Retailfood luglio agosto 2013

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retail&food

travel retail shopping mall

Anno 8 • Numero 7/8 • LUGLIO/AGOSTO 2013 • e 5,00

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Analisi Mercato MAXI:

Luce al retail! LED, tra cost saving e high performance

Ristorazione Autostrade

Dossier aeroporti Roma FCO

Star Trek

GAS Jeans



NEWS PRIMAE NOCTIS

Quanti sforzi straordinari

L'OPINIONE

FARE SISTEMA PER “REINVENTARE” LE AREE DI SERVIZIO

La congiuntura economica negativa che stiamo vivendo non ha risparmiato un settore tradizionalmente immune da crisi come quello autostradale. Calo del traffico, riduzione degli introiti da pedaggio, contrazione delle royalties provenienti dalle aree di servizio sono elementi negativi tangibili per concessionari, gestori e territori. Ben venga dunque un atto d’indirizzo ministeriale con relative “linee guida”, predisposte nel lodevole intento di fronteggiare questa impasse. Le aree di servizio rappresentano una carta d’identità importante per A22, un formidabile strumento di marketing territoriale. Serve tuttavia un piano generale di riqualificazione: nuove strutture, funzionali e “sostenibili”, aree a verde ridisegnate per una sosta serena e sicura, servizi igienici idonei, puliti e pensati per le esigenze delle famiglie, vendita di prodotti di qualità, rappresentativi del territorio in cui ci si trova. Per A22 realizzare tutto ciò è possibile; il provvedimento ministeriale, laddove si parla di “prevalente importanza del progetto tecnico-commerciale”, va in questa direzione. A22 ritiene, però, che il modo migliore per affrontare la situazione sia fare “sistema”, creare sinergie, unire le forze per il bene comune. Quello che serve è una decisa spinta verso una gestione in partnership con operatori di settore che consentirebbe alla Società di dare nuovo impulso a una realtà che non intercetta più i bisogni comuni della gente. Un discorso a parte va invece riservato alle “royalties”: non crediamo che legarle all’andamento del traffico sia una scelta risolutiva per superare i problemi di una realtà condizionata soprattutto da altri aspetti. Sarebbe auspicabile invece evitare un appesantimento dell’assetto normativo che potrebbe portare difficoltà sia alla parte offerente, che alla concessionaria. Autostrada del Brennero ha le idee chiare. In diversi punti, ha già anticipato le linee guida ministeriali ed è impegnata a cambiare le cose. In meglio.

Editoriale

Il periodo è caotico, incerto, critico e tuttavia capita sempre più di frequente di assistere a nuove iniziative che, in un certo senso, testimoniano l’istinto di sopravvivenza del nostro sistema: umano, sociale e produttivo. Non vogliamo ignorare le difficoltà che riguardano tanta parte del mondo aziendale, ma proviamo semplicemente a spostare lo sguardo sul saper vivere che ancora c’è, nonostante tutto. Qualche piccolo esempio? La scena food milanese, vivace come non mai nello sfornare nuovi concept in ogni tipo di canale; il lavoro di riposizionamento dei centri commerciali con l’inserimento di spazi e servizi prima impensabili: uffici comunali, impianti sportivi o il neonato ‘moving mall’ Esplo!; la nuova campagna condividi di Coca Cola con la personalizzazione del packaging on&off line; l’inserimento di nuove superette Carrefour nelle location travel... Un elenco che, se ci concentriamo, possiamo allungare di parecchio. Piccole iniziative, probabilmente nulla che rimarrà alla storia, quasi certamente lievi movimenti di fatturato. Eppure lo sforzo, straordinario visto il periodo, che ha generato idee, relazioni, lanci, partnership spinge nella direzione giusta. Se nulla sarà più come prima, a noi il compito di immaginare e predisporre il futuro in cui vogliamo vivere.

Walter Pardatscher, Amministratore delegato Autostrada del Brennero SpA - Trento

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Anno 8 numero 7/8 luglio/agosto 2013


n° 7/8 lug/ago 2013

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SOMMARIO

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32 72 NEWS PRIMAE NOCTIS Quanti sforzi straordinari

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L'opinione di Walter Pardatscher Fare sistema per "reinventare" le aree di servizio

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R&f News

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R&f News opening

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Ristorazione aeroportuale MyChef fa fronte "comune" Prima Linate, quindi Malpensa: con l’imprimatur ufficiale di Palazzo Marino, il format Caffè Milano fa il suo esordio nel network di SEA

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INdice R&F Una (prima?) battuta d'arresto

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Osservatorio prezzi In autostrada, la guerra dei centesimi Al di là di alcuni scostamenti fisiologici, non ci sono rilevanti differenze nei prezzi praticati da cinque operatori attivi in altrettante aree di servizio sulla direttrice che da Novara porta nel Monferrato

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star trek retail Destinazione GAS

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Taglio nastro Move In, new look e retail in progress Il parco commerciale e leisure center di Cerro Maggiore (MI) è stato oggetto di un sostanziale restyling, affidato a Progetto Cmr. Contestualmente le società di gestione e commercializzazione, rispettivamente Arcoretail e Cushman&Wakefield, stanno lavorando per potenziare retail e servizi, con alcuni importanti nodi da sciogliere

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long life Cremona Po, centro commerciale family oriented Inaugurato nel 2006, lo shopping center gestito da Uno G e di proprietà di Eurocommercial Properties, domina per gla il

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bacino di riferimento. Oltre all’ampia offerta merceologica, che conta circa 70 punti vendita tra cui un Ipercoop, il complesso si contraddistingue per la nuova area giochi di 350 metri quadri Dossier Aeroporti Fiumicino, la galleria decolla Prima il dual hub, quindi il secondo aeroporto. Il Leonardo da Vinci ha un piano di crescita per tappe serrate che garantirà capienza extra large e vetrine commerciali top scale, votate soprattutto al lusso e al made in Italy

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Parola di Carlo Tibaldi Miroglio Fashion, «è l'anno della focalizzazione»

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42 Ristorazione autostradale Sette buone intenzioni Il Ministero dello Sviluppo Economico ha delineato le linee guida cui dovranno attenersi le società di gestione nella stesura dei capitolati di gara oil e non oil prossimi venturi; i ristoratori, d’altro canto, temono una discrezionalità da maglie troppo larghe 46 L’evento Retail Business Forum, i top manager faccia a faccia La terza edizione dell’evento organizzato da Richmond Italia, sempre nella cornice di Gubbio, riunisce il mondo del retail. Coinvolti in eventi plenari, seminari, workshop tematici e incontri one-to-one, gli executive di oltre 70 brand si sono confrontati tra loro e con un folto gruppo di fornitori Inflight catering Airchef parla arabo Dnata acquisisce il 50% rimanente del capitale del primo operatore italiano di servizi di bordo, ultima operazione di una campagna acquisti di respiro globale

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Mystery in shop & other stories fa… centro

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Analisi mercato Maxi Il Led conquista il retail, ma è guerra alle frontiere

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In un mercato fortemente polverizzato, quale è quello del lighting italiano, la concorrenza cinese si fa sentire. Ai prezzi ribassati dei prodotti di importazione gli operatori nazionali rispondono con soluzioni su misura e di qualità. Le proposte per il retail, sia food che non food, crescono ma non bastano a colmare le perdite 58 Resoconto fiera Expo italia real estate Mini Eire, per chi si accontenta… Il trasloco da Rho-Pero a Fieramilanocity “giova” ad Eire che punta a catalizzare l’attenzione degli investitori nazionali e internazionali. Dalla piccola pattuglia di operatori del Retail Real Estate emerge, una volta di più, che è tempo di coinvolgere i tenant fin dalla progettazione dei nuovi mall, oggi più che mai destinati a rivitalizzare i centri cittadini news arredo

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news tecnologia

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international

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vetrina

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la foto

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la pulce nell'orecchio Il flop di Moleskine in Borsa? Il lusso è una cosa seria

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Rubriche stock option 4 comunicazione di servizio 5 abc franchising - international franchise 8 new markets outlook 10 retail innovation 360° 12 Cosa occorre per sapere... 13

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News

La Perla è di Scaglia

Il fondo lussemburghese Sms Finance di Silvio Scaglia si è aggiudicato la gara competitiva per rilevare La Perla, di scena presso il Tribunale di Bologna: dopo un’ora di rilanci, il fondatore di Fastweb ha messo le mani sul brand di lingerie grazie ad un’offerta da 69 milioni di euro, uno in più rispetto a quella degli israeliani di Delta Galil Industries e tre in più di quella di Calzedonia. Grazie ad un rilancio complessivo superiore al 50% rispetto alla base d’asta (45 milioni di euro), oggi c’è una copertura sufficiente sia per garantire 697 posti di lavoro che per sanare i debiti lasciati da Jh Partners. Il piano di Scaglia prevede ora altri 110 milioni d’investimenti complessivi per rilanciare il marchio, ampliando la gamma (non solo underwear, ma anche abbigliamento), creando sinergie con l’agenzia di modelle Elite, controllata dallo stesso Scaglia, e scommettendo sui mercati asiatici.

SEA, più ricavi e meno traffico

Al primo esercizio fiscale dell’era F2i, Gruppo SEA archivia il 2012 con numeri consolanti: il fatturato del gestore di scalo dei due aeroporti milanesi cresce del 9,1%, toccando quota 721 milioni di euro, con un margine operativo lordo di 146,6 milioni (+19,5%)

e un utile netto consolidato di 64 milioni (+22%). Al netto delle singole business unit, il segmento Aviation presenta ricavi per 320,4 milioni di euro (44,4% del totale), il Non Aviation per 169,1 (23,5%), l’Handling per 107,3 (14,9%) e l’Energia per 35,3 (4,9%). Resta sullo sfondo una pericolosa emorragia di traffico: anno su anno si contano 644mila passeggeri in meno (-2,3%). Il crollo è nelle rotte Schengen (-4,9%), solo parzialmente tamponato dalla performance delle Non Schengen, con un incremento passeggeri del 4,5%, un aumento di traffico di rotte extra UE del 19,9% e delle direttrici intercontinentali del 4,2%.

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Arcus Real Estate: al via su outlet di Sicilia (fase 2) e San Pellegrino

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a preso il via la commercializzazione dell’outlet del lusso a San Pellegrino (BG), che ospiterà 50 negozi su una superficie di 13mila mq, mentre prosegue le ricerca di nuovi brand per la fase 2 del foc situato ad Agira (EN), che porterà in dote ulteriori 30 negozi su una gla di 4.000 metri quadrati.Sullo sfondo Westfield Milan, e i suoi 300 shop complessivi, per il quale i tempi sono un po’ più lunghi.Parliamo dei tre principali progetti in quota ad Arcus Real Estate, società appartenente a Gruppo Percassi, in pipeline rispettivamente sul 2014, 2015 e 2016. Forte di una crescita a doppia cifra, Sicilia Outlet Village si mantiene su performance anticrisi: «Il raffronto dei dati del 2012 sul 2011 dimostra un andamento estremamente positivo: +21% di ingressi, +34% di fatturato globale, +42% di turisti stranieri», dichiara Victor Busser Casas, general manager di Arcus Real Estate. Tra le recenti aperture presso l’outlet siciliano si annoverano quelle di Tod’s e Hogan. •

Stock option BUY

Mango In piena crisi economica europea, forte dei propri risultati, il retailer spagnolo è pronto per un’espansione colossale: almeno 400 negozi nei principali paesi europei (Italia inclusa). Fosse sempre così bello… Nero Giardini …anche Nero Giardini, brand controllato da Bag, nonostante 2012 e 2013 non cresceranno rispetto al 2011, annuncia un piano di nuove aperture in diversi paesi europei. Avanti così. Cir Food Ivan Lusetti ha lasciato dopo 32 anni la guida della coop di ristorazione emiliana. Il bilancio 2012 si è chiuso con più di 11 milioni di utile, insomma un’uscita in grande stile. Al suo posto è entrata in ruolo la 44enne Chiara Nasi. Buon lavoro.

NEUTRAL

SELL

Natuzzi Chiuso il 2012 con 26 milioni di perdita, il colosso tarantino dei divani annuncia un piano shock: trasferire la produzione all’estero prevedendo 1.900 esuberi. E sul fronte retail, che ne sarà della rete Divani&Divani e Natuzzi?

EIRE Nonostante gli annunci trionfalistici degli organizzatori, l’edizione 2013 della fiera milanese del Real Estate non è stata un successo. Pochi espositori, poco business… visti i tempi, non ci si poteva aspettare molto di più.

Moxy Ikea e Marriott apriranno tra meno di un anno un nuovo albergo presso il Terminal 2 di Malpensa. L’hotel sarà un 3* da 150 camere, ideale – per prezzi e servizi – per i passeggeri tipo del terminal, il secondo più importante per easyJet.

easyJet Viaggiare sul Linate-Fiumicino non è tutto rose e fiori. A noi è capitata una giornata decisamente sfortunata, 13 giugno, ritardi di ogni tipo e appuntamenti sacrificati. Ci vuole altro per le tratte business…

Euronics Un +10% per le vendite on line da gennaio ad aprile 2013, rispetto allo stesso periodo 2012, incoraggia i manager della catena di elettronica che, come il gruppo Mediamarket, si trova sfidato da Amazon & co.

Iva Alla fine, come sembra mentre chiudiamo questo numero di r&f, ci dovremo cuccare un altro punto di Iva. Un aumento che non aiuterà nessuno, se non le disastrate casse statali, ma che pare inevitabile. E la politica che fa? Ronf, ronf…


Cogest Italia incorpora Mall System

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’incorporazione è ormai effettiva, ma perché il processo organizzativo sia completato dovremo aspettare probabilmente settembre. Parliamo dell’iniziativa che vede protagoniste le due società con sede a Cinesello Balsamo, Cogest Italia e Mall System, attualmente partner sul fronte rispettivamente della gestione e della commercializzazione dei centri commerciali. Al termine di questa operazione Cogest Italia avrà incorporato Mall System, mantenendone ovviamente il know-how. Questo, nei piani del board, porterà a migliorare la manovrabilità, le sinergie e l’appeal commerciale del Gruppo.Al vertice del management di Cogest Italia, in qualità di amministratore delegato, rimarrà Roberto Marchetti e Carmen Chieregato Carmen Chieregato, che oggi ricopre anche la carica di presidente di Mall System. tutto lo staff di entrambe le società, è solo l’inizio del Da segnalare, inoltre, il futuro ruolo dell’attuale diretpercorso che porterà Cogest, nell’anno del suo vententore generale di Mall System, Roberto Marchetti, che nale, ad annunciare altre novità. In primo luogo, a livello diventerà direttore commerciale e sviluppo di Cogest organizzativo, è già partito per tutte le aree un piano di Italia.L’incorporazione, che prevede il mantenimento di formazione su temi diversi. •

Cerroni, un uomo delle istituzioni

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i è spento nel mese di giugno Giuseppe Cerroni, direttore generale della Comunicazione e degli Affari Istituzionali del Gruppo Autogrill, nonché uomo di fiducia della famiglia Benetton, per la quale ha seguito in diverse fasi lo sviluppo di partecipate di Edizione quali Atlantia, ADR e Grandi Stazioni. Laureato in filosofia e formatosi nell’Azione Cattolica, Cerroni ha iniziato la sua attività professionale presso l’Ufficio studi della CISL per poi diventare consulente economico del Ministero dell’Industria e delle Finanze. Molteplici gli incarichi ricoperti nel mondo delle associazioni, tra i quali quello di segretario generale di Unioncamere (1985-1995) e di Confcommercio (1995-2001), nonché di vicepresidente di FIPE, di Confimprese e di CONAI. •

Comunicazione di servizio IL CENTRO AL CENTRO

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l Centro Commerciale sta diventando un vero e proprio brand, con una propria identità di marca, con una caratterizzazione unica rispetto alla concorrenza e con propri “fan” nel mondo digitale. La comunicazione istituzionale dei diversi centri si sta evolvendo in questa direzione tramite la costruzione e la veicolazione di questa immagine, non comunicando solo promozioni, saldi, eventi e quant’altro. La creatività accompagna questa trasformazione, ma anche gli strumenti digitali, come le app, il sito istituzionale, i post del blog, i tweet e la pagina Facebook devono sostenere il processo. Sul web il Centro Commerciale deve raccontare se stesso nel

IVS tra i grandi a Piazza Affari

Dal MIV all’MTA: IVS Group si appresta a fare un salto di qualità a Piazza Affari portando il suo titolo nel segmento principale di Borsa Italiana. Il primo gruppo italiano di distribuzione automatica ha deciso di bruciare le tappe sull’onda della fusione con Italy1 Investment e della conseguente sequenza di acquisizioni nel mercato domestico: all’appello sono entrate a perimetro complessivamente 16 tra società e rami d’azienda, tra le quali spiccano quelle di Fast Service e di Mr. Vending che hanno portato in dote clienti del calibro di Ferrovie dello Stato e Metropolitana Milanese. Il primo bilancio da quotata dell’azienda di Seriate (BG) evidenzia una crescita del 7% per un fatturato complessivo prossimo ai 300 milioni di euro, un’Ebitda da 61 milioni e un utile netto di 11,4; molto, poi, è stato fatto sul fronte finanziario con il collocamento di un prestito a 7 anni da 200 milioni di euro (e successive richieste da investitori istituzionali per 800 milioni), che ha consentito di azzerare i debiti e di tenere in pancia una congrua riserva di liquidità.

Save si allarga in Belgio

Giuseppe Cerroni

A cura di Acqua Group – www.acquagroup.it suo complesso, deve creare coinvolgimento e relazione con i suoi clienti trasformando il coinvolgimento emotivo in coinvolgimento attivo ed appassionato, cioè in engagement. Con tutte queste condivisioni si rischia però di frammentare l’identità e perdere la percezione della visione generale. Da qui nasce la necessità di connettere strettamente tra loro tutte le attività di comunicazione, digitale e non, e creare dei “Social Hub” che raccolgano in un unico spazio l’identità del Centro Commerciale e che siano in grado di rappresentare il brand a 360 gradi.

Davide Arduini e Andrea Cimenti Presidente e Amministratore Delegato di Acqua Group

Belgian Airports ha esercitato il diritto d’opzione, previsto dai patti parasociali sottoscritti nel 2009, e ha acquisito da Societé Wallone Des Aeroports una quota pari al 20,67% del capitale di Brussels South Charleroi Airport, società di gestione dello scalo aeroportuale belga di Charleroi, per una cifra pari a 11 milioni di euro. La controllata di Save (socio di maggioranza al 65%, con Holding Communal al 35%) incrementa in tal modo la sua partecipazione in BSCA dal 27,65% al 48,32%. L’aeroporto di Charleroi ha un traffico annuale di circa 5 milioni di passeggeri e assicura all’ente di scalo un fatturato di 81 milioni di euro, un EBITDA di 20,4 e un utile netto di 9,3 milioni. La posizione finanziaria di BSCA, da ultimo, al 31 dicembre 2012 risultava positiva di 19 milioni di euro.

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News

La lettera

no 2013 Roma, 12 giug

re,

Gentile Diretto

ssa l’Adriatico a ba sa e Italo verso no necessarie alcune os iar cc re “F lo l’artico 2013, so in relazione al ero di maggio licato sul num velocità” pubb tto ad aprile Milano introdo olo, è una precisazioni. ssa Ancona – tic ro ar cia ll’ ec ne Fr o at AV to orrenza, quanto afferm Il collegamen tempi di perc rariamente a di nt i in co o, rm te nn in t’a lia ita di ques en Tr rta fe . ta nell’of novità assolu ità complessiva del servizio minuti, trenta in meno al e5 ate, di costi e di qu ncona con Milano in 3 ore le stesse ferm A distanza e con my, 19 sa Collega infatti no es co st re la pe r su pe tto che, glie del precedente e 36 minuti. Il prezzo del bi precedenti come i plus e rte impiegava 3 or innovativo rispetto alle offe isi in 4 livelli. novati suddiv euro, è del tutto e ha servizio e interni rin una reazione Milano non è a, ch a tra Ancona e o 2 anni di studio che ha del Frecciaross ss ro cia ec Fr io rviz almen L’avvio del se il risultato di striale. di NTV bensì al modello indu ll’Alta Velocità ti en alle decisioni rv te in i nt de i rta fic po ne im be i i ar reso necess italia lo fa già a di estendere neppure l’ide astruttura. Tren ano i suoi a fr in ov a nu ov è nu on N lla riv attraversati da lzano dove ar oltre i territori , in Veneto, a Trento e a Bo ia gl Pu in da anni Frecciargento. Cordiali saluti. etti Federico Fabr le Media Gruppo FS Italiane ra Direttore Cent

Prendiamo atto delle precisazioni che però nulla tolgono al senso dell'editoriale. Anzi, ne confermano la tesi di fondo: la concorrenza sui treni, con l'arrivo di un competitor di Trenitalia, non può che portare benefici al mercato, ai viaggiatori e ai consumatori in generale. S. F.

Temporary retailer: una nuova professione

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a visto nascere ed evolversi uno dei fenomeni più interessanti del retail nell'ultimo decennio. Oggi, dal suo osservatorio privilegiato di segretario generale di Assotemporary, l'associazione dei temporary spaces da lui stesso fondata con alcuni imprenditori milanesi, Massimo Costa definisce questo fenomeno "la nuova frontiera della comunicazione", ancor prima che "ultimo confine del retail". A Milano, per esempio, siamo ormai di fronte ad una realtà di mercato, con un centinaio di location "dedicate al temporary shop" e oltre settecento aziende coinvolte in sperimentazioni, specie quando la città diventa vetrina internazionale (fashion week, fuori salone, etc). In questo volume, “Temporary Retailer”, l’autore crea questo neologismo per sottolineare la necessità di un approccio più professionale nella gestione degli spazi temporanei, mettendo a fuoco la figura che meglio potrebbe interpretare la nuova fase di sviluppo del temporary shop: un professionista eclettico, in grado di coordinare processi organizzativi complessi e di fornire al cliente un risultato apprezzabile in termini di comunicazione e di vendita. •

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Marina Militare cresce di rete e di gamma Quarantasette vetrine all'attivo in Italia, altrettante all'estero, le ultime cinque aperte di recente in Croazia (a Zagabria, Fiume e Spalato) grazie ad un'alleanza con Kodak che ha convertito altrettante vetrine monomarca. Il brand Marina Militare, sviluppato dal 2006 su licenza dello Stato Maggiore dell’Arma dalla fiorentina Iccab, vanta un piano di aperture internazionali che

per il 2013 include Rio de Janeiro, Taipei, Manila, Shanghai e Hong Kong, per non parlare delle due prime vetrine indiane e delle trattative avanzate con un partner negli Emirati Arabi Uniti; nel 2014, poi, sarà la volta del mercato statunitense.In Italia, invece, due sole vetrine all'orizzonte: la prima nello scalo aeroportuale di Bologna, accanto allo store Ferrari; la seconda invece a Milano città, in Piazza San Babila di fianco ad Areonautica Militare. A monte, importanti novità di gamma: oltre alle collezioni uomo e donna, da questa primavera-estate è stata introdotta anche la linea kids 4-14 anni, per ora solo per maschi, dall'anno prossimo anche per femmine; nel 2014, poi, sarà la volta anche di scarpe e gioielli fashion. •

Primi vagiti commerciali per la Torre Unipol Comincia a prendere forma l’offerta della Corte della Torre, la piazza commerciale del nuovo centro direzionale Torre Unipol di Bologna. All’ombra del più alto grattacielo d’Emilia-Romagna (125 metri di altezza), quartier generale dell’omonimo gruppo assicurativo, hanno sinora trovato spazio una palestra a marchio Prime e il ristorantepizzeria TorreBò, unicum confezionato ad hoc dal gruppo Camst: entro fine anno verrà completata la fase di commercializzazione, che interesserà altre 3-4 vetrine su una piastra complessiva di 2.800 mq di GLA. Non ci sono veti specifici su categorie di esercizi, se non la volontà della proprietà di allontanarsi dall’offerta classica da shopping center. Andranno quindi progressivamente ad esaurire il nuovo piano servizi alla base della struttura una sala congressi e un cinema multisala; successivamente un parcheggio interno su due piani, uno esterno che circonda la piazza, uno sportello bancario del Gruppo Unipol e, nel braccio più esterno del complesso, un albergo di lusso e una dotazione di uffici.



r&f

News

Autogrill, più smilza in autostrada?

«Il concetto di quota di mercato non è più rilevante, conta la redditività di ogni singola concessione». Con tali parole, a margine della presentazione dell’operazione di demerging tra Autogrill e World Duty Free, Gianmario Tondato Da Ruos ha preannunciato la rinuncia

da parte del gruppo a partecipare ad alcuna delle gare di rinnovo per i servizi f&b della rete autostradale. Avremo modo di scoprire in itinere se tale presa di posizione sia definitiva o si tratti di un forte monito alle concessionarie autostradali per ritagliare i capitolati a misura di redditività del prestatore di servizio. Nel mentre, Autogrill

Gianmario Tondato Da Ruos, ad Autogrill si fa ufficialmente in due, con l’erogazione di un finanziamento a medio-lungo termine da 1,25 miliardi di euro che sosterrà le esigenze legate alla gestione, corrente e non, del business di WDF, con la prospettiva del listing a Piazza Affari per i primi di ottobre. Il passaggio successivo, per entrambe le società del gruppo, sarà quello di valutare importanti alleanze internazionali per consolidare posizioni di leadership. I nomi più gettonati, non da oggi, restano quelli di Dufry per il travel retail, nonché di SSP o Elior Concessions per il business food & beverage.

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ABC franchising a cura di Assofranchising

Formazione

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on c’è franchising senza formazione. E’ uno dei tratti distintivi del franchising ed è uno degli elementi che permettono ad ogni singolo punto vendita di rientrare in un sistema unitario e replicabile come quello di una rete in franchising. Un’azienda che opera correttamente come franchisor si adopera innanzitutto per una sessione importante di formazione iniziale, necessaria per avviare l’attività e ancor di più, in molti casi, per insegnare un nuovo mestiere. Se infatti è vero che nella maggior parte dei franchising non è necessaria un’esperienza specifica, è altrettanto vero che non tutti i nuovi franchisee conoscono tecniche di vendita o sanno utilizzare un sistema gestionale di controllo del proprio esercizio.

Italo Bussoli, segretario generale di Assofranchising Il franchisor lo sa e per i sistemi che adopera fornisce assistenza e formazione. Formazione che con il proseguire del tempo si arricchisce di corsi di aggiornamento, giornate di meeting tra i franchisee per condividere esperienze, problemi e soluzioni, sempre nell’ottica di una crescita comune della rete in franchising.

