ufficiale dei “caterers” che da un lato vuole rendere sicura e a norma di legge l’erogazione di questo servizio e dall’altro ci permette di esplorare nuove formule e nuove tendenze a livello di varietà dei cibi e delle tipologie di servizio. Stiamo valutando formule di ristorazione addizionale come una “Yogurteria”, un “Corner spagnolo”, un “Corner Etnico”. Senza poi dimenticare che Fiera Milano sta sviluppando, per i mesi estivi, un’attività di ospitalità di grandi concerti all’aperto di musica rock, che consentono di promuovere una tipologia di ristorazione mirata.
1) Fiere di Parma fornisce il servizio di ristorazione e catering in via indiretta attraverso tre società specializzate. Attualmente esse sono Ristorbar, Sogem e Noi di Parma. La nostra società è concentrata infatti sulla gestione fieristica del quartiere in tutti gli altri aspetti: dalla efficienza delle strutture allo sviluppo delle iniziative espositive e degli eventi extrafieristici al servizi del Territorio. I contratti con i fornitori hanno contenuti diversi a secondo del servizio concordato e prevedono l’utilizzo dei locali dedicati, completi o non di attrezzature a seconda delle situazioni. 2) I proventi del servizio hanno due distinte origini. La ristorazione e il catering per il Palacassa e la somministrazione di bevande e cibo per l’insieme delle altre attività di quartiere. Quest’anno la prima ha procurato alla nostra società l’introito di 460.000 euro, mentre la seconda ha aggiunto un provento di 320.000 euro. Il valore complessivo di questi ricavi rappresenta il 3% del giro d’affari del 2011 di Fiere di Parma. 3) La formula per il successo di un quartiere è complessa e comprende un ampio numero di variabili, che vanno sviluppate in armonia tra loro: infrastrutture, proposta commerciale, servizi all’interno e in prossimità del recinto fieristico, rapporti con il Territorio e relazioni con i mercati internazionali. Per ogni quartiere l’accoglienza di espositori e visitatori anche in termini di ristorazione è importante e serve a fidelizzarli. Per Parma, sede dell’Authority per l’alimentazione dell’Unione Europea e del salone Cibus, questa importanza è acuita dall'esigenza di coerenza tra l’offerta all’interno del quartiere e l’eccellenza enogastronomica che attira estimatori da tutto il mondo. 4) Viviamo una stagione in cui innovare è essenziale in ogni aspetto della gestione. Particolare cura abbiamo dedicato all’ammodernamento delle strutture di quartiere investendo dal 2008 oltre 60 milioni di euro. Abbiamo alcuni progetti in fase avanzata di studio relativi a nuove manifestazioni espositive. Per quanto riguarda lo specifico della ristorazione la nostra tradizione è di verificare regolarmente l’adeguatezza dell’offerta con gare a cadenza biennale.
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La parola ai Presidenti 1) Come è gestita la ristorazione in Fiera? 2) Nell'ultimo esercizio qual è stato il ricavo generato dalla ristorazione e quale la % sul valore totale prodotto da Fiera? 3) Quale il ruolo della ristorazione per il successo del quartiere nell'attuale situazione di mercato? 4) Ci sono progetti innovativi a medio termine in tema di formule e contenuti del servizio, selezione dei fornitori, personalizzazione dell'offerta? Rimini Lorenzo Cagnoni Società
Rimini Fiera spa
Presidente Fatturato mio e
Lorenzo Cagnoni
Fiere in Italia
24
Espositori
8.377
Società
Fiera di Roma srl
Visitatori mio
1,7
Presidente
Mauro Mannocchi
Fatturato mio e Fiere in Italia
28,5
Espositori
6.000
Visitatori mio
n.d.
Roma
Mauro Mannocchi
71,3
1) La ristorazione a Rimini Fiera è gestita direttamente attraverso la società Summertrade, con maggioranza detenuta dalla nostra SpA. è una scelta strategica compiuta diversi anni fa, quando abbiamo deciso che sui servizi fondamentali – quelli che danno la misura della soddisfazione del cliente fieristico – fosse necessario avere un controllo diretto e poter determinare uno standard omogeneo ed elevato. è stata una scelta premiante e che ha soddisfatto gli obiettivi prefissati. Summertrade è una società competitiva sul mercato del catering, si misura quotidianamente con la concorrenza e in più svolge il servizio all’interno del quartiere. Questo lo sottolineo per rimarcare il fatto che la qualità offerta è figlia di una abitudine alla concorrenza e non di una condizione di monopolio. 2) Il nostro caso, proprio per la scelta di operare tramite una controllata, è atipico. Il Gruppo Rimini Fiera opera inoltre in ambiti diversi: organizza manifestazioni nel proprio e in altri quartieri fieristici, direttamente e tramite società che controlla, inoltre è fortemente coinvolto nel business congressuale e, dopo la recente realizzazione del nuovo palacongressi riminese, sta operando con un convention bureau che fa parte del Gruppo. Summertrade opera su tutti questi asset, non solo su quello fieristico. Tutto ciò precisato, il Gruppo nel 2011 ha fatturato 71,3 milioni di euro e l’incidenza della ristorazione è di circa l’11 per cento. 3) Nel nostro mestiere abbiamo una missione fondamentale: garantire business agli espositori e quindi far confluire alle manifestazioni operatori nazionali e internazionali interessati all'offerta presente nei padiglioni. Detto questo, ci sono servizi da fornire al più alto livello e con la garanzia delle condizioni migliori. A partire da un quartiere ospitale e ben progettato e, mi conceda uno spunto d’orgoglio, il nostro credo abbia in Italia davvero un primato. Si tratta di servizi di varia natura: pensi ai parcheggi e agli accessi, la cura dell’accoglienza e la gestione amministrativa, fino alla ristorazione, che alla qualità assoluta deve assicurare la sicurezza alimentare certificata. In ciò siamo facilitati da un territorio generoso di prodotti, che spetta al nostro personale tradurre in un’offerta all’altezza delle attese, con varietà di menu e una creatività degna della nostra tradizione. L’obiettivo in questo settore è acquisire un vantaggio competitivo: in una fiera romagnola la qualità della ristorazione deve dare un plus alla proposta fieristica. 4)Proprio l’avere una società al nostro interno ci consente un confronto quotidiano per migliorare l’offerta. Lo sforzo è quello di personalizzare la proposta sulle singole fiere, studiando flussi, testando l’introduzione di isole con menu a tema, introducendo punti mobili di ristorazione. A inizio 2013 avremo fiere molto importanti dedicate all’alimentazione e quindi riflettiamo su una proposta coerente e che integri ciò che offre l’Expo.
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25
1) Qui a Roma abbiamo adottato la classica gestione in concessione personalizzata con l’impiego generalizzato del brand Fiera Roma; i gestori del servizio si approvvigionano attraverso la propria rete di acquisti (Fiera supervisiona con procedure HACCP qualità e sicurezza dei prodotti) e utilizzano proprie strutture operative installate nel quartiere. Fiera monitora costantemente i prezzi in base anche a quelli degli altri quartieri e ai livelli correnti in città. 2) Il business food rappresenta circa il 18% del giro d’affari complessivo del quartiere; lo scontrino medio al bar è di 3,45 euro mentre al free flow è di 13,50 euro: in pratica la varianza è ampia e dipende dal tipo di evento (b2b e b2c). 3) Il servizio è strategico per la costumer satisfaction: espositori e visitatori devono uscire dal quartiere quantomeno non insoddisfatti per come si sono alimentati. La tipologia d’offerta deve essere a “fisarmonica” per rispondere adeguatamente al massimo numero di esigenze organizzative; occorre un ampio ventaglio di proposte in termini sia di prodotto sia di modalità di somministrazione; l’espositore preferisce sempre più creare un business corner all’interno dello stand con una offerta che può articolarsi tra brunch, lunch e tea break. 4) La nostra organizzazione al momento è ben impostata e quindi stiamo lavorando a miglioramenti di cornice, che sono comunque necessari. Più che sulla diversificazione dell’offerta sentiamo l’esigenza di aumentare la flessibilità rispetto alle richieste delle segreterie organizzative (one2one) e di lavorare sulla qualità del rapporto con i clienti: per esempio, alle casse, ai banconi e ai ristoranti la conoscenza di una lingua straniera è ancora molto povera e in mercato come il nostro talvolta è determinante.
Vicenza
Roberto Ditri Società
Fiera di Vicenza spa
Presidente
Roberto Ditri
Fatturato mio e Fiere in Italia
29,9
Espositori
5.000
Visitatori mio
n.d.
22
1) Fiera di Vicenza attualmente affida i servizi di ristorazione in parte con gara d’appalto di durata pluriennale e in parte con lettera d’incarico per un anno o anche per una singola manifestazione, in base alle caratteristiche del servizio richiesto. è a carico del gestore l’allestimento dell’area nuda concessa da Fiera con tutte le attrezzature e arredi necessari. I fornitori attualmente attivi nel quartiere, con contratto attivato nel 2000, sono Chalet S.r.l. di Padova, Bar Centrale S.r.l. di Vicenza, Bar dell'Orologio S.n.c. di Vicenza, Gelcaf S.r.l. di Vicenza. Nel 2012 hanno operato presso il quartiere per le sole manifestazioni orafe anche: Convivium Giu.ni.gi di Paderno Dugnano (MI), Le Buone Tavole dei Berici di Vicenza, Ristorante 3Quarti/Basso Banqueting di Grancona (VI).
