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Indirizzi e notizie dal movimento antroposofico
from Artemedica n.11
durata del prodotto (un panno in microfibra si può lavare circa 500 volte contro le circa 50 di uno tradizionale), alla semplice manutenzione senza uso di prodotti chimici e all’utilizzo del panno senza aggiunta di disinfettanti o detersivi. Tre dati economici su tutti riassumono quanto fin qui esposto: • 20% di lavoro risparmiato dagli addetti alle pulizie • 60% in meno di costi di manutenzione del panno • 95% di riduzione dei costi per prodotti chimici legati alla pulizia dei pavimenti. I relatori del progetto pilota dell’UC Davis Medical Center hanno tenuto a sottolineare che l’ospedale non usa panni in microfibra nelle sale operatorie o nelle aree contaminate da quantità di sangue e altri fluidi corporei (come sale operatorie, sale d’emergenza…) e neppure in luoghi particolarmente sporchi e trafficati come le cucine, luoghi in cui si utilizzano ancora gli appositi pulitori meccanici.
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Il 27 e 28 settembre ha inizio il percorso di formazione e propedeutico di Scuola d'arte del movimento - EURITMIA: Parola e Musica in Danza alla cascina Gaggera, in collegamento col programma “Bachelor of arts” della scuola Zuccoli. Costo totale orientativo: 1650 euro. Informazioni e iscrizioni: Giovanna Galimberti Casarin, tel. 0041 91 9428784, cell. CH 0041 76 5923633, cell. I. 0039 3351742748, giovannagalimberti@sunrise.ch.
A partire dal 28 settembre il LABORATORIO ARTISTICO DI LAMBRATE organizza gli incontri domenicali Una lettura “sincronica” dei sette vizi capitali nell'Inferno e nel Purgatorio di Dante alla luce della Scienza dello spirito, a cura del Prof. Mauro Vaccani. Calendario completo e iscrizioni: Letizia Omodeo, tel. 328.8667238, letiziaomodeo@fastwebnet.i
■ Associazione Agricoltura Biodinamica
Via Privata Vasto, 4 - Milano - Tel. 02 29002544 www.agricolturabiodinamica.it ■ Associazione Italiana Pazienti della Medicina Antroposofica (AIPMA)
Via Fulvio Testi, 20 - 13100 Vercelli - Tel. 349 5853226, fax 0161 393072 aipma@libero.it; www.aipma.it ■ Associazione di ricerche e studi della medicina antroposofica (ARESMA) Via privata Vasto, 4 - Milano - Tel. 02 48195617 info@aresma.com - www.aresma.com ■ Associazione Scienza Goethiana
Via Angera, 3 - Milano - Tel. 02 6711621 - info@artemedica.it ■ Comitato permanente di consenso e coordinamento per le Medicine Non Convenzionali in Italia
Direttore Paolo Roberti sito web ospitato presso: www.fondazionericci.it ■ Federazione delle Scuole Rudolf Steiner in Italia
Via Saliceti, 7 - Roma - Tel./fax 06 99849433 segreteria@educazionewaldorf.it ■ Forum Internazionale Uomo e Architettura
Via Pergolesi, 26 - Milano - Tel. 02 6692249 ■ Goetheanum
Rüttiweg 45 - CH-4143 Dornach 1 - Tel. +41 (0)617064242 sekretariat@goetheanum.org; www.goetheanum.org ■ NNA - News Network Anthroposophy www.nna-news.org/Agenzia di informazione antroposofica on-line ■ Società Antroposofica in Italia
Milano, Via Privata Vasto, 4 - Tel. 02 6595558
Roma, Via Aurelio Saliceti, 7 - Tel.06 5898060 info@antroposofia-roma.org; www.antroposofia-roma.org (per ogni informazione relativa ai Gruppi antroposofici in Italia, alle varie attività artistiche: euritmia, pittura, scultura, architettura, reitazione, musica e ai vari centri terapeutici) ■ Società Italiana di Medicina Antroposofica (SIMA)
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I tre livelli della percezione spirituale nell’Apocalisse di Giovanni
tratto da Emil Bock, Il Vangelo, edizioni Urachhaus
Per comprendere a fondo la composizione dell’Apocalisse di Giovanni bisogna dare un’occhiata all’intera materia degli scritti neotestamentari in modo da evidenziare l’entità del mistero compositivo sulla base di alcuni esempi. Non è un caso che l’Apocalisse di Giovanni si trovi alla fine del Nuovo Testamento. Essa rappresenta la somma vetta della coscienza superiore ispirata. In essa si riflettono nel modo più chiaro e possente le cerchie esistenziali del mondo spirituale.