International franchise

Brasile, un grande mercato aperto al mondo San Paolo – Il mercato del franchising Brasiliano attira sempre di più l'interesse internazionale. Basti dire che in termini di aperture all’estero – dati dell’Associazione Brasiliana Franchising (ABF) – sono ben 106 le insegne brasiliane che operano in 53 paesi stranieri. La crescita dei marchi verdeoro verso gli altri paesi è in media del 10% all'anno: sono già aperti “oltremare” ben 900 negozi. Ma ABF Franchising Expo, la più grande fiera del subcontinente latinoamericano, svoltasi a San Paolo a metà giugno, ha confermato che i brasiliani cercano franchisee in tutti i segmenti: servizi, alimentari, abbigliamento, nonché formazione ed “educazione”, come spiega Roger Feijoo, direttore di Market Intelligence dell’ABF. Secondo Feijoo, la crisi europea è l'occasione buona per aprire in Brasile. «Per i franchisor è il momento di negoziare. È una questione di tempo e quindi bisogna essere presenti agli eventi che accadono in questo paese». «Non a caso ci sono quindici delegazioni straniere che vogliono conoscere meglio il nostro mercato interno», gli fa eco Cristina Franco, presidente dell’ABF, «un mercato in espansione: oggi, solo il 7% dei franchisee esistenti in Brasile sono stranieri ma è facile aspettarsi che ci sarà una valanga di nuove aziende e di mar-

chi stranieri presto, molto presto». Paulo Mauro, presidente di Global Franchise Network, che quest’anno ha presentato direttamente il brand 7 Camicie e, in joint con retail&food e con Brdconsulting i marchi italiani Marville e Salute ok, esorta le aziende del Belpaese a farsi strada nel mercato brasiliano, un mercato ampio, in crescita e molto attento alla qualità ed allo stile italiano. Ovviamente è necessario investire ma i frutti si raccoglieranno a breve, come è stato detto a tutti gli operatori brasiliani presenti al seminario pre-fiera – svoltosi presso la sede dell’ABF – dal titolo molto esplicativo: “Sucesso na implantacao de marcas mundiais no Brasil”. Nel corso dell’evento il mio contributo è stato inserito nel seminario intitolato “Apresentacao de franquias italianas ineditas no Brasil”. Inutile dire che la fiera è si è rivelata un successo, ecco alcuni numeri di ABF 2013 che lo atetstano: 470 espositori; circa 62.000 visitatori; investimenti da 4.500 a 375.000 euro. Ci auguriamo che per l’edizione 2014 ci siano molte più aziende italiane che, avendo imbastito relazioni in anticipo, possano concretizzare il loro lavoro con una presenza significativa a San Paolo. Federico Fiorentini direzione@brdconsulting.it A cura di BRD Consulting - www.brdconsulting.it


A CBRE Italia il mandato per il Centro Sicilia

è

una vera e propria sfida quella che ha preso in carico CBRE Italia in terra di Sicilia, e in particolare nella provincia di Catania. Parliamo del mandato per la ricommercializzazione e per la gestione del centro commerciale Centro Sicilia, ufficializzato in data 3 giugno. Il maxi polo retail, inaugurato nel 2011, si articola su una gla totale di 100mila mq, nei quali sorgono un centro commerciale da 41mila mq gla e un potenziale di 130 negozi, un retail park e un cinema UCI con sette sale. «Dal punto di vista dell’attività di letting, il complesso già offre numerose insegne di buon livello e marchi di forte attrazione – spiega Anna Paltrinieri, Executive director leasing di CBRE –. La nostra consulenza verterà soprattutto sul completamento del

mix merceologico e sull’inserimento di nuovi brand di qualità nelle location attualmente libere, per coprire merceologie attualmente poco presenti, con un occhio di riguardo al posizionamento totale del centro e al mantenimento dell’equilibrio tra i marchi in galleria». Da segnalare che la prima sfida sarà quella di individuare una nuova ancora alimentare, dopo la fuoriuscita di Iperspar, Gruppo Despar. •

Sinergia treno-aereo a Cagliari

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ntegrazione avvenuta: grazie all’apertura della nuova fermata lungo la linea ferroviaria (“Aeroporto”), è ora possibile raggiungere l’aeroporto di Cagliari da ogni località dell’isola servita dal network di Ferrovie dello Stato e viceversa. Il link tra lo scalo e la stazione

prevede un collegamento pedonale realizzato da SOGAER, integrato con tapis-roulant, scale mobili e ascensori della struttura, finanziato dalla regione con uno stanziamento di 3,6 milioni di euro. Con l’apertura al pubblico di questo tassello d’intermodalità, lo scalo sardo entra nel novero delle (poche) strutture aeroportuali italiane che offrono ai passeggeri l’integrazione con la rotaia, in compagnia di Roma Fiumicino, Milano-Malpensa e Pisa. •

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News

Bologna Av, Grandi Stazioni pensa al food

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tempo di tagli del nastro in casa Rfi, con in primo piano quello della prima fase di Bologna Centrale Av. La nuova stazione dell’Alta Velocità, posizionata esattamente al di sotto della storico terminal emiliano, è attualmente operativa e sarà completata entro la fine dell’anno. Tuttavia Gruppo Fs ha già reso noto che sarà la società specializzata nella gestione e valorizzazione dei principali scali Italiani, Grandi Stazioni, a lavorare alla commercializzazione degli spazi retail. E i numeri sono molto interessanti: 12.000 mq di aree aperte al pubblico di cui 4.000 circa nella nuova hall che saranno popolati con servizi dedicati, ristorazione e aree commerciali, per un totale di circa 20 unità. Grandi Stazioni ha specificato che al termine del processo autorizzativo in corso saranno avviate le selezioni competitive, alle quali saranno invitati i prin-

cipali marchi del mercato di riferimento nonché le eccellenze del contesto locale. «Per i nuovi spazi – dichiara Stefano Mereu, Responsabile vendite e media di Grandi Stazioni – abbiamo pensato a uno sviluppo assolutamente complementare (con la stazione di Bologna Centrale, ndr) attraverso una caratterizzazione dell’offerta incentrata sulla gastronomia e differenziata nei format, con una decisa presenza del gusto locale, che possa costituire una destinazione addizionale per i passeggeri e per la città». Le prime aperture sono previste per la primavera del 2014 e il completamento, graduale, nei mesi successivi. Da segnalare che, oltre all’apertura di Bologna Centrale Av, hanno avuto luogo quelle di Reggio Emilia Av Mediopadana e della fermata Bologna Mazzini dell’Sfm, per un investimento complessivo pari a 530 milioni di euro. •

New markets outlook a cura di STRA_BRANDING

www.strabranding.com

BUSINESS RETAIL AD HONG KONG: INSIGHT PER IL FASHION Il 30 maggio scorso, durante la nostra partecipazione al seminario “Hong Kong e Cina: strategie per le aziende italiane. Guida pratica a un corretto approccio al mercato” organizzato dall’Associazione Italia Hong Kong, abbiamo focalizzato il nostro intervento sulla metropoli cinese, meta turistica per eccellenza in Asia. Quest’ultima, infatti, con 48 milioni di turisti nel 2012 di cui 35 milioni cinesi (73%) rappresenta la prima destinazione turistica per i viaggiatori nazionali. Il trend di visite si sta confermando in crescita anche nel 2013 (+10% nel primo quadrimestre) e si prevede una accelerazione nel 2014, arrivando nel 2015 a un flusso di turismo cinese complessivo superiore ai 130 milioni. I grandi marchi del lusso sono presenti con una densità impressionante (Gucci 10 negozi, Prada 8, Louis Vuitton 7, ecc.). Oltre ai negozi monomarca, Hong Kong offre una vasta scelta di shopping destination, offerta tra l’altro differenziata in funzione della tipologia di clientela: quelle orientate ai turisti (Harbour City, Canton Road, Elements, DFS Chinachem, Peninsula Hotel, Central), quelle con frequentazione locale (IFC, Pacific Place, Landmark, Alexandra House) ed infine quelle con carattere più trasversale a Causeway bay (Sogo, Times Square, Lee garden) (Fig.1). Leggendo questi numeri si deduce come Hong Kong

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offra grandi opportunità di business ma rappresenta una piazza molto competitiva con forti “barriere” all’ingresso. Sintetizziamo, di seguito, quali sono le principali considerazioni da tener presente nel definire la propria strategia di ingresso in questo mercato: 1. Tenere conto della dicotomia del consumatore locale/turista cinese (gusti diversi, ricercano prodotti diversi e hanno diversi livelli di conoscenza dei marchi); 2. Individuare il consumatore target (scel- Fig.1: Le principali shopping destination di Hong Kong ta della location, mix di prodotto adeguato, 5. In termini di comunicazione, la scelta del consuper le prime aperture puntare sul maggiore matore target si riflette anche nella scelta del mix dei traffico delle mall rispetto ai negozi su strada) media da pianificare (bisogna farsi sentire e ciò richie3. L’ottenimento di uno spazio è un processo de sforzi economici, almeno il 5-10% dei ricavi). molto lungo, bisogna pianificare almeno 6/12 mesi In conclusione, Hong Kong, che come abbiamo visto prima di poter firmare un contratto di affitto (lunghe rappresenta un mercato importantissimo ed è sempre liste di attesa, far conoscere il prodotto ai gestori dei un ottimo gateway per la Cina mainland, richiede mall, benchmark sulle rese dei marchi limitrofi). un’attenta pianificazione e uno studio di fattibilità. 4. Il costo elevato degli affitti è una variabile chiaMeglio muoversi con un supporto locale per ottimizzave, Hong Kong è la città più cara la mondo con una re costi e tempi. A tale proposito il nostro ufficio locamedia per le location premium di 3.000€/m2 al mese le è a disposizione per fornire ogni approfondimento (pianificare con attenzione il costo dell’affitto nel C/E: in tal senso. ricavi minimi per essere a Break Even pari a 3 volte il Jean-Luc Ayroles costo dell’affitto)



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News

Assofranchising dà i numeri

In occasione dell’assemblea annuale, il consiglio direttivo di Assofranchising ha provveduto a confermare, al suo quinto mandato consecutivo (2013-2015), Graziano Fiorelli (Mail Boxes Etc.) nei panni di presidente, affiancato da Bruno Vettore (Tree Real Estate) in qualità di vice presidente vicario. Ecco in numeri in sintesi emersi dal rapporto 2012 di settore: Assofranchising ha censito 938 reti attive sul territorio italiano (con almeno 3 punti vendita all’attivo), 66 delle quali licenziatarie di marchi stranieri, con un saldo attivo di 72 insegne, al netto di 178 new entry e di 106 uscite dal radar. L’industry ha prodotto complessivamente un giro d’affari di 23,2 miliardi di euro (-0,7%), passivo dovuto perlopiù al settore delle agenzie immobiliari, senza il quale si sarebbe superata la linea di galleggiamento (+0,2%).

Emisfero, ecco il taglio del nastro a aperto i battenti lo scorso 27 giugno il Centro Commerciale Emisfero di Bassano del Grappa (VI). Promosso da Unicomm, progettato dallo Studio Habitat e commercializzato di Italiana Centri

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500 mq di gla, sono Trony, Scarpe&Scarpe, Piazza Italia e Casa. La galleria commerciale si articola su un unico livello, al di sopra del parcheggio cui è collegata mediante un sistema meccanico costituito da tappeti mobili

Commerciali, il nuovo shopping center ha una superficie di 21.700 mq e 1.200 posti auto. L’offerta, oltre all’ipermercato Emisfero, si compone di quattro medie superfici, tre unità di ristorazione e una quarantina di punti vendita. Gli anchor store, compresi tra i 1.500 e i

e ascensori. Il mall sorge in un’area strategica rispetto all’abitato di Bassano: la sua posizione all’innesto tra la tangenziale e il più importante asse di collegamento con il centro urbano fa ipotizzare una capacità d’attrazione al di fuori dell’ambito cittadino. •

Retail Innovation 360°

A cura di Kiki Lab - www.kikilab.it

C&A, in Brasile, integra Facebook con l’esposizione di prodotti nel negozio, creando un circolo virtuoso per stimolare le clienti all’utilizzo di entrambi i canali, fisico e digitale. Caso vincitore del Retail Innovation Award 2012 al WRC di Londra

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a catena C&A (oltre 1.800 negozi nel mondo) ha lanciato nel 2012 a San Paolo in Brasile l’iniziativa ‘Fashion Like’: un meccanismo virale coinvolgente per le clienti basato su Facebook. Dieci prodotti della collezione lanciata per la Festa della Mamma sono stati presentati in anteprima sulla pagina Facebook di C&A, invitando le fan a cliccare i ‘mi piace’ sui modelli preferiti. Quattro giorni più tardi la collezione entra in assortimento, ma nel negozio nel centro commerciale Iguatemi si aggiunge un elemento in più: i modelli sono appesi su speciali appendini dotati di ‘Facebook display’, che riportano il numero di ‘mi piace’ ricevuti da ciascun capo. I risultati sono stati molto positivi: C&A è diventato il brand di abbigliamento più seguito in Brasile su Facebook, passando da 230.000 a 2,4 milioni di ‘likes‘ in meno di un anno. Il target più coinvolto è stato quello strategico per l’insegna: ragazze e giovani donne di età compresa tra 13-34 anni, provenienti prevalentemente dal sud del Brasile, la regione più ricca e con la maggiore diffusione di internet del Paese. C&A ha così rafforzato l’immagine di brand moderno e alla moda, fortemente distintivo rispetto ai competitor. E le vendite della collezione dedicata all’iniziativa sono state superiori alla media, non soltanto nel negozio di Iguatemi, ma anche negli altri negozi C&A, grazie alla forte visibilità mediatica conquistata, con oltre 800 uscite di articoli sulla stampa e sul web.

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Tendenza: cross-canalità. Chiave innovazione: uso di Facebook integrato con l’esposizione dei prodotti per incrementare il traffico su entrambi i canali (digitale e fisico) e le vendite in negozio Fabrizio Valente fabrizio.valente@kikilab.it caso tratto dalla ricerca Retail Innovations 8


cosa occorre sapere per... A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano

Trasferimento dei dipendenti nelle cessioni di catene di negozi

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a pratica di tutti i giorni presenta in questo periodo casi di cessione in blocco di catene di negozi: da affiliato ad affiliante, da multi-brand a mono-brand, da operatori locali in crisi a colossi che reggono meglio alle difficoltà del periodo. Tali cessioni possono essere effettuate mediante diverse tipologie contrattuali, a seconda di ciò che in concreto viene trasferito. Prescindendo per il momento dai dipendenti, se viene ceduto tutto ciò che di fatto compone un punto vendita e perciò la licenza commerciale, il contratto di affitto o di locazione, il magazzino, l’arredo e gli impianti, allora generalmente si sceglie di stipulare un contratto di cessione di ramo di azienda. Questo tipo contrattuale comporta conseguenze rilevanti, tra cui solidarietà passiva in materia fiscale, che può essere limitata a certe condizioni. È bensì vero, tuttavia, che talvolta in ambito retail viene trasferita solo la “posizione”, e solo alcuni degli elementi di cui sopra: in questi casi è talora possibile, con le dovute cautele, stipulare scritture private più semplici: cessioni di contratti oppure vendite aventi ad oggetto il magazzino, o gli arredi, ecc. È comunque sempre necessario valutare volta per volta se la scrittura privata sia legittima ed opportuna, considerando che esiste l’eventualità che l’Agenzia delle Entrate riqualifichi l’operazione come vera e propria cessione di ramo. Ma ciò che spesso si ignora è che le conseguenze nei confronti dei dipendenti, sia in un caso che nell’altro, potrebbero essere identiche. Il Codice civile infatti sancisce che il rapporto di lavoro continua con l’acquirente ed il lavoratore conserva i propri diritti ante cessione nei casi di trasferimento di azienda e con “qualsiasi operazione che, in seguito a cessione contrattuale o fusione, comporti il mutamento nella titolarità di un'attività economica organizzata, con o senza scopo di lucro, preesistente al trasferimento e che conserva nel trasferimento la propria identità a prescindere dalla tipologia negoziale o dal provvedimento sulla base del quale il trasferimento è attuato ivi compresi l'usufrutto o l'affitto di azienda.” Anche i trasferimenti parziali rientrano nello scopo della norma, posto che vi sia “articolazione funzionalmente autonoma di un'attività economica organizzata” nelle intenzioni delle parti.

Come si vede, perciò, quando si intraprende un’operazione di questo tipo, l’acquirente deve valutare attentamente la citata disciplina protettiva: tra l’altro, venditore e acquirente sono obbligati in solido tra di loro per tutti i crediti del lavoratore maturati al tempo del trasferimento. L’acquirente inoltre deve applicare “i trattamenti economici e normativi previsti dai contratti collettivi nazionali, territoriali ed aziendali vigenti alla data del trasferimento, fino alla loro scadenza, salvo che siano sostituiti da altri contratti collettivi applicabili all'impresa del cessionario”, posto che essi abbiano medesimo livello. Il codice è inoltre fermo nel vietare licenziamenti che traggano motivo proprio dal trasferimento di azienda. Pertanto, solo in determinati casi e seguendo procedure ad hoc (accordi siglati davanti alla Direzione Provinciale del Lavoro ovvero alle Organizzazioni Sindacali di categoria) è possibile acquistare rami di azienda privi di dipendenti: realisticamente tuttavia ciò è possibile in presenza di un assai limitato numero di lavoratori mentre diventa molto più complesso gestire tali operazioni quando i punti vendita in questione siano vari. Avv. Alessandro Barzaghi Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.

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DENTALPRO morde le gallerie commerciali

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entalPro è una rete di cliniche dentistiche professionali in grado di offrire tutte le cure e i servizi per la salute dentale: dall’igiene alla prevenzione, dalle semplici otturazioni all’implantologia, agli apparecchi tradizionali o invisibili. Ad oggi il Gruppo DentalPro può contare su 12 cliniche, 80 odontoiatri e 100 collaboratori, e i progetti per il futuro sono quelli di proseguire nel processo di crescita iniziato nel 2010, che ha permesso di toccare quota 20mila pazienti. Nata all’insegna della qualità e della praticità, con un mix di competenze professionali di alto profilo, tecnologie di ultima generazione ed elevata flessibilità, la formula innovativa proposta da DentalPro risponde a uno scenario che, secondo recenti stime, vede le cure dentali agli ultimi posti delle priorità degli italiani, principalmente per motivi economici e di rigidità del servizio. Il posizionamento delle cliniche, situate prevalentemente all’interno di centri commerciali, consente di accedere ai servizi DentalPro 7 giorni su 7, con grandi vantaggi in termini di elasticità degli orari e con la possibilità, per le famiglie, di usufruire del servizio di baby park. In ogni clinica, inoltre, è possibile sottoporsi a

Le cliniche DENTALPRO sono presenti a: Alessandria Biella Bellinzago Lombardo (MI) Brescia Casorate Primo (PV) Mapello (BG) Milano Peschiera Borromeo (MI) San Giuliano Milanese (MI) Sedriano (MI) Vigevano (PV) Viterbo

presso il C.C. Panorama presso il C.C. "Gli Orsi" presso il C.C. La Corte Lombarda presso il C.C. Freccia Rossa via Alessandro Santagostino 3 – DentalPro e Polimedica Contardi presso C.C. Il Continente via Meda 13 angolo Via Zamenhof presso il C.C. Galleria Borromea presso il C.C. San Giuliano presso il C.C. Sedriano Shopping Center presso il C.C. Il Ducale via Francesco Nagni


Comunicazione pubblicitaria

intervista Michel Cohen, Amministratore Delegato del Gruppo DentalPro

«Presto altre 10 cliniche, con obiettivo 50» Lo sviluppo delle rete DentalPro è iniziato nel 2010 e da allora sono state avviate 12 cliniche. Quali sono i motivi di questo successo? Sul fronte dei centri commerciali DentalPro è un format che completa la domanda di servizi di alto livello che i clienti cercano e che dà la possibilità di generare un flusso costante di pazienti, anche ripetitivi, i quali poi si fidelizzano allo shopping center. Questo perché i nostri 50-60 pazienti giornalieri necessitano di venire in DentalPro almeno 5-6 volte con cadenza settimanale, e spesso le cure durano 12 mesi. Ai pazienti offriamo un’offerta completa, di alto livello qualitativo sia per quanto riguarda i materiali e le attrezzature che per quanto concerne lo staff medico, la cui qualità è garantita dal nostro Comitato Medico Scientifico. Come si articola il vostro piano di sviluppo? Abbiamo aperto ad oggi 12 cliniche. Ne sono in previsione altre 10 a breve, in altrettanti centri commerciali in tutta Italia, per arrivare almeno a 50 tra non molto. Il vostro network poggia prevalentemente su gestioni dirette, ma la recente apertura di Biella dimostra la vostra disponibilità verso nuove partnership… La maggior parte delle cliniche sono dirette. A monte ci sono stati investimenti di svariati milioni di euro e altri sono previsti. Tuttavia è anche importante la gestione attiva del progetto, pertanto, se troviamo dei partner capaci di imparare la complessa gestione operativa, e con forte passione, siamo disposti a condividere il percorso e i risultati. Nel tempo prevediamo comunque la maggior parte delle cliniche di diretto controllo del gruppo fondatore. Nello specifico, un potenziale partner quali caratteristiche deve avere? Capacità di gestire un team di 15 persone circa per clinica, tra dipendenti e medici; forte orientamento ai risultati ma soprattutto alla soddisfazione dei pazienti/clienti; disponibile a investire circa 200.000 euro, oltre alle attrezzature in leasing; forte approccio orientato alla valorizzazione di un sistema ormai provato, standardizzato, e vincente, che va seguito nei suoi minimi dettagli. Ma senza dimenticare un tocco di imprenditorialità locale fondamentale! I servizi al consumatore, quando innovativi, rappresentano un’opportunità per i centri commerciali. Quali sono i margini di crescita in questo canale? Tre anni fa erano poche le proprietà o i commercializzatori che credevano nel progetto. Oggi la maggior parte di questi crede che il dentista, solo se con determinate garanzie non solo di qualità clinica ma soprattutto organizzative, di marchio e finanziarie, debba esserci in ogni centro commerciale all’avanguardia, sia esso una nuova realizzazione o in fase di ricommercializzazione. Da qualche mese ci stanno offrendo decine di progetti che stiamo selezionando di volta in volta. Ad oggi siamo già presenti o stiamo sviluppando in shopping center con ancore di rilievo quali Coop, Gigante, Bennet, Gruppo Lombardini, Esselunga, Carrefour, Auchan. Credo proprio con soddisfazione reciproca. Siamo partiti da Milano, dalla Lombardia e comunque dal Nord, ma stiamo velocemente allargando l’orizzonte verso tutta l’Italia, senza alcuna preclusione.

qualsiasi cura nell’ambito dell’odontoiatria con programmi personalizzati per ogni fascia d’età: dai 6 ai 90 anni. L’innovazione del servizio si affianca alla dotazione delle ultime innovazioni tecnologiche: le cliniche DentalPro sono attrezzate con apparecchiature di ultima generazione, come la TAC in 3D, la radiografia panoramica digitale e la telecamera intraorale, che consente di riprendere e condividere gli interventi con il paziente in

A Gli Orsi di Biella, un nuovo concetto di clinica odontoiatrica Un check up dal dentista prima di far la spesa al supermercato, con la possibilità di usufruire del baby park in tutta serenità. Da maggio è possibile al Centro Commerciale “Gli Orsi” di Biella, grazie all’apertura della nuova clinica odontoiatrica DentalPro, gestita dall’imprenditore piemontese Riccardo Conta. Ultimo di una rete di 12 cliniche dentistiche diffuse finora in Lombardia, Piemonte e Lazio, il nuovo centro DentalPro si caratterizza per l’innovativo servizio offerto al paziente all’insegna dell’alta professionalità, della praticità e della personalizzazione. La clinica, infatti, è aperta da lunedì a domenica con orario continuato dalle 9 alle 20 e dispone di un qualificato team di medici dentisti con particolare esperienza in implantologia e protesi. La nuova clinica di Biella si sviluppa su una superficie di 250 mq e ospita 5 studi dove è possibile effettuare ogni tipo di trattamento specialistico per tutte le esigenze e per tutte le età.

tempo reale. Il pool di medici-dentisti presenti in ogni centro, con competenze diversificate, offre un servizio multi-disciplinare in costante aggiornamento in grado di rispondere alle diverse esigenze dei pazienti, con una particolare attenzione all’area relativa a implantologia e protesi. La definizione e il rispetto di rigorosi protocolli, sia per quanto riguarda le cure che per l’igiene e la sterilizzazione delle attrezzature e dei materiali, oltre alla selezione dei medici più esperti, è affidata ai dottori Samuele Baruch e Paolo Tonveronachi, tra i fondatori del Gruppo DentalPro e alla guida dell’area Medico-Scientifica. Sul fronte gestione, invece, l’efficiente organizzazione del Gruppo consente l’ottimizzazione delle procedure e dei costi per l’acquisto dei materiali e di macchinari di ultima generazione puntando su economie di scala, garantendo prezzi controllati e preventivi chiari e dettagliati per il paziente. La rete DentalPro è prevalentemente a gestione diretta ma prevede anche cliniche in partnership con imprenditori locali, che consentono una gestione di successo e un servizio ancora più personalizzato per i pazienti.


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News

Centro Meduna: l’ampliamento a Sonae Sierra

Sonae Sierra cala il settebello in Italia. La società iberica specializzata nel settore degli shopping center ha portato a quota sette la sua presenza nel nostro Paese per quando riguarda i contratti di management e leasing, aggiudicandosi la commercializzazione della nuova area del Centro Meduna. Inaugurato nel 2006, il centro commerciale di Pordenone vanta

Caselle Designer Village, progetto in pista

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raga Holding Real Estate ha presentato ufficialmente il progetto Caselle Designer Village, centro multifunzionale che prenderà possesso delle aree ATA dello scalo aeroportuale di Torino Caselle. A realizzare l’intervento, grazie ad uno stanziamento da 300 milioni di euro, sarà la controllata SATAC con primo taglio nastro previsto per la primavera del 2017: più che una galleria commerciale, sarà un vero airport city, un quartiere della città con funzione di destinazione con 121mila mq dedicati ad attività commerciale, 32mila mq a funzioni direzionali e terziarie e 14mila mq ad una struttura alberghiera. Quattro i temi portanti che andranno a caratterizzare l’area: lo sport (con palestre ed impianti ad hoc), il cibo (con formule di retail alimentare e di ristorazione), l’intrattenimento (sono previste sale cinematografiche, bowling, adventure land e aree kids), design e fashion. Per integrare il Village con il territorio, sarà completamente modificata la viabilità e realizzata una piazza di congiungimento tra lo scalo aeroportuale e l’area commerciale. •

DAFZA corteggia gli italiani

una gla di oltre 13.800 mq, nei quali spiccano un Ipercoop di 6.000 mq di gla e una galleria con brand del calibro di Benetton, Motivi, Original Marines, Carpisa, Geox, Nero Giardini e Open Game. Con il prossimo intervento di sviluppo, pari a 8mila mq di gla attualmente in fase di cantiere, Sonae Sierra punta ad arricchire l’offerta «grazie a brand competitivi, moderni e capaci di soddisfare le esigenze di tutti i visitatori».

Dubai Airport Free Zone è reduce dalla campagna d’Italia: il gestore della più importante zona franca no-tax del globo, attiva dal 1996 con oltre 1.600 attività commerciali in pancia e un ritmo di 200 new entry all’anno, ha recentemente effettuato un roadshow nel Belpaese per stimolare l’interessamento da parte dei marchi italiani ad accreditare il Dubai quale punto di lancio per lo sviluppo internazionale. Ad oggi le aziende italiane presenti in loco sono già 27, tra le quali figurano anche Luxottica, Ariston, Guzzini e Montegrappa, a fronte di un volume d’affari dell’export dall’Italia agli Emirati Arabi Uniti che nel 2012 ha raggiunto quota 5,5 miliardi di euro, in crescita anno su anno del 16,7%, e d’import dal Golfo pari a 651 milioni.

Arcoretail al Città Fiera: un mall innovativo

Harrods mette piede a Porto Cervo

Harrods ha tagliato il nastro ad una succursale in Italia: il grande magazzino londinese ha messo il cappello sul Prestige Village, spazio commerciale di 6mila mq dedicato al lusso inaugurato presso il Molo Vecchio di Porto Cervo, in Sardegna. La struttura ospita 22 box esclusivi progettati da Giò Pagani, occupati, oltre che da Harrods, da brand quali Valentino, Pieri, Chopard, Hublot, Bugatti e Maserati.

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realizzare la commercializzazione del Fashion Outlet di prossima apertura all’interno del Centro Commerciale Città Fiera di Udine, sarà Arcoretail – Retail & Management Company del Gruppo Arcotecnica. Si tratta di un progetto destinato a cambiare le regole del retail in Italia: per la prima volta infatti, la formula commerciale dell’outlet farà il suo ingresso negli spazi di un moderno mall. L’offerta outlet andrà a inserirsi in una realtà già consolidata: Città Fiera, con 200 negozi, numerosi punti ristoro, cinema multisala e servizi avanza-

ti, accoglie attualmente oltre 8 milioni di visitatori l’anno; entro il 2016 raddoppierà la superficie commerciale, dagli attuali 86mila mq a 160mila, diventando uno dei 5 shopping center più grandi d’Europa. Il nuovo outlet sarà il risultato di un intervento di riqualificazione della parte storica della struttura e si svilupperà su 2 piani. La fase iniziale, al primo piano, comprenderà circa 9.200 mq di superficie commerciale. La struttura, nel suo complesso, includerà 2.800 mq di spazio pubblico; la seconda fase interesserà invece il piano terra. •


News opening Kasanova+ sbarca a Fiumicino r&f

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Top fashion al Fidenza Village

È tempo di concept boutique per il Fidenza Village, uno dei nove Chic Outlet Shopping (l’unico italiano) del gruppo internazionale Value Retail dove è stata inaugurato The Talents Store. Si tratta di una location che pre-

n’esplosione di colori: è questo il segno distintivo del nuovo store Kasanova+ presso il Central Market Da Vinci, vicino all’aeroporto romano di Fiumicino. Aperto 7 giorni su 7, il punto vendita si estende per oltre 550 mq e ospita centinaia di prodotti “parlanti” per creare un’atmosfera originale dal pranzo domenicale alla gita fuoriporta, in casa come all’aperto. Sulla falsariga dello store recentemente inaugurato nel cuore di Milano, a pochi passi dalla stazione Cadorna, anche in quel dell’Urbe sono stati installati numerosi punti luce, posizionati in maniera tale da “parlare” al cliente, descrivendo l’utilizzo di ciascun prodotto attraverso immagini esplicative e video Lcd. Scopo: rendere divertente un acquisto che sia al contempo utile. Tanti gli articoli esposti e le proposte “fresche di giornata”, oltre a uno spazio dedicato all’ultima tendenza tra i fornelli: il cake design. •

senta abiti in edizione limitata realizzati da 18 stilisti emergenti, selezionati da Vogue Talents, una iniziativa del magazine Vogue Italia. Presso il Village, che si trova in provincia di Parma, sono dunque in vendita le collezioni e gli accessori dei giovani brand che hanno partecipato al concorso. Tra i tanti nomi presenti presso il talent store ci saranno gli accessori firmati Aquazzurra e le collezioni di Comeforbreakfast, Daniele Carlotta, Rosa Clandestino e Paolo Errico. Madrina dell'evento, Milla Jovovich, attrice e top model.

Un test chiamato Cibiamo Time

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uova formula all-in-one per Cibiamo Group: la società spezzina, specializzata in formule di ristorazione commerciale per il circuito degli shopping center e delle stazioni ferroviarie, ha tagliato il nastro al neonato Cibiamo Time nel novero della foodcourt ospitata al primo livello della galleria commerciale Cremona Po di Cremona. Si tratta di un progetto pilota che punta ad integrare le referenze e i modelli di

servizio dei due marchi storici del gruppo (Cibiamo e La Bottega del Caffé), nel segno di un’offerta veloce modulata per coprire l’intero arco della giornata alimentare. Disegnato e realizzato da Costa Group, Cibiamo Time offre a bancone soluzioni per la prima colazione (prodotti di caffetteria, brioche e piccola pasticceria), per i pasti principali e lo snacking (pizza, panini, focacce e insalate), con ricco buffet per gli aperitivi. •

FoxTown, tra opening e raddoppi Tre nuove insegne e altrettanti raddoppi lanciano il FoxTown di Mendrisio nella stagione estiva. Le ultime settimane di primavera hanno arricchito il portfolio brand dell’outlet svizzero con l’arrivo di Cesare Paciotti, Geospirit e Trussardi Jeans, cui vanno affiancate le operazioni di Burberry, Ralph Lauren e Tommy Hilfiger, che hanno avviato un secondo punto vendita nel Foc della “Volpe”. Queste ultime aperture hanno visto il tartan scozzese di Burberry disponibile in due negozi, uno dedicato all’universo femminile e a quello del bambino e l’altro a quello maschile; il mondo di Ralph Lauren sdoppiato con uno spazio Polo Ralph Lauren, linea classic, e il nuovo store Polo Jeans Co, che si differenzia con una linea di abbigliamento total look “lifestyle”; e il gigante della moda “Made in the Usa,” Tommy Hilfiger, che ha fatto il bis con uno store per i piccoli amanti dello stile. Al momento il FoxTown di Mendresio ospita circa 250 marchi e 160 negozi.

Fase due al Città Sant’Angelo

Nuova tappa nel processo di sviluppo in più fasi del Città Sant’Angelo Village, outlet abruzzese in provincia di Pescara commercializzato da CBRE, che ha interessato il quarto e ultimo ingresso della struttura. In quest’area ha trovato spazio un nutrito pugno di marchi nazionali e internazionali, quali Navigare, Levi’s, Timberland, Desigual, Versace Jeans/Byblos, Who*s Who e Ferrante. Per l’occasione, poi, si sono aggiunti al mix merceologico del village insegne quali Giorgia&Johns, Harmont&Blaine, Harmont&Blaine Junior, Datch e Marina Militare Kids. Sul versante dell’offerta food & beverage, invece, hanno invece aperto la formula giapponese Sushiko e il ristorante Bagaria. Con all’attivo 80 negozi e 110 brand, Città Sant’Angelo Village prevede in itinere una terza fase che amplierà ulteriormente la gamma della struttura.

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News opening Carrefour Pittarello Rosso fa il tris in Toscana Express: dopo

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Malpensa ecco Bologna

Procede spedita l’opera di rinnovo dell’offerta commerciale dell’Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna: dopo il recente taglio nastro del nuovo

walk-thru targato Heinemann (vedi r&f di giugno), ecco l’esordio nella struttura di Carrefour Express, seconda apertura per il retailer francese nel network aeroportuale italiano dopo quello al T1 di Malpensa, in linea con un piano di sviluppo Travel che ha già interessato anche il circuito autostradale con la partnership con MyChef. Con apertura dalle 5 del mattino all’1 di notte, il supermercato di prossimità ha preso possesso di una superficie commerciale di 245 mq agli Arrivi, forte di una gamma complessiva di 3mila referenze (500 delle quali non food) e di un pugno di servizi aggiuntivi (lavanderia, consegna a domicilio, fax e fotocopie, vendita ricariche telefoniche e, prossima ventura, spesa-online).