Verona
Ettore Riello Società
Ente Autonomo per le Fiere di Verona
Presidente
Ettore Riello
Fatturato mio e Fiere in Italia
84,9
Espositori
14.000
Visitatori mio
1,2
38
2) Il dato non è disponibile. 3) La ristorazione è uno dei servizi basilari per la buona attività di ogni quartiere e delle singole manifestazioni espositive; un mix corretto di ampiezza e qualità dell’offerta combinati con livelli di prezzo ragionevoli rendono gradevole la permanenza di espositori e visitatori e costituiscono un utile elemento di fidelizzazione. 4) Tutti i contratti in essere sono di imminente scadenza. Inoltre l’intero sistema della ristorazione andrà rivisto alla luce della consegna entro fine 2013 del nuovo padiglione espositivo di 15.000 mq, che in tema di ristorazione presenterà servizi e offerte del tutto nuovi.
1) La gestione di questo settore avviene indirettamente. Veronafiere ha stipulato un contratto di associazione in partecipazione con le due ditte che si occupano della ristorazione all’interno del quartiere fieristico, in adempimento di quanto previsto dal piano industriale dell’Ente. Le due aziende in questione sono la Romano Cardinali Srl e la Fiorini Snc, quest’ultima in associazione temporanea d’impresa con la Europanino Sas. La Fiera di Verona è responsabile di tutte le strutture adibite al servizio di ristorazione, dall’arredo dei bar e dei locali fino alle attrezzature per la cucina, così come dello smaltimento dei rifiuti e del pagamento delle bollette per il consumo di energia. Alle ditte, invece, restano in capo le funzioni di preparazione di cibi e bevande, la fornitura del personale e delle professionalità necessarie e l’acquisto dei prodotti alimentari. Per quanto riguarda il lato economico del contratto, a Veronafiere spetta il 26 per cento del fatturato, il 10 per cento sui servizi di catering. 2) Il servizio di ristorazione, nell’esercizio 2011, ha fatturato circa 5 milioni di euro, sul totale degli 84,7 milioni con cui Veronafiere ha chiuso il bilancio. Facendo un rapido calcolo, questo valore rappresenta poco meno del 6 per cento dei ricavi. 3) Veronafiere, primo organizzatore diretto di manifestazioni in Italia e ai vertici in Europa con rassegne leader internazionali quali Vinitaly, Marmomacc, Fieragricola, Fieracavalli e Samoter, ospita ogni anno nel proprio quartiere fieristico oltre 1,2 milioni di visitatori e 14mila espositori. Veronafiere ha quindi cercato di ottenere nel campo della ristorazione il miglior rapporto tra qualità e prezzo e di monitorare costantemente il servizio offerto, istituendo anche una commissione responsabile del controllo di tutto ciò che viene servito ai propri tavoli e banconi, vigilando su igiene, sicurezza alimentare e listini e suggerendo tutti i miglioramenti possibili. 4) Visti gli ampi margini di crescita, Veronafiere sta valutando di potenziare i servizi di catering. Durante le manifestazioni fieristiche, infatti, sono molti gli espositori che ne usufruiscono per i propri stand, appoggiandosi però a ditte esterne alla Fiera. Il nostro obiettivo è intercettare anche questa domanda, con un’offerta adeguata e concorrenziale. Catering che potrebbe rappresentare anche un’ulteriore risorsa pure per gli oltre 400 congressi che Veronafiere ospita ogni anno nel propri Centri Congressi Europa e Arena.
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Focus Retail Business Forum
Spiragli di crescita ai tempi della crisi
Lo scenario macroeconomico negativo, specialmente per il sud Europa, non preclude alle catene opportunità di crescita anche nel Belpaese. Cross-canalità e tecnologie nel punto vendita sono alcune delle ricette indicate durante la due giorni di Gubbio. Sul fronte estero si guarda alla Cina, ma guai ad arrivarci impreparati
«
Leggendo dietro le medie si evince che è possibile crescere non solo con lo sviluppo ma anche a reti omogenee». Così ha aperto il proprio intervento Fabrizio Valente, fondatore di Kiki Lab, riferendosi al mercato italiano. La crisi economica non preclude quindi performance positive nel nostro Paese, a condizione che i retailer imbocchino per davvero la strada dell’innovazione. A dimostrarlo è il mix di ingredienti emerso in occasione di Retail Business Forum, meeting organizzato da Richmond Italia nei giorni 24 e 25 maggio presso il Park Hotel ai Cappuccini di Gubbio (Pg). L’evento, giunto alla seconda edizione, ha visto protagonisti in qualità di exhibitor 28 società di servizi specializzate nel settore retail e in qualità di
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delegate oltre cento retail manager. Per ognuna di queste aziende è stata creata da Richmond Italia un’agenda personalizzata sia intermini di incontri che di conferenze. Domanda e offerta si sono quindi trovate di fronte, per un totale di oltre 850 appuntamenti in due giorni, con l’obiettivo condiviso di facilitare i processi di business. Oltre agli incontri one to one, a tener banco sono stati i numerosi convegni incentrati sulle questioni macro e micro economiche. Il solco è stato tracciato dall’economista Andrea Boltho, Fellow e Tutor in economia presso il Magdalen College dell’università di Oxford. Durante la conferenza con tema “Lo scenario macroeconomico e le sue ripercussioni”, il docente ha
prospettato un ritorno dell’indicatore positivo sul Pil italiano a partire dal 2014, mentre per l’eurogruppo il segno “+” dovrebbe comparire già nel 2013. Tuttavia, specialmente per il Belpaese, passerebbe ancora molto tempo prima che l’economia torni ai valori antecedenti la crisi. Drammatica, per non dire irrecuperabile, è la posizione della Grecia nel contesto della moneta unica, con possibili ripercussioni sulle economie del sud Europa. Inclusa quella italiana. Ma se è importante tenere i piedi ben ancorati a terra per evitare scivoloni, ancor più importante è individuare soluzioni in grado di migliorare il conto economico delle catene e favorire lo sviluppo della rete, in Italia e ovviamente all’estero. Di questo parere si è dimostrato Fabrizio Valente, fondatore di Kiki Lab – Ebeltoft Italy, società di consulenza in ambito retail. Durante la propria sessione Valente ha introdotto alcuni elementi che verranno ripresi il prossimo 25 settembre a Milano nel convegno, “Cross Canalità 2012: Retail Surf fra negozi e web. Sinergie e circoli virtuosi tra canali fisici e digitali”, quando sarà presentata una ricerca sulle strategie di Cross-Canalità condotta in 17 paesi. Il risultato di tale ricerca determina innanzitutto che «non basta più sommare il canale digitale a quello fisico ma è necessario incrociare i due canali attraverso specifiche strategie». Tra le varie anticipazioni segnaliamo alcuni dati incentrati sulla trasparenza e sulla fluidità dei siti internet dei brand. Solo il 34% delle catene indica con chiarezza quali sono i prodotti venduti online e quali quelli offline; il 29% differenzia i prezzi tra internet e canale tradizionale (un esempio è Decathlon); il 56% consente la visibilità dello stock disponibile in ciascun negozio (ad esempio Fnac); il 53% propone il servizio clicca & ritira (lo pratica il colosso Walmart); il 67% offre la possibilità di acquisto on line e di reso offline. Addentrandoci all’interno dello shop si evince, invece, che il 50% delle insegne permette l’accesso al proprio sito nel punto vendita, che il 47% del personale parla del sito e addirittura che solo il 24% ne parla in modo positivo «per-
ché – ha spiegato Valente – il commesso vede lo shop online come un potenziale concorrente e quindi come un pericolo per il proprio posto di lavoro».
