Fotografare il paesaggio

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FOTOGRAFARE IL PAESAGGIO

Manuale completo di fotografia outdoor

VERSANTE SUD EDIZIONI

Prima edizione: agosto 2024

ISBN 978 88 55471 442

Copyright © VERSANTE SUD S.r.l. via Rosso di San Secondo, 1 20134 - Milano www.versantesud.it

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Foto di copertina: Giovanni Bez

Impaginazione: Miriam Romeo

Stampa: Press Grafica s.r.l. – Gravellona Toce (VB), Italia

IL PAESAGGIO

Manuale completo di fotografia outdoor

Elia Lazzari

Cosa e perché fotografare durante un viaggio o un’escursione 12

La macchina fotografica da portare in cammino 13

- Compatte

- Mirrorless

- Reflex

Come funzionano le fotocamere 15

- Partiamo dal principio

- Tipologie di obiettivi

- Differenza tra prospettiva e angolo di campo

- Il fuoco

- Il rapporto focale

- Il diaframma e la profondità di campo

- L’otturatore

- La vignettatura e la distorsione

- Il sensore

- Il paraluce

- Il lens flare

- Il flash

- Un comodo paragone

- Alcuni effetti collaterali della regolazione dell’esposizione e possibili soluzioni

- Il treppiede

- Esposizione lunga

- La stabilizzazione

Chi stai fotografando?

dell’immagine, punto focale

- Singolo soggetto

- Più soggetti

Creare un flusso nell’immagine, un binario per gli occhi

Geometria delle composizioni

- Triangolo

- Rettangoli e quadrati

- Cerchi ed ellissi

- Trovare un pattern Il bordo e il suo ruolo nella composizione 56

Giocare con le dimensioni, far notare allo spettatore la grandezza di un soggetto 58

scegliere la lunghezza focale

- Diagonal fish-eye Ottimizzare lo spazio del fotogramma

- Dai ai soggetti il giusto isolamento Regole

- La regola dei terzi

- La sezione aurea

- La composizione centrica

Orizzontale o verticale? 79

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La potenza dell’aspect ratio 81

L’orizzonte 85

- Allineare l’orizzonte

- Spaccare l’orizzonte

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PARTE PRATICA AVANZATA

Strumenti per effettuare l’esposizione

nella fotografia digitale 90

- L’istogramma, lo strumento più importante della fotografia digitale

- Gestione della dinamica

Focus Stacking 100

- Per effettuare uno scatto in bracketing è necessario catturare due o più scatti della stessa scena

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LA POST PRODUZIONE

I software di post produzione

Le funzionalità di elaborazione fondamentali in Lightroom 108

- I profili colore

- I controlli della luce

- I controlli del colore

- I controlli di effetti e impatto visivo

- I controlli dell’ottica

- Lo strumento ritaglio e regolazione

- La rimozione di macchie

- Le maschere

- Le copie virtuali (duplica)

- L’esportazione dei file

Post produzione per paesaggi.

Un workflow da cui partire

- Come unire le immagini per fare l’HDR o il focus stacking

- Foto panoramiche e foto sferiche, dallo scatto all’unione delle immagini

- Serie di immagini, un caso avanzato e speciale

mentre si cammina

- Addentrarsi negli spazi nascosti

mentre si arrampica

- Fotografare in falesia

in un contesto specifico

alle condizioni atmosferiche

- Freddo e caldo

- Umidità

- Pioggia e schizzi d’acqua

- Polvere e detriti - Vento

e accessori

- Lo zaino del fotografo paesaggista

- Cosa portare

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- Come realizzare foto sferiche manualmente con una fotocamera e un grandangolo

- Suggerimenti

Uso finale delle foto sferiche

uno scatto paesaggistico

- Conoscenza del territorio

- Nozioni di meteorologia per paesaggisti

- Tipi di nuvole nel dettaglio

- Qualità dell’aria, umidità e temperatura

- Stabilire dove e quando

PREFAZIONE

Le montagne mi hanno insegnato che il viaggio è tanto importante quanto la meta, e che l’esperienza è un dono prezioso da apprezzare con ogni fibra del mio essere. La ricerca della bellezza e della serenità nei momenti più tranquilli, come al tramonto o all’alba, ha arricchito la mia vita e ha reso le montagne un luogo di ispirazione incommensurabile.

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Andare in montagna è semplicemente bellissimo, e il viaggio ci fa sentire vivi nel qui e ora. Anche quando il viaggio finisce, abbiamo a nostra disposizione un bagaglio prezioso di ricordi. Il miglior modo per rendere i ricordi immortali è proprio quello di fotografare. In questo manuale troverai suggerimenti con relativi esempi per scattare fotografie con più consapevolezza durante le tue avventure.

