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IL VERO» SEGRETO DI SANTA VITTORIA

I «LANGHETTI», CHE AVEVANO CONDIVISO CON ALDO SARTORE «I SOGNI E I BISOGNI» DEL TERRITORIO, DIVENNERO ASSIDUI FREQUENTATORI DEL SECONDO HOTEL FUORI LE MURA DI ALBA, DOPO IL CASTELLO DI VERDUNO. IL «VERO» SEGRETO DI SANTA VITTORIA

di Luigi Letteriello IL CASTELLO CHE SEGNA IL CONFINE CON IL ROERO DIVENTA UNA RIBALTA DI UNA «COMMUNITY» DI AMICI CHE, A PARTIRE DAGLI ANNI SETTANTA, HANNO CONTRIBUITO A FAR CRESCERE UNA STRAORDINARIA GENERAZIONE DI NOVELLI SVILUPPATORI DI PACCHETTI TURISTICI. ERANO QUELLI CHE HANNO MESSO LE BASI AD UNA NASCENTE VITA CULTURALE DELLE LANGHE E DEL ROERO, TRASFORMANDO IL LUOGO DELLA MALORA IN UNA LANGA «CAPITALE DELLE IDEE».

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Un falso storico ha caratterizzato il film del 1969 to in Santa Vittoria d’Alba. In provincia di Cuneo, sede diretto e prodotto da Stanley Kramer, il segredelle famose cantine Cinzano, durante l’occupazione to di Santa Vittoria (The Secret of Santa Vittotedesca. Pazienza! Gli abitanti del borgo noto secondo ria). La pellicola, con un cast internazionale la tradizione, per la vittoria che Stilicone riportò presso composto da attori italiani e stranieri, tra i quali Anna la vicina Pollentia sui Visigoti nel giorno di Pasqua del Magnani, Anthony Quinn, Virna Lisi, Renato Rascel e 402 d.C, se ne sono fatti una ragione. Da allora, dopo Giancarlo Giannini, è stato interamente girato in Italia continue vicende storiche, ci sono stati vari domini. negli Studios di Cinecittà e per gli esterni nei comuni Conteso all’inizio del XIII secolo tra Asti e Alba per la di Anticoli Corrado e Capranica Prenestina, nel Lazio. strategica posizione e per la robusta torre della quaEppure la storia è tratta da un fatto realmente accadule era già munito, il castello venne rafforzato alla fine del ‘300 quando era una roccaforte viscontea. Venne ancora ampliato nella seconda metà del ‘400 con la costruzione di buona parte dei poderosi bastioni che tuttora lo circondano, con aggiunta nel ricetto interno di varie costruzioni (compresi la cascina del castello e il relativo airale) e, nel secolo successivo, il tozzo bastione a ponente.

La locandina del film «Il Segreto di Santa Vittoria».

La pellicola, con un cast internazionale è stato interamente girato in Italia negli Studios di Cinecittà e per gli esterni nei comuni di Anticoli Corrado e Capranica Prenestina, nel Lazio EnergeoMagazine | EnergeoMagazine | Fatti, Storie e Persone del TerritorioFatti, Storie e Persone del Territorio 104

NON HA PIÙ SEGRETI IL CASTELLO DI SANTA VITTORIA

Il vero segreto di Santa Vittoria è un altro. Andiamo a scoprirlo tra le pieghe del racconto dell’attuale padrone di casa Aldo Sartore, figlio del compianto imprenditore edile Giuseppe (ma lo chiamavano tutti Angelo) che ha trasformato la storica fortificazione situata nella posizione strategica dominante la riva sinistra del Tanaro, in una funzionale struttura alberghiera: l’hotel Castello di Santa Vittoria d’Alba. Il giovane erede affrontò, non ancora diciottenne, le prime esperienze operative che risalgono al 1970 e coincidono con la ristrutturazione del castello di Santa Vittoria, di proprietà familiare, per essere adibito prima a pensionato per anziani e successivamente, nel 1974, a struttura alberghiera. Era l’occasione di riunire attorno a sé i suoi migliori amici, anche per creare nuove occasioni di convivialità. I «langhetti», che condividevano con Aldo Sartore «i sogni e i bisogni» del territorio, divennero assidui frequentatori del

La Cascina Valdispinso è situata in un anfiteatro naturale, circondata da vigneti e da prati ai piedi dell’antico Castello

Santa Vittoria d’Alba. Nel 1838 Re Carlo Alberto di Savoia acquistò il Castello Santa Vittoria d’Alba (foto in basso) e la pertinente cascina Valdispinso (foto sopra) per adibirla alla produzione vinicola.