Comprendere la composizione dell’Apocalisse vuol dire essersi appropriati di non poche chiavi della composizione evangelica. La struttura dell’Apocalisse ci si para dinnanzi in una stupenda e limpida luce. Il veggente Giovanni, come in un volo d’aquila che s’innalza verso la Gerusalemme celeste, ci guida compiendo cerchi sempre più alti, elevandosi in sante spirali possenti attraverso le quattro grandi cerchie. Quattro cerchie formate da sette gradini ciascuna: le sette epistole, i sette sigilli, le sette trombe, le sette coppe di collera.
Le quattro cerchie Le sette comunità alle quali si rivolgono le sette epistole vanno ricercate sulla Terra. Il primo grande cerchio del volo dell’aquila ci conduce sopra ciò che nelle comunità cristiane esistenti sulla Terra vive da tempo. Dal secondo cerchio in poi, che conduce attraverso i sette sigilli, veniamo portati al di fuori della coscienza terrena. Ci si schiude la prima sfera esistenziale del mondo superiore divino-spirituale. Le immagini che sgorgano dai sigilli aperti del libro della vita non sono più percezioni terrene, bensì visioni
spirituali, immagini, in cui ci si annuncia l’elemento divino-spirituale. Nel terzo grande cerchio risuonano le trombe dei sette Angeli. Ora deve venire scalata una nuova sfera esistenziale del mondo soprasensibile. Qui alla vista superiore si aggiunge un udito superiore. Le trombe non producono solo suoni inarticolati, esse risuonano in parole divine di rivelazione che l’orecchio dell’anima è in grado di percepire. Il suono delle trombe, le parole delle trombe non sono armonie terrene. L’orecchio terreno è sordo ad esse. Per quanto gli Angeli facciano risuonare possenti la voce delle loro trombe, chi possiede solo l’udito terreno non ode alcunché. Il suono penetra nell’anima umana solo nella terza sfera superiore dell’esperienza apocalittica. L’ultima somma sfera dell’apocalittico volo d’aquila giovanneo porta nella regione in cui vengono rovesciate le sette coppe dell’ira. Qui, alla vista e all’udito superiore, si aggiunge un terzo elemento soprasensibile: la capacità d’incontrare direttamente le entità e le forze del mondo spirituale. Questo incontro d’entità è sempre un giudizio del mondo, una separazione degli spiriti. In questo incontro il bene presente nell’uomo fa esperienza dell’amore divino che infiamma; nello stesso incontro il male presente nell’uomo fa esperienza della collera divina, che arde. Così l’Apocalisse può concludersi con la caduta delle forze d’opposizione provocata dalla collera divina dalla quale nasce, radiosa, la Gerusalemme celeste, il nuovo mondo che procede dal fuoco purificatore come realizzazione dell’amore divino.
I tre livelli dell’esperienza spirituale Da una simile panoramica della composizione, della struttura dell’Apocalisse di Giovanni derivano alcuni elementi della massima importanza per la comprensione dei Vangeli. In primo luogo va sottolineato che ogni testo biblico conduce l’anima umana su una strada che eleva tramite gradini. I Vangeli non sono solo libri da leggere, non sono relazioni storiche che si dipanano sempre allo stesso livello. Sono libri che si propongono di guidare l’anima umana verso una graduale trasformazione. Ogni capitolo dei Vangeli e degli altri testi del Nuovo Testamento vuole che l’uomo che gli si avvicina scali prima i gradini che sono già stati percorsi. Non si possono leggere due capitoli di un Vangelo nello stesso stato d’animo. Il passo successivo presuppone maggiore venerazione e purificazione animica di quello precedente. Su questo punto si è infinitamente peccato contro i Vangeli. Comprendendoli correttamente si può affermare che i Vangeli sono dei libri iniziatici nel senso che, in essi, l’anima viene guidata a salire i gradini del cammino iniziatico.
