Cesena IN Magazine 02/2023

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ROBERTA ZAPPASODI

RICERCATRICE DA PREMIO

ELEAZARO ROSSI

DISSACRANTE IRONIA

SERE D’ESTATE CENE

n.2 2023 www.inmagazine.it cesena
E
PICNIC SOTTO LE STELLE
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Apriamo questo numero con un’intervista al forlivese Eleazaro Rossi, protagonista de Le Iene con il suo umorismo dissacrante. Facciamo poi un salto negli Usa e nelle rivoluzionarie scoperte sull’immunoterapia della cesenate Roberta Zappasodi. Torniamo poi nelle zone alluvionate per raccontare alcune delle tantissime iniziative di solidarietà e scopriamo i festival di Forlì e Cesena che fanno pop la storia. Saliamo poi su due palchi, quello dei Mediastars con le agenzie forlivesi premiate e quello della Fabbrica delle Candele con le iniziative per i giovani. Ci godiamo le cene d’estate sotto le stelle e tocchiamo con mano cosa vuol dire arredare secondo l’armocromia. Conosciamo le aziende della Provincia che costruiscono case in legno e solchiamo le onde con il kitefoil di Lorenzo Boschetti, candidato alle Olimpiadi 2024.

Edizioni IN Magazine s.r.l. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì | T. 0543.798463 www.inmagazine.it | info@inmagazine.it

Anno XXV N.2

giugno/luglio

Reg. di Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n.27

Direttore Responsabile: Andrea Masotti

Redazione centrale: Clarissa Costa

Coordinamento di redazione: Roberta Invidia

Artwork e impaginazione: Francesca Fantini

Ufficio commerciale: Roberto Amadori, Gianluca Braga

Stampa: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN)

Chiuso per la stampa il 10/06/2023

Collaboratori: Barbara Baronio, Dolores Carnemolla, Alessandro Mambelli, Francesca Miccoli, Federica Pogliani.

Fotografi: Andrea Bonavita, Andrea Sansavini, Alice Brizzi, Silvia Camporesi, Martina Orsini, Daniele Schiavello, Gianmaria Zanotti.

Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte. In ottemperanza a quanto stabilito dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR) sulla privacy, se non vuoi più ricevere questa rivista in formato elettronico e/o cartaceo puoi chiedere la cancellazione del tuo nominativo dal nostro database scrivendo a privacy@inmagazine.it

EDITORIALE 14 08 PROFILI ELEAZARO ROSSI 08 44 26 14 PROFILI ROBERTA ZAPPASODI 20 UNIONE FUORI DAL FANGO 26 MANIFESTAZIONI LA STORIA SI FA POP 32 COMUNICAZIONE CREATIVI SUL PODIO 34 EVENTI ORIZZONTE GIOVANI 38 ESPERIENZE SULL’ERBA, SOTTO LE STELLE 44 CASA COLORI ED EMOZIONI 50 EDILIZIA ABITARE NATURALE 57 SPORT LORENZO BOSCHETTI O6 PILLOLE NOTIZIE DALLA PROVINCIA
DI ANDREA MASOTTI Scopri IN Magazine Romagna, il nuovo portale che raccoglie storie di eccellenza e territorio.

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PILLOLE

MERCOLEDÌ D’ESTATE

FORLÌ | Tornano i tradizionali appuntamenti in centro con musica, spettacoli dal vivo, mostre, intrattenimento, sport, esibizioni circensi e molto altro. Quest’anno il calendario è ancora più vario e comprenderà anche settembre. “La ricostruzione passa anche da qui, da momenti di svago e condivisione come quelli dei mercoledì d’estate”, afferma l’assessora Andrea Cintorino. “Abbiamo lavorato a lungo in sinergia con le associazioni di categoria, con l’obiettivo di regalare alla città un’estate ricca di alternative.”

LIBRI ANTICHI IN SALVO

FORLÌ-CESENA | Una corsa contro il tempo per recuperare libri antichi alluvionati e ricoperti di fango, attraverso la crioterapia: per salvare i preziosi manoscritti della propria collezione la Biblioteca Vescovile di Forlì ha chiesto un riparo a Orogel, colosso dei surgelati con sede a Cesena, per conservarli a bassissime temperature. I libri – alcuni risalenti anche al 1500 – riposeranno nei freezer dello stabilimento a -25 gradi. “Mai mi sarei aspettato che questa procedura tornasse utile anche per il nostro patrimonio letterario,” afferma il presidente Bruno Piraccini. “Siamo pronti a fare la cura del freddo ai libri della Romagna.”

MASSIMO SANSAVINI IN MOSTRA

CESENATICO | Diario di vite dal Mare di Sicilia di Massimo Sansavini arriva al Museo della Marineria di Cesenatico e sarà visitabile fino al 10 settembre. La mostra torna in Emilia-Romagna per la sua 15a esposizione, presentando le opere realizzate con il legno degli scafi delle barche dei migranti con l’obiettivo anche didattico di raccontare le migrazioni.

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ELEAZARO

SARCASTICO E DISSACRANTE DALLA STAND-UP COMEDY A LE IENE ROSSI

Silenzio. Entra sul palco con una frase che arriva dritta al cuore del pubblico: “Allora, Forlì?!” La sala si anima in un lungo applauso e il protagonista di questa storia, con sole due parole, si è già fatto amico tutto il pubblico. Eleazaro Rossi, dissacrante sul palcoscenico e riservato nella vita, da oltre un anno fa parte del cast de Le Iene. Quando non indossa la divisa da Iena, veste quella total black per calcare i palchi di tutt’Italia con uno spettacolo che si chiama L’Ora di Religione in cui porta se stesso, la propria visione del mondo e tanto della sua vita privata e del suo lavoro. Ironia della sorte, ha scelto di dare al suo spettacolo il nome di un qualcosa per antonomasia facoltativo, e di risposta quasi tutte le date sono andate sold out. A Forlì, per soddisfare la grande richiesta, le serate consecutive sono state quattro. Una chiacchierata con te, Eleazaro, dicci: com’è stata la vita tra Forlì, Forlimpopoli e Galeata?

“Intanto un chiarimento, non me ne voglia-

no i forlimpopolesi ma io con Forlimpopoli non c’entro niente, ci sono solo nato. Per un po’ di tempo avevo il dentista a Forlimpopoli. E una volta ci ho comprato una Playstation usata: fine dei miei rapporti con la città di Pellegrino Artusi. Io sono prima di Galeata e poi, negli ultimi quindici anni, di Forlì – anche se negli ultimi dodici mesi sono apolide, non sto fermo due giorni nello stesso posto. La vita a Forlì è stata buona con me. Questa città l’amavo molto già prima di andarmene, era la città in cui volevo vivere, ora che non ci abito più ogni volta che torno provo una forte malinconia. Per l’animale abitudinario che sono è perfetta, a me piace andare sempre nei soliti due posti, ancora e ancora, fino a riconoscerli come estensioni di casa mia. E poi, la natura delle persone: i romagnoli bilanciano un temperamento operoso e instancabile a un’umiltà e una disponibilità commovente, come continuano a dimostrare in questi giorni. Tutte cose di cui un provinciale come me si rende conto solo

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PROFILI
DI FEDERICA POGLIANI FOTO DANIELE SCHIAVELLO

quando prova a vivere per più di tre giorni nelle grandi città.”

Leggendo le varie interviste si dice che della tua vita privata non si sappia nulla, quindi ti chiedo: oltre a un abitudinario provinciale, chi sei fuori dal palco?

“In realtà ascoltando i miei monologhi si sa moltissimo della mia vita privata, dei miei tic, delle mie perversioni, delle debolezze. La mia vita privata è molto spesso – quasi sempre – il cavallo di Troia: se parlo di me, se mi spoglio io per primo, poi posso prendere in giro chiunque e qualsiasi cosa. Questo è un meccanismo classico del comico, un trabocchetto. È a tutti gli effetti uno scambio col pubblico. Io vi do qualcosa di personale e voi mi consentite delle libertà che altrimenti non concedereste. Spesso ho la sensazione che sul palco mi possa essere perdonata qualsiasi cosa, qualsiasi battuta – a volte anche fuori dal palco.”

Perdonare, ancora una volta un concetto cristiano. Perché dovremmo perdonarti, esistono cose su cui non si può scherzare?

“Non esistono cose su cui non si può scherzare. Il fulcro del nostro mestiere è tutto qui,

prendere una storia di cui il pubblico non voglia ridere, qualcosa che lo spaventi oppure che lo inorridisca o sia imbarazzante o deprimente, e liberarlo. La comicità è tutta qui, è un rito di liberazione, è la devastazione delle sovrastrutture: manipolare le parole fino a trasformare la morte in un sussulto di felicità. Per me questa cosa è sacra, è uno dei modi che abbiamo trovato come specie per sottrarci al dolore e al vuoto, è una magia potente che va protetta.”

Un sacco di persone ti definiscono ‘tagliente’, tu come rispondi a questo epiteto che sembra più che altro un insulto?

“Tagliente? Non lo so. Faccio fatica a dare una definizione al mio lavoro, il pubblico ai miei spettacoli ride molto, molto di rado è successo che qualcuno si alzasse, borbottasse qualcosa e se ne andasse. Forse per loro sono stato tagliente, non è né colpa mia né colpa loro, non ci siamo capiti, non ci siamo stati simpatici. Capita.”

A proposito del tuo lavoro: in un’intervista hai detto che non avresti mai pensato di fare questo mestiere, al punto che scrivevi in inglese proprio perché pensavi che

10 IN
QUESTE PAGINE, ELEAZARO ROSSI IN TENUTA DA IENA, SOPRA CON MELISSA SATTA. NELLA PAGINA SEGUENTE, IL COMICO SI PREPARA PER SALIRE SUL PALCO.

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non sarebbe mai successo…

“No, non pensavo che sarei riuscito a guadagnarmi da vivere scrivendo. Sono, ed ero, abbastanza fatalista: a trentacinque anni suonati avevo combinato poco o niente, non avevo una direzione artistica, non c’era uno scopo, non c’erano idee ed era finita la stagione delle velleità. Poi sono un procrastinatore patologico, forse è un tratto della mia generazione, questo modo passivo di non arrendersi: ‘non voglio annullarmi in un lavoro che non mi piace e allo stesso tempo non ho – non mi sono stati dati – gli strumenti necessari a credere in me stesso, a creare un progetto’. È un modo come un altro per di-

QUANDO NON INDOSSA

LA DIVISA DA IENA, VESTE QUELLA TOTAL BLACK PER CALCARE I PALCHI CON L’ORA DI RELIGIONE: “NON ESISTONO COSE SU CUI NON SI PUÒ SCHERZARE. LA COMICITÀ È UN RITO DI LIBERAZIONE.”

ventare vecchi soffrendo il meno possibile. E poi è successo quello che è successo, ho provato una cosa che rimandavo da anni, ha funzionato subito. Bello così, eh!”