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Il fotografo paesaggista è colui che si innamora dei colori, delle luci, delle forme che il mondo ci offre. Un osservatore molto attento ai dettagli, sempre con gli occhi in movimento, una persona che non si limiterà ad andare in montagna per compiere un gesto tecnico, al contrario va in montagna perché sente il bisogno di osservare questi incantevoli e misteriosi scenari. Il fotografo paesaggista è spesso anche un curioso lettore di carte topografiche, sempre a caccia di valli sconosciute e scorci nuovi. Il fotografo paesaggista va in montagna per entrare nel tempio della bellezza, per fare in modo che questa sia ovunque, intorno a lui.

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@eliusoutdoor contattami e raccontami le tue avventure fotografiche

INTRODUZIONE

GUIDA AL MANUALE

La fotografia è un’arte e la fotocamera è il suo strumento. È importante esprimere la propria arte e sentirsi liberi di esprimere la propria creatività senza vincoli. Tuttavia, possedere una guida how-to è fondamentale, soprattutto quando si muovono i primi passi nella fotografia paesaggistica. Io stesso, in passato, ho iniziato a fotografare per pura passione, ma ho potuto affinare la pratica solo imparando da grandi fotografi e dai loro scritti.

A prescindere da quali siano i tuoi obiettivi, questa guida può esserti utile per rendere i tuoi scatti ancora più efficaci.

Se lo scatto è il canale di comunicazione che preferisci per raccontare i tuoi viaggi ma sei alle prime armi, è importante comprendere a pieno come funziona la macchina fotografica. In questo modo, lo strumento non sarà altro che il prolungamento dei tuoi occhi. La cosa più bella che si può imparare è “capire quando non scattare” e in questo caso è utile ragionare come se si stesse usando una fotocamera analogica, applicando alcune sue regole ma senza esagerare.

Alcune delle regole che si trovano su siti web di fotografia sono in realtà interpretazioni personali e, in alcuni casi, formule appartenenti a un contesto storico passato e oggi piuttosto obsolete. Le tecnologie odierne permettono di uscire da questi schemi, in quanto non più necessari. Applicare questi consigli senza conoscerne il fondamento può condurci a commettere alcuni errori.

È importante quindi capire quali siano i limiti e le difficoltà dell’utilizzo della macchina fotografica, per rendere il processo di scatto più fluido e semplice. Personalmente, mi sono sentito infastidito quando tornato da un viaggio, guardando le foto ingrandite al 100% al computer, mi sono reso conto che lo scatto di un bellissimo momento fosse in realtà venuto male.

In effetti, gli errori comuni che ho commesso riguardavano il micromosso o un piano non perfettamente a fuoco.

Di sicuro sbagliare è funzionale a renderci fotografi migliori, perché si ha l’opportunità di comprendere ciò che non si è calcolato correttamente in fase di scatto. In ogni caso è meglio fare pratica nella quotidianità, nei parchi vicino a casa, nei posti che puoi raggiungere facilmente, per abituarti a non commettere questi errori durante un viaggio.

Se stai leggendo questo libro è probabile che tu abbia una grande passione per il viaggio e interesse a fotografare al meglio i tuoi momenti, che siano unicamente tuoi o che tu li voglia condividere. Prova a pensare agli scatti che hai fatto di recente, e pensa al momento in cui li hai realizzati e poni a te stesso questa domanda: «Cosa dice questa fotografia?».

È una domanda semplice ma allo stesso tempo difficile, che spesso mi costringe a scartare alcune immagini. Il pioniere della fotografia paesaggistica, Ansel Adams diceva: «Ho sempre pensato che la fotografia sia come una barzelletta, se la devi spiegare vuol dire che non è venuta bene».

Questa citazione popolare mi piace molto perché è pertinente alla mia interpretazione della fotografia. Non sempre le immagini hanno un significato univoco, alcune possono essere interpretate in maniera diversa dalle persone ma tutte devono avere la capacità di raccontare qualcosa. La fotografia è uno strumento di comunicazione, alcuni le attribuiscono similitudini a un linguaggio vero e proprio, pertanto è utile pensare a una fotografia come un messaggio diretto, per noi e per coloro che guarderanno le nostre fotografie.

In alcuni casi si potrebbe definire uno scatto come una testimonianza e, in quanto tale, un racconto di qualcosa che è successo. Non sempre però lo scatto rappresenta la realtà, un racconto può infatti essere anche romanzato e in certi casi completamente astratto. Non sto dicendo che le nostre foto debbano essere dei racconti di fantasia ma mi piace pensare che se si considera non quello che vediamo ma quello che vogliamo che gli altri osservino guardando la nostra fotografia, diventiamo subito autori di un racconto, registi dello scatto, e questo ci permetterà di capire cosa mostrare e cosa nascondere. Un viaggio è un’esperienza di vita, qualcosa che solo chi l’ha vissuta può capire veramente; la fotografia però, se pensata e progettata a dovere, può aiutarci a creare un viaggio virtuale per i nostri spettatori.

