retail&food 2012 09

Page 1

retail&food ANNO 7 NUMERO 9 settembre 2012 • e 3,00

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI

Analisi Mercato

Lo shopping è nulla... senza sicurezza Come fare sentire i clienti protetti e a proprio agio? Soluzioni e servizi per aumentare le vendite

Parola di

Napoleone (Pitti)

Taglio nastro

Cartiera di Pompei

Mondi retail I duty free



NEWS PRIMAE NOCTIS Marketing fine tuning

L'OPINIONE

Regole e ruoli chiari per non disperdere il traffico aereo

C’è un fattore determinante che manca al business aeroportuale in Italia: la certezza. Certezza nelle tariffe, nei ruoli, nella remunerazione degli investimenti, nelle regole. In una competizione mondiale caratterizzata da piani di sviluppo a medio-lungo termine questa mancanza diventa per noi uno svantaggio competitivo non indifferente. Nonostante ciò, oggi gli aeroporti italiani sono in grado di gestire quasi 150 milioni di passeggeri l’anno con un buon livello di efficienza e servizio. Ma sul futuro siamo già in ritardo. In Europa e negli altri continenti si potenziano gli aeroporti (si pensi a Berlino o Singapore). In Italia le società di gestione faticano ad attuare gli investimenti, per il mancato adeguamento dei piani tariffari, per i processi interminabili e incerti di rilascio delle concessioni a gestione totale (come nel caso di Brescia Montichiari) e per l'incertezza del quadro normativo che inibisce ogni iniziativa di sviluppo. Secondo Assoaeroporti gli scali nazionali si sono impegnati in investimenti per circa 10 miliardi di euro al 2020 e di quasi 45 da qui al 2040, ma molti di questi sono stati bloccati per assenza di risposte da parte del Governo sul quadro normativo. Un contributo importante potrà venire dal Piano nazionale degli aeroporti, che il governo si è impegnato a varare entro l'estate. Un lavoro eccellente che potrà mettere ordine a un sistema aeroportuale finora senza identità. Assegnando il piano i giusti ruoli e definendo le priorità al sistema, gli aeroporti potranno svilupparsi in modo coerente e complementare, trattenendo in Italia quel traffico di merci e passeggeri che ora viene disperso verso gli hub europei, e facilitando la scelta e l’indirizzo degli investimenti a supporto dei piani di intermodalità per il Paese. Carmine Bassetti

Editoriale

Nel 1960 un professore della Michigan State University, Jerome McCarthy, teorizzò che gli elementi che costituiscono il corretto marketing mix sono quattro, e cominciano tutti per P (da cui la regola delle 4P): product, pricing, place, promotion. Vale a dire il prodotto, il prezzo, il punto vendita (o la distribuzione) e le promozioni. Banale, scontato, noto, risaputo. Ma ancora incredibilmente vero. Un buon prodotto col prezzo sbagliato? Non vende! Un bel negozio con prodotti visti e rivisti? Non vende! I migliori gelati artigianali in un ristorante da dimenticare? Non vendono! Se provassimo a fare un gioco e a passare in rassegna le case history di prodotto più disastrose degli ultimi cinque anni, scopriremmo che (almeno) una delle loro P non era stata valutata con la giusta attenzione. L’essenziale – dice Catalano – è avere un prodotto che tutti vogliono e nessun altro offre. Ma anche con qualcosa di meno vicino alla perfezione, regolando accuratamente le 4P si otterrà il giusto mix e buoni risultati di vendita. Il ripassino delle teorie studiate all’università è funzionale alla conclusione: la Crisi cambia abitudini, necessità e possibilità. Se non avete messo mano al vostro marketing mix, è il momento di farlo. Buon lavoro!

Direttore generale Catullo Spa (aeroporti di Verona e Brescia)

retail&food - settembre 2012

1


Anno 7 numero 9 settembre 2012 Direttore responsabile Andrea Aiello - andrea.aiello@edifis.it In redazione Fabrizio Patti - fabrizio.patti@retailfood.it Andrea Penazzi - andrea.penazzi@retailfood.it Hanno collaborato

Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Giuseppe Bonomi, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giovanni Cobolli Gigli, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Stefano Gardini, Paolo Prota Giurleo, Massimo Guacci, Antonio Intiglietta, David Jarach, Paolo Lombardi, Filippo Maffioli, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Dante Marro, David Montorsi, Giorgio Moroni, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Enrico Pazzali, POLI.design, Alessio Quaranta, Mario Resca, Leopoldo Resta, Vito Riggio, Kevin Rozario, Paolo Simioni, Vittorio Valenza  Foto Archivio Edifis, Flickr, Fotolia, iStockphoto Segreteria Antonella Ferraraccio Pubblicità dircom@edifis.it Progetto grafico e impaginazione Quality A&M Stampa A.G.F. – Peschiera Borromeo (Mi) Redazione Viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano - Italy Prezzo di una copia _ 3,00 – Arretrati _ 5,00 Abbonamento Italia: _ 30,00 Europa: _ 40,00 Resto del mondo: _ 50,00 Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 15972 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima.

retail&food è media partner ufficiale di

www.travelretail.it

retail&food

è una rivista edita da Edifis spa Viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano - Italy Tel. 02 3451230 - Fax 02 3451231 info@retailfood.it www.retailfood.it


n° 9 settembre 2012

SOMMARIO

34

42

22

57

54

26 NEWS PRIMAE NOCTIS Marketing fine tuning

1

R&f News

4

Cosa occore sapere per... La prelazione a fine locazione

14

Osservatorio prezzi Parcheggi aeroportuali: la selezione si fa dura Tengono i prezzi delle strutture posizionate attorno ai principali aeroporti. Ma in linea di massima assistiamo a un’altalena dei listini, con forti promozioni che fanno la differenza. Sintomo, quest’ultime, che il mercato risente della crisi economica. Per il futuro sorge il dubbio: c’è spazio per tutti?

20

star trek retail Destinazione TrueStar

22

prima pietra Verona Porta Sud: l’arena dello shopping Presentato per la prima volta a Eire, il progetto commercializzato da Larry Smith e da ICC abbina i grandi numeri a una location urbana. La gla sarà di circa 40mila mq per un totale di 125 negozi...

26

taglio nastro La seconda vita di La Cartiera Con i suoi 120 negozi in 30.5000 mq di gla, il nuovo centro commerciale di Pompei si pone come punto di riferimento per lo shopping della zona...

30

il progetto Una nuova classificazione per i Centri commerciali A inizio primavera la redazione di r&f ha attivato un tavolo di lavoro con le più importanti aziende di gestione, per definire nuovi criteri da includere in una futura mappatura e classificazione...

33

Dossier Aeroporti Alghero quadruplica e cerca retailer Il nuovo corso dello scalo sardo entra nel vivo: le attività commerciali, servizi compresi, stanno passando da 681 a 3.063 metri quadrati, con opportunità in varie tipologie merceologiche. Entro la prossima estate l’aeroporto avrà una nuova veste, finalmente moderna

34

Adr vende duty free e parking e rinnova il food A Roma inizia l’era di Ls travel retail Con un’offerta da 229 milioni di euro, la società del gruppo francese Lagardère entra nel mercato italiano dei duty free...

39

Mondi retail Chi guida la corsa dei duty free

42

L’analisi Soldi alle low cost? Lasciate fare i bravi Superare le “discussioni inutili” sugli incentivi alle compagnie aree low cost. Meglio riconoscere agli aeroporti regionali più autonomia sul tema, a patto che abbiano un management di tipo privato capace di far crescere i ricavi non avio. L’alternativa è la chiusura

44

parola di... Raffaello Napoleone Pitti Immagine, rampa di lancio per l'innovazione

46

Analisi mercato Lo shopping è nulla… senza sicurezza Per liberare la voglia di acquisti il consumatore deve sentirsi a proprio agio in un ambiente protetto. Ma altrettanta attenzione va riservata al personale dei punti vendita. Sul fronte del travel la crescita del retail nelle stazioni ferroviarie procede di pari passo alla riqualificazione degli spazi

50

Franchising interview Franchising internazionale, il successo arriva dalla pianificazione Federico Fiorentini, esperto di franchising a livello internazionale, ha

54

incontrato e intervistato per r&f Paul Segreto, professionista Usa di questo settore... Mystery on board Italo, a gestire l’emergenza s’impara in corsa La curiosità era tanta, pompata da polemiche giornalistico-pubblicitarie, ma anche dal fatto che la presenza di un nuovo player ferroviario è una vera rivoluzione. Andata perfetta, guasto del locomotore al ritorno. E qui comincia l’avventura…

57

Dossier concessionarie autostradali Serenissima sulla giusta strada

58

international

60

stazionario

64

ferry porti

66

vetrina

68

la foto

71

la pulce nell'orecchio I Benetton e Autogrill dopo Adr retail

72

Rubriche stock option 4 Retail 3.0 6 obiettivo personale 10 Comunicazione di servizio 12 Orient express 17 Mercati in fiera 72

retail&food - settembre 2012

3


r&f

News

Nespresso: avanti coi coffe shop A fine anno saliranno a 32 le boutique di Nespresso in Italia, che si uniranno alle 270 presenti in 50 Paesi del mondo, 50 delle quali

sono state inaugurate nel 2011. Le aperture recenti hanno riguardato da San Pietroburgo a Osaka, da Stoccolma a Auckland. È quanto ha detto il direttore generale di Nespresso Italia, Martin Pereyra, alla presentazione di una nuova macchina del caffè in cialde, la U, lo scorso 12 luglio a Milano. I negozi sono prevalentemente cittadini, ma di recente c'è stato il debutto in un aeroporto: al Charles de Gaulle di Parigi, con un locale gestito come franchisee da Ls travel retail.

Chicago Retail Capital, appuntamento il 17

Q

uali opportunità offre Chicago, e in particolare i suoi aeroporti, ai retailer italiani? Se ne parlerà nell’incontro che si terrà il prossimo 17 settembre, ore 14.30, nella sede di Confimprese, in piazza Sant’Ambrogio 16 a Milano. Saranno presenti Andrea Aiello, direttore di retail&food, l’avvocato Charles Bernardini dello Studio Ungaretti & Harris di Chicago, e Francesco Montuolo, executive vice president di Confimprese. Il valore aggiunto è la presenza dell’avvocato Bernardini, già presidente della Camera di commercio italiana del Midwest, che ben conosce il mercato di riferimento e ha supportato molte aziende nella penetrazione commerciale nella regione. Obiettivo dell’appuntamento è quello di approfondire e dibattere con i partecipanti sulle opportunità di business per i retailer italiani tra gli aeroporti - interessati ad ampliare gli spazi dedicati al retail oltre al food & beverage – e i distretti commerciali della città. A Chicago si concentra il 17% delle vendite retail statunitensi e i due aeroporti hanno complessivamente 90 milioni di passeggeri all’anno. •

Stock option BUY

NEUTRAL

SELL

Corneliani, entro fine anno 44 store in Cina

Il brand mantovano di abiti sartoriali Corneliani ha aperto a fine luglio un flagship store a Chengdu, nel sud-ovest dell Cina, nel centro commerciale Mix-City. Non è certo però isolato: a maggio erano stati aperti shop a Pechino, Shanghai e Tianjin e ai primi di luglio uno nel Lavant Shopping Mall di Guiyang. Sono ben 44 i negozi nel territorio cinese a cui l’insegna conta di arrivare entro la fine dell’anno.

Havaianas, metti la scarpa nella macchinetta

Vending machine per vendere le infradito. Le sta sperimentando il marchio di flip flop Havaianas, che ha scelto l’Italia (dove ha da poco aperto uno shop nell’outlet Fidenza Village) per dare il via alla nuova strategia commerciale. Come riporta l’associazione Popai, le vending machine saranno posizionate nel centro “Bologna Sogese”, a Ozzano dell’Emilia, e nel centro “Roma 2 Ponti Sporting Club”, nella capitale.

4 retail&food - settembre 2012

Harmont & Blaine Il brand del bassotto nel 2011 ha fatturato 54,5 milioni di euro con un incremento del 12% sul 2010 e per il 2012 prevede di toccare i 65 milioni di euro, con una crescita del 19% rispetto allo scorso anno. Immaginate se fosse stato un alano… Moda Made in Italy I numeri son numeri. E quelli della moda italiana sono tutti positivi, soprattutto quando si esporta. Secondo Istat il settore nel suo complesso nel 2011 ha fatturato 83,1 miliardi, poco meno degli 85 del 2008 pre-crisi. Abbassa la tassa Incentivi all’economia e al commercio? In Svezia il Governo ha dimezzato di colpo le tasse sulla ristorazione. Risultato? In tre mesi un boom di assunzioni per lo più a tempo indeterminato. Geniale, no?

Ibs.it La fuga dal reale al virtuale, dal materiale al digitale, è un dato di fatto: e-mail, e-shopping, e-book, cloud, streaming… Ma a volte la corrente si inverte e succedono cose come le nove aperture di Ibs.it bookshop. Vere librerie per uno dei leader italiani di vendite on line. Expo 2015 Non si spara sulla Croce Rossa, figuriamoci su un malato in gravi condizioni. Però... sapete cosa risponde l’ufficio stampa di Expo quando si chiedono lumi sui progetti per i servizi di ristoro? Di andare a leggere la pagina Expo su Wikipedia. Braccia rubate… Mercato in fabbrica Alla Whirlpool di Biandronno (Va) l’azienda decide di aprire un market di prodotti alimentari “naturali” ed economici (si può fare) per i propri dipendenti, e poi di aprirlo al pubblico. Grande successo. La crisi aguzza l’ingegno.

Ferré La fine del marchio legato a uno dei principi della moda milanese anni ’80-’90 appare davvero segnata. Ha chiuso anche l’ultima boutique milanese e la stessa sorte potrebbe seguire il celebre headquarter milanese di via Pontaccio. Saldi Diciamolo, non ci sperava nessuno. Il botto coi saldi quest’estate era proprio escluso. Però la cronaca dei giorni di saldi mette proprio una gran tristezza… Garda TAV Comitati no Tav, sindaci, parlamentari di destra e sinistra del bresciano tutti insieme appassionatamente. Per chiedere che la linea Alta Velocità non passi sotto al Garda ma… da Mantova! Not In My Back Yard…


Al Mapic di Cannes spazio per il travel

L

’edizione di quest’anno della fiera Mapic di Cannes (14-16 novembre, 2.300 retailer internazionali e 8.000 professionisti del real estate) avrà un focus speciale e un programma dedicato al travel retail. Sotto il cappello “Mapic & Transport Hubs”, ci saranno: una sessione dedicata al tema all’interno del programma ufficiale; conferenze Mapic con esperti internazionali del

settore; un numero speciale della newsletter online intitolata Retail in Motion; un’area dedicata all’interno della hall di esposizione per facilitare l’incontro tra retailer, professionisti del real estate e operatori travel; la presenza e comunicazione dell’iniziativa su media specializzati. Più nel dettaglio, l’offerta “Exhibiting Pitching Media” prevede: un corner (Demo-Station) accogliente e funzionale; una speaking slot dedicata per la presentazione del proprio concept/sito/servizio; una presenza pubblicitaria sui magazine Mapic e su retail&food. Per informazioni: info@retailfood.it . •

Milk center, I granai a misura delle neomamme

Un’area dedicata alle mamme alle prese con l’allattamento è stato inaugurato il 30 luglio nel centro commerciale I Granai di Roma. Nello spazio ci sono due postazioni per allattare e un forno per scaldare

le pappe e il latte dei neonati. Da ottobre nel centro commerciale partirà anche un ciclo di incontri sull’allattamento al seno, realizzati con il Municipio XI di Roma.

Autogrill, 125 milioni da Turchia e Dubai Dopo essersi aggiudicata i duty free di Düsseldorf, con la controllata Wdfg, Autogrill ha messo assegno un doppio colpo all'estero, questa volta nella ristorazione. Attraverso l'altra controllata HmsHost International ha vinto la gara per l'assegnazione di 13 locali presso il secondo aeroporto di Istanbul, il Sabiha Gökcen, 14 milioni di passeggeri che potrebbero salire nei prossimi anni a 25 a seguito di ampliamenti. I ricavi attesi, da qui al 2022, sono pari a 100 milioni di euro. Quattro locali, per 25 milioni di euro in cinque anni di contratto, sono invece i dati salienti del secondo colpo di Autogrill: l'aeroporto internazionale di Dubai, gigante da 50 milioni di passeggeri e 150 compagnie aeree.

Piazza Italia a tutto Sud

Tra agosto e settembre Piazza Italia, insegna di fast fashion con sede a Nola (Napoli), taglierà il nastro in sette punti vendita del Meridione. Si comincia da Castrofilippo (Agrigento), con uno store da 1.200 mq, ad agosto. A settembre seguiranno due negozi diretti, uno a Reggio Calabria in centro storico e

Malpensa, tra il T1 e il T2 collegamento più vicino

A

rriveranno dall’Ue i 524mila euro richiesti per lo studio di fattibilità per il coinvolgimento di capitali privati nella realizzazione del collegamento tra il T1 e il T2 di Malpensa. Il finanziamento copre la metà delle spese, mentre l’altra è a carico di Ferrovienord, Gruppo Fnm, Sea e Regione Lombardia. Già il progetto definitivo, da 2,6 milioni di euro, era stato pagato per metà della Comunità europea. Ora però arrivano le vere spese: il progetto costa 140 milioni di euro. Non poco, per 3,4 chilometri di ferrovia a quattro binari. Nell’importo sono però anche compresi un parcheggio multipiano da mille posti, un collegamento pedonale coperto tra la stazione e il terminal, oltre ovviamente alla stazione stessa d’arrivo. Sarà quindi finalmente sostituito il lento (anche per le fermate intermedie) attuale collegamento in autobus tra i due terminal. •

uno nel centro commerciale Auchan di Casamassima, Bari. Ci saranno poi quattro opening di punti vendita in franchising, a Siderno (Reggio Calabria), Marsala (Trapani) e Modica (Ragusa) e Palermo città.

retail&food - settembre 2012

5


r&f

News

Riva del Garda, presto un nuovo shopping center

Tutti d'accordo, sembrerebbe, per la realizzazione del nuovo centro commerciale a Riva del Garda. L'area interessata è quella ex Gentilini in via Rovereto, a poca distanza dal lago, sulla quale dovrebbe sorgere una struttura da 12mila mq di gla con all'interno un ipermercato Coop, negozi, bar e ristoranti, cinema, palestre, uffici e studi professionali. Stando alla stampa locale i lavori dovrebbero iniziare entro fine anno e concludersi 12 mesi più tardi. L'investimento complessivo è stimato in 25 milioni di euro, messi sul piatto dalla società La.Pe. Srl.

Usa, iPad gratis per chi aspetta il volo...

Quattro aeroporti, una società di gestione aeroportuale, 2.500 iPad e un’idea altamente innovativa: mettere a disposizione i tablet gratuitamente a chi è in attesa del volo. Succede negli scali newyorchesi Jfk e La Guardia e in quelli di Toronto e Minneapolis-St. Paul. Tutti sono gestiti da Otg, che in passato si è distinta per il livello dei suoi servizi. Proprio la promozione delle proprie “facilities” è uno degli scopi del comodato d’uso degli iPad. I viaggiatori avranno infatti un uso limitato del tablet. Potranno controllare il proprio volo, ordinare cibo dai ristoranti, controllare l’email e connettersi a Facebook, magari per parlare di questo nuovo “freebie”. Sembra che la Otg voglia allargare l’iniziativa ad altri scali e per questo si è dichiarata disponibile ad acquistare da 25mila a 100mila altre tavolette della Apple.

...e bike sharing per chi lavora in aeroporto

Un servizio di bike sharing per i dipendenti sarà effettuato nell’aeroporto di San Francisco, che allo scopo ha autorizzato un progetto da 70mila dollari da realizzare in collaborazione con la società Social Bicycles Inc. Le stazioni delle bici saranno allocate in tutta l’area aeroportuale, in modo che lo staff abbia facile accesso ai cicli. Le bici avranno un gps, che permetterà di individuarle e anche di calcolare sia le emissioni di CO2 risparmiate sia, soprattutto, le calorie bruciate. Il principale motivo dell’operazione, infatti, è migliorare la salute dei dipendenti. Un’operazione che non poteva che essere fatta nella salutistica California.

6 retail&food - settembre 2012

Expo: ristorazione, silenzio assordante

A

ncora nulla di fatto sul fronte della ristorazione per Expo 2015. Nel luglio 2012 non sono ancora stati resi noti inviti a manifestare interesse per i ristoranti e i bar, né, per la verità, si sa se ci sarà un bando o un affidamento diretto, magari con la formula della partnership. Si parla di numerosi consulenti attivati per mettere a punto l’offerta. Le uniche informazioni ufficiali sono state inserite nel concorso di idee per le Architetture di servizio, vinto ad aprile da Onsitestudio, realtà milanese fondata nel 2006 dagli under-40 Angelo Lunati e Gian Carlo Floridi, che hanno battuto l’altra trentina di partecipanti. Nel documento di parla di 27 locali nelle cosiddette “stecche”: 8 self service da 1.200 mq l’uno, 9 quick service area (675 mq), due ristoranti (600 mq), 8 bar (450 mq), di cui uno

da 300 mq. A questi si aggiungono 10 bar da 225 mq e due da 200 mq nelle unità di servizio e 10 chioschi , per un totale di quasi 67mila metri quadrati. Tuttavia sono esclusi tutti i punti di ristoro riguardanti i padiglioni dei Paesi ospiti, quelli delle Regioni e quelli dei paesi raggruppati in “cluster” tematici. Si parla ufficiosamente di più di 150 locali in totale e più di 200 milioni di fatturato atteso, ma sono cifre destinate a mutare ancora. Un altro fronte di ritardo per Expo. Si pensi che, nonostante l’aggiudicazione della gara per la piastra (con un ribasso del 40% che fa tremare i polsi per il rischio di ricorsi) e nonostante la nomina di Giovanni Maria Flick quale subcommissario del sindaco di Milano Pisapia, a fine luglio non era ancora stato scelto il responsabile del Padiglione italiano, dopo le dimissioni di Luigi Roth. •

Retail 3.0 Lufthansa punta su Foursquare per coinvolgere i passeggeri Il vettore tedesco è tra i primi ad aver sviluppato un’applicazione basata sul social network, ma è solo la punta dell’iceberg: da qui al 2015 le compagnie aeree investiranno tutto sul mobile

A

cquistare un ticket aereo da tablet o effettuare il check-in su smartphone è ormai realtà, ed entro il 2015 sarà una pratica consolidata, o quasi: infatti, secondo le stime fornite dal report Airline It Trends 2012 di Sita, azienda attiva nell’information technology aeroportuale, gran parte delle compagnie aeree hanno già messo a disposizione dei propri viaggiatori applicazioni in grado di effettuare le principali operazioni online (tra cui il check-in appunto, ma anche la ricezione della carta d’imbarco e le notifiche sullo status dei voli) e nel giro di tre anni circa il 90% dei vettori sarà in grado di fornire la prenotazione dei biglietti da mobile. Giusto per dare un’idea del giro di investimenti che si sta scatenando attorno al mondo della app nel mondo aeroportuale, dal 2015 il canale del web e mobile costituirà oltre il 60% delle transazioni e prenotazioni aeree, e anche i social media giocheranno un importante ruolo nelle prenotazioni e nei

servizi accessori. Infatti gli onnipresenti social media stanno entrando prepotentemente nel travel retail grazie alla loro capacità di generare engagement tra i clienti: intrattenere e coinvolgere i passeggeri in attesa di salire sull’aereo è sempre un toccasana per un brand, soprattutto se ciò avviene su facebook o altri social network. Un esempio concreto lo dà Lufthansa, che ha lanciato una particolare applicazione dedicata agli utenti di Foursquare. Per gli smanettoni della geolocalizzazione la compagnia di bandiera tedesca ha infatti sviluppato Blue Legends, che permette di sbloccare i badge virtuali presenti negli aeroporti nelle sale d’aspetto e anche sui voli, ovviamente prima del decollo. Sembra che Lufthansa abbia inserito i badge più ambiti per coloro che devono prendere voli transoceanici (badge atlantic)e per i mattinieri che si recano in aeroporto prima delle sei del mattino (badge Early Bird). Giusto per essere sempre connessi , anche all’alba.

Massimo Colzani



r&f

News

Igd Siiq e H&M, accordo per la Romania H&M nella primavera del 2013 aprirà uno store da 1.510 mq in un centro commerciale di Bazau, nel sud-est della Romania, di proprietà della società italiana Igd Siiq, o meglio della sua controllata locale Winmarkt. Questo grazie a un accordo che non esclude repliche, soprattutto in città medie rumene. H&M, intanto, vola in Italia, alla faccia del crollo del 10% dei consumi interni di moda: nel 2011 il suo fatturato nello Stivale è salito dell’11%, ancora meglio del +9% fatto segnare l’anno prima. Quindici gli store aperti nel 2011 e diversi gli opening previsti il prossimo autunno: da Bolzano a Livorno a Castel Romano.

Confimprese, parte il progetto Start-up

D

ovrebbe partire proprio questo mese il progetto di ricerca, portato avanti da Confimprese, legato al mondo delle start-up. Lo studio ha come obiettivo generale l’individuazione delle

cosiddette “traiettorie dell’innovazione”: in altre parole la ricerca di trend evolutivi più o meno consolidati nei modelli di business, di caratteristiche distintive e peculiari nonché di fattori comuni che caratterizzano le nuove realtà imprenditoriali. Per raggiungere tale scopo l'approccio sarà sia di analisi documentale che di raccolta diretta delle informazioni, attraverso interviste con le imprese selezionate. Il progetto si concluderà con la stesura di un documento di analisi, presumibilmente entro due mesi dal suo avvio. •

Roadhouse Grill a quota 36

I

l programma di aperture del marchio Roadhouse Grill continua senza sosta. Lo scorso luglio la catena del Gruppo Cremonini è entrata nel centro commerciale 45° Parallelo Nord di Moncalieri (To). Il locale numero 36 del noto marchio di steakhouse vanta 150 posti a sedere all'interno e 45 all'esterno, 25 dipendenti, con una previsione di 90mila pasti serviti e 1,6 milioni di euro di fatturato all'anno. I giorni di apertura sono 7 su 7, mentre gli orari variano in base al giorno della settimana. I prossimi opening sono programmati a Pesaro, nella stazione Centrale di Milano e a Pessano con Bornago, in provincia di Milano. •

8 retail&food - settembre 2012


... Ma a Peretola è tutto fermo prima del “sì” alla pista

F

Bologna e Firenze, al via i nuovi check-in...

irenze però attende a breve una decisione definitiva sulla nuova pista (decisione richiesta dall’Enac perentoriamente pena il declassamento dello scalo). Se dovesse arrivare l’atteso “sì” alla pista parallela-convergente di 14° verso l’autostrada, la “12-30”, i previsti lavori di ampliamento graduale del terminal subirebbero una fortissima accelerazione. In questo clima sospeso, sono rimandate anche le gare per la ristorazione (si veda r&f di aprile 2012). Il bando era stato prima previsto per lo scorso novembre, poi annunciato per aprile 2012. Ora la linea è quella di andare avanti a proroghe, di 6-12 mesi, in attesa di certezze sui lavori necessari. Le due aree food sono quella di 300 mq in airside, gestita da MyChef, e quella più piccola in • landside, dove opera Autogrill.

I

naugurazione ravvicinata per le nuove aree check-in degli aeroporti di Bologna e Firenze. Al Marconi il 9 luglio c’è stato il taglio del nastro per 29 postazioni al piano terra del terminal principale (ex Area 2). Nel 2013 i banchi saliranno a 64, raggruppati in tre penisole su 4.100 metri quadrati. Quattro (destinati a salire a 14 a fine 2013) hanno la tecnologia “Sicheck Full Auto Check In”, sviluppata da Siemens e sperimentata per la prima volta in Europa nello scalo emiliano. I chioschi automatici, validi per tutte le compagnie, permettono di imbarcare il bagaglio da stiva in modo autonomo. Nel 2013 si concluderà il restyling, da 23 milioni di euro, dello scalo. A Firenze Peretola, invece, l’inaugurazione del “modulo 1” dell’aeroporto è stata il 24 luglio. I passeggeri hanno ora a disposizione al primo piano 40 banchi (invece dei precedenti 23), mentre al piano terra c’è un nuovo impianto di smistamento dei bagagli. A fine anno aprirà anche la nuova hall per gli arrivi. Totale del costo per il nuovo terminal: 15 milioni di euro. •

retail&food - settembre 2012

9


r&f

News

Entra nel vivo il progetto dell'ex Quasar

Numeri importanti accompagnano il futuro centro commerciale sull'area ex Quasar a Ellera di Corciano, in provincia di Perugia. Nei 29mila mq di superficie, suddivisi in tre strutture, troveranno posto un ipermercato E.Leclerc Conad, tre medie superfici, circa 50 attività commerciali, ristorazione, servizi e uffici. I

Napoli alla moda: Silvian Heach vede quota 100 milioni

N

on c’è solo la corsa di Harmont & Blaine (vedi Stock Option) che punta ai 200 milioni di ricavi nel 2016 e poi alla Borsa, magari con un partner industriale. Un’altra azienda campana si sta facendo valere nel mondo. La Arav Fashion, proprietaria del marchio di fast fashion Silvian Heach, ha chiuso il primo semestre 2012 con un fatturato di 44 milioni, +24% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Per fine anno si aspetta di raggiungere quota 100 milioni di ricavi. Niente assestamento, quindi, dopo il +31% registrato nel 2010 sul 2009. Il progetto è nato nel 2002 e

lo stile prevede, come scritto sul sito dell’azienda “abiti informali easy-chic e outfits più glamour e preziosi”, con prezzi aggressivi. All’estero, dopo il consolidamento in Spagna, Russia e Germania, sono prossimi gli sbarchi in Francia, Polonia e Cina. Continua poi il progetto di negozi monomarca in Italia, dove i punti vendita sono 114. Nel canale travel è nella stazione ferroviaria di Firenze S.M. Novella. Un passo indietro rispetto a Harmont&Blaine, che negli scorsi mesi è entrata negli aeroporti di Torino Caselle, Milano Linate e Napoli Capodichino. •

Obiettivo Personale A cura di Excursus. Spazio di formazione partecipata – www.studioexcursus.com nuovi posti di lavoro saranno complessivamente 500. Nel sito dell'ex locale di ballo i lavori sono iniziati nel gennaio 2010 e dovrebbero concludersi tra il novembre del 2013 e la primavera successiva. I tempi si sono allungati per il ritrovamento di fossili di animali preistorici. Attorno alla struttura sorgeranno inoltre aree residenziali e produttive. L'investimento per il solo centro commerciale ammonta a circa 100 milioni di euro, la società che si è occupata per ora della riconversione è la Pac 2000A Conad.