Obiettivo Cina
Nonostante la platea dei partecipanti fosse specializzata sul mercato italiano, a partire dai responsabili retail per il Belpaese di varie multinazionali, lo scenario cinese si è dimostrato come sempre di forte appeal. In primis per i dati: grazie allo sviluppo dei paesi asiatici il bacino di utenza potenziale a livello mondo è passato da 1 a 3 miliardi di persone – solo la Cina vanta una
popolazione di 1,3 miliardi di individui – con il sorpasso del mercato retail cinese su quello americano previsto per il 2014. In futuro una crescita simile potrà coinvolgere l’India. Particolarmente interessante, durante la conferenza “Costruire e mantenere una rete di vendita in Cina, un confronto in diretta “Italia-Cina”, è stato l’esito di una ricerca condotta su 290 aziende ed esposta da Marco Alberti, senior director di William George Group – Italia (società di consulenza). Da questo studio si evince che il tempo per rendere profittevole un investimento in Cina è stato inferiore ai 2 anni per il 26% del campione, entro i 5 anni per il 58% ed entro i 10 anni per il 73 per cento. All’ombra della Grande Muraglia la ricchezza si presenta distribuita in modo disomogeneo, in prevalenza nelle zone costiere anche se poco alla volta si sta diffondendo nell’entroterra grazie allo sviluppo del ceto medio. Proprio il ceto medio, con uno stipendio compreso tra i 6mila e i 25mila dollari annui, entro il 2015 sarà composto di 340 milioni di persone. Mentre entro il 2025 saranno ben 221 le città con una popolazione superiore al milione di abitanti. In collegamento da Shanghai è intervenuta Afra Govoni, senior retail specialist di William George Group, che ha raccontato la propria esperienza nello sviluppo della rete Tod’s a Pechino e nella stessa Shanghai. In particolare Govoni ha messo a fuoco diversi concetti: il consumatore cinese è molto attento alla qualità del prodotto, del servizio e del posizionamento della merce: «la prima impressione è quella che conta». Inoltre non ha paura di spendere ma in compenso deve essere consigliato perché non conosce ancora bene i brand. Se il turnover dei marchi è molto elevato nei centri commerciali è perché occorre una profonda conoscenza del mercato. Impensabile, ad esempio, sarebbe vendere un portafogli di colore rosso: in cinese il colore rosso significa perdere soldi. In sintesi, chiude Govoni: «Il gallo in Cina non fa chicchirichì!». Andrea Penazzi
retail&food - luglio/agosto 2012 53
Esperienza da cucina: come apprendere tra i fornelli
Uno spicchio alla volta (un’altra formazione è possibile)
U
n po’ di pane secco, una manciata di verdure fresche, dei legumi sottovetro, un po’ di olio, e qualche spezia. Una cucina attrezzata, alcune squadre in gara fra loro (ma la cooperazione si attiva più spesso di quanto si possa credere). E un invito: “Bene, adesso tirate fuori il meglio da questi ingredienti!” Dalla sorpresa attonita (si aspettavano di fare team building cooking con pasta di kamut, zucchine e gamberetti... o un risotto kiwi e banane, con prosecchino), in breve si passa all’attività (incredibile cosa si riesce a preparare con pane secco
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e acqua!) e si arriva felicemente a un trionfo di bruschette, di pan bagnato, di tartine, e altro ancora. Il de-briefing, condotto con metodologie attive e partecipate, mostra in modo molto concreto come le squadre hanno lavorato, come avrebbero potuto lavorare e fornisce importanti indicazioni strategiche per lo sviluppo di quel gruppo di lavoro. è Uno spicchio alla volta, l’innovativo modulo di formazione esperienziale proposto da DI.GI. Academy. Ascoltavamo recentemente il dialogo fra due ingegneri di un’importante mul-
tinazionale americana. Si lamentavano del poco lavoro e il senior diceva al junior: “A volte non so cosa far fare ai miei collaboratori... devo inventarglielo, il lavoro... certo, la crisi si fa sentire...” Il giovane collega a quel punto chiedeva: “Ma qualcuno rischia di rimanere a casa?” Risposta: “Siamo un gruppo leader mondiale, e contiamo sulla ripresa; in più, non buttiamo via l’investimento che abbiamo fatto in questi anni sul nostro capitale umano!” Il racconto getta una luce buona sul momento presente: in tempi di crisi non è inevitabile tagliare il personale o la sua formazione. Anzi! Alcune esperienze mostrano che il taglio dell’investimento sulla crescita delle persone è un segnale di paura, che non è propriamente il motore giusto di ogni intrapresa professionale. Ne parliamo con Alessandro Curioni, presidente di DI.GI. Academy, azienda dinamica, che fornisce consulenza, formazione, servizi, specialmente nel campo dell’ICT, ma non solo. Con lui c’è il “socio” importante di alcune avventure professionali: Elio Meloni, formatore, pedagogista, scrittore, docente universitario.
Alessandro, in tempi di crisi la domanda si pone: perché investire soldi sulla formazione e sulla consulenza? Non ci sono vie migliori per un’azienda sana: avere cura delle persone che vi lavorano. Il concetto è presente - a parole - in molti planning operativi, ma spesso restano appunto parole. La realtà quotidiana è il più delle volte dura e faticosa: oggi tutti hanno paura e sappiamo bene che questo produce aggressività nelle relazioni e minore lucidità nei processi di lavoro. Il risultato è che il senso di insicurezza e precarietà aumenta. E se il taglio è “depressivo” la crescita viene minata dall’interno. Noi invece proponiamo un modo di lavorare che si può riassumere così: meno quantità, più qualità. Il nostro approccio è paradossalmente semplice: dobbiamo tornare al gusto del lavoro fatto bene, dobbiamo avere una visione più articolata dei requisiti che devono essere rispettati per raggiungere l’eccellenza Puoi provare a farci qualche esempio? Guarda, è più semplice a farlo che a spie-
garlo... Il punto sul quale noi portiamo l’attenzione dei nostri clienti è il tempo. Nella formazione come nella consulenza pensiamo che la differenza tra un “buon lavoro” e un “lavoro di livello superiore” è spesso nella capacità di chi lo svolge di “colmare l’inesorabile minuto con un momento fatto di sessanta secondi”. Riempire ogni istante al servizio del cliente di contenuti e valore che giustifichino il prezzo pagato e quindi rappresentino un reale passo verso il raggiungimento di un obiettivo ben definito. Tutto questo si traduce in un concetto molto semplice: non contate i minuti che vi dedichiamo, ma pesateli. Il tutto a partire da una consapevolezza personale: in tempi di crisi la risorsa principale sei te stesso... Faccio un altro piccolo esempio. La responsabilità sociale di impresa, che riempie la bocca di tanti, pone l’accento proprio su delle richieste inespresse in termini di qualità: rispetto dell’ambiente, migliori condizioni di lavoro, riduzione dello stress, miglioramento dello stato delle cose in generale. Tutto questo trasforma il concetto di profitto di impresa in qualcosa di molto più esteso e soprattutto non strettamente economico.
Capisco che ci stai comunicando qualcosa di essenziale... del tipo... sai quella cosa che hai sempre cercato, ma prima di trovarla non sapevi bene di avere? è così, ma forse Elio può aiutarci a concretizzare ancora meglio. Elio, cosa ci fa un formatore esperienziale in azienda? Tutti mangiamo, è semplice. Attraverso la cucina, il cooking, noi portiamo le persone a interiorizzare più facilmente alcuni concetti fondamentali del team working. è un problema di consapevolezza, è il prendere coscienza che siamo profondamente interconnessi con gli altri. Il successo di un’impresa produttiva e commerciale, lo sappiamo, è dovuto a molti fattori. E sappiamo che questi sono sempre più legati fra loro, a un livello che è sempre più globale. Eppure, è solo tornando alla profondità delle piccole cose che possiamo trovare la connessione a quelle più grandi. Il cibo è il momento in cui possiamo più facilmente fermarci e osservare la realtà in profondità. Cucinando insieme agli altri le nostre più profonde qualità
Alessandro Curioni
Elio Meloni umane vengono messe in gioco e se ne riscoprono le implicazioni anche nelle attività professionali. Perché fermarsi a mangiare in silenzio un mandarino, uno spicchio alla volta, ci riporta all’albero dove è cresciuto, e all’acqua che l’ha bagnato. Gustando in pace uno spicchio di mandarino siamo completamente liberi dal passato, e dal futuro. Qui e ora, siamo capaci di vedere la nuvola che ha fatto cadere la pioggia che ha bagnato l’albero, e anche l’acqua che ha bevuto l’agricoltore che l’ha raccolto, e la pastasciutta che l’ha nutrito. E si può continuare all’infinito. Insomma: in un mandarino tutto l’universo si è radunato per darci gioia e nutrimento. Se siamo capaci di mangiare in serenità un mandarino, saremo anche in grado di ascoltare con profonda attenzione il nostro capo, il nostro collega. Saremo capaci di vedere che il lavoro che stiamo facendo è profondamente connesso con quello di moltissime altre persone e che c’è un profitto possibile per tutti, in quello che stiamo facendo. Bello. Non ci resta che immaginare in dettaglio il vostro menu. Noi proponiamo una vasta gamma di
proposte: dall’evento di una giornata, per così dire di sensibilizzazione (ma già una giornata permette di portare a casa strumenti assai efficaci: sappiamo di alcuni colleghi che in un cassetto tengono sempre un mandarino a portata di mano!) a moduli formativi di due, tre, quattro giornate. Abbiamo gestito dei momenti più allargati, anche per novanta persone, utilizzando altre metodologie esperienziali (pubblicazione di un giornale; costruzione di un progetto edilizio con il lego; camminate outdoor; eccetera). Noi crediamo che si tratti solo di riscoprire una verità elementare: tutto quello che ci serve per lavorare bene, da soli e insieme ad altri, è già ben presente, dentro di noi, nella nostra umanità e nella nostra comunione con tutta la realtà. Più che dirlo, lo facciamo. Insomma quello proposto da DI.GI. Academy in collaborazione con Elio Meloni è un progetto di formazione davvero innovativo e, vi assicuriamo, straordinariamente gradevole e saporti. Ecco perché retail&food ha deciso di sostenerlo. Sul prossimo numero vi spiegheremo come. Per ora non ci resta che augurare a tutti: buon appetito! r&f
retail&food - luglio/agosto 2012 55
Mystery in shop
Media World: servizio inadeguato, cliente mancato
L
'acquisto è programmato, il nostro budget è a prova di listino e il negozio è sicuramente quello giusto. Non manca nulla per completare positivamente il nostro shopping, neanche il tempo a disposizione. Ma, premettiamo, la missione non è andata a buon fine. Vi raccontiamo l'esperienza maturata in data 13 maggio presso il punto vendita Media World del centro commerciale Euro Torri, a Parma. La domenica è di quelle più autunnali che primaverili, ideale quindi per trascorrere un paio d’ore tra le vetrine della galleria di negozi al riparo dalla pioggia. Non manchiamo di sottolineare come il parcheggio sia a raso sia in struttura appaia pieno in ogni ordine di posto. Come spesso capita per la clientela dell'hi-tech, la nostra idea di acquisto è ragionata e consapevole. Frutto di un'ampia ricerca online. L'obiettivo è di comprare un tablet, dotato di tecnologia 3G, per soddisfare le esigenze soprattutto professionali grazie a internet a disposizione in mobilità.