Bello eccome! Quindi, ad oggi sei un comico?

“Oggi sono due cose, prima sono un padre e poi sono un artigiano, mi occupo di mia figlia e mi occupo di mettere insieme parole. Mi divido tra mia figlia e il lavoro, non mi interessa di nient’altro. Appena ho un giorno libero la raggiungo.”

Per citare Elio e le Storie Tese: Non sto piangendo, mi è entrata una bruschetta nell’occhio! D’altra parte, la Romagna è sempre stata terra di patacca, e tu? Ti ci senti?

“Patacca sempre, e con orgoglio.”

Torniamo seri: oggi si parla tanto di ‘standup’, ma i comici non esistono più? Che differenza c’è?

“No, questa differenza non è mai veramente esistita. È stata un’ottima trovata pubblicitaria, geniale quasi, per incanalare nuovi comici in un asset quasi impenetrabile. Negli anni zero per diventare comico o passavi da Zelig o passavi da Zelig (e poi, molto meno, da Colorado).

Il movimento della stand-up comedy ha sparigliato tutto e fatto esplodere talenti comici senza farli passare dai canali ‘ufficiali’. Ma sono sempre comici. La differenza è che non abbiamo alle spalle qualcuno che, senza essere mai salito su un palco, ci dice come si scrivono i pezzi e ci spiega cosa vuole il pubblico. I pezzi li scriviamo da soli o li scriviamo con quelli che riteniamo ‘pari’, con cui abbiamo condiviso un palco, una macchina, un viaggio in flixbus o un letto. Non abbiamo maestri e non abbiamo debiti di riconoscenza: è una bella libertà. Il movimento della standup comedy non cambia la comicità, è solo un moto di liberazione.

Non ci volete in televisione? (Sorpresa, adesso ci vogliono eccome). E noi troviamo un’altra strada, costruiamo un altro posto, ci prendiamo un altro pubblico.”

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PROFILI

ROBERTA

LA

ZAPPASODI

La tenacia e la costanza sono le sue migliori alleate. “No pain, no gain. Never give up!” (Nessun dolore, nessun guadagno. Non mollare mai!) è il suo mantra. La lotta ai tumori per Roberta Zappasodi, classe 1981, è alla base del lavoro di ogni giorno. La ricercatrice cesenate, dopo gli studi al liceo Righi di Cesena, la Laurea in Biotecnologie Mediche all’Università di Bologna e il dottorato di ricerca in Immunoterapia dei tumori presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, è volata oltreoceano negli USA per poter lavorare nei migliori centri di ricerca del mondo. Da oltre 10 anni vive a New York, dove ha lavorato prima presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center per poi passare a guidare un gruppo di ricerca internazionale presso la Cornell University come Assistant Professor of Hematology in Medicine nel Weill Cornell Medical College, dove si occupa di ricerche contro il cancro. Per i suoi studi al Memorial Sloan Kettering Cancer Center ha ricevuto numerosi riconoscimen-

ti, fra cui l’ambito ISSNAF Award nel 2018, assegnato dalla fondazione degli scienziati italiani in USA e Canada, che l’ha collocata tra i cinque migliori scienziati italiani in Nord America. Nel 2019, ha poi ricevuto il Premio Malatesta Novello - Città di Cesena.

Tra i suoi sogni vi è il desiderio di far crescere un gruppo di ricerca affiatato ed efficiente con cui continuare a condividere la passione della scoperta, dando però un po’ più spazio alla vita privata e alla famiglia. Roberta, sposata con Enrico conosciuto ai tempi del liceo e anch’egli ricercatore, è mamma di una bimba di poco più di un anno.

È nota per aver offerto un contributo essenziale allo studio di terapie antitumorali. Può illustrare alcune delle sue scoperte?

“Il gruppo di ricerca che dirigo studia come utilizzare il sistema immunitario per sconfiggere il cancro. Nell’ultimo decennio sono stati fatti molti progressi sull’immunoterapia dei tumori, che hanno portato a ottenere nuovi farmaci di estremo successo, con risul-

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TUMORI
SCIENZIATA CHE STUDIA IL SISTEMA IMMUNITARIO PER COMBATTERE I
DI BARBARA BARONIO

tati clinici estremamente significativi, tanto che negli ultimi dodici anni sono entrati a far parte del trattamento standard di svariati tipi di tumore. Tuttavia, questa terapia non è efficace in tutti i pazienti. In questo contesto, il mio programma di ricerca conduce studi riguardanti i meccanismi di resistenza all’immunoterapia, per cercare di comprendere come mai alcuni pazienti rispondono e altri invece non sembrano trarre beneficio da questo tipo di trattamento. L’obiettivo è da un lato scoprire nuovi target da colpire che diano risultati migliori in termini di remissione del tumore, e dall’altro di individuare nuovi marcatori che consentano di predire le risposte cliniche e su quali pazienti sia necessario somministrare nuovi farmaci o combinazioni di farmaci.”

In cosa consiste di preciso il suo lavoro di ricerca?

“Il mio lavoro ha contribuito a definire aspetti chiave del ruolo dei linfociti T immunosoppressori nella risposta all’immuno-

ROBERTA ZAPPASODI È

UNA RICERCATRICE CHE STUDIA I MECCANISMI PER ELIMINARE LE CELLULE TUMORALI. È

TRA I CINQUE MIGLIORI SCIENZIATI ITALIANI IN NORD AMERICA E NEL 2019 HA RICEVUTO IL PREMIO MALATESTA NOVELLO.

terapia. Per esempio, abbiamo individuato una nuova popolazione di cellule T immunosoppressorie in modelli animali di tumori di topo e in pazienti oncologici. Mantenere bassi livelli di queste cellule durante il trattamento con checkpoint inibitori potrebbe aiutare a ottenere una risposta anti-tumore più efficace. Più recentemente ci siamo interessati a come le caratteristiche metaboliche del tumore possano interferire con la risposta all’immunoterapia: abbiamo dimostrato che i tumori con elevata capacità di consumare glucosio sono particolarmente refrattari alla cura immunoterapica. Questo indicherebbe che classificare i tumori sulla base del loro stato metabolico potrebbe aiutare a individuare quelli che hanno più probabilità di rispondere alle terapie.”

Che ruolo ricopre?

“Assistant Professor. Il mio contratto di lavoro prevede un tempo definito (circa 6 anni) in cui dimostrare di essere in grado di attrarre sostanziali fondi di ricerca specialmente dal

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IN QUESTE PAGINE, ROBERTA ZAPPASODI IN LABORATORIO E NEL CORSO DI UNA CONFERENZA. NELLA PAGINA SEGUENTE, LA RICERCATRICE RITIRA IL PREMIO CONFERITOLE DAL LIONS CLUB CESENA.

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governo USA, con l’obiettivo di acquisire personale e tecnologie, per produrre risultati di ricerca di alto impatto. Tutto questo è la condizione sine qua non per ricevere la ‘tenure’, cioè la promozione ad Associate Professor (Professore Associato). La ricerca accademica è un lavoro molto interessante e potenzialmente gratificante, dato il piacere della scoperta, ma molto competitivo. Richiede al tempo stesso tolleranza al rischio di impresa e al rischio scientifico.”

Com’è vivere a New York? Le mancano l’Italia e la Romagna?

“Vivo e lavoro a Manhattan. New York è fantastica per l’energia e le costanti opportu-

“IL MIO PROGRAMMA DI RICERCA CONDUCE STUDI RIGUARDANTI I MECCANISMI DI RESISTENZA ALL’IMMUNOTERAPIA,” SPIEGA, “PER CERCARE DI COMPRENDERE COME MAI ALCUNI PAZIENTI RISPONDONO E ALTRI INVECE NO.”

nità che offre, ma la frenesia e l’agenda sempre piena possono stancare e per me e mio marito, entrambi cesenati, è bello poter tornare in Europa e in Romagna per ricaricarci e riconnetterci con una realtà più a misura d’uomo.”

La sua presenza a New York conferma che in Italia non vi sono molte possibilità per chi fa ricerca?

“Le risorse economiche e l’infrastruttura tecnologica in Italia sono insufficienti, imponendo enormi sacrifici agli scienziati basati in Italia. L’Italia offre un’ottima formazione, soprattutto teorica, ma è incapace di attrarre e far crescere personale qualificato. Guardando il nostro paese dall’esterno sembra che non ci sia interesse concreto a investire nella ricerca e utilizzare l’enorme capitale umano che il sistema universitario italiano è capace di produrre. Questo va a beneficio di altri paesi, dove migrano molti ricercatori italiani in cerca di migliori opportunità.”

Lei è giovane ed è una donna, vi sono state difficoltà nell’emergere sul lavoro rispetto a colleghi uomini più maturi?

“Ho avuto la fortuna di avere dei mentori (uomini e donne) che hanno scommesso su di me, mi hanno inserito nei loro network e fatto partecipare in prima linea a meeting importanti, con collaboratori e finanziatori.” Secondo lei perché sembrano crescere le patologie tumorali tra la popolazione?

“Non tutte le patologie tumorali sono in crescita nella popolazione. La diagnostica e la prevenzione stanno aiutando molto in questa direzione. Inoltre, ora abbiamo vaccini preventivi come per esempio contro l’HPV che proteggono dal tumore alla cervice, e sono un’arma di grande valore. Può apparire che ci sia un’incidenza maggiore dei tumori, ma questo dipende anche dal fatto che oggi siamo in grado di diagnosticare meglio e più precocemente il tumore. Perciò è più appropriato guardare come cambia la mortalità causata dai tumori e per tipo di tumore nel tempo, per capire come sta funzionando e migliorando l’oncologia.”

18 PROFILI

FUORI

PERSONE E IMPRENDITORI A SOSTEGNO DELLE COMUNITÀ COLPITE DALL’ALLUVIONE

DAL FANGO

Batte forte il cuore della terra del sorriso. L’alluvione abbattutasi sull’Emilia-Romagna e Marche ha funestato le vite di migliaia di persone. Spegnendo esistenze, annientando il calore degli affetti e violando persino i ricordi. Lutti destinati a rimanere scolpiti nel tempo, non meno dei gesti eclatanti capaci di addolcire, per quanto possibile, un’immane tragedia. Come dimenticare i tanti giovani, ma anche gli ‘ex ragazzi’, che, pala in mano e fango fino alle orecchie, hanno trascorso giorni interi ad asciugare asfalti e lacrime, intonando l’inno del solatio e dolce paese.