Den Store: un passo alla volta supera quota 50

Primo semestre 2012 in crescita dell'11%, dopo aver chiuso il 2011 con 40 milioni di fatturato, salito di due punti percentuali e mezzo. Den Store, catena multimarca di jeans, continua ad allargare il proprio perimetro ma senza forzare: i suoi punti vendita, tutti a gestione diretta, con le recenti inaugurazioni a La Spezia e Padova hanno raggiunto quota 50. In autunno ne sono previste altre due, a Torino Lingotto e Portogruaro. Intanto partirà l'e-commerce, per coprire le aree ancora scoperte, a partire da quelle europee.

10 retail&food - settembre 2012

Progettare la selezione: l’importanza dei preliminari

M

olto spesso quando viene a mancare una persona all’interno di un’azienda si avvia un processo di individuazione di una nuova figura in modo automatico: viene formulata la vacancy e pubblicato un annuncio di selezione. La scelta di un collaboratore - dipendente o consulente - è un compito delicato perché l’introduzione di una nuova persona può mettere in discussione gli equilibri presenti, può generare nuove dinamiche e ridefinire l’intera organizzazione. Non è possibile dare per scontato che una persona sostituisca un’altra in modo meccanico, ma è fondamentale fermarsi a riflettere a partire da una fase di analisi dell’organizzazione, sia in termini di struttura sia di cultura. La nuova persona deve sostituire qualcuno nelle stesse mansioni o serve una figura diversa che vada a coprire un altro ruolo e svolga diverse funzioni? A partire dagli obiettivi a lungo termine che l’azienda si è data bisogna fare un esercizio di proiezione nel futuro per comprendere che tipo di risorsa umana serve per raggiungerli. Nello stesso tempo è importante considerare se la nuova persona modificherà l’organigramma - la struttura - e come questo influenzerà il lavoro degli altri e l’identità stessa dell’azienda. La cultura organizzativa - d’altro canto - riguarda i valori dell’organizzazione, le regole esplicite e

implicite del lavoro e ne assicura l’identità; saperla riconoscere ed esplicitarla significa poter individuare meglio il profilo più adatto alle persone che si vogliono inserire in azienda. Anche in questo caso si tratta di immaginarsi uno scenario futuro considerando da una parte se l’individuo saprà aderire ai valori e alla cultura dell’organizzazione e investirvi in maniera duratura e, dall’altra, se l’organizzazione sarà in grado di accoglierlo e valorizzarlo. A partire da questo tipo di analisi è possibile elaborare il profilo della persona ricercata che comprenderà non solo caratteristiche oggettive quali età, formazione professionale ed esperienza, ma anche elementi soggettivi quali abilità, attitudini, competenze relazionali, capacità di problem solving, gestione degli imprevisti, motivazione al lavoro. Infine è importante avviare una riflessione sulle aspettative dell’organizzazione nei confronti della nuova persona: queste diventeranno la base per esplicitare con il nuovo assunto gli obiettivi di produzione da una parte e i codici di comportamento dall’altra.

Maria Chiara Cremona mariachiaracremona@studioexcursus.com



r&f

News

Valdichiana Outlet Village premiato da Tripadvisor

Quando sono gli utenti finali a determinare una premiazione il dato acquista ancora maggiore spessore. Parliamo del Certificato di eccellenza

Red, la Feltrinelli gastronomica debutta a Roma

R

ead, eat, dream, leggi, mangia, sogna. È il significato dell'acronimo Red, il nuovo format delle librerie Feltrinelli inaugurato ai primi di luglio a Roma, in via del Corso. Red ovviamente è anche il colore della Feltrinelli. Il concept dà una cornice ambiziosa all'accordo siglato un anno fa con l'Antica Focacceria San Francesco, storico locale di street food di Palermo (specializzato in pane con milza e pane e panelle), già "esportato nell'aeroporto di Fiumicino e in centro a Milano. Red sarà una libreria bistrot. Come ha spiegato l'ad di Librerie Feltrinelli, Stefano Sardo, sarà aperta dalle 9 alle 23 e ospiterà, oltre alle presentazioni di libri, scambi di esperienze tra viaggiatori, incontri con produttori di eccellenze enogastronomiche e cene a tema. Il format sarà replicato nel giro di un anno a Bologna, Firenze e Milano. Si spera abbia più fortuna di LeFel, concetto di La Feltrinelli sperimentato a Milano e incentrato sul design, ma da poco messo in soffitta. •

Tripadvisor 2012 rilasciato dal sito (nonché applicazione per tablet e smartphone) dedicato ai viaggi al Valdichiana Outlet Village. Questo risultato è stato conseguito in virtù dei giudizi positivi degli utenti del sito nell'ultimo anno, trasformando di fatto l'outlet vicino ad Arezzo con i suoi 140 negozi in una vera e propria attrazione turistica.

Comunicazione di servizio

Terrazza Bnl, format a prova di Eataly

N

el nuovo Air Terminal Ostiense di Eataly, a Roma, c’è anche uno spazio di 30 mq della banca Bnl, chiamato Terrazza Bnl. Non uno spazio qualunque: pur prevedendo i normali servizi bancari, sarà usato per intrattenimento, incontri e mini-eventi, soprattutto a sfondo sociale. Il concept design, curato da Crea International, è caratterizzato tra le altre cose da dei tablet a disposizione degli utenti, con accessi a internet. C’è poi un grande videowall di nove schermi su cui sono proiettate immagini di grandi città internazionali dove i gruppo Bnp Baripas è presente. Ma a distinguere lo spazio è un “greenwall” o “muro vegetale” costituito da piante vere. La scelta del nome “Terrazza Bnl”, spiegano da Crea International, «è un richiamo stilistico al mondo Eataly e alla sua italianità internazionalmente riconosciuta». •

A cura di Acqua Group – www.acquagroup.it

Nel retail si comunica oltre la tradizione

I

l centro commerciale, come tutti i luoghi del retail, sta diventando protagonista nell’ambito degli eventi, siano essi convenzionali o non. L’evento non viene più concepito come uno strumento vocato unicamente a promozionare la galleria, ma anche come vero e proprio mezzo per coinvolgere e comunicare altri brand: il centro commerciale è infatti diventato quello che da tempo noi definiamo come il “settimo media”, una specie di spugna che per anni ha “assorbito” contenuti e che ora li rilascia con grande efficacia. Ecco quindi attività di ogni genere, da quelle più tradizionali a quelle innovative che trovano vita anche fuori dal centro nel tentativo di intercettare new comers fuori bacino andando a colpire lì dove minore è stato il presidio sinora. E in questo contesto rientrano eventi che definiamo più “culturali”: ricordiamoci infatti - come ci dicono le nostre ricerche di mercato - che il livello socio-economico della clientela si sta alzando sempre più, tanto nelle gallerie dei centri commerciali quanto negli outlet che in questi anni hanno profondamente cambiato la loro pelle. Si cerca quindi di abbattere la barriera dovuta alla raggiungibilità, fattore che da sempre emerge preponderante tra i fattori di resistenza alla frequentazione da noi analizzati nel corso degli anni per innumerevoli clienti. O meglio, si vuol far accettare qualche minuto in più di auto regalando in cambio una

12 retail&food - settembre 2012

emozione che li aspetta al Centro. L’appeal di un’offerta di self-communication qualitativamente e quantitativamente “differente” può diventare il punto di svolta nella comunicazione per risaltare in un panorama sempre più affollato ed indifferenziato. Gli eventi non convenzionali sono appunto parte di questa strategia di diversificazione. Ne sia esempio la campagna del Centro Commerciale Fiordaliso per il rinnovo del centro, vincitrice del Cncc Italy Awards 2011, in cui i “numeri unici” del centro hanno invaso la città di Milano, con ambient e street marketing, affissioni, dinamica, ecc. anche fuori dal bacino primario di gravitazione.” Davide Arduini e Andrea Cimenti Presidente di Acqua Group e Amministratore Delegato di Acqua Group



r&f

News

Zushi, il Catullo non resiste al fascino orientale

La sushi-mania (si veda r&f di maggio 2012) arriva anche nell’aeroporto Catullo di Verona: da metà luglio, in un nuovo spazio commerciale, è attivo Zushi, locale di una catena di ristoranti giapponesi che ha altri nove locali, di cui quattro in Veneto. I pranzi si possono ordinare anche via smartphone e sono confezionati in “Zushibox” da portare a bordo aereo. Tra le altre novità commerciali di Verona si segnala Antica Gelateria

L’inaugurazione di Zushi a Verona Villafranca” del Corso (al posto di un esperimento di Arnold Café, passato sotto silenzio), da metà luglio nel terminal partenze. Agli arrivi da giugno c’è invece Pizzer Pan (pizza e panini), mentre da maggio Tramezzino. it, già presente alle partenze, ha replicato agli arrivi con una food court che sostituisce Ristop e Dimmidisì. Ultimo ingresso, nel food: Sistema Pianura (dal nome di una società che organizza una fiera del riso locale), con un bar/ristorazione che da luglio alle partenze extra-Schengen sostituisce Marco Polo Food e punta sui prodotti del territorio. Nel non food: Camicissima Woman prende il posto di Conte of Florence e arriva (dopo Malpensa T2 e altre location) un vending di MediaWorld.

Sonae Sierra, cambio nel board

Novità importanti riguardano il board di Sonae Sierra in Italia. Luciano Morganti, già direttore del centro commerciale Gli Orsi di Biella e co-direttore presso il nuovissimo Le Terrazze di La Spezia, è stato nominato operations manager per il Property Management in Italia. Morganti supporterà il lavoro di José Maria Robles, nuovo general manager per il Property Management nel nostro Paese. Nel frattempo la società internazionale specializzata nei centri commerciali ha dichiarato di aver raggiunto nel 2011 quota 96,7% di occupancy nei vari paesi in cui è attiva, oltre ad aver ottenuto performance significative in termini di risparmio di energia elettrica e di tasso di riciclo.

14 retail&food - settembre 2012

cosa occorre sapere per... A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano

La prelazione a fine locazione

Q

uando si negozia un nuovo contratto l’ultima cosa che si ha voglia di fare è discutere la prelazione a fine locazione: dodici anni sembrano un tempo lunghissimo, ma il tempo passa e in men che non si dica ci si trova a dover fronteggiare il rinnovo. La prelazione può rivelarsi fondamentale. La legge sulle locazioni non abitative stabilisce che la prelazione per la stipula di un nuovo contratto al termine di un contratto in corso è dovuta solo quando il locatore desidera concedere in locazione l’immobile ad altri: in tal caso ha l’onere di comunicare al conduttore le offerte ricevute. La disposizione è stata criticata per due motivi opposti: da un lato essa sarebbe lesiva del diritto della proprietà di disporre come desidera del proprio immobile. Dall’altro è formulata in modo da lasciare scoperto il conduttore in una serie di ipotesi. In primo luogo si discute se tale diritto sia salvaguardato anche qualora il locatore abbia in animo di modificare il tipo di contratto di godimento degli spazi. Per esempio, quando si passi da locazione ad affitto di ramo di azienda. In secondo luogo qualora il locatore lasci sfitto il locale per sei mesi successivi alla fine della locazione, egli sarà libero di darlo in locazione a terzi senza dover rispettare la prelazione. Sei mesi sono un periodo limitato, soprattutto quando si debbano eseguire lavori di ristrutturazione. In terzo luogo la prelazione per nuova locazione ha tutela solo obbligatoria, diversamente dalla prelazione per l’acquisto dei locali condotti in locazione, che prevede in caso di violazione un vero e proprio diritto di riscatto, per cui il conduttore può ottenere la reintestazione del bene dal terzo acquirente anche se di buona fede. Ne consegue che la lesione del diritto di prelazione per nuova locazione comporta per il conduttore il solo diritto al risarcimento del danno sofferto, ben poca cosa quando si tratti di un brand che ha dovuto lasciare il punto vendita, con relativo danno all’immagine e alla clientela. Ugualmente problematica è la necessità che il locatore abbia ricevuto “offerte” per l’immobile, che non include i casi in cui il locatore intenda locare a terzi a un certo prezzo ma non abbia ancora rice-

vuto offerte, ovvero il terzo non abbia volutamente formulato una offerta formale proprio al fine di eludere la prelazione. Per tutti i motivi sommariamente esposti più sopra le parti possono ben pattuire in sede di stipula di un nuovo contratto di locazione una clausola che ampli i termini della prelazione, rafforzandoli. La maggior tutela può concernere i termini temporali in cui la prelazione è dovuta, l’oggetto (includendo il caso in cui l’immobile sia accorpato ad altri o subisca modifiche di destinazione) e i tipi contrattuali previsti (includendo le ipotesi in cui il locatore passi ad altre forme contrattuali). È anche possibile pattuire clausole a tutela del diritto di prelazione “rafforzato”, che possono giungere sino all’obbligo di corrispondere penali ovvero a diritti di riscatto sui generis. Giova ricordare che in ogni caso potranno pattuirsi durate contrattuali maggiori di 6 anni, a cui si aggiungerà il primo rinnovo, obbligatorio per legge, di sei anni. Inoltre il locatore può ben rinunciare alla prima disdetta rendendo la durata certa per il conduttore. Ancor più forte è poi la pattuizione di una vera e propria opzione che permetta al conduttore di esercitare il diritto a un nuovo contratto a condizioni predeterminate: ciò che può risultare problematico in questi casi è ovviamente definire l’incremento del canone con 12 anni di anticipo. Diritti di prelazione rafforzata e durate maggiori di quelle di legge possono avere un prezzo, ma può valere la pena di pagarlo perché la sola alternativa di lasciare i locali alla scadenza del contratto per un conduttore può rivelarsi gravosissima.

Avv. Alessandro Barzaghi Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.

Barisciano (Aq), ennesima fumata nera Circa dieci anni per giungere, alla fine, alla bocciatura definitiva del progetto del nuovo centro commerciale. Questo è quanto successo nel comune di Barisciano, in provincia dell'Aquila, dopo che si è riunita la conferenza dei servizi istituita ad hoc. Al momento della stesura dell'articolo non erano ancora state comunicate le motivazione di tale decisione. Il complesso retail sarebbe dovuto sorgere nell'area artigianale della cittadina. Dalla cronaca locale si apprende che questa iniziativa di sviluppo è al centro del dibattito politico locale da ben tre amministrazioni, che hanno sfruttato di volta in volta la carta dello shopping center per ottenere voti durante le campagne elettorali. Purtroppo siamo ai soliti giochini elettorali, dove la bontà di un progetto non si misura sullo stesso ma sui pacchetti di voti che garantisce.




r&f

News

Quasi tutto nuovo il direttivo di Assaeroporti

S

ei novità e quattro conferme nel nuovo consiglio direttivo di Assaeroporti, nominato il 19

luglio. I nuovi entrati sono Lorenzo Lo Presti, neo ad di AdR (Roma), Renato Ravasio, vicepresidente di Sea (Milano), Armando Brunini, dg di Sab (Bologna), Paolo Sirigu, dg del Cristoforo Colombo di Genova, Mario Peralda, dg di Sogeaal (Alghero) e Guido Botto, presidente di Geac, aeroporto di Cuneo. Confermato al vertice invece l’ubiquo Fabrizio Palenzona, presidente di Adr e di molto altro (Unicredit, Gemina, Aiscat) ma non più di Impregilo, dopo lo scontro con la famiglia Salini, che ha imposto Claudio Costamagna. Oltre a lui, mantengo- Lorenzo Lo Presti (a sinistra) e Fabrizio Palenzona no la posizione il presidente di Save (Venezia) Enrico Marchi, il vicepresidi Sacbo (Orio al Serio), Fausto Palombelli di Sagat dente vicario di Assaeroporti Fulvio Cavalieri e Mario Fagotti, presidente di Sase (Perugia). Novità anche (Torino) e Marco Consalvo di Gesac (Napoli). Confermati Giuseppina Gualtieri di Sab (Bologna) e Gaetano Mancini tra i membri della giunta esecutiva, dove arrivano Carmelo Scelta di Gesap (Palermo), Andrea Mentasti di Sac (Catania). •

Orient Express

Ducati, a Venezia terza bandiera a scacchi in aeroporto

MDF Travel Shop, insegna di Meridian Duty Free, si è aggiudicata un nuovo spazio commerciale all’interno dell’aeroporto Marco Polo di Venezia per l’apertura del 3° Ducati Airport Shop. Lo spazio, di 27 mq in airside (attualmente Belstaff), è a disposizione di Mdf dal 1° agosto, ed è operativo dal 10 dello stesso mese (dopo la stampa del numero). Gli altri “Ducati Airport Shops” sono stati aperti prima a Bologna e poi, nel luglio 2011, al Terminal 3 di Fiumicino.

a cura di Stra_branding - www.strabranding.com

IL SUPER POTERE DELL’E-COMMERCE CINESE La diffusione di internet in Cina, oggi superiore al 50% nelle zone orientali ed al 30% in molte regioni interne, sta influenzando l’evoluzione dei modelli di consumo di questo Paese. Nel 2010 gli utilizzatori di internet sono stati 457 milioni e il mercato e-commerce in Cina ha fatto registrare un valore di transazioni (476 miliardi di RMB) pari a quasi il doppio di quelle registrate in Giappone o in Gran Bretagna. Secondo un recente studio di Bcg-Boston Consulting Group, la Cina entro i prossimi tre anni diventerà il primo mercato al mondo per l’e-commerce, superando l’attuale leadership degli Stati Uniti. Oggi la Cina conta 145 milioni di e-shoppers (contro i 170 milioni degli Stati Uniti) con una previsione di raggiungere i 330 milioni nel 2015, quando il 7,4% del valore totale degli acquisti retail verrà fatto on-line. Un ruolo importante contributo a questo sviluppo è stato dato dal governo grazie all’impegno profuso nella diffusione della banda larga che in Cina è accessibile a prezzi popolari (circa 10 US$ al mese contro, ad esempio, i 30 US$ in India), rendendo questo servizio disponibile per circa il 90% della popolazione. A questo vanno aggiunti altri due fattoti: la diffusione della telefonia mobile, che in molte aree rurali sostituisce quella fissa, e la vastità geografica del territorio che, per moltissimi potenziali clienti, ha fatto emergere l’e-commerce come l’unico canale attraverso il quale accedere ai beni desiderati. Per quanto riguarda le modalità di acquisto dell’e-shopper cinese rispetto a quello occidentale, vi sono alcune caratteristiche distintive. Innanzitutto, solo il 19% dei consumatori cinesi visita i siti ufficiali dei marchi. Il ritardo nello sviluppare l’on-line da parte delle aziende, infatti, ha favorito la crescita di siti di e-commerce multibrand, la cui reputazione e l’eco della web community sono oggi più importanti di ciò che l’azienda comunica su se stessa. Questi ultimi, inoltre, hanno ormai il potere di garantire la genuinità dei prodotti mitigando la paura di acquistare prodotti

Fig.1: www.taobao.com

contraffatti. Al riguardo, due operatori locali dominano il settore detenendo il 66,6% delle quote di mercato: 360buy.com e Taobao.com (Fig.1). Quest’ultimo, oggi il più grande retailer in Cina, vende più di 800 milioni di articoli all’anno, con punte di 48.000 articoli al minuto. Taobao per superare la problematica della scarsa diffusione della carta di credito ha creato Alipay, che prevede il pagamento solo al momento in cui la merce viene consegnata. Infine, grazie a costi di gestione più contenuti, l’e-commerce riesce a soddisfare la forte sensibilità al prezzo dei consumatori, proponendo prezzi più competitivi rispetto a quanto i marchi possano offrire vendendo i propri prodotti attraverso il canale retail tradizionale che impone investimenti e spese sostenute. Luca Esposito

retail&food - settembre 2012 17


r&f

News

Tutta salute: Essere Benessere avvia le parafarmacie H24...

F

inora le avevamo viste solo all’estero: Boots, 7-Eleven, Walgreen. Ora le parafarmacie-minimarket sono arrivate anche in Italia, con i City Store di Essere Benessere. L’insegna del gruppo Fd Consultants, guidato da Danilo Salsi, negli scorsi mesi aveva acquistato i 118 punti vendita di Blockbuster. L’investimento è stato di 40 milioni di euro. I primi negozi sono stati aperti a Roma (Circonvallazione Trionfale), Milano (viale Papiniano) e Torino (via Santa Rita). Questi, come gli altri maggiori, saranno aperti 365 giorni all’anno, 24 ore su 24. Nel frattempo entro settembre il network

arriverà a 86 bandierine, soprattutto nel Nord, nel Lazio, in Toscana e in Romagna, soprattutto in città con più di 75mila residenti. I negozi “normali” aprono dalle 8 alle 22. Tra i prodotti in vendita ci sono, oltre a quelli da parafarmacia, farmaci di fascia C, alimentari e piatti pronti, giornali, prodotti per l’igiene personale, per la casa e per gli animali. Le farmacie Essere Benessere furono le prime, la scorsa primavera, ad approfittare della possibilità di stare aperti di notte. A Milano non chiude mai quella della Stazione Centrale. •

...ed Enervit si compra i Vitamin Store

D

agli scaffali dei supermercati ai negozi con insegna propria: Enervit fa il grande salto con l’acquisizione della catena Vitamin Store. Si tratta di 70 negozi, di cui solo sei di proprietà e il resto in franchising. L’insegna Vitamin Store apparteneva alla società Progetto Nutrizione, che produce integratori per lo sport (i cui marchi sono stati

pure comprati). Uno dei due soci, Emanuele Rissone, rimarrà come consulente di Enervit. Il progetto prevede di allargare lo spettro di prodotti venduti: non più solo integratori alimentari per sportivi, ma anche quelli dietetici, come la linea Enerzona dedicata alla famosa dieta a zona di Barry Sears. •

Wi-fi, da Sea finalmente tariffe “smart” Finisce l’era delle tariffe flat (ed esose, 9,90 euro anche solo per un minuto di connessione) per il wi-fi a disposizione dei passeggeri degli aeroporti (si veda r&f del dicembre 2011). Almeno, finisce negli aeroporti milanesi: Sea ha messo a punto un nuovo piano di tariffe che va da 2,90 euro per 30 minuti fino all’abbonamento per un anno a 100 euro. È possibile l’acquisto anche online. Vale la pena di ricordare gli altri esempi positivi: in tutti gli scali sardi non si paga, grazie al progetto Surfinsardinia, e il wi-fi è gratuito dal gennaio 2012 anche negli aeroporti di Bari e Brindisi. A Torino i primi 15 minuti sono gratis (poi 5 euro per un’ora e 3 per le successive) e a Pisa il costo orario è di 3,80 euro (9 per l’intera giornata).

18 retail&food - settembre 2012


Adp tra solidarietà e asili nido

U

n asilo nido per 76 figli di dipendenti dello scalo e in piccola parte per i residenti della zona, è stato aperto nell’aeroporto di Bari Palese. È il primo esempio in Italia di una struttura simile (rare anche nelle aziende private), ed è più di un semplice asilo: è anche un centro per la diagnosi dei disturbi dell'apprendimento, un centro ludico, un dopo-scuola e uno spazio per il sostegno temporaneo ai passeggeri. È stato voluto fortemente da Adp e dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. La Regione ha messo 1 milione di euro, pari a circa la metà dei costi. Negli scali di Bari e Brindisi sono stati installati intanto due distributori automatici che distribuiscono prodotti “Made in Carcere” realizzati nelle strutture penitenziarie di Trani e Lecce. Si • chiamano “2nd Chance Box”.

A Verona e Olbia la fedeltà si evolve

C

arte fedeltà che guardano lontano sono state lanciate dagli aeroporti di Verona e Olbia. Nello scalo veneto la novità è Univrgo!, una card per chi studia o lavora nell’Università di Verona. Le prime 500 sono distribuite gratis, poi costeranno 5 euro. Molti i vantaggi: sala vip gratuita fino alla fine dell’anno, fast track gratis, sconti fino al 40% nei parcheggi e parking low cost a 2 euro al giorno, sconti presso esercizi commerciali e carta Cts-Isic per viaggiare a tariffe speciali. A Olbia si è puntato invece su una profonda segmentazione dei passeggeri, con il programma Myairport Member Pass. Sono state individuate cinque fidelity card: il Business Pass (segmento aziendale), il Vip Pass (per i frequent flyer), il Combo Pass (studiato per integrarsi con le fidlity card dei vettori), il Summer Pass (per gli habituè delle vacanze nell’isola) e il City Pass, pensato per i tanti residenti che frequentano l’aeroporto pur non viaggiando (a Olbia ci sono ad esempio aule universitarie). Ogni pass dà accesso a determinati vantaggi. •

A Expert 12 store della diaspora Eldo Sei negozi in centri commerciali e altrettanti in città. Sono arrivati il 12 luglio alla catena di elettronica di consumo Marcopolo Expert dall’asta per il primo lotto dei punti vendita di Eldo. Con gli store di Roma, Aprilia, Colleferro, nel Lazio, Cinisello Balsamo e Corsico in Lombardia, e ancora Bari, Lecce, Torino, Perugia, Marina di Massa, Campobasso e Potenza, Marcopolo Expert arriva a 80 negozi, che si aggiungono ai 120 affiliati Expert ed Expert Group. L’investimento per l'acquisto degli store - 25mila mq in totale - è stato di 20 milioni di euro. La società guidata da Giuseppe Silvestrini, si è impegnata a conservare tutti i 210 posti di lavoro. Altri sei store, di cui 4 a Roma, saranno successivamente messi all’asta. Eldo, che ha avuto problemi soprattutto di carattere finanziario, è stata ammessa al concordato preventivo dal tribunale di Santa Maria Capua Venere e ha potuto rinegoziare parte dei suoi debiti. Il nuovo piano industriale di Eldo prevede il mantenimento di 14 punti vendita in Campania.

retail&food - settembre 2012 19


osservatorio prezzi

Parcheggi aeroportuali: la selezione si fa dura

dal T1 e dal T2. Ne abbiamo selezionate una quindicina, di cui una buona metà ha aumentato i prezzi negli ultimi 18 mesi. Non mancano però le eccezioni, con player che hanno lasciato invariato o addirittura hanno diminuito la richiesta economica. Analoga si presenta la situazione a Roma. Va sottolineato, ha precisato a r&f la società guidata da Giuseppe Bonomi, che «Sea è il primo aeroporto italiano a vendere direttamente dal sito i propri parcheggi. L’attività di e-commerce ha incontrato subito il gradimento del pubblico raggiungendo un fatturato di oltre 1 milione di euro, di cui il 96% relativo ai parcheggi». Ma il primato di Sea è anche tecnologico, essendo «la prima società aeroportuale in Italia ad aver adottato nei suoi parcheggi la tecnologia Telepass, che offre la comodità di entrare e uscire dal parcheggio senza ritirare il ticket, saltando le code alle casse e con l’addebito direttamente nella fattura Telepass».

Bologna e Pisa, la concorrenza è low cost

Tengono i prezzi delle strutture posizionate attorno ai principali aeroporti. Ma in linea di massima assistiamo a un’altalena dei listini, con forti promozioni che fanno la differenza. Sintomo, quest’ultime, che il mercato risente della crisi economica. Per il futuro sorge il dubbio: c’è spazio per tutti?

N

ei primi mesi del 2012 diminuiscono del 9% i ricavi generati dai parcheggi degli aeroporti italiani. Questa è la premessa, necessaria, per approcciare in modo corretto la tabella dei listini presente in pagina. Il dato, specifico per gli scali con una fascia di viaggiatori compresa tra 1 e 5 milioni all’anno, è stato comunicato dalla società di advisory Diciottofebbraio durante la scorsa edizione di Forum Atri. Chiarito tale aspetto, in questa edizione dell’Osservatorio prezzi abbiamo pubblicato i listini ufficiali dei parcheggi a servizio dei principali scali nazionali, tutti con un numero di passeggeri superiore ai 5 milioni, mettendo in competizione sia quelli in forza alle società di gestione aeroportuale, interni ai sedimi, sia quelli privati distanti da poche centinaia di metri sino a qualche chilometro. La comparazione si avvale, inoltre, della

20 retail&food - settembre 2012

medesima analisi realizzata nel marzo del 2010, quando abbiamo pubblicato un primo Osservatorio prezzi su questo servizio a disposizione dei viaggiatori. Anche il campione analizzato è rimasto invariato, con la sola aggiunta di qualche operatore privato. Per completezza di informazione, il mondo dei parcheggi indipendenti attorno a questi scali, specialmente a quelli milanesi, è molto ampio e non si limita ai casi analizzati, per cui abbiamo cercato di coinvolgere un campione sufficientemente rappresentativo. Inoltre i dati riportati corrispondono alle tariffe standard in periodo di bassa stagione, sono quindi escluse le variazioni estive, le promozioni stagionali, gli sconti legati al booking online e alle convenzioni con i vettori.