Media World presso CC Euro Torri (Parma) > Servizio Velocità Cortesia Professionalità
> Layout Aspetto esterno Orginalità design Omogeneità e armonia Qualità materiali e arredi Ordine e pulizia Comfort
> Prodotto Assortimento Esposizione
> Valutazioni generali Qualità/prezzo Ambiente Adeguatezza alla location
Legenda: = migliorabile = sufficiente = apprezzabile = molto buono = ottimo
56 retail&food - luglio/agosto 2012
Il primo elemento distintivo della nostra ricerca: il budget non ci consente di arrivare al primo prezzo del nuovo iPad con capacità di connessione 3G, commercializzato nello spazio espositivo della Apple. Per cui ci addentriamo, preparati, nell'area multimarca riservata a questa tipologia di prodotto. Acer, Samsung, Blackberry e Sony sono alcuni tra i brand presenti, talvolta posizionati l'uno di fianco all'altro in un unico scaffale e talvolta compresi in desk monomarca, con soluzioni di partenza allineate sui 400 euro. Il listino ci soddisfa, ma chiediamo informazioni. Parliamo con un promoter Sony che, anch'esso preparato, ci illustra le specifiche tecniche del modello 3G da 16 gb di storage, commercializzato a 429 euro. Il prodotto ci interessa, ma ci riserviamo il diritto di pensarci. La nostra ricerca nel punto vendita Media World ci porta vicino al comparto telefonia, dove abbiamo individuato per combinazione altri tablet. Con curiosità constatiamo che sono presenti modelli diversi rispetto a quelli visti nel comparto dedicato, in particolare sono allestiti un corner Nokia e uno Samsung. Il primo si presenta poco chiaro nel layout, lo escludiamo. Il secondo espone due modelli: uno da 7 pollici, rinchiuso in una colonnina di vetro, con un listino di 376 euro. L'altro da 10 pollici, commercializzato intorno ai 500 euro, utilizzato dai ragazzini per giocare e quindi inaccessibile. Nessun addetto alle vendite si preoccupa dell’utilizzo dei prodotti. Chiediamo nel vicino reparto telefonia se è disponibile per una prova il modello da 7", ma siamo rimbalzati nel reparto tablet. Qui l'addetto alle vendite, che non dispone del
prodotto, ci riaccompagna perplesso vicino allo stand Samsung e chiede lumi alla stessa persona del reparto telefonia. Il modello, identificato a stenti dai commessi, appare non disponibile. Quello esposto, con tanto di cartellino, sarebbe addirittura un "giocattolo". Disponibile, invece, è un prodotto esteticamente uguale, con circa le stesse funzioni, della stessa marca, ma dal costo di 499 euro. Nessuno dei due commessi ci spiega la differenza, tra loro si rimbalzano la competenza sino a quando uno se ne va e altro si allontana evidentemente scocciato. Facciamo un ultimo tentativo nello shop in shop Vodafone, che tra i prodotti in esposizione presenta tablet Samsung. A questo punto intuiamo che quello a 376 euro potrebbe essere il Galaxy tab 7" e quello a 499 euro il Galaxy tab 7" plus o la versione ancora avanzata. Chiediamo al personale Vodafone se è disponibile quello a 376 euro esposto nel solito corner Samsung, distante giusto un paio di metri, la risposta è affermativa ma siamo rimbalzati al reparto telefonia. L'esito non cambia: lo stesso addetto, ancora più scocciato, ci rimbalza. Usciamo quindi dal negozio a mani vuote, delusi del servizio e decisi che per almeno un po' di tempo a Media World non metteremo piede. Per la cronaca: la sera stessa su fnac.it troviamo il Galaxy tab plus da 7" in promozione a 349 euro, spese di spedizione incluse. In 3 minuti completiamo l'acquisto, soddisfatti del risparmio. A. P.
dossier concessionarie autostradali
a cura di Fabrizio Patti
Strada dei parchi, quattro aree in arrivo in sordina
Nel 2013 apriranno invece due nuove aree di servizio, da poco affidate con gara: si trovano sul tronchetto di penetrazione A24 e sono denominate Tiburtina Nord e La Rustica Sud. Tiburtina Nord sarà affidata per la parte oil a Kuwait e per la parte ristoro a Maglione; La Rustica Sud vedrà Totalerg per l’oil e Finifast per il food. Sono infine attese due gare per la costruzione ex novo delle aree di servizio “Rocca Casale” sull’A25, all’altezza dell’uscita Pratola Peligna - Sulmona (Km 137+800 e 138+100). Motivo della costruzione: la distanza di oltre 90 km tra Brecciarola Nord e Sud e Monte Velino Nord e Sud. •
Strada dei Parchi I numeri
T
re zone giochi per bambini, quattro spazi attrezzati per i camper, un’area con tv per informazioni, un negozio. È il quadro dei servizi innovativi nelle 12 aree di servizio attualmente attive nelle autostrade A24 RomaL’Aquila e A25 Torano-Pescara, gestite da Strada dei Parchi spa. Anche in questo caso le strutture non brillano dunque per l’attenzione alle nuove esigenze dei viaggiatori, che richiedono ad esempio wi-fi, sale per riunioni o per il relax dei camionisti, sportelli bancomat o aree per animali. Nonostante siano da poco stati rinnovati i bandi per diverse aree di servizio, spiegano dalla società concessionaria, la priorità è stata data alla ristrutturazione se non al completo rifacimento degli edifici.
I progetti relativi alle aree di sosta
Piano di investimenti
A Monte Velino Sud, per esempio, nel 2010 sono stati demoliti e ricostruiti i fabbricati per food e oil. Il punto ristoro è gestito da Maglione (insegna Sarni), con una concessione che scade nel 2017. Buttati giù e ricostruiti sono stati anche i fabbricati nelle aree di Aterno Est (ora Autogrill) e Aterno Ovest (ora Maglione), sull’A24.
Numero aree di sosta Bar Ristoranti Negozi Superficie complessiva (mq 1000) Superficie commerciale (mq 1000) Hotel Wi-fi Fax Sportelli Bancomat Spazi attrezzati per camper Aree dedicate agli animali Aree giochi per i bambini Baby corner Spazi dedicati ai camionisti Servizi igienici accessibili ai disabili Sale riunioni e sale viabilità TV con info viabilità, meteo, news Hi-point - Information Point Officine Parcheggi per autovetture Parcheggi per tir e bus
Fig. 1
12 12 4 1 8.231 3.056 0 0 0 0 4 0 3 0 0 12 0 1 0 0 389 103
Fig. 2
"È in corso dal 2003 un piano di investimenti per riqualificare, con l’incremento dei parcheggi e l’introduzione di nuovi servizi, tutte le Aree di Servizio e per realizzarne 5 nuove. Sono stati in particolare rifatti completamente i fabbricati nelle aree di Monte Velino Sud (oil e ristoro), nel 2010, e quelli food di Aterno Est ed Ovest. Da poco sono state assegnate le nuove aree di Tiburtina Nord e Rustica Sud (A24), mentre sono da affidare due nuove aree all'altezza dell'uscita Pratola Sulmona (A25), denominate Rocca Casale
"
Controlli di qualità
È attivo un piano di controllo qualità che prevede circa 680 verifiche annue, effettuate da Società Esterne, su circa 70 parametri (ad esempio: attesa alle casse e ai banconi, pulizia servizi igienici ed aree di vendita, orari di apertura etc.). È prevista l’applicazione di penali a carico degli Operatori qualora non siano rispettati gli standard stabiliti.
retail&food - luglio/agosto 2012 59
International duty free world
By Kevin Rozario - London
Calculating risk in Lisbon Il calcolo del rischio a Lisbona
Neinver, secondo outlet a Varsavia
Dal primo trimestre del 2013 sarà operativo il secondo outlet di Varsavia e il quinto in Polonia della società Neinver, che dieci anni fa aveva aperto, sempre nella capitale polacca, il primo villaggio delle griffe scontate nel Paese. Il nuovo centro si chiamerà Factory Annopol, avrà 800 posti auto e 120 negozi su 19.700 metri quadrati. A oggi il centro è affittato al 50%, con locatari come Nike, Tommy Hilfiger, Lee/Wrangler, Levi’s, Puma e altri marchi di medio livello, mentre non ci sono i grandi nomi dell’alta moda.
Lufthansa, addio Lsg SkyChef?
Secondo il Financial Times Deutschland Lufthansa vorrebbe vendere il 49% della sua divisione di ristorazione a bordo, Lsg Sky Chefs, entro il prossimo anno. Per il quoti-
diano il progetto di vendita è in uno stato avanzato e l’acquirente sarebbe preferibilmente una società attiva nei servizi di ristorazione non ancora presente nell'industria aerea (Aramark, Compass Group e Sodexo sono dati in pole position). Poco dopo, il sito di Bloomberg ha annunciato che anche Air France avrebbe dato mandato alla banca d’investimento Lazard di ricercare dei possibili investitori per la sua controllata Servair, altro colosso, come Lsg Sky Chefs, della ristorazione a bordo aereo.
