ALPINISMO FACILE in TRENTINO-ALTO
ADIGE
VIE NORMALI E CRESTE
VOL. 2 - Valli Orientali
Prima edizione Agosto 2023
ISBN 978 88 55470 735
Copyright © 2023 VERSANTE SUD – Milano, via Rosso di San Secondo, 1. Tel. +39 02 7490163 www.versantesud.it
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Copertina Steffi e Daniel Rogger. © Daniel Rogger
Testi Diego Filippi e Fabrizio Rattin
Fotografie Diego FIlippi e Fabrizio Rattin
Cartine Silvia Ruju. © Mapbox, © Open Street Map
Simbologia Tommaso Bacciocchi
Impaginazione Silvia Ruju
Stampa Tipolitografia Pagani – Passirano (BS), Italia
Km ZERO
Guida fatta da autori che vivono e l’arrampicatasviluppano sul territorio
Cosa significa?
È una guida a KM ZERO!
Che è più sana e ha più sapore, perché fatta da autori locali.
Come i pomodori a Km 0?
Certo! E la genuinità non è un’opinione.
Gli autori locali fanno bene a chi cammina: – hanno le notizie più fresche e più aggiornate;
non rifilano solo i sentieri più commerciali;
reinvestono il ricavato nella manutenzione dei sentieri.
Gli autori locali fanno bene al territorio: – pubblicano col buonsenso di chi ama il proprio territorio;
sono attenti a promuovere tutte le località; – sono in rete con la realtà locale.
E infine la cosa più importante: sui sentieri, c’è un pezzetto del loro cuore
Nota
Il trekking è un’attività potenzialmente pericolosa, chi la pratica lo fa a suo rischio e pericolo.
Tutte le notizie riportate in quest’opera sono state aggiornate in base alle informazioni disponibili al momento, ma vanno verificate e valutate sul posto e di volta in volta, da persone esperte prima di intraprendere qualsiasi escursione.
DIEGO FILIPPI - FABRIZIO RATTIN
ALPINISMO FACILE in TRENTINO-ALTO ADIGE
VIE NORMALI E CRESTE
VOLUME 2 - Valli Orientali
Val di Fassa. Dove sei di casa
Where you feel at home
Wo du zu Hause bist
DOLOMITI TREK-KING
Top Experience: 30 ore di cammino su 75 km
A PIEDI DI RIFUGIO IN RIFUGIO
TRA LE DOLOMITI DI FASSA
Quanto è tortuoso definire la bellezza? È quando qualcosa ci suscita un’emozione che la diciamo bella. Perché la bellezza è qualcosa che accade, ci invade all’improvviso e ci avvolge di felicità. Perché accada, tuttavia, resta un mistero.
attraversate.
fassa.com
Le Dolomiti sono un mistero. La loro bellezza è un segreto che va vissuto. Sappiamo che furono mare, che sono stratificate di colori, hanno forme fragili, taglienti e leggendarie. Ma le Dolomiti vanno annusate, toccate,IL RE DEI TREKKING IN VAL DI FASSA
Il Dolomiti Trek-King è un’esperienza lunga 30 ore di cammino su 75 km di percorsi escursionistici che, di rifugio in rifugio, attraverso creste, foreste e leggende, ti permette di entrare nel cuore di un segreto. Marmolada, Rosengarten, Sassolungo, Sassopiatto, il Sella, dall’alba al tramonto, sono segreti accessibili a chiunque. A seconda dei giorni che hai a disposizione, ogni tour ha la sua meraviglia.
Vuoi incontrare re Laurino e la bella Conturina nella luce segreta di un’abbagliante Enrosadira? Scegli la formula e inizia a camminare. Qualsiasi tappa può essere percorsa anche separata dall’intero itinerario e da qualsiasi punto è possibile scendere a valle con impianti, servizi navetta o mezzi pubblici locali.
Dolomiti Trek King –The Original
CANAZEI, POZZA DI FASSA
durata: 30:00 h
distanza: 75.8 km
salita: 3517 m difficoltà: media
1 TAPPA: Pozza di Fassa > Rifugio Contrin
2 TAPPA: Rifugio Contrin > Passo Fedaia
3 TAPPA: Passo Fedaia > Col Rodella
4 TAPPA: Col Rodella > Rifugio Antermoia
5 TAPPA: Rifugio Antermoia > Gardeccia
6 TAPPA: Gardeccia > Passo Costalunga
Dolomiti Trek King –Short Experience
CANAZEI, POZZA DI FASSA
durata: 21:30 h distanza: 51 km
salita: 3050 m difficoltà: media
1 TAPPA: Canazei > Passo Fedaia
2 TAPPA: Passo Fedaia > Rifugio Contrin
3 TAPPA: Rifugio Contrin > Buffaure
4 TAPPA: Buffaure > Pozza di Fassa
Dolomiti Trek King –Assaggio d’Autunno
VIGO DI FASSA
durata: 16:00 h distanza: 39.1 km
salita: 2414 m difficoltà: media
1 TAPPA: Ciampedìe > Rifugio Antermoia
2 TAPPA: Rifugio Antermoia > Rif. Sassopiatto
3 TAPPA: Giro del Sassolungo e Sassopiatto
CURIOUS BY NATURE
We venture out into nature to reconnect with ourselves and change our perspective to look at things differently than before.
TRIOLET 32+5
THE ICONIC MOUNTAINEERING BACKPACK
The Triolet 32+5 is a light and versatile mountaineering backpack, thanks to the various removable elements that allow you to modulate its weight and volume to adapt it to different activities.
Presentazione
di Mario CorradiniNella presentazione del volume dedicato alla parte occidentale del Trentino Alto Adige ho accennato al fascino e alla diversità delle montagne che compongono questa Regione dell’Italia del nord. Inevitabile è stato porre l’accento sulle Dolomiti di Brenta, il gruppo più ad ovest di tutte le dolomiti. Non che le altre montagne rivestano minor interesse. Ogni rilievo ha la sua importanza e le sue attrattive. Differenti saranno gli impegni per salire, ma ogni passo speso sui monti - su erba, roccia, neve o ghiaccio – ripaga a dismisura la fatica. In questo libro dedicato alla parte orientale, viste le grandi diversità delle montagne sia per aspetto geologico sia strutturale, con una parte cospicua delle Dolomiti, fino addirittura alla Piccole Dolomiti che comprendono Pasubio e Carega, risulta più difficile focalizzare l’attenzione su un singolo gruppo. Troppe sono le montagne che, quantomeno per aspetto e storia, meritano di essere ricordate.