0001 PREMESSE TECNICHE

PREMESSE TECNICHE

COSA E PERCHÉ FOTOGRAFARE

DURANTE UN VIAGGIO

O UN’ESCURSIONE

Incominciamo questo cammino nel mondo della fotografia partendo dalle basi. Per quale motivo dovremmo “perdere tempo” a fotografare durante il nostro viaggio? Non sarebbe meglio concentrarsi per vivere al meglio la realtà senza dedicare tempo alla fotocamera? Queste sono domande che mi hanno fatto tante persone nel vedermi passare molto tempo con la macchina di fronte all’occhio destro. Effettivamente dall’esterno può sembrare strano e può apparire come un limite all’esperienza che si trascorre, tuttavia la motivazione è molto semplice: perché è bellissimo! Lo so, questa risposta è troppo banale e può sembrare un modo facile per rispondere a qualcosa di cui non si conosce effettivamente la motivazione, ma allora ecco un elenco di quelle che sono le mie risposte a questa domanda:

1. Per preservare i ricordi: ti è mai capitato di ripensare a qualcosa di bello che è successo ormai tanti anni fa e di renderti conto di avere purtroppo solo qualche sfocato ricordo? Per “tanti anni” intendo anche quattro o cinque: riesci a ricordarti con fedeltà ciò che hai vissuto? Beh, la fotografia, se fatta bene, può mantenere vivi e nitidi ricordi anche molto lontani. Quello che occorre è riguardarle di tanto in tanto. Infatti un semplice esercizio, come quello che i social ci propongono, è proprio quello di riguardare le foto di esattamente un anno fa, guardarle per bene e lasciare che esse ci riportino l’intensità del ricordo. Proprio come quando studiamo un argomento per preparare un esame o per lavoro: se non lo ripetiamo più tendiamo a dimenticarlo; in questo caso quindi la fotografia diventa il mezzo che ci permette di ripassare. Curioso quindi come in questo modo la singola foto diventi paragonabile a una pagina del blocco degli appunti, ma è proprio così, e con questo ritorniamo alla fotografia come mezzo di comunicazione, un mezzo durevole nel tempo.

2. Perché scattare ci stimola a guardarci di più attorno: per fare fotografie belle bisogna prima scattare nella mente, imparare a cercare dettagli, silhouette, colori e altro nel paesaggio e nelle persone intorno a noi. La pratica fotografica ci rende ottimi osservatori e questa è una caratteristica importante da portarsi dietro, ci renderà persone migliori, in grado di ascoltare e ponderare con più attenzione.

3. Per mostrare agli amici cosa facciamo e dove andiamo: non bisogna vergognarsi del fatto che condividere ci renda felici, fa parte della nostra natura. Io per esempio adoro mostrare ai miei amici le foto di quello che ho fatto anche solo nel weekend, a maggior ragione se si tratta di un viaggio: di sicuro da questi scatti può nascere una chiacchierata, un dibattito o un confronto.

4. Semplicemente è un bel gesto: ultimo, ma non per importanza, l’atto in sé di scattare a molti piace, un po’ come piace andare in bicicletta. Di sicuro non vale lo stesso per tutti i fotografi, ma personalmente il gesto tecnico del premere quel pulsante, tenere la macchina in mano mi piace, in certi casi mi dà sicurezza.

Insomma, le motivazioni sono tante, quelle appena elencate sono le mie personali, sicuramente ce ne possono essere tante altre, tra cui anche di natura meno spirituale, come anche partecipare a un concorso, mettersi in gioco. Tutto dipende da cosa vuoi fare con le tue immagini.

Prima ho parlato del fatto che la fotografia ci serve per mantenere allenati i nostri ricordi, ma parliamo anche di cosa possiamo pensare di fotografare.

Sebbene alla prima domanda in qualche modo sono riuscito a rispondere, questa invece non è affatto facile perché sarà ognuno di noi a capire sul campo che cosa gli piace fotografare.

A me per esempio colpiscono – e mi piace vederle attorno a me – le nuvole, le forme delle montagne, i sentieri e le luci. Di sicuro mi metto quindi a cercare queste cose con gli occhi.

Tuttavia, se mi trovo nel mezzo di un’avventura, come per esempio una bella escursione in montagna, mi piace fotografare i miei compagni, le nostre tende, il nostro cammino. Quando mi fermo per il tramonto invece, pongo la mia attenzione su altri dettagli, come il cielo, e cerco quella curva che nel contorno di una montagna mi piace così tanto da farmene innamorare. Per capire cosa vogliamo fotografare bisogna sperimentare, partire con un minimo di mistero e lasciarsi ispirare dagli stimoli che il viaggio ci regala.

Quando iniziamo a comprendere il significato e le motivazioni dell’atto di fotografare, non ci resta che affrontare gli argomenti di natura più tecnica e pratica, senza dimenticare però che la fotografia è un’arte, un messaggio e una grande passione, solo noi dobbiamo decidere quando e come scattare.

In tutti questi anni di pratica posso affermare con certezza di aver capito quando non premere il pulsante. Meglio pensare, aspettare, studiare l’ambiente e tornare a casa con solo qualche foto ma molto elaborata, rispetto allo “scattare a raffica” approfittando delle elevate capacità di memoria delle macchine moderne.

