ALPINISMO FACILE in TRENTINO-ALTO ADIGE vol.2

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DIEGO FILIPPI - FABRIZIO RATTIN

ALPINISMO FACILE in TRENTINO-ALTO

ADIGE

VIE NORMALI E CRESTE

VOL. 2 - Valli Orientali

EDIZIONI VERSANTE SUD | COLLANA LUOGHI VERTICALI | TREKKING

Prima edizione Agosto 2023

ISBN 978 88 55470 735

Copyright © 2023 VERSANTE SUD – Milano, via Rosso di San Secondo, 1. Tel. +39 02 7490163 www.versantesud.it

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Copertina Steffi e Daniel Rogger. © Daniel Rogger

Testi Diego Filippi e Fabrizio Rattin

Fotografie Diego FIlippi e Fabrizio Rattin

Cartine Silvia Ruju. © Mapbox, © Open Street Map

Simbologia Tommaso Bacciocchi

Impaginazione Silvia Ruju

Stampa Tipolitografia Pagani – Passirano (BS), Italia

Km ZERO

Guida fatta da autori che vivono e l’arrampicatasviluppano sul territorio

Cosa significa?

È una guida a KM ZERO!

Che è più sana e ha più sapore, perché fatta da autori locali.

Come i pomodori a Km 0?

Certo! E la genuinità non è un’opinione.

Gli autori locali fanno bene a chi cammina: – hanno le notizie più fresche e più aggiornate;

non rifilano solo i sentieri più commerciali;

reinvestono il ricavato nella manutenzione dei sentieri.

Gli autori locali fanno bene al territorio: – pubblicano col buonsenso di chi ama il proprio territorio;

sono attenti a promuovere tutte le località; – sono in rete con la realtà locale.

E infine la cosa più importante: sui sentieri, c’è un pezzetto del loro cuore

Nota

Il trekking è un’attività potenzialmente pericolosa, chi la pratica lo fa a suo rischio e pericolo.

Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi escursione.

DIEGO FILIPPI - FABRIZIO RATTIN

ALPINISMO FACILE in TRENTINO-ALTO ADIGE

VIE NORMALI E CRESTE

VOLUME 2 - Valli Orientali

VERSANTE
Km ZERO
EDIZIONI
SUD
Guida fatta da autori che vivono e sviluppano l’arrampicata sul territorio

Val di Fassa. Dove sei di casa

Where you feel at home

Wo du zu Hause bist

DOLOMITI TREK-KING

Top Experience: 30 ore di cammino su 75 km

A PIEDI DI RIFUGIO IN RIFUGIO

TRA LE DOLOMITI DI FASSA

Quanto è tortuoso definire la bellezza? È quando qualcosa ci suscita un’emozione che la diciamo bella. Perché la bellezza è qualcosa che accade, ci invade all’improvviso e ci avvolge di felicità. Perché accada, tuttavia, resta un mistero.

attraversate.

fassa.com

Le Dolomiti sono un mistero. La loro bellezza è un segreto che va vissuto. Sappiamo che furono mare, che sono stratificate di colori, hanno forme fragili, taglienti e leggendarie. Ma le Dolomiti vanno annusate, toccate,

IL RE DEI TREKKING IN VAL DI FASSA

Il Dolomiti Trek-King è un’esperienza lunga 30 ore di cammino su 75 km di percorsi escursionistici che, di rifugio in rifugio, attraverso creste, foreste e leggende, ti permette di entrare nel cuore di un segreto. Marmolada, Rosengarten, Sassolungo, Sassopiatto, il Sella, dall’alba al tramonto, sono segreti accessibili a chiunque. A seconda dei giorni che hai a disposizione, ogni tour ha la sua meraviglia.

Vuoi incontrare re Laurino e la bella Conturina nella luce segreta di un’abbagliante Enrosadira? Scegli la formula e inizia a camminare. Qualsiasi tappa può essere percorsa anche separata dall’intero itinerario e da qualsiasi punto è possibile scendere a valle con impianti, servizi navetta o mezzi pubblici locali.