America graffiti, pranzo western in Coop

Locale numero 18 per America Graffiti, formula italiana di diner anni Cinquanta statunitense attiva dal 2008 perlopiù lungo la dorsale Adriatica: questa volta il taglio nastro è avvenuto nella corte del centro commerciale Coop Montecatini di Mazza e Cozzile (Pistoia) Pensato per essere sviluppato in quattro formati (diner, fast food, country diner e store) in base all’ubicazione e alla metratura della location, America Graffitti annovera una carta incentrata su un’offerta di carne alla griglia, ricette tex-mex e hamburger. L’inaugurazione fa parte di un piano complessivo di 6 aperture in affiliazione nell’arco del 2013.

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F

a tappa per la terza volta in Toscana la marcia di Pittarello Rosso, che da nord a sud dello Stivale sta mettendo le scarpe ai piedi degli italiani (per non parlare di Croazia e Slovenia, dove il brand ha conquistato ormai un posto di primo piano nel mercato delle calzature). Dopo le location di Grosseto e Lucca, nell’ambito di un progetto di espansione che prevede

store regionale in quel di Arezzo, all’interno del centro commerciale Fabbri (ex Trony). Dopo il raddoppio dei punti vendita messo a segno nel 2012 (con 23 nuove aperture tra Italia, Croazia e Slovenia), l’aumento del 30% del fatturato (arrivato a quota 150 milioni di euro) e del 40% della forza lavoro (equivalente a 400 assunzioni), il nuovo negozio, con 14 dipendenti, si sviluppa

20 aperture del marchio Pittarello Rosso (dal luglio 2011 sotto il controllo di 21 Investimenti, private equity che fa capo a Alessandro Benetton) entro la fine dell’anno, sabato 1° giugno ha visto il taglio del nastro il terzo

su 1.100 mq all’interno di un mall molto conosciuto in zona, in posizione strategica al centro di un crocevia tra più trafficati della città, lungo la direttrice che porta nel cuore del capoluogo di provincia. •

Grotte Center apre le porte

S

i trova a sud di Ancona, si sviluppa su una superficie di 18mila mq, ospita circa 50 tra negozi e medie superfici e vede la presenza dei più prestigiosi brand internazionali: è il Grotte Center di Camerano, inaugurato lo scorso 6 giugno da Olinda Fondo Shops, fondo comune di investimento immobiliare gestito da Prelios SGR e quotato presso Borsa italiana dal 2004. La scelta dell’ubicazione non è casuale: si tratta di un’area ad alta densità commerciale direttamente collegata all’adiacente supermercato Carrefour. Nasce così un polo commerciale che prevede anche una superficie esterna di 4mila mq, un’importante area ristorazione, una palestra, una pista di pattinaggio e un parcheggio da 1.500 posti auto. Il tenant mix include alcune tra le più importanti firme internazionali dell’abbigliamento e dello sport, la cui presenza è tanto più significativa in quanto contempla marchi ancora assenti nel bacino locale: Decathlon, H&M, Bata, Motivi, Terranova, Carpisa, Solaris Sport, Original Marines e Yamamay. La scelta del nome del mall non è casuale: il centro si ispira anche nella struttura architettonica alle “Grotte di Camerano”, simbolo della città. •


Ristorazione aeroportuale

MyChef fa fronte "Comune"

Prima Linate, quindi Malpensa: con l’imprimatur ufficiale di Palazzo Marino, il format Caffè Milano fa il suo esordio nel network di SEA

L

a prudenza non è mai troppa: non bastasse il richiamo esplicito al territorio, nonché la coerenza dei contenuti rispetto alla promessa commerciale, a scanso di equivoci MyChef ha giocato d’anticipo con la carta del licensing, con un occhio di riguardo all’appuntamento dell’Expo 2015. Nasce in tal modo il progetto Caffè Milano, concetto di caffetteria tradizionale dal vestito moderno, disegnato dalla divisione MyChef Emotion, fregiato di livrea municipale concessa dall’Assessorato al Commercio, Attività Produttive e Turismo del Comune di Milano, e quindi ospitato nel novero dell’offerta food & beverage del circuito SEA. Luogo deputato per l’esordio, l’area Imbarchi al secondo piano dello scalo aeroportuale di Linate, su una superficie commerciale di nuova realizzazione di circa 100 mq, con 11 metri di bancone e 8 sedute dedicate a sgabello. Dietro al gonfalone a croce rossa su scudo bianco, ecco un florilegio di piccola pasticceria meneghina - tra porzioni di panettone e brioche

MyChef e Sea brindano al taglio nastro farcite con creme pasticcere - , tramezzini gourmet e un’inedita incursione in cucina. Si tratta di porzioni “monouso” di riso al salto (ovvero il risotto allo zafferano della tradizione, saltato il giorno dopo in padella col burro), firmato da chef Michelangelo Citino, preparato quotidianamente nelle cucine di Linate e quindi rianimato a richiesta del cliente. A coronare il ruolo di vetrina del territorio, la presenza di schermi televisivi con costanti aggiornamenti sull’offerta culturale e turistica della metropoli e una vetrina espositiva di prodotti di merchandising a label Comune di Milano, tra felpe, caschi e panettoni inscatolati. «Oggi come oggi non possiamo vendere referenze di retail, ma nulla esclude che la situazione si possa sbloccare a breve. Lo spunto per la realizzazione di Caffè Milano è stato proprio l’official store di Piazza San Babila, gestito in licenza da Prolicensing» – spiega Leopoldo Resta, direttore commerciale di MyChef –. «Abbiamo pensato di replicare tale formula con un modello di ristorazione aeroportuale, incontrando in tempi rapidissimi sia l’interesse di Franco D’Alfonso, assessore competente per il Comune di Milano, che di SEA. L’accordo tra le parti prevede altre aperture, ancora da definire, a partire da una caffetteria che vedrà la luce entro un anno nello scalo di Malpensa».

Linate ripensa, Malpensa costruisce

Il taglio nastro s’inserisce peraltro in un più ampio processo di messa a punto dell’offerta richiesta dalla stazione appaltante e che terminerà entro fine 2013. Per quel che concerne il novero delle formule di MyChef, le grandi manovre vanno a interessare la vetrina Briciole agli Arrivi, ampliata con l’aggiunta della caffetteria, lo snack bar pizzeria Gran Café alle registrazioni, in procinto di essere completamente ristrutturato (l’attiguo McDonald’s re-

sterà tale e quale) e il ristorante panoramico con servizio al tavolo al secondo piano, alle Partenze. «L’abbiamo ripensato a immagine e somiglianza del T Café Restaurant della Triennale e ribattezzato Michelangelo Restaurant, a riconoscere l’apporto dello chef residente, Michelangelo Citino» – sottolinea Resta –. «Il nostro obiettivo entro il 2015 è quello di riuscire a far conseguire alla sua cucina l’agognata stella Michelin. Con SEA, poi, si sta pensando di dotare il locale di una galleria d’arte con esposizioni a rotazione, che impreziosisca l’esperienza a tavola: stiamo studiando un modello di comunicazione ad hoc per farne una location di prestigio per l’Expo». Completano il novero dei lavori in corso l’offerta del “giardino”, l’area degli imbarchi 18-19 da cui parte larga parte dei collegamenti quotidiani con Roma, dove a fronte del sacrificio di Gran Café (e relativo spin off della location Caffè Milano), è stata raddoppiata la metratura del Panino Giusto e predisposto un piano d’azione per rivedere il Wine Bar. Tant’è per il 2013: l’anno prossimo toccherà al terzo terzo di Malpensa, ma questa è un’altra storia. C. F. M.

retail&food - luglio/agosto 2013 19



Indice r&f

a cura di Edifis Intelligence

Una (prima?) battuta d'arresto er la prima volta dall'inizio dell'anno il nostro indice arretra, e precisamente Psubisce un ribasso di 3 punti percentuali. Niente, se confrontato con il -14% del Nikkei, con il -11% del Nasdaq e perfino con il -6% del FTSEMIB; e tuttavia questa battuta d'arresto ci conferma che anche il nostro mercato non è immune dalla crisi, e ci induce a riflettere con cautela sul futuro. Sul lungo termine non dovrebbero esserci grandi problemi, visto l'incremento delle classi medie dei paesi emergenti, ma sul medio periodo sono tutt'altro che da escludere bruschi scossoni, anche sensibili. Ciò detto, dobbiamo per scrupolo di esattezza evidenziare che il nostro indice è tuttora di segno positivo, mantenendo un incremento, rispetto all'inizio dell'anno, dell'11,3 per cento. In questo quadro, non può mancare di stupire la straordinaria cavalcata di Safilo Group, che ha ormai più che raddoppiato la sua quotazione.

AZIONI Aeffe

ALCUNI MARCHI DI PROPRIETà Alberta Ferretti, Moschino, Pollini

Mercato

Quotazioni al 02.01.2013

Indice al

14.06.2013

14.06.2013

Italia

0,56

0,56

100,0%

Damiani

Italia

0,92

1,05

114,1%

Geox

Italia

2,17

1,99

91,7%

Luxottica

Italia

31,07

38,19

122,9%

Safilo Group

Italia

6,66

16,08

241,4%

Stefanel

Italia

0,41

0,25

61,0%

Tod's

Hogan, Fay

Italia

96,1

107,50

111,9%

Adidas

Reebok

Xetra

67,33

82,08

121,9%

C.F.Richemont

Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill

Vtx

71,5

67,88

94,9%

Dufry

Svizzera

119,60

122,40

102,3%

Fossil

Nasdaq

94,04

104,11

110,7%

Xetra

81,36

84,09

103,4%

Mce

105,50

98,24

93,1%

Francia

138,80

125,95

90,7%

Nike

Nyse

51,84

61,66

118,9%

Polo Ralph Lauren

Nyse

152,11

174,45

114,7%

Francia

142,69

158,50

111,1%

Xetra

224,85

223,91

99,6%

Vtx

461,20

432,00

93,7%

Nyse

58,93

75,88

128,8%

1.907,64

1976,77

111,3%

16.893,40

16.220,29

96,0%

7.778,78

8.158,62

104,9%

3.741,40

3.446,31

92,1%

10.688,11

12.686,52

Hugo Boss Inditex

Zara, Pull and Bear, Massimo Dutti

LVHM

Louis Vuitton, Moet Chandon, Hennessy, Fendi, Dior, Zenith, Guerlain

PPR

Puma, Fnac, Gucci, Redcats, Conforama

Puma Swatch Group

Omega, Longines,Tissot

Tiffany & Co

Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso

INDICE RETAIL&FOOD FTSEMIB DAX NASDAQ NIKKEI

L’indice Generale r&f è ponderato nella misura di 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.

118,7% © Edifis Intelligence

retail&food - luglio/agosto 2013 21


Osservatorio prezzi

autostrada , la guerra dei centesimi In

A

utogrill, Chef Express, MyChef, Festival e Sarni: partendo dall’area di sosta di Novara Nord sull’A4, ci siamo fermati in cinque location autostradali per verificare i prezzi praticati dai subconcessionari F&B agli automobilisti che si immettono poco dopo sulla A26, detta anche autostrada dei Trafori. Una tratta destinata a essere particolarmente “battuta” in questa stagione di esodi (o, dati i tempi che corrono, più che altro di miniesodi). Cosa possono attendersi gli automobilisti che si troveranno a sostare in queste aree? In base a quanto emerso dalla nostra analisi, sostanzialmente prezzi allineati, con la battaglia che si gioca sui centesimi.

Se il buongiorno si vede dal caffè

Partendo dall’offerta di caffetteria, è al Festival Snack bar, nella location Le Risaie Ovest, collocata appena prima del raccordo che immette sull’A26 per chi arriva da Vercelli, che va la palma della convenienza. Ma attenzione: i 25,80 euro, corrispondenti alla somma dei prezzi delle referenze che abbiamo registrato il 3 giugno scorso, sono relativi a sole 13 su 14 voci del nostro panel nel segmento Bar/Caffetteria. Questo poiché, come anche nella location gestita da Sarni, a Sesia Est, in direzione Gravellona, non è disponibile la macedonia. Un prodotto che viene venduto invece allo stesso costo, pari a 2,90 euro, in tutte le altre tre aree considerate: Novara Nord per Autogrill, Sesia Ovest per Chef Express e Marengo Sud per MyChef. È quest’ultima che a conti fatti, considerando tutte le 14 referenze, fa registrare la somma più elevata: 33,65 euro, contro i 32,15 di Autogrill e i 30,40 di Chef Express. Segue Sarni con 27 euro, ma, come anticipato, al netto della macedonia. Del resto, nella valutazione finale va tenuto anche conto di come alla voce croissant, dove solo Autogrill pratica un prezzo di 1,10 euro mentre gli altri si fermano a 1,05, lo Snack bar di Festival offre un minicroissant a 50 centesimi: il che ha contribuito ulteriormente ad

22 retail&food - luglio/agosto 2013

Al di là di alcuni scostamenti fisiologici, non ci sono rilevanti differenze nei prezzi praticati da cinque operatori attivi in altrettante aree di servizio sulla direttrice che da Novara porta nel Monferrato abbassare la somma finale. Andando più nel dettaglio, con riferimento al caffè espresso, non si evidenziano variazioni significative: per tutti il prezzo è fermo a 1 euro tondo tondo; solo Autogrill chiede 5 centesimi in più ai propri clienti, così come 1,40 euro per il cappuccino, il più caro tra i cinque. Mentre con 1,20 euro è Festival ad essere l’operatore più conveniente. MyChef torna ad essere meno a buon mercato quando si passa a considerare i panini: sia il top (4,90 euro) sia il basico (4,50) venduti dall’azienda milanese sono i più costosi tra tutti, mentre Festival pratica i prezzi più bassi per entrambi: 4 e 3 euro rispettivamente. Da Autogrill costa leggermente di più bere acqua e Coca-cola: 1,30 euro la bottiglietta di naturale da 50 cl e 2,60 per la pet con le bollicine; al contrario, prezzo minimo per entrambe sia da Festival che da Sarni: 1 euro per l’acqua e 2,50 per la “Coca”. Una delle tipo-

logie di prodotto dove si manifestano le maggiori differenze è la birra: si va dall’1,90 della marca meno cara venduta da Festival ai 3,80 euro di quella che si trova da MyChef. Dove è più caro anche masticare chewing-gum: 2,10 euro l’astuccio base contro l’euro spaccato di Autogrill (in offerta). Per gli amanti del fast-food, l’unica soluzione è fermarsi a Novara Nord: nel Burger King gestito da Autogrill lo troveranno a un 1,50 euro mentre nessuna delle altre aree di sosta annovera tale tipologia di offerta. La pizza c’è ovunque, tranne che da Chef Express; il costo più o meno risulta allineato: 3,90 per un trancio di Pizza Chef a Marengo Sud contro i 3,50 euro della margherita dello Snack di Festival. Qualche differenza c’è anche per chi sceglie di desinare con più calma, sedendosi al tavolo: il primo piatto meno caro è quello offerto da Gusto di Chef Express e da Ciao di Autogrill (da


entrambi con 3,90 euro si mangia una pasta basica) mentre sul lato opposto troviamo il piatto dell’Antica Locanda di MyChef, a 4,80. Sempre nel format casual dining dell’azienda milanese incontriamo il secondo con il costo più alto, 7,20 euro, mentre spetta ad Autogrill il podio della leggerezza (quanto meno nel prezzo): 4,60 euro il secondo piatto meno dispendioso.

Conta il prodotto, più che il prezzo

Venendo quindi ad analizzare i prodotti presenti nei diversi market, ancora una volta non si riscontrano grosse oscillazioni: i prezzi più bassi e quelli più alti si distribuiscono abbastanza omogeneamente tra i “mercatini” interni alle singole location. Semmai, occorre rilevare come in aree di sosta di dimensioni medio-piccole come quelle analizzate (tranne il caso di Autogrill a Novara Nord, dove la struttura è una di quelle famose e storiche “a ponte” sull’autostrada) non sempre si possano trovare le referenze cercate: è il caso del Caffè Zero, che manca dai frigo della casetta di Festival, così come non abbiamo trovato le Pringles sugli scaffali. Al loro posto, una confezione simile nella forma e nel peso (100 grammi) ma prodotta da San Carlo: viene venduta a 2,50 mentre le patatine del nostro panel sono offerte a 2 euro presso il market di Autogrill (il prezzo più basso) e a 3,30 euro nel Mercatino di Chef Express. In quest’ultimo è massimo anche il costo riscontrato per il Grancereale classico (2,40 euro) contro l’1,87 centesimi praticato nel Carrefour Express di MyChef, mentre né Sarni né Festival tengono questo prodot-

Bar/Caffetteria Caffè espresso Cappuccino Caffè decaffeinato Caffè d'orzo tazza piccola Croissant Panino (base) Panino (top) Toast (base) Macedonia Acqua (50 cl) Coca Cola (Pet 50 cl.) Birra (bottiglia 33 cl) Red Bull (lattina) Chewing-gum (astuccio più economico) totale bar/caffetteria Fast Food Panino Hamburger Fast Food Format Pizza Pizza (trancio base) Format Ristorante Primo Secondo Market Pringles Classic (confezione grande) Caffè Zero Grancereale Classico Magnum Classic

Novara Nord

Sesia Ovest

Marengo Sud

Le Risaie Ovest

Autogrill

Chef Express

MyChef

Sarni

A Café

Mokà

Gran Café

1,05 1,40

1,00 1,35

1,00 1,35

Festival Festival Snack bar 1,00 1,20

1,20

1,20

1,15

1,30

1,30

1,20

1,00

1,20

1,30

1,30

1,10 3,80 4,80 3,40 2,90 1,30

1,05 3,10 4,90 3,00 2,90 1,10

1,05 4,50 4,90 3,10 2,90 1,10

0,50*** 3,00 4,00 3,00 n.d. 1,00

1,05 3,10 4,40 3,00 n.d. 1,00

2,60

2,60

2,60

2,50

2,50

3,60

2,60

3,80

1,90

2,95

2,80

2,90

2,90

3,10

2,95

1,00

1,70

2,10

2,00

1,10

32,15

30,40

33,65

25,80

27,00

Sesia Est Caffè 1,00 1,35

Burger King 1,50 Spizzico

Pizza Chef

3,70

3,90

Pizza e sfizia 3,50

3,90

Ciao

Gusto

Antica Locanda

Risto Gusto

3,90 4,60

3,90 7,00

5,40 6,95

Market

Mercatino

4,80 7,20 Carrefour Express

2,00

3,30

2,20

Market

Market

2,59

2,50****

2,99

2,90

2,90*

n.d.

2,95

2,20

2,40

1,87

n.d.

n.d.

2,30

2,20

2,10**

2,00

Leggenda: Prezzo più alto Prezzo più basso note: * Coffe Break Sammontana; ** Intrigo Sammontana disponibile solo confezione XXL; *** Mini croissant; **** Party San Carlo (100 gr);

to tra quelli esposti. Finiamo con una referenza certamente graditissima in questo momento dell’anno: il Magnum classico. L’automobilista in sosta potrà trovarlo a 2 euro nella location Festival, a 2,30 euro da Autogrill e Sarni. Per quanto riguarda il prezzo praticato nell’area di sosta MyChef, pari a 2,10 euro, possiamo dire che è nella media, ma occorre precisare che si riferisce a Intrigo di Sammontana, italianissima azienda di gelati con cui l’operatore ha di recente concluso un accordo di rifornimento in esclusiva (infatti, al posto di Caffè Zero, al costo di 2,90 euro vende un prodotto simile, che si chiama Coffe Break).

2,30 fonte: Edifis Intelligence

In conclusione, come anticipato, dalla nostra disamina non emergono variazione clamorose tra i prezzi dei diversi operatori autostradali, con una concorrenza fatta su mirati centesimi di differenza nei prezzi dei diversi prodotti offerti. Semmai, in una comparazione statistica, possiamo dire che rispetto alla rilevazione effettuata l’anno scorso in alcune location lungo la tratta Milano-Bologna dell’Autostrada del Sole, la somma complessiva dei costi relativi ai prodotti da bar/caffetteria è cresciuta di 2/3 euro, senza considerare Festival e Sarni dove come detto non abbiamo considerato la macedonia. M. A.

retail&food - luglio/agosto 2013 23


Star Trek retail

S

e è vero che i jeans nascono a Genova, per poi diventare un'icona negli Stati Uniti con brand storici, è altrettanto vero che il nostro Paese ha regalato gloriosi marchi a questo capo di indumento, che non hanno nulla da invidiare ai loro cugini stelle e strisce. Tra questi 'pionieri' dell'american dream nel Belpaese c'è GAS, brand della Grotto spa, gruppo veneto che da una trentina d'anni produce e distribuisce abbigliamento, calzature e accessori per uomo, donna e bambino, partendo proprio dai jeans, punta di diamante delle sue collezioni. Fondatore e presidente di Grotto spa è Claudio Grotto, che dopo una gioventù vissuta nel mondo delle PR musicali, decide di prendere in gestione la merceria di famiglia, avvicinandone l'offerta di prodotti alla cultura giovanile propria della sua precedente attività imprenditoriale. Nei primi anni '70 avvia il suo primo laboratorio artigianale, che ben presto si trasforma in una vera e propria azienda, per arrivare nel 1984 al lancio della prima collezione GAS (e a registrarne il marchio): il brand del doppio arcobaleno, nasce da un'esperienza personale del fondatore in un viaggio a Città del Capo, in Sudafrica. Lì l'Oceano Indiano incontra l'Atlantico e al finire della tempesta si formano due arcobaleni, il 'double rainbow' con la sua carica di positività e naturalezza.

Destinazione

Jeans tricolori in tutto il mondo

Oggi GAS, dopo trent'anni di storia, è un marchio conosciuto in tutto il mondo con una diffusione in più di 50 paesi: nella sede della Grotto Spa di Chiuppano in provincia di Vicenza nascono le collezioni e le strategie commerciali per sviluppare il network distributivo, mentre lo showroom di vendita e l'ufficio stampa sono nel quadrilatero della moda in via Tortona a Milano. L'azienda vicentina, poi, ha 14 agenzie sparse in tutto il mondo e controlla una decina di società, prevalentemente

GAS in pillole (Grotto spa) Data di nascita Azienda di riferimento Proprietà Sede Business Management Retail Wholesale

commerciali per l’espansione nei mercati esteri (Dati bilancio 2011). Nella sala dei bottoni della company veneta, controllata al 100% da Luna Srl, la finanziaria della famiglia Grotto, oltre al presidente e fondatore Claudio Grotto, ci sono Franco Marianelli,

amministratore delegato, e Barbara Grotto, Head of communications. Il core business dell'azienda (nel 2011 circa 180 dipendenti) è senza dubbio il denim, l'elemento intorno a cui ruotano le collezioni del brand, progettate in Italia nel centro di ricerca e sviluppo: fonte aziendale

1984 con la registrazione del marchio GAS e il lancio della prima collezione. GAS è un marchio della Grotto Spa, fondata da Claudio Grotto. Grotto Spa è controllata da Luna Srl, finanziaria della famiglia Grotto. Chiuppano (VI). Grotto disegna, produce e distribuisce collezioni di abbigliamento, calzature e accessori con il marchio GAS per uomo, donna e bambino. Claudio Grotto, presidente. Franco Marianelli, amministratore delegato e Barbara Grotto, Head of Communications. 6 flagship store, 130 negozi monomarca e 370 tra corner, aree dedicate e shop in shop. 900 clienti in Italia e 600 estero. Europa, Russia, Medio Oriente, Estremo Oriente, Australia, Nuova Zelanda, Messico e Nord Mercati di distribuzione Africa.

24 retail&food - luglio/agosto 2013

l'Artisanal Room, luogo in cui tutti i processi produttivi vengono sperimentati 'in vitro', di cui i Grotto vanno particolarmente fieri, visti i successi delle innovative collezioni di jeans studiate a Chiuppano (come gli ultimi Pop-up jeans che valorizzano le forme femminili, il Research Denim 001, il primo denim completamente termosaldato o il Sumatra, mix di legging e jeans a 5 tasche), mentre la produzione è globale eseguita da partner diversi, selezionati secondo gli standard aziendali. In trent'anni di vita GAS è diventato un marchio internazionale (le vendite estere costituiscono oggi il 45% del totale), anche grazie al progressivo potenziamento delle strutture commerciali e della sua rete di vendita. Il brand vicentino oggi è distribuito in Europa, Russia, Medio Oriente, Estremo Oriente, Australia, Nuova Zelanda, Messico e Nord Africa.


Verso i mercati emergenti: ecco il futuro di GAS Intervista a Franco Marianelli, Amministratore delegato di Grotto SpA GAS è un marchio molto orientato verso i mercati esteri. Come è andato in questo senso il 2012? L’anno passato è stato contraddistinto dal rafforzamento del peso internazionale del brand, a partire dai mercati emergenti, come Cina, India e Russia, senza trascurare il potenziamento della penetrazione nei principali mercati europei. Si sta già concretizzando, attraverso aperture di numerosi corner nelle principali catene di shopping mall, il lavoro fatto in Germania, Francia, Finlandia, area Baltica e Polonia. Sono più recenti gli accordi stretti con importanti partner in Messico, Bulgaria, Medio Oriente e Corea del Sud, mentre sono ancora aperte le trattative in Turchia e Sudafrica. Non va dimenticata, tuttavia, la riqualificazione distributiva nei principali mercati del brand e in particolare in quello domestico. Dal punto di vista del brand e dei prodotti, come state muovendovi nella vostra strategia di marketing? Stiamo lavorando per completare l’offerta in un’ottica lifestyle che, dopo il lancio delle collezioni underwear, borse e accessori, e l’accordo per la linea Junior, avvenuti nei mesi scorsi, si è recentemente arricchita con un primo assaggio di beach wear: composto da pochi pezzi essenziali, ma funzionali e ricercati, coordinati con i colori, le fantasie e i dettagli della main collection e con il DNA denim di GAS. Ci stiamo focalizzando sulle collezioni e sulla semplificazione dell’offerta per una maggiore riconoscibilità e per consolidare l’identità di prodotto, a partire dal DNA denim. Continuiamo il nostro sforzo teso alla ricerca soprattutto nel denim, che ha prodotto risultati altamente innovativi tra i quali il più recente e di successo è il nostro Pop-Up jeans. Inoltre, cerchiamo il più possibile di valorizzare le grandi potenzialità espresse da GAS nel segmento femminile, a partire dal successo del jegging Sumatra, anche grazie a un ulteriore rafforzamento dell’ufficio stile e prodotto. Come procede lo sviluppo del vostro canale retail? Stiamo lavorando molto allo sviluppo del canale retail attraverso il potenziamento dei punti vendita in franchising worldwide (almeno una quindicina in totale nel corso del 2013), facendo leva sul nuovo retail concept che negli ultimi mesi è stato lanciato nei principali mercati del brand – Spagna (Bilbao), Giappone (Tokyo Cat Street) e India (Chandigarh) –, in attesa delle imminenti aperture in Cina (Shanghai e Chongquin), Russia (Rostov e Chelabinsk) nuovamente in India a Chennai, in Italia a Cuneo, Catania e Porte di Catania, e infine in Repubblica Ceca e Olanda. Come si regge la concorrenza di colossi jeans a stelle e strisce? Quello che ci distingue dalla concorrenza sono principalmente i valori legati al nostro prodotto: la qualità nei materiali, nelle lavorazioni e nella cura dei dettagli, un grande equilibrio tra qualità e prezzo, funzionalità e stile, il know how dato da 40 anni di esperienza industriale in questo settore e la costante innovazione che nasce nell’Artisanal Room: il laboratorio di ricerca e sviluppo interno all’azienda.

Retail: Go East!

Oggi il retail pesa per il 46% sul fatturato complessivo, con una percentuale in crescita che sottolinea l'importanza strategica di questo canale per l'azienda, conta sei flagship store (Venezia, Berlino, Budapest, Mumbai, Hyderabad e Tokyo), circa 130 monomarca e 370 tra corner, aree dedicate e shop in shop, a cui si aggiungono le concessioni presso importanti department store (Coin o El Corte Inglès, ad esempio) e un'ampia presenza sul canale wholesale con 900 clienti in Italia e 600 all'estero. Proprio per dare slancio al canale retail, fortemente imperniato sulla formula del franchising, è stato messo a punto un nuovo retail concept, svelato lo scorso dicembre nel centro commerciale Grand Plaza 2 di Madrid, che ha dato il via a un ciclo di aperture nei mercati più importanti per GAS. Si è partito col Giappone (primo mercato

estero del brand), con l'inaugurazione del nuovo store a Tokyo, poi l'India, con il suo immenso potenziale di crescita, a Chandigarh, e infine a Bilbao nella penisola iberica, dove il marchio vicentino ha aperto nel 1997 la sua prima filiale internazionale. Se poi andiamo a vedere l’attuale presenza del brand nei suoi principali mercati troviamo 44 monomarca sul territorio italiano (comprensivi del flagship di Venezia e il negozio diretto di Padova), di cui 33 in franchising, 9 outlet di proprietà, oltre alle 19 concessioni Coin e una distribuzione nel canale multimarca su circa 900 punti vendita. Nell'ex Impero del Sol Levante i negozi a insegna GAS sono 8, distribuiti nelle principali città (di cui 2 a Tokyo e Osaka, le città con maggiore presenza), più 2 outlet di proprietà, oltre ai 7 corner nei maggiori centri commerciali nipponici, come nella catena Hankyu.