LA MACCHINA FOTOGRAFICA

DA PORTARE IN CAMMINO

Sicuramente la prima domanda che realmente viene in mente a chi si approccia a questo mondo è: «Quale macchina devo comprare?». Spesso questo è un limite che ostacola chi vorrebbe cominciare. Suggerirei di non pensare troppo al modello, ma di scegliere una soluzione adatta a quanto vogliamo spendere.

Se non disponiamo di un budget molto alto ma vogliamo comunque iniziare a pensare come un fotografo, forse è meglio iniziare utilizzando lo smartphone, a patto di farlo come se fosse una macchina professionale. Una delle mie foto preferite l’ho scattata circa sei anni fa con un vecchio smartphone, e la cosa interessante è che chi l’ha vista non ha notato la differenza con quelle scattate con la macchina fotografica (in realtà per-

ché la foto è stata vista su uno schermo di piccole dimensioni. Il limite di alcuni telefoni è la qualità dei pixel dell’immagine ma tale difetto si nota principalmente su schermi grandi o sulle stampe fotografiche).

Se invece abbiamo già in casa una macchina fotografica, per esempio di un parente, possiamo considerare di utilizzarla per fare pratica. La tecnologia delle macchine digitali ha permesso un enorme progresso qualitativo negli ultimi anni e in certi casi potrebbe risultare migliore una entry-level di oggi rispetto a una pro di 10 anni fa.

Tuttavia, bisogna sempre considerare che le parti che hanno subìto una notevole evoluzione sono soprattutto quelle elettroniche, le ottiche invece hanno raggiunto un livello altissimo molti anni prima dell’avvento del digitale.

È quindi considerabile l’utilizzo di ottiche vintage su corpi macchina moderni tramite adattatori, come soluzione artistica o per convenienza. Nel mio specifico caso mi sono ritrovato a utilizzare un corredo di obiettivi Canon sia recenti che vintage. Visto che molti di essi sono di ottima qualità ho pensato che la cosa migliore sarebbe stata utilizzarli con una fotocamera di nuova generazione.

Non voglio però citare marche, modelli o altro: per queste cose esiste YouTube con migliaia di tutorial, confronti e dimostrazioni; mi soffermo quindi solamente a consigliare una soluzione non troppo ingombrante e “tuttofare”, in modo tale da permetterti di sperimentare tanto.

Per parlare in maniera concreta, veniamo al dunque: esistono diversi tipi di macchine fotografiche, tutte pensate per fotografi con esigenze differenti tra loro.

Compatte

Il termine indica che il sistema ottica + sensore si trova in un unico oggetto non separabile (almeno senza l’uso del cacciavite). Tale specifica comporta indubbiamente un insieme di vantaggi e di svantaggi.

PARTE PRATICA COMPOSITIVA

CREARE UN FLUSSO NELL’IMMAGINE, UN BINARIO PER GLI OCCHI

Il cervello esplora una fotografia cercando qualcosa che lo conduca con facilità al soggetto. Si tratta di meccanismi che utilizziamo senza saperlo; come un binario, il nostro occhio si lascia incanalare verso alcune aree della fotografia. Cerchiamo quindi delle linee curve, delle spirali, delle frecce. Qualsiasi binario ci possa indicare la strada verso il soggetto.

A volte basta poco per trovare la giusta angolazione, può essere sufficiente spostarsi di poco per individuarla. Una strada di montagna, con i suoi tornanti, permette di creare flussi eccezionali. Lasciamo che ci porti da qualche parte!
In montagna i sentieri rendono questa ricerca molto semplice, spesso è sufficiente spostarsi fino a quando non si crea un flusso visivo che ci conduce a un particolare, in questo caso il sole dell’alba sulle Dolomiti
Non solo sentieri: qualsiasi elemento in natura può creare un flusso. L’ambiente è ricco di armoniose curve. In questo esempio in particolare, la silhouette del bosco crea un gioco di luci e ombre che forma una specie di “S”. Questa linea ci conduce facilmente all’orizzonte

GEOMETRIA DELLE COMPOSIZIONI

Poco fa abbiamo osservato come le linee curve possono in certi casi incanalare l’occhio verso qualcosa. Oltre a questo, la geometria ci aiuta: tutto ciò che è geometrico può portare grandi risultati. Proviamo a cercare attorno a noi nei contorni, nelle crepe, nei fili, nelle staccionate, qualsiasi cosa che geometricamente ci indichi la strada o ci trasmetta qualcosa.

La geometria piace molto al nostro cervello, spostiamoci in modo da ottenere simmetrie, ripetizioni e forme semplici, ognuna di loro ha un significato.

Triangolo

Il triangolo è la forma più facile da trovare se siamo in montagna, pensa a quante cime hanno quella forma! Introdurre triangoli all’interno della composizione dona al messaggio una sensazione di robustezza e di tensione. Da un lato in senso cupo, come un elemento che può trasmettere inquietudine, e dall’altro un feeling di fermezza e stabilità.