I big sempre più forti

I tre principali scali italiani, Fiumicino (gestito da Adr), Malpensa e Linate (in

forza a Sea), continuano a crescere sotto il profilo dei listini per i parcheggi, facendo registrare soprattutto nel secondo aeroporto milanese i prezzi più alti di tutto il paniere. Se il costo per la prima ora di sosta si allinea a quello dei top three, ben più caro si presenta nelle formule di un giorno, tre giorni e sette giorni. Il dato diventa ancora più significativo se facciamo riferimento al marzo 2010, rispetto al quale si nota un incremento ben superiore al 10 per cento. Linate, ricordiamo, continua a crescere come flusso di passeggeri arrivando nel 2011 a quota nove milioni. Sulla stessa politica di pricing si posizionano i tanti parcheggi limitrofi allo scalo, decisamente più cari rispetto ai “colleghi di Roma” e allineati a quelli di Malpensa. Proprio sul maxi aeroporto sito in provincia di Varese si concentra una nuvola di società private, che vivono dei 18 milioni di passeggeri generati ogni anno

Diversa, ma altrettanto significativa, è la situazione in cui versano gli aeroporti di Bologna (Sab) e Pisa (Sat), in concorrenza tra loro soprattutto sul fronte del low cost con la compagnia Ryanair. Lo scalo Guglielmo Marconi ha visto ridursi del 30/50% il prezzo dei parcheggi compresi nel sedime, costringendo di fatto i privati ad adottare la stessa politica di ribassi. In merito all’aerodromo emiliano è importante sottolineare che sono in corso sostanziali lavori di restyling, in virtù dei quali saranno rinnovati soprattutto gli spazi interni. Va inoltre detto che l’aeroporto di Bologna ha puntato, a partire da ottobre 2008, sul vettore irlandese, strappandolo di fatto a Forlì, per cui è comprensibile un progressivo adeguamento dei listini in funzione della “nuova” clientela.Di contro l’aerodromo di Pisa deve ancora centrare l’obiettivo di creare sinergia con lo scalo di Firenze, che possa liberarlo dalla doppia concorrenza di Bologna e appunto dell’Amerigo Vespucci. Confrontando i listini dei due aeroporti citati notiamo un allineamento verso il basso del prezzo base sulla sosta media e lunga. Il risultato che ne consegue è la differenza di soli 6 e 2 euro rispettivamente per i clienti che scelgono la formula economica da 3 e 7 giorni. La riduzione dei listini rispetto alla rilevazione del marzo 2010 raggiunge per entrambi quote anche superiori al 50 per cento.

Corridoio Bergamo-VeronaVenezia: prezzi in altalena

Posizionati lungo lo stesso asse viario, che collega il nord-ovest al nord-est del


Paese, gli aeroporti di Bergamo (Sacbo), Verona (Catullo Spa) e Venezia (Save) vedono il primo più caro sul fronte della sosta media e corta, mentre sulla permanenza di una settimana la situazione si capovolge. Valori assoluti a parte, che ricordiamo possono variare al consumatore finale in virtù di promozioni stagionali e pacchetti web, il dato interessante è la crescita dei listini per l’aeroporto di Verona e per i parcheggi privati limitrofi, la tenuta del dato di Venezia, soprattutto sull’offerta base, e il calo che interessa i numerosi operatori indipendenti nelle vicinanze di Orio al Serio, in controtendenza con la politica adottata da Sacbo che ha alzato sensibilmente il prezzo sulla sosta di 3 e 7 giorni. Tuttavia lo scalo bergamasco rimane estremamente conveniente rispetto a tutti i competitor analizzati in questo Osservatorio prezzi. L’aeroporto di Bergamo, assieme a quello di Bologna, ha avviato negli scorsi mesi delle promozioni sperimentali a carattere temporaneo, che hanno legato i parcheggi all’esperienza di acquisto. A Orio chi prenotava online aveva diritto a un caffè in omaggio e a vari sconti su servizi e prodotti nei negozi. A Bologna si aveva invece uno sconto sul parcheggio (7 giorni) se si effettuavano almeno 30 euro di acquisti negli shop. Alcune novità significative, con effetto da fine luglio e quindi dopo la stesura dell’articolo, riguardano anche lo scalo Valerio Catullo. Le principali vedono l’organizzazione del piano tariffario in base a quattro diverse tipologie di sosta (BreveStop&Go, Premium, Media-Lunga Sosta, Low Cost), a cui sono state ricondotte le diverse aree parcheggio e a cui è stato abbinato un codice cromatico (rispettivamente: celeste, oro, verde, arancio). Guardando ai prezzi: primi 10 minuti gratuiti dall’entrata in tutti i parcheggi, anche in quelli a sosta breve, 30 minuti per uscire dal parcheggio Low Cost da quando è stato effettuato il pagamento, tariffe uguali in tutti i parcheggi nelle prime 3 ore di sosta.

Conclusioni

Dalla tabella si evince che le soluzioni adottate dai vari operatori per far fronte alla crisi corrono in ordine sparso. Il mercato si sta contraendo, come dimostra anche una recente dichiarazione del titolare di JetPark, Augusto Lotorto, che lamenta una diminuzione dei ricavi del 17 per cento. A fronte di questo la multicanalità di acquisto, per esempio il web, e i servizi, dal car valet al tagliando dell’automobile, sono le leve in grado di fare la differenza. In attesa che l’economia riprenda a volare. A. P.

Parcheggi: interni ed esterni a confronto scalo/tariffa Roma Fiumicino ufficiale - Adr - Easy Parking Park and Fly Park to Fly Parking Blu ParkinGo Parcheggi Low Cost*** Milano Malpensa ufficiale - Sea - ViaMilano Parking Airport Parking Ceriamalpensa Parking Express Fa.Te.Ma Parking**** Golden Parking Last Minute Parking Panicucci taxi e parking Parcheggio Malpensa Airport ***** Park To Fly Dra (T2) Park To Fly Malpensa 2000 Parking Ferno Malpensa ParkinGo Travel Parking Planet Parking Parcheggi Low Cost** GP Parking JetPark Malpensa Milano Linate ufficiale - Sea - Park & Fly Linate Parking (Fly Parking Group)****** Parcheggio Linate Service Parcheggio Linate via Montale Segrate Park to Fly ParkinGo Quick Parking Parcheggi Low Cost** JetPark Linate Venezia ufficiale - Save - Marco Polo Park AliPark Brusutti Marco Polo 2002 Pes.co Parking ParkinGo Verona ufficiale Aeroporti Sistema del Garda Park To Fly ParkinGo Travel Parking/Parcheggio il Sole Parcheggi Low Cost** Bologna ufficiale Sab Abycar* Park To Fly Park to Air ParkinGo Parcheggi Low Cost Pisa ufficiale Sat Europark Paoli Park to Fly Bergamo ufficiale Sacbo Azzurro Fly Park Oriobigpark/Golden Parking Park To Fly ParkinGo Travel Parking Bergamo Parcheggi Low Cost**** Orio Al Serio Parking (Fly Parking Group) leggenda:

1 ora Ç Ç È È È

luglio 2012 1 giorno 3 giorni

7 giorni

1 ora

marzo 2010 1 giorno 3 giorni

4/6 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

18/50 10 9/12 8/13 9 9

54/95 23 23/34 22/37 27 27

69/129 38 40/70 35/70 40 40

1,80/3 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

4/5 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

24/29 15/20 21 17,50/32 11/14 n.d. 18/23 10/12 09/12 09/12 20/25 09/12 09/13* 15/20 10/20 9/12 12/17

45/87 20/25 23 20,50/32 21/28 n.d. 24/30 21/29 21/30 21/30 20/25 25/34 19/25* 17/24 21/45 13/25 26/37

45/203 30/40 27 29/60 32/47 n.d. 34/49 32/50 30/45 30/45 28/40 30/45 29/44* 28/38 32/85 21/35 34/50

3,80/5 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

4/5 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

26/29 17 11/15 n.d. 9/12 15/18 6 11/19 12/16

65/87 51 32/43 n.d. 27/36 34/42 18 32/51 35/47

85/159 75 72/96 n.d. 60/80 64/78 42 72/120 75/92

3,80/3,80 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

22/28 15 11/15 8,70/18,40 9/12 19/21 6 n.d. n.d.

60 45 32/43 26/49,20 27/36 41/45 18 n.d. n.d.

60 75 72/96 57,50/115,70 60/80 80/86 42 n.d. n.d.

3/12 n.d. 4/8 2,5 n.d. n.d.

5/45 5/8 7/10 5 7 7/10

15/43 15/24 17/30 15 15 15/30

35/98 30/51 37/70 30 35 35/60

3/6 n.d. 4/8 2,5 2 n.d.

5/16 5 7/10 5 5 n.d.

15/42 15 17/30 15 15 n.d.

35/94 30 37/70 30 32 n.d.

3/9 n.d. n.d. n.d. n.d.

4/36 11/13 6/8 8/10 7/20

12/69 24/30 18/25 16/22 21/45

25/165 45/59 29/44 28/43 33/75

2 n.d. n.d. n.d. n.d.

4/22 9/11 7/10 7/8 n.d.

8/29 22/33 21/29 15/18 n.d.

24/77 33/50 33/50 28/40 n.d.

n.d. n.d. n.d.

2,9 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

10/22 16 8/11 8/10 8/10 9/20

24/42 19/30 20/30 24/30 20/30 22/45

40/98 35,50/57 32/60 56/70 32/60 33/75

2,2 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

14/22 8/15 9/11 n.d. n.d. n.d.

39/45 20/28 22/33 n.d. n.d. n.d.

87/105 32/53 35/65 n.d. n.d. n.d.

Ç È È

2,5/3 n.d. n.d.

15/30 12 8/11

18/54 21 24/33

42/105 42 56/77

1/2 n.d. n.d.

15/20 7,7 9/12

39/45 23 27/36

56/70 47 63/84

Ç Ç È È È =

3/5 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

8/72 10/12 8/12 8/10 8/9 9/11 9/12 8/10

20/28 18/24 15/21,50 20/30 20/24 20/28 23/35 20/30

19,90/105 30/49 23/42,50 32/60 32/42 35/60 37/69 32/60

2,5 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

8/18 07/09 8/12 9/11 10/13 9/11 n.d. n.d.

9,90/54 18/23 26/36 22/33 24/38 20/28 n.d. n.d.

9,90/126 30/49 48/72 35/66 40/78 35/60 n.d. n.d.

n.d.

Ç Ç = Ç Ç n.d.

Ç Ç = È È È Ç = n.d. n.d. n.d.

Ç Ç = n.d.

= È = n.d. n.d.

Ç Ç = = Ç n.d.

Ç Ç È Ç n.d.

È Ç È

n.d. n.d.

Ç: tariffa in crescita rispetto al 2010 È: tariffa in diminuzione rispetto al 2010 = : tariffa invariata n.d. : rilevazione non disponibile

18/33 10 9/12 08/15 11 n.d.

54/86 23 25/37 20/35 27 n.d.

7 giorni 69/115 35 40/70 46/70 46 n.d.

18/28 28/84 34/168 10/15 20/25 30/40 21 23 27 15,50/23,50 15,50/23,50 28,50/43,50 9/12 21/27 29/45 15/20 17/24 28/41 13/18 21/29 29/45 10/12 21/29 30/45 09/12 21/30 30/45 10/13 23/33 33/50 20/25 20/25 28/40 11/14 25/36 35/52 08/11 16/21 29/42 15/20 17/24 28/38 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

fonte: elaborazione Edifis Intelligence sui dati presenti sui siti internet delle società note: le tariffe considerate sono quelle intere per bassa stagione Dal 01/07 al 31/08 e dal 15/12 al 10/01 tariffe con maggiorazione del 10%

* tariffa applicabile solo su prenotazione e abbinata all'utilizzo della navetta; ** scelta tariffa ordinaria e Vip Parking; *** disponibile solo tariffa web *** tariffa solo ordinaria… **** formula chiavi in mano; ***** tariffa standard; ****** sconti estate -20%

retail&food - settembre 2012 21


Star Trek retail

Destinazione

TrueStar M entre la crisi faceva mordere il freno alla maggioranza delle imprese europee, TrueStar, gruppo italiano leader nel settore della sicurezza e avvolgimento dei bagagli all'interno degli aeroporti, ha vissuto due anni intensi di novità, improntate alla crescita. Infatti, nel dicembre del 2010 l'azienda di Fabio Talin, presidente e ceo dell'azienda con sede legale a Milano, ma operativa a Gallarate (VA), famosa per le sue pellicole verdi che impacchettano i

bagagli dei viaggiatori previdenti, è sbarcata negli Usa, vincendo la gara per la concessione ad operare presso il Miami International Airport (33 milioni di passeggeri nel 2009, uno degli scali più importanti negli Usa). Un colpo da 46 TrueStar point (con 160 operatori), punti servizio dotati di macchine avvolgenti, dove i passeggeri possono acquistare i servizi sia di protezione del proprio bagaglio con il riconoscibile imballo verde, sia di copertura assicurativa in caso di smarrimento, furto e

TrueStar in pillole

Data di nascita Proprietà Sede Management Business Aziende del gruppo Punti servizio del marchio

Fine anni 90 con il nome SecurBag la cui evoluzione è TrueStar Group fondata nel 2008. TrueSoul Italia 75,1% e Fondo Italiano d'Investimento 24,9% Sede legale Milano, sede operativa Gallarate (Va) Presidente e CEO (e fondatore) Fabio Talin Servizi per i passeggeri d'aereo: Avvolgimento e protezione bagali, customer care, assicurazione per colli Una ventina tra quelle controllate direttamente e indirettamente 130 punti servizio in 27 aeroporti in 14 paesi su 4 continenti

22 retail&food - settembre 2012

fonte aziendale

danno delle valige. L'attivismo di Talin, ex pilota d'automobilismo, è continuato l'anno scorso con l'apertura nel giugno 2011 di 2 punti servizio presso l'aeroporto di Palma de Mallorca Son San Joan (15° per traffico in Europa e 3° in Spagna dopo Madrid e Barcellona con i suoi 11,6 milioni di passeggeri nel 2010) e un punto avvolgimento all'aeroporto di Santiago de Compostela con un team di 4 persone, che si aggiungono ai già presidiati Girona e Malaga.

Partner istituzionali per l'ingresso in alta società

Poi, a fine estate del 2011, l'ingresso del Fondo italiano d'investimenti con un investimento complessivo di 10,2 milioni di euro (effettuato con un aumento di capitale, per cui ora il fondo detiene il 24,9% dell'azienda). Il Fii, per fare nomi e cognomi, è il fondo pubblico-privato partecipato da Cassa depositi e prestiti, Ministero dell'Economia, Confindustria, Abi, Mps e Unicredit varato dall'ex ministro Giulio Tremonti per sostenere le Pmi italiane (in tutto circa 190 milioni di euro per una ventina d'aziende partecipate a fine 2011). L'ingresso di un investitore istituzionale come Fii con una strategia non speculativa (permanenza di 12/15 anni con affiancamento finanziario e manageriale) facilita non di poco i piani di crescita di Talin, e nell'immediato ha garantito una maggiore solidità finanziaria per l'azienda lombarda, impegnata nello sforzo di espansione del network. In più questa primavera il gruppo lombardo è entrato nel servizio Elite di Borsa Italiana (Ministero dell'Economia, Abi, Confindustria e Università Bocconi) “per le Pmi che hanno un progetto ambizioso di crescita” e che ragionino nell'orizzonte di medio periodo su un ingresso in Piazza Affari: in tutto una trentina di aziende (di cui 8 partecipate da Fii) con un fatturato che va da una decina di milioni fino, in qualche caso ai 400.


A ottobre dell'anno scorso poi, sistemato il capitale sociale, l'inaugurazione di due TrueStar point con un team di sette persone nell'aeroporto Karol Wojtyla di Bari (3 milioni di passeggeri nel 2010) e uno in quello di Brindisi con in agenda nuove aperture in Brasile e nella Repubblica Domenicana. Operazioni che, nel tempo, hanno portato TrueStar a

essere un gruppo, dove TrueStar dati di blancio consolidato* cifre in MLN di euro l'azienda lombarda con2011 2010 2009 trolla direttamente e indi38 32,17 23,58 rettamente una galassia Ricavi 4,5 5,83 4,82 di quasi una ventina di EBITDA società nei 14 paesi (tra Posizione Finanziaria netta 3,2 -3,3 -3,3 gli altri Italia, Spagna, Utile/perdita del gruppo n.d. 1,855 2,08 Polonia, Singapore, Usa, * fonte aziendale: per il 2011, dati comunicati dall'azienda ancora parziali, per il 2009 bilancio consolidato proforma. Colombia, Brasile, Perù, Brasilia, Bogotà, Santiago del Cile, Cuzco (Perù) fino Cile, Uruguay, Paraguay e Repubblica Domenicana), in all'inaugurazione di Miami (1/3 dei TrueStar point di cui opera, con 615 addetti (assunti in loco), dislocati in tutto il Gruppo). Alla base del successo del marchio 27 aeroporti per un complessivo di 130 punti servizio a ci sono: la (TrueStar) SecurBag film, pellicola verde gestione diretta. che si estende fino al 200%, adattandosi a qualunque In Italia si possono trovare i punti servizio del marchio tipo di bagaglio e pacco, che sopporta gli sbalzi termici lombardo negli scali di Milano Malpensa e Linate, Orio estremi ed è dotata di certificazione Iso 9001; il servizio al Serio, Roma Fiumicino e Ciampino, e per chiudere con di Lost and Found con il sigillo adesivo antiscasso, il le new entry Brindisi e Bari. (TrueStar) SecureBag Label, applicato alla valigia che Quindici anni di bagagli protetti la identifica con un codice e ne facilita localizzazione Le origini del Gruppo risalgono al 1997, quando Talin in caso di smarrimento (oltre al fatto che “è più facile rileva la società di un amico, che operava nell'avvolriconoscere un bagaglio avvolto nel verde” come affergimento dei bagagli attraverso macchine automatima Talin alla stampa) e la possibilità di un'assicurazione che senza addetti, con evidenti problemi di qualità aggiuntiva sullo smarrimento. Del 2004 è l'inauguraziodi servizio. Affiancando personale alle macchine per ne del servizio del customer care per l'assistenza 24 ore impacchettare i colli destinati alle stive degli aerei e su 24 al passeggero, mentre di tre anni dopo è la nascita personalizzando la formula, l'imprenditore veneto inizia del brand TrueStar che riunisce sotto un unico marchio i la scalata. Nasce l'anno dopo la SecureBag Enghenaria servizi offerti al passeggero. Nel 2008 la semplificazione Internacional (in Portogallo), che l'anno successivo societaria, con la nascita in aprile di TrueStar Group tramite le sue controllate italiana SecureBag Italia srl e spa (che si è fusa nel 2009 con efficacia retroattiva con argentina ottiene concessioni per operare negli aeroporSecureBag Italia, concessionaria dei servizi di avvolgiti di Milano Malpensa e Linate, di Buenos Aires (Ezeiza), mento degli aeroporti italiani), la cui maggioranza oggi Cordoba, Mendoza e Bariloce. Nel 2000 la nascita del fa capo a True Soul Italia srl, controllata a sua volta da TrueStar point. Da lì la crescita con una concessione True Soul ltd, società inglese, oltre alla quota di minodietro l'altra con gli aeroporti di mezzo mondo che si ranza di Fii. Il percorso di affermazione del marchio e del servizio non è stato, se si vuol ben vedere, velocissicolorano del verde del cellophane degli imballaggi della mo, sia perché l'azienda si è fatta da sé nel tempo, ma società varesotta: Roma Fiumicino (2002) e Ciampino anche perché come fanno sapere i manager del gruppo, (2008), Bergamo Orio Al Serio (2007), Istanbul, San le statistiche mondiali indicano che chi viaggi con una Paolo, Malaga, Madrid, Lima, Asuncion (Paraguay);

L'intervista Con il Fondo Italiano d'investimenti, TrueStar può prendere il volo Intervista a Fabio Talin, presidente e AD di TrueStar Group Dopo l'ingresso di Fondo italiano d'investimenti in True Star, quali sono i piani aziendali nel prossimo triennio? Il Fondo italiano d’investimento detiene il 24,9% del nostro capitale e il suo intervento è finalizzato a supportarci in un percorso di crescita, sia per linee interne che esterne, che potranno consentire a TrueStar di integrare la propria offerta, consolidando la nostra posizione di leadership mondiale in un ambito sempre più sensibile come quello della sicurezza dei bagagli. Siamo particolarmente orgogliosi di poter contare su un socio quale il Fondo Italiano di Investimento, nato su iniziativa del ministero dell'Economia e delle Finanze, oltre che delle maggiori banche italiane e associazioni di categoria, che ha creduto nel nostro progetto di business. Poter contare su un partner istituzionale, dinamico e importante quale è il Fondo Italiano ci permetterà di acquisire ancora più visibilità e trasparenza presso la comunità internazionale, oltre che supportarci nell’ulteriore ampliamento della nostra offerta presso i principali aeroporti nel mondo. Quali sono gli obiettivi principali per l'Italia? Anche in Italia, così come a livello internazionale, puntiamo a consolidare la nostra posizione di leadership nel servizio di avvolgimento e protezione dei bagagli attraverso sia il continuo miglioramento e perfezionamento tecnico del servizio offerto, in modo da incrementare l’efficienza dei punti vendita ed il servizio al cliente, sia attraverso lo sviluppo di una rete che ci consenta di avere una distribuzione capillare sul territorio

nazionale dove siamo già presenti in 7 aeroporti con 34 punti vendita. Per l’Italia, inoltre, il 2012 è per noi un anno particolarmente significativo. Crediamo molto nel nostro Paese, come dimostrato dalla nostra recente decisione di aumentare il personale diretto in Italia. Nel 2012 infatti sono già stati assunti da TrueStar Group oltre 110 lavoratori, in buona parte di età inferiore ai 35 anni. Ritengo che in un contesto macro economico come quello attuale, con particolare riguardo ai tassi di disoccupazione giovanile, le assunzioni e le prospettive offerte dal nostro gruppo oltre a non essere una cosa frequente di questi tempi, consentono di guardare al futuro con fiducia e ottimismo. Quali sono gli aeroporti target per le location dei vostri punti servizio? TrueStar opera attualmente in 27 aeroporti con oltre 130 punti vendita dislocati tra Italia, Spagna, Polonia, Turchia, Uruguay, Brasile, Cile, Paraguay, Colombia e Perù, cui si aggiungono altre importanti concessioni che ci siamo aggiudicati negli ultimi anni tra cui si ricordano Singapore, Miami e Palma di Maiorca. Nostro obiettivo sarà continuare a sviluppare le nostre strategie commerciali e stiamo rinnovando macchinari e “concept” nei nostri TrueStar Point. Anche grazie alle risorse assicurate dall’ingresso del FII intendiamo ampliare l’offerta nei principali aeroporti del mondo con particolare attenzione ad Est. Stiamo partecipando a molte gare importati con l’obiettivo di entrare in nuovi aeroporti dagli Usa - dove l’avvio delle attività nell’aeroporto di Miami ha rappresentato una forte accelerazione in un mercato dalle grandissime potenzialità – all’Oriente.

retail&food - settembre 2012 23


Star Trek retail

valigia per un periodo più lungo di una settimana parte ogni 9 mesi: in media si può dire che il potenziale cliente avvolge il proprio bagaglio dopo 3 o 4 volte che passa davanti a un punto servizio, per un lasso di tempo totale di più di 3 anni. Il processo di conoscenza del marchio e del prodotto da parte del cliente è quindi lungo, anche perché non quotidiano e per questo è necessaria la garanzia di qualità per la fidelizzazione del cliente. In più l'inserimento di un nuovo operatore in una realtà molto settorializzata come quella degli aeroporti non è cosa semplice, anche se la trasformazione degli scali negli ultimi anni in luoghi di transito dotati di sempre più servizi commerciali, può avere semplificato l'apertura a operatori nuovi. Oggi il management fa sapere che 12/13 mila clienti al giorno utilizzano i servizi del Gruppo di Gallarate, per complessivamente 4,5 milioni all'anno.

Cresce il giro d'affari e Fii mette in sicurezza Talin

Infine quest'anno a creare qualche problema la bufera (finita anche su qualche giornale nazionale) della Solutions Team, la cooperativa con cui True Star aveva un contratto di "associazione di partecipazione" per la gestione del personale degli aeroporti, che a gennaio ha smesso di versare lo stipendio ai dipendenti. Vicenda risolta, secondo quanto dichiara lo stesso AD del gruppo alla stampa, con l'assunzione di un centinaio di addetti da parte della sua società. Se poi diamo un occhio ai bilanci consolidati del gruppo (sul 2011 l'azienda ci comunica dati ancora parziali) risulta evidente che il giro d'affari è in crescita negli ultimi tre anni. Il consolidato (pro forma) del 2009 segna 29,5 milioni di euro, l'anno

24 retail&food - settembre 2012

dopo si arriva a 32, per arrivare ai 38 dell'anno scorso. Non va così bene per l'Ebitda che si ferma lo scorso esercizio a 4,5 milioni, dopo aver toccato i 5,8 nel 2010 (erano quasi 4,4 l'anno prima): un rallentamento pare dovuto agli importanti costi per lo sviluppo tecnologico e di mercato del network. Di fatto salta all'occhio la situazione finanziaria netta che al dicembre 2011 risulta positiva per 3,2 milioni, decisamente meglio rispetto ai dodici mesi precedenti, quando era negativa per 3,3 milioni (più o meno la stessa dell'anno prima). In questo senso l'ingresso di Fii è stato un vero e proprio toccasana per le finanze e per la disponibilità di cassa dell'azienda di Talin, che investendo molto nell'espansione gli anni precedenti aveva raggiunto un importante livello di indebitamento con gli istituti bancari (tra cui anche MPS e Unicredit, soci di Fii). I debiti correnti verso banche

erano infatti aumentati a quasi 3,8 milioni nel 2010 a fronte dei 2,4 del bilancio prima, mentre quelli non correnti verso banche rimanevano più o meno stabili sui 2,3/2,5 milioni. A breve, poi, si potranno avere maggiori dettagli sui risultati, che nei due anni precedenti hanno mantenuto la tradizione di un utile consistente per la gioia dei soci: 1,8 milioni nel 2010 e quasi 2,1 l'esercizio precedente. Insomma, carburante nell'aereo è stato messo e il bagaglio nella stiva sembra in sicurezza: Talin può dormire sonni tranquilli e dedicarsi, con le spalle coperte sia dal punto di vista finanziario che istituzionale da un peso massimo come Fii, a implementare il network con concessioni anche nell'Est, sempre più il mercato dei trasporti non solo del futuro, ma anche del presente. David Montorsi



prima pietra

Verona Porta Sud:

l’arena dello shopping Presentato per la prima volta a Eire, il progetto commercializzato da Larry Smith e da ICC abbina i grandi numeri a una location urbana. La gla sarà di circa 40mila mq per un totale di 125 negozi. Sostanziali interventi saranno apportati alla viabilità, facendo lievitare l’investimento a quasi 200 milioni di euro

è

già difficile immaginare un centro commerciale a un chilometro da piazza Bra e dall’Arena di Verona. Lo stesso potremmo dire citando gli appena 400 metri dalla principale stazione ferroviaria. Tuttavia, oltre alla particolare location, a distinguere il progetto Verona Porta Sud è la sua dimensione, studiata per ottimizzare gli spazi e soprattutto per battere la concorrenza di centri commerciali storici, ma posizionati al di fuori della cintura cittadina.

26 retail&food - settembre 2012

Nella presentazione avvenuta durante la scorsa edizione di Eire abbiamo annotato ben 40mila mq di gla con oltre 120 negozi, sette medie superfici, ristorazione e intrattenimento strutturati in food court e multisala. L’iniziativa retail real estate in oggetto vede protagonista nell’attività di leasing Larry Smith, in collaborazione con Italiana Centri Commerciali, mentre nel ruolo di developer troviamo la società di scopo Verona Porta Sud spa, che a

sua volta conta la partecipazione di tre imprenditori locali: Brendolan del gruppo IperFamila e la coppia di costruttori Lonardi e Mazzi. Questo “gruppo” è da anni proprietario dell’area e sta seguendo la messa a punto dei dettagli. Tutte le informazioni a nostra disposizione ci sono state fornite dall’amministratore delegato di Larry Smith, Corrado Vismara, che abbiamo incontrato in occasione della kermesse meneghina.