Il secondo elemento che si può dedurre dalla costruzione dell’Apocalisse riguarda l’ordine della presentazione dei diversi elementi. Nella successione delle epistole, dei sigilli, delle trombe e delle coppe di collera, nella successione di consapevolezza terrena, visione spirituale, udito, palpazione e incontro spirituale si può riconoscere un ordine del mondo che, se si cerca e si trova accesso al mondo spirituale in modo corretto, è sempre lo stesso. Il mondo spirituale è come un edificio a tre grandi piani che si elevano al di sopra dell’esistenza terrena. Il primo piano è colmo d’immagini, il secondo di parole, il terzo di entità.
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AUTUNNO 2008 • NUMERO UNDICI • NEWSLETTER TRIMESTRALE • ANTROPOSOFIA OGGI • ARTEMEDICA I segreti di Goethe Persino nelle opere d’arte troviamo delle ripercussioni di questa costruzione a tre livelli dell’esperienza spirituale che procede dal reale significato dell’elevazione. Citiamo qui, come esempio, lo stupendo frammento lirico di Goethe detto Die Geheimnisse (I segreti). Dopo lunga camminata ricca di prove, fra’ Markus arriva alla porta del convento al quale è stato inviato. All’ingresso lo saluta il Rosacroce. Viene accettato nella cerchia dei dodici vecchi saggi del convento che, circondandolo, gli narrano meraviglie della loro vita con Humanus, il tredicesimo, il misterioso capo che si è già accomiatato dai suoi per varcare la porta della morte. L’ammaestramento ricevuto dai dodici fratelli costituisce per fra’ Markus la preparazione ai tre gradini dell’esperienza spirituale alla quale va incontro. Questo ammaestramento è per lui ciò che sono le epistole per gli allievi spirituali dell’Apocalisse di Giovanni. Terminate le sedute gli anziani frati conducono il giovane Markus in un locale sacro. Accanto alla parete ci sono tredici sedie in cerchio e sopra ogni sedia egli vede uno stemma che gli si imprime nell’anima a fondo come un sigillo. Su quella centrale, sulla tredicesima sedia, c’è il ritratto di Rosacroce. Osservando il tredicesimo quadro fra’ Markus attraversa un’ombra del livello che nell’Apocalisse di Giovanni viene raffigurato dai sette sigilli. Il livello successivo lo accoglie dopo che si ridesta da un breve sonno in una cella silenziosa. Al suo orecchio arriva un suono di campana.
Non appena sta in ascolto, al tempo stesso tre volte si rinnova un colpo su metallo cavo, non tocco d’ora e neppure rintocco di campana, un suono di flauto si mescola di tanto in tanto; l’eco, singolare e difficile a interpretare, si muove a rallegrare il cuore, seriamente invitante, come se con canti coppie felici s’intrecciassero alla rinfusa.
Non sono suoni fisici quelli che ode fra’ Markus; egli sente il suono delle armonie delle sfere, la ridda dei mondi spirituali. Nell’ascolto della parola, del suono, penetra nella regione dei suoni delle sette trombe. L’immagine diviene per lui parola. I tre raggi di luce scaturiti dal quadro di Rosacroce si sono trasformati in tre suoni spirituali. Fra’ Markus fa esperienza del terzo livello spirituale solo come delicato accenno:
Si affretta alla finestra, forse per guardare ciò che lo confonde e, stupendo, lo afferra. Vuole conoscere le entità la cui rivelazione sonora ha percepito. Guarda nell’albeggiare tra notte e giorno e in quella regione di confine tra due mondi riconosce le entità. I tre raggi trasformatisi in tre suoni si rivelano ora tre entità.
Egli vede il giorno ingrigire lontano ad oriente, l’orizzonte striato di lieve profumo e - deve davvero fidarsi dei propri occhi? una luce singolare che vaga nel giardino: tre giovani con delle fiaccole in mano scorge egli affrettarsi nei vialetti. Vede esattamente scintillare le bianche vesti, che aderiscono loro strette e belle al corpo, il loro capo ricciuto riesce a vedere di corone di fiori circondato, la loro vita di rose; pare che tornino da danze notturne di buon umore, rinvigoriti e belli. Si affrettano ora e spengono, come le stelle, le fiaccole e svaniscono in lontananza.
La lirica incompiuta di Goethe termina con l’annuncio di questa esperienza di tre entità angeliche, di tre “giovani in bianche vesti” che è come un preannuncio dell’esperienza del mattino di Pasqua. Fra’ Markus è arrivato alla soglia della regione spirituale ove l’amore divino e la collera divina si fanno incontro all’uomo in sembianze di entità. È stato condotto attraverso i livelli d’immagine, parola ed entità.