60 retail&food - luglio/agosto 2012
At the end of May, Lisbon Airport took a step into the plush world of luxury brands and premium shopping which had never before existed at the TAP hub. ANA - Aeroportos de Portugal, the operator of Lisbon Airport, introduced a series of boutiques from the likes of Ermenegildo Zegna, Montblanc, Polo Ralph Lauren and Salvatore Ferragamo. A large walk through duty free and travel retail store, the first of its kind in the country, has also been added. All this new retail which also includes a revamped multibrand premium fashion and accessories shop for Bulgari, Hugo Boss, luxury watches and other accessories, covers more than 2,500 square metres and is run by the Lojas Francas de Portugal (LFP) joint venture between national airline TAP Portugal and Switzerland based duty free operator The Nuance Group. It might seem odd that ANA and its retail partners have taken such a bold move in the direction of luxury. After all, Portugal is one of the four (and counting…) countries in the Eurozone which has taken a bailout to keep it solvent. The market is weak: quarterly gross domestic product (GDP) figures got worse during 2011 and the latest Banco de Portugal forecast indicates a GDP decline of -3.4% this year, double 2011’s -1.6%, and a flat (0.0%) scenario in 2013. Domestic demand is also still declining due to a strong deterioration of households’ disposable income says the bank, and that is not expected to get back to a level footing until at least 2014. These daunting forecasts make grim reading. But ANA is looking at an altogether different picture. In 2011, retail revenues the airports it manages (Oporto, Lisbon, Faro, Azores) topped € 50 million (€ 48.4 million in 2010) and it expects € 75 million by 2016. The reason for the optimism is its passenger growth: in 2010 numbers were 14.04 million, and last year they were 14.79 million, a +5.3% increase. Not only that, but certain high-spending passenger profiles such as Brazilians and Africans, are becoming core to the retail business here. Luis Rodolfo, ANA’s Retail Director, says: “We are delighted with the outcome of the investment. The new outlets have raised the bar and will better serve the needs of more demanding passengers, especially those travelling to South America and Africa.” Sometimes it pays – not just to look at the bigger picture – but to peer through the microscope at your own specific market and work out how to enhance what is there. Lisbon is doing just that.
Alla fine di maggio, l’aeroporto di Lisbona ha fatto un passo nel mondo sfarzoso dei marchi di lusso e negozi premium che non erano mai esistiti prima presso l’hub di Tap. Ana - Aeroportos de Portugal, l’operatore dell’aeroporto di Lisbona, ha introdotto una serie di negozi del calibro di Ermenegildo Zegna, Montblanc, Polo Ralph Lauren e Salvatore Ferragamo. È stato anche aggiunto un grane negozio “walk through” di duty free e travel retail, il primo del suo genere nel paese. Tutto questo nuovo retail include anche un rinnovato negozio multi-marca di fascia alta di moda e accessori con Bulgari, Hugo Boss, orologi di lusso e altri accessori, che si estende per oltre 2.500 metri quadrati ed è gestito dalla Lojas Francas de Portugal (LFP), una joint venture tra la compagnia di bandiera TAP Portugal e l’operatore di duty free basato in Svizzera The Nuance Group. Potrebbe sembrare strano che ANA e i suoi partner commerciali abbiano assunto una mossa così audace in direzione di lusso. Dopo tutto, il Portogallo è uno dei quattro (e il conteggio aumenta...) paesi della zona euro che ha ricevuto un piano di salvataggio per mantenersi solvente. Il mercato è debole: i dati trimestrali del Pil sono peggiorati nel corso del 2011 e le ultime previsioni del Banco de Portugal indicano un calo del Pil del 3,4% quest’anno, il doppio del -1,6% del 2011, e uno scenario piatto (0,0%) nel 2013. Anche la domanda interna è ancora in calo a causa di un forte peggioramento del reddito disponibile delle famiglie, dice la banca, e non ci si aspetta di tornare alle precedenti condizioni almeno fino al 2014. Queste previsioni scoraggianti portano a una lettura cupa. Ma Ana sta guardando una fotografia del tutto diversa. Nel 2011, i ricavi di vendita al dettaglio negli aeroporti che gestisce (Oporto, Lisbona, Faro, Azzorre) hanno superato i 50 milioni di euro (48.400.000 € nel 2010) e si aspetta che siano 75 milioni nel 2016. Il motivo di tanto ottimismo è la sua crescita di passeggeri: nel 2010 erano 14,04 milioni, mentre lo scorso anno sono stati 14,79 milioni, con un incremento del 5,3 per cento. Non solo, ma alcuni profili di passeggeri alto-spendenti, ad esempio brasiliani e africani, stanno diventando fondamentali per il business del retail qui. Luis Rodolfo, direttore retail Ana, dice: «Siamo molto soddisfatti del risultato dell’investimento. I nuovi punti vendita hanno alzato il tiro e risponderanno meglio alle esigenze di passeggeri più esigenti, soprattutto quelli che viaggiano in Sud America e Africa». A volte paga - non solo a guardare il quadro più ampio ma di scrutare attraverso il microscopio il vostro proprio mercato specifico e capire come migliorare quello che c’è. Lisbona sta facendo proprio questo.
Lione, la joint venture con LS dà i suoi frutti
A Manchester la Lonely Planet è anche libreria
N
è
ell’aeroporto Saint Exupéry di Lione è stato un fine giugno all’insegna delle inaugurazioni. Sono stati aperti cinque negozi multicategoria sotto l’insegna Aelia Duty Free e tre nuovi locali di ristorazione di Ssp. Si tratta di Atelier des 2 Rives, ristorante che celebra la cucina locale; O’Picnic, un nuovo concept “grab & go” progettato per Lione; e il Food Village, che nel terminal 3 vanta una grande area di sedute. La cosa più interessante dei cinque negozi duty free è che sono le prime realizzazioni di Lyon Duty Free, una joint venture 50:50 tra Aéroports de Lyon e LS travel retail. La società è stata formata dopo una gara lanciata nel 2011 e si è ispirata a quella, vincente, che esiste a Parigi tra AdP e la stessa LS (Lagardère Services) travel retail. Nel corso del 2012 l’aeroporto lancerà anche una gara per costruire un nuovo terminal, che servirà come estensione sia del T1 sia del T3, per 70mila mq di spazio, di cui 12mila per attività commerciali.
forse la guida più amata al mondo per i viaggiatori “zaino in spalla” (assieme alla Guide Routard) ma da oggi la Lonely Planet è anche una libreria. Nell’aeroporto di Manchester, infatti, il 29 giugno ha aperto (dopo la stampa della rivista) una libreria da 100 mq, completamente dedicata al viaggio. Oltre alle guide, si venderanno altri prodotti da viaggio e lo shop vanta, secondo quanto comunica l’aeroporto, “tecnologia interattiva, un design innovativo e un servizio world class”. Un precedente shop simile della guida inglese era stato avviato all’aeroporto di Sydney. Ad Amsterdam Schiphol, intanto, ha aperto i battenti una libreria altrettanto interessante. Estesa su 200 mq agli arrivi del T4, è nata da una collaborazione tra l’aeroporto, la catena di librerie Ako e lo studio di design Tjep. Tra gli elementi caratteristici ci sono le lampade a forma di “libri volanti” e i banconi che ricordano cataste di libri.
Dusseldorf a Wdfg, Copenaghen a Heinemann
Tempo di assegnazioni importanti negli aeroporti del Nord Europa. A Dusseldorf, Germania settentrionale, World Duty Free Group si è aggiudicata la gara per la gestione di sei negozi duty free, strappandoli a Gebr Heinemann, che li gestiva da 20 anni. Il colosso tedesco si può però consolare: ha battuto la concorrenza di LS travel retail/Aelia e della stessa Wdfg per la gestione di sei duty free e della piattaforma di e-commerce dell’aeroporto danese di Copenaghen. La nuova gestione partirà nel marzo del 2013. Sta invece per partire la gara per l’assegnazione di 2.550 mq di spazi commerciali duty free nel terminal internazionale di Perth, Australia, dove il contratto di The Nuance Group scade nel novembre 2013.
retail&food - luglio/agosto 2012 61
International Motorola, pubblicità da Guiness a Dubai
I rilevatori del Guinness dei primati stanno stabilendo se si tratti o meno di un record mondiale. Di certo non passa inosservata la pubblicità che Motorola ha installato nel Dubai International Airport. È lunga 222,63 metri, l’intero corridoio che collega l’area dei check-in del Terminal 1 con il negozio di Dubai Duty Free nel Concourse 1. È stata montata in sette giorni dal concessionario JCDecaux e comprende anche otto postazioni retroilluminate. Racconta la storia di Motorola, dalla tecnologia fornita per atterrare sulla Luna all’ultimo Motorola Razr Maxx.
Unibail-Rodamco scommette sui mall tedeschi
Il maggiore proprietario di centri commerciali in Europa, la società franco-olandese UnibailRodamco, ha annunciato l’acquisto di azioni da proprietari di mall tedeschi per 383 milioni di euro complessivi. Si tratta del 51% (pari a 297 milioni di euro) della holding che controlla il 90,4% di Mfi Agi, il secondo operatore tedesco del settore. Altri 86 milioni di euro sono invece stati impiegati per comprare il 50% dello shopping center Ruhr-Park. Entrambi gli asset (per cui Unibalil Rodamco ha l’opzione per comprare le parti rimanenti entro il 2017) sono controllati dal fondo di real estate tedesco Perella Weinberg. Semplice il motivo di tali acquisti: la Germania ha Pil in crescita e disoccupazione bassa, le condizioni ideali per investire nel retail.