In attesa di conoscere, solo nei prossimi mesi, i particolari sull’offerta commerciale, è interessante fare un passo indietro e capire l’iter che ha riguardato il progetto tra le fine del 2011 e i primi mesi del 2012, quando si è manifestato l’interessamento, in qualità di potenziale acquirente, di Eurocommercial Properties. «Oggi i progetti si plasmano su misura dei probabili investitori finali – ha spiegato Vismara –. Questa iniziativa ha ottenuto una concessione edilizia nel


Indice di innovazione Architetto, Gerardo Sannella Architetto MYGG Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca Redazione r&f (Andrea Penazzi)

novembre del 2011, prima del Mapic, ma l’arrivo di un possibile investitore del calibro di Eurocommercial Properties ha fatto sì che si prendessero sei mesi di tempo per alzare notevolmente il livello qualitativo dell’architettura. Ad esempio: in virtù degli accorgimenti apportati dagli architetti di Eurocommercial Properties le vetrine del secondo livello sono state concepite con un’altezza di otto metri. Siamo passati quindi dal modello tipico di negozio da 4,5 metri a una soluzione quasi raddoppiata per ottenere un effetto visivo di ampio respiro. Anche gli interni sono di grande qualità. Sul fronte dell’impatto ambientale abbiamo voluto assecondare le richieste del comune, per cui sarà realizzato il tetto verde». Verona Porta Sud si è presentata quindi a Eire in veste nuova, con la firma dello studio londinese DunnettCraven, che ha curato in Italia l’ampliamento del Carosello di Carugate (Mi). L’avvio del cantiere è previsto entro la fine del 2012, mentre l’importo per rea-

Il progetto in pillole Apertura prevista Inizio dei lavori Investimento Promotore Commercializzazione Progettazione Località Localizzazione Tipologia Gla Parcheggi Livelli commerciali Medie superfici Unità ristorazione Totale unità unità (piccole, medie e grandi superfici)

N.d. Fine 2012 Quasi 200 milioni di euro Verona Porta Sud spa Larry Smith italia – ICC Italiana Centri Commerciali DunnettCraven Verona Urbana Centro commerciale 40.000 mq 2200 posti auto 2 7 N.d. 125

6,5 7 6 5 8

lizzare l’opera e gli interventi di viabilità annessi è stimato sui 200 milioni di euro. Di fianco al futuro centro commerciale sorgeranno, in un lotto indipendente e con ingresso dedicato, due torri a destinazione direzionale.

Location storica, viabilità da rifare

Verona Porta Sud è compreso tra la città storica e la zona di espansione nella fascia sud. In particolare si inserisce nel sito dell’ex cartiera di Verona: un’area completamente bonificata dove persiste una piccola testimonianza di archeologia industriale, che verrà integrata nel progetto finale. «Ci sono voluti 18 anni perché la città di Verona metabolizzasse l’idea di avere all’interno del tessuto urbano un complesso commerciale. Nel frattempo sono nati gli shopping center attorno alla cintura», ha commentato

Vismara. Cartina alla mano, Verona Porta Sud disterà poco più di un chilometro da piazza Brà, quindi dall’Arena, e circa 400 metri dalla stazione di Porta Nuova, destinata a ospitare l’alta velocità. L’asse di collegamento al complesso è il sistema dei bastioni, che gira attorno al centro storico. Tuttavia sono previsti forti interventi sulla viabilità, come si evince dalla brochure, che permetteranno l’ingresso al centro su più lati e un flusso di autoveicoli più agevole anche in aree abbastanza distanti. Nel nuovo sistema di strade sono incluse alcune rotonde. «L’accessibilità è un tema su cui verranno stanziati forti investimenti: ci sarà un ingresso diretto sul lotto e un altro arriverà frontalmente, più altri. Il promotore

andrà a sistemare zone talvolta distanti dal sito per raccogliere il traffico che gira attorno alla città, sviluppata tutta in un versante, sull’asse che porta verso l’esterno». Arrivando finalmente ai numeri, la società di commercializzazione ha indicato in oltre 220mila i residenti compresi nei dieci minuti di spostamento in automobile. A questi si aggiunge il potenziale bacino di turisti che gravitano a Verona, calcolato in tre milioni di persone all’anno. La posizione urbana di Verona Porta Sud le ha valso sulla brochure il claim “Shopping in città”.

Retail e tanto altro

«Annunciamo qui (a Eire, ndr) l’avvio della commercializzazione, l’obiettivo è di avere i brand top». Nessun nome, per ora, ma i retailer sono avvisati. Il posizionamento del progetto vuole essere

retail&food - settembre 2012 27


prima pietra

I centri commerciali presenti nel territorio

di livello medio alto, come ha espressamente detto l’amministratore delegato di Larry Smith. Le unità da allocare sono circa 125, distribuite su due piani: il quarto e il quinto del complesso. I tre sottostanti sono adibiti a parcheggio, con una portata di 2.200 posti auto. Il livello cinque ospita anche, nella parte mezzanino, spazi adibiti a uffici e intrattenimento. Il progetto si completa con il terrazzo a prato. Osservando la planimetria, l’ancora alimentare si trova al livello quattro, insieme ad altre quattro medie superfici e un’ampia sezione di negozi a corollario. Al livello cinque sono previste le restanti tre medie superfici e tutta l’offerta di ristorazione. «Attorno alla città sorgono dei centri commerciali storici di prima generazione – ha voluto precisare Vismara – . Questo è un salto nella terza generazione dove si integrano retail, soluzioni per il tempo libero come il multisala e una foodcourt. Puntiamo ad avere il meglio nel campo Inquadramento Territoriale

dell’informatica, dell’elettronica, del department store. Non ci accontentiamo dei mega store e quindi dei grandi specialisti. Ovviamente daremo particolare attenzione all’abbigliamento, segmento che segna il posizionamento del progetto».

Fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it

Analisi di bacino

Il bacino di attrazione dei 20 minuti con percorrenza automobilistica, autostrade e traffico medio, comprende unicamente comuni della provincia di Verona, quindi sono particolarmente significativi i dati provinciali, su cui si focalizza l’analisi. Player per le fasce isocrone della localizzazione (Accesibilità: 20 minuti, con autostrade, traffico medio)

Fasce Isocrone

Format

Insegna

Prov.

Comune

Superficie (mq)

Distanza (minuti)

40.000

12,9

Via Borgo Bello 32 - Loc. Dossobuono

9.000

13,2

S.S. 11 ang. Localita' Ferlina

20.623

13,8

17.000

13,8

31.200

14,9

14.450

14,9

Indirizzo

00' - 05' –

05' - 10'

10' - 15'

SAN GIOVANNI LUPATOTO VILLAFRANCA DI VERONA BUSSOLENGO

Via Monte Cristallo 2

Centro Commerciale

VERONA UNO

VR

Centro Commerciale

IPERFAMILA

VR

Centro Commerciale

AUCHAN

VR

Parco Commerciale

RETAIL PARK

VR

Centro Commerciale

LE CORTI VENETE

VR

Centro Commerciale

VERONA EST

VR

BUSSOLENGO Localita' Ferlina ang. Via del Lavoro SAN MARTINO BUON Viale del Commercio 1 ALBERGO SAN MARTINO BUON Viale del Lavoro 47/A ALBERGO

Centro Commerciale

IL SOLE

VR

SOMMACAMPAGNA Via Osteria Grande 49

7.500

15,8

Centro Commerciale

LA GRANDE MELA

VR

SONA

Via Trentino 1 - Loc. Lugagnano

52.000

16,1

Centro Commerciale

GALLERY SHOPPING CENTER

VR

BUSSOLENGO

Via dell'Oca Bianca 1

5.000

18,4

15' - 20'

28 retail&food - settembre 2012

Tutti i dettagli sono forniti come sempre da Sincron-Inova. Dal punto di vista della composizione socio-demografica della popolazione possiamo notare valori in linea con quelli nazionali, se si esclude una maggior percentuale di stranieri a livello sia comunale che provinciale, pari al 13,4% e all’11% rispetto al 7% del Belpaese. Riguardo ai dati socio-economici si nota una maggior percentuale di forze lavoro e una minor percentuale di non forze lavoro. Il tasso di disoccupazione è minore della media italiana (4,7% rispetto all’8,4%). Di conseguenza i Numeri indice di Reddito (Nir) e di Consumo (Nic) sono maggiori, indicando capacità di generare reddito e di spesa aumentate rispettivamente del 16% a livello provinciale e del 32% a livello comunale, con dati assoluti che si posizionano rispettivamente al 20% e 30 per cento. Nel bacino troviamo nove strutture suddivise in un parco commerciale e otto centri commerciali tradizionali. Di questi quattro sono di piccole dimensioni (tra i 5.000 e i 19.999 mq di gla), due di medie dimensioni (tra i 20.000 e i 39.999 mq di gla) e altrettanti di grandi dimensioni (tra i 40.000 e i 79.999 mq di gla). Quest’ultimi sono Verona Uno e La Grande Mela. Un’offerta diversificata, quindi, ma va evidenziato come tutte le strutture si trovino a una distanza superiore ai 12 minuti di automobile. A. P.


retail&food - settembre 2012 29


taglio nastro

La seconda vita di

La Cartiera

ne “Cinema sotto le stelle”, dove la scalinata è pensata come anfiteatro con posti a sedere per godersi i film proiettati gratuitamente per i clienti del centro. Oltre 2.100 sono i posti auto tra il pian terreno e il primo piano, collegati con ascensori e scale mobili. Ottima è anche l’accessibilità pedonale: collocata nella parte orientale del comune di Pompei, la struttura è raggiungibile a piedi dal Santuario, percorrendo via Roma, piazza Bartolo Longo, via Duca D’Aosta e, infine, via Astolelle. L’investimento complessivo ha raggiunto così i 100 milioni di euro, garantendo 600 nuovi posti di lavoro, compresi gli ex dipendenti di Aticarta.

Con i suoi 120 negozi in 30.5000 mq di gla, il nuovo centro commerciale di Pompei si pone come punto di riferimento per lo shopping della zona. Di grande valore è anche la riqualificazione dell’area, che restituisce alla città un luogo da vivere Pompei – È il primo centro commerciale giungendo dalla Costiera sorrentina e amalfitana, visibile dall’autostrada come pubblicità permanente per i viaggiatori, che possono ammirarne la struttura, ma anche leggere i marchi più importanti sulla facciata. Un biglietto da visita impagabile per La Cartiera; non a caso in poco più di un mese dall’inaugurazione il centro ha già raggiunto un milione di visitatori, con dati di affluenza in crescita. Moderna, sebbene con un cuore antico, la struttura è nata dalle ceneri dell’ex cartiera Aticarta di Pompei, riadattando e lasciando visibili le componenti industriali di maggior pregio come l’alto serbatoio di colla, che oggi fa da totem per il logo del centro. Tutto ciò senza rinunciare alla modernità, con soluzioni mirate a soddisfare le esigenze di un complesso con tutt’altra destinazione d’uso. Voluto e realizzato da Coopsette soc Coop e

30 retail&food - settembre 2012

Offerta da grandi numeri

I due anni di lavoro intenso hanno dato vita a un complesso innovativo, riqualificando l’area industriale, con un risultato di 30.500 mq di superficie lorda affittabile

Il progetto in pillole apertura Investimento complessivo Promotore commercializzatore Progettazione

Fingiochi Spa attraverso la località propria controllata Fergos Localizzazione srl, il progetto è stato reaTipologia lizzato dallo studio Corvino GLA e Multari in collaborazione parcheggi con Design International di medie-superfici Londra, mentre la commerunità ristorazione totale unità cializzazione è stata curata àncora commerciale da CBRE e da Real Estate di Caserta. Quest’ultima è anche la società di gestione. Ottimo il risultato per il centro che ha aperto in full rent, con 115 negozi, area ristorazione, una ludoteca e il parco che conferisce a La Cartiera anche un’opportunità in più per il tempo libero. Soprattutto in questo periodo in cui lo spazio esterno è utilizzato per la programmazio-

13 giugno 2012 100 milioni di euro Fergos srl (Coopsette- Fingiochi) Sogeprim Real Estate/ CBRE Corvino e Multari (Interior & Lighting Design: Design International) Pompei (Na) Extraurbana Centro commerciale 30.500 mq 2.100 10 11 115 Conad Superstore di 3.500 mq

dislocata su due livelli, 120 unità totali, di cui 10 medie superfici, 11 punti di ristorazione tra bar, ristoranti e ludoteca in un‘area dedicata a ridosso del parco. L’àncora alimentare è un superstore Conad di 3.500 mq: una soluzione che bilancia profondità di allestimento e


CoMMENTO Struttura e design Accesso e parcheggio

VALUTAZIONE

Innovativi e di pregio in una ex struttura industriale



Migliorabili le indicazioni dall'uscita autostradale, più facile il tragitto dal centro paese. Parcheggio buono

Offerta commerciale I top brand ci sono tutti, o quasi

 

Spazi comuni Aree luminose e parco esterno per attività ludiche  e attrattive indice valutazione a cura di r&f:

 = migliorabile  = sufficiente = apprezzabile  = molto buono  = ottimo

Indice di innovazione Architetto, Gerardo Sannella Architetto MYGG Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca Redazione r&f superficie non troppo estesa. Il traino hi-tech è Media World, mentre le altre medie superfici portano insegna Toys, H&M, Tata Italia, Scarpamondo, Conbipel, Piazza Italia, Alcott, Grillo Sport e Artecasa. A corollario si contano altri 91 negozi, tra cui i marchi Motivi, Artigli, Murphy&Nye, Robe di Kappa, Miss Sixty/Energie, Harmont&Blaine Jeans, Camicissima, Cannella, Marella, Persona, Yamamay, Adidas, Primigi, Timberland, Tezenis, Superga, Geox, Melluso, Carpisa, Foot Locker e tanti altri per un’offerta varia e di tendenza. Oltre a Media World per elettronica e telefonia ci sono i negozi Game stop, 3 Store, Tim, Vodafone, Wind e R-Store. Nel complesso tutti i marchi, anche quelli con superfici meno ampie, godono di un’ottima visibilità e facile fruizione in un ambiente che risulta aperto e luminoso, con vetrine curate dislocate tra i due corridoi del primo piano o nelle piazze tra il pian terreno e il primo piano. Bravura ed esperienza degli architetti che prima di tutto hanno privilegiato la luce e i colori a contrasto come fattori dominanti di tutto il progetto, utilizzando nuovi materiali e tecnologie innovative. Sugli esterni, ad esempio, si rispecchia la luminosità del luogo, grazie ai pannelli del rivestimento, che riflettono le sfumature del cielo, mentre negli interni le ampie vetrate, la luce naturale delle piazze, le forme ellittiche dei soffitti, l’effetto cangiante che riflette il pavimento e le colorazioni diverse delle illuminazioni, donano una sensazione di apertura. L’area ristorazione, la food court di circa 2.000 mq con ristoranti tipici, eccellenze locali e apertura sul parco pubblico progettato per accogliere anche eventi e spettacoli,

7,5 7,5 7 7,5 8

comprende 11 realtà tra bar, fast food e ristoranti, per un intrattenimento 7 giorni su 7 e orario continuato fino alle 24 nel fine settimana. Gettonatissima la pasticceria De Vivo, un nome a Pompei, per la gelateria e i dolci tipici campani, come anche Farinella per la pizzeria, ma non mancano altre specialità negli altri punti di ristorazione, tra cui In Caffe, Lavazza, Rossosapore, Cibiamo, McDonald’s, Gold Blond, Old Wild West, Spizzè e Il bello del Caffè, che possono usufruire della zona tavolini in comune ampia e accogliente, illuminata da luce naturale grazie a una grande vetrata ellittica sul soffitto. La galleria, a differenza del food, è aperta con orario continuato fino alle 21. L’area è elegante e confortevole, adatta a famiglie con bambini, grazie anche alla ludoteca e lo sfogo del parco pensato soprattutto per il loro intrattenimento. E con il maxischermo si allarga l’età di interesse ludico a tutti i target, invogliati dall’offerta gastronomica che spazia da pizze a gelati artigianali a varietà di birre e ottima rosticceria.

Struttura tra passato e presente

Nello sviluppo del nuovo centro commerciale, particolare attenzione è stata riservata all’impatto ambientale. In primis al tema del risparmio energetico, grazie all’inserimento sulla copertura di rivestimenti capaci di fornire energia pulita. Un occhio di riguardo è stato posto anche allo smaltimento dei rifiuti, con un sistema interno autonomo per la raccolta differenziata. Questo accorgimento è in sintonia con la politica di sensibilizzazione del Comune di

Pompei. Non manca inoltre una componente culturale, realizzata attraverso la mostra permanente, allestita nel parco, con pannelli che raccontano il luogo e la storia dell’insediamento Aticarta, fino ai suoi ultimi giorni, per lasciare il testimone al centro commerciale. La mostra parte dalle caratteristiche morfologiche del sito, passando allo sviluppo dell’insediamento industriale, fino all’abbandono e alla nascita della nuova realtà. Il parco è un polmone verde da vivere tutta la giornata, adatto anche allo svago dei più piccoli con giochi sia tradizionali che particolari per i bambini più curiosi. La cura per gli ambienti è evidente, alberi di limoni e di arance caratterizzano i corridoi, che si presentano come serre moderne, illuminate dagli ampi lucernai del soffitto, di forma e dinamicità interessante, che filtrano brillante luce naturale. I materiali e l’arredo sono curati, i pavimenti articolati, i negozi ben suddivisi e pensati per un itinerario di immediata fruizione. Il progetto nel complesso risulta innovativo e di grande qualità, un esempio di buona architettura, sia per la riqualificazione di un’area industriale dismessa di cui sono stati recuperati i volumi più interessanti, ma anche perché ben inserita nel contesto urbano, e per la cura dei particolari, dalle finiture ai materiali, alle soluzioni estetiche, come la copertura che in sintonia con il precedente ruolo del sito rimanda a un grande foglio di carta srotolato. Un centro di ritrovo e di svago per tutta la cittadinanza, non necessariamente interessata allo shopping, con qualità estetica, servizi e spazi comuni facilmente vivibili. Annalisa Tirrito

retail&food - settembre 2012 31



Il progetto

Una nuova classificazione per i Centri commerciali A inizio primavera la redazione di r&f ha attivato un tavolo di lavoro con le più importanti aziende di gestione, per definire nuovi criteri da includere in una futura mappatura e classificazione dei centri commerciali in Italia. Destinatari: retailer, commercializzatori, investitori e i gestori stessi. Il progetto prevede la pubblicazione del primo report a fine 2012

L

'input è arrivato dalla nuova generazione di manager attivi nei centri commerciali, lo staff di redazione di r&f e della nostra casa editrice, Edifis, sta lavorando per tradurlo in uno strumento di lavoro utile per conoscere meglio il mercato dei centri commerciali. I contorni attorno ai quali stiamo procedendo dalla scorsa primavera sono quelli della mappatura di servizi, di caratteristiche commerciali, architettoniche e di bacino di utenza che caratterizzano i singoli shopping center. Presi in considerazione e ponderati attraverso tavoli di lavoro con le principali aziende. L'obiettivo finale è la stesura di una classificazione, organizzata per fasce, che possa includere un ampio campione di centri. Determinante, in questo senso, sarà la risposta delle società di gestione, già oggi coinvolte in buona parte tra le fila del progetto. Ci auguriamo che il residuale scetticismo possa lasciare spazio alla volontà di compartecipazione; tutti gli operatori attivi nella gestione sono invitati infatti a dare il proprio contribuito, anche in un secondo momento, senza preclusioni. Non manca e non mancherà il parere dei retailer, chiamati a esprimersi sui valori dei parametri presi in considerazione, in quanto primi destinatari di questa iniziativa. I tempi per centrare l'obiettivo sono relativamente stretti: entro la fine del 2012 la prima pubblicazione e a seguire un planning di due output annuali. Verosimilmente ogni sei mesi, uno a fine anno e l'altro a cavallo tra il primo e il secondo semestre. In sintesi questo progetto può essere definito come un'operazione di trasparenza messa in atto da alcuni player del mercato, motivati da un contesto sempre più complesso e competitivo. Non c'è da stupirsi, d'altronde, se con il crescere di dimensione e d'offerta sia sorta la necessita di allargare la prospettiva di analisi dei centri commerciali. E crediamo che la crisi economica abbia spinto ulteriormente in questa direzione. Gla (Gross Leasable Area) e numero di negozi rimangono dati imprescindibili, ma trascurare la ristorazione, l'intrattenimento e i servizi, piuttosto che il bacino

di utenza, l'accessibilità e la struttura, appare ormai anacronistico. Nel solco quindi della trasparenza, puntando sulla buona fede di tutte le figure coinvolte, ci impegniamo a raccogliere i dati, a elaborarli e a presentarveli con soluzioni sia accorpate, nella formula del ranking, sia disaggregate, alla stregua di una mappatura. L’intendimento di questo “cantiere di lavoro” non è quello di volersi sostituire alla preziosa attività portata avanti dalle associazioni di categoria e nemmeno ai consulenti che sono in grado di elaborare analisi approfondite e mirate. Nemmeno riteniamo, e ci stupiremmo del contrario, che questo strumento possa ritenersi esaustivo per la compilazione di un planning di aperture da parte di un retailer. Riteniamo utile, però, il contributo che la stampa di settore può dare a questo mercato anche in questo modo. Idee e spirito critico sono alla base del nostro mestiere, non meravigliatevi perciò se i risultati di questa classificazione potranno scardinare delle posizioni consolidate. Anzi, a volte mettere in discussione concetti considerati delle verità inviolabili può rivelarsi un valido stimolo al miglioramento. Per ricevere informazioni o aderire al progetto: info@retailfood.it

retail&food - settembre 2012 33


dossier aeroporti

Alghero

quadruplica e cerca Alghero – Se gli aeroporti sono il biglietto da visita di un territorio, quello di Alghero non ha reso fin qui giustizia a una perla del turismo – e non solo – italiano. Ora da scatolone vuoto e vetusto lo scalo si avvia ad aggiornarsi dal punto di vista strutturale e delle attività commerciali, anche per portare risorse quanto mai necessarie per la società di gestione. Due numeri dicono bene cosa bolle in pentola: i metri quadrati delle attività commerciali prima dei controlli di sicurezza passeranno entro la primavera 2013 dai 584 del 2011 a 2.461, mentre quelli dopo i controlli balzeranno da 97 a 602. Lo sbilanciamento dell’offerta nel landside è piuttosto controcorrente, ma ciò che conta è il quadruplicamento degli spazi commerciali, che andranno riempiti. Per questo i retailer sono invitati a farsi avanti. Fino allo scorso anno si contavano due bar (di cui nessuno dopo i controlli), qualche autonoleggio e poco più. Tra meno di un anno si passerà a 11 punti vendita f&b e retail più 10 spazi per servizi a passeggeri nel landside e a 7 locali e negozi più 4 servizi nell’airside. È quanto prevede il piano di merchindising di Sogeaal, la società di gestione dell’aeroporto nel nord ovest della Sardegna, di cui retail&food ha potuto visionare in anteprima ed esclusiva una versione provvisoria. A illustrarcelo è stato Raffaele Ciaravola, direttore commerciale dello scalo. Assieme al direttore generale di Sogeaal, Mario Peralda, ci ha accompagnato in un giro

Raffaele Ciaravola 34 34 retail&food - settembre 2012

retailer

Il nuovo corso dello scalo sardo entra nel vivo: le attività commerciali, servizi compresi, stanno passando da 681 a 3.063 metri quadrati, con opportunità in varie tipologie merceologiche. Entro la prossima estate l’aeroporto avrà una nuova veste, finalmente moderna del terminal.

Il futuro prossimo

Andiamo subito al cuore del progetto di sviluppo commerciale. Le figure 1, 2 e 4 mostrano una descrizione del futuro prossimo dello scalo: nel landside ci sarà una grande food court, più uno spazio bar open air da 400 metri quadrati. Un corridoio ospiterà una serie di attività retail. Il colpo d’occhio sarà simile a quello che si può vedere nel rendering in pagina, elaborato dallo studio di architettura Chapman Taylor. Le attività di rent-a-car saranno spostate in un’altra zona, nei pressi di una nuova sala convegni. Un corridoio che porta all’area check-in ospiterà (anzi, ha da poco cominciato a ospitare) altre attività commerciali. L’area check-in stessa sarà ridotta: pur essendo recente è di grandezza spropositata, considerando anche l’alto numero di voli di Ryanair, effettuati praticamente tutti con check-in online. In compenso sarà ampliato l’airside, le cui attività commerciali saliranno di cinque volte rispetto alle attuali in termini di metri quadrati. Nella figura 1 si trova l’elenco completo di tutte le attività previste dal merchandising plan.

A parte il food (per il quale si rimanda al box nella pagina seguente) si fanno notare un punto vendita di travel retail e prodotti tipici da 90 mq, che opererà in sinergia con un piccolo negozio dedicato all’artigianato. Una libreria (dovrebbe rimanere Giunti), un negozio di abbigliamento, uno di camiceria/pelletteria/ accessori, una parafarmacia abbinata a un’ottica, uno shop di intimo, uno di giochi e/o abbigliamento bimbi e uno dedicato alla cosmesi o alla valigeria compongono la futura offerta di retail nel landside. Dopo i controlli di sicurezza, invece, ci sono l’offerta food (vedi ancora il box) e un multistore da 200 mq sinergico con un punto vendita più piccolo di travel retail e prodotti tipici. Si andranno ad affiancare all’attuale libreria Giunti, a un punto vendita di prodotti tipici sardi (Kokkos, aperto nel 2011) e a un distributore automatico. Ci sono poi diversi spazi per servizi, di cui 70 mq saranno dedicati a spazi espositivi per fashion o in alternativa a un temporary shop o a una vip lounge. I retailer interessati si possono fare avanti con una manifestazione d’interesse privata fin da subito, mentre in futuro sono in previsione da parte della società di gestione inviti a manifestazioni d’interes-

se pubbliche. Alcune linee guida che guideranno lo sviluppo commerciale sono: lo studio dei flussi di passeggeri, anche attraverso logiche “walk through”; un giusto bilanciamento tra soggetti locali e più affidabili partner industriali; un’offerta che valorizzi il Made in Italy, per attrarre il 35% di passeggeri stranieri; una proposta in linea con il profilo dei passeggeri, che per l’80% si muove per piacere e non per affari; una differenziazione delle proposte tra landside e airside, dato che i comportamenti d’acquisto – anche da parte delle stesse persone – sono diversi nelle due zone. Nel piano di merchandising è anche stato stilato un profilo del passeggero: nel 32% dei casi è straniero (nel 2012 la quota arriverà al 35%); ha un’età media di 40 anni; nel 45% dei casi è laureato e nel 49% diplomato; nell’81% dei casi ha un’occupazione; passa in media dentro lo scalo un’ora e 55 minuti.

Grado zero e fase intermedia

«Mi sono sempre occupato di iniziative start up, e questa è una di queste» ci racconta Ciaravola mentre lo incontriamo di fronte al nuovo Air Café di


Servair Airchef arriva e raddoppia Il primo giugno scorso ha iniziato l’attività nello scalo di Alghero Servair Airchef, società che cura l’inflight catering nei 22 principali aeroporti italiani e la ristorazione commerciale in altri cinque (più i due di Milano, dove ha una quota maggioritaria in Sea Services). È entrata acquistando da un operatore locale il ramo d’azienda relativo a due attività nel terminal sardo. È diventata quindi l’operatore unico di food&beverage, con una sub concessione che durerà fino al 2016, eventualmente rinnovabile per altri sei anni. Il precedente operatore aveva due bar, entrambi prima dei controlli di sicurezza, uno dei quali si chiamava semplicemente “Bar Tabacchi”, con scritta nera su sfondo bianco e layout antiquato. Il principale è stato completamente ristrutturato da Servair Airchef e ora ha un’offerta di caffetteria, panini e pizza al trancio, con insegna Air Café. Su uno spazio antistante ci sono tavolini, sopra un laminato di legno con effetto parquet. L’investimento necessario per la sistemazione è stato di circa 140mila euro. Il secondo bar nel landside è stato invece trasformato in un tabaccaio, gestito da un locale. Servair ha invece installato il secondo bar dopo i controlli di sicurezza, area dove prima non c’era ristorazione. Al momento della visita, lo scorso 16 luglio, si stavano concludendo i preparativi e si prevedeva l’apertura del locale entro il

Servair Airchef, aperto il primo giugno scorso. Tutto è infatti cambiato negli ultimi anni. Il passato è un argomento di cui nessuno ha molta voglia di parlare presso la Sogeaal. Parla chiaro, invece, il bilancio 2010, stilato da dirigenti che nel corso di quell’anno hanno sostituito il management precedente, dopo una perdita di oltre 10 milioni di euro nel 2009. Il 2010, vi si legge, «può essere considerato di start up dopo l’azzeramento del pregresso impianto manageriale, al quale sono imputabili una carente pianificazione strategica e gravi lacune gestionali». Se gli anni passati si possono definire la fase grado zero del retail (o grado 4, come la percentuale del retail sui ricavi non avio ancora nel 2011), in attesa della fase definitiva molto è stato fatto in quella intermedia. Soprattutto, spiega il direttore commerciale, ottimizzando l’esistente, sviluppando spazi destinati a durare nella nuova sistemazione, a costo quasi nullo. Tra le cose più interessanti del 2011 c’è la già citata libreria Giunti al Punto nel landside, a cui se ne è aggiunta una seconda in airside nel giugno 2012, che però vende più gadget e meno libri. Piacevoli, e realizzati grazie a cambi

merce, sono i due “giardini mediterranei” nell’aeroporto: nell’ala nuova c’è il più grande, con una selezione di piante locali, dall’ulivo al mirto. Nell’ala vecchia hanno sostituito dei gabbiotti antiestetici dove una volta trovavano posto dei piccoli bazar. In quella stessa area ha poi aperto i battenti un punto vendita di magliette e gadget di Waltale, già presente a Cagliari; a dirla tutta, non è il massimo dell’estetica. Nel 2012 i cambiamenti sono stati più incisivi: il principale è stato l’ingresso di Servair Airchef nella gestione della ristorazione, attraverso l’acquisizione dell’attività precedentemente gestita (con l’insegna “basic” Bar e Tabacchi) da un operatore locale. Sono poi arrivati un ufficio di cambio Best & Fast Change e una mini-area giochi per bambini. Al momento della visita, il 16 luglio, stavano per essere inaugurati due punti vendita, posti di fronte alla libreria Giunti: una parafarmacia e un negozio di artigianato sardo e souvenir. Sono adiacenti, anzi, condividono lo stesso spazio. I loro gestori, pur diversi, potranno mettersi d’accordo per mettere in comune il personale nei tempi di scarsa affluenza dell’aeroporto. Una via per abbassare i costi di gestione che la Sogeaal vorrebbe replicare anche in altri negozi futuri.