Una parte dell’edificio storico dopo un sensibile e attento restauro, è stato trasformato in un accogliente agriturismo. secondo hotel fuori le mura di Alba, dopo il Castello di Verduno. Andavano ad ascoltare quali erano gli ambiziosi progetti di questo intraprendente giovane imprenditore che non ha mai lesinato di dare ospitalità a giornalisti e troupe televisive, considerandolo un investimento dovuto all’intero territorio delle Langhe e del Roero. In effetti con queste azioni ha fatto scuola ai pionieri più audaci che, dopo importanti investimenti, avevano creduto nel miraggio del turismo. Dopo aver superato le barriere linguistiche, i primi temerari misero le basi ad un nuovo paradigma anche se si muovevano allora in orizzonti circoscritti, modulati sulla domanda locale. Meta dopo meta, il gruppo di amici ha avuto il piacere di condividere un percorso nuovo, fatto di speranze e fecondo di idee, immaginando di creare un nuovo «appeal» ad un territorio per favorirne la crescita. Si partiva, comunque, dalla tavola e dal piacere garantito di incontrare un’allegra combriccola.

Insieme, tra un assaggio di buon vino del Roero e di una toma dell’Alta langa, hanno approfondito la loro conoscenza della storia e cultura locale, fino ad arrivare ad una nuova cultura del mangiare bene, attraverso una gastronomia di qualità che quando vuole essere ulteriormente valorizzata aggiunge una grattatina di tartufo bianco d’Alba. Ciò lascia presupporre l’esistenza di una nuova agricoltura dove la sostenibilità (ambientale e sociale) è imprescindibile. Questo magico, fungo ipogeo si sviluppa, infatti, in un ecosistema in cui si richiedono standard di biodiversità molto elevati; l’uomo è costretto non solo a mantenere l’ambiente com’è, ma a salvaguardarlo. Per procedere in questa direzione occorre utilizzare il «manuale» che raccoglie le preziose regole della sostenibilità e dell’educazione ambientale orientate alla tutela e valorizzazione del territorio.

QUELLI CHE……I «RAGAZZI DEL CASTELLO»

La stessa «community» di amici negli stessi anni ha contribuito a far crescere una straordinaria generazione di novelli sviluppatori di pacchetti turistici, generalmente inclusivi di pernottamenti alberghieri e/o trasferimenti (per esempio biglietti aerei), polizze assicurative, e altri servizi in loco (nel caso in cui tutti i servizi siano compresi nel pacchetto, compresi pasti e bevande). Già allora avevano cominciato ad utilizzare un linguaggio internazionale che definiva questo trattamento «all inclusive», conciliando visionarietà con pragmatismo, allo scopo di rinnovare la fiducia nel diritto al piacere nella consapevolezza di salvaguardare biodiversità e tradizioni di un territorio unico, dopo

Il padrone di casa l’imprenditore Aldo Sartore

aver scelto di puntare su una ricchezza ancora sconosciuta del territorio: il vino. Senza immaginarlo, divennero, di lì a poco, protagonisti di una nascente vita culturale delle Langhe e del Roero. Quelli che erano i «Ragazzi del Castello», dalla rocca contesa all’inizio del XIII secolo tra Asti e Alba per la strategica posizione e per la robusta torre della quale era già munito, sapevano d’aver contribuito alla formazione di una Langa «capitale delle idee», che trovò il suo baricentro (quasi un luogo cult), sotto il segno dell’accoglienza, nel vecchio maniero appena ristrutturato, destinato a diventare uno delle più note strutture alberghiere di un territorio tutto da scoprire. C’era una gran voglia di uscire dal mondo contadino dei primi anni del Novecento, quando la malasorte aveva colpito una terra avara, abitata da persone prostrate non solo dalla miseria. «In quegli anni – ricorda Aldo Sartore- le Langhe e il Roero erano considerate un luogo dove si mangiava bene e si spendeva poco. E si vendeva il vino in damigiane. Ci volle un bel coraggio considerare il nostro territorio dove si potevano proporre pacchetti turistici. Erano però terre magiche, dove la storia del suolo si mescola con la storia delle sue genti, di coloro che nel corso dei secoli l’hanno resa sempre più fertile, bella e accogliente». Era una vita spesso dura e difficile, scandita dal lavoro nei campi, spesso in costante isolamento, senza nessuna certezza e sicurezza. Il lavoro in fabbrica di notte con turni massacranti veniva via via abbandonato. Ci fu un vero e proprio ritorno alla campagna e alla vigna, spesso proprio da parte di coloro che anni addietro l’avevano lasciata per andare a cercare fortuna in fabbrica, dove erano strati assegnati al turno di notte alla Ferrero o nelle aziende satellite della Fiat lungo l’asse Carmagnola – Villastellone- Moncalieri. Negli anni settanta si iniziano a vedere i primi segnali di un’importante cambiamento di rotta, con il boom economico che stava per scoppiare anche ad Alba e nel suo territorio. Molti contadini avevano scoperto questa nuova ed improvvisa ricchezza che portò ad un graduale miglioramento nella condizione di vita, anche nel mondo contadino. Tra la fine degli anni Settanta e negli anni Ottanta si iniziò a percepire la vita agricola e il lavoro tra le vigne in una nuova prospettiva: non solo più come fatica e soddisfazione personale, ma come una nuova ed interessante attività produttiva, capace di produrre un discreto ritorno economico. Ed ecco che la «malora» si trasformò in ricchezza. I pregiati vini di Langa e Roero da anni vengono ogni giorno esportanti in tutto il mondo hanno contribuito a raccontare la magia delle colline dove vengono prodotti, le Langhe.