Dolomiti Trek King –The Original

CANAZEI, POZZA DI FASSA

durata: 30:00 h

distanza: 75.8 km

salita: 3517 m difficoltà: media

1 TAPPA: Pozza di Fassa > Rifugio Contrin

2 TAPPA: Rifugio Contrin > Passo Fedaia

3 TAPPA: Passo Fedaia > Col Rodella

4 TAPPA: Col Rodella > Rifugio Antermoia

5 TAPPA: Rifugio Antermoia > Gardeccia

6 TAPPA: Gardeccia > Passo Costalunga

Dolomiti Trek King –Short Experience

CANAZEI, POZZA DI FASSA

durata: 21:30 h distanza: 51 km

salita: 3050 m difficoltà: media

1 TAPPA: Canazei > Passo Fedaia

2 TAPPA: Passo Fedaia > Rifugio Contrin

3 TAPPA: Rifugio Contrin > Buffaure

4 TAPPA: Buffaure > Pozza di Fassa

Dolomiti Trek King –Assaggio d’Autunno

VIGO DI FASSA

durata: 16:00 h distanza: 39.1 km

salita: 2414 m difficoltà: media

1 TAPPA: Ciampedìe > Rifugio Antermoia

2 TAPPA: Rifugio Antermoia > Rif. Sassopiatto

3 TAPPA: Giro del Sassolungo e Sassopiatto

INFO & BOOKING – APT VAL DI FASSA Strèda Roma, 36 - 38032 Canazei (Trentino - Italia) Tel +39 0462 609600 infobooking@fassa.com
SCEGLI IL TUO TREK-KING
Presentazione di Mario Corradini ....... 10 Introduzione di Fabrizio Rattin 12 Patrocinio SOSAT di Luciano Ferrari ..... 14 Simbologia e introduzione tecnica 16 20. BREONIE DI LEVANTE 18 1. Croda Alta 22 2. Schrammaker 26 21. ALPI AURINE 30 3. Gran Pilastro 34 4. Punta Bianca 38 5. Mesule 42 6. Monte Fumo 46 22. MONTI DI PREDOI 48 7. Picco dei Tre Signori 52 8. Pizzo Rosso di Predoi 56 9. Picco Palù 60 23. MONTI DI FUNDRES 64 10. Picco della Croce 68 11. Cima di Valmala 72 12. Cima della Capra e Feldspiz ......... 76 13. Cima Cadini 80 14. Cima di Terento 84 24. VEDRETTE DI RIES 88 15. Triangolo di Riva .................. 94 16. Collalto 98 17. Croda Nera 102 18. Cima del Vento Grande 106 25. MONTI DI CASIES 112 19. Roda di Scandole 116 26 GRUPPO DELLE ODLE-PUEZ ......... 122 20. Tullen 126 21. Sass de Putia e Piccolo Sass de Putia 130 22. Sass Rigais 136 23. Gran Furchetta 140 24. Piccola Furchetta 144 27. GRUPPO DELLE FANES-SENES-BRAIES 148 25. Piz Conturines e Piz Conturines Est 152 26. Piz Lavarella e Piz Lavarella Ovest 156 27. Tofana di Roces 160 28. Tofana di Mezzo e Tofana di Dentro 164 29. Sasso Rosso di Braies 170 28. DOLOMITI DI SESTO 174 30. Croda dei Baranci e Cima Piatta Alta . 178 31. Cima Grande di Lavaredo 182 32. Monte Paterno 188 33. Crode Fiscaline 192 29. GRUPPO DEL CATINACCIO 196 34. Catinaccio d’Antermoia 202 35. Croda del Maglio 206 30. GRUPPO DEL SELLA-SASSOLUNGO 210 36. Dente del Sassolungo 216 37. Sassopiatto 220 38. Piz Boè 224 39. Le Mesules 228 31. GRUPPO DEL LATEMAR 234 40. Cima di Valbona e Cima Feudo 238 41. Cima di Valsorda 242 42. Paion del Latemar 246 43. Cima del Forcellone............... 250 44. Cimon del Latemar 254 45. Schenon del Latemar e Col Cornon 258 46. Cima Lastè di Vallaccia 262 47. Primo Pizz dei Muss e Secondo Pizz dei Muss 266 48. Monte Cornon 270 32. GRUPPO DELLA MARMOLADA 274 49. Punta Penia 278 50. Punta Cornates 282 51. Cima Ombretta Orientale 286 52. Sasso Vernale e Cima Ombrettola 290 53. Sasso di Valfredda 294 54. Piz Meda 298 6
SOMMARIO
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Lungo la normale al Sass Maòr (© Anna Sperandio)
33. CATENA DI CIMA BOCCHE 302 55. Cima Viezzena e Cima Caorina 306 56. Sass da Mezodì e Col de Poza 310 34. CATENA DEI LAGORAI 314 57. Sasso Rotto e Cima Sette Selle 318 58. Pala del Becco 322 59. Monte Cauriol Piccolo 326 60. Monte Cauriol 330 61. Coltorondo e Cima Moregna ........ 334 62. Cima Cece 338 63. Campanile di Cece 342 64. Cima Grugola e Cima Folga 346 65. Monte Coston 350 35. GRUPPO DI CIMA D’ASTA 354 66. Cima d’Asta 358 67. Cima Spiadon 362 68. Monte Conte Moro 366 69. Monte Tolvà 370 36. PALE DI SAN MARTINO 374 70. Cima di Campido 378 71. Cima dei Bureloni 382 72. Cima Vezzana e Nuvolo ............ 386 73. Cimon della Pala 390 74. Sass Maor 394 75. Cimerlo e Cima della Stanga 398 76. Cima Canali 402 77. Sasso delle Lede 406 78. Cima dell’Orsa ................... 410 79. Croda Granda 414 80. Sass d’Ortiga 418 81. Pala d’Oltro 422 82. Cima delle Regade e Monte Feltraio 426 83. Monte di San Lucano 430 37. ALPI FELTRINE E MONTI DEL SOLE 434 84. Monte Neva 438 85. Sass de Mura Est e Sass de Mura Ovest 444 86. Piz de Sagron 448 87. Punta Cereda 452 88. Monte Pavione 456 89. Monte San Mauro 460 90. Monte Tre Pietre ................. 464 91. Monte Pizzocco 468 92. Monte Sperone e Croce di Susin 472 93. Monte Pizzon o Piz de Mezodì 476 94. Zimon de Gena e Zimeta 480 95. Piz de Nusieda Ovest 484 38. GRUPPO DELLA SCHIARA 488 96. La Schiara 492 97. Pala Alta 496 98. Pala Bassa ...................... 500 99. Punta San Giorgio e Peron 504 100. La Talvena 508 101. Zimon de Terne 512 102. Monte Serva 516 103. Castello di Moschesin 520 39. CATENA DI CIMA DODICI 524 104. Cima della Stanga, Cima Armentera e Sasso Alto .................... 528 105. Monte Kempel e Cima Portule 532 106. Cima Dodici 534 40. PICCOLE DOLOMITI ............... 538 107. Soglio dell’Incudine e Cima Palon 542 108. Monte Cornetto e Monte Baffelan 546 109. Cima Carega 550 110. Pala di Cherle e Cima Levante 554 111. Monte Zugna e Coni Zugna 558 41. MASSICCIO DEL GRAPPA 562 112. Gusela di Cismon e La Rocchetta 566 113. Monte Tomatico 570 42. GRUPPO DEL COL NUDO-CAVALLO 574 114. Cima dei Lastei e Col Nudo 578 115. Crep Nudo e Capel Grande 582 43. MONTI LESSINI 586 116. Corno d’Aquilio e Corno Mozzo 588 8

CURIOUS BY NATURE

We venture out into nature to reconnect with ourselves and change our perspective to look at things differently than before.

TRIOLET 32+5

THE ICONIC MOUNTAINEERING BACKPACK

The Triolet 32+5 is a light and versatile mountaineering backpack, thanks to the various removable elements that allow you to modulate its weight and volume to adapt it to different activities.

Contemporary outdoor since 1870
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Presentazione

Nella presentazione del volume dedicato alla parte occidentale del Trentino Alto Adige ho accennato al fascino e alla diversità delle montagne che compongono questa Regione dell’Italia del nord. Inevitabile è stato porre l’accento sulle Dolomiti di Brenta, il gruppo più ad ovest di tutte le dolomiti. Non che le altre montagne rivestano minor interesse. Ogni rilievo ha la sua importanza e le sue attrattive. Differenti saranno gli impegni per salire, ma ogni passo speso sui monti - su erba, roccia, neve o ghiaccio – ripaga a dismisura la fatica. In questo libro dedicato alla parte orientale, viste le grandi diversità delle montagne sia per aspetto geologico sia strutturale, con una parte cospicua delle Dolomiti, fino addirittura alla Piccole Dolomiti che comprendono Pasubio e Carega, risulta più difficile focalizzare l’attenzione su un singolo gruppo. Troppe sono le montagne che, quantomeno per aspetto e storia, meritano di essere ricordate.

Rivivo tante belle emozioni provate durante le innumerevoli salite sui gruppi dolomitici che sono descritti in questo volume. Ricordo le tante scalate, anche in solitaria, sulle chiare e solide rocce e le lunghe soste su cime poco o raramente salite. Rivedo lo spettacolo dei panorami e qualche volta le apprensioni nel vedere avvicinarsi il temporale o il sopraggiungere veloce delle nebbie. Ricordo quando da solo su una vetta osservavo, un po’ preoccupato, il mare di nubi sotto ai miei piedi che incominciava ad alzarsi mentre all’orizzonte altre cime sbucavano come “isole nelle nuvole” (1). Tra i tanti gruppi montuosi trattati in questa guida, mi preme spendere ancora un elogio al gruppo del Latemàr. Un gruppo dolomitico che qualche volta è stato erroneamente definito “fratello minore delle Dolomiti”, specialmente per la friabilità delle sue rocce. Questa ed altre lodi al Latemàr le ho scritte nella guida che gli ho dedicato: “incompresa bellezza, osservata e quasi mai accarezzata, più per un falso timore, incarnatosi nel frettoloso riscontro della tua particolare natura: instabile, mutabile, spigolosa, segreta. È questa tua identità che rende incapaci di empatia e che contemporaneamente ha mantenuto inalterato il tuo carattere, salvaguardando non solo l’aspetto esteriore, il più appariscente, ma preservando anche intatti gli angoli più nascosti, il tuo cuore… Abbiamo cercato di stimolare chi ti sale ad una più attenta contemplazione. A non giudicarti per quel che di primo acchito appari ma per le tue forme che esaltano, qui più che altrove, il trionfo dell’inaspettata attrattiva e del caos”. Rendo merito agli Autori per questa guida, dove hanno saputo sintetizzare specialmente la parte tecnica inerente alle salite. Ribadisco che non è compito facile e, visto il risultato, c’è solo da complimentarsi.