Per lo più sconosciuti pronti a tendere una mano ad altri sconosciuti, nel segno di una solidarietà che trascende legami e parentele

Numerose persone hanno manifestato vicinanza senza scendere in strada: chi offrendo la propria casa o un ristoro caldo, l’ospitalità ai piccoli amici domestici, la disponibilità a lavare e stirare

TANTI GLI SCONOSCIUTI CHE, HANNO TESO UNA MANO AD ALTRI SCONOSCIUTI, NEL SEGNO DELLA SOLIDARIETÀ. COME ALTRETTANTI SONO GLI IMPRENDITORI, LE AZIENDE E I PERSONAGGI DELLO SPETTACOLO CHE HANNO MANIFESTATO LA PROPRIA VICINANZA ATTRAVERSO INIZIATIVE O SCENDENDO IN STRADA.

gli abiti rattrappiti dal fango. O semplicemente prestando il conforto di un abbraccio, la complicità di un sorriso.

Anche il mondo dell’imprenditoria ha fatto sentire la pro-

pria voce. Tra i primi a mobilitarsi l’ingegnoso cesenate Fabio Zaffagnini, ideatore di Rockin’ 1000, la più grande rock band mai esistita, entrata nel Guinness dei primati e rimbalzata sui media di tutto il mondo. Utilizzando la piattaforma normalmente impiegata per reclutare musicisti, Zaffagnini ha dato vita a Volontari SOS, strumento per chiamare a raccolta e coordinare gli i benemeriti pronti a indossare stivaloni di gomma per risollevare una Romagna in preda all’emergenza. Uno strumento che in poche ore ha raccolto l’adesione di una trentina di comuni e di oltre 30.000 volontari. E già fioccano i ‘presente!’ al concerto con 1.000 artisti da organizzare nei prossimi mesi, una sorta di live aid made in Romagna. Tra i musicisti ci sarà senz’altro Nek, al secolo Filippo Neviani, che a sorpresa si è presentato a spalare fango a Villanova, volontario tra i volontari della sicurezza di Sassuolo (Vos). E così accanto

20 UNIONE
DI FRANCESCA MICCOLI

alle note di Romagna Mia, sulla via Emilia ha risuonato anche la melodia di Laura non c’è. Alla squadra di volontari della protezione civile di Forlimpopoli si è poi unito anche Cesare Cremonini, cantautore bolognese, per aiutare a smistare e impacchettare i prodotti donati arrivati da tutta Italia. In mezzo al fango, un altro volto noto è stato anche quello di Francesca Amadori, nipote di Francesco Amadori dell’omonimo gruppo, che mu-

nita di stivali e vanga ha portato il suo contributo nel quartiere di San Rocco.

Iniziative benefiche sono state promosse da numerosi ristoratori, interpreti di quel ‘mangiar bene’ che ha proiettato nel mondo il nome della Romagna. Duplice il canale di raccolta fondi a cui ha fatto ricorso il grande cuore di Riccardo La Corte, il Big Boss, che ha organizzato una cena pro alluvionati a Casa La Corte con un menu della tradi-

zione a base di tagliatelle al ragù e sangiovese. Altro percorso intrapreso, quello dell’asta rivolta ai collezionisti di auto: un’Alfetta quadrifoglio oro 2.000 del 1984 uscita dal Big Boss Garage. L’asta si è poi trasformata in una vera e propria donazione della vettura a un concittadino che ha perso l’auto durante l’alluvione. Tra i guru del cibo virtuosi, anche un magnifico trio che ha scelto di incrociare gli strumenti del mestiere in cucina per ‘una

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IN ALTO, DA SINISTRA, FABIO ZAFFAGNINI INTERVISTATO DA RAINEWS; UNO SCATTO DELLA FOTOGRAFA SILVIA CAMPORESI PER IL PROGETTO ‘ROMAGNA TIN BÒTA’; RICCARDO LA CORTE DURANTE LA CONSEGNA DELLA MACCHINA D’EPOCA; SOTTO, FRANCESCA AMADORI (LA SECONDA DA DESTRA) NEL QUARTIERE ALLUVIONATO DI SAN ROCCO.

cena per la Romagna’ all’Osteria Michiletta: si tratta di Gianluca Gorini (titolare di Da Gorini a Bagno di Romagna), Mirko Castellucci (Panifico a Forlì) e Enricomaria Porta (Osteria della concorrenza a Milano). In tavola le eccellenze del territorio e al miglior offerente alcune etichette rare: l’intero ricavato è stato destinato al Comune di Cesena e alla Croce Rossa Italiana. Anche lo chef cesenate Alberto Faccani, titolare del Ristorante Magnolia, insieme a Gianluca Gorini si è reso partecipe all’iniziativa gemella ‘A Rimini per la Romagna’ che ha coinvolto ben sei chef stellati. Ma non solo: per aiutare e sostenere i volontari e le persone colpite, l’Osteria

Ristorante Don Abbondio e il locale Ruggine di Forlì hanno allestito una cucina da campo nei pressi del Palasport Villa Romini, preparando e consegnando oltre 15.000 pasti caldi. Una delle storie più singolari tra quelle che hanno visto protagonisti gli angeli della solidarietà riguarda il liutaio cesenate Diego Suzzi, che ha offerto la propria professionalità per ‘salvare l’anima’ degli strumenti musicali violati dal fango. In maniera rigorosamente gratuita. Dopo essersi sporcato le mani a spalare melma da case e cantine, Suzzi ha deciso di andare oltre dedicandosi a pianoforti, chitarre e bassi. Ma non è tutto: il quarantunenne artigiano, che

si ritiene miracolato in quanto uscito indenne dalla calamità, sta pensando a una canzone da interpretare con la band dei Post Funk. In spartito anche lo sferragliare delle pale in trincea, appositamente campionato per un mp3 da hit parade. L’arte solidale ha infine raggiunto anche il mondo della fotografia con l’iniziativa ‘Romagna tin bòta’ ideata dal fotografo cesenate Marco Onofri: un collettivo di artisti, fotografi e illustratori italiani e internazionali sono stati coinvolti in un’azione corale che li ha visti donare un’opera dal proprio archivio per raccogliere fondi – 100.000 euro è l’obiettivo – che saranno devoluti alle persone e imprese colpite.

22 UNIONE
HANNO
LE PROPRIE BRACCIA O COMPETENZE AL SERVIZIO DELLA COMUNITÀ, COME PERSONAGGI DELL’ARTE E DELLO SPETTACOLO O CHEF E RISTORATORI VIRTUOSI CHE HANNO ORGANIZZATO CENE DI RACCOLTA FONDI.
MOLTI IMPRENDITORI
MESSO
A LATO, IL LIUTAIO DIEGO SUZZI SALVA UNO STRUMENTO DAL FANGO. IN ALTO, I SEI CHEF STELLATI COINVOLTI NELL’INIZIATIVA ‘A RIMINI PER LA ROMAGNA’. SOTTO, NEK E CESARE CREMONINI (AL CENTRO) COME VOLONTARI DELLA PROTEZIONE CIVILE DI FORLIMPOPOLI.
Gamma
N E X T L E V E L R o m a g n a u t o r o m a g n a u t o l a n d r o v e r i t V i a R a v e g n a n a 4 0 3 , F o r l ì – 0 5 4 3 7 2 3 3 0 3 V i a F o g a z z a r o 1 1 9 , C e s e n a – 0 5 4 7 3 3 5 5 6 7 c o n c i e r g e r o m a g n a u t o 4 x 4 @ l a n d r o v e r d e a l e r s i t
Nuova Range Rover Sport, valori di consumo carburante (l/100 km): ciclo combinato da 0,8 a 11,7 (WLTP) Emissioni CO₂ (g/km): ciclo combinato da
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a 266 (WLTP) I valori sono indicati a fini comparativi

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Una storia fatta di passione che, unita a tenacia e a una spiccata capacità di innovazione, ha reso l’azienda forlivese Giemme un fiore all’occhiello nel settore dei serramenti di alta qualità, dalla produzione alla vendita.

Nata agli inizi degli anni Ottanta per iniziativa di Mauro Zanetti e del padre Romano, si presenta da subito come una realtà dinamica specializzata nel settore del restauro e della commercializzazione di serramenti e infissi, con alle spalle un’esperienza – che risale

agli anni Sessanta. Un’esperienza tramandata di padre in figlio che, dal 2011, vede la presenza in azienda di Manuel Zanetti , figlio di Mauro. Tre generazioni di ‘sarti del legno’, come amano definirsi, alla guida di una realtà che ha il suo principale punto di forza nel rapporto diretto con il cliente, dalla produzione alla vendita, senza passaggi intermedi. Una realtà tailor made, insomma, che nel suo dna ha la capacità di ‘cucire’ soluzioni su misura e tecnologicamente all’avanguardia, per le diverse esigenze della clientela.

“La chiave di volta della nostra storia è stata l’apertura, a partire dal 2012, dei flagship store Giemme in cui ci rapportiamo

direttamente con il consumatore finale,” spiega Manuel Zanetti, “con soluzioni studiate ad hoc, rivolte sia a privati che a progettisti. Non siamo rivenditori, come la maggior parte delle aziende che operano nel settore, e questo ci consente di lavorare in una filiera corta evitando intermediazioni e accontentando in modo puntuale i nostri clienti.”

A oggi Giemme, che ha il suo quartier generale a Forlì, conta circa 130 dipendenti sul territorio nazionale e 30 collaboratori ed è presente con punti vendita a Treviso, Bologna, Arezzo, Roma, Teramo e Taranto. È prevista a breve, entro l’anno, l’apertura di un nuovo negozio a Milano e un negozio nel nord della Sardegna,

IL PUNTO DI FORZA RISIEDE NEL RAPPORTO DIRETTO CON IL CLIENTE, DALLA PRODUZIONE ALLA VENDITA. “I NOSTRI CLIENTI SONO PRIVATI E IMPRESE, AI QUALI PROPONIAMO UNA GAMMA DI SERRAMENTI DI QUALITÀ IN LEGNO, LEGNO ALLUMINIO E PVC. COLLABORIAMO ANCHE A STRETTO CONTATTO CON I PROGETTISTI.”

ad Olbia. Non solo. Il gruppo è in forte espansione anche sui mercati internazionali, dopo l’apertura nel 2022 di un ufficio estero che ha portato a nuovi sviluppi commerciali in Grecia, Portogallo e Spagna e Israele. Sono attualmente in corso trattative con India e Canada.