Rivivo tante belle emozioni provate durante le innumerevoli salite sui gruppi dolomitici che sono descritti in questo volume. Ricordo le tante scalate, anche in solitaria, sulle chiare e solide rocce e le lunghe soste su cime poco o raramente salite. Rivedo lo spettacolo dei panorami e qualche volta le apprensioni nel vedere avvicinarsi il temporale o il sopraggiungere veloce delle nebbie. Ricordo quando da solo su una vetta osservavo, un po’ preoccupato, il mare di nubi sotto ai miei piedi che incominciava ad alzarsi mentre all’orizzonte altre cime sbucavano come “isole nelle nuvole” (1). Tra i tanti gruppi montuosi trattati in questa guida, mi preme spendere ancora un elogio al gruppo del Latemàr. Un gruppo dolomitico che qualche volta è stato erroneamente definito “fratello minore delle Dolomiti”, specialmente per la friabilità delle sue rocce. Questa ed altre lodi al Latemàr le ho scritte nella guida che gli ho dedicato: “incompresa bellezza, osservata e quasi mai accarezzata, più per un falso timore, incarnatosi nel frettoloso riscontro della tua particolare natura: instabile, mutabile, spigolosa, segreta. È questa tua identità che rende incapaci di empatia e che contemporaneamente ha mantenuto inalterato il tuo carattere, salvaguardando non solo l’aspetto esteriore, il più appariscente, ma preservando anche intatti gli angoli più nascosti, il tuo cuore… Abbiamo cercato di stimolare chi ti sale ad una più attenta contemplazione. A non giudicarti per quel che di primo acchito appari ma per le tue forme che esaltano, qui più che altrove, il trionfo dell’inaspettata attrattiva e del caos”. Rendo merito agli Autori per questa guida, dove hanno saputo sintetizzare specialmente la parte tecnica inerente alle salite. Ribadisco che non è compito facile e, visto il risultato, c’è solo da complimentarsi.
Anch’io, tempo fa, ho ceduto al desiderio di far conoscere le mie esperienze tramite la pubblicazione di guide e articoli su varie riviste. Anche in questo modo ho ricevuto soddisfazioni e riconoscimenti. Ma non era questo lo scopo, anzi, tutt’altro. Sono consapevole che anche attraverso questi libri si incrementa la frequentazione delle montagne e, di conseguenza, si contribuisce in parte al loro degrado (vedi i tanti discutibili e condannabili comportamenti che sempre più si possono riscontrare). Scrivere un libro guida rimane in ogni caso un atto d’amore verso questi luoghi. Significa, a parer mio, condividere le proprie gioie e offrire uguali opportunità al lettore.
Visto l’impegno e la qualità dei dati riportati in questo volume, sono certo che quanto troverete nelle pagine che seguono non sono solo sterili note tecniche utili per arrivare su una vetta, ma qui si potrà dedurre anche la sensibilità e la riverenza che i due Autori manifestano verso le montagne in genere.
(1) Uno dei miei primi libri dedicati alle montagne del Trentino.
Mario Corradini http://www.cliv.it/Mcorr.htmIntroduzione di Fabrizio Rattin
Autentica passione, dedizione, sinergia d’intenti, vera amicizia, curiosità esplorativa e geografica sono aggettivi che delineano i pilastri portanti di quest’opera. Un lavoro certosino, curato nei minimi dettagli, che ci ha impegnati per anni nelle innumerevoli salite relazionate, tutte effettuate personalmente da almeno uno dei due autori, un valore aggiunto non da poco. Ogni pagina un ricordo indelebile di bellissime giornate passate in montagna, quella vera, senza fronzoli, quella delle Vie Normali: un ambiente che ho imparato ad amare profondamente.
Nessuna ambizione per noi, solamente il gusto e la soddisfazione di mettere a disposizione degli appassionati uno scritto che ha un’anima, l’anima del territorio in cui viviamo, una Regione fantastica e completa che siamo fieri di poter omaggiare. Un nostro obiettivo primario è quello di creare cultura geografica del Trentino Alto Adige e delle sue aree limitrofe, facendo conoscere uno ad uno in modo dettagliato i ben 43 gruppi montuosi che compongono l’intera area in esame.
Le vette salite raccontano da sole l’incredibile varietà ambientale e tecnica, passando dalle alte cime della catena di confine luccicanti di vedrette, alla zona prealpina del lago di Garda o del monte Grappa, con clima mite ideale per i periodi dalle temperature più rigide, per continuare con l’incredibile zona Dolomitica, unica al mondo per la sua geomorfologia e per la bellezza delle sue montagne. Voglio ringraziare Diego col cuore, per avermi coinvolto in questa sua idea e per avermi dato la possibilità di veder crescere assieme un progetto cosi ricco di energia, condividendo pensieri, modi di procedere, progettando salite negli angoli più reconditi ed affascinanti della regione. La sua meticolosa precisione, sia scrittoria che organizzativa, la disponibilità ed umiltà nel condividere ed insegnare con pazienza, sono stati per me autentici insegnamenti di vita.
Questa guida descrive una vasta gamma di vette con difficoltà comprese tra l’escursionismo e l’alpinismo facile. Vengono considerati ben 43 gruppi montuosi, dove vengono minuziosamente descritte e relazionate oltre 500 vette. La regione del Trentino Alto Adige è nettamente divisa in due parti dalla lunga Valle dell’Adige e dal Passo del Brennero. Le due parti, Est ed Ovest, sono quasi equivalenti in termini di superficie e gruppi montuosi. Vengono cosi descritte circa 250 vette per la zona ovest ed altrettante per la zona est. Ogni gruppo montuoso viene esaminato attentamente fornendo una descrizione generale, i confini topografici e la sua struttura geografica. Inoltre, una dettagliata cartina orientativa facilita gli accessi stradali in auto e la veloce collocazione delle vette descritte. Ciascuna escursione viene relazionata con testo, foto di azione e foto panoramiche della montagna col tracciato di salita.
