Ottagono 269, April 2014

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DESIGN ARCHITECTURE MAGAZINE

Compositori Comunicazione s.r.l. - Mensile - Anno XLIX - ISSN 0391-7487 - Poste Italiane spa - Spedizione in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 LO/MI

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I - € 10,00 110,0 00,00 GB B - € 16,50 166,50 16,5 NL - € 17,50 NL 17,5 17,5 77,50 50 D - € 18,00 18,000 18,0 F - € 17,00 17,0 17, 17 7,000 7, 7,0 E - € 12,00 12, 112 12,0 22,0 ,00 P - € 14,85 14,8855 14,8 US USA SA S A - US U US$$ 21,9 21,95 21 1,995 BR - BRLL 5 BR 55,00 55,0 55, 55 5 0 HK H K - HK HK$ K$ 1 140,00 140, 140 14 440, 400,000

04 / 2014

FULL TEXT IN ENGLISH

PREVIEW MILANO DESIGN WEEK 2014 // DOVE È FINITO IL PACKAGING NELL’ARREDO? WHERE PACKAGING’S GONE IN FURNISHINGS // BARCELLONA, CITTÀ IN CONTINUA EVOLUZIONE BARCELONA, A TIRELESSLY EVOLVING CITY // COLÉ, FABBRICA DEL DESIGN COLÉ, DESIGN FACTORY // SIMONE MICHELI: LA MODA RIFUNZIONALIZZA L’ARCHITETTURA FASHION UPGRADES ARCHITECTURE


82 / PREVIEW

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IL ‘TESSUTO’ DI VENTURA LAMBRATE VENTURA LAMBRATE’S ‘FABRIC’ Silvia Airoldi

del design e i suoi protagonisti, dalla comunicazione e PR al project management e alle attività di consulenza e curatela – è diventato un concept flessibile, Ventura Projects, già applicato a Berlino e alla Biennale Interieur di Kortrijk. Dopo la recente partecipazione alla Dutch Design Week di Eindhoven 2013 – attraverso la re-interpretazione e art direction degli spazi del Klokgebouw che hanno riunito oltre 90 tra label, designer emergenti e collettive – abbiamo rincontrato Organisation in Design. A Fulvia Ramogida, project manager di Ventura Lambrate, chiediamo qual è la particolarità di questa edizione, forse più difficile visto il momento vissuto dal settore. “Sicuramente emerge il fatto che il concetto di design si sta sempre più allargando, con contaminazioni che abbracciano altre discipline e aperture a visioni che indagano, oltre la funzionalità, anche temi filosofici e sociali”. Come nel caso di Lidewij Edelkoort, la cui partecipazione al

Ventura Hive. La mostra ‘Precious objects’ di Ya Wen Chou rilegge la cultura nativa di Taiwan. MICROmacro di Sara Bernardi presenta le luci Geometry Made Easy. A destra. Ventura Team Up. Pepe Heykoop propone i suoi pezzi unici e il progetto Tiny MIracles Foundation per uno slum di Mumbai. Ventura Hive. The ‘Precious Objects’ show by Ya Wen Chou reinterprets Taiwanese culture. Sara Bernardi’s MICROmacro presents Geometry Made Easy lights. Right. Ventura Team Up. Pepe Heykoop’s one-offs, and the Tiny Miracles Foundation project for a Mumbai slum.

© ANNEMARIJNE BAX

Da 550 application visionate, intese come proposte complete anche del concept espositivo, a 170 selezionate. Comincia da qui la quinta edizione di Ventura Lambrate, il Fuorisalone divenuto imperdibile per chi ricerca nuove interpretazioni del design, tendenze, stimoli e sperimentazione, giovani talenti. Dalla sua nascita, nel 2010, sono più che triplicati il numero dei designer partecipanti, più che duplicati gli spazi delle mostre e il numero di visitatori professionisti e non (dati 2013). Il progetto del design district milanese, creato da Organisation in Design – lo studio fondato dalle designer Margo Konings e Margriet Vollenberg da oltre dieci anni si dedica a progetti organizzativi ad ampio spettro, per il mondo

© MICROMACRO

© DOMINIC TSCHUDIN

Il design intreccia sempre più le sue trame con altre discipline. Moda, arte, ma non solo… Design weaves its threads ever thicker with other disciplines. Fashion, art, and more…