Immaginazione, ispirazione e intuizione Nella conferenza del 18 giugno 1908, L’Apocalisse di Giovanni (O.O. 104) Rudolf Steiner, movendo dai più svariati punti di partenza, in relazione alla struttura interna e alla composizione dell’Apocalisse, ha descritto questi tre livelli della percezione spirituale come una sorta di teoria superiore della conoscenza. Egli distingue immaginazione, ispirazione e intuizione quasi fossero tre facoltà della coscienza superiore. Immaginazione, come capacità di osservare immagini. Ispirazione, come capacità di udire parole. Intuizione, come capacità d’incontrare entità. Questa distinzione è della massima importanza in tutte le considerazioni sui Vangeli. Essa ci consente di seguire più nitidamente il loro intimo movimento ascensionale. Ci consente però anche di trovare una risposta sempre più concreta e più soddisfacente all’antica questione dell’“ispirazione”. Noi riconosciamo che esistono differenti livelli di consapevolezza degli evangelisti, che l’ispirazione per gli evangelisti non fu una rigida condizione sopranaturale, bensì un gradino che fluiva vitale in un movimento globale di trasformazione e accrescimento di consapevolezza. Nell’ambito della rivelazione che si dona lo sforzo dell’anima umana cresce. I Vangeli non sono la registrazione di una tradizione, bensì il frutto di un’iniziazione umana e il dono della rivelazione divina al contempo. La consapevolezza terrena umana dei pensieri e dei ricordi continua a sussistere, come nella rivelazione di Giovanni nei sigilli, nelle trombe e nelle coppe di collera, continua a risuonare lo spirito delle epistole. Gli evangelisti scrissero i sacri testi in uno stato di coscienza in cui confluivano assieme, in vivente consonanza, ricordi personali, visione, udito e incontro spirituale.
Straordinariamente illuminante per la questione dell’ispirazione è riuscire a cogliere gradualmente e con esattezza la differenza esistente tra i quattro Vangeli rispetto ai tre livelli di conoscenza dell’immaginazione, dell’ispirazione e dell’intuizione. Ciò facendo arriviamo ad accostarci soprattutto alla differenza di fondo che intercorre tra i tre primi Vangeli da un lato e il Vangelo di Giovanni dall’altro. Questa differenza non è di materia, né di affidabilità storica. È una differenza di tipo e di livello conoscitivo. I primi tre Vangeli derivano prevalentemente da una conoscenza immaginativa, mentre quello di Giovanni è fluito da una conoscenza che coinvolge contemporaneamente immaginazione, ispirazione e intuizione. Volendo descrivere con esattezza il carattere dell’ispirazione dei diversi Vangeli bisogna dire che ispirato è effettivamente solo quello di Giovanni; esso è più ancora che ispirato: è intessuto di intuizione. I primi tre Vangeli di Matteo, Marco e Luca sono visti, “immaginati”. L’ispirazione nell’esatto senso della parola riecheggia solo come da lontano nelle immagini. Comprensibilmente la differenza di livello è più nitidamente percepibile confrontando il Vangelo di Giovanni e quello di Matteo. In relazione all’intera composizione della struttura dell’Apocalisse di Giovanni, si può quindi tentare una panoramica della struttura del Vangelo di Giovani e di quello di Matteo.
Dal seme alla pasta: la forza spirituale del grano
di Anna Chiello
Abbiamo incontrato il signor Franco Pedrini, fondatore dell’Associazione biodinamica trentina e primo presidente Demeter, in occasione della manifestazione “Stop the fever” (svoltasi a Milano il 7 giugno scorso), giornata nazionale di mobilitazione per fermare i cambiamenti climatici e celebrare la vita a basse emissioni. Teatro della manifestazione erano i Giardini pubblici e un tratto di Corso Venezia, dove erano installate le bancarelle di produttori agricoli, associazioni di volontariato, cooperative per la promozione di pratiche eco-sostenibili e di basso impatto ambientale (car-sharing, acqua pubblica, pannelli solari…). La famiglia Pedrini aveva allestito qui la ricca bancarella della Azienda Agricola San Cristoforo, dedita alla produzione di cereali e loro derivati a marchio Demeter.