AREA OVEST - Volume 1
1. Gruppo del Sesvenna
15. Prealpi Gardesane
16. Piccole Dolomiti Bresciane
17. Gruppo del Tremalzo
18. Gruppo del Monte Baldo
19. Gruppo del Pizzocolo
AREA EST - Volume 2
20. Alpi Breonie di Levante
21. Alpi Aurine
22. Monti di Predoi
23. Monti di Fundres
24. Vedrette di Ries
29. Gruppo del Catinaccio
30. Sella e Sassolungo
31. Gruppo del Latemar
32. Gruppo della Marmolada
33. Catena di Cima Bocche
34. Catena del Lagorai
35. Gruppo di Cima d’Asta
36. Pale di San Martino
37. Alpi Feltrine
38. Gruppo della Schiara
39. Catena di Cima Dodici
40. Piccole Dolomiti
11.
dell’Adamello
12. Gruppo della Presanella
13. Gruppo di Brenta
14. Gruppo del Cadria
25. Monti di Casies
26. Odle - Puez
27. Fanes - Senes - Braies
28. Dolomiti di Sesto
41. Massiccio del Grappa
42. Col Nudo - Cavallo
43. Monti Lessini
Patrocinio SOSAT
di Luciano Ferrari*
Partecipare alla realizzazione di questo nuovo impegno editoriale di Diego e Fabrizio, è motivo di soddisfazione e anche di orgoglio per me, e per la SOSAT che rappresento. Con Diego ho condiviso le passioni e vissuto quelle esperienze particolari che nascono nell’affrontare insieme importanti montagne. Ho avuto quindi modo di conoscere il suo vivere l’alpinismo e la forza e la tenacia che lo contraddistinguono, fin dai tempi in cui frequentando agli inizi degli anni ottanta i corsi della scuola Giorgio Graffer iniziò ad avvicinarsi al mondo dell’arrampicata. Non solo, anche quando nell’organico della stessa scuola entrò nel Club Alpino Accademico e divenne poi Guida Alpina.
Le “Vie Normali e Creste” presenti in questa pubblicazione sono una testimonianza di vita nella quale il filo conduttore si intreccia continuamente con la passione e l’amore per la propria terra come un fiume carsico che ritorna costantemente alla luce e diventa fonte di ispirazione e di speranza. In questo senso si comprende il significato più autentico di parole come “tenere duro” e “crederci”, termini che riconducono alle battaglie della vita e che ritroviamo, seppur in un’accezione più simbolica, anche nel momento dell’arrampicata. E, anzi, ne rappresentano – in ultima istanza – il sale.
Si dice che per la gente delle “terre alte” la montagna sia un patrimonio collettivo, sentito come valore comune e identitario. Un sentire comune che fu tra le fondamenta, fin dalla fondazione nel 1921 della SOSAT, allorché si diede vita all’escursionismo popolare considerando la montagna un patrimonio di tutti e svolgendo anche un ruolo sociale dai grandi significati ancora attuali, con coerenza e fedeltà ai propri valori costitutivi. In questa guida si avverte come le informazioni sull’escursionismo e l’alpinismo facile, siano accompagnate da conoscenza profonda e da amore di un territorio, maturate nel corso degli anni portando Diego e Fabrizio, dopo svariate arrampicate ad alti livelli, a mutare il loro concetto di vivere la montagna. Un percorso che li ha portati a salire per le vie normali e creste dei gruppi montuosi delle Valli Orientali, sorretti da valori apprezzati dalla gente di montagna. Ora Diego e Fabrizio, già esperto di alpinismo, Tecnico di Soccorso Alpino e responsabile AINEVA, traducono e mettono a disposizione di chiunque voglia avvicinarsi a questo straordinario mondo nel quale, riprendendo i concetti del padre della SOSAT Nino Peterlongo “impari ad ammirare le bellezze del creato, la forza degli elementi, il mistero delle leggi divine che governano i venti, i fiumi, i ghiacciai, il mistero della vita che si moltiplica in Cielo e in Terra, per le valli e per le selve”. Buona lettura.
* Presidente della SOSAT (Sezione Operaia della SAT)
Traversata del Sass de Mura (© Fabrizio Rattin) SIMBOLOGIA E INTRODUZIONE TECNICA
dislivello esposizione difficoltà
Indica la difficoltà complessiva dell’escursione. Vedi leggenda delle difficoltà.
Indica il dislivello totale da compiere; dal parcheggio, o dalla stazione di arrivo di un impianto, alla vetta.
tipo di percorso tempo complessivo
Indica tempo complessivo di cammino, compreso anche della discesa.
Indica il tipo di percorso da affrontare. Vedi leggenda dei percorsi
TIPO DI PERCORSO
Vengono specificate le generalità sul tipo di percorso.
Sentiero segnato: percorso su sentiero sempre evidente e segnato con segnavia bianco-rossi e tabelle CAI
Traccia segnata: percorso poco evidente ma segnato con bolli rossi e ometti
Traccia non segnata: percorso poco evidente, privo di indicazioni e ometti
Privo di traccia: percorso da ricercare, con cartina e GPS
Sentiero attrezzato: sentiero esposto attrezzato con cavo metallico. Il cavo metallico è utilizzato solo per l’assicurazione ma non per la progressione.
Via ferrata: itinerario esposto, attrezzato con cavo metallico. Il cavo metallico è utilizzato per l’assicurazione e necessariamente per la pro-
Indica l’esposizione media dell’escursione.
rifugi e bivacchi
Indica i punti di appoggio durante l’escursione, come rifugi, bivacchi o malghe.
gressione. Obbligatorio il set da ferrata.
Traccia su roccette: percorso che presenta passaggi di arrampicata facile su roccette, necessita di un minimo di esperienza alpinistica. Eventualmente, consigliato ma non necessario, spezzone di corda e imbrago.
Via di roccia: percorso su roccia che necessita di esperienza e attrezzatura alpinistica da roccia.
