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Introduzione tecnica

VALUTAZIONE DELLA DIFFICOLTÀ

Viene proposta come sulle altre guide di alpinismo una classificazione approfondita e completa, con una scala sulla proteggibilità espressa in numeri arabi abbinati alle lettere R o S per riconoscere il tipo di chiodatura (S = spit, R = chiodo, RS = chiodatura mista) affiancata da una scala in numeri romani (I, II, III, IV, V, VI, VII), che definisce lunghezza e impegno ambientale della via e che prende spunto dalla scala americana in uso per le big wall. Tutto naturalmente va preso con le dovute cautele perché, su queste pareti, non tutte le vie hanno chiodatura a spit sistematica, dove non serve aggiungere altre protezioni; per il resto, si percorre un terreno che lascia spazio all’inventiva, alla fantasia, alla capacità di ognuno e quindi, non completamente preconfezionato.

LA DIFFICOLTÀ TECNICA

Questa guida comprende sia itinerari moderni o sportivi protetti a fix o resinati, sia itinerari classici dove sono presenti rare protezioni fisse da integrare. Pochi e ben evidenziati gli itinerari con chiodatura normale a chiodi o sprotetti. Per ogni via si indica il grado massimo e quello obbligatorio, così come gli eventuali passaggi in artificiale.

SEGNALI INTERNAZIONALI DI SOCCORSO TERRA-ARIA RIVOLTI A ELICOTTERI E AEREI

Segnali terra-aria OCCORRE SOCCORSO

Razzo o luce rossa NON OCCORRE SOCCORSO

Segnali terra-aria

Yes – sì

Tessuto rosso quadrato teso

Quadrato rosso di 100x100cm Cerchio centrale rosso di 60cm di diametro. Corona bianca di 15cm No – no

S1 Spittatura normale, come quella utilizzata in falesia. Distanza mai superiore ai III-4 m tra uno spit e l’altro. Lunghezza potenziale caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze.

S2 Spittatura distanziata e tratti obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale caduta una decina di metri al massimo e volo senza conseguenze.

S3 Spittatura distanziata, passaggi quasi sempre obbligatori. Distanza tra gli spit anche superiore ai 5metri, voli lunghi ma non eccessivamente pericolosi.

S4 Spittatura molto distanziata (oltre i 7 metri), passaggi obbligatori. Una caduta può potenzialmente provocare un infortunio.

S5 Spittatura oltre i 10m, passaggi obbligatori e tratti dove una caduta può sicuramente provocare un infortunio (caduta su terrazzi e cengie o al suolo).

S6 Spittatura solo parziale e posizionata lontano dai passaggi chiave, tratti molto lunghi, anche superiori ai 20m, in cui una caduta può avere conseguenze anche letali. R1 Facilmente proteggibile con protezioni sempre solide, sicure e numerose. Limitati tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta qualche metro e volo senza conseguenze.

R2 Mediamente proteggibile con protezioni sempre solide e sicure ma più rade. Tratti obbligatori tra le protezioni. Lunghezza potenziale caduta qualche metro al massimo e volo senza conseguenze.

R3 Difficilmente proteggibile con protezioni non sempre buone e distanti. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta fino a 7-8 metri al massimo e volo con possibile infortunio.

R4 Difficilmente proteggibile con protezioni scarse o inaffidabili e/o distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Lunghezza potenziale caduta fino a 15metri con possibilità di fuoriuscita di ancoraggi e volo con probabile infortunio.

R5 Difficilmente proteggibile con protezioni scarse, inaffidabili e distanti che terrebbero solo una piccola caduta. Lunghi tratti obbligatori. Possibilità di lunghe cadute e di fuoriuscita di ancoraggi che può determinare un volo fino a terra con infortunio sicuro.

R6 Improteggibile se non per brevi e insignificanti tratti lontani dai passaggi chiave del tiro. Una eventuale caduta può avere conseguenze anche letali.

IMPEGNO GLOBALE

I Via corta richiedente poche ore, nei pressi della strada e con comodo avvicinamento, ambiente solare e ritirata comoda.

II Via di diverse lunghezze su una parete superiore ai 200m, avvicinamento facile anche se può richiedere una discreta marcia, comoda ritirata.

III Via lunga oltre i 300m, ambiente severo, richiede quasi tutta la giornata per essere superata. Può richiedere un lungo avvicinamento e la ritirata può non essere veloce.

IV Via distante dal fondovalle. Richiede un’intera giornata per essere superata. La ritirata può essere complicata e non svolgersi sulla linea di salita. V Via molto lunga stile big wall, richiede normalmente un bivacco in parete. Ritirata difficile, ambiente severo.

VI Big wall che richiede più giorni di permanenza in parete, ambiente di alta montagna, ritirata difficile.

VII Tutte le caratteristiche proprie del grado VI esasperate, come nel caso di big-wall himalayane che necessitano di una spedizione per essere superate.