I signori Pedrini, in origine insegnanti in Trentino, sono da sempre appassionati all’agricoltura e, in particolare, a quell’agricoltura di dimensione familiare e tradizionale che vede la sua massima espressione nella biodinamica. La passione per i cereali, unita agli stimoli derivati dai corsi per preparati biodinamici che Pedrini teneva nella sua regione, hanno portato alla scelta della famiglia di trasferirsi in Toscana, dove poteva avere ampi spazi adeguati alla coltivazione dei cereali. Oggi l’Azienda agricola si estende su un terreno di circa 40 ettari lavorato prevalentemente a cereali (farro, grano, avena, mais, miglio), ma con appezzamenti per il foraggio destinato ai pochi animali (mucche e capre, che producono a loro volta il concime necessario alle coltivazioni), un orto e un frutteto con varietà di frutti antichi. Il lavoro è distribuito fra i familiari: il figlio più piccolo è l’agricoltore, il signor Franco è il pastaio e la moglie cura tutti gli aspetti legislativi, amministrativi e organizzativi, oltre al confezionamento e alla preparazione di marmellate e sughi. Una bella équipe, affiatata e motivata!
Studiare i cereali per la salute dell’uomo Da quando si è trasferito in Toscana, Pedrini ha iniziato a studiare i cereali più a fondo, attingendo sia alle ricerche sul biologico sia alle tradizioni del territorio per giungere a realizzare il suo sogno: la filiera biodinamica dei cereali, ovvero dal seme alle farine, alla pasta e ai pani. “Mi sono reso conto - afferma Pedrini che per raggiungere il mio obiettivo dovevo studiare i cereali da capo, prendendo in considerazione anche i pochi studi sulle intolleranze al glutine, tanto diffuse negli ultimi anni. Oggi inizio a confrontarmi anche con il mondo medico e universitario, curioso di capire quali sono le caratteristiche che permettono a produzioni come la mia di non provocare intolleranze al glutine”. La volontà di portare anche prove scientifiche alle proprie tesi si scontra con la realtà: “Ovviamente, per certe cose (come il glutine) non ci sono studi approfonditi sui possibili collegamenti fra coltivazione, produzione e consumo, perché questi studi non interessano alle grandi industrie. Ora, con le intolleranze che aumentano, qualcuno si dovrà pur chiedere se la manipolazione dei semi e la lavorazione industriale possono essere chiamate in causa”. Ma l’esperienza e i riscontri che Pedrini ottiene dai suoi clienti lo portano serenamente ad affermare che “le intolleranze che si riscontrano nei confronti della pasta sono dovute alle manipolazioni chimiche dei semi, fatte per aumentarne la quantità di glutine e per diminuire lo scarto di lavorazione allo scopo di avere maggiore redditività e convenienza industriale”.
L’aspetto spirituale del seme Steiner sostiene che “il cereale è un raggio di luce nella terra”; è su questa semplice affermazione che si basa tutto il lavoro nell’Azienda Agricola San Cristoforo. “Il cereale antico aveva un ciclo vegetativo lungo (si raccoglieva dopo l’estate), quindi aveva più tempo per raccogliere le forze di luce della terra inizia a spiegarci Pedrini - I cereali moderni hanno un ciclo vegetativo breve e non assorbono il calore della terra durante il mese di luglio, perché vengono raccolti proprio nella stagione estiva”. “Le ariste (cioè i baffi dei cereali) sono come antenne che convogliano le forze di luce; quindi i cereali aristati che noi raccogliamo a settembre hanno una qualità più elevata, perché maturano
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più avanti nella stagione e sviluppano il loro ciclo vegetativo nel pieno dell’estate. All’industria interessa soltanto che il grano maturi più in fretta e produca poco scarto; a noi, invece, lo scarto (ovvero la paglia) serve per gli animali che, a loro volta, ci danno il letame: quindi ciclo completo, naturale ed equilibrato”. “I cereali - afferma con decisione - devono avere un ciclo vegetativo equilibrato per raccogliere le forze di luce penetrate nella terra. Il grano Cappelli, che matura dopo la metà di luglio, porta con sé tutte queste caratteristiche anche nei prodotti che ne ricaviamo”.