Anch’io, tempo fa, ho ceduto al desiderio di far conoscere le mie esperienze tramite la pubblicazione di guide e articoli su varie riviste. Anche in questo modo ho ricevuto soddisfazioni e riconoscimenti. Ma non era questo lo scopo, anzi, tutt’altro. Sono consapevole che anche attraverso questi libri si incrementa la frequentazione delle montagne e, di conseguenza, si contribuisce in parte al loro degrado (vedi i tanti discutibili e condannabili comportamenti che sempre più si possono riscontrare). Scrivere un libro guida rimane in ogni caso un atto d’amore verso questi luoghi. Significa, a parer mio, condividere le proprie gioie e offrire uguali opportunità al lettore.

Visto l’impegno e la qualità dei dati riportati in questo volume, sono certo che quanto troverete nelle pagine che seguono non sono solo sterili note tecniche utili per arrivare su una vetta, ma qui si potrà dedurre anche la sensibilità e la riverenza che i due Autori manifestano verso le montagne in genere.

(1) Uno dei miei primi libri dedicati alle montagne del Trentino.

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Col di Luna (© Fabrizio Rattin)

Introduzione di Fabrizio Rattin

Autentica passione, dedizione, sinergia d’intenti, vera amicizia, curiosità esplorativa e geografica sono aggettivi che delineano i pilastri portanti di quest’opera. Un lavoro certosino, curato nei minimi dettagli, che ci ha impegnati per anni nelle innumerevoli salite relazionate, tutte effettuate personalmente da almeno uno dei due autori, un valore aggiunto non da poco. Ogni pagina un ricordo indelebile di bellissime giornate passate in montagna, quella vera, senza fronzoli, quella delle Vie Normali: un ambiente che ho imparato ad amare profondamente.

Nessuna ambizione per noi, solamente il gusto e la soddisfazione di mettere a disposizione degli appassionati uno scritto che ha un’anima, l’anima del territorio in cui viviamo, una Regione fantastica e completa che siamo fieri di poter omaggiare. Un nostro obiettivo primario è quello di creare cultura geografica del Trentino Alto Adige e delle sue aree limitrofe, facendo conoscere uno ad uno in modo dettagliato i ben 43 gruppi montuosi che compongono l’intera area in esame.

Le vette salite raccontano da sole l’incredibile varietà ambientale e tecnica, passando dalle alte cime della catena di confine luccicanti di vedrette, alla zona prealpina del lago di Garda o del monte Grappa, con clima mite ideale per i periodi dalle temperature più rigide, per continuare con l’incredibile zona Dolomitica, unica al mondo per la sua geomorfologia e per la bellezza delle sue montagne. Voglio ringraziare Diego col cuore, per avermi coinvolto in questa sua idea e per avermi dato la possibilità di veder crescere assieme un progetto cosi ricco di energia, condividendo pensieri, modi di procedere, progettando salite negli angoli più reconditi ed affascinanti della regione. La sua meticolosa precisione, sia scrittoria che organizzativa, la disponibilità ed umiltà nel condividere ed insegnare con pazienza, sono stati per me autentici insegnamenti di vita.

Questa guida descrive una vasta gamma di vette con difficoltà comprese tra l’escursionismo e l’alpinismo facile. Vengono considerati ben 43 gruppi montuosi, dove vengono minuziosamente descritte e relazionate oltre 500 vette. La regione del Trentino Alto Adige è nettamente divisa in due parti dalla lunga Valle dell’Adige e dal Passo del Brennero. Le due parti, Est ed Ovest, sono quasi equivalenti in termini di superficie e gruppi montuosi. Vengono cosi descritte circa 250 vette per la zona ovest ed altrettante per la zona est. Ogni gruppo montuoso viene esaminato attentamente fornendo una descrizione generale, i confini topografici e la sua struttura geografica. Inoltre, una dettagliata cartina orientativa facilita gli accessi stradali in auto e la veloce collocazione delle vette descritte. Ciascuna escursione viene relazionata con testo, foto di azione e foto panoramiche della montagna col tracciato di salita.

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AREA OVEST - Volume 1

1. Gruppo del Sesvenna

15. Prealpi Gardesane

16. Piccole Dolomiti Bresciane

17. Gruppo del Tremalzo

18. Gruppo del Monte Baldo

19. Gruppo del Pizzocolo

AREA EST - Volume 2

20. Alpi Breonie di Levante

21. Alpi Aurine

22. Monti di Predoi

23. Monti di Fundres

24. Vedrette di Ries

29. Gruppo del Catinaccio

30. Sella e Sassolungo

31. Gruppo del Latemar

32. Gruppo della Marmolada

33. Catena di Cima Bocche

34. Catena del Lagorai

35. Gruppo di Cima d’Asta

36. Pale di San Martino

37. Alpi Feltrine

38. Gruppo della Schiara

39. Catena di Cima Dodici

40. Piccole Dolomiti

11.

dell’Adamello

12. Gruppo della Presanella

13. Gruppo di Brenta

14. Gruppo del Cadria

25. Monti di Casies

26. Odle - Puez

27. Fanes - Senes - Braies

28. Dolomiti di Sesto

41. Massiccio del Grappa

42. Col Nudo - Cavallo

43. Monti Lessini

5 3 1 2 4 6 7 8 9 10 11 12 Bressanone Vipiteno Bolzano Bormio Merano Nauders Brunico Innsbruck TUXER ALPEN STUBAIER ALPEN OTZTALER ALPEN SESVENNA GRUPPE ZILLERTALER ALPEN VENEDIGER GRUPPE DEFEREGGER GRUPPE 20 21 22 23 24 25 Breno Edolo Laces Lana Dimaro Malè 13 14 15 16 17 18 19 Trento ALPI OROBIE Tione Ponte Arche Predazzo Moena Canazei Cortina Dobbiaco Auronzo 26 27 28 29 30 31 32 34 33 35 36 37 38 39 S. Martino Agordo Feltre Belluno Bassano Arsiero Verona 41 43 42 40 Mezzolombardo Ponte di Legno Carisolo Cles Naturno Spondigna Corvara Cencenighe Rovereto Riva Ora Chiusa Calliano Valdagno
2. Alpi Venoste e Passirie 3. Gruppo di Tessa 4. Alpi Breonie di Ponente 5. Gruppo dei Sarentini 6. Gruppo dell’Ortles 7. Gruppo del Gavia 8. Gruppo del Cevedale 9. Catena delle Maddalene 10. Catena della Mendola Gruppo
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Patrocinio SOSAT

di Luciano Ferrari*

Partecipare alla realizzazione di questo nuovo impegno editoriale di Diego e Fabrizio, è motivo di soddisfazione e anche di orgoglio per me, e per la SOSAT che rappresento. Con Diego ho condiviso le passioni e vissuto quelle esperienze particolari che nascono nell’affrontare insieme importanti montagne. Ho avuto quindi modo di conoscere il suo vivere l’alpinismo e la forza e la tenacia che lo contraddistinguono, fin dai tempi in cui frequentando agli inizi degli anni ottanta i corsi della scuola Giorgio Graffer iniziò ad avvicinarsi al mondo dell’arrampicata. Non solo, anche quando nell’organico della stessa scuola entrò nel Club Alpino Accademico e divenne poi Guida Alpina.

Le “Vie Normali e Creste” presenti in questa pubblicazione sono una testimonianza di vita nella quale il filo conduttore si intreccia continuamente con la passione e l’amore per la propria terra come un fiume carsico che ritorna costantemente alla luce e diventa fonte di ispirazione e di speranza. In questo senso si comprende il significato più autentico di parole come “tenere duro” e “crederci”, termini che riconducono alle battaglie della vita e che ritroviamo, seppur in un’accezione più simbolica, anche nel momento dell’arrampicata. E, anzi, ne rappresentano – in ultima istanza – il sale.