Percorso su ghiacciaio: percorso su ghiacciaio che necessita di esperienza ed attrezzatura alpinistica da alta montagna.
MATERIALE
Indica il materiale consigliato per effettuare l’escursione in sicurezza.
Da escursionismo: scarponcini da trekking e bastoncini.
Da escursionismo difficile: scarponcini da trek-
Segnali terra-aria Segnali terra-aria Razzo o luce rossaking, bastoncini, 30 metri di corda, alcuni moschettoni e cordini.
Da ferrata: set completo da ferrata: longe, imbrago e casco.
Da roccia: 50 metri di corda, imbrago, casco, alcuni friend, moschettoni e cordini.
Da alta montagna: 30/50 metri di corda, imbrago, casco, ramponi, piccozza, qualche vite da ghiaccio.
TEMPO MEDIO
Indica il tempo medio di salita, dal punto di partenza alla vetta.
PERIODO CONSIGLIATO
Indica il periodo migliore dell’anno per effettuare l’escursione.
DIFFICOLTÀ
Indica la difficoltà tecnica dell’escursione. Difficoltà Escursionistiche: non necessitano dell’uso della corda.
T: Turistico. Itinerario facile che si svolge generalmente su strade forestali o mulattiere. È sempre evidente e ben segnato con segnavia e tabelle.
E: Escursionistico. Itinerario impegnativo lungo sentieri impervi ma sempre ben segnati con indicazioni e tabelle.
EE: Escursionista Esperto. Itinerario molto impegnativo su sentieri difficili ed impervi, talvolta esposti o poco evidenti. Possono presentare anche facili passaggi su roccia o attraversamento di canali o campi di neve.
EEA: Escursionista Esperto con Attrezzatura. È la sigla comunemente usata per i sentieri attrezzati o per le vie ferrate. Necessario il set da ferrata: longe, imbrago e casco.
Difficoltà Escursionistiche/Alpinistiche: l’uso della corda dipende dalla preparazione e dall’esperienza personale.
EE/F: Escursionista Esperto/Alpinismo Facile. Itinerario escursionistico con difficoltà alpinistiche. In questa sigla rientrano tutti quei itinerari che stanno a cavallo tra l’escursionismo difficile e l’alpinismo facile. Sono itinerari generalmente molto impegnativi, che presentano tratti esposti e scoscesi o brevi tratti di arrampicata. Richiedono passo fermo ed assenza di vertigini, un mi-
nimo di esperienza alpinistica e la conoscenza delle tecniche di assicurazione di base. L’utilizzo delle corda non è necessario ma consigliato. Le creste facili sono le classiche salite che rientrano in questa difficoltà.
Difficoltà Alpinistiche: necessitano dell’uso della corda e delle tecniche di assicurazione.
F: Facile. Itinerario alpinistico facile.
Su roccia: facili passi di arrampicata fino al I grado.
Su ghiaccio: ghiacciaio facile. Pendii di neve o ghiaccio fino a 30°/40°.
PD: Poco Difficile. Itinerario alpinistico con difficoltà piuttosto contenute.
Su roccia: passi di arrampicata fino al II grado.
Su ghiaccio: ghiacciaio poco difficile. Pendii di neve o ghiaccio fino a 40°/50°.
AD: Abbastanza Difficile. Itinerario alpinistico Abbastanza Difficile.
Su roccia: presenta passi di arrampicata fino al III grado.
Su ghiaccio: ghiacciaio abbastanza difficile. Pendii di neve o ghiaccio fino a 50°/60°.
D: Difficile. Itinerario alpinistico Difficile.
Su roccia: presenta passi di arrampicata fino al IV grado.
Su ghiaccio: ghiacciaio difficile. Pendii di neve o ghiaccio fino a 60/70°.
LOCALITÀ DI PARTENZA
Indica la località di partenza, con la quota, dell’escursione. Può essere il parcheggio dove si lascia l’auto o la stazione di arrivo di un impianto di risalita.
ACCESSO STRADALE
Indica il percorso stradale, dal centro abitato al parcheggio dove inizia l’escursione.
SALITA
Relazione dettagliata della salita.
DISCESA
Relazione dettagliata della discesa.
CARTOGRAFIA
Cartina topografica utile per l’escursione.
20 - ALPI BREONIE DI LEVANTE
Vetta massima: Croda Alta 3289m
Questa piccola catena di monti, orientata da sud-ovest verso nord-est, isolata tra l’alta valle dell’Isarco, il Brennero e la val di Vizze, non è altro che un piccolo lembo, in territorio italiano, del più grande e vasto gruppo austriaco delle Zillertaler Alpen. Sono montagne molto isolate e selvagge, dove il grazioso e bellissimo rifugio Europa, o rifugio Venna alla Gerla, è l’unico punto di appoggio in questa sconosciuta e straordinaria catena.
Spina del Lupo, Gerla, Croda Alta, Olperer, nomi romantici per montagne bellissime e prestigiose, immerse in un ambiente ancora naturale ed incontaminato. Basta solo percorrere la lunga e isolata val di Vizze, cosparsa di piccoli paesini e malghe, per scoprire un ambiente alpino d’alta montagna di rara e unica bellezza, dove sullo sfondo domina, alto e inconfondibile, il Gran Pilastro. Le salite alla Gerla, alla Croda Alta e allo Schrammacher sono escursioni di prim’ordine e di grandissima soddisfazione. Qui troviamo anche la splendida piramide rocciosa dell’Olperer, che, dopo il Grossglockner, è la montagna più apprezzata ed ambita dagli austriaci.