La ripetizione delle forme, non per forza con la stessa scala, è una di quelle cose che il nostro cervello trova gradevoli. Spesso, concatenando alcune di queste, si ottiene un risultato che combina l’armonia con elementi più potenti e audaci.

PARTE PRATICA COMPOSITIVA

Rettangoli e quadrati

Queste figure invece sono più difficili da trovare in natura, però con la sperimentazione è possibile imparare a riconoscere alcune situazioni che solitamente le contengono. Il rettangolo

è una figura armoniosa, che è in grado di trasmettere solidità e fermezza ma anche pace e rilassamento.

È più facile trovarli in pattern ripetuti, come una distesa di sassi cubici, ma anche in maestosa grandezza per esempio nelle cascate dal getto molto largo.

In questo caso, il triangolo evidente del profilo del Monte Civetta diventa un quadrato (o meglio un rombo) se collegato al triangolo che invece si forma con il prato pendente e le sue pendici a sinistra. Infatti questo scatto rappresenta per me un momento di pura tranquillità e pace

Cerchi ed ellissi

Armonia e piacere visivo puro sono una culla per gli occhi, e trasmettono un senso di completezza e di estrema pace. Trovarli è molto difficile se non in particolari situazioni. Alcuni esempi possono essere: laghi, sassi di fiume, pozze d’acqua, chiome di alberi molto folti, ma anche la semplice Via Lattea. Ecco un caso d’uso del super grandangolo in cui si sfrutta la sua marcata distorsione sferica per incrementare la curvatura delle linee che si trovano lontane dal centro dell’immagine.

In queste immagini ho posizionato le montagne all’orizzonte nella parte alta in modo da renderle più curve grazie proprio alla distorsione sferica del 15mm fisheye che stavo usando

Trovare forme geometriche più o meno perfette è un gioco che può aiutarci nella composizione. Dopo molta pratica questa ricerca diventerà sempre più automatica.

Sperimentare ci rende più curiosi e aumenta la nostra immaginazione. Saremo più bravi a notare le caratteristiche di un luogo, saremo più attenti in generale!

L’iconico laghetto delle Baste, nei prati del Mondeval. Un magico posto nel cuore delle Dolomiti, a pochi passi dal Passo Giau. Sullo sfondo il Pelmo

LA POST PRODUZIONE

Non conoscendo il valore della temperatura, il valore dello zero centrale viene posizionato nell’impostazione della fotocamera durante lo scatto. Spostando il cursore della temperatura verso destra si aumenteranno le tonalità calde, mentre muovendolo verso sinistra si otterranno tonalità più fredde.

Tinta

Il controllo della tinta regola l’equilibrio tra i colori verdi e magenta presenti nell’immagine. Sull’istogramma è facile capire il loro funzionamento: riferendosi al grafico differenziato per colori possiamo notare come la temperatura non faccia altro che traslare la sovrapposizione tra il canale blu e gli altri due colori pur mantenendo la forma dei loro grafici (a patto di non raggiungere gli estremi). Invece il controllo della tinta avvicina e allontana il canale verde da rosso e blu.

Con questo mix di controlli possiamo effettuare una sorta di calibrazione di base, regolando la posizione differenziata dei grafici dei tre colori primari RGB.

Vividezza e saturazione

La saturazione nell’arte, nella fotografia e nella grafica digitale, rappresenta l’intensità dei colori in un’immagine. È uno dei tre aspetti principali nella gestione del colore, insieme alla tonalità e alla luminosità, noti come HSL (Hue, Saturation, Lightness).

In Lightroom, sotto la temperatura e la tinta, troviamo due interessanti controlli che generano apparentemente un risultato simile:

• Vividezza. Questo controllo incrementa la “potenza” visiva di tutti i colori, cercando di regolarli in maniera bilanciata, agendo quindi maggiormente sui colori che in quello scatto sono meno intensi, evitando di “bruciare” quelli che invece erano già molto forti.

• Saturazione. A differenza della vividezza, questo controllo incrementa l’intensità di tutti i colori senza bilanciarli; tutti i colori vengono quindi incrementati linearmente.

Di conseguenza, se si aumenta questo controllo e si raggiunge il massimo dell’intensità di un colore, questo inizierà a essere tagliato.

La saturazione e la vividezza influenzano notevolmente la percezione di un’immagine. Un’elevata saturazione può far sembrare l’immagine artificiale perché un eccesso di saturazione è facilmente individuabile quando i colori sembrano innaturali. La scelta della saturazione dipende dalla storia che si vuole raccontare: meno saturazione può trasmettere malinconia, come un ricordo offuscato, mentre una maggiore può enfatizzare i colori donando un look vivace. Solitamente è meglio optare per modifiche leggere, mantenendo un occhio sull’istogramma dei colori per evitare il “ritaglio” (clipping) dei dettagli relativi ad alcuni colori.