Si dice che per la gente delle “terre alte” la montagna sia un patrimonio collettivo, sentito come valore comune e identitario. Un sentire comune che fu tra le fondamenta, fin dalla fondazione nel 1921 della SOSAT, allorché si diede vita all’escursionismo popolare considerando la montagna un patrimonio di tutti e svolgendo anche un ruolo sociale dai grandi significati ancora attuali, con coerenza e fedeltà ai propri valori costitutivi. In questa guida si avverte come le informazioni sull’escursionismo e l’alpinismo facile, siano accompagnate da conoscenza profonda e da amore di un territorio, maturate nel corso degli anni portando Diego e Fabrizio, dopo svariate arrampicate ad alti livelli, a mutare il loro concetto di vivere la montagna. Un percorso che li ha portati a salire per le vie normali e creste dei gruppi montuosi delle Valli Orientali, sorretti da valori apprezzati dalla gente di montagna. Ora Diego e Fabrizio, già esperto di alpinismo, Tecnico di Soccorso Alpino e responsabile AINEVA, traducono e mettono a disposizione di chiunque voglia avvicinarsi a questo straordinario mondo nel quale, riprendendo i concetti del padre della SOSAT Nino Peterlongo “impari ad ammirare le bellezze del creato, la forza degli elementi, il mistero delle leggi divine che governano i venti, i fiumi, i ghiacciai, il mistero della vita che si moltiplica in Cielo e in Terra, per le valli e per le selve”. Buona lettura.

* Presidente della SOSAT (Sezione Operaia della SAT)

Traversata del Sass de Mura (© Fabrizio Rattin) 
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SIMBOLOGIA E INTRODUZIONE TECNICA

dislivello esposizione difficoltà

Indica la difficoltà complessiva dell’escursione. Vedi leggenda delle difficoltà.

Indica il dislivello totale da compiere; dal parcheggio, o dalla stazione di arrivo di un impianto, alla vetta.

tipo di percorso tempo complessivo

Indica tempo complessivo di cammino, compreso anche della discesa.

Indica il tipo di percorso da affrontare. Vedi leggenda dei percorsi

TIPO DI PERCORSO

Vengono specificate le generalità sul tipo di percorso.

Sentiero segnato: percorso su sentiero sempre evidente e segnato con segnavia bianco-rossi e tabelle CAI

Traccia segnata: percorso poco evidente ma segnato con bolli rossi e ometti

Traccia non segnata: percorso poco evidente, privo di indicazioni e ometti

Privo di traccia: percorso da ricercare, con cartina e GPS

Sentiero attrezzato: sentiero esposto attrezzato con cavo metallico. Il cavo metallico è utilizzato solo per l’assicurazione ma non per la progressione.

Via ferrata: itinerario esposto, attrezzato con cavo metallico. Il cavo metallico è utilizzato per l’assicurazione e necessariamente per la pro-

Indica l’esposizione media dell’escursione.

rifugi e bivacchi

Indica i punti di appoggio durante l’escursione, come rifugi, bivacchi o malghe.

gressione. Obbligatorio il set da ferrata.

Traccia su roccette: percorso che presenta passaggi di arrampicata facile su roccette, necessita di un minimo di esperienza alpinistica. Eventualmente, consigliato ma non necessario, spezzone di corda e imbrago.

Via di roccia: percorso su roccia che necessita di esperienza e attrezzatura alpinistica da roccia.

Percorso su ghiacciaio: percorso su ghiacciaio che necessita di esperienza ed attrezzatura alpinistica da alta montagna.

MATERIALE

Indica il materiale consigliato per effettuare l’escursione in sicurezza.

Da escursionismo: scarponcini da trekking e bastoncini.

Da escursionismo difficile: scarponcini da trek-

Segnali terra-aria Segnali terra-aria Razzo o luce rossa
OCCORRE SOCCORSO NON OCCORRE SOCCORSO No – no Yes – sì
Tessuto rosso quadrato teso
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SEGNALI INTERNAZIONALI DI SOCCORSO TERRA-ARIA RIVOLTI A ELICOTTERI E AEREI

king, bastoncini, 30 metri di corda, alcuni moschettoni e cordini.

Da ferrata: set completo da ferrata: longe, imbrago e casco.

Da roccia: 50 metri di corda, imbrago, casco, alcuni friend, moschettoni e cordini.

Da alta montagna: 30/50 metri di corda, imbrago, casco, ramponi, piccozza, qualche vite da ghiaccio.

TEMPO MEDIO

Indica il tempo medio di salita, dal punto di partenza alla vetta.

PERIODO CONSIGLIATO

Indica il periodo migliore dell’anno per effettuare l’escursione.

DIFFICOLTÀ

Indica la difficoltà tecnica dell’escursione. Difficoltà Escursionistiche: non necessitano dell’uso della corda.

T: Turistico. Itinerario facile che si svolge generalmente su strade forestali o mulattiere. È sempre evidente e ben segnato con segnavia e tabelle.

E: Escursionistico. Itinerario impegnativo lungo sentieri impervi ma sempre ben segnati con indicazioni e tabelle.

EE: Escursionista Esperto. Itinerario molto impegnativo su sentieri difficili ed impervi, talvolta esposti o poco evidenti. Possono presentare anche facili passaggi su roccia o attraversamento di canali o campi di neve.

EEA: Escursionista Esperto con Attrezzatura. È la sigla comunemente usata per i sentieri attrezzati o per le vie ferrate. Necessario il set da ferrata: longe, imbrago e casco.

Difficoltà Escursionistiche/Alpinistiche: l’uso della corda dipende dalla preparazione e dall’esperienza personale.

EE/F: Escursionista Esperto/Alpinismo Facile. Itinerario escursionistico con difficoltà alpinistiche. In questa sigla rientrano tutti quei itinerari che stanno a cavallo tra l’escursionismo difficile e l’alpinismo facile. Sono itinerari generalmente molto impegnativi, che presentano tratti esposti e scoscesi o brevi tratti di arrampicata. Richiedono passo fermo ed assenza di vertigini, un mi-

nimo di esperienza alpinistica e la conoscenza delle tecniche di assicurazione di base. L’utilizzo delle corda non è necessario ma consigliato. Le creste facili sono le classiche salite che rientrano in questa difficoltà.

Difficoltà Alpinistiche: necessitano dell’uso della corda e delle tecniche di assicurazione.

F: Facile. Itinerario alpinistico facile.

Su roccia: facili passi di arrampicata fino al I grado.

Su ghiaccio: ghiacciaio facile. Pendii di neve o ghiaccio fino a 30°/40°.

PD: Poco Difficile. Itinerario alpinistico con difficoltà piuttosto contenute.

Su roccia: passi di arrampicata fino al II grado.

Su ghiaccio: ghiacciaio poco difficile. Pendii di neve o ghiaccio fino a 40°/50°.

AD: Abbastanza Difficile. Itinerario alpinistico Abbastanza Difficile.

Su roccia: presenta passi di arrampicata fino al III grado.

Su ghiaccio: ghiacciaio abbastanza difficile. Pendii di neve o ghiaccio fino a 50°/60°.

D: Difficile. Itinerario alpinistico Difficile.

Su roccia: presenta passi di arrampicata fino al IV grado.

Su ghiaccio: ghiacciaio difficile. Pendii di neve o ghiaccio fino a 60/70°.

LOCALITÀ DI PARTENZA

Indica la località di partenza, con la quota, dell’escursione. Può essere il parcheggio dove si lascia l’auto o la stazione di arrivo di un impianto di risalita.

ACCESSO STRADALE

Indica il percorso stradale, dal centro abitato al parcheggio dove inizia l’escursione.

SALITA

Relazione dettagliata della salita.