INFORMAZIONI GENERALI

Il territorio prealpino lecchese presenta, come detto precedentemente, un numero molto elevato di pareti rocciose di altezza variabile fra i 60 e i 600metri. Alcune di queste pareti calcaree si trovano a poca distanza dai centri abitati, come la Corna di Medale o le Pareti del Lago, facilmente raggiungibili da Lecco. Altre, come il Sasso Cavallo o il Pizzo d’Eghen, sono ubicate in zone più remote, o molto remote e necessitano di un approccio più meditato e critico. L’offerta di itinerari di ogni genere spazia dalle vie normali di modesta difficoltà, spesso frequentate da principianti, a itinerari estremi che si collocano fra i più belli e severi delle Prealpi. Enorme il numero di vie moderne,talora di sviluppo notevole (300/400m) ben attrezzate a fix o molto spesso a fittoni resinati. Se, per quanto riguarda gli itinerari classici, il livello di difficoltà di rado supera il 5c/6a della scala francese, per gli altri itinerari moderni il livello più rappresentato è quello dei gradi che vanno dal 6b al 7a. Quasi tutte le vie della zona si svolgono su roccia buona o ottima, ove regna sovrana la placca tecnica, anche se non mancano belle fessure e diedri, come sulla Medale, in Grignetta e sul Pizzo d’Eghen, mentre modesta o quasi nulla è la presenza di itinerari fortemente strapiombanti. La titanica opera di richiodatura sistematica a fittoni resinati, svolta alcuni anni fa e riguardante moltissime vie delle Grigne, ha migliorato in modo determinante la sicurezza degli itinerari ma non ha mutato l’impegno globale di varie salite, che spesso si svolgono su terreno esposto ed esigono sempre un approccio alpinistico. È possibile determinare una divisione per tipologia delle strutture lecchesi ove sono presenti itinerari di più tiri: Fra le pareti di maggior ampiezza, con vie di sviluppo già notevole, e che richiedono una buona esperienza alpinistica, vanno segnalate: la Corna di Medale, che ha facile accesso in ogni stagione, vie molto belle e frequentate, ma che rimane una parete complessa e da non prendere mai in modo leggero, sia per il pericolo di caduta sassi, sia per la difficoltà di calata su parecchi itinerari. Il Sasso Cavallo presenta splendidi itinerari di notevole sviluppo, con accesso lungo e faticoso, in un luogo isolato e con vie su cui le protezioni vanno spesso integrate. La solitaria parete del Forcellino, su cui ci si cala per circa 300metri, benché non particolarmente esposta, obbliga alla risalita e come tale rimane impegnativa. Le vie sono ben chiodate e in genere di soddisfazione. Il Pizzo d’Eghen è la struttura più remota e complessa della zona, accessibile attraverso un lungo zoccolo per nulla banale ed è caratterizzata da vie belle e difficili. I soccorsi sono molto problematici e già in passato si sono rivelati estremamente impegnativi. La parete ha copertura cellulare. Allo stesso modo, soccorsi problematici, che diventano drammatici con cattivo tempo, sono da considerarsi quelli sulla Parete Fasana, in quanto si svolgono su una parete articolata e friabile. Buona la copertura cellulare, che è invece assente sul Sasso Cavallo e sul Sasso dei Carbonari, così come nella zona orobica. Soprattutto per il Pizzo d’Eghen, la Parete Fasana e il Sasso dei Carbonari si sottolinea la necessità di una consolidata esperienza alpinistica che unisca la livello tecnico tutte le astuzie del caso. Per quanto riguarda le pareti minori, cioè di lunghezza inferiore ai 200metri, va osservato che esse richiedono quasi sempre un approccio alpinistico, legato al terreno e all’ambiente, anche se sono ben chiodate e accessibili in meno di un’ora. In particolare ciò vale per la Grignetta, montagna bellissima ma infida e scoscesa, i cui versanti sono talora friabili - mentre le vie hanno quasi sempre roccia sana o ottima- e presentano grande variabilità di condizioni legate anche ai residui di neve dopo l’inverno. Ciò consiglia, ad inizio stagione, un’adeguata attrezzatura. In genere, per tutte le vie della zona, si consigliano due corde, qualche friend e una dozzina di rinvii. Sempre necessario il casco.

ACCESSI E VIABILITÀ LOCALE

La zona di Lecco si raggiunge facilmente da sud, via Milano, per la SS36, che si imbocca da Viale Fulvio Testi o dalla bretella della Tangenziale Est. Provenendo da nord si può giungere a Lecco sempre dalla SS36 che scende da Colico. Nei tardi pomeriggi festivi è spesso facile trovare molto traffico o code in direzione sud, poco dopo Lecco, o all’altezza del tunnel del Monte Barro. La costruzione e apertura della nuova strada che collega Lecco e Ballabio ha facilitato grandemente il raggiungimento della Valsassina, ma si tenga sempre presente che, soprattutto in inverno quando nel pomeriggio ai turisti si sommano gli sciatori è quasi normale, nei giorni festivi, trovare code in direzione sud nel tunnel che porta a Lecco.

METEO

La zona del lago di Lecco presenta un clima ben definito, con inverni spesso mitigati dal calore del lago e giornate o periodi secchi e temperati. Alcune pareti locali, come la Medale e l’Antimedale, godono di un microclima che permette di arrampicare in maglietta anche in inverno, quando le temperature in pianura sono rigide, mentre risultano assolate e troppo calde in estate. Ovviamente molte pareti più in quota, come la Grignetta o il Sasso Cavallo, risultano inagibili in inverno e comunque una corretta documentazione e informazione meteorologica è obbligatoria per la frequentazione della gran parte delle pareti della zona.

INFO METEO

www.ilmeteo.it www.3bmeteo.it ARPA Lombardia.BollettinoMeteo Regione Lombardia, copre 3 giorni dall’emissione. Bollettino Meteo Svizzera Italiana +41 848800162 (emissione con aggiornamento continuo) http://www.meteosvizzera.ch/web/it.html Bollettino del Centro Geofisico Prealpino Bollettino Nivometeo AINEVA

INTERNET

http://larioclimb.paolo-sonja.net/index.html

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