È possibile utilizzare questi controlli per aumentare il senso di tranquillità e calma dell’immagine. I colori meno saturi dispongono di un’energia minore e gli occhi li percepiscono più facilmente, stimolando la tranquillità.

Per esempio una pre-alba con nebbiolina superficiale, con i primi bagliori che anticipano la nascita del nuovo giorno, può essere resa con colori meno saturi.

D’altra parte un tramonto molto bello, con i cirri che si comportano quasi come aurore boreali rosse fuoco, potrebbe funzionare meglio con un lieve incremento di vividezza, per mostrare la bellezza dei colori accesi.

Questi due controlli agiscono su tutti i colori, ma se decidessimo di agire su un colore in particolare potremmo usare il successivo pannello.

Vividezza ridotta significativamente
Vividezza esagerata
Vividezza ben bilanciata

LA POST PRODUZIONE

Mixer colori

Utilizzandolo possiamo variare la saturazione mirata su un singolo colore selezionato. In aggiunta a questo, troviamo altri due controlli.

Tonalità (Hue)

La tonalità definisce il colore principale dell’immagine, basato sulla lunghezza d’onda dominante. Immagina la posizione di un colore sulla ruota dei colori.

Luminanza (Lightness)

La luce regola la luminosità del colore. Aumentando il suo valore il colore risulta più luminescente. Riducendolo, risulterà più scuro.

Color Grading

Il Color Grading è una tecnica avanzata di correzione e manipolazione cromatica che permette di aggiungere colore. Questa tecnica viene spesso utilizzata per definire l’atmosfera e il mood di un’immagine o di una scena.

• Utilizzo. Attraverso il Color Grading è possibile sovrapporre un livello di colore come se fosse un filtro colorato. Questo filtro può essere applicato selettivamente sulle ombre, sui mezzitoni e sulle luci. Trattandosi di un’aggiunta di colore, se applicato a uno scatto monocromatico il risultato sarà un’immagine a colori.

• Applicazioni. Il Color Grading nasce dal mondo cinematografico, in cui viene ampiamente utilizzato. Nella fotografia viene spesso utilizzato per dare un tocco unico alle immagini, per esempio per creare un’estetica vintage, un effetto seppia o una palette di colori specifica.

• Spesso i preset che si trovano in rete sono principalmente delle combinazioni di questi parametri. Questo è un pannello da utilizzare solamente seguendo il proprio istinto, non ci sono regole.

I controlli di effetti e impatto visivo

Questo pannello di regolazione contiene cinque cursori, ognuno dei quali ha un ruolo specifico nel modellare l’aspetto visivo dell’immagine.

Texture

Questo cursore regola l’aspetto delle superfici dell’immagine. Aumentandolo, si enfatizzano la struttura e i dettagli delle superfici, rendendo per esempio la pelle più rugosa o i dettagli degli oggetti più evidenti. Riducendolo si otterrà un effetto opposto, che farà apparire le superfici più lisce e morbide.

Chiarezza

La chiarezza regola il contrasto dei dettagli nell’immagine. Aumentandola i dettagli saranno più definiti e l’immagine sembrerà più nitida. Riducendola l’immagine avrà un aspetto più morbido, con i dettagli meno marcati.

Rimozione foschia

Questo cursore rimuove l’effetto della foschia presente in alcune immagini, causato da condizioni atmosferiche come la nebbia o l’umidità. Aumentando il valore sul cursore l’immagine diventerà più chiara e vivida e i dettagli nascosti dalla foschia saranno quasi del tutto ripristinati. Di contro, questo strumento si porta dietro un aumento eccessivo della saturazione del blu, rendendo in casi estremi l’immagine molto cupa. In alcuni casi sarà sufficiente ridurre poi la saturazione selettiva di questo colore, ma in generale suggerisco di non eccedere troppo con questo controllo.

Vignettatura

La vignettatura regola l’illuminazione dell’immagine ai bordi rispetto al centro. Aumentando la vignettatura i bordi diventano più chiari rispetto al centro, creando un effetto bagliore. Riducendo la vignettatura si otterrà l’effetto opposto, creando un inscurimento intorno all’immagine. Anche questo controllo ha scopi prettamente artistici e soggettivi.

Granulosità

Questo cursore controlla l’aggiunta di una texture granulosa all’immagine, simile al rumore della pellicola fotografica. L’aggiunta di granulosità può essere utilizzata per scopi artistici o per conferire un aspetto vintage all’immagine. Aumentando il valore sul cursore si aggiunge più granulosità; riducendolo, si otterrà un’immagine più pulita e “liscia”.

SUGGERIMENTI

SCATTARE MENTRE SI ARRAMPICA

Fotografare durante l’arrampicata o l’alpinismo richiede ingegno e flessibilità, poiché le mani e i piedi sono costantemente impegnati ad affrontare le sfide verticali. Condivido alcuni suggerimenti pratici che ho appreso nel corso delle mie avventure in montagna. Ovviamente quanto sto per scrivere potrà essere applicato a tutte le discipline verticali, tra le quali anche le vie ferrate.