LIMITI
• a Nord, il confine di Stato, dal passo del Brennero al passo di Vizze
• a Est, la val di Vizze, dal passo di Vizze a Vipiteno
• a Sud, la conca di Vipiteno
• a Ovest, la valle dell’Isarco, da Vipiteno al passo del Brennero
Schrammacher 3410m
20 ALPI BREONIE DI LEVANTE
TUXER ALPEN
Olperer
Fussstein
Schrammacher
STUBAIER ALPEN
Passo del Brennero
4 BREONIE DI PONENTE
Valle Isarco
ZILLERTALER ALPEN
La Gerla
rif. Venna alla Gerla
Sagwand
Croda Alta
Vipiteno
Cima Vallaccia
Punta del Tasso
Cima Rolle
Cima Gallina
Punta Bianca
Punta del Lago Romito
Passo di Vizze
Spina del Lupo )( )
ValleIsarco
Valle di Vizze
23 MONTI DI FUNDRES
GEOGRAFIA DEL GRUPPO: per Alpi Breonie si intendono le catene montuose che si dipartono dal Passo del Brennero. Verso ovest si allargano a ventaglio le Breonie di Ponente mentre ad est si allungano le Alpi Breonie di Levante. Le Breonie di Ponente rientrano nel più vasto gruppo austriaco delle Stubaier Alpen, mentre le Alpi Breonie di Levante appartengono alle estese Zillertaler Alpen o, a seconda di altre classificazioni, alle Tuxer Alpen. La catena principale delle Alpi Breonie di Levante, come cresta di confine, si sviluppa dal passo del Brennero al passo di Vizze, e lungo questa troviamo i rilievi più importanti come la Spina del Lupo e la Croda Alta. Dalla Spina del Lupo si allunga verso sud una modesta catena di monti che termina, con la cima Punta Bianca, sopra Vipiteno. Mentre dalla Croda Alta, verso nord, in territorio austriaco, si spingono le celebri vette dello Schrammacher e dell’Olperer.
Fusstein 3380mI SOTTOGRUPPI E LE CIME
• Catena principale: tra il Passo del Brennero e il Passo di Vizze
Vetta più alta: Croda Alta
Cime principali: Spina del Lupo, Punta del lago Romito, La Gerla, Croda Alta
Settore austriaco: Schrammacher, Olperer
LE GITE
1. Croda Alta
2. Schrammaker
Olperer 3476m
Le maestose Fusstein e Olperer (© Fabrizio Rattin) ÔHOHE WAND – Croda Alta 3289m
Per la Via Normale dal versante Est
EST, SUD - EST nevai e roccette
Imponente vetta che domina sovrana l’intera Val di Vizze. È collegata verso Nord Est al bellissimo Schrammacher mediante una lunga cresta rocciosa ad anfiteatro su tutto lo Stampflkees; verso Sud, invece, una cresta rocciosa la collega alla Grawand e quindi a Forcella Nevosa. Il suo lato Ovest è caratterizzato dal prosieguo della cresta di confine su cime secondarie fino alla Pfitsch Scharte.
Cima poderosa a cavallo tra Italia ed Austria, molto panoramica e di soddisfazione. Il suo versante Est risulta molto faticoso e la difficoltà può variare in base alla copertura nevosa.
Tipo di percorso: escursionistico fino alla vedretta, poi alpinismo facile su pendio di neve e roccette
Materiale: piccozza e ramponi per i pendii finali
Tempo medio: 4-5 ore dal parcheggio alla vetta
Periodo consigliato: giugno, settembre
Difficoltà: PD, 40° su neve, I° su roccia
Località di partenza: parcheggio al quarto tornante della strada che sale al Passo di Vizze, a 1806m
Accesso stradale: si sale interamente la Val di Vizze fino all’ultimo abitato di Stein dove si im-
bocca l’evidente strada sterrata per il Passo di Vizze. La si percorre fino agli ampi parcheggi situati poco prima del quarto tornante dove è vietato proseguire con mezzi motorizzati.
Salita: dal quarto tornante della strada per il Passo di Vizze si imbocca sulla sinistra il sentiero nr.4 e lo si segue fino al Passo. Direttamente dal confine di Stato si prende il sentiero 4b con indicazione per Schneescharte-Forcella Nevosa. Lo si segue su ampia dorsale panoramica sempre a cavallo dei cippi confinari tra Italia ed Austria fino a che la traccia si stacca sulla destra per seguire ometti più radi tra rocce montonate e ghiaioni morenici fino a raggiungere il ghiacciaio nei pressi dei bellissimi laghetti di Forcella Nevosa. Si mette piede sullo Stampflkees mantenendo il suo lato sinistro finché, sempre sulla sinistra, si nota una facile rampa-canale nevosa ascendente a destra che dà accesso al versante Est. Si sale tutto il versante seguendo il logico susseguirsi di tappeti di neve e roccette puntando alla croce di vetta sempre ben visibile sopra di noi. Una volta guadagnato il filo di cresta lo si segue facilmente fino all’enorme croce di vetta.
Discesa: si segue a ritroso l’itinerario di salita.
Cartografia: Tabacco 037-Monti di FundresGran Pilastro
2634 Hohe Kirche
2943 Hohe Warte
3227 Sagwandspitze
Stampfkeers
Schrammacher 3410
Oberschrammachkeers
3143
Ameiskopft 2553
Aschafenferner
Hohe Wand
Croda Alta 3289
Pfitschscharte
Wasserfalköpfe 2575
Grawand 2987
Schneescharte
2835 Grawandkofel
Kellerkopf 2648
Zamserbach
Zinnen 2567
Urbanscharte 2835
Durregg 2272
Biotop Putzerbödenmöser
Sameregg 2134
LongseeLago lungo del passo
Pfitscher Joch-Hause - Rif. Passo di Vizze 2676
Pfitscher JochPasso di Vizze 2651
JochseeLago del passo
Jochplatte 2100
LS/SS508
Bichl
PfitscherBach - Rio di Vizze
tà, facilmente si raggiungono le croci di vetta. Ampissimi panorami verso tutte le Dolomiti Orientali.
Cartografia: Tabacco 07 Alta Badia Gruppo Fanes Senes Braies Piz lavarela
Discesa: per l’itinerario di salita.
TOFANA DI ROCES 3225m
Dalla ferrata Giovanni Lipella e giro ad anello
sentiero e ferrata OVEST
Elegante piramide rocciosa, ben isolata tra la Forcella Col dei Bos ad est e la Forcella Fontananegra ad ovest.
Se non la più alta delle tre Tofane, quella di Roces è certamente la più possente e massiccia. Elegante nelle forme e slanciata come piramide, mostra verso sud una colossale parete, famosissima per i numerosi e celebri itinerari d’arrampicata. Non poteva mancare su questa famosa cima dolomitica una ferrata come la Lipella: lunga e difficile.