Hamburger: Johnny Rockets va Oltreoceano…
Agli europei il nome non dice forse troppo, ma questa si sta rivelando la sua forza. Johnny Rockets, una catena di hamburger statunitense, sta infatti cominciando a vendersi nel mondo come un’insegna 100% americana, per prodotto e ambiente. Con queste credenziali ha cominciato quest’anno la sua espansione internazionale. Ha iniziato dalla Repubblica Domenicana, con il locale più grande della catena, circa 700 metri quadrati. Ha proseguito con Indonesia e Nigeria, in ciascuna delle quali ha aperto il primo di cinque locali pianificati, e in Russia, due aperti sui 40 affidati al franchisee American Diner Co. Ltd. Trenta locali sono previsti anche in Brasile, dove il primo vedrà la luce nel corso del 2012, dieci in Marocco e altrettanti in Pakistan. E la lista va avanti, con Oman, Dubai e Corea del Sud, mentre 15-20 saranno le aperture negli Usa, dove ha già 222 location.
… e BK annuncia: mille locali in Cina
Seguendo l’esempio dei marchi di Yum! Brands, di Starbucks e di McDonald’s, anche Burger King ha svelato piani ambiziosissimi per la Cina. Ben mille nuovi locali sono previsti nel Dragone asiatico nei prossimi 5-7 anni. Burger King ne ha al momento 63. Curiosamente, il franchisee che curerà lo sviluppo cinese è turco, e in particolare la famiglia Kurdoglu (supportata dal fondo Cartesian Capital Group), che in Turchia gestisce 450 locali Bk. Per la catena di Miami, di proprietà del fondo 3G Capital Management (ma si parla di un ritorno in Borsa dopo la recente uscita) le altre aree di espansione prioritarie sono la Russia e il Brasile.
retail&food - luglio/agosto 2012 63
stazionario Riparte Areanaways
Negli ultimi giorni di giugno sono state ufficializzate le date di avvio del servizio Trenhotel Arenaways per il Sud Italia. Il Torino-Reggio
Calabria partirà martedì 10 luglio alle ore 17:10 con arrivo previsto alle 9:30 del giorno successivo. Mercoledì 11 luglio sarà la volta del Torino-Bari alle 21:45, con arrivo alle 10:30. I biglietti possono essere acquistati presso le biglietterie di Trenitalia, le agenzie viaggio convenzionate e sul sito www.trenitalia.com. In tutto questo la “vecchia” Arenaways appare come un ricordo sempre più sfocato.
Harry Potter scende a Pordenone
L’idea riprende in parte quella sviluppata nella stazione londinese di King’s Cross. Presso la stazione di Pordenone, gestita da Centostazioni, ha riaperto il bar con una nuova gestione, che ha puntato
Grandi Stazioni inizia il summer opening…
D
Per settembre sono in pipeline: una lounge bar nell’area limitrofa al Ponte di Calatrava presso la stazione di Venezia Santa Lucia, uno store Euronics al suo importante debutto nel circuito, su una superficie di circa 350 mq al Forum Termini; una gelateria e cioccolateria a insegna Bianco & Nero di circa 40 mq al piano interrato della stazione Centrale di Milano; un punto vendita United Colors Of Benetton di circa 500 mq su due livelli al piano binari di Napoli Centrale e, ancora presso lo scalo partenopeo, un negozio Alcott di circa 450 mq nel livello interrato. Altre iniziative, non ancora calendarizzate, sono previste per i mesi successivi. Tra queste segnaliamo con Adidas Italia l’accordo per l’apertura di un punto vendita a insegna Reebok: si tratta del primo opening in Italia del nuovo concept monobrand, che si affiancherà a quelli già aperti ad Amsterdam e a San Pietroburgo. •
ue singole aperture a giugno, ma un ricco calendario per i mesi estivi. Questo è il bilancio dell’attività commerciale di Grandi Stazioni. La prima è stata l’Erboristeria nella stazione di Bologna su 30 metri quadrati. La seconda, Adidas, si sviluppa su 100 mq al Forum Termini di Roma. Intanto la catena di ristorazione asiatica Wok, da tempo a Roma Termini e di recente a Milano Centrale (dove ha appena concluso il restyling), ha siglato un accordo con Grandi Stazioni per entrare a Firenze Santa Maria Novella. La catena ha da poco alzato la saracinesca anche al centro commerciale Euroma2. Arrivando al grosso delle nuove attività commerciali, il mese di luglio si caratterizza per un tris di iniziative: a Roma Termini sarà la volta di Swarovsky, su una superficie di circa 75 mq al Forum Termini, e di Desigual, esteso circa 400 mq sempre al Forum Termini; Napoli Centrale vede l’apertura di Triumph al piano binari.
… a braccetto con Assotemporary
L
a formula del temporary shop ha conquistato Grandi Stazioni, che a fine giugno ha deciso di aderire ad Assotemporary. L’azienda guidata da Fabio Battaggia ha reso noto che il progetto si svilupperà inizialmente nelle stazioni di Milano, Torino e Napoli con spazi dedicati di circa 50 metri quadrati. Le location destinate per questa operazione commerciale saranno di «grande impatto sui flussi di stazione». In futuro l’iniziativa si estenderà anche su Roma e sulle nuove stazioni riqualificate del network. •
Colpo grosso di Triumph nelle Centostazioni
Retail Group senza sosta
S
sulla saga di Harry Potter chiamandolo “Binario 9 e tre quarti”. Nome a parte, non mancano servizi innovativi come il wi-fi gratuito e la tv Sky per i clienti. L’offerta merceologica prevede dalle colazioni ai panini, sino ai piatti freddi per tutto il periodo estivo e primi e secondi con specialità gastronomiche del giorno. È inoltre possibile assaggiare soluzioni di pasticceria artigianale idonee anche per chi soffre di intolleranze alimentari.
64 retail&food - luglio/agosto 2012
ono prevalentemente di carattere temporaneo le recenti e prossime aperture in forza a Retail Group. La società ha in previsione sei nuovi punti vendita (vedi tabella in basso), di cui quattro a Roma Termini e due a Milano Centrale. Presso lo scalo capitolino i temporary shop portano i marchi Dr Laurenne e Dove, mentre quelli tradizionali sono Prima Donna Collection e Moleskine. Entrambi di carattere provvisorio, mirati per il periodo estivo, sono i due shop meneghini. I marchi • in questione sono San Benedetto e Moleskine. CITTA’
TIPOLOGIA
MQ
BRAND
PERIODO
ROMA ROMA
TEMPORAY TEMPORARY
40 35
LUGLIO - AGOSTO LUGLIO - SETTEMBRE
ROMA
PDV
110
ROMA MILANO MILANO
PDV TEMPORARY TEMPORARY
40 25 20
DR LAURANNE DOVE PRIMA DONNA COLLECTION MOLESKINE SAN BENEDETTO MOLESKINE
DA LUGLIO DA GIUGNO GIUGNO - SETTEMBRE GIUGNO - OTTOBRE
Lo avevamo anticipato nei mesi scorsi ed ora è arrivata la conferma. Triumph sbarca nel mondo di Centostazioni con sei aperture temporanee in un sol colpo. Per tutto il periodo estivo, fino a fine settembre, sarà possibile acquistare costumi da bagno e intimo nei locali allestiti presso le stazioni di Milano Porta Garibaldi e Savona, mentre negli scali di Padova, Rimini e Pescara vi saranno attività di promo-vendita con desk e personale addetto. Nel frattempo nel terminal di Pavia ha aperto il primo punto vendita “to.eat market”, in portafoglio alla società con sede a Giussano (Mb) “to market Srl”. Il format, studiato per soddisfare le esigenze delle persone che studiano, lavorano, viaggiano e hanno poco tempo, propone una ricca varietà di prodotti, in prevalenza alimentari, con un attenzione al rapporto qualità/prezzo. Per il prossimo futuro la società proprietaria del marchio intende attivare ulteriori convenience store nelle stazioni e in altri punti strategici e di aggregazione in centri urbani.