Le altre attività commerciali

Per quanto abbiano un’importanza crescente, il retail e la ristorazione sono ancora meno cruciali rispetto ad altre attività commerciali, come i parcheggi.

20 luglio. Il bar, sempre a insegna Air Café, si trova accanto alla nuova edicola/libreria di Giunti e ha richiesto un investimento di circa 100mila euro. Il fatturato annuo stimato dei locali sarà complessivamente di circa 2 milioni di euro. Ma le attività attuali sono destinate a essere rapidamente sostituite. Nel landside Servair Airchef sta progettando una food court da 630 mq complessivi. Non è ancora chiaro che forma avrà, ma probabilmente vedrà la presenza di corner con offerta diversa (anche locale o etnica) e modulare, destinata cioè a cambiare al mutare delle mode. Oltre alla food court gestirà un bar con affaccio all’aperto (o “open air”) di 400 mq, in prossimità dell’attuale caffetteria. Esistono diversi esempi di questo tipo di bar in aeroporti italiani, da quello di Pisa a quelli di Olbia (con un porticato pregevole) e Napoli. Nell’airside, invece, troveranno posto due locali in un’area nuova, ricavata da una parte dell’attuale area check-in. Si tratterà di un bar-tabacchi di 100 mq più un locale da 70 mq che potrebbe essere wine bar o avere altra forma, ma in tutti i casi dovrebbe valorizzare la gastronomia locale. Sarà gestita da Servair, che non dovrebbe mantenere anche l’attuale locale dopo i controlli di sicurezza. Condizionale d’obbligo, dato che qualche divergenza sembra emergere sul punto tra la società di ristorazione e quella di gestione dello scalo.

Anche in questo caso c’è stata una cesura rispetto al passato. I nomi tradizionali dei parcheggi, “adiacente” e “remoto”, sono stati sostituiti dai due più comunicativi “comfort” e “low cost”. Sono state ridefinite le offerte e comunicate con chiarezza. Per quanto possa sembrare paradossale, il parcheggio low cost ora costa leggermente di più di prima ma è più pieno. I ricavi da parking nell’ultimo anno sono incrementati del 30%, anche se al di sotto della media di settore: circa 0,5 euro per passeggero, contro 1 euro circa a livello nazionale. Il problema principale, su questo fronte, è rappresentato da un parcheggio privato che ha ottenuto l’autorizzazione per operare immediatamente di fronte al parking “comfort”, che si raggiunge con delle strisce pedonali. Come “combattere” il rivale? Con la politica di prezzi aggressivi e soprattutto semplici, spiega Ciaravola, e offrendo dei benefici a chi utilizza il parcheggio ed entra nel sistema aeroportuale. Qualche esempio di iniziative in via di realizzazione: regalare il fast track a chi parcheggia nella zona “comfort”, permettere degli sconti nei negozi aderenti, fino a dare un buono per un lavaggio dell’auto, enfatizzando in questo modo la differenza con il parcheggio concorrente, che è in terra battuta. La pubblicità è un altro tema caldo. Prima la raccolta avveniva solo tramite un partner locale. Ora avviene tramite tale partner (chiamato Staff), ma anche attraverso attività diretta (soprattutto per quanto riguarda iniziative pubbliche) e la concessionaria nazionale Nada.

Pubblicità di grandi aziende, dall’acqua San Benedetto (con cui si ipotizzano accordi ancora più profondi) alla Volvo sono alcuni esempi significativi. Sul fronte commerciale vale poi la pena di sottolineare che il wi-fi è gratuito, grazie al progetto Surfinsardinia, attivo anche negli scali di Cagliari e Olbia.

Il futuro dell’aviation

Perché, nel difficile panorama del trasporto aereo, bisognerebbe puntare su Alghero? Per due motivi: il traffico è dato in crescita (+6/7% nel 2012 secondo le previsioni, il 2013 sarà probabilmente di assestamento) e il Piano nazionale aeroporti individua lo scalo come “primario”. I soldi della Regione Sardegna continueranno ad arrivare, o almeno non sarà la legge a impedire il loro afflusso. Alghero è ancora altamente dipendente da Ryanair, ma dal 2010 è stata effettuata un’opera di maggiore diversificazione. Ora vi ci volano 12 compagnie aeree, per 37 destinazioni totali. Tra gli ultimi ingressi ci sono quelli di easyJet e Volotea. Tra la fine del 2009 e il 2010, Ryanair cancellò i suoi programmi quando furono messi in forse i sostanziosi contributi pubblici. Seguì una marcia indietro delle istituzioni e un ritorno dei voli del combattivo vettore low cost, prima parziale e poi integrale. Gli accordi non sono mai troppo espliciti, ma nel bilancio si dice che il nuovo contratto si distingue per un contenuto economico della partnership a carattere variabile (legato ad attività aggiuntive) e per la revisione delle tariffe di handling praticate, il cui valore è stato

retail&food - settembre 2012 35 35


dossier aeroporti Figura 1- Il volto futuro di Alghero

Figura 2 - L'evoluzione degli spazi (mq)

Il landside

L'airside

F&b e retail Tenant/manager Food Court + Tabacchi Food Court Open Air Travel retail + prodotti tipici Artigianato (sinergico con Travel Retail & Prodotti Tipici) Libreria Abbigliamento Camiceria/pelletteria/ accessori Parafarmacia + ottica Intimo Giochi/Abbigliamento bimbi Cosmesi/accessori e/o Valigeria e/o accessori ** Totale

F&b e retail Sqm 630 400 90 30 200 80 90 90 46 45 50 1751

Servizi Tenant/manager Ufficio cambio Ufficio posta/banca/bancomat Area giochi bambini Sicurezza bagagli Deposito bagagli Infopoint Turistico Tour Operator (n°3) Autonoleggi (n°12) Temporary shops/office o winner games o Re-pack & Go Area Convegni/formazione/eventi Totale

Sqm 10 40 20 4 31 20 25 190

Tenant/manager Bar + tabacchi Wine bar (o ristorazione del territorio) Multistore (Travel retail) + Travel Retail (con walkthrough) Artigianato, sinergico con Travel Retail & Prod. Tipici Bookshop + gadget Prodotti tipici sardi Distributore automatico f&b/altro Totale

Sqm 100

Landside Airside

] ]

mag-13 2461 602

fonte: Sogeaal

70 200

Figura 3 - La composizione % dei ricavi non avio - 2011

40 50 55 4 519

Servizi Tenant/manager Area Giochi bimbi Bancomat Biglietteria Bus Area espositiva/fashion/temporary shop/business lounge Totale

Sqm 8 1 4 70 83

fonte: Sogeaal

Pubblicità

Altri servizi

Retail

Food & beverage

20

Parcheggi

Servizi al passeggero

350 710

Autonoleggi fonte: Sogeaal

fonte: Sogeaal

Figura 4

36 retail&food - settembre 2012

2011 584 97

riposizionato verso prezzi di mercato. Guardando il bilancio 2010 (quello 2011 al 20 luglio 2012 non era ancora stato pubblicato) si capisce che il conto alla fine è stato salato: i costi per “servizi diversi”, voce dentro cui rientrano i contributi di co-marketing dati alle compagnie, sono saliti di 3,18 milioni di euro, arrivando a 10,1 milioni. Con questi i costi totali di gestione sono stati pari a 25,6 milioni. I ricavi da vendite per prestazioni sono solo di 12,3 milioni, a cui si aggiungono 9,4 milioni di contributi pubblici in conto esercizio, stanziati con la Legge Regionale n. 10 del 13 aprile 2010. In questo modo la perdita è stata solo di 1,8 milioni (e sarebbe stata nulla se fossero arrivati contributi regionali arretrati). È quindi una situazione ancora fragile che un cambiamento nella politica di spesa pubblica regionale (magari su pressioni di Roma) potrebbe mettere in ginocchio. Ma a questo serve il potenziamento del non avio, a dare ossigeno a gestioni altrimenti senza fiato. Fabrizio Patti




Adr vende duty free e parking e rinnova il food

A Roma inizia l’era di

Ls travel retail

Con un’offerta da 229 milioni di euro, la società del gruppo francese Lagardère entra nel mercato italiano dei duty free. L’investimento alto rientra in un piano di espansione globale ambizioso, che l’ha già fatta crescere di 600 milioni in sei anni. Intanto, ecco i nomi per la gara dei parcheggi

A

lla fine ha vinto LS travel retail, la costola di Lagardère Services dedicata al commercio nei luoghi di viaggio. I duty free degli aeroporti di Roma saranno gestiti dalla società francese, che si è aggiudicata la gara per l’acquisto Adr Retail srl a suon di milioni di euro. Ben 229,4 le sono valsi la vittoria, una cifra elevata (oltre sei volte il margine operativo del ramo d’azienda), al di sopra di tutte le aspettative degli esperti (si veda "La pulce nell'orecchio" a pag. 72). Non da record, ma comunque molto alto, anche il livello delle royalty che andranno ad Adr: il 32,5% del fatturato. D’altra parte la posta in gioco è destinata a crescere: da subito la società rileva otto duty free/duty paid per 3.100 mq e un fatturato che nel 2011 è stato di 92 milioni di euro, con un margine operativo di 37 milioni. Ma già alla fine dell’anno a questi spazi si aggiungeranno 1.600 mq nuovi di zecca. Il nuovo entrato si troverà da gestire anche 250 dipendenti di Adr, la cui produttività dovrà uniformarsi a

Aéroportuaire, ha fatto ricorso al marchio Paris Duty Free. Conta 115 negozi tra il Charles de Gaulle e Orly, di cui 70 dedicati ad alcol, tabacco, profumo, cosmetici e fine food (il core) e 45 alla moda e accessori. Un altro brand nel campo dei duty free è The Fashion Gallery. Uno shop con questa insegna è stato aperto a Singapore Changi (peraltro azionista di Gemina e quindi di Adr), dove ha sostituito un punto vendita di souvenir più “cheap”. Il punto vendita è stato definito “la migliore inaugurazione in Asia/ Pacifico” dalla rivista Dfni. Nello stesso hub è stato inaugurato So Chocolate, negozio di alta fascia dedicato al confectionery. Ma la società potrebbe anche inserire qualche griffe che gestisce come franchisee. Le più prestigiose sono Hermes, Cartier, Hugo Boss, Bulgari, Tod’s, Bottega Veneta, Salvatore Ferragamo e il recente monomarca di Nepresso. Molte di queste sono già presenti a Fiumicino, per cui non è chiaro se ci sarà spazio per loro, e per quali. Un’altra possibilità è che questi spazi (magari la nuova parte con 1.600 mq) vengano usati anche per i negozi delle categorie “travel essential”, che d’altra parte pesano sul bilancio più dei duty free: 1,3 miliardi di euro di ricavi, contro 0,9 miliardi. Il più noto dei marchi è Relay, seguito da 1 Minute, Hubiz e Hub Convenience. Ma anche in questo caso i “franchisee brands” sono interessanti: basti pensare alla

quella delle altre location di Lagardère. Nella gara sono stati battuti altri tre contendenti, che erano (secondo fonti non confermate) Dufry, World Duty Free Group (gruppo Autogrill) e The Nuance Group. Si tratta di un altro ingresso di un operatore straniero in Italia, dopo quelli del 2011 di Gebr. Heinemann, a Bologna e Pisa, e di World Duty Free Group a Napoli e Catania. Impossibile non pensare, a proposito di stranieri, al fatto che l’ingresso a Roma di un travel retailer francese potrebbe essere seguito presto dall’acquisto delle quote rimanenti di Alitalia da parte di Air France. Non è ancora chiaro quale insegna utilizzerà LS travel retail nei punti vendita di Fiumicino e Ciampino. La più nota (si veda anche l’articolo Mondi Retail) è Aelia Duty Free, ma negli aeroporti in cui la società è presente (100 scali in 20 Paesi) ne utilizza di diversi e personalizzati. A Parigi, per esempio (si veda r&f di novembre 2011, Dossier Aeroporti), in una joint-venture al 50% con AdP, chiamata Societé de Distribution

retail&food - settembre 2012 39


Adr vende duty free e parking e rinnova il food libreria dedicata alle guide da viaggio Lonely Planet, che dopo il debutto a Sydney replicato a giugno nello scalo di Manchester. O a 7 Eleven (drugstore presente in mezza Europa) a iStore Boutique, ossia il primo negozio Apple in aeroporto, e infine a Fnac (che alcuni rumors danno in uscita dal mercato italiano). Una serie di locali sono poi stati pensati come duty free tematici. È il caso dello spazio Enotheque, sempre presso l’aeroporto Charles de Gaulle, che vanta vini di elevata qualità, ordinati anche con settimane d’anticipo dagli appassionati. Se non sono chiari i marchi che porterà a Roma, sono evidenti la crescita che LS travel retail ha avuto fin qui e le sue prospettive rosee. Dal 2006 al 2011 il fatturato è salito dell’8% all’anno, passando da 1.552 a 2.267. Quattro quinti dell’incremento sono dovuti a nuovi contratti vinti e all’aumento di fatturato dei contratti esistenti, e un quinto ad acquisizioni di altri soggetti. I suoi vertici prevedono tra il 2011 e il 2016 una salita annuale media dei ricavi del 10%, con miglioramenti costanti dell’Ebitda. L’obiettivo è diventare il secondo operatore al mondo nel travel retail, dopo Autogrill, e di diventare da euro-

40 retail&food - settembre 2012


va entro l’autunno 2012. I ricavi dei parcheggi nel 2011 sono stati di 40 milioni euro. In seguito agli interventi previsti di ottimizzazione gestionale e ampliamento delle aree di parcheggio dovrebbero raddoppiare, arrivando a 80 milioni euro.

La gara per il food

A Fiumicino è anche in corso una grande gara per la gestione della ristorazione. Lo scorso 9 luglio è scaduto il termine per la manifestazione d’interesse relativa a diversi locali, con subconcessioni di sei anni a partire dal

gennaio 2013. Grande rilievo ha per esempio la foodcourt del mezzanino partenze del T1, di circa 1.100 mq, che andrà a comprendere un bar caffetteria, un fast food a tema hamburger, un ristorante free flow, un ristorante con servizio al tavolo e una formula di pizza al taglio. Oggi la foodcourt è gestita da MyChef con i marchi McDonald’s, GranCafè, PizzaChef, GrandChef, San Crispino Gelateria e Wine & Food Restaurant. Sono poi stati messi in gara due wine-bar attualmente condotti da Dei Frescobaldi, nell’area d’imbarco

C8-C16 (voli Schengen, 45 mq) e B (voli nazionali Alitalia, 65 mq). A proposito di vino, presso l’imbarco D, dedicato ai voli Schengen, va in gara un’area di 207 mq oggi affidata a Chef Express – Wine & Truffles Bar: si tratta di uno snack bar con pizza al taglio e corner gelati. Nel T2, presso gli imbarchi C1-7, sarà affidata con il bando un’area composta da un locale di 246 mq per bar caffetteria con pizza al taglio e gelati e da 60 mq prospicenti adibiti a giornalaio, tabaccheria e un nuovo spazio adibito a market. F. P.

peo sempre più globale, rinforzando la presenza in stazioni e aeroporti tramite l’aggiudicazione di gare. Viene quindi da chiedersi se, nonostante l’esborso rilevante per Roma, non voglia imbarcarsi anche nella maxi gara per tutti i duty free degli scali spagnoli, divisa in tre lotti, appena bandita. Gli analisti sono scettici al riguardo, ma la grandeur di Lagardère non va sottovalutata. Oggi il 55% del fatturato è in aeroporti, il 24% in stazioni (tra cui la King’s Cross di Londra) e il 21% tra Inflight, ospedali, luoghi turistici e altro. Due terzi del fatturato sono in Europa, il 7% nelle Americhe e il 27% nei Paesi emergenti.

I parcheggi Adr

Intanto Adr sta portando avanti anche la gara per la seconda super-concessione prevista, dopo quella dei duty free: i parcheggi. Il quotidiano Milano Finanza ha scritto che esisterebbe già una short-list dei candidati all’acquisizione della società Adr Mobility, scorporata prima della vendita, come Adr Retail. Si tratterebbe di cinque società, di cui nessuna italiana: la tedesca Apcoa (colosso nel settore), l’australiana Secure Parking, la belga Interparking e le spagnole Saba e Empark. L’ad di Aeroporti di Roma, Lorenzo Lo Presti, prevede la conclusione della trattati-

retail&food - settembre 2012 41


mondi retail

Chi guida la corsa dei duty free

I

l travel retail, a dispetto della congiuntura economica non proprio felice, è un mercato in grande salute. Come mostrano le stime di Lagardère Services, dal 2005 al 2011 il valore del travel retail nel mondo è salito da 33 a 45 miliardi di euro, di cui 34 per duty free e luxury fashion e 11 per le categorie classificate come “travel essentials”. Includendo anche il foodservice si arriva a 75 miliardi di euro. La cosa ancora più interessante è che da qui al 2020 le vendite nei duty free e negozi di “luxury fashion” negli aeroporti (circa 20 miliardi) avranno crescita globale annua superiore all’8 per cento. Nel medesimo canale le categorie “travel essential” e foodservice saliranno invece a un ritmo annuale tra il 4 e l’8%, stessa percentuale che spetterà a duty free e lusso fuori dagli aeroporti. Più moderata la crescita nelle stazioni e piatta quella di ristorazione nelle autostrade. La quota dei primi cinque operatori nel travel retail (ristorazione esclusa) è aumentata negli stessi anni dal 20 al 25%, anche per effetto delle numerose acquisizioni e fusioni. Sono Autogrill, Dfs, Dufry, Heinemann e Ls Travel Retail. Scopriamo in dettaglio chi sono, assieme ad Aer Rianta International, il pioniere del mercato, e a The Nuance Group. F. P.

Dfs Fatturato 2011: E 6.436 milioni* (+19,7%) Risultato netto 2011: E 716 milioni* (+33,6%) Nazioni in cui è presente: 14 Numero di negozi/location: più di 200 negozi aeroportuali e 15 Dfs Galleria in città Principali aree geografiche coperte: Asia/Pacifico, Medio Oriente e Nord America Personale: 6.000* Amministratore delegato: Ed Brennan Data di fondazione: 1960 Sede centrale: Hong Kong, Cina Azionisti: Dal 1996 Lvmh (Louis Vuitton Moët Hennesy), società quotata Principali fatti recenti: Lo scorso giugno Dfs si è aggiudicata tre gare molto combattute per la gestione di concessioni per “core category” nell’aeroporto di Hong Kong. L’Asia è al centro dello sviluppo del marchio, specializzato in duty free di alta fascia.

Aer Rianta International – Ari Fatturato 2011: oltre E 1.000 milioni (valore preciso n.d.); 2010: E 954 milioni Ebitda 2011: E 14 milioni, stabile su 2010 (valore preciso n.d.) Risultato netto 2011: E 32 milioni (+70%) Nazioni in cui è presente: 11 Numero di negozi/location: 19 Principali aree geografiche coperte: Irlanda (3 negozi), Canada (5), Russia (3), Qatar (1), Bahrain (1), Libano (1), Oman (1), India (1), Cina (1) Personale: 3.500 Amministratore delegato: Jack MacGowan Data di fondazione: 1947 Sede centrale: Shannon Airport, Irlanda Azionisti: Dublin Airport Authority (Daa) Principali fatti recenti: aperto il 28 giugno il primo negozio in Cina, nell’aeroporto di Kunming. Crescita delle vendite in India e Nord America. Medio Oriente stabile rispetto al 2010, nonostante la Primavera Araba. Buoni risultati nello scalo di Dusseldorf e negli aeroporti russi. Nel 2010 debutto in India, con una joint-venture con un operatore locale nel T3 dell’aeroporto internazionale di Dehli – Indira Gandhi.

*Lvmh non rende noti i ricavi della sola Dfs, ricompresi nella divisione Selective Retailing. Secondo stime riportate da Airport World, le vendite di Dfs sono tra i 2,8 e i 3,5 miliardi di euro.

Dufry Fatturato 2011: Chf 2.637,7 milioni, pari a E 2.196,3 milioni (+1,1%) Ebitda 2011: Chf 370,9 milioni, pari a E 308,8 milioni (+8,1%) Risultato netto 2011: Chf 134,9 milioni, pari a E 112,3 milioni (-6,9%) Nazioni in cui è presente: 44 Numero di negozi/location: 1.200 shop in aeroporti, navi da crociera, porti e location turistiche Principali aree geografiche coperte: Europa, Sud America, Nord America, Russia, India-Cina Personale: 13.800 Amministratore delegato: Julián Díaz Data di fondazione: 1865 Sede centrale: Basilea, Svizzera Azionisti: società quotata dal 2005; i tre principali azionisti sono Global Retail Group S.à r.l. (14,38%); Travel Retail Investment SCA (2,24%); Credit Suisse Group AG (6.81%) Principali fatti recenti: dopo la quotazione ha comprato diversi travel retailer, tra cui Brasif (Brasile) e Hudson Group, con 550 shop in 69 aeroporti in Usa e Canada. Nel 2011 ha acquisito Interbaires, top retailer in Argentina, e altri operatori in Sud America, in 4 operazioni. Nel 2012 ha comprato il 51% di un operatore locale nell’aeroporto Sheremetyevo di Mosca. Grazie a queste acquisizioni il fatturato è stato in costante crescita. Nel giugno 2012 sono stati annunciati lo spostamento di più poteri alle 4 divisioni regionali e l’accentramento di acquisti e logistica.

42 retail&food - settembre 2012

Fonte: Lagardère Services


Gebr Heinemann

Autogrill - Wdfg

Fatturato 2011: circa E 2.200 milioni (stima) Nazioni in cui è presente: 22 Numero di negozi/location: 230 negozi in 48 aeroporti internazionali Principali aree geografiche coperte: Europa, in particolare dell’Est, e Turchia. Ha negozi in Sudafrica e Singapore Personale: 5.000 Proprietari: Claus e Gunnar Heinemann Data di fondazione: 1879 Sede centrale: Amburgo, Germania Azionisti: famiglia Heinemann Principali fatti recenti: L’ insegna “Travel Value/Duty Free” viene gradualmente sostituita dal nome “Heinemann”. Buona parte del business della compagnia nel travel retail è nella distribuzione e logistica. La società è entrata in Italia, prima a Bologna nel marzo 2011 e poi all’inizio del 2012 a Pisa. Importanti operazioni nel 2012 sono le diverse aperture di spazi retail di circa 2.000 mq: nell’aeroporto di Oslo Gardermoen; nella nuova estensione Skylink dell’aeroporto di Vienna; a Francoforte, nel Pier A-Plus. Due shop nello scalo Pulkovo di San Pietroburgo hanno segnato il debutto in Russia. In Turchia ha una joint venture con Tav per la gestione dei duty free.

Fatturato 2011: Divisione travel retail Autogrill (Tr) E 1.821 milioni (+8,6%), gruppo E 5.999 milioni (+2,7%) Ebitda 2011: Tr E 228,3 milioni (+17,9%), gruppo E €617 milioni (+1,9%) Risultato netto 2011: Tr E 63,9 milioni (+125%), gruppo E 139,1 milioni (+20,5%) Nazioni in cui è presente: 19, di cui 16 con duty free store (Wdfg) Numero di negozi/location: 309 negozi, di cui 270 duty free store (Wdfg) Principali aree geografiche coperte: Wdf Regno Unito; Aldeasa Spagna (ora in gara) e Americhe (Canada, Messico, Perù e Cile e Giordania) Personale: 6.600 (Wdfg) Amministratore delegato: Wdfg: José Maria Palencia; gruppo: Gianmario Tondato Da Ruos Data di fondazione: Wdfg 2011; Alpha Airport Shopping 1955; Aldeasa 1976; Autogrill 1977 Sede centrale: gruppo: Rozzano (Mi) e sede legale Novara, Italia; Wdfg: Madrid, Spagna e Feltham, Regno Unito Azionisti: società quotata. Schematrentaquattro S.r.l. 59,3%, il resto investitori istituzionali e singoli azionisti Principali fatti recenti: Il travel retail sta diventando sempre più cruciale nel gruppo, perché cresce e compensa la ristorazione autostradale. Nel 2011 World Duty Free (comprata nel 2008 e poi fusa con Alpha, comprata nel 2007) e Aldeasa (comprata tra il 2005 e il 2008) si sono unite in Wdfg. Tra gli ultimi colpi, l’ingresso nello scalo di Dusseldorf, in Germania, e negli scali giamaicani. Lo scorso anno Aldeasa è entrata in Italia, a Napoli e Catania. Tra i restyling più importanti si segnalano Londra Heathrow T3 e T4 e Manchester (insegna Biza).

The Nuance Group Fatturato 2011: CHF 1867534 Fatturato 2010: CHF 1,871 million Nazioni in cui è presente: 17 Numero di negozi/location: 343 punti vendita in 59 aeroporti Principali aree geografiche coperte: Europa, Hong Kong/Cina, Singapore, Australia, Nord America e India Personale: 4703 Amministratore delegato: Roberto Graziani Data di fondazione: 1992 (Nuance fondata dalla fusione di Swissair e Crossair) Sede centrale: Glattbrugg, Svizzera Azionisti: joint venture 50-50 tra Gecos/Gruppo PAM SpA e il fondo PAI Partners Principali fatti recenti: Ingresso di Pai Partners nel febbraio 2011, subentrando a Stefanel. Profondo restyling dei negozi nell’aeroporto di Zurigo, dove c’è il primo duty free agli arrivi in Europa. Aperture di diversi specialty store, tra Zurigo, Ginevra, Amburgo, Liscona e Antalya (2011 T1 e 2012 T2).

Ls travel retail Fatturato 2011: E 2.267 milioni (compresi 100% ricavi joint venture) (+8%); divisione Ls Service: €E 3.724 milioni; gruppo Lagardère: E 7.657 milioni Ebitda 2011: E 98 milioni Nazioni in cui è presente: 22 Numero di negozi/location: 4.000 (di cui 200 duty free stores), in 130 aeroporti e 700 stazioni; 1.465 edicole Relay in 14 Paesi Principali aree geografiche coperte: Europa Occidentale 66% dei ricavi, nazioni emergenti 27%, Americhe 7% Personale: gruppo Lagardère: 21.324 Amministratore delegato: Dag Rasmussen (Lagardère Services); gruppo: Arnaud Lagardère Data di fondazione: 1852 (nel 2001 creazione di Aelia) Sede centrale: Parigi, Francia Azionisti: Lagardère Group, quotato; Lagardère Capital & Management è il principale azionista, con il 9,62%; il 58,88% è in mano a investitori stranieri e il 18,61% a investitori francesi Principali fatti recenti: Ls travel retail si è aggiudicata la maxi-gara per gli otto duty free di Adr (Aeroporti di Roma), 3.600 mq da estendere entro il 2012 a 5.100. Le attività di travel retail sono focalizzate in Europa e Asia. In Europa, dopo la joint venture con Adp (Aéroports de Paris) ne ha siglata una simile con l’aeroporto Lyon Saint-Exupéry. Negozi aperti di recente in Repubblica Ceca, Germania, Polonia, Romania e Bulgaria. Forte espansione in Asia: acquistati 10 negozi in Nuova Zelanda e aperture di 40 shop in Cina tra aeroporti, stazioni e metro. Dei ricavi di Ls travel retail 1,3 miliardi (55%) derivano da aeroporti, 0,5 da stazioni e 0,5 da altro.

Fonte: Lagardère Services

retail&food - settembre 2012 43


L’analisi

Soldi alle low cost? Lasciate fare i bravi Superare le “discussioni inutili” sugli incentivi alle compagnie aree low cost. Meglio riconoscere agli aeroporti regionali più autonomia sul tema, a patto che abbiano un management di tipo privato capace di far crescere i ricavi non avio. L’alternativa è la chiusura

Marketing territoriale: maglie più strette

I

l soggetto “incentivi alle linee aeree” è da anni, e in particolare dall’esplosione del fenomeno low cost, una delle discussioni più inutili e accademiche che fanno compagnia agli operatori del settore o che ritornano agli onori della cronaca quando questa o quella linea aerea accusa un altro soggetto di competizione scorretta. Inutili, perché tutte le polemiche, le discussioni, i convegni e gli articoli di giornale sul tema, non sono riusciti e non riusciranno a dirimere un tema scottante e incredibilmente “deregolato” come quello in oggetto. Allora rispolveriamo, a grandi linee, il cardine principale sul quale si innesta qualche linea guida dell’Unione Europea sul tema dell’aiuto di Stato attraverso il finanziamento di aeroporti pubblici a compagnie aeree, e cioè che eventuali supporti pubblici possano essere ottenuti da compagnie aeree, al verificarsi di certe condizioni e nel rispetto dei seguenti principi generali.

Le regole

Ogni supporto all’apertura di rotte deve ottemperare a tre principi cardine, e cioè deve essere basato su politiche che siano non discriminatorie, trasparenti e oggettive. Le regole quindi, apparentemente ci sono.

44 retail&food - settembre 2012

Apparentemente, perché poi, attraverso un esercizio di sana razionalità e realismo politico, l’Unione Europea dice che, in ogni caso, gli aeroporti vanno poi suddivisi in quattro categorie: A: oltre i 10 milioni di passeggeri annui; B: dai 5 ai 10 milioni annui; C: da 1 a 5 milioni; D: inferiori a 1 milione di passeggeri l’anno. Rispetto a queste categorie, supporti ed incentivi sono permessi: - negli aeroporti di categoria C e D ed in quegli aeroporti oltre i 5 Milioni di passeggeri l’anno, presenti in aeree economicamente “deprivate” o in quei territori definiti come “avamposti” dell’Unione Europea; - solo quando siano pianificati “nuovi servizi di collegamento” o “significativi aumenti di capacità” e non quando eventuali supporti vadano ad incoraggiare, direttamente ed indirettamente, sostituzioni di compagnie aeree su una determinata rotta o quando essi vadano a costituire competizione al traffico veloce ferroviario; - il supporto non deve andare a diminuire la tariffe aeroportuali, ma piuttosto a contribuire, attraverso somme una tantum, ai costi di investimento di aperture di nuovi servizi.

