2 minute read
STORIA DEL CLEAN CLIMBING
from CLEAN CLIMBING
0001
STORIA DEL CLEAN CLIMBING
Senza avere la pretesa di trattare la storia di questo stile – poiché sarebbe oltremodo difficile – è indispensabile fornire alcuni cenni storici sul clean climbing per inquadrare storicamente la sua evoluzione e i protagonisti che di questo approccio alla roccia hanno fatto una bandiera. È tuttavia necessario tenere conto che la storia di questo stile è intrecciata a doppio filo con quella dell’arrampicata libera e non è sempre facile stabilire quando una scalata libera sia stata realizzata senza l’ausilio dei chiodi anche solo come protezione. Un tempo infatti non era in uso discernere tra chiodi e protezioni mobili mentre solo in alcuni casi era specificato se essi fossero stati utilizzati anche come progressione.
Si ritiene che il clean climbing sia nato in concomitanza con l’introduzione nell’arrampicata delle prime protezioni mobili, i dadi da incastro (anche detti nut, stopper, blocchetti) e poi dei friend. Il termine clean fu sicuramente usato per la prima volta in America, allorchè si sentì l’esigenza di utilizzare solo le protezioni mobili, non soltanto per un fatto di comodità e velocità nel piazzarle, ma per preservare la roccia e le fessure dal loro deterioramento. Tutto questo accadde intorno all’inizio degli anni settanta. Va ricordato poi che, almeno nei primi tempi, gli arrampicatori erano comprensibilmente molto scettici verso le protezioni mobili. Un chiodo dava sicuramente più sicurezza e i dadi (che in principio erano semplici bulloni con un cordino passante) erano ancora piuttosto rudimentali.
In Gran Bretagna ci volle del tempo prima che le protezioni mobili sostituissero completamente i pochi chiodi presenti. L’arrampicata sulle falesie inglesi è più varia, non si tratta solo di scalata in fessura, quindi la rinuncia totale ai chiodi richiedeva un grande aumento dell’impegno psicologico e l’accettazione da parte dello scalatore di lunghi (e spesso pericolosi) runout. In ogni caso, già a metà degli anni settanta, anche in Gran Bretagna erano molti gli scalatori che non facevano uso del martello. L’arrampicata libera si era già largamente affermata ma in alcune falesie si continuava a tentare di liberare le vecchie vie artificiali, che presentavano diversi chiodi di dubbia tenuta. Tuttavia se consideriamo il clean climbing come un’arrampicata senza chiodi, anche se molto differente dal concetto odierno, la sua nascita è sicuramente antecedente.
Come è noto, lo scalatore austriaco Paul Preuss fu uno dei primi a teorizzare la scalata senza chiodi “per scelta” e non “per necessità”. Erano i primi del novecento e Preuss si spinse a definire come “più leale” un’arrampicata senza l’utilizzo dei chiodi (e talvolta della corda). Sino ad allora, e anche successivamente, era piuttosto frequente salire vie in cui non fosse possibile proteggersi.
Un vecchio friend dal negozio di Joe Brown Foto: Mark Reeves