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PREVIEW / 83

Alle imponenti location, ex fabbriche o garage, loft e gallerie che connotano il design district (in foto Warehouse, 2013), Ventura Lambrate 2014 aggiunge i nuovi spazi di Ventura Living Room in Via Ventura 14. In quest’area è possibile concedersi una pausa, grazie al ristorante pop-up, ma anche scoprire tendenze e lifestyle, con la proposta di giovani designer e brand del design. The striking locations, former factories or garages, loft venues and galleries making up the design district (pictured: Warehouse, 2013) are joined in Ventura Lambrate 2014 by the new Ventura Living Room spaces, at Via Ventura 14. Here visitors can take a break, at the pop-up restaurant, but can also discover trends and lifestyles, through ideas from young designers and labels.

Ventura Living Room. La nuova collezione di scarpe Bastardisation Sculpture di González | D.G. Clothes project, da una riflessione sulla “ribellione attraverso la bellezza”. A destra. Ventura Team Up. La mostra ‘Layers’ del collettivo Form and Seek. Ventura Living Room. The new Bastardisation Sculpture shoes collection by González | D.G. Clothes Project, from reflection on ‘rebellion through beauty’. Right. Ventura Team Up. The ‘Layers’ show by the Form and Seek collective.

Una ‘mood room’ per esprimere un nuovo trend emergente nel design e nella cultura. Lidewij Edelkoort esplora il fenomeno del feticismo nella sua connessione al primitivo, combinazione di animismo e ancestralità. Gli oggetti del quotidiano possono essere considerati come talismani dotati di energie e forze che rimandano altro, attraverso la loro ‘anima’. Una ricchezza per il design che apre a molteplici ispirazioni. In Via Ventura 15, il racconto si sviluppa attraverso una installazione audiovisiva e una mostra di oggetti. A ‘mood room’ to express a new trend emerging in design and culture. Lidewij Edelkoort explores fetishism in its connection to the primitive, as a combination of animism and ancestor worship. Everyday items can be seen as talismans with energies and powers to conjure up more, through their ‘soul’. A rich resource for design open to multiple inspirations. Via Ventura 15 is where the tale unfolds through an audio-visual installation and a display of design objects.

nuovi nomi e brand (molti da paesi asiatici e Australia), nascono piattaforme quali Ventura Hive e Ventura Team Up e per la prima volta un progetto ‘satellite’, nel centro di Milano, ‘Baas is in Town’ coprodotto con 5VIE. Debutto anche per l’area Living Room nella nuovissima location di Via Ventura 14, “un capannone che solo un mese fa era in attività. Oltre a rispecchiare la funzione d’uso prevalente delle location del quartiere, ha un valore per noi concettuale nell’ospitare il passaggio dal lavoro operaio a quello creativo considerando, nella nostra accezione, il designer un operaio contemporaneo”, conclude Fulvia Ramogida. Of the 550 examined applications, submitted complete with exhibition concept, 170 were selected. This was the departure point for the fifth edition of Ventura Lambrate, the Fuorisalone event that has become an unmissable stop for anyone seeking new design

© RIVE ROSHAN

© ELENA GIRELLI

circuito è una delle novità di questa edizione. “Il suo lavoro combina competenze diverse in un approccio poetico-estetico”, spiega Fulvia Ramogida. Per quanto riguarda la molteplicità delle proposte “siamo stati rigorosi, scegliendo solo quelle che possiedono un contenuto di design. Ventura Lambrate si rivolge a professionisti e non vogliamo perdere quell’unicità che lo contraddistingue: deve essere design, non diventare altro”, sottolinea la program manager. Nonostante alcune realtà siano un po’ ridimensionate, il racconto globale, attraverso la ‘voce’ di designer affermati o emergenti, collettive di design, gallerie, scuole e istituti museali, label e aziende internazionali, interpreta un’evoluzione. “Ventura Lambrate è un tessuto con progetti che si intrecciano”, è la bella metafora di Fulvia Ramogida. Di fianco a presenze ‘storiche’ che scelgono però spazi espositivi diversi – componendo un interessante ‘movimento’ nelle location – entrano

FETISHISM


120 / WORLD JOURNEY

Ottagono 269 04/2014

IL NUOVO DECOLLO DI BARCELLONA BARCELONA’S NEW TAKE-OFF Marisa Santamaria Photos Gregori Civera