Questo percorso, sempre avvincente ed entusiasmante, è decisamente vario. Inizia utilizzando l’antica galleria di guerra denominata “del Castelletto” grazie alla quale si sbuca in pieno versante ovest. Oltre, si prosegue sfruttando le linee della montagna come cenge, caminetti e paretine fino a sbucare sulla cresta nord e per questa alla ancor lontana vetta. Considerando anche la discesa, che si svolge su terreno esposto infido e detritico, l’itinerario risulta di grande impegno ma di sicura soddisfazione.
Tipo di percorso: sentieri sempre ben segnati e ferrata in buone condizioni.
Materiale: normale da escursionismo, torcia elettrica per le galleria, set completo da ferrata. Tempo medio: 4-5 ore dal parcheggio alla vetta.
Tempo medio: 4 ore dal parcheggio alla vetta.
Periodo consigliato: luglio, agosto.
Difficoltà: EEA via ferrata mediamente difficile ma molto lunga.
Località di partenza: rifugio Dibona 2037m
Accesso stradale: da Cortina d’Ampezzo salire verso il passo Falzarego, dopo circa 5 km si trova sulla destra il bivio per il rifugio Dibona. Seguire la stradina fino all’ampio parcheggio presso il rifugio.
Salita: dal parcheggio prendere la stradina, segnavia n.403, per il rifugio Giussani. Poco dopo seguire a sinistra il n.404 con evidenti indicazioni per la ferrata Lipella. Transitando alla base di tutta la parete sud delle Tofana si arriva (in circa un’ora di cammino dal parcheggio) all’attacco della via ferrata. Il percorso inizia subito entrando nella suggestiva e lunghissima galleria di guerra, utile la torcia elettrica, per sbucare poi su delle cenge sospese, in pieno versante ovest. Ora il percorso, con linea abile, logica e ricercata, sfruttando numerose cenge, canali e brevi paretine, guadagna quota portandosi verso la Punta delle Tre Dita, dove è possibile interrompere la ferrata, uscendo a sinistra ad intercettare un sentiero che porta al rifugio Giussani. Evidenti segnalazioni indicano comunque questa possibilità. Rimanendo sulla Lipella, una lunga cengia a destra riporta in piena parete ovest e alla base di un vasto anfiteatro, percor-
2791
Piz Forcia Rossa III
2806
Piz Forcia Rossa IV
2703
Piz Forcia Rossa II
2559 Col di Bos
R a v e n a
Malga Travenanzes
2656 Il Castelletto
Bai de Dònes
Nemesis 2755
Cima Formenton 2830
Tofana di Dentro 3238
Forc.la Tofana 3084
Tofane
3225
Tofana di Rozes
Lago Bain de Dones
Tofana di Mezzo 3244
Ghiacciaio Orientale
Rif. Cima Tofana
Biv. Capanna degli Alpini L e
Forc.la Fontananegra 2616
Rif. Camillo Giussani
Punta
Marietta 2973
Il Pilastro 2820
T o f a n e
2972 Torre Aglio
Capanna Ra Valles
2750 Tofana di Pomedes
Ra Zestes 2420
Piè Tofana
Punta Anna 2731
Z e s M a j a r i e M i
Rif. Duca d’Aosta
Rif. Pomedes
Rif. Angelo Dibona
SR48
so da colate d’acqua e neve ad inizio stagione. Continuando lungo le attrezzature, con un ultimo sforzo, finalmente si sbuca sulla cresta nord della Tofana di Roces. Per questa, lungo l’evidente sentiero privo di difficoltà, alla celebre croce di vetta. Panorami mozzafiato a 360° verso tutte le cime dolomitiche circostanti.
Discesa: dalla vetta ritornare sui propri passi fino all’uscita della ferrata dove, piegando a destra per ripidi ghiaioni e roccette, si scende al rifugio Giussani. Da questo per il facile sentiero n.403 ritornare al rifugio Dibona e al parcheggio.
Cartografia: Tabacco 03 Cortina d’Ampezzo
LE GITE:
36. Dente del Sassolungo
37. Sassopiatto
38. Piz Boè
39. Le Mesules
Torre Innerkofler 3098m
Punta Grohmann 3126m
Sassolungo 3181m
Punta Cinque Dita 2999m
Spallone del Sassolungo 3081m
Gruppo del Sassolungo (© Diego Filippi) Ó
Gruppo del Sassolungo (© Diego Filippi) Ô
Dente del Sassolungo 3001m
Punta Grohmann 3126m
Torre Innerkofler 3098m
Torre
Spallone
Sassolungo 3181m
Dente del Sassolungo 3001m Innerkofler 3098m Punta Grohmann 3126m Punta Cinque Dita 2999m del Sassolungo 3081m Sass Pordoi 2950m Gruppo del Sassolungo (© Diego Filippi) ÓDENTE DEL SASSOLUNGO 3001m
Per la via Normale
sentiero e via di roccia SUD E OVEST
Spiccato campanile roccioso, incastonato tra il Sassopiatto e la Torre Innerkofler. Nettamente separato da questi attraverso i profondi intagli della Forcella Orientale del Sassopiatto e dalla Forcella del Dente.
Nessun altro nome potrebbe essere più indicato per questa spettacolare torre rocciosa, dai fianchi squadrati e dalle pareti gialle e verticali, che precipitano per oltre 300 metri sopra i verdi pascoli del Pian de Sas. La via Normale di salita segue grossomodo lo spigolo ovest, con difficoltà medie di II e III grado, con qualche passaggio di IV. La roccia è generalmente buona ed in parete si trovano sufficienti attrezzature. Questa salita, seppur semplice, necessita comunque di un minimo di esperienza di arrampicata classica in Dolomiti. L’accesso da sud, alla forcella Orientale del Sassopiatto dove attacca la via di roccia, richiede molta attenzione per via del terreno davvero infido e friabile. Inoltre, in caso di neve residua ad inizio stagione, risultano indispensabili i ramponi. Nel complesso, una salita completa sotto tutti i punti di vista: un laborioso accesso, una via di arrampicata poco attrezzata e una discesa in corda doppia non banale.
