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LE LANGHE, ROERO E MONFERRATO PARTIRANNO CON LA FIERA DEL TARTUFO
CON UNO SFORZO ORGANIZZATIVO SENZA PRECEDENTI SI LAVORA AL POST COVID, CON EVIDENTE STRATEGIA DI CONSERVAZIONE DEL POSIZIONAMENTO DEL TERRITORIO: IL NUOVO LOGO DELL’ ATL HA UN PAY OFF CHE DETTA CHIARAMENTE LA LINEA «THE HOME OF BUONVIVERE». LE LANGHE, ROERO E MONFERRATO RIPARTIRANNO CON LA FIERA DEL TARTUFO
di Fabrizia Dagnone IL CAMBIAMENTO CLIMATICO HA FATTO SPOSTARE LA 90ª EDIZIONE DELLA FIERA INTERNAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO D’ALBA SI SVOLGERÀ DAL 9 OTTOBRE ALL’8 DICEMBRE 2020: VERRÀ DUNQUE POSTICIPATA L’APERTURA DI UNA SETTIMANA E PROLUNGATA FINO ALL’8 DICEMBRE. IN NOVE SETTIMANE I “TRIFULAU” AVRANNO LA RIBALTA IDEALE AL MERCATO MONDIALE DEL TARTUFO BIANCO D’ALBA, CHE SI SVOLGE DAL 1928 TENENDO CONTO DEL DISTANZIAMENTO SOCIALE.
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Area di straordinaria bellezza, fenomeno geo«Il riconoscimento UNESCO. - dice Mauro Carbone, Dilogico di grande interesse scientifico, paradirettore Ente Turismo Langhe Monferrato Roero - ha so ambientale da tutelare, da valorizzare e da cambiato profondamente la consapevolezza dei cittaproteggere. Così EnerGeo descriveva, undici dini rispetto al valore del territorio. Conservare, valorizanni fa nello speciale fatto realizzare dalla Regione zare e rispettare il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli è Piemonte, pubblicato all’inizio del percorso di candiventato la norma. Gli abitanti e gli operatori sia della didatura delle Langhe, Roero e Monferrato. Il titolo filiera enologica che della filiera turistica sono diventati era accattivante: «Quelli che l’UNESCO…. I vigneti delle protagonisti del riconoscimento UNESCO, sposandone Langhe, del Roero e del Monferrato patrimonio (comula filosofia e gli intenti. ne) di storia e bellezza». Questa pubblicazione, molta Langhe Monferrato e Roero sono ora anche una unica apprezzata dagli amministratori locali, aprì gli occhi destinazione turistica, a seguito dell’unione delle Agendi tanti che osteggiavano la candidatura, visto che zie turistiche di Langhe e Roero e della Provincia di Asti venivano diffuse, all’epoca, notizie varie e confuse. e della proficua collaborazione con l’ATL di Alessandria.