stazionario Retail Station
Gruppo Cremonini Sono oltre cento i locali gestiti dal Gruppo Cremonini nelle stazioni italiane. L’ultima apertura è l’accoppiata bar Mokà e pizzeria al trancio Rossosapore (quest’ultimo al debutto nel canale) presso lo scalo di Ferrovienord a Milano Bovisa. Il punto vendita, inaugurato a giugno, si presenta completamente ristrutturato con una superficie commerciale di oltre 230 mq e un dehors esterno, sotto la copertura della stazione, di 50 metri quadrati. Le sedute totali sono 95. Abbiamo approfondito le strategie di Cremonini nelle stazioni con il responsabile marketing di Chef Express, Alberto Colombo. Come si presenta l’iniziativa di Milano Bovisa? A inizio anno abbiamo partecipato a un bando di gara pubblico indetto da Ferrovienord per questa stazione. La caratteristica principale del locale è il doppio affaccio, uno in zona interna, dopo i tornelli, e l’altro in zona biglietteria, con la stessa offerta replicata. Tale caratteristica non era obbligatoria in sede di bando, ma vedendo la conformazione dello spazio era abbastanza plausibile. Qual è l’obiettivo di fatturato annuo per questo locale? Pensiamo di posizionarci intorno a un milione di euro all’anno. Ovvio che ci sarà una fase di avviamento prima che si possa arrivare al fatturato di regime. A quanto ammonta l’investimento? Intorno agli 800mila euro. Abbiamo lavorato sia alla messa a norma degli impianti del locale, che erano obsoleti, sia alla parte di arredi e attrezzatura per dare un’immagine un po’ innovativa. A breve verranno implementate le sedute e avviato il servizio di wi-fi. Tale servizio sarà gratuito per un’ora attivando il codice indicato sullo scontrino. Oltre alla scelta consolidata di Mokà, perché avete inserito il format di pizzeria Rossosapore? Perché abbiamo la fortuna di poter presentare in maniere trasversale due tipo-
logie di offerta food: una è il bar all’italiana Mokà e l’altra è legata al mondo della pizza di qualità, sia per le materie prime utilizzate che per le modalità di cottura. Quest’ultima offre la possibilità di vendere a corollario gli ingredienti che compongono la pizza, come la mozzarella. Con Ferrovienord sono previsti altri sviluppi? Ci siamo aggiudicati la gara per la stazione di Varese, dove a breve entreremo con lo snack bar Mokà. Inoltre manteniamo la gestione di un locale Chef Express a Saronno (VA). Insieme a Rossosapore (Gruppo Sebeto) aprirete prossimamente a Firenze Santa Maria Novella e a Roma Termini. Quali sono i tempi di questi progetti? Dovrebbero andare in porto entro fine anno. Le aperture sono subordinate alle tempistiche dei cantieri che interessano gli scali. A Roma Termini dove sarà? Rossosapore andrà a sostituire Pizza & Vizi nella parte al livello binari dove c’è Roadhouse Grill. In generale quali sono i vostri progetti sulle stazioni in Italia? Le stazioni sono un presidio che vogliamo mantenere. Nel circuito di Grandi Stazioni abbiamo vinto alcune gare a Roma Termini, dove andremo a sistemare altre due posizioni (mentre a Milano Centrale Roadhouse Grill dovrebbe aprire entro fine anno, ndr). Nel network di Centostazioni ristruttureremo alcuni locali esistenti. Ultima news: la settimana scorsa (intorno al 20 di giugno, ndr) abbiamo consegnato un progetto per il bando di gara sulla stazione di Bari, vedremo chi A. P. vincerà.
retail&food - luglio/agosto 2012 65
ferry porti Savona: i crocieristi non scelgono l’outlet
Evidentemente è ancora da migliorare la capacità attrattiva degli outlet nei confronti dei crocieristi. Ma anche il retail urbano fa acqua. L’indagine realizzata da Costa Crociere a Savona, attraverso una specie di diario di bordo da compilare, parla chiaro: i visitatori che decidono di scendere nella città ligure spendono in media 36 euro, durante i 168 minuti di permanenza, giudicando negativamente i negozi e i ristoranti. In media non scelgono le visite guidate per l’Acquario di Genova e per gli outlet limitrofi, mentre preferiscono visitare la città. Tuttavia, anche in questo caso, lamentano le chiusure domenicali e di lunedì mattina.
Porto Civitavecchia: boom di passeggeri
Se il traffico delle merci vede dati complessivamente in deficit, sul fronte passeggeri il porto di Civitavecchia continua a crescere,
Antitrust: ok con riserva a Tirrenia-Cin
I
l bicchiere è sicuramente mezzo pieno. La decisione favorevole, seppur con riserva, disposta dall’Antitrust sulla vendita di Tirrenia a Compagnia Italiana di Navigazione segna la parola fine su un travagliato iter di vendita. Il passaggio di consegne ufficiale è atteso a cavallo tra giugno e luglio, qualche giorno dopo la stesura dell’articolo. Determinante, per il buon esito della vicenda, è stato il drastico cambio nell’assetto societario di Cin avvenuto durante la primavera. A fare la differenza è stata la fuoriuscita di Gianluigi Aponte e Manuel Grimaldi, senza la quale la sede europea dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato avrebbe quasi certamente bocciato l’operazione per eccessiva concentrazione. Vincenzo Onorato “Declassata” a decisione nazionale, dato il minor giro d’affari degli azionisti di Cin – dei tre armatori protagonisti all’inizio è rimasto solo Vincenzo Onorato con la sua Moby, a cui si sono affiancati il fondo Clessidra che detiene il 30%, la Gip di Luigi Negri con il 20% e l’imprenditore napoletano Francesco Izzo con il rimanente 10 per cento –, l’Antitrust di Giovanni Pitruzzella ha dato il responso sostanzialmente
positivo lo scorso 21 giugno. Il via libera è condizionato a una serie di iniziative che devono portare in casa Cin, già nel 2013, alla riduzione dei prezzi con promozioni e sconti, mentre in casa Moby alla cessione di alcune rotte. Ottimista sul buon esito della privatizzazione si è detto il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, in occasione di un’audizione alla Camera avvenuta contestualmente al responso dell’Antitrust: «Quando siamo arrivati abbiamo trovato una soluzione insostenibile dal punto di vista delle regole europee. Abbiamo dovuto riprendere in mano la vicenda e cercare di trovare una soluzione. Se quello che stiamo finalizzando dovesse essere accolto dall’Antitrust il problema dovrebbe essere risolto». Irrisolto, invece, rimane il delicato tema degli aiuti di Stato contestato in sede europea. La Commissione chiede agli acquirenti la restituzione di circa 550 milioni di euro di finanziamenti pubblici concessi a Tirrenia a partire dagli anni ’90, considerati illegittimi secondo le regole comunitarie in materia di concorrenza. Su questo fronte il mare rimane molto mosso. •
Msc: obiettivo 1,5 milioni di clienti con tassi da boom economico. Nel 2011 il settore crocieristico, vero artefice di questo risultato, ha totalizzato addirittura un +50% rispetto all’anno precedente. Bene anche il traffico verso le isole, la Spagna, la Francia e la Tunisia.
66 retail&food - luglio/agosto 2012
L’asticella è sempre più in alto, in particolare sale del 23 per cento. È di 1,5 milioni di passeggeri l’obiettivo fissato da Msc Crociere per il 2012, come recentemente dichiarato da Domenico Pellegrino, managing director della società. L’incremento del traffico passeggeri è dovuto anche al varo della Divina, avvenuto a fine maggio, a cui farà seguito nel 2013 l’inaugurazione di un’altra nave della classe Fantasia. In tempo di crisi il tasso di riempimento delle navi all’interno delle proprie aree di distribuzione è indicato come «l’arma fondamentale» dalla compagnia che fa capo alla famiglia Aponte.
ferry porti Mediterraneo: sfondata quota 200 cruises
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aranno 206, comprese le 13 reintrodotte da nuovi operatori, le super navi da crociera che quest’estate batteranno da est a ovest il Mare Nostrum. Scendendo nel particolare 528 sono le destinazioni previste e 64 le compagnie operative. I dati sono stati diramati dall’European Cruise Council e dalla Cruise Lines International Association. Particolarmente interessante è la crescita di 20 unità della flotta navale rispetto al 2011, come ha dichiarato il presidente di Ecc, Manfredi Lefebvre d’Ovidio: «Tutti gli indicatori dimostrano che le crociere stanno crescendo e continueranno a crescere nella regione, sulla base dell’offerta unica dell’Europa in termini della sua ricchezza culturale, della sua varietà geografica e delle sue consolidate tradizioni marittime nonché della sua competenza nell’ospitalità e nel servizio». •
Sistema Campania: 2012 da record Al quarto posto su scala nazionale, il sistema dei porti campani punta a bissare i dati del 2012, con 1,5 milioni di passeggeri. La parte del leone spetta naturalmente a Napoli, che dovrebbe ripetere le performance dello scorso anno, a quota 1,3 milioni di viaggiatori. In crescita, seppur con dati più modesti, è il terminal di Salerno, che è salito a quasi 100mila unità, seguito da quello di Sorrento, Amalfi e Capri. A trainare i flussi ci pensa, come sempre, il mercato delle crociere: a Napoli sono previsti 50 scali e 150mila persone dalla flotta Costa Crociere, mentre Msc Crociere distribuirà la propria offerta anche sul terminal di Salerno. Nella città partenopea porterà 250mila persone in 59 approdi, contro i 55 del 2011, mentre a Salerno porterà 62mila persone, in 27 scali. Nel frattempo nella città amministrata dal sindaco De Luca è in corso lo studio di fattibilità per la realizzazione di un nuovo terminal crociere.