Tipo di percorso: sentieri ben segnati, tracce e via di roccia scarsamente attrezzata.
Materiale: normale da arrampicata classica, alcuni friend, cordini da abbandono, ramponi ad inizio stagione.
Tempo medio: 4.30-5 ore dal parcheggio alla vetta.
Periodo consigliato: giugno-ottobre.
Difficoltà: PD+, via di roccia con passaggi fino al III+, IV.
Località di partenza: Passo Sella, Rifugio Valentini 2218m, parcheggio a pagamento.
Accesso stradale: dalla Val Gardena o dalla Val di Fassa raggiungere il Passo Sella e seguire le indicazioni per il Rifugio Valentini (strada sterrata in salita), parcheggio in piccole aree a pagamento.
Salita: dal parcheggio nei pressi del Rifugio Valentini imboccare la strada sterrata che supera il rifugio Salei e conduce alla Forcella di Rodella (2308m). Prima di raggiungere la forcella, si abbandona la strada sterrata per salire verso destra, lungo le piste da sci, puntando alla più alta delle due stazioni di arrivo delle seggiovie. Una traccia consente di portarsi sul crinale a tratti erboso e a tratti terroso. Risalire quindi il crinale fino al suo termine, in corrispondenza della Punta Grohmann (spigolo Sud-Est) e, poco prima di raggiungere le rocce, traversare verso sinistra (ovest) lungo una traccia evidente.
Costeggiare la Punta Grohmann e la successiva Torre Innerkofler sino a raggiungere le rocce basali del Dente del Sassolungo. Oltrepassare la sua gialla parete sud fino a giungere all’im-
Ciampanil Comici 2799
3093 Wessely turm
3181 LangkofelSassolungo
HocheggePiza da Uridl 2102 Ponjin 2382
Plattkofeltürme - Torri del Sasso Piatto
2688
PlattkofelhütteRif. Sasso Piatto
Lari
LangkofelhütteRif. VicenzaPertini
Langkofelkarspitze - Punta Dantersasc 2820
Fünffungerscharte - Forc. Cinque Dita
ZahnköfelIl dente 3001
Rif. Sandro Pertini
Langkofeleck - Spallone del Sassolungo 3081
GrohmannspitzePunta Grohmann 3126
Gabia
Rif. Friedrich August
Forc.la Rodera
Col Rodela 2484
Rif. Col Rodela
SS48
Rif. Salei
Passo Sella
SS242 Rif. Des Alpes
Rif. Valentini
Rif. Micheluzzi Rifugio DonaTempo medio: 4-5 ore dal parcheggio alla vetta.
Periodo consigliato: giugno-ottobre.
Difficoltà: AD II,III, 2 tratti di IV.
Località di partenza: parcheggio sopra Malga Civertaghe 1442m.
Accesso stradale: da Fiera di Primiero si sale verso San Martino di Castrozza e superata la località di Valmesta si raggiunge il primo grande tornante dove si abbandona la strada principale. Si segue la strada asfaltata seguendo le indicazioni per Malga Civertaghe. Una volta raggiunta si prosegue in piano con indicazioni per Rifugio Velo della Madonna e dopo un tornante si raggiunge l’ampio parcheggio con divieto di prosieguo.
Salita: dal parcheggio si imbocca direttamente il sentiero n.713 raggiungendo il Rifugio del Velo; lo si supera in direzione Forcella della Stanga, fermandosi però dove sfocia l’evidente canalone che scende tra Sass Maor e Cima della Madonna con
evidente masso incastrato, dove si attacca nei pressi di una paretina. Si attacca direttamente la paretina passando appena a sinistra del sasso incastrato (passo più difficile) fino a sostare all’interno del canalone (IV/A0). Si segue fedelmente il profondo canalone aggirando dei sassi incastrati fino alla forcella che divide il Sass Maòr dalla Cima della Madonna (II-III). Si continua sul versante nord per belle paretine fino ad una spalla che dà sulla Val Canali (150m II-III). Si aggira il torrione sommitale sul versante est sfruttando una facile rampa che conduce sotto un caminetto verticale. Si sale il camino traversando poi a sinistra in netta esposizione ad una sosta (IV), continuando poi dritti per un diedro-canale (III-II) si sbuca in breve sulla bellissima vetta.
Discesa: sulla via di salita sfruttando gli ancoraggi trovati lungo l’andata. Sotto la forcella tra Sass Maor e Cima della Madonna fare attenzione a imboccare prima il canale di destra e poi quello di sinistra, sopratutto con scarsa visibilità.
CIMERLO 2503m
CIMA DELLA STANGA 2550m
via ferrata e roccette7-8 h 1250m
Il Cimerlo chiude a sud la Catena di San Martino, in posizione dominante sull’intera vallata di Primiero. La cima della Stanga, a Nord, la collega al resto della catena.
Con questo bellissimo giro ad anello, oltre a toccare due splendide vette, si percorrono versanti e valloni di straordinaria ed incontaminata bellezza dolomitica. L’itinerario di salita segue la ferrata Dino Buzzati, molto varia e ripida, ben delineata nella parte bassa tra un dedalo di torri e pinnacoli. Nella parte alta segue la logica della parete per cenge e caminetti. In discesa si percorre lo spettacolare e selvaggio Sentiero del Cacciatore, in parte attrezzato con funi metalliche. Dalle cime il panorama è notevole sulla parete est del Sass Maòr e sull’intera Val Pradidali.
Tipo di percorso: sentiero ben segnato ma ripido e scosceso, via ferrata, facili roccette per la cima vera e propria.
Materiale: normale da escursionismo con set completa da ferrata.
Tempo medio: 3.30-4 ore dal parcheggio alla cima della Stanga.
Periodo consigliato: giugno-ottobre.
Difficoltà: EEA, via ferrata mediamente difficile.
Località di partenza: parcheggio poco prima dei prati Fosne, in Val Canali, 1326m.
Accesso stradale: si segue l’intera Val Canali fino al Ristorante La Ritonda dove, a sinistra, si prende una stradina asfaltata in salita fino all’evidente parcheggio con indicazioni sentieristiche Cai.