Storicamente questa attività di regolazione è stata rarefatta dalla recente giurisprudenza in materia, quando viene ammesso il principio dell’”acquisto di attività di servizi marketing” da parte di un certo aeroporto o ente pubblico, verso una compagnia aerea X, che si impegna a realizzare, con le proprie attività e risorse di marketing e sales, campagne che promuovano i flussi turistici verso quel determinato aeroporto e/o bacino turistico. Il concetto è semplice: «io linea aerea impegno i miei servizi di marketing e vendite per promuovere con campagne pubblicitarie l’arrivo di nuovi turisti e tu, aeroporto o assessorato regionale al Turismo della regione Y, mi paghi contro prova documentale delle mie spese». Funziona? Il concetto, come si diceva, è semplice, ma la prova di spesa, giustamente sempre più stringente e necessaria viste le numerose economie pubbliche in difficoltà, rende buona parte di questi incentivi non più di facile accesso alle compagnie aeree, o per lo meno non di tutte. Come al solito, poi, il buon senso ci suggerisce di sviluppare ulteriori considerazioni, magari particolarmente valide per la politica di sviluppo delle compagnie aeree, e particolarmente di quelle cosiddette “low cost”.Queste sono sempre più presenti nei cosiddetti aeroporti di carattere strategico e tradizionalmente più costosi a livello di tariffe aereonautiche, ma anche capaci di supportare la generazione di yields e ricavi più importanti rispetto al prezzo del biglietto praticato


La prima è brutale nella sua semplicità: si chiudano tutti gli scali che per posizione strategica e geografica sono cronicamente incapaci di gestire le proprie attività in attivo e si potenzino quegli aeroporti, per esempio “strategici” o “primari” secondo le recenti classificazioni operate dal Piano nazionale degli aeroporti dell’Enac. Poi si attui una politica nazionale sulla politica degli slot e delle attribuzioni degli spazi veramente aperta alla competizione di tutte le compagnie aeree (si veda, ad esempio, l’annosa questione del monopolio Alitalia sugli slot dell’aeroporto di Linate) La seconda richiede coraggio e lungimiranza politica: promuovere un management sempre più di tipo privato ed imprenditoriale negli aeroporti regionali, che molto potrebbero contribuire allo sviluppo dell’economia del turismo in zone e regioni tradizionalmente non servite da aeroporti di carattere strategico e quindi incapaci di massimizzare il traffico internazionale, in questi anni straordinariamente sviluppato in Paesi come la Spagna proprio grazie alle low cost. Arrivare insomma al riconoscimento non solo di fatto ma anche ex lege che un aeroporto oggi può sostenere se stesso e l’economia del bacino dove si inserisce, forse con qualche piccolo sacrificio rispetto ai ricavi aeronautici, ma con interessanti e possibili (Venezia docet) sviluppi dei ricavi di carattere commerciale (nel gergo definite non aviation revenues). Il concetto di sinergia, insomma, ma sintonizzato sullo sviluppo della professionalità e imprenditorialità ”private” anche nei piccoli aeroporti regionali di carattere pubblico, grazie a sistemi di sviluppo “disegnati” dal management aeroportuale e sposati poi da istituzioni e amministrazioni locali, regionali e così via, che si attrezzano per generare ricavi e sviluppo degli aeroporti stessi ma anche, e forse in maniera più vistosa e importante, dei territori da essi serviti. Pararsi gli occhi di fronte alla recente storia dello sviluppo del turismo in regioni quali le Baleari, le Canarie, la Catalogna oggi non fa bene al turismo ed alla mobilità italiana. Ricordiamoci una cosa, oggi più che mai sotto gli occhi di tutti: gli aeroporti eserciteranno anche un monopolio naturale, ma le compagnie aeree hanno un’arma in più rispetto a qualsiasi altra realtà industriale: i loro asset (gli aeroplani) volano, e possono cambiare nido da un giorno all’altro. Enzo Zangrilli

dalle compagnie aeree al passeggero. Come riconoscere, allora, ai piccoli aeroporti regionali una maggiore autonomia e capacità imprenditoriale per permettere un approccio più commerciale allo sviluppo del traffico? Prima di tutto guardiamo alla situazione italiana.

Italia: un nuovo management per salvare i piccoli scali

Quarantotto scali aperti al traffico commerciale. La metà non riesce a raggiungere i 700mila viaggiatori all’anno. Solo diciassette hanno una variazione positiva

rispetto al 2008. In appena due regioni su venti non c'è almeno un aeroporto. In quello di Biella, nel 2009, sono passati diciotto passeggeri e negli ultimi anni si sono realizzati scali come quello di Comiso che, a meno di sostanziali investimenti finanziari (coprire di soldi pubblici le linee aeree che scelgono di andarci a svantaggio di un mercato consolidato e ricco come quello catanese) rischia di rimanere una cattedrale nel deserto. Allora, fermo restando che è impossibile e illegale forzare una compagnia aerea a volare in questo e quell’aeroporto, bisogna operare delle scelte.

L’autore Enzo Zangrilli è nato a Mirano (Venezia), il 7 Maggio del 1970. Dopo gli studi in Giurisprudenza ha accumulato oltre un decennio di esperienza all'estero nel settore della regolazione economica, contrattualistica e gestione dei grandi appalti tecnici in multinazionali come il gruppo Pilkington e ABB. In qualità di European Procurement Manager per la easyJet è stato responsabile dal 2008 al 2011 per la contrattualistica, la gestione degli Acquisti dei servizi aeroportuali e la regolazione economica del gruppo inglese sul mercato dell'aviazione italiano, francese, nord-africano, scandinavo ed est europeo, partecipando al comitato di consultazione economica degli Aeroporti di Parigi ed al tavolo di concertazione dei nuovi contratti di programma degli aeroporti di Milano e Venezia.

retail&food - settembre 2012 45


Parola di Raffaello Napoleone

Raffaello Napoleone, nato nel 1954 a Roma, tre figlie. Laureato in legge. Vive a Firenze dal 1981. Appassionato di barche a vela da sempre, ha iniziato a lavorare nel settore della nautica prima come broker e poi come imprenditore costruendo e distribuendo cabinati a vela. Dal 1989 è direttore generale e dal 1995 amministratore delegato di Pitti Immagine s.r.l., società che organizza fiere commerciali a carattere internazionale nel settore della moda, con piÚ di 2.000 espositori e 120.000 visitatori.

46 retail&food - settembre 2012


Pitti Immagine,

rampa di lancio per l’innovazione

I

n tempi difficili come gli attuali le realtà che possono contare su basi solide, una forte proiezione internazionale e buoni progetti per il futuro si rafforzano. In questi ultimi anni molte aziende della moda di qualità hanno continuato, nonostante tutto, a registrare risultati positivi. È successo anche per i diversi appuntamenti di Pitti Immagine. Che, racconta Raffaello Napoleone, hanno certo visto mutamenti nei flussi globali di espositori e di visitatori che li frequentano, ma sono tuttavia cresciute in numeri, qualità e autorevolezza. Può farci un esempio di questa crescita? Il caso di “Taste. In viaggio con le diversità del gusto” è significativo. Abbiamo iniziato nel 2005 assieme al giornalista e “gastronauta” Davide Paolini. Alla settima edizione, quella del marzo scorso, possiamo dire che questo salone si è ormai affermato come uno dei più interessanti a livello europeo. Tanto che Oscar Farinetti, il patron di Eataly, ci ha proposto un evento da realizzare insieme nel suo store di New York, uno dei luoghi più frequentati da foodies e turisti della città, punta avanzata negli Stati Uniti del mangiare-bere bene, sano e colto di marca italiana. Sarebbe una grande opportunità anche per gli espositori di Taste, che a Firenze sono in continua crescita: erano 260 questo marzo alla Stazione Leopolda. E moltissimi sono stati anche i visitatori – 13.500 – e soprattutto i buyer e gli operatori del settore provenienti da tutta Europa, dalla Russia e dal Nord America, che hanno toccato quota 3.300, raddoppiando rispetto al 2011. Come colloca Pitti nel contesto fieristico internazionale? La crisi globale colpisce con modalità diverse aree geografiche, comparti produttivi, realtà diverse dell’economia della moda: in generale più i mercati consolidati che quelli emergenti, l’abbigliamento più che l’accessorio, più le aziende di fascia medio-bassa che quella alta e medio-alta, più i brand, grandi o piccoli, poco organizzati e meno innovativi. Un contesto a luci e ombre nel quale il Made in Italy di qualità continua tuttavia a confermarsi come un polo di riferimento essenziale per l’industria internazionale della moda e del life-style. I nostri appuntamenti sono diventati piattaforme di lancio per le nuove proposte di produttori e distributori e luoghi fondamentali di orientamento in un quadro in cui è sempre più difficile scegliere sugli investimenti da fare, specie se si tratta di aziende piccole e agli esordi. Questo esalta la regia complessiva che le fiere devono realizzare di tutti i diversi fattori, oltre quelli tradizionali di scambio commerciale, infor-

mazione e comunicazione tra domanda e offerta, che caratterizzano il loro profilo competitivo. Quali sono questi fattori? In primo luogo lo scouting e la ricerca internazionale di innovazione, selezione e segmentazione attenta di quello che viene presentato nei padiglioni; in secondo luogo la sempre maggiore trasversalità merceologica della proposta espositiva dato che il concetto-chiave di stile di vita innesta sulla moda interessi che riguardano anche settori contigui (com’è stato per Taste o per Fragranze). Un terzo fattore è rappresentato dalle iniziative e dagli eventi di comunicazione e di cultura contemporanea della moda che sono da tempo uno dei nostri elementi distintivi; c’è poi l’integrazione tra la dimensione fisica e quella dimensione digitale della fiera resa possibile oggi dalle nuove tecnologie (l’abbiamo fatto con e-Pitt.com, la nostra fiera virtuale). Infine, la ricerca di un sempre più stretto rapporto con le città in cui si svolgono le nostre rassegne. Certo, la competitività tra i vari appuntamenti internazionali si gioca anche sulla sinergia tra gli attori e le istituzioni diverse del sistema-moda, sull’efficienza funzionale e infrastrutturale delle città che li ospitano, sull’attenzione e l’investimento promozionale dei diversi sistemi-paese sui settori su cui questi appuntamenti insistono. Da questo punto di vista Paesi come la Francia per un verso e la Germania per un altro partono sempre in vantaggio rispetto a noi. Cosa pensa del retail nei luoghi di viaggio? Il turismo d’affari e quello leisure hanno forme di approccio e usi diversi per aeroporti e stazioni, anche se queste ultime sono in realtà molto più integrate al tessuto vivo della città. Il tema dominante di questi luoghi oscilla però sempre tra i due poli della funzionalità e dell’attesa: sono polarità contrastanti che devono venire a patti tra loro. E i giudizi positivi o negativi che diamo complessivamente di questi luoghi e dell’esperienza che ne facciamo dipende appunto dalla qualità di questo compromesso. “Ingannare il tempo” e rendere il più possibile piacevole l’attesa fa parte del gioco. Le boutique, i negozi, le librerie, i bar, i ristoranti e gli altri servizi, tradizionali o innovativi, che troviamo oggi nei grandi aeroporti internazionali e nelle grandi stazioni contribuiscono alla riuscita di questo gioco. Vengono certo incontro a una reale necessità o a un impulse buying. Soddisfatte queste esigenze del loro temporaneo cliente, quello che questi negozi gli vendono però è anche l’”inganno del tempo” che sanno offrirgli e anche questo dovrebbe essere di qualità: non un semplice svago ma un servizio in più, qualcosa di

diverso da quello che può ottenere in un negozio in città e che possa rendere in qualche modo più proficua quella sua attesa. Steve Jobs diceva ai suoi: “non limitatevi a vendere prodotti, cercate di arricchire vite”. Quale dev’essere il ruolo delle grandi griffe in questi canali? Se parliamo delle boutique delle grandi griffe di moda all’interno dei grandi aeroporti, la loro presenza è senza dubbio importante dal punto di vista della comunicazione e aggiunge prestigio internazionale al brand oltre che all’immagine dell’aeroporto. Ma anche nel loro caso l’effettovetrina dovrebbe collegarsi a qualcosa di più. Nell’offerta generale di aeroporti internazionali e grandi stazioni difetta per esempio quasi sempre la proposta culturale: una piccola, interessante mostra di arte contemporanea organizzata in collaborazione con una galleria o di un museo importante – perché no? – magari la visiterei volentieri mentre aspetto un volo. E questo non solo metterebbe in buona luce la boutique o il negozio che la propone ma potrebbe invogliarmi la prossima volta che sono di nuovo in quella città ad andare a vedere quella galleria o quel museo. Quali sono i vostri progetti a medio termine? Ci sono tante novità, incentrate sul forte impegno di ricerca sul futuro: non solo per prodotti, tendenze e nuovi progetti di fiera, ma anche riguardo alle giovani promesse del fashion design. Per Pitti Uomo e Bimbo abbiamo messo in piedi “Who’s on Next”, un progetto destinato alla ricerca di nuovi talenti italiani o con base in Italia per la moda maschile e quella bambino. Sul piano dell’innovazione espositiva e della sua trasversalità di proposta, è importante l’interesse verso la realtà dell’artigianato più evoluto e creativo – l’ Uomo ha aperto da poco una nuova sezione dedicata, Make. Ma potrei parlare anche – il riferimento è sempre all’Uomo – del nuovo progetto di temporary events Alternative Set che coinvolge un numero selezionato di designer capaci di sorprendere utilizzando anche le nuove tecnologie. Oppure di WonderFood Pitti, che testimonia una volta di più l’incrocio della moda con un argomento di moda come il cibo. Poi c’è l’iniziativa sul terreno della cultura contemporanea con l’attività della Fondazione Discovery. Accennavo prima a e-Pitti.com, che dà a tutti i compratori certificati di Pitti Immagine la possibilità di rivivere online l’esperienza della fiera fisica per un intero mese dalla chiusura dei saloni e di moltiplicare così le opportunità di business. Paolo Lombardi

retail&food - settembre 2012 47




analisi mercato

Lo shopping è nulla… senza sicurezza

Per liberare la voglia di acquisti il consumatore deve sentirsi a proprio agio in un ambiente protetto. Ma altrettanta attenzione va riservata al personale dei punti vendita. Sul fronte del travel la crescita del retail nelle stazioni ferroviarie procede di pari passo con la riqualificazione degli spazi

U

no dei principali punti di forza dei centri commerciali, outlet e aeroporti è il senso di sicurezza che accompagna l’esperienza di acquisto, soprattutto se i contesti cittadini sono degradati. Ecco perché la seconda analisi di mercato di r&f dedicata ai servizi per i retailer verte su questo tema, che vi proponiamo riportando un mix di testimonianze di società di gestione, di facility management e di fornitura di impianti It. Ma chi affronta, e come, il capitolo sicurezza nelle mall commerciali? In primis è le società di gestione, che si interfacciano direttamente con le proprietà. A livello

50 retail&food - settembre 2012

operativo, invece, entrano in azione le società di facility management, che a loro volto possono occuparsene direttamente o rivolgersi ad aziende specializzate in singoli servizi o global service. La filiera è lunga e i costi per la sicurezza possono variare tra il 3% e l’8% del fatturato dello shopping center. Non una voce di spesa marginale, dunque. Alla base della piramide, ma non meno importanti, ci sono i fornitori di impianti IT e le società di vigilanza. A livello operativo la sicurezza si declina in due ambiti: la security e la safety. Il primo, come ci ha spiegato Paolo Pacelli, direttore del dipartimento tecnico di

Larry Smith, afferisce a tutto ciò che riguarda il controllo degli accessi ed è riconducibile al portierato, ai vigilantes, alla sorveglianza in generale. Il secondo è legato alla sicurezza nei luoghi di lavoro e si traduce, per esempio, nei sistemi antincendio, che necessitano di controlli periodici a garanzia del rispetto delle normative. Tutto ciò che riguarda l’interno del negozio è gestito e pagato direttamente dal retailer, mentre per le zone comuni ogni tenant partecipa proporzionalmente, in base ai millesimi, alle spese relative alla manutenzione degli strumenti. Facendo un passo indietro, nella fase di progettazione ed esecuzione di un centro commerciale opera una catena di professionisti che il committente deve nominare ad hoc. Questo momento è disciplinato dal titolo quarto del Decreto Legislativo 81/2008.

La ricerca Axitea: furti in aumento

Quanto sono diffusi gli illeciti nei centri commerciali? Paola Bergonzi, senior security specialist di Axitea, ha

Ê


Il caso Grandi Stazioni In vista del Giubileo del 2000 Roma Termini è stata rinnovata con l’inserimento di una forte componente retail. Lo stesso lavoro Grandi Stazioni lo sta portando a compimento in tutto il suo network composto di 13 stazioni. In questo sviluppo di commercio e servizi il tema della sicurezza si colloca in primo piano. Per questo motivo abbiamo intervistato Massimo Paglialunga, responsabile gestione esercizio di Grandi Stazioni.

Come avete affrontato il tema della sicurezza? Siamo partiti nel 2000 dall’esperienza di Roma Termini. Successivamente a quell’anno abbiamo introdotto la sicu-

rezza sotto il profilo della vigilanza. Questo processo è stato accompagnato dalla messa in campo di un sistema di “building automation” che non solo ci permette di controllare la gestione degli impianti della stazione ma anche di monitorare attraverso un sistema di videosorveglianza i punti strategici di accesso e regresso nella stazione. A quanto ammonta l’investimento per queste tecnologie? L’investimento è di circa 40 milioni di euro. Va considerato che questo progetto è continuamente implementato in funzione della dinamicità fisica delle stazioni. I fornitori come sono scelti? Tutti i fornitori sono scelti con ricerche di mercato e successivamente con bandi di gara. Italpol gestisce la vigilanza mentre l’associazione temporanea di imprese costituita da Sielte e Honeywell ha vinto il bando per le soluzioni It.

Facility management: la chiave del problema

Massimo Chieregato, presidente di Cogito Systems: «Fondamentali il sopralluogo e la verifica» In questo momento siamo presenti in un’ottantina di centri commerciali, che gestiamo direttamente o indirettamente. Circa la metà di questi fa parte del portfolio di Cogest, ma lavoriamo anche con vari fondi. Come si traduce la vostra attività? Nella maggior parte dei casi gestiamo il pacchetto sicurezza con responsabilità diretta. Il nostro compito è quello

di dare un supporto alla società di gestione e ai retailer, evitando di creare interferenze nell’area comune e nelle specifiche unità commerciali. In pratica non curiamo solo la manutenzione della galleria ma anche quella all’interno dei negozi, sia per la parte legata ai sistemi antincendio sia per l’impiantistica in senso ampio. Oltre che con la società di gestione e la proprietà, avete rapporti diretti anche con le catene? Vantiamo rapporti diretti con diversi brand, che portiamo avanti anche in fase di preapertura. Lavoriamo per esempio con Holding dei Giochi, Gruppo Miroglio e con diverse catene tra cui Piazza Italia e Conbipel. Quali sono gli aspetti più delicati del vostro mestiere? Per tutti i centri, più o meno nuovi, l’aspetto fondamentale è quello del sopralluogo e della verifica. La differenza principale che riscontriamo tra i centri vecchi e quelli nuovi è che i primi

Concretamente come è gestita la sicurezza negli spazi comuni e nei punti vendita? La sicurezza dei luoghi fisici, ad esempio per gli incendi, è gestita da noi. All'interno dei punti vendita la security, ad esempio per il problema del taccheg-

gio, è di competenza dei singoli negozi. La voce sicurezza quanto incide economicamente sulle spese gestionali dei retailer? Per un negozio di piccola e media taglia può arrivare a qualche migliaio di euro all’anno.

non dispongono di documentazione digitale, per cui si crea molta difficoltà nel recuperare le informazioni e creare un piano coerente per la sicurezza. Per i centri nuovi, invece, se da un lato riscontriamo maggiore attenzione da parte degli enti di controllo in fase di progettazione e di costruzione, dall’altro la fretta di costruire porta talvolta a una certa disattenzione nelle finiture.

è quella della prevenzione antincendio e quindi della tutela del bene immobiliare, espletata anche attraverso la gestione del piano di emergenza del centro commerciale. Allo stesso tempo la nostra attività è quella di deterrenza e collaborazione con le guardie armate a tutela del patrimonio. Siete operativi in una trentina di centri commerciali, come si caratterizza la vostra attività? Il concetto di accoglienza e qualità della permanenza è la nostra visione per cui ai servizi tradizionali di portierato e vigilanza affianchiamo attività di servizio alla clientela, con particolare riguardo ai servizi di cortesia. Avete accordi quadro con alcune aziende di gestione? No, in questo momento nessuno, ma ci sono ragionamenti aperti. L’obiettivo è proiettare il tipo di servizio che offre Gruppo Barani come un format qualitativo da proporre alla società di gestione verso i propri clienti. Quanto può valere in termini economici la gestione annuale della sicurezza in un centro commerciale? I parametri variano dal 3% all’8% del fatturato.

Andrea Barani, direttore commerciale di Barani Group Management & Security Services: «Prioritaria la tutela del bene immobiliare» La sicurezza nei centri commerciali è un concetto a 360°. La principale attività

retail&food - settembre 2012 51


analisi mercato Ê indagato il problema nel dossier su “Il ruolo del servizio di system monitoring nella strategia di sicurezza della Gdo”, che riprende una serie di dati riguardanti i furti nei negozi e nei centri commerciali su scala mondiale, europea e italiana nel 2011. Questi risultati sono stati elaborati dal Barometro Mondiale dei Furti, curato a sua volta dal Centre for Retail Research di Nottingham. Dall'analisi si evince che nel nostro Paese il valore dei furti raggiunge i 3,5 miliardi di euro, mentre l’investimento messo in campo dalla distribuzione italiana per proteggere le merci si è attestato sui 918 milioni di euro, pari allo 0,29% delle vendite, al di sotto della media europea. Nel mirino di bande organizzate e di dipendenti malintenzionati ci sono soprattutto gli accessori firmati, i prodotti hi-tech e gli articoli per la cosmesi.

La normativa

I centri commerciali, nel predisporre i profili relativi alla sicurezza, si devono rifare a un preciso obbligo di legge. Per capire quali siano questi accorgimenti ci siamo rivolti allo studio legale Cocuzza & Associati, specializzato in ambito retail. A livello normativo, spiegano dallo studio, la materia è regolata dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81, anche noto come “Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, nonché da altri provvedimenti specifici, ad esempio in tema di prevenzione degli incendi. In via generale il gestore del centro, congiuntamente ai singoli operatori, è tenuto ad assicurare che gli spazi di vendita e che tutti i luoghi all’interno dei quali prestano servizio i lavoratori presentino elevati standard di sicurezza. A

tal fine la legge impone di individuare le possibili fonti di rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori e di redigere un apposito programma di prevenzione rischi. Sono previsti, inoltre, altri obblighi come la nomina di responsabili a diversi livelli, la formazione dei lavoratori e la consegna di idonei dispositivi di protezione individuale. Tali obblighi diventano più stringenti nel caso in cui vengano effettuati dei lavori all’interno del centro. Altro aspetto rilevante è rappresentato dalla gestione delle emergenze. Infine non è secondario il tema dalla tutela dei clienti: il centro commerciale, e i singoli gestori, possono essere ritenuti responsabili di infortuni occorsi ai clienti nel caso in cui siano presenti delle anomalie strutturali potenzialmente lesive. Andrea Penazzi

Come cambia la vostra attività nella gestione di un piccolo e di un grande centro commerciale? È evidente che un grande centro commerciale ha una gamma di problematiche molto ampia e che accanto alle attività routinarie, per cui diamo un decalogo di procedure che rappresenta il nostro punto di forza, si aggiungono periodicamente nuove attività, a volte congiunturali ed estemporanee a cui dobbiamo dare riposta.

Ferruccio Stoppa, responsabile commerciale & marketing presso Nicma & Partners: «Attenzione alle intrusioni dall’esterno» Gestiamo diversi centri commerciali per la società Odos di Novara, dislocati prevalentemente in Piemonte e Lombardia. La parte sicurezza viene espletata da un’azienda facente parte del gruppo che si chiama Nicma Consulting. Come si articola il vostro rapporto con la proprietà e la gestione? Trattiamo direttamente con l’azienda che gestisce i centri e ci atteniamo alle regole e ai piani di sicurezza già esistenti. Che durata hanno i contratti? Solitamente annuali con rinnovo tacito. Quanto può valere un contratto annuale per una galleria commerciale? La sicurezza incide indicativamente sul 2/3% del fatturato del centro. In

52 retail&food - settembre 2012

un centro commerciale piccolo dove svolgiamo sorveglianza e pulizie siamo intorno ai 2.400 euro, mentre per quelli più grossi intorno ai 10.000 euro. Quando si parla di sicurezza nei negozi e nelle gallerie commerciali, quali sono le maggiori criticità? Gestendo prevalentemente la parte di sorveglianza sono tutte quelle situazioni di intrusione dall’esterno e di sorveglianza e monitoraggio attività all’interno del centro. Stefano Masciotta, direttore commerciale di Res Nova Manutenzioni: «Va curata sia la sicurezza attiva che quella passiva» Siamo presenti in diversi centri commerciali, tra cui Romaest e Casetta Mattei nella capitale e Fiumara a Genova. Quali sono i vostri servizi?

Ci occupiamo della parte impiantistica a 360 gradi. Siamo dotati di uno studio di progettazione e vantiamo un know how su centri commerciali molto diversi tra loro, dai più nuovi e grandi a quelli più piccoli e con più anni di attività. Tra i nostri punti di forza annoveriamo il supporto alla stesura dei piani di investimento manutentivi impiantistici: forniamo dei budget di spesa da minimo tre

anni su ogni centro che gestiamo. In particolare sulla sicurezza? I centri commerciali risultano per loro tipologia costruttiva e per l’elevato numero di accessi dei banchi di prova importanti per la materia della sicurezza sia attiva che passiva, penso sia importante aumentare in questo settore gli investimenti da parte delle proprietà in quanto, da studi di settore, si evince che la percezione da parte del fruitore del centro commerciale come luogo sicuro è uno dei parametri che lo indirizza nella scelta del centro da frequentare. Come valuta la situazione della sicurezza nei centri italiani? Si deve migliorare per mantenere, come dicevo prima, uno standard percepito importante, c’è tanto lavoro da fare. Che cosa si può fare in questo


senso? I margini tecnici di miglioramento ci sono, basterebbe rendere più sensibili le proprietà sul problema degli ammodernamenti degli immobili attraverso piani studiati, in modo che nel corso degli anni si eseguano interventi atti a mantenere il centro sempre in piena efficienza. Bernardo Contardi, amministratore unico di GBC Sicurezza: «Evitare gli sprechi e creare coordinamento tecnico» GBC Sicurezza si occupa di gestire tutte

le problematiche di sicurezza, intesa questa come safety, security e prevenzione incendi, e di coordinamento tecnico per tutte le attività di manutenzione

Fornitori, la tecnologia in soccorso

Enrico Tricella, sales manager divisione Bank Security & Cash Handling di Gunnebo: «La custodia del contante è un aspetto centrale». Purtroppo i contanti sono molto apprezzati anche dai malintenzionati e per questo Gunnebo ha studiato soluzioni per proteggerli in ogni fase del ciclo del contante all’interno del negozio, dai sistemi di pagamento a ciclo chiuso ai mezzi forti antirapina.

Gunnebo si relaziona soprattutto con le proprietà, con le società di gestione o con i retailer stessi dei centri commerciali? Generalmente i sistemi di sicurezza sono scelti dai singoli punti vendita, ma nel caso di negozi appartenenti a grandi catene è frequente che le misure di difesa condivise e implementate in un centro pilota vengano replicate sull’intera catena. In ogni caso Gunnebo presenta soluzioni su misura utilizzando l’ampia gamma di tecnologie offerte dal gruppo. Lavoriamo con diverse aziende in segmenti anche non correlati. Fra le altre possiamo ricordare Leroy Merlin, Conad, molte Coop e svariati punti vendita al dettaglio indipendenti. Spesso il mondo della sicurezza è visto come una spesa aggiuntiva, mentre è una condizione essenziale per fidelizzare il cliente, e non solo. Come trasmette agli operatori questo concetto? Un punto di forza delle soluzioni Gunnebo è che si ripagano da sole in tempi brevi. Possiamo dimostrare ai clienti, analizzando i valori medi per il loro settore inerenti le perdite dirette e indirette, che la sicurezza non è un mero costo ma un investimento fruttifero. La pluriennale esperienza dei nostri operatori è servita anche a raccogliere dati in tal senso. Parlando del canale aeroporti, quali sono le necessità dei retailer in termini di sicurezza? Il punto di vendita all’interno dell’aeroporto ha il vantaggio di ricevere clienti che arrivano dopo aver già passato diversi “filtri”, tuttavia i lunghi orari di apertura e le condizioni particolari in cui si opera comportano facilmente stanchezza e distrazione degli operatori. L’offerta da parte di Gunnebo verte su

ordinaria e straordinaria. Relativamente ai centri commerciali, dove siete impegnati? Ci siamo affacciati a questo mondo dallo scorso anno, quando c’è stato chiesto di impegnarci in una nascente struttura a Grosseto (il centro commerciale Aurelia Antica, ndr). Ci può raccontare come vi siete approcciati al centro e quali sono state le criticità? Siamo intervenuti quando era avviato da poco, con alcune aree ancora in costruzione. Il centro si trovava in una situazione di lancio organizzativo dal

punto di vista tecnico. Noi ci siamo interfacciati con la proprietà, Barghi Srl di Grosseto. All’inizio abbiamo dovuto capire quali fossero le reali necessità del centro commerciale, in modo da evitare sprechi di risorse e creare un coordinamento tecnico che consentisse alla gestione, agli operatori ed alla stessa proprietà di approcciare il centro in maniera completa. Inizialmente c’è stata anche qualche difficoltà, ma poi abbiamo trovato un equilibrio che ha portato sicuramente a risultati importanti nella gestione tecnica.

soluzioni che risparmiano all’operatore la necessità di un’attenzione costante a cifre e conteggi, rende più agevole il loro lavoro e conseguentemente più gradevole l’esperienza di shopping. Per questo l’accento negli aeroporti è posto sulle caratteristiche di estetica e funzionalità delle soluzioni. Nei centri commerciali classici, dove non esistono filtri all’entrata, l’enfasi sugli aspetti di sicurezza dei mezzi è più marcata.