“I nostri clienti sono privati e imprese che si occupano di una cantieristica evoluta, di tipo residenziale e di livello medio alto, e collaboriamo anche a stretto contatto con i progettisti,” continua Manuel Zanetti, “ai quali proponiamo una gamma di serramenti di qualità in legno, legno alluminio e pvc, una tipologia che ha avuto un’impennata negli ultimi anni. Quella che ci caratterizza è anche l’ attenzione all’ambiente , grazie all’utilizzo di materie prime a basso impatto ambientale, ecocompatibili e ecosostenibili.”

A questo proposito, l’azienda ha da poco ricevuto la Certificazione FSC e PEFC, che ha come

scopo la corretta gestione forestale e la tracciabilità dei prodotti derivati. Il logo di FSC e PEFC garantiscono che il prodotto è stato realizzato con materie prime derivanti da foreste correttamente gestite secondo i principi dei tre principali standard: gestione forestale, gestione sociale e catena di custodia.

L’altro pilastro che fa di Giemme un marchio di riferimento del settore è la costante ricerca e innovazione dei sistemi produttivi e del design, che sanno coniugare tradizione e alte prestazioni e che offrono al cliente italiano ed europeo una gamma di varianti capace di coprire le più diverse esigenze tecniche e stilistiche, grazie anche alla stretta collaborazione con estrusori di profili. “Oltre ai corsi di formazione che organizziamo per i professionisti del settore, abbiamo aperto a Treviso una specifica divisione dedicata a Ricerca e Sviluppo e all’analisi tecnica del prodotto,” continua Zanetti, “nella quale ci

occupiamo in modo costante di innovazione attraverso investimenti in tecnologia e design. Innovazione applicata non sono ai macchinari e alle strumentazioni, ma anche allo sviluppo delle competenze di nuove figure professionali, come ingegneri e architetti, entrate a far parte del nostro staff.”

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A LATO, ROMANO, MAURO E MANUEL ZANETTI. IN QUESTA PAGINA ALCUNI DEI PROGETTI REALIZZATI DALL’AZIENDA.

LA STORIA

SI FA POP

Sembra strano, ma il Medioevo non è mai stato così contemporaneo. Almeno a Forlì e Cesena. Negli ultimi anni, infatti, sono nati – o rinati – due eventi molto particolari, che riportano nelle città e fra la gente la Storia e la tradizione di un passato lontano seicento anni. Stiamo parlando del Festival di Caterina Sforza e della Giostra di Cesena. Il Festival di Caterina Sforza (la quarta edizione si è svolta dal 15 al 17 giugno) è promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Forlì ed è affidato alla direzione artistica di Eleonora Mazzoni. Il Festival è ‘cominciato’ con quattro serate di Anteprima, che si sono svolte fra aprile e inizio maggio. Secondo le intenzioni della direttrice artistica, il Festival “è una manifestazione colta e raffinata ma anche popolare, fruibile a svariati livelli.” In effetti, benché il percorso che dalle Anteprime conduce alla kermesse vera e propria sia pensato per tutti, i

NELL’EPOCA DEI SOCIAL MEDIA, DUE MANIFESTAZIONI DELLA PROVINCIA SONO RIUSCITE A FAR RINASCERE LA STORIA RENDENDOLA POPOLARE E CREANDO UNO STRAORDINARIO PARALLELISMO

TRA PASSATO E CONTEMPORANEITÀ.

temi trattati possono facilmente attirare anche i più giovani, magari avvicinandoli alla figura di Caterina.

Le parole chiave dell’edizione 2023 sono state ‘generare’, ‘amministrare’ e ‘rispettare’. Questi temi sono spunti per ragionare attraverso la Storia, da Caterina a noi, cercando di capire quanta

strada è stata fatta. ‘Amministrare’, per esempio, pone l’attenzione sul fatto che Caterina era presente nella società e nella politica del tempo. Oggi – come si legge sul sito ufficiale del Festival – “in che modo, con quali peculiarità e differenze [le donne, Ndr.] gestiscono lo spazio pubblico, sociale e politico?” La leonessa di Romagna “è capace di parlare ancora oggi,” dice Eleonora Mazzoni, e il Festival può essere un ottimo modo per capire meglio i temi più importanti del presente attraverso il passato. “Tanto più quest’anno,” continua la direttrice artistica, “dopo il dramma dell’alluvione, questo Festival dedicato a una donna così combattiva e tenace dovrebbe essere segno di compattezza e del voler ricominciare.” La Giostra di Cesena – il torneo medievale in cui i cavalieri si scontrano cercando di disarcionarsi a vicenda – è un caso unico in Italia per antichità, durata e continuità. Era

26 MANIFESTAZIONI
IL MEDIOEVO IN PIAZZA CON LA GIOSTRA DI CESENA E IL FESTIVAL DI CATERINA
DI ALESSANDRO MAMBELLI

una giostra istituzionalizzata: nel 1465, dopo il ritorno della città allo Stato Pontificio, Papa Paolo II concesse in privilegio perpetuo di organizzare ogni anno una giostra nella data della ricorrenza. L’ultima edizione si svolse nel 1838, e ciò l’ha resa l’ultimo evento di questo genere in continuità dal Medioevo. L’Archivio di Stato e la Biblioteca Malatestiana conservano circa 2.000 documenti che attestano minuziosissimi dettagli di quasi

tutte le edizioni, come i nomi dei giostranti, i padrini e gli scudieri. Nel 2016, il Comune di Cesena e l’Associazione Giostra di Cesena hanno riproposto l’evento con successo. Nelle intenzioni degli organizzatori, la Giostra deve diventare uno “strumento di riscoperta identitaria e di conoscenza della propria città.” Il programma della manifestazione prevede anche corteo, conferenze, spettacoli e visite guidate. I cesenati sono i primi benefi-

27
IN ALTO, CATERINA SFORZA, ANCHE DETTA LA ‘TIGRE DI FORLÌ’, NEL POSTER DELLA QUARTA EDIZIONE DEL FESTIVAL.

ciari di questa iniziativa, e l’Associazione sfrutta tutti i canali disponibili per farla conoscere: esistono una pagina Facebook e un canale YouTube, e vengono organizzati incontri nelle scuole e nei quartieri modulando le proposte in base al pubblico (attività ludiche, spettacoli storici).

La Giostra è stata una delle feste più importanti di Cesena per diversi secoli. “Lo scopo,” dice Daniele Molinari, il Presidente dell’Associazione, “è farla rivivere come strumento di riappropriazione dell’identità e dell’orgoglio cittadino e occasione di socialità e solidarietà a tutti i livelli.” Senza contare che è uno spettacolo di fascino unico. Non era semplice, nell’epoca dei social media, rendere interessanti due eventi simili. Il Festival ha conseguito con successo l’obiettivo di attualizzare una figura come Caterina Sforza, che è riu-

scita ad affermare se stessa in un periodo tumultoso a cavallo tra Medioevo e Rinascimento, per parlare della contemporaneità, sfruttando un’efficace comunicazione social; la Giostra, invece,

ha riportato in auge una tradizione particolarissima, rendendola una festa per tutti e riportando in vita un patrimonio storico culturale che sembrava destinato a restare materia per studiosi.

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IN ALTO, MARIANNE MIRAGE CANTA ALL’EDIZIONE 2022 DEL FESTIVAL DI CATERINA SFORZA. SOTTO, DUE CAVALIERI SI SCONTRANO NELLA RIEVOCAZIONE STORICA DELLA GIOSTRA DI CESENA.
“IL FESTIVAL È UNA MANIFESTAZIONE FRUIBILE A SVARIATI LIVELLI,” SPIEGA
ELEONORA MAZZONI. “LO SCOPO DELLA GIOSTRA,” DICE DANIELE MOLINARI, “È FARLA RIVIVERE COME STRUMENTO D’IDENTITÀ.”
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CREATIVI

LE AGENZIE FORLIVESI VINCITRICI DEL PREMIO NAZIONALE MEDIASTARS

SUL PODIO

È uno degli appuntamenti più importanti per i professionisti dell’advertising e della comunicazione multimediale di tutta Italia. Il momento in cui si premiano i migliori autori per la carta stampata, la Tv, la radio, i social media, il packaging e molto altro. È il Mediastars, il premio tecnico della pubblicità arrivato all’edizione numero 27.

La premiazione si è svolta a Milano lo scorso 9 giugno e sul podio sono salite, insieme ai grandi nomi della pubblicità italiana, tre agenzie forlivesi - Menabò Group, Integra Solutions e PubliOne - che hanno ottenuto diversi riconoscimenti a testimonianza del fatto che la nostra città è ricca di professionisti in grado di portare la creatività ai massimi livelli. Tutte e tre le agenzie premiate sono anche associate a UNA, l’associazione che riunisce le aziende italiane della comunicazione.

Menabò Group, tra le più longeve e rinomate agenzie dell’E-

SUL PODIO SONO SALITE, INSIEME AI GRANDI NOMI DELLA PUBBLICITÀ ITALIANA, TRE AGENZIE FORLIVESI: MENABÒ GROUP, INTEGRA SOLUTIONS E PUBLIONE CHE HANNO OTTENUTO DIVERSI RICONOSCIMENTI A TESTIMONIANZA DEL FATTO CHE LA NOSTRA CITTÀ È RICCA DI PROFESSIONISTI IN GRADO DI LAVORARE AI MASSIMI LIVELLI.

di distribuzione di farmaci Corofar. Ai creativi di Menabò sono andati altri importanti riconoscimenti in diverse categorie: nel Packaging design, con la Special Star per la copy strategy di BrioBrain di Veroni e la direzione creativa per l’immagine di una nuova varietà di kiwi di New Plant di Forlì, e nella categoria Tecnica audiovisiva per la regia del video corporate di Profilglass, leader nella produzione di alluminio a livello europeo. “Per noi questi premi rappresentano la forza della squadra, il segno tangibile del fatto che la creatività non è necessariamente frutto dell’estro e della genialità di una persona sola, ma raggiunge la sua espressione migliore quando è generata dal lavoro di team” dice Stefano Scozzoli, presidente di Menabò.

milia-Romagna, ha ottenuto il primo premio nella categoria Editorial Identity con la nuova rivista di salute CorofarHealth, edita per la cooperativa forlivese

Integra Solutions ha ottenuto due primi premi e due Special Star per l’art direction e la copy strategy nella categoria Social media con la campagna

32 COMUNICAZIONE
DI ROBERTA INVIDIA FOTO ANDREA SANSAVINI

di influencer marketing ‘Lost in Modena’ già vincitrice di diversi premi nel corso dell’anno. La campagna ha visto alcuni noti influencer ‘perdersi’ per le vie di Modena e coinvolgere il pubblico dei social media nel tracciare nuovi e originali itinerari di visita attraverso le peculiarità della città nel food, nella cultura, nella musica, nei motori. “Creatività e idee sono da sempre il sale del nostro lavoro. E oggi, con la diffusione delle tecnologie digitali, siamo sempre più in grado di misurarne i risultati. Per noi questo legame tra

idee e loro ricaduta concreta è divenuto fondamentale, per portare valore ai nostri clienti attraverso un approccio data driven,” dice Francesco Ferro, fondatore dell’agenzia.

