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CHE COS’É IL CLEAN CLIMBING

Esiste una definizione esatta del termine clean climbing? Come per il free climbing, la traduzione dall’inglese di questo termine è facile e abbastanza intuitiva. Il clean climbing non è altro che un sotto-stile del free climbing (arrampicata libera) e significa appunto arrampicata pulita.

Ma perché pulita? E in che cosa si distingue dal free climbing? Come è noto, nel free climbing lo scalatore procede utilizzando le protezioni solo per assicurazione in caso di caduta e non per progressione. Ma non è specificato quali debbano essere questi mezzi di protezione, l’importante e che si arrampichi senza utilizzarli. Il clean climbing preferisce l’uso delle protezioni mobili (nut e friend) all’uso dei chiodi e simili che nel tempo (infiggendoli ed estraendoli ripetutamente) lasciano una traccia nelle fessure in cui vengono infissi. L’arrampicata in questo stile è quindi definita “pulita” perché non danneggia la roccia e la lascia integra dopo il passaggio della cordata. Non essendo ammessi i chiodi, normalmente lo scalatore che abbraccia questo stile arrampica senza martello (hammerless), che invece fa parte della dotazione dell’arrampicatore tradizionale. Come per altri termini con cui si indicano i vari stili di arrampicata, anche il significato del termine clean climbing oggi non è più quello originario ma è cambiato nel corso degli anni, a seconda del contesto storico e geografico in cui esso è stato utilizzato. Nato negli anni settanta come risposta al danneggiamento irrimediabile delle fessure delle pareti americane e inglesi, in quegli anni arrampicare in clean climbing significava essenzialmente non usare chiodi e non portare con sè il martello in segno di rispetto per le vie, usando solo protezioni mobili per autoproteggersi (cioè che potevano essere agevolmente tolte dal secondo di cordata, lasciando la roccia integra e senza segni). Tuttavia sulle vie, soprattutto americane, si trovavano (e si trovano tuttora) dei punti fissi, chiodi originali dei primi salitori o infissi durante le prime ripetizioni, talvolta anche spit. Va da sé che in America arrampicare in clean climbing significa essenzialmente non portare con sè il martello ma solo protezioni mobili (blocchetti da incastro, fettucce, dispositivi a camme). In Inghilterra, invece, con l’invenzione dei nut e poi dei friend, i chiodi scomparvero quasi totalmente dalle pareti (soprattutto falesie) e clean climbing divenne sinonimo di “arrampicata senza punti fissi preposizionati”. Senza nessun materiale in posto, nemmeno la sosta, l’arrampicata era indiscutibilmente più impegnativa a livello psicologico; in breve, questa caratteristica finì per divenire una regola etica che caratterizza tutt’ora l’arrampicata in Gran Bretagna. Dopo il passaggio della cordata, la via rimane veramente pulita, nel vero senso della parola. A partire dalla metà degli anni settanta, questo tipo di arrampicata divenne molto praticato in Gran Bretagna, tanto da non necessitare di un nome per distinguerlo da altri stili.

Quando si affermò in tutta Europa l’arrampicata sportiva, l’arrampicata su protezioni mobili divenne in UK semplicemente arrampicata tradizionale, in modo da distinguerla da quella che faceva uso di protezioni fisse (sportiva). Il fatto che fosse clean, era implicito nelle regole etiche britanniche.

In altri contesti, come ad esempio quello mediterraneo, il termine clean climbing è stato raramente utilizzato in quanto le differenze con il free climbing sono state sempre piuttosto sfumate. In queste zone non si è avvertita infatti l’esigenza, come nei paesi anglosassoni, di eliminare il martello dal corredo dello scalatore. L’arrampicata sportiva si è affermata, a partire dai primissimi anni ottanta, assai velocemente, limitando l’arrampicata tradizionale alle zone montane dove l’utilizzo del chiodo non è mai stato visto in modo negativo o dannoso, sia dal punto di vista etico che ecologico. Nei paesi dell’area mediterranea, il clean climbing è ritornato in auge solo negli ultimi vent’anni come attività alternativa all’arrampicata sportiva. Il termine clean è ormai qui comunemente sostituito dal termine trad, sottintendendo con questo stile un tiro interamente da proteggere, dall’inizio alla fine, in cui la sosta possa anche essere fissa.

Maurizio Oviglia su Raptor, Sardegna Foto: Sara Oviglia

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