LA RINASCITA DELL’AGENZIA DEI SAVOIA, A POLLENZO

Dopo qualche anno si muovevano (non erano più i soliti quattro gatti) già come aspiranti suggeritori di un nuovo percorso verso il futuro di un territorio che ha ottenuto il sigillo UNESCO e si confrontavano, puntualmente, con il dottor Giacomo Oddero, capofila di questo straordinario processo di trasformazione del territorio (vedi art. a pag.98), accompagnato da un suo giovane e stretto collaboratore di Cherasco, Claudio Alberto, impegnato, a sua volta, su quel fronte per far conoscere la comunità dove vive. Ogni tanto si affacciava nelle storiche salette del Castello di Santa Vittoria lo stesso Carlo Petrini, fondatore di Slow Food. Le riunioni improvvisate sono servite per ampliare gli orizzonti, suscitando un grande impegno nel lanciare e realizzare progetti pilota arricchiti di nuovi contenuti. Vennero

avviate azioni propedeutiche per rendere produttivi i primi 10 anni di viaggi in tutta Europa di Aldo Sartore, accanito (ed esperto) viaggiatore per partecipare a fiere e iniziative di promozione dell’area collinare della destra e sinistra Tanaro. Questo sino alla seconda metà degli anni Ottanta. Soltanto dopo Il giovane imprenditore con una gran dose di coraggio aprì un’agenzia di incoming a Cinzano, punto di riferimento per la creazione di realtà analoghe in provincia, in linea con i nuovi orientamenti turistici internazionali. A metà degli anni Novanta, Aldo Sartore è promotore e co-fondatore del Consorzio turistico Alba-Bra-Langhe e Roero di cui è sempre stato presidente. Nel contempo la sua vocazione imprenditoriale si concentra sulla realizzazione del sogno a lungo vagheggiato: la rinascita dell’Agenzia dei Savoia, a Pollenzo, diventata sede dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, nata e promossa nel 2004 dall’associazione internazionale Slow Food con la collaborazione delle regioni Piemonte ed Emilia Romagna, un ateneo non statale legalmente riconosciuta dallo stato italiano. « Si trattò di una partecipazione fattiva, vissuta in prima persona, -ricorda Aldo Sartore- esplicata nelle fasi di acquisizione, progettazione e ricostruzione del complesso che comprende la Banca del vino, l’albergo, il ristorante e l’Università delle S cienz e Gastronomiche». In effetti stava per giungere il salto di qualità di un territorio che segnava il passaggio dal disagio alle opportunità. Negli anni settanta si iniziano a vedere i primi segnali di un’importante cambiamento di rotta, con il boom economico che stava per scoppiare anche ad Alba e nel suo territorio.

IL SIGILLO D’ORO DELLA CAMERA DI COMMERCIO UN RICONOSCIMENTO ALLA CARRIERA MERITATO

Aldo Sartore, che intanto aveva messo nel 1985 su famiglia, la moglie Antonella aveva portato in dote una dimora storica nobiliare di proprietà dei Savoia, circondata da vigneti e un bel parco, ha trasformato l’antica residenza acquistata nel 1907 dal bisnonno Francesco Badellino in una struttura ricettiva con tutti i moderni comfort. Anche in questo luogo da favola si ritrova con gli amici, dove spesso ci sono i suoi figli Carlotta e Piero, entrambi laureati e in carriera, la ragazza a Lussemburgo, il fratello sta già superando tutti i gradi dell’impiego in Fiat. Nel 2002 altro grande intervento nel 2002, con la trasformazione dell’ex Muscatel, affascinante struttura d’epoca appartenuta alla Cinzano, in un locale innovativo, conosciuto e affermato come «Osteria fuori porta». Negli ultimi anni, Aldo Sartore è stato anche presidente dell’Ente turismo dell’area Alba Bra Langhe e Roero. In questi anni ha avuto fiducia nelle risorse della terra in cui vive ed esplica le sue scelte manageriali. Conserva tuttora l’impegno per l’affermarsi di un incoming di qualità, il rispetto delle peculiarità di un territorio che accoglie e coccola il visitatore facendo leva su un’enogastronomia di alta classe, sui prodotti locali, sulla professionalità degli addetti e sull’estrema varietà dell’offerta, l’impegno a fare sistema, per affrontare un flusso turistico articolato e consistente. La Camera di Commercio di Cuneo il 1° dicembre 2007 gli attribuisce il «Sigillo d’oro» per il settore alberghiero e ristorazione. n

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