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L’ambiente e i sentieri
Il massiccio del Grappa e il canale del Brenta sono zone storicamente antropizzate e in continuo dialogo con la pianura antistante, più che con le altre montagne a nord. Inoltre, sono state fortemente trasformate durante il primo conflitto mondiale. Strade, carrarecce, mulattiere e sentieri sono molti e di due tipi: quelli che salgono da valle e quelli di collegamento in quota; insieme costituiscono un reticolato che consente di muoversi in quasi tutte le direzioni. Non a caso alcuni dei percorsi di questo libro si toccano, si intersecano e a volte si sovrappongono per alcuni tratti. Inoltre, a differenza delle altre montagne, il Massiccio del Grappa non ha passi da scavalcare o valli da unire, lo si nota anche dai toponimi dai quali è del tutto assente la parola “passo”. I sentieri e le altre strade, prima che di comunicazione e scambio, sono nate per raggiungere un luogo.
Le direttrici principali, la strada Cadorna (oggi SP148) che sale da Romano d’Ezzelino, la strada Generale Giardino che sale da Semonzo, la provinciale 148 da Seren per Cima Grappa, sono tutte di origine bellica e servivano per il trasporto di truppe e materiali dalle retrovie al fronte. A queste si aggiunge la strada che da Cismon saliva al Forcelletto risalendo la val Goccia, rimasta mulattiera e oggi numerata come
sentiero 913. Se si esclude l’impiego delle teleferiche, questa era la sola via che consentiva il rifornimento delle linee austriache dell’Asolone, del Col della Beretta e del Col Caprile. La Grande Guerra ha trasformato notevolmente lo stato di queste vie basti pensare che furono costruite circa 50 km di carrozzabili, 70 di carrarecce e 80 di mulattiere, più la cosiddetta Strada di Arroccamento” che percorre in quota tutto il versante sud del Massiccio consentendo il movimento di uomini e mezzi dal Brenta al Piave al coperto. Diversa è la situazione del canale del Brenta che vive una doppia realtà. Da un lato quella del corso del fiume, già di per sé storicamente naturale via di comunicazione (vedi le zattere di Valstagna) e anch’esso fortemente antropizzato e industrializzato, soprattutto nella zona prossima a Bassano: qui tutti i sentieri salgono diretti e perpendicolari alla valle; dall’altro quella delle terre alte dell’altopiano di Asiago, che hanno tutt’altra natura rispetto al Grappa, per logistica, cultura e tradizioni. A mezza costa corre la Via del Tabacco, l’unica vera via di comunicazione e di scambio: asse portante di un’economia oggi scomparsa attorno alla quale si muovevano contadini, allevatori e contrabbandieri, non solo per salire verso l’altopiano, ma soprattutto per muoversi verso la pianura.
Condizione dei sentieri
In generale lo stato dei sentieri è buono, sono ben tracciati e segnati. Rispetto a qualche decennio fa le segnaletiche sono state aggiornate e ripristinate in tanti punti e bivi. I CAI locali hanno contribuito molto con il loro lavoro alla sistemazione di queste vie, segnando con la tradizionale segnaletica bianco/rossa sassi, alberi, angoli di case, muretti. Restano segni di vecchie tracciature o numerazioni, ma diffi-
Camosci al tramonto al Col Formiga
cilmente le indicazioni si contraddicono. In alcuni casi il tempo riduce la traccia su itinerari poco frequentati, che seguono vie non logici o lontani dagli accessi a valle. I bolli e i segni di vernice sbiadiscono e, come sempre in montagna, sugli itinerari meno battuti piante e arbusti ostruiscono alcuni passaggi. L’erba, la festuca in particolare di cui il Grappa è ricco, in primavera ed estate rende difficile l’individuazione di alcuni tratti scoperti, ingoiandosi letteralmente tratti di sentiero; inoltre, è estremamente scivolosa quando è bagnata. Prima di partire, preparate bene i vostri itinerari, informatevi sulle condizioni dei sentieri, non basatevi solo sulle carte e misurate bene le vostre forze anche in funzione della stagione, della temperatura e dell’acqua che scarseggia. Pensate che durante la Prima guerra mondiale la quantità d’acqua a disposizione di un soldato era di soli 4 litri al giorno: per lo più era neve o acqua piovana raccolta in cisterne o da percolazione di umidità nei rifugi in grotta; più spesso veniva pompata dalla pianura. In generale i sentieri sono quasi sempre corribili per fondo, pendenza, dislivello e lunghezza. Non siamo in alta montagna, i tratti esposti sono rari e, anche quando sono single track, c’è sempre margine. Solo qualche itinerario proposto ha tratti attrezzati, più per eccesso di sicurezza o per aiuto che per reale necessità. Perdersi è veramente difficile, anche muovendosi velocemente come quando si corre un trail. Più facile è imboccare false piste perché esistono bivi e deviazioni ben evidenti che il più delle volte portano in breve a un prato, a una casera, a un bosco, a un capanno di caccia e lì si fermano. I bivi in cui si possono avere dubbi sono stati tutti indicati nelle descrizioni dei percorsi. E se ci si perde? Ricordatevi che sul Grappa in qualsiasi direzione prima o poi si scende, ma non va mai fatto se non lungo vie chiare e certe, se non ci si vuole trovare in pericolo sul filo di salti rocciosi
Il sentiero 100 sul Monte Meda
o terreni estremamente scoscesi dai quali può essere complesso risalire. In caso di dubbio, è sempre meglio tornare indietro.
Avvertenza sulla numerazione dei sentieri
Con il tempo ai sentieri che avevano un numero a due cifre è stato aggiunto 9 o 1 a seconda dei versanti e delle zone (per esempio 952 invece di 52 o 197 invece di 97), per uniformità con le linee guida CAI. Alcune carte non recenti, e soprattutto certa segnaletica sul territorio, hanno ancora la vecchia numerazione senza il primo numero. Nella descrizione dei percorsi è stata usata la numerazione più recente verificata sulla pubblicazione CAI Sezione Vicentine, Canale del Brenta e Massiccio del Grappa, 2016, e sulla carta in scala 1:25.000 a cura di Tabacco.
Malga Vedetta e la Vedetta di Cima della Mandria (© Nora Mazzocchi)