Ottagono 266, December/January 2014

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DESIGN archItEcturE magazine

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i - e 10,00 GB - e 16,50 NL - e 17,50 D - e 18,00 F - e 17,00 E - e 12,00 P - e 14,85 USA - US$ 21,95 Br - BRL 55,00 HK - HK$ 140,00

open sourcing

Compositori Comunicazione s.r.l. - Mensile - Anno XLVII - ISSN 0391-7487 - Poste Italiane spa - Spedizione in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 LO/MI

SELF-GENERATION

12 / 2013 - 01/ 2014

full text in english

Design e-commerce: la rete in Dieci racconti Design e-commerce: the net in ten tales // giro D’italia Dell’architettura: lombarDia the architectural tour of italy, lombarDia // Flos e bio-on nella sperimentazione bioplastica flos & bio-on in bioplastic experimentation // la città Del Futuro e il moDello cinese future cities anD the chinese moDel


34 / FOCUS ON

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DESIGN http:// e-commerce MARKETPLACE, E-TAILER, ON-LINE STORE, LOVER, START-UP, DROP-SHIPPING, CONSUMER COMMUNITY, VIRTUAL SHOWROOM

L’appeal dell’e-commerce si espande anche nell’ambito del design ridisegnando la ‘costellazione’ delle sue piattaforme web. Sempre meno canale alternativo all’acquisto tradizionale le vetrine on line di arredo, moda e accessori si inventano piccoli e grandi mondi per affascinare i ‘design addicted’. Universi creati per stabilire un feeling diretto con la community dei clienti nei quali spiccano le parole chiave storytelling e immagine per colmare la distanza tra spazio fisico e virtuale. Non solo, ambiscono all’esclusività. In questi web market – che diventano veri e propri magazine di stile – il prodotto e il suo autore sono scoperti da trendsetter, selezionati da una curatela di expertise o emergono da contest tematici. Così si aiuta la professione del designer e, accorciando la filiera tra produttore e consumatore, diminuisce il prezzo dello shopping a portata di click. I dati della ricerca diffusa lo scorso novembre dall’Osservatorio eCommerce B2c, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, dimostrano che l’e-commerce B2c

il linguaggio universale dello shopping su web the universal language of web shopping Silvia Airoldi, Alessia Pincini

è cresciuto del 95% dal 2009 a oggi, proseguendo il suo percorso di crescita anche nel 2013 con un +18% rispetto al 2012, e si prevede che supererà quota 11 miliardi di euro entro fine anno, sulla spinta dei player innovativi, del mobile e della multicanalità. L’aumento annuo delle vendite da siti di e-commerce con operatività in Italia sembra essere determinato da tre fattori. In primis dai buoni risultati di alcune aziende innovative – in termini di modello di business, gamma, prezzo, servizio – come i club on line (ad esempio Amazon BuyVIP), i siti di couponing (Groupon, LetsBonus,…), alcune dot com (come Amazon, Dalani, Yoox), i grandi marketplace (Amazon ed eBay) e alcuni retailer che hanno investito e creduto nel canale on line (ad esempio Benetton, Diesel, Ikea). In secondo luogo dal mobile commerce, supportato dal sempre maggior utilizzo di smartphone e tablet, che dovrebbe arrivare a incidere per oltre il 20% sulla crescita annua dell’intero comparto. Infine dai progetti multicanale on line/rete fisica di vendita (ad esempio lo ‘scegli e ritira’, o la raccolta delle