Anche PubliOne ha avuto grandi soddisfazioni con lo spot di Vecchio Amaro del Capo che ha ricevuto diversi premi: il premio Mediastars e la Special Star per la soundtrack nella sezione Radio, e la Special Star per la regia creativa. Special Star a PubliOne anche per la regia dello spot Arancia Rosaria nella sezione Tecnica televisiva e nella sezio-

ne Social media per la campagna contro il cyberbullismo #cuoriconnessi, realizzata per Unieuro in collaborazione con la Polizia di Stato. “Questa vittoria sprona il nostro team a continuare a esprimere progetti innovativi e di qualità. Ringrazio le nostre aziende partner per la fiducia che ci accordano da tempo e mi complimento per la premiazione anche di illustri colleghi concittadini. Sapere che sullo stesso territorio operano professionisti di calibro ci fa essere orgogliosi,” chiude Loris Zanelli, fondatore di PubliOne.

33
IN ALTO, DA SINISTRA, LORIS ZANELLI, STEFANO SCOZZOLI E FRANCESCO FERRO, FONDATORI DELLE TRE AGENZIE PREMIATE AI MEDIASTARS.

ORIZZONTE

IL PROGETTO FABBRICA 2.0 PER VALORIZZARE I GIOVANI E IL LORO TALENTO

GIOVANI

Una vera e propria festa, volta a celebrare l’estro di ragazzi intraprendenti e ricchi di intuizioni, messi nelle condizioni di essere oggi artefici del proprio domani, in linea con le inclinazioni e le passioni che li rendono vivi. È stato un evento trascinante e

partecipato ‘La creatività accende il futuro. Azioni, progetti, visioni per valorizzare i talenti e le idee dei giovani’, andato in scena lo scorso 11 maggio alla Fabbrica delle Candele. Promosso dall’Assessorato alle Politiche giovanili del Comune di

Forlì e dalla stessa Fabbrica delle Candele con la regia organizzativa e creativa dell’agenzia Menabò Group, l’appuntamento ha costituito l’opportunità per far conoscere alla città (e non solo) un realtà virtuosa: un laboratorio in grado di spalancare ai gio-

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EVENTI
DI FRANCESCA MICCOLI FOTO ANDREA BONAVITA

vani orizzonti inesplorati Dal 2019 il tempio delle idee affacciato su piazzetta Corbizzi è infatti teatro di tantissime iniziative, sospese tra arte e spettacolo, educazione e scuola, nuovi linguaggi, formazione e orientamento al lavoro. La casa in cui ragazzi si incontrano e confrontano, condividono esigenze, percorsi e opportunità. Una comunità intraprendente, formata da giovani tutt’altro che ‘sdraiati’, ricchi di dinamismo e desiderosi di mettersi in gioco. Come ha spiegato Paola Casara, assessore alla Politiche giovanili del Comune di Forlì, alla giornalista televisiva Simona Branchetti, splendida padrona di casa per un giorno. “Con il progetto ‘Fabbrica 2.0’ abbiamo voluto trasformare uno spazio centrale ma poco conosciuto in un luogo vivo, attivo, partecipato,” le parole dell’assessore. Per aiutare i ragazzi a valorizzare i propri talenti e trasformare le idee in opportunità, il Comune di Forlì ha offerto “spazi e risorse” (330.000 euro nel triennio 2021-2023), facendosi altresì tramite con enti e associazioni del terzo settore impegnati nella formazione. Una sinergia feconda, testimoniata da grandi numeri: lo scorso

DAL 2019, LA FABBRICA DELLE CANDELE È TEATRO DI TANTISSIME INIZIATIVE, SOSPESE TRA ARTE, EDUCAZIONE E NUOVI LINGUAGGI. “CON IL PROGETTO ‘FABBRICA 2.0’ ABBIAMO TRASFORMATO UNO SPAZIO CENTRALE MA POCO CONOSCIUTO IN UN LUOGO VIVO, ATTIVO, PARTECIPATO.”

anno la Fabbrica delle Candele ha ospitato in totale 72 eventi con 7.500 presenze totali e oltre 11.000 collegamenti a eventi online. I progetti finanziati dal bando sono stati 12 e 9 quelli speciali. Sempre nel 2022, lo sportello comunale Informagiovani ha ‘accompagnato’ migliaia di utenti. Ricchezze che rendono Forlì una città universitaria sempre più attrattiva, dove tanti studenti decidono di rimanere una volta appesa la pergamena alla parete.

Il talk show è proseguito con

l’intervento di alcuni dei mentori: Francesca Fantini, insegnante, progettista sociale e attrice al pari di Beatrice Buffadini, tra i soci fondatori dell’associazione culturale Orto del Brogliaccio, quindi Luca Pagliari, storyteller, giornalista e documentarista, infine Cesare Pomarici, insegnante, autore e coordinatore Yepp Forlì, associazione che rende i giovani e le realtà locali protagonisti attivi e riconosciuti della vita della comunità. Tra i tanti input emersi, l’invito a seguire le proprie vocazioni, rifuggendo la passività e il timore di sbagliare, la straordinarietà di essere normali. A seguire sono stati gli stessi ragazzi a raccontare le ‘visioni sul domani’: Andrea Nuzzo, coordinatore del progetto Unfluencer, CEO e co-fondatore di Billover 3.0, e Alessandra Bruni, illustratrice di livello internazionale, tatuatrice e modella, a cui il Covid ha spalancato prospettive inattese, quindi i protagonisti del progetto hub@fo. In sottofondo le mappe visive realizzate in tempo reale dallo sketchnoter Alessandro Bonaccorsi. Chiusura a effetto con un concerto di centinaia di lampadine, simbolo del potere illuminante della creatività.

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È il portale della terra di Romagna e un ponte sull’Europa. Grazie agli importanti investimenti e a una visione lungimirante del suo presidente Giuseppe Silvestrini e Ettore Sansavini, co-fondatore e vice presidente l’Aeroporto Luigi Ridolfi di Forlì è tornato a decollare ed è indiscutibilmente uno dei tasselli fondamentali per lo sviluppo e la crescita dell’intero territorio. Un hub di competenze, ricco di potenzialità non solo per il traffico passeggeri – grazie ai collegamenti con città italiane ed estere – ma anche per il tessuto imprenditoriale e per le aziende che sono il cuore dell’economia. Oltre a essere un propulsore di crescita economica, l’aeroporto è una vetrina di visibilità e fulcro della comunicazione per numerose realtà del territorio che hanno scelto di essere presenti con i propri marchi all’interno dell’area aeroportuale, in forme e in modi innovativi, flessibili e creativi, di

sicuro appeal. Ideatore di questa vetrina comunicativa è Andrea Balestri, alla guida della Balestri & Balestri , una delle principali concessionarie di pubblicità della Romagna.

“L’aeroporto nasce in una logica di crescita del territorio e rappresenta la Romagna intera,” spiega. “Oggi, grazie agli spazi riservati alle aziende e alle real-

tà del territorio, riunisce le nostre eccellenze che qui hanno la possibilità di raggiungere, con un unico media, un pubblico di livello medio-alto di risonanza regionale e non solo, coniugando l’immagine del marchio con una realtà di livello istituzionale.”

Balestri & Balestri offre, a chi vuole essere presente al Ridolfi, tutti i media possibili che un’azienda può immaginare per promuovere le proprie attività, compreso l’allestimento di pannelli ‘Blacklight’ retroilluminati di ultima generazione, il massimo che la tecnologia può offrire. Ci sono poi il ‘Digital Start’ e il ‘Digital Welcome’, circuiti comunicativi di totem digitali con monitor Full HD da 65 pollici, posizionati in punti strategici a copertura dell’intero aeroporto.

“Essendo partner della società di gestione dell’aeroporto, Forlì Airport, e concessionari in esclusiva per le attività di marketing,” spiega Andrea Balestri, “abbiamo la possibilità di realizzare progetti di comunicazione fatti su misura, secondo le esigenze del singolo cliente, all’interno di un più am-

Grazie per l’attenzione

l’attenzione

AD OGGI SONO CIRCA

UNA TRENTINA LE REALTÀ

CHE HANNO DECISO

DI PROMUOVERE LA

PROPRIA IMMAGINE

ALL’AEROPORTO RIDOLFI.

“È UNA COMUNICAZIONE

CHE PERMETTE ALLE

AZIENDE DI RAGGIUNGERE

UN TARGET DI CITTADINI

ROMAGNOLI, MA ANCHE

MIGLIAIA DI VIAGGIATORI

DA DIVERSE REGIONI

D’ITALIA O PAESI EUROPEI.”

“L’aeroporto Ridolfi di Forlì è un’ottima opportunità per la città, per tutto il territorio e per l’intera Romagna, sia per le attività dirette che per l’indotto. È un vero e proprio volano economico e con il potenziamento dei voli può essere un ponte sul mondo. Siamo soddisfatti perché questo tipo di comunicazione ci dà grande visibilità”.

Abbiamo creduto subito al progetto perché l’aeroporto è un propulsore per lo sviluppo economico e quindi abbiamo deciso di investire in modo convinto anche per la nostra visibilità. Con l’aumento dei collegamenti aerei pensiamo di aver fatto la scelta giusta dando il nostro contributo anche alla crescita del territorio.

“Il Ridolfi è, e sarà sempre di più, l’infrastruttura di riferimento utile alla crescita del territorio, allo sviluppo dell’incoming e al business commerciale. Come imprenditrice ho colto l’opportunità di apportare il mio supporto e investimento, mirato anche sviluppo del territorio oltre che questo grande hub strategico.”

pio progetto di comunicazione integrata con le attività dello scalo.”

Ad oggi sono circa una trentina le realtà che hanno deciso di promuovere la propria immagine all’Aeroporto Ridolfi. “Una scelta dettata dal fatto che questa comunicazione permette alle aziende di promuoversi verso un target di cittadini romagnoli che

Comunica con NOI

partono e atterrano da Forlì ma anche verso le migliaia di viaggiatori che provengono da diverse regioni d’Italia o paesi Europei”.

Tra i progetti speciali c’è l’attività di coinvolgimento del pubblico con esposizioni di prodotto, attività di sampling, stand, marketing esperienziale e la personalizzazione di oggetti all’interno dell’aeroporto, ad esempio car-

relli porta bagagli, cordini porta badge e carte d’imbarco. Oltre agli ‘Innovation Projects’, progetti creativi cuciti sui desideri del cliente. “Essere presenti in questi spazi innovativi,” conclude Balestri, “è un modo importante per contribuire, da protagonisti, all’economia del territorio, in una logica di comunità e di costruzione del futuro.”

Comunicare per vocazione e per passione. È quello che fa, dagli anni Sessanta, Balestri & Balestri, la squadra di professionisti della comunicazione che ha attraversato i cambiamenti della società, interpretandone i messaggi e i linguaggi, con la competenza che ne fa una delle prime concessionarie di pubblicità della Romagna. Una realtà di punta che opera in molti settori: sale cinematografiche, Ippodromo di Cesena, Pallacanestro Forlì 2.015, Adriatic Golf Club Cervia Milano Marittima, Magazine e portale internet Milano Marittima Life, Life&Food, ltalianlifeStyle Batani Select Hotels, Forlì Airport

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SULL’ERBA,

SOTTO LE STELLE

In principio fu Scamporella: il picnic tra gli ulivi più fotografato della Romagna e forse anche d’Italia. Ideato da Andrea Cappelletti e Enrico Giunchi, la prima edizione risale all’estate del 2014 e da allora le formule ‘picnic’ si sono moltiplicate sulle nostre colline, tra frutteti, vigneti, uliveti. Rigorosamente tutti sotto le stelle dei cieli d’estate e ognuno con una propria particolarità. Scamporella per l’estate di quest’anno si trasferisce a Santarcangelo ma per chi vuole concedersi la magia di una cena sul prato in mezzo alla natura, tra lucine soffuse e aria di campagna, le proposte tra Forlì e Cesena non mancano.

Richiama le atmosfere romantiche, magiche e sognanti il nome scelto per il picnic sotto agli ulivi dell’azienda agricola

Terre Giunchi: Imbrunire. Qui tutti, sulla collina di Rio Marano, ogni martedì sera, dalle sette a mezzanotte, si cena sull’erba, sotto le stelle. La natura avvolge

NEGLI ULTIMI TEMPI SI SONO MOLTIPLICATE

LE FORMULE ‘PICNIC’

PROPOSTE DALLE

AZIENDE AGRICOLE

DELLA PROVINCIA: SERATE ALL’INSEGNA

DEL BUON CIBO

LOCALE GUSTATO IN MEZZO ALLA NATURA, TRA LUCINE SOSPESE, TAPPETI, CUSCINI E, IN ALCUNI CASI, SIMPATICI ANIMALI DA FATTORIA.

e rapisce, dopo una prenotazione telefonica ci si presenta all’appuntamento col chiaro desiderio di allontanarsi almeno per qualche ora dalla routine quotidiana per assaporare i prodotti della terra e della stessa cantina vinicola dell’azienda. “Nei cestini

in fil di ferro che consegniamo all’arrivo ci sono i prodotti che produciamo internamente,” racconta Enrico Giunchi, ideatore dell’iniziativa, imprenditore e titolare dell’azienda agricola. “La nostra caratteristica distintiva è proprio quella della filiera corta. Nel nostro cestino ci sono quello che chiamiamo il ‘panino agricolo’, imbottito con tutte le materie prime provenienti dal nostro orto, uno strudel salato ovvero un saccottino di pasta fillo con verdure e un box con insalata mista e legumi. Dopo questo aperitivo è possibile continuare la cena scegliendo tra le preparazioni della nostra Cantineria, l’incontro tra la cantina che offre vino e birra della casa e l’osteria con preparazioni che attingono al territorio. Infine ci tengo a precisare,” conclude Giunchi, “che il nostro packaging è tutto compostabile, lo smaltiamo all’interno dell’azienda e lo utilizziamo come fertilizzante.”

39 ESPERIENZE
PICNIC E CENE MAGICHE TRA COLLINE E FRUTTETI
DI DOLORES CARNEMOLLA

Sempre a Rio Marano, il mercoledì, c’è la cena bucolica proposta dall’agriturismo La Collina dei Magari. “Non si tratta di un vero e proprio picnic,” spiega Emanuele Rubinetti, uno dei titolari e ideatore dell’evento.

“Quelle che proponiamo sono cene che si consumano sui teli, sul terreno, tra le balle di paglia ma non offriamo il classico cestino da picnic. Si possono sceglie-

re le pietanze dal menù del nostro agriturismo, quelle che più si prestano ad essere servite in un contesto di questo tipo, varie insalate e street food. Allestiamo anche una roulotte con funzione di bar. L’atmosfera qui è serena e tranquilla, con un ambiente – sembrerà curioso specificarlo –prediletto principalmente dalle donne.”

A pochi chilometri dal centro di

Forlì ci sono i Wild picnic della fattoria I Nani di Giada, ideati da Giada Piraccini. Musica in sottofondo e una formula che accontenta tutti, sia le famiglie con bambini che i giovani universitari con un buon rapporto qualità-prezzo. Qui, dal martedì al venerdì a farla da padrone è la spensieratezza in mezzo agli animali e una volta varcato il cancello si ha la possibilità di far

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IN APERTURA, UN PICNIC SERALE NELLA FATTORIA I NANI DI GIADA. SOPRA, LA GRIGLIATA FILARI NEL GIARDINO DI BORGO DEI GUIDI. SOTTO, DA SINISTRA, LA CENA TRA GLI ULIVI DELL’AZIENDA AGRICOLA GIUNCHI: IMBRUNIRE. A LATO, LA ROULOTTE BAR DE LA COLLINA DEI MAGARI.

IMBRUNIRE, LA COLLINA DEI MAGARI, I NANI DI GIADA E GRIGLIE FILARI OFFRONO PRODOTTI

DEL TERRITORIO, DI PROPRIA PRODUZIONE O ANCHE PROPOSTE IN COLLABORAZIONE CON ALTRE REALTÀ LOCALI.

loro visita. “È la nostra particolarità,” spiega Piraccini, “perché i tavolini sono allestiti proprio al centro, tra i recinti, alcuni animali sono anche liberi e si crea una sorta di atmosfera in pet therapy. In altri contesti invece, come negli agriturismi ad esempio, gli animali stanno in uno spazio separato.” Il mercoledì ci sono i Wild picnic special, con un menù fisso che varia ogni settimana. La formula dei Wild picnic prevede una collaborazione con realtà locali e per questa estate il food è organizzato dal Jump Cafè, con una proposta che spazia tra panini, antipasti e pasta. Alcuni ingredienti sono anche disponibili per l’acquisto sia nello shop fisico che in quello online. C’è anche la possibilità di farsi consegnare in fattoria le pizze di Pizzeria della Cava. “All’indomani dell’alluvione che ha colpito la nostra città, questa è anche l’occasione per tornare a trovarci sapendo che così si possono sostenere le realtà locali con cui collaboriamo,” conclude Piraccini.

Riserva tutte le comodità di un vero e proprio servizio al tavolo,

ma su bancali bassi tovagliati di pizzo, con lucine sospese, tappeti e cuscini adagiati sul prato del giardino di Borgo dei Guidi, la proposta di Griglie Filari nella tenuta di Podere dal Nespoli, tutti i martedì d’estate, dal 2016. Tra le cantine vinicole più apprezzate del territorio e il piacere di una grigliata di carne con vista sui filari, tra la villa in stile liberty risalente ai primi del Novecento e l’architettura contemporanea della costruzione ‘La Vela’. “Alla base del successo della nostra formula c’è la cura costante dei dettagli,” racconta Giacomo Babini, titolare di Borgo dei Guidi e ideatore dell’evento, “e lo studio, soprattutto fuori stagione, di come migliorare continuamente l’esperienza per i nostri ospiti. Tra le novità di quest’anno è prevista l’esibizione di performer durante la cena, in aggiunta all’intrattenimento di Pyton Dj, di Gaddo e Marco Benini, presenze già consolidate. Inoltre è confermata la collaborazione con Falterona Gin, un’eccellenza della Valbidente con cui fare squadra per una grande nuova stagione.”

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ED EMOZIONI

Salite le scale dell’antica palazzina rosa che si affaccia su uno dei viali che conducono a Piazza del Popolo, cuore di Cesena, si entra in uno spazio quasi senza tempo dove il blu forte e profondo delle pareti induce subito nell’ospite una sensazione di distesa curiosità. L’insolito ocra dei tessuti, che rimanda ai velluti preziosi e sfarzosi del barocco, ben si unisce a elementi che vanno dal contemporaneo al vintage anni Sessanta. Uno spazio che non si finisce di guardare, che genera stupore e in cui ogni angolo è talmente ben ideato da lasciare increduli. Ecco la casa di

Carlotta Rinaldini, artista visionaria del bello che con sapienza e maestria opera nel grande mondo del colore.

Carlotta Rinaldini, originaria di Santarcangelo di Romagna, oggi vive a Cesena dove svolge la sua attività come consulente del colore a partire dall’armocronomia nell’ambito della moda per passare a quella nell’interior design. “Mi sono così formata presso l’Italian Image Institute di Rossella Migliaccio come

consulente di Armocromia,” racconta. Eclettica, aggiornatissima e dalla sensibilità molto spiccata, Rinaldini si occupa anche dell’armocronomia nell’interior design applicando i test Rah color delineati da Raluca Andreea Hartea, specialista del colore. Un metodo scientifico innovativo per individuare l’identità cromatica per la casa. Il Rah color nasce dall’associazione implicita che studia la forza dei legami tra concetti rappresentati e memoria, per arrivare a estrapolare i colori che il cervello ha registrato nel corso della vita associandoli a delle emozioni.

“La casa, come sottolinea Hartea, è espressione della propria identità, protezione e benessere e quindi va realizzata su misura,” spiega Rinaldini. “L’abitazione di una persona, anche se ci affascina, non è detto che possa essere per noi l’ideale. Un’esigenza di personalizzazione che si concretizza mettendo l’individuo al centro della progettazione abitativa, lavorando sulla scelta dei colori attraverso le sue emozioni, facendo poi una

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CASA
DI BARBARA BARONIO FOTO GIANMARIA ZANOTTI

selezione e individuando un’identità cromatica. Questa è evidentemente diversa da persona a persona perché è l’insieme dei colori che il cervello ha registrato nella vita e che rimanda a delle emozioni ben precise. Saper scegliere i colori nell’ambiente in cui si abita è fondamentale per creare quindi la casa in armonia con i diversi ‘io’ che la abitano e soprattutto è utile individuare le tonalità giuste per le varie aree della casa.”

E così si comprende anche la scelta del giallo nella cucina di Carlotta: “Il giallo nelle tonalità più intense e calde,” racconta, “è senza dubbio un attivatore dell’olfatto, invoglia e stimola l’appetito. Il color senape ricorda le spezie dell’atmosfera marocchina, il pavimento a scacchi rimanda agli anni Sessanta e crea una separazione rispetto al parquet del soggiorno, ampliando idealmente lo spazio

della cucina. Il blu invece è estremamente rilassante e ben si sposa in ambienti in cui vogliamo distendere la mente, lasciarci andare e riposare.”

In generale l’estremo minimalismo che a volte caratterizza le attuali scelte d’arredo d’interni, o anche l’uso massiccio del bianco, per la Rinaldini costituiscono spesso le ‘scelte per non scegliere’. “Il bianco è un non colore e raffredda gli ambienti rendendoli quasi asettici e impersonali. Non è detto che il bianco sia rilassante, anzi tutto il contrario, sovraccarica il cervello. E anche La monocromaticità, che è sempre più di frequente, è sinonimo di monotonia e costituisce uno dei nemici della vivibilità domestica. Il colore invece svela e rivela. Il colore è un lusso. È una scelta che può essere messa in discussione e che può non piacere a chi non abita in

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CASA

L’ARMOCROMIA APPLICATA AL DESIGN RIPORTA L’ATTENZIONE

SULL’IDENTITÀ DEGLI SPAZI, LAVORANDO SULLE EMOZIONI.

“COLORARE GLI AMBIENTI DIVENTA UN GESTO DI CURA E AMORE VERSO SE STESSI.”

quella casa, ma è di certo l’opzione che più delinea la personalità di chi invece la vive tutti i giorni.” L’analisi dell’identità cromatica può essere anche individuata con test di coppia, incrociando i colori e selezionando quelli che sono comuni. “Il colore è anche essenziale nel neuromarketing perché negli esercizi commerciali è fondamentale che le persone si sentano ‘avvolte’ in una zona di comfort, solo così avranno il piacere di fermarsi e guardarsi intorno. Tutto questo avviene perché il colore lavora anche sul battito cardiaco, sull’umore, sul nostro modo di comportarci.”

L’uso dei principi dell’armocromia nell’interior design parte dalla focalizzazione di un fulcro cromatico (potrebbe essere il colore del pavimento) e da esso si sviluppano tutti gli abbinamenti con coerenza. E così via libera al colore anche nei soffitti e alla moquette, oppure come nello studio della Rinaldini alle pareti rosa confetto dove le boiserie che rimandano ad uno stile Luigi XIV sono inserite in chiave contemporanea. Addentrandosi nell’appartamento della Rinaldini spiccano intere pareti dove la carta da parati diventa la regina dello spazio. “Se negli ultimi anni l’uso della carta da parati poteva sembrare antiquata come scelta, oggi il mercato offre tante opzioni.” Dalla vinilica a quella opaca, Rinaldini ha in casa vere e proprie raffigurazioni artistiche che conferiscono allo spazio unicità e che ben si innestano ai colori della casa. “La modernità nell’ambito dell’interior design,” conclude, “sta nell’assenza di pregiudizio rispetto alle identità cromatiche. Colorare gli ambienti diventa un gesto di cura e amore verso se stessi. Non dobbiamo temere il colore, ma farlo nostro alleato per creare i nostri spazi.”

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l’offerta completa, trasversale e in linea con le ultime tendenze di moda di montature da vista e da sole di alta qualità. Sono infatti numerose le collezioni proposte, in grado di soddisfare le esigenze di tutti: Cosmopolitan, giovane e trendy; Naf Naf, fresca e romantica; Sabrinarégéturo, green luxury; Forever, prêt-à-porter e colorata; Été Lunettes, sofisticata ed esclusiva; Jesus Segado, intramontabile ed elegante; Kaporal, urban e ribelle; Les Hommes, street luxury.

Roberto, ottico del negozio forlivese dall’esperienza pluriennale, si definisce artigiano più che ven-

ditore. “Diciamo che provengo da una famiglia di fotografi e ottici, un aspetto che è molto collegato alla scelta della mia professione,” afferma. “Dopo aver conseguito il diploma di Ottico, ho ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione presso l’Istituto Alberti di Rimini. Durante il percorso di formazione presso varie aziende nel territorio romagnolo ho imparato tante cose, la prima fra tutte – quella fondamentale e più importante – è fidelizzare il cliente capendone le esigenze ed entrando in sintonia in modo naturale per instaurare un rapporto di fiducia.

Perché come ottico mi ritengo ancora un artigiano? Diversamente dalle tipiche realtà aziendali, mi distacco dall’approccio di commesso e dalle classiche frasi ad affetto: preferisco dedicarmi direttamente ai bisogni reali dei nostri clienti, concentrandomi sui difetti visivi e, con un occhio attento, anche sulla scelta della montatura, sia per l’aspetto tecnico ma anche per quello estetico . La mia missione è quindi quella di accompagnare il cliente in tutto il processo di acquisto, dalla scelta estetica dell’occhiale ai requisiti tecnici della correzione dell’occhio.”

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ABITARE

I VANTAGGI DELLE CASE IN LEGNO TRA SOSTENIBILITÀ, SALUTE E RISPARMIO NATURALE

EDILIZIA
DI CHIARA BISSI

Un tempo appannaggio delle regioni del nord Italia, le costruzioni in legno rappresentano anche in Romagna una soluzione abitativa sempre più richiesta per chi è interessato al risparmio energetico con l’abbattimento delle bollette e per chi crede nell’utilizzo di materiali naturali, nel rispetto dell’ambiente. Scorrendo i numeri relativi al settore, il settimo Rapporto Edilizia in Legno del centro studi FederlegnoArredo racconta che l’Italia è al terzo posto nelle soluzioni abitative in legno dopo Germania e Svezia; nel 2021 in ambito residenziale e non residenziale, il comparto ha raggiunto un fatturato di 1,086 miliardi di euro (+33% rispetto al 2020) e un totale di produzione di edilizia in legno di 1,795 miliardi di euro, comprese le grandi costruzioni, le coperture e i solai. Numeri che testimoniano la vitalità del settore che nella Provincia di Forlì-Cesena vanta studi professionali e imprese dall’esperienza

OGGI L’ITALIA SI POSIZIONA AL TERZO POSTO NELLE SOLUZIONI ABITATIVE IN LEGNO: ANTISISMICHE, PERFORMANTI IN TEMA DI PRESTAZIONI ENERGETICHE, ECOLOGICHE PER L’ASSENZA DI POLVERI O FIBRE NOCIVE, DI RAPIDA REALIZZAZIONE, CONFORTEVOLI IN TERMINI DI ACUSTICA.

no anni luce dall’immagine stereotipata dalla casa baita montana. Sicure dal punto di vista sismico, resistenti al fuoco per la bassa capacità di conduzione termica, le case costruite in legno sono durevoli nel tempo con bassa manutenzione, performanti in tema di prestazioni energetiche; ecologiche per l’assenza di polveri o fibre nocive durante l’impiego in fase di costruzione e per il facile smaltimento in caso di demolizione; rapide nella realizzazione rispetto a un cantiere tradizionale (7-8 mesi); confortevoli in termini di acustica e di clima.

ormai consolidata, grazie a un rapporto diretto con una clientela sempre più informata e consapevole che conosce le prestazioni del materiale legno e sa di poter ambire a un’abitazione in ambito urbano, al mare o in collina dallo stile personalizzato, lonta-

Sogna una Romagna sempre più green Luigi Foschi, titolare dello studio Case in legno naturale a Cesena, ‘ecogeometra’ specializzato Casa Clima Bolzano. Con un’esperienza ventennale nell’edilizia, 13 anni fa ha potuto cominciare a realizzare la propria passione. “Conosco il materiale e bisogna saperlo progettare per avere alte prestazioni in termini

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di vivibilità e risparmio energetico. Non prevediamo l’allacciamento al gas ma solo al gestore dell’energia elettrica per impianti con pompa di calore, la temperatura all’interno è costante a 20-21 gradi. In più non ci sono problemi di umidità.” Quando Foschi ha cominciato in Romagna erano pochissime le case in legno. “Il primo cliente è stato una giovane coppia di Ravenna

che voleva una casa nella collina cesenate ma non riusciva a trovare lo studio che la realizzasse, oggi il business è cresciuto del 90% con altri studi e aziende di costruzione. Abbiamo cantieri nel ravennate, nel forlivese, nel bolognese. Per la casa in legno in collina o al mare serve buona progettazione e un diverso cappotto come materiale tecnico isolante, ma a livello estetico

non cambia niente. Chi sceglie il legno non tornerebbe più indietro.” Negli ultimi anni una spinta al settore è arrivata anche dai numerosi bonus edilizi come l’Ecobonus, il Sismabonus e il Superbonus 110% applicabili ai soli casi di demolizione di un immobile e ricostruzione e non alle nuove costruzioni.

Filippo Spazzoli responsabile tecnico commerciale Ecohouse, società di Forlì, dal 2006 specializzata nella costruzione di case in legno con almeno una cinquantina di realizzazioni in Romagna e non solo, nelle settimane post alluvione è stato impegnato in una serie di sopralluoghi in case allagate, anche non costruite direttamente. “Il legno non ha paura dell’acqua, ma teme i ristagni e per questo teniamo le pareti sopra cordolo di 30 cm. All’interno, una volta tolto il cartongesso e lana di roccia, la struttura torna asciutta, mentre la casa tradizionale con mattoni e intonaci ha un assorbimento importante ed espelle molta acqua. Noi sostituiamo l’isolante, deumidifichiamo e la casa è già asciutta. Lavoriamo in Romagna e in Emilia, con studi professionali in zona, ma ci occupiamo della parte strutturale e di produzione anche con il sistema chiavi in mano unico referente.” Senza limiti dimensionali e di altezza, senza controindicazioni rispetto ad ambienti urbani, rurali, collinari o costieri sia in ambito residenziale ma anche ricettivo e industriale, il legno sta vivendo una stagione felice, il costo della costruzione non si discosta ormai più dall’edilizia tradizionale a fronte di alte prestazioni energetiche, di comfort a livello igrometrico, termico, acustico e sismico.