La mia soluzione preferita è utilizzare una fotocamera compatta o una piccola fotocamera rinforzata con protezioni in silicone e coperture per obiettivi e schermi.

La collego all’imbrago tramite un cordino di sicurezza, consentendomi di scattare anche nelle situazioni più impegnative, utilizzando una sola mano. Questo approccio offre una grande versatilità e mi permette di catturare attimi unici senza compromettere la sicurezza.

Se si desidera utilizzare una macchina fotografica più professionale, è importante valutare attentamente il rischio di danneggiarla a causa delle dimensioni e del peso. In tal caso potrebbe essere più prudente tenerla nello zaino e tirarla fuori solo durante le soste. Ricordati sempre di appendere la tracolla della fotocamera al collo prima di estrarla dallo zaino per evitare cadute accidentali.

Anche lo zaino deve essere assicurato con un rinvio o qualcosa di simile alla sosta per evitare che possa cadere.

Durante l’arrampicata, un obiettivo grandangolare può rivelarsi molto utile in quanto ci troveremo attaccati alla roccia ma avremo anche le montagne sullo sfondo. Oltre a catturare l’ampio paesaggio montano, il grandangolo consente di fotografare i compagni di cordata nelle soste o durante il gesto tecnico, creando composizioni interessanti che mostrano l’esposizione e l’ambiente circostante.

Un’opportunità unica si presenta quando ci troviamo di fronte a un traverso, poiché ci offre una prospettiva rara per includere l’arrampicatore, la parete e il paesaggio.

Mentre scattiamo in parete è importante considerare diverse prospettive per esaltare la verticalità dell’ambiente montano.

Fotografare dall’alto verso il basso può essere particolarmente efficace, poiché mostra la distanza dal terreno e può rivelare un fiume che si snoda come un serpente in lontananza.

In questi casi, un obiettivo grandangolare o addirittura un fisheye può aiutare a incorniciare la roccia, accentuando la sua maestosità e ripidità lungo i bordi.

Scalando il Canale Nascosto del San Sebastiano una via invernale nelle Dolomiti di Zoldo

SUGGERIMENTI

Ricorda sempre di bilanciare la passione per la fotografia con la tua sicurezza e quella del tuo gruppo. Prima di avventurarti in nuove sfide fotografiche in parete, acquisisci le competenze necessarie e adotta le precauzioni adeguate per garantire una pratica sicura ed entusiasmante.

Mentre si arrampica potrebbe essere comoda una action camera montata sul caschetto; di recente sono state prodotte compatte del genere in grado di realizzare scatti molto puliti e precisi, a patto che le condizioni di luce siano favorevoli.

Con la fotocamera sul casco è possibile scattare in sicurezza e con rapidità. È importante che però si faccia prima una prova dell’inquadratura in modo da evitare che essa sia storta o che includa anche una parte del casco. Se il casco aderisce bene alla testa e rimane dritto, avremo modo di orientare la fotocamera nella direzione giusta, basandoci su ciò che vedono nostri occhi.

Un altro metodo è quello di tenere una fotocamera a tracolla, proprio come si fa con le fettucce e i cordini; in questo caso è bene fare attenzione a posizionare la macchina fotografica prima dei cordini, in modo da favorire il loro utilizzo senza intralci. Una volta in sosta, dopo esserci correttamente autoassicurati, abbiamo finalmente più libertà per scattare.

Se siamo appesi possiamo anche utilizzare entrambe le mani.

In questo caso è comunque importantissimo indossare la tracolla della fotocamera.

Fotografare in falesia o in un contesto specifico

Quanto sopra descritto riguarda la fotografia documentaristica delle discipline verticali, in cui il fotografo partecipa all’avventura e decide di raccontarla attraverso le sue immagini.

Ora dunque è opportuno esaminare la fotografia sportiva o focalizzata sull’azione in cui noi fotografi non siamo direttamente coinvolti.

La falesia rappresenta un esempio emblematico. Supponiamo di voler esplorare la fotografia sportiva durante una giornata in falesia, magari in una di quelle pareti “fotogeniche” con una splendida esposizione e un panorama interessante in lontananza. Noi non siamo parte dell’azione, siamo fotografi in quella falesia mentre qualcun altro sta scalando.

Se desideriamo ottenere foto suggestive, evitiamo di scattare dal basso. Le immagini scattate da terra potrebbero risultare banali, persino con un teleobiettivo. Infatti le gesta dell’arrampicatore risulterebbero appiattite e compresse, con una perdita in termini di “atmosfera”.

Non riusciremmo nemmeno a comunicare l’effetto della gravità, poiché il soggetto sembrerebbe schiacciato contro la roccia senza una reale esposizione. Solo in situazioni piuttosto rare potremmo ottenere buoni risultati da questa angolazione, quando il soggetto è molto vicino a noi. In questo caso, con un grandangolo, potremmo sfruttare la sua distorsione estrema per dare un senso di verticalità.