I CENTRI EMERGENTI DELLA CITTÀ SI SVILUPPANO ATTRAVERSO LE NUOVE PROPOSTE DELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA THE CITY’S EMERGING HUBS ARE DEVELOPING THROUGH NEW CONTEMPORARY ARCHITECTURE IDEAS


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WORLD JOURNEY / 121

Un decollo importante nel contesto dell’attuale crescita ineguale ma singolare della città, correlato con nuovi contatti politici, sociali e culturali uniti a grandi cambiamenti che definiscono e caratterizzano la nostra epoca. Sono passati dieci anni dall’ultimo importante intervento urbanistico a Barcellona, il Fórum, e da allora la città si è sviluppata con nuovi centri nevralgici. Questo reportage analizza tale fenomeno attraverso varie interviste, realizzate in esclusiva per Ottagono, ad alcuni dei protagonisti più diretti come Oriol Bohigas, Fermín Vázquez, Pablo Bofill, Francesc Gual, Enric Ruiz-Geli, Manuel Gausa e Vicente Guallart. Attraverso le loro opinioni e i punti di vista possiamo ricreare un caleidoscopio di idee di ciò che è e di ciò che sarà Barcellona. Quest’osservazione trasversale inizia con l’aeroporto, la porta della città, che rappresenta un successo dal punto di vista del transito di utenti in Europa; prosegue con la zona Poblenou 22@, che mostra il passaggio dalla fabbrica di prodotti all’industria della conoscenza e dell’innovazione; quindi Les Glòries e la Plaça d’Europa, che affrontano un processo di crescita che rispetta la posizione dei suoi edifici iconici, sviluppando una pianificazione urbana più a misura d’uomo; la Ciutat de la Justícia, che unisce L’Hospitalet a Barcellona nella ‘justícia suprema’. Infine La Sagrera indica un cambiamento verso una visione di rigenerazione urbana che promuove e rende dinamica la qualità di vita delle persone. Tutto ciò è frutto del dibattito tra una città di edifici ‘icona’ e un nuovo prototipo urbano, il cui intento – senza tralasciare la qualità architettonica e urbanistica – era trasmettere conoscenza per definire un altro modello, basato sull’accordo tra la pianificazione, l’ecologia e le nuove tecnologie della comunicazione.

There’s a far-reaching boom within the current uneven and unusual growth of the city, occurring in the context of new political, social and cultural contact paired with great changes characterizing and defining our era. Ten years have passed since the last large-scale urban planning project in Barcelona, the Fórum. The city has expanded with new nerve centres since then. This trend is investigated in our coverage given through various interviews – all Ottagono exclusives – with some of the most directly involved players, such as Oriol Bohigas, Fermín Vázquez, Pablo Bofill, Francesc Gual, Enric Ruiz-Geli, Manuel Gausa and Vicente Guallart. Their opinions and points of view have enabled us to conjure up a kaleidoscope image of what Barcelona is and will be. We’ll start our exploration at the airport – the gateway to the city – which stands as a triumph in Europe in terms of users. We’ll then move to the Poblenou 22@ zone: this shows the switchover from factories manufacturing products to the information and innovation industry. Next on to Les Glòries and Plaça d’Europa, which are successfully tackling a growth process respecting the presence of their iconic buildings, implementing a more human-scale urban development plan. Then Ciutat de la Justícia, which connects L’Hospitalet with Barcelona in ‘supreme justice’. Lastly, La Sagrera reveals change in a vision of urban regeneration that encourages and revitalizes people’s quality of living. All this is the fruit of interaction between an ‘icon’ city of edifices and a new urban prototype, where the intent has been to convey knowledge – without overlooking architectural and planning quality – in order to establish another model, based on synchronization between planning, ecology and new communications technologies. © RIPRODUZIONE RISERVATA

NOTA SULLE FOTOGRAFIE / NOTE ON THE PHOTOGRAPHS: Le foto di questo articolo sono state scattate tra dicembre 2013 e gennaio 2014. È una cronaca fotografica reale e attuale di Barcellona, un reportage originale, una visione della città proprio in questo momento. Gregori Civera è un fotografo con venti anni di esperienza in architettura, ritratti e moda. Lavora per El País Semanal, Wallpaper*, Vogue UK, The Guardian, The New York Times, Yo Dona, Forbes, Architectural Digest, oltre a molti altri. The images were all shot in December 2013 and January 2014. It is a real and up-to-date photographic report on Barcelona; entirely original coverage, and a vision of the city in this precise moment. Gregori Civera is a photographer with twenty years’ experience in architecture, portraits and fashion. He works for El País Semanal, Wallpaper*, Vogue UK, The Guardian, The New York Times, Yo Dona, Forbes, Architectural Digest, plus many more.