Salita: dal parcheggio in breve a sinistra ai bellissimi prati Fosne dove si imbocca a destra il sentiero n.731, per poi seguire una strada sterrata fino ai prati Rodèna e quindi orizzontali a destra per il n.747 fino ad un evidente ghiaione. Si sale ora ripidi a sinistra per bosco sempre più rado, fino alla base delle prime rocce, dove inizia un surreale viaggio labirintico tra le torri del Cimerlo. Salire a fatica per ripidi tratti fino all’attacco della via ferrata Dino Buzzati. Si percorrono con attenzione i bei tratti attrezzati e, dopo una ripida scala, si sbuca con stupore su un grande prato sospeso tra le alte pareti. Si continua lungo il sentiero fino ad una selletta poco lontano dalla vetta dove si abbandona il n.747 a favore di un’esposta crestina verso sud-ovest, che con alcuni facili passi di primo grado conduce ad un’anticima. Si seguita con attenzione fino al punto apicale del Cimerlo, lasciandosi stupire dal fantastico panorama. Proseguendo sempre sul sentiero, senza grandi difficoltà, ignorare il bivio sulla destra (Sentiero del Cacciatore) e raggiungere la vicina cima della Stanga.
SS50
Rifugio Forestale
Cima di Val di Roda
2791
Cima delle Scarpe 2731
Ghiacciaio di Pola
Pala di San Martino 2982
Cima Immink 2862
2731 Cima Pralidali
Passo di Bali
2774
Torre Pralidali Campanile Pradidali
Rif. Forestale delle Laste
a V e c c h i a P rati Ronz
2550 Sas del Cogol
Rifugio Petina
Passo delle Lede
Cima Wilma
2774
Ghiacciaio della Fradusta Superiore
2939 Cima La Fradusta
2744
2802
Cima di Bali
Forcella Stephen Forcella Porton
Cima Canali 2859
Sass Maòr
2812
Cima della Stanga
2550
2503 Cimerlo
Materiale: normale da escursionismo, con imbrago leggero e 40 metri di corda.
Tempo medio: 3-3.30 ore dal parcheggio al monte Neva.
Periodo consigliato: giugno – ottobre.
Difficoltà: EE/F+ passaggi su roccia, facili ma esposti. Una corda doppia da 20m.
Località di partenza: Rifugio Fonteghi 1100m.
Accesso stradale: dal paese di Imèr in Valle di Primiero si seguono le indicazioni sulla destra per Val Noana e per stretta strada asfaltata si raggiunge Rifugio Fonteghi.
Salita: direttamente dal Rifugio Fonteghi si prende a sinistra il segnavia n.748, che con ripida strada sterrata conduce a Casera Scaorin 1553m. Si continua per l’evidente traccia, ora sentiero, su di una panoramica dorsale boscata. Si traversa lungamente sotto la cima degli Spizoti fino a
raggiungere un forcellino con vista sulla val Giasinozza. Qui si abbandona il sentiero principale e seguendo l’evidente dorsale in direzione ovest si guadagna in breve la panoramica vetta prativa degli Spizoti. Ritornati al sentiero n.748, lo si segue fedelmente fino alla vicina vetta del Col di San Piero. Si abbandona ora il sentiero n.748 e si rimane sulla dorsale puntando a nord-est, scorgendo dapprima un passaggio tra i mughi che poi rapidamente lascia posto al nudo pendio di rocce e ghiaie. Seguire i numerosi ometti e qualche vecchio segno giallo-arancio fino a giungere su un’ampia anticima che, dopo una breve risalita, conduce al bellissimo fulcro del Monte di Neva: vetta di ampio respiro con panorami privilegiati a tutto tondo. Finisce qui la parte prettamente escursionistica. Ci si abbassa in direzione nord est sulla dorsale, ignorando quasi subito un evidente taglio di mughi che gira deciso verso sud. Si scende quindi a nord puntando all’evidente forcellino con la Torre Meridionale e lo si raggiunge con attenzione previo un breve passo di secondo grado. Facendo molta attenzione a non perdere gli ometti e i radi bolli, dopo un breve abbassa-
mento, si traversa con facili passi su roccia e si prende un sistema di facili cenge ascendenti a sinistra fin poco prima di affacciarsi su di un dirupo verso la Torre Centrale. Qui si gira nettamente a destra per cengia, si risale un caminetto e con facili roccette si guadagna la solitaria vetta della Torre di Neva Meridionale. Ometto. Si prosegue abbassandosi facilmente a nord est fino al forcellino ghiaioso che separa la Torre Meridionale da quella Centrale, e si sale tramite facili roccette al culmine di quest’ultima, godendo appieno la rara sensazione di bellezza ed isolamento di queste dimenticate elevazioni.
Discesa: si continua traversando a nord est in leggera discesa e con facili passi di primo grado si raggiunge un evidente forcellino, dove un’impervia cresta si dirama alla volta della selvaggia Torre Settentrionale. Si gira a sud seguendo una freccia color giallo e si segue una frequentata traccia con bolli ed ometti in direzione del Cadìn di Neva. In breve si arriva ad un grosso spuntone con cordini, dal quale ci si cala con una corda doppia di 20m in un camino (III°). Si continua a scender con attenzione verso sud fino ad un evidente intaglio che dà accesso ad una lunga rampa- cengia discendente verso sud-ovest, che traversa completamente la parete sud della Torre Centrale. Si segue la suddetta rampa, con diversi passi non esposti di primo e secondo grado, fino a raggiungere la suggestiva conca del Cadìn di Neva ed il comodo sentiero che lo attraversa. Proseguire in discesa per la bella traccia fino a raggiungere Malga Neva seconda e puntare a est al fondo della valletta fino ad incontrare quasi subito l’evidente sentiero che sale al Rifugio B. Boz 1718m. Dopo essersi adeguatamente rifocillati si prende il sentiero n.727 e rimanendo a piacimento a sinistra o destra orografica, si raggiunge la località “El Belo” in fondo alla Val Noana. Seguendo la strada asfaltata per un paio di chilometri si ritorna al Rifugio Fonteghi, concludendo quest’anello di grande soddisfazione.
Cartografia: Tabacco 023 Alpi Feltrine, Le Vette, Cimonega.