Nel Vecchio continente la penisola iberica rappresenta il secondo mercato estero, dopo quello giapponese, e uno dei paesi pilota per la definizione delle strategie di vendita con i suoi 2 showroom (Madrid e Barcellona), 5 agenzie e 5 negozi monomarca, 3 outlet, 25 corner o shop in shop nella catena di department store El Corte Inglès (oltre a 230 clienti multimarca). Ci sono poi la Germania e l'Ungheria con i flagship store nelle loro capitali (nel paese magiaro ci sono anche 24 monomarca tra negozi diretti, franchising e outlet), mentre per la penetrazione di GAS nel mercato cinese ci si è affidati alla Dabus, società taiwanese per la produzione e la distribuzione di brand internazionali di jeans wear. Ad oggi nell'ex Celeste Impero ci sono 11 punti vendita tra monomarca e corner. Da non dimenticare la presenza retail del marchio veneto in Taiwan, con

8 punti vendita, e in India. In quest’ultimo Paese la società opera direttamente dal 2010 attraverso la controllata Jeans GAS Private, filiale indiana della Grotto Spa dopo la fine della partnership con Raymond Ltdw, e a oggi conta 30 punti vendita, mostrando uno sviluppo deciso e costante. A sostegno della crescita del marchio va ricordato l'impegno del brand del doppio arcobaleno nello sport, soprattutto con la sponsorizzazione del team Repsol Honda per il campionato motoGP, da cui la reinterpretazione fashion del mondo racing con la linea GAS Honda Collection. E rimandandovi all'intervista a Franco Marianelli, pubblicata a corredo di quest'articolo per un maggior dettaglio sulle strategie dell'azienda veneta per aggredire i mercati, ci tocca il compito di andare a vedere come vanno gli affari in casa Grotto.

retail&food - luglio/agosto 2013 25


Star Trek retail La struttura del gruppo

Un piano industriale per rilanciare marginalità e redditività

Dagli headquarter di Chiuppano ci anticipano una chiusura per il 2012 stimata intorno ai 93 milioni di euro di giro d'affari complessivo per tutto il gruppo, leggermente inferiore ai 95 milioni del 2011, ma con una marginalità triplicata rispetto all'anno precedente e quindi un EBITDA positivo a seguito del miglioramento dell'efficacia operativa e dei processi. Sul 2013 le previsioni sono di sostanziale tenuta, con possibilità di miglioramento sul fatturato per ritornare ai livelli del 2011, con un EBITDA ancora in sostanziale incremento. Senza dubbio buone notizie in un momento di crisi dei consumi, anche

rilancio. Non male, invece, gli indici di liquidità, con un buon equilibrio di rapporto corrente che segna 91,3% nel 2011, e che è quasi sempre stato ben superiore al 100% nel quinquennio precedente. Intanto, davanti alle difficoltà i Grotto non si sono tirati indietro e, confermando l’impegno dell’azienda, hanno provveduto a un aumento del capitale sociale di 2 milioni (1,5 nel 2011, il restante l’anno dopo) e insieme a un accordo con un pool di banche (ridiscusso e approvato l’autunno scorso) hanno varato un piano partito nel 2011, ma sempre in aggiornamento, per riportare la società in una situazione di equilibrio economico e finanziario. Pesa senza dubbio il contesto in cui la

perchè la Grotto Spa non è stata immune da qualche problema di marginalità: il trend dei bilanci economici (quindi relativi solo a Grotto Spa), ci racconta di una società che fatica a chiudere in utile con -8,8 milioni di euro nel 2011, meglio del -22,6 del 2010, ma sempre in passivo negli ultimi cinque anni. Anche gli indici recenti di redditività non sono da leccarsi i baffi, con valori negativi negli ultimi cinque anni (ROI a -2,7% nel 2011) e un MOL/ricavi fermo a un +0,3% nell'ultimo bilancio disponibile (nel 2009 aveva raggiunto un +7,1%, per poi toccare -2,7% l'anno dopo). Il fatturato relativo solo a Grotto Spa nel 2011 si ferma a 75,7 milioni di euro, con una contrazione del 2,5% sull'anno precedente (anche se l’azienda nel 2005 viaggiava intorno ai 140 milioni), ma genera un valore aggiunto maggiore toccando i 10 milioni, con un +34,6% sul 2010, segno di maggiore efficienza. Cresce l’indebitamento (53,2 milioni di indebitamento finanziario netto nel 2011 con +3,9% sul 2010), ma molto meno di quanto preventivato dalla società nel piano industriale per il

società opera, con l'Italia e l’Europa in recessione tecnica (-3,1% di fatturato in Italia e -6,2% in UE nel biennio 2011/2010), e proprio per questo il piano industriale di rilancio punta, oltre alla riqualificazione della rete europea, anche sull'espansione di GAS nei mercati emergenti (nel 2011 il business del mercato cinese è cresciuto del 29,9% e in generale il fatturato extra UE 2011/2010 segna un importante +8,7%), che può bilanciare le difficoltà nel Vecchio Continente. (Fonte dati bilanci economici Grotto Spa elaborati da Cerved Group). Insomma, se sono rose fioriranno, anche se l’impegno della società (e della proprietà) nello sviluppo internazionale, vista la paludosa situazione italiana ed europea, già avviato da qualche anno, sembra garantire un buon vantaggio competitivo per il brand di Chiuppano. Bisognerà vedere gli sviluppi del piano industriale nel prossimo triennio, ma, storicamente, l’energia agli imprenditori del Veneto non manca e quindi non si può che essere ottimisti. David Montorsi

Fatturato (euro)

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Fonte Cerved Group – bilancio economico Grotto Spa

Margine di c/e in % del valore di produzione

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Valore aggiunto

MOL

26 retail&food - luglio/agosto 2013

Risultato operativo



Taglio nastro

Move In

,

new look e retail in progress

S

i può definire un vero e proprio labirinto burocratico il taglio nastro di questo mese, anche se un significativo passo avanti è già stato fatto. Parliamo del restyling da 4 milioni di euro, non solo impiantistico e di layout ma anche del logo (ora bianco e verde; prima giallo, rosso e nero), che vede protagonista il Move In di Cerro Maggiore (MI). Motore, questa operazione, di un forte rilancio in chiave commerciale, che dovrebbe potenziare i flussi (e i consumi) al di fuori delle ore serali e del weekend, quando il The Space Cinema funge da àncora. Inaugurato nel 2002, il Move In si può considerare un parco commerciale e leisure center, in virtù di una galleria ridotta, tre medie superfici al livello terreno con ingresso indipendente e un multisala che fa da traino ai 12 ristoranti posizionati soprattutto al piano intermedio. Tuttavia la particolare conformazione dell’edificio, distribuito su tre livelli commerciali con quattro accessi, i parcheggi su ogni lato e su ogni piano (di cui un parcheggio multilivello), la mancanza di un alimentare, il complesso rapporto tra la proprietà e il comune

Il progetto in pillole Indirizzo Localizzazione Prima apertura Inizio lavori restyling Completamento restyling Proprietà galleria Gestore Commercializzazione Medie Superfici N. dipendenti totale N. visitatori/anno Tipologia Livelli commerciali Gla Totale unità Unità ristorazione Posti auto parcheggio

28 retail&food - luglio/agosto 2013

Via Filippo Turati 52, Cerro Maggiore (Mi) Suburbana 2002 Marzo 2012 31 gennaio 2013 Castello Sgr per conto di Fondo Augusto Arcoretail Cushman&Wakefield 5 (3 al piano terreno, 2 al primo piano) 250 2.700.000 Parco commerciale/leisure center 3 27mila mq 29 12 1.300

Il parco commerciale e leisure center di Cerro Maggiore (MI) è stato oggetto di un sostanziale restyling, affidato a Progetto Cmr. Contestualmente le società di gestione e commercializzazione, rispettivamente Arcoretail e Cushman&Wakefield, stanno lavorando per potenziare retail e servizi, con alcuni importanti nodi da sciogliere


di Cerro Maggiore, sommato alla vicinanza del centro commerciale Auchan di Rescaldina, hanno imposto un totale ripensamento dell’offerta, oltre che uno svecchiamento del layout interno ed esterno. A questo sarebbe auspicabile affiancare un forte piano di marketing, a partire dall’aggiornamento del sito Internet (che dopo cinque mesi dalla fine del cantiere presenta ancora le fotografie del vecchio layout) sino ad arrivare al lancio della nuova struttura con un evento di taglio del nastro. Per questo è ipotizzabile attendere il completamento della commercializzazione e la risoluzione di alcuni problemi con l'ente locale. Tra i plus del Move In, che gli garantiscono una prospettiva di ripresa, annoveriamo la location: ben visibile dall'autostrada Milano-Varese, soprattutto in direzione Milano, da cui è facilmente raggiungibile percorrendo poche centinaia di metri dall’uscita di Legnano. Nel difficile percorso che ha contraddistinto il Move In negli gli ultimi anni, minato da un alto tasso di vacancy, la svolta verso un sostanziale rilancio è avvenuta con il recente cambio di proprietà, passata a Castello Sgr Spa, che lavora per conto del Fondo Augusto. Gli altri protagonisti sono Arcoretail, per quanto concerne la gestione, Cushman&Wakefield, attiva da circa un anno e mezzo sul fronte della commercializzazione, e Progetto Cmr, che nel 2010 si è aggiudicato il concorso per la progettazione e la direzione lavori del restyling. I cantieri, dove ha lavorato la Colombo Costruzioni di Lecco, sono iniziati nel marzo del 2012 e sono conclusi il 31 gennaio di quest’anno. Il tutto senza che il centro chiudesse neanche un giorno, ad eccezione della settimana di ferragosto dello scorso anno. Addette

alla sicurezza sono le società Lombarda Sicurezza Srl, che fa guardiania interna e dei parcheggi, portierato e segue la videosorveglianza, e Sicuritalia, che effettua le ronde notturne. La nostra visita presso Move In di Cerro Maggiore ha avuto luogo in data 11 giugno.

Offerta commerciale, lavori in corso

Nei 27mila mq di gla a disposizione del Move In si annoverano 29 unità commerciali, di cui tre anchor store al piano terra e due medie superfici sui 700 mq in quello intermedio, 12 ristoranti, una manciata di negozi non food e alcuni servizi. Di queste unità, cinque sono ancora da affittare, tra cui spicca quella di 1.700 mq al piano terra dove sino ad aprile c’era Ital Brico. Al suo posto dovrebbe entrare, a breve, una palestra. A farla da padrone con le sue 11 sale è il The Space Cinema, posizionato in testa alla struttura. Ma prima di addentrarci nella galleria, con le sue insegne soprattutto food, è d’obbligo una premessa: la distribuzione dei locali vede le location più grandi al piano terreno, tutte con ingresso indipendente ma con la possibilità, per due di esse, di avere al posto dell’attuale uscita di emergenza un vero e proprio ingresso sulla piazza del centro. Spazio, quest’ultimo, esteso centinaia di mq e ideale per ospitare iniziative temporanee, ma attualmente poco sfruttato e vissuto come passaggio verso le scale mobili o l’ascensore panoramico. Le uniche eccezioni a questo senso di vuoto sono i mercatini dell’artigianato e prossimamente, nelle intenzioni della direzione, un mercato agroalimentare nel periodo natalizio e degli spazi dedicati ai bambini.

Indice di innovazione Architetto, Alessandro Stroligo Associate Director di Chapman Taylor Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca Redazione r&f (Andrea Penazzi) La possibilità di creare un ingresso sulla piazza per le due medie superfici è quindi tra i principali temi di contrattazione tra la proprietà e il Comune di Cerro Maggiore, al quale Castello Sgr paga una quota annuale per l’occupazione di suolo pubblico su tutti gli spazi comuni, in virtù di accordi stipulati nel 2002. Partendo quindi dal basso verso l’alto, al piano terreno si trovano Oviesse (870 mq di gla), l’unità in via di commercializzazione (1.700 mq di gla) e Uniero (2.200 mq di gla). Al piano superiore si sviluppa l’ampia food court, che vanta tra le principali insegne Heineken Beer Corner e Oro Nero Caffè: arrivati di recente su due unità contigue sfitte, i due locali sono stati uniti da un passaggio interno a servizio della clientela, per volontà dell’unico gestore. Nello spazio prospiciente sono state inserite delle

6,5 8 6 6 6

sedute di pertinenza. Sempre al piano primo, restando in ambito food, si trovano una gelateria, il ristorante argentino El Gringo, Kaiten Sushi (la cui insegna è visibile anche dal piano terreno in uno dei due varchi verticali di fianco all’ascensore panoramico), la Focacceria Ligure, un bar piadineria al posto di Panini & Pasticci, il cinese Shanghai Quick, la pizzeria Pizza Story e Pizzalandia. In quest'ultimo spazio i bambini possono mangiare seguiti da animatori, mentre i genitori consumano un pasto o fanno shopping. Entro breve dovrebbe aprire una pizzeria con forno a legna e ristorante, di cui al momento della nostra visita non era possibile sapere l’insegna, ma rispetto alla quale si può dire che il nuovo operatore ha investito nel rifare arredi, pavimentazione, cambiare i banconi e imbiancare i locali.

retail&food - luglio/agosto 2013 29


Taglio nastro e raggiungibili con le scale mobili. Rispetto ai cinque locali ancora da commercializzare, Cushman&Wakefield si è limitata a dichiarare la volontà di «incrementare e rinnovare l’area ristorativa e potenziare i servizi d’intrattenimento del centro, con l’obiettivo di inserire una media superficie di servizi (la palestra, ndr) e attività dedicate al mondo bambino». Dalla direzione, in capo ad Arcoretail, sono arrivati input per un dialogo in essere con il comune di Cerro Maggiore, con lo scopo di creare gli ingressi che garantiscano l’accessibilità delle medie superfici dalla piazza del

Interpellato, il proprietario di Pizza Story non ha nascosto serie preoccupazioni sulla sostenibilità di due pizzerie posizionate l’una di fianco all’altra. La food court è dotata di circa 100 tavolini a gestione comune per complessive 400 sedute, oltre che di 4/5 televisori accesi in occasione di eventi trasmessi sui canali Sky. Altre sedute sono di pertinenza di singoli locali, come nel caso della stessa Pizza Story. L'offerta non food al primo livello, che occupa circa la restante metà della superficie, vede sulle ali del centro gli store di circa 700 mq a marchio CVG Moda e, sul lato della direzione, la libreria Giunti al Punto. Nel caso dello store di moda, aperto nel dicembre 2012, per volontà dello stesso operatore sono state accorpate tre unità. Gli altri marchi retail sono La Gardenia, Intimomania e Colours&Beauty, mentre tra i servizi si annoverano il parrucchiere, l’agenzia viaggi Bluvacanze, l’estetista e lo sportello bancomat. Presto potrebbe essere inserita la rete Wi-fi nella foodcourt: al momento sono al vaglio della proprietà alcuni preventivi. Arrivando al terzo livello commerciale, di

fianco alle biglietterie del multisala, sono operativi il bancone food in quota a The Space Cinema, con bibite, patatine e popcorn, la steakhouse di Old Wild West (aperta di recente e, a detta della direzione, uno dei locali maggiormente performanti), la sala giochi La casa del Gioco e un’unità, allocata al cinema, utilizzata in occasione di feste di compleanno o di eventi per bambini. Le 11 sale ex Medusa sono al livello superiore

CoMMENTO Il restyling ha migliorato sensibilmente l'appeal della struttura. Ma non la classe energetica.

Struttura e design Accesso e parcheggio

Offerta commerciale

Accessi e visibilità a 360 gradi. Più che sufficiente il numero di posti auto. La strada è ancora lunga, ma la direzione sembra quella giusta. Decisivi i prossimi mesi.

Vuota, la "piazza" al piano terreno sembra sconfinata. Spazi comuni e attrattive Urge una soluzione. Cinema e food court i veri traini. indice valutazione a cura di r&f:

centro e di ottenere la licenza ad aprire un’àncora alimentare, oggi assente, su una superficie superiore ai 250 mq: il limite consentito. Vi è l'intenzione, inoltre, di portare almeno una catena di abbigliamento nella galleria.

VALUTAZIONE

   

 = migliorabile  = sufficiente = apprezzabile  = molto buono  = ottimo 30 retail&food - luglio/agosto 2013

La galleria cambia faccia

Rispetto al layout precedente, il Move In di Cerro Maggiore appare in una veste moderna e accattivante. I colori del nuovo logo, disegnato da Progetto Cmr, hanno sostituito quelli precedenti su pavimenti, pareti, controsoffitti e sulla facciata esterna, con l'obiettivo di migliorare la permanenza nella struttura. I benefici più significativi di questo intervento si apprezzano al primo piano, dove i controsoffitti sono stati alzati e addossati agli impianti per dare maggiore respiro alla galleria. In particolare la pavimentazione ha visto l’inserimento di un gres chiaro, posato di notte con una speciale colla a presa rapida sul materiale già esistente. Questo ha consentito, in fase di cantiere, di mantenere aperte le attività commerciali. Anche il nuovo controsoffitto è bianco, realizzato con l’utilizzo di doghe in legno aperte, e presenta ai lati delle velette in Alucobond, nelle quale sono presenti gli impianti, anch’essi rifatti. Il sistema di lighting ha visto la sostituzione dei corpi illuminanti con tecnologie a Led, che garantiscono un ampio risparmio elettrico. Altri interventi sulle luci riguardano i due spazi verticali che dal livello terreno arrivano sino a quello cinema: la forma allungata di queste soluzioni è stata scelta per comunicare al cliente (soprattutto del cinema) la presenza di vari livelli, favorendo una migliore distribuzione dei flussi nella struttura. Inoltre, il dipartimento di Industrial Design di Progetto CMR ha progettato l’intera segnaletica portando una pennellata di freschezza alla comunicazione dell’edificio e alla sua immagine. Last but not least: le facciate hanno preso una nuova vita tra geometrie di policarbonato verde e giochi di illuminazioni sul nuovo fronte vetrato. A. P.



Long life

Cremona Po , centro commerciale family oriented

Inaugurato nel 2006, lo shopping center gestito da Uno G e di proprietà di Eurocommercial Properties, domina per gla il bacino di riferimento. Oltre all’ampia offerta merceologica, che conta circa 70 punti vendita tra cui un Ipercoop, il complesso si contraddistingue per la nuova area giochi di 350 metri quadri

D

ivertimento per grandi e piccini, oltre allo shopping, a pochi minuti dal centro urbano. Dal 2006, anno dell’apertura, il centro commerciale Cremona Po rappresenta un punto di riferimento per i consumatori dell’omonima città lombarda e della relativa provincia. La crescita di Cremona Po, nonostante il tempo di vita relativamente breve, è certificata dal sostanziale aumento dei visitatori, passati dagli iniziali 2,8 agli attuali 4,75 milioni all’anno, a cui va aggiunto un altro dato significato: il vacancy rate inchiodato all’1,42 per cento. La struttura, posizionata lungo la tangenziale nel quadrante ovest, si articola

32 retail&food - luglio/agosto 2013

su una gla di 31mila mq, che diventano quasi 43mila se si prende in considerazione l’ancora alimentare a insegna Ipercoop. Va inoltre sottolineata la presenza di uno specifico Comparto Artigianale, funzionale a completare l’offerta commerciale del centro. Il tutto si inserisce in un bacino di utenza primario stimato in 72mila persone, costituito prevalentemente della città di Cremona, e da un bacino secondario che arriva a 96mila unità. Il flusso di prossimità è favorito dalla presenza di una fermata del trasporto pubblico locale. Il complesso è gestito dalla società Uno G (Gruppo Finim) e vede nell’assetto pro-

prietario Immobiliare Betulla Srl ed Eurocommercial Properties.

Offerta commerciale

Servito da due ingressi e da un parcheggio con 2.000 posti auto (quest’ultimo frazionato tra il livello -1 e quello +1) lo shopping center Cremona Po ospita una galleria con 70 punti vendita, comprese le grandi e le piccole superfici, distribuiti su due piani. L’offerta commerciale dal momento dell’inaugurazione ad oggi è rimasta pressoché invariata, in quanto già al momento dell’apertura «era ampia e varia, studiata per tutte le tipologie di clientela e per tutte le fasce d’età», ha

reso noto il gestore. Al momento non sono quindi previste novità sostanziali, anche se segnaliamo le recenti aperture di 3 Store, Bluespirit e quella imminente del punto di ristorazione Cibiamo. Guardando la planimetria di Cremona Po (disponibile anche sul sito www. cremonapo.it) appare in primis l’ancora alimentare, posizionata al livello terreno, a insegna Ipercoop, che si estende su circa 8mila mq di superficie di vendita. Le medie superfici sono ben sette tra cui spiccano Marco Polo Expert, DF Sport Specialist, H&M e Ovs. Il retail di piccole dimensioni si articola soprattutto al piano “zero”, dove trovano spazio i negozi di


abbigliamento, di calzature e quelli specializzati in beni per la persona. Al piano superiore, invece, sono operativi gli shop dedicati ai beni vari e alla casa, la food court e il cinema multisala. L’offerta di ristorazione, e in particolare la food court che la compone quasi completamente, rappresenta una delle anime principali di Cremona Po. Dotata complessivamente di una decina di unità, la ristorazione annovera catene dal sapore

Il centro in pillole Primo gestore Gestore attuale

Proprietà iniziale Proprietà attuale Data di apertura

Investimento iniziale Gla Numero totale di punti vendita Ancora alimentare Numero di medie superfici Numero di unità di ristorazione Intrattenimento/tempo libero Numero di visitatori iniziale Numero di visitatori attuale Fatturato del centro commerciale Posti auto

Uno G Uno G Immobiliare Betulla – Gruppo Finim Immobiliare Betulla – Eurocommercial Properties 12 ottobre 2006 64 milioni di euro (incluso il Comparto Artigianale) 31.000 mq (la galleria) 70 Ipercoop 7 10 Cinema Multisala 2.800.000 visitatori/anno 4.750.000 visitatori/anno n.d. 2.000

internazionale e nazionale come McDonald’s, Arabian Kebab, Cibiamo, Panino Giusto-Cucina di Campagna, Gran Gelato, Musetti Café, Old wild West, Sapor-Ita e Wok to You. La food court del Cremona Po ha inoltre un branding personalizzato, “l’oscar del gusto”, e propone servizi dedicati alla clientela tra cui, oltre ai seggioloni, un’area lettura quotidiani, tv video e Wi-Fi. Speciali iniziative vengono poi organizzate in particolari occasioni, nel corso delle quali le insegne offrono sconti e promozioni. L’ingresso specifico al piano primo permette inoltre un orario prolungato sia per la ristorazione che per il cinema, del quale parleremo nel prossimo paragrafo, che si estende rispettivamente sino alle 23 e sino alle 23,45 tutti i giorni della settimana. L’unica eccezione riguarda il multisala nei giorni di venerdì e sabato, quando rimane aperto sino alle 00,45. Non va dimenticata, infine, la proposta commerciale del Comparto Artigianale, che conta cinque insegne tra cui Zoo Megastore e Brico. Al momento non sono previsti ulteriori sviluppi in termini di nuova Gla, mentre sono allo studio soluzioni tecnologiche per ridurre il fabbisogno energetico e quindi l’impatto ambientale del centro. Uno G ha reso noto che i costi di gestione si attestano sugli 85 euro al mq/anno.

Spazio al divertimento, e ai servizi

Intrattenimento a 360 gradi: questo è il principale driver, retail a parte, del centro commerciale Cremona Po. Lungo questo solco due sono gli asset a disposizione: il cinema e la nuova area giochi. Il primo, a insegna Spazio Cinema CremonaPo, conta sette sale e programmazioni in 3D, in più offre il servizio di sale cinematografiche attrezzate per i non udenti. La seconda ha visto il recente raddoppio degli spazi, con l’introduzione di strutture che permettono di arrampicarsi con speciali percorsi gioco. In particolare è stata creata una nuova area bimbi, dove sono collocate strutture gioco di legno gratuite e una nuova area baby free per i piccoli fino a 3 anni, dove i bambini possono gattonare e divertirsi con giochi morbidi adatti all’età. La nuova area giochi è stata inaugurata venerdì 22 marzo. Addentrandoci ancora di più in questo spazio si scopre che scivoli, tunnel, rampe, percorsi a ostacoli, pareti in corda da scalare e ponti tibetani costituiscono solo una parte delle numerose attività disponibili in quella che Uno G definisce a buon titolo «una delle maggiori aree giochi realizzate all’interno di contesti retail in Italia negli ultimi anni». La nuova area giochi, con una superficie dedicata di oltre 350 mq complessivi e un’altezza di oltre sei metri, ospita tre sezioni distin-

retail&food - luglio/agosto 2013 33


Materiale fornito da Sincron Inova, www.sincron-inova.it

Long life

te: uno spazio completamente assistito, tramite un qualificato e professionale servizio di baby parking, che si presenta come un vero e proprio ring morbido e coloratissimo che permette di dare libero sfogo alla fantasia e alla creatività, con

personale che sorveglia i bimbi e propone attività educative e laboratoriali a tema; una seconda area attrezzata con divani, sedute soft ed elementi di gioco morbidi per bambini fino ai tre anni; e una terza area a servizio libero per bambini

Materiale fornito da Sincron Inova, www.sincron-inova.it

I centri commerciali presenti nel territorio

fino ai 10 anni di età. Il tutto immerso in un paesaggio fantastico dove l’impatto scenografico ed emozionale la fa da padrone e dove le rocce, le liane e il verde ci riportano ad antichi tempi andati. «L’apprezzamento da parte del pubblico

giovanissimo è stato unanime, tanto che il numero di fruitori si è triplicato in soli due mesi», ha precisato la società. L’area bimbi è aperta dal lunedì al venerdì dalle 15.30 alle 19, il sabato e domenica dalle 10 alle 20. Dando un occhio ai servizi alla clientela, oltre alla già citata area seggioloni nella food court, si annoverano: le animazioni, il punto accoglienza, l’assistenza clienti, la fidelity card dell’ipermercato, le giostrine per bambini, i trasporti pubblici di collegamento al centro, le consegne a domicilio gestite dall’ipermercato, il baby parking a pagamento, la nursery, i carrelli per bambini, i carrelli per disabili, i maxi schermi, il servizio Wi-Fi e i distributori automatici di generi vari. Le attività di servizio extracommerciale sono invece il lavaggio a secco, il parrucchiere, l’edicola, la ricevitoria, l’agenzia viaggi, la macchina per fototessere, la farmacia e la parafarmacia, le riparazioni, la copisteria, il servizio fax e la sala giochi. Tra le principali attività promozionali organizzate dal gestore del centro commerciale durante l'anno si segnalano eventi a tema, eventi istituzionali per ricorrenze quali anniversario dell’apertura, carnevale, Natale e Pasqua, degustazioni, eventi con testimonial di richiamo, momenti dedicati ai bambini, eventi musicali e sportivi, la pista di pattinaggio sul ghiaccio ed eventuali concorsi.

Bacino di utenza: “Una poltrona per due”

Consideriamo come sempre l’isocrona dei 20 minuti di percorrenza automobilistica, con condizioni di traffico medie, e

34 retail&food - luglio/agosto 2013


Player per le fasce isocrone della localizzazione (Accessibilità: 20 minuti, con autostrade, traffico medio) Fasce isocrone

Format

Insegna

Parco Commerciale

RETAIL PARK ITALMARK CREMONA

Prov.

Superf. (mq)

Dist. (min.)

Anno apertura

Via dell'Artigianato

5.900

2,3

2007

Comune

Indirizzo

00' - 05'

Centro Commerciale

CR

CREMONA

CR

CREMONA

Via Dante Alighieri 104

2.855

3,3

1993

12.000

3,4

2009

Parco Commerciale

I NAVIGLI

CR

CREMONA

Via delle Fiamme Gialle 16/18

Centro Commerciale

VERBENA

PC

9,1

2001

VERBENA RETAIL PARK

PC

S.P. 10 Cremona-Piacenza 1 - Loc. Casenuove S.P. 10 Cremona-Piacenza Loc. Casenuove

10.435

Parco Commerciale

CASTELVETRO PIACENTINO CASTELVETRO PIACENTINO

5.000

9,1

2001

Centro Commerciale

CREMONA DUE

CR

GADESCO-PIEVE DELMONA

Via Enrico Berlinguer ang. S.S. 10

37.000

11,3

1985

-

-

-

-

-

-

-

05' - 15'

10' - 15'

15' - 20'

-

analizziamo i dati della popolazione residente e dei competitor forniti da Sincron Inova. Il bacino in termini di residenti abbraccia nella fascia dei 10 minuti l’interno comune di Cremona, che conta circa 70mila abitanti, mentre nei 20 minuti si estende nei comuni della provincia. Quindi focalizziamo l’analisi su entrambi gli ambiti territoriali. Dal punto di vista socio-demografico, rispetto alla media nazionale, emergono diversi valori. Tra questi, la percentuale di stranieri a Cremona e provincia, che è superiore di circa quattro punti (rispettivamente 11,2% e 10,2% contro 6,8%), e quella relativa all’età: gli under 25 sono rispettivamente il 20,1% e il 22,3% contro il 24% del dato nazionale; gli over 64 sono il 26,3% e il 22,1% contro il 20,8% italiano; l’età media è di 46,8 e 44,3 anni contro 43,3. Il buon tenore di vita mantenuto nel bacino di utenza è alimentato dal basso tasso di disoccupazione, fermo al 7% in città e al 6,5% in provincia contro l’8,4% del Belpaese, dai Numero Indice Reddito e Numero Indice Consumo del capoluogo, rispettivamente a quota 124-129, fatto 100 il dato nazionale. A quota 110 e 118 sono il Nir e il Nic della provincia. La valutazione dell’area competitiva nell’isocrona dei 20 minuti evidenzia tre complessi retail superiori ai 10mila mq di gla, di cui due sorti prima di Cremona Po. Il competitor più importante per gla (37mila mq), nonché quello sorto per primo nel città lombarda, è il centro commerciale Cremona Due, inaugurato nel 1985. A. P.

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Dossier aeroporti

Fiumicino la galleria decolla Roma - Next phase per Aeroporti di Roma: nel volgere di pochi mesi la società di gestione degli scali capitolini ha ricevuto due vitaminiche iniezioni di fiducia. In primo luogo, è stata al centro del Risiko delle controllate di casa Benetton, con la fusione tra i gioielli di famiglia Gemina (parent di AdR al 95,9%) e Atlantia (Autostrade per l’Italia) per incorporazione della prima nella seconda; il tutto sotto il benevolo ombrello di Sintonia, holding delle infrastrutture di quella galassia chiamata Edizione, cassaforte delle partecipazioni della famiglia di Ponzano Veneto. In secondo luogo, dopo gli accordi di fine 2012 sul piano d’investimenti infrastrutturali, AdR ha incassato la firma di ENAC in calce al contratto di programma, così com’è accaduto anche per gli altri due sistemi aviation strategici del paese (Milano Malpensa/Linate e Venezia). L’agognata revisione delle tariffe aeroportuali (che peserà circa 8,5 euro in più a passeggero), la cui causa è stata perorata a più riprese sin dal 2000, quando il network romano fu privatizzato e i suoi debiti scaricati sull’acquirente, alla luce dell’ampio respiro assicurato dalla durata trentennale della convenzione (scadenza 2044), assicura quindi una nuova prospettiva all’ingente piano di sviluppo del Leonardo da Vinci.