Noelia Castillon Polo, direttore marketing Sud Europa Honeywell Security Group «Protezione dei beni e garanzia dei profitti» Honeywell Security Group progetta e produce sistemi video, rilevamento intrusione e controllo accessi e soluzioni di sicurezza integrata. La società investe oltre 100 milioni di dollari su base annuale nel settore della ricerca per lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia. Quali sono le soluzioni più richieste dai retailer? Che si tratti di gioiellerie, minimarket o supermarket, il grosso dell’investimento da parte del commerciante è legato ai costi operativi e di inventario. Assicurare un inventario da possibili furti, controllare che ogni transazione sia completa e legale e ottimizzare la produttività degli impiegati sono le chiavi del successo nel mercato del retail. La soluzione integrata proposta da Honeywell riduce i cali di produzione, protegge i beni e garantisce profitti. A seconda del rischio e del tipo

di attività consigliamo diverse soluzioni in termini di protezione. Honeywell lavora anche alla progettazione dei sistemi di sicurezza per complessi commerciali in fase di costruzione e alla loro manutenzione? Honeywell è un produttore di sistemi di sicurezza per il settore business to business, in cui supporta i propri clienti fornendo loro il materiale per ogni installazione, consigli in merito alle migliori combinazioni per ogni installazione e allo sviluppo del progetto. Inoltre i nostri installatori partner forniscono installazioni e servizi di manutenzione. Con quali operatori lavorate in Italia? È assai comune vedere uno dei nostri rilevatori o una delle nostre videocamere nei grandi magazzini o nei negozi al dettaglio. Per esempio, lavorando con Elcon Italia, il sistema integrato anti-intrusione e controllo accessi Honeywell Galaxy Dimension è stato scelto come il sistema di sicurezza per Obi, catena di negozi al dettaglio fai-da-te diffusa in tutta Italia. Galaxy Dimension era infatti l’unica piattaforma che permetteva al sistema di sicurezza da una parte di essere integrato con il sistema di accessi e dall’altra di sviluppare un software di monitoraggio che avrebbe incluso ogni funzione di sicurezza.

retail&food - settembre 2012 53


Franchising interview

Franchising internazionale,

il successo arriva dalla pianificazione Federico Fiorentini, esperto di franchising a livello internazionale, ha incontrato e intervistato per r&f Paul Segreto, professionista Usa di questo settore. Tanti spunti e una certezza: per varcare l’oceano col proprio format occorrono idee chiare e un planning preciso Il recente incarico ricevuto da Paul Segreto quale Presidente per gli Usa della Iafp (Associazione Internazionale dei Professionisti del Franchising) vale un’intervista che ci consente di rendere noto ai più che il franchising americano è vivo e gode di ottima salute e che può essere un mercato appetibile per i brand italiani. Paul raccontaci di te, la tua esperienza ed anche il nuovo ruolo importante nella Ifa. La mia esperienza all'interno del franchising è ormai di oltre 25 anni. Ho iniziato a lavorare per un franchisee e dopo diversi anni di successo sono stato scelto per dirigere le operazioni di un regional franchisee appena acquistato. Nel giro di un paio di anni sono diventato Presidente e Coo. Dopo tre anni ho aiutato il titolare della licenza franchising a vendere il pacchetto con

un ritorno di oltre il 300% sul capitale investito rivendendo il sistema di franchising a un'organizzazione più grande. Dopo aver assistito l'acquirente attraverso un anno di transizione, sono diventato un Multi-unit franchisee, con interessanti attività in location molto performanti.Sei anni dopo, ho disinvestito con profitto tornando alla consulenza con l'obiettivo primario di aiutare il franchising ad avere successo a tutti i livelli. Così è da undici anni ed i risultati sempre più che positivi. Perché i franchisor americani non amano andare all'estero? I franchisor americani debbono costruire il proprio brand qui negli Stati Uniti. Perfezionandolo e fortificando tutti i sistemi qui. è fondamentale farlo prima di esplorare mercati internazionali. Comunque dobbiamo

dire che per gli statunitensi mercati “stranieri” tipici sono il Canada e il Messico. Successivamente, si concentrano su paesi di lingua inglese per ovvi motivi. Ma ho trovato che la maggior parte si lancia non avendo adeguatamente pianificato l'espansione internazionale, e spesso si avventurano in questi mercati, non appena una richiesta arriva dall'India o dal Medio Oriente. Ma l'eccezione alla regola esiste e sono i grandi franchising di fast food. Ci racconti il tuo ruolo nell’Ifa? Attualmente, sono un membro della Ifa e sono coinvolto nel comitato tecnologia. Con il mio programma radiofonico, Franchise Oggi, e con il prossimo Franchise Magazine Essentials, ho stretto legami importanti con il management gestionale dell’Ifa e regolarmente comunico con loro a tutti i livelli. Ho partecipato a numerose conferenze incluse Ifa Conventions, the Ifa-sponsored Small Business Lending Summit, e molte delle manifestazioni in franchising di più grandi dimensioni. Sono anche co-fondatore di FranSummit che fornisce addestramento virtuale nei social media e nelle tecnologie in ambiente in franchising. Infatti al nostro primo vertice Franchise Social Media - settembre 2011 - hanno partecipato stimati professionisti in franchising di 31 paesi e 5 continenti. Infine ho la mia rete personale di professionisti in franchising che è molto ampia e tocca molti, molti paesi in cui il franchising è una componente fondamentale dell'economia locale. Sono anche un membro attivo dell'Associazione Internazionale degli Affiliati e Rivenditori, e spesso sono un ricercato oratore e formatore. Come puoi aiutare (le imprese franchising ) ad espandersi all’estero? Ho una piena comprensione di ciò che serve per avere successo sia a livello di franchisee che di franchisor e quindi sono in grado di assistere le aziende verso il mercato estero. Conosco nel dettaglio i sistemi di franchising e la formazione necessaria per rendere i consumatori più sicuri cercando di realizzare per loro esperienze emozionali positive e memorabili... che sono poi la spina dorsale del bottom-up e la crescita della redditività. La tua conoscenza dell’Italia, dell’Europa e del franchising italiano? Negli ultimi anni ho scritto articoli per la rivista Focus Franchiseek e Franchising, con sede nel Regno Unito. Ho scoperto che in ogni Paese le regole e corretti principi di base sono applicati. “Alla fine della giornata” tutta i franchising professional sono persone che sanno fare affari con le persone! So che c'è ancora molto da imparare, ma più dagli aspetti legali che operativamente. Cosa suggerire al franchisor italiano per espandersi negli Usa?

54 retail&food - settembre 2012


sviluppo lento e metodico con una strategia di sviluppo ben pianificata. Bisogna pensare a lungo termine! I tuoi risultati più importante raggiunti con l’utilizzo dei nuovi media? New media è una nuova forma di comunicazione nata ed assolutamente in grado di rimanerci a lungo: ha creato un nuovo modo di comunicare e fare business sia con i consumatori che con gli investitori. Ma entrambi sono più istruiti, più sofisticati e tecnologicamente più avanzati che mai. Ma sono anche più cauti e molto diligenti. I franchisor ed i franchisee per essere più competitivi in ogni settore dello attività e sul mercato debbono essere in grado di abbracciare e condividere e lavorare con i nuovi media e la tecnologia dietro gli stessi mezzi.

Il mio suggerimento è quello di lavorare con un esperto statunitense, meglio se franchisee e professionista con una vasta gamma di specifiche esperienze, di là dall’aver fatto solo vendite di licenze franchising. È essenziale per perfezionare il sistema e rendere inattaccabile la documentazione e la tecnologia ogget-

to del know how. È bene avere anche un avvocato importante nel franchise che sia in grado di comprende il progetto non solo dal punto di vista giuridico. Poi è molto importante essere attivi in Ifa e partecipare alle numerose conferenze nel corso dell'anno. Ma il consiglio fondamentale è quello di valutare uno

Perché Iafp? Ho scelto di collaborare con la Brd Consulting Iafp per contribuire a spezzare le barriere naturali che rallentano lo sviluppo esplorando le opportunità all'estero e negli Stati Uniti. Il franchising dovrebbe essere un linguaggio comune e può essere una componente integrante per stabilizzare le economie di tutto il mondo. La mia esperienza sia come franchisor che come franchisee, e come consulente franchising di successo che si concentra sull'utilizzo delle nuove tecnologie all'interno dell'ambiente di franchising è ancora rara. Federico Fiorentini Managing Director BRD Consulting – www.brdconsulting.it

retail&food - settembre 2012 55


56 retail&food - settembre 2012


Mystery on board

Italo, a gestire l’emergenza

s’impara in corsa

La curiosità era tanta, pompata da polemiche giornalistico-pubblicitarie, ma anche dal fatto che la presenza di un nuovo player ferroviario è una vera rivoluzione. Andata perfetta, guasto del locomotore al ritorno. E qui comincia l’avventura…

Italo Ntv > Accoglienza a bordo Saluto, benvenuto Spazio bagaglio Ordine/pulizia poltrona Magazine

   n.d.

> Viaggio Annunci Qualità segnale wifi Climatizzazione Ordine e pulizia toilette Cordialità e professionalità controllo biglietti Bar: assortimento Bar: qualità prodotti Bar: qualità servizio

P

renotiamo un viaggio di andata e ritorno da Milano a Napoli in giornata. Ad un prezzo invitante (classe “Smart” equivalente alla seconda). Paragonabile a quello di un volo aereo “low cost”, 110 euro andata/ritorno, ma con tutti i vantaggi della partenza/ arrivo in centro città. Il sistema di prenotazione on line è molto semplice e fluido. Non ci sono momenti di disorientamento, le informazioni sono chiare e facilmente intellegibili. Tanto che le pagine del sito arrivano a trasmettere una sensazione di vuoto, tanto sono scarne e concentrate sui passaggi essenziali. La partenza avviene con puntualità svizzera, dalla stazione Rogoredo di Milano. Un’infrastruttura tanto comoda (connessa con la metro, a un passo dall’autostrada) quanto squallida. Sicuramente non una moderna stazione per treni ad alta velocità, anche per quanto riguarda la scarsa e triste offerta retail e food. Ci auguriamo che la società che la gestisce, Centostazioni, comprenda rapidamente l’accresciuta importanza della stazione (vi fermano anche alcuni Frecciarossa) e intervenga in tempi rapidi con un adeguato restyling. Comunque, visto che è l’alba, non sottilizziamo. All’arrivo del convoglio, la prima cosa che salta all’occhio è la numerazione delle carrozze. Diversa dal solito e non di immediata comprensione (per ogni carrozza un solo ingresso). Con qualche passeggero che si ritrova così seduto al posto giusto, nella carrozza sbagliata. Saliti a bordo notiamo uno spazio destinato ad alloggiare i bagagli ingombranti, dotato di un sistema di sicurezza che consente di legare la propria valigia e di assicurarla con lucchetto. Bella attenzione, visti i furti perpetrati sui treni della concorrenza.

La carrozza è ariosa, grazie ai toni chiari degli arredi, ed essenziale. Poltrone sottili, in stile aereo, comode il giusto. Il personale è cordiale, con un’età media attorno ai 30 anni. In classe Smart non c’è bar, ma due vending machine: fatto che disorienta non pochi passeggeri, delusi dall’assenza della carrozza ristoro. Non c’è cambia monete a bordo, quindi occorre esserne provvisti o avere banconote di piccolo taglio. Abbiamo provato il caffè, Illy, davvero buono. In classe Prima e Club i prodotti del catering vengono da Eataly, prima o poi testeremo anche questi e ve ne daremo conto. Poco da aggiungere sul resto del tragitto se non che, come ampiamente annunciato (sul pdf/ricevuta e dagli altoparlanti a bordo), “il servizio Wi-Fi è in fase di messa a punto”. Tradotto in soldoni, non funziona. Arrivo a Napoli Centrale in perfetto orario. Il viaggio di ritorno è una fotocopia esatta dell’andata, fino a 2’ prima dell’arrivo a Milano Rogoredo, quando, improvvisamente il treno si ferma. E non riparte per 115, lunghissimi minuti. Un guasto al locomotore, e la lunga attesa di una motrice che agganci il treno e lo traini in stazione. Analizzando freddamente i fatti, nonostante il caldo pauroso della carrozza privata dell’aria condizionata a causa del guasto, possiamo dire che l’emergenza è stata gestita discretamente: sono stati effettuati annunci ripetutamente e il personale di bordo ha percorso i corridoi in più occasioni offrendo bevande fresche ai passeggeri. Certo durante l’attesa tra i passeggeri è serpeggiata una certa ironia su Italo perché «il treno di Montezemolo non è proprio una Ferrari» e secondo alcuni passeggeri «alla fine son tutti

       

> arrivo Puntualità Annunci di arrivo

 

Legenda:  = migliorabile  = sufficiente = apprezzabile  = molto buono  = ottimo

uguali, si viaggia come sul Frecciarossa». A dar retta alla cronaca non si tratta del primo guasto di questo tipo in pochi mesi di esercizio. E forse il costruttore del treno, la francese Alstom, avrebbe dovuto effettuare un collaudo più serio. Quanto ai rimborsi, il call center di Ntv da noi contattato il giorno seguente al viaggio, annunciava il rimborso del 50% del biglietto e anche, “vista l’eccezionalità della situazione” un rimborso ulteriore del 100%. Il primo è arrivato via email (da richiedere collegato al codice di prenotazione, per l’emissione di un nuovo biglietto), il secondo s’è perso tra i binari. In conclusione, la concorrenza fa bene, anche alle ferrovie: poter scegliere più prodotti, più orari, diversi servizi, stazioni, è per il cliente un elemento indubbiamente positivo. Sui “disservizi” c’è ancora molto da fare, anche in casa Italo. Andrea Aiello

retail&food - settembre 2012 57


dossier concessionarie autostradali

a cura di Fabrizio Patti

Serenissima

A4 HOLDING spa - A4 Brescia Padova - A31 I numeri Fig. 1 Numero aree Bar Ristoranti Negozi Superficie complessiva (mq * 1000) Superficie commerciale (mq * 1000) Hotel Wi-fi Fax Sportelli Bancomat Spazi attrezzati per camper Aree dedicate agli animali Aree giochi per i bambini Baby corner Spazi dedicati ai camionisti Servizi igienici accessibili ai disabili Sale riunioni e sale viabilità TV con info viabilità, meteo, news Hi-point - Information Point Officine Parcheggi per autovetture Parcheggi per tir e bus

sulla giusta strada

20* 20 10 0 505 16,05 1 0 13 9 5 1 6 10 1 20 2 0 0 1 1165 222

* 14 aree di servizio + 6 aree di sosta senza carburante e con un solo punto di ristoro

I progetti relativi alle aree di sosta

I

l 30 giugno del 2013 scadranno tutte le subconcessioni per la ristorazione nelle aree gestite da A4 Holding spa (già Autostrada Brescia-VeronaVicenza-Padova spa, o Serenissima). Si tratta di 12 aree di servizio più sei di sosta senza carburante sull’A4 da Brescia a Padova. Ci sono inoltre due aree di servizio sull’A31 Vicenza-Piovene Rocchette e altre due in via di costruzione nel nuovo tratto sud della stessa A31 da Vicenza a Rovigo, che saranno chiamate "Castegnero delle Ciliegie Nord" e "Nanto degli Ulivi Sud". Il motivo della scadenza collettiva è semplice: a quella data la concessione terminerà anche per la Serenissima. Presto, come annunciato anche nel numero di luglio-agosto 2011 di r&f, saranno indette le gare. «Le nostre aree di servizio hanno un’età media di 44 anni per cui l’obiettivo è ammodernarle entro pochi anni – dice a proposito Massimo Guacci, ad di Serenissima Trading, società di A4 Holding -. La Brescia Padova ha ereditato queste aree. Lo slogan condiviso con il concedente è che l’area di servizio non debba più essere solo il biglietto da visita della concessionaria ma che debba rispecchiare e migliorare il livello di civiltà del Paese. È un obiettivo ambizioso, per arrivare al quale guardiamo alla sostenibilità ambien-

58 retail&food - settembre 2012

tale, alla tutela del territorio, all’ampiezza della struttura e dell’offerta e ai format». Se questo è l’obiettivo, già oggi qualcosa è stato fatto sul fronte dei servizi. Su 20 aree (tra servizio e sosta), la metà ha ristoranti, oltre ai bar. Pur non essendoci negozi, servizio wi-fi e informazioni

Massimo Guacci

Fig. 2

"Campagna" in Autostrada

Progetto in corso di implementazione nell'anno 2012 dove, su alcune aree di servizio e in collaborazione con la Coldiretti territoriale, si proporanno direttamente i prodotti della "campagna veronese"

Parcheggi rosa

Nel 2012 è pianificata l'individuazione, nelle immediate vicinanze dei punti di ristoro, di parcheggi dedicati alle donne in gravidanza e alle neomamme

Aree giochi

All'interno di sei aree di sosta, inserite in un contesto paesaggistico caratterizzato da ampie zone a verde, sono state inserite aree giochi e spazi dedicati allo svago dei bambini

Benzocartelli

Entro il 2012 saranno attivati lungo la tratta in concessione i benzocartelli, che metteranno a confronto la competitività dei prezzi di vendita dei carburanti

Sistemi di sfruttamento energia eolica

Nel 2012 è stata avviata la sperimentazione di un sistema di produzione di energia elettrica attraverso lo sfruttamento di flussi eolici passivi generati dal transito dei veicoli

Camper Service

È stata terminata l'attivazione di cinque camper service per completare l'offerta tenendo conto delle esigenze dei camperisti

su televisori o information point, su altri fronti sono stati fatti passi avanti importanti. Ci sono ad esempio 10 baby corner e sei aree giochi per i bambini, un segno di attenzione alle famiglie. I camionisti hanno per ora solo uno spazio a loro dedicato, mentre le aree attrezzate per i camperisti sono cinque. Sono a disposizione due sale riunioni e ben 13 postazioni dove è possibile inviare fax. C’è solo un hotel, ma la formula è in caduta libera ovunque in autostrada. Più interessanti sono i progetti a breve (vedi tabella 2): l’iniziativa Campagna in autostrada con Coldiretti, i Parcheggi rosa per donne in gravidanza e le neomamme, i “benzocartelli” con comparazione dei prezzi del carburante. E poi il progetto di turbine verticali per ricavare energia dal vento (si veda r&f di luglio-agosto 2012). •



International Un campo fotovoltaico a Schiphol

L’aeroporto di Amsterdam Schiphol ha installato 9.500 metri quadrati di pannelli fotovoltaici, per una produzione annuale di 440.000 kWh, capace di dare energia a 120 famiglie. Il progetto è stato sviluppato da theGrounds, un’iniziativa di Schiphol che sviluppa “applicazioni innovative per aeroporti sostenibili”. L’aeroporto spera di rendere le sue attività “climate neutral” alla fine del 2012 e di generare il 20% della sua energia in maniera sostenibile entro il 2020. Parallelamente lo scalo sta lavorando per ridurre i propri consumi elettrici, ad esempio con la graduale sostituzione delle lampadine tradizionali con quelle a Led.

Aeroporto di Toronto, doppio gusto italiano

Boccone Trattoria Veloce e Boccone Pronto, sono i due nuovi ristoranti italiani aperti nel Toronto Pearson International Airport. Il primo, da 212 mq nel T1 partenze domestiche,

è un ristorante full service; il secondo, nel T1, area partenze Us-Transborder, è invece un locale quick service. A curare il tutto è Massimo Capra, chef rinomato, in locali gestiti da Ssp.

Alla stazione di Londra Waterloo 38 nuovi shop

Una “balconata” nuova, di 220 metri lunghezza con diversi punti vendita di retail e ristorazione è stata inaugurata a metà luglio, in vista dei giochi olimpici. Al momento dell’inaugurazione si contavano circa 2mila mq di spazi commerciali, destinati a salire a oltre 5mila, con 38 unità commerciali. Tanti i nomi noti: tra chi ha aperto ci sono per esempio Yo! Sushi! e Fat Face, mentre tra chi doveva aprire ci sono Carluccio’s (format di ispirazione italiana) e Sports bar & Grill. La “balconata” è parte di un progetto di miglioramento della stazione, dove passano 90 milioni di passeggeri all’anno, da 25 milioni di sterline.

60 retail&food - settembre 2012

duty free world

By Kevin Rozario - London

Sliding fortunes for EU airports Fortune sdrucciolevoli per gli aeroporti dell'UE While the Eurozone has limped on from one crisis to another, the airport retail business at Europe’s biggest hubs – as we have discussed before in this column – has bucked the general domestic market trend to produce strong sales in relation to the rise in traffic. This has been largely thanks to high-spending emerging market passengers from countries like China and Brazil, making up for weak spending from intra-European travellers. For example, at London Heathrow, operator BAA claims that total clothing and accessories sales across the airport experienced a +17.7% growth last year which it attributes to its exposure to passengers from BRIC nations (Brazil, Russia, India and China). They spent an average of £45.50 in 2011, compared to £37.22 in 2010. Aéroports de Paris, which runs Paris Charles de Gaulle and Paris Orly airports, also reports sales per passenger in fashion and accessories up by +16% last year, largely accredited to BRIC travellers. That is all well and good, but a slowdown in traffic during the course of 2012 has begun to worry the airport group ACI Europe. In July, it revealed that data up to and including May “confirm a downward trend, with a further slowdown of passenger traffic – with freight now in its 11th month in the red”. That in itself does not necessarily mean a negative scenario for airport retail sales, but the emerging picture is a Europe of two halves: up to May, passenger traffic at EU airports went into decline at -0.3% while passenger traffic at non-EU airports, remained very positive, but also slowed to +6.6%. When comparing first quarter retail sales per passenger at major EU hubs like Paris, London and Frankfurt, there are also signs that growth is slowing. At Frankfurt retail sales/pax was up +2.4% at €3.40 while in Q1 last year it was up by +8.1%; at Heathrow the same comparison shows growth of +6.0% to £5.84 in this Q1, down from +7.0% in the same period last year. Only ADP’s figures showed sales/pax rising: in this Q1 they were ahead by +8.3% to €16.30, better than the previous year’s +7.3%, although new retail facilities at the airport will be one reason for the increase. There is no doubt that retail remains resilient; the concern is that if traffic growth continues to slip, airports will have to be extra vigilant and act swiftly in adapting their offers if their retail departments are to shine as brightly as they have done up to now.

Mentre l’Eurozona ha zoppicato da una crisi all'altra, il business del retail aeroportuale nei più grandi hub d’Europa - come abbiamo discusso in precedenza in questa rubrica - ha contrastato la tendenza generale del mercato interno mostrando forti vendite in relazione all'aumento del traffico. Questo è avvenuto in gran parte grazie a passeggeri altospendenti provenienti da paesi emergenti come la Cina e il Brasile, che hanno compensato la spesa debole dei viaggiatori intra-europei. Per esempio, a Londra Heathrow la società di gestione Baa sostiene che le vendite totali di abbigliamento e accessori in tutto l'aeroporto hanno avuto una crescita del 17,7% rispetto allo scorso anno, che lo scalo attribuisce alla sua esposizione verso i passeggeri provenienti dai paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina). Hanno speso una media di 45,50 sterline nel 2011, rispetto alle 37,22 del 2010. Aéroports de Paris, che gestisce Parigi Charles de Gaulle e Parigi Orly, dichiara pure che le vendite per passeggero di moda e accessori sono salite del 16% rispetto allo scorso anno, in gran parte per merito dei viaggiatori Bric. Questo è tutto bene, ma un rallentamento del traffico nel corso del 2012 ha cominciato a preoccupare l’associazione di aeroporti Aci Europe. Nel mese di luglio questa ha rivelato che i dati fino al maggio «confermano una tendenza al ribasso, con un ulteriore rallentamento del traffico passeggeri - con le merci giunte all’11° mese in rosso». Ciò in sé non significa necessariamente uno scenario negativo per le vendite del retail aeroportuale, ma il quadro che emerge è di una Europa divisa in due metà: fino a maggio, il traffico passeggeri negli aeroporti dell’Ue è stato in calo dello 0,3%, mentre il traffico passeggeri negli aeroporti extracomunitari è rimasto molto positivo, ma ha comunque rallentato, al +6,6 per cento. Quando si confrontano le vendite al dettaglio per passeggero nel primo trimestre nei più importanti hub europei come Parigi, Londra e Francoforte, ci sono ultieriori segnali che la crescita sta rallentando. A Francoforte le vendite al dettaglio per passeggero sono aumentate del 2,4% a 3,40 euro, mentre nel 1° trimestre dello scorso anno l’aumento era stato dell'8,1%; a Heathrow lo stesso confronto evidenzia una crescita del 6% a quota 5,84 sterline nel 1° trimestre, in calo dal +7% nello stesso periodo dello scorso anno. Solo le cifre di Adp hanno mostrato ricavi per passeggero in aumento: in questo primo trimestre erano salite del 8,3%, a quota 16,30 euro, incremento superiore a quello dell’anno precedente, +7,3%, anche se le nuove unità commerciali presso l'aeroporto sono un motivo di tale aumento. Non vi è alcun dubbio che il retail continua a essere resistente; la preoccupazione è che se la crescita del traffico continua a diminuire, gli aeroporti dovranno essere più vigili e agire rapidamente per adeguare le loro offerte, se i loro servizi al dettaglio vogliono brillare in modo luminoso come hanno fatto fino ad ora.


Liquidi a bordo, semaforo ancora rosso

N

ell’aprile del 2013 non ci sarà l’annunciata abolizione delle restrizioni per portare liquidi a bordo degli aerei. Lo ha annunciato la Commissione europea il 18 luglio, dopo consultazioni con i

Madrid: il nuovo Bernabeu nel segno dei negozi

Il Real Madrid ha indetto un concorso mondiale per scegliere l’architetto che curerà un profondo restyling dello stadio Bernabeu. Due candidati in gara sono Rafael Moneo e Norman Foster. Il club chiede di superare l’idea tradizionale di stadio: ci sarà, per esempio, un hotel di lusso con camere da cui si potrà assistere alle partite. Verranno mantenuti i ristoranti attuali ma saranno affiancati da un centro commerciale. Saranno aggiunti 600 posti auto e 10mila posti a sedere. Ingente l’investimento: 100 milioni di euro per tre anni di lavori. Il costo però dovrebbe essere ammortizzato in appena quattro anni. Il fatturato annuo dello stadio è stimato (nonostante i venti di crisi in Spagna) in 50 milioni di euro all’anno, che potrebbero salire fino a 90 milioni se un’azienda affiancasse il proprio nome a quello di Bernabeu (come nel caso dell’Allianz Arena di Monaco).

rappresentanti dell’industria aerea. Si parla però di un piano per arrivare a una progressiva eliminazione delle restrizioni. È il secondo stop, dopo quello che fece slittare la prima scadenza dell’aprile 2011. Allora l’americana Trasportation Security Administration si era lamentata di non essere stata coinvolta nel processo. Ora si va più direttamente al punto: non c’è ancora una tecnologia adeguata. Sono stati fatti diversi test negli aeroporti (e l’Enac a giugno aveva annunciato che ne avrebbe avviati altri in Italia) ma nessuno ha evidentemente convinto fino in fondo.

Mall: Henderson compra Horizon Investment

Henderson Property, divisione property

di Henderson Global Investors con asset in gestione per 15 miliardi di euro, ha acquisito Horizon Investment Management France Sas. (“Horizon Francia”), società specializzata nell’asset management, in particolare nel settore immobiliare commerciale transalpino. La sua attività comprende principalmente servizi di consulenza per un fondo lussemburghese da 250 milioni di euro e sette contratti di gestione per 25 proprietà.

retail&food - settembre 2012 61


International I ristoranti Usa si riprendono, forse

Giugno in crescita per traffico (+1,1%) e vendite a parità di locali (+3,2%) per i ristoranti statunitensi. In particolare vanno bene le catene “quick service” (ossia fast food e fast casual), che segnano un +3,9%, mentre i ristoranti “full service” (casual dining e fine dining) si fermano al +2,2 per cento. Quanto a

luglio, i ristoratori nel 42% dei casi pensano che sarà migliore di giugno e nel 20% peggiore. Questo secondo l’indagine “Miller Pulse” realizzata per Nation’s Restaurant News. Ma la stessa testata riporta anche i dati di “Black Box Intelligence”, meno rosei: a giugno vendite +1,5%, e traffico -0,6%, con previsioni negative su luglio. Entrambe le fonti concordano sui dubbi per i prossimi mesi: la situazione è incerta e volatile, anche per i fast food.