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informazioni in negozio per poi chiudere l’acquisto su web) sempre più diffusi tra i retailer. L’abbigliamento risulta essere uno dei settori con i tassi di crescita più elevati, insieme all’informatica, all’elettronica di consumo (+30% rispetto al 2012), all’home design e all’arredamento. Nelle pagine successive presentiamo dieci giovani piattaforme web diverse per origine, numeri, concept. Alcune sono design store, spazi di vendita virtuali che si differenziano per la tipologia del prodotto venduto – arredi firmati e scontati, autoproduzioni in materiali ecosostenibili, collezioni in esclusiva con tanto di marchio ‘.com’, preziose realizzazioni di alto artigianato italiano o ancora edizioni limitate e pezzi unici delle gallerie più in voga. Store diversi anche nella modalità di selezione dell’offerta – da parte di una direzione artistica o per autocandidatura – e nei destinatari – un pubblico indistinto di appassionati di design o solo architetti, che possono redigere preventivi on line usufruendo di sconti speciali. Altre piattaforme sono startup che promuovono giovani designer realizzando i loro lavori selezionati dalla community dei compratori. Altre ancora sono realtà appartenenti al caleidoscopico mondo dei marketplace, dove i creativi vendono design ma anche abbigliamento e accessori in showroom virtuali, contrattando direttamente con il cliente. Sono dieci storie raccontate direttamente da chi ha concepito e creduto in questi progetti: estrosi talent scout, ambiziosi sognatori, imprenditori con studi di economia o persone provenienti da mondi lavorativi lontani dal marketing. Li abbiamo cercati e intervistati, per ricostruire insieme a loro l’identità di alcune ‘luminose’ esperienze in un firmamento in evoluzione. E-commerce’s appeal is also spreading in the design sector, redrawing the ‘constellation’ of its web platforms. Ever less a second alternative to traditional purchases, on-line showcases for furnishings, fashion and accessories are inventing their own small and large realms to attract design fans. Universes devised to create direct empathy with a community where keywords such as story-telling and image can bridge the distance between physical and virtual space. They also target exclusiveness. On these web markets – that become authentic ‘style magazines’ – products and their makers are discovered by trend-setters, and are selected through great expertise or emerge from theme-based contests. Thus the design profession is given a hand and, by shortening the producer-toconsumer journey, prices in click-based shopping have fallen. The data published last November by ‘Osservatorio eCommerce B2c’, supported by the School of Management at Milan Polytechnic and by Netcomm, show that B2C commerce has increased by 95% since

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2009, also continuing its growth trend in 2013 with +18% on 2012. It is forecast that its business turnover will stand at 11 billion euro by year end, powered by innovative players and the mobile and multi-channel vehicles. The annual increase in sales through e-commerce sites operating in Italy seems to be generated by three factors. The first is the good results achieved by various innovative – in terms of business model, range, price, service – entities such as on-line clubs (Amazon BuyVIP for example), couponing sites (Groupon, LetsBonus...), some dot-coms (such as Amazon, Dalani, Yoox), large marketplaces (Amazon, eBay) and various retailers who have invested and put their faith in the on-line channel (Benetton, Diesel, Ikea, for instance). The second is mobile commerce, driven by the ever greater use of smartphones and tablets, which is predicted to account for over 20% of the annual growth of the entire e-commerce sector. Lastly, the on-line/ physical store multi-channel initiatives (‘select and collect’ systems, or information provided at sales points with purchase completed on line) that are increasingly common among retailers. Apparel has proven one of the sectors with the highest growth rates, alongside IT products and electronic goods (30% up on 2012), as well as home design and furnishings. Here on the following pages we present ten young web platforms that vary in terms of origins, figures and concept. Some are design stores. These are virtual retail spaces that vary by type of product sold (designer and discounted furnishings, self-produced objects made of eco-sustainable materials, exclusive collections accompanied by ‘.com’ labels, luxury items resulting from the finest Italian craftsmanship, or limited editions or one-offs from the coolest galleries), by product selection method (carried out by an art director or self-candidated selectors), and by end user (either a general public of design enthusiasts or sites exclusively for architects and designers, who can obtain on-line estimates for their clients, benefitting from special discounts). Others are start-up businesses that promote young designers by producing their works, selected by the site’s community of buyers. Lastly, some of these entities belong to the kaleidoscopic world of marketplaces, where creatives sell not only design objects but also apparel and accessories in virtual showrooms, negotiating directly with the customer. Ten tales told directly by those conceiving and believing in these projects: talented trend-setters, ambitious dreamers, enterprisers with business studies qualifications, or people with professional backgrounds very distant from marketing. We pinpointed and interviewed them, so that together we could retrace the path and identity of some ‘shining’ examples in an evolving galaxy. © RIPRODUZIONE RISERVATA