Un cantiere per fasi successive

«Il contratto di programma cambia le carte in tavola a tutto il sistema aeroportuale italiano, a partire dai suoi snodi cruciali e ci permette di poter delineare strategie ad

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ampio raggio», sottolinea Fulvio Fassone, direttore commerciale di Aeroporti di Roma, che abbiamo incontrato in esclusiva per il lettori di r&f. «Per quel che ci riguarda, nell’arco temporale della convenzione abbiamo una previsione d’investimenti complessivi per 12 miliardi di euro; la prima fase si concluderà nell’arco di un decennio e interesserà l’ampliamento e la ristrutturazione dello scalo esistente (Fiumicino Sud); quindi sarà la volta del nuovo scalo di Fiumicino Nord». Benché, infatti, l’hub d’Italia abbia subito un’erosione del volume passeggeri sia al saldo del 2012 (-1,8%, per un totale di 36,9 milioni di viaggiatori), che nei primi 4 mesi del 2013 (-3,9% per 10,1 milioni di passeggeri), la struttura è già al limite e, stando alle previsioni di traffico per l’anno prossimo, un quinto dei giorni di operatività saranno critici, ovvero con un numero di movimenti al limite. Entro il 2016 ci sarà quindi un ampliamento che interesserà il Terminal 3 con l’aggiunta di un avancorpo e del Molo F, per un totale di 12mila mq, quindi, entro il 2021, si lavorerà sull'Hub Est (ovvero i Terminal 1

e 2), che sarà interamente ristrutturato a potenziato grazie all’aggiunta del Molo A. Obiettivo 2020: per quella data si passerà quindi ad un regime di dual hub, capace di ospitare sino a 55 milioni di viaggiatori all’anno, sulla falsariga di quanto già adottato presso lo scalo di Francoforte, con l'Hub Est dedicato ai voli di Sky Team, che oggi compongono il 60% del traffico in loco, e il Terminal 3, rinominato Hub Ovest, dedicato a tutti gli altri vettori. Tutto ciò con tutte le incertezze del caso legate al destino prossimo futuro di Alitalia, che peraltro ha pianificato in tempi recenti un re-hubbing proprio su Fiumicino a partire dalla stagione invernale 2013-2014, e al commitment di Air France-KLM.

Grandi marchi, spazi angusti

«Il primo taglio nastro, quello dell’avancorpo, previsto per il 2016, sarà il più rilevante in fatto di sviluppo delle attività commerciali di scalo: avremo a disposizione una galleria su 2 livelli che andrà a garantire quasi un raddoppio delle me-

trature disponibili per il travel retail e la ristorazione (da 7mila a 12 mq). Già oggi abbiamo, sia per qualità dei marchi che per quantità dell’offerta di scalo, una galleria commerciale di fascia alta a livello europeo; ciò che paghiamo al saldo è lo scotto di metrature esigue per evidenti limiti infrastrutturali», spiega Fassone. Le attività commerciali di scalo hanno rappresentato sino ad oggi una voce di bilancio in linea con la media dei maggiori aeroporti continentali: nel 2012, come si desume dalla lettura del bilancio d’esercizio, il non aviation rappresentava il 46,6% dei ricavi complessivi di Aeroporti di Roma (pari a 280 milioni di euro su 602,1); le subconcessioni delle attività commerciali, nello specifico, hanno consuntivato ricavi per 70,9 milioni di euro (+23,4%), 33,7 imputabili allo specialist retail (i negozi monomarca), 22,9 al food & beverage, 7,3 alle core categories (i duty free/duty paid, sino ad ottobre in capo ad ADR Retail, quindi ad Aelia) e 7 alle other commercial activities (i servizi al passeggero). Da ultimo, la spesa media per partente sul fronte retail era di 12,96


Prima il dual hub, quindi il secondo aeroporto. Il Leonardo da Vinci ha un piano di crescita per tappe serrate che garantirà capienza extra large e vetrine commerciali top scale, votate soprattutto al lusso e al made in Italy

Insegne Food & Beverage presenti a fiumicino INSEGNA RUSTICHELLI E MANGIONE CHEF EXPRESS CULTO HUB (ABBINATO A CULTO) SKY LOUNGE

TERMINAL 1

MC DONALDS PIZZA CHEF BRICIOLE WINE & FOOD SELF SERVICE NO LOGO

TERMINAL 2

SAN CRISPINO VENCHI SPIZZICO TENTAZIONI TITOLI (ABBINATO A TENTAZIONI) GUSTO FERRARI SPAZIO BOLLICINE MOKA’ ROSSOSAPORE ALGIDA STORE L’EMPORIO VACANZE ROMANE ROSSO INTENSO SPIZZICO CHEF EXPRESS OSAKA SUSHI CIAO ANTICA FOCACCERIA SAN FRANCESCO OBIKA’

TERMINAL 3

TERMINAL 5

TENTAZIONI TITOLI (ABBINATO A TENTAZIONI) VENCHI GUSTO MOKA’ ROSSOSAPORE ALGIDA STORE WINE & FOOD GRAN CAFFE’ PLATINUM TIME CAFE’ FRESCOBALDI RUSTICHELLI E MANGIONE RUSTICHELLI E MANGIONE

TIPO DI OFFERTA bakery bar snack bar e corner market snack bar edicola snack bar con piccola cucina – servizio anche al tavolo – corner market ed edicola fast food pizza al trancio bakery ristorante con servizio al tavolo (a breve inserimento dei seguenti format: foglie – pastasciutta – colosseum – grill steak&fish) gelateria artigianale gelato e cioccolato artigianale pizza al trancio snack bar edicola ristorante self service wine bar con cucina snack bar pizza al trancio gelateria edicola e e market snack bar – pizzeria – tavola calda – corner market wine bar con cucina pizza al trancio snack bar e corner market sushi bar ristorante free flow street food italiano ristorante con cucina a basa di mozzarella campana e specialita’ alimentari italiane snack bar edicola gelato e cioccolato artigianale ristorante self service snack bar pizza al trancio gelateria ristorante con servizio al tavolo snack bar snack bar wine bar con cucina bakery bar bakery bar

Insegne retail presenti a fiumicino Insegna TIMBERLAND BONGUSTARE BENESSERE BENESSERE L' Emporio - Edicola L' Emporio - Edicola FERRARI FERRARI GOOD BUY ROMA shop 30 bis GOOD BUY ROMA shop 8 ex shop 50 GOOD BUY ROMA shop 6 ( ex 30) GOOD BUY ROMA shop 3 GOOD BUY ROMA shop 5 GOOD BUY ROMA shop 4 ex 13 GOOD BUY ROMA shop 2 GOOD BUY ROMA Fco 07 GOOD BUY ROMA shop 1 HERMES HERMES Robe di Kappa OPTISSIMO BOGGI 1939 BOGGI 1939 CAMOMILLA ITALIA BISCOTTI GENTILINI ITALIAN FOOD MAGLI BULGARI BURBERRY CALZEDONIA INTIMISSIMI C'ART COCCINELLE PINKO SERMONETA GLOVES SERMONETA GLOVES TOD'S LA CAMICERIA ITALIANA Dolce & Gabbana Dolce & Gabbana ARMANI JEANS ARMANI/LONG CHANP/PAUL& SHARK ITINERIS DISCOVER ROME ITALIAN TASTE ITINERIS ZEGNA - DUFRY GLAMOUR BUNNYSUN ZEGNA FATTORIE GAROFALO

Descrizione attività Abbigl. e accessori uomo donna Fine Food Erboristeria, cosmetica, igiene pers. Erboristeria, cosmetica, igiene pers. Edicola - Tabacchi - Libri e Varie Edicola - Tabacchi - Libri e Varie Articoli marchio "Ferrari" Articoli marchio "Ferrari" Profumi, Tabacchi, Liquori Profumi, Tabacchi, Liquori Profumi, Tabacchi, Liquori Profumi, Tabacchi, Liquori Profumi, Tabacchi, Liquori Profumi, Tabacchi, Liquori Profumi, Tabacchi, Liquori Profumi, Tabacchi, Liquori Profumi, Tabacchi, Liquori Articoli marchio "Hermes" Articoli marchio "Hermes" Abbigliamento sportivo Ottica Abbigl. e access. "Boggi 1939" Abbigl. e access. "Boggi 1939" Abbigliamento e accessori Donna Fine Food Fine Food Calzature Magli Articoli marchio "Bulgari" Accessori moda Calze, collants, costumi da bagno Abbigl. intimo "Intimissimi" Oggettistica e cartotecnica Accessori Abbigliamento e accessori Donna Guanti e accessori Guanti e accessori Accessori e calzature Tod's Abbigliamento Accessori e Calzature Accessori e Calzature Abbigliamento/Accessori Abbigl. e accessori Edicola-tabacchi-libri-CD Souvenir Fine Food Edicola Abbigliamento Abbigliamento Parrucchiere - Estetia - Solarium Abbigliamento Ermenegildo Zegna Mozzarelle di bufala

Area T1 Area G Area D Area H Arrivi T1 Mezzanino T3 Area D T3 - Sala transiti Area B T1 Area B Area C8-C16 Area D Area G Area H T3 - Sala transiti Area G Area G T3 - landside T3 - Sala transiti Area D T1 T1 T3 - Sala transiti Area D Area G Area G T3 - Sala transiti Area C8-C16 Area C8-C16 T3 - landside Area D Area C8-C16 T3 - Sala transiti T3 Schengen - Snodo CD Area G Area G Area G Area C8-C16 Area B Area D Area D Area G T3 - Sala transiti T3 - Sala transiti T3 - Sala transiti T3 - Sala transiti T1 Area C8-C16 T1

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euro (+4,9%), mentre quella di food & beverage era di 4,40 euro (+5,3%). Nella fase di transizione, che durerà sino ai primi ampliamenti, in termini di percentuale il non aviation pagherà inevitabilmente dazio a bilancio a favore del core business aziendale, che beneficerà della revisione tariffaria, ma non mancano le manovre in atto per mantenere le vendite commerciali al di sopra della linea di galleggiamento del 40%. In primo luogo l’acquisizione da parte di LS Travel (Lagardere) degli 8 duty free in capo ad ADR Retail sta entrando solo ora in una fase di progressivo sviluppo: in 6 mesi le core categories sono già passate da 3.200 a 6.000 mq complessivi, con una definizione ben precisa di spazi

continua a pag. 38

e ruoli: là dove è possibile l’assortimento p&c (profumi e cosmetici) separa i propri destini da tobacco & spirits, mentre il fine food accentua la spiccata matrice italiana delle sue referenze adottando il brand Casa del Gusto. Le linee guida del futuro sviluppo commerciale sono già in nuce nell’offerta attuale, nella selezione scrupolosa delle eccellenze del made in Italy, sia a livello premium, ma soprattutto per il target luxury, garantendo ai partner metrature più in linea col canale e con le loro esigenze. Il T3, va da sé, è già una vetrina di vetrine d’alta gamma, grazie alla sua vocazione extra Schengen che sfocia nelle aree d’imbarco H e G; quest’ultima in particolare, ubicata in un satellite per voli

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Dossier aeroporti

intercontinentali, offre ad emiciclo una pattuglia fashion impensabile ad oggi in altri scali del Belpaese, composta da Prada, Bulgari, Tod’s, Hermes, lo stand alone di Gucci, e quindi Moncler, Dolce e Gabbana, Bruno Magli, Valentino e Furla. Sul fronte dell’offerta food & beverage, invece, al netto di un modello che inevitabilmente continuerà ad avere nello snack bar il modulo base e nella cucina italiana il suo faro di riferimento, si terrà conto da un lato delle tendenze imperanti nel mercato dello street market e dall'altro di una domanda crescente di prodotti internazionali che alcune categoria di passeggeri richiedono, soprattutto nei flussi da est a ovest. Nel mentre c’è il progressivo ripensamento dell’offerta commerciale, ridisegnata da bandi in scadenza e nuove assegnazioni; così Fassone: «Due anni or sono, in sede di elaborazione del master plan, era stato definito il progressivo allineamento delle scadenze delle subconcessioni, con l’obiettivo di potere giungere a ridosso dell’inaugurazione delle nuove aree commerciali ed iniziare un nuovo ciclo a partire dal 2016». Ciò spiega come nel solo 2012 siano andati in gara una novantina di punti vendita e come da qui a fine anno siano attesi altri due importanti cluster: il primo dedicato alle formule food & beverage che interessa 23 punti di ristoro (quasi la metà delle aree f&b in scadenza ad inizio 2014), il secondo invece legato alle attività di retail presenti sul cosidetto mezzanino. Sul fronte dell’offerta foodservice, ad esempio, i tender stanno imponendo l’elaborazione da parte dei partner di settore di nuove formule tematiche o la creazione d’inedite partnership commerciali: dopo le prime volte di canale di Obikà e di Antica Focacceria San Francesco, ecco i wine bar Ferrari Spazio Bollicine, jointventure tra il re delle bollicine e MyChef nell’area B del T1, e Rosso Intenso, winery di Autogrill ubicata al T3 con carta firmata Zonin; se Chef Express poi cala le carte Rossosapore e Algida, ai lati del

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bancone di Mokà, sia nell’area D che al T2 (landside), MyChef sta rifacendo tema per tema tutta la foodcourt del mezzanino (area d’imbarco B) con un mix composto da McDonald’s, Gelateria San Crispino, Briciole, PizzaChef e Foglie che verranno accompagnati dalle novità Colosseum (porchetteria), Pastasciutta come a casa e dalla griglieria Grill, Fish & Steak. Da ultimo, ci sarà da valutare il possibile apporto di vetrine temporary store che, a fronte di una durata minima contrattuale di un anno, assicurano una naturale rotazione di gamma (è il caso ad esempio di Moleskine che sta valutando con tale formula la sostenibilità di una seconda vetrina nell’hub dell’Urbe) e il possibile inserimento a portfolio di un supermarket, così com’è accaduto di recente, a marchio Carrefour Express, negli scali di Malpensa e Bologna. «Una formula simile è obiettivamente presente in tutti gli scali europei: la nostra difficoltà oggettiva è nel reperire lo spazio necessario per garantire almeno una superette (200-250 mq), quindi bisognerà valutare la sussistenza di possibili partner capaci di fare prezzi competitivi anche in aeroporto. Non credo peraltro nel cliente-passeggero quanto nella formula di servizio last minute per i lavoratori che gravitano nello scalo», chiosa Fassone. Nell’Italia dei cantieri fermi, a fronte di un investimento “non congiunturale” che cerca di mettere al riparo dal downgrade l’intero sistema aeroportuale italiano, la scommessa del non aviation di Aeroporti di Roma ha la forma di quel buon consiglio che nessuno fa proprio, ovvero che nel villaggio globale il sistema paese tiene botta solo se punta sulla qualità. Claudio Francesco Merlo

Per accedere alla galleria fotografica:

Insegne retail presenti a fiumicino Insegna FABRIANO FABRIANO CAMICISSIMA VASARI MATI' FURLA FURLA FURLA KIPOINT THUN AERONAUTICA MILITARE AIR STORE AIR STORE AIR STORE GEOX GEOX Vilebrequin GOLDEN POINT 3 ADIDAS IMAGINARIUM IMAGINARIUM MONCLER YAMAMAY DESIGUAL PLAYLIFE JUST DESIGN JUST DESIGN CARPISA FELTRINELLI FELTRINELLI FELTRINELLI FELTRINELLI FELTRINELLI GIUNTI AL PUNTO RALPH LAUREN LIU-JO X-RAY GUCCI GUCCI DUCATI Gallo Gallo MUSEI VATICANI / OPERA LABORATORI FIORENTINI KOCCA PIQUADRO PIQUADRO PRADA SALVATORE FERRAGAMO SALVATORE FERRAGAMO TACCHINI SOLISSIMO BE RELAX BE RELAX BE RELAX SWAROVSKI TIM SWATCH TIE RACK ZUCCA STREGATA TIE RACK DIXONS DIXONS DIXONS DIXONS DIXONS BILLIONAIRE VALENTINO VENCHI VENCHI VM VENDING MACHINE VODAFONE ONE GUESS ZARA HOME HUGO BOSS Moleskine

Descrizione attività Cartoleria e articoli marchio "Fabriano" Cartoleria e articoli marchio "Fabriano" Abbigliamento Ottica Bigiotteria e accessori Borse e Pelletteria marchio "Furla" Borse e Pelletteria marchio "Furla" Borse e Pelletteria marchio "Furla" servizi per ufficio Oggestica a machio Thun Abbigliamento e accessori Edicola - Tabacchi - Libri e Varie Edicola - Tabacchi - Souvenir Edicola, tabacchi, libri e varie Calzature Calzature Abbigl. E accessori uomo donna Intimo Videofonini UMTS a marchio "3" Scarpe e Abbigl. Sport Prodotti per l'infanzia Prodotti per l'infanzia Abbigliamento a marchio "Moncler" Abbigliamento intimo Abbigl. E accessori uomo donna Articoli "Playlife" Articoli da regalo e house design Articoli da regalo e house design Borse/accessori marchio "Carpisa" Libreria/Edicola Libreria/Edicola Libreria/Edicola Libreria/Edicola Libreria/Edicola Libreria Abbiglimento e Accessori RL Abbigl e access a marchio LIU JO Occhiali Accessori Abbigl. "Gucci" Accessori Abbigl. "Gucci" Articoli marchio "Ducati" Calze e accessori Calze e accessori

Area T1 T3 - Sala transiti Area H T1 Area H Area B Area C8-C16 Area G T1 Area C-D T1 Area C8-C16 T3 - Sala transiti T3 - landside T3 - Sala transiti T1 Area C8-C16 Area D Area B Area D Terminal 1 Area D Area G Area D T1 T3 - landside Area G T3 Schengen - Snodo CD T3 - landside Area G T1 T3 Schengen - Snodo CD T3 - landside T3 - landside Area H T1 T1 Area D Area C8-C16 Area G Area G T1 Satellite

Souvenir

Area H

Abbigliamento Pelletteria, valigeria, accessori Pelletteria, valigeria, accessori Articoli marchio "Prada" Articoli marchio "Ferragamo" Articoli marchio "Ferragamo" Abbigliamento e Accessori Tacchini occhiali da sole Area massaggi Area massaggi Area massaggi Accessori e bigiotteria Articoli di telefonia mobile Orologi e access. "Swatch" Accessori Abbigl. Abbigliamento Accessori Abbigl. Articoli musicali/elettronici Articoli musicali/elettronici Articoli musicali/elettronici Articoli musicali/elettronici Articoli musicali/elettronici Abbigliamento e accessori Donna Articoli marchio "Valentino" Cioccolateria Cioccolateria Prodotti sanitari Articoli di telefonia mobile Accessori abbigliamento Articoli per la casa Accessori abbigliamento Cartoleria e articoli marchio "Fabriano"

T1 T1 T3 - Sala transiti Area G T3 - Sala transiti T3 Schengen - Snodo CD T3 - landside T1 Area B Area D Area G T1 T1 Area C8-C16 Area C8-C16 T3 - landside Area D Area B Area G T3 - Sala transiti T3 Schengen - Snodo CD T3 - landside Sala Transiti H Area G Area B T3 - Sala transiti Tutte le Aree Area B Area G T1 Area D



Parola di Carlo Tibaldi

Carlo Tibaldi, nato il 13/04/1968, si è laureato in Ingegneria Elettronica al Politecnico di Torino. La sua esperienza lavorativa con Gruppo Miroglio inizia nel 1993, attraverso Miroglio France dove lavora sino alla fine del 1994. Dal 1995 opera nell’headquarter di Alba, dove ora occupa la posizione di Retail Director per due brand. Tibaldi ha sempre lavorato nel Gruppo e, fin dall'inizio, all'interno della nascente business unit Fast Fashion (all'epoca Motivi), che ha sviluppato i tre marchi Motivi, Oltre e Fiorella Rubino. Oggi si occupa della gestione retail di Motivi e di Oltre sui mercati Italia ed Europa, Medio Oriente e Nord Africa. Inoltre gestisce la rete outlet, che conta un network di 20 negozi. 40 retail&food - luglio/agosto 2013


Miroglio Fashion , «è l'anno della focalizzazione» S

ono 618 i negozi che compongono la rete dei marchi Motivi e Oltre nel nostro Paese, di cui 541 diretti. Il 75% sono compresi in centri commerciali, con metrature che oscillano tra i 100/150 e i 500 metri quadrati. Tra le figure del team di guida che cura la gestione di questi brand in Italia, in Europa, in Nord Africa e nel Medio Oriente c'è Carlo Tibaldi: uno dei punti di riferimento nella divisione retail Fast Fashion di Miroglio Fashion, dove è entrato nel 1995. Proprio al manager del Gruppo piemontese abbiamo chiesto come si articolano le strategie anticrisi, il rapporto con i centri commerciali e un parere sullo stato di salute del settore. Dalla lunga intervista emergono i primi, importanti, segnali di ripresa. Quando è iniziato e come si articola il suo percorso professionale in Gruppo Miroglio? È iniziato nel 1993 in Francia, dove sono rimasto due anni circa, ma concretamente è nel 1995 che sono entrato nella nascente direzione retail, ad Alba. L'area di business portava il nome di Motivi: il primo marchio che l'azienda ha approcciato nel canale distributivo del retail. L'embrionale struttura commerciale, negli anni, si è strutturata come una vera business unit, organizzata per ruoli e funzioni. Quali furono, tra le prime aperture, le più significative in cui ha partecipato? Ricordo con molta soddisfazione quella di Oriocenter nel '98 e quella successiva a Campi Bisenzio (presso I Gigli, ndr): l'altro grande centro commerciale che abbiamo vissuto sin dall'apertura. Poi c'è quella di Rozzano (C.C. Fiordaliso, ndr)… Quali furono i presupposti di uno sviluppo così capillare? La nostra crescita fu possibile da un lato in virtù dell'importante sviluppo immobiliare che ha caratterizzato l'Italia tra la fine degli anni '90 e il primo decennio del 2000, dall'altro grazie al sostegno finanziario dell'azienda. Una considerevole fetta delle risorse disponibili furono quindi investite nel concretizzare lo sviluppo dei marchi retail: sino al 2000 solo Motivi, a cui si sino aggiunti dal 2000 Oltre (naturale prosecuzione di Motivi per una donna più matura) e dal 2003 Fiorella Rubino (la prima catena Fast Fashion per le curvy). E con quale modello di business? Abbiamo testato subito la bontà del progetto Fast Fashion (vedi modello di sviluppo veloce delle collezioni che possono arrivare anche a 52 l’anno) sulle nostre spalle, con uno sviluppo capillare sul canale diretto. Successivamente, quando abbiamo verificato con dati concreti che potevamo approcciare l'affiliazione, ci siamo proposti anche a degli

imprenditori commerciali. Dalla fine del 2012, in particolare, ci rivolgiamo agli affiliati con maggiore intensità, in quanto stiamo affrontando il posizionamento su città secondarie, dai 30 ai 50mila abitanti. In base alla sua esperienza, come giudica oggi lo stato di salute del retail Il nuovo concept store Motivi a Oriocenter in Italia? Il retail è fatto di consumi. crescita. Questa è una prima, importante iniezione Essendo questi estremamente in crisi è facile desudi fiducia. mere che il retail non sia propriamente in forma. A suo parere il comparto dei centri commerTuttavia lo sviluppo non si è fermato. ciali come si deve rinnovare? Quali sono le vostre strategie anticrisi? Il centro commerciale dovrà rinnovarsi diventanDa tempo abbiamo intuito che all'orizzonte ci do sempre di più un àncora di attrazione per il sarebbe stata un'importante crisi dei consumi. consumatore che vuole vivere un'esperienza. Un Abbiamo pertanto iniziato da un lato a concretizluogo di ritrovo e non solo come un'occasione di zare le opportunità di sviluppo che si presentavaacquisto. Ritengo che in Italia le strutture con un no, occupando posizioni, dall'altra ad affrontare in vero potenziale di entertainment siano 15/30. maniera concreta e misurata una riorganizzazione, Sul tema degli affitti, delle rinegoziazioni, una gestione selettiva della rete. Approcciando come vi state muovendo? logiche di geomarketing, laddove si evidenziavano Questa è un'attività molto robusta, anche nella sovrapposizioni distributive che generavano candialettica con i centri commerciali. Siamo nibalizzazioni abbiamo fatto, e tuttora stiamo un'azienda italiana, solida, che assolve ai propri facendo, un'uscita minima. Ciò avviene sia nei doveri in termini di pagamenti. È inevitabile che centri commerciali che nei centri storici. Tale con estrema determinazione ci orientiamo in focalizzazione ha portato, inoltre, a dividere nella questo percorso, volendo ampliare la presenza sul nostra azienda Fiorella Rubino da Motivi e Oltre, mercato mantenendo la redditività. per logiche di clientela a cui si orienta. Guardando al travel retail, siete presenti Quali sono i vostri attuali punti di forza? nelle Grandi Stazioni. Quali sono i vostri proOltre all’indubbio vantaggio di lavorare con un getti? modello di business Fast Fashion (oggi quantomai Abbiamo formalizzato un accordo con Grandi attuale) i punti di forza sono tre: il prodotto, sullo Stazioni, con cui siamo presenti in cinque realtà. sviluppo del quale e delle relative collezioni stiamo In apertura, la sesta, sarà a Venezia, e poi, la settiinserendo in azienda importanti risorse creative; il ma, a Firenze. AI momento siamo moderatamente posizionamento del brand, che abbiamo ricollosoddisfatti. Più in generale realtà distributive come cato su un livello più elevato, differenziandolo dai le stazioni o le città secondarie ci inducono a competitor in termini di qualità pur mantenendo interrogarci sulla clusterizzazione dei punti vendita un ottimo rapporto percepito tra qualità e prezzo; e sulla diversificazione dell'offerta prodotto mirata e lo sviluppo del nuovo concept, che ha visto la al canale. prima concretizzazione a Oriocenter. Inoltre abbiaE gli aeroporti? mo investito tantissimo nel potenziare la customer Quando avremo una clusterizzazione matura, relationship, che ci ha portato ad avere un sistema questo potrebbe essere un canale da testare. molto evoluto di CMR. Questo, a un anno dal Le prossime aperture? suo lancio, ha permesso di avere in Italia più di Nei centri commerciali di Villesse e Pisanova. un milione di clienti sul brand Motivi. Per quanto Sull'estero, quali mercati state approcciando? riguarda i social network, su Facebook abbiamo Abbiamo focalizzato il nostro sviluppo rete Fast 220mila fan. Fashion in Russia e Cina, dove sono state create Quali sono i primi riscontri in termini di condelle strutture dedicate che ne seguono direttasumi? mente lo sviluppo. Stiamo inoltre riprendendo lo I primi effetti di queste attività si notano sull'atsviluppo nell'Est Europa, come in Romania e in tuale stagione primavera/estate che, nonostante Polonia, dove abbiamo già 65 negozi. sia stata "massacrata dal clima", sta dando Andrea Penazzi risultati Iike for Iike di pareggio se non di piccola

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Ristorazione autostradale

Sette buone intenzioni Il Ministero dello Sviluppo Economico ha delineato le linee guida cui dovranno attenersi le società di gestione nella stesura dei capitolati di gara oil e non oil prossimi venturi; i ristoratori, d’altro canto, temono una discrezionalità da maglie troppo larghe

L

a firma in calce recita Corrado Passera, a dare tutta l’autorevolezza del caso ad un atto d’indirizzo che, previa deroga esplicita dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato rispetto al dogma della royalty fissa (vedi box), ha l’ambizione di riportare su binari di mercato lo scenario competitivo delle sub-concessioni autostradali, sia oil che non oil. Il testo siglato dal precedente titolare del dicastero dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e dei Trasporti,

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in primis dà seguito all’istituzione dell’Autorità di regolazione del settore dei trasporti, la cui operatività è peraltro subordinata alla nomina dei suoi componenti; in secondo luogo cerca di dare una risposta articolata alla piattaforma d’istanze avanzate dalle diverse associazioni di categoria, tra le quali Confimprese in rappresentanza delle società di ristorazione in concessione. Ne discende un decalogo che, in alcuni casi da risposte fattive, ben accolte dal mercato (vedi il caso delle chiusure

notturne delle aree di servizio), in altre si appella a rispettabili principi generali, demandandone, anche per limiti oggettivi dello strumento adottato, alle stazioni appaltanti stesse l’interpretazione più idonea alla bisogna.

Gli enunciamenti di Passera

Diamo un occhio da vicino ai sette criteri enunciati dal testo: in primo luogo (a) la componente tecnico-qualitativa, nell’ambito degli affidamenti concorsuali, dovrà avere maggior peso rispetto a quella

economica e dovrà prevedere anche elementi relativi a “migliorie riconducibili ai servizi alla persona, ristrutturazioni dei piazzali e dei fabbricati e migliorie riconducibili alla produzione di energia da fonti rinnovabili”. In secondo luogo (b) – e qui entriamo in media re – il canone di sub-concessione dovrà essere costituito da una componente fissa ed una variabile: nel primo caso sarà “indicizzata al 100% della variazione dei volumi di traffico..., e al 30% dell’eventuale differenza tra la


Un anno di gare Concessionario

Aree in gara

Termine del bando

Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova S.p.A.

17

30/06/2013

Autostrade per l’Italia S.p.A.

57

31/12/2013

Autostrada del Brennero S.p.A.

23

30/04/2014

Autovie Venete S.p.A.