DISCESA

Relazione dettagliata della discesa.

CARTOGRAFIA

Cartina topografica utile per l’escursione.

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20 - ALPI BREONIE DI LEVANTE

Vetta massima: Croda Alta 3289m

Questa piccola catena di monti, orientata da sud-ovest verso nord-est, isolata tra l’alta valle dell’Isarco, il Brennero e la val di Vizze, non è altro che un piccolo lembo, in territorio italiano, del più grande e vasto gruppo austriaco delle Zillertaler Alpen. Sono montagne molto isolate e selvagge, dove il grazioso e bellissimo rifugio Europa, o rifugio Venna alla Gerla, è l’unico punto di appoggio in questa sconosciuta e straordinaria catena.

Spina del Lupo, Gerla, Croda Alta, Olperer, nomi romantici per montagne bellissime e prestigiose, immerse in un ambiente ancora naturale ed incontaminato. Basta solo percorrere la lunga e isolata val di Vizze, cosparsa di piccoli paesini e malghe, per scoprire un ambiente alpino d’alta montagna di rara e unica bellezza, dove sullo sfondo domina, alto e inconfondibile, il Gran Pilastro. Le salite alla Gerla, alla Croda Alta e allo Schrammacher sono escursioni di prim’ordine e di grandissima soddisfazione. Qui troviamo anche la splendida piramide rocciosa dell’Olperer, che, dopo il Grossglockner, è la montagna più apprezzata ed ambita dagli austriaci.

LIMITI

• a Nord, il confine di Stato, dal passo del Brennero al passo di Vizze

• a Est, la val di Vizze, dal passo di Vizze a Vipiteno

• a Sud, la conca di Vipiteno

• a Ovest, la valle dell’Isarco, da Vipiteno al passo del Brennero

Schrammacher 3410m

Alto Adige
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Stampflkees e Schrammacher (© Fabrizio Rattin) Ô

20 ALPI BREONIE DI LEVANTE

TUXER ALPEN

Olperer

Fussstein

Schrammacher

STUBAIER ALPEN

Passo del Brennero

4 BREONIE DI PONENTE

Valle Isarco

ZILLERTALER ALPEN

La Gerla

rif. Venna alla Gerla

Sagwand

Croda Alta

Vipiteno

Cima Vallaccia

Punta del Tasso

Cima Rolle

Cima Gallina

Punta Bianca

Punta del Lago Romito

Passo di Vizze

Spina del Lupo )( )

ValleIsarco

Valle di Vizze

23 MONTI DI FUNDRES

(
19
5 GRUPPO DEI SARENTINI

GEOGRAFIA DEL GRUPPO: per Alpi Breonie si intendono le catene montuose che si dipartono dal Passo del Brennero. Verso ovest si allargano a ventaglio le Breonie di Ponente mentre ad est si allungano le Alpi Breonie di Levante. Le Breonie di Ponente rientrano nel più vasto gruppo austriaco delle Stubaier Alpen, mentre le Alpi Breonie di Levante appartengono alle estese Zillertaler Alpen o, a seconda di altre classificazioni, alle Tuxer Alpen. La catena principale delle Alpi Breonie di Levante, come cresta di confine, si sviluppa dal passo del Brennero al passo di Vizze, e lungo questa troviamo i rilievi più importanti come la Spina del Lupo e la Croda Alta. Dalla Spina del Lupo si allunga verso sud una modesta catena di monti che termina, con la cima Punta Bianca, sopra Vipiteno. Mentre dalla Croda Alta, verso nord, in territorio austriaco, si spingono le celebri vette dello Schrammacher e dell’Olperer.

Fusstein 3380m
20

I SOTTOGRUPPI E LE CIME

• Catena principale: tra il Passo del Brennero e il Passo di Vizze

Vetta più alta: Croda Alta

Cime principali: Spina del Lupo, Punta del lago Romito, La Gerla, Croda Alta

Settore austriaco: Schrammacher, Olperer

LE GITE

1. Croda Alta

2. Schrammaker

Olperer 3476m

Le maestose Fusstein e Olperer (© Fabrizio Rattin) Ô
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HOHE WAND – Croda Alta 3289m

Per la Via Normale dal versante Est

EST, SUD - EST nevai e roccette

Imponente vetta che domina sovrana l’intera Val di Vizze. È collegata verso Nord Est al bellissimo Schrammacher mediante una lunga cresta rocciosa ad anfiteatro su tutto lo Stampflkees; verso Sud, invece, una cresta rocciosa la collega alla Grawand e quindi a Forcella Nevosa. Il suo lato Ovest è caratterizzato dal prosieguo della cresta di confine su cime secondarie fino alla Pfitsch Scharte.

Cima poderosa a cavallo tra Italia ed Austria, molto panoramica e di soddisfazione. Il suo versante Est risulta molto faticoso e la difficoltà può variare in base alla copertura nevosa.

Tipo di percorso: escursionistico fino alla vedretta, poi alpinismo facile su pendio di neve e roccette

Materiale: piccozza e ramponi per i pendii finali

Tempo medio: 4-5 ore dal parcheggio alla vetta

Periodo consigliato: giugno, settembre

Difficoltà: PD, 40° su neve, I° su roccia

Località di partenza: parcheggio al quarto tornante della strada che sale al Passo di Vizze, a 1806m

Accesso stradale: si sale interamente la Val di Vizze fino all’ultimo abitato di Stein dove si im-

bocca l’evidente strada sterrata per il Passo di Vizze. La si percorre fino agli ampi parcheggi situati poco prima del quarto tornante dove è vietato proseguire con mezzi motorizzati.

Salita: dal quarto tornante della strada per il Passo di Vizze si imbocca sulla sinistra il sentiero nr.4 e lo si segue fino al Passo. Direttamente dal confine di Stato si prende il sentiero 4b con indicazione per Schneescharte-Forcella Nevosa. Lo si segue su ampia dorsale panoramica sempre a cavallo dei cippi confinari tra Italia ed Austria fino a che la traccia si stacca sulla destra per seguire ometti più radi tra rocce montonate e ghiaioni morenici fino a raggiungere il ghiacciaio nei pressi dei bellissimi laghetti di Forcella Nevosa. Si mette piede sullo Stampflkees mantenendo il suo lato sinistro finché, sempre sulla sinistra, si nota una facile rampa-canale nevosa ascendente a destra che dà accesso al versante Est. Si sale tutto il versante seguendo il logico susseguirsi di tappeti di neve e roccette puntando alla croce di vetta sempre ben visibile sopra di noi. Una volta guadagnato il filo di cresta lo si segue facilmente fino all’enorme croce di vetta.

Discesa: si segue a ritroso l’itinerario di salita.

Cartografia: Tabacco 037-Monti di FundresGran Pilastro

1430m PD /40°/I 01 esposizione rifugi o bivacchi tempo complessivo tipo di percorso dislivello difficoltà
8-10 h
Breonie
Alpi
di Levante
Rifugio Passo di Vizze 2275m
22

 2634 Hohe Kirche

2943  Hohe Warte

3227  Sagwandspitze

Stampfkeers

Schrammacher  3410

Oberschrammachkeers

 3143

Ameiskopft 2553 

Aschafenferner

Hohe Wand

Croda Alta  3289

Pfitschscharte

Wasserfalköpfe 2575 

Grawand  2987

Schneescharte

2835  Grawandkofel

Kellerkopf 2648 

Zamserbach

Zinnen 2567 

Urbanscharte 2835

Durregg  2272

Biotop Putzerbödenmöser

Sameregg  2134

LongseeLago lungo del passo

Pfitscher Joch-Hause - Rif. Passo di Vizze 2676

Pfitscher JochPasso di Vizze 2651

JochseeLago del passo

Jochplatte 2100 

LS/SS508

Bichl

PfitscherBach - Rio di Vizze

S t a m p f l k e e s
01 Alpi Breonie di Levante > Croda Alta 24
Schneescharte 2789m Forcella Nevosa Hohe Wand 3289m Croda Alta Nord Gipfel 3281m Magico scorcio sul Gran Pilastro e l’Hochferner dalle vicinanze di Forcella Nevosa (© Fabrizio Rattin) Ô Traccia di salita (© Fabrizio Rattin) Ó
25
Il faticoso terreno di salita (© Fabrizio Rattin) 

tà, facilmente si raggiungono le croci di vetta. Ampissimi panorami verso tutte le Dolomiti Orientali.