70 / PORTRAIT

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STUDIO FM MILANO Fondato nel 1996 da Barbara Forni e Sergio Menichelli, ai quali si unisce Cristiano Bottino nel 2000. Lo studio di graphic design si occupa di art direction, immagine coordinata, grafica editoriale, allestimenti, segnaletica e web design applicati a molteplici ambiti tra i quali moda, design, architettura, industria, servizi e cultura. Nel 2012 è stato eletto membro degli European Design Leaders, il club che seleziona gli studi di comunicazione che si sono distinti per la creatività e qualità dei loro lavori. It was founded in 1996 by Barbara Forni and Sergio Menichelli, who were joined by Cristiano Bottino in 2000. The graphic design studio specializes in art direction, image co-ordination, publishing graphics, installations, signage and web design for various sectors, such as fashion, design, architecture, industry, services and culture. In 2012 it was elected member of European Design Leaders – the club identifying communications studios that stand out for the creativity and quality of their work.

I violinisti della grafica VIOLINISTS OF GRAPHICS Silvia Airoldi

Per Studio FM Milano occuparsi di graphic design è svolgere un lavoro di ‘interpretazione’. È ricercare un significato che afferma il progetto e dal quale dipendono le scelte formali e stilistiche / Studio FM Milano sees working in graphic design as giving an ‘interpretation’. This involves seeking out project meaning, which then shapes choices regarding style and form


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PORTRAIT / 71

Un racconto in cui si intrecciano tanti racconti, significati e progetti legati da una visione ‘laica’ della professione, che sfiora l’ironia. Incontriamo studio FM Milano. Nella denominazione del vostro studio compare la parola Milano. Quale concetto vuole ‘rivendicare’? Cristiano ha studiato a New York, Barbara a Milano e io (Sergio) a Urbino. Milano è il luogo della nostra attività professionale, una città in cui sentiamo molto forte l’attrazione per ciò che viene da lontano, per quello che non è milanese. Questa vocazione internazionale è stata sempre motivo di fascino, a partire da quando Barbara e io ci siamo conosciuti allo studio di Ettore Sottsass dove lavoravamo con colleghi e clienti giapponesi, americani, olandesi, tedeschi. E poi con Piero Lissoni e Michele de Lucchi. Nell’ambito del design grafico, inoltre, Milano è stata fin dal dopoguerra teatro del felice incontro tra grafici svizzeri e italiani, lo studio Boggeri ha rappresentato la nascita e lo sviluppo della progettazione grafica professionale italiana. E poi è la città di Bruno Munari. Quali sono i ‘mondi’ della vostra ispirazione? Il mondo del design stesso, ma soprattutto delle arti visive in generale. Abbiamo tutti e tre una preparazione artistica e una profonda affezione nei confronti dell’arte contemporanea. Qual è il vostro approccio progettuale? Si basa innanzitutto su un’analisi del tema e lo sviluppo del progetto è determinato dalla scelta

di un linguaggio adeguato. Non cerchiamo una traduzione visiva stabile, adatta a tutti i committenti, anzi proviamo a creare un racconto specifico, tagliato su misura, sempre differente. Individuiamo un significato, un’idea molto forte, che a volte gioca con la contrapposizione piuttosto che con l’armonia e in ogni modo determina le scelte stilistiche dell’interpretazione grafica. L’aspetto formale non è la nostra firma, privilegiamo immagini in diretto contatto con i contenuti del soggetto ritratto. Rispetto alla tradizione grafica svizzera, più manieristica, il nostro approccio si avvicina al modello inglese dello studio Pentagram, per noi un vero esempio. Quali step traducono il vostro metodo di lavoro? Prima un’analisi, poi una condivisione collettiva con diversi designer dello studio, quindi una ricerca, mai autoreferenziale ovvero nell’ambito del graphic design, e infine l’individuazione

Frame-Up, Refin, 2013. Evoluzione di Frame, la collezione esplora nuovi temi nell’ambito del decoro ceramico: cambio di scala, frammentazione del disegno, ricomposizione asimmetrica, con un originale linguaggio grafico contemporaneo. The evolution of Frame, the collection explores new themes in ceramic decoration: pattern fragmentation, asymmetric reassembly and scale change, using an unusual contemporary graphics language.