19

30/12/2014

ristorazione e offerta food & beverage non in modalità di self service”. In ogni caso, per tali attività il canone dovrà prevedere quote analoghe a quelle previste per le attività di ristorazione. Veniamo agli ultimi due punti: per le aree dotate di market, sottolinea il punto f, “potranno essere imposti al gestore degli spazi per la commercializzazione di prodotti tipici e locali”, mentre al (g) viene sottolineato come si deve tener conto “degli investimenti che dovranno essere eseguiti all’interno dell’area dal subconcessionario, affinché sia mantenuto un equilibrio economico-finanziario, tenendo conto del traffico registrato nel tronco (la tratta autostradale di 40 km prima e 40 km dopo l’area di servizio,

variazione percentuale registrata nell’anno per il fatturato dell’attività non oil sull’intera rete autostradale nazionale e la variazione dei volumi di traffico della medesima rete”; nel secondo invece, sarà “individuata in percentuale decrescente rispetto al fatturato per i servizi non oil”. Al terzo punto (c), viene sottolineato come, per le aree di servizio che erogano volumi di carburante inferiori ai 3 milioni di litri annui, si potrà prevedere l’affidamento in gestione integrata dei

servizi oil e non oil, con possibilità di chiusura dei servizi di ristoro in fascia notturna e simultanea attivazione del self service per l’erogazione/pagamento dell’oil. Viene prevista l’assistenza in loco con il presidio dell’area. Per quelle, invece, con erogazione tra i 3 e i 5 milioni di litri, si legge al punto d, c’è la possibilità di apertura notturna mediante self service per l’erogazione/ pagamento dell’oil. Possono essere presi accordi tra oil e non oil per chiusura notturna con il presidio dell’area. Al punto (e) si prendono in considerazione le casistiche in cui il gestore oil venda prodotti ‘sottopensilina’, con deroga alla “potestà programmatoria del concessionario se escludere o meno l’esercizio di

retail&food - luglio/agosto 2013 43


Ristorazione autostradale

Responsi Leopoldo Resta

Alessandra De Gaetano

(direttore commerciale MyChef)

(Chief operating officer Autogrill Italia)

“Un testo a misura di concessionari” “In queste linee d’indirizzo vengono presi in esami due aspetti cruciali del modello di business autostradale. Il primo è quello della struttura dei corrispettivi: al tavolo del Ministero, attraverso Confimprese, avevamo chiesto il passaggio dalla royalty fissa a quella variabile; ciò che viene proposto, invece, è un mix delle due, con la componente fissa indicizzata al traffico, senza peraltro definirne termini o pesi. L’adozione di un meccanismo interamente variabile, va da sé, avrebbe assicurato un modello virtuoso per tutti: se c’è traffico, si guadagna entrambi, altrimenti si condivide il piatto vuoto; paradossalmente, invece, anche una royalty fissa davvero tarata sul momento economico, avrebbe il pregio di assicurare un vantaggio competitivo agli operatori appena i consumi tornassero a crescere. Morale, il testo non è né carne, né pesce, lasciando di fatto ancora ampia discrezione ai gestori autostradali (l’impressione è che risenta non poco delle loro opinioni, ASPI in testa). Stesso dicasi per altre enunciazioni di principio, assolutamente condivisibili, quali ‘la durata dev’essere commisurata agli investimenti’ e ‘le royalty devono essere adeguate’: mi rendo conto che non si può chiedere di più da un atto d’indirizzo, ma se non viene dato loro un reale contenuto, resta di rimanere lettera morta. Il secondo elemento è quello relativo alle aree di servizio di piccola taglia, per le quali si parla di possibile selfizzazione dell’offerta oil, di chiusura notturna del servizio e di gare integrate. Per quel che riguarda, in particolare la chiusura notturna, al gestore di rete viene assicurata la facoltà di avvalersi o meno dell’opzione, e ciò ha peraltro una sua ragion d’essere per una molteplicità di casistiche (un caso per eccellenza, quello dalle tratte montane dove tutte le aree di servizio sono piccole). Su questi temi ci sono tutti i presupposti per fare razionalizzazione e assicurare efficienza, innovando nel contempo il modello di rete. L’unica considerazione amara è che per ottenere un simile provvedimento da parte del Ministero si è dovuto attendere che andasse in crisi anche il modello oil; ciò detto, negli ampi spazi d’interpretazione e di discrezione lasciati ai concessionari autostradali, deve imporsi come criterio imprescindibile la salvaguardia della sostenibilità del business delle piccole. Le soluzioni sul tavolo sono molteplici, talvolta associabili tra loro: alcune piazzole potrebbero essere chiuse; in altri casi si potrebbe ricorrere ad una gestione integrata oil non oil, ma senza ricorso all’ATI, quanto assegnando il servizio ad un solo operatore che possegga i requisiti necessari; in altre, la chiusura nottetempo dei servizi di ristoro: in questi casi, però, il servizio di guardiania non può ricadere sulle spalle del subconcessionario che avrebbe paradossalmente più interesse a tenere aperto a prescindere e servire anche pochi caffé. Ma soprattutto, attenzione al sottopensilina, in assoluto il rischio maggiore per gli operatori del mercato: bisogna accettare il fatto che la legge Bersani non fosse fatta per il network autostradale, quindi accantonare i costi superflui e proteggere la professionalità del mercato a favore del cliente. Si tratta dell’unica via di uscita per assicurare una sicura, futura ripresa e crescita del comparto”.

ndr).” Com’è immaginabile il sasso ha smosso le acque dello stagno, con responsi – ne leggiamo due autorevoli di seguito – che fanno intendere come l’estate italiana sarà nuovamente infuocata sull’asfalto autostradale. Sullo sfondo, ci sono ben

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250 sub-concessioni in scadenza da qui al 2015, con una prima tranche di 159 lotti complessivi nel solo 2013: in palio c’è circa metà del mercato di settore, per una stima di 700 milioni di euro di giro d’affari potenziale. C. F. M.

“Giudizio positivo, ne attendiamo l’adozione a capitolato” “L’atto di indirizzo rappresenta a nostro avviso un fatto estremamente positivo: dimostra la sensibilità delle istituzioni verso il comparto dei servizi autostradali che, da sempre, costituisce un fiore all’occhiello della nostra economia ma che, da ormai quasi 5 anni, versa in seria difficoltà per la caduta del traffico e della propensione all’acquisto. In particolare, il documento mostra di tenere conto di tematiche legate all’equilibrio economico/finanziario dei contratti e alla necessità di modelli gestionali più efficienti. È tuttavia evidente che, trattandosi di un atto di indirizzo con criteri e linee guida per il futuro, non può risolvere criticità legate a contratti esistenti, né si è in grado di sapere come questi indirizzi si tradurranno in fatti concreti nella stesura dei bandi: una domanda che deve essere rivolta alle stazioni appaltanti, dalle quali dipende la formulazione delle prossime procedure concorsuali e la conseguente sostenibilità economica del comparto. Per fare qualche esempio: nel documento ministeriale è molto positivo l’indirizzo sull’indicizzazione dei canoni oppure quello sull’equilibrio tra durate contrattuali e investimenti, ma si tratta di vedere come concretamente verranno calcolate le basi d’asta nelle prossime gare. È pure condivisibile il rafforzamento della potestà programmatoria del concessionario in relazione ai servizi da fornire al consumatore. Si dovrà vedere, però, come questa potestà sarà di fatto esercitata, se, ad esempio, continueremo ad assistere ad ampliamenti di offerta totalmente controproducenti in un sistema già caratterizzato da un forte eccesso di offerta rispetto alla domanda”.

L’antefatto: prima di Passera, il pronunciamento dell’Antitrust A latere dell’atto d’indirizzo del dicastero dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è tornata ad esprimersi in materia di sub-concessioni autostradali, sia oil che non oil. E il passaggio non è casuale: la forma è quella dell’attività consultiva, in riferimento ad un parere richiesto proprio dallo staff di Passera. Ne emerge la medesima preoccupazione di fondo sulle condizioni di mercato, con una ricetta in linea con quanto già sostenuto dall’Authority nel 2006, ma con un opportuno spazio di manovra concesso (ad usum ministerii) nel nome della flessibilità. Ne discende che il Garante faccia partire la sua riflessione dai principi già espressi in occasione della gara indetta dalla società Autostrada del Brennero: “In quell’occasione l’AGCM evidenziò la preferenza per una royalty fissa, che aveva come pregio d’incentivare i sub-concessionari a porre in essere delle politiche commerciali volte a massimizzare i volumi di vendita, al fine di ridurre l’impatto del canone fisso”. Ciò detto, la congiuntura di settore impone le deroghe del caso: “In tale contesto, al fine di tener conto della possibilità che il quadro economico congiunturale muti in maniera consistente rispetto al momento in cui sono state formulate le offerte per la royalty fissa, l’Autorità ritiene opportuna l’adozione nei bandi di gara di meccanismi di revisione dei prezzi tali da consentire l’adeguamento della royalty fissa a parametri oggettivi”, quale ad esempio il dato relativo alla variazione dei flussi di traffico sulla rete autostradale, “purché siano elementi esogeni rispetto al comportamento del sub-concessionario”.



L’evento

Retail Business Forum, i top manager faccia a faccia

La terza edizione dell’evento organizzato da Richmond Italia, sempre nella cornice di Gubbio, riunisce il mondo del retail. Coinvolti in eventi plenari, seminari, workshop tematici e incontri one-to-one, gli executive di oltre 70 brand si sono confrontati tra loro e con un folto gruppo di fornitori

I trend del mercato - calano del 2% le spese per intrattenimento e pasti fuori casa - aumentano del 3% i consumi per prodotti più economici nel largo consumo - perdono l’1,8% a rete corrente le superfici sopra i 4.500 mq di gla - salgono dello 0,4% le superfici tra i 499 e i 4.500 mq - scende del 4,12% il trend a valore nei primi quattro mesi del 2013 nei centri commerciali - aumentano affitti e costo del personale in rapporto al fatturato Fonte: Retail Market Analysis - Confimprese Lab a cura di Nielsen

L

a nascita della distribuzione moderna vista dal genio di Emile Zola, attraverso l’opera "Al Paradiso delle signore", letta dall’autrice e interprete teatrale Lucilla Gianoni. Energia e creatività da una parte, organizzazione e arguzia dall’altra, con un tradizionale happy ending ottocentesco: ossigeno puro per un settore che giorno dopo giorno deve fare i conti con la crisi dei consumi. Emozioni a parte, vissute in particolare con l’evento di chiusura della prima giornata di lavori, la terza edizione del Retail Business Forum organizzato da Richmond Italia (23-24 maggio presso il Park Hotel ai Cappuccini di Gubbio) è stata cornice di un vivace dibattito tra gli operatori del settore retail: retailer in primis, con 70 brand rappresentati, e fornitori, con 29 aziende attive nei settori di illuminazione, sicurezza, hi-tech, comunicazione, ecc. I vari seminari e workshop, in particolare, sono stati

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il vero motore dei contenuti. Tra le case history più interessanti a cui abbiamo assistito citiamo quella di Geox, che ha visto Marta Cornale, Europe retail coordinator di Geox Retail, raccontare lo sviluppo in franchising del noto brand di calzature – marchio che oggi conta 1.200 punti vendita nel mondo, con una previsione di 1.300 entro la fine del 2013 e di 1.400 entro il 2014 – e ancora quella di Sebeto con il brand di hamburgheria gourmet Ham, raccontata da Franco Manna, presidente del Gruppo partenopeo. Ma è tra le mura della sala “Erba” del Park Hotel ai Cappuccini che si è consumato l’evento più interessante: portata avanti da Salvatore Taccini, direttore sviluppo retail di Piazza Italia e membro del tavolo di lavoro “Prospettive di sviluppo dei Centri Commerciali” di Confimprese, la tavola rotonda intitolata “Retail real estate: quali cambiamenti in atto?” ha visto per protagonisti una dozzi-

na di brand, tra cui Lacoste, Conbipel e Lindt. Al centro del dibattito l’esigenza di implementare la comunicazione tra retailer, per fronteggiare da una parte gli effetti della crisi e dall’altra, soprattutto, per fare sistema rispetto a tematiche molto sensibili come le domeniche di apertura. Il ritmo del confronto è stato scandito dai dati presentati da Taccini, relativi al quadro economico, alle recenti riforme normative, all’andamento del settore retail nel 2013, al focus sui centri commerciali e alla prospettive future per il retail, rispetto alle quali il mondo del travel è destinato a guadagnare importanza. Mentre le slide dipingono con i numeri uno scenario ancora negativo (vedi tabella), i retailer danno forma alle varie strategie anti crisi, aspettando tempi migliori. In particolare sono emersi temi come: il già citato problema delle aperture domenicali, che laddove possibile è stato affrontato armonizzando i turni del personale; la necessità di affinare gli orari di apertura, soprattutto nei centri commerciali del Meridione; la debolezza della leva promozionale, non più sufficiente a sostenere vendite e fatturati; il problema dell’accesso al credito, che ha bloccato lo sviluppo del franchising; e soprattutto la scollatura tra le proprietà e i retailer, punto nodale per rendere sostenibili i bilanci. Tutti temi su cui gli operatori promettono di parlare, e se necessario di dare battaglia, nei prossimi mesi: landlord e gestori sono avvertiti. A. P.


Inflight catering

Airchef parla arabo Dnata acquisisce il 50% rimanente del capitale del primo operatore italiano di servizi di bordo, ultima operazione di una campagna acquisti di respiro globale

A

dieu Servair, Airchef è tutta di dnata, pronta a vestirla con i suoi colori societari: si risolve in tal modo la convivenza tra soci paritetici che dal 2004 ha contraddistinto la governance dell’azienda milanese, con contestuale uscita di scena dal mercato italiano del terzo operatore globale d’inflight catering, sempre meno strategico nei piani di Air France-KLM. Quanto al nuovo assetto proprietario, di controllata in controllante si giunge a quella poderosa galassia d’interessi diversificati che è ICD Investment Corporation Dubai, fondo sovrano dello stato del Golfo che dal 2006 ha creato un portfolio di partecipazioni globali in un ampio ventaglio di industry, tra settore finanziario, real estate, produzione energetica e trasporti. Airchef dal canto suo, in linea gerarchica continuerà a fare riferimento ad Alpha Flight Group, i cui rappresentanti siedono nel consiglio d’amministrazione (Lionel Wilton e Carlo Possa) e sulla cui testa c’è appunto dnata, colosso mediorientale dei servizi di scalo e parte integrante, con la compagnia di bandiera Emirates, della holding The Emirates Group. Fondata nel 1995 da Enzo Andreis quale divisione dedicata al catering di bordo del gruppo Chef Italia, Airchef è oggi la prima voce del mercato domestico dei servizi di bordo con un fatturato 2012 da 84,8 milioni di euro (56,6 ascrivibili al catering aereo, 5,8 ad attività di cleaning, 17,7 a ristorazione di scalo e 4,7 ad altre linee di business), a fronte di un margine operativo lordo di 7,3 milioni di euro e di un reddito operativo di 6,7 milioni; allestisce oltre

Airchef: attività scalo per scalo Scalo

Inflight catering

Cleaning

Food & beverage

Alghero

Ancona

Bari

Bergamo

Bologna

Brindisi

Cagliari

Catania

Firenze

Genova

Lamezia Terme Milano Linate Milano Malpensa Napoli

Olbia

Palermo

Pisa

Roma Ciampino Roma Fiumicino Torino

Trapani

Venezia

Verona

40mila vassoi al giorno per un portfolio clienti che include Alitalia, Air One, easyJet e Neos, quindi grandi carrier internazionali quali Emirates, Delta Airlines, Singapore Airlines, US Airways e Aerolinas Argentinas. A latere, ma non troppo, una radicata attività di gestione di spazi ristorativi di scalo, tra offerta commerciale tout court e self-service interaziendali, che interessa sette scali, e la gestione di due pasticcerie storiche, la Balzer di Bergamo e la Salza di Pisa.

Ex multis unum

«Oggi come oggi non ho idea di quali progetti abbia in serbo per noi dnata», premette Michele Mezzatesta, amministratore delegato del caterer. «Posso però fare delle ipotesi verosimili: in primo luogo, dnata dalle attività ground si è via via spostata verso quelle inflight che hanno una redditività superiore. Da un lato The Emirates Group già controllava Emirates Flight Catering che, nel solo scalo di Dubai, fornisce 53 milioni di pasti all’anno, quindi il gruppo ha colto diverse occasioni che giungevano dal mercato: è il caso di Alpha Flight ceduto dal gruppo Autogrill, dell’acquisto della londinese En Route International che produce linee di prodotti bakery o della creazione di Wings Inflight Services, joint-venture con Newrest per il mercato on board del Sud Africa. Mi sembra credibile, giocoforza, che nell’arco di un anno ci si possa trovare tutti sotto le insegne di dnata, con una divisione non più per aree geografiche ma per linee

Michele Mezzatesta, presidente Airchef di business (handling da un lato, catering dall’altro), il tutto per assicurare visibilità al gruppo e il giusto peso in sede delle gare prossime venture. A maggior ragione grazie alla presenza di attività di gruppo in alcuni dei nodi nevralgici del mercato aviation mondiale, da Dubai a Singapore, passando per Londra, Sydney e Johannesburg». C. F. M.

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Mystery in shop

& other stories fa… centro

&

Other Stories è sbarcato a Milano: il primo store del marchio in Italia ha aperto i battenti il 19 aprile scorso, prendendo il posto del vecchio H&M nel centralissimo corso Vittorio Emanuele, letteralmente all’ombra della Madonnina. Non si tratta però di un avvicendamento tra concorrenti in quanto anche questo brand, che propone abbigliamento, accessori, intimo e ha un reparto beauty particolarmente ricco, appartiene al colosso svedese Hennes&Mauritz AB. Nella miglior tradizione biblica, essendo una costola tutta al femminile dell’insegna primigenia, questa innovativa declinazione non poteva che risultare una... evoluzione: si tratta infatti di un vero e proprio concept store in cui non solo si possono trovare le linee moda, gli accessori e i prodotti di bellezza creati dai designer della catena, ma in cui hanno spazio anche delle

& other stories, corso Vittorio Emanuele, Milano

• Servizio Velocità Cortesia Professionalità

  

• Layout Aspetto esterno Originalità design Omogeneità e armonia Qualità materiali e arredi Ordine e pulizia Comfort

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• Prodotto Assortimento Esposizione Promozioni

  n. d.

• Valutazioni generali Qualità/prezzo Ambiente Adeguatezza alla location Innovatività

   

Legenda:  = migliorabile;  = sufficiente; = apprezzabile;  = molto buono;  = ottimo

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Co-Labs (collaborazioni temporanee di creativi vicini allo stile e alla filosofia del brand), una accurata selezione di sneaker Nike, un assortimento di brand beauty esterni nonché, dulcis in fundo, una zona dedicata ai fashion magazine internazionali: riviste cult per ogni fashion addicted che si rispetti.

Quattro piani, tanti stili

Del resto, il nome inglese dell’insegna dice già tutto, riassumendo in sé il mood e la mission della location: contenere e proporre tante storie diverse, sotto forma di stili, proposte, varietà merceologiche e tagli declinati a 360 gradi: dagli accessori alla lingerie, dalle scarpe al bijou, dal ready to wear al beauty. Su ciascun capo e oggetto, etichette trasparenti che, in linea con una richiesta di informazioni sempre più pressante da parte del cliente, orientano e spiegano, riportando i materiali utilizzati e naturalmente i prezzi, indispensabili per uno shopping che abbraccia diverse fasce di costo. Obiettivo: dare a tutti, o meglio, a tutte, la possibilità di costruirsi uno stile a sé, unico e personale. Esteso su una superficie complessiva di 900 mq distribuiti su quattro piani, dal seminterrato al terzo, nel negozio meneghino, assolutamente urban chic, troviamo tutte le collezioni della nuova etichetta luxury dell’azienda scandinava: entrandoci, chi ha avuto la fortuna di farci un salto, con un po’ di fantasia può pensare di trovarsi in uno di quei loft newyorkesi dove l’incompiutezza della tinteggiatura delle pareti (che mostrano i segni di vere o artefatte scanalature dell’elettricità) e dei soffitti (lungo i quali scorrono a vista i tubi dell’acqua, del condizionamento e degli scarichi), unitamente alle scale di ferro grezzo pittate di bianco (come i soffitti, mentre le mura sono grigie) lungi dall’essere indice di trascuratezza, sono i segni di una scelta voluta e di una finalità sicuramente raggiunta: inserire prodotti curatissimi in un ambiente (apparentemente) un po’ grezzo. A orientare il cliente, indicazioni puntuali di ciò che si può trovare nei diversi reparti; a facilitare discese e salite tra i quattro piani, moderni e rapidi ascensori. Immancabile, musica diffusa, a volume medio. Ma andiamo con ordine: dopo l’impatto in stile “grande Mela” dell’ingresso, in cui sono esposti su manichini illuminati da numerosi riflettori neri unidirezionali alcuni abiti prêt-à-porter (e dove ci ha accolto lo scorso 30 maggio, di nero rigorosamente vestito, l’immancabile bodyguard), assai ricca appare l’offerta al piano inferiore. Qui, accanto ad accessori e a qualche abito,

le afflitte da compulsione per le scarpe (quale donna non lo è?) avranno pane per i loro denti: numerosi i modelli esposti su tavoli al centro dell’ambiente e su scaffali addossati alle pareti, in stile minimal.

Il cuore dello store

Anche gli accessori sono vari e di sicura presa benché, come il resto dei prodotti in vendita nello store, hanno un costo un po’ elevato, certamente più alto delle proposte en femme di H&M. Nondimeno, ci sono vestiti, scarpe e accessori alla portata di tutte le tasche. Qualche esempio di oscillazione: nel reparto scarpe si passa dai 7 euro per delle infradito a 145 per un paio di leather ancle boot, per le borse si va dai 9 euro di una pochette ai 175 per un modello in pelle, nel prêtà-porter dai 15 per una canottiera si arriva a 95 euro per un abitino. I materiali, del resto, paiono di qualità, come ad esempio il cuoio, mentre i prezzi della bigiotteria, esposta lungo una parete su apposite consolle, sembrano a volte eccessivi. Non poche frequentatrici di & other stories troveranno il suo cuore al secondo piano: quello dedicato al beauty. Allineati con cura al centro del locale, su appositi tavoli, decine di prodotti di bellezza e cosmesi; si tratta di una linea decisamente classica (colori base, un po’ bon ton chic e invernali): ideale come passepartout e… “salvavita”. Accanto, lungo la parete che dà sul corso, una linea di prodotti dal packaging vintage, vagamente anni ’50, con pinup disegnate e call to action con scritte american style. Ma il vero valore aggiunto qui è la presenza di tavolini su cui sedersi, sia per provare tutti i prodotti con calma, sia per truccarsi davanti allo specchio, esattamente come si farebbe a casa: nessuno guarda male né vieta di aprire e annusare ogni cosa e neppure cerca di far provare questo o quell’altro prodotto con insistenza, specie per indurre all’acquisto. Che rimane sostanzialmente conveniente, con prezzi in questo caso abbordabilissimi. L’effetto traino è garantito. Massimo Andreis


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Analisi mercato MAXI

il

led

conquista il retail, ma è guerra alle frontiere

In un mercato fortemente polverizzato, quale è quello del lighting italiano, la concorrenza cinese si fa sentire. Ai prezzi ribassati dei prodotti di importazione gli operatori nazionali rispondono con soluzioni su misura e di qualità. Le proposte per il retail, sia food che non food, crescono ma non bastano a colmare le perdite

N

ella profonda notte del mercato italiano dell’illuminazione, la tecnologia a Led getta una luce di speranza. I dati elaborati da Anie, forniti a r&f da Assil, non lasciano dubbi sull’annus horribilis che ci siamo lasciati alle spalle: il 2012 ha visto un calo netto del giro d’affari interno pari al 10%, per un dato assoluto a prezzi correnti sceso da 3.742 a 3.368 miliardi di euro. Legger-

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mente meglio è andato il turnover totale, sceso del 7% e scivolato sotto quota 4 miliardi: per la precisione si è attestato a 3,913 miliardi di euro, contro i 4,208 del 2011. La nota lieta arriva dalle esportazioni, sostanzialmente stabili (1,444 miliardi del 2012 contro 1,446 del 2011), mentre le importazioni sono calate dell’8,3%: dai 980 milioni di euro del 2011 agli 899 del 2012.

Con fatturati compresi tra i 100 e i 150 milioni di euro, le principali aziende italiane del settore presentano una dimensione medio/grande. La mancanza di colossi ha favorito la polverizzazione del mercato, con quattro o cinque società leader e numerose realtà di piccole dimensioni. Tra queste ce ne sono alcune specializzate sul Led, con un giro d’affari ridotto ma in forte crescita, che hanno adattato la propria

attività da assemblaggio di componenti elettronici generici su circuiti stampati a quella di componenti a Led. Con questa rapida carrellata si esauriscono i dati ufficiali relativi a questo mercato: d’ora in poi ci addentriamo, quindi, su numeri meno puntuali ma più significativi per il retail, individuando nella tecnologia a Led la soluzione di maggiore prospettiva nel breve e medio termine.


A cura di Andrea Penazzi

«Lavoriamo a misura di retailer» Karl Oberhollenzer, amministratore delegato di Zumtobel Illuminazione

Come si compone il mercato dell’illuminazione in Italia? L’Italia è un grande paese di produttori, dove operano quattro/cinque aziende con una sensibile quota di mercato e tante realtà medio/piccole. A nostro avviso il retail va nella direzione delle aziende più grandi, in quanto ha la necessità di sviluppare il layout e di riprodurlo su scala internazionale. Quale quota di mercato hanno, complessivamente, le principali quattro/cinque aziende? Circa il 40 per cento. La nostra quota di mercato è del 6/7 per cento. Come vede il giro d’affari legato al retail? Il giro d’affari specifico per il retail è in crescita. Le aziende strutturate finanziano e investono per portare prodotto sul mercato. Questo incremento è avviato da qualche anno, in coincidenza con lo sviluppo tecnologico e con la crescente necessità di ottenere risparmio energetico. Come vi rapportate alle catene? Lavoriamo in dettaglio sulle esigenze del cliente. L’obiettivo è trovare la soluzione idonea come layout, effetti, costo ecc. Ogni soluzione è diversa. Oggi, nel retail, circa il 60-70% delle vendite verte sulla soluzione a Led, rispetto alla quale il mercato riconosce il nostro prodotto come qualitativo e innovativo. Presentiamo dei payback anche di due anni, sino a un massimo di quattro. Guardando ai consumi, il Led quanto fa risparmiare? Circa il 30% e dura molto più tempo. Inoltre permette un forte risparmio in termini di manutenzione: noi diamo cinque anni di garanzia. Quali sono gli altri plus di questa tecnologia? La flessibilità: oggi, tramite la tecnologia Tuneable White, con il Led è possibile definire in loco le tonalità del colore. La commessa può anche impostare il colore della luce. Mi può citare alcune case history recenti? Tra le più recenti c’è quella con l’Aeroporto di Bologna. Per quanto riguarda i centri commerciali lavoriamo con Aspiag, Gruppo Conad, Coop, Famila, Billa ed Eurospin, quindi con grandi store. Sul fronte ratailer? Siamo qui (al Retail Business Forum di Gubbio, ndr) per agganciare un nuovo business. Al momento siamo in contatto con Prada e Coin, mentre già illuminiamo gli store Ferrari.

L’overview fornita a r&f da Assil (Associazione Nazionale Produttori Illuminazione, federata Confindustria ANIE) conferma, innanzitutto, l’impressione emersa dalla tre giorni del Retail Business Forum di Gubbio: evento organizzato da Richmond Italia durante il quale abbiamo intervistato aziende specializzate come Zumtobel Illuminazione, L&L Luce&Light e Linea Light Group. In un secondo momento abbiamo completato il nostro panel di aziende con Philips Lighting, Imoon, Artemide Italia e Fael SpA.

La nuova era dell’illuminazione per le catene

A spanne il mercato dell’illuminazione per il retail vale circa 200 milioni di euro. Dai feedback delle aziende intervistate si evince un certo equilibrio, in termini di giro d’affari, tra retail food e non food, entrambi posizionati sui 100 milioni di euro. Ma se nel retail la presenza di soluzioni a Led è ancora limitata, nell’alimentare la diffusione è maggiore. Il motivo di questo sviluppo è insito nella caratteristica tecnica del Led, che, al contrario della

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Analisi mercato MAXI «Garantiamo il prodotto 50mila ore» Christian Fedrigo,

key account manager di Linea Light Come si compone questo mercato? Il mondo dell’illuminazione per il retail sino a qualche anno fa era focalizzato su quattro/cinque aziende. Attualmente è molto polverizzato, con l’inserimento di tutto ciò che è prodotto cinese. E a quanto ammonta il giro d’affari? A circa 200 milioni di euro, tenendo presente non solo il retail ma anche il food. Quest’ultimo ha un ruolo molto importante, soprattutto per i supermercati, che stanno passando al Led. Da quanto tempo e con quale tipologie di prodotto vi proponete? La divisione retail in azienda è nata nel 2011 e fattura 8-10 milioni di euro l’anno. Linea Light significa Led, che pesa l’80% della produzione e il 60% del fatturato, pari a 45 milioni di euro sui 60 complessivi. Il Led cresce esponenzialmente, il vostro fatturato? Il Led è molto richiesto per cui il nostro fatturato cresce a due cifre. Essendo concentrati su questa tecnologia siamo avvantaggiati. Quali sono le principali richieste dei retailer? I due punti fondamentali che ci chiedono i retailer sono la riduzione del fabbisogno elettrico e dei costi di manutenzione. Linea Light garantisce il

lampadina tradizionale, lavora molto bene a basse temperature, per esempio nelle celle frigorifere, mentre mal sopporta le temperatura elevate. Superata la barriera tecnologia che sino a qualche anno fa non consentiva soluzioni qualitative, ma solo efficienti

sotto il profilo energetico, oggi il Led è in grado di adattarsi meglio alle esigenze del retail rispetto alle sorgenti tradizionali, e lo dimostra il fatto che circa il 60/70% delle vendite riguarda questa tipologia di referenza. Ma una condizione è d’obbligo: oltre alla qualità del prodotto sono

«La luce, un importante strumento di business» Alessandra Biondi,

key account di L&L Luce&Light Come si compone questo mercato? Le aziende attratte dal mercato retail sono tantissime, perché sta scomparendo il negozio singolo e si sta sviluppando il mercato retail. Quindi c’è molta attenzione su questo campo sia da parte di aziende di illuminazione storiche sia da parte di tutte le aziende che sono nate con l’elettronica del Led. Però bisogna fare distinzione tra chi produce Led e chi lo importa. Sono due realtà diverse che danno servizi altrettanto differenti. Voi lo producete o lo importate? Noi produciamo apparecchi a Led nella nostra sede in provincia di Vicenza da molto tempo. In particolare siamo attivi nell’illuminazione a Led specifica per i parchi commerciali da 7-8 anni. 200 milioni di giro d’affari per il settore illuminazione-retail è un dato verosimile? Sì, ed è destinato a salire. Il retail in generale sta dedicando sempre più attenzione all’illuminazione, soprattutto a quella a Led, in quanto sta diventando non solo un meccanismo di risparmio ma anche di vendita, di

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prodotto 50mila ore, che equivalgono a circa 11 anni di attività, per cui copre pienamente il ciclo di vita del negozio fashion, che varia dai tre ai cinque anni. L’investimento iniziale è una barriera significativa? Qualche volta rappresenta una barriera perché il Led costa circa il 20% in più rispetto a una soluzione standard. Però i prezzi si sono abbassati, per cui per un negozio di circa 100 mq l’investimento iniziale viene assorbito in circa 12-17 mesi. Come lavorate con i retailer? Cerchiamo di fare il vestito su misura per la catena, lavorando dalla progettazione alla vendita del corpo illuminante. Inoltre investiamo sulla qualità della luce, tema su cui attualmente c’è ancora un po’ di ignoranza. Recentemente abbiamo presentato un prodotto che si chiama Bolt, il nome dice tutto, utilizzando diodi Samsung. Con quali operatori avete lavorato recentemente? Abbiamo lavorato con Lindt e attualmente siamo impegnati con Fendi, Harmont&Blaine, Despar e Coin. Lo sviluppo del retail in Italia oggi è fermo, o quasi, quanto conta l’estero? Con Fendi apriamo una media di tre negozi a settimana tra Russia, Giappone e Stati Uniti. Mentre da gennaio ad oggi abbiamo aperto con Luxottica circa 200 punti vendita in Spagna. In Italia siamo fermi.