Cartografia: Tabacco 07 Alta Badia Gruppo Fanes Senes Braies Piz lavarela

Discesa: per l’itinerario di salita.

26
Piz Lavarella 3050m Piz de Lavarela Piz Lavarella Ovest 3034m Lavarela de Fora Traccia di salita (© Diego Filippi) Ô
158
Piz Lavarella 3050m
159
Piz de Lavarela

TOFANA DI ROCES 3225m

Dalla ferrata Giovanni Lipella e giro ad anello

sentiero e ferrata OVEST

Elegante piramide rocciosa, ben isolata tra la Forcella Col dei Bos ad est e la Forcella Fontananegra ad ovest.

Se non la più alta delle tre Tofane, quella di Roces è certamente la più possente e massiccia. Elegante nelle forme e slanciata come piramide, mostra verso sud una colossale parete, famosissima per i numerosi e celebri itinerari d’arrampicata. Non poteva mancare su questa famosa cima dolomitica una ferrata come la Lipella: lunga e difficile.

Questo percorso, sempre avvincente ed entusiasmante, è decisamente vario. Inizia utilizzando l’antica galleria di guerra denominata “del Castelletto” grazie alla quale si sbuca in pieno versante ovest. Oltre, si prosegue sfruttando le linee della montagna come cenge, caminetti e paretine fino a sbucare sulla cresta nord e per questa alla ancor lontana vetta. Considerando anche la discesa, che si svolge su terreno esposto infido e detritico, l’itinerario risulta di grande impegno ma di sicura soddisfazione.

Tipo di percorso: sentieri sempre ben segnati e ferrata in buone condizioni.

Materiale: normale da escursionismo, torcia elettrica per le galleria, set completo da ferrata. Tempo medio: 4-5 ore dal parcheggio alla vetta.

Tempo medio: 4 ore dal parcheggio alla vetta.

Periodo consigliato: luglio, agosto.

Difficoltà: EEA via ferrata mediamente difficile ma molto lunga.

Località di partenza: rifugio Dibona 2037m

Accesso stradale: da Cortina d’Ampezzo salire verso il passo Falzarego, dopo circa 5 km si trova sulla destra il bivio per il rifugio Dibona. Seguire la stradina fino all’ampio parcheggio presso il rifugio.

Salita: dal parcheggio prendere la stradina, segnavia n.403, per il rifugio Giussani. Poco dopo seguire a sinistra il n.404 con evidenti indicazioni per la ferrata Lipella. Transitando alla base di tutta la parete sud delle Tofana si arriva (in circa un’ora di cammino dal parcheggio) all’attacco della via ferrata. Il percorso inizia subito entrando nella suggestiva e lunghissima galleria di guerra, utile la torcia elettrica, per sbucare poi su delle cenge sospese, in pieno versante ovest. Ora il percorso, con linea abile, logica e ricercata, sfruttando numerose cenge, canali e brevi paretine, guadagna quota portandosi verso la Punta delle Tre Dita, dove è possibile interrompere la ferrata, uscendo a sinistra ad intercettare un sentiero che porta al rifugio Giussani. Evidenti segnalazioni indicano comunque questa possibilità. Rimanendo sulla Lipella, una lunga cengia a destra riporta in piena parete ovest e alla base di un vasto anfiteatro, percor-

1200m EEA 27 esposizione rifugi o bivacchi tempo complessivo tipo di percorso dislivello difficoltà
8 h
Fanes Senes Braies, Gruppo delle Tofane
160
rifugio Giussani 2580m

 2791

Piz Forcia Rossa III

 2806

Piz Forcia Rossa IV

 2703

Piz Forcia Rossa II

 2559 Col di Bos

R a v e n a

Malga Travenanzes

2656  Il Castelletto

Bai de Dònes

Nemesis 2755 

Cima Formenton  2830

Tofana di Dentro 3238 

Forc.la Tofana 3084

Tofane

 3225

Tofana di Rozes

Lago Bain de Dones

Tofana di Mezzo 3244 

Ghiacciaio Orientale

Rif. Cima Tofana

Biv. Capanna degli Alpini L e

Forc.la Fontananegra 2616

Rif. Camillo Giussani

Punta

Marietta 2973 

Il Pilastro 2820 

T o f a n e

 2972 Torre Aglio

Capanna Ra Valles

 2750 Tofana di Pomedes

Ra Zestes  2420

Piè Tofana

Punta Anna 2731 

Z e s M a j a r i e M i

Rif. Duca d’Aosta

Rif. Pomedes

Rif. Angelo Dibona

SR48

l i e r a P o m e d e s

so da colate d’acqua e neve ad inizio stagione. Continuando lungo le attrezzature, con un ultimo sforzo, finalmente si sbuca sulla cresta nord della Tofana di Roces. Per questa, lungo l’evidente sentiero privo di difficoltà, alla celebre croce di vetta. Panorami mozzafiato a 360° verso tutte le cime dolomitiche circostanti.

Discesa: dalla vetta ritornare sui propri passi fino all’uscita della ferrata dove, piegando a destra per ripidi ghiaioni e roccette, si scende al rifugio Giussani. Da questo per il facile sentiero n.403 ritornare al rifugio Dibona e al parcheggio.

Cartografia: Tabacco 03 Cortina d’Ampezzo

27
Tofana di Roces 3225m Attacco della ferrata Lipella (© Diego Filippi)  La parete sud della Tofana di Roces (© Diego Filippi) Ó Panoramica della Tofana (© Diego Filippi) Ô
Gruppo Fanes Senes Braies > Tofana di Roces 162
163

LE GITE:

36. Dente del Sassolungo

37. Sassopiatto

38. Piz Boè

39. Le Mesules

Torre Innerkofler 3098m

Punta Grohmann 3126m

Sassolungo 3181m

Punta Cinque Dita 2999m

Spallone del Sassolungo 3081m

Gruppo del Sassolungo (© Diego Filippi) Ó

Gruppo del Sassolungo (© Diego Filippi) Ô

Dente del Sassolungo 3001m

Punta Grohmann 3126m

Torre Innerkofler 3098m

212

Torre

Spallone

Sassolungo 3181m

Dente del Sassolungo 3001m Innerkofler 3098m Punta Grohmann 3126m Punta Cinque Dita 2999m del Sassolungo 3081m Sass Pordoi 2950m Gruppo del Sassolungo (© Diego Filippi) Ó
213
Gruppo del Sella (© Diego Filippi) Ô
Piz Miara 2964m
Selva
Piz
2940m
Piz Ciavazes 2828m
214
Gruppo del Sella (© Diego Filippi) Piz Boè 3152m Sass Pordoi 2950m
215
L’Antersass 2908m

DENTE DEL SASSOLUNGO 3001m

Per la via Normale

sentiero e via di roccia SUD E OVEST

Spiccato campanile roccioso, incastonato tra il Sassopiatto e la Torre Innerkofler. Nettamente separato da questi attraverso i profondi intagli della Forcella Orientale del Sassopiatto e dalla Forcella del Dente.