80 / DESIGN ENCYCLOPAEDIA

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O come

OPEN DESIGN PROGETTA, PROTOTIPA E DOCUMENTA, CONDIVIDI

DESIGN, PROTOTYPE, DOCUMENT, SHARE Massimo Botta, Serena Cangiano

Scenari della ri-produzione degli artefatti fisici in un contesto di tecnologie avanzate, di modelli di economie distribuite e di business innovativi e sostenibili Prospects for reproducing physical objects in a context of advanced technologies, distributed economy models, and innovative, sustainable business


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Per Open Design s’intende il progetto di un artefatto i cui file sorgente e documentazione sono resi pubblici tramite licenze d’uso aperte, in modo che chiunque possa studiare, modificare, produrre, distribuire e vendere tale artefatto (Open Design Definition – progetto dell’Open Design Working Group di Open Knowledge Foundation https://github.com/OpenDesign-WorkingGroup/Open-Design-Definition). La definizione, ancora aperta al momento, incorpora concetti propri del mondo del software e dell’hardware open source, i quali promuovono lo sviluppo di tecnologie attraverso processi partecipativi, condivisione di conoscenze e competenze tramite piattaforme Internet e l’uso di licenze alternative al sistema del copyright e dei brevetti. Trasferendo l’applicazione di tali concetti al dominio della progettazione, produzione e distribuzione degli artefatti di vita quotidiana, l’Open Design può essere considerato un nuovo movimento culturale che riflette e opera sui modi e sulle soluzioni che riconfigurano il concetto stesso di riproducibilità degli oggetti: in definitiva, sul concetto di oggetto di design nell’era della sua riproducibilità tecnica e partecipata. Come possiamo esemplificare questo concetto? Mettiamo che un designer neolaureato di Oslo decida di progettare una sedia che si possa costruire a partire dall’assemblaggio di sezioni di legno tagliate tramite una fresatrice a controllo numerico. Il giovane progettista decide di dare forma al disegno usando un soft-ware per la modellazione parametrica il cui codice è stato rilasciato da un gruppo di sviluppatori di New York, invece di usare un classico programma di modellazione 3D proprietario. Accedendo a tutorial, risorse e forum in Internet il giovane designer definisce in maniera semplice e veloce un sistema per generare molteplici varianti della sua sedia. Venendo poi a conoscenza che a pochi chilometri da casa sua esiste un fablab, un laboratorio di fabbricazione digitale dotato di una fresatrice a controllo numerico e accessibile grazie al pagamento di una modesta tassa d’iscrizione mensile, il progettista sviluppa un prototipo della sua sedia e produce un numero limitato di pezzi in occasione di una fiera locale di mobili. Dopo la fase di prototipazione e test, conscio del limite della sua disponibilità di tempo e denaro per portare avanti il progetto della sedia ‘a livelli’, il designer decide di documentare il suo progetto e rilasciare i file sorgente, le istruzioni di assemblaggio e customizzazione della sedia sul suo sito personale e su alcune piattaforme di condivisione e