necessarie progettazione e installazione di livello, altrimenti la vita del prodotto stesso rischia di ridursi drasticamente e talvolta emergono problemi di sicurezza. Ma quali sono le principali caratteristiche delle mercato dell’illuminazione per il retail e, nello specifico, quali sono gli

impieghi riconducibili al Led? «Si possono dividere in due macro categorie: l’illuminazione funzionale e quella d’accento – ha spiegato Franco Rusnati, technical manager -attività tecnico/normativa di sicurezza di Assil –. La prima fornisce un’illuminazione d’ambiente, generica, e

business: con la luce si può vendere meglio e se mal progettata si possono fare danni importanti. Qual è lo scoglio più grande da superare in questo momento? La scorsa conoscenza dell’evoluzione della tecnologia a Led. Molti clienti si rivolgono ancora a operatori con soluzioni tradizionali perché si ricordano il Led come era una volta: una sorgente efficiente ma di scarsa potenzialità cromatica. Passato questo scoglio molti vogliono utilizzare solo il led, soprattutto nel food. L’investimento iniziale è una barriera? L’investimento iniziale è sempre una barriera e per questo va sempre spiegato. Se il progetto di illuminazione è accompagnato da dati tecnici e da calcoli di payback tale barriera è facilmente superabile. Nel retail i tempi di rientro devono essere intorno ai tre anni, non si va mai oltre ai cinque, perché molti negozi cambiano layout ogni tre o quattro anni. Quali soluzioni proponete? Siamo dei produttori ma siamo in grado anche di dare supporto illuminotecnico. La maggior parte di noi arriva dal mondo dell’illuminazione di vecchio stampo per cui abbiamo una cultura che possiamo mettere a servizio dei clienti. Quali sono le vostre case history più interessanti? Abbiamo collaborato molto con le Coop, realizzando illuminazione per il food nei reparti ortofrutta, macelleria e salumeria. Questo perché possiamo adeguare e inserire la sorgente migliore a seconda delle necessità. La luce accompagna innanzitutto l’architettura del negozio e deve fondersi al concept: può essere un potentissimo strumento di business in quanto può evidenziare la merce ma anche celare le eventuali imperfezioni.


in questo caso il Led fa fatica a penetrare il mercato perché subisce la concorrenza delle sorgenti tradizionali, ancora molto efficienti e ad elevata quantità di lumen emessi. La seconda macroarea è funzionale a evidenziare i singoli prodotti, a valorizzarli in vetrina. In questo caso

il Led, essendo una sorgente piccola, molto versatile, facilmente regolabile e normalmente direzionale, si presta bene a giochi di luce e quindi a questo tipo di impiego». Pianificato l’investimento, più oneroso di circa il 20% rispetto a quanto richiesto

«L’illuminazione che aumenta il fatturato» Paolo Tarquinio,

presidente C.d.A. di Imoon A quanto ammonta il vostro giro d'affari nel canale del retail? Il nostro giro d’affari, nazionale e internazionale, deriva quasi esclusivamente dal mondo retail; in particolare il 70% è ascrivibile al settore food della grande distribuzione mentre il restante 30% ha origine dal no food. Da quanto tempo e con quale tipologia di prodotto lavorate per gli operatori del retail? Il nostro è un marchio giovane, nato nel 2010; tuttavia abbiamo già un’esperienza ultra ventennale nel settore dell’illuminazione di punti vendita commerciali e una leadership consolidata nella vendita di prodotti specialistici per reparti alimentari. La nostra offerta comprende una gamma completa di corpi illuminanti con tecnologia a scarica, fluorescente e Led anche se, attualmente, il 90% dei progetti realizzati vede l’impiego di prodotti Led. Quali sono gli attuali trend del mercato? Risparmio energetico, riduzione dei costi di manutenzione e di emissione di CO2. Fornite soluzioni sia ai retailer che ai progettisti di centri commerciali, aeroporti e stazioni ferroviarie?

per una soluzione tradizionale, i plus che permettono un rapido ritorno economico solo la durata di vita del prodotto, l’efficienza energetica e l’assenza di manutenzione. Innanzitutto la durata: se la lampada a incandescenza dura mille ore, quella alogena fino a 2.000 ore e quella

a fluorescenza dalle 5 alle 10mila ore, la sorgente Led può arrivare a 50mila ore di funzionamento: l’equivalente di oltre 11 anni, prendendo a riferimento un utilizzo medio di 12 ore al giorno. Questo permette di pianificare payback in 2/4 anni. Ma perché questi plus siano reali, e non

Sì. I nostri interlocutori spaziano dal piccolo negozio al grande centro commerciale, dagli aeroporti alle stazioni di servizio. A prescindere da tipologia e dimensioni del cliente, il nostro scopo è quello di aiutarlo ad accrescere il fatturato attraverso l’utilizzo di una corretta illuminazione. Quali sono, ad oggi, le vostre principali realizzazioni per il retail? Forniamo soluzioni in tutti gli ambiti professionali con particolare attenzione al mondo retail dove siamo partner di riferimento per numerose aziende leader del settore, tra le quali Sma, Coop, Sisa, La Feltrinelli, Scarpe&Scarpe. Quali sono i principali progetti previsti per i prossimi mesi? Intanto il relamping di oltre 100 punti vendita appartenenti a differenti gruppi di distribuzione con l’obiettivo di sostituire la vecchia tecnologia a scarica con il Led per ridurre i costi energetici. Basti dire che con le nostre soluzioni stiamo raggiungendo consumi di 10W al metro quadro. In secondo luogo la realizzazione di nuove gallerie commerciali in Italia e all’estero e di progetti personalizzati che vedranno anche l’impiego di format innovativi. Quanto incide un'adeguata illuminazione sul prodotto e nel punto vendita sui consumi? La luce che ha il compito di rendere più accogliente l’ambiente e di valorizzare i prodotti esposti. Per emozionare e indurre un consumatore a comprare bisogna quindi scegliere temperatura di colore e resa cromatica adatte alla merce che si illumina. Anche la scelta del fascio luminoso ha la sua importanza. Un’illuminazione di qualità permette di incrementare il fatturato in maniera considerevole. Inoltre, è uno dei modi più semplici per risparmiare energia: se è efficiente infatti, può garantire un risparmio medio del 40% (in un megastore di 2.000 mq è possibile risparmiare fino a M.A. 40mila euro in un anno).

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Analisi mercato MAXI «In un mercato competitivo, vince il migliore»

Demetrio Porfiri,

Amministratore delegato e direttore commerciale di Artemide Italia srl A quanto ammonta il vostro giro d'affari nel canale del retail? Sviluppiamo un fatturato di circa 37milioni di euro in Italia, sul totale dei 130 milioni del gruppo Artemide nel mondo. La quota relativa alle vendite nel canale Retail arriva quasi al 20% del totale mentre il canale Office, Corporate ed Hospitality rappresenta circa il 35% del fatturato. Il restante 45% del business in Italia è destinato al mercato domestico, tipicamente Consumer. Da quanto tempo e con quale tipologia di prodotto lavorate per gli operatori del retail? Sin dagli anni ‘90 abbiamo sviluppato una gamma di proiettori professionali a binario e da incasso con elevate prestazioni. Nel corso degli anni lo sviluppo tecnologico ha favorito il rinnovo integrale della proposta tecnica e la presentazione di nuove gamme a tecnologia Led, dove il risparmio energetico e l’alto rapporto qualità/prezzo ha favorito la forte crescita commerciale proprio nel retail. Quali sono gli attuali trend del mercato? Per il mondo del retail è quello del rinnovo totale degli impianti per adottare la tecnologia Led. In pochi anni siamo passati da un tempo di ammortamento di questo tipo di impianti di 6-7 anni a 2-3 anni e questo grazie al continuo progresso tecnologico sui componenti elettronici e all’ottimizzazio-

ne di progettazione e produzione. Tra questi, quale quota di mercato hanno le soluzioni a basso impatto energetico? Le progettazioni di impianti di illuminazione retail a tecnologia Led sono ormai arrivate all’80% del totale. Fornite soluzioni sia ai retailer che ai progettisti di centri commerciali, aeroporti e stazioni ferroviarie? Certamente l’approccio progettuale è molto importante, sia se si sta affrontando un retail piuttosto che spazi pubblici quali aeroporti e stazioni. Quali sono, ad oggi, le vostre principali realizzazioni per il retail? Chanel, Gucci, Prada, Twin –Set, Moschino per il fashion; Vodafone FlagShip e Bang & Olufsen per la telefonia ed elettronica; Nissan Dealer Italia e Toyota Dealer Italia per l’Automotive; McDonald’s, Bialetti, Caffè Vergnano Shop e Autogrill per il food. Quanto incide un'adeguata illuminazione sul prodotto e nel punto vendita sui consumi? Come nell’arredamento domestico, una cattiva qualità progettuale dell’illuminazione può vanificare totalmente lo sforzo creativo dell’arredatore: negli spazi commerciali, specie quelli di alta gamma in cui siamo spesso chiamati a lavorare, è imperativo avere una progettazione accurata che si adatti di volta in volta al concept che il progettista ha ideato. Ecco perché abbiamo quattro centri di consulenza illuminotecnica, a Milano, Roma, Treviso e Napoli, dove lavorano 10 architetti lighting designer dalla comprovata espeM.A. rienza tecnica e creatività.

solo sulla carta, occorre un progetto illuminotecnico. «Si tratta di un elemento essenziale per capire quanta luce serve, dove serve e quando serve – ha precisato Rusnati –. Questo studio permette di ottenere ritorni di investimento notevoli. Al contrario si vedono negozi troppo illuminati, poco illuminati o mal illuminati. Generalmente si tende ad abbondare». Ma anche in questo caso il rischio di fregatura c’è. Negli ultimi quattro o cinque anni il mercato è stato invaso da prodotti di importazione, con specifiche prestazionali "inverosimili", almeno da catalogo, e molto aggressivi sul prezzo. «Il mondo dell’illuminazione subisce costantemente

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la concorrenza di prodotti non conformi ai requisiti essenziali imposti dalle varie direttive, che vengono messi sul mercato con prezzi molto competitivi. Questi prodotti, una volta istallati, danno sorprese sia in termini di prestazioni che di sicurezza. Come Assil lavoriamo affinché la marcatura CE venga applicata in modo corretto, nel rispetto delle regole. Abbiamo quindi messo in piedi un sistema che si chiama Assil Quality, attraverso il quale i costruttori dichiarano i loro valori prestazionali, che poi noi pubblichiamo sul sito. In questo modo il mercato può auto controllarsi», chiosa Rusnati. •


«Nuova vita allo store branding» Viola Ferrario,

marketing manager Italy, Israel & Greece Philips Lighting

A quanto ammonta il giro d'affari del comparto lighting nel canale del retail? Il retail apre un dialogo tra i professionisti del settore su come l’illuminazione contribuisca a dare nuova vita allo store branding: dalla valorizzazione dei prodotti, grazie all’utilizzo di diverse soluzioni, al ruolo delle fonti luminose rispetto alle percezioni emotive e psicologiche legate allo shopping. Da quanto tempo e con quale tipologia di prodotto lavorate per gli operatori del retail? La nostra expertise nell’illuminazione nei comparti food e grande distribuzione prosegue da oltre 40 anni, mentre da più di 15 anni operiamo anche nel settore fashion. Gli ambiti di illuminazione indoor nel retail sono tre: General lighting (illuminazione di base), Accent lighting (le luci per i prodotti a scaffale e le luci per i freschi) e Decorative lighting (l’illuminazione di complemento, di comunicazione, di rifinitura). Per l’outdoor sono invece due: l’illuminazione funzionale per le aree come i parcheggi e quella decorativa e architetturale, pensata per le facciate esterne. Quali sono gli attuali trend del mercato? Al momento uno dei principali riguarda la “funzione comunicativa” della luce. Oltre all’efficientamento energetico, ormai una conditio sine qua non, è fondamentale veicolare messaggi: una buona illuminazione migliora la percezione del prodotto per il cliente, rafforzando allo stesso tempo la riconoscibilità e i valori del brand. Tra questi, quale quota di mercato hanno le soluzioni a basso impatto energetico? La quota di mercato delle soluzioni a basso impatto energetico per Philips è praticamente del 100 per cento. Quali sono, ad oggi, le vostre principali realizzazioni per il retail? Importanti realizzazioni nel settore fashion hanno visto per protagonisti brand molto famosi come Replay e Bally. Nell’ambito food penso al recente progetto Eataly a Roma, che ha visto coinvolta la qualità della luce Philips con la tecnologia sostenibile dei Led, combinando efficienza e funzionalità con il gusto del design “Made in Italy” di Luceplan. Quali sono i principali progetti previsti per i prossimi mesi? Non ci fermiamo, stiamo lavorando all’apertura di Eataly in nuovi punti vendita in Italia, tra cui Milano, Firenze e Piacenza. Quanto incide un'adeguata illuminazione sul prodotto e nel punto vendita sui consumi? L’incidenza energetica può variare dal 25 al 35% di tutto il consumo del punto vendita per quanto riguarda le grandi superfici. Per le piccole, caratteristiche del fashion, con le nuove soluzioni si arriva a risparmiare anche oltre il 50 per cento. M. A.

«Creiamo soluzioni pronte per l’installazione, ad elevato valore aggiunto» Luciano Parravicini,

presidente Fael SpA

Da quanto tempo e con quale tipologia di prodotto lavorate per gli operatori del retail? Dal quartier generale di Agrate Brianza (MB), operiamo dal 1965 con partner commerciali dislocati in tutto il mondo. Accanto alla fornitura di proiettori innovativi e sostenibili, abbiamo un’ampia gamma di prodotti per l’illuminazione di grandi spazi, prodotti per strutture commerciali e industriali e idonei all’illuminazione di spazi per il retail, siano essi interni o esterni. Quali sono gli attuali trend del mercato? Negli ultimi anni abbiamo assistito a un graduale aumento dell’integrazione di nuove tecnologie anche nel comparto retail, che consentono il giusto illuminamento di ambienti pubblici e commerciali abbinato a un maggior risparmio energetico. Usiamo materiali di primissima qualità, ecocompatibili e interamente riciclabili, oltre all’integrazione dei Led in buona parte della nostra gamma. A tale scelta di eco-compatibilità si affianca la valutazione dell’architettura circostante, a cui l’illuminazione conferisce un tocco scenografico sicuramente di grande impatto. Quali sono, ad oggi, le vostre principali realizzazioni per il retail? Il nostro book di referenze vanta all’attivo numerose realizzazioni nell’ambito aeroportuale e commerciale. Nel primo abbiamo illuminato le aree di stazionamento degli aerei e i parcheggi dell’aeroporto internazionale di Malpensa, l’aeroporto internazionale di Abu Dhabi, l’aeroporto di Salalah in Oman, l’aeroporto internazionale di Jeddah KAIA - King Abdullaziz International Airport e l’aeroporto internazionale di Dakar, Senegal. Nell’ambito commerciale, invece, sono stati illuminati il posteggio esterno di Burger King a Oed in Austria, lo stabilimento della Maserati a Grugliasco e il centro commerciale 101 Tower a Kiev, in Ucraina. Quanto incide un'adeguata illuminazione sul prodotto e nel punto vendita sui consumi? I negozi e i centri commerciali si stanno trasformando in luoghi di aggregazione dove le persone concentrano momenti di acquisto abbinandoli a momenti di svago e divertimento. La luce assume un ruolo chiave sin dall’esterno dei punti vendita: una luce adeguata, non debole ma nemmeno troppo abbagliante, deve garantire la giusta visibilità del negozio e attrarre l’attenzione anche a grandi distanze. Il colore e la luce d’accento sono fattori che colpiscono interrompendo la monotonia. Un buon livello di illuminamento, inoltre, soprattutto nelle aree esterne dei centri commerciali (ad esempio i posteggi) aumenta la percezione della sicurezza degli avventori. Noi siamo in grado di garantire il rispetto e il miglioramento di questi parametri. M.A.

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Resoconto fiera - Expo Italia Real Estate

Mini Eire per chi si accontenta…

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Il trasloco da Rho-Pero a Fieramilanocity “giova” ad Eire che punta a catalizzare l’attenzione degli investitori nazionali e internazionali. Dalla piccola pattuglia di operatori del Retail Real Estate emerge, una volta di più, che è tempo di coinvolgere i tenant fin dalla progettazione dei nuovi mall, oggi più che mai destinati a rivitalizzare i centri cittadini

L

a nona edizione di Eire (Expo Italia Real Estate), per la prima volta era ospitata nei padiglioni di Fieromilanocity (nelle otto occasioni precedenti l’happening si era sempre svolta nel polo esterno di Rho-Pero), mostra tutte le sue difficoltà: meno metri quadrati, meno espositori non istituzionali, almeno del mondo Retail Real Estate, pochi i nuovi progetti e gli operatori provenienti dai grandi mercati emergenti. Guardando al bicchiere mezzo pieno, la nuova collocazione pare abbia centrato alcuni importanti obiettivi che si era proposta Ge.Fi., organizzatore dell’evento: intanto non disperdere aziende, manager, visitatori, energie (e stand) su un’area fin troppo estesa, anche in considerazione, inutile nasconderlo, di una situazione congiunturale difficile. Alcuni dati: 507 attori del settore tra enti e società con stand, investitori, sponsor e vari protagonisti dei convegni; oltre 80 realtà pubbliche, tra comuni, province e altri enti istituzionali; 86 società di investimento internazionali appartenenti a tutti i comparti dell’immobiliare.

partner o un investitore disposto anche a rilevare l’intera operazione, che ha già tutte le autorizzazioni e le licenze per partire. Più in generale, durante il convegno inaugurale del 4 giugno, “La valorizzazione del patrimonio, una grande occasione per l’Italia”, aprendo i lavori della tre giorni, Antonio Intiglietta, presidente di Ge.Fi, ha spiegato: «La presenza e il rinnovato interesse degli investitori internazionali nei confronti dell’Italia sono dati di fatto e perché quest’attenzione si possa concretizzare sono necessarie alcune condizioni. Non basta esprimere le potenzialità del patrimonio immobiliare, ma fare in modo che questi progetti siano presentati al mercato come opportunità trasparenti e reali. Serve, inoltre, la certezza di procedure e tempi amministrativi così come condizioni strutturali, a costo zero, per far correre il processo di valorizzazione del patrimonio immobiliare».

Agli investitori esteri si è rivolto anche il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, intervenendo subito dopo: «È necessario che il Governo incontri i fondi internazionali per ascoltare le loro esigenze, intraprendendo così politiche sul territorio, senza commettere l’errore di ricadere nel localismo». L’importanza dell’intervento estero in Italia era testimoniato anche iconograficamente da una mostra fotografica di 78 progetti realizzati da 29 società internazionali lungo lo Stivale, per un valore complessivo di investimenti pari a 40 miliardi di euro. Numerose le occasioni di incontro, dialogo e scambio, sia negli stand sia nell’Investor’s Lounge di Eire, tra i portatori delle opportunità sul territorio e i rappresentanti delle società di investimento. Esemplificativa a tale riguardo la presenza dello stand di Fs Sistemi Urbani (con Federservizi e Centostazioni una delle tre costole nell’immobiliare di Ferrovie

Pochi ma buoni

Per quanto attiene il mondo del Retail, si è confermata la presenza di un gruppo ristretto di 7/8 tra sviluppatori e società di commercializzazione attivi in Italia e all’estero; alcuni hanno colto l’occasione per presentare le loro ultime “creature”: CBRE illustrando la seconda fase delle iniziative attorno al “fashionable outlet” Città Sant’Angelo Village, I.C.C. - Italiana Centri Commerciali riportando gli interventi all’ex Cotorossi di Vicenza. A sua volta, Svicom ha presentato ufficialmente Esplo!, un concept innovativo di temporary store che prevede mobili componibili, mentre l’Ad di Larry Smith Italia, Corrado Vismara, ha dato ragguagli sul progetto Mid di Fiumicino, per il quale si cerca un

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Lo stand di Larry Smith, tra i principali della fiera

dello Stato), che proponeva al mercato nazionale e internazionale interessanti opportunità di business: ben 41 aree e spazi di diverse tipologie (in vendita o affittabili), per un totale di oltre 4 milioni di metri quadrati, su tutto il territorio nazionale.

I convegni

Sempre Corrado Vismara, nel corso del convegno “Il ruolo del Retail Real Estate nello sviluppo dei centri urbani: il commercio nel processo di valorizzazione”, forte anche del suo ruolo di vicepresidente del CNCC, co-organizzatore del convegno stesso in collaborazione con il Comitato Scientifico Eire, ha sottolineato come il connubio tra centri storici e commercio sia una realtà che affonda le radici in un passato lontano. Se nel dopoguerra il commercio aveva colonizzato le aree periferiche delle città, dove la “fame di case” portava l’edilizia (e la speculazione), adesso, con la crisi, il commercio deve tornare in centro, dove può contribuire a rivitalizzare aree degradate, spazi abbandonati, strutture dismesse. Gli esempi, illustrati di seguito dai relatori presenti, sono tanti, numerosi e di successo: dalla Stazione Centrale (ne ha parlato Stefano Mereu, Responsabile vendite e media di Grandistazioni) all’Excelsior di Milano (l’ex cinema a 30 metri da corso Vittorio Emanuele trasformato da Beni Stabili SIIQ in uno store di 4mila mq su sette piani, come ha raccontato Massimo


Moretti, Head of business unit portafolio retail della società), dalle Terrazze di La Spezia (ne ha descritto le caratteristiche Jerry Boschi, Responsabile per l’Italia di Sonae Sierra) al progetto di riqualificazione La Fornace di Valle Aurelia a Roma (ha spiegato tale intervento Stefano Pavarini, Development manager di Multi Devolopment Italy). Dalla collaborazione tra il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali e Eire è nato anche il secondo convegno di maggior interesse per il Retail, dal titolo “Un nuovo ruolo per il Retail nella Real Estate community”: ancora una volta è intervenuto Vismara, per il quale tutti i protagonisti della filiera costituita da owner, promotori, sviluppatori e retailer devono interagire e collaborare, scambiandosi informazioni e individuando nuove strategie e implementazioni operative, comuni a tutti i soggetti coinvolti nella progettazione, nella realizzazione e nell’apertura di un centro commerciale. Ha ribadito lo stesso concetto Pietro Malaspina, presidente di CNCC, mettendo in risalto come occorre «collaborazione fra sviluppatori e retailer sin dal momento della nascita del progetto del centro o del parco commerciale: il retailer, infatti, è colui che meglio può e sa orientare il prodotto al consumatore, perché lo conosce meglio di tutti». «La leva promozionale non basta più, il cliente chiede servizi ed emozioni», ha sottolineato a sua volta Francesco Montuolo, Executive Vice President

Confimprese. In un momento di crisi come questo, mentre l’e-commerce rischia di sottrarre al commercio tradizionale clienti sempre più “tecnologici”, occorre investire maggiormente per creare sinergie tra commercio fisico e virtuale. Come? Tante le soluzioni proposte, non ultima, né da sottovalutare, quella di avere una connessione wifi davvero efficiente in ciascun negozio e in ogni mall. Oggi, come facile constatare, al di là di cartelli e proclami, nei fatti non è sempre così.

Miscellanea

Ulteriori considerazioni per gli operatori del Retail Real Estate al termine della tre giorni meneghina: non c’è dubbio che in questa fase in cui i cordoni della borsa sono sempre più stretti (e le borse più vuote) ha maggior interesse a esporre in una fiera chi ha dei progetti importanti in corso o in fase di lancio. Per i presenti, comunque, qualche miglioramento è stato fatto rispetto al passato, per esempio in termini di disponibilità di inviti gratuiti messi a disposizione degli espositori per i loro ospiti. Del resto, come spesso accade in queste occasioni, le giornate effettive e più proficue di lavoro si riducono a una e mezzo, massimo due, il che può essere un dato importante per chi dovrà pianificare un certo investimento per presidiare la kermesse milanese. E per chi la organizza… M. A.

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newsarredo

Rondinegroup e Seramiksan insieme

Il regista del punto vendita

È programmata per l’11 novembre la partenza della terza edizione del Master in Retail Design & Management, un percorso didattico pensato e gestito da POLI.design, consorzio del Politecnico di Milano in collaborazione con Innova.com. Obiettivo: formare figure professionali in grado di rispondere ad una precisa esigenza del settore dell'arredamento, eccellenza del made in Italy. Premessa: come evidenziano molte ricerche, il settore dell'arredamento continuerà ad essere motore trainante della nostra economia. In particolare, l'export nazionale crescerà fino a 169 miliardi di euro nel 2018, il 47% in più rispetto al dato registrato nel 2012 (54 miliardi). In questo contesto già di per sé positivo il dato riferito al settore dell'arreda-

R

ondinegroup avvia l’internazionalizzazione aprendo il proprio capitale sociale a Seramiksan, gruppo ceramico turco, attivo nella produzione di piastrelle e sanitari. In base all’intesa sottoscritta, Lauro Giacobazzi è confermato nelle cariche di presidente ed amministratore delegato dell’azienda emiliana, mentre è prevista una compagine societaria paritetica al 50% della famiglia Giacobazzi e Seramiksan. Rondinegroup (fatturato 2012 pari a 63 milioni di euro, 286

ChiantiBanca, tra modernità e tradizioni

E

cco un rivoluzionario design per una filiale bancaria ideato e sviluppato da CREA International e DINN!: si chiama Restaurant Experience Banking il concept nato dall’esigenza del management di ChiantiBanca di rafforzare le potenzialità economiche e sociali del territorio toscano, attraverso un nuovo progetto di servizio e design delle filiali in cui l’ambiente è una citazione della tipica atmosfera delle osterie del Chianti. L’approccio relazionale subisce quindi una profonda trasformazione: tavolini bassi con sedute, tavoli alti con sgabelli e zone più chiuse per una maggior privacy. Nell’area di benvenuto, in particolare, uno spazio aperto e informale, il consulente accoglie il cliente facendolo accomodare in uno dei tavolini disposti centralmente, dove sono presenti tablet e brochure ordinati in accessori per ristoranti. Le postazioni ATM sono state predisposte invece per offrire un servizio automatizzato di cassa, al cui utilizzo verranno istruiti i clienti sin dalla prima visita nella nuova filiale. Inoltre, le eccellenze del Chianti vengono esaltate attraverso un sistema espositivo integrato e video wall di comunicazione. Infine, gli spazi si caratterizzano per l’utilizzo di materiali naturali, come il legno e il corten, e di colori pastello, come il noce e il verde mentre l’illuminazione soffusa esalta la pavimentazione grezza. •

dipendenti distribuiti tra sede centrale e tre siti produttivi) e Seramiksan (forte di oltre mille collaboratori e di una capacità produttiva installata di 28 milioni di metri quadrati di piastrelle di ceramica e di un milione di pezzi di sanitari) mantengono una completa autonomia gestionale, operativa e commerciale, anche se sono molteplici le possibili sinergie sul versante della distribuzione in diversi mercati, nonché in ambito ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e nella creazione di opportunità di business sui mercati internazionali. •

mento vedrà gli acquisti dall'estero arriverare a 31 miliardi di euro nel 2017, un valore tre volte superiore all'attuale export italiano di settore e il più alto rispetto agli altri settori analizzati. Molte le aziende che hanno collaborato alle precedenti edizioni del Master: Arclinea, Arreda.net, Boffi, Calligaris, Dorelan, Electrolux, Gruppo Leader, Lualdi, MisuraEmme, Valcucine e Veneta Cucine, oltre ad Agos Ducato.

Tim di Fiumicino: CREA l’atmosfera

La nuova flagship Telecom Italia Mobile di Fiumicino (RM) è stata ripensata da CREA International con l’obiettivo di caratterizzare lo spazio con una atmosfera accogliente e avvolgente. Si tratta infatti di una realizzazione innovativa in termini di visibilità, attrazione ed ingaggio dei flussi di clientela, senza tuttavia perdere di vista la coerenza con il concept e l’identità tipiche di tutti i nuovi negozi Tim, rinnovati sempre da CREA dal 2010. A caratterizzare in primis la nuova location sono display e dispositivi touch screen al posto dei supporti cartacei. L’ambiente è suddiviso poi in diverse aree di comunicazione: dalla zona brand a quella dedicata all’offerta del momento per concludere con quella dei servizi e dei contenuti. Calore e immediatezza di comprensione caratterizzano invece l’area show room. Anche i colori del brand e i materiali utilizzati mirano ad abbracciare i clienti, avvolgendoli e attraendoli allo stesso tempo.

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newstecnologia Spar si rinnova con NCR

Spar installerà 108 self-checkouts di NCR nei suoi punti vendita italiani entro la fine dell’anno. Dopo Slovenia e Austria, anche nei supermercati a marchio Despar (questa la declinazione italiana del logo olandese accanto ai nuovi Iperspar) lungo lo Stivale è stata scelta l’azienda americana che produce dispositivi di pagamento come unico fornitore di casse “fai da te”; in media quattro le unità che saranno installate in ogni store della catena di grocery. I primi dispositivi sono già operativi negli esercizi commerciali dell’Alto Adige (Bolzano) a seguito

di un progetto pilota che era stato realizzato in un punto vendita del Veneto (Padova) l'anno scorso. Nel complesso, è previsto un investimento di un milione di euro.

Micros Kachng e payleven uniscono le forze

Micros Kachng, azienda attiva nel settore del commercio al dettaglio e alberghiero, e payleven, operatore europeo specializzato nel mobile payment, hanno unito le forze per fornire al mercato la prima soluzione al mondo basata su cloud-of-sale (Pos) integrata con la tecnologia di pagamento con carta Chip&Pin. Il primo passo della sinergia sarà il lancio sul mercato del Regno Unito. Il sistema che verrà implementato è del tipo “paghi solo se lo usi”, incorpora le più elevate funzionalità Pos e può essere configurato istantaneamente. Tra le altre funzionalità troviamo la garanzia di massima sicurezza (il dispositivo è certificato EMV livello 2), la possibilità di gestire molteplici dispositivi, l’accesso ai dati nel cloud in tempo reale (con reportistica dei dati di vendita, magazzino e pagamenti aggiornati in tempo reale) e straordinari strumenti di vendita connessi con il suo utilizzo (come promozioni, sconti, coupon).