Alla viglia della pandemia che ha colpito in modo imprevedibile il turismo in tutto il Mondo, l’area UNESCO faceva segnare due milioni di presenze turistiche, con un trend di crescita sia quantitativo che qualitativo assolutamente straordinario. Ora si lavora al post Covid, con una forte attenzione alla salvaguardia delle imprese (sono diventate tremila negli ultimi vent’anni) e una altrettanto evidente strategia di conservazione del posizionamento del territorio: il nuovo logo dell’ATL ha un pay off che detta chiaramente la linea “The Home of Buonvivere”».
LA LANGA DI CESARE PAVESE
Cesare Pavese, uno dei maggiori intellettuali del XX secolo, di cui è stato ricordato il 70° anniversario della morte. manterrà sempre un intimo legame con la terra di Langa, evidente in tutta la sua produzione letteraria. Come nessun altro autore, egli ne coglie l’essenza più profonda, la forza ancestrale e le contraddizioni. Le «dolci colline» in mezzo alle quali si sente allo stesso tempo protetto e turbato, non sono mai semplice sfondo ma protagoniste del suo immaginario poetico. Il romanzo «La Luna e il falo» racconta di un espatriato che torna alla propria terra per ritrovare se stesso e l’esperienza concreta delle cose. Tra i personaggi che lo animano, si riconoscono autentici abitanti di Langa, le cui piccole storie ordinarie ispirano pagine di intensa letteratura. Spesso il paesaggio coincide con l’interiorità: la foschia che avvolge le colline in autunno è malinconica ma conturbante quanto il male di vivere. In sintesi Pavese ha lasciato intendere che il paesaggio era espressione di un rapporto co-evolutivo fra società e territorio. Un rapporto fisico e simbolico al tempo stesso. Perché nelle Langhe non è stata solo la natura a creare il luogo di eccellenza, ma anche l’attività dell’uomo, che ha impresso un’impronta decisiva nel modellare, nel creare l’originalità dell’ambiente e il suo valore.
LUOGHI CHE NON TEMONO CONFRONTO
Il paesaggio delle Langhe, del Monferrato e del Roero un territorio dove si producono alcuni tra i migliori vini del mondo, caratterizzato da una successione senza fine di colline coltivate a vite o a frutteto e intercalato da ampie aree boschive. L’intera zona è arricchita da un considerevole numero di cascine e castelli, di rilevante valore storico. É in questo contesto che il Piemonte ha preparato il dossier di candidatura delle Langhe, Roero e Monferrato per ottenere il sigillo UNESCO il 23 giugno 2014, come è stato per le Dolomiti e per le Eolie, ma anche come è stato per la regione di produzione del Tokaji in Ungheria, per l’alta valle del Dauro in Portogallo, per i vigneti terrazzati di Lavaux in Svizzera e per gli straordinari pendii a terrazze sulla linea costiera delle Cinque Terre in Liguria. Lo scorso anno anche le terre del Prosecco nel Veneto hanno ottenuto, in maniera poco etica, il riconoscimento UNESCO.
NATURA, MA ANCHE STORIA DELL’UOMO
Il paesaggio di queste colline del Piemonte meridionale è stato strettamente condizionato da un lungo processo storico. Fin da epoche antiche è stata evidente la vocazione vitivinicola dell’intera zona. Una produzione che, negli ultimi due secoli. si è rilevata di pregio, dovuta a terre di origine marina che erosi da corsi d’acqua, hanno dato origine a una vasta area di rilievi, particolarmente adatti alla coltura della vite. La geomorfologia ha poi facilitato la distribuzione degli insediamenti urbani, che hanno ulteriormen
te valorizzato e modellato il territorio circostante. di EnergeoMagazine | Fatti, Storie e Persone del Territorio 95

Cesare Pavese uno dei maggiori intellettuali del XX secolo.

particolare interesse sono anche le strutture architettoniche tradizionali, che documentano il passaggio dalla produzione vinicola artigianale, di stampo contadino, fino all’industria enologica contemporanea: un itinerario storico che raccoglie in sintesi i momenti più significativi della trasformazione incessante dell’agricoltura. con l’architettura dei borghi, con la modellazione a vigneto delle colline e con le cantine, l’intera area descrive la storia socio-economica piemontese tra i secoli XVIII e XX, nonché il contributo che questa terra ha dato alla viticoltura mondiale: una produzione ricca e diversificata, dai vini da pasto, ai rossi adatti all’invecchiamento, dai bianchi, ai vini da dessert, fino ai distillati. Un paesaggio


umanizzato, costruito dal lavoro di generazioni e generazioni, che si sono succedute, cercando di plasmare una scenografia ambientale capace anche di evocare significati, miti ed emozioni, senza mai cadere nella degenerazione, nell’abuso e nello scempio ai danni di un ambiente che, a differenza di molti altri, ha saputo mantenere un profilo agricolo e turistico assolutamente sostenibile.
UN TERRITORIO CHE SI FA PROGETTO
È fondamentale non separare l’idea di paesaggio da quello di territorio, che comprende una molteplicità di valori. È il territorio, infatti, il vero terreno di confronto per le politiche del paesaggio, le quali non possono esaurirsi nella sola dimensione estetica. L’articolo 9 della costituzione fissa i principi della «tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico» è tuttora radicata la convinzione che la salvaguardia di un paesaggio discenda da una severa selezione volta a individuare luoghi dotati di qualità eccezionali, senza considerare il rapporto tra natura e cultura della zona in questione. Questo binomio natura-cultura è inscindibile e diventa spontaneamente oggetto meritevole di tutela. Nel caso specifico delle
Un trifulau al Mercato del tartufo di Alba
colline vitivinicole piemontesi ci troviamo di fronte ad un territorio che ha guadagnato spazio in Europa e nel mondo, non solo per la sua intrinseca bellezza naturale, ma per la capacità di avere prodotto uno sviluppo economico, sociale e culturale degno di rilievo. Insomma, un territorio potenzialmente in grado di produrre ricchezza, in un circolo virtuoso che la trasforma automaticamente in una prospettiva progettuale, arricchendo il proprio patrimonio. n