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vendita on line di prodotti di design, come Youimagine. com e Slowd.it. Per evitare usi impropri del suo progetto, il giovane decide di pubblicare il file della sua sedia con una licenza creative commons che permette l’uso e la modifica del file solo con riferimento esplicito al suo nome e marchio e non per usi commerciali (Creative Commons Attribution-NonCommercial 3.0). Che cosa potrebbe succedere a questo punto? Il progetto della sedia ‘a livelli’ potrebbe essere riprodotto in maniera gratuita in laboratori di autoproduzione digitalizzata da amanti del design fai da te e del design unico e sostenibile, o ancora, il designer potrebbe essere contattato per modificare il suo prodotto e creare una serie limitata di varianti che un’azienda potrebbe realizzare e distribuire a livello internazionale o locale. Nel frattempo, il progetto della sedia ‘a livelli’ potrebbe fare il giro del mondo ed essere sviluppato e modificato con l’aggiunta di complementi e accessori realizzati con stampanti 3D a basso costo o per essere convertito in una grafica vettoriale per la copertina di una rivista dedicata alla grafica distribuita via Internet. La storia della sedia ‘a livelli’ racconta come l’Open Design – combinato a processi aperti, a piattaforme Internet di condivisione dei file, a laboratori condivisi di fabbricazione digitale, alla circolazione del libero software e hardware – delinea gli scenari della ri-produzione degli artefatti fisici in un contesto di tecnologie avanzate, di modelli di economie distribuite e di business innovativi e sostenibili. Una pratica che diventa sinonimo di un ecosistema a supporto di un nuovo modo di ‘fare le cose’, valorizzando quelle qualità proprie del design di operare a cavallo fra tecnica, innovazione dei sistemi di produzione e bisogni dell’uomo. Open Design vive dell’impatto fra l’attività di progetto e le tecnologie avanzate e delinea un contesto in cui il designer evolve le proprie competenze ed estende le sue sfere di azione e influenza. Ma non è tutto: rappresenta anche una valida alternativa all’evoluzione della produzione seriale che genera precarietà lavorativa, ingiustizia sociale e prodotti di scarso valore. Dalla customizzazione, guidata da logiche di mercato orientate alla vendita di prodotti personalizzati, si passa alla produzione di artefatti ‘aumentati’ che sono predisposti per essere modificati, adattati o evoluti nella loro forma, nelle loro funzioni e nei loro comportamenti rispetto a nuove necessità che emergono da un contesto tecno-sociale rinnovato. Questo contesto è la ‘piattaforma mondo’ in cui il designer si trova a operare.

* Massimo Botta Responsabile del Master of Advanced Studies in Interaction Design e dell’Interaction Design Lab al SUPSI – Università professionale della Svizzera italiana. Coordina progetti di ricerca nei campi del design dell’interazione, servizi e applicazioni web e mobile, interfacce utente, design dell’informazione e archivi digitali. He is head of the Master of Advanced Studies in Interaction Design and the Interaction Design Lab at SUPSI – University of Applied Sciences and Arts of Southern Switzerland. He coordinates research projects in the fields of interaction design, web and mobile services and applications, user interfaces, information design, and digital archives. * Serena Cangiano Si occupa di ricerca applicata e della formazione nell’ambito dell’interaction design al SUPSI. Gestisce il Fablab SUPSI Lugano e svolge un dottorato di ricerca sulla relazione tra pratiche open source e design dell’interazione. She is active in applied research and training in the field of interaction design at SUPSI. She manages the Fablab SUPSI Lugano and is pursuing doctorate research on the relationship between open source practices and interaction design.



GIRO D’ITALIA DELL’ARCHITETTURA THE ARCHITECTURAL TOUR OF ITALY

19. LOMBARDIA edited by

TRA PROPENSIONI INTERNAZIONALI E ORGOGLIO LOCALE, DIMENSIONE M E T R O P O L I TA N A E R I S C O P E R TA D E L PAT R I M O N I O A G R A R I O E N AT U R A L E , U N A R E G I O N E S I S M O G R A F O D E L L A R E A LT À I TA L I A N A B A L A N C E D B E T W E E N I N T E R N AT I O N A L PENCHANT AND LOCAL PRIDE, A M E T R O P O L I TA N D I M E N S I O N A N D T H E R E V I VA L O F A N A G R I C U LT U R A L A N D N AT U R A L H E R I TA G E , THE REGION IS A SEISMOGRAPH O F T H E R E A L I TA LY

Š FILIPPO SIMONETTI

Elena Franzoia


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