Nessun altro nome potrebbe essere più indicato per questa spettacolare torre rocciosa, dai fianchi squadrati e dalle pareti gialle e verticali, che precipitano per oltre 300 metri sopra i verdi pascoli del Pian de Sas. La via Normale di salita segue grossomodo lo spigolo ovest, con difficoltà medie di II e III grado, con qualche passaggio di IV. La roccia è generalmente buona ed in parete si trovano sufficienti attrezzature. Questa salita, seppur semplice, necessita comunque di un minimo di esperienza di arrampicata classica in Dolomiti. L’accesso da sud, alla forcella Orientale del Sassopiatto dove attacca la via di roccia, richiede molta attenzione per via del terreno davvero infido e friabile. Inoltre, in caso di neve residua ad inizio stagione, risultano indispensabili i ramponi. Nel complesso, una salita completa sotto tutti i punti di vista: un laborioso accesso, una via di arrampicata poco attrezzata e una discesa in corda doppia non banale.

Tipo di percorso: sentieri ben segnati, tracce e via di roccia scarsamente attrezzata.

Materiale: normale da arrampicata classica, alcuni friend, cordini da abbandono, ramponi ad inizio stagione.

Tempo medio: 4.30-5 ore dal parcheggio alla vetta.

Periodo consigliato: giugno-ottobre.

Difficoltà: PD+, via di roccia con passaggi fino al III+, IV.

Località di partenza: Passo Sella, Rifugio Valentini 2218m, parcheggio a pagamento.

Accesso stradale: dalla Val Gardena o dalla Val di Fassa raggiungere il Passo Sella e seguire le indicazioni per il Rifugio Valentini (strada sterrata in salita), parcheggio in piccole aree a pagamento.

Salita: dal parcheggio nei pressi del Rifugio Valentini imboccare la strada sterrata che supera il rifugio Salei e conduce alla Forcella di Rodella (2308m). Prima di raggiungere la forcella, si abbandona la strada sterrata per salire verso destra, lungo le piste da sci, puntando alla più alta delle due stazioni di arrivo delle seggiovie. Una traccia consente di portarsi sul crinale a tratti erboso e a tratti terroso. Risalire quindi il crinale fino al suo termine, in corrispondenza della Punta Grohmann (spigolo Sud-Est) e, poco prima di raggiungere le rocce, traversare verso sinistra (ovest) lungo una traccia evidente.

Costeggiare la Punta Grohmann e la successiva Torre Innerkofler sino a raggiungere le rocce basali del Dente del Sassolungo. Oltrepassare la sua gialla parete sud fino a giungere all’im-

8-9 h 800m PD+/III/IV 36 esposizione rifugi o bivacchi tempo complessivo tipo di percorso dislivello difficoltà
Gruppo del Sassolungo 216
rifugio Sandro Pertini 2284m

Ciampanil Comici  2799

3093  Wessely turm

 3181 LangkofelSassolungo

HocheggePiza da Uridl  2102 Ponjin 2382 

Plattkofeltürme - Torri del Sasso Piatto

 2688

PlattkofelhütteRif. Sasso Piatto

Lari

LangkofelhütteRif. VicenzaPertini

Langkofelkarspitze - Punta Dantersasc  2820

Fünffungerscharte - Forc. Cinque Dita

ZahnköfelIl dente 3001 

Rif. Sandro Pertini

Langkofeleck - Spallone del Sassolungo  3081

GrohmannspitzePunta Grohmann  3126

Gabia

Rif. Friedrich August

Forc.la Rodera

Col Rodela 2484 

Rif. Col Rodela

SS48

Rif. Salei

Passo Sella

SS242 Rif. Des Alpes

Rif. Valentini

Rif. Micheluzzi Rifugio Dona
Ciaslat c
PlattkofelSasso Piatto 2969 

Tempo medio: 4-5 ore dal parcheggio alla vetta.

Periodo consigliato: giugno-ottobre.

Difficoltà: AD II,III, 2 tratti di IV.

Località di partenza: parcheggio sopra Malga Civertaghe 1442m.

Accesso stradale: da Fiera di Primiero si sale verso San Martino di Castrozza e superata la località di Valmesta si raggiunge il primo grande tornante dove si abbandona la strada principale. Si segue la strada asfaltata seguendo le indicazioni per Malga Civertaghe. Una volta raggiunta si prosegue in piano con indicazioni per Rifugio Velo della Madonna e dopo un tornante si raggiunge l’ampio parcheggio con divieto di prosieguo.

Salita: dal parcheggio si imbocca direttamente il sentiero n.713 raggiungendo il Rifugio del Velo; lo si supera in direzione Forcella della Stanga, fermandosi però dove sfocia l’evidente canalone che scende tra Sass Maor e Cima della Madonna con

evidente masso incastrato, dove si attacca nei pressi di una paretina. Si attacca direttamente la paretina passando appena a sinistra del sasso incastrato (passo più difficile) fino a sostare all’interno del canalone (IV/A0). Si segue fedelmente il profondo canalone aggirando dei sassi incastrati fino alla forcella che divide il Sass Maòr dalla Cima della Madonna (II-III). Si continua sul versante nord per belle paretine fino ad una spalla che dà sulla Val Canali (150m II-III). Si aggira il torrione sommitale sul versante est sfruttando una facile rampa che conduce sotto un caminetto verticale. Si sale il camino traversando poi a sinistra in netta esposizione ad una sosta (IV), continuando poi dritti per un diedro-canale (III-II) si sbuca in breve sulla bellissima vetta.

Discesa: sulla via di salita sfruttando gli ancoraggi trovati lungo l’andata. Sotto la forcella tra Sass Maor e Cima della Madonna fare attenzione a imboccare prima il canale di destra e poi quello di sinistra, sopratutto con scarsa visibilità.

74
Poco sotto la forcella tra Sass Maòr e Cima della Madonna (© Franz Pompoli) Ô Cartografia: Tabacco 022 Pale di San Martino. Pale di San Martino > Sass Maor
396
Salita Sass Maor (© Fabrizio Rattin) 
Sass Maor 2812m
Cima della Madonna 2752m
397
Rifugio del Velo 2358m

CIMERLO 2503m

CIMA DELLA STANGA 2550m

7-8 h 1250m

Il Cimerlo chiude a sud la Catena di San Martino, in posizione dominante sull’intera vallata di Primiero. La cima della Stanga, a Nord, la collega al resto della catena.

Con questo bellissimo giro ad anello, oltre a toccare due splendide vette, si percorrono versanti e valloni di straordinaria ed incontaminata bellezza dolomitica. L’itinerario di salita segue la ferrata Dino Buzzati, molto varia e ripida, ben delineata nella parte bassa tra un dedalo di torri e pinnacoli. Nella parte alta segue la logica della parete per cenge e caminetti. In discesa si percorre lo spettacolare e selvaggio Sentiero del Cacciatore, in parte attrezzato con funi metalliche. Dalle cime il panorama è notevole sulla parete est del Sass Maòr e sull’intera Val Pradidali.

Tipo di percorso: sentiero ben segnato ma ripido e scosceso, via ferrata, facili roccette per la cima vera e propria.

Materiale: normale da escursionismo con set completa da ferrata.

Tempo medio: 3.30-4 ore dal parcheggio alla cima della Stanga.

Periodo consigliato: giugno-ottobre.

Difficoltà: EEA, via ferrata mediamente difficile.

Località di partenza: parcheggio poco prima dei prati Fosne, in Val Canali, 1326m.