62 retail&food - settembre 2012

Tre lotti per la maxi gara dei duty free di Aena

I

l gestore unico degli aeroporti spagnoli, Aena, ha pubblicato l’invito alla manifestazione d’interesse per le attività di duty free messe in gara. Si tratta di un totale di 37.000 mq di spazi retail in 26 scali, in cui la parte del leone la fa MadridBarajas (14mila mq e 30 punti vendita), seguita a distanza da Barcellona (4.400 mq). La gara, a differenza del passato (quando era stata vinta da Aldeasa, ora parte di Wdfg, gruppo Autogrill), sarà divisa in tre maxi-lotti: il primo con capofila Madrid e altri dieci aeroporti, il secondo con Barcellona El Prat e altri otto, il terzo riservato ai sei scali delle Canarie. Scopo della divisione, secondo Aena, è dare la possibilità a nuovi operatori di partecipare, e quindi di stimolare la concorrenza. La società di gestione intende far salire i ricavi del 20-30%, da 535 a circa 700 milioni di euro, anche per effetto dell’estensione di alcune aree.

Hermès vola ancora grazie all’Asia…

Quale azienda di questi tempi riesce a far lievitare i ricavi del 15%? Semplice: una società del lusso che esporta fortemente verso l’Asia, e sa farlo benissimo. Stiamo parlando di Hermès, che ha chiuso il primo semestre a quota 1,59 miliardi di ricavi, con una crescita media del 15,4%, soprattutto grazie al mercato asiatico (escluso il Giappone, che fa -1,1% o +12,7% a cambi costanti), salito del 24,6 per cento. Niente di cui lamentarsi, comunque, anche in Europa (+15,9%) e nel continente americano (+9,4%).

…e Louis Vuitton mette casa a Shanghai

Anche Louis Vuitton continua a battere la pista cinese, e alla fine di luglio ha festeggiato il 20° anniversario nel Dragone inaugurando il suo 41° store, o meglio la sua prima “maison”: quattro piani per un negozio monumentale nel celebre mall dedicato al lusso Plaza 66 di Shanghai.


Skytrax, compagnie asiatiche senza rivali

Telepizza, a Permira anche l’ultimo trancio

La Commissione europea ha autorizzato l'acquisizione del pieno controllo di Telepizza, la grande catena spagnola di pizzerie a domicilio, da parte del fondo britannico Permira Europe III. La catena era controllata congiuntamente da Permira e da Carbal, una società della famiglia Ballvé, dal 2006, quando con un’Opa portarono fuori la società dalla Borsa. Il fondo di investimento britannico nell’operazione ha effettuato una iniezione di capitale di 35 milioni di euro, per ridurre il debito, pari a 40 milioni di euro. Pedro Ballvé rimarrà azionista e presidente della società. Telepizza ha 620 locali in Spagna e 590 nel resto del mondo, in Sud America e in Europa (Portogallo, Polonia e Andorra). Il fatturato è di circa 500 milioni di euro. Quest’anno dovrebbero essere aperti 113 locali, di cui 38 in Spagna.

Tre compagnie europee nelle prime 20 posizioni, il resto in mano ai grandi vettori asiatici. È il verdetto dell’autorevole classifica Skytrax sulla qualità dell’esperienza di volo. In cima alla classifica 2012 si conferma Qatar Airways, come nel 2011. Seguono la coreana Asiana Airlines, Singapore Airlines, Cathay Pacific e Ana. Tra le compagnie del Golfo Persico, Etihad è al sesto posto ed Emirates all’ottavo, in salita rispetto al decimo del 2011. In mezzo, al settimo posto, c’è la turca Turkish Airlines, che è anche il primo vettore europeo. Tra i primi 20 ce ne sono solo altri due del Vecchio Continente: Lufthansa, al 14esimo posto, e la sua controllata Swiss, al 18esimo. Primo italiano: Alitalia, all’83esimo posto sulle 200 compagnie monitorate. In miglioramento, va detto, rispetto alla poco onorevole piazza numero 134 dell’anno prima.

All’aeroporto Kunming arrivano Ari e Cdfg

A fine giugno è stato inaugurato il nuovo aeroporto internazionale di Kunming, nello Yunnan, centro-sud della Cina, non lontano dalla penisola indocinese. Il nuovo terminal si prepara ad accogliere 24 milioni di passeggeri, con l’obiettivo di salire a 38 nel 2020 e sarà un hub soprattutto per Asia Meridionale, Europa e Australia. La superficie delle attività commerciali è di 35mila metri quadrati. Aer Rianta International (Ari), la società di duty free di proprietà dell’aeroporto di Dublino, ha già aperto 11 negozi duty paid per 650 mq in airside, sotto l’insegna “The Loop”. È stata poi la volta di China Duty Free Group (Cdfg), unica impresa statale dedicata al business del duty free. Gli store aperti, nell’area internazionale F2, ospitano grandi marchi globali di profumi (da Chanel a Dior), occhiali e orologi (da Longines a Gucci), pelletteria, gioielleria e fine food.

retail&food - settembre 2012 63


stazionario Svizzera, il futuro è sui binari

Il numero dei pendolari aumenterà del 45% entro il 2030, portando ai limiti e forse oltre la capacità attuale delle stazioni elvetiche, che ad oggi contano un milione di persone al giorno. Di qui i maxi progetti strutturali e infrastrutturali che interessano gli scali svizzeri, con una forte attenzione al fattore retail.

Proprio la leva commerciale rappresenta l’ulteriore valore aggiunto di questi complessi. Un esempio è Zurigo con i suoi 130 negozi, frequentati non soltanto dai viaggiatori ma anche dai residenti. Scendendo nel particolare dei presenti e futuri interventi, sono già in corso i lavori per l’ampliamento dello scalo di Zurigo nella cosiddetta “linea diametrale”. Quest’opera, da 2 miliardi di franchi (oltre 1,6 miliardi di euro), è considerata il più grande progetto di costruzione urbano della Svizzera. Ulteriori lavori sono in corso a Ginevra, mentre prossimamente sono previsti a Berna, Basilea, Lucerna e San Gallo.

Ntv-Rfi: è guerra sugli scali romani

S

i gioca sui nervi la perenne battaglia tra il vettore di Montezemolo, Ntv, e la controllata di Gruppo Fs, Rfi. Negli ultimi mesi sono stati ben due i motivi di attrito tra le società: la cancellata davanti al binario in cui transita Italo presso la stazione di Roma Ostiense e la mancanza di servizi nella nuova stazione Av di Tiburtina. Sul primo fronte è cronaca l’installazione di una cancellata, in concomitanza dell’avvio del super treno prodotto dalla francese Alstom, che di fatto ha ostacolato l’afflusso al convoglio costringendo i viaggiatori a una lunga gimkana. All’accusa di scorrettezza formulata dal vettore ha risposto con una nota il gestore dell'infrastruttura ferroviaria nazionale, sostenendo che «il 29 dicembre 2008 la proprietà del cosiddetto Air Terminal Ostiense e delle relative pertinenze è stata ceduta alla società Geal Srl. Nell'atto di compravendita (...) era previsto che l'acquirente dovesse realizzare, subito e a sue spese, una separazione fisica tra i beni ceduti e le aree inerenti l'attività ferroviaria. (…) Ntv doveva sapere quali erano le regole». Certamente i lavori sono stati ultimati in ritardo e con un timing quantomeno curioso. La soluzione, conciliante, è arrivata intorno a metà luglio, quando l’Ursf (Ufficio che dirime le controversie tra il gestore della rete e le imprese ferroviarie) ha previsto un varco che consente l’accesso al binario 15 accanto a Casa Italo. Di contro ha definito Rfi corretta e disposto che la cancellata non venga rimossa. Sul fronte Tiburtina, nella prima metà di luglio Ntv ha acqui-

stato una pagina sui media nazionali in cui ha sparato cannonate su Rfi per la mancanza di servizi e di attività commerciali nella nuova stazione Av, nonostante siano trascorsi mesi dal taglio del nastro. Questo, di fatto, limita le potenzialità dello scalo. Ancora una volta ha risposto l’amministratore delegato di Rfi, Michele Mario Elia, che ha imputato non a ritardi ma bensì a una «tempistica fisiologica» la mancanza di tali servizi, annunciando inoltre che presto la situazione sarà risolta da Grandi Stazioni, vincitrice dell’appalto per la gestione dello scalo e quindi per la commercializzazione delle unità. Scaricate, o chiarite, le responsabilità, saranno i fatti a dare ragione a una o all’altra parte. •

Centostazioni: arrivano gli specialisti della salute

Treni regionali, è gara a tre

Sul piatto ci sono 1,25 miliardi di euro, attorno al tavolo la francese Alstom, la canadese Bombardier e la cordata italo-spagnola con AnsaldoBreda (controllata di Finmeccanica in via di dismissione) e Caf. L’appalto lanciato da Trenitalia, di cui si dovrebbe conoscere il vincitore entro l’estate, prevede la costruzione di 130 treni regionali e un’opzione per ulteriori 60 convogli. In particolare i lotti sono due: da una parte i treni elettrici, di cui 90 sicuri e 40 eventuali, e dall’altra quelli a diesel, nella misura di 40 sicuri e 20 in opzione.

64 retail&food - settembre 2012

N

on solo retail ma anche luoghi specializzati nella salute di viaggiatori e residenti. In virtù di un accordo quadro siglato con la società Athena, Centostazioni ha programmato una serie di aperture di poliambulatori specialistici e studi dentistici all’interno del proprio network. Si è partiti in estate con lo scalo di Gallarate (Va), dove è stato inaugurato il primo centro medico infermieristico su una superficie di 150 mq, mentre nei prossimi mesi sarà la volta di Monza, Milano Rogoredo, Varese e Cremona. Sempre a Gallarate è stato attivato un servizio Bancomat di Monte dei Paschi di Siena.

Sul fronte delle aperture temporanee, alla stazione di Brescia è attivo fino al 30 settembre il temporary store di Ccusi. Per il marchio spagnolo che produce gioielli d’ispirazione inka è il secondo opening dopo quello di inizio dell’anno al binario 1 di Milano Porta Garibaldi. Non mancano, infine, spazi a sfondo sociale e didattico. Alla stazione di Assisi apre un centro multi-servizi dedicato ai bambini e ai giovani, che verrà gestito dall’Associazione Teo (Organizzazione per l’Educazione Tecnologica), con laboratori interattivi, giochi e attività di intrattenimento e di formazione. •


stazionario ­­­Retail Station

Eataly Non sono mancati gli attriti con la burocrazia romana, relativamente ai permessi per la ristrutturazione dell’Air Terminal Ostiense, ma ora che il punto vendita capitolino di Eataly è stato inaugurato i risultati stanno arrivando. Ne abbiamo parlato direttamente con Nicola Farinetti, figlio di Oscar Farinetti e responsabile del maxistore. Quando è nata l’idea di aprire in questo contesto? Circa un anno e mezzo fa. Ma l’idea di aprire a Roma era forte sin dall’inizio del progetto Eataly, nel 2002-2003. Eravamo alla ricerca del posto giusto e quando abbiamo visto questo luogo meraviglioso abbiamo capito subito che sarebbe diventato casa nostra. Il locale conta ben 17mila metri quadrati. È la vostra metratura più ampia? Sì e penso che rimarrà la più grande anche in futuro. A quanto è ammontato l’investimento per acquistare e ristrutturare lo stabile? L’acquisto 60 milioni di euro mentre la ristrutturazione 20. Siete collegati con la stazione di Ostiense. Riscontrate sinergia con lo scalo? Certamente. Di fianco a noi transitano tantissimi convogli regionali, quelli di Ntv e il collegamento principale con l’aeroporto di Fiumicino, quindi non c’è luogo migliore per aspettare il treno. E la vostra visibilità dai binari è sufficiente? Stiamo portando avanti un progetto per brandizzare tutto il sottopassaggio, per cui non ci sono dubbi su come trovarci. Gli obiettivi di flussi di 20mila persone al giorno sono stati raggiunti? Assolutamente sì. Come si differenzia questo locale dagli altri punti vendita Eataly? Noi creiamo dei grandi luoghi, dove vicino alla parte retail inseriamo della risto-

razione monotematica. Rispetto agli altri locali abbiamo aggiunto il ristorante del fritto e della frutta, la torrefazione in uno dei due bar e la produzione di mozzarella di bufala a vista. Poi ci sono otto aule dove facciamo attività didattica. E la libreria… Confermo, c’è anche un piccolo reparto dedicato al casalingo e un ristorante di livello molto alto che si chiama Italia. Riassumendo, l’offerta è ampissima, tanto che abbiamo inserito 300 nuovi fornitori dal Lazio e zone limitrofe. Lo scontrino medio a quanto ammonta? Non abbiamo mai uno scontrino medio molto alto perché Eataly non è cara. Diamo da mangiare a 3-4mila persone tutti i giorni e per esempio la nostra pizza margherita, realizzata con farine biologiche macinate a pietra naturale, costa solo 6,50 euro. Tra vendita e ristorazione lo scontrino medio è di 20-25 euro. Oltre al retail e alla ristorazione, quali servizi fornite? La rete wireless è gratuita ovunque, senza registrazione e senza l’obbligo di consumazione. In più è presente un’area Vodafone con computer a disposizione del pubblico. Tre le altre cose cito una piccola area relax, dove la gente può leggere il giornale, e due sportelli Bnl dotati di personale. Pensando alla ex tendopoli a Ostiense, i problemi di sicurezza sono risolti? Sì, grazie al contributo nostro, di Ntv e della Città di Roma, che ha trovato una collocazione diversa ai rifugiati. Per quanto ci riguarda disponiamo di una buona sicurezza 24 ore al giorno. A. P.

retail&food - settembre 2012 65


ferry porti Marina di Pisa: 90 milioni per il porto turistico

I lavori sono già in corso da tempo, con la demolizione della fabbrica dismessa, ma ora sono in arrivo 90 milioni di euro che daranno un forte impulso al progetto del nuovo porto turistico a Marina

di Pisa. La notizia dell’accordo di finanziamento vede da una parte la società Boccadarno Porto di Pisa Spa e dall’altra un pool di banche, capitanato da Banco Popolare e assistito dallo studio legale Latham & Watkins. L’operazione prevede la realizzazione di una struttura con capienza massima di 500 posti barca, dotata tra le varie cose di fabbricati antistanti il bacino portuale a varia destinazione artigianale, commerciale, direzionale e residenziale, per una superficie lorda utile di 20mila metri quadrati.

Privatizzazione Tirrenia: finalmente il traguardo

A metà luglio è arrivata a buon fine la privatizzazione di Tirrenia. Il recente sì condizionato dell’Antitrust è stato determinante nel sbloccare l’operazione, che si è conclusa con il passaggio di proprietà dalle mani del commissionario straordinario Giancarlo D’Andrea a quelle di Compagnia Italiana di Navigazione.

66 retail&food - settembre 2012

Trieste, recupero del Porto Vecchio da un miliardo

N

umeri impressionanti sotto tutti i punti di vista, quelli che descrivono il progetto di recupero del Porto Vecchio a Trieste. Un piano da un miliardo di euro che, stando al protocollo d’intesa firmato tra istituzioni e privati, prevede 44 ettari di terreno, 86mila mq di specchi d’acqua, 35mila mq di verde, 158mila mq di fabbricati monumentali da recuperare e altri 48mila mq di nuovi edifici. Quest’ultimi comprendono un’area diportistica, una ricettiva, una di formazione e ricerca, una portuale commerciale e il terminal traghetti. I segnali positivi arrivano su entrambi i fronti, pubblico e privato. Dal primo si distingue il commento del sindaco di Trieste, Roberto Cosolini :«Pieno sostegno a tutte le iniziative e i passaggi di ordine amministrativo necessari. È evidente come quest’area sia la più importante rigenerazione di fronte mare in tutta Europa». Sull’altro fronte il capofila è l’imprenditore Claudio de Eccher, che immagina «un prato sul mare, arredato da piste ciclabili, strutture sportive e abitazioni di qualità. In Porto Vecchio [penso a]

due marine, musei e spazi espositivi, luoghi dove organizzare ogni genere di eventi, strutture ludico ricettive: ristoranti, bar, discoteche, alberghi. Bisognerebbe poi pensare all’opzione parco del mare e all’acquario stile Genova». Per il porto franco l’imprenditore ha suggerito l’opzione del casinò. •

Pescara Porta Nuova: avanza il progetto di riqualifica

L

a zona portuale e golenale di Porta Nuova rappresenta per Pescara un forte ambito di sviluppo, con il retail in primo piano. Il Comune ha presentato il Piano particolareggio che disegna il profilo e indica le destinazioni d’uso di tutte le aree. L’approvazione definitiva potrebbe arrivare entro la fine dell’estate, mentre il timing dei lavori rimane un’incognita. Nel frattempo vale la pena apprezzare le potenzialità dell’iniziativa. Suddiviso in tre ambiti, su due di questi il progetto prevede la nascita di un’anima commerciale. Quello definito "A" riguarda le sponde del fiume e non prevede volumetrie fisse ma solo la presenza di piste ciclabili. Quello identificato con la lettera "B" sarà occupato da negozi e uffici. In particolare ben il 50% dello spazio, compreso tra via Doria, via Magellano e

riviera sud, con annessa l’ex area di Properzio, ospiterà questa doppia funzione. La restante metà sarà a adibita a residenziale. Il tutto sarà composto di sei fabbricati, di cui uno alto 50 metri (16 piani) e gli altri 30 metri (10 piani). Ci sarà anche spazio per una scuola. Quello "C", infine, si svilupperà lungo il litorale, nei pressi del porto turistico. Qui troveranno spazio attività varie, negozi e alberghi. I fabbricati saranno quattro, tra cui il più alto da 50 metri sarà quello più vicino al porto. •


ferry porti Civitavecchia: futuro da grande hub…

… Ma per Msc Crociere «non ancora attrezzato»

on solo crociere nel futuro del porto di Civitavecchia, ma intanto i 2,6 milioni di passeggeri lo rendono il primo scalo italiano in questo comparto, con ulteriori margini di crescita. Delle prospettive della stazione marittima laziale si è parlato a lungo ne “La 2 giorni del Mediterraneo”, evento che ha avuto luogo lo scorso luglio, culminato con la posa della prima pietra della nuova darsena dedicata a Sant’Egidio. Nel corso del suo intervento Pasqualino Monti, presidente dell’autorità portuale di Civitavecchia, ha parlato di sfide e di scommesse. «Vogliamo soprattutto ragionare in un'ottica di integrazione, nell'ambito del network con Gaeta e le bellezze del Sud Pontino, ma soprattutto con quello che sarà il nuovo porto di Fiumicino. Questo nella prospettiva di portarvi il nuovo turn-around per creare un secondo polo di a sx Pasqualino Monti accoglienza per il turismo del mare, abbinato alla straordinaria opportunità di avere a poche centinaia di metri l'aeroporto Leonardo da Vinci». Riguardo alla nuova darsena traghetti, Monti ha ricordato che si tratta di un investimento di 193 milioni di euro, più 50 milioni cofinanziati direttamente dall'Autorità portuale. «Finalmente il porto commerciale – ha proseguito – avrà gli spazi operativi e infrastrutturali che gli competono. È questo il momento della svolta. Civitavecchia si pone su una linea del fronte rovesciando le regole, riscrivendole nei tempi in un’economia che si trasforma. E lo fa sul fronte più delicato, quello di creare e utilizzare fondi propri per realizzare infrastrutture». •

urante la due giorni romana il managing director di Msc Crociere, Domenico Pellegrino, è intervenuto a 360 gradi sul sistema portuale italiano e, nello specifico, sulla scalo di Civitavecchia: «È necessario avviare subito una politica a livello nazionale a sostegno della portualità italiana, che non deve arrendersi a logiche provincialistiche. La presenza di una cabina di regia nazionale eviterebbe la dispersione di risorse finanziarie, assegnandole a chi realmente è in grado di affrontare le nuove sfide internazionali. Attrattività turistica, bacino d’utenza e accessibilità sono i tre fattori chiave che determinano le scelte delle compagnie crocieristiche». Sull’ultima delle tre si è soffermato Pellegrino, sottolineando che «occorre lavorare per il porto di Civitavecchia, non nato certamente come porto crocieristico e quindi non ancora adeguatamente attrezzato e dotato di alcune infrastrutture fondamentali». In quest’ottica la compagnia crocieristiche pone un sì condizionato per il suo sviluppo nello scalo laziale. •

N

D

retail&food - settembre 2012 67


vetrina La telecamera Sony diventa ibrida

Sony ha presentato le prime telecamere di rete del settore in grado di trasmettere contemporaneamente sia in Alta Definizione (HD) che in analogico su un singolo cavo coassiale esistente. Oltre ai nuovi modelli ibridi, il marchio giapponese ha lanciato anche due monitor di videosorveglianza Full hd

Alpina, la forma non è più un problema

Addio siepi irregolari e carburanti vari. Il brand italiano Alpina ha lanciato sul mercato nel 2012 una gamma di tagliabordi, tagliasiepi e cesoie con batteria ricaricabile e design ergonomico. Linee curate, design accattivante e maneggevolezza sono le caratteristiche di successo adatte per chi ama il giardinaggio

Dalter: qualità e servizio in ogni momento

Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano o Pastamore come appena tagliati, senza sprechi, dall’aroma intatto per molto tempo e proposti in pack ad alto contenuto di servizio. Questa è la soluzione della società reggiana Dalter, pensata per una cucina “easy” e per garantire freschezza, soprattutto in estate

Con Fileni è Sempre Domenica

Primi piatti, secondi, finger food e specialità etniche: con le proposte Fileni ‘Sempre Domenica’ l’alta gastronomia è a portata di banco frigo. Il tutto con un occhio di riguardo ai nuovi stili di vita, in virtù di ricette e pack ad hoc per la pausa pranzo in ufficio e per i single, e all’insegna del Made in Italy

Da Eurofood Avocadoil e Acqua di Cocco O.N.E.

Due soluzioni e un minimo comune denominatore: 100% naturale. Eurofood Spa ha introdotto nei supermercati Avocadoil, l’olio di avocado prodotto dall’Avocadoil Industries Limited, e Acqua di Cocco O.N.E, l’acqua di cocco di colore verde che si ricava dalla noci più giovani della palma da cocco

68 retail&food - settembre 2012


Dynafit: una corsa felina

Motorola Solutions serve il tris

Per l’estate Dynafit ha presentato il modello MS Feline Superlight. Gli sviluppatori vi hanno concentrato tutte le loro competenze alpine, unendo i know-how per i modelli da arrampicata, corsa e sci. Il punto di forza è la tecnologia sviluppata per suola e intersuola, che garantisce stabilità e ammortizzamento

Responsabili dei negozi sempre connessi al cliente: da ora si può con i nuovi dispositivi mobili e il nuovo software di Motorola Solutions, che miglioreranno anche l’esperienza di acquisto. Fra gli hardware vi è lo smart badge SB1 e l’Enterprise Assistant MC40, il software è il Mobile Workforce Management

Agroittica Lombarda serve il Lingotto di caviale

In arrivo un Vortice di calore

Addio al freddo con Vortice. Thermologika Soleil è la nuova lampada a infrarossi robusta e leggera, con un elevato livello di protezione per un uso adatto all’esterno. Il calore è diffuso per irraggiamento direttamente ai corpi da riscaldare. Palologiko è il suo supporto ideale in capannoni, officine, ecc.

La società bresciana Agroittica Lombarda ha presentato il Lingotto di Caviale Calvisius. La confezione nasce da un’innovativa tecnica di asciugatura: il caviale fresco viene riposto, senza essere pressato, entro stampi. Trascorso il tempo dovuto, il prodotto è pronto per essere tagliato a lamelle o grattugiato

Pagare è sempre più facile, by Honeywell

Honeywell presenta Captuvo SL22, dispositivo che trasforma l'Apple iPod touch in uno strumento per la vendita al dettaglio dotato di tecnologia di scansione e di un lettore di bande magnetiche per carte di credito o tessere fedeltà. Questo consente al personale del negozio di offrire un valido aiuto ai clienti

retail&food - settembre 2012 69



Ibiza, Ă reas inaugura la prima disco-lounge aeroportuale

[La foto[


La pulce nell’orecchio

di Simone Filippetti

I Benetton e Autogrill dopo Adr retail

Alessandro Benetton

L

a nuovelle cuisine atterra a Fiumicino. Con un colpo a sorpresa i francesi di Aelia entrano nella ristorazione dell’aeroporto Leonardo Da Vinci. Praticamente sconosciuto e assente in Italia, il colosso Lagardère, multinazione parigina dei media e proprietaria di Aelia, mette le mani sul più grande aeroporto italiano. Con quasi 40 milioni di passeggeri l’anno il Leonardo da Vinci è una pedina strategica nel risiko delle concessioni e del retail aeroportuale: Parigi entra così in Italia dalla porta principale. Un altro pezzo di industria che passa allo straniero? Non proprio perché si tratta di servizi, e in ogni caso con una scadenza. Di sicuro a Villa Minelli, lo splendido edificio alle porte di Treviso scelto come loro quartier generale, i Benetton gongolano. I francesi pagano 230 milioni di euro per

una concessione di 14 anni (a dire il vero nemmeno lunga, anzi al limite per rientrare dell’investimento) più una royalty annuale del 32% dopo la scadenza. Con un margine di 32 milioni di euro, su meno di 100 milioni fatturati, i primi dieci anni serviranno soltanto a ripagarsi del costo dell’investimento. Solo dall’undicesimo anno Aelia inizierà a guadagnare. La verità è che nessuno si aspettava un’offerta così alta. I primi a essere spiazzati, in senso positivo ovvio, sono stati proprio i Benetton. Alzi la mano chi avrebbe scommesso che Adr Retail sarebbe finita in mano francese. Nessuno. Quella sui negozi di Fiumicino era parsa a molti una gara in odore di conflitto d’interesse visto che chi metteva l’asta la concessione (Adr, di proprietà della holding Gemina) e uno dei pretendenti più accreditato nella gara (Autogrill) sono accumunati da un azionista comune, la famiglia Benetton appunto. L’incasso insperato, al di là di ogni più rosea aspettativa, è un’ottima notizia, soprattutto perché la liquidità servirà ad Adr a spesare l’ingente piano di investimenti e riammodernamento di cui Fiumicino ha tremendamente bisogno (e probabilmente rimarrà qualcosa anche per un dividendo per la famiglia). Paradossalmente, se avesse vinto il candidato sulla carta più papabile, ossia Autogrill, ammettiamo pure ai prezzi con cui poi Aelia si è aggiudicata l’asta, per i Benetton ci sarebbe stato ben poco da festeggiare. Quello che entrava dalla porta, sarebbe

Mercati in fiera NOME MICAM RAPID & RESTO SHOW WORLD RETAIL CONGRESS RISTORAZIONE 2012 ICSC - EUROPEAN OUTLET CONFERENCE ITCA DUBAI EXHIBITION TFWA VENDING PARIS TRIESTESPRESSO EXPO SALONE FRANCHISING MILANO MAPIC

72 retail&food - settembre 2012

COSA

uscito dalla finestra. Soldi nuovi non ne sarebbero arrivati ma sarebbe stata solo una partita di giro per i Benetton. Così invece tutti sono contenti. Ora però che Autogrill si trova un concorrente ingombrante in casa, e addirittura dentro lo scalo principale del Paese, cosa farà? Essere in centinaia di aeroporti nel mondo (proprio di recente da Rozzano hanno annunciato una serie di nuove vittorie in Turchia, Germania e Dubai) ma non nella capitale del proprio paese suona un po’ beffardo. Ma se c’è una costante a cui Gianmario Tondato, il taciturno supermanager di Autogrill, ha abituato il mercato nel corso degli anni è che non è mai disposto a sborsare un euro in più di quello che vale per comprare aziende o concessioni. La storia gli ha dato finora sempre ragione: un copione che si era già visto anni fa quando la multinazionale Compass aveva messo in vendita il suo braccio di concessioni e ristorazione Ssp. Erano gli anni d’oro della finanza e la bolla speculativa gonfiava a dismisura i prezzi. I fondi di private equity, simbolo della finanza spendacciona, misero sul piatto una cifra folle (11 volte il Mol). In Autogrill, che pure a quella società guardavano con gran interesse, non fecero una piega: nessun centesimo in più di quanto offerto (molto meno dei fondi). S’è visto com’è andata a finire: i fondi hanno preso una tranvata e già nel 2009 Ssp arrancava. Ora con Adr Retail hanno fatto lo stesso. Vedremo se Autogrill avrà avuto ragione ancora una volta. Di certo il principio cardine della finanza, e più in generale degli affari, è che un investimento non è mai buono o cattivo in sé, ma può essere l’uno o l’altro a seconda di quanto lo si paga. •

Sul numero di luglio-agosto 2012 è stata pubblicata la tabella fiere per il periodo luglio-ottobre dell’anno 2010. Ci scusiamo con i lettori.

CALENDARIO settembre 2012- novembre 2012 DOVE

QUANDO

WEB

Calzature Milano 16-19/09 www.micamonline.com Food Parigi 19-20/09 www.rapidrestoshow.com Food & beverage Londra 19-21/09 www.worldretailcongress.com Food service Milano 04-05/10 www.edifis.it Outlet Barcellona 16-17/10 www.icsc.org Ristorazione on board Dubai 19-21/10 www.itcadubai.com Duty free & Travel retail Cannes 21-26/10 www.tfwa.com Vending Parigi 24-26/10 www.reedexpo.com Industria caffè Trieste 25-27/10 www.triestespresso.it Retail Milano 09-12/11 www.salonefranchisingmilano.com Retail Real Estate Cannes 14-16/11 www.mipim.com/mapic




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.