In questa immagine mi trovavo a meno di due metri dall’arrampicatore che stava scalando uno spigolo. Avvicinando il grandangolo alla roccia e puntando verso l’alto ho esaltato la verticalità dell’arrampicata sfruttando la deformazione prospettica dell’ottica

Se ci troviamo sotto una parete strapiombante, potremmo posizionarci “dietro” all’arrampicatore, anche se lui si trova sopra di noi, creando un notevole senso di esposizione.

In falesie molto alte e con molte vie parallele, è interessante prepararsi per scattare foto da livelli superiori o dallo stesso livello dell’arrampicatore. Se la falesia lo permette, potremmo salire sopra le pareti utilizzando sentieri di accesso alle catene di calata o altre vie. Le nostre possibilità di spostamento dipenderanno dall’ambiente circostante. Se questo si rivela sufficiente, saremo nella posizione perfetta: rischio limitato e molta libertà di movimento.

001. PREMESSE TECNICHE

Cosa e perché fotografare durante un viaggio o un’escursione –La macchina fotografica da portare in cammino (Compatte –Mirrorless – Reflex) – Come funzionano le fotocamere (Partiamo dal principio – Tipologie di obiettivi – Differenza tra prospettiva e angolo di campo – Il fuoco – Il rapporto focale – Il diaframma e la profondità di campo – L’otturatore – La vignettatura e la distorsione – Il sensore – Il paraluce – Il lens flare – Il flash – Un comodo paragone – Alcuni effetti collaterali della regolazione dell’esposizione e possibili soluzioni – Il treppiede – Esposizione lunga – La stabilizzazione)

002. LE MODALITÀ DI SCATTO

DELLA FOTOCAMERA

003. I FORMATI RAW E ACCENNO

ALLA POST PRODUZIONE

Perché un fotografo paesaggista non dovrebbe mai scattare in JPEG

004. PARTE PRATICA COMPOSITIVA

Chi stai fotografando? Soggetto dell’immagine, punto focale (Singolo soggetto – Più soggetti) – Creare un flusso nell’immagine, un binario per gli occhi – Geometria delle composizioni (Triangolo – Rettangoli e quadrati – Cerchi ed ellissi – Trovare un pattern) –Il bordo e il suo ruolo nella composizione – Giocare con le dimensioni, far notare allo spettatore la grandezza di un soggetto – Come scegliere la lunghezza focale – Ottiche per paesaggi –Fisheye (Diagonal fish-eye) – Ottimizzare lo spazio del fotogramma (Dai ai soggetti il giusto isolamento) – Regole standard (La regola dei terzi – La sezione aurea – La composizione centrica) –Orizzontale o verticale? – La potenza dell’aspect ratio –L’orizzonte (Allineare l’orizzonte – Spaccare l’orizzonte)

005. PARTE PRATICA AVANZATA

Strumenti per effettuare l’esposizione nella fotografia digitale (L’istogramma, lo strumento più importante della fotografia digitale – Gestione della dinamica) – Focus Stacking (Per effettuare uno scatto in bracketing è necessario catturare due o più scatti della stessa scena)

006. LA POST-PRODUZIONE

I Software di post-produzione – Le funzionalità di elaborazione fondamentali in Lightroom (I profili colore – I controlli della luce –I controlli del colore – I controlli di effetti e impatto visivo – I controlli dell’ottica – Lo strumento ritaglio e regolazione – La rimozione di macchie – Le maschere – Le copie virtuali (duplica) – L’esportazione dei file) – Postproduzione per paesaggi. Un workflow da cui partire (Come unire le immagini per fare l’HDR o il focus stacking –Foto panoramiche e foto sferiche, dallo scatto all’unione delle immagini – Serie di immagini, un caso avanzato e speciale)

– Strumenti innovativi basati su intelligenza artificiale –Contenuto extra – Prova tu stesso (QR CODE)

007.

SUGGERIMENTI

A che ora scattare? (Giorno – Notte – Alba e Tramonto) – Scattare nel bosco – Scattare con il brutto tempo – Scattare mentre si cammina (Addentrarsi negli spazi nascosti) – Scattare mentre si arrampica (Fotografare in falesia o in un contesto specifico) –

Una foto non vale una vita – Prepararsi alle condizioni atmosferiche (Freddo e caldo – Umidità – Pioggia e schizzi d’acqua

– Polvere e detriti – Vento) – Zaino e accessori (Lo zaino del fotografo paesaggista – Cosa portare) – Creare un flusso di lavoro efficace –Come selezionare le foto simili

008.

EXTRA

Fotografare con il drone – Foto sferiche (Come realizzare foto sferiche manualmente con una fotocamera e un grandangolo –Suggerimenti) – Uso finale delle foto sferiche – Pianificare uno scatto paesaggistico (Conoscenza del territorio – Nozioni di meteorologia per paesaggisti – Tipi di nuvole nel dettaglio – Qualità dell’aria, umidità e temperatura – Stabilire dove e quando)

35,00 €

IVA inclusa

ISBN: 978 88 55471 442

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