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I vantaggi del cloud

A

dotteranno presto soluzioni basate su cloud e stanno sviluppando piani per risolvere i problemi legati ai Pos: è in questa duplice direzione che si stanno muovendo i rivenditori indipendenti di tutta Italia secondo una ricerca realizzata da Epson a livello europeo. Nel Belpaese, in particolare, sono emersi alcuni dati dalla valutazione delle risposte fornite: il 37% degli intervistati ha dichiarato di utilizzare già sistemi basati su cloud (37%) o di voler passare a un sistema di questo tipo entro i prossimi cinque anni (73%). Ma la maggior parte vuole adottare il cloud in tempi più brevi: per questo, il 13% del panel ha già implementato un piano ad hoc, mentre il 68% ne ha uno in fase realizzativa. Non solo: il 19% che non prevede allo stato attuale alcun piano afferma di voler passare comunque a un sistema basato su cloud entro il 2018. A tutti gli operatori indipendenti coinvolti nell’indagine è comune una consapevolezza: dall’utilizzo di questa tecnologia derivano indubbi risparmi sui costi e vantaggi in termini di efficienza. I sistemi Pos migliorati hanno infatti una maggiore capacità di raccogliere ed elaborare i dati dei clienti per incrementare le vendite (78%) e offrono l'opportunità di migliorare il posizionamento rispetto alla concorrenza (60%). •

Partnership strategica tra Zucchetti e TCPOS Il Gruppo Zucchetti, attivo nel settore italiano dell’IT, e TCPOS SA, fornitore elvetico di soluzioni Pos, collaboreranno nella vendita di soluzioni di information technology a livello internazionale. La partnership si sostanzia con l’entrata del Gruppo (con oltre 90mila clienti e un fatturato 2012 di 285 milioni di euro è la prima azienda di software in Italia, la 32° in Europa) nella compagine azionaria di TCPOS, che potrà utilizzare la struttura del nuovo azionista per la commercializzazione e l’internazionalizzazione dei propri prodotti. Gestione e management di TCPOS Svizzera, Germania, Francia e Italia rimangono indipendenti e non subiranno variazioni. La complementarietà dei prodotti e delle soluzioni delle due imprese consentiranno un’offerta sempre più completa ai clienti nazionali ed internazionali. Ad oggi, ha già preso il via la pianificazione per l’integrazione delle varie soluzioni e la loro commercializzazione. I primi progetti comuni partiranno in Romania e Qatar.

Un premio a Concept Replay da Popai

L

a soluzione più innovativa ed efficace per il marketing di prossimità: è questa la motivazione con la quale HI Shop, soluzione di Contextual Marketing ideata e sviluppata da Concept Reply, ha vinto il premio Best in Show all’Italian Popai Award 2013. Il riconoscimento è stato attribuito da Popai, attraverso una giuria composta da esponenti ed esperti del marketing e della comunicazione di importanti aziende multinazionali attive nei mercati Retail e Consumer Goods. HI Shop è stata giudicata la miglior soluzione in termini di originalità e innovazione digitale per il punto vendita: attraverso smartphone e tablet abilita infatti in modo semplice l’interazione con il consumatore e consente di gestire le attività di instore promotion e di ambientazione, all'interno del punto vendita e in zone attigue. In soldoni, HI Shop permette al cliente l’invio e la ricezione di messaggi personalizzati sul proprio smartphone o tablet,

in diverse lingue, di virtualizzare le carte fedeltà e di inviare e gestire codici a barre e QR Code, digitalizzando quindi le attività di couponing. È anche integrabile con soluzioni di Digital Product Placement così da mettere in comunicazione la marca con il proprio consumatore finale utilizzando il canale televisivo come veicolo per raggiungere lo smartphone o il tablet dello spettatore. •


Da Tyco, una piattaforma per i retailer

S

i chiama TrueVUE Integrated Store Performance Platform di Tyco ed è una nuova piattaforma per i retailer, installata e mantenuta da Tyco Integrated Fire & Security. Basata su standard aperti, la piattaforma combina soluzioni di store performance e di sicurezza e offre informazioni in tempo reale; si basa su 45 anni di eccellenza di Tyco nel retail e raccoglie le informazioni dalle soluzioni di sicurezza e di store performance di Tyco con l'obiettivo di acquisire, interpretare, creare report e rispondere intelligentemente ai dati operativi che provengono da negozi, dipendenti, inventario e clienti. Il fine ultimo è quello di ottimizzare le operazioni retail e migliorare la customer experience. In definitiva il sistema aiuta i retailer a indirizzare buona parte dei loro obiettivi più importanti: l'ottimizzazione dell'inventario, il miglioramento dei tassi di conversione e delle strategie di assortimento, la riduzione al minimo delle perdite, l'aumento della produttività dei dipendenti e il potenziamento della store performance complessiva. •

Elatos per l’e-commerce

Elatos Web, specialista italiano dell’ERP on-line, forte di oltre 4mila clienti in Italia, ha presentato la nuova soluzione cloud per le vendite in Rete, Elatos eCommerce. Si tratta di un pacchetto integrato con il software gestionale per andare incontro alle esigenze di flessibilità, economicità e produttività delle piccole e medie imprese che vogliono intraprendere il business dell’e-commerce. È un gestionale totalmente fruibile dalla rete in versione ASP con integrate le funzioni di una soluzione di commercio elettronico, con la quale è possibile gestire da un’unica piattaforma sia la contabilità e i processi aziendali, sia l’intero ciclo legato alla vendita on-line (anagrafica clienti e agenti; gestione del magazzino e delle scorte; contabilità generale e IVA; schede prodotti; riordini a fornitori; listino prezzi e scontistiche; gestione degli incassi e pagamenti e molte altre funzioni aggiuntive che vengono costantemente migliorate e aggiornate). Elatos eCommerce risolve inoltre il problema delle spedizioni con

le funzioni di Drop-Shipping, permette l’export verso i maggiori comparatori di prezzi on-line ed è integrato con eBay e Icecat.

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International Starbucks in store con El Corte Inglés

Esordio pilota per Starbucks nel mondo iberico dei department store: la prima catena di coffee shop del globo ha tagliato il nastro ad un locale all’interno della flagship madrilena de El Corte Inglés di calle de Preciados; la caffetteria ha preso

possesso di una superficie di 150 mq al livello -1 con la prospettiva, col conforto dei numeri, di ripetere la formula in altri store della prima catena nazionale di grandi magazzini. Starbucks è presente in Spagna dal 2002 grazie ad una joint-venture con il Grupo Vips, una delle maggiori voci del mercato della ristorazione commerciale: ad oggi i partner hanno tagliato il nastro a 73 vetrine; il prossimo passo sarà quello di portare il marchio in quei capoluoghi di provincia dove non è ancora presente.

Meno Real, più Auchan

Entro fine 2013 Auchan Russia cambierà l’insegna all’intera rete locale di iper Real, acquisita da Metro, in Auchan o Auchan City, a seconda delle dimensioni: si tratta di 16 strutture di superficie compresa tra 6mila e 11mila metri quadri. In parallelo, il retailer d’Oltralpe ha in animo di aprire 4 nuovi store nell’anno in corso e altri 10 nel 2014. Il passo dà attuazione all’accordo siglato a fine 2012, quando il gruppo francese aveva rilevato per 1,1 miliardi di euro l’intero network di Real dell’est Europa, fatto di 91 iper tra Polonia, Russia, Romania e Ucraina, 13 dei quali ospitati in shopping center: una rete commerciale che nel 2011 aveva prodotto vendite complessive per 2,6 miliardi di euro impiegando circa 20mila maestranze.

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duty free world

By James Ross - London

Turkish delight Piaceri turchi Turkey’s importance in Europe – and the world – is growing, and its aviation business is one of the pillars on which the country is building its international prominence. The economic success of Turkey can be seen in its GDP growth rates. Between 2010 and 2012 they were +9.2%, +8.5% and +2.6% (source: CIA World Factbook) and while the growth has reduced significantly in 2012, it is much better than the European Union average (-0.5% according to the World Bank). Turkey is also predicted by the OECD to see annual average real GDP growth rise by +5.2% annually between 2012 and 2017 – far superior to any other OECD country. From a duty free perspective this is all good news, but more so is the pace of aviation and tourism development. Of Turkey’s 45 airports, 13 now serve international flights and public-private partnership models are being implemented to beef up the sector. A tender for Istanbul’s new 150m capacity airport costing €7bn – expected to be the largest in the world when completed within four years – has already been concluded and other airports under the PPP scheme, such as Çukurova Regional Airport, are also underway. This is based on booming traffic and Turkish Airlines’ aim of making Turkey a global connecting hub for global air routes. And while ACI Europe spoke of “an alarming decline” in European airport growth for 2012, Istanbul’s Ataturk Airport shone with passenger growth up +20.3%, Istanbul’s Sabiha Gökçen Airport grew by +8.4%, Izmir +9.6%, and Ankara +8.6%. Tourism spending has also been rising fast with receipts of $25.7bn in 2012, significantly up on the $20.8bn in 2010. Despite the recent rioting in Istanbul, Turkey is regarded by many to be fiscally well managed. Even with a somewhat high current account deficit and the political unrest of late, investor confidence remains strong and the solid duty free sales seen in the market in recent years look set to increase with new or enlarged airports appearing on the horizon.

L’importanza della Turchia in Europa – così come nel mondo – è in costante crescita, e lo sviluppo del business aviation rappresenta uno dei pilastri su cui il paese sta costruendo la sua posizione di prestigio. Il successo economico della Turchia può essere visto attraverso i tassi di crescita del suo PIL: tra il 2010 e il 2012 sono stati rispettivamente del 9,2%, 8,5% e 2,6% (fonte CIA World Factbook); se è vero che la crescita si è ridotta in modo significativo nell’ultimo anno, resta comunque molto più alta della media registrata dall’Unione Europea (pari a -0,5%, secondo la Banca Mondiale) Secondo l’OCSE, poi, in Turchia, tra il 2012 e il 2017, è previsto un aumento reale medio del 5,2% all’anno, di gran lunga superiore alla crescita media di qualsiasi altro paese dell’OCSE. Da punto di vista del travel retail si tratta senza dubbio di un’ottima notizia, ma lo è ancor di più il ritmo di crescita del trasporto aereo e dello sviluppo turistico. Su 45 aeroporti presenti in Turchia, 13 servono già voli internazionali e sono stati predisposti modelli di partnership tra pubblico e privato per far lievitare l’intero comparto. Si è già consumata, ad esempio, la gara da 7 miliardi di euro per il nuovo aeroporto di Istanbul che, una volta completato nell’arco di 4 anni, avrà una capacità complessiva di 150 milioni di passeggeri e dovrebbe diventare il più grande hub del pianeta; altri tender sono al momento in corso, quale quello per il Çukurova Regional Airport, sempre con la formula mista pubblico-privato. Tali progetti si basano su un traffico in piena espansione e sull’obiettivo di rendere la Turchia un hub di collegamento internazionale per le rotte globali di Turkish Airlines. E mentre ACI Europe ha parlato di un «preoccupante calo» nella crescita europea del sistema aeroportuale per il 2012, l'aeroporto Ataturk di Istanbul brillava grazie ad una crescita dei passeggeri del 20,3%, mentre il Sabiha Gökçen, sempre di Istanbul, registrava un + 8,4%, Izmir un +9,6% e Ankara un +8,6%. Il fatturato legato al turismo, d’altronde, è anch’esso in rapida crescita, passato com’è in modo significativo dai 20,8 miliardi di euro del 2010 ai 25,7 del 2012. Nonostante la recente rivolta di piazza a Istanbul, la Turchia è considerata da molti una nazione fiscalmente ben gestita. Pur a fronte dell’elevato disavanzo dei conti correnti e delle recenti agitazioni politiche, la fiducia degli investitori resta forte, così come permangono solide le vendite del travel retail così come le abbiamo monitorate negli ultimi anni, con la prospettiva di crescere ulteriormente grazie all’ampliamento o al taglio nastro prossimo venturo di strutture aeroportuali.


Miscela amara per Lavazza

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tenta a decollare il piano di sviluppo di Lavazza Espression nel mercato britannico: a nove mesi di distanza dall’annuncio dell’accordo siglato tra Lavazza UK e Catalyst Retail, che aveva come obiettivo minimo l’apertura di 50 caffetterie, nessuna vetrina ha ancora visto la luce, neppure quelle annunciate al Trafford Centre di Manchester e al Trinity Centre di Leeds. Il presidio nelle isole britanniche è tutt’oggi composto da 4 vetrine in gestione diretta, una all’interno di Harrods e 3 in altrettanti scali aeroportuali (Belfast City, Dublin International e East Midlands). I problemi riguardano da vicino il partner locale che, a detta dei potenziali franchisee, dopo aver intascato un deposito pari a 23.994 sterline (oltre 28mila euro), non garantisce adeguata comunicazione e supporto: da qui la crescente richiesta di riavere indietro la caparra. A ciò si è aggiunta l’uscita di scena di Cushman & Wakefield, che aveva il compito di selezionare gli immobili più idonei. Lavazza, dal canto suo, promette soluzioni rapide a tutela degli investitori e misure adeguate a tutelare la sua immagine e reputazione.

McDonald’s, 300 volte Cina

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rdine di scuderia: bissare, anzi superare le aperture dell’anno passato. Così, secondo quanto riporta Bloomberg, McDonald’s punta a chiudere il 2013 con 300 nuove vetrine in Cina, contro le 256 del 2012, superando in tal modo quota 2mila ristoranti in attività nel primo mercato asiatico. Ciò comporterà, tra l’altro, l’assunzione di circa 75mila dipendenti e l’espansione della formula McCafé, la cui presenza crescerà del 45% sino ad un totale di 750 corner. Forte di una quota di mercato del 15,6%, il re dell’hamburger ha dunque deciso di cavalcare la tigre, finché dura: il mercato del quick service di Cina, secondo stime di Euromonitor International, crescerà nel 2013 del 14%, per un valore complessivo di 115,1 miliardi di yuan (circa 14,5 miliardi di euro).

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International Di Aramark la prima rete ai Mondiali

Aramark si è imposto su 16 competitor, mettendo le mani sui servizi di ristorazione per i due tornei di calcio per rappresentative nazionali che

Brasile, aeroporti ai privati

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econda fase del processo di privatizzazione degli scali aeroportuali brasiliani: dopo il primo giro di concessioni che nel 2012 ha assicurato l’affidamento delle strutture di Brasilia, Guarulhos e Viracopos, ANAC (Agência Nacional de Aviação Civil) ha lanciato il tender per l’Antonio Carlos Jobim International Airport (Galeão), che serve Rio de Janeiro, e il Tancredo Neves International Airport (Confins), porta d’accesso a Belo Horizonte. Per il Galeão, su cui scalano oggi 17,5 milioni di passeggeri, viene proposta una concessione della durata di 25 anni con possibile proroga quinquennale, a fronte di un’offerta minima

da 2,17 miliardi di dollari, una royalty minima annua del 5% e investimenti garantiti per 2,4 miliardi; per il Cofins, per il quale transitano 10,4 viaggiatori all’anno, si parla di una concessione trentennale (con proroga quinquennale) con base d’asta pari a 730 milioni di dollari, royalty minima del 5% e investimenti garantiti per 1,6 miliardi. L’authority aeroportuale statale Infraero manterrà in ciascuno scalo una quota del 49%: il consorzio che si andrà a costituire dovrà essere formato da una o più società che già gestiscano uno scalo con 35 milioni di passeggeri all’anno con una quota minima del 25%.

interesseranno il Brasile nel biennio 2013/2014: prima la Confederations Cup, dal 15 al 30 giugno 2013, quindi la Fifa World Cup (ovvero il campionato mondiale), di scena dal 12 giugno al 13 luglio 2014. Il colosso di Philadelphia lavorerà fianco a fianco con un partner carioca (Convivas Brasil) e con un network di fornitori locali, garantendo soluzioni ristorative in 6 stadi per la Confederations Cup e in 12 per la World Cup, arrivando a gestire all’apice del suo servizio circa 10mila maestranze. Aramark vanta una lunga esperienza al servizio degli eventi sportivi: tra gli ultimi appuntamenti presidiati, le precedenti edizioni di Confederations Cup e Fifa World Cup (2005/2006) nonché delle Olimpiadi estive di Pechino 2008 e di Londra 2012.

Alta Velocità, a breve i cuochi

Gioco a due a Parigi, a tre a Roma: i tender per le gare di ristorazione a bordo treno di Trenitalia e SNCF vedono in entrambi i casi in short-list Newrest-Wagons Lits e Chef Express (Gruppo Cremonini), con LSG Sky Chefs nel ruolo del terzo incomodo solo in Italia. In Francia, com’è noto, il gestore del servizio di bordo è attualmente Cremonini Restauration che punta a confermarsi in tutti i tre lotti in cui è divisa la gara, che interessa l’80% della rete TGV, per un valore qua-

driennale d’appalto da 280 milioni di euro; nel mercato domestico, dove si accinge ad esaurirsi il mandato di Tanto & Buono by Accor (Treno Servizi Integrati), il novero dei servizi on board di Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca vale invece 480 milioni di euro per un ingaggio della durata di 6 anni.

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Tanto Far East per Guess

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uess ha archiviato l’esercizio fiscale 2012-2013 con un fatturato globale di 2,66 miliardi di dollari (per un calo anno su anno dell’1,1%), realizzato per il 50% in Nord America, per il 35% in Europa e Medio Oriente e per il 15% in Asia e attraverso affiliazioni in licenza. L’Italia rappresenta il primo mercato continentale con 150 vetrine e 261 milioni di euro di turnover. Il brand di abbigliamento guarda ad un arco temporale di un quinquennio per raggiungere quota 2.250 vetrine globali dalle attuali 1.690: tre quarti delle aperture interesseranno l’Europa (che col Medio Oriente conta per 622) e l’Asia, dove i negozi passeranno da 470 a 650. Mercati privilegiati di crescita saranno, in primis, Corea del Sud, Cina ed India, dove Guess ha appena tagliato il nastro alla sua prima flagship. Quindi sarà la volta del Giappone e del Brasile.

Bottega brinda in America Latina

Due nuovi mercati in America Latina per Bottega Group: l’azienda di Treviso, specializzata nella produzione e distribuzione nel mondo travel retail di vini e distillati, ha recentemente siglato accordi commerciali sia in Cile che in Suriname. Di particolare rilievo l’approdo cileno, mercato quanto mai ostico sia per l’elevata produzione vinicola domestica, sia per le politiche protezionistiche adottate nel settore dal governo di Santiago. Con queste due new entry, Bottega tocca quota 120 paesi serviti nel mondo, dal Ghana alla Cambogia; nella sola America Latina salgono a 10 i mercati interessati, visto che era già presente in Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay, Ecuador, Perù, Colombia e Venezuela.


Due mall cinesi per Carlyle

T

he Carlyle Group investe sulla grande distribuzione di Cina: il fondo di private equity, attivo dal 1999 nel primo mercato asiatico, ha siglato una partnership commerciale con SZITIC Commercial Property Co. rilevando il 49% degli shopping mall regionali Suzhou In-City Mall e Hangzhou Gudun In-City, di proprietà e gestiti da SPC, uno dei maggiori sviluppatori di centri commerciali di Cina. Il CC Suzhou In-City, situato tra il centro storico e l’area industriale dell’omonima metropoli, ha una gla di 136mila mq, disposti su quattro piani, mentre il CC Hangzhou Gudun In-City, situato nella parte nord-ovest del Distretto Xihu di Hangzhou, ha dispone di una superficie lorda complessiva di 52mila mq su quattro livelli: entrambe le proprietà sono operative da oltre un triennio offrendo un mix commerciale fatto di moda, elettronica, intrattenimento e ristorazione. Tra i brand internazionali di maggiori richiamo, annoverano Wal-Mart, Sephora e Starbucks.

Heathrow, 69 shop al T2

è

ufficialmente partito il conto alla rovescia per l’inaugurazione del nuovo T2 dell’hub di London Heathrow, il cui taglio nastro è previsto per il 4 giugno 2014. Demolito nel 2009 il terminal originario, in attività dal 1955, la neonata struttura, costata 2,5 miliardi di sterline, sarà la nuova casa delle 23 compagnie aeree appartenenti alla Star Alliance (che rappresentano da sole circa il 20% del traffico di scalo), oltre che di germanwings, Aer Lingus e Virgin Atlantic Little Red. A regime registrerà un flusso annuo di circa 20 milioni di passeggeri. Al suo interno sono previste 69 vetrine, la cui commercializzazione è già in atto con la prospettiva di presentare il mix entro la fine dell’estate: ci saranno 52 store di retail e 17 di food & beverage, inclusi 7 ristoranti con servizio al tavolo e vista sulla pista.

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Vetrina Tartufo fuori stagione

SelfCookingCenter di Rational, alla portata di tutti

Con il SelfCookingCenter whitefficiency, Rational ha creato una nuova soluzione che facilita l'utilizzo da parte di qualunque operatore. Grazie alla funzione “MyDisplay”, le innumerevoli possibilità dell'apparecchio possono essere ridotte allo stretto necessario per determinati contesti o utenti. Basta stabilire se i processi di cottura per i vari prodotti debbano avvenire tramite testo o immagini e quali segnali acustici debbano essere emessi.

Gustare il tartufo anche fuori stagione: è da questa intuizione e dall’esperienza di Domenica Bertolusso e Beppe Montanaro che nel 1975 è nata Tartuflanghe, azienda piemontese del comparto dei prodotti di alta gastronomia. La Crema al Salmone e Tartufo e quella ai Peperoni e Tartufo sono deliziose creme dal gusto estivo e leggero, perfette per il momento dell’aperitivo ma anche per condire primi piatti e tartine.

Ingenico rivoluziona il punto cassa

L’antitaccheggio di Checkpoint Systems

Checkpoint Systems presenta MetalPoint™ HyperGuard™, nuova soluzione software-based capace di rilevare gli strumenti più comuni utilizzati per il taccheggio, come borse rivestite di alluminio o magneti. Contro i furti subiti dal Retail, questo strumento fornisce ai responsabili della prevenzione delle perdite un modo efficace per identificare i potenziali taccheggiatori, fin da quando entrano nel punto vendita.

Da Ingenico la nuova PinPad multifunzionale iPP480 H-Touch (Hybrid + Touch-screen) per rivoluzionare il punto cassa nel mondo della distribuzione organizzata. Un POS di nuova generazione: interattivo, con touch-screen a colori, firma dello scontrino direttamente sullo schermo e un unico lettore ibrido per la lettura di carte sia a chip che a banda magnetica in un unico inserimento.

Un premio per Pinox Le bollicine di Rocca dei Forti: estate con più gusto

Bollicine d’estate: è il nome dell’iniziativa lanciata da Rocca dei Forti, azienda spumantistica del Gruppo Togni, con l’obiettivo di valorizzare il gusto e il piacere delle bollicine al di fuori della pura ricorrenza. Protagonista di questa nuova iniziativa è il Blanc de Blancs, spumante extra dry di grande finezza ed eleganza.

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Al termostato Pinox della tedesca Oventrop il prestigioso riconoscimento Design Plus, assegnato ogni anno da una giuria internazionale che seleziona tra i prodotti in commercio da meno di due anni, diretti al consumatore, i più funzionali, che rispettino l'ambiente e che siano particolarmente innovativi, attraenti e utili. Ispirato alle forme del design moderno, Pinox fa tendenza. Funzionale ed elegante, il termostato si abbina perfettamente ai termo arredo di design.


Il caviale italiano conquista gli zar

Agroittica Lombarda, produttore del caviale Calvisius, annuncia con estrema soddisfazione l’esportazione dell’ormai celebre prodotto made in Italy nella Federazione Russa. Una conquista importante, tenacemente perseguita per almeno 5 anni, e che segna una svolta decisiva nelle dinamiche di mercato, oltre a sancire l’ennesimo grande successo di una specialità alimentare di alta gamma: insomma un’italiana alla corte degli zar.

Doppia luminosità per XJ-SK600 di Casio

Snello Rovagnati, 100% di bontà

Senza glutine e senza proteine del latte, a basso contenuto di grassi, Snello Gusto e Benessere di Rovagnati è la linea di prodotti perfetta per chi cerca un’alimentazione sana ed equilibrata, senza rinunciare al piacere della tavola. Una gamma completa di alimenti che spazia dai singoli affettati (prosciutto cotto e crudo, tacchino, pollo, carpaccio di manzo e bresaola), agli stick e alle fresche insalate.

Una luminosità di 6.000 Ansi Lumen per il nuovo videoproiettore XJ-SK600 di Casio. L’innovativo sistema di proiezione utilizza contemporaneamente due videoproiettori in configurazione stacking. Una soluzione che permette di raddoppiare la luminosità per realizzare proiezioni anche in condizioni difficili o in presenza di una luce considerevole, come le vetrine dei negozi.

Una nuova veste per gli spumanti di Carpenè Malvolti

O-I (Owens-Illinois) e Carpenè Malvolti insieme per la nuova veste grafica e la bottiglia di tre prodotti: il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Tipico Extra Dry, il Rose Brut e il Prosecco DOC Brut. La nuova bottiglia rivisitata da O-I, da 75 cl, in colore OAK, esalta l'immagine del prodotto attraverso una veste fresca e giovane, con un’anima chic, che risulta ancora più adatta a tutte le occasioni.

MySmoothie: buono e salutare

Un vero concentrato di salute e bontà: i centrifugati di frutta svedesi mySmoothie sono insuperabili per la loro azione disintossicante, mineralizzante e neutralizzante dell'acidità in caso di una alimentazione poco equilibrata. Tre ottime ragioni per consumarli quotidianamente. Basti dire che servono ben 125 mirtilli, 1 mela, mezza banana, 13 lamponi e 16 acini d'uva per poter gustare il più famoso centrifugato al mondo: dissetante, nutriente, salutare, ideale per chi ha problemi di circolazione!

Gusto ed equilibrio con i prodotti Artigianpiada

Artigianpiada, azienda riminese che dal 1994 produce e distribuisce la tradizionale piadina romagnola, propone due novità: Extravergine, una piadina in cui sono presenti solo grassi vegetali e Che Pizza 7+, con 7 cereali, perfetta come base per la pizza ma anche valido sostituto del pane da accompagnare a qualsiasi cibo. Entrambi gli alimenti coniugano i piaceri del gusto con quelli di un’alimentazione corretta ed equilibrata.

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La foto

Message in a bottle! Il più grande messaggio in bottiglia del mondo, 12 mq, è ora in viaggio nell'oceano Atlantico. L'originale iniziativa è del brand di soft drink ‘Solo’. Chi riceverà la bottiglia potrà leggere l’enorme testo e dissetarsi con un mare di Solo.

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La pulce nell’orecchio

di Simone Filippetti

Il flop di Moleskine in Borsa? Il lusso è una cosa seria

U

n “flop” così, a Piazza Affari, non lo vedevano da anni. E nemmeno se lo auguravano, a dire il vero. Le agendine Moleskine sono la più deludente matricola da anni a questa parte. Portata in Borsa tra grandi clamori e fanfare, l’azienda dei taccuini resi famosi da Bruce Chatwin è in costante calo e sembra già finita nel dimenticatoio delle tanti Pmi che promettono faville e invece regalano dispiaceri. Pure Borsa Italiana, che aveva salutato con grande enfasi la quotazione parlando di successo ancor prima che il titolo debuttasse, ora sembra quasi voler dimenticare questo spiacevole passo falso. Solo che i risparmiatori e chi è corso a sottoscrivere le azioni non dimentica. Quotata a 2,3 euro, Moleskine oggi (metà giugno) galleggia sotto i 2 euro, con uno scivolone di circa il 15 per cento. E chissà se rivedrà mai almeno il prezzo di collocamento, che non sembra aver nessuna voglia di riacciuffare. Ma, soprattutto, il passo falso Moleskine ha gelato le ambizioni di fare di Milano la Borsa del lusso e della moda. Ma cosa è andato storto? È andato storto che Moleskine è stata spacciata come una griffe del lusso, quando è solo una cartoleria, sebbene molto elegante e fashion. Le agendine con la copertina in pelle saranno pure diventate un oggetto cool tra giovani (e meno giovani) ma rimangono pur sempre un oggetto in sé “cheap”. Il lusso, e soprattutto il super-lusso a cui Moleskine ha tentato incautamente di paragonarsi, sono ben altra cosa. Eppure i numeri di Moleskine sono davvero interessanti: ha una marginalità altissima. Ma hanno voluto strafare. Le banche d’affari sfoggiavano

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una sicumera d’altri tempi: Moleskine è lusso, dicevano. Peccato che poi il mercato non sia stato della stessa opinione. Il flop di Moleskine ha di fatto congelato tutte le altre matricole che erano in corsa per sbarcare in Borsa. E se le cose non cambieranno da qui a dicembre, questa sarà stata l’unica quotazione in un mercato azionario sempre più asfittico e ridotto all’osso. Così come è successo negli ultimi tre anni, peraltro: una sola quotazione all’anno. Ma almeno fino a Moleskine si poteva dire: poche, ma buone. Già perché sia Salvatore Ferragamo sia Brunello Cucinelli sono volate in Borsa e la loro quotazione è stata un successo. Perché ci sono andate a un prezzo non eccessivo, cosa che invece ha fatto Moleskine. E così qualcuno ha puntato a far saltare il banco. Eppure qualche segnale c’era: nel poderoso tomo del prospetto informativo, Moleskine, potenza della finanza, veniva paragonata alle magnifiche sorti e progressive di big mondiali come Lvmh e Prada che quotano attorno alle 15 volte il Mol. A parte i numeri improponibili perché le due maison sono delle multinazionali con fatturati stratosferici (rispettivamente quasi 800 milioni e addirittura 7 miliardi), mentre Moleskine non arriva nemmeno a 100 milioni, sembrava quantomeno ambizioso volersi far valutare come le vette della haute couture mondiale: quelle società possono anche giustificare multipli così alti. Con nonchalance, anche Moleskine pretendeva gli stessi multipli: un valore 5 volte il fatturato, 27 volte gli utili e 14,5 volte il Mol. Un po’ esagerato. Ma alla fine il mercato non solo ha sempre ragione, ma tende sempre a riassestarsi

e probabilmente quello attuale è il prezzo giusto per Moleskine. Quando, dopo neanche due mesi dall'Ipo e con le borse che fino all’altro giorno erano toniche e pimpanti, un titolo non recupera il prezzo iniziale, allora il problema è davvero e solo il prezzo. Saranno agendine glamour, ma non è quel lusso per cui il mercato è disposto a pagare un premio. In ogni caso non ne valeva la pena. Con buona pace delle banche collocatrici che hanno fatto di tutto per spingere verso l'alto il prezzo. Ma forse non è solo colpa della banche fameliche e avide di guadagni. Perché tra gli istituti di credito che hanno portato in Borsa Moleskine ci

sono gli stessi che hanno quotato, con ben altre soddisfazioni, proprio Brunello Cucinelli. La differenza, sostanziale, è che dietro l’azienda del cashmere e dietro la griffe fiorentina ci sono due imprenditori che hanno fondato l’azienda, che vi si identificano e sul cui nome si giocano la reputazione. Nel caso di Moleskine invece, dietro c’è un fondo di private equity, ossia un investitore finanziario puro (speculativo, direbbero i più cattivi), il cui unico interesse è massimizzare i profitti e vendere l’azienda al prezzo più alto possibile. E a pagarne il conto, poi, è sempre il... parco buoi. •




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