Ottagono 269 04/ 2014

146 / BACKSTAGE

PROGET TO

/

PROJECT

RECUPERO E RIQUALIFICAZIONE

/

FUNZIONALE

RESTORATION AND

FUNCTIONAL RENOVATION BARCHESSA GRITTI-MARCHINI

/ SITE (VENEZIA /

LUOGO STRA

VENICE)

PROGET TO DI INTERIOR DESIGN

/

INTERIOR DESIGN ARCH. SIMONE MICHELI L AY O U T I L L U M I N O T E C N I C O

/

LIGHTING-ENGINEERING LAYOUT

ARCH. SIMONE MICHELI COMMITTENTE

/

CLIENT

R U B E N S L U C I A N O S PA ANNO

/

YEAR

2010-2013 SUPERFICIE

2010

UN CUORE NUOVO ALLA BARCHESSA BARCHESSA’S NEW HEART Francesco Scullica* photo Jürgen Eheim

* Politecnico di Milano

M2

/

AREA


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BACKSTAGE / 147

V I S TA D A L L ’ E S T E R N O D E L L A B A R C H E S S A C O N L A C A N C E L L ATA M O N U M E N TA L E D I A C C E S S O . E X T E R I O R V I E W O F T H E B A R C H E S S A W I T H I T S G R E AT E N T R A N C E G AT E .

In un contesto storico-architettonico di pregio, una barchessa/scuderia per purosangue progettata da Gian Antonio Selva nel secondo decennio dell’Ottocento, il brand della moda RUBENSLUCIANO ha chiesto a Simone Micheli di definire un ‘progetto esperienziale’ per uno spazio caratterizzato da una notevole polivalenza funzionale e fortemente contemporaneo. Qualcosa che potesse conciliare la genesi di progetti creativi con le funzioni espositive e comunicative di uno showroom di prodotti del brand, fino a diventare nella sua totalità (gli spazi della ex scuderia e il piano sottotetto, ma anche gli spazi esterni) il luogo dove organizzare eventi particolari, fra comunicazione e intrattenimento. Il nuovo intervento, che si inserisce successivamente a un attento progetto di restauro architettonico

conservativo, si caratterizza per un approccio allestitivo e come afferma Micheli “reversibile”: lo spazio principale dell’ex scuderia viene organizzato su due livelli (piano terreno e primo piano) attraverso l’inserimento di soppalchi in metallo, opportunamente distaccati dal perimetro murario esistente, affacciati su uno spazio centrale a doppia altezza e sospesi su esili pilotis. Il punto di partenza del progetto è, come dichiara Micheli, di tipo “classico”: i due assi di simmetria longitudinale e trasversale della pianta rettangolare – che regolano il posizionamento dei soppalchi, come anche di tutti gli altri componenti, attrezzature e oggetti – sono sottolineati rispettivamente dalla porzione centrale di pavimentazione in lastricato in pietra originale con disegno geometrico a rombi e dalla zona di accesso principale.

I L P O R T I C AT O , C H E S I A F FA C C I A S U U N AMPIO GIARDINO, VIENE APERTO AL

P U B B L I C O D U R A N T E E V E N T I PA R T I C O L A R I . E X TERNAL ARCADES OVERLOOKING A B R O A D G R E E N A R E A AT T R A C T T H E P UBLIC TOWA RD S THE INTERIOR SPACES DURING SPECIAL E VENTS.