La filiera biodinamica “Attraverso studi e ricerche abbiamo riscoperto proprio il grano Cappelli, un seme recuperato da incroci naturali di grani francesi dell’Ottocento - spiega Pedrini - Tenete presente che i grani moderni derivano, in genere, da incroci di laboratorio”. E prosegue: “In un primo tempo noi ci limitavamo alla coltivazione, affidando a produttori di fiducia alcune parti della lavorazione per completare la filiera: grano selezionato e coltivato con metodo biodinamico, macina a pietra, trafilatura al bronzo, essiccazione a 35°C. Ora abbiamo acquistato un mulino a pietra per seguire direttamente anche la fase della macina… sperando di risolvere le pratiche burocratiche in breve tempo!”. Anche chi non soffre di intolleranze al glutine, assaggiando i prodotti dell’azienda sente subito una sostanziale differenza rispetto a quelli industriali: il profumo è intenso, il sapore è pieno, il senso di sazietà è appagato con porzioni minori e la digestione fluisce più agevole. E, allora, Pedrini ci “svela” il mistero: “La macinatura a pietra è importante perché nella farina, in questo modo, resta dentro il germe del grano; l’essiccazione della pasta a 35°C permette poi all’amido di conservare le sue caratteristiche senza trasformarsi in gelatina (come avviene alle alte temperature) e la pasta resta più digeribile. Per il pane, oltre alla macina a pietra, sono importanti la lievitazione con pasta madre e la cottura con forno a legna; in questo modo i prodotti finali mantengono inalterate le proprietà iniziali del seme”.
Questioni spinose Ciò che spesso viene contestato ai produttori di biodinamico, così come a quelli di biologico, è che questa tendenza verso il consumo di prodotti lavorati in modo più naturale e meno intensivo sia, in sostanza, una “moda”, che ben presto si ridimensionerà o, comunque, resterà un semplice fenomeno di nicchia.
“Non si tratta di una moda - ci risponde piccato Pedrini - il riscontro c’è nella pratica: sono i clienti a dire che da quando usano i nostri prodotti digeriscono meglio e tornano ad acquistare da noi. Noi abbiamo una clientela fedele, che,
La famiglia Pedrini attraverso il passaparola, ci fa anche della buona pubblicità. I miei clienti hanno visto che con la mia pasta prodotta con il grano Cappelli e con il metodo biodinamico e la lavorazione tradizionale non ci sono problemi di intolleranza al glutine come avviene con le paste industriali”. In effetti, nel tempo che trascorriamo alla sua bancarella, si fermano molte persone, alcuni curiosi ma altri giunti apposta per fare qualche scorta. “Come vede, è importante il contatto diretto con i consumatori - sottolinea Pedrini fra un cliente e l’altro - Il sabato e la domenica siamo sempre in giro per mercatini e fiere, perché è il rapporto diretto che crea la fiducia. Inoltre, noi invitiamo sempre i clienti a visitarci in Toscana, in modo da toccare con mano la nostra attività”. A questo punto vogliamo stuzzicare la sensibilità di questo agricoltore appassionato, ponendo l’accento sulla questione dei prezzi, che effettivamente sono superiori a quelli della produzione industriale. Senza estendere la polemica ad altri settori merceologici (sappiamo bene come tanti consumatori si lamentino del prezzo del pane ma poi acquistino telefoni cellulari ai figli di 10 anni), Pedrini ci risponde: “Quella sui prezzi è una polemica sterile. I nostri prezzi sono più alti perché la lavorazione, a partire dal campo, è più accurata e, inoltre, la resa è diversa. Il paragone con la lavorazione industriale non regge, anche perché noi coltiviamo allo scopo di ottenere un prodotto naturale, sano e buono, mentre le industrie ragionano solo con il criterio di redditività: alta produzione, velocità, poco spreco, massimo guadagno. Ma nessuno si è mai preoccupato di capire quanto questa logica incida realmente sulla vita e la salute dei consumatori”. E conclude: “Io dico che bisogna fare un nuovo patto con i consumatori: bisogna che voi consumatori ci diciate chiaramente se volete il prezzo basso o la qualità, in modo che anche noi produttori possiamo capire se il nostro è un lavoro apprezzato consapevolmente da chi lo acquista o è solo la realizzazione di un sogno esclusivamente nostro”.
Informazioni Azienda Agricola San Cristoforo Via Montignoso 13, 50050 Gambassi Terme - Firenze Tel/fax 0571 678022, e-mail: s.cristoforo@libero.it
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