Tanit: centro commerciale sull’acqua
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omfort e servizi fanno la differenza anche a bordo dei traghetti. In quest’ottica è stata concepita la nuova ammiraglia della società tunisina Cnt, che esibisce numeri, e non solo, paragonabili a quelli dei giganti da crociera. Con una capacità
di 3.200 passeggeri e 1.060 autovetture, la nave dispone di cinque bar, di tre ristoranti, di un piccolo centro congressi, di un “centro commerciale”, di un ambulatorio e perfino di una sala preghiera. Altro plus: la velocità sino ai 27,5 nodi. L’investimento per la realizzazione di Tanit, che solcherà i mari del Mediterraneo, è di circa 176 milioni di euro. •
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vetrina DimmidiSì: anima sportiva, cuore tricolore
Fresca, selezionata, lavata e confezionata in una busta tematica: il progetto dedicato al tricolore de La Linea Verde DimmidiSì prosegue con l’Insalata degli Atleti, ideata in occasione delle Olimpiadi. Il prodotto è un mix di Valeriana, Indivia Riccia e Radicchio Rosso, da posizionare nel banco frigo del reparto ortofrutta
Cree, mai più al buio
Specializzata nei sistemi di illuminazione a Led, Cree porta sul mercato la serie di apparecchi di design Aeroblades. Queste soluzioni sono basate sulla tecnologia di ultima generazione BetaLED Technology, con il sistema NanoOptic per la gestione del fascio luminoso, ridefinendo il concetto di illuminazione per esterni
Polli, scommette su “I 100% Italiani”
Con carciofi interi o tagliati e funghetti. Leggeri, freschi, di prima scelta e provenienti esclusivamente dal Belpaese: ecco il segreto de “I 100% Italiani” di Polli. Le conserve vegetali sono pensate per andare incontro alle esigenze dei consumatori, sempre più attenti alla qualità alimentare e a una dieta equilibrata
Più gusto al croissant con Incanto di Tre Marie
È disponibile in quattro varianti, parliamo della nuova gamma di croissant Tre Marie dedicata al canale bar. Lievitazione naturale con lievito madre, per garantire struttura ottimale e digeribilità, visual artigianale con evidenza delle spire e granchiatura, curvato a mano: sono queste le caratteristiche vincenti di Incanto
Bistefani, Krumiri per tutti i momenti
Un sapore pensato per ogni momento della giornata. Bisfefani presenta i Krumiri in sei varianti, disponibili nel formato da 300 grammi. Classici, Gocce di Cioccolato, Nocciole Caramellate, Frutti Rossi, Extra Dark e Ricoperti, da scegliere con il Krumiri Test. Le referenze presentano un prezzo al pubblico di 2,29 euro
Cinque varianti per l’Aloe Vera
Effetti disintossicanti sull’organismo e tonificanti sul sistema digestivo soni i pregi dell’aloe vera. Così i prodotti Tropical Aloe Vera di Eurofood si presentano come “bevande della salute”, anche perché senza conservanti, coloranti e grassi. Queste le versioni: naturale, the verde, the verde e limone, pesca e melograno
68 retail&food - luglio/agosto 2012
In viaggio con Trudi Travel
Ingenico, per pagare basta un touch
Si parte! Trudi ha messo a punto la linea Trudy Travel, protagonisti un orso, una tigre e un koala. La gamma di prodotti per piccoli viaggiatori prevede, per ciascun animale, una piccola “mascotte” da appendere, un cuscino poggiatesta, uno zainetto da asilo o da viaggio e un mini-trolley
Pagare non è mai stato così semplice. Ingenico ha lanciato sul mercato la nuova linea di terminali POS portatili iWL Touch, che si distingue per l’innovativo touch-screen a colori da 3,5" o da 3,7", dedicato a migliorare l'interfaccia utente e ad acquisire la firma per la dematerializzazione di scontrini e documenti
Rfid versatile con Softwork
Frutta secca per ogni Ventura
Proposte di frutta secca per ogni occasione: sono quelle pensate dall’azienda cremonese Ventura. Le monoporzioni sono per gli sportivi e per chi pranza in ufficio. Le tre versioni dei BB Mix (colazione, insalata, macedonia) sono adatte alle diverse ore del giorno. Le castagne sono perfette per zuppe o ripieni
Dal distributore di sistemi Rfid Softwork ecco un innovativo dispositivo per identificare le “tag”. Si chiama MRU102, è in banda Uhf ed è prodotto da Feig Electronic. I vantaggi: dimensioni compatte, performance arricchite, versatilità per un’ampia varietà di applicazioni
Una Sunsweet tira l’altra
Si chiamano “Ones” le prugne californiane di Sunsweet confezionate singolarmente in bustine che ne conservano il gusto e le proprietà nutritive. Vitamina B6, potassio, ferro e zucchero: quello che ci vuole dopo lo sport, lo studio o il lavoro
Pago, un trio per godersi l’estate
Preparate il ghiaccio per i nuovi gusti di Trio Pago On The Rocks: agrumi & zenzero limited edition 2012; lampone e limone; melograno. Promettono ciò che il consumatore cerca in un prodotto premium: sapori particolari, distintivi, stuzzicanti e profondamente dissetanti, 100% naturali e salutari
retail&food - luglio/agosto 2012 69
[La foto[
Wicker Park Il miglior Sushi Restaurant aeroportuale Chicago O'Hare
retail&food - luglio/agosto 2012 71
La pulce nell’orecchio
di Simone Filippetti
Limoni a Coin?
Il succo potrebbe essere aspro…
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hi si berrà la spremuta di Limoni? Quello della più grande catena italiana di profumeria è l’ennesimo brutto capitolo nell’Italia delle imprese. I lettori di questa rubrica perdoneranno una piccola divagazione dagli usuali temi del retail. La grave crisi finanziaria e la recessione che attanagliano l’Italia stanno mettendo alle corde il sistema imprenditoriale. I casi di fallimento in Italia sono un numero enorme (42mila da inizio anno), ma non sempre è colpa della crisi economica. Nel caso di Limoni sono scattati gli arresti per i manager, accusati di aver frodato l’azienda. C’è da riflettere sulla classe imprenditorial-manageriale del Paese, così brava a bussare a denari allo Stato con lo slogan della crescita, ma che quasi mai paga per gli errori, anche in caso di vere e proprie ruberie. Come che sia, il crack Limoni apre uno scenario da risiko nel mondo del retail italiano. Chi si prenderà la catena, metterà le mani su oltre 440 negozi: un bottino invidiabile per un marchio retail, con location anche prestigiose (come a Milano in Corso Vittorio Emanuele), ma gravate da un debito insostenibile. Tra i pretendenti smania Coin (con dietro il sostegno finanziario del fondo Bc Partners). Stefano Beraldo, il numero uno del department store, è l’uomo che ha salvato i grandi magazzini della famiglia veneta, con un’operazione di rilancio (specie sul marchio Oviesse) su cui pochi avrebbero scommesso. Uno dei migliori manager del retail che ci sia oggi in circolazione. Ma con Limoni non rischia di fare il suo primo passo falso? Vero è che già oggi si vendono profumi dentro i grandi magazzini (e 80 corner Limoni sono già presenti dentro i magazzini Coin), e ci sarebbero sinergie sul versante degli acquisti e delle forniture. Ma qui finiscono le analogie. Perché quello della cosmetica è un settore se possibile ancor più difficile del retail, dove Coin ha un posizionamento alto (di fatto è il concorrente di Rinascente) come un Selfridges a Londra. E l’unico vero nemico è la propensione al consumo delle famiglie, non tanto gli altri competitor con i quali ci si spartisce il mercato più che farsi la guerra. Nella profumeria,
invece, la concorrenza è fortissima. Sul mercato italiano sono entrati colossi stranieri, primo su tutti l’americana Sephora. Per non perdere quote di mercato occorrono investimenti e una disponibilità di denaro che gli italiani non hanno, mentre le grandi corporation americane sì. La catena viene percepita più come un supermarket, sebbene di livello superiore, di profumi, non una boutique o un brand dove l’ “esperienza di shopping” giustifica un maggior prezzo. Il gruppo Coin non è più quotato per cui notizie aggiornate e dettagliate sull’andamento della società non ce ne sono. Ma non si andrà molto lontano dal vero ipotizzando che anche in casa Beraldo i numeri e gli affari siano in peggioramento: la gente non spende, disoccupazione e inflazione importata (effetto del caro
Mercati in fiera NOME BREAD & BUTTER RISTORAZIONE 2010 ICSC EUROPEAN OUTLET CONFERENCE FRANCHISING & TRADE MAPIC TFWA TRIESTESPRESSO EXPO
72 retail&food - luglio/agosto 2012
COSA
carburanti) e nuove tasse stanno impoverendo le famiglie. E il largo consumo è uno dei settori che per primo risente della contrazione degli acquisti. Il Natale 2011 e i saldi di inizio anno, solitamente il periodo più florido per i grandi magazzini, sono stati decisamente sottotono per Coin, tanto che si è reso necessario rivedere e aggiornare il piano industriale 2012-2017. Per il 2017 in Coin si attendono 2,2 miliardi di ricavi (contro i circa 1,4 miliardi attuali), ma con l’Euro che rischia di saltare e l’Italia in recessione il 2017 sembra davvero molto lontano e raddoppiare il fatturato pare un obiettivo davvero troppo ambizioso. Beraldo ci riuscirà con l’aiuto della catena di profumeria, che però al momento fattura appena un terzo di Coin, oppure il super-manager del retail con Limoni rischia di scivolare su una pericolosa buccia di banana? •
CALENDARIO LUGLIO-OTTOBRE 2012 DOVE
QUANDO
WEB
Streetwear Berlino 07-09/07 www.breadandbutter.com Food service Milano 07-08/10 www.edifis.it Retail Milano 13-14/10
www.icsc.org
Retail Milano 15-18/10 www.franchising.fieramilano.it Retail Cannes 17-19/10 www.mipim.com/en/mapic Travel retail Cannes 17-22 /10 www.tfwa.com Industria caffè Trieste 28-30/10 www.triestespresso.it