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152 / PORTRAIT

Nuove eccellenze con radici profonde NEW EXCELLENCE WITH DEEP ROOTS Erica Marson

Un viaggio nel mondo di Colé, realtà italiana industrial-artigianale, dall’anima intrisa di design e memoria , con lo sguardo rivolto al mondo e all’abitare contemporaneo A journey into the world of Colé, the Italian artisanal industry, whose soul swims in a sea of design and memory, looking to global horizons and contemporary living


Ottagono 269 04/ 2014

Colé nasce dal desiderio di creare una cosa nuova avendo chiaro in mente il mix di memoria e contaminazione, la passione per il design e per l’artigianalità, per il passato, la cultura e le arti e per una loro rivisitazione in chiave moderna, senza perderne l’anima. Un insieme di esperienza, di sensazioni, rappresentazioni e oggetti raccolti in un moodboard: rimandi a viaggi, al design (in particolare degli anni Trenta e Cinquanta), alla storia dell’arte, alla moda e in particolare alle case degli scrittori. “Case con un’anima”, come sottolinea Laura: “case intensamente abitate e connotate da chi le abitava”. Ed è proprio il moodboard a trasmettere questa idea, prima di tutto ai designer: Matteo e Laura ne parlano con Silvia Suardi e Sezgin Aksu e contemporaneamente Francesca De

In apertura, i soci fondatori di Colé, Laura Macagno e Matteo De Ponti, insieme a Francesca De Ponti che si occupa della corporate e Bruna Biagioni che segue l’ufficio stampa dell’azienda. Opening page. The Colé founding partners, Laura Macagno and Matteo De Ponti, with Francesca De Ponti, who manages corporate aspects, and Bruna Biagioni, in charge of the firm’s press office.

PORTRAIT / 153

Ponti suggerisce loro di incontrare Catharina e Steffen di Lorenz*Kaz. “Il feedback è stato positivo, racconta Matteo, e siamo partiti immediatamente con i primi prototipi. Hanno saputo interpretare quello che avevamo in mente e trasformarlo in proposte progettuali”. A loro si sono aggiunti, negli anni, Emmanuel Gallina, Hagit Pincovici e Lorenza Bozzoli: “con tutti c’è stata subito molta empatia, un elemento fondamentale. Avendo poche risorse ma idee chiare è stato bello dialogare con persone capaci di entrare nel progetto e capire la filosofia che c’è dietro, e davanti”, dice Matteo. “È sempre stato il dialogo a permetterci di esprimere in prodotto la filosofia che avevamo in mente. Unica eccezione l’incontro casuale con Hagit, la progettista di A-line, che ci ha contattati per e-mail proponendoci il suo progetto, di cui ci siamo innamorati all’istante”, continua Laura. Con i prodotti Matteo e Laura hanno sperimentato due strade: da un lato una collezione semi-industriale (Tria, 01, Secreto…) che mantiene una componente molto importante di artigianalità, dall’altro alcuni pezzi interamente artigianali, come Ottoman, A-line o Tapparelle. Tutti consentono personalizzazioni e cura per il dettaglio, ma incontrano canali e clienti diversi. Personalizzazioni e cura resi possibili anche dalla scelta e dal rapporto con i fornitori, altro anello fondamentale dalla

COLÉ Colé - Italian design label è un marchio del design italiano, nato dall’esperienza di Matteo De Ponti, brand manager di Driade per oltre dieci anni, e dalla sensibilità di Laura Macagno, appassionata di arte e design. Dal debutto nel 2011 hanno lavorato per creare un dialogo virtuoso, una comunione di intenti tra chi disegna, chi produce, chi edita e chi vende. The Colé Italian Design Label is a brand of Italian design, launched through the experience of Matteo De Ponti, Driade brand manager for over ten years, and the brains of Laura Macagno, an art and design fiend. Since the debut in 2011, the pair have worked to create a virtuous dialogue, a communion of intent between the designer, the producer, the design editor and the vendors.

A sinistra. Tra i nuovi prodotti presentati a Milano, Sushi Kart. Un carrello portavivande con richiami alla cultura giapponese e catalana che sancisce l’inizio della collaborazione con Lorenza Bozzoli. In alto. Tria lounge nasce dallo sdoppiamento di Tria chair, uno dei primi pezzi a entrare a far parte delle collezioni. I designer Lorenz*Kaz hanno lavorato alla versione poltrona della sedia. Left. The new products presented in Milan include Sushi Kart. This food trolley with Japanese and Catalan overtones marks the start of the teamwork with Lorenza Bozzoli. Above. Tria Lounge stems from the doubling of Tria Chair – one of the first pieces to join the Colé collections. The Lorenz*Kaz designers worked on the armchair version of the seat.


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