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NELLA PAGINA PRECEDENTE, UN PROGETTO REALIZZATO DALL’AZIENDA CASE IN LEGNO NATURALE, IL GEOMETRA LUIGI FOSCHI E L’ARCHITETTO MARTINA BIANCO. IN QUESTA PAGINA, DUE PROGETTI DELL’AZIENDA FORLIVESE ECOHOUSE.
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MPC MECCANICA DI PRECISIONE

MEZZO SECOLO DI SOLIDI SOGNI

RIFERIMENTO INTERNAZIONALE NELLA LAVORAZIONE DI COMPONENTI

MECCANICI E CARPENTERIA

INDUSTRIALE, OGGI L’AZIENDA CESENATE FESTEGGIA 50 ANNI E GUARDA CON CONSAPEVOLEZZA ALLE SFIDE FUTURE.

quisto di macchinari a controllo numerico : una vera e propria novità in quegli anni, che elevò l’azienda e le permise di diventare una realtà di riferimento sul territorio. Le importanti fondamenta consolidate agevolarono il decennio successivo: i promettenti anni Novanta segnarono l’ingresso di un giovane stagista che si rivelerà poi una figura di particolare rilievo

Stefano Soldati, oggi titolare dell’azienda, mosse i primi passi in quella che oggi chiameremmo ‘alternanza scuola-lavoro’, formandosi professionalmente e umanamente, grazie alla guida dei tre soci. Come Soldati stesso sottolinea, era un approccio sano e costruttivo quello dalla Nuova BCM di allora, una lunga e paziente trasmissione di valori e saperi, tanto cara alle generazioni passate. Alle porte del XXI secolo, con la scomparsa di Valdes Collini e l’uscita di Stefano Mancini, Mauro Batani rimase solo al timone e fu allora che inserì alcuni ragazzi nella sua squadra, dando così una sferzata di energia e novità.

Una storia di audacia e strategia che parte dal 1973. MPC - Meccanica di Precisione Cesenate, storica realtà nel mondo della meccanica di precisione, festeggia quest’anno 50 anni di attività. Fondata nel 1973 con il nome di

BCM, è frutto dell’intuizione di Mauro Batani, Stefano Mancini e Valdes Collini, che fin nei primi anni Ottanta dimostrarono grande lungimiranza. L’esempio più significativo dal punto vista degli investimenti in tecnologia fu l’ac-

Il nuovo assetto, composto da cinque soci, dimostrò da subito una propensione a esplorare nuovi orizzonti: per rispondere a questa necessità e parallelamente a Nuova BCM, nel 2007 nacque MPC, con lo scopo di ampliare il know-how e proporsi

INDUSTRIA 4.0 È UN VENTO DI CAMBIAMENTO CHE NON AMMETTE RITARDI E INADEGUATEZZE:

MPC COMPRESE BENE LA PORTATA DELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E SEGUÌ LE CORRENTI ASCENSIONALI, DESTINANDO IMPORTANTI RISORSE ALL’ACQUISTO DI TECNOLOGIE ALTAMENTE SOFISTICATE.

efficacemente oltre i confini nazionali. Fu nel 2012 che il testimone passò da Mauro a Stefano, giovane di grandi promesse, ormai leader entusiasta e in grado di traghettare l’azienda nel nuovo millennio. Sono gli anni in cui si delinea una vision sempre più chiara, con il preciso intento di posizionarsi come riferimento internazionale nella lavorazione di componenti meccanici mediograndi al servizio di settori come l’oleodinamico, il navale e l’eolico. L’acquisizione di nuovi clienti, la scelta di un team vincente e una sempre maggiore specializzazione, nutrirono l’entusiasmo

della nuova dirigenza che mise in moto un processo velocissimo di ammodernamento. Nel 2015 fu installato un impianto innovativo per l’aspirazione dei fumi di lavoro e subito dopo un impianto fotovoltaico in ottica di un approvvigionamento di energia sempre più green. Ma è nel 2017 che si verificò la grande accelerazione. Industria 4.0 è un vento di cambiamento che non ammette ritardi e inadeguatezze: MPC comprese bene la portata della quarta rivoluzione industriale e seguì le correnti ascensionali, destinando importanti risorse all’acquisto di tecnologie

altamente sofisticate. Il 2022, in barba agli anni della pandemia, l’azienda inaugurò una nuova ala dello stabilimento, per un’ulteriore ampliamento degli spazi e per il miglioramento delle condizioni di lavoro. Proprio queste ultime sono al centro dei pensieri di Stefano, della sorella Chiara e del responsabile di stabilimento Giorgio Saiani che da sempre sono attenti alle tematiche legate al welfare. Dal 2017 infatti, i dipendenti che festeggiano la nascita del primo figlio, ricevono 1.500 € dall’azienda, la quale sostiene anche le unioni civili e i matrimoni con un ulteriore

bonus di 1.000 €. Un riconoscimento verso i propri dipendenti, ma anche un impegno a onorare i valori umani tramandati dai soci fondatori.

Da quel lontano 1973 sono passati 50 anni. Non un punto di arrivo, specifica Stefano, ma un momento per festeggiare nella consapevolezza delle sfide future. Per l’occasione il 30 giugno si terrà un evento speciale nei locali dell’azienda su invito: aperitivo, cena, spettacolo con acrobati e l’intervento dell’attore e scrittore Roberto Mercadini, che racconterà agli spettatori questo mezzo secolo di solidi sogni.

Via Tarcento, 195 San Giorgio di Cesena (FC) | T. 0547 322091 | www.mpcmeccanica.it
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di

IL CAMPIONE DI KYTEFOIL LORENZO BOSCHETTI E IL SOGNO DELLE OLIMPIADI

SUL MARE

Cresciuto da genitori appassionati di sub, con il padre alla guida di un cantiere navale e la sorella più grande amante degli sport d’acqua, per lui di certo sarebbe stato impensabile immaginare un futuro senza il mare. Il mare non rappresenta solo il suo ambiente naturale più congeniale, ma è anche il teatro

che accoglie le mirabolanti performance che esegue con la sua vela: ecco Lorenzo Boschetti, ventitrenne originario di Cesenatico, uno dei candidati italiani per le olimpiadi di Parigi 2024 per la disciplina di Kitefoil. Uno sport estremo dove adrenalina e desiderio di libertà si uniscono a forza, precisione e velocità. Oggi

Boschetti, dopo aver vinto due campionati italiani, è rientrato nella top ten al mondo e da tre anni è in nazionale. Membro del corpo sportivo della Marina Militare, è nel Team Italia creato dalla FIV (Federazione Italiana Vela) una squadra di atleti scelti che per 15 giorni ogni mese si allena principalmente a Caglia-

57 SPORT
IN VOLO
DI BARBARA BARONIO FOTO MARTINA ORSINI

ri in vista delle selezioni per le Olimpiadi di Parigi. Lo scorso mese è stato alle Canarie per un allenamento personale, è spesso fuori città per competizioni o per la preparazione atletica, ha partecipato con successo alle coppe del mondo di Palma di Maiorca e di Hyeres (vicino a Tolone) e ora guarda ad Amsterdam dove si terrà l’ultima gara di selezione per le Olimpiadi, per poi essere ammessi alla di simulazione delle olimpiadi che si terrà a Marsiglia i primi di luglio.

“Ho indossato la mia prima maschera con boccaglio a 3 anni. Da piccino ho frequentato la scuola vela al Circolo velico di Cesenatico e lì si è aperto da-

vanti ai miei occhi un mondo. Mi sono cimentato con grande successo nel Windsurf e poi nel Kitesurf, a cui mi sono approcciato con grande semplicità perché da tempo con mio padre e mia sorella mi divertivo con gli aquiloni acrobatici. Certamente il kite è molto più complesso perché occorre gestire una vela molto grande e una tavola da surf, tenendo conto di tutte le variabili del vento, ma per me è sempre stato molto naturale praticare questa disciplina.”

Boschetti inizia la sua carriera però partecipando ai primi campionati di Sup, poi nel 2017 arriva la svolta. “Mi è arrivata la proposta di tentare le olimpiadi

di Buenos Aires e di gareggiare tra i 2000/2004. E così ho lasciato il Sup per il mondo del Kitesurf e ho iniziato a viaggiare tra Cina, Marocco e Europa. Le olimpiadi del 2018 le ho viste da vicino, ma non sono stato selezionato perché all’ultima gara per la qualificazione non ho potuto partecipare per motivi di salute. Ora quindi il mio sogno è Parigi ma questa volta con l’hydrofoil.”

Boschetti trascorre le sue settimane in viaggio: “Quando abbiamo gli allenamenti dobbiamo andare dove c’è vento, quindi Cagliari o Marsiglia. Poi quando sono libero la mia preparazione continua o a casa o in altri luoghi dove la preoccupazione primaria è ‘andare in acqua’. Adoro questo sport, che è molto immediato rispetto alla vela. Con il Kitefoil è necessario poco tempo per prepararsi e iniziare a volare, mentre con la vela, a volte, l’allestimento della barca richiede tempi più lunghi. Non va però sottovalutato il rischio di questa disciplina. La pinna sotto la tavola è tagliente come una lama e lo sono anche i fili degli aquiloni, occorre avere una grande padronanza della vela e del proprio corpo. Noi giochiamo ‘professionalmente’ ma la paura è all’ordine del giorno. Non bisogna dimenticare che in una gara maschile si raggiungono anche i 50 km/h e si ‘vola’ con coltelli sotto i piedi alla distanza di un metro e mezzo dall’altro concorrente. Uno sport ricco di fascino e divertente: l’unico neo è che serve tanto vento e quindi occorre essere disponili a viaggiare. Soprattutto, l’attrezzatura è costosa e va spesso aggiornata: una vela dopo 30- 40 ore di allenamento va buttata e sostituita. Quindi ogni anno la spesa può aggirarsi sui 50.000 euro.”

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IN QUESTE PAGINE, L’ATLETA LORENZO BOSCHETTI. PH GIANMARIA ZANOTTI

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