Accesso stradale: si segue l’intera Val Canali fino al Ristorante La Ritonda dove, a sinistra, si prende una stradina asfaltata in salita fino all’evidente parcheggio con indicazioni sentieristiche Cai.

Salita: dal parcheggio in breve a sinistra ai bellissimi prati Fosne dove si imbocca a destra il sentiero n.731, per poi seguire una strada sterrata fino ai prati Rodèna e quindi orizzontali a destra per il n.747 fino ad un evidente ghiaione. Si sale ora ripidi a sinistra per bosco sempre più rado, fino alla base delle prime rocce, dove inizia un surreale viaggio labirintico tra le torri del Cimerlo. Salire a fatica per ripidi tratti fino all’attacco della via ferrata Dino Buzzati. Si percorrono con attenzione i bei tratti attrezzati e, dopo una ripida scala, si sbuca con stupore su un grande prato sospeso tra le alte pareti. Si continua lungo il sentiero fino ad una selletta poco lontano dalla vetta dove si abbandona il n.747 a favore di un’esposta crestina verso sud-ovest, che con alcuni facili passi di primo grado conduce ad un’anticima. Si seguita con attenzione fino al punto apicale del Cimerlo, lasciandosi stupire dal fantastico panorama. Proseguendo sempre sul sentiero, senza grandi difficoltà, ignorare il bivio sulla destra (Sentiero del Cacciatore) e raggiungere la vicina cima della Stanga.

EEA 75 esposizione rifugi
tipo di percorso dislivello difficoltà
o bivacchi tempo complessivo
SUD-EST
nessuno Pale di San Martino, Massiccio Centrale 398
Per la via ferrata Dino Buzzati e discesa dal Sentiero attrezzato del Cacciatore

SS50

Rifugio Forestale

Cima di Val di Roda

 2791

Cima delle Scarpe  2731

Ghiacciaio di Pola

Pala di San Martino  2982

Cima Immink  2862

 2731 Cima Pralidali

Passo di Bali

 2774

Torre Pralidali Campanile Pradidali

Rif. Forestale delle Laste

a V e c c h i a P rati Ronz

2550  Sas del Cogol

Rifugio Petina

Passo delle Lede

Cima Wilma

 2774

Ghiacciaio della Fradusta Superiore

2939  Cima La Fradusta

 2744

 2802

Cima di Bali

Forcella Stephen Forcella Porton

Cima Canali  2859

Sass Maòr

 2812

Cima della Stanga

 2550

2503  Cimerlo

SA N MA RTIN O D I C A S T ROZZ A
TorrenteCanali
orrent e C i smon V
l P r a d i d a l i V a l P a t a n e V al dell
Prati Ronz V a l M a l e B o s c o C i m e r l o
i v e r t a g h e
o n t e P r a t o C i m e r l o V a l C i s m o n
T
a
Z
Pedem

Materiale: normale da escursionismo, con imbrago leggero e 40 metri di corda.

Tempo medio: 3-3.30 ore dal parcheggio al monte Neva.

Periodo consigliato: giugno – ottobre.

Difficoltà: EE/F+ passaggi su roccia, facili ma esposti. Una corda doppia da 20m.

Località di partenza: Rifugio Fonteghi 1100m.

Accesso stradale: dal paese di Imèr in Valle di Primiero si seguono le indicazioni sulla destra per Val Noana e per stretta strada asfaltata si raggiunge Rifugio Fonteghi.

Salita: direttamente dal Rifugio Fonteghi si prende a sinistra il segnavia n.748, che con ripida strada sterrata conduce a Casera Scaorin 1553m. Si continua per l’evidente traccia, ora sentiero, su di una panoramica dorsale boscata. Si traversa lungamente sotto la cima degli Spizoti fino a

raggiungere un forcellino con vista sulla val Giasinozza. Qui si abbandona il sentiero principale e seguendo l’evidente dorsale in direzione ovest si guadagna in breve la panoramica vetta prativa degli Spizoti. Ritornati al sentiero n.748, lo si segue fedelmente fino alla vicina vetta del Col di San Piero. Si abbandona ora il sentiero n.748 e si rimane sulla dorsale puntando a nord-est, scorgendo dapprima un passaggio tra i mughi che poi rapidamente lascia posto al nudo pendio di rocce e ghiaie. Seguire i numerosi ometti e qualche vecchio segno giallo-arancio fino a giungere su un’ampia anticima che, dopo una breve risalita, conduce al bellissimo fulcro del Monte di Neva: vetta di ampio respiro con panorami privilegiati a tutto tondo. Finisce qui la parte prettamente escursionistica. Ci si abbassa in direzione nord est sulla dorsale, ignorando quasi subito un evidente taglio di mughi che gira deciso verso sud. Si scende quindi a nord puntando all’evidente forcellino con la Torre Meridionale e lo si raggiunge con attenzione previo un breve passo di secondo grado. Facendo molta attenzione a non perdere gli ometti e i radi bolli, dopo un breve abbassa-

84
Monte Neva 2228m Il percorso di salita al Monte Neva dal Colle di San Piero (© Diego Filippi) Ô
>
440
Alpi Feltrine
Monte Neva
Col di San Piero 1954m Spizoti 1911m Monte Neva 2228m Torre di Neva Meridionale 2240m I Spizoti ed il Col di San Piero (© Diego Filippi) Ó
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Bella visione sulla Torre Meridionale ed il Monte Neva (© Diego Filippi) Ô

mento, si traversa con facili passi su roccia e si prende un sistema di facili cenge ascendenti a sinistra fin poco prima di affacciarsi su di un dirupo verso la Torre Centrale. Qui si gira nettamente a destra per cengia, si risale un caminetto e con facili roccette si guadagna la solitaria vetta della Torre di Neva Meridionale. Ometto. Si prosegue abbassandosi facilmente a nord est fino al forcellino ghiaioso che separa la Torre Meridionale da quella Centrale, e si sale tramite facili roccette al culmine di quest’ultima, godendo appieno la rara sensazione di bellezza ed isolamento di queste dimenticate elevazioni.

Discesa: si continua traversando a nord est in leggera discesa e con facili passi di primo grado si raggiunge un evidente forcellino, dove un’impervia cresta si dirama alla volta della selvaggia Torre Settentrionale. Si gira a sud seguendo una freccia color giallo e si segue una frequentata traccia con bolli ed ometti in direzione del Cadìn di Neva. In breve si arriva ad un grosso spuntone con cordini, dal quale ci si cala con una corda doppia di 20m in un camino (III°). Si continua a scender con attenzione verso sud fino ad un evidente intaglio che dà accesso ad una lunga rampa- cengia discendente verso sud-ovest, che traversa completamente la parete sud della Torre Centrale. Si segue la suddetta rampa, con diversi passi non esposti di primo e secondo grado, fino a raggiungere la suggestiva conca del Cadìn di Neva ed il comodo sentiero che lo attraversa. Proseguire in discesa per la bella traccia fino a raggiungere Malga Neva seconda e puntare a est al fondo della valletta fino ad incontrare quasi subito l’evidente sentiero che sale al Rifugio B. Boz 1718m. Dopo essersi adeguatamente rifocillati si prende il sentiero n.727 e rimanendo a piacimento a sinistra o destra orografica, si raggiunge la località “El Belo” in fondo alla Val Noana. Seguendo la strada asfaltata per un paio di chilometri si ritorna al Rifugio Fonteghi, concludendo quest’anello di grande soddisfazione.

Cartografia: Tabacco 023 Alpi Feltrine, Le Vette, Cimonega.

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Alpi Feltrine > Monte Neva
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Discesa dal Monte Neva